“Più dei tanti che tumultuano, i tiranni temono i pochi che pensano”. (Platone) |
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RIFLESSIONI
di Mauro Novelli |
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Riflessione n° 117
(19-12-2024)
Convengono
le aggressive guerre finanziarie di Trump?
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18-12-2024
ADNKronos. Donald Trump ancora
all'attacco del Canada, in un post in cui, dopo aver definito in altre
esternazioni Justin Trudeau un "governatore", afferma che è
"un'ottima idea" far diventare lo Stato confinante il
"51esimo stato". "Nessun sa dire perché noi dobbiamo fornire
sussidi al Canada per oltre 100 miliardi di dollari all'anno?
In
una guerra tariffaria, finanziaria, prima, ed economica, poi, a rimetterci
sono soprattutto i cittadini, immediatamente come consumatori e,
successivamente, come risparmiatori ed investitori. Trump ha già aperto le
ostilità tariffarie con la Cina: aumentò i dazi sui prodotti cinesi dal
3,5% al 21. In parallelo la Cina ha rivisto quelli sui prodotti Usa dall'8
% al 20. Le conseguenze finanziarie internazionali sono state poco evidenti
soprattutto perché lo Yuan ancora non è particolarmente affermato come valuta
di riserva. Per cui, nei momenti critici successivi, le nazioni hanno
continuato a tenere alta la quota in dollari delle loro riserve, perché non
era lo yuan a poter competere con la a moneta Usa quanto a stabilità. Ma Trump sa bene che prima di
intraprendere una guerra commerciale con la UE deve "distruggere"
l'euro come seconda valuta di riserva mondiale dopo il dollaro. In meno di
20 anni l'euro ha raggiunto una quota del 20 % tra le monete di riserva (il
dollaro è al 60%), superando valute storiche come la sterlina, il franco
svizzero, e il più recente yen. Gli Usa sono stati abituati a comprarsi il
mondo stampando dollari, ben sapendo che quasi tutti gli altri paesi
avrebbero tesaurizzato i nuovi dollari nei caveaux delle rispettive banche
centrali. Ma col terzo millennio, si sono create alcune crepe nel sistema
del "dollar standard", successivo (dall’agosto 1971) al sistema
di del "gold exchange standard” impostato dall’Occidente a Bretton
Woodssubito dopo la seconda guerra mondiale. Non dimentichiamo che Saddam
Hussein fu annientato da Georgedabliu non per la boccetta da guerra chimica
agitata da Powell all'Onu, poi risultata una fake comunicativa ante
litteram - ma perché era intenzionato ad abbandonare il dollaro per i
pagamenti delle esportazioni
petrolifere irachene a favore
dell'euro, pur appena nato. Oltretutto Trump trascuragli effetti della
pessima immagine mondiale degli Anglosassoni e pensa di superare il
problema semplicemente mostrando i muscoli. Né
vale il tentativo di nobilitare la posizione di Trump richiamando
Machiavelli, il quale sosteneva che sarebbe stato più utile e conveniente
al principe l’essere temuto piuttosto che amato. Ma Machiavelli si riferiva
ai rapporti tra principe e popolo e non a quelli tra principi. Da
gennaio vedremo come cominceranno a sistemarsi i nuovi equilibri
internazionali. |
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Riflessione n° 116 (4 -12-2024)L’isolazionismo di Trump. Potrebbe avere il fiato corto. ( --> Torna all’indice )
Trump lascerà che si creino nuovi equilibri
internazionali e non interverrà se non per proteggere (promuovere) gli
interessi USA. Ogni paese se la vedrà da solo (o con le alleanze di cui è
stato capace) ogni qualvolta i vecchi equilibri salteranno.
Io proporrei la costituzione di una nuova
Nato, senza gli USA e, forse, senza la GB (per autoesclusione). La UE dovrà
affrettarsi a costruire procedure, sistemi e meccanismi di difesa
interregionali. Certamente a costi non indifferenti ma, comunque, da affrontare
con saggezza e lungimiranza. L’Europa dovrebbe avere, come primo obiettivo,
aggregare i paesi africani, sudamericani e del sud est asiatico che non
vogliono stare con Cina, Russia o USA. L’India è, ancora per qualche tempo,
alla finestra.
Trump non mette in conto che gli
Anglosassoni (in primis Stati Uniti e Regno Unito) sono invisi a tutti i
paesi ex colonizzati dalle cannoniere (‘800) o dal dollaro (‘900) e non
solo. Vedremo che cosa faranno.
Oggi Trump fa leva e si appella, di fatto,
ai vantaggi economici che deriverebbero agli Americani dall'isolazionismo.
Vedremo come gli Stati Uniti si comporteranno quando saranno effettivamente
isolati. Ad esempio, quando molti paesi rifiuteranno il dominio del dollaro
e passeranno ad altre valute di riserva, come l’euro.
Quest’ultima eventualità è ben presente
all’establishment americano: da anni cercano di affossare la nostra moneta
anche a costo di (tentare di) far saltare la UE.
