“Più dei tanti che
tumultuano, i tiranni temono i pochi che pensano”. (Platone) |
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R I F L E S S I O N I |
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DELLO STESSO ARGOMENTO |
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DELLO STESSO ARGOMENTO |
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DELLO STESSO ARGOMENTO |
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Grado |
Stato |
Barili (in milioni) |
1 |
Venezuela |
300,878 |
2 |
Arabia Saudita |
266,455 |
3 |
Canada |
169,709 |
4 |
Iran |
158,400 |
5 |
Iraq |
142,503 |
6 |
Kuwait |
101,500 |
7 |
Emirati Arabi Uniti |
97,800 |
8 |
Russia |
80,000 |
9 |
Libia |
48,363 |
10 |
Stati Uniti |
39,230 |
11 |
Nigeria |
37,062 |
12 |
Kazakistan |
30,000 |
13 |
Cina |
25,620 |
14 |
Qatar |
25,244 |
15 |
Brasile |
12,999 |
16 |
Algeria |
12,200 |
.
In caso di forti
turbolenze nei processi di approvvigionamento, l’Occidente arriverà a
riproporre contro Maduro la soluzione trovata da Putin contro Zelensky?
DELLO STESSO ARGOMENTO
Se
ne parlava circa un mese fa. Se i Russi sono convinti della grande difficoltà
da parte delle forze armate occidentali di intercettare i missili ipersonici (si
arriva anche a Mach 7) potrebbero anche fare un pensierino alla guerra prima
che la tecnologia Nato riesca a realizzare intercettori adeguati. Soprattutto
se la tecnologia di intercettazione
russo-cinese fosse più avanzata. Se le cose stanno in tal modo, ogni reazione
farebbe avvicinare la deflagrazione. Mentre l'assenza di reazioni
convincerebbe i Russi a continuare a sbocconcellare i paesi confinanti. Non
riusciamo ad affrancarci dall'errore più frequente commesso dall'homo
militaris da almeno 10mila anni: "Le cose stanno così e così resteranno
per mille anni". E' l'errore degli Occidentali ripetuto da almeno una
trentina di anni. Adesso corriamo per correggere le nostre decisioni prese
negli ultimi decenni fidandoci del fatto che "se le cose stanno così,
così resteranno per i prossimi mille anni".
DELLO STESSO ARGOMENTO
Ipotizziamo che Putin
abbia ragione sull'espansionismo della NATO. Ma perché ha fatto il pesce in
barile cercando di rispondere con un suo espansionismo (Donbass) a quello
occidentale, invece di impostare una battente campagna mediatica mondiale
contro l'atteggiamento aggressivo della Nato? Non essendo riuscito
nell'intento espansivo con la forza, ha deciso di invadere l'Ucraina. Si è
cacciato così in un vicolo sempre più
stretto, ed è caduto nella trappola occidentale (sempre nell'ipotesi degli
Occidentali cattivi) che lo ha fatto passare dalla ragione al torto. Questo fatto non depone a favore del q.i.
di chi pretende di essere uno dei grandi statisti del pianeta.
Credo che se ne
uscirà solo con la mediazione della Cina.
DELLO STESSO ARGOMENTO
Riflessione n°
24 / 2022 (2-3-2022). La mossa di
Putin: un successone!
Risultati
dell'azione del Putìn: ha ricompattato l'Occidente; ha fatto prendere
coscienza alla UE della sua nullità in campo internazionale; ha rotto le uova
nel paniere di Pechino, visto che la Cina sta aspirando a prima potenza
mondiale pur giocando con le regole dettate dagli stessi Occidentali; ha aperto alle finanze cinesi l'acquisto di
asset russi, visto che Putin non ha una lira e finanziamenti internazionali
sono ormai compromessi, mentre i Cinesi non sanno dove mettere i miliardi di
dollari a disposizione: oltre a pensare all'Africa, si compreranno la Russia
investendo lì (intanto stanno impostando il progetto del più grande gasdotto
del mondo, dalla Russia); ha convinto la Germania a riarmarsi (Berlino
cercava solo l'occasione per far parte – alla pari - dei paesi leader mondiali); ha convinto
tutti i paesi Nato a spendere di più in armamenti; ha ricompattato la UE
circa le posizioni da tenere con i paesi di Visegrad; ha reso conveniente per
l' Europa riconversioni sulle fonti di approvvigionamento energetico, troppo
costose (e, infatti, sempre
accantonati) in periodi di tranquillità e con accettabili prezzi di gas
e petrolio; ha reso praticabile lo spazzar via i governi di Cuba, del
Venezuela e di tutti quei paesi che si ritiene "rompano le palle"
all'Occidente; ha obbligato Turchia e Cina schierarsi su posizioni di non
adesione nei confronti della mossa di
Mosca; i contractor russi spediti in Africa (Libia, paesi subsahariani ecc.)
verranno spazzati via in pochi mesi. Insomma, per i Russi un successone!.
Dispiace che, con
tutto questo cambiamento nel crogiolo, gli Ucraini rivestano il ruolo,
occasionale, di catalizzatore.
DELLO STESSO ARGOMENTO
Riflessione n°
25 / 2022 (5-3-2022). Ipotizziamo
che Putin abbia ragione….
• Abbassiamo di un paio di gradi il riscaldamento di casa. Meglio indossare un maglione oggi che una mimetica domani.
• Sostituire con lampade a led tutte le fonti di luce casalinghe. La sera, accendiamo la luce un po' dopo rispetto alle nostre abitudini.
• Mettiamo a bollire il quantitativo giusto di acqua per lessare la verdura, per il tè, per la pasta. Utilizziamo una pentola di diametro adeguato rispetto alle dimensioni del fuoco su cui verrà posta: la fiamma non deve superare il fondo del recipiente. Se abbiamo fretta e vogliamo riempire una pentola di acqua già calda, utilizziamo il rubinetto più vicino allo scaldabagno.
· Attiviamo la lavastoviglie solo a pieno carico e non perché non abbiamo più forchette o piatti puliti a disposizione. Cerchiamo di caricare la lavatrice con il massimo peso di panni consentito.
• Evitiamo di fare il bagno e cerchiamo di fare docce economiche. Teniamo acceso lo scaldabagno solo durante la notte.
Le famiglie italiane sono 26 milioni.
Se riuscissimo a risparmiare un solo centesimo ogni 24 ore a famiglia, recupereremmo 260.000 euro al giorno, 94.900.000 di euro l'anno.
Se arrivassimo a risparmiare un euro al mese a famiglia, recupereremmo 312 milioni di euro l’anno.
DELLO STESSO ARGOMENTO
Perché non si pensa ad un sistema antincendio con elementi posti al di fuori delle murate, alimentati autonomamente e con idrovora con pescaggio direttamente in mare. Questi riverserebbero l’acqua all’interno dell’imbarcazione e potrebbero risultare risolutivi qualora i sistemi antincendio “normali” vengano messi fuori uso da incidenti. Oltretutto il sistema non obbligherebbe ad attendere gli idranti di rimorchiatori o imbarcazioni di soccorso.
DELLO STESSO ARGOMENTO
I due principali paesi anglosassoni, USA e GB, alternatisi negli ultimi due secoli come gendarmi del mondo, hanno perso quel ruolo nell’ultimo ventennio. Una serie di non ben valutate iniziative anglosassoni sugli scacchieri internazionali hanno relegato i due paesi un po’ ai margini delle dinamiche geopolitiche: dalla seconda guerra irachena, alle primavere arabe, alle manovre di Sarkozy, il quale per scalzare l’Italia dalla Libia, ha permesso alla Russia e ai Turchi di ricavarsi un posticino nel Mediterraneo centrale. Per non parlare del disastro afghano e della Brexit .
