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inserito il: 23-4-2013 |
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Chicago-blog. It 23-4-2013 La guerra all’oro
di Gerardo Coco
In un’era di quantitative easing e di opprimente interventismo statale tutto ciò
che è informazione economica è, nel migliore dei casi, disinformazione o
deformazione dei fatti. Nel peggiore, truffa. E’ pertanto impossibile fidarsi
di qualsiasi notizia, statistica, indicatore, valutazione sulla realtà e
salute del sistema economico da parte dei media. Tutti i dati macroeconomici
e i valori sono sistematicamente falsati e manipolati per adattarsi agli
scopi propagandistici dei governi e delle banche centrali. Per banche e governi l’oro
è un anatema per cui è uno dei bersagli preferiti della manipolazione. Entrambi sanno che
potenzialmente è un concorrente pericoloso delle valute e dei titoli di stato
e ha un’influenza immensa sui tassi di interesse. Le banche sanno che il suo
valore reale è di gran lunga superiore di quello nominale e la rimonetizzazione dell’oro decreterebbe la perdita del
potere assoluto che hanno sull’economia mentre i governi sarebbero costretti
a una dieta dimagrante. Un alto valore dell’oro significa percezione del
deprezzamento delle valute e dei bond e fragilità del sistema monetario e
finanziario. Un basso prezzo fa apparire le valute più forti e i bond più
appetibili di quanto i fondamentali dell’economia rivelino. Per questi motivi
le banche cercano di scoraggiarne l’investimento e non c’è modo più efficace
che farne crollare il prezzo. Il forte calo dell’oro da
$1600 a $1350 avvenuto tra venerdi 12 e lunedi 15 aprile non è un dunque un fenomeno di mercato
ma un’azione preordinata delle banche centrali, mandata ad effetto dai loro
alleati, le grandi banche di investimento fra cui Goldman Sachs e Merrill Lynch. Il 10 aprile La Goldman Sachs
preannunciava il ribasso dell’oro e consigliava agli investitori di vendere.
Quando si fanno simili annunci vuol dire che si sa in anticipo quando e
quanto oro sarà venduto. E infatti la vendita, che è stata la causa del
ribasso, è arrivata puntuale da parte dei brokers della Merrill
Lynch che hanno rovesciato sul mercato 500 ton. d’oro pari al 15% della
produzione mondiale di cui 400 in ETF (Exchange Trade
Funds). 124 ton. in oro fisico vendute dalle banche di investimento imbeccate
dalla Goldman. Come sopprimere un mercato Cosa sono gli EFT? Sono
fondi che investono nelle azioni delle società produttrici d’oro o
direttamente nel metallo e vendono certificati in oro. Chi li acquista non ha
la proprietà dell’oro ma un titolo di credito che si può monetizzare in
contanti ma non in oro. In linea di massima, quindi, gli EFT vendono oro
senza possederlo perché operano su base frazionaria: la quantità d’oro che
garantisce i certificati è solo una frazione del valore posto in vendita. E’ stato
calcolato che, in media, ogni oncia d’oro garantisce 45 certificati. In altri
termini gli ETF vendono “carta” che rappresenta oro ma è garantita in media
da solo il 2.2 % dal metallo (1/45). Ci sono dunque 45 possessori di titoli
che hanno contemporaneamente diritto alla riscossione della stessa oncia!!
Ora, basta un calcolo elementare per svelare la truffa. Se 1600 $ era il
prezzo dell’oro prima del ribasso, 45 once valevano 72.000$ ma solo una di
1600$ ( il 2.2%) era vera, le altre 44 once del valore nominale di 70400$,
erano di carta. Pertanto quando la Merrill Lynch ha
piazzato 400 ton. d’oro, in realtà ha venduto 391.2 ton. di carta e 8.8 ton.
