PRIVILEGIA NE IRROGANTO           di Mauro Novelli               BIBLIOTECA


 

 

L A    C A R B O N E R I A

 

Di D. Failli

 

 

Indice

 

LE SOCIETÀ SEGRETE. 2

LA MASSONERIA. 2

LA CARBONERIA. 2

ALTRE ASSOCIAZIONI SEGRETE. 3

INTRODUZIONE. 5

LE SOCIETA’ SEGRETE. 5

OSCURE ORIGINI DELLA CARBONERIA. 6

I GRADI CARBONARI 9

LO STATUTO: 10

TESTIMONIANZE:  UN GIOVANE ADERISCE ALLA CARBONERIA. 11

CARBONERIA: DAGLI IDEALI ALLE RIFORME POLITICHE DEI MOTI CARBONARI IN EMILIA DEL 1831. 11

RITUALE DELLA CARBONERIA DA ANTICHI MANOSCRITTI PARTENOPEI 13

GRADO I° RITUALE DI APERTURA DEI LAVORI 13

In grado di apprendente Carbonaro. 13

INIZIAZIONE CARBONARA. 14

( PRONUNCIA IL GIURAMENTO IN GINOCCHIA ) 15

TERMINE DEI LAVORI 16

CATECHISMO. 16

SPIEGAZIONE DEL QUADRO SIMBOLICO. 18

IL GIURAMENTO DEL CARBONARO. 19

CONCLUSIONI 19

 

 

 


LE SOCIETÀ SEGRETE

 

Dopo il 1815 agli intellettuali e ai borghesi seguaci delle nuove idee non restava, contro la severa persecuzione degli organi di polizia, che la cospirazione nell'ambito delle società segrete. Molte di esse, per la verità esistevano già prima del 1815, ma solo in seguito ebbero una grande diffusione: il clima di Restaurazione costituì infatti un terreno adatto per la congiura, in quanto coloro che intendevano battersi per una società di cittadini liberi erano costretti a riunirsi di nascosto per evitare di essere scoperti e perseguitati. Le società segrete, che ebbero maggiore fortuna, furono la Massoneria e la Carboneria.

 

LA MASSONERIA

Misteriose e antichissime sono le origine della Massoneria, la cui denominazione originale in italiano è Libera Muratoria (in francese Franc-Maçon). Le origini più probabili ci riportano alle corporazioni dei maestri comacini, dei costruttori di cattedrali, alle associazioni artigiane gerarchicamente strutturate (apprendista, compagno, maestro), che conservano gelosamente i segreti del mestiere. Fra le varie associazioni medievali, fra quelle meglio organizzate era senza dubbio quella dei muratori. Essa sopravvisse soprattutto in Inghilterra, dove, com'era d'uso, entrarono a far parte dell'associazione anche membri estranei all'arte muratoria, soprattutto nobili ed intellettuali, la cui presenza era "accettata" e gradita per la protezione, il prestigio e gli aiuti che potevano fornire alla corporazione. Col tempo, nel generale decadere delle corporazioni artigiane, i "liberi muratori accettati" finirono per prevalere anche come numero su quelli esercitanti il mestiere.

Le riunioni si svolgevano nella "loggia", la capanna in cui si riunivano gli operai e i tecnici, ma nel 1717, a Londra, quattro di queste logge si fusero insieme, dando vita alla Grande Loggia di Londra e abbandonando definitivamente ogni carattere di associazione di mestiere. Da questo momento la Libera Muratoria da operativa si trasformò in speculativa, assumendo l'aspetto di un'associazione chiusa e segreta, praticante determinate attività, anche civili e sociali.

La caratteristica ideologica, in questa prima fase, consistette in una comune e aperta professione di fede cristiana. Della vecchia associazione di mestiere furono conservate le caratteristiche dei tre gradi di apprendista, compagno e maestro e il rituale mantenne il simbolismo delle antiche confraternite; la trasformazione del profano venne descritta come la trasformazione della "pietra grezza" in "pietra cubica"; tra i vari simboli figurò il martello, insegna del maestro venerabile che presiedeva le riunioni e le cerimonie della loggia.

In Italia la setta si diffuse dal 1730, a Roma, a Firenze, a Venezia, a Milano e in altre città ancora. Ma in Italia, e in generale nei paesi cattolici, la Massoneria dovette affrontare l'avversione della Chiesa, che non ammetteva deviazione dai suoi dogmi e fulminò contro la società una serie di scomuniche periodicamente rinnovate.

Nella seconda metà del '700 la Massoneria era conosciuta in tutto il continente europeo e divenne così strumento di diffusione delle idee illuministe. In Italia, durante gli anni della restaurazione e delle cospirazioni risorgimentali, la Massoneria fu quasi del tutto assente ma è assai probabile che fossero derivazioni e filiazioni della Massoneria le società segrete (come quella dei carbonari e degli adelfi) che s'impegnarono nella lotta per l'indipendenza e la libertà. Di sicuro gli iscritti a queste sette patriottiche erano, nella quasi totalità dei casi, affiliati anche alla Libera Muratoria.

Negli anni successivi ed immediatamente precedenti all'Unità, molti uomini politici e soprattutto capi del movimento democratico italiano diedero la loro adesione alla Massoneria: basti fare i nomi di Crispi e Garibaldi. Nella seconda metà del seccolo XIX, negli stati cattolici, e prevalentemente in Italia e in Francia, la Massoneria assunse un decisivo carattere materialista, democratico e anticlericale.

 

LA CARBONERIA

Nel regno di Napoli, intorno al 1810, alcuni ufficiali francesi dell'esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria e dettero vita ad un'altra associazione segreta di tipo settario: la Carboneria. Diffusasi rapidamente nel resto d'Italia, in Francia e in Spagna, fu la principale causa di inquietudine dei governi fino al 1830 e la più importante fra le varie organizzazioni dello stesso tipo che nacquero allora.

Le radici della Carboneria napoletana vanno ricercate fuori dalla penisola italiana e precisamente in Francia. Risale alla seconda metà del 1700 l'esistenza dei Charbonniers (Società dei Buoni Cugini), strumento operativo e reazionario della più famosa Filadelphia. E' molto probabile che alcuni Filadelfi francesi, venuti nel Regno di Napoli, come funzionari o ufficiali dell'esercito, ed incontratisi con gli oppositori del regime in nome dei princìpi giacobini, abbiano suggerito l'idea dei Charbonniers. E' probabile che fra i Filadelfi vi fosse Joseph Briot, ex seguace di Babeuf e sono in molti ad attribuire la paternità della Carboneria a Briot e Babeuf. Una volta organizzatisi questi Carbonari napoletani, strinsero relazioni con gli inglesi per ricevere aiuti economici nella lotta contro il dominio di Murat e del Bonaparte. Sebbene la denominazione provenga dalla Francia e gli aiuti economici dall'Inghilterra, è chiaro che le origini della Carboneria siano da ricercarsi nel movimento giacobino napoletano (che a sua volta deriva dai massoni illuminati).

I membri della Carboneria erano soprattutto ufficiali, aristocratici, intellettuali, membri della borghesia illuminata e liberale. La struttura era regolata rigidamente dall'alto, il comportamento doveva essere ispirato alle regole della massima segretezza. Sia per ragioni di segretezza sia per il gusto del travestimento e del vocabolario cifrato, si fece ricorso a nomi ed espressioni tipici di uno dei più antichi e miseri mestieri del popolo: appunto quello dei carbonari . Un mestiere come quello dei carbonari si prestava d'altronde abbastanza bene: chi lo praticava doveva spostarsi continuamente dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di un'attività piuttosto diffusa, soprattutto nel meridione d'Italia. Ecco dunque i cospiratori politici camuffarsi da carbonari.

La loro organizzazione è diretta dal centro, da una "grande vendita" di cui fanno parte pochi membri. Gli ordini vengono trasmessi da questa a varie "baracche" o "vendite locali", composte di venti affiliati, detti anche "cugini". I "cugini", all'atto della loro entrata nella Carboneria, sono detti "apprendisti" e conoscono solo in parte la struttura e gli scopi dell'organizzazione. Dopo un periodo di prova, entrano a far parte del grado superiore, diventando "maestri" (anche questi termini derivano dall'organizzazione corporativa del lavoro di origine medievale).

Nella Carboneria vige il gradualismo (già presente nella loggia illuminata), per cui il programma dell'associazione veniva rivelato solo gradualmente all'adepto via via che dai superiori era ritenuto degno di essere iniziato ai segreti. Questa gradualità non era dovuta solamente alla necessità di mantenere la segretezza ma aveva principlamente una funzione di iniziazione pedagogica. Di solito la Carboneria era divisa in tre gradi: apprendista, maestro e gran maestro.

Nel primo grado si professava genericamente alcuni princìpi umanitari, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale. Nel secondo si parlava di costituzione, d'indipendenza e di libertà. Nel terzo si proclamava l'aspirazione a creare una repubblica ed un regime di eguaglianza sociale, che comportasse la spartizione delle terra e la promulgazione della legge agraria.

Il loro obiettivo era, in generale, la conquista di una costituzione; ma nell'Italia settentrionale - il Lombardo-Veneto - si lottava anche per la conquista dell'indipendenza dalla dominazione austriaca; nello Stato Pontificio si chiedeva, invece, un governo laico dopo tanti anni di malgoverno ecclesiastico; i carbonari della Sicilia esigevano che l'isola diventasse uno Stato separato da quello di Napoli contrariamente a quelli di Napoli che volevano tenerla unita al regno.

La Carboneria aveva due grandi difetti: la mancanza di un'organizzazione centrale, capace appunto di collegare fra loro le diverse iniziative regionali secondo criteri unitari e organici e il carattere misterioso dell'associazione i cui membri ignoravano talora persino i programmi e l'identità dei loro capi e dovevano spesso sottoporsi a riti strani ed incomprensibili. Inoltre, l'origine degli associati faceva della Carboneria un'associazione troppo chiusa e ristretta per poter formulare vasti programmi a carattere nazionale. L'assenza delle classi popolari fu infatti una delle principali cause degli insuccessi, ai quali fra il 1821 e il 1831 andarono incontro i moti carbonari in Italia.

 

ALTRE ASSOCIAZIONI SEGRETE

La Carboneria fu la più importante e diffusa fra le sette italiane ed europee dell'epoca; ma non fu la sola. Altre nacquero dalla incessante attività di un rivoluzionario di professione: Filippo Buonarroti. Caratteristica delle sette da lui create e organizzate era l'esistenza di un terzo livello rispetto ai due già preesistenti nella Carboneria. Al terzo livello di iniziazione arrivavano solo pochissimi, i più fidati e preparati, i quali erano anche i soli a sapere che, obiettivi ultimi dell'organizzazione, oltre alla conquista della costituzione (1° livello) e della forma repubblicana di governo (2° livello), erano l'uguaglianza sociale e la comunità dei beni, da raggiungere per mezzo di una legge agraria che mettesse in comune il godimento dei beni e la proprietà delle terre.

Tutta Europa conobbe allora forme di organizzazione e di lotta politica di questo tipo: in Russia, le due Società detta l'una del Nord e l'altra del Sud; in Francia, la Carboneria, gli Adelfi e i Filadelfi; in Grecia la Eteria; in Spagna, i Carbonari, i Massoni, i Comuneros. Queste associazioni operavano in segreto ma avevano tra di loro contatti e canali di comunicazione. Potevano così organizzare moti e insurrezioni contemporaneamente in diversi stati come avvenne nel 1820.