Anche la Russia, praticamente emarginata negli anni ’90,
ha stentato a recuperare posizioni, sopravanzata dalla Cina che ha
praticamente globalizzato il mondo e fra tre o quattro anni ci ritroveremo
anche sulla Luna. Nel frattempo,
mentre gli altri tre giocano alla data della guerra, ha creato notevoli
interessenze in Oceania (Isole Fiji ecc.)
Le attuali difficoltà interne di Biden e di Johnson e la stagnante posizione geopolitica russa hanno suggerito il rimescolamento delle forze nello scacchiere internazionale attraverso la crisi ucraina. Oggi è mercoledì 12 febbraio: secondo Biden oggi (ora di Washington?) dovrebbe scoppiare la guerra. Aspettiamo ancora qualche ora.
Gli obiettivi dei tre contendenti paciocconi in parte coincidono: far emergere la debolezza europea in campo energetico, militare e diplomatico. A fronte di questa vicenda, la UE dovrà trovarsi, nel breve periodo, nuove fonti di approvvigionamento (gli Stati Uniti?); dovrà cominciare a spendere di più per gli armamenti; in ultimo, non riuscirà mai a parlare con una sola voce in campo diplomatico internazionale, restando un nano in feluca. In conclusione, la UE non cerchi di avvicinarsi alla Cina che, in questo frangente ha dimostrato di stare al fianco di Putin, e torni a schierarsi - senza se e senza ma – con gli Anglosassoni.
Analisi troppo semplicistica? Domanda: come mai neanche i potentati finanziari internazionali hanno creduto a uno “scrocchio” vero? Il dollaro, in genere valuta rifugio nelle crisi vere, ha avuto qualche giorno di rivalutazione negli ultimi giorni di gennaio (1,11 per 1 euro) per tornare a scendere ai livelli di dicembre-gennaio (1,13 – 1,14).
AGGIORNAMENTO del 17-2-2022.
Un amico mi fa presente che in situazioni di crisi occorre guardare non tanto al dollaro quanto all’oro.
La quotazione dell’oro ha cominciato a crescere da metà
2019. Ha raggiunto il picco massimo di 1725,35 euro il 10 agosto 2020.
Mercoledì 16 febbraio (giorno della guerra) l’oro quotava 1629,83 euro.
DELLO STESSO ARGOMENTO
Salvini sostiene che per ricomporre il centro destra occorrerà un anno. Nel frattempo lui prova a sondare il terreno per capire se il Grande Centrino (FI e cespugli) può dargli spazio e se avrà un futuro. Intanto continua ad accusare di tradimento e diserzione quanti hanno fatto mancare il voto alla Casellati nelle elezioni presidenziali.
Dopo una ansimante fuga in avanti, Berlusconi ha capito che, per continuare a gestire da Arcore l’eventuale Grande Centrino, dovrebbe impedire alla Lega di convergere su quello che considera un suo terreno esclusivo. Pena l’irrilevanza di Forza Italia come forza egemonica della nuova formazione.
Ma sia Salvini che Berlusconi commettono un errore: non è vero che la situazione odierna si limita a spingere gli innervositi elettori di centro a trovarsi una offerta politica liberal moderata. E’ vero invece che molti cittadini italiani (il 40% non va a votare) sono alla ricerca dell’ennesimo percorso politico che sia in grado di prospettare quel cambiamento radicale politico, partitico, comportamentale che da una decina d’anni vanno affannosamente esplorando, nella speranza di riconoscersi in nuove offerte politiche, finora comunque tutte deludenti e fallimentari. Dalla mancata rottamazione di Renzi e le sue conversioni sulla spending review fino al licenziamento di Cottarelli, al grande bluff dei 5Stelle i quali, lungi dall’aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si sono esercitati in manovre autoimmuni tanto evidenti quanto foriere di disastri.
Oggi a destra è la Meloni ad incarnare la voglia e la possibilità di un drastico cambio di rotta rispetto all’andazzo generale. E la sua proposta politica risulta la più adeguata ad accogliere il cambiamento auspicato da una buona parte di cittadini. Cambiamento non certo rivoluzionario (Giorgia Meloni sostiene di essere la più rispettosa delle istituzioni) ma negli atteggiamenti politici; nel tentativo di imporre una maggiore correttezza e lealtà nei rapporti interpartitici, appunto, con le istituzioni, con le altre forze politiche e con i cittadini; nel più fermo e diverso atteggiamento nei confronti di questa UE.
Queste almeno sono le caratteristiche di Fratelli d’Italia agli occhi di almeno un terzo dei cittadini italiani. Gli altri partiti, quelli che non sanno fare più politica, hanno da contrapporre solo l’accusa di fascismo, di estremismo di razzismo alla formazione di Giorgia Meloni, non essendo in grado di opporre linee e visioni politiche, soluzioni diverse, diversi metodi operativi nell’affrontare i vari problemi della nostra società.
Sosteneva Leonardo Sciascia che “Il più bell’esemplare di fascista in cui ci si possa oggi imbattere (e ne raccomandiamo agli esperti la più accurata descrizione e catalogazione) è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dare del fascista a chi fascista non è”. (Nero su nero, Einaudi 1979 - Pag. 73)
Salvini e Berlusconi cercheranno di saggiare la disponibilità di altri forni, ma mentre loro devono affannosamente prendere tempo per cercar di trovare la strada più conveniente a loro ed alle loro formazioni, la Meloni può invece più semplicemente aspettare, approfittando della loro inadeguata e sconclusionata offerta politica e della conversione di parte di quel 40 % di cittadini che si astengono. Con le amministrative alle porte, le decisioni rischiano di essere affette da presciolosità intellettuale.
Altri sono i problemi di FdI.
1) Mancanza di una classe politico-amministrativa adeguata da proporre localmente. Può contare su una esperienza di governo ridotta: partecipò come Alleanza Nazionale al IV governo Berlusconi (2008-2011) con 4 ministri e 8 sottosegretari. Dal 2018 partecipa alla avanzata della destra nelle amministrative, regionali e comunali.
2) Mancanza di canali mediatici di comunicazione che vadano oltre i social e Il Secolo d’Italia. Certamente Berlusconi (Silvio) farà mancare quelli di Mediaset o cercherà di mettere in luce critica – tramite i suoi giornalisti – la partecipazione di esponenti di FdI. Dovrebbero progettare l’impostazione di alternativi canali di comunicazione sfruttando le nuove tecnologie, anche alla luce del fatto che i due anni e passa di pandemia hanno costretto moti cittadini ad impadronirsi degli strumenti per accedere alle nuove forme di informazione e partecipazione.
Alle elezioni politiche del 2018 il partito si attestò al 4,35 % alla Camera e al 4,26 % al Senato. Risultati prossimi all’irrilevanza rispetto ad oltre il 17 % della Lega e al 14 % di Forza Italia. Oggi, grazie all’esposizione mediatica offerta anche dai canali del Cavaliere, i sondaggi collocano la Meloni tra il 18 ed il 20 %. C’è da aggiungere che la partecipazione ai talk show di Giorgia Meloni fa aumentare gli ascolti di quei canali, ripagando in tal modo quegli stessi canali.