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Riflessione n° 115 (8 -11-2024)I lavori che gli Italiani non vogliono più fare. Ci salveranno i migranti ? ( --> Torna all’indice )
Si
sostiene che l’Italia ha bisogno di almeno 150mila immigrati l’anno per
coprire quei posti di lavoro di cui gli italiani non vogliono più
interessarsi e, anzi, rifuggono. Le
cose non stanno assolutamente così. Gli Italiani rifuggono quei lavori che
prevedono stipendi più bassi di quelli pagati dai datori di lavoro venti o
trenta anni fa, magari proprio ai loro genitori. Si potrebbe ipotizzare
addirittura la malafede di coloro che sostengono la necessità dei 150mila
ingressi l’anno. Quei migranti, non solo accetteranno quei posti di lavoro,
ma sono talmente deboli da accettare anche salari ancora più bassi. Basta richiamare Marx in materia di immigrazione. Marx osteggiava fermamente l’immigrazione di Irlandesi in Gran Bretagna perché, sosteneva, hanno il semplice ruolo di irrobustire l’esercito di lavoratori di riserva. La presenza degli Irlandesi, infatti, avrebbe avuto come effetto quello di tenere bassi i salari in tutto il paese. La stessa analisi può essere d’aiuto oggi in Italia. Ci sono forze interessate ad una accoglienza generalizzata di migranti per continuare a pagare bassi salari, tra i più bassi d’Europa ed a spingere molti giovani italiani ad emigrare. A conti fatti, accogliamo gente senza istruzione ed esportiamo medici, ingegneri, architetti. E’ chiaro che altri paesi europei sono interessati a mantenere questa situazione perché approfitteranno dei sacrifici fatti dalle famiglie italiane per far studiare i figli e riceveranno i vantaggi di accogliere professionisti e non solo. Occorrono iniziative drastiche perché il ricollocamento presso altri paesi non è assolutamente praticabile. Addirittura, Slovenia e Croazia finanziano i migranti perché vadano in Italia. Risultato: un gioiello come la città di Trieste ridotta a dormitorio. Per tacer della criminalità conseguente. Senza considerare i lucri dell’industria
dell’accoglienza (coop, Vaticano, privati) che lucrano sui capitali messi a
disposizione per il mantenimento degli immigrati. |
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Riflessione n° 114 (2-10-2024)Cascati nella trappola con tutto il turbante! Hoc erat in votis. ( -->
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Pensavo ad una più lungimirante intelligenza del ayatollah. Invece sono caduti nella trappola di Bibi, come preventivato un anno fa, quando si indicava l’Iran come obiettivo terminale della reazione di Israele alla cazzata di Hamas dei mille ebrei ammazzati facili. Non solo, ma ci sono caduti nel momento in cui aveva deciso Bibi. Il quale, prima ha sfasciato Hamas, lasciando tranquilli gli Hezbollah perché non intervenissero. Poi ha cominciato il tiro al piccione contro i capi di Hezbollah, in Libano e in Iran. A questo punto, l’Iran ha dovuto reagire lanciando fiammiferi (costosi) su Israele, spenti come zolfanelli al vento da Iron dome (atrettanto costoso). Ora la palla ripassa a Bibi, il quale distruggerà gli impianti nucleari, i pozzi petroliferi e lo stesso regime degli ayatollah. In questa ultima azione sarà aiutato dalla Cia che ha avuto tutto il tempo di intervenire (come suo costume operativo in frangenti simili) nel corpo sociale iraniano, in gran parte contrario al regime, alla polizia morale e al velo obbligatorio, agli omicidi dei pasdaran. Hoc erat in votis. A meno che….. A meno che non intervenga la Cina a salvare i turbanti rivendendosi all’Ucraina (all’Occidente) un po’ di territori del Donbass conquistati dai Russi. Differenze tra Sunniti e Sciiti: 28-9-2019 Il Musulmano. Sunniti e Sciiti: chi sono e quali sono le loro differenze? |
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Riflessione n° 113 (17-9-2024)Dopo il Medio Evo e l’Evo attuale, come sara’ Il Prossimo “Evo”?Di Mauro e Federico Novelli 17-9-2024( --> Torna all’indice )
Premessa/quesito:Il Medio Evo fu superato
essendo stati messi in crisi i due pilastri che lo hanno sorretto per oltre
800 anni: il Papato, colpito dai movimenti pauperisti e, quindi, dalla
Riforma, e l'Impero, colpito dalla formazione dei grandi stati nazionali
(Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo). Con l'uomo rimesso al
centro, l'attuale periodo (Evo moderno e contemporaneo) ha costruito altri
due pilastri su cui appoggiarsi: i diritti dell’uomo e del cittadino e la
democrazia. Stiamo mettendo in crisi
anche questi due pilastri? Come sarà il prossimo Evo? Il
Medioevo fu effettivamente caratterizzato dal predominio di due grandi
istituzioni: il Papato e l'Impero, che costituivano le fondamenta su cui si
basava l'ordine politico e sociale dell'epoca. La crisi di queste due
istituzioni, dovuta ai movimenti pauperisti e alla Riforma protestante e
alla nascita degli stati nazionali, segna l'inizio della modernità e della
centralità dell'uomo nell'ordine politico, filosofico e culturale. Il
periodo moderno (Umanesimo, Rinascimento, Illuminismo, Rivoluzione inglese,
Rivoluzione americana, Rivoluzione francese, movimenti di massa cattolici e
