PRIVILEGIA NE IRROGANTO

 

Documento inserito il: 4-12-2016

 

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Il PuntO n°  347

Sulla possibilità di brogli in occasione del referendum costituzionale.

Di Mauro Novelli 4-12-2016

 

Il sito del Viminale:

 [http://www.interno.gov.it/sites/default/files/riforma_costituzionale_2016_-_il_referendum.pdf] fornisce alcuni dati quantitativi sulla tornata referendaria:

·        50.709.992 sono gli aventi diritto di voto complessivamente;

·        46.714.950 cittadini residenti;

·        3.963.580 cittadini residenti all’estero; ad essi vanno aggiunti

·        31.462 cittadini temporaneamente fuori d’Italia.

·        61.551 sono le sezioni elettorali in Italia;

·        1.483 quelle presso ambasciate e consolati d’Italia.

 

Situazione delle sezioni interne

Ogni sezione ha una media di 759 elettori.

Il numero degli scrutatori per sezione è (per i referendum) pari a 5 (presidente, segretario, tre scrutatori). In alcune sezioni elettorali (in ospedali ecc.) il numero passa a 6.

Si valuta nel 55% l’affluenza dei votanti. In questa ipotesi, si recheranno alle urne circa 26 milioni di cittadini. Ogni sezione dovrebbe accogliere quindi 433 votanti in media.

Eventuali brogli che intendessero spostare l’1 per cento da una opzione all’altra dovrebbero coinvolgere 260.000 schede. Occorrerebbe quindi togliere 130.000 schede, ad esempio, dal No e inserirne altrettante al Sì.

Nell’ipotesi che le schede si bilancino (50% al Sì ed altrettante al No), un giochino del genere dovrebbe coinvolgere teoricamente 602 sezioni (130.000 schede diviso 433/2). Ma non è “opportuno” togliere i votanti No in 602 sezioni e sostituirle con altrettanti Sì, perché, in esse, risulterebbero 100% di Sì. Risultato troppo sospetto

Occorrerà quindi spalmare l’azione su un numero maggiore di sezioni. Quante? Se decidiamo di spalmare su 6.000 sezioni le schede da sostituire, coinvolgeremmo le sezioni solo per sostituire 22 schede del No con altrettante del Sì e non 216, come occorrerebbe fare  su 602. Con risultati più accettabili.

Ma optare per il coinvolgimento di 6.000 sezioni interessate dai brogli, significa “trattare” con 30.000 scrutatori ed almeno 12.000 rappresentanti di lista.

Questa strada non è percorribile: pensare che, su 42.000 che delinquono, tutti tengano il segreto, è assurdo.

Né è pensabile alla sostituzione di intere urne con altrettante riempite con schede prevotate, ipotesi da prendere in considerazione solo in caso di tornate che non prevedono l’inizio degli spogli immediatamente dopo la chiusura dei seggi, come invece è nel caso del referendum odierno.

 

Situazione delle sezioni estere

In ambasciate e consolati sono state istituite 1.483 sezioni. Poiché hanno votato circa 1.600.000 cittadini, mediamente le singole sezioni hanno ricevuto 1.080 votanti.

Per spostare dell’ 1 % il risultato finale complessivo, occorre sempre togliere 130.000 voti (nell’esempio) al No e sostituirli con altrettante schede per il Sì. Teoricamente questa azione potrebbe coinvolge 121 sezioni estere dove, però, risulterebbe il 100% di Sì.

Per un risultato non palesemente sospetto, lo scambio di 130.000 schede dovrebbero essere spalmato sulla totalità delle 1.483 sezioni estere. Quindi, ogni sezione dovrebbe togliere 88 schede al No (nell’esempio) e sostituirle con altrettante prevotate col Sì.

In tal caso occorrerebbe ipotizzare che ambasciatori, consoli, dipendenti di ambasciata siano tutti collusi con gli imbroglioni che delinquono e si siano organizzati tra di loro in una sorta di associazione di stampo mafioso mirata al colpo di stato.

I paesi con il maggior numero di residenti italiani e in grado di falsare da soli il risultato dell’1 percento (130.000 tolte all’uno e date all’altro) sono solo otto:

Paesi di residenza dei votanti

 

Ecco le procedure seguite dalle sezioni estere:

Dal Dossier predisposto dal Ministero dell’Interno:

[…]  il Ministero dell’interno predispone prima l’elenco provvisorio e poi quello definitivo degli elettori residenti all’estero, che, non avendo optato per il voto in Italia, votano per corrispondenza all’estero.

Gli elenchi vengono formati previo allineamento delle posizioni contenute nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e negli schedari consolari, confrontando i relativi dati in possesso rispettivamente del Ministero dell’interno e del Ministero degli affari esteri.  Il Ministero dell’interno consegna al Ministero degli affari esteri il modello della scheda elettorale non più tardi del ventiseiesimo giorno antecedente la data della consultazione.

