| HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO   di Mauro Novelli     (www.mauronovelli.it)     Il PuntO  Documento
  inserito il 15-6-2008 | 
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| Il PuntO n° 137 Comparazione dei prezzi nei paesi UE.  Smantellare i falsi raffronti. AGGIORNAMENTO E INTEGRAZIONE DEL PUNTO N° 133 Tre esempi concreti: benzina, costo di un Conto corrente
  bancario, biglietto della metropolitana  Di Mauro Novelli 
  15-6-2008 Se una mela viene venduta in Italia ed in Germania allo
  stesso prezzo in euro, possiamo dire che al consumatore tedesco comprare una
  mela “costa” quanto a quello italiano? Nominalmente si, ma forse dovremmo comparare i redditi
  (primo accomodamento): se il tedesco guadagna il doppio dell’italiano, il
  costo effettivo della mela risulterà per lui dimezzato.  Questa valutazione è però “a parità
  di altre condizioni”, nell’ipotesi teorica, cioè, che tutti gli altri
  beni e servizi abbiano lo stesso prezzo in Italia ed in Germania. Poiché
  questa coincidenza è esclusivamente teorica, occorrerebbe reimpostare
  (secondo accomodamento) la valutazione pesando i due redditi in funzione dei
  due livelli dei prezzi mercato. Si perviene così a calcolare la
  “capacità di spesa” della retribuzione in Italia ed in Germania.  Questo indice ci permette di comparare meglio la
  “penosità” dell’acquisto di una mela nei due paesi.  In sintesi, nei confronti internazionali in materia di
  prezzi, si tende a valutare il dato nominale espresso in euro del prezzo di
  un bene o di un paniere di beni. Ma un dato simile è del tutto
  inutilizzabile perché non fornisce il peso effettivo sul reddito di un
  automobilista del costo di un litro di benzina. Occorre quindi, in prima
  battuta, “pesare” il prezzo di un bene in rapporto al reddito medio dei
  cittadino dei due paesi presi in considerazione e, per giungere ad una
  comparazione congrua, “pesare” anche in funzione del livello dei prezzi
  vigente nel singolo paese. PRIMA
  APPROSSIMAZIONE, COMUNQUE GROSSOLANA (SULLO STIPENDIO NOMINALE) Volendo quindi valutare i prezzi nostrani con quelli dei
  partner europei più importanti possiamo porre pari a 100 il nostro
  reddito da lavoro dipendente medio e vedere come si colloca rispetto a quello
  rilevato negli altri paesi. Elaborando i dati della tabella relativa agli stipendi
  medi lordi del 2006 nell’Industria e nei Servizi ricavata da Eurostat,  vediamo quindi che, fatto 100 lo stipendio
  italico, gli Spagnoli guadagnano 82, i Francesi guadagnano 113, i Tedeschi
  134, gli Inglesi 150, i Danesi 162. Ecco i dati UE ai quali si aggiungono quelli della
  Norvegia. TAB. 1 Stipendi in Europa. Anno 2006 Reddito medio lordo in Euro nell’Industria e nei Servizi Fonte Eurostat (Elaborazioni M.Novelli) 
 Con questo primo accomodamento, possiamo dire che se un
  litro di benzina (per continuare con un esempio teorico) viene venduto allo
  stesso prezzo di 1,4 euro in Italia, Germania e Gran Bretagna, per i
  cittadini di quei paesi - a parità di altre condizioni - il bene non
  “costa” allo stesso modo.  Perché si possa comparare la penosità finanziaria
  di un litro di benzina tra i cittadini di vari paesi – ripetiamo, a
  parità di altre condizioni -, occorre rapportarlo al reddito: se in
  Italia (stipendio pari a 100) costa 1,4 euro, in Spagna (stipendio pari a 82)
  lo stesso “impegno” si avrebbe ad 1,15 euro; in Francia (stipendio pari a
  113) dovrebbe costare 1,58 euro; in Germania (stipendio pari a 134) dovrebbe
  costare 1,88; in Gran Bretagna (stipendio apri a 150) dovrebbe  essere di 2,1 euro. SECONDA