Non c'erano solo sette organizzate per affermare nella società le idee liberali e quelle democratiche radicali. Anche coloro che volevano combattere fino in fondo le conseguenze della Rivoluzione francese e dell'Illuminismo si organizzarono in società segrete. Già in Francia, negli anni della Rivoluzione, c'erano state organizzazioni di questo genere. Anche in Italia si diffusero negli anni della Restaurazione società segrete dello stesso genere. Si conoscono vari nomi: i Calderari, che operavano nel Regno delle Due Sicilie, le Amicizie Cristiane, di ispirazione cattolico-rivoluzionaria, i Cavalieri della Fede attivi in Francia. A differenza delle sette rivoluzionarie quelle reazionarie si servirono del segreto solo per combattere meglio i progressi delle idee liberali e democratiche nella società; esse lavoravano al servizio della polizia, del clero e dei governi e ne ottennero mezzi e protezione.


"LA CARBONERIA"

DALLO SCISMA INTERNO DELLA MASSONERIA 

        

 

di Daniele Failli

 

INTRODUZIONE

Dal Congresso di Vienna la politica dei governi restaurati fu apertamente reazionaria. Reazione significa il ritorno all'antico regime, all'assolutismo monarchico e al sistema dei privilegi, schiacciando ogni sentimento liberale e nazionale, e la difesa dei soprusi di una minoranza contro i diritti di tutti i cittadini. La politica adottata dai monarchi non permetteva alcuna manifestazione di libertà. I popoli sono sudditi di sovrani investiti della suprema autorità da Dio. Le libertà di pensiero, di opinione, di stampa, di associazione e di riunione non sono permesse, perché dannose all’autorità costituita e quindi a tutta la società. Le leggi napoleoniche sono in molti Stati, abrogate e i privilegi dei nobili e del clero ripristinati. I sovrani si attorniano di ministri retrivi, di uomini faziosi e di intelletto ristretto, incapaci di capire il nuovo corso storico. I sovrani avevano dalla loro parte molti aristocratici, la maggioranza dei funzionari pubblici, le forze di polizia e tutta la gente interessata a mantenere l’ordine costituito, "i conservatori". L’assolutismo viene inoltre favorito dall’indifferenza delle masse, ignoranti, povere e rassegnate. Gli innovatori sono un’esigua minoranza, scrittori, studenti, avvocati, giuristi, vecchi giacobini, ecc., ma hanno sui loro avversari l’immenso vantaggio che deriva dalla cultura, dalla preparazione, dalla capacità d’iniziativa e dall’entusiastica fede in un ideale. Con il congresso di Vienna (novembre 1814 - Giugno 1815) il territorio italiano venne diviso nei seguenti dieci Stati:

·         Regno di Sardegna sotto Vittorio Emanuele I di Savoia (formato dagli antichi possedimenti sabaudi ed ingrandito con il territorio della soppressa Repubblica di Genova - Savoia, Piemonte, Nizza, Liguria e Sardegna);

·         Regno Lombardo Veneto, sotto l'Imperatore d'Austria costituito dagli antichi Ducati di Milano e di Mantova e dalle province venete (Lombardia e Veneto) con Trento, l'Istria, Trieste e il litorale dalmata.

·         Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla sotto Maria Luisa d'Austria;

·         Ducato di Modena, Reggio e Mirandola sotto Francesco IV di Ausburgo-Este cugino dell'Imperatore dell'Austria;

·         Granducato di Toscana, sotto Ferdinando III di Asburgo-Lorena;

·         Ducato di Massa e Carrara, affidato a Maria Beatrice d'Este, madre di Francesco IV, con il patto che alla sua morte, doveva essere riunito ai dominii del figlio;

·         Ducato di Lucca, assegnato a Maria Luigi di Borbone. Tornati i Borboni a Parma, Lucca sarebbe stata aggregata al Granducato di Toscana;

·         Repubblica di San Marino;

·         Stato Pontificio sotto il Papa Pio VII (Lazio, Marche, Umbria e parte dell'Emilia, ma con il presidio austriaco su Ferrara e Comacchio);

·         Regno delle Due Sicilie, sotto Ferdinando IV di Borbone (Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia);

·         Principato di Monaco.

 

LE SOCIETA’ SEGRETE

Nel periodo della restaurazione ogni movimento politico innovatore trovava ostacoli insormontabili nelle disposizioni di legge e nelle persecuzioni della polizia. I liberali e patrioti che desideravano istituzioni civili e giuridiche più adeguate ai tempi erano perciò costretti a riunirsi di nascosto creando numerose società segrete atte a cospirare e a preparare la rivoluzione contro i sovrani. Le più importanti furono: la Carboneria, i Patrioti europei, i Filadelfi e la Massoneria. Quest'ultima si può ritenere la madre di tutte le sette fiorite nei secoli XVIII e XIX. E’ la prima società segreta. I Massoni credono in Dio, "Grande Architetto Dell’Universo", ma negano i dogmi della Trinità e dell’Incarnazione ed avversano il cattolicesimo e il clero. Vogliono favorire il progresso, condividono le idee dell’Illuminismo ed intendono promuovere la libertà e l’uguaglianza degli uomini. Si piegano poi dinanzi al dispotismo napoleonico. Sotto l’impero Napoleonico la Massoneria si riorganizzò e rafforzò le sue file, diventando uno strumento di governo. Caduto l’impero Napoleonico le logge si sciolsero e quelle che rimasero non ebbero più seria importanza politica. Molti affiliati, che non approvarono l’atteggiamento dei capi, si divisero dalla Massoneria e fondarono nuove sette. Esse erano diffuse soprattutto in mezzo alla classe borghese. La società più importante che primeggiò fra le sette fu la Carboneria. Società segreta, politica, liberale e patriottica che fiorì in Italia durante il periodo della Restaurazione e fu molto attiva durante il Risorgimento.

OSCURE ORIGINI DELLA CARBONERIA

Non è stato ancora possibile stabilire, con precisione, dove, come e quando sorgesse la Carboneria, né si potrà forse mai, visto le discrepanze delle più autorevoli fonti storiche oggi note. Il capitolo sulle società segrete di Paolo Giudici riporta che secondo lo storico Giuseppe Ricciardi le origini della Carboneria sono persino poste nel XI secolo. Lo storico scrive: "Credesi fondatore di essa un Teobaldo, detto poi Santo, e meritevole di essere esaltato, siccome quegli che moriva da martire. Nacque in Francia Teobaldo nel 1017 nella città di Provins. Fattosi prete in Italia, si ritrasse, indi a poco, in Svezia, provincia germanica, ove dicesi nata la setta, alla quale, morto Teobaldo, non vennero meno le forze, ma invece, si accostarono uomini di ogni ceto. Un catechismo, in forma di dialogo, fu compilato sin da quei tempi e, ad accrescere il numero dei proseliti, in un’età di profonda superstizione, ogni cosa fu involta fra le dottrine e le pratiche del Cattolicismo; ma ciò che fa la Carboneria degna di nota, anzi di somma lode, fin dai suoi principi fu questo, che ad essere accolto nel di lei seno condizione primaria ed indispensabile era una vita incontaminata. I buoni cugini, come si chiamavano fin da allora i Carbonari, eran tenuti strettissimamente ad esercitare l’ospitabilità non solo verso i loro consettari, ma a pro di chiunque loro apparisse perseguitato dalla fortuna, col dargli oltre il letto il mangiare e il bere, cinque soldi ed un paio di scarpe. Ben presto le foreste della Germania, della Franca Contea, dell’Ardesia, del Giuria furono piene di Carbonari, denominati così dalla professione esercitata dal maggior numero de’ proseliti della setta, e le loro riunioni assunsero il nome di Vendite. A costituire le quali bastavano tre buoni cugini, undici a farle perfette. Affidabili e caritativi, in tempi tutt’altro che caritativi ed affabili, i Carbonari facevansi voler bene e rispettare da tutti. E la setta durò in questi termini fino agli ultimi anni del secolo scorso, cioè allo scoppiare della rivoluzione francese. La quale commoveva siffattamente i popoli tutti d’Europa che ogni più piccola associazione si mutava issofatto in politica: una tale trasformazione, che fu subita anche dalla Carboneria, ebbe luogo segnatamente in Italia, e in specie nel regno di Napoli, dove alcun ramo della setta esisteva da lungo tempo, anzi forse dal tempo in cui dominò quivi la dinastia degli Svevi".

Altri scrittori affermano l’origine straniera della setta. Le testimonianze sono discordi sul luogo di nascita della Carboneria: chi la vuole francese, chi svizzera, chi magari tedesca come propaggine della Tungendbund, chi magari spagnola o polacca, chi italiana. Ma tutto porta a ritenere la nascita della Carboneria nel mezzogiorno visto la grande floridità, e il veloce propagarsi in pochi anni per tutta l'Italia.

Come è noto la Carboneria sorse dal seno della Massoneria, con riti, simboli e formule pressoché uguali e c'è chi sostiene che avesse origine nei monti Abruzzesi. A questo riguardo G. Pansa scrive nella Rivista "I sigilli segreti della Carboneria Abruzzese": "il seme sparso durante l'occupazione francese di Giuseppe Napoleone non fu però seme infecondo, si radicò in Abruzzo la setta della Carboneria, ritenuta generalmente una riforma del massonismo, allo scopo di educare il popolo e di distruggere l'influenza del regime borbonico, che mirò poi al riscatto nazionale ed ebbe la virtù di non cedere alle lusinghe dei napoleonidi, che ne volevano trar vantaggio, e la forza e la costanza di resistere alla violenza di Antonio Capese Minutolo, principe di Canosa (1763-1838), ministro di polizia di Ferdinando I delle Due Sicilie, che voleva annientarla". Il principe di Canosa costituì nel 1813 la setta segreta filoborbonica dei Calderari. Beniamino Costantini sul libro "Carbonari e preti in Abruzzo dal 1798 al 1860" riporta:"la Carboneria sorta con nobili scopi, presto degenerò e le vendite s'inquinarono di spie e di facinorosi. Vi fu anzi un momento, in cui anche Ferdinando IV si fece carbonaro, poi Francesco I di Borbone; però con l'unico intento di apportarvi il disordine e lo sfacelo. E difatti, accresciuto in modo straordinario il numero degli affiliati, furono stampati i catechismi dell'associazione, divulgati i misteri e si giunse persino a vendere i diplomi al migliore offerente. Ma a paralizzare ancor più l'azione della Carboneria, fu dalla moglie di Ferdinando, Maria Carolina, promossa la setta dei "Calderari", detta anche la "Caroliniana", di cui fu organizzatore e capo supremo il principe di Canosa" . Costantini scrive inoltre: La Carboneria prese il nome dal "carbone" il quale purifica l'aria, e, quando arde nelle abitazioni, ne allontana le bestie feroci. "Pulire le bestie dai lupi" significava, infatti, per i nostri carbonari liberare la patria da stranieri e da despoti.

