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INSERITO IL  26-7-2011

 

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Il PuntO n° 215

Servizi assicurativi: indagine quantitativa per l’anno 2010

[ Fonte: Relazione ANIA 5-7-2011 del Presidente Cerchiai]

 

Di Mauro Novelli (26-7-2011)

 

A fine 2009, il settore assicurativo continua a mantenere in Italia posizioni di vantaggio ben superiori a quelle vantate dagli omologhi settori nell’Europa dei 15. Vediamo perché.

I dati (Tab. 1) sono ricavati dalla Relazione annuale dell’Ania (5-7-2011) tenuta dal Presidente Cerchiai.[Fonte Ania e CEA)

 

LA “INTERESSANTE” POSIZIONE DELL'ITALIA.

 

Con l’allargamento a 27, gli abitanti dell’Unione Europea hanno superato, a luglio 2010, i 502 milioni di unità.

Le analisi comparate riguarderanno, anche per il 2010, alcuni paesi dell’Europa dei 15.

 

Nel 1998, nella U.E. dei 15 operavano 4.874 imprese d'assicurazione. Nel 2009, le imprese erano scese a 4.183 (meno 91 unità in 11 anni).

 

[Dalla Relazione del Presidente Cerchiai del 5-7-2011]:

Nel 2010 i primi 15 paesi dell’Unione Europea hanno raccolto premi per 1.016.459 milioni di euro, valore in aumento rispetto all’anno precedente (+4,8%); nel 2009 vi era stato solo un lieve rialzo (+0,1%).

Le variazioni positive maggiormente significative sono state registrate in Svezia (+20,5%), in Finlandia (+15,5%) e in Portogallo (+12,6%); da segnalare anche il dato positivo della raccolta premi del Regno Unito e dell’Italia, entrambi con un tasso di crescita del 6,9%. Nel 2010 gli unici paesi a conseguire variazioni negative rispetto all’anno precedente sono stati la Spagna(-4,6%) e la Grecia (-2,6%).

Il grafico che segue fornisce, per il 2010, il livello dei premi aggregati dalle imprese di assicurazione nella UE15.

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Come livello di premi aggregati, l’Italia si colloca al quarto posto con oltre 125 miliardi, quasi doppiata dalla Gran Bretagna (prima) con oltre 218 miliardi di premi.

La tabella 1 rende conto della felicissima situazione (almeno potenziale) del mercato assicurativo italiano rispetto a quello dei 10 paesi presi in considerazione.

Numero delle compagnie di assicurazione: in Italia sono 241, in Spagna 294, In Francia 452, In Gran Bretagna 972. [Tabella 1, 2^ colonna].

Raccolta premi per impresa: in Italia (prima dei paesi considerati)  supera i 489 milioni di euro (erano 373 nel 2008), in Francia 442 milioni, in Gran Bretagna 219 milioni, in Svezia 62 milioni. [Tabella 1 - 3^ colonna – anno 2009]. Ritorniamo al primato dopo essere stati spodestati dalla Francia nel 2007 e 2008.

Raccolta premi per dipendente: Da sempre l’Italia è prima con  2,487 milioni di euro (erano 1,965 nel 2008), in Gran Bretagna 1,748 milioni, in Olanda 1,526, in Germania 0,792 [Tabella 1 - 4^ colonna – anno 2009].

 

Questi i dati di settore dei dieci paesi più “interessanti”.

 

 

TAB. 1 – Settore assicurativo. Anno 2009

Numero di imprese operanti, raccolta per impresa, raccolta per dipendente

In alcuni paesi UE (in rosso i primi in classifica)

 

NUMERO

IMPRESE

RACCOLTA PREMI

PER IMPRESA

Milioni di euro

RACCOLTA PREMI

PER DIPENDENTE

Milioni di euro

2009

2006

2007

2008

2009

2006

2007

2008

2009

 

 

 

