PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di    Mauro Novelli

 

“Più dei tanti che tumultuano, i tiranni temono i pochi che pensano”. (Platone)

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     I L   P U N T O      INDICE

 

        PRIVILEGIA NE IRROGANTO   di Mauro Novelli        

Raccolte PuntO dal n° 1 al 77

(1996 /6-2005)

2006

dal 78   al 94

2007

dal 95   al 120

2008

dal 121 al 152

2009

dal 153 al 172

2010

dal 173 al 193

2011

dal 194 al  221

2012

dal 222 al 253

2013

dal 254 al 281

2014

Dal 282 al 303

2015

Dal 304 al 326

2016

Dal 327 al 348

2017

Dal 349 al 357

 

2018

Dal 358

al 362

2019

dal 363

al 378

2020

Dal 379

Al 417

2021 DAL 418

Al 438

2022

Dal 439

 

 

 

 

 

 

 

 

2023

 

Il PuntO 446.  15-5-2023 Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei primi 5 mesi del governo Meloni, il nostro debito pubblico è salito di 24,487 miliardi di euro.

Il PuntO n° 445. 14-4-2023. Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei primi 4 mesi del governo Meloni, il nostro debito pubblico è salito di 6,724 miliardi di euro

Il PuntO n° 444.  Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei  tre mesi del governo Meloni, il nostro debito pubblico è sceso di 14,810 miliardi di euro.

Il PuntO n° 443 15-2-2023 Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei  due mesi del governo Meloni il nostro debito pubblico è sceso di i 8,851 miliardi di euro.

Il PuntO n° 442. 31-1-2023. Paesi UE. PIL pro capite tradotto in Capacità di spesa. Analisi comparata tra Germania, Francia, Spagna, Italia dal 2002 al 2021

Il PuntO n° 441  16-1-2023 Debito pubblico e governi della Repubblica.  Nei  venti mesi del governo Draghi il nostro debito pubblico è cresciuto di  164,457 miliardi di euro.

 

 

2022

Il PuntO n° 440  25-8-2022 Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei primi sedici mesi del governo Draghi il debito pubblico è cresciuto di quasi 160 miliardi di euro.

Il PuntO n° 439  15-3-2022. Debito pubblico e governi della Repubblica.Nei primi undici mesi del governo Draghi  il debito pubblico è cresciuto di quasi 107 miliardi di euro 

 

 

2021

Il PuntO n° 438 Petrolio e benzine. Domande sui prezzi.

Il PuntO n° 437. 3-10-2021. Italiche iatture. Breve storia di una alleanza perversa. E dei danni da essa causati.

Il PuntO n° 436  21-9-2021  Debito pubblico e governi della Repubblica. Nei primi sei mesi del governo Draghi (Febbraio-Luglio) il debito pubblico è cresciuto di 122,753 miliardi di euro. Stabili i detentori esteri sia del debito pubblico complessivo che dei titoli del debito pubblico.

Il PuntO n°  435 14-9-2021 Destra-sinistra. Trappole strabilianti

Il PuntO n° 434  10-9-2021 Sulla scienza, massacrata tra media e covid

Il PuntO n° 433  25-8-2021 Massa Marittima (GR). Fonte dell’abbondanza.

Il PuntO n°  432   23-8-2021 . Afghanistan. Tre domande

Il PuntO n°431. 31-5-2021. A sinistra cominciano, tragicamente,  a svegliarsi o si continua con l’accanimento terapeutico?

Il PuntO n° 430 30-5-2021. Scuola. Trasmissione di saperi ed esperienze.

Luoghi e strumenti. Da Omero, alle scholae, allo smartphone. Di Mauro e Federico  Novelli 30-5-2021

Il PuntO n° 429. 26-5-2021. Problema delle  migrazioni. Considerazioni e proposte.

Il PuntO n° 428. 15-5-2021 Figliare e consumare!

Il PuntO n° 427. (11-2020) Quale soluzione per il debito sovrano. Di Francesco Strocchia (11-2020)

Il PuntO n° 426    8-5-2021. Sistema sanitario e pandemia. Per grandi linee, i guai cominciarono così.

Il PuntO n° 425   25-4-2021. Minima Œconomica (due). “Macte animo: sic itur ad astra”.

Il PuntO n° 424  20-4-2021. “Palamara mode” ormai inutilizzabile. Saper calcolare bene i tempi è un’arte. Soprattutto in politica.

Il PuntO n° 423  16-4-2021 Debito pubblico e governi della Repubblica. Il primo mese del governo Draghi vede il debito impennarsi fino a 2.643,799 miliardi (+ 40 miliardi rispetto a gennaio 2021). Scendono i detentori non residenti:  a 29,9 % del debito complessivo e a 32,5 % dei soli titoli del debito.

Il PuntO n° 422 15-4-2021. La guerra dei vaccini.  Ora si capisce il perché il prodotto di Pfizer(USA)-BioNTech(Germania) deve far fronte a notevoli uscite finanziarie.

Il PuntO n° 421. 10-4-2021. La guerra dei vaccini, o dell’affare del millennio.

Il PuntO n° 420. 17-3-2021. Debito pubblico e governi della Repubblica. La fine del 2° governo Conte vede il debito pubblico crescere di  139,040 miliardi rispetto al dato della sua nascita: da 2.464,088 miliardi di settembre 2019 a 2.603,128 di gennaio 2021

Il Punto n° 189 del 30-10-2010 Ripubblicato l’11-2-2021 Campania massacrata. Ultima per speranza di vita.

Il PuntO 419   7-2-2021 I dolori del giovane Nicola e del popolo italiano

Il Punto 418 4-2-2021 Mio grave errore nel valutare la casta.

 

 

2020

 

 

Il PuntO n° 417  27-11-2020. Covid. Dati strampalati, decisioni di governo campate in aria. In attesa di quella che, da Banda Bassotti, ritengono una “grande bouffe” offerta dalla UE

Su change.org raccolta firme: “Non ci fidiamo più”   http://chng.it/LZt2kZGQBK

Il PuntO n° 416  17-11-2020 Quarta  Nota a margine dei convegni organizzati nell’ambito del progetto e-RA DIGITALE. Alcune proposte.

Il PuntO n° 415  9-11-2020 Terza Nota a margine dei convegni organizzati nell’ambito del progetto e-RA DIGITALE. Violazione dei presidi di sicurezza. Possibilità e probabilità. Dieci punti da approfondire.

Il PuntO n° 414 29-10-20. Seconda Nota a margine dei convegni organizzati per il progetto “e-RA DIGITALE”. On line e sistemi di pagamento elettronici: la loro debolezza strutturale  dipende anche da noi.

Il PuntO n° 413. 15-10-2020 Debito pubblico e governi della Repubblica.

2° governo Conte. Continua la crescita del debito pubblico  passato a 2.578,856 di agosto 2020, con un aumento di oltre 18 miliardi rispetto a luglio.

Il PuntO n° 412  11-10-2020. Della funzione maieutica della pandemia?

Il PuntO n° 411. 26-9-2020. Note a margine dei convegni organizzati per il progetto “e-RA DIGITALE”.

Energia, tecnologia, comunicazione: i tre settori che condizionano da sempre il progresso dell’umanità

Il PuntO n° 410 Debito pubblico e governi della Repubblica. Forte crescita costante da aprile 2020. A fine luglio sale fino a 2.560,475 miliardi.

Il PuntO n° 409 18-7-2020. Covid. Facciamo il punto a metà luglio. Comparazione del numero dei deceduti in 10 paesi Le disgrazie di Belgio, Olanda e Gran Bretagna.

Il PuntO n° 408 del 15-7-2020. Debito pubblico e governi della Repubblica. 2° governo Conte. Dopo l’ impennata  (+ 35,987 miliardi) di aprile 2020, il debito pubblico si impenna anche a maggio (+ 40,514 miliardi), essendo passato dai 2.467,066 miliardi di aprile ai 2.507,580 di maggio. Scendono i detentori non residenti:  a 29,1 % del debito complessivo e a 32,9% dei soli titoli del debito.

Il PuntO n° 407  11-7-2020. Altra scoperta finanziaria sconcertante sul Lussemburgo: l’ammontare dei premi assicurativi aggrega il 64% del PIL. Per tacer di Malta e dell’Irlanda

Il PuntO n° 406 9-7-2020 Iudex semper idem sit omnibus.

Il PuntO n°  405  5-7-2020. Crolla la Triplice Arroganza: partito, magistratura, giornalismo? E gli Italiani non hanno nulla da mettersi.

Il PuntO n° 404 del 15-6-2020. Debito pubblico e governi della Repubblica. 2° governo Conte. Si impenna (+ 35,987 miliardi) ad aprile 2020 il debito pubblico: passato dai 2.431,077 miliardi di marzo ai 2.467,064 di aprile. Stabili i detentori non residenti: attorno al 30% del debito complessivo e a poco più del 34% dei soli titoli del debito.

Il PuntO n° 403. 5-6-2020. Etica e morale. Principi e valori. Domanda e offerta.

Il PuntO n°  402 31-5-2020.Sistemi di pagamento diversi dal contante. Una analisi comparata tra i paesi di Eurolandia. Dati ricavati dalla Relazione del governatore di Bankitalia del 29-5-2020. Lussemburgo sempre più fuori norma.

Il PuntO n° 401. 23-5-2020. Covid e lavoro a distanza. Non è un semplice cambiamento.  E' una rivoluzione industriale. Nominalmente la terza.

Il PuntO n° 400. 20-5-2020. Crediti garantiti dallo stato: FCA e Alitalia, due casi emblematici.

Il PuntO n° 399 del 18-5-2020 Si ricomincia a parlare di patrimoniale? Un precedente autorevole: quello del 6 per mille  imposto  dal governo Amato – Barucci nel 1992. Un po’ di storia.

Il PuntO n° 398 13-5-2020. Governo di scaltri e "correntezza" bancaria.

Il PuntO n° 397 del 5-5-2020. Minima Œconomica (uno): “bis dat qui cito dat”.

Il PuntO n° 396 25-4-2020. Sulla scuola. Dalle pagine di discussione del Cenacolo dei Cogitanti (2009).

Il PuntO n° 395. 20-4-2020. Col Conte ter la collezione di Giuseppe Conte entrerebbe  nel Guinness dei primati.

Il PuntO n° 393. 14-3-2020 Pandemia: approccio barbaro o approccio civile.

Il PuntO n° 392 Intervento al Convegno “Bitcoin ed economia” del 19-10-2018

Il PuntO n° 391 del 2-3-2020 La doppia sede del Parlamento europeo. Gli sprechi della UE.

Il PuntO n° 390  del 28-2-2020. Curiosità sul termine “quarantena” e sui modi di indicarla.

Il PuntO n° 389 27-2-2020 Governo. Danni irreparabili. Più del coronavirus

Il PuntO n° 388. 5-2-2020 Scoraggiato l’uso del contante, motivato dalla lotta all’evasione. Ma a guadagnarci saranno solo le banche.

Il PuntO n° 387 4-2-2020. Ancora sul Lussemburgo. Sistemi di pagamento diversi dal contante: che cosa combinano i Lussemburghesi?

Il PuntO n° 386 3-2-2020. Auto elettriche? Inquinamento? Motore ad idrogeno?

Il PuntO n° 385 2-2-2020 Dove sbaglia Salvini

Il PuntO n° 384.  1-2-2020.  Migranti. Il fenomeno va governato o no?

Il PuntO n° 383 del 27-1-2020 Lotta al contante. I piani industriali approntati delle banche per la bisogna.

Il PuntO n° 382. 21-1-2020 Situazione prefascista?

Il PuntO n° 381 del 19-1-2020. Chiesa cattolica. Remissione dei peccati. Umanesimo e Illuminismo

Il PuntO n° 380. Veloci puntualizzazioni su debito pubblico, spesa corrente, privatizzazioni.

Il PuntO n° 379 14-1-2020 “Sottoproletariato” (Terminologia e fenomeno del secolo scorso?)

 

2019

Il PuntO n° 378 16-11-2019. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove vogliamo andare?

Il PuntO 377 16-11-2019. Debito pubblico e governi della Repubblica. Il governo Conte 1° si conclude con un aumento(dalla nascita) del debito pubblico del 5,8 %, da 2.328,446 miliardi del 1° giugno 2018 a 2.462,623 miliardi di fine agosto 2019. I detentori non residenti sono passati dal 32,2 % dell’inizio  al 30,8 % della conclusione  del Conti 1°.

Il PuntO n° 376 3-7-2019 Perché la motovedetta della GdF è, invece, una nave da guerra.

Il PuntO n° 375 8-6-2019 MiniBOT? Un po’ di storia e alcune osservazioni

Il PuntO n° 374 10-5-2019. Contributo di Mauro Novelli al seminario “NPL -  Esdebitazione”, tenutosi il 10 maggio 2019 nella sede nazionale di Adusbef

Il PuntO n° 373 10-5-2019 USA vs Cina. Scricchiolii anche sul fronte finanziario.

Il PuntO n° 372  1-4-2019 Liberismo a "modo nostro"? Non funziona!

Il PuntO n° 371 29-3-2019. Convegno di Verona. La famiglia.

Il PuntO n° 370 17-3-2019  Fake news e il baco dell’ignoranza.

Il PuntO n° 369  15-3-2019. Debito pubblico e governi della Repubblica. A fine gennaio 2019, il debito pubblico ha raggiunto i 2.358,008 miliardi, picco massimo di sempre. Il 1° giugno 2018, insediamento del governo Conte, il debito ammontava a 2.328,446. In calo i detentori esteri da giugno a dicembre 2018: - 64,875 miliardi

Il PuntO n° 368. Da wallstreetitalia.com: Banche a rischio bail-in: gli istituti italiani più esposti 6 Marzo 2019, di Alessandra Caparello

Il PuntO n° 367 12-3-2019. La Via della Seta: la UE e Trump  minacciano l'Italia

Il PuntO 366  10-3-2019 Globalizzazioni: la Via della Seta

Il PuntO n° 365  11-3-23019  Il cappello del prete.

Il PuntO n° 364  23-2-2019 Conoscenze. Competenze. Obsolescenze. Cultura.

Il PuntO n° 363  11-2-2019  Liquidiamo le riserve auree?  E’ la proposta di chi non sa governare.

 

2018

Il PuntO n° 362 19-9-2018 Debito pubblico e governi della Repubblica. Il 1° giugno 2018, giorno dell’insediamento del governo Conte, il debito ammontava a 2.327,381. A fine luglio il debito ha raggiunto i 2.341,686 miliardi, picco massimo di sempre. In calo i detentori esteri.

Il PuntO n° 361 13-4-2018 Debito pubblico e governi della Repubblica. A febbraio  2018, alla fine del governo Gentiloni, il debito ammontava a 2.286,451, stabile rispetto ai 2.286,561 di gennaio. Il picco massimo di oltre 2.301 mld era stato raggiunto a luglio 2017. In aumento (da 72 a 82 miliardi) i depositi attivi del Tesoro.

Il PuntO n° 360. Debito pubblico e governi della Repubblica. A dicembre 2017, dopo dodici mesi di attività del governo Gentiloni, il debito ammontava a 2.256,061, in calo di circa 18 mld rispetto ai 2.274,917 di novembre. Il picco massimo di oltre 2.301 mld era stato raggiunto a luglio 2017.