Secondo il P.Dolce il nome di Carbonari, che era così evidentemente connesso ai Charbonniers o ai Fendeurs francesi, sarebbe dovuto "alla eventuale circostanza di essersi uniti i primi settari in un convento di frati detto di S.Carbone"(!). Per il P.Dolce la Carboneria o Lega Nera (come viene chiamata da Lui), è sbocciata nel Mezzogiorno d'Italia durante la spedizione di Russia o poco dopo, come pura diffusione delle Logge massoniche inglesi. Nel rapporto del 1815 il Dolce dice che gli inglesi si giovarono degli Illuminati di Germania per creare oppositori a Napoleone. Con i regnanti e nei popoli suscitarono sentimenti di sdegno contro l'autore del blocco continentale. Dove gli inglesi non trovavano dei monarchi, si rivolsero alle popolazioni per mezzo delle società segrete, e si servirono degli Illuminati che non mancavano anche a Napoli, per organizzare le vendite carboniche. Il Dolce non fu mai stanco di ripetere che il fermento carbonico, sfruttato dai preti e dai Borboni in Sicilia, era principalmente acuito dal machiavellismo britannico, dall'onnipotenza della sterlina, con il richiamo alle costituzioni della Guelfia, concordate nell'ottobre 1813. La Guelfia manifesta in quelle prime costituzioni un odio per Napoleone e la sua dinastia. La Guelfia viene indicata come lo "spiritus rector" della Carboneria, come il sinedrio "d'incogniti superiores" cui la setta subordinata obbediva. L'Illuminismo napoletano era caratterizzato da una rete di logge massoniche, influenti nell'Italia meridionale. Alcune di queste Logge praticavano il rito inglese, altre i rituali templari di stretta osservanza ma nel 1786 diverranno una filiazione degli Illuminati di Baviera ( fonte più importante è il diario del viaggio in Italia del vescovo luterano danese Münter, su istruzione degli Illuminati bavaresi e la corrispondenza successiva con illuminati italiani). Fulvio Bramato nel libro "Napoli Massonica nel Settecento" scrive: "La tendenza al razionalismo politico e culturale si trasformò in vera e propria deviazione dai principi basici della Massoneria, quando alcune logge accolsero e professarono idee nate al di fuori di esse. Alludiamo soprattutto a quelle de "Gli Illuminati di Baviera", un associazione segreta fondata il 1 maggio del 1778 ad Ingolstadt (Baviera) da Adam Weishaupt. Gli scopi del giurista bavarese e dei suoi seguaci erano molto diversi da quelli della Massoneria. Il Weishaupt creò l'Ordine Illuminato con lo scopo di rovesciare e distruggere la società del suo tempo, essendo il principale ostacolo dell'umanità nel tentativo che stava compiendo di tornare alla perfezione primordiale. Dopo un inizio stentato, la setta bavarese riuscì a diffondersi, con la connivenza di alcuni massoni, in una loggia di Monaco e da qui a diffondere il suo messaggio in tutta Europa. Divulgatore in Italia della deviazione "illuminata" della Massoneria fu Friedrich Münter, un giovane e colto pastore luterano".

Altri storici sostengono che intorno al 1810, nel Regno di Napoli, alcuni ufficiali francesi dell'esercito di Murat si staccarono dalla Massoneria dando vita alla Carboneria, un'associazione segreta di tipo settario.

Le origini della Carboneria vanno ricercate in Francia nella seconda metà del 1700 (CHARBONNIERS: società dei BUONI CUGINI), come strumento operativo e reazionario della più famosa Filadelphia. I Filadelfi utilizzavano le forme associative dei bons cousins charbonniers per occultare il progetto politico repubblicano e un progetto militare di congiura antibonapartista, (attuato dal colonnello Oudet che poi fallirà con le due congiure di Malet). Queste forme associative offriranno alla Carboneria il modello organizzativo piramidale delle cellule a cinque membri e del consiglio centrale ,"Alta Vendita", senza comunicazione orizzontale. Alcuni Filadelfi francesi, funzionari e ufficiali massoni arrivati nel Regno di Napoli, insieme alle Logge napoletane illuminate, negli anni 1792-94, daranno vita ad una rete culturale-politica, producendo un'organizzazione di oppositori al regime in nome degli ideali giacobini. L'organizzazione giacobina napoletana era strutturata senza comunicazione orizzontale su quattro livelli: elementari, deputati, elettorali, club centrale. Tra i Filadelfi è probabile che vi fosse Joseph Briot, ex seguace di Babeuf al quale molti storici attribuiscono la nascita della Carboneria. Uno di questi è Oreste Dito, massimo studioso della Carboneria (è l'autore del libro "Massoneria Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento"), che alla fine dell'800, trattando di statuti carbonarici rilevati nei costituti del Maroncelli, (iniziato carbonaro a Napoli nel 1815), affermò la derivazione massonica di essi:"…essendo molto contatto fra le due sette, ed anche perché tra i compilatori degli Statuti Massonici, stampati in Napoli nel 1820, ma che risalgono al 1813, era il Briot, uno degli organizzatori della Carboneria in Italia".

L'organizzazione dei Carbonari napoletani, strinse relazioni con gli inglesi per ricevere aiuti economici nella lotta contro il dominio Murat e del Bonaparte. Nonostante che le radici provengano dalla Francia e gli aiuti economici dall'Inghilterra, la nascita della Carboneria è da ricercarsi nel movimento giacobino napoletano (che a sua volta deriva dai Massoni illuminati). Nella "Rivista Pugliese" del 1897,1904 il De Ninno ha pubblicato un materiale utile per la storia della Carboneria. Secondo lui la Carboneria sarebbe stata una "Massoneria popolare" o meglio anche una "Massoneria trasportata dal campo dell'idea in quello dell'azione"; la Carboneria "meglio rispondeva agli interessi della borghesia", al sentimento d'indipendenza " che nel Napoletano s'era sviluppato sotto i Borboni". La Massoneria era diventata "alquanto barbogia" e "incomprensibile alla grandissima maggioranza", per questo l'abbandono delle Logge, per le Vendite, alle quali molti massoni confluirono (scisma).

La Carboneria si diffuse rapidamente in Italia, specialmente in Romagna, in Francia e in Spagna, e fu la principale causa di inquietudine dei governi fino al 1831. Gli appartenenti alla Carboneria - liberali e patrioti - erano soprattutto ufficiali, nobili, membri della borghesia illuminata e liberale, possidenti, commercianti, soldati, artigiani e intellettuali come scrittori, magistrati, avvocati, professionisti, giuristi, impiegati, studenti, vecchi giacobini, sacerdoti, ecc., che volevano instaurare regimi liberali e lottare per ottenere dai sovrani una Costituzione che sancisse i diritti dei cittadini. Lo scopo comune dei Carbonari era sostituire dappertutto le monarchie assolute con monarchie costituzionali; in Lombardia aspiravano alla liberazione dal dominio austriaco e all’indipendenza, e in Romagna ambivano alla fine del potere temporale dei papi. L'articolo di un giornale clandestino, il QUARAGESIMALE ITALIANO, n.10 del 16 marzo 1819, riporta le riforme alle quali aspiravano ad esempio i Carbonari romagnoli:

Abbiano i principi italiani e i loro ministri in vista le massime principali oramai conosciute e reclamate da ogni nazione: garanzia della libertà civile e personale; tolleranza di tutti i culti ed abolizione dell’inquisizione; uguaglianza di tutti in faccia alla legge e per conseguenza abolizione di ogni privilegio e dei diritti feudali; rappresentanza nazionale liberamente eletta dal popolo, nella emanazione delle leggi e nella votazione delle imposte; libertà di stampa; responsabilità dei ministri e degli impiegati subalterni; persistenza nell’abolizione della tortura; miglioramento della pubblica istruzione; incoraggiamento all’industria nazionale, protezione all’agricoltura; eleggibilità di ogni cittadino a qualunque impiego, carica o dignità, purchè sia capace di sostenerli con decoro ed utile dello Stato.

In contrapposizione alle suddette aspirazioni Carbonare, il Papa Leone XII prima con la Bolla "Quo graviora" del 13 marzo 1823 scomunica la Massoneria, poi con la "Ecclesiam a Jesu Christo fundatam" condanna la Carboneria, contro la quale attua un'attività persecutoria che viene esercitata in Romagna dal Cardinale Agostino Rivarola. Nel 1825 il Papa Leone XII indisse un nuovo Giubileo, quello che in realtà, non si era potuto celebrare nel 1800, viste le vicende legate al periodo napoleonico. Durante l'Anno Santo, nonostante il clima religioso, a Roma venne eseguita la condanna a morte dei Carbonari Angelo Targhini bresciano e del romagnolo Leonida Montanari, ghigliottinati in Piazza del Popolo con l'accusa di cospirazione.

L’organizzazione Carbonara era regolata rigidamente dall’alto, il comportamento era ispirato alle regole della massima segretezza. Gli affiliati tenevano adunanze segretissime e si servivano del vocabolario cifrato, di un gergo per non destare sospetti nella polizia:

 

·         il CARBONE era l’azione che alimentava il fuoco della libertà;

·         la BARACCA il locale dove si adunavano i Soci del Primo Grado;

·         la VENDITA   erano le sezioni locali composte di 20 affiliati (equivale al nome di  Loggia);

·         PAGANI                i loro avversari;

·         un SOLE                un giorno;

·         una LUNA              un mese;

·         VANTAGGI    sono gli applausi;

·         TRONCO                un tavolino;

·         ORDONI                 le file dei Soci (nome forse derivato da Ordini);

·         LUPI            i persecutori della Società;

·         un PEZZO DI FORNELLO    una composizione qualunque;

·         CAMERA D’ONORE          l’unione del secondo grado;

·         MONTAGNA  l’unione al terzo grado;

·         SAN TEOBALDO      il protettore della Società nei suoi due primi gradi;

·         GRAN MAESTRO DELL’UNIVERSO           è il nome che i Carbonari davano alla divinità;

·         REGGENTE             corrisponde al titolo di Venerabile fra i Massoni;

·         PATRIARCA   era il capo, o Gran Maestro, della Società;

·         ASSISTENTE PRIMO e SECONDO   Dignitari corrispondente ai Sorveglianti delle Logge;

·         BATTUTE               sono le Batterie prese dalla Massoneria;

·         LIBERARE LA FORESTA DAI LUPI significava liberare l’Italia dallo straniero e il  mondo dai tiranni.

 

Un misero mestiere del popolo come quello dei carbonari si prestava molto bene come camuffamento per i cospiratori politici, perché chi lo praticava doveva spostarsi di continuo dovunque ci fosse legname da trasformare in carbone. Inoltre si trattava di un’attività piuttosto diffusa in Italia.

Ogni iscritto doveva possedere un fucile, una baionetta, 25 cartucce e versare nella cassa sociale una lira al mese.

L’iniziazione alla Carboneria si compiva, come in tutte le sette, con veri e propri riti che avevano del simbolico, del misterioso e insieme del pauroso . Il Rituale dei Carbonari è derivato dalla Massoneria. Essi chiamano la loro Società L’Ordine Carbonico. Il principio dell’anno è il Primo di marzo che si chiama Primo Sole della Prima Luna. Così gli altri mesi si chiamano: Secondo, Terzo, Quarto, ecc.. Il calendario Carbonico recupera elementi dal calendario giacobino di Romme e dalle feste decadarie, elementi presenti nella stessa simbologia, dei quadri carbonici (sole, luna, sette stelle, ecc.), che corrispondono ai tappeti di Loggia massonici. Nella Carboneria era in vigore il gradualismo, già presente nella Loggia illuminata, quindi il programma dell’associazione veniva svelato solo gradualmente all’adepto dai superiori (quando era ritenuto degno di essere iniziato ai segreti). La Carboneria era divisa in quattro gradi: apprendista, maestro, gran maestro e Grande Eletto (anche questi termini derivano dall’organizzazione corporativa del lavoro medievale dei liberi muratori e dalla Massoneria speculativa). In seguito vi saranno diverse riforme dei rituali e dei gradi, con l'introduzione di altri gradi e con una diversa gerarchia di essi. Nell'Italia meridionale i gradi da quattro arriveranno a nove, questo dovuto anche alle divergenze di programma politico.