3) Mancanza di presa di distanza nei fatti e nell’azione di tutti i giorni, non semplicemente in dichiarazioni formali, da frange violente che si definiscono simpatizzanti di estrema destra. Oppure da coloro che ridicolizzano il suo partito con manifestazioni infantili di approccio folkloristico richiamanti il ventennio fascista.
4) Difficoltà nel promuovere una cultura di destra adeguata, attraendo in maniera organica forze intellettuali di area e non, attive e critiche, in grado di prospettare da qui a dieci, venti anni soluzioni strutturali ai gravi problemi che una società complessa deve affrontare.
5) Mancata
valorizzazione (conseguenza del punto 2)
del ruolo di Meloni nella UE quale presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti
Europei.
Per concludere, la voglia di cambiamento degli Italiani e le posizioni raggiunte nei sondaggi possono indurre la Meloni a posizioni politco-sociali dettate da pigrizia operativa.
Sbaglierebbe.
I tre partiti devono decidere prima delle amministrative di metà anno.
DELLO STESSO ARGOMENTO
I vecchi democristiani sapevano benissimo che il “Saper
prendere tempo!” era arte raffinata e sempre pagante. Sapendo fare, male che
fosse andata, il bilancio dell’attesa sarebbe stato uguale a zero.
Quando Mattarella impose il BisConte per meriti di pallottoliere e contro ogni morale costituzionale, sapeva benissimo che il suo partito non ci avrebbe rimesso nulla e che, anzi, avrebbe potuto ben lucrare. Soprattutto se gli avversari non avessero avuto in dote lungimiranza, buona organizzazione, costanza, adeguatezza.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: è stato sufficiente aspettare per veder cuocere nel loro misero brodo Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Non sono stati in grado di adeguare la loro politica alle vicende che la realtà poneva loro innanzi.
Dei tre, ha retto meglio il partito di Giorgia Meloni, con una impostazione etica più solida rispetto agli altri due e con migliore approccio istituzionale, nel senso di migliore adesione e più manifesto rispetto dei valori istituzionali. Ma, se non riuscirà ad attirare una parte cospicua del corpo centrista del vecchio schieramento di centro-destra, a che servirà? Certo, Meloni potrebbe essere avvantaggiata dagli obiettivi indecifrabili e nebulosi degli ex alleati, dalle manifeste incapacità dimostrate dai vertici della Lega e dalle umoralità del Cavaliere che ancora sbatacchiano malamente Forza Italia. Ma in questa manovra di coinvolgimento si varrà la nobilitate dei dirigenti di Fratelli d’Italia.
DELLO STESSO ARGOMENTO
Ai miei tempi…
Feci l’esame di maturità nel 1965. Liceo scientifico. Fui rimandato in tre materie. Promosso poi ad ottobre.
Nel 1965, l’esame prevedeva i riferimenti degli ultimi tre anni: se, per caso, nel corso degli orali ci fosse stata occasione di parlare del trapasso dalla Repubblica romana all’Impero, dei batteri anaerobi o di Guinizzelli non potevamo obiettare che si trattava di argomenti studiati due anni prima. Gli scritti consistevano in cinque prove: Italiano, Matematica, Latino, Francese, Disegno. Agli orali si portavano tutte le materie, compresa “Educazione civica”. Nessuno ci consolava con “Poveri ragazzi… vi stanno massacrando!”. Ricordo che terminata la prova di disegno, il membro della commissione ci informò che il giorno dopo ci saremmo dovuti presentare in tuta e scarpe da ginnastica: avremmo dovuto sostenere anche la prova di Educazione Fisica.
L’indomani, in cortile, tutti in riga sull’attenti. L’esaminatore ci fece avanzare a turno. A ciascuno chiese di mimare i movimenti di una prova di atletica. Quando fu il mio turno, mi toccò simulare le movenze di un lanciatore di disco. Superai l’esame perché nel 1960, in TV tra i vari servizi sulle gare olimpiche (Roma 1960) seguii quelli relativi al lancio del disco. Ricordai i lanci e i relativi movimenti di Adolfo Consolini (un grande campione, ormai vecchietto di oltre 40 anni). Come posizione iniziale adottai quella del Discobolo di Mirone. Fu un successo, a parte le tre materie ad ottobre.
Per decenni, l’esame di maturità fu un mio incubo ricorrente – almeno annuale - e sempre uguale: un personaggio mi convocava e mi informava che avrei dovuto sostenere di nuovo l’esame di stato. Piagnucolavo affranto, sostenendo che non vedevo il motivo …. che non era giusto…. soprattutto che ero già laureato…. Niente da fare. Sebbene affranto, cercavo sul patibolo di organizzarmi: va bene alcune materie … ma matematica mi avrebbe affossato, chi ricordava nulla dello studio delle funzioni? Quando, angosciato e sudato, mi svegliavo, da quell’incubo, me ne stavo minuti e minuti a crogiolarmi, ridendo, sotto le lenzuola, felice per lo scampato patibolo. Uno dei momenti esaltanti della mia vita!
Curioso: da una trentina d’anni quel sognaccio non si è più ripresentato. Che sia, nel frattempo, maturato?
DELLO STESSO ARGOMENTO
1) E’ stata dimostrata l’inamovibilità di Draghi. E’ stata dimostrata l’insostituibilità di Mattarella.
2) E’ stata dimostrata l’inadeguatezza dei partiti a svolgere un ruolo pur minimo di rappresentanza e iniziativa democratica. Non sono in grado di svolgere neanche un “lavoretto”. Ricordo che i partiti politici hanno una rilevanza costituzionale e che le entità che si definiscono “partito politico” rispondono ai cittadini ed alla costituzione del loro comportamento.
3) E’ stata dimostrata l’incapacità dei capipartito a gestire politicamente le formazioni di riferimento. La prova di questa loro insulsaggine è stata data da Mattarella: per i 30 secondi di pseudo supplica perché accettasse la rielezione, ha accolto i gruppi parlamentari (cioè i peones che l’hanno voluto ed eletto) e i grandi elettori regionali, ma non i capibastone.
4) E’ stata dimostrata l’assoluta estraneità dei partiti rispetto alla società italiana: non sono più capaci di fare politica. Per la quale occorrono cultura, intelligenza, intuizione, lavoro, impegno, tutte qualità di cui i partiti sono orfani. Le “fortune” della nomenclatura si basano esclusivamente su tre cose: sull’essere fedeli (pur se coglioni) a chi ha il potere di “stilare le liste elettorali”; sulla più o meno intensa partecipazione ai talk show televisivi (da cui deriva un obbligato loro asservimento ai padroni dei canali mediatici) e, soprattutto, sul fatto che gli iscritti, i militanti, gli attivisti sono del tutto afoni e non in grado di svolgere un minimo di controllo e di sindacato circa l’azione dei capi: devono solo mettere la croce dove sanno quando ci saranno le votazioni.
5) E’ stato dimostrato che il paese può andare avanti anche senza partiti e capipartito, ridotti ormai a comitati d’affari, e che anzi spesso il loro coinvolgimento fa crollare la qualità degli interventi e delle decisioni politiche.
6) E’ stato dimostrato che sono in mala fede (per altro obbligata dalla loro scarsa cultura) quanti tacciano di qualunquismo e populismo coloro che si riconoscono nelle considerazioni appena esposte: li condannano le loro analisi miserevoli che cianciano di cultura, progressismo, umanitarismo, antifascismo, antirazzismo ecc. senza neanche conoscere a fondo il significato di quei concetti, ripetuti come leggendo una lista della spesa dal droghiere. Se i cittadini imponessero un radicale cambiamento a questo andazzo, se le cose tornassero “normali”, non saprebbero che cosa fare o dire.
