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DOSSIER “SCUOLA”

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toARTICOLI DEL 25-26 ottobre 2008       #TOP



Report "Scuola"

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Indice delle sezioni

Scuola (223)


Indice degli articoli

Sezione principale: Scuola

I nostri no, le nostre idee ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: diciamo no alla Gelmini, è perché vediamo il rischio di un abbassamento dell'offerta formativa ed educativa per i ragazzi italiani e per questo reclamiamo un confronto finalmente vero per decidere quali siano le misure più necessarie per una scuola migliore e di più alta qualità.

Così il Viminale ha fermato la carica di Berlusconi ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: era cacciato da solo per difendere una delle sue protegée, il ministro Gelmini. Infatti le sue parole hanno provocato più di un imbarazzo sia nelle forze dell'ordine che nella sua stessa maggioranza. I vertici della polizia hanno subito fatto pressioni al ministro Maroni affinché ridimensionasse le dichiarazioni di Berlusconi.

In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: GELMINI VEDRÀ STUDENTI E DOCENTI In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca (fab bag) A Roma, dove sono partiti dalla Sapienza per approdare in senato, scandivano: "Siamo l'esercito del surf, questa è l'onda che vi travolge". E in tutta Italia l'onda della protesta non fa che montare.

Quei 200 euro dimenticati ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: A un mese dall'insediamento di Mariastella Gelmini, in accordo con le associazioni dei dottorandi, presento un'interrogazione al neo-ministro: che si farà con le borse di dottorato? Dove sono gli aumenti? Cosa pensa di fare dei cosiddetti "senza borsa" ? dottorati a titolo gratuito ? che Mussi voleva abrogare?

Un premier smisurato ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: gli interventi messi a punto dal ministro Gelmini, che solo la fantasia di qualche editorialista o la spregiudicatezza di qualche intellettuale possono spingersi a classificare come "riforme innovative". Non possiamo fare a meno di esprimere apprezzamento per la difesa che il ministro degli interni fa delle sue prerogative istituzionali in materia di ordine e sicurezza pubblica,

La polizia lo tiene fermo, gli studenti lo fanno nero ( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Per oggi gli universitari milanesi hanno deciso che si farà lezione in piazza del Duomo. A Napoli il Secondo Ateneo ha annunciato che farà lezione in strada, nei luoghi della camorra dei casalesi. Ieri, a palazzo Madama, il ministro Gelmini ha aperto al dialogo: incontrerà studenti, docenti e rettori.

Manichini e video per difendere Sollecito La Bongiorno chiede il proscioglimento ( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (84 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (72 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (63 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (62 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (

Ciclone Gelmini. Imminente incontro tra 7 comuni della Vallata del Tronto ( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21,

Diritto di cronaca ( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Nella mia vita ho manifestato contro i ministri Berlinguer, Zecchino, Moratti e, domani, Gelmini. E questo senza rinunciare a votare per una ben precisa parte politica. Se ho manifestato contro tutti e 4 i ministri (se si esclude Fioroni) degli ultimi 15 anni è perché ciascuno di essi aveva la pretesa di "cambiar tutto perché nulla cambi".

Dalla precaria alla <mammona> Le ragazze leader della protesta ( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: coordina l'assemblea "No Gelmini" di Palazzo Nuovo. Dice quasi con rabbia: "Io studio e lavoro, faccio un dottorato senza borsa. Ho due lauree: Filosofia e Scienze politiche. Non siamo il gregge ignorante che viene dipinto. Abbiamo esaminato a fondo il testo della 133 e siamo coscienti dello tsunami che porterà nella scuola".

Il Cavaliere in difesa, dialogo impossibile fino al corteo di sabato ( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: firmata dal ministro Mariastella Gelmini alla fine dovrebbe essere un dialogo inevitabile. Lo addita lo stesso ministero dell'Interno, pur annunciando che userà "fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta" delle proteste. Cresce la sensazione che il decreto voluto da Palazzo Chigi abbia sottovalutato le reazioni insieme di studenti e professori.

Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la Gelmini: "Non ritiro il decreto" Tafferugli a RomaRai, Annozero censura gli studenti di destra Pdl: sciopero del canoneLupin-lavavetri ruba 800mila euro di gioielliMez, la Bongiorno chiede il proscioglimento "Sollecito era a casa sua all'ora del delitto"Casa Bianca, la corsa dei candidati sconosciutiLa Moratti lancia il "

La giornata di una docente raccontata da UnoMattina ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: In questi momenti di acceso dibattito sulla scuola dopo il decreto Gelmini, anche l'ordinaria quotidianità di una maestra crea interesse e potrebbe fare da esempio. Così una troupe della Rai, giovedì è stata a Fossalta Maggiore per riprendere la maestra Giuseppina Piovesana che si recava a scuola. "Ho vinto il concorso magistrale quando avevo 20 anni, da allora sono di ruolo,

Berlusconi: facinorosi nei cortei ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: che vedrà deputati e senatori del Pdl nelle classi per spiegare la contestatissima riforma Gelmini. Da Pechino, il Cavaliere se la prende con tutti. Dice che gli studenti in rivolta hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" e possono contare sul "supporto dei giornali". Ragion per cui, sulla scuola "il discorso è chiuso".

In mille fanno irruzione al Festival del cinema a Roma ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per gli studenti in protesta contro il decreto Gelmini: si rinnovano occupazioni, autogestioni, lezioni all'aperto e cortei in molte città italiane. A partire da Roma, dove, mentre i rappresentanti delle associazioni studentesche erano a colloquio con il ministro dell'Istruzione, migliaia di alunni dei licei si sono radunati al Circo Massimo.

Gelmini chiude la porta: non cambio niente ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è finito senza neanche iniziare il dialogo tra il ministro Gelmini e gli studenti. "Abbiamo consegnato la nostra lettera al ministro, ma non ci siamo seduti al tavolo per la trattativa. Ci ha convocati troppo tardi e non si è detta disposta a modificare il decreto, quindi non c'è spazio per il dialogo".

Lo Snals: i tagli affonderanno la scuola ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: affonderanno la scuola Bocciate finanziaria e riforma Gelmini: "Il maestro unico non può farcela" "I tagli affonderanno la scuola". Questo il grido di allarme lanciato dall'assemblea provinciale dello Snals di Treviso, che si è svolta ieri all'Hotel Bolognese di Preganziol. "La manovra finanziaria non porterà al riordino del sistema, ma solo a raccogliere risorse a scapito della scuola"

Class action contro i prof ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: replica così a chi sta alzando le barricate contro il decreto Gelmini sulla scuola: "Voglio esprimere prima di tutto - dice De Mitri - la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutti coloro, insegnanti, studenti, presidi che in questi giorni sono stati vergognosamente minacciati per aver dichiarato la volontà di proseguire nel regolare svolgimento delle lezioni universitarie.

Gelmini, sempre proteste ( da "Provincia Pavese, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Pavia, niente esami a Giurisprudenza Gelmini, sempre proteste Berlusconi, retromarcia: mai detto di polizia nelle scuole Il ministro convoca gli studenti per aprire un dialogo. Attacco dell'opposizione. Sit-in davanti al Senato ROMA. Sale la protesta in tutta Italia contro la riforma Gelmini.

Più finanziamenti e classi più piccole ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: No al progetto di riforma Gelmini e al disegno di legge 137, no all'articolo 64 della legge 133 che prevede 8 miliardi di tagli, e rifiuto di qualsiasi ipotesi di mediazione sul maestro prevalente. Sono questi gli obiettivi del comitato lucchese per la difesa della scuola pubblica.

Santa maria del giudice ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: proteste anti Gelmini. Lo afferma Emilio Mereu, presidente della commissione sociale della circoscrizione 9. "I genitori di due famiglie affrontano a tavola l'argomento scolastico con i rispettivi figli, appena rientrati da scuola. Non fanno in tempo ad aprire il discorso che assistono per la prima volta ad un'arringa dei rispettivi figli con il grido di epiteti contro il governo,

Il dibattito sulla riforma ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria e su quella dell'infanzia che, ad oggi, continuano ad essere riconosciute da tutti gli organismi internazionali come i migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini?

La destra estrema ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sta strumentalizzando la protesta degli studenti facendo circolare sulla legge Gelmini un sacco di bugie. Noi studenti di Area Identitaria e Azione Studentesca con il nostro volantinaggio abbiamo messo in luce le bugie. Riteniamo che quella della Gelmini sia una buona riforma e avremmo auspicato che fosse analizzata in modo costruttivo e non strumentale".

Caffè delle mura, ore 16: scatta il corteo ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: le proteste contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Rimangono infatti in stato di occupazione il liceo Artistico e l'Ipsia "Giorgi", ma la mobilitazione non si arresta neppure negli altri istituti. L'Itc ha aperto le porte ieri mattina, l'Iti continua con l'autogestione, così come lo psicopedagogico e il Civitali;

"luci accese" alla saffi ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: E ancora, un'assemblea per discutere del decreto Gelmini. Alcuni studenti di psicologia sono intervenuti dalla vicina facoltà occupata, unendocsi così alla protesta della scuola elementare. Tutti insieme hanno sfilato per le vie di San Lorenzo per poi tornare alla Saffi per la cena sociale etnica conclusiva.

Studenti, scontri al festival manganelli e tensione: 4 fermi - federica angeli viola giannoli ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: che ha incontrato il ministro Gelmini. Quindi, al megafono, le quattro giovani hanno cominciato a spiegare la protesta degli studenti contro i tagli all'università previsti dalla legge 133 al pubblico ma sono state bloccate dopo qualche minuto dalla polizia, che ha sequestrato lo striscione e ha chiesto loro i documenti.

E il super-fisico conquistò la piazza "oggi einstein sarebbe un precario" - laura mari ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: studenti universitari che in questi giorni si stanno mobilitando contro la riforma Gelmini e il decreto Tremonti? "Resistete, resistete, resistete! L'unico modo per cambiare il destino dell'Italia è resistere a questo governo di barbari che sta distruggendo la nazione" Perché li definisce "barbari"? "Perché evidentemente i nostri politici non conoscono neanche la Costituzione italiana.

La mobilitazione di geologia "notte bianca contro i tagli" - laura serloni ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Se la Notte bianca è la forma di protesta che arriva da Geologia, I fisici di Roma Tre, lunedì, saranno ai semafori di viale Marconi e viale Trastevere per pulire i vetri delle macchine con lo slogan "Sto facendo pratica, sarà il mio futuro". Lezioni sulla riforma Gelmini saranno improvvisate alla metro San Paolo e Piramide.

Dal circo massimo al senato prof e liceali anti-gelmini - tea maisto ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: aperto Dal Circo Massimo al Senato prof e liceali anti-Gelmini TEA MAISTO Dal Circo Massimo fino al Senato: secondo gli organizzatori erano in più di 10mila. E ancora. In corteo tra le strade di Roma Nord: secondo gli studenti i manifestanti erano circa 4mila. Un'altra giornata di protesta contro il decreto Gelmini targata studenti delle scuole superiori.

Le dynasty, una saga infinita gli altri padroni delle facoltà ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla proteste contro la Gelmini. Viaggia su e-mail, telefonate e lettere di prof e studenti rimasti fuori dalla casta. Un moto di indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'ateneo delle cento famiglie: un codice etico.

Le caste padrone dell'ateneo ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: scosse dalla proteste contro la Gelmini. Un moto d'indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'Ateneo delle cento famiglie: "Adotterò un codice etico". Intanto due ricercatori e ricostruiscono i percorsi accelerati dei rampolli che diventano senza troppo penare ricercatori,

Cortei notturni contro la gelmini ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Pagina I - Palermo Cortei notturni contro la Gelmini Non si ferma la protesta contro la riforma Gelmini nelle scuole di Palermo. Ieri notte gli studenti e i loro leader hanno attraversato la città in corteo. I genitori si uniscono al dissenso ma si schierano contro le occupazioni degli istituti.

I piccoli leader del movimento senza bandiere - antonella romano ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: era Gelmini, stanno provando a camminare fianco a fianco. Nutrono di sicuro la stessa ambizione: moltiplicare le fila di chi contesta, aggregare il fronte della gente comune con iniziative "equilibrate" e "intelligenti", chiamando a raccolta alle assemblee chi non era mai venuto, - perché no, anche i genitori - chi aveva sempre fuggito con orrore autogestioni,

Cortei di notte e lezioni in strada dilaga la protesta anti-gelmini - salvo intravaia ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Studenti in piazza con la bara: "La scuola è morta" La mobilitazione SALVO INTRAVAIA "Un funerale per ricordare la scuola che è morta". Ecco l'ultima iniziativa di piazza degli studenti palermitani per contestare la riforma Gelmini. Ieri sera alle 21, da piazza Croci a piazza Politeama, si è svolto il corteo organizzato dai ragazzi del liceo scientifico Cannizzaro,

Genitori e figli uniti nella lotta "ma è meglio non occupare" - claudia brunetto ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Molti genitori desiderosi di conoscere i termini della riforma Gelmini dalla voce dei ragazzi e altrettanti per testimoniare con la loro presenza il sostegno alla mobilitazione che in questi giorni anima le scuole superiori. "La scuola ha bisogno di riforme - dice Adele La Mantia che ha un figlio al penultimo anno - ma certamente non di questa.

La paura sul web: "prove di federalismo" ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: vorranno dibattere sulle questioni aperte dalla riforma Gelmini. Per accedere al forum, dove saranno presenti notizie e informazioni sulle attività previste da facoltà e istituti in autogestione, basterà registrarsi come utenti del Gruppo l'Espresso: la procedura è completamente gratuita. Per gli istituti che vogliono comunicare le proprie attività è sufficiente inviare una e mail all'

Patto formativo tra prof e studenti - maurizio muraglia ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: TRA PROF E STUDENTI MAURIZIO MURAGLIA C i sono aspetti inediti nella mobilitazione anti-Gelmini cui assistiamo in questi giorni anche a Palermo. In primo luogo va rilevata la precocità della protesta rispetto alla tradizionale tempistica decembrina, a ridosso delle vacanze natalizie, che in qualche modo ha sempre inquinato la reale motivazione di certe manifestazioni studentesche.

Indiscreti ( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: con Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, e Massimo Egidi, rettore della Luiss, affronterà il tema "La scuola del merito". Poi Floris penserà alla trasmissione della terza rete Da Vespa a Fede, la Vezzali 'tocca' ancora Quinto appuntamento con "Sipario notte", il rotocalco del Tg4 diretto e condotto da Emilio Fede,

POST e RIPOST Marcorè meglio del politico Capezzone ( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la mia idea è che tutte le maestre (uniche) eliminate dal decreto Gelmini potrebbero essere utilizzate efficacemente allo scopo di dare una infarinatura decente di italiano ai politici ignoranti", è la genialata di http://www.nessuncompromesso.com/2008/10/23/classi-ponte-per-immigrati-la-mia-opinione/. Ma l'infarinatura, o l'impanatura?

Berlinguer chiama la Gelmini, sono con lei spero ci riesca ( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La prima differenza fra Berlinguer e la Gelmini è che il primo cercò di acquisire (in parte riuscendovi) il consenso preventivo da parte dei sindacati (ma questo aspetto non gli giovò una volta tirati fuori i provvedimenti), mentre la Gelmini ha agito palesemente in contrasto a essi: della serie la riforma si fa con o senza di loro.

Mariastella apre e chiude subito ( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contestazione studentesca nei confronti della riforma della scuola targata Maria Stella Gelmini ha lambito le scuole e le università di tutta Italia. Fino a inondare in serata anche il Festival del cinema di Roma, dove un migliaio di studenti ha messo in scena un sit in al grido "Fermiamo il brutto film della riforma Gelmini" e ha promesso di mantenere il presidio per tutta la notte.

Assemblea al salutati: parte la cogestione ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il decreto legge Gelmini al centro dell'attenzione: ci saranno esponenti pro e contro la riforma, delegati della sinistra giovanile, ricercatori delle università di Pisa e Firenze, professori interni all'istituto e insegnanti esterni. Graditi ospiti saranno l'ex professore di storia e filosofia Antonio Checcacci e (forse) il sindaco di Pescia Antonio Abenante.

<Per noi questa non è la strada giusta> ( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Contestiamo alcuni aspetti della riforma proposta dal ministro Gelmini ma non tutti. Per esempio riteniamo che il voto in condotta non sia una proposta sbagliata per esempio per contrastare il fenomeno del bullismo che, anche nel nostro liceo, è uscito allo scoperto qualche tempo fa", commentano gli studenti che non hanno partecipato all'assemblea di ieri mattina.

Mobilitazione al Giovio: <È solo l'inizio> ( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Occupazione al liceo dove si temono tagli a lingue e corsi sperimentali PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI di FEDERICO MAGNI ? COMO ? GLI STUDENTI del Liceo Scientifico Paolo Giovio di Como sono decisi a portare avanti la mobilitazione e far sentire la loro voce contro la riforma della scuola dopo aver trascorso la notte nella palestra dell'istituto.

TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante univer ( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante univer... TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante università. Ma perchè voi rettori ? gli dissi ? non tentate una rivoluzione? Una rivoluzione che sostituisca il merito alla demagogia, la selezione alla massa,

La scuola tra battute e cortei ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Tutto sommato il decreto Gelmini mi sembra meno impegnativo. Qualcuno ci ha definite "mammine evolute che per le creature cercate la merendina bio e lo zainetto trolley", qualcun altro "GDB, genitori democratici benestanti". Francamente non mi ritrovo in queste etichette: venivamo da Baggio, dal Quartiere Olmi e da Muggiano, estrema periferia di Milano.

Di SILVIO DANESE ROMA IN DUE FILM tedeschi, il colossal ( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro la riforma Gelmini - interfaccia la vicenda del terrorismo anni '70 con la tragedia delle vittime. "ANCHE in Germania è successo che certi ex terroristi siano diventati figure mediatiche - dice la Walther -. Hanno scontato la pena, magari contribuiscono a chiarire e raccontare le cose, d'accordo, ma tutto questo può costringere i sopravvissuti o i parenti delle vittime a un'

In scienza e coerenza ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La Gelmini era in Senato a divulgare la sua idea di scuola di tagli e scuciture (dicendo "egìda", con la "i" accentata); Scajola era in Turchia (a varare porticcioli atomici?); Bondi stava progettando una nuova gaffe lirica con retromarcia. E poi i berlusconidi rispetto alla cultura (Veline a parte) mostrano da sempre una disattenzione non casuale,

L'occupazione non significa vacanza - luca basile ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: conoscenza di quanto contenuto nel decreto Gelmini". Ore 11 di ieri mattina: davanti all'Istituto per geometri e ragionieri Don Lazzeri è un via-vai di studenti: ronzii di suonerie, abbracci, saluti, fotocopie e focaccine fra le mani. Voglia di esserci e di dare qualcosa. Chiara Vannucci e Martina Domenici sono portavoci di una protesta che al Don Lazzeri ha coinvolto oltre 500 studenti.

News ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per dire no alla 'riforma' Gelmini. La decisione di protestare martedì 28, alle 21, è stata presa nell'incontro di giovedì alle scuole Barsottini dell'Africa. Incontro, promosso dal collettivo scuole, al quale erano presenti un centinaio fra studenti, insegnanti e genitori in rappresentanza delle scuole versiliesi di ogni grado.

Per entrare è necessario lasciare il libretto e guai a chi sgarra ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Fino a quando il decreto Gelmini non andrà in votazione...Non s'era detto così?". Perché provare a far cambiare idea al governo e la ministro Gelmini, lo spiega il professor Marchetti: "In questa scuola abbiamo 300 alunni, tra scuola media e scuola superiore. Siamo dunque tra gli istituti che dovrebbero essere accorpati.

Marconi: carabinieri solo avvisati ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sono andato a vedere la situazione ed ho constatato che i ragazzi stanno approfondendo la conoscenza del decreto Gelmini, procedendo con letture di quotidiani e dibattiti. E' un esercizio di dissenso salvaguardato dalla Costituzione, così come il diritto allo studio: per questo l'occupazione riguarda il secondo piano, mentre al primo chi vuole può frequentare le lezioni.

Uova e sassi contro gli istituti - valentina landucci ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: con il decreto del ministro Gelmini rischiamo di giocarci il futuro, il nostro e anche quello dei nostri figli, la possibilità di andare all'università, di frequentare la scuola pubblica". I lavori fervono, nonostante l'ora tarda. Improvvisamente le grida dei due studenti di vedetta all'ingresso dell'istituto che si affaccia su via Vittorio Veneto.

Lezioni in piazza un anticorpo per l'oblio della cultura - vittorio coletti ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gli interventi della Gelmini, per la verità, non sono, di per sé, molto peggiori di quelli dei ministri di altri governi, ivi compresi quelli di centrosinistra. Ma è il quadro di pensiero e la visione della società in cui sono inseriti a renderli più preoccupanti, a denunciarli come segno inequivocabile di una costitutiva indifferenza e insofferenza alla scuola e all'

Ateneo, bignardi si schiera ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini: ieri in piazza le scuole della Valbisagno. Le superiori verso la "cogestione" Ateneo, Bignardi si schiera Il rettore ai docenti: "Favorite la partecipazione all'assemblea" "Invito i docenti a favorire la partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì, anche in deroga agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi ha ieri firmato un documento in cui

Lezione davanti al municipio per parlare del nostro domani ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sì, perché secondo il decreto Gelmini, le scuole potrebbero diventare enti privati, così come le università. E' vero, questa legge non obbliga nessuno a privatizzarsi: ma se lo Stato toglie fondi alla scuola, come andrà avanti? Con i nostri soldi. Ma tutti poi potranno permettersi di studiare?

Ragioni ascoltate dal ministro ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro la legge di riforma scolastica decisa dal ministro Gelmini. Il gruppo, con cartelli e striscioni, si era dato appuntamento al pontile per una manifestazione contro la riforma. Quindi si è diretto verso il municipio dove si è fermato davanti al portone. "è giusto poter esprimere il proprio dissenso - ha detto Buratti ai ragazzi - ma occorre farlo nel rispetto delle regole.

Documento al chini ( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: le motivazioni che sono alla base del movimento contro il decreto Gelmini" e auspicano che "le forme di lotta degli studenti coinvolgano, nei modi che si riterranno opportuni e produttivi, gli stessi docenti e tutte le componenti della scuola". Già ieri mattina alcuni insegnanti del liceo hanno preso parte all'assemblea degli studenti.

Ateneo, bignardi benedice la rivolta - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: al movimento universitario si uniranno gli studenti medi e la rete anti-Gelmini "Sos scuola" (docenti, genitori e bimbi). Si partirà alle 9 da piazza Caricamento, poi via delle Fontane, Annunziata, piazza Fontane Marose, De Ferrari, San Lorenzo e Caricamento. "Fuori dai partiti, fuori dal sindacato", mettono bene in chiaro tutte le anime della mobilitazione.

Scuola, il giorno della valbisagno cortei e fiaccolate anti-gelmini ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Gli studenti dell'Odero di Sestri bloccano a sorpresa per qualche minuto la strada, poi rientrano nelle aule Cortei e fiaccolate contro il Decreto-Gelmini; ma anche un timido tentativo di occupare la sede stradale a Sestri Ponente, con gli studenti dell'istituto professionale Odero che in mattinata hanno improvvisato un blocco in via Briscata.

Le lezioni in piazza e l'oblio della cultura - vittorio coletti ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è la tragedia di oggi e il motivo che rende la politica della Gelmini peggiore perfino di quella supponente di Mussi. Anche il centrosinistra cercava di spendere meno per la scuola (lo chiamava spendere meglio e lo traduceva nel farlo in maniera molto complicata...), ma non ha mai dato la sensazione di non credere più nella cultura, che è nel Dna dei suoi residui elettori.

"quest'anno accademico inauguriamolo in piazza" - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: No Gelmini" si presenta compatto e raccoglie consensi sulla piattaforma di iniziative di lotta anche da docenti, come il professore di diritto Giovanni Cimbalo, dalla sinistra universitaria. I fischi sono riservati al presidente del consiglio studentesco Angelo Erbacci, dello Student Office, quando critica il blocco della didattica e giudica "

Maestre precarie "la virgilio peggio della gelmini" ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La Virgilio peggio della Gelmini" Non assunte per "svecchiare" il personale degli asili nido. Sarebbe questa, secondo le Rdb, la risposta che l'amministrazione comunale ha dato a 112 maestre precarie dei nidi, già vincitrici di concorso ma non ancora assunte. Al punto che ora le dipendenti si preparano allo sciopero per protestare contro la decisione della giunta comunale.

E i sindacati della scuola riscoprono l'unità "ecco come la riforma colpirà 5000 prof" - paolo russo ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ma gli effetti della cura dimagrante imposta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini si faranno sentire soprattutto per i precari: nel 2009 le supplenze saranno complessivamente 3.188 in meno rispetto a quelle assegnate quest'anno. A snocciolare questi dati amari è Paolo Peluso, segretario regionale della Cgil scuola.

"blocco delle lezioni contro i tagli" - francesca savino ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro i tagli e il pacchetto di riforme dei ministri Tremonti e Gelmini. "Presenteremo ai rettori di Università e Politecnico la richiesta di bloccare la didattica martedì 28, il giorno in cui abbiamo in programma l'assemblea generale con il mondo della scuola e della ricerca" annuncia il coordinamento Stop 133, che riunisce tutti i volti della protesta nelle facoltà cittadine.

Gelmini: "Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione ( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Roma | 25 ottobre 2008 Gelmini: "Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione Manifestazione Continua la mobilitazione degli studenti contro la riforma della scuola e i tagli all'università e alla ricerca. Non ha avuto successo il primo incontro del ministro Gelmini con due delegazioni studentesche.

Per un populismo della sinistra ( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: in particolare Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre pacchetti di riforme, anche per decreto, cercando comunque di superare di slancio il disturbo delle discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata in Consiglio dei ministri nel giro di nove minuti e mezzo,

Steno, omaggio all'Auditorium ( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini. Era il prologo della proiezione del docu-film "Steno, Genio gentile" di Maite Carpio nato in collaborazione con Rai Educational. I figli Carlo ed Enrico Vanzina (foto) commossi. "Da Guardie e ladri a Febbre da cavallo, tanti sono i film di papà rimasti nel cuore - commenta Enrico - e se la televisione ricordasse di più le nostre origini,

Riello: <Basta ai clientelismi negli atenei Solo così le imprese vorranno investire> ( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sul tema, l'unica cosa che dico è: viva il ministro Gelmini! La scuola italiana spende moltissimo, è una fabbrica di stipendi e chi cerca di renderla più efficiente va sostenuto". D.P. L'industriale \\ Così com'è l'università non è interessante per le imprese: è un sistema ingessato.

Il rettore: i privati non ci aiuteranno Non saremo mai una Fondazione ( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini deve ancora annunciare le linee guida per l'attuazione del decreto – ha spiegato il rettore - , ma posso garantire che non è ostile a un rifinanziamento della ricerca con i soldi della Finanziaria. Andando avanti con le proteste, il rischio è la rottura totale delle trattative in un momento in cui i cittadini chiedono conto al governo della gestione dei loro soldi.

Sit-in, slogan, striscioni e megafoni Ma gli studenti non sono tutti uniti ( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: anche una ventina di liceali del Collettivo contro la Gelmini. Poi, la decisione di irrompere nell'aula. "Assemblea, assemblea ", hanno urlato i ragazzi, frantumando l'aria formale che si respirava. Pochi i posti, anche in piedi: si stava dove si poteva, e ben presto il pavimento è diventato un tappeto di ragazzi e ragazze seduti a gambe incrociate, tra pashmine colorate,

Venti firme contro la Gelmini ( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 2 categoria: REDAZIONALE I presidi Venti firme contro la Gelmini VERONA - Si allarga il fronte dei presidi delle scuole veronesi che contestano la riforma Gelmini. Ieri mattina a Corte Molon una ventina di dirigenti hanno sottoscritto la lettera aperta al ministro, presentata mercoledì su iniziativa del sindacato Flc-Cgil.

Masini e Giacobazzi i più critici <Troppi i tagli. E colpiranno tutti> ( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Unico a dirsi soddisfatto del decreto Gelmini è il direttore amministrativo Antonio Salvini: "C'è un lato positivo – ha detto – senza di essa il governo avrebbe avuto la scusa per disinteressarsi all'università". La parola, la prossima settimana, passerà alle assemblee di facoltà, richieste a più riprese dagli studenti.

Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi ( da "Figaro, Le" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche.

La Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma ( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA La Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma Il ministro non cede davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende male". Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in piazza. A Bologna polemiche per Annozero Roma, 24 ottobre 2008 - “

Facoltà occupate e lezioni per strada ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sfilerà la protesta delle scuole e delle università contro il decreto Gelmini e la famigerata legge 133. La stessa dove ogni sera, dopo le 20, si riuniscono le rappresentanze delle verie Facoltà e in cui un cartello avvisa: "L'aula magna è occupata e autogestita. Perciò va curata e rispettata". Idem, ma su scala ridotta, a Psicologia, dove l'aula occupata è la 4/B.

Le piazze nuovamente megafono di opinioni ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: aperto contro la legge Gelmini e contro la legge finanziaria. Oggi sarà il centrosinistra - sollecitato dal Pd - a suonare le trombe della mobilitazione. Perché vuole contarsi, perché spera di poter mostrare muscoli forti. Come in passato ha fatto il centrodestra. Evidentemente è un malcomune quello di gridare sperando di farsi ascoltare dalla parte opposta.

3/11 ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 25 pagina 3 3/11 di Redazione Gli studenti non mancheranno alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico. Sarà l'occasione per un faccia a faccia con il ministro Mariastella Gelmini. Parteciperanno ragazzi di superiori e università. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Di destra Azione Universitaria chiede di abbattere i <baroni> ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini che si è dimostrata disponibile ad ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre proposte per migliorare il futuro dell'università e degli studenti. Adesso vedremo i fatti". Lo ha affermato la delegazione di Azione universitaria, guidata dal presidente Giovanni Donzelli e composta anche dai due vicepresidenti Vittorio Pesato e Simone Pelosi e dal capogruppo al Cnsu Andrea

La testimonianza Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto.

I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Dove si studia e non si occupa mai La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008.

All'Istruzione mancano 400 milioni ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: movimenti di piazza e sindacati sono fuori tempo e sbagliano persona confondendo Gelmini con Tremonti. Lungi da noi, naturalmente, esporre più di tanto il ministro dell'Economia in un momento così complicato, ma sta di fatto che il decreto Gelmini altro non è che l'applicazione concreta dei tagli approvati con la manovra economica del luglio scorso.

Berlusconi avverte: "Oggi Pd in piazza attenti ai facinorosi" ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: di Adalberto Signore E per spiegare la riforma Gelmini si prepara a mandare deputati e senatori davanti alle scuole nostro inviato a Pechino In Italia è l'alba quando Silvio Berlusconi torna ancora una volta sulla questione scuola. Per rispondere alle critiche arrivate dal Pd dopo che il premier aveva detto di non aver mai "neanche pensato" di utilizzare la polizia nelle scuole,

Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 256 del 2008-10-25 pagina 6 Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" di Antonio Signorini E loro imitano la Cgil Il ministro riceve i giovani per discutere il decreto I duri della protesta non si siedono neppure al tavolo I "piccoli" dell'Uds non si sono nemmeno seduti.

Ecco il paradiso dei radical chic dove si paga per non scioperare ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: radical chic dove si paga per non scioperare di Andrea Cuomo La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008.

Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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Abstract: dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto.

Vanno in piazza per la scuola pubblica ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per i rampolli solo istituti esclusivi La Gelmini riceve gli studenti. Ma loro imitano la Cgil e non si siedono neppure al tavolo Vizi privati e pubbliche virtù. Dalla Melandri a Rutelli passando per Moretti e Santoro. I guru della sinistra attaccano la riforma della scuola pubblica, ma poi mandano i figli nei più prestigiosi e costosi istituti privati.

Corteo dei liceali, momenti di tensione al Siotto ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: superiori cagliaritane hanno deciso di radunarsi in piazza e poi originare un corteo di protesta contro la riforma Gelmini. Un'iniziativa improvvisata all'ultimo momento, che ha portato 700 giovanissimi alla ricerca di luoghi dove manifestare il proprio dissenso. Attimi di tensione al Siotto, dove un gruppo di scioperanti ha sfondato i cancelli, minacciando di occupare la scuola.

Scuole a rischio? Ipotesi teoriche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sono solo ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini". Dall'assessore alla cultura Giorgio Murino (foto) arriva una precisazione sull'allarme tagli lanciato in Consiglio provinciale. "Voglio rassicurare i genitori dei ragazzi iscritti ai corsi dell'alberghiero e assegnati al convitto. Quelle di cui abbiamo parlato sono ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini.

Il Pd alla prova della piazza Premier: 'Celano le divisioni' ( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da venerdì sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione,

Leggi l'articolo ( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21,

Scuola, in piazza gli studenti dei licei ( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: si è svolto un corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini a cui hanno partecipato oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi. "Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo studio".

Addio vecchio mondo riconquistiamo il futuro Bisogna avere lo spirito, la calma eversiva e gli ottan... ( da "Unita, L'" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: polizia per impedire le proteste nelle scuole contro i tagli all'istruzione del ministro Gelmini (composta nelle foto, incerta nel lessico), poi smentisce se stesso ed in effetti a sentire bene l'audio non dice polizia ma "forze dell'ordine". Forse intendeva la Forestale, appunto. Camilleri avvisa che il presidente del Consiglio "provoca per suscitare una reazione incontrollata".

Il popolo del Pd in piazza a Roma. Veltroni: è più di quanto mi aspettassi ( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che oggi hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da ieri sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione,

16 minorenni denunciati per vandalismo a Lecce ( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: decreto Gelmini', col volto coperto da passamontagna, ha compiuto veri e propri blitz in cinque scuole superiori arrivando in alcuni casi ad interrompere le lezioni. Nel liceo scientifico Banzi sono stati compiuti vari atti vandalici. Il gruppo ha divelto banchi, rotto porte, finestre, lavagne e cattedre e suppellettili varie.

Terzo giorno di occupazione Giovedì corteo in città ( da "Corriere Di Como, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ma sembra che l'agitazione contro il ministro Mariastella Gelmini nei prossimi giorni sbarcherà anche al classico "Volta". Non è ancora chiaro in quale forma, ma tra lunedì e giovedì alcuni studenti di via Cesare Cantù dovrebbero radunarsi nel cortile della scuola per inscenare una sorta di protesta silenziosa.

Scuola, col decreto non si tratta ( da "Italia Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Cronaca Roma In tutta Italia cortei, occupazioni e lezioni in piazza. I ragazzi: "Le nostre richieste non accolte, la mobiliatazione continua" Scuola, col decreto non si tratta Le Associazioni studentesche non siedono al tavolo con la Gelmini.

"No Gelmini", non si ferma la protesta ( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli.

Oggi tocca ai difensori di Rudy Guede "Amanda e Raffaele erano in casa" ( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?

Dalla Marcegaglia un appello al governo: "I soldi non restino dentro la banche" ( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?

Roma, è iniziato il Pd-Day Veltroni: "Tanta gente? Me l'aspettavo" "Sì, era proprio così che me l'as... ( da "TGCom" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il leader del Pd passa poi alle proteste in atto in Italia contro il decreto Gelmini: "Stupisce lo stupore della protesta che è giusta e responsabile e che tale deve restare. C'è bisogno - sottolinea Veltroni - di una riforma che metta la scuola italiana in linea con quella europea". 17,21 - "L'economia reale è il problema di questi giorni".

"Si è dimezzato il prezzo del grano Ma pane e pasta sono alle stelle" ( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?

Berlusconi: "Non sono preoccupato, il governo va avanti" ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".

Protesta dei docenti: scuola da salvare ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: principali della riforma della scuola del ministro Gelmini. Le prospettive non sono incoraggianti per i paesi con pochi abitanti. A rischio la sopravvivenza delle scuole che hanno meno di trecento alunni. Verrebbero soppresse o accorpate, con costi altissimi per le famiglie e per i comuni. Al fianco delle insegnanti si è schierato l'assessore ai servizi sociali e alla pubblica istruzione,

Scuola, in cattedra i deputati Pdl ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: in cattedra i deputati Pdl La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" --> La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" Ancora polemiche sulla scuola tra governo e opposizione. Manifestazioni di studenti in tutte le città. ROMA Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola.

Riforma Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Nuoro e Provincia Pagina 5019 Scuola Riforma Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa Scuola --> Un incontro-dibattito sulla riforma della scuola varata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che sta incendiando il dibattito politico di questi giorni. Lo hanno organizzato per lunedì le segreterie provinciali di Flcgil, Cisl scuola, Uil scuola,

Contro la Gelmini ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Prov Medio Camp Pagina 3031 Contro la Gelmini --> San Gavino Martedì alle 16.30 il consiglio comunale si riunirà nell'aula magna del liceo scientifico "Marconi" in via Tommaseo per discutere della scuola italiana tra il diritto all'istruzione e il decreto Gelmini. (g.pit.).

Roma, 17:46 - VELTRONI: GOVERNO RITIRI DECRETO GELMINI ( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract:

Berlusconi: <Nessuna preoccupazione, marciano perché divisi> ( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".

"La destra non sa governare ( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Veltroni attacca la riforma Gelmini contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori. E lancia una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati,

Veltroni: "Italia migliore della destra che la governa. Ridurre le tasse su lavoro e pensioni" ( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino, il premier Silvio Berlusconi, replica all'imponente manifestazione del Pd: "Nessuna preoccupazione". La manifestazione del Pd è "interna corporis della sinistra", aggiunge criticando la decisione di scendere in piazza:

Pd-day, un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia" ( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia""/> La scuola, l'università e i tagli del decreto Gelmini sono "il" problema anche se non è arrivata fin qua, come qualcuno pensava, la marea degli studenti che occupano scuole e università dal nord al sud. L'Onda resta a parte, non si mescola ma c'è: "Gelmini, Tremonti, rifate tutti i conti".

Il 25 ottobre dell'altra Italia ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: opposizione del Pd in senato abbiamo costretto la maggioranza e il governo ad allungare il dibattito sul decreto Gelmini di quasi una settimana (certo qualcuno obbietterà che non si tratta di un gran successo ma visti i numeri in parlamento mi sembra un discreto risultato)? E quante volte alla camera l'opposizione in commissione e in aula ha messo sotto il governo?

Il mini '68 scoppiato in casa del Cavaliere ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: giù giù fino all'ex leader maoista Brandirali, tranne le new entries alla Gelmini ? che lui non autorizza a andare in tv salvo poi lamentare che i media tacciono sui provvedimenti del governo ? tutti sono passati per le piazze e ne conoscono bene le delicate dinamiche, tranne lui: che incarna l'anomalia del politico impolitico.

Angelucci boys, lassù qualcuno li ama ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il Riformista scrive in prima pagina (con soddisfazione): "Gelmini ci ascolta e convoca gli studenti ribelli". Commento di Peppino Caldarola: "Cortei in tutta Italia. Un sit in davanti al senato. Alcuni slogan ragionevoli e molte parole esagerate. Il nuovo movimento dilaga in tutta Italia. Il governo ha cominciato a correggere il tiro.

L'Onda anomala che fa politica ma spiazza i partiti ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Fermiamo il decreto Gelmini" e la polizia che li ha bloccati. Un po' di tensione c'è stata. Ma si è visto francamente di peggio. L'Onda è anomala davvero e quindi spiazza, costringe a mettere in soffitta vecchie categorie e pregiudizi. Il rischio di derive estreme provocato da frange minoritarie in Italia esiste sempre, ma questo movimento finora ha dimostrato di essere un'

Il nuovo '77 non c'è. Evitiamo di crearlo ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: essa una "peggio gioventù" che però, a differenza della prima, paga la propria tristezza in solitudine, e che forse dall'onda anomala dei compagni potrà essere lavata. Chissà se la Gelmini, chiamata a fare un mestiere non suo, riuscirà a capire che l'umiltà sarebbe l'arma efficace nelle sue mani, se potesse e sapesse usarla.

Serve una fase due anche agli studenti ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: proteste in tutta Italia non è servita al movimento degli studenti per raggiungere il primo obiettivo, il ritiro del decreto Gelmini. Anche l'offerta di dialogo annunciata dal ministro è durata il tempo di un aperitivo. Ma la frustrazione è una pessima consigliera. Guai a farsi prendere dalla rabbia. Che fare? Eliminare i falsi pretesti potrebbe essere già l'inizio della ripartenza.

Pd in piazza, Berlusconi all'attacco È guerra dei numeri sul corteo ( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".

Bankitalia: investimenti, non tagli alla scuola ( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: sta per cominciare una settimana cruciale per il movimento degli studenti che contestano la riforma Gelmini. La settimana culminerà giovedì con lo sciopero generale della scuola. Studenti cui dà ieri ragione, a sorpresa, la Banca d'Italia. Per l'istruzione, sostiene il vicedirettore Ignazio Visco, servono "interventi importanti". Investimenti, insomma, non i tagli della Gelmini.

Prof in rivolta, gite annullate nei licei ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: acuito dagli ultimi provvedimenti della Gelmini e dalle affermazioni di Brunetta - dice Manlio Giubilato, professore di storia e filosofia al Classico ed ex consigliere comunale - sospendiamo le gite, le attività extracurriculari, quelle non previste tra i nostri obblighi". Arriva anche a Conegliano la protesta contro gli ultimi decreti del ministro alla pubblica istruzione,

Notte bianca: il presidio fino all'alba ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: il presidio fino all'alba Insegnanti, genitori e studenti assieme contro il decreto legge Gelmini FOLLINA. Notte bianca contro il decreto legge Gelmini. Maestre, genitori, ma anche ex alunni, studenti universitari e ricercatori si sono ritrovati alle medie di Follina venerdì sera per un presidio che è proseguito per fino all'alba.

Lezioni in piazza, Bassi bacchetta i docenti ( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: folkloristiche e forse sono anche stati strumentalizzati perché una riforma Gelmini sull'università ancora non c'è. Se vengono da me a contestare il maestro unico sbagliano indirizzo, ma se la loro protesta sarà civile li ascolterò. Lunedì sera ci dovrebbe essere la notte bianca a Sociologia, cosa ne pensa? Se ne sta occupando il preside Diani, è sua la competenza dell'edificio.

Domani la maratona didattica ( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: altra giornata di lavoro organizzativo per il Comitato No Gelmini in attesa delle giornate clou di domani e martedì. Domani a Sociologia ci sarà una "maratona didattica" con lezioni "parallele" organizzate dagli studenti e da un gruppo di professori. Si partirà alle 9.30 con la lezione su "Istruzione e neoliberismo" tenuta dai docenti Cobalti e Barone.

La elementare di Montaner rischia la chiusura ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: I genitori pronti al sit-in contro la Gelmini, il Comune li appoggia SARMEDE. Protestano i genitori che mandano i figli alla elementare "Giovanna Faè" a Montaner, perché il decreto Gelmini potrebbe chiudere il plesso, frequentato da 46 alunni, quindi sotto la soglia dei 50 previsti dalle nuove direttive.

La Marca del Pd sfila al Circo Massimo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: università della riforma Gelmini, al lodo Alfano, "all'accentramento dei poteri del governo Berlusconi e alla sua incapacità di far fronte alla crisi economica in atto". Un Paese che sta diventando sempre più povero, dicono quelli del Pd, ha bisogno di scelte diverse da quelle messe in cantiere da Popolo della Libertà e Lega Nord.

La Chiesa attacca le classi separate ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa attraverso il suo organo d'informazione, "La vita del popolo" che cita, al contrario le felici esperienze d'integrazione tra bimbi italiani e stranieri. Una mozione approvata dal Parlamento nei giorni scorsi propone classi separate per insegnare l'italiano agli alunni stranieri: ne sono nate proteste e polemiche.

Veltroni: governo inadeguato, le tasse crescono ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
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Abstract: "Il decreto Gelmini va ritirato" "Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme. Il Paese è migliore di chi ora lo dirige" ANDREA PALOMBI ROMA. "L'Italia è migliore della destra che la governa". Walter Veltroni lo ripeterà come un refrain nel suo intervento-fiume di fronte alla marea che riempie il Circo Massimo.

La folla inneggia a Obama e canta "Bella ciao" ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,

Da Obama a "Bella ciao" ( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,

Il pd fa il pieno al circo massimo veltroni: "un'altra italia è possibile" - giovanna casadio ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: che dà del "bugiardo" a Berlusconi, dell'"asina" alla Gelmini, dello "scissohands" a Tremonti ma non grida al regime - va via soddisfatto. Commenti: "Forse potevamo farla prima, però meno male che l'abbiamo fatta", tiene stretto lo striscione Mara Feletti da Sesto San Giovanni. Chi scherza: "Niente paura, San Walter ci protegge.

Il caos calmo della rabbia riformista - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società.

Recita anti gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Cronaca Il caso Recita anti Gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri La denuncia di quattro consiglieri del Pdl a Bracciano, alle porte di Roma VITERBO - Bimbi di una quinta elementare costretti ad imparare a memoria una recita anti Gelmini. Lo denunciano quattro consiglieri del Popolo della libertà del Comune di Bracciano,

E i fisici della sapienza scesero in trincea "così la ricerca fa crac" - beppe sebaste ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: seguita da una discussione sul decreto Gelmini. "La cultura è una sola", dice Gianluca Trentadue, docente di Fisica teorica all'università di Parma, da molti anni collaboratore coi colleghi romani al Cern di Ginevra, alla realizzazione del nuovo grande acceleratore appena inaugurato alla presenza di tutti i ministri i cui governi partecipano alla ricerca,

Scioperi e cortei, l'onda non si ferma - mario reggio ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Garlate e Valgreghentino a partire da domani simuleranno nelle scuole elementari l'applicazione della riforma Gelmini, organizzando le lezioni con il maestro unico. Si è svegliata anche Trieste. La mobilitazione è iniziata una settimana fa e ieri un migliaio tra studenti, insegnanti e studenti hanno partecipato al corteo contro la Gelmini che si è concluso davanti alla Prefettura.

Addio alla scuola dell'ultima valle - paolo rumiz ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini l'attualità Mentre i provvedimenti del governo minacciano la chiusura delle elementari di montagna, siamo andati a vedere come vivono i bambini della classe dell'Aulo Magrini, nella friulana Val Pesarina Ecco la storia di una periferia d'Italia dove l'istruzione e la cultura sono sempre state il cemento della comunità Un istituto che chiude è come una campana che rintocca

Scuola ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: nazionale a Roma del 30 ottobre contro la riforma Gelmini. Partenza da Cecina, prezzo 22. Per informazioni e adesioni, chiamare Paolo Bertolini al numero: 347/3807495. CASALE Ecco la graduatoria contributo-affitti CASALE. Nei locali del palazzo civico di Casale è in pubblicazione la graduatoria definitiva di coloro che hanno fatto domanda, entro i termini previsti dal bando anno 2008,

In 500 per dire no alla riforma gelmini ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Cecina In 500 per dire no alla riforma Gelmini La pioggia non ferma il maxi-corteo di professori, alunni e genitori CECINA. "Stella stellina la scuola va in rovina" cantavano ieri i manifestanti contro il decreto Gelmini. In 500 hanno invaso le strade del centro per protestare contro i tagli alla scuola.

E all'isis mattei lezione in piazza ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: faranno lezione in piazza in segno di protesta verso la riforma Gelmini". E saranno lezioni vere, con tanto di professori. "Ci sarà l'ex insegnante di scienze Luppicchini, ora in pensione, e il professore di storia Arrigoni. Durante la mattinata saranno distribuiti dei volantini in cui si spiegano le ragioni della nostra protesta".

I comuni in consiglio ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini i comuni, con molta probabilità, saranno coinvolti direttamente nella gestione delle scuole". Insomma, fino a che non sarà fatta chiarezza (ed è per questo che le scuole attendono le norme applicative della legge) c'è la possibilità che il "tempo pieno" venga trasformato in "tempo scuola": ossia che le ore che gli alunni della primaria trascorreranno in aula nel pomeriggio

La protesta dell'onda non si ferma a pinerolo lezioni in piazza anche oggi - paisio e vercellino a pagina viii ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
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Abstract: Pagina VII - Torino La scuola contro la Gelmini: c'è anche la Destra La protesta dell'Onda non si ferma A Pinerolo lezioni in piazza anche oggi paisio e vercellino a pagina viii SEGUE A PAGINA VIII.

Scuola, una settimana di protesta a pinerolo oggi lezione in piazza - milena vercellino ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
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Abstract: piazza Autogestioni fino allo sciopero del 30 Il Pdl vuole fare controinformazione Ma i giovani della Destra: "Anche noi bocciamo la Gelmini" MILENA VERCELLINO Continua gonfiarsi la piena della protesta contro la riforma Gelmini: in attesa dello sciopero nazionale proclamato per il 30 ottobre, a Torino iniziative, presidi e assemblee fioccano un po' ovunque nella galassia scuola.

Pitigliano: appello ai sindaci ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: attuazione della cosiddetta 'riforma Gelmini'. Il timore dei tagli, in zone vastissime, poco popolate, e, quindi, disagiate da sempre, a causa delle loro caratterstiche, è ovvio. In una lettera inviata a tutte le autorità competenti si sottolinea come "il territorio rischia un impoverimento grave e irrecuperabile per l'applicazione, se attuata,

Consiglio comunale a manciano ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Consiglio comunale aperto dedicato alla riforma Gelmini nei prossimi giorni. La proposta del sindaco Rossano Galli è giunta al termine della seduta consiliare di giovedì 23 dopo che l'assessore alla pubblica istruzione, Daniele Pratesi, ha letto un documento da condividere con il consiglio e da inviare al ministro Gelmini.

Gelmini bocciata anche da cl - franco vanni ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Pagina VI - Milano Giovedì Mercoledì Lunedì Gelmini bocciata anche da Cl Volantinaggio della lista in Statale: "No ai tagli" Annunciati nuovi cortei Assemblea a rischio dei giovani di An: "Protesta strumentalizzata" FRANCO VANNI Gli studenti di Comunione e liberazione scendono in campo contro i tagli all'università.

I maestri: non siamo faziosi ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: accusati di faziosità e strumentalizzazione nei confronti dei bambini nel bailamme della contestazione del decreto Gelmini. Infatti, rifiutano "categoricamente le accuse perché nessuno si è mai permesso di propagandare in classe le proprie idee con i bambini. Chi rivolge accuse di questo tipo deve indicare nomi, circostanze e modalità in cui tali fatti sarebbero avvenuti.

Gli studenti bloccano il traffico ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Un cordone di ragazzi avanza piano verso la strada, la manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così si decide in due minuti di andare (anche se per poco) a fermare le macchine fuori dalle Mura. DAVINI in Lucca III SEGUE A PAGINA 3.

Sit in a porta s. pietro ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: la grande manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così viene deciso in due minuti di andare a fermare le macchine fuori dalle Mura: centinaia di studenti con le gambe incrociate e i megafoni accesi, gli stessi che hanno sfilato per le vie del centro, insieme a genitori, bambini e insegnanti.

Barga, manifestazione martedì in teatro ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Umberto Sereni di organizzare un confronto sulla riforma Gelmini. Sarà l'occasione per discutere e approfondire come sarà la futura scuola italiana. L'appuntamento è alle 17,30. Ad oggi hanno già dato l'adesione alla manifestazione il senatore Andrea Marcucci in qualità di segretario della commissione scuola e cultura del Senato, la Provincia con gli assessori alla pubblica istruzione,

Forza italia contro la sinistra chiusura assurda e strumentale ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ordine che non trovano riscontro nel progetto di legge Gelmini. A questo punto anche noi abbiamo fatto votare il nostro ordine del giorno". Per Marcucci e Santini si tratta dell'ennesima "occasione persa da parte di una maggioranza che naviga a vista sui temi locali e opera con il paraocchi dell'ideologia sui temi di più grande respiro".

S. maria del giudice/1 ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: un comportamento didatticamente deleterio" in occasione della protesta anti Gelmini: due genitori avevano riferito di frasi anti Berlusconi ascoltate a scuola. "Si tratta di un'affermazione ingiusta, molto grave e pesante. Si chiede, ai due genitori di chiarire l'accaduto; il dirigente si sarebbe aspettato di essere contattato.

Rosalba e brunetta - enzo costa ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: con l'allarme per la controriforma Gelmini, esprimeva l'amarezza di chi vede il proprio difficile e importante mestiere ingiuriato da idee approssimative e false (su ore di lavoro, impegno, dedizione) della gente. Pregiudizi non nuovi, ma ora più forti e sfacciati perché per la prima volta fomentati da un governo.

A roma sul pullman delle tute blu breda - dal nostro inviato ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Per urlare il proprio "no" alle politiche del governo, decreto Gelmini in testa. "Siamo tanti - annota con piacere Ivan Spinicci - ma tanti davvero. In questi ultimi giorni, Berlusconi ci ha messo indubbiamente del suo, soprattutto con quella minaccia di inviare la polizia nelle scuole". è l'ora di partire.

Prof e studenti fanno fronte comune ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: obiettiva del decreto Gelmini. Inizia martedì invece l'autogestione dell'Istituto Agrario con un incontro che vedrà alternarsi posizioni politiche di destra e di sinistra in merito al decreto Gelmini. L'autogestione andrà avanti fino a giovedì con altri incontri. Al liceo classico-pedagogico, dopo quasi tre giorni di occupazione la protesta si è convertita in assemblea permanente.

Ora in tutti gli istituti si mobilitano i docenti ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Professori insieme agli studenti contro i tagli previsti dal decreto Gelmini. Ci voleva forse l'entusiasmo e l'irruenza dei giovani per mobilitare anche il corpo decenti a prendere pubblicamente posizione riguardo al decreto. Negli ultimi giorni sono apparsi, infatti, alcuni documenti con cui molti docenti pistoiesi hanno voluto esporre il proprio dissenso nei confronti del decreto.

I precari scrivono al ministro gelmini ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: scrivono al ministro Gelmini PISTOIA. Dopo un'asseblea alla media Anna Frank alla presenza di Cgil, Cisl e Snals, un gruppo di docenti precari della scuola pistoiese ha scritto una lettera al ministro alla Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. "Da anni stiamo ricoprendo posti di organico di diritto e di fatto in tutti gli ordini di scuola e svolgiamo il nostro lavoro con passione,

Tutti a casa contro la riforma gelmini ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: riforma Gelmini La preside: "Una protesta concordata per evitare l'occupazione" S.MARCELLO. Anche l'Istituto superiore di S.Marcello ha aderito alla protesta contro la riforma Gelmini, attuando un'assenza di massa. Non si tratta di un vero e proprio sciopero, che avrebbe comportato manifestazioni in piazza, ma un rifiuto di dare seguito al normale svolgimento delle lezioni per causare,

La protesta degli studenti e la democrazia che vive - nicola carella ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini, di Brunetta, di Tremonti non è casuale NICOLA CARELLA C'è qualcosa di nuovo che si muove da qualche settimana tra i corridoi, negli atri, nelle aule del Politecnico di Bari e dell'Ateneo. Qualcosa che io non ricordavo, e che forse nessuno dei miei coetanei ricorda di aver vissuto almeno nel recente passato: un'aria elettrica che va dalla protesta dei ragazzi del collegio

Studenti, la protesta invade la città - francesca savino ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Impegnati sia i ragazzi che i professori per allargare il fronte contro i provvedimenti decisi dal ministro Gelmini FRANCESCA SAVINO L'onda della protesta universitaria si riversa nelle piazze di Bari. In quelle affacciate sul mare, dove ieri sera gli studenti e i ricercatori del coordinamento "stop 133" hanno portato fra i tavolini di Bari vecchia le ragioni del movimento.

Scuola, attività sospesa in 50 istituti su 70 ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: pensionati che vogliono manifestare contro il decreto della Gelmini. E le adesioni dal sindacato dei pensionati, sono tantissime. "I numeri sono destinati a crescere - ha detto Lena Gissi, segretario generale Cisl scuola - e questo è un dato molto rilevante perché la manifestazione è a Roma". Giovedì prossimo sciopereranno quasi tutte le scuole elementari di Bari e in molti istituti,

Lezione in piazza è ancora protesta ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ma la lotta contro il decreto Gelmini e la previsione di tagliare/accorpare tutti gli istituti superiori della zona non finisce qui. L'Itc Niccolini e l'Isa infatti continueranno l'autogestione fino a mercoledì. E tutte le scuole produrranno documenti in vista della partecipazione al consiglio comunale aperto sulla scuola, in programma a inizio novembre.

Tutti contro la chiusura del tabarrini ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Contro il decreto Gelmini si è svolta, a Serrazzano, la prima (e molto partecipata) assemblea indetta dal comitato cittadino costituito da enti locali, istituzioni, dal consiglio d'istituto e da tanti genitori e lavoratori della scuola che vogliono portare il loro contributo alla discussione e all'approfondimento.

Lettere e interventi ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Fulvio Castellani SCUOLA Riforma Gelmini siamo con gli studenti Sinistra Democratica della Provincia di Prato è a fianco degli studenti, dei docenti, dei genitori e di tutti quelli che in queste settimane stanno manifestando democraticamente contro l'attacco sferrato alla scuola pubblica da parte della destra al Governo con la cosiddetta "Riforma Gelmini"

Dibattiti sulla scuola e fiaccolata ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: anche sul Montalbano arrivano le prime iniziative contro la riforma Gelmini: serate organizzate da partiti e serate apartitiche promosse dal comitato dei genitori di Seano, il cui obiettivo è quantomeno quello di cercare di far chiarezza. E i primi due appuntamenti sono proprio dei genitori. Martedì alle 21 al Tennis Club di Seano in via Bocca di Stella, si parlerà della riforma,

Volantinaggio davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Iniziativa in vista del dibattito sulla Riforma Gelmini Volantinaggio davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta MONTEMURLO. Molti partecipanti e tanta preoccupazione alla serata organizzata dal Comitato Genitori, presso il Circolo "G. Verdi" in via Scarpettini. Un centinaio le presenze, tra cui molti insegnanti, per discutere e conoscere meglio i contenuti della riforma Gelmini.

Indiscreto - marco preve ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini è riuscito laddove la sinistra ha sempre fallito? A Imperia la famiglia è entrata in crisi. Nel regno incontrastato di Claudio Scajola, i figli contestano i padri, nel senso di genitori che sono esponenti di primo piano del Pdl. Tra i più attivi nella contestazione ci sono, infatti, i ragazzi che frequentano il liceo scientifico Vieusseux con la sezione del classico De Amicis

La nuova resistenza dell'ateneo genovese - margherita rubino ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Ma dentro lo sappiamo, la ministro Gelmini ha il governo, mezza Italia, un consenso fino al 60 % dalla sua. Né il governo né i suoi ministri né Mariastella dispiacciono alla maggioranza. Rovesciare questo stato di cose è impresa titanica. E la resistenza degli universitari genovesi e italiani potrebbe essere inutile.

Zoom - maurizio barbato ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: ben oltre la Gelmini - è quella degli universitari che vengono in questi giorni nei licei a raccontare ai fratelli minori il loro domani di precari senza sbocchi. La rassegnazione - ben oltre il moralismo a venti lire - è quella dei diplomati che non vogliono un mestiere da operaio, perché non è più il lavoro che possa realizzare una persona.

La pacifica invasione del popolo del no - valentina landucci ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: protestare contro i provvedimenti sulla scuola proposti dal Ministro Gelmini. Un popolo variegato lungo le strade del centro: dagli alunni delle elementari, accompagnati da maestre, genitori e qualche nonno, agli studenti delle scuole superiori. In tutto 1.500, forse 2.000 persone da tutta la Versilia per dire no al maestro unico, ai tagli al sistema scolastico ed universitario.

Festa di democrazia Il futuro è adesso ( da "Unita, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: "Gelmini mani di forbice" cita un film. "Un decretino al giorno leva la democrazia di torno", fa il verso a un proverbio. Dario Franceschini si fa strada e va a salutare Di Pietro, una ragazza si alza di scatto e chiama "mamma!, ci sei anche tu", D'Alema firma autografi, la banda degli ottoni entra suonando Bella Ciao.

I prof nel corteo: Ci faranno sparire Come i panda ( da "Unita, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: impiegato comunale a Poggibonsi (Siena) ascolta e commenta: "Il gioco della Gelmini è quello di dividere il movimento studentesco. Ma il malcontento è dell'intera Italia. Non può ignorarci". La maestra Ada Negri di Roma è la più fotografata: orecchie d'asino e l'icona della Gelmini nelle vesti di "Beata Ignoranza" come trofeo in un mini-altare.

Studenti corteggiati ( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: incrociare la sua manifestazione con le tante proteste che si sono diffuse lungo la Penisola proprio contro il decreto Gelmini. Imbroccando il tema, il leader del Pd ha avuto l'occasione di incontrare da vicino un mondo vitale, quello dei giovani e degli studenti. L'ha detta bene Bossi ieri sera: "Non avendo più gli operai, adesso la sinistra fa girare il motore con gli studenti".

Roma. noi al circo massimo, berlusconi al massimo al circo . porta la firma ( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,

CAPITALI ( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: progetti inutili La scuola italiana costa troppo e il ministro Gelmini ne è consapevole. Una sola considerazione: perché non si incominciano ad eliminare quei progetti tipo: Pon, Por, Pas, Ifts, Ofis che ai non addetti ai lavori non dicono nulla, ma che fanno confluire nelle scuole fiumi di danaro che finiscono nelle tasche di pochi, con pochissima ricaduta formativa sugli alunni?

Maglia rovescia scritte anti-Gelmini alla Family Run ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini alla Family Run VENEZIA – "Con questa riforma a scuola non si torna". Gli studenti del Franchetti hanno manifestato pacificamente con cori e cartelloni il loro dissenso nei confronti del progetto del ministero dell'Istruzione Mariastella Gelmini ieri mattina al Parco di San Giuliano, nel corso della Family Run della Venicemarathon.

Architettura piace design in calo e il teatro fa flop ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: di ruolo previsto dalla riforma ante Gelmini: "Una grossa parte del nostro bilancio è stata spesa proprio per questo attraverso i concorsi - conclude Magnani -; in qualche altro caso abbiamo optato per la mobilità dei docenti (Architettura per esempio ha ceduto due professori a Design e Arti, ndr), ma contiamo entro il prossimo anno accademico di centrare gli obiettivi di legge"

L'alternativa ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9 categoria: BREVI L'alternativa Contro la riforma Gelmini gli studenti faranno lezione nelle piazze del centro Sit-in Un'altra settimana di passione tra proteste e mobilitazioni nelle facoltà.

Lezioni all'aperto, corteo e funerale L'Ateneo non molla ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: contro la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e dal suo collega all'Economia Giulio Tremonti. Dentro il Bo Protagonisti, quasi a formare un insolito fronte comune, non solo gli studenti universitari, ma anche la maggior parte dei docenti, dei ricercatori e del personale tecnico-amministrativo dell'ateneo patavino.

La scuola torna a essere un problema di tutti ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: riforma" Gelmini dilaga e diventa un tema forte di quest'autunno bollente. Non c'è talk-show che non ne abbia parlato e straparlato, suscitando roventi dibattiti. Era dal '77, o addirittura dall'esperienza di don Milani, che di scuola si parlava solo occasionalmente: all'inizio dell'anno, in occasione degli esami di maturità,

<Ateneo, sono pronto al confronto pubblico> ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 5 categoria: REDAZIONALE Università L'esponente del governo: il testo della Gelmini può essere modificato. I privati? Il controllo della Corte dei Conti va bene "Ateneo, sono pronto al confronto pubblico" I blocchi e le proteste, il sottosegretario Giorgetti: Giacobazzi ha commesso un abuso "C'è un clima troppo barricadero.

E i docenti si dividono sulle assemblee di facoltà ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: consigli di facoltà dove studenti e docenti potranno trovarsi insieme a discutere del decreto legge Gelmini. Unica condizione posta dal rettore, il rispetto della regolare attività didattica. A sgarrare solamente le facoltà di Scienze (che prosegue il rinvio delle lezioni fino venerdì) e quella di Scienze della formazione, che aveva già deliberato lo stop delle lezioni per martedì.

Il piano Miraglia va in Consiglio, qualche protesta ( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: non voteremo un passaggio solamente formale" afferma Sebastiano Bonzio di Rifondazione. "Approvare il piano commenta invece per i verdi Beppe Caccia - significa dare la propria opposizione al programma di pesanti tagli che vengono dal decreto Gelmini". M.P.S. Novità Quattro accorpamenti e un nuovo istituto comprensivo.

Ecco quelli che strumentalizzano i bambini ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Fanno agende di partito dove scrivono: "Fuori la Gelmini dalle nostre scuole perchè le scuole sono nostre e vogliamo essere noi a cambiarle". Fanno staffette di senatori per aizzare gli studenti, dichiarano come Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili: "Un Paese in cui studiare è il privilegio di un'élite è un Paese più ingiusto".

Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 257 del 2008-10-26 pagina 6 Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà di Paolo Bracalini L'ex ministro dell'Istruzione Fioroni ha il pargolo iscritto all'esclusivo Cardinal Aragonesi: "Avevo il terrore dei prof rossi" L'ex ministro Beppe Fioroni non si può davvero accusare di incoerenza.

Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio di Redazione Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.

<Guardi queste foto e pensi alla pagliuzza e alla trave> ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: e per voi intendiamo il variegato schieramento che protesta contro il decreto Gelmini - a portare i bambini in corteo. E con quali cartelli, con quali slogan. Ha un solo difetto, senatore Rutelli, questa pagina: non dispone dell'audio. Altrimenti avremmo sentito che cosa vien fatto urlare a questi piccoli. Ma l'abbiamo ascoltato l'altra sera, ad AnnoZero, e può bastare.

Prof critica le occupazioni, l'ex collega gli sputa addosso ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: per aver denunciato le bugie sul decreto Gelmini Una striscia di bava sulla giacca: è questo il premio che si è guadagnato un professore di Ravenna per aver difeso la riforma della scuola. Stefano Tramonti, docente di latino e greco al liceo classico "Alighieri", è stato bersagliato di sputi dopo aver denunciato "la propaganda e la disinformazione demagogica" sul decreto Gelmini.

<Olga>, qui abitano gli antagonisti ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini: è uno studente fuori corso di Scienze politiche, il greco Ioannis Fourkas. Oltre ad aver accumulato denunce di vario tipo, Fourkas è sceso in piazza il 23 giugno insieme ai barricaderi del centro sociale Gramigna in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell'

Faccia a faccia con la ribelle ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: La Gelmini vieta a quelle come me di fare l'università: sei figlia di operai, non te la puoi permettere, vai a lavorare stronza!!". Padre metalmeccanico, madre casalinga. Eleonora il venerdì e il sabato fa la cameriera nei pub, qualche volta la baby sitter e se capita distribuisce volantini.

PROFESSIONISTI DELLA PROTESTA A TORINO ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: di vigore alla protesta contro la riforma Gelmini che rischiava di naufragare. E poco importa se questi leader siano o meno universitari e frequentino i corsi. A Palazzo Nuovo il collettivo autonomo degli studenti, l'ala dura che fa capo a centro sociale Askatasuna, sta vivendo un periodo di profonda crisi esistenziale.

Veltroni: l'Italia è migliore della destra che la governa ( da "Rai News 24" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Veltroni ha rilanciato la proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino Silvio Berlusconi scaglia critica la manifestazione del Pd e aggiunge: "Non ci sara' nessun cambiamento nell'azione del governo perche' questa e' una manifestazione per uso interno alla sinistra.

Il caos calmo della rabbia riformista ( da "Repubblica.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società.

Boom dei laureati precoci, il business delle Università ( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: argine eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la "Kore" di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: "Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi,

Quest'anno, per la prima volta nella mia carriera di insegnante, lavoro in una scuola serale. Anche ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il discusso decreto Gelmini si limiterà quindi a mettere in atto quanto previsto dalla normativa in vigore. Se la scuola italiana è in condizioni precarie è anche perché, da quando è diventata "scuola di massa", non è stata sorretta da finanziamenti adeguati. Il personale è stato lasciato allo sbando: la formazione culturale in servizio è stata considerata un optional,

La notte della scuola ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: gli studenti del Giordano Bruno, autori della prima notte bianca anti-Gelmini in un liceo torinese. Notte bianca, si dice nel 2008, non occupazione. Concordata con la scuola, non "contro". Con il numero di cellulare della preside, per ogni evenienza, e la vice preside che chiama ogni tanto "per sentire come va".

"Iscrivete i bimbi nei plessi a rischio" ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Il dibattito sugli scenari tracciati dal decreto Gelmini e dintorni tiene sempre più banco e la mobilitazione cresce. Assemblee un po' ovunque a fare da prologo a scioperi e cortei annunciati per i prossimi giorni anche nell'Astigiano. A dare un quadro della situazione l'incontro convocato dalla consigliera regionale Angela Motta venerdì sera in Provincia.

Manifestazione in piazza Del Monte ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: NO GELMINI" Manifestazione in piazza Del Monte E' cominciata ieri pomeriggio per proseguire sino a sera, in piazza Del Monte, la manifestazione organizzata dall'"Assemblea no Gelmini" contro la riforma scolastica. Restando in tema, a Mongrando è stata annullato un incontro pubblico nei locali della scuola media "Boggiani" perchè,

Sfilano in 800 per difendere ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Tutti a dire no alla riforma Gelmini con fischietti, slogan e striscioni: "La verità sul futuro della scuola? Leggere il Piano programmatico" riportava uno dei più grandi. Il corteo è partito dell'ex Bertello, poi via Garibaldi fino alla Media Grandis in piazza Don Viale per il comizio finale.

Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: SCUOLA CHIESA AMBIENTE Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini Oggi a Villadossola festa con il vescovo "Sbattezzi" a Domo Ato senza guida "Un commissario per i rifiuti" Servizi Balducci e Cobianchi Filippo Rubertà.

Notte bianca nelle classi contro la riforma Gelmini ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: GENITORI E INSEGNANTI RIUNITI IN ASSEMBLEA Notte bianca nelle classi contro la riforma Gelmini Banchetti in piazza, pro e contro la riforma Gelmini. A pochi passi l'uno dall'altro Azione giovani, Giovani padani e Rifondazione comunista hanno sostenuto la propria posizione, ieri a Verbania, sui cambiamenti previsti nel mondo della scuola.

"Noi in trincea per i nostri figli" ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Sul decreto Gelmini da registrare gli interventi delle due parlamentari borgomaneresi, Maria Piera Pastore, Lega, e Franca Biondelli, Partito Democratico. "La riduzione del personale scolastico, da effettuare mediante riduzione del turnover, non certo con licenziamento del personale di ruolo, è conseguenza delle due Finanziarie del Governo Prodi -

Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini: il greco Ioannis Fourkas, studente fuori corso di Scienze politiche. Anche lui ha collezionato denunce di vario tipo in occasione di manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma l'episodio che getta sul leader studentesco la luce più inquietante risale al 23 giugno dello scorso anno quando a Padova scese in piazza,

Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: 26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio di Emanuela Fontana Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi. I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.

Protesta <no Gelmini>, in piazza gli studenti delle superiori ( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli.

Non si placa l'onda anti-Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di Roma ( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di Roma Si preannuncia un'altra settimana calda sul fronte delle contestazioni. E anche di domenica varie iniziative in molti istituti e in giro per Roma Roma, 26 ottobre 2008 - Non si placa, neppure di domenica, l'onda di protesta di studenti e universitari contro la riforma Gelmini.

Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,

Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Ponte Chiasso,

Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
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Abstract: Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola.

<Puntate sui titoli italiani> Morandini vara il dizionario ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
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Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,

Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,

Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,

Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: approvare della riforma Gelmini "le classi a parte per gli stranieri, non per una questione di razzismo, ma perché sono utili". Ma la "classe ponte" è una mozione della Lega. A proposito, chi è la Gelmini' "Un ministro ", "dell'Istruzione", risponde l'amico, Matteo, autore di una teoria personalissima: "Ho occupato perché i docenti non devono essere licenziati per fare le aule computer,

Domani tutti i liceali torneranno sui banchi ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: arrivo di Mariastella Gelmini all'inaugurazione della Mostra Mercato dell'Artigianato, ma il ministro dell'Istruzione aveva dato forfait venerdì. A.Bam. Nella foto: Il gruppo di studenti che ha inscenato un sit-in di protesta nel parcheggio del centro espositivo Lariofiere (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "

Un organismo di confronto a livello locale ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: al decreto Gelmini. "Tra le misure del governo continua Larghi è previsto che in alcuni piccoli comuni le scuole materne possano accogliere bambini anche di due anni e mezzo, ed è una misura sulla quale abbiamo evidenziato una certa attenzione. Tutti però hanno concordato sulla necessità di un tavolo, un organismo che riunisca gli attori locali che gravitano sul mondo scolastico"

Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola

Bankitalia: sistema scuola è inadeguato ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: piazze ancora invase dai cortei degli studenti che protestano contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la "sgrammaticata avvocatessa bresciana" secondo i Cobas, sulla scuola piomba il monito di Bankitalia: "Bisogna cambiare, il nostro sistema scolastico è inadeguato" dice via Nazionale sottolineando che la "priorità" è quella di "incentivare gli insegnanti".

Università, la lezione si fa al Bastione ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Gelmini" e annuncia incontri con gli studenti per la prossima settimana. PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI Prosegue, intanto, l'occupazione a Scienze politiche e Psicologia dove sono stati formati gruppi di lavoro su comunicazione (rapporti con la stampa, con altri centri di mobilitazione al di fuori dell'ateneo cagliaritano,

Sfida dei ragazzi, manifestazioni anche la domenica ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: riforma Gelmini, in giro per le vie del centro. E per non perdere credibilità è già pronta una nuova idea: "faremo manifestazioni anche di domenica per smentire chi ci accusa di scendere in piazza soltanto per disertare le lezioni". Non ha paura di esporsi Roberto Piras, 17 anni, iscritto allo scientifico quartese: "Abbiamo imparato come organizzare una protesta nel modo giusto -

In piazza la protesta degli studenti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini In piazza la protesta degli studenti Olbia. Un migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini --> Gli Studenti delle scuole superiori sono scesi ieri mattina in piazza contro il decreto Gelmini. Il corteo si è mosso dai vari istituti cittadini (in prima linea il Tecnico Deffenu e il Classico Gramsci) verso piazza Crispi e poi ha attraversato il centro della città

Riforma Gelmini: aule occupate ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Agitazione anche ad Ales Riforma Gelmini: aule occupate Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano. Agitazione anche ad Ales --> Gli striscioni all'ingresso delle scuole parlano chiaro: occupazione. Il vento della protesta studentesca inizia a soffiare forte anche in città e in provincia.

La manifestazione studentesca contro la riforma ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: secco no alla legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è partito poco dopo le 9.30 in via Roma dal piazzale posto di fronte all'ospedale a suon di slogan cantati e urlati e di lunghissimi striscioni come quello portato dagli studenti del liceo scientifico "La nostra scuola non è in vendita" e magliette con la scritta "Per il diritto allo studio".

> Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi ( da "Figaro, Le" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche.

Il premier sul corteo del Pd: <Walter ha perso, si rassegni, governeremo per 5 anni. Attento a Di Pietro, è un uomo malvagio> ( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola

Abstract: Gelmini, Berlusconi ha risposto: "Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione". "Hanno usato strumentalmente la scuola - ha aggiunto il premier - pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione


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I nostri no, le nostre idee (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

PIERO FASSINO Sarà enorme la moltitudine di donne e di uomini che sfilerà domani per le vie di Roma. Una manifestazione di popolo, di lotta, ma serena e responsabile. E ci si renderà così conto di quanto sciocco sia stato rappresentare questa manifestazione e la "piazza" come un evento quasi eversivo. Nell'agorà ? la piazza ateniese ? è nata la democrazia. Ogni lotta di emancipazione di popoli e nazioni si è affermata rivendicando la visibilità delle proprie ragioni. E la possibilità di manifestare le proprie opinioni, chiamando a raccolta i cittadini, è da più di centocinquant'anni la modalità con cui tutti i soggetti collettivi ? partiti, sindacati, associazioni e movimenti ? esercitano la propria funzione democratica. I giornali di tutto il mondo hanno aperto tre giorni fa le prime pagine con l'immagine di una gigantesca manifestazione elettorale di Barack Obama. E proprio a nessuno è venuto in mente di pensare che la democrazia americana fosse in pericolo. Certo, non basta una manifestazione, per quanto grande, a cambiare l'esito delle elezioni. Domenica mattina Berlusconi continuerà a essere presidente del consiglio e noi l'opposizione. D'altra parte non esiste alcun paese nel quale, sei mesi dopo le elezioni, chi le ha vinte sia già in crisi e chi le ha perse sia pronto a sostituire i vincenti. La costruzione di un'alternativa di governo non è l'evento miracoloso di un istante, ma un processo che richiede tempo e fatica. Ma proprio per questo, grandi momenti come la manifestazione di domani assumono un valore simbolico e una funzione mediatica essenziale in una moderna democrazia, dando visibilità all'opposizione e alle sue proposte. Sì perché i tanti che affluiranno al Circo Massimo saranno lì non solo per rendere chiare le ragioni dei nostri no alle politiche della destra, ma anche per dire quali sono i nostri "sì" e i nostri "come". Non abbiamo, infatti, mai pensato e praticato l'opposizione come puro contrasto o diniego o rifiuto, come strumentalmente si vuol far credere. Ed è chiara e forte in noi la consapevolezza che la credibilità dell'opposizione è data dall'essere capace di avanzare proposte più efficaci e più convincenti di quelle del governo. Ed è quel che abbiamo fatto e stiamo facendo in questi mesi. Diciamo no alla Finanziaria di Tremonti non per pregiudizio, ma perché la consideriamo inadeguata e avanziamo noi proposte per evitare la crescita zero, per tutelare i redditi delle famiglie italiane e il lavoro dei giovani. Quando ? insieme a tantissimi studenti, docenti e genitori ? diciamo no alla Gelmini, è perché vediamo il rischio di un abbassamento dell'offerta formativa ed educativa per i ragazzi italiani e per questo reclamiamo un confronto finalmente vero per decidere quali siano le misure più necessarie per una scuola migliore e di più alta qualità. Quando denunciamo lo svuotamento del parlamento e delle istituzioni democratiche da parte di Berlusconi, ci muove la convinzione che non è un decisionismo propagandistico e di facciata la strada giusta per fare riforme le quali, per essere davvero radicali e incisive, devono invece scaturire da un confronto e da una condivisione che sollecitino tutti ad assumere responsabilità. Insomma: siamo ben consapevoli che una grande forza riformista, che rappresenta un terzo degli italiani e che ha ambizioni di governo, ha il dovere di prospettare al paese un progetto e proposte all'altezza delle sfide e delle aspettative dei cittadini. Perché questo ci chiedono gli italiani e questo vogliono i nostri elettori. E noi sappiamo che il Partito democratico ce la può fare perché la tanta gente che domani sarà a Roma è un giacimento di conoscenza, di sapere, di competenza, di professionalità pronto a mettersi, con generosità e passione, al servizio dell'Italia.

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Così il Viminale ha fermato la carica di Berlusconi (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Le forze dell'ordine, di sponda con Maroni, dietro la retromarcia Così il Viminale ha fermato la carica di Berlusconi g.d.v. Non poteva fare altro. Non poteva che smentire per l'ennesima volta se stesso, prendendosela per l'ennesima volta con la stampa che distorce i suoi pensieri e le sue parole. Stavolta i giornalisti sono la foglia di fico dietro la quale Berlusconi ha nascosto la gaffe sull'uso della polizia contro le occupazioni. Una retromarcia che però ha un preciso significato politico: nessuno ha avuto voglia di coprire la castroneria detta dal premier, An e la Lega l'hanno mollato, i vertici della polizia hanno fatto sapere che così fa più danni che altro. L'autosmentita è venuta da Pechino, dove il premier si trova per il vertice Asem, Europa-Asia. "Non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece ? ha sostenuto il premier ? che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea a rinunciare al suo diritto essenziale". Prendendosela ovviamente con i mezzi di informazione, rei di aver celebrato un nuovo "divorzio tra comunicazione e realtà". "Quando leggo i giornali non riesco a riconoscermi negli eventi di cui sono stato spesso protagonista. Questo purtroppo è sempre accaduto e continua ad accadere". L'ennesima inversione a U non è però un modo raffazzonato per mettere una toppa all'ennesima gaffe della sua storia di governante. Si tratta invece dell'escamotage trovato dal premier per uscire dall'angolo in cui s'era cacciato da solo per difendere una delle sue protegée, il ministro Gelmini. Infatti le sue parole hanno provocato più di un imbarazzo sia nelle forze dell'ordine che nella sua stessa maggioranza. I vertici della polizia hanno subito fatto pressioni al ministro Maroni affinché ridimensionasse le dichiarazioni di Berlusconi. "Il premier avrebbe dovuto essere più cauto ? dice Massimo Montebove, portavoce del sindacato di polizia Sap ?, poteva risparmiarsi parole così rigorose. L'ordine pubblico è una cosa molto delicata, anche delle semplici dichiarazioni possono infiammare gli animi". I poliziotti non capiscono che bisogno c'era di essere così duri. "Attualmente non c'è nessuna emergenza- studenti, non c'è nessuno che attacca le scuole. E anche in quel caso converrebbe attivare subito la celere più che fare conferenze stampa", sottolinea Montebove. Senza dimenticare che non spetta al governo mandare la polizia nelle scuole. "Dentro gli atenei ci sono i rettori e nelle scuole i presidi ? chiarisce Pierpaolo Frega, sindacalista del Silp-Cgil ?, sono loro che devono attivarci". Quindi l'uscita di Berlusconi può solo fare danni, dando fiato a tutto un mondo che da tempo è insolitamente tranquillo. "Il rischio è quello di aizzare un cane che adesso sta dormendo ? avverte Montebove ? e cioè quel mondo dell'antagonismo che gravita attorno ai centri sociali. Molto meglio s'è comportato il ministro Maroni, che ha compreso i rischi e ha contribuito a ridimensionare le parole del premier". E infatti la mano del leghista s'è vista mercoledì sera, quando con il supporto determinante di Fini e i colonnelli di An ha convinto Berlusconi a non proseguire sulla linea dello scontro e anzi gli ha consigliato di inviare messaggi più dialoganti a studenti e rettori. Mano che s'è vista poi anche ieri, quando il Viminale ha emesso una nota abbastanza "conciliante": "Si auspica una chiarezza di posizioni di presidi e rettori per tutto ciò che ricade all'interno delle scuole e degli atenei, per permettere la continuità didattica e per rafforzare la prevenzione di possibili atti violenti. Ci si augura, altresì, che la disponibilità manifestata dal ministro Gelmini ad aprire uno spazio di confronto fondato sulla realtà dei fatti trovi corrispondenza in chi ha animato la protesta, e contribuisca a rendere il confronto più sereno". Un ramoscello d'ulivo invece del bastone berlusconiano.

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In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

LA GIORNATA   OCCUPAZIONI E CORTEI OVUNQUE. GELMINI VEDRÀ STUDENTI E DOCENTI In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca (fab bag) A Roma, dove sono partiti dalla Sapienza per approdare in senato, scandivano: "Siamo l'esercito del surf, questa è l'onda che vi travolge". E in tutta Italia l'onda della protesta non fa che montare. Da Milano all'Aquila, da Palermo a Torino, da Genova a Macerata nelle forme più diverse, alcune originali, altre più paludate. E nella sostanza pacifiche e tutt'altro che scomposte. A Roma, dove alla contestazione contro Gelmini si è sommata anche quella dei centri sociali sgomberati da Alemanno, gli studenti hanno imposto ai giovani dei centri di togliersi i caschi che avevano indossato per fronteggiare l'imponente schieramento di forze dell'ordine che impediva loro di arrivare davanti al palazzo Madama. Nessun tentativo di sfondamento del cordone di polizia, tensione minima e alla fine, dopo una trattativa sul percorso, il grosso corteo confluisce in piazza Navona dove raggiunge i docenti e i ricercatori. All'altezza della stazione Termini, il serpentone di ragazzi era stato applaudito dalla gente sui balconi e alle finestre. Striscioni vari ( "Polizia, li difendiamo noi i diritti dei vostri figli") ma, fra gli slogan, anche insulti a Berlusconi e Alemanno. A Milano protesta da ieri pure la Bicocca. In mattinata alla Statale, a scienze politiche, microblocco di un ora all'ingresso in facoltà con i contestatori a distribuire brioches e volantini ai colleghi, ma chi voleva poteva entrare. Nel pomeriggio mini blitz nel consiglio di facoltà riunito per chiedere lo stop della didattica e la convocazione degli stati generali dell'Università per il 29 ottobre. Dopo aver letto la richiesta gli studenti sono usciti senza creare problemi. E per oggi gli universitari milanesi, in accordo con i docenti, hanno deciso di tenere lezioni all'aperto in piazza del Duomo. Ma lezioni all'aperto sono state tenute ieri a Palermo e a Bari, dove molti istituti superiori e facoltà sono occupati. E a Trieste, gli studenti delle medie superiori, insieme ad alcuni insegnanti, hanno portato in piazza i propri libri di testo erigendo un muro simbolico. A Bergamo Forza Nuova in piazza con gli studenti di sinistra. A Napoli, dove si sono mobilitati 60 istituti superiori (nella regione sono il doppio), il Secondo Ateneo ? presidi di facoltà, studenti e il rettore ? ha deciso che nei prossimi giorni farà lezioni in strada nei luoghi della camorra dei casalesi. L'onda dunque cresce, senza particolari tensioni e prevaricazioni, mentre Berlusconi dalla Cina fa marcia indietro e Gelmini al senato apre al dialogo, annunciando che vedrà i rappresentanti degli studenti, dei docenti, dei rettori "purché si discuta sui fatti e non sulle falsificazioni della realtà". Il ministro dell'istruzione insiste, parla di "campagna terroristica ": "Fuori dal senato si è scatenata una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni tra le famiglie. Alla realtà del decreto di è sovrapposto un decreto virtuale, falsificato". Ma, parlando, scivola su un accento. Citando il libro bianco sulla formazione scritto "sotto l'egida del governo Prodi", dice "egida " con l'accento sulla i anziché sulla e (e cioé egìda). L'opposizione può così sfoggiare una certa dose di ironia.

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Quei 200 euro dimenticati (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

MARIANNA MADIA Novembre 2007: la Finanziaria in senato. Passa un emendamento a firma del senatore Giuseppe Valditara di Alleanza nazionale. Valditara, oltre che responsabile università del suo partito, è un professore ordinario di diritto romano e conosce ? a differenza di molti suoi colleghi ? le realtà del mondo accademico a partire dalle difficoltà dei giovani ricercatori. Valditara riesce ad ottenere nella legge l'innalzamento della borsa di dottorato di ricerca, ferma a circa 800 euro ? varia leggermente da ateneo ad ateneo ? dalla fine degli anni Novanta, quando l'allora governo dell'Ulivo la innalzò dai livelli stabiliti nel 1980. Quaranta milioni vengono stanziati per il 2008. I dottorandi sono felici. Questi giovani sono il livello più alto della formazione universitaria. L'idea della borsa, al pari di molti altri paesi europei, viene dal ritenere che debbano godere di una sufficiente autonomia economica per potere svolgere la loro formazione e le loro ricerche. Sono i ricercatori del futuro. I dottorandi dovrebbero costituire l'eccellenza del settore scientifico italiano e ricoprire ruoli importanti, nei prossimi anni, nei laboratori, negli ospedali, nelle aule universitarie. Il governo Prodi e l'allora ministro Mussi si comportano con correttezza. Mantengono l'emendamento Valditara anche alla camera e nel voto di fiducia, pur avendo gli strumenti per spazzarlo via. A dicembre l'emendamento è legge. Dal primo gennaio 2008 i dottorandi aspettano gli aumenti. Si tratta di una media di 200 euro al mese. Non molto rispetto ai nostri partner europei che valutano il dottorato molto di più anche nel mondo del lavoro, ma almeno più dignitoso di prima. Finisce bruscamente la XV legislatura. Nelle settimane e i mesi dell'interregno, con la consueta stasi decisionale che si produce nelle transizioni di governo, gli aumenti non si vedono. Probabilmente sono sepolti in qualche carta del ministero. I dottorandi protestano, ma aspettano il nuovo ministro. A un mese dall'insediamento di Mariastella Gelmini, in accordo con le associazioni dei dottorandi, presento un'interrogazione al neo-ministro: che si farà con le borse di dottorato? Dove sono gli aumenti? Cosa pensa di fare dei cosiddetti "senza borsa" ? dottorati a titolo gratuito ? che Mussi voleva abrogare? Gelmini mi risponde ? come scrisse all'epoca il Giornale ? con una velocità da blitzkrieg. A tre giorni dal deposito dell'interrogazione, il sottosegretario Pizza sfonda il fronte delle polemiche e, in commissione cultura, mi assicura che gli aumenti sono questione di giorni. Il ministro ha firmato il decreto, stanziato i soldi e "grazie tante per aver chiesto". Passa l'estate, ma degli aumenti, in gran parte delle università italiane, non si vede traccia. I 1000 euro al mese spuntano a macchia di leopardo in pochi atenei. Alcuni non distribuiscono gli "arretrati" dovuti da gennaio 2008, altri promettono che stanzieranno i soldi presto, altri ancora continuano a pagare 800 euro al mese. Cosa succede? Le associazioni svelano presto l'arcano. Gelmini si è "dimenticata" che le borse di dottorato per metà sono pagate dal ministero e per metà dai bilanci degli stessi atenei, che ricevono trasferimenti dallo stato. Con la famigerata legge 133, oggi al centro di larghe e spontanee proteste della comunità universitaria, il governo ha operato tagli feroci e immediati a questi trasferimenti che sono noti come fondo di Finanziamento ordinario delle università. In pratica Gelmini ha messo soltanto la "sua" parte, mettendo tantissime università nei guai alle prese con un aumento deciso dalla legge che non riescono a coprire. È questo uno dei tanti deleteri effetti delle politiche del governo per l'istruzione, per le quali ? niente affatto intimoriti dalle minacce di sgombero violento del premier ? gli studenti stanno occupando facoltà e istituti. Quella dei dottorandi è una battaglia non piccola, in cui il Pd è impegnato in prima linea. Si tratta del futuro della ricerca, che parte ? come noto ? dall'assicurare ai ricercatori condizioni di vita dignitose. Altrimenti la fuga dei cervelli diventerà una gravissima emorragia di intelligenze e talenti da cui il paese non si riprenderà più.

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Un premier smisurato (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

GIAMPAOLO D'ANDREA Le cronache giornalistiche di ieri ci hanno descritto un Roberto Maroni giustamente irritato e imbarazzato di fronte ai dispacci di agenzia. Quei lanci davano conto delle donchisciottesche esternazioni del presidente del consiglio sulle manifestazioni di protesta che si stanno svolgendo in tutta Italia contro i tagli alle già modeste risorse finanziarie destinate a scuola e università, e contro la miscela di aziendalismo e passatismo che caratterizza gli interventi messi a punto dal ministro Gelmini, che solo la fantasia di qualche editorialista o la spregiudicatezza di qualche intellettuale possono spingersi a classificare come "riforme innovative". Non possiamo fare a meno di esprimere apprezzamento per la difesa che il ministro degli interni fa delle sue prerogative istituzionali in materia di ordine e sicurezza pubblica, ma non possiamo fare a meno di mantenere alta la guardia. Non è in causa infatti soltanto la pur fondamentale questione dell'opportunità e dei limiti dell'intervento delle forze di polizia nelle scuole e nelle università. In proposito ieri persino il Berlusconi "cinese", dopo la consueta batteria di smentite e precisazioni, ha dovuto prendere le distanze dal Berlusconi "domestico". E in ogni caso ci tranquillizza abbastanza la prontezza con la quale, sempre secondo le medesime ricostruzioni giornalistiche, peraltro non smentite, il capo della polizia pare si sia affrettato a far notare che non sarebbe possibile intervenire, se non dopo attenta e prudente valutazione e comunque solo su richiesta di presidi e rettori; ma anche la lodevole pari sollecitudine con la quale questi ultimi hanno escluso che ne ricorrano le condizioni, rivendicando comunque le loro prerogative a tutela dell'autonomia delle istituzioni accademiche e scolastiche, anche sulla base di una consuetudine che affonda in una tradizione secolare. Per fortuna! Ci preoccupa di più al momento il fatto di trovarci di fronte a un'ennesima tracimazione istituzionale da parte del presidente del consiglio, che continua a rapportarsi ai singoli ministri, già espropriati della titolarità effettiva della gestione delle risorse afferenti alle amministrazioni di cui sono formalmente responsabili, come se fossero invece solo gestori di rami di attività per sua delega. D'altra parte solo così possono trovare una spiegazione il tono e la terminologia adoperata con riferimento al ministro degli interni nel corso della conferenza stampa di mercoledì, per la verità, anche per molti altri aspetti, sgradevole nei toni e infelice nelle argomentazioni. "Convocherò il ministro degli interni e gli darò istruzioni dettagliate?". Siamo già oltre anche il "premierato forte", qui ormai siamo al "premierato assoluto". Qualcuno farebbe bene a rammentargli che, nell'ordinamento della repubblica italiana, come si legge nei manuali di diritto costituzionale, il presidente del consiglio è un primus inter pares, i singoli ministri, dal giuramento, sono responsabili della gestione delle strutture di governo loro affidate e dell'attuazione delle relative politiche, nonché delle ulteriori competenze loro affidate per delega del presidente del consiglio. Allo stesso sono riconosciute, oltre che le competenze relative alla struttura della presidenza del consiglio, solo funzioni di impulso, di coordinamento, tese ad assicurare l'unità operativa del governo, sulla base di indirizzi definiti collegialmente dal consiglio dei ministri e rigorosamente nell'ambito della legislazione vigente. Per quel che riguarda la tutela dell'ordine pubblico siamo di fronte poi a una legislazione speciale che precisa dettagliatamente prerogative e competenze, affidandone la responsabilità generale al ministro degli interni, autorità nazionale di pubblica sicurezza, assistito dal comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Se anche altri ministri difendessero di più le loro prerogative istituzionali, esclusive e non surrogabili, e ? cosa che non guasterebbe ? i presidenti delle camere quelle del parlamento anche contro le prevaricazioni dell'esecutivo, se i parlamentari della maggioranza fossero più attivamente impegnati nella formazione delle leggi e nell'azione di indirizzo e di controllo, anche l'opposizione parlamentare verrebbe posta nella condizione di poter svolgere il suo compito confrontandosi nel merito e contrapponendo proposta a proposta. Ma fintanto che prevarrà un'interpretazione dei lavori parlamentari come un inutile intralcio che "disturba il manovratore", quella del dissenso democraticamente espresso come l'iniziativa di quanti "remano contro" a prescindere, la non condivisione delle scelte del governo addirittura come "manifestazioni di antitalianità" ? come ci siamo sentiti ripetere da ultimo in occasione della fasidiosa querelle aperta con la Commissione europea per gli impegni di Kyoto ? non sarà possibile evitare di levare la nostra voce anche attraverso la piazza, pur sapendo che non basta. Proveremo così anche a richiamare l'attenzione sulle nostre proposte, quelle che non riusciamo a portare all'esame del parlamento, che non riusciamo a illustrare all'opinione pubblica perché è pressoché impossibile scavalcare il muro della sperequatissima distribuzione degli spazi informativi denunciata nei giorni scorsi anche dall'Authority per le comunicazioni. Il cammino verso una democrazia normale è evidentemente ancora lungo e faticoso,ma noi non possiamo e non dobbiamo desistere o tirarci indietro.