(2.2%) d’oro fisico. E’ evidente come in questo modo sia facile far ribassare
il prezzo dell’oro. Basta aumentarne la quantità in modo fittizio e inondare
il mercato. Il ribasso, naturalmente, ha provocato panico e gli investitori
hanno smobilizzato anche l’oro fisico, aiutando a deprimerne il prezzo. Ma
chi ha capito come funziona la truffa e sa interpretare i fondamentali
economici non si è lasciato intimidire dalla manovra e ha colto nel ribasso
non una debacle per il metallo ma un segnale di
opportunità per rafforzare a basso prezzo il proprio portafoglio
investimenti. Infatti al ribasso è seguito qualche giorno dopo un rialzo a
poco più di 1400$ l’oncia. Le quotazioni dell’oro cresceranno ancora perché
questo prezzo è appena sufficiente a coprire il suo costo di produzione e ai
produttori non conviene certo spendere un oncia per produrre un oncia. Se
smettessero di produrlo, il prezzo dell’oro andrebbe alle stelle. Come al solito le
spiegazioni ufficiali delle agenzie di stampa sono inconsistenti e cercano
pure di assecondare il ribasso. Bloomberg ha scritto: Perchè l’oro crolla? Il fattore
più importante è la diminuzione dell’inflazione a livello globale che ha
ridotto il valore dell’oro come protezione contro l’aumento dei prezzi. I
maniaci dell’oro che scommettevano sull’esplosione inflazionista stanno
rivedendo la loro posizione e cercano di uscire dal mercato a qualsiasi
prezzo) (The Price of Gold Is
Crashing. Here’s Why). L’articolista di Bloomberg
non sfiora nemmeno le vere cause del ribasso (nessun accenno alla vendita
degli ETF) e quanto all’inflazione ne ha un concetto molto vago.
Gli apprendisti stregoni Le tecniche di
manipolazione ebbero inizio quando un dirigente della Goldman Sachs, certo
Robert Rubin, ebbe l’idea di indebitarsi in oro con
le banche di investimento (bullion bank)
pagando un interesse inferiore all’1%, vendere il metallo e usare il ricavato
per finanziare le operazioni della banca. Rubin
diventò segretario al Tesoro americano nel 1995 e adottò questa idea su vasta
scala per rafforzare il dollaro nei confronti dell’oro. Cominciò l’era del “carry trade” sul metallo che
consiste nel prenderlo in prestito a un basso tasso di interesse e venderlo
per comprare attività finanziarie a interesse più alto. Da quell’epoca le banche
centrali si inventarono le operazioni di leasing sull’oro cedendolo a banche
di investimento che lo vendevano e col ricavato acquistavano titoli di stato
per sostenerne i corsi. Le operazioni di leasing apparivano sul mercato come
vendite calmierando il prezzo dell’oro e funzionarono finché le bullion banks
non ricorsero alle vendite allo scoperto. Ovviamente il carry trade
ha successo quando l’oro cala e il prezzo delle attività finanziarie aumenta.
Ma diventa un boomerang se avviene il contrario perché le banche sono
costrette, alla scadenza dei contratti, a riacquistare sul mercato l’oro a
prezzi più alti vanificando l’obiettivo delle vendite allo scoperto e facendo
aumentare il prezzo dell’oro. Sia negli USA che in Inghilterra molte banche
hanno rischiato la bancarotta e questo spiega perché tra il 1999 e 2002 l’ex
primo ministro inglese Gordon Brown decise la
svendita delle riserve auree del Regno: doveva salvare le banche inglesi
dall’insolvenza a causa del carry trade.
Contravvenendo alle regole sulle vendite dell’oro che prevedono l’assoluta
riservatezza, Brown annunciò con grande anticipo e
urbi et orbi la vendita delle riserve allo scopo di farne crollare il prezzo
e permettere alle banche “scoperte” di riacquistare l’oro a prezzi stracciati
e rispettare gli impegni di riconsegna. Le pratiche di
manipolazione si sono sempre ritorte sugli stessi autori che non sono
riusciti più a controllarle. L’oro ceduto con il trucco del leasing per
abbassarne il prezzo non è più tornato nei forzieri delle banche: a furia di
rinnovi contrattuali non è stato mai restituito e si è disperso nel mercato,
soprattutto in quello asiatico. La controprova è che in questi ultimi anni la
Cina e India hanno assorbito molto più oro di quello che viene prodotto ogni
anno e siccome l’oro non si crea dal nulla, la differenza non può che
provenire dalle banche centrali nei cui bilanci parte dell’oro data in
leasing continua a figurare come “gold receivable” cioè come credito esigibile. In realtà è
inesigibile perché non esiste più e questo spiega la preoccupazione della
Germania che ha richiesto lo scorso gennaio il rimpatrio dell’oro depositato
alla Federal Reserve (1500 ton.) La quale ha
risposto che per riconsegnarlo sono necessari sette anni!! Insomma dopo
esserselo venduto ha bisogno di tempo per ricomprarselo, possibilmente a
prezzi scontati con l’aiuto dei trucchi della Goldman Sachs del carry trade
o degli EFT. Ma a furia di trucchi le banche finiranno per perdere
definitivamente la bacchetta magica con cui creano gli incantesimi monetari.
A quel punto solo il ritorno del maestro potrà rimediare ai loro disastri. |
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