Riflessione
n° 94 (10-12-2023)
Educazione sentimentale a scuola? Niente di più sbagliato.
Quanti si rendono conto della castroneria che si sta
realizzando a danno dell'umana intelligenza?
Il modo di comportarsi con gli altri, maschi o femmine
che siano, si acquisisce fin dalla culla osservando i comportamenti dei
membri della famiglia. Sono questi che forniscono le fondamentali basi personali in grado di
farci entrare in società (scuola, lavoro) "sapendoci comportare".
E' il comportamento di ciascun membro della famiglia ad essere di esempio
per il piccolo, suggerendo un modo di fare e di agire prima personale e poi
interpersonale.. Pensare che sia sufficiente fare una lezioncina di
educazione comportamerntale (l'educazione sentimentale è una branca
avanzata di questa) di un'ora a settimana, significa ritenere che i primi
anni di vita di un bambino in ambito familiare siano del tutto inutili. Chi
ritiene che questa affermazione sia vera, riterrà che sia sufficiente
leggere un libretto in classe per sopperire alla mancanza di esempio
familiare, una preziosità, questa, sempre più trascurata soprattutto da
genitori distratti e assenti.
Sapete perché alcuni gattini salgono su un albero e non
sanno più scendere? Perché non hanno mai avuto l'occasione di vedere la
madre scendere da un albero rinculando sorretta dalle unghie aggrappate
alla corteccia. E' lo stesso processo acquisitivo di un bambino che vede il
padre alzare le mani sulla madre: quel bimbo considererà normale quel
comportamento e sarà difficile recuperarlo con lezioni scolastiche.
Da tutto ciò deriva che le lezioni di educazione
comportamentale (e poi sentimentale) devono avere come discepoli non i
bambini, ma i genitori, cioè coloro che, con il loro comportamento
quotidiano, con la loro condotta interpersonale, col loro contegno, con il
loro atteggiamento, con la loro autorevolezza (se c’è), instilleranno nel
figlio un corretto costume, prima personale e poi sociale.
In troppi casi i genitori di turno non sono all'altezza
del compito che (naturalmente?) dovrebbero rivestire, per cui il loro
"fare gli amici" dei figli tacita la loro coscienza e si
sostituisce alla loro incapacità di educatori.
In troppie famiglie i genitori sono dei followers dei
figli invece che dei maestri di vita.
Per essi vale sempre la regola: " Se ti bocciano,
papà ricorre al Tar!".
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Riflessione
n° 93 (22-11-2023)
Giulia e
Filippo Patriarcato e ignoranza.
In una società
contadina il patriarcato era funzionale al buon andamento della famiglia.
Il "patriarca", cioè il maschio più vecchio, era quello che
sapeva di più dell'arte della coltivazione. Aveva più primavere sulle
spalle e l'esperienza accumulata in decenni di attività agricola ne faceva
una preziosità. La società patriarcale (contadina) era maschilista perché
ai maschi erano affidate tutte le azioni necessarie per la coltivazione dei
campi, essendo le incombenze femminili solo di supporto. Quindi si
"investiva" sui maschi, ai quali si insegnava l'arte. Le femmine
erano infatti destinate a cambiar famiglia quando si sposavano. Ad esse era
destinata una semplice dote. I figli maschi restavano in famiglia e
costituivano la pensione per i più vecchi, in primo luogo del patriarca.
Quindi, in una
famiglia patriarcale era funzionale alla sopravvivenza il rispetto del
patriarca, di cui non era messa in discussione l'autorità, confondendosi
questa con l'autorevolezza.
Nel breve volgere
di mezzo secolo la nostra società si è trasformata da contadina ad
industriale, con un ribaltamento radicale dei ruoli. In essa sono i più
giovani a "saperne di più", essendo le conoscenze dei vecchi
(operai) superate dal progresso tecnologico.
Quindi, dire oggi
che il maschio prepotente e violento è figlio della cultura patriarcale è
una castroneria culturale. Chiediamoci: chi ha ereditato il ruolo del
patriarca nelle famiglie induastriali? Chi acquisice un ruolo preponderante nell'educazione di
figli? Senza ombra di dubbio possiamo dire che quel ruolo è stato acquisito
dalla femmina anziana della famiglia. E se questa non è sufficientemente
intelligente e capace, se cioè, invece fare la "mamma" diventa
una "momma", alleverà figli
fondamentalmente disadattati, soprattutto se maschi. Il padre? E' ormai del
tutto assente, soprattutto nel campo educativo. Essendo di questo
consapevole, il genitore maschio
tende a sopperire alle sue mancanze con il soddisfare ogni desiderio
dei figli: e se la società, come la scuola, "si mette di
traverso" reagirà contro di essa difendendo ogni castroneria commessa
dai figli. Questo è l'insegnamento che, in troppe famiglie, viene scodellato ai figli.
Dare, quindi, la
colpa dei femminicidi ad atteggiamenti patriarcali è indice di ignoranza e
di non approfondimento delle cause dei mutamenti - anche antropologici -
intervenuti nel passaggio da società contadina a società industriale e -
oggi - post industriale. Se di colpe vogliamo parlare, esse sono imputabili
alla scarsa intelligenza di genitori che, invece di educare la prole,
riscatta la sua assenza in materia ritagliandosi un ruolo di
"amico".
Quando nella
società contadina si innestò la scolarità, proprio il patriarca,
consapevole della sua impossibilità di competere col "maestro"
diventò il miglior suo alleato. Era cosciente del fatto che se il figlio
avesse studiato, avrebbe avuto una vita migliore della sua.
Col grande
abbandono del ruolo di educatori da parte dei genitori (risalente agli anni
'70 del secolo scorso) , l'alleanza famiglia-scuola venne meno. Venna a
mancare ai giovani l'allenamento alla vita vera, che solo la scuola e dei
genitori intelligenti potevano offrire.
"E se ti
bocciano, ricorriamo al TAR"
Mi auguro che
l'ignoranza sia sempre più emarginata da
questa società.
La cultura non è
come il coraggio manzoniano: chi non ce l’ha, se la può (faticosamente)
dare.
AGGIORNAMENTO DEL
25 e 26-11-2023
25-11-2023
Il Tempo. Otto e mezzo, Cacciari
spiazza Gruber: "La famiglia patriarcale non esiste più da 200
anni"
Patriarcato e appiccicatismo culturale.
Confondono la famiglia patriarcale (tipicamente
contadina) con quella in cui domina un “padre padrone”.
Ma il dramma della famiglia attuale (in grado di produrre i Filippo) deriva
dalla assoluta assenza del senso di autorità, del rispetto delle regole,
delle conseguenze penalizzanti se quelle regole vengono violate.
Al contrario, nella famiglia patriarcale (ormai
inesistente) o in quella in cui domina un maschio padrone, il senso
dell’autorità, della norma da rispettare, delle conseguenze se quella norma
si viola è presentissimo, tanto da risultare spesso devastante, fino a generare cittadini
consapevolmente fuorilegge.
Dovremmo essere più accorti nel fornire a
cittadini non molto preparati parole d’ordine derivanti da pressappochismo
culturale. Perché poi iquei cittadini le
trangugiano e ne fanno una caratteristica identitaria che va a colmare,
appunto, il vuoto di identità che il
basso livello culturale impone da alcuni decenni.
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Riflessione
n° 92 (21-11--2023)
Il
microcosmo famiglia non si allinea più col macrocosmo società.
Il microcosmo famiglia non è più comparabile col
macrocosmo società e non si allinea più con questo. La famiglia non insegna
più ai piccoli a prendere le misure
nei confronti dell'autorità, inizialmente in ambito familiare. Non fornisce
più loro modelli comportamentali. I giovani quindi non hanno il senso del
superamento delle regole, tanto meno delle conseguenze di esso con il
formalizzarsi dell'autorità che quelle regole deve far rispettare. La
famiglia mantiene i figli in ambiente ovattato e (fintamente) protetto
proprio contro la società che, invece, reagirà al superamento delle norme
che si è data. E finché può, questo tipo di genitori si ergerà a protettore
contro le" ingiuste violenze della società". Ma a quel punto i
giovani cittadini, usciti dalla famiglia e entrati in società, non hanno
modelli di comportamento in grado di far loro superare i momenti difficili,
la cui esistenza è accuratamente nascosta dalla famiglia e di cui è -
secondo questi genitori - responsabile proprio la società, dalla cui
cattiveria e dai cui pericoli occorre difendersi
Inoltre ai piccoli manca il senso della responsabilità
personale perché l'autorità genitoriale, del tutto assente, ha giustificato
ogni loro comportamento. La mancanza del senso di responsabilità personale,
acquisibile da piccoli in famiglia,, non permette alla società, di cui
la scuola costituisce una palestra
in cui fare preatletica, di
instillare nei futuri cittadini il
senso della responsabilità collettiva e sociale.
Questa rottura dell'alleanza naturale tra famiglia e
scuola e quindi tra famiglia e società, sta creando dei giovani
disadattati: la loro vita sociale sarà problematica.
Insomma, se in
famiglia non ti insegnano fin da piccolo ad usare e gestire il cervello ed il cuore, da grande non
puoi che cercare di sopravvivere usando i
muscoli e la violenza.
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Riflessione n° 91
(5-11--2023)
Falso progresso
dell’umanità se imposto se per via muscolare
Io credo che il progresso
dell'umanità sia il risultato di competizioni tra modelli di vita,
comportamentali, di educazione delle generazioni future. Fino ad oggi, quelle
competizioni per valutare la superiorità di un modello antropologico su
altri, si sono realizzate in ambiti
cruenti: violenze, invasioni, sottomissioni, aggressioni, legge del più
forte, colonizzazioni. Questo ha creato falsi progressi, con periodi di
regressione e decadenze profonde e di lunga durata. A mio avviso la
competizione per il progresso si deve svolgere in ambito pacifico e su basi
volontarie, senza, cioè, alcuna violenza prevaricatrice mirante ad imporre
punti di vista sorretti da muscoli. Quindi, ben venga la difesa di ciò che
riteniamo positivo per l'uomo, di ciò che mettiamo in gioco confrontandolo
con quello proposto da altri. E se altri cercano di imporre il loro modello
usando i muscoli brigantescamente, dobbiamo ricorrere all'adagio di
Pertini: "A brigante, brigante e mezzo!".
Dall’alto del nostro dominio di
fatto su altri popoli, ci comportiamo in modo sbagliato, paternalisticamente, da
razzisti: concediamo, benignamente e per finzione, ad altri modelli la parità qualitativa. Li mettiamo al
livello dei nostri risultati di civiltà antropologica, consolando in tal
modo il nostro complesso di colpa per aver usato, fino ad oggi, i muscoli
per promuovere i nostri.
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Riflessione
n° 90 (10-10-2023)
Occidente in
decadenza?
Continuo ad avere il sentore di una decadenza dell'Occidente: ci
stiamo costruendo una torre d'avorio che ci isoli dal resto del mondo?
Sarebbe la nostra fine e quella dei valori creati in secoli di elaborazioni
e contrasti anche cruenti! La nostra civiltà è armata di un setaccio infallibile: trattenere e
proteggere ciò che - a nostro avviso - è da considerarsi "buono"
per l'uomo, mortificare e cassare ciò che, per l'uomo, consideriamo
"cattivo".
A tal proposito, la capacità di reazione, cioè la nostra resilienza,
deve prendere in considerazione gli insegnamenti di due maestri: Marco
Pannella e Sandro Pertini.
Quando Pannella veniva qualificato come pacifista, si inalberava:
lui non era un "pacifista" ma un "non violento". Ogni
sua azione era caratterizzata dalla non violenza, ma, in caso di aggressione
violenta, considerava giusto reagire
con altrettanta violenza.
Più energica la reazione di Pertini. Aveva un adagio della sua terra
per definire la qualità delle sue reazioni: "A brigante, brigante e
mezzo!". In caso di aggressioni brigantesche nei suoi confronti, avrebbe
reagito con azioni ancora più
brigantesche di quelle dell'aggressore.
Abbiamo perso questi insegnamenti. Oggi, in caso di aggressione
violenta, l'Occidente "deve" reagire paternalisticamente da pacifista;
in caso di aggressioni brigantesche deve assumere reazioni gentili e
comprensive, altro che "brigante e mezzo"! Ma, per altri versi, questo atteggiamento
non fa altro che perpetuare gli errori e gli orrori di cui si sono rese
responsabili molte nazioni occidentali alcuni secoli fa, procedendo con
azioni violente nei confronti di altri popoli attraverso il colonialismo.
Questo atteggiamento "buonista" lascia in bocca un retrogusto sovranista e razzista: noi
abbiamo capito tutto e dobbiamo evangelizzare il resto del mondo con i
nostri principi, anche autodanneggiando noi
stessi e la nostra gente. Cioè, invece di competere con le visioni
esistenziali e antropologiche di altri popoli, per migliorare continuamente
grazie ad una continua concorrenza di atteggiamenti (si chiama: progresso), abbiamo deciso che i
nostri sono i migliori possibili per tutte le genti di questo pianeta e,
graziosamente da superiori, concediamo agli altri - considerati inferiori - la possibilità e il tentativo di imporci
i loro: tolleriamo gli intolleranti, trattiamo umanamente i disumani,
comprendiamo con benevolenza la violenza degli altri.
Questo cattolicesimo deteriore che, dopo il peccato (il
colonialismo), deve prevedere il pentimento e, soprattutto, il castigo e la
croce (la situazione di oggi è tutta colpa dell’Occidente!), è tipico non
di competitori che, armati del setaccio antropologico di cui sopra, sono
alla ricerca del bene dell’uomo. E’, al contrario, peculiare di chi si erge
ad evangelizzatore di poveri ignoranti
di rango inferiore che, con
benevolenza ma falsamente, dice di voler considerare di pari
livello.
Ecco l'inizio della nostra
decadenza.
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Riflessione
n° 89 (7-10-2023)
Alle corte! La vicenda del
giudice Apostolico ed epigoni è una avvilente questione di professionalità
Capisco che chi ha meno di 60 anni questo problema non riesca
neanche a comprenderlo. Ormai da tempo la qualità della “produzione
intellettuale” di questo paese è talmente bassa da non risultare più
classificabile tra le cose da apprezzare. Chi ha più
di 60 anni è ancora in grado di distinguere
l’atteggiamento “professionale” da quello “pressappochista” delle
persone con cui viene a contatto. Il
professionista è colui che ama far bene il proprio “lavoro”, al quale si
applica con serietà, scienza e coscienza. Praticamente vive della
considerazione che gli altri hanno di lui, delle sue qualità professionali,
riflesse nella vita che conduce giorno per giorno. Questa sua immagine si
conquista (si conquistava) con anni
di applicazione e studio, di cura nei
comportamenti e negli atteggiamenti.
Oggi i “professionisti” sono in via di estinzione. Questa loro
precarietà esistenziale obbliga i cittadini a diventare sempre più “di
bocca buona”. Comunque si spera di
non incappare in un medico che fa sì che il tuo
malanno non si aggravi ma che comunque si cronicizzi; nel meccanico che ti
stringe una vite, ma te ne allenti un’altra; nell’avvocato che non baratti
la tua causa per favorire un collega, che ricambierà con gratitudine.
Il declino è evidente anche in
magistratura: nessuno può più pretendere professionalità da un magistrato.
E allora ci si accontenta nascondendosi dietro la considerazione: meglio
che si conoscano la fede politica, le
attività militanti e le inclinazioni all’attivismo
partitico del giudice. E in genere ci si obbliga alla bocca buona
concludendo con l’apprezzamento per il
comportamento alla luce del sole della giudice Apostolato. Purchè però la smetta di mimetizzarsi cancellando infantilmente le sue
caratteristiche umane su FaceBook. Insomma si pretenda che almeno non si censuri, rendendoci il
giudizio difficile. Per concludere,
se non si può più pretendere professionalità, almeno ci facciano
sapere “onestamente” e chiaramente
chi sono!
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Riflessione
n° 88 (30-9-2023)
Il partito “Forza Spread!” compie 12 anni.
Aperte
le iscrizioni al partito “Forza Spread!”
Poveracci,
bisogna capirli! Abituati a governi che durano un anno e mezzo, dopo un
anno cominciano ad avere crisi di
astinenza e si agitano sperando in un intervento delle “alte autorità”. Non
vogliono capire che, per cambiare governo, occorrerà aspettare la fine della
legislatura, cioè il 2027. Certo, sognano la possibilità che si ripetano le
vicende del 2011, quando - coi favori del presidente Napolitano – il
governo Berlusconi fu giubilato tra le risatine di Merkel e Sarkozy. Ma allora i detentori esteri avevano in
portafoglio oltre il 43% del nostro debito. Oggi, non detengono più dell 27 %. Non
so se, questa volta, il presidente Mattarella avrà gli stessi atteggiamenti
e la stessa faccia del predecessore. Soprattutto non so se troverà sponde
internazionali, visto che tutte le forze di governo dei 27 sono sub iudice per via delle prossime elezioni. Comunque, gli
appoggi internazionali al partito “Forza Spread!” hanno una gran fretta:
dopo le elezioni di giugno 2024, Bruxelles potrebbe cambiare fisionomia,
quindi pensano di dover agire contro l’Italia prima di quella data.
Quanto
al presidente Mattarella è vero che molte delle sue ultime uscite sono
tipiche non di un super partes ma di chi ha
accolto l’invito ad una estate militante, risolvendosi in affermazioni tipiche
di un simpatizzante di un partito, il PD, oggi a corto di neuroni. Anche
nei concetti sottostanti cerca di non far fare brutta figura alla Schlein
esprimendoli in un italiano un po’ così: “La vita sociale
dell’Italia aspira ad essere, e deve essere sempre di più [aspira ad
essere o deve essere? NdR], quella coesa della comunità, una
vera comunità composta da persone ciascuna diversa da ogni altra, tutte con
eguale dignità, con talenti differenti, con differenti creatività. A Castelporziano si cerca di fornire un contributo di
questa preziosa e necessaria direzione con una testimonianza di amicizia”.
Venghino…venghino… non c’è trucco, non c’è inganno….faccino la
loro iscrizione al Partito dello Spread! Tessera n°1 Debenedetti; tessera
n° 2 Elkan; tessera n° 3 Giannini (La Stampa);
tessera n° 4 Molinari (La Repubblica).
Nel
frattempo la linea del PD sta diventando una microlinea
e incide sempre più in piccolo: non
sa andare oltre le critica alla pesca di EsseLunga.
Con uno sforzo
sovrumano, la Schlein sta cercando di capire il da farsi: “Mi si nota di
più se mi iscrivo prima di chiedere all’armocromista o se mi iscrivo dopo?”
Ecco il link
che fornisce il livello dello spread (italia-Germania a 10 anni) in tempo
reale:
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Riflessione
n° 87 (27-9-2023)
Ancora sui bassi salari. Una curiosità
Ho postato in un social la domanda che segue, nel
tentativo di approfondire le motivazioni che hanno portato l’Italia ad
avere salari molto più bassi che in altri paesi, al punto che in 30 anni il
reddito dei nostri lavoratori
dipendenti si è ridotto dello 0,5 %.,
Mia domanda
Dove
sono andati a finire (oltre che in generosi dividendi) i capitali che le
aziende hanno risparmiato per l'inesistente politica salariale adottata
dagli anni '90 dai sindacati ed alla luce del fatto che i nostri stipendi
sono fermi da 30 anni?
Tra
le varie risposte, una mi è sembrata particolarmente interessante, per le
articolate argomentazioni. Tanto da farmi ritenere che chi mi risposto sia
ben addentro al problema, almeno dal punto di vista sindacale.
Tra le altre, mi ha incuriosito questa risposta:
Il
patto è stato di limitare i licenziamenti, evitare la meritocrazia, non
competere sulla produttività, ma manteniamo gli stipendi bassi e quando
serve usiamo la cassa integrazione per evitare i fallimenti e le relative
perdite di posti di lavoro.
Si
è preferito (politici, elettori, sindacati, lavoratori) difendere i posti
di lavoro invece che la competitività, la meritocrazia, l'innovazione.
Andava
bene a tutti, ma ovviamente sono scelte che hanno sempre un prezzo…
I
salari li aumenti solo con una maggiore produttività che implica
cambiamenti a cascata e prima di tutto deve essere un cambiamento culturale
per tutti.
Incuriosito dalla risposta ben organizzata (si
parla di “patto” come se chi mi ha risposto avesse partecipato o dal lato
sindacale o dal lato politico) , ho fatto una veloce ricerca in merito alla produttività ed ho
risposto a mia volta:
Mia risposta alla risposta:
Questo è l'andamento della
produttività dal 1995. Forse qualche margine per aumenti salariali il
sindacato e i partiti di riferimento dei salariati avrebbero anche po-tuto trovarlo. Non mi è chiaro il vantaggio della
rinuncia alla meritocrazia: vuol dire che invece di assumere o promuovere
un buon ingegnere avete preferito assumere l'ingegnere capra, figlio del
politico di turno, che avrebbe promesso di farvi rientrare procacciando
affari di ritorno? Non mi è chiaro neanche il vantaggio della rinuncia alla
competitività: competitività tra chi? Tra aziende italiane ? Con aziende
estere? Non mi è chiaro neanche l'accordo "partiti-elettori e
sindacati-lavoratori”. Cercherò i dati sulla disoccupazione. Ma adesso
capisco il perché della fuga precipitosa di Bonanni
(Cisl). Se mi autorizza metterò questa sua risposta sul mio sito
Ultimo dato sulla produttività: giugno 2023: 12,90
Quanto alla disoccupazione, il grafico che segue
riporta l’andamento dal 1992 al 2018
del tasso di disoccupazione per vari paesi. Tra i paesi più importanti,
dopo un livello di minima nel 2007,
l’Italia è quello con il livello più alto dal 2013.
