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    Il PuntO
    n° 420 
    Debito pubblico e
    governi della Repubblica. 
    La fine del 2° governo
    Conte vede il debito pubblico crescere di  139,040 miliardi rispetto al dato della
    sua nascita: da 2.464,088 miliardi di inizio settembre 2019 a 2.603,128 di
    gennaio 2021 
    Di Mauro Novelli 17-3-2021 
      
    
    
     
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      NB: Nelle statistiche effettuate
      fino al 15-6-2015, si era considerato il dato Istat di 59.600.000 abitanti;
      in quelle dal giugno 2015 al giugno 2017 il dato era di 60.795.612.  
      Dal luglio 2017 il dato Istat  al 1°
      gennaio 2017: 60.579.000 di abitanti.  
      Da aprile 2018 il dato Istat
      al gennaio 2018: 60.494.000.  
      Da marzo 2019 il dato Istat di
      gennaio 2019: 60.391.000.  
      Da aprile 2020 il dato Istat
      di gennaio 2020: 60.317.000 
      Da luglio il dato aggiornato  Istat
      di gennaio: 60.244.639 
      Da gennaio 2021 il dato
      aggiornato Istat: 59.641.488 
        
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     Per valutare la tendenza
    di ogni governo all’aumento del debito pubblico, prendiamo in
    considerazione il livello del debito alla data delle dimissioni del
    governo considerato e lo sottraiamo al livello di debito alla data del
    suo insediamento. Dividiamo quindi questa differenza per la durata del
    governo espressa in mesi.  
      
      
      
      
      
     Ne
    deriva che l’ultimo governo Prodi, durato in carica 24
    mesi dall’aprile 2006 all’aprile 2008, ha generato un aumento del debito
    di 92,587 miliardi (da 1.576,688 a 1.669,275 miliardi), pari a 3,857
    miliardi di aumento medio mensile. 
    Con Prodi,
    il debito pro capite a fine mandato era pari a 28.008 euro 
      
    L’ultimo
    governo Berlusconi, durato in carica 42 mesi dal maggio 2008 all’ottobre
    2011, ha generato un aumento del debito di 261,665 miliardi (da 1.654,737 a
    1916,402 miliardi), pari a 6,230 miliardi aumento medio mensile. 
    Con
    Berlusconi, il debito pro capite a fine mandato era pari a 32.154 euro. 
      
    Il
    governo Monti, in carica da metà novembre 2011, conclude il suo
    mandato a fine aprile 2013. La sua azione ha generato un aumento di 128,904
    miliardi in 17 mesi, da fine novembre 2011 (1.912,389 miliardi) ad
    aprile di quest’anno (2.041,293 miliardi, ultimo dato fornito da Bankitalia
    sull’ammontare del debito pubblico), pari a circa 7,5 miliardi di aumento
    medio mensile, il peggior risultato rispetto a tutti i governi che l’hanno
    preceduto dal 1996.  Il calcolo preciso imputabile a Mario Monti
    è di difficile esecuzione perché non abbiamo il valore del debito a metà
    novembre 2011. 
    Con Monti,
    il debito pro capite a fine mandato era pari a 34.250 euro. 
      
    Il
    governo Letta, partito a fine aprile 2013 con un
    debito di 2.041,293 miliardi di euro, conclude il suo governo, a fine
    febbraio 2014, con un debito pubblico salito di a 2.107,157, con un aumento
    in 10 mesi di oltre 65 miliardi. 
    Con Letta,
    il debito pro capite a fine mandato era pari a 35.354 euro. 
      
    Il
    governo Renzi, partito a
    fine febbraio 2014 con un debito di oltre 2.107 miliardi di euro, arriva a
    fine novembre 2016 (praticamente a fine mandato), trentatreesimo mese di
    governo, con il debito a 2.229, 412 miliardi (+122,225 
    miliardi), in aumento ( + 6 miliardi)  rispetto al dato di ottobre 2016, ma
    diminuito di 26 miliardi rispetto al picco massimo di luglio (2.255.610
    miliardi).   
    Con Renzi,
    il debito pro capite a fine settembre è passato a 36.670 euro; era di
    37.101 a luglio, picco massimo. (Per il numero di abitanti, vedi nota
    iniziale).  
    Nel 2016,
    da inizio gennaio a fine novembre, il debito pubblico è aumentato
    dell’1,6%, passando da 2.193,383 a 2.229,412 miliardi (+ 36,029 miliardi). 
      
    Il governo
    Gentiloni, partito a metà
    dicembre 2016 con un debito (a fine dicembre) di 2.217,693 mld, in calo rispetto
    al dato di fine novembre 2016 (2.229 mld), dopo 14 mesi – fine febbraio
    2018 - passa a 2.286,451 mld. con un aumento medio mensile di 4,9 mld.  
    Con Gentiloni, il debito procapite a fine febbraio ammontava
    a 37.796 euro.  
      
    Il governo
    Conte 1° parte il primo giugno
    2018 con un debito di 2.328,446
    (così rivisto da Bankitalia a dicembre 2018). A fine agosto 2019, dopo 15
    mesi, il debito pubblico passa a 2.462,623 miliardi, con un aumento medio
    mensile di 8,9 miliardi. 
    Con Conte
    1°, il debito procapite a fine agosto 2019 ammontava a 40.778 euro.  
    Popolazione
    considerata: 60.391.000 (dato Istat al gennaio 2019) 
      
    Il governo
    Conte 2° parte il 5 settembre
    2019 con un debito di 2.464,088
    (così rivisto da Bankitalia a dicembre 2019). A fine gennaio 2021, dopo 17
    mesi, il debito pubblico passa a 2.603,128 miliardi, aumentato di 139,040
    miliardi rispetto a settembre 2019. L’aumento  medio mensile è di 4,2 miliardi. 
    Con Conte
    2°, a fine gennaio 2021il debito pro capite ammontava a 43.546  euro.  
    Popolazione
    considerata: 59.641.488 di abitanti (dato
    Istat di gennaio 2021)  
      
      
    DEBITO
    DELLE AMMINISTRAZIONBI LOCALI 
    Col governo Conte 2°, scende a gennaio 2021 il debito delle
    amministrazioni locali: da 86,778 miliardi del 1° settembre  2019 a 84,439 di fine gennaio 2021 (- 2,7
    %).  
    Rispetto al debito pubblico totale del periodo (2.603,128) a
    fine gennaio 2021 il debito delle amministrazioni locali scende al 3,2%. 
      
      
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    DETENTORI ESTERI 
    Circa la quota
    di debito pubblico detenuto da non residenti, col 2° governo Conte è
    diminuita dal 30,8 % 
    di inizio  settembre
    2019  (759,308 miliardi su 2.464,088), al 29,8% di fine dicembre 2020
    (766,663 miliardi su 2.569,248).  
    Per quanto
    riguarda i detentori dei soli titoli del debito pubblico, all’inizio di
    settembre 2019 (nascita del governo Conte 2°), su un ammontare complessivo
    in circolazione di 2.044,328 miliardi, i non residenti detenevano 708,804
    miliardi di titoli, pari al 34,7 %. A fine dicembre 2020, su un monte
    titoli di 2.150,357 miliardi, erano detenuti da non residenti 698,533
    miliardi, pari al 32,5 % del totale, in calo rispetto al dato di settembre
    2019.  
    Ancora non disponibili i dati di gennaio 2021 
      
      
      
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