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toARTICOLI DEL 25-26 ottobre 2008
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Articoli
Scuola (223)
I nostri no, le nostre idee
( da "EUROPA
ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: diciamo no alla Gelmini, è perché vediamo il rischio di un abbassamento dell'offerta formativa ed educativa per i ragazzi italiani e per questo reclamiamo un confronto finalmente vero per decidere quali siano le misure più necessarie per una scuola migliore e di più alta qualità.
Così
il Viminale ha fermato la carica di Berlusconi
( da "EUROPA
ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: era cacciato da solo per difendere una delle sue protegée, il ministro Gelmini. Infatti le sue parole hanno provocato più di un imbarazzo sia nelle forze dell'ordine che nella sua stessa maggioranza. I vertici della polizia hanno subito fatto pressioni al ministro Maroni affinché ridimensionasse le dichiarazioni di Berlusconi.
In
tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca
( da "EUROPA
ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: GELMINI VEDRÀ STUDENTI E DOCENTI In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca (fab bag) A Roma, dove sono partiti dalla Sapienza per approdare in senato, scandivano: "Siamo l'esercito del surf, questa è l'onda che vi travolge". E in tutta Italia l'onda della protesta non fa che montare.
Quei
200 euro dimenticati ( da "EUROPA ON-LINE"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: A un mese dall'insediamento di Mariastella Gelmini, in accordo con le associazioni dei dottorandi, presento un'interrogazione al neo-ministro: che si farà con le borse di dottorato? Dove sono gli aumenti? Cosa pensa di fare dei cosiddetti "senza borsa" ? dottorati a titolo gratuito ? che Mussi voleva abrogare?
Un
premier smisurato ( da "EUROPA ON-LINE"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: gli interventi messi a punto dal ministro Gelmini, che solo la fantasia di qualche editorialista o la spregiudicatezza di qualche intellettuale possono spingersi a classificare come "riforme innovative". Non possiamo fare a meno di esprimere apprezzamento per la difesa che il ministro degli interni fa delle sue prerogative istituzionali in materia di ordine e sicurezza pubblica,
La
polizia lo tiene fermo, gli studenti lo fanno nero
( da "EUROPA
ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Per oggi gli universitari milanesi hanno deciso che si farà lezione in piazza del Duomo. A Napoli il Secondo Ateneo ha annunciato che farà lezione in strada, nei luoghi della camorra dei casalesi. Ieri, a palazzo Madama, il ministro Gelmini ha aperto al dialogo: incontrerà studenti, docenti e rettori.
Manichini
e video per difendere Sollecito La Bongiorno chiede il proscioglimento
( da "Quotidiano.net"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: ministro Gelmini: "Non ci sono soldi, finita un'epoca" (84 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (72 commenti) Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (63 commenti) "Le classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (62 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (
Ciclone
Gelmini. Imminente incontro tra 7 comuni della Vallata del Tronto
( da "Quotidiano.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21,
Diritto
di cronaca ( da "Stampaweb, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Nella mia vita ho manifestato contro i ministri Berlinguer, Zecchino, Moratti e, domani, Gelmini. E questo senza rinunciare a votare per una ben precisa parte politica. Se ho manifestato contro tutti e 4 i ministri (se si esclude Fioroni) degli ultimi 15 anni è perché ciascuno di essi aveva la pretesa di "cambiar tutto perché nulla cambi".
Dalla
precaria alla <mammona> Le ragazze leader della protesta
( da "Corriere.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: coordina l'assemblea "No Gelmini" di Palazzo Nuovo. Dice quasi con rabbia: "Io studio e lavoro, faccio un dottorato senza borsa. Ho due lauree: Filosofia e Scienze politiche. Non siamo il gregge ignorante che viene dipinto. Abbiamo esaminato a fondo il testo della 133 e siamo coscienti dello tsunami che porterà nella scuola".
Il
Cavaliere in difesa, dialogo impossibile fino al corteo di sabato
( da "Corriere.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: firmata dal ministro Mariastella Gelmini alla fine dovrebbe essere un dialogo inevitabile. Lo addita lo stesso ministero dell'Interno, pur annunciando che userà "fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta" delle proteste. Cresce la sensazione che il decreto voluto da Palazzo Chigi abbia sottovalutato le reazioni insieme di studenti e professori.
Vista
da lontano: ma l'Italia è impazzita?
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la Gelmini: "Non ritiro il decreto" Tafferugli a RomaRai, Annozero censura gli studenti di destra Pdl: sciopero del canoneLupin-lavavetri ruba 800mila euro di gioielliMez, la Bongiorno chiede il proscioglimento "Sollecito era a casa sua all'ora del delitto"Casa Bianca, la corsa dei candidati sconosciutiLa Moratti lancia il "
La
giornata di una docente raccontata da UnoMattina
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: In questi momenti di acceso dibattito sulla scuola dopo il decreto Gelmini, anche l'ordinaria quotidianità di una maestra crea interesse e potrebbe fare da esempio. Così una troupe della Rai, giovedì è stata a Fossalta Maggiore per riprendere la maestra Giuseppina Piovesana che si recava a scuola. "Ho vinto il concorso magistrale quando avevo 20 anni, da allora sono di ruolo,
Berlusconi:
facinorosi nei cortei ( da "Tribuna di Treviso, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che vedrà deputati e senatori del Pdl nelle classi per spiegare la contestatissima riforma Gelmini. Da Pechino, il Cavaliere se la prende con tutti. Dice che gli studenti in rivolta hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" e possono contare sul "supporto dei giornali". Ragion per cui, sulla scuola "il discorso è chiuso".
In
mille fanno irruzione al Festival del cinema a Roma
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: per gli studenti in protesta contro il decreto Gelmini: si rinnovano occupazioni, autogestioni, lezioni all'aperto e cortei in molte città italiane. A partire da Roma, dove, mentre i rappresentanti delle associazioni studentesche erano a colloquio con il ministro dell'Istruzione, migliaia di alunni dei licei si sono radunati al Circo Massimo.
Gelmini
chiude la porta: non cambio niente
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è finito senza neanche iniziare il dialogo tra il ministro Gelmini e gli studenti. "Abbiamo consegnato la nostra lettera al ministro, ma non ci siamo seduti al tavolo per la trattativa. Ci ha convocati troppo tardi e non si è detta disposta a modificare il decreto, quindi non c'è spazio per il dialogo".
Lo
Snals: i tagli affonderanno la scuola
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: affonderanno la scuola Bocciate finanziaria e riforma Gelmini: "Il maestro unico non può farcela" "I tagli affonderanno la scuola". Questo il grido di allarme lanciato dall'assemblea provinciale dello Snals di Treviso, che si è svolta ieri all'Hotel Bolognese di Preganziol. "La manovra finanziaria non porterà al riordino del sistema, ma solo a raccogliere risorse a scapito della scuola"
Class
action contro i prof ( da "Tribuna di Treviso, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: replica così a chi sta alzando le barricate contro il decreto Gelmini sulla scuola: "Voglio esprimere prima di tutto - dice De Mitri - la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutti coloro, insegnanti, studenti, presidi che in questi giorni sono stati vergognosamente minacciati per aver dichiarato la volontà di proseguire nel regolare svolgimento delle lezioni universitarie.
Gelmini,
sempre proteste ( da "Provincia Pavese, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Pavia, niente esami a Giurisprudenza Gelmini, sempre proteste Berlusconi, retromarcia: mai detto di polizia nelle scuole Il ministro convoca gli studenti per aprire un dialogo. Attacco dell'opposizione. Sit-in davanti al Senato ROMA. Sale la protesta in tutta Italia contro la riforma Gelmini.
Più
finanziamenti e classi più piccole
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: No al progetto di riforma Gelmini e al disegno di legge 137, no all'articolo 64 della legge 133 che prevede 8 miliardi di tagli, e rifiuto di qualsiasi ipotesi di mediazione sul maestro prevalente. Sono questi gli obiettivi del comitato lucchese per la difesa della scuola pubblica.
Santa
maria del giudice ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: proteste anti Gelmini. Lo afferma Emilio Mereu, presidente della commissione sociale della circoscrizione 9. "I genitori di due famiglie affrontano a tavola l'argomento scolastico con i rispettivi figli, appena rientrati da scuola. Non fanno in tempo ad aprire il discorso che assistono per la prima volta ad un'arringa dei rispettivi figli con il grido di epiteti contro il governo,
Il
dibattito sulla riforma ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria e su quella dell'infanzia che, ad oggi, continuano ad essere riconosciute da tutti gli organismi internazionali come i migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini?
La
destra estrema ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: sta strumentalizzando la protesta degli studenti facendo circolare sulla legge Gelmini un sacco di bugie. Noi studenti di Area Identitaria e Azione Studentesca con il nostro volantinaggio abbiamo messo in luce le bugie. Riteniamo che quella della Gelmini sia una buona riforma e avremmo auspicato che fosse analizzata in modo costruttivo e non strumentale".
Caffè
delle mura, ore 16: scatta il corteo
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: le proteste contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Rimangono infatti in stato di occupazione il liceo Artistico e l'Ipsia "Giorgi", ma la mobilitazione non si arresta neppure negli altri istituti. L'Itc ha aperto le porte ieri mattina, l'Iti continua con l'autogestione, così come lo psicopedagogico e il Civitali;
"luci
accese" alla saffi ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: E ancora, un'assemblea per discutere del decreto Gelmini. Alcuni studenti di psicologia sono intervenuti dalla vicina facoltà occupata, unendocsi così alla protesta della scuola elementare. Tutti insieme hanno sfilato per le vie di San Lorenzo per poi tornare alla Saffi per la cena sociale etnica conclusiva.
Studenti,
scontri al festival manganelli e tensione: 4 fermi - federica angeli viola
giannoli ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che ha incontrato il ministro Gelmini. Quindi, al megafono, le quattro giovani hanno cominciato a spiegare la protesta degli studenti contro i tagli all'università previsti dalla legge 133 al pubblico ma sono state bloccate dopo qualche minuto dalla polizia, che ha sequestrato lo striscione e ha chiesto loro i documenti.
E
il super-fisico conquistò la piazza "oggi einstein sarebbe un
precario" - laura mari ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: studenti universitari che in questi giorni si stanno mobilitando contro la riforma Gelmini e il decreto Tremonti? "Resistete, resistete, resistete! L'unico modo per cambiare il destino dell'Italia è resistere a questo governo di barbari che sta distruggendo la nazione" Perché li definisce "barbari"? "Perché evidentemente i nostri politici non conoscono neanche la Costituzione italiana.
La
mobilitazione di geologia "notte bianca contro i tagli" - laura
serloni ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Se la Notte bianca è la forma di protesta che arriva da Geologia, I fisici di Roma Tre, lunedì, saranno ai semafori di viale Marconi e viale Trastevere per pulire i vetri delle macchine con lo slogan "Sto facendo pratica, sarà il mio futuro". Lezioni sulla riforma Gelmini saranno improvvisate alla metro San Paolo e Piramide.
Dal
circo massimo al senato prof e liceali anti-gelmini - tea maisto
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: aperto Dal Circo Massimo al Senato prof e liceali anti-Gelmini TEA MAISTO Dal Circo Massimo fino al Senato: secondo gli organizzatori erano in più di 10mila. E ancora. In corteo tra le strade di Roma Nord: secondo gli studenti i manifestanti erano circa 4mila. Un'altra giornata di protesta contro il decreto Gelmini targata studenti delle scuole superiori.
Le
dynasty, una saga infinita gli altri padroni delle facoltà
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla proteste contro la Gelmini. Viaggia su e-mail, telefonate e lettere di prof e studenti rimasti fuori dalla casta. Un moto di indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'ateneo delle cento famiglie: un codice etico.
Le
caste padrone dell'ateneo ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: scosse dalla proteste contro la Gelmini. Un moto d'indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre un rimedio per l'Ateneo delle cento famiglie: "Adotterò un codice etico". Intanto due ricercatori e ricostruiscono i percorsi accelerati dei rampolli che diventano senza troppo penare ricercatori,
Cortei
notturni contro la gelmini ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Pagina I - Palermo Cortei notturni contro la Gelmini Non si ferma la protesta contro la riforma Gelmini nelle scuole di Palermo. Ieri notte gli studenti e i loro leader hanno attraversato la città in corteo. I genitori si uniscono al dissenso ma si schierano contro le occupazioni degli istituti.
I
piccoli leader del movimento senza bandiere - antonella romano
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: era Gelmini, stanno provando a camminare fianco a fianco. Nutrono di sicuro la stessa ambizione: moltiplicare le fila di chi contesta, aggregare il fronte della gente comune con iniziative "equilibrate" e "intelligenti", chiamando a raccolta alle assemblee chi non era mai venuto, - perché no, anche i genitori - chi aveva sempre fuggito con orrore autogestioni,
Cortei
di notte e lezioni in strada dilaga la protesta anti-gelmini - salvo intravaia
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini Studenti in piazza con la bara: "La scuola è morta" La mobilitazione SALVO INTRAVAIA "Un funerale per ricordare la scuola che è morta". Ecco l'ultima iniziativa di piazza degli studenti palermitani per contestare la riforma Gelmini. Ieri sera alle 21, da piazza Croci a piazza Politeama, si è svolto il corteo organizzato dai ragazzi del liceo scientifico Cannizzaro,
Genitori
e figli uniti nella lotta "ma è meglio non occupare" - claudia
brunetto ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Molti genitori desiderosi di conoscere i termini della riforma Gelmini dalla voce dei ragazzi e altrettanti per testimoniare con la loro presenza il sostegno alla mobilitazione che in questi giorni anima le scuole superiori. "La scuola ha bisogno di riforme - dice Adele La Mantia che ha un figlio al penultimo anno - ma certamente non di questa.
