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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito l’ 8-11-2016 |
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Il PuntO n° 341 Si vinceva al centro Di Mauro Novelli 8-11-2016 Si vinceva al centro. Fino all’esplodere della crisi
del 2008, il ceto medio era (quasi) certo che i vari governi, avvicendantisi nei
vari paesi, agivano anche in quanto portatori/realizzatori delle sue
esigenze. Questa quasi certezza ha contribuito ad assecondare la tendenza a
disertare le urne proprio a partire dal “centro”. Gli effetti della crisi. Il permanere della crisi e l’aggravarsi
delle difficoltà sta convincendo il “fu ceto medio”, diventato nel frattempo
ceto medio-basso, a reagire nel tentativo di recuperare posizioni. Da qualche
tempo, il fu ceto medio si riaffaccia nella piazza politica allo scopo di
imporre un cambiamento nella classe dirigente e nelle istituzioni, e ad
appoggiare quanti si dicono portatori di cambiamenti radicali, nella speranza
di un recupero o, quanto meno, dell’arresto della sua deriva sociale verso i
livelli più bassi. Oggi, a disertare le urne è la parte di ceto medio che,
negli anni della crisi, è riuscito a non retrocedere e anzi a migliorare le
condizioni finanziarie. Il relativo ritorno compulsivo alla politica. In molte fasce sociali, specie quelle orfane delle ideologie
imperanti fino agli anni ’80 del secolo scorso, il ritorno alla politica è al
limite della compulsività: per chi si propone come portatore di cambiamenti –
più o meno rivoluzionari – è sufficiente un certo grado di popolarità
[Andrebbero approfonditi anche gli effetti dell'uso delle nuove tecnologie di
comunicazione]. Il ceto medio-basso non si impegna a valutarne la credibilità
ed opera grossolane valutazioni di merito: sono sufficienti le promesse di un
cambiamento; l’individuazione di nemici dei cittadini a cui imputare tutti i
problemi economici, specie se imputabili ai poteri forti; la semplificazione
della politica realizzata attraverso soluzioni a costo quasi zero: onestà,
trasparenza ed eliminazione dei politicanti di professione, nemici, corrotti
e venduti a più potenti nemici esterni ed interni. Ma gli innamoramenti
risultano di breve durata, frequentissimi sono abbandoni repentini e
insospettabili tradimenti. In molti casi, pur di non riconoscere gli errori
di valutazione, si è disposti a giudicare comunque positivamente e con falso
entusiasmo i fallimenti dell'innamorato, diventandone in tal modo complice. L’impossibilità di sondaggi attendibili. Proprio questa situazione crea enormi difficoltà ad ogni entità
mirante a definire il dato quantitativo delle quote del fu ceto medio che
torneranno a votare e di come si esprimeranno. E’ questa la principale causa dei
fallimentari sondaggi politico-elettorali degli ultimi anni. |
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