I GRADI CARBONARI

I° grado: Apprendista. Il novizio "pagano", smarritosi nel buio della foresta, va a cercare la luce nel Tempio della Virtù, dove con diffidenza viene accolto, quindi spogliato dei metalli e accompagnato nel gabinetto di riflessione, dove viene interrogato sulle ragioni della sua richiesta. In seguito viene condotto a fare i tre viaggi simbolici, sottoposto a prove tendenti ad intimorirlo e infine condotto a prestare il giuramento, con il quale si impegna a mantenere il segreto, a soccorrere ed aiutare i Cugini in difficoltà e ad essere sempre a disposizione dell'Ordine. A questo punto l'iniziato può assumere un nuovo nome scelto fra quelli della tradizione greco-romana oppure fra i simboli di lotta contro la tirannide, questo sia per celebrare la morte rituale che per agevolare la lotta politica clandestina. Attraverso questo rituale di morte rinascita e affratellamento simbolico, rituale iniziatico che non può conoscere divisioni sociali o etniche, presenti solo nel mondo profano, si viene a far parte della famiglia Carbonarica, che è una sola su tutta la terra, di cui gli affiliati si chiamano Cugini. Nel primo grado, "apprendente carbonaro", le cerimonie rivelano una egemonia simbolica cattolica sia con parole sacre di impronta cristiana (quali fede speranza carità) sia con il culto dei Santi,(in particolare San Teobaldo patrono dei carbonari), e inoltre con la presenza di un filone culturale del cristianesimo esoterico (dalla storiografia sugli Illuminati di Baviera il mito di un cristianesimo giovanneo). Quest'ultimo sostiene l'esistenza di una iniziazione cristiana originaria, fondata su una rivelazione segreta di Gesù trasmessa per via orale ai discepoli e, tramite loro a una catena di iniziati. Nel primo grado si professavano genericamente alcuni principi umanitari e attività filantropiche, impostati sulla morale e sulla religione tradizionale. Nella Carboneria il processo di perfezionamento dell'uomo che consegue alla morte rituale, adotta la simbologia della foresta con al centro la carbonizzazione, che significa combustione e trasformazione del legno attraverso il fuoco della fornace per purificarlo fino a divenire materiale combustibile. Nella Massoneria la simbologia dei costruttori di cattedrali invece, pone come punto centrale il tema della pietra grezza che deve essere sgrossata e squadrata. Nel rituale del primo grado viene utilizzato un linguaggio massonico con poche trasparenti sostituzioni: Apertura dei travagli = apertura dei lavori, cugini =fratelli, profano =pagano, pezzo di architettura = pezzo di fornello, ecc..

 

II° grado: Maestro. Nel secondo grado, detto "pitagorico", si parlava di costituzione, d’indipendenza e di libertà, propugnando la lotta contro il dispotismo politico per l'indipendenza nazionale. Il rituale del secondo grado riprende parte del rito del grado diciottesimo massonico di rito scozzese di Sovrano Principe Rosa-Croce, che è imperniato sul sacrificio di Cristo. Alla simbologia cristiana del sacrificio e della fraternità si sovrappone quella del ciclo di morte e rinascita vegetale: foglie, terra, ceppo, ciocco, fascina, ascia, scala di legno…, dalle parole sacre del primo grado fede - speranza - carità, di impronta cristiana si passa alle parole di passo del secondo grado di impronta naturalistica felce e ortica, (piante che mescolate alla terra separano gli strati di legna per favorire la carbonizzazione). Il rituale fa uso di simboli simili a quelli della tradizione massonica come il gomitolo di filo, simbolo muratorio della catena d'unione che può essere anche una catena dei diritti naturali, oppure simbolo di vendetta per legare il tiranno. Il rituale è a volte chiaro, quando trasmette il progetto politico dell'ordine, a volte di più difficile interpretazione facendo uso di simboli polivalenti, per cui lo stesso simbolo o le stesse parole sacre onore virtù probità, assumono significati diversi nel procedere delle rivelazioni.

 

III° grado: Gran Maestro. Il terzo grado, inizialmente nato come grado amministrativo, diventa il grado operativo del progetto finale dell'Ordine nel quale si proclamava l’aspirazione a creare, con la restituzione all'uomo della purezza primordiale, un regime di eguaglianza sociale nella forma politica della Repubblica, che comportasse la spartizione delle terre e la promulgazione della legge agraria, attraverso la lotta contro la superstizione religiosa e il dispotismo del principe. Il programma comunista del terzo grado appare ripreso dai gradi superiori dell'esperienza degli Illuminati Bavaresi e dal programma di Francois-Noël Babeuf detto Gracchus, soprannome che egli stesso si era dato. Il comunismo di Babeuf, basato sulla società precapitalistica fatta di piccoli coltivatori e artigiani, il prodotto del cui lavoro doveva essere messo in comune e ridistribuito con criteri egualitari, rimaneva fortemente intriso di elementi utopistici, ma per la prima volta nella storia dava luogo a un programma politico concreto per la presa del potere attraverso un'organizzazione partitica e una dittatura rivoluzionaria. Accanto a F. N. Babeuf fu Filippo Buonarroti (si erano conosciuti in carcere) uno dei dirigenti della cospirazione degli "Eguali" che divenne il principale teorico dell'ideale di una società egualitaria essenzialmente rurale, fondata sulla comunanza dei beni e realizzata attraverso una dittatura di un ristretto nucleo di "Virtuosi" rivoluzionari.

Le parole sacre del rituale del terzo grado," Libertà e Uguaglianza", costituiscono i valori del cittadino che ama la Patria e lotta per la costituzione.

Le correnti radicali della Massoneria, il filone teistico laico, che nell'esperienza Carbonara si trasforma in società segreta politica, si incontrano con l'evangelismo cristiano dando una nuova forma politica italo-meridionale, espressione del bisogno di riscatto delle plebi meridionali, di cui si fanno portatori molti esponenti del clero e delle confraternite cattoliche. L'importanza di questo incontro è evidente non solo per la storia dei movimenti sociali dell'800 ma soprattutto per una rilettura delle origini della democrazia cristiana nell'Europa occidentale. Nel prefigurare una società buona e migliore, la Carboneria finisce per operare riforme politiche, repubblicane e socialiste, con il grande merito di applicare dalle Vendite alla politica i valori di libertà, fraternità, ed eguaglianza.

La Carboneria (nella quale sono gli intellettuali i "nuovi sacerdoti") contribuisce inoltre a creare una nuova religione che libera la vita civile da ogni divisione religiosa, formando un forte legame sociale fra i vari ceti.

Nell'Ordine della Carboneria coesistono dunque in un intreccio perfetto i tre grandi filoni politici dell'Europa moderna: il liberalismo, il comunismo e il cristianesimo sociale. Difficile risulta verificare l'omogeneità delle esperienze Carbonare del "programma comunista" del terzo grado nelle diverse regioni italiane nel corso degli anni. La molteplicità delle riforme dei rituali, dei catechismi e dei gradi, finora parzialmente note, rende impossibile uno studio esaustivo.

 

IV° grado: Grande Eletto. I rappresentanti di venti Vendite formavano una Vendita Centrale presieduta da un Grande Eletto; i rappresentanti di un certo numero di Vendite Centrali costituivano un’Alta Vendita. Infine i rappresentanti delle Alte Vendite formavano la Vendita Suprema. Il giuramento dei Grandi Eletti aveva la seguente formula: " Io giuro in presenza del Gran Maestro dell'Universo e del Grande Eletto, buon cugino, di impiegare tutti i momenti della mia esistenza a far trionfare i principi di libertà, di uguaglianza e di odio alla tirannia, che sono anima di tutte le azioni segrete e pubbliche della rispettabile Carboneria. Io prometto, se non è possibile di ristabilire il regime della libertà senza combattere, di farlo fino alla morte".

Mancando pubblicazioni storiografiche della Carboneria europea per quanto riguarda i centri organizzativi sovranazionali, fra Parigi, Genova, Ginevra e Berna, sul "Comitè dirécteur o Grand Firmament" ,con a capo un "Grand Amphytrion", non mi posso occupare della politica diplomatica delle grandi potenze sulle origini e sviluppo della Carboneria .

Le Vendite avevano tra gli affiliati preti, frati e delle donne dette Sorelle Giardiniere con la funzione di diffondere gli ordini eludendo i controlli della polizia, e a volte venivano riservati loro compiti politici di grande delicatezza, come nel caso della Maestra Giardiniera Cristina principessa di Belgioioso.

 

VENDITA CARBONARA riunita in una BARACCA per la libertà d'Italia: da una stampa conservata nel museo del Risorgimento di Torino si osserva:

Al centro e ai lati, dietro i tre tronchi d’albero che fanno da tavolini, siedono rispettivamente il Gran Maestro, il Primo e il Secondo assistente.

Lungo le pareti siedono, a destra i Maestri e a sinistra gli apprendisti.

Il Tesoriere, l’Oratore, l’Archivista e il Segretario si vedono di spalle, seduti quasi nel mezzo della Baracca.

I tre dignitari maggiori che stanno loro di fronte, il Gran Maestro e i due Assistenti, sono detti "LUCI".

 

LO STATUTO:

Riproduzione dello Statuto della Carboneria – foto dal Museo del Risorgimento Italiano, sala 6 –

Art.1 – Tutti i Carbonari si chiamano Buoni Cugini; di qualunque paese essi siano, e dovunque trovinsi, sono sempre membri dell’ordine cui appartengono, e fanno parte integrale della società, poiché la Carboneria forma una sola famiglia, essendo unico l’oggetto a cui tende.

Art.2. – La Carboneria è un ordine che ha per oggetto la perfezione della società civile.

Art.3. – In qualunque paese dove esistono dieci Buoni Cugini Carbonari alla meno, potrà installarsi una vendita regolare.

Art.4. – La vendita non è altro che la riunione dei buoni cugini Carbonari.

Art.5. – La vendita adotta un titolo distintivo, ed il suo paese assume il titolo di Ordine: tutte travagliano (operano) sotto gli auspici del glorioso S. Teobaldo, la cui festa si celebra il I° luglio.

Art.6. – Ogni vendita di qualunque grado avrà indispensabilmente sette dignitari, cioè Gran Maestro, primo assistente, secondo assistente, oratore, segretario, tesoriere, archivista. Possano avere degli ufficiali, che saranno in appresso nominati. I primi tre dignitari si chiamano Luci.

Lo statuto è tratto da Ernesto Lama, Antologia del Risorgimento italiano, Vito Bianco Editore, Roma - Milano - Napoli.

TESTIMONIANZE:  UN GIOVANE ADERISCE ALLA CARBONERIA

Correva allora l’anno 1818, cioè era il tempo in cui la Carboneria fioriva ovunque. L’Italia presentava un vivaio di sette, di diverso nome, ma tutte tendenti allo stesso fine: abolizione della monarchia assoluta. In Ravenna la Carboneria dividevasi in tre sezioni: la prima portava il nome di Protettrice, perché reggeva le altre; la seconda di Speranza, perché composta in gran parte di giovani studenti; e la terza, perché era un miscuglio di ogni sorta di gente, operai quasi tutti, i più pronti all’azione, ebbe il nome di Turba. Ogni sezione aveva un rappresentante presso la Protettrice, il quale le dava contezza (notizia, informazione precisa) d’ogni movimento di ciascuna sezione.

