|     La Repubblica 28-5-2008   Fannulloni, rischiano il posto anche
  i medici compiacenti Il
  ministro Brunetta consegna oggi il piano industriale per la pubblica
  amministrazione. Previste punizioni anche per i sanitari pubblici che firmano
  certificati falsi. Di Luisa Grion
   ROMA - Il piano industriale che, nelle intenzioni del
  ministro Renato Brunetta dovrà a rivoluzionare la pubblica
  amministrazione, sarà consegnato questo pomeriggio ai sindacati e alle
  parti sociali. Si tratta come annunciato dal ministro stesso di un mix di
  "bastone e carota", punizione e licenziamenti per i
  "fannulloni", premi e incentivi legati al merito per dipendenti
  pubblici che raggiungono gli standard di produttività.
 
 Salari differenziati, dunque, e più poteri ai dirigenti cui
  sarà fornito l'elenco degli obiettivi da raggiungere. La formula
  scelta è quella di una legge delega che, da qui alla fine dell'anno
  sarà riempita di contenuti attraverso una serie di decreti
  legislativi, ma secondo una prima bozza anticipata da Italia Oggi, due
  sarebbero le principali novità introdotte: la prima riguarda la licenziabilità dei medici
  "complici", la seconda la possibilità per lo Stato di
  non riassumere il dipendente licenziato pur se definitivamente assolto dai
  gradi di giudizio.
 
 Per quanto riguarda la sanità "complice", nel mirino
  finirebbero i medici pubblici che firmano certificati di malattia
  falsi: se accertato che lo statale stava bene, a perdere il posto
  saranno in due, lui stesso e il suo medico. Un'impostazione che, se
  confermata, solleverà la protesta della categoria: "Non fate
  violenza ai nostri compiti - dice Amedeo Bianco della Fnomceo (la federazione degli ordini dei
  medici) - noi dobbiamo pensare alla salute e al benessere del paziente".
 
 La seconda novità prevede invece che una volta licenziato, anche se il
  dipendente pubblico è reintegrato dal giudice, non vi sia l'obbligo
  per la pubblica amministrazione di riassumerlo: potrà decidere di
  liquidarlo riconoscendogli un risarcimento del danno. L'idea del ministro
  resta quella di introdurre, attraverso controlli e valutazioni, il concetto
  di "mercato" nel settore pubblico. Le differenze fra pubblico e
  privato sono legate, secondo Brunetta, alla mancanza di regole.
 
 
 A proposito di divergenze una la segnala l'Istat: le buste paga del pubblico
  impiego, nell'ultimo anno, sono riuscite a recuperare l'inflazione meglio di
  quelle di molti settori del privato. Il costo della vita, ad aprile 2008
  rispetto all'aprile 2007 è aumentato del 3,3 per cento; le media delle
  retribuzioni ha recuperato il 2,8; gli statali(nella
  media) il 3,3 con punte del 6,2 per i ministeriali. Ciò nonostante
  siano molti i contratti ancora da rinnovare.
 
 Quanto a salari e alla operazione trasparenza -
  avviate sia dall'Agenzia delle Entrate sui redditi degli italiani del 2005,
  che dallo stesso Brunetta su quelli dei suoi dirigenti - impazzano invidie e
  confronti. Lo segnala una ricerca condotta da Gidp,
  l'associazione dei direttori di risorse umane: il 68 per cento degli
  intervistati, infatti, non si sente di escludere a priori che i dipendenti
  chiedano aumenti per raggiungere i redditi più alti riconosciuti ai
  colleghi. E se un 20 per cento nega che possa venire a crearsi una simile
  situazione, quasi il 9 dei direttori interpellati afferma di essere sicuro, a
  poco più di tre settimane dalla pubblicazione dei dati, che presto
  taluni colleghi chiederanno a chi di dovere una revisione delle proprie
  retribuzioni.
 (28 maggio
  2008)
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