7) E’ stato dimostrato che i pigri profittatori della situazione attuale accusano ferocemente di qualunquismo e populismo ogni minima nuova inclinazione democratica mirante a ridare voce ai cittadini perché si torni ad ascoltarli. Chi oggi cerca di ergersi al di sopra di tutti e di tutto dimostra un vero disprezzo proprio per i cittadini, considerati ignoranti ed incapaci di ricoprire, senza la loro alta ed indispensabile mediazione, il ruolo che la costituzione loro assegna come guardiani e custodi della sovranità.
Anche perché sanno che, se le cose tornassero “normali”, il loro sciamanesimo verrebbe spazzato via e dovrebbero (faticosamente) ricominciare a fare politica.
DELLO STESSO ARGOMENTO
29-1-2022 Iacchite.blog. Quirinale 2022. Cacciari: “Politici
incompetenti, si salva solo la Meloni”
Dopo la dimostrazione di inaffidabilità di Letta e relativo cerchio, e al di là delle ideologie, FdI è l’unico partito che ha dimostrato una tempra resistente e una adeguata coerenza nei fatti. Il partito di Meloni sarà l’unico ad attrarre deputati e senatori perché – nonostante il taglio dei parlamentari - sarà l’unico partito a crescere anche numericamente. Meloni si rende conto che dovrà fare tutto avendo indisponibili i canali di Mediaset? Sarà obbligata e costruire canali di comunicazione alternativi. Ne sarà capace? Meloni ha due vantaggi. Il primo è costituito dalla esigenza di Berlusconi+cespugli e Renzi di costituire un centro per reggere alla prossima legge elettorale proporzionale: tale urgenza obbligherà gli statisti Renzi e Berlusconi a non andare oltre progetti old style. Oltretutto non sarebbero capaci di procedere ad innovazioni. .. Per inciso, non so se la Lega mendicherà uno strapuntino. Tutto verrà appoggiato a Mediaset in una campagna elettorale già cominciata. Il secondo vantaggio le deriva dagli atteggiamenti che Draghi assumerà nei confronti degli squalificati partiti della maggioranza ed in quelli dei loro ministri, ancor più squalificati: opererà da decisionista dando luogo ad una continua loro mortificazione.
Meloni avrà la Lega contro.
Mi corre l’obbligo di una correzione al giudizio di Meloni
sulla “sinistra” espresso sul Corriere: il comportamento di Letta e della
maggioranza del PD non è dettato da complesso di superiorità, ma di
inferiorità nei confronti dei competitori: chi è sicuro di sé, delle proprie
idee e delle proprie ragioni tratta a viso aperto con tutti ed in ogni
frangente, e rifugge da atteggiamenti meschini e sleali come la fregatura
rifilata da Letta al povero Salvini circa il presidente donna.
DELLO STESSO ARGOMENTO
à Mattarella
bis? A mio avviso e andata così.
à Elezioni
presidenziali. Ma la sinistra ha un nome da proporre?
La destra riteneva che si dovesse eleggere il nuovo presidente della Repubblica. La sinistra invece mirava al Mattarella bis e cercava di squalificare la destra agli occhi dei cittadini, disseminando di trappole il percorso che avrebbe seguito Scout Salvini. Conte cercava di approfittare della vicenda rendendola un trampolino per la sua posizione di capo statista dei 5Stelle.
Compulsi verso questi telos, Scout Salvini cercava di proporre una serie di personaggi degni di essere eletti. Letta, statista sornione, rifiutava ogni nome proposto e, al contempo, cercava il modo di predisporre la trappola finale contro la destra. Conte non ci stava capendo nulla, ma si atteggiava a chi aveva capito tutto. Da lontano Berlusconi affinava la progettazione della vendetta contro gli alleati (Scout Salvini e Mamy Meloni) dei quali non aveva digerito la quasi-manifesta - pur se sotterranea - disapprovazione della sua auto candidatura e della avvilente campagna acquisti.
Come ultimo tentativo Scout Salvini gettava nell'agone la Casellati, ritenendo che sarebbe stata votata da tutto il centro destra compatto per poterla riproporre ancora. Berlusconi pensava bene che fosse giunto il momento di tirare il laccio dove Scout Salvini aveva infilato un piede. Faceva così mancare una quarantina di voti alla presidente del Senato: candidatura bruciata.
A quel punto Scout Salvini – ormai impotente - si recava nel campo avversario per trattare direttamente con capo Letta e capo Conte. Capo Letta capiva che era arrivato il momento della trappola finale: offriva allo Scout una rosa di nomi, tra i quali è presente anche Belloni. Lo Scout riferiva a Mamy Meloni e al povero Taiani la proposta Letta-Conte. Otteneva un loro assenso nei riguardi di Belloni. Tornato nel campo avversario, comunicava il placet per Belloni. Tutto a posto.
Da bravo provinciale, Scout Salvini si precipitava per primo in braccio ai cronisti e comunicava soddisfatto a tutto il mondo: “Sto lavorando perché ci sia un presidente donna…. Se tutti la smettono di mettere veti …. Lavoro perché domani si chiuda”. Da bravo provinciale si era annesso la definizione procedurale e la soluzione al femminile del problema: avrebbe tutto risolto il giorno dopo.
Usciva anche capo Conte e preannunciava per l’indomani l’elezione di un presidente donna.
Tutto bene?
No!
La mattina successiva, capo Letta ritirava l’indicazione (da lui fatta) della candidata Belloni e tutto precipitava in un vergognoso nulla. A quel punto, affossato Scaut Salvini, i grandi elettori hanno cominciato a premere per il Mattarella bis. Che, messosi a disposizione, verrà eletto.
Grande vittoria del furbo capo Letta: rovinato Scout Salvini e la destra. Rovinato, ma era già disastrato di suo, capo Conte e le varie tribù dei 5Stelle. Lo scaltro capo Letta affossa gli avversari e fa eleggere l’ennesimo presidente di area che gestirà le prossime elezioni e la formazione del nuovo governo.
Dopo questi avvenimenti, Giorgia Meloni dovrà fare da sola, rinunciando ai canali mediatici che il Cavaliere metterà a disposizione della nuova formazione di centro, con i vari cespugli e Matteo Renzi, oltre Forza Italia. Non so ipotizzare la fine di Salvini.
La politica italiana, squalificata agli occhi del mondo, ha dimostrato di aver quasi toccato il fondo. Vedremo come e quando lo toccherà
Tutto è pronto per una legge proporzionale.
Sarà interessante vedere come si distribuiranno i transfughi del 5Stelle, anche alla luce del fatto che l’unica formazione in grado – secondo i sondaggi – di veder crescere i propri eletti è Fratelli d’Italia, pur con il taglio dei parlamentari.
DELLO STESSO ARGOMENTO
à Mattarella bis?
A mio avviso e andata così.
à Elezioni
presidenziali. Ma la sinistra ha un nome da proporre?