socialisti, Rivoluzione Russa, Fascismo e Nazismo), ha costruito nuovi
pilastri, come i diritti umani, intesi quale tutela dell'individuo e delle
sue libertà, e la democrazia, intesa come un sistema di governo basato
sulla partecipazione popolare e sulla rappresentanza. Tuttavia, anche
questi pilastri stanno vivendo una fase di crisi o di trasformazione. 1) La crisi dei dirittiNegli
ultimi decenni, abbiamo assistito a una crescente polarizzazione delle
società e a un indebolimento di alcune conquiste fondamentali in tema di diritti
umani. Questioni come il controllo dei dati personali, le disuguaglianze
economiche, la discriminazione, e i diritti civili stanno subendo continue
pressioni. In alcuni casi, questi diritti sono minacciati da regimi
autoritari o da sistemi politici che tendono a privilegiare l’efficienza e
la sicurezza a discapito delle libertà individuali. Crisi dei diritti per mancanza di
doveri
· Diritti sociali ed
economici:
Pretendere garanzie senza contribuire in termini di lavoro, rispetto delle
regole o impegno civile porta a un indebolimento del sistema. · Ambiente: Abbiamo diritti legati
all’ambiente (ad esempio, aria pulita, accesso alle risorse naturali), ma
la mancanza di responsabilità verso lo stato della Terra ha portato a una
crisi ecologica globale. Senza
una cultura dei doveri, i diritti rischiano di essere percepiti come
concessioni scontate, svuotandosi del loro valore. Un possibile rimedio
potrebbe essere una nuova educazione civica che metta al centro
l'importanza di bilanciare diritti e doveri, riscoprendo l’idea di cittadinanza
responsabile. 2) La crisi della democraziaAnche
la democrazia sta affrontando sfide rilevanti. In molti paesi si osserva
una crescente disillusione nei confronti delle istituzioni democratiche,
spesso viste come inefficaci, lente nelle decisioni o corrotte. Fenomeni
come l'astensionismo, la disinformazione, la facilità di spargere fake
news, l'ascesa dei populismi e la concentrazione del potere economico e
dells comunicazione nelle mani di pochi attori globali mettono in dubbio la
capacità della democrazia di rispondere ai bisogni della collettività. Ciò
spinge a ricercare scorciatoie esiziali. Crisi della democrazia per
disconnessione tra élite e cittadini
La
democrazia si basa sull’idea che i governanti rispondano ai bisogni dei
cittadini. Tuttavia, in molte democrazie contemporanee, si è creata una
distanza sempre più marcata tra le élite politiche ed economiche e il
popolo: · Politiche distanti dai
bisogni reali:
Le élite spesso sembrano più orientate a seguire interessi privati, logiche
di mercato o politiche globali ai limiti del dogmatismo, dimenticando le
esigenze quotidiane dei cittadini. Questo genera frustrazione e
alienazione, portando molte persone a disinteressarsi della politica. · Astensionismo: Il calo della partecipazione
elettorale è un chiaro segnale di questa crisi. Quando i cittadini non
vedono più nella politica uno strumento efficace per migliorare le loro
vite, smettono di impegnarsi e di votare, accentuando il divario tra
governanti e governati. Questo
ciclo vizioso rafforza l’ascesa di movimenti populisti, che promettono di
colmare il vuoto lasciato dalle élite ma spesso non riescono a fornire
soluzioni concrete. Il rischio è che la democrazia venga svuotata dei suoi
principi fondamentali, riducendosi a un mero processo elettorale senza
sostanza. 3) Il futuro: come sarà il prossimo "Evo"? Quale soluzione per il futuro?Per
evitare che questi due pilastri crollino definitivamente, sono necessarie
riforme radicali in due direzioni: 1.
Ritrovare l'equilibrio tra diritti e doveri: I diritti devono essere
accompagnati da una responsabilità verso la comunità e il bene comune.
Questo potrebbe richiedere un nuovo contratto sociale che faccia leva su
una maggiore partecipazione civica e su un senso rinnovato di solidarietà. 2.
Rinnovare la democrazia: La democrazia ha
bisogno di nuove forme di partecipazione e trasparenza. Strumenti come la
democrazia diretta (referendum, consultazioni popolari) o la democrazia
deliberativa (assemblee cittadine, processi partecipativi) potrebbero
riportare i cittadini al centro del processo decisionale. Gli strumenti
tecnologici ci sono. Inoltre, riforme che
limitino il potere delle élite economico-finanziarie e che riducano le
disuguaglianze potrebbero contribuire a ristabilire la fiducia. In
sintesi, i diritti senza doveri e una democrazia senza un legame forte con
i cittadini rischiano di far
crollare il sistema. Il futuro dipenderà dalla nostra capacità
di rispondere a queste sfide con nuove forme di responsabilità civica e
partecipazione politica. È
comunque difficile prevedere con certezza quale sarà il prossimo
"Evo", ma possiamo ipotizzare alcune tendenze. Potrebbe emergere
un nuovo ordine mondiale basato su una combinazione di nuove tecnologie,
come l'intelligenza artificiale e la blockchain, che ridefiniranno il
concetto di partecipazione politica e la distribuzione del potere, rendendo
possibili forme di partecipazione diretta e dalle decisioni impositive.