ITALIA

241

433

408

373

489

2,491

2,495

1,965

2,487

SPAGNA

294

149

152

200

204

1,070

1,135

1,205

1,256

FRANCIA

452

413

422

397

442

1,434

1,351

1,262

1,352

GERMANIA

604

264

268

271

284

0,716

0,746

0,761

0.792

BELGIO

148

183

200

194

192

1,257

1,306

1,200

1,184

GR. BRETAGNA

934

280

360

254

219

1,419

1,662

1,387

1,748

OLANDA

314

204

217

238

247

1,362

1,459

1,501

1,526

DANIMARCA

187

93

97

102

109

1,333

1,406

1,232

1,235

SVEZIA

381

59

63

66

62

1,193

1,252

1,193

1,151

IRLANDA

227

71

78

57

55

1,065

1,262

0,893

0,872

 

Non a caso, considerando la clientela potenziale (Tab. 2 – 5^ colonna), cioè la numerosità del bacino di abitanti su cui può contare potenzialmente ciascuna compagnia operante in ciascun paese, le nostre imprese hanno possibilità di pascolo sovrabbondante rispetto alle concorrenti estere: oltre 251mila Italiani per ogni nostra compagnia; poco più di 144mila per le francesi; 136mila per ciascuna compagnia tedesca; circa 67mila per le britanniche; al di sotto dei 20mila per le irlandesi.

 

TAB. 2 – Settore assicurativo

Numero di imprese, abitanti e clientela potenziale in alcuni paesi UE

 

NUMERO

IMPRESE

ABITANTI

N° DIPENDENTI

PER IMPRESA

CLIENTELA POTENZIALE

Abitanti su n° imprese

2009

1-7-2010

2009

2009

 

ITALIA

241

60.550.848

197

251.248

SPAGNA

294

46.176.000

163

157.061

FRANCIA

452

65.476.486

327

144.859

GERMANIA

604

82.302.465

358

136.262

BELGIO

148

10.712.066

162

72.378

GR. BRETAGNA

934

62.512.232

125

66.930

OLANDA

314

16.921.165

162

53.889

DANIMARCA

187

5.656.146

88

30.247

SVEZIA

381

9.379.687

54

24.619

IRLANDA

227

4.469.900

63

19.691

 

 

I dati della tabella fanno riflettere. Con una popolazione simile per Francia, Gran Bretagna ed Italia, nel nostro paese operavano – a fine 2009 - 241 compagnie assicurative, poco più della metà di quelle presenti in Francia (452), poco più di un quarto di quelle operanti in Gran Bretagna (934).

 

Com’è possibile che in Italia siano in grado di operare così poche compagnie di assicurazione e, a sentir loro, anche stentatamente? Perché non ci si affolla per “intraprendere” nel settore? Perché gelosamente protetto, o proprio conviene per motivi puramente mercantili? Più plausibile la prima ipotesi.

 

Altre comparazioni risultano illuminanti: nel 2009, in Spagna (46 milioni di abitanti) operano 294 compagnie, 53 più delle nostre; in Olanda (16 milioni e mezzo di abitanti) prosperano 314 compagnie, 73 più delle nostre; in Svezia (poco più di 9 milioni di abitanti) 381 imprese (140 in più che in Italia).

 

Eclatante il caso di Danimarca e Irlanda: nel primo paese, i 5 milioni e mezzo di danesi vedono attive 187 compagnie, soltanto 54 meno delle nostre; nel secondo, i 4 milioni e mezzo di irlandesi vedono attive 227 imprese, 14 meno delle nostre.

 

Altri atteggiamenti nei confronti dei prodotti assicurativi, si dirà, altra tradizione. Ma come spiegare il fatto che le 241 compagnie italiane aggreghino, il più alto livello di premi per singola impresa? 489 milioni di euro per ogni azienda italiana (erano 373 nel 2008), 442 milioni per la Francia, 219 per ciascuna delle inglesi, 284 delle tedesche, fino a giungere ai 55 milioni di euro per ciascuna azienda irlandese.

 

Il dato non è occasionale: anche i premi aggregati per dipendente del settore assicurativo, che contava nel 2009 47.369, vedono gli italiani al primo posto da almeno un lustro: 2,487 milioni di euro per ogni impiegato italiano (erano 1,965 milioni nel 2008); 1,748 milioni per l’inglese; 1,352 milioni di euro per il francese; solo 792 mila euro per ciascun dipendente tedesco.

 

Il mercato italiano delle assicurazioni ha, quindi, tutte le caratteristiche perché si intraprenda con floridezza. Dovrebbe esserci spazio per ulteriori aziende, ma tale valutazione liberista non risulta vincente e conferma il nostro giudizio di settore protetto ed autoprotetto.