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La polizia lo tiene fermo, gli studenti lo fanno nero (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Alla vigilia del 25 ottobre del Pd, monta la mobilitazione giovanile in tutta Italia La polizia lo tiene fermo, gli studenti lo fanno nero Berlusconi costretto dal Viminale a ritrattare (intanto ha riempito le piazze) "Non ho mai detto di voler usare la polizia nelle scuole e nell'università, è la solita mistificazione della stampa italiana ". Ci risiamo. Ancora una volta Berlusconi se la prende con i giornalisti e gioca a fare l'incompreso. Stavolta però non si tratta del modo più semplice per riparare a una gaffe, come spesso è avvenuto in passato. Stavolta il premier ha usato la stampa come foglia di fico per uscire dall'angolo in cui s'era cacciato. Dopo le dichiarazioni di due giorni fa, i vertici della polizia hanno fatto pressioni nei confronti del ministro dell'interno Maroni e di quelli di An per far ritrattare il premier. Il perché non è secondario: con parole così dure si corre il rischio di rinfocolare un'area dormiente ma pericolosa come quella degli antagonisti che gravitano attorno ai centri sociali. Intanto in tutta Italia cresce la mobilitazione degli studenti. A Roma il grande corteo partito dalla Sapienza per un sit davanti al senato scandiva: "Siamo l'esercito del surf. Questa è un'onda che vi travolge ". E in effetti l'onda della protesta non fa che montare. Pacifica e, nei limiti, composta. Da Milano all'Aquila, da Palermo a Trieste, da Padova a Bari si moltiplicano occupazioni e manifestazioni. Anche bipartisan, come a Bergamo, dove Forza Nuova è scesa in piazza insieme agli studenti di sinistra. Per oggi gli universitari milanesi hanno deciso che si farà lezione in piazza del Duomo. A Napoli il Secondo Ateneo ha annunciato che farà lezione in strada, nei luoghi della camorra dei casalesi. Ieri, a palazzo Madama, il ministro Gelmini ha aperto al dialogo: incontrerà studenti, docenti e rettori.

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Manichini e video per difendere Sollecito La Bongiorno chiede il proscioglimento (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

I tre imputati in aula a Perugia, dove i difensori del neo ingegnere informatico hanno chiesto il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto

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Ciclone Gelmini. Imminente incontro tra 7 comuni della Vallata del Tronto (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Castel di Lama | Si terrà martedi 28 ottobre il consiglio inter - comunale convocato a Castel di Lama dove parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21, presso la sala consiliare del comune di Castel di Lama. All'assise, insieme agli amministratori locali dei 7 Comuni aderenti, potranno partecipare e intervenire tutti quelli che vorranno farlo : operatori scolastici, rappresentanti sindacali, docenti, studenti, genitori e famiglie. "Abbiamo invitato tutte le associazioni e gli operatori del settore a seguire e intervenire direttamente al consiglio aperto - spiega il sindaco lamense Patrizia Rossini - per sviluppare un dibattito sull'argomento il più ampio e costruttivo possibile, in modo da avere il quadro delle opinioni del territorio sulla riforma scolastica e sulle sue possibili ripercussioni nel nostro comprensorio. Alla fine della discussione verrà poi redatto un documento da parte dell'Unione dei comuni , che sarà poi inviato al Governo centrale e al Presidente della Repubblica." Un'occasione dunque unica, quella di martedì prossimo per genitori, docenti, ragazzi e tutte le persone che nel mondo della scuola ci lavoravano, in tutta la vallata del Tronto, per esprimere la propria posizione sul progetto "Gelmini", che tante contrasti e polemiche ha sviluppato negli ultimi giorni in tutta Italia. "Se una riforma della scuola era necessaria - sostiene ancora il sindaco Rossini - proprio per la sua importanza in relazione alla costruzione stessa del futuro della nostra società, occorreva forse aprire un confronto aperto e vasto con tutte le componenti del settore, enti locali compresi, e non fare come si è fatto. Solo un confronto serrato e utile con tutti gli operatori coinvolti nel progetto di riforma, poteva e può garantire il miglioramento della qualità del nostro sistema dell'istruzione, al contrario di un'imposizione dall'alto, peraltro imposta in termini economici dal Ministero del Tesoro, come è fatto fino ad ora. A rischio, in questa maniera - prosegue il sindaco lamense - ci sono non solo molte scuole dei piccoli comuni ma anche di quelli più grandi del territorio, come Castel di Lama e Offida, che potrebbero perdere uno dei due loro istituti comprensivi, a causa dei tagli previsti. Noi per questo ci auguriamo che tutti partecipino al consiglio aperto di martedì, per far sentire in maniera chiara la voce del territorio a livello centrale, e con lo scopo di favorire una modifica del programma di cambiamento che conosciamo, usando criteri e metodi più giusti e diversi." Info : 0736812036-81871 24/10/2008.

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Diritto di cronaca (sezione: Scuola)

( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Noi entriamo senza l'invito", annunciano, e si presentano in mille e oltre correndo verso l'ingresso del festival del Cinema di Roma. Hanno le braccia sollevate in segno di pace, sono gli studenti delle università che dopo aver marciato ieri verso il Senato oggi hanno scelto il "red carpet" dell'Auditorium per farsi vedere e sentire. Gli spettatori con biglietto per i film vengono fatti entrare da un ingresso laterale, loro vengono bloccati da un muro di poliziotti in assetto anti-sommossa che è già lì ad attenderli. Qualcuno prova a fare un passo in più, gli agenti li respingono, qualche studente casca, qualcun altro prende qualche manganellata ma dura poco. L'atmosfera si placa abbastanza in fretta. In realtà l'obiettivo è già stato raggiunto e non era l'ingresso in mille al Festival o farsi caricare dalla polizia. "Ci siamo fatti passare uno zainetto attraverso le transenne", racconta Chiara. Lei e altre tre studentesse sono già dentro da tempo, si sono intrufolate quando l'ingresso era libero, hanno aspettato di avere lo zainetto ingannando il muro di agenti e se ne sono andate dritte verso il "red carpet". Hanno poco più di vent'anni: oltre a Chiara ci sono Gaia, Isabella e Alessandra. Due di loro frequentano la facoltà di Lettere, una Psicologia e un'altra Scienze Politiche. Quando arrivano al famoso tappeto intorno al quale si ritrovano ospiti e celebrità, aprono lo zainetto, tirano fuori lo striscione e lo srotolano di fronte agli sguardi stupiti dei presenti. C'è tutto il tempo di leggere la scritta: "Pay attention, movimento irresponsabile", anche di iniziare a spiegare il significato di quella manifestazione. "Ci hanno incoraggiato, ci hanno dato solidarietà", racconta Chiara. Poi sono arrivati gli agenti. Anche in quel caso le ragazze hanno levato in alto le braccia per far capire di avere intenzioni pacifiche. I poliziotti hanno chiesto loro i documenti, le hanno identificate e fatte uscire. Al di là delle transenne le aspettava il corteo che non aveva mai smesso di cantare, ballare, urlare slogan di protesta. "La crisi non la pagheremo noi", gridano. Oppure: "Il Festival costa 15 milioni di euro mentre a noi vogliono tagliare i fondi per la cultura". O, ancora: "Lottiamo!". E poi "Libere!" riferito alle ragazze identificate. Il sit-in si scioglie quando le quattro studentesse appaiono a spiegare quello che è successo. "Siamo venuti al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci, studente di Scienze Politiche - perchè vogliamo ribadire che non ci può essere cultura senza un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco: "Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma irricevibile". Dopo un'ora è tutto finito: i mille della protesta tornano sui loro passi, si dirigono verso il centro di Roma a preparare la prossima irruzione. Eccoli quelli che il presidente del Consiglio definisce 'facinorosi'. A loro non l'ho chiesto, ma immagino che si sentirebbero più a loro agio nell'etichetta di provocatori pacifici. Sono anche quelli che da tempo il centrodestra considera dei fannulloni, che preferiscono trascorrere il loro tempo a protestare piuttosto che sui libri. Una generalizzazione che non tiene conto delle storie vere delle persone che stanno scendendo in piazza in questi giorni. Una ce la racconta Nicola Besson che ieri mi ha inviato questa sua lettera: Buongiorno a tutti! Mi chiamo Nicola e sono un dottorando in astrofisica in una dei cosiddetti "istituti di eccellenza". Solitamente non mi faccio vanto di essermi specializzato in fisica teorica a 23 anni, completando i miei studi regolarmente, la trovo una cosa antipatica. Ma stavolta credo di poter fare un'eccezione, giusto per far capire che la voglia ce l'ho, a differenza di quanto sembra sostenere qualche caro concittadino che associa gli scioperi studenteschi sempre alla voglia di non fare. Nella mia vita ho manifestato contro i ministri Berlinguer, Zecchino, Moratti e, domani, Gelmini. E questo senza rinunciare a votare per una ben precisa parte politica. Se ho manifestato contro tutti e 4 i ministri (se si esclude Fioroni) degli ultimi 15 anni è perché ciascuno di essi aveva la pretesa di "cambiar tutto perché nulla cambi". La Scuola e l'Università non sono, come qualcuno si ostina a pensare, delle aziende, la cui valutazione può essere fatta in termine di dividendi economici. Le azioni che più pagano sono quelle immateriali, legate alla capacità di queste due istituzioni di crescere una cittadinanza capace di confrontarsi con le novità, imparare da esse e migliorare. (Mi pare che anche Charles Darwin dicesse che la specie che sopravvive non è la più forte, ma quella più versatile ad adattarsi alle novità.) E, purtroppo, oggi il governo italiano si preoccupa esclusivamente del lato economico. Nessuno penso possa negare questo fatto elementare. Se non fosse così questi tagli, che incidono per più del 10% (anche 20%, secondo alcune stime) sul bilancio delle università e degli istituti di ricerca collegati, sarebbero stati accompagnati, che so, da una legislazione sul cambiamento del metodo di reclutamento, da una decisione sulla riduzione delle sedi, o da una legge che introduca (finalmente) un sistema di valutazione indipendente per la didattica universitaria e la ricerca italiana. E sarebbe ragionevole, almeno secondo me, che questo genere di attività legislativa venisse fatta prima, per poi ottimizzare i finanziamenti sulla base delle nuove regole. Invece si è scelto, almeno per università e ricerca, di tagliare a legislazione vigente. O meglio, dopo aver fatto un'unica modifica, quella di permettere alle università di trasformarsi in enti privati (seppur avendo scritto che gli si continua ad applicare la legislazione degli enti pubblici...). Blocco del turn over (un'assunzione ogni 5 pensionamenti) e tagli a bilancio, se mi permettete un'ingenuità, possono significare solo riduzione (consistente) degli organici per didattica e ricerca. Questo a meno che non intervenga il privato con fondi propri. Ma il privato italiano, detto per inciso, con la sua mania delle microimprese, non ha le risorse (e non mostra nemmeno la volontà a dirla tutta) per sostenere da solo nemmeno parte della ricerca applicata nel paese (non ci riesce già ora), figuriamoci quella pura. Quale sarà l'effetto di tutto questo, sempre secondo me, lo vedremo presto: saranno sempre di più i giovani che emigreranno o in altri paesi europei più generosi come Germania o Spagna, negli Stati Uniti, e nel sud est asiatico e la ricerca italiana potrebbe arrivare a un collasso non più recuperabile (a meno che i pochi assunti con contratti a tempo determinato non quadruplichino le loro ore di lavoro), danneggiando di conseguenza la didattica e quindi, in ultima analisi, quel dividendo culturale di cui parlavo sopra. L'istruzione pubblica e la ricerca sono sistemi che, seppur bistrattati da ogni partito al governo negli ultimi anni, si reggono, e reggono il futuro del paese fra l'altro, su un delicato e precario equilibrio; come una persona che si regga a due stampelle, una economica e l'altra culturale. Pensate davvero che dare un calcio così forte a una delle due non rischi di far rovinare a terra il nostro malato? è troppo facile accusare noi studenti, o i nostri colleghi che fanno ricerca a tempo pieno di essere poco propositivi e poi da un lato operare per decreto (che sia ministeriale come nel caso Moratti o che sia legge come in questo caso) senza voler ascoltare nessuno. L'unica cosa in cui l'università ERA stata ascoltata fu l'istituzione dell'ANVUR, voluta dal ministro Mussi (nemmeno lui compianto). Questa agenzia avrebbe finalmente permesso di far valutare le università non dalle università stesse (e nemmeno dal ministero), ma da un istituto indipendente, e i fondi sarebbero stati assegnati sulla base di quelle valutazioni. Si chiama meritocrazia, almeno credo. Eppure quando fu proposta la sua istituzione fu l'attuale ministro Meloni a proporre un emendamento per cancellarla alla prima occasione (emendamento condiviso da un buon numero di parlamentari della ex-CdL a quanto ricordo), e questo nonostante, ancora oggi, dal governo si ami tuonare contro i "baroni" che strumentalizzerebbero la protesta. Visto che l'agenzia è naufragata per decisione dell'attuale maggioranza direi, al massimo, che i baroni, quelli veri, hanno strumentalizzato il governo. Che fare quindi se non provare a dire che così non va? Che si sta facendo un ennesimo regalo in termini di risorse umane ad altri paesi? Spero che voi abbiate in mente quanto costa formare un dottore di ricerca in un settore applicato o, peggio ancora puro. Questi sono soldi che noi paghiamo in tasse e che lo Stato vede evaporare quando i nostri dottori di ricerca vengono accolti all'estero a braccia aperte e con contratti che danno la garanzia di sapere entro pochi anni se si avrà un posto confermato (e quindi la possibilità di farsi una famiglia, magari) o se si deve cercare altrove. Prima dei 30 anni, non dopo i 50, come succede in Italia. Sarebbe QUESTO spreco di risorse a dover far incazzare (passatemi il termine) i contribuenti italiani perché costa al paese ben più di qualche bidello di troppo, in termini di risorse investite, ma soprattutto in termini di mancati ricavi dovuti alla perdita di progettualità e competenze. Certo fare così, tagliare tutto indiscriminatamente è facile, basta scrivere un numero in una tabella. Possono perfino bastare soli 2 mesi (il decreto è di luglio) per farlo a una persona che, a mia memoria, essendo avvocato, non ha mai avuto a che fare con la ricerca universitaria. Ma per analizzare il problema e rispondere con soluzioni mirate (e quindi, come per gli antibiotici, più adeguate) servono gli anni. Anni che, questo governo, con la sua bulimia del fare, evidentemente non ha. Un saluto a tutti, compresi quelli che si chiederanno come mai io oggi non sia immerso nel mio studio, matto e disperatissimo, lo si definirebbe, e preferisca motivare le ragioni del mio no. Nicola Bassan. commenti (0) scrivi.

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Dalla precaria alla <mammona> Le ragazze leader della protesta (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Le protagoniste dell'occupazione Dalla precaria alla "mammona" Le ragazze leader della protesta Con il megafono in mano e il telefonino nella borsa e il libro di Diritto europeo abbandonato accanto ai kleenex MILANO - Determinate. "No pasarán!". Pragmatiche. "Qualche pasto sta saltando, ne guadagna la linea". Generose. "Questo è il momento di darsi da fare, studio e lavoro possono attendere". Eccole, le ventenni che protestano. Con il megafono in mano e il telefonino nella borsa. Con il libro di Diritto dell'Unione europea abbandonato accanto ai kleenex ("non c'è mai un attimo per aprirlo") e la mamma che arriva a portare il cambio d'abito ("mi raccomando, copriti bene la notte"). Venti, ventiquattro, ventotto anni. Capelli rossi e abiti comodi, progetti per il futuro e preoccupazioni concrete. Parla Angela Balzano, 24 anni, casertana a Bologna, portavoce di Uniriot, "network delle facoltà ribelli": "La triennale in Filosofia l'ho presa a Napoli, 110 e lode. Poi mi sono iscritta alla specialistica: 8 esami, tutti trenta. Ho deciso di trasferirmi a Bologna, ma per convalidare gli esami mi hanno chiesto 500 euro. Ho ricominciato da capo. Adesso? Con un'agenzia interinale faccio quel che capita: commessa, call center, promoter. Protesto perché l'università non può diventare una fabbrica di disoccupati". Paola De Nigris è quella con il megafono in mano. Nata a Teramo, iscritta a Lettere alla Sapienza di Roma, cornetto la mattina e cena sociale la sera ("oggi tutti a vedere AnnoZero, c'è uno dei nostri"). "Faccio parte del collettivo, le mie idee sono chiare - racconta in un'aula occupata di Giurisprudenza -. Ma la soddisfazione è vedere che in tanti si stanno informando. Noi ci ispiriamo agli studenti francesi che nel 2006 sono riusciti a piegare Sarkozy, e lui forse è pure peggio di Berlusconi". Con lei c'è Laura Berardi, 23 anni di Fisica: "Ogni mattina mamma mi porta i vestiti puliti, così si assicura che io stia bene. È preoccupata per la polizia". A Torino Isabella Rossatto, ventottenne, coordina l'assemblea "No Gelmini" di Palazzo Nuovo. Dice quasi con rabbia: "Io studio e lavoro, faccio un dottorato senza borsa. Ho due lauree: Filosofia e Scienze politiche. Non siamo il gregge ignorante che viene dipinto. Abbiamo esaminato a fondo il testo della 133 e siamo coscienti dello tsunami che porterà nella scuola". Valentina Messana, 24 anni, siciliana di Caltanissetta, non vuole essere chiamata leader. Come le altre. Ma è uno dei motori di "Sinistra Per", una delle quattro sigle che hanno organizzato il corteo di Pisa. Frequenta l'ultimo anno della specialistica in Giurisprudenza. "Da grande? Penalista o magistrato". Sulla protesta: "È una cosa strabiliante, non avevo mai visto tanti studenti uniti assieme a sindaco, docenti, a tutti i rappresentanti della società civile". Elisa Scardaccione, 21 anni di Bari, sogna un lavoro nelle Ong. "Quella della Gelmini non si può definire una riforma. Semmai è un taglio netto e definitivo. Con la scusa della crisi finanziaria vogliono affossare l'università". Con chi aprirebbe un dialogo, nel governo? "Nessuno". Politici di riferimento? "Flavia D'Angeli, di Sinistra Critica: un'insegnante, precaria, una che sa. Non come il nostro ministro dell'Istruzione". A Milano Agnese Romanò, 20 anni, ex pariniana, è tra i leader degli studenti di Brera. Secondo anno di Scenografia all'Accademia. "Erano 15 anni che in città non si vedeva una mobilitazione così massiccia. Se la riforma diventerà realtà? Sono convinta di no. Non passerà. Vinceremo noi". Elvira Serra stampa |.

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Il Cavaliere in difesa, dialogo impossibile fino al corteo di sabato (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

LA NOTA Il Cavaliere in difesa, dialogo impossibile fino al corteo di sabato La retromarcia del premier non basta al Pd. Le aperture del Viminale Probabilmente, anche per la scuola occorrerà aspettare che sia archiviata la manifestazione di domani contro il governo. L'uscita maldestra di Silvio Berlusconi sull'uso delle forze dell'ordine per proteggere chi non vuole "occupare" e intende far lezione, per il centrosinistra si è rivelata un balsamo. Dalla Cina, il presidente del Consiglio ha cercato di correggere il tiro; di sminuire le sue parole e darne l'interpretazione autentica. Ma l'operazione si è rivelata quasi acrobatica: sia per la larvata presa di distanza di alleati come An e Lega; sia, soprattutto, per i toni ancora più alti e sdegnati dell'opposizione, decisa a sfruttare l'occasione anche per ricompattarsi. Il Berlusconi che attacca gli studenti che contestano, e poi si difende prendendosela sbrigativamente coi giornali, per Pd, dipietristi, estrema sinistra, è una manna: può contribuire generosamente a garantire il successo della protesta organizzata dal partito di Walter Veltroni. Qualcuno fa notare che cavalcare il movimento del 2008 è rischioso: rappresenta un'incognita e non può essere etichettato politicamente. E nella sua trasversalità nasconde il braccio di ferro tra fautori e nemici delle riforme. Ma sono obiezioni che nello scontro vengono liquidate come ubbìe. I fischi ai senatori del Pd usciti da Palazzo Madama per dare solidarietà agli studenti dovrebbero far riflettere. Evocano un magma di recriminazioni, che brucia chiunque voglia metterci il cappello; e che proietta il proprio scontento sul governo senza accettare mediazioni. Su questo sfondo, la contrapposizione fra "piazza" e "Palazzo" sembra più forte di quella fra schieramenti. Scavalca logiche elettorali e di appartenenza. Per questo, l'esortazione del capo dello Stato a confrontarsi in Parlamento e a non dire solo dei no ai "tagli" di bilancio sull'istruzione, assume il rilievo di un monito. Anche se a futura memoria. L'epilogo delle polemiche sulla riforma di scuola e università firmata dal ministro Mariastella Gelmini alla fine dovrebbe essere un dialogo inevitabile. Lo addita lo stesso ministero dell'Interno, pur annunciando che userà "fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta" delle proteste. Cresce la sensazione che il decreto voluto da Palazzo Chigi abbia sottovalutato le reazioni insieme di studenti e professori. Forse è vero che l'opposizione tenta di distorcere i contenuti della riforma. Ma è favorita dalla carenza di spiegazioni offerte dal governo. Le stesse frasi incriminate del premier sull'uso della polizia finiscono per apparire la conseguenza di un eccesso di sicurezza. In fondo, era giusto affermare il principio del diritto non solo a manifestare, ma a studiare. E Berlusconi lo ha ribadito, negando l'accenno al ruolo delle forze dell'ordine. La platealità con cui si era espresso prima, però, ha messo in ombra il resto; e provocato la polemica su un problema da affidare al Viminale con scuole ed atenei, discretamente: proprio come traspare dal comunicato del ministero dell'Interno. Il premier accusa i giornali di allarmismo. Eppure rimane il sospetto che sia stato fra i primi ad alimentarlo. Massimo Franco stampa |.

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Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Sono arrivato negli Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico, l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera. In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita? Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto in economia, democrazia, Italia Non commentato " (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta affossando McCain? Sono negli Usa per seguire le elezioni presidenziali. Due impressioni contrastanti: l'America profonda è sempre più perplessa nei confronti di Obama, come racconto in un reportage da Lincoln County, la contea del Missouri che da quasi 60 anni azzecca il nome del presidente. D'altro canto però, Sarah Palin sta provocando disastri. La base repubblicana, quella della destra religiosa e oltranzista continua ad adorarla, ma la maggior parte degli americani, inclusi gli elettori indipendenti, ne diffida. Le ultime novità certo non la aiutano: come governatore avrebbe addebitato allo Stato dell'Alaska viaggi in aereo e in alberghi di lusso per i figli (con un conto di oltre 20mila dollari). La stampa ha scoperto che il Partito repubblicano ha speso per vestire lei e la famiglia la bellezza di 150mila dollari in un mese e mezzo. E i dubbi di Colin Powell, che domenica aveva detto di non ritenere la Palin all'altezza della Casa Bianca, sono condivisi dal 55% degli elettori, secondo un sondaggio del Wall Street Journal. La maggior parte degli elettori è terrorizzata all'idea che la Palin possa diventare presidente se McCain, che ha passato i 70 anni e ha avuto problemi di salute, dovesse rinunciare all'incarico anzitempo. Sarah è simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico. Ma politicamente è inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra. McCain perderà per colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti ( 41 ) " (5 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Oct 08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta riempire le piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì: sabato c'erano centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della convention, erano in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di europei lo ascoltarono rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma il sentimento della piazza corrisponde a quello della maggior parte dei cittadini? C'è da dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo Berlino e anche dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa in campo di Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere producono spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: "L'opposizione si fa nelle piazze e non in tv". A me sembra che la buona politica si faccia formulando proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 36 ) " (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio. Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei derivati, gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno creato un sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e immeritate, senza mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso commettevano, la classe politica non ha esercitato il proprio dovere di vigilanza e di controllo; anzi si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto questo va denunciato con chiarezza, ma Marx continua ad avere torto. Il libero mercato non è fallito, continua ad essere il miglior sistema possibile. Il problema è che il capitalismo è stato snaturato: il suo scopo è, da sempre, quello di favorire l'accumulo di capitale da parte dell'individuo, mentre le degenerazioni finanziarie degli ultimi vent'anni lo hanno trasformato in una cosa diversa: nel "debitalismo" ovvero nell'accumulo di debiti anziché di capitale. Per sopravvivere, per sostenere consumi al di sopra delle proprie disponibilità e dunque per drogare la crescita, creando non vero, solido benessere, basato sul risparmio e sul reddito reale, ma una ricchezza illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il debitalismo ha raggiunto proporzioni enormi, come ho ricordato in un post recente, noi europei continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la bolla è scoppiata. Soffriremo, ma questa crisi può essere salutare e può permetterci di ripartire su basi più solide. I sistemi liberali riescono a correggere i propri errori, quelli comunisti no e per questo i "rossi" hanno perso la sfida con la storia. Di un revival di Marx non si sente proprio il bisogno. Scritto in economia, globalizzazione, democrazia Commenti ( 34 ) " (5 voti, il voto medio è: 3.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Oct 08 Classi per stranieri, perché tanto scandalo? Non riesco a capire le proteste indignate della sinistra contro l'emendamento della Lega che regolamenta l'accesso degli stranieri nelle scuole. In altri Paesi è una pratica normale e dettata dal buon senso. Alla radio ho sentito Fassino dire che istituendo classe separate si discriminano gli immigrati. A me sembra invece che sia vero il contrario: che senso ha mandare allo sbaraglio un bambino in una classe in cui non capisce una parola? Si sentirà subito diverso, verrà deriso dai compagni. Se invece per un anno segue un corso di italiano, quando verrà introdotto nei corsi regolari potrà facilmente integrarsi. E la qualità complessiva dell'insegnamento migliorerà. Questo è un altro punto dolente: quando ci sono tanti bambini stranieri il livello dei corsi si abbassa drasticamente. Lo so per esperienza personale: non lontano da casa mia alle elementari la percentuale di bimbi stranieri è superiore al 50%, i programmi non vengano rispettati perché gli insegnanti devono procedere molto lentamente, adeguano il ritmo a quello degli ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono a togliere i propri figli dalla scuola pubblica e a metterli nella scuola privata. Perché un italiano deve essere privato di fatto del diritto di frequentare una scuola statale? Questa è un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche così. Scritto in globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 46 ) " (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Oct 08 Ma Sarko è succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere un post di elogio di Sarkozy, per la reattività dimostrata durante la crisi finanziaria: è stato dinamico, propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi leader europei (con Berlusconi e il premier britannico Gordon Brown) ad aver capito subito la gravità della situazione e nel ritenere che solo un'azione congiunta a livello europeo sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel, che è stata costretta a rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate decisioni di una settimana fa, che hanno contribuito non poco a diffondere il panico. Bravo Sarko, dunque. Ma simultaneamente alla riunione europea a Parigi, il presidente francese ha annunciato che non avrebbe estradato la terrorista rossa Marina Petrella. " Per ragioni umanitarie" è la spiegazione ufficiale. A mio modo di vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene gravemente malata, resta una brigatista condannata all'ergastolo. Spetta all'Italia decidere in merito alla grazia o alla sospensione della pena e dunque Parigi doveva estradarla, a meno che Sarko non si fidi dell'Italia e dunque lo consideri un Paese del Terzo Mondo. Prendendo in considerazione la variabile Carlà, però, tutto diventa chiaro: la Petrella è protetta da Valeria Bruni Tedeschi e da alcuni intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato la sorella Carla, la quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è rivolta al marito. A modo suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora Bruni ottiene sempre quel che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla fine ha ceduto, contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso governo che si era espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito irritare l'Italia piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla sinistra radical-chic parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista Battisti. Che delusione. Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia, Italia, francia Commenti ( 61 ) " (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è (forse) incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma un po' me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza è a corto di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto in economia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) " (8 voti, il voto medio è: 4.25 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct 08 Banche, Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera Ballarò, Walter Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è colpa della destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico ha visto per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a sinistra solo certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre criticato lo strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra moderata mi è sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti delle banche sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la vicenda Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per anni i leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca "finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri, dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) " (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca. Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente". Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) " (8 voti, il voto medio è: 3 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Oct 08 La crisi dei giornali si risolve su Internet Leggo sul Sole 24Ore che gli editori si oppongono al progetto del governo di pubblicare atti provvedimenti solo su Internt, con la conseguente cancellazione dell'obbligo di pubblicare delle sentenze di condanna sui giornali. Li capisco: sono una fonte di introito che, nell'attuale clima di recessione, anche pubblicitaria, è sempre più importante. Leggo delle traversie dei piccoli giornali, di qualunque orientamento politico (dal Manifesto alla Padania), che con la riduzione dei contributi pubblici rischiano di scomparire. Li capisco: la chiusura di testate è sempre dolorosa. Leggo gli ultimi dati di sulla diffusione dei quotidiani che dimostrano una calo generalizzato delle vendite. Non bastano più libri, Cd, allegati vari a sostenere le edicole, che infatti tendono a diminuire di numero, perlomeno nelle grandi città. Gli editori sono preoccupati e li capisco. Non capisco però l'ostinazione con cui il mondo dei giornali si ostina a negare la realtà, che è molto semplice: il processo di trasferimento dei lettori dalla carta stampata a Internet è più rapido del previsto. I giornali di partito non devono necessariamente essere stampati su carta: un bel sito internet permetterebbe loro, anzi, di avere più lettori. E costerebbe meno. Gli editori non possono pensare di sorreggere i propri bilanci con gli annunci dei tribunali, nè con strumenti secondari come gli allegati. Lo penso da tempo e lo ribadisco: i quotidiani si salveranno solo se smetteranno di guardare al futuro usando i parametri del passato e se inizieranno a elaborare strategie per rendere sempre più sinergici il giornale tradizionale e il sito Web nonché a elaborare nuove strategie di raccolta pubblicitaria on-line. Il processo non è semplice, ma non ha alternative. Chi lo fa bene salva sia l'edizione cartacea che quella on line, vedi i successi del Guardian. Chi si ferma è destinato a soffrire sempre di più. Il mondo può andare avanti senza giornali, ma non può più fare a meno del Web. O sbaglio? Scritto in Italia, giornalismo Commenti ( 26 ) " (3 voti, il voto medio è: 3.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Perchè dovremmo andare su un'altro blog a difendere il "nostro... Ultime news Borse a picco: bruciati 230 miliardi Berlusconi: "Colpa della speculazione"Scuola, la Gelmini: "Non ritiro il decreto" Tafferugli a RomaRai, Annozero censura gli studenti di destra Pdl: sciopero del canoneLupin-lavavetri ruba 800mila euro di gioielliMez, la Bongiorno chiede il proscioglimento "Sollecito era a casa sua all'ora del delitto"Casa Bianca, la corsa dei candidati sconosciutiLa Moratti lancia il "Manifesto del merito". 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La giornata di una docente raccontata da UnoMattina (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

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Le telecamere della Rai a Fossalta Maggiore La giornata di una docente raccontata da UnoMattina CHIARANO. Le telecamere di Rai1 per la giornata tipo di una maestra elementare. Dall'uscita di casa alle 7 e 40, all'uscita da scuola alle 12.30. In questi momenti di acceso dibattito sulla scuola dopo il decreto Gelmini, anche l'ordinaria quotidianità di una maestra crea interesse e potrebbe fare da esempio. Così una troupe della Rai, giovedì è stata a Fossalta Maggiore per riprendere la maestra Giuseppina Piovesana che si recava a scuola. "Ho vinto il concorso magistrale quando avevo 20 anni, da allora sono di ruolo, a tempo indeterminato. Ho sempre insegnato nella scuola elementare - ha raccontato Giuseppina, mentre si recava al lavoro - ho 34 anni di esperienza all'attivo. Ho fatto tutta la gavetta: dalle supplenze, alle pluriclassi, alle piccole scuole di campagna che in seguito sono state chiuse". Ripresa anche alla fine delle lezioni e seguita a casa dalla telecamera accesa. Poi il pranzo e un altro sguardo ai quaderni. Il servizio sarà trasmesso martedì mattina poco dopoo le ore 9 nel corso del programma UnoMattina su Rai 1.

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Berlusconi: facinorosi nei cortei (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Poi annuncia la contromobilitazione: andremo nelle scuole E attacca sinistra e giornali. Veltroni: vedrete, si smentirà ROMA. Dopo la marcia indietro sulla polizia nelle scuole e alla vigilia della manifestazione del Pd contro il governo, Silvio Berlusconi denuncia la presenza di "facinorosi" nei cortei degli studenti e lancia la "contromobilitazione" che vedrà deputati e senatori del Pdl nelle classi per spiegare la contestatissima riforma Gelmini. Da Pechino, il Cavaliere se la prende con tutti. Dice che gli studenti in rivolta hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" e possono contare sul "supporto dei giornali". Ragion per cui, sulla scuola "il discorso è chiuso". Ma ce n'è anche per il Pd e per chi si oppone in Parlamento alle scelte della maggioranza. "La sinistra è inattendibile e con loro non è possibile nessun dialogo" taglia corto il premier, che ostenta sicurezza e chiude ad ogni possibilità di confronto. "Ho una maggioranza in Parlamento, ho avuto un voto e degli apprezzamenti pubblici e vado avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti i teatrini che mette in campo la sinistra. Chiaro?". La voce grossa del Cavaliere è accompagnata da un forte risentimento nei confronti dei parlamentari del Pd e dell'Idv: "Affermano che sono un dittatore. E allora, se sono un dittatore perché dovrei dialogare?". L'ennesima intemerata questa volta non riguarda solo il centrosinistra ma anche i professori, gli studenti e i genitori che decidono di scendere in piazza per far sentire la loro voce. Davvero gli studenti che contestano il ministro Gelmini e il decreto sulla scuola sono "facinorosi"? Se Antonio Di Pietro risponde che "l'unico facinoroso è Berlusconi", Walter Veltrioni non prende nemmeno in considerazione la pesante accusa e ironizza sulle continue giravolte del premier: "Faccio fatica a dire qualcosa tanto tra un quarto d'ora si smentisce. Non si può commentare, aspettiamo la smentita e facciamo meno fatica...". La replica del presidente del consiglio al segretario del Pd non tarda ad arrivare: "Non rispondo neppure, non è il caso. Sono abituato a ricevere insulti e calunnie, ormai ho la pelle dura e metto tutto in unico fascio". Intanto il Cavaliere si prepara a rispondere a quelle che definisce le "falsità della sinistra" sulla riforma della scuola e fornisce ai suoi deputati e senatori, che dovranno entrare nelle classi di tutte le città, un "pieghevole" di otto pagine e due volantini in cui si elencano i punti salienti e le ragioni della riforma Gelmini. (g.r.).

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In mille fanno irruzione al Festival del cinema a Roma (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Tensione all'Auditorium. Ancora proteste e cortei: a Pisa occupata la Sapienza ROMA. La protesta degli studenti irrompe all'Auditorium dove si sta svolgendo il Festival di Roma. Un migliaio di giovani universitari, al grido di "Vogliamo entrare gratis", ha occupato in serata il Villaggio dell'Auditorium. Momenti di tensione ci sono stati all'ingresso dei manifestanti all'Auditorium. "Ci hanno manganellato", ha detto più di uno studente. Ancora tensione quando, dopo aver improvvisato un sit-in, gli studenti hanno violato il tappeto rosso, riservato agli attori e al pubblico vip. La polizia ha respinto gl studenti che in segno di protesta pacifica hanno alzato le mani. Quattro studentesse però sono riuscite a conquistare il red carpet srotolando uno striscione con su scritto "Pay attention movimento irresponsabile". Poi sono state bloccate e identificate."Siamo venuti al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci, studente di Scienze Politiche - perchè vogliamo ribadire che non ci può essere cultura senza un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco: "Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma irricevibile". Il programma del Festival ha subito variazioni di programma: chi aveva il biglietto per accedere alle proiezioni è entrato da un passaggio laterale. E' stata una nuova giornata di agitazione, per gli studenti in protesta contro il decreto Gelmini: si rinnovano occupazioni, autogestioni, lezioni all'aperto e cortei in molte città italiane. A partire da Roma, dove, mentre i rappresentanti delle associazioni studentesche erano a colloquio con il ministro dell'Istruzione, migliaia di alunni dei licei si sono radunati al Circo Massimo. Da lì, un corteo ha raggiunto il Senato e Montecitorio, al grido di "Gelmini vattene a casa". In Toscana cortei e occupazioni in molte città. A Pisa è stata occupata - simbolicamente - la Sapienza. Occupazione che terminerà domani. Dalla prossima settimana, le lezioni riprenderanno regolarmente. Della polizia, neanche l'ombra. "Il nostro è stato un atto simbolico", dice Andrea del Polo Carmignani Occupato. I giovani che sono all'interno hanno dormito in sacchi a pelo gettati sul pavimento. "Abbiamo la schiena rotta", dice Andrea. A Venezia, dove il sindaco Cacciari si è schierato al fianco degli studenti, più di mille ragazzi hanno partecipato prima a un'assemblea nel cortile di Cà Foscari, per poi spostarsi sotto il ponte di Rialto, dove Mario Isnenghi, docente di storia contemporanea, ha improvvisato una lezione.

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Gelmini chiude la porta: non cambio niente (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Gli studenti avevano chiesto di ritirare il decreto. E il confronto salta subito ROMA. "Il decreto rimane". è finito senza neanche iniziare il dialogo tra il ministro Gelmini e gli studenti. "Abbiamo consegnato la nostra lettera al ministro, ma non ci siamo seduti al tavolo per la trattativa. Ci ha convocati troppo tardi e non si è detta disposta a modificare il decreto, quindi non c'è spazio per il dialogo". Valeria Cardilli dell'Unione degli Studenti Medi, è la prima ad uscire dall'incontro con Mariastella Gelmini ed è subito assediata dalle telecamere. Roberto Jovino, coordinatore nazionale dell'organizzazione, dichiara: "Non vogliamo scontri né manganelli, ma un confronto vero. Sarebbe stato possibile se ci avessero dato udienza all'inizio del mandato. L'avevamo chiesto, ma ci hanno risposto solo oggi. Quando, secondo le stesse parole del ministro, è troppo tardi per fermare il decreto". Nella lunga giornata di ieri alla Pubblica Istruzione sfilano di fronte al ministro le delegazioni delle associazioni degli studenti. Convocate, secondo quanto ha spiegato il sottosegretario Valentina Aprea, per rispondere all'invito al dialogo del presidente Napolitano. Ma il problema è: quali associazioni? E in nome di quali studenti? Dopo i ragazzi dell'Uds sono entrati i giovani di Alternativa Studentesca (Forza Italia), in giacca e cravatta e cartella di Louis Vuitton, Azione Giovani (un componente di Azione Giovani era anche presente nella sala della trattativa come consulente del ministro), Azione Cattolica. Voci non esattamente in linea con la grande protesta trasversale di quest'autunno. Alle domande dei giornalisti dichiarano che sosterranno il decreto e lanciano pesanti accuse agli studenti che si stanno mobilitando in tutto il paese: "Sono stipendiati dalla Cgil, sono solo burattini manovrati dall'opposizione". Lo stesso ministro, alla delegazione di studenti di Roma Tre, che ci tiene a non essere etichettata sotto nessuna sigla, ripete: "Riconosco nelle vostre parole le frasi pronunciate da Veltroni a Anno Zero". Lo spazio per il dialogo non sembra molto. Del resto le poche delegazioni realmente legate alle proteste di questi giorni ponevano come condizione per iniziare una trattativa il ritiro del decreto. Richiesta respinta al mittente. Il ministro spiega ancora che è troppo tardi, la decisione è nelle mani del Parlamento, e aggiunge: "In Italia per la scuola non si spende poco, ma si spende male". Domanda a tutti se questa università li soddisfi. Lo chiede in particolare ai ricercatori dell'Adi. I quali i sfogano cosi: "E' evidente che non ci soddisfano le condizioni in cui siamo costretti a lavorare. - afferma un ricercatore di fisica teorica di Pisa - Da noi può capitare che una borsa di studio da mille euro al mese venga divisa in quattro borse da 250 euro. E c'è chi fa ricerca senza essere neppure pagato. Ma non capiamo come tagliare i fondi possa risolvere questa situazione". Valentina Della Seta.

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Lo Snals: i tagli affonderanno la scuola (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Al "Bolognese" l'assemblea del sindacato autonomo: "Risorse ai minimi termini, penalizzata la qualità dell'insegnamento. Così non si investe" Lo Snals: i tagli affonderanno la scuola Bocciate finanziaria e riforma Gelmini: "Il maestro unico non può farcela" "I tagli affonderanno la scuola". Questo il grido di allarme lanciato dall'assemblea provinciale dello Snals di Treviso, che si è svolta ieri all'Hotel Bolognese di Preganziol. "La manovra finanziaria non porterà al riordino del sistema, ma solo a raccogliere risorse a scapito della scuola", dicono i partecipanti. Perplessità anche riguardo la proposta della reintroduzione del maestro unico. "Il decreto dovrà sicuramente essere rivisto". All'assemblea ieri hanno partecipato circa un centinaio di persone, fra i rappresentati Rsu del sindacato, i delegati delle singole scuole e i quadri dirigenti dello Snals, che in provincia di Treviso conta 2 mila 500 iscritti. Tema all'ordine del giorno "La crisi del sistema di istruzione e formazione italiano - come uscirne", con una conferenza tenuta anche da un docente di Pedagogia sociale dell'Università Lumsa di Roma Raniero Regni. Ma il dibattito si è mosso ovviamente anche sui temi caldi della scuola: primo fra tutti il taglio di 8 miliardi di euro previsto dalla Finanziaria. "Un riordino della scuola è necessario - dice Anna Di Cagno, che guida il sindacato - Ma il taglio previsto dalla Finanziaria mira solo al risparmio e non certo a un riordino. La scuola ne perderà in qualità". Critiche anche al modo di operare del governo: ovvero a colpi di decreti, senza un progetto di fondo. Senza pianificare. Perplessità fortissime anche sul maestro unico. "Il contenuto del decreto Gelmini prevede un maestro unico e 24 ore di lezione - continua Di Cagno - Ma questo contrasta con le norme contrattuali. Piuttosto si dovrebbe parlare di maestro prevalente. Perciò è chiaro che il decreto dovrà essere modificato. Faremo tutte le pressioni possibili affinché il governo cambi rotta". (l.c.).

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Class action contro i prof (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Class action contro i prof" FI: niente lezioni? Indietro le tasse universitarie "Contro i componenti del corpo docente che non svolgeranno, negli atenei del Veneto, il loro dovere di garantire il corretto andamento delle lezioni a tutti i numerosi studenti che le intendono seguire, avvieremo senza esitazioni una class action per il risarcimento delle tasse universitarie che costano grandi sacrifici alle nostre famiglie". A lanciare la sfida è Alessio De Mitri, consigliere provinciale e coordinatore regionale dei giovani di Forza Italia. De Mitri replica così a chi sta alzando le barricate contro il decreto Gelmini sulla scuola: "Voglio esprimere prima di tutto - dice De Mitri - la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutti coloro, insegnanti, studenti, presidi che in questi giorni sono stati vergognosamente minacciati per aver dichiarato la volontà di proseguire nel regolare svolgimento delle lezioni universitarie. A tutti coloro che, pur non condividendo i provvedimenti del decreto Gelmini, scegliendo responsabilmente la strada del confronto democratico e civile subiscono e hanno subito pesanti intimidazioni da parte di frange estremiste che speravamo definitivamente scomparse". L'accusa di De Mitri: "Gruppi di chiara definizione politica, con diversi riferimenti in capo a quel che qualcuno continua a definire un partito nuovo, il Partito democratico, impongono un clima di autentico terrore di intimidazioni che purtroppo richiama alla memoria i tragici giorni del 68. Certa politica non potrà mai cambiare, la violenza, la follia e l'arroganza della piazza sono nel suo dna. Questa protesta è il sintomo che l'azione del governo è andata a sferrare un duro colpo a quelle rendite di posizione, a quelle baronie universitarie alimentate da anni di condotte clientelari e indegne".

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Gelmini, sempre proteste (sezione: Scuola)

( da "Provincia Pavese, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Boom di occupazioni. Pavia, niente esami a Giurisprudenza Gelmini, sempre proteste Berlusconi, retromarcia: mai detto di polizia nelle scuole Il ministro convoca gli studenti per aprire un dialogo. Attacco dell'opposizione. Sit-in davanti al Senato ROMA. Sale la protesta in tutta Italia contro la riforma Gelmini. A Roma gli studenti hanno assediato il Senato. E si susseguono le occupazioni delle Facoltà. A Pavia ieri a Giurisprudenza i dottorandi hanno bloccato gli esami. A Mortara i ragazzi del Pollini, che occupano la scuola, hanno organizzato un corteo. Intanto Berlusconi nega di aver parlato di polizia nelle scuole. Ed è polemica dura. Alle pagine 4, 5, 15 e 31.

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Più finanziamenti e classi più piccole (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

IL COMITATO Più finanziamenti e classi più piccole LUCCA. No al progetto di riforma Gelmini e al disegno di legge 137, no all'articolo 64 della legge 133 che prevede 8 miliardi di tagli, e rifiuto di qualsiasi ipotesi di mediazione sul maestro prevalente. Sono questi gli obiettivi del comitato lucchese per la difesa della scuola pubblica. Che allo stesso tempo chiede più finanziamenti per l'istruzione e una riduzione del numero degli studenti per classe. "Il maestro unico tuttologo con 24 ore determinerà un netto peggioramento della qualità della scuola elementare - affermano gli esponenti - La riforma peraltro è caratterizzata dalla restaurazione dell'ordine e da una falsa immagine di "serietà" legata al grembiulino, al voto numerico, alla bocciatura con il 5 in condotta, alla previsione di classi differenziate per alunni stranieri". No anche agli 8 miliardi di tagli, all'aumento degli alunni per classi (sino a 33-34), alla riduzione delle ore di lezione, all'accorpamento di 2.500 istituti con meno di 500 alunni e alla chiusura di 4.500 scuole con meno di 50 alunni, allo smantellamento del tempo pieno, la possibile chiusura delle scuole dell'infanzia alle 12,30, il taglio di 131.841 posti di docenti e Ata, la disoccupazione per altrettanti precari che lavorano da decenni nella scuola. Gli esponenti del comitato dicono "sì all'aumento dei finanziamenti per la scuola pubblica, che è almeno altrettanto importante delle banche e delle imprese finanziarie, per le quali il governo ha trovato una marea di soldi in pochissimo tempo; sì alla riduzione del numero di alunni per classe, condizione necessaria per la riduzione della dispersione scolastica; sì all'estensione del tempo pieno; sì all'assunzione dei precari su tutti i posti vacanti".

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Santa maria del giudice (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca SANTA MARIA DEL GIUDICE SANTA MARIA DEL GIUDICE Alcuni docenti dimostrano tutta loro faziosità LUCCA. Alcuni genitori di S. Maria del Giudice hanno fatto presente due casi emblematici che rivelano il comportamento fazioso e didatticamente deleterio tenuto da alcuni insegnanti del locale plesso scolastico in occasione delle proteste anti Gelmini. Lo afferma Emilio Mereu, presidente della commissione sociale della circoscrizione 9. "I genitori di due famiglie affrontano a tavola l'argomento scolastico con i rispettivi figli, appena rientrati da scuola. Non fanno in tempo ad aprire il discorso che assistono per la prima volta ad un'arringa dei rispettivi figli con il grido di epiteti contro il governo, il più equilibrato dei quali è "Abbasso Berlusconi". I genitori, molto sorpresi (sono rispettivamente di Forza Italia e An) hanno chiesto come mai urlassero così: entrambi gli scolaretti hanno dato la medesima risposta: "Ce l'han detto a scuola". è superfluo ogni commento circa la serietà sui metodi didattici e i contenuti scientifico-pedagogici di cui sono promotori certi insegnanti e educatori della triste scuola italiana".

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Il dibattito sulla riforma (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca IL DIBATTITO SULLA RIFORMA IL GRUPPO LEND "L'istruzione è troppo costosa? L'ignoranza lo è molto di più" LUCCA. Anche gli insegnanti del Gruppo Lend (Lingua e Nuova didattica) intervengono a favore della protesta. "Ammettendo che sia vero - dicono - che in tutti i confronti internazionali gli studenti della scuola secondaria ottengono risultati inferiori a quelli dei loro coetanei, perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria e su quella dell'infanzia che, ad oggi, continuano ad essere riconosciute da tutti gli organismi internazionali come i migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini?". "I provvedimenti, su questo, come sugli altri segmenti della nostra scuola - proseguono - sono lì a dirci che per questo Governo la scuola deve semplicemente costare di meno. Tutto il resto non conta. Soprattutto non contano le nuove e diverse esigenze dei bambini di oggi - italiani e non - in una società sempre più complessa e in continua evoluzione. Anzi meno sanno, meglio è. A tutti vorremmo ricordare le parole di Derek Bok, presidente emerito dell'università di Harvard, quando dice "Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate l'ignoranza"". "Moratti, Tremonti, Fioroni, Padoa Schioppa avevano tagliato in 7 anni 18.314 posti di lavoro. La coppia Gelmini-Tremonti ne vuole tagliare 87mila in tre anni. I tagli, comunque, non si fermano qui perché riguardano anche i finanziamenti per l'offerta formativa nelle scuole, la formazione dei docenti, l'integrazione degli alunni stranieri, l'insegnamento dell'inglese, la formazione degli adulti. Colpiranno la scuola secondaria di secondo grado nei suoi indirizzi formativi, e anche l'università. E tutto questo mentre il numero degli alunni è previsto in aumento. Ma il peggio deve venire, col maestro unico e con le cosiddette "classi ponte", già sperimentate alla fine degli anni 1980 e già, nei primi anni Novanta, eliminate perché ritenute dannose per tutti".

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La destra estrema (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca LA DESTRA ESTREMA LA DESTRA ESTREMA "Niente tensione al Pertini, abbiamo svelato le bugie" "Non c'è stata tensione al Pertini, ma solo una richiesta, accolta senza discussioni, di modificare lo striscione di protesta per la presenza di simboli della sinistra radicale". Questo dice Francesco Ulivi, portavoce di Area identitaria, movimento di destra estrema. "La sinistra estrema e non solo - prosegue - sta strumentalizzando la protesta degli studenti facendo circolare sulla legge Gelmini un sacco di bugie. Noi studenti di Area Identitaria e Azione Studentesca con il nostro volantinaggio abbiamo messo in luce le bugie. Riteniamo che quella della Gelmini sia una buona riforma e avremmo auspicato che fosse analizzata in modo costruttivo e non strumentale".

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Caffè delle mura, ore 16: scatta il corteo (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di Nadia Davini Caffè delle Mura, ore 16: scatta il corteo è il momento cruciale della protesta antiGelmini E c'è chi si finge un burattino: "Ci vogliono così" LUCCA. Continuano ovunque, e quindi anche a Lucca, le proteste contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Rimangono infatti in stato di occupazione il liceo Artistico e l'Ipsia "Giorgi", ma la mobilitazione non si arresta neppure negli altri istituti. L'Itc ha aperto le porte ieri mattina, l'Iti continua con l'autogestione, così come lo psicopedagogico e il Civitali; il Pertini, dopo la cogestione di ieri, tornerà da oggi sui banchi di scuola, mentre il Geometri si definisce ancora in stato di agitazione. Ma l'appuntamento del giorno è alle 16 al Caffè delle Mura. Qui si ritroveranno tutti gli studenti, per dare poi il via a una grande manifestazione studentesca, alla quale non rimarranno comunque estranei gli insegnanti e le famiglie. La contestazione passa anche attraverso l'originalità: a insegnarlo sono gli studenti dell'artistico, in occupazione da martedì mattina. Il loro obiettivo è quello di portare la mobilitazione per strada, attirando l'attenzione di quanti più cittadini possibile. Così ieri hanno dato vita ad uno pseudo spettacolo di marionette, molto particolare: a fare la parte dei burattini erano gli occupanti stessi, mossi con dei lunghi fili bianchi dai compagni di scuola affacciati alle finestre dell'istituto. Le bocche tappate, le mani legate, la musica di sottofondo e un megafono che tuonava a tutta forza, facendosi spazio tra le voci dei passanti. "Siamo burattini nelle loro mani. Ci vogliono tutti ignoranti per manovrarci meglio": è questo lo slogan più significativo della protesta. E lo spettacolo delle marionette viventi è riconfermato per questa mattina. Lungo le vie della città i volantini non si contano più, tutti in difesa della scuola pubblica. A distribuirli sono gli studenti in agitazione di varie scuole lucchesi: "Occupazione? Autogestione? Qual è la soluzione? Prima di tutto informazione". Negli istituti, infatti, si sfrutta ogni momento di ritrovo per parlare di riforma Gelmini: si chiamano gruppi di "libero sapere" e preparano documenti informativi e slogan, elaborando anche nuove forme di protesta da proporre ai cittadini. Non mancano i professori, che dicono la loro guardando gli allievi da lontano. "Sono d'accordo con il motivo della protesta - dice un insegnante dell'artistico - Questa riforma è l'atto definitivo per smantellare la scuola pubblica". Quanto agli studenti, non ha dubbi: "Ma chi l'ha detto che non possano anche divertirsi? Le occupazioni hanno sempre aiutato a crescere". E infatti nelle scuole è un po' festa e un po' protesta, con le macchine fotografiche che spuntano ovunque.

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"luci accese" alla saffi (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina IV - Roma La protesta "Luci accese" alla Saffi Notte Bianca alla scuola elementare "Aurelio Saffi", a San Lorenzo. Bambini, maestre e genitori hanno partecipato alla serata nell'istituto di via dei Sabelli perché, raccontano, "le luci della scuola devono continuare a rimanere accese". Il pomeriggio si è aperto con la proiezione del bel film "L'amore che non scordo. Storie di comuni maestre". Poi il dibattito con registe e interpreti del documentario sul "mestiere di insegnare". E ancora, un'assemblea per discutere del decreto Gelmini. Alcuni studenti di psicologia sono intervenuti dalla vicina facoltà occupata, unendocsi così alla protesta della scuola elementare. Tutti insieme hanno sfilato per le vie di San Lorenzo per poi tornare alla Saffi per la cena sociale etnica conclusiva. (v. g.).

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Studenti, scontri al festival manganelli e tensione: 4 fermi - federica angeli viola giannoli (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina IV - Roma Studenti, scontri al Festival manganelli e tensione: 4 fermi Ragazze subito rilasciate, feriti 2 agenti. Martedì lezioni al Colosseo "Solo irrompendo dove sono puntati i riflettori abbiamo la possibilità che si parli di noi" FEDERICA ANGELI VIOLA GIANNOLI L'"onda anomala" della Sapienza ha travolto il Festival del Film. Gli oltre tremila universitari che ieri hanno sfilato per le strade della città contro la legge 133 hanno deciso di concludere la loro protesta sul red carpet dell'Auditorium. E al grido "Vogliamo entrare gratis", sono arrivati correndo, intorno alle 18, nel gioiello architettonico di Renzo Piano. Momenti di tensione tra manifestanti e polizia ci sono stati sia all'ingresso del corteo sia quando, dopo aver improvvisato un sit-in, gli studenti hanno tentato di superare le transenne e fare irruzione sul tappeto rosso riservato ad attori e al pubblico vip del Festival. La polizia ha respinto gli studenti che in segno di una protesta pacifica hanno alzato le mani. Un ragazzo è caduto a terra e, nella ressa, è volata qualche manganellata. "Mentre i manifestanti tentavano di forzare il cordone degli agenti - hanno spiegato dalla questura - contro i poliziotti sono state lanciate pile e accendini che sono poi stati sequestrati. Due nostri uomini sono stati feriti". Lo scontro però è durato una manciata di secondi. Nel parapiglia generale quattro studentesse ne hanno approfittato e sono riuscite a conquistare il red carpet srotolando uno striscione con su scritto "Pay attention movimento irrapresentabile". Lo slogan era un chiaro messaggio rivolto all'Udu, l'Unione degli universitari, che ha incontrato il ministro Gelmini. Quindi, al megafono, le quattro giovani hanno cominciato a spiegare la protesta degli studenti contro i tagli all'università previsti dalla legge 133 al pubblico ma sono state bloccate dopo qualche minuto dalla polizia, che ha sequestrato lo striscione e ha chiesto loro i documenti. Una volta identificate sono tornate a manifestare. "Soltanto così, irrompendo dove sono puntati i riflettori abbiamo la possibilità che si parli di noi", grida al megafono Ileana, la ventenne fermata dalla polizia. "Spendono milioni di euro per questo Festival - ha detto Giorgio Sestili, portavoce dei collettivi - e all'università invece tagliano i fondi". "Siamo venuti al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci, studente di Scienze Politiche - perché vogliamo ribadire che non ci può essere cultura senza un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco: "Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma irricevibile". Il programma del Festival ha subito variazioni di programma: chi aveva il biglietto per accedere alle proiezioni è entrato da un passaggio laterale. Alle 19.30 dopo cori e canti, l'annuncio di nuove occupazioni: "Da lunedì ricominceremo ad occupare le facoltà". Dopo il lungo applauso i manifestanti hanno lasciato l'Auditorium per tornare davanti alla Sapienza. Questa volta a piedi: all'andata avevano infatti sfilato in corteo fino alla stazione Termini e da lì, dopo aver deciso l'incursione all'Auditorium, avevano "sfilato" dentro ai vagoni della metropolitana, fino alla fermata di piazzale Flaminio. Martedì, dalle 12, lezione di Ingegneria al Colosseo. Così la prossima settimana gli studenti universitari intendono continuare la protesta, proprio come hanno fatto in questa settimana a Montecitorio.

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E il super-fisico conquistò la piazza "oggi einstein sarebbe un precario" - laura mari (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Roma E il super-fisico conquistò la piazza "Oggi Einstein sarebbe un precario" "Ai giovani dico: resistete contro questo governo di barbari" LAURA MARI "Einstein? Sicuramente oggi sarebbe un precario, magari un fannullone che si sollazza nell'elaborare teorie invece di lavorare" a dirlo, durante una lezione a piazza Montecitorio organizzata dagli studenti universitari, è stato Giorgio Parisi, docente di Calcolo delle probabilità nella facoltà di Fisica dell'università La Sapienza e uno dei massimi esperti di fisica delle alte energie. Perché ha deciso di aderire alla protesta degli studenti contro il decreto 133? "Perché i tagli del governo alla ricerca mi offendono in prima persona. Al giorno d'oggi ci sono giovani di grandi capacità che non riescono a trovare un posto fisso e una tranquillità economica. è vero che i ricercatori fanno questo lavoro per passione e non per guadagnare, ma tagliare i finanziamenti statali significa distruggere le loro speranze e il futuro del Paese" Cosa direbbe allora ai tanti studenti universitari che in questi giorni si stanno mobilitando contro la riforma Gelmini e il decreto Tremonti? "Resistete, resistete, resistete! L'unico modo per cambiare il destino dell'Italia è resistere a questo governo di barbari che sta distruggendo la nazione" Perché li definisce "barbari"? "Perché evidentemente i nostri politici non conoscono neanche la Costituzione italiana. Nell'articolo 9 si sottolinea che la Repubblica promuove la ricerca scientifica, nell'articolo 33 si sottolinea la libertà dell'insegnamento dell'arte e della scienza e nell'articolo 4 si riconosce il diritto al lavoro. Parole che restano vuote senza adeguati finanziamenti. La realtà è che la base della democrazia si misura con le opportunità che è in grado di offrire ai cittadini. E questo governo ne sta offrendo poche, soprattutto ai giovani e ai ricercatori" Dunque anche Albert Einstein, se fosse ancora in vita, oggi parteciperebbe alle mobilitazioni degli studenti? "Probabilmente sì, perché oggi anche lui sarebbe un precario che, per le sue incredibili qualità intellettuali, forse dopo qualche anno riuscirebbe a trovare un posto fisso. Ma di gente come Einstein ne nasce una ogni cento anni e in verità la ricerca oggi la fanno non i geni, ma migliaia di validi ricercatori che, con gli stipendi attuali, spesso faticano persino ad ottenere un mutuo in banca" Cosa la preoccupa di più dei tagli all'istruzione decisi dal governo? "Il fatto che comporteranno l'aumento del divario, nella ricerca scientifica, tra l'Italia e il resto del mondo. I provvedimenti presi dal governo sono un perfetto esempio di quello che non bisognerebbe fare nella modernità. Ci stiamo muovendo nella maniera opposta rispetto al resto dell'Europa. La Cina sta facendo passi da gigante e allora forse, invece di lamentarci del fatto che l'Oriente produce a basso costo, dovremmo preoccuparci del fatto che senza investimenti sulla ricerca scientifica l'Italia non sarà più in grado di competere con il resto del mondo".

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La mobilitazione di geologia "notte bianca contro i tagli" - laura serloni (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Roma Il 7 novembre l'iniziativa nella facoltà La mobilitazione di Geologia "Notte Bianca contro i tagli" LAURA SERLONI La protesta degli studenti di Roma Tre acquista nuove forme. Dopo l'occupazione, i cortei spontanei, le assemblee permanenti, la proposta che arriva dai ricercatori di Geologia è di una Notte bianca. La sera del 7 novembre si fonderanno festa e contestazione verso una riforma che "cancella il nostro futuro, applicando gli ennesi tagli indiscriminati" commenta Giandomenico Fubelli, un'assegnista ricercatore che ha presentato l'idea all'assemblea della facoltà di Scienze. Una notte durante la quale i cancelli della sede di largo Murialdo all'Ostiense resteranno aperti. Non solo agli studenti, ma a tutte le persone che vorranno partecipare. Ci saranno concerti e i laboratori saranno spazi aperti per essere visitati. "Mostreremo cosa facciamo tutti giorni", incalza il giovane ricercatore. Se la Notte bianca è la forma di protesta che arriva da Geologia, I fisici di Roma Tre, lunedì, saranno ai semafori di viale Marconi e viale Trastevere per pulire i vetri delle macchine con lo slogan "Sto facendo pratica, sarà il mio futuro". Lezioni sulla riforma Gelmini saranno improvvisate alla metro San Paolo e Piramide.

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Dal circo massimo al senato prof e liceali anti-gelmini - tea maisto (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Roma Nei prossimi giorni le lezioni all'aperto Dal Circo Massimo al Senato prof e liceali anti-Gelmini TEA MAISTO Dal Circo Massimo fino al Senato: secondo gli organizzatori erano in più di 10mila. E ancora. In corteo tra le strade di Roma Nord: secondo gli studenti i manifestanti erano circa 4mila. Un'altra giornata di protesta contro il decreto Gelmini targata studenti delle scuole superiori. Migliaia di docenti e liceali che si sono mobilitati in piazza o negli istituti occupati, come al classico Tasso. "Abbiamo incontrato i ragazzi per convincerli a interrompere l'occupazione ? spiega il professore Franz Ciminieri ? tra lunedì e martedì vorremmo fare un collegio dei docenti per approvare una proposta da fare ai ragazzi. Si tratterebbe di una forma di protesta alternativa. Potrebbero essere lezioni in piazza insieme". Stessa idea è venuta agli studenti del Righi e dell'Orazio: "Potremo fare lezione con i prof durante i sit in", spiegano. Il corteo che dal Circo Massimo ha raggiunto il Senato ha visto la partecipazione di circa 20 scuole. Oggi nuova protesta: le elementari saranno in piazza con il Pd e ci saranno anche tre re magi che porteranno in dono le firme raccolte contro il maestro unico.

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Le dynasty, una saga infinita gli altri padroni delle facoltà (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina II - Palermo Le dynasty, una saga infinita gli altri padroni delle facoltà Lagalla: "Un codice etico per le parentele" La Parentopoli I casi di Scienze e Ingegneria. Le cento famiglie dei baroni sono diventate di più La parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla proteste contro la Gelmini. Viaggia su e-mail, telefonate e lettere di prof e studenti rimasti fuori dalla casta. Un moto di indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'ateneo delle cento famiglie: un codice etico. Norme per evitare l'affollamento di parenti nello stesso dipartimento. "Il fenomeno denunciato da Repubblica è sotto gli occhi di tutti e non voglio nascondermi. Nel mio programma per il dottorato ho previsto l'adozione di codici di autoregolamentazione per l'ateneo. Voglio attuare questo punto inserendo anche una norma che impedisca proprio che parenti di primo grado svolgano la loro attività nello stesso dipartimento. Anche per evitare polemiche e strumentalizzazioni. L'università è già oggetto di un tiro al bersaglio. Ma io credo che anche a Palermo una riforma seria sia possibile, a patto che non si cominci con il tagliare i fondi". Lagalla, docente di radiologia ed ex assessore della giunta Cuffaro, si insedierà il primo novembre. Dal rettore uscente, Giuseppe Silvestri, ieri nessun commento ufficiale sulla parentopoli. L'inchiesta di Repubblica ha dato fiato agli esclusi, a chi si sente emarginato da un sistema che premia spesso i familiari dei docenti. E sono arrivate altre segnalazioni. Così, inevitabilmente, la lista si è allungata. Le cento famiglie sono diventate di più. Ecco i matematici Benedetto (Scienze) e Donatella Bongiorno (Ingegneria), padre e figlia che insegnano la stessa materia. Focus su Scienze, dove non mancano certo le parentele: i coniugi Biagio Lenzitti e Francesca Benanti, anche loro del dipartimento di matematica come Vito di Gesù e la moglie Tecla. Mentre Michelangelo Zarcone e Silvana Nuzzo, pur essendo in facoltà diverse, fanno parte dello stesso dipartimento e insegnano Fisica della materia. La lista è lunga e comprende i fratelli Roberto Boscaino, preside di Scienze, e il fratello Roberto che è ordinario a ingegneria. Famiglie storiche: Grazia Indovina, assistente di matematica, è la figlia di un ex preside, la dynasty dei Barbagallo si estende fra Medicina e Agraria. C'è da dire, ovviamente, che il legame di parentela non esclude le capacità: anche perché crescere in un ambiente familiare di accademici può sviluppare una propensione all'insegnamento. E va aggiunto che specie nel caso dei fratelli che insegnano in facoltà diverse o di coniugi che si sono conosciuti all'interno dello stesso ateneo è difficile ipotizzare casi di favoritismi. Ma sono tanti, tantissimi, quasi i due terzi i casi di nuclei familiari insediati all'interno della stessa facoltà e dello stesso dipartimento. è il fenomeno sul quale vuole intervenire Lagalla. "Senza demagogia - precisa il rettore - si può pensare a un modello come quello della magistratura, dove le parentele strette nello stesso settore sono bandite. Anche se bisogna studiare soluzioni pratiche, esaminare caso per caso: se un ricercatore è radiologo, faccio un esempio, ed esiste un solo dipartimento di radiologia, non è ipotizzabile una nomina in un altro dipartimento. Ma intendo portare avanti un codice di autoregolamentazione come quello adottato in altre università, in modo più o meno stringente". Forse servirebbero nuove regole anche per i concorsi in cui i baroni si possono favorire a vicenda. "In quel caso la soluzione è il concorso nazionale, al termine del quale le università devono avere il diritto di scegliere chi vogliono fra gli idonei. Assumendosi, di conseguenza, la responsabilità". e. la.

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Le caste padrone dell'ateneo (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina I - Palermo Il neorettore Roberto Lagalla: "Farò un codice etico per vietare la presenza di congiunti nello stesso dipartimento" Le caste padrone dell'Ateneo Parentopoli, i concorsi "taroccati" per favorire i familiari La parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla proteste contro la Gelmini. Un moto d'indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'Ateneo delle cento famiglie: "Adotterò un codice etico". Intanto due ricercatori e ricostruiscono i percorsi accelerati dei rampolli che diventano senza troppo penare ricercatori, associati, ordinari. Raccontano le storie di favori fra cattedratici: uno aiuta l'altro, determinando con il proprio peso all'interno delle commissioni la nomina di un congiunto. E l'altro ricambierà con la stessa cortesia. EMANUELE LAURIA ALLE PAGINE II E III E IN CRONACA NAZIONALE.

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Cortei notturni contro la gelmini (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina I - Palermo Cortei notturni contro la Gelmini Non si ferma la protesta contro la riforma Gelmini nelle scuole di Palermo. Ieri notte gli studenti e i loro leader hanno attraversato la città in corteo. I genitori si uniscono al dissenso ma si schierano contro le occupazioni degli istituti. La preoccupazione corre sul web: i commenti dei lettori del sito di Repubblica Palermo, dove è attivo un forum per docenti e studenti. BRUNETTO, INTRAVAIA E ROMANO ALLE PAGINE VI E VII.

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I piccoli leader del movimento senza bandiere - antonella romano (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VI - Palermo Dai licei alle facoltà è un coro: "Non abbiamo capi". Ma ecco chi sono i ragazzi che emergono nella ondata di mobilitazioni I piccoli leader del movimento senza bandiere Paolo Toro iscritto al Prc "Ma ho rinunciato alla mia identità politica" "Non vogliamo simboli, solo così riusciremo a coinvolgere più gente" ANTONELLA ROMANO STANNO rinunciando alle bandiere e detestano sentirsi chiamati "leader" o "leaderini". "Il movimento è spontaneo, ci interessa che sia omogeneo, che riunisca gli studenti di tutti i ceti. Senza colori politici. Solo così potremo diventare tantissimi", è il messaggio che lanciano i rappresentanti dei movimenti studenteschi della scuola e dell'università. Due mondi che, nella contestazione dell'era Gelmini, stanno provando a camminare fianco a fianco. Nutrono di sicuro la stessa ambizione: moltiplicare le fila di chi contesta, aggregare il fronte della gente comune con iniziative "equilibrate" e "intelligenti", chiamando a raccolta alle assemblee chi non era mai venuto, - perché no, anche i genitori - chi aveva sempre fuggito con orrore autogestioni, occupazioni, assemblee permanenti. Un movimento il cui ultimo pensiero è esporre un leader in prima fila: l'etichetta di capo, con cortesia, la rifiutano. "Stanno calando tutti quanti le bandiere. Vogliamo provare a costruire un movimento omogeneo. E giochiamo sull'effetto sorpresa delle nostre iniziative - afferma Paolo Toro, 18 anni, rappresentante d'istituto al Garibaldi e membro del coordinamento formato per unificare le iniziative di tutte le scuole in assemblea permanente - Anch'io sono iscritto a Rifondazione ma ho rinunciato, diciamo, alla mia identità politica, perché dobbiamo saper parlare alla gente di ogni genere". Sofia Sabatino, 18 anni, studentessa al Meli, da due anni leader indiscussa di Reds, il sindacato degli studenti che ha sede al Blow Up, non soffre più di tanto nel mettere da parte lo stemma del suo movimento. è la stessa scelta fatta da Pasquale Dipollina, il coordinatore dell'Udu: anche l'unione degli universitari vicina alla Cgil al corteo di lunedì scenderà in piazza senza bandiera. "Il movimento è e deve rimanere assolutamente spontaneo - dice Sofia Sabatino - Le scuole si auto organizzano in collettivi, comitati, assemblee. Non c'è un'associazione che può fare da leader. Noi come Reds continuano a essere protagonisti dal punto vista organizzativo. La protesta dilaga nelle varie scuole senza che nessuno la canalizzi nella propria associazione. Siamo più che felici che parta dal basso, senza bisogno di stimolazioni esterne". Già leader del liceo classico Meli, Mauro Azzolini, in politica dai suoi 14 anni, con letture scelte alle spalle a partire dal Manifesto del Partito comunista, oggi si ritrova proiettato nel bailamme di Lettere. Ma continua a tenere i contatti con gli studenti dei licei. "Collaboro con la scuola per unificare il movimento con quello degli universitari, dal momento che la riforma attacca entrambi - dice Azzolini, al primo anno di Lettere, la prima delle facoltà a mobilitarsi - Io personalmente propendo per il blocco della didattica: è l'unico modo per farsi sentire, per avere più risonanza". A Lettere gli spazi autogestiti dagli studenti esistono dai tempi della Pantera, sono quattro box al piano terra, dove si riuniscono i diversi collettivi oggi in assemblea permanente. Tra i rappresentanti, i più apprezzati sono Fabrizio Fasulo e Francesco Citarda, insofferenti anche loro al bollo di leader. Francesco Mineo, 25 anni, a Ingegneria è il delegato di Alleanza Etica, movimento che fa capo al Fuan. Alla politica si è avvicinato quattro anni fa, con Bartolo Sammartino, e frequenta anche i corsi all'accademia nazionale della politica. In questi giorni ha fatto il giro di tutti i cortei per spiegare le ragioni del sì di Ae alla protesta, a differenza di Azione giovani e Azione universitari, gli altri due movimenti della destra: "Mi mancano quattro esami alla laurea e trovo sia giusto protestare in difesa dell'università per tutti i ragazzi che vengono dopo di me e che hanno lo stesso diritto a un alto livello d'istruzione". Nino Sala, il coordinatore regionale di Alleanza Etica, se la prende con i "complici" siciliani della Gelmini che siedono per il Pdl in commissione cultura, "che non intervengono per colpire i baronati, le clientele di parenti e i tagli che affossano la ricerca".

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Cortei di notte e lezioni in strada dilaga la protesta anti-gelmini - salvo intravaia (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VI - Palermo Cortei di notte e lezioni in strada dilaga la protesta anti-Gelmini Studenti in piazza con la bara: "La scuola è morta" La mobilitazione SALVO INTRAVAIA "Un funerale per ricordare la scuola che è morta". Ecco l'ultima iniziativa di piazza degli studenti palermitani per contestare la riforma Gelmini. Ieri sera alle 21, da piazza Croci a piazza Politeama, si è svolto il corteo organizzato dai ragazzi del liceo scientifico Cannizzaro, in agitazione da mercoledì scorso. Il corteo, proprio per evocare una funzione funebre, è sfilato in silenzio. Alla manifestazione hanno partecipato alunni delle scuole superiori, studenti universitari, genitori e insegnanti: tutti vestiti di nero e con tanto di bara portata a spalla. "Si tratta di una manifestazione simbolica senza bandiere - spiega Alice Maringhini, studentessa del Cannizzaro - che coinvolge tutte le componenti della scuola". Nel pomeriggio gli studenti di molti licei palermitani hanno organizzato un'assemblea al Giardino Inglese. A Palermo la protesta del mondo della scuola e dell'università è iniziata in sordina ma con l'approssimarsi dell'approvazione del decreto Gelmini (prevista per martedì o mercoledì prossimo) non passa giorno che non veda almeno un corteo, una manifestazione, una lezione in piazza o una presa di posizione. L'ultima in ordine di tempo è quella degli insegnanti del liceo classico Meli che, nel corso del collegio dei docenti di ieri mattina, hanno stilato un documento dal titolo "Non possiamo tacere?". "Le ultime dichiarazioni dell'onorevole Berlusconi hanno profondamente offeso le nostre coscienze", scrivono i prof. "Noi docenti - spiega il documento - vogliamo continuare a pensare di essere in un paese democratico e vogliamo esprimere con forza il nostro dissenso rispetto ai toni e alle parole usate per condannare le manifestazioni degli studenti". Secondo gli insegnanti del Meli "gli studenti non sono "facinorosi"; lottano per il proprio avvenire, lottano perché credono ancora, e lo crediamo anche noi, che una riforma della scuola non possa essere il risultato di un decreto legge che ha come unico obiettivo tagli finanziari che privilegiano il privato e azzerano il diritto allo studio dei meno abbienti". Oggi pomeriggio, partendo da piazza Croci, sfileranno gli studenti della facoltà di Architettura che esporranno dei plastici in piazza Politeama. Domenica 26 ottobre i sindacati confederali saranno in piazza a Mondello per "sensibilizzare la cittadinanza rispetto ai provvedimenti del governo sulla scuola". Lunedì alle 16 gli studenti universitari sfileranno da piazza Politeama al rettorato. Il giorno dopo sarà la volta delle lezioni in piazza e del corteo serale che vedrà coinvolti anche i bambini delle scuole elementari e i ragazzini delle medie. Nel pomeriggio, con lo storico Salvatore Lupo, la facoltà di Lettere svolgerà una lezione in via Magliocco. Gli insegnanti della facoltà di Ingegneria e Architettura si ritroveranno a piazza Politeama e quelli di Scienze, Farmacia e Medicina a piazza Verdi (al teatro Massimo). In serata, alle 21, da piazza De Gasperi partirà una fiaccolata che coinvolgerà, oltre l'omonima scuola elementare e materna, le scuole elementari Collodi e Trinacria, le medie Pecoraro e Virgilio e gli istituti superiori Pareto e Galilei in un "abbraccio simbolico alla scuola pubblica". La manifestazione si concluderà con giochi e musica a piazza Vittorio Veneto. E per giovedì 30, in occasione dello sciopero generale, si prevede una vera invasione di piazza. Intanto la protesta studentesca si estende ad altre scuole. Ieri mattina sono scesi in piazza gli studenti dell'istituto alberghiero "Piazza" di corso dei Mille facendo andare in tilt il traffico. E da oggi l'unico liceo classico della città che finora era in agitazione, il Vittorio Emanuele II sarà in autogestione. Tra assemblee permanenti, co-gestioni, e autogestioni sono 10 gli istituti palermitani in agitazione. E da ieri è in autogestione anche il liceo "Santi Savarino" di Partinico.

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Genitori e figli uniti nella lotta "ma è meglio non occupare" - claudia brunetto (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Palermo Adele La Mantia Daniela Vallone Dal Cannizzaro al Meli così le famiglie seguono da vicino la protesta: "Riguarda tutti noi" Genitori e figli uniti nella lotta "Ma è meglio non occupare" Padri e madri partecipano a assemblee e autogestioni La scuola ha bisogno di riforme, ma non di questa. Bisogna però evitare di entrare nel territorio dell'illegalità Capisco le motivazioni dei giovani e approvo le iniziative che aprono una riflessione seria sul tema CLAUDIA BRUNETTO Hanno raccolto immediatamente l'appello dei loro figli. E ieri pomeriggio si sono riuniti nell'aula magna del liceo scientifico Cannizzaro di via Arimondi. Molti genitori desiderosi di conoscere i termini della riforma Gelmini dalla voce dei ragazzi e altrettanti per testimoniare con la loro presenza il sostegno alla mobilitazione che in questi giorni anima le scuole superiori. "La scuola ha bisogno di riforme - dice Adele La Mantia che ha un figlio al penultimo anno - ma certamente non di questa. Le famiglie devono essere coinvolte perché in ballo c'è il futuro dei nostri figli. Siamo però un po' preoccupati per un'eventuale occupazione perché metterebbe i ragazzi nel territorio dell'illegalità e perché a nostro avviso non serve ai fini di fare cambiare le cose. Bisogna aprirsi e trovare il sostegno della società in questo momento, non chiudersi fra le mura della scuola". La pensa allo stesso modo Daniela Vallone che di figli al Cannizzaro ne ha iscritti due. "Approvo - dice la signora - questo regime di autogestione, perché davvero può instaurare un processo di riflessione serio sul tema. Ai miei tempi al liceo Finocchiaro Aprile, come rappresentante degli studenti, ero sempre in prima linea nelle proteste, adesso riesco a capire le motivazioni dei miei figli. Inoltre questa compattezza con il corpo docente mi rasserena". Maurizio Cardaci, invece, vive la protesta contro la riforma nella doppia veste di genitore e di docente della facoltà di scienze della formazione: "Sostengo i ragazzi in modo assoluto - dice Cardaci - Ma sono a favore di formule costruttive di protesta come quella a cui stiamo assistendo in questo momento. Senza degenerazioni che potrebbero prestare il fianco a critiche e repressioni". E sulla riforma Gelmini si sono già mobilitati diversi coordinamenti: da quello dei genitori democratici (Cgd) all'associazione italiana genitori (A. Ge.). In programma incontri e forum per cercare di aprire un tavolo di discussione sulle effettive conseguenze dei decreti in questione. "Noi genitori - dice Antonia Cascio, presidente del Cgd di Palermo - non possiamo assistere a questo scempio in silenzio. Dobbiamo scendere in campo assieme ai nostri figli e ai loro insegnanti. La battaglia per una scuola di qualità non può e non deve essere una battaglia settoriale, ma è e deve essere una battaglia per la democrazia e le pari opportunità. Per questo invitiamo tutti alla manifestazione del 30 ottobre. Ci preoccupa soltanto che si possa arrivare all'occupazione delle scuole, per la tutela dei nostri ragazzi soprattutto di fronte al fatto che c'è chi ha minacciato e poi smentito di voler mandare le forze dell'ordine eventualmente per sgomberarli". Si esprimono con più cautela i genitori dell'A. Ge. "Non ci esprimiamo con una bocciatura totale della riforma - dice Giuseppe Russo, presidente provinciale dell'A. Ge. Palermo - Abbiamo convocato un consiglio direttivo e chiediamo un confronto con il ministro che a nostro avviso doveva avvenire anche prima. Poi abbiamo attivato un forum dei genitori e siamo d'accordo sull'individuazione di alcune strategie. In ogni caso ogni forma di occupazione è da scongiurare. Così come ogni forma di strumentalizzazione dei giovani studenti. Ci vogliono proposte concrete". Anche negli altri istituti superiori della città i genitori cominciano a essere coinvolti nei regimi di autogestione e nelle assemblee degli studenti e del corpo docente. Al Meli, per esempio, alcuni hanno chiesto di partecipare agli incontri informativi che si svolgono nella scuola di via Aldisio nel pomeriggio: "Abbiamo chiesto un incontro con il dirigente scolastico - dice Evelina Cuffaro che ha una figlia al Meli - Vogliamo capire che fine farà la scuola dei nostri figli, a cosa dovremo rinunciare. Ci teniamo che continuino a svolgere regolarmente le lezioni la mattina, ma nel pomeriggio appoggiamo questa formula di laboratori e assemblee. è importante creare un gruppo di lavoro serio e che i nostri figli sviluppino un pensiero critico sull'argomento. Siamo al loro fianco".

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La paura sul web: "prove di federalismo" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Palermo I commenti dei lettori sulla riforma e sulle sue conseguenze. Online l'agenda della protesta con attività di facoltà e scuole La paura sul web: "Prove di federalismo" Forum di studenti, docenti e istituti sul sito di Repubblica Palermo "Se tutto questo non farà cambiare nulla vuol dire che ci troviamo in un regime" La proposta: "Una campagna di solidarietà per le realtà scolastiche di frontiera" Preoccupazione, paura per il futuro e risentimento per le scelte tranchant del governo di centrodestra su scuola e università, che sarebbero solo un assaggio dell'imminente federalismo. Ecco i sentimenti che il popolo di Internet affida ai commenti sul sito di Repubblica Palermo, che da lunedì ospiterà un forum sulla scuola aperto a istituti, studenti e docenti che vorranno dibattere sulle questioni aperte dalla riforma Gelmini. Per accedere al forum, dove saranno presenti notizie e informazioni sulle attività previste da facoltà e istituti in autogestione, basterà registrarsi come utenti del Gruppo l'Espresso: la procedura è completamente gratuita. Per gli istituti che vogliono comunicare le proprie attività è sufficiente inviare una e mail all'indirizzo palermorepubblica.it con oggetto "forum scuola". Il popolo della rete è preoccupato. "Istituire il finanziamento delle scuole private con i soldi dei contribuenti non poteva avere che queste conseguenze disastrose - scrive paciriminna - La scuola pubblica, mal gestita e con forti differenze strutturali al Sud, sta per soccombere. Del resto tutti gli altri servizi pubblici, non stanno meglio. Lo Stato programma disastri e disagi, le Regioni, Provincie e Comuni (le maiuscole per non scontentare la grammatica) lavorano per moltiplicarli. Il federalismo è già iniziato". Gabrigold invita chi sta lottando (pacificamente) a non demordere, auspicando la rinascita di movimenti come la Pantera: "Spero soltanto che il malcontento che serpeggia tra tutto il personale della scuola - scrive - sfoci in seri movimenti di lotta che coinvolgano tutti, alunni, genitori, docenti, personale ata. Quello che temo è che questi decreti, queste riforme vengano come al solito accettate passivamente" dal corpo docente italiano, che secondo gabrigold non brilla per dinamismo. Civil01 è preoccupato per le conseguenze sui diritti: "Se con queste manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia - scrive - e che coinvolgono tutti gli elementi dell'insieme scolastico non si ottengono risultati, allora possiamo affermare che siamo in presenza di un regime dittatoriale". "Magari sarò catastrofista - scrive jewels 4475 - ma ho il terrore che dopo le (ultime) illuminatissime parole del presidente del Consiglio, si possano ripetere gli scenari agghiaccianti del G8 di Genova... Esagero?" Ma anche l'analisi politica trova spazio nei commenti: "Berlusconi sta sopravvalutando la capacità del centro-sinistra, ai minimi storici di consenso, di sollevare l'opinione popolare - scrive mazzolagiu75 - i movimenti di protesta non hanno colore politico. Studenti, ricercatori precari e docenti di ogni idea politica stanno manifestando. Nessuno è stato sobillato a scendere in piazza da nessuna parte politica. Veltroni sta cercando con la manifestazione del 25 di attribuirsi dei meriti che non gli spettano e, credo, che avrà una grossissima delusione dall'adesione che vi sarà". Ma sul web non c'è solo rabbia. "Perché non indiciamo una campagna di solidarietà - scrive pasbill - per quelle scuole che versano in situazioni disastrate? Vorrei entrare in contatto con qualche prof eroe per aiutarlo. Nelle nostre case si butta tanto che ci sarebbe da rendere felici le persone e più confortevoli gli ambienti in cui queste persone lavorano. Date pure il mio indirizzo e-mail a questi eroi, pregandoli comunque di continuare a fare gli eroi. Prima o poi il riscatto ci sarà". L'indirizzo, per chi volesse rispondere all'appello, è Bill61hotmail.it.

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Patto formativo tra prof e studenti - maurizio muraglia (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XVI - Palermo PATTO FORMATIVO TRA PROF E STUDENTI MAURIZIO MURAGLIA C i sono aspetti inediti nella mobilitazione anti-Gelmini cui assistiamo in questi giorni anche a Palermo. In primo luogo va rilevata la precocità della protesta rispetto alla tradizionale tempistica decembrina, a ridosso delle vacanze natalizie, che in qualche modo ha sempre inquinato la reale motivazione di certe manifestazioni studentesche. C'è poi un'insolita convergenza di intenti tra studenti e insegnanti, che purtuttavia non riesce a coinvolgere, come invece avviene altrove, le famiglie. Ma dalle nostre parti, si sa, l'opinione pubblica adulta dei non addetti ai lavori scolastici non è facilmente disponibile a sposare la causa di studenti e insegnanti. Non è qui il caso di ripercorrere le ragioni della mobilitazione, perché questo giornale ne ha già dato ampio risalto. Occorre invece, a mio parere, porre attenzione alla necessità di non perdere la preziosa occasione che oggi si presenta di rinsaldare il patto formativo - abbastanza logorato per la verità - tra chi insegna e chi impara. Come è possibile sfruttare una simile occasione? Certamente partendo dal dato di fatto che il livello di consapevolezza civica dei ragazzi e degli insegnanti, a riguardo degli effetti prodotti dai provvedimenti sulla scuola, non può essere lo stesso. Alla protesta i ragazzi, ora come nel passato, attribuiscono pur sempre una valenza che va oltre il merito delle questioni. Scendere in piazza, partecipare ad una manifestazione resta per loro anche un'occasione di socializzazione e di svago e non c'è nessuna ragione di scandalizzarsi per questo. Chi scrive ha partecipato ai movimenti studenteschi degli anni �70 e ricorda bene quanta superficialità, quanta banalizzazione, quanta sete di svago attraversasse anche quella stagione. Nessuno alzi la bandiera della serietà condita dal logoro "ai miei tempi", perché il rischio dell'incomunicabilità con le nuove generazioni è alto. Ora come allora, implicito o esplicito, resta l'appello degli studenti a voler essere protagonisti della stagione in cui vivono. La complessità delle questioni sul tappeto però rende necessario il sostegno degli adulti. A noi insegnanti compete spiegare quel che succede cercando di far comprendere, attraverso fonti attendibili, le poste in gioco reali e quelle filtrate dai titoli del giornali. Gli studenti a volte faticano a distinguere, tra le informazioni relative ai provvedimenti sulla scuola, ciò che li riguarda come cittadini (il maestro unico è un vulnus per tutto il sistema ma non tocca direttamente gli studenti delle superiori) da ciò che li riguarda più direttamente come studenti. è compito degli insegnanti facilitare questa consapevolezza, per così dire, "metodologica". Non possiamo permetterci il lusso di creare due distinte aree di cittadinanza con due distinte motivazioni. Le ragioni di disagio sono comuni e afferiscono al futuro della scuola pubblica, e gli insegnanti sono chiamati a far capire agli studenti che cosa avviene e perché avviene. Che, in altri termini, vuol dire continuare a far scuola. Ogni giorno i giornali riportano notizie relative a scioperi e manifestazioni in difesa della scuola pubblica. Se c'è un modo alto per difendere la scuola pubblica è quello di lavorare insieme, a scuola, al mattino, insegnanti e studenti per cercare di capire, di approfondire, di discutere, di esprimere opinioni argomentate e documentate. Le discipline scolastiche, quando non sono ridotte a sterili contenitori di nozioni, capitoli e paragrafi, forniscono l'attrezzatura intellettuale per fare tutto questo. Non è detto che per rendere una protesta più incisiva gli studenti debbano rinunciare a far scuola e gli insegnanti debbano assistere impotenti allo sfascio dei già fatiscenti edifici scolastici. Si possono trovare inedite sinergie pedagogiche per esprimere il disagio comune. è una sfida per tutti. Per gli studenti, perché non rendano il loro reale disagio una barzelletta, come purtroppo molte volte è avvenuto. Per gli insegnanti, perché condividano con i ragazzi il loro disagio attraverso l'attivazione di percorsi formativi in cui i saperi della scuola - la lingua, la matematica, la storia, la scienza - acquistino la vitalità di cui essi dispongono quando vengono messi al servizio dell'attualità. Forse tutto questo risulterà formativo anche per l'opinione pubblica, che da questa inedita alleanza segnata da serietà di intenti ed impegno intellettuale serio, potrà trarre ragioni per rivedere la propria percezione del mondo della scuola.