La sinistra non ha fatto una proposta, non ha indicato un nome da proporre alla discussione. Forse vuole imporre a Mattarella un mandato bis? Non si capisce altrimenti la strategia dello statista Enrico Letta. I tifosi della curva di sinistra danno la colpa a Salvini. Ma credo che si tratti solo della lezioncina imparata par coeur dalla tifoseria. I cittadini si chiedono perché dopo nove nomi proposti dalla destra (tutti di levatura notevole) la sinistra abbia sempre cassato quei nominativi per nove volte senza proporne uno di sua pertinenza.
Quando a Mattarella fu consigliato di fare lo spot “Il Presidente cerca casa” mi venne un sospetto: troppo plateale quella manifestazione di volontà nel non voler accettare un secondo mandato. Come l’altro spot (altrettanto plateale) della preparazione degli scatoloni per il trasloco, per altro tutti vuoti. Perché tanta teatralità?
Col Mattarella bis la sinistra può continuare a contare su un presidente di area che gestirebbe le elezioni prossime e – comunque vadano – la formazione del prossimo governo. E non solo. Doverlo sostituire vuol dire non poter più contare su quella benevolenza istituzionale. Inoltre, imporlo dopo aver disastrato la situazione ma avendo dimostrato ai gonzi l’incapacità dei grandi elettori di formulare ipotesi adeguate, riuscirebbe forse a farlo passare – sempre agli occhi dei gonzi - superpartes.
Curioso di vedere come reagirà il centro destra.
I cittadini hanno altri problemi.
DELLO STESSO ARGOMENTO
à Mattarella
bis? A mio avviso e andata così.
à Elezioni
presidenziali. Ma la sinistra ha un nome da proporre?
25-1-2022 ASCA Ucraina, Caracciolo: con sanzioni alla Russia scoppierà una crisi Usa-Ue. Non possiamo escludere che un incidente porti a un conflitto aperto.
Gli Anglosassoni non sono in grado di avere una visione dei problemi geopolitici che vada oltre il loro sentirsi ed essere isolani. USA, GB, Canada, Australia e Nuova Zelanda hanno solo tre confini di terra. Ben due hanno problemi: USA-Messico e Irlanda del Nord-Irlanda. Il terzo (USA-Canada) è domestico. Non si rendono conto di che cosa significhi per molti paesi europei questionare duramente (sanzioni) con la Russia e cioè con il fornitore di energia da cui attinge la Germania e molti paesi del Nord. Soprattutto in questo frangente, con una crisi energetica massacrante. Ed una pandemia preoccupante.
La politica inglese delle cannoniere (1800) si sta riproponendo a livello mondiale dalla pace di Sèvres dopo la prima guerra mondiale: se in continente qualche nazione cresce troppo e mette a repentaglio gli interessi e l’impero britannico, gli Anglosassoni intervengono, abbattono la nazione che rompe loro le scatole senza alcuna preoccupazione degli effetti collaterali cioè di quello che accadrà nel continente, e se ne tornano nelle loro isole. Gli altri si arrangino.
Oggi, l’iniziativa “cannoniere” è funzionale anche nella politica interna di USA e GB: la crisi di credibilità di Biden e di Johnson ha bisogno della classica cura del “nemico esterno alle porte”. Questo fa abbassare di in ulteriore piano i problemi che dovranno affrontare i paesi europei.
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22-1-2022 AGI. Berlusconi ai suoi: "Ancora non ho deciso". Il leader di Forza Italia ha chiesto il parere di tutti i ministri e sottosegretari in apertura del vertice.
La destra si sta giocando tutta la credibilità acquisita fino ad oggi. Sta dimostrando una incapacità di fondo, una inadeguatezza a rivestire un ruolo di governo come pretenderebbero i tre leader. Berlusconi tiene sotto ricatto (per ora vincente) sia Salvini che Meloni ai quali ha fatto balenare il loro ostracismo dai canali Mediaset. Certamente soprattutto per Meloni sarebbe una iattura, visto che ha costruito la progressione di Fratelli d’Italia attraverso l’esposizione delle sue indubbie capacità solo attraverso i canali mediatici di Silvio. Berlusconi sa benissimo che, se anche trovasse i numeri, la sua presidenza sarebbe minata moralmente ed istituzionalmente agli occhi dei cittadini e del mondo a causa del suo petulante mendicar voti. E in questo giudizio è atrocemente coinvolto anche il Parlamento piegato e ruinato dall’insulsaggine della stragrande maggioranza dei parlamentari.
Berlusconi ha chiesto ai suoi di esprimersi. Indovinate con quali risultati.
Il Cavaliere ha avuto la disgrazia di avere come pietra di paragone Mario Draghi. Il quale ha dimostrato agli Italiani (al di là dei giudizi di merito sui risultati) i vantaggi per le istituzioni e l’immagine del paese acquisiti dal coinvolgimento e la responsabilizzazione di persone capaci, serie, professionali e non grettamente razzolanti in un cortiletto. Sarebbe stato tutto più facile per lui se si fosse dovuto offrire in paragone con personaggi commensurabili: Conte, Letta, Di Maio, Bersani, Speranza.
Non sarà facile per i nostri politici di destra tirarsi fuori da questa che potrebbe risultare una atroce gogna mediatica gestita da Berlusconi e i suoi canali.
Ma il giudizio resta lo stesso. Anzi, con una gestione così provinciale, si aggrava nelle sue negatività.
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Velocemente: non è possibile sostenere che se c’è una qualsivoglia maggioranza in Parlamento, si procede con un qualsivoglia governo.
In materia, lo spirito dei padri costituenti era un altro. Riporto il pensiero di due padri Costituenti, Costantino Mortati e Lelio Basso.
Costantino Mortati - membro della Costituente e giudice della Corte
costituzionale - in un manuale di diritto pubblico del 1958 ebbe modo di
chiarire che spetta al presidente della Repubblica «una suprema
soprintendenza dell' attività degli altri organi costituzionali, non allo
scopo di indirizzarla in un senso o nell' altro intervenendovi attivamente,
bensì solo per compiere presso gli organi stessi un' opera di segnalazione
delle eventuali gravi disarmonie che potessero rilevarsi rispetto al
sentimento o alle esigenze espresse dal popolo, o per effettuare un appello
al popolo stesso, attraverso l' impiego dell' istituto dello scioglimento
anticipato, quando vi siano elementi tali da renderlo necessario o anche solo
opportuno».
Lelio Basso - «In un ordinamento democratico ci
dev'essere corrispondenza continua fra la volontà degli elettori e quella
degli eletti; il nostro ordinamento conosce alcuni meccanismi volti a questo
scopo, e precisamente: lo scioglimento anticipato delle Camere da parte del
presidente della Repubblica che dovrebbe essere pronunciato quando fosse
constatata un'aperta frattura fra Parlamento e Paese». [….].
Nel Medio Evo si sbalzava sul marmo (Palazzo dei Priori a Perugia) il seguente memento: “Ius reddens Iudex semper sis omnibus idem, iudicium alterius iudicis ut fugias”. E’ il giudice che deve essere sempre uguale a se stesso per tutti. Se riusciamo ad ottenere ciò, ne deriva necessariamente che “la legge sarà uguale per tutti”. Mentre non è vero il viceversa: la legge sarà pure nominalmente uguale per tutti, ma solo finché il giudice sarà uguale a se stesso per tutti. Infatti, un giudice non all’altezza del suo compito e non sempre coerente, può applicare o interpretare la stessa norma. Se per gli “amici” conviene applicarla, vuol dire che per i nemici conviene interpretarla. E viceversa.