Sempre che si riesca a mantenere questi strumenti nella disponibilità collettiva
non siano gestiti da un ristretto numero di “tecnici”. Possiamo
ipotizzare alcune tendenze: · Post-democrazia: Dovemmo riuscire ad
imporre una ridefinizione del concetto di democrazia, con l’introduzione di
nuove forme di partecipazione diretta o decisioni delegate a sistemi
automatizzati. C’è però chi teorizza la possibilità di una
"post-democrazia", dove le istituzioni democratiche esistono solo
formalmente, mentre il potere effettivo viene esercitato da élite
economiche o tecnologiche. ·
· Nuovi diritti: La crisi dei diritti
attuali potrebbe portare alla nascita di nuovi diritti, legati soprattutto
alle sfide tecnologiche e ambientali. I diritti digitali, il diritto alla
privacy nell'era dei big data, i diritti legati all’intelligenza
artificiale, e i diritti ambientali potrebbero diventare centrali. 4) Un nuovo umanesimo?Alcuni
pensano che il prossimo Evo potrebbe vedere una nuova centralità dell'uomo,
ma ridefinita in termini di connessione olistica con la natura, il pianeta
e le altre specie viventi. Un umanesimo che integri la tecnologia e
l’ecologia (controllate dalla collettività), con un nuovo rispetto per la
natura e una rinnovata attenzione all'etica. I pericoli: stato etico e autocrazia.In
sintesi, stiamo sicuramente mettendo in crisi i pilastri moderni della
democrazia e dei diritti, e il futuro potrebbe portare a una
ristrutturazione profonda del nostro modo di vivere e organizzare la
società. Tutto
ciò purché, in presenza di una partecipazione allentata e sfilacciata dei
cittadini, non arrivino pigre
scorciatoie: stato etico ed
autocrazia. Lo stato etico.Infatti,
quando i pilastri della democrazia e dei diritti vacillano, aumenta il
rischio che si instauri un sistema autoritario o uno Stato etico, in cui un'autorità
centrale impone una visione morale o ideologica, eliminando il pluralismo e
la libertà individuale. Il potere politico si arroga il diritto di definire
ciò che è moralmente giusto o sbagliato per l’intera società. Questo tipo
di Stato cerca di indirizzare la vita dei cittadini non solo in ambito
politico, ma anche in quello morale e culturale, imponendo un'idea di bene
comune che non ammette deviazioni. In
altri termini, nello stato etico “peccato” e “reato” tendono a confondersi.
Con pericolose conseguenze: Soppressione del
pluralismo: In
uno Stato etico, l’autorità assume il ruolo di guida morale, e non tollera
visioni divergenti, perché vengono considerate pericolose o dannose per il
benessere collettivo. Questo porta alla cancellazione del pluralismo
politico, religioso e culturale. Limitazione delle libertà
individuali: I
diritti individuali vengono subordinati al bene dello stato così come
definito dagli apparati al potere, eliminando la libertà di scelta
personale. Ne deriva che la libertà di pensiero e di espressione, la
libertà di religione e persino la libertà economica possono essere
seriamente limitate. Controllo sociale: Lo Stato etico esercita
un forte controllo sulle vite dei cittadini attraverso strumenti come la
sorveglianza, la censura e l’educazione forzata a determinati valori,
spesso giustificando queste misure come necessarie per il bene comune. Un
esempio lampante è la “polizia morale” presente ed attiva in Iran. L'affermarsi dell'autocraziaUn
altro rischio che emerge quando la democrazia fallisce nel rispondere ai
bisogni dei cittadini è l’ascesa di un governo autocratico, dove il potere
si concentra nelle mani di un singolo leader o di un piccolo gruppo di
persone. I cittadini possono essere affascinati dalla velocità delle
decisioni, dalla mortificazione della burocrazia, dal fatto che, in ogni
caso, tutta la responsabilità è facilmente riconducibile ad una persona ò
ad un piccolo gruppo di autocrati. L’autocrazia
può assumere varie caratteristiche. -
In ambito collettivo: Populismi autoritari: In molte situazioni di
crisi democratica, leader carismatici riescono a ottenere il sostegno della
popolazione promettendo soluzioni rapide e semplici ai problemi complessi.
Spesso questi leader iniziano a erodere le istituzioni democratiche una
volta al potere, concentrando progressivamente il controllo nelle proprie
mani. Erosione delle libertà
civili: In
un sistema autocratico, le libertà civili vengono gradualmente ridotte, a
partire dalla libertà di stampa, l’indipendenza del sistema giudiziario, e
la libertà di associazione politica. La giustificazione è spesso la
sicurezza nazionale o l’efficienza amministrativa, ma il risultato è un
progressivo restringimento dello spazio democratico. Centralizzazione del
potere:
Nelle autocrazie, il potere si concentra vertiginosamente a livello
centrale, marginalizzando il Parlamento, i governi locali e altre
istituzioni rappresentative. Ciò comporta una progressiva eliminazione dei
sistemi di checks and balances (pesi e contrappesi), con un leader o un
gruppo ristretto che prende decisioni senza dover rispondere a un
elettorato o a un sistema giudiziario indipendente. -
In ambito individuale: Ma
il vuoto lasciato dalla crisi della democrazia e dall’indebolimento dei
diritti, unito alla disillusione dei cittadini nei confronti delle
istituzioni, crea terreno fertile a livello personale/individuale per
l’affermarsi di queste tendenze autoritarie: Mancanza di fiducia nelle
istituzioni:
Quando i cittadini percepiscono che le istituzioni democratiche non
rispondono più alle loro esigenze, si sentono traditi e sono più propensi a
sostenere alternative autoritarie che promettono maggiore stabilità e
sicurezza. Paura e insicurezza: In tempi di crisi
economica, migrazioni, terrorismo o pandemia, i cittadini tendono a cercare
leader forti che possano offrire risposte immediate. Le autocrazie
sfruttano queste paure per rafforzare il proprio potere, spesso attraverso
politiche che limitano le libertà in nome della sicurezza. Debolezza del tessuto
sociale: Se
i cittadini non si sentono parte di una comunità solidale e se i loro
bisogni non sono riconosciuti, si crea un terreno fertile per
l'affermazione di leader autoritari che promettono di ricostruire una
società unita attraverso il controllo centralizzato. 5) Verso la compiutezza dell’Evo attuale. Come evitare i pericoli rilevati ?Rinnovare la democrazia: La democrazia non deve
limitarsi a un processo elettorale formale, ma deve coinvolgere i cittadini
in modo costante attraverso forme di partecipazione diretta e deliberativa.
