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  NE IRROGANTO Documento
  inserito il: 15-9-2012  |  | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| DOCUMENTI CORRELATI | 6-6-2011
  Il PuntO n° 205   -5-6-11. Le finanze
  delle famiglie italiane negli anni della crisi finanziaria (2006-2010). | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| 31-5-2011
  Il PuntO n° 204. Sta a noi “cittadini” iniziare una nuova era di civiltà. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Il PuntO n° 246 Le finanze delle famiglie
  italiane. L’unico vero baluardo finanziario
  del paese si va sgretolando. Di Mauro Novelli 15-9-2012 L’ultimo
  governo Berlusconi è riuscito per anni a non governare il paese sfruttando le
  caratteristiche finanziarie delle nostre famiglie: prudenza nelle spese, alta
  propensione al risparmio, alto livello dei risparmi accumulati da
  generazioni, bassa propensione all’indebitamento che non avesse come
  obbiettivo l’acquisto di una casa. Fino all’estate 2011, Tremonti riuscì a
  convincere i partner che il nostro altissimo debito pubblico andava valutato
  alla luce del basso indebitamento e del consistente costante flusso di
  risparmio in capo alle nostre famiglie. Tutto ciò era particolarmente
  evidente nelle analisi comparate con gli altri paesi. Ma
  la nostra insipiente classe politica non aveva voluto considerare che quel
  baluardo finanziario a protezione del paese, dopo cinque anni di crisi,  cominciava a mostrare cedimenti sotto i
  colpi che la crisi ci riservava. UN CONFRONTO INTERNAZIONALE L’istogramma
  che segue (Fonte Banca d’Italia) permette la comparazione dei debiti delle
  famiglie di 6 paesi prima della crisi (anno 2005) e nell’anno 2011. 
 La
  nostra posizione debitoria è certamente meno pesante degli altri paesi,
  soprattutto rispetto ai due paesi 
  anglosassoni considerati, ma se analizziamo l’evoluzione nei 6 anni
  dei 4 paesi europei considerati possiamo notare che, nel 2011, il nostro
  ricorso al credito al consumo (colonna in rosso) risulta superiore a quello
  di Francia, Germania e Spagna: da noi infatti, negli anni considerati, è
  aumentato, negli altri tre paesi è diminuito. Si noti che nel 2005 il nostro
  livello di indebitamento per credito al consumo era il più basso. Stesso
  andamento e pari livello per la colonna relativa ad “altri debiti
  finanziari”: il nostro resta nettamente superiore a quello della Francia e
  pari a quello di Spagna e Germania, in calo rispetto al 2005. Siamo nettamente meno indebitati degli altri paesi per
  quanto riguarda l’acquisto di abitazioni, ma va considerato il fatto che da
  sempre le famiglie italiane hanno la casa come impegno primario, mentre la
  Spagna, ad esempio, si è affacciata massicciamente sul mercato immobiliare da
  poco. E’ notevole infatti il forte debito della Spagna imputabile ai mutui.
  E’ vero che il debito per mutui fondiari dà luogo, ad un parallelo incremento
  della ricchezza reale delle famiglie; ma l’impegno finanziario è sostenibile
  in periodi di andamento normale dell’economia: se le entrate delle famiglie
  entrano in crisi e gli immobili si svalutano, la situazione diventa
  esplosiva. Non commentiamo la situazione fallimentare delle famiglie
  di Gran Bretagna e, in misura leggermente meno grave, degli Stati Uniti. A
  differenza degli Inglesi e degli altri paesi considerati, gli Statunitensi
  sono riusciti a diminuire il loro debiti finanziari. Ci corre l’obbligo di ricordare il
  fatto che, al di là dei valori assoluti delle posizioni debitorie, le
  famiglie italiane subiscono, nel tempo, un gravame finanziario nettamente
  superiore a quello degli altri paesi di Eurolandia: I tassi imposti da banche
  e finanziarie italiane ai titolari di mutui e di prestiti sono nettamente
  superiori a quelli di Eurolandia. 