La
paura sul web: "prove di federalismo"
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: vorranno dibattere sulle questioni aperte dalla riforma Gelmini. Per accedere al forum, dove saranno presenti notizie e informazioni sulle attività previste da facoltà e istituti in autogestione, basterà registrarsi come utenti del Gruppo l'Espresso: la procedura è completamente gratuita. Per gli istituti che vogliono comunicare le proprie attività è sufficiente inviare una e mail all'
Patto
formativo tra prof e studenti - maurizio muraglia
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: TRA PROF E STUDENTI MAURIZIO MURAGLIA C i sono aspetti inediti nella mobilitazione anti-Gelmini cui assistiamo in questi giorni anche a Palermo. In primo luogo va rilevata la precocità della protesta rispetto alla tradizionale tempistica decembrina, a ridosso delle vacanze natalizie, che in qualche modo ha sempre inquinato la reale motivazione di certe manifestazioni studentesche.
Indiscreti
( da "Italia
Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: con Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, e Massimo Egidi, rettore della Luiss, affronterà il tema "La scuola del merito". Poi Floris penserà alla trasmissione della terza rete Da Vespa a Fede, la Vezzali 'tocca' ancora Quinto appuntamento con "Sipario notte", il rotocalco del Tg4 diretto e condotto da Emilio Fede,
POST
e RIPOST Marcorè meglio del politico Capezzone
( da "Italia
Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la mia idea è che tutte le maestre (uniche) eliminate dal decreto Gelmini potrebbero essere utilizzate efficacemente allo scopo di dare una infarinatura decente di italiano ai politici ignoranti", è la genialata di http://www.nessuncompromesso.com/2008/10/23/classi-ponte-per-immigrati-la-mia-opinione/. Ma l'infarinatura, o l'impanatura?
Berlinguer
chiama la Gelmini, sono con lei spero ci riesca
( da "Italia
Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: La prima differenza fra Berlinguer e la Gelmini è che il primo cercò di acquisire (in parte riuscendovi) il consenso preventivo da parte dei sindacati (ma questo aspetto non gli giovò una volta tirati fuori i provvedimenti), mentre la Gelmini ha agito palesemente in contrasto a essi: della serie la riforma si fa con o senza di loro.
Mariastella
apre e chiude subito ( da "Italia Oggi"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contestazione studentesca nei confronti della riforma della scuola targata Maria Stella Gelmini ha lambito le scuole e le università di tutta Italia. Fino a inondare in serata anche il Festival del cinema di Roma, dove un migliaio di studenti ha messo in scena un sit in al grido "Fermiamo il brutto film della riforma Gelmini" e ha promesso di mantenere il presidio per tutta la notte.
Assemblea
al salutati: parte la cogestione ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il decreto legge Gelmini al centro dell'attenzione: ci saranno esponenti pro e contro la riforma, delegati della sinistra giovanile, ricercatori delle università di Pisa e Firenze, professori interni all'istituto e insegnanti esterni. Graditi ospiti saranno l'ex professore di storia e filosofia Antonio Checcacci e (forse) il sindaco di Pescia Antonio Abenante.
<Per
noi questa non è la strada giusta>
( da "Giorno,
Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Contestiamo alcuni aspetti della riforma proposta dal ministro Gelmini ma non tutti. Per esempio riteniamo che il voto in condotta non sia una proposta sbagliata per esempio per contrastare il fenomeno del bullismo che, anche nel nostro liceo, è uscito allo scoperto qualche tempo fa", commentano gli studenti che non hanno partecipato all'assemblea di ieri mattina.
Mobilitazione
al Giovio: <È solo l'inizio>
( da "Giorno,
Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Occupazione al liceo dove si temono tagli a lingue e corsi sperimentali PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI di FEDERICO MAGNI ? COMO ? GLI STUDENTI del Liceo Scientifico Paolo Giovio di Como sono decisi a portare avanti la mobilitazione e far sentire la loro voce contro la riforma della scuola dopo aver trascorso la notte nella palestra dell'istituto.
TEMPO
FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di
un'importante univer ( da "Giorno, Il (Milano)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante univer... TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante università. Ma perchè voi rettori ? gli dissi ? non tentate una rivoluzione? Una rivoluzione che sostituisca il merito alla demagogia, la selezione alla massa,
La
scuola tra battute e cortei ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Tutto sommato il decreto Gelmini mi sembra meno impegnativo. Qualcuno ci ha definite "mammine evolute che per le creature cercate la merendina bio e lo zainetto trolley", qualcun altro "GDB, genitori democratici benestanti". Francamente non mi ritrovo in queste etichette: venivamo da Baggio, dal Quartiere Olmi e da Muggiano, estrema periferia di Milano.
Di
SILVIO DANESE ROMA IN DUE FILM tedeschi, il colossal
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro la riforma Gelmini - interfaccia la vicenda del terrorismo anni '70 con la tragedia delle vittime. "ANCHE in Germania è successo che certi ex terroristi siano diventati figure mediatiche - dice la Walther -. Hanno scontato la pena, magari contribuiscono a chiarire e raccontare le cose, d'accordo, ma tutto questo può costringere i sopravvissuti o i parenti delle vittime a un'
In
scienza e coerenza ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: La Gelmini era in Senato a divulgare la sua idea di scuola di tagli e scuciture (dicendo "egìda", con la "i" accentata); Scajola era in Turchia (a varare porticcioli atomici?); Bondi stava progettando una nuova gaffe lirica con retromarcia. E poi i berlusconidi rispetto alla cultura (Veline a parte) mostrano da sempre una disattenzione non casuale,
L'occupazione
non significa vacanza - luca basile
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: conoscenza di quanto contenuto nel decreto Gelmini". Ore 11 di ieri mattina: davanti all'Istituto per geometri e ragionieri Don Lazzeri è un via-vai di studenti: ronzii di suonerie, abbracci, saluti, fotocopie e focaccine fra le mani. Voglia di esserci e di dare qualcosa. Chiara Vannucci e Martina Domenici sono portavoci di una protesta che al Don Lazzeri ha coinvolto oltre 500 studenti.
News
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: per dire no alla 'riforma' Gelmini. La decisione di protestare martedì 28, alle 21, è stata presa nell'incontro di giovedì alle scuole Barsottini dell'Africa. Incontro, promosso dal collettivo scuole, al quale erano presenti un centinaio fra studenti, insegnanti e genitori in rappresentanza delle scuole versiliesi di ogni grado.
Per
entrare è necessario lasciare il libretto e guai a chi sgarra
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Fino a quando il decreto Gelmini non andrà in votazione...Non s'era detto così?". Perché provare a far cambiare idea al governo e la ministro Gelmini, lo spiega il professor Marchetti: "In questa scuola abbiamo 300 alunni, tra scuola media e scuola superiore. Siamo dunque tra gli istituti che dovrebbero essere accorpati.
Marconi:
carabinieri solo avvisati ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Sono andato a vedere la situazione ed ho constatato che i ragazzi stanno approfondendo la conoscenza del decreto Gelmini, procedendo con letture di quotidiani e dibattiti. E' un esercizio di dissenso salvaguardato dalla Costituzione, così come il diritto allo studio: per questo l'occupazione riguarda il secondo piano, mentre al primo chi vuole può frequentare le lezioni.
Uova
e sassi contro gli istituti - valentina landucci
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: con il decreto del ministro Gelmini rischiamo di giocarci il futuro, il nostro e anche quello dei nostri figli, la possibilità di andare all'università, di frequentare la scuola pubblica". I lavori fervono, nonostante l'ora tarda. Improvvisamente le grida dei due studenti di vedetta all'ingresso dell'istituto che si affaccia su via Vittorio Veneto.
Lezioni
in piazza un anticorpo per l'oblio della cultura - vittorio coletti
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gli interventi della Gelmini, per la verità, non sono, di per sé, molto peggiori di quelli dei ministri di altri governi, ivi compresi quelli di centrosinistra. Ma è il quadro di pensiero e la visione della società in cui sono inseriti a renderli più preoccupanti, a denunciarli come segno inequivocabile di una costitutiva indifferenza e insofferenza alla scuola e all'
Ateneo,
bignardi si schiera ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini: ieri in piazza le scuole della Valbisagno. Le superiori verso la "cogestione" Ateneo, Bignardi si schiera Il rettore ai docenti: "Favorite la partecipazione all'assemblea" "Invito i docenti a favorire la partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì, anche in deroga agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi ha ieri firmato un documento in cui
Lezione
davanti al municipio per parlare del nostro domani
( da "Tirreno,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Sì, perché secondo il decreto Gelmini, le scuole potrebbero diventare enti privati, così come le università. E' vero, questa legge non obbliga nessuno a privatizzarsi: ma se lo Stato toglie fondi alla scuola, come andrà avanti? Con i nostri soldi. Ma tutti poi potranno permettersi di studiare?
Ragioni
ascoltate dal ministro ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro la legge di riforma scolastica decisa dal ministro Gelmini. Il gruppo, con cartelli e striscioni, si era dato appuntamento al pontile per una manifestazione contro la riforma. Quindi si è diretto verso il municipio dove si è fermato davanti al portone. "è giusto poter esprimere il proprio dissenso - ha detto Buratti ai ragazzi - ma occorre farlo nel rispetto delle regole.
Documento
al chini ( da "Tirreno, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: le motivazioni che sono alla base del movimento contro il decreto Gelmini" e auspicano che "le forme di lotta degli studenti coinvolgano, nei modi che si riterranno opportuni e produttivi, gli stessi docenti e tutte le componenti della scuola". Già ieri mattina alcuni insegnanti del liceo hanno preso parte all'assemblea degli studenti.
Ateneo,
bignardi benedice la rivolta - michela bompani
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: al movimento universitario si uniranno gli studenti medi e la rete anti-Gelmini "Sos scuola" (docenti, genitori e bimbi). Si partirà alle 9 da piazza Caricamento, poi via delle Fontane, Annunziata, piazza Fontane Marose, De Ferrari, San Lorenzo e Caricamento. "Fuori dai partiti, fuori dal sindacato", mettono bene in chiaro tutte le anime della mobilitazione.
Scuola,
il giorno della valbisagno cortei e fiaccolate anti-gelmini
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini Gli studenti dell'Odero di Sestri bloccano a sorpresa per qualche minuto la strada, poi rientrano nelle aule Cortei e fiaccolate contro il Decreto-Gelmini; ma anche un timido tentativo di occupare la sede stradale a Sestri Ponente, con gli studenti dell'istituto professionale Odero che in mattinata hanno improvvisato un blocco in via Briscata.
Le
lezioni in piazza e l'oblio della cultura - vittorio coletti
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è la tragedia di oggi e il motivo che rende la politica della Gelmini peggiore perfino di quella supponente di Mussi. Anche il centrosinistra cercava di spendere meno per la scuola (lo chiamava spendere meglio e lo traduceva nel farlo in maniera molto complicata...), ma non ha mai dato la sensazione di non credere più nella cultura, che è nel Dna dei suoi residui elettori.
"quest'anno
accademico inauguriamolo in piazza" - ilaria venturi
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: No Gelmini" si presenta compatto e raccoglie consensi sulla piattaforma di iniziative di lotta anche da docenti, come il professore di diritto Giovanni Cimbalo, dalla sinistra universitaria. I fischi sono riservati al presidente del consiglio studentesco Angelo Erbacci, dello Student Office, quando critica il blocco della didattica e giudica "
Maestre
precarie "la virgilio peggio della gelmini"
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: La Virgilio peggio della Gelmini" Non assunte per "svecchiare" il personale degli asili nido. Sarebbe questa, secondo le Rdb, la risposta che l'amministrazione comunale ha dato a 112 maestre precarie dei nidi, già vincitrici di concorso ma non ancora assunte. Al punto che ora le dipendenti si preparano allo sciopero per protestare contro la decisione della giunta comunale.
E
i sindacati della scuola riscoprono l'unità "ecco come la riforma colpirà
5000 prof" - paolo russo ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ma gli
effetti della cura dimagrante imposta dal ministro dell'Istruzione Mariastella
Gelmini si faranno sentire soprattutto per i precari: nel 2009 le supplenze
saranno complessivamente
"blocco
delle lezioni contro i tagli" - francesca savino
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro i tagli e il pacchetto di riforme dei ministri Tremonti e Gelmini. "Presenteremo ai rettori di Università e Politecnico la richiesta di bloccare la didattica martedì 28, il giorno in cui abbiamo in programma l'assemblea generale con il mondo della scuola e della ricerca" annuncia il coordinamento Stop 133, che riunisce tutti i volti della protesta nelle facoltà cittadine.