I cittadini devono sentirsi rappresentati e coinvolti nelle decisioni che
riguardano la loro vita. Promuovere una cultura
dei diritti e dei doveri: I
diritti e i doveri devono essere riscoperti come due facce della stessa
medaglia. Solo attraverso un equilibrio tra questi due concetti si può
evitare che l'autorità centrale si appropri del potere con la scusa di
“guidare” la società verso il bene comune. Difendere il pluralismo e
la diversità: Un
sistema politico sano è quello in cui le differenze vengono rispettate e
dove esiste un dialogo continuo tra diversi gruppi sociali, culturali e
politici. La repressione del dissenso e dell’opinione diversa è il primo
passo verso l’autoritarismo. In
definitiva, il pericolo dello Stato etico e dell'autocrazia cresce quando
si affievolisce la fiducia nelle istituzioni democratiche e si perde
l'equilibrio tra diritti e doveri. Il futuro del nostro sistema politico
dipenderà dalla capacità di rafforzare la partecipazione civile e il
pluralismo, evitando che il potere si concentri in poche mani e che la
libertà venga sacrificata in nome di una visione ideologica quasi sacrale e
dogmatica imposta dall’alto. Per
rispondere adeguatamente a tutti gli interrogativi ed ai problemi
sollevati, occorrono cittadini
colti, consapevoli, critici, partecipi, in grado di tacitare i gonzi e di
ricondurre i due pilastri dei diritti/doveri e della democrazia in alvei
politicamente e socialmente corretti ed utili. In conclusione, potremmo avviarci verso il perfezionamento dell’Evo attuale e non ancora in cammino verso il nuovo. |
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Riflessione n° 112 (5-9-2024)
Migrazioni.
Confusione nella diagnosi e nella terapia
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Nei
processi migratori, occorre distinguere tra il caso in cui tutto si svolge
secondo canoni legali e quello in
cui tutto è illegale. Primo
caso (tutto legale). Un cittadino
migra dal suo paese e va in un altro con mezzi legali (pagandosi il
biglietto, come facevano i nostri migranti dei due secoli passati). Lì
ottiene tutti i permessi e riesce a trovare un lavoro. Invia a casa parte
dello stipendio. In molti paesi (Italia) otterrebbe anche la possibilità di
chiamare presso di sé la famiglia rimasta nel paese d'origine
(ricongiungimento). Secondo
caso (Immigrazione illegale). Altro problema è quello del migrante che
entra clandestinamente in un paese dove, per mantenersi, deve spacciare,
soggiacere al caporalato, prostituirsi o derubare giornalmente cittadini
"normali". Ma
nel descrivere questi fenomeni, si trascura quasi sempre di valutare la
situazione del paese di arrivo. Una
cosa è arrivare in Germania (83 milioni di abitanti, economia solidissima,
debito pubblico basso, disoccupazione inesistente) un conto è arrivare in
Italia (59 milioni di abitanti, economia non solida, debito pubblico
elevatissimo [terzi nel mondo dopo Giappone e Grecia], disoccupazione
ancora molto incidente). Devi riconoscere che un politico non può gestire
il fenomeno tedesco come quello italiano. Eppure, oggi, dopo le ultime
iniziative di Scholz, è molto più restrittiva la gestione tedesca di quella
italiana di Meloni. Oltretutto, la tedesca è più facilitata: se deve
espellere un migrante lo rimanda nel primo paese europeo di accoglienza
(Italia, Malta , Grecia, Spagna, Cekia, Austria, Polonia). Noi invece
dovremmo rimandarlo nel paese africano o asiatico di provenienza, se ci
sono accordi sui rimpatri. Questo
è dovuto ai famigerati accordo di Dublino. Da noi ancora impera l’influenza di Bergoglio e del suo profeta, Luca
Casarini, mentre Sinistrology tacita la coscienza dicendo di accogliere
tutti: entrambe le chiese lasceranno
gli effetti negativi a carico dei privati cittadini, non essendo in
grado di gestire il fenomeno . Sia Bergoglio/ Casarini che
Sinistrology traducono un fenomeno
antropologico-politico – in cui l’aspetto quantitativo non è indifferente -
, da valutare sul campo, in fenomeno
etico-morale. In
questa traduzione automatica è la
contraddizione socio politica, foriera di disastri. |
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Riflessione n° 111 (4-9-2024)
Se la
sinistra scade in sinistrology.
UE. La
vittoria delle destre imputabile anche all’incapacità della sinistra
di
liberarsi delle comodità dell’ideologia di riferimento .