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Indiscreti (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 254, pag. 3 del 25/10/2008 Autore: Pierre de Nolac Visualizza la pagina in PDF     Indiscreti Cacciari, è allarme giustizia in Laguna Pure a sinistra si lamentano della magistratura. Una lettera sullo "stato critico della giustizia a Venezia" è stata spedita dal sindaco Massimo Cacciari al ministro Angelino Alfano e, per conoscenza, al suo collega della pubblica amministrazione Renato Brunetta (al ministro ombra della giustizia Lanfranco Tenaglia, invece, il primo cittadino lagunare non ha inviato nemmeno una mail). Cacciari riferisce di aver incontrato una delegazione dei lavoratori degli uffici giudiziari della provincia di Venezia, dove "le piante organiche non sono coperte per il 30-40%; la condizione delle sedi è particolarmente critica anche sotto il profilo della sicurezza; le prospettive di avanzamento di carriera risultano bloccate per la mancanza da anni e anni di concorsi; il blocco del turn over produce un invecchiamento del personale che non può non nuocere alla funzionalità e produttività". E per calcare la mano, Cacciari rivela che le questioni "sono state esposte allo stesso presidente Giorgio Napolitano durante una sua recente visita". Ora scrive ad Alfano "fidando moltissimo nel Suo impegno per risolverle". Vendola annulla l'incontro con le major Negli Stati Uniti dicono che "lo spettacolo deve continuare", con la formula "the show must go on": in Italia non viene mai rispettata, questa regola. E in Puglia lo sanno bene: da mesi avevano preparato un incontro nella capitale, in occasione della Festa del cinema, per lanciare l'Apulia Film commission. Ma il tragico incidente che ha visto perire un gruppo di militari di origine pugliese nella nazione transalpina ha spinto la giunta regionale guidata da Nichi Vendola a suggerire di dare un taglio alla manifestazione. Così l'Apulia Film Commission ha deciso, per sobrietà e rispetto nei confronti delle vittime del disastro aereo di giovedì in Francia, di annullare l'incontro con i produttori italiani ed esteri, nell'ambito della terza edizione del Festival internazionale del film di Roma, come ha reso noto con un comunicato la stessa fondazione. E come capita in questi casi, qualche altra regione ne approfitterà per incontrare quei protagonisti del grande schermo che a Roma si trovano improvvisamente con una serata libera, mentre la Puglia dovrà aspettare il prossimo anno. Per Floris la Luiss è uno studio televisivo La prossima settimana per Giovanni Floris sarà davvero dura. Non c'è solo la presentazione del libro di Pier Luigi Celli, oltre alla trasmissione "Ballarò" su Raitre. Da ex studente, Floris sta monopolizzando gli appuntamenti che si svolgono all'interno dell'ateneo caro alla Confindustria: la nuova occasione viene fornita dalla discussione degli argomenti proposti da Roger Abravanel nel saggio "Meritocrazia" pubblicato dalla Garzanti (la casa editrice che ha come vicepresidente Gherardo Colombo). Il convegno-dibattito avrà luogo a Roma, il 30 ottobre, alle ore 17, presso la Luiss "Guido Carli". Aprirà i lavori Luigi Abete, presidente degli Industriali romani, e le due tavole rotonde saranno moderate da Floris. La prima, alla quale parteciperanno Angelino Alfano, ministro della Giustizia e Mario Barbuto presidente del Tribunale di Torino, verterà sul tema "Merito e giustizia civile". La seconda, con Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, e Massimo Egidi, rettore della Luiss, affronterà il tema "La scuola del merito". Poi Floris penserà alla trasmissione della terza rete Da Vespa a Fede, la Vezzali 'tocca' ancora Quinto appuntamento con "Sipario notte", il rotocalco del Tg4 diretto e condotto da Emilio Fede, a cura di Marina Dotti e Daniele Molé, in onda oggi a mezzanotte e trenta. E chi sarà la protagonista della puntata? La plurimedagliata campionessa di fioretto, Margherita Vezzali, ospite della rubrica "Abat jour", che si racconterà come campionessa, mamma e moglie proprio davanti a Fede. Dopo le infinite polemiche che hanno accompagnato la presenza di Margherita Granbassi alla trasmissione di Michele Santoro, la tentazione per il direttore del Tg4 sembra sia davvero forte: vedere la Vezzali in televisione, dicono a Mediaset, con uno spazio tutto per lei, gli piacerebbe davvero. La partecipazione alla puntata di "Porta a porta", da Bruno Vespa, alla presenza del premier Silvio Berlusconi, ha rappresentato una garanzia. E nell'entourage della campionessa c'è chi pronostica per lei prospettive "ancora migliori di quelle del piccolo schermo". Una candidatura Pdl alle prossime elezioni europe.

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POST e RIPOST Marcorè meglio del politico Capezzone (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 254, pag. 6 del 25/10/2008 Autore: di Mariano Sabatini m.sabatini@libero.it    Visualizza la pagina in PDF     POST e RIPOST Marcorè meglio del politico Capezzone Politici e tivù, controverso/contrastato rapporto. Nessun altro può tuttavia vantare un matrimonio più longevo. Dai tempi gloriosi di Alighiero Noschese, fino al passato prossimo (Silvio Berlusconi che abbandona lo studio di Lucia Annunziata), per arrivare ai giorni nostri: al divieto (disatteso) del premier ai suoi di presenziare troppo in video. Chissà se Daniele Capezzone, passato da frontman dei radicali a portavoce di FI, ha apprezzato l'impagabile versione che di lui propone Neri Marcoré a "Parla con me", nuova striscia di Rai Tre. Se è dotato di un minimo di autoironia, oltre che di onestà intellettuale, dovrebbe averne almeno tratto motivi di riflessione. "Se penso al fatto che questo centrodestra mi rifilerà - ho fatto un calcolo approssimativo - almeno 865 passaggi televisivi di uno che ormai parla come Neri Marcorè quando Neri Marcorè lo imita, ecco: sbuffo, ma non mi irrito. Solo, mi prende un poco di imbarazzo a considerare possibile che, dopo 865 passaggi televisivi, mi possa diventare simpatico come mi è simpatico Neri Marcorè. Epperò sia chiaro: come imitatore", leggo su http://malvino.ilcannocchiale.it/post/1899793.html. Ma Capezzone è simpatico, oltre che geometrico nel fornire dichiarazioni al Tg1; perciò hanno fatto bene a sceglierlo come dichiaratore di professione. Per il resto se la vedrà con la sua coscienza. Stupisce invece che Fedele Confalonieri dichiari di dover redarguire, con tutto il peso del ruolo, quelli delle “Iene” per i servizi sulle clamorose falle culturali che dimostrano certi parlamentari. "Vista e considerata l'ignoranza dilagante della classe politica, la mia idea è che tutte le maestre (uniche) eliminate dal decreto Gelmini potrebbero essere utilizzate efficacemente allo scopo di dare una infarinatura decente di italiano ai politici ignoranti", è la genialata di http://www.nessuncompromesso.com/2008/10/23/classi-ponte-per-immigrati-la-mia-opinione/. Ma l'infarinatura, o l'impanatura?, dovrebbero dargliela in tutte le materie! E mi piacerebbe, comunque, apprendere che chi non sa dove sia geograficamente collocato il Darfur, chi ignora l'attività del Dalai Lama o l'attività della Consob decidesse, una volta smascherato davanti all'Italia tutta, di rassegnare le dimissioni. La soluzione di mostrare anche chi, bontà sua, sa rispondere a certi quesiti elementari non può essere perseguita. Qualcuno spieghi al dottor Confalonieri che la notizia è sempre quella dell'uomo che morde il cane e non viceversa. Del deputato ignorante e non di quello che potrebbe partecipare con onore al nuovo quiz di SkyVivo "Sei più bravo di un ragazzino di quinta?".

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Berlinguer chiama la Gelmini, sono con lei spero ci riesca (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 254, pag. 5 del 25/10/2008 Autore: Franco Adriano Visualizza la pagina in PDF       il tifo delL'ex ministro dell'istruzione Berlinguer chiama la Gelmini, sono con lei spero ci riesca Prima lo ha fatto sapere coram populo con alcune interviste sui principali quotidiani: "Non credo che il ministro voglia sciupare la scuola elementare. Ed è indubbio che esista un problema vero di numero dei docenti e di risorse. Ma siccome nel tempo pieno è impossibile fare a meno del doppio insegnante e il ministro mi pare molto attento alle famiglie, non credo che lo toccherà" Lei ha gradito. E lo ha voluto dire durante la sua audizione in senato. Poi, la telefonata. Inaspettata. "Sono con lei, spero che ci riesca". Oggi queste parole vengono ricordate spesso e le servono per rincuorarsi. Ma il feeling tra l'ex ministro della pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer e Maria Stella Gelmini va al di là di una generica solidarietà nei confronti di una persona che sta passando le stesse difficoltà: la riforma Berlinguer nove anni fa fu fatta oggetto della più grande manifestazione di protesta del dopoguerra contro un ministro dell'istruzione e per lui si preparò la mancata riconferma dell'incarico nel governo Amato, l'ultimo della legislatura 1996-2001 a guida dell'Ulivo. La vera questione, infatti, è che la riforma della Gelmini sembra proprio piacere nei contenuti all'ex ministro. Basta sfogliare la miriade di interventi comparsi sui blog di tutte le sigle sindacali per cogliere, anche nelle critiche, la similitudine tra la riforma Berlinguer e quella della Gelmini. Lo sspirito è lo stesso. D'altra parte lo stesso Berlinguer ha detto: "Maestro unico o compresenza, l'importante è entrare nel merito. La scuola non può più essere quella del primo Novecento". La prima differenza fra Berlinguer e la Gelmini è che il primo cercò di acquisire (in parte riuscendovi) il consenso preventivo da parte dei sindacati (ma questo aspetto non gli giovò una volta tirati fuori i provvedimenti), mentre la Gelmini ha agito palesemente in contrasto a essi: della serie la riforma si fa con o senza di loro. La seconda differenza è che Berlinguer era ostaggio di una maggioranza risicata e litigiosa, perennemente in crisi, mentre la Gelmini in parlamento può contare su una maggioranza compatta. Per ora. Perché, va detto, con la riforma Berlinguer, che voleva andare a incidere sulla valutazione meritocratica degli insegnanti, sotto le finestre del ministro in viale Trastevere venne il segretario di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, in solidarietà con gli insegnanti. La destra, ora che è al governo, non avrà più nulla da dire in proposito? A dire il vero, la Gelmini non ha fatto l'errore che fece Berlinguer di prevedere una prova pubblica mediante un test per ottenere l'accesso a una sorta di categoria superiore da premiare anche attraverso incentivi economici. No, per ora l'attuale ministro ha accennato alla possibilità di darlo a tutti quel premio. Almeno a quelli che rimarranno dopo le riduzioni di personale dei piani programmatici firmati insieme al ministro dell'economia, Giulio Tremonti.

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Mariastella apre e chiude subito (sezione: Scuola)

( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 254, pag. 5 del 25/10/2008 Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF       Dialogo con gli studenti interrotto. Cortei e occupazioni. Berlusconi accusa: facinorosi a sinistra Mariastella apre e chiude subito Il ministro: il decreto resta, cambiamo università e scuola Proteste, manifestazioni, tentativi di dialogo, rotture. Anche ieri l'Onda lunga della contestazione studentesca nei confronti della riforma della scuola targata Maria Stella Gelmini ha lambito le scuole e le università di tutta Italia. Fino a inondare in serata anche il Festival del cinema di Roma, dove un migliaio di studenti ha messo in scena un sit in al grido "Fermiamo il brutto film della riforma Gelmini" e ha promesso di mantenere il presidio per tutta la notte. è ancora confronto duro, insomma, tra studenti e governo, anche se uno spiraglio, dopo i giorni del muro contro muro, è sembrato schiudersi quando il ministro dell'istruzione, ricerca e università Maria Stella Gelmini, ha convocato i rappresentanti delle principali organizzazioni che avevano posto, come condizione per aprire il dialogo, il ritiro del decreto legge 137 e della legge 133 contestati da studenti e professori con oltre 300 cortei nell'ultimo mese in tutta italia. Ma l'esito del confronto non è stato positivo, perché la Gelmini ha tenuto duro sul provvedimento, che, ha detto, "non cambierà". "Il decreto resta", ha spiegato la Gelmini, che ha ricevuto le organizzazioni insieme con la presidente della commissione istruzione della camera, Valentina Aprea "Bisogna cambiare", ha detto il ministro nel corso dell'incontro. "Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l'università così come sono li soddisfino", ha raccontato poi. "Una scuola e una università che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Perché non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi, siamo tra i primi in Europa. Solo che si spende male". L'osservazione non è bastata a convincere molte delle sigle presenti al confronto, già piuttosto maldisposte per una convocazione arrivata, a loro giudizio, con troppo ritardo. Così, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari e la Rete degli studenti, dopo molte ore di confronto, hanno spiegato che per ora la protesta va avanti, come previsto, fino allo sciopero del prossimo 30 ottobre. "Il ministro Gelmini è intenzionato a proseguire e non ritirerà il decreto 137" ha raccontato il coordinatore dell'Unione degli studenti delle superiori Roberto Iovino. "Allora le abbiamo consegnato una lettera. Riteniamo che sia inutile incontrare gli studenti a pochi giorni dall'approvazione del decreto, dopo che loro per due mesi avevano chiesto il dialogo". Mentre le organizzazioni più vicine alla destra e più aperte nei confronti delle proposte del ministro hanno parlato di "un confronto sincero", ha raccontato il presidente del movimento Azione studentesca Giovanni Donzelli: "Il ministro ci ha detto che vuole modificare davvero l'università e ridurre gli sprechi.Vedremo in futuro come si comporterà il governo sui tagli alle università previsti dalla legge 133, ci auguriamo che in questi tre anni trovino i fondi per recuperare i soldi". Solo timide aperture, in una giornata che si era aperta con le dichiarazioni non proprio concilianti del premier, Silvio Berlusconi, da Pechino, dove è in corso il vertice Asem. "Non ho mai detto che manderemo la polizia contro i manifestanti nelle scuole e nelle università, ma il governo intende garantire a chi vuole continuare a frequentare gli atenei il diritto di farlo", ha detto il presidente del consiglio con il piglio di chi non ammette repliche. "E poi, in tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali ci sono gruppi di facinorosi. Comunque, non ho fatto nessuna retromarcia sulla gestione dell'ordine pubblico, e ne ho parlato anche con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Se lo stato intende essere stato deve difendere il diritto dei cittadini a frequentare le scuole e le università".Non che questo abbia impedito il dilagare della protesta. A Roma, circa 15 mila studenti, dopo essersi concentrati al Circo Massimo, sono tornati a farsi sentire dalle parti di Palazzo Madama. Nel resto d'Italia, occupazioni di scuole e atenei, assemblee e cortei che a Napoli hanno creato difficoltà al traffico. E nei prossimi giorni si andrà avanti, perché il 30 ottbre ci sarà lo sciopero generale della scuola e il 14 novembre sarà la volta delle università. Fino a quella data e forse anche dopo,insomma, le proteste di studenti, insegnanti, ricercatori e docenti universitari proseguiranno. Con il sostegno di buona parte dell'opposizione, in particolare del Partito democratico e dell'Italia dei valori. Oggi, durante manifestazione nazionale del Pd contro le politiche del governo, il segretario Walter Veltroni parlerà anche della riforma Gelmini e dei tagli.

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Assemblea al salutati: parte la cogestione (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Scuola. Iniziative simili anche a Pescia mentre si riunisce il collettivo studentesco Assemblea al Salutati: parte la cogestione MONTECATINI. Oggi è il giorno dell'assemblea studentesca. La palestra del liceo scientifico Coluccio Salutati sarà gremita di ragazzi pronti ad inaugurare la tre giorni di cogestione. Si parte alle 9 con l'appello, poi verranno illustrati i temi da trattare. Seguirà un dibattito aperto a tutti. "Noi non occupiamo, ci preoccupiamo", questa è la scritta affissa al cancello d'ingresso dell'istituto. I rappresentanti studenteschi non hanno lasciato niente al caso: una cattedra, delle sedie e un microfono formano il palchetto da dove ognuno potrà prendere la parola. Preside e professori sono invitati a confrontarsi con gli studenti, tutta la scuola sarà presente pena il ripristino della didattica. Il decreto legge Gelmini al centro dell'attenzione: ci saranno esponenti pro e contro la riforma, delegati della sinistra giovanile, ricercatori delle università di Pisa e Firenze, professori interni all'istituto e insegnanti esterni. Graditi ospiti saranno l'ex professore di storia e filosofia Antonio Checcacci e (forse) il sindaco di Pescia Antonio Abenante. Intanto ieri si è svolta l'assemblea del liceo Lorenzini al palazzetto di Pescia (300-400 le persone presenti). E' stata ufficializzata l'autogestione cogestita alla presenza di alcuni esponenti di organizzazioni studentesche giovanili, provenienti dal mondo universitario e della scuola superiore. Inizia l'autogestione anche all'istituto Anzilotti: da oggi fino a mercoledì. I rappresentanti degli studenti hanno fatto girare dei fogli per raccogliere le adesioni (circa 300 le firme). Ieri pomeriggio si è invece riunito il collettivo studentesco, alla presenza dei rappresentanti di Anzillotti, Lorenzini, Salutati e Marchi. La decisione presa è quella di muoversi insieme per manifestare contro la riforma e coinvolgere attivamente anche gli istituti che finora non si sono esposti. Luca Signorini.

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<Per noi questa non è la strada giusta> (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

COMO E PROVINCIA pag. 3 "Per noi questa non è la strada giusta" GLI STUDENTI CONTRARI ALL'AGITAZIONE ? COMO ? "SIAMO CONTRARI al modo con il quale è stata portata avanti questa protesta contro una riforma che non è da scartare completamente". Sono i ragazzi della VA del liceo Giovio di Como che nei due giorni di occupazione hanno continuato a svolgere regolarmente l'attività scolastica. Su circa mille studenti sono solo tre le classi che si sono dissociate dalla protesta. "Facciamo lezione, comprese verifiche e interrogazioni - spiega Alessandro Savio, della VA - perché secondo noi l'occupazione non è la via giusta da seguire in questo momento. Contestiamo alcuni aspetti della riforma proposta dal ministro Gelmini ma non tutti. Per esempio riteniamo che il voto in condotta non sia una proposta sbagliata per esempio per contrastare il fenomeno del bullismo che, anche nel nostro liceo, è uscito allo scoperto qualche tempo fa", commentano gli studenti che non hanno partecipato all'assemblea di ieri mattina. HANNO preferito stare in classe mentre gli altri studenti del Giovio erano impegnati nella discussione sul futuro della scuola. "Con gli altri ragazzi del Giovio che hanno deciso di seguire la strada dell'occupazione comunque c'è rispetto reciproco e il dialogo continua, non c'è nessuno scontro. Ognuno ha le proprie idee - continua Alessandro -. L'importante è che ci sia sempre il confronto". ASSEMBLEE si sono svolte anche in altri istituti superiori della provincia di Como. Nella mattinata di oggi sono previste proteste anche a Erba, al centro fieristico Lariofiere per un convegno sul tema scuola, dove era atteso l'intervento del ministro Mariastella Gelimini che tuttavia ha rinunciato a partecipare. I sindacati hanno invitato studenti, lavoratori della scuola, genitori, cittadini a partecipare al presidio che si terrà a partire dalle 9 davanti al centro.

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Mobilitazione al Giovio: <È solo l'inizio> (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

COMO E PROVINCIA pag. 3 Mobilitazione al Giovio: "È solo l'inizio" Occupazione al liceo dove si temono tagli a lingue e corsi sperimentali PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI di FEDERICO MAGNI ? COMO ? GLI STUDENTI del Liceo Scientifico Paolo Giovio di Como sono decisi a portare avanti la mobilitazione e far sentire la loro voce contro la riforma della scuola dopo aver trascorso la notte nella palestra dell'istituto. "La mobilitazione di questi due giorni è solo l'inizio". Il Liceo di via Pasquale Paoli, è diventato l'epicentro della protesta degli studenti di Como dopo che nella mattinata di giovedì, sulla facciata dello storico edificio è apparso lo striscione: "Scuola occupata". Gli studenti annunciano altre mobilitazioni. Hanno trovato l'appoggio di molti professori. Organizzeranno una manifestazione a Como il 30 ottobre insieme ai sindacati. La scuola è stata in fermento anche nella mattina di ieri. Nei corridoi il via vai di studenti indaffarati a riunire tutte le voci della protesta ha fatto presagire un prolungamento dell'occupazione. Discussioni e dibattiti si sono prolungati fino a tarda sera. L'ASSEMBLEA delle 11 è servita a fare chiarezza e a raccogliere tutte le opinioni. Delegazioni di studenti del Liceo Classico Volta, delle Magistrali, del Terragni di Olgiate, del Setificio e di altri istituti comaschi hanno partecipato all'assemblea permanente per la quale, per tutto il giorno, si sono dati da fare i rappresentanti di istituto. "Anche stamane (ieri per chi legge, ndr) gli studenti occupanti non hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni, garantendo quindi a chi lo volesse il diritto di partecipare alle attività didattiche. L'occupazione del liceo Giovio continua per dare un forte segnale alla cittadinanza del disagio degli studenti comaschi derivante dalle razionalizzazioni apportate alla scuola pubblica dalla legge 133/2007. LA GIORNATA è organizzata in varie attività tra le quali dibattiti tematici, laboratori, cineforum, turni di controllo e pulizia degli spazi, assemblee riguardanti la riforma scolastica.Tutte queste iniziative si stanno svolgendo con la partecipazione attiva e sentita degli studenti", hanno fatto sapere gli studenti con un comunicato diffuso ieri. "Con la scusa di limitare gli sprechi vengono eliminate le materie cosiddette inutili, come le lingue straniere - affermano. LA RIFORMA Gelmini prevede la diminuzione a 30 ore per tutti i corsi. Ciò vuol dire che sia l'indirizzo di sperimentazione linguistica sia quello di maxisperimentazione scientifica Progetto Brocca non saranno più effettuabili". Alcuni portavoce della protesta del Giovio hanno incontrato nella mattinata di ieri il Provveditore agli studi di Como, Benedetto Scaglione. L'occupazione di due giorni del Liceo Giovio si è svolta senza particolari tensioni, come ha confermato anche il preside, anche se sui gradini d'entrata del liceo gli agenti della Digos hanno continuato a sorvegliare il via vai di studenti all'ingresso della scuola. "I ragazzi hanno voluto manifestare in questo modo la loro preoccupazione sul futuro della scuola - ha commentato il preside Sergio De Felici -. La nostra preoccupazione invece era legata a questioni di sicurezza, soprattutto per la permanenza in palestra dei ragazzi durante la notte".

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TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante univer (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

I COMMENTI pag. 16 TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante univer... TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante università. Ma perchè voi rettori ? gli dissi ? non tentate una rivoluzione? Una rivoluzione che sostituisca il merito alla demagogia, la selezione alla massa, la competizione fra le università all'appiattimento di meriti e risultati? Costerebbe molto, rispose, non tutti se lo potranno permettere. Ma proprio questo è il punto. Le nostre università per tornare a sfornare seri professionisti dovranno avere bilanci in attivo, utilizzare meglio i fondi e dunque costare di più. Dovranno vendere istruzione a prezzi realistici, aiutare la ricerca e non sperperare tutto in cattedre inutili. E smettere con l'immissione indiscriminata, il nepotismo, i concorsi burletta. L'accesso sia consentito a chi avrà i titoli e se lo potrà pagare. E a chi non se lo potrà pagare borse di studio. Solo così uscirà (forse) qualche Nobel, come negli Usa. Mi rispose secco. Il mercato, la competition nell'università? Improponibili. E allora mi venne in mente la Buonanima: governare gli italiani non è difficile, è inutile. (cesaredecarlo@cs.com).

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La scuola tra battute e cortei (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XV - Milano La scuola tra battute e cortei "A chi ci accusa di strumentalizzare i bambini rispondo che alle manifestazioni imparano che cos'è la democrazia" Vorrei rispondere alle numerose accuse che in questi giorni ci siamo sentiti rivolgere da parte di chi ritiene che sia cosa inopportuna portare i bambini in corteo. I bambini sono persone, ci ascoltano, pongono questioni e hanno bisogno di risposte. Personalmente ho scelto di andare in manifestazione con i miei figli perché mi sono trovata a dover rispondere alle loro domande: "Perché lui ha due maestre e io non le avrò?", "Perché dobbiamo mettere il grembiulino?", "Ma davvero se non faccio il bravo mi bocciano?". Questa occasione ci ha offerto l'opportunità di dare loro alcune semplici informazioni su come funziona la democrazia, che cos'è il governo, che cosa fanno i ministri, che cosa fa il Ministro dell'istruzione. E qual è il ruolo dell'opposizione, come si può dire se non si è d'accordo con ciò che viene deciso da chi ci governa. Ciò che è importante per me è che abbiano presenti le regole della democrazia e che, qualunque sarà la loro posizione politica da adulti, le sappiano riconoscere e rispettare. Chi ha figli sa bene che i bambini pongono questioni molto più spinose: la morte, il sesso, la religione� Tutto sommato il decreto Gelmini mi sembra meno impegnativo. Qualcuno ci ha definite "mammine evolute che per le creature cercate la merendina bio e lo zainetto trolley", qualcun altro "GDB, genitori democratici benestanti". Francamente non mi ritrovo in queste etichette: venivamo da Baggio, dal Quartiere Olmi e da Muggiano, estrema periferia di Milano. Siamo mamme lavoratrici con due o tre figli ciascuna, semplicemente siamo preoccupate per il loro futuro. Marcella De Carli Sono uno di quelli che nel �68, agli inizi voleva entrare a scuola perché mi sentivo "liberal" e poi ho capito che "non era tutto sbagliato". Ma Silvio, più adulto di me, dov'era? Forse sulle navi a suonare il pianoforte? Si spiegano solo così certe minacce. Massimo Scotti C'è una crisi economica che - parere di un semi-ignorante in materia finanziaria - ci è stata tenuta nascosta dai padroni del mercato per spennarci. I giovani hanno mille euro al mese come miraggio e il posto fisso come un miracolo da Superenalotto, a dispetto del tanto studio e del tanto impegno che hanno. Una bella casa gli costerebbe secoli di fatica. In poche parole, i "piccolo-borghesi" stanno tornando "proletari". Non si sente dire questa formula dai nostri politici, eppure dovremmo ragionarci in po' di più. Mentre riflettiamo, come raccontava bene la mamma di Baggio, si viene presi anche in giro, come se le proteste fossero una questione di look. Intorno a noi, frattanto, cresce l'odio sociale: ci si picchia di più, si insulta di più, si muore ammazzati per una scatola di biscotti. In questo momento di nervi tesi e speranze ridotte al lumicino, invocare gli interventi polizieschi come fa il nostro presidente del Consiglio è indice soprattutto di ignoranza. Non siamo certo all'altezza di consigli e paragoni, però il nostro piccolo mondo antico sta ruotando molto veloce e un miliardario di 73 anni, che vive sotto scorta e circondato da ammiratori e fan, lo sta forse perdendo di vista.

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Di SILVIO DANESE ROMA IN DUE FILM tedeschi, il colossal (sezione: Scuola)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

SPETTACOLI pag. 34 di SILVIO DANESE ? ROMA ? IN DUE FILM tedeschi, il colossal La banda Baader Meinhof di Uli Edel, fuori concorso, dal libro omonimo di Stefan Aust, e l'indipendente Schattenwelt di Connie Walther, in concorso, la terza giornata del Festival di Roma - caratterizzata dal presidio della polizia del red carpet per arginare la protesta degli studenti universitari contro la riforma Gelmini - interfaccia la vicenda del terrorismo anni '70 con la tragedia delle vittime. "ANCHE in Germania è successo che certi ex terroristi siano diventati figure mediatiche - dice la Walther -. Hanno scontato la pena, magari contribuiscono a chiarire e raccontare le cose, d'accordo, ma tutto questo può costringere i sopravvissuti o i parenti delle vittime a un'esposizione che non vorrebbero, perché per avere presenza sociale nel "racconto" hanno bisogno dello stesso riconoscimento pubblico". Difficile non sentire l'eco della nostra storia macinando due ore e mezza senza respiro di attentati, addestramenti, rapimenti, clandestinità, processi. E' la Germania di Brandt, ma il sequestro del presidente degli industriali Schleyer per la liberazione dei detenuti riporta al Caso Moro. La banda Baader Meinhof (in Italia da venerdì prossimo) non racconta soltanto uno spaccato di cronaca europea degli anni '70. Nei momenti migliori, una sceneggiatura di compendio, ma ben centrata, e interpreti maturi riescono a smascherare come, dietro le suggestioni rivoluzionarie, dietro la spinta della contestazione e della ribellione antiautoritaria, si muovessero incredibili distorsioni della realtà capaci di liberare, in certe personalità diventate icone di riferimento, reazioni violente precipitate tragicamente nell'omicidio politico e, come sappiamo, nella cosiddetta lotta armata. "ERANO icone forti, Andreas Baader e la giornalista Meinhof - dice Edel -. Le manifestazioni di sostegno durante i 150 giorni di processo sono ricostruite pedissequamente dai documenti. Ma chi ripercorre i fatti nel nostro film non potrà più pensare quei personaggi come icone. Sosteniamo definitivamente la tesi del suicidio politico in carcere. L'ipotesi che Meinhof e gli altri siano stati uccisi non porta da nessuna parte. Dopo la caduta del Muro, nuovi documenti e le testimonianze degli ex terroristi fuggiti nella Ddr non lasciano più dubbi. Dal loro punto di vista, non sentivano alternativa". Dalla manifestazione berlinese contro lo Scià di Persia, nel 1966, dove un poliziotto uccise incidentalmente lo studente Benno Onhesorg, al dirottamento del volo Lufthansa con l'aiuto dei palestinesi di El Fatah, nel 1977, c'è la parabola della Raf, con impegnativi flash di sintesi (troppi passaggi da accumulare) e fondamentali faccia a faccia sulla strategia, rivelatori dell'indole aggressiva di Baader come della crisi finale della Meinhof. In una battuta il detenuto Baader ammette di non sapere neanche chi sono i terroristi che lo sostengono fuori, di seconda e di terza generazione. Schattenwelt parte dalla scarcerazione di uno di loro, oggi. Durante un attentato il suo commando uccise un direttore di banca e un dipendente. Chi sparò? La vicina di casa è una parente delle vittime, decisa a confrontarsi e andare fino in fondo per conoscere la verità.

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In scienza e coerenza (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Genova In scienza e coerenza Giustificata e coerente, l'assenza del governo alla partenza del Festival della Scienza. La Gelmini era in Senato a divulgare la sua idea di scuola di tagli e scuciture (dicendo "egìda", con la "i" accentata); Scajola era in Turchia (a varare porticcioli atomici?); Bondi stava progettando una nuova gaffe lirica con retromarcia. E poi i berlusconidi rispetto alla cultura (Veline a parte) mostrano da sempre una disattenzione non casuale, ma precisa, metodica, sistematica. Nel caso del Festival della Scienza, scientifica.

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L'occupazione non significa vacanza - luca basile (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Gli appuntamenti. Oggi pomeriggio in corteo a Viareggio e martedì la fiaccolata per le vie di Pietrasanta "L'occupazione non significa vacanza" Al Don Lazzeri dibattiti sulla riforma e lettura ad alta voce dei quotidiani LUCA BASILE PIETRASANTA. Di passare per scansafatiche dediti al perditempo scriteriato, come da talune parti vengono additati, non ne hanno nessuna intenzione. "A noi studenti questa riforma preoccupa e neanche poco. L'occupazione non è vacanza, ma un'assunzione di responsabilità ed anche un tentativo di approfondire la conoscenza di quanto contenuto nel decreto Gelmini". Ore 11 di ieri mattina: davanti all'Istituto per geometri e ragionieri Don Lazzeri è un via-vai di studenti: ronzii di suonerie, abbracci, saluti, fotocopie e focaccine fra le mani. Voglia di esserci e di dare qualcosa. Chiara Vannucci e Martina Domenici sono portavoci di una protesta che al Don Lazzeri ha coinvolto oltre 500 studenti. "Diciamo la totalità dei ragazzi. E senza prevaricazione alcuna: chi lo pensa è in malafede. Sia le classi del biennio di via S.Agostino, di fatto chiuso da giorni, che quelle del triennio di viale Marconi, partecipano liberamente alle varie iniziative. Il seminterrato della scuola e il primo piano sono occupati, il pianterreno è di competenza di presidenza, docenti e di chi vuole fare lezione. Anche se poi, in classe, non c'è nessuno. La protesta è articolata e in sintonia con quella di altri istituti: abbiamo organizzato vari gruppi di lavoro, ci sono dibattiti e assemblee sulla legge dove leggiamo ad alta voce quanto riferiscono i giornali e poi ancora ascoltiamo gli interventi di chi conosce, nei dettagli, quanto previsto dal decreto. Gli insegnanti? Talvolta intervengono anche loro, dando il giusto contributo: ci fa piacere. Per il resto facciamo tutto noi studenti: all'ingresso della scuola c'è chi registra chi entra e chi esce, una ventina di noi restano di notte a scuola e alle 7.30 del mattino altri, fra ragazzi e ragazze, sono già all'interno del plesso per programmare la giornata. C'è chi è addetto a preparare cartelli e striscioni - continuano Chiara e Martina - chi tiene i contatti con le altre scuole, chi ancora si arma di scopa e struscino e pulisce aule, bagni e corridoi: non vogliamo fare danni e soprattutto vogliamo che tutto sia mantenuto in ordine. Ma c'è anche chi resta sui libri in aula a studiare. Ci sono momenti di confronto e anche di socializzazione: qualcuno suona la chitarra ed altri dicono la loro su cosa non va in questa legge. Senza supponenza, ma con serietà: dentro la scuola, ad esempio, non si fuma perché è una questione di rispetto. Probabilmente, con la giornata di oggi, che coincide con la manifestazione di stamani di Viareggio, l'occupazione si concluderà, anche se non ci sentiamo di escludere qualche forma di protesta anche durante la prossima settimana. Di certo aderiremo convinti alla fiaccolata per le vie del centro cittadino per dire no al maestro unico, ai tagli all'università, alle classi troppo numerose, ancora alle classi differenziate per studenti stranieri. Per dire no ad una legge che soffoca il futuro di molti giovani".

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News (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio NEWS Fiaccolata. Una fiaccolata, lungo le vie del centro di Pietrasanta, per dire no alla 'riforma' Gelmini. La decisione di protestare martedì 28, alle 21, è stata presa nell'incontro di giovedì alle scuole Barsottini dell'Africa. Incontro, promosso dal collettivo scuole, al quale erano presenti un centinaio fra studenti, insegnanti e genitori in rappresentanza delle scuole versiliesi di ogni grado. "Volevamo fare chiarezza sulle conseguenze che l'approvazione del Dl 137/08 avrà nella scuola pubblica, ma anche nella vita privata delle famiglie italiane. Sono intervenuti i ragazzi del Don Lazzeri in rappresentanza di tutte le superiori della Versilia raccontando la loro esperienza di occupazione. Inoltre dai vari interventi - si legge in una nota del collettivo - è uscita chiara la volontà e l'importanza di perpetrare forme di protesta pacifiche rimanendo uniti". "Siamo con i ragazzi". "Siamo i genitori di due studenti che frequentano il liceo scientifico di Viareggio "Barsanti e Matteucci" attualmente occupato - scrivono due lettori, Giusi Micheletti e Patrizio Perotto - e desideriamo esprimere il nostro pieno appoggio a questi ragazzi sia per il modo pacifico e ordinato con cui hanno condotto l'occupazione, sia per la sensibilità e consapevolezza dimostrata nei confronti della scuola. Opporsi im modo pacifico a questa riforma significa comprendere il vero valore della scuola e delle persone che attorno ad esse ruotano e vivono. Senza dubbio apprezzabili sono state le "lezioni" sulla Costituzione e sugli articoli relativi al Decreto Gelmini. Nostra figlia, 15 anni, ne è stata entusiasta. Coloro che affermano che questi ragazzi non sanno quello che fanno o non conoscono i motivi dello sciopero, non credono in loro né nella loro capacità critica: non sanno ascoltarli. Un ringraziamento particolare allo staff organizzativo, per l'efficienza dimostrata e alla Preside del Liceo e a tutto il personale docente e non, che vi ha sostenuto dimostrando di comprendere le ragioni degli studenti". Granaiola e Vita. "Un tavolo per la scuola - Il governo ritiri il decreto Gelmini". Lunedì 27 alle 21, nella sala di rappresentanza del Comune di Viareggio, con questo titolo si svolgerà un incontro pubblico sulle le proposte del Partito Democratico per la Scuola. Partecipano il senatore Vincenzo Vita, vicepresidente della settima commissione permanente istruzione e beni culturali e Manuela Granaiola, senatrice della Versilia. "Sono invitati gli studenti, gli insegnanti e i genitori", si legge nella nota del Pd.

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Per entrare è necessario lasciare il libretto e guai a chi sgarra (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Allo "Stagio Stagi" servizio d'ordine di ferro Per entrare è necessario lasciare il libretto E guai a chi sgarra PIETRASANTA. Per entrare a scuola si lascia il libretto delle giustificazioni all'ingresso, si firma l'apposito modulo e in uscita l'operazione si ripete. Hanno dai 14 ai 19 anni e a scuola ci vanno a imparare l'arte. Sono gli studenti dell'Istituto d'arte "Stagio Stagi" che quanto appreso non hanno nessuna voglia di doverlo mettere da parte, come recita il proverbio. Tanto che, a scuola occupata, uno dei gruppi organizzati è quello che dipinge le pareti delle classi. "I carabinieri - racconta Stefania, occupata a controllare ingressi ed usciti - ci hanno detto che siamo la scuola organizzata meglio in questa protesta". Scontato chiedere fino a quando l'occupazione continuerà: "Fino a quando il decreto Gelmini non andrà in votazione...Non s'era detto così?". Perché provare a far cambiare idea al governo e la ministro Gelmini, lo spiega il professor Marchetti: "In questa scuola abbiamo 300 alunni, tra scuola media e scuola superiore. Siamo dunque tra gli istituti che dovrebbero essere accorpati. Ma con chi? Qui ci sono già due scuole, collegate tra loro, tanto che alle medie quest'anno è tornata la prima con ben 24 iscritti e grazie al progetto con le elementari abbiamo già buoni segnali per l'anno prossimo. Insomma, le prospettive sono buone...basta che non ci saltino addosso". Come in ogni scuola mobilitata in questi giorni, anche allo "Stagi" si produce comunicazione: volantini, striscioni, le foto, i video, gli striscioni. La generazione scesa in piazza è cresciuta a pane e tv e non si fa problemi a parlare con i giornalisti: "In un Istituto come il nostro - dicono in coro - se riduci l'orario scolastico tagli inevitabilmente i laboratori. Ad una città come Pietrasanta se togli lo "Stagi" fai un vero danno". Non di sola occupazione si vive, però. E, allora, "per chi vuole mettersi in pari, studiare, ripassare, farsi dare qualche ripetizione dai compagni c'è la sala studio a disposizione". Genitori e insegnanti sono una presenza discreta, che fa sentire la propria voce sulla riforma come è accaduto giovedì pomeriggio in un incontro affollato. "Si passavano il microfono e c'era uno scambio di idee": così sintetizzano gli studenti una situazione che dimostra come per discutere insieme non serva andare in un "salotto" televisivo. "E la sera che fate?", la domanda morettiana (nel senso del regista Nanni) è d'obbligo: "Mangiamo tutti insieme, i professori possono entrare, i genitori passano...Poi chi vuole si guarda il film". Dalle finestre arriva la musica, intorno è tutto tranquillo: "La nostra occupazione è pacifica - concludono i ragazzi - e tiene conto del fatto che a scuola ci sono anche quelli delle medie inferiori". D.F.

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Marconi: carabinieri solo avvisati (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio MARCONI: "CARABINIERI SOLO AVVISATI" SERAVEZZA. "L'occupazione all'alberghiero Marconi di Seravezza sta andando nel migliore dei modi: faccio i complimenti ai ragazzi per il loro comportamento esemplare". Parola del preside dell'istituto, Colucci, che chiarisce il suo punto di vista. "E' un'occupazione proclamata dagli studenti che si stanno comportando molto bene. Sono andato a vedere la situazione ed ho constatato che i ragazzi stanno approfondendo la conoscenza del decreto Gelmini, procedendo con letture di quotidiani e dibattiti. E' un esercizio di dissenso salvaguardato dalla Costituzione, così come il diritto allo studio: per questo l'occupazione riguarda il secondo piano, mentre al primo chi vuole può frequentare le lezioni. Proprio per questo, assieme al sindaco Neri, mi sono incontrato con loro, confrontandoci con serenità e verificando quello che sta accadendo. E' comunque un momento di formazione e di crescita e questi principi vanno salvaguardati". Colucci si sofferma su alcuni aspetti. "Come dirigente, il mio compito è quello di avvertire le forze dell'ordine della situazione in atto e dello stato di agitazione nella scuola. Ma non ho sporto denunce né esposti". Su un'ottantina di ragazzi che frequentano l'alberghiero, circa trenta prendono parte attivamente all'occupazione, restando all'interno della struttura anche la notte, tenendo chiuse le porte ma consentendo l'accesso a preside e professori, come è avvenuto ieri mattina. Il sindaco Ettore Neri condivide la posizione del dirigente scolastico, assieme al quale ha fatto visita ai ragazzi. "Le procedure attuate all'alberghiero di Seravezza dal prof. Colucci non sono state diverse da quelle adottate a Viareggio per lo scientifico: le forze dell'ordine vanno avvisate. I carabineiri hanno verificato la situazione, poi non è accaduto altro. I ragazzi si stanno comportando in modo maturo e responsabile, per questo meritano i nostri complimenti. E' un modo diverso di protestare, diverso da quello degli anni passati, più consapevole, civile ed educato. I rapporti con le istituzioni sono ottimi: c'è autorevolezza da parte del preside ma non autoritarismo. Gli studenti percepiscono la scuola come un luogo familiare, da proteggere: questa esperienza dà soddisfazione per il senso civico dei ragazzi". Simone Tonini.

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Uova e sassi contro gli istituti - valentina landucci (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio Uova e sassi contro gli istituti Il punto. Lanci notturni anche al Chini. E oggi la manifestazione VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione...". Nicole, faccia pulita e voce squillante, legge al microfono di un'improvvisata sala convegni, la palestra della sua scuola. Legge l'articolo 21 della Costituzione convinta, come altri, che qualcuno lo abbia dimenticato. Ad esempio i quattro balordi che, fuori dall'istituto la notte scorsa, hanno lanciato uova e sassi contro le finestre. L'una di notte: la sede del liceo Linguistico e delle scienze sociali "Chini" di Lido di Camaiore è occupata da alcune ore. I ragazzi all'interno sono in fermento. Bisogna organizzare i gruppi di lavoro, coinvolgere gli insegnanti, proporre iniziative. Dimostrare, insomma, che la scuola è presidiata non perché la maggioranza degli studenti ha voglia di fare vacanza, ma "perché - spiegano i ragazzi - con il decreto del ministro Gelmini rischiamo di giocarci il futuro, il nostro e anche quello dei nostri figli, la possibilità di andare all'università, di frequentare la scuola pubblica". I lavori fervono, nonostante l'ora tarda. Improvvisamente le grida dei due studenti di vedetta all'ingresso dell'istituto che si affaccia su via Vittorio Veneto. Un gruppo di 4-5 ragazzi, probabilmente coetanei degli occupanti, sta tirando oggetti contro le finestre. Uova o sassi? Non si capisce. Ma scatta immediatamente la ritirata: tutti barricati dietro porte e finestre sigillate. L'assalto prosegue sul lato opposto dell'edifico. Stavolta i ragazzi sono sicuri: si tratta di sassi. Lunghi minuti di tensione. Poi il gruppetto si allontana. è l'ora di andare a dormire sui materassini e nei sacchi a pelo sistemati in palestra. Questa la cronaca della prima notte di occupazione al Chini, non diversa da quanto accaduto negli ultimi giorni allo scientifico Barsanti e Matteucci e al classico Carducci. Gli studenti, però, non si sono lasciati intimorire e portano avanti l'occupazione. Una forma di protesta che contagia altre scuole: il nautico Artiglio, dopo due giorni di autogestione, ha deciso di occupare "perché così possiamo essere più incisivi - ci spiegano alcuni degli alunni - visto che la nostra scuola con il decreto Gelmini è tra quelle che rischia maggiormente". In un volantino preparato dai ragazzi sono elencati i tanti problemi che l'istituto già affronta a causa della mancanza di fondi: i costi elevati per le gite didattiche, i laboratori ed i programmi informatici ormai obsoleti, un simulatore per il corso di capitani mal funzionante come pure le apparecchiature del laboratorio di macchine, il tetto della falegnameria semi crollato, i bagni inutilizzabili. Senza contare che "con questa riforma - concludono gli studenti - sono destinati a sparire tutti gli istituti tecnici nautici della Toscana". Viareggio incluso. Il corteo oggi. La manifestazione è indetta dal Comitato in difesa della scuola pubblica, l'appuntamento è in piazza Mazzini a Viareggio, alle 15,30. Il programma prevede un presidio e poi il corteo.

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Lezioni in piazza un anticorpo per l'oblio della cultura - vittorio coletti (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Genova Le idee Lezioni in piazza un anticorpo per l'oblio della cultura VITTORIO COLETTI CHI si fosse trovato a passare in via Balbi o alla Nunziata in questi giorni, avrebbe potuto seguire una lezione su Petrarca o sulla cultura ligure del Novecento. La cosa bella delle lezioni in piazza è che sono state perlopiù delle vere e proprie lezioni, sugli argomenti dei corsi scelti da tempo da docenti e studenti, senza concessioni alla politica del momento, se non per il luogo in cui sono state tenute. La più efficace difesa che oggi l'università può fare di se stessa è sottolineare la sua funzione culturale, formativa e professionalizzante, che è quella davvero più a rischio e l'unica che conta. C'è anzi da augurarsi che la lotta futura risparmi le lezioni e coinvolga invece gli organi e le attività di gestione, magari, come è stato proposto, con l'autosospensione dei docenti dalle cariche e dai compiti organizzativi. Tutte le scuole e facoltà vivono questo brutto momento con tristezza e in grande tensione. Gli interventi della Gelmini, per la verità, non sono, di per sé, molto peggiori di quelli dei ministri di altri governi, ivi compresi quelli di centrosinistra. Ma è il quadro di pensiero e la visione della società in cui sono inseriti a renderli più preoccupanti, a denunciarli come segno inequivocabile di una costitutiva indifferenza e insofferenza alla scuola e all'università in quanto tali. Ad esempio, non enfatizzerei il temuto intervento nell'università dei privati, che non riesco a vedere da parte della scarsamente illuminata imprenditoria italiana. Il problema è che lo Stato sta cercando di sbolognare ai privati quello che lui non vuole più fare, che non ritiene importante fare. Questa è la destra italiana. Lo stato deve pagare i guardiani delle sue paure, polizia e carabinieri, finanziare la sicurezza, e, per il resto, spendere solo il meno e il peggio possibile. Ma poiché certe cose, in Italia, vanno comunque fatte (sanità, trasporti, aree protette), pena la rivolta sociale, uno dei pochi punti su cui si può tagliare significativamente è l'istruzione. SEGUE A PAGINA II.

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Ateneo, bignardi si schiera (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina III - Genova Si estende la protesta contro il decreto Gelmini: ieri in piazza le scuole della Valbisagno. Le superiori verso la "cogestione" Ateneo, Bignardi si schiera Il rettore ai docenti: "Favorite la partecipazione all'assemblea" "Invito i docenti a favorire la partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì, anche in deroga agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi ha ieri firmato un documento in cui appoggia così la mobilitazione generale del 28 ottobre, invocata dagli studenti e votata all'unanimità dai docenti. I giorni caldi continuano. Ieri in piazza le scuole della Valbisagno, oggi assemblee in molti istituto superiori. Dove si ipotizzano meno occupazioni e più "cogestioni". Perché, spiegano gli studenti, "stavolta presidi e docenti sono con noi". BOMPANI A PAGINA III.

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Lezione davanti al municipio per parlare del nostro domani (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio Lezione davanti al municipio per parlare del nostro domani Stiamo facendo lezione con il prof. di storia e filosofia nella piazza di fronte al Municipio. Stiamo parlando della Costituzione, di problemi attuali, che riguardano il nostro futuro. Stiamo imparando che secondo la Costituzione italiana, tutti i cittadini hanno gli stessi diritti. Perché siamo seduti per terra e fatichiamo a sentire la voce del prof. per la confusione che c'è intorno a noi? Semplice. Perché fra poco non avremo più la possibilità di andarci, nella nostra scuola. Sì, perché secondo il decreto Gelmini, le scuole potrebbero diventare enti privati, così come le università. E' vero, questa legge non obbliga nessuno a privatizzarsi: ma se lo Stato toglie fondi alla scuola, come andrà avanti? Con i nostri soldi. Ma tutti poi potranno permettersi di studiare? Tutti potranno andare all'università? E' questa la democrazia? Al giorno d'oggi si parla tanto di integrazione. Ma se gli stranieri avranno classi separate dagli italiani, di che razza di integrazione parliamo? Ieri la nostra Preside è venuta a parlare alla nostra Assemblea. Ha detto che lei è venuta a scuola con timore, e non paura, perché un vero dirigente non è quello che ha paura. E il professore che ha paura prima di entrare in classe non è un vero professore. E allora noi diciamo: neanche uno studente che ha paura di combattere per gli ideali in cui crede non è un vero studente. A cosa servirà questa occupazione? Forse a niente. Ma intanto abbiamo fatto sentire la nostra voce, abbiamo detto che non siamo d'accordo con questa legge, perché se lo Stato ha bisogno di soldi, che non tagli i fondi all'istruzione e alla sanità. Alcuni alunni/e del liceo scientifico Michelangelo di Forte dei Marmi.

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Ragioni ascoltate dal ministro (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

IL SINDACO Ragioni ascoltate dal ministro FORTE. Ieri mattina gli studenti del liceo Scientifico "Michelangelo", sono stati ricevuti - in piazza Dante - dal sindaco Umberto Buratti che ha portato loro il pieno sostegno dell'amministrazione comunale alla protesta contro la legge di riforma scolastica decisa dal ministro Gelmini. Il gruppo, con cartelli e striscioni, si era dato appuntamento al pontile per una manifestazione contro la riforma. Quindi si è diretto verso il municipio dove si è fermato davanti al portone. "è giusto poter esprimere il proprio dissenso - ha detto Buratti ai ragazzi - ma occorre farlo nel rispetto delle regole. Voi dovete essere consapevoli dell'importanza della scuola e questa protesta che da voce al vostro malcontento e a quello de gli studenti, ma anche degli insegnanti di tutta Italia, sembra essere stata recepita dal ministro, che proprio oggi (ieri, ndr) riceverà le delegazioni dei vostri e dei loro rappresentanti". Anche l'assessore Giuliana Cecchi ha colto l'occasione per ribadire come l'amministrazione comunale, in controtendenza al ministro Gelmini, abbia intenzione di potenziare i servizi extrascolastici, implementando i progetti già esistenti al fine di andare incontro alle esigenze delle famiglie. "è mio proposito investire su bambini e ragazzi - ha detto Cecchi - per difendere la scuola e la cultura e assicurare ai ragazzi uno spazio alternativo a tv e videogiochi". Franco A. Calotti.

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Documento al chini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio DOCUMENTO AL CHINI DOCUMENTO AL CHINI "La lotta degli studenti coinvolga anche noi docenti" Un passaggio importante di questi giorni è rappresentato dal documento preparato da alcuni professori del "Chini" di Lido di Camaiore che dichiarano di "condividere completamente - si legge nel documento - le motivazioni che sono alla base del movimento contro il decreto Gelmini" e auspicano che "le forme di lotta degli studenti coinvolgano, nei modi che si riterranno opportuni e produttivi, gli stessi docenti e tutte le componenti della scuola". Già ieri mattina alcuni insegnanti del liceo hanno preso parte all'assemblea degli studenti. E forse molti ragazzi parteciperanno con i propri insegnati alla manifestazione nazionale contro il decreto in programma a Roma il 30 ottobre.

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Ateneo, bignardi benedice la rivolta - michela bompani (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Genova Ateneo, Bignardi benedice la rivolta Lettera del rettore ai docenti: "Favorite la partecipazione all'assemblea" Per giovedì, nel giorno dello sciopero, pronta una grande manifestazione "Ma fuori dai partiti e fuori dal sindacato" MICHELA BOMPANI "Invito i docenti a favorire la partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì, anche in deroga agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi ha ieri firmato un documento in cui appoggia così la mobilitazione generale del 28 ottobre, invocata dagli studenti e votata all'unanimità dai docenti. Martedì alle 10, nell'aula di San Salvatore della Facoltà di Architettura, in piazza Sarzano, si svolgeranno così - ad Ateneo fermo - gli stati generali dell'Università, aperti alla città. "Abbiamo ottenuto un giorno di blocco dell'Università ma prendiamo atto che la posizione del Rettore è tiepida, senza segnali forti - commentano i ragazzi e annunciano - martedì dovremo essere fisicamente presenti in ogni Facoltà, nelle aule e anche negli uffici, perché il blocco dell'Ateneo sia davvero totale". Non ci sarà un attimo di respiro, la prossima settimana: iniziative ancora top secret per mercoledì, giorno in cui la riforma della scuola passerà in Senato. E mercoledì, grande corteo per le vie della città: al movimento universitario si uniranno gli studenti medi e la rete anti-Gelmini "Sos scuola" (docenti, genitori e bimbi). Si partirà alle 9 da piazza Caricamento, poi via delle Fontane, Annunziata, piazza Fontane Marose, De Ferrari, San Lorenzo e Caricamento. "Fuori dai partiti, fuori dal sindacato", mettono bene in chiaro tutte le anime della mobilitazione. E la protesta invade anche piazza De Ferrari: proprio martedì cominceranno, dalle 8 alle 18, le lezioni in piazza della Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche (che sono riunite in assemblea permanente all'Albergo dei Poveri), autorizzate dalla Questura. Si replicherà mercoledì. "Vogliamo spiegare alla città perché l'Università e la scuola pubblica stanno morendo, con le nostre competenze", spiegano gli studenti, il preside Paolo Comanducci (che, all'ultima assemblea di Giurisprudenza, ha ammesso "neanche nel �68 ho visto così tanta partecipazione") e i docenti della Facoltà. E aggiungono: "Poi proseguiremo in piazza Caricamento, piazza San Lorenzo, anche a Spianata Castelletto". Punta sulla Prefettura, invece, la Facoltà di Scienze della Formazione (che ieri ha costituito un'assemblea permanente): mentre proseguono le lezioni all'Acquasola, mercoledì Luca Queirolo Palmas parlerà di "Sociologia della Precarietà" proprio sotto Palazzo Spinola. Aule in piazza anche ad Architettura, dalla prossima settimana: dopo un'assemblea con oltre 300 partecipanti, tra docenti e studenti, si farà "Storia della città" nelle piazze e strade di Genova. La prossima settimana sigillerà la completa partecipazione alla protesta di tutte le Facoltà: se Ingegneria, lunedì, voterà, in consiglio di facoltà, un documento di adesione alla mobilitazione e convocherà un'assemblea di tutti gli studenti, a Medicina e Scienze si è svolta un'assemblea con oltre 500 partecipanti (studenti, docenti, tecnici-amministrativi) che segna l'ingresso del polo di San Martino nel movimento.

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Scuola, il giorno della valbisagno cortei e fiaccolate anti-gelmini (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Genova Le piazze La mobilitazione non si ferma. Ieri la festa in musica, oggi assemblee in molti istituti Scuola, il giorno della Valbisagno cortei e fiaccolate anti-Gelmini Gli studenti dell'Odero di Sestri bloccano a sorpresa per qualche minuto la strada, poi rientrano nelle aule Cortei e fiaccolate contro il Decreto-Gelmini; ma anche un timido tentativo di occupare la sede stradale a Sestri Ponente, con gli studenti dell'istituto professionale Odero che in mattinata hanno improvvisato un blocco in via Briscata. Pochi minuti di disagi, con l'intervento dei vigili urbani e dei carabinieri, poi i ragazzi sono stati convinti dalla Digos a sgomberare la carreggiata: la manifestazione non era organizzata e sono tornati a scuola. Il resoconto della giornata di ieri riporta anche diverse assemblee nei vari istituti, oltre al corteo di varie scuole della Valbisagno. Insegnanti, genitori e allievi, circa quattrocento persone sotto gli ombrelli e sfidando la fitta pioggia, nel pomeriggio hanno manifestato insieme al coordinamento "Sos Scuola" con un corteo che da piazzale Parenzo, attraverso corso De Stefanis, si è concluso in piazza Galileo Ferraris, con un sit-in alla luce di torce elettriche. Appartengono ad una dozzina di scuole tra elementari, materne e medie di Marassi, Molassana, San Gottardo, ma anche di San Fruttuoso. Fra gli altri, hanno partecipato rappresentanze delle elementari Anna Frank, Borsi, Ball, Fanciulli e Fontanarossa, delle materne Glicine e Mary Poppins e delle medie Cambiaso, Cantore e Lomellini. La festa di sei ore di musica e spettacolo, indetta dagli studenti delle scuole superiori e medie in piazza Matteotti, che sarebbe dovuta iniziare alle 18, invece, è stata spostata il un altro luogo. A causa della pioggia i giovani si sono trasferiti all'Humpty Dumpty di via del Campo. Per la giornata di oggi sono previste altre assemblee: a iniziare di quella al liceo scientifico Fermi di Sampierdarena.

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Le lezioni in piazza e l'oblio della cultura - vittorio coletti (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Genova LE LEZIONI IN PIAZZA E L'OBLIO DELLA CULTURA VITTORIO COLETTI (segue dalla prima di cronaca) Un lusso, a giudizio dei nuovi governanti, non per i ricchi (come imputano loro, con vecchi automatismi mentali, i reduci del defunto comunismo), ma per i cosiddetti fessi, per quella gente assurda che studia invece di guardare la televisione o perde tempo a farsi una professionalità invece di affrettarsi a ricavare soldi da un mestiere qualsiasi, magari ereditato dal padre. Questa, credo, è la tragedia di oggi e il motivo che rende la politica della Gelmini peggiore perfino di quella supponente di Mussi. Anche il centrosinistra cercava di spendere meno per la scuola (lo chiamava spendere meglio e lo traduceva nel farlo in maniera molto complicata...), ma non ha mai dato la sensazione di non credere più nella cultura, che è nel Dna dei suoi residui elettori. La destra invece non capisce neppure perché si debbano sostenere certi costi e fa il minimo indispensabile, giusto perché non ci siano troppe proteste. Il suo obiettivo non è l'università privata, ma è la non università. Come lo è la non scuola. Se la scuola serve solo a tenere i bambini che a casa non si sa a chi lasciare, un maestro unico basta e avanza: perché mai dovrebbero esserci gli specialisti di italiano e di matematica. Se l'università è una perdita di tempo per gente che non ha voglia di lavorare, assumere solo un professore su cinque che se ne vanno è anche troppo. I maestri, i professori, gli studiosi servono a una società che si vuole migliore di quello che è. Non a quella che guarda soddisfatta ai propri difetti e si piace così. Per la destra, la scuola e l'università ci sono solo perché ci sono dappertutto, non perché ci debbono essere. Se non accettano questa parte marginale, interverrà (lo ha già fatto al liceo di Imperia, schedando gli occupanti) la polizia a spiegargliela, come ammonisce feroce Berlusconi, il cui ideale pedagogico è l'antico manganello. Questa è anche l'unica (ahimè) differenza, in materia, tra destra e centrosinistra. Il centrosinistra non può non credere nella scuola e nell'università e anche quando le indebolisce non cessa di pensare che dovrebbero essere istituzioni centrali della vita pubblica. La destra invece le demolisce e non se ne accorge neppure, perché per essa sono solo un fastidioso problema economico. Per questo servono le lezioni in piazza. Perché c'è da sperare che la gente di passaggio le noti, le segua e realizzi che la coltivazione del pensiero, il sapere, l'arte, la scienza fanno uomini liberi e autocritici, che vogliono più scuola e formazione, che non si accontentano di essere come sono e vogliono diventare migliori come persone, come lavoratori, come cittadini.

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"quest'anno accademico inauguriamolo in piazza" - ilaria venturi (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XI - Bologna "Quest'anno accademico inauguriamolo in piazza" La piattaforma degli studenti al rettore Duemila in aula magna. E oggi Margherita Hack fa lezione in piazza Scaravilli ILARIA VENTURI ILIA, 22 anni, studentessa di Filosofia, prende parola: "Non siamo un'associazione riconosciuta, ma siamo perfettamente riconoscibili, siamo studenti - parecchi - ma anche ricercatori, professori e quelli che dopo dieci, quindici anni di lavoro stabilmente precario abbiamo deciso di chiamare 'diversamente strutturati'. Siamo quelli delle occupazioni e delle lezioni in piazza, siamo quelli che discutono con il rettore e quelli che lo contestano. Ebbene sì, siamo tutte queste cose insieme". Parte da qui l'assemblea d'Ateneo contro la legge 133 contestata in tutta Italia. Almeno duemila studenti, ieri pomeriggio, nell'aula magna di Santa Lucia: così piena non si vedeva da tempo, se non per le lezioni di Yunus e delle madri argentine. E da subito gli studenti avanzano richieste al rettore e al senato accademico: il blocco della didattica per un solo giorno in tutto l'ateneo, una mobilitazione generale il 30 ottobre, la cancellazione dell'inaugurazione dell'anno accademico, da sostituire con una cerimonia di piazza per sensibilizzare la città, un documento più duro contro la legge. E poi l'annuncio di uno "sciopero del lavoro gratuito": i ricercatori precari, si rifiuteranno di fare, per un giorno, le attività regolarmente svolte, come gli esami, ma fuori da ogni contratto o riconoscimento. "Così si renderà visibile che l'università vive strutturalmente sotto organico reggendosi, in ampia misura, su un lavoro misconosciuto". Applausi, tanti. E il prorettore Luigi Busetto che, a fine assemblea, quando il rettore Calzolari dopo un intervento appassionato ha dovuto lasciare l'aula, replica: "Gli organi accademici risponderanno alle loro richieste al più presto, gli studenti si sono assunti le loro responsabilità, ora tocca a noi fare la nostra parte". Busetto aggiunge le sue considerazioni personali: "Un atto di solidarietà con la protesta va fatto. Sul blocco della didattica sono contrario, ed è una posizione espressa anche dalla stessa conferenza dei rettori. Sull'inaugurazione dell'anno accademico? C'è tempo per parlarne". I docenti ne parlano già a fine riunione: chi pensa a un corteo da Santa Lucia al Nettuno con i professori senza toga, chi propone la cerimonia in piazza Maggiore. Le richieste vengono presentate dagli occupanti dell'aula III a Lettere, dagli studenti in lotta nelle altre Facoltà, dal gruppo di Scienze, dalla rete dei ricercatori. Il movimento "No Gelmini" si presenta compatto e raccoglie consensi sulla piattaforma di iniziative di lotta anche da docenti, come il professore di diritto Giovanni Cimbalo, dalla sinistra universitaria. I fischi sono riservati al presidente del consiglio studentesco Angelo Erbacci, dello Student Office, quando critica il blocco della didattica e giudica "inammissibili" le lezioni in strada. Platea che si raffredda per il deputato Pd Salvatore Vassallo e che si scalda con Giovanni Francesco Bignami, l'astrofisico cacciato dalla presidenza dell'Agenzia spaziale italiana, ieri a Bologna per un dibattito scientifico: "La Gelmini non sa di cosa parla". Parla Andrea Cavalli, ricercatore eccellente di Scienze farmaceutiche. "Facciamo ricerca libera sulle malattie neglette come la lebbra. Peccato che in Svizzera avevo un fondo per la ricerca di base di 120mila franchi, qui ho 5mila euro, mi vergogno a dirlo". Ci sono i prorettori e i candidati al rettorato, eccetto Cantelli Forti, i presidi, da Medicina a Lettere. Interviene il rappresentante della destra universitaria, che ha protestato per non aver parlato ad Anno Zero. Conclude il moderatore Luigi Guerra, preside di Scienze della formazione: "Ora mandiamo la foto di quest'aula a Cossiga". E centinaia di universitari, con un corteo non autorizzato che blocca le auto, da via Castiglione raggiungono Scienze Politiche per una festa fino a tarda sera. Intanto continua la mobilitazione in Ateneo: oggi in piazza Scaravilli (ore 16) sarà Margherita Hack a fare lezione. Mentre il movimento di genitori e insegnanti, riunito ieri in assemblea anche per ribadire la sua autonomia da partiti e sindacati, annuncia una fiaccolata martedì (dalle 18.30).

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Maestre precarie "la virgilio peggio della gelmini" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XI - Bologna "Non ci assume per svecchiare i nidi" Maestre precarie "La Virgilio peggio della Gelmini" Non assunte per "svecchiare" il personale degli asili nido. Sarebbe questa, secondo le Rdb, la risposta che l'amministrazione comunale ha dato a 112 maestre precarie dei nidi, già vincitrici di concorso ma non ancora assunte. Al punto che ora le dipendenti si preparano allo sciopero per protestare contro la decisione della giunta comunale. L'iniziativa di lotta prende corpo dopo che la delegazione di maestre aderenti alle Rdb, che lunedì scorso ha incontrato l'assessore alla scuola Milli Virgilio per chiedere l'assunzione o la costituzione di una graduatoria permanente, ha incassato un rifiuto. "Ci chiediamo quale sia la differenza tra la Virgilio e il ministro Maria Stella Gelmini", contestata in questi giorni in tutta Italia per il suo decreto di riforma della scuola, commentano dal sindacato in una nota. "E a questa domanda rispondiamo così: la differenza è una sola. La platea di lavoratrici cui si riferisce la nostra assessore è, per fortuna, di gran lunga più limitata". L'episodio raccontato nella nota diffusa ieri sera dalle Rdb racconta che alla richiesta di assunzione - avvenuta dopo regolare concorso - le lavoratrici si sarebbero infatti sentite "incredibilmente rispondere che ciò non è possibile in quanto l'amministrazione intende svecchiare il personale degli asili nido". Insomma, dopo oltre dieci anni di lavoro, fa sapere il sindacato, "queste precarie, che in totale sono 112, vengono buttate in mezzo ad una strada". Evidentemente, conclude la nota diffusa dai sindacati di base, "la "rottamazione" dei precari, come quella degli elettrodomestici del governo Berlusconi, è la strada "innovativa" di questa giovane asssessore alla scuola della giunta Cofferati. Se poi ciò comporta un inevitabile peggioramento del servizio, poco importa". Così, dopo aver messo in campo diverse iniziative per manifestare il loro disagio, le educatrici precarie hanno convocato per lunedì prossimo un'assemblea. E' solo il primo passo in vista della discussione che dovrebbe portare a fissare una data per lo sciopero.

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E i sindacati della scuola riscoprono l'unità "ecco come la riforma colpirà 5000 prof" - paolo russo (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bari Alla manifestazione del 30 ottobre più di cento pullman prenotati. Il Comune di Bari invierà il suo gonfalone E i sindacati della scuola riscoprono l'unità "Ecco come la riforma colpirà 5000 prof" PAOLO RUSSO Ottomila docenti pugliesi a Roma, aule vuote dal Salento al Gargano. "Una mobilitazione del genere qui non si era mai vista". Le segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno lanciato ieri la volata verso lo sciopero generale della scuola del prossimo 30 ottobre. Uniti contro la riforma del governo Berlusconi, i rappresentanti degli insegnanti pugliesi, hanno diffuso ieri l'inquietante fotografia di una scuola che, in tutta la regione, sarà ridotta in brandelli dalle sforbiciate del ministro per l'Economia, Giulio Tremonti. Sommando i tagli ai docenti e quelli al personale tecnico amministrativo, gli istituti scolastici della regione, nel giro dei prossimi due anni, perderanno oltre 5mila lavoratori. Solo sul fronte della didattica, gli insegnanti di ruolo che saranno in soprannumero sono 1.186. Ma gli effetti della cura dimagrante imposta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini si faranno sentire soprattutto per i precari: nel 2009 le supplenze saranno complessivamente 3.188 in meno rispetto a quelle assegnate quest'anno. A snocciolare questi dati amari è Paolo Peluso, segretario regionale della Cgil scuola. "La situazione è drammatica", spiega. Ma ritrova in fretta il sorriso quando cita altri dati, quelli dell'adesione alla manifestazione di Roma del prossimo 30 ottobre. "Sono più di cento i pullman prenotati dalle cinque province pugliesi - spiega ma alla manifestazione parteciperanno anche alcune amministrazioni locali, tra queste Bari, che hanno deliberato di inviare i loro gonfaloni. E sappiamo già di moltissime scuole sul territorio pugliese che resteranno chiuse per la preventiva e totale adesione allo sciopero del personale". "Con la grande partecipazione della Puglia alla manifestazione nazionale - ha ribadito Attilio D'Ercole, segretario regionale della Cisl scuola - chiediamo con forza al governo di fermare l'iter dei provvedimenti legislativi ed aprire un confronto serio con le forze sociali". I sindacati sottolineano gli effetti nefasti che l'introduzione del maestro unico e la scomparsa del tempo pieno avranno sulla scuola pugliese. A pagare il prezzo più alto saranno soprattutto le scuole materne. per effetto del taglio ai plessi con meno di 100 alunni, rischiano la chiusura 44 scuola dell'infanzia nella solo provincia di Bari, 32 a Brindisi, 53 a Foggia, 50 a Lecce e 16 a Taranto. "Questi tagli - ha sottolineato Giancarlo Turi, segretario regionale della Uil scuola - oltre a mettere rischio migliaia di posti lavoro penalizzano oltre modo una regione come la nostra che dal punto di vista dell'istruzione paga già storici ritardi e un passato di politiche miopi e distratte sul fronte dell'edilizia scolastica e del diritto allo studio". Anche l'assessore regionale al Diritto allo studio, Mimmo Lomelo ieri ha voluto partecipare all'ultimo appello lanciato dai sindacati in vista dello sciopero regionale. "In Puglia - ha detto - le scuole le vogliamo aprire, le vogliamo rendere sicure, le vogliamo mettere a disposizione degli studenti di tutti gli ordini e grado. Ma per noi è molto difficile farlo se il governo non ci eroga i 425 milioni di euro che ci spettano per programmare il rilancio dell'edilizia scolastica regionale". Ma la battaglia contro i tagli alla scuola non sarà combattuta solo dalla Puglia. L'obiettivo del governo regionale è quello di fare fronte comune con in tutto il Mezzogiorno contro la riforma Gelmini. I prossimi 7,8, e 9 novembre, le regioni del Sud (oltre alla Puglia, anche Campania, Calabria, Basilicata e la Sicilia dell'alleato di Berlusconi, Raffaele Lombardo) riuniranno a Castel Volturno gli stati generali della scuola meridionale. "L'obiettivo - spiega Lomelo - è quello di presentare un documento unico per fermare questa riforma disastrosa". Ma la battaglia pugliese contro la Gelmini prosegue anche sul fronte legale. L'assessore al Lavoro, Marco Barbieri ha confermato di aver presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo 64 della legge 133. "Decidere quali scuole accorpare spetta solo alla Regione", ha ribadito.

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"blocco delle lezioni contro i tagli" - francesca savino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Bari "Blocco delle lezioni contro i tagli" Mobilitati anche i licei baresi per l'assemblea di martedì Un drappo nero sventolerà in segno di lutto dall'Ateneo, in cantiere anche una notte bianca Al via da lunedì le lezioni all'aperto, fra il centro cittadino e il Politecnico. A Lettere già 400 adesioni FRANCESCA SAVINO Gli universitari in movimento a Bari chiedono alle istituzioni un segno forte a sostegno della protesta contro i tagli e il pacchetto di riforme dei ministri Tremonti e Gelmini. "Presenteremo ai rettori di Università e Politecnico la richiesta di bloccare la didattica martedì 28, il giorno in cui abbiamo in programma l'assemblea generale con il mondo della scuola e della ricerca" annuncia il coordinamento Stop 133, che riunisce tutti i volti della protesta nelle facoltà cittadine. Il rettore Corrado Petrocelli, appena tornato dalla conferenza nazionale a Roma, non abbandona la linea di apertura già annunciata nelle scorse settimane: "Siamo in attesa dell'emanazione delle linee guida sulla riforma: restiamo aperti al dialogo e del confronto fra tutte le componenti". Dal rettore Petrocelli è partita anche la proposta di un incontro sull'università allargato a Regione, Provincia, Comune e ai parlamentari pugliesi: l'assemblea, inizialmente programmata per oggi, è stata fissata a venerdì 31 ottobre. "Inseriremo all'ordine del giorno nei nostri consigli di facoltà e nelle riunioni degli organi di governo la discussione sulla legge 133 e sulle ipotesi di riforma" annuncia dal Politecnico il rettore Salvatore Marzano: "gli studenti stanno mostrando grande interesse e speriamo che si mantengano le premesse per una dialettica libera". Ieri l'Ateneo e la facoltà di Architettura hanno ospitato le ultime assemblee per definire i dettagli del calendario di iniziative della prossima settimana: al via da lunedì le lezioni all'aperto, fra il centro cittadino e il Politecnico. Quattrocento fra studenti, ricercatori, docenti e la preside Grazia Distaso ieri hanno raccolto le adesioni per spostare la didattica dalle aule di Lettere ai giardinetti di piazza Umberto. Un drappo nero sventolerà in segno di lutto dal palazzo Ateneo, mentre fra studenti e ricercatori di Lingue e Lettere si fa strada la proposta di una notte bianca che riunisca universitari e studenti medi. I ragazzi dei licei e degli istituti superiori lunedì pomeriggio hanno programmato un sit-in in piazza Prefettura, mentre martedì mattina raggiungeranno in cortei spontanei la facoltà di Giurisprudenza, sede dell'assemblea generale i cui decidere il futuro del movimento barese.

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Gelmini: "Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione (sezione: Scuola)

( da "Rai News 24" del 25-10-2008)

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Roma | 25 ottobre 2008 Gelmini: "Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione Manifestazione Continua la mobilitazione degli studenti contro la riforma della scuola e i tagli all'università e alla ricerca. Non ha avuto successo il primo incontro del ministro Gelmini con due delegazioni studentesche. La titolare del dicastero ha confermato i tagli e il blocco del turnover. I contestatori avevano chiesto un passo indietro su questi due punti come prerequisiti per avviare una discussione. Risultato, gli studenti proseguono la mobilitazione e rilanciano. Il decreto non verrà ritirato, come chiedevano i rappresentanti degli studenti che, a loro volta, hanno mantenuto ferme le proteste che si estendono da nord a sud. Ieri sera momenti di tensione al Film festival in corso all'Auditorium di Roma, con la polizia che ha impedito ai manifestanti di entrare nelle sale. Nonostante quindi la linea dura del governo, e le preoccupazioni espresse dal Viminale per episodi di intolleranza e di violenza, gli studenti non hanno alcuna intenzione di indietreggiare. E da Pechino arriva un nuovo affondo del presidente del consiglio Berlusconi che parla di "facinorosi in piazza".

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Per un populismo della sinistra (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)

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OGGI al Circo Massimo va in scena una strana coppia: il riformismo e la piazza. Cioè una protesta di massa contro il centrodestra galvanizzato dai sondaggi insieme con un'idea razionale di possibili riforme alternative. Ma è un matrimonio possibile? È opportuno, è conveniente, è politicamente utile che nella cultura e nella pratica del Partito democratico si sviluppi anche una componente populista? Fa bene a un partito riformista un po' di esplicito populismo di sinistra? Sono interrogativi che equivalgono a chiedersi, in fondo, se il riformismo debba contenere una quota di radicalità. Con quel che ne consegue anche nello stile e nei simboli: cortei, bandiere, un'opposizione animosa e rumorosa, con il recupero di una contrapposizione nettissima rispetto al governo e al Popolo della libertà. Insomma: oggi, domani, nel futuro politicamente prevedibile, il riformismo può trovare una risorsa nel populismo? C'è un'insidia in questa domanda, se si pensa che l'accusa di populismo è sempre stata brandita contro la destra. Secondo la cultura unanime del centrosinistra, l'istinto demagogico appartiene all'indole del Pdl e dei suoi capi, a cominciare dal populista principe Silvio Berlusconi, dato che un marcato atteggiamento antistituzionale è stato la cifra continua negli slogan, nelle proteste e negli atti della destra: contro le tasse, contro l'euro, contro le regole, contro i partiti, contro i "comunisti", contro i giudici, contro i fannulloni, contro gli stipendi degli insegnanti. A rigor di termini, l'ideologia e la vocazione populista si realizzano nell'intenzione di trasformare immediatamente in leggi la cosiddetta volontà popolare. L'attuale governo ne è un esempio plateale, con i ministri (in particolare Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre pacchetti di riforme, anche per decreto, cercando comunque di superare di slancio il disturbo delle discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata in Consiglio dei ministri nel giro di nove minuti e mezzo, ecco l'assurda Robin Tax, tassa discrezionale "contro la speculazione petrolifera" e contro le banche, quando sembrava che petrolieri e banche facessero profitti troppo alti grazie alla congiuntura; e poi l'esercito in tenuta campale nelle strade, il federalismo affidato a una delega generica e caotica, i tagli alla scuola che idealizzano strumentalmente l'età delle mezze stagioni e dei grembiulini. Non conviene nascondersi che, di fronte al forcing comunicativo del Pdl, il centrosinistra ha mostrato finora armi spuntate. In parte per le ripercussioni politiche e psicologiche della sconfitta elettorale, ma in parte anche per una specie di sfasatura rispetto alle iniziative del governo. L'azione politica del Pd veltroniano, infatti, si svolge in genere su un piano differente rispetto a quello della maggioranza berlusconiana. La cultura democratica prevalente è largamente rivolta verso la sfera dei diritti, evoca battaglie culturali nel nome dell'antifascismo, combatte il razzismo e la xenofobia, si concentra sulle pari opportunità e contro le discriminazioni, nel nome del rispetto di una consapevole cultura costituzionale. Sono tutte tematiche sacrosante, ma per il momento poco producenti nella battaglia politica in corso. Hanno la veste di posizioni filosofiche più che di strumenti politici utilizzabili nel confronto. Confermano l'elettore del centrosinistra di essere nel giusto, convincono i già convinti, ma almeno nel breve periodo non allargano l'area del consenso. Mentre dovrebbe essere chiaro che, se non vuole restare politicamente subalterno (cioè "minoranza strutturale", secondo la definizione di Massimo D'Alema), nelle prossime stagioni il problema centrale del Pd consisterà non tanto nel confermare i propri elettori, bensì nel tentare di staccare pezzi di elettorato dall'area berlusconiana. A questo scopo, il centrosinistra deve riuscire a spiegare, prima a se stesso e poi all'opinione pubblica, che il riformismo è sì politica delle compatibilità, ma che ciò non esclude affatto un principio di radicalità. Perché la radicalità è uno strumento che serve a perseguire due obiettivi: a individuare con nettezza i problemi, e a suscitare identità. Vero è che occorre intendersi su quali ambiti convenga essere radicali. Cioè i punti su cui esercitare una pressione politica efficace. Al di là dall'incertezza generale suscitata dalla recessione, sarà il caso di vedere con chiarezza che Pdl è all'attacco sul terreno socio-economico, ha in mente una politica chiara, tesa a corporare gli interessi in un blocco sociale permanente. L'eclettismo berlusconiano sui principi di fondo e sui "valori" consente alla destra di assumere le posizioni di volta in volta più convenienti, specialmente nel rapporto con la Chiesa; ma sugli interessi non si scherza mai. Il Pdl avrà pure commesso errori strategici (in particolare predisponendo misure economiche depressive, cioè i tagli, in una fase di crescita zero), ma ha chiarissimo l'obiettivo unilaterale di favorire i ceti a cui può offrire una conveniente casa comune. Ebbene, in una situazione simile il Pd non può permettersi il lusso di disputare una partita diseguale, ossia di rispondere a una politica economica aggressiva con una serie di rivendicazioni intellettuali, civili, filosofiche. È vero che il codice della lealtà repubblicana e di una modernizzazione guidata da criteri di apertura culturale sono essenziali per stabilire una differenza qualitativa rispetto alla destra: una laicità radicale è un elemento essenziale di identità politica rispetto al clericalismo opportunista di Berlusconi; così come un'idea avanzata ed europea della riforma della scuola è necessaria per rispondere in modo radicale (e nello stesso tempo con buonsenso) alla striminzita restaurazione della Gelmini. Ma in questo momento ci vuole innanzitutto uno strenuo esercizio di radicalità per mettere allo scoperto i pilastri della politica del Pdl. Il "populismo" della sinistra riformista dovrebbe essere la leva per concentrarsi sulle contraddizioni della coalizione di centrodestra, per richiamare su di esse l'attenzione dei cittadini e per provare a sgretolarle. Altrimenti la politica italiana resta divisa in due corpi separati, ognuno dei quali gioca la sua partita indipendente: solo che la destra si fa gli affari, la sinistra nutre buoni sentimenti con il rischio, alla fine, di vederli trasformati in frustrazione permanente. E invece no: per uscire dal cerchio del consenso magico del Re Silvio, dalla stregoneria comunicativa indipendente dagli eventi reali, occorre anche quel tanto di realistica asprezza che induce a parlare di cose elementari. Quindici milioni di italiani intorno alla linea della povertà. I negozi di quartiere deserti. I salari falcidiati dall'inflazione, che invece favorisce chi può ancora manovrare i prezzi. Il lavoro dipendente sacrificato alle necessità della concorrenza globale; e nello stesso tempo settori commerciali già in crisi per la flessione dei consumi determinata dall'erosione dei redditi medi. Insomma, è il caso di tornare a mettere il dito su fenomeni a loro modo brutali. E per farlo ci vuole la schietta radicalità implicita nel parlare di cose vere, cioè di soldi, di redditi, di bilanci famigliari, di profitti, di problemi reali dell'economia. Per la sinistra riformista, la sfera degli interessi è stata in passato confinata in fantasmi contabili come il Pil, il debito, il deficit, l'avanzo primario. In seguito si è praticato un tentativo quasi eroico di reinterpretare da sinistra le categorie liberali del merito e della concorrenza, come strumenti per scardinare la disuguaglianza sociale. Adesso occorre essere convincenti in profondità: non è sufficiente il cervello, la razionalità, la linearità dell'analisi. Ci vogliono anche il sangue, i polmoni, il cuore. Quel tanto di cattiveria che consente di parlare alla pancia della nostra società e di attaccare la destra sul suo stesso terreno e con realistiche possibilità di successo. (Benissimo la moral suasion su Guglielmo Epifani, ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore critica all'operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena Gabanelli, non dal governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è venuto il momento di mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata forza polemica di dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito. Il populismo possibile della sinistra significa che occorre guardare alla realtà vera del nostro paese, alla sua vita quotidiana. Nonostante la prevalenza del virtuale, la politica è ancora scontro di posizioni, delimitazione fra scelte incompatibili, contrapposizione di soluzioni apertamente alternative. In questo senso, il populismo, interpretato con intelligenza da sinistra, non è un ibrido incoerente: è semplicemente lo strumento per dare una voce a un'Italia che fino a oggi ha rischiato di restare attonita e muta. (25 ottobre 2008.

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Steno, omaggio all'Auditorium (sezione: Scuola)

( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)

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Stampa Steno, omaggio all'Auditorium Il Festival di Roma ha reso omaggio a un altro grande del cinema italiano, Steno, scomparso 20 anni fa. Passerella rossa poco animata, a causa della protesta degli studenti anti-Gelmini. Era il prologo della proiezione del docu-film "Steno, Genio gentile" di Maite Carpio nato in collaborazione con Rai Educational. I figli Carlo ed Enrico Vanzina (foto) commossi. "Da Guardie e ladri a Febbre da cavallo, tanti sono i film di papà rimasti nel cuore - commenta Enrico - e se la televisione ricordasse di più le nostre origini, sarebbe meglio. Lo fa, ma sempre a notte tarda". Per uno strano caso del destino il documentario andrà in onda mercoledì 29 ottobre alle 8 della mattina e a mezzanotte e quaranta su Rai Tre. "Per noi figli è stata una gran fortuna - aggiunge Carlo - a casa nostra si parlava solo di cinema".

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Riello: <Basta ai clientelismi negli atenei Solo così le imprese vorranno investire> (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Le reazioni Bortolazzi: scuola, fabbrica di stipendi. Confindustria Verona non commenta Riello: "Basta ai clientelismi negli atenei Solo così le imprese vorranno investire" VERONA - Imprese ed università divorziano prima ancora di sposarsi? è presto per dirlo ma il rettore Alessandro Mazzucco nel corso dell'assemblea di ieri mattina in aula magna ha fatto sobbalzare molti sulla sedia, quando ha affermato che l'Ateneo scaligero non diventerà mai una Fondazione perché i privati non sono allettati dall'idea di finanziare la didattica. Aggiungendo un eloquente: "Purtroppo". Considerazione sorprendente se si pensa che i contatti fra l'Ateneo e Confindustria si stanno facendo sempre più costanti, e che lo stesso rettore poche settimane fa si è espresso a favore dell'idea di trasformare l'università in Fondazione anche se, nel dettaglio, Mazzucco non è soddisfatto dal testo della legge 133, che introduce proprio questa possibilità. Confindustria Verona, appresa la notizia, ha preferito non commentarla. Sia il presidente Gianluca Rana sia il direttore Rita Carisano non hanno voluto esprimere la loro posizione sull'argomento. Ci ha pensato allora il presidente veneto, Andrea Riello. Il quale ci tiene a precisare di non commentare le parole del rettore dell'Università veronese, perché teme che, se estrapolate dal contesto in cui sono state pronunciate, possano essere fraintese. Tuttavia fa un ragionamento generale: "Anzitutto – afferma – bisogna chiarire che la legge 133 non obbliga nessun Ateneo a trasformarsi in Fondazione, semplicemente rende questa scelta possibile. Detto questo, io credo che il magnifico rettore Alessandro Mazzucco abbia assolutamente ragione ". In che senso? "Perché così com'è – risponde Riello – l'università italiana non è minimamente interessante per il mondo delle imprese. Non è possibile che controllato e controllore coincidano. è assolutamente legittimo tutelare l'autonomia culturale e didattica degli Atenei, ma l'autonomia gestionale è all'origine di tutto il sistema di baroni, clientelismi e sprechi che ingessa il sistema. Se le imprese investono i loro soldi devono poter controllare, verificare e indirizzare dove finiscono gli investimenti". Il presidente veronese di Apindustria, Alberto Aldegheri, crede invece nella collaborazione: "Spero che quello del rettore – commenta – sia uno sfogo in un momento di grande tensione. Le imprese veronesi sono pronte a sostenere l'Università e negli ultimi anni stiamo lavorando assieme molto bene. Chiaro che una riforma di portata storica va approfondita e discussa con calma ". Fabio Bortolazzi, presidente della Camera di Commercio, si chiama fuori dalla polemica. "Noi siamo un ente pubblico – precisa – e assieme col Comune e con la Provincia ci siamo mossi a suo tempo per portare l'Università a Verona. Sul tema, l'unica cosa che dico è: viva il ministro Gelmini! La scuola italiana spende moltissimo, è una fabbrica di stipendi e chi cerca di renderla più efficiente va sostenuto". D.P. L'industriale \\ Così com'è l'università non è interessante per le imprese: è un sistema ingessato.

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Il rettore: i privati non ci aiuteranno Non saremo mai una Fondazione (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)

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Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il rettore: i privati non ci aiuteranno Non saremo mai una Fondazione Mazzucco: purtroppo Cariverona e Confindustria me l'hanno detto chiaramente VERONA – Un'aula magna, quella del polo Zanotto, ricolma di studenti e docenti fino all'inverosimile: settecento posti a sedere che non sono bastati a contenere quanti desideravano assistere alla prima assemblea d'Ateneo della storia dell'università di Verona. Un'affluenza record che da sola basta a giudicare riuscita l'operazione comunicativa del rettore Alessandro Mazzucco, nonostante i dubbi della vigilia sullo scarso preavviso che era stato dato per l'evento. Un discorso, quello del rettore, particolarmente atteso, che ha trattato da vicino temi come il futuro dell'Università di Verona, e che farà sicuramente discutere, a cominciare dalla presa di posizione sulle Fondazioni universitarie, nodo affrontato all'inizio della relazione. "L'università di Verona – ha detto Mazzucco – non si trasformerà in Fondazione, e devo aggiungere questa parola: purtroppo. Purtroppo, perché fondi privati provenienti da realtà importanti del territorio non sarebbero da disprezzare, anzi permetterebbero entrate alternative all'ondivago contributo dello Stato". Tra le realtà private evocate dal rettore Confindustria e Fondazione Cariverona. "Mi hanno entrambi risposto che è difficile aiutare economicamente l'ateneo. C'è da dire che le misure del decreto rendono la vita difficile a qualsiasi privato che voglia entrare nell'università, a cominciare dal comma che prevede il controllo della Corte dei Conti". Intervento che, seppur all'interno di un discorso applaudito dai presenti (studenti compresi) non ha mancato di suscitare dubbi e richieste di chiarimento, subito esaudite dal rettore. "Ho fatto una scelta di vita che è quella di lavorare nel settore pubblico, e non intendo rinunciarvi. Quello che auspico non è tanto una privatizzazione dell'università, ma un maggiore aiuto dall'esterno come accade per esempio nel caso di Venezia, che ha una Fondazione che le cura l'edilizia". Ma anche se mancano finanziamenti privati l'Università di Verona, ha ribadito il rettore, è solida e sana. "Abbiamo una solida riserva di carburante per continuare a procedere. Grazie a un'oculata gestione abbiamo messo da parte abbastanza soldi per garantirci il pareggio del bilancio per almeno tre anni, offrendo gli stessi servizi agli studenti e avendo comunque la possibilità di assumere altri ricercatori senza ridurre il personale, nonostante il turn over impostoci dal governo. Ora si tratta di fare in modo di trovare stazioni di rifornimento lungo il nostro percorso". Finalità che, per Mazzucco, passa attraverso il dialogo con le istituzioni, secondo la linea condivisa dalla Crui (la conferenza dei rettori) nella cui giunta siede anche la massima carica dell'università di Verona. "Il ministro Gelmini deve ancora annunciare le linee guida per l'attuazione del decreto – ha spiegato il rettore - , ma posso garantire che non è ostile a un rifinanziamento della ricerca con i soldi della Finanziaria. Andando avanti con le proteste, il rischio è la rottura totale delle trattative in un momento in cui i cittadini chiedono conto al governo della gestione dei loro soldi. La situazione è l'opposto rispetto al '68: lì si trattava di ridistribuire risorse in eccesso, nel nostro caso di dividersi i tagli alla spesa che in questo momento toccano anche la sanità. Per questo non condivido la protesta di quei rettori che si mettono a capo dei cortei e che in molti casi sono anche corresponsabili della gravissima situazione finanziaria in cui versano i loro atenei". Il no alle proteste non significa però la fine del dialogo interno alle università, anche se il rettore ha ribadito di essere contrario allo stop delle lezioni. "Appoggio le richieste degli studenti a indire dei consigli di facoltà dove possano confrontarsi con i loro insegnanti sui punti più critici della legge 133. Tutto ciò però deve essere fatto assicurando il regolare svolgimento della didattica, che è il nostro principale dovere". Sempre nel suo intervento, il rettore ha descritto la ricetta, originariamente proposta dalle università aderenti ad Aquis (l'associazione degli atenei che raggruppa tra le altre, Verona, Bologna e Padova), poi fatta propria dalla Crui per il rinnovamento del sistema universitario. "Chiediamo che i finanziamenti tengano conto della qualità della ricerca – ha ribadito Mazzucco – e chiediamo che venga rivisto lo status giuridico degli atenei assieme alle norme di stabilità e riformati i concorsi. A lungo termine la speranza è che venga costruita una nuova università". Davide Orsato Polo Zanotto La protesta degli studenti che hanno esibito decine di necrologi che celebravano la morte della scuola pubblica italiana (Toninelli/Fotoland) Il rettore Alessandro Mazzucco.

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Sit-in, slogan, striscioni e megafoni Ma gli studenti non sono tutti uniti (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Sit-in, slogan, striscioni e megafoni Ma gli studenti non sono tutti uniti "Siamo con Mazzucco". "No, questa non è la nostra assemblea" Nell'aula magna con il necrologio che annuncia la "morte della scuola pubblica". Ma la protesta spacca gli universitari VERONA - Il momento clou è stato alle 11. Uno dopo l'altro hanno fatto irruzione nell'aula magna del Polo Zanotto, tenendo in mano il necrologio, stampato in decine di copie, della "morte della scuola pubblica". Circa 200 gli universitari raccolti prima in un presidio sotto Palazzo Giuliari, guardato a vista dalle forze dell'ordine, dirottato poi al Polo Zanotto, fuori dall'aula magna in cui si stava svolgendo l'assemblea indetta dal rettore Alessandro Mazzucco. Incertezza, se entrare o restare fuori, con megafoni e gli striscioni che recitavano "non pagheremo noi la vostra crisi". "Non è un'assemblea, è una fiction, una conferenza ", grida tra gli altri un ragazzo; con loro, anche una ventina di liceali del Collettivo contro la Gelmini. Poi, la decisione di irrompere nell'aula. "Assemblea, assemblea ", hanno urlato i ragazzi, frantumando l'aria formale che si respirava. Pochi i posti, anche in piedi: si stava dove si poteva, e ben presto il pavimento è diventato un tappeto di ragazzi e ragazze seduti a gambe incrociate, tra pashmine colorate, chewing gum, jeans e scarpe da ginnastica. E striscioni: appesi alle inferriate, fuori dal polo, e sulla parete alle spalle del rettore, dentro l'aula. L'assemblea dapprima formale si è trasformata in un vivace botta e risposta tra studenti, docenti e rettore, alternato da applausi scroscianti. Sono entrati, alla fine: ma non tutti. Uniti da una matricola ma di fatto divisi, gli studenti dell'università di Verona. Chi ha manifestato il proprio dissenso al rettore, chi è concorde con lui, e chi, ancora, sta un po' da una parte, un po' dall'altra. "Contestiamo il comportamento del rettore: chiedevamo da una settimana una giornata di assemblea e lui ce l'ha negata – spiega Alessandro Bonari, studente -. Invece da un giorno all'altro l'ha indetta: ma non è nostra, non l'ha pubblicizzata a sufficienza, non l'ha concordata con noi. Ha trasformato quella che doveva essere un'assemblea condivisa tra gli studenti in una conferenza stampa". Ma non tutti la pensano così. "Ha fatto bene il rettore Mazzucco. E' un suo dovere convocare un'assemblea ed è giusto dare informazione e chiarimenti", commenta Ilaria Fava, iscritta ad Economia. "Mi sono dissociata momentaneamente – dice Cristina, studentessa - . Volevo sentire cosa diceva il rettore e quindi sono entrata in aula ". "Sono d'accordo con quanto detto dal rettore. Le Fondazioni, che possono essere sia pubbliche che private, assicurerebbero un afflusso di capitale da poter poi coadiuvare con i fondi pubblici all'università a alla ricerca" spiega Francesco Vicenzoni, studente di giurisprudenza. "La nostra battaglia è convincere l'opinione pubblica a essere dalla nostra parte – prende la parola Damiano Fermo, presidente del Consiglio degli Studenti - . Il rettore ha saputo cogliere l'insofferenza degli studenti, i quali vogliono conoscere, sapere e salvare l'università". Per questo il suo invito a tutti i presidi delle facoltà è "riunirsi in assemblea, un giorno della prossima settimana, tra martedì e mercoledì". Invito ripreso anche da Mazzucco: e c'è chi ha già deciso. Il preside di Economia, Francesco Rossi, ha fissato l'assemblea martedì dalle 12.30 alle 14; non sa ancora quando, ma accoglie la richiesta anche Maurizio Pedrazza Gorlero, preside di giurisprudenza. Anche Carlo Morandi, Scienze motorie, si rende disponibile. "Prima voglio parlarne con i miei studenti – dice - . Non voglio forzare: se loro sono interessati la organizzerò senz'altro ". Anna Martellato Damiano Fermo Il presidente del consiglio studentesco universitario durante l'assemblea (foto Sartori) Controllati Circa 200 universitari si sono diretti da Palazzo Giuliari al Polo Zanotto seguiti dalle forze dell'ordine. Poi sono entrati in aula magna dove il rettore aveva indetto l'assemblea (Toninelli/Fotoland).

