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NE IRROGANTO Documento
inserito il: 1-3-2013 |
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Fare
- Fermare il declino
Andare avanti per Fermare il Declino
1 marzo 2013 • michele boldrin Poche
righe per cercare di chiarire cosa sta succedendo e cosa vogliamo succeda. 1)
Dentro al movimento Fare per Fermare il Declino vi sono almeno due visioni diverse
di come procedere per andare avanti. Queste visioni si sono rivelate
inconciliabili. Potrei riassumerle qui una volta ancora, ma mi sembra
polemica assurda a questo punto. Tempo permettendo, e lo permetterà, ognuno
racconterà la sua versione, inutile farlo ora rinfocolando polemiche a questo
punto lesive per tutti. Solo i fatti che verranno decideranno per tutti noi
se una delle posizioni era corretta o lo erano entrambe, o nessuna. Io credo
di aver fatto ciò che a me sembrava e sembra corretto. Se ho sbagliato i
fatti si incaricheranno di darmi torto. Ora voglio guardare avanti. 2)
Io credo, assieme a migliaia di altre persone, che l'attuale struttura
organizzativa di Fare per Fermare il Declino andasse immediatamente cambiata
perché non funzionava e non funziona assolutamente. Di nuovo, possiamo
discutere all'infinito se abbiamo ragione o torto, io credo di aver ragione e
credo di poterlo provare. Ma, di nuovo, il tempo per articolare tutti i
dettagli non c'è e mi chiedo se entrare pubblicamente in una diatriba del
genere sia sensato. Io credo non lo sia. Semplicemente, io ritengo che
l'attuale struttura organizzativa abbia fallito e vada immediatamente resa
inattiva per pure ragioni di meritocrazia ed assunzione di personale
responsabilità. Chi non raggiunge gli obiettivi e perde la fiducia di una
parte cospicua (a mio avviso e sulla base dell'evidenza, della maggioranza
degli aderenti) deve farsi da parte, smettere immediatamente di gestire
l'organizzazione, dare ad altri la possibilità di provare per vedere se fanno
meglio. Si tratta, ripeto, di praticare ciò che si predica, niente di più.
Rifiutarsi di farlo implica violare un chiaro patto e dei principi
fondamentali. 3)
Nel caso di specie la mia (e di moltissimi altri) richiesta era ancora più
semplice e minimale: dimissioni immediate di tutti i dirigenti con
responsabilità organizzative, nomina di "facenti funzione"
approvati unanimemente da tutti, adozione di uno statuto minimale che,
partendo dal basso, permettesse lo svolgimento al più presto di un congresso
costituente e democraticamente condotto. Su queste proposte, fondamentali e
dirimenti, la votazione in Direzione è stata di 7 a favore, 8 contro ed un
astenuto (che aveva parlato a favore durante la discussione). Impasse totale
e, a mio e di moltissimi altri, avviso, decisione non legittima di procedere
a nuove nomine e decisioni politiche (elezioni locali, nuove commissioni,
nuove responsabilità, eccetera) da parte di una risicatissima minoranza di
una Direzione nominata da un Presidente irrevocabilmente dimissionario. 4)
A fronte di questa situazione e mancando di totale fiducia in questa
Direzione e nelle persone che, a striminzita maggioranza, essa intendeva
mantenere in funzioni direttive (con nomina a responsabilità politiche ed
organizzative di nuove persone alcune delle quali sconosciute) io ho
dichiarato che non mi sarei più sentito capace, in coscienza, di cooperare
con questo movimento. Ho sempre lavorato volontariamente pagandomi tutte le
spese per cifre ingenti senza alcun potere o funzione direttiva. Ho passato
mesi facendolo ed ho dato tutto me stesso senza chiedere nulla. Migliaia di
persone mi hanno incontrato da settembre 2012 ad oggi in tutta Italia. Ma
posso dare me stesso solo ad una organizzazione in cui ho fiducia. Per mesi
ho lavorato in assenza di tale fiducia verso chi organizzava il tutto. L'ho
fatto per rispetto al progetto e, soprattutto, alle migliaia di militanti.