Il PuntO n° 359 del 15-1-2018. Debito pubblico e governi della Repubblica. A novembre 2017, dopo undici mesi di attività del governo Gentiloni, il debito ammontava a 2.275,046, in calo di circa 15 mld rispetto ai 2.289,696 di ottobre.Il picco massimo di oltre 2.301 mld era stato raggiunto a luglio 2017.

Il PuntO n° 358 10-1-2018. Aggiornamento del PuntO n° 357 del 28-10-2017 con i dati Eurostat definitivi per il 2016. UE 28. Comparazioni economiche tra paesi UE. Valutazioni di PIL pro capite, Consumo effettivo pro capite (AIC), Capacità di spesa pro capite (PPS). Una analisi comparata anni 2013 – 2016. Fonte: Eurostat   

 

2017

Il PuntO n° 357 28-10-2017. UE 28. Comparazioni economiche tra paesi UE. Valutazioni di PIL pro capite, Consumo effettivo pro capite (AIC),  Capacità di spesa pro capite (PPS). Una analisi comparata anni 2013 - 2016: A) Tra tutti i paesi UE. B) Tra Germania, UK, Francia, Spagna, Lussemburgo e Bulgaria e l’Italia

Il PuntO n° 356 Debito pubblico e governi della Repubblica. Ad agosto 2017, dopo otto mesi di attività del governo Gentiloni,  il debito scende di 21,292 mld. a 2.279,222 rispetto ai 2.300.514 di luglio (così rivisto da Bankitalia).

Il PuntO n° 355 15-9-2017 Debito pubblico e governi della Repubblica. A luglio 2017, dopo sette mesi di attività del governo Gentiloni,  il debito raggiunge il suo nuovo massimo: 2.299,968 mld. In crescita le disponibilità del Tesoro, da 72 a 123 miliardi. Torna a crescere la quota di debito detenuta da stranieri.

Il PuntO n° 354 21-8-2017 Drittes Reich (tausend Jahre)  oder Erste Pervitinreich (tausend Tage) ?

(Mi scuso per gli eventuali errori)

PuntO n° 353  16-6-2017. Debito pubblico e governi della Repubblica. Ad aprile 2017, dopo quattro mesi di attività del governo Gentiloni,  il debito raggiunge il suo nuovo massimo: 2.270,355 mld. In crescita le disponibilità del Tesoro, da 72 a 92 miliardi

Il PuntO n° 352 15-5-2017 Debito pubblico e governi della Repubblica. A marzo 2017, dopo tre mesi di attività del governo Gentiloni,  il debito raggiunge il suo nuovo massimo: 2.260,273 mld. Occorrerà attendere alcuni mesi per vedere gli effetti delle politiche del nuovo governo.

Il PuntO n° 351 13-5-2017 Adusbef continua a crescere. Siamo alla seconda generazione. Antonio Tanza nuovo presidente. Elio Lannutti presidente onorario.

15-3-2017 Il PuntO n° 350. Debito pubblico e governi della Repubblica. A gennaio 2017 – praticamente dopo un mese di attività del governo Gentiloni,  – il debito raggiunge i 2.250,352 mld.(+32,7 miliardi rispetto a novembre 2016). Occorrerà attendere alcuni mesi per veder gli effetti delle politiche del nuovo governo.

5-2-2017 Il PuntO n° 349. Debito pubblico e governi della Repubblica. A novembre 2016 – praticamente alla fine del mandato del governo Renzi – il debito cresce (+6 miliardi) rispetto a ottobre e scende (-26 miliardi) rispetto al picco massimo di luglio 2016. Ad ottobre, i detentori esteri passano al 33,2 % del debito pubblico totale ed al 41,9 % dei soli titoli del debito pubblico.

 

2016

15-12-2016 Il PuntO n° 348 Debito pubblico e governi della Repubblica. A ottobre 2016, cresce (+11 miliardi) rispetto a settembre e scende (-32 miliardi) rispetto al picco massimo di luglio. Detentori esteri passati al 33,3 % del debito pubblico totale.

4-12-2016 PuntO 347 Possibilità di brogli in occasione del referendum costituzionale

18-11-2016 Il PuntO n° 346 Perché i sondaggi non ci prendono più? Piccolo contributo alla analisi del problema.

15-11-2016 Il PuntO n° 345 Debito pubblico e governi della Repubblica. A settembre 2016, calo (-12 miliardi) rispetto ad agosto e crollo (-43 miliardi) rispetto al picco massimo di luglio. Detentori esteri passati al 33,4 % del debito pubblico totale.

13-11-2016  Il PuntO n° 344. Referendum. Giovani e anziani che scelgono il No.

12-11-2016 Il PuntO n° 343 Con Trump, geopolitica da rivedere. La sindrome della Serenissima.

10-11-2016 Il PuntO n° 342. Elezioni americane. Alcuni errori dei Democratici.

8-11-2016 Il PuntO n° 341  Si vinceva al centro.

30-10-2016 Il PuntO n° 340. Referendum. Perché Si’!

14-10-2016 Il PuntO n° 339. Debito pubblico e governi della Repubblica. Ad agosto 2016, forte calo (-31 miliardi) rispetto a luglio.

15-7-2016  Il PuntO n° 338  Debito pubblico e governi della Repubblica. In crescita di 11 miliardi  rispetto ad aprile. Detentori esteri passati al 33,7 % del debito pubblico totale. In forte crescita (+ 17,3 %) i depositi attivi delle Amm. Pubbliche rispetto a febbraio 2014. Aggiornamento del 15-7-2016

30-6-2016  Il PuntO n° 337. Dal sito del Consiglio europeo. Consiglio europeo, 28 giugno 2016

Principali risultati

25-6-2016 Il PuntO n° 336. 1957. “Ehi, amici, hanno creato  il MEC”.

23-6-.2016 Il PuntO n° 335 UE 28. Prodotto interno lordo tradotto in Consumo effettivo pro capite (AIC). Una analisi comparata anni 2012 - 2015: A) Tra tutti i paesi UE. B) Tra Germania, UK, Francia, Spagna, Lussemburgo e Bulgaria e l’Italia. Fonte: Eurostat  

15-6-2016 Il PuntO n° 334 Debito pubblico e governi della Repubblica. In crescita di 2 miliardi  rispetto a marzo. Detentori esteri passati al 34,8 % del debito pubblico totale. Aggiornamento del 15-6-2016

27-4-2016 Il PuntO n° 333. Saremo anche peracottari (sales of baked pears – Trad. Google) ma, ad un esamino un po’ serio, anche i Tedeschi si dimostrano spesso dei gebackener Birnen Verkäufer (sempre Google).

20-3-2016 Il PuntO n° 332 Quantitative easing di BCE: ai governi e non più alle banche? Non illudiamoci! Occorrerebbe un solido governo U.E.

14-3-2016  Il PuntO n° 331 Conclusa l’esperienza realizzativa dell’idea d’Europa?

16-2-2016 Il PuntO 330. Sofferenze: sono 88,994 miliardi e non oltre  200. Importante aggiornamento  al Punto 328 (riportato in calce). Il comunicato dell’ABI

15-2-2016 Il PuntO n° 329  Debito pubblico e governi della Repubblica. A dicembre 2015 in netto calo rispetto a novembre. Detentori esteri passati al 35,3 % del debito pubblico totale. Aggiornamento del 15-2-2016

11-2-2016 Il PuntO 328. Le sofferenze bancarie negli anni della crisi (2007-2015). Il 45,8 per cento di esse è coperto da garanzie reali. Perché svenderle al 17% del valore?   E le sofferenze al valore di realizzo?  realizzo?

19-1-2016 Il PuntO 327. Debito pubblico e governi della Repubblica. A novembre 2015 stabile rispetto ad ottobre. Detentori esteri passati al 35,1 % del debito pubblico totale.

 

2015

15-12-2015 Il PuntO 326. Debito pubblico e governi della Repubblica. Ad ottobre, in salita  di circa 20 miliardi rispetto a settembre 2015. Dal 2-2014 (inizio governo Renzi) ad ottobre 2015, diminuisce il debito delle amministrazioni locali ( - 12,45 %). Aumentano (+26,9%) i depositi e le attività del Tesoro. In crescita la quota dei detentori esteri.

27-11-2015 Il PuntO n°  325. Medioriente. L’anglosassone politica delle cannoniere conquista anche i Tedeschi e rinnova la tessera ai Francesi.

6-11-2015 Il PuntO 324. Importante sentenza della Consulta (n° 216 del 2015). Chi ha vecchie lire può cambiarle in euro. Annullata la requisizione imposta dal Salva Italia di Monti

14-10-2015 Il PuntO n° 323  Debito pubblico e governi della Repubblica. Ad agosto, in discesa di circa 15,5 miliardi rispetto a luglio 2015. Dal 2-2014 ad agosto 2015, diminuisce il debito delle amministrazioni locali ( - 12,15 %). Aumenta la quota dei detentori esteri.

19-9-2015  Il PuntO n°  287 Ultimo aggiornamento  del 19-9-2015 alle  Note sullo schema attuativo del Fascicolo Sanitario Elettronico.  L.I.D.U. 1948  ONLUS. Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo 1948. Sede Nazionale : Via B. Ramazzini, 135     00151 - Roma

14-9-2015 Il PuntO n° 322  Debito pubblico e governi della Repubblica. A luglio, ancora in discesa (circa 4,5 miliardi rispetto a giugno 2015). Dal 2-2014, diminuisce il debito delle amministrazioni locali ( - 12 miliardi) e aumenta la quota dei detentori esteri.

13-8-2015 PuntO n° 321 Debito pubblico e governi della Repubblica. In discesa di circa 14 miliardi rispetto a maggio 2015. Diminuisce il debito delle amministrazioni locali (-10,8 miliardi). In aumento la quota dei detentori esteri.

23-7-2015 Il PuntO n°  320 Petrolio. Trivellazioni marine e rischi di inquinamento. Mi venne un’idea. Proprio campata in aria?

14-7-2015 Il PuntO n° 319. Debito pubblico e governi della Repubblica. Nuovo picco massimo: oltre 2.218 miliardi di euro. Diminuisce il debito delle amm.ni locali (-8 miliardi). In aumento la quota dei detentori esteri.

11-7-2015 Il PuntO n° 318. UE 28. Anno 2014. Capacità di spesa pro capite (PPS)  e prezzi di benzina, gasolio e dei premi RCA. Comparazione in 7 paesi della UE.

5-7-2015 Il PuntO n° 317 Servizi assicurativi. Anno 2014: indagine quantitativa. [ Fonti: Insurance Europe, Relazione 2 Luglio 2015 del Presidente ANIA Minucci, IVASS]

15-6-2015 Il PuntO n° 316 Debito pubblico e governi della Repubblica. Nuovo picco massimo: oltre 2.194,5 miliardi di euro. In aumento i detentori esteri: dal 32,8 % di marzo 2014, al 35,3 % di marzo 2015.

23-5-2015 Mario Draghi: "Le divergenze dei Paesi Ue mettono a rischi l'euro".  Draghi se ne accorge ora! Mi cito: PuntO 214 (7-2011) L'euro o dei cambi fissi.

21-5-2015 Il PuntO n° 315 Famiglie e imprese abbandonano i titoli di stato. Come stanno orientando i loro risparmi/investimenti ? Troppo impetuoso il boom del risparmio gestito?

14-5-2015  Il PuntO n° 314 Debito pubblico negli anni 2006-2014. Detentori: esteri, banche e finanziarie, famiglie + società non finanziarie. Interessi pagati.

14-5-2015 Il PuntO n° 313  Debito e governi della Repubblica. Marzo 2015: raggiunto il picco massimo: oltre 2.184,5 miliardi di euro.

12-10-2015 Crisi greca verso la risoluzione? Un successone per le banche europee!

6-5-2015 Corte dei Conti. Indagine conoscitiva sui prodotti derivati.

14-4-2015. Il PuntO n° 311  Debito e governi della Repubblica. A febbraio raggiunto il picco massimo: 2.169,212 miliardi di euro.

14-3-2015 Il PuntO n° 310. Debito pubblico e governi della Repubblica.

26-2-2015 Il PuntO n° 309 Made in Italy. E se ci facessimo difendere dalle nostre marche da bollo?

Da un progetto di Mario Ameli (mario@ameli.it), integrato da Mauro Novelli (m.novus@gmail.com)

22-2-2015 Il PuntO n° 308 Bilancia regionale fiscale: NORD e CENTRO pagano più di quanto non ricevano. Male, tranne il Trentino AA, le regioni a statuto speciale. Lo studio della CGIA di Mestre.

13-2-2015 Il PuntO n° 307 Debito e governi della Repubblica.

23-1-2015 Il PuntO n° 306. Telegrafiche considerazioni sull’”alleggerimento quantitativo” (Q.E) promosso da Draghi.

14-1-2015 Il PuntO n° 305 Debito e governi della Repubblica.

13-1-2015 Il PuntO n°  304  Redditi da lavoro dipendente: in Italia non sono in grado di sostenere la domanda interna. Ecco perché. Comparazione con Francia, Germania, Regno Unito, Spagna.

 

2014

22-11-2014 Il PuntO n° 303 Debito pubblico negli anni 2006-2014. Detentori esteri: toccato il minimo a dicembre 2013. Interessi pagati.

15-11-2014 Il PuntO 302 Debito e governi della Repubblica. A settembre  scende di circa 15 miliardi rispetto ad agosto.

15-10-2014 Il PuntO 301 Debito e governi della Repubblica. Ad agosto scende di oltre 20 miliardi rispetto a luglio.

2-10-2014 Il PuntO n° 300. Attenzione alle figurine vendute per francobolli (carte-valori dello stato)

12-9-2014 Il PuntO n° 299. Debito pubblico e governi della Repubblica. A luglio rallenta la corsa.

10-9-2014 Il PuntO n° 298 Petrolio e suoi derivati. Mercato di benzina e gasolio:

consumo, prezzi, prezzi per Capacità di spesa. Comparazione del mercato di 5 paesi europei.

15-8-2014. Il PuntO n° 297 Debito e governi della Repubblica. Anche a giugno continua a crescere: +4,8 % da inizio 2014.

24-7-2014 Il PuntO n° 296 Debito pubblico negli anni 2006-2014. Detentori esteri: toccato il minimo a dicembre 2013, tornano ad affacciarsi in Italia.

14-7-2014 Il PuntO n° 295. Debito e governi della Repubblica.  Maggio 2014, cresce ancora di 20 miliardi il ns. debito pubblico

4-7-2014 Il PuntO n° 294 Servizi assicurativi. Anno 2013: indagine quantitativa [ Fonti: Relazione ANIA 1° Luglio 2014 del Presidente Minucci e Insurance Europe]

2-7-2014 Il PuntO n° 293 Dati Eurostat GDP in PPS. L’Italia peggiora più di altri paesi. Cresce la Germania.Comparazione di benzina e gasolio per Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna.

6-6-2014 Il PuntO n°  292 SICUREZZA SU STRADE ED AUTOSTRADE: due interessanti documenti forniti da ASAPS

4-6-2014  Il PuntO n° 291 Adottate una delle tante aziende amiche della casta!

1-6-2014 Il PuntO n° 290. Che cosa manca all’Europa?

14-5-2014 Il PuntO n°  289 Debito pubblico e governi della Repubblica Il primo mese del governo Renzi: + 12,770 miliardi di euro

29-4-2014 Il PuntO n° 288. Torniamo alle rottamazioni classiche: ancora contributi statali (63,4 milioni) per auto, moto, quadricicli e veicoli commerciali leggeri. Ma solo un quarto di essi resterà in Italia.