Gelmini:
"Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione
( da "Rai
News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Roma | 25 ottobre 2008 Gelmini: "Il decreto resta". Gli studenti proseguono la mobilitazione Manifestazione Continua la mobilitazione degli studenti contro la riforma della scuola e i tagli all'università e alla ricerca. Non ha avuto successo il primo incontro del ministro Gelmini con due delegazioni studentesche.
Per
un populismo della sinistra ( da "Repubblica.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: in particolare Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre pacchetti di riforme, anche per decreto, cercando comunque di superare di slancio il disturbo delle discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata in Consiglio dei ministri nel giro di nove minuti e mezzo,
Steno,
omaggio all'Auditorium ( da "Tempo, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini. Era il prologo della proiezione del docu-film "Steno, Genio gentile" di Maite Carpio nato in collaborazione con Rai Educational. I figli Carlo ed Enrico Vanzina (foto) commossi. "Da Guardie e ladri a Febbre da cavallo, tanti sono i film di papà rimasti nel cuore - commenta Enrico - e se la televisione ricordasse di più le nostre origini,
Riello:
<Basta ai clientelismi negli atenei Solo così le imprese vorranno
investire> ( da "Corriere del Veneto"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Sul tema, l'unica cosa che dico è: viva il ministro Gelmini! La scuola italiana spende moltissimo, è una fabbrica di stipendi e chi cerca di renderla più efficiente va sostenuto". D.P. L'industriale \\ Così com'è l'università non è interessante per le imprese: è un sistema ingessato.
Il
rettore: i privati non ci aiuteranno Non saremo mai una Fondazione
( da "Corriere
del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini deve ancora annunciare le linee guida per l'attuazione del decreto – ha spiegato il rettore - , ma posso garantire che non è ostile a un rifinanziamento della ricerca con i soldi della Finanziaria. Andando avanti con le proteste, il rischio è la rottura totale delle trattative in un momento in cui i cittadini chiedono conto al governo della gestione dei loro soldi.
Sit-in,
slogan, striscioni e megafoni Ma gli studenti non sono tutti uniti
( da "Corriere
del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: anche una ventina di liceali del Collettivo contro la Gelmini. Poi, la decisione di irrompere nell'aula. "Assemblea, assemblea ", hanno urlato i ragazzi, frantumando l'aria formale che si respirava. Pochi i posti, anche in piedi: si stava dove si poteva, e ben presto il pavimento è diventato un tappeto di ragazzi e ragazze seduti a gambe incrociate, tra pashmine colorate,
Venti
firme contro la Gelmini ( da "Corriere del Veneto"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 2 categoria: REDAZIONALE I presidi Venti firme contro la Gelmini VERONA - Si allarga il fronte dei presidi delle scuole veronesi che contestano la riforma Gelmini. Ieri mattina a Corte Molon una ventina di dirigenti hanno sottoscritto la lettera aperta al ministro, presentata mercoledì su iniziativa del sindacato Flc-Cgil.
Masini
e Giacobazzi i più critici <Troppi i tagli. E colpiranno tutti>
( da "Corriere
del Veneto" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Unico a dirsi soddisfatto del decreto Gelmini è il direttore amministrativo Antonio Salvini: "C'è un lato positivo – ha detto – senza di essa il governo avrebbe avuto la scusa per disinteressarsi all'università". La parola, la prossima settimana, passerà alle assemblee di facoltà, richieste a più riprese dagli studenti.
Fronde
contre la réforme de l'école de Berlusconi
( da "Figaro,
Le" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche.
La
Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di
Roma ( da "Quotidiano.net"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA La Gelmini: "Il decreto non cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma Il ministro non cede davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende male". Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in piazza. A Bologna polemiche per Annozero Roma, 24 ottobre 2008 - “
Facoltà
occupate e lezioni per strada ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: sfilerà la protesta delle scuole e delle università contro il decreto Gelmini e la famigerata legge 133. La stessa dove ogni sera, dopo le 20, si riuniscono le rappresentanze delle verie Facoltà e in cui un cartello avvisa: "L'aula magna è occupata e autogestita. Perciò va curata e rispettata". Idem, ma su scala ridotta, a Psicologia, dove l'aula occupata è la 4/B.
Le
piazze nuovamente megafono di opinioni
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: aperto contro la legge Gelmini e contro la legge finanziaria. Oggi sarà il centrosinistra - sollecitato dal Pd - a suonare le trombe della mobilitazione. Perché vuole contarsi, perché spera di poter mostrare muscoli forti. Come in passato ha fatto il centrodestra. Evidentemente è un malcomune quello di gridare sperando di farsi ascoltare dalla parte opposta.
3/11
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 25 pagina 3 3/11 di Redazione Gli studenti non mancheranno alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico. Sarà l'occasione per un faccia a faccia con il ministro Mariastella Gelmini. Parteciperanno ragazzi di superiori e università. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
Di
destra Azione Universitaria chiede di abbattere i <baroni>
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini che si è dimostrata disponibile ad ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre proposte per migliorare il futuro dell'università e degli studenti. Adesso vedremo i fatti". Lo ha affermato la delegazione di Azione universitaria, guidata dal presidente Giovanni Donzelli e composta anche dai due vicepresidenti Vittorio Pesato e Simone Pelosi e dal capogruppo al Cnsu Andrea
La
testimonianza Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto.
I
figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Dove si studia e non si occupa mai La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008.
All'Istruzione
mancano 400 milioni ( da "Giornale.it, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: movimenti di piazza e sindacati sono fuori tempo e sbagliano persona confondendo Gelmini con Tremonti. Lungi da noi, naturalmente, esporre più di tanto il ministro dell'Economia in un momento così complicato, ma sta di fatto che il decreto Gelmini altro non è che l'applicazione concreta dei tagli approvati con la manovra economica del luglio scorso.
Berlusconi
avverte: "Oggi Pd in piazza attenti ai facinorosi"
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: di Adalberto Signore E per spiegare la riforma Gelmini si prepara a mandare deputati e senatori davanti alle scuole nostro inviato a Pechino In Italia è l'alba quando Silvio Berlusconi torna ancora una volta sulla questione scuola. Per rispondere alle critiche arrivate dal Pd dopo che il premier aveva detto di non aver mai "neanche pensato" di utilizzare la polizia nelle scuole,
Gelmini
agli studenti: "Avanti con la riforma"
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 256 del 2008-10-25 pagina 6 Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" di Antonio Signorini E loro imitano la Cgil Il ministro riceve i giovani per discutere il decreto I duri della protesta non si siedono neppure al tavolo I "piccoli" dell'Uds non si sono nemmeno seduti.
Ecco
il paradiso dei radical chic dove si paga per non scioperare
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: radical chic dove si paga per non scioperare di Andrea Cuomo La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008.
Io
in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui personalmente coinvolto.
Vanno
in piazza per la scuola pubblica ( da "Giornale.it, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: per i rampolli solo istituti esclusivi La Gelmini riceve gli studenti. Ma loro imitano la Cgil e non si siedono neppure al tavolo Vizi privati e pubbliche virtù. Dalla Melandri a Rutelli passando per Moretti e Santoro. I guru della sinistra attaccano la riforma della scuola pubblica, ma poi mandano i figli nei più prestigiosi e costosi istituti privati.
Corteo
dei liceali, momenti di tensione al Siotto
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: superiori cagliaritane hanno deciso di radunarsi in piazza e poi originare un corteo di protesta contro la riforma Gelmini. Un'iniziativa improvvisata all'ultimo momento, che ha portato 700 giovanissimi alla ricerca di luoghi dove manifestare il proprio dissenso. Attimi di tensione al Siotto, dove un gruppo di scioperanti ha sfondato i cancelli, minacciando di occupare la scuola.
Scuole
a rischio? Ipotesi teoriche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: sono solo ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini". Dall'assessore alla cultura Giorgio Murino (foto) arriva una precisazione sull'allarme tagli lanciato in Consiglio provinciale. "Voglio rassicurare i genitori dei ragazzi iscritti ai corsi dell'alberghiero e assegnati al convitto. Quelle di cui abbiamo parlato sono ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini.
Il
Pd alla prova della piazza Premier: 'Celano le divisioni'
( da "Corriere.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da venerdì sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione,
Leggi
l'articolo ( da "Quotidiano.it, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21,
Scuola,
in piazza gli studenti dei licei ( da "Stampaweb, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: si è svolto un corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini a cui hanno partecipato oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi. "Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo studio".
Addio
vecchio mondo riconquistiamo il futuro Bisogna avere lo spirito, la calma
eversiva e gli ottan... ( da "Unita, L'"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: polizia per impedire le proteste nelle scuole contro i tagli all'istruzione del ministro Gelmini (composta nelle foto, incerta nel lessico), poi smentisce se stesso ed in effetti a sentire bene l'audio non dice polizia ma "forze dell'ordine". Forse intendeva la Forestale, appunto. Camilleri avvisa che il presidente del Consiglio "provoca per suscitare una reazione incontrollata".
Il
popolo del Pd in piazza a Roma. Veltroni: è più di quanto mi aspettassi
( da "Rai
News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto studenti di licei e università occupate o in autogestione che oggi hanno abbandonato la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da ieri sera il piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove partirà la manifestazione,
16
minorenni denunciati per vandalismo a Lecce
( da "Rai
News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: decreto Gelmini', col volto coperto da passamontagna, ha compiuto veri e propri blitz in cinque scuole superiori arrivando in alcuni casi ad interrompere le lezioni. Nel liceo scientifico Banzi sono stati compiuti vari atti vandalici. Il gruppo ha divelto banchi, rotto porte, finestre, lavagne e cattedre e suppellettili varie.
Terzo
giorno di occupazione Giovedì corteo in città
( da "Corriere
Di Como, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: ma sembra che l'agitazione contro il ministro Mariastella Gelmini nei prossimi giorni sbarcherà anche al classico "Volta". Non è ancora chiaro in quale forma, ma tra lunedì e giovedì alcuni studenti di via Cesare Cantù dovrebbero radunarsi nel cortile della scuola per inscenare una sorta di protesta silenziosa.
Scuola,
col decreto non si tratta ( da "Italia Sera"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Cronaca Roma In tutta Italia cortei, occupazioni e lezioni in piazza. I ragazzi: "Le nostre richieste non accolte, la mobiliatazione continua" Scuola, col decreto non si tratta Le Associazioni studentesche non siedono al tavolo con la Gelmini.
"No
Gelmini", non si ferma la protesta
( da "Corriere.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli.
Oggi
tocca ai difensori di Rudy Guede "Amanda e Raffaele erano in casa"
( da "Quotidiano.net"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?
Dalla
Marcegaglia un appello al governo: "I soldi non restino dentro la
banche" ( da "Quotidiano.net"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?
Roma,
è iniziato il Pd-Day Veltroni: "Tanta gente? Me l'aspettavo"
"Sì, era proprio così che me l'as...
( da "TGCom"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il leader del Pd passa poi alle proteste in atto in Italia contro il decreto Gelmini: "Stupisce lo stupore della protesta che è giusta e responsabile e che tale deve restare. C'è bisogno - sottolinea Veltroni - di una riforma che metta la scuola italiana in linea con quella europea". 17,21 - "L'economia reale è il problema di questi giorni".
"Si
è dimezzato il prezzo del grano Ma pane e pasta sono alle stelle"
( da "Quotidiano.net"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: studenti" che cosa hanno capito della proposta gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?
Berlusconi:
"Non sono preoccupato, il governo va avanti"
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".
Protesta
dei docenti: scuola da salvare ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: principali della riforma della scuola del ministro Gelmini. Le prospettive non sono incoraggianti per i paesi con pochi abitanti. A rischio la sopravvivenza delle scuole che hanno meno di trecento alunni. Verrebbero soppresse o accorpate, con costi altissimi per le famiglie e per i comuni. Al fianco delle insegnanti si è schierato l'assessore ai servizi sociali e alla pubblica istruzione,
Scuola,
in cattedra i deputati Pdl ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: in cattedra i deputati Pdl La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" --> La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" Ancora polemiche sulla scuola tra governo e opposizione. Manifestazioni di studenti in tutte le città. ROMA Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola.
Riforma
Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Nuoro e Provincia Pagina 5019 Scuola Riforma Gelmini, lunedì incontro all'istituto Ciusa Scuola --> Un incontro-dibattito sulla riforma della scuola varata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che sta incendiando il dibattito politico di questi giorni. Lo hanno organizzato per lunedì le segreterie provinciali di Flcgil, Cisl scuola, Uil scuola,
Contro
la Gelmini ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Prov Medio Camp Pagina 3031 Contro la Gelmini --> San Gavino Martedì alle 16.30 il consiglio comunale si riunirà nell'aula magna del liceo scientifico "Marconi" in via Tommaseo per discutere della scuola italiana tra il diritto all'istruzione e il decreto Gelmini. (g.pit.).
Roma,
17:46 - VELTRONI: GOVERNO RITIRI DECRETO GELMINI
( da "Repubblica.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Berlusconi:
<Nessuna preoccupazione, marciano perché divisi>
( da "Corriere.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".
