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Il PuntO n° 457

Paesi UE. PIL pro capite tradotto in AIC.  Dati dal 2013 al 2023

L’Italia regge bene nonostante la disastrosa politica salariale degli ultimi 30 anni.

Di Mauro Novelli 5-6-2025

 

 

 

Per  raggiungere l’obbiettivo statistico di comparare il “benessere” dei cittadini di diversi paesi,  ci si è finora basati sul confronto  del PIL pro capite, cioè della ricchezza complessiva prodotta in un paese divisa per il numero dei cittadini. Ma, per raggiungere l’obiettivo prefisso,  questo indicatore risulta grossolano e di scarso aiuto. Sempre più spesso, infatti,  si procede con affermazioni superficiali e comparazioni spannometriche perché non suffragate da una analisi quantitativa corretta: ad esempio, comparare la dimensione della retribuzione senza introdurre altri parametri di comparazione, come il livello del costo della vita,  è errato e, quantomeno, fuorviante.

Limitarsi a dire che  la retribuzione media di una categoria di lavoratori italiani è di 30.000 euro mentre quella dell’Eurozona è di 44.000 euro; che la nostra è più bassa di quella dei  francesi (36.000 euro), degli spagnoli (35.000 euro) e tedeschi (60.000 euro), non fornisce un corretto dato per procedere ad un raffronto utile. Occorre, in altri termini, rifarsi a dati che permettano di comparare il costo della vita  trasponendo in “capacità di spesa” il PIL pro capite. Voglio dire che se i prezzi medi in Germania (stipendio di 60mila euro) sono il doppio di quelli in Italia (stipendio di 30mila euro) il benessere dei cittadini dei due paesi è finanziariamente  uguale.

Da anni, Eurostat traduce  il  PIL pro capite (GDP) in Capacità di spesa (PPS), parametrando il PIL con i prezzi di beni e servizi acquistati esclusivamente dai privati cittadini. Con questa procedura, l’indicatore è più funzionale e fornisce migliori informazioni del semplice PIL pro capite. In altri termini, se il paese A ha un PIL doppio rispetto al paese B, ed ha anche retribuzioni doppie, ma anche il suo costo della vita è doppio rispetto a B, è ragionevole affermare che i cittadini di A hanno una “soddisfazione retributiva” molto simile a quella dei cittadini di B, anche se il paese B produce metà della ricchezza di A.

Ma anche il dato PPS fornisce comparazioni non proprio definitive. Infatti, nella valutazione della PPS non vengono compresi i consumi che istituzioni effettuano per conto dei cittadini privati, ad esempio per fornire loro prestazioni sanitarie gratuite.

Per perfezionare ulteriormente la comparazione, da qualche anno, Eurostat procede col comprendere anche le spese effettuate a favore dei privati cittadini dalle istituzioni riservate.

Eurostat riporta infatti dati che hanno trasformato il PIL (cioè la ricchezza prodotta) in ACTUAL INDIVIDUAL CONSUMPTION (AIC) valutando anche i consumi istituzionali per conto dei privati cittadini.

La tabella che segue, riporta il PIL prodotto nel 2024 dai 27 paesi dell’Unione

Figura 1: Indice del PIL pro capite, 2024, (UE=100)

 

Tabella n° 1

Horizontal bar chart showing index of GDP per capita as purchasing power standards for the EU, euro area and individual EU member States for the year 2024. The EU is indexed at 100.

 

Nel 2024, fatto pari a 100 la media della UE, Lussemburgo e Irlanda hanno registrato il livello di PIL pro capite più elevato nell'UE, rispettivamente del 141% e del 111% superiore alla media UE. Si tratta di due dei tre o quattro paesi della UE, come l’Olanda)  che hanno adottato atteggiamenti finanziari tipici dei paradisi fiscali. La Bulgaria è stata il paese dell'UE con il PIL pro capite più basso, con un livello inferiore del 34% rispetto alla media UE.

La tabella mostra la riduzione della grandezza considerata della Francia rispetto agli anni passati. ridotta a 99, un solo  punto oltre il livello dell’Italia (98).

Nei confronti internazionali dei dati di contabilità nazionale, come il PIL pro capite, è auspicabile non solo esprimere i dati in una valuta comune, ma anche correggere le differenze nei livelli dei prezzi. In caso contrario, si verificherebbe una sovrastima dei livelli del PIL per i paesi con livelli di prezzo elevati, rispetto a quelli con livelli di prezzo bassi.

Gli indici di volume del PIL pro capite per paese sono mostrati nella tabella n° 1. La dispersione del PIL pro capite tra gli Stati membri dell'UE è piuttosto notevole.

Il Lussemburgo ha di gran lunga il PIL pro capite più alto tra tutti i 27. Ciò è in parte spiegato dal fatto che un gran numero di residenti stranieri e di aziende produttive è presente  nel paese e contribuisce quindi al suo PIL, pur non facendo parte della popolazione residente in Lussemburgo. La loro spesa per consumi è registrata nei conti nazionali del paese di residenza.