1-4-2014 Il PuntO n°  287 Da “ L.I.D.U. 1948 ONLUS”. Note sullo schema attuativo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).

14-3-2014. Il PuntO n° 286. 14-3-2014 Governi della Repubblica e debito pubblico

26-2-2014 Il PuntO n° 285. Debito pubblico anni 2006-2013. Detentori: cresce la quota in mano a banche e assicurazioni. Scende quella di famiglie e aziende italiane e degli investitori esteri. Le ripercussioni di una eventuale aumento della ritenuta sugli interessi: chi è più interessato a non toccare l’aliquota?

19-2-2014 Il PuntO n° 284. Esame BCE e vigilanza bancaria europea. Il sistema Italia verrà travolto.

15-2-2014 Il PuntO n° 283. Bonifici dall'estero: i beneficiari sono tutti evasori. Ritenuta automatica del 20 percento della somma bonificata. Poi si vedrà.

14-2-2014 Il PuntO n° 279. Debito e governi della Repubblica. Aggiornamento del 14-2-2014

25-1-2014 Il PuntO 282  Riserve valutarie in oro: consistenze, gestione, problemi.

 

2013

 

6-12-2013 Il PuntO n°  281. Spese delle Regioni e costi della casta regionale. Rivediamo queste uscite, prima di pensare alle province!

8-11-2013 Il PuntO n° 280 Debito delle Amministrazioni locali. Alcune considerazioni sul debito degli “Altri enti”, sul peso degli affidamenti bancari e sui derivati sottoscritti.

15-10-2013  Il PuntO n° 279 Debito pubblico e governi della Repubblica.

14-10-2013 Il PuntO n° 278. Tassi su prestiti e mutui in Italia ed in Eurolandia: ad agosto continua a crescere il differenziale. Per un mutuo da 100mila euro a 30 anni, un italiano spenderà quasi 34 mila euro in più; se a 20 anni, oltre 20mila in più.

28-9-2013 Il PuntO n° 277 (25-9-2013) UE 28. Capacità di spesa pro capite (PPS) e prezzi di benzina e gasolio. Una analisi comparata: A) Tra tutti i paesi UE. B) Tra i 5 maggiori paesi UE e C) Tra Lussemburgo e Italia

21-9-2013  Il PuntO n° 276. Attività, Passività e risparmio delle famiglie italiane. PIL pro capite tradotto in Capacità di spesa (GDP per capita in PPS). Andamento 2001-2012. Variazioni negli 11 anni e negli anni della crisi. Italia: governi della Repubblica e imputazione di alcune voci macro.

13-8-2013  Il PuntO n° 275. Tassi medi su prestiti e mutui in Italia ed in Eurolandia: Cresce il differenziale sui mutui. Per un mutuo da 100mila euro a 30 anni, un italiano spenderà 27mila euro in più; se a 20 anni, oltre 16mila in più.

1-8-2013 Il PuntO n° 274  Mediobanca   Ricerche e Studi SpA  R&S 2013. Le tabelle.  Sintesi di ADN Kronos.

4-7-2013 Il PuntO n° 273 Servizi assicurativi. Anno 2012: indagine quantitativa [ Fonte: Relazione ANIA 2-7-2013]

3-7-2013  Il PuntO 272  Il declino dell’Italia. La casta ha imposto una struttura sociale diversamente mafiosa. Nuove forme della politica e diverso impegno dei cittadini possono risolvere i nostri problemi?

1-7-2013. PuntO n° 189. 30-10-2010 Da quanto tempo stiamo appestando la Campania? Un inciso sull’età pensionabile. Ripubblicato il 1°-7-2013

15-6-2013  Il PuntO n° 271Il governo Monti conclude il suo mandato col peggior risultato in termini di aumento medio mensile del debito pubblico.

13-6-2013  Il PuntO n° 270 Sempre alto il differenziale di tasso (mutui e prestiti) tra l’offerta in Italia e in Eurolandia (Dati Aprile 2013) I dati 2012 del ns. mercato immobiliare.

9-6-2013 Il PuntO n° 269  Le regole servono a chi non sa regolarsi. Risposta a Franco Puglia (Verso la terza repubblica)  sulla pagina FB di “Le Forme della Politica”.

9-6-2013 Il PuntO n° 268.  Riflessioni di un ottimista.

8-9-2013  Il PuntO n° 267  Sofferenze bancarie (aggiornato mensilmente)

25-4-2013 Il PuntO n° 198 17-3-2011. Modesto contributo storico per chi ancora non sa reagire all’accusa che – da oltre un secolo – gli Austro-Tedeschi (bravi che sono, no i Taliani!) rivolgono a noi, circa la nostra abitudine ai “giri di valzer”.(Ripubblicato il 25-4-2013)

22-4-2013 Il PuntO n° 266. Le sofferenze bancarie negli anni della crisi (2006-2012). Ulteriore impennata per le famiglie consumatrici da dicembre 2012 a febbraio 2013. Aggiornamento 5-2013.

21-4-2013 Il PuntO n° 265 Debito pubblico italiano e titoli del debito pubblico. Detentori.

3-4-2013 Il PuntO n° 264   L’accanimento terapeutico sui PIIGS+C  porta i terapeuti alla depressione.

31-3-2013  Il PuntO n°  263.  Sulle due commissioni presidenziali di notabili.  Mi chiedo…

15-3-2013  Il PuntO n° 262  Debito pubblico e governi della repubblica.

3-3-2013   Il PuntO n° 261 Eurostat. Redditi e capacità di spesa dei cittadini europei. Anno 2011: la ns. Capacità di spesa è di circa il 19 % inferiore alla Germania, di circa il 17 rispetto alla Gran Bretagna, quasi del 12 rispetto alla Francia.

26-2-2013 Il PuntO n° 260  Elezioni politiche 2013. Io la vedo così

16-2-2013 Il Punto n° 259. Euro-forte. Svalutare: Sì, No? Un po’ di chiarezza.

14-2-2013 Il PuntO n° 258 Mutui e crediti al consumo.  Sempre alto a nostro danno il differenziale di tasso  tra Italia ed Eurolandia. In un anno (novembre 2011-dicembre 2012) il differenziale è quasi raddoppiato.

10-2-2013 Il PuntO n° 257 E’ il momento politico più interessante degli ultimi 50 anni.

6-2-2013 Il PuntO n° 256 La crisi dura da oltre 5 anni. Le famiglie italiane non sono in grado di reggere oltre.

28-1-2013 Il PuntO n° 255 Il debito (privato) complessivo delle banche italiane supera il debito pubblico della repubblica del 68,5 percento (3.404 miliardi contro 2.020).  [Sempre che i dati forniti dalle banche siano veritieri e poste di bilancio non siano state “nascoste” a Bankitalia]

20-1-2013 Il PuntO n° 254 Dal quarto punto di FARE per Fermare il Declino, uno scambio interessante sul liberismo.

 

2012

      

18-12-2012 Il PuntO n° 253 Mutui e crediti al consumo. Si aggrava a nostro danno il differenziale di tasso tra Italia ed Eurolandia. In un anno (novembre 2011-ottobre 2012) il differenziale è più che raddoppiato.

9-12-2012  Il Punto n° 252. Il cavaliere ha fretta. Il cavallo non salta.

1-12-2012 Il PuntO n° 251 La politica ritrovata?  Cominciamo dall’offerta politica di Fermare il Declino.

10-11-2012 Il PuntO n° 250 Sostanze psicotrope e legalizzazione.

21-10-2012 - Il PuntO n° 249. Il governo Monti sarebbe un governo liberista!? Smettiamola di farci prendere per il naso!

9-10-2012  Il PuntO n° 248 Il declino dell’Italia. Una struttura socio-politica che offre il fianco a saccheggi. Ad una gran parte dei cittadini non è più permesso di “progettare” il proprio futuro.

19-9-2012 Il PuntO n° 247  L’”autodichia” degli ignoranti.

15-9-2012  -  Il PuntO n° 246. Le finanze delle famiglie italiane. L’unico vero baluardo finanziario del paese si va sgretolando.

30-8-2012  Il PuntO n° 245. Servizi assicurativi. Anno 2011: indagine quantitativa [ Fonte: Relazione ANIA 3 Luglio 2012 del Presidente Minucci]

28-8-2012 Il PuntO n° 244 Prezzi di benzina e gasolio. Comparazioni per Capacità di spesa (PPS). I prezzi italiani sono secondi per la benzina, terzi per il gasolio, ma in rapporto alla capacità di spesa sono ben più alti di quelli di Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna.

La gagliarda situazione del Lussemburgo.

27-8-2012  Il PuntO n° 243. Prezzi di benzina e gasolio. Comparazioni in ambito UE. Dati illuminanti.

24-8-2012 Il PuntO n° 242. Italian way of life

26-7-2012 Il PuntO n° 241 25-7-12. I Tedeschi non hanno il diabete, quindi  nessuno deve usare l’insulina.

21-7-2012 Il PuntO n° 240. Gli untori anglosassoni hanno sparso per il mondo i germi della peste. Ma se superiamo la crisi e  ci salviamo saremo immunizzati. Questa ipotesi li terrorizza.

18-7-2012 Il PuntO n° 239. Il colpo vincente delle società di rating: sono riuscite ad essere istituzionalizzate dal pianeta. L’elenco delle norme vigenti in Italia che richiamano il rating.

29-6-2012 Il PuntO n° 238. Il rating tarocco di S&P’s.

23-6-2012 Il PuntO n° 237. Storia twitteriana d’Europa

18-6-2012 Il PuntO n° 236. Proposta Spread BTP-BUND: perché non lo calcoliamo sulla totalità dei titoli emessi? Sarebbe il “vero spread”.

6-6-2012 Il PuntO n° 235 Salutiamo anche Monti? Si vota ad ottobre?

31-5-2012 Il PuntO n°234. Terremoto. La corsa delle banche a chiudere i fidi alle aziende disastrate. Fondare subito una banca di stato! Non possiamo più permetterci più di mantenere questi cialtroni!

15-5-2012 Il PuntO n° 233. BTP per il calcolo dello spread: a maggio si cambia

7-5-2012. Il PuntO n° 232.  Suicidi per difficoltà economiche e non solo.

1-5-2012 Il PuntO n° 231 Debito pubblico e Titoli di stato. Detentori negli anni della crisi: fuga degli stranieri; gli acquisti delle nostre banche.

25-4-2012. Il PuntO n° 230. Che cosa hanno scoperto i Lussemburghesi? A seguire: Da www.lettera43.it: 1) Sono un riciclatore pentito. Esclusivo: così vengono lavati i soldi sporchi della malavita. 2) San Marino. Paradiso Fiscale addio!  (Più prudentemente avrei usato il punto interrogativo. MN)

14-4-2012 Il PuntO n° 229. Mutui e prestiti in IT-UE. Differenziali di tasso.

7-4-2012. Il PuntO n° 228. Le banconote in euro non sono tutte uguali. Il numero di serie individua la nazione in cui sono state stampate.Alcune curiosità matematiche. Altri due codici sul recto.

Il PuntO n° 227. 1-4-2012 Evasione fiscale: ecco il vero deterrente. Oltretutto a costo zero.

Il PuntO n° 226 22-3-2012 Titoli di stato. Dati quantitativi. I nuovi BTP Italia

Il PuntO n° 225 15-3-2012 Debito pubblico e governi della Repubblica. Il governo Monti sbaraglia i precedenti.

Il PuntO n° 224 27-2-2012. Eurostat. Redditi e capacità di spesa dei cittadini europei.

Il PuntO n° 223  31-1-2012 I termini della crisi: debiti sovrani, ruolo di  Fed e BCE, spread. Un po’ di chiarezza e qualche perplessità.

Il Punto n° 67 21-5-2006 (riproposto il 31-1-2012). Evasione fiscale. Anno 2002: sono mancati all’appello oltre 244 miliardi di euro. Ecco il calcolo dei redditi “dimenticati”. Un pizzo di 212 euro al mese per famiglia incassato dagli evasori.

Allegato al PuntO n° 67 Il Sole 24 Ore 30-1-2012 Cresce al Nord il rischio evasione

Il PuntO n° 222. 21-1-2012 Nave Concordia. Schettino, De Falco e i commenti.

 

2011

 

Il PuntO n° 221. 19-12-2011. Debito pubblico e governi della Repubblica: l’ultimo Berlusconi dà una pista a tutti.

Il PuntO n° 220  24-8-2011 Moody's taglia rating del Giappone a AA3. Continua l’arricchimento dei ribassisti, o è il segnale dell’inversione di tendenza? Dagong, società di rating cinese, si adegua alla strana struttura dei voti.

Il PuntO n° 219  9-8-2011. Debito USA: ha ragione Dagghy a declassare la superpotenza. Il telos della storia per il terzo millennio? Ci pensano le  società di rating a definircelo.

Il Punto n° 218  6-8-2011 Assetto proprietario delle società di rating. Tutte private ed in conflitto di interessi. DOSSIER.

Il PuntO n° 217  4-8-2011 - Debito pubblico e governi della Repubblica.

Il PuntO N° 216 1-8-2011 - Borse valori europee: mercati liberi o in mano alla criminalità finanziaria? I tracciati di Milano, Londra, Parigi, Francoforte  e Madrid sono sovrapponibili.

Il PuntO n° 215 26-7-2011.  Servizi assicurativi: indagine quantitativa per l’anno 2010. [ Fonte: Relazione ANIA 5-7-2011 del Presidente Cerchiai]

Il PuntO n° 214. 20-7-2011. Eurolandia? Ridotta ad un semplice elenco di nazioni le cui monete sono incatenate da cambi fissi. In assenza della politica, questa è oggi la funzione dell’euro! Una proposta per finanziare il debito pubblico degli stati di Eurolandia: una sorta di “confidi” per gli stati membri.

Il PuntO n° 213. 14-7-2011 - Le ripercussioni sui conti italiani della crescita “obbligata” dei rendimenti dei titoli del debito pubblico.

Il PuntO 212 - 13-7-2011. I tre porcellini del rating: Purry, Muddy e Ficchy. Agenzia cinese Dagong: “Il debito Usa è spazzatura”.

Il PuntO 211.  12-7-2011. Sostiene Scilipoti…

Il PuntO n° 210  10-7-2011. Le finanze delle famiglie, la crisi e la speculazione: titoli del debito pubblico e depositi postali.

9-7-2011 Il PuntO n° 209  Le famiglie italiane stringono i denti e  reggono la baracca. In dieci anni la capacità di spesa (PPS) è diminuita di oltre il 15 per cento.

6-7-2011 Il PuntO n° 208.. Nuova imposta di bollo su custodia titoli. Tracollo dei rendimenti netti ed effetti sulle entrate erariali 2011-2013 (+2,4 miliardi di euro nei 3 anni).

4-7-2011. Il PuntO n° 207. Nuova imposta di bollo variabile per la custodia titoli. Forse conviene collocare i risparmi su quei conti che danno un interesse accettabile.

11-6-2011 Il PuntO n° 206. E’ sanzionabile l’invito all’astensione in occasione dei referendum?

6-6-2011 Il PuntO n° 205   -5-6-11. Le finanze delle famiglie italiane negli anni della crisi finanziaria (2006-2010).

31-5-2011 Il PuntO n° 204. Sta a noi “cittadini” iniziare una nuova era di civiltà.

7-5-2011 Il PuntO n° 203 . In crescita da un anno, dal marzo 2011 l’Euribor si è letteralmente impennato. Le ripercussioni sulle rate dei mutui a tasso variabile.