"La
destra non sa governare ( da "Repubblica.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Veltroni attacca la riforma Gelmini contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori. E lancia una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati,
Veltroni:
"Italia migliore della destra che la governa. Ridurre le tasse su lavoro e
pensioni" ( da "Rai News 24"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino, il premier Silvio Berlusconi, replica all'imponente manifestazione del Pd: "Nessuna preoccupazione". La manifestazione del Pd è "interna corporis della sinistra", aggiunge criticando la decisione di scendere in piazza:
Pd-day,
un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia"
( da "Repubblica.it"
del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia""/> La scuola, l'università e i tagli del decreto Gelmini sono "il" problema anche se non è arrivata fin qua, come qualcuno pensava, la marea degli studenti che occupano scuole e università dal nord al sud. L'Onda resta a parte, non si mescola ma c'è: "Gelmini, Tremonti, rifate tutti i conti".
Il
25 ottobre dell'altra Italia ( da "EUROPA ON-LINE"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: opposizione del Pd in senato abbiamo costretto la maggioranza e il governo ad allungare il dibattito sul decreto Gelmini di quasi una settimana (certo qualcuno obbietterà che non si tratta di un gran successo ma visti i numeri in parlamento mi sembra un discreto risultato)? E quante volte alla camera l'opposizione in commissione e in aula ha messo sotto il governo?
Il
mini '68 scoppiato in casa del Cavaliere
( da "EUROPA
ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: giù giù fino all'ex leader maoista Brandirali, tranne le new entries alla Gelmini ? che lui non autorizza a andare in tv salvo poi lamentare che i media tacciono sui provvedimenti del governo ? tutti sono passati per le piazze e ne conoscono bene le delicate dinamiche, tranne lui: che incarna l'anomalia del politico impolitico.
Angelucci
boys, lassù qualcuno li ama ( da "EUROPA ON-LINE"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il Riformista scrive in prima pagina (con soddisfazione): "Gelmini ci ascolta e convoca gli studenti ribelli". Commento di Peppino Caldarola: "Cortei in tutta Italia. Un sit in davanti al senato. Alcuni slogan ragionevoli e molte parole esagerate. Il nuovo movimento dilaga in tutta Italia. Il governo ha cominciato a correggere il tiro.
L'Onda
anomala che fa politica ma spiazza i partiti
( da "EUROPA
ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Fermiamo il decreto Gelmini" e la polizia che li ha bloccati. Un po' di tensione c'è stata. Ma si è visto francamente di peggio. L'Onda è anomala davvero e quindi spiazza, costringe a mettere in soffitta vecchie categorie e pregiudizi. Il rischio di derive estreme provocato da frange minoritarie in Italia esiste sempre, ma questo movimento finora ha dimostrato di essere un'
Il
nuovo '77 non c'è. Evitiamo di crearlo
( da "EUROPA
ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: essa una "peggio gioventù" che però, a differenza della prima, paga la propria tristezza in solitudine, e che forse dall'onda anomala dei compagni potrà essere lavata. Chissà se la Gelmini, chiamata a fare un mestiere non suo, riuscirà a capire che l'umiltà sarebbe l'arma efficace nelle sue mani, se potesse e sapesse usarla.
Serve
una fase due anche agli studenti ( da "EUROPA ON-LINE"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: proteste in tutta Italia non è servita al movimento degli studenti per raggiungere il primo obiettivo, il ritiro del decreto Gelmini. Anche l'offerta di dialogo annunciata dal ministro è durata il tempo di un aperitivo. Ma la frustrazione è una pessima consigliera. Guai a farsi prendere dalla rabbia. Che fare? Eliminare i falsi pretesti potrebbe essere già l'inizio della ripartenza.
Pd
in piazza, Berlusconi all'attacco È guerra dei numeri sul corteo
( da "Corriere.it"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".
Bankitalia:
investimenti, non tagli alla scuola
( da "Trentino"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: sta per cominciare una settimana cruciale per il movimento degli studenti che contestano la riforma Gelmini. La settimana culminerà giovedì con lo sciopero generale della scuola. Studenti cui dà ieri ragione, a sorpresa, la Banca d'Italia. Per l'istruzione, sostiene il vicedirettore Ignazio Visco, servono "interventi importanti". Investimenti, insomma, non i tagli della Gelmini.
Prof
in rivolta, gite annullate nei licei
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: acuito dagli ultimi provvedimenti della Gelmini e dalle affermazioni di Brunetta - dice Manlio Giubilato, professore di storia e filosofia al Classico ed ex consigliere comunale - sospendiamo le gite, le attività extracurriculari, quelle non previste tra i nostri obblighi". Arriva anche a Conegliano la protesta contro gli ultimi decreti del ministro alla pubblica istruzione,
Notte
bianca: il presidio fino all'alba
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: il presidio fino all'alba Insegnanti, genitori e studenti assieme contro il decreto legge Gelmini FOLLINA. Notte bianca contro il decreto legge Gelmini. Maestre, genitori, ma anche ex alunni, studenti universitari e ricercatori si sono ritrovati alle medie di Follina venerdì sera per un presidio che è proseguito per fino all'alba.
Lezioni
in piazza, Bassi bacchetta i docenti
( da "Trentino"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: folkloristiche e forse sono anche stati strumentalizzati perché una riforma Gelmini sull'università ancora non c'è. Se vengono da me a contestare il maestro unico sbagliano indirizzo, ma se la loro protesta sarà civile li ascolterò. Lunedì sera ci dovrebbe essere la notte bianca a Sociologia, cosa ne pensa? Se ne sta occupando il preside Diani, è sua la competenza dell'edificio.
Domani
la maratona didattica ( da "Trentino"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: altra giornata di lavoro organizzativo per il Comitato No Gelmini in attesa delle giornate clou di domani e martedì. Domani a Sociologia ci sarà una "maratona didattica" con lezioni "parallele" organizzate dagli studenti e da un gruppo di professori. Si partirà alle 9.30 con la lezione su "Istruzione e neoliberismo" tenuta dai docenti Cobalti e Barone.
La
elementare di Montaner rischia la chiusura
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: I genitori pronti al sit-in contro la Gelmini, il Comune li appoggia SARMEDE. Protestano i genitori che mandano i figli alla elementare "Giovanna Faè" a Montaner, perché il decreto Gelmini potrebbe chiudere il plesso, frequentato da 46 alunni, quindi sotto la soglia dei 50 previsti dalle nuove direttive.
La
Marca del Pd sfila al Circo Massimo
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: università della riforma Gelmini, al lodo Alfano, "all'accentramento dei poteri del governo Berlusconi e alla sua incapacità di far fronte alla crisi economica in atto". Un Paese che sta diventando sempre più povero, dicono quelli del Pd, ha bisogno di scelte diverse da quelle messe in cantiere da Popolo della Libertà e Lega Nord.
La
Chiesa attacca le classi separate
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa attraverso il suo organo d'informazione, "La vita del popolo" che cita, al contrario le felici esperienze d'integrazione tra bimbi italiani e stranieri. Una mozione approvata dal Parlamento nei giorni scorsi propone classi separate per insegnare l'italiano agli alunni stranieri: ne sono nate proteste e polemiche.
Veltroni:
governo inadeguato, le tasse crescono
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: "Il decreto Gelmini va ritirato" "Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme. Il Paese è migliore di chi ora lo dirige" ANDREA PALOMBI ROMA. "L'Italia è migliore della destra che la governa". Walter Veltroni lo ripeterà come un refrain nel suo intervento-fiume di fronte alla marea che riempie il Circo Massimo.
La
folla inneggia a Obama e canta "Bella ciao"
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,
Da
Obama a "Bella ciao" ( da "Trentino"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,
Il
pd fa il pieno al circo massimo veltroni: "un'altra italia è
possibile" - giovanna casadio
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: che dà del "bugiardo" a Berlusconi, dell'"asina" alla Gelmini, dello "scissohands" a Tremonti ma non grida al regime - va via soddisfatto. Commenti: "Forse potevamo farla prima, però meno male che l'abbiamo fatta", tiene stretto lo striscione Mara Feletti da Sesto San Giovanni. Chi scherza: "Niente paura, San Walter ci protegge.
Il
caos calmo della rabbia riformista - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società.
Recita
anti gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Cronaca Il caso Recita anti Gelmini in quinta elementare copione ai carabinieri La denuncia di quattro consiglieri del Pdl a Bracciano, alle porte di Roma VITERBO - Bimbi di una quinta elementare costretti ad imparare a memoria una recita anti Gelmini. Lo denunciano quattro consiglieri del Popolo della libertà del Comune di Bracciano,
E
i fisici della sapienza scesero in trincea "così la ricerca fa crac"
- beppe sebaste ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: seguita da una discussione sul decreto Gelmini. "La cultura è una sola", dice Gianluca Trentadue, docente di Fisica teorica all'università di Parma, da molti anni collaboratore coi colleghi romani al Cern di Ginevra, alla realizzazione del nuovo grande acceleratore appena inaugurato alla presenza di tutti i ministri i cui governi partecipano alla ricerca,
Scioperi
e cortei, l'onda non si ferma - mario reggio
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Garlate e Valgreghentino a partire da domani simuleranno nelle scuole elementari l'applicazione della riforma Gelmini, organizzando le lezioni con il maestro unico. Si è svegliata anche Trieste. La mobilitazione è iniziata una settimana fa e ieri un migliaio tra studenti, insegnanti e studenti hanno partecipato al corteo contro la Gelmini che si è concluso davanti alla Prefettura.
Addio
alla scuola dell'ultima valle - paolo rumiz
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini l'attualità Mentre i provvedimenti del governo minacciano la chiusura delle elementari di montagna, siamo andati a vedere come vivono i bambini della classe dell'Aulo Magrini, nella friulana Val Pesarina Ecco la storia di una periferia d'Italia dove l'istruzione e la cultura sono sempre state il cemento della comunità Un istituto che chiude è come una campana che rintocca
Scuola
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: nazionale a Roma del 30 ottobre contro la riforma Gelmini. Partenza da Cecina, prezzo 22. Per informazioni e adesioni, chiamare Paolo Bertolini al numero: 347/3807495. CASALE Ecco la graduatoria contributo-affitti CASALE. Nei locali del palazzo civico di Casale è in pubblicazione la graduatoria definitiva di coloro che hanno fatto domanda, entro i termini previsti dal bando anno 2008,
In
500 per dire no alla riforma gelmini
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Cecina In 500 per dire no alla riforma Gelmini La pioggia non ferma il maxi-corteo di professori, alunni e genitori CECINA. "Stella stellina la scuola va in rovina" cantavano ieri i manifestanti contro il decreto Gelmini. In 500 hanno invaso le strade del centro per protestare contro i tagli alla scuola.
E
all'isis mattei lezione in piazza
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: faranno lezione in piazza in segno di protesta verso la riforma Gelmini". E saranno lezioni vere, con tanto di professori. "Ci sarà l'ex insegnante di scienze Luppicchini, ora in pensione, e il professore di storia Arrigoni. Durante la mattinata saranno distribuiti dei volantini in cui si spiegano le ragioni della nostra protesta".
I
comuni in consiglio ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini i comuni, con molta probabilità, saranno coinvolti direttamente nella gestione delle scuole". Insomma, fino a che non sarà fatta chiarezza (ed è per questo che le scuole attendono le norme applicative della legge) c'è la possibilità che il "tempo pieno" venga trasformato in "tempo scuola": ossia che le ore che gli alunni della primaria trascorreranno in aula nel pomeriggio
La
protesta dell'onda non si ferma a pinerolo lezioni in piazza anche oggi -
paisio e vercellino a pagina viii
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Pagina VII - Torino La scuola contro la Gelmini: c'è anche la Destra La protesta dell'Onda non si ferma A Pinerolo lezioni in piazza anche oggi paisio e vercellino a pagina viii SEGUE A PAGINA VIII.
Scuola,
una settimana di protesta a pinerolo oggi lezione in piazza - milena vercellino
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: piazza Autogestioni fino allo sciopero del 30 Il Pdl vuole fare controinformazione Ma i giovani della Destra: "Anche noi bocciamo la Gelmini" MILENA VERCELLINO Continua gonfiarsi la piena della protesta contro la riforma Gelmini: in attesa dello sciopero nazionale proclamato per il 30 ottobre, a Torino iniziative, presidi e assemblee fioccano un po' ovunque nella galassia scuola.
Pitigliano:
appello ai sindaci ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: attuazione della cosiddetta 'riforma Gelmini'. Il timore dei tagli, in zone vastissime, poco popolate, e, quindi, disagiate da sempre, a causa delle loro caratterstiche, è ovvio. In una lettera inviata a tutte le autorità competenti si sottolinea come "il territorio rischia un impoverimento grave e irrecuperabile per l'applicazione, se attuata,
Consiglio
comunale a manciano ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Consiglio comunale aperto dedicato alla riforma Gelmini nei prossimi giorni. La proposta del sindaco Rossano Galli è giunta al termine della seduta consiliare di giovedì 23 dopo che l'assessore alla pubblica istruzione, Daniele Pratesi, ha letto un documento da condividere con il consiglio e da inviare al ministro Gelmini.
