HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO   di Mauro Novelli    Documenti d’interesse   Inserito il 5-12-2006

 

 


 

Da  L’Espresso Local  5-12-2006

 

 

Il Tirreno

 

Ferrero: servizio civile per gli anziani. La Regione: idea da soviet

 

Nonni vigili davanti alle scuole, custodi nei parchi o nei cimiteri: dal 2007 potrebbero scattare i cambiamenti

 

Prodi fa arrabbiare anche i pensionati

Mario Lancisi

 

 

FIRENZE. Anche i pensionati impegnati nel volontariato contro il governo Prodi. Pomo della discordia? L’intenzione del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero di istituire un «servizio civile dei pensionati». L’Auser, 35mila soci in Toscana, accusa il ministro di non averli consultati: «E’ mancata la concertazione», polemizza la più importante associazione over 65 anni.
 Tutto è nato da un’intervista del ministro Ferrero a Repubblica: «Nel 2007 partirà il servizio civile per i pensionati. Gli anziani sono una risorsa e non una zavorra per la società».
 L’Auser bacchetta Ferrero. Un annuncio subito bacchettato dall’Auser (l’acronimo sta per autogestione, servizi e solidarietà): «Contestiamo il metodo scelto dal ministro per rendere nota la proposta senza aver ascoltato in precedenza le associazioni come la nostra da anni impegnate nel promuovere la cultura dell’anziano risorsa». Questione di metodo, dunque.
 Nella sostanza l’Auser ammette che «il tema è senza dubbio all’ordine del giorno». Ok alla valorizzazione degli anziani, ma dentro «una strategia, promuovendo ad esempio il volontariato organizzato degli anziani, l’educazione alla vecchiaia e al pensionamento, l’educazione permanente, la valorizzazione della memoria». No invece al paragone «improprio e fuorviante» con il servizio civile dei giovani. In stile sindacalese l’Auser conclude chiedendo «un serio tavolo di confronto».
 «Proposta fumosa». I pensionati del volontariato come i taxisti, i farmacisti, gli avvocati e la miriade di associazioni e categorie che si sono scatenati contro il governo Prodi? Gino Bolognesi, presidente dell’Auser toscana, nega qualsiasi riflesso corporativo nelle critiche al ministro Ferrero: «La proposta è fumosa, indeterminata. Si tratta di capirla meglio. Una legge sul servizio civile a noi va bene, basta mettersi intorno ad un tavolo per riempirla di contenuti positivi. Se invece con l’istituzione del servizio civile si intende scavalcare le associazioni del volontariato noi siamo contrari».
 «Idee da soviet». C’è chi obietta che il no delle associazioni (oltre all’Auser, in Toscana è forte anche l’Antea, di derivazione dalla Cisl, 2500 soci, presidente Paolo Caselli) rispecchia interessi corporativi e economici (una tessera dell’Auser costa 10 euro). Gianni Salvadori, assessore alla sicurezza sociale della Regione Toscana, taglia corto: «Può anche darsi che ci siano qua e là preoccupazioni di tipo corporativo, ma il punto della proposta di Ferrero è un altro. Se il ministro proponendo il servizio civile fa riferimento all’esigenza di valorizzare i pensionati per il volontariato afferma qualcosa che in Toscana funziona già da alcuni anni. Se invece intende scavalcare l’associazionismo esprime idee comuniste, da soviet, in cui lo Stato gestisce tutto, anche il volontariato».
 La posta in gioco. Per Salvadori invece occorre riconoscere al volontariato «il ruolo di organizzatore della domanda». Per capirci, oggi funziona così. Per una serie di servizi pubblici (l’accompagnamento dei bambini a scuola, la custodia di parchi e cimiteri, la gestione delle biblioteche, e via elencando) i Comuni stipulano delle convenzioni con le associazioni di volontariato. Domani con il servizio civile potrebbero invece stabilire un rapporto diretto con i pensionati disponibili a svolgere certi servizi. Una prospettiva che potrebbe rendere marginale il ruolo delle associazioni. Da qui i timori, le paure, le polemiche.
 Gli squali del volontariato. Infine i Comuni. C’è chi approfitta dei volontari per avere manodopera a basso costo? Un esperto di volontariato come padre Vinicio Albanesi, una settimana fa, ha tuonato contro gli «squali del volontariato» che farebbero affari grazie «agli scemi del villaggio», i volontari. Le statistiche dicono che un euro investito nel volontariato ne rende otto-nove. Auser e Antea si difendono, sostenendo che il loro è solo un apporto «complementare». Mentre l’assessore Salvadori conclude che se nei Comuni si annida qualche «furbetto del quartierino» sbaglia perché il volontariato «non deve diminuire l’impegno finanziario nel sociale, ma aumentarlo».

(05 dicembre 2006)