  APPROSSIMAZIONE (più significativa ed utile): LA CAPACITA’ DI SPESA Ma l’approssimazione appena illustrata è solo di
  scuola: sarebbe “veritiera” e, quindi, utilizzabile se e solo se tutte le
  altre condizioni di mercato (il livello di prezzi di uno specifico paniere,
  ad esempio) fossero identiche nei paesi monitorati. Poiché così non
  è, occorre un ulteriore accomodamento: l’espressione del livello di
  reddito deve essere accomodata inserendo nella valutazione la variabile
  relativa al livello medio dei prezzi nei singoli paesi. Occorre, in altri
  termini, trasformare lo “stipendio nominale” 
  in “capacità di spesa” (Purchasing Power Standards, PPS) indice
  che, avendo scontato già in sé il livello dei prezzi medi del paese, è
  effettivamente commensurabile.  In soldoni, se lo stipendio medio ed il livello medio dei
  prezzi del paese X sono entrambi doppi rispetto a quelli del paese Y, la
  capacità di spesa nei due paesi sarà uguale. In effetti, Eurostat procede a questa valutazione
  trasformando in PPS non lo stipendio nominale, ma il PIL di ciascuna nazione. E’ comunque un indice indicativo per poter
  significativamente paragonare l’impegno finanziario affrontato dei cittadini
  di vari paesi per l’acquisto di uno stesso prodotto. TAB. 2 GDP
  per capita in Purchasing Power Standards (PPS) (EU-27 = 100) Fonte
  Eurostat 
 
 Consideriamo il PPS previsto da Eurostat dei
  primi 15 paesi della UE, degli USA, del Giappone e della Svizzera.  E’ evidente l’adeguamento ad opera del livello
  dei prezzi medi nella quantificazione dell’indice rispetto alla semplice
  comparazione dei redditi.  Ad esempio, nel 2007, la Gran Bretagna dove lo
  stipendio medio di industria e servizi supera del 50 % quello italiano, ha
  una capacità di spesa di 118,3 contro il nostro 101,7 cioè del
  16,3 per cento più alta. [Infatti, fatto 100 il nostro PPS, in Gran
  Bretagna è di 116,3. Si vedano le tabelle successive). Evidentemente
  il livello medio dei prezzi più alto di quello corrente in Italia e
  tale da mitigare fortemente quel + 50 per cento riscontrato sugli stipendi,
  tanto da posizionare la Capacità di spesa britannica del 16,3 per
  cento in più rispetto alla nostra. TAB. 3 PIL PRO CAPITE ESPRESSO IN CAPACITA’ DI SPESA Primi 15 paesi della UE più USA, Giappone e Svizzera [Fonte Eurostat Febbraio 2008 – Nostre elaborazioni] 
 Per concludere, occorre diffidare dei confronti di prezzi
  internazionali che non vengano filtrati in funzione della  “capacità di spesa”. A nostro avviso, al fine di permettere ai cittadini stime
  sufficientemente attendibili,  le
  autorità europee dovrebbero rendere obbligatoria ogni valutazione in
  termini di capacità di spesa, per chi intenda procedere ad analisi
  comparate dei costi di beni e servizi nella UE. Noi procederemo a raffronti tra paesi EU adottando il
  seguente indice, fino a quando non siano 
  definiti i dati 2008.   Limiteremo le indagini ai primi 15 paesi UE. In tabella sono riportati anche gli indici di USA,
  Giappone, Svizzera.  L’ultima  colonna
  riconduce a 100 la Capacità di spesa dell’Italia e permette una
  immediata comparazione percentuale con gli altri paesi considerati: la
  Francia è a +9,1 %, la Germania a + 12,5 %, la Gran Bretagna a 16,3 %. TAB. 4 PIL PRO CAPITE ESPRESSO IN CAPACITA’ DI SPESA Primi 15 paesi della UE più USA, Giappone e Svizzera Ultima colonna: riconduzione a 100 della Capacità
  dell’Italia 
 Il Foglio di calcolo elaborato da Mario Giuseppe
  Varrenti Mario Giuseppe Varrenti, laureando in Scienze politiche
