|     La Repubblica 13-7-2008 Vernice trasparente sui vetri e il fotovoltaico rende il doppio.  Messa a punto nei laboratori del Mit una speciale pellicola in materiale organico di VALERIO GUALERZI La luce viene intrappolata e convogliata concentrata sulle cellule poste sui
  bordi. Il materiale può essere usato nelle normali finestre o sui
  pannelli già in funzione. Il professor Baldo: "Costi irrisori,
  speriamo di commercializzarlo entro tre anni"
 
 
   MOLTI grandi passi avanti nella scienza sono stati
  fatti non solo grazie alle risposte, ma alle domande giuste. Spesso risultati che sembravano sfuggire costantemente di
  mano sono arrivati "semplicemente" cambiando obiettivo. E' quanto
  promette di fare anche l'importante innovazione nello sfruttamento
  dell'energia solare messa a punto in questi giorni nei laboratori del
  Massachusetts Institute of
  Technology. 
 Se fino ad oggi l'approccio per cercare di rendere economicamente più
  competitiva la trasformazione della luce in corrente elettrica era quello di
  migliorare l'efficienza dei pannelli solari, Marc Baldo e il suo team del Mit hanno avuto l'intuizione di rovesciare il problema.
  Anziché cercare di costruire celle fotovoltaiche migliori, hanno pensato a
  come far arrivare più luce a quelle di cui già disponiamo.
 
 Idea non del tutto originale, visto che in giro per il mondo già
  esistono o sono in costruzione diverse centrali solari termodinamiche che sfruttano la forza del sole "raccogliendola"
  attraverso grandi specchi parabolici, trasformandola in calore. Si tratta
  però di impianti costosi, che hanno bisogno di forti investimenti e di
  molta tecnologia. Esattamente l'opposto di ciò che sono riusciti ad
  ottenere gli esperti del laboratorio di ottica organica del Mit.
 
 Insieme ai suoi collaboratori, il professor Baldo, è riuscito a
  realizzare una speciale "vernice" trasparente in materiale organico
  che applicata sulle superfici dei vetri è in grado di catalizzare la
  luce e "intrappolarla" al loro interno. Il vetro si comporta quindi
  come una grande lastra di fibra ottica che obbliga la luce a scorrere verso
  l'esterno. Per trasformarla in energia è sufficiente quindi sistemare
  le cellule fotovoltaiche lungo la cornice. A costi ridotti, ogni finestra di
  casa potrebbe diventare così una fonte di elettricità.
 
 I risultati di questa intuizione sono stati pubblicati recentemente sulla
  rivista Science e sembrano davvero incoraggianti. L'efficienza delle
  cellule fotovoltaiche riesce a migliorare del 20%, un incremento che in
  futuro potrebbe toccare quota 50%. Al momento i pannelli solari convertono in
  elettricità una quota compresa tra il 10 e il 15% dell'energia che
  ricevono, mentre il costo di un Kwh prodotto con il
  fotovoltaico è di circa 15-20 centesimi di euro, contro i 5 circa del
  carbone.
 
 "In fondo - quasi si schermisce il professor Baldo -
  il tutto si riduce a un pezzo di vetro con uno strato di vernice sopra.
  L'idea è che la luce entra e inizia a rimbalzare verso i bordi e a
  quel punto tutto ciò che occorre fare è piazzare delle cellule
  fotovoltaiche ai lati. La superficie dei bordi è cento
  volte inferiore a quella esposta al sole, così siamo convinti
  che il costo dell'energia solare possa essere abbassato". Ma il team del
  Mit ha studiato anche un'altra possibile
  applicazione. Il vetro "pitturato" con la loro pellicola organica
  può essere piazzato infatti anche sopra i
  pannelli solari già in funzione, "irrorandoli" con una
  quantità di sole decisamente maggiore. In realtà bisognerebbe
  parlare della nuova speciale vernice al plurale, perché in laboratorio ne
  sono state create diverse in grado di coesistere sullo stesso vetro catturando
  frequenze di luce diverse a seconda dell'orario della giornata. Le prime
  prove eseguite al Mit con questo semplice
  accorgimento hanno mostrato la possibilità di raddoppiare l'attuale
  efficienza dei panelli al costo di un dollaro per ogni watt di potenza
  installato.
 
 Baldo e soci credono talmente tanto nelle prospettive della loro creatura da
  aver messo in piedi una società, la Covalent
  Solar, per passare immediatamente alla fase di
  produzione. Nei loro progetti dovrebbero bastare tre anni per arrivare a
  commercializzare il prodotto. Anche se riconoscono che ci sono ancora diverse
  cose da mettere a posto. Al momento il limite maggiore della vernice
  "cattura sole" è la sua deperibilità. "Ora
  funzionano per circa tre mesi e questo naturalmente non va bene, ma è
  un problema che stiamo risolvendo", promette il professor Baldo.
 
 (13 luglio 2008)
   |