25-4-2011. Il PuntO n° 65. (già pubblicato il 25-4-2006) Il rubamazzo col trucco sulla Liberazione.

22-4-2011 Il PuntO 202. Per combattere un’idea occorre applicazione e cervello. Per combattere il suo fautore basta qualche informazione delegittimante.

20-4-2011 Il PuntO n° 153 (già pubblicato  il 17-1-2009). Michelangelo. Curiosità esoteriche sulla Cappella Sistina.

2-4-2011 Il PuntO n° 201. Toscana: dal secolo dei lumi, faro di civiltà giuridica.

27-3-2011 Il PuntO n° 200. Processo breve e legittimo impedimento dalla Prima delle Dodici Tavole della legge di Roma repubblicana (451 a.c.).

23-3-2011 Il PuntO  n° 199. DOSSIER RC Auto. In Italia il premio medio è di 2,4 volte quello in Francia.  Agenti  di assicurazione in campo. Nella Rc Auto dal 1994 + 173%. La nostra economia può competere in queste condizioni?

Il PuntO n° 198 17-3-2011. Modesto contributo storico per chi ancora non sa reagire all’accusa che – da oltre un secolo – gli Austro-Tedeschi (bravi che sono, no i Taliani!) rivolgono a noi, circa la nostra abitudine ai “giri di valzer”.

24-2-2011 Abbiamo bombardato la Serbia per l’emergenza Kosovo. Abbiamo portato la guerra in Afghanistan per l’attentato alle Torri. Abbiamo portato la guerra in Iraq per esportare la democrazia. Non siamo in grado di organizzare una zona di rispetto sulle coste libiche per questa emergenza e per evitare l’esodo?

23-2-2011. Vicenda profughi libici. Ci vuole tanto a capire che la soluzione è data dalla creazione sulle coste libiche di un'ampia zona franca attrezzata, difesa dall'ONU? Li possono essere accolti i profughi. Ma che c… di incapaci!

Il PuntO n° 197 1-2-2011. Rotture di palle al telefono: il Registro delle opposizioni (gestito dalla Fondazione Bordoni) e’ una bufala (anche costosa). Berlusconi “infilato” dalle società che forniscono strumenti di telemarketing.

Il PuntO n° 196 30-1-2011 Ma quanto ci costano! Partiti, rimborsi elettorali. Produzione e produttività della politica.

Il PuntO n° 195. 13-1-2011 Debito pubblico e Titoli di stato. 1) Consiglio UE di dicembre: dal giugno 2013 prima di poter ottenere l’aiuto del “meccanismo europeo di stabilità finanziaria”, un paese considerato insolvente dovrà ristrutturare il debito con il “contributo”dei sottoscrittori privati. 2) Dati quantitativi.          PDF

Il PuntO n° 194  4-1-2011. Finanza delle famiglie italiane.  Condizioni di vita, Risparmio, Passività finanziarie, Sofferenze.

2010

Il PuntO n° 193. 15-12-2010. Berlusconi: fortuna con la “C” maiuscola!

Il PuntO n°192. 14-12-2010 Debito Pubblico. Nuovo record a ottobre 2010. Debito pubblico e governi della Repubblica. Titoli di stato: detentori, composizione. Tassi e interessi pagati.

Il PuntO n° 191 - 11-12-2010. Honeste vivere. Neminem laedere. Suum cuique tribuere. Stare pactis. Ex bona fide facere.

Il PuntO n°190. 14-11-2010. Debito Pubblico e titoli di stato. Debito pubblico e governi della Repubblica. Titoli di stato: detentori, composizione. Interessi pagati.

Il PuntO 189 30-10-2010. Da quanti decenni stiamo appestando la Campania? Un inciso sull’età pensionabile.

Il PuntO n° 188. 22-10-2010. Servizi assicurativi: indagine quantitativa 2010.

Il PuntO n° 187. 20-10-2010. 18 ottobre 2010: l’Euribor a 3 mesi torna all’1 per cento. Dal 10 luglio 2009 si era mantenuto al di sotto. Le ripercussioni sulle rate dei mutui a tasso variabile. [Aggiornamento 29-10-2010].

Il PuntO n° 186. 4-10-2010 . Capacità di spesa procapite nella UE. Comparazione dei prezzi “nominali” e “reali” di benzina e gasolio.

Il PuntO 185 14-9-2010 . Debito pubblico e governi della Repubblica.

Il PuntO n° 184. 10-9-2010.  Poveracci, il Griso e il Nibbio!  Devono mettere le toppe alle castronerie del padrone sul concetto di "potere" in una democrazia.

Il PuntO n° 183. 5-9-2010. Linea di non ritorno. La triste solitudine di un uomo senza affetti.

Il PuntO n° 182 31-8-2010. Fondo di solidarietà per i mutui prima casa. Dopo tre anni, una normativa imprecisa, foriera di troppe perplessità. IL TESTO DEL DECRETO 21 giugno 2010, n. 132.

Il PuntO n° 181. 5-7-2010. Istat. Redditi e risparmio delle famiglie. In calo per la prima volta in 10 anni la spesa mensile.Qualche domanda sull’evasione fiscale.

Il PuntO n° 180  2-7-2010. Non buttiamo a mare gli insegnamenti di questi ultimi 20 anni.

Il PuntO n° 179 – 2-7-2010. Il marketing del “salame” elevato a sistema di governo.

Il PuntO n° 178 – 21/5/2010. Se un rapinatore viene scoperto, comincia a sparare. E’ quello che sta succedendo alla finanza speculativa internazionale.

Il PuntO n° 177 6-5-2010. La speculazione? Non è finanziaria, ma mediatica e anglosassone:  punta all’eliminazione dell’euro come moneta unica e di riserva.

Il PuntO n° 176. 29-4-2010. Effetto Grecia. Titoli di Stato italiani: continuano a non essere appetiti dagli investitori esteri. Deserta l’ultima asta supplementare dei Bot a 6 mesi.

Il PuntO n° 175. 6-3-2010. Note a margine della risposta del Presidente della Repubblica alle argomentazioni dei concittadini Varenna e Magni.

Il PuntO n° 174  6-3-2010 Le risate della Casta. Povero Montesquieu!

Il PuntO n° 173 10-1-2010 – La ricchezza delle famiglie italiane. Note a margine di uno studio di Bankitalia

2009

Il PuntO n° 172 - 15-11-2009. Debito pubblico mai così alto. In forte calo i detentori esteri di titoli di stato.

Il PuntO n° 171 – 10-9-2009 . CATASTROFE FINANZIARIA “SEI”. Crisi finita !? Ma per chi?

Il PuntO n° 170 28-7-2009. Il credito alle famiglie. Ancora una volta le famiglie italiane salvano la “baracca”. Le caste non avevano dubbi.

14-7-2009 Il PuntO n° 169. Il problema del PD: non è in grado di invertire la prassi (come suggeriva Marx).

12-7-2009 Il PuntO n° 168. Presto col terzo scudo fiscale! Si provveda prima che mattano il naso nei paradisi off shore, come hanno deciso di fare al G8! Altrimenti…..

10-7-2009 il PuntO n° 167. Articoli del Codice Civile ridotti a spot pubblicitari.

9-7-2009  Il PuntO n° 166. Servizi assicurativi: indagine quantitativa 2009. [ Fonte: Relazione ANIA 2-7-2009 del Presidente Cerchiai].

8-7-2009 Il PuntO n° 165. Assemblea annuale dell’ABI. Unico settore soddisfatto.

13-5-2009 Il PuntO 164 - Debito pubblico oltre i 1.740 miliardi di euro. Titoli di Stato: detentori stranieri al 54,35 per cento. Di Mauro Novelli  13-5-2009

9-5-2009 Il PuntO n° 163 Statistiche. Invito agli amici americani. Di Mauro Novelli.

23-3-2009 Il PuntO 162. Catastrofe finanziaria cinque. Ma gli oltre 2.200 miliardi di titoli tossici sono stati pagati con soldi buoni. O no?  Dove sono nascosti?

14-3-2009 Il PuntO 161 Il debito pubblico rasenta il 106 per cento del PIL. Titoli di Stato: detentori stranieri al 54 per cento

24-2-2009 Il PuntO n° 160. Testamento biologico. Ribadiamo i conti fatti da Ignazio Marino. Il legislatore nostrano non usa nemmeno il sondino.

23-2-2009 Il PuntO n° 159 Poffarre! C’è la crisi! Ragazzi, fuori i soldi! Dalla Robin tax alla Lobbying tax ?

18-2-2009 Il PuntO n° 158. Le ambasce della sinistra.

14-2-2009 Il PuntO n° 157 - Benedè, stai deludendo!

13-2-2009 Da cogitando.eu. I “princìpi” (etica) sono cosa diversa dai “valori” (morale). Ma i principi dei potenti sono di rango superiore ai nostri?

10-2-2009 Il PuntO n° 156 Eluana è stata ritirata dal mercato.

Il PuntO 155. 21- 1-2009. Con Reagan la società Usa regredì strutturandosi in tribù/potentati. Con Obama speriamo che si recuperi la polis. Soprattutto torniamo tutti ad essere cittadini responsabili, critici,  partecipi.

Il PuntO 154 21-1-2009 Debito pubblico. Si ricomincia? Titoli di Stato. Situazione ad agosto  2008. Detentori: cala ancora la quota posseduta da italiani.

Il PuntO n° 153. 17-1-2009.  Su Michelangelo Buonarroti. Una semplice curiosità?

 

2008

Il PuntO n° 152. 22-11-2008  Catastrofe finanziaria “quattro”. Anche i debiti USA da carte revolving sono stati globalizzati. E iniziano le insolvenze. La situazione in Italia.

Il PuntO n° 151 5-11-2008 Faranno lavorare Obama?

Il PuntO n° 150 27-10-2008 Catastrofe finanziaria “tre”. Che fare ? Per una nuova Bretton Woods.

Il PuntO n° 149. 18-10-2008 Catastrofe finanziaria “due”. Mentre la Cina studia da potenza alternativa, l’Occidente inventa, per le aziende, la buona salute garantita per legge.

Il PuntO n° 148. 13-10-2008 Catastrofe finanziaria. Una fatalità? Origini e cause di un disastro.

Il PuntO n° 147. 16-9-2008 Lehman Brothers. Chi ha paura dei Signori del rating?

Il PuntO n° 146. 1-9-2008 Vicenda Alitalia. Partecipazioni parastatali: grano per pochi, loglio per gli altri.

Il PuntO n° 145. 27-8-2008 Attività e Passività negli ultimi 10 anni: migliorano Aziende, Banche e Assicurazioni. Peggiorano Amministrazioni centrali e  Famiglie. Dal 1999 ad oggi, per le famiglie le Attività crescono del 42%, le Passività del 115 %.

Il PuntO n° 144 30-7-2008  Alitalia. Ancora una rosolata sulla graticola, poi si compra una cartocciata a prezzi di realizzo (per tacer degli esuberi).

Il PuntO n° 143 20-7-2008 Sub prime/bis. Mi mancano altre tessere

Il PuntO n° 142. 15-7-2008 Ma per procedere a “schedature” non sono necessarie le impronte digitali.

Il PuntO n° 141. 13-7-2008  Titoli di Stato. Situazione al febbraio 2008. Interessi pagati. Detentori.

Il PuntO n° 140 12-7-2008Puzzle sub prime USA. Mi manca una tessera: ma le garanzie ipotecarie ci sono o no?

Il PuntO n° 139. 5-7-2008 Famiglie, ma perché non consumate!? Sacripante! Non vedete che ci crollano i consumi!?

Il PuntO n° 138 (3-7-2008). Servizi assicurativi: indagine quantitativa 2008. [ Fonte: Relazione ANIA 2008 del Presidente Cerchiai]

Il PuntO  n° 137/bis (30-6-2008) Comparazione dei prezzi nei paesi UE. Smantellare i falsi raffronti. [Aggiornato con i nuovi dati Eurostat “PPS 2007” di fine giugno 2008]

Il PuntO n° 137 (15-6-2008) Comparazione dei prezzi nei paesi UE. Smantellare i falsi raffronti. AGGIORNAMENTO E INTEGRAZIONE DE IL PUNTO N° 133. Due esempi concreti di comparazione: Benzina e costo di un conto corrente bancario.

11-6-2008 Ripassatina dell’ 1-6-2008 a proposito dei “pianisti”: Il PuntO n° 53 del 25-6-2005 Parlamento e votazioni. Pianisti. Esecutori e mandanti (per tacer del palo).

Il PuntO n° 136 (6-6-2008). “La questione morale” di Berlinguer. Gli eredi si distraggono: nessuno la inserisce nell’asse ereditario.

Il PuntO n° 135 (1-6-2008) Servizi assicurativi: indagine quantitativa. [Fonte: Relazione Ania 2007 e CEA]

Il PuntO n° 134 – 31-5-2008-  Relazione del governatore Draghi. Alcune considerazioni.

Il PuntO n° 133 (20-5-2008). Comparazione dei prezzi nei paesi UE. Smantellare i falsi raffronti.

Il PuntO n° 132 (4-5-2008) Libertà di stampa nel mondo. Un po’ di vergogna per l’Italia. Dal sito freedomhouse.org

Il PuntO n° 131 (21-4-2008) Rispettare le leggi? In Italia chi lo pretende si connota negativamente: è un giustizialista. I motivi storici di un atteggiamento adottato, oggi, dai furbi.

Il PuntO n° 130 (12-4-2008). Brogli elettorali? Eccone un esempio molto intelligente.

Il PuntO n° 129 (6-4-2008) Saccheggi chi può ! L’importanza di non essere coglioni.

Il PuntO n° 128 (27-3-2008) Ma insomma… dov’è la falla di questa barca?

Il PuntO n° 127 (16-3-2008) “Novelli – mi disse il professor Moro – non posso darle più di 26”.

Il PuntO n° 126 (12-3-2008). Diritti umani: la Cina non è più nella lista nera. Parola di Bush.

Il PuntO n° 125  (11-3-2008)  Se voi foste….

Il PuntO n° 124 (10-2-2008) Casini, Ruini ed il lavoro sporco.

Il PuntO n° 123 (27-1-2008). Da dove cominciare?

Il PuntO n° 122 (21-1-2008) “Convincere” vuol dire “vincere insieme”. Sulla tolleranza.

Il PuntO n° 121 (20-1-2008). Il declino dell’Italia. La casta ha imposto una struttura sociale diversamente mafiosa. Ai cittadini è tolta ogni speranza: non è più permesso “progettare” il proprio futuro.  

 

 

2007

Il PuntO n° 120 (30-12-2007) Alitalia: la Francia fa un affare? Ma perché allora noi abbiamo fallito ?

  Il PuntO n° 119 (20-12-2007) Costo del lavoro: perché Eurostat non può rendere pubblici i dati dell’Italia?

  Il PuntO n° 118 (27-10-2007) I danni di una Casta incapace di governare. Banca d’Italia ad adiuvandum della Magistratura.

  Il PuntO n° 117 (21-10-2007) Catanzaro. Indagini sulla gestione dei fondi europei. La Casta ringrazia per il lavoro sporco.

  Il PuntO n° 116 (30-9-2007) Cassazione: con due sentenze la Suprema Corte indica la via  del tribunale fallimentare a questa classe dirigente.    AGGIORNAMENTO DEL 16-10-2007.