E’ quanto è accaduto con l’avvento del BisConte: costituito per meriti di pallottoliere. Se un qualsivoglia governo può ottenere una qualsivoglia maggioranza in Parlamento, si faccia il governo! Precedente molto pericoloso.
Cassate dalla memoria le posizioni dei big sia del PD che del M5S ribadite solo pochi giorni prima della costituzione del Bis Conte (5-9-2019):
Tutti dei veri statisti!
Un sogno. In un’aula di
tribunale l’imputato ha di fronte il monito: ”La legge è uguale per
tutti”. Mi piacerebbe che venisse
richiamato il monito primario: “Iudex semper idem est omnibus” riportandolo di fronte al giudice, sulla parete opposta.
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à Mattarella
bis? A mio avviso e andata così.
à Elezioni
presidenziali. Ma la sinistra ha un nome da proporre?
è
Dominazioni straniere hanno imposto per secoli alle popolazioni autoctone del nostro paese un apparato normativo vessatorio ed estraneo. Inutile ricordare le dominazioni dal Sacro Romano Impero alla normanna, alla sveva, alla angioina. Si pensi al periodo di dominio spagnolo (dal 1559) dell’Italia non solo meridionale con la sostituzione del dominio francese nel nord Italia.
I cittadini che a quelle leggi si appellavano, o erano membri della casta dei dominanti o erano dominati ai quali convenivano atteggiamenti collaborazionisti. Agli occhi dei cittadini normali quella collusione appariva come deprecabile e comunque foriera di ulteriori vessazioni.
Le cose non sono migliorate con l’unità d’Italia: ampie fasce di popolazione meridionale accolsero di buon grado i suggerimenti del Cardinale Rufo che spingeva i veri cristiani ad opporsi all’apparato imposto dai piemontesi.
Più in generale, il Papa tenne lontani i cattolici da una attiva vita politica nazionale, imponendo loro di considerarsi estranei ai processi di unificazione che avevano visto il vicario di Cristo ridursi a dominare il territorio racchiuso entro le mura paoline. Il veto ad una compiuta cittadinanza dei cattolici fu rimosso solo nel 1913 (Patto Gentiloni).
Dopo neanche un decennio da quella data, la dittatura fascista impose una legislazione totalitarista, rifiutata da una parte della popolazione, almeno come atteggiamento intellettuale e di contrasto all’assolutismo del ventennio.
Dopo la liberazione, passato il momento costituente di enorme forza unificante, una parte della popolazione (la sinistra) non ebbe un completo atteggiamento di adesione alla nuova struttura giuridico istituzionale della Repubblica. Atteggiamento perdurato almeno fino al discorso di Berlinguer col quale si annunciava che “.. non si governa il Paese col 51 per cento dei voti…”.
Da quel momento, a mio avviso, è iniziato un faticoso processo di adesione alle istituzioni di questo paese. Ma le disarticolazioni operate per secoli hanno portato a storture difficili da raddrizzare: dagli atteggiamenti della Lega anni ‘90, a quelli di Berlusconi sul pagamento delle tasse, a quelle del Subcomandante Fausto che opponeva allo Sceriffo Cofferati il fatto che “…la legalità non è mai stata un valore della sinistra marxista…”. Per arrivare a Mimmo Lucano, a Carola Rakete e, oggi, ai “no vax”, “no tav”, “no tut”.
Insomma, in Italia rispettare le leggi è una opzione dettata non da etica, ma da personali adesioni a schieramenti politici.
In conclusione: il proverbio “fatta la legge, trovato l’inganno” non nasconde una rassegnazione di fondo, ma esplicita un modus operandi “legittimo”, addirittura apprezzato.
Oggi il legalismo è trapassato in giustizialismo, con connotati fortemente negativi alimentati dai furbi per mettere in difficoltà i cittadini che, ligi, “pretenderebbero” il rispetto delle leggi. Quei furbi che hanno fatto del mancato rispetto delle norme un lucroso business, e della non piena adesione alle istituzioni un ascensore sociale.
Un inciso: Il procuratore capo di Milano Ciro Cascone, così commentava i fatti di
Capodanno: «I genitori che lavorano fino a notte non sanno come prenderli: il
modello con cui sono stati allevati nel Paese d’origine, basato
sull’obbedienza all’autorità, qui non funziona» Domanda al dottor Cascone: “
Perché da noi il rispetto dell’autorità non funziona?”.
E noi che ci ribelliamo a questo atteggiamento eversivo? Beh, siamo dei poveracci. D’altra parte, che cosa pretendere da noi cittadini giustizialisti? E se, in quanto deprecati giustizialisti, fossimo in grado di far breccia nel corpo sociale e trovassimo “pericolosamente” un po’ di seguito, diventeremmo addirittura forcaioli, da combattere sempre e comunque.
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Certamente quella di Berlusconi da parte della destra è un indicazione divisiva. Ma detto da Letta che, nel 2013, pur di tenersi il cavaliere come alleato di governo, fece la grande stupidaggine fiscale di eliminare l’Imu dalla prima casa, è affermazione risibile, per gonzi smemorati. infatti, nel 2013, Berlusconi aveva impostato la sua campagna elettorale proprio sull’abolizione della tassa sulla prima casa. Dal governo Letta (di cui era forza di maggioranza con il Popolo delle libertà) ottenne quella eliminazione e poi ( cucù!) abbandonò il governo
“Grande” mormora Letta al termine della dichiarazione di fiducia al suo governo da parte di Berlusconi.
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Occorre riflettere anzitutto sulle conseguenze che la pandemia ha ingenerato nell’ambito della clientela bancaria, postale e delle società finanziarie di trading on line e non solo.
Le restrizioni fisiche che i vari governi hanno imposto alla popolazione al fine di ridurre al minimo contatti e, quindi, diffusione del virus, ha convinto (in molti casi , obbligato) una consistente quota di cittadini ad adottare soluzioni procedurali on line per i servizi bancari e finanziari da loro sottoscritti, risultando di particolare impaccio la esecuzione “in presenza” delle operazioni bancarie necessarie alla loro gestione finanziaria personale e familiare. I new entry hanno comunque abbassato la media delle conoscenze di tecnica bancaria e, soprattutto, la media di consapevolezza dei rischi insiti nelle nuove tecnologie informatiche.
Questi “nuovi” clienti del settore on line possono risultare particolarmente esposti alle aggressioni di cybercriminali. Ecco alcuni suggerimenti, non solo per loro.
1) Non si cada nella compulsiva ricerca affannosa della velocità, della semplicità e della comodità di esecuzione, soprattutto nel campo delle operazioni finanziarie on line.
Più si semplificano le procedure di esecuzione, più è facile per i cybercriminali aggredirci. Abbandonare il mito della velocità, della semplicità e della comodità di esecuzione degli obbiettivi che vogliamo raggiungere. Più il sistema ci permette di raggiungerli facilmente e senza passaggi “rognosi”, più è possibile che ci renda intrappolabili da parte della rete cybercriminale, anche per via del grande numero di dati sensibili che dobbiamo affidare ad altri. Questo meccanismo compulsivo fa premio sulla sicurezza delle operazioni.
2) Usare smartphone che abbiano il riconoscimento tramite impronte digitali.
Negli apparti attivabili tramite impronta digitale il sistema di sicurezza risulta meno facilmente violabile rispetto a quello che richiede solo la PW. Al contrario, non adottare assolutamente la possibilità del riconoscimento facciale perché facilmente violabile: gli stessi costruttori di smartphone preavvisano, nelle istruzioni del telefonino, di questa debolezza .