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Venti firme contro la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE I presidi Venti firme contro la Gelmini VERONA - Si allarga il fronte dei presidi delle scuole veronesi che contestano la riforma Gelmini. Ieri mattina a Corte Molon una ventina di dirigenti hanno sottoscritto la lettera aperta al ministro, presentata mercoledì su iniziativa del sindacato Flc-Cgil. "Non si può definire riforma una legge che ripropone sistemi pedagogici superati ormai da molti anni", dice Anna Paola Marconi, del circolo didattico di San Martino Buon Albergo. Tra le proposte, una riduzione del numero di indirizzi delle scuole secondarie e maggiori investimenti sui sistemi di valutazione dei servizi erogati dalle singole scuole. (e.p.) Arrabbiati I dirigenti.

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Masini e Giacobazzi i più critici <Troppi i tagli. E colpiranno tutti> (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Presidi e docenti L'ex sottosegretario Sartor: "La verità è che man Masini e Giacobazzi i più critici "Troppi i tagli. E colpiranno tutti" VERONA - "Non sono per niente d'accordo con quanto ha detto il magnifico rettore". L'assemblea di ateneo ha dato a tutti, studenti e docenti, la possibilità di prendere la parola e di dialogare con il Senato accademico, riunito, nella sua versione "ristretta", dietro la cattedra dell'aula magna. E il primo intervento, di Andrea Masini, insegnante di quella facoltà di Scienze, unica a Verona ad aver fermato le lezioni per protesta, è anche il più drastico. "La legge 133 – ha detto Masini – non è una riforma della scuola, ma un insieme di tagli finanziari che colpirà tutti. Purtroppo, dalle parole del rettore, sembrerebbe che si voglia distinguere le università di serie A, quelle che hanno i conti in regola, da quelle di serie B, in difficoltà economica, quando bisognerebbe guardare alla qualità dei servizi offerti". Argomenti simili a quelli che sono riecheggiati più di una volta in occasione delle assemblee degli studenti di questi giorni dai quali è provenuta a più riprese l'accusa, rivolta al rettore, di campanilismo. Anche il preside di Scienze, Roberto Giacobazzi, seppur in termini più moderati, sposa la linea della vicinanza agli altri atenei. "Se a una università vengono tagliati i fondi – ha detto – tutto il sistema ne soffre, perché la ricerca e i concorsi si fanno anche con i colleghi degli atenei in perdita. Il ddl è sbagliato perché taglia indiscriminatamente, quando, piuttosto c'è bisogno del contrario: entrate che tengano conto della produttività, come avviene in Francia". Anche due nomi della politica nazionale, entrambi insegnanti a Verona, sono intervenuti nel dibattito: l'europarlamentare Donata Gottardi e Nicola Sartor, sottosegretario all'Economia del ex governo Prodi. "Non è vero – ha detto Sartor – che mancano i fondi, ma la volontà di trovarli. L'università è un diritto che va garantito con un accesso gratuito anche se selettivo". Critiche alla riforma anche da parte del preside di Giurisprudenza, Maurizio Pedrazza Gorlero e del suo collega di Economia, Filippo Rossi: il primo si è focalizzato sui tagli "senza disegno" proposti dal governo, il secondo si è detto contro il turn over: "è la prima cosa da abolire". Unico a dirsi soddisfatto del decreto Gelmini è il direttore amministrativo Antonio Salvini: "C'è un lato positivo – ha detto – senza di essa il governo avrebbe avuto la scusa per disinteressarsi all'università". La parola, la prossima settimana, passerà alle assemblee di facoltà, richieste a più riprese dagli studenti. A Scienze della formazione si terrà martedì, con blocco delle attività. Lezioni regolari invece per Medicina, in assemblea mercoledì alle 16,45, orario in cui non ci sono corsi. "Più che il rettore sono stati gli studenti a chiedermelo – dice il preside Michele Tansella – per loro perderle sarebbe stato un problema". Economia farà l'assemblea martedì dalle 12,30 alle 14, Giurisprudenza e Scienze motorie devono ancora decidere la data. D.O. Le assemblee Da martedì cominceranno nelle varie Facoltà Scienze ha già deciso.

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Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi (sezione: Scuola)

( da "Figaro, Le" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Richard Heuzé 24/10/2008 | Mise à jour : 21:09 | . En signe de protestation, à l'image de ce cours improvisé place Farnese à Rome, étudiants et professeurs ont investi les rues du pays. Crédits photo : AFP La gauche italienne manifeste samedi dans les rues de Rome et espère capitaliser le mécontentement étudiant. Manifestations (300 en quinze jours), occupation jour et nuit de lycées (170) et de facultés (20), pétitions et cours improvisés dans la rue et sur les places publiques, haut-parleurs en main des professeurs : la révolte étudiante s'amplifie contre la réforme ­scolaire et sert de moteur à une gauche encalminée dans ses perpétuelles divisions. Une phrase malheureuse de Silvio Berlusconi, donnant à croire qu'il aurait envoyé la police pour dégager les universités, a jeté de l'huile sur le feu. Le brasier de la révolte a rapidement gagné tout le pays : de Turin et Milan à Palerme en passant par Padoue, Rome, Florence et Cosenza, des milliers d'adolescents sont descendus dans la rue pour défendre l'autonomie de leurs établissements. De Pékin, où il se trouvait vendredi, le président du Conseil a retiré des propos qu'il affirme n'avoir jamais tenus. Quarante ans après Mai 68, un vent de fronde souffle à nouveau sur le monde universitaire. Les manifestations sont plutôt bon enfant, mais les leaders de la contestation sont déterminés à obtenir le retrait de la loi sur l'école que le Sénat devrait adopter avant la fin du mois. Le slogan de Barack Obama - " yes we can " (oui, nous pouvons) -, fait fureur. De jeunes gens qui ­commencent l'université avec la conscience que leurs diplômes ne suffiront pas à leur garantir un emploi sont déterminés à " aller jusqu'au bout ". Aucun d'eux ne rejette a priori le contenu didactique de la réforme, le retour au maître unique et à la note dans les petites classes, l'allongement de la durée hebdomadaire d'études ou encore l'évaluation des professeurs au mérite, qu'un grand nombre estiment nécessaire. En revanche, ils protestent contre la diminution des crédits ­scolaires, le gel des effectifs et l'ouverture aux capitaux privés. Alliance électorale rompue Ils n'entendent pas pour autant cautionner les partis de gauche. Des sénateurs du Parti démocrate (PD, opposition) sortis jeudi du Sénat pour se solidariser avec un cortège d'étudiants ont été copieusement sifflés. " Le PD est autant responsable que la droite de l'incurie dans laquelle se débat l'université ", affirme un étudiant. Le gouvernement, qui avait sous-estimé la réaction des étudiants, se reprend. Un peu tard, la ministre de l'Instruction publique, Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche. PD et Italie des Valeurs (IDV), la formation de l'ancien juge d'instruction de " mains propres " Antonio di Pietro, viennent en effet de rompre leur alliance électorale. Une dissension qui s'ajoute à celle des communistes. Quant aux syndicats, ils se sont déjà divisés sur l'école, les autonomes ayant manifesté samedi dernier tandis que les confédérations ouvrières tiendront leur journée d'action le 30 octobre.

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La Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)

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Il ministro non cede davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende male". Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in piazza. A Bologna polemiche per Annozero

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA La Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma Il ministro non cede davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende male". Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in piazza. A Bologna polemiche per Annozero Roma, 24 ottobre 2008 - “Se non li liberate non ce ne andiamo”: questo lo slogan che alcune centinaia di manifestanti scandiscono da diversi minuti davanti l'Auditorium dove, circa mezz'ora fa, si sono verificati momenti di tensione tra gli studenti e le forze dell'ordine a protezione del Festival. I manifestanti, in questo momento, stanno chiedendo alle forze dell'ordine il rilascio di una decina di ragazzi che, secondo quanto denunciano, sarebbero stati fermati al termine del corteo che questo pomeriggio si e' concluso al Parco della Musica. I manifestanti si trovano ora di fronte al 'red carpet' del Festival, seduti per terra in attesa di notizie da parte della polizia. Intanto la kermesse sta continuando regolarmente, tanto che attori e registi stanno sfliando sul tappeto rosso. Anche oggi occupazioni, scioperi e cortei di studenti contro il ministro Gelmini che, nel frattempo, ha iniziato a incontrare alcune rappresentanze studentesche. Falliti i primi incontri con Uds e Udu. I primi sono lapidari: "Non ci siamo seduti al tavolo. Abbiamo consegnato una lettera in cui si richiede il ritiro immediato dei decreti 133 e 137. Questa consultazione è tardiva e di facciata". Dialogo già chiuso anche per l'Udu: "Il tavolo di trattativa con il ministro è chiuso in quanto non è stata accolta la nostra richiesta di abrogazione degli art.16 e 66 della legge 133, per noi prerogativa per l'apertura del dialogo". Per questo, l'Udu ha rilanciato "le iniziative di protesta", assieme a "tutte le altre realtà che condividono questa grande battaglia di democrazia che deve diventare propria dell'intera società civile". Dal canto suo, il ministro Gelmini fa sapere di aver chiesto ai ragazzi "se la scuola e l'università così come sono li soddisfino. Un'università ed una scuola che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi siamo tra i primi d'Europa. Il problema è che si spende male". Intanto manifestazioni si sono svolte, tra le altre, a Milano, Napoli, Rovigo, Cagliari, Catanzaro e Bergamo. A Roma, un corteo organizzato dall'Unione degli studenti ha attraversato la città dal Circo Massimo a piazza Navona, nei pressi del Senato. Un altro drappello di manifestanti, alcune centinaia, si sono invece diretti all'Auditorium dove si tiene il festival del cinema di Roma. In un clima pacifico, i ragazzi hanno intonato slogan, come "noi la crisi non la paghiamo" e distribuito volantini tra la folla di curiosi e giornalisti. Intanto, polemiche per l'attacco del premier Silvio Berlusconi: "In tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, così come mi ha confermato il ministro dell'Interno, - ha detto il Presidente del Consiglio - ci sono dei facinorosi: non tutti naturalmente, dei piccoli gruppi, ma nei cortei organizzati da queste entità ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali". BERLUSCONI "Facinorosi aiutati dai giornali"Tensione a Milano - Le università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (132 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (94 commenti) Lettera aperta del ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (84 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (72 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (63 commenti) "Le classi separate? 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La foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

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Facoltà occupate e lezioni per strada (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cagliari e Provincia Pagina 1019 Università. Oggi pomeriggio al Bastione di Saint Remy il preside di Lettere spiega come si tutela il patrimonio artistico Facoltà occupate e lezioni per strada Università.. Oggi pomeriggio al Bastione di Saint Remy il preside di Lettere spiega come si tutela il patrimonio artistico Scienze politiche e Psicologia, si dorme in aula magna --> Scienze politiche e Psicologia, si dorme in aula magna Ragazzi in sacco a pelo da mercoledì a Scienze politiche, occupata anche Psicologia. E da oggi si fa lezione per strada. Il calendario degli eventi in vista del grande corteo di giovedì prossimo. Ne hanno discusso con la preside Paola Piras e i prof, poi hanno deciso: occupazione. A Scienze politiche, da mercoledì notte, circa trenta studenti dormono, imbacuccati nei loro sacchi a pelo, in aula magna. La stessa dove di giorno, divisi in gruppi di lavoro e armati di computer, stampanti, fax, telefoni, pianificano le azioni di protesta da mettere in campo da qui alla grande manifestazione di giovedì, quando anche a Cagliari, come in tutta italia, sfilerà la protesta delle scuole e delle università contro il decreto Gelmini e la famigerata legge 133. La stessa dove ogni sera, dopo le 20, si riuniscono le rappresentanze delle verie Facoltà e in cui un cartello avvisa: "L'aula magna è occupata e autogestita. Perciò va curata e rispettata". Idem, ma su scala ridotta, a Psicologia, dove l'aula occupata è la 4/B. In entrambi i casi, occupazione non significa non fare lezione: l'attività didattica prosegue, anche se ricalibrata, con le lezioni che si spostano fuori dalla Facoltà, in strade e piazze, e la Facoltà che si apre invece a dibattiti, approfondimenti, seminari. Come a Lettere, dove ieri il preside Roberto Coroneo e due rappresentanti degli studenti, Gianvito di Stefano e Federico Serra, hanno convocato i giornalisti per rendere noto il calendario della didattica rivoluzionata. Primo appuntamento ieri pomeriggio nelle aule 15, 16 e 17 con un seminario su "La legge 133 e le sue ricadute sull'Università di Cagliari". Alle 17,30, invece, nell'aula magna delle lauree (secondo piano del vecchio stabile: l'altra aula magna, quella del corpo aggiunto, è rimasta allagata mercoledì scorso, il giorno del nubifragio) Cristina Lavinio e Franco Mannoni presenteranno il libro Chiamalo pure amore , di Maria Giacobbe. Si continua, sempre in Facoltà, questa mattina con una tavola rotonda dedicata a temi di stretta attualità, dopo l'alluvione dei giorni scorsi: "Ambiente, paesaggio, territorio: concetti geopolitici?" A discuterne, Antonio Loi, Fabio Parascandolo, Marcello Tanca. Alle 16,30, invece, la prima delle annunciate lezioni all'aperto. L'appuntamento è al Bastione di Saint Remy, dove il preside Roberto Coroneo, che è docente di Storia dell'arte, parlerà "Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia". Domani, alle 10, altra lezione per strada. Alfonso Stigliz affronterà "Il caso Tuvixeddu" in piazza Sorcinelli (il parcheggio fra viale Trento e viale Trieste). Tre le lezioni previste al Bastione di Saint Remy per lunedì mattina. Alle 10 Claudio Natoli parlerà di "Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica", alle 10,30 Annamaria Loche di "Pace e diritti umani", alle 11 Cristina Lavinio di "Educazione linguistica democratica". Alle 14 si torna in Facoltà ma per un evento artistico: sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo scultore Pinuccio Sciola farà ascoltare agli studenti "La musica delle pietre", cioè delle sue celebri sculture sonore. Alle 16,30, invece, prenderà il via in aula magna il seminario di Maurizio Virdis dedicato alle "Idee di letteratura", che prevede un secondo incontro per martedì alle 9. Spazio anche al cinema con la proiezione, lunedì alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu, del film di François Truffaut Fahreneit 451 , con la famosa scena del rogo dei libri. Proiezione e dibattito sono curati da David Bruni e Antioco Floris, che cureranno anche il secondo incontro cinematografico, martedì alla stessa ora nella stessa sala, con il film di Nicolas Philibert Essere e avere . Martedì alle 12 si terrà un laboratorio itinerante di cartografia a cura di Isabella Zedda "Per le vie di Cagliari": partenza dal Bastione di Santa Caterina. Alle 14 di nuovo sulla scalinata d'ingresso di Lettere per una lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino su "In viaggio con Erodoto". Alle 16, in aula 15, una lezione di Giulio Paulis su "Forme e modalità del discorso persuasivo", cui seguirà una tavola rotonda con Maria Teresa Marcialis, Pierluigi Lecis e Francesca Crasta su "La funzione critica della ragione". Mercoledì, di nuovo all'aperto: in piazza del Carmine, a discutere de "Il futuro dell'università italiana: istituzioni pubbliche o fondazioni private" . Il calendario finisce lì, nella piazza in cui nel pomeriggio si terrà l'incontro organizzato dalle scuole e da cui, l'indomani, prenderà il via il corteo. "Ma andremo avanti anche in novembre", promette Coroneo. MARCO NOCE.

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Le piazze nuovamente megafono di opinioni (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prima Pagina Pagina 2 La protesta del Pd e degli studenti Le piazze nuovamente megafono di opinioni La protesta del Pd e degli studenti di Gianni Filippini --> di Gianni Filippini I palcoscenici istituzionali della politica devono farsi di nuovo da parte. Ancora una volta il confronto democratico si è spostato nelle piazze. E ha ragione Pier Ferdinando Casini, per esempio, a dirsene seriamente preoccupato. Ovviamente non è in discussione la piazza come luogo di corretto esercizio del diritto a esprimere un'opinione. A essere inaccettabile è l'uso distorto e scorretto che talvolta se ne fa con comportamenti violenti e prevaricatori. Sono migliaia gli studenti che da qualche giorno hanno deciso di protestare all'aperto contro la legge Gelmini e contro la legge finanziaria. Oggi sarà il centrosinistra - sollecitato dal Pd - a suonare le trombe della mobilitazione. Perché vuole contarsi, perché spera di poter mostrare muscoli forti. Come in passato ha fatto il centrodestra. Evidentemente è un malcomune quello di gridare sperando di farsi ascoltare dalla parte opposta. Pur annunciata come serena esibizione di dissenso, la manifestazione odierna si inserisce nell'arroventato quadro di tensioni e polemiche sulla crisi economica, sulla sicurezza, sull'occupazione, sui contratti. Molto probabilmente i numeri daranno ragione agli organizzatori. Però, il bilancio che se ne potrà fare fra qualche ora rischia comunque di essere soltanto l'ennesimo elenco di accuse pesanti, di insulti incivili, di minacciose contrapposizioni. In altre parole potrebbe confermare il clima sconcertante nel quale ha ripreso a svolgersi l'attività politica. Con toni e linguaggi che sollevano quotidianamente il livello di uno scontro che sottrae energie e lucidità alla soluzione dei gravissimi problemi del Paese sul quale è calato, come in tutto il mondo, l'incubo della recessione. Un esempio significativo, fra i tanti, di questo clima è proposto dalla rottura fra Pd e Idv. Qualcuno infatti ci è andato giù duro e l'ha catalogata come iniziativa di igiene politica. E la definizione appare francamente non soltanto eccessiva ma anche piuttosto debole in fatto di democraticità. Perché non è lecito paragonare l'Idv a qualcosa di infetto. Se ne può criticare - anche duramente - la linea politica. Si possono stigmatizzare gli eccessi polemici del suo leader barricadiero. Però il resto appartiene, appunto, al capitolo delle ingiurie, della volgarità e dell'intolleranza scritto a più mani da una parte e dall'altra. Detto questo rimane da tentare una valutazione del taglio dell'Idv ufficializzato giorni fà nel corso di un'intervista in televisione dal leader del Pd. E allora va subito aggiunto che Veltroni ci ha messo molti mesi per rendersi conto che la convivenza con Di Pietro più che una scommessa persa in partenza era un grave errore. L'incompatibilità era evidente. Le idee e i comportamenti dell'ex pm, la sua predisposizione al braccio di ferro, non potevano (e quindi non dovevano) trovare posto in un partito pensato (e sognato) come aperto al dialogo con la maggioranza e disposto a sincere collaborazioni. Soprattutto se il retroscena era soltanto la speranza di mettere insieme qualche numero elettorale. Poco importa, adesso, che il leader del Pd - un po' per scelta e molto per l'indisponibilità della controparte - abbia imboccato la vecchia strada deludendo così molte delle attese che aveva suscitato in una vasta area dell'elettorato. Oggi, un'opposizione ulteriormente sfilacciata spera di trovare il proprio rilancio in piazza. Ma non saranno le urla e gli striscioni a renderlo concreto e credibile.

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3/11 (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 3 3/11 di Redazione Gli studenti non mancheranno alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico. Sarà l'occasione per un faccia a faccia con il ministro Mariastella Gelmini. Parteciperanno ragazzi di superiori e università. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Di destra Azione Universitaria chiede di abbattere i <baroni> (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 6 Di destra Azione Universitaria chiede di abbattere i "baroni" di Redazione "È stata un'ora di confronto leale ma serrato col ministro Gelmini che si è dimostrata disponibile ad ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre proposte per migliorare il futuro dell'università e degli studenti. Adesso vedremo i fatti". Lo ha affermato la delegazione di Azione universitaria, guidata dal presidente Giovanni Donzelli e composta anche dai due vicepresidenti Vittorio Pesato e Simone Pelosi e dal capogruppo al Cnsu Andrea Volpi. "Abbiamo chiesto di scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento delle tasse universitarie e delegittimazione del ruolo delle rappresentanze studentesche". Non solo: "Abbiamo anche domandato di ridimensionare il potere delle caste baronali, lo stop ai corsi di studio e alle sedi inutili e un taglio deciso agli sprechi e alla malagestione dei fondi". "Affinché la voce degli studenti sia parte integrante del processo di riforma - hanno concluso Donzelli e Volpi - abbiamo inoltre chiesto, ottenendo buone disponibilità, di partecipare alla stesura del regolamento che normerà la possibilità di trasformazione in Fondazioni ed alla vera riforma dell'Università". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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La testimonianza Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 4 La testimonianza Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico di Redazione Ho visto giovedì sera AnnoZero, dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto. Il programma d'allora si chiamava Samarcanda. E anche allora - come oggi - Santoro amava i collegamenti con vocianti assemblee giovanili: risuonanti di slogan settari e banalmente ripetitivi. Il tema della serata mi pare fosse l'università, travagliata dalle solite occupazioni nel corso delle quali apprendisti demagoghi arringavano compagni e compagne dal pugno chiuso. Noi del Giornale - ma anche altri quotidiani - eravamo sommersi da lettere di studenti e di genitori indignati per la sopraffazione d'una minoranza aggressiva nei confronti della "maggioranza silenziosa". Chi voleva studiare non poteva farlo, gli atenei erano ridotti alla paralisi. Per la puntata di Samarcanda fui invitato in studio da Santoro. Lontano, a Roma e a Palermo, rumoreggiavano folle di ragazze e ragazzi tarantolati dalla furia contro le istituzioni repressive (Berlusconi era di là da venire). Quando i capetti ribelli colloquiavano con Santoro rivendicavano virtuosamente il carattere democratico, pluralista, aperto delle loro iniziative. Venuto per me il momento d'intervenire, chiesi pacatamente come mai, essendo il movimento democratico pluralista e aperto, tutti nelle assemblee dicessero le stesse cose; e come mai non si vedesse traccia dei tanti che erano di parere opposto. Accadde, nei collegamenti esterni, il finimondo. Fui bersagliato da grida e parolacce. A Palermo risuonò l'invettiva che la sinistra tiene in serbo per queste circostanze: fascista! Tale fu il tumulto che Santoro dovette a un certo punto interrompere i collegamenti. L'indomani, in una cronaca, Repubblica ammise mestamente che per i dervisci rotanti della contestazione quello era stato un autogol. Rientrato a Milano raccontai a Montanelli - che non aveva seguito Samarcanda - come erano andate le cose. E Montanelli decise che agli sfoghi di quegli invasati dovessimo rispondere con il "fondo" per il giorno successivo. Avrebbe dovuto scriverlo lui, ma non se la sentiva per scarsa conoscenza dei fatti. Sarebbe quindi toccato a me, ma non me la sentivo per essere stato, di quei fatti, protagonista. Concludemmo che l'articolo l'avrei scritto io, e Montanelli l'avrebbe firmato. Il che puntualmente avvenne. Credo che l'espediente non abbia giovato. Fui duro, ma probabilmente non abbastanza. Dovendo polemizzare in mio favore, ma con firma montanelliana, mi trattenni. Di mano sua Montanelli - quel Montanelli che non poteva soffrire il ribellismo scriteriato dei collettivi studenteschi - avrebbe fustigato ancor più pesantemente. Da quel tempo lontano quando Michele Santoro m'incontra ricorda ridacchiando che quella sera ho avuto un gran colpo di fama. Me lo dice - abbiamo un ottimo anche se saltuario rapporto - come se dovessi essergli grato per la canea di Samarcanda. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 5 I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private di Redazione In piazza istigano gli studenti a battersi per la pubblica, ma in famiglia guai a mescolare i loro ragazzi con gli altri Rutelli, Finocchiaro, Santoro hanno preferito licei esclusivi e istituti d'élite. Dove si studia e non si occupa mai La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008. Questa è la scuola dove la lingua straniera è l'italiano; dove si sfila sì, ma non a urlare la rabbia adolescenziale, bensì - dopo l'ultima campanella del vendredi - davanti alla bandiera tricolore, che poi non è nemmeno quello italiano. Questa è la scuola dove va la figlia di Santoro Michele, difensore televisivo della scuola pubblica e cliente per interposta persona - ma personalissimo assegno - della scuola privata. Pubbliche virtù, ma vizi privati. E che scuola privata, poi. Liceo "Chateaubriand", in via di Villa Patrizi, a un passo da quella Porta Pia dove Roma si riconsegnò all'Italia. Qui però Roma torna a essere francese. Sortilegi del privato d'importazione, soldi di casa nostra che ingrassano le vacche altrui: dove si paga non si sciopera, dove la moneta unge il meccanismo, quello funziona senza incepparsi. Perché qui si fa sul serio: la Santorina e i suoi compagnucci costano ai loro genitori da 3.486 a 4.074 euro l'anno più mille per l'iscrizione più 914 per la mezza pensione per cinque giorni a settimana più 286 per gli esami obbligatori. Il totale fatelo voi. Ma capite quanto sono lontane da qui le miserie della scuola pubblica? Un salasso pienamente giustificato, per carità. Vuoi mettere la soddisfazione di sapere tuo figlio à l'école mentre in città le classi sono muri per ragnatele? E il ciclo è completo, dalla culla alla Smart. "Si va dalla materna alle superiori - ci spiegano nell'administration -. Abbiamo tre sedi in tutto dove si insegna e si parla rigorosamente in lingua francese. Gli studenti sono 1.500, tra figli di diplomatici, di politici, membri della Fao e di altre organizzazioni internazionali". Qui funziona come nei salotti che contano: è non esserci che fa rumore. Anche se: "In tanti ci provano, spesso spinti dai genitori, ma non tutti ci riescono - ammette un'impiegata - il livello è alto, non è ammesso il minimo errore di grammatica, abbiamo cominciato da poco eppure già in quattro hanno rinunciato". Dura, la vita del rampollo radical chic. E una volta che ci si è, nemmeno basta. Bisogna anche apparire, rispettare l'inesorabile dress code dei giovanotti-bene: tutti con denti sbiancati, capelli cotonati, polo e jeans delle solite tre marche, scarpe e zainetti fabbricati con lo stampino. Devianza? Qu'est-ce que c'est? Poi, appena usciti dalle classi, sciamando per le scale, i ragazzi archiviano la erre moscia e si riappropriano dello strascicato romanaccio, si annodano stretta stretta la sciarpa della Roma - vabbé il francese, ma 'sto Chateaubriand mica è stato mai capocannoniere: meglio Totti -, e si fumano i pacchi di sigarette nascosti sotto la sella. "Mio padre ha insistito perché mi iscrivessi qui, a me non sarebbe mai venuto in mente", ci confessa Stefano. "Ci sono parecchi stranieri, è vero, ma altrettanti sono figli d'italiani delle migliori famiglie cittadine", aggiunge candidamente un compagno. Sulla riforma Gelmini non si pronunciano, forse nemmeno sanno cos'è. Di certo non provano invidia per i loro coetanei che in questi giorni se ne vanno in giro all'aria aperta. "Da lunedì fino al 4 novembre la scuola è chiusa, qui di vacanze ne abbiamo tante, nemmeno potete immaginare quante sono". Noblesse oblige. (ha collaborato Marco Morello) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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All'Istruzione mancano 400 milioni (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 0 All'Istruzione mancano 400 milioni di Geronimo La scuola e l'Università, da che mondo e mondo, sono sempre stati i luoghi in cui più facilmente si sono accese le proteste. Qualche volta contro ogni logico cambiamento, alcune volte per questioni politiche, altre volte ancora per difese corporative. Scuola e Università sono luoghi in cui si sommano e si mescolano le tensioni giovanili, i disagi delle famiglie e gli interessi di categorie importanti per numero e qualità. Questo per dire che è profondamente sbagliato lasciarsi intimidire dalle proteste ma è altrettanto sbagliato liquidarle con battute di sufficienza. L'attuale protesta contro il ministro Gelmini non si sposta da questa antica tradizione in cui ragioni di merito, questioni politiche ed esuberanze goliardiche fanno un mix esplosivo capace di riempire le piazze di mezza Italia. Nell'assordante confusione di questi giorni pochi ricordano che il centrodestra con il ministro Moratti già introdusse due riforme della scuola, quella del cosiddetto primo ciclo (elementari e medie inferiori) entrata in funzione nel 2006 e quella del secondo ciclo la cui applicazione è stata rinviata dal governo Prodi. Se si va a vedere da vicino i contenuti del decreto Gelmini si resta di stucco. Il voto in condotta, ad esempio, era già stato introdotto dalla riforma Moratti e il passaggio dal giudizio ai tradizionali voti per valutare gli studenti è ampiamente apprezzato dalle famiglie e dai professori. Il punto dolente resta quello che nella protesta passa per il maestro unico e che nella difesa d'ufficio viene invece etichettato come maestro prevalente figura, peraltro, già introdotta dalla stessa riforma Moratti. La differenza sta nel fatto che nel decreto Gelmini il maestro è prevalente perché svolge il suo lavoro per una classe per 24 ore settimanali, mentre nella riforma Moratti era prevalente perché guidava la classe per 18 ore. Si tratta di un differenziale di sei ore settimanali che ha certamente effetti sulla organizzazione della scuola elementare, ma non devastanti come la protesta di piazza proclama. D'altro canto opposizione, movimenti di piazza e sindacati sono fuori tempo e sbagliano persona confondendo Gelmini con Tremonti. Lungi da noi, naturalmente, esporre più di tanto il ministro dell'Economia in un momento così complicato, ma sta di fatto che il decreto Gelmini altro non è che l'applicazione concreta dei tagli approvati con la manovra economica del luglio scorso. I lettori sanno come noi siamo stati tra i primi a sottolineare i rischi di una manovra economica di ottanta articoli approvata in soli nove minuti dal consiglio dei ministri e in pochi giorni dal Parlamento con il voto di fiducia avendo ricordato per tempo il vecchio proverbio secondo il quale per la fretta la gatta partorì i gattini ciechi. La dimostrazione di ciò che diciamo sta nel fatto, ad esempio, che proprio nel bilancio del ministero della Pubblica istruzione mancano all'appello oltre 400 milioni per oneri incomprimibili riguardanti i fitti, le utenze e le pulizie nelle istituzioni scolastiche centrali e periferiche. Il che determinerà inevitabilmente l'ulteriore accrescimento di debiti sommersi che ormai superano i 2 miliardi di euro per le sole amministrazioni centrali dello Stato. Noi sosteniamo da sempre che la necessaria riduzione della spesa pubblica è tanto più agevole quanto più alta è la crescita economica, ma su questo terreno da quindici anni l'Italia è la Cenerentola d'Europa con la conseguenza che ogni taglio di spesa finisce per essere devastante sul piano sociale. Di qui allora si deve partire anche nella vicenda della scuola e dell'Università per un confronto parlamentare di merito in cui, abbandonando i pregiudizi politici, si cerchino punti di equilibrio e di sostenibilità tra politiche di bilancio e politiche settoriali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Berlusconi avverte: "Oggi Pd in piazza attenti ai facinorosi" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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N. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Berlusconi avverte: "Oggi Pd in piazza attenti ai facinorosi" di Adalberto Signore E per spiegare la riforma Gelmini si prepara a mandare deputati e senatori davanti alle scuole nostro inviato a Pechino In Italia è l'alba quando Silvio Berlusconi torna ancora una volta sulla questione scuola. Per rispondere alle critiche arrivate dal Pd dopo che il premier aveva detto di non aver mai "neanche pensato" di utilizzare la polizia nelle scuole, ma soprattutto per mandare un messaggio chiaro in vista della manifestazione di oggi pomeriggio a Roma. Insomma, pur senza mai nominare Walter Veltroni e la piazza che si appresta a protestare contro il governo, le parole di Berlusconi non lasciano spazio a dubbi. "Se ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare - dice nella hall dell'Hotel Ritz Carlton di Pechino - hanno tutte le strade possibili immaginabili per farlo. Lo Stato però deve fare lo Stato e garantire i diritti di tutti". Certo, la maggioranza è gente che "manifesta perché si oppone" ma "sappiamo che ci sono anche piccoli gruppi" organizzati "dall'estrema sinistra e dai centri sociali" che "hanno il supporto dei giornali". Parole che lette all'indomani delle proteste contro la riforma Gelmini non fanno che confermare la linea dura dell'esecutivo, perché "non è possibile che a chi non condivide la mobilitazione sia impedito l'accesso alle strutture pubbliche". Ma che ascoltate alla vigilia della tanto attesa piazza del Pd che oggi si riunirà al Circo Massimo possono suonare anche come un monito, perché se Veltroni non saprà gestire a dovere l'appuntamento - allargato a Italia dei valori e parte della sinistra radicale - il rischio serio che corre l'opposizione è quello dell'autogol. Se il raduno del Pd dovesse trasformarsi in uno dei tanti girotondi antiberlusconiani, infatti, il Cavaliere potrebbe facilmente sostenere di esser stato buon profeta. Anche per questo - rientrato in albergo dopo un pranzo all'insegna dell'italianità nel tre piani di "Piazza Italia" - il premier non lascia spazio ad alcuna ipotesi di dialogo: "Dicono che sono un dittatore, mi chiedo perché dovrei farlo". D'altra parte, due sono le ipotesi: se è vero "do solo ordini e mi impongo" mentre se è falso e "la realtà è che siamo in un Paese democratico" non si capisce perché "devo dare credito a chi afferma che siamo in un regime". Insomma, "non ci può essere alcun dialogo con chi è su queste posizioni irrealistiche ed è totalmente inattendibile". E dunque "io vado avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti i teatri e teatrini che mette in campo la sinistra". Un messaggio tanto chiaro che quando sono ormai passate le dieci e mezzo di sera e il premier incontra ancora una volta i giornalisti a Veltroni non vuole concedere neanche la soddisfazione di una replica. Il leader dell'opposizione dice che "più che commentare aspetta la sua smentita", gli fa presente un cronista. Berlusconi tace qualche istante e risponde: "Non replico neppure, non è il caso. Ormai ci ho fatto l'abitudine, ho la pelle dura e spessa, sono abituato a ricevere insulti e calunnie. Metto tutto in un unico fascio". Prima di congedarsi, il Cavaliere torna ancora sulla scuola. "Ho letto un po' di titoli di giornali - dice - e le persone di buon senso credo che sappiano dare giudizi su quel che vedono...". Dopo le critiche di giovedì, dunque, il premier ribadisce di essere "deluso" dal modo con cui i giornali hanno trattato la vicenda. Dell'idea "spiritosa" che ha in mente per far sì che chi vuole partecipare alle lezioni durante gli scioperi non sia costretto a restare a casa ancora una volta non parla. "La dirò a tempo debito", spiega. Ma sembra che l'intenzione sia quella di lanciare una vera e propria contromobilitazione con deputati e senatori che si presentano sotto le scuole per spiegare la riforma Gelmini e "rispondere alle falsità della sinistra". Mercoledì scorso, infatti, dal quartiere generale di Forza Italia è stata inviata a tutti i parlamentari del Pdl una mail con due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si elencano punti salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in cui si critica l'atteggiamento disfattista dell'opposizione. Sarà questo il materiale che deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio territorio, per contrastare la "campagna di disinformazione" sulla scuola. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 6 Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" di Antonio Signorini E loro imitano la Cgil Il ministro riceve i giovani per discutere il decreto I duri della protesta non si siedono neppure al tavolo I "piccoli" dell'Uds non si sono nemmeno seduti. Hanno consegnato al ministro Mariastella Gelmini una lettera e se ne sono andati. Gli universitari dell'Udu, invece, si sono alzati dal tavolo poco dopo l'inizio dell'incontro. Insomma, ieri, all'atteso incontro tra governo e associazioni studentesche, se non fosse stato per la giovane età, sembrava di trovarsi di fronte a navigati e un po' polverosi sindacalisti. è andato in scena il classico copione delle trattative morte in partenza, come quella per la riforma dei contratti, con la Gelmini nel ruolo di Confindustria e le due principali organizzazioni studentesche perfettamente calate nei panni della Cgil di Guglielmo Epifani. Fatto non straordinario se si pensa che l'Unione degli studenti medi è nata da una costola del sindacato di sinistra e che l'Unione degli universitari è tuttora legata alla confederazione da un patto di lavoro. Di fatto, è un sindacato studentesco federato alla principale organizzazione del lavoro. Rispettato in pieno il protocollo che negli ultimi tempi è stato applicato a tutte le trattative alla quale ha partecipato la Cgil. Gli studenti dell'Uds hanno consegnato una lettera al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini nella quale chiedono al governo di fare marcia indietro su tutto. Gli studenti di sinistra hanno precisato che non parteciperanno al confronto fino a quando il ministro non avrà ritirato il decreto 137. Percorso e motivazioni identiche per gli universitari che hanno dichiarato chiuso il tavolo con il ministro "in quanto non è stata accolta la nostra richiesta di abrogazione degli articoli 16 e 66 della legge 133, per noi prerogativa per l'apertura del dialogo". A poco sono valse le spiegazioni che Gelmini ha fornito a chi è rimasto al tavolo. I soldi per l'istruzione ci sono, ma vengono spesi male. "Ci sono 94 università, più 320 sedi distaccate nei posti più disparati" e poi "37 corsi di laurea con 1 solo studente", "327 facoltà non superano i 15 iscritti". Il merito interessa poco quando fuori impazzano cortei e occupazioni, quindi le associazioni della sinistra ufficiale sono tornate in piazza, riunendosi all'ala più estrema, quella dei collettivi. Le posizioni sono rimaste immutate, la Rete degli studenti medi, anche questa federata alla Cgil, ha bocciato i due provvedimenti del ministro: "Per noi l'intera riforma è solo un modo per risparmiare 8 miliardi di euro", ha spiegato il portavoce Luca De Zolt. "Su questo il ministro non ci ha risposto. Continueremo con le proteste e ogni scuola deciderà singolarmente se occupare". Immediata la solidarietà del Partito democratico: "La volontà della Gelmini di non ritirare" i provvedimenti "conferma che per il ministro il dialogo è poco più che una questione da cerimoniale", ha spiegato Manuela Ghizzoni. Anche gli esponenti più moderati hanno dato ragione alle organizzazioni che hanno scelto la rottura: "Questi ragazzi avvertono che in questo modo si compromette il loro futuro, quindi consiglierei di ascoltarli", ha commentato Massimo D'Alema. E, chiaramente, il sindacato. In particolare le sigle degli insegnanti che hanno invitato gli studenti di sinistra a raggiungerli il 30 ottobre: il giorno in cui si svolgerà lo sciopero generale della scuola e la manifestazione nazionale a Roma. Dall'alleanza studenti-operai del Sessantotto a quella studenti-insegnanti del 2008 il passo è breve per Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, entusiasta per il no degli studenti a Gelmini: "Si sta compiendo quello che non accadeva da diversi lustri con sindacati di categoria, tutti e uniti, lavoratori anche di altre categorie sindacali, studenti, medi e universitari, genitori, famiglie, associazioni, amministrazioni locali, tutti insieme per difendere il futuro del Paese, il diritto al sapere e il valore della conoscenza". Le altre associazioni studentesche hanno continuato a trattare. Le associazioni cattoliche e quelle di destra, oltre ai ricercatori dell'Adi (Associazione dottorandi e dottori di ricerca). "Abbiamo chiesto di non penalizzare il diritto allo studio delle periferie - ha spiegato Marco Iasevoli, responsabile giovani di Azione cattolica - e il ministro ci ha assicurato che le variazioni saranno di carattere amministrativo ma non verranno chiusi plessi scolastici". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Ecco il paradiso dei radical chic dove si paga per non scioperare (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Ecco il paradiso dei radical chic dove si paga per non scioperare di Andrea Cuomo La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008. Questa è la scuola dove la lingua straniera è l'italiano; dove si sfila sì, ma non a urlare la rabbia adolescenziale, bensì - dopo l'ultima campanella del vendredi - davanti alla bandiera tricolore, che poi non è nemmeno quello italiano. Questa è la scuola dove va la figlia di Santoro Michele, difensore televisivo della scuola pubblica e cliente per interposta persona - ma personalissimo assegno - della scuola privata. Pubbliche virtù, ma vizi privati. E che scuola privata, poi. Liceo "Chateaubriand", in via di Villa Patrizi, a un passo da quella Porta Pia dove Roma si riconsegnò all'Italia. Qui però Roma torna a essere francese. Sortilegi del privato d'importazione, soldi di casa nostra che ingrassano le vacche altrui: dove si paga non si sciopera, dove la moneta unge il meccanismo, quello funziona senza incepparsi. Perché qui si fa sul serio: la Santorina e i suoi compagnucci costano ai loro genitori da 3.486 a 4.074 euro l'anno più mille per l'iscrizione più 914 per la mezza pensione per cinque giorni a settimana più 286 per gli esami obbligatori. Il totale fatelo voi. Ma capite quanto sono lontane da qui le miserie della scuola pubblica? Un salasso pienamente giustificato, per carità. Vuoi mettere la soddisfazione di sapere tuo figlio à l'école mentre in città le classi sono muri per ragnatele? E il ciclo è completo, dalla culla alla Smart. "Si va dalla materna alle superiori - ci spiegano nell'administration -. Abbiamo tre sedi in tutto dove si insegna e si parla rigorosamente in lingua francese. Gli studenti sono 1.500, tra figli di diplomatici, di politici, membri della Fao e di altre organizzazioni internazionali". Qui funziona come nei salotti che contano: è non esserci che fa rumore. Anche se: "In tanti ci provano, spesso spinti dai genitori, ma non tutti ci riescono - ammette un'impiegata - il livello è alto, non è ammesso il minimo errore di grammatica, abbiamo cominciato da poco eppure già in quattro hanno rinunciato". Dura, la vita del rampollo radical chic. E una volta che ci si è, nemmeno basta. Bisogna anche apparire, rispettare l'inesorabile dress code dei giovanotti-bene: tutti con denti sbiancati, capelli cotonati, polo e jeans delle solite tre marche, scarpe e zainetti fabbricati con lo stampino. Devianza? Qu'est-ce que c'est? Poi, appena usciti dalle classi, sciamando per le scale, i ragazzi archiviano la erre moscia e si riappropriano dello strascicato romanaccio, si annodano stretta stretta la sciarpa della Roma - vabbé il francese, ma 'sto Chateaubriand mica è stato mai capocannoniere: meglio Totti -, e si fumano i pacchi di sigarette nascosti sotto la sella. "Mio padre ha insistito perché mi iscrivessi qui, a me non sarebbe mai venuto in mente", ci confessa Stefano. "Ci sono parecchi stranieri, è vero, ma altrettanti sono figli d'italiani delle migliori famiglie cittadine", aggiunge candidamente un compagno. Sulla riforma Gelmini non si pronunciano, forse nemmeno sanno cos'è. Di certo non provano invidia per i loro coetanei che in questi giorni se ne vanno in giro all'aria aperta. "Da lunedì fino al 4 novembre la scuola è chiusa, qui di vacanze ne abbiamo tante, nemmeno potete immaginare quante sono". Noblesse oblige. (ha collaborato Marco Morello) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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N. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico di Mario Cervi Ho visto giovedì sera AnnoZero, dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto. Il programma d'allora si chiamava Samarcanda. E anche allora - come oggi - Santoro amava i collegamenti con vocianti assemblee giovanili: risuonanti di slogan settari e banalmente ripetitivi. Il tema della serata mi pare fosse l'università, travagliata dalle solite occupazioni nel corso delle quali apprendisti demagoghi arringavano compagni e compagne dal pugno chiuso. Noi del Giornale - ma anche altri quotidiani - eravamo sommersi da lettere di studenti e di genitori indignati per la sopraffazione d'una minoranza aggressiva nei confronti della "maggioranza silenziosa". Chi voleva studiare non poteva farlo, gli atenei erano ridotti alla paralisi. Per la puntata di Samarcanda fui invitato in studio da Santoro. Lontano, a Roma e a Palermo, rumoreggiavano folle di ragazze e ragazzi tarantolati dalla furia contro le istituzioni repressive (Berlusconi era di là da venire). Quando i capetti ribelli colloquiavano con Santoro rivendicavano virtuosamente il carattere democratico, pluralista, aperto delle loro iniziative. Venuto per me il momento d'intervenire, chiesi pacatamente come mai, essendo il movimento democratico pluralista e aperto, tutti nelle assemblee dicessero le stesse cose; e come mai non si vedesse traccia dei tanti che erano di parere opposto. Accadde, nei collegamenti esterni, il finimondo. Fui bersagliato da grida e parolacce. A Palermo risuonò l'invettiva che la sinistra tiene in serbo per queste circostanze: fascista! Tale fu il tumulto che Santoro dovette a un certo punto interrompere i collegamenti. L'indomani, in una cronaca, Repubblica ammise mestamente che per i dervisci rotanti della contestazione quello era stato un autogol. Rientrato a Milano raccontai a Montanelli - che non aveva seguito Samarcanda - come erano andate le cose. E Montanelli decise che agli sfoghi di quegli invasati dovessimo rispondere con il "fondo" per il giorno successivo. Avrebbe dovuto scriverlo lui, ma non se la sentiva per scarsa conoscenza dei fatti. Sarebbe quindi toccato a me, ma non me la sentivo per essere stato, di quei fatti, protagonista. Concludemmo che l'articolo l'avrei scritto io, e Montanelli l'avrebbe firmato. Il che puntualmente avvenne. Credo che l'espediente non abbia giovato. Fui duro, ma probabilmente non abbastanza. Dovendo polemizzare in mio favore, ma con firma montanelliana, mi trattenni. Di mano sua Montanelli - quel Montanelli che non poteva soffrire il ribellismo scriteriato dei collettivi studenteschi - avrebbe fustigato ancor più pesantemente. Da quel tempo lontano quando Michele Santoro m'incontra ricorda ridacchiando che quella sera ho avuto un gran colpo di fama. Me lo dice - abbiamo un ottimo anche se saltuario rapporto - come se dovessi essergli grato per la canea di Samarcanda. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Vanno in piazza per la scuola pubblica (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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N. 256 del 2008-10-25 pagina 1 Vanno in piazza per la scuola pubblica di Redazione ma mandano i figli in quella privata Dalla Melandri a Santoro, da Rutelli a Nanni Moretti: per i rampolli solo istituti esclusivi La Gelmini riceve gli studenti. Ma loro imitano la Cgil e non si siedono neppure al tavolo Vizi privati e pubbliche virtù. Dalla Melandri a Rutelli passando per Moretti e Santoro. I guru della sinistra attaccano la riforma della scuola pubblica, ma poi mandano i figli nei più prestigiosi e costosi istituti privati. Viaggio nelle ipocrisie del "belmondo" che accusa il governo, ma che non ha idea di che cosa sia la scuola pubblica oggi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Corteo dei liceali, momenti di tensione al Siotto (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cagliari e Provincia Pagina 1019 Durante una manifestazione pacifica un ristretto gruppo di studenti ha sfondato i cancelli dell'istituto di viale Trento Corteo dei liceali, momenti di tensione al Siotto Durante una manifestazione pacifica un ristretto gruppo di studenti ha sfondato i cancelli dell'istituto di viale Trento --> Sono stanchi di aspettare: per questo ieri mattina centinaia di studenti delle scuole superiori cagliaritane hanno deciso di radunarsi in piazza e poi originare un corteo di protesta contro la riforma Gelmini. Un'iniziativa improvvisata all'ultimo momento, che ha portato 700 giovanissimi alla ricerca di luoghi dove manifestare il proprio dissenso. Attimi di tensione al Siotto, dove un gruppo di scioperanti ha sfondato i cancelli, minacciando di occupare la scuola. Situazione sedata dalle minacce del preside. "Se non ve ne andate subito vi denuncio". Tutto è iniziato per caso. Da giorni gli studenti cagliaritani sono in fermento, ansiosi di iniziare una mobilitazione di massa. I più determinati si sono dati appuntamento ieri mattina in piazza del Carmine. Da qui oltre 700 ragazzi, armati di bandiere e striscioni, hanno deciso di unirsi in un corteo diretto al palazzo del Consiglio regionale. Per raggiungere il proprio scopo hanno invaso la carreggiata di via Roma, innervosendo gli automobilisti. Tappa successiva: la sede della Rai in viale Bonaria, a caccia delle telecamere. Ottenuto l'obiettivo sono poi tornati verso il largo Carlo Felice, per poi immettersi in corso Vittorio Emanuele. Destinazione Siotto. "Non abbiamo niente contro quel liceo", chiariscono, "ci viene solo di passaggio. Gli altri sono troppo lontani". Arrivati in viale Trento la situazione è degenerata. Alcuni studenti hanno sfondato un cancello e invaso il cortile del liceo classico. Immediata la reazione del preside Antonio Loddo, che ha minacciato di denunciare tutti. Ma non c'è stato bisogno di passare alle maniere forti: dopo poco i ribelli hanno abbandonato l'idea e sono usciti, spaventati anche dalla presenza della polizia. "Ci dissociamo da chi ha attuato quel gesto. La nostra vuole essere una protesta costruttiva, non il contrario", hanno sottolineato i più responsabili. Infine hanno fatto ritorno in piazza del Carmine, scortati dalla polizia municipale. Sul posto anche alcuni uomini della Digos, a far capire ai ragazzi che la loro iniziativa, non comunicata in questura, è da considerare abusiva. Intanto fervono i preparativi per una protesta anche al Dettori. Ieri mattina gli alunni del liceo classico di via Cugia si sono radunati in cortile per un'assemblea per decidere il da farsi. Di sicuro non occuperanno: "Sarebbe inutile e deleterio". A pochi metri di distanza gli studenti dell'Eleonora d'Arborea proseguono il loro presidio, alternando riflessioni sulla riforma scolastica a balletti sulle note di Gioca Jouer e Maracaibo. STEFANO CORTIS.

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Scuole a rischio? Ipotesi teoriche (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prov Ogliastra Pagina 6028 Scuole a rischio? Ipotesi teoriche --> Tortolì "Le ipotesi di soppressione di alcune scuole sono solo ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini". Dall'assessore alla cultura Giorgio Murino (foto) arriva una precisazione sull'allarme tagli lanciato in Consiglio provinciale. "Voglio rassicurare i genitori dei ragazzi iscritti ai corsi dell'alberghiero e assegnati al convitto. Quelle di cui abbiamo parlato sono ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini. La provincia Ogliastra si sta attivando per elidere gli effetti dannosi". Inoltre Murino precisa come il convitto dell'alberghiero sia stato erroneamente attribuito all'Istituto agrario ed erroneamente indicato dall'Ispettorato regionale scolastico come istituto da ridimensionare per carenza di iscritti.

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Il Pd alla prova della piazza Premier: 'Celano le divisioni' (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Alle 14 il via ai due cortei diretti al Circo Massimo Roma, il Pd scende in piazza Nella Capitale arriva il popolo dei democratici. In strada anche gli studenti ROMA - Il giorno della manifesta del Pd è arrivato. Walter Veltroni e l'opposizione sono chiamati a sostenere la prova della piazza mentre Roma si riempie del popolo del Partito democratico: ombrelli, fischietti, cappellini e bandiere. Tutto rigorosamente targato Pd. Alle 14 da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani partiranno i cortei che confluiranno al Circo Massimo. "Sono arrivato qui in motorino - racconta il coordinatore della manifestazione "Salva l'Italia" per il Pd Lazio, Paolo Masini - e mi sono commosso nel vedere tante bandiere e tutta questa affluenza. Mi giungono anche notizie su un centinaio di pullman incolonnati sulla Roma-Orte. E poi ci sono tanti studenti". I DUE CORTEI - A piazza della Repubblica, sono arrivati anche i lavoratori di Alitalia e i genitori del "Coordinamento non rubateci il futuro" dell'istituto scuola Iqbal Masih, la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da venerdì sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione, e al Circo Massimo, dove è atteso il comizio finale. La situazione del traffico, in attesa delle chiusure alla circolazione lungo tutto il percorso interessato dai cortei, è per ora regolare. Comincia a riempirsi Piazza della Repubblica uno dei due punti, dai quali insieme a piazzale dei Partigiani, partiranno alle 14 i cortei della prima manifestazione nazionale del Partito democratico "Salva l'Italia". Bandiere del Pd sono state distribuite in gran numero ai manifestanti giunti da varie Regioni italiane per protestare contro il governo e ascoltare le proposte che il segretario Walter Veltroni farà alla fine del corteo dal palco del Circo Massimo. ANZIANI E FAMIGLIE CON BAMBINI - Per le strade del centro della Capitale si notano gruppi di persone con bandiere del Pd al seguito ma arrotolate, giovani e anziani, ma anche famiglie con bambini. I manifestanti, arrivati in treno, con i pullman e i le navi, approfittando anche della bella giornata, camminano per le vie del centro nei pressi delle piazze dove è prevista la partenza dei due cortei. stampa |.

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Leggi l'articolo (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Ciclone Gelmini. Imminente incontro tra 7 comuni della Vallata del Tronto Castel di Lama | Si terrà martedi 28 ottobre il consiglio inter - comunale convocato a Castel di Lama dove parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21, presso la sala consiliare del comune di Castel di Lama. All'assise, insieme agli amministratori locali dei 7 Comuni aderenti, potranno partecipare e intervenire tutti quelli che vorranno farlo : operatori scolastici, rappresentanti sindacali, docenti, studenti, genitori e famiglie. "Abbiamo invitato tutte le associazioni e gli operatori del settore a seguire e intervenire direttamente al consiglio aperto - spiega il sindaco lamense Patrizia Rossini - per sviluppare un dibattito sull'argomento il più ampio e costruttivo possibile, in modo da avere il quadro delle opinioni del territorio sulla riforma scolastica e sulle sue possibili ripercussioni nel nostro comprensorio. Alla fine della discussione verrà poi redatto un documento da parte dell'Unione dei comuni , che sarà poi inviato al Governo centrale e al Presidente della Repubblica." Un'occasione dunque unica, quella di martedì prossimo per genitori, docenti, ragazzi e tutte le persone che nel mondo della scuola ci lavoravano, in tutta la vallata del Tronto, per esprimere la propria posizione sul progetto "Gelmini", che tante contrasti e polemiche ha sviluppato negli ultimi giorni in tutta Italia. "Se una riforma della scuola era necessaria - sostiene ancora il sindaco Rossini - proprio per la sua importanza in relazione alla costruzione stessa del futuro della nostra società, occorreva forse aprire un confronto aperto e vasto con tutte le componenti del settore, enti locali compresi, e non fare come si è fatto. Solo un confronto serrato e utile con tutti gli operatori coinvolti nel progetto di riforma, poteva e può garantire il miglioramento della qualità del nostro sistema dell'istruzione, al contrario di un'imposizione dall'alto, peraltro imposta in termini economici dal Ministero del Tesoro, come è fatto fino ad ora. A rischio, in questa maniera - prosegue il sindaco lamense - ci sono non solo molte scuole dei piccoli comuni ma anche di quelli più grandi del territorio, come Castel di Lama e Offida, che potrebbero perdere uno dei due loro istituti comprensivi, a causa dei tagli previsti. Noi per questo ci auguriamo che tutti partecipino al consiglio aperto di martedì, per far sentire in maniera chiara la voce del territorio a livello centrale, e con lo scopo di favorire una modifica del programma di cambiamento che conosciamo, usando criteri e metodi più giusti e diversi." Info : 0736812036-81871 24/10/2008.

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Scuola, in piazza gli studenti dei licei (sezione: Scuola)

( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

ROMA La protesta degli studenti non si ferma. E' l'ennesima giornata di manifestazioni e cortei in varie città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli previsti in Finanziaria. In piazza oggi soprattutto gli studenti dei licei e degli altri istituti superiori. Nella quartiere di Centocelle, alla periferia della capitale, si è svolto un corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini a cui hanno partecipato oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi. "Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un inglese maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini docet". Cortei di studenti anche a Napoli. Una manifestazione con la partecipazione di alcune centinaia di persone è partita da piazza del Gesù diretta a piazza Municipio. Slogan contro il ministro dell'Istruzione sono stati urlati dai partecipanti, soprattutto studenti di licei. Migliaia di studenti delle scuole medie superiori di Potenza (circa cinquemila secondo fonti della Questura, molti di più secondo gli organizzatori) hanno percorso in corteo, stamani, alcune fra le principali strade della città per protestare contro la riforma della scuola. A Matera gli studenti universitari sono riuniti in assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori dall'edificio sono esposti striscioni di critica al decreto 133. Assemblee si sono svolte anche in alcuni istituti superiori. Dopo il liceo scientifico Pacinotti, occupato da tre giorni, alla Spezia gli studenti hanno occupato anche il liceo sociopedagogico Mazzini. E questa mattina si vota al liceo classico Costa che ha già attivato da ieri una forma di sospensione didattica con le aule aperte anche al pomeriggio, l'interruzione dei saggi e delle interrogazioni. La protesta contro la riforma Gelmini prosegue in tutta la Calabria. Oltre alle città capoluogo che hanno ospitato cortei e assemblee si estende anche nelle province la mobilitazione degli studenti. Nel cosentino, ad Amantea, l'autogestione è in atto al liceo scientifico, all'istituto professionale, al commerciale e all'industriale. Per lunedì le scuole superiori della cittadina tirrenica hanno programmato un corteo con dibattito in piazza. In provincia di Catanzaro assemblee si svolgono al liceo Campanella di Lamezia Terme con gli studenti che hanno realizzato striscioni contro la riforma e discusso dei suoi aspetti. Proteste anche al liceo scientifico di Sersale. Gli studenti del Liceo Classico e Scientifico di Agropoli (Salerno) questa mattina questa mattina si sono legati ai cancelli del Liceo Classico. Oltre che legati, gli studenti, decine, sono anche imbavagliati e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non strumentalizzati".

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Addio vecchio mondo riconquistiamo il futuro Bisogna avere lo spirito, la calma eversiva e gli ottan... (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Addio vecchio mondo riconquistiamo il futuro Bisogna avere lo spirito, la calma eversiva e gli ottant'anni di Andrea Camilleri per dire, dopo un tiro lungo di sigaretta: "Si vede che voleva mandare la Guardia forestale". Il soggetto è Berlusconi che prima invoca la polizia per impedire le proteste nelle scuole contro i tagli all'istruzione del ministro Gelmini (composta nelle foto, incerta nel lessico), poi smentisce se stesso ed in effetti a sentire bene l'audio non dice polizia ma "forze dell'ordine". Forse intendeva la Forestale, appunto. Camilleri avvisa che il presidente del Consiglio "provoca per suscitare una reazione incontrollata". Fuoco alle polveri. La protesta degli studenti, questa volta, coinvolge i genitori e gli insegnanti: non è una Pantera, è un'onda che si solleva contro chi vuole mortificare l'unica inesauribile risorsa di cui dispone un paese. L'istruzione dei suoi figli. Una protesta che salda generazioni e mestieri, regioni e classi sociali. La voce di chi non ha miliardari da sedurre per assicurarsi l'avvenire né ville all'estero in cui riparare ma può disporre solo - invece - della forza del suo lavoro, della conoscenza, della capacità di resistere ed andare avanti. I ricercatori rischiano di restare in massa senza un euro, costretti ad espatriare. De Cataldo ne scrive oggi in un racconto breve. Daniela Manini, nonna di due bambini nati all'estero dai figli in fuga, ne racconta nella terza delle nostre lettere: perché non posso veder crescere i miei nipoti nel mio paese?, chiede. In effetti: perché? Questo giornale, antico e oggi animato da uno spirito nuovo, apre stamani in terza pagina uno spazio destinato agli "eroi qualsiasi", gente che non fa niente di speciale a parte non arrendersi. Il maestro Tamilia di Tor Bella Monaca, qui accanto, dice con parole diverse le stesse cose di Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista argentino intervistato nelle pagine di cultura. Fra i bambini della periferia romana e nelle parole del filosofo c'è "un senso di impotenza che ci porta a chiuderci". L'autore dell'"Epoca delle passioni tristi" cita Gramsci - "il vecchio mondo è scomparso, il nuovo non ancora apparso: in mezzo i mostri" - e il cerchio si chiude. Siamo ancora lì, siamo qui. Il futuro, che è l'unico posto dove possiamo andare, è davanti. Bisogna proteggere lo spazio del dissenso, ricorda Luigi Manconi: serve a crescere. Il dissenso non è fastidioso, presidente Berlusconi. Il dissenso è la palestra della democrazia. Torniamo in piazza oggi, con le parole di Ascanio Celestini, per "farci sentire dall'imperatore". Non ci arrendiamo, non ci zittiremo. Convegno al Circo Massimo. Eccoci. Siamo quelli che mandano avanti l'Italia. La Forestale non serve.

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Il popolo del Pd in piazza a Roma. Veltroni: è più di quanto mi aspettassi (sezione: Scuola)

( da "Rai News 24" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Roma | 25 ottobre 2008 Il popolo del Pd in piazza a Roma. Veltroni: è più di quanto mi aspettassi Circo Massimo Ombrelli, fischietti, cappellini e bandiere. Tutto rigorosamente targato Pd. E' il popolo del Partito democratico che, da tutta Italia, ha riempito piazza della Repubblica e piazzale dei Partigiani, da dove partono i due cortei che nel pomeriggio confluiranno al Circo Massimo. Quasi soltanto del Pd le bandiere portate dai militanti ad eccezione di una bandiera dei Ds, qualche bandiera della pace e dei Verdi arcobaleno presenti in piazza a sostegno dei Democratici. Davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e' stato allestito il banchetto degli ulivisti di Arturo Parisi per la raccolta di firme per il referendum contro il lodo Alfano e hanno posizionato i propri striscioni quelli dell'Associazione Articolo 21, presieduta da Giuseppe Giulietti (Idv). In piazza anche il camion con la scritta "Siamo tutti Saviano". Walter Veltroni e' soddisfatto della partecipazione che si sta delineando alla manifestazione del Pd. "E' più di quello che ci aspettavamo", ha detto arrivando a piazza della Repubblica, dove è stato accolto calorosamente dai manifestanti che attendono che uno dei due cortei si incammini verso il Circo Massimo. "E' una manifestazione bella, democratica e pacifica. Siamo all'opposizione e questa è una manifestazione contro il governo che non risolve i problemi del paese", ha aggiunto Veltroni. Ai cronisti che gli chiedono se l'esame sia superato Veltroni risponde: "Mica siamo a scuola". A piazza della Repubblica sono arrivati anche i lavoratori di Alitalia e i genitori del 'Coordinamento non rubateci il futuro' dell'istituto scuola Iqbal Masih, la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che oggi hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da ieri sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione, e al Circo Massimo, dove è atteso il comizio finale. L'affondo di Cacciari Critico sulla manifestazione il sindaco di Venezia Massimo Cacciari: "Cerco di portare a termine il mio mandato e lasciare la scena ai demagoghi - dice intervenendo a Omnibus su La7 - a coloro che hanno la vocazione a guidare il popolo: ai Veltroni e ai Berlusconi, a destra e sinistra". "Della manifestazione non me ne frega niente. Non mi preoccupa la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla". "Mi augurerei - continua Cacciari - che il Pd mi dicesse come si intende organizzare e cosa dice su scuola, crisi finanziaria e Alitalia. Mi sembra un'invenzione strana organizzare una manifestazione di protesta con 5 mesi di anticipo". "Avrei preferito - conclude l'esponente del Pd - che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul federalismo fiscale, non lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e Berlusconi, e su questo disastro della scuola". Francescato: dobbiamo rimettere insieme i tasselli della sinistra "Siamo qui per due buoni motivi: innanzitutto, dobbiamo rimettere insieme con tenacia tutti i tasselli del centrosinistra, perche' solo cosi' possiamo battere il centrodestra". In secondo luogo, "siamo qui per tutte le lotte ambientali". Cosi' la leader dei Verdi, Grazia Francescato, in piazza della Repubblica, spiega i motivi della presenza di una delegazione dei Verdi alla manifestazione del Pd. Con lei anche Paolo Cento e Angelo Bonelli. Ma, aggiunge Francescato, "siamo soprattutto qui per difendere la democrazia che e' in pericolo, come si vede dalla riforma delle europee". Veltroni: manifestazione indispensabile Da parte sua Walter Veltroni ha affermato, sul numero di Europa in edicola stamattina, che la manifestazione di oggi sarà "utile e indispensabile" non solo al Partito democratico ma alla stessa democrazia italiana e al Paese intero". "Non abbiamo chiamato a una protesta senza proposte. Non è questa la nostra cifra non e' questo il popolo che il Pd vuole. E allora, protesta e opposizione insieme a proposte concrete". A pochi mesi dalla nascita del governo Berlusconi per Veltroni il bilancio e' "drammaticamente negativo, per il contenuto dei provvedimenti, per il rapporto che il governo ha stabilito col parlamento e con l'opposizione". E i problemi "sono sotto gli occhi di tutti", mentre non c'e' "nessuna risposta" "alla domanda di crescita del Paese".

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16 minorenni denunciati per vandalismo a Lecce (sezione: Scuola)

( da "Rai News 24" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lecce | 25 ottobre 2008 16 minorenni denunciati per vandalismo a Lecce manifestazione scolastica La polizia ha denunciato alla magistratura di Lecce 16 ragazzi, tutti minorenni, ritenuti tra i responsabili degli assalti vandalici compiuti ieri mattina in alcuni istituti scolastici del capoluogo salentino. I ragazzi denunciati frequentano vari istituti superiori della città. Sono accusati di danneggiamento aggravato per aver infranto vetri e danneggiato arredi delle scuole e auto in sosta. Ieri mattina un centinaio di giovani che manifestava contro il 'decreto Gelmini', col volto coperto da passamontagna, ha compiuto veri e propri blitz in cinque scuole superiori arrivando in alcuni casi ad interrompere le lezioni. Nel liceo scientifico Banzi sono stati compiuti vari atti vandalici. Il gruppo ha divelto banchi, rotto porte, finestre, lavagne e cattedre e suppellettili varie. E' stata anche presa a calci l'automobile di un professore.

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Terzo giorno di occupazione Giovedì corteo in città (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'agitazione degli studenti potrebbe allargarsi anche al classico "Volta" Dovevano lasciare la scuola ieri sera. E invece, nulla. I ragazzi del "Giovio" sono rimasti fino a tarda sera nei corridoi di via Paoli, nonostante giovedì alcuni organizzatori avessero detto che la protesta sarebbe rientrata nel giro di due giorni. Ieri i ragazzi si sono riuniti in un'assemblea-fiume: alle 22 ancora non era chiaro che cosa avessero deciso per la giornata di oggi. Impossibile fare previsioni. Terzo giorno L'intenzione di proseguire nella manifestazione era comunque chiara sin da ieri mattina, ma il preside dell'istituto - che nel pomeriggio ha incontrato anche la Digos - ha imposto una condizione: vietare l'ingresso a studenti di altre scuole cittadine. Una prescrizione mal digerita dagli occupanti ma necessaria per evitare che il "Giovio" diventi una sorta di calderone dove far confluire studenti e manifestanti, dal momento che tra i corridoi di via Paoli c'era e c'è chi vuole fare regolarmente lezione. "Pochissimi", a detta degli organizzatori, eppure qualcuno c'era. Dall'ufficio del preside è giunto un commento breve ma netto. Sergio De Felici ha preso le distanze dall'occupazione, dicendo di "non condividere la modalità" della protesta. Sempre ieri, il preside ha aggiunto che "qualcuno sta facendo lezione, i docenti sono tutti in servizio e chi vuole entrare in classe è libero di farlo". La protesta è iniziata giovedì mattina: senza alcun preavviso, alle 8 sulla facciata del Giovio è comparso lo striscione "Scuola occupata". Gli studenti dello scientifico si sono impadroniti dell'edificio, organizzando assemblee, tornei sportivi, dibattiti e proiezioni di film. Hanno imbastito una sala stampa da dove diramare i comunicati ufficiali. Tra giovedì e venerdì i ragazzi hanno persino dormito a scuola, ospitando studenti del "Volta" e delle magistrali: proprio quello che il preside voleva e vuole evitare. Oggi, forse, potrebbe esserci il terzo giorno di occupazione. Protesta al "Volta" Nulla di ufficiale, ma sembra che l'agitazione contro il ministro Mariastella Gelmini nei prossimi giorni sbarcherà anche al classico "Volta". Non è ancora chiaro in quale forma, ma tra lunedì e giovedì alcuni studenti di via Cesare Cantù dovrebbero radunarsi nel cortile della scuola per inscenare una sorta di protesta silenziosa. Protesta che, invece, pare non attecchire minimamente tra gli studenti dell'Università dell'Insubria. "Da quel che mi risulta, i nostri colleghi non hanno aderito - dice Gabriele Tagliabue, rappresentante degli studenti nel Senato Accademico dell'Insubria - Personalmente, rimango contrario al metodo e al merito delle proteste che si stanno registrando non soltanto a Como ma anche nelle altre università italiane". I decreti Gli studenti comaschi hanno deciso ieri di affidare le posizioni ufficiali a una stringata nota stampa. Dopo aver scritto che "gli occupanti non hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni", hanno ribadito che "l'occupazione del liceo "Giovio" continua per dare un forte segnale alla cittadinanza del disagio degli studenti derivante dalle "razionalizzazioni" apportate dalla L.133/2007 alla scuola pubblica". In realtà, la legge cui si fa riferimento è la 133 del 2008 (non del 2007), conversione del decreto-legge 112. All'articolo 64, "Disposizioni in materia di organizzazione scolastica", si prevedono una serie di interventi (razionalizzazione dei piani di studio, revisione dei criteri di formazione delle classi e dei parametri per la determinazione del personale docente e tecnico-amministrativo) che dovranno portare alle casse dello Stato entro il 2012 un risparmio di quasi 8 miliardi di euro. Nello stesso testo è prevista la possibilità che le Università si trasformino in fondazioni di diritto privato. Altra cosa, invece, è il decreto "Gelmini" che tra i vari provvedimenti reinserisce la bocciatura per il "cinque" in condotta e introduce il maestro unico alle elementari. Corteo in città Mentre al "Giovio" continuava l'occupazione, ieri alcuni ragazzi stavano sbrigando pratiche e scartoffie per ottenere il permesso di una manifestazione in città: sembra ormai certo che gli studenti possano marciare a Como giovedì 30 ottobre, in concomitanza con lo sciopero generale della scuola. Andrea Bambace Nella foto: Lo striscione appeso sulla facciata della scuola con cui si proclama l'occupazione Home Veniano, 410 dipendenti della Parker Itr in cassa integrazione Tante aziende in difficoltà. I posti a rischio sono 4.500 "Servono soprattutto sgravi fiscali" E tra i ragazzi cresce la voglia di studiare la Costituzione Bruni: "Fiducia all'assessore Per ora si va avanti così" Il centrosinistra: "Maggioranza ormai allo sbando" "Resto saldamente al mio posto Il voto' Una questione umorale" Subbuteo, rinasce la passione Da lunedì via alle vaccinazioni. Contro l'influenza 110mila dosi.

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Scuola, col decreto non si tratta (sezione: Scuola)

( da "Italia Sera" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Roma In tutta Italia cortei, occupazioni e lezioni in piazza. I ragazzi: "Le nostre richieste non accolte, la mobiliatazione continua" Scuola, col decreto non si tratta Le Associazioni studentesche non siedono al tavolo con la Gelmini.

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"No Gelmini", non si ferma la protesta (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli. In piazza soprattutto gli studenti degli istituti superiori. A Roma, nel quartiere di Centocelle, è partito sabato mattina un corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini, al quale hanno aderito oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi. "Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un inglese maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini docet". Grande partecipazione anche a Potenza, dove migliaia di studenti delle superiori (circa cinquemila secondo fonti della Questura, molti di più secondo gli organizzatori) hanno percorso in corteo alcune fra le principali strade della città. A Matera gli studenti universitari si sono riuniti in assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori dall'edificio sono stati esposti striscioni di critica al decreto 133. Assemblee si sono svolte anche in alcuni istituti superiori. A Firenze gli studenti e i professori della facoltà di Lettere e filosofia sono intervenuti in massa alla Fortezza da Basso, dove in questi giorni si sta svolgendo la terza edizione del Festival della Creatività, per svolgere pacificamente lezioni aperte in quella che, in questi giorni, rappresenta idealmente la roccaforte dell'innovazione e del libero pensiero. "Ci sembrava il luogo più adatto dove poter fare sentire la nostra voce in maniera pacifica - dicono gli studenti - tutto ciò che vogliamo è poter continuare a studiare ed esprimere le nostre idee". Cortei improvvisati e lezioni in piazza a Napoli ed in altre città della Campania. Ad Agropoli (Salerno) gli studenti del Liceo Classico e Scientifico, dopo tre giorni di cortei, questa mattina si sono legati ai cancelli della scuola. Oltre che legati gli studenti, decine, sono anche imbavagliati e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non strumentalizzati". "Ci siamo legati ai cancelli contro chi vuole frapporre una barriera sempre più alta tra noi e la scuola - spiega Michele Rizzo, rappresentante d'Istituto degli studenti - il bavaglio è per chi vuole ridurci al silenzio. Pure imbavagliati, noi continueremo a difendere le nostre ragioni". In Sicilia, dopo Palermo e Catania da questa mattina a Enna è scattata l'occupazione del liceo classico "Napoleone Colajanni". Anche l'ex magistrale, dove gli studenti sono in assemblea, potrebbe essere occupato, mentre gli studenti del Professionale non sono entrati a scuola per una giornata di sciopero. Al liceo scientifico "Pietro Farinato" l'assemblea degli studenti ha deciso di svolgere per il momento tre ore di lezione e le restanti ore di assemblea. A Nicosia sono in autogestione già da ieri tutti gli istituti superiori. Al "Fratelli Testa" che comprende i licei classico, scienze sociali e pedagogico gli studenti sono in autogestione da giovedì, mentre all'istituto superiore "Alessandro Volta" gli oltre 600 studenti dei corsi ragioneria, geometra, agrario e professionale per la moda hanno deliberato l'autogestione da ieri come anche al liceo scientifico "Ettore Maiorana". A Perugia, tra centinaia di visitatori giunti per "Eurochocolate", gli studenti universitari hanno organizzato una lezione in piazza con il docente, Andrea Capotorti, del dipartimento di matematica, tra bambini che giocavano nei vari stand e turisti che si fermavano incuriositi ad ascoltare. Gli studenti, un centinaio, erano seduti sulle scale della sala dei Notari del palazzo dei Priori, nella centralissima piazza IV Novembre, sulle quali era esposto un manifesto con la scritta "Noi la crisi non la paghiamo". Fischi e rimproveri per un gruppo di turisti passato inavvertitamente tra docente ed allievi. La lezione - cominciata con una lunga premessa sulle cause della protesta - è stata momentaneamente interrotta anche da un gruppetto di liceali perugini che scandivano slogan contro la riforma Gelmini e che si sono poi uniti agli universitari. Oltre un migliaio di studenti delle scuole superiori di Cagliari e altri centri dell'hinterland ha manifestato per le vie della città. Tra i giovani, che scandivano cori contro il ministro e il governo, c'erano anche numerosi studenti universitari che hanno distribuito volantini per spiegare i motivi della loro protesta, culminata nell'occupazione di alcune facoltà, e invitato i cittadini alla manifestazione che si svolgerà giovedì 30 ottobre dalle 9.30 in piazza Garibaldi contro "la privatizzazione dell'università, la distruzione della scuola e il colpo di grazia al diritto allo studio". stampa |.

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Oggi tocca ai difensori di Rudy Guede "Amanda e Raffaele erano in casa" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Arringa difensiva degli avvocati dell'ivoriano per il quale i pm hanno chiesto l'ergastolo. Uno dei legali polemico col il pool di Raffaele Sollecito. "Non sapevamo dell'esistenza del sostituto accusatore"

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Il pool difensivo del ragazzo italo-ivoriano è convinto di aver dimostrato che l'unica versione possibile è quella del proprio assistito. “Alla fine, dopo tante ricostruzioni, perizie e testimonianze - spiega l'avvocato Biscotti - la versione di Rudy è l'unica in grado di reggere, tolte ovviamente alcune parti dell'accusa che sono lacunose e infondate. Rudy ha sempre detto che si trovava nella casa di via della Pergola, invitato da Metz, quando gli assassini sono entrati ed hanno ucciso la ragazza inglese”. L'avvocato Biscotti respinge le accuse formulate dai difensori di Amanda e Sollecito che descrivevano un Guede testimone inattendibile. ”Rudy non ha cambiato mai la versione dei fatti - conclude l'avvocato - mentre Raffaele e Amanda lo hanno fatto sistematicamente, a più riprese e spesso per accusarsi a vicenda”. Per gli avvocati di Rudy Guede la teoria del killer unico che dopo un presunto furto, scoperto, ha ucciso Meredith Kercher, non regge su elementi oggettivi. ”Sollecito e Amanda - spiega l'avvocato Walter Biscotti - secondo il nostro giudizio sono tornati in quella casa dopo l'omicidio per pulire l'ambiente dalle tracce. Questo spiegherebbe anche il grosso quantitativo d'acqua trovato in terra e sui reperti. Non sta a noi dire chi è o chi sono gli assassini ma indubbiamente bisogna indagare a fondo sulle responsabilità dei due ex fidanzati”. LA POLEMICA "Abbiamo apprezzato con sorpresa che ci era sfuggito qualcosa del codice di procedura penale, perchè ieri abbiamo scoperto che nel processo penale esiste anche la figura del sostituto accusatore". è polemico uno dei difensori di Rudy Guede, l'avvocato Walter Biscotti, che si appresta a svolgere la sua arringa avanti al gup Paolo Micheli. Non è affatto d'accordo con la ricostruzione dei fatti tratteggiata ieri dal pool difensivo di Raffaele Sollecito, che ha indicato, nemmeno tanto tra le righe, come responsabile dell'omicidio di Meredith Kercher l'ivoriano. Per i legali del neo ingegnere informatico barese, l'ex cestista sarebbe stato autore di un tentativo di furto sfociato nel sangue. Una ricostruzione che è stata invece apprezzata dai difensori di Amanda Knox, sebbene l'avvocato Luciano Ghirga, entrando in tribunale, non abbia voluto commentare ulteriormente. Nell'udienza di stamane la parola spetterà soltanto ai difensori di Rudy Guede, lunedì sono previste le repliche delle parti e martedì la decisione del gup. La Bongiorno: "Proscioglimento per Raffaele"FOTOSTORY Il delitto di Meredith e il processo Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (135 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (98 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (74 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (68 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (65 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (56 commenti) Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione (50 commenti) Sfila la rabbia degli universitari (43 commenti) 17:19:52 - anche io sarei contento se andasse al master nalbandian al posto di davydenko perchè david è semplic[...] Shanghai: Nalbandian e Soderling non si arrendono. In 13 ancora per 3 posti.17:12:06 - RIP.[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea17:02:48 - Non ho parole. Mi viene solo da piangere. Faccio le mie più sentite condoglianze ai genitori e alla [...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:59:08 - Una notizia tremenda. Sono sgomento.Senza parole. Sincere condoglianze alla famiglia.[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:53:54 - sosteniamo questa iniziativa per salvare il cinema odeon!!! ronsisvalle francesco - roberta - alice[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione16:46:21 - vorrei vedere questi "studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria? La foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec body>.

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Dalla Marcegaglia un appello al governo: "I soldi non restino dentro la banche" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

La presidente di Confindustria chiede "decisioni forti e chiare" per il sostegno al credito, annuncia una proposta contro il pacchetto-clima e parla anche di contratti e tredicesime

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Roma, è iniziato il Pd-Day Veltroni: "Tanta gente? Me l'aspettavo" "Sì, era proprio così che me l'as... (sezione: Scuola)

( da "TGCom" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Roma, è iniziato il Pd-Day Veltroni: "Tanta gente? Me l'aspettavo" "Sì, era proprio così che me l'aspettavo". Sorride Walter Veltroni, arrivato a Piazza della Repubblica da dove è partito il primo dei due cortei che intorno alle 16,30 confluiranno al Circo Massimo. Poco prima il segretario del Pd si era recato in Piazzale dei Partigiani per salutare i partecipanti della seconda manifestazione. In mezzo al corteo un grande striscione degli studenti con scritto: "O democrazia o manganelli, a voi la scelta". 17,40 - "Fa rabbrividire l'idea delle classi per bambini stranieri". Veltroni ha puntato il dito contro la proposta leghista che "anche Famiglia Cristiana ha definito la prima legge razziale del dopoguerra. Una legge dannosa - ha spiegato Veltroni - anche per i nostri figli, italiani, che guarderanno ai loro compagni stranieri come a dei diversi, cosa - ha concluso il capo dell'opposizione - che costituirebbe un precedente molto pericoloso" 17,30 - "Con Berlusconi le tasse stanno aumentando". Veltroni ha ribadito più volte che "con il governo Berlusconi le tasse stanno aumentando, contrariamente a quanto il Centrodestra aveva promesso in campagna elettorale". Il leader del Pd passa poi alle proteste in atto in Italia contro il decreto Gelmini: "Stupisce lo stupore della protesta che è giusta e responsabile e che tale deve restare. C'è bisogno - sottolinea Veltroni - di una riforma che metta la scuola italiana in linea con quella europea". 17,21 - "L'economia reale è il problema di questi giorni". Il leader del Pd attacca il governo Berlusconi "che non sta facendo nulla per le famiglie, nulla per le piccole imprese, nulla per i giovani, progionieri del precariato". Veltroni descrive il dramma di operai, precari e piccoli imprenditori ai tempi della crisi e chiede ''un grande patto tra produttori''. Certo, ammette, la crisi arriva dagli Stati Uniti ''ma nessuno puo' farne un alibi o una scusa e soprattutto non puo' farlo una destra che per anni ha diffuso a piene mani tre tossine culturali e politiche'': un'idea ''monca della liberta', che considera ogni regola un inciampo''; la freddezza, ''lo scetticismo ''verso l'Europa'' ed infine ''il primato della finanza e di quella piu' creativa, piu' disinvolta e cinica possibile nei riguardi del lavoro'' 17,15 - "Governo inadeguato alla crisi". Secondo Veltroni: "Il governo Berlusconi inadeguato a fronteggiare la crisi economica che stiamo vivendo perchè non ha nel cuore l'Italia che lavora e che produce e che soffre". Il leader del Pd ha poi posto l'attenzione sul tema delle morti bianche, della sicurezza sul lavoro, temi sui quali anche il "Presidente Napolitiano è intervenuto e per questo lo ringraziamo e gli mandiamo un saluto affettuoso" 17, 08 - Veltroni: "La democrazia, caro presidente del Consiglio, non è un consiglio di amministrazione di un'azienda". "Siamo un partito libero, un grande partito riformista che ha come sola e costante stella polare gli interessi del Paese, rifiutando odio e contrapposizione ideologica" ha aggiunto Veltroni 17,05 - Veltroni: "L'Italia, signor Presidente, è un Paese anti-fascista". Il leader del Pd ha ribadito che "non c'è nulla di più importante della memoria storica di un paese, e l'Italia deve ricordarsi della propria natura anti-fascista. Grazie per questo ai rappresentanti della Resistenza presenti oggi. La democrazia - ha aggiunto Veltroni - va coltivata ogni giorno, riconoscendo il ruolo dell'opposizione". 17,00 - Veltroni: "Grazie per aver cantato l'Inno di Mameli". Il segratario del Pd sottolinea come sia stata la dimostrazione che "siamo una forza italiana democratica. Il fatto di vederci così numerosi farà venire il sangue amaro a molti - ha aggiunto Veltroni - ma noi siamo la dimostrazione di cos'è la realtà. "L'Italia è un Paese migliore della destra che lo governa in questo momento" ha concluso il leader del Pd 16,53 - Walter Veltroni è salito sul palco del Circo Massimo: "Grazie, è uno spettacolo meraviglioso per la democrazia italiana. Grazie a tutti voi e a questa città che ci ha accolto. Grazie alle forze dell'ordine" 16,47 - Al circo Massimo arrivano le code dei cortei. Gli ultimi manifestanti, alla coda di uno dei due cortei del Partito democratico a Roma, hanno ormai raggiunto il Circo Massimo. Partiti da Piazza della Repubblica, hanno sfilato per Via Cavour, Via dei Fori Imperiali, passando per il Colosseo, confluendo nell'altro corteo partito stamani da Piazzale dei Partigiani. Il Circo Massimo è completamente gremito da manifestanti, che stanno aspettando l'inizio dell'intervento del segretario del Pd 16,30 - D'Alema colpito dalle dichiarazioni del Premier da Pechino. "Sono colpito dalle dichiarazioni del premier che dalla Cina, in un momento di grave crisi internazionale e impegnato nel dialogo con i suoi interlocutori su temi così delicati, ogni venti minuti fa battute sull'Italia, ora contro gli studenti, ora contro il Pd". MAssimo D'Alema commenta così le parole pronunciate da Pechino dal Presidente del Consiglio. "Con questo atteggiamento - aggiunge - è difficile essere credibile in una sede internazionale". 16,23 - ''Ho un sospetto: che questa sia una manifestazione conservatrice". Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Credo che sia finalizzata a non far cambiare l'Italia e a non darle una prospettiva di sviluppo, conservando una sorta di status quo. Credo che tutti i manifestanti debbano fare un attento esame di coscienza. Ho fatto di tutto - ha aggiunto il primo cittadino capitolino - per accogliere bene i manifestanti, come è nostro dovere, e come ha fatto Veltroni, da sindaco, per la nostra manifestazione di An. Noi abbiamo fatto altrettanto anche con qualche forzatura, perchè il Circo Massimo non è un luogo dove, abitualmente, si concludono le manifestazioni''. ''Tutte le manifestazioni - conclude Alemanno - meritano rispetto e ascolto'' 16,20- Oltre 2 milioni e mezzo. "Siamo oltre due milioni e mezzo". Lo dice il senatore del Pd Passoni, responsabile dell'organizzazione della manifestazione del Pd 16,15 - Giovanna Melandri: "Straordinaria risposta popolare". "Una risposta straordinaria del Paese, ben oltre ogni aspettativa. Siamo molto soddisfatti perchè è una risposta serena e ferma: è la prova che esiste in questo Paese un'opposizione democratica forte e decisa, preoccupata per le politiche economiche e sociali di questa maggioranza e di questo governo''. Lo afferma Giovanna Melandri secondo la quale le politiche del governo "vanno nella direzione opposta a quella necessaria, che impoveriscono la scuola, l'università e la cultura, e non affrontano la vera emergenza italiana che è l'impoverimento dei lavoratori e dei ceti medi nel nostro paese'' 16,04 - Veltroni acclamato al Circo Massimo. Un applauso ed un boato della folla ha salutato l'arrivo di Walter Veltroni al Circo Massimo, dove è giunto finora solo il corteo partito da piazzale dei Partigiani. Veltroni è ora nel retropalco, insieme agli altri dirigenti del partito, mentre sono iniziate le testimonianza di alcuni esponenti della società civile. Il primo a parlare Leonardo Esposito, uno studente universitario, dopo il quale prenderà la parola una imprenditrice 16,00 - "La destra faceva bene a preoccuparsi". Walter Veltroni riflette sulla massiccia affluenza alla manifestazione del Pd: "Berlusconi aveva ragione a preoccuparsi: con oggi stiamo dimostrando forza, ma soprattutto determinazione e serenità. Vuol dire che questa manifestazione corrispondeva a un bisogno reale - aggiunge il segretario del Pd - a una domanda reale dell'opinione pubblica del centrosinistra: per noi è una tappa importante che dimostra a tanti della destra che avevano tanta preoccupazione per questa manifestazione che forse avevano ragione perchè è più grande di quella che loro potevano immaginare e ottenere". 15,52 - I manifestanti ironizzano: "Eccoci, siamo i facinorosi..'' Anche se non mancano slogan e striscioni duri contro i provvedimenti della maggioranza, i manifestanti hanno preferito slogan più scherzosi. Il nocciolo duro dei manifesti esposti è contro la riforma della scuola, "Tagliate le vostre poltrone e non i nostri banchi" si legge su uno striscione. Molte anche le caricature del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. 15,53 - D'Alema: "L'idillio di Berlusconi con il Paese è finito". "La luna di miele del premier con gli italiani è terminata" ha detto l'ex ministro degli Esteri conversando durante il corteo con i giornalisti 15,43 - Veltroni: "E' la più grande manifestazione da anni". "Dalle informazioni che ho credo che quella di oggi sia la più grande manifestazione di un partito che si è svolta in Italia da molti anni a questa parte. E' una prova - prosegue il leader del Pd - molto bella, di vita democratica che con tranquillità manifesta. E' quanto speravamo, supera anche le più rosee aspettative. E' un successo". 15,30 - Veltroni: "Se nel 2006 per il Pdl erano 2 milioni, ora valutate voi...". Mi dicono che la testa del corteo da Piazzale dei Partigiani è arrivata al Circo Massimo, ma la coda è ancora a Piazzale dei Partigiani. Se erano due milioni per il Pdl a Piazza San Giovanni nel 2006, valutate voi...''. E' soddisfatto il segretario del Pd Walter Veltroni, che sfila da Piazza della Repubblica insieme alla moglie Flavia e alla figlia Vittoria 15,29 - Scorre lungo via Cavour il corteo partito da Piazza della Repubblica. Mentre la testa ufficiale del primo corteo, dove sono i big del partito e anche il segretario Walter Veltroni, è a metà di via Cavour, l'inizio è già giunto all'incrocio con i Fori Imperiali e la coda è ancora ferma a Piazza dei Cinquecento, poco dopo Piazza Repubblica 15,20 - Stretta di mano tra Pd e Idv. Dario Franceschini è andato a salutare Antonio Di Pietro che insieme a Leoluca Orlando e i capigruppo dell'Italia dei valori stanno raccogliendo firme contro il lodo Alfano in un banchetto al Circo Massimo. "La richiesta che viene da tutti - ha detto il vice-segretario del Pd- è unità nel fare opposizione e anche se ci sono modi diversi di farla, in questo momento devono prevalere le ragioni dell'unità". Franceschini ha salutato anche gli esponenti di Verdi e Socialisti presenti con i loro banchetti al Circo Massimo. 15,07 - D'Alema: "Oggi il Pd è più forte". L'ex ministro degli Esteri è soddisfatto della massiccia partecipazione popolare alla manifestazione del Partito. ''Il Pd - ha detto D'Alema - era forte anche prima, ma non in modo così evidente. Se qualcuno prima non se ne voleva rendere conto ora non potrà piu' farlo''. 15,05 - Guglielmo Epifani: "Qui non c'è nessun facinoroso". Al centro del lungo corteo partito da piazza della Repubblica, lontano dallo striscione di testa e dai leader politici, Guglielmo Epifani cammina in mezzo a migliaia di militanti in direzione del Circo Massimo. "La piazza, la mobilitazione - dice il leader della Cgil- è un fattore importante, vuol dire che la gente non si rassegna. Certo la piazza non è tutto, ma significa comunque molto". Epifani nota la grande partecipazione popolare che accompagna l'iniziativa del Pd, con decine di migliaia di manifestanti in marcia verso il Circo Massimo. "Avverto - osserva - che c'è nel paese la voglia di riprendersi in mano il proprio destino. Qui non ci sono facinorosi, solo persone assolutamente inermi e gioiose". 14,57 - Il primo corteo è arrivato al Circo Massimo. Il corteo del Pd proveniente da piazzale dei Partigiani è entrato nell'arena del Circo Massimo. La coda del corteo, si legge nel comunicato, è ancora ferma davanti alla stazione Ostiense e il piazzale è gremito. 14,54 - Gli interventi della società civile. Prima dell'intervento del leader del Pd, Walter Veltroni, previsto intorno alle 16:30, ci saranno anche le testimonianze del sindaco di Gela Rosario Crocetta, un rappresentante degli immigrati, il presidente delle Ong italiane, un'imprenditrice, un'operaia, una poliziotta, ma anche un insegnante e uno studente. Dietro al palco, uno striscione ricorda Vittorio Foa; su un lato della spianata del Circo Massimo campeggia lo slogan del Pd, "Partito Democratico, tanti per cambiare". Uno stand, infine, propone di firmare una petizione di solidarieta' a Roberto Saviano, l'autore di Gomorra minacciato di morte dalla camorra 14,50 - Inizia l'afflusso al Circo Massimo. La musica degli U2 va già a tutto volume, mentre inizia l'afflusso dei partecipanti alla manifestazione al Circo Massimo. L'avvio ufficiale è previsto intorno alle 15, quando si alterneranno sul palco Max Pezzali, Fabrizio Moro e l'Orchestra di Piazza Vittorio. Dal lato opposto al palco, numerosi gazebo tra cui quello dell'Italia dei Valori, dove si raccolgono le firme contro il Lodo Alfano. A sostenere la causa insieme a tutti i parlamentari dell'Idv, Antonio Di Pietro, che ha raggiunto il Circo Massimo già alle 13,30 14,46 - "Partecipazione oltre le previsioni". Gli organizzatori della manifestazione del Pd a Roma non si sbilanciano ancora su una stima precisa dei partecipanti, ma fanno sapere che al corteo partito da piazza Repubblica sono presenti "diverse centinaia di migliaia" di persone. Una partecipazione, assicurano gli organizzatori, che va "oltre le previsioni". Dunque, da parte dei vertici del Pd c'e "estrema soddisfazione 14,36 - I manifestanti intonano l'Inno di Mameli. Le decina di migliaia di persone in piazza della Repubblica hanno iniziato a percorrere via Cavour cantando l'Inno di Mameli. 14, 30 - Fassino: "Manifestazione serena e responsabile". Una grandissima e straordinaria partecipazione di popolo, una manifestazione forte serena e responsabile. Tanta gente che si batte per un'Italia migliore capace di fornire a ciascuno piu' certezze nella vita propria e dei propri figli. Una manifestazione che non solo rende visibili le tante ragioni dei nostri No ma anche la ricchezza delle nostre proposte e dei nostri Si". Lo afferma Piero Fassino, ministro degli Esteri del governo ombra 14,19 - Partito il corteo da Piazza della Repubblica. Con l'arrivo del segretario Walter Veltroni è partito il corteo che confluirà al Circo Massimo. Alla testa del corteo una parte del gruppo dirigente del Pd, da Franco Marini a Piero Fassino, da Enrico Letta a Anna Finocchiaro. Dominano le bandiere del Partito Democratico tra striscioni soprattutto ironici, contro il governo 14,12 - Veltroni acclamato in Piazza della Repubblica. Il segretario del Pd Walter Veltroni è giunto a piazza della Repubblica dove è partito il corteo del Pd in direzione del Circo Massimo. Veltroni è stato accolto da un lungo applauso e da manifestanti che lo incitavano: ''Vai Walter, vai Walter''. 14,05 - Di Pietro non sfilerà, ma è già al Circo Massimo. Il leader dell'Italia dei Valori ha deciso di non sfilare in corteo ma è già giunto al Circo Massimo, nei pressi del palco dove è stato allestito uno stand dell'Idv per la raccolta delle firme contro il lodo Alfano. 14,00 - Partito il corteo da Piazzale dei Partigiani. In testa uno striscione con la frase di Vittorio Foa: ''Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente''. Presenti in apertura di corteo Massimo D'Alema, Pier Luigi Bersani e Antonello Soro. Il corteo imboccherà viale Aventino per raggiungere poi il Circo Massimo Invia ad un amico.

