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Riflessione n°71 (21-3-2023)
Ricollocamento migranti nei paesi UE. Come i millesimi di un condominio
e obbligatorio.
Bruxelles è finanziata dai 27
paesi in base a certi parametri. Prima finanziatrice la Germania ecc. Il criterio
per la redistribuzione obbligatoria dei migranti, deve essere basato sulla
suddivisione in millesimi da annettere a ciascun paese.
Come in un condominio, ogni
appartamento ha tot millesimi che ne individuano la ripartizione delle
spese. In ogni settore di interesse UE, dobbiamo procedere con lo stesso
criterio, ma cambiando i pesi dei parametri fondamentali. Ad esempio, per
l'accoglienza dei migranti si valuteranno: PIL, demografia, caratteristiche
industriali, capacità economica, debito pubblico, situazione finanziaria,
disoccupazione ecc. Voglio dire che chi ha un manifatturiero molto
sviluppato o una agricoltura intensiva,
potrà accogliere più migranti. Chi ha molto sviluppato il settore
dei servizi ne potrà accogliere di meno.
Definiti i millesimi per il settore
(rivedibili periodicamente) si procederà al conteggio dei migranti entrati
in ciascun paese UE. Fatto pari a mille il numero degli ingressi, si
valuterà in funzione dei millesimi chi deve accoglierne e chi deve
redistribuire. Si procederà quindi di conseguenza, secondo i millesimi: se
la UE ha accolto 400mila migranti e in Italia sono arrivati in 200 mila
quando ne deve accogliere solo 80mila, i 1200mila in più verranno accolti
obbligatoriamente da quei paesi che non sono arrivati al numero prefissato
secondo i propri millesimi. In tal modo tutti accoglieranno il giusto
numero di migranti, sopportando – in base ai calcoli – lo stesso impegno
degli altri paesi. Inoltre tutti i
27 paesi saranno coinvolti sul problema delle migrazioni dedicando ad esso
lo stesso impegno degli altri.
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Riflessione n°70
(19-3-2023)
Autovetture. Comparazione di inquinamento ed emissione di CO2.
Notizia riportata da un TG. Interessante studio su inquinamento ed
emissioni di CO2.
Si sono rilevati sia l’inquinamento che le emissioni di CO2 per
due vetture, una col motore a scoppio e l’altra col motore elettrico.
L’indagine parte dall’estrazione dei minerali per la costruzione dei due
mezzi, la loro trasformazione fino alla
loro messa su strada.
A Km. zero, la vettura elettrica è molto più inquinante e produce
una quantità di CO2 enormemente superiore, soprattutto per via dei processi
di fabbricazione dei 700-900 chili di batterie.
A questo punto la ricerca ha inteso rispondere alla domanda:
quanti Km. deve percorrere l’auto a combustione interna, inquinante, per raggiungere inquinamento ed emissioni di quella
elettrica prodotti fino alla messa su strada? I ricercatori hanno valutato
che la vettura old style deve percorrere 100mila
Km. per allinearsi ai valori della vettura elettrica. Solo dopo i 100mila
Km. l’auto con motore a scoppio comincia ad inquinare complessivamente di
più.
Sarebbe interessante integrare
l’indagine con la valutazione dei valori di inquinamento ed emissione di
CO2 prodotti dallo smaltimento delle due vetture al termine del loro ciclo
di vita, compresi i vantaggi di un possibile recupero di materiali.
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Riflessione n°69 (11-3-2023)
I furbastri della Banda Bassotti di Dublino
Migrazioni. Il nuovo parlamento europeo (2024) deve rivedere gli
accordi di Dublino.
Ricapitoliamo: in violazione della fondamentale legge del mare che
considera la nave che batte bandiera di un paese come territorio di quel
paese, gli accordi di Dublino impongono che il primo paese a cui il
migrante mette piede e chiede protezione sia quello di sbarco e non quello
di cui la nave "salvatrice" batte bandiera. Questa norma crea una
situazione molto grave nei confronti di Grecia, Malta e Italia.
[Per inciso, la Spagna costruì
le barriere alla fine degli anni '90. La separazione è costituita da
barriere coronate da filo spinato. Per il progetto, 30 milioni di euro sono
stati stanziati dall'Unione europea. Sono state erette due barriere
parallele di tre metri di altezza, con posti di vigilanza alternati e
camminamenti per il passaggio di veicoli adibiti alla sicurezza. Cavi posti
sul terreno connettono una rete di sensori elettronici acustici e visivi.
La barriera è dotata di un'illuminazione ad alta intensità, di un sistema
di videocamere di vigilanza a circuito chiuso e strumenti per la visione
notturna. Una successiva opera d'innalzamento della barriera l'ha portata a
sei metri d'altezza, con il consenso dell'agenzia europea Frontex [Wikipedia]
Perché si è creata una situazione insostenibile per Italia, Grecia
e Malta? I migranti arrivati in quei paesi attraversando il Canale di
Sicilia, una volta sbarcati, possono anche disperdersi in Europa, in genere
nei paesi del Nord Europa. Ma se le autorità di quei paesi decidono che non
hanno diritto a ricevere protezione, non devono né tenerseli né
rimpatriarli riportandoli nel paese di origine. Basta che li riportino nel
primo paese UE di sbarco, secondo gli accordi di Dublino. Quindi in
Italia, in Grecia, o a Malta. Comodo, no?!
Ti t’hee capì?
La Merkel organizzò dei charter per riportare migranti irregolari
in Italia.
Da
Rassegne Italia info del 18-6-2019:
. Merkel ci manda in
aereo migranti storditi e sedati. L'ira dei leghisti: "Siamo pronti a
chiudere gli aeroporti" -
Da Il Giornale 11-3-2023:
https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/non-avete-idea-cosa-accadr-profezia-sui-migranti-che-2125495.html
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Riflessione n°68 (27-2-2023)
Meglio la Schlein
Non so se
Schlein abbia vinto per le truppe cammellate organizzate dai 5Stelle o per
decisioni autonome dei simpatizzanti, visto che gli iscritti si sono già
espressi a favore di Bonaccini, ma credo che,
viste le caratteristiche attuali del PD, sia stata la scelta migliore.
Il PD non ha più una organizzazione
interna adeguata, in grado di operare un controllo del territorio e di
concorrere alla definizione della linea politica del partito. Non controlla
più neanche le periferie, lasciate ormai all’attivismo della destra. Bonaccini, uomo d’apparato, avrebbe dovuto iniziare da
capo, ricercando momenti di motivazione per iscritti e militanti. Problema
forse di impossibile soluzione, almeno oggi. Una conferma di quanto scrivo
è per me clamorosa: il gazebo aperto la domenica mattina dal circolo PD
vicino casa, nel pomeriggio era stato sbaraccato, non credo per manca di
clienti, semmai per mancanza di militanti/volontari.
La Schlein, non
essendo del PD, non ha bisogno di apparati, procederà a trasformare il
partito PD in movimento PD, sulla falsa riga del M5S. Per questo le
basteranno i talk show, cui farà partecipare gente nuova mirante ad
inserire nel corpo dei simpatizzanti momenti di curiosità, di
galvanizzazione e di spontaneismo, escludendo i vecchi e logori figuri
onnipresenti e, ormai, rompipalle. Pur sapendo di non avere a disposizione
molti media: la RAI potrebbe essere ben presto rivisitata dalla Meloni e le
reti Mediaset potrebbero subordinare la sua partecipazione alle sue
posizioni e ai suoi giudizi espressi sulla situazione dei partiti sia di
destra che di sinistra. A meno che le reti del Cavaliere non intuiscano
che, con la sua presenza, il PD verrà ridotto al lumicino. In questo senso
è illuminante una sua dichiarazione dopo la vittoria: “Sarò un problema per
la Meloni!”. Quindi non il PD, ma lei in prima persona. Infine, non so se
riuscirà a mantenere il serbatoio costituito dallo zoccolo duro dei vecchi
militanti comunisti (ormai in via di estinzione naturale). Alcuni di questi
forse emigreranno verso il partito di Marco Rizzo. Certamente spera di
riuscire ad interrompere il deflusso verso il M5S di cittadini che si
ritengono di sinistra, soprattutto giovani.
Vedremo di
quali compagni di viaggio si circonderà per questa sua avventura: capiremo
subito se lei stessa e gli “assistenti” saranno in grado di convincere i
cittadini, che seguono i talk show e i social, di saper affrontare i gravi
problemi del paese, oltre che proclamarsi in grado di farlo. Almeno
virtualmente.
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Riflessione n°67 (19-2-2023)
Superbonus con i miei soldi! Uno scherzetto tra governi?
Come vanno le cose! Una volta
era il nuovo governo Prodi a dover correggere le cazzate del precedente
governo di destra al fine di rimettere in sesto i conti. Oggi le cose si
sono invertite: è il governo di destra a dover correggere le cazzate
disastrose dei precedenti governi, quello giallorosso (M5S+PD) e quello del
tecnico della provvidenza (Mario Draghi).
Passi per i 5Stelle, ma non è
credibile che nè il PD né Draghi si siano resi
conto del disastro che le loro normative
avrebbero provocato sui conti pubblici. Da sabino diffidente
ritengo: o che avessero
l’assicurazione dalla UE che –
finché in sella il governo Draghi -
non avrebbe imposto di considerare il buco generato come debito pubblico o (opzione meno
probabile) che il tecnico della provvidenza non si sia accorto delle
potenzialità esplosive del meccanismo. Infatti, Draghi se ne rese conto: in
una prima stesura, la finanziaria 2022 prevedeva l’introduzione di un limite
Isee a 25mila euro per poter accedere alla
regalia del superbonus. Di fatto quel limite,
inserito per i gonzi (Corte dei Conti? UE? Tecnici) è stato cancellato. Ma
di questo, il miglior tecnico della provvidenza in circolazione non si è
reso conto. Per cui tutto l’ammanco e i gravissimi problemi creati a
famiglie ed aziende edili dovranno essere gestiti dal governo Meloni. A
giugno 2022 se ne accorse anche la
Corte dei Conti che evidenziò il calo di gettito fiscale e gli effetti
distorsivi del meccanismo
Per inciso, In un incontro tra
amministratori pubblici italiani e tedeschi, spiegavamo i meccanismi del superbonus. I Tedeschi non approfondirono, si
limitarono ad osservare seccamente che una normativa del genere sarebbe
stata subito cassata dalla loro Corte dei Conti.
A proposito: la Corte dei
Conti, chi era costei? Solo a giugno 2022 si accorge del problema?
AGGIORNAMENTI DEL 20-2-2023
Vedremo che cosa chiedono
alla CDP. Ricordo che la CDP raccoglie e gestisce il risparmio degli italiani espresso in
Libretti Postali (sic) e Buoni Postali Fruttiferi (risic).
Di “postale” hanno solo la raccolta
e il collocamento, ma la Cassa
approfitta della considerazione che Poste Italiane ha nell’ambito dei
piccoli e medi risparmiatori. Non vorrei che le cazzate di Conte e Letta
(per tacer del “non cale” di Draghi)
le paghino i nostri cittadini titolari di Libretti e BPF.
Ma Daniele Franco, ministro dell’Economia e
delle Finanze del governo del tecnico della provvidenza che più tecnico della provvidenza non si può,
dov’era?
Cottarelli è persona degna. Ancora non riesco a spiegarmi la
castroneria commessa da Matteo Renzi il quale, dopo averlo incaricato di
elaborare una spending review
di ampio respiro, lo ha giubilato ed ha
accantonato il suo lavoro. A mio avviso quello è stato l’inizio
della fine di Renzi. Il successo gli stava dando alla testa.
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Riflessione n°66 (1-2-2023)
Auto elettrica. Non piace agli Italiani, ma avremo colonnine di ricarica
sovrabbondanti.
Il motore a combustione
interna, brevettato nel 1853 da due lucchesi, Barsanti e Matteucci e
sviluppato da Daimler oltre venti anni dopo, andrà in pensione dopo circa
180 anni. Il motore elettrico avrà una vita di circa 30 anni. Fra due o tre
lustri verrà soppiantato dal motore a idrogeno. Nonostante ciò, costruttori
e governi impongono al mondo di adottare il motore totalmente elettrico,
anche se avrà vita brevissima se paragonata a quella del motore a scoppio.
I Cinesi, praticamente monopolisti nel settore delle batterie, ringraziano.
L'attuale tecnologia
dell'elettrico impone accumulatori invadenti (peso di 800-900 chili), dalla
capacità non esaltante (percorrenze di 400-500 Km), con capacità calante
negli anni e durata molto variabile (5-8 anni), soprattutto se si è
obbligati a lasciare l'auto in sosta al sole. Trascorsi i quali, occorrerà
smaltire batterie di oltre 40 milioni di autoveicoli solo in Italia e di
circa 300 milioni in Europa. Quando la tecnologia ci permetterà di
dimezzarne il peso, raddoppiarne la capacità e la durata, saremo pronti per
il motore a idrogeno. Oltretutto, in caso di incidente, il maggior peso
degli autoveicoli causerà danni ben più gravi.
L'andamento delle vendite di
auto elettriche vede gli Italiani non particolarmente entusiasti. Siamo
praticamente gli ultimi tra i paesi importanti: in Germania, 198.293 nuove
immatricolazioni da ottobre a dicembre (+66,1%), seguita dalla Francia che
sale del 12,6%; in Italia, invece, si è registrato un calo; - 34,2% Ma
stavolta il buon senso non paga: se la propulsione completamente elettrica
verrà adottata massicciamente nel mondo, un paese turistico come il nostro
sarà comunque obbligato a massicci investimenti per dotarsi di un numero
adeguato di punti di ricarica, anche se sovrabbondante rispetto alle nostre
esigenze e anche se le colonnine, rese inutili dall'affermarsi del motore a
idrogeno, verranno dismesse entro pochi anni. In caso di mancata, scarsa o
lacunosa diffusione, molti turisti potrebbero preferire altri paesi dove
ricaricare una batteria non costituisca una criticità. Si consideri che le
in Italia sono state istallate 36mila colonnine, in Olanda (17,5 milioni di
abitanti) 90 mila.
Ringraziamo costruttori e
governi comprensivi degli investimenti da fatti dalle aziende. I cittadini
devono avere pazienza. Le case costruttrici hanno speso per imporre il
motore elettrico: devono rientrare delle spese e guadagnarci un po'. Poi ci
verrà offerta l’auto all'idrogeno.
Ma non è che gli altri paesi
siano messi molto meglio: La media UE è di 12,2.
https://it.motor1.com/news/631859/parco-cricolante-auto-europa-alimentazioni/
Integrazione del 20-3-2023 Colonnine
di ricarica in Europa: quante e dove sono nel 2022? - SicurAUTO.it
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Riflessione n°65 (25-1-2023)
Case green. Iniziativa da condannare, ma un po’ di conoscenza della
situazione non guasta.
Case green. Io sono contrario
all’impostazione che è stata data dalla UE. Però occorre mettere in campo,
se c'è, un po' di (chiamiamola) capacità analitica e di osservazione.
La Palombelli (e non solo) insiste a dire che le case dei nostri centri
storici dovranno mettere il cappottino coibentante. Evidentemente non è mai
entrata in una casa in un centro storico di qualche secolo fa. Prima del
cemento armato, i muri maestri delle case erano spessi dai 70 cm. ad un
metro. Non hanno certo bisogno di coibentazione. Semmai gli infissi
delle finestre vanno raddoppiate o
sostituite con quelle a doppi vetri.
Vivo in una casa popolare
all'Ostiense (Roma), in uno di quei complessi fatti costruire dal sindaco
Nathan negli anni ’10 del secolo scorso. I due muri maestri dei lati lunghi
dell'appartamento (di cui uno esterno) hanno uno spessore di 70 cm. Feci
mettere i doppi vetri una ventina di anni fa. Io non devo fare proprio
nulla. Dei cinque termosifoni di cui è dotato il mio appartamento, viene
acceso per qualche ora, la mattina, quello del bagno e, quando fa molto
freddo, quello del soggiorno per qualche ora la sera. Gli altri sono
perennemente chiusi, compreso quello della camera da letto.
Altra cosa sono le case
costruite in cemento armato dagli anni '40.
PS: Devo precisare cha l'appartamento è esposto tutto a mezzogiorno. Chi ha
occasione di entrare in casa durante una giornata d'inverno ci suggerisce
di abbassare i termosifoni, perché fa troppo caldo. Ma se anche la
casa fosse esposta a nord, il
cappottino non servirebbe a nulla perché non apporterebbe alcun vantaggio.
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Riflessione n°64 (21-1-2023)
Il giornale. Strumento di
informazione della prima metà del
scorso secolo.
Mi sono chiesto: ma quanto
vendono i quotidiani nel luogo deputato, cioè in edicola? In altri termini,
quanti sono i concittadini che ogni giorno si attivano per “acquistare dal
loro giornalaio il loro giornale”?
I dati sono avvilenti.
Soprattutto se confrontati con quelli di un paio di lustri fa.
Curiosità. Negli anni ’20 del
secolo scorso, il Corriere della Sera aveva una tiratura superiore ai due
milioni di copie: le fonti di informazione erano limitate alla sola carta
stampata e la radio ancora non aveva una diffusione tale da poter competere
con l’informazione dei quotidiani. Negli anni ’90, Il Corriere della Sera e
La Repubblica competevano con tirature superiori alle 700mila copie.
21-11-2022 Affari Italiani. Il
Domani, chiude l'edizione cartacea? La smentita del direttore Feltri. De
Benedetti vorrebbe lasciare le edicole e tenere esclusivamente la versione
digitale del quotidiano. Selvaggia Lucarelli: "Voci arrivate anche a
me"
Ecco i dati relativi ad alcuni quotidiani.
Fonte: https://www.blitzquotidiano.it/
Quotidiani
nazionali
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Copie vendute
in edicola 9/2022
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Copie vendute
in
edicola 9/2021
|
Copie vendute
in edicola 12/2015
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Vendite
dicembre
2014
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Vendite
dicembre
2013
|
Vendite
dicembre
2012
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Il Corriere d. Sera
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150.774
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154.117
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213.001
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236.049
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263.530
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304.764
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La Repubblica
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88.388
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103.318
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216.890
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244.123
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279.259
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329.176
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La Stampa
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68.027
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69.166
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153.671
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192.774
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Il Giornale
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Il Sole 24 Ore
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La Verità
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Il Fatto Quotidiano
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Libero
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Italia Oggi
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6.490
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Avvenire
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5.238
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20.866
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21.285
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20.445
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Riflessione n°63 (15-1-2023)
Alimentazione e civiltà.
15-1-2023 AGI.
La dieta mediterranea è la migliore mondo, ma è "sotto
attacco". Esplosione dei costi di produzione, cambiamento climatico e
etichette "terroristiche" minacciano la tenuta del sistema di
alimentazione più salutare per il cuore ed è stata associata a una
riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo
11-1-2023 ANSA.
Vino: ok Ue a etichetta Irlanda con avvertenze sanitarie. Roma, Parigi e
Madrid contrarie: 'Ostacolo al mercato interno'
Sosteneva Paracelso,
intelligente prima ancora che uomo di buon senso: “Per l’uomo tutto è
veleno. Dipende dalla dose”. Dopo quasi sei secoli, i barbari del Nord
ancora non ci sono arrivati.
Ricordate quando
Guzzanti-Funari chiamava Helmut Khol per sapere se la Germania ce l’avrebbe
fatta ad entrare nell’euro?
“Pronto… scusa Ermu.. te volevo
chiede: secondo te ‘a Germania ja’a fa o gna’a fa? Ah… ma che stai a magna’? Hai magnato. Ch’hai
magnato? Ah.. i briuste.”
Se i barbari del Nord
preferiscono “magna’ i briuste” mangino i briuste.
E’ inutile insistere. E’ una questione di civiltà e non ci saranno
insegnamenti che tengano. Lasciamoli tranquilli a gustare i loro salamacci!
Mi raccontava la responsabile
(nonché cuoca) di un agriturismo vicino Deruta, che il novembre precedente
aveva avuto a pranzo - nel loro giorno del ringraziamento - un gruppo di
americani. Non chiesero particolari piatti, ma, dopo alcuni piatti umbri, lei si presentò con due tacchini ripieni,
in onore degli ospiti. I quali rimasero sorpresi sia per l'omaggio della
signora che, soprattutto per la qualità della portata. Coinvolgendo la
"cuoca" si misero quindi a parlare della cucina e dell'attenzione
che in Italia si poneva circa il mangiare. La signora spiegò di aver letto
e riflettuto sulla ricetta del tacchino ripieno, alla quale però aveva
apportato due piccole varianti che, evidentemente avevano avuto successo.
La piacevole conversazione fu interrotta bruscamente dal commento di uno
dei commensali il quale, con una punta di astio, informò la nostra cuoca (e
ricordò ai connazionali) che in America, le signore non "avevano tempo
da perdere in cucina!"
Ecco chiarita la differenza di
civiltà: noi mangiamo secondo l'esperienza e le invenzioni secolari di chi
vede la cucina come un laboratorio alchemico e inventa e prova varianti per il solo
piacere di migliorare quello che porta in tavola, proprio come un
alchimista alla ricerca della pietra filosofale. Non a caso il procedimento
operativo in cucina ha lo stesso nome di quello dallo speziale e, oggi, dal
farmacista: ricetta. E molto spesso si ricavano eccellenze da prodotti
poveri ( o rifiutati dai consumatori o invendibili). Basti pensare alle
ricette ricavate - con grande intelligenza e sapienza - da prodotti quasi
di scarto. A Roma è sufficiente ricordare la coda alla vaccinara, la pajata. E che
dire della poverissima focaccia ligure che, grazie agli alchimisti
genovesi, ha raggiunto vette sublimi
partendo semplicemente da acqua, farina, sale e olio, con la semplice
aggiunta dei profumi del posto e farcibile, sia
calda che fredda, a piacere? E della
pizza napoletana?