3) Resettare a fondo gli apparecchi (magari vecchiotti) recuperati in famiglia e destinati a gestire le nostre finanze.
Non è opportuno riattare vecchi apparecchi abbandonati, perché superati, da figli, nipoti e cugini. Soprattutto non si utilizzino per le operazioni finanziarie device sui quali siano stati scaricate decine di giochi e tanta paccottiglia pericolosa: potrebbero essere “appestati”. Soprattutto non usare lo stesso computer per l’operatività on line dei vari conti della famiglia. In ogni caso è opportuno resettare a fondo gli apparati recuperati prima di predisporli alle funzionalità finanziarie.
4) Per l’ e-commerce usare una carta prepagata.
Le spese di e-commerce vanno gestite non tramite il conto corrente, ma tramite una carta prepagata dove terremo giacenti pochi euro. Con le prepagate le spese on line sono gestibili anche in assenza di conti correnti o in presenza di conti correnti che non abbiano la gestibilità on line. La ricaricheremo in funzione degli acquisti on line programmati, effettuati i quali, il saldo tornerà ad essere di pochi euro: in caso di violazione cyber criminale, il danno sarà di piccola entità. Oltre che tramite app, le ricariche dal conto corrente possono essere effettuate tramite ATM, quindi approfittando dei sistemi di sicurezza delle banche, di Poste, delle finanziarie.
5) Evitare di essere sempre collegati in rete.
I pericoli vengono dalla rete. Chi è costantemente collegato ad internet - perché è in ansiosa attesa che qualcuno lo messaggi - corre maggiori pericoli di chi si collega qualche minuto ogni due o tre ore, verifica la posta, controlla i messaggi giunti dai contatti, risponde e torna a scollegarsi. Ricordo che i professionisti preferiscono utilizzare gli sms piuttosto che ogni altro sistema di comunicazione: i messaggini arrivano sempre, anche se il destinatario è scollegato dalla rete o se, per cause di forza maggiore, ha dovuto sistemare la sim in uno dei vecchi telefonini perché il suo smartphone è temporaneamente fuori uso.
6) Phishing e Sim swap.
Due sono le truffe più comunemente usate dai cybercriminali per entrare in possesso di codici e procedure in grado di permettere una loro operatività diretta, tramite il cellulare, sul nostro contocorrente: il (vecchio) phishing e il (recente) Sim swap.
Il phishing consiste nell’inviare all’indirizzo di posta elettronica del correntista preso di mira, un messaggio che sembra inviato da un contatto conosciuto, dalla banca o da altre entità. Il messaggio contiene link che, se attivati dal ricevente, permettono al criminale di gestire in ns. conto. Questo sistema vecchiotto si è aggiornato con telefonate al cellulare, dato come riferimento alla banca, che invitano a dar seguito alle richieste da parte di interlocutori che si dichiarano dipendenti della banca. Ancora oggi è uno dei sistemi più usati e fertili per i cybercriminali. Oltretutto è gratuito.
Il Simswap permette l’intrusione nei nostri conti attraverso la duplicazione della sim il cui numero fornimmo all’atto dell’apertura del rapporto bancario o postale. Ottenuto il duplicato, il cybercriminale – impostando una operazione di addebito - riceverà dalla banca il messaggio con l’indicazione della password da usare una sola volta (secondo livello di sicurezza) per autorizzare l’operazione truffa impostata.
E’ evidente che se alla banca abbiamo fornito come riferimenti la ns. e-mail e il nostro numero di cellulare che stiamo usando da 15 anni ed è conosciuto da centinaia di ns. contatti, non sarà difficile per i malintenzionati (anche sprovveduti) venirne e conoscenza e procedere con tentativi di phishing e Simswap.
Dobbiamo quindi far sì che siano forniti alla banca due riferimenti quanto più riservati possibile. Apriremo quindi un nuovo account di posta elettronica (gratis) che non daremo a nessuno e attiveremo una nuova Sim (PosteMobile ne offre una da 2 euro al mese) che non utilizzeremo mai. Forniremo alla banca entrambi questi riferimenti.
Pertanto, messaggi della banca indirizzati alla e-mail da noi usata pubblicamente, e non all’indirizzo riservato, saranno facilmente individuati con phishing. Mentre sarà molto più complicato per il cybercriminale entrare in possesso del nostro nuovo e riservato numero di cellulare al fine di richiedere il duplicato della sim.
.Certamente i suggerimenti indicati non risolvono alla radice i problemi di sicurezza, ma aiutano e potrebbero scoraggiare una banda criminale non molto attrezzata.
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Per aumentare la sicurezza delle trivelle off shore in caso di incidente e conseguente fuoriuscita di greggio, si potrebbe predisporre un cilindro dal fondale alla superficie dell’acqua che, usando le zampe di ancoraggio dell’isola come scheletro di supporto e inglobando la struttura di estrazione, eviti che eventuali fuoriuscite di petrolio si disperdano in mare in balia delle correnti. Il cilindro manterrebbe tali fuoriuscite al suo interno fino alla superficie, dove verrebbe raccolto da idrovore.
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La Pfizer informa che a primavera sarà disponibile il nuovo vaccino contro la variante omicron. Questa informazione fa presupporre che, conclusa la tornata vaccinale contro la variante delta, occorrerà iniziare il tris vaccinale contro la omicron. Secondo molti addetti ai lavori, sembrerebbe la omicron più virulenta della delta, ma meno aggressiva e distruttiva. Se a queste caratteristiche virali aggiungiamo il livello di vaccinazione della popolazione, potremmo affermare che la variante omicron colpisce come una brutta influenza. Al contrario, la variante delta continua a massacrare la popolazione non vaccinata o vaccinata ma senza aver concluso il ciclo delle tre inoculazioni.
Se questa analisi è – per quanto possibile – corretta, non risulterebbero giustificate le restrizioni imposte avendo come parametri l’occupazione ospedaliera dei casi di ricovero con sintomi o in terapia intensiva. Se tre quarti delle nuove ospedalizzazioni sono a carico di non vaccinati o parzialmente vaccinati non si giustificano le restrizioni e l’imposizione di giorni di quarantena che coinvolgano anche i vaccinati.
Ricordo che nelle epidemie di influenza “stagionale”, si arriva ad attribuire ogni anno in Italia mediamente 8000 decessi per la malattia in sé e le sue complicanze (polmonite ecc.). Inoltre, tutti ricordiamo i titoli eclatanti circa il numero di Italiani costretti a letto. Nel 2018 si valutò in circa quattro milioni gli allettati durante il picco massimo di incidenza. Ma in quei frangenti nessuno si sognò di chiudere il paese: chi si “beccava l’influenza” se ne stava, per qualche giorno, a casa a curarsi il suo malanno con letto, lana e latte. come suggerivano le nonne.
Sono di questo parere USA e Spagna, confortati soprattutto dal fatto che il rapporto tra numero di contagi e numero di morti per Covid suggerisce il passaggio da «pandemia» a influenza di stagione. Allenteranno quindi le restrizioni. Pronti a rivedere ogni impostazione se l’evoluzione dovesse scostarsi di molto dalle previsioni.
D’altra parte, la scienza procede galileianamente, “provando e riprovando” anche se molti poveri di spirito starebbero più tranquilli se potessero affidarsi all’ “ Ipse dixit”. Soprattutto per annettere colpe con facilità in caso di fallimenti.
