(1) MANAGER NOMINATI. SUPER
PROTETTI DA NORME PERFEZIONATE DA SACCOMANNI E DA PADOAN.
Certamente non sono sprovveduti. Se, in cambio delle nomine, i
politici vogliono consenso, posti di lavoro pilotati, grappoli di
dipendenti da valorizzare (anche senza ragione), qualche euro di
consulenze, i nominati non possono certo sottostare alle
norme dei comuni mortali. Ed hanno pretese che i lasciapassare fossero
profusi in sovrabbondanza. Il piatto forte è (era) però costituito dalla possibilità
di accedere al “palamara mode”. Se facciamo una
rilevazione scopriremmo che circa 300 personaggi si alternano nei vari
posti strategici. Sempre gli stessi.
Finora hanno accettato perché la classe politica, disposta a far
finta di scannarsi per una mascherina, è inquadrata, allineata e monolitica
per proteggere questi figliocci senza etica, fornitori di vantaggi, in
cambio di vantaggi. Si pensi che le aziende partecipate (quelle che una
volta erano le partecipazioni statali) aggregano oltre 840mila dipendenti.
“L’ascensore sociale s’è bloccato! Bisogna rimetterlo in moto!” ma,
spenti i riflettori si danno di gomito scompisciandosi senza colore
politico che interferisca.
Ci vorranno anni prima che i responsabili siano chiamati a rendere
conto di questo stato di cose. Molti la faranno franca.
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