 In particolare grafico evidenzia
  per il credito al consumo un TAEG medio ponderato di due punti e mezzo
  superiore a quello degli altri paesi dell’area euro. LE VARIABILI MACRO. Circo l’andamento dello stato
  finanziario delle nostre famiglie negli anni della crisi,  dobbiamo riscontrare (Tab.
  1-) una decadenza delle entrate in calo nel 2011 rispetto al 2010 ed al 2009.
  In sei anni sono aumentate di meno del 5 percento. Impressiona, al contrario,
  l’aumento delle passività, passate dai 595,5 miliardi del 2006, ai quasi 936
  del 2011: + 57 per cento.  Tab.
  1 – FINANZE DELLE FAMIGLIE ITALIANE (ANNI 2006 -2011) [Fonte: Relazioni del Governatore] In miliardi di euro 
 Per
  quanto riguarda le passività, è da ricordare l’impennata dei debiti a medio e
  lungo termine, (non in tabella e comprensivi dei mutui) cresciuti, nei cinque
  anni, di oltre il 54 per cento, passando dai 425,6 miliardi del 2006 ai 658,3
  del 2011. Parallelamente
  a questo andamento di entrate e uscite, riscontriamo un consistente calo del
  risparmio delle famiglie (Tab. 2-), più che
  dimezzato dal 2006 (43,2 miliardi) al 2011 (20,2 miliardi): -53,18 per cento. TAB. 2 - IL RISPARMIO DELLE
  FAMIGLIE ITALIANE. ANNI 2002-2011 Fonte: Relazioni del Governatore
  della Banca d’Italia (miliardi di euro) 
 Va
  rimarcato che in dieci anni (dall’introduzione dell’euro, la nostra capacità
  di risparmio si è ridotta di quasi 5 volte passando dagli oltre 95 miliardi
  risparmiati nel 2002 ai poco più di 20 miliardi del 2011. Vedremo i dati del
  2012. Ricordiamo
  che il risparmio degli italiani, sempre stato tra i più elevati tra le
  nazioni sviluppate, ha costituito la massima garanzia finanziaria del paese.
  Da sempre la classe politica al potere ha approfittato di questa tipica
  propensione nostrana, anche per evitare di impegnarsi in azioni di governo
  difficili soprattutto in momenti di crisi, come del resto abbiamo visto con
  l’ultimo governo Berlusconi.  SOFFERENZE Con
  il perdurare della crisi, aumenta notevolmente il numero delle famiglie in
  difficoltà molte delle quali hanno ormai dato fondo ai risparmi accantonati
  negli anni passati.  Le
  dimensioni acquisite dalle partite in sofferenza costituiscono il riscontro
  oggettivo di questa analisi. La
  tabella n° 3 mette in evidenza la difficoltà delle famiglie consumatrici
  nell’onorare i propri impegni: dal 2006 al luglio 2012 le sofferenze sono
  cresciute del 164 per cento, lievitando di circa 16,5 miliardi di euro (da 10
  a 26 miliardi di euro). Tra il 2009 ed il 2011 si sono letteralmente
  impennate passando dai 17,5 ai 25,2 miliardi. Meno
  impetuoso l’aumento delle sofferenze delle famiglie produttrici cresciuto
  “solo” del 60 per cento dal 2006 al luglio 2012 (+ 4 miliardi di euro). TAB. 3 -
  SOFFERENZE DELLE FAMIGLIE CONSUMATRICI
  E PRODUTTRICI. ANNI 2006-2011. Suppl.