Sulla base delle istruzioni fornite dal Ministero degli esteri, le rappresentanze diplomatiche e consolari provvedono alla stampa delle schede di votazione e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero. […]

[…] gli Uffici consolari, spediscono “....con il sistema postale più affidabile e, ove possibile, con posta raccomandata, o con altro mezzo di analoga affidabilità....”, al domicilio di tutti gli elettori, non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico contenente:

• il certificato elettorale;

• la scheda e la relativa busta piccola, nonché una busta grande affrancata recante l’indirizzo dell’Ufficio consolare competente;

• un foglio esplicativo delle modalità di voto.

L’elettore:

• esprime il proprio voto sulla scheda elettorale: il voto è espresso tracciando un segno sulla risposta prescelta e, comunque, nel rettangolo che la contiene;

• deve introdurre la scheda nella relativa busta piccola e chiuderla;

• deve, inoltre, introdurre, nella busta grande affrancata sia la busta piccola contenente la scheda, sia il tagliando staccato dal certificato elettorale, comprovante l’avvenuto esercizio del diritto di voto;

• deve, infine, spedire il tutto al Consolato competente; saranno considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia, e cioè entro il 1º dicembre 2016 (articolo 12, settimo comma, della legge n. 459/2001). Il suddetto termine per l’arrivo delle schede al Consolato è tassativo. Infatti i responsabili degli Uffici consolari provvedono, dopo l’invio dei plichi in Italia, all’immediato incenerimento delle schede pervenute dopo le ore 16 del giovedì.

Da Huffingtonpost.it.   Ogni console italiano ha infilato le buste con le schede in una valigetta diplomatica, che è stata scortata al più vicino aeroporto e imbarcata sotto gli occhi del personale della Farnesina nell’apposito scomparto di un volo di linea individuato per tempo.

Le valigette arriveranno tra oggi e domani a Fiumicino. Alla Farnesina e al Viminale escludono, forse anche scaramanticamente, possibilità di ritardi spiegando che ogni rappresentanza diplomatica ha predisposto nel dettaglio la marcia delle schede. A quel punto verranno immagazzinate in un hangar messo a disposizione dalle autorità aeroportuali dello scalo romano e sorvegliate dalla Polaria, la polizia di frontiera aerea.

Domenica all’alba una serie di furgoni organizzati dalla Farnesina trasporterà le schede dall’aeroporto all’immenso capannone di Castelnuovo di Porto, sulla Flaminia, a Nord di Roma. Nel corso della mattinata sotto gli occhi di 7 magistrati della Corte d’Appello di Roma i plichi giunti dall’estero saranno aperti e le schede saranno infilate nelle urne, che a loro volta verranno sigillate. Per essere riaperte alle 23 e scrutinate contemporaneamente con le schede del resto d’Italia. Un lavoro che sarà portato a termine in 1.483 seggi allestiti all’interno del capannone di Castelnuovo per un totale di 7.415 persone al lavoro tra presidenti e segretari di seggio e scrutatori.

 

 Occorre quindi ipotizzare l’organizzazione di brogli ad opera di elementi operanti negli uffici consolari i quali:

- dovrebbero far stampare un numero di schede e certificati elettorali maggiore di quanti non ne necessitino in base all’elenco inviato dal Viminale; dovrebbero falsificare gli ordini di incarico per la richiesta del servizio di stampa; dovrebbero accordarsi quindi con lo stampatore per una fatturazione falsa da rendicontare; dovrebbero “votare” e conservare la schede in attesa di inserirle, assieme alle altre vere,  nel plico finale da spedire a Roma; dovrebbero falsificare i protocolli della corrispondenza in arrivo eliminando tante buste vere per quante, false, andranno a sostituirle; dovranno distruggere le schede vere e sostituite.

Tutto ciò, per spostare dell’1 % il risultato finale. E non è detto che sia sufficiente per ribaltare la situazione.

 

- Ulteriore potenziale occasione di brogli potrebbe essere offerta dalla possibilità di sostituire interi plichi diplomatici, spediti da ambasciate/consolati e conservati in aeroporto fino a domenica 4. Il deposito è sorvegliato dagli agenti della Polaria. Domenica 4 dicembre, i plichi saranno trasferiti a Castelnuovo di Porto e, sotto la supervisione di 7 magistrati verranno aperti e le schede inserite nelle urne. Queste verranno aperte e scrutinate dopo le 23, in contemporanea con le altre, ad opera di più di 7.000 scrutatori.

In caso di brogli, delle due l’una: o si dovranno ipotizzare complicità degli agenti dell’intera squadra della Polaria, che dovrebbero permettere, in aeroporto, la sostituzione di intere urne vere con altrettante false predisposte da una banda organizzata di criminali dei servizi, o si dovrà ipotizzare la presenza di urne false (con timbri firme ecc.) e di una squadra dei “servizi” nascosta nel deposito di Castelnuovo ben prima dell’arrivo delle urne vere.

Tutto ciò per falsare solo dell’1% il risultato.

Comunque, è sufficiente qualche telecamera a circuito chiuso.