Gelmini
bocciata anche da cl - franco vanni
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Pagina VI - Milano Giovedì Mercoledì Lunedì Gelmini bocciata anche da Cl Volantinaggio della lista in Statale: "No ai tagli" Annunciati nuovi cortei Assemblea a rischio dei giovani di An: "Protesta strumentalizzata" FRANCO VANNI Gli studenti di Comunione e liberazione scendono in campo contro i tagli all'università.
I
maestri: non siamo faziosi ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: accusati di faziosità e strumentalizzazione nei confronti dei bambini nel bailamme della contestazione del decreto Gelmini. Infatti, rifiutano "categoricamente le accuse perché nessuno si è mai permesso di propagandare in classe le proprie idee con i bambini. Chi rivolge accuse di questo tipo deve indicare nomi, circostanze e modalità in cui tali fatti sarebbero avvenuti.
Gli
studenti bloccano il traffico ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Un cordone di ragazzi avanza piano verso la strada, la manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così si decide in due minuti di andare (anche se per poco) a fermare le macchine fuori dalle Mura. DAVINI in Lucca III SEGUE A PAGINA 3.
Sit
in a porta s. pietro ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: la grande manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora tanta. Così viene deciso in due minuti di andare a fermare le macchine fuori dalle Mura: centinaia di studenti con le gambe incrociate e i megafoni accesi, gli stessi che hanno sfilato per le vie del centro, insieme a genitori, bambini e insegnanti.
Barga,
manifestazione martedì in teatro ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Umberto Sereni di organizzare un confronto sulla riforma Gelmini. Sarà l'occasione per discutere e approfondire come sarà la futura scuola italiana. L'appuntamento è alle 17,30. Ad oggi hanno già dato l'adesione alla manifestazione il senatore Andrea Marcucci in qualità di segretario della commissione scuola e cultura del Senato, la Provincia con gli assessori alla pubblica istruzione,
Forza
italia contro la sinistra chiusura assurda e strumentale
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: ordine che non trovano riscontro nel progetto di legge Gelmini. A questo punto anche noi abbiamo fatto votare il nostro ordine del giorno". Per Marcucci e Santini si tratta dell'ennesima "occasione persa da parte di una maggioranza che naviga a vista sui temi locali e opera con il paraocchi dell'ideologia sui temi di più grande respiro".
S.
maria del giudice/1 ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: un comportamento didatticamente deleterio" in occasione della protesta anti Gelmini: due genitori avevano riferito di frasi anti Berlusconi ascoltate a scuola. "Si tratta di un'affermazione ingiusta, molto grave e pesante. Si chiede, ai due genitori di chiarire l'accaduto; il dirigente si sarebbe aspettato di essere contattato.
Rosalba
e brunetta - enzo costa ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: con l'allarme per la controriforma Gelmini, esprimeva l'amarezza di chi vede il proprio difficile e importante mestiere ingiuriato da idee approssimative e false (su ore di lavoro, impegno, dedizione) della gente. Pregiudizi non nuovi, ma ora più forti e sfacciati perché per la prima volta fomentati da un governo.
A
roma sul pullman delle tute blu breda - dal nostro inviato
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Per urlare il proprio "no" alle politiche del governo, decreto Gelmini in testa. "Siamo tanti - annota con piacere Ivan Spinicci - ma tanti davvero. In questi ultimi giorni, Berlusconi ci ha messo indubbiamente del suo, soprattutto con quella minaccia di inviare la polizia nelle scuole". è l'ora di partire.
Prof
e studenti fanno fronte comune ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: obiettiva del decreto Gelmini. Inizia martedì invece l'autogestione dell'Istituto Agrario con un incontro che vedrà alternarsi posizioni politiche di destra e di sinistra in merito al decreto Gelmini. L'autogestione andrà avanti fino a giovedì con altri incontri. Al liceo classico-pedagogico, dopo quasi tre giorni di occupazione la protesta si è convertita in assemblea permanente.
Ora
in tutti gli istituti si mobilitano i docenti
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Professori insieme agli studenti contro i tagli previsti dal decreto Gelmini. Ci voleva forse l'entusiasmo e l'irruenza dei giovani per mobilitare anche il corpo decenti a prendere pubblicamente posizione riguardo al decreto. Negli ultimi giorni sono apparsi, infatti, alcuni documenti con cui molti docenti pistoiesi hanno voluto esporre il proprio dissenso nei confronti del decreto.
I
precari scrivono al ministro gelmini
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: scrivono al ministro Gelmini PISTOIA. Dopo un'asseblea alla media Anna Frank alla presenza di Cgil, Cisl e Snals, un gruppo di docenti precari della scuola pistoiese ha scritto una lettera al ministro alla Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. "Da anni stiamo ricoprendo posti di organico di diritto e di fatto in tutti gli ordini di scuola e svolgiamo il nostro lavoro con passione,
Tutti
a casa contro la riforma gelmini ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: riforma Gelmini La preside: "Una protesta concordata per evitare l'occupazione" S.MARCELLO. Anche l'Istituto superiore di S.Marcello ha aderito alla protesta contro la riforma Gelmini, attuando un'assenza di massa. Non si tratta di un vero e proprio sciopero, che avrebbe comportato manifestazioni in piazza, ma un rifiuto di dare seguito al normale svolgimento delle lezioni per causare,
La
protesta degli studenti e la democrazia che vive - nicola carella
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini, di Brunetta, di Tremonti non è casuale NICOLA CARELLA C'è qualcosa di nuovo che si muove da qualche settimana tra i corridoi, negli atri, nelle aule del Politecnico di Bari e dell'Ateneo. Qualcosa che io non ricordavo, e che forse nessuno dei miei coetanei ricorda di aver vissuto almeno nel recente passato: un'aria elettrica che va dalla protesta dei ragazzi del collegio
Studenti,
la protesta invade la città - francesca savino
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Impegnati sia i ragazzi che i professori per allargare il fronte contro i provvedimenti decisi dal ministro Gelmini FRANCESCA SAVINO L'onda della protesta universitaria si riversa nelle piazze di Bari. In quelle affacciate sul mare, dove ieri sera gli studenti e i ricercatori del coordinamento "stop 133" hanno portato fra i tavolini di Bari vecchia le ragioni del movimento.
Scuola,
attività sospesa in 50 istituti su 70
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: pensionati che vogliono manifestare contro il decreto della Gelmini. E le adesioni dal sindacato dei pensionati, sono tantissime. "I numeri sono destinati a crescere - ha detto Lena Gissi, segretario generale Cisl scuola - e questo è un dato molto rilevante perché la manifestazione è a Roma". Giovedì prossimo sciopereranno quasi tutte le scuole elementari di Bari e in molti istituti,
Lezione
in piazza è ancora protesta ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ma la lotta contro il decreto Gelmini e la previsione di tagliare/accorpare tutti gli istituti superiori della zona non finisce qui. L'Itc Niccolini e l'Isa infatti continueranno l'autogestione fino a mercoledì. E tutte le scuole produrranno documenti in vista della partecipazione al consiglio comunale aperto sulla scuola, in programma a inizio novembre.
Tutti
contro la chiusura del tabarrini ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Contro il decreto Gelmini si è svolta, a Serrazzano, la prima (e molto partecipata) assemblea indetta dal comitato cittadino costituito da enti locali, istituzioni, dal consiglio d'istituto e da tanti genitori e lavoratori della scuola che vogliono portare il loro contributo alla discussione e all'approfondimento.
Lettere
e interventi ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Fulvio Castellani SCUOLA Riforma Gelmini siamo con gli studenti Sinistra Democratica della Provincia di Prato è a fianco degli studenti, dei docenti, dei genitori e di tutti quelli che in queste settimane stanno manifestando democraticamente contro l'attacco sferrato alla scuola pubblica da parte della destra al Governo con la cosiddetta "Riforma Gelmini"
Dibattiti
sulla scuola e fiaccolata ( da "Tirreno, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: anche sul Montalbano arrivano le prime iniziative contro la riforma Gelmini: serate organizzate da partiti e serate apartitiche promosse dal comitato dei genitori di Seano, il cui obiettivo è quantomeno quello di cercare di far chiarezza. E i primi due appuntamenti sono proprio dei genitori. Martedì alle 21 al Tennis Club di Seano in via Bocca di Stella, si parlerà della riforma,
Volantinaggio
davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Iniziativa in vista del dibattito sulla Riforma Gelmini Volantinaggio davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta MONTEMURLO. Molti partecipanti e tanta preoccupazione alla serata organizzata dal Comitato Genitori, presso il Circolo "G. Verdi" in via Scarpettini. Un centinaio le presenze, tra cui molti insegnanti, per discutere e conoscere meglio i contenuti della riforma Gelmini.
Indiscreto
- marco preve ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini è riuscito laddove la sinistra ha sempre fallito? A Imperia la famiglia è entrata in crisi. Nel regno incontrastato di Claudio Scajola, i figli contestano i padri, nel senso di genitori che sono esponenti di primo piano del Pdl. Tra i più attivi nella contestazione ci sono, infatti, i ragazzi che frequentano il liceo scientifico Vieusseux con la sezione del classico De Amicis
La
nuova resistenza dell'ateneo genovese - margherita rubino
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Ma dentro lo sappiamo, la ministro Gelmini ha il governo, mezza Italia, un consenso fino al 60 % dalla sua. Né il governo né i suoi ministri né Mariastella dispiacciono alla maggioranza. Rovesciare questo stato di cose è impresa titanica. E la resistenza degli universitari genovesi e italiani potrebbe essere inutile.
Zoom
- maurizio barbato ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: ben oltre la Gelmini - è quella degli universitari che vengono in questi giorni nei licei a raccontare ai fratelli minori il loro domani di precari senza sbocchi. La rassegnazione - ben oltre il moralismo a venti lire - è quella dei diplomati che non vogliono un mestiere da operaio, perché non è più il lavoro che possa realizzare una persona.
La
pacifica invasione del popolo del no - valentina landucci
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: protestare contro i provvedimenti sulla scuola proposti dal Ministro Gelmini. Un popolo variegato lungo le strade del centro: dagli alunni delle elementari, accompagnati da maestre, genitori e qualche nonno, agli studenti delle scuole superiori. In tutto 1.500, forse 2.000 persone da tutta la Versilia per dire no al maestro unico, ai tagli al sistema scolastico ed universitario.
Festa
di democrazia Il futuro è adesso ( da "Unita, L'"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: "Gelmini mani di forbice" cita un film. "Un decretino al giorno leva la democrazia di torno", fa il verso a un proverbio. Dario Franceschini si fa strada e va a salutare Di Pietro, una ragazza si alza di scatto e chiama "mamma!, ci sei anche tu", D'Alema firma autografi, la banda degli ottoni entra suonando Bella Ciao.
I
prof nel corteo: Ci faranno sparire Come i panda
( da "Unita,
L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: impiegato comunale a Poggibonsi (Siena) ascolta e commenta: "Il gioco della Gelmini è quello di dividere il movimento studentesco. Ma il malcontento è dell'intera Italia. Non può ignorarci". La maestra Ada Negri di Roma è la più fotografata: orecchie d'asino e l'icona della Gelmini nelle vesti di "Beata Ignoranza" come trofeo in un mini-altare.
Studenti
corteggiati ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: incrociare la sua manifestazione con le tante proteste che si sono diffuse lungo la Penisola proprio contro il decreto Gelmini. Imbroccando il tema, il leader del Pd ha avuto l'occasione di incontrare da vicino un mondo vitale, quello dei giovani e degli studenti. L'ha detta bene Bossi ieri sera: "Non avendo più gli operai, adesso la sinistra fa girare il motore con gli studenti".
Roma.
noi al circo massimo, berlusconi al massimo al circo . porta la firma
( da "Tirreno,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria,
CAPITALI
( da "Corriere
della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: progetti inutili La scuola italiana costa troppo e il ministro Gelmini ne è consapevole. Una sola considerazione: perché non si incominciano ad eliminare quei progetti tipo: Pon, Por, Pas, Ifts, Ofis che ai non addetti ai lavori non dicono nulla, ma che fanno confluire nelle scuole fiumi di danaro che finiscono nelle tasche di pochi, con pochissima ricaduta formativa sugli alunni?
Maglia
rovescia scritte anti-Gelmini alla Family Run
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini alla Family Run VENEZIA – "Con questa riforma a scuola non si torna". Gli studenti del Franchetti hanno manifestato pacificamente con cori e cartelloni il loro dissenso nei confronti del progetto del ministero dell'Istruzione Mariastella Gelmini ieri mattina al Parco di San Giuliano, nel corso della Family Run della Venicemarathon.
Architettura
piace design in calo e il teatro fa flop
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: di ruolo previsto dalla riforma ante Gelmini: "Una grossa parte del nostro bilancio è stata spesa proprio per questo attraverso i concorsi - conclude Magnani -; in qualche altro caso abbiamo optato per la mobilità dei docenti (Architettura per esempio ha ceduto due professori a Design e Arti, ndr), ma contiamo entro il prossimo anno accademico di centrare gli obiettivi di legge"
L'alternativa
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9 categoria: BREVI L'alternativa Contro la riforma Gelmini gli studenti faranno lezione nelle piazze del centro Sit-in Un'altra settimana di passione tra proteste e mobilitazioni nelle facoltà.