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E'
un valente politico colui che sa capire che se un fenomeno sociale resta
entro margini quantitativi accettabili , è in grado di gestirlo; se invece
cresce oltre un certo livello, la sua gestione risulterà per lui
impossibile. E' un pessimo politico colui che è
sopraffatto dalla ideologia. Questa gli impone di valutare i fenomeni
socio-politici esclusivamente attraverso strumenti etico-morali: se ritiene
che un fenomeno debba essere gestito in un certo modo, cercherà di farlo
indipendentemente da valutazioni quantitative. In caso di suo fallimento,
non potrà che lasciare a carico dei cittadini coinvolti gli effetti negativi rivenienti da quella
situazione ingestibile per lui. Queste
valutazioni sono facilmente verificabili se si considera il fenomeno delle
migrazioni: i politici ideologicizzati non sono in grado di gestire un
arrivo di migranti oltre un certo livello. Le negatività collaterali di una
“accoglienza comunque", quindi dettata da considerazioni ideologiche,
sono state lasciate a carico dei
cittadini: dalla mancanza di sicurezza, alla microcriminalità,
all'abbattimento del valore degli immobili siti presso luoghi di raccolta
di migranti sbandati, all'occupazione indebita di immobili destinati ad
aventi diritto o, addirittura, di privati assenti temporaneamente,
all’affollamento delle carceri. In
particolare, le conseguenze
derivanti da criticità causate
da migrazioni eccessive o irregolari e non controllate, ha
cominciato ad assumere caratteri socialmente minacciosi, vista la loro
dimensione, e completamente a carico dei cittadini. I quali, alla luce del
fatto che la politica non è in grado di "provvedere", sono
costretti ad intervenire nell'unica istanza a loro disposizione: le
elezioni politiche. Si orientano quindi verso forze politiche che, pur non
avendo soluzioni rispetto al fenomeno, cercano almeno di contenerlo e di
ostacolarlo. Per
concludere, la pervicacia con la quale a sinistra si lasciano correre i
fenomeni della migrazione, della insicurezza dei cittadini, della
illegalità ben diffusa anche se di media gravità senza saperli controllare,
genera uno spostamento a destra dell'opinione pubblica e la vittoria
elettorale dei partiti contrari alla accoglienza dei migranti "sempre
e comunque", all’accettazione del prosperare della microcriminalità,
dell’ imputare l’insicurezza dei cittadini a loro personali ubbie.. |
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Riflessione n° 110 (25-7-2024)
Suicidi
in carcere. Davvero dipendono dal sovraffollamento delle celle?
Una
ricerca dell’Università di Losanna per conto del Consiglio d’Europa.
( --> Torna all’indice )
L’Università
di Losanna, su incarico del Consiglio d’Europa, ha effettuato una ricerca
in merito ai suicidi di cittadini detenuti in carcere nei vari paesi
europei. I
dati sono abbastanza sconcertanti: la Svizzera è il secondo paese europeo,
dopo la Lettonia, per numero di suicidi ogni 10mila carcerati. I dati, che
riportiamo per alcuni paesi, non confermano la tendenza individuata da
molti analisti del fenomeno, secondo i quali il numero di suicidi sarebbe
dovuto soprattutto al sovraffollamento delle celle. Per
alcuni paesi, riportiamo i dati forniti dall’Università di Losanna per
l’anno 2022:
Quindi,
in Svizzera si suicidano 20,2 detenuti nonostante il relativamente basso
affollamento, risultando occupate 90 celle su 100. La Svizzera è superata
solo dalla Lettonia con 21,7 suicidi ogni 10mila detenuti. In
Scozia, con un affollamento pari al 94 %,
si suicidano 18,9 detenuti, 3,9 in più dell’Italia che ha un
affollamento del 109%. Rispetto
a Svizzera e Scozia, in Italia si suicida un numero minore di detenuti,15
su 10mila carcerati, sebbene l’affollamento si superiore e pari al 109 % In
Lussemburgo, con un affollamento del 71 %, si suicidano 14,2 detenuti. In
questo caso, con un numero di suicidi (14,2) paragonabile a quello italiano
(15), l’affollamento è inesistente, risultando pari a 71 celle occupate su
100. Si
può concludere che l’affollamento sia solo una concausa per i suicidi di
detenuti ma, certamente, non la principale. è
Prigioni svizzere, affollate e
con un alto tasso di suicidi - TVS tvsvizzera.it Nella tabella
interattiva riportata dall’articolo
della TV svizzera, La Bosnia Erzegovina non ha fornito alcun dato; di
Germania e Norvegia non si sa la quota di suicidi; mentre Austria, Lettonia
e Malta non hanno comunicato l'occupazione. |
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Riflessione
n° 109 (18-7-2024)
I
Berluschini scendono in campo?
( --> Torna all’indice )
E
così, i Berluschini sono stati conquistati dalla possibilità di entrare in
politica da vincenti. Per
la verità, le prime mosse di Pier Silvio miranti a saggiare il
"mercato" potenziale attraverso manovrine aziendali, non hanno
sortito l'effetto desiderato. Gli acquisti a sinistra per orientare i
telespettatori di Mediaset (Berlinguer, Merlino) e rubare qualche
spettatore alla RAI, è stato praticamente un fallimento: -
Bianchina credeva di avere la mano libera come nella RAI, ma i criteri di
valutazione di Mediaset sono molto diversi: se non sfondi (anche come spot
acquisiti) sei fuori, perché le perdite sono in capo all'azienda privata
Mediaset; -
rivolta dei vecchi telespettatori di Rete Quattro – di orientamento
conservatore - contro il pollaio
“Berlinguer + amici” (Lerner, De Gregorio ecc.) e, conseguente, freddezza
delle aziende orientate a fare
pubblicità su quella rete, almeno nelle ore berlingueriane. Conseguenza?