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"Si è dimezzato il prezzo del grano Ma pane e pasta sono alle stelle" (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'associazione dei coltivatori lancia l'allarme rischio dell’abbandono della coltivazione a partire dalle prossime semine. "E intanto ogni famiglia spenderà 140 euro in più" 

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Berlusconi: "Non sono preoccupato, il governo va avanti" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Berlusconi: "Non sono preoccupato, il governo va avanti" di Redazione La manifestazione di oggi "è interna corporis, per uso interno della sinistra e per le loro divisioni" Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Pechino Pechino - La manifestazione del Pd in programma oggi "E' interna corporis, per uso interno alla sinistra e per le loro divisioni: non ci sarà nessun cambiamento nell'azione del governo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Pechino. E ha aggiunto: "Durante la crisi non si scende in piazza, da noi la sinistra non è democratica". Nessuna preoccupazione "Nessuna preoccupazione, sono contento che non piove così non potranno dire "piove governo ladro" - ha proseguito il premier -. Hanno garantito che sarà una manifestazione serena, facciamogli credito, ma non ci sarà nessun cambiamento nell'azione del governo e della maggioranza". "Durante la crisi non si scende in piazza" "Scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti. Si commentano da soli. Purtroppo noi dobbiamo avere a che fare con questa sinistra, dovrà passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi. Io invidio i socialdemocratici degli altri paesi europei. Però questi sono e con questi dobbiamo fare i conti", ha detto il premier da Pechino. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha risposto alle domande di un giornalista che chiedeva se, in questo momento di crisi internazionale, avrebbe scelto di andare in piazza a manifestare. "Noi scegliemmo la via della piazza perchè eravamo disperati - ha aggiunto Berlusconi - perchè nessuno ci dava ascolto, tutte le istituzioni erano in mano alla sinistra." "Si sono aggrappati alla scuola all'ultimo momento" "Hanno raccontato a Anno Zero delle falsità storiche" sulla scuola. Silvio Berlusconi interpreta così la manifestazione del Partito Democratico. Per il premier, la dimostrazione di questo comportamento sono le critiche che in questi giorni stanno piovendo sul governo dagli studenti degli atenei italiani. "Lo stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi sull'università non abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità". Informazione "indegna" Prima di ripartire per l'Italia dalla Cina, il premier ha voluto anche tornare a parlare dell'ionformazione e dei titoli dei giornali di questa ultima settimana. "Quando i giornali più importanti titolano Berlusconi torna indietro questo è indegno dell'informazione". Berlusconi ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i diritti dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel titolo Polizia nelle scuole è indegno". Berlusconi ha ribadito di non aver cambiato opinione e che "le situazioni non sono cambiate e io ho mantenuto le mie opinioni del '94". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Protesta dei docenti: scuola da salvare (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Provincia di Cagliari Pagina 1031 Burcei Protesta dei docenti: scuola da salvare Burcei --> "Giù le mani dalle scuole di Burcei". Lo hanno ribadito ieri ad alta voce le insegnanti del paese montano, riunite per esaminare i punti principali della riforma della scuola del ministro Gelmini. Le prospettive non sono incoraggianti per i paesi con pochi abitanti. A rischio la sopravvivenza delle scuole che hanno meno di trecento alunni. Verrebbero soppresse o accorpate, con costi altissimi per le famiglie e per i comuni. Al fianco delle insegnanti si è schierato l'assessore ai servizi sociali e alla pubblica istruzione, Vincenzo Monni: "Condividiamo lo spirito della protesta. Burcei oggi ha 316 studenti e quindi non corre rischi, in futuro però è fondamentale che un presidio dello Stato a garanzia dell'istruzione non venga cancellato con criteri meramente aritmetici".

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Scuola, in cattedra i deputati Pdl (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Politica Italiana Pagina 109 Scuola, in cattedra i deputati Pdl La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" --> La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" Ancora polemiche sulla scuola tra governo e opposizione. Manifestazioni di studenti in tutte le città. ROMA Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola. Nel giorno che precede la manifestazione in piazza del centrosinistra "inattendibile", con il quale "non esiste possibilità di dialogo", da Pechino Silvio Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle "falsità" della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini. Mercoledì scorso, dal quartiere generale di Forza Italia, è stata inviata una mail a tutti i parlamentari del Popolo della Libertà. Contenuto, due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si elencano punti salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in cui si critica l'atteggiamento disfattista dell'opposizione. Sarà questo il materiale che deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio territorio di competenza elettorale, per contrastare la campagna di "disinformazione" della sinistra sulla scuola. Nel primo si leggono le parole d'ordine della controffensiva mediatica del Cavaliere: serietà, educazione, merito. La prima pagina, dall'eloquente titolo "La scuola italiana: o cambia o muore". Nel pieghevole si sostiene che "la spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza che vi sia stato un miglioramento della qualità". Con la riforma, si legge, "non si vuole spendere meno, ma si vuole spendere meglio" per evitare "il tracollo" del sistema. Si nega quindi il licenziamento di 100mila insegnanti, sostenendo che i tagli deriveranno esclusivamente dal blocco delle nuove assunzioni. I risparmi così ottenuti saranno inoltre "reinvestiti nella scuola per i docenti più meritevoli, con premi individuali fino a 7mila euro". E mentre la Gelmini incontra gli studenti ma annuncia che il decreto non cambia "perchè la scuola deve cambiare", Silvio Berlusconi denuncia la presenza di "facinorosi" nelle proteste contro la riforma che hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" ed "il supporto dei giornali". Parole che riaccendono la polemica e che seguono l'annuncio del premier di voler tutelare a tutti i costi, ma non con l'intervento della polizia, il diritto di chi non è d'accordo con la protesta. Veltroni da Roma sostiene che è inutile replicare, tanto il premier smentirà. E Berlusconi affonda: "Non rispondo neppure. Non è il caso. Ho la pelle dura e spessa e sono abituato a ricevere insulti e calunnie. Metto tutto in un unico fascio. Affermano che sono un dittatore. E allora, perché dovrei dialogare? Dò ordini e mi impongo". Intanto in tutta Italia la protesta degli studenti va assumendo le forme più varie: cortei, manifestazioni, volantinaggi, lezioni all'aria aperta, fiaccolate, occupazioni. Il presidente del Consiglio dalla Cina ha parlato anche del piano del governo per fronteggiare la crisi finanziaria. Non ci sarà la rottamazione che "non è mai stata prevista", precisa il premier. Il governo - ha chiarito Berlusconi - sta studiando "misure di sostegno all'economia reale" ma non saranno incentivi intesi in senso tradizionale, come per esempio la rottamazione. Ipotesi che era stata ventilata nei giorni scorsi da esponenti dello stesso governo, dal ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola a quello per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Aiuti sì ma di tipo diverso dunque sarebbero quelli sui quali si sta lavorando. Il governo opterebbe innanzitutto per misure che favoriscono l'innovazione tecnologica e la tutela dell'ambiente. Da una parte ricerca e alta tecnologia e dall'altra un sostegno per aiutare l'accesso al credito delle piccole e medie aziende, le più esposte alla turbolenza finanziaria di queste settimane. Resterebbe dunque come ipotesi al vaglio dei tecnici del governo la costituzione di un fondo pubblico di garanzia sui prestiti chiesti dalle aziende in difficoltà.

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Riforma Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Nuoro e Provincia Pagina 5019 Scuola Riforma Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa Scuola --> Un incontro-dibattito sulla riforma della scuola varata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che sta incendiando il dibattito politico di questi giorni. Lo hanno organizzato per lunedì le segreterie provinciali di Flcgil, Cisl scuola, Uil scuola, nel quadro delle iniziative finalizzate alla valutazione delle nuove norme in materia varate dal Governo. L'appuntamento è dalle 18 alle 20 presso l'auditorium dell'Istituto F. Ciusa di viale Costituzione. Oltre al personale scolastico, l'invito alla partecipazione è rivolto anche ai genitori e agli studenti.

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Contro la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prov Medio Camp Pagina 3031 Contro la Gelmini --> San Gavino Martedì alle 16.30 il consiglio comunale si riunirà nell'aula magna del liceo scientifico "Marconi" in via Tommaseo per discutere della scuola italiana tra il diritto all'istruzione e il decreto Gelmini. (g.pit.).

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Roma, 17:46 - VELTRONI: GOVERNO RITIRI DECRETO GELMINI (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)

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Berlusconi: <Nessuna preoccupazione, marciano perché divisi> (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 25-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Un'opposizione che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi" Pd in piazza, Berlusconi all'attacco "Così celano che sono divisi" Il premier da Pechino: "Nessuna preoccupazione, vado avanti per la mia strada" Silvio Berlusconi (Emblema) PECHINO - "Un'opposizione che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi, votare provvedimenti per l'utilità comune. Ma questo non è possibile". Silvio Berlusconi duro sulla manifestazione del Pd. Poco prima di lasciare Pechino e a circa mezz'ora dall'inizio dei cortei dell'opposizione nella Capitale, il premier ha attaccato la manifestazione organizzata da Walter Veltroni, sostenendo che la sinistra va in piazza non è democratica ("dovrà passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi") e che cerca con la manifestazione di "celare le divisioni" che la agitano al suo interno. "SONO CONTENTO CHE NON PIOVA" - "Si illustrano da soli, scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti - ha detto il premier -. Io invidio i socialdemocratici di altri paesi, mentre i nostri questi sono e con questi dobbiamo fare i conti". Berlusconi ha spiegato di non essere essere preoccupato dalla piazza Pd. "Sono contento che non piova, così non possono dire "piove, governo ladro" - ha scherzato il premier -. I leader della sinistra hanno garantito che sarà una manifestazione serena, diamogli credito. Ma non ci sarà nessun cambiamento nell'azione di governo e della maggioranza perché questa è una manifestazione per uso interno alla sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per marciare contro il governo". SCUOLA - Dalla Cina il premier ha ribadito a più riprese che la manifestazione del Pd è stata organizzata per nascondere le divisioni interne alla sinistra, e che "all'ultimo minuto si sono aggrappati" alle proteste sulla scuola. Al contrario, la manifestazione del centrodestra del 2006 fu decisa perché, dice il presidente del Consiglio, "eravamo disperati" visto che nessuno ci ascoltava. Prima di ripartire per l'Italia, il premier è tornato anche sui titoli della stampa degli ultimi giorni. "Quando i giornali più importanti titolano "Berlusconi torna indietro" questo è indegno dell'informazione" ha spiegato il premier, che ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i diritti dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel titolo "Polizia nelle scuole" è indegno". "Hanno raccontato a Annozero delle falsità storiche" sulla scuola, ha aggiunto il premier. Per Berlusconi "lo stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi sull'università non abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità". stampa |.

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"La destra non sa governare (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)

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ROMA - Lo aspetta una piazza stracolma. Più di 2 milioni e mezzo dicono gli organizzatori. Di sicuro sono moltissimi. A loro Walter Veltroni si rivolge con un discorso di settanta minuti. Bacchettando il centrodestra, attaccando Silvio Berlusconi, dipingendo il profilo di quella che Veltroni definisce "la più grande forza riformista del Paese". Il Pd, appunto. Che oggi, dopo la sconfitta elettorale, le polemiche interne, le difficoltà con Di Pietro, prova a ripartire. Veltroni legge un discorso di 23 cartelle, che si apre con la fiera rivendicazione delle radici antifasciste: "L'Italia, signor presidente del Consiglio, è un Paese antifascista ed è migliore della destra che lo governa oggi''. L'affondo contro il Cavaliere è frontale. Tocca le tasse che "nonostante le promesse elettorali non sono scese", la riforma della scuola "che non si può fare contro studenti e professori", l'immigrazione "perché l'italia non sarà mai un paese razzista", l'economia con l'idea del patto tra i produttori. Ed ancora la pubblica amministrazione che "va riformata senza criminalizzarne i dipendenti" e la valanga di solidarietà per Roberto Saviano, lo scrittore minacciato di morte dalla camorra. Ma Veltroni va oltre. Dipinge una diversità quasi antropologica con la destra, "che ha fatto un deserto di valori e l'ha chiamato sicurezza, che vuole un pensiero unico e lo chiama gradimento, che calpestano i diritti e lo chiamano decisione. La destra ha creato la cultura del vuoto. Non le interessa la scuola perché per loro la scuola è la televisione. Quel vuoto ci spaventa. Per voi è indifferente perché vi è congeniale. Lo avete alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e dell'egoismo per il fastidio per ogni regola morale, con l'idea che vale solo il successo facile". Snocciola, il segretario del Pd, "le tossine" della destra. Un tempo liberista e adesso pronta a invocare l'intervento statale. Una destra "inadeguata" a fronteggiare la crisi, "perché si occupa solo di rassicurare i potenti". Ed ancora una nuova stoccata al premier: "La democrazia non è un consiglio d'amministrazione". Poi tocca alla scuola. Veltroni attacca la riforma Gelmini contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori. E lancia una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti" . Tanti gli applausi a testimonianza di quanta linfa abbia portato la protesta alla manifestazione. E infine, sempre per rimanere in tema: "Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri". Arriva il momento delle proposte. Iniziandoo con la riduzione, a partire dalla prossima tredicesima, del peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, "destinando a questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5% del Pil". Un intervento "rilevante ma sostenibile", tanto più dopo le decisioni sui parametri europei, per una finanza pubblica "risanata dall'azione di un uomo che quando governava pensava al Paese, e non a se stesso: Romano Prodi". Secondo il Pd, la spesa pubblica va ridotta. Ma "spendendo meglio, non spendendo meno e basta, senza preoccuparsi di cosa ne sarà delle scuole, degli ospedali, della sicurezza dei cittadini". Il punto è che nell'azione del centrodestra "non c'è traccia della lotta all'evasione fiscale. Il governo sta riproponendo la vecchia ricetta: aliquote alte, pochi controlli, evada chi può. Complimenti, è la strada maestra per andare tutti a fondo". Ma c'è spazio anche per parlare dell'anima del Pd. Della "più grande forza riformista della storia d'Italia ed è da qui che dobbiamo ripartire per consolidare la nostra forza". Davanti alle critiche di chi parla di un'opposizione troppo morbida, Veltroni oppone l'identità dei democratici, "un partito libero che non teme di apparire moderato ad alcuni ed estremista per altri perché siamo niente più che il riformismo italiano. Noi da questa piazza non insultiamo Nessuno e non gridiamo al regime. La nostra sfida è chiara, ed è la stessa che lanciammo al Lingotto". Nubi nere coprono il cielo. Veltroni si avvia a chiudere il discorso. E lo fa lanciando, tra gli applausi del Circo Massimo, un messaggio di speranza che è allo stesso tempo un traguardo: "Un'altra Italia è possibile, noi vogliamo far arrivare agli italiani un messaggio di fiducia. Le cose possono cambiare. Le cose cambieranno. Non c'è rassegnazione, non c'è paura, non c'è buio dopo il quale non venga la luce". Finisce così. Con la piazza che canta l'inno di Mameli. (25 ottobre 2008.

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Veltroni: "Italia migliore della destra che la governa. Ridurre le tasse su lavoro e pensioni" (sezione: Scuola)

( da "Rai News 24" del 25-10-2008)

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Roma | 25 ottobre 2008 Veltroni: "Italia migliore della destra che la governa. Ridurre le tasse su lavoro e pensioni" Walter Veltroni "L'Italia è un Paese migliore della destra che lo governa in questo momento". Il discorso di Walter Veltroni al Circo massimo ha chiuso questa giornata di mobilitazione del Partito Democratico. Il popolo del Pd ha invaso le strade di Roma in quella che il leader dell'opposizione ha definito "la più grande manifestazione di un partito in Italia da anni". Tra i due milioni e oltre rivendicati dal Pd e i 200mila stimati dalla questura la distanza è grande, ma la guerra di cifre alla fine conta relativamente: il Circo Massimo era pieno, i due cortei partiti da piazza della Repubblica e da piazzale Ostiense sono stati affollati e Walter Veltroni ha ottenuto il bagno di folla su cui aveva deciso di puntare già da prima dell'estate per rilanciare il partito e cercare di imbrigliare le fronde interne. "Questa piazza farà venire il sangue amaro a molti", ha esordito il segretario parlando dal palchetto montato in mezzo alla folla. Presente alla manifestazione anche l'Italia dei Valori di Di Pietro che sta proponendo una raccolta firme contro il Lodo Alfano. Concludendo la manifestazione Veltroni ha rilanciato la proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino, il premier Silvio Berlusconi, replica all'imponente manifestazione del Pd: "Nessuna preoccupazione". La manifestazione del Pd è "interna corporis della sinistra", aggiunge criticando la decisione di scendere in piazza: "in un momento in cui dovremo essere tutti uniti". L'Italia è migliore della destra che governa "L'Italia è un Paese migliore della destra che la governa. Alimentano l'odio in un paese diviso, cavalcano la paura in un paese spaventato. Ma l'Italia, nonostante tutto, resta migliore". Dov'è finita la promessa di ridurre le tasse? La verità è che le tasse le stanno aumentando. Voglio ripeterlo: le tasse stanno aumentando, proprio in una fase di recessione, quando, invece, dovrebbe consentire a chi ha redditi medi e bassi di poter aumentare i propri consumi". Ridurre tasse su lavoro e pensioni "Le nostre proposte sono sul tavolo: chiediamo di ridurre, a partire dalla prossima tredicesima, il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5% del Pil". Veltroni ribadisce così le proposte del Pd per fronteggiare la crisi economia. "E' un intervento rilevante ma sostenibile per le finanze pubbliche, risanate dall'azione di un uomo che quando governava pensava al paese e non a se stesso: Romano Prodi", aggiunge tra gli applausi della folla. Il Pd è la più forza riformista, ripartiamo da qui "Siamo la più grande forza riformista della storia d'Italia ed è da qui che dobbiamo ripartire per consolidare la nostra forza". Veltroni a Berlusconi: la democrazia non è un Cda "La democrazia, signor presidente del Consiglio, non è un consiglio d'amministrazione", dice Walter Veltroni, nel suo discorso al Circo Massimo, rivendicando la natura "democratica, serena e pacifica". "Guai, davvero guai - afferma - a chi pensa di ridurre solo minimamente la libertà di avanzare critiche, la libertà di dissentire, la libertà di protestare civilmente contro decisioni e scelte che non condivide". Siamo moderati e anche estremisti "Siamo un partito libero che non teme di apparire moderato ad alcuni ed estremista per altri perché siamo niente più che il riformismo italiano". "Noi siamo per una democrazia - ha affermato Veltroni - che decida, decida velocemente ma non con pericolose concentrazioni di potere". Governo totalmente inadeguato sulla crisi "Non crediamo che il governo sia la causa di tutti i mali, non grideremo mai al regime. Ma il problema è che il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a fronteggiare la crisi, perché non ha nel cuore l'Italia che soffre, pensa ai potenti più che ai lavoratori. Ma l'Italia è altro". Guai a chi vuole ridurre la libertà di critica "Questa manifestazione è un grande momento di democrazia sereno e pacifico. Guai a chi pensa di ridurre la libertà di dissentire e criticare". Berlusconi non ha potere ma è al governo pro tempore "Perché un'alta carica delle istituzioni si può permettere di dire certe cose? Questa è la confusione tra chi governa e chi ha preso il potere", e Silvio Berlusconi crede "non di governare pro tempore ma di avere preso il potere. Ma governano pro tempore, come noi siamo all'opposizione pro tempore". Il governo è inadeguato ma non gridiamo al regime Il governo Berlusconi "è totalmente inadeguato a fronteggiare la gravissima crisi che stiamo vivendo" ma il Pd "a differenza di chi ci ha preceduto nel ruolo di opposizione, non grida al regime". Per Veltroni, il governo non sa affrontare i problemi del Paese "perché non ha nel cuore l'Italia che produce e che lavora, l'Italia che soffre. E' un governo che si occupa di rassicurare i potenti di questo paese piuttosto che di combattere la drammatica situazione di imprese e lavoratori". No all'impunità delle parole, Berlusconi non inganni Silvio Berlusconi coltiva "un'idea inaccettabile del potere", confonde "governare con prendere il potere". Pensa di potersi permettere "l'impunità delle parole", una sorta di "inganno permanente ai danni dei cittadini". Dal palco del Circo Massimo, Walter Veltroni attacca il presidente del Consiglio per le dichiarazioni dei giorni scorsi su scuola e crisi finanziaria. "La minaccia irresponsabile e pericolosa di intervenire 'attraverso le forze dell'ordine' in quei templi del sapere che sono le università è stata abnorme e mai vista prima. Ma puntuale è arrivata un'altra smentita del presidente del Consiglio - dice Veltroni - 'Sono i giornali che come al solito travisano la realtà", ha detto da Pechino. Cambiando il fuso orario si può anche cambiare idea, e in questo caso è un bene che sia avvenuto. Ma c'è qualcosa su cui bisogna riflettere". "Perché - chiede il leader del Pd - un'alta carica istituzionale si può permettere sistematicamente di negare ciò che è evidente, ciò che per giorni le tv hanno ritrasmesso sbugiardando l'ennesima smentita? Perché si sente autorizzato, nel pieno della tempesta finanziaria, a invitare i cittadini a comprare le azioni di questa o quella azienda? Perché può arrivare ad annunciare una decisione non presa come quella della chiusura dei mercati, facendosi smentire persino dalla Casa Bianca? Se l'avessero fatto Gordon Brown o Angela Merkel sarebbe successa una catastrofe. Siccome nel mondo sanno chi è, non è successo niente". "Ma perché - continua Veltroni - coltiva questa impunità delle parole? Questa strategia dell'inganno permanente nei confronti dei cittadini? La presunzione che si possa promettere di tagliare le tasse che poi non si tagliano, di fare delle mirabolanti opere infrastrutturali che poi non vengono nemmeno progettate? E' l'idea del potere che non è tenuto a rispondere dei suoi comportamenti - è la risposta di Veltroni - E' un'idea del potere inaccettabile. E' la confusione tra governare e prendere il potere". E' il tempo del coraggio riformista "La nostra sfida è chiara, ed è la stessa che lanciammo al Lingotto. Non dobbiamo conservare quello che c'è, assegnare al riformismo il compito di difendere anche importanti conquiste del passato". No, al contrario questo "è il tempo della costruzione dell'Italia del nuovo secolo. E' il tempo del coraggio riformista, non della pigrizia conservatrice". Il governo ritiri il decreto Gelmini e avvii il confronto "Il Governo ritiri o sospenda il decreto" sulla scuola "attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Fissando un tempo al termine del quale è legittimo che le decisioni siano prese". La destra ha creato la cultura del vuoto "La destra ha creato la cultura del vuoto. Non le interessa la scuola perché per loro la scuola è la televisione". Ma, afferma Walter Veltroni dal Circo Massimo, "a noi quel vuoto spaventa. Per voi è indifferente perché vi è congeniale. Lo avete alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e dell'egoismo per il fastidio per ogni regola morale", con l'idea che vale "solo il successo facile". Ricordo a Prodi Walter Veltroni ha citato nel suo intervento al Circo Massimo Romano Prodi suscitando l'applauso della folla riunita per la manifestazione del Pd. Romano Prodi, ha detto Veltroni, "è stato un uomo di governo che ha pensato all'Italia e non a se stesso".

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Pd-day, un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia" (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)

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ROMA - Un popolo in marcia. Col passo lento, di chi sa che sarà lunga, e anche dura, ma che spera. E ci crede, nonostante tutto: le sconfitte, le liti tra i leader, i boicottaggi interni, le resistenze di quella razza speciale che si chiama ceto politico, nonostante un paese che culturalmente sembra aver perso gusto, senso, sensibilità, tolleranza, valori. Il popolo del Pd si è rimesso in marcia oggi, ha ripreso il filo di quel discorso cominciato il 14 ottobre di un anno fa in coda ai gazebo e l'ha srotolato di nuovo oggi da tutte le città e dai paesi d'Italia per portarlo passo dopo passo, lungo i vicoli della Roma più antica, fino all'arena del Circo Massimo. "Due milioni e mezzo" dicono dal grande palco che si apre su una distesa di bandiere e pallconcini bianchi, rossi e verdi. La guerra dei numeri è inutile, conta il colpo d'occhio, e quello è maestoso, a tratti biblico. Se per Cofferati furono tre milioni in difesa dell'articolo 18 cinque anni fa e per Berlusconi, due anni fa, due milioni contro il "regime" del governo Prodi, il colpo d'occhio oggi ne conta tanti, tantissimi, molti di più delle previsioni della vigilia e delle iatture invocate dalla maggioranza. I numeri, se volete, metteteli voi. Un fatto è certo: quella che è qui oggi è "un'Italia assai migliore di quella che la governa" come dice un emozionato Veltroni quando raggiunge il suo palco "speciale", scenograficamente quasi sorretto dalla folla, alle 16 e 55 minuti. Quella che è qui oggi è un'Italia che chiede, pretende, desidera nonostante non le siano ancora state date risposte. Un popolo non "incazzato" come dice qualcuno, bensì serenamente consapevole che così non si può andare avanti. Un popolo che non urla, non insulta, ha le idee chiare sul contesto generale, non chiede la luna ma quello che gli è dovuto: "Sapere, lavoro, diritti". Un popolo che oggi è stato protagonista, forse più dei suoi leader. "La sinistra non è democratica" riesce a commentare Berlusconi dalla trasferta cinese. Forse si riferiva al fatto che i cortei così numerosi hanno tracimato fino a sovvertire ogni ordine e grado, gli striscioni di testa sono rimasti a metà e Veltroni e il suo governo-ombra un gruppo tra i tanti. Il gioioso caos dei cortei. Erano due, concentramento in piazza Esedra per chi veniva dalla stazione con i treni speciali; piazzale dei Partigiani per chi è arrivato con pullman e traghetti. Dovevano partire alle 14. Si sono dovuti mettere in marcia almeno venti minuti prima perché già a mezzogiorno e mezzo entrambe le piazze traboccano. In piazza Esedra, ad esempio, i camion con la musica - Jim Morrison e Beatles e Viva la vida dei Cold Play a palla - si avviano verso via Cavour ben prima dell'arrivo del leader. Veltroni e D'Alema si mostrano insieme in piazzale dei Partigiani poi si dividono idealmente le piazze: il segretario in piazza Esedra, concentramento storico delle manifestazioni nella capitale; D'Alema resta in piazzale dei Partigiani. Il Pd ha messo in servizio 4000 persone per il servizio d'ordine. Il rischio infiltrazioni e provocatori è sempre alto, ancora di più lo è in una manifestazione di partito. Abbondare, quindi, non guasta. Ma divise e camionette restano nascoste tutto il giorno. Dietro gli striscioni non c'è rabbia né astio, ci sono invece ironia e sarcasmo, facce che si mostrano e parlano. Un caos disordinato che si rompe nelle stradine del centro di Roma per confluire ordinato composto e allegro, tra i negozi aperti, le macchine in sosta e i cantieri fino al Circo Massimo. Peccato per gli striscioni di apertura che restano invece indietro, mescolati tra la folla. "Noi abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri figli e per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle e difenderle" recita quello che ricorda Leopoldo Elia. "Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente" è scritto su un altro firmato da Vittorio Foa. Frasi che occuperanno, poi, il grande palco del Circo Massimo,e saranno comunque protagoniste di una giornata molto speciale. Pd-day, un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia""/> Le facce, gli slogan, scuola, istruzione ma non solo. Sarà una manifestazione "democratica" aveva promesso Veltroni durante la vigilia via via sempre più tesa per la crisi internazionale e per le previsioni della maggioranza. I rischi di un flop c'erano tutti: una manifestazione di partito, di un partito nuovo e per qualcuno ancora troppo leggero, diviso e incerto nella sua identità e nel modo di fare opposizione. La piazza ha fugato dubbi e timori e ha consegnato certezze. Perché le istanze di un partito, di una parte quindi, sono diventate i princìpi in nome dei quali un popolo intero di giovani, vecchi, bambini, studenti, professionisti e extracomunitari scende in piazza. Giancarlo Miliani, 63 anni, è vestito con grembiule e fiocco azzurro: "Ripetente a vita per via della condotta" spiega. Eligio Grigolato, 82 anni, propone "Berlusconi santo subito, l'unico modo per levarcelo di torno". L'Arcigay, finora così critica col Pd, è in piazza con il suo presidente Aurelio Mancuso e quello onorario Franco Grillini: "Siamo qui per ascoltare Veltroni". Per i due si registra un successo personale di saluti, baci e abbracci. Pescara sfila con una magnifico asino e la scritta: "Più tagli e più ragli". La Sicilia chiede "più sud, più sapere e più salari". I cartelli puntano il dito contro il governo Berlusconi "ladro di futuro". Marco, studente della Luiss, urla dal camion: "Facciamo ripartire l'Italia, facciamo sentire la nostra voce..." e poi "come together...". Luca, Gloria, Alessio, Daniela, studenti di Arezzo, si sono fatti il cartello in casa: "Berlusconi a forza di decreti umilia il Parlamento, ormai non ha più segreti, lo vuol d'allevamento". Pd-day, un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia""/> La scuola, l'università e i tagli del decreto Gelmini sono "il" problema anche se non è arrivata fin qua, come qualcuno pensava, la marea degli studenti che occupano scuole e università dal nord al sud. L'Onda resta a parte, non si mescola ma c'è: "Gelmini, Tremonti, rifate tutti i conti". Ma non c'è solo la scuola. Sfilano gli striscioni delle regioni - possente il blocco toscano - e quello delle donne: "Con il lavoro delle donne cresce l'Italia". Il popolo è in marcia per la giustizia: "Il Lodo Alfano non avrebbe cittadinanza neppure in Africa"; "Farsi processare è onorevole". "Siamo nel Pd perché sognamo un mondo migliore" dice il blocco in arrivo da Milano nord. Un popolo in marcia di tutte le età. I più piccoli, marcianti, sono forse Angelo, tre anni e mezzo, e sua sorella Rossella avvolti nelle bandiere del Pd. Giorgio, Rachele e Camilla, 5 e 6 anni, indossano sorridendo e saltando i loro cartelli: "Un maestro e 30 grembiuli", "Gelmini 5 in condotta", "Ridateci il futuro". Altri, due passi indietro, chiedono di "non divorziare da Di Pietro, che altrimenti noi si divorzia da Veltroni". Anche l'ex pm è al Circo Massimo a raccogliere firme contro il Lodo Alfano. I Verdi e il loro leader Grazia Francescato, unico pezzo dela vecchia sinistra arcobaleno, camminano nel corteo. "Che spettacolo meraviglioso per la democrazia". Veltroni è un leader che conosce la potenza dei simboli. Questo appuntamento del 25 ottobre racchiudeva per lui molte sfide, alcune anche finali. Altri, poi, diranno se le ha vinte o perse. Di certo ancora una volta ha funzionato il suo personalissimo potere di convocazione delle masse e ha azzeccato i simboli. Berlusconi lo invidia tanto per questo. Il segretario ha sfidato il Circo Massimo e ha voluto almeno fisicamente ricoprire, cucire la distanza che si è creata in questi mesi tra lui e il suo popolo. Ecco che il palco da cui parla non è il grande palco sullo sfondo - su quello resteranno deputati e senatori del Pd - ma un piccolo podio distaccato, in avanti, idealmente e fisicamente in mezzo alle persone. Visto dall'alto Veltroni sembra quasi issato dalla gente, figura che emerge e parla a una platea sterminata, immagine biblica, non l'unica della giornata. Il segretario parla per 50 minuti, felice, emozionato, sollevato perché più numeroso di così il popolo del Pd non poteva essere. In apertura snocciola una sfilza di grazie ("a voi che siete tantissimi, ai volontari, alle forze dell'ordine..."). Poi l'elogio di questo popolo e dei suoi padri, da Gobetti ai fratelli Rosselli, fino a Elia e Foa. Infine un unico e continuato attacco a testa bassa all'opera del governo Berlusconi "incapace di dichiararsi antifascista" e "inadeguato a fronteggiare la crisi economica perché non ha nel cuore l'Italia che produce e soffre". Quella dei precari "a quattro euro l'ora", di chi "ha un reddito di 25 mila euro, tre figli e non ha più nemmeno il sussidio deciso dal governo Prodi", dei pensionati, degli insegnanti e degli studenti "la cui protesta è giusta, libera e responsabile, pacifica e democratica, senza bandiere di partito né di sindacato". Veltroni dice molti no e strappa altrettanti applausi. E propone: "Il Pd chiederà che siano detassate le tredicesime delle pensioni e degli stipendi più bassi". E ancora: "Il governo deve sospendere o ritirare il decreto Gelmini e avviare un confronto fissando un tempo limite. Non si cambia la scuola contro gli insegnanti e gli studenti". Fini: "Un contributo al dibattito pubblico". Quello della maggioranza è un coro scontato di critiche e offese al Pd-day, in prima fila, dopo il premier, il portavoce Daniele Capezzone e il capogruppo Fabrizio Cicchitto. Si smarca il presidente della Camera Gianfranco Fini che definisce la giornata "un contributo importante al dibattito politico". Veltroni telefona e ringrazia. Oggi incassa una vittoria. Ha saputo riconvocare il popolo del Pd. Gli ha saputo parlare. Ha sconfitto i tanti, tra i suoi, che lo hanno accusato di non saper fare partito. E persino la pioggia che, appena il segretario ha concluso il discorso al Circo Massimo, ha fatto diventare nero e cupo il cielo sopra Roma. Il popolo del "più grande partito progressista" è arrivato fin qui per dire che c'è e per fare domande. Adesso pretende risposte. (25 ottobre 2008.

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Il 25 ottobre dell'altra Italia (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

STEFANO SEDAZZARI Intorno alla manifestazione del Pd del 25 ottobre si è avviata e avvitata una discussione che sinceramente ritengo sbagliata, ingiustificata e figlia di una sorta di minoritarismo che spesso colpisce l'opposizione italiana a pochi mesi dalla sconfitta elettorale. Trovo davvero vecchia la distinzione tra opposizione in parlamento e opposizione nelle piazze. Il Pd in parlamento c'è e si sente. Qualcuno sa che grazie all'opposizione del Pd in senato abbiamo costretto la maggioranza e il governo ad allungare il dibattito sul decreto Gelmini di quasi una settimana (certo qualcuno obbietterà che non si tratta di un gran successo ma visti i numeri in parlamento mi sembra un discreto risultato)? E quante volte alla camera l'opposizione in commissione e in aula ha messo sotto il governo? E i cittadini conoscono il merito delle nostre migliaia di emendamenti che delineano le nostre proposte (sembra sempre che il Pd non abbia le proprie idee nel merito delle questioni...)? Il Pd lavora in parlamento in modo serio e costruttivo, certo con l'efficacia che è consentita dai numeri. Ma perché un grande partito, che aspira ad essere alternativa di governo non può organizzare una grande manifestazione? Siamo tutti (tutti...) concordi che le scelte di politica economica contenute nella Finanziaria di luglio sono sbagliate e non aiutano i redditi e le pensioni? Siamo tutti concordi nel ritenere che le scelte fatte da questo governo sulla scuola siano sbagliate, che quello che questo governo sta offrendo non è una scuola diversa ma semplicemente meno scuola? E ancora siamo proprio sicuri poi di dover accettare come normale (e accontentarci solo di una sacrosanta opposizione parlamentere), che il premier continui in un teatrino dell'assurdo e dell'irresponsabilità fatto di dichiarazioni in libertà, di smentite, di frasi pericolose sull'uso delle forze dell'ordine o sui mercati finanziari? Perché dobbiamo abituarci? Dobbiamo sopportare che i buoni siano solo quelli che approvano l'operato del governo in tutti i suoi aspetti e sentirci dei bugiardi e dei cattivi perché ci opponiamo? Dobbiamo avallare una logica che sostiene che chi si oppone, in una società e in un paese che ha paura, che soffre già di una situazione difficile sul piano economico e sociale, che vede un futuro incerto, è un disturbatore? Dobbiamo accettare che in un paese che ha paura del futuro, Berlusconi stia cercando di trasformare tutto in una questione di ordine pubblico? Di fronte a tutto questo dobbiamo adeguarci o possiamo manifestare, senza nulla togliere ad una atteggiamento costruttivo in parlamento? Possiamo per un giorno provare a scendere per le strade a sentire il nostro popolo e ragionare con loro di un'altra Italia? Molti commentatori hanno sottolineato come il Cavaliere abbia saputo cogliere il senso comune di un pezzo di Italia spaventato, che andava rassicurato e che in cambio di decisioni e sicurezza era pronto a barattare, diciamo così, qualche forzatura al costume democratico del paese. Vogliamo vedere se c'è, e c'è, un altro pezzo di Italia che vuole un altro paese, che ha un'altra idea del suo futuro, che non considera gli studenti che manifestano dei facinorosi? Penso ci sia uno spazio grande che può essere riempito: c'è una parte grande di questo paese che vuole reagire alle paure, che pensa che la scuola non sia una questione di ordine pubblico ma un tema di discussione e di partecipazione. Perché allora ad una seria e costruttiva opposizione parlamentare non si può accompagnare una grande manifestazione? Perché non possiamo spiegare che invece di tagliare risorse sulla scuola si poteva evitare di tagliare l'Ici per chi sinceramente non ne aveva bisogno? Perché non dobbiamo manifestare contro chi attacca la Corte costituzionale, contro chi considera il presidente della repubblica un uomo di parte, contro chi invade i telegiornali? L'opposizione si fa in parlamento e nelle piazze. Lo hanno fatto anche loro. Stiamo attenti a non farci addormentare da una nebbia e da un mood alimentato e cavalcato molto bene dalla destra: chi si oppone spaventa e va colpito; guai a quei tg e a quei quotidiani che amplificano le notizie sull'opposizione sia essa parlamentare o per le strade e che i cittadini non credano a quello che dirà il Pd sabato, tanto sono tutte bugie per creare tensione. Credo che che la manifestazione del 25 ottobre non tolga nulla alla cifra riformista del Pd, ma possa aiutarci a rientare in quella "connessione sentimentale" con il paese utile per allargare i nostri consensi. Il 25 ottobre non sarà tutto, non farà cadere il governo ma farà bene alla politica.

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Il mini '68 scoppiato in casa del Cavaliere (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

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Dove nasce l'attacco di Berlusconi alla piazza: è troppo nervoso o, al solito, è bravo a interpretare l'umore degli italiani? FRANCESCO LO SARDO "Il 61 per cento degli italiani sarebbe contro le occupazioni? E chi se ne frega. Su certe cose la politica deve difendere la sua autonomia dai sondaggi. Lui non sa di che parla, ma noi lo sappiamo, purtroppo...", sospira un dirigente di An dal quartier generale di via della Scrofa. "Lui" è il Berlusconi spazza-università che Fini, la Lega e persino i maggiori notabili di Forza Italia hanno dovuto stoppare. Un conto è condividere la strategia del premier che ha lucidamente deciso, forte dei suoi sondaggi, di usare la crisi economico-sociale e le paure degli italiani per rafforzare l'esecutivo, anche attraverso una svolta legislativa da stato d'eccezione. Altra cosa è provocare le piazze, col rischio che la situazione finisca fuori controllo. Se si supera quella sottile lama di confine la maggioranza può saltare: e tre giorni fa il Cavaliere c'è andato vicino. Sulle prime minacce di ricorso all'uso della forza negli atenei, sventolate da Berlusconi come un panno rosso davanti al toro studentesco fin dal 9 ottobre ? quando non c'era traccia alcuna di occupazioni universitarie ? gli alleati della maggioranza hanno fatto finta di non sentire e gli hanno retto il gioco. Ma quando il gioco s'è fatto troppo pericoloso hanno detto basta: mettere in guardia dai rischi d'infiltrazione e di violenze passi, ma accendere la miccia proprio no. An, quarant'anni dopo, fa ancora i conti col fantasma del '68, col complesso di colpa per la spedizione punitiva dei Volontari del Msi di Michelini e Almirante alla Sapienza che ruppe il sogno di unità del Movimento studentesco, innescando la stagione degli opposti estremismi e della strategia della tensione. E Fini ha avuto modo di riflettere a fondo sugli errori del G8 di Genova del 2001 dove con Berlusconi ha voluto recitare la parte del duro e c'è scappato il morto. La Lega, poi, partito ontologicamente piazzaiolo, ha fresca la memoria dei pugni e dei calci della Celere mandata nel '96 a perquisire la sede milanese di via Bellerio: Roberto Maroni, pestato, perse conoscenza e finì in ospedale. "Sono sempre stato uno studente modello e diligentissimo, non ho mai manifestato e protestato", ripete Berlusconi. Lui no, ma tutti quelli che gli siedono accanto nella sua maggioranza sì: ex dc, ex socialisti, ex fascisti, anche ex comunisti. Da Fini a Bossi a Maroni, giù giù fino all'ex leader maoista Brandirali, tranne le new entries alla Gelmini ? che lui non autorizza a andare in tv salvo poi lamentare che i media tacciono sui provvedimenti del governo ? tutti sono passati per le piazze e ne conoscono bene le delicate dinamiche, tranne lui: che incarna l'anomalia del politico impolitico. Nell'ultima performance da apprendista stregone l'hanno seguito solo i Feltri e i Quagliariello, epigoni della Maggioranza silenziosa che fu. Il Cavaliere ha settantadue anni e gli alleati gli permettono tutto, per calcolo più che per convinzione. Gli permetteranno anche un voto anticipato nel 2010 per rieleggere un parlamento con maggioranza di centrodestra che possa spedirlo al Quirinale nel 2013. An gli lascia fare anche un Pdl finto, con uno statuto finto tanto prima o poi Berlusconi passerà la mano. L'aspirante successore Fini però non può permettersi un'eredità macchiata da qualche altra brutta pagina di violenza. Non certo lui, ex missino che lavora per accreditarsi all'estero come un Sarkozy e col Pd in un ruolo di garante. Bossi dal canto suo cerca "una larga maggioranza" col Pd sul federalismo: ne ha ragionato con Fini proprio nel giorno in cui il premier invocava idranti e manganelli. I tumulti di piazza non erano, nè sono, in cima alle aspirazioni dei due: e il Viminale, con Maroni e Mantovano, lo controllano loro.

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Angelucci boys, lassù qualcuno li ama (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

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S C R I P T A M A N E N T Angelucci boys, lassù qualcuno li ama PANORAMIX Inquietante Tg1 La reazione dei direttori dei diversi media alle minacce di Silvio Berlusconi (tre giorni fa) e alle auto-smentite cinesi del premier (l'altroieri con corollario di accuse di falsità rivolte ai media) hanno offerto uno spaccato della vicenda italiana in tema di libera informazione. Ad esempio, è illuminante come i telegiornali abbiano raccontato il dietrofront di Berlusconi sull'uso della polizia contro gli studenti. "Il punto è che soprattutto il beneamato Tg1 riferisce e basta ? scrive su Repubblica Antonio Dipollina ? Accusato di essere bugiardo, non reagisce: si limita a rinviare pilatescamente il telespettatore a consultare sul sito Rai l'edizione del Tg del giorno prima. Mettiamo che invece fosse comparso il conduttore autorevole e avesse detto: Cari telespettatori, avete ascoltato cosa dice oggi il presidente del consiglio. Ora ascoltiamo cosa ha detto ieri". E via con la registrazione. "A immaginarla, una scena simile ? conclude Dipollina ? sembra una cosa a metà tra la rivoluzione e il terrorismo evocato anch'esso da Berlusconi ". A questo punto siamo. Rivoluzionario sarebbe "un atto puro e semplice di informazione ". Viva allora la faccia (e la matita) di Vincino sul Corriere della Sera. Vignetta ambientata a Pechino: "I maggiori leader cinesi chiedono a Berlusconi di non criminalizzare il dissenso in Italia?". "Berlusconi ci ascolta" Il Riformista scrive in prima pagina (con soddisfazione): "Gelmini ci ascolta e convoca gli studenti ribelli". Commento di Peppino Caldarola: "Cortei in tutta Italia. Un sit in davanti al senato. Alcuni slogan ragionevoli e molte parole esagerate. Il nuovo movimento dilaga in tutta Italia. Il governo ha cominciato a correggere il tiro. Berlusconi dalla Cina, come da copione, ha smentito negando di volere la polizia negli atenei. La vera novità è venuta dalla Gelmini ? sottolinea Caldarola ? Pur con qualche parola di troppo ('campagna terroristica') ha finalmente convocato gli studenti per un incontro. È quello che avevamo chiesto ieri noi del Riformista. Ricordate il titolo dell'editoriale di prima pagina: "Chiamate chi protesta non la questura"?". Così il giorno dopo Libero (Berlusconi ci ha ascoltato sull'uso della polizia contro gli studenti si galvanizzavano quelli del quotidiano diretto da Vittorio Feltri) anche l'altro quotidiano edito dagli Angelucci può in prima pagina scrivere di essere stato ascoltato dall'esecutivo. Chissà se il ministro Gelmini smentirà se stessa e deluderà gli arancioni come ha fatto il premier con il giornale di Feltri? Libero insulto? Vittorio Feltri si sa è uno che non le manda a dire. Ma si può lasciare al lettore il commento personalizzato sulla conclusione del suo commento su Libero dedicato a quello che definisce "un proletario chic", ovvero Walter Veltroni. Una valanga di critiche, miste a insulti e insinuazioni che finisce con due paroline due: "Mortacci sua". Proposta: cambiamo titolo alla rubrica che state leggendo in "? e de tu nonno"?.

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L'Onda anomala che fa politica ma spiazza i partiti (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

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Un movimento che nasce dal basso in cui l'ideologia conta poco L'Onda anomala che fa politica ma spiazza i partiti FABRIZIA BAGOZZI Berlusconi insiste sul tasto "facinorosi che manifestano", e poi precisa che si riferisce ai piccoli gruppi eterodiretti dalla solita estrema sinistra. Ma anche l'Onda insiste: a occupare e a manifestare senza essere particolarmente facinorosa. E così il trend è diventato il picchetto con cornetto a Roma, con brioche a Milano, con croissant a Torino. Offerti a chi vuole entrare in facoltà con i volantini in cui si spiegano le ragioni della protesta. Altra modalità facinorosa di protestare: le lezioni in piazza. Ha cominciato la Sapienza a Roma, con fisica spiegata davanti a Montecitorio, a ruota hanno seguito alcune facoltà degli gli atenei di Palermo, Bari, Cosenza, Milano (ieri in piazza Duomo). E sempre ieri, in uno dei tanti cortei spontanei convocati via internet ed sms che in questi giorni attraversano l'Italia, un liceale romano (Claudio 17enne del Plauto) ha ringraziato la polizia: "Ci ha aiutato a gestire il corteo. Noi non siamo affatto violenti e neanche abbiamo occupato la scuola, perché sarebbe illegale". Il massimo di facinorosità si è raggiunto a Roma, in serata, con il muro contro muro fra studenti che cercavano visibilità sul red carpet della festa del cinema di Roma al ritmo dello slogan: "Fermiamo il decreto Gelmini" e la polizia che li ha bloccati. Un po' di tensione c'è stata. Ma si è visto francamente di peggio. L'Onda è anomala davvero e quindi spiazza, costringe a mettere in soffitta vecchie categorie e pregiudizi. Il rischio di derive estreme provocato da frange minoritarie in Italia esiste sempre, ma questo movimento finora ha dimostrato di essere un'altra cosa, a partire dal no ai caschi in piazza detto dai manifestanti ? mamme, ricercatori, studenti universitari, studenti medi ? del corteo di Roma di giovedì ai duri dei centri sociali sgombrati da Alemanno. Un' Onda inedita anche perché, dalle elementari alle medie, tiene insieme tutti i livelli di istruzione e tutti gli attori della formazione: maestri, genitori, studenti, rettori, presidi. Unificati dai tagli di Tremonti tradotti da Gelmini, finora si sono trovati studenti di "sinistra" e di "destra", concetti che mai come in questo caso si dimostrano inadeguati. "Qui i gruppi politici tradizionali c'entrano poco ? ragiona Giovanni De Luna, docente di storia contemporanea a scienze della formazione a Torino, dove, nel '68 fu fra i protagonisti della rivolta ? Il tratto dominante è la spontaneità, non l'organizzazione". I collettivi classici hanno un ruolo e tentano anche di incanalare la protesta su binari più noti, ma non sono dominanti: "I ragazzi hanno un atteggiamento pragmatico, concreto, che ha poco a che fare con l'ideologia. Difendono spazi specifici, posizioni identificate. In questo sono diversi da come eravamo noi, nel '68. Il movimento di allora partiva da dinamiche accademiche per aprire sui grandi temi. Come tipico del '900, era centrato su un'idea di militanza totale, sulla politica con la P maiuscola. Gli studenti che vedo oggi qui a Palazzo Nuovo ragionano su orizzonti più definiti, più precisi. È un modo diverso di fare la politica, sganciato, concreto, adeguato ai tempi nuovi. Evocare i centri sociali non aiuta a capire, manda fuoristrada". Il movimento è ancora allo stato nascente, per ora è "difficile fare previsioni, nel senso che è difficile dire se questa è un'accensione estemporanea o se apre un nuovo ciclo. Ciò che invece mi pare certo è che ha spiazzato i partiti della sinistra che vivono un momento difficile. Tanto più che sono in tanti a non voler sentir parlare di partiti". "Nel movimento di gente orientata a sinistra ce n'è, naturalmente, ? nota Maria Pontalti, ricercatrice precaria a Trento. "Ma non c'è solo gente di sinistra". Il sentimento predominante, che riguarda tutti, è "quello di serrare le fila contro un attacco alla formazione che viene percepito come sostanziale". Tutto è cominciato dalla scuola primaria, dove c'è chi si è accorto presto che la doppietta Tremonti-Gelmini avrebbe smantellato "l'ossatura di una scuola primaria che è al top delle graduatorie internazionali e che si è venuta formando in trent'anni cominciando dal ministro Falcucci", spiega Italo Fiorin, docente di didattica alla Lumsa. "I maestri e i genitori si sono ribellati a un intervento che va contro una cultura pedagogica che ha radici profonde nel nostro paese, a partire dal nodo del tempo pieno". Una protesta che ha preso le mosse dalle frange più consapevoli, ma non per questo più politicizzate, secondo Fiorin: "La consapevolezza nasceva dal fatto che il modello tradizionale funziona e l'hanno sperimentato in tanti, famiglie e insegnanti. Il dissenso è partito dal basso, il sindacato è arrivato dopo. Tant'é che i confederali scioperano a metà novembre e i Cobas l'hanno appena fatto". Intanto il ministro Gelmini ieri ha visto gli studenti dicendo loro che il decreto non cambia. Un giro di incontri che ha diviso le sigle studentesche (tradizionali), quelle di destra soddisfatte, quelle di sinistra invece no. Per loro, se il decreto non si ritira non cambia nulla. Continueranno la mobilitazione.

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Il nuovo '77 non c'è. Evitiamo di crearlo (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

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La "peggio gioventù" di Starnone e Cotroneo oggi è "onda anomala" Il nuovo '77 non c'è. Evitiamo di crearlo FEDERICO ORLANDO Il vento dell'odio è il romanzo di Roberto Cotroneo (Mondadori) che a settembre ci ha raccontato la storia di due ex protagonisti degli anni '70, lei neofascista in odio al padre comunista (spionaggio filosovietico), lui comunista in odio al padre di destra (servizi deviati): la folle borghesia ? scrisse il Corriere della sera ? che ha creato la peggio gioventù. Ossia il vecchio complesso di Edipo e il nuovo vangelo di Toni Negri, passando per New York, Francoforte, Parigi, per il partito armato combattente e il movimento di massa come placenta e copertura. Finì, dopo Moro (1978) con gli anni Ottanta dell'Italia da bere, l'Italia stolida de "la nave va", l'Italia senza politica e con tanti furti chiamati tangenti. La Pantera fu l'estremo scuotimento dei giovani per riaprire un discorso politico nella società ottusa. Quasi vent'anni dopo, oggi c'è un nuovo tentativo giovanile di farsi sentire, "Non pagheremo i vostri conti", ci dicono, pensando agli eredi fallimentari della contestazione sessantottina, del terrorismo settantasettino, della notte brava del Caf (Craxi-Andreotti-Forlani) e dei suoi eredi berlusconiani e antiberlusconiani, che nelle viscere della società hanno guardato poco o niente, lasciando a ogni generazione l'onere ? un po' fisiologico, un po' forzato ? di tentare un'esperienza, una via d'uscita. La più pericolosa ? ce lo diciamo quasi tutti e quasi sottovoce ? fu quella imboccata nel '77, la saldatura di movimento studentesco e movimento dei non garantiti, e il suo sbocco, unico in Occidente, nella lunga guerriglia urbana, le centinaia di morti, i lutti tutt'ora aperti. A molti italiani dev'essere passato il ricordo di quel vento dell'odio. Solo qualche settimana fa s'è discusso se dare o no il finanziamento pubblico al film di Renato De Maria con Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, lui capo di Prima linea (Sergio Segio, oggi 53 anni), che con 20 chili di dinamite apre una breccia nel carcere di Rovigo e ne fa uscire la compagna di delitti Susanna Ronconi (oggi 57 anni). Lo stato ha vinto, ma non convince le nuove generazioni. Non sono più quelle studiate da Starnone, Pennac, Lodoli, somigliano in molti casi alla scolaresca sbracata di Francois Bégaudeau (La classe), giovane insegnante a sua volta simile ai docenti sbracati in Italia. Due minoranze con le quali troppi di noi raffigurano realtà giovanili e professionali ben più sagge, niente a che fare coi "rincoglioniti" di Michele Serra, tutti droga, multiculturalismo (o razzismo), consumismo e no-future. Nasce dai migliori "onda anomala", il bel nome che s'è dato questo movimento, per la prima volta fatto di alunni, docenti e genitori. L'onda ? chi sa se lo sanno ? fu descritta nel capolavoro dannunziano come la sfrenatezza della gioia, imprevedibile (e tale si dichiara il movimento) e giocoso ("non siamo i tristi del '68"). I poliziotti che a Milano, senza attendere da Berlusconi l'istigazione ad eccedere, hanno manganellato i giovani "okkupanti" della metropolitana gridando "Vi conosciamo, siete sempre i soliti", quei poliziotti non conoscevano niente: "i soliti" sono solo i veliti, i frombolieri della prima linea, se ci sono. Gli altri, le centinaia di migliaia che si muovono a Milano a Roma a Firenze a Napoli e in tutta Italia, non li hanno mai visti. Sono appena nati, sono i ragazzi del 2008. Diversi da quelli del '68, che non si riconobbero nei fratelli di Praga schiacciati dai sovietici ma preferirono il Che; da quelli del '77, precipitati nel paganesimo della P38 (era il frutto dell'" immaginazione al potere". Nulla può essere meno immaginifico del potere. Un potere guidato dall'immaginazione anziché dalla ragione genera mostri). I ragazzi del 2008 portano in tasca non un Libretto rosso ma il libretto universitario, o la speranza di averlo presto e poi la laurea e il lavoro. Il loro "no" è al no-future. Neanche il "No logo" gli interessa più, scavalcato dall'onda (questa sì prevedibilissima perché ciclica) della crisi del capitalismo finanziario multinazionale. Per una volta ha ragione Fuksas: "Qui non c'è alcun movimento eversivo; ma se i giovani dovessero saldarsi col disagio sociale più ampio ed esteso, che si sta proponendo, allora saranno dolori". Si riprodurrebbe lo schema dell'autunno caldo del '69, ma c'è chi teme di più, e cioè la tenaglia tra studenti e "non garantiti" del '77. È l'incubo di chi non vorrebbe più guerre e guerriglie. Perciò Draghi suona l'allarme sulla forbice che si divarica tra redditi sempre più alti e redditi sempre più bassi. Un monito al feroce egoismo dei conservatori. Per ora, l'anticorpo al nuovo '77 sta proprio nella scuola, ed è la mancanza di una cultura fatta di ideologie allucinogene e di cattivi maestri. Nessun corso autogestito si sceglierebbe un discorso di Fidel Castro per analizzarlo dal punto di vista linguistico nell'ora di italiano, nell'ora di storia per i contenuti antimperialistici, nell'ora di matematica per il calcolo delle scorte necessarie a resistere sulla Sierra, nell'ora d'inglese per contrapporre l'ispanico alla lingua degli yankee. Non c'è nella società la proliferazione di Br, Nap, Potere operaio, feltrinelliani, Prima linea, Lottacontinuisti, Lavoratori per il socialismo, coi loro riferimenti al Jackson delle Pantere nere, al Debray prima maniera, allo Scalzone della "soggettività operaia"? Un miscuglio che su tanti ragazzi ebbe lo stesso effetto di droga, multiculturalismo o razzismo che travolge una parte dei ragazzi d'oggi, anch'essa una "peggio gioventù" che però, a differenza della prima, paga la propria tristezza in solitudine, e che forse dall'onda anomala dei compagni potrà essere lavata. Chissà se la Gelmini, chiamata a fare un mestiere non suo, riuscirà a capire che l'umiltà sarebbe l'arma efficace nelle sue mani, se potesse e sapesse usarla.

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Serve una fase due anche agli studenti (sezione: Scuola)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

L ' E D I T O R I A L E Serve una fase due anche agli studenti GIOVANNI COCCONI Una settimana di proteste in tutta Italia non è servita al movimento degli studenti per raggiungere il primo obiettivo, il ritiro del decreto Gelmini. Anche l'offerta di dialogo annunciata dal ministro è durata il tempo di un aperitivo. Ma la frustrazione è una pessima consigliera. Guai a farsi prendere dalla rabbia. Che fare? Eliminare i falsi pretesti potrebbe essere già l'inizio della ripartenza. Da molte parti, per esempio, si chiede agli studenti di non farsi manipolare, li si accusa di essere diventati il braccio dei baroni, lo strumento nelle mani di coloro che della scuola e dell'università italiana non vogliono cambiare nulla. Li si dipinge come dei conservatori, più o meno consapevoli. In buona parte non è così ma fino ad oggi dal movimento è emersa soprattutto la voce dei no: no ai tagli, no al maestro unico, no alle fondazioni universitarie. Tutte buone ragioni di fronte a un governo che non sembra avere uno straccio di idea. Ma che non bastano. Soprattutto perché molti degli studenti che oggi scendono in piazza protestano per un futuro che non garantisce loro niente di buono, e non solo per i tagli della Gelmini. Quanto servirà il pezzo di carta che si ritroveranno in mano con questa laurea? Quanto servirà studiare seriamente se questi concorsi continueranno a premiare i figli di? E quanto serviranno questi corsi di laurea se non a fuggire all'estero o a vincere un dottorato di ricerca pagato 800 euro? Ma allora, proprio per questo, forse sarebbe il caso di cambiare passo, di andare oltre gli slogan, di riempire un vuoto che il governo si è dimostrato incapace di riempire, per incalzarlo sulle idee che potrebbero davvero cambiare la scuola e soprattutto l'università italiana. Per esempio proponendo norme che impediscano il familismo amorale che imperversa nei nostri atenei, lo scandaloso nepotismo che promuove i rampolli e punisce i cognomi di chi non conta. Per esempio chiedendo che la si smetta con i fondi a pioggia distribuiti un po' a tutti e solo per pagare stipendi. Che si introduca la valutazione e la competizione tra gli atenei in modo che uno non valga l'altro e quel pezzo di carta finale non conti nulla come oggi. Che si impediscano per legge i corsi con un solo studente, che i docenti troppo assenti vengano puniti anche con il licenziamento, che le università sotto-casa diventino un ricordo del passato, che il numero chiuso consenta solo a chi merita di emergere, che chi sceglie le facoltà più difficili venga premiato anche con borse di studio più ricche. Eccetera eccetera. Se gli studenti cominceranno a chiedere ad alta voce un'università più efficiente, più sana e quindi più equa forse il loro sforzo non sarà stato inutile e le loro idee non saranno sprecate.

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Pd in piazza, Berlusconi all'attacco È guerra dei numeri sul corteo (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

LE REAZIONI Pd in piazza, Berlusconi all'attacco È guerra dei numeri sul corteo Il premier da Pechino: "Da sinistra solo menzogne". Il Pdl: "Circo Massimo è stato un flop, altro che 2 milioni" Silvio Berlusconi (Emblema) PECHINO - "Un'opposizione che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi, votare provvedimenti per l'utilità comune. Ma questo non è possibile". Silvio Berlusconi duro sulla manifestazione del Pd. Poco prima di lasciare Pechino e a circa mezz'ora dall'inizio dei cortei dell'opposizione nella Capitale, il premier ha attaccato la manifestazione organizzata da Walter Veltroni, sostenendo che la sinistra che va in piazza non è democratica ("dovrà passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi") e che cerca con la manifestazione di "celare le divisioni" che la agitano al suo interno. "SONO CONTENTO CHE NON PIOVA" - "Si illustrano da soli, scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti - ha detto il premier -. Io invidio i socialdemocratici di altri paesi, mentre i nostri questi sono e con questi dobbiamo fare i conti". Berlusconi ha spiegato di non essere essere preoccupato dalla piazza Pd. "Sono contento che non piova, così non possono dire "piove, governo ladro" - ha scherzato il premier -. I leader della sinistra hanno garantito che sarà una manifestazione serena, diamogli credito. Ma non ci sarà nessun cambiamento nell'azione di governo e della maggioranza perché questa è una manifestazione per uso interno alla sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per marciare contro il governo". SCUOLA - Dalla Cina il premier ha ribadito a più riprese che la manifestazione del Pd è stata organizzata per nascondere le divisioni interne alla sinistra, e che "all'ultimo minuto si sono aggrappati" alle proteste sulla scuola. Al contrario, la manifestazione del centrodestra del 2006 fu decisa perché, dice il presidente del Consiglio, "eravamo disperati" visto che nessuno ci ascoltava. Prima di ripartire per l'Italia, il premier è tornato anche sui titoli della stampa degli ultimi giorni. "Quando i giornali più importanti titolano "Berlusconi torna indietro" questo è indegno dell'informazione" ha spiegato il premier, che ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i diritti dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel titolo "Polizia nelle scuole" è indegno". "Hanno raccontato a Annozero delle falsità storiche" sulla scuola, ha aggiunto il premier. Per Berlusconi "lo stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi sull'università non abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità". CICCHITTO, CIRCO MASSIMO PUÒ CONTENERE 300 MILA - Intanto è già guerra delle cifre sul Pd Day al Circo Massimo. Per la Questura i manifestanti sono molti di meno di quelli annunciati dagli organizzatori. Non due milioni e mezzo ma appena 200mila. Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, afferma: "Non il sottoscritto, ma il "Sole 24 ore" di sabato afferma, cifre alla mano, che il Circo Massimo può contenere circa 300mila persone: per il principio dell'impenetrabilità dei corpi, 2 milioni e mezzo di persone sono un sogno". Comunque, conclude Cicchitto, "quello che è in discussione non è la capacità della sinistra di organizzare manifestazioni, ma la sua capacità di governare, che è vicina allo zero. La conferma di questa valutazione è data dal discorso di Veltroni: un'ora di retorica e demagogia, senza alcuna novità, originalità e proposte praticabili; dall'altro lato l'eterogeneità della piazza, nella quale c'era tutto ed il contrario di tutto, da Marini a Di Pietro. Capiamo che D'Alema deve fare vedere che si è ristabilita una luna di miele tra lui e Veltroni, ma per farlo ha commesso un eccesso di zelo". Rincara la dose Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. "Le immagini riprese dall'alto certificano il fallimento della manifestazione della sinistra. In effetti non erano nemmeno trecentomila. Spiace e preoccupa per il bipolarismo il fatto che l'altro polo, il Pd, sia ridotto in queste condizioni". "Dopo mesi di preparazione e spese ingenti - dice Gasparri - un vero flop. Veltroni si dimetterà?". stampa |.

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Bankitalia: investimenti, non tagli alla scuola (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di Carlo Rosso Bankitalia: investimenti, non tagli alla scuola Nuove manifestazioni degli studenti in preparazione dello sciopero di giovedì ROMA. Lontani da Roma e dal grande corteo del Pd, ma non per questo a riposo. Anche ieri l'Onda si è fatta sentire con cortei, occupazioni e elezioni in piazza in molte città italiane, mentre sta per cominciare una settimana cruciale per il movimento degli studenti che contestano la riforma Gelmini. La settimana culminerà giovedì con lo sciopero generale della scuola. Studenti cui dà ieri ragione, a sorpresa, la Banca d'Italia. Per l'istruzione, sostiene il vicedirettore Ignazio Visco, servono "interventi importanti". Investimenti, insomma, non i tagli della Gelmini. Ieri Lotta studentesca, associazione giovanile del movimento di estrema destra Forza Nuova, ha annunciato di aderire alla manifestazione. Una novità enorme rispetto al passato, alla quale sarà interessante vedere adesso come risponderanno gli studenti. Anche ieri intanto si sono succedute iniziative un po' ovunque. A Trieste seimila persone tra studenti universitari, delle scuole superiori, genitori e professori e ricercatori hanno sfilato per le strade del centro città con striscioni contro il maestro unico. Quasi contemporaneamente un altro corteo si muoveva alla periferia di Roma, lontano dalla manifestazione del Pd, con 2.500 studenti, mentre lezioni e assemblea in piazza si sono tenute sia a Napoli che a Perugia. Per oggi, invece, nonostante sia un giorno festivo, a Fisica occupata dell'università la Sapienza di Roma si terranno alcune esercitazioni per i bambini delle scuole elementari romane. Ma continua ad allungarsi anche l'elenco delle occupazioni. Ieri gli studenti si sono "impossessati" delle loro scuole a La Spezia, Roma ed Enna. Ad Agropoli, in provincia di Salerno, dopo tre giorni di corteo gli studenti del liceo cittadino si sono incatenati al cancello della scuola. Ma il grosso delle occupazioni deve ancora venire, e comincerà proprio da domani. Con l'inizio delle settimana a Milano infatti è stata già annunciata una lunga lista di scuole che verranno occupate. Fino a oggi nel capoluogo lombardo solo una scuola risulta occupata il liceo classico Omero, Da domani invece la stessa cosa accadrà a un altro liceo classico. Il Manzoni, agli artistici Boccioni e Caravaggio, a gli istituti tecnici Besta, Itsos Steiner e Conti, il liceo di scienze sociali Kandisky e lo scientifico Vittorio Veneto. Bisognerà attendere, invece, perché alla protesta si uniscano due licei storici delle città come il parini e il Berchet. A Roma nuovi cortei sono già stati annunciati sia per domani, da piazza della Repubblica a piazza Venezia indetto dal liceo scientifico Nomentano e al quale hanno già aderito numerose scuole, ma anche per martedì e mercoledì. Per martedì pomeriggio, invece, i Cobas della scuola hanno invitato studenti e professori a manifestare contro il decreto Gelmini davanti al Senato in coincidenza del voto sul provvedimento. Il tutto per arrivare allo sciopero generale del 30 ottobre.

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Prof in rivolta, gite annullate nei licei (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Un terzo dei docenti di Classsico e Scientifico ha sottoscritto un documento di protesta. Striscione a difesa della scuola all'Ipsia Pittoni Prof in rivolta, gite annullate nei licei "Stufi di essere maltrattati dal governo". Domani volantinaggio della Cgil SALIMA BARZANTI CONEGLIANO. Quasi tutte le gite sospese al Liceo Classico e allo Scientifico: questa la modalità di protesta scelta da un terzo dei docenti dei due istituti superiori cittadini. "Alla base c'è un malessere generale, acuito dagli ultimi provvedimenti della Gelmini e dalle affermazioni di Brunetta - dice Manlio Giubilato, professore di storia e filosofia al Classico ed ex consigliere comunale - sospendiamo le gite, le attività extracurriculari, quelle non previste tra i nostri obblighi". Arriva anche a Conegliano la protesta contro gli ultimi decreti del ministro alla pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, che hanno coinvolto il mondo della scuola. Tanto ha fatto parlare il ritorno del maestro unico elementare, ma via via, tra tagli e cambiamenti, il fronte del malcontento si è allargato arrivando al mondo accademico e anche alle scuole medie inferiori e superiori. Una trentina di insegnanti del liceo classico e scientifico Marconi (in totale sono circa ottanta) si stanno astenendo dalla programmazione di attività integrative quali visite guidate e viaggi d'istruzione per diversi motivi. "Innanzitutto - sottolinea il professor Manlio Giubilato, docente al liceo classico - si tratta di attività facoltative, non previste dal contratto di lavoro, poco o nulla retribuite e cariche di responsabilità accessorie, che gli insegnanti intraprendono perché le ritengono didatticamente e pedagogicamente formative, e nelle quali investono grandi quantità di tempo e di impegno personale, sostanzialmente "per passione", per dedizione al loro lavoro. La sospensione di queste attività è la risposta, volutamente simbolica, alla campagna di stampa e di opinione che tende a dipingere gli insegnanti come fannulloni incapaci, non aggiornati e ben pagati, nella migliore delle ipotesi lavoratori part-time che si lamentano ingiustamente dello stipendio". E' già "saltato" un soggiorno in Inghilterra e, per ora, non ci saranno le tanto amate gite, soprattutto quelle di tre e più giorni, neanche in terra italiana. "La sospensione delle attività facoltative ci risulta spesso sgradita ed in alcuni casi particolarmente dolorosa, sia per lo scontento e la delusione che può provocare nei ragazzi, sia e soprattutto quando interrompe o limita delle iniziative importanti e significative - spiega il professor Giubilato - tuttavia riteniamo ormai doveroso adottare questa forma di protesta, che garantisce comunque all'utenza tutta la sostanza curricolare ed istituzionale dell'offerta formativa, per segnalare il crescente disagio che proviamo di fronte ai nuovi attacchi alla nostra dignità professionale e sociale e alla serietà e importanza dell'istituzione in cui operiamo e in cui crediamo. E in cui vorremmo poter continuare a credere". E' stato anche redatto un documento, nel quale si sottolinea tutta l'amarezza per la non considerazione verso gli insegnanti, che spesso sono additati come "la causa di tutti i mali", mentre si trovano a lavorare con strumenti sempre più scarsi e un trattamento economico non adeguato. "Si tratta di un disagio storico, acuito dal decreto Gelmini e dalle affermazioni di Brunetta - conclude Giubilato - queste sparate nel mucchio alla fine svalutano la scuola pubblica, anche quella che funziona". Molti sono gli insegnati dei due istituti che sono d'accordo con le motivazioni della protesta, ma non con la modalità "operativa" di questa. Per questo alcuni non hanno sospeso le gite, ma molti aderiranno allo sciopero generale indetto per giovedì 30 ottobre. Anche gli insegnati dell'Ipsia saranno presenti allo sciopero: nell'istituto di via Pittoni si è tenuta un'assemblea degli insegnati proprio in merito a questa iniziativa e all'esterno della scuola è apparso uno striscione sindacale. Nelle scuole superiori di Conegliano, Vittorio Veneto e di Pieve di Soligo intanto, da domani mattina, la Cgil si attiverà con volantinaggi davanti alle scuole, dalle 7.30 alle 8.30, al momento dell'entrata di studenti e docenti. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di spiegare le motivazioni dello sciopero a studenti, genitori e insegnanti.

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Notte bianca: il presidio fino all'alba (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

La protesta di un centinaio di persone. In occasione dello sciopero generale di giovedì le scuole di Follina, Miane e Cison rimarranno chiuse Notte bianca: il presidio fino all'alba Insegnanti, genitori e studenti assieme contro il decreto legge Gelmini FOLLINA. Notte bianca contro il decreto legge Gelmini. Maestre, genitori, ma anche ex alunni, studenti universitari e ricercatori si sono ritrovati alle medie di Follina venerdì sera per un presidio che è proseguito per fino all'alba. "Gelmini giù le mani dai bambini" recita lo striscione fuori dalla scuola. In occasione dello sciopero generale le scuole di Follina, Miane e Cison rimarranno chiuse. "Insegnante unico = voto unico = pensiero unico", "Meno tempo scuola = più tv meno opportunità", "Riduzione tempo scuola = no possibilità di sperimentare e scoprire" queste alcune delle equazioni scritte nei volantini affissi sulla porta d'ingresso della scuola e sulla lavagna. Durante l'assemblea, insegnanti, genitori, collaboratori scolastici e studenti hanno discusso del decreto legge 137 sulla scuola primaria, ma anche di quello riguardante l'università. "C'è la volontà di difendere il diritto allo studio - il messaggio partito dall'assemblea che si è svolta alle medie di Follina - in una prospettiva trasversale che va dalla scuola d'infanzia e primaria all'università". Un fronte compatto di opposizione al ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini arriva dall'istituto comprensivo follinese. I lavoratori aderiranno allo sciopero nazionale indetto giovedì dalle sigle sindacali che fanno riferimento mondo scolastico, alcuni parteciperanno alla manifestazione generale che chesi svolgerà a Roma. Per questo con una nota della dirigenza scolastica diramata venerdì è stato comunicato che le cinque scuole che fanno riferimento all'istituto comprensivo, le primarie e secondarie Fogazzaro di Follina, le elementari e medie di Miane e le elementari di Cison, il 30 ottobre rimarranno chiuse. Durante la notte bianca contro il ministro Gelmini docenti e genitori si sono mobilitati e mentre mamma e papà discutevano della riforma, qualche bambino giocava sotto l'attenta sorveglianza del personale. "Non eravamo certo qui per fare feste o castagnate, smentiamo le voci messe in giro da chi non vuole sentire i problemi della scuola - precisano maestre e genitori - non facciamo politica ma vogliamo difendere il futuro dei nostri figli". Verso le 2 di notte c'è stata la visita di una pattuglia dei carabinieri, in un normale servizio di pattugliamento, anche poiché si temevano incursioni da parte di qualche oppositore al presidio. Fortunatamente tutto è andato per il meglio e ieri mattina la scuola era di nuovo pronta per svolgere le consuete lezioni. (Diego Bortolotto).

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Lezioni in piazza, Bassi bacchetta i docenti (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Di Jacopo Tomasi Lezioni in piazza, Bassi bacchetta i docenti L'ironia del rettore: "Bravi, vorrei lo stesso entusiasmo per i progetti di ricerca" "Gli universitari? Sempre pronti a manifestazioni folkloristiche" Ma sui tagli non si scherza: "Farò valere i nostri diritti, non possiamo pagare noi per gli sprechi di alcuni furbetti" TRENTO. Ha vissuto questi giorni caldi in Olanda per la conferenza dei rettori europei e al suo ritorno lo attende la protesta degli studenti. Il rettore Davide Bassi non fa sconti a nessuno. Punzecchia gli studenti dicendo che "sono sempre pronti a manifestazioni folkloristiche" e che "hanno fatto confusione, strumentalizzati da qualcuno, perché la riforma dell'università ancora non c'è". Richiama all'ordine i docenti che hanno intenzione di fare le lezioni in piazza chiedendo "lo stesso impegno quando bisogna vincere progetti di ricerca europei". Rettore Bassi, la situazione è delicata. Ricorda altri momenti così difficili? La vita del rettore non è mai semplice, ma questo momento è particolare. La crisi economica è forte e non possiamo illuderci che un organo importante come l'università sia immune. La crisi soffia anche su Trento, dove 75 lettori rischiano il posto di lavoro.. Se l'Università di Trento avesse ricevuto tutto ciò che le spettava avrebbe avuto 12 milioni di euro in più all'anno che ora non solo le permetterebbero di pagare il personale attuale, ma addirittura di avere a disposizione risorse aggiuntive per altre assunzioni. Le critiche dei sindacati? Mi hanno sorpreso molto. Sto cercando di far valere i nostri diritti a Roma per risolvere il problema alla radice: le università dei furbetti che in questi anni hanno scialacquato devono essere colpite in modo adeguato, mentre chi come noi ha sempre avuto i conti a posto deve essere premiato. Non c'entra la solidarietà, ma la giustizia. Gli studenti si stanno mobilitando e martedì manifesteranno chiedendo di essere ascoltati durante il consiglio d'amministrazione. Li accoglierà? Gli studenti sono sempre pronti quando ci sono queste manifestazioni più o meno folkloristiche e forse sono anche stati strumentalizzati perché una riforma Gelmini sull'università ancora non c'è. Se vengono da me a contestare il maestro unico sbagliano indirizzo, ma se la loro protesta sarà civile li ascolterò. Lunedì sera ci dovrebbe essere la notte bianca a Sociologia, cosa ne pensa? Se ne sta occupando il preside Diani, è sua la competenza dell'edificio. (al Trentino ha detto che "la facoltà chiuderà alle 21, come sempre ndr). Diversi docenti hanno dato l'ok alle lezioni in piazza. Mi piacerebbe che questi docenti fossero altrettanto attivi quando si devono ottenere progetti di ricerca a livello europeo. Diciamo che perlomeno le lezioni in piazza mi permettono di risparmiare sulla pulizia delle aule. Con Aquis ha chiesto al governo che i tagli non siano a pioggia, quando vi attendete una risposta? Il documento programmatico dovrebbe essere pronto a breve. Speriamo che siano accolte le nostre richieste: finalmente in Italia non vincerebbe chi ha fatto il furbo, ma chi si è comportato in modo serio.

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Domani la maratona didattica (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Domani la "maratona didattica" Scatta la notte bianca. Martedì il corteo in via Belenzani TRENTO. Quella di ieri è stata un'altra giornata di lavoro organizzativo per il Comitato No Gelmini in attesa delle giornate clou di domani e martedì. Domani a Sociologia ci sarà una "maratona didattica" con lezioni "parallele" organizzate dagli studenti e da un gruppo di professori. Si partirà alle 9.30 con la lezione su "Istruzione e neoliberismo" tenuta dai docenti Cobalti e Barone. Poi Rutigliano parlerà di "Università e mobilitazione studentesca", mentre Barbieri farà un excursus sull'università italiana negli ultimi 10 anni. Nel pomeriggio altre lezioni, alcune in sede altre in piazza, tenute da Bruni e Tosini ed alle 16 ci sarà l'assemblea straordinaria di facoltà con docenti e ricercatori, prima della "notte bianca". Altre iniziative si terranno anche a Lettere e Giurisprudenza. Martedì invece è il giorno del corteo al quale prenderanno parte universitari e studenti delle superiori. Si partirà da Sociologia (piazza Venezia) alle 12.30 e si toccheranno tutte le facoltà della città (Lettere, Giurisprudenza, Economia) passando per il centro storico prima di arrivare verso le 15 davanti al rettorato di via Belenzani per presentare il documento al Cda. Domani alle 20.30 a Sociologia è invece in programma l'assemblea di dottorandi e dottori di ricerca dell'ateneo trentino. (j.t.).

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La elementare di Montaner rischia la chiusura (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

I genitori pronti al sit-in contro la Gelmini, il Comune li appoggia SARMEDE. Protestano i genitori che mandano i figli alla elementare "Giovanna Faè" a Montaner, perché il decreto Gelmini potrebbe chiudere il plesso, frequentato da 46 alunni, quindi sotto la soglia dei 50 previsti dalle nuove direttive. Ieri in municipio una ventina di genitori è stata ricevuta dal sindaco Eddi Canzian e dal vice Sergio Gallo. "Siamo dalla parte dei genitori - afferma l'assessore alla pubblica istruzione Gallo -. Hanno ragione a protestare, perché l'eventuale chiusura della scuola di Montaner non ha senso, porterebbe solo disagi a bambini, genitori e insegnanti. Se vogliamo ragionare con i numeri, le nostre proiezioni ci dicono che nell'anno scolastico 2009-2010, gli iscritti saranno circa 52 o 53, quindi ampiamente dentro quello che viene indicato come numero base per mantenere il servizio. La scuola di Montaner è ottima e svolge un eccellente lavoro, serve un'utenza che abita in una zona collinare e viene incontro alle esigenze dei genitori. Un accorpamento con Sarmede non è nemmeno pensabile, perché non c'è posto". Sindaco e vice sindaco ieri hanno deciso che la questione verrà affrontata in uno dei prossimi consigli comunali. Domani invece Canzian e Gallo incontreranno il presidente della Provincia Muraro e alcuni assessori provinciali. I genitori intanto sono decisi a continuare la protesta, non escludendo sit-in davanti alla scuola. S.R.

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La Marca del Pd sfila al Circo Massimo (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Da Bottacin a Quarello, dalla Tocchetto a Tonella: tutti insieme a Veltroni alla manifestazione che ha radunato più di due milioni di persone La Marca del Pd sfila al Circo Massimo Mille trevigiani ieri a Roma per la marcia contro il governo Berlusconi "Questo esecutivo non lavora per l'Italia" "Siamo al Circo Massimo per dire basta a questo governo". Nelle parole di Antonella Tocchetto, consigliere del Pd di palazzo dei Trecento, c'è tutta la rabbia e la voglia di cambiare del popolo del centrosinistra. E l'entusiamo dei mille trevigiani, da Bottacin a Quarello, arrivati ieri a Roma per marciare contro il governo Berlusconi. Cinque corriere zeppe, altri 200 militanti in treno, molti di più a bordo di mezzi propri, partiti tra venerdì e sabato mattina: ieri il popolo del Partito democratico di Marca, ma non solo, ha pacificamente invaso Roma insieme a gente proveniente da tutta Italia per gridare tanti "no": al maestro unico e ai tagli all'università della riforma Gelmini, al lodo Alfano, "all'accentramento dei poteri del governo Berlusconi e alla sua incapacità di far fronte alla crisi economica in atto". Un Paese che sta diventando sempre più povero, dicono quelli del Pd, ha bisogno di scelte diverse da quelle messe in cantiere da Popolo della Libertà e Lega Nord. Un corteo coloratissimo, stimati più di due milioni di persone. Gente di tutte le età e professioni, pensionati con la minima e studenti preoccupati del futuro, con a capo Walter Veltroni e gli altri leader nazionali del Partito democratico, da Bersani alla Bindi. La Marca era rappresentata a dovere, ieri pomeriggio al Circo Massimo, tra politici e amministratori. Uno dei gruppi trevigiani, arrivato nella Capitale, si è subito unito al gruppo bolognese di Cofferati marciando insieme, c'era anche la Tocchetto, consigliere del capoluogo, con il consigliere regionale del Pd Diego Bottacin e amministratori locali come il sindaco di Cappella Maggiore Mariarosa Barazza. E a Roma erano presenti anche Luca Musumeci, del gruppo organizzativo del Pd trevigiano, Giovanni Tonella, altro consigliere comunale di palazzo dei Trecento, portavoce del Pd e filosofo, ma anche tanti semplici sostenitori. E non poteva mancare Enrico Quarello, segretario provinciale del Partito democratico: "E' una grande festa. E' ora di cambiare registro in questo nostro Paese".

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La Chiesa attacca le classi separate (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

La Chiesa attacca le "classi separate" Vita del popolo: s'impara insieme, anche la lingua, nelle relazioni tra bimbi La Diocesi di Treviso dice un secco no alle "classi ponte" per bambini stranieri proposte dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa attraverso il suo organo d'informazione, "La vita del popolo" che cita, al contrario le felici esperienze d'integrazione tra bimbi italiani e stranieri. Una mozione approvata dal Parlamento nei giorni scorsi propone classi separate per insegnare l'italiano agli alunni stranieri: ne sono nate proteste e polemiche. Secondo il bisettimanale diocesano "quello dell'integrazione scolastica di chi conosce poco la nostra lingua è un effettivo problema anche nel nostro territorio, dove in alcuni stranieri si raggiunge anche il 50 per cento di alunni figli di immigrati. Tuttavia, già da tempo il mondo della scuola si è organizzato, senza prevedere provvedimenti così drastici. anche perchè, avvertono gli esperti, la lingua si apprende nelle relazioni. Non mancano così felici esempi di integrazione". La proposta nasce da una maozione della Lega sull' accesso degli studenti stranieri alla scuola dell'obbligo, di cui era primo firmatario il capogruppo della Lega Roberto Cota. Il testo di maggioranza è passato con 265 sì, 246 no e un astenuto. La mozione approvata a Montecitorio impegna il governo, fra l'altro, "a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, favorendo (nel testo originario era autorizzando) il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione; a istituire classi ponte che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti; a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno".

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Veltroni: governo inadeguato, le tasse crescono (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Sei miliardi a disposizione. L'orgoglio riformista nel discorso al popolo del Circo Massimo Veltroni: governo inadeguato, le tasse crescono E chiede di tagliare l'Irpef sulle tredicesime. "Il decreto Gelmini va ritirato" "Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme. Il Paese è migliore di chi ora lo dirige" ANDREA PALOMBI ROMA. "L'Italia è migliore della destra che la governa". Walter Veltroni lo ripeterà come un refrain nel suo intervento-fiume di fronte alla marea che riempie il Circo Massimo. Un intervento duro, quello che il segretario pronuncia come un sospiro di sollievo, come una boccata d'ossigeno che l'enorme manifestazione ora gli consente dopo mesi di amarezze. D'Alema concorda: "C'è un cambiamento di clima, l'idillio con Berlusconi, l'effetto narcotico, sta finendo. Oggi tutti si rendono conto che il Pd è un partito più forte". Veltroni non risparmia colpi contro un governo "totalmente inadeguato" ad affrontare la crisi economica e le riforme "necessarie" per il paese. E ribadisce anche le proposte del Pd. Per disegnare l'orizzonte dell'alternativa perché le cose possono cambiare. "Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme", assicura infatti chiudendo il suo discorso. "L'Italia della legalità e non della furbizia. L'Italia della responsabilità e non dell'interesse personale. L'Italia del merito non dei favori. L'Italia della solidarietà non dell'egoismo. L'Italia dell'innovazione non della conservazione". Fra le proposte concrete, una immediata, per fronteggiare la crisi finanziaria e lo spettro della recessione. "Chiediamo di ridurre, a partire dalla prossima tredicesima, il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5 per cento del Pil. E' un intervento rilevante - assicura Veltroni - ma sostenibile per le finanze pubbliche risanate dall'azione di un uomo che quando governava pensava al Paese e non a se stesso: Romano Prodi". Dove sono i tagli di tasse promessi e sbandierati da Berlusconi?, chiede poi. "Dov'è finita la promessa di portare le tasse sotto il 40 per cento? La verità è che le tasse stanno aumentando. Voglio ripeterlo: le tasse stanno aumentando con questo governo proprio in una fase di recessione, quando si dovrebbe consentire a chi ha redditi medi e bassi di poter aumentare i propri consumi". Veltroni attacca a fondo la "cultura" creata dalla destra, quella del "vuoto". "Non le interessa la scuola - dice - perché per loro la scuola è la televisione. Quel vuoto lo avete alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e dell'egosimo per il fastidio per ogni regola morale". Attacca l'alzata di spalle di Berlusconi che rispose che "non aveva tempo da perdere" di fronte a chi gli chiedeva se si considerava o meno antifascista. Ribadisce la solidarietà al movimento degli studenti e chiede al governo di ritirare il decreto Gelmini e di aprire un confronto con tutte le parti interessate. Replica agli attacchi di Berlusconi sottolineando il carattere "pacifico, sereno e democratico" della manifestazione e avverte il premier: "La democrazia non è un consiglio di amministrazione". Attacca quindi Berlusconi per la sua minaccia di usare la polizia contro gli studenti, ma anche per la sua smentita del giorno dopo. "Perché - chiede - un'alta carica istituzionale si può permettere sistematicamente di negare ciò che è evidente, ciò che per giorni le Tv hanno ritrasmesso, sbugiardando l'ennesima smentita?". E perchè, aggiunge, mentre la crisi finanziaria infuria, Berlusconi si sente autorizzato a consigliare di comprare queste o quelle azioni o annunciare che i mercati saranno chiusi, venendo poi smentito anche dalla Casa bianca? "Se l'avessero fatto Gordon Brown o Angela Merkel sarebbe successa una catastrofe - sottolinea poi - siccome nel mondo sanno chi è, non è successo niente".

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La folla inneggia a Obama e canta "Bella ciao" (sezione: Scuola)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)

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Migliaia di bandiere e slogan: "Noi al Circo Massimo, Silvio al massimo al circo" ROMA. "Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la firma del gruppo Venturina, provincia di Livorno, uno dei cartelli più ironici preparati dai militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma come un fiume in piena. Due milioni e mezzo di persone a sentire gli organizzatori, arrivate da ogni angolo della penisola. Una risposta oceanica, un mare di bandiere che hanno attraversato la città da piazza dei Partigiani e piazza della Repubblica per riunirsi al Circo Massimo e dire basta al governo Berlusconi, ai tagli di Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo. Gente comune, mica no global. Impiegati, insegnanti, pensionati, professionisti, operai, precari licenziandi, cassintegrati, famiglie con zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella carta stagnola. Quasi tutti over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due cortei gemelli hanno sfilato pacati e imponenti, aperti da un grande striscione con una citazione del senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco scomparso: "Abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri figli, per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle, difenderle". Tra la folla che si incanala lungo via Cavour, il corteo più nutrito, spicca una parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono Piero Fassino e Anna Finocchiaro. Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter Veltroni, invece, fa la spola tra i due cortei. E quando arriva la gente lo accoglie con un boato. "Walter ci siamo tutti", gli grida un manifestante della sezione Pd del Prenestino mentre la folla inizia a scandire lo slogan "Chi non salta Berlusconi è", fin quasi a far tremare l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la folla invoca unità e acclama Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei meglio di Clooney", urla qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non dà problemi al rodato servizio d'ordine del partito. I cortei sfilano disciplinati tra migliaia di bandiere del Pd, ritmati dal suono dominante di fischietti e tamburelli. Qualche gruppo intona "Bella ciao", altri optano per l'inno di Mameli. C'è anche uno striscione con la scritta "Barack Obama". I ragazzi che lo tengono issato per le strade del centro hanno una maglietta che è una dichiarazione di voto a favore del senatore nero dell'Illinois, candidato democratico alla Casa Bianca: "Americans in Italy for Obama". Qualcuno innalza un cartello artigianale scritto a pennarello: "Disintossicatelo". Tanti indossano una maglietta verde dove si legge che "il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini". Altri giovanissimi che sono in piazza per la prima volta e rifiutano etichette di partito al ministro della Pubblica Istruzione hanno invece dedicato un santino: "Beata Ignoranza". Più degli studenti, però, stavolta sono gli anziani e i pensionati. "Niente inciuci. Il portafoglio è vuoto", ammonisce un cartello. "25 aprile, 1º maggio, 2 giugno", ricorda un altro striscione. (n.a).

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Da Obama a "Bella ciao" (sezione: Scuola)

( da "Trentino" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Migliaia di bandiere, striscioni e slogan ironici contro il premier Caustici i toscani: noi al Circo Massimo, Silvio al massimo al circo La folla grida a D'Alema: sei meglio di Clooney" ROMA. "Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la firma del gruppo Venturina, provincia di Livorno, uno dei cartelli più ironici preparati dai militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma come un fiume in piena. Due milioni e mezzo di persone a sentire gli organizzatori, arrivate da ogni angolo della penisola. Una risposta oceanica, un mare di bandiere che hanno attraversato la città da piazza dei Partigiani e piazza della Repubblica per riunirsi al Circo Massimo e dire basta al governo Berlusconi, ai tagli di Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo. Gente comune, mica no global. Impiegati, insegnanti, pensionati, professionisti, operai, precari licenziandi, cassintegrati, famiglie con zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella carta stagnola. Quasi tutti over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due cortei gemelli hanno sfilato pacati e imponenti, aperti da un grande striscione con una citazione del senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco scomparso: "Abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri figli, per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle, difenderle". Tra la folla che si incanala lungo via Cavour, il corteo più nutrito, spicca una parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono Piero Fassino e Anna Finocchiaro. Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter Veltroni, invece, fa la spola tra i due cortei. E quando arriva la gente lo accoglie con un boato. "Walter ci siamo tutti", gli grida un manifestante della sezione Pd del Prenestino mentre la folla inizia a scandire lo slogan "Chi non salta Berlusconi è", fin quasi a far tremare l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la folla invoca unità e acclama Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei meglio di Clooney", urla qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non dà problemi al rodato servizio d'ordine del partito. I cortei sfilano disciplinati tra migliaia di bandiere del Pd, ritmati dal suono dominante di fischietti e tamburelli. Qualche gruppo intona "Bella ciao", altri optano per l'inno di Mameli. C'è anche uno striscione con la scritta "Barack Obama". I ragazzi che lo tengono issato per le strade del centro hanno una maglietta che è una dichiarazione di voto a favore del senatore nero dell'Illinois, candidato democratico alla Casa Bianca: "Americans in Italy for Obama". Qualcuno innalza un cartello artigianale scritto a pennarello: "Disintossicatelo". Tanti indossano una maglietta verde dove si legge che "il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini". Altri giovanissimi che sono in piazza per la prima volta e rifiutano etichette di partito al ministro della Pubblica Istruzione hanno invece dedicato un santino: "Beata Ignoranza". Più degli studenti, però, stavolta sono gli anziani e i pensionati. "Niente inciuci. Il portafoglio è vuoto", ammonisce un cartello. "25 aprile, 1º maggio, 2 giugno", ricorda un altro striscione. (n.a).

