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Documento inserito il: 23-2-2013

 

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Fare sul New York Times del 21/02/2013

articolo di Elisabetta Povoledo

Fare per Fermare il declino sul New York Times

Redazione di Fermare il Declino

 

ROMA - Nei giorni scorsi, milioni di italiani hanno ricevuto una busta simile a quelle ufficiali dello stato che audacemente diceva "AVVISO IMPORTANTE. Restituzione dell’IMU 2012" contenente al suo interno una lettera che spiega che gli importi pagati per una impopolare tassa di proprietà riscossa lo scorso anno sarebbero stati rimborsati tramite bonifico bancario o in contanti. Leggendo le clausole scritte in piccolo, o notando il piccolo logo nell’angolo, tuttavia, gli Italiani hanno scoperto che il mittente non era l’Agenzia delle entrate ma piuttosto il partito del precedente Primo Ministro Silvio Berlusconi, e che la lettera era solamente una ultima promessa elettorale in vista del voto nazionale di questo fine settimana.

L’iniziativa ha suscitato urla di protesta. Il Primo Ministro uscente, Mario Monti, ha accusato Berlusconi di “cercare di comprare i voti degli italiani con i soldi dello stato”. Luigi Bersani, leader del Partito Democratico e favorito secondo i sondaggi, ha definito la lettera “una truffa”. Ma la lettera ha sottolineato un oggetto – la promessa di abbassare le tasse e di un condono fiscale – che ha preso piede non solo tra i principali oppositori di Berlusconi, ma anche tra piccoli gruppi che sono novità nel panorama elettorale ma che stanno suscitando notevole attenzione.

Uno di questi è Fare per fermare il declino, un movimento politico a favore dell’impresa e liberal-libertario, che partecipa per la prima volta alle elezioni sostenendo la riduzione del carico fiscale sugli italiani del 5 % in cinque anni. Molti sostengono che la differenza con gli altri partiti politici sia che in realtà Fermare il declino ha una credibile road map per raggiungere i suoi obiettivi – eliminare un’imposta regionale ed usare i proventi dalla lotta all’evasione per abbassare le tasse sui redditi. “Questo è uno dei pochi partiti che non solo ha un programma che stabilisce che cosa farà, ma anche come lo porteranno avanti. Gli altri sono per lo più generici”, ha detto Aldo Parisi, un autista di autobus, martedì sera in un teatro a Roma, dove Fermare il declino ha messo in scena “Una cena italiana”, una rappresentazione di moltissimi problemi sociali, dalla disoccupazione giovanile alla mancanza di un sistema di welfare.

Uno degli altri obiettivi principali del gruppo è quello di ridurre l’impressionante debito nazionale italiano del 20 % del prodotto interno lordo in cinque anni. A tal fine, il gruppo propone di vendere beni dello Stato e quote statali delle aziende ex pubbliche, e di ridurre la spesa pubblica. La rappresentazione teatrale è una delle eccentriche strategie della campagna - che comprende anche flash mob e un sapiente utilizzo dei social media - che hanno spinto Fermare il declino nella sfera pubblica. Fondata nel giro di pochi mesi la scorsa estate da un gruppo di economisti italiani, per lo più professori universitari all'estero, ha raccolto 100.000 membri e immesso nel dibattito elettorale robusti messaggi a sostegno dell’economia.

“Sentivamo di condividere il senso di urgenza che le persone che conoscono l’economia hanno per riguardo all’Italia”, ha detto Oscar Giannino, un giornalista trasformatosi in esperto economico che è il candidato premier del partito.Gli economisti che hanno fondato il partito sono Michele Boldrin della Washington University di St. Louis in Missouri, Sandro Brusco della Stony Brook University di New York State, e Andrea Moro della Vanderbilt University in Tennessee. Quasi due decenni di politiche inefficaci che hanno rallentato la crescita economica in Italia portandola quasi alla paralisi li hanno convinti che il paese stava prendendo la strada sbagliata, e che avrebbero potuto suggerire proposte alternative - e non ancora messe in pratica.

Ma Fermare il declino stava mostrando forti possibilità in Lombardia, una delle regioni chiave, anche se la popolarità del gruppo potrebbe essere in qualche modo intaccata dalle rivelazioni di questa settimana che Giannino ha mentito sulle sue credenziali accademiche. Lui si è dimesso da presidente del partito, ma rimane il candidato premier per via della legge elettorale, che annullerebbe la lista in caso di ritiro. Giannino ha annunciato che il suo seggio sarà a disposizione del partito una volta eletto.

Anche con le dimissioni, un evento raro in Italia, Giannino ha mantenuto un fedele seguito.

”Ha idee, un’ideologia, e penso che sarà un buon leader per il futuro, se non ora” ha detto Camilla Beretta, 18 anni, una studentessa milanese che frequenta l’università a Roma. “L'Italia ha bisogno di facce nuove, giovani, persone oneste”.