Giubilato il pollaio Berlinguer; -
fallimentare tentativo (ad esempio nei talk show) di contrastare,
dall'ombra e larvatamente, la politica di Fratelli d'Italia: Meloni
continua a crescere nonostante grossolani e, per i più attenti, manifesti atteggiamenti miranti a mettere
in luce crepuscolare le posizioni
del capo del governo e del suo partito in programmi di punta di Mediaset; I
Berluschini hanno tre anni di tempo per programmare la loro discesetta in
campo ritenendosi capaci di conquistare il centro degli schieramenti
politici solo agendo sulla qualità delle emissioni televisive e dei
capitali destinati al progetto. Meloni
ha altrettanto tempo per costruire una RAI moderna e (finalmente) concorrenziale nei confronti di Mediaset. Se
le cose andranno secondo i piani dei Berluschini, Pier Silvio dovrebbe
diventare capo politico del centro politico dello schieramento politico
italiano: secondo "la famiglia"
oggi Forza Italia, con Taiani,
è un partito non
"dominante" e sulla difensiva.
Quasi un corpo mistico di Silvio, Per questo la famiglia ritiene di
poter pretendere la conquista di posizioni dominanti. Soprattutto ritiene
che sia bastato un po’ di mestiere Mediaset per far riprendere ed aumentare
il gradimento del corpo mistico da parte degli aficionados. A questo punto
perché lasciare il giocattolo a Taiani e agli altri? Se
le cose andranno invece di traverso, i Berluschini, oltre alla figuraccia,
rischiano la decadenza delle loro aziende e dell’impero costruito da
Silvio. è 17-7-2024
ANSA. Pier Silvio Berlusconi: la politica nel DNA ma evito. Vuole
scendere in campo per acclamazione! |
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Riflessione
n° 108 (25-6-2024)
La
trappola del ballottaggio nelle comunali.
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Se
al ballottaggio non si misurano due forze politicamente organizzate e
risulta vincente la fazione capace di aggregare forze politiche eterogenee
e messe assieme per l'occasione elettorale. In tal caso il meccanismo ha
tre negatività ed una positività. La
prima negatività sarà a carico dei cittadini del comune chiamati alle urne:
saranno governati da una maggioranza arraffazzonata, senza una linea
politica di sintesi tra le varie componenti aggregate per l'occasione, non
in grado di produrre una maggioranza ragionata (altrimenti lo avrebbero
fatto prima delle elezioni). La
seconda negatività sarà a carico del sindaco espresso da quella maggioranza
fittizia: sarà sotto continuo ricatto delle forze che, aggregandosi sul suo
nome senza ragionevolezza, ne hanno permesso l'elezione. La
terza negatività sarà a carico del partito del sindaco eletto: l'effimero
ma sbandierato successo non obbliga quella forza ad una politica di
coinvolgimento delle forze contrarie al partito avversario sconfitto.
L’eventuale coinvolgimento è per mantenere posizioni di potere ed evitare
nuove elezioni. La
positività è per il partito battuto nel ballottaggio: può godere di
avversari non compatti né con una linea politica comune. Approfitterà della
loro impossibilità/incapacità ad organizzarsi. La conseguente politica
asfittica del sindaco eletto permette loro un probabile riscatto alle
elezioni successive. |
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Riflessione
n° 107 (19-6-2024)
Famiglia Salis, penosità e
sindrome di Abubakar.
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Mi fa una
grande pena papà Salis. Ha una figlia
che, a mio avviso, non ama molto
imparare a badare a se stessa ed è
costretto (con tutto l'amore di un padre protettivo) ad assisterla in ogni
vicenda un po' critica che la vita le pone davanti. Sono in attesa di poter
giudicare Ilaria attraverso la valutazione di almeno un suo intervento.
Perché, fino ad ora, la più articolata delle sue affermazioni, riportata
dai media durante la sua vicenda ungherese, è stata: "Voi sapete che
io sono antifascista". Può darsi, però, che mi siano sfuggite sue interviste,
suoi interventi in voce, suoi scritti. Mi sembra di capire che papà Salis
stiamo centellinando informazioni e promuovendo piccole prese di posizione
per preparare, soprattutto i fratelli de sinistra, ad un abbandono della
loro organizzazione da parte di Ilaria: in tal modo non devrà rendere conto
a nessuno della sua attività o inattività a Bruxelles. Mi fanno una
gran pena anche i fratelli de sinistra (Fratoianni e Bonelli): se il mio
giudizio su Ilaria Salis si avvicina alla realtà, la sua elezione al
Parlamento europeo - al di là dello
sconcerto creato presso molti cittadini europei dal conivogimento e dalla
elezione di Ilaria -
è ben più grave della vicenda Sumahoro. Il suo inserimento come capolista di AVS del Nord-Est dimostra la
compulsività dei fratelli de sinistra
nel correre dietro a personaggi con fama mediatica. Affetti dalla
sindrome di Abubakar e in assenza della benché minima capacità di fare
politica, non si sono neanche
premurati di digitare il cognome su
un motore di ricerca per cercar di indagare sul il retroterra della famiglia e per capire
di che fama godessero i Salis. Mi fanno una
gran pena i militanti e gli attivisti di AVS. Molti di loro si battono
quotidianamente (magari da anni) ed operano nei territori per promuovere il
loro partito e si sono visti scalzare per la seconda volta da personaggi
paracadutati dai fretelli de sinistra e dalle loro profetiche intuizioni
circa il loro primato politico. Mi fa una gran
pena, infine, la madre di Ilaria: si
tiene accuratamente lontana dagli aspetti mediatici dell vicenda. Conosce
meglio di tutti i problemi della sua famiglia. |
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Riflessione
n° 106 (14-6-2024)
Giochino infantile:
provocazione-reazione-condanna della sola reazione.