  Il PuntO n° 115 (19-9-2007)  Ricominciamo con “l’ordine pubblico?     AGGIORNAMENTO DELL’8-10-2007

  Il PuntO n° 116 (30-9-2007) AGGIORNAMENTO DEL 5-10-2007 Cassazione: con due sentenze la Suprema Corte indica la via  del tribunale fallimentare a questa classe dirigente.

  Il PuntO n° 116 (30-9-2007) Cassazione: con due sentenze la Suprema Corte indica la via  del tribunale fallimentare a questa classe dirigente.

  Il PuntO n° 115 (19-9-2007) Ricominciamo con “l’ordine pubblico”?

  Il PuntO n° 114 (8-9-2007). Intorno ai Titoli di Stato. Interessi. Detentori. Impatto dell’aumento della tassazione al 20 percento.

  Il PuntO n° 113 (31-7-2007) Servizi assicurativi: indagine quantitativa 2007

  Il PuntO n° 112. (17-6-2007). Incapaci? Resta solo la delegittimazione.

  Il PuntO n° 111. (9-6-2007)  Domandine. La prima: da quando gli elettori non possono esprimere preferenze nelle elezioni politiche nazionali ?

  Il PuntO n° 110. (3-6-2007) Abusivismo politico: “Dimezziamo il numero dei saccheggiodipendenti, ma non toccate i metodi di gestione del potere! ”

  Il PuntO n° 109. (27-5-2007) “Pera o mela?”

  Il PuntO n° 107. (13-5-2007). Italia 2007. Il calcio non è più strumento di controllo sociale. Si passa a “I froci sgomitano!” quale causa dei nostri attuali problemi.

  Il PuntO n° 106. (30-4-2007) Tango Bonds. E bravi gli Argentini! Non compariamo più neanche nell’elenco dei creditori.

  Il PuntO n° 105. (23-2-2007) “Numerus fundamentum Reipublicæ”

  Il PuntO n° 104. (22-3-2007) Banca d’Italia e globalizzazione: autorizzata la “Banca del Sud”.

  Il PuntO n° 103. (16-3-2007) Vaticano grossolano. Anzi raffinato!

  Il PuntO n° 102. (1-3-2007) “Errare humanum est. Perseverare inutilem” sentenzia Schifani.

  Il PuntO n° 101. (23-2-2007)  Paniere Istat 2007: le “Assicurazioni sui mezzi di trasporto” tornano a pesare meno. Si prevedono aumenti? Alleggeriti anche “Altri servizi finanziari”.

  Il PuntO n° 100. (22-2-2007)  Internazionalismo ed ecumenismo: giustificazioni per minus habentes.

 Il PuntO n°  99. (10-2-2007)  Da pescatore di anime a correttore di commi. Un successone!

  Il PuntO n°  98. (15-1-2007)  Ma dove è finita la nostra civiltà? Dove finiscono i nostri soldi?

  Il PuntO n°  97. (11-1-2007)  Ustica: a che servono i guerrieri paciocconi che paghiamo?

  Il PuntO n°  96. (10-1-2007)  Finalmente trovata in Iraq l’arma di distruzione di massa.

Il PuntO n°  95. (4-1-2007)    Governanti & banche. Fondi dormienti: chi osa toccarli ?

 

 

2006

  Il PuntO n° 94. (24-12-2006). Intorno alla morte di Welby.

Il PuntO n° 93. (17-12-2006) Balcanizzare il Medioriente? Fatto!

Il PuntO (78+79+80+81+87++91). Pensioni (raccolta) . Ancora sulle pensioni. I falsi ricorrenti.

  Il PuntO n° 92. (15-12-2006) Fondi dormienti. Le banche hanno tremato!. Tranquille! Ci sono i politici famigli…!

  Il PuntO n° 91. (13-12-2006) Rapporto Pensionati/Occupati: un falso avvilente!

  Il PuntO n° 90. (10-12-2006) La famiglia ostaggio delle corporazioni.

  Il PuntO n° 89. (8-12-2006) Costi della politica. Il premio di reinserimento

  Il PuntO n° 88. (2-12-2006) Contro l’assolutismo occorre rivisitare John Locke!

  Il PuntO n° 87. (29-11-2006) Pensioni : un problema (quasi) inventato ? (5^ puntata). Prepensionamenti Fiat.

  Il PuntO n° 86. (25-11-2006) Class action: inizia il fuoco di sbarramento.

  Il PuntO n° 85. (11-11-2006) La domanda di qualità si va essiccando: è il segno della decadenza.

  Il PuntO n° 84. (27-10-2006) Commento al dlg di attuazione della legge sul risparmio (262/05).

  Il PuntO n° 83. (21-10-2006) L’ineffabile peso delle Assicurazioni auto nel paniere Istat. Ma la spiegazione c’è.

  Il PuntO n° 82. (15-10-2006) TV. Due domande sulla riforma Gentiloni

  Il PuntO (78+79+80+81) Sulle pensioni (16-10-2006)

  Il PuntO n° 81. (9-10-2006) Pensioni : un problema (quasi) inventato ? (4^ puntata). Una deviazione obbligata: il TFR

  Il PuntO n° 80. (27-9-2006) Pensioni: un problema (quasi) inventato ? (3^  puntata).

  Il PuntO n° 79. ( 21-9- 2006) Pensioni: un problema (quasi)  inventato ? (2^ puntata).

  Il PuntO n° 78. (19-9-2006) Pensioni: un problema (quasi)  inventato ? (1^ puntata).

Il PuntO n° 74 Medioriente. Un problema che solo l’intelligenza può risolvere.

              RACCOLTE

Il PuntO. Per capire il signoraggio 7-2004

  Il PuntO. Raccolta dal 2001 al 2005

  Il PuntO n° 1.  Dizionario di termini bancari, finanziari, assicurativi (Guida all’uso della banca) 1996

 

 


 

 

Documento inserito: 6-8-2011

Ripubblicato il 4-12-2021

 

Il Punto n° 218

DOSSIER. Assetto proprietario delle società di rating.
Tutte private ed in conflitto di interessi.

 

Di Mauro Novelli 6-8-2011

   

Si incrociano società editoriali (ben messe nel settore delle pubblicazioni per investimenti e business), società finanziarie di investimento, fondi di investimento.
Standard & Poor's (S&P) è una controllata del gruppo editoriale Mc Graw-Hill (prima specializzazione del gruppo:  Economia ed Economia aziendale), che ha come azionisti BlackRock (5,3%) (BlackRock si presenta così: “Tra l’oggi ed il domani, L’opportunità è qui. 1500 professionisti dell’investimento dislocati in tutto il mondo Un unico approccio analitico all’investimento Al servizio di clienti distribuiti in oltre 100 paesi dei 5 continenti. Rivolgiti a BlackRock, l’opportunità è qui.)  e Capital Group (12,3%).
In Moody´s, Capital Group è l'azionista di maggioranza relativa (16,4%), seguito da Berkshire Hathaway (il braccio d'investimento di Warren Buffett) –con il 13%,– e da BlackRock (6,3%) – vedi sopra. Il resto si divide fra fondi di investimento di tutti i tipi.
Fitch invece è la controllata della francese Fimalac, compagnia di servizi d'investimento presieduto da Marc Ladreit di Lachaniere, nella lista Forbes tra i più ricchi del mondo. Possiede il 60%, mentre il restante 40% delle quote appartiene ad Hearst, il cui settore “Business media” ha questa filosofia:   “Our priority is to support our clients' operations with a first-rate portfolio of information services, while also expanding our own operations and seeding innovations that will resonate with businesses for years to come.” Richard P. Malloch   President, Hearst Business Media.
Quindi, un tempo indipendenti, i tre porcellini sono oggi in mano a società editoriali - particolarmente attive nel settore di investimenti e business -, a società finanziarie, a fondi di investimento.
La Cina ha già creato la sua:  è la Dagong (anch’essa privata, ma operante col “permesso” di Pechino). La Dagong, il 3 agosto scorso, ha annunciato di aver abbassato ulteriormente il rating delle emissioni del Tesoro di Washington, portandolo da A+ addirittura a una singola A: lo stesso livello di Russia e Sud Africa, un gradino superiore a quello che attribuisce all'Italia. Per di più con un outlook negativo.
E l’Europa ancora non è in grado di mettere in piedi una vera società di rating? Chi si oppone?

 

 


  

DOSSIER


La Procura di Trani

I mercati Il crollo

Scatta il sequestro a S&P e Moody' s

MILANO - La Procura di Trani ha sequestrato ieri presso le sedi milanesi di Standard & Poor' s e Moody' s diversa documentazione relativa ai giudizi diffusi dalle due agenzie di rating, il 6 maggio 2010 sui rischi per il sistema bancario italiano e poi nel 2011, in tre occasioni fino allo scorso luglio, sul cambio di outlook sul debito pubblico. Giudizi che hanno provocato crolli sul mercato azionario e su quello dei titoli di Stato. La Guardia di finanza ha poi acquisito in Consob gli atti presentati dalle due agenzie relativi alla procedura di registrazione richiesta dalla normativa europea per poter continuare a operare. Gli indagati sono sei: tre analisti di S&P e uno di Moody' s e i responsabili legali per l' Italia delle due agenzie, a vario titolo per manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate. Per il procuratore Carlo Maria Capristo e il pm Michele Ruggiero, i giudizi diffusi sono stati «infondati e imprudenti». L' inchiesta è partita da un esposto di Adusbef e di Federconsumatori. S&P ha definito «prive di fondamento» le ipotesi della Procura e ha rivendicato la correttezza del proprio operato. F. Mas. RIPRODUZIONE RISERVATA


 

La Repubblica 6-8-2011

Debito Usa, S&P abbassa il rating
La Cina tuona: "Vogliamo garanzie"

Decisione storica dell'agenzia di rating che abbassa la valutazione ad a AA+. I titoli di stato americani perdono la massima valutazione per la prima volta nella storia: "Piano di risanamento non adeguato". Ma per il tesoro Usa c'è un errore di 2000 miliardi. Pechino chiede subito la soluzione dei problemi: "Finiti i giorni in cui zio Sam poteva sperperare"

 

NEW YORK - Per la prima volta nella storia, il debito sovrano degli Stati Uniti subisce un abbassamento del rating ad opera di Standard & Poor's. La valutazione AAA è stata abbassata di un gradino, a AA+, con un outlook che rimane negativo. La decisione è arrivata per "i rischi politici" che derivano dall'insufficienza degli interventi sul debito. "Il piano di risanamento - scrive S&P - non è adeguato a quanto sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito. L'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento" in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Un altro taglio, spiega ancora l'agenzia, potrebbe maturare nell'arco dei prossimi 12 o 18 mesi in mancanza di "correzioni solide". Immediata la reazione della Cina che condanna la "miope" disputa politica avutasi negli Usa sul debito. "La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari".
 
La decisione era nell'aria da tempo, nonostante l'accordo sul tetto del debito degli Stati Uniti faticosamente raggiunto e divenuto legge martedì scorso.

E proprio il clima di confusione e tensione fra leader repubblicani e democratici al Congresso che ha preceduto l'accordo sul tetto del debito avrebbe indotto S&P al downgrade dalla AAA, il massimo, alla AA+. "L'innalzamento del tetto del debito è arrivato troppo tardi", ha detto John Chambers, presidente del comitato di valutazione di S&P: "Se fossero intervenuti prima, il rating non sarebbe stato abbassato".

L'annuncio è arrivato al termine di uno scambio con il Tesoro americano che, avendo esaminato in anticipo la bozza della decisione, ha trovato errori per almeno 2000 miliardi di dollari. L'agenzia ha inviato la bozza della decisione al Tesoro alle 13.30, le 19.30 italiane. Gli economisti l'hanno esaminata e hanno trovato errori nel modo in cui S&P teneva conto dei dati delle spese discrezionali del Congressional Budget Office, l'organismo indipendente incaricato di fornire analisi agli eletti. Il Tesoro ha replicato alle 16, le 22 italiane, e S&P ha confermato il downgrade alle 20.20, ore 2.20 italiane.

Una decisione senza precedenti. È la prima volta nella Storia che gli Usa si vedono ridurre il grado di affidabilità da una delle tre principali agenzie di rating, affidabilità che ora è inferiore a quello della Germania, della Francia o del Canada.

Secondo gli analisti, la decisione di Standard & Poor's potrebbe avere un effetto più psicologico che pratico. Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. Ma il taglio del rating potrebbe avere ripercussioni su aziende e Stati a rischio downgrade, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire.

La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano. Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%.

La presa di posizione della Fed. Il downgrade di Standard & Poor's non cambia le operazioni condotte tramite la finestra del tasso di sconto della Fed e le operazioni a mercato aperto. Lo ha comunicato la Fed, sottolineando che il downgrade non ha implicazioni sul trattamento dei titoli di stato americani, Treasury, usati dalle banche.

La posizione della Cina. La cina, il maggior paese creditore degli Stati Uniti, aveva accolto con freddezza l'adozione del piano per evitare il default Usa, denunciando il protrarsi del problema dell'enorme debito sovrano. "I giorni in cui lo zio Sam, piegato dai debiti, poteva facilmente dilapidare quantità infinite di prestiti stranieri sono ormai contati", si legge nel comunicato di Nuova Cina. La cancellazione della tripla A per gli Stati Uniti è "un ammonimento", scrive Nuova Cina nel suo severo giudizio sullo stato delle finanze americano. L'agenzia di rating cinese Dagong, che non ha la stessa credibilità delle sue concorrenti anglossassoni, ha anch'essa abbassato il suo giudizio da A+ ad A con una prospettiva negativa.

(06 agosto 2011)


 

 

Il Sole 24 Ore 6-8-2011

Inadeguati gli interventi sul debito: S&P toglie la tripla A agli Stati Uniti.

Il Tesoro: errori di calcolo dell'Agenzia

dal nostro inviato Marco Valsania  6 agosto 2011

Standard & Poor's ha tolto agli Stati Uniti il rating massimo di Tripla A, che faceva del suo debito uno degli investimenti più sicuri al mondo e un pilastro della finanza globale. Una decisione storica: erano settantanni che Washington manteneva i pieni voti sui Treasuries. L'agenzia di valutazione del credito, nella notte tra sabato e domanica, ha ridotto il suo rating da "AAA" a "AA­­­­­­­­­­ più" con outlook negativo.

Un voto inferiore a quello di una dozzina di paesi, tra i quali il Liechtenstein, e alla pari con Nuova Zelanda o Belgio. La ragione: S&P ha concluso il suo riesame della situazione del paese giudicando insufficiente la recente manovra annunciata da Washington di riduzione del deficit. L'agenzia aveva in passato fatto sapere di ritenere adeguata una riduzione di 4.000 miliardi, ma il recente compromesso tra Congresso e Casa Bianca ha un obiettivo di soli 2.400 miliardi in dieci anni. L'annuncio e' arrivato dopo le otto di sera ora di New York, le due di notte italiane, a mercati statunitensi ormai chiusi.

"Il declassamento riflette la nostra opinione che il consolidamento che il Congresso e l'amministrazione hanno concordato sia a nostro avviso meno di ciò che sarebbe necessario a stabilizzare la dinamica del debito del governo nel medio termine", ha scritto S&P nella sua nota. L'agenzia, dopo la protratta battaglia tra democratici e repubblicani su debito e deficit che aveva portato il paese sull'orlo del default, ha citato anche le disfunzioni della politica americana tra le sue motivazioni: "l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità" del processo di policy making appare a S&P diminuita mentre le sfide restano.