  (Roma La Sapienza), ha elaborato un
  modello in grado di
  ottenere istantaneamente la comparazione dei prezzi. Occorre inserire per i
  vari paesi sia il PPS per l’anno da elaborare 
  che il prezzo di un bene specifico . PRIMO CASO
  CONCRETO: COMPARAZIONE DEI PREZZI DELLA BANZINA.  Dalla rilevazione del Ministero dello Sviluppo Economico del
  9 giugno 2008, ricaviamo i prezzi nei 15 paesi considerati (seconda colonna). Il modello di Mario Varrenti ci permette di pervenire con
  facilità a due serie di dati: 1)    
  TAB. 5. Quanto dovrebbe costare la
  benzina nei vari paesi per far sì che gli automobilisti di quei paesi
  sopportino lo stesso impegno finanziario (definito “penosità”)
  gravante sull’automobilista italiano che paga 1,503 euro per un litro di
  carburante. Ad esempio, in Germania, dove la benzina costa poco meno
  di mezzo centesimo rispetto al nostro mercato (1,505 contro i nostri 1,503
  euro), tanto che – anche in confronti che vorrebbero essere dotti - si tende
  ad equiparare i due valori, 
  l’uguaglianza è solo nominale. Infatti, vista la Capacità
  di spesa maggiore in Germania del 12,5 per cento (114,4 contro la nostra
  101,7), il litro alla pompa ha un prezzo che impegna molto meno
  l’automobilista tedesco. Perché costui avverta la stessa penosità
  affrontata dal nostro, in Germania la benzina dovrebbe costare 1,69 euro,
  cioè 19 centesimi oltre il prezzo nominalmente uguale al nostro.
  Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei prezzi
  in Italia ed in Germania) il prezzo del nostro litro di 1,503 euro è
  pari a quello del litro tedesco solo se questo costa 1,690 euro. Allo stesso modo, non possiamo dire che in  Austria un litro costi solo 16 centesimi
  meno che da noi (1,341 contro 1,503), perché quel paese ha una  Capacità di spesa superiore del 26
  per cento rispetto alla nostra (128,2 contro 101,7). Per poter equiparare i due
  livelli di prezzo, in termini di penosità, il litro austriaco dovrebbe
  costare 55,3 centesimi in più, cioè 1,894 contro il nominale
  1,341. Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei
  prezzi in Italia ed in Austria) il prezzo del nostro litro di 1,503 euro
  è pari a quello del litro austriaco solo se questo costa 1,690 euro. Eclatante il dato del Lussemburgo. Il litro costa 1,310
  euro, solo 19 centesimi nominali in meno rispetto alle nostre pompe.
  Valutando però la Capacità di spesa del Lussemburgo, superiore
  alla nostra del 175,6 per cento  (280,3
  contro 101,7), perché un lussemburghese abbia il nostro stesso impegno
  finanziario nell’acquisto della benzina, le loro pompe dovrebbero portare il
  litro a ben  4,14 euro. Possiamo quindi
  affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei prezzi in Italia ed in
  Lussemburgo) il prezzo del nostro litro di 1,503 euro è pari a quello
  del litro lussemburghese solo se questo costa 1,690 euro TAB. 5 Per sopportare la stessa
  "penosità" affrontata in Italia, l’automobilista del paese X
  dovrebbe pagare…. 
 * Olanda:
  Per la benzina, il diagramma del Ministero dello Sviluppo, ha un limite di
  1,600 euro/litro. Il prezzo olandese è superiore a tale tetto, ma non
  definibile. 2)    
  TAB. 6. Quanto dovrebbe costare la
  benzina in Italia per far sì che i nostri automobilisti sopportino lo
  stesso impegno finanziario (“penosità”) gravante sugli automobilisti
  degli altri paesi. Per continuare con gli esempi precedenti,  in Germania la benzina costa poco meno di
  mezzo centesimo rispetto al nostro mercato (1,505 contro i nostri 1,503 euro.