Non mi sembra che
il “patto” di cui parla chi mi ha risposto, sia stato foriero di buoni
risultati: l’unico risultato raggiunto è stato quello di avere i lavoratori
dipendenti italiani con salari talmente bassi da obbligare all’emigrazione
molti concittadini con titoli di studio
ed esperienza di buon livello: se ne vanno ingegneri, medici,
infermieri, architetti, ricercatori. Ma, secondo i giustificazionisti, tali
fuoriuscite vengono bilanciate: in cambio accogliamo raccoglitori di
pomodori, quando va bene! Oltretutto
non hanno capito che salari bassi vuol dire fra qualche anno pensioni
altrettanto basse.
Di fatto, la nostra domanda interna è parallela ai
nostri salari e stipendi: asfittica da oltre trent’anni, non riesce a
supportare il nostro settore produttivo. Siamo costretti a puntare tutto
sulle aziende che esportano.
Circa la risposta sul social, sto ancora
riflettendo sulla rinuncia a puntare sulla meritocrazia e sulla
competitività. Mah!
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Riflessione
n° 86 (23-9-2023)
Notarelle a margine del Regolamento di Dublino III
(2013)
A ben guardare è proprio il Regolamento Dublino
III a scavalcare, violandola, una delle regole fondamentali rispettare in
tutti i trattati in materia di
navigazione: la nave che batte la bandiera di un paese è territorio
di quel paese; a bordo si applicano le leggi di quel paese e il comandante
è pubblico ufficiale riconosciuto da quel paese. I furbi del Nord hanno,
infatti, inserito una clausoletta in
base alla quale: il regolamento di
Dublino si applica a qualsiasi richiedente asilo, a prescindere dal mezzo
utilizzato per arrivare in Ue, quindi anche a chi sbarca sul territorio
dell'Unione con una nave. In questo caso, sarà dunque lo Stato costiero di
sbarco a dover esaminare le domande d'asilo.
Il governo
Berlusconi e quello successivo, di Letta, si distrassero. Ma anche
in assenza di distrazioni non credo che avessero i mezzi intellettuali per
capire che cosa stessero approvando, tanto meno per intuire le implicazioni
di quelle norme.
I furbi del Nord hanno poi inserito tre
criteri miranti ad ampliare le
tutele dei migranti, ben sapendo che solo il terzo avrebbe avuto
applicazione. Si è andata a stabilire infatti una gerarchia dei criteri che
tenga conto di posizioni particolari dei richiedenti asilo. Il primo criterio indica come
competente lo “Stato membro dove può meglio realizzarsi il ricongiungimento
familiare”. Il secondo “lo
Stato membro che ha rilasciato al richiedente un titolo di soggiorno o un
visto di ingresso in corso di validità”. Il terzo criterio prevede la competenza dello "Stato
membro la cui frontiera è stata varcata illegalmente dal richiedente".
Si tratta del criterio "del primo ingresso illegale”. Questa si è rivelata
negli anni la norma più applicata e ha messo sotto pressione i Paesi
esposti ai confini esterni dell'Ue: Italia, Grecia, Cipro, Malta, Grecia.
E’ evidente come i primi due criteri furono messi lì solo pour épater nos bourgeois:
quanto al primo, figuriamoci
se si è in grado di analizzare la posizione familiare del migrante per
poterlo collocare nel paese dove sarà più agevole il ricongiungimento! Quanto al secondo, questo è del tutto
pleonastico: se già c’è un titolo di
soggiorno o un visto d’ingresso offerti da uno stato membro della UE, è
inutile parlare di stato a cui assegnare il migrante.
Ma Dublino III è imputabile una ulteriore
gravissima violazione dei diritti fondamentali. Intendo il diritto ad
emigrare. Come mai, i migranti sbarcati in Italia perdono il diritto ad
ulteriori migrazioni. La Francia li respinge, come la Germania. Non è
possibile che un Regolamento della UE impedisca ulteriori migrazioni dopo
quella di primo approdo esercitata dal migrante.
Domanda: finora i cittadini italiani hanno fatto
affidamento sulla capacità di sopportazione dei cittadini meridionali
coinvolti in prima battuta dagli sbarchi dei “naufraghi”. Ma se nei porti di sbarco
indicati dal governo italiano, si dovessero creare manifestazioni di popolo
contrarie ad accogliere i migranti coinvolti, creando disordini e impedendo lo sbarco, quei porti
potrebbero essere considerati ancora “sicuri”?
Oltre ad imporre la ridefinizione di “naufragio” e di salvataggio di
naufraghi, l’Italia dovrebbe imporre la revisione del Regolamento Dublino
III per manifesta inapplicabilità, per contrasto con la fondamentale regola
sulla territorialità della nave, per violazione del diritto ad ulteriori
migrazioni, per eccessiva onerosità sopravvenuta e per motivi di ordine
pubblico.
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Riflessione
n° 85 (24-8-2023)
Occidente in crisi di identità. decadenza alle porte?
Abbiamo insegnato al mondo che la competitività, in ogni settore
economico, si affronta con investimenti, ricerca, buone scuole e migliori
università. Cina e India hanno imparato la lezione, (si vedano i loro
risultati in campo spaziale) ed ora
l’Occidente pensa di batterli chiudendo a quei paesi l’accesso ai prodotti
della sua tecnologia e della sua ricerca. Troppo tardi: capitali, ricerca e
scuole sia indiane che cinesi possono procedere da sole, essendo in grado
di competere anche nei settori più avanzati. Oltretutto, negli ultimi 20
anni, la Cina ha proceduto a consistenti e solide acquisizioni (più o meno
dirette) di importanti mercati delle materie prime fondamentali per le
nuove tecnologie.
Piuttosto, l’Occidente ha un handicap quantitativo
fondamentale e, forse, non sanabile: la dimensione dei suoi mercati di
riferimento è nettamente inferiore a quella di Cina e India. Questi due
paesi, da soli, contano su circa tre miliardi di persone. L’Occidente non
arriva al miliardo: sommando la popolazione di USA, UE, Giappone e GB si
ferma a 970 milioni.
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Riflessione n° 84
(30-7-2023)
I CUP.
Comunisti di unità papalina.
Non sono pochi coloro che, oggi, si atteggiano a
“vecchi” comunisti duri e puri. Molti, costituiscono il commovente zoccolo
duro del PD. Altri – coloro che possono utilizzare media, TV in particolare
– assumono atteggiamenti clowneschi. Il loro scimmiottare quanti hanno una
solida formazione marxista assume addirittura l’immagine della commedia
popolare. Uno per tutti, il povero Piero Sansonetti, direttore del
quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci. Tutti dimostrano scarsi o poco fruttuosi
studi sull’analisi marxiana. Oggi al massimo si possono rapportare,
infatti, alle posizioni sociali della Chiesa o, più frettolosamente e comodamente
alle posizioni di papa Mario Bergoglio.
Per Marx, due sono le sottoclassi che possono
risultare avversarie della classe operaia: i migranti e gli appartenenti al
sottoproletariato.
I primi, i
migranti, perché, invece di lottare
in casa loro affiancando i proletari,
emigrano in nazioni – a loro avviso – più prospere, andando ad
irrobustire le legioni di quell’esercito di riserva che mina alla basa
l’azione degli operai locali, soprattutto in materia salariale.
I secondi, i sottoproletari, perché invece di
allearsi con la classe operaia, si accontentano delle briciole e delle
elemosine benignamente elargite dalle classi al potere, purché si astengano
dal lottare al fianco dei proletari sostenendone l’azione politica. Pena,
la cessazione delle elemosine.
Oggi, quindi,
in prima linea a sostenere l’accoglienza, sempre e comunque, di ogni
migrante (ma solo fino allo sbarco, poi si arrangino!) e ad accusare il
governo Meloni di affamare i cittadini con la trasformazione/eliminazione
dell’elemosina di stato del reddito di cittadinanza sono proprio i
sedicenti comunisti di unità papalina. Con l’Unità dell’ignaro Sansonetti,
che si definisce, gigionescamente, “vecchio comunista”, in prima linea
senza rendersi conto di aver sostituito – in barba al povero Marx - la classe operaia con i poveri del
momento. Non a caso, ha pubblicato sull’Unità (quotidiano comunista fondato
da Antonio Gramsci!) quale fonte ideologica di ispirazione, non il
Manifesto di Marx ed Engels, ma la Populorum progressio di Palo
VI, così introdotta [Dall’Unità del 21-6-2023]: “Il
21 giugno del 1963 Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, veniva
eletto papa e prendeva il nome di Paolo VI. Quattro anni dopo scrisse una
enciclica, la Populorum progressio,
con un gigantesco valore di rivolta sociale”. Ne pubblichiamo un ampio estratto”.
Capisco comunque l’affanno dei CUP “comunisti di
unità papalina” nel valorizzare anzi, megafonare
le iniziative e le posizioni socio-politiche di Mario Bergoglio, allo scopo di creare con
Luca Casarini un duopolio nel cuore del papa, nel tentativo di affiancare
il rivoluzionario di professione nella lista dei favoriti del Vicario di
Cristo.
Curiosamente, i costi sostenuti per i migranti e
per i sottoproletari non hanno, come conseguenza, il classico appunto fatto
all’Italia in caso di spese notevoli. Nel nostro caso: “Visto l’altissimo
debito pubblico italiano, non vi potete permettere di spendere anche per
migranti e sottoproletari”. Qualcuno è
riuscito a farne due
variabili indipendenti dal debito italico.
Alcuni
“bignamini”:
Non dico i testi di Marx ed Engels,
ma i CUP (comunisti di unità papalina) dovrebbero almeno rileggere (leggere?) à
Il Manifesto
del partito comunista e il
riassunto che fece Carlo Cafiero del Capitale nel 1878, approvato dallo
stesso Marx: à
Compendio de Il capitale di K. Marx
Comunque i rapporti tra PCI e Chiesa cattolica
dovrebbero averli più presenti. Un aiutino: dalla Enciclopedia Treccani: à La condanna dei comunisti del 1949 in
"Cristiani d'Italia" (treccani.it)
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Riflessione
n° 83 (26-7-2023)
Intelligenze
politiche in Italia ed in Spagna.
Dove si
dimostra che, spesso, allontanare l’amaro calice crea solo i presupposti
per una ineludibile bicchierata generale ancora più amara.
Nel 2019, Salvini forzò la mano alle istituzioni
dimettendosi (Papete). Sperava di andare
velocemente alle elezioni. Ma la paura delle istituzioni di sinistra di
dover cedere la mano a governi di destra, riuscì a convincere il PD ad
allearsi con i 5Stelle, nonostante i plateali anatemi precedenti di
Zingaretti. In quel periodo, Fratelli d’Italia a stento raggiungeva nei
sondaggi il 5%: la Lega stava attorno al 15, Forza Italia attorno al 16%.
Col senno di poi, possiamo considerare quella distribuzione come fortemente
a favore dei partiti di sinistra. Per rendere più adeguato il governo,
manifestamente inconcludente nella versione Conte 2, M5Stelle+PD), e per
allontanare ulteriormente il “pericolo” di una vittoria delle destre alle
eventuali elezioni, i grandi statisti della sinistra pensarono ad un
governo con a capo un tecnico della provvidenza. Fratelli d’Italia passò
all’opposizione.
Nel 2020, questi erano, più o meno, i risultati dei sondaggi: Lega 31%, FdI
11%, FI 6%, PD 20%, M5S 13%.
A luglio 2022, le percentuali erano ancora cambiate:
FdI 25%, PD 22%, Lega 13%, M5S 10%, FI 7,5.
La crisi
del governo Draghi causata da Giuseppe Conte, convinse tutti gli strateghi
della sinistra che non si poteva andare avanti così e, presciolosamente,
a luglio 2023, furono indette nuove elezioni politiche ponendo fine alla legislatura. Tutti
sappiamo con quali risultati: col PD
in mutande e col M5S sull’orlo di una crisi di nervi, il governo Meloni
dovrebbe durare non poco più di un anno, ma fino al 2027. La sinistra, non
più abituata a fare politica seria, stenta ad estrae nella nuova fase di
opposizione e corre dietro a piccolezze politiche che la Meloni dissemina
ad arte sulla sua strada.
Superiore (e più coraggiosa) l’intelligenza strategica di Sanchez in
Spagna: vista la possibilità che il trend delle destre spagnole potesse
seguire la tendenza consolidata in molti paesi della UE, ha imposto il ritorno tempestivo alle
urne. La sinistra spagnola non ha vinto, ma è in grado di tenere testa ai
conservatori e, soprattutto, ha
dimostrato capacità e coraggio politico, cosa impossibile in Italia,
visto il bassissimo q.i. dei politici di
sinistra.
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Riflessione
n° 82 (27-6-2023)
Il PD e gli
analfabetismi estremisti di ritorno.
Si riaprano i
corsi alle Frattocchie.
Bisogna capire le forze di opposizione
avvicendatesi in Italia negli ultimi 75 anni: ben sapendo che i nostri
esecutivi restano in carica mediamente meno di un anno e mezzo, trascorsi 10,
12 mesi dalla formazione del governo in carica cominciano a tirare le
somme, cercando di mettere in mora le forze di maggioranza: “In campagna
elettorale hanno sostenuto di saper contare fino a dieci, ma si sono
fermate a tre!”. IL PD schleinista segue esattamente lo stesso canovaccio
nei confronti del governo Meloni ed ha iniziato la solita cantilena: “Hanno
ingannato gli elettori: sostenevano di saper contare fino a dieci e si sono
fermati a due!”.
Disgraziatamente per la Schlein, questo governo
può durare non un anno e mezzo, ma cinque anni. Essendo però la Schlein
affetta da analfabetismo estremista di ritorno, non è in grado di impostare
una politica tale da poter competere con la destra. Lo confermano anche i
risultati nelle regionali in Molise: è andata male nonostante i 5Stelle
siano il partito maggiore. Ritiene, infatti, che tracciare la linea politica del
partito per i prossimi anni consista
nel farsi vedere, nel canonico – ma sempre più raro - minuto mediatico di TV, in atteggiamento
supplice alla corte di Conti o al seguito di Landini. I quali la fanno
galoppare come un galoppino dimostrando in tal modo di essere loro i
padroni del campo (un po’ più) largo, di cui sostengono di essere in grado
di gestire i picchetti di confine.
Al PD restano
quattro anni per organizzarsi con l’obiettivo di potersi accreditare
come forza in grado di competere con il centro destra e tentare di vincere le elezioni
politiche del ‘27. E la smetta di trincerarsi dietro la scusa secondo cui
la destra vince perché, a differenza della sinistra, sa organizzare alleanze: il centro destra
vinche perché la sua visione di società e la sua offerta politica sono più
accettate di quelle – inesistenti – di PD e cespugli.
Infine, visto che i cittadini non hanno ancora
capito in che mondo vive la sinistra e in
che mondo la sinistra vuole che si viva, contro l’analfabetismo
estremista di ritorno si riapra, intanto, il Centro delle Frattocchie, per
organizzare corsi di gestione dell'amministrazione del partito, di
organizzazione delle riunioni, di comunicazione interna ed esterna, di
supervisione delle campagne elettorali, di collaborazione con i membri del
partito per sviluppare la strategia politica e delineare la società futura
immaginata dal PD, di capacità di coinvolgimento e motivazione di militanti
e simpatizzanti.
E, per evitare precoci abbandoni scolastici,
potrebbero rendere più appetibili i
programmi inserendo qualche ora di Armocromia
italiana e comparata.
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Riflessione n° 81 (19-6-2023)
Pericoli e problemi
da uso inappropriato e/o predatorio
di sistemi di
I.A. Accortezze ed alcune possibili soluzioni.
Uno dei problemi evidenziati da Nello Cristianini (“La scorciatoia” ed. Il Mulino) potrebbe
derivare da una voluta o casuale cattiva progettazione dell’algoritmo di un
sistema di IA. In particolare, se l’obiettivo da raggiungere non è ben
pensato, ben delimitato, ben vincolato al rispetto di normative di dettami
di legge, rispettoso dal punto di vista etico, ben controllato e
controllabile; se l’algoritmo non viene messo a
disposizione di indagini terze e verificabile in ogni sua parte, l’I.A.
potrebbe dar luogo a risultati indesiderati se non addirittura nocivi.
Stavolta ho giocato per meno di un quarto d’ora
con il sistema di I.A. messo a disposizione del volgo. Ecco il risultato.
Esistono preoccupazioni legate alla possibilità
che un sistema di intelligenza artificiale (IA) possa sfuggire al controllo
se è imposto a perseguire un obiettivo senza le giuste limitazioni. Questo
concetto è noto come "problematica dell'obiettivo mal definito" o
"problematica dell'ottimizzazione inappropriata".
Quando si crea un sistema di IA che deve
raggiungere un obiettivo specifico, è essenziale definire chiaramente i
limiti e le restrizioni per garantire che il sistema operi in modo sicuro
ed etico. Se il sistema è programmato in modo da massimizzare l'obiettivo
senza considerare altri fattori importanti, potrebbe intraprendere azioni
indesiderate o dannose per raggiungere quel risultato.
Per evitare che ciò accada, ci sono diverse
accortezze che possono essere
adottate, sia in materia progettuale, coinvolgenti strettamente gli addetti
ai lavori sia in materia istituzionale
imponendo agli organismi di indagine e di controllo di imporre un corpus
normativo in grado di obbligare ogni livello istituzionale ad attivarsi di
continuo per controllare, verificare, analizzare, imponendo anche sistemi
di educazione dei potenziali utilizzatori affinché siano consapevoli dello
strumento che intendono attivare.
Funzioni di
obiettivo ben definite: Definire con precisione la funzione di
obiettivo del sistema di IA, includendo una valutazione equilibrata dei
risultati desiderati. Questo richiede una chiara definizione di quali
valori etici e priorità devono essere considerati nel raggiungimento
dell'obiettivo.
Limiti e
restrizioni: Imporre limiti e restrizioni al sistema di IA può aiutare
a prevenire comportamenti indesiderati. Ad esempio, stabilire un insieme di
vincoli che il sistema deve rispettare durante il raggiungimento
dell'obiettivo, come il rispetto dei principi etici o il rispetto delle
leggi.
Valutazione
continua: Monitorare e valutare costantemente le azioni del sistema di
IA per identificare comportamenti anomali o indesiderati. Questo può
richiedere audit periodici, test approfonditi e revisioni da parte di
esperti per assicurarsi che il sistema si stia comportando in modo conforme
alle aspettative.
Controllo
umano: Mantenere il coinvolgimento e il controllo umano nelle decisioni
critiche. L'IA può essere utilizzata come strumento per supportare e
assistere le decisioni umane, ma le decisioni finali dovrebbero essere
prese da esseri umani responsabili.
Algoritmi
di sicurezza: Sviluppare algoritmi di sicurezza che rilevano e mitigano
i comportamenti indesiderati o dannosi del sistema di IA. Questi algoritmi
possono funzionare come meccanismi di sicurezza e intervento per prevenire
l'ottimizzazione inappropriata.
Regolamentazione:
I governi e le organizzazioni internazionali devono collaborare per
stabilire norme e regolamenti che guidino lo sviluppo e l'uso dell'IA.
Questi regolamenti potrebbero riguardare aspetti come la privacy, la
sicurezza, la responsabilità e la trasparenza. Inoltre, dovrebbero essere
implementati meccanismi di controllo e monitoraggio per garantire la
conformità alle regole stabilite.
Trasparenza:
È importante che i sistemi di intelligenza artificiale siano trasparenti e
comprensibili. Gli algoritmi e i modelli utilizzati dovrebbero essere
documentati e resi disponibili per l'ispezione e la revisione da parte di
esperti indipendenti. Ciò consentirebbe di individuare eventuali devianze o
comportamenti indesiderati.
Sicurezza
informatica: Dato che l'IA può essere vulnerabile a minacce come l'hacking o l'utilizzo improprio, è essenziale sviluppare
robuste misure di sicurezza informatica. Gli sviluppatori devono proteggere
i sistemi di intelligenza artificiale da accessi non autorizzati e attacchi
dannosi.
Coinvolgimento
e partecipazione pubblica: Gli sviluppatori di IA dovrebbero
coinvolgere il pubblico, gli esperti e le parti interessate nelle
discussioni sull'IA. È importante tenere conto delle diverse prospettive e
considerare gli impatti sociali, etici ed economici dell'IA nella
formulazione delle politiche e delle decisioni.
Educazione
e formazione: Dovrebbe essere promossa un'educazione sulla tecnologia
dell'IA a vari livelli, per aiutare le persone a comprendere le
implicazioni e i rischi associati. L'alfabetizzazione digitale e la
comprensione delle capacità e dei limiti dell'IA possono contribuire a una
maggiore consapevolezza e a una partecipazione informata.
Monitoraggio
e controllo: Dovrebbero essere sviluppati meccanismi di monitoraggio e
controllo continui per valutare l'uso dell'IA e mitigare i rischi
associati. Questi meccanismi potrebbero comprendere la valutazione
dell'impatto sociale, l'auditing degli algoritmi e la gestione delle
violazioni o degli abusi.
Ricerca e
sviluppo responsabile: Gli sviluppatori di IA dovrebbero impegnarsi
nella ricerca responsabile, valutando attentamente gli impatti sociali,
etici e legali delle tecnologie che creano. Dovrebbero essere promossi
standard di sviluppo che incoraggino la sicurezza, la trasparenza e l'accountability.
È importante sottolineare che la riduzione dei
pericoli dell'IA richiede un approccio multi-stakeholder, coinvolgendo
governi, industria, esperti tecnici. In definitiva, è cruciale considerare
attentamente le implicazioni etiche e le conseguenze potenziali di un
sistema di IA, nonché garantire una progettazione responsabile che prenda
in considerazione la sicurezza e i limiti appropriati per mitigare il
rischio di sfuggire al controllo.
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Riflessione n° 80
(11-6-2023)
“Come
organizzare un partito politico?”. Ho giocato per un’oretta con la I.A.
E’ venuto fuori
un documento interessante.
Potrebbe essere utile
alla segretaria del PD Schlein?
INDICE
· Organizare un
partito politico anche con strumenti
di informatica. 1
· Come progettare le
strutture dirigenti di un partito politico…... 2
· …. Anche con strumenti informatici …... 3
· Come organizzare sezioni locali…. 4
· …. Anche con
strumenti informatici 5
· Come organizzare
cellule aziendali….. 6
· …Anche utilizzando
strumenti informatici. 7
· Come organizzare un
circolo culturale di un partito politico…. 9
· …Anche con
strumenti informatici. 10
·
Visione e idee: Definire una visione
politica chiara e articolata, con obiettivi e idee che siano rilevanti per
il contesto socio-economico attuale. Comunicare in modo efficace la tua
piattaforma politica e i valori del partito.
·
Sito web e piattaforma online: Creare un
sito web attraente e ben strutturato che rappresenti il partito politico.
Assicurarsi che il sito contenga informazioni sulla leadership, la
piattaforma politica, le attività e gli eventi del partito. Offrire anche
una piattaforma online per coinvolgere i membri e i sostenitori,
consentendo loro di contribuire con idee, fare donazioni, iscriversi e
partecipare alle discussioni.
·
Social media: Sfruttare i social media per
raggiungere un pubblico più ampio e interagire con gli elettori. Creare
pagine ufficiali del partito su piattaforme come Facebook,
Twitter, Instagram, YouTube,
LinkedIn, ecc. Condividere contenuti pertinenti
come annunci politici, aggiornamenti, articoli, video e immagini.
Interagisci con gli utenti, rispondi alle domande e partecipa alle
discussioni.
·
Strategia di email marketing: Utilizzare
strumenti di email marketing per inviare aggiornamenti, newsletter e
comunicazioni ai membri e ai sostenitori del partito. Assicurarsi che le
email siano ben strutturate, coinvolgenti e pertinenti. Si possono anche
segmentare le liste di email in base agli interessi e inviare messaggi
mirati.
·
Mobilitazione online: Sfruttare gli
strumenti informatici per la mobilitazione politica. Creare petizioni online,
organizzare campagne di raccolta fondi tramite piattaforme di crowdfunding, promuovere eventi online come webinar o trasmissioni in streaming per coinvolgere il
pubblico e diffondere il messaggio del partito.
·
Analisi dei dati: Utilizzare gli strumenti
di analisi dei dati per monitorare l'efficacia delle campagne online e
misurare l'engagement del pubblico. Questo aiuterà a valutare cosa funziona
meglio e a prendere decisioni informate per migliorare le tue strategie di
comunicazione.
·
Coinvolgimento dei volontari: Creare una
piattaforma online per reclutare e coordinare i volontari del partito.
Offrire strumenti per l'organizzazione delle attività, la comunicazione e
il monitoraggio dei progressi.
·
Protezione dei dati e sicurezza: Assicurarsi
di adottare misure di sicurezza per proteggere i dati dei membri e dei
sostenitori del partito. Rispettare le leggi sulla privacy e fai attenzione
alle pratiche di sicurezza informatica.
·
Monitoraggio delle tendenze e della
concorrenza: Utilizzare strumenti di monitoraggio online per tenere traccia
delle tendenze politiche, della concorrenza e delle opinioni pubbliche.
Questo aiuterà a adattare la strategia in base alle dinamiche in corso.
·
Ricordare che gli strumenti informatici sono
un mezzo per raggiungere gli obiettivi del partito politico, ma è
fondamentale mantenere una strategia olistica che combini sia gli aspetti
online che quelli offline per avere un impatto significativo.
La progettazione delle strutture
dirigenti di un partito politico dipende da vari fattori, come la
dimensione del partito, il suo scopo, la sua ideologia e le norme
statutarie.
·
Leadership: Definire chiaramente i ruoli di
leadership nel partito, come il presidente, il segretario generale o il
coordinatore. Queste figure saranno responsabili della direzione strategica
e della gestione del partito.
·
Organi decisionali: Creare organi
decisionali, come un comitato esecutivo o un consiglio direttivo, che
abbiano il potere di prendere decisioni importanti sulle politiche, le
strategie e le attività del partito. Questi organi dovrebbero riflettere
una rappresentanza diversificata e inclusiva all'interno del partito.
·
Assemblea o congresso: Considerare
l'organizzazione di un'assemblea generale o un congresso periodico, in cui
i membri del partito si riuniscono per discutere e votare sulle questioni
cruciali. Questo fornisce un'opportunità per coinvolgere attivamente i
membri nella presa di decisioni e nel processo democratico interno del partito.
·
Commissioni tematiche o settoriali: Creare
commissioni o gruppi di lavoro specifici per affrontare temi o settori di
particolare interesse o rilevanza per il partito. Queste commissioni
possono svolgere ricerche, formulare politiche e fornire consulenza sui
temi specifici di competenza.
·
Strutture locali: Considerare
l'organizzazione di strutture dirigenti a livello locale, come sezioni o
circoli, per coinvolgere i membri nelle attività politiche a livello
regionale o comunale. Queste strutture possono avere propri organi
decisionali e rappresentanti che collegano le decisioni locali con la
leadership centrale del partito.
·
Canali di comunicazione e partecipazione:
Creare canali di comunicazione e partecipazione tra i membri del partito,
come newsletter, forum online o piattaforme di discussione, per consentire
la condivisione di informazioni, opinioni e idee. Questo favorisce la
partecipazione attiva dei membri e promuove un clima di trasparenza e
dialogo all'interno del partito.
·
Monitoraggio e responsabilità: Stabilire
meccanismi di monitoraggio e responsabilità per garantire che i membri
delle strutture dirigenti siano tenuti a rendere conto delle loro azioni e
decisioni. Ciò può includere la revisione periodica delle performance, la
valutazione dei risultati e il rispetto delle norme etiche e statutarie del
partito.
·
Ricordare che la progettazione delle
strutture dirigenti di un partito politico è un processo dinamico e può
richiedere adattamenti nel tempo. È importante coinvolgere i membri del
partito nel processo decisionale e promuovere una cultura di partecipazione
e democrazia interna.
L'utilizzo di strumenti
informatici può semplificare e migliorare l'organizzazione della struttura
dirigente di un partito politico
·
Gestione dei contatti: Utilizzare un
software di gestione dei contatti, come un CRM (Customer
Relationship Management), per organizzare le
informazioni sui membri del partito, i sostenitori, i volontari e i
donatori. Questo consentirà di mantenere un database centralizzato con i
dettagli di contatto e altre informazioni pertinenti.
·
Comunicazione interna: Utilizzare strumenti
di comunicazione online come Slack, Microsoft
Teams o Telegram per facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i
membri della struttura dirigente. Si possono creare canali specifici per
dipartimenti, progetti o temi specifici, consentendo la condivisione di
messaggi, file e informazioni in modo efficiente.
·
Gestione delle riunioni: Utilizzare
strumenti di pianificazione delle riunioni, come Google Calendar
o Doodle, per coordinare gli appuntamenti e
inviare inviti alle riunioni. Si possono anche utilizzare strumenti di
videoconferenza come Zoom o Google Meet per
condurre riunioni online con i membri della struttura dirigente che
potrebbero essere dispersi geograficamente.
·
Collaborazione sui documenti: Utilizzare
strumenti di collaborazione sui documenti, come Google Docs
o Microsoft Office 365, per consentire ai membri della struttura dirigente
di lavorare insieme su documenti, fogli di calcolo o presentazioni in tempo
reale. Questi strumenti permettono di apportare modifiche, fornire commenti
e tenere traccia delle versioni dei documenti.
·
Progetti e attività: Utilizzare strumenti di
gestione dei progetti online, come Trello o
Asana, per organizzare e tenere traccia dei progetti, delle attività e dei
compiti assegnati alla struttura dirigente. Si possono assegnare responsabilità, impostare scadenze
e visualizzare lo stato di avanzamento del lavoro.
·
Sondaggi e feedback: Utilizzare strumenti di
sondaggio online, come Google Forms o SurveyMonkey,
per raccogliere feedback e opinioni dai membri della struttura dirigente o
dagli iscritti al partito. Si possono creare sondaggi personalizzati per
ottenere informazioni specifiche o valutare il livello di soddisfazione e
coinvolgimento dei membri.
·
Archiviazione e condivisione dei documenti:
Utilizzare servizi di cloud storage
come Google Drive, Dropbox o OneDrive per
archiviare e condividere documenti, file e risorse importanti tra i membri
della struttura dirigente. Si possono organizzare le cartelle in modo
logico e consentire l'accesso ai membri selezionati per garantire la
collaborazione e l'accessibilità ai materiali condivisi.
·
Social media e promozione: Utilizzare
strumenti di gestione dei social media, come Hootsuite
o Buffer, per programmare e gestire la pubblicazione dei contenuti sui
canali social del partito. Si possono
anche utilizzare strumenti di monitoraggio delle prestazioni sui
social media per valutare l'impatto delle attività di promozione e
comunicazione.
·
Assicurarsi di valutare attentamente la
sicurezza e la privacy dei dati quando si utilizzano strumenti informatici
per l'organizzazione della struttura dirigente di un partito politico.
Proteggere adeguatamente le informazioni sensibili e adottare buone
pratiche di sicurezza informatica per evitare accessi non autorizzati o
perdite di dati.
Organizzare
sezioni locali con strumenti
informatici e tramite conference call può essere un ottimo modo per
migliorare la comunicazione, la collaborazione e l'efficienza all'interno
delle sezioni.
·
Utilizzare strumenti di comunicazione
online: Esistono molte piattaforme di comunicazione online, come Slack, Microsoft Teams o Google Hangouts,
che consentono di creare canali di comunicazione specifici per ogni sezione
o progetto. Questi strumenti consentono di inviare messaggi, condividere
documenti e organizzare videochiamate per tenere tutti aggiornati.
·
Pianificare conferenze periodiche:
Organizzare regolarmente conference call con tutti i membri delle sezioni
locali può aiutare a mantenere la comunicazione fluida. Puoi fissare una
volta alla settimana o al mese per discutere dei progressi, condividere
informazioni importanti e risolvere eventuali problemi.
·
Utilizzare strumenti di gestione dei
progetti: Esistono molti strumenti online per la gestione dei progetti,
come Trello, Asana o Jira.
Questi strumenti consentono di assegnare attività, tenere traccia dei
progressi e condividere documenti pertinenti. In questo modo, tutti i
membri delle agenzie possono lavorare in modo collaborativo e tenere
traccia dello stato dei progetti.
·
Organizzare webinar
o sessioni di formazione online: Se è necessario condividere informazioni o
fornire formazione a distanza, puoi organizzare webinar
o sessioni di formazione online utilizzando strumenti come Zoom o Webex. Questo ti consente di coinvolgere tutti i membri
delle agenzie locali contemporaneamente e risparmiare tempo ed energie per
gli spostamenti.
·
Creare una piattaforma/bacheca di
condivisione documenti: Utilizzare strumenti di condivisione documenti come
Google Drive o Dropbox per creare una piattaforma
centralizzata in cui tutti i membri delle agenzie locali possono accedere e
condividere documenti importanti. Questo rende più semplice la
collaborazione e assicura che tutti abbiano accesso alle ultime versioni
dei file.
·
Promuovere una cultura di comunicazione
aperta: È importante incoraggiare tutti i membri delle sezioni locali a
comunicare apertamente e a condividere idee, suggerimenti e preoccupazioni.
Ciò può essere fatto attraverso canali di comunicazione dedicati, riunioni one-on-one o attraverso
strumenti di feedback online. La comunicazione aperta aiuta a mantenere
tutti coinvolti e a risolvere eventuali problemi in modo tempestivo.
·
Organizzare sezioni locali con l'ausilio di strumenti
informatici e tramite conference call può portare molti benefici in termini
di efficienza e collaborazione. Assicurati di scegliere gli strumenti e le
piattaforme più adatti alle esigenze delle tue agenzie e incoraggia i
membri del team a utilizzarli in modo efficace per massimizzare i
risultati.
Organizzare con
l’informatica sezioni locali
richiede una pianificazione oculata
·
Definire gli obiettivi e le responsabilità
delle sezioni locali: Iniziare stabilendo chiaramente gli obiettivi e le
responsabilità di ogni agenzia locale. Identificare quali sono le aree di
competenza e le responsabilità specifiche di ciascuna agenzia, in modo da
avere una visione chiara del ruolo di ognuna nell'organizzazione
complessiva.
·
Scegliere gli strumenti di gestione dei progetti:
Utilizzare strumenti di gestione dei progetti online come Trello, Asana o Basecamp per
creare un ambiente virtuale in cui tutte le attività e i progetti delle
sezioni locali possono essere organizzati e monitorati. Creare bacheche di
progetto, assegnare compiti, impostare scadenze e tenere traccia dei
progressi in modo centralizzato.
·
Utilizzare strumenti di comunicazione
online: Optare per piattaforme di comunicazione online come Slack, Microsoft Teams o Google Hangouts
per facilitare la comunicazione e la collaborazione tra i membri delle
sezioni locali. Creare canali specifici per ogni sezione o progetto,
inviare messaggi istantanei, condividere file e documenti, e organizzare
videochiamate o riunioni virtuali.
·
Condividere documenti e file in cloud: Utilizzare servizi di cloud
storage come Google Drive, Dropbox
o OneDrive per condividere documenti, file e risorse importanti tra i
membri delle sezioni locali. Assicurati di organizzare i file in modo
logico, utilizzando una struttura di cartelle chiara e accessibile a tutti
i membri della sezione.
·
Promuovere la condivisione delle conoscenze
e l'apprendimento: Creare una piattaforma online, come un forum o una wiki interna, in cui i membri delle sezioni locali
possano condividere le loro esperienze, risolvere problemi comuni e
condividere risorse utili, suggerire iniziative. Incentivare la
partecipazione attiva e la condivisione delle conoscenze per migliorare la
collaborazione e l'efficienza complessiva.
·
Organizzare videoconferenze periodiche:
Programmare conferenze online regolari utilizzando strumenti come Zoom, Webex o Skype. Queste videoconferenze consentono di
tenere aggiornati tutti i membri delle sezioni locali, discutere i
progressi, affrontare eventuali problemi e mantenere un flusso costante di
comunicazione tra le diverse sedi.
·
Valutare
e ottimizzare l'utilizzo degli strumenti: monitorare l'utilizzo
degli strumenti informatici e raccogliere feedback dai membri delle sezioni
locali per valutare l'efficacia e l'efficienza delle soluzioni adottate.
Apporta eventuali miglioramenti o modifiche in base ai bisogni e ai
suggerimenti ricevuti, al fine di ottimizzare il flusso di lavoro e la
collaborazione
L'organizzazione delle
cellule aziendali di un partito politico può essere un processo complesso
che richiede una pianificazione attenta e una buona comprensione delle
esigenze e degli obiettivi del partito stesso.
·
Definire gli obiettivi: Prima di organizzare
le cellule aziendali, è fondamentale definire chiaramente gli obiettivi del
partito politico. Questo potrebbe includere l'elezione di candidati,
l'implementazione di politiche specifiche o la diffusione di un messaggio
politico. Gli obiettivi del partito politico aiuteranno a guidare la
struttura e le attività delle cellule aziendali.
·
Creare una struttura organizzativa: Una
volta definiti gli obiettivi, è importante creare una struttura
organizzativa per le cellule aziendali. Questo può includere la nomina di
un coordinatore o un direttore delle operazioni per ogni cellula aziendale
e l'assegnazione di responsabilità chiare a ciascun membro. Potrebbe essere
utile creare anche un organigramma per visualizzare la struttura gerarchica
delle cellule aziendali.
·
Identificare le funzioni chiave: Ogni
cellula aziendale dovrebbe svolgere funzioni chiave per supportare gli
obiettivi del partito politico. Queste funzioni potrebbero includere la
raccolta di fondi, l'organizzazione di eventi, l'elaborazione delle
politiche, la comunicazione con i membri e l'elettorato, la gestione dei
social media, la ricerca e l'analisi politica, ecc. Identificare queste
funzioni chiave aiuterà a definire i ruoli e le responsabilità dei membri
di ciascuna cellula aziendale.
·
Promuovere la comunicazione e la
collaborazione: Le cellule aziendali dovrebbero essere in grado di
comunicare e collaborare efficacemente tra loro. Potrebbe essere utile
stabilire canali di comunicazione regolari, come riunioni settimanali o
mensili, e utilizzare strumenti di collaborazione online per condividere
informazioni, documenti e risorse. Inoltre, incoraggiare la condivisione
delle migliori pratiche e delle esperienze tra le diverse cellule aziendali
può favorire l'apprendimento e il miglioramento continuo.
·
Formazione e sviluppo: Investire nella
formazione e nello sviluppo dei membri delle cellule aziendali è importante
per garantire che abbiano le competenze e le conoscenze necessarie per
svolgere i loro compiti in modo efficace. Potrebbe essere utile organizzare
seminari o sessioni di formazione interne per migliorare le capacità di
leadership, la comunicazione, la gestione del tempo e altre competenze
rilevanti.
·
Valutazione delle prestazioni:
Periodicamente, valutare le prestazioni delle cellule aziendali e dei loro
membri può aiutare a identificare punti di forza e debolezza e apportare
eventuali miglioramenti necessari. Questa valutazione può includere
indicatori chiave di prestazione, feedback dai membri del partito e analisi
dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi stabiliti.
·
Adattabilità e flessibilità: Le cellule
aziendali dovrebbero essere in grado di adattarsi ai cambiamenti nelle
esigenze politiche e all'evoluzione del panorama politico. Mantenere una
mentalità aperta e flessibile consentirà alle cellule aziendali di
rispondere in modo tempestivo alle sfide emergenti e di apportare modifiche
alla struttura e alle attività se necessario.
·
Ricorda che l'organizzazione delle cellule
aziendali di un partito politico può variare a seconda delle dimensioni del
partito, dei suoi obiettivi specifici e del contesto politico in cui opera.
·
Gestione delle informazioni: Utilizzare un
software di gestione delle informazioni o un sistema di customer
relationship management (CRM) per tenere traccia
dei dati dei membri, dei volontari, degli elettori e dei donatori. Questo
consentirà di organizzare facilmente le informazioni, inviare comunicazioni
mirate e monitorare l'interazione con i vari gruppi di interesse.
·
Strumenti di comunicazione: Utilizzare
strumenti di comunicazione come e-mail, chat e videoconferenze per
facilitare la comunicazione tra i membri delle cellule aziendali. App come Slack o Microsoft
Teams possono essere utilizzate per organizzare i team di lavoro e
consentire la comunicazione istantanea tra i membri.
·
Gestione delle attività: Utilizzare
strumenti di gestione delle attività come Trello,
Asana o Monday per assegnare compiti, tenere
traccia dei progressi e coordinare le attività delle cellule aziendali.
Questi strumenti consentono di creare elenchi di attività, definire
scadenze e tenere tutti i membri aggiornati sulle attività in corso.
·
Condivisione e collaborazione sui documenti:
Utilizzare strumenti di condivisione e collaborazione sui documenti come
Google Drive o Microsoft Office 365 per consentire ai membri delle cellule
aziendali di lavorare insieme su documenti, fogli di calcolo e
presentazioni in modo simultaneo e sincronizzato. Ciò favorirà un lavoro di
squadra più efficiente e garantirà che tutti abbiano accesso alle ultime
versioni dei documenti.
·
Social media e marketing online: Utilizzare
strumenti di gestione dei social media come Hootsuite
o Buffer per pianificare e gestire le attività di marketing sui social
media. Questi strumenti consentono di programmare post, monitorare
l'engagement e analizzare i risultati delle campagne sui social media.
·
Ricerca e analisi politica: Utilizzare
strumenti di ricerca online per monitorare notizie, analizzare dati e
raccogliere informazioni politiche rilevanti. Motori di ricerca avanzati,
aggregatori di notizie e strumenti di analisi dei dati possono essere utili
per ottenere informazioni approfondite sulle questioni politiche e per
supportare la formulazione di politiche e strategie.
·
Raccolta fondi online: Utilizzare
piattaforme di crowdfunding o software di raccolta
fondi online per semplificare il processo di raccolta fondi per il partito
politico. Questi strumenti consentono di creare pagine di donazione
personalizzate, inviare e-mail di richiesta di donazioni e tenere traccia
dei contributi.
·
E’ importante fornire formazione e supporto
tecnico ai membri delle cellule aziendali per garantire che siano in grado
di utilizzare efficacemente questi strumenti informatici. Occorre
assicurarsi di proteggere le informazioni sensibili e rispettare la
normativa sulla privacy nel trattamento dei dati dei membri e degli
elettori del partito politico.
Organizzare un circolo
culturale per un partito politico può essere un'ottima opportunità per
coinvolgere i membri e la comunità locale, promuovere dibattiti e
discussioni su temi importanti e creare un ambiente stimolante per lo
scambio di idee.
·
Scopo e obiettivi: Definire chiaramente lo
scopo e gli obiettivi del circolo culturale. Ad esempio, si può promuovere la cultura, l'arte, la
letteratura, la filosofia o discutere di temi sociali e politici. Questo
aiuterà a stabilire il focus del circolo e ad attirare le persone
interessate.
·
Identifica una leadership: Designare una
persona o un gruppo di persone responsabile dell'organizzazione e della
gestione del circolo culturale. Queste persone dovrebbero essere motivate,
impegnate e disposte a dedicare del tempo per coordinare le attività del
circolo.
·
Ricerca e coinvolgimento dei membri:
Identificare i membri del partito politico che potrebbero essere
interessati a partecipare al circolo culturale. Inviare loro comunicazioni
personalizzate per spiegare l'iniziativa, i suoi obiettivi e l'importanza
di un coinvolgimento attivo. Inoltre, si può pubblicizzare l'apertura del
circolo attraverso i canali di comunicazione del partito politico, come
newsletter, social media e incontri locali.
·
Struttura organizzativa: Creare una
struttura organizzativa chiara per il circolo culturale, che può includere
un presidente, un segretario, un tesoriere e altri ruoli a seconda delle
necessità. Definire i compiti e le responsabilità di ciascun ruolo per
garantire un funzionamento efficace del circolo.
·
Pianificare incontri e attività: Stabilire
una cadenza regolare per gli incontri del circolo culturale. Si possono
organizzare dibattiti, conferenze, presentazioni di libri, mostre d'arte,
proiezioni cinematografiche, visite culturali e altre attività che siano in
linea con gli obiettivi del circolo. Invitare esperti, accademici o
rappresentanti di altre organizzazioni a partecipare come relatori o
moderatori.
·
Promozione e comunicazione: Utilizzare i
canali di comunicazione del partito politico, come il sito web, i social
media e la newsletter, per promuovere le attività del circolo culturale. Creare
un calendario degli eventi e diffondere le informazioni attraverso i canali
appropriati. Inoltre, sfruttare la rete personale dei membri del circolo
per invitare amici, familiari e colleghi a partecipare.
·
Coinvolgimento della comunità: Cercare di
coinvolgere la comunità locale organizzando eventi aperti al pubblico.
Questo può aiutare a creare connessioni più ampie e a mostrare l'impegno
del circolo verso la promozione della cultura e del dibattito aperto.
·
Valutazione e adattamento: Periodicamente,
rivedere le attività
·
Creazione di un sito web: Creare un sito web
dedicato al circolo culturale, dove poter condividere informazioni sulle
attività, gli eventi, i membri del circolo e i risultati raggiunti.
Assicurarti che il sito sia facilmente navigabile e che includa un modulo
di contatto per coloro che desiderano unirsi o ricevere ulteriori
informazioni.
·
Utilizzo di una piattaforma di gestione dei
membri: Utilizzare una piattaforma di gestione dei membri che consenta di tenere
traccia delle informazioni personali, delle preferenze e delle attività dei
membri del circolo. Ciò faciliterà l'organizzazione degli eventi e la
comunicazione mirata con i partecipanti.
·
Piattaforme di comunicazione: Utilizzare
strumenti come gruppi Facebook, Slack o Discord per creare un
canale di comunicazione interno tra i membri del circolo culturale. Queste
piattaforme consentono di condividere idee, organizzare discussioni online,
proporre nuovi argomenti e fornire aggiornamenti in tempo reale.
·
Videoconferenze e webinar:
Organizzare incontri virtuali utilizzando piattaforme come Zoom, Google Meet o Microsoft Teams. Queste piattaforme consentono
di tenere dibattiti, conferenze e presentazioni online, coinvolgendo i
membri del circolo culturale da diverse posizioni geografiche.
·
Strumenti di sondaggio e voto online:
Utilizzare strumenti come Google Forms o SurveyMonkey
per raccogliere feedback, opinioni, suggerimenti o votazioni dai membri del
circolo. Questi strumenti semplificano la raccolta e l'analisi dei dati in
modo rapido ed efficiente.
·
Social media: Utilizzare i social media per
promuovere le attività del circolo culturale, condividere aggiornamenti,
foto e video degli eventi passati e futuri. Assicurarsi di creare e gestire
pagine o account specifici per il circolo culturale su piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram
o LinkedIn.
·
Newsletter e-mail: Creare una newsletter
periodica da inviare via e-mail ai membri del circolo. Includere notizie,
informazioni sugli eventi imminenti, approfondimenti culturali, inviti
speciali e risorse utili. Utilizzare strumenti di email marketing come Mailchimp o SendinBlue per
gestire le liste di contatti e creare newsletter professionali.
·
Archiviazione online dei documenti:
Utilizzare servizi di archiviazione cloud come
Google Drive o Dropbox per condividere e
archiviare documenti importanti, come programmi degli eventi,
presentazioni, relazioni o materiali di studio. Ciò faciliterà l'accesso ai
documenti da parte dei membri del circolo e ne faciliterà la condivisione.
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Riflessione n° 79 (8-6-2023)
Migrazioni. Le basi per affrontare (seriamente!)
il problema.
Che cosa deve fare la UE.
Non esiste una soluzione unica e definita per
risolvere completamente il problema delle migrazioni. Tuttavia, adottando
un approccio complessivo che affronti le cause profonde, promuova la
cooperazione internazionale, l'integrazione e lo sviluppo sostenibile, si
può sperare di mitigare e cambiar di segno agli effetti negativi delle
migrazioni per creare un ambiente
più stabile e inclusivo per tutti.
1) Cooperazione internazionale: I problemi delle
migrazioni richiedono una risposta globale e una cooperazione
internazionale. Gli stati dovrebbero lavorare insieme per condividere
informazioni, scambiare migliori pratiche, coordinare le politiche di
accoglienza e fornire assistenza umanitaria ai rifugiati. Soprattutto
abbandonare atteggiamenti paternalistici post-coloniali.
2) Affrontare le cause profonde: È fondamentale
affrontare le cause profonde delle migrazioni, come la povertà, i conflitti
armati, la mancanza di opportunità economiche, l'instabilità politica, la
corruzione nei paesi d'origine. Ciò richiede buona volontà e buonsenso
internazionali, investimenti in
programmi di sviluppo sostenibile, promozione della pace, buona governance e accesso all'istruzione e ai servizi
sanitari nei paesi di origine.
3) Mediazione dei conflitti: La risoluzione
pacifica (anche forzosa) dei conflitti può prevenire la migrazione
obbligata. Gli sforzi diplomatici e la mediazione dovrebbero essere
incoraggiati per affrontare i conflitti interni ed esterni che spingono le
persone a lasciare le loro case.
4) Cooperazione con i paesi d'origine: I paesi di
destinazione dovrebbero collaborare con i paesi d'origine per promuovere lo
sviluppo economico, la governance efficace e la
stabilità politica. Ciò potrebbe includere la cooperazione in ambito
commerciale, la condivisione di conoscenze e risorse, e il sostegno alla
capacità istituzionale.
5) Sviluppo regionale: Promuovere lo sviluppo
regionale può contribuire a ridurre la pressione migratoria. Investimenti
in infrastrutture, industrie e programmi di cooperazione economica possono
creare opportunità all'interno delle regioni e ridurre la necessità di
migrazione.
L’Italia potrebbe seriamente operare nel Corno
d’Africa (Somalia, Etiopia, Eritrea, Gibuti) e nei paesi della sponda
africana del Mediterraneo (Libia, Tunisia, Algeria, Egitto)
6) Migrazione sicura e legale: Promuovere canali
di migrazione sicuri e legali può contribuire a ridurre le migrazioni
irregolari e pericolose. Occorre che i paesi avanzati tornino a fornire
visti di ingresso tramite Ambasciate e Consolati. I quali dovrebbero fare
opera di informazione circa le richieste numeriche e qualitative del paese
che rappresentano. Questo potrebbe includere programmi di riunificazione
familiare, visti di lavoro temporanei, corridoi umanitari nei due sensi (da
e verso i paesi di origine) per i lavoratori stagionali e programmi di
reinsediamento.
7) Integrazione e inclusione: Gli sforzi
dovrebbero essere fatti per promuovere l'integrazione e l'inclusione dei
migranti nelle comunità di accoglienza. Ciò implica garantire l'accesso
all'istruzione, all'assistenza sanitaria, all'occupazione e all'alloggio
adeguato. La diversità dovrebbe essere considerata come una risorsa.
Soluzioni di questo tipo faranno abbandonare atteggiamenti discriminatori o xenofobi
causati, nella popolazione che accoglie, dal senso di abbandono del
problema da parte dei governi del loro paese. Finora, almeno in Italia, i
vari governi hanno lasciato tutte le negatività del fenomeno a carico dei
cittadini: le conseguenze di spaccio, macro e microcriminalità, caporalato,
prostituzione, occupazione di immobili sono lasciate nell’abbandono da
parte delle istituzioni e devono essere sopportate dai cittadini.
8) Educazione e consapevolezza: L'educazione e la
sensibilizzazione sulle questioni legate alla migrazione possono
contribuire a combattere l'intolleranza, i pregiudizi e le false
informazioni. La promozione della tolleranza, dei diritti umani e del
rispetto reciproco può favorire una migliore accoglienza dei migranti,
purché rispettosi dei valori, delle leggi e delle prassi civiche dei
residenti.
Oggi, agli occhi dei cittadini, i governi non
sembrano interessati a risolvere problemi post sbarchi. Da qui,
atteggiamenti xenofobi sempre più consolidati nella popolazione. Si vedano
i recenti atteggiamenti di Olanda e Danimarca, per tacer del Regno Unito e
della Francia e , in genere, dei paesi ex sovietici, dove sarebbe dovuto
nascere l’uomo nuovo ad opera del comunismo. Ricordo che l’ungherese Orban è stato responsabile della gioventù comunista
nell’Ungheria sovietica.
Che cosa
deve fare la UE
Integrando i punti precedenti, la UE deve (puo?) promuovere:
1) Investimenti nel paesi
di origine: L'UE può sostenere i paesi di origine attraverso programmi di
sviluppo economico e sociale. Investimenti mirati possono contribuire a
creare opportunità economiche, migliorare l'istruzione e l'accesso ai
servizi sanitari, riducendo così la motivazione delle persone a migrare.
2) Gestione dei flussi migratori: L'UE dovrebbe
sviluppare politiche comuni per la gestione dei flussi migratori tramite un
sistema di asilo armonico che garantisca l'equa distribuzione delle
richieste di asilo tra gli Stati membri. Tali politiche dovrebbero definire
l'assegnazione di quote di rifugiati tra gli Stati membri, consentendo un
equo carico tra i paesi europei.
3) Investimenti nella sicurezza delle frontiere:
L'UE deve rafforzare la sicurezza delle sue frontiere esterne, sia
terrestri che marittime. Ciò per contribuire a ridurre i flussi migratori
irregolari e il traffico di esseri umani.
4) Lotta alle reti criminali. Una maggiore
cooperazione tra le forze di polizia e le autorità di frontiera europee può
aiutare a prevenire l'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani.
Occorre intensificare gli sforzi per combattere le reti criminali coinvolte
anche nel contrabbando di migranti, “usati” anche come portatori di organi
di ricambio da trapiantare. Questo richiede una maggiore cooperazione tra
le forze dell'ordine dell’Unione, il potenziamento delle attività
investigative e la punizione dei responsabili.
Soprattutto richiede la condivisione di obiettivi
comuni.
Nel frattempo:
https://www.mauronovelli.it/RIFLESSIONI.htm#_Riflessione_n_71
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Riflessione n°78 (7-6-2023)
Elementi di analisi marxiana recuperati ahumm….ahumm….
(segue dalla riflessione n° 77)
Vari economisti continuano a
"recuperare" Marx sotto il velo di una critica alle sue
elaborazioni. Samuel Bawles, professore di
ricerca e direttore del programma di scienze comportamentali presso il Santa Fe Institute.
comincia con una serie di negatività a carico del filosofo tedesco ma
ipotizza la possibilità che le analisi marxiane possano approfondire e
migliorare i rapporti tra capitale e lavoro, tanto da permettere al moderno
capitalismo di trarne giovamento.
Queste posizioni di non pochi teorici
dell'economia mi fanno venire in mente l’astuta prefazione che Osiander (pastore luterano) stilò per il libro sull'eliocentrismo di Copernico il quale,
ormai sul letto di morte, non ebbe mai il coraggio di pubblicare. Per evitare
gli strali delle gerarchie cattoliche, la prefazione di Osiander
avvertiva che le teorie copernicane non volevano rappresentare la realtà
dei moti celesti, ma costituivano semplicemente un modello, una scorciatoia
per effettuare calcoli astronomici con maggiore facilità e precisione
rispetto a quelli, molto più complicati, imposti dal geocentrismo tolemaico
che nessuno metteva in discussione.
Così Bowles: prima
dimostra la validità e l'attualità delle analisi marxiane, poi conclude,
non sulla vigenza delle contraddizioni del capitalismo e sul dispotismo nei rapporti industriali
capitalistici, ma sul contributo che il modello marxiano può dare allo
studio del problema e quindi al miglioramento del capitalismo nella fase
attuale.
_______________________________
https://promarket.org (traduzione con l'aiuto di Google. Mie
annotazioni in corsivo/grassetto.)
Marx e la moderna microeconomia
Pubblicato il 5 maggio 2018 da Samuel Bowles
[Note in corsivo/grassetto di MN]
Pochi economisti dubitano che Marx abbia bocciato
l'economia, un giudizio basato principalmente sulla sua teoria del valore
del lavoro. Ma questo articolo sostiene che la rappresentazione di Marx dei
rapporti di potere tra capitale e lavoro nell'impresa è un'intuizione
essenziale per comprendere e migliorare il capitalismo moderno. In effetti,
questa intuizione è incorporata nei modelli standard di “agente-attore
principale” dei mercati del lavoro e del credito.
[La relazione agente-attore principale (o Modello
d'agenzia) è definita come "un
contratto in base al quale una delle due parti (l’agente) delega una quota
del proprio potere all’altro. In particolare, una o più persone (attore
principale) obbliga un'altra persona (agente) ad una particolare attività.
Nota di M.N.).
Nota: il
post sottostante è stato pubblicato per la prima volta su VoxEU.org.
Gli
economisti, guardando indietro, non hanno trovato molto da ammirare in Karl
Marx, l'economista, il bicentenario della cui nascita commemoriamo il mese
prossimo. John Maynard Keynes considerava il
Capitale come "un libro di testo economico obsoleto, non solo
scientificamente errato ma senza interesse per il mondo moderno e ad esso
inapplicabile" (Keynes 1925). Ugualmente duro il giudizio di Paul Samuelson:
"Dal punto di vista della teoria economica pura, Karl Marx può
essere considerato un post-ricardiano minore" (Samuelson
1962). Giudizio duro specialmente perché Samuelson
riteneva che Ricardo fosse "il più sopravvalutato degli
economisti".
Queste
valutazioni si basano in gran parte sulla nostra concezione corrente - e
corretta a mio avviso – della teoria del valore del lavoro di Marx come un
tentativo pionieristico, ma incoerente e superato, di un modello di
equilibrio generale del prezzo e della distribuzione. Ma c'è un altro
aspetto del suo lavoro che è stato fortemente rivendicato dai progressi
teorici degli ultimi decenni: l'idea che l'esercizio del potere è un
aspetto essenziale del funzionamento dell'economia capitalista, anche se
impostato su uno stato idealizzato, perfettamente competitivo.
Dominio nella società liberale
Marx ha
usato la teoria del valore del lavoro per dimostrare che lo sfruttamento
dei lavoratori è una condizione necessaria per i profitti (Yoshihara 2017). [Marx sostiene (teoria del
plusvalore) che il profitto è funzione dello sfruttamento del lavoro
(capitale variabile) e non degli investimenti (capitale fisso). Infatti, Il
lavoro che il capitalista acquista sul mercato è una merce particolare che crea un valore
maggiore di quello che serve per remunerarla. Il lavoro, dunque, è la sola
merce che crea plusvalore. Nota di MN]. II termine
"sfruttamento" è giustificato dall'affermazione che il profitto
deriva da un sistema di dominio in cui i ricchi, in quanto proprietari di
beni capitali, dirigono le attività e limitano le scelte dei dipendenti (Vrousalis 2013). La
agisce per conto di una classe capitalista, o attraverso l'esercizio
del potere di mercato reso possibile dalla limitata concorrenza nei mercati
delle merci.
Ma Marx
scelse di rispondere ad una domanda più stimolante: come potrebbe
realizzarsi il dominio sul lavoro da parte del capitale in un'economia
privata, perfettamente competitiva, governata da uno stato liberale? La sua
risposta si basava su quella che sembra una rappresentazione del contratto
agente-attore principale sorprendentemente moderna del rapporto datore di
lavoro-dipendente, derivante da un conflitto di interessi per la quantità
di lavoro svolto che potrebbe essere risolta con un rapporto
contrattualizzato.
Marx ha
sottolineato che, sul mercato del lavoro, il capitalista acquista il tempo
del lavoratore non il lavoro del lavoratore. La fornitura di lavoro
materiale [sforzo] da parte del dipendente al processo di produzione non è
assicurata da un contratto ma è piuttosto una "estrapolazione"
che "solo impropriamente potrebbe ... essere considerata come un
qualsiasi tipo di scambio" (Marx 1939).
Per sottolineare l'aspetto distintivo del mercato
del lavoro, Marx (1867) ha sottolineato che:
"La
crescita dei salari può ... non essere accompagnata da alcun cambiamento
nel costo del lavoro [nel significato di sforzo], o possono anche essere
accompagnati da una caduta di quest'ultimo".
L'importante conseguenza per il lavoratore, è che
il livello alto o basso del suo salario", era funzione di
"dominazione e sfruttamento", "forma di dispotismo più
odioso per la sua meschinità" (ibid).
L'ultimo
passo nella spiegazione di Marx del predominio del capitale in un'economia
capitalista liberale è la considerazione che il processo di accumulazione e
innovazione tecnica [capitale fisso =strumenti di produzione,
investimenti. Nota di MN] sostiene un "esercito di
riserva" permanente (ibid), costituito da
disoccupati, e fornisce la base che impone obbedienza a carico del
lavoratore nei rapporti industriali. [Una delle contraddizioni del
capitalismo individuate da Marx è costituita dalla necessità del padrone di
avere massima libertà d’azione in ambito sociale (stato liberale) mentre in
fabbrica ha bisogno della massima subordinazione da parte del lavoratore.
Perfetta anarchia in società. Rigida gerarchia in azienda. Insomma, il
profitto (plusvalore) è generato dal lavoro; l’esercito di riserva è
generato dagli investimenti (innovazioni tecnologiche ecc.) e permette di
avere un’offerta di lavoro a basso costo perché sovrabbondante rispetto
alla domanda dei capitalisti. Nota di MN].
La proprietà privata dei mezzi di produzione
conferisce il diritto di escludere altri dall'uso dei beni dell'impresa, e
quindi i proprietari delle imprese hanno una potente minacciosa arma per
indurre i lavoratori a fornire quel lavoro che non può essere garantito da
un contratto: lavorare sodo, o aderire all' "esercito di
riserva".
La
politica della produzione.
Marx non ha
spiegato perché il contratto di lavoro fosse incompleto. Assunse che questa
era un'osservazione empirica incontrovertibile e la usava come punto di
partenza per la sua teoria economica. In questo, assomiglia a Charles
Darwin che ha avanzato una potente teoria della selezione naturale senza
una comprensione del meccanismo utilizzato per realizzarsi. L'eredità
genetica sarebbe in seguito spiegata da Gregor Mendel.
Proprio
come Mendel sostenne Darwin, una comprensione più completa del contratto di
lavoro incompleto si sviluppò nel ventesimo secolo, ma non rovesciò le
conclusioni di Marx. Come Marx, Ronald Coase
(1937) ha sottolineato il ruolo centrale dell'autorità nelle relazioni
contrattuali dell'azienda:
"Nel
contratto entra un fattore che è impiegato all'interno di un'impresa ...
Tale fattore ... è costituito dall’accettazione di obbedire alle
indicazioni dell'imprenditore per avere in cambio una certa remunerazione
".
In effetti,
Coase ha definito l'azienda con la sua struttura
politica:
"Se un
operaio si sposta dal reparto Y al reparto X, non è a causa di un
cambiamento dei costi ma perché gli viene ordinato di farlo ... il segno
distintivo dell'azienda è la possibilità di non prendere in considerazione
l’andamento dei costi." (Ibid)
Herbert Simon ha fornito il primo modello Coasiano dell'azienda (Simon 1951). Ha rappresentato il
rapporto di lavoro come uno scambio in cui i dipendenti trasferiscono i
diritti di controllo sulle loro mansioni lavorative al datore di lavoro, in
cambio di un salario. Simon ha sottolineato il vantaggio per il datore di
lavoro di questo accordo, perché c'era un'incertezza inevitabile sui
compiti che sarebbero stati necessari nel corso del contratto. Pertanto,
concordare una specifica contrattuale completa delle attività da eseguire
avrebbe comportato un costo troppo elevato. Simon non sapeva che stava
modellando esattamente il contratto di lavoro incompleto, fulcro della
teoria economica di Marx.
Coase o
Simon non hanno spiegato direttamente perché i diritti di controllo
conferiscono potere. Come una questione empirica, l'azienda sembra essere
un'istituzione politica nel senso che alcuni membri della società di fatto impartiscono
comandi con l'aspettativa di essere obbediti, mentre altri sono costretti a
seguire questi comandi. Se diciamo che il manager ha il diritto di decidere
cosa farà il lavoratore, questo significa solo che il manager ha l'autorità
legittima, non il potere di garantire la conformità di comportamento del
lavoratore. Dato che, in una società liberale, il manager è limitato nei
tipi di punizione che possono essere inflitti, e dato che il dipendente è
libero di andarsene, è un enigma che gli ordini siano in genere rispettati.
Notando
questo, Armen Alchian e
Harold Demsetz hanno sfidato l'idea Coasiana che l'azienda è una mini "economia di
comando", suggerendo che il contratto di lavoro non è diverso a questo
riguardo dagli altri contratti:
"L'azienda ... non ha potere di
iniziativa, nessuna autorità, nessuna azione disciplinare diversa dal
minimo comune contratto di mercato tra due persone ... Dov'è allora la
diversità nel rapporto tra un droghiere e il suo dipendente diverso da
quello tra un droghiere e il suo cliente? "(Alchian
e Demsetz 1972)
Oliver Hart (1989) ha risposto:
“Il motivo
per cui un dipendente è probabilmente più reattivo a quanto il suo datore
di lavoro desidera rispetto al cliente di un droghiere è che il datore di
lavoro ... può privare il dipendente dei beni con cui lavora e assumere un
altro dipendente per lavorare con questi beni, mentre il cliente può solo
privare il droghiere del suo essere cliente e fintanto che il cliente è
piccolo, presumibilmente non è molto difficile per il droghiere trovare un
altro cliente. "
L'esercizio
del potere
Questa
spiegazione richiede una dimostrazione del fatto che il potere, in un certo
senso ben definito, può essere esercitato dai datori di lavoro sui
dipendenti nell'equilibrio di un'economia competitiva. È tuttavia
sconcertante che il potere sia esercitato in un'economia competitiva [ma
questa è caratteristica economica in uno stato liberale “ideale”, di
scuola, dove vige la perfetta concorrenza, dove sono banditi monopoli ed
oligopoli. Nota di MN] in cui ogni attore si impegna
volontariamente in scambi, dai quali ognuno è ugualmente libero di
andarsene.
La seguente
condizione sufficiente per l'esercizio del potere coglie le caratteristiche
centrali della rappresentazione di Marx (1867) del "dispotismo"
del posto di lavoro:
Affinché B abbia potere su A, è sufficiente che,
imponendo o minacciando di imporre sanzioni su A, B sia in grado di
influenzare le azioni di A in modo che gli interessi di B siano
soddisfatti, mentre A manchi di questa capacità rispetto a B. (Bowles and Gintis 1992)
La definizione chiarisce la differenza tra il
datore di lavoro e il droghiere nella risposta di Hart
ad Alchian e Demsetz.
Le sanzioni imposte al dipendente attraverso l’impedimento dell'accesso al
capitale aziendale (mezzi di produzione) sono severe (di primaria
importanza), mentre quelle imposte al droghiere dal cliente che non compra
sono trascurabili o pari a zero (di importanza secondaria). Il consumatore
scontento che esce dalla porta non impone una sanzione al droghiere perché
il droghiere (in equilibrio competitivo) massimizza i profitti selezionando
un livello di vendite (e dei prezzi di vendita, nota di MN)
che eguaglia il costo marginale al prezzo esogeno dato. Una piccola
variazione nelle vendite ha solo un effetto di secondo ordine sui profitti.
Ma questo non è applicabile al rapporto di lavoro datore-dipendente. Questo
perché la disoccupazione involontaria è una caratteristica dell'equilibrio
concorrenziale di un mercato in cui il lavoro materiale non è coperto da un
contratto esecutivo (Bowles 1985, Gintis e Ishikawa 1987, Shapiro e Stiglitz 1985). La
minaccia del datore di lavoro di porre fine al rapporto col lavoratore,
imporrebbe quindi un costo di primo ordine al lavoratore. Questa è la base
dell'esercizio del potere da parte dei datori di lavoro.
La natura
incompleta del contratto di lavoro è quindi essenziale per mostrare sia il
motivo per cui il potere del datore di lavoro sul lavoratore è essenziale
per il profitto, sia il modo in cui può essere sostenuto dal ruolo della
disoccupazione di equilibrio. Marx capì il primo assunto ma non il secondo,
fornendo invece un resoconto dinamico (e non del tutto convincente) di come
l'esercito di riserva sarebbe stato sostenuto nel lungo periodo.
Microeconomista o precursore di Microeconomia
moderna?
Marx è
stato un pioniere nello studio del sistema di relazioni agente-attore
principale, anche se ovviamente non usava questo termine. I modelli di
agente-attore principale costituiscono ora il fondamento microeconomico per
lo studio delle relazioni tra classi (sebbene gli economisti non utilizzino
tale termine) nelle economie capitalistiche e di altro tipo, ad esempio nei
trattamenti standard degli scambi tra datore di lavoro e dipendente o tra
prestatore e mutuatario. Questi modelli sono essenziali per l'analisi
attuale dei problemi economici di tutti i giorni, come i modelli ciclici in
materia di determinazione salariale e di produttività e i vincoli di
quantità che i mutuatari devono affrontare nei mercati del credito.
Entrambi questi problemi hanno una notevole importanza microeconomica, ma
sono anche importanti basi della macroeconomia.
Marx era un precursore visionario della
microeconomia moderna, e la microeconomia moderna gli ha ripagato il favore
chiarendo i limiti di alcune delle sue idee più importanti. Tra questi, la
teoria del valore del lavoro come rappresentazione di un sistema generale
di scambio (Morishima 1973, 1974), e la sua
"teoria della tendenza alla caduta del tasso di profitto" (Bowles 1981, Okishio 1961).
Come ha fatto notare Michio Morishima
(1974), Marx non ha risolto gli eccezionali problemi teorici dei suoi
giorni, ma piuttosto i problemi previsti che in seguito sarebbero stati
affrontati matematicamente.
La moderna
economia pubblica, la concezione dei meccanismi e la teoria delle decisioni
pubbliche hanno anche messo in discussione la nozione - comune tra molti
marxisti degli ultimi giorni, sebbene non suggerita da Marx stesso - che la
governance economica senza proprietà privata e mercati
potrebbe costituire un sistema vitale di governance
economica.
Problemi
politici ed economici
Nel 1972, Abba Lerner identificò astutamente uno
dei limiti del paradigma neoclassico. Un contratto trasforma "un
problema politico in un problema economico. Una transazione economica è un
problema politico risolto ... L'economia ha conquistato il titolo di regina
delle scienze sociali scegliendo i problemi politici risolti come suo
dominio. "(Lerner 1972)
Se questa è
una caratteristica o un bug dipende dal tuo punto di vista. Il dominio
della economia-regina non è sembrato troppo angusto perché lo stesso
paradigma ha fornito una ragione per pensare che "problemi
politici" irrisolti, come la natura incompleta del contratto di lavoro
o l'esercizio del potere da parte dei datori di lavoro sui lavoratori,
fossero illusioni. Joseph Schumpeter ha
sottolineato questo punto: "Ciò che distingue il lavoro dirigente da
quello diretto sembra a prima vista fondamentale", ha scritto. Ma,
sosteneva, in realtà che la differenza "non costituisce una
distinzione economica essenziale ... la condotta del primo è soggetta alle
stesse regole di quella del secondo ... e stabilire questa regolarità ... è
un compito fondamentale della teoria economica". (Schumpeter
1934)
Perché, ci si chiede, Schumpeter
considererebbe questo punto di così eccezionale importanza? La risposta è
che se il dispotismo sul posto di lavoro, esplicitato da Marx, fosse
accertato, allora l'argomento liberale contro la democrazia economica (“in
economia non c'è niente da democratizzare”) è falso.
__________
Nota
dell'editore: Questo articolo è basato su un'opera più grande dello
stesso titolo che sarà pubblicata in giapponese in un numero speciale del
Seminario Keizai, edito da Naoki
Yoshihara.
References
-
Alchian, A A and H Demsetz (1972), “Production, Information Costs, and
Economic Organization”, American Economic Review 62(5): 777-95.
-
Bowles,
S (1981), “Technical Change and the Profit Rate: A Simple Proof of the Okishio Theorem”, Cambridge Journal of Economics 5(2):
183–186.
-
Bowles,
S (1985), “The Production Process in a Competitive Economy: Walrasian, Neo- Hobbesian, and Marxian Models”,
American Economic Review 75(1): 16-36.
-
Bowles,
S and H Gintis (1992), “Power and Wealth in a
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---------------------------------------------
Ma
anche Jeremy Rifkin….
Considerazioni sul recupero, mimetizzato e sotto
traccia, di elaborazioni marxiane in linea con le precedenti, possono
essere svolte in merito alle riflessioni socio-economiche di Jeremy Rifkin.
Se si analizza il suo “ "La società a costo marginale zero: l'internet
delle cose, l'ascesa del capitalismo collaborativo e l'eclissi del
capitalismo", ci si informa sull'evoluzione delle tecnologie digitali,
come l'Internet delle cose e l'economia collaborativa.Nuovi
strumenti che stanno spingendo
l'economia verso una nuova fase in cui il costo marginale di produrre e
distribuire beni e servizi tende a zero, con il conseguente declino del
saggio di profitto, esattamente come indicava Marx.
Il costo marginale si
riferisce al costo aggiuntivo necessario a
produrre una ulteriore unità di un bene o servizio, una volta che i
costi fissi sono stati sostenuti. Tradizionalmente, l'economia ha funzionato
con una struttura di costo marginale positivo, in cui la produzione e la
distribuzione richiedono costi significativi anche per ogni unità
aggiuntiva.
Tuttavia, secondo
Rifkin, le tecnologie digitali stanno cambiando questo paradigma. Con
l'avvento di Internet e delle tecnologie digitali, la riproducibilità dei
beni e dei servizi è diventata praticamente gratuita o a costo marginale
vicino allo zero.
Chi avrebbe ipotizzato,
solo qualche decennio fa, la possibilità di comunicare a costo zero con ogni
essere umano dotato di un account di posta elettronica?
Rifkin sostiene che
questa transizione verso una società a costo marginale zero avrà profonde
implicazioni sull'economia, sulle imprese e sulla società nel suo
complesso. Egli sostiene che l'economia collaborativa e la condivisione
delle risorse saranno sempre più importanti, poiché le persone possono
sfruttare le tecnologie per condividere beni e servizi senza bisogno di
possederli fisicamente e senza bisogno di (costori)
intermediari . Questo potrebbe portare a una maggiore sostenibilità, alla
riduzione dei costi e a radicali cambiamenti nei modelli di business
tradizionali.
Ci sono, comunque, implicazioni sociali, politiche e legali
che devono essere prese in considerazione quando si affrontano i
cambiamenti derivanti da una transizione verso una società a costo
marginale zero.
Interessante il suo
articolo: à «Il
progresso ha fallito. È ora che inizi l’età della Resilienza» L’ideologia
dell’efficienza economica ha divorato il pianeta. Ma comincia ad affermarsi
una mentalità diversa, specie tra i giovani, che ha altre priorità. di Jeremy
Rifkin. (L’Espresso 28-11-2022)
Ma Rifkin non può dire di aver rivalutato alcune
posizioni analitiche di Marx: verrebbe subito censurato! Visto che, ormai
(grazie ai coglionazzi di cui alla riflessione
77) marxismo = comunismo.
|
|
Riflessione n°77 (6-6-2023)
Elly e le candeline dell’avvenire.
Elly &Co hanno scoperto che, vista
l’incapacità di elaborare linee politiche e progetti per la società,
risulta molto utile adottare principi e metodi del qualunquismo populista:
dire, scrivere e fare le cose che il popolino vuol sentire, leggere e
vedere. Con l’aiuto di quotidiani blasonati è questa la nuova linea della
sinistra che più sinistra, oggi, non
si può..
Qualche esempio recente: Murgia e Saviano sul
saluto romano dei comandanti dei reparti in sfilata; Corte dei Conti
esclusa dalle verifiche concomitanti
sulla realizzazione dei progetti del PNRR; cacciata di Fazio,
Littizzetto e dell’Annunziata dalla Rai; eliminazione dell’assegno di
cittadinanza per i poveri; Repubblica dopo il primo turno delle
amministrative: “L’onda di destra si è fermata”.
Il fatto è che ormai si è definitivamente confuso
il comunismo col marxismo e col cattolicesimo. Non sapendo più che cosa
fare per ritrovare una linea politica, i più arditi intellettuali de sinistra si limitano a ripetere
che “essere di sinistra significa stare con i più deboli”. Ma questa linea
politica non ha nulla a che fare col marxismo. Semmai scimmiotta, con
atteggiamento deteriore, il cattolicesimo, neanche la dottrina sociale
della chiesa cattolica.
Marx ha indagato il sistema borghese, impostando
una visione di classe (semplifico),
e non ha mai individuato come obiettivo lo stare con i più deboli. I
quali non sono una classe. Secondo Marx il sistema borghese verrà travolto
dalla classe operaia non dai più deboli, cioè disoccupati, sottoproletari,
emigranti ecc. Per inciso, dura fu la presa di posizione di Marx contri gli
immigrati irlandesi in Gran Bretagna: la creazione di un esercito di
riserva avrebbe messo in discussione il livello dei salari degli operai
inglesi. Ma tant’è: rifocillati da
Papa Francesco (apprezzato però solo quando conviene) gli intellettuali de sinistra sono diventati tutti prima cattocomunisti e poi solo catto.
Disgraziatamente per Marx (il cui sistema di
analisi della società è ancora valido e –credo - utile) la sua dottrina è
stata confusa con l’attuazione
politica pratica che coglionazzi hanno pensato
bene di fare: il comunismo (di Stalin, di Pol Pot, di Chavez o di Enver Oxa) è stato contrabbandato per realizzazione del
marxismo. E dopo settant’anni di applicazione di dittature personali ad
opera dei profittatori di cui sopra (i quali però sono riusciti a far
passare il messaggio che il loro fosse “dispotismo proletario” secondo i
canoni marxisti) l’analisi marxiana è stata confusa e ridotta alla semplice “dittatura del proletariato”, termine
neanche coniato da Marx, ma mutuato da un marxista ex militare prussiano
emigrato in USA, di cui non ricordo il nome.
A seguito di queste vicende, il “Sol
dell’avvenire” si è rifiutato perfino di sorgere. E la sinistra di Elly,
senza più ideologia ormai massacrata e snaturata dal “comunismo”, deve sperare di
illuminare la sua politica accendendo “candeline dell’avvenire” con Murgia,
Saviano, con saluti fascisti, sulla Corte dei Conti, con Fazio, Annunziata
ecc.
Di Marxismo potremo riparlare esplicitamente tra
un paio di generazioni, ma secondo la lettura che ne fece Rosa Luxemburg: conquista democratica del potere
democratico.
[Continua alla Riflessione n° 78]
|
|
Riflessione n°76 (28-5-2023)
Riscaldamento globale e sue cause
Dal
carotaggio dei ghiacci della Groenlandia.Da
Journal of Quaternary Science Reviews
.
Negli
ultimi 10mila anni, il periodo di maggiore riscaldamento risale a 3.200
anni fa (1200 a.C.). E’ definito
Riscaldamento Minoico.
Dopo
la temperatura tende a calare, ma sempre in periodo caldo. Risale nel 300 a.C fino al 200 d.C. E’ definito Riscaldamento Romano
Dal
600 d.C. all’800 d.C. l’ambiente si
raffredda con temperatura in calo.
Dall’800/1000 d.C.. inizia un periodo di forte
riscaldamento fino al 1400 d.C. E’
definito Riscaldamento Medievale.
Dal
1400 inizia un raffreddamento evidente fino al 1850. Da quel periodo,
sempre in ambiente freddo, inizia un aumento della temperatura fino ai
nostri giorni. Questo periodo è definito Piccola Glaciazione.
Il grafico evidenzia come, negli ultimi
10.000 anni, i periodi di notevole raffreddamento siano significativamente
più brevi rispetto a quelli (pur con alti e bassi) di notevole
riscaldamento. Il più lungo periodo di raffreddamento è quello della
Piccola Glaciazione dal 1400 ad oggi. Nel corso della quale, la temperatura
odierna è stata raggiunta anche attorno al 1650.
Il
grafico che segue evidenzia meglio l’andamento della temperatura dal 1000
ai giorni nostri.

Quindi,
nessun problema nel riconoscere che il pianeta si sta riscaldando.
I
dubbi nascono sulle cause.
Io
non ritengo che il riscaldamento sia colpa dell’uomo e dei suoi barbecue, o
delle mucche soggette a sorprendenti
soffioni flatulenti. Mentre è vero che l’inquinamento è tutta colpa
nostra.
|
|
Riflessione n°75 (23-5-2023)
Il primato della “persona”. All’Indice le etnie!
Con l’ultimo compulsivo intervento del presidente
Mattarella, secondo il quale ad avere diritto ad essere difesa è la singola
persona e non l’etnia, possiamo dire concluso, perché perfezionato (nel
senso che non saprei come andare oltre nell’affermazione e nel primato
dell’individuo), il periodo dell’individualismo, imposto - nei fatti -
trent’anni fa da Silvio Berlusconi
Comincia ad essere sanzionabile dagli audaci e
corretti progressisti anche parlare di “popolo italiano”, di “ cittadini
italiani” e genericamente di “Italiani”. Più corretto sarebbe sostituire
quei concetti con “chi staziona (stabilmente o occasionalmente) entro i confini stabiliti (per l’Italia)
77 anni fa, al termine della seconda guerra mondiale”.
A conferma di quanto detto, ricordo che su una delle pareti dell’androne della
sede del PD, in Via del Nazareno a Roma, è presente un monito per il
viandante: il partito è “Dalla parte delle persone”.
Pertanto, conoscendo l’ignoranza dei suoi
concittadini, il presidente sa che se, si parla di etnia, si rischia di accostarsi troppo al termine “razza”. Per evitare questa
contaminazione, si fa un guazzabuglio di concetti tra etnia, razza, popolo,
cittadini. Tutti da rifuggire, pro bono delle singole persone. Meglio
evitare contaminazioni e straripamenti concettuali, anche a costo di
sostenere, con superficiale originalità culturale, che, in termini di “protezione”, non si possa
andare oltre la “persona”. Penso al concetto marxiano di “classe”; ai
gruppi etnici minoritari, a quelli linguistici, a quelli religiosi ecc.
Ecco la definizione di etnia del vocabolario
Treccani:
“etnìa s.
f.– In
etnologia e antropologia, aggruppamento umano basato su caratteri culturali e linguistici.
Spesso usato, nel linguaggio giornalistico, con il significato di minoranza
nazionale, gruppo etnico minoritario.
Quindi le caratteristiche che individuano una
etnia sono principalmente “culturali e linguistiche”.
Ma, per carità, il termine etnia si sta usando da destra, quindi meglio censurarlo, anche
perché gli ignoranti potrebbero facilmente confonderlo con razza.
Per inciso, la nostra Costituzione si esprime
richiamando la “razza” e non l’
“etnia” (Art.-3).
PS. Sarà opportuno cambiare nome all’Etnologia
come materia di studio e settore di ricerca.
|
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Riflessione n°74 (16-5-2023)
L’Intelligenza Artificiale non potrà mai avere
intuizioni.
Forse.
Così come la veniamo conoscendo, l’Intelligenza
Artificiale può apprendere, imparare, dominare, organizzare ed elaborare
per le sue risposte tutto lo scibile umano. Ma una cosa non può fare:
andare oltre quello scibile. Per superare le attuali conoscenze e poterle
superare non solo quantitativamente, è necessaria una particolare capacità
umana: l’intuizione. Questa permette all’uomo di guardare dentro le cose,
oltre le loro caratteristiche sensibili, quindi di superficie e, quindi,
affidabili alla ragione.
L’IA non
può quindi “guardare dentro”, “entrare nelle cose conosciute fino a
scoprire di esse quanto ancora non è conosciuto dall’uomo. Il processo
umano , attraverso collegamenti umorali, creativi e non lineari e concatenazioni irrazionali di esperienze razionali.
A tal proposito, ho interrogato Chat GPT
sull’intuizione umana.
Tra le altre cose mi risponde che:
“ L'intuizione
umana rimane un fenomeno molto complesso e multifattoriale, che coinvolge
non solo l'elaborazione dei dati, ma anche l'esperienza, l'emozione, il
contesto e la creatività. È improbabile che le IA raggiungano completamente
il livello di intuizione umana nel prossimo futuro, ma potrebbero
sviluppare capacità sempre più sofisticate che si avvicinano ad alcune
forme di intuizione”.
Insomma, l’I.A. non potrà mai esclamare:
“Eureka!”.
Forse.
-------------------- --------------------------
AGGIORNAMENTO DEL 17-5-2023: Un ulteriore limite
della IA.
Perché l’IA possa
essere d’aiuto, occorre che le conoscenze umane siano manifestate
attraverso documenti, foto, video, registrazioni. Se non esistono tali
media, l’IA non può suggerire alcunché. Voglio dire che se – ad esempio –
io scopro la pietra filosofale ma non diffondo la scoperta pubblicando
documenti scritti, foto, video, registrazioni, la IA non sa nulla della
scoperta della pietra filosofale e non può produrre commenti ecc. .
|
|
Riflessione n°73 (9-5-2023)
Ponte sullo stretto: preoccupazioni.
Ponte sullo Stretto, ecco il progetto | VIDEO,
SCHEDE e RENDERING
-à
Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto: si riparte da qui, tutti i
dettagli e le immagini con le schede tecniche della grande opera. Di Peppe Caridi 16 Mar 2023 | 19:22
Da tremare! Si legge nell’articolo:
“Quadro geo-sismotettonico – Revisione critica ed aggiornamento con le conoscenze ed i
risultati scientifici più recenti (2003-2011) da parte di un team di
esperti in geodinamica, geologia strutturale, sismologia, geodesia,
geologia marina (La Sapienza –
INGV). Confermato che l’allontanamento tra le due coste avviene con
velocità inferiore a 0,5 mm/anno (10 cm in 200 anni), ininfluente ai fini
della realizzazione del ponte.
• 7,1 magnitudo della scala Richter resistenza al sisma”
Per l’estensore dell’articolo (dd
16-3-2023) i “risultati scientifici geodinamici più recenti risalgono al
2011”.
Ma nel 2017 si scopre (CNR) che le cause
dell’allontanamento della Sicilia dalla Calabria sono dovute al movimento
di alcune microplacche
con movimenti particolari che sarebbero individuate sotto il mar Ionio e
potrebbero portare alla formazione di catene montuose e a rendere sempre
più distante la nostra isola dal resto della nazione.
Da newsicilia.it/Catania/scienze:
del 2-3-2018: La Sicilia si allontana dalla Calabria, ing. Palano (Ingv): "Una lingua crostale penetra in profondità
nel mantello terrestre" (newsicilia.it)
Spiega
il dottor Mimmo Palano dell’Ingv,
Istituto Nazionale Geofisica Vulcanologia di Catania, che in primis ci
ha parlato della struttura geologica della zona e dei complessi movimenti
geodetici misurati sul nostro territorio. “La Sicilia costituisce un blocco
crostale noto in letteratura come “micro placca Siculo-iblea” –
spiega Palano […] Questo blocco
crostale si muove in direzione nord-nord-ovest con velocità di circa 5-6
mm/anno [Nota di MN: : verso
la Sardegna], mentre la Calabria e il settore nord-est della nostra
isola si muovono verso nord-nord-est [Nota di MN: verso la Puglia] al ritmo di un centimetro l’anno.[…] Infine per quanto riguarda il ponte, suggerisco di
acquisire nuovi dati geologici
e geofisici, al fine di quantificare meglio i tassi di deformazione a
cavallo dello stretto”.
Il, 5 giugno 2020,
ai microfoni di CityNow è
intervenuto il dott. Enzo Siviero: ingegnere,
architetto e Rettore dell’Università eCampus che
ha dedicato gran parte della sua carriera nella progettazione di
ponti e nell’insegnamento delle strutture nella facoltà di
architettura dell’Università di Venezia. [ Ponte
sullo Stretto, l'esperto a CityNow: 'Vento e
terremoti non sono un problema...']
Circa il problema
dell’allontanamento costante della Sicilia dalla Calabria, il dott. Siviero afferma:
“Questione risolta che va smentita: la Sicilia si allontana di un cm
all’anno dalla Calabria. La vita stimata del ponte (prima di ulteriori
interventi) è di 200 anni, quindi l’allontanamento delle due terre sarà di
circa 2 metri. Facciamo anche 3 per esagerare. I giunti che verranno
utilizzati garantiranno spostamenti per 8 metri. Anche in questo caso non
ci saranno problemi.”
Ricordo che i
progettisti, hanno approntato un
meccanismo che permette al ponte di “estendersi” di circa 8 metri.
Questa
possibilità è tranquillizzante ad una condizione, che
gli spostamenti della micro placca Siculo-Iblea siano, quanto a direzione,
sempre uguali a quelli di oggi per i prossimi due secoli.
Domanda
seria.
Ipotesi di
cambio di direzione delle direttrici di allontanamento Sicilia/Calabria.
Se
l’allontanamento – per i motivi tettonici e geodinamici più vari - cambiasse direzione e si
organizzasse su una linea divergente rispetto all’attuale (ad esempio la
Sicilia di Nord-Est cambia direzione e comincia a spostarsi verso Nord-Nord
Ovest come il resto dell’isola invece che continuare verso Nord-Nord Est
come la Calabria), il ponte sarebbe in grado di sopportare la torsione
risultante?
Certamente i progettisti avranno valutato le varie
ipotesi.
Sostiene Fuxas, che
nessuna delle entità interessate o dei professionisti coinvolti (hanno
tutti molta fretta di cominciare) si
curi di prevedere le modalità e i costi per la manutenzione. La vicenda del
ponte Morandi inaugurato nel 1967 e crollato 50 anni dopo, non ha insegnato
molto. L’ultimo ponte di una certa dimensione realizzato in Francia, ha una
struttura ed un cemento armato garantiti per 120 anni. Il nostro, con i
problemi tettonici che deve affrontare, lo garantiamo per due secoli.
Per stare più tranquilli, riporto i terremoti
intervenuti in Sicilia ed in Calabria
il 6, 7 e 8 maggio 2023. Non riporto lo sciame sismico che sta
coinvolgendo Malta (distante da Messina 272 Km.) con magnitudine tra il 2 e
il 4, con una scossa del 31-1-2023 pari a 5,6 ed una del 22-4-2023 pari a
5,5.
Data e Ora
|
Magnitudo
|
Zona
|
2023-05-08 16:54:19
|
ML 2.1
|
4 km SW Crotone (KR)
|
2023-05-08 16:38:58
|
ML 2.1
|
Costa Ionica Crotonese (Crotone)
|
2023-05-08 16:35:54
|
ML 3.4
|
5 km S Crotone (KR)
|
2023-05-08 16:29:01
|
ML 3.0
|
5 km S Crotone (KR)
|
2023-05-08 15:17:44
|
ML 2.4
|
6 km NE Isola di C.Rizzuto
(KR)
|
2023-05-08 05:39:19
|
ML 3.2
|
Tirreno Meridionale (MARE)
|
2023-05-08 05:37:35
|
ML 2.3
|
Costa Siciliana nord orientale (Messina)
|
2023-05-08 04:28:34
|
Md 3.4
|
Campi Flegrei
|
2023-05-07 22:31:32
|
ML 2.2
|
Isole Eolie (Messina)
|
2023-05-07 20:34:13
|
ML 2.3
|
Tirreno Meridionale (MARE)
|
2023-05-07 07:09:08
|
ML 2.3
|
Isole Eolie (Messina)
|
2023-05-06 19:43:53
|
ML 2.1
|
Costa Siciliana nord orientale (Messina)
|
2023-05-06 18:06:27
|
ML 2.3
|
Mar Ionio Meridionale (MARE)
|
|
|
Riflessione n°72 (3-5-2023)
GPT e problemi di sistema delle relazioni umane.
Finora abbiamo considerato vera l'ipotesi che
l'informatica potesse eliminare molti posti di lavoro (al netto di quelli
che avrebbe creato). Hinton ci informa che
probabilmente l'informatica sarebbe in grado di far esplodere l'attuale
sistema non solo nel settore lavorativo ma in quello generale dei rapporti
umani.
Da Il Sole 24 ore: “Nei primi test e in una demo
aziendale, GPT-4 è stato utilizzato per redigere cause legali, superare
esami standardizzati e costruire un sito web funzionante partendo da uno
schizzo disegnato a mano. Nell’intervista al Times, Hinton
ha ribadito le sue preoccupazioni riguardo al potenziale dell’IA di
eliminare posti di lavoro e di creare un mondo in cui molti «non saranno
più in grado di sapere cosa è vero»”.
Sono già disponibili app
che possono "trasferire" una persona e farla diventare
protagonista - ad esempio - di film porno: basta fornire al sistema quattro o cinque foto del volto.
Altrettanto avanzate, anche se meno precise di quella appena descritta, app che ripropongono audio con la voce di una persona
reale.
Che fare?
Il mondo sarà diviso tra coloro che sono in grado
di produrre cultura che definirei “nativa” e coloro che devono appoggiarsi
al sistema tipo GPT per poter avere informazioni articolate sui vari
argomenti? E i rapporti economici come si struttureranno? E quelli
politici?
Problemi molto seri.
|
|
Riflessione n°71 (21-3-2023)
Ricollocamento migranti nei paesi UE. Come i
millesimi di un condominio e obbligatorio.
Bruxelles è finanziata dai 27 paesi in base a
certi parametri. Prima finanziatrice la Germania ecc. Il criterio per la
redistribuzione obbligatoria dei migranti, deve essere basato sulla
suddivisione in millesimi da annettere a ciascun paese.
Come in un condominio, ogni appartamento ha tot
millesimi che ne individuano la ripartizione delle spese. In ogni settore
di interesse UE, dobbiamo procedere con lo stesso criterio, ma cambiando i
pesi dei parametri fondamentali. Ad esempio, per l'accoglienza dei migranti
si valuteranno: PIL, demografia, caratteristiche industriali, capacità
economica, debito pubblico, situazione finanziaria, disoccupazione ecc.
Voglio dire che chi ha un manifatturiero molto sviluppato o una agricoltura
intensiva, potrà accogliere più
migranti. Chi ha molto sviluppato il settore dei servizi ne potrà
accogliere di meno.
Definiti i millesimi per il settore (rivedibili
periodicamente) si procederà al conteggio dei migranti entrati in ciascun
paese UE. Fatto pari a mille il numero degli ingressi, si valuterà in
funzione dei millesimi chi deve accoglierne e chi deve redistribuire. Si
procederà quindi di conseguenza, secondo i millesimi: se la UE ha accolto
400mila migranti e in Italia sono arrivati in 200 mila quando ne deve
accogliere solo 80mila, i 1200mila in più verranno accolti
obbligatoriamente da quei paesi che non sono arrivati al numero prefissato
secondo i propri millesimi. In tal modo tutti accoglieranno il giusto
numero di migranti, sopportando – in base ai calcoli – lo stesso impegno
degli altri paesi. Inoltre tutti i
27 paesi saranno coinvolti sul problema delle migrazioni dedicando ad esso
lo stesso impegno degli altri.
|
|
Riflessione n°70 (19-3-2023)
Autovetture. Comparazione di inquinamento ed
emissione di CO2.
Notizia riportata da un TG. Interessante studio su
inquinamento ed emissioni di CO2.
Si sono rilevati sia l’inquinamento che le
emissioni di CO2 per due vetture, una col motore a scoppio e l’altra col
motore elettrico. L’indagine parte dall’estrazione dei minerali per la
costruzione dei due mezzi, la loro trasformazione fino alla loro messa su strada.
A Km. zero, la vettura elettrica è molto più
inquinante e produce una quantità di CO2 enormemente superiore, soprattutto
per via dei processi di fabbricazione dei 700-900 chili di batterie.
A questo punto la ricerca ha inteso rispondere
alla domanda: quanti Km. deve percorrere l’auto a combustione interna,
inquinante, per raggiungere inquinamento ed emissioni di quella
elettrica prodotti fino alla messa su strada? I ricercatori hanno valutato
che la vettura old style deve percorrere 100mila
Km. per allinearsi ai valori della vettura elettrica. Solo dopo i 100mila
Km. l’auto con motore a scoppio comincia ad inquinare complessivamente di
più.
Sarebbe
interessante integrare l’indagine con la valutazione dei valori di
inquinamento ed emissione di CO2 prodotti dallo smaltimento delle due
vetture al termine del loro ciclo di vita, compresi i vantaggi di un
possibile recupero di materiali.
|
|
Riflessione n°69 (11-3-2023)
I furbastri della Banda Bassotti di Dublino
Migrazioni. Il nuovo parlamento europeo (2024)
deve rivedere gli accordi di Dublino.
Ricapitoliamo: in violazione della fondamentale
legge del mare che considera la nave che batte bandiera di un paese come
territorio di quel paese, gli accordi di Dublino impongono che il primo
paese a cui il migrante mette piede e chiede protezione sia quello di
sbarco e non quello di cui la nave "salvatrice" batte bandiera.
Questa norma crea una situazione molto grave nei confronti di Grecia, Malta
e Italia.
[Per inciso,
la Spagna costruì le barriere alla fine degli anni '90. La
separazione è costituita da barriere coronate da filo spinato. Per il
progetto, 30 milioni di euro sono stati stanziati dall'Unione europea. Sono
state erette due barriere parallele di tre metri di altezza, con posti di
vigilanza alternati e camminamenti per il passaggio di veicoli adibiti alla
sicurezza. Cavi posti sul terreno connettono una rete di sensori
elettronici acustici e visivi. La barriera è dotata di un'illuminazione ad
alta intensità, di un sistema di videocamere di vigilanza a circuito chiuso
e strumenti per la visione notturna. Una successiva opera d'innalzamento
della barriera l'ha portata a sei metri d'altezza, con il consenso
dell'agenzia europea Frontex [Wikipedia]
Perché si è creata una situazione insostenibile
per Italia, Grecia e Malta? I migranti arrivati in quei paesi attraversando
il Canale di Sicilia, una volta sbarcati, possono anche disperdersi in
Europa, in genere nei paesi del Nord Europa. Ma se le autorità di quei
paesi decidono che non hanno diritto a ricevere protezione, non devono né
tenerseli né rimpatriarli riportandoli nel paese di origine. Basta che li
riportino nel primo paese UE di sbarco, secondo gli accordi di
Dublino. Quindi in Italia, in Grecia, o a Malta. Comodo, no?!
Ti t’hee capì?
La Merkel organizzò dei charter per riportare
migranti irregolari in Italia.
Da Rassegne Italia info
del 18-6-2019:
. Merkel ci manda in aereo migranti storditi e sedati.
L'ira dei leghisti: "Siamo pronti a chiudere gli aeroporti" -
Da Il
Giornale 11-3-2023:
https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/non-avete-idea-cosa-accadr-profezia-sui-migranti-che-2125495.html
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Riflessione n°68 (27-2-2023)
Meglio la Schlein
Non so se Schlein abbia vinto
per le truppe cammellate organizzate dai 5Stelle o per decisioni autonome
dei simpatizzanti, visto che gli iscritti si sono già espressi a favore di Bonaccini, ma credo che, viste le caratteristiche
attuali del PD, sia stata la scelta migliore.
Il PD non ha più una organizzazione
interna adeguata, in grado di operare un controllo del territorio e di
concorrere alla definizione della linea politica del partito. Non controlla
più neanche le periferie, lasciate ormai all’attivismo della destra. Bonaccini, uomo d’apparato, avrebbe dovuto iniziare da
capo, ricercando momenti di motivazione per iscritti e militanti. Problema
forse di impossibile soluzione, almeno oggi. Una conferma di quanto scrivo
è per me clamorosa: il gazebo aperto la domenica mattina dal circolo PD
vicino casa, nel pomeriggio era stato sbaraccato, non credo per manca di
clienti, semmai per mancanza di militanti/volontari.
La Schlein, non essendo del
PD, non ha bisogno di apparati, procederà a trasformare il partito PD in
movimento PD, sulla falsa riga del M5S. Per questo le basteranno i talk
show, cui farà partecipare gente nuova mirante ad inserire nel corpo dei
simpatizzanti momenti di curiosità, di galvanizzazione e di
spontaneismo, escludendo i vecchi e logori figuri onnipresenti e, ormai,
rompipalle. Pur sapendo di non avere a disposizione molti media: la RAI
potrebbe essere ben presto rivisitata dalla Meloni e le reti Mediaset
potrebbero subordinare la sua partecipazione alle sue posizioni e ai suoi
giudizi espressi sulla situazione dei partiti sia di destra che di
sinistra. A meno che le reti del Cavaliere non intuiscano che, con la sua
presenza, il PD verrà ridotto al lumicino. In questo senso è illuminante
una sua dichiarazione dopo la vittoria: “Sarò un problema per la Meloni!”.
Quindi non il PD, ma lei in prima persona. Infine, non so se riuscirà a
mantenere il serbatoio costituito dallo zoccolo duro dei vecchi militanti
comunisti (ormai in via di estinzione naturale). Alcuni di questi forse
emigreranno verso il partito di Marco Rizzo. Certamente spera di riuscire
ad interrompere il deflusso verso il M5S di cittadini che si ritengono di
sinistra, soprattutto giovani.
Vedremo di quali compagni di
viaggio si circonderà per questa sua avventura: capiremo subito se lei
stessa e gli “assistenti” saranno in grado di convincere i cittadini, che
seguono i talk show e i social, di saper affrontare i gravi problemi del
paese, oltre che proclamarsi in grado di farlo. Almeno
virtualmente.
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Riflessione n°67 (19-2-2023)
Superbonus con i miei
soldi! Uno scherzetto tra governi?
Come vanno le cose! Una volta era il nuovo governo
Prodi a dover correggere le cazzate del precedente governo di destra al
fine di rimettere in sesto i conti. Oggi le cose si sono invertite: è il
governo di destra a dover correggere le cazzate disastrose dei precedenti
governi, quello giallorosso (M5S+PD) e quello del tecnico della provvidenza
(Mario Draghi).
Passi per i 5Stelle, ma non è credibile che nè il PD né Draghi si siano resi conto del disastro che
le loro normative avrebbero
provocato sui conti pubblici. Da sabino diffidente ritengo: o che avessero l’assicurazione dalla
UE che – finché in sella il governo
Draghi - non avrebbe imposto di
considerare il buco generato come
debito pubblico o (opzione meno probabile) che il tecnico della provvidenza
non si sia accorto delle potenzialità esplosive del meccanismo. Infatti,
Draghi se ne rese conto: in una prima stesura, la finanziaria 2022
prevedeva l’introduzione di un limite Isee a
25mila euro per poter accedere alla regalia del superbonus.
Di fatto quel limite, inserito per i gonzi (Corte dei Conti? UE? Tecnici) è
stato cancellato. Ma di questo, il miglior tecnico della provvidenza in
circolazione non si è reso conto. Per cui tutto l’ammanco e i gravissimi
problemi creati a famiglie ed aziende edili dovranno essere gestiti dal
governo Meloni. A giugno 2022 se ne
accorse anche la Corte dei Conti che evidenziò il calo di gettito fiscale e
gli effetti distorsivi del meccanismo
Per inciso, In un incontro tra amministratori
pubblici italiani e tedeschi, spiegavamo i meccanismi del superbonus. I Tedeschi non approfondirono, si
limitarono ad osservare seccamente che una normativa del genere sarebbe
stata subito cassata dalla loro Corte dei Conti.
A proposito: la Corte dei Conti, chi era costei?
Solo a giugno 2022 si accorge del problema?
AGGIORNAMENTI DEL 20-2-2023
Vedremo che cosa chiedono alla CDP. Ricordo che la CDP raccoglie e
gestisce il risparmio degli italiani
espresso in Libretti Postali (sic) e Buoni Postali Fruttiferi (risic). Di “postale” hanno solo
la raccolta e il collocamento, ma la Cassa approfitta
della considerazione che Poste Italiane ha nell’ambito dei piccoli e medi
risparmiatori. Non vorrei che le cazzate di Conte e Letta (per tacer del
“non cale” di Draghi) le paghino i
nostri cittadini titolari di Libretti e BPF.
Ma Daniele Franco, ministro
dell’Economia e delle Finanze del governo del tecnico della provvidenza che più
tecnico della provvidenza non si può, dov’era?
Cottarelli è persona degna.
Ancora non riesco a spiegarmi la castroneria commessa da Matteo Renzi il
quale, dopo averlo incaricato di elaborare una spending review di ampio respiro, lo ha
giubilato ed ha accantonato il suo
lavoro. A mio avviso quello è stato l’inizio della fine di Renzi. Il
successo gli stava dando alla testa.
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Riflessione n°66 (1-2-2023)
Auto elettrica. Non piace agli Italiani, ma avremo colonnine di ricarica
sovrabbondanti.
Il motore a combustione interna, brevettato nel
1853 da due lucchesi, Barsanti e Matteucci e sviluppato da Daimler oltre venti
anni dopo, andrà in pensione dopo circa 180 anni. Il motore elettrico avrà
una vita di circa 30 anni. Fra due o tre lustri verrà soppiantato dal
motore a idrogeno. Nonostante ciò, costruttori e governi impongono al mondo
di adottare il motore totalmente elettrico, anche se avrà vita brevissima
se paragonata a quella del motore a scoppio. I Cinesi, praticamente
monopolisti nel settore delle batterie, ringraziano.
L'attuale tecnologia dell'elettrico impone
accumulatori invadenti (peso di 800-900 chili), dalla capacità non
esaltante (percorrenze di 400-500 Km), con capacità calante negli anni e
durata molto variabile (5-8 anni), soprattutto se si è obbligati a lasciare
l'auto in sosta al sole. Trascorsi i quali, occorrerà smaltire batterie di
oltre 40 milioni di autoveicoli solo in Italia e di circa 300 milioni in
Europa. Quando la tecnologia ci permetterà di dimezzarne il peso,
raddoppiarne la capacità e la durata, saremo pronti per il motore a
idrogeno. Oltretutto, in caso di incidente, il maggior peso degli
autoveicoli causerà danni ben più gravi.
L'andamento delle vendite di auto elettriche vede
gli Italiani non particolarmente entusiasti. Siamo praticamente gli ultimi
tra i paesi importanti: in Germania, 198.293 nuove immatricolazioni da
ottobre a dicembre (+66,1%), seguita dalla Francia che sale del 12,6%; in
Italia, invece, si è registrato un calo; - 34,2% Ma stavolta il buon senso
non paga: se la propulsione completamente elettrica verrà adottata
massicciamente nel mondo, un paese turistico come il nostro sarà comunque
obbligato a massicci investimenti per dotarsi di un numero adeguato di
punti di ricarica, anche se sovrabbondante rispetto alle nostre esigenze e
anche se le colonnine, rese inutili dall'affermarsi del motore a idrogeno,
verranno dismesse entro pochi anni. In caso di mancata, scarsa o lacunosa
diffusione, molti turisti potrebbero preferire altri paesi dove ricaricare
una batteria non costituisca una criticità. Si consideri che le in Italia
sono state istallate 36mila colonnine, in Olanda (17,5 milioni di abitanti)
90 mila.
Ringraziamo costruttori e governi comprensivi
degli investimenti da fatti dalle aziende. I cittadini devono avere
pazienza. Le case costruttrici hanno speso per imporre il motore elettrico:
devono rientrare delle spese e guadagnarci un po'. Poi ci verrà offerta
l’auto all'idrogeno.
Ma non è che gli altri paesi siano messi molto meglio: La media UE è
di 12,2.
https://it.motor1.com/news/631859/parco-cricolante-auto-europa-alimentazioni/
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Riflessione n°65 (25-1-2023)
Case green. Iniziativa da condannare, ma un po’ di
conoscenza della situazione non guasta.
Case green. Io sono contrario all’impostazione che
è stata data dalla UE. Però occorre mettere in campo, se c'è, un po' di
(chiamiamola) capacità analitica e di osservazione.
La Palombelli (e non solo) insiste a dire che le case dei nostri centri
storici dovranno mettere il cappottino coibentante. Evidentemente non è mai
entrata in una casa in un centro storico di qualche secolo fa. Prima del
cemento armato, i muri maestri delle case erano spessi dai 70 cm. ad un
metro. Non hanno certo bisogno di coibentazione. Semmai gli infissi
delle finestre vanno raddoppiate o
sostituite con quelle a doppi vetri.
Vivo in una casa popolare all'Ostiense (Roma), in
uno di quei complessi fatti costruire dal sindaco Nathan negli anni ’10 del
secolo scorso. I due muri maestri dei lati lunghi dell'appartamento (di cui
uno esterno) hanno uno spessore di 70 cm. Feci mettere i doppi vetri una
ventina di anni fa. Io non devo fare proprio nulla. Dei cinque termosifoni
di cui è dotato il mio appartamento, viene acceso per qualche ora, la
mattina, quello del bagno e, quando fa molto freddo, quello del soggiorno
per qualche ora la sera. Gli altri sono perennemente chiusi, compreso
quello della camera da letto.
Altra cosa sono le case costruite in cemento
armato dagli anni '40.
PS: Devo precisare cha l'appartamento è esposto tutto a mezzogiorno. Chi ha
occasione di entrare in casa durante una giornata d'inverno ci suggerisce
di abbassare i termosifoni, perché fa troppo caldo. Ma se anche la
casa fosse esposta a nord, il
cappottino non servirebbe a nulla perché non apporterebbe alcun vantaggio.
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Riflessione n°64 (21-1-2023)
Il giornale.
Strumento di informazione della prima metà del scorso secolo.
Mi sono chiesto: ma quanto vendono i quotidiani
nel luogo deputato, cioè in edicola? In altri termini, quanti sono i
concittadini che ogni giorno si attivano per “acquistare dal loro
giornalaio il loro giornale”?
I dati sono avvilenti. Soprattutto se confrontati
con quelli di un paio di lustri fa.
Curiosità. Negli anni ’20 del secolo scorso, il
Corriere della Sera aveva una tiratura superiore ai due milioni di copie:
le fonti di informazione erano limitate alla sola carta stampata e la radio
ancora non aveva una diffusione tale da poter competere con l’informazione
dei quotidiani. Negli anni ’90, Il Corriere della Sera e La Repubblica
competevano con tirature superiori alle 700mila copie.
21-11-2022 Affari Italiani. Il Domani, chiude l'edizione cartacea? La
smentita del direttore Feltri. De Benedetti vorrebbe lasciare le edicole e
tenere esclusivamente la versione digitale del quotidiano. Selvaggia
Lucarelli: "Voci arrivate anche a me"
Ecco i dati relativi ad alcuni quotidiani.
Fonte: https://www.blitzquotidiano.it/
Quotidiani
nazionali
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Copie
vendute
in edicola 9/2022
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Copie
vendute
in edicola 9/2021
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Copie
vendute
in edicola 12/2015
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Vendite
dicembre
2014
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Vendite
dicembre
2013
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Vendite
dicembre
2012
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Il
Corriere d. Sera
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154.117
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236.049
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263.530
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304.764
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La
Repubblica
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103.318
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216.890
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244.123
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279.259
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329.176
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La
Stampa
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Il
Giornale
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Il Sole
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La
Verità
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Il
Fatto Quotidiano
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Avvenire
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Riflessione n°63 (15-1-2023)
Alimentazione e civiltà.
15-1-2023 AGI. La dieta mediterranea è la migliore mondo, ma è
"sotto attacco". Esplosione dei costi di produzione, cambiamento
climatico e etichette "terroristiche" minacciano la tenuta del
sistema di alimentazione più salutare per il cuore ed è stata associata a
una riduzione della pressione sanguigna, del colesterolo
11-1-2023 ANSA. Vino: ok Ue a etichetta Irlanda con avvertenze sanitarie.
Roma, Parigi e Madrid contrarie: 'Ostacolo al mercato interno'
Sosteneva Paracelso, intelligente prima ancora che
uomo di buon senso: “Per l’uomo tutto è veleno. Dipende dalla dose”. Dopo
quasi sei secoli, i barbari del Nord ancora non ci sono arrivati.
Ricordate quando Guzzanti-Funari chiamava Helmut
Khol per sapere se la Germania ce l’avrebbe fatta ad entrare nell’euro?
“Pronto… scusa Ermu.. te volevo chiede: secondo te ‘a Germania ja’a fa o gna’a fa? Ah… ma
che stai a magna’? Hai magnato. Ch’hai magnato? Ah.. i briuste.”
Se i barbari del Nord preferiscono “magna’ i briuste” mangino
i briuste. E’ inutile insistere. E’ una questione
di civiltà e non ci saranno insegnamenti che tengano. Lasciamoli tranquilli
a gustare i loro salamacci!
Mi raccontava la responsabile (nonché cuoca) di un
agriturismo vicino Deruta, che il novembre precedente aveva avuto a pranzo
- nel loro giorno del ringraziamento - un gruppo di americani. Non chiesero
particolari piatti, ma, dopo alcuni piatti umbri, lei si presentò con due tacchini ripieni,
in onore degli ospiti. I quali rimasero sorpresi sia per l'omaggio della
signora che, soprattutto per la qualità della portata. Coinvolgendo la
"cuoca" si misero quindi a parlare della cucina e dell'attenzione
che in Italia si poneva circa il mangiare. La signora spiegò di aver letto
e riflettuto sulla ricetta del tacchino ripieno, alla quale però aveva
apportato due piccole varianti che, evidentemente avevano avuto successo.
La piacevole conversazione fu interrotta bruscamente dal commento di uno
dei commensali il quale, con una punta di astio, informò la nostra cuoca (e
ricordò ai connazionali) che in America, le signore non "avevano tempo
da perdere in cucina!"
Ecco chiarita la differenza di civiltà: noi
mangiamo secondo l'esperienza e le invenzioni secolari di chi vede la
cucina come un laboratorio alchemico
e inventa e prova varianti per il solo piacere di migliorare quello
che porta in tavola, proprio come un alchimista alla ricerca della pietra
filosofale. Non a caso il procedimento operativo in cucina ha lo stesso
nome di quello dallo speziale e, oggi, dal farmacista: ricetta. E molto
spesso si ricavano eccellenze da prodotti poveri ( o rifiutati dai
consumatori o invendibili). Basti pensare alle ricette ricavate - con
grande intelligenza e sapienza - da prodotti quasi di scarto. A Roma è
sufficiente ricordare la coda alla vaccinara, la pajata. E che dire della poverissima focaccia
ligure che, grazie agli alchimisti genovesi, ha raggiunto vette sublimi partendo
semplicemente da acqua, farina, sale e olio, con la semplice aggiunta dei
profumi del posto e farcibile, sia calda che
fredda, a piacere? E della pizza
napoletana?
Questa è quindi la differenza tra civiltà e
barbarie: nelle nostre cucine operano da secoli alchimisti (uomini e,
soprattutto, donne). Nella cucina dei barbari, dove si perderebbe tempo,
sono dominanti le salutari scatolette e i relativi apriscatole, magnifici
nella loro variante elettrica.
Quanto al vino, visto che i ns. esportatori in Irlanda devono cambiare etichetta,
inventiamo etichette con immagini e scritte
ironiche, tipo fumetti, che prendano per il culo gli Irlandesi. Tipo,
Tex Willer che esclama: "Vino rosso non avrai il mio scalpo!"
Se le etichette si rinnovano e cambiano
spesso, potrebbero creare una moda
da collezione. E regaleremo loro anche l'album per raccoglierle...
Se poi i barbari del Nord pensano di risolvere i
loro problemi di alcolismo con iniziative da stato etico, tanto
paternalistiche quanto false e diseducative, sbagliano: Non con la sola
comunicazione (sbagliata) risolvono i problemi dei loro concittadini dediti
all'alcol, ma con informazione corretta ed educazione fin nelle scuole.
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Riflessione n°62 (14-1-2023)
Cambiamenti climatici e azioni dell’uomo
Ricordate quando, oltre 40 anni fa, scoprimmo il
buco dell'ozono? La colpa fu annessa quasi immediatamente alle attività
umane. Nel caso specifico, fu individuato il freon quale causa
principale della distruzione dell'ozono,
trasformato in ossigeno: il freon aveva creato un buco nello strato di
ozono al di sopra del Polo Sud. Subito al lavoro per sostituire il freon
(usato nelle bombolette spray e nei frigoriferi) con un gas non aggressivo dell'ozono. Il freon fu
messo al bando nel 1987.
Tutto a posto, dunque? l'uomo condannato ed il
pericolo scampato?
No! Come no?! Abbiamo sostituito – sostenendo
notevoli costi - il distruttivo per l’ozono
gas freon prodotto dall'uomo per le bombolette di deodorante e di
lacca fin dal 1987 e il problema ancora non è risolto?!
Proprio così. La Nasa ha calcolato che il buco
creatosi nel 2021 è tra i più grandi mai osservati e tra i più longevi.
Insomma, ogni anno da agosto ad ottobre si crea il buco che poi tende a
rimarginarsi nel tempo. A metà anni ’70, molti scienziati sostenevano che
sarebbero occorsi 40 anni per veder
chiudersi il buco dell’ozono…..
In conclusione, io credo che abbiano ragione
quegli scienziati che considerano l'influenza delle attività umane non incidere massicciamente nei cambiamenti climatici. Alcuni
scienziati valutano che quell’incidenza non vada oltre il 5 per cento. Al
resto pensano i cicli della natura.
è
https://atmosphere.copernicus.eu/sites/default/files/2022-09/CAMS_ECMWF%20Ozone%20layer%20newsflash%202022_ITA.pdf
è
https://www.iconaclima.it/salute-del-pianeta/atmosfera/buco-ozono-2021/
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Riflessione n°61 (6-1-2023)
Microcosmo famiglia e macrocosmo società.
Mi interrogavo sulle differenze tra l'adolescenza
della mia generazione (prima metà degli anni '60) e gli adolescenti di
oggi. In particolare mi chiedevo
perché molti ragazzi di oggi si comportino come se la società
attuale fosse senza autorità, con la possibilità, quindi, di avere
praticamente la man salva (così credono)
su qualsiasi comportamento adolescenziale.
Sono arrivato a questa conclusione (generalizzo
per semplicità di analisi): "ai miei tempi" la famiglia
riproponeva le strutture gerarchiche della società, con l'individuazione
precisa del ruolo dei genitori quale autorità (non interessa in questo momento
se quel ruolo era imposto con
autoritarismo o autorevolezza) in grado di gestire le gerarchie familiari
con i figli in posizione subordinata da essi normalmente accettata. In
altri termini, la famiglia di noi adolescenti altro non era che il
microcosmo del macrocosmo rappresentato dalla società. Altro non era che un
allenamento al nostro futuro divenire cittadini. Al contrario, gli
adolescenti di oggi vivono e crescono in famiglie che, troppo spesso, non
sono in grado di fornire la concezione di autorità, tanto meno di offrire
loro una educazione utile. Molti genitori, complessati dal fatto che vedono
poco i figli, tendono a ricompensare se stessi con la giustificazione che i genitori
devono essere non educatori, ma "amici" della prole. Da troppe
famiglie, quindi, i ragazzi che si affacciano alla società non sono
"avvisati" che quella società è libera perché si è data delle
regole, imposte da chi riveste il ruolo di autorità in grado di farle
rispettare. Ritengono quindi che, come i loro "genitori-amici",
quell'autorità sia obbligata a riconoscere la loro mansalva in ogni
manifestazione sociale: dal comportamento da bulli, alle garrule violazioni
delle regole, col solo piacere di violarle, all'insofferenza per ogni
inquadramento comportamentale. E si meravigliano se le loro azioni vengono
invece sanzionate e gli autori colpiti da penalità: ma come? mio padre mi
rassicurava che se mi avessero bocciato a scuola, avrebbe fatto ricorso al
TAR, che avrebbe preso di petto il professore se si fosse azzardato a rimproverarmi
in classe, a darmi troppi compiti, a mettermi una nota sul registro o a
sospendermi per aver bullizzato un compagno di
classe ed ora qualcuno vuole sanzionarmi perché con gli amici ci siamo
divertiti a prendere di petto l'anziano del quartiere, solitario, impedito
e indifeso, o a picchiare chi si azzarda a guardare in un certo modo la
compagna o il compagno.
Insomma, ho diritto ad avere il Reddito di cittadinanza senza lavorare così
come il "genitore-amico" (troppo spesso assente) mi diceva essere
un mio diritto avere i 10, 20 o 50 euro
a fine settimana per i miei divertimenti. E per sua assoluzione
consolatoria .
Oggi la proiezione del microcosmo famiglia non è
più coincidente con le caratteristiche del macrocosmo società.
Pertanto la famiglia non allena più l’alunno e,
poi, lo studente alla scuola. La scuola non allena più il cittadino alla
società. Ad insegnargli qualche cosa , bon gré
mal gré, ci penserà la vita.
A rimetterci sono anzitutto i ragazzi e, di
conseguenza, l'intera società.
Si dirà: e allora il '68!? Proprio l'aver
assorbito il senso di autorità ci portò a considerare necessario il
sovvertimento di quel concetto, prima in famiglia e poi nello stato. Noi
pensavamo e volevamo un mondo migliore per tutti, non semplicemente punire
gli adulti.
Oggi il massimo del sovvertimento operato dagli
adolescenti è gettare una pentola di minestrone su un quadro di Van Gog, tanto per far dispetto agli adulti che non
vogliono abbassare la temperatura della Terra.
6-1-2023 Il Giornale "Cinghiate della destra ai nostri
figli". L'ultima sparata di Concita De Gregorio. Marco Leardi
Illuminante!
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Riflessione n°60 (6-1-2023)
Migranti. I nostri buonisti proprio non ci
riescono!
Stavo riflettendo sulla difficoltà di governare,
in Italia, il fenomeno delle migrazioni. Questa consapevolezza
induce i cittadini a due atteggiamenti contrapposti: alcuni pensano
che comunque tutti i migranti debbano essere accolti, anche se poi sarà
molto difficile integrarli; altri ritengono che il fenomeno vada governato
scoraggiando la loro partenza fin dai paesi d'origine, anche alla luce del
fatto che i paesi UE non hanno alcuna intenzione di accoglierne una parte.
Ne è una dimostrazione l'isterismo che ha colpito la Francia per aver
dovuto "accogliere" qualche decina di migranti dopo l'unico
sbarco di una nave ONG in Francia. L'atteggiamento francese è stato
giustificato e “capito” dai nostri "accogliamolitutti"
i quali hanno dato la colpa degli screzi con la Francia all'Italia.
Insomma, i buonisti nostrani hanno approvato l'incazzatura della
Francia per una cosa per la quale l'Italia deve giornalmente
provvedere, destinare e accogliere centinaia di migranti clandestini
traghettati dalle navi delle organizzazioni ONG. ONG che incamerano 3,4
miliardi di euro da Bruxelles anche per i salvataggi dai marosi di
sopravvissuti da naufragi a pagamento.
Sono anni che gli "accogliamolitutti"
tacciano di razzismo, fascismo, nazismo, qualunquismo coloro che vorrebbero
governare il fenomeno. Per questo non se la sentono di rivedere le loro
valutazioni e adottano tre atteggiamenti autoassolventi.
1) Si limitano a considerazioni esclusivamente
quantitative: che volete che siano 100mila ingressi l'anno per un paese
come il nostro di quasi 60 milioni di abitanti, oltretutto con un bilancio
demografico negativo? Però, ancora una volta, si limitano a valutazioni
quantitative: emigrano 120mila Italiani ed entrano 104 mila migranti. Si
guardano bene dall'informare (e forse informarsi) che vanno via nostri
laureati (medici, architetti, ingegneri, ricercatori ecc.) ed entrano
migranti che, essendo poco o nulla qualificati, andranno ad ingrassare la
malavita (spaccio e prostituzione) e - quando va bene - il
caporalato.
2) Si autocensurano sulla qualità della nostra
capacità di accoglienza e di integrazione e cassano dalla loro vita
quanto accade ai migranti dopo lo sbarco, soprattutto non vogliono sapere
quanti miliardi di euro paghiamo agli "accoglienti" prelevandoli
dall'Erario.
3) Infine, fanno finta (mi auguro) di non capire
la differenza tra numero dei “richiedenti asilo”, che possono essere
arrivati anche anni prima della richiesta, e numero di immigrati
clandestini. Parallelamente mistificano il dato del contributo degli
immigrati al PIL nazionale non chiarendo che il contributo stesso è
appannaggio degli immigrati regolarmente integrati da anni e non anche di
quelli clandestini ed irregolari.
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Riflessione n°59 (3-1-2023)
Embedded. A loro insaputa?
A loro insaputa! E' strabiliante come sia stato
facile per la casta acquisire come embedded un direttore di giornale come
Piero Sansonetti che si autodefinisce "vecchio comunista". Ormai
è quasi giornalmente presente nei TG (ore 19) e nei talkshow di Rete
Quattro. Ritiene oltretutto di poter aspirare alla direzione dell'Unità
quotidiano Lazzaro/comunista fondato da Antonio Gramsci, risuscitato due o
tre volte senza mai rispondere alle cure. Al di là dei Caroselli a favore
del Cavaliere ("grande statista" che "avrebbe meritato il
dicastero della giustizia"), commentando il Qatargate dimostra di aver
ben assorbito e riproposto ai gonzi, il concetto di "garantista"
così come fatto passare dalla casta: finché non ci sono condanne i politici
(a cui si sono subito accodati i grand commis) devono restare al loro posto e - nel caso di
specie - la presidente Metsola deve difenderli
dai magistrati belgi dipietreschi, invadenti e
prepotenti. Da anni, la casta ha convinto i cittadini gonzi che essere
garantisti significhi attendere i tre gradi di giudizio per poter decidere
la sorte di un imputato. Ha dovuto, però, parallelamente soffocare con cura
mediatica professionale, il concetto di "opportunità", nel nostro
caso "politica", infamandolo come "giustizialismo". Per
chiarire il concetto, ripropongo un esempio: se la baby sitter
di vs. figlio è inquisita per pedofilia, che cosa fate? Convincete vostra
moglie ad attendere la Cassazione prima di sostituirla o ritenete che sia
più "opportuno" sostituirla subito? Dice: ma che c'entrano le
sorti di un bambino! Bene! Mentre la baby sitter
condiziona le sorti di un bambino, il politico condiziona, oltre
all'infanzia del bambino, la sua vita futura, la sua crescita culturale, la
società in cui si inserirà come cittadino e lavoratore, la sua famiglia, la
vita dei genitori, il loro lavoro, la loro cultura, il loro tempo libero,
la salute di tutti, la loro vecchiaia, la loro pensione, la società in cui
vivono ecc. Ma i garantisti sono spesso ottusi e dichiarano che fino alla
condanna, contro ogni evidenza e contro ogni buon senso di opportunità, il
politico (come il grand commis)
deve restare al suo posto. La posizione in divenire di Piero Sansonetti è
molto interessante e me la sto studiando da tempo.
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RIFLESSIONI 2022
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Riflessione n° 58
(7-12-2022)
Politica
salariale. Chi era costei ?
E’ da fine 1996 che i
sindacati italiani si astengono da politiche di rivendicazione salariale.
Da quando, cioè, Prodi impose il "Contributo straordinario per
l'Europa" manovra tributaria di 4.300 miliardi di lire (eurotassa) per
permettere all’Italia di entrare in Eurolandia. I sindacati aderirono alla
raccomandazione di Prodi mirante ad imporre una moderazione salariale per
non creare criticità finanziarie al sistema Italia, in un momento tanto
delicato.
Da allora, i sindacati
non hanno più rivendicato adeguamenti salariali per i lavoratori
dipendenti. E il susseguirsi delle crisi ( 11 settembre, sub
prime, Berlusconi e il prime rate ecc.) ha giustificato – ai loro occhi
- questa loro rinuncia. Ne è derivato che, negli ultimi trent’anni,
le retribuzioni italiane sono scese dello 0,5 % mentre quelle in altri
paesi europei sono aumentate del 30 % in media.
Questa situazione di
ristrettezza salariale ha, tra l’altro, generato problemi di asfissia
della domanda interna, non in grado di sostenere i consumi e tutto il
sistema produttivo. Proprio nel momento in cui, nei grandi paesi della UE
la domanda aggregata interna era in grado di adeguarsi all’offerta
sostenendo l’intero sistema economico. Non a caso, in Italia, le
positività del settore dell’offerta sono tutte imputabili alle aziende
esportatrici. Oggi, oltre alle esportazioni, ci stanno salvando
il settore turistico e, soprattutto, l’estro italico: i nostri imprenditori
non hanno bisogno di una organizzazione amministrativa sovraziendale nazionale che ne tracci
le linee di condotta e li supporti soprattutto nel commercio estero. Come
abituati da sempre, inventano azioni e tracciano vie senza attendere
iniziative statali.
Oggi, dopo 27 anni di
afonia retributiva, i sindacati scoprono che le nostre retribuzioni sono
inadeguate e pretendono dal governo una più incisiva politica fiscale a
favore delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti: l’azione governativa
sul cuneo è del tutto inadeguata. Anche la Confindustria si inserisce nel coretto
sostenendo che il governo avrebbe dovuto avere più coraggio. Non una parola
critica con i gli ultimi quattordici governi succedutisi al governo Prodi
fino al governo Draghi. Ma oggi, Confindustria e sindacato riscoprono
la politica salariale e ne chiedono conto al governo Meloni.
A parte la
restaurazione del sindacato come cinghia di trasmissione dei partiti di
riferimento, i cittadini dovrebbero porsi una domanda. Da 27 anni le
aziende e tutto il settore dell’offerta non ha dovuto sostenere dispendiose
richieste di adeguamenti salariali: i capitali risparmiati dove sono
finiti? In azienda, a sostenere l’apparato produttivo? Portati all’estero?
Versati nei paradisi fiscali come capitali sottratti al sistema fiscale e
produttivo del paese? Insomma che fine hanno fatto quei capitali?
Ricordate le litanie
confindustriali a cui si era soggetti circa l’alto costo del lavoro in
Italia? Da qualche lustro quelle filastrocche non sono più in cartellone.
Oggi, invece, i
sindacati riscoprono che un capitolo importante del loro essere
sindacato è proprio la politica salariale. E la rispolverano non per
chiedere alle aziende nuove iniziative perché salari e stipendi recuperino,
ma per mettere in mora il governo.
Una cosa è sconsolante:
oltre a chiedere soldi allo stato, né sindacati, né Confindustria
sanno che cosa fare e come ridarsi un ruolo utile.
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Riflessione
n° 57 (4-12-2022)
MA L’UNIONE
EUROPEA NON E’ UNA CUPOLA DI COSA NOSTRA !
Si grida allo scandalo
e si accusa il governo - fregandosi le mani - di incongruenza e di
palese marcia indietro rispetto a precedenti “proclami” contro la UE perché
Meloni, da una parte, chiede più Europa nella gestione dei flussi di
migranti attraverso il Canale di Sicilia, e dall’altra chiede un minore
“interventismo” su materie ed argomenti che possono essere gestiti “meglio”
dai singoli stati.
Un simile
atteggiamento (tanto frettoloso quanto infantile), che condanna il governo
per incoerenza visto che chiede più Europa e meno Europa al contempo,
lascia intuire una concezione pericolosa circa le istituzioni
dell’Unione da parte delle forze politiche che in esso si crogiolano.
Sembra che considerino Bruxelles alla stregua di una dépendance di
Cosa Nostra, una succursale della Cupola: occorre giurare fedeltà alla
Cupola ed attendere, senza chiedere e senza criticare, i favori che
essa può elargire ai fedeli picciotti.Chi non
si comporta in tal modo è un sovranista e nemico di Bruxelles.
Niente di più errato!
Soprattutto, niente di più dannoso per le istituzioni europee. La cui
attività può essere paragonata a quelle di un sindaco di una città: se
prende iniziative giuste, verrà approvato, se la sua azione è carente in
alcuni settori, se ne richiederanno interventi più incisivi. Questo è il
modo di agire di cittadini interessati alla buona salute delle istituzioni
e questo approccio ne manterrà efficace l’azione.
Non intervenire mai con
azioni stimolanti o di critica nei confronti di quanto vanno
realizzando le istituzioni europee, è indice di provincialismo e
trascuratezza, non di “adesione ai principi ed ai valori di cui l’Unione è
portatrice” che i “sovranisti” minano quotidianamente.
L’Unione Europea non ha
bisogno di manifestazioni di fedeltà, ma di membri intelligentemente
critici.
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Riflessione
n° 56 (23-11-2022)
COME CALCOLARE
IL NUMERO DI PARTECIPANTI AD UNA MANIFESTAZIONE A ROMA.
Anche se un po’
strettini, consideriamo quattro manifestanti per metro quadrato.
Paragoniamo a quella
dello stadio Olimpico le aree dei luoghi abituali di riunione:
Piazza San Giovanni e Circo Massimo.
Calcoliamo quante
persone possono essere accolte in un’area grande come lo stadio Olimpico:
SPALTI: l’attuale sistemazione
(seduti) accoglie 72.689 persone, ma nel 1960 (Olimpiadi di Roma) si
parlava di 100mila spettatori. Sovrastimiamo: l’area degli spalti può
accogliere 110.000 persone.
ELLISSE INTERNA AGLI
SPALTI: le misure dell’area sono 180x110 metri (campo: 105x58 metri) Area
dell’ellisse= 90x55x3,14= 15.543. Arrotondiamo a 16.000 metri quadri.
Calcolando 4 persone a metroquadro, arriviamo 64mila individui.
Sovrastimiamo in 65.000 le presenze nell’ellisse interna agli spalti.
Ne consegue che l’area
pedonabile dello stadio Olimpico può accogliere 175.000 persone che
sovrastimiamo ulteriormente fino a 200.000 presenze.
La foto allegata
compara le dimensioni dell’Olimpico con quelle del Circo Massimo e di
Piazza S. Giovanni. Sono tratte dalla stessa mappa, quindi sono a parità di
scala.
Per il Circo Massimo,
si consideri che il lunotto verso la Fao è
chiuso al pubblico perché sono in corso scavi archeologici. Il numero di
partecipanti dipende infine dalla collocazione del palco, in genere dalla
parte opposta agli scavi: più è vicino al lunotto, meno partecipanti
avremo.
Quindi, quando si parla
di un milione di partecipanti, occorre rimpinzare 5 stadi.
I tre milioni di
partecipanti alla manifestazione CGIL-Cofferati (23-3-2002) avrebbero
riempito 15 stadi.
I dati vanno comunque
accomodati perché, in occasione di eventi molto partecipati, manifestanti
sono presenti nelle vie limitrofe ai due luoghi presi in
considerazione.

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Riflessione
n° 55 (6-11-2022)
Ancora sui
migranti
Integrazioni
del 7, 8 e 10 novembre 2022
Non
riproporrò le mie posizioni sul fenomeno dei migranti, sui
naufragi a pagamento per comitive, sulla territorialità implicita di una
nave battente bandiera di un paese sovrano, sul perché si parla
di porto sicuro più vicino, sulla incapacità di gestire il fenomeno
dell’accoglienza, dimostrata ormai da lustri, da parte dei vari governi
avvicendatisi, di sinistra, di destra, di tecnici della provvidenza.
Incapacità che dovrebbe suggerire il blocco del fenomeno fino a prova
contraria.
Intanto ho notato un cambiamento
nelle informazioni fornite dai vari TG sul fenomeno. Se in precedenza si
informava che “i profughi fuggono da guerre e dai lager libici” oggi si
accomoda l’informazione sui “migranti molti dei quali fuggono
da guerre e dai lager libici”.
Mi limiterò a fornire
alcuni dati.
La tabella mostra i
paesi di origine dei migranti giunti in Italia nel periodo 1° gennaio – 4
novembre 2022
Forse fuggono da guerre
i migranti provenienti da Siria, Afghanistan, Eritrea, per un totale di
14.458 su oltre 87mila. Quindi fugge da guerre il 16,6 % dei migranti
sbarcati u Italia.
I primi tre paesi non
sono in guerra ed hanno addirittura un fiorente turismo
internazionale: quasi 15 milioni verso l’Egitto, oltre 4 milioni di turisti
verso la Tunisia. Meno massivo ma presente il turismo in Bangladesh. Perché
a Tunisia ed Egitto non si chiede di indicare un porto sicuro? Nei loro
porti possono attraccare meganavi con
migliaia di turisti a bordo e non un barcone con qualche centinaio di
migranti?
Dai primi tre paesi di
provenienza, è giunto il 53,6 % pari a 46.823
migranti, ben oltre la metà degli sbarcati che,
quindi, non stanno fuggendo da guerre.
Secondo un rapporto
dell’ UNHCR di tre o quattro anni fa, circa la metà dei migranti in patria
aveva una occupazione. Quindi possiamo affermare che per almeno la metà si
tratta di migranti economici.
In Italia, per ogni
migrante entrato, il nostro Erario preleva 33 euro al giorno, 990 euro
mensili, e li fornisce alla industria dell’accoglienza. Di questi 33 euro,
2,5 possono essere forniti al migrante come argent de
poche.
Per avere un termine di
paragone, ricordo che:
- l’assegno
sociale per gli Italiani non percettori di reddito è pari a 468,11 euro
mensili (13 mensilità);
- l’assegno
sociale mensile di assistenza invalidi è pari a 287,09 euro (13 mensilità);
- l’indennità
di accompagnamento per invalidi civili è di 522,10 euro (12 mensilità);
- il
reddito di cittadinanza è mediamente pari a 600 euro mensili per 18 mesi
rinnovabili.
Dati interessanti sui
migranti forniti dall’Unicef: https://www.unicef.it/emergenze/rifugiati-migranti-europa/
Proposta: mettiamo in piedi una commissione di buoni cervelli,
competenti e colti e di buon senso che decida quanti migranti il
nostro paese, data la sua situazione economica e sociale attuale, può
accogliere degnamente ogni anno? Deciso il numero, offriamoci di
trasferirli direttamente dai loro paesi, dalle coste del golfo
di Guinea o del Corno d'Africa, dal Bangla Desh o dall’Afghanistan. Evitiamo
loro la traversata del Sahara e il vero finto naufragio nel Canale di
Sicilia. Resterebbero nelle loro tasche i 6.500-7.500 dollari (calcolo
per difetto) che oggi spendono per la traversata del deserto, e per il
biglietto del naufragio a pagamento. Raggiunto il numero definito dalla
commissione, possiamo chiudere le frontiere.
Il PuntO 429. (26-5-2021) Problema delle migrazioni.
Considerazioni e proposte.
Integrazione del
7-11-2022
UNHCR
Sul naufragio e sugli interventi di salvataggio. .
A questo link potete
trovare un interessante e doveroso approfondimento di UNHCR sui salvataggi
in mare. https://acrobat.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:96d2437c-7493-304d-8e85-3f13b635995b
E' evidente che il
"naufragio" contemplato è quello della definizione data dalla
Treccani:
naufràgio s. m. [dal lat. naufragium, comp.
di navis «nave» e tema di frangĕre «rompere»]. – Sommersione o perdita
totale di una nave per grave avaria del suo scafo, dovuta all’azione degli
elementi naturali, a urto contro un ostacolo o a collisione con altra nave,
a incendio o altra causa di forza maggiore (se conseguente ad azione bellica,
si parla più comunem. di affondamento):
[....] carta di n. (o carta di localizzazione dei
naufraghi), carta sulla quale i soccorritori delimitano la zona di
probabile esistenza dei superstiti, tenuto conto della posizione della nave
naufragata e dei dati relativi al vento e alle correnti che possono aver
determinato la deriva e lo scarroccio delle imbarcazioni di
salvataggio; diritto di n. (lat. ius naufragii), diritto,
invalso nel medioevo e non più vigente, di occupazione sulle cose dei
naufraghi. Per analogia, è detto n. (o n. aereo) il sinistro aereo, quando
l’aeromobile perduto cada in mare.
Dispiace che nel documento non sia
riportata la data di pubblicazione:
Tra le altre informazioni di interesse riportato dal
documento UNHCR mi hanno colpito le due seguenti:
- Il governo responsabile per la regione SAR in cui
sono stati recuperati i sopravvissuti è responsabile di
fornire un luogo sicuro o di assicurare che tale luogo venga fornito.
(para. 2.5)
- Sebbene una nave che presta assistenza possa costituire temporaneamente
un luogo sicuro, essa dovrebbe essere sollevata da tale responsabilità non
appena possano essere. intraprese soluzioni alternative. (para. 6.13)
Integrazione
dell’8-11-2022.
Il Diritto
internazionale non esiste, essendo semplicemente costituito dall'insieme
dei trattati internazionali sottoscritti da un paese. Anni fa, il Giappone
ritirò la sua adesione al Trattato sulla pesca alle balene e pesca quello
che vuole, senza che nessuno possa dire nulla. E' fondamentale riconoscere
che una nave è territorio del paese di cui batte bandiera, tanto che il
comandante è anche istituzione civile: celebra matrimoni, funerali,
registra nascite, tutte azioni con valenza civile presso il suo paese. Con
una furbata la UE ha imposto che per quanto riguarda i migranti, il paese
dove mette piede il disgraziato non è quello della nave che lo ha accolto,
ma quello del primo paese di cui calpesta il territorio. Nel
frattempo paga la Turchia perché blocchi il flusso via terra dai Balcani.
Quindi per la UE il paese che dovrà farsi carico del migrante non è quello
la cui bandiera è innalzata dalla nave che lo ha imbarcato, ma quello della
prima discesa a terra, dove chiederà asilo. Me se chiede asilo al
comandante della nave che lo ha accolto? Forse lo stesso comandante
scoraggerà l’iniziativa.
Ricapitolando: i
naufragi non sono naufragi veri ma, con poveracci nel ruolo di comparse
alcuni fino alla morte, spettacoli organizzati, tra scafisti (che scelgono
i migranti da imbarcare sui gommoni, inserendo qualche donna incinta,
minori e qualche malato per gettare fumo negli occhi a chi dovrà
controllare) e ONG con la supervisione di Alarm phone che coordina le coincidenze. Ci sono filmati
in cui si vedono navi "madre" che lasciano i gommoni nel luogo di
appuntamento - senza possibilità di manovra - carichi di poveracci (che
però hanno pagato il biglietto). Ci sono filmati in cui, i gommoni, giunti
sul luogo pilotati da scafisti, vengono privati dei motori, caricati su
navi madre e riutilizzati. L'UNHCR non li chiama più profughi, ma migranti:
la metà di quelli sbarcati in Italia proviene infatti da Egitto, Libia
e BangklaDesh, con florido turismo e non in
guerra, quindi sono migranti economici. Solo il 16% fugge da guerre.
L'UNHCR ha verificato che la metà dei migranti lascia nel paese di origine
una occupazione lavorativa. E' risibile la giustificazione per la quale
"ma che volete che siano alcune migliaia di migranti!". Il
problema è continentale e non può essere sottovalutato. Solo dei barbari
possono considerare il fenomeno in base alla numerosità con cui si
manifestano. Nessuno vuole gestirlo.
Infine, non è vero che
il "porto sicuro" debba essere definito dal paesi di SAR o
limitrofi. Il porto sicuro è a carico del paese di SAR. Dice l'UNHCR: Il
governo responsabile per la regione SAR in cui sono stati recuperati i
sopravvissuti è responsabile di fornire un luogo sicuro o di assicurare che
tale luogo venga fornito. (para. 2.5).
Quando la Lamorgese ha respinto
sette navi con migranti, i guardiani della rivoluzione non hanno detto
nulla, dimostrando la loro nullità anche come guardiani, informati secondo
convenienza dai superiori.
Integrazione del
10-11-2022
Dove
quel “i sopravvissuti” fa la differenza tra buona e mala fede.!
Linee
guida sul trattamento delle persone soccorse in mare .
[….]
- il
governo responsabile per la regione SAR in cui sono stati recuperati
i sopravvissuti è responsabile di fornire un luogo sicuro o
di assicurare che tale luogo venga fornito. (para. 2.5)
Leggi à UNHCR SOCCORSO IN MARE
INTEGRAZIONE DEL 10-11-2022:
Interviene anche la UE
e bacchetta la Francia.
https://www.ilgiornale.it/news/politica-internazionale/ocean-viking-ritorsione-francia-stop-trasferimento-3500-2084042.html?fbclid=IwAR2_glUWyojWbFBYMnq6S_-Ls8EexaQRmtjgZ46bJl8He1-yHxIUzlvUR6k
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Riflessione n° 54 (31-10-2022)
Inflazione e cura
della BCE attraverso l’aumento dei tassi.
Il governatore
Visco lancia alcuni avvisi. Ma non può fare di più.
L’ inflazione da costi
(offerta) si combatte soprattutto con una politica fiscale mirata. Peccato
che l’Ufficio legislativo di palazzo Chigi abbia fornito a Draghi un testo
sbagliato della legge sulla tassazione degli extraprofitti! Però, un
presidente del Consiglio che non può fare affidamento sul suo ufficio
legislativo... Chissà quanti magistrati lavorano in quell'ufficio a Palazzo
Chigi?...... O avranno sbagliato il testo della legge per far fare bella
figura alla Meloni che sta per modificarla?
Certamente, c’è il
rischio che l’aspettativa di inflazione si trasli nel campo delle
preoccupazioni delle famiglie, accettando ulteriori aumenti dei prezzi. Ma
vi sembra che oggi l'offerta aumenti i prezzi perché vuole approfittare
delle aspettative di ulteriori crescite? Con voci di costo cresciute di
due, quattro, sei volte ed oltre (energia) ; con voci di trasporto, di
distribuzione, di assicurazione, dei servizi bancari, delle materie
prime cresciute altrettanto (si vedano i noli di qualche mese fa: +600%);
si ritiene che i produttori, la distribuzione e i commercianti vogliano
approfittare delle aspettative? Oltretutto sanno che una quota crescente di
consumatori naviga in ristrettezze atroci. Quindi, o aumentano i prezzi per
rientrare dei costi o devono chiudere.
E tralasciamo il
fenomeno dell'usura in eccellente salute.
Ma che cosa può fare il
governatore della Banca d’Italia per informare la BCE che sta sbagliando
manovra se non intervenire due volte in pochi mesi in manifestazioni
ufficiali per allertare Francoforte di essere accorta almeno sui
tempi di somministrazione della “strana” cura decisa per
combattere l’inflazione importata?
Intervento di Ignazio
Visco alla Giornata Mondiale del Risparmio (31-10-2022) organizzata
dall’ACRI
[….] Il rialzo dei tassi
ufficiali dovrà proseguire per attenuare il rischio che il persistere di
un’elevata inflazione causata dal susseguirsi di shock “di offerta” si
trasli sulle aspettative di famiglie e imprese, alimentando la dinamica dei
prezzi e determinando aumenti più forti delle retribuzioni. Il ritmo di
incremento dei tassi e il loro punto di arrivo, tuttavia, non possono
essere predeterminati sulla base di proiezioni o scenari precostituiti, che
in questa fase hanno una natura puramente indicativa. L’elevata incertezza
richiede di procedere in modo graduale, valutando con attenzione
l’adeguatezza dell’orientamento monetario sulla base delle evidenze che si
renderanno via via disponibili. Non va comunque sottovalutato il pericolo
che il deterioramento delle prospettive economiche si riveli peggiore del
previsto, rendendo sproporzionato un passo eccessivamente rapido nella
normalizzazione dei tassi ufficiali. Si tratta di un rischio di cui il
Consiglio dovrà tenere conto nei prossimi mesi, al pari di quello di lasciare
che l’inflazione resti eccessivamente alta per troppo tempo.[….]
Già il 16 luglio 2022
Ignazio Visco aveva masso in guardia la BCE almeno da un intempestiva
accelerazione dell’aumento dei Tassi da parte della BCE:
Intervento del
Governatore su “Inflazione e tassi di interesse a lungo termine”
in Analysis: Forum Istituzionale:
[….] La scelta del
ritmo di normalizzazione della politica monetaria deve bilanciare due
rischi. Nel caso in cui esso fosse troppo graduale, l’inflazione potrebbe
radicarsi nelle aspettative e nei processi di fissazione dei salari,
rischiando di compromettere la credibilità della b | |