Il retroscena del declassamento ha rivelato anche un duro scontro tra il Tesoro americano e S&P. Fin dal primo pomeriggio, è emerso, l'agenzia aveva notificato la sua intenzione sul declassamento. Ma il Tesoro aveva risposto denunciando un errore di calcolo, pari a duemila miliardi di dollari, nelle valutazioni sul debito americano fatte dalla società di rating. L'incognita ha ritardato l'annuncio ormai pronto, ma S&P ha in seguito deciso di procedere ugualmente. L'agenzia aveva lanciato il suo primo allarme sulla possibilità di un downgrade del debito americano il 14 luglio.

A dare la dimensione senza precedenti di quanto avvenuto è indicata una data: la prima vera garanzia di solidità del debito americano risale al 1790, quando Alexander Hamilton spinse perchè il governo federale si assumesse gli oneri degli stati americani indebitatisi durante la guerra rivoluzionaria. Oggi i Treasuries sono una linfa vitale dell'intero sistema finanziario. Enormi riserve vautarie di paesi come la Cina sono investite in buona parte in Treasuries. In tutto oggi il 46% dei Treasuries sono in mano a stranieri e una loro fuga più o meno rapida dai titoli scatenerebbe gravi tensioni. Ancora: quattromila miliardi in titoli del Tesoro Usa sono utilizzati come garanzia per operazioni da molti protagonisti della finanza, da banche a trader di derivati. Il declassamento potrebbe costare caro costringendo operatori a cercare e offrire nuove garanzie. Fondi del mercato monetario hanno in portafoglio titoli per 1.300 miliardi legati ai Treasuries: il taglio del rating, qui, potrebbe generare vendite o svalutazioni, anche se molti fondi hanno criteri flessibili quando si tratta di detenere comunque debito classificato con i voti più elevati. I tassi di interesse, infine, potrebbero salire e potrebbero scattare altri declassamenti, da quelli stati a quelli di aziende americane, rendendo più costosi i finanziamenti e creando nuovi ostacoli a un'economia già in seria difficoltà e a rischio di ricaduta in recessione.

Di fronte a tutte queste incognite, adesso gli occhi sono tutti puntati sulla reazione dei mercati, se ci saranno violente scosse, paralisi, oppure risposte meno drammatiche. Alcuni analisti ritengono che l'effetto inizialmente potrebbe essere anzitutto psicologico, visto che la possibilità di un downgrade era già stata indicata. Altre due agenzie, Fitch e Moody's, hanno inoltre confermato il loro voto massimo sul rating americano, pur se Moody's ha adottato un outlook negativo. La sicurezza e liquidità dei Treasuries a livello mondiale, a questi analisti, appare difficile da sostituire, anche in presenza di un declassamento. Gli effetti di più lungo termine potrebbero però essere comunque inevitabili e riflettere un appannamento del ruolo economico internazionale degli Stati Uniti.


 

 

Il Sole 24 Ore Radiocor – 3-8-2011

Usa: sul rating mossa di Dagong senza ossequio - IL COMMENTO

di Alberto Forchielli* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 03 ago - Il taglio del rating americano da parte dell'agenzia di rating cinese Dagong non deve sorprendere. Gli Usa hanno innalzato il tetto del debito e questo non cambia le prospettive di breve termine per l'economia ma peggiora quelle di medio-lungo perche' vuol dire che il paese continuera' nel circolo vizioso tra debito, spesa e nuovo debito. In piu' non sono state aumentate le tasse malgrado l'imposizione fiscale in America sia molto bassa, un altro importante punto negativo. In sostanza il presidente Barack Obama e i democratici escono sconfitti dall'agenda repubblicana che proponeva da subito di non tagliar le tasse. Alla fine gli Usa si trovano con un esecutivo debole. Non deve quindi sorprendere la decisione di Dagong. Deve piuttosto sorprendere la decisione delle altre agenzie di rating internazionali Moody's, FitchStandard and Poor's che non hanno modificato il rating. Solo Moody's si e' limitata ad abbassare l'outlook a negativo confermando comunque il giudizio con la tripla A. Viene il sospetto che siano molto ossequiose. * Presidente di Osservatorio Asia (RADIOCOR) 03-08-11 19:00:00 (0368)news 5 NNNN

 


 

La Repubblica (06 luglio 2011)

RATING Tutti contro le agenzie di rating
 Barroso: "Pregiudicano il mercato"

Il presidente della commissione Ue critica la decisione di Moody's di abbassare il rating del Portogallo. E si chiede perché non ci siano agenzie europee. Durissimo il ministro delle Finanze tedesco: "Bisogna porre un limite alla loro influenza". Intanto le Borse sono in calo

 

BRUXELLES - Tutti contro le agenzie di rating, accusate di turbare "senza motivi reali" i mercati finanziari. Il primo, durissimo affondo viene dal presidente della commissione Ue, Jose Manuel Barroso dopo il downgrade di Moody's sul Portogallo. Barroso non esclude la possibilità di varare leggi europee che prevedano la possibilità di ricorrere giudiziariamente in sede civile contro giudizi scorretti delle agenzie sulla solidità creditizia delle nazioni europee. "Mi sembra strano - dice - che nessuna delle agenzie sia europea. Cio significa che potrebbero esserci pregiudizi sui mercati quando si arriva alla valutazione di specifiche questioni europee". "prevedo possibili sviluppi - aggiunge - sulla possibilità di creare agenzie di rating europee".

L'accusa del Presidente della Commissione tocca al cuore il ruolo delle agenzie, ossia il valore delle loro valutazioni. "In assenza di fatti nuovi sull'economia portoghese - ha affermato Barroso in conferenza stampa - che potrebbero giustificare la nuova valutazione, le decisione di ieri di un'agenzia di rating non danno maggiore chiarezza, anzi aggiungono un elemento speculativo alla situazione". "Con tutto il rispetto per quella specifica agenzia di rating - ha aggiunto Barroso - le nostre istituzioni conoscono un meglio il Portogallo".

Le agenzie - ha motivato Barroso - "sono un attore del mercato per questo non sono immuni dai cicli dei mercati e dagli errori che ne derivano". Il Presidente della Commissione ha ricordato che il taglio di ieri di Moody's al rating del suo paese è avvenuto subito dopo "aver varato il piano con il Fmi e Bce" a sostegno di Lisbona. "Se il Portogallo rispetterà gli impegni si potrà vedere tramite la valutazione trimestrale" della stessa Commissione, considerata, dal suo Presidente, assai più rigorosa. Quanto al cammino che attende Lisbona per uscire dalla crisi, "se il Portogallo continuerà" sula strada della riforme "avrà successo e la crescita tornerà".

E' "discutibile" la decisione presa ieri da Moody's di abbassare il rating del Portogallo, in quanto non basata su valutazioni ma solo su ipotesi. Lo ha affermato il portavoce del commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn.  "Questa decisione dell'agenzia - ha proseguito - confligge con la nuova partenza del Paese che ha avviato un programma di contrasto del deficit che va anche al di là di quanto richiesto". Il Paese è "determinato senza ambiguità" a rimediare alla situazione dei suoi conti, e a raggiungere l'obiettivo che gli ha dato la Commissione europea, ha precisato.

Fortemente critico anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, che non giustifica il downgrade di Moody's sul Portogallo e dice che bisogna "rompere l'oligopolio" delle agenzie di rating e porre un "limite" alla loro influenza. "Dobbiamo rompere l'oligopolio delle agenzie di rating", dice Schaeuble, secondo il quale il Portogallo è "alla fine della curva" riguardo all'applicazione delle raccomandazioni della troika (Ue, Bce, Fmi) sulle riforme.

Intanto, proprio per effetto delle valutazioni di Moody's sulla crisi portoghese, tutti i mercati azionari europei viaggiano al ribasso.
 

 

 

 


27-7-2011 Camera dei Deputati.

Commissione finanze

ALLEGATO 4

5-05183 Barbato: Iniziative per contrastare i fenomeni speculativi sui mercati finanziari e per la riforma del sistema tributario italiano.

TESTO DELLA RISPOSTA

[….]
Per quanto attiene le iniziative per contrastare le pratiche speculative improprie che stanno minando la stabilità dei mercati finanziari, la CONSOB ha fatto presente che con comunicato stampa del 10 luglio u.s., ha reso noto di aver adottato la delibera n. 17862 (di pari data) tramite la quale è stato introdotto un nuovo regime di trasparenza in materia di vendite allo scoperto in virtù del quale, a partire dall'11 luglio 2011 e sino al 9 settembre 2011, «gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione alla Consob. Con ciò la normativa italiana viene allineata a quella in vigore nei principali Paesi europei, Germania in primis. Il provvedimento rafforza i poteri di vigilanza della Consob nell'attuale fase di mercato, caratterizzata da un elevato livello di volatilità nell'andamento delle quotazioni. In particolare, dovranno essere rese note alla Consob le posizioni nette corte relative ai titoli azionari delle società quotate in Italia, quando superino determinate soglie quantitative. Il primo obbligo di comunicazione scatta al raggiungimento di una posizione netta corta uguale o superiore allo 0,2 per cento del capitale dell'emittente. Successivamente l'obbligo si attiva per ogni variazione pari o superiore allo 0,1 per cento del capitale».
Il provvedimento in questione ha avuto lo scopo di far fronte alle eccezionali condizioni di mercato e, in particolare, all'elevata volatilità dei prezzi che ha caratterizzato le negoziazioni svoltesi nelle sedute del 24 giugno e dell'8 luglio 2011.
La Consob ha infatti ritenuto che l'assenza in Italia di obblighi di comunicazione in materia di posizioni nette corte avrebbe potuto acuire la pressione speculativa in atto sui titoli negoziati sui mercati regolamentati italiani.
Per questa ragione, unitamente al fatto di voler garantire l'ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori, la Commissione ha dunque reputato necessario e indifferibile introdurre temporaneamente i predetti obblighi di comunicazione alla Consob delle posizioni nette corte detenute su titoli azionari.
Per completezza informativa, la CONSOB ha fatto presente che la citata delibera n. 17862 ha avuto, inoltre, l'effetto di allineare la normativa italiana in materia di vendite allo scoperto a quelle in vigore nei principali Paesi europei, che può essere sintetizzata come segue:
in Francia, il 1o febbraio 2011 l'Autorité des Marchés Financiers (AMF) ha introdotto un regime di disclosure delle posizioni nette corte riferibili a tutti gli emittenti le cui azioni sono quotate sul mercato regolamentato francese (Euronext Paris), o sul multilateral trading faciiity (Altemext Paris). Tale regime di disclosure prevede, in particolare, un obbligo di comunicazione all'Autorità delle posizioni superiori allo 0,2 per cento del capitale sociale dell'emittente e un obbligo di comunicazione al pubblico di tali posizioni qualora esse superino lo 0,5 per cento del capitale;
in Germania, il 31 gennaio 2011 la Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht (BAFIN) ha prorogato le misure già introdotte il 4 marzo 2010 in materia di reporting e trasparenza delle posizioni nette corte. Il sistema in vigore in Germania delinea le medesime soglie di rilevanza sopra indicate, sebbene esso preveda un ambito di applicazione oggettivo limitato a 10 emittenti del comparto finanziario, quotati sul mercato tedesco;
in Gran Bretagna, il 18 settembre 2008, all'indomani del default di Lehman Brothers, la Financial Services Authority (FSA) ha introdotto un regime di disclosure delle posizioni nette corte su azioni. Tali misure sono state in seguito prorogate, a tempo indeterminato, il successivo 26 giugno 2009. Il regime in vigore nel Regno Unito prevede una soglia di rilevanza pari allo 0,25 per cento del capitale dell'emittente ed è limitato, con riferimento all'ambito di applicazione, a 30 titoli del comparto finanziario.

Per quanto di competenza il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio, sentita anche la Banca d'Italia, ha fatto presente che alcune valutazioni sull'attuale situazione dei mercati finanziari internazionali e le risposte del Governo possono essere tratte dalla Testimonianza del Vice Direttore Generale della Banca d'Italia Ignazio Visco sul decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, resa presso il Senato della Repubblica il 13 luglio scorso.
Si riporta di seguito una breve sintesi.
Il differenziale tra il rendimento dei BTP decennali e quello dei corrispondenti titoli tedeschi, dopo aver superato i 300 punti base, si colloca ancora oggi su livelli prossimi a tale soglia. Nell'immediato i costi dell'aumento dei differenziali per il nostro paese sono limitati, ma se l'attuale livello degli spread persistesse ne deriverebbero oneri ingenti per i conti pubblici: nonostante la sensibilità del bilancio alla variazione dei tassi d'interesse si sia ridotta negli ultimi anni grazie all'allungamento della vita media residua e all'incremento della quota degli strumenti di debito a tasso fisso, uno spostamento verso l'alto della curva dei rendimenti di 100 punti base comporta un incremento della spesa per interessi pari a circa 0,2 punti percentuali di PIL nel primo anno, e a 0,4 e 0,5 punti rispettivamente nel secondo e nel terzo anno.
In queste circostanze è necessario che l'Italia, come tutti i paesi dell'area dell'euro, rassicuri gli investitori sulla sostenibilità delle proprie finanze pubbliche. La decisione del Governo, già nell'aprile scorso, di perseguire il sostanziale pareggio di bilancio nel 2014 e la volontà di anticipare a prima della pausa estiva la definizione delle misure necessarie a questo scopo (stimate in 2,3 punti percentuali del PIL) sono pertanto da valutare molto positivamente.
Gli interventi definiti con il citato decreto-legge dello scorso 6 luglio sono stati rafforzati nel corso dell'iter parlamentare di conversione in legge. Inoltre, l'entità delle risorse che dovranno essere recuperate con l'attuazione della legge delega è stata resa più certa grazie all'introduzione di un meccanismo automatico (cosiddetta clausola di salvaguardia) che prevede un taglio lineare dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale qualora la delega fiscale e assistenziale non venga esercitata nel tempo e per gli importi stabiliti. Si stima ora che la correzione riduca l'indebitamento netto rispetto al tendenziale di 2,1 miliardi nel 2011, 5,6 nel 2012, 24,4 nel 2013 e 48 nel 2014.
Sebbene nei programmi iniziali si prefigurasse una correzione sostanzialmente basata su tagli di spesa, le misure sulle entrate determinerebbero una quota rilevante dell'aggiustamento nel 2013 e nel 2014.


 

Commissione finanze della Camera. Seduta di giovedì 30 settembre 2010

 

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di componenti del Parlamento europeo eletti in Italia, nell'ambito dell'esame della Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del Regolamento (CE) n. 1060/2009, relativo alle agenzie di rating del credito (COM (2010) 289 definitivo).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1, del Regolamento, l'audizione di componenti del Parlamento europeo eletti in Italia, nell'ambito dell'esame della Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del Regolamento (CE) n. 1060/2009, relativo alle agenzie di rating del credito (COM (2010) 289 definitivo).
Do subito la parola all'onorevole Pittella.

