PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 23-4-2013 |
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Il
Manifesto 23-4-2013 Un’intesa
con l’autore dello sfascio? Intervista
a Stefano Rodotà Daniela
Preziosi «In questi
giorni ho cercato di fare con discrezione, ma con decisione, quello che si
doveva fare. A quelli che dicevano 'Rodotà
non si pronuncia?', dico che le cose non si fanno in trenta secondi. E a
giudicare dalle reazioni, mi pare di esserci riuscito». Il professor
Stefano Rodotà, l'«altro»
candidato alla presidenza della Repubblica, quello delle forze contrarie alle
larghe intese, ha ascoltato Napolitano in tv. Cosa pensa delle parole di
Napolitano? La prima osservazione è una conferma: l' irresponsabilità o l'
interesse dei partiti hanno trascinato il presidente nella crisi che loro
stessi hanno creato. Hanno messo il presidente con le spalle al muro: siamo
incapaci, pensaci tu. Un passaggio di enorme gravità politica. La seconda:
Napolitano è stato indotto a un discorso da presidente del consiglio. E poi
c' è una terza. Sono scandalizzato: mentre Napolitano diceva dell'
irresponsabilità dei partiti, quellli applaudivano
invece di stare zitti e vergognarsi. Hanno perso la testa. Piazza e
parlamento non si possono contrapporre, ha detto. Vanno riaperti i canali di
comunicazione fra istituzioni e società, soprattutto dopo il governo Monti,
con il parlamento ridotto a passacarte. Posso ricordare che nel pacchetto
della Costituente dei beni comuni ho predisposto un testo per l' obbligo di
presa in considerazione da parte del parlamento dell' iniziativa popolare.
Basterebbe una modifica dei regolamenti parlamentari. E nella crisi, cosa
pensa del Pd? Da tutta questa vicenda è uscito vittorioso Berlusconi, che sta
imponendo le sue condizioni, e il Pd è andato a raccomandarsi al Colle, e poi
ha dato di nuovo spettacolo. Napolitano indica la strada delle larghe intese.
Secondo lei è l' unica? Non posso mettere fra parentesi il fatto che la larga
intesa si fa con il responsabile dello sfascio e della regressione culturale
e politica di questo paese. Si faranno interventi economici, si utilizzeranno
i modestissimi documenti dei saggi, ma non potrà essere affrontata nessuna
della questioni che possono restituire alla politica e al parlamento una
qualità di interlocutore della società. Larghe intese? Il protagonista è
Berlusconi. Lei dice: resto un uomo di sinistra. Ora guarda a Vendola? Sono
contento, ma anche molto sorpreso, di questo senso di identificazione emerso
nei miei confronti. Io ho una lunga storia personale nella sinistra, di
lavoro teorico ma non solo: le forze politiche non hanno capito niente del
referendum sull' acqua votato da 27 milioni di persone, e io ho invano
cercato di far ricevere i promotori dal vertice del Pd. Ho letto microvolgarità su di me. Come: Rodotà non prende mai un autobus. Non ho preso l' autobus in
questi giorni perché per me era imbarazzante. Sull' aereo si sono messi ad
applaudire. Hanno riesumato Carraro per fargli dire che Rodotà sta nei salotti. L' unico
salotto a cielo aperto in cui sono stato si chiama Pomigliano. Lì, alla
manifestazione della Fiom, ho portato lo striscione
con il mitico Ciro. Sarò alla manifestazione della Fiom
del 18 maggio. Io non ho niente di carismatico. Semplicemente, testimonio che
si può lavorare sulle cose: beni comuni, acqua, le discriminazioni. Certo,
questa vicenda mi carica di responsabilità. Però, prima voglio vedere con
chiarezza le cose. Proprio sul manifesto, appena nata Alba avvertivo di fare
attenzione a mettere in piedi un soggettino pronto a sfasciarsi alla prima
occasione. Quale cultura politica possiamo mettere in campo? A proposito di
futuro, cosa vede nel futuro del Pd? In questo momento temo un vero rischio
per la democrazia. Il Pd sembra inconsapevole del fatto che la sua
frammentazione apre una grande questione democratica, un vuoto. Se viene meno
un soggetto forte della sinistra e ci sarà un puzzle impazzito, avremo il
confronto Berlusconi-Grillo. Una specie di livello finale. Lei ha scritto
sulla democrazia elettronica come il populismo del terzo millennio. Poi è
diventato la bandiera dell' M5S, che professa la democrazia elettronica. La
democrazia elettronica e la tecnopolitica ha vari
modi di manifestarsi. Ma certo che c' è una differenza fra chi ritiene che
tutto si risolve nella rete e chi ritiene che la rete ha un ruolo crescente.
Grillo ha operato in rete, ma quando è venuto il momnento
elettorale ha riempito le piazze. Basta pensare a No bavaglio, Se non ora
quando: qualcosa che prima era consentito soltanto alle grandi organizzazioni
strutturate, partiti sindacati e Chiesa. Le piazze erano state svuotate dalla
tv, la rete le ha ririempite. Oggi dobbiamo
lavorare su questo. Non siamo al duello finale fra democrazia di rete e
democrazia rappresentativa. Piuttosto, vedo un obbligo: nella Costituzione c'
è un filo sottile fra referendum e iniziativa popolare che dev' essere rafforzato non come una via alternativa. Nel
Trattato di Lisbona c' è un' apertura importante in questo senso. I sindacati
europei stanno promuovendo un' iniziativa per chiedere alla Commissione di
stabilire le regole sulla non privatizzabilità del servizio pubblico. Sa
quante firme sono state raccolte finora? Un milione e 600mila in tutta
Europa. È il momento di lavorare su questo. Faccio un' aggiunta personale: Rodotà non è stato inventato da
Grillo. Il mio nome circola da mesi sulla rete. Insieme ad altri: la rete ha
selezionato tutte persone di sinistra, ci metto con qualche fatica anche Emma
Bonino, ma certamente anche Romano Prodi. Questo punto dovrebbe farci
riflettere. Ci sono delle oscurità? Grillo e Casaleggio avranno fatto un
complotto per tirare fuori solo nomi di sinistra per mettere in difficoltà la
sinistra? Il fantasma della rete si aggira. E la politica sa fare solo tweet. Che idea si è fatto si Grillo? Posso dire le cose
su cui sto riflettendo. La parlamentarizzazione del
5 stelle è ormai un dato di fatto. Quando l' altra sera Grillo ha parlato di
golpe, ed io poi ho dichiarato di rispettarela
legalità parlamentare e di essere contrario alle marce su Roma, alcuni del 5
stelle mi hanno detto che questo ha aiutato a evitare una bagarre. Io non so
quale sarà il futuro del 5 stelle. Stanno in parlamento, vedremo come
utilizzeranno lo strumento parlamentare. Hanno insistito perché si
cominciasse a lavorare nelle istituzioni, non mi pare che siano andati in
parlamento con la dinamite. Come si fa a dire che il Movimento 5 stelle è
incostituzionale, quando anche su Repubblica con tanti abbiamo riflettuto
sull' incostituzionalità del berlusconismo? A proposito, Scalfari le ha detto
che bisogna fare la politica con cuore, e anche con il cervello. Non è una
bella maniera, in molti mi hanno spesso rimproverato di aver messo sempre in
campo troppi elementi di ragione. E però: la cultura illuminista, cara a
Scalfari, ha rilanciato tre valori. Libertà, uguaglianza e fraternità. Perché
la fraternità è stata la figlia minore della triade rivoluzionaria? |
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