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13-9-2020 L’ESPRESSO. CENTO RAGIONI PER SCEGLIERE IL NO AL REFERENDUM DEL
20 SETTEMBRE
a cura di Angiola Codacci-Pisanelli.
Cento ragioni per scegliere il No al referendum
del 20 settembre. Cento persone che mettono la faccia per convincere a
votare contro il taglio di deputati e senatori. E contro un Di Maio che,
nella vignetta di Makkox per la copertina del
nuovo numero dell'Espresso, è pronto a brandire un
forbicione per dimezzare il Parlamento.
Da
Chiara Saraceno a Massimiliano Fuksas passando
per Dacia Maraini e Carlo Cottarelli, Cecilia Strada e Armando Spataro:
sono cento, in ordine sparso ma ognuno con una spiegazione convincente, i
personaggi del mondo politico, intellettuale, professionale che hanno
accettato l'invito dell'Espresso a schierarsi pubblicamente per il No. Li
hanno interpellati Claudia Chieppa, Chiara Manetti e Patrizio Ruviglioni coordinati da Emanuele Coen
e Beatrice Dondi. Per primo, però, scende in
campo Marco Damilano, con un editoriale
sollecitato dalla domanda di un lettore. L'Espresso dice No perché il
taglio dei parlamentari non è una riforma ma un trenino che non porta da
nessuna parte. E si schiera perché in occasione dei referendum sempre
esposto, che si trattasse di divorzio o di aborto, di magistratura o
preferenze, di procreazione assistita o di acqua pubblica.
Intanto
il governo annaspa tra strategie sbagliate o incomprensibili. Massimiliano
Coccia e Susanna Turco danno la parola ai delusi dell'antipolitica, che non
voteranno più 5 Stelle. Carlo Tecce svela la
strategia televisiva della ministra Azzolina per annacquare l'effetto del
caos che accompagna la riapertura delle scuole. Gloria Riva mostra i limiti
di un Recovery Plan che in Italia finirà per
favorire gli anziani a scapito dei giovani mentre all'estero (documenta
Federica Bianchi) si guarda al futuro, dall'auto elettrica alle misure per
migliorare la coesione sociale. Floriana Bulfon
denuncia l'emergenza ambientale legata alle discariche abusive disseminate
nell'intera Penisola. Anche in politica estera l'Italia non brilla: lo
racconta Francesca Mannocchi dalla Tunisia, dilaniata da una crisi che
riempie le rotte dei clandestini proprio ora che l'Italia taglia gli aiuti.
Michela
Murgia chiude le polemiche dopo gli attacchi all'immagine di Elly Schlein ritratta sulla nostra copertina del numero
scorso, ammonendo le donne: l'aspetto è un falso bersaglio, il sessista
vuole colpire le idee. Roberto Esposito discute limiti e potenzialità della
"macchina uomo" nei confronti dell'intelligenza artificiale.
Sofia Ventura risponde, da politologa, alla provocazione di Chiara Valerio
che nel suo nuovo libro proclama fin dal titolo che "La matematica è
politica".
Altan
ride amaro sull'ultima frontiera familiare della guerra contro il Covid. Michele Serra prevede la prossima conquista del
politicamente corretto: la distruzione delle piramidi d'Egitto, monumento
allo schiavismo. Cesare De Seta ci accompagna in una passeggiata alla
scoperta di Anacapri in compagnia di Elsa Morante e di Graham Greene.
E
L'Espresso chiude raccontando le novità del mondo del teatro (ne scrivono
Francesca De Sanctis e Andrea Porcheddu), il
travolgente successo del canale Youtube di due
russi trapiantati a Cipro (di Francesca Sironi) e la storia di Seny, tornato nel natìo
Senegal dall'Italia con una missione: convincere i suoi coetanei pronti a
emigrare che restare in Africa è meglio.
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