Lezioni
all'aperto, corteo e funerale L'Ateneo non molla
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: contro la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e dal suo collega all'Economia Giulio Tremonti. Dentro il Bo Protagonisti, quasi a formare un insolito fronte comune, non solo gli studenti universitari, ma anche la maggior parte dei docenti, dei ricercatori e del personale tecnico-amministrativo dell'ateneo patavino.
La
scuola torna a essere un problema di tutti
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: riforma" Gelmini dilaga e diventa un tema forte di quest'autunno bollente. Non c'è talk-show che non ne abbia parlato e straparlato, suscitando roventi dibattiti. Era dal '77, o addirittura dall'esperienza di don Milani, che di scuola si parlava solo occasionalmente: all'inizio dell'anno, in occasione degli esami di maturità,
<Ateneo,
sono pronto al confronto pubblico>
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 5 categoria: REDAZIONALE Università L'esponente del governo: il testo della Gelmini può essere modificato. I privati? Il controllo della Corte dei Conti va bene "Ateneo, sono pronto al confronto pubblico" I blocchi e le proteste, il sottosegretario Giorgetti: Giacobazzi ha commesso un abuso "C'è un clima troppo barricadero.
E
i docenti si dividono sulle assemblee di facoltà
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: consigli di facoltà dove studenti e docenti potranno trovarsi insieme a discutere del decreto legge Gelmini. Unica condizione posta dal rettore, il rispetto della regolare attività didattica. A sgarrare solamente le facoltà di Scienze (che prosegue il rinvio delle lezioni fino venerdì) e quella di Scienze della formazione, che aveva già deliberato lo stop delle lezioni per martedì.
Il
piano Miraglia va in Consiglio, qualche protesta
( da "Corriere
del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: non voteremo un passaggio solamente formale" afferma Sebastiano Bonzio di Rifondazione. "Approvare il piano commenta invece per i verdi Beppe Caccia - significa dare la propria opposizione al programma di pesanti tagli che vengono dal decreto Gelmini". M.P.S. Novità Quattro accorpamenti e un nuovo istituto comprensivo.
Ecco
quelli che strumentalizzano i bambini
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Fanno agende di partito dove scrivono: "Fuori la Gelmini dalle nostre scuole perchè le scuole sono nostre e vogliamo essere noi a cambiarle". Fanno staffette di senatori per aizzare gli studenti, dichiarano come Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili: "Un Paese in cui studiare è il privilegio di un'élite è un Paese più ingiusto".
Il
figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 257 del 2008-10-26 pagina 6 Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle private. Come papà di Paolo Bracalini L'ex ministro dell'Istruzione Fioroni ha il pargolo iscritto all'esclusivo Cardinal Aragonesi: "Avevo il terrore dei prof rossi" L'ex ministro Beppe Fioroni non si può davvero accusare di incoerenza.
Festival
dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio di Redazione Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.
<Guardi
queste foto e pensi alla pagliuzza e alla trave>
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: e per voi intendiamo il variegato schieramento che protesta contro il decreto Gelmini - a portare i bambini in corteo. E con quali cartelli, con quali slogan. Ha un solo difetto, senatore Rutelli, questa pagina: non dispone dell'audio. Altrimenti avremmo sentito che cosa vien fatto urlare a questi piccoli. Ma l'abbiamo ascoltato l'altra sera, ad AnnoZero, e può bastare.
Prof
critica le occupazioni, l'ex collega gli sputa addosso
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: per aver denunciato le bugie sul decreto Gelmini Una striscia di bava sulla giacca: è questo il premio che si è guadagnato un professore di Ravenna per aver difeso la riforma della scuola. Stefano Tramonti, docente di latino e greco al liceo classico "Alighieri", è stato bersagliato di sputi dopo aver denunciato "la propaganda e la disinformazione demagogica" sul decreto Gelmini.
<Olga>,
qui abitano gli antagonisti ( da "Giornale.it, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini: è uno studente fuori corso di Scienze politiche, il greco Ioannis Fourkas. Oltre ad aver accumulato denunce di vario tipo, Fourkas è sceso in piazza il 23 giugno insieme ai barricaderi del centro sociale Gramigna in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell'
Faccia
a faccia con la ribelle ( da "Giornale.it, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: La Gelmini vieta a quelle come me di fare l'università: sei figlia di operai, non te la puoi permettere, vai a lavorare stronza!!". Padre metalmeccanico, madre casalinga. Eleonora il venerdì e il sabato fa la cameriera nei pub, qualche volta la baby sitter e se capita distribuisce volantini.
PROFESSIONISTI
DELLA PROTESTA A TORINO ( da "Giornale.it, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: di vigore alla protesta contro la riforma Gelmini che rischiava di naufragare. E poco importa se questi leader siano o meno universitari e frequentino i corsi. A Palazzo Nuovo il collettivo autonomo degli studenti, l'ala dura che fa capo a centro sociale Askatasuna, sta vivendo un periodo di profonda crisi esistenziale.
Veltroni:
l'Italia è migliore della destra che la governa
( da "Rai
News 24" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Veltroni ha rilanciato la proposta di bloccare il decreto Gelmini sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino Silvio Berlusconi scaglia critica la manifestazione del Pd e aggiunge: "Non ci sara' nessun cambiamento nell'azione del governo perche' questa e' una manifestazione per uso interno alla sinistra.
Il
caos calmo della rabbia riformista
( da "Repubblica.it"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: interrogata sul disagio nelle scuole causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma, esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto più delicato che vi sia in una qualsiasi società.
Boom
dei laureati precoci, il business delle Università
( da "Corriere.it"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
argine eretto
dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la
"Kore" di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse
che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall'anno
accademico 2006-
Quest'anno,
per la prima volta nella mia carriera di insegnante, lavoro in una scuola
serale. Anche ( da "Stampa, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il discusso decreto Gelmini si limiterà quindi a mettere in atto quanto previsto dalla normativa in vigore. Se la scuola italiana è in condizioni precarie è anche perché, da quando è diventata "scuola di massa", non è stata sorretta da finanziamenti adeguati. Il personale è stato lasciato allo sbando: la formazione culturale in servizio è stata considerata un optional,
La
notte della scuola ( da "Stampa, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: gli studenti del Giordano Bruno, autori della prima notte bianca anti-Gelmini in un liceo torinese. Notte bianca, si dice nel 2008, non occupazione. Concordata con la scuola, non "contro". Con il numero di cellulare della preside, per ogni evenienza, e la vice preside che chiama ogni tanto "per sentire come va".
"Iscrivete
i bimbi nei plessi a rischio"
( da "Stampa,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Il dibattito sugli scenari tracciati dal decreto Gelmini e dintorni tiene sempre più banco e la mobilitazione cresce. Assemblee un po' ovunque a fare da prologo a scioperi e cortei annunciati per i prossimi giorni anche nell'Astigiano. A dare un quadro della situazione l'incontro convocato dalla consigliera regionale Angela Motta venerdì sera in Provincia.
Manifestazione
in piazza Del Monte ( da "Stampa, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: NO GELMINI" Manifestazione in piazza Del Monte E' cominciata ieri pomeriggio per proseguire sino a sera, in piazza Del Monte, la manifestazione organizzata dall'"Assemblea no Gelmini" contro la riforma scolastica. Restando in tema, a Mongrando è stata annullato un incontro pubblico nei locali della scuola media "Boggiani" perchè,
Sfilano
in 800 per difendere ( da "Stampa, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Tutti a dire no alla riforma Gelmini con fischietti, slogan e striscioni: "La verità sul futuro della scuola? Leggere il Piano programmatico" riportava uno dei più grandi. Il corteo è partito dell'ex Bertello, poi via Garibaldi fino alla Media Grandis in piazza Don Viale per il comizio finale.
Genitori
e docenti contro la riforma del ministro Gelmini
( da "Stampa,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: SCUOLA CHIESA AMBIENTE Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini Oggi a Villadossola festa con il vescovo "Sbattezzi" a Domo Ato senza guida "Un commissario per i rifiuti" Servizi Balducci e Cobianchi Filippo Rubertà.
Notte
bianca nelle classi contro la riforma Gelmini
( da "Stampa,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: GENITORI E INSEGNANTI RIUNITI IN ASSEMBLEA Notte bianca nelle classi contro la riforma Gelmini Banchetti in piazza, pro e contro la riforma Gelmini. A pochi passi l'uno dall'altro Azione giovani, Giovani padani e Rifondazione comunista hanno sostenuto la propria posizione, ieri a Verbania, sui cambiamenti previsti nel mondo della scuola.
"Noi
in trincea per i nostri figli"
( da "Stampa,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Sul decreto Gelmini da registrare gli interventi delle due parlamentari borgomaneresi, Maria Piera Pastore, Lega, e Franca Biondelli, Partito Democratico. "La riduzione del personale scolastico, da effettuare mediante riduzione del turnover, non certo con licenziamento del personale di ruolo, è conseguenza delle due Finanziarie del Governo Prodi -
Scuola,
nei cortei "rischio infiltrazioni Br"
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini: il greco Ioannis Fourkas, studente fuori corso di Scienze politiche. Anche lui ha collezionato denunce di vario tipo in occasione di manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma l'episodio che getta sul leader studentesco la luce più inquietante risale al 23 giugno dello scorso anno quando a Padova scese in piazza,
Festival
dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: 26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio di Emanuela Fontana Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi. I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.
Protesta
<no Gelmini>, in piazza gli studenti delle superiori
( da "Corriere.it"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Contro la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei. Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli.
Non
si placa l'onda anti-Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di Roma
( da "Quotidiano.net"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di Roma Si preannuncia un'altra settimana calda sul fronte delle contestazioni. E anche di domenica varie iniziative in molti istituti e in giro per Roma Roma, 26 ottobre 2008 - Non si placa, neppure di domenica, l'onda di protesta di studenti e universitari contro la riforma Gelmini.
Tutti
i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,
Telecamere
e taccuini puntati su Civiglio e Garzola
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Ponte Chiasso,
Ponte
Chiasso, 250 firme per la palestra
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola.
<Puntate
sui titoli italiani> Morandini vara il dizionario
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,
Da
Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,
Braccio
di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso,
Tra
gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: approvare della riforma Gelmini "le classi a parte per gli stranieri, non per una questione di razzismo, ma perché sono utili". Ma la "classe ponte" è una mozione della Lega. A proposito, chi è la Gelmini' "Un ministro ", "dell'Istruzione", risponde l'amico, Matteo, autore di una teoria personalissima: "Ho occupato perché i docenti non devono essere licenziati per fare le aule computer,
Domani
tutti i liceali torneranno sui banchi
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: arrivo di Mariastella Gelmini all'inaugurazione della Mostra Mercato dell'Artigianato, ma il ministro dell'Istruzione aveva dato forfait venerdì. A.Bam. Nella foto: Il gruppo di studenti che ha inscenato un sit-in di protesta nel parcheggio del centro espositivo Lariofiere (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "
Un
organismo di confronto a livello locale
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: al decreto Gelmini. "Tra le misure del governo continua Larghi è previsto che in alcuni piccoli comuni le scuole materne possano accogliere bambini anche di due anni e mezzo, ed è una misura sulla quale abbiamo evidenziato una certa attenzione. Tutti però hanno concordato sulla necessità di un tavolo, un organismo che riunisca gli attori locali che gravitano sul mondo scolastico"
Giocattoli
erotici, sempre più comasche dicono sì
( da "Corriere
Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola
Bankitalia:
sistema scuola è inadeguato ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: piazze ancora invase dai cortei degli studenti che protestano contro la riforma del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, la "sgrammaticata avvocatessa bresciana" secondo i Cobas, sulla scuola piomba il monito di Bankitalia: "Bisogna cambiare, il nostro sistema scolastico è inadeguato" dice via Nazionale sottolineando che la "priorità" è quella di "incentivare gli insegnanti".
Università,
la lezione si fa al Bastione ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto Gelmini" e annuncia incontri con gli studenti per la prossima settimana. PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI Prosegue, intanto, l'occupazione a Scienze politiche e Psicologia dove sono stati formati gruppi di lavoro su comunicazione (rapporti con la stampa, con altri centri di mobilitazione al di fuori dell'ateneo cagliaritano,
Sfida
dei ragazzi, manifestazioni anche la domenica
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: riforma Gelmini, in giro per le vie del centro. E per non perdere credibilità è già pronta una nuova idea: "faremo manifestazioni anche di domenica per smentire chi ci accusa di scendere in piazza soltanto per disertare le lezioni". Non ha paura di esporsi Roberto Piras, 17 anni, iscritto allo scientifico quartese: "Abbiamo imparato come organizzare una protesta nel modo giusto -
In
piazza la protesta degli studenti
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini In piazza la protesta degli studenti Olbia. Un migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini --> Gli Studenti delle scuole superiori sono scesi ieri mattina in piazza contro il decreto Gelmini. Il corteo si è mosso dai vari istituti cittadini (in prima linea il Tecnico Deffenu e il Classico Gramsci) verso piazza Crispi e poi ha attraversato il centro della città
Riforma
Gelmini: aule occupate ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Agitazione anche ad Ales Riforma Gelmini: aule occupate Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano. Agitazione anche ad Ales --> Gli striscioni all'ingresso delle scuole parlano chiaro: occupazione. Il vento della protesta studentesca inizia a soffiare forte anche in città e in provincia.
