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INSERITO IL  4-7-2011

 

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Nuova imposta di bollo variabile per la custodia titoli. Forse conviene collocare i risparmi su quei conti che danno un interesse accettabile.

 

Di Mauro Novelli    4-7-2011

 

 

 

Un governo impossibilitato a governare per mancanza di autorevolezza deve necessariamente passare il carico fiscale dalle imposte dirette (evase massicciamente) a quelle indirette. Con le imposte indirette si evitano elusioni ed evasioni, ma si attrezza uno strumento altamente ingiusto: al di là del dettato costituzionale della progressività delle imposte, l’imposta indiretta verrà ad incidere in egual misura sia sulle finanze del poveraccio che su quelle del paperone.

 

Finora, il bollo  sull’invio dell’estratto conto titoli imposto al servizio bancario di custodia titoli (di pertinenza dello stato), era equiparato a quello imposto sull’invio dell’estratto del conto corrente: 34.20 euro annui per entrambi i servizi. Fu introdotto per aiutare i piemontesi dopo i disastri dell’alluvione. Tremonti impone oggi una imposta indiretta che porta il bollo per la custodia titoli a 120 (10 mensili) per quello annuale (+ 250,9 per cento); dal 2013, poi, per importi sotto i 50mila euro di titoli a custodia, si passa a 150 euro l’anno (12,50 per cento mensili) e, sempre dal 2013, per portafogli superiori a 50mila euro di consistenza, a 380 euro l’anno (31,66 euro al mese).

 

Ricordate la Robin tax che tre anni fa Tremonti voleva imporre a banche ed assicurazioni? Non solo è stata accantonata presciolosamente, ma è oggi ricicciata a carico dei clienti bancari.

 

Che non sia il caso di tornare a tenersi liquidi e passare i risparmi sui conti che danno un tasso accettabile? Visto l’andazzo politico-finanziario ed i chiari di luna presenti e venturi, l’idea va attentamente ponderata.