GIANNI PITTELLA, Vicepresidente del Parlamento europeo. La ringrazio, signor presidente.
Ho approntato un breve testo, di cui darò lettura, per poi rendermi disponibile a rispondere a eventuali domande che i presenti vorranno rivolgermi.
Signor Presidente, onorevoli deputati, l'audizione odierna mi offre la possibilità di riferire sui lavori che il Parlamento europeo sta svolgendo in merito alla regolamentazione delle agenzie di rating del credito.
Si tratta di un tema attualissimo, ove si consideri che proprio oggi Moody's ha declassato il debito della Spagna. Con riferimento a questa nuova incursione (mi piace definirla così) dell'agenzia, ritengo opportuno svolgere due brevi considerazioni preliminari.
In primo luogo, è accettabile, più che possibile, che un'agenzia di rating del credito debba esprimere il giudizio sul debito sovrano di un Paese, oppure non sarebbe più giusto, ad esempio nel caso dell'Italia, che una valutazione al riguardo la esprimesse la Corte dei conti? In considerazione delle rilevanti conseguenze che taluni rating determinano, penso sia da preferire, in questo caso, il giudizio di un organo come la Corte dei conti.
In secondo luogo, Moody's non è nuova a siffatte incursioni. Il 6 maggio aveva espresso, a mercati aperti, un giudizio molto preoccupato e negativo rispetto alla situazione dei conti pubblici di alcuni Paesi europei, tra i quali il nostro. Intervenne tempestivamente la Consob, la quale sottolineò quanto fosse stato inopportuno esprimere, a mercati aperti, giudizi che avrebbero potuto influenzare negativamente il mercato e gli investitori (come in effetti avvenne). Ebbene, il giorno dopo, Moody's modificò il suo giudizio. Credo che ciò la dica lunga sull'affidabilità di alcuni rating.
A queste e ad altre problematiche e criticità intendiamo dare una risposta concreta con l'attribuzione all'ESMA, la nuova Autorità europea di vigilanza sugli strumenti finanziari e i mercati, anche del compito di vigilare sulle agenzie di rating del credito.
Torniamo, ora, alla fotografia del contesto generale.
La crisi finanziaria originatasi nell'estate del 2007 è riconducibile a molteplici cause, ma è soprattutto figlia di un sistema finanziario deregolamentato, privo di reale sorveglianza e basato su un'eccessiva tendenza al rischio. Si tratta di una crisi rispetto alla quale le agenzie di rating hanno giocato un ruolo che possiamo pacificamente definire negativo. È stata evidente, allora, la necessità di prevedere un inquadramento regolamentare per tali soggetti, nonché un dispositivo europeo di supervisione.
Il negativo contributo offerto dalle agenzie di rating al funzionamento del sistema finanziario può essere ricondotto a tre principali problematiche: 1) elevata complessità delle obbligazioni strutturate; 2) conflitti di interessi tra agenzie ed emittenti; 3) utilizzo di modelli statistici con serie storiche troppo corte.
È da calare in tale contesto il processo di riforma che riguarda, in generale, i mercati finanziari europei e, in particolare, le agenzie di rating del credito.
Un primo passo è stato compiuto già nel 2008, quando la Commissione europea ha pubblicato una prima proposta legislativa. Frutto di tale proposta è il regolamento (CE) n. 1060/2009, che è stato approvato dal Parlamento e dal Consiglio, in parte già in vigore (alcune disposizioni entreranno in vigore il prossimo 7 dicembre).
La finalità del predetto regolamento è quella di permettere la creazione, a livello europeo, di un sistema di registrazione e di supervisione di tutte le agenzie che emettono valutazioni utilizzate nell'ambito dell'Unione europea.
Il regolamento stabilisce, inoltre, le condizioni per utilizzare in Europa le valutazioni emesse da agenzie stabilite in Paesi terzi, apprestando un sistema di garanzie a doppio binario: per le agenzie più grandi, è previsto un meccanismo di avallo, a determinate condizioni; per quelle di più piccole dimensioni, è contemplato, invece, un sistema di certificazione, previo riconoscimento, da parte della Commissione europea, dell'equivalenza del quadro giuridico e di vigilanza nel Paese terzo con i requisiti prescritti dal regolamento medesimo.
Prima, durante e dopo l'adozione del regolamento (CE) n. 1060/2009, il Parlamento europeo ha insistito per portare a livello europeo la supervisione diretta sulle agenzie di rating, garantendo un controllo comune dei loro prodotti in tutta l'Unione europea. Il messaggio politico ebbe una grande enfasi, e la Commissione si impegnò a formulare una proposta legislativa in tal senso. Il risultato è stato ottenuto grazie alla riforma dell'architettura finanziaria di vigilanza e alla creazione delle tre nuove autorità, che voi conoscete: l'Autorità bancaria europea (EBA), l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), che vigilerà anche sulle agenzie di rating del credito, e l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali o professionali (EIOPA).
Possiamo affermare con una punta di fierezza che si tratta di un grande successo. Ricorrendo a una metafora calcistica, si tratta del primo vero goal realizzato dall'Unione Europea nel corso della VII legislatura. I cittadini esprimevano un grande bisogno di sicurezza e di tranquillità rispetto a mercati finanziari che avevano mostrato gravi falle. Com'è a voi ben noto, la crisi finanziaria si è trasformata in crisi economica e sociale, che ha prosciugato le tasche dei cittadini.
La suddetta architettura di vigilanza finanziaria europea entrerà in vigore il 1o gennaio 2011, data dalla quale la supervisione sulle agenzie di rating del credito sarà attribuita direttamente all'ESMA.
Proprio in conseguenza di tale riforma è stato necessario rivedere il regolamento (CE) n. 1060/2009. La Commissione europea ha presentato all'esame del Parlamento europeo una proposta di modifica, oggetto dell'audizione odierna, al fine di affidare all'ESMA la registrazione delle agenzie di rating del credito e la relativa vigilanza.
Il regolamento del 2009 stabilisce che la domanda di registrazione di un'agenzia di rating del credito deve essere presentata al CESR, che la trasmette alle autorità competenti di tutti gli Stati membri, con un parere in merito alla completezza della domanda. Successivamente, la domanda viene esaminata congiuntamente dall'Autorità competente dello Stato membro d'origine e dalle Autorità componenti del collegio competente (il cui compito è quello di semplificare la cooperazione e la convergenza in materia di vigilanza). La decisione di concessione o di rifiuto della registrazione è adottata dall'Autorità competente dello Stato membro d'origine, previo parere del CESR in merito all'osservanza dei requisiti previsti per la registrazione.
La proposta della Commissione europea recante modifica del regolamento (CE) n. 1060/2009, coerentemente con la nuova architettura di vigilanza finanziaria, attribuisce all'ESMA la competenza a ricevere la domanda di registrazione, a verificarne la completezza, ad esaminarla e ad adottare una motivata decisione di concessione o di rifiuto della registrazione. L'ESMA potrà richiedere informazioni, svolgere indagini, disporre ispezioni in loco e proporre alla Commissione di infliggere ammende e penalità di mora alle agenzie di rating che incorrono in violazioni delle disposizioni del regolamento.
Il dibattito su questo dossier presso il Parlamento europeo è in fase iniziale. Il vero punto qualificante della relazione riguarderà la necessità di garantire che l'ESMA sia posta nella condizione di esercitare un forte controllo sulle agenzie di rating del credito.
Il rapporto tra ESMA e autorità di vigilanza nazionali rappresenta, per me, un punto politico essenziale. Se abbiamo costituito le tre autorità europee, dobbiamo conferire loro poteri veri.
Vi è stato un duro braccio di ferro - non so se abbiate seguito l'iter del provvedimento - tra Governi nazionali, Consiglio e Parlamento europeo. Ebbene, il Parlamento europeo è stato determinato e compatto nel difendere le prerogative delle autorità europee di vigilanza, perché i Governi - diciamoci la verità - volevano attuare iniziative annacquate, volevano costruire scatole vuote senza poteri.
Tuttavia, senza poteri effettivi, quali quelli sopra elencati, le autorità sarebbero state strutture finte, istituite soltanto per affermarne l'esistenza. Il punto qualificante della proposta di cui stiamo discorrendo è proprio quello di difendere le prerogative dell'Autorità di vigilanza europea, nel caso di specie dell'ESMA.
Un secondo nodo è costituito dal fatto che la proposta attribuisce la potestà sanzionatoria non direttamente all'ESMA, ma alla Commissione europea. Non condivido tale impostazione: essa contraddice il percorso di rafforzamento delle authority, che invece va intrapreso con decisione.
Per garantire l'effettività, a livello europeo, delle nuove disposizioni relative alla vigilanza sulle agenzie di rating, sarebbe opportuno, a mio giudizio, attribuire la potestà sanzionatoria interamente all'ESMA, rinunciando alla gestione in condominio - diciamo così - con la Commissione europea.
Sono da valutare positivamente, invece, per quanto riguarda i poteri dell'ESMA, le previsioni recate dall'articolo 24, lettere a) e b), della proposta.
La lettera a) attribuisce all'Autorità il potere di revocare la registrazione a norma dell'articolo 20. Ai sensi della lettera b), l'Autorità può vietare temporaneamente all'agenzia di rating del credito di emettere rating efficaci in tutta l'Unione, finché non si sia posto termine alla violazione rilevata.
Un'interessante novità è quella relativa ai prodotti strutturati. L'articolo 8-bis della proposta obbliga l'emittente di uno strumento finanziario strutturato a fornire le informazioni utilizzate dall'agenzia nominata per emettere il relativo rating anche alle altre agenzie di rating registrate o certificate che richiedano di accedervi, qualora queste ultime assicurino la riservatezza di tali informazioni e forniscano, su base annua, rating per almeno il 10 per cento degli strumenti finanziari strutturati riguardo ai quali hanno richiesto l'accesso.
Stiamo parlando, ovviamente, della proposta della Commissione europea, che poi seguirà il normale iter in Parlamento. Come ho già detto, siamo ancora alla fase iniziale. Quella che vi ho esposto è una sintesi dello stato dell'arte.
Desidero ricordare, avviandomi alla conclusione, ancora due questioni.
La Commissione europea sta predisponendo un'ulteriore proposta, la quale verterà sulle misure complementari relative alla valutazione e alla struttura del mercato. È stata ipotizzata anche l'istituzione di un'agenzia di rating del credito europea.
Parallelamente al lavoro che stiamo svolgendo in Europa per innovare la normativa europea in materia di rating, anche gli Stati Uniti stanno adottando un sistema di vigilanza improntato a maggiore rigore. Ciò significa che sulle due sponde dell'Atlantico si avverte un'esigenza comune. Per fortuna, dopo la bufera della crisi finanziaria, abbiamo aperto gli occhi e abbiamo cominciato a dare alcune risposte.
Vi ringrazio per l'attenzione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittella.
Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

COSIMO VENTUCCI. Innanzitutto, la ringrazio, onorevole Pittella, per averci offerto una panoramica concisa. Come parlamentare, lei sa perfettamente che le audizioni hanno lo scopo di accrescere il patrimonio informativo di chi, pur non essendo tecnico, è chiamato a prendere decisioni riguardanti materie tecniche.
Prima di porle qualche domanda, desidero svolgere una breve considerazione, che non vuole assolutamente essere provocatoria. Anche per una questione di età - sono, per così dire, un prodotto prebellico, e ho vissuto la nascita della Comunità economica europea e dell'Unione europea anche in ambito professionale -, conosco bene i disastri che hanno caratterizzato il comune percorso europeo, uno dei quali consiste nella scarsissima rappresentanza italiana all'interno degli organi decisionali dell'Unione europea.
Ciò premesso, abbiamo appreso, in occasione delle precedenti audizioni, quanto grande sia il rilievo assunto dalle grandi società di rating. Lei ha fatto riferimento a Moody's, ma ve ne sono altre. Solo Moody's conta circa 30.000 dipendenti, di cui quasi 20.000 sono analisti, ossia specialisti.
Ebbene, tenendo conto di ciò, di quali strutture e poteri dovrebbe essere dotata l'ESMA per svolgere una vigilanza efficace su organismi che dispongono di apparati organizzativi molto vasti e che hanno assunto una posizione di assoluto dominio all'interno dei mercati finanziari?

ALBERTO FLUVI. Rivolgo un ringraziamento all'onorevole Pittella, anche a nome del mio gruppo.
Abbiamo chiesto l'audizione odierna - sta diventando un'abitudine, essendo la seconda volta che incontriamo in questa sede i nostri rappresentanti che siedono nel Parlamento europeo - per provare a creare un rapporto più stretto, anche nella fase ascendente del processo normativo dell'Unione europea, fra i parlamentari nazionali, in questo caso della Commissione finanze, e coloro che si occupano della scrittura dei regolamenti e delle direttive e del loro esame nel Parlamento europeo.
Sappiamo bene che la Commissione finanze della Camera approverà, come la Commissione finanze e tesoro del Senato, un documento finale nel quale inviterà il Governo ad adoperarsi in varie direzioni nelle competenti sedi decisionali dell'Unione europea. Tuttavia, ci rendiamo anche conto, pur senza volere sminuire l'importanza del lavoro al quale ci stiamo dedicando, che il potere di influenza del documento finale risulterà, probabilmente, molto limitato. Per questa ragione, un confronto diretto può agevolare uno scambio di opinioni su questioni che a noi sembrano decisive. Esprimo innanzitutto apprezzamento, onorevole Pittella, per le considerazioni che ha sviluppato all'inizio del suo intervento introduttivo, con riferimento al declassamento del rating della Spagna e all'analoga sorte toccata al nostro Paese alcuni mesi fa.
Onestamente, non so dire - perché non ho pensato a una simile alternativa - se ad assegnare una sorta di bollino di qualità ai conti dei singoli Stati debba essere un'agenzia di rating ovvero la Corte dei conti. In ogni caso, voglio cogliere questa riflessione come espressione della volontà di depotenziare un po' il tema del rating.
È indubbio che il rating offre al risparmiatore, e in generale a chi non è specialista, informazioni utili per superare l'asimmetria informativa tra emittenti di strumenti finanziari e singoli risparmiatori. Chiunque si reca in una banca per effettuare un investimento verifica in primo luogo se la classe di rating sia «A», tripla o doppia, oppure «B». In questo senso, esso ha assunto un'importanza sempre maggiore. Tuttavia, credo che dovremmo rivolgere la nostra attenzione anche verso strumenti diversi dal rating, ugualmente idonei ad orientare il risparmiatore.
Ciò premesso, desidero trattare tre specifiche questioni.
La prima riguarda il conflitto di interessi. Essendosi creato un mercato oligopolistico, è chiaro che il conflitto di interessi è sempre presente. Fino a pochi mesi fa, si contendevano il campo soltanto tre agenzie, quelle tradizionali iscritte nel registro statunitense. Pur essendosi, nel frattempo, un po' allargato, il mercato è tuttora controllato, al 90 per cento, da Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings. È in corso, comunque, un ulteriore allargamento.
Il conflitto di interessi è un problema diffuso, che il regolamento (CE) n. 1060/2009 tenta di affrontare. A tale proposito, non mi risulta chiaro un aspetto.
Il regolamento stabilisce che un'agenzia di rating del credito non fornisce servizi di consulenza all'entità valutata o a terzi collegati per quanto riguarda la loro struttura societaria o giuridica, il loro attivo e il loro passivo o le loro attività. In breve, se un'agenzia di rating presta consulenza a un emittente, non può, poi, attribuire un rating agli strumenti finanziari che tale emittente introduce nel mercato. Stabilisce, inoltre, che un'agenzia di rating del credito deve comunicare al pubblico i nomi delle entità valutate o di terzi collegati dai quali proviene oltre il 5 per cento del suo fatturato annuale.
Orbene, non ho capito se l'emittente, dopo essersi avvalso, per una consulenza, di Moody's registrata negli Stati Uniti, possa essere valutato dalla società registrata in Italia che fa parte del medesimo gruppo.
Nel corso di una precedente audizione, il presidente vicario della Consob ha escluso tale possibilità, precisando, altresì, che l'ESMA guarderà al bilancio «consolidato» del gruppo. Lei è dello stesso avviso, onorevole Pittella?
La seconda questione riguarda l'apparato sanzionatorio.
Sebbene ci abbiano spiegato che il diritto comunitario originario non consente un'opzione diversa da quella che la Commissione propone, rimango del parere che si debba sfruttare, se esiste, anche la più piccola breccia, per fare in modo che la potestà sanzionatoria sia attribuita direttamente all'ESMA: ne va dell'autonomia dell'Autorità.
L'ultima questione attiene a quella che sono solito definire compartecipazione al rischio.
È opportuna una brevissima premessa. Quando, nei primi anni Duemila, esplosero gli scandali Parmalat, Enron, Worldcom e via elencando, furono messe sul banco degli imputati alcune società di revisione. Ricordo, in particolare, che insieme a Enron chiuse i battenti anche la mitica società di revisione Arthur Andersen.
Oggi, mi sembra di assistere, grosso modo, alla stessa discussione che si sviluppò allora, con riferimento, stavolta, alle agenzie di rating. C'è, tuttavia, una notevole differenza tra i due casi. Il 15 settembre 2008 le tre maggiori agenzie di rating attribuivano a Lehman Brothers la tripla «A».