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Il pd fa il pieno al circo massimo veltroni: "un'altra italia è possibile" - giovanna casadio (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

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Il Pd fa il pieno al Circo Massimo Veltroni: "Un'altra Italia è possibile" "Siamo più di 2 milioni e mezzo". Guerra di cifre con la questura GIOVANNA CASADIO ROMA - Prima arriva il rombo, gli slogan, i fischietti, la musica e poi s'intravedono i cortei. Una fiumana di gente. Quando la banda di Piazza Vittorio ha finito di recitare "la storia siamo noi, nessuno si senta offeso..." e Walter Veltroni si avvia verso il podio che ha voluto ad altezza di popolo, ancora non si capisce quanti fanno fatica ad entrare nell'area attorno al Circo Massimo. Un grande catino che trabocca e che Achille Passoni, "mister tre milioni" - l'uomo che organizzò la manifestazione sindacale di Cofferati nel 2002, quella dei tre milioni in piazza - quantifica in "due milioni e mezzo". Secondo i dati della Questura sono 200 mila. è scontro sulle cifre, un botta e risposta polemico. Comunque, ciascuno può guardare le immagini e farsene un'opinione. E Veltroni, il leader di un Pd che ha portato in piazza tanta gente, prende un paio di volte fiato, emozionato, prima di cominciare a parlare per dire "grazie, grazie, grazie per questa meravigliosa pagina di democrazia" e poi, concludere: "L'Italia è migliore della destra che la governa, ma un'altra Italia è possibile e la faremo insieme". Sulle note dell'Inno di Mameli e dei primi fulmini che annunciano pioggia, il popolo dei Democratici - che dà del "bugiardo" a Berlusconi, dell'"asina" alla Gelmini, dello "scissohands" a Tremonti ma non grida al regime - va via soddisfatto. Commenti: "Forse potevamo farla prima, però meno male che l'abbiamo fatta", tiene stretto lo striscione Mara Feletti da Sesto San Giovanni. Chi scherza: "Niente paura, San Walter ci protegge... dalla pioggia". Rosy Bindi tra la folla: "Un po' di passione politica fa bene". Veltroni tocca le corde della piazza-kolossal nelle stoccate contro Berlusconi. "L'Italia signor presidente del Consiglio, è un paese antifascista...La democrazia non è un consiglio di amministrazione - alza i toni - Il problema è che il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a fronteggiare la gravissima crisi che stiamo vivendo... Avete creato la cultura del vuoto, dell'individualismo, dell'egoismo. Con il vostro fastidio per ogni regola morale. Non vi interessa la scuola perché la vostra scuola è la televisione". A proposito di scuola, il segretario del Pd fa una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Finanziaria le scelte di bilancio fatte con il decreto e avvii un confronto con giovani, studenti, famiglie, docenti. Fissando un tempo". Cinquantacinque minuti di discorso, tanti applausi, uno lungo per Romano Prodi che Veltroni definisce "l'uomo che quando governava pensava al paese e non a se stesso". Attacchi e proposte. Come quella sulla tredicesima: "Riduciamo a partire dalla prossima il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa misura sei miliardi di euro". Parla contro il razzismo, dalla piazza vengono sciolti decine di palloncini colorati: "L'Italia non sarà mai razzista. Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi differenziate per i bambini stranieri". Rivendica il ruolo dell'opposizione: "è indice della mentalità sottilmente e pericolosamente illiberale pensare che in una democrazia non bisogna disturbare il manovratore". Elenca le tre tossine inoculate dal Pdl al paese: "Un'idea monca di libertà; lo scetticismo vero l'Europa; il primato della finanza creativa e più cinica possibile". Lo applaude la nomenklatura del Pd schierata alle sue spalle sul mega palco del concerto. D'Alema dichiara: "è finito l'idillio di Berlusconi con il paese".Rutelli commenta: "è qui la voce dell'Italia che vuole crescere". Fassino in corteo, è accolto da applausi. E Franceschini e Fioroni, soddisfatti: "Berlusconi è patetico e impaurito". C'è in piazza anche Armando Cossutta, lo storico leader della sinistra e i Verdi. Antonio Di Pietro, l'alleato ormai ex, per un giorno rappacificato.

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Il caos calmo della rabbia riformista - (segue dalla prima pagina) (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

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Commenti IL CAOS CALMO DELLA RABBIA RIFORMISTA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Alle tre del pomeriggio gli organizzatori sono già convinti che il milione sarà superato, ma si tengono prudenti per non sparare cifre troppo distanti da quelle che saranno date dalla questura. La mobilitazione della gente è comunque imponente per quantità e per passione, per rabbia e per voglia di stare insieme. Direi anche per orgoglio. Il Circo Massimo è lambito dalle Terme di Caracalla e sovrastato dal Settizonio e dalle Case dei Cesari. "La Dea Roma qui dorme" scriveva il poeta delle Odi Barbare negli ultimi anni dell'Ottocento. Anche quelli erano anni di crisi, di scandali, di scontro vivace di opinioni e di moti di piazza. Le plebi, come allora erano chiamate, erano arrabbiate e il governo, come spesso capita, faceva sfoggio di un decisionismo che decideva soltanto di mostrare i denti e il bastone dei poliziotti. Qualche volta ci scappavano i morti e allora erano guai seri. Venerdì le Borse hanno preso un'altra scoppola. Leggo sul giornale la cifra delle perdite, specie sulle piazze europee. Non sono tanto i timori sulla consistenza delle banche quanto la paura della recessione che sta dilagando. Mentre torno a casa dove seguirò il discorso di Veltroni dalla televisione incrocio gli studenti che vengono dall'Università. A giudicare dai cartelli e dagli slogan sono i più arrabbiati di tutti. Umiliati e offesi. Ma qui, stamattina, tutti quelli che ho incontrato in questo lungo giro per la città mostrano rabbia e orgoglio. Non ho visto differenze di condizione, di foggia, di atteggiamenti. M'è sembrata una massa di popolo che ha deciso di alzarsi in piedi e di muoversi. Rientrare sulla scena, confermare una baldanza, riprendere il posto che le spetta, non farsi abbindolare dai pifferai di qualunque estrazione. Se fino a ieri c'era nel paese una maggioranza silenziosa che gonfiava le cifre dei sondaggi ogni volta che sentiva pronunciare la frase "tolleranza zero", direi che ora la situazione sta cambiando. I disagi e le paure della crisi mordono ormai la carne viva dei lavoratori, dell'enorme massa del ceto medio, dei vecchi pensionati e dei giovani studenti e precari. La maggioranza silenziosa si sta sfarinando in una serie di minoranze parlanti e protestanti che hanno bisogno d'una guida capace di unificare i loro diversi interessi lesi in valori comuni. Non si fidano della politica ma, più o meno consapevolmente, chiedono uno sbocco politico che dia rappresentanza alla loro rabbia e la trasformi in concreta proposta. Molti osservatori si chiedono se la rabbia di piazza sia compatibile col riformismo, ma la risposta viene dalle centinaia di migliaia che occupano le strade di questa giornata e dai milioni che solidarizzano con loro attraverso i teleschermi: la rabbia è la molla che innesca il meccanismo della proposta alternativa, dello sbocco politico e politicamente rappresenta la protesta popolare e la sua partecipazione. * * * La proposta economica anzitutto, perché è quella la ferita più crudele nel corpo della società: milioni di famiglie cadute in povertà e milioni di famiglie in pena perché stanno per caderci. Governi e istituzioni internazionali si sono accorti soltanto ora che la crisi finanziaria e bancaria si sarebbe trasformata inevitabilmente in recessione. Cinque mesi di tempo prezioso sono stati perduti dietro a rimedi fallaci e a colpevoli depistaggi verso falsi obiettivi. Eppure le cause della crisi erano evidenti: una caduta della domanda e per conseguenza un crollo degli investimenti in tutto l'Occidente. Per cinque mesi sono state perseguite in Europa con opaca testardaggine politiche restrittive mentre era chiaro che sarebbe stato necessario sostenere redditi e consumi e stimolare investimenti. Il taglio degli sprechi è diventato un taglio massiccio della spesa effettuato alla cieca, aprendo la porta alla deflazione. Quando il prezzo del petrolio crolla in tre mesi da 147 a 65 dollari obbligando i paesi produttori a diminuire la produzione del 20 per cento; quando l'oro dai picchi raggiunti diventa improvvisamente invendibile; quando il valore degli immobili si dimezza mentre i listini delle Borse perdono in un mese il 40 per cento della loro consistenza capitalizzata; quando le assicurazioni e i fondi d'investimento non riescono a far fronte ai premi da pagare e ai riscatti da soddisfare; quando le navi-container restano ferme nei porti per mancanza di clienti e di merci da trasportare; quando la catastrofe dell'economia reale assume queste dimensioni, è chiaro che non siamo in presenza d'una perversa fatalità bensì di gravissimi errori umani commessi per superficialità e imperdonabile dilettantismo, disprezzo degli interessi delle persone e dei ceti sociali, idolatria del mercato ideologizzato, conformismo all'icona del "valore tutto e subito", al vitello d'oro del profitto purchessia. Il nostro paese non è stato esente da siffatti errori, anzi se ne è fatto baldanzoso sostenitore. In questi ultimi cinque mesi che coincidono con i primi cinque mesi del governo Berlusconi-Tremonti, siamo stati i primi in questa classe di asini. Non i soli ma certo i più convinti e pertinaci, i più iattanti e autoreferenti. Hanno colpito alla cieca interessi e categorie prendendo di mira le opere più necessarie allo sviluppo e i ceti socialmente più deboli. Emma Marcegaglia, in un soprassalto d'intelligenza suscitato dall'aggravarsi della situazione, interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società. Riformare la scuola media e superiore, riformare l'Università dopo due o tre tentativi malfatti o non portati a termine è necessario ma la Gelmini non ha proposto alcuna riforma, ha soltanto recepito dal ministro dell'Economia un canestro di tagli che devasteranno la scuola elementare e media. La risposta al disagio verrà data dalle questure? Noi speriamo che le questure siano più ragionevoli del ministro Gelmini e di chi la sostiene. Qualche segnale in questo senso si è avuto, ma certo la pressione del potere cresce, la tolleranza zero si fa valere. Questa volta non colpirà soltanto gli studenti ma le famiglie che partecipano con i loro figli a questo disastro politico. * * * Il momento più emozionante avviene quando nel catino del Circo Massimo arriva la fiumana dei due cortei provenienti dal piazzale Ostiense e da piazza della Repubblica. Le postazioni televisive che seguono l'allegra marcia punteggiata da striscioni e bandiere segnalano che la coda di quel popolo in marcia è ancora ferma nelle due piazze di raccolta, il grosso si snoda come un serpentone gigantesco che sommando i due itinerari supera i quattro chilometri. Gli organizzatori sono molto prudenti nel valutare la consistenza numerica di quella marea di folla in movimento ma ora azzardano una stima di due milioni. Alla fine arriveranno a due milioni e mezzo valutando non tanto la capienza del Circo Massimo e delle alture che gli stanno intorno quanto le strade adiacenti interamente occupate. Chi segue le dirette televisive ed ha sotto gli occhi la visione panoramica complessiva capisce che quella stima è molto vicina alla realtà. In mezzo al fragore di questo popolo arrabbiato ma festante, alle cinque Veltroni comincia il suo discorso che durerà quaranta minuti. Dice parole che corrispondono a quelle che il popolo intorno a lui voleva sentire: la rabbia e la ragione, l'ispirazione politica e le proposte concrete, il sentimento dello stare insieme e l'identità di una forza politica che ha cancellato le provenienze storiche e si è immersa nel futuro come suggerisce la frase di Vittorio Foa scritta a grandi lettere sul palco della manifestazione. Dopo il discorso del Lingotto di Torino, quello di oggi segna la vera nascita del Partito democratico. Sono passati appena cinque mesi dalla sconfitta elettorale, un tempo molto breve per un partito che aveva affrontato le elezioni dopo appena due mesi dall'insediamento del suo nuovo gruppo dirigente. Chi ha criticato il vertice di questo partito perché in un tempo così breve non ha raggiunto risultati migliori dimostra di non conoscere i meccanismi, i tempi, le difficoltà della nascita politica e organizzativa in una società schiacciata dai disagi del presente e dalla paura del futuro. Quanto abbiamo visto ieri dà fiducia. Un popolo responsabile, una sinistra nuova e pensante, una visione lucida del bene comune. Un'identità conquistata, la voglia di unità e di partecipazione. La speranza che tra nove giorni vinca Obama. La partita è aperta. Se sarà continuata fino in fondo con coerenza il risultato di avere un'opposizione ampia e ferma, calma e determinata, sarà un arricchimento di grande valore per l'intera democrazia italiana.

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Recita anti gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Il caso Recita anti Gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri La denuncia di quattro consiglieri del Pdl a Bracciano, alle porte di Roma VITERBO - Bimbi di una quinta elementare costretti ad imparare a memoria una recita anti Gelmini. Lo denunciano quattro consiglieri del Popolo della libertà del Comune di Bracciano, in provincia di Roma, che hanno consegnato il copione della recita ai carabinieri "affinché accertino se nei contenuti del copione siano ravvisabili illeciti penali". Nel mirino degli esponenti Pdl - Armando Tondinelli, Graziella Bernardini, Patrizia Riccioni e Luigi Chirico - gli insegnanti della V B della scuola primaria Tittoni. "Il contenuto del testo - sostengono i quattro consiglieri - non rispecchia i fini della scuola, è fuorviante dal contesto didattico cui un insegnante dovrebbe attenersi ed oltretutto è altamente politicizzato. Inoltre comprende offese nei confronti delle istituzioni e di chi le rappresenta ed è finalizzato ad influenzare minori affidati dalle famiglie alla scuola". I consiglieri sostengono anche che a tutti i bambini che frequentano l'istituto sia stato consegnato dalle insegnanti un volantino indirizzato ai genitori, contenente l'invito a partecipare al corteo che si svolgerà domani a Bracciano contro il decreto Gelmini. Nel copione recitato dagli scolari, accusano i quattro esponenti del Pdl, la Gelmini viene rappresentata prima come un ministro svagato, che alla richiesta di Tremonti di effettuare tagli mostra a lui e al premier dei modelli di divise a mo' di sfilata di moda. Poi, quando Berlusconi nel copione le obietta che "deve tagliare posti di lavoro, eliminare classi e scuole" al ministro dell'Istruzione viene fatto rispondere dagli autori: "Oh, bastava dirlo più chiaramente. E che ci vuole? Anzi, dato che ci siamo, perché non tagliare proprio a metà le stesse scuole? Si possono dimezzare le aule necessarie facendo fare banchi a castello, così si mettono più bambini nello stesso locale".

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E i fisici della sapienza scesero in trincea "così la ricerca fa crac" - beppe sebaste (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca E i fisici della Sapienza scesero in trincea "Così la ricerca fa crac" Nella scuola di Fermi l'epicentro della protesta "Con questo governo oggi Einstein sarebbe un precario o un fannullone" "Qui non si investe più, i giovani fuggono, in futuro la scienza sarà indiana e cinese" BEPPE SEBASTE ROMA - Nel moltiplicarsi delle occupazioni, la didattica delle università non si è affatto bloccata. Al contrario si è trasferita nella città, fuori dagli steccati accademici. è pubblica, come il sapere che si vuole difendere. A Roma, come in altre città d'Italia, è in corso un grande democratico festival culturale, e le piazze sono teatro di lezioni en plein air. Una delle più emozionanti è stata sicuramente quella dei fisici della Sapienza, in piazza Montecitorio: un migliaio di studenti ad ascoltare la bella lezione del professor Giovanni Jona-Lasinio, studioso di fisica delle particelle, che con l'altro grande fisico italiano Nicola Cabibbo, pioniere nello studio dei quark e Nobel mancato. Segue la lezione di un altro grande fisico, Giorgio Parisi, docente di Calcolo delle probabilità. Parisi affascina percorrendo la maturazione delle idee di Einstein tra quantistica e relatività, ma entusiasma dichiarando che oggi, con questo governo, "Einstein sarebbe un precario, magari un fannullone che si sollazza nell'elaborare teorie invece di lavorare". E invita gli studenti a "resistere a questo governo di barbari che sta distruggendo la nazione, e misconosce la Costituzione sulla promozione della ricerca scientifica, la libertà d'insegnamento e il diritto al lavoro". La protesta è contro un economicismo miope che non sa valutare gli investimenti a lunga scadenza, e con essi l'educazione e la ricerca; una sorta di "guerra contro l'intelligenza", una politica ispirata dal misconoscimento verso ciò che a torto è giudicato improduttivo, come l'educazione e la cultura. "Costringere i giovani che studiano con passione a cercare lavoro all'estero significa per l'Italia negarsi il futuro", dice Parisi. La facoltà di Fisica della Sapienza è un osservatorio privilegiato. Durante l'occupazione si è svolto il convegno internazionale su Edoardo Amaldi nel centenario della nascita. Amaldi, già del gruppo di via Panisperna, fondatore della fisica del dopoguerra, dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e tra i primi direttori del Cern di Ginevra, è un po' il maestro di tutti. All'apertura della conferenza gli studenti hanno letto un documento in inglese dove si ricorda come Amaldi avesse sempre insistito nel considerare la ricerca un investimento pubblico necessario, non un onere: poiché senza ricerca non vi sarebbe sviluppo alcuno. Lo ricorda Carlo Bernardini, ex direttore del dipartimento di Fisica del Cnr, che con gli altri colleghi è stato commosso dalla pacatezza di quel testo. "è evidente - dice - che tagliare i fondi, aumentare le tasse, annientare l'università pubblica vuol dire uccidere la civiltà. Gli economisti che hanno ispirato il governo non capiscono che per un'università di qualità serve investire sulla ricerca. L'India e la Cina lo fanno, in futuro la scienza sarà cinese e indiana". Nicola Cabibbo, già presidente dell'Istituto di fisica nucleare, ora alla guida della Pontificia accademia delle scienze, non nasconde i suoi timori: "Siamo molto preoccupati di fronte a questi tagli indiscriminati. Tutti gli istituti di fisica sono minacciati, pur producendo eccellenze a livello mondiale. Il dipartimento della Sapienza è di altissimo valore, gli studenti lo sanno, e da questa consapevolezza nasce la protesta, totalmente condivisibile". Studenti e docenti hanno in cantiere altre lezioni esterne e oggi un incontro con i bambini delle elementari, una sorta di didattica ludica della fisica con esperimenti sull'elettromagnetismo e sul pendolo, seguita da una discussione sul decreto Gelmini. "La cultura è una sola", dice Gianluca Trentadue, docente di Fisica teorica all'università di Parma, da molti anni collaboratore coi colleghi romani al Cern di Ginevra, alla realizzazione del nuovo grande acceleratore appena inaugurato alla presenza di tutti i ministri i cui governi partecipano alla ricerca, tranne il ministro Gelmini. "Colpire con tagli e disprezzo una parte di essa, vuol dire colpire tutta la cultura. Già oggi spendiamo in ricerca meno della metà di altri paesi europei. Tagliare ancora i fondi significa azzerare la presenza italiana in tanti laboratori internazionali".

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Scioperi e cortei, l'onda non si ferma - mario reggio (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Scioperi e cortei, l'Onda non si ferma Studenti in piazza da Trieste a Potenza. Bankitalia boccia la scuola italiana: inadeguata Il capo della polizia Manganelli: garantiremo i diritti di tutti. I giovani della destra si spaccano tra pro e no Gelmini MARIO REGGIO ROMA - La marea montante della protesta non si ferma. Anche ieri cortei, manifestazioni, lezioni in piazza, scuole e atenei occupati. E la polizia? "Siamo chiamati a garantire i diritti di tutti - afferma il capo della Polizia Antonio Manganelli - sia nell'esprimere il dissenso che il consenso". Scende in campo anche il vicedirettore generale di Bankitalia, Ignazio Visco: "La qualità dell'istruzione fornita dal nostro sistema è inadeguata" ma scuola e università restano "una priorità" per il nostro Paese. "Servono quindi interventi importanti, tra i quali la revisione degli incentivi che guidano l'apprendimento come l'attività di insegnamento". E mentre il "movimento autogestito" organizza un'altra settimana di fuoco, negli ambienti della destra si segnalano le prime spaccature. Lotta Studentesca, cioè i giovani di Forza Nuova, ha deciso di partecipare alla manifestazione nazionale dei sindacati della scuola che si svolgerà a Roma il 30 ottobre. I giovani della Destra Libertaria invece, guidati dall'avvocato Luciano Buonocore, manifesteranno lunedì a Roma il loro sostegno alla Gelmini. Intanto, anche ieri migliaia di giovani sono scesi in strada per manifestare il loro dissenso. Ad Agropoli in provincia di Salerno, gli studenti si sono incatenati e imbavagliati ai cancelli del liceo: "vogliono ridurci al silenzio, ma pur imbavagliati continueremo a far sentire le nostre ragioni". E se a Roma sono stati 2.500 i giovani che hanno percorso in corteo le strade di Centocelle, a Potenza ne sono scesi in piazza il doppio. Due cortei anche a Napoli: arrivati davanti alla sede della direzione scolastica regionale, gli studenti hanno improvvisato lezioni in piazza, uno spettacolo teatrale e un pranzo sociale. Lezione in strada anche a Bologna, nella centralissima piazza Scaravilli dove l'astrofisica Margherita Hack ha spiegato a qualche centinaio di giovani le teorie di Galileo e Einstein. E proprio dall'assemblea genitori e insegnanti di Bologna arriva una proposta per martedì sera, giorno prima del voto al Senato: genitori, insegnanti e studenti, "dalle Alpi alla Sicilia" compongano nelle piazze la scritta "Fermatevi" con candele e lumini. In provincia di Lecco tre comuni, Olginate, Garlate e Valgreghentino a partire da domani simuleranno nelle scuole elementari l'applicazione della riforma Gelmini, organizzando le lezioni con il maestro unico. Si è svegliata anche Trieste. La mobilitazione è iniziata una settimana fa e ieri un migliaio tra studenti, insegnanti e studenti hanno partecipato al corteo contro la Gelmini che si è concluso davanti alla Prefettura. Il movimento non rispetta neanche la domenica: alle 11 alla facoltà di Fisica della Sapienza i professori spiegheranno ai bambini delle elementari i misteri della scienza. E domani si ricomincia. Dalle 10 alle 12 gli studenti di Medicina e Chirurgia della Sapienza saranno davanti al ministero dell'Istruzione per una lezione sul "carcinoma polmonare". In queste ore le associazioni degli studenti e dei ricercatori stanno preparando in queste ore il calendario settimanale. Giornata cruciale martedì 28 ottobre, tutti a piazza Navona, quando il governo presenterà al Senato il decreto Gelmini per il voto finale e definitivo.

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Addio alla scuola dell'ultima valle - paolo rumiz (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cultura Addio alla scuola dell'ultima valle Decreto Gelmini l'attualità Mentre i provvedimenti del governo minacciano la chiusura delle elementari di montagna, siamo andati a vedere come vivono i bambini della classe dell'Aulo Magrini, nella friulana Val Pesarina Ecco la storia di una periferia d'Italia dove l'istruzione e la cultura sono sempre state il cemento della comunità Un istituto che chiude è come una campana che rintocca e ti dice che è tempo di far fagotto per sempre PAOLO RUMIZ PRATO CARNICO Scendevano a piedi nella neve dalle frazioni più lontane, con l'abbecedario e la legna da ardere per la classe. Arrivavano magari a digiuno, morti di fame, ma con la legna sempre. Al tempo della miseria la valle aiutava la scuola; per la scuola combatteva il fascismo e le curie oscurantiste rivendicando il diritto alla cultura. Stava lontano da Dio e dagli uomini, nelle ultime Dolomiti friulane, ma già un secolo fa era la più alfabetizzata delle Alpi, con l'ottanta per cento che sapeva leggere, scrivere e far di conto. Un posto che ha ben seminato, e oggi vanta una percentuale di laureati tra le più alte d'Italia. Val Pesarina è il suo nome, e per capire bisogna andarci. è Carnia profonda, ma sembra Svizzera. Prati sfalciati, casette linde con tetti a spiovente ripido e un ticchettio di orologi a pendolo che esce da secoli di raffinata artigianeria. Una storia da leggenda. Nell'Ottocento i boscaioli-orologiai leggevano I miserabili di Victor Hugo e riempivano le case di libri, nel Novecento gli emigranti tornavano dal mondo pieni di idee di libertà. Non mollarono mai, né con Mussolini né poi. Dopo la Resistenza furono isola socialista nel cuore del Friuli parrocchiale. Negli anni Settanta, per combattere l'isolamento, costruirono la prima elementare a tempo pieno d'Italia, accorpando classi elementari in una rete-modello. E oggi? Fine della storia, si chiude baracca. La democrazia azzera ciò che nemmeno il fascismo riuscì a distruggere: l'autonomia dei territori. Il nuovo verbo è accorpare, omologare, centralizzare. Secondo il governo di questo Paese le piccole scuole di periferia devono traslocare perché costano troppo e, poiché metà della provincia italiana è fatta di montagne, dovrà scendere a valle la montagna, e con essa l'elementare "Aulo Magrini" della Val Pesarina, ex Casa della gioventù littoria di Prato Carnico, ventitré allievi divisi in due pluri-classi, ultimo presidio culturale rimasto di una magnifica comunità che ebbe dalla Repubblica di Venezia e dall'Impero asburgico specialissime autonomie. Ma Prato Carnico e la sua valle - con la sua storia e i suoi paesi, più autentici di qualsiasi zuccheroso borgo sudtirolese - altro non è che il segno della sconfitta della montagna italiana in generale. Una montagna che è stata più ricca, evoluta e alfabetizzata della pianura, e oggi non conta più nulla, nonostante l'emergenza idrogeologica del Paese. Alla faccia del federalismo. Li abbiamo incontrati nel loro mondo semplice di pennaiuoli, abbecedari e tabelline, i ragazzi dell'ultima valle, in una sfolgorante giornata d'autunno. Eccoli: i più piccoli hanno appena finito lezione di matematica e stanno costruendo una diga con terra e acqua. Altri giocano al "cacciatore e la volpe" nel campetto sul lato della cucina. Ragazzi puliti, svegli, lontanissimi dai bambini stressati della metropoli, si inseguono a perdifiato, ruzzolano a terra, si spolverano i pantaloni sulle ginocchia e riprendono a correre. "Sai da cosa distingui i ragazzi di campagna e di città?", chiede la maestra Elsa Martin, nata e cresciuta in questa valle. "Li distingui da come sanno cadere. Questi rotolano, vanno giù morbidi anche sul cemento. Quelli di città sono pieni di lividi perché non mettono nemmeno le mani avanti, usano le dita solo per i videogiochi? è il segno che non esplorano, sono saturi di tv e impediti a crescere liberi da un parentado vecchio e iperprotettivo". L'Italia ha perso l'uso delle mani. Te ne accorgi qui, dove i bambini sono affamati di manualità e la sera tornano a casa sporchi di fango.Le malghe sui prati alti, sopra il bosco. L'incendio giallo dei larici e il rosa delle dolomie sul lato di una montagna incantata chiamata Clap Grande. In quota le marmotte pronte al letargo e, sui boschi oltre Pesariis, i cervi nella stagione degli amori. Di notte li senti, sopra la chiesa; lanciano richiami cavernosi che mettono i brividi. I ragazzi della scuola conoscono bene la geografia di questo mondo perché arrivano ogni giorno dalle frazioni più disperse. Posti dove i cognomi finiscono per consonante - Rupil, Martinis, Puntil - e i paesi portano nomi antichi come Osais, Truja, Avausa, Pieria, o la misteriosa Pradumbli. Sulle erbe di montagna - in friulano locale "jerbas di cjanal" - i ragazzi e gli insegnanti hanno fatto un lavoro a tappeto: hanno raccolto piante, ricette, proverbi dei nonni, testimonianze dei più vecchi, testi di botanica, parole locali quasi dimenticate. Risultato: oggi in Pesarina sono i bambini che insegnano agli adulti la flora alpestre, e non il contrario. Sono loro a spiegarti che la "lenga di vacja", o salvia selvatica, va infarinata e fritta con lo strutto. Nei vent'anni che è stata qui, Adele Nardelli, laziale, ex direttrice didattica della zona con base a Ovaro, in Val Degano, ha assistito a una vera e propria "falcidia demografica". Culle vuote, con anni segnati da due o addirittura una sola nascita. Cosa logica, si è subito cominciato a parlare di accorpamenti. "Se si è troppo pochi - ammette l'insegnante - in classe ci si annoia, mancano stimoli esterni, cade la competizione positiva fra i ragazzi". Ma è anche vero che se si accorpa con provvedimenti calati dall'alto, "si sradicano i ragazzi dal loro ambiente". Conclusione: serve una via di mezzo sperimentale che tenga conto di novità come la teledidattica oppure il pendolarismo con altre scuole su alcuni moduli di insegnamento. L'attuale direttore Riccardo Carrera conferma: in posti così la scuola "fa comunità" ed è, in assenza d'altro, l'unico fattore di attività esterne. Se finisce, si rompe una diga. Una scuola che chiude è come una campana che rintocca e ti dice che è tempo di far fagotto per sempre. Qui lo sanno bene. La storia è cominciata vent'anni fa, con l'apertura dei primi supermercati giù in pianura. Lentamente, l'economia periferica ha perso forza perché l'apparato politico e burocratico pendeva per la grande distribuzione. Così in montagna hanno chiuso i bar, poi le panetterie, le farmacie, le latterie sociali e le sezioni dei partiti. Alla fine anche i preti se ne sono andati perché la curia aveva cominciato, con la stessa logica, ad accorpare le parrocchie. è stato peggio, molto peggio dell'emigrazione. In pochi anni i paesi si sono trovati senza punti d'incontro, i giovani se ne sono andati ed è cresciuta la rabbia contro la politica. Una rabbia irreversibile, la stessa che ha generato la Lega Nord nella sua fase iniziale, rivoluzionaria, secessionista e anticlericale. In quarant'anni le scuole elementari della valle sono passate da cinque a una. Ma la scuola non è che l'ultimo sintomo di una peste silenziosa che desertifica la montagna per trasformarla in serbatoio idrico delle metropoli, parco a tema per gitanti domenicali o spazio di transito per superstrade e ferrovie veloci. "Se muore la scuola, muore la comunità", taglia corto Niccolina Miccoli, insegnante elementare in pensione e indomita partigiana del tempo pieno negli anni in cui prese piede in Italia. Ha un'idea chiara di cosa significherebbe il trasloco nella sezione maggiore di Ovaro. "La gente direbbe: bisogna spostarsi sei chilometri più a valle, ma perché devo andarci se anche lì fatalmente la scuola comincerà a far acqua? Tanto vale portare i bambini fino in pianura. Ma allora, a questo punto, mi conviene traslocare anche a me". A Roma non hanno la minima idea dell'effetto-valanga che un provvedimento del genere avrebbe sulla presenza dei comuni in campo sociale. "Qui in Pesarina la mensa della scuola elementare cucina anche i pasti a domicilio per gli anziani non autosufficienti", ricorda Erica Gonano, giovane e brava assessore alla cultura del Comune di Prato Carnico. "Se chiude la scuola, finisce anche quel servizio che finora abbiamo svolto a costo quasi zero. Ma vaglielo a spiegare a Roma". Una volta lo Stato c'era. Eccome se c'era, racconta la Miccoli. Per risolvere l'isolamento di alcune scuole si facevano assemblee cui partecipava tutta la popolazione, il sindaco, il provveditore agli studi, il parroco; la gente non se ne stava chiusa in casa a guardare la tv. "Per tenere alto il livello culturale della valle, bloccare l'analfabetismo di ritorno e monitorare il territorio a partire dalla scuola, fu inventato il Csep, centro sociale di educazione permanente, aperto a tutti, adulti e anziani compresi. Per due lire in più furono gli stessi insegnanti a fare il lavoro, che ebbe costo zero ma risultati straordinari? Qui abbiamo lavorato duro per decenni, senza mai guardare l'orologio, non posso accettare che mi vengano a dire che noi, proprio noi siamo diventati un costo. E soprattutto non posso più assistere allo scempio che ogni nuovo ministro fa appena va al potere, come se tutti i suoi predecessori fossero degli imbecilli". Qua la scuola ce l'hanno nel dna. Già nel Settecento la gente pagava per avere un maestro. Alla fine dell'Ottocento la Carnia aveva, in percentuale, il record di scuole femminili del Regno. Le case di frazioni come Pradumbli sono vere e proprie biblioteche che, se l'Italia fosse un Paese normale, andrebbero dichiarate patrimonio sotto tutela. Su uno degli orologi meccanici che la Solari - la famosa ditta nata in valle che ha automatizzato i tabelloni orari negli aeroporti di mezzo mondo - ha piazzato nelle strade di Pesariis, il quadrante è diviso in tre parti: otto ore per il lavoro, otto per il sonno e otto per lo studio. Giulio Magrini, ex politico, ex socialista e figlio dell'Aulo cui è dedicata la scuola di Prato Carnico, ricorda che nel 1944, in piena resistenza, la zona libera della Carnia lavorò per rimettere in piedi la scuola e in assenza di testi che non fossero fascisti, adottò il libro Cuore per decreto della giunta di Ampezzo. Dolores Martin ha novantuno anni ma una memoria di ferro e mi scruta con occhi che passano continuamente dalla tristezza a un'ironia allegra. Sua madre e suo marito furono insegnanti elementari della valle, e nelle sue parole c'è un secolo di storia. "Quanta fame c'era. Le classi erano piene di affamati. Prima di interrogare un bambino la mamma chiedeva sempre: hai fatto colazione oggi?". I ragazzi venivano a piedi da lontano, da frazioni come Tuja o Sostasio, con la legna per scaldare la classe. Tutti sapevano che la scuola era importante. Poi i ragazzi divennero soldati e partirono per la guerra, e Dolores, che lavorava all'ufficio postale, vedeva l'ansia delle madri in attesa di una lettera. La Russia fu tremenda, non tornarono in diciassette. "Mio marito fu maestro per quarant'anni, e si aspettava come tutti la medaglia d'oro dello Stato. Ma lo Stato ci disse che non ci sarebbe stata medaglia, perché in quei quarant'anni erano stati computati la guerra e la prigionia. Ce lo scrissero per lettera, con tassa a carico del destinatario".

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Scuola (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cecina SCUOLA LA PROTESTA Striscioni, slogan e fischietti contro il ministro. Gremito l'auditorium "Si vanno a tagliare finanziamenti" BREVI STAMANI IN DUOMO Settanta ragazzi ricevono la Cresima CECINA. Stamani alle 11,30, nella solennità che ricorda la "dedicazione" del duomo di Cecina, il vescovo di Volterra impartirà il sacramento della cresima a 70 ragazzi. ITALIA DEI VALORI Pullman per corteo del 30 ottobre CECINA. La segreteria Idv Cecina informa che ha organizzato un pullman per la manifestazione nazionale a Roma del 30 ottobre contro la riforma Gelmini. Partenza da Cecina, prezzo 22. Per informazioni e adesioni, chiamare Paolo Bertolini al numero: 347/3807495. CASALE Ecco la graduatoria contributo-affitti CASALE. Nei locali del palazzo civico di Casale è in pubblicazione la graduatoria definitiva di coloro che hanno fatto domanda, entro i termini previsti dal bando anno 2008, per l'aggiornamento della graduatoria inerente l'assegnazione in locazione semplice di alloggi di edilizia residenziale pubblica che si renderanno disponibili nel comune di Casale. AL CENTRO YOGA Al via corsi di meditazione CECINA. Il centro yoga "Fior di Loto" di Cecina informa che sono iniziati i corsi per principianti, avanzati, di meditazione e astrologia. Per informazioni rivolgersi al centro yoga presso l'erboristeria "Fior di Loto" in piazza Carducci (telefono: 0586/680585 o 338/9088649).

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In 500 per dire no alla riforma gelmini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cecina In 500 per dire no alla riforma Gelmini La pioggia non ferma il maxi-corteo di professori, alunni e genitori CECINA. "Stella stellina la scuola va in rovina" cantavano ieri i manifestanti contro il decreto Gelmini. In 500 hanno invaso le strade del centro per protestare contro i tagli alla scuola. Un esercito pacifico fatto di maestre, professori, studenti degli istituti superiori, e di tante famiglie. Gente comune, genitori con i figli al seguito e semplici cittadini desiderosi di difendere l'istruzione italiana, che ha deciso di far sentire la propria voce scendendo lungo le vie di Cecina per diro no al decreto 137 proposto dal ministro Gelmini. La manifestazione, organizzata dalle insegnanti dei circoli didattici di Cecina e Bibbona, è partita da piazza Gramsci. In cima al corteo, su un maxistriscione, campeggiava la frase "giù le mani dalla scuola pubblica". Lo stesso slogan che i manifestanti hanno ripetuto incessantemente a suon di fischietti e battiti di mani. Subito dietro i cartelli c'era la gente, una fiumana di gente. Che poco dopo le 17 si è incolonnata e ha lasciato piazza Gramsci per invadere viale Italia e poi corso Matteotti. In testa ai manifestanti, alle spalle degli strisioni apri-pista, c'erano il sindaco di Cecina Paolo Pacini, gli assessori Michela Ghezzani, Massimo Battini e Antonio Costantino, oltre che il presidente del consiglio comunale cecinese Alessandra Meini e il sindaco di Bibbona Fiorella Marini. "Gli altri assessori - ha detto Ghezzani - non ci sono perchè partecipano alla protesta a Roma". Passando a fianco di piazza Carducci il corteo si è fermato all'auditorium di via Rossini, che si è riempito in un attimo. Ma la gente non ha desistito, nonostante la forte pioggia che ha cominciato ad abbattersi su Cecina. In tanti si sono ammassati in prossimità delle porte di ingresso della sala per ascoltare gli interventi in programma e sostenere con applausi a piene mani una protesta come a Cecina non se ne vedevano da anni. Una protesta che ha unito, senza troppe connotazioni politiche, non soltanto quegli insegnati che rischiano di essere "tagliati" dalla riforma ipotizzata dal ministro Gelmini, ma soprattutto le famiglie e gli studenti. All'interno dell'auditorium la protesta si è articolata in una serie di interventi. Primo fra tutti quello del sindaco Pacini, che ha sottolineato come si tratti di "un momento di forte preoccupazione, anche per le istituzioni. Si vanno a tagliare anche i finaziamenti per la costruzione di strutture scolastiche". A seguire hanno spiegato la gravità della situazione innescata dalla proposta del ministro all'istruzione hanno parlato Franca Taddei, Luca Papini e Paola Colorà, rispettivamente rappresentanti Cgil e Cisl scuola provinciali. Poi è stata la volta degli insegnanti, i professionisti che ogni giorno vivono a contatto con gli alunni. "Quella della Gelmini - ha spiegato Sandra Panicucci del secondo circolo di Cecina - è una non-riforma. Non lo dicono soltanto le insegnati, ma tutte le associazioni pedagogiche italiane". La manifestazione cecinese si è conclusa con gli interventi delle persone presenti nel pubblico. Anna Cecchini.

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E all'isis mattei lezione in piazza (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cecina E all'Isis Mattei lezione in piazza ROSIGNANO. La protesta dell'Isis Mattei si trasferisce in piazza. Domani mattina, dalle 9 alle 12,30, una rappresentanza della scuola di via della Repubblica sarà in piazza del Mercato per delle lezioni davvero particolari. "Una cinquantina di studenti - spiega Emanuele Citi, rappresentante d'istituto - faranno lezione in piazza in segno di protesta verso la riforma Gelmini". E saranno lezioni vere, con tanto di professori. "Ci sarà l'ex insegnante di scienze Luppicchini, ora in pensione, e il professore di storia Arrigoni. Durante la mattinata saranno distribuiti dei volantini in cui si spiegano le ragioni della nostra protesta". L'Isis in questo momento è autogestito. "E l'autogestione - aggiunge Citi - andrà sicuramente avanti almeno fino al 30 ottobre, giorno della maxi-manifestazione a Roma. Manifestazione a cui parteciperemo: stiamo organizzando dei pullman". Ma.Mo.

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I comuni in consiglio (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Al teatro Solvay I comuni in consiglio ROSIGNANO. Martedì prossimo al teatro Solvay di Rosignano, alle ore 17, è stato convocato un consiglio comunale aperto al quale, oltre ai quattro comuni della conferenza scolastica ossia quelli di Rosignano, Cecina, Bibbona e Castagneto, sono stati invitati tutti i dieci comuni della Bassa val di Cecina. All'ordine del giorno: le problematiche della scuola pubblica. "è stata una decisione che è avvenuta spontaneamente - spiega Elena Ciaffone, presidente del consiglio comunale di Rosignano Marittimo - perchè con i provvedimenti a firma del ministro Gelmini i comuni, con molta probabilità, saranno coinvolti direttamente nella gestione delle scuole". Insomma, fino a che non sarà fatta chiarezza (ed è per questo che le scuole attendono le norme applicative della legge) c'è la possibilità che il "tempo pieno" venga trasformato in "tempo scuola": ossia che le ore che gli alunni della primaria trascorreranno in aula nel pomeriggio non siano direttamente in mano agli insegnanti per svolgere le attuali attività didattiche. "Ma il tema del consiglio comunale aperto sarà quello relativo alle problematiche della scuola in genere". Ogni consiglio comunale potrà partecipare come meglio crede "ossia con la presenza di tutti i consiglieri - conclude Ciaffone - o con una rappresentanza del consiglio stesso". Al.Be.

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La protesta dell'onda non si ferma a pinerolo lezioni in piazza anche oggi - paisio e vercellino a pagina viii (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VII - Torino La scuola contro la Gelmini: c'è anche la Destra La protesta dell'Onda non si ferma A Pinerolo lezioni in piazza anche oggi paisio e vercellino a pagina viii SEGUE A PAGINA VIII.

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Scuola, una settimana di protesta a pinerolo oggi lezione in piazza - milena vercellino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XIV - Torino Scuola, una settimana di protesta A Pinerolo oggi lezione in piazza Autogestioni fino allo sciopero del 30 Il Pdl vuole fare controinformazione Ma i giovani della Destra: "Anche noi bocciamo la Gelmini" MILENA VERCELLINO Continua gonfiarsi la piena della protesta contro la riforma Gelmini: in attesa dello sciopero nazionale proclamato per il 30 ottobre, a Torino iniziative, presidi e assemblee fioccano un po' ovunque nella galassia scuola. La macchina della mobilitazione non si ferma nemmeno nel fine settimana: ieri sera tra le mura rosso fuoco dell'Askatasuna si è tenuto un concerto contro la riforma. Sul palco, diverse band di studenti delle Superiori. Questa mattina, invece, per sfatare il mito che le proteste servano a saltare le lezioni, gli studenti di alcuni licei pinerolesi si sono dati appuntamento in piazza Fontana per una lezione all'aperto sulla riforma. Ma già dai primi scorci la prossima settimana si annuncia la più rovente degli ultimi tempi, una fitta trama di autogestioni pomeridiane e assemblee nelle scuole. Lo Spinelli sta organizzando incontri per domani, martedì e mercoledì pomeriggio. Trascorreranno tra dibattiti e musica, e nella notte le aule ospiteranno gli studenti che si fermeranno a dormire. Mercoledì mattina i ragazzi del Gioberti porteranno le lezioni in piazza Vittorio, con professori e docenti esterni. Ci sarà quasi tutta la scuola, 800 studenti su un migliaio; nel pomeriggio si rimarrà in piazza per un sit-in con i genitori. Le lezioni all'aperto proseguiranno nei giorni successivi e in cantiere c'è anche un concerto. Al Primo liceo artistico da domani a mercoledì si terranno assemblee e laboratori pomeridiani, mentre per la notte i ragazzi porteranno tende da piantare davanti alla scuola. Gli studenti del Passoni hanno in programma autogestioni pomeridiane da domani a mercoledì, con laboratori e cineforum. Il 29 sera l'istituto ospiterà una cena e, a seguire, un dibattito. Domani sera andrà invece in scena all'Einstein una notte bianca, con dibattiti, cena e pernottamento a scuola. Al Cavour, invece, si terranno domattina un'assemblea, martedì e mercoledì laboratori pomeridiani, mentre di notte gli studenti dormiranno nell'istituto. Il programma è completato da un'assemblea mercoledì sera con genitori e professori. Si moltiplicano intanto le iniziative sul fronte unitario: domattina al Museo di Scienze Naturali si terrà la conferenza regionale per il diritto allo studio, con i sindacati e sindaci dei comuni piemontesi. In mattinata la discussione si sposterà in piazza Castello per un Consiglio provinciale aperto, al quale parteciperanno anche i sindacati e il mondo della scuola. Non il Pdl: il partito diserterà infatti il Consiglio per mettere in scena pochi metri più in là, di fronte alla Prefettura, la propria protesta contro la "strumentalizzazione" del dibattito sulla riforma. Ma i giovani della "Destra" il movimento di Storace e Santanchè, dicono: "Anche noi siamo contro il decreto, anche se lo esprimiamo in modo diverso: lo spiegheremo martedì". E domani pomeriggio, nella sede della Cgil, ci sarà un incontro con assessori, genitori e insegnanti, mentre per martedì, incassata la defezione della Gelmini dal convegno all'Unione industriale, sindacati, genitori e studenti stanno organizzando un presidio, che si terrà alle 21 in luogo da decidersi. Cgil, Cisl e Uil stanno inoltre mettendo insieme un dossier che racchiude storie e resoconti dal mondo della scuola in mobilitazione. E contro la riforma si muove anche il web �made in Turin': uno studente universitario ha infatti creato il sito www.nogelmini.org, che raccoglie post e dibattiti sulla comune lotta contro il terremoto Gelmini. SEGUE A PAGINA V.

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Pitigliano: appello ai sindaci (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Grosseto Pitigliano: appello ai sindaci Preoccupato il consiglio di istituto dello 'Zuccarelli' PITIGLIANO. Ferma presa di posizione, nonché preoccupazione, del consiglio d'istituto dell'Isicmt "Francesco Zuccarelli" in merito alla situazione che potrebbe concretizzarsi a seguito dell'attuazione della cosiddetta 'riforma Gelmini'. Il timore dei tagli, in zone vastissime, poco popolate, e, quindi, disagiate da sempre, a causa delle loro caratterstiche, è ovvio. In una lettera inviata a tutte le autorità competenti si sottolinea come "il territorio rischia un impoverimento grave e irrecuperabile per l'applicazione, se attuata, della chiusura dei plessi e sezioni staccate o associate con un numero di alunni inferiore a cinquanta". "Se poi - si legge ancora nel documento - venissero meno le deroghe sugli istituti autonomi con il numero degli alunni compreso tra 300 e 500, le conseguenze sarebbero disastrose, in quanto l'intera comunità verrebbe privata dell'unico istituto d'istruzione superiore al quale affluiscono studenti dei paesi limitrofi, già pesantemente penalizzati nel settore dei trasporti". I componenti del consiglio d'istituto esprimono la loro preoccupazione per la futura stabilità dello "Zuccarelli", che definiscono "un validissimo strumento di formazione al servizio delle comunità di Pitigliano, Sorano, Manciano ed altri paesi". In particolare, così come è ovvio che sia, si rivolgono ai loro referenti, ossia i primi cittadini. Ai sindaci del comprensorio chiedono di "attuare una strategia coinvolgente di programmazione degli assetti scolastici locali, al fine di salvaguardare il patrimonio delle strutture scolastiche del territorio e per programmare al meglio il futuro scolastico dei propri figli". A.C.

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Consiglio comunale a manciano (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Grosseto Consiglio comunale a Manciano MANCIANO. Consiglio comunale aperto dedicato alla riforma Gelmini nei prossimi giorni. La proposta del sindaco Rossano Galli è giunta al termine della seduta consiliare di giovedì 23 dopo che l'assessore alla pubblica istruzione, Daniele Pratesi, ha letto un documento da condividere con il consiglio e da inviare al ministro Gelmini. Data la situazione complessa, le proteste e le manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia, è stato infatti ritenuto opportuno dare maggiore maggiore spazione alla discussione e agli interventi di tutti.

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Gelmini bocciata anche da cl - franco vanni (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina VI - Milano Giovedì Mercoledì Lunedì Gelmini bocciata anche da Cl Volantinaggio della lista in Statale: "No ai tagli" Annunciati nuovi cortei Assemblea a rischio dei giovani di An: "Protesta strumentalizzata" FRANCO VANNI Gli studenti di Comunione e liberazione scendono in campo contro i tagli all'università. Condividono la scelta del consiglio di facoltà di Scienze politiche in Statale di sospendere le lezioni mercoledì prossimo, distribuiscono volantini negli atenei per denunciare "la mancanza di un progetto nella legge 133" e annunciano un convegno sul futuro dell'università, partendo dal "grave effetto dei tagli". Primo relatore invitato: il senatore Pd Nicola Rossi, autore di una proposta di legge nel 2006 sulla riforma universitaria. I ciellini in Statale sono 600, molti si riconoscono nella lista Obiettivo studenti. Francesco Cacchioli, per tutti Bencio, eletto in consiglio d'istituto a Scienze politiche, parla chiaro: "Siamo contrari alle occupazioni, ma la nostra critica alla riforma è netta". Dall'inizio della contestazione partecipano "come osservatori" alle assemblee di facoltà in cui si decidono blocchi del traffico e cortei. E con lo stesso spirito domani saranno nell'aula 501 della Statale in via Festa del Perdono, dove i giovani di Azione universitaria (An) faranno un'assemblea "contro la strumentalizzazione della protesta", come dice il loro rappresentante Carlo Armeni. Una riunione ad alto rischio di contestazione da parte dei collettivi, anche perché il Cuibb, il movimento studentesco di estrema destra della Cattolica, ha annunciato la sua presenza "non come gruppo ma come singoli studenti". Nonostante la presa di posizione, i ciellini non faranno manifestazioni. "Lavoriamo nei consigli di facoltà - dice Bencio - concordando le forme di protesta con professori e rettori". E Stefano Verzillo, 23 anni, responsabile nazionale di Obiettivo studenti iscritto in Bicocca, precisa: "Vogliamo informare gli studenti sulle gravi conseguenze che i tagli avranno dal 2010, la questione non è politica ma di bilancio". Carlotta Cossutta, studentessa di sinistra attiva nella protesta in Statale, si dice "contenta del fatto che anche in Cl si riconoscano gli errori della riforma". Ma subito frena: "Loro chiedono un'università meritocratica, e non si capisce in quali forme, noi chiediamo il diritto allo studio per tutti. Viaggiamo su binari separati". Intanto, il calendario dell'agitazione nelle università è già scritto: domani mattina gli studenti di Brera faranno lezione in piazza Cadorna, quelli di Scienze politiche seguiranno un seminario "sul meticciato" al muretto di corso Vittorio Emanuele, luogo frequentato da Abba, il giovane di colore assassinato il 14 settembre. In Bicocca si segnala il consiglio di facoltà straordinario di Psicologia che si terrà martedì in galleria Vittorio Emanuele. Per venerdì sono annunciate lezioni in tutta la città.

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I maestri: non siamo faziosi (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca I MAESTRI: "NON SIAMO FAZIOSI" In rivolta gli insegnanti della scuola elementare di S. Maria del Giudice, accusati di faziosità e strumentalizzazione nei confronti dei bambini nel bailamme della contestazione del decreto Gelmini. Infatti, rifiutano "categoricamente le accuse perché nessuno si è mai permesso di propagandare in classe le proprie idee con i bambini. Chi rivolge accuse di questo tipo deve indicare nomi, circostanze e modalità in cui tali fatti sarebbero avvenuti. Questo non significa che anche gli insegnanti, al di fuori della scuola, non possano esprimere le proprie posizioni e contestare una riforma che a loro parere smantella la scuola pubblica. è un loro preciso diritto e dovere, a meno che sia proprio questo che si vuole limitare".

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Gli studenti bloccano il traffico (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca Gli studenti bloccano il traffico Sit in improvvisato fuori dalle Mura davanti a porta San Pietro LUCCA. "Noi la crisi non la paghiamo": forte, scandito a ritmo di applausi, ripetuto senza prendere fiato. Lo urlano gli studenti a sedere sulla circonvallazione, davanti a Porta San Pietro. Le auto sono ferme al semaforo, il traffico è bloccato. Un cordone di ragazzi avanza piano verso la strada, la manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così si decide in due minuti di andare (anche se per poco) a fermare le macchine fuori dalle Mura. DAVINI in Lucca III SEGUE A PAGINA 3.

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Sit in a porta s. pietro (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca Sit in a porta S. Pietro Gli studenti bloccano le auto ma è una protesta pacifica LUCCA. "Noi la crisi non la paghiamo": forte, scandito a ritmo di applausi, ripetuto senza prendere fiato. Lo urlano gli studenti a sedere sulla circonvallazione, davanti a Porta San Pietro. Le automobili sono tutte ferme al semaforo, il traffico è bloccato. Un cordone di ragazzi avanza piano verso la strada, la grande manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così viene deciso in due minuti di andare a fermare le macchine fuori dalle Mura: centinaia di studenti con le gambe incrociate e i megafoni accesi, gli stessi che hanno sfilato per le vie del centro, insieme a genitori, bambini e insegnanti. L'accordo con il questore è presto trovato: quindici minuti di occupazione della circonvallazione, dalle 18,45 alle 19. E se il corteo di ieri doveva essere una chiamata per contarsi, per vedere quanti effettivamente dicono no alla riforma Gelmini, allora la risposta di Lucca c'è. Diverse migliaia di persone, infatti, non sono mancate all'appuntamento e alle quattro del pomeriggio si sono ritrovate al Caffè delle Mura per dare inizio al serpentone colorato, che ha sfilato per due ore e mezzo. Non manca l'entusiasmo, caricato da una settimana di mobilitazioni generali, tra occupazioni di scuole, autogestioni, lezioni per strada e presidi informativi. Il furgone del sound system è in testa al corteo, la musica fa da sottofondo, mentre impazzano i cori dei manifestanti. "I soldi della scuola si devono trovare, tagliando la spesa militare", oppure "Siamo noi, siamo noi i precari del futuro siamo noi". "Siamo riusciti ad organizzare una delle più grandi mobilitazioni degli ultimi anni - sottolineano soddisfatti i partecipanti -. Questo significa che la nostra realtà è tutt'altro che sopita, tutt'altro che spenta". Intanto il lungo corteo si lascia alle spalle piazza Grande, attraversa piazza San Michele fino a porta Santa Maria, per riversarsi a passo di lumaca su via Fillungo. Gli studenti dell'Artistico ancora in occupazione si affacciano alle finestre del liceo, salutando i compagni di sotto, mentre un applauso spontaneo parte dalla folla. "Sono dei grandi - dice Giulio del Vallisneri -, stanno ancora occupando e ogni giorno portano la protesta per strada, coinvolgendo professori e cittadini, attraverso spettacoli, musica e disegni". Una manifestazione colorata, chiassosa, festante, ma anche ricca di contenuti. No ai tagli annunciati dal ministro Tremonti, no alle leggi 137 e 133, "una legge vergogna", urlano al megafono, "che ci taglia i fondi e ci consegna nelle mani dei privati". No, su tutta la linea, a una riforma del sistema dell'istruzione che i manifestanti proprio non accettano. Due "guardie" di nero vestite innalzano una bara nera, con su scritto "Riposa in pace Scuola Pubblica": questo orizzonte è ciò che li spaventa perché, come spiega un ragazzo, "un paese di ignoranti si governa meglio". La città è invasa, quelli che restano ai lati del corteo ridono, applaudono e leggono i tantissimi volantini, stampati per l'occasione. A fine giornata si leva un grido: "Questo non è che l'inizio". A questo punto i partecipanti si scatenano e un lungo applauso conclude la manifestazione. Nadia Davini.

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Barga, manifestazione martedì in teatro (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca Barga, manifestazione martedì in teatro E gli istituti superiori da domani potrebbero entrare in autogestione Accolto l'invito al confronto sulla riforma che era stato formulato nei giorni scorsi dal sindaco Sereni BARGA. L'occupazione degli istituti superiori si è conclusa ieri ma la partita è ancora aperta. In programma, infatti, martedì al teatro dei Differenti, c'è una manifestazione che coinvolgerà studenti, genitori, insegnanti, dirigenza scolastica, amministrazione comunale e altri enti. Il mondo della scuola ha, dunque, accettato la proposta del sindaco Umberto Sereni di organizzare un confronto sulla riforma Gelmini. Sarà l'occasione per discutere e approfondire come sarà la futura scuola italiana. L'appuntamento è alle 17,30. Ad oggi hanno già dato l'adesione alla manifestazione il senatore Andrea Marcucci in qualità di segretario della commissione scuola e cultura del Senato, la Provincia con gli assessori alla pubblica istruzione, Silvano Simonetti, e alle politiche giovanili, Mario Regoli, la comunità montana della Media Valle con il presidente, Marco Bonini. Interverranno gli assessori comunali Renzo Pia (istruzione) e Nicola Boggi (politiche giovanili). Garantita anche la presenza della dirigente dell'Isi, Giovanna Mannelli. La manifestazione si pone come un momento comune e di incontro fra istituzioni, dirigenza scolastica, insegnanti, studenti e le loro famiglie. Questo è un aspetto importante perché così si coinvolgono i genitori dei ragazzi che magari sono rimasti ai margini dell'azione di occupazione dei giorni scorsi e che al Differenti possono toccare con mano quanto sta accadendo oggi nella scuola. Si calcola che per questa manifestazione il teatro andrà "esaurito". Anche perché sono gli studenti in prima persona a impegnarsi nell'organizzazione dell'appuntamento, avendo accettato l'invito di Sereni. Intanto sull'occupazione è intervenuta la dirigente scolastica Giovanna Mannelli: "In questi giorni - commenta nel comunicare la fine dell'occupazione - tutto si è svolto nel migliore dei modi. Gli studenti hanno lavorato con serietà dimostrando grande maturità nel sostenere le loro posizioni". Insomma questo dimostra che i timori di problemi, come spesso avviene in questi casi, non erano fondati, anzi l'occupazione si è svolta con grande serietà. Al momento, secondo indiscrezioni, la protesta a Barga potrebbe comunque continuare con altre forme: gli studenti delle superiori domani potrebbero scegliere la strada dell'autogestione. Flavio Guidi.

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Forza italia contro la sinistra chiusura assurda e strumentale (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca Forza Italia contro la sinistra "Chiusura assurda e strumentale" LUCCA. Il capogruppo di Forza Italia verso il Pdl Giovanni Santini e il vicepresidente del consiglio provinciale David Marcucci attaccano la maggioranza dopo la conclusione della vicenda dell'ordine del giorno sulla scuola che ha visto una rigida chiusura verso la disponibilità dell'opposizione di condividere un testo che contenesse elementi di proposta. "Dopo che nella settimana precedente la maggioranza era uscita con le ossa rotte per la mancanza del numero legale dimostrando poca compattezza su un tema che invece ne presuppone molta come la scuola - spiegano Santini e Marcucci - nell'ultima seduta del consiglio provinciale il centrosinistra ha evidenziato tutti i limiti di una posizione assolutamente strumentale e poco interessata al cuore del problema della scuola approvando un ordine del giorno blindato". "Infatti, dopo che noi avevamo fatto una apertura dettata dal buonsenso, dichiarandoci disponibili a approfondire la questione nelle sedi istituzionali - continuano i due esponenti del partito azzurro che avevano nella settimana precedente presentato un proprio ordine del giorno-, per tutta risposta la maggioranza ha tagliato corto portando al voto un ordine del giorno esageratamente fazioso che contiene tutti i luoghi comuni e gli aspetti caricaturali di una opposizione, quella al governo Berlusconi, che opera nascondendo una buona parte della verità e proponendo parole d'ordine che non trovano riscontro nel progetto di legge Gelmini. A questo punto anche noi abbiamo fatto votare il nostro ordine del giorno". Per Marcucci e Santini si tratta dell'ennesima "occasione persa da parte di una maggioranza che naviga a vista sui temi locali e opera con il paraocchi dell'ideologia sui temi di più grande respiro".

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S. maria del giudice/1 (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Lucca S. MARIA DEL GIUDICE/1 S. MARIA DEL GIUDICE/1 Alla scuola primaria si fa una seria didattica" Il dirigente della primaria replica dopo l'intervento del consigliere Mereu che affermava che alcuni docenti avrebbero avuto "un comportamento didatticamente deleterio" in occasione della protesta anti Gelmini: due genitori avevano riferito di frasi anti Berlusconi ascoltate a scuola. "Si tratta di un'affermazione ingiusta, molto grave e pesante. Si chiede, ai due genitori di chiarire l'accaduto; il dirigente si sarebbe aspettato di essere contattato. Non si può colpevolizzare la scuola per tutte le espressioni utilizzate dai bambini che ricevono numerosi input dai mass-media, in questo momento concentrati sulla scuola. I docenti di S. Maria del Giudice utilizzano contenuti e metodi didattici formativi".

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Rosalba e brunetta - enzo costa (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina V - Genova ROSALBA E BRUNETTA ENZO COSTA Lanternino di conforto alla maestra Rosalba Califra, il cui saluto "un po' sconfortato" chiudeva una bella lettera su Repubblica di venerdì. Lettera che, con l'allarme per la controriforma Gelmini, esprimeva l'amarezza di chi vede il proprio difficile e importante mestiere ingiuriato da idee approssimative e false (su ore di lavoro, impegno, dedizione) della gente. Pregiudizi non nuovi, ma ora più forti e sfacciati perché per la prima volta fomentati da un governo. Difendere la maestra Rosalba è difendere la verità.

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A roma sul pullman delle tute blu breda - dal nostro inviato (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pistoia A Roma sul pullman delle tute blu Breda In viaggio tra paure per il futuro e applausi all'apparire dei treni "made in Pistoia" Alla partenza offrono l'Unità con un pasticcino DAL NOSTRO INVIATO Cristiano Marcacci ROMA. è ancora buio davanti allo stabilimento AnsaldoBreda. Sembra la stessa scena di tutte le mattine, con i colleghi di reparto che formano capannelli attorno alle civette dei giornali prima di varcare la soglia della fabbrica. Ma non è così. E te ne accorgi quando lo sguardo s'imbatte nel banchino allestito a due passi dall'edicola. C'è Paolo Bruni, della sezione Pd AnsaldoBreda, insieme ad alcuni collaboratori. Per inaugurare la giornata "Salva l'Italia" propongono l'accoppiata un pasticcino più una copia della nuova Unità in formato ridotto di Concita De Gregorio (decollata professionalmente dalla redazione pistoiese del Tirreno) a 2 euro. Lo fanno con il sorriso sulle labbra, contagiando tutti quelli che si accingono a salire su uno dei pullman in partenza per la capitale. Perché incontro al futuro, un futuro possibilmente senza Berlusconi e berluscloni, occorre andare trascinati dalla forza del sorriso, della speranza e dell'ottimismo. Parlerebbe così Vittorio Foa e lo applaudirebbe Walter Veltroni, il leader del Pd che è riuscito a spostare così tanta gente anche dalla nostra provincia (complessivamente 13 pullman, per un totale di circa 700 persone) per la grande manifestazione in programma al Circo Massimo. "Sta venendo fuori - ci dice lo stesso Bruni - un qualcosa di veramente imponente. Nel 2002, anno dell'altra grande kermesse del nostro partito a Roma, dalla provincia partimmo con 8 pullman. Un obiettivo che oggi è stato ampiamente raggiunto e migliorato". Arrivano alla spicciolata, ma arrivano. Rispetto alle prenotazioni, ci sono poche defezioni. Ci vogliono essere tutti. Per urlare il proprio "no" alle politiche del governo, decreto Gelmini in testa. "Siamo tanti - annota con piacere Ivan Spinicci - ma tanti davvero. In questi ultimi giorni, Berlusconi ci ha messo indubbiamente del suo, soprattutto con quella minaccia di inviare la polizia nelle scuole". è l'ora di partire. Chi scrive è ospite del pullman della sezione Pd AnsaldoBreda. E non gli va male. Sia perché il bagagliaio è pieno di pane, prosciutto, mortadella, insalata di riso, vino, aranciata, dolce e frutta, sia perché respiriamo il clima della fabbrica. Una fabbrica in cui tanta gente negli ultimi decenni ha pagato con la vita tutti quegli anni lavorati respirando amianto, in cui quasi 900 dipendenti contribuiscono quotidianamente a dare una visibilità internazionale a Pistoia e alle sue eccellenze ed in cui tanti sono costretti a misurarsi con i conti che non tornano più e che impongono alle proprie famiglie di rinunciare a tante, troppe cose. Una buona ragione per essere incazzati e portare la propria valigia piena di indignazione nella città del governo nazionale. "Dentro AnsaldoBreda - afferma Enrico Baldi - il richiamo della manifestazione romana è stato avvertito moltissimo, non solo dai dipendenti, ma anche e soprattutto dai lavoratori delle ditte esterne, facenti parte del cosiddetto "decentramento" (circa 400 unità). Per loro, tra poco si aprirà una fase molto delicata. Nel 2009, infatti, è previsto un vuoto di lavoro e i primi a farne le spese saranno, come sempre, loro. Nel 2010, le difficoltà potrebbero addirittura acuirsi per tutti, se non arriveranno le commesse per l'alta velocità insieme a Bombardier". Per gli operai Breda, comunque, la situazione non è facile già oggi, a causa della crisi economica e del caro-mutui. "Come sempre succede - aggiunge Baldi - sono gli operai a dover tirare la cinghia più di altri. I disagi delle famiglie stanno aumentando a dismisura e in fabbrica la preoccupazione s'affetta col coltello. Faccio un esempio: alcuni lavoratori esterni sarebbero venuti molto volentieri con noi oggi, ma non hanno potuto non approfittare della possibilità di fare qualche ora di straordinario che è stata offerta loro". C'è voglia di futuro sull'autobus dei Pd di AnsaldoBreda. Ne è la dimostrazione la presenza convinta di Eleonora Vaiani, 16 anni, studentessa del liceo pedagogico, in viaggio verso Roma con babbo Mirco, lavoratore Breda, e mamma Claudia. Quest'ultima ha una storia recente che rappresenta lo specchio di tante altre realtà. è stata licenziata a luglio da un trapuntificio di Casalguidi venduto ai cinesi ed ora lavora per sole due ore al giorno in una mensa scolastica privata. "è dura - ci confessa - tirare avanti al giorno d'oggi. Se noi non avessimo le pensioni di mia suocera e di mia nonna che abitano con noi, non sapremmo dove sbattere la testa". Come dire: la gestione del presente e lo sguardo sul futuro di una giovane famiglia sono assicurati da due anziani, due pensionati. Così non può andare. Occorre cambiare. Ecco perché la figlia Eleonora ha deciso di esserci. "Voglio poter esibire - ci dice - la forza delle mie idee. Lo faccio anche in classe, nonostante la maggior parte dei miei compagni sia di destra. Per la verità, penso che sia di destra giudicando dai comportamenti, perché in realtà a scuola si parla pochissimo di politica. Purtroppo". Gli operai manifestanti si caricano con il passare dei chilometri. Si distribuiscono i fischietti per il corteo e partono applausi ogniqualvolta viene notato in lontananza il passaggio di un Etr, fiore all'occhiello di via Ciliegiole, e ad ogni superamento di un altro pullman carico di militanti. Via via che ci si avvicina a Roma e il serpentone dei ribelli s'ingrossa, diventano più frequenti i paragoni con la grande manifestazione della Cgil di alcuni anni fa. La sensazione di essere di fronte ad uno storico movimento di massa si ha nitidamente arrivando all'Anagnina, i cui maxi parcheggi sono invasi dai pullman di tutta Italia, e tentando di salire sulla metropolitana, in tilt nel giro di pochissime ore. Pistoia c'è, con tanto di banda Borgognoni al seguito, che durante il corteo suonerà più di una volta l'inno di Mameli. E c'è il Pd di AnsaldoBreda, la cui organizzazione fa invidia a mezza penisola: il punto ristoro allestito in pochi minuti all'arrivo, le bandiere, i cappellini personalizzati, i megafoni, gli striscioni. Ci vuole un'ora abbondante per arrivare alla stazione Termini. è uno tsunami di rabbia quello che si abbatte sulla capitale. I pistoiesi faticano a ritrovarsi e a mantenersi uniti in un unico grande gruppo. Ben presto, dopo poche centinaia di metri, vengono risucchiati dalla moltitudine e si perdono di vista. Quelli di AnsaldoBreda riescono a mantenersi insieme. E rappresentano uno degli spezzoni maggiormente folcloristici della manifestazione. Hanno anche la loro televisione. O meglio, il loro uomo-tv, al secolo Moreno Tonarelli, che ha indossato come fosse un maglione lo scheletro di un apparecchio televisivo con al centro una grande vignetta raffigurante un Berlusconi infuriato al volante di un'auto di Canale 5, a cui viene tagliata la strada ad un incrocio da una macchina di YouDem, la nuova emittente del Partito Democratico, che ovviamente proviene da sinistra. Percorrendo via Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, Largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza di Porta Capena e via dei Cerchi, sfociando poi nell'anfiteatro del Circo Massimo, c'è spazio per sorridere più di una volta. Ed è un bene, perché incontro al futuro ci si va col sorriso. SEGUE A PAGINA 1.

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Prof e studenti fanno fronte comune (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pistoia Prof e studenti fanno fronte comune Finite le occupazioni a scuola, ma la battaglia prosegue PISTOIA. Fine settimana tranquillo nel mondo della scuola dopo le vicende burrascose degli ultimi giorni. Oggi giorno di riposo dopo una settimana di occupazioni; e con le proteste si riparte da domani, ma questa volta con assemblee permanenti o cogestioni autorizzate. A partire da martedì scorso sono stati ben sette su nove gli istituti superiori occupati in città per protestare contro il decreto Gelmini: alcuni per qualche giorno, come Classico e Iti, altri per meno di 24 ore come Scientifico e Geometri. Da domani, invece, in quasi tutte le scuole, studenti e professori faranno fronte comune. Organizzeranno insieme incontri e dibattiti per informarsi sul decreto Gelmini. è finita ieri pomeriggio l'occupazione all'Istituto tecnico Fedi, ma nei prossimi giorni gli studenti hanno intenzione di continuare la protesta con un autogestione "ibrida": prime quattro ore di lezione normale, più due ore di autogestione e il pomeriggio con incontri e dibattiti a scuola. Il Pacini ha concluso la sua autogestione, da lunedì studenti e professori organizzeranno insieme una serie di incontri serali a scuola sul decreto Gelmini. La partecipazione agli incontri è aperta anche ai genitori degli alunni e a tutti gli interessati. Al Pacinotti e all'Istituto d'arte, domani gli studenti si riuniranno in assemblea per decidere come proseguire la protesta. Stesso programma ai Geometri la cui occupazione è finita venerdì pomeriggio. Occupazione finita ieri pomeriggio anche all'Istituto Einaudi. Cogestione, invece, da domani allo Scientifico, con la partecipazione di alcuni studenti universitari di Firenze, tra cui uno di giurisprudenza, che darà una lettura obiettiva del decreto Gelmini. Inizia martedì invece l'autogestione dell'Istituto Agrario con un incontro che vedrà alternarsi posizioni politiche di destra e di sinistra in merito al decreto Gelmini. L'autogestione andrà avanti fino a giovedì con altri incontri. Al liceo classico-pedagogico, dopo quasi tre giorni di occupazione la protesta si è convertita in assemblea permanente. Fino a martedì si susseguiranno incontri e dibattiti in merito al decreto Gelmini. La protesta continua ed ormai è chiaro l'intento degli studenti: mantenere alta la tensione almeno fino al 31, giorno di approvazione del decreto in Senato. Marta Quilici.

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Ora in tutti gli istituti si mobilitano i docenti (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

DOCUMENTI E INIZIATIVE Ora in tutti gli istituti si mobilitano i docenti PISTOIA. Professori insieme agli studenti contro i tagli previsti dal decreto Gelmini. Ci voleva forse l'entusiasmo e l'irruenza dei giovani per mobilitare anche il corpo decenti a prendere pubblicamente posizione riguardo al decreto. Negli ultimi giorni sono apparsi, infatti, alcuni documenti con cui molti docenti pistoiesi hanno voluto esporre il proprio dissenso nei confronti del decreto. L'aumento degli alunni per classe, la pesante riduzione del personale docente, amministrativo e di sorveglianza (oltre 87mila docenti e 44mila tra assistenti e collaboratori in meno nei prossimi tre anni), l'accorpamento di classi di concorso che costringerà i docenti a insegnare materie per cui non sono abilitati: questi alcuni dei punti riportati nel documento stilato dai docenti e dal personale Ata dell'Istituto Pacini, seguito da ottanta firme di insegnanti e non, raccolte soltanto all'interno della scuola. Documento molto simile è stato elaborato giovedì mattina dai docenti e dal personale Ata del liceo scientifico. Il documento che riportava già oltre sessanta firme degli insegnanti dello scientifico, è stato firmato tra venerdì e sabato mattina anche da altri 77 colleghi del liceo classico-pedagogico. E intanto i docenti studiano quali modalità adottare per "boicottare" il decreto. Sono già state fatte alcune ipotesi come il blocco dell'acquisto di libri di testo e l'abolizione delle gite, che intaccherebbero il circuito economico che gira intorno al mondo della scuola. (m.q.).

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I precari scrivono al ministro gelmini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pistoia I precari scrivono al ministro Gelmini PISTOIA. Dopo un'asseblea alla media Anna Frank alla presenza di Cgil, Cisl e Snals, un gruppo di docenti precari della scuola pistoiese ha scritto una lettera al ministro alla Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. "Da anni stiamo ricoprendo posti di organico di diritto e di fatto in tutti gli ordini di scuola e svolgiamo il nostro lavoro con passione, costanza e dedizione. Ciò ha permesso alla scuola di funzionare regolarmente e con efficienza. Per questo ci offendono dichiarazioni come quella che il ministro Brunetta ha fatto riguardo ai "non licenziamenti" nel comparto scuola; infatti, quando il ministro afferma che "nessuno nella scuola perderà il posto di lavoro" non tiene in alcuna considerazione il personale che noi rappresentiamo e non ritiene importante il ruolo che da anni svolgiamo nella scuola pubblica". "Tutti noi abbiamo impostato la nostra vita, formato le nostre famiglie ed ipotecato il nostro futuro sui tanti anni dedicati e spesi per la scuola, con sacrifici che le nostre famiglie non potranno continuare a sostenere senza il nostro lavoro. Chiediamo che ci sia un ripensamento sulla manovra che porta a tagliare drasticamente i nostri posti di lavoro".

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Tutti a casa contro la riforma gelmini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pistoia Tutti a casa contro la riforma Gelmini La preside: "Una protesta concordata per evitare l'occupazione" S.MARCELLO. Anche l'Istituto superiore di S.Marcello ha aderito alla protesta contro la riforma Gelmini, attuando un'assenza di massa. Non si tratta di un vero e proprio sciopero, che avrebbe comportato manifestazioni in piazza, ma un rifiuto di dare seguito al normale svolgimento delle lezioni per causare, comunque, un forte disagio e una volontà di far capire che anche S.Marcello si unisce al coro dei No provienienti da tutta Italia. L'istituto superiore, salvo alcune eccezioni, era praticamente deserto. Una decisone presa insieme al corpo docente che, attraverso anche alcune assemblee con la vicepreside Gabriella Signorini, ha testimoniato la volontà di protestare contro il ministro Maria Stella Gelmini senza obbligatoriamente usare le forme forti come l'occupazione. Scelta che, nella vicina realtà pistoiese, non si è fatta attendere. Intanto in questi giorni anche i carabinieri della stazione di S.Marcello hanno fatto alcune perlustrazioni all'istituto sanmarcellino per verificare se tutto fosse sotto controllo. "I nostri ragazzi - è il commento della dirigente scolastica Maria Lucia Querques - hanno capito che con l'occupazione o altra forme estreme non si risolve il problema. E' meglio comportarsi civilmente, e protestare con gli strumenti che la legge consente. Magari preferiamo che facciano l'autogestione in modo che si garantisca l'accesso alla scuola anche al corpo docente e chiedino loro stessi quale argomento affrontare rispetto al normale programma ministeriale. Intanto i ragazzi, anche grazie al nostro aiuto, cercano di capire meglio la riforma Gelmini e lo scorso venerdì mattina è stato affrontato questo argomento". Quindi è probabile che i plessi dell'Istituto comprensivo di S.Marcello, scelgano la strada della ragione per protestare contro il ministro all'istruzione senza mai ricorrere all'occupazione degli istituti. Intanto sembra comunque che la loro protesta silenziosa non si esaurisca con l'assenza di massa di sabato scorso ma anche per domani aleggia la possibilità che il normale svolgersi delle lezioni salti a pie' pari. Ci sarà un'assemblea per decidere con quali modalità proseguire la sottoscrizione alla riforma Gelmini. "Anche questo modo di fare protesta da parte degli studenti - ha concluso la dirigente Querques - rientra nella volontà di responsabilizzare gli studenti nel fare le loro scelte. Anche quando siamo contro qualcuno o qualcosa possiamo farlo adottando strumenti legali e avendo coscienza di ciò che si sta facendo". Carlo Bardini.

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La protesta degli studenti e la democrazia che vive - nicola carella (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XII - Bari LA PROTESTA DEGLI STUDENTI E LA DEMOCRAZIA CHE VIVE La superficialità della Gelmini, di Brunetta, di Tremonti non è casuale NICOLA CARELLA C'è qualcosa di nuovo che si muove da qualche settimana tra i corridoi, negli atri, nelle aule del Politecnico di Bari e dell'Ateneo. Qualcosa che io non ricordavo, e che forse nessuno dei miei coetanei ricorda di aver vissuto almeno nel recente passato: un'aria elettrica che va dalla protesta dei ragazzi del collegio Dell'Andro, alla battaglia delle studentesse e degli studenti di Architettura, che attraversa Giurisprudenza e Scienze Politiche, passa da Lettere e Filosofia, che si snoda nel Campus e si allarga progressivamente a tutte le altre facoltà di Bari. Una ripresa di parola collettiva che si soggettiva nei cortei, nelle assemblee tanto partecipate, che si fa comunità, che lega . Una ripresa di parola che coinvolge tutti gli altri luoghi della formazione, le scuole e i ricercatori, i dottorandi, i docenti. Un nuovo movimento studentesco come la Pantera, o il '77 o il �68? Forse, è possibile. Certamente la partecipazione, la costruzione di senso, di coscienza critica, è condivisa e allo stesso tempo radicale e si domanda, analizzando il presente (consapevoli di quello che si chiede e di quello per cui si lotta, checché ne dica la Gelmini), perché di nuovo, e per l'ultima volta dopo una lunga serie durata quindici anni, la Formazione debba pagare la crisi che qualcun altro ha prodotto. E perché una generazione intera debba sentirsi espropriata del proprio futuro, proprio quella generazione su cui c'è bisogno di investire se si tiene a questo Paese. E allora il desiderio più forte è quello di riprendersi ciò che è stato tolto, la parola innanzitutto, e poi la didattica, la qualità della formazione, l'investimento nella ricerca, e in ultimo la possibilità di immaginarsi cittadine e cittadini critici e consapevoli con una prospettiva non precaria di vita. Questo movimento che nasce vuole che il governo Berlusconi retroceda, e contemporaneamente si riappropria dello spazio della formazione e rilancia; questo movimento non vive di confronti col passato ma si nutre di desiderio di futuro. Una domanda però è centrale e posso pormi già da adesso: come si può dire con tanta superbia che tutto questo è il frutto di "disinformazione"o peggio di "antipolitica"? Quanta ottusità c'è nel dire a centinaia di migliaia di ragazzi in tutta Italia che loro sono i "fannulloni", gli "ignoranti", i "bulli" e così via, mentre questi chiedono futuro e un investimento sulla formazione e la ricerca? La superficialità della Gelmini, di Brunetta, di Tremonti nel trattare le questioni della Scuola e dell'Università non sono casuali, pur ammantate da un demagogico e falso produttivismo, sono esattamente il frutto di un disegno che è teso a regalare le menti, la formazione, il futuro al mercato e dall'altra parte a sterilizzare la capacità di leggere il mondo e i processi che lo attraversano e la possibilità di migliorarlo. Questo movimento dimostra esattamente il contrario, dimostra che proprio dall'autoformazione, dalle assemblee, dal confronto tra agenti differenti della formazione si può giungere ad un'analisi vera del presente e costruire futuro. E proprio le prossime settimane saranno fondamentali per capire quanto si è maturi e il blocco della didattica o il rinvio dell'inaugurazione dell'Anno Accademico o le occupazioni o tutte le altre forme di conflitto possibili (quelle che le assemblee, gli studenti decideranno e a cui chiederanno tutti di collaborare e partecipare), saranno tasselli importanti per comprendere quanto una generazione intera può rappresentarsi e decidere cosa vuole e come ottenerlo, esattamente come ci siamo detti il dieci ottobre quando cinquemila studenti hanno invaso piazza Prefettura: non è che l'inizio. studente Ingegneria edile - Architettura.

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Studenti, la protesta invade la città - francesca savino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XI - Bari Studenti, la protesta invade la città Volantinaggio a Bari vecchia, lezioni in piazza e assemblea generale Inizia la settimana che porterà alla manifestazione di giovedì. Impegnati sia i ragazzi che i professori per allargare il fronte contro i provvedimenti decisi dal ministro Gelmini FRANCESCA SAVINO L'onda della protesta universitaria si riversa nelle piazze di Bari. In quelle affacciate sul mare, dove ieri sera gli studenti e i ricercatori del coordinamento "stop 133" hanno portato fra i tavolini di Bari vecchia le ragioni del movimento. E in quelle del centro cittadino, che da domani si apriranno alle lezioni in piazza dei professori di Lettere e filosofia, Lingue e Scienze politiche: fra la filosofia e la storia della letteratura, la paleologia e l'italiano per stranieri ci sarà spazio anche per discutere del pacchetto di riforme Gelmini e delle modalità di azione del governo Berlusconi. "Fuori dalle aule" avevano scandito gli studenti durante il corteo funebre per la morte della pubblica istruzione che mercoledì ha dato inizio al movimento barese: "non per bloccare l'università, ma per difenderla". Fuori dalle aule il movimento adesso si sposta per incontrare il resto della città: è quello che si propone con le lezioni aperte e che è successo ieri, quando fra gli aperitivi e i dj set in piazza Ferrarese e in piazza Mercantile sono spuntati i volantini del coordinamento. "Ci siamo dati appuntamento per cercare di coinvolgere i nostri coetanei al di fuori dei corridoi di facoltà" racconta Nicola Carella, studente del Politecnico e portavoce del coordinamento. Il volantinaggio assomiglia alle pubbliche relazioni: gli universitari attraversano le strade della vita notturna per raccontare il movimento e scambiare informazioni o indirizzi e-mail. La protesta di professori e studenti spinge fuori dalle aule anche la didattica quotidiana della facoltà di Lettere e filosofia: dal palazzo Ateneo domani scenderanno in piazza Umberto le lezioni di Storia moderna del professor Massafra (ore 9), di Letteratura inglese del professor Bronzini (ore 11,15) e di Storia della filosofia del professor Fistetti (ore 12,45). A pochi isolati, il professor Cavalluzzi della facoltà di Lingue terrà alle 10,30 una lezione aperta di Letteratura italiana, mentre il professor Suppa di Scienze politiche dalle 12 dialogherà in via Suppa con studenti, ricercatori e passanti di etica sociale e della legge 13. "L'attacco alla pubblica istruzione con i tagli, il blocco del turn over e la possibilità di trasformare gli atenei in fondazioni private rischia di lasciarci senza spazi, e noi ci spostiamo in strada" spiegano dal coordinamento. "è un'occasione per dimostrare quanto di buono l'università produce" per il rettore Corrado Petrocelli che nelle prossime ore deciderà se bloccare la didattica martedì 28, quando si terrà l'assemblea generale per decidere il futuro del movimento. La protesta coinvolge anche gli studenti medi: gli allievi del liceo Oriani di Corato hanno occupato l'istituto "contro i tagli e l'idea razzista delle classi per immigrati"; nuovi disordini a Lecce dove durante una manifestazione 19 studenti sono stati fermati dai carabinieri per danneggiamento. A Bari i giovani si sono dati appuntamento per un sit-in domani alle 18 in piazza Prefettura.

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Scuola, attività sospesa in 50 istituti su 70 (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XI - Bari Cresce la mobilitazione per lo sciopero Scuola, attività sospesa in 50 istituti su 70 A Bari lezioni sospese per un giorno in 50 scuole su 70. Lo sciopero nazionale del 30 ottobre continua a raccogliere adesioni in tutta la città e i pullman già prenotati che partono da Bari sono dieci. E ce ne sono anche due, messi a disposizione dalla Cgil, che porteranno a Roma anche i nonni pensionati che vogliono manifestare contro il decreto della Gelmini. E le adesioni dal sindacato dei pensionati, sono tantissime. "I numeri sono destinati a crescere - ha detto Lena Gissi, segretario generale Cisl scuola - e questo è un dato molto rilevante perché la manifestazione è a Roma". Giovedì prossimo sciopereranno quasi tutte le scuole elementari di Bari e in molti istituti, come il comprensivo di San Nicola a Bari vecchia, non rimarrà neanche un custode. Portoni chiusi anche nel plesso Piccinni che ha un'adesione totale del personale. "I livelli di adesione che si preannunciano - ha detto Claudio Menga - sono superiori a qualunque altra manifestazione". (camilla povia).

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Lezione in piazza è ancora protesta (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pontedera Lezione in piazza è ancora protesta VOLTERRA. Dalle 9 alle 11, lezione sotto il cielo di piazza dei Priori. Si è conclusa così, ieri, l'occupazione del liceo Carducci e dell'Iti Santucci. Seduti sul selciato antico, in segno di protesta, gli studenti (anche dell'Itc Niccolini e dell'Isa) insieme a un folto gruppo di genitori hanno studiato inglese, ascoltato un intervento su Pennac e letto brani da vari autori. Ha concluso la lezione-protesta l'assessore Alessandro Togoli: "Gli studenti - ha detto - hanno insegnato qualcosa a tutti, compreso ai partiti politici. Hanno insegnato un modo di manifestare vivace e senza pressioni violente". Ma la lotta contro il decreto Gelmini e la previsione di tagliare/accorpare tutti gli istituti superiori della zona non finisce qui. L'Itc Niccolini e l'Isa infatti continueranno l'autogestione fino a mercoledì. E tutte le scuole produrranno documenti in vista della partecipazione al consiglio comunale aperto sulla scuola, in programma a inizio novembre. La data precisa del consiglio aperto sarà decisa mercoledì, durante la seduta consiliare in agenda. Intanto la conferenza zonale sulla scuola della Valdicecina (Alta e Bassa) che si è tenuta a Volterra nei giorni scorsi (hanno partecipato tutti i dirigenti scolastici tranne quello di Pomarance) si è data un nuovo appuntamento per dopodomani. In quell'occasione sarà approvato un documento sulle scuole della zona, informa Togoli, in cui tutti i Comuni metteranno nero su bianco la loro volontà di mantenere l'assetto scolastico in questo bacino tale e quale l'anno scorso. "Chiederemo - aggiunge l'amministratore - che continuino a funzionare tutti i plessi, anche quelli delle frazioni, che non si chiuda nessuna scuola". Dal punto di vista istituzionale, questa sarà la presa di posizione più forte contro qualsiasi taglio alla scuola nella zona. Il documento sarà inviato poi alla conferenza provinciale e a quella regionale. B.A.

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Tutti contro la chiusura del tabarrini (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Un'assemblea pubblica Tutti contro la chiusura del Tabarrini POMARANCE. Contro il decreto Gelmini si è svolta, a Serrazzano, la prima (e molto partecipata) assemblea indetta dal comitato cittadino costituito da enti locali, istituzioni, dal consiglio d'istituto e da tanti genitori e lavoratori della scuola che vogliono portare il loro contributo alla discussione e all'approfondimento. A Serrazzano infatti, l'istituto comprensivo Tabarrini risulta essere uno dei plessi che rientrerebbero nei tagli previsti dal decreto, insieme a molte altre scuole sia del territorio di Pomarance che dell'intera Valdicecina. Nonostante vi confluiscano i ragazzi di Fabbriche e Lustignano, il Tabarrini a Serrazzano non raggiunge il numero di cinquanta alunni: così verrebbero soppresse sia la scuola materna che quella elementare. La paventata chiusura porterebbe i ragazzi a dover percorrere oltre venti chilometri per andare a scuola. Le difficoltà riscontrate sono anche quelle, oltre alla chiusura dei plessi, della modificazione drastica del servizio con la riduzione dell'orario di funzionamento delle scuole materne alla sola mattina (8-12,30) che comporterebbe enormi difficoltà per le famiglie e della rivoluzione dell'impostazione delle scuole superiori e delle università. Ieri all'assemblea c'erano davvero tante persone. Che, a fine incontro, hanno stilato una lettera di protesta che sarà inviata a tutte le sedi competenti e in cui si chiede che questa zona sia assimilata e abbia vantaggi uguali alle zone montane (Serrazzano fa già parte della Comunità Montana dell'Alta Valdicecina) e a quelle isolane con bassa densità di popolazione. All'assemblea erano presenti l'assessore alla pubblica istruzione Marco Garfagnini, rappresentanti del consiglio d'istituto con il presidente Loriano Fidanzi e i capigruppo consiliari. Si è conclusa con la giornata di ieri, anche l'occupazione dell'Itis Santucci a Pomarace. Dalla prossima settimana la protesta continuerà in forma di autogestione. Vinicio Bibbiani.

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Lettere e interventi (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prato LETTERE E INTERVENTI VIALE MONTEGRAPPA Quel cane investito e la strada pericolosa Le scrivo prendendo spunto da un tristissimo episodio accaduto nei giorni scorsi di fronte alla mia abitazione nel viale Montegrappa. Un bambino con un cagnolino al guinzaglio stava attraversando la strada sulle striscie pedonali quando un'auto ha travolto il cagnolino, uccidendolo all'istante e provocando una scena straziante, con il bambino che urlava e si disperava sul corpo dell'animale, senza che ovviamente nessuno potesse fare niente per aiutarlo. Al di là del fatto in sé, veramente triste, vorrei farle notare la situazione di pericolosità estrema in cui ci troviamo noi che abitiamo in questo viale, che è diventato una specie di percorso ad ostacoli, con auto parcheggiate in seconda e terza fila, e soprattutto auto e motocicli che transitano a velocità pazzesche, sia durante il giorno che durante la notte, dove il viale diventa una specie di pista di velocità. Non parliamo poi delle striscie pedonali, di cui nessun automobilista assolutamente si cura, se non per mandare al diavolo platealmente coloro i quali si avventurano ad attraversare la strada chiedendo il rispetto della precedenza al pedone. Naturalmente, spiace dirlo, mai che si veda un agente delle forze dell'ordine a sanzionare questo o quel comportamento, quando, naturalmente, 2 volte al giorno vediamo i famosi "vigilini" molto solerti nel sanzionare i criminali che parcheggiano senza pagare la sosta. Gentile sig.sindaco, questa volta è toccato ad un povero cagnolino - comunque il padrone, le assicuro, rimarrà scioccato per tutta la vita - ma poteva tranquillamente toccare al bambino stesso, che si trovava a mezzo metro dal suo cane. Cosa dobbiamo aspettare, che ci scappi il famoso morto?? Venga una mezz'ora e si faccia una passeggiata per il nostro viale, vedrà con i suoi occhi che razza di situazione si è creata. Alberto Fregoli POLITICA Marco Romagnoli resti sindaco Con quale concezione "democratica" i partiti e la politica in genere, affrontano la questione legata al futuro candidato alla guida della nostra città, per la prossima legislatura? Pur rispettando il legittimo dibattito interno al Pd voglio fare alcune considerazioni sul percorso che dovrebbe determinare la nomina a candidato sindaco di questa città. La città è cambiata e sta cambiando velocemente ed ha la necessità di portare a compimento con "determinazione" l'opera di progettazione e programmazione messa in campo dall'attuale governo cittadino e per questo credo che la riconferma dell'attuale primo cittadino sarebbe stata e sarebbe ancora una scelta necessaria e opportuna. Voglio altresì riconoscere all'attuale sindaco grandi capacità di governo, coniugando rigore e competenze, con particolare attenzione alle reali condizioni "materiali" dei suoi concittadini senza incrinare gli equilibri e le diverse sensibilità presenti nella coalizione. Se le critiche e le responsabilità, per la perdita di consenso elettorale, sono riconducibili esclusivamente tutte e solo al sindaco Marco Romagnoli, mi rimane difficile escludere da tali responsabilità politiche, tutti coloro che hanno condiviso le decisioni prese per il governo cittadino, sia in giunta che in consiglio comunale e tutta la maggioranza che ha sostenuto l'operato del primo cittadino e non di meno tutti coloro che hanno avuto una responsabilità diretta e maggiore nella guida del partito espressione dell'attuale sindaco. E' con senso di responsabilità che auspico un doveroso, e a questo punto, necessario ripensamento di tutti coloro che hanno prodotto questa frattura nella città, prima ancora che nell'elettorato di centrosinistra. Sono in atto dei "giochi", di questo si tratta, che nulla hanno a che fare con il bene primario della Politica, cioè il bene dei cittadini. La politica deve riappropriarsi del compito che la nostra Costituzione le riconosce e le attribuisce e deve recuperare, di fatto, il suo ruolo con un confronto che auspico serio e sereno nella dialettica, aperto alla partecipazione di tutti quei soggetti che hanno veramente a cuore il futuro di questa città. Fulvio Castellani SCUOLA Riforma Gelmini siamo con gli studenti Sinistra Democratica della Provincia di Prato è a fianco degli studenti, dei docenti, dei genitori e di tutti quelli che in queste settimane stanno manifestando democraticamente contro l'attacco sferrato alla scuola pubblica da parte della destra al Governo con la cosiddetta "Riforma Gelmini". Quelle degli studenti sono manifestazioni che evidenziano un malessere e una preoccupazione per il futuro che la propaganda sparsa a piene mani dal Governo non riesce a far tacere. L'allargarsi della protesta e del consenso attorno ad essa ha colto nel segno e smascherato le bugie della destra che sta distruggendo la scuola pubblica. Andrea Monni SD Prato.