Incline a far versi, ne tiravo giù d’ogni colore sempre sullo stesso soggetto, "la tirannia", e ciò mi diede nome fra i miei colleghi, che pensarono senza ritardo d’introdurmi nella Speranza.

Una riunione preparatoria si tenne dapprima con altri neofiti nella bottega del barbiere Medri; poi, tre sere dopo, accompagnato da chi mi propose all’ammissione, fui condotto nel Borgo Adriano in casa di Luigi Ghetti, ove stavasi adunata la presidenza della Carboneria. Appena entrato, fui da ignota mano bendato, e, in seguito di alcune parole scambiate tra il proponente e chi guardava al di dentro l’adito della stanza in cui risiedeva il consesso, venni introdotto.

Una voce imponente mi diresse varie interrogazioni, e quando ebbi data parola di esser pronto a tutto sacrificare per il bene della patria, e di concorrere energicamente alla repressione della tirannia, mi si fece porre la mano sopra un nudo pugnale e sul medesimo pronunciai il giuramento prescritto. Dopo di che mi si tolse la benda, e mi vidi attorniato da una siepe di pugnali. Allora il vecchio Andrea Garavini, che dirigeva la seduta, mi disse ad alta voce: "Tutti questi pugnali saranno in vostra difesa in ogni incontro se osserverete la santità del giuramento prestato, invece saranno a vostro danno ed offesa se vi mancate: la pena del traditore è la morte".

Tosto mi venne indicata la squadra, a cui appartenevo, comunicati i motti d’ordine che giovavano ad intendersi, e data ogni altra istruzione necessaria.

Da: PRIMO UCCELLINI, Memorie di vecchio carbonaro ravegnano, a cura di Tommaso Casini, Dante Alighieri, Roma – Milano.

 

CARBONERIA: DAGLI IDEALI ALLE RIFORME POLITICHE DEI MOTI CARBONARI IN EMILIA DEL 1831

Il 12 febbraio 1831 il governo provvisorio modenese abolì le leggi relative alla censura dei libri. Riporto le parole testuali: "perché sono disposizioni contrarie al perfezionamento dell'uomo per l'ostacolo che pongono al progresso de' lumi e delle scienze ed anche al commercio ed all'industria a pregiudizio di negozianti de' libri e di chi li acquista".

"E' abolito e sciolto il corpo de' censori…; ed è del pari abolito il vincolo di sottoporre al bollo i libri ed altre produzioni in stampa, come pure l'obbligazione di sottomettere al bollo i libri de' privati cittadini e proprietari". Il governo provvisorio, il 22 febbraio assumeva l'impegno di provvedere all'istruzione gratuita ed al riguardo riporto il testo di Giovanni Sforza da "LA rivoluzione del 1831 nel Ducato di Modena, Studi e Documenti": Siccome le scuole non saranno più venali, ma gratuite, perché la venalità avvilisce i maestri e reca aggravio alle famiglie, specialmente di ristretta fortuna, così il governo prenderà a cuore quest'oggetto importante onde i figli anche de' poveri siano istruiti almeno nel leggere e scrivere, e anche nella conoscenza sufficiente dell'aritmetica; e così avranno vantaggio i figli ed alleviamento i poveri padri nei mezzi che somministrerà lo Stato per migliorare l'educazione, dappoichè sotto ogni punto di vista fa d'uopo far risorgere la pubblica istruzione, tanto e poi tanto danneggiata.

Anche la comunità Ebraica del Ducato di Modena fu coinvolta negli avvenimenti del 1831. Le leggi di Francesco IV negavano agli Ebrei i diritti che, concedeva agli altri cittadini, ponendoli così in una posizione di secondo piano. Il governo provvisorio Carbonaro, invece, aveva concesso agli Ebrei la parità dei diritti, questo per affermare la naturale uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. In data 20 febbraio 1831, nell'intento di rinnovare la legislazione, il governo provvisorio modenese stabilì con un decreto in favore degli Ebrei quanto segue:

1.    E' abrogata la legge che proibisce agli Ebrei di possedere ed acquistare fuori dal ghetto stabili di sorte alcuna in proprietà.

2.    E' abrogata del pari la disposizione che proibisce agli Ebrei il condurre beni stabili fuori dal ghetto…

3.    Gli Ebrei in conseguenza godranno in avvenire del diritto di possedere e di acquistare beni stabili di ogni sorte in proprietà, anche fuori del ghetto, e del diritto di far contratti di locazione e condotta di stabili fuori del ghetto stesso, come pure avranno il diritto di far contratti di permuta stabili.

Ovviamente gli Ebrei divennero dei tenaci sostenitori del nuovo governo e molti giovani ebrei scorrazzarono per la città di Modena con bandiere tricolori evocando la libertà.

Tornato al potere il duca Francesco IV, in seguito all'intervento delle truppe austriache, non solo ripristinò le antiche leggi antiebraiche, ma con il suo decreto del 22 marzo 1831, impose agli Ebrei multe e tributi gravosi.

Come la Massoneria, la Carboneria aveva i suoi rituali e il suo Catechismo. Se conoscono molte versioni, ma qui riporto la versione più completa. L'impostazione è la stessa dei rituali della Massoneria, dai quali chiaramente deriva.


 

RITUALE DELLA CARBONERIA DA ANTICHI MANOSCRITTI PARTENOPEI

 

GRADO I° RITUALE DI APERTURA DEI LAVORI

In grado di apprendente Carbonaro

 

Il Gran Maestro batte un colpo di accetta, che viene ripetuto dagli Assistenti, dipoi dice:

·         Prendete posto, buoni Cugini Carbonari. Buon Cugino Maestro di Cerimonie vedete se tutti i buoni Cugini sono ai loro posti.

Il Maestro di Cerimonie se ne assicura e risponde:

·         Tutti sono ai loro posti.

Gr.M.: Qual è il vostro dovere in Vendita, buon Cugino Primo Assistente?

Il I° Ass.: Di assicurarmi se la nostra Baracca è buon coperta.

Gr.M.: Fatevene assicurare per mezzo del buon Cugino Esperto.

Il I° Ass.: Buon Cugino Esperto, fate il vostro dovere.

L’Esperto esce dalla sala, verifica e al suo ritorno dice:

·         Primo Assistente, siamo coperti.

Il I° Ass.: Gran Maestro, la nostra Baracca è ben difesa dai lupi dentro e fuori.

Gr.M.: Primo Assistente, qual è il vostro secondo dovere?

Il I° Ass.: Di vedere se tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa Rispettabile Vendita.

GR.M.: Assicuratevene dunque per mezzo del buon Cugino Maestro di Cerimonie e dell’Esperto.

Il I° Ass. ordina che facciano il giro. Il Maestro di Cerimonie si fa dare da tutti la Parola Sacra e dice:

·         Primo Ass. tutti gli Astanti sono decentemente vestiti e buoni Cugini di questa Vendita.

Il I° Ass. lo ripete al Gran Maestro.

GR.M.: Primo Ass. a che ora si aprono i nostri lavori?

Il I° Ass.: Allorchè il Sole illumina le nostre Foreste.

Gr.M.: Secondo Assistente, che ora è?

Il II° Ass.: Il Sole illumina le nostre Foreste.

Gr.M.: Giacchè il Sole illumina le nostre Foreste, ed è ora che i buoni Cugini Carbonari diano principio ai loro lavori, Assistenti, prevenite tutti sui vostri Ordoni di unirsi a me, dopo la dovuta invocazione, ad aprire i lavori di questa rispettabile Vendita e a portare i soliti vantaggi.

I due Assistenti ripetono gli Ordini ricevuti.

Il Gran Maestro batte un colpo di accetta, chiama all’Ordine e prosegue così:

Gr.M.: Alla Gloria del Gran Maestro dell’Universo e del nostro Protettore San Teobaldo e sotto gli auspici dell’Alta Vendita all’Ordine di Napoli, la Rispettabile Vendita sotto il titolo distintivo del ………. Apre i suoi lavori al Grado di Apprendente. A ognuno non è più permesso di muoversi dal proprio posto, né prendere la parola senza averla domandata.

Si fanno i segni e batte tre colpi in questa guisa:

·         La Vendita è aperta. Buoni Cugini, prendete posto.

·         Primo e Secondo Assistente, avvisate che tutti prestino attenzione alla lettura del pezzo di Fornello degli ultimi lavori.

Gli Assistenti ripetono e rispondono:

·         Tutto è annunciato.

Gr.M.: Buon Cugino Segretario, avete la parola.

Il Segretario legge il Processo dell’ultima seduta.

Gr.M.: Buoni Cugini, Primo e Secondo Assistenti, comunicate ai vostri Ordoni, che se intorno alla composizione del pezzo di Fornello letto ora dal Cugino Segretario sembrasse ad alcuno omessa o ben descritta qualche cosa, la parola gli è accordata.

Gli Ass. ripetono, poi il primo di essi dice:

·         L’Avviso è andato.

Gr.M.: Buon Cugino Oratore, dateci le vostre conclusioni.

Dopo l’approvazione dell’Oratore e la sanzione che l’Assemblea manifesta con un triplice applauso si porta la composizione alla firma dei principali Ufficiali.

Gr.M.: Buon Cugino Esperto, compiacetevi di portarvi nella Foresta per assicurarvi se vi siano visitatori che domandino di prendere parte ai nostri lavori.

L’Esperto esce. Se ve ne sono, si fa dare i loro Certificati, quando non siano conosciuti, facendo inoltre scrivere il loro nome e cognome in foglio che passerà al Segretario. I Certificati ed altre carte si consegnano all’Oratore che le verifica.

Se tutto è in regola, il Gr.M. dice:

·         Fateli entrare, buon Cugino Esperto.

I visitatori entrano e si fermano in mezzo alla sala, avanti al Quadro Simbolico.

Gr.M.: Di dove venite, buon Cugino Visitatore?

Risp.: Da una Foresta della mia Vendita e del mio Ordone.

Gr.M.: Ove andate voi?

Risp.: Nella Camera d’Onore.

Gr.M.: Che venite a fare qui?

Risp.: A vincere le mie passioni, sottomettere la mia volontà ed istruirmi nella Rispettabile Carboneria.

Gr.M.: Che portate voi dalla vostra Foresta?

Risp.: Delle legna, delle foglie, della terra, per costruire, accendere e cuocere un fornello.

Gr.M.: Non ci recate niente più?

Risp.: Fede, Speranza e Carità a tutti i buoni Cugini di questa Camera d’Onore e il desiderio di avere un posto fra voi.

Gr.M.: Vi è accordato. Buon Cugino Maestro di Cerimonie, fatelo collocare ove gli spetta.

 

INIZIAZIONE CARBONARA

Il Cugino Copritore dice:

·         Viene battuto alla porta da un Pagano.

Gli Assistenti ripetono:

·         Viene battuto alla porta da un pagano.

Gr.M.: Vedete chi è questo temerario che ardisce disturbare i nostri pacifici lavori.

Il Copritore dice: è un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.

Gli Assistenti ripetono: è un pagano, che si è trovato smarrito nella Foresta.

Gr.M.: Domandategli che cosa ricerca e con quale diritto pretende entrare fra noi.

Il Copritore risponde per il Candidato:

Risp.: Con la liberalità dei suoi principi e con la moralità dei suoi costumi.

Gr.M.: Fatelo entrare. Cittadino, chi vi ha ispirato l’idea di venire fra noi e qual è il vostro disegno.

(A questa e alle seguenti interrogazioni si attende la risposta spontanea del Candidato).

·         Siete mai stato istruito del nostro Istituto?

·         Osservate di non dovere pentirvi di una risoluzione presa imprudentemente.