Finite le elezioni, qualsiasi ne fosse stato il risultato, intendevo porre la
questione. L'ho posta a voce varie volte e poi per iscritto dato che non mi
era stato offerto di partecipare alla Direzione: mi è stato risposto picche
nel modo descritto. Anzi, mi è stato spiegato che i 7 Fondatori, ed io in
particolare, eravamo la causa di tutti i problemi (!) ed avremmo dovuto farci
da parte. Queste affermazioni sono state fatte ripetutamente da persone che
poi hanno votato contro la mia richiesta (contenuta in una dettagliata
lettera pubblica disponibile in rete). A quel punto mi son fatto da parte. Come
uomo libero credo di avere il diritto di farlo. Credo di avere il diritto di
non cooperare con persone in cui non ho fiducia e che pubblicamente
disprezzano il mio lavoro e le mie idee. Credo di avere il diritto di dire
che non accetto diktat ed imposizioni e che mi scelgo a chi DONARE le mie
idee, il mio tempo, le mie energie. 5)
Poiché migliaia di persone condividono la mia posizione procederemo dal
basso, dai comitati, dai circoli, città per città, regione per regione, luogo
di lavoro per luogo di lavoro, alla ricostruzione di questo fantastico
movimento di popolo lavoratore. Il progetto non cambia, quel manifesto e
quelle proposte le ho scritte (anche) io e le condivido tutt'ora. Altre cose
si sono aggiunte, nuove idee sono emerse, ma l'impianto di fondo non cambia.
Cambia il metodo: SI PARTE DAL BASSO! 6)
Nei prossimi giorni, con centinaia di persone che condividono questa
impostazione, lanceremo questa proposta e chiederemo ai circoli/comitati di
organizzarsi territorialmente secondo regole trasparenti, semplici,
democratiche. Useremo la rete per articolare assieme un processo costituente
che porterà ad un congresso nazionale al più presto possibile. Lo schema -
aperto e modificabile - che proponiamo è il seguente a)
Alcune tesi verranno proposte pubblicamente e sottoscritte da chiunque le
voglia sottoscrivere. Tesi simili a quelle del 28 Luglio 2012 con
miglioramenti ed aggiunte che raccolgono quanto appreso e suggerito da
migliaia di persone in questi mesi. E con una proposta semplicissima di
statuto costituente che definisca le regole elementari di adesione, codice
etico, elezione rappresentanti, costituzione circoli/comitati ed elezioni di
responsabili. Tali tesi provvisorie costituiranno la base di discussione per
il congresso costituente durante il quale potranno essere emendate,
migliorate e finalmente approvate se e solo se vi sarà grande consenso su di
esse. b)
A partire dai circoli territoriali si inizierà il processo costituente. Dai
circoli ai congressi regionali e, da questi, ad un congresso costituente
nazionale. Contiamo di concludere tutto per maggio o nel minor tempo
possibile, compatibilmente con discussione aperta e partecipazione inclusiva
di chiunque condivida tesi e nuovo metodo di fare politica. c)
Io credo che le unità organizzative di base debbano essere i circoli/comitati
e che occorra strutturare il movimento su base regionale. Regione per
regione, in autonomia "federalista", convergendo poi assieme in una
organizzazione nazionale trasparente e snella che permetta sia una comunicazione
rapida ed efficace dalla base alla coordinazione nazionale, sia indipendenza
territoriale, almeno a livello regionale. Richiederà lavoro, intelligenza e
creatività ma vogliamo costruire un nuovo modo di far politica in una
struttura organizzativa nuova e flessibile. Ce
la faremo e da questo andremo avanti. Il cammino è lungo ma l'obiettivo di
fondo non cambia. Occorre cambiare classe politica per cambiare la politica,
rivoltare questo stato come un calzino e fermare il declino affinché l'Italia
ritorni a crescere e prosperare. Per tutti e con tutti. |
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