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   PRIVILEGIA
  NE IRROGANTO Documento inserito il:  4-10-2014  | 
  
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   DOCUMENTI CORRELATI  | 
  
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   Il ConsigliO n° 91 Attenzione alle figurine vendute per francobolli (carte-valori dello
  stato) Di Mauro Novelli 2-10-2014 Nel mese di settembre, molti
  turisti, soprattutto stranieri, hanno lamentato il mancato recapito, da parte
  di Poste Italiane, di cartoline inviate a familiari e amici durante le loro
  vacanze italiane.  Dopo una veloce indagine, abbiamo
  scoperto che alcune società, regolarmente autorizzate ad offrire il servizio
  universale di recapito di posta, possono vendere figurine tipo francobolli
  per affrancare cartoline. Questi pseudo francobolli, venduti presso
  cartolerie, negozi di souvenir e tabaccherie, ad 1,20 euro per recapiti in
  Europa, ma che possono arrivare a 2,5 euro per l’Australia,  danno il diritto al recapito della cartolina
  da parte della società che gestisce il servizio,  purché (purché) tale corrispondenza venga
  “imbucata” nelle specifiche cassette della società presenti nelle più
  gettonate città turistiche. Qualora la società volesse usare il vettore Poste
  Italiane deve apporre il francobollo a timbro su ogni cartolina e spedirla. Se però il turista compra
  cartoline e pseudo francobolli, magari per scriverle tranquillamente in
  albergo, e le imbuca nelle cassette della posta di un altro vettore, ad
  esempio di Poste Italiane, quella corrispondenza non verrà mai recapitata.  Spesso, ma non sempre, al turista
  che richiede “francobolli” (carte-valori) vengono venduti questi pseudo
  francobolli con un foglietto che dovrebbe chiarire come possono essere usati,
  consegnato comunque ad acquisto effettuato. Sfidiamo qualsiasi turista a
  capire che quel foglietto serve a tracciare il percorso per rendere “valida
  ed operativa” la figurina che ha comprato, avendo chiesto espressamente  al negoziante  dei francobolli (ribadisco, bolli dello
  stato). Poste italiane, interrogata,
  comunica di aver accumulato circa 300mila cartoline con figurine, imbucate
  nelle loro cassette bordeaux, quindi non recapitabili perché mancanti del
  bollo. Di queste, 105mila dovrebbero andare al macero, ma sembra che
  all’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), invece di
  intervenire per risolvere il problema, abbiano invitato semplicemente Poste a
  conservarle. Tripla figuraccia, quindi:
  dell’Italia (da cui la corrispondenza non viene recapitata), di Poste
  Italiane (usa a non recapitare la posta), dell’Autorità di controllo  che non sa o non può prendere decisioni
  risolutive del problema. Chi paga questo ingiusto danno di immagine delle
  prime due entità? Si consideri, inoltre, che i costi finanziari della
  gestione di questo problema è a carico di Poste, quindi dei cittadini
  italiani. Occorre valutare se non possa
  prefigurarsi il reato di stampa e spaccio di valori bollati falsi.  | 
  
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