·         Quali riflessioni vi hanno ispirato gli oggetti offerti ai vostri sguardi nella grotta ove siete stato rinchiuso?

·         Quale idea vi siete formato della Società, alla quale volete appartenere, ed a cui avete dovuto presentarvi privo di metalli con gli occhi bendati?

·         Temete voi che alcuno di noi abusi della vostra debolezza e dello stato di cecità in cui vi trovate?

·         Questo acciecamento rappresenta lo stato d’ignoranza in cui l’uomo è generalmente obbligato di percorrere, di errore in errore, fra tenebre che lo circondano. Dagli errori si termina passando nell’eccesso dei vizi, i quali principalmente si riducono all’abuso delle proprietà, di cui sono segni i metalli, dei quali siete stato privato. Con tale privazione noi intendiamo di prevenirvi contro i principali disordini delle Società corrotte, nel cui seno siete stato finora educato. Noi esigiamo tre cose da chi vuole far parte della nostra Società:

I° - Una piena sincerità di cuore;

II° - Una assoluta docilità;

III° - Una costanza a tutta prova nel disprezzare i pericoli.

Siete voi pienamente determinato e vi sentite tutta la forza necessaria per sostenere le prove per le quali dovete passare? Queste richiedono tutta la fermezza di spirito possibile, di cui sia l’uomo capace. Volete sottoporvi a questo terribile cimento?

Gr.M.: Giacchè siete interamente risoluto, buon Cugino Esperto, fategli fare il primo ed il secondo viaggio.

Esce e fatti i viaggi ritorna e batte irregolarmente alla porta.

Il Copritore dice: Secondo Assistente è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.

Gli Assistenti ripetono: è il Pagano che ritorna dai suoi viaggi.

Gr.M.: Fatelo entrare ( fin qui ha usato un tono di voce severo, che ora addolcisce)

·         Che avete osservato nei vostri viaggi? ( Il Candidato replica come crede )

·         Voi avete dovuto combattere e superare il conflitto dei mali inevitabili della Natura, e ciò vi è stato indicato dal viaggio pericoloso per la Foresta fra lo strepito minaccevole della pioggia e dei tuoni. Per deporre poi l’originale impurità della Natura, onde siete composto, è stato necessario farvi passare e purificarla per mezzo del fuoco, nel che è consistito il vostro secondo viaggio.

Possa questo fuoco materiale accendere in voi quel fuoco sacro di virtù, che si richiede nella vita novella che incominciate. Noi esigiamo da voi un’altra prova più forte, e questa è un Giuramento, il più sacro e inviolabile. Esso non offende né la Religione, né lo Stato, né i doveri o i diritti civili, ma dovete sottoscriverlo. Siete voi in stato di farlo?

Cand.- ( Risponde affermativamente ).

Gr.M.: In piedi e all’Ordine, buoni Cugini. Maestro di cerimonie, fatelo avvicinare al Trono, accompagnatelo dalle guardie.

( PRONUNCIA IL GIURAMENTO IN GINOCCHIA )

Gr.M.: Maestro di Cerimonie, conducetelo in mezzo agli Ordoni.

Il Primo e il Secondo Assistente se gli accostano. Il Maestro di Cerimonie gli sta dietro pronto a sbendarlo. Il I° Ass. gli pone la mano sulla spalla.

Gr.M.: Che domandate voi, Pagano?

( Risponderà: La Luce ).

Gr.M.: Questa vi sarà accordata al terzo colpo della mia Accetta.

Gli Assistenti rivolgono contro di lui le loro Accette. Il Maestro di Cerimonie lo sbenda.

Gr.M.: Queste Accette, che vedete nelle nostre mani, serviranno per trucidarvi se diverrete spergiuro. Al contrario voleranno in vostro soccorso se ne avrete di bisogno, Maestro di Cerimonie conducetelo al Trono. Voi dovete pronunciare di nuovo e ratificare una parte del Giuramento da voi prestato ad occhi bendati. Ripetete con me:

Io giuro e prometto di riconoscere ed osservare gli Statuti generali e Regolamenti dell’Ordine Carbonico e dell’Alta Vendita di Napoli e quelli non meno di questa Rispettabile Vendita di cui sono Membro.

Ciò detto succede il Battesimo dell’Iniziato, che si fa così:

Il Gran Maestro gli tocca gli occhi, le orecchie, le narici e i labbri con un panno di lino leggermente bagnato nell’acqua, dicendogli successivamente:

- Non vedrete che per mezzo dei nostri occhi.

·         Non udirete che per le nostre orecchie.

·         Odorerete gli effluvi del nostro Carbone.

·         Non parlerete che parole savie.

Detto ciò il Gran Maestro prosegue:

·         A gloria del Gran Maestro dell’Universo, in nome di San Teobaldo e sotto gli auspici dell’Alta Vendita di Napoli, per i poteri che mi sono stati confidati, vi costituisco Apprendente Carbonaro e Membro di questa Rispettabile Vendita.

( Si alza e gli dà le decorazioni )

·         Prendete questi ornamenti, i quali servono per darvi il diritto di sedere fra noi. Non dovete giammai presentarvi qui senza essere decorato. Per riconoscerci fra noi abbiamo dei Segni, Toccamenti e Parole sacre. Queste ultime non si proferiscono che in Vendita, ove noi non usiamo più il titolo di Signore, ma quello di " Buon Cugino ". Allorché sarete chiamato all’ordine vi metterete così ( glielo insegna ). Gli siano restituiti i metalli. Il Gran Maestro gli dà il bacio di pace e ordina al Maestro di Cerimonie di istruirlo dei Segni e delle Parole; dipoi lo fa riconoscere dagli Assistenti.

Il II° Ass.: Buon Cugino Primo Assistente, tutto è giusto e perfetto.

Il Primo Assistente lo ripete al Gran Maestro. Intanto il candidato sarà posto in mezzo alla sala.

Gr.M.: Buoni Cugini Primo e Secondo Assistente, avvertite sui vostri Ordoni che sia riconosciuto avvenire per membro di questa Rispettabile Vendita il buon Cugino … … e ad unirsi a me per portagli i dovuti vantaggi.

Gli Assistenti ripetono.

Gr.M.: All’Ordine e a me i Segni.

Si fanno i Segni e gli Applausi. Il Maestro di Cerimonie domanda la parola e ringrazia la Vendita per parte dell’Iniziato, il quale si unisce a lui per portare i Vantaggi, ai quali sarà risposto.

Gr.M.: Prendete posto, miei buoni cugini.

L’Iniziato rimane nel mezzo, finche gli sia stata fatta la spiegazione del Quadro.

Dipoi sarà messo alla testa degli Apprendenti.

 

TERMINE DEI LAVORI

Gr.M.: Buon Cugino Maestro di Cerimonie, fate girare il Sacco delle Proposizioni.

Il Maestro di Cerimonie, eseguito che avrà il giro, sarà accompagnato al Trono dagli Assistenti e da due Maestri. Il Gran Maestro prenderà i Pezzi e li numererà.

Gr.M.: Assistenti. Avvertite che il Sacco ha prodotto N…( numero ) proposizioni, che si passano al Segretario, acciò ne faccio lettura.

Gli Assistenti ripetono.

Gr.M.: Cugini Assistenti, avvertite che va a girare il Sacco per i poveri.

Gli Assistenti ripetono. Il Maestro di Cerimonie fa il giro della Sala Accompagnato da due Maestri e porta il Sacco all’Oratore, che numera i pezzi col Gran Maestro.

Gr.M.: Buoni Cugini, il sacco dei poveri ha prodotto la medaglia di…(numero) che si passa al buon Cugino Tesoriere. Assistenti, avvertite sui vostri Ordoni, che se alcuno ha qualche cosa da proporre in beneficio dell’ordine e di questa Vendita, la parola è accordata.

Gli Assistenti ripetono, dipoi danno la risposta.

Gr.M.: Assistenti, avvertite sui vostri Ordoni, che va a leggersi dal Segretario l’abbozzo dei lavori del giorno.

Gli Assistenti eseguiscono, dipoi il Segretario legge.

Gr.M.: Se qualcuno ha delle osservazioni da fare sulla redazione del pezzo di Fornello letto, la parola gli è accordata.

Gli Assistenti ripetono, ed ha luogo la discussione, se occorre.

Gr.M.: Buon Cugino Oratore, dateci le vostre conclusioni.

L’Oratore legge le conclusioni, dipoi si chiudono i lavori in questa forma:

Gr.M.: Primo Assistente, a che ora si chiudono i nostri lavori?

Risp.: Allorchè il Sole non illumina più le nostre Foreste.

Gr.M.: Secondo Assistente, che ora è?

Risp.: Il Sole non illumina più le nostre Foreste.

Gr.M.: Giacchè il Sole non illumina più le nostre Foreste, è ora di chiudere i nostri lavori, Primo e Secondo Assistenti, avvertite tutti i buoni Cugini dei vostri Ordoni, acciò si uniscano a me per il chiudere i lavori di questo giorno.

Gli Assistenti ripetono.

Gr.M.: All’Ordine e in piedi ( batte tre colpi del Grado ).

A Gloria del Gran Maestro dell’Universo e sotto gli Auspici dell’Alta Vendita, la Risp. Vendita del … chiude i suoi lavori al Grado di Apprendente. A me, buoni Cugini, per i segni.

Il Gran Maestro fa i segni, dipoi gli Applausi e seco tutti gli altri.

Gr.M.: La Vendita è chiusa. Giuriamo segretezza e parola di riunirci alla prima occasione con maggior fervore.

Tutti alzano la mano e dicono: Giuro.

Dipoi si fa la catena di unione, si da scambievolmente la Parola di Passo e il bacio di pace e l’adunanza si scioglie.

CATECHISMO

D.- Di dove venite, mio buon Cugino Carbonaro?

R.- Dalla Foresta.

D.- Che avete voi fatto?

R.- Ad ogni costo ho provveduto dei materiali per cuocere il Fornello.

D.- Che cosa ci portate?

R.- Salute e amicizia a tutti i buoni Cugini Carbonari.

D.- Ove siete stato ricevuto?

R.- Sul panno di lino in una Camera di Onore di una Vendita Perfetta.

D.- Per dove vi hanno fatto passare?

R.- Per mezzo di una Foresta su gli scalini di un fornello di carboni acceso da tre buoni Cugini Carbonari in una Camera di Onore.

D.- In quale modo eravate voi preparato?

R.- Ero decentemente vestito, ma bendato.

D.- Avete fatto qualche viaggio?

R.- Ne ho fatti due: uno per la Foresta e il secondo in mezzo al Fuoco.

D.- Che indica il primo viaggio per la Foresta?

R.- Che la vita umana è circondata da pericoli, per evitare i quali ogni buon Carbonaro deve essere vigilante ed accorto.

D.- Che cosa indica il secondo viaggio?

R.- Questo viaggio fatto in mezzo al fuoco, indica che il cuore dei buoni Carbonari deve essere purificato da ogni macchia, che deturpi e corrompa i buoni costumi.

D.- Che cosa osservaste dopo questi viaggi?

R.- Fui condotto bendato in Vendita, per rilevare il mio nome, cognome, patria, età, religione, condizione e il luogo di mia dimora attuale.

D.- Che portavano quelli che vi hanno ricevuto?

R.- Acqua, terra e foglie.

D.- Che significano queste cose?

R.- Che senza preparare i materiali non si possono costruire i fornelli e accendere i carboni.

D.- Introdotto in Vendita, oltre il vostro nome e cognome, che altro pronunciaste?