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Dibattiti sulla scuola e fiaccolata (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prato Dibattiti sulla scuola e fiaccolata CARMIGNANO. Al grido "Salviamo la scuola", "Facciamo luce sulla scuola" e "Uniti per la scuola di tutti" anche sul Montalbano arrivano le prime iniziative contro la riforma Gelmini: serate organizzate da partiti e serate apartitiche promosse dal comitato dei genitori di Seano, il cui obiettivo è quantomeno quello di cercare di far chiarezza. E i primi due appuntamenti sono proprio dei genitori. Martedì alle 21 al Tennis Club di Seano in via Bocca di Stella, si parlerà della riforma, ma anche di come si organizzano i tempi della scuola e delle cosiddette ore di esubero che invece, a detta degli insegnanti, servono per la programmazione della didattica. Interverrà il segretario della Cgil scuola Raffaello Biancalani, una preside e un'insegnante. Per giovedì sera i genitori stanno cercando di organizzare una fiaccolata per le vie del paese. L'appuntamento è per le 21 nei giardini della pista rossa. Venerdì sera, ore 21,30, sarà il invece il Pd a promuovere una serata nella sala consiliare: dalle scuole elementari fino all'università. Interverranno, tra gli altri, di nuovo Raffaello Biancalani della Cgil Scuola, il presidente dell'Andis Maurizio Monti, il professore di Scienze della Formazione primaria Gino Piacentini, il portavoce della Sinistra Universitaria Alessio Branciamore e la psicologa Cecilia Fabbri. W.F.

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Volantinaggio davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Iniziativa in vista del dibattito sulla Riforma Gelmini Volantinaggio davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta MONTEMURLO. Molti partecipanti e tanta preoccupazione alla serata organizzata dal Comitato Genitori, presso il Circolo "G. Verdi" in via Scarpettini. Un centinaio le presenze, tra cui molti insegnanti, per discutere e conoscere meglio i contenuti della riforma Gelmini. Ognuno degli esperti ha affrontato un settore specifico delle modifiche introdotte dal decreto legge 137 e dalla legge 133. In questo modo sono stati così toccati i punti più controversi della riforma, a partire dal maestro unico, la diminuzione dell'orario scolastico e del tempo pieno, le riduzioni del personale docente ed Ata, i tagli degli istituti scolastici, le novità per le medie superiori ed università. Domani sarà effettuato un volantinaggio davanti alle scuole del territorio, nel quale cercare di informare tutte le famiglie, ed assicurare una massiccia presenza dei genitori e delle componenti della scuola per la sera di martedi 28, alle scuole di Bagnolo, in occasione del consiglio comunale aperto sul tema scuola.

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Indiscreto - marco preve (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XXIII - Genova INDISCRETO PADRI CONTRO FIGLI NEL REGNO DI SCAJOLA MARCO PREVE è lo spirito ribelle che anima gli adolescenti di tutte le epoche oppure il progetto di scuola Tremonti-Gelmini è riuscito laddove la sinistra ha sempre fallito? A Imperia la famiglia è entrata in crisi. Nel regno incontrastato di Claudio Scajola, i figli contestano i padri, nel senso di genitori che sono esponenti di primo piano del Pdl. Tra i più attivi nella contestazione ci sono, infatti, i ragazzi che frequentano il liceo scientifico Vieusseux con la sezione del classico De Amicis in cui studiò il "ministro". L'altro giorno in piazza, alcuni professori reduci del �68 non credevano ai loro occhi: sedicenni con papà berlusconiano che spiegavano all'assessore perché la riforma Gelmini non va bene. E non son mica comunisti. Sono solo studenti italiani preoccupati. Speriamo che a casa non gli tolgano la paghetta.

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La nuova resistenza dell'ateneo genovese - margherita rubino (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XXIII - Genova La nuova resistenza dell'ateneo genovese MARGHERITA RUBINO Q uesta no. Questa non assomiglia a nessuna, ma proprio a nessuna delle proteste che la Facoltà di Lettere dell'Università di Genova effettua da quarant'anni. Lotte violente e continue negli anni Settanta, spesso vicine a fondersi con la guerriglia urbana; contestazioni scarse, pallide e intermittenti per tutti gli anni Ottanta; rivolte rinsanguate e feroci nei primi anni Novanta, poi pausa a metà decennio, nuovi scoppi e nuovi blocchi delle lezioni prima e dopo il duemila. Studenti e alcuni prof al loro fianco agli inizi, studenti contro prof in seguito. Negli ultimi sei, sette anni, nella sostanza, la contestazione era diventata una parola, un ricordo, disordini-per-sentito-dire per i ventenni, lampi di giovinezza nella memoria dei docenti. Da qualche settimana dilaga una forma totalmente nuova di ribellione. Professori e studenti d'accordo contro le cento strettoie del governo di centro destra, mossi dalla Grande Paura della perdita progressiva di una università pubblica, della perdita prospettata della libertà di studio e di ricerca, della sconfitta della democrazia nelle scuole. Lettere parte per prima, ma questa volta Giurisprudenza e Architettura, Formazione, Lingue, Medicina non si tirano indietro. Vengono individuati modi nuovi di protesta, che rispetti il corso delle lezioni ma esibisca ogni giorno, con lezioni in piazza e assemblee e marce e striscioni il rifiuto di uno sfascio che corre a precipizio e di un fascio che sembra dietro l'angolo. Pochi, poi molti trascinano tutti, con le argomentazioni e con le grida. Con dentro l'impressione, o la paura, o la coscienza che tutto possa essere inutile. Non ce lo diciamo. Ma dentro lo sappiamo, la ministro Gelmini ha il governo, mezza Italia, un consenso fino al 60 % dalla sua. Né il governo né i suoi ministri né Mariastella dispiacciono alla maggioranza. Rovesciare questo stato di cose è impresa titanica. E la resistenza degli universitari genovesi e italiani potrebbe essere inutile. Ma va fatta. E va fatta fino in fondo. Senza ragionare, questa volta, su convenienze ed esiti. Va fatta, e da tutti, come si sta facendo; per sentirsi persone decenti, per sé stessi e per gli altri. E c'è un filo di apparente retorica, di reale eroismo, in questo lottare pervicacemente, in questo farsi venire delle idee, in questo �resistere'. Quel filo motiva la disperazione degli sforzi. "Che dite voi? Che è inutile? Lo so bene. Ma è tanto più bello quando è inutile. Lo so bene che alla fine mi batterete. Non importa. Io mi batto! mi batto! mi batto!". Da Lettere sono molti e sono forti i Cyrano che stanno invadendo Genova. Inutile? E chi può dirlo.

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Zoom - maurizio barbato (sezione: Scuola)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Pagina XXIII - Palermo ZOOM MEGLIO CHE LAVORARE MAURIZIO BARBATO Palermo inscena con grande passione il teatro della paura e della rassegnazione. La paura - ben oltre la Gelmini - è quella degli universitari che vengono in questi giorni nei licei a raccontare ai fratelli minori il loro domani di precari senza sbocchi. La rassegnazione - ben oltre il moralismo a venti lire - è quella dei diplomati che non vogliono un mestiere da operaio, perché non è più il lavoro che possa realizzare una persona. E che vogliamo? Contemporaneamente sono scomparse la speranza del lavoro e la dignità del lavoro. è per la trasformazione dei cittadini lavoratori in spettatori consumatori. Ma in Sicilia c'è uno specifico: è la lezione, in basso, delle cooperative socialmente utili dei nullafacenti in ingaggio politico e, su in alto, quella del variegato panorama di Parentopoli in tutti i posti che contano un dito. Insegnano che essere siciliani è sempre meglio che lavorare.

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La pacifica invasione del popolo del no - valentina landucci (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viareggio La pacifica invasione del popolo del "no" Tra cori e striscioni, oltre 1.500 persone al corteo per le strade del centro Un gruppo di studenti vuole occupare la stazione ferroviaria Poi interviene la polizia e la contestazione si trasforma in sit-in VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. Un corteo che ha mescolato i nervi e la festa, l'irritazione per norme non condivise e l'euforia contagiosa di stare insieme, in tanti, per qualcosa in cui si crede. Una giornata affollata, intensa e con un fuori programma, ieri, per protestare contro i provvedimenti sulla scuola proposti dal Ministro Gelmini. Un popolo variegato lungo le strade del centro: dagli alunni delle elementari, accompagnati da maestre, genitori e qualche nonno, agli studenti delle scuole superiori. In tutto 1.500, forse 2.000 persone da tutta la Versilia per dire no al maestro unico, ai tagli al sistema scolastico ed universitario. Un corteo pacifico e colorato aperto dal Comitato versiliese per la difesa della scuola pubblica e dai rappresentanti delle scuole dell'obbligo, tra cui gli istituti comprensivi Massarosa 2 e Pietrasanta 2, a "rischio estinzione" per le nuove norme. Tra la folla alcuni rappresentanti della sinistra viareggina, segretari di partito, consiglieri comunali, l'assessore provinciale alla pubblica istruzione Silvano Simonetti. Poi gli studenti più grandi che, pochi metri dopo la partenza (da piazza Mazzini) prendono le distanze dal resto del corteo. L'obiettivo è quello di staccarsi dal gruppo per andare a occupare la stazione ferroviaria. Ma il progetto fallisce per l'intervento della polizia e si trasforma in un sit-in improvvisato all'incrocio Mazzini-Fratti. Momenti di nervosismo sotto gli occhi delle forze dell'ordine. Qualche discussione anche tra i manifestanti. Poi prevale la "linea morbida" e il gruppo, 3-400 studenti, riprende il percorso prestabilito, raggiungendo il municipio e poi tutti gli altri, in Passeggiata. L'improvvisata era stata preparata il giorno prima dagli studenti dei vari istituti che, a differenza del passato, si stanno dimostrando più uniti. In questa prima settimana di proteste - avviate con l'occupazione del liceo scientifico Barsanti e Matteucci sabato 18 - si è creato un coordinamento dei rappresentanti degli istituti: ogni giorno si riuniscono per organizzare iniziative e rendere omogenea la contestazione. Una protesta che cambia i propri assetti, quotidianamente. Da ieri anche il Barsanti e Matteucci non è più occupato ma ha scelto l'assemblea permanente. L'Itc Piaggia ha ripreso le lezioni anche se sono previste - in accordo con gli insegnanti - alcune ore di cogestione. Stop all'occupazione anche all'istituto professionale Marconi che, forse, da domani riprenderà la protesta in assemblea permanente. Restano occupati, invece, il nautico Artiglio, almeno fino a lunedì, l'Iti Galilei ed il Chini di Lido di Camaiore, oltre agli istituti d'arte e per geometri di Pietrasanta.

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Festa di democrazia Il futuro è adesso (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Festa di democrazia "Il futuro è adesso" Bambini, mamme. Tanti e tranquilli. La forza serena che ieri ha detto la sua al governo. Una piazza politica come non si era mai vista. Le frasi della gente comune. E tutti a leggere quella di Vittorio Foa. Ridono, quelli venuti da Venturina. Hanno lo striscione più bello: "Noi al Circo Massimo. Berlusconi al massimo al circo". Bello perché gioca con le parole e con l'intelligenza, con lo spirito che supera la rabbia. E' come la gente in questa enorme conca, enorme da fare spavento quando è vuota. Invece eccola piena, adesso. Sarà che c'è il sole. Che alle due del pomeriggio i bimbi sono già sotto il tendone messo su per loro a disegnare sui fogli con le dita. Che di "gente famosa" non c'è traccia. Solo migliaia di facce normali di persone qualunque. Sarà questo, ecco. Una piazza come non s'era mai vista, coi fotografi in affanno perché di celebre non si trova nessuno ma solo madri e figlie, nonni e nipoti, amici, colleghi, anziani coniugi, ragazzine rasta che chiamano al telefono perché hanno perso la sorella. E' stato come se il Paese, questa metà del Paese si fosse un sabato risvegliata dal sonno, dalla paura e dal torpore. Non una parola di troppo. Non un gesto ostile. Ironia, piuttosto. "I tuoi trapianti tra i nostri pianti", disegno dei capelli di Berlusconi. Milioni di persone qualsiasi. Una sola bandiera, Pd. Cofferati, emozionato da doversi schiarire la voce per il ritorno al Circo Massimo ("quello del '94, della rivolta contro il taglio alle pensioni: ho rifatto quel percorso, non quello del 2002") che cammina da solo. Solo anche Nanni Moretti lassù in cima alla discesa: guarda in basso la folla, qualcuno gli chiede di piazza Navona, lui fa no con la mano. Non c'è da far polemica. Oggi è uno spettacolo: è il giorno in cui una fetta del Paese ritrova la sua voce, la sua dignità. Il sorriso, a volte incredulo. "Siamo più del previsto", mormora Veltroni. Due milioni, due milioni e mezzo. "Questa è la prima manifestazione di massa del riformismo italiano", dice dal palco il segretario del Pd. I due cortei non hanno ancora finito di sfilare, il Circo è già pieno. E' vero, il palco era stato sistemato ai due terzi della conca. Una prudenza inutile. "Questa è un'opposizione di popolo", dice Veltroni. Popolo, che parola antica e desueta. Invece eccolo, è questo. Persone che hanno preso le navi la sera prima e il treno all'alba, famiglie. Si sono fatti i cartelloni da soli. "Gelmini mani di forbice" cita un film. "Un decretino al giorno leva la democrazia di torno", fa il verso a un proverbio. Dario Franceschini si fa strada e va a salutare Di Pietro, una ragazza si alza di scatto e chiama "mamma!, ci sei anche tu", D'Alema firma autografi, la banda degli ottoni entra suonando Bella Ciao. I parlamentari con la maschera bianca chiedono "rivogliamo la preferenza", basta con le liste imposte dai partiti. La Cgil fa il servizio d'ordine, come sempre, ma oggi non serve. Una poliziotta in giubbotto rosso parla dal palco. Un'insegnante di scuola elementare incrocia Franco Marini, lo saluta con "ciao". Veltroni dice, adesso, che "la democrazia non è un consiglio di amministrazione", parla a Berlusconi, la folla applaude e ride. Anna Finocchiaro, molto richiesta per le foto, abbraccia una donna che porta al collo un cartello che dice "ciao figlia, sono venuta a manifestare anche per te". E sua figlia, signora, non c'è? "No, ha sei anni: c'è tempo per lei". Da Padova, da Treviso. "Non tutto è perduto nemmeno da noi", ride un operaio. Non ci sono studenti, nel senso che ci sono ma non sono venuti in massa i movimenti che manifestano contro la cosiddetta riforma Gelmini. Tutto questo è al netto della protesta per la scuola. Sorprendente: chi ha organizzato sperava e contava - per il successo - sul movimento. Non ce n'è stato bisogno. Oggi sul palco di studenti ce n'è uno: si chiama Leonardo Esposito, lo applaudono e gli dicono coraggio. Coraggio è la parola chiave. Coraggio che la strada è davanti e ce la si può fare. Sorride anche Fassino, ha l'aria di uno che pensa chi l'avrebbe detto. Invece ecco. Sarà un'opposizione di popolo. Sarà un partito riformista. Sia quel che sia è fermo e mite. Dietro al pannello "Siamo tutti Saviano", c'è quello che cita Vittorio Foa: "Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente". Andiamo, che c'è strada da fare. CONCITA DE GREGORIO ROMA cdegregorio@unita.it.

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I prof nel corteo: Ci faranno sparire Come i panda (sezione: Scuola)

( da "Unita, L'" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

I prof nel corteo: "Ci faranno sparire Come i panda" Elisa, studentessa di Scienze della Formazione primaria a Pisa, porta in piazza la Gelmini "che con l'accetta che fa cadere i bambini". Il professore Ugo Rubei dell'università "La Sapienza" spera di incontrare i suoi studenti di letteratura americana e intanto si appende al collo una battuta: "Testa di Cassio su corpo di Bruto", e spiega: "Sono qui per dare un segnale. Il ministro ha condannato a morte l'Università: questa distruzione programmata non deve passare". C'è Adriano, 5 anni di Milano, che non sta zitto un minuto: "Sono qui per protestare. Voglio fermare la signora che vuole mandare all'aria tutta la scuola", urla. La sua mamma gli ha tolto anche il fischietto ma lui ha un cartone che usa da megafono. Non è ancora l'ora di pranzo e piazza della Repubblica è già piena di gente. "Tutta la Sicilia dietro lo striscione rosso Mezzogiorno per l'Italia" si sgola Giuseppe di Scienze politiche a Catania. Ma il mondo della scuola vessata dalla mannaia Tremonti e il diritto allo studio consegnato al maestro unico, è sparso ovunque: docenti, genitori e studenti, universitari, bidelli e segretari insieme. Anna Martellotti, 53 anni, viene da Perugia. "Meglio bionda che Brunetta", è il suo slogan. "Sono un'insegnante in via d'estinzione - dice - Il blocco del turn over che ci ridurrà come i panda. Sono qui per difendere i giovani, io posso anche andare in pensione ma a loro quale futuro questo governo ha assicurato? Hanno tolto risorse umane alla ricerca. E chi mandano adesso in Antartide a fare ricerca?". Niccolò e Edo arrivano mentre il corteo muove i primi passi e fanno una gran fatica a farsi largo tra la folla. Sono arrivati con il treno da Certaldo, provincia di Firenze. E issano al cielo la loro protesta: "No all'art.133. O democrazia o manganelli. A voi la scelta". Più esplito Jacopo, liceale a Rieti: "Se la squola (con l'errore voluto, ndr) occuperai in galera finirai". Si accodano anche Martina, Enrica e Sara dell'università "Roma Tre", che precisano: "Siamo qui perchè non perdiamo una manifestazione da un mese a questa parte. Siamo qui indipendentemente dal colore politico della manifestazione". Davide, impiegato comunale a Poggibonsi (Siena) ascolta e commenta: "Il gioco della Gelmini è quello di dividere il movimento studentesco. Ma il malcontento è dell'intera Italia. Non può ignorarci". La maestra Ada Negri di Roma è la più fotografata: orecchie d'asino e l'icona della Gelmini nelle vesti di "Beata Ignoranza" come trofeo in un mini-altare. Ma lungo la marea di gente che cammina per via Cavour fa bella mostra anche "San Precario". Un papà con la zaino di scuola in spalla tiene stretta la manina di Alice, 6 anni. "No - spiega - dentro non ci sono libri ma i panini per tutta la famiglia. Arriviamo da Bellegra, provincia di Roma, le mie figlie frequentano a Palestrina una scuola a tempo pieno che vorremmo resti così com'è". Mischiati nello spezzone del corteo dove si protesta contro il lodo Alfano e il pubblico impiego, spuntano altri cartelli: "La pedagogia non è improvvisazione. Gelmini vieni, ti diamo una lezione". L'ha scritto Perla che insegna italiano da trent'anni in una scuola elementare in via XX settembre, a pochi passi dal ministero dell'Economia. Mentre Francesco Venti, precario di ricerca ambientale, lamenta la chiusura di tre istituti dell'Ispra. Dal camion con gli altoparlanti arriva la voce di Andrea Cosi che legge in diretta i messaggi e gli sms. "Veltroni abbiamo perso solo le elezioni, ma non siamo perdenti", ha scritto una nonna. E Francesco Angeloni, ad un passo dalla laurea in Ingegneria, commenta: "La Gelmini e questo governo vogliono solo appiattirci e controllarci".

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Studenti corteggiati (sezione: Scuola)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Andrea Ferrari La tradizionale disputa sui numeri che segue ogni manifestazione la possiamo archiviare tra i più stucchevoli tic della politica. Si capisce che gli organizzatori ingigantiscano il risultato e che gli avversari cerchino di mortificarlo. Di fronte alla solita pantomima, l'elettore ha imparato a diffidare della propaganda e si affida in genere alle immagini che vede in tv (pur con tutte le loro insite ambiguità) e così si fa un giudizio. Ciò che abbiamo visto noi è stato un Circo Massimo pieno di gente: non erano milioni, ma nemmeno quattro gatti. L'area ai piedi dell'antica casa degli imperatori romani è enorme e riempirla non è facile. Quindi diciamolo subito: a Veltroni l'operazione è riuscita. Ha portato a Roma tanta gente, ha fatto un bel bagno di folla stile Obama, ha mostrato ai suoi compagni che lui gode del favore del popolo e dei militanti e dunque ci pensassero bene prima di buttarlo giù dalla sedia, ha rinfrancato l'opinione pubblica di sinistra e ha occupato per qualche giorno i media con il suo spettacolo-politico. Ha così inviato un duplice messaggio: ha rinsaldato la leadership messa in discussione dai carissimi compagni di strada, a cominciare da D'Alema; e ha provato ad impressionare Berlusconi. Naturalmente il Cavaliere si è ben guardato dal farsi innervosire. Ha pronunciato qualche battuta benevola e poi ha dettato la frase da leit-motiv: quella manifestazione è inutile. Il perché è presto detto: la maggioranza si sente solida depositaria del consenso di quindici milioni di votanti, la maggioranza del Paese, quelli che - anche grazie ad una legge elettorale che bisognerebbe cambiare - ha consegnato al centrodestra una sterminata maggioranza. Che, a differenza della coalizione del centrosinistra che abbiamo conosciuto in due diverse legislature, è assai più compatta di quanto ci potessimo immaginare: PdL e Lega sono in grado di proseguire nel loro lavoro di governo, consegnando l'opposizione ad un ruolo di frustrante marginalità. L'uso dei decreti legge e dei voti di fiducia è la concretizzazione regolamentare in Parlamento di una simile situazione. Però anche il centrodestra deve stare attento ad una cosa. Veltroni ha avuto la fortuna di far incrociare la sua manifestazione con le tante proteste che si sono diffuse lungo la Penisola proprio contro il decreto Gelmini. Imbroccando il tema, il leader del Pd ha avuto l'occasione di incontrare da vicino un mondo vitale, quello dei giovani e degli studenti. L'ha detta bene Bossi ieri sera: "Non avendo più gli operai, adesso la sinistra fa girare il motore con gli studenti". E non è poco. Anche ammettendo, come afferma il centrodestra, che gli studenti scesi in piazza siano un'infima minoranza rispetto alla generalità di quanti vogliono soltanto andare a lezione e dare gli esami, aver incamerato il loro consenso sarebbe un'operazione strepitosa per Veltroni. Dubitiamo che l'operazione vada fino in fondo, però le premesse ci sono. Ultima considerazione. Si è detto: in un momento di crisi e incertezza per il futuro una grande forza politica responsabile non va in piazza, sta in Parlamento e dice la sua su come affrontare la tempesta, e quando occorre si schiera accanto al governo nel difendere l'interesse nazionale. È per esempio la tesi dell'Udc che, a differenza di Di Pietro, non ha portato le sue bandiere al Circo Massimo. Quella considerazione ha una sua intima verità. Però bisogna considerare che la sinistra, come dicevamo sopra, ha ridotte possibilità di avere un ruolo parlamentare o di influenzare l'azione del governo. Per battere un colpo rimaneva la piazza. L'ha usata, ed è andata bene. Ma domani che si fa?.

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Roma. noi al circo massimo, berlusconi al massimo al circo . porta la firma (sezione: Scuola)

( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Attualità ROMA. "Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la firma ... La folla grida a D'Alema: sei meglio di Clooney ROMA. "Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la firma del gruppo Venturina, provincia di Livorno, uno dei cartelli più ironici preparati dai militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma come un fiume in piena. Due milioni e mezzo di persone a sentire gli organizzatori, arrivate da ogni angolo della penisola. Una risposta oceanica, un mare di bandiere che hanno attraversato la città da piazza dei Partigiani e piazza della Repubblica per riunirsi al Circo Massimo e dire basta al governo Berlusconi, ai tagli di Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo. Gente comune, mica no global. Impiegati, insegnanti, pensionati, professionisti, operai, precari licenziandi, cassintegrati, famiglie con zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella carta stagnola. Quasi tutti over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due cortei gemelli hanno sfilato pacati e imponenti, aperti da un grande striscione con una citazione del senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco scomparso: "Abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri figli, per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle, difenderle". Tra la folla che si incanala lungo via Cavour, il corteo più nutrito, spicca una parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono Piero Fassino e Anna Finocchiaro. Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter Veltroni, invece, fa la spola tra i due cortei. E quando arriva la gente lo accoglie con un boato. "Walter ci siamo tutti", gli grida un manifestante della sezione Pd del Prenestino mentre la folla inizia a scandire lo slogan "Chi non salta Berlusconi è", fin quasi a far tremare l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la folla invoca unità e acclama Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei meglio di Clooney", urla qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non dà problemi al rodato servizio d'ordine del partito. I cortei sfilano disciplinati tra migliaia di bandiere del Pd, ritmati dal suono dominante di fischietti e tamburelli. Qualche gruppo intona "Bella ciao", altri optano per l'inno di Mameli. C'è anche uno striscione con la scritta "Barack Obama". I ragazzi che lo tengono issato per le strade del centro hanno una maglietta che è una dichiarazione di voto a favore del senatore nero dell'Illinois, candidato democratico alla Casa Bianca: "Americans in Italy for Obama". Qualcuno innalza un cartello artigianale scritto a pennarello: "Disintossicatelo". Tanti indossano una maglietta verde dove si legge che "il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini". Altri giovanissimi che sono in piazza per la prima volta e rifiutano etichette di partito al ministro della Pubblica Istruzione hanno invece dedicato un santino: "Beata Ignoranza". Più degli studenti, però, stavolta sono gli anziani e i pensionati. "Niente inciuci. Il portafoglio è vuoto", ammonisce un cartello. "25 aprile, 1º maggio, 2 giugno", ricorda un altro striscione. (n.a).

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CAPITALI (sezione: Scuola)

( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-10-26 num: - pag: 31 categoria: BREVI CAPITALI "LADRONE" Le colpe di Vienna Caro Romano, riguardo alla sua risposta sulla politica austriaca e il ruolo di Vienna nella decisione di chi mandare al governo, è vero ciò che dice sugli immigrati, ma se farà caso ai risultati delle elezioni per singole regioni si accorgerà che il partito di Haider è andato meglio nelle regioni più lontane (fisicamente e intellettualmente) da Vienna, Carinzia, Tirolo, Voralberg. Vienna è considerata da un carinziano o tirolese esattamente come Roma da un lombardo o un veneto: una città piena di burocratici e politici intenti solo ad arricchirsi e a mangiare i soldi dello Stato. Il voto dato alla destra che è presente sul territorio ed ascolta le persone non è un voto contro gli immigrati o l'Europa, ma un voto per la propria identità. Andrea Mrakic Villach (Austria) Credo che lei abbia ragione e che il fenomeno sia non soltanto austriaco o italiano, ma europeo. Le capitali, in questo momento della storia europea, non godono di buona fama. NEL NOSTRO PAESE Il turpiloquio Caro Romano, con riferimento alla sua risposta a un lettore, non so se sia stata la maggiore scolarizzazione o una consistente immigrazione da altre regioni, ma per fortuna si sentono molte meno bestemmie anche in Toscana. I pochi che ancora bestemmiano sono le persone molto anziane che usano la bestemmia spesso come congiunzione tra un discorso e un altro. Marco Sostegni, Vinci (Fi) Certe abitudini, anche molto antiche, possono cambiare bruscamente da una generazione all'altra. Le bestemmie sono state sostituite da un turpiloquio diffuso di tipo prevalentemente sessuale, comune a tutte le regioni italiane: un altro esempio di cattiva unità nazionale. MORTI SUL LAVORO Una carneficina Sono inorridito dal numero crescente e impressionante delle morti sul lavoro nel nostro Paese. Non riesco a farmene ragione. Possibile che non si sia fatto e non si faccia concretamente qualcosa per arrestare questa carneficina, indegna di una nazione civile ? Al di là dei tanti bla-bla d'occasione, aspetto solo di non dover più sentire notizie di nuove disgrazie di questo genere, che poi disgrazie non sono: c'è sempre sotto qualche responsabilità. Antonio Massioni, Milano CRISI FINANZIARIA Timori dei pensionati Questa crisi, per ora percettibile soprattutto per chi detiene titoli azionari, fondi comuni azionari e misti e obbligazioni critiche, promette per il prossimo futuro e per gli anni a venire un abbruttimento della vita sotto tutti gli aspetti: delle aziende chiuderanno, ci saranno mancanza di lavoro, difficoltà economiche, insomma un futuro nero e triste. Per noi pensionati cambierà poco: ci sarà però il dispiacere di vedere i nostri figli dibattersi come pesci fuor d'acqua per cercare di sopravvivere, con la speranza, in cuor nostro, di non essere loro anche di peso. Sandro Tiraboschi tiraboschi.sandro@ tiscali.it RISPARMI E ORA LEGALE Amaro confronto Adesso che sappiamo che 100 milioni di euro possono essere appannaggio di un solo essere mortale soltanto per aver giocato una schedina da 2 euro e mezzo, mi fa amaramente sorridere la notizia che il risparmio- autorevolmente stimato - per l'introduzione dell'ora legale ammonta a 99 milioni, senza tener conto di tanti altri costi, come sostiene Codacons, e fastidi, come da sempre penso io! Massimo Cascino, Roma SUPERENALOTTO Scommettere all'estero Visto che anche gli amici americani di George Clooney, tramite l'attore, hanno partecipato al Superenalotto, perché, per incrementare le finanze pubbliche, non trovare qualche sistema per coinvolgere maggiormente gli stranieri dei Paesi vicini ai nostri confini che già ora partecipano al gioco per rendere loro più agevoli le giocate? D'altronde sono sempre rimesse di denaro dall'estero e...."pecunia non olet"! Carlo Ferrazza cferrazza@tiscali.it SIMBOLO DELL'ESERCITO Divisione "Ariete" L'allora cancelliere tedesco Helmut Schmidt, nel 1975 in un incontro con la guarnigione militare di LÜneburg, si espresse sul valore del soldato italiano ripetendo che in guerra: "i carri armati italiani avevano una marcia avanti e quattro marce indietro". Tenuto conto che l'articolo al quale faccio riferimento ("Sterzate di Governo: Berlusconi e la firma di Prodi", Corriere del 21 ottobre), parla dei rapporti fra Berlusconi e Prodi lontani anni luce dagli avvenimenti militari dell'ultima guerra mondiale, perché farvi riferimento? Lo stesso maresciallo Rommel, nel suo ordine del giorno del 4 novembre 1942, in occasione della storica battaglia di El Alamein, smentì questa bassa insinuazione: "Tutto è crollato, solo i carri Ariete combattono". I carri cioè della Divisione corazzata "Ariete", uno dei simboli storici del nostro Esercito. Già nel 1975, da giovane maggiore, reagii decisamente rammentando una verità storica e cioè come fosse stata veloce ed efficiente quell'"unica" retromarcia dei felini nazisti nella corsa verso la tana berlinese, quando ai carri tedeschi si oppose altrettanta forza con i carri di Zukov e Koniev da una parte, e di Patton dall'altra. Anche per la mia reazione, Schmidt si scusò imbarazzato e parlò di "errore d'udito" da parte di giornalisti presenti. Per sottolineare la nostra supposta doppiezza, gli esempi sono ben altri e niente affatto controversi. Per Berlusconi, tutto si poteva dire: tutto, tranne che parlare con tanta superficialità dei nostri soldati. Lasciamoli in pace: come è scritto al sacrario di El Alamein: "mancò la fortuna non il valore". Gen. Gianalfonso d'Avossa 41Ë? Comandante dell'"Ariete" SCUOLA ITALIANA Tanti progetti inutili La scuola italiana costa troppo e il ministro Gelmini ne è consapevole. Una sola considerazione: perché non si incominciano ad eliminare quei progetti tipo: Pon, Por, Pas, Ifts, Ofis che ai non addetti ai lavori non dicono nulla, ma che fanno confluire nelle scuole fiumi di danaro che finiscono nelle tasche di pochi, con pochissima ricaduta formativa sugli alunni? Pasquale Mirante pasmir@alice.it.

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Maglia rovescia scritte anti-Gelmini alla Family Run (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2008-10-26 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE La protesta Maglia rovescia scritte anti-Gelmini alla Family Run VENEZIA – "Con questa riforma a scuola non si torna". Gli studenti del Franchetti hanno manifestato pacificamente con cori e cartelloni il loro dissenso nei confronti del progetto del ministero dell'Istruzione Mariastella Gelmini ieri mattina al Parco di San Giuliano, nel corso della Family Run della Venicemarathon. Gli studenti - oltre 400 - del liceo classico mestrino indossavano tutti al rovescio la maglietta arancione della corsa con la scritta "Franchetti occupato".

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Architettura piace design in calo e il teatro fa flop (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2008-10-26 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Gli iscritti allo Iuav Architettura piace design in calo e il teatro fa flop VENEZIA - Chiude con ottanta immatricolazioni in meno sul 2007 l'Università Iuav, mantenendo in sostanza invariato l'andamento del numero di iscritti. Con 1716 immatricolati (ma per i corsi di laurea del biennio c'è la possibilità di iscriversi fino a dicembre), l'ateneo veneziano che ha scelto per quasi tutti i suoi corsi l'accesso a numero chiuso, si mantiene quindi stabile. La parte del leone la fa la Facoltà di Architettura (1160 immatricolati) con le 600 matricole di Scienza dell'Architettura e le 60 del corso in Produzione dell'edilizia, cui se ne aggiungono altre 500 del corso di laurea specialistica in Architettura. Registrano un leggero calo, invece, le facoltà di Design e Arti e di Pianificazione del territorio: la prima, guidata dal professor Medardo Chiapponi, ha totalizzato 421 immatricolazioni (erano 484 l'anno scorso): fanalino di coda, per numero di immatricolati, è il corso di laurea specialistica in Scienza e tecniche del teatro con 17 immatrico-lati, ma il corso è agli ultimi posti anche per numero complessivo di iscritti (compresi cioè quelli degli anni successivi): nel 2007-2008 gli studenti di Scienza e tecniche del teatro erano 46, quest'anno sono al momento 23 ma il dato è parziale perché c'è tempo fino a dicembre per presentare domanda di iscrizione. La Facoltà di Pianificazione del territorio, di cui è preside Domenico Patassini, non porta a casa grandi numeri con il corso di laurea triennale in Sistemi territoriali informativi (Sit) che quest'anno non ha raccolto alcuna immatricolazione (mentre l'equivalente corso a distanza ne ha totalizzate 23); situazione che ha indotto l'ateneo a ripensarne il futuro: "E' un corso che non ha grandi numeri perché molto specialistico, è infatti frequentato soprattutto da funzionari comunali - spiega Carlo Magnani, rettore Iuav -. Dal prossimo anno pertanto si è deciso di chiuderlo come corso triennale e di trasformarlo in corso specialistico del biennio. Quest'anno, invece, se i numeri sono questi vedremo se attivarlo o meno ". E questa potrebbe non essere l'unica manovra che Iuav metterà in atto nei prossimi otto mesi per adeguarsi ai requisiti minimi sul numero di professori di ruolo previsto dalla riforma ante Gelmini: "Una grossa parte del nostro bilancio è stata spesa proprio per questo attraverso i concorsi - conclude Magnani -; in qualche altro caso abbiamo optato per la mobilità dei docenti (Architettura per esempio ha ceduto due professori a Design e Arti, ndr), ma contiamo entro il prossimo anno accademico di centrare gli obiettivi di legge". Paola Vescovi.

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L'alternativa (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9 categoria: BREVI L'alternativa Contro la riforma Gelmini gli studenti faranno lezione nelle piazze del centro Sit-in Un'altra settimana di passione tra proteste e mobilitazioni nelle facoltà.

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Lezioni all'aperto, corteo e funerale L'Ateneo non molla (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

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Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Lezioni all'aperto, corteo e funerale L'Ateneo non molla L'Università protesta tra Piazze e Prato Mercoledì marcia funebre, giovedì sciopero Domani riunione tra il rettore Milanesi e i presidi delle facoltà, in prima linea quelle "calde" PADOVA – Comincerà domani un'altra settimana di passione per il Bo e, inevitabilmente, per tutta la città. Ancora giorni di proteste e mobilitazioni, senza però un calendario ben definito, contro la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e dal suo collega all'Economia Giulio Tremonti. Dentro il Bo Protagonisti, quasi a formare un insolito fronte comune, non solo gli studenti universitari, ma anche la maggior parte dei docenti, dei ricercatori e del personale tecnico-amministrativo dell'ateneo patavino. In tarda mattinata, non prima di mezzogiorno, il rettore Vincenzo Milanesi, di ritorno dal summit romano di Aquis (Associazione per la qualità delle università italiane statali), farà il punto della situazione con alcuni presidi: in prima fila, Gianni Riccamboni di Scienze Politiche e Paolo Bettiolo di Lettere. Sarà l'occasione per fissare meglio le strategie del "dissenso" contro i tagli previsti dal governo Berlusconi, con l'obiettivo di dare alla città la sensazione di una vera compattezza tra i professori e i ragazzi. Gli studenti Gli stessi che, da domattina, faranno simbolicamente lezione all'aperto, nelle Piazze del centro o in Prato della Valle, come successo ieri sulla scalinata del Palazzo della Gran Guardia. "Né di sinistra, né di destra – hanno pure scritto sulle rampe del Palazzo della Ragione – L'istruzione è sempre in mezzo". Mercoledì, poi, sarà il giorno della "marcia funebre" in memoria dell'Università di Padova, che "si è spenta all'età di 786 anni": appuntamento, come ricordato da centinaia di volantini sparsi per la città, alle 17.30 in via VIII Febbraio. Giovedì, infine, il clou: lo sciopero generale proclamato dai sindacati di categoria, che porterà a Roma migliaia di persone sotto le finestre del Senato, avrà anche un'appendice patavina, con un altro corteo studentesco (dopo quello di giovedì scorso) che si snoderà per le vie del centro. Davide D'Attino Lo studio La protesta simbolica degli studenti al Bo (Gobbi/Bergamaschi).

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La scuola torna a essere un problema di tutti (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

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Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2008-10-26 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE L'intervento/1 La scuola torna a essere un problema di tutti di GABRIELLA IMPERATORI La rivolta era da mettere in conto: a scuola, all'università, in piazza. Protagonisti genitori, studenti, docenti. Cominciata in sordina su temi limitati (esami di riparazione, voto in condotta) o pittoreschi (il grembiule) e sfociata in questioni più ardue come le classi differenziali, ora la polemica sulla "riforma" Gelmini dilaga e diventa un tema forte di quest'autunno bollente. Non c'è talk-show che non ne abbia parlato e straparlato, suscitando roventi dibattiti. Era dal '77, o addirittura dall'esperienza di don Milani, che di scuola si parlava solo occasionalmente: all'inizio dell'anno, in occasione degli esami di maturità, o per il susseguirsi di riforme e controriforme che non hanno risolto alcun problema, anzi han lasciato precipitare verticalmente la qualità della scuola con l'eccezione delle elementari, l'unico ciclo d'eccellenza, vanto del nostro paese. Eppure si è cominciato proprio da queste a tagliare su tutto: meno ore, meno insegnanti, meno doposcuola. Abbiamo già scritto in tanti, anche su questo giornale, che il decreto Gelmini non è stato preceduto da alcun dibattito parlamentare, non è nato da esigenze pedagogiche ma solo da un accordo col ministro dell'economia sui tagli della spesa. Forse nell'illusione che al nostro popolo interessi solo la scuola-diplomificio (e con il sottopensiero che un popolo incolto sia più facile da controllare). Finora, in effetti, sembrava fosse così. Per molti i professori erano pretenziosi fannulloni, con vacanze di tre mesi e lavoro part-time. Ma da quando s'è annunciato il taglio degli orari, i genitori che non possono contare su baby-sitter o nonni tuttofare han riscoperto di colpo l'importanza della scuola e, strada facendo, della cultura. E gli studenti? Dopo decenni di relativa quiete, d'indifferenza politica con la grigia prospettiva di un lavoro precario, e di una convivenza comoda ma forzata con la famiglia, han ritrovato la passione per la lotta, gli slogan, i cortei. Non è il '68. Non si lotta per la libertà, ma contro la paura del futuro. E in questa nuova contestazione si inserisce il solito teatrino di annunci e smentite di Berlusconi. Che un giorno minaccia l'intervento delle forze dell'ordine e il giorno dopo precisa di essere stato frainteso, e pazienza se il suo discorso lo abbiamo sentito tutti. Nel frattempo aggiunge che, visto che per l'università il governo non ha ancora fatto nulla, la contestazione è assurda. Niente di fatto, certo: salvo l'annuncio di un altro taglio miliardario. Che nel sistema dell'università ci sia da spezzare lo strapotere delle baronie, la chiusura ai giovani, le cattedre stravaganti (inventate per professori con solo un paio di studenti), è, a quanto pare, vero. Ma non è la ricerca che va penalizzata fino a far emigrare all'estero chi se lo può permettere. Non la didattica. Non il valore della laurea. Ora se le cause remote della contestazione sono tante ma la causa prossima è una sola declinata in vari aspetti, il rischio è che la protesta, per ora pacifica, si radicalizzi e degeneri. Una cosa però, in tanto bailamme di azioni, opinioni, annunci e ritrattazioni, insulti e proposte di dialogo, mi sembra altamente positiva: che la scuola torni finalmente al centro dell'attenzione generale, che si capisca che qui, come nella salvaguardia dell'ambiente, si gioca il nostro futuro. gabimp@tin.it.

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<Ateneo, sono pronto al confronto pubblico> (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

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Corriere del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2008-10-26 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Università L'esponente del governo: il testo della Gelmini può essere modificato. I privati? Il controllo della Corte dei Conti va bene "Ateneo, sono pronto al confronto pubblico" I blocchi e le proteste, il sottosegretario Giorgetti: Giacobazzi ha commesso un abuso "C'è un clima troppo barricadero. Io sono disponibile a dibattere con tutte le parti i ddl Gelmini e Brunetta" VERONA - Alessandro Mazzucco, magnifico rettore del-l'Università di Verona, ha messo parecchia carne al fuoco con il suo intervento dell'altro giorno, durante l'assemblea generale di ateneo. Dal "no" dei privati veronesi a investire nell'Università all'impossibilità di trasformarsi in Fondazione; dalla necessità di rivedere il decreto 133 all'invito a calibrare i tagli governativi su scala meritoria. Temi che oggi vengono sviluppati dal sottosegretario all'Economia, l'onorevole di An Alberto Giorgetti, braccio destro del ministro Giulio Tremonti in questo momento di grande difficoltà per il Paese. Sottosegretario Giorgetti, come giudica l'accalorato intervento del rettore Mazzucco? "Ho apprezzato il fatto - dice - che il rettore abbia assunto una posizione equilibrata e responsabile. Del resto, conoscevo già il suo pensiero, dato che le stesse idee le aveva espresse in occasione della lectio magistralis del Presidente della Camera Gianfranco Fini". Mazzucco ha fatto sapere che l'ateneo veronese non diverrà una Fondazione, visto lo scarso interesse dei privati a investire e le norme restrittive del decreto Gelmini. Lei cosa pensa? "Intanto mi pare che il rettore abbia detto anche che non è contrario alle Fondazioni. Quanto alla necessità di semplificare la procedura in tema di controllo non mi trovo in sintonia". Perché? "Perché, specie in questa fase, la presenza della Corte dei Conti garantisce un ulteriore controllo. E lo reputo un fatto assolutamente positivo". Il rettore si riferiva al fatto che i privati sono poco incentivati a finanziare... "E' un momento delicato e serve equilibrio. Vista da questa parte la presenza dello Stato è ingombrante. Poi ti giri un attimo e ti accorgi invece che sono gli stessi imprenditori a richiedere che lo Stato ritorni in maniera pesante nell'economia, per convincere le banche a mantenere gli affidamenti in corso e quelli promessi, magari abbassando anche i tassi...". Insomma, il testo della Gelmini non verrà modificato? "Non ho detto questo. Il testo può essere modificato e possibilmente migliorato". Per esempio, la questione delle università che si autofinanziano, come Verona, meriterebbero un'attenzione particolare. Nel senso che non dovrebbero finire nel calderone dei tagli indiscriminati... "Non nascondo le problematiche, visto il momento difficile che il Paese sta attraversando. Ma mi impegnerò per cercare di fare qualcosa di tangibile in questo senso. Però...". Però? "Non ho mai preso posizione sulla protesta". Lo faccia adesso... "Dico solo questo: c'è un clima barricadero. E' in atto un confronto cultural-politico che rifiuto e, soprattutto, che non è utile". Si spieghi meglio Giorgetti. Faccia un esempio... "Non mi è piaciuto che il preside di Scienze, Roberto Giacobazzi, abbia tenuto una lectio magistralis spiegando i decreti 112 e 133 (Brunetta e Gelmini, ndr) dal suo punto di vista. E' stata una forzatura. Anzi, un abuso vero e proprio". Perché? "Perché se io chiedessi di andare a spiegare i ddl all'Università mi verrebbe consigliato di soprassedere. E questo perché c'è un clima pregiudiziale di opposizione al governo". E quindi? Cosa suggerisce? "Si faccia un confronto pubblico all'università con tutte le parti in causa. Io sono disponibile ". Torniamo ai privati, a Verona che non investe nell'ateneo. Come mai succede questo? "Perché l'università, nella nostra città, non viene vista come motore strategico che muove l'economia. E invece...". Invece? "Beh, gli ultimi investimenti importanti sono stati fatti proprio dall'università, che di fatto è il motore più importante della città. Penso alla Santa Marta e alla Passalacqua, per fare degli esempi". E dove nasce l'inghippo a suo parere? "Nasce dal fatto che gli industriali fanno fatica a comprendere questa svolta perché continuano a ritenere l'ateneo autoreferenziale ". E la politica cosa può fare? "La politica potrebbe fare qualcos a , ma qui ci troviamo di fronte a una grande lacuna della nostra città: l'incapacità di creare un momento di sintesi". Colpa del sindaco? "Non voglio dire questo. Ma sono sicuro che se prendessi l'iniziativa io, magari assieme a Brancher e invitando al tavolo anche l'opposizione, sarebbe vissuta come una cosa di parte. Oggi a Verona tutto è di parte. E in questo contesto è difficile portare avanti progetti di ampia condivisione ". Antonio Spadaccino Alberto Giorgetti "Nella nostra città l'università non viene vista come un motore strategico, che muove l'economia, e invece..".

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E i docenti si dividono sulle assemblee di facoltà (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

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Corriere del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2008-10-26 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE In facoltà E i docenti si dividono sulle assemblee di facoltà VERONA - Archiviata una settimana intensa, l'università riaprirà domani all'insegna del dialogo. E' stato il rettore Alessandro Mazzucco, il primo ad invitare i presidi a indire dei consigli di facoltà dove studenti e docenti potranno trovarsi insieme a discutere del decreto legge Gelmini. Unica condizione posta dal rettore, il rispetto della regolare attività didattica. A sgarrare solamente le facoltà di Scienze (che prosegue il rinvio delle lezioni fino venerdì) e quella di Scienze della formazione, che aveva già deliberato lo stop delle lezioni per martedì. "Non credo verranno lesi i diritti di nessuno - sostiene il preside, Mario Longo recupereremo la giornata persa". E sono molti, tra i docenti, a sostenere la linea "morbida" di Mazzucco nei confronti del governo, pur esprimendo dubbi sulla bontà della legge 133. Tra questi, Roberto Corrocher, ordinario di Medicina (il cui consiglio di facoltà giovedì, ha dichiarato all'unanimità inaccettabile il contenuto del ddl): "Bisogna ammettere che c'è del marcio nell'università afferma - , come nel caso dei corsi di laurea creati ad hoc per sistemare docenti: sprechi che in un modo o nell'altro vanno razionalizzati". Resta la certezza che i professori di Verona non scenderanno in piazza, se non per insegnare. A dare la propria disponibilità per le lezioni all'aperto, alcuni docenti di Lettere e Scienze. ( d.o.) Scienze Roberto Giacobazzi Medicina Roberto Corrocher.

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Il piano Miraglia va in Consiglio, qualche protesta (sezione: Scuola)

( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2008-10-26 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Scuola, lunedì l'approvazione Il piano Miraglia va in Consiglio, qualche protesta VENEZIA - Ora si attende solo il via libera del consiglio comunale di lunedì, e poi il piano sulla formazione degli istituti comprensivi nel comune di Venezia, attivo già dal prossimo settembre, potrà partire. Commissione d'ambito e giunta hanno già approvato un nuovo comprensivo al Lido, quattro accorpamenti in centro storico e scuole riunite in due direzioni anche a Chirignago-Zelarino e attorno alla Salvo d'Acquisto di Mestre, mentre cantano vittoria le direzioni di Mestre e Marghera che, dopo le infuocate assemblee degli ultimi due anni, hanno conservato il loro status di scuole. Tutte tranne una: l'elementare Fusinato del Terraglio. "L'assessore Miraglia ha dimostrato di aver compreso le nostre posizioni e si è impegnata a trovare una soluzione che al tempo stesso salvi il piano e risolva l'anomalia di spostare le otto classi della Fusinato con le tre scuole medie del circolo Trentin, speriamo bene", dice un genitore del quartiere Terraglio. La protesta di una delegazione di insegnanti e genitori era giunta venerdì in XI Commissione comunale. Prossimo passo, dunque, la votazione del piano lunedì in Consiglio, in tempi strettissimi prima del passaggio in Regione il 30 ottobre. "Come altri mi asterrò, non voteremo un passaggio solamente formale" afferma Sebastiano Bonzio di Rifondazione. "Approvare il piano commenta invece per i verdi Beppe Caccia - significa dare la propria opposizione al programma di pesanti tagli che vengono dal decreto Gelmini". M.P.S. Novità Quattro accorpamenti e un nuovo istituto comprensivo.

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Ecco quelli che strumentalizzano i bambini (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 257 del 2008-10-26 pagina 6 Ecco quelli che strumentalizzano i bambini di Redazione "Il Giornale" rivela: i figli dei vip di sinistra vanno alle private mentre i padri aizzano quelli degli altri ad occupare le piazze. Risultato: ci accusano di sfruttare i ragazzini. Scoprite invece chi sono i cattivi maestri Se la sono presa. Fanno agende di partito dove scrivono: "Fuori la Gelmini dalle nostre scuole perchè le scuole sono nostre e vogliamo essere noi a cambiarle". Fanno staffette di senatori per aizzare gli studenti, dichiarano come Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili: "Un Paese in cui studiare è il privilegio di un'élite è un Paese più ingiusto". O come la Finocchiaro: "Berlusconi si mescoli con il popolo che sta manifestando: avrà delle sorprese". Ecco una per esempio è che i figli della Finocchiaro non si mescolano. Perchè se chiedi, scusa, ma tuo figlio dove lo mandi a scuola? ti rispondono vergognati, come ti permetti. Sul "Giornale" di ieri abbiamo dato qualche risposta. Dalla Melandri a Rutelli, da Nanni Moretti a Santoro, dalla Finocchiaro a Adinolfi i figli li mandano a studiare nelle scuole private. Come il costosissimo liceo Chateaubriand o la prestigiosa Ambrit-Rome International School. Scuole dove proteste e occupazioni sono bandite. Perchè i figli degli altri devono andare in piazza e i tuoi a studiare? Perchè, come recitava il titolo della nostra prima pagina di ieri, "Vanno in piazza per la scuola pubblica ma mandano i figli in quella privata"? La risposta è stata: vergogna. I bambini sono sacri, non si buttano in piazza. Poi guardi le foto qui sotto: non hanno nemmeno sette anni e sono già in piazza a protestare contro la Gelmini. Chi ce li ha portati? Indovinate un po'... © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 257 del 2008-10-26 pagina 6 Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà di Paolo Bracalini L'ex ministro dell'Istruzione Fioroni ha il pargolo iscritto all'esclusivo Cardinal Aragonesi: "Avevo il terrore dei prof rossi" L'ex ministro Beppe Fioroni non si può davvero accusare di incoerenza. Chi è più fedele a se stesso del cattolicissimo esponente Pd, che ha mandato il figlio Marco nella stessa scuola dove si è diplomato lui 31 anni fa? Il fatto è che anche Fioroni, come gli altri progressisti al caviale del suo partito, non ha avuto il minimo dubbio tra istituti statali e non statali quando si è trattato di scegliere l'educazione del figlio. Il suo è andato spedito al Liceo Scientifico "Cardinal Ragonesi" di Viterbo, cattolica paritaria diretta dai Fratelli Maristi, una congregazione religiosa fondata due secoli fa in Francia da san Marcellino Champagnat. "Ogni aula dell'Istituto è dotata di un computer, collegato con la sala di informatica centrale, attrezzata come laboratorio linguistico multimediale", c'è scritto nella presentazione del "Cardinal Ragonesi". "Il laboratorio scientifico, l'aula di proiezioni, le palestre, i cortili, la biblioteca sono gli ambienti che completano il supporto tecnico della scuola". Grande cura per l'alunno, poco a che spartire quindi con le aule fatiscenti e i problemi delle scuole statali, che però sembrano assillare negli ultimi tempi l'agenda politica del Pd. Il Liceo "Cardinal Ragonesi", che ha fama di scuola impegnativa e covo di secchioni, com'è facile immaginare non ha rette propriamente popolari. Oltre ai 340 euro di iscrizione il costo trimestrale è di circa 900 euro, quindi per un anno di lezioni servono 2.700 euro più spese didattiche. Poca roba per l'ex titolare dell'Istruzione che evidentemente conosce bene la differenza tra l'efficienza delle scuole private e il caos delle pubbliche. Lui uscì da quella stessa scuola col massimo dei voti, il tipico primo della classe come lo ha ricordato sul Tempo un ex compagno di scuola, ma "che non passava mai i compiti". Già allora il giovane Beppe era una promessa della Dc viterbese, tanto che a soli 29 anni sarebbe diventato sindaco della città e dieci anni dopo deputato dei Popolari. E la scelta dell'istituto per l'ultracattolico Beppe non fu casuale, ieri come oggi per il figlio. Nelle scuole pubbliche, è noto, è facile trovare professori di sinistra, quegli ex sessantottini che affollano per esempio il Pd. Ma purtroppo può capitare di incontrarli anche ad un alunno di una paritaria, perché la commissione della maturità è esterna. E fu proprio quello l'incubo di Fioroni all'esame nel 1977, come ha raccontato lui stesso l'anno scorso da ministro. "Ero nervoso e fui preso da una irrefrenabile voglia di fumare, ma non avevo sigarette. Arrivò un giovane che me ne offrì una. A lui confidai il mio timore, e cioè che il presidente della commissione, come avevo sentito, fosse uno di sinistra, troppo di sinistra per i miei gusti". Per sua sfortuna il giovane della sigaretta era proprio il presidente di commissione. Ma l'interrogazione, quasi tutta sul prediletto S. Agostino, andò benissimo lo stesso. Merito degli insegnanti bravissimi del "Ragonesi", altro che quelli delle statali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 257 del 2008-10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio di Redazione Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma. E questo bersaglio ha un nome e un cognome che hanno attaccato alle schiene dei bambini, hanno disegnato, fotomontato, accartocciato: Mariastella Gelmini. Viso da donna su corpo di uomo ("testa di Cassio su corpo di Bruto"), ministro della Distruzione, aureolata Beata Ignoranza. Ma ce ne sono anche tanti altri, più nascosti, ma forse ancora più mitragliati: "Mara (Carfagna, ndr) stringi i denti", "Bossi quando ascolti l'inno il dito mettitelo nel c...". E un luogo d'odio che esiste da quattordici anni e ancora non cambia, non progredisce, non si declina: l'antiberlusconismo. I manifesti del nuovo raccontano il vecchio, sempre lo stesso Bersaglio, sotto la cornice bella e colorata del Circo Massimo di Roma. Basta guardare i cartelloni in alto, e poi le scritte lasciate cadere sull'erba dell'antico stadio, e si trova un linguaggio serioso all'apparenza, quasi mesto di rivendicazioni polverose da scuola anni Sessanta, ma rabbioso negli anfratti della manifestazione, per niente veltroniano se si intende il veltronismo della prima fase, maschilista persino. La manifestazione che non si vede è fatta di parole che distruggono e non costruiscono, a parte un uomo che sul suo cartellone scrive: "Più tolleranza". Un angolo di respiro, uno dei pochi: sembra un'occasione sprecata. Lo slogan: "Un'altra Italia è possibile", preso vagamente in prestito dal movimento di Seattle, lancia una domanda senza risposte che non siano di attacco ai bersagli e al Bersaglio preferito. La festa è grande, è vero, ma se si guarda bene in mezzo alle bandiere, nella manifestazione che non si vede, si possono osservare poi invisibili pachistani che distribuiscono l'Unità "a cinque o sei euro all'ora", ci dice uno di loro, mentre offre la nuova edizione del quotidiano comunista a una ragazza straniera. C'è un gruppo di donne rom che si sono attaccate al petto il simbolo del Pd. Tendono la mano senza speranza, in fondo sono qui per questo, due spiccioli al corteo. Un uomo con una gamba più lunga dell'altra che si poggia al bastone e chiede la carità, in via Cavour. In cinque minuti di attesa al suo fianco solo una persona lo nota e gli lascia un euro. I poveri stanno sui cartelli ma per la strada non li vede nessuno. La manifestazione che non si vede è fatta anche di cose buffe, come il bagno chimico che si chiama Di Pietro, ma non è uno scherzo cattivo di Veltroni: il Di Pietro in questione è "concessionario di zona a Roma". E poi ci sono le parole. Qualcuna, sì, simpatica: "Noi al circo Massimo, voi al Massimo al Circo", ma altre più nere, come queste: "Assassinata in Italia la democrazia. Il responsabile è Silvio Berlusconi". Si scopre un guazzabuglio di incoerenza, come un gruppo che sfila con il cartello: "Nonostante Marrazzo", o il militante arrampicato sul muretto che fa sapere sul suo striscione: "Sono democratico e so' rimasto communista". Sembra però che, nonostante il crollo delle ideologie, nonostante Veltroni, il nuovo Pd riparta dal suo arcaico clichè. L'antiberlusconismo qui a Roma prende la variante dell'antigelminismo, ma perché è la scuola il terreno della battaglia ora, la "lotta dura", come è scritto su un manifesto. In realtà cova ancora il fuoco antico: "Berlusconi vai a casa". "Berlusconi sei la rovina dell'Italia". "Berlusconi sta con gli imbroglioni". E la maglietta "distruggi il Biscione", e un altro cartello: "Un pregiudicato al governo". Qual è l'altra Italia possibile? A Roma si sono capite molte cose, ma questa proprio no. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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<Guardi queste foto e pensi alla pagliuzza e alla trave> (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

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N. 257 del 2008-10-26 pagina 6 "Guardi queste foto e pensi alla pagliuzza e alla trave" di Redazione Caro senatore Rutelli, tutto ci saremmo aspettati - dopo il nostro servizio di ieri - tranne che di essere accusati di avere mischiato alle polemiche sulla scuola, per giunta in modo "spregevole", i bambini. Intanto perché anche - appunto - un bambino avrebbe capito, leggendo l'articolo di Antonio Signorini, che i figli non erano né il soggetto né il complemento oggetto. Sono i genitori che scelgono la scuola. E quando questi genitori da una parte accusano il governo di voler distruggere la scuola pubblica e dall'altra mandano i figli alle scuole private, sottolineare l'incoerenza non ci sembra campato per aria. Ma soprattutto ci pare stupefacente il pulpito da cui viene la predica sull'"uso" dei bambini. Guardi le foto di questa pagina, senatore Rutelli. Siete voi - e per voi intendiamo il variegato schieramento che protesta contro il decreto Gelmini - a portare i bambini in corteo. E con quali cartelli, con quali slogan. Ha un solo difetto, senatore Rutelli, questa pagina: non dispone dell'audio. Altrimenti avremmo sentito che cosa vien fatto urlare a questi piccoli. Ma l'abbiamo ascoltato l'altra sera, ad AnnoZero, e può bastare. Caro senatore, lei conosce bene l'ammonizione evangelica della pagliuzza e della trave. Ci pensi bene: chi è che sta usando in modo "spregevole" i bambini? Infine. Lei scrive che noi "disprezziamo" chi sta protestando. Questo è un vecchio pregiudizio, senatore; anzi, un pregiudizio vecchio, che è peggio ancora. Lei il nostro Giornale in queste settimane non lo ha letto: altrimenti avrebbe visto che "chi protesta" l'abbiamo fatto anche scrivere (pure oggi, ad esempio); avrebbe letto che abbiamo sempre riconosciuto il diritto al dissenso, e che il decreto Gelmini non è la soluzione a tutti i mali della scuola. È contro le falsificazioni che aizzano la piazza, che ci schieriamo. Contro la violenza di chi impedisce di far lezione a chi vuol far lezione. E contro quella di chi usa i bambini per gli interessi dei grandi, giusti o sbagliati che siano. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Prof critica le occupazioni, l'ex collega gli sputa addosso (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

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N. 257 del 2008-10-26 pagina 8 Prof critica le occupazioni, l'ex collega gli sputa addosso di Redazione Ravenna, il docente insultato in una via del centro per aver denunciato le bugie sul decreto Gelmini Una striscia di bava sulla giacca: è questo il premio che si è guadagnato un professore di Ravenna per aver difeso la riforma della scuola. Stefano Tramonti, docente di latino e greco al liceo classico "Alighieri", è stato bersagliato di sputi dopo aver denunciato "la propaganda e la disinformazione demagogica" sul decreto Gelmini. L'improvvisato lama non è uno studentello fuori di testa ma un maturo insegnante in pensione del liceo bizantino. Un collega che deve essere rimasto parecchio infastidito dalla reazione di Tramonti di fronte all'occupazione pressoché totale delle scuole superiori cittadine. In settimana il prof di greco si era rammaricato per la "minoranza di gretti conservatori refrattari all'innovazione che riesce a manipolare la massa" e aveva definito l'occupazione "un crimine" e "una pagliacciata mascherata da protesta". Troppo per una città come Ravenna, saldamente in mano a Pd e sinistra radicale: con sindaco e presidente della Provincia eletti con percentuali che fanno poco onore al concetto di democrazia, qualcuno si è sentito autorizzato a reprimere il dissenso senza troppe formalità. "Venerdì mattina - racconta Tramonti - camminavo in centro quando sono stato avvicinato da un ex collega. Mi ha detto che non ho il diritto di uscire in pubblico, mi ha sputato addosso e se n'è andato". Tramonti è esterrefatto: "Lo conosco bene, fino a qualche tempo fa abbiamo diviso la stessa sala insegnanti tutti i giorni". Il gesto è l'apice di un clima di linciaggio morale che a Ravenna si respira per lo meno da mercoledì, da quando sono apparse le prime dichiarazioni di Tramonti sul quotidiano La Voce di Romagna. Già il giorno dopo insegnanti dell'Alighieri si dissociano: "Sappiamo che occupare un liceo è un'azione illegale" ma "i giovani esprimono un disagio oggettivo nei confronti della società e della scuola", fanno sapere in una nota. Per tutta risposta Tramonti improvvisa delle lezioni in un ex orfanotrofio. Un successone: per due classi si presentano 47 ragazzi su 49. È veramente troppo. Un affronto per la città che solo qualche settimana prima si è guadagnata gli onori delle cronache per aver fato sfilare dei bambini con cartelli giganti al collo contro la Gelmini. A questo punto si radunano le forze e ci si mette anche la radio locale del Pd, stimolata dalla carica di Tramonti, responsabile scuola di Forza Italia per il comune di Ravenna e consigliere di circoscrizione. Venerdì, durante la trasmissione La lama okkupata, una studentessa sentenzia: "Il vero criminale è quello che ha votato Tramonti alle ultime elezioni". Contemporaneamente il prof si guadagna la gogna grazie anche a uno striscione appeso fuori dall'istituto d'arte: "I tagli non li dovrebbero fare alle risorse scolastiche ma alla tua lingua". Anche il classico lo mette ufficialmente sulla graticola: in un comunicato il preside Roberto Mario Pasi condanna "le lezioni private" e ribadisce che "il compito educativo degli insegnanti è far crescere i ragazzi attraverso il dialogo educativo dentro la scuola". Anche se occupata. E lui? Sebbene sia stato insultato, ghettizzato, minacciato e sputazzato, Tramonti si mostra tranquillo: "Ho solo espresso la mia opinione e questo è il risultato. E se l'occupazione prosegue, non ho certo intenzione di fermarmi". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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<Olga>, qui abitano gli antagonisti (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

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N. 257 del 2008-10-26 pagina 7 "Olga", qui abitano gli antagonisti di Redazione Non c'è solo Maurizio Paolo Ferrari, ex Brigate Rosse, tra i membri (lui ne è l'ideatore) della struttura "informale" chiamata Olga ("Ora di liberarci da tutte le galere"), il cui obiettivo dichiarato è la saldatura tra i gruppi "antagonisti" e il mondo del carcere. Attorno ai leader della linea dura gravita - secondo alcuni rapporti - anche uno dei personaggi-chiave della rivolta anti-Gelmini: è uno studente fuori corso di Scienze politiche, il greco Ioannis Fourkas. Oltre ad aver accumulato denunce di vario tipo, Fourkas è sceso in piazza il 23 giugno insieme ai barricaderi del centro sociale Gramigna in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell'ambito delle indagini sui tentativi di ricostruzione del "partito armato". Terroristi in grado di uccidere, secondo la Procura. "Militanti rivoluzionari" secondo il corteo cui partecipò Fourkas. Vicini all'Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona, Claudio Ceccato, Mattia Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti di Scienze Politiche e attivi in questi giorni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Faccia a faccia con la ribelle (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

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N. 257 del 2008-10-26 pagina 8 Faccia a faccia con la ribelle di Vittorio Macioce "Il Sessantotto ci fa schifo è il non-futuro la vera paura" Botta e risposta con una studentessa che protesta: "Sono colma di rabbia, vedo che la società mi mette alle strette" Tutto comincia con una lettera. "Eccomi qui. Sono una studentessa remake. Sono una di quelle con l'acqua alla gola e pervasa dai sensi di colpa, perché i miei studi pesano sulla mia famiglia operaia. Sono colma di rabbia, autocritica e amareggiata. Mi guardo intorno e vedo una società che mi mette alle strette. Basta avere 30 anni e sei troppo vecchio per un lavoro come si deve, quindi sbrigati, laureati e trovati un lavoro che rispecchi le lacrime e il sudore versati sui libri, altrimenti... cazzi tuoi, muori in un call center. Il signor Vittorio Macioce ci guarda dall'alto della sua scrivania, ma come dovrebbe fare un buon giornalista, non scende in mezzo a noi e mette in atto l'osservazione partecipante". Eleonora Coderoni vive a Roma, all'Eur, studia alla Sapienza, frequenta una di quelle facoltà che ti promettono tutto e niente, quasi un simbolo dell'università parcheggio: Scienza della Comunicazione. Eleonora ha 24 anni, un profilo su Facebook, volto dolce, molta tigna, un piercing al naso e tanta paura di non avere futuro. Anche lei okkupa e pensa che se il futuro non te lo danno in qualche modo lo devi cercare. Ha letto un commento su questo quotidiano, o meglio sul sito internet. Il titolo è: "Questi ragazzi ostaggi del passato". C'è una domanda che non manda giù: "Perché scendete in piazza per difendere una società cristallizzata? Dovreste cambiare tutto e invece vi rifugiate nel vecchio". Eleonora pensa di non farcela. Se la Finanziaria taglia i fondi alle università, gli atenei aumenteranno le tasse. "E io non ci sto più dentro. La Gelmini vieta a quelle come me di fare l'università: sei figlia di operai, non te la puoi permettere, vai a lavorare stronza!!". Padre metalmeccanico, madre casalinga. Eleonora il venerdì e il sabato fa la cameriera nei pub, qualche volta la baby sitter e se capita distribuisce volantini. Si arrangia. "Ma al massimo tiro su 200 euro al mese". Le ricordi che gli atenei sprecano e forse la Gelmini vuole razionalizzare. Ci sono tanti corsi inutili, dai nomi strambi, che servono solo a dare un posto all'ultimo "protetto" dei tanti baroni. L'università, le dici, è una roccaforte di privilegi, che nessuno ha il coraggio di toccare. Buttate giù i baroni e scardinate un'università che si dichiara di massa, ma che resta classista. Eleonora sostiene che di corsi inutili ce ne sono tanti. Lo sa anche lei, ma lo Stato ha il dovere di rimuovere gli ostacoli economici e sociali affinché tutti siano uguali e abbiano gli stessi mezzi. Cita l'articolo 3 della Costituzione e chiede soldi per la scuola pubblica. I baroni sono un problema da affrontare dopo. Ma dopo quando? È la fiducia in questa casta d'intoccabili che fa paura. Tu pensi che l'università abbia bisogno di più borse di studio e sconti fiscali per le famiglie. Lei crede che continuare a finanziare l'elefante sia l'unica soluzione. Tu non ti fidi dello Stato. Lei sì. Questo welfare, dici, ha l'ambizione di proteggere tutti e invece lascia senza paracadute i più deboli. A voi, per esempio, non vi vede. È vecchio e disegnato su un mondo del lavoro dove tutti i posti erano a vita. Fissi. Ecco la "rivoluzione" da fare. Scendete in piazza, contro i signori del Novecento, quelli che dicono: non si tocca nulla. Eleonora ti guarda e poi fa sì con la testa. "Lo sappiamo. Stiamo preparando un progetto, serio, una controproposta per la Gelmini. C'è anche questo. Vedrai". Da soli? "Ci aiutano i professori, e soprattutto i ricercatori. Dopotutto non c'è nessuno più precario di loro". E i picchetti? A che vi servono? "Questo lo raccontate voi. Se uno deve discutere la tesi o dare un esame è libero di farlo. Non siamo così stupidi. Non siamo, appunto, nel '68". Le chiedi: perché non parlate con la Gelmini. Lei recita: "Deve prima sospendere il decreto". Come la Cgil? "Se ti fa comodo crederlo". Eleonora non si fida delle riforme. È capitata nell'era del 3+2, laurea breve più specializzazione. "Non sai che disgrazia. È un esamificio. Quaranta esami in tre anni". Eleonora ci tiene. Si dichiara apartitica. Non cerca ideologie. Il sessantottismo le fa schifo. Al fondo della sua protesta, lì tra il cuore e le viscere, c'è una grande paura: vede un futuro senza futuro. È il motore della rabbia. Giura che non si arrenderà. L'ultimo messaggio che ti lascia è: "Questo è solo l'inizio. Non avete ancora visto nulla". Tu rispondi: "Stai solo attenta ai cattivi maestri". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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PROFESSIONISTI DELLA PROTESTA A TORINO (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

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N. 257 del 2008-10-26 pagina 7 PROFESSIONISTI DELLA PROTESTA A TORINO di Redazione Il Collettivo indebolito dalle divisioni interne richiama il vecchio leader per fomentare la rivolta Ricompattare il movimento, rialzare la testa, ottenere una nuova ribalta nazionale. Il movimento studentesco torinese serra le fila e chiama a raccolta i leader storici dell'autonomia per dare un po' di vigore alla protesta contro la riforma Gelmini che rischiava di naufragare. E poco importa se questi leader siano o meno universitari e frequentino i corsi. A Palazzo Nuovo il collettivo autonomo degli studenti, l'ala dura che fa capo a centro sociale Askatasuna, sta vivendo un periodo di profonda crisi esistenziale. Orfani della sinistra radicale cacciata dal parlamento si ritrovano ad affrontare una stagione che li vede ai margini della vita politica e questo si traduce nella difficoltà a fare proseliti. Basti pensare che all'inizio di ottobre, a fronte delle prime avvisaglie di protesta al liceo Gioberti, i giovani dei centri sociali, che si erano presentati in istituto con l'intento di sostenere il fronte dell'occupazione, sono stati cacciati dai rappresentanti dei liceali. Un meccanismo perverso che ha fatto sì che nei corridoi delle facoltà umanistiche abbiano iniziato a prendere il soppravvento le idee degli studenti moderati, più vicini alle posizione del Pd che a quelle di Rifondazione. Studenti che fanno capo a movimenti come Sinistraalternativa, Udu e Sinistra democratica. L'ascesa di nuovi leader moderati ha spinto il Cua a rimarcare il territorio. La riforma Gelmini, o meglio la protesta, è così diventata un ghiotto pretesto per poter ricompattare il movimento dell'autonomia e far risorgere dalle ceneri i nipotini del '68 che erano a rischio esilio. Un lavoro di fino, scientifico. Ben lontano dall'essere portato a termine. Un lavoro rispetto al quale i professionisti della protesta non si sono tirati indietro abbandonando almeno momentaneamente le altre tematiche di lotta sempre care all'autonomia. Lele Rizzo, leader del movimento No Tav e assiduo frequentatore della Val Susa più che di Palazzo Nuovo, Andrea Bonadonna, leader di Askatasuna e recentemente dedito alle rivendicazioni dei diritti dei profughi più che ai libri, e infine il dottorando Davide Grasso, hanno deciso di ripresentarsi a suon di proclami anti Berlusconi e Gelmini a Palazzo nuovo. Doppia la strategia: ricompattare il mondo dell'ultrasinistra contro un unico nemico, Berlusconi e il governo di centrodestra; emergere dall'oblio a cui li aveva condannati la fuoriuscita dei partiti di riferimento dall'assise parlamentare. Insomma, torna in auge il vecchio luogo comune di cavalcare il malcontento per risorgere dalle ceneri. Una fotografia che i leader di Askatasuna respingono: "Noi non ci pieghiamo a questo gioco. Il nostro è un movimento che cresce fuori dai partiti e dai sindacati, i quali stanno tentando di mettersi alla guida di un movimento come nel caso dell'incontro con il ministro Gelmini a Roma". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Veltroni: l'Italia è migliore della destra che la governa (sezione: Scuola)

( da "Rai News 24" del 26-10-2008)

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Roma | 26 ottobre 2008 Veltroni: l'Italia è migliore della destra che la governa Il Circo Massimo ieri "L'Italia e' un paese migliore della destra che lo governa in questo momento". Il discorso di Walter Veltroni al Circo massimo ha chiuso la giornata di mobilitazione del Partito Democratico ieri a Roma. Il leader dell'opposizione l'ha definita "la piu' grande manifestazione di un partito in Italia da anni". Oltre due milioni e mezzo le persone che hanno risposto all'appello del Pd. Per la Questura invece 200 mila. Veltroni ha denunciato "un governo totalmente inadeguato" ad affrontare la crisi economica ma anche le riforme "necessarie" per il paese, come quella della scuola, ed i suoi problemi, dalla sicurezza alla difesa dell'ambiente. Presente alla manifestazione anche l'Italia dei Valori di Di Pietro che sta proponendo una raccolta firme contro il Lodo Alfano. Concludendo la manifestazione Veltroni ha rilanciato la proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino Silvio Berlusconi scaglia critica la manifestazione del Pd e aggiunge: "Non ci sara' nessun cambiamento nell'azione del governo perche' questa e' una manifestazione per uso interno alla sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per marciare contro il governo. Dovra' passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi".

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Il caos calmo della rabbia riformista (sezione: Scuola)

( da "Repubblica.it" del 26-10-2008)

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Alle dieci del mattino la città comincia lentamente a formicolare e il brulichio aumenta e si infoltisce col passare delle ore, a mezzogiorno camminano ormai a gruppi, si muovono le associazioni, si formano piccoli cortei di quindici-venti persone: democratici con la bandiera del partito, lavoratori della Cgil con la scritta bianca sulla stoffa rossa, vecchi partigiani con il fazzoletto tricolore al collo. Nel cielo già volteggiano gli elicotteri della polizia. All'una si formano i due cortei, arrivano i pullman e i treni, scaricano e ripartono. Vengono dal Nord e dal Sud, bandiere e vessilli dei Comuni. Piazza Esedra è già gremita. All'una e mezzo la gente si mette in moto mentre ancora dalle stazioni arriva un fiume di persone. Vado a vedere, finché ancora si può, il grande catino del Circo Massimo attrezzato per l'occasione, già pieno per metà, ma da quanto visto finora tutta quella vasta pianura erbosa non basterà a contenere il popolo dei cortei e quello dei romani che arrivano alla spicciolata. Riempiranno le vie adiacenti, il piazzale della Celimontana, l'Archeologia. Alle tre del pomeriggio gli organizzatori sono già convinti che il milione sarà superato, ma si tengono prudenti per non sparare cifre troppo distanti da quelle che saranno date dalla questura. La mobilitazione della gente è comunque imponente per quantità e per passione, per rabbia e per voglia di stare insieme. Direi anche per orgoglio. Il Circo Massimo è lambito dalle Terme di Caracalla e sovrastato dal Settizonio e dalle Case dei Cesari. "La Dea Roma qui dorme" scriveva il poeta delle Odi Barbare negli ultimi anni dell'Ottocento. Anche quelli erano anni di crisi, di scandali, di scontro vivace di opinioni e di moti di piazza. Le plebi, come allora erano chiamate, erano arrabbiate e il governo, come spesso capita, faceva sfoggio di un decisionismo che decideva soltanto di mostrare i denti e il bastone dei poliziotti. Qualche volta ci scappavano i morti e allora erano guai seri. Venerdì le Borse hanno preso un'altra scoppola. Leggo sul giornale la cifra delle perdite, specie sulle piazze europee. Non sono tanto i timori sulla consistenza delle banche quanto la paura della recessione che sta dilagando. Mentre torno a casa dove seguirò il discorso di Veltroni dalla televisione incrocio gli studenti che vengono dall'Università. A giudicare dai cartelli e dagli slogan sono i più arrabbiati di tutti. Umiliati e offesi. Ma qui, stamattina, tutti quelli che ho incontrato in questo lungo giro per la città mostrano rabbia e orgoglio. Non ho visto differenze di condizione, di foggia, di atteggiamenti. M'è sembrata una massa di popolo che ha deciso di alzarsi in piedi e di muoversi. Rientrare sulla scena, confermare una baldanza, riprendere il posto che le spetta, non farsi abbindolare dai pifferai di qualunque estrazione. Se fino a ieri c'era nel paese una maggioranza silenziosa che gonfiava le cifre dei sondaggi ogni volta che sentiva pronunciare la frase "tolleranza zero", direi che ora la situazione sta cambiando. I disagi e le paure della crisi mordono ormai la carne viva dei lavoratori, dell'enorme massa del ceto medio, dei vecchi pensionati e dei giovani studenti e precari. La maggioranza silenziosa si sta sfarinando in una serie di minoranze parlanti e protestanti che hanno bisogno d'una guida capace di unificare i loro diversi interessi lesi in valori comuni. Non si fidano della politica ma, più o meno consapevolmente, chiedono uno sbocco politico che dia rappresentanza alla loro rabbia e la trasformi in concreta proposta. Molti osservatori si chiedono se la rabbia di piazza sia compatibile col riformismo, ma la risposta viene dalle centinaia di migliaia che occupano le strade di questa giornata e dai milioni che solidarizzano con loro attraverso i teleschermi: la rabbia è la molla che innesca il meccanismo della proposta alternativa, dello sbocco politico e politicamente rappresenta la protesta popolare e la sua partecipazione. * * * La proposta economica anzitutto, perché è quella la ferita più crudele nel corpo della società: milioni di famiglie cadute in povertà e milioni di famiglie in pena perché stanno per caderci. Governi e istituzioni internazionali si sono accorti soltanto ora che la crisi finanziaria e bancaria si sarebbe trasformata inevitabilmente in recessione. Cinque mesi di tempo prezioso sono stati perduti dietro a rimedi fallaci e a colpevoli depistaggi verso falsi obiettivi. Eppure le cause della crisi erano evidenti: una caduta della domanda e per conseguenza un crollo degli investimenti in tutto l'Occidente. Per cinque mesi sono state perseguite in Europa con opaca testardaggine politiche restrittive mentre era chiaro che sarebbe stato necessario sostenere redditi e consumi e stimolare investimenti. Il taglio degli sprechi è diventato un taglio massiccio della spesa effettuato alla cieca, aprendo la porta alla deflazione. Quando il prezzo del petrolio crolla in tre mesi da 147 a 65 dollari obbligando i paesi produttori a diminuire la produzione del 20 per cento; quando l'oro dai picchi raggiunti diventa improvvisamente invendibile; quando il valore degli immobili si dimezza mentre i listini delle Borse perdono in un mese il 40 per cento della loro consistenza capitalizzata; quando le assicurazioni e i fondi d'investimento non riescono a far fronte ai premi da pagare e ai riscatti da soddisfare; quando le navi-container restano ferme nei porti per mancanza di clienti e di merci da trasportare; quando la catastrofe dell'economia reale assume queste dimensioni, è chiaro che non siamo in presenza d'una perversa fatalità bensì di gravissimi errori umani commessi per superficialità e imperdonabile dilettantismo, disprezzo degli interessi delle persone e dei ceti sociali, idolatria del mercato ideologizzato, conformismo all'icona del "valore tutto e subito", al vitello d'oro del profitto purchessia. Il nostro paese non è stato esente da siffatti errori, anzi se ne è fatto baldanzoso sostenitore. In questi ultimi cinque mesi che coincidono con i primi cinque mesi del governo Berlusconi-Tremonti, siamo stati i primi in questa classe di asini. Non i soli ma certo i più convinti e pertinaci, i più iattanti e autoreferenti. Hanno colpito alla cieca interessi e categorie prendendo di mira le opere più necessarie allo sviluppo e i ceti socialmente più deboli. Emma Marcegaglia, in un soprassalto d'intelligenza suscitato dall'aggravarsi della situazione, interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società. Riformare la scuola media e superiore, riformare l'Università dopo due o tre tentativi malfatti o non portati a termine è necessario ma la Gelmini non ha proposto alcuna riforma, ha soltanto recepito dal ministro dell'Economia un canestro di tagli che devasteranno la scuola elementare e media. La risposta al disagio verrà data dalle questure? Noi speriamo che le questure siano più ragionevoli del ministro Gelmini e di chi la sostiene. Qualche segnale in questo senso si è avuto, ma certo la pressione del potere cresce, la tolleranza zero si fa valere. Questa volta non colpirà soltanto gli studenti ma le famiglie che partecipano con i loro figli a questo disastro politico. * * * Il momento più emozionante avviene quando nel catino del Circo Massimo arriva la fiumana dei due cortei provenienti dal piazzale Ostiense e da piazza della Repubblica. Le postazioni televisive che seguono l'allegra marcia punteggiata da striscioni e bandiere segnalano che la coda di quel popolo in marcia è ancora ferma nelle due piazze di raccolta, il grosso si snoda come un serpentone gigantesco che sommando i due itinerari supera i quattro chilometri. Gli organizzatori sono molto prudenti nel valutare la consistenza numerica di quella marea di folla in movimento ma ora azzardano una stima di due milioni. Alla fine arriveranno a due milioni e mezzo valutando non tanto la capienza del Circo Massimo e delle alture che gli stanno intorno quanto le strade adiacenti interamente occupate. Chi segue le dirette televisive ed ha sotto gli occhi la visione panoramica complessiva capisce che quella stima è molto vicina alla realtà. In mezzo al fragore di questo popolo arrabbiato ma festante, alle cinque Veltroni comincia il suo discorso che durerà quaranta minuti. Dice parole che corrispondono a quelle che il popolo intorno a lui voleva sentire: la rabbia e la ragione, l'ispirazione politica e le proposte concrete, il sentimento dello stare insieme e l'identità di una forza politica che ha cancellato le provenienze storiche e si è immersa nel futuro come suggerisce la frase di Vittorio Foa scritta a grandi lettere sul palco della manifestazione. Dopo il discorso del Lingotto di Torino, quello di oggi segna la vera nascita del Partito democratico. Sono passati appena cinque mesi dalla sconfitta elettorale, un tempo molto breve per un partito che aveva affrontato le elezioni dopo appena due mesi dall'insediamento del suo nuovo gruppo dirigente. Chi ha criticato il vertice di questo partito perché in un tempo così breve non ha raggiunto risultati migliori dimostra di non conoscere i meccanismi, i tempi, le difficoltà della nascita politica e organizzativa in una società schiacciata dai disagi del presente e dalla paura del futuro. Quanto abbiamo visto ieri dà fiducia. Un popolo responsabile, una sinistra nuova e pensante, una visione lucida del bene comune. Un'identità conquistata, la voglia di unità e di partecipazione. La speranza che tra nove giorni vinca Obama. La partita è aperta. Se sarà continuata fino in fondo con coerenza il risultato di avere un'opposizione ampia e ferma, calma e determinata, sarà un arricchimento di grande valore per l'intera democrazia italiana. (26 ottobre 2008.

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Boom dei laureati precoci, il business delle Università (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Corsi e diplomi Università, il business dei laureati precoci Sono cresciuti in un anno del 57 per cento. La metà negli atenei di Siena e Chieti Tasic, un serbo di 19 anni, è finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l'America per studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani, di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul degrado del titolo di "dottore". I "laureati precoci", studenti straordinari che riescono a finire l'università in anticipo sul previsto, ci sono sempre stati. È l'accelerazione degli ultimi anni ad essere sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i "precoci" tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero dell'Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al 6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un "dottore" su 14 vada veloce come Usain Bolt? C'è di più: stando al rapporto 2007 sull'università elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il 46%, ha preso nel 2006 l'alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno sfornato tanti "dottori" quanto tutti gli altri 92 messi insieme. Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146Ú posto e Padova al 189Ú? Risposta ufficiale del Cnvsu: "Stiamo elaborando i dati aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati sono pubblici e consultabili sul sito dell'ufficio statistica del Miur". Infatti la risposta c'è: le culle del sapere che sfornano più "precoci" sono l'Università di Siena (494ª nella classifica di Shanghai) e la "Gabriele D'Annunzio" di Chieti e Pescara, che non figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che dall'ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un'omonima Fondazione presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca, Boheringer, Bristol- Myers...), conta su una università telematica parallela non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell'anno accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all'ateneo di Siena, i precoci nel 2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 "triennali": il 47,2%. La metà. Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su 1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla fine del 2003 l'Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi riconoscere la bellezza di 124 "crediti formativi". Per raggiungere i 148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell'amministrazione, a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi, avendo accumulato anni d'esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei "crediti formativi" di cui dicevamo. Un'innovazione di per sé sensata. Ma rivelatasi presto, all'italiana, devastante. Colpa del peso che da noi viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni, non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al "pezzo di carta", il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!) abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l'autonomia gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l'offerta di convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da un Ordine professionale, un'associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per spuntarla, c'è chi era arrivato a sbandierare "occasioni d'oro, siore e siore, occasioni irripetibili". Come appunto quei 124 crediti su 148 necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un andazzo pazzesco, interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi ("Mai più di 60 crediti: mai più!") quando ormai buona parte dei buoi era già scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell'argine eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la "Kore" di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: "Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi, l'Università di Enna ha deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni" ma "facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di iscrizione a corsi singoli, nell'ambito dell'anno accademico 2006-2007". Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell'ateneo siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti (76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127 agli ispettori) che volevano diventare dottori in "Mediazione culturale e cooperazione euromediterranea"? Una marea: il 79%. Una percentuale superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della Tel.M.A., l'università telematica legata al Formez, l'ente di formazione che dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 "precoci" su 468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi ha l'unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all'Aci? È una domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese. Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli errori della sinistra, come ha fatto l'altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie "non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuol mettere ordine". Sicura? Certo, non c'era lei l'altra volta alla guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di "lauree sprint", lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006. E pretendere oggi una delega in bianco perché "non si disturba il manovratore", è forse un po' troppo. O no? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella stampa |.

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Quest'anno, per la prima volta nella mia carriera di insegnante, lavoro in una scuola serale. Anche (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Le scuole serali sono nel mirino dei provvedimenti restrittivi che colpiscono il settore dell'istruzione. Dovrebbero infatti essere riorganizzate in base al decreto ministeriale 25.1007 presentato già dal governo Prodi, che, come tutte le "riforme" di cui è stata oggetto la cosiddetta "scuola dell'autonomia" corrispondono non ad una esigenza didattica ma ad una logica di puro, indiscriminato risparmio. Il discusso decreto Gelmini si limiterà quindi a mettere in atto quanto previsto dalla normativa in vigore. Se la scuola italiana è in condizioni precarie è anche perché, da quando è diventata "scuola di massa", non è stata sorretta da finanziamenti adeguati. Il personale è stato lasciato allo sbando: la formazione culturale in servizio è stata considerata un optional, la retribuzione è divenuta sempre più scarsa, e tale da ridurre gli insegnanti ad una sorta di "proletariato intellettuale". Gli studenti del serale sono adulti, spesso giovani adulti, ma non più ragazzini. Provengono da esperienze lavorative diversificate, da situazioni di vita spesso difficili: numerosi fra loro sono gli immigrati, le madri e i padri di famiglia. Nel tardo pomeriggio, concluso il loro lavoro, magari faticoso, entrano in aule in cui sperano di imparare molte cose. Si vede bene quanto, per loro, la scuola possa favorire l'integrazione e la promozione sociale; la fiducia verso l'insegnante è tangibile. È sufficiente non tradirla per ricevere in cambio un riconoscimento del proprio lavoro che è la prima spinta per continuare a farlo con passione. Fra tutti gli studenti ne ho però incontrati due o tre che si distinguono. Più giovani degli altri, pluriripetenti, sono approdati al serale ancora freschi del ricordo della scuola diurna. Un aspetto è evidente: non gliene importa nulla di quanto accade in classe e interpretano ogni intervento dell'insegnante come una inutile predica. Bene; questo è lo studente-tipo della una scuola tecnico-professionale diurna e metropolitana ed è con questa profonda demotivazione allo studio che ogni insegnante deve fare i conti. Con infinita pazienza, con impegno e capacità un insegnante può ottenere qualche risultato: sia chiaro, mai definitivo perché ogni giorno è una lotta sul campo per conquistare un palmo di terreno sul difficile terreno dell'educazione e dell'istruzione. Di chi è la responsabilità di questo stato di cose? Della scuola? Della famiglia che "non è più quella di una volta"? Né dell'una né dell'altra, penso io. A partire dall'infanzia e poi per tutta l'ormai lunghissima adolescenza i nostri figli si nutrono di modelli di comportamento ben più attraenti di quelli proposti dalla scuola e dalla famiglia. La Gelmini, la signorina ministro che teorizza il ritorno al voto di condotta e magari alle "mani in seconda", lo sappia bene: sinché i modelli di comportamento dominanti saranno quelli proposti dal Signore delle Televisioni molte aule scolastiche somiglieranno a sgangherati talk-show. E se nelle scuole qualcosa (parecchio, direi io) ancora funziona, il merito è di tanti lavoratori che non si arrendono e combattono, con i loro archi e le loro frecce, contro le mitragliatrici del pensiero omologato, al fondo del quale si intravvede l'ombra della barbarie.