 

Infatti, tenere basso il numero di aziende mantiene più alto il bacino di utenza potenziale, cioè il numero di cittadini che in media possono essere acquisiti da ciascuna compagnia: 251 mila abitanti per azienda in l'Italia, 94mila utenti potenziali in più del secondo paese, la Spagna, che può contare su 157 mila abitanti per azienda. Si rimarchi che in Svezia le compagnie di assicurazione prosperano con un bacino potenziale circa 25mila abitanti, in Irlanda con meno di 20mila. Di fatto, il bacino medio di utenza nella U.E. dei 15  è di circa 117 mila abitanti per compagnia.

 

Nonostante questi dati, le assicurazioni italiane lamentano da sempre un mercato interno asfittico e sterile, tale da non permettere previsioni ottimistiche, falcidiato dal “collo debole degli italiani” e dalle relative truffe sia nel ramo danni che in quello vita.

 

 

 

IL MERCATO INTERNO

 

Nel 2007 e nel 2008 si è assistito ad un calo del monte premi aggregato: 2007= 103,568 miliardi di euro (- 8,2 per cento sugli oltre 112 miliardi del 2006), proseguito nel 2008= 94,992 miliardi euro (-8,1 per cento rispetto al 2007).

 

Nel 2009, si assiste ad un forte recupero con un monte premi aggregato pari a 117,806 miliardi di euro. In particolare il Ramo Vita ha raccolto premi per 81,120 miliardi di euro (+48 per cento sul 2007) , il Ramo Danni 36,686 miliardi di Euro (- 2 per cento sul 2008).

 

Nel 2010 la crescita è proseguita fino a raggiungere il livello di 125,954 miliardi di euro, con un ulteriore incremento per il ramo vita, passato a 90,102 miliardi (+11 per cento rispetto al 2009), mentre il ramo danni scende a 35,852 miliardi (-2,3 per cento sul 2009).

 

In particolare, per il settore RC Auto, le 58 imprese operanti nel ramo hanno raccolto nel 2010 16,996 miliardi di euro, in crescita del 4,5 percento rispetto al 2009.

 

Ma il settore può godere anche di una drastica riduzione delle spese di gestione, la cui incidenza sui premi è passata da oltre il 14 percento del 2008, all’11 del 2009 e al 10,2 del 2010. Ecco l’andamento delle spese di gestione sui premi dal 2001:

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UTILI DEL SETTORE

Dopo l’anno “nero” del 2008, il 2009 ha visto un utile complessivo pari a 3,902 miliardi di euro, tornato negativo nel 2010 (-726 milioni di euro).

[Dalla Relazione del presidente Cerchiai]:

Il risultato dell’attività ordinaria, danni e vita, è stato pari a -1.393 milioni (era positivo per 4.342 milioni nel 2009) mentre quello dell’attività straordinaria (che si aggiunge a quella ordinaria) è stato positivo e pari a 613 milioni (era positivo e pari a 840 milioni nel 2009). Complessivamente, quindi, il risultato prima delle imposte è stato pari a -780 milioni.

Se si considera l’effetto (positivo) della tassazione pari a -54 milioni, il risultato complessivo del settore evidenzia una perdita di 726 milioni.

 

 

 

 

TAB. 2 - UTILE D’ESERCIZIO DEL SETTORE ASSICURATIVO

Fonte Ania 2011– Elaborazione Adusbef. In miliardi di euro.

 

Utile d’esercizio

Variazione percentuale

2000

2,043

+ 37,8 %

2001

2,877

+ 40,8 %

2002

3,510

+ 22,0 %

2003

3,780

+ 7,7 %

2004

5,169

+ 36,7 %

2005

5,857

+ 13,3 %

2006

5,058

- 10,2 %

2007

5,273

+ 5,4 %

2008

- 1,980

///

2009

3,527

///

2010

- 726

 

 

Il settore continua ad offrire quindi eccellenti prospettive per chi voglia e sappia intraprendere.

 

Perché nessuno si fa avanti ad intraprendere nel settore? Chi frappone ostacoli?

 

E in presenza di ostacoli ad entrare, a chi è affidato il compito di rimuoverli?