R.- Genuflesso avanti al Trono proferii il mio Giuramento, fui sbendato, ed istruito dei Segni, Toccamento e parole.

D.- Quali sono questi Segni?

R.- ( Per riposta si fanno )

D.- Quali sono le parole?

R.- Non le so tutte, ditemi la prima, che vi dirò la seconda.

( Si pronunciano a vicenda )

D.- Qual è il Toccamento?

R.- ( Per risposta si dà )

D.- Che significa il Tronco?

R.- Il cielo e la rotondità della Terra.

D.- Che cosa intendete sotto queste figure?

R.- Nella superficie della Terra sono sparsi tutti i buoni Cugini Carbonari e il Cielo, con la sua volta ci protegge.

D.- Che avete rimarcato sopra di esso?

R.- Sette basi ben collocate e in buon ordine.

D.- Quali sono queste basi?

R.- Il panno di lino, l’acqua, il fuoco, il sale, la croce, le legna e le foglie.

D.- Che significa il panno di lino bianco?

R.- La candidezza dei nostri costumi, essenziale a tutti i buoni Carbonari.

D.- Che significa l’acqua?

R.- E’ quella, che resa sacramentale dal Gran Maestro dell’Universo, ci ha resi amici.

D.- Che significa il sale?

R.- E’ quello che ci istruisce di doverci noi adoperare per impedire la corruzione cagionata dal vizio nei nostri cuori, non solo in tutti i buoni Cugini Carbonari, ma ancora in tutto il rimanente degli uomini.

D.- Che significa il fuoco?

R.- Che il cuore dei buoni Carbonari deve essere sempre acceso dalle fiamme della carità e della Massima di quella sublime morale di fare agli altri ciò che si vorrebbe che fosse fatto a noi stessi.

D.- Che significa la testa recisa del lupo?

R.- E’ il destino riserbato a chi tentasse disturbare i nostri pacifici lavori.

D.- Che significano le legna e a che servono?

R.- Sono le principali materie per cuocere il Fornello.

D.- Che altro avete osservato?

R.- Un fazzoletto bianco e una quantità di terra: ho veduto ancora del filo, una corona di spine e alcuni nastri.

D.- Che significa il fazzoletto bianco?

R.- La purità e il candore del cuore dei buoni Cugini Carbonari.

D.- A che serve la terra?

R.- Per turare il fornello.

D.- Che cosa significa il filo?

R.- Quella mistica catena, che annoda e stringe i buoni Carbonari per mezzo della virtù.

D.- Che significa la corona di spine?

R.- E’ quella di cui devono i buoni Cugini Carbonari misticamente aver ornato il capo per ricordarsi che loro è proibito di formare pensieri contrari alla virtù, alla religione e allo Stato.

D.- Che significano i nastri?

R.- Gli attributi principali della Società Carbonica e gli abiti dei buoni Cugini.

D.- Di quale colore sono i nastri?

R.- Bleu, rosso e nero.

D.- Che cosa significa il bleu?

R.- Il fuoco del Fornello.

D.- Che significa il rosso?

R.- La fiamma del Fornello.

D.- Che significa il nero?

R.- Il carbone del Fornello.

D.- Qual è il mistico significato di questi colori?

R.- Il bleu la Speranza, il rosso la carità e il nero la fede.

D.- Di quale materia fu fatto il primo Carbone?

R.- Di felce e di ortica.

D.- Siete voi Apprendente Carbonaro?

R.- Per tale mi conoscono i miei Maestri.

D.- Quanto tempo ci vuole per fare un Apprendente?

R.- Nove sedute.

D.- Con chi lavorano gli Apprendenti?

R.- Sotto la direzione dei Maestri.

D.- Che cosa significa il segno di Apprendente?

R.- La fede dei Buoni Carbonari.

D.- Che significa il Modello appeso alla veste?

R.- La pertica del Fornello.

D.- Come si tagliano le legna?

R.- A guisa di modello come pertica.

D.- Che significa il Cappello in Vendita?

R.- Il Fornello coperto.

 

SPIEGAZIONE DEL QUADRO SIMBOLICO

·         SOLE E LUNA:        astri che illuminano i lavori.

·         CROCE :       non si perviene alla virtù se non dopo lunghi travagli, a imitazione del Gran Maestro dell’Universo.

·         SAN TEOBALDO:     quello che serve di guida ai lavori dei buoni Carbonari.

·         BARACCA:    serve per raccogliere e per difendere i buoni Carbonari dalle  molestie dei Lupi.

·         CORONA:     è proibito formare pensieri contrari alla virtù e allo Stato.

·         SCALA:        si giunge a gradi alla perfezione.

·         FILO: mistica catena, che lega i buoni Carbonari.

·         FOGLIE:       coprire le leggerezze dei buoni Cugini.

·         VANGA:       si devono scavare fossi al vizio.

·         ACCETTA:    svelle il male dalle radici, come si vede troncata la testa del lupo disturbatore.

·         FORESTA: luogo ove i buoni Carbonari si uniscono per i loro lavori.

·         PALA: sono obbligati i buoni Carbonari a spargere sopra la terra le massime della sana morale e della buona filosofia.

·         PANNO DI LINO: senza tale candidezza di costumi non si può essere buon Carbonaro.

·         TERRA E ZAPPA: sotterrare e coprire il segreto nel cuore dei buoni Carbonari.

·         TRONCO: la rotondità della Terra ove abitano i Carbonari, e il Cielo che li ricopre con la sua volta.

·         PERTICA: il distintivo di Apprendente.

·         FONTE: lo spirito e i costumi dei Carbonari devono essere lavati da qualunque macchia che avessero contratta nel mondo pagano.

·         FORNELLO: converte le legna in carbone, così i buoni Cugini si perfezionano con l’assiduità ai lavori.

·         LEGNA: materia per cuocere il Fornello.

IL GIURAMENTO DEL CARBONARO

 

Alla Gloria del Gran Maestro dell’Universo, io ( Nome ) giuro e prometto sopra gli Statuti dell’Ordine e su questo ferro punitore dei spergiuri di custodire scrupolosamente segreti della Rispettabile Carboneria, di non scrivere, incidere, dipingere cosa alcuna, senza averne ottenuto il permesso dell’Alta Vendita. Giuro di soccorrere i miei buoni cugini per quanto lo permettano le mie facoltà e di non attentare al loro onore, né a quello delle loro famiglie. Se divengo spergiuro, sono contento che il mio corpo sia fatto a pezzi, indi bruciato e le ceneri sparse al vento, acciò il mio nome sia in esecrazione a tutti i buoni Cugini carbonari sparsi sulla superficie della Terra.

Così Dio mi sia in aiuto.

 

La Sala ove si tengono le assemblee di questo Grado è illuminata con candele di cera gialla sopra candelieri neri. Il tavolino, o Altare, posto avanti al Gran Maestro è fatto in forma di un albero troncato. Nel mezzo è il Quadro Simbolico, a tre lati del quale sono tre candele più grandi, parimente di cera gialla. Gli Ufficiali sono armati di Accetta. Tutti gli altri portano la spada. In occasione di Ricevimento tengono un cappuccio di tela scura, che copre il viso e cade sul petto e sulle spalle fino ai fianchi. La Camera di preparazione rappresenta una Caverna con teschi ed ossa.

Quando il neofita finiva di pronunziare il giuramento, gli veniva fatto firmare un documento su cui era scritta la formula del giuramento, riceveva le spiegazioni delle parole segrete, degli emblemi, alcune notizie su San Teobaldo, protettore della Setta, imparava il segno di riconoscimento, e a questo punto veniva sottoposto a prove impressionanti. Carbonari travestiti da forze di polizia facevano irruzione nella sala provocando un tumulto, durante il quale veniva osservato l’atteggiamento dell’iniziato. Spesso mentre il neofita era ancora bendato, venivano esplosi alcuni colpi di arma da fuoco; qualche volta all’Iniziando gli veniva presentata una pistola e gli veniva chiesto di farsi saltare le cervella, avendo egli dichiarato di essere pronto a tutto per la Carboneria.

SEGNO D’ORDINE: tenere le braccia incrociate sopra il Corpo.

SEGNO ANTICO: si descrive una doppia croce con ambedue le mani, scendendo dalle spalle al corpo con i diti adunchi e stesi, e dipoi andando con la mano destra dal fianco sinistro al diritto e con la sinistra dal fianco diritto al sinistro.

NUOVO SEGNO: sta a significare che un buon Carbonaro deve prima permettere che gli sia svelto il cuore dal seno, che tradire i segreti della Società.

TOCCAMENTO: si descrive col dito indice della mano destra un cerchio sotto il polso del Compagno, battendovi tre piccoli colpi, uno distaccato e due uniti.

PAROLA DI PASSO ANTICA: Felce – Ortica.

NUOVA PAROLA DI PASSO: Costanza – Perseveranza.

PAROLA SACRA ANTICA: Fede – Speranza – Carità.

NUOVA PAROLA SACRA: Forza – Salute – Coraggio.

Vi è anche un'altra Parola Segreta detta di Riconoscimento, che si cambia ogni due mesi, perché si chiama bimestrale.

 

CONCLUSIONI

Alla Carboneria spetta il primo posto fra tutte le società segrete degli albori del nostro riscatto nazionale perché con la sua scuola di sacrificio rinvigorì il carattere degli Italiani, tenendo desto il desiderio di libertà contro la tirannide e lo straniero, ed iniziò ad affratellare con un legame ideale gli abitanti delle varie regioni italiane, ponendo così la prima pietra della costruzione dell'unità d'Italia. Per quanto riguarda il discusso rapporto fra Carboneria e Massoneria si risolve, a mio parere, nella storia dei conflitti interni alla Massoneria stessa, dove la Carboneria non è altro che una espressione organizzativa del filone massonico deista e repubblicano. Ciò che interessa è cercare di comprendere quali siano state le ragioni che portarono la Massoneria, o buona parte di essa, a costituire delle società politiche segrete per realizzare il proprio fine di educazione della società umana. L'attività morale del perfezionamento dell'uomo, fondata sui diritti di libertà ed eguaglianza, e l'attività filantropica delle Logge si mescolarono all'esterno con le iniziative politiche promosse dai suoi stessi membri, nelle quali questi ideali di libertà, fraternità, eguaglianza e sovranità popolare trovarono una prima realizzazione nella riforma politica. Tale riforma mirava a costruire da una società dinastica patrimoniale una forma razionale legale di Stato "Res publica", fondata sull'eguaglianza degli uomini-cittadini di fronte alla legge, dove la pratica dei rapporti fraterni possa essere fondata sull'eguaglianza dei diritti.

La Carboneria costituisce una esperienza intellettuale e storica finora trascurata e in parte ricostruita in modo superficiale e lacunosa nonostante la grande importanza per l'origine dei moti liberali europei.

La Carboneria formatasi come si è detto dalle correnti radicali massoniche ha il grande merito di aver contribuito, con la strategia di riformare la società, all'evoluzione culturale e politica dell'uomo.

Con la Carboneria si era rafforzata così l'idea democratica e repubblicana, frutto di una progettualità umana consapevole (sostenuta da partiti politici di massa, di cui le Vendite sono state una prima espressione storica).

L'utopia Carbonara aveva dato l'avvio alla grande scuola democratica, portando al popolo italiano un grande esempio di avanguardia nel processo di riforma delle istituzioni; erano state gettate le basi di quel sentimento che darà la vita al Risorgimento Nazionale.