La
manifestazione studentesca contro la riforma
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
secco no alla
legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è
partito poco dopo le
>
Fronde contre la réforme de l'école de Berlusconi
( da "Figaro,
Le" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la gauche.
Il
premier sul corteo del Pd: <Walter ha perso, si rassegni, governeremo per 5
anni. Attento a Di Pietro, è un uomo malvagio>
( da "Corriere.it"
del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract: Gelmini, Berlusconi ha risposto: "Andiamo avanti a governare e a fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o qualcun altro nell'opposizione". "Hanno usato strumentalmente la scuola - ha aggiunto il premier - pensate all'università, non abbiamo ancora fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con una strumentalizzazione
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
PIERO FASSINO Sarà
enorme la moltitudine di donne e di uomini che sfilerà domani per le vie di
Roma. Una manifestazione di popolo, di lotta, ma serena e responsabile. E ci si
renderà così conto di quanto sciocco sia stato rappresentare questa manifestazione
e la "piazza" come un evento quasi eversivo. Nell'agorà ? la piazza
ateniese ? è nata la democrazia. Ogni lotta di emancipazione di popoli e
nazioni si è affermata rivendicando la visibilità delle proprie ragioni. E la
possibilità di manifestare le proprie opinioni, chiamando a raccolta i
cittadini, è da più di centocinquant'anni la modalità con cui tutti i soggetti
collettivi ? partiti, sindacati, associazioni e movimenti ? esercitano la
propria funzione democratica. I giornali di tutto il mondo hanno aperto tre
giorni fa le prime pagine con l'immagine di una gigantesca manifestazione
elettorale di Barack Obama. E proprio a nessuno è venuto in mente di pensare
che la democrazia americana fosse in pericolo. Certo, non basta una
manifestazione, per quanto grande, a cambiare l'esito delle elezioni. Domenica
mattina Berlusconi continuerà a essere presidente del consiglio e noi
l'opposizione. D'altra parte non esiste alcun paese nel quale, sei mesi dopo le
elezioni, chi le ha vinte sia già in crisi e chi le ha perse sia pronto a
sostituire i vincenti. La costruzione di un'alternativa di governo non è
l'evento miracoloso di un istante, ma un processo che richiede tempo e fatica.
Ma proprio per questo, grandi momenti come la manifestazione di domani assumono
un valore simbolico e una funzione mediatica essenziale in una moderna
democrazia, dando visibilità all'opposizione e alle sue proposte. Sì perché i
tanti che affluiranno al Circo Massimo saranno lì non solo per rendere chiare
le ragioni dei nostri no alle politiche della destra, ma anche per dire quali
sono i nostri "sì" e i nostri "come". Non abbiamo, infatti,
mai pensato e praticato l'opposizione come puro contrasto o diniego o rifiuto,
come strumentalmente si vuol far credere. Ed è chiara e forte in noi la consapevolezza
che la credibilità dell'opposizione è data dall'essere capace di avanzare
proposte più efficaci e più convincenti di quelle del governo. Ed è quel che
abbiamo fatto e stiamo facendo in questi mesi. Diciamo no alla Finanziaria di
Tremonti non per pregiudizio, ma perché la consideriamo inadeguata e avanziamo
noi proposte per evitare la crescita zero, per tutelare i redditi delle
famiglie italiane e il lavoro dei giovani. Quando ? insieme a tantissimi
studenti, docenti e genitori ? diciamo no alla Gelmini, è perché vediamo il rischio di
un abbassamento dell'offerta formativa ed educativa per i ragazzi italiani e
per questo reclamiamo un confronto finalmente vero per decidere quali siano le
misure più necessarie per una scuola migliore e di più alta qualità.
Quando denunciamo lo svuotamento del parlamento e delle istituzioni
democratiche da parte di Berlusconi, ci muove la convinzione che non è un
decisionismo propagandistico e di facciata la strada giusta per fare riforme le
quali, per essere davvero radicali e incisive, devono invece scaturire da un
confronto e da una condivisione che sollecitino tutti ad assumere
responsabilità. Insomma: siamo ben consapevoli che una grande forza riformista,
che rappresenta un terzo degli italiani e che ha ambizioni di governo, ha il
dovere di prospettare al paese un progetto e proposte all'altezza delle sfide e
delle aspettative dei cittadini. Perché questo ci chiedono gli italiani e
questo vogliono i nostri elettori. E noi sappiamo che il Partito democratico ce
la può fare perché la tanta gente che domani sarà a Roma è un giacimento di
conoscenza, di sapere, di competenza, di professionalità pronto a mettersi, con
generosità e passione, al servizio dell'Italia.
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Le forze
dell'ordine, di sponda con Maroni, dietro la retromarcia Così il Viminale ha
fermato la carica di Berlusconi g.d.v. Non poteva fare altro. Non poteva che
smentire per l'ennesima volta se stesso, prendendosela per l'ennesima volta con
la stampa che distorce i suoi pensieri e le sue parole. Stavolta i giornalisti
sono la foglia di fico dietro la quale Berlusconi ha nascosto la gaffe sull'uso
della polizia contro le occupazioni. Una retromarcia che però ha un preciso
significato politico: nessuno ha avuto voglia di coprire la castroneria detta
dal premier, An e la Lega l'hanno mollato, i vertici della polizia hanno fatto
sapere che così fa più danni che altro. L'autosmentita è venuta da Pechino,
dove il premier si trova per il vertice Asem, Europa-Asia. "Non ho mai
detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece ?
ha sostenuto il premier ? che chi vuole è liberissimo di manifestare e
protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea a rinunciare al suo
diritto essenziale". Prendendosela ovviamente con i mezzi di informazione,
rei di aver celebrato un nuovo "divorzio tra comunicazione e realtà".
"Quando leggo i giornali non riesco a riconoscermi negli eventi di cui
sono stato spesso protagonista. Questo purtroppo è sempre accaduto e continua
ad accadere". L'ennesima inversione a U non è però un modo raffazzonato
per mettere una toppa all'ennesima gaffe della sua storia di governante. Si
tratta invece dell'escamotage trovato dal premier per uscire dall'angolo in cui
s'era cacciato da solo per difendere una delle sue
protegée, il ministro Gelmini. Infatti le sue parole hanno provocato più di un imbarazzo sia
nelle forze dell'ordine che nella sua stessa maggioranza. I vertici della
polizia hanno subito fatto pressioni al ministro Maroni affinché
ridimensionasse le dichiarazioni di Berlusconi. "Il premier avrebbe
dovuto essere più cauto ? dice Massimo Montebove, portavoce del sindacato di
polizia Sap ?, poteva risparmiarsi parole così rigorose. L'ordine pubblico è
una cosa molto delicata, anche delle semplici dichiarazioni possono infiammare
gli animi". I poliziotti non capiscono che bisogno c'era di essere così
duri. "Attualmente non c'è nessuna emergenza- studenti, non c'è nessuno
che attacca le scuole. E anche in quel caso converrebbe attivare subito la
celere più che fare conferenze stampa", sottolinea Montebove. Senza dimenticare
che non spetta al governo mandare la polizia nelle scuole. "Dentro gli
atenei ci sono i rettori e nelle scuole i presidi ? chiarisce Pierpaolo Frega,
sindacalista del Silp-Cgil ?, sono loro che devono attivarci". Quindi
l'uscita di Berlusconi può solo fare danni, dando fiato a tutto un mondo che da
tempo è insolitamente tranquillo. "Il rischio è quello di aizzare un cane
che adesso sta dormendo ? avverte Montebove ? e cioè quel mondo
dell'antagonismo che gravita attorno ai centri sociali. Molto meglio s'è
comportato il ministro Maroni, che ha compreso i rischi e ha contribuito a
ridimensionare le parole del premier". E infatti la mano del leghista s'è
vista mercoledì sera, quando con il supporto determinante di Fini e i
colonnelli di An ha convinto Berlusconi a non proseguire sulla linea dello
scontro e anzi gli ha consigliato di inviare messaggi più dialoganti a studenti
e rettori. Mano che s'è vista poi anche ieri, quando il Viminale ha emesso una
nota abbastanza "conciliante": "Si auspica una chiarezza di
posizioni di presidi e rettori per tutto ciò che ricade all'interno delle
scuole e degli atenei, per permettere la continuità didattica e per rafforzare
la prevenzione di possibili atti violenti. Ci si augura, altresì, che la
disponibilità manifestata dal ministro Gelmini ad
aprire uno spazio di confronto fondato sulla realtà dei fatti trovi
corrispondenza in chi ha animato la protesta, e contribuisca a rendere il
confronto più sereno". Un ramoscello d'ulivo invece del bastone
berlusconiano.
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
LA GIORNATA
OCCUPAZIONI E CORTEI OVUNQUE. GELMINI VEDRÀ STUDENTI E DOCENTI
In tutta Italia monta l'onda. Ed è paci ca (fab bag) A Roma, dove sono partiti
dalla Sapienza per approdare in senato, scandivano: "Siamo l'esercito del
surf, questa è l'onda che vi travolge". E in tutta Italia l'onda della
protesta non fa che montare. Da Milano all'Aquila, da Palermo a Torino,
da Genova a Macerata nelle forme più diverse, alcune originali, altre più
paludate. E nella sostanza pacifiche e tutt'altro che scomposte. A Roma, dove
alla contestazione contro Gelmini si è sommata anche
quella dei centri sociali sgomberati da Alemanno, gli studenti hanno imposto ai
giovani dei centri di togliersi i caschi che avevano indossato per fronteggiare
l'imponente schieramento di forze dell'ordine che impediva loro di arrivare
davanti al palazzo Madama. Nessun tentativo di sfondamento del cordone di
polizia, tensione minima e alla fine, dopo una trattativa sul percorso, il
grosso corteo confluisce in piazza Navona dove raggiunge i docenti e i
ricercatori. All'altezza della stazione Termini, il serpentone di ragazzi era
stato applaudito dalla gente sui balconi e alle finestre. Striscioni vari (
"Polizia, li difendiamo noi i diritti dei vostri figli") ma, fra gli
slogan, anche insulti a Berlusconi e Alemanno. A Milano protesta da ieri pure
la Bicocca. In mattinata alla Statale, a scienze politiche, microblocco di un
ora all'ingresso in facoltà con i contestatori a distribuire brioches e
volantini ai colleghi, ma chi voleva poteva entrare. Nel pomeriggio mini blitz
nel consiglio di facoltà riunito per chiedere lo stop della didattica e la
convocazione degli stati generali dell'Università per il 29 ottobre. Dopo aver
letto la richiesta gli studenti sono usciti senza creare problemi. E per oggi
gli universitari milanesi, in accordo con i docenti, hanno deciso di tenere
lezioni all'aperto in piazza del Duomo. Ma lezioni all'aperto sono state tenute
ieri a Palermo e a Bari, dove molti istituti superiori e facoltà sono occupati.
E a Trieste, gli studenti delle medie superiori, insieme ad alcuni insegnanti,
hanno portato in piazza i propri libri di testo erigendo un muro simbolico. A
Bergamo Forza Nuova in piazza con gli studenti di sinistra. A Napoli, dove si
sono mobilitati 60 istituti superiori (nella regione sono il doppio), il
Secondo Ateneo ? presidi di facoltà, studenti e il rettore ? ha deciso che nei
prossimi giorni farà lezioni in strada nei luoghi della camorra dei casalesi.
L'onda dunque cresce, senza particolari tensioni e prevaricazioni, mentre
Berlusconi dalla Cina fa marcia indietro e Gelmini al
senato apre al dialogo, annunciando che vedrà i rappresentanti degli studenti,
dei docenti, dei rettori "purché si discuta sui fatti e non sulle
falsificazioni della realtà". Il ministro dell'istruzione insiste, parla
di "campagna terroristica ": "Fuori dal senato si è scatenata
una campagna terroristica che ha diffuso false informazioni tra le famiglie.
Alla realtà del decreto di è sovrapposto un decreto virtuale,
falsificato". Ma, parlando, scivola su un accento. Citando il libro bianco
sulla formazione scritto "sotto l'egida del governo Prodi", dice
"egida " con l'accento sulla i anziché sulla e (e cioé egìda).
L'opposizione può così sfoggiare una certa dose di ironia.
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
MARIANNA MADIA
Novembre 2007: la Finanziaria in senato. Passa un emendamento a firma del
senatore Giuseppe Valditara di Alleanza nazionale. Valditara, oltre che
responsabile università del suo partito, è un professore ordinario di diritto
romano e conosce ? a differenza di molti suoi colleghi ? le realtà del mondo
accademico a partire dalle difficoltà dei giovani ricercatori. Valditara riesce
ad ottenere nella legge l'innalzamento della borsa di dottorato di ricerca,
ferma a circa 800 euro ? varia leggermente da ateneo ad ateneo ? dalla fine
degli anni Novanta, quando l'allora governo dell'Ulivo la innalzò dai livelli
stabiliti nel 1980. Quaranta milioni vengono stanziati per il 2008. I
dottorandi sono felici. Questi giovani sono il livello più alto della
formazione universitaria. L'idea della borsa, al pari di molti altri paesi
europei, viene dal ritenere che debbano godere di una sufficiente autonomia
economica per potere svolgere la loro formazione e le loro ricerche. Sono i
ricercatori del futuro. I dottorandi dovrebbero costituire l'eccellenza del
settore scientifico italiano e ricoprire ruoli importanti, nei prossimi anni,
nei laboratori, negli ospedali, nelle aule universitarie. Il governo Prodi e
l'allora ministro Mussi si comportano con correttezza. Mantengono l'emendamento
Valditara anche alla camera e nel voto di fiducia, pur avendo gli strumenti per
spazzarlo via. A dicembre l'emendamento è legge. Dal primo gennaio 2008 i
dottorandi aspettano gli aumenti. Si tratta di una media di 200 euro al mese.