La società è fallita poco dopo, ma le tre agenzie sono ancora in piedi.
La sanzione reputazionale, che ha determinato il fallimento della Arthur Andersen nei primi anni Duemila, non ha funzionato perché il mercato dei rating è oligopolistico. Ebbene, se la sanzione reputazionale non funziona, in quale modo è possibile far partecipare le agenzie di rating al rischio connesso a una loro valutazione sbagliata?
Conosciamo tutti la pratica del rating shopping: gli emittenti vanno alla ricerca di chi offre loro un rating migliore, perché ciò li pone nella condizione di piazzare i propri titoli sul mercato a tassi di interesse inferiori. Si pone, dunque, la necessità non tanto di fare un favore a chi paga, ma di rendere trasparente il mercato.
Negli Stati Uniti, i risparmiatori dispongono di uno strumento efficace e diffuso, la class action; da noi, invece, uno strumento analogo non esiste, perché gli ordinamenti dell'Europa continentale si ispirano a principi diversi da quelli tramandati dalla tradizione giuridica anglosassone.
Come garantirci che le agenzie di rating, qualora sopravvalutino un titolo, influenzando il mercato, compartecipino al rischio?

FRANCESCO BARBATO. Mi è gradito rivolgere all'onorevole Pittella, a nome del gruppo parlamentare Italia dei Valori, un ringraziamento per la partecipazione all'odierna audizione.
Come ben evidenziato dall'onorevole Fluvi, riteniamo importante creare una sinergia tra i diversi livelli parlamentari, soprattutto per partecipare, nella fase ascendente del processo, alla costruzione di questa rilevante riforma del sistema europeo di vigilanza finanziaria.
Le porrò, onorevole, una domanda breve e chiara, relativa a una argomento sul quale mi sono soffermato anche stamani, intervenendo in Assemblea.
A proposito della localizzazione delle sedi delle tre authority europee a Londra, Parigi e Francoforte, il presidente vicario della Consob ha dichiarato in audizione, la settimana scorsa, che all'estero viene percepita una certa debolezza del livello istituzionale italiano. Ebbene, è questa la ragione per la quale l'Italia non ha potuto ottenere che una delle predette sedi fosse individuata nella città di Milano, che è la nostra capitale economica?
Poiché il leitmotiv della riforma è costituito dalla volontà di aumentare il peso della regolamentazione, introducendo regole di maggiore trasparenza e rimediando all'asimmetria informativa esistente tra emittenti e risparmiatori-investitori, non ritiene che l'aprioristica rinuncia del Governo italiano al confronto relativo alla localizzazione delle tre autorità di settore tradisca la scarsa inclinazione dello stesso ad accrescere la trasparenza e la funzionalità degli organismi di vigilanza?

PRESIDENTE. La scelta di Londra come sede dell'Autorità bancaria europea non mi sembra un indice molto rassicurante.
Onorevole Pittella, data la sua esperienza parlamentare, vorrei affrontare con lei il tema relativo al mood, al sentimento che si nutre a Bruxelles rispetto alla questione oggetto di questo ciclo di audizioni.
Con sincerità, sono fra coloro i quali pensano che sia meglio abolire del tutto le agenzie di rating, piuttosto che mantenerle in una posizione chiaramente ridimensionata. La sensazione che ho, nell'ascoltare gli auditi, ma anche nel leggere gli atti delle istituzioni dell'Unione europea, è che le agenzie di rating siano, oggi, più che altro tollerate.
Per quanto riguarda, in particolare, gli umori che lei può percepire all'interno del Parlamento europeo, esiste la consapevolezza che i problemi affrontati dall'onorevole Fluvi - conflitto di interessi, rating shopping e responsabilità delle agenzie - difficilmente potranno essere risolti?
Il lobbying messo in atto dalle società interessate è arrivato a un tale punto di penetrazione da rendere necessario apportare alcuni aggiustamenti al regolamento (CE) n. 1060/2009, nella speranza che nel prossimo futuro non succeda nulla.

Esiste effettivamente, come lei ha accennato, la possibilità di realizzare interventi positivi, quale sarebbe l'istituzione di un'agenzia europea, almeno per quanto riguarda i debiti sovrani e le emissioni che hanno carattere internazionale, oppure si sta cercando di rimediare alla meno peggio, per mantenere sostanzialmente lo status quo?
E come si spiega che in materia di revisione legale dei bilanci annuali e consolidati si sia scelto di elaborare una disciplina puntuale, mentre per le agenzie di rating del credito si pensa genericamente all'istituzione di un nuovo organismo di vigilanza?
Peraltro, come ho affermato nel corso della precedente audizione, sono piuttosto preoccupato perché hanno presentato domanda di registrazione, in Italia, società come Cerved e CRIF, le quali si sono sempre occupate di altro. Evidentemente, esse hanno fiutato il business: nella storia delle agenzie di rating, le piccole società che sono riuscite a guadagnarsi uno spazio sul mercato sono state immancabilmente acquisite da Standard & Poor's, da Fitch Ratings o da Moody's. Insomma, la registrazione di società che non hanno i mezzi delle tre grandi, più che rispondere all'esigenza di creare un po' di concorrenza tra le agenzie, potrebbe rivelarsi uno stratagemma per realizzare un affare.
Con riferimento al rating shopping, abbiamo addirittura assistito a casi - ai quali ha accennato anche lei, onorevole Pittella - nei quali un rating è stato attribuito e poi, senza un'apparente ragione, modificato. Ebbene, non so se gli organismi di vigilanza siano in grado di accertare in quali casi la rettifica dei rating al rialzo possa essere ricondotta ad appositi interventi degli emittenti volti a migliorare le condizioni di emissione.
Poiché lei sta seguendo da vicino la vicenda relativa alla revisione del Patto di stabilità e crescita, ne approfitto per chiederle, onorevole Pittella, se esistano, allo stato, prese di posizione tendenti a migliorare le proposte in discussione, in considerazione del fortissimo impatto che esse potrebbero avere sull'economia e sul bilancio del nostro Paese.
Do la parola all'onorevole Pittella per la replica.

GIANNI PITTELLA, Vicepresidente del Parlamento europeo. Se mi è consentito, risponderei innanzitutto, su sua richiesta, all'onorevole Barbato, il quale ha prenotato un volo che parte tra poco.
La mia replica avrà breve durata, perché risponderò in maniera quasi telegrafica.
Per quanto riguarda la questione delle sedi, la posizione del Parlamento europeo è stata chiara: noi volevamo un'unica sede e intendevamo concentrare le autorità a Francoforte. A questa posizione non ha aderito il Consiglio, all'interno del quale si è determinato un equilibrio tra i diversi Governi da cui è scaturita l'individuazione delle città di Londra, Parigi e Francoforte. Non tocca a me stabilire da chi o da cosa sia dipesa, in tale contesto, la mancata individuazione di una città italiana come sede di una delle tre autorità.
Non ho combattuto, quindi, una battaglia campanilistica: insieme ad altri colleghi parlamentari, ho tentato di evitare che le autorità fossero disseminate in vari luoghi, aggiungendosi alla ridondante e dispendiosa ripartizione delle sedi del Parlamento europeo. Poiché spendiamo i soldi dei cittadini, dovremmo condurre una battaglia per unificare le sedi del Parlamento europeo, ma non ci riusciamo, a causa dei veti opposti in Consiglio europeo da Francia e Germania, le quali non vogliono assolutamente rinunciare alla sede di Lussemburgo.
Piuttosto che dare luogo a una gara per inserire una nostra città, sarebbe stato preferibile, a mio avviso, compiere un'operazione di correttezza nei confronti dei cittadini, perché ogni apertura di sede comporta costi per il bilancio dell'UE.
Ovviamente, nel momento in cui è prevalsa, nel Consiglio, l'idea di scegliere tre città, occorreva che qualcuno proponesse - non poteva farlo, però, il Parlamento europeo - la candidatura di una città italiana.
Rispondo all'onorevole Ventucci, che per essere un «prodotto prebellico» si mantiene in gran forma. Egli esprime, se mi è consentito semplificare, la seguente preoccupazione: poiché Moody's è un gigante, l'autorità di vigilanza che stiamo per mettere in piedi sarà in grado di affrontarlo?
Moody's sarà pure un gigante avendo riguardo al numero delle persone che vi lavorano, ma certamente non vanta una credibilità e una reputazione pari alle sue dimensioni, per le questioni a tutti note, ricordate anche in questa sede.
Inoltre, l'azione che potrà concretamente svolgere l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati - ma il discorso vale per tutte - dipenderà anche dai mezzi che le attribuiremo, dalle risorse umane, dalle competenze e dalla qualità di cui la doteremo. Nel settore specifico, vi sono risorse professionali validissime, anche italiane, che sarebbe il caso di sostenere, affinché anche l'Italia possa avere una rappresentanza di alto livello nell'ambito del nuovo sistema europeo di vigilanza.
Insomma, non dovremo farci abbindolare quando si tratterà di scegliere le persone che andranno a dirigere l'Autorità, le quali dovranno essere individuate secondo criteri di meritocrazia e competenza: più saranno autorevoli e competenti, più avremo la capacità di controllare, di adottare misure di vigilanza, di irrogare sanzioni alle agenzie di rating del credito che dovessero meritarle.
Onorevole Fluvi, sottolineo che la fase ascendente a cui lei faceva riferimento ha avuto un importantissimo riconoscimento nel Trattato di Lisbona. Come sapete, il Trattato ha previsto un nuovo ruolo dei Parlamenti nazionali, che voi state già esercitando, anche bene. Esso consiste, appunto, in una maggiore partecipazione alla fase ascendente del processo normativo dell'Unione europea: ai sensi dell'articolo 3 del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell'Unione europea, i Parlamenti nazionali possono inviare ai presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione un parere motivato in merito alla conformità di un progetto di atto legislativo europeo al principio di sussidiarietà, secondo la procedura prevista dal Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità.
Il parere deve essere espresso dai Parlamenti nazionali, ai sensi dell'articolo 4 del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali nell'Unione europea, entro otto settimane (un periodo di tempo congruo, ma non molto ampio) dal momento in cui il progetto di atto legislativo è messo a loro disposizione. Di solito, i Parlamenti nazionali non si limitano a esprimere un parere relativo alla sola conformità del progetto al principio di sussidiarietà, ma entrano nel merito dei provvedimenti e, in tal modo, concorrono al loro miglioramento prima che siano adottati in via definitiva.
Vengo ai tre quesiti che lei ha posto, onorevole Fluvi.
Se Moody's, Standard & Poor's o Fitch Ratings hanno fornito la propria consulenza per realizzare un prodotto finanziario strutturato, è chiaro che non attribuiranno un rating negativo all'emittente dopo averlo aiutato a costruire il pacchetto: ne esprimeranno sicuramente uno positivo. Quindi, il problema del conflitto di interessi era reale, ma il regolamento l'ha risolto, vietando la prestazione di servizi di consulenza all'entità valutata.
In merito all'esercizio della potestà sanzionatoria, ho una mia posizione, che ho già espresso chiaramente. Esistono due scuole di pensiero: la Commissione europea rivendica il potere di comminare le sanzioni, appellandosi a una certa interpretazione del Trattato; altri ritengono che sia possibile, sul piano giuridico, affidare tale potere alle autorità, in questo caso all'ESMA. Io sosterrò questa seconda tesi.
Il terzo quesito riguarda la cosiddetta compartecipazione al rischio. Si è lavorato sulla prevenzione e sulla sanzione. Siamo scoperti sul versante della riparazione del danno, perché da noi non esiste la class action. Si tratta di un vuoto che dobbiamo colmare.

La sua, onorevole Fluvi, è un'importante segnalazione, che avrò modo di riportare ai miei colleghi del Parlamento europeo.
Venendo alle considerazioni del presidente, il Parlamento europeo è ben consapevole della crucialità della questione. Come ho già ricordato, è stato proprio il Parlamento europeo il primo ad accendere la miccia, a porre il problema di una regolamentazione delle agenzie di rating del credito e a chiedere alla Commissione di presentare una proposta, sfociata nel regolamento (CE) n. 1060/2009. Adesso stiamo chiedendo che vi sia, oltre all'adeguamento del regolamento, una proposta legislativa più completa e organica, che preveda, tra l'altro, di attribuire a un'agenzia di rating del credito europea lo specifico compito di valutare i debiti sovrani.
La spinta, come accade per la maggioranza delle questioni, proviene dal Parlamento europeo. Anche per questo motivo vedo nei nostri incontri un'occasione utile e preziosa di confronto.
Voi esprimerete il vostro parere sulla proposta della Commissione. Se posso permettermi, suggerirei di inviarlo non soltanto al Governo, operazione giusta e doverosa, ma anche alla Commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, della quale fanno parte, insieme a me, i colleghi Domenici, Susta, Pallone e altri. Se ci mandaste i vostri pareri, potremmo aumentare il numero delle audizioni. Ovviamente, anche noi vi chiamiamo spesso a Bruxelles per ricevere il vostro utile e prezioso contributo. Insomma, siamo a disposizione per lavorare in stretta cooperazione.
A proposito della riforma del Patto di stabilità e crescita, il Parlamento europeo non ha ancora cominciato a discuterne. La proposta viene dalla Commissione europea. In linea generale, posso riferire la mia opinione. Non condivido un'interpretazione, una modifica o una riforma del Patto basata su una linea di esclusivo rigore di bilancio: è una strategia che considero inefficace, anzi deleteria per la ripresa e la crescita. Se mirassimo esclusivamente al risanamento dei conti pubblici, ci ritroveremmo tutti morti nel giro di poco tempo. Dobbiamo dare boccate di ossigeno all'economia, altrimenti ci saranno una disoccupazione dilagante, un calo dei consumi e una spirale di recessione, inflazione e disperazione. Grazie.

PRESIDENTE. Ringraziamo l'onorevole Pittella.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16,55.


Senato. SCHEDA DI VALUTAZIONE n. 19/2010 dei progetti di atti legislativi trasmessi ai sensi del protocollo

sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità [società di rating]


 

Presentrazione di Moody’s alle Commissioni Finanze riunite 3-febbraio 2004