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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento inserito il: 11-3-2014 |
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La PignattA n° 88 Comunicato di Adusbef del 10-3-2014 Bankitalia: l’ assemblea carbonara
del 23 dicembre 2013 per rivalutazione delle quote, annullabile perché nell’OdG manca il punto relativo all’ ‘aumento capitale’.
Tutti sanno, anche se nessuno ha avuto il
coraggio di scriverlo, che il provvedimento di rivalutazione delle quote che
ha regalato 7,5 miliardi di euro di patrimonio intangibile pubblico alle
banche private, con un dividendo garantito di 450 milioni di euro l’anno, è
stato redatto in Bankitalia (a partire dall’appunto su carta intestata Banca
d’Italia, poi pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia, dove si
diceva: “occorre evitare che si dispieghino gli effetti” della legge sul
risparmio del 2005; quello in cui si stimava il valore del capitale a livelli
astronomici; quello in cui si indicavano dividendi fino al 6% del capitale
rivalutato, quindi 450 mln l’anno), ma nessuno aveva scoperto che
quell’assemblea carbonara del 23 dicembre 2013 fuori dai taccuini dei
giornalisti, convocata con avviso sulla Gazzetta Ufficiale del 5 dicembre
2013, era annullabile. Il decadimento di una funzione importante avuta in passato
da una gloriosa istituzione, è provata perfino da quella piccola dimenticanza
nell'ordine del giorno dell'assemblea di Bankitalia, che ha dato il via
libera alla rivalutazione delle quote di via Nazionale, con l’ipotesi
di invalidare tutta l'operazione, imbastita per offrire 7,5 miliardi di euro
alle banche e che ha trovato la dura opposizione giuridica e politica
di Adusbef, Federconsumatori e Movimento Cinque Stelle, che ne
hanno denunciato l’illegalità ed il "regalo di Stato" per le
banche azioniste. Nella lacuna formale scoperta dai legali di
Adusbef, che stanno per impugnare di fronte alla Corte Costituzionale il
decreto 133/2013 del governo, si scopre che quell'assemblea straordinaria
convocata in tutta fretta il 23 dicembre scorso, a due giorni dal Natale, con
l'ordine del giorno firmato da Ignazio Visco con un laconico
"Approvazione di modifiche allo statuto di Banca d'Italia", senza
neppure la previsione delle classiche "varie ed eventuali", non fa
alcun riferimento all'aumento di capitale, nonostante lo Statuto
dell'istituto di Via Nazionale prevede che negli ordini del giorno vadano
indicate tutte le proposte da discutere. Secondo l'avvocato Antonio Tanza, bisogna applicare la
normativa prevista per le assemblee delle Spa e quindi quella delibera di
fine anno "è nulla o annullabile". Sul tema, come si legge nello
stesso parere legale alla base dell'impugnazione, va detto che si registrano
tendenze contrastanti: "A fronte di un orientamento in base al quale la
nullità investirebbe soltanto quelle deliberazioni il cui contrasto abbia a
che fare con norme imperative dettate a tutela di interessi generali, si
contrappone il parere di chi reputa inesistenti le decisioni assunte
dall'assemblea relativamente a materie a questa sottratte, come in relazione
ai diritti soggettivi dei singoli soci". Per questo, nel caso di
Bankitalia, "se la delibera non è nulla, è comunque certamente
annullabile". Roma, 10-3-2014 |
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