DOCUMENTO

Pio VII, ricordato che Clemente XII e Benedetto XIV avevano condannato le società dei Liberi Muratori, scomunica gli aderenti alla Carboneria, che delle sette citate è una propaggine.

Il Pontefice fa presente che la Carboneria fomenta ribellioni e spoglia i Re e i Principi del loro potere.

 

BOLLA  "ECCLESIAM A JESU"

PIO VESCOVO SERVO DEI SERVI DI DIO A PERPETUA MEMORIA

 

1. La Chiesa fondata da Gesù Cristo Salvatore Nostro sopra solida pietra (e contro di essa Cristo promise che non sarebbero mai prevalse le porte dell’inferno) è stata assalita così spesso e da tanti temibili nemici, che se non si frapponesse quella promessa divina che non può venir meno, vi sarebbe da temere che essa potesse soccombere, circuita dalla forza o dai vizi o dall’astuzia. Invero, ciò che accadde in altri tempi si ripete anche e soprattutto in questa nostra luttuosa età che sembra quell’ultimo tempo preannunciato in passato dall’Apostolo: "Verranno gli ingannatori che, secondo i loro desideri, cammineranno nella via dell’empietà" (Gd 18). Infatti nessuno ignora quanti scellerati, in questi tempi difficilissimi, si siano coalizzati contro il Signore e contro Cristo Figlio Suo; costoro si adoperano soprattutto (sebbene con vani sforzi) a travolgere e a sovvertire la stessa Chiesa, ingannando i fedeli (Col 2,8) con una vana e fallace filosofia e sottraendoli alla dottrina della Chiesa. Per raggiungere più facilmente questo scopo, molti di costoro organizzarono occulti convegni e sette clandestine con cui speravano in futuro di trascinare più facilmente numerosi individui ad essere complici della loro congiura e della loro iniquità.

2. Già da tempo questa Santa Sede, scoperte tali sette, lanciò l’allarme contro di esse con alta e libera voce e rivelò le loro trame contro la Religione e contro la stessa società civile. Già da tempo sollecitò la vigilanza di tutti perché si guardassero in modo che queste sette non osassero attuare i loro scellerati propositi. È tuttavia motivo di rammarico che all’impegno di questa Sede Apostolica non abbia corrisposto l’esito cui essa mirava e che quegli uomini scellerati non abbiano desistito dalla congiura intrapresa, per cui ne sono derivati infine quei mali che Noi stessi avevamo previsto. Anzi, quegli uomini, la cui iattanza sempre si accresce, hanno perfino osato creare nuove società segrete.

3. A questo punto occorre ricordare una società nata di recente e diffusa in lungo e in largo per l’Italia e in altre regioni: per quanto sia divisa in numerose sette e per quanto assuma talvolta denominazioni diverse e distinte tra loro, in ragione della loro varietà, tuttavia essa è una sola di fatto nella comunanza delle dottrine e dei delitti e nel patto che fu stabilito; essa viene chiamata solitamente dei Carbonari. Costoro simulano un singolare rispetto e un certo straordinario zelo verso la Religione Cattolica e verso la persona e l’insegnamento di Gesù Cristo Nostro Salvatore, che talvolta osano sacrilegamente chiamare Rettore e grande Maestro della loro società. Ma questi discorsi, che sembrano ammorbiditi con l’olio, non sono altro che dardi scoccati con più sicurezza da uomini astuti, per ferire i meno cauti; quegli uomini si presentano in vesti di agnello ma nell’intimo sono lupi rapaci.

4. Anche se mancassero altri argomenti, i seguenti persuadono a sufficienza che non si deve prestare alcun credito alle loro parole, cioè : il severissimo giuramento con cui, imitando in gran parte gli antichi Priscillanisti, promettono di non rivelare mai e in nessun caso, a coloro che non sono iscritti alla società, cosa alcuna che riguardi la stessa società, né di comunicare a coloro che si trovano nei gradi inferiori cosa alcuna che riguardi i gradi superiori; inoltre, le segrete e illegali riunioni che essi convocano seguendo l’usanza di molti eretici e la cooptazione di uomini d’ogni religione e di ogni setta nella loro società.

5. Non occorrono dunque congetture e argomenti per giudicare le loro affermazioni, come più sopra si è detto. I libri da loro pubblicati (nei quali si descrive il metodo che si suole seguire nelle riunioni dei gradi superiori), i loro catechismi, gli statuti e gli altri gravissimi, autentici documenti rivolti a ispirare fiducia, e le testimonianze di coloro che, avendo abbandonato la società cui prima appartenevano, ne rivelarono ai legittimi giudici gli errori e le frodi, dimostrano apertamente che i Carbonari mirano soprattutto a dare piena licenza a chiunque di inventare col proprio ingegno e con le proprie opinioni una religione da professare, introducendo quindi verso la Religione quella indifferenza di cui a malapena si può immaginare qualcosa di più pernicioso. Nel profanare e nel contaminare la passione di Gesù Cristo con certe loro nefande cerimonie; nel disprezzare i Sacramenti della Chiesa (ai quali sembrano sostituirne altri nuovi da loro inventati con suprema empietà) e gli stessi Misteri della Religione Cattolica; nel sovvertire questa Sede Apostolica (nella quale risiede da sempre il primato della Cattedra Apostolica) (Sant’Agostino, Ep. 43) sono animati da un odio particolare e meditano propositi funesti e perniciosi.

6. Non meno scellerate (come risulta dagli stessi documenti) sono le norme di comportamento che la società dei Carbonari insegna, sebbene impudentemente si vanti di esigere dai suoi seguaci che coltivino e pratichino la carità e ogni altra virtù, e che si astengano scrupolosamente da ogni vizio. Pertanto essa favorisce senza alcun pudore le voluttà più sfrenate; insegna che è lecito uccidere coloro che non rispettarono il giuramento di mantenere il segreto, cui si è fatto cenno più sopra; e sebbene Pietro principe degli Apostoli (1Pt 2,13) prescriva che i Cristiani "siano soggetti, in nome di Dio, ad ogni umana creatura o al Re come preminente o ai Capi come da Lui mandati, ecc.", sebbene l’Apostolo Paolo (Rm 3,14) ordini che "ogni anima sia soggetta alle potestà più elevate", tuttavia quella società insegna che non costituisce reato fomentare ribellioni e spogliare del loro potere i Re e gli altri Capi, che per somma ingiuria osa indifferentemente chiamare tiranni.

7. Questi ed altri sono i dogmi e i precetti di questa società, da cui ebbero origine quei delitti recentemente commessi dai Carbonari, che tanto lutto hanno recato a oneste e pie persone. Noi, dunque, che siamo stati designati come veggenti di quella casa d’Israele che è la Santa Chiesa e che per il Nostro ufficio pastorale dobbiamo evitare che il gregge del Signore a Noi divinamente affidato patisca alcun danno, pensiamo che in una contingenza così grave non possiamo esimerci dall’impedire i delittuosi tentativi di questi uomini. Siamo mossi anche dall’esempio di Clemente XII e di Benedetto XIV di felice memoria, Nostri Predecessori: il primo, il 28 aprile 1738, con la Costituzione "In eminenti", e il secondo, il 18 maggio 1751, con la Costituzione "Providas", condannarono e proibirono le società dei Liberi Muratori, ossia dei Francs Maçons, o chiamate con qualunque altro nome, secondo la varietà delle regioni e degli idiomi; si deve ritenere che di tali società sia forse una propaggine, o certo un’imitazione, questa società dei Carbonari.

E sebbene con due editti promulgati dalla Nostra Segreteria di Stato abbiamo già severamente proscritta questa società, seguendo tuttavia i ricordati Nostri Predecessori pensiamo di decretare, in modo anche più solenne, gravi pene contro questa società, soprattutto perché i Carbonari pretendono, erroneamente, di non essere compresi nelle due Costituzioni di Clemente XII e di Benedetto XIV né di essere soggetti alle sentenze e alle sanzioni in esse previste.

8. Consultata dunque una scelta Congregazione di Venerabili Fratelli Nostri Cardinali di Santa Romana Chiesa, con il loro consiglio ed anche per motu proprio, per certa dottrina e per meditata Nostra deliberazione, nella pienezza dell’autorità apostolica abbiamo stabilito e decretato di condannare e di proibire la predetta società dei Carbonari, o con qualunque altro nome chiamata, le sue riunioni, assemblee, conferenze, aggregazioni, conventicole, così come con il presente Nostro atto la condanniamo e proibiamo.

9. Pertanto a tutti e a ciascuno dei fedeli di Cristo di qualunque stato, grado, condizione, ordine, dignità e preminenza, sia laici sia chierici, tanto secolari che regolari, degni anche di specifica, individuale ed esplicita menzione, ordiniamo rigorosamente e in virtù della santa obbedienza che nessuno, sotto qualsivoglia pretesto o ricercato motivo, osi o pretenda di fondare, diffondere o favorire, e nella sua casa o dimora o altrove accogliere e nascondere la predetta società dei Carbonari, o altrimenti detta, come pure di iscriversi od aggregarsi ad essa o di intervenire a qualunque grado di essa o di offrire la facoltà e l’opportunità che essa si convochi in qualche luogo o di elargire qualcosa ad essa o in altro modo prestare consiglio, aiuto o favore palese od occulto, diretto o indiretto, per essa stessa o per altri; e ancora di esortare, indurre, provocare o persuadere altri ad iscriversi, ad aggregarsi o a intervenire in tale società o in qualunque grado di essa o di giovarle o favorirla comunque. I fedeli debbono assolutamente astenersi dalla società stessa, dalle sue adunanze, riunioni, aggregazioni o conventicole sotto pena di scomunica in cui incorrono sull’istante tutti i contravventori sopra indicati, senza alcun’altra dichiarazione; dalla scomunica nessuno potrà venire assolto se non da Noi o dal Romano Pontefice pro tempore, salvo che si trovi in punto di morte.

10. Inoltre prescriviamo a tutti, sotto la stessa pena di scomunica, riservata a Noi e ai Romani Pontefici Nostri Successori, l’obbligo di denunciare ai Vescovi, o ad altri competenti, tutti coloro che sappiano aver aderito a questa società o che si sono macchiati di alcuno dei delitti più sopra ricordati.

11. Infine, per allontanare con più efficacia ogni pericolo di errore, condanniamo e proscriviamo tutti i cosiddetti catechismi e libri dei Carbonari, ove costoro descrivono ciò che si è soliti fare nelle loro riunioni; così pure i loro statuti, i codici e tutti i libri scritti in loro difesa, sia stampati, sia manoscritti. A tutti i fedeli, sotto la stessa pena di scomunica maggiore parimenti riservata, proibiamo i libri suddetti, o la lettura o la conservazione di alcuno di essi; e ordiniamo che quei libri siano consegnati senza eccezione agli Ordinari del luogo o ad altri cui spetti il diritto di riceverli.

12. Vogliamo inoltre che ai transunti, anche stampati, della presente Nostra lettera, sottoscritti per mano di qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di persona investita di dignità ecclesiastica, si presti quella stessa fede che si concederebbe alla lettera originale se fosse presentata o mostrata.

13. Perciò a nessuno sia lecito strappare o contraddire con temeraria arroganza questo testo della Nostra dichiarazione, condanna, ordine, proibizione e interdetto. Se qualcuno osasse tentare ciò, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio Onnipotente e dei beati suoi Apostoli Pietro e Paolo.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, nell’anno dell’Incarnazione del Signore 1821, il giorno 13 settembre, nell’anno ventiduesimo del Nostro Pontificato.

PIO PP. VII