  Vista la Capacità di spesa maggiore in Germania del 12,5 per cento
  (114,4 contro la nostra 101,7), il litro alla pompa ha un prezzo che impegna
  molto più l’automobilista italiano, pur a parità di prezzo
  nominale. Perché costui avverta la stessa penosità affrontata dal
  tedesco, in Italia la benzina dovrebbe costare 1,337 euro, cioè 16,6
  centesimi in meno. Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni ed il
  livello dei prezzi in Italia ed in Germania) il prezzo del litro tedesco di
  1,505 euro è pari a quello del litro italiano solo se le nostre pompe
  diminuissero il prezzo a 1,337 euro. Allo stesso modo, non possiamo dire che in  Austria un litro costi solo 16 centesimi
  meno che da noi (1,341 contro 1,503), perché quel paese ha una  Capacità di spesa superiore del 26
  per cento rispetto alla nostra (128,2 contro 101,7). Per poter equiparare i
  due livelli di prezzo, in termini di penosità, il litro italiano
  dovrebbe diminuire di  44 centesimi,
  cioè passare a 1,063 contro il nominale 1,503. Possiamo quindi
  affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei prezzi in Italia ed in
  Austria) il prezzo del litro austriaco di 1,341 euro è pari a quello
  del litro italiano  solo se le nostre
  pompe diminuissero il prezzo a 1,063 euro. Eclatante, anche in questo calcolo, il dato del
  Lussemburgo dove un litro costa 1,310 euro, solo 19 centesimi nominali in
  meno rispetto alle nostre pompe. Valutando però la Capacità di
  spesa del Lussemburgo, superiore alla nostra del 175,6 per cento  (280,3 contro 101,7), perché un italiano
  abbia lo stesso impegno finanziario di un lussemburghese nell’acquisto della
  benzina, le nostre  pompe dovrebbero
  diminuire il prezzo di un litro a 0,475, cioè a meno di mezzo euro.
  Possiamo quindi affermare che (viste le retribuzioni ed il livello dei prezzi
  in Italia ed in Lussemburgo) il prezzo del litro lussemburghese di 1,310 euro
  è pari a quello del litro italiano 
  solo se se le nostre pompe diminuissero il prezzo a 0,475 euro per un
  litro. TAB. 6 Per sopportare la stessa "penosità" affrontata nel paese
  X, l’automobilista italiano dovrebbe pagare…. 
 * Olanda: Per la benzina, il diagramma del Ministero dello
  Sviluppo, ha un limite di 1,600 euro/litro. Il prezzo olandese è
  superiore a tale tetto, ma non definibile. Solo il Portogallo (dei 15 paesi considerati) sta peggio di
  noi. Per affrontare la stessa penosità di un automobilista italiano, i
  portoghesi dovrebbero vedersi abbassare il prezzo da  SECONDO CASO
  CONCRETO: COMPARAZIONE DEI COSTI ANNUI 
  2006  DI UN CONTO CORRENTE
  BANCARIO Commentiamo solo il caso più eclatante. In Gran
  Bretagna un conto corrente costa 16 euro (fonte ABI). Per affrontare la
  stessa penosità di un correntista italiano, in Gran Bretagna i costi
  di un C/C dovrebbero essere non 16 euro (quanto paga effettivamente un
  inglese) ma 151,8 euro. Parallelamente per avere lo stesso impegno
  finanziario di un correntista  inglese,
  in Italia un conto corrente dovrebbe costare non 133 (quanto paga
  effettivamente un cliente bancario nostrano) ma 14 euro. 
 (*) Dati forniti dall’ABI all’Antitrust per
  l’indagine effettuata nel 2007 dall’Autorità della concorrenza e del
  Mercato, che ha invece definito in 182 euro il costo di un conto corrente
  bancario in Italia.  TERZO CASO
  CONCRETO: IL COSTO DI UN BIGLIETTO DELLA METROPOLITANA Quando si dice che a Londra il biglietto del metrò
  (2,2 euro – 1,50 sterline) costa quasi due 
  volte e mezzo in più di quello che costa a Roma o Milano (1
  euro)  si dice manifestamente il falso.
  Riportandolo alla reale Capacità di spesa, è come se costasse
  1,16 euro (quindi solo il 16 per cento in più). Stesso calcolo quando
  si dice che a Berlino il metrò 
  costa il doppio (2,1 euro) rispetto a Roma e Milano: in effetti
  è come se il biglietto berlinese costasse 1,12 euro (12 per cento in
  più).   
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