Questa è quindi la differenza
tra civiltà e barbarie: nelle nostre cucine operano da secoli alchimisti
(uomini e, soprattutto, donne). Nella cucina dei barbari, dove si
perderebbe tempo, sono dominanti le salutari scatolette e i relativi
apriscatole, magnifici nella loro variante elettrica.
Quanto al vino, visto che i
ns. esportatori in Irlanda devono
cambiare etichetta, inventiamo etichette con immagini e scritte ironiche, tipo fumetti, che prendano per
il culo gli Irlandesi. Tipo, Tex Willer che esclama: "Vino rosso non
avrai il mio scalpo!"
Se le etichette si rinnovano e
cambiano spesso, potrebbero creare
una moda da collezione. E regaleremo loro anche l'album
per raccoglierle...
Se poi i barbari del Nord
pensano di risolvere i loro problemi di alcolismo con iniziative da stato
etico, tanto paternalistiche quanto false e diseducative, sbagliano: Non
con la sola comunicazione (sbagliata) risolvono i problemi dei loro
concittadini dediti all'alcol, ma con informazione corretta ed educazione
fin nelle scuole.
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Riflessione n°62 (14-1-2023)
Cambiamenti climatici e azioni dell’uomo
Ricordate quando, oltre 40
anni fa, scoprimmo il buco dell'ozono? La colpa fu annessa quasi immediatamente
alle attività umane. Nel caso specifico, fu individuato il freon quale
causa principale della distruzione
dell'ozono, trasformato in ossigeno: il freon aveva creato un buco nello
strato di ozono al di sopra del Polo Sud. Subito al lavoro per sostituire
il freon (usato nelle bombolette spray e nei frigoriferi) con un gas non aggressivo dell'ozono. Il freon fu
messo al bando nel 1987.
Tutto a posto, dunque? l'uomo
condannato ed il pericolo scampato?
No! Come no?! Abbiamo
sostituito – sostenendo notevoli costi - il distruttivo per l’ozono gas freon prodotto dall'uomo per le
bombolette di deodorante e di lacca fin dal 1987 e il problema ancora non è
risolto?!
Proprio così. La Nasa ha
calcolato che il buco creatosi nel 2021 è tra i più grandi mai osservati e
tra i più longevi. Insomma, ogni anno da agosto ad ottobre si crea il buco
che poi tende a rimarginarsi nel tempo. A metà anni ’70, molti scienziati
sostenevano che sarebbero occorsi 40
anni per veder chiudersi il buco
dell’ozono…..
In conclusione, io credo che
abbiano ragione quegli scienziati che considerano l'influenza delle
attività umane non incidere
massicciamente nei cambiamenti
climatici. Alcuni scienziati valutano che quell’incidenza non vada oltre il
5 per cento. Al resto pensano i cicli della natura.
è
https://atmosphere.copernicus.eu/sites/default/files/2022-09/CAMS_ECMWF%20Ozone%20layer%20newsflash%202022_ITA.pdf
è
https://www.iconaclima.it/salute-del-pianeta/atmosfera/buco-ozono-2021/
|
Riflessione n°61 (6-1-2023)
Microcosmo famiglia e macrocosmo
società.
Mi interrogavo sulle
differenze tra l'adolescenza della mia generazione (prima metà degli anni
'60) e gli adolescenti di oggi. In particolare mi chiedevo perché molti ragazzi di oggi si
comportino come se la società attuale fosse senza autorità, con la
possibilità, quindi, di avere praticamente la man salva (così credono) su qualsiasi comportamento
adolescenziale.
Sono arrivato a questa
conclusione (generalizzo per semplicità di analisi): "ai miei
tempi" la famiglia riproponeva le strutture gerarchiche della società,
con l'individuazione precisa del ruolo dei genitori quale autorità (non
interessa in questo momento se quel ruolo era imposto con autoritarismo o autorevolezza)
in grado di gestire le gerarchie familiari con i figli in posizione
subordinata da essi normalmente accettata. In altri termini, la famiglia di
noi adolescenti altro non era che il microcosmo del macrocosmo
rappresentato dalla società. Altro non era che un allenamento al nostro
futuro divenire cittadini. Al contrario, gli adolescenti di oggi vivono e
crescono in famiglie che, troppo spesso, non sono in grado di fornire la
concezione di autorità, tanto meno di offrire loro una educazione utile.
Molti genitori, complessati dal fatto che vedono poco i figli, tendono a
ricompensare se stessi con la
giustificazione che i genitori devono essere non educatori, ma
"amici" della prole. Da troppe famiglie, quindi, i ragazzi che si
affacciano alla società non sono "avvisati" che quella società è
libera perché si è data delle regole, imposte da chi riveste il ruolo di
autorità in grado di farle rispettare. Ritengono quindi che, come i loro
"genitori-amici", quell'autorità sia obbligata a riconoscere la
loro mansalva in ogni manifestazione sociale: dal comportamento da bulli,
alle garrule violazioni delle regole, col solo piacere di violarle,
all'insofferenza per ogni inquadramento comportamentale. E si meravigliano
se le loro azioni vengono invece sanzionate e gli autori colpiti da
penalità: ma come? mio padre mi rassicurava che se mi avessero bocciato a
scuola, avrebbe fatto ricorso al TAR, che avrebbe preso di petto il
professore se si fosse azzardato a rimproverarmi in classe, a darmi troppi
compiti, a mettermi una nota sul registro o a sospendermi per aver bullizzato un compagno di classe ed ora qualcuno vuole
sanzionarmi perché con gli amici ci siamo divertiti a prendere di petto
l'anziano del quartiere, solitario, impedito e indifeso, o a picchiare chi
si azzarda a guardare in un certo modo
la compagna o il compagno. Insomma, ho diritto ad avere il
Reddito di cittadinanza senza lavorare così come il
"genitore-amico" (troppo spesso assente) mi diceva essere un mio
diritto avere i 10, 20 o 50 euro a
fine settimana per i miei divertimenti. E per sua assoluzione consolatoria
.
Oggi la proiezione del
microcosmo famiglia non è più coincidente con le caratteristiche del
macrocosmo società.
Pertanto la famiglia non
allena più l’alunno e, poi, lo studente alla scuola. La scuola non allena
più il cittadino alla società. Ad insegnargli qualche cosa , bon gré mal gré, ci penserà la
vita.
A rimetterci sono anzitutto i
ragazzi e, di conseguenza, l'intera società.
Si dirà: e allora il '68!?
Proprio l'aver assorbito il senso di autorità ci portò a considerare
necessario il sovvertimento di quel concetto, prima in famiglia e poi nello
stato. Noi pensavamo e volevamo un mondo migliore per tutti, non
semplicemente punire gli adulti.
Oggi il massimo del
sovvertimento operato dagli adolescenti è gettare una pentola di minestrone
su un quadro di Van Gog, tanto per far dispetto
agli adulti che non vogliono abbassare la temperatura della Terra.
6-1-2023
Il Giornale "Cinghiate della destra ai nostri
figli". L'ultima sparata di Concita De Gregorio. Marco Leardi
Illuminante!
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Riflessione n°60 (6-1-2023)
Migranti. I nostri buonisti proprio non ci riescono!
Stavo riflettendo sulla
difficoltà di governare, in Italia, il fenomeno delle
migrazioni. Questa consapevolezza induce i cittadini a due
atteggiamenti contrapposti: alcuni pensano che comunque tutti i
migranti debbano essere accolti, anche se poi sarà molto difficile
integrarli; altri ritengono che il fenomeno vada governato scoraggiando la
loro partenza fin dai paesi d'origine, anche alla luce del fatto che i
paesi UE non hanno alcuna intenzione di accoglierne una parte. Ne è una
dimostrazione l'isterismo che ha colpito la Francia per aver dovuto
"accogliere" qualche decina di migranti dopo l'unico sbarco di
una nave ONG in Francia. L'atteggiamento francese è stato giustificato e “capito”
dai nostri "accogliamolitutti" i
quali hanno dato la colpa degli screzi con la Francia all'Italia.
Insomma, i buonisti nostrani hanno approvato l'incazzatura della
Francia per una cosa per la quale l'Italia deve giornalmente
provvedere, destinare e accogliere centinaia di migranti clandestini
traghettati dalle navi delle organizzazioni ONG. ONG che incamerano 3,4
miliardi di euro da Bruxelles anche per i salvataggi dai marosi di
sopravvissuti da naufragi a pagamento.
Sono anni che gli "accogliamolitutti" tacciano di razzismo, fascismo,
nazismo, qualunquismo coloro che vorrebbero governare il fenomeno. Per
questo non se la sentono di rivedere le loro valutazioni e adottano tre
atteggiamenti autoassolventi.
1) Si limitano a
considerazioni esclusivamente quantitative: che volete che siano 100mila
ingressi l'anno per un paese come il nostro di quasi 60 milioni di
abitanti, oltretutto con un bilancio demografico negativo? Però, ancora una
volta, si limitano a valutazioni quantitative: emigrano 120mila Italiani ed
entrano 104 mila migranti. Si guardano bene dall'informare (e forse
informarsi) che vanno via nostri laureati (medici, architetti, ingegneri,
ricercatori ecc.) ed entrano migranti che, essendo poco o nulla
qualificati, andranno ad ingrassare la malavita (spaccio e
prostituzione) e - quando va bene - il caporalato.
2) Si autocensurano sulla
qualità della nostra capacità di accoglienza e di integrazione e
cassano dalla loro vita quanto accade ai migranti dopo lo sbarco,
soprattutto non vogliono sapere quanti miliardi di euro paghiamo agli
"accoglienti" prelevandoli dall'Erario.
3) Infine, fanno finta (mi
auguro) di non capire la differenza tra numero dei “richiedenti
asilo”, che possono essere arrivati anche anni prima della richiesta, e
numero di immigrati clandestini. Parallelamente mistificano il dato del
contributo degli immigrati al PIL nazionale non chiarendo che il contributo
stesso è appannaggio degli immigrati regolarmente integrati da anni e non
anche di quelli clandestini ed irregolari.
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Riflessione n°59 (3-1-2023)
Embedded. A loro insaputa?
A loro insaputa! E'
strabiliante come sia stato facile per la casta acquisire come embedded un
direttore di giornale come Piero Sansonetti che si autodefinisce
"vecchio comunista". Ormai è quasi giornalmente presente nei TG
(ore 19) e nei talkshow di Rete Quattro. Ritiene oltretutto di poter
aspirare alla direzione dell'Unità quotidiano Lazzaro/comunista fondato da
Antonio Gramsci, risuscitato due o tre volte senza mai rispondere alle
cure. Al di là dei Caroselli a favore del Cavaliere ("grande
statista" che "avrebbe meritato il dicastero della
giustizia"), commentando il Qatargate dimostra di aver ben assorbito e
riproposto ai gonzi, il concetto di "garantista" così come fatto
passare dalla casta: finché non ci sono condanne i politici (a cui si sono
subito accodati i grand commis)
devono restare al loro posto e - nel caso di specie - la presidente Metsola deve difenderli dai magistrati belgi dipietreschi, invadenti e prepotenti. Da anni, la casta
ha convinto i cittadini gonzi che essere garantisti significhi attendere i
tre gradi di giudizio per poter decidere la sorte di un imputato. Ha
dovuto, però, parallelamente soffocare con cura mediatica professionale, il
concetto di "opportunità", nel nostro caso "politica",
infamandolo come "giustizialismo". Per chiarire il concetto,
ripropongo un esempio: se la baby sitter di vs.
figlio è inquisita per pedofilia, che cosa fate? Convincete vostra moglie
ad attendere la Cassazione prima di sostituirla o ritenete che sia più
"opportuno" sostituirla subito? Dice: ma che c'entrano le sorti
di un bambino! Bene! Mentre la baby sitter
condiziona le sorti di un bambino, il politico condiziona, oltre
all'infanzia del bambino, la sua vita futura, la sua crescita culturale, la
società in cui si inserirà come cittadino e lavoratore, la sua famiglia, la
vita dei genitori, il loro lavoro, la loro cultura, il loro tempo libero,
la salute di tutti, la loro vecchiaia, la loro pensione, la società in cui
vivono ecc. Ma i garantisti sono spesso ottusi e dichiarano che fino alla
condanna, contro ogni evidenza e contro ogni buon senso di opportunità, il
politico (come il grand commis)
deve restare al suo posto. La posizione in divenire di Piero Sansonetti è
molto interessante e me la sto studiando da tempo.
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RIFLESSIONI 2022
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Riflessione n° 58 (7-12-2022)
Politica salariale. Chi era costei ?
E’ da fine 1996 che i
sindacati italiani si astengono da politiche di rivendicazione salariale.
Da quando, cioè, Prodi impose il "Contributo straordinario per
l'Europa" manovra tributaria di 4.300 miliardi di lire (eurotassa) per
permettere all’Italia di entrare in Eurolandia. I sindacati aderirono alla
raccomandazione di Prodi mirante ad imporre una moderazione salariale per
non creare criticità finanziarie al sistema Italia, in un momento tanto
delicato.
Da allora, i sindacati non
hanno più rivendicato adeguamenti salariali per i lavoratori
dipendenti. E il susseguirsi delle crisi ( 11 settembre, sub
prime, Berlusconi e il prime rate ecc.) ha giustificato – ai loro occhi
- questa loro rinuncia. Ne è derivato che, negli ultimi
trent’anni, le retribuzioni italiane sono scese dello 0,5 % mentre quelle
in altri paesi europei sono aumentate del 30 % in media.
Questa situazione di
ristrettezza salariale ha, tra l’altro, generato problemi di asfissia
della domanda interna, non in grado di sostenere i consumi e tutto il
sistema produttivo. Proprio nel momento in cui, nei grandi paesi della UE
la domanda aggregata interna era in grado di adeguarsi all’offerta
sostenendo l’intero sistema economico. Non a caso, in Italia, le
positività del settore dell’offerta sono tutte imputabili alle aziende
esportatrici. Oggi, oltre alle esportazioni, ci stanno salvando
il settore turistico e, soprattutto, l’estro italico: i nostri imprenditori
non hanno bisogno di una organizzazione amministrativa sovraziendale nazionale che ne tracci
le linee di condotta e li supporti soprattutto nel commercio estero. Come
abituati da sempre, inventano azioni e tracciano vie senza attendere
iniziative statali.
Oggi, dopo 27 anni di afonia
retributiva, i sindacati scoprono che le nostre retribuzioni sono
inadeguate e pretendono dal governo una più incisiva politica fiscale a
favore delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti: l’azione governativa
sul cuneo è del tutto inadeguata. Anche la Confindustria si inserisce nel
coretto sostenendo che il governo avrebbe dovuto avere più coraggio. Non
una parola critica con i gli ultimi quattordici governi succedutisi al
governo Prodi fino al governo Draghi. Ma oggi, Confindustria e
sindacato riscoprono la politica salariale e ne chiedono conto al governo
Meloni.
A parte la restaurazione del
sindacato come cinghia di trasmissione dei partiti di riferimento, i
cittadini dovrebbero porsi una domanda. Da 27 anni le aziende e tutto il settore
dell’offerta non ha dovuto sostenere dispendiose richieste di adeguamenti
salariali: i capitali risparmiati dove sono finiti? In azienda, a sostenere
l’apparato produttivo? Portati all’estero? Versati nei paradisi fiscali
come capitali sottratti al sistema fiscale e produttivo del paese? Insomma
che fine hanno fatto quei capitali?
Ricordate le litanie
confindustriali a cui si era soggetti circa l’alto costo del lavoro in
Italia? Da qualche lustro quelle filastrocche non sono più in
cartellone.
Oggi, invece, i sindacati
riscoprono che un capitolo importante del loro essere sindacato è
proprio la politica salariale. E la rispolverano non per chiedere alle
aziende nuove iniziative perché salari e stipendi recuperino, ma per
mettere in mora il governo.
Una cosa è sconsolante: oltre
a chiedere soldi allo stato, né sindacati, né Confindustria sanno che
cosa fare e come ridarsi un ruolo utile.
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Riflessione
n° 57 (4-12-2022)
MA L’UNIONE EUROPEA NON E’ UNA CUPOLA DI COSA NOSTRA !
Si grida allo scandalo e si
accusa il governo - fregandosi le mani - di incongruenza e di palese
marcia indietro rispetto a precedenti “proclami” contro la UE perché
Meloni, da una parte, chiede più Europa nella gestione dei flussi di
migranti attraverso il Canale di Sicilia, e dall’altra chiede un minore
“interventismo” su materie ed argomenti che possono essere gestiti
“meglio” dai singoli stati.
Un simile atteggiamento
(tanto frettoloso quanto infantile), che condanna il governo per incoerenza
visto che chiede più Europa e meno Europa al contempo, lascia intuire
una concezione pericolosa circa le istituzioni dell’Unione da parte
delle forze politiche che in esso si crogiolano. Sembra che considerino
Bruxelles alla stregua di una dépendance di Cosa Nostra, una
succursale della Cupola: occorre giurare fedeltà alla Cupola ed attendere,
senza chiedere e senza criticare, i favori che essa può elargire ai
fedeli picciotti.Chi non si comporta in
tal modo è un sovranista e nemico di Bruxelles.
Niente di più errato!
Soprattutto, niente di più dannoso per le istituzioni europee. La cui
attività può essere paragonata a quelle di un sindaco di una città: se
prende iniziative giuste, verrà approvato, se la sua azione è carente in
alcuni settori, se ne richiederanno interventi più incisivi. Questo è il
modo di agire di cittadini interessati alla buona salute delle istituzioni
e questo approccio ne manterrà efficace l’azione.
Non intervenire mai con azioni
stimolanti o di critica nei confronti di quanto vanno realizzando le
istituzioni europee, è indice di provincialismo e trascuratezza, non di
“adesione ai principi ed ai valori di cui l’Unione è portatrice” che i “sovranisti”
minano quotidianamente.
L’Unione Europea non ha
bisogno di manifestazioni di fedeltà, ma di membri intelligentemente
critici.
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Riflessione n° 56 (23-11-2022)
COME CALCOLARE IL NUMERO DI PARTECIPANTI AD UNA
MANIFESTAZIONE A ROMA.
Anche se un po’ strettini,
consideriamo quattro manifestanti per metro quadrato.
Paragoniamo a quella
dello stadio Olimpico le aree dei luoghi abituali di riunione:
Piazza San Giovanni e Circo Massimo.
Calcoliamo quante persone
possono essere accolte in un’area grande come lo stadio Olimpico:
SPALTI: l’attuale sistemazione
(seduti) accoglie 72.689 persone, ma nel 1960 (Olimpiadi di Roma) si
parlava di 100mila spettatori. Sovrastimiamo: l’area degli spalti può
accogliere 110.000 persone.
ELLISSE INTERNA AGLI SPALTI:
le misure dell’area sono 180x110 metri (campo: 105x58 metri) Area
dell’ellisse= 90x55x3,14= 15.543. Arrotondiamo a 16.000 metri quadri.
Calcolando 4 persone a metroquadro, arriviamo 64mila individui.
Sovrastimiamo in 65.000 le presenze nell’ellisse interna agli spalti.
Ne consegue che l’area
pedonabile dello stadio Olimpico può accogliere 175.000 persone che
sovrastimiamo ulteriormente fino a 200.000 presenze.
La foto allegata compara le
dimensioni dell’Olimpico con quelle del Circo Massimo e di Piazza S.
Giovanni. Sono tratte dalla stessa mappa, quindi sono a parità di scala.
Per il Circo Massimo, si
consideri che il lunotto verso la Fao è
chiuso al pubblico perché sono in corso scavi archeologici. Il numero di partecipanti
dipende infine dalla collocazione del palco, in genere dalla parte opposta
agli scavi: più è vicino al lunotto, meno partecipanti avremo.
Quindi, quando si parla di un
milione di partecipanti, occorre rimpinzare 5 stadi.
I tre milioni di partecipanti
alla manifestazione CGIL-Cofferati (23-3-2002) avrebbero riempito 15 stadi.
I dati vanno comunque
accomodati perché, in occasione di eventi molto partecipati, manifestanti
sono presenti nelle vie limitrofe ai due luoghi presi in
considerazione.

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Riflessione
n° 55 (6-11-2022)
Ancora sui migranti
Integrazioni del 7, 8 e 10 novembre 2022
Non riproporrò le
mie posizioni sul fenomeno dei migranti, sui naufragi a pagamento per
comitive, sulla territorialità implicita di una nave battente bandiera di
un paese sovrano, sul perché si parla di porto sicuro più
vicino, sulla incapacità di gestire il fenomeno dell’accoglienza,
dimostrata ormai da lustri, da parte dei vari governi avvicendatisi, di sinistra,
di destra, di tecnici della provvidenza. Incapacità che dovrebbe suggerire
il blocco del fenomeno fino a prova contraria.
Intanto ho notato un cambiamento
nelle informazioni fornite dai vari TG sul fenomeno. Se in precedenza si informava
che “i profughi fuggono da guerre e dai lager libici” oggi si accomoda
l’informazione sui “migranti molti dei quali fuggono da
guerre e dai lager libici”.
Mi limiterò a fornire alcuni
dati.
La tabella mostra i paesi di
origine dei migranti giunti in Italia nel periodo 1° gennaio – 4
novembre 2022
Forse fuggono da guerre i
migranti provenienti da Siria, Afghanistan, Eritrea, per un totale di
14.458 su oltre 87mila. Quindi fugge da guerre il 16,6 % dei migranti
sbarcati u Italia.
I primi tre paesi non sono in
guerra ed hanno addirittura un fiorente turismo internazionale:
quasi 15 milioni verso l’Egitto, oltre 4 milioni di turisti verso la
Tunisia. Meno massivo ma presente il turismo in Bangladesh. Perché a
Tunisia ed Egitto non si chiede di indicare un porto sicuro? Nei loro porti
possono attraccare meganavi con
migliaia di turisti a bordo e non un barcone con qualche centinaio di
migranti?