Come per il Lussemburgo, l'elevato livello di PIL pro capite in Irlanda è anche spiegato dalla presenza di grandi multinazionali detentrici di proprietà intellettuale.

Sempre per l’Eurostat, Belgio, Austria, Germania, Svezia, Malta e Finlandia sono gli altri Stati membri dell'UE con un PIL pro capite superiore alla media UE. Francia, Italia, Cipro, Spagna, Repubblica Ceca e Slovenia si collocano al di sotto delle madia UE, seguite da Lituania e Portogallo, Ultime in graduatoria, Estonia, Polonia, Romania, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Lettonia e  Grecia, Mentre la Bulgaria – ultimo paese della UE - ha registrato un PIL pro capite inferiore del 34% alla media UE.

L'uso principale delle PPA è quello di convertire gli aggregati di contabilità nazionale, come il prodotto interno lordo (PIL) di diversi paesi, in aggregati di volume comparabili.

Come si diceva, Mentre il PIL è principalmente un indicatore del livello di attività economica, il consumo individuale effettivo (AIC) è un indicatore alternativo più adatto a descrivere il livello di benessere materiale delle famiglie.

 

La Tabella 2 riporta gli Indici di volume dell'AIC pro capite, 2013-2023, (UE=100)

Come ricordato, l’AIC tiene conto di tutti i consumi effettuati direttamente dai cittadini e dei consumi effettuati indirettamente dalle istituzioni per conto dei cittadini stessi.Si può notare, come nei 10 anni considerati, le nazioni UE più deboli siano andate migliorando, mentre le più forti siano con AIC in calo.

Tabella n° 2

Table showing AIC volume indices per capita for the euro area, Switzerland, Norway, Iceland, Albania, Bosnia and Herzegovina, Montenegro, North Macedonia, Serbia and Türkiye for the years 2013 till 2023 as actual individual consumption. The EU is set at 100.

 

Nel 2023, il Lussemburgo ha registrato il livello più elevato di AIC pro capite tra tutti i 36 paesi inclusi in questo confronto, con un valore superiore del 36% rispetto alla media UE. Segue la Norvegia, paese dell'EFTA, con un AIC pro capite superiore del 24% rispetto alla media UE. Mentre Lussemburgo e Irlanda si sono distinti tra i paesi dell'UE in termini di PIL, lo stesso valeva per l'AIC. Come accennato nella sezione precedente, uno dei motivi è che i lavoratori transfrontalieri contribuiscono al PIL in Lussemburgo, mentre la loro spesa per consumi è registrata nei conti nazionali del paese di residenza.

I dati della tabella ci permettono di evidenziare alcuni confronti interessanti:

 

1)   Tabella n° 3. Confronto (2013-2023) tra AIC delle nazioni maggiori della UE:

 

AIC 2013

AIC 2020

AIC 2023

Germania

125

124

119

Francia

115

110

106

Italia

102

96

100

Spagna

88

83

91

 

  

 

 

 

Nei 10 anni considerati, Germania e Francia hanno l’AIC in declino, Italia e Spagna sono in recupero.

Da notare che sebbene sia ormai passato il messaggio che l’Italia ha salari fermi da trent’anni rispetto agli  altri paesi, il differenziale AIC italiano (100) è moderatamente più basso della Francia (106), la cui burocrazia e di gran lunga più efficiente della nostra, e nettamente superiore a quello della Spagna (91). Irraggiungibile l’AIC della Germania (119).

 

 

Questa situazione fa riflettere sul fatto che, sebbene  in Italia salari e stipendi non crescano da oltre 30 anni,  la comparazione, specie con la Francia, non vede il nostro paese troppo maltrattato dal punto di vista del benessere di cittadini.  Inoltre, secondo la UE,  l’Italia sta rispettando le raccomandazioni della Commissione per riportare il deficit sotto il 3%. il nostro Paese rientra tra quelli che sono in linea con i paletti previsti dalla procedura per disavanzi eccessivi.

Il programma di risanamento dei conti dell’Italia sta dunque procedendo meglio di quanto richiesto da Bruxelles.

 

 

 

Tabella n° 4 Confronto (2013-2023) tra AIC delle nazioni della UE economicamente più deboli

 

 

AIC 2013

AIC 2020

AIC 2023

Bulgaria

51

62

70

Lettonia

62

68

74

Ungheria

63

69

70

Estonia

70

79

75

 

 

 

 

 

Notevole il miglioramento della Bulgaria, passata nei 10 anni da AIC pari a 51 del 2013 al 70 del 2023.

A Giugno 2025. Eurostat procederà ad aggiornare i dati. Sarà interessante compararli a quelli oggi a disposizione.

 

 

Documento inserito il 5-6-2025