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Il giochino -
tutto infantile - del provocare al fine di
obbligare il provocato ad una reazione che poi il provocante
iniziale provvederà a denunciare ed a stigmatizzare, si abbandona in genere
col superamento dell’età adolescenziale: a quell'età, tutti sono in grado
di scoprire quel giochino e condannarlo. Quanto è
successo alla Camera il 12 giugno è una riproposizione adulta del giochino
messo in piedi dai nostri seri deputati orfani di linea politica e di
fertilità cerebrale. Sebbene
scoperto da tutti i normali, è stato somministrato a mo' di pastura agli
elettori di riferimento. I quali, essendo di bocca buona, accettano
esultanti anche la pastura di peggiore qualità, valutandola come elaborata
dal loro chef di fiducia. Insomma, un
giochino riproposto da adulti ad usum stultorum i quali, affetti da
desertificazione neuronale, hanno accolto l'iniziativa come grande azione
rivoluzionaria, avendo obbligato gli avversari ad una reazione da
condannare. Iniziativa, secondo i gonzi,
tanto rivoluzionaria da coinvolgere
altri gonzi e tutta la sinistra, lasciatasi pasturare in mancanza di
altre risorse. Al canto dell'inno nostalgico (Bella, ciao) non intendono
lasciar cadere l'iniziativa: la pièce verrà aggiornata e riproposta nei
prossimi giorni quale esempio vittorioso di rivoluzione iniziale del
prossimo a risorgere Sol
dell'Avvenir. Nello
specifico, al fine di generare una reazione forte, è stato facile al provocatore prendere di
petto un uomo considerato debole perché in lotta da tempo contro un cancro
e che gli amici di partito, e non
solo, tendono a proteggere. Questo paese
non merita una classe politica (che si definisce) di sinistra così poco professionale e
tanto intellettualmente arida quanto impotente. Ma finché i cittadini di
quell'area restano afoni e distratti, questi sono i politici che il paese,
le istituzioni e la sinistra devono
tenersi. |
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Riflessione
n° 105 (23-5-2024)
La
I.A. causerà l’abbandono di internet come strumento di comunicazione?
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Visto
che con ' I.A. si è in grado (tra l'altro) di imitare perfettamente la voce
di una persona, tutte le registrazioni di telefonate (intercettazioni
ambientali, impegni contrattuali telefonici ecc.) diventano non probanti.
Voglio dire che, se una società di telefonia mi impone il rispetto di un
contratto che sostiene essere stato da me stipulato per telefono e di cui
fornisce la registrazione (falsa) della mia accettazione, che cosa posso
opporre? Solo che la registrazione della mia la voce è artefatta? Prova
diabolica!. Per qualche tempo il giochino causerà problemi a coloro la cui
voce è stata copiata, ma alla lunga ogni registrazione vocale perderà di capacità di
"autocertificazione". Esattamente come con le foto taroccate e
con le fake news. Io sostengo che queste possibilità renderanno internet non più attendibile, tanto meno come fonte di
informazione. Sbaglio? |
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Riflessione
n° 104 (20-5-2024)
La
castroneria scientifica della biodiversità favorita dal non curare i
giardini di città.
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Riflettevo
sulla soluzione trovata a Milano per favorire la biodiversità nei giardini
della città, promossa evitando di tagliare l’erba alta e rigogliosa e abbandonando la vegetazione a se stessa.
In altri termini, si sostiene - anche in Comune, tra gli amministratori -
che, se si taglia l’erba ogni settimana, la biodiversità è compromessa,
compromissione che non
interviene se l’erba si lascia
crescere. Come dire che le varietà di flora germinano ex nihilo ma solo se
si lascia tranquillo il prato, non sottoponendolo alle cure dei
giardinieri. Le quali, secondo il genio che ha pensato la motivazione
scientifica, mortificano alcuni tipi
di erba non permettendo loro di “nascere”, mentre al contrario, favoriscono
la “crescita” di altre. Molto poco
scientificamente stanno confondendo la “nascita” di un essere vivente con
la sua “crescita”. Al
contrario è vero che in un prato
“germinano” sempre e tutti i semini
presenti e la rasatura blocca la “crescita” sempre e di tutti i tipi di
erba presenti. Con una eccezione: se sono presenti piante infestanti e si
lasciano crescere senza intervenire, nel giro di qualche tempo nasceranno e
si riprodurranno solo queste. Per
concludere, la biodiversità o è presente o no. Nel secondo caso è una
castroneria sperare che, dismettendo il tosaerba, spuntino erbette ex
nihilo ad opera di un eone-levatrice che interviene tra il creatore ed il
creato. Semmai,
il non curare i giardini, farà proliferare la fauna presente (topi e ratti,
cavallette, scarafaggi, lucertole ecc.)
richiamandone esemplari o specie che, in assenza di disturbi umani,
troveranno un habitat più favorevole e, quindi, da occupare. Anche
in materia faunistica possono esserci delle eccezioni al loro proliferare:
intanto, l’uomo eviterà ai suoi cuccioli di frequentare quei posti e,
inoltre, se prolifereranno specie animali aggressive, predatrici e senza antagonisti, vinceranno loro e
tenderanno ad eliminare le altre. |
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