Dai primi tre paesi di
provenienza, è giunto il 53,6 % pari a 46.823
migranti, ben oltre la metà degli sbarcati che,
quindi, non stanno fuggendo da guerre.
Secondo un rapporto dell’
UNHCR di tre o quattro anni fa, circa la metà dei migranti in patria aveva
una occupazione. Quindi possiamo affermare che per almeno la metà si tratta
di migranti economici.
In Italia, per ogni migrante
entrato, il nostro Erario preleva 33 euro al giorno, 990 euro mensili, e li
fornisce alla industria dell’accoglienza. Di questi 33 euro, 2,5 possono
essere forniti al migrante come argent de
poche.
Per avere un termine di
paragone, ricordo che:
- l’assegno
sociale per gli Italiani non percettori di reddito è pari a 468,11 euro
mensili (13 mensilità);
- l’assegno
sociale mensile di assistenza invalidi è pari a 287,09 euro (13 mensilità);
- l’indennità
di accompagnamento per invalidi civili è di 522,10 euro (12 mensilità);
- il
reddito di cittadinanza è mediamente pari a 600 euro mensili per 18 mesi
rinnovabili.
Dati interessanti sui migranti
forniti dall’Unicef: https://www.unicef.it/emergenze/rifugiati-migranti-europa/
Proposta:
mettiamo in piedi una commissione di buoni cervelli, competenti e colti e
di buon senso che decida quanti migranti il nostro paese, data
la sua situazione economica e sociale attuale, può accogliere degnamente
ogni anno? Deciso il numero, offriamoci di trasferirli
direttamente dai loro paesi, dalle coste del golfo di Guinea o
del Corno d'Africa, dal Bangla Desh o dall’Afghanistan. Evitiamo
loro la traversata del Sahara e il vero finto naufragio nel Canale di
Sicilia. Resterebbero nelle loro tasche i 6.500-7.500 dollari (calcolo
per difetto) che oggi spendono per la traversata del deserto, e per il
biglietto del naufragio a pagamento. Raggiunto il numero definito dalla
commissione, possiamo chiudere le frontiere.
Il PuntO 429. (26-5-2021) Problema delle migrazioni.
Considerazioni e proposte.
Integrazione del 7-11-2022
UNHCR
Sul naufragio e sugli interventi di salvataggio. .
A questo link potete trovare un interessante e
doveroso approfondimento di UNHCR sui salvataggi in mare. https://acrobat.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:96d2437c-7493-304d-8e85-3f13b635995b
E' evidente che il "naufragio" contemplato
è quello della definizione data dalla Treccani:
naufràgio s. m. [dal lat. naufragium, comp.
di navis «nave» e tema di frangĕre «rompere»]. – Sommersione o perdita
totale di una nave per grave avaria del suo scafo, dovuta all’azione degli elementi
naturali, a urto contro un ostacolo o a collisione con altra nave, a
incendio o altra causa di forza maggiore (se conseguente ad azione bellica,
si parla più comunem. di affondamento):
[....] carta di n. (o carta di localizzazione dei
naufraghi), carta sulla quale i soccorritori delimitano la zona di
probabile esistenza dei superstiti, tenuto conto della posizione della nave
naufragata e dei dati relativi al vento e alle correnti che possono aver
determinato la deriva e lo scarroccio delle imbarcazioni di
salvataggio; diritto di n. (lat. ius naufragii), diritto,
invalso nel medioevo e non più vigente, di occupazione sulle cose dei
naufraghi. Per analogia, è detto n. (o n. aereo) il sinistro aereo, quando
l’aeromobile perduto cada in mare.
Dispiace che nel documento non sia
riportata la data di pubblicazione:
Tra le altre informazioni di interesse riportato dal
documento UNHCR mi hanno colpito le due seguenti:
- Il governo responsabile per la regione SAR in cui
sono stati recuperati i sopravvissuti è responsabile di
fornire un luogo sicuro o di assicurare che tale luogo venga fornito.
(para. 2.5)
- Sebbene una nave che presta assistenza possa
costituire temporaneamente un luogo sicuro, essa dovrebbe essere
sollevata da tale responsabilità non appena possano essere. intraprese
soluzioni alternative. (para. 6.13)
Integrazione dell’8-11-2022.
Il Diritto internazionale non
esiste, essendo semplicemente costituito dall'insieme dei trattati
internazionali sottoscritti da un paese. Anni fa, il Giappone ritirò la sua
adesione al Trattato sulla pesca alle balene e pesca quello che vuole,
senza che nessuno possa dire nulla. E' fondamentale riconoscere che
una nave è territorio del paese di cui batte bandiera, tanto che il
comandante è anche istituzione civile: celebra matrimoni, funerali,
registra nascite, tutte azioni con valenza civile presso il suo paese. Con
una furbata la UE ha imposto che per quanto riguarda i migranti, il paese
dove mette piede il disgraziato non è quello della nave che lo ha accolto, ma
quello del primo paese di cui calpesta il territorio. Nel
frattempo paga la Turchia perché blocchi il flusso via terra dai Balcani.
Quindi per la UE il paese che dovrà farsi carico del migrante non è quello
la cui bandiera è innalzata dalla nave che lo ha imbarcato, ma quello della
prima discesa a terra, dove chiederà asilo. Me se chiede asilo al
comandante della nave che lo ha accolto? Forse lo stesso comandante
scoraggerà l’iniziativa.
Ricapitolando: i
naufragi non sono naufragi veri ma, con poveracci nel ruolo di comparse
alcuni fino alla morte, spettacoli organizzati, tra scafisti (che scelgono
i migranti da imbarcare sui gommoni, inserendo qualche donna incinta,
minori e qualche malato per gettare fumo negli occhi a chi dovrà
controllare) e ONG con la supervisione di Alarm phone che coordina le coincidenze. Ci sono filmati
in cui si vedono navi "madre" che lasciano i gommoni nel luogo di
appuntamento - senza possibilità di manovra - carichi di poveracci (che
però hanno pagato il biglietto). Ci sono filmati in cui, i gommoni, giunti
sul luogo pilotati da scafisti, vengono privati dei motori, caricati su
navi madre e riutilizzati. L'UNHCR non li chiama più profughi, ma migranti:
la metà di quelli sbarcati in Italia proviene infatti da Egitto, Libia e BangklaDesh, con florido turismo e non in guerra,
quindi sono migranti economici. Solo il 16% fugge da guerre. L'UNHCR ha
verificato che la metà dei migranti lascia nel paese di origine una
occupazione lavorativa. E' risibile la giustificazione per la quale "ma
che volete che siano alcune migliaia di migranti!". Il problema è
continentale e non può essere sottovalutato. Solo dei barbari possono
considerare il fenomeno in base alla numerosità con cui si manifestano.
Nessuno vuole gestirlo.
Infine, non è vero che il
"porto sicuro" debba essere definito dal paesi di SAR o
limitrofi. Il porto sicuro è a carico del paese di SAR. Dice l'UNHCR: Il
governo responsabile per la regione SAR in cui sono stati recuperati i
sopravvissuti è responsabile di fornire un luogo sicuro o di assicurare che
tale luogo venga fornito. (para. 2.5).
Quando la Lamorgese ha
respinto sette navi con migranti, i guardiani della rivoluzione non hanno
detto nulla, dimostrando la loro nullità anche come guardiani, informati
secondo convenienza dai superiori.
Integrazione del 10-11-2022
Dove
quel “i sopravvissuti” fa la differenza tra buona e mala fede.!
Linee
guida sul trattamento delle persone soccorse in mare .
[….]
- il
governo responsabile per la regione SAR in cui sono stati recuperati
i sopravvissuti è responsabile di fornire un luogo sicuro o
di assicurare che tale luogo venga fornito. (para. 2.5)
Leggi à UNHCR SOCCORSO IN MARE
INTEGRAZIONE DEL 10-11-2022:
Interviene anche la UE e
bacchetta la Francia.
https://www.ilgiornale.it/news/politica-internazionale/ocean-viking-ritorsione-francia-stop-trasferimento-3500-2084042.html?fbclid=IwAR2_glUWyojWbFBYMnq6S_-Ls8EexaQRmtjgZ46bJl8He1-yHxIUzlvUR6k
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Riflessione n° 54 (31-10-2022)
Inflazione e cura della BCE attraverso l’aumento dei tassi.
Il governatore Visco lancia alcuni avvisi. Ma non può fare di più.
L’ inflazione da costi
(offerta) si combatte soprattutto con una politica fiscale mirata. Peccato
che l’Ufficio legislativo di palazzo Chigi abbia fornito a Draghi un testo
sbagliato della legge sulla tassazione degli extraprofitti! Però, un
presidente del Consiglio che non può fare affidamento sul suo ufficio
legislativo... Chissà quanti magistrati lavorano in quell'ufficio a Palazzo
Chigi?...... O avranno sbagliato il testo della legge per far fare bella
figura alla Meloni che sta per modificarla?
Certamente, c’è il rischio che
l’aspettativa di inflazione si trasli nel campo delle preoccupazioni delle
famiglie, accettando ulteriori aumenti dei prezzi. Ma vi sembra che oggi
l'offerta aumenti i prezzi perché vuole approfittare delle aspettative di
ulteriori crescite? Con voci di costo cresciute di due, quattro, sei volte
ed oltre (energia) ; con voci di trasporto, di distribuzione,
di assicurazione, dei servizi bancari, delle materie prime cresciute
altrettanto (si vedano i noli di qualche mese fa: +600%); si ritiene che i
produttori, la distribuzione e i commercianti vogliano approfittare delle
aspettative? Oltretutto sanno che una quota crescente di consumatori naviga
in ristrettezze atroci. Quindi, o aumentano i prezzi per rientrare dei
costi o devono chiudere.
E tralasciamo il fenomeno
dell'usura in eccellente salute.
Ma che cosa può fare il
governatore della Banca d’Italia per informare la BCE che sta sbagliando
manovra se non intervenire due volte in pochi mesi in manifestazioni
ufficiali per allertare Francoforte di essere accorta almeno sui
tempi di somministrazione della “strana” cura decisa per
combattere l’inflazione importata?
Intervento di Ignazio Visco
alla Giornata Mondiale del Risparmio (31-10-2022) organizzata dall’ACRI
[….] Il rialzo dei tassi
ufficiali dovrà proseguire per attenuare il rischio che il persistere di
un’elevata inflazione causata dal susseguirsi di shock “di offerta” si
trasli sulle aspettative di famiglie e imprese, alimentando la dinamica dei
prezzi e determinando aumenti più forti delle retribuzioni. Il ritmo di
incremento dei tassi e il loro punto di arrivo, tuttavia, non possono
essere predeterminati sulla base di proiezioni o scenari precostituiti, che
in questa fase hanno una natura puramente indicativa. L’elevata incertezza
richiede di procedere in modo graduale, valutando con attenzione
l’adeguatezza dell’orientamento monetario sulla base delle evidenze che si
renderanno via via disponibili. Non va comunque sottovalutato il pericolo
che il deterioramento delle prospettive economiche si riveli peggiore del
previsto, rendendo sproporzionato un passo eccessivamente rapido nella
normalizzazione dei tassi ufficiali. Si tratta di un rischio di cui il
Consiglio dovrà tenere conto nei prossimi mesi, al pari di quello di
lasciare che l’inflazione resti eccessivamente alta per troppo tempo.[….]
Già il 16 luglio 2022 Ignazio
Visco aveva masso in guardia la BCE almeno da un intempestiva accelerazione
dell’aumento dei Tassi da parte della BCE:
Intervento del Governatore
su “Inflazione e tassi di interesse a lungo termine” in Analysis:
Forum Istituzionale:
[….] La scelta del ritmo di
normalizzazione della politica monetaria deve bilanciare due rischi. Nel
caso in cui esso fosse troppo graduale, l’inflazione potrebbe radicarsi
nelle aspettative e nei processi di fissazione dei salari, rischiando di
compromettere la credibilità della banca centrale e rendendo necessaria una
correzione della stance con ricadute
negative più forti sull’attività economica e sull’occupazione. D’altro
canto, se il ritmo di normalizzazione della politica monetaria fosse troppo
rapido o il suo annuncio male interpretato, i mercati potrebbero reagire in
modo eccessivo e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento potrebbe
risultare più forte del necessario, con rischi per la stabilità
finanziaria, l’attività economica e, in ultima analisi, la dinamica dei
prezzi, che solo da poco è prevista attestarsi al 2 per cento nel medio
termine. Se da un lato non vi possono più essere preclusioni all’abbandono
della politica di tassi ufficiali negativi, dall’altro ritengo cruciale
che, come annunciato, la normalizzazione della politica monetaria continui
in modo graduale e con molta attenzione all’incerta evoluzione delle
prospettive economiche e delle condizioni finanziarie. Solo in questo modo
potremo infatti preservare e consolidare il patrimonio di credibilità che
abbiamo costruito nel tempo. [….]
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Riflessione
n° 53 (31-10-2022)
Uno dei problemi della sinistra. Forse il più serio.
Se la
sinistra di casa farà la stessa fine dei socialisti francesi la colpa è
solo in parte di una dirigenza incapace. Le responsabilità
maggiori sono attribuibili a militanti e simpatizzanti infingardi. Sempre
pronti a sostenere acriticamente fino all’ultima stupidaggine della
nomenklatura, ma preparatissimi a condannare i compagni di
viaggio (parigrado) che azzardano qualche appunto alle decisioni dei
dirigenti. E costoro non hanno più preteso che la base sia mobilitata: il
partito sopravviveva degnamente per gli aiutini di
alte istituzioni embedded, della magistratura embedded, di giornalisti
embedded, di burosauri embedded, consolidando le posizioni di dirigenti,
col tempo divenuti una concrezione a capo di un partito che da
lustri non ha più bisogno di fare politica.
E gli infingardi hanno fatto
da palo ai superiori. Nel controllo di compagni di strada sono prontissimi
a tacitarli se solo provassero a sollevare dubbi sulla correttezza o
l’utilità degli apparati. Insomma, sembra che soffrano di
invidia nei confronti di quei compagni di base che, più abituati
di loro a riflettere e ad approfondire i problemi, osano
sollevare critiche più o meno velate alle decisioni dei “superiori”.
La reazione degli infingardi è addirittura astiosa verso chi osa ciò che
loro non sono in grado di osare. Fino all’accusa di fascismo per chi non
arretra dai giudizi negativi sul partito, perché loro, gli infingardi,
sanno ben riconoscere un fascista, anche se dissimulato.
Ecco
quindi il problema: i dirigenti possono essere cambiati, i neuroni degli
infingardi no!
|
Uso dei contanti. Ennesima puntualizzazione sul limite imposto e sui
prelievi in banca.
La
decisione di rivedere il limite massimo dell'uso dei contanti sta creando
una gran confusione. In molti interventi critici, politici blasonati
argomentano sostenendo che la gran parte dei cittadini non ha interesse ad
andare in giro con diecimila euro in tasca. Questa critica fa pensare al
fatto che l'imposizione di un nuovo limite (diecimila euro) nell'uso del
contante sia il massimo che può essere prelevato in banca.
Ribadisco
che il limite all'uso del contante è inteso come limite massimo di
pagamento in contanti di una singola obbligazione e che per obbligazioni di
importo superiore occorre lasciar traccia attraverso l'uso di strumenti
tracciabili (assegno, bonifico, pagamento con carta di debito o di
credito). Ma io posso - se voglio - andare in giro con 100mila euro in
contanti in tasca da sempre, limiti o non limiti imposti al loro uso: se li
ho accantonati in decenni di lavoro e, ho sempre pagato le tasse, posso
chiedere alla banca dove sono depositati di prelevarli tutti (tutti) in
contanti. La banca mi dirà che, per motivi di sicurezza, non potrò
ritirarli in unica soluzione ma dovrò farlo in dieci, venti volte. Ma
nessuno mi potrà impedire il loro prelievo totale. Molto spesso, bancari
solerti provano ad opporsi perché "non si può prelevare più del limite
fissato per legge". Basta insistere di parlare col
direttore per sbloccare la situazione: nessuno mi può impedire di ritirare
l'intera somma di 100mila euro. Di fronte alla sconfitta, il solerte
impiegato mi avviserà minaccioso che "dovrà inviare una denuncia
dell'operazione alle autorità di controllo". Gli si risponda che può
fare tutte le denunce che vuole, visto che ho sempre lasciato traccia dei
miei versamenti e lascerò traccia dei miei prelevanti e che ho
sempre pagato tutte le tasse.
Di
fronte ad opposizioni tanto minacciose quanto inconsistenti, dovette
intervenire - anni fa - anche l'ABI per sostenere il diritto del
correntista a prelevare allo sportello ed in contanti la totalità delle
somme che ha in giacenza.
21-9-2012 Il ConsigliO n° 75. Ancora
“equivoci” sul problema del prelievo e del versamento di
contanti allo sportello.
Integrazione
del 31-10-2022.
PER I
DURI DI COMPRENDONIO.
Il
limite fissato si riferisce al pagamento di una singola obbligazione, non
ai soldi che posso ritirare allo sportello e che voglio tenermi in tasca.
Faccio
alcuni esempi.
Ipotizziamo
che il limite sia fissato a 2000 euro.
Se devo pagare 1.500 euro ad
un avvocato, 700 ad un idraulico e 500 ad un medico, io posso effettuare
tre pagamenti in contanti anche nello stesso giorno. Quindi avrò prelevato
2.700 euro in contanti, anche in unica soluzione, per poter effettuare quei
pagamenti. Pertanto, dopo aver prelevato LEGITTIMAMENTE alla cassa i 2.700
euro (rivenienti da miei risparmi e sui quali ho, a suo tempo, pagato le tasse)
girerò LEGITTIMAMENTE con quei soldi in tasca e procederò, altrettanto
LEGITTIMAMENTE, ai tre pagamenti in contanti.
Se
devo pagare al concessionario 2.100 euro per una moto di seconda mano, devo
invece effettuare il pagamento con strumenti tracciabili, anche se mi
ritrovo in tasca 5.000 euro.
Sono
vietati i frazionamenti di una unica obbligazione. In altri termini non
posso pagare al concessionario la moto acquistata con 1000 euro in contanti
oggi, altri 1000 domani e 200 dopodomani.
Se, a
seguito delle mie richieste di prelevamento di contanti, la banca dovesse
insospettirsi e ritenere che io sia il noto riciclatore e filoevasore del quartiere, procederà a denunciarmi
alle autorità monetarie. Le quali indagheranno sulle mie operazioni e non
troveranno nulla di anormale, avendo sempre effettuato operazioni
tracciabili, regolari versamenti e prelevamenti e pagate le tasse sui
redditi imponibili. La pratica verrà archiviata.
Per
concludere.
Tutti
accettiamo per vera l'affermazione per cui una mancanza del limite nell'uso
del contante o un limite troppo alto favorisce l'evasione fiscale e
tacitiamo la ns. coscienza dando le colpe al sistema ed al venditore. A ben
riflettere, siamo noi acquirenti che, di fronte alla proposta "100
senza fattura oppure 120 con fattura" permettiamo al venditore di
diventare evasore scegliendo la prima opzione.
Quindi,
la soluzione non è un limite basso, ma tutto si risolverebbe ponendo
l’acquirente in conflitto di interessi, permettendo all'acquirente di
scaricare dal reddito imponibile parte di quella fattura.
|
Nuovo governo: la debolezza delle opposizioni è anche una debolezza del
governo
Tra le altre, due circostanze
rendono particolarmente difficile il lavoro dei partiti di opposizione:
1) La destra è consapevole
della irripetibilità dell’occasione in cui si è venuta a trovare, con le
forze di minoranza praticamente senza linea politica, inconsistenti e
inadeguate. Questo la rende particolarmente “accorta” e attenta a non fare
stupidaggini, tipo quella commessa dal Cavaliere che pensava di imporre
la Ronzulli con un semplice
esercizio di volontà. Il quale, però, sembra non aver imparato
nulla dal ceffone ricevuto: alla Giustizia va la Casellati: accordo
smentito da Meloni, ma megafonato come
successo da Berlusconi. Bisogna capirlo: se al Rubi Ter viene condannato
prima che la Legge Severino sia messa in condizione di non nuoceregli, torna ad Arcore senza passare dal Via.
2) Mi sembra di aver capito
che la Meloni voglia dimostrare a tutti - in Italia e all’estero
- di saper fare bene il proprio lavoro, caratteristica piuttosto rara tra i
politici, soprattutto maschi. Dalla squadra di governo pretenderà quindi
efficienza, lealtà e buona volontà. Parallelamente mi sembra di capire che
deciderà per le soluzioni, secondo lei, più vantaggiose per tutti, senza
sfilacciamenti o cedimenti per quieto vivere, che informerà il paese della
situazione reale, specie finanziaria, che avvertirà per tempo delle
possibilità reali di soluzione dei problemi.
La maggior forza di
opposizione, il PD, in assenza di una linea politica in grado di
prospettare vie alternative a quelle che il futuro governo proporrà, è alla
ricerca di aiuti sul versante quantitativo, l’unico che sa valutare. Se le
forze di opposizione non saranno capaci di organizzare un minimo di
politiche alternative credibili, al governo verrà a mancare una componente
fondamentale perché il suo operato sia messo alla frusta: la concorrenza e
la competizione su basi accettabili con le opposizioni. E questa, in un
sistema democratico, è una vera iattura.
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Il PD obbligato ad abbandonare la realtà virtuale in cui si crogiolava.
7-10-2022 Il Giornale Il Pd a pezzi: gli
europarlamentari dem votano contro le armi all'Ucraina. Ecco chi ha
"tradito" la linea europeista, riavvicinandosi ai 5 Stelle,
votando contro il rafforzamento dell'invio di armi durante la plenaria del
Parlamento europeo. Bianca Leonardi
Che
abbia avuto ragione Renzi quando sosteneva che, al primo
rovescio politico serio, il PD non avrebbe retto sfaldandosi?
Ma la colpa non è solo di una
dirigenza inadeguata e spesso incapace. E' infatti mancata al PD la volontà
di sentire il polso di iscritti e simpatizzanti che, con le loro critiche e
i loro commenti avrebbero potuto instillare qualche dubbio tra i neuroni di
molti satrapi circa le politiche attuate. Oltretutto non esisteva più un
luogo di raccolta di quei pareri, vista la loro inutilità: a nessuno della
dirigenza interessava confrontarsi con chi ancora viveva in una realtà
“reale”.
Per la verità, da tempo,
iscritti e simpatizzanti sono risultati affetti da afonia politica promossa
e concimata dall’albagia di cui soffriva tutta la nomenklatura.
E aveva ragione chi sosteneva che il PD era ormai diventato il partito di
chi non aveva problemi. Comunque, quanti si esprimevano lo facevano come
azione di risulta nei confronti delle poche consapevoli voci critiche circa
la "linea del partito" espressa dei dirigenti, per
tacitarle e colpirle.
Questi sono i risultati
favoriti anche dal fatto che oggi non sono più possibili aiutini istituzionali come negli ultimi due
lustri.
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Scandalo. Meloni. L’Italia proteggerà in UE i propri interessi!
Invece
la Francia che non fa passare un gasdotto nel suo territorio per portare
metano rigassificato dalla Spagna, che
ne processa in sovrabbondanza, perché deve vendere il suo surplus di
energia elettrica, non ha atteggiamenti sovranisti? E la Germania ? E
l’Olanda? E l’Austria che non vende più legna in attesa che i primi freddi
facciano schizzare in alto il prezzo? Non fanno forse i propri interessi?
Solo in Italia, finora, abbiamo avuto gli euroinomani, contrabbandati per
europeisti. Il loro programma è: se non rompiamo le palle a Bruxelles,
gli euroburosauri non romperanno le
palle ai nostri governi, anzi li aiuteranno, ma quelli “seri”, cioè i
“nostri” non quelli degli altri partiti, sovranisti, fascisti, razzisti,
qualunquisti, antimimmolucanisti!
Il
programma degli euroinomani è stato finora un po’ nascosto. Ma Emiliano
governatore della Puglia, lo ha esplicitato apertis verbi: la Puglia sarà la Stalingrado
contro la Meloni. Finito il programma.
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BCE: +0,75% il tasso sull’euro, fissato a 1,75%. Incongruente. A meno
che….
Con
una economia europea bisognosa di flebo finanziarie sempre più consistenti,
l’aumento della BCE (+0,75%) che porta il tasso sull’euro a 1,25%, risulta
del tutto incongruente. A parte l’economia dell’Olanda, che lucra sul
sistema di fissazione dei prezzi del suo gas mutuandoli – speculativamente
– dai futures registrati alla
cosiddetta borsa di Amsterdam, le economie degli altri paesi risultano
asfittiche. La fissazione del prezzo del gas alla borsa dei futures, sta massacrando famiglie ed imprese di quasi
tutti i paesi europei. Finora le flebo hanno immesso
nell’economia della UE oltre 280 miliardi di euro. E’ di questi giorni
l’annuncio che la Germania aprirà il portafogli per 65 miliardi a favore di
famiglie e imprese. L’Italia dovrebbe aggiungere altri 17 miliardi di euro
ai 49,5 già stanziati. Le flebo hanno il compito minimo di mantenere in vita
aziende e famiglie, integrando – solo in parte – entrate e redditi a fronte
delle emorragie causate dal costo soprattutto
dell’energia E l’aumento del tasso imposto dalla BCE non sarà
altro che l’ennesimo aumento dei costi di una delle voci di bilancio più
pesanti, per le aziende: il tasso di interesse pagato alle banche sugli
affidamenti; per le famiglie: l’aumento delle rate dei mutui e dei prestiti
a tasso variabile.
In
questa situazione, le cause dell’inflazione europea sono riconducibili
all’aumento delle materie prime importate (in testa gas e petrolio) e non
da eccesso di domanda, come sta succedendo negli USA. Gli economisti più
accorti hanno già evidenziato l’incoerenza dell’aumento dei tassi della
BCE, che raffredderà una domanda interna asfittica (ulteriormente
mortificata dal massacro dei redditi a seguito del costo dell’energia) , a
fronte della correttezza delle manovre della FED, miranti a raffreddare la
domanda interna, bollente per eccesso di liquidità. Ricorderete che, in
piena pandemia, le iniziative di Biden per migliaia di miliardi
di dollari a favore dei cittadini americani, non hanno mai resa necessaria
la loro acquisizione o copertura tramite aumento delle tasse. Si è trattato
di dollari stampati dalla FED.
A
meno che…..
L’aumento
del tasso di riferimento di una valuta, apportato dalla relativa banca
centrale, rende più convenienti gli investimenti in quella valuta, proprio
perché godranno di una remunerazione maggiore. Questo creerà
maggiori flussi di capitali verso questa valuta ed una dismissione di asset nelle valute concorrenti. Il risultato
finale sarà una rivalutazione della prima valuta (per aumento di domanda)
ed una svalutazione delle valute concorrenti dovuta alle vendite. Fino al
raggiungimento di un nuovo equilibrio di cambio.
Nel
nostro caso, quindi, la necessità della FED di aumentare il tasso sul
dollaro (oggi al 2,50%) creerebbe un flusso di capitali da euro a dollaro
in assenza di interventi della BCE: il dollaro si rivaluta e l’euro si
svaluta, creando svantaggi per le esportazioni e la bilancia commerciale
degli USA e vantaggi per le esportazioni e la bilancia commerciale dei
paesi di Eurolandia, anche se verrebbe importata inflazione.
A meno
che non ci sia un accordo per evitare che Eurolandia si avvantaggi della svalutazione
dell’euro rispetto al dollaro. Questo risultato è ottenibile attraverso
aumenti del tasso sull’euro apportati dalla BCE paralleli e conseguenti
agli aumenti del tasso sul dollaro apportati dalla FED. Solo così si può
spiegare quella che, altrimenti, verrebbe considerata una maldestra manovra
della Lagarde mirante a raffreddare un
ambiente economico già freddino di suo. Comunque ha tenuto a chiarire che”… La decisione di
alzare i tassi di 0,75 punti, ha aggiunto, è stata proposta del capo
economista Philip Lane ed è stata presa all’unanimità, sia pure dopo un
ampio dibattito alimentato da diversità di vedute sulle dimensioni del
rialzo”. Ulteriore notizia: ci saranno altri aumenti. Obiettivi della BCE?
Boh!
Si
ricorderanno, infine, le lamentazioni irate di Trump contro la Cina perché
manteneva basso il valore dello yuan rispetto al dollaro.
Sono
curioso di vedere come si sviluppa la vicenda dei rapporti dollaro-euro e
quale sarà l’andamento dell’inflazione nei due sistemi economici.
Questo
è l’andamento del cambio euro/dollaro (oggi in
parità) dell’ultimo mese:
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Nuova gestione mondiale. Senza la Cina?
7-9-2022 AGI. Il
mercato degli smartphone è in crisi. Ma non per i modelli più
costosi. Stretti tra i dispositivi più economici e quelli premium, è
la fascia media a pagare la crisi. Tengono Samsung e Apple, mentre
continuano le difficoltà dei produttori cinesi. Di Paolo Fiore
Non era difficile preventivare
le difficoltà mercantili della Cina. Non ha saputo gestire la
possibilità di svolgere un ruolo di primo piano nei tentativi di fermare la
guerra russo-ucraina. I Cinesi hanno pensato di fare i pesci in barile
ritenendo di colonizzare la Russia con i loro capitali e la loro tecnologia
e, al contempo, di mantenere intatte le posizioni di mercato acquisite nel
mondo, specie occidentale. Ma i popoli dell’Occidente non se la sentono più
di affidarsi a paesi come la Cina, vicina alla Russia e lontana
dalla pace, perché ritengono che quanto sta facendo la Russia con il gas,
possa essere ripetuto, domani, dalla Cina per la tecnologia.
Quindi, alla larga Russia e paesi ad essa vicini. Credo che si vada
realizzando un dominio mercantile assoluto degli Anglosassoni in Occidente.
Ma molti, compresi i Giapponesi, alla luce di come hanno impastato le cose
Russia e Cina, ritengono che sia preferibile il dominio
USA-GB-CAN-AUS-NZL a quello cinese e russo.
Insomma, la commistione della
immagine della Cina con quella russa, che i cinesi non hanno saputo tenere
separate, sarà probabilmente letale per Xi:
da codominatore del mondo (con gli USA)
a dominatore di un pezzetto di Eurasia.
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Euroinomani e crisi energetica.
Perché in Italia non deve vincere il centro destra.
Più perdura la crisi
energetica e più precise e articolate sono le informazioni che i
media sono in grado di fornire ai cittadini.
Siamo venuti a sapere quindi
che il prezzo dell’energia elettrica che il consumatore finale deve pagare
è quello definito dal più costoso dei sistemi di trasformazione in
elettricità. Oggi è il gas. Ne deriva che una società che produce e
distribuisce energia elettrica ricavata dal vento definirà il suo prezzo
finale come se stesse usando il gas. Questo ha voluto Bruxelles e a questo
meccanismo finanziario soggiacciono i cittadini europei. Si tratta del più
ingiusto procedimento di formazione del prezzo che gli euroburocrati abbiano mai inventato. Per non
scontentare le aziende che producono elettricità tramite gas i e metterle
fuori mercato, la UE – paladina a parole del liberismo e del libero
mercato, ha inventato il meccanismo più anti concorrenza che quelle aziende
potessero sperare. I nostri euroinomani non si resero conto delle
conseguenze? Cosa gravissima! Se ne resero conto e
accettarono, tacendo? Cosa ancor più grave e sconcertante. Di
fatto, non essendo in grado di articolare alcunché i nostri euroinomani
sostengono che la UE è di loro proprietà e guai a governi che (sovranisti!)
ne vorrebbero correggere gli errori più marchiani.
Oggi la UE cerca di uscire da
questa trappola cercando di eliminare l’allineamento automatico del prezzo
finale dell’elettricità venduta da quello definito
dal procedimento più costoso.
Siamo venuti a sapere che la
famosa Borsa del Gas di Amsterdam non è affatto un luogo dove si incontrano
domanda e offerta di gas, ma un luogo dove si incontrano acquirenti e
venditori di Futures e Options sul gas. Di economico (libero mercato,
competizione tra produttori, libero accesso dell’offerta, competizione,
pari condizioni imposte dal regolatore ecc.) non ha
nulla, trattandosi di pure operazioni finanziarie. Questa è la Waterloo per
quei paesi solo nominalmente liberisti, che fanno finta di mobilitarsi
contro i potentati speculativi finanziari, ma che tengono stretti tra le
loro mani i cordoni delle borse di Bruxelles.
Finora nessuno è riuscito ad
uscire da questa trappola, la cui stretta potrebbe essere mitigata dalla
definizione da parte dei paesi acquirenti del prezzo massimo a cui sono
disposti ad acquistare il gas. Ma due sono i paesi che si oppongono “per
l’alto senso della comunità a cui appartengono”: la Germania, che ritiene
che il price cap potrebbe
irritare la Russia tanto da farle cessare le forniture, cosa che sta
comunque avvenendo.; e l’Olanda, che da paese produttore ed esportatore di
gas sta lucrando miliardi di euro per puri meccanismi finanziari. Per
inciso, l’Olanda (17,5 milioni di abitanti) è il diciassettesimo paese
produttore di gas e secondo in Europa, dopo la Norvegia (4,5 milioni di
abitanti seduti su barili di petrolio e metri cubi di gas).
Bruxelles, in un primo tempo,
aveva assecondato Olanda e Germania rinviando la discussione a
metà ottobre (sic!). Poi dopo i colpi sempre più pesanti della crisi è
stata costretta ad anticipare a metà settembre. Ora sembra che si discuterà
del prezzo massimo il 9 settembre, in una riunione dei ministri
dell’economia dei 27. Sempre comunque troppo tardi
Cominciamo a capire perché
tanta preoccupazione se in Italia si dovesse affermare una maggioranza di
centro destra: quante altre magagne gli euroinomani cercano di tenere
accuratamente riservate, nascondendole dietro il loro sbandierato
europeismo e latrando impauriti contro i sovranisti, fascisti,
antieuropeisti, razzisti, antimimmolucanisti, antiraketisti ecc.?
Pensate ad immaginare che cosa
potrebbe essere l’Europa senza queste storture – imposte dai barbari del
nord - che di europeista non hanno nulla. Pensate al potere
geopolitico che potrebbe assumere con decisioni più corrette e meno
disarticolate dai sovranismi (oggi) di
Germania e Olanda.
è 29-8-2022 RaiNews.it Il ruolo del TTF
di Amsterdam e la crisi energetica. Chi decide il prezzo del gas? Ecco
perché ad Amsterdam il metano vola e batte record dopo
record: 300 euro al megawattora, con una crescita
che sembra inarrestabile. Dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte
della Russia non si era mai toccato un livello così alto. Con ricadute
drammatiche per la mostra economia. Laura Aprati
è 29-8-2022 Teleborsa. Gas ritraccia dai
record alla borsa di Amsterdam. Cosa accade? I future hanno chiuso in
ribasso del 16,8% a 282 euro per mwh
|
Conglomerato degli Inerti. Il programma massimo del centrosinistra. Un
aggiornamento
Ma certo! Chi glielo fa fare?
Per mettere in piedi un programma credibile occorre cervello, cultura, buon
intelletto, fatica, capacità di coinvolgimento, una struttura
adeguata capace di rapportarsi ai problemi dei cittadini. Ancor più
faticoso mettere insieme un raggruppamento con obiettivi quanto più
convergenti possibile. Cose praticamente impossibili per il
Conglomerato degli Inerti (Letta + Cetto La
Calenda + Fratoianni + Gelmini +
Bonelli + Carfagna + Bonino
+ il povero Ape Maio + Della Vedova) e perse da
decenni, visto che non c’è stato più bisogno di essere all’altezza con
valentia e adeguatezza. Molto più comodo e facile sostenere – per quanto
possibile convinti - che gli Inerti hanno come obiettivo massimo
quello di difendere la Costituzione da fascisti, populisti, razzisti,
qualunquisti, nazisti antieuropei, sovranisti, orbanisti, criptoputinisti ecc. e di ostacolare il
governo delle destre (secondo gli Inerti già è decisa la loro vittoria),
sperando che le masse di gonzi costituenti i vari zoccoli duri, continuino
a credere ai loro capi.
Per il raggiungimento della
convergenza degli Inerti su questo obiettivo, è stato sufficiente che il
Primo Inerte parlasse di Agenda Draghi (inesistente anche a detta dello
stesso Draghi) con Azione+EU e non ne
parlasse con Verdi+SI.
Parallelamente, Ha imposto al Partito Democratico di
trasformarsi in Scrannomat e permettere
ai cespugli di attingere ad esso. Dice: “Ma anche il centro
destra si è diviso gli scranni! Lo impone il Rosatellum!”.
Certamente, ma mentre nel centro destra ciascun partito ha una dotazione
personale di scranni, tra gli Inerti solo i Dem possono
contare sulla quasi totalità di quelli a disposizione. Secondo You trend questa è la media dei sondaggi al 4
agosto:
Destra: FdI=
23,4%; Lega= 13,4%; FI= 8 %
Sinistra: PD=
22,8%: Azione+Europa=
5%: Verdi+SI=
4%; Art1 – MDP= 1,8%
Comunque, all’obiettivo
massimo degli Inerti concorreranno anche i sindacati. I quali,
facendo finta di non sapere chi vincerà e chi governerà il paese (risate a
destra, al centro e a sinistra), hanno già deciso di manifestare ad ottobre
contro il governo.
Dice: “Ma
insomma, chi affronta i problemi del paese, chi governerà i difficili
tempi dell’autunno? Chi proseguirà nella realizzazione del Pnrr? Possibile che a sinistra non ci sia un
programma minimo da valutare?”.
Vabbè ma mica possono fare
tutto gli Inerti! Bisogna arrangiarsi! I cittadini si diano da fare! Il
Conglomerato già deve difendere la Costituzione! Che altro potete
pretendere? Piuttosto, dopo la costituzione del Conglomerato (6-8-22) con
la conferma di Verdi, SI e Di Maio, Cetto La
Calenda – in genere incline a super utilizzare Twitter - tace
da 24 ore. Che vorrà dire?
I guai per l’Italia sarebbero
inaffrontabili qualora il Conglomerato degli Inerti dovesse risultare
vincente rispetto alla destra: come potrà governare il paese? Che
deciderebbe Mattarella? E Draghi?
Aggiornamento delle ore 14:15.
Sembra che Cetto La Calenda abbia
intenzione di abbandonare la casamatta costruita dagli Inerti a difesa
della Costituzione. Mentre +Europa ha espresso apprezzamento per l’azione
di Letta.
Aggiornamento delle 14:40. Carlo
Calenda lascia ufficialmente il Conglomerato degli Inerti.
|
Il pallottoliere promosso a strumento politico. Anche da Letta.
E così, il pallottoliere è
stato adottato anche dal segretario PD Letta. E’ facile da usare perché una
pallina vale l’altra: cambia solo il colore. Letta preme per alleanze tra
tutti coloro che hanno poco da dire, anche se quel poco è in
netto contrasto con l’ennesimo “alleato” convinto a partecipare. L’unico
impegno richiesto a Letta è quello di evitare che le palline coinvolte parlino
tra loro: si scannerebbero e tutto salterebbe. Solo rapporti bilaterali,
quindi, gestiti dal PD. Operazione facile, poiché i coinvolti (consapevoli
della loro nullità come classe dirigente) sanno benissimo che
sarebbero messi in condizione di nullità se vincesse la destra.
Lo strumento fu
promosso ad arnese politico dal presidente Mattarella che impose il Conte
Bis attraverso un connubio contro natura tra PD e 5Stelle pur di evitare le
elezioni anticipate nel 2019. I danni di quella decisione sono
sotto gli occhi di tutti. Sebbene abbia dato pessimi risultati ed abbia
causato seri problemi al paese, lo strumento è di grande aiuto per chi non
sa fare politica.
Insomma, adottare
il pallottoliere è semplice e di nessun impegno, perché una
pallina vale l’altra!
Mi chiedo che cosa accadrebbe
al nostro paese se dovesse risultare vincente la manovra di Letta: come
affiancare i principi di Fratoianni con
quelli della Gelmini o quelli di Bonelli con Cetto La
Calenda? Per tacer di Di Maio.
Queste sono le situazioni assurde
che democristiani, non in grado di fare politica, hanno scaricato addosso
al PD. Costoro possono vantare solo una discendenza meccanica dalla vecchia
Democrazia Cristiana, senza averne ereditato la benché minima capacità come
classe dirigente.
E anche se dovessero perdere,
hanno sempre nella manica la carta Landini, pur se ridotto a gestire i
pensionati iscritti alla Confederazione Geriatrica del Lavoro.
Berlinguer! Chi era costui?
|
Pensioni. Promesse per gonzi, realizzate da personaggi deboli per
restare al potere
Portare, come ha promesso
Berlusconi, a 1000 euro al mese per 13 mesi le pensioni al
disotto di quella cifra (circa 5,5 milioni) costerebbe circa 25 miliardi di
euro. L'anno. Attenzione! Se vince la destra, Berlusconi è capace di
mettere in croce il governo perché realizzi quella promessa, pena la sua
fuoriuscita. Ricordo il precedente col governo Letta (2013): il Cavaliere
aveva promesso in campagna elettorale l’eliminazione dell’IMU: minacciò di
abbandonare il governo se Letta non avesse proceduto all’eliminazione della
tassa [Indovinate dove prese i soldi]. Letta cedette, ponendo il paese tra
le pochissime nazioni che non hanno una tassazione sulla prima casa.
Qualche tempo dopo, comunque, Berlusconi lasciò la maggioranza.
Se vince, la Meloni è
avvisata.
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Metà dei nostri partiti politici (quelli di sinistra) non sanno che
cosa significhi
competere ad armi pari con gli avversari.
Sono per la meritocrazia. Sia
quando cerco di star dietro ai miei interessi personali (se ho bisogno di
un avvocato o di un medico, non scelgo il mediocre), sia quando si tratta
di affidare a responsabili le strutture collettive di organismi
sociali. Nei due casi cercherò di optare per il migliore, perché questa
scelta, oltre a garantire risultati superiori, si rivelerà – in
ultima analisi – la più economica perché obbligherà tutti a mettere a
miglior frutto le risorse disponibili.
Strumento per la scelta del
migliore è una sana competizione. Non la legge del più forte (mercato
brado), ma del più adeguato, preparato, intelligente (mercato libero perché
normato) certamente sì! Questa opzione permette un progresso
personale e istituzionale generalizzato e duraturo perché spinge individui
e organizzazioni sociali a migliorare se stessi attraverso la promozione e
la scelta dei più preparati.
Questo in ogni campo.
Ma c’è un settore in Italia,
fondamentale per un paese che si definisce democratico, dove la
competizione è tenuta alla larga e i processi di promozione sono
assoggettati a dinamiche esogene al settore: è il campo di operatività
della cosiddetta classe politica. Mi riferisco al sistema dei partiti
politici richiamato dalla costituzione, che risulta entità fondamentali per
la formazione della volontà delle istituzioni e per dettare le
azioni di funzionamento della macchina dello stato.
In Italia, in questo settore,
la competizione non è genuina, essendo falsata da pesanti commistioni
generate da interventi della magistratura e delle alte autorità, in grado
di creare consenso ai partiti “amici” indipendentemente dalla qualità della
loro produzione politica. Si tratta di interventi che, in ultima analisi,
drogano le potenzialità dei partiti coinvolti e ne promuovono l’immagine
nel corpo sociale ben al di là della loro capacità “normale” di
gestire strutture ed infrastrutture. A queste formazioni politiche non
serve promuovere i migliori, investire sugli apparati, affinare le capacità
di analisi e di sintesi degli elementi collocati in ruoli di
responsabilità, investire al meglio le risorse: sono sufficienti quegli
interventi esogeni in grado di fare premio sugli sforzi – magari corretti -
dei partiti avversari.
Perché, quindi, perdere tempo
e denaro ad impostare politiche del territorio e dell’elettorato di
riferimento? Perché impegnare cervelli (spesso non all’altezza) e risorse
per “pensare” linee politiche in grado di aggredire i problemi dei
cittadini e caratterizzare i singoli partiti? E’ sufficiente
mettere all’opera presidenti della repubblica di area, o accordarsi con
pezzi della magistratura per abbattere la fazione avversa per via
giudiziaria e gestire le sorti del paese, mobilitando altresì entità
politiche internazionali ad adiuvandum.
Questa ultima iniziativa è particolarmente indicata per fare breccia tra i
gonzi più provinciali. E se l’incapacità dei partiti beneficiari
è particolarmente seria, basta inventare le ormai istituzionalizzate allonge presidenziali, in grado di mantenere al
potere quei presidenti di area ben oltre i sette anni istituzionali,
termine temporale ormai assurdamente lungo per i moderni stati democratici.
I partiti dovrebbero
prefigurare la società futura attraverso l’impostazione di politiche che
lascino intuire il modello di società che si vuole perseguire nel tempo.
Nulla di tutto ciò. I partiti che godono di quegli interventi esogeni si
limitano a tacciare gli avversari di qualunquismo, sovranismo, giustizialismo,
razzismo, antieuropeismo e, quindi, di fascismo. Tanto basta per
competere nell’agone politico. Nella certezza che, qualora tutto
ciò non fosse sufficiente, arriveranno dall’esterno interventi in grado di
mantenerli comunque negli ambiti di gestione del potere.
Questo stato di cose è
responsabile dell’ormai dimostrata incapacità di governo della nostra
classe dirigente nel corso degli ultimi decenni, mai obbligata a
confrontarsi sul “mercato politico”. Comunque, in caso di affermazione da
parte delle forze politiche avversarie, si porranno in essere azioni
istituzionali (e, come si diceva, anche internazionali) per affossare i
vincitori e rimettere in carreggiata i partiti figliocci e drogati. Magari
imponendo governi guidati da elementi estranei ai partiti, di una certa
levatura, quella levatura che i nostri partiti bisognosi di aiutini pseudo istituzionali non sono più in grado
di ricercare tra i loro dirigenti.
Questa assenza di elementi di
concorrenza nel settore ha ridotto metà dei nostri partiti politici a
semplici gestori del potere, incapaci di confrontarsi con i veri problemi
del paese. Questo è un serio problema.
|
Politici. Anche delegittimare l’avversario è diventato troppo faticoso.
I nostri politici sono ormai del tutto incolti. Molti sono
addirittura ignoranti. La cosa è dimostrata dal fatto che, da una trentina
d’anni e fino a qualche anno fa, piuttosto che far politica si sono
adagiati sul molto poco impegnativo esercizio di delegittimazione di chi
non è della propria fazione. Per contrastare politicamente le idee, le
proposte, le critiche di un avversario occorre intelligenza, cultura,
impegno. La delegittimazione è più abbordabile. Basta individuare, nel
rivale, qualche caratteristica connotata negativamente e tagliare corto
senza impegnarsi in faticose analisi, proposte alternative: è omosessuale,
è veterocomunista, ha frequentazioni malavitose, è amico del magnate, è
raccomandato, è fascista.
[ Il
PuntO n° 112. (17-6-2007). Incapaci? Resta solo la delegittimazione. ]
Ma, da qualche anno, è considerata troppo faticosa
anche la delegittimazione. E il politico degli anni venti ha avuto una
trovata dialettica, uno strumento molto facile da usare, anche dagli
ignoranti: basta tacciare l’avversario, e tutto ciò che non proviene dalla
propria parte politica, di qualunquismo e sovranismo. Fateci caso: ormai è
sufficiente connotare come qualunquiste le azioni, le linee politiche, le
critiche portate avanti dalla fazione avversa per superare ogni
prova mediatica. E’ sufficiente sostenere - con fiero e grave
cipiglio - che occorre smetterla definitivamente con questi
qualunquisti e non se ne può più delle azioni dettate da
sovranismo e delle inclinazioni giustizialiste, che tutti coloro diversi da
noi sono antisistema, anti UE. E il politico – se fiero e grave
– può legittimamente aspirare al ruolo di leader della sua fazione,
esattamente come il giornalista che – se fiero e grave – può aspirare alla
fattiva benevolenza dei potenti.
Inutile dire che giornalisti embedded hanno fatto passare
come corretto il messaggio che l’accusa di qualunquismo, sovranismo,
giustizialismo e antisistema chiude correttamente la discussione a favore
di chi lancia l’anatema.
Curiosità: nelle eterne discussioni sessantottine sui
massimi sistemi ricordo che, nel corso dei dibattiti, gli
studenti più pigri intellettualmente e meno ferrati ideologicamente,
aspettavano che l’interlocutore ideologicizzato inciampasse dialetticamente in
affermazioni anche lontanamente tacciabili di corporativismo per
sbaragliarlo accusandolo di aver assunto, appunto, posizioni corporative.
Era la fine dell’interlocutore E spesso l’accusato, un po’ perplesso e
disorientato, impiegava un po’ di tempo per reagire
scompostamente.
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In Senato, un Draghi fuori misura chiede la fiducia.
Nel paese, un Letta sbroccato dimostra la sua pochezza politica..
20-7-2022 HuffPost. Letta:
"Giorno di follia, il Parlamento contro l'Italia". Di Maio:
"Pagina nera". Gentiloni:
"Rischiamo tempesta perfetta"Il segretario dem: "Credo che andremo ad elezioni e
credo che gli italiani sceglieranno tra chi ha affossato questa esperienza
di governo e chi si è battuto per portare avanti il governo"
Stiamo arrivando velocemente
a: “Dio lo vuole!”. Letta non si rende conto che gran parte dei problemi
che stanno frantumando le palle (per ora) e la vita (fra qualche
mese) degli Italiani derivano dall’aver voluto imporre il “governo del
pallottoliere” (il Conte bis) per evitare di andare alle urne.
Un presidente di parte [ vedi: Riflessione n° 11 /
2022 (22-1-2022) Il presidente della Repubblica? Deve saper rispettare lo spirito della Costituzione, non
solo la lettera.] impose al paese quell’obbrobrio costituzionale
del pallottoliere rimettendo in circolo il PD, ben contento di
mandar giù i 5 stelle, nonostante i vari giudizi di schifo proclamati da
quasi tutti i dirigenti dem. Consapevole dei
problemi creati, il presidente cercò di rimediare chiamando al governo il
tecnico della provvidenza. Ma la gestione di Draghi sta
risultando altrettanto problematica del governo precedente. Credo di non
sbagliare se sostengo che, da quando Supermario è
stato trombato nella sua corsa al Quirinale, ha tirato i remi in barca
essendosi sentito tradito (truffato) rispetto agli accordi che lo
convinsero ad accettare l’incarico.
Fino a giungere ad oggi quando Supermario ha sostenuto in Parlamento che, se lui
è presente in Senato, è perché lo vogliono gli Italiani.
Got mit uns.
|
Torna l’inflazione, aggravata da trent’anni di irresponsabilità
economiche, politiche, imprenditoriali e sindacali.
Col prepotente ritorno
dell’inflazione, si cominciano anche a fare calcoli circa le ripercussioni
su retribuzioni da lavoro dipendente e pensioni.
Ricordo che almeno fino a d un
lustro fa ancora si condannava l’alto costo del lavoro di cui era gravata
l’Italia rispetto all’omologa variabile delle altre nazioni europee. Solo
da circa un anno a questa parte, si è proceduto ad indagini
quantitative serie sull’incidenza del costo del lavoro nell’ambito dei
costi aziendali. A fine 2021, il 55° Rapporto del Censis informava: “Negli
ultimi trent`anni di globalizzazione, tra il 1990 e oggi, l`Italia è
l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie lorde annue sono diminuite:
-2,9% in termini reali rispetto al +276,3% della Lituania, il primo Paese
in graduatoria, al +33,7% in Germania e al +31,1% in Francia. […]
Ma come abbiamo fatto a
raggiungere questi risultati aberranti?
Due decenni fa.
Mi è tornato in mente un pezzo
che scrissi nel 2007, nel quale indagavo in materia di
previdenza, assistenza, costo del lavoro procedendo
al confronto tra i paesi europei.
[ Il PuntO n° 119. 20-12-2007. Costo del
lavoro: perché Eurostat non può rendere pubblici i dati dell’Italia?]
In esso riportavo una tabella
pubblicata nel 2005 dal Ministero del Tesoro nell’ambito di uno studio
sull’andamento dei prezzi , che fornisce i dati del 2001 circa
la struttura dei costi per le imprese.
Meraviglia che dati di
importanza fondamentale quali quelli sul costo del lavoro non siano a
disposizione dei cittadini, ma – probabilmente – solo per alcuni addetti ai
lavori. I sindacalisti conoscevano questi dati, o hanno deciso spannometricamente? E se li conoscevano, perché non ne
hanno imposto la diffusione ufficiale? Sta di fatto che, da sempre,
politici e imprenditori hanno contribuito a diffondere la fake news che in Italia le cose vanno
male, soprattutto in termini di concorrenza, perché il costo del lavoro è
troppo alto e superiore a quello dei paesi concorrenti.
Comunque non ci si limiti ai
dati sul costo del lavoro, in verità più basso di Francia e Germania. Le
aziende italiane sopportavano già nel 2001 costi maggiori delle concorrenti
esteri anche sui servizi bancari e assicurativi, sull’energia.
Ecco la tabella:

Un decennio fa
Nel 2011, secondo il rapporto
OCSE l’Italia è caratterizzata da un’incidenza degli oneri fiscali e
contributivi a carico di lavoratori e imprese italiane pari
al 47,6% del costo del lavoro. Il dato colloca il nostro Paese al
sesto posto della graduatoria dei 34 Paesi considerati, comunque alle
spalle di Belgio (55,5%), Germania (49,8%), Francia (49,4%), Ungheria
(49,4%) e Austria (48,4%)
Oggi
Per arrivare ai nostri giorni,
riportiamo parte di uno studio di Assolombarda sul cuneo fiscale. Dati OCSE
2021.
Nel grafico viene riportata la
graduatoria relativa al cuneo fiscale (in percentuale sul costo del lavoro)
di un lavoratore senza carichi familiari:
Fonte: elaborazione
Centro Studi Assolombarda su dati Ocse
Il cuneo fiscale italiano è al
quinto posto (46,5%), sempre dopo Germania (48,1%) e Francia (47%).
Riparametrando il calcolo del
cuneo fiscale in rapporto alla retribuzione netta, la situazione
dell’Italia e dei suoi tre principali concorrenti dell’Area Euro è quella
rappresentata nel grafico a fianco.
Fonte: elaborazione Centro
Studi Assolombarda su dati Ocse.
Quindi, su 100 in busta paga,
in Germania il lavoro costa 193, in Francia 189, in Italia 187.

Fonte: elaborazione
Centro Studi Assolombarda su dati Ocse.
Il report completo di
Assolombarda è disponibile al seguente -> LINK.
Alla luce di questi dati, non
è difficile comprendere il perché in Italia, da almeno 30 anni, la domanda
aggregata risulti asfittica tanto da non riuscire a sostenere il versante
della produzione, positivo o, almeno, “tranquillo” solo per le
aziende esportatrici.
Perché questo disastro?
Ma
che cosa era successo nel corso degli anni ’90? Quali azioni e quali
decisioni di politica economica hanno causato questi danni all’economia
nazionale non più in grado di competere con gli altri paesi UE
Fonte: elaborazione Centro
Studi Assolombarda su dati Ocse
che,
invece, hanno una domanda interna robusta e comunque di livello adeguato?
Dal punto di vista
istituzionale, giubilato il governo Berlusconi da Bossi nel 1966, nei
cinque anni successivi si sono alternati i seguenti governi di centro
sinistra: governo Prodi, appoggiato anche dal PRC, in carica dal 17.5.96 al
20.10.98; il governo D'Alema dal 21.10.98 al 21.12.99; il governo
D'Alema-bis dal 22.12.99 al 17.4.2000; il governo Amato dal dal 26-4-2000 all'11.6.2001.
Ci limitiamo ad elencare
alcune iniziative politiche risultate troppo spesso deleterie per il paese:
il federalismo fiscale e amministrativo, il presidenzialismo regionale, la
cosiddetta "riforma Bassanini'' che introduce il federalismo
amministrativo; la definitiva controriforma costituzionale sull'ordinamento
federalista della Repubblica (8 marzo 2001) che costituzionalizza il
principio liberista della "sussidiarietà'' e frantuma l'Italia
attraverso il federalismo fiscale; la controriforma dei servizi segreti in
base alla quale i servizi dipendono direttamente dal premier; l’arma dei
Carabinieri promossa a quarta forza armata praticamente alla
diretta dipendenza del presidente del consiglio.
Nei 5 anni considerati, leggi
finanziarie massacranti hanno carpito ai cittadini circa 150 mila miliardi
di lire anche con tagli alla spesa sociale, sanitaria e
previdenziale. Sono stati permessi salti in alto alle tariffe
di acqua, luce, gas, telefono, fognature, rifiuti. Il
federalismo fiscale ha permesso l’introduzione di balzelli
locali e di addizionali Irpef per regioni e comuni.
Di particolare incidenza sono
risultate le privatizzazioni, ai migliori livelli neoliberisti cileni
e Tatcheriani, che, oltre alla perdita di
controllo da parte dello stato, hanno causato oltre 100mila “esuberi”: INA,
IMI, Stet incorporata in Telercom messa in vendita nel 1997 (ricorderete i
famosi “capitani coraggiosi” di D’Alema). E ancora, IRI con FinMeccanica, FinCantieri,
Autostrade, Alitalia, Aeroporti di Roma; Enel, Istituto S. Paolo di Torino.
Poste è trasformata in SPA.
Nel mercato del lavoro, la
liberalizzazione iniziata dal governo Amato nel 1993 con l’abolizione della
scala mobile. Continua Prodi con la flessibilità su orari e salari,
instaurando l’era del precariato. Si inaugura l’introduzione (per sei
mesi) del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego.
Tutte
iniziative fatte passare con il pretesto dell’ingresso
dell’Italia nell’area euro, per cui sono stati richiesti ed ottenuti
atteggiamenti “morigeratamente responsabili” da parte dei sindacati, i
quali – per ragionevolezza - hanno rinunciato da trent’anni a
chiedere aumenti salariali.
Nel complesso, una serie di
iniziative legislative e amministrative che hanno visto il sindacato
cascare in trappola a sua insaputa. Cominciata come cinghia di trasmissione
strettamente controllata, la trappola ancora oggi svolge il suo ruolo tanto
da rendere i sindacati praticamente asfittici e afoni.
Sorvoliamo sugli accordi per
la formazione del “governo del pallottoliere”, il conte bis, per entrare
nel quale il PD ha regalato troppo ai 5 Stelle: scelta del capo del
governo, mantenimento dell’assegno di cittadinanza e di altri superbonus. Accettazione della riduzione dei
parlamentari ecc.
Sono risultati ormai da anni
controproducenti e fallimentari i risultati dei trenta anni di lacci al
collo dei cittadini resi funzionali da una classe politica e
imprenditoriale – con il concorso del sindacato - per nulla
lungimiranti, rese satolle per quanto ottenuto nel breve e medio periodo,
con salari in calo e stato sociale disfatto e ormai bisognevole
di assistenza continua nei periodi difficili come quello che stiamo
attraversando dal 2020. Sarebbe interessante sapere quanti
capitali – “risparmiati” negli ultimi 30 anni sul versante della produzione
- sono stati trasferiti all’estero e distolti dal sistema produttivo italiano.
Non è un caso se le imprese italiane sono dipendenti da capitali presi in
banca per circa l’80% del totale del capitale di rischio, contro il 50-60%
delle imprese dei paesi concorrenti. Di fatto gli imprenditori chiedono
allo stato di rinunciare a parte della quota di cuneo fiscale introitato
dalle finanze pubbliche.
Per tacer del fallimento della
globalizzazione accompagnata dalla delocalizzazione di molte nostre
aziende: oggi molti imprenditori cercano di tornare indietro, alla luce
delle complessità, anche geopolitiche, introdotte da pandemia e guerra.
|

Perugia. Sindrome di Stendhal contemplando il polittico di S. Antonio
di Piero della Francesca.
Una
trentina di anni fa, invacanza a
Deruta, con moglie figlio decidemmo di visitare il museo di
Perugia. In un ambiente del museo, ero circondato ed abbagliato da
splendori di oro di arte. Mi soffermai a contemplare il Polittico di S.
Antonio di Piero della Francesca.
Abbagliato, feci scorrere lo
sguardo verso l’alto fino ad arrivare al triangolo superiore: colori un po’
smorti, nessuna elaborazione pittorica. Non più frastornato,
mi sembrò di tornare alla normalità. Tornai ad abbassare lo
sguardo verso il corpo centrale dell’opera, passando obbligatoriamente ad
osservare la fuga di archi. Lì cominciai a perdermi e, quando posai di
nuovo la mia ttenzione al cuore del
polittico ed allo splendore fattomi dimenticare dal triangolo superiore
incerto nei colori e nella composizione quasi affrettata,
cominciai letteralmente a perdere l’equilibrio. Dovetti fare un
paio di passi indietro per tenerimi in
piedi.
A dire il vero, l’aver subito
la sindrome di Stendhal mi lasciò un senso di insicurezza e non
di esaltazione.
Di quell’esperienza non ho mai
parlato con nessuno.
|
Europa addio!
Hanno vinto i barbari del Nord, approfittando dei barbari dell’Est.
L’idea d’Europa incarnata
(bene o male) dalla UE è finita. Gli Anglosassoni, dominatori della
Nato, hanno cancellato quell’idea. Provarono, senza riuscirci, a
controllarla con l’ingresso della Gran Bretagna nella CEE nel 1973. Ma col
successo di Eurolandia e dell’euro competitivo nei confronti di
dollaro e sterlina, gli Anglosassoni si convinsero di dover impostare
la liquidazione politica dell’Unione Europea. Hanno preso la palla al balzo
approfittando dell’iniziativa di Putin contro l’Ucraina. Praticamente
l’Unione Europea, rinunciando alla strutturazione di una difesa e di una
politica estera comune, è diventata una semplice espressione geografica.
Rubiamo questa espressione ad un altro barbaro del Nord, Von Metternich, il
quale, a metà Ottocento, così qualificava l’Italia.
E’ la prosecuzione – con altri
mezzi – della “diplomazia delle cannoniere” del Regno Unito del
1800, affiancata, nei primi anni del ‘900, dalla diplomazia “del grosso
bastone” di Theodore
Roosevelt.
Non è un caso che il
segretario della Nato a Madrid si sia lamentato per il fatto che molti
paesi aderenti all’alleanza non abbiano ancora raggiunto il livello di
spesa in armamenti definito nel 2% del rispettivo PIL. E il problema della
difesa comune europea timidamente accennato da Macron? De minimis non curant Britannici!
Molto più utile creare, all’interno dell’espressione geografica Europa,
delle zone di influenza, una sorta di protettorati del terzo millennio, in
Polonia, nei paesi baltici ed ora in Ucraina e in Moldavia.
2-7-2022 Linkiesta: Il nuovo Occidente è
Nato. Il punto di Luciolli sul vertice di Madrid.
Con l’adozione del nuovo Strategic concept, la
Nato risulta più solida, coesa e dotata di una coerente visione
politico-strategica. Il nuovo Concetto Strategico testimonia dunque la
straordinaria capacità di adattamento dell’Alleanza. L’analisi di Fabrizio
W. Luciolli, presidente del Comitato atlantico
italiano
2-7-2022 Linkiesta. di Gianfranco D'Anna. La
Nato mette il turbo e riparte dall’Ucraina. Il vertice Nato di
Madrid ha segnato una profonda svolta non solo della strategia difensiva ma
anche della stessa motivazione ideale e costitutiva dell’Alleanza
Atlantica. In primo piano l’esigenza del continuo potenziamento della
resistenza ucraina. L’analisi di Gianfranco D’Anna.
|

Per risparmiare il gas usato in cucina.
Ho rifatto l'esperimento che
feci un anno fa per curiosità. Ho voluto calcolare il tempo impiegato per
far bollire l'acqua di un bricco per il tè sia sistemandolo normalmente
sulla griglia della cucina a gas, sia poggiandolo direttamente sul
bruciatore dopo aver tolto la griglia. Il tempo impiegato nel secondo caso
è del 35% inferiore: 6:30 minuti sulla griglia; 4:30 minuti direttamente
sul bruciatore. Il risultato è simile a quello di un anno fa con fornello e
pentolino diversi: 11 minuti circa contro 7.
Il risparmio è notevole e
molto interessante visto il costo attuale del gas. Se le verifiche
dell'esperimento dovessero confermare il risultato, sarebbe il
caso di avvisare i produttori perché riducano l'altezza della griglia fino
a permettere che il fondo delle pentole tocchi il bruciatore.
|
La resipiscenza di Di Maio poteva essere anticipata di tre anni.
Con riduzione dei danni per il paese.
I 5 Stelle hanno avuto una
congiuntura favorevole alla nascita: molti cittadini, desiderosi di
cambiare il sistema, non avevano più una offerta
politica credibile - secondo loro - dai partiti
"normali" e moltissimi cittadini incolti, ai quali non è parso
vero che qualcuno dicesse loro che uno vale uno anche se non capisce un
piffero e che quindi, anche loro – diciamo - un po’ digiuni,
valgono come gli altri anche se non capiscono un piffero. Giggino ha impiegato 9 anni per capire che tutta
la costruzione era campata in aria. Probabilmente perché messo di fronte
alla sua inadeguatezza proprio nel ruolo di ministro degli
esteri, con una serie di figuracce che non conosciamo, nei confronti
dello strapotere dei grand commis del ministero e nei confronti dei colleghi
esteri.. Se il presidente Mattarella fosse stato più accorto, avrebbe
permesso all'Italia di avere un Parlamento più in linea col sentire dei
cittadini e non imponendo un governo del Pallottoliere, con
l’obbligare, nell’agosto 2019, il PD e i cespugli di sinistra a tripli
salti mortali carpiati per giustificare a dirigenti e votanti un’alleanza
aborrita fino a qualche settimana prima.I danni
di un anno e mezzo del governo Conte 2 sono stati enormi. Se si fossero
permesse le elezioni, forse quei 9 anni impiegati da Giggino potevano accorciarsi a 6. Ne sarebbe
conseguita una importante riduzione dei danni subiti irragionevolmente dal
paese.
Oggi la maggiore forza del
governo Draghi è diventata la Lega. Agli occhi del mondo, comunque, Draghi
è più debole se non traballante. Magnifici risultati!
|
Prezzi dei prodotti agricoli e finanza.
I
potentati hanno definitivamente vinto.
Fino a qualche tempo fa, gli
economisti seri si scagliavano contro l’influenza che i futures su commodities e
sui prodotti agricoli avevano circa l’andamento dei prezzi di quei
prodotti: prezzi così determinati non avevano più a base i costi di
produzione, immagazzinaggio, trasporto ecc. ma soltanto una valutazione
esclusivamente finanziaria circa le tendenze del mercato (finanziario).
Si veda: à Da Agriregionieuropa anno 10 n°36, Mar 2014. La
speculazione finanziaria nei mercati future: operatori e informazioni
disponibili. Di Marco Zuppiroli Università di Parma, Dipartimento di Economia.
Da qualche tempo, gli
economisti più attenti al problema della crescita dei prezzi dei prodotti
alimentari, suggeriscono, sussurrando e quasi scusandosi, di tornare a
valutazioni corrette di costi di produzione e, possibilmente, ad
abbandonare le previsioni suggerite esclusivamente dall’andamento
finanziario dei futures con sottostanti
quei prodotti.
Perché questa timidezza?
Insomma, se è “naturale” che i prezzi si formino in base alle dinamiche del
mercato (economico), sembra che si consideri altrettanto
“naturale” che il prezzo si formi per analisi finanziarie
sui futures.
Si veda: à da Agronotizie del 28-11-2016. Giusti o sbagliati,
i prezzi dei prodotti agricoli si formano così. Borse merci, contratti di
filiera, futures e finanza. Ecco quali sono le
dinamiche che portano alla formazione dei prezzi dei prodotti agricoli.
di Tommaso Cinquemani
Oggi, troppi di quegli addetti
ai lavori sono stranamente afoni. Come si diceva, azzardano – ma con voce
tremolante – il consiglio (per carità, solo un suggerimento) di svincolare
la formazione dei prezzi di quei prodotti dall’andamento dei relativi futures. Fingono di agitarsi ma in concreto si limitano
a guardare: politicamente non sono in grado di articolare denunce e
soluzioni risolutive.
Oggi, troppi politici non
sanno neanche di che cosa si stia trattando: figuriamoci se sono in grado
di imporre un dibattito serio e articolato tale da permettere alla società
di reagire a questa imposizione, che di economico non ha più nulla.
Si
veda: à 16-3-2022 Il
Fatto. Cosa sono i contratti “future” e perché sono in grado di
muovere con violenza i prezzi di gas e altre materie prime. Nati come
strumenti finanziari per assicurare i guadagni degli agricoltori i future
sono diventati potenti strumenti speculativi maneggiati da colossi della finanza.
Grazie alle loro caratteristiche consentono di moltiplicare i ritorni sulle
somme investite ma comportano anche il rischio di perdere tutto. Gli
ingenti capitali investiti in questi prodotti esasperano le pressioni al
rialzo o al ribasso sulle materie prime. di Mauro Del Corno
Ma in Occidente nessuno sembra
essere interessato a denunciare con forza e convinzione quelle che
potrebbero risultare manovre addirittura disarticolanti ed esiziali per le
società democratiche. Infatti, non sono causa dei disastri economici di
questo periodo, ma si limitano ad “esasperare al rialzo o al ribasso…” . Né
il G 20 manifesta l’intenzione di affrontare il problema.
Che cosa è accaduto? Che cosa
non sappiamo? Che cosa non dobbiamo sapere?
AGGIORNAMENTO DEL 10-6-2022.
Il prezzo del gas:
9-6-2022 AGI. Descalzi: "Prezzi del gas non sono
giustificati, il mercato è distorto". Il ministro Cingolani:
"L'Italia si trova ad affrontare "una doppia sfida: accelerare
sulla transizione energetica e garantire allo stesso tempo la sicurezza
nazionale". L'ad di Eni: "Ci sono
movimenti speculativi che il mercato da solo non riesce a curare, il
mercato è libero, ovviamente c'è spazio per l'offerta, per la
domanda e anche per la speculazione". di Giandomenico Serrao e Gaia Vendettuolli.
Certamente c’è posto anche per
la speculazione. Ma questa va “governata” affinchè il
mercato resti “libero”, cioè regolato. Se assume una dimensione planetaria
come in questi frangenti, la speculazione va colpita duramente e le regole
che fanno da cornice ad un mercato libero vanno riviste.
Il prezzo del grano:
Oggi, quegli stessi potentati finanziari stanno
riuscendo a far credere al mondo che il problema dell’aumento del prezzo
del grano dipenda dalla guerra e che la carestia prossima ventura – specie
in Africa - derivi dal blocco dei porti ucraini.
La produzione mondiale di cereali è di 2.800
milioni di tonnellate. La produzione mondiale di grano è pari a 750
milioni di tonnellate L’ Ucraina produce 4 per cento del grano tenero
mondiale, il 3 per cento del mais, e poco grano duro. Come si fa a
sostenere che il blocco di 20 milioni di tonnellate sia causa di
carestia mondiale?
Questo è l’andamento dell’Import/Export di grano nel mondo per gli anni
2015-2016:
I principali paesi esportatori
e importatori di grano nel mondo
Grado
|
Stato
|
ESPORTAZIONE DI GRANO, FARINA
E PRODOTTI A BASE DI GRANO
IN 2015 / 2016,
(in 1,000 tonnellate)
|
Stato
|
IMPORTAZIONE DI GRANO, FARINA
E PRODOTTI A BASE DI GRANO
in 2015 / 2016, (in 1,000 tonnellate)
|
1
|
Un.Europea
|
33,000
|
Egitto
|
11,500
|
2
|
Russia
|
24,500
|
Indonesia
|
9,100
|
3
|
Canada
|
22,500
|
Algeria
|
8,100
|
4
|
Stati
Uniti
|
21,200
|
Turchia
|
7,300
|
5
|
Australia
|
16,300
|
Un.europea
|
6,700
|
6
|
Ucraina
|
15,800
|
Brasile
|
5,800
|
7
|
Argentina
|
8,800
|
Giappone
|
5,700
|
8
|
Kazakistan
|
7,500
|
Iran
|
5,500
|
9
|
Turchia
|
5,500
|
Messico
|
4,500
|
10
|
Messico
|
1,300
|
Nigeria
|
4,300
|
Come
si vede, Russia, Canada, USA, Australia, Ucraina, Ucraina, Argentina e
Kazakistan sono esportatori netti di grano. Nel 2016, gli 8 paesi
considerati hanno esportato 116 milioni di tonnellate di frumento.
All’Ucraina è imputabile il 10 % delle esportazioni. I dati
andrebbero aggiornati ad oggi, ma la situazione non cambierebbe di molto.
Ed
infatti, nel 2021, la quota di export di grano imputabile all’Ucraina è
addirittura scesa ed è pari all’8,5%.
Siamo
in presenza di un vero e proprio processo di false notizie.
|
Stragi americane.
Immagino i molti giovani
americani, cresciuti a film western e ketchup, gracili mentalmente e
fortificati solo dall'idea di possedere un'arma, che a 18 anni fanno un
salto in negozio e comprano fucili d'assalto ed altre armi da guerra. Vere.
Li immagino come, una volta
tornati a casa, davanti allo specchio mimino gli assalti finti con
mitragliatori veri: “pam… pam” come facevano da bambini con i fuciletti di
plastica. Poi a nanna pensando di essere diventati invincibili. Li immagino
avviliti e depressi, dopo un mese di quei giochi allo specchio, per non
poter passare dal gioco del mimo ad un assalto vero.
Ed eccoli risolvere le loro
frustrazioni: imbracciare la bacchetta magica che li rende invincibili,
rifornirsi di munizioni ed uscire di casa e recarsi a scuola, magari la
loro scuola dove sono stati presi in giro per le loro posizioni
antropologicamente inaccettabili e inaccettate da parte di quegli amici
che, "normali, li prendevano in giro per i loro ragionamenti tanto
infantili quanto pericolosi.
Ed ecco che l'assalto finto si
trasforma in vero e non serve più fare "pam...pam..." imitando gli spari: questa volta gli spari
parlano da soli e uccidono veramente.
A quale soluzione pensano
molti Americani per evitare queste tragedie? Per molti di loro è
sufficiente che si armino maestri e professori, bidelli e
inservienti, e si addestrino per rispondere col fuoco vero
all'assalto vero. In questo modo si potrebbero dimezzare o addirittura ridurre
ad un terzo i morti del gioco vero del commando. Istruzione, informazione,
cultura, approfondimento delle dinamiche cerebrali sottostanti? Troppo
complicato, meglio un M12 nel cassetto della cattedra o della guardiola.
Queste posizioni mi ricordano la
guerra ucraina. Diplomazia, incontri, studi, conoscenze reciproche,
consultazioni periodiche con chi si atteggia ad avversario o a nemico?
Troppo complicato. Meglio che Zalensky sia
rifornito di missili. Però, una domanda: Zalensky è
presidente dell'Ucraina dal 20 maggio 2019. Possibile che non abbia pensato
per tempo ad armarsi, proprio alla luce delle sue intenzioni di dichiarare
al mondo di voler entrare nella Nato?
Mistero!
|
Referendum. Sulla legge Severino.
I
nostri responsabili politici non sono più in grado di conoscere e
seguire le regole di "opportunità politica", che
vorrebbero fosse escluso dalle liste il personaggio “chiacchierato”,
sopportato perché temuto per i suoi metodi e nelle sue frequentazioni,
colluso anche lontanamente con la mala più o meo organizzata. Ad
esempio, non sono in grado di escludere dalle liste chi abbia
avuto una condanna anche in primo grado per opportunità politica. L'opportunità
partitica vince su quella politica. Non sono in grado perché se l'escluso
si incazza potrebbe “scoprire gli altarini” del partito. Allora, da grandi
statisti, hanno trasferito per legge quell'opportunità.
Solo
che la legge Severino viola uno dei principi fondanti della ns.
Costituzione: l'innocenza fino al terzo grado di giudizio.. Ma
con chi non una robustezza intellettuale da mettere in gioco,
c'è poco da fare: deve sempre rendere le sue decisioni in
maniera tale dapoter dire che non
si poteva fare diversamente: è la legge!
.
|
Domande a Zelensky sul da lui auspicato
Piano Marshall per l’Ucraina.
Credo
che questa guerra dimostri in maniera inequivocabile come i conflitti non
siano mai tra popoli o nazioni, ma solo tra governi, supportati da quelle
entità istituzionali direttamente embedded (in Italia si veda la posizione
della totalità dei 1700 giornalisti RAI). E' evidente che
l'eventuale cambio di governo nei paesi interessati, potrebbe radicalmente
rivedere le posizioni dei paesi occidentali. Domanda a Zelensky:
" A Zele', il tuo paese sta andando
incontro a distruzioni di ricchezza incalcolabile. Sei proprio sicuro che
l'Occidente compatto ti finanzierà la ricostruzione? Voglio dire che se in
USA dovesse vincere un trumpiano, in Russia
dovesse consolidarsi Putin, se in Italia si formasse un governo di destra
(attento all'ultima presa di posizione in merito di Berlusconi) sei così
sicuro che ci sarà un generosissimo Piano Marshall per l'Ucraina
e non cominceranno i “distinguo”? Al di là delle condizioni di pace, è
proprio così remota l'ipotesi che i paesi occidentali non ti
richiedano addirittura il pagamento delle armi fornite? Sei così sicuro che
le posizioni di Anglosassonia restino
quelle di oggi?".
Suggerimento a Zelensky:
studia e medita sulla storia del popolo kurdo dall’inizio del ‘900 ad oggi.
Cerca di evitare che Anglosassonia ti
riservi un trattamento simile.
|
Potenze
atomiche. Anche potenze militari?
Guerra
Russia-Ucraina. Riflettevo su una serie di fatti: una nazione dotata di
armamenti atomici è anche una potenza militare? Il Pakistan o la Corea del
Nord sono anche potenze militari? Una potenza atomica che cerca di
ingerirsi negli affari interni di una nazione e procede ad una aggressione
sul campo per cambiare governi e condizionare la politica di quel paese,
può essere considerata una potenza militare se non usa la bomba atomica? Le
vicende del Viet Nam, dell’Afghanistan e dei paesi in cui le
iniziative delle potenze atomiche non hanno avuto successo, non
avendo “voluto/potuto” usare l’atomica, starebbero a dimostrare che una
guerra non classica, ma mirante ad impedire ad una nazione autonome
espressioni di politica estera e, quindi, riconducibile a reazioni di
guerriglia di popolo, starebbero a dimostrare il
contrario.
Insomma,
l’armata di Putin ha mostrato tutte le caratteristiche di una scarsa
potenza militare: dai piani di invasione, ai risultati sul campo, alle
perdite di materiale bellico. Invece di una guerra lampo, come negli
auspici dei Russi, si sta dimostrando una guerra monsonica e
gommosa, che potrebbe andare avanti per tutta una stagione senza
vedere conclusioni, per sfociare, infine, in una guerra di
guerriglia.
E
infatti molte potenze atomiche hanno costruito bombe nucleari di basso e
bassissimo potenziale, comunque tali da poter essere usate senza creare
reazioni avverse planetarie. Se non ricordo male, gli USA di Reagan
lavoravano alla bomba a neutroni, in grado di distruggere ogni forma di
vita ma di lasciare le infrastrutture intatte.
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Domandine ai due strateghi del terzio
millennio.
Domanda
a Zelensky, che continua a sostenere che l'Occidente non ha il
coraggio di far scoppiare l'ultima (nel senso proprio di ultima) guerra
mondiale: "Caro Zelensky, con la Russia siete in guerra nel Donbass da otto anni. Gli Ucraini sono 45 milioni,
i Russi 145 milioni e ,in geopolitica, il differenziale non è così
eclatante. Governanti previdenti avrebbero resa l'Ucraina una
super potenza locale, come ha provveduto a fare la Turchia (82 milioni di
abitanti) mettendo in piedi il secondo esercito della Nato.
Invece siete ancora a corto di armi. Come mai? Dove è mancata la vostra
classe dirigente? Tu sei al potere da tre anni. Dunque?".
Domanda
a Putin che dopo un mese dall'invasione dell'Ucraina, sostiene - non molto
convinto - di aver raggiunto finalmente gli obiettivi che si era
dato per i primi tre giorni di guerra: "Caro Putin hai
potuto verificare che una buona metà del tuo arsenale è finta, nel senso
che i sistemi d'arma di precisione non sono poi tanto precisi (verifica i
fornitori) ; che alcuni di questi non possono neanche definirsi sistemi
d'arma perché fanno cilecca; che gli Ucraini sono in grado di individuare
con precisione la localizzazione degli alti comandi della campagna di
invasione, tanto che ti hanno fatto fuori ben sette alti generali in capo
del corpo di spedizione; che, per evitare figuracce, non è
quindi opportuno che tu provi ad utilizzare una delle 5mila bombe atomiche,
molte delle quali costruite anche oltre mezzo secolo fa, visto che
potrebbero riuscire a stento a fare un bel buco in un parcheggio
di un supermercato ucraino. Bene, perché non aggiorni la tua strategia? Gli
stati cuscinetto che tu pretendi sono stati resi inutili dai sistemi
balistici intercontinentali e relegati alla storia delle guerra
del secolo scorso. Invece di generare decine di migliaia di morti, promuovi
alti ufficiali in grado di aiutarti, invece di pescarli tra i tuoi fedeli.
Ti informo che, in genere, i fedeli sono anche un po' coglioni".
|
Da Formigli (La 7 ) Professor Orsini,
stai punito!
Premetto
che è mio costume criticare le cose che ritengo malfatte e elogiare le cose
che ritengo benfatte, indipendentemente da chi abbia male o bene operato.
Nella guerra in corso mi schiero a favore degli Ucraini contro i drammi
causati da Putin e i danni generati dalla Nato negli
ultimi 20 anni (ci si informi).
Il
professor Orsini della LUISS - semplifico - ha posizioni filo
russe. Come si vede, tutti i maestri del pensiero unico sono
pronti a criticare i metodi autocratici che, però, in ultima analisi, per
chi sostiene - a sua insaputa – il pensiero monoverso , risultano molto comodi, veloci, facili
da usare e definitivi per tutti, anche per chi ha sulla spalla
il marchio della democrazia. Lo hanno dimostrato gli invitati di Formigli nei confronti del prof. Orsini. Sembrava
una scena di un film tratto dai romanzi di
Salgari: schiumanti piraña (niente
plurale, dice La Crusca) intenti a spolpare la
carcassa di un facocero.
Credo
che la trasmissione di Formigli (che
non seguo ma che, su indicazione di amici, ho scaricato da YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=rdw5zJMW4DE )
rappresenti il giornalismo italiano plasticamente (termine
questo che va di moda tra i lavoratori dell’informazione nostrani un po’
così). Per la verità Formigli era ben
spalleggiato da un altro giornalista, il direttore Calabresi, in grado di
affermare che gli Italiani vogliono che si inviino armi all’Ucraina – ma
forse non guarda i sondaggi e si fida del suo intuito - e
da una ricercatrice, di cui non ricordo il nome che, comunque, è
bene tacere, ma che dirige l’Istituto Affari Internazionali, la quale
sostiene che non si può parlare di eventi che non siano stati vissuti
personalmente. Con questi geni dell’informazione, in grado di
risolvere problemi di politica internazionale in due minuti di
interventino, ed il livello che hanno
imposto ai media italiani (medium, sosterrebbe La Crusca), Putin
può dormire sonni tranquilli nel settore della comunicazione.
Ormai
siamo all’infantilismo informativo militante. Come quando il
maestro che doveva allontanarsi incaricava il
capoclasse di segnare sulla lavagna i buoni e i cattivi e il massimo
dell’accomodamento e della elasticità di giudizio era il + o il – segnato
accanto al nome. Nella fattispecie il cattivo era uno solo e i
capiclasse tutti gli altri. Formigli gestiva
alla grande gesso e cancellino, non essendo in grado di andare oltre il
ruolo di bidello.
Che
dire? Mark Twain sosteneva che a voler insegnare a cantare ad un maiale si
perde tempo e si finisce per annoiare lo stesso maiale.
|
Fusione nucleare e e colpi di coda dei
paesi produttori di petrolio.
La soluzione russa anti Zelensky
riproponibile dall’Occidente in funzione anti Maduro?
23-3-2022 Libertà Nucleare
pulito, il sindaco Brugnaro: “Eni realizzi la prima
centrale a Venezia”
14-3-2022 La
Repubblica. Nuova centrale atomica in Finlandia. E' la prima in Europa
da quasi 15 anni. di Elena Dusi
Occorre decuplicare gli sforzi
finanziari e cerebrali per accelerare sulla ricerca in materia di fusione
atomica. Il trend attuale porterebbe ad un primo utilizzo “industriale”
nella seconda metà del secolo, ma la nuova situazione di mercato potrebbe
premiare un mastodontico aumento delle risorse messe a disposizione del
settore, accelerandone i progressi e l’impostazione di tecnologie che
permettano la sua utilizzazione entro trenta anni.
La Russia e molti paesi arabi
sono in rotta con l’Occidente e, avviandosi lo sfruttamento degli
idrocarburi verso la loro conclusione, potrebbero riservare tristi e
micidiali novità per i paesi importatori.
Mappa dei giacimenti
petroliferi nel mondo.

Questi sono i paesi con la più
grande riserva di petrolio comprovata.
Grado
|
Stato
|
Barili
(in milioni)
|
1
|
Venezuela
|
300,878
|
2
|
Arabia
Saudita
|
266,455
|
3
|
Canada
|
169,709
|
4
|
Iran
|
158,400
|
5
|
Iraq
|
142,503
|
6
|
Kuwait
|
101,500
|
7
|
Emirati
Arabi Uniti
|
97,800
|
8
|
Russia
|
80,000
|
9
|
Libia
|
48,363
|
10
|
Stati
Uniti
|
39,230
|
11
|
Nigeria
|
37,062
|
12
|
Kazakistan
|
30,000
|
13
|
Cina
|
25,620
|
14
|
Qatar
|
25,244
|
15
|
Brasile
|
12,999
|
16
|
Algeria
|
12,200
|
.
In caso di forti turbolenze
nei processi di approvvigionamento, l’Occidente arriverà a riproporre
contro Maduro la soluzione trovata da
Putin contro Zelensky?
|
Ucraina. Se le cose stanno così……..
Se ne parlava circa un mese
fa. Se i Russi sono convinti della grande difficoltà da parte delle forze
armate occidentali di intercettare i missili ipersonici (si arriva anche a
Mach 7) potrebbero anche fare un pensierino alla guerra prima che la
tecnologia Nato riesca a realizzare intercettori adeguati. Soprattutto se
la tecnologia di intercettazione russo-cinese fosse più
avanzata. Se le cose stanno in tal modo, ogni reazione farebbe avvicinare
la deflagrazione. Mentre l'assenza di reazioni convincerebbe i Russi a
continuare a sbocconcellare i paesi confinanti. Non riusciamo ad
affrancarci dall'errore più frequente commesso dall'homo militaris da almeno 10mila anni: "Le cose stanno
così e così resteranno per mille anni". E' l'errore degli Occidentali
ripetuto da almeno una trentina di anni. Adesso corriamo per correggere le
nostre decisioni prese negli ultimi decenni fidandoci del fatto che
"se le cose stanno così, così resteranno per i prossimi mille
anni".
|
Ipotizziamo che
Putin abbia ragione….
Ipotizziamo che Putin abbia
ragione sull'espansionismo della NATO. Ma perché ha fatto il pesce in
barile cercando di rispondere con un suo espansionismo (Donbass)
a quello occidentale, invece di impostare una battente campagna mediatica
mondiale contro l'atteggiamento aggressivo della Nato? Non essendo riuscito
nell'intento espansivo con la forza, ha deciso di invadere l'Ucraina. Si è cacciato
così in un vicolo sempre più stretto, ed è caduto nella trappola
occidentale (sempre nell'ipotesi degli Occidentali cattivi) che lo ha fatto
passare dalla ragione al torto. Questo fatto non depone a favore
del q.i. di chi pretende di essere uno dei grandi
statisti del pianeta.
Credo che se ne uscirà solo
con la mediazione della Cina.
|
La mossa di
Putin: un successone!
Risultati dell'azione del Putìn: ha ricompattato l'Occidente; ha fatto prendere
coscienza alla UE della sua nullità in campo internazionale; ha rotto le
uova nel paniere di Pechino, visto che la Cina sta aspirando a prima
potenza mondiale pur giocando con le regole dettate dagli stessi
Occidentali; ha aperto alle finanze cinesi l'acquisto di asset russi, visto che Putin non ha una lira e
finanziamenti internazionali sono ormai compromessi, mentre i Cinesi non
sanno dove mettere i miliardi di dollari a disposizione: oltre a pensare
all'Africa, si compreranno la Russia investendo lì (intanto stanno
impostando il progetto del più grande gasdotto del mondo, dalla Russia); ha
convinto la Germania a riarmarsi (Berlino cercava solo l'occasione per far
parte – alla pari - dei paesi leader mondiali); ha convinto
tutti i paesi Nato a spendere di più in armamenti; ha ricompattato la UE
circa le posizioni da tenere con i paesi di Visegrad;
ha reso conveniente per l' Europa riconversioni sulle fonti di approvvigionamento
energetico, troppo costose (e, infatti, sempre accantonati) in
periodi di tranquillità e con accettabili prezzi di gas e petrolio; ha reso
praticabile lo spazzar via i governi di Cuba, del Venezuela e di tutti quei
paesi che si ritiene "rompano le palle" all'Occidente; ha
obbligato Turchia e Cina schierarsi su posizioni di non adesione nei
confronti della mossa di Mosca; i contractor
russi spediti in Africa (Libia, paesi subsahariani ecc.) verranno spazzati
via in pochi mesi. Insomma, per i Russi un successone!.
Dispiace che, con tutto questo
cambiamento nel crogiolo, gli Ucraini rivestano il ruolo, occasionale, di
catalizzatore.
|
“Meglio un maglione della mimetica”.
Aiutiamoci con buon senso.
• Abbassiamo
di un paio di gradi il riscaldamento di casa. Meglio indossare un maglione
oggi che una mimetica domani.
• Sostituire
con lampade a led tutte le fonti di luce casalinghe. La sera, accendiamo la
luce un po' dopo rispetto alle nostre abitudini.
• Mettiamo
a bollire il quantitativo giusto di acqua per lessare la verdura, per il
tè, per la pasta. Utilizziamo una pentola di diametro
adeguato rispetto alle dimensioni del fuoco su cui verrà posta:
la fiamma non deve superare il fondo del recipiente. Se abbiamo fretta e
vogliamo riempire una pentola di acqua già calda, utilizziamo il rubinetto
più vicino allo scaldabagno.
· Se
dobbiamo mettere a bollire l’acqua (tè, pasta, verdure ecc.) utilizziamo
recipienti senza i tripli e quadrupli fondi. Occorrono minuti solo per
scaldare il fondo delle pentole.
· Attiviamo
la lavastoviglie solo a pieno carico e non perché non abbiamo più forchette
o piatti puliti a disposizione. Cerchiamo di caricare la lavatrice con il
massimo peso di panni consentito.
• Evitiamo
di fare il bagno e cerchiamo di fare docce economiche. Teniamo acceso lo
scaldabagno solo durante la notte.
Le famiglie italiane sono 26
milioni.
Se riuscissimo a risparmiare
un solo centesimo ogni 24 ore a famiglia, recupereremmo 260.000
euro al giorno, 94.900.000 di euro l'anno.
Se arrivassimo a
risparmiare un euro al mese a famiglia, recupereremmo 312
milioni di euro l’anno.
|

Traghetto in fiamme .Perché non si
pensa….
Perché non si pensa ad un
sistema antincendio con elementi posti al di fuori delle murate,
alimentati autonomamente e con idrovora con pescaggio
direttamente in mare. Questi riverserebbero l’acqua
all’interno dell’imbarcazione e potrebbero risultare risolutivi
qualora i sistemi antincendio “normali” vengano messi fuori uso da
incidenti. Oltretutto il sistema non obbligherebbe ad attendere gli idranti
di rimorchiatori o imbarcazioni di soccorso.
|
Guerra! E guerra sia!
I due principali paesi
anglosassoni, USA e GB, alternatisi negli ultimi due secoli come gendarmi
del mondo, hanno perso quel ruolo nell’ultimo ventennio. Una serie di non
ben valutate iniziative anglosassoni sugli scacchieri internazionali hanno
relegato i due paesi un po’ ai margini delle dinamiche
geopolitiche: dalla seconda guerra irachena, alle primavere arabe, alle
manovre di Sarkozy, il quale per scalzare
l’Italia dalla Libia, ha permesso alla Russia e ai Turchi di ricavarsi un
posticino nel Mediterraneo centrale. Per non parlare del disastro afghano e
della Brexit .
Anche la Russia, praticamente
emarginata negli anni ’90, ha stentato a recuperare posizioni, sopravanzata
dalla Cina che ha praticamente globalizzato il mondo e fra tre o quattro
anni ci ritroveremo anche sulla Luna. Nel frattempo, mentre gli altri
tre giocano alla data della guerra, ha creato notevoli interessenze in
Oceania (Isole Fiji ecc.)
Le attuali difficoltà interne
di Biden e di Johnson e la stagnante posizione geopolitica russa hanno
suggerito il rimescolamento delle forze nello scacchiere internazionale
attraverso la crisi ucraina. Oggi è mercoledì 12 febbraio: secondo Biden
oggi (ora di Washington?) dovrebbe scoppiare la guerra.
Aspettiamo ancora qualche ora.
Gli obiettivi dei tre
contendenti paciocconi in parte coincidono: far emergere la debolezza
europea in campo energetico, militare e diplomatico. A fronte di
questa vicenda, la UE dovrà trovarsi, nel breve periodo, nuove
fonti di approvvigionamento (gli Stati Uniti?); dovrà cominciare a spendere
di più per gli armamenti; in ultimo, non riuscirà mai a parlare con una
sola voce in campo diplomatico internazionale, restando un nano in feluca.
In conclusione, la UE non cerchi di avvicinarsi alla Cina che, in questo
frangente ha dimostrato di stare al fianco di Putin, e torni a schierarsi -
senza se e senza ma – con gli Anglosassoni.
Analisi troppo
semplicistica? Domanda: come mai neanche i potentati
finanziari internazionali hanno creduto a uno “scrocchio” vero?
Il dollaro, in genere valuta rifugio nelle crisi vere, ha avuto qualche
giorno di rivalutazione negli ultimi giorni di gennaio (1,11 per 1 euro)
per tornare a scendere ai livelli di dicembre-gennaio (1,13 – 1,14).
AGGIORNAMENTO del 17-2-2022.
Un amico mi fa presente che in
situazioni di crisi occorre guardare non tanto al dollaro quanto all’oro.
La quotazione dell’oro ha
cominciato a crescere da metà 2019. Ha raggiunto il picco massimo di 1725,35
euro il 10 agosto 2020. Mercoledì 16 febbraio (giorno della guerra) l’oro
quotava 1629,83 euro.
|

SITUAZIONE NEI PARTITI
1) Come sta la destra.
Salvini sostiene che per
ricomporre il centro destra occorrerà un anno. Nel frattempo lui prova a
sondare il terreno per capire se il Grande Centrino (FI e cespugli) può
dargli spazio e se avrà un futuro. Intanto continua ad accusare di
tradimento e diserzione quanti hanno fatto mancare il voto alla Casellati
nelle elezioni presidenziali.
Dopo una ansimante fuga in
avanti, Berlusconi ha capito che, per continuare a
gestire da Arcore l’eventuale Grande Centrino, dovrebbe impedire
alla Lega di convergere su quello che considera un suo terreno esclusivo.
Pena l’irrilevanza di Forza Italia come forza egemonica della
nuova formazione.
Ma sia Salvini che Berlusconi
commettono un errore: non è vero che la situazione odierna si limita a
spingere gli innervositi elettori di centro a trovarsi una offerta politica
liberal moderata. E’ vero invece che molti cittadini italiani (il 40% non
va a votare) sono alla ricerca dell’ennesimo percorso politico che sia in
grado di prospettare quel cambiamento radicale politico, partitico,
comportamentale che da una decina d’anni vanno affannosamente esplorando,
nella speranza di riconoscersi in nuove offerte politiche,
finora comunque tutte deludenti e fallimentari. Dalla mancata rottamazione
di Renzi e le sue conversioni sulla spending review fino al licenziamento di Cottarelli, al
grande bluff dei 5Stelle i quali, lungi dall’aprire il Parlamento come una
scatoletta di tonno, si sono esercitati in manovre autoimmuni tanto
evidenti quanto foriere di disastri.
Oggi a
destra è la Meloni ad incarnare la voglia e la
possibilità di un drastico cambio di rotta rispetto all’andazzo generale. E
la sua proposta politica risulta la più adeguata ad accogliere
il cambiamento auspicato da una buona parte di cittadini.
Cambiamento non certo rivoluzionario (Giorgia Meloni sostiene di essere la
più rispettosa delle istituzioni) ma negli atteggiamenti
politici; nel tentativo di imporre una maggiore correttezza e
lealtà nei rapporti interpartitici, appunto, con le istituzioni, con le
altre forze politiche e con i cittadini; nel più fermo e diverso
atteggiamento nei confronti di questa UE.
Queste almeno sono le
caratteristiche di Fratelli d’Italia agli occhi di almeno un terzo dei
cittadini italiani. Gli altri partiti, quelli che non sanno fare più
politica, hanno da contrapporre solo l’accusa di fascismo, di estremismo di
razzismo alla formazione di Giorgia Meloni, non essendo in grado di opporre
linee e visioni politiche, soluzioni diverse, diversi metodi operativi
nell’affrontare i vari problemi della nostra società.
Sosteneva Leonardo
Sciascia che “Il più bell’esemplare di fascista in cui ci
si possa oggi imbattere (e ne raccomandiamo agli esperti la più accurata
descrizione e catalogazione) è quello del sedicente antifascista unicamente
dedito a dare del fascista a chi fascista non è”. (Nero su
nero, Einaudi 1979 - Pag. 73)
Salvini e Berlusconi
cercheranno di saggiare la disponibilità di altri forni, ma mentre
loro devono affannosamente prendere tempo per cercar di trovare
la strada più conveniente a loro ed alle loro formazioni, la Meloni può
invece più semplicemente aspettare, approfittando della loro inadeguata e
sconclusionata offerta politica e della conversione di parte di quel 40 %
di cittadini che si astengono. Con le amministrative alle porte, le
decisioni rischiano di essere affette da presciolosità intellettuale.
Altri sono i problemi
di FdI.
1) Mancanza di una classe
politico-amministrativa adeguata da proporre localmente. Può contare su una
esperienza di governo ridotta:
partecipò come Alleanza Nazionale al IV governo
Berlusconi (2008-2011) con 4 ministri e 8 sottosegretari. Dal 2018
partecipa alla avanzata della destra nelle amministrative, regionali e
comunali.
2) Mancanza di canali
mediatici di comunicazione che vadano oltre i social e Il Secolo d’Italia.
Certamente Berlusconi (Silvio) farà mancare quelli di Mediaset o
cercherà di mettere in luce critica – tramite i suoi giornalisti
– la partecipazione di esponenti di FdI.
Dovrebbero progettare l’impostazione di alternativi canali di
comunicazione sfruttando le nuove tecnologie, anche alla luce
del fatto che i due anni e passa di pandemia hanno costretto moti cittadini
ad impadronirsi degli strumenti per accedere alle nuove forme di
informazione e partecipazione.
Alle elezioni politiche del
2018 il partito si attestò al 4,35 % alla Camera e al 4,26 % al
Senato. Risultati prossimi all’irrilevanza rispetto ad oltre il 17 % della
Lega e al 14 % di Forza Italia. Oggi, grazie all’esposizione mediatica
offerta anche dai canali del Cavaliere, i sondaggi collocano la Meloni tra
il 18 ed il 20 %. C’è da aggiungere che la partecipazione ai talk show di
Giorgia Meloni fa aumentare gli ascolti di quei canali, ripagando in tal
modo quegli stessi canali.
3) Mancanza di
presa di distanza nei fatti e nell’azione di tutti i giorni, non
semplicemente in dichiarazioni formali, da frange violente che si
definiscono simpatizzanti di estrema destra. Oppure da coloro che
ridicolizzano il suo partito con manifestazioni infantili di approccio
folkloristico richiamanti il ventennio fascista.
4) Difficoltà nel promuovere
una cultura di destra adeguata, attraendo in maniera organica forze
intellettuali di area e non, attive e critiche, in grado di
prospettare da qui a dieci, venti anni soluzioni strutturali ai
gravi problemi che una società complessa deve affrontare.
5) Mancata
valorizzazione (conseguenza del punto 2) del ruolo di Meloni
nella UE quale presidente del
Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
Per concludere, la voglia di
cambiamento degli Italiani e le posizioni raggiunte nei sondaggi possono
indurre la Meloni a posizioni politco-sociali dettate
da pigrizia operativa.
Sbaglierebbe.
I tre partiti devono decidere
prima delle amministrative di metà anno.
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“Saper prendere tempo!”
3-2-2022 Il Tempo. Elezioni
amministrative, il centrodestra diviso rischia il cappotto dalla Sicilia a
Verona
I vecchi democristiani
sapevano benissimo che il “Saper prendere tempo!” era arte raffinata e sempre
pagante. Sapendo fare, male che fosse andata, il bilancio dell’attesa
sarebbe stato uguale a zero.
Quando Mattarella impose
il BisConte per meriti di pallottoliere
e contro ogni morale costituzionale, sapeva benissimo che il suo partito
non ci avrebbe rimesso nulla e che, anzi, avrebbe potuto ben lucrare.
Soprattutto se gli avversari non avessero avuto in dote lungimiranza, buona
organizzazione, costanza, adeguatezza.
I risultati sono sotto gli
occhi di tutti: è stato sufficiente aspettare per veder cuocere nel loro
misero brodo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Non sono
stati in grado di adeguare la loro politica alle vicende che la
realtà poneva loro innanzi.
Dei tre, ha retto meglio il
partito di Giorgia Meloni, con una impostazione etica più
solida rispetto agli altri due e con migliore approccio
istituzionale, nel senso di migliore adesione e più manifesto rispetto dei
valori istituzionali. Ma, se non riuscirà ad attirare una parte cospicua
del corpo centrista del vecchio schieramento di centro-destra, a
che servirà? Certo, Meloni potrebbe essere avvantaggiata dagli obiettivi
indecifrabili e nebulosi degli ex alleati, dalle manifeste
incapacità dimostrate dai vertici della Lega e dalle umoralità del Cavaliere che ancora sbatacchiano
malamente Forza Italia. Ma in questa manovra di coinvolgimento
si varrà la nobilitate dei dirigenti di Fratelli d’Italia.
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Maturità: “Oddio! La seconda prova
scritta!”
Ai miei tempi…
Feci l’esame di maturità nel
1965. Liceo scientifico. Fui rimandato in tre materie. Promosso poi
ad ottobre.
Nel 1965, l’esame prevedeva i
riferimenti degli ultimi tre anni: se, per caso, nel corso degli
orali ci fosse stata occasione di parlare del trapasso dal
feudalesimo ai comuni, del citoplasma, o di Machiavelli non
potevamo obiettare che, trattandosi di argomenti studiati due anni prima,
la domanda era irricevibile. Gli scritti consistevano in cinque prove:
Italiano, Matematica, Latino, Francese, Disegno. Agli orali si portavano
tutte le materie, compresa “Educazione civica”. Nessuno ci consolava con
“Poveri ragazzi… vi stanno massacrando!”. Ricordo che terminata la prova di
disegno, il membro della commissione ci informò che il giorno dopo ci
saremmo dovuti presentare in tuta e scarpe da ginnastica: avremmo dovuto
sostenere anche la prova di Educazione Fisica.
L’indomani, in cortile, tutti
in riga sull’attenti. L’esaminatore ci fece avanzare a turno. A ciascuno
chiese di mimare i movimenti di una prova di atletica. Quando fu
il mio turno, mi toccò simulare le movenze di un lanciatore di disco. Superai
l’esame perché nel 1960, in TV tra i vari servizi sulle gare olimpiche
(Roma 1960) seguii quelli relativi al lancio del disco. Ricordai i
lanci e i relativi movimenti di Adolfo Consolini (un
grande campione, ormai vecchietto di oltre 40 anni). Come posizione iniziale
adottai quella del Discobolo di Mirone. Fu
un successo, a parte le tre materie ad ottobre.
Per decenni, l’esame di
maturità fu un mio incubo ricorrente – almeno annuale - e sempre
uguale: un personaggio mi convocava e mi informava che avrei dovuto
sostenere di nuovo l’esame di stato. Mi lamentavo affranto, sostenendo che
non vedevo il motivo …. che non era giusto…. soprattutto che ero già
laureato…. Niente da fare. Sebbene afflitto, cercavo sul patibolo di
organizzarmi: va bene alcune materie … ma matematica mi avrebbe affossato,
chi ricordava nulla dello studio delle funzioni? Quando, angosciato e
sudato, mi svegliavo, da quell’incubo, me ne stavo minuti e minuti a
crogiolarmi, ridendo, sotto le lenzuola, felice per lo scampato patibolo.
Uno dei momenti esaltanti della mia vita!
Curioso: da una trentina
d’anni quel sognaccio non si è più
ripresentato. Che sia, nel frattempo, maturato?
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Sul populismo e sul qualunquismo dopo le
presidenziali.
1) E’ stata dimostrata
l’inamovibilità di Draghi. E’ stata dimostrata l’insostituibilità di
Mattarella.
2) E’ stata dimostrata l’inadeguatezza
dei partiti a svolgere un ruolo pur minimo di rappresentanza e iniziativa
democratica. Non sono in grado di svolgere neanche un “lavoretto”. Ricordo
che i partiti politici hanno una rilevanza costituzionale e che le entità
che si definiscono “partito politico” rispondono ai cittadini ed alla
costituzione del loro comportamento.
3) E’ stata
dimostrata l’incapacità dei capipartito a gestire politicamente
le formazioni di riferimento. La prova di questa loro insulsaggine è stata
data da Mattarella: per i 30 secondi di pseudo supplica perché
accettasse la rielezione, ha accolto i gruppi parlamentari (cioè
i peones che l’hanno voluto ed
eletto) e i grandi elettori regionali, ma non i capibastone.
4) E’ stata dimostrata
l’assoluta estraneità dei partiti rispetto alla società italiana: non sono
più capaci di fare politica. Per la quale occorrono cultura, intelligenza,
intuizione, lavoro, impegno, tutte qualità di cui i partiti sono
orfani. Le “fortune” della nomenclatura si basano esclusivamente su tre
cose: sull’essere fedeli (pur se coglioni) a chi ha il potere di “stilare
le liste elettorali”; sulla più o meno intensa partecipazione ai
talk show televisivi (da cui deriva un obbligato loro asservimento ai
padroni dei canali mediatici) e, soprattutto, sul fatto che gli
iscritti, i militanti, gli attivisti sono del tutto afoni e non in grado di
svolgere un minimo di controllo e di sindacato circa l’azione dei capi:
devono solo mettere la croce dove sanno quando ci saranno le votazioni.
5) E’ stato dimostrato che il
paese può andare avanti anche senza partiti e capipartito, ridotti ormai a
comitati d’affari, e che anzi spesso il loro coinvolgimento fa crollare la
qualità degli interventi e delle decisioni politiche.