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Una quindicina di anni fa, tre premi Nobel, tra i quali Carlo Rubbia, chiesero il finanziamento di 40 milioni di euro per sviluppare il progetto di una centrale atomica che non utilizzasse come combustibile l’uranio, ma il torio. A differenza del primo, il torio è quattro volte più diffuso sulla Terra, non è radioattivo per natura, ma lo diventa con un processo di innesco tramite uranio; rilascia scorie che decadono più velocemente di quelle prodotte da centrali ad uranio; non può essere usato direttamente come materiale per la costruzione di bombe atomiche. Non se ne fece nulla. Ancora oggi Rubbia deve argomentare con valutazioni vecchie di qualche lustro, nella speranza di convincere qualche politico più intelligente della media. [ Si veda Rivista energia.it del 26-10-2020 Intervista a Carlo Rubbia: tra nucleare e fossili a 0 emissioni]
L’articolo indicato ha un commento del prof. Ettore Ruberti. Ne riporto qualche frase:
[…] “come correttamente sottolineato da Rubbia sia il solare fotovoltaico che l’eolico sono caratterizzati dalla bassa intensità energetica e dall’intermittenza della disponibilità e, se si stanno diffondendo in maniera massiccia, è solo perché lautamente finanziati con soldi pubblici. Se avessero finanziato, con un millesimo di quanto sprecato con il fotovoltaico, il solare termodinamico a concentrazione (brevetto dell’ENEA realizzato proprio grazie a Rubbia quando era Presidente dell’Ente) e lo avessero realizzato in Paesi con alta insolazione, allora sì che il solare sarebbe competitivo, anche, se non soprattutto, per produrre idrogeno”.
Inoltre, è evidente che se si discute di nucleare quando il petrolio è a 15 dollari al barile (costo del barile a novembre 1987, quando si tenne il referendum sul nucleare) sarà difficile argomentare sulla sua economicità. Col petrolio a 80 dollari (come oggi) risulteranno economiche anche soluzioni basate sulla produzione di energia alternativa, problematiche ma facilitate dal prezzo del greggio e abbondantemente finanziate. E non valutiamo l’intervento delle mafie.
Mi sembra chiara la nostra condanna: finché non verrà utilizzato l’ultimo barile di petrolio la lobby mondiale dei petrolieri ostacolerà ogni scostamento dall’uso dei combustibili fossili per produrre energia. Oltre a questi potentati dobbiamo considerare anche “l’interessata incapacità” dei nostri politici a valutare la gravità del problema energetico.
Le prossime generazioni si arrangino!
________________
Energia. Un ulteriore problema.
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Nei momenti di difficoltà complessiva e generalizzata, in cui
è vincente chi “inventa” prima e meglio soluzioni creative, l’estro italico
viene a galla e ci fa emergere. Non abbiamo bisogno di grandi
riorganizzazioni, anche alla luce del fatto che non abbiamo mai potuto
contare su grandi organizzazioni. Proprio per questo gli altri paesi
impiegano più tempo per “riorganizzarsi”, ma alla fine si riorganizzano
accomodando i difetti evidenziati dalle loro strutture nel periodo di grande
difficoltà. E ricominceranno ad andare avanti meglio di noi.
A meno che non si prenda una italica palla al balzo per cominciare anche noi ad “organizzarci” e fare squadra, correggendo i difetti generati da individualismi e scarso senso della collettività.
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Solo chi ritiene che l’ideologia sia una sovrastruttura mentale
può tranquillamente parlare di fine delle ideologie, nello specifico
“ideologie politico-sociali”. Ma l’ideologia è una struttura della mente
umana non una sovrastruttura. E’ l’organizzazione intellettuale di pensieri,
culture, idee, conoscenze, sentimenti che ogni uomo si crea per interpretare
le vicende che la vita e la realtà pongono giornalmente alla sua
osservazione. Senza una ideologia, l’uomo non saprebbe interpretare il suo
vivere.
E’ evidente come una tale struttura mentale non può essere costruita una tantum, non può essere imprigionata da poche incorruttibili certezze: ha infatti bisogno di essere continuamente rivista, aggiornata, arricchita. Revisioni e correzioni per le quali occorre un adeguato fardello culturale.
Si prenda l’ideologia costruita sulle realtà politico-sociali del secolo scorso, sull’esigenza cioè di comprendere dinamiche come l’internazionalismo o l’ecumenismo. Sclerotizzate dal leninismo e dal cattolicesimo, hanno finito per non essere più in grado di fornire capacità interpretativa a chi su di esse riponeva immarcescibile fiducia. Ma parallelamente al loro essere abbandonate perché ormai inutili, hanno lasciato il campo a nuove ideologie sul versante socio-politico. Certamente approssimative e superficiali (penso all’ideologia del “No Tutto”) ma comunque ritenute in grado di aiutare chi le adotta nell’analizzare, spiegare e incasellare la realtà e le nuove esperienze.
Anche se costruita con strumenti intellettuali inadeguati, l’ideologia del “No tutto” ( No Vax, No Pass, No Tav, No Tap, No Tax, No Nuk) risulta poderosamente mobilitante: si pensi a chi preferisce morire di covid piuttosto che farsi curare. Ciononostante non è in grado di offrire strumenti culturali tali da permettere all’uomo un progresso socializzante generalizzato e costante. Anche perché rendono quel versante ideologico – costruito con intelletto inidoneo - necessariamente immobile, sclerotico incapace di mettersi in discussione e non in grado di aggiornare la capacità di valutazione al mutare delle variegate esperienze vissute.
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Anche se con anni di ritardo, l’ONU ha preso atto
dell’evidenza: buona parte dei naufraghi “salvati” dalle ONG è composta
non da profughi ma da semplici migranti economici. Vedi:. [https://www.ilgiornale.it/news/politica/pure-lonu-smentisce-sinistra-i-migranti-non-sono-profughi-1865683.html
].
Quindi noi, accogliendo tutti tramite il “permesso umanitario” (invenzione della florida e creativa imprenditoria dell’accoglienza nostrana) non stiamo aiutando gli “ultimi”.
La UE e i nostri governi hanno dimostrato di non saper gestire il fenomeno. C’è un solo modo corretto per governarlo: chiuse le frontiere alla immigrazione clandestina, in base a parametri da definire, ogni anno si calcola il numero di migranti che l’Italia può accogliere in maniera corretta e soprattutto degna. 10mila? 100mila? Un milione? Raggiunta quella cifra si chiudono le frontiere. In attesa dei nuovi calcoli per l’anno successivo. Le ambasciate italiane dei paesi interessati dal fenomeno rilasceranno i visti d’ingresso. Con questo sistema, oltre ad evitare i campi di concentramento in Libia, i migranti potranno risparmiare i 5.000 dollari pagati per attraversare il Sahara, i 1.500 per organizzare il naufragio nel Canale di Sicilia, il costo del biglietto richiesto da scafisti mediorientali.
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Le scorie radioattive Immagazzinate in Italia, derivanti
dalle quattro centrali nucleari dismesse e dagli usi civili (in genere
clinici) ammontano a poco più di 34mila metri cubi. Pur considerando la
sismicità del nostro paese, non è credibile che non si sappia come interrare
ad una profondità di 3 – 4 chilometri (quindi ben al di sotto delle falde
acquifere) un cubo di 33 metri di lato per isolarne e renderne innocuo il
contenuto.
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à Energia. Condannati ad usare fino all’ultimo barile di petrolio?