  Bollettini Statistici e Base informativa pubblica di Bankitalia
  (Moneta e banche) In
  miliardi di euro. Ns. elaborazione 
 In
  particolare, il grafico che segue (Fonte Bankitalia)
  mostra le sofferenze relative ai mutui fondiari dopo “n” anni (da 1 a 7) e
  per anno di erogazione. I mutuatari con maggiori difficoltà sono coloro che
  hanno acceso un mutuo nel 2006, con sofferenze pari a circa l’1,5 per cento
  del totale dei contratti. Seguono coloro che hanno comprato casa nel 2007
  (circa 1,4 per cento di sofferenze) e coloro che hanno preso un mutuo nel
  2008. A parte i mutuatari del 2009 e del 2010, i più tranquilli sono coloro
  che accesero un mutuo nel 2004: dopo 7 anni, meno dello 0,8 per cento di
  questi sono in sofferenza. 
 CAPACITA’ DI SPESA. ALCUNI
  CONFRONTI .  E’
  appena il caso di accennare ad una ulteriore conferma di quanto affermiamo:
  la capacità di spesa pro capite comparate con quella di altri paesi. Periodicamente
  Eurostat pubblica le elaborazioni relative alla
  traduzione del PIL pro capite dei paesi dell’Unione in “Capacità di spesa pro
  capite” (PPS), rapportando prodotto interno e livello dei prezzi per ogni
  singolo paese. Viene posto il dato della UE27 pari a 100. Ecco
  la tabella: Tab. 4 -
  PIL pro capite tradotto in Capacità di spesa Fonte Eurostat
  (Pubblicazione di giugno 2012 - EU-27 =
  100) 
 Solo
  a voler comparare l’andamento della nostra capacità di spesa con la media di Eurolandia
  rileviamo che nel 2007 era di 5 punti (da 104 a 109); nel 2011 dobbiamo
  riscontrare 7 punti di differenza, da 108 a 101.  CONCLUSIONI Come
  tutti i suoi predecessori, il governo Monti si ripara dietro i bastioni
  costituiti dalle finanze delle nostre famiglie, dai loro risparmi, dalla loro
  oculatezza di gestione. Le famiglie – quelle che hanno potuto -  si sono in pratica sostituite allo stato
  per offrire ai rispettivi componenti, 
  quegli ammortizzatori sociali ormai meno che ectoplasmi.  Ma,
  come abbiamo visto, le brecce che stanno aprendosi cominciano ad essere non
  facilmente ristrutturabili. In questo ultimo quadrimestre del 2012 la
  situazione continuerà ad aggravarsi. Nel 2013 illic
  erunt leones. Tutto si va
  riducendo dalla dimensione della cellula/famiglia (disgraziatamente già
  consolidata) col conseguente disinteresse di quanto accade nel resto della
  società e  che più di tanto non può
  compattarsi per  sopravvivere. Arriveremo
  alla dimensione individuale. A quel punto ci accorgeremo che la società
  italiana, con la sua antica tendenza alla inclusione, alla comprensione, alla
  condivisione, non esiste più. Senza provvedimenti di drastica riduzione della
  spesa corrente improduttiva, stiamo costringendo le nostre famiglie al
  mantenimento di quei concittadini, parassiti e saccheggiatori, bravissimi nel
  promuovere governi incapaci di metterne in discussione il loro funzionale
  apparato saprofita, abili – come stiamo verificando -  nel sostituire, in tempi di crisi, il
  collettore delle risorse pubbliche con quello a carico delle riserve delle
  famiglie, perché quella spesa corrente improduttiva (diventata privata) si
  perpetui a loro favore. I
  tecnici sostengono che la loro azione produrrà effetti nel futuro. Ma le
  risorse per promuoverla non vengono attinte da sacche di improduttività,
  parassitismo, corruzione, saccheggio, vengono estratte da una collettività
  ormai incapace di reagire, resa tale dalla ignavia di una classe politica
  cialtrona, partecipe di quel saccheggio. Nel
  frattempo, il Tremonti di turno non potrà vantare più la solidità finanziaria
  delle famiglie italiane come risposta alle accuse di avere finanze statali
  sfiancate. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||