6) E’ stato dimostrato che
sono in mala fede (per altro obbligata dalla loro scarsa cultura) quanti
tacciano di qualunquismo e populismo coloro che si riconoscono nelle
considerazioni appena esposte: li condannano le loro analisi
miserevoli che cianciano di cultura, progressismo, umanitarismo,
antifascismo, antirazzismo ecc. senza neanche conoscere a fondo il
significato di quei concetti, ripetuti come leggendo una lista della spesa
dal droghiere. Se i cittadini imponessero un radicale cambiamento a questo
andazzo, se le cose tornassero “normali”, non saprebbero che cosa fare o
dire.
7) E’ stato dimostrato che i
pigri profittatori della situazione attuale accusano ferocemente di
qualunquismo e populismo ogni minima nuova inclinazione democratica mirante
a ridare voce ai cittadini perché si torni ad ascoltarli. Chi
oggi cerca di ergersi al di sopra di tutti e di tutto dimostra un vero
disprezzo proprio per i cittadini, considerati ignoranti ed incapaci di
ricoprire, senza la loro alta ed indispensabile mediazione, il ruolo che la
costituzione loro assegna come guardiani e custodi della sovranità.
Anche perché sanno che, se le
cose tornassero “normali”, il loro sciamanesimo verrebbe spazzato via e
dovrebbero (faticosamente) ricominciare a fare politica.
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Meloni dovrà fare da sola.
Dopo la dimostrazione di
inaffidabilità di Letta e relativo cerchio, e al di là delle
ideologie, FdI è l’unico partito che ha dimostrato una tempra resistente e
una adeguata coerenza nei fatti. Il partito di Meloni sarà
l’unico ad attrarre deputati e
senatori perché – nonostante il taglio dei parlamentari - sarà
l’unico partito a crescere anche numericamente. Meloni si rende
conto che dovrà fare tutto avendo indisponibili i canali di Mediaset? Sarà
obbligata e costruire canali di comunicazione alternativi. Ne sarà capace?
Meloni ha due vantaggi. Il primo è costituito dalla esigenza di Berlusconi+cespugli e Renzi di costituire un
centro per reggere alla prossima legge elettorale proporzionale: tale
urgenza obbligherà gli statisti Renzi e Berlusconi a non andare oltre
progetti old style. Oltretutto non
sarebbero capaci di procedere ad innovazioni. .. Per inciso, non
so se la Lega mendicherà uno strapuntino. Tutto verrà appoggiato
a Mediaset in una campagna elettorale già cominciata. Il secondo vantaggio
le deriva dagli atteggiamenti che Draghi assumerà nei
confronti degli squalificati partiti della maggioranza ed in quelli dei
loro ministri, ancor più squalificati: opererà da decisionista dando luogo
ad una continua loro mortificazione.
Meloni avrà la Lega contro.
Mi corre l’obbligo di una
correzione al giudizio di Meloni sulla “sinistra” espresso sul Corriere: il
comportamento di Letta e della maggioranza del PD non è dettato da
complesso di superiorità, ma di inferiorità nei confronti dei competitori:
chi è sicuro di sé, delle proprie idee e delle proprie ragioni tratta a
viso aperto con tutti ed in ogni frangente, e rifugge da atteggiamenti
meschini e sleali come la fregatura rifilata da Letta al povero Salvini
circa il presidente donna.
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Mattarella bis? A mio avviso e andata
così.
La
destra riteneva che si dovesse eleggere il nuovo presidente della
Repubblica. La sinistra invece mirava al Mattarella bis e cercava di
squalificare la destra agli occhi dei cittadini, disseminando di trappole
il percorso che avrebbe seguito Scout Salvini. Conte cercava di
approfittare della vicenda rendendola un trampolino per la sua posizione di
capo statista dei 5Stelle.
Compulsi verso questi telos, Scout Salvini cercava di proporre una serie di
personaggi degni di essere eletti. Letta, statista sornione,
rifiutava ogni nome proposto e, al contempo, cercava il modo di predisporre
la trappola finale contro la destra. Conte non ci stava capendo nulla, ma
si atteggiava a chi aveva capito tutto. Da lontano Berlusconi affinava la
progettazione della vendetta contro gli alleati (Scout Salvini e
Mamy Meloni) dei quali non aveva digerito la quasi-manifesta - pur se
sotterranea - disapprovazione della sua auto candidatura e della avvilente
campagna acquisti.
Come ultimo tentativo Scout
Salvini gettava nell'agone la Casellati, ritenendo che sarebbe stata votata
da tutto il centro destra compatto per poterla riproporre
ancora. Berlusconi pensava bene che fosse giunto il momento di
tirare il laccio dove Scout Salvini aveva infilato un piede.
Faceva così mancare una quarantina di voti alla presidente del Senato:
candidatura bruciata.
A quel punto Scout Salvini –
ormai impotente - si recava nel campo avversario per trattare direttamente
con capo Letta e capo Conte. Capo Letta capiva che era arrivato
il momento della trappola finale: offriva allo Scout una rosa di nomi, tra
i quali è presente anche Belloni. Lo Scout riferiva a Mamy
Meloni e al povero Taiani la proposta
Letta-Conte. Otteneva un loro assenso nei riguardi di Belloni. Tornato nel
campo avversario, comunicava il placet per Belloni. Tutto a posto.
Da bravo provinciale, Scout
Salvini si precipitava per primo in braccio ai cronisti e comunicava
soddisfatto a tutto il mondo: “Sto lavorando perché ci sia un presidente
donna…. Se tutti la smettono di mettere veti …. Lavoro perché domani si
chiuda”. Da bravo provinciale si era annesso la definizione procedurale e
la soluzione al femminile del problema: avrebbe tutto risolto il
giorno dopo.
Usciva anche capo Conte e
preannunciava per l’indomani l’elezione di un presidente donna.
Tutto bene?
No!
La mattina successiva, capo
Letta ritirava l’indicazione (da lui fatta) della candidata Belloni e tutto
precipitava in un vergognoso nulla. A quel punto, affossato Scaut Salvini, i grandi elettori hanno cominciato
a premere per il Mattarella bis. Che, messosi a disposizione,
verrà eletto.
Grande vittoria del
furbo capo Letta: rovinato Scout Salvini e la destra. Rovinato, ma era già
disastrato di suo, capo Conte e le varie tribù dei
5Stelle. Lo scaltro capo Letta affossa gli avversari e
fa eleggere l’ennesimo presidente di area che gestirà le
prossime elezioni e la formazione del nuovo governo.
Dopo questi avvenimenti,
Giorgia Meloni dovrà fare da sola, rinunciando ai canali mediatici che il
Cavaliere metterà a disposizione della nuova formazione di centro, con i
vari cespugli e Matteo Renzi, oltre Forza Italia. Non so ipotizzare la fine
di Salvini.
La politica italiana,
squalificata agli occhi del mondo, ha dimostrato di aver quasi toccato il
fondo. Vedremo come e quando lo toccherà
Tutto è pronto per una legge
proporzionale.
Sarà interessante vedere come
si distribuiranno i transfughi del 5Stelle, anche alla luce del fatto che
l’unica formazione in grado – secondo i sondaggi – di veder crescere i
propri eletti è Fratelli d’Italia, pur con il taglio dei parlamentari.
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Elezioni
presidenziali. Ma la sinistra ha un nome da proporre?
La sinistra non ha fatto una
proposta, non ha indicato un nome da proporre alla discussione. Forse vuole
imporre a Mattarella un mandato bis? Non si capisce altrimenti la strategia
dello statista Enrico Letta. I tifosi della curva di sinistra danno la
colpa a Salvini. Ma credo che si tratti solo della lezioncina imparata
par coeur dalla tifoseria. I
cittadini si chiedono perché dopo nove nomi proposti dalla destra (tutti di
levatura notevole) la sinistra abbia sempre cassato quei nominativi per
nove volte senza proporne uno di sua pertinenza.
Quando a Mattarella fu
consigliato di fare lo spot “Il Presidente cerca casa” mi venne un
sospetto: troppo plateale quella manifestazione di volontà nel non voler
accettare un secondo mandato. Come l’altro spot (altrettanto plateale)
della preparazione degli scatoloni per il trasloco, per altro tutti vuoti.
Perché tanta teatralità?
Col Mattarella bis la sinistra
può continuare a contare su un presidente di area che gestirebbe le
elezioni prossime e – comunque vadano – la formazione del prossimo governo.
E non solo. Doverlo sostituire vuol dire non poter più contare
su quella benevolenza istituzionale. Inoltre, imporlo dopo aver disastrato
la situazione ma avendo dimostrato ai gonzi l’incapacità dei
grandi elettori di formulare ipotesi adeguate, riuscirebbe forse a farlo
passare – sempre agli occhi dei gonzi - superpartes.
Curioso di vedere come reagirà
il centro destra.
I cittadini hanno altri
problemi.
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Crisi ucraina. Sanzioni. Grossolanità
anglosassone.
25-1-2022
ASCA Ucraina, Caracciolo: con sanzioni alla Russia scoppierà una crisi
Usa-Ue. Non possiamo escludere che un incidente porti a un conflitto
aperto.
Gli Anglosassoni non sono
in grado di avere una visione dei problemi geopolitici che vada
oltre il loro sentirsi ed essere isolani. USA, GB, Canada, Australia e
Nuova Zelanda hanno solo tre confini di terra. Ben due hanno problemi:
USA-Messico e Irlanda del Nord-Irlanda. Il terzo (USA-Canada) è domestico.
Non si rendono conto di che cosa significhi per molti paesi europei
questionare duramente (sanzioni) con la Russia e cioè con il fornitore di
energia da cui attinge la Germania e molti paesi del Nord. Soprattutto in
questo frangente, con una crisi energetica massacrante. Ed una pandemia
preoccupante.
La politica inglese delle
cannoniere (1800) si sta riproponendo a livello mondiale dalla pace
di Sèvres dopo la prima guerra
mondiale: se in continente qualche nazione cresce troppo e mette a repentaglio
gli interessi e l’impero britannico, gli Anglosassoni
intervengono, abbattono la nazione che rompe loro le scatole senza alcuna
preoccupazione degli effetti collaterali cioè di quello che accadrà nel
continente, e se ne tornano nelle loro isole. Gli altri si arrangino.
Oggi, l’iniziativa
“cannoniere” è funzionale anche nella politica interna di USA e GB: la
crisi di credibilità di Biden e di Johnson ha bisogno della classica cura
del “nemico esterno alle porte”. Questo fa abbassare di in ulteriore piano
i problemi che dovranno affrontare i paesi europei.
24-1-2022 HuffPost. L’Ue non segue gli
Usa: nessun ritiro dei diplomatici dall’Ucraina, dialogo con Mosca.
di Angela Mauro. (ansa ). Blinken al
Consiglio Esteri a Bruxelles. Borrell: “Se la diplomazia fallisce, siamo pronti a reagire”.
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Un Cavaliera da
cortile, prima ancora che provinciale.
Che cosa ha insegnato la vicenda Draghi
agli Italiani.
22-1-2022
AGI. Berlusconi ai suoi: "Ancora
non ho deciso". Il leader di Forza Italia ha chiesto
il parere di tutti i ministri e sottosegretari in apertura del
vertice.
La destra si sta giocando
tutta la credibilità acquisita fino ad oggi. Sta dimostrando una incapacità
di fondo, una inadeguatezza a rivestire un ruolo di governo come
pretenderebbero i tre leader. Berlusconi tiene sotto ricatto
(per ora vincente) sia Salvini che Meloni ai quali ha fatto balenare il
loro ostracismo dai canali Mediaset. Certamente soprattutto per Meloni
sarebbe una iattura, visto che ha costruito la progressione di Fratelli
d’Italia attraverso l’esposizione delle sue indubbie capacità solo
attraverso i canali mediatici di Silvio. Berlusconi sa benissimo che, se
anche trovasse i numeri, la sua presidenza sarebbe minata moralmente ed
istituzionalmente agli occhi dei cittadini e del mondo a causa del suo
petulante mendicar voti. E in questo giudizio è atrocemente coinvolto anche
il Parlamento piegato e ruinato dall’insulsaggine della stragrande maggioranza
dei parlamentari.
Berlusconi ha chiesto ai suoi
di esprimersi. Indovinate con quali risultati.
Il Cavaliere ha avuto la
disgrazia di avere come pietra di paragone Mario Draghi. Il quale ha
dimostrato agli Italiani (al di là dei giudizi di merito sui risultati) i
vantaggi per le istituzioni e l’immagine del paese acquisiti dal
coinvolgimento e la responsabilizzazione di persone capaci, serie,
professionali e non grettamente razzolanti in un cortiletto. Sarebbe stato
tutto più facile per lui se si fosse dovuto offrire in
paragone con personaggi commensurabili: Conte, Letta, Di Maio,
Bersani, Speranza.
Non sarà facile per i nostri
politici di destra tirarsi fuori da questa che potrebbe risultare una
atroce gogna mediatica gestita da Berlusconi e i suoi canali.
22-1-2022 HuffPost. Berlusconi ritira la candidatura al
Colle, il centrodestra dice no a Draghi. Il Cav non si collega neanche al vertice. Tajani: "Il premier resti a Palazzo Chigi". Anche Meloni
contraria all'ipotesi Draghi
Ma il giudizio resta lo
stesso. Anzi, con una gestione così provinciale, si aggrava nelle sue
negatività.
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Il presidente
della Repubblica?
Deve saper rispettare lo spirito della
Costituzione, non solo la lettera.
Velocemente: non è possibile
sostenere che se c’è una qualsivoglia maggioranza in Parlamento, si procede
con un qualsivoglia governo.
In materia, lo spirito dei
padri costituenti era un altro. Riporto il pensiero di due padri
Costituenti, Costantino Mortati e Lelio Basso.
Costantino Mortati - membro
della Costituente e giudice della Corte costituzionale - in un manuale di
diritto pubblico del 1958 ebbe modo di chiarire che spetta al presidente
della Repubblica «una suprema soprintendenza dell' attività degli altri
organi costituzionali, non allo scopo di indirizzarla in un senso o nell'
altro intervenendovi attivamente, bensì solo per compiere presso gli organi
stessi un' opera di segnalazione delle eventuali gravi disarmonie che
potessero rilevarsi rispetto al sentimento o alle esigenze espresse dal
popolo, o per effettuare un appello al popolo stesso, attraverso l' impiego
dell' istituto dello scioglimento anticipato, quando vi siano elementi tali
da renderlo necessario o anche solo opportuno».
Mortati non è il solo ad
esprimere il concetto della necessità di avere una continua corrispondenza
tra il sentire popolare e la composizione delle Istituzioni. Dello stesso
avviso un altro padre costituente, Lelio Basso, che dieci anni dopo
scriveva:
Lelio Basso - «In un
ordinamento democratico ci dev'essere corrispondenza continua fra la
volontà degli elettori e quella degli eletti; il nostro ordinamento conosce
alcuni meccanismi volti a questo scopo, e precisamente: lo scioglimento
anticipato delle Camere da parte del presidente della Repubblica che
dovrebbe essere pronunciato quando fosse constatata un'aperta frattura fra
Parlamento e Paese». [….].
Nel Medio Evo si sbalzava sul
marmo (Palazzo dei Priori a Perugia) il seguente memento: “Ius reddens Iudex semper sis omnibus idem, iudicium alterius iudicis ut fugias”. E’ il giudice che deve essere
sempre uguale a se stesso per tutti. Se riusciamo ad
ottenere ciò, ne deriva necessariamente che “la legge sarà
uguale per tutti”. Mentre non è vero il viceversa: la legge sarà pure
nominalmente uguale per tutti, ma solo finché il giudice sarà
uguale a se stesso per tutti. Infatti, un giudice non all’altezza del suo
compito e non sempre coerente, può applicare o interpretare la
stessa norma. Se per gli “amici” conviene applicarla, vuol dire che per i
nemici conviene interpretarla. E viceversa.
E’ quanto è accaduto con
l’avvento del BisConte: costituito per
meriti di pallottoliere. Se un qualsivoglia governo può ottenere una
qualsivoglia maggioranza in Parlamento, si faccia il governo! Precedente
molto pericoloso.
Cassate dalla memoria le
posizioni dei big sia del PD che del M5S ribadite solo pochi giorni prima
della costituzione del Bis Conte (5-9-2019):
è 18-7-2019 Il
Fatto. Di Maio al Pd: “Mai col partito di Bibbiano che toglie
bimbi a famiglie”. I dem: “Quereliamo”.
è 31-8-2019 Libero.
Nicola Zingaretti e l’alleanza con il M5S: il video definitivo che lo
cancella: "Io lo dico davanti a tutti", una tragica figuraccia.
Tutti
dei veri statisti!
Un
sogno. In un’aula di tribunale l’imputato ha di fronte il monito: ”La legge
è uguale per tutti”. Mi piacerebbe che venisse richiamato il
monito primario: “Iudex semper idem sit omnibus” riportandolo di fronte al
giudice, sulla parete opposta.
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Rispettare le leggi?
In Italia chi lo pretende è connotato
negativamente dai furbi: è un giustizialista.
Dominazioni straniere
hanno imposto per secoli alle popolazioni autoctone del nostro paese un
apparato normativo vessatorio ed estraneo. Inutile ricordare le dominazioni
dal Sacro Romano Impero alla normanna, alla sveva, alla angioina.
Si pensi al periodo di dominio spagnolo (dal 1559) dell’Italia non solo
meridionale con la sostituzione del dominio francese nel nord Italia.
I cittadini che a quelle leggi
si appellavano, o erano membri della casta dei dominanti o erano
dominati ai quali convenivano atteggiamenti collaborazionisti. Agli occhi
dei cittadini normali quella collusione appariva come deprecabile e
comunque foriera di ulteriori vessazioni.
Le cose non sono migliorate
con l’unità d’Italia: ampie fasce di popolazione
meridionale accolsero di buon grado i suggerimenti del
Cardinale Rufo che spingeva i veri cristiani ad opporsi
all’apparato imposto dai piemontesi.
Più in generale, il Papa tenne
lontani i cattolici da una attiva vita politica nazionale,
imponendo loro di considerarsi estranei ai processi di unificazione che
avevano visto il vicario di Cristo ridursi a dominare il territorio
racchiuso entro le mura paoline. Il veto ad una compiuta cittadinanza dei cattolici
fu rimosso solo nel 1913 (Patto Gentiloni).
Dopo neanche un decennio da
quella data, la dittatura fascista impose una legislazione totalitarista,
rifiutata da una parte della popolazione, almeno come atteggiamento
intellettuale e di contrasto all’assolutismo del ventennio.
Dopo la liberazione,
passato il momento costituente di enorme forza unificante, una
parte della popolazione (la sinistra) non ebbe un completo atteggiamento di
adesione alla nuova struttura giuridico istituzionale della Repubblica.
Atteggiamento perdurato almeno fino al discorso di Berlinguer col quale si
annunciava che “.. non si governa il Paese col 51 per cento dei
voti…”.
Da quel momento, a mio avviso,
è iniziato un faticoso processo di adesione alle istituzioni di
questo paese. Ma le disarticolazioni operate per secoli hanno
portato a storture difficili da raddrizzare: dagli atteggiamenti della Lega
anni ‘90, a quelli di Berlusconi sul pagamento delle tasse, a quelle del
Subcomandante Fausto che opponeva allo Sceriffo Cofferati il fatto che “…la
legalità non è mai stata un valore della sinistra marxista…”. Per arrivare
a Mimmo Lucano, a Carola Rakete e,
oggi, ai “no vax”, “no tav”, “no tut”.
Insomma, in Italia rispettare
le leggi è una opzione dettata non da etica, ma da personali adesioni a
schieramenti politici.
In conclusione: il proverbio
“fatta la legge, trovato l’inganno” non nasconde una rassegnazione di
fondo, ma esplicita un modus operandi “legittimo”, addirittura apprezzato.
Oggi il legalismo è trapassato
in giustizialismo, con connotati fortemente negativi alimentati dai furbi
per mettere in difficoltà i cittadini che, ligi, “pretenderebbero” il
rispetto delle leggi. Quei furbi che hanno fatto del mancato rispetto delle
norme un lucroso business, e della non piena adesione alle istituzioni un
ascensore sociale.
Un inciso: Il procuratore capo
di Milano Ciro Cascone, così commentava i fatti di Capodanno: «I
genitori che lavorano fino a notte non sanno come prenderli: il modello con
cui sono stati allevati nel Paese d’origine, basato sull’obbedienza
all’autorità, qui non funziona» Domanda al dottor Cascone: “ Perché da noi
il rispetto dell’autorità non funziona?”.
E noi che ci ribelliamo a
questo atteggiamento eversivo? Beh, siamo dei poveracci. D’altra parte, che
cosa pretendere da noi cittadini giustizialisti? E se, in quanto deprecati
giustizialisti, fossimo in grado di far breccia nel corpo sociale e
trovassimo “pericolosamente” un po’ di seguito, diventeremmo
addirittura forcaioli, da combattere sempre e comunque.
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Divisivita’ di
Berlusconi? Dipende. Per Letta nel 2013 andava benissimo.
Certamente quella di
Berlusconi da parte della destra è un indicazione divisiva. Ma detto da
Letta che, nel 2013, pur di tenersi il cavaliere come alleato di governo,
fece la grande stupidaggine fiscale di eliminare l’Imu dalla
prima casa, è affermazione risibile, per gonzi
smemorati. infatti, nel 2013, Berlusconi aveva impostato la sua
campagna elettorale proprio sull’abolizione della tassa sulla prima casa.
Dal governo Letta (di cui era forza di maggioranza con il Popolo delle libertà)
ottenne quella eliminazione e poi ( cucù!) abbandonò il governo
“Grande” mormora Letta al
termine della dichiarazione di fiducia al suo governo da parte di
Berlusconi.
https://www.iltempo.it/politica/2022/01/15/news/enrico-letta-diceva-grande-silvio-berlusconi-30108974/
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Sicurezza dei conti correnti bancari e
postali
informazioni, consigli, raccomandazioni
minime ai correntisti.
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