Non molto rispetto ai nostri partner europei che valutano il dottorato molto di
più anche nel mondo del lavoro, ma almeno più dignitoso di prima. Finisce
bruscamente la XV legislatura. Nelle settimane e i mesi dell'interregno, con la
consueta stasi decisionale che si produce nelle transizioni di governo, gli
aumenti non si vedono. Probabilmente sono sepolti in qualche carta del
ministero. I dottorandi protestano, ma aspettano il nuovo ministro. A un mese dall'insediamento di Mariastella Gelmini, in accordo con le associazioni
dei dottorandi, presento un'interrogazione al neo-ministro: che si farà con le
borse di dottorato? Dove sono gli aumenti? Cosa pensa di fare dei cosiddetti
"senza borsa" ? dottorati a titolo gratuito ? che Mussi voleva
abrogare? Gelmini mi risponde ? come scrisse
all'epoca il Giornale ? con una velocità da blitzkrieg. A tre giorni dal
deposito dell'interrogazione, il sottosegretario Pizza sfonda il fronte delle
polemiche e, in commissione cultura, mi assicura che gli aumenti sono questione
di giorni. Il ministro ha firmato il decreto, stanziato i soldi e "grazie
tante per aver chiesto". Passa l'estate, ma degli aumenti, in gran parte
delle università italiane, non si vede traccia. I 1000 euro al mese spuntano a
macchia di leopardo in pochi atenei. Alcuni non distribuiscono gli
"arretrati" dovuti da gennaio 2008, altri promettono che stanzieranno
i soldi presto, altri ancora continuano a pagare 800 euro al mese. Cosa
succede? Le associazioni svelano presto l'arcano. Gelmini
si è "dimenticata" che le borse di dottorato per metà sono pagate dal
ministero e per metà dai bilanci degli stessi atenei, che ricevono
trasferimenti dallo stato. Con la famigerata legge 133, oggi al centro di
larghe e spontanee proteste della comunità universitaria, il governo ha operato
tagli feroci e immediati a questi trasferimenti che sono noti come fondo di
Finanziamento ordinario delle università. In pratica Gelmini
ha messo soltanto la "sua" parte, mettendo tantissime università nei
guai alle prese con un aumento deciso dalla legge che non riescono a coprire. È
questo uno dei tanti deleteri effetti delle politiche del governo per
l'istruzione, per le quali ? niente affatto intimoriti dalle minacce di
sgombero violento del premier ? gli studenti stanno occupando facoltà e
istituti. Quella dei dottorandi è una battaglia non piccola, in cui il Pd è
impegnato in prima linea. Si tratta del futuro della ricerca, che parte ? come
noto ? dall'assicurare ai ricercatori condizioni di vita dignitose. Altrimenti
la fuga dei cervelli diventerà una gravissima emorragia di intelligenze e
talenti da cui il paese non si riprenderà più.
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
GIAMPAOLO D'ANDREA
Le cronache giornalistiche di ieri ci hanno descritto un Roberto Maroni
giustamente irritato e imbarazzato di fronte ai dispacci di agenzia. Quei lanci
davano conto delle donchisciottesche esternazioni del presidente del consiglio
sulle manifestazioni di protesta che si stanno svolgendo in tutta Italia contro
i tagli alle già modeste risorse finanziarie destinate a scuola e università, e
contro la miscela di aziendalismo e passatismo che caratterizza gli interventi messi a punto dal ministro Gelmini, che solo la fantasia di qualche
editorialista o la spregiudicatezza di qualche intellettuale possono spingersi
a classificare come "riforme innovative". Non possiamo fare a meno di
esprimere apprezzamento per la difesa che il ministro degli interni fa delle
sue prerogative istituzionali in materia di ordine e sicurezza pubblica,
ma non possiamo fare a meno di mantenere alta la guardia. Non è in causa
infatti soltanto la pur fondamentale questione dell'opportunità e dei limiti
dell'intervento delle forze di polizia nelle scuole e nelle università. In
proposito ieri persino il Berlusconi "cinese", dopo la consueta
batteria di smentite e precisazioni, ha dovuto prendere le distanze dal
Berlusconi "domestico". E in ogni caso ci tranquillizza abbastanza la
prontezza con la quale, sempre secondo le medesime ricostruzioni
giornalistiche, peraltro non smentite, il capo della polizia pare si sia
affrettato a far notare che non sarebbe possibile intervenire, se non dopo
attenta e prudente valutazione e comunque solo su richiesta di presidi e
rettori; ma anche la lodevole pari sollecitudine con la quale questi ultimi
hanno escluso che ne ricorrano le condizioni, rivendicando comunque le loro
prerogative a tutela dell'autonomia delle istituzioni accademiche e
scolastiche, anche sulla base di una consuetudine che affonda in una tradizione
secolare. Per fortuna! Ci preoccupa di più al momento il fatto di trovarci di
fronte a un'ennesima tracimazione istituzionale da parte del presidente del
consiglio, che continua a rapportarsi ai singoli ministri, già espropriati
della titolarità effettiva della gestione delle risorse afferenti alle
amministrazioni di cui sono formalmente responsabili, come se fossero invece
solo gestori di rami di attività per sua delega. D'altra parte solo così
possono trovare una spiegazione il tono e la terminologia adoperata con
riferimento al ministro degli interni nel corso della conferenza stampa di
mercoledì, per la verità, anche per molti altri aspetti, sgradevole nei toni e
infelice nelle argomentazioni. "Convocherò il ministro degli interni e gli
darò istruzioni dettagliate?". Siamo già oltre anche il "premierato
forte", qui ormai siamo al "premierato assoluto". Qualcuno
farebbe bene a rammentargli che, nell'ordinamento della repubblica italiana,
come si legge nei manuali di diritto costituzionale, il presidente del
consiglio è un primus inter pares, i singoli ministri, dal giuramento, sono
responsabili della gestione delle strutture di governo loro affidate e
dell'attuazione delle relative politiche, nonché delle ulteriori competenze
loro affidate per delega del presidente del consiglio. Allo stesso sono
riconosciute, oltre che le competenze relative alla struttura della presidenza
del consiglio, solo funzioni di impulso, di coordinamento, tese ad assicurare
l'unità operativa del governo, sulla base di indirizzi definiti collegialmente
dal consiglio dei ministri e rigorosamente nell'ambito della legislazione
vigente. Per quel che riguarda la tutela dell'ordine pubblico siamo di fronte
poi a una legislazione speciale che precisa dettagliatamente prerogative e
competenze, affidandone la responsabilità generale al ministro degli interni, autorità
nazionale di pubblica sicurezza, assistito dal comitato nazionale per l'ordine
e la sicurezza pubblica. Se anche altri ministri difendessero di più le loro
prerogative istituzionali, esclusive e non surrogabili, e ? cosa che non
guasterebbe ? i presidenti delle camere quelle del parlamento anche contro le
prevaricazioni dell'esecutivo, se i parlamentari della maggioranza fossero più
attivamente impegnati nella formazione delle leggi e nell'azione di indirizzo e
di controllo, anche l'opposizione parlamentare verrebbe posta nella condizione
di poter svolgere il suo compito confrontandosi nel merito e contrapponendo
proposta a proposta. Ma fintanto che prevarrà un'interpretazione dei lavori
parlamentari come un inutile intralcio che "disturba il manovratore",
quella del dissenso democraticamente espresso come l'iniziativa di quanti
"remano contro" a prescindere, la non condivisione delle scelte del
governo addirittura come "manifestazioni di antitalianità" ? come ci
siamo sentiti ripetere da ultimo in occasione della fasidiosa querelle aperta
con la Commissione europea per gli impegni di Kyoto ? non sarà possibile
evitare di levare la nostra voce anche attraverso la piazza, pur sapendo che
non basta. Proveremo così anche a richiamare l'attenzione sulle nostre
proposte, quelle che non riusciamo a portare all'esame del parlamento, che non
riusciamo a illustrare all'opinione pubblica perché è pressoché impossibile
scavalcare il muro della sperequatissima distribuzione degli spazi informativi
denunciata nei giorni scorsi anche dall'Authority per le comunicazioni. Il
cammino verso una democrazia normale è evidentemente ancora lungo e faticoso,ma
noi non possiamo e non dobbiamo desistere o tirarci indietro.
( da "EUROPA ON-LINE" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Alla vigilia del 25
ottobre del Pd, monta la mobilitazione giovanile in tutta Italia La polizia lo tiene
fermo, gli studenti lo fanno nero Berlusconi costretto dal Viminale a
ritrattare (intanto ha riempito le piazze) "Non ho mai detto di voler
usare la polizia nelle scuole e nell'università, è la solita mistificazione
della stampa italiana ". Ci risiamo. Ancora una volta Berlusconi se la
prende con i giornalisti e gioca a fare l'incompreso. Stavolta però non si
tratta del modo più semplice per riparare a una gaffe, come spesso è avvenuto
in passato. Stavolta il premier ha usato la stampa come foglia di fico per
uscire dall'angolo in cui s'era cacciato. Dopo le dichiarazioni di due giorni
fa, i vertici della polizia hanno fatto pressioni nei confronti del ministro
dell'interno Maroni e di quelli di An per far ritrattare il premier. Il perché
non è secondario: con parole così dure si corre il rischio di rinfocolare
un'area dormiente ma pericolosa come quella degli antagonisti che gravitano
attorno ai centri sociali. Intanto in tutta Italia cresce la mobilitazione
degli studenti. A Roma il grande corteo partito dalla Sapienza per un sit
davanti al senato scandiva: "Siamo l'esercito del surf. Questa è un'onda
che vi travolge ". E in effetti l'onda della protesta non fa che montare.
Pacifica e, nei limiti, composta. Da Milano all'Aquila, da Palermo a Trieste, da
Padova a Bari si moltiplicano occupazioni e manifestazioni. Anche bipartisan,
come a Bergamo, dove Forza Nuova è scesa in piazza insieme agli studenti di
sinistra. Per oggi gli universitari milanesi hanno deciso
che si farà lezione in piazza del Duomo. A Napoli il Secondo Ateneo ha
annunciato che farà lezione in strada, nei luoghi della camorra dei casalesi.
Ieri, a palazzo Madama, il ministro Gelmini ha aperto al dialogo: incontrerà studenti, docenti e rettori.
( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
I tre imputati in
aula a Perugia, dove i difensori del neo ingegnere informatico hanno chiesto il
non luogo a procedere per non aver commesso il fatto
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prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei
trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per
gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero?Chi
vorresti vedere nei panni di James Bond?I provvedimenti presi sono sufficienti
per contrastare la crisi finanziaria? La foto del giorno La Roma Imperiale nel
logo della finale di Champions League Una forte connotazione che richiama i
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riservata un tempo ai vincitori, con il Colosseo sullo sfondo. Conto la
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( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Castel di Lama | Si
terrà martedi 28 ottobre il consiglio inter - comunale convocato a Castel di
Lama dove parteciperanno ben 7 comuni della Vallata del
Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il
Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto dell'Unione dei Comuni della
vallata del Tronto, sul tema spinoso e attualissimo della riforma della scuola,
è stato convocato per martedì 28 ottobre, alle 21, presso la sala
consiliare del comune di Castel di Lama. All'assise, insieme agli
amministratori locali dei 7 Comuni aderenti, potranno partecipare e intervenire
tutti quelli che vorranno farlo : operatori scolastici, rappresentanti
sindacali, docenti, studenti, genitori e famiglie. "Abbiamo invitato tutte
le associazioni e gli operatori del settore a seguire e intervenire
direttamente al consiglio aperto - spiega il sindaco lamense Patrizia Rossini -
per sviluppare un dibattito sull'argomento il più ampio e costruttivo
possibile, in modo da avere il quadro delle opinioni del territorio sulla
riforma scolastica e sulle sue possibili ripercussioni nel nostro comprensorio.
Alla fine della discussione verrà poi redatto un documento da parte dell'Unione
dei comuni , che sarà poi inviato al Governo centrale e al Presidente della
Repubblica." Un'occasione dunque unica, quella di martedì prossimo per
genitori, docenti, ragazzi e tutte le persone che nel mondo della scuola ci
lavoravano, in tutta la vallata del Tronto, per esprimere la propria posizione
sul progetto "Gelmini", che tante contrasti
e polemiche ha sviluppato negli ultimi giorni in tutta Italia. "Se una
riforma della scuola era necessaria - sostiene ancora il sindaco Rossini -
proprio per la sua importanza in relazione alla costruzione stessa del futuro
della nostra società, occorreva forse aