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Documento inserito il: 9-6-2013

 

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Il PuntO n° 269

Le regole servono a chi non sa regolarsi.

Risposta a Franco Puglia (Verso la terza repubblica)

sulla pagina FB di “Le Forme della Politica”.

Di Mauro Novelli 9-6-2013


Prima di guardare alle forme della politica – per cambiarle - ritengo si debba puntare al recupero della perduta capacità di “reputare”, una volta appannaggio di ciascun cittadino. Mi spiego.
Da circa 40 anni, la nostra classe dirigente ha imposto al paese un nuovo modello culturale. Utilizzando tutti i canali di informazione di massa, è riuscita a sostituire i vecchi valori civici con altri per essa più convenienti e congeniali.
Per facilitare questa trasformazione (certamente stravolgente dei vecchi equilibri etici di ciascuno), ha imposto il passaggio e l’accettazione da parte di una gran parte di noi, di una serie di messaggi “morali” che hanno, di fatto, generato uno stravolgimento del giudizio fornito dai cittadini, togliendo loro la possibilità di giudicare secondo opportunità, buon senso e intelligenza.
Ecco che cosa ci sussurra la casta:

- Primo messaggio: “I problemi della società italiana non dipendono da noi, classe dirigente adeguata e capace, ma dall’apparato normativo cioè da un insieme di leggi che risulta inadatto; insomma da obbiettive difficoltà giuridico-procedurali che generano devianze nella classe al potere”. C’è corruzione perché non c’è una legge anticorruzione. I governi sono inconcludenti perché è sbagliata la legge elettorale. Dalle leggi elettorali, quindi, alle riforme della pubblica istruzione, dalla giustizia alla sanità, dai rapporti sindacali alla burocrazia è tutto un dibattere su proposte di cambiamento di normative “sbagliate”: le famose riforme. Tutto un questionare finto, perché coloro che dovrebbero cambiare norme e regole sono coloro che le hanno imposte.

- Secondo messaggio: “La giustizia non funziona per problemi oggettivi e comportamentali dei giudici”. In Italia, il terzo potere, quello giudiziario individuato da Montesquieu, non è mai stato un vero potere. La Casta è riuscita a renderlo un semplice e pessimo servizio della pubblica amministrazione, dipendente, per finanziamenti e procedure, dal ministro della giustizia.

- Terzo messaggio: “Rientrano nella ordinaria e naturale attività politica gli interventi a favore di clientele, il nepotismo, lo strumento della raccomandazione”. Pertanto è cosa normale promuovere, nominare, offrire consulenze, far eleggere, estromettere cordate avversarie, favorire nei concorsi, ricattare, acquisire appalti ecc.

- Quarto messaggio: Al messaggio precedente si affianca questo, il più dirompente: “Per poter giudicare della moralità e della colpevolezza di un politico, occorre aspettare il terzo grado di giudizio”. Come se una famiglia, per allontanare una baby sitter o l’autista di uno scuolabus accusati di pedofilia, dovesse tenerli a “governare” bambini in attesa della sentenza di Cassazione.

Un disastro! I cittadini si son dovuti adeguare per sopravvivere: sono diventati scherani tifosi. Situazione non superabile se la nostra capacità di reazione – anche culturale - continua ad essere quasi nulla.
E’ stata tolta ai cittadini anche la capacità di “reputare”, quindi di fornire giudizi, sulla sua classe dirigente. Povero Locke!
Insomma, per sopravvivere meglio, ai più deboli (anche intellettualmente), risulta più economico e più utile rendersi scherano di qualche potente: assumere il ruolo di tifoso.

Secondo me, le riforme devono intervenire anzitutto sul fronte etico, personale. Dobbiamo cioè rifondare i nostri principi. Solo questo processo di revisione dell’approccio di ogni cittadino nei confronti della polis, permetterà l’imposizione a chi gestisce la cosa pubblica di una moralità e di valori adeguati, attraverso la definizione di forme della politica finalmente “utili” per tutti.


Ingredienti: cultura, intelligenza, buon senso, responsabilità, voglia di migliorare la polis in cui viviamo e non solo il nostro particulare.