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 Famiglia cristiana n° 30/2008 
  IL PAESE OSTAGGIO DI UNA BUROCRAZIA INEFFICIENTE E POLITICI DISONESTI Al di là dalle
  responsabilità specifiche in via di giudizio, il "caso"
  dell’ex governatore della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco (nella foto),
  mostra con evidenza il fenomeno d’una corruzione che sembra
  inarrestabile.  Il giudizio sull’operato
  del Governo si va riequilibrando in un’opinione pubblica che sembra rendersi
  sempre più conto che non tutto dipende solo dalla classe politica, al
  potere o all’opposizione. Prendiamo i due casi di più fresca
  attualità: la "monnezza" di Napoli
  e della Campania e la sfida del ministro della Funzione pubblica, Brunetta,
  per dare finalmente una scossa all’inefficienza diffusa della pubblica
  amministrazione, tagliando privilegi e norme che generano soprattutto sprechi
  di denaro.  Si tratta di due
  questioni molto diverse per dimensioni, difficoltà e prospettive di
  soluzione, ma per entrambe l’inizio dell’operazione governativa appare
  promettente. In 58 giorni, come ha detto Berlusconi, Napoli è stata
  ripulita e "riportata in Occidente", anche con il concorso
  dell’Esercito; e c’è l’impegno a costruire nel più breve tempo
  ipotizzabile (fra i 2 e i 3 anni) i termovalorizzatori necessari per lo
  smaltimento dei rifiuti. Ma quello che conta d’ora
  in poi è che anche i cittadini facciano la loro parte, e cioè
  attuino al massimo livello possibile quella raccolta differenziata che
  è dappertutto il presupposto a qualsiasi programma di rispetto
  dell’ambiente e della salute degli abitanti. In questi giorni si
  discute molto dei "tagli" alla spesa pubblica da cui dovrebbe
  essere caratterizzata la Legge finanziaria per il 2009, misure che interessano
  principalmente il pubblico impiego. La sostanza della questione è
  questa: l’insoddisfacente livello di qualità di buona parte della
  pubblica amministrazione non è riflesso da un analogo livello di
  retribuzione. Il dipendente dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei
  Comuni guadagna non solo più dell’inflazione programmata, ma anche
  più del dipendente delle aziende private, rispetto al quale rende
  mediamente di meno. L’argomento è
  molto delicato, perché riguarda norme contrattuali e consuetudini antiche – specialmente nei
  controlli sui tempi effettivi di lavoro – sulle quali
  la burocrazia ha contato e continua a contare, considerandole ormai dei
  diritti irrinunciabili. Dunque occorre anche qui che all’operato del Governo
  si accompagni la consapevolezza, soprattutto da parte del sindacato, che
  l’economia globalizzata non consente più una spesa pubblica a cui non
  corrispondano efficienza, velocità, praticità, risultati finali
  adeguati ai tempi. E questo vale per tutte le branche della pubblica
  amministrazione, dalla Giustizia alla scuola e così via. Naturalmente anche qui
  non tutto dipende dalle leggi e dalle consuetudini. Guardiamo solo alla Sanità,
  in regime di servizio pubblico in astratto ben organizzato, complicato in
  pratica dal rapporto con il settore ospedaliero privato, che da anni fornisce
  alle cronache tristissimi motivi di riflessione. Il "caso Del
  Turco", ultimo di una lunga serie, e di là dalle
  responsabilità specifiche in via di giudizio dell’ex sindacalista,
  ministro, eurodeputato e ora anche ex governatore della Regione Abruzzo,
  mostra con plastica evidenza il fenomeno di una corruzione che sembra
  inarrestabile. Tangenti a non finire,
  versate a politici e amministratori pubblici, per assicurare alle cliniche
  private pagamenti di somme esagerate da parte delle Regioni, a risarcimento
  di servizi prestati in misura ben poco corrispondente o addirittura mai
  prestati. Può darsi che per
  rimediare a tanto male serva il federalismo fiscale che il Governo si
  appresta a proporre al Parlamento. Ma senza un profondo richiamo alla
  coscienza dei cittadini, in qualsiasi attività, nel pubblico o nel
  privato, il Paese non cambierà mai. Chiunque lo governi.  Beppe Del Colle  |