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La notte della scuola (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

LASAGNE INDIMENTICABILI La storia 24 ore non stop allo scientifico Giordano Bruno La protesta come evento con la pasta della prof e il pigiama party MARIA TERESA MARTINENGO La notte della scuola Un mese ci abbiamo messo a prepararla, però ci è venuta bene". Erano stanchi, ieri mattina, ma anche ultrasoddisfatti del successo, gli studenti del Giordano Bruno, autori della prima notte bianca anti-Gelmini in un liceo torinese. Notte bianca, si dice nel 2008, non occupazione. Concordata con la scuola, non "contro". Con il numero di cellulare della preside, per ogni evenienza, e la vice preside che chiama ogni tanto "per sentire come va". Con i genitori "che sanno tutto e passano all'1,30 a dare un'occhiata". Con la professoressa che porta due teglie di lasagne (e resterà nel cuore dei suoi studenti per questo) e quella che, nottetempo, va a scoraggiare i malintenzionati che vorrebbero entrare. Con prof di storia, fisica e religione che restano a scuola, incuranti della fatica. Effetto Gelmini, insomma, di coesione. Effetto che si propagherà ancora di più da domani a mercoledì, con decine di altri istituti mobilitati, con didattica regolare la mattina, attività autogestite nel pomeriggio e, in parecchi casi, la sera e/o la notte. Ma i primi ad aprire una scuola superiore per oltre 24 ore sono stati Eros, Dario, Silvia, Martina, Giorgio, Carlotta, Emanuele, Andrea e gli altri, in grado, ora, di dare consigli a chi con le "assemblee permanenti" e le notti bianche deve ancora cimentarsi. "È importante il regolamento - spiega Dario Castellar -, a partire dall'esclusione assoluta di droghe e alcol". Ed Eros Chiampi: "Serve un ottimo servizio d'ordine per evitare che qualche estraneo entri a scuola. Il vademecum della perfetta "occupazione" c'è anche su internet". Il racconto dell'esperienza di protesta - preparata con assemblee informative e laboratori in cui le norme che il governo vuole introdurre sono state analizzate nei minimi dettagli - è entusiasta. "Abbiamo chiuso le aule e i laboratori al piano terra, per evitare danni, e lasciato aperte solo le aule del primo piano", dice Giorgio Cellini, studente di quinta. Andrea Sferruzzi, aggiunge: "Di notte, dopo il buffet, quando genitori e la maggior parte dei professori se ne sono andati, siamo rimasti in 250". Emanuele Barrella: "Verso l'una e mezzo sono venuti dei genitori e li abbiamo accompagnati in un giro turistico a cercare i figli". La notte passa tra musica di dj, Led Zeppelin, Iron Made, Battisti e Ligabue (ma anche Bach!) suonati alla chitarra da Dario Castellar e Dario Cupolillo, la visione di film come "L'odio" e tanti discorsi. Compreso il ricordo della avventure vissute durante il giorno, con il corteo e il volantinaggio al Palatinum e da Auchan, la calorosa e divertita accoglienza dei clienti e dei dipendenti di Flunch ("ci hanno offerto di mangiare con lo sconto"), l'assemblea del tardo pomeriggio che ha messo insieme genitori e insegnanti. Infine, il pigiama party. "Alle quattro - ricorda Martina Saraceno - siamo crollati dentro i sacchi a pelo. Il servizio d'ordine di dieci studenti ad ogni angolo della scuola però è continuato. Faceva un freddo... Alle 7, quando i termosifoni si sono riaccesi, eravamo tutti lì". Silvia Orlando parla del gruppone di 93 studenti che si è dato da fare per "tenere in ordine la scuola. Abbiamo fatto una grande pulizia all'esterno di cicche e foglie. Abbiamo voluto essere solidali con il personale Ata, colpito dai tagli, e simboleggiare l'unione tra categorie". Ieri mattina, poi, lezione di storia in corso Vercelli, con il blocco di una corsia sotto lo sguardo vigile dei genitori. "Non siamo passati inosservati - dice Eros -, gli automobilisti ci sorridevano". Martina: "A cominciare dalla preside, gli adulti ci hanno dato fiducia". Gli ultimi studenti, nel primo pomeriggio, se ne sono andati carichi di sacchi neri da buttare nei cassonetti.

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"Iscrivete i bimbi nei plessi a rischio" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA.L'ASSESSORE GIANNA PENTENERO ALLA RIUNIONE DEL PD SUI TAGLI Hanno detto il caso Nel Pianalto è nato un comitato "Iscrivete i bimbi nei plessi a rischio" La Comunità montana vota un documento Appello ai Consigli per una mobilitazione Tra inquietudine e un po' di ironia EL.F. E c'è chi lancia la protesta delle lenzuola C'è il rischio di spopolamento Con le scuole poi si chiudono anche altri servizi Ingoiamo rospi da una vita Sono diventato un "digerente" scolastico E' una manovra di bilancio e non una riforma scolastica Tagliando posti si riduce anche l'attività didattica VILLANOVA Ambrogio Spiota Gianfranco Miroglio Enzo Papalettera [FIRMA]ROBERTO GONELLA ASTI A bigiare sono stati in pochi. La voce "tagliare", nel glossario della scuola di questi tempi, porta alla mente chiusure di plessi e riduzione degli organici. Il dibattito sugli scenari tracciati dal decreto Gelmini e dintorni tiene sempre più banco e la mobilitazione cresce. Assemblee un po' ovunque a fare da prologo a scioperi e cortei annunciati per i prossimi giorni anche nell'Astigiano. A dare un quadro della situazione l'incontro convocato dalla consigliera regionale Angela Motta venerdì sera in Provincia. Dibattito particolarmente partecipato, vista anche la presenza di Gianna Pentenero, assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione professionale. In sala docenti e dirigenti scolastici, ma anche tanti sindaci e amministratori pubblici. Serviva fare chiarezza sull'orientamento dei vertici di Palazzo Lascaris circa l'imposizione del Governo alle Regioni, pena il commissariamento, di tagliare plessi scolastici con meno di 50 iscritti. La scelta metterebbe a rischio molte scuole nei paesi, con rischi di spopolamento: nell'Astigiano interessa una cinquantina di plessi. Il tutto fa parte della babele di provvedimenti che l'esecutivo ha mescolato al decreto Gelmini. "Abbiamo presentato ricorso alla Corte Costituzionale - ha confermato l'assessore - i tempi saranno lunghi. Ma dovete iscrivere ugualmente i bambini nelle scuole del territorio: non c'è nulla di deciso, staremo poi a vedere quello che accadrà". Preoccupazioni espresse in molti interventi. "Nella nostra zona la situazione è drammatica - ha sostenuto Ambrogio Spiota, vice presidente della Comunità montana Langa Astigiana Valle Bormida - quattro plessi chiusi e altrettanti sotto osservazione. Ma i tagli già fatti hanno portato alla chiusura di negozi e altri servizi". Il Consiglio della comunità ha già votato un documento schierandosi contro i tagli. Temi ripresi anche da Francesco Cirio, sindaco di Roccaverano, e da Andrea Gamba, insegnante e vice a San Martino Alfieri. Un invito ai Consigli comunali e ai sindaci a prendere posizione è arrivato da Angela Motta e da Mauro Arato mentre il parlamentare Massimo Fiorio ha invece attaccato la presidente della Provincia Maria Teresa Armosino: "Difenda in Parlamento le scuole astigiane". Paradossalmente a chiudere le scuole potrebbero però essere costretti gli stessi sindaci a causa della riduzione degli organici di docenti e il personale Ata. "Non ci saranno insegnanti né bidelli" è stato sottolineato. Numeri enunciati in un lungo e dettagliato intervento dal segretario regionale Cisl scuola Enzo Papalettera. "E' una manovra di bilancio voluta dal ministro Tremonti in vista del federalismo fiscale e non a una riforma della scuola - ha spiegato - in tre anni nella scuola pubblica si taglieranno 7,8 miliardi di euro, una sventola mai vista". Con ricadute sui posti di lavoro e sul tempo scolastico offerto: "In tutto 87 mila docenti, di cui 6 mila in Piemonte, e 41 mila tra bidelli e personale amministrativo con una quota di 3 mila per la nostra regione: precari in maggioranza, quindi senza ammortizzatori sociali. E tagliando posti poi si riduce anche l'attività didattica". Uno striscione per ogni balcone, lenzuola bianche o dipinte che rendano visibile a tutti il disappunto di insegnanti e genitori nei confronti della riforma della scuola: la protesta contro il decreto Gelmini nel Pianalto Astigiano si trasforma in un comitato che da giovedì scorso ha già ottenuto oltre 300 sottoscrizioni. E' il Comitato per la difesa della scuola pubblica, fondato nei giorni scorsi a Villanova da genitori, studenti e insegnanti di tutto il Pianalto: si è riunito venerdì sera nella Confraternita dei battuti, una discussione parallela a quella in corso ad Asti con l'assessore regionale all'Istruzione Giovanna Pentenero. "Bisogna informare meglio soprattutto i genitori sul rischio che stiamo correndo, molti non ne sanno ancora nulla" spiegava durante la riunione Paolo Tessiore, insegnante delle medie di Villanova fra i promotori dell'associazione. Al tavolo dei relatori anche Monica Iviglia (Cgil Scuola Asti), Ugo Rapetti (dirigente Istituto "Castigliano" di Asti), Renato De Maria (dirigente scolastico Terzo circolo Asti), che hanno ribadito a una folta platea di docenti gli effetti che avrà quella che hanno definito una "cura dimagrante" della scuola. Nel Pianalto, sono a rischio i plessi di Dusino San Michele, con 28 iscritti alla scuola materna, e di Cellarengo, dove le elementari sono di poco inferiore al futuro limite minimo di 50 alunni. "Andremo davanti a queste scuole a spiegare ai genitori che dovranno portare i loro figli altrove, e che il paese rischia di perdere altri importanti servizi dopo questo" ha annunciato Tessiore, rilanciando il progetto di una protesta fatta attraverso le ringhiere dei balconi. "Appenderemo striscioni - ha spiegato - per far vedere che al decreto non si oppongono solo gli insegnanti, ma le famiglie". In settimana allestiranno nuovi punti informativi, un blog è già attivo su Internet (scuolaviva.wordpress.com), con l'idea di una notte bianca.

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Manifestazione in piazza Del Monte (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

L'ASSEMBLEA "NO GELMINI" Manifestazione in piazza Del Monte E' cominciata ieri pomeriggio per proseguire sino a sera, in piazza Del Monte, la manifestazione organizzata dall'"Assemblea no Gelmini" contro la riforma scolastica. Restando in tema, a Mongrando è stata annullato un incontro pubblico nei locali della scuola media "Boggiani" perchè, a detta del sindaco Fussotto, mancavano le necessarie autorizzazioni.

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Sfilano in 800 per difendere (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

MANIFESTAZIONE.IERI A BORGO SAN DALMAZZO Sfilano in 800 per difendere i fondi scolastici Appello dei sindaci ai parlamentari Giovedì i banchi in piazza Galimberti [FIRMA]LORENZO BORATTO BORGO SAN DALMAZZO "Il tempo pieno è l'opzione più scelta alle Elementari a Borgo San Dalmazzo. In tv il Governo dice che non sparirà: falso. Abbiamo paura che la scuola peggiori. Ascoltateci". Ha urlato così ieri in al microfono Paola Bosticardo, una mamma tra gli oltre 800 che hanno preso parte al corteo in difesa della scuola pubblica a Borgo: genitori, bimbi, maestri, amministratori di Comuni, Comunità Montane, consiglieri provinciali. Tutti a dire no alla riforma Gelmini con fischietti, slogan e striscioni: "La verità sul futuro della scuola? Leggere il Piano programmatico" riportava uno dei più grandi. Il corteo è partito dell'ex Bertello, poi via Garibaldi fino alla Media Grandis in piazza Don Viale per il comizio finale. Andrea Cofano, papà con il figlio di 7 anni: "Non voglio che venga modificata una scuola che funziona, permettendo ai genitori di lavorare". Margherita Rabbia, insegnante a Valdieri: "Ci aiutano solo più gli Enti locali. La scuola non è uno spreco di soldi". Tiziana Ghibaudo, insegnante: "Sono 25 anni che faccio il tempo pieno, perderlo significa sacrificare le pari opportunità: le mamme torneranno a occuparsi dei figli". Il sindaco di Borgo Pierpaolo Varrone: "La scuola in questa piazza fu costruita 50 anni fa a carico dello Stato, che ormai non spende più nulla, demandando tutto agli Enti locali". In tutta la Granda proseguono dibattiti e presidi: ieri raccolte oltre 300 firme in corso Italia a Saluzzo dagli insegnanti del circolo didattico. Annunciata una protesta per giovedì, giorno dello sciopero generale della scuola con cortei a Roma e in molte città, Cuneo inclusa. In piazza Galimberti alle 16,30 un maestro unico farà lezione a 33 sindaci e assessori della Granda, seduti tra i banchi. Le Giunte di Cuneo, Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano e Borgo hanno inviato un documento ai parlamentari cuneesi per "chiedere un rivio della riforma Tremonti-Gelimini".

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Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

SCUOLA CHIESA AMBIENTE Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini Oggi a Villadossola festa con il vescovo "Sbattezzi" a Domo Ato senza guida "Un commissario per i rifiuti" Servizi Balducci e Cobianchi Filippo Rubertà.

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Notte bianca nelle classi contro la riforma Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

VERBANIA.GENITORI E INSEGNANTI RIUNITI IN ASSEMBLEA Notte bianca nelle classi contro la riforma Gelmini Banchetti in piazza, pro e contro la riforma Gelmini. A pochi passi l'uno dall'altro Azione giovani, Giovani padani e Rifondazione comunista hanno sostenuto la propria posizione, ieri a Verbania, sui cambiamenti previsti nel mondo della scuola. Dallo "zero in condotta" ai ministri Gelmini e Tremonti di Rifondazione alle "bugie della sinistra" dei Giovani padani, mentre Azione giovani lancia una proposta agli studenti: "All'incontro durante l'autogestione al liceo Cavalieri, che pur abbiamo apprezzato, c'è stato forte accanimento nei nostri confronti. Perché non allarghiamo il dibattito e coinvolgiamo le istituzioni? Siamo noi giovani a dover dare al dibattito politico un taglio diverso dal passato". Genitori e insegnanti, intanto, portano avanti la notte bianca di protesta prevista per il 29 e le assemblee: domani alle 21 in aula consiliare a Baveno e alle 20,30 nel salone parrocchiale di Trobaso (indetta dal circolo didattico Verbania IV). Verbania "Grembiulino, cinque in condotta e maestro unico sono solo aspetti marginali della riforma. La sostanza è dietro, con sforbiciate mortali a tutto il sistema scolastico". Per le quattrocento persone che hanno occupato ogni angolo dell'auditorium di Sant'Anna a Verbania, venerdì, all'assemblea indetta dal Comitato dei genitori una cosa è certa: "Sul decreto Gelmini c'è scritto che saranno cancellati 87 mila posti di lavoro per gli insegnanti e 42 mila per il personale non docente". Studenti, genitori e insegnanti dalla stessa parte, come forse non si vedeva da anni. La paura di perdere il posto di lavoro aggrega, ma anche la voglia di capire "che futuro spetta ai nostri figli - hanno detto le mamme -, se una scuola pubblica che ci potremo permettere o una scuola privata". Per Gabriella Prandi della Cgil e Orietta Montrezza della Cisl non c'è dubbio che dietro i tagli si profili la proposta di legge Aprea, "che mira a fare entrare i privati nella scuola e cambiare lo stato giuridico degli insegnanti". La forte partecipazione all'incontro ha portato alla creazione di un comitato spontaneo di insegnanti e alla discesa in campo di quello dei genitori, che continueranno a riunirsi per stabilire i dettagli della notte bianca indetta per mercoledì 29. La mobilitazione comincerà nel pomeriggio con assemblee e iniziative culturali al liceo Cavalieri e si concluderà a tarda notte nell'auditorium del Cobianchi. I genitori, tuttavia, si stanno muovendo per momenti di partecipazione in tutte le scuole della città. Venerdì 30, poi, si ripartirà con lo sciopero degli insegnanti e la manifestazione provinciale che inizierà alle 9,30. Professori e genitori, inoltre, hanno dato vita al blog www.scuolapertutti.it, attivo da domani, dove tutti possono intervenire e dire la loro. Domodossola Insegnanti contro la riforma Gelmini anche a Domodossola, venerdì sera nel teatro dei frati cappuccini, per spiegare alle famiglie il proprio punto di vista. "Mi aspettavo più genitori - commenta Mariapiera Gavinelli, insegnante delle scuole Kennedy -, ma spero che la partecipazione aumenti agli appuntamenti dei prossimi giorni". Tanti i punti toccati durante l'assemblea che destano preoccupazione all'interno dell'ambiente scolastico di ogni ordine e grado, così come le perplessità sottoposte a Luisella De Filippi, della segreteria nazionale Flc Cgil, che ha ribadito i motivi della contrarietà alla riforma, difendendo strenuamente le scuole dell'infanzia e primaria. SERVIZIO A CURA DI Alessandro Cobianchi Valeria Pera, Filippo Rubertà.

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"Noi in trincea per i nostri figli" (sezione: Scuola)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il caso Genitori contro i tagli nella scuola "Noi in trincea per i nostri figli" MARCELLO GIORDANI BORGOMANERO I possibili tagli sulla scuola potrebbero colpire anche il Borgomanerese: per questo l'altra sera si è svolta una grande assemblea nella palestra dell'istituto tecnico di via Aldo Moro, mentre a Gozzano gli studenti del liceo socio-psicopedagogico hanno criticato il progetto ministeriale. Palestra affollata in ogni ordine di posti per ascoltare Loredana Leone, presidente dell'Associazione dei dirigenti scolastici della Lombardia. L'incontro, organizzato dal consiglio di istituto delle scuole medie e dal consiglio di circolo delle elementari, ha visto in particolare esprimere preoccupazione per il futuro di alcune scuole della città. Se il decreto verrà applicato alla lettera, e cioè le scuole con meno di 50 alunni verranno chiuse o accorpate, sono a rischio le scuole delle frazioni cittadine: Vergano, Santo Stefano, Santa Croce, oltre a Maggiora. "Come genitori - dice Giuseppe Volta, del consiglio di circolo delle elementari - siamo molto preoccupati". Teresa Valsesia, direttrice del primo circolo, precisa: "Già quando abbiamo inaugurato la nuova scuola, ho detto che la qualità del nostro servizio era stata assicurata dalla professionalità e dal numero dei nostri docenti, che hanno garantito un servizio importante. Mi auguro veramente che tutto questo possa proseguire, e che anche le piccole scuole possano essere mantenute, perchè hanno una funzione sociale importante". Sul decreto Gelmini da registrare gli interventi delle due parlamentari borgomaneresi, Maria Piera Pastore, Lega, e Franca Biondelli, Partito Democratico. "La riduzione del personale scolastico, da effettuare mediante riduzione del turnover, non certo con licenziamento del personale di ruolo, è conseguenza delle due Finanziarie del Governo Prodi - dice Pastore - che attraverso vari strumenti ha lavorato con l'obiettivo di ridurre drasticamente il numero del personale impiegato nel settore scolastico". "Scegliere di non investire nei saperi, nell'istruzione - ribatte Biondelli - è un delitto feroce. La triste conferma l'abbiamo avuta dai giovani studenti che in piazza a Roma ci hanno confidato che se passerà il decreto Gelmini si sentiranno costretti ad andare a studiare all'estero".

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Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 257 del 2008-10-26 pagina 0 Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" di Diana Alfieri L'allarme nei rapporti segreti di polizia e carabinieri: noti estremisti dietro agli studenti. Ecco i nomi e le storie dei sospetti agitatori: l'ombra degli ex Br, ci sono anche ex esponenti della lotta armata Studenti indignati o professionisti della protesta? Chi sono davvero i personaggi, in divisa no-global d'ordinanza, alla testa dei cortei di universitari che in questi giorni occupano aule, piazze e talk show? Alcuni di loro sono diventati a tempo di record personaggi mediatici. Ma, dopo gli scontri violenti di Milano, le forze dell'ordine hanno scandagliato più a fondo il passato di alcuni giovani. E quel che è emerso non è tranquillizzante. Perché insieme a studenti "veri" (anche se spesso un po' in arretrato con gli esami) compaiono giovani con curriculum pieni di denunce e, peggio, estremisti e anche personaggi da tempo sotto attenzione per la loro contiguità con l'eversione rossa. A far sentire la loro presenza nei cortei di questi giorni ci sono anche gli esponenti di una realtà cui da tempo le forze di polizia guardano con preoccupazione: una struttura "informale" chiamata Olga (la sigla sta per "Ora di liberarci da tutte le galere") che ha tra i suoi ideatori Maurizio Paolo Ferrari, già militante (non pentito) delle Brigate Rosse, e che ha tra i suoi obiettivi primari la saldatura tra i gruppi "antagonisti" e il mondo del carcere. Vicini all'Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona, Claudio Ceccato, Mattia Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti a Scienze politiche e assai attivi in questi giorni. E nell'orbita dell'Olga gravita - secondo alcuni rapporti - anche uno dei personaggi-chiave della rivolta anti-Gelmini: il greco Ioannis Fourkas, studente fuori corso di Scienze politiche. Anche lui ha collezionato denunce di vario tipo in occasione di manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma l'episodio che getta sul leader studentesco la luce più inquietante risale al 23 giugno dello scorso anno quando a Padova scese in piazza, insieme ai "duri" del Centro sociale Gramigna, in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell'ambito delle indagini sui tentativi di ricostituzione del "partito armato". Terroristi in grado di uccidere, secondo la Procura. "Militanti rivoluzionari" secondo il corteo cui partecipò Fourkas. Ce n'è abbastanza, insomma, perché gli analisti di polizia e carabinieri non diano per scontato che la protesta resti pacifica. Il timore è - come sempre in questi casi - che la protesta nonviolenta degli studenti in buona fede non riesca ad arginare la deriva radicale imposta dagli agit-prop. Alcuni dei quali hanno dalla loro anche esperienze che gli vengono dalla famiglia: al corteo di giovedì scorso è apparso per la prima volta Valerio Ferrandi, 23 anni, militante dell'Autonomia milanese, denunciato per occupazioni abusive e violenze varie. Nonchè figlio di Mara Aldrovandi, che negli anni Ottanta stava col nome di battaglia "Stefania" nei Reparti comunisti d'attacco, e di Mario Ferrandi detto "Coniglio", militante del gruppo di fuoco di Prima Linea, arrestati nel 1981 e quasi immediatamente pentitosi. E a proposito di personaggi mediatici, il più in vista, nei cortei e nelle trasmissioni tv, è indubbiamente Leon Blanchard, ventidue anni, studente in Scienze politiche. Carino, buon lessico, figlio di una coppia della alta borghesia milanese (il gallerista Giovanni Blanchard e la giornalista Maria Pace Ottieri), casa nella aristocratica via Pontaccio, Blanchard si presenta come la faccia "pulita" del Movimento. In realtà il suo certificato dei carichi pendenti è spesso quattro pagine. E - se in diversi casi si tratta di reati "pacifici" come la manifestazione non autorizzata o le grida sediziose - a suo carico risultano denunce per una sfilza di episodi di violenza privata e violenza a pubblico ufficiale. Ma a colpire è soprattutto l'intensità e la varietà dell'impegno del giovanotto: a partire dal 2003 Leon Emanuele Kremen Blanchard (questo l'impegnativo nome per esteso) viene denunciato in occasione di proteste per le cause più disparate. Dall'Assolombarda a Blockbuster, dall'Alitalia all'Associazione editori, dalla Best Western ai Centri di prima accoglienza, da Trenitalia alla guerra in Iraq, sono pochi i "nemici" contro cui il rampollo di via Pontaccio non è sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale. Un attivismo che, va detto, non impedisce a Blanchard di studiare, visto che ha annunciato di essere pronto per discutere la tesi a novembre. Accanto a Blanchard, nelle foto di testa dei cortei compare quasi sempre Teo Todeschini, 23 anni, studente di Scienze umanitarie alla Statale. Anche lui è uno stakanovista delle proteste e delle denunce: occupazioni abusive, deturpamenti, manifestazioni non autorizzate. D'altronde Todeschini fa parte del gruppo che nelle università costituisce il "nocciolo duro" della sinistra radicale: si fanno chiamare "Gli Inflessibili" e vengono guardati con un misto di timore e rispetto dagli studenti più "morbidi". Degli "Inflessibili" fanno parte anche Luca Minghinelli e Dario Sigari, entrambi di Scienze politiche, entrambi più volte denunciati e presenze fisse nei cortei di questi giorni; "Inflessibile" è anche Matteo Tunesi, 19 anni, che in agosto partecipò all'attacco alla scuola di polizia di Senigallia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio (sezione: Scuola)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

N. 257 del 2008-10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio di Emanuela Fontana Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi. I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma. E questo bersaglio ha un nome e un cognome che hanno attaccato alle schiene dei bambini, hanno disegnato, fotomontato, accartocciato: Mariastella Gelmini. Viso da donna su corpo di uomo ("testa di Cassio su corpo di Bruto"), ministro della Distruzione, aureolata Beata Ignoranza. Ma ce ne sono anche tanti altri, più nascosti, ma forse ancora più mitragliati: "Mara (Carfagna, ndr) stringi i denti", "Bossi quando ascolti l'inno il dito mettitelo nel c...". E un luogo d'odio che esiste da quattordici anni e ancora non cambia, non progredisce, non si declina: l'antiberlusconismo. I manifesti del nuovo raccontano il vecchio, sempre lo stesso Bersaglio, sotto la cornice bella e colorata del Circo Massimo di Roma. Basta guardare i cartelloni in alto, e poi le scritte lasciate cadere sull'erba dell'antico stadio, e si trova un linguaggio serioso all'apparenza, quasi mesto di rivendicazioni polverose da scuola anni Sessanta, ma rabbioso negli anfratti della manifestazione, per niente veltroniano se si intende il veltronismo della prima fase, maschilista persino. La manifestazione che non si vede è fatta di parole che distruggono e non costruiscono, a parte un uomo che sul suo cartellone scrive: "Più tolleranza". Un angolo di respiro, uno dei pochi: sembra un'occasione sprecata. Lo slogan: "Un'altra Italia è possibile", preso vagamente in prestito dal movimento di Seattle, lancia una domanda senza risposte che non siano di attacco ai bersagli e al Bersaglio preferito. La festa è grande, è vero, ma se si guarda bene in mezzo alle bandiere, nella manifestazione che non si vede, si possono osservare poi invisibili pachistani che distribuiscono l'Unità "a cinque o sei euro all'ora", ci dice uno di loro, mentre offre la nuova edizione del quotidiano comunista a una ragazza straniera. C'è un gruppo di donne rom che si sono attaccate al petto il simbolo del Pd. Tendono la mano senza speranza, in fondo sono qui per questo, due spiccioli al corteo. Un uomo con una gamba più lunga dell'altra che si poggia al bastone e chiede la carità, in via Cavour. In cinque minuti di attesa al suo fianco solo una persona lo nota e gli lascia un euro. I poveri stanno sui cartelli ma per la strada non li vede nessuno. La manifestazione che non si vede è fatta anche di cose buffe, come il bagno chimico che si chiama Di Pietro, ma non è uno scherzo cattivo di Veltroni: il Di Pietro in questione è "concessionario di zona a Roma". E poi ci sono le parole. Qualcuna, sì, simpatica: "Noi al circo Massimo, voi al Massimo al Circo", ma altre più nere, come queste: "Assassinata in Italia la democrazia. Il responsabile è Silvio Berlusconi". Si scopre un guazzabuglio di incoerenza, come un gruppo che sfila con il cartello: "Nonostante Marrazzo", o il militante arrampicato sul muretto che fa sapere sul suo striscione: "Sono democratico e so' rimasto communista". Sembra però che, nonostante il crollo delle ideologie, nonostante Veltroni, il nuovo Pd riparta dal suo arcaico clichè. L'antiberlusconismo qui a Roma prende la variante dell'antigelminismo, ma perché è la scuola il terreno della battaglia ora, la "lotta dura", come è scritto su un manifesto. In realtà cova ancora il fuoco antico: "Berlusconi vai a casa". "Berlusconi sei la rovina dell'Italia". "Berlusconi sta con gli imbroglioni". E la maglietta "distruggi il Biscione", e un altro cartello: "Un pregiudicato al governo". Qual è l'altra Italia possibile? A Roma si sono capite molte cose, ma questa proprio no. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Protesta <no Gelmini>, in piazza gli studenti delle superiori (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli. In piazza soprattutto gli studenti degli istituti superiori. A Roma, nel quartiere di Centocelle, è partito sabato mattina un corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini, al quale hanno aderito oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi. "Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un inglese maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini docet". Grande partecipazione anche a Potenza, dove migliaia di studenti delle superiori (circa cinquemila secondo fonti della Questura, molti di più secondo gli organizzatori) hanno percorso in corteo alcune fra le principali strade della città. A Matera gli studenti universitari si sono riuniti in assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori dall'edificio sono stati esposti striscioni di critica al decreto 133. Assemblee si sono svolte anche in alcuni istituti superiori. A Firenze gli studenti e i professori della facoltà di Lettere e filosofia sono intervenuti in massa alla Fortezza da Basso, dove in questi giorni si sta svolgendo la terza edizione del Festival della Creatività, per svolgere pacificamente lezioni aperte in quella che, in questi giorni, rappresenta idealmente la roccaforte dell'innovazione e del libero pensiero. "Ci sembrava il luogo più adatto dove poter fare sentire la nostra voce in maniera pacifica - dicono gli studenti - tutto ciò che vogliamo è poter continuare a studiare ed esprimere le nostre idee". Cortei improvvisati e lezioni in piazza a Napoli ed in altre città della Campania. Ad Agropoli (Salerno) gli studenti del Liceo Classico e Scientifico, dopo tre giorni di cortei, questa mattina si sono legati ai cancelli della scuola. Oltre che legati gli studenti, decine, sono anche imbavagliati e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non strumentalizzati". "Ci siamo legati ai cancelli contro chi vuole frapporre una barriera sempre più alta tra noi e la scuola - spiega Michele Rizzo, rappresentante d'Istituto degli studenti - il bavaglio è per chi vuole ridurci al silenzio. Pure imbavagliati, noi continueremo a difendere le nostre ragioni". In Sicilia, dopo Palermo e Catania da questa mattina a Enna è scattata l'occupazione del liceo classico "Napoleone Colajanni". Anche l'ex magistrale, dove gli studenti sono in assemblea, potrebbe essere occupato, mentre gli studenti del Professionale non sono entrati a scuola per una giornata di sciopero. Al liceo scientifico "Pietro Farinato" l'assemblea degli studenti ha deciso di svolgere per il momento tre ore di lezione e le restanti ore di assemblea. A Nicosia sono in autogestione già da ieri tutti gli istituti superiori. Al "Fratelli Testa" che comprende i licei classico, scienze sociali e pedagogico gli studenti sono in autogestione da giovedì, mentre all'istituto superiore "Alessandro Volta" gli oltre 600 studenti dei corsi ragioneria, geometra, agrario e professionale per la moda hanno deliberato l'autogestione da ieri come anche al liceo scientifico "Ettore Maiorana". A Perugia, tra centinaia di visitatori giunti per "Eurochocolate", gli studenti universitari hanno organizzato una lezione in piazza con il docente, Andrea Capotorti, del dipartimento di matematica, tra bambini che giocavano nei vari stand e turisti che si fermavano incuriositi ad ascoltare. Gli studenti, un centinaio, erano seduti sulle scale della sala dei Notari del palazzo dei Priori, nella centralissima piazza IV Novembre, sulle quali era esposto un manifesto con la scritta "Noi la crisi non la paghiamo". Fischi e rimproveri per un gruppo di turisti passato inavvertitamente tra docente ed allievi. La lezione - cominciata con una lunga premessa sulle cause della protesta - è stata momentaneamente interrotta anche da un gruppetto di liceali perugini che scandivano slogan contro la riforma Gelmini e che si sono poi uniti agli universitari. Oltre un migliaio di studenti delle scuole superiori di Cagliari e altri centri dell'hinterland ha manifestato per le vie della città. Tra i giovani, che scandivano cori contro il ministro e il governo, c'erano anche numerosi studenti universitari che hanno distribuito volantini per spiegare i motivi della loro protesta, culminata nell'occupazione di alcune facoltà, e invitato i cittadini alla manifestazione che si svolgerà giovedì 30 ottobre dalle 9.30 in piazza Garibaldi contro "la privatizzazione dell'università, la distruzione della scuola e il colpo di grazia al diritto allo studio". A Milano, dopo le giornate di contestazione della riforma scolastica dominate dagli studenti universitari, sabato sono tornati in piazza i bambini, i genitori e gli insegnanti delle primarie. In centinaia hanno affollato fin dal primo pomeriggio piazza Leonardo da Vinci, in zona Città Studi, per protestare in particolare contro la maestra unica e per preservare il tempo pieno. Una "Festa per una scuola di qualità e piena di... tempo", organizzata da ReteScuole. stampa |.

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Non si placa l'onda anti-Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di Roma (sezione: Scuola)

( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Si preannuncia un'altra settimana calda sul fronte delle contestazioni. E anche di domenica varie iniziative in molti istituti e in giro per Roma

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LEZIONI PER BAMBINI A LA SAPIENZA Addizioni, sottrazioni, il principio dei vasi comunicanti e la spiegazione, illustrata da un docente di Fisica nucleare, sul funzionamento del giroscopio: e ad ascoltare, sui prati della Sapienza, un drappello di bambini, invitati dagli universitari che da giorni occupano le facoltà hanno organizzato esercitazioni di fisica e matematica per bambini. "Non ci aspettavamo così tanta gente", gongolano gli studenti. Alle 11, il pratone alle spalle del Rettorato era già pieno di bambini che sono stai poi divisi in gruppi distinti in base ai colori assegnati. Si sono così formati capannelli con i bambini seduti a terra e i genitori in circolo alle loro spalle che hanno assistito alle lezioni sulle operazioni matematiche e sul principio dei vasi comunicanti con l'acqua della fontana ai piedi della statua della Minerva. A illustrare il funzionamento del giroscopio il professor Egidio Longo, docente di Fisica Nucleare e Subnucleare: "Permette di conservare gli stati di rotazione del movimento angolare - spiega Longo - lo stesso principio della rotazione della Terra". TOR VERGATA A PASSEGGIO In camice bianco e libri in mano, gli studenti dell'Universita' di Tor Vergata, hanno passeggiato per Roma ''per far conoscere alla popolazione il tragico futuro dell'universita' italiana''. Dopo aver percorso via Nazionale hanno puntato in piazza della Rotonda, al Pantheon, ma la polizia poi li ha bloccati spiegando che l'iniziativa non era stata autorizzata. "Domani intanto alle 9 - spiegano - faremo un corteo all'interno dell'Universita' di Tor Vergata, partiremo dalla facolta' di Scienze e arriveremo a Medicina, dove alle 14 e' previsto il Consiglio di Facolta''' FESTA-PROTESTA ALLE ELEMENTARI Dalle 19 presso la scuola elementare 'Luigi Pirandellò nel quartiere 'Magliana' parte una festa-protesta con dibatti informativi sul decreto Gelmini si alterneranno a momenti di animazione per i bambini, che saranno intrattenuti gratuitamente dalle ragazze dell'associazione culturale Eleusys. "La contestazione festosa - comunica il comitato del coordinamento della scuola pubblica del XV Municipio - è aperta a tutti i cittadini del Municipio e a tutti i genitori e gli insegnanti delle altre scuole che abbiano voglia di partecipare al dibattito sulla scuola in relazione al decreto Gelmini". UN'ALTRA SETTIMANA CALDA Inizia domani un'altra settimana di mobilitazioni: "per bloccare la distruzione della scuola e dell'università messa in atto dal Governo", annuncia da parte sua la Rete degli Studenti Medi, spiegando che lunedì, martedì e mercoledì in tutta Italia ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. "Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari - dichiarano in una nota - venerdì la Gelmini ci ha detto che lei vuole andare avanti, che non si fermerà. Noi le rispondiamo che 'Avanziamo Dirittì, non ci fermiamo e continueremo a chiedere una scuola e un'università nuovi, in grado di darci un futuro". per i primi tre giorni della settimana, dunque, previsti scioperi, autogestioni con pernottamento, notti bianche, lezioni all'aperto, a Torino, Perugia, Roma, Firenze e Palermo. Giovedì 30, invece, la Rete degli Studenti medi sarà alla manifestazione nazionale a Roma con i docenti, e, nella stessa giornata, si annunciano manifestazioni cittadine a Torino, Padova, Palermo e Genova. IL PD-DAY E' guerra di cifre sulla partecipazioneStriscioni, volti e leader: tutte le immagini Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (143 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (100 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (78 commenti) "Le classi separate? 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Alla sera stanchi non si può prendere l'auto per inoltrarsi verso [...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione12:59:07 - non fate confusione!i liceali un giorno dovranno andare all'università. la riforma universitaria che[...] Sfila la rabbia degli universitari 12:46:20 - ...(continua)...Ora sarebbe utile, l'insegnamento degli "Onesti"; trarne le dovute conseguenze e, f[...] Scuola, non riforma ma intervento finanziario (con alcune buone idee)12:42:04 - La storia della scuola, nella Repubblica Italiana, è stata, da sempre, molto travagliata. "La bufera[...] Scuola, non riforma ma intervento finanziario (con alcune buone idee)12:37:03 - il quarto di murray è devastante!!!nadal esce in semi per me...o con murray o con nalbandian(+probab[...] A Bercy il tennis saluta i Masters Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero? La foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec.

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Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

(da.c.) "Dal mio punto di vista, non si pone una questione politica sulle mozioni votate a scrutinio segreto e relative a un tema che non è materia di amministrazione. Una questione politica si pone e si porrà su altri grandi temi: la variante della Ticosa, la cessione dell'area Sant'Anna, la fusione di Acsm con Agam o il problema del Campus. Argomenti su cui la maggioranza ha sempre votato in modo compatto". È stato lo stesso sindaco Stefano Bruni, venerdì sera in diretta su Etv, a elencare con un certo puntiglio le questioni chiave per il futuro, politico e amministrativo, di Palazzo Cernezzi. Il sindaco ha chiarito come un eventuale rimpasto possa giungere soltanto "dopo" l'approvazione di delibere giudicate decisive. Delibere che sono state "rallentate", ha spiegato Bruni, a causa di qualche "problema in sede consiliare". Eccole, quindi, le grandi questioni irrisolte. La prima, che dovrebbe approdare in consiglio il prossimo 7 novembre, è la fusione tra Acsm e Agam, società multiutility di Como e di Monza. La proposta della giunta è una fusione per incorporazione. In pratica, Acsm dovrebbe assorbire Agam, società che ha un fatturato inferiore (circa un terzo) di quello della ex municipalizzata lariana. Nella nuova governance il Comune di Como passerebbe dal 41% al 24% delle quote azionarie, la città di Monza avrebbe il 29% del capitale sociale mentre la A2A (la grande multiutility nata dalla fusione della milanese Aem e della bresciana Asm) arriverebbe a detenere il 21% delle azioni. Nel futuro consiglio di amministrazione Como avrebbe 3 componenti (tra i quali il presidente per il primo triennio), lo stesso numero di Monza . Due consiglieri andrebbero alla A2A (cui spetterà però sempre la nomina dell'amministratore delegato), altri due ai soci di minoranza. La sede legale della nuova società dovrebbe essere spostata a Monza, quella amministrativa rimarrebbe invece a Como. Subito dopo la delibera sulla fusione di Acsm e Agam il consiglio dovrebbe discutere il Piano integrato di intervento della Ticosa. Il sindaco Bruni ha detto, sempre venerdì sera, che l'iter è quasi concluso. La previsione del primo cittadino sull'avvio dei lavori è stata abbastanza precisa: febbraio 2009. Con la realizzazione entro un anno dall'inizio del cantiere della viabilità interrata in zona Grandi. La delibera Ticosa è importante perché ad essa è associato il pagamento degli oneri - circa 20 milioni di euro - dovuti dalla società che ha acquistato l'area. Bruni ha già detto che nel bilancio 2009 potrà essere inserita soltanto una parte di questi soldi, probabilmente non più di 5 milioni di euro. Sulla cittadella sanitaria di via Napoleona si gioca una battaglia molto più importante di quanto possa sembrare. La componente liberal ha ottenuto dal sindaco una parziale marcia indietro. Bruni ha accolto l'idea di spostare nel vecchio Sant'Anna una parte dei servizi Asl, "fino a 20mila metri quadrati". Ma ha subordinato la decisione finale all'ok della Regione. La prossima settimana lo stesso Bruni andrà al Pirellone per capire quali siano i margini di manovra concessi al Comune e per far presente ai vertici della sanità lombarda la determinazione con cui la maggioranza del consiglio comunale - una maggioranza in questo caso trasversale - insiste sulla realizzazione della cittadella sanitaria. Infine, il bilancio. Il documento contabile è politicamente il più delicato. È infatti l'unico atto che deve essere obbligatoriamente approvato, pena lo scioglimento anticipato del consiglio. I nodi, in questo caso, riguardano soprattutto la programmazione a lungo termine e l'utilizzo dei fondi che arriveranno dalla cessione della Ticosa. Oltre alle mostre di Villa Olmo. Nella foto: Il tavolo della giunta durante il consiglio di giovedì scorso. In primo piano il sindaco, Stefano Bruni e alla sua destra il presidente dell'assemblea, Mario Pastore Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Viaggio nei quartieri Domani i giornalisti sono a disposizione dei residenti delle due frazioni montane di Como È la volta di Civiglio e Garzola. Il reportage itinerante di Etv e Corriere di Como sbarca domani in due terrazze sulla città, le due frazioni "montane" riunite sotto la Circoscrizione 9. L'appuntamento è a Civiglio, alle 10.30, in piazza Concordia. I giornalisti saranno in piazza per dialogare con i residenti e, soprattutto, raccogliere problemi, segnalazioni e istanze. Le due frazioni - Civiglio e Garzola - sono parecchio defilate rispetto al centro di Como. Civiglio sembra ancora un piccolo comune a se stante. Quartieri dormitorio, che hanno conosciuto una forte urbanizzazione negli ultimi anni di boom del mattone. Alla costruzione di nuove case e villette non ha fatto seguito spesso però un adeguato incremento dei servizi. "Garzola ormai è diventato una sorta di dormitorio spiega Davide Gervasoni, presidente della Circoscrizione mentre Civiglio è più simile a un paese autonomo. A Garzola mancano alcuni servizi. A Civiglio abbiamo una scuola elementare che ogni anno rischia di essere chiusa per mancanza di alunni: quest'anno siamo riusciti a raccogliere una sessantina di bambini, ma per far sopravvivere la nostra scuola dobbiamo lottare". Gervasoni fa notare come le elementari di Civiglio servano anche Garzola, dove la scuola è stata chiusa tempo fa. "Essere un terrazzo su Como ha molti vantaggi, ma comporta anche alcuni disagi. Avevamo problemi sulla manutenzione delle strade aggiunge il presidente della 9 ma, ultimamente, il Comune ci ha dato una mano. Sono i servizi, ripeto, a mancare: abbiamo un ufficio postale, è vero, ma apre solo tre volte alla settimana e negli ultimi cinque anni è stato rapinato diverse volte". Frazioni isolate e anche a rischio spopolamento. "Dovrebbe partire ancora qualche cantiere a Civiglio, la speranza è che con più case arrivino anche nuove famiglie. L'età media aumenta, e i ragazzi per trovare qualcosa devono scendere a Como. Servirebbe qualche servizio in più, qualche esercizio commerciale. Garzola, invece ha già conosciuto una grande espansione" conclude Gervasoni. Ogni quartiere ha una sua storia, ogni angolo della città ha pregi e problemi diversi. Etv e Corriere di Como intendono raccoglierli dalla viva voce dei cittadini: il prossimo appuntamento è Civiglio, domattina, alle 10.30 in piazza Concordia. Sono invitati ovviamente anche gli abitanti di Garzola. Nella foto: Uno dei vicoli storici del centro di Civiglio, con la chiesa sullo sfondo (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Duecentocinquanta firme per la ristrutturazione della palestra delle elementari di Ponte Chiasso. La sottoscrizione, promossa dal consigliere Vittorio Mottola (Pd), arriverà domani sera sui banchi del consiglio comunale, che tratterà una mozione dello stesso Mottola sulla palestra in oggetto. "I residenti attendono la ristrutturazione da quasi dieci anni - spiega il consigliere - È l'unica palestra del quartiere, quindi ricopre un'importanza fondamentale. In pochissimo tempo abbiamo raccolto le firme di 250 famiglie. La palestra non può essere utilizzata: il riscaldamento non va, gli spogliatoi sono inagibili e cadono calcinacci dai muri". Nella foto: Un momento della raccolta di firme per la palestra Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola.

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<Puntate sui titoli italiani> Morandini vara il dizionario (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

"Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Toni Servillo in "Gomorra" simbolo della rinascita della cinematografia di casa nostra Il 2008 segna la rivincita in grande stile del cinema italiano. È già in libreria la nuova edizione, l'undicesima, de "Il Morandini", il dizionario del cinema curato da Laura, Luisa e Morando Morandini, edito da Zanichelli (2048 pagine, 27,80 euro - con cd-rom allegato 35 euro, solo cd-rom 15,80 euro). Che dà come segnale netto e inequivocabile proprio la crescita costante negli ultimi anni della cinematografia nazionale. Un lavoro di analisi e sintesi da certosino, quello di Morando Morandini, il "guru" lariano della critica cinematografica, che fu animatore del pionieristico "Circolo del cinema" di Como nei primi anni Cinquanta e che imparò il "mestiere" muovendo i primi passi giornalistici al quotidiano "L'Ordine" di don Peppino Brusadelli, nell'immediato dopoguerra. "Lo scorso anno i titoli schedati erano 22.500, adesso ne sono entrati circa 500 in più - dice il critico - Abbiamo inserito nella nuova edizione oltre un centinaio di film finora sconosciuti, di cui almeno 25 del periodo muto, che ho scoperto alla "Giornate del muto" di Pordenone. Abbiamo anche catalogato una trentina di documentari di lungo metraggio, e si è accresciuta la sezione dedicata ai film di animazione". La scelta di premiare l'Italia è una tradizione di lunga data per Morandini che sceglie per il suo dizionario immagini da film nostrani convincenti per qualità artistica ma anche premiati dal pubblico. "Quest'anno la stagione è andata particolarmente bene in tutti i due i sensi - dice - Anzi non c'è stato problema a scegliere Toni Servillo. Ma non abbiamo privilegiato il suo "Divo" nei panni di Andreotti. Abbiamo preferito puntare su Gomorra tratto dal romanzo-inchiesta di Roberto Saviano, che si è pienamente meritato le mie quattro stellette di apprezzamento pieno e convinto". Insomma è il caso di brindare all'Italia. "I titoli di produzione nostrana sono passati dal 22% al 40% di presenza sul mercato totale dei film distribuiti. Nella prefazione alla nuova edizione rimarco proprio tale aspetto: nell'ultimo periodo sono almeno due dozzine le opere di registi di varie età e formazione che in qualche misura sono meritevoli di attenzione da parte del pubblico. Si va dalla "a" di Carmine Amoroso alla "z" di Gianni Zanasi. E di questi 12, 5 hanno avuto successo al botteghino. Un fenomeno di cui anche i distributori, piuttosto miopi in verità, dovrebbero accorgersi". Quali strategie vanno messe in campo per sostenere i film di qualità, secondo il critico' "Con il "Laura film festival" dedicato alla memoria di mia moglie morta nel 2003, stiamo costituendo una specie di network tra i principali festival italiani perché si dia sempre più spazio ai film cosiddetti d'essai di produzione italiana. È un peccato che il pubblico che va il cinema non si sia ancora accorto che negli anni Duemila abbiamo ormai un reparto di attori e di attrici nostrani di rilievo mondiale. Oltre a Servillo che cito in copertina, penso a tanti altri attori versatili ormai più di tanti stranieri, anche sul fronte del teatro e della tv oltre che sul grande schermo. E penso anche ai registi: a Maria Sole Tognazzi, Cristina Comencini, Peter Del Monte, Marco Tullio Giordana, Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, Paolo Virzì, Wilma Labate. Daniele Segre ci ha regalato uno splendido documentario di grande attualità, Morire di lavoro. E Giorgio Diritti con Il vento fa il suo giro ha già totalizzato 17 mesi di programmazione al cinema Mexico di Milano, con oltre 100mila spettatori. Insomma il cinema italiano di qualità cresce. Si è svecchiato. Rendiamocene conto". Ma sono proprio tutte rose e fiori' "Direi di no, sono giusto reduce dalla proiezione milanese di Albakiara, un film davvero tremendo, non saprei se definirlo più volgare o più idiota ma è probabilmente le due cose insieme. Non tutto il male viene per nuocere, però: nell'edizione del nostro dizionario del 2010 inseriremo l'elenco dei 10 film più cretini della decade". Cosa pensa Morando Morandini del fenomeno Lariowood' "Tanti film made in Como' È un buon segno. Dovete darvi da fare per dotarvi di una "Film Commission" che supporti le produzioni italiane ed estere. Sarebbe un bel segnale anche per tutta la Lombardia". E il pubblico' "Ormai al cinema va una minoranza, è un fenomeno consolidato fin dagli anni Novanta. Chi varca la soglia delle sale non supera il 20% della popolazione adulta, in Italia. Compresi quelli che si sorbiscono solo i "cinepanettoni" di Natale dei vari Boldi e De Sica". Abbiamo parlato molto dell'Italia. E gli stranieri di qualità, esistono ancora' "Emergono con forza due cinematografie europee, quella tedesca e quella turca. E consiglio di non perdere The Burning Plain - Il confine della solitudine, esordio alla regia di Giullermo Arriaga, e anche l'Angelina Jolie di The Changeling del sempre ottimo regista e attore Clint Eastwood". L.M. Nella foto: A sinistra, il critico Morando Morandini in una conferenza all'istituto Carducci di Como. Sotto, Toni Servillo in Gomorra. La foto è stata scelta per la copertina dell'edizione 2009 del dizionario Zanichelli Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Da quasi un secolo il nostro territorio è meta di registi e attori importanti Si apre la stagione dei grandi dizionari di cinema da regalare a Natale: dal "Morandini" di Zanichelli alla "summa" firmata da Paolo Mereghetti, penna critica del "Corriere della Sera", edita da Baldini Castoldi Dalai. È l'occasione per rinnovare la massiccia presenza di Lariowood, ossia delle decine di titoli ispirate o ambientate sul Lario fin dagli esordi di questo straordinario mezzo espressivo, pellicole capaci di trasmettere, secondo prospettive diverse, il fascino del nostro territorio, dei suoi paesaggi e della sua storia. Oltre una sessantina i titoli, senza contare quelli spesso considerati a torto minori, ed escludendo le pur numerose opere di fiction televisiva, gli spot e i videoclip di varia natura. Rimanendo al puro lungometraggio, sono made in Lario film classici e di cassetta, ma anche per usare un termine caro a Totò notevoli "ciofeche" dal punto di vista della qualità. E come tali sanzionate dalla presenza, nelle schede analitiche dei dizionari di cinema, di scarse stellette. Tutti comunque lì a ribadire, nella "Hall of fame" della cinematografia mondiale, che il Lario è da tempi non sospetti una Mecca del cinema. Ben prima che Gregory Peck suggerisse a George Clooney di farsi un giro in Harley Davidson sulle rive del Lario e magari di fare un pensierino su una casa alla portata del suo portafoglio e della sua voglia di privacy. I kolossal Così "Innamorato pazzo" del lago, il bel Clooney (per citare il titolo della "favola rosa" di Castellano&Pipolo con il molleggiato Adriano Celentano girata a Villa Olmo nel 1980) da ambientare a Villa Erba di Cernobbio il cast di amici e colleghi vip nel kolossal firmato per la Warner dal regista Steven Sodenbergh Ocean's Twelve nel 2004. Produzione che ebbe un cast di eccezione e giunse due anni dopo un altro kolossal laghée di enorme risonanza internazionale anche se poco sfruttato dai lariani in termini di promozione pubblicitaria, ossia il secondo episodio della saga di Guerre Stellari firmata da George Lucas girato in parte nella Villa Balbianello di Lenno, meta di eccellenza di tante altre fiction internazionali al pari di Villa Erba a Cernobbio (si citino almeno La partita della Gorris e soprattutto 007 Casino Royale con Daniel Craig). i classici Il primo titolo di cui si ha traccia nella lunga filmografia di pertinenza lariana è antichissimo, Malombra di Carmine Gallone addirittura del 1917, tratto dal romanzo di Fogazzaro (autore che vedrà impegnato in area lariana anche Mario Soldati con Piccolo mondo antico nel 1941 e lo stesso Malombra nel 1942). Il primo nome "forte" è però quello di sir Alfred Hitchcock con The Pleasure Garden girato a Villa d'Este nel 1925. E poi la lunga serie delle riduzioni filmiche dei Promessi sposi manzoniani, una tradizione fatta di opere a episodi, parodie, cinema sperimentale e pellicole di cui si è persa traccia che ha infatti segnato la storia del cinema italiano ed è stata ribadita in anni recenti da Francesca Archibugi con il suo Renzo e Lucia girato nel 2004 per la tv. A tale tradizione Dario Campione, giornalista del nostro quotidiano, ha dedicato il volume Quel ciak sul Lago di Como. L'immaginario visuale dei Promessi Sposi tra cinema e televisione (pp. 144, 8 euro) nella collana "I libri del Corriere di Como". Le chicche Tra i film poco noti ma meritevoli, spiccano titoli come La rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini, il primo cartone animato italiano (1949) con le scenografie dell'artista lariano Libico Maraja, e poi L'amante di una notte (titolo originale Le château de verre) firmato nel 1950 dal francese René Clément, con Michèle Morgan e Jean Marais: la storia della moglie di un giudice svizzero e di un giovanotto francese che si amano sulle rive del lago. Si ritrovano a Parigi e la città è complice della loro felicità, ma nel viaggio di ritorno l'aereo di lei precipita. "Un film di alta precisione psicologica e di raffinata eleganza", annota Morando Morandini. La storia in scena Celeberrima poi l'interpretazione di Alberto Sordi in uno dei film più riusciti di Dino Risi, Una vita difficile, la vicenda di un giornalista partigiano ambientata nelle scene iniziali e sul finale a Dongo e a Lenno. Ma la storia non è solo fiction: passa ancora spesso e volentieri in vari canali tv Mussolini ultimo atto (1974) di Carlo Lizzani, dedicato alle ultime ore di vita del duce sulle rive del Lario, con uno straordinario Rod Steiger nel ruolo del protagonista (film che però Morandini non gradisce, concedendo solo una stelletta e mezza). Eros e fantascienza Sfumature erotiche si possono cogliere in Un dramma borghese, girato da Florestano Vancini a Menaggio e tratto dall'omonimo romanzo di Guido Morselli. Molto più pruriginoso è , esordio senza veli di Deborah Caprioglio alla corte di Tinto Brass, girato in interni anche a Tremezzo, con tanto di battello della navigazione lariana sullo sfondo. Pochi sanno invece che nel gotha del cinema made in Lario c'è anche un'opera di fantascienza e horror: si tratta di Frankenstein oltre le frontiere del tempo (titolo originale Frankenstein Unbound, versione filmica del 1990 dell'omonimo romanzo di Brian Aldiss con John Hurt, Bridget Fonda e Michael Hutchence degli Inxs. "Film a basso costo - annota Morando Morandini - fu in parte girato tra Milano (in una chiesa sconsacrata fu costruito il laboratorio di Frankenstein su progetto dello scenografo Enrico Tovaglieri) e il Lago di Como con la fotografia di Armando Nannuzzi". il consolidamento La fama di Lariowood si è consolidata dagli anni Novanta anche grazie al denso Come due coccodrilli, opera seconda di Giacomo Campiotti che nel '94 ottenne un grande successo di critica al Festival di Locarno, a Figli di Annibale (1998) di Davide Ferrario (con Silvio Orlando che in una rapina in banca a Como sequestra il massiccio imprenditore Diego Abatantuono). E poi ancora Facciamo paradiso di Monicelli, tratto nel 1995 da un racconto del grande narratore comasco Giuseppe Pontiggia, e Il mio miglior nemico di Carlo Verdone, con Silvio Muccino. Nella foto: Sopra, Daniel Craig ed Eva Green a Villa Balbianello di Lenno sul set del film 007 Casino Royale. Sotto, una scena di The pleasure garden di Hitchcock Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Botta e risposta a distanza tra sindaco e commissario anche per le elezioni regionali Niente rimpasto nella giunta del capoluogo lariano, almeno fino a gennaio. E niente nomi da parte del sindaco, Stefano Bruni. Impegnato adesso in un braccio di ferro sui tempi e sui modi del rimescolamento di nomi e deleghe, fortemente auspicato (e voluto) dalla componente liberal e dal commissario provinciale forzista, Giorgio Pozzi. La tempesta annunciata da settimane si è per il momento trasformata più o meno in uno shaker. E il bicchiere, per Bruni, in questo momento è mezzo pieno. La mancata sfiducia all'assessore Umberto D'Alessandro, "bocciato" giovedì sera dai numeri ma salvato in extremis dal regolamento, è servita infatti al sindaco per riprendere inaspettatamente in mano il pallino del gioco. Paradossalmente, la strategia d'attacco del gruppo liberal si è infranta contro il muro del voto segreto, l'unica arma di cui disponevano i frondisti per mettere in difficoltà il primo cittadino. Cerchiamo di capire il perché. Nel momento in cui D'Alessandro è riuscito a uscire (parzialmente) incolume dal girone infernale della mozione di sfiducia, Bruni non ha perso tempo a sottolineare la "mancata valenza politica" e la sostanziale "inutilità" del voto . Ha evitato ogni polemica interna e si è richiamato alle scelte fatte domenica scorsa nel summit forzista, la riunione in cui tutte le componenti azzurre hanno deciso, almeno all'apparenza, di azzerare la conflittualità. In questo modo, il sindaco ha di fatto sfilato di mano ai liberal la pistola ancora fumante. Pur sapendo che il risultato di giovedì si presta a una duplice lettura. Qualcuno, infatti, sostiene che i 18 voti contro D'Alessandro siano comunque un segnale negativo per il primo cittadino, e avendo votato i liberal a favore del titolare dell'Urbanistica, questo significherebbe che Bruni ha gran parte del consiglio contro. Sin qui l'analisi del giorno dopo. Intanto, però, come detto, la politica cerca una via d'uscita dalla situazione di impasse in cui si è ficcata. Giorgio Pozzi, commissario azzurro da poche settimane, tenta di non farsi sfuggire di mano le redini del partito. Chiede il rimpasto subito e spiega: "Stiamo facendo un lavoro importante che, se iniziato prima, avrebbe dato già risultati - ha detto ieri - Ovvio che non abbiamo la bacchetta magica, ma credo che ci siano le condizioni per cambiare le cose nell'interesse della città e delle istituzioni". Il ruolo che Pozzi si è assegnato (e che gli uomini della sua parte politica insistono nel sottolineare) è quello di mediatore super partes, una sorta di paciere chiamato dall'alto, dai vertici regionali e nazionali del partito, a mettere a posto le cose. Ma non tutti sono d'accordo. A partire proprio dal sindaco, che venerdì sera, in diretta su Etv , si è pure concesso una battuta verso il commissario provinciale. "Pozzi si è trovato a gestire una situazione complicata - ha detto Bruni - ma fra poco ci sono le regionali, elezioni che lo interessano da vicino". Mediatore sì, lascia intendere Bruni, ma con un obiettivo preciso: portare a casa consenso per il voto del 2010. E per questo sviluppare una strategia che tenga insieme tutte le anime di Forza Italia. La replica di Pozzi non si è fatta attendere. Ed è stata piccata quanto basta per testimoniare quanto Bruni abbia colto nel segno. "Le elezioni regionali sono talmente lontane che se me ne occupassi adesso sarei uno stupido - ha detto Pozzi - Oltretutto, basta guardare al numero di voti che ho sempre raccolto per capire che non avrebbe senso lavorare adesso per le regionali. Ho preoccupazioni diverse, devo far funzionare questo partito, la battuta di Bruni è inutile", taglia corto il commissario. Che tuttavia insiste: "Uno che pensa alle regionali adesso, è soltanto un idiota". Da. C. Nella foto: Lo scontro politico dentro Forza Italia sta pesantemente condizionando la realtà amministrativa del capoluogo Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Un 17enne: "Nella massa non manca mai chi vuole solo saltare le lezioni" Hai occupato il "Giovio"' "Sì". E chi è Mariastella Gelmini' "Boh ". Ora, se l'avessimo chiesto al primo che passa per la strada senza offesa per l'uomo qualunque non sarebbe poi così grave. Ma che un "occupante" non sappia nemmeno chi sia il ministro dell'Istruzione al governo, contro il quale sta protestando, la dice lunga sulla presa di coscienza di alcuni manifestanti. Non tutti sono così, è chiaro. C'è anche chi ha aderito all'occupazione e ne conosce i motivi. A loro qualcuno potrà contestare il merito della manifestazione, ma nessuno potrà dire che non sapevano quel che stavano facendo. Torniamo però agli altri. Gli studenti che alla domanda "Hai occupato anche tu'" rispondono "sì", ad alta voce, con sguardo fiero e piglio rivoluzionario. E, di grazia, contro chi o cosa protesti' Il timbro della voce si fa più incerto, alcune risposte sono imbarazzanti. Un ragazzo non sa nemmeno chi sia la Gelmini. Un altro spara a caso: "Un ministro!". Come se stesse rispondendo al domandone di un quiz in tv. Risposta esatta. Quanto segue altro non è che la fedele trascrizione di una chiacchierata con una decina di studenti del "Giovio" pescati a caso ieri mattina in cortile o lungo via Pasquale Paoli, con il solo scopo di capire quanto sapessero di ciò per cui stavano occupando la scuola da due giorni. Partiamo da Andrea, appoggiato alla panchina dell'atrio. Perché protesti' "Non so". Dai, un piccolo sforzo. "Non siamo d'accordo con quello che dice la riforma". Ovvero' "Tagli cioè cerca di fare tagli abbassando il livello della scuola". Ma chi è Mariastella Gelmini' "Boh". Scusa' "Il ministro dell'Istruzione", corregge prontamente Alessia, che sembra già più informata. Vediamo. "Dicono che gli indirizzi sperimentali vengano tagliati, che i prof perdano il lavoro". E del decreto legge con la riforma Gelmini, il 137, cosa ne pensi' "Non lo so". È "quello" del maestro unico, maestro delle elementari però. "Ah, quello. Non sono d'accordo". Francesca invece ci spiega che "vogliono privatizzare le università". E, anche a lei, chiediamo cosa pensi del 137, il "decreto Gelmini". "Quello delle privatizzazioni'". No, quello del maestro unico e della bocciatura per il cinque in condotta. "Non sono d'accordo, bocciare per il voto di condotta non mi sembra una soluzione". Arriviamo così da Luca, 15 anni, un altro occupante. "La scuola non deve pagare la crisi mondiale", dice. Poi, però, spiega di approvare della riforma Gelmini "le classi a parte per gli stranieri, non per una questione di razzismo, ma perché sono utili". Ma la "classe ponte" è una mozione della Lega. A proposito, chi è la Gelmini' "Un ministro ", "dell'Istruzione", risponde l'amico, Matteo, autore di una teoria personalissima: "Ho occupato perché i docenti non devono essere licenziati per fare le aule computer, ed è sbagliato l'intervento della polizia a scuola". Ma possibile che sia davvero questo il livello di coscienza dei manifestanti' Ovvio che gli organizzatori conoscano i motivi della protesta. Ma il resto dei ragazzi' La massa' Finalmente incappiamo in Giacomo, 17 anni, liceale. Anche lui ha occupato ma, a differenza dei ragazzi di cui sopra, sembra avere le idee molto più chiare. "La mia è una posizione personale: leggendo i giornali, ho capito le difficoltà finanziarie e organizzative della scuola. Credo quindi che sia un grave errore ridurre le risorse all'istruzione, poiché significa tagliare sul futuro del Paese". Del decreto Gelmini, che ne pensi' "Sono d'accordo con la bocciatura per il cinque in condotta. La scuola non è solo pura didattica, è importante anche considerare educazione e comportamento. Respingo invece l'idea del maestro unico, perché mi pare di capire che la scuola elementare funzioni". E quando spieghiamo a Giacomo che qualcuno dei suoi compagni nemmeno sa chi sia la Gelmini, allarga le braccia. "È da mettere in conto. Nella massa c'è sempre chi protesta per saltare la scuola. Certo, questo dequalifica l'iniziativa". Sono le due facce della medaglia: chi protesta con una ragione, più o meno condivisibile, ma è cosciente di quel che sta facendo. Chi invece dopo due giorni di dibattiti e assemblee nemmeno sa chi sia quella "Gelmini" contro la quale dice di protestare, e mette a rischio la credibilità degli altri. Andrea Bambace Nella foto: Banchi e sedie impilati all'interno di un'aula del Liceo Giovio, l'istituto comasco è stato occupato per due giorni Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Domani tutti i liceali torneranno sui banchi (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Domani si torna in classe. "La sera del 24 ottobre si è conclusa l'occupazione". L'hanno annunciato ieri gli studenti del "Giovio", affidando la notizia a un comunicato stampa. Nella notte tra venerdì e sabato, dopo un lunghissimo testa a testa con il preside, è stata dichiarata conclusa l'occupazione del liceo scientifico di via Paoli, "invaso" pacificamente da circa un migliaio di studenti che protestavano contro le misure del governo sulla scuola. In particolare, venivano contestati anche i tagli di circa 8 miliardi di euro (entro il 2012) previsti nella legge 133. L'occupazione era iniziata giovedì mattina, per proseguire nell'intera giornata di venerdì. Anche ieri, in realtà, la scuola non ha funzionato a pieno regime: chi voleva poteva far lezione (come accadeva nei giorni di protesta), ma molti occupanti hanno preso ramazza e paletta per riordinare da cima a fondo l'istituto. La decisione di interrompere l'occupazione è arrivata solo nella tarda notte di venerdì. I ragazzi infatti si sono scontrati con una prescrizione del preside: nessun "esterno" avrebbe dovuto varcare la soglia del "Giovio", soprattutto di notte. Sia giovedì che venerdì, infatti, gli studenti del liceo erano stati affiancati nella protesta da rappresentanti degli istituti "Volta" e "Ciceri". "Non volevo che a scuola arrivassero, soprattutto di notte, studenti di altri istituti spiega Sergio De Felici, preside del "Giovio" ho saputo che ci sono stati tentativi di ingresso di persone che non appartenevano nemmeno alla comunità scolastica. Nella notte tra venerdì e sabato i ragazzi hanno quindi deciso di interrompere l'occupazione, anche se una ventina di studenti è rimasta a dormire. Oggi (ieri, ndr) si sono impegnati a riordinare la scuola". I ragazzi, invece, nel comunicato stampa, hanno ricordato il carattere "pacifico e civile" della protesta, sottolineando la "notevole consapevolezza" sui cambiamenti in atto. Hanno anche ribadito di non aver mai violato il diritto allo studio di chi non voleva occupare, aggiungendo che "lo spirito di protesta" dell'iniziativa "non si spegne oggi". Il riferimento è al corteo di studenti che attraverserà Como giovedì, in concomitanza con lo sciopero generale della scuola. Ieri mattina, intanto, circa cento studenti (qualche universitario e molti liceali) si sono radunati a Lariofiere di Erba, in una sorta di sit-in, improvvisando anche una lezione all'aperto sui cambiamenti della scuola. Attendevano l'arrivo di Mariastella Gelmini all'inaugurazione della Mostra Mercato dell'Artigianato, ma il ministro dell'Istruzione aveva dato forfait venerdì. A.Bam. Nella foto: Il gruppo di studenti che ha inscenato un sit-in di protesta nel parcheggio del centro espositivo Lariofiere (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Un organismo di confronto a livello locale (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Serve un organismo di confronto sulla scuola a livello locale, che riunisca tutti i soggetti coinvolti nell'istruzione: dai politici fino ai sindacati. La proposta è emersa ieri mattina al Grand Hotel di Como, nel convegno organizzato dalla Cisl Scuola regionale "I servizi all'infanzia, famiglia, territorio e comunità", inserito nel programma di due rassegne (la precedente è stata il 18 ottobre) che hanno preso spunto dai 40 anni della scuola dell'infanzia. Silvio Colombini, della Cisl Scuola regionale, ha coordinato una tavola rotonda che ha visto confrontarsi, tra gli ospiti, Fausto Tagliabue (segretario generale della Cisl di Como), Simona Saladini (assessore provinciale ai Servizi sociali), Anna Veronelli (assessore comunale alle Politiche educative) e Giovanni Giambattista (presidente del Forum Comasco Associazioni Familiari). "Il senso di questo convegno spiega Gerardo Larghi, segretario comasco della Cisl Scuola era riflettere sul rapporto tra scuola, famiglia e istituzioni. Abbiamo preso atto delle richieste delle scuole: non vogliono solo sovvenzioni adeguate, ma chiedono anche un rapporto più stretto con gli enti locali e le famiglie. Famiglie che, dal canto loro, vorrebbero un sistema scolastico all'altezza del compito, che sappia non sostituire, ma affiancare i genitori nella missione educativa". Pochi gli accenni al decreto Gelmini. "Tra le misure del governo continua Larghi è previsto che in alcuni piccoli comuni le scuole materne possano accogliere bambini anche di due anni e mezzo, ed è una misura sulla quale abbiamo evidenziato una certa attenzione. Tutti però hanno concordato sulla necessità di un tavolo, un organismo che riunisca gli attori locali che gravitano sul mondo scolastico". Nella foto: Un momento del convegno della Cisl Scuola ieri al Grand Hotel (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì (sezione: Scuola)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Tendenze In forte aumento anche sul Lario le donne incuriosite da questi accessori. La gamma conta decine di articoli Sex toys, giocattoli erotici. Solo qualche tempo fa, sarebbe bastata la parola a far arrossire qualsiasi donna. Oggi, l'espressione è stata ampiamente sdoganata e di sex toys si parla senza più tabù anche nel gentil sesso. Di più, sono in forte aumento signore e signorine comasche che, dalle parole passano alla sperimentazione pratica, magari anche solo per curiosità. La gamma di accessori conta decine di articoli, dai gel lubrificanti alle creme commestibili, dai vibratori al nuovissimo anello dell'amore. Per fare la "spesa", non c'è più bisogno di varcare la porta di un sexy shop, perché numerosi prodotti hanno fatto la loro comparsa anche sugli scaffali di note catene di distribuzione. Addirittura, alcuni dei kit del piacere sono a disposizione anche nelle farmacie. Una recente indagine condotta dai ricercatori dell'Aispa, l'"Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia", su un campione di 200 donne milanesi ha rivelato che una su cinque ammette senza problemi di utilizzare giocattoli erotici, nella maggior parte dei casi in compagnia del proprio partner. "È una nuova tendenza in atto che effettivamente riscontro da qualche tempo a Como conferma Rolando Noseda, psicoterapeuta e sessuologo lariano È ancora troppo presto per inquadrare chiaramente il fenomeno. Si tratta di capire soprattutto se le donne utilizzino i giochi erotici come curiosità e novità nel campo di un'esperienza sperimentale, oppure se abbiano ormai una buona conoscenza delle modalità con cui interagire con questi giocattoli". I giocattoli erotici, disponibili in decine di varianti, sono strumenti in grado di stimolare una particolare zona genitale. "In generale non hanno alcuna controindicazione spiega Noseda Anzi, per alcune patologie i sex toys possono essere validi strumenti di riabilitazione dei muscoli pelvici, quindi terapeutici. In generale, al di là di questi casi particolari, per tutte le donne può essere uno strumento efficace e in grado di dare risultati positivi". La logica del giocattolo erotico, secondo l'esperto lariano, è distante da quella del più tradizionale acquisto trasgressivo. "Non bisogna confondere l'idea della stimolazione delle aree genitali con i meccanismi tipici di un acquisto in un sexy shop spiega Noseda Nel caso dei giocattoli erotici femminili si tratta di recuperare un'intimizzazione della sfera sessuale. Il consumo è decisamente meno banalizzato. I sex toys ormai sono stati sdoganati, sono considerati più accettabili e non generano quel senso di colpa o vergogna che ancora invece molte donne vivono pensando alla sessualità come se fosse trasgressione". E se le donne appaiono più disinibite e pronte a sperimentare nuove frontiere, a sorpresa, gli esperti rivelano che gli uomini tendono invece a frenare le partner troppo intraprendenti. "Ho avuto come pazienti almeno 30 donne che utilizzavano giocattoli erotici dice Rolando Noseda Nel 70% dei casi il partner opponeva resistenza a questa pratica, considerandola un ostacolo e una fonte di disagio. Solo nel 30% dei casi invece nella coppia c'era una buona condivisione su questo fronte. Credo che i sex toys possano avere maggiore significato nell'ambito di un uso occasionale, perché diversamente possono creare una forma di noia e scarsa adesione nell'ambito della coppia". Sugli scaffali delle farmacie è facile trovare gel lubrificanti oppure l'innovativo anello dell'amore, una sorta di piccolo vibratore. "Effettivamente il confine tra prodotti per così dire ludici e altri che invece possono essere considerati quasi terapeutici nell'ambito dei problemi della sfera sessuale è sempre più labile dice Giuseppe De Filippis, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Como I farmacisti comunque devono rispettare un codice deontologico che impone un comportamento consono all'immagine della farmacia come luogo di sanità e educazione alla salute. In questo senso possono essere venduti solo articoli che diano comunque garanzie di serietà e che siano in qualche modo riconducibili a presidi medici". Anna Campaniello Nella foto: Una coppia comasca sullo sfondo romantico del lago. Sono sempre più diffusi anche a Como i giocattoli erotici (foto Sergio Baricci) Home Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.

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Bankitalia: sistema scuola è inadeguato (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca Italiana Pagina 113 Nuovi cortei Bankitalia: sistema scuola è inadeguato Nuovi cortei --> ROMA Con le piazze ancora invase dai cortei degli studenti che protestano contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la "sgrammaticata avvocatessa bresciana" secondo i Cobas, sulla scuola piomba il monito di Bankitalia: "Bisogna cambiare, il nostro sistema scolastico è inadeguato" dice via Nazionale sottolineando che la "priorità" è quella di "incentivare gli insegnanti". E mentre il capo della polizia Antonio Manganelli ribadisce la linea scelta dal Viminale per far fronte alle proteste - "garantire i diritti di tutti" - dai sindacati di base arriva un appello a genitori, insegnanti e studenti: martedì prossimo, giorno in cui al Senato si voterà la fiducia sul decreto, tutti davanti a palazzo Madama per impedire il Gelmini day . Anche ieri migliaia di giovani sono scesi per le strade per manifestare il loro dissenso. Ad Agropoli in provincia di Salerno, gli studenti si sono incatenati e imbavagliati ai cancelli del liceo.A Roma sono stati 2.500 i giovani che hanno percorso in corteo le strade di Centocelle, a Potenza ne sono scesi in piazza il doppio. Due cortei anche a Napoli dove gli studenti hanno improvvisato lezioni in piazza, uno spettacolo teatrale e un pranzo sociale.

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Università, la lezione si fa al Bastione (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca di Cagliari Pagina 1021 La protesta. In 300 seguono la relazione di Roberto Coroneo sui Beni culturali Università, la lezione si fa al Bastione La protesta.. In 300 seguono la relazione di Roberto Coroneo sui Beni culturali Studenti e docenti sulla scalinata di piazza Costituzione --> Studenti e docenti sulla scalinata di piazza Costituzione Non c'è tensione, ma passione. E gli slogan restano sugli striscioni affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy. Non c'è tensione, ma passione. E gli slogan non vengono urlati ma restano sugli striscioni affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy e sui piccoli cartelli sui quali una parte dei circa 300 studenti ha scritto la propria porzione di protesta. "Ci state svendendo". "Basta con i tagli all'università, tagliate i costi della politica". "No all'università per soli ricchi". Protesta di velluto. Lo spirito della contestazione studentesca contro l'ennesima riforma universitaria, contro "l'ennesimo attentato alla formazione" è tutto in questa lezione all'aperto, la prima di un ciclo che si concluderà mercoledì, vigilia della manifestazione nazionale contro la legge 133, che dentro "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica" stabilisce tagli a una parte consistente dei fondi e, all'articolo 16, dispone che "le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato". PROTESTA UNITARIA Sulle ricadute della legge sugli atenei, in particolare su quello cagliaritano, ci sono stati (venerdì pomeriggio) e ci saranno approfondimenti. Certo è che raramente un provvedimento legislativo ha unito così profondamente presidi, docenti, ricercatori e studenti. E perfino, nonostante un doveroso distacco istituzionale, il rettore, che nei giorni scorsi ha manifestato "non poche preoccupazioni per il bilancio preventivo del 2009, anche perché il ministero non ha ancora trasmesso le "procedure" con le assegnazioni del Fondo di finanziamento necessarie per elaborare le proiezioni di spesa e la dimensione del reclutamento del personale docente e tecnico amministrativo". Forme diverse, stessa sostanza. "SENSIBILIZZARE LA GENTE" Anche con una lezione all'aperto si può raggiungere l'obiettivo di "sensibilizzare l'opinione pubblica" e "mandare un forte segnale politico al Governo". Soprattutto se la lezione si tiene sulla scalinata del Bastione, luogo-simbolo della città, centrale, dunque di passaggio. E nello stesso tempo Bene culturale, dunque quinta perfetta per la relazione di Roberto Coroneo su "Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia". Sotto la pioggia, finissima ma insistente, circa 300 studenti. Il docente di Storia dell'arte premette che "la 133 ci porta in piazza ma anche a fare questa lezione". E insiste sul Codice urbani, sui concetti di proprietà e detenzione dei beni culturali, sino ad approdare, inevitabilmente, alla necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu (oggi al centro di un'altra lezione di Alfonso Stiglitz in piazza Sorcinelli) e all'Anfiteatro romano. "Vincere la battaglia di Tuvixeddu significa reimpostare tutta la gestione dei beni culturali a Cagliari". Nell'ottica del Codice Urbani: non serve vincolare un bene se non si vincola il paesaggio circostante. Suscita l'applauso, Coroneo, quando ricorda che "non si trovano i fondi per sostenere i beni culturali mentre si trovano per salvare società calcistiche dal fallimento". Sulla lezione si affaccia fisicamente anche la politica, che ha il volto di Maria Antonietta Mongiu. L'assessore regionale ai Beni culturali scalda i ragazzi quando informa che "abbiamo presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Gelmini" e annuncia incontri con gli studenti per la prossima settimana. PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI Prosegue, intanto, l'occupazione a Scienze politiche e Psicologia dove sono stati formati gruppi di lavoro su comunicazione (rapporti con la stampa, con altri centri di mobilitazione al di fuori dell'ateneo cagliaritano, monitoraggio dell'informazione cartacea e telematica, postazione internet, blog e forum), analisi (analisi giuridica-politica-economica-sociale della legge 133/2008 e dei suoi effetti, elaborazioni di documenti, e organizzazione (pianificazione della diffusione del materiale prodotto, organizzazione iniziative, relazione con il movimento di contestazione degli studenti medi). Nemmeno in queste due facoltà l'attività didattica è stata interrotta ma "ricalibrata" in strade e piazze. In aula dibattiti, approfondimenti, seminari. IL CALENDARIO DI LUNEDÌ Lunedì mattina alle 10 si parlerà di "Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica" di Claudio Natoli. Alle 10,30 Annamaria Loche parlerà di "Pace e diritti umani", alle 11 Cristina Lavinio di "Educazione linguistica democratica". Alle 14 si tornerà in Facoltà: sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo scultore Pinuccio Sciola farà ascoltare agli studenti "La musica delle pietre", cioè delle sue celebri sculture sonore. Alle 16,30, in aula magna, il seminario di Maurizio Virdis dedicato alle "Idee di letteratura", che prevede un secondo incontro per martedì alle 9. Spazio anche al cinema con la proiezione, alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu, del film di François Truffaut Fahreneit 451 con la famosa scena del rogo dei libri. (f. ma.).

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Sfida dei ragazzi, manifestazioni anche la domenica (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Cronaca di Cagliari Pagina 1021 Scuola Nuovo corteo in centro Sfida dei ragazzi, manifestazioni anche la domenica Scuola. Nuovo corteo in centro --> È sempre più intensa la protesta degli studenti delle scuole superiori cagliaritane. I prima fila nella manifestazione di ieri gli alunni del Brotzu di Quartu, convinti della necessità di "essere tutti uniti per chiedere aiuto a chi può far cambiare le cose". Con questo pensiero, ieri mattina, è stato organizzato l'ennesimo corteo contro la riforma Gelmini, in giro per le vie del centro. E per non perdere credibilità è già pronta una nuova idea: "faremo manifestazioni anche di domenica per smentire chi ci accusa di scendere in piazza soltanto per disertare le lezioni". Non ha paura di esporsi Roberto Piras, 17 anni, iscritto allo scientifico quartese: "Abbiamo imparato come organizzare una protesta nel modo giusto - commenta - comunicando le nostre intenzioni alle forze dell'ordine e chiedendo agli universitari di assisterci e aiutarci". Da piazza del Carmine, scelta ancora una volta come raduno della protesta, centinaia di ragazzi si sono spostati durante la mattina in via XX Settembre e via Sonnino, per poi giungere in piazza Garibaldi, dove, dalle scalette del Riva, hanno allestito un nuovo comizio. "Ci stiamo organizzando per la manifestazione del 30 ottobre - aggiunge Piras - ma non vogliamo apparire come dei perditempo. Non è nostra intenzione saltare troppi giorni di scuola. Non sarebbe coerente con i nostri intenti. Ma se la legge non cambia continueremo a protestare fino al 10 giugno". Già pronta un'idea alternativa. "Organizzare cortei e manifestazioni di domenica. Così non potranno dirci che facciamo tutto questo tanto per fare vacanza. Lo dimostreremo scendendo in piazza nei giorni in cui non si va a scuola". Ma allo stesso tempo sono consapevoli che "potrebbe non bastare - continua - anche se siamo tutti uniti e convinti di quello che vogliamo, noi studenti non possiamo cambiare le cose. Abbiamo bisogno di aiuto. Quello che stiamo facendo ora serve a sensibilizzare l'opinione pubblica, la sola in grado di dare corpo a un cambiamento. Questa è la nostra risposta: siamo solidali agli alunni di tutta Italia. Eccoci. Ci siamo anche noi". Ideali che ora riescono a trascinare un numero sempre maggiore di persone. "Siamo soddisfatti - conclude - soprattutto perché quest'ultimo corteo è stato ordinato e rispettoso, migliore di quello del giorno prima". E ora si fa largo anche l'ipotesi auto gestione. "Invitiamo tutte le scuole a sfruttarla come occasione per far prendere coscienza di cosa sia questa riforma, in modo da informare anche coloro che per ora, nonostante tutto, sono ignoranti in materia. Ma sconsigliamo l'occupazione: non serve. Il nostro intento è valorizzare il diritto allo studio. Occupare significherebbe negarlo". STEFANO CORTIS.

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In piazza la protesta degli studenti (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prov Gallura Pagina 8053 olbia Un migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini In piazza la protesta degli studenti Olbia. Un migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini --> Gli Studenti delle scuole superiori sono scesi ieri mattina in piazza contro il decreto Gelmini. Il corteo si è mosso dai vari istituti cittadini (in prima linea il Tecnico Deffenu e il Classico Gramsci) verso piazza Crispi e poi ha attraversato il centro della città per fermarsi in piazza Regina Margherita dove i rappresentanti degli studenti hanno spiegato i motivi del dissenso. Una manifestazione molto partecipata, in piazza almeno un migliaio di studenti, ma anche una prova generale in vista della mobilitazione del 30 ottobre alla quale dovrebbero aderire anche insegnanti e genitori, soprattutto in relazione alla protesta contro il maestro unico e i tagli previsti nella scuola primaria.

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Riforma Gelmini: aule occupate (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Oristano e Provincia Pagina 4047 Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano. Agitazione anche ad Ales Riforma Gelmini: aule occupate Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano. Agitazione anche ad Ales --> Gli striscioni all'ingresso delle scuole parlano chiaro: occupazione. Il vento della protesta studentesca inizia a soffiare forte anche in città e in provincia. ORISTANO Da ieri sono in autogestione il liceo scientifico e il liceo socio psicopedagogico (ex magistrali). Domani toccherà agli studenti del classico. Il malumore verso la riforma del ministro Maria Stella Gelmini si allarga a macchia d'olio. Dopo la manifestazione dei giorni scorsi che ha visto scendere in piazza sindacati, insegnanti e bidelli, adesso è la volta degli studenti. Ieri le prime assemblee, incontri con gli universitari di Cagliari per fare il punto della situazione e conoscere meglio "una riforma che ci penalizzerà tutti", era un ritornello tra i corridoi dello scientifico e delle magistrali. I ragazzi si sono già organizzati per restare a scuola, pronti anche i turni per le pulizie e vigilanza. "Gli insegnanti di matematica, inglese e filosofia sono disponibili per farci le lezioni e noi continueremo", ha fatto sapere Elisa, una ragazza al terzo anno dello scientifico. "Occupazione vera", dice il dirigente del Mariano IV, Luigi Roselli, "ma grazie alla maturità dei ragazzi è salvaguardato il diritto di chi vuole fare lezione". Stessi sistemi alle magistrali. Al De Castro da domani ci sarà l'autogestione. Martedì e mercoledì via all'occupazione. Ieri assemblee anche all'istituto industriale: un gran fermento in vista della manifestazione nazionale di giovedì. Gli studenti oristanesi sono decisi ad andare in massa a Cagliari. "In un primo momento si era parlato di organizzarla ad Oristano - ha osservato Pino Ciulu, della Cisl scuola. - Ora si sta pensando di organizzarla nel capoluogo sardo. In ogni caso parteciperemo". I sindacati ricordano che la riforma Gelmini potrebbe mettere in ginocchio la scuola sarda. ALES Marmilla e Sarcidano si sono organizzati in gruppi di lavoro nelle diverse classi ed hanno organizzato autonomamente le lezioni. Non solo loro, ma anche i professori ed i collaboratori dell'istituto hanno paura che le industriali possano essere accorpate, assieme al tecnico-commerciale di Mogoro, ad altre scuole. Una soluzione che, hanno sostenuti gli alunni ieri mattina, ancora più penalizzante. "Ci spaventano i numeri e le nuove regole dettate dalla riforma Gelmini", ha detto Matteo Corongiu, 20 anni, di Laconi, che frequenta la quinta ad Ales, "non vogliamo assolutamente che la nostra scuola superiore chiuda o possa essere cancellata. Noi studenti di Laconi siamo già costretti a percorrere trenta chilometri al giorno per raggiungere Ales. Non vogliamo neanche pensare che questa distanza potrebbe essere raddoppiata nell'arrivare sino ad Oristano. Siamo inoltre contrari all'eliminazione dei precari e ad un solo docente per classe". VALERIA PINNA ANTONIO PINTORI.

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La manifestazione studentesca contro la riforma (sezione: Scuola)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Prov Medio Camp Pagina 3044 San Gavino. La manifestazione studentesca contro la riforma San Gavino. --> Oltre 3000 studenti provenienti dagli 11 istituti superiori del Medio Campidano hanno marciato tutti insieme per dire un secco no alla legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è partito poco dopo le 9.30 in via Roma dal piazzale posto di fronte all'ospedale a suon di slogan cantati e urlati e di lunghissimi striscioni come quello portato dagli studenti del liceo scientifico "La nostra scuola non è in vendita" e magliette con la scritta "Per il diritto allo studio". Nel corteo ci sono con la fascia tricolore i sindaci di San Gavino, Samassi, Serrenti e Guspini, il vicepresidente della Provincia, altri amministratori e i sindacalisti della Cgil. Numersoi gli studenti del pedagogico e del liceo classico: "Siamo convinti - dicono Federico e Luca - che insieme potremo cambiare qualcosa". Ci sono anche genitori: "La situazione che si è creata è piuttosto tragica - dice Annalisa - i ragazzi vanno guidati ed è gravissimo tagliare le ore di lezione". C'è anche una piccola delegazione di studenti universitari: "Noi - dice Silvia Deidda, iscritta in psicologia - saremo i primi a perdere qualcosa". Sulla stessa linea Chiara e Mauro: "Il diritto allo studio deve rimanere per tutti". A fare le spese dei tagli sono stati gli studenti del serale dell'alberghiero di Villamar: "Per due anni - dice Roberta Ibba, una mamma - abbiamo frequentato la sera, ma adesso il corso è stato soppresso". Intanto il corteo si conclude in piazza Melas: "Non abbiamo intenzione di mollare - dice Simone Angei (liceo scientifico) uno degli organizzatori. GIGI PITTAU.

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> Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi (sezione: Scuola)

( da "Figaro, Le" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi Richard Heuzé 24/10/2008 | Mise à jour : 21:09 | . En signe de protestation, à l'image de ce cours improvisé place Farnese à Rome, étudiants et professeurs ont investi les rues du pays. Crédits photo : AFP La gauche italienne manifeste samedi dans les rues de Rome et espère capitaliser le mécontentement étudiant. Manifestations (300 en quinze jours), occupation jour et nuit de lycées (170) et de facultés (20), pétitions et cours improvisés dans la rue et sur les places publiques, haut-parleurs en main des professeurs : la révolte étudiante s'amplifie contre la réforme ­scolaire et sert de moteur à une gauche encalminée dans ses perpétuelles divisions. Une phrase malheureuse de Silvio Berlusconi, donnant à croire qu'il aurait envoyé la police pour dégager les universités, a jeté de l'huile sur le feu. Le brasier de la révolte a rapidement gagné tout le pays : de Turin et Milan à Palerme en passant par Padoue, Rome, Florence et Cosenza, des milliers d'adolescents sont descendus dans la rue pour défendre l'autonomie de leurs établissements. De Pékin, où il se trouvait vendredi, le président du Conseil a retiré des propos qu'il affirme n'avoir jamais tenus. Quarante ans après Mai 68, un vent de fronde souffle à nouveau sur le monde universitaire. Les manifestations sont plutôt bon enfant, mais les leaders de la contestation sont déterminés à obtenir le retrait de la loi sur l'école que le Sénat devrait adopter avant la fin du mois. Le slogan de Barack Obama - " yes we can " (oui, nous pouvons) -, fait fureur. De jeunes gens qui ­commencent l'université avec la conscience que leurs diplômes ne suffiront pas à leur garantir un emploi sont déterminés à " aller jusqu'au bout ". Aucun d'eux ne rejette a priori le contenu didactique de la réforme, le retour au maître unique et à la note dans les petites classes, l'allongement de la durée hebdomadaire d'études ou encore l'évaluation des professeurs au mérite, qu'un grand nombre estiment nécessaire. En revanche, ils protestent contre la diminution des crédits ­scolaires, le gel des effectifs et l'ouverture aux capitaux privés. Alliance électorale rompue Ils n'entendent pas pour autant cautionner les partis de gauche. Des sénateurs du Parti démocrate (PD, opposition) sortis jeudi du Sénat pour se solidariser avec un cortège d'étudiants ont été copieusement sifflés. " Le PD est autant responsable que la droite de l'incurie dans laquelle se débat l'université ", affirme un étudiant. Le gouvernement, qui avait sous-estimé la réaction des étudiants, se reprend. Un peu tard, la ministre de l'Instruction publique, Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche. PD et Italie des Valeurs (IDV), la formation de l'ancien juge d'instruction de " mains propres " Antonio di Pietro, viennent en effet de rompre leur alliance électorale. Une dissension qui s'ajoute à celle des communistes. Quant aux syndicats, ils se sont déjà divisés sur l'école, les autonomes ayant manifesté samedi dernier tandis que les confédérations ouvrières tiendront leur journée d'action le 30 octobre.

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Il premier sul corteo del Pd: <Walter ha perso, si rassegni, governeremo per 5 anni. Attento a Di Pietro, è un uomo malvagio> (sezione: Scuola)

( da "Corriere.it" del 26-10-2008)

Argomenti: Scuola

Il Cavaliere al leader del pd " Walter dovrebbe riposarsi e lasciarci lavorare" Berlusconi contro Veltroni "Ha perso, si rassegni" Il premier sulla manifestazione del Pd: "È la sinistra delle frottole". Affondo su Di Pietro: "Malvagio" Silvio Berlusconi (Ap) ROMA - "Non sono riuscito a vedere le immagini della manifestazione. Ho sentito solo le dichiarazioni della Questura di Roma e non posso che dire, come hanno già detto altri, che questa è la sinistra delle frottole, delle invettive, delle calunnie". All'indomani della manifestazione del Pd a Roma, Silvio Berlusconi non risparmia critiche al Partito democratico e al suo leader Walter Veltroni. Uscendo da Palazzo Grazioli, il premier ha voluto replicare seccamente al messaggio chiave lanciato da Walter Veltroni al Circo Massimo e cioè che "l'Italia è migliore di chi la governa". È "un'insulsaggine - ha detto Berlusconi-, neanche replico". Per il premier quella di sabato è stata sì "una dimostrazione democratica" ("nulla da eccepire - ha detto Berlusconi - eccetto sulle cifre") , ma la più grande dimostrazione democratica - ci tiene a sottolineare il premier - "c'è stata il 13 e il 14 aprile". Berlusconi ha voluto infatti sottolineare che alle urne il Paese ha dato al Pdl "una grande maggioranza e noi siamo obbligati - ha sottolineato il Cavaliere - e impegnati a realizzare il nostro programma". "GOVERNEREMO PER 5 ANNI" - "Veltroni - ha aggiunto il premier - si dovrebbe rassegnare: ha perso e per cinque anni non c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a riposare, per prepararsi a fare una bella campagna elettorale tra cinque anni, ci lascerebbe così lavorare meglio e con più profitto per gli italiani". Quanto ai rapporti futuri tra governo e opposizione il presidente del Consiglio non sembra nutrire molte speranze. "Con questa opposizione che sfortunatamente ci troviamo avremo il solito rapporto: se vorranno unirsi a noi per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese sono i benvenuti, se hanno suggerimenti utili al Paese saremo noi a votare i loro provvedimenti, ma finora sono arrivate solo critiche". SCUOLA - Nessun passo indietro da parte del premier e del governo tutto sulla scuola. A chi gli chiedeva conto della richiesta dell'opposizione di ritirare il decreto Gelmini, Berlusconi ha risposto: "Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione". "Hanno usato strumentalmente la scuola - ha aggiunto il premier - pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e bambini". DI PIETRO - Sull'ipotesi che Veltroni e Di Pietro si ricompattino il premier non usa mezzi termini, mettendo in guardia il leader del Pd. "Ricompattarsi con un uomo malvagio come Di Pietro, che ha mandato in galera 15 persone che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio - ha detto il presidente del Consiglio - che ha rovinato la vita di 15 persone, mettersi in alleanza con un uomo del genere che sbraita in questo modo in maniera forsennata e irragionevole credo che vada a tutto disdoro di chiunque lo facesse". SONDAGGI - Berlusconi fa anche riferimento ai sondaggi: "Io sono al 72% di gradimento. Il centrosinistra continui pure a sgambettare in televisione, a dire le solite insulsaggini: non faranno che continuare a perdere consenso anche di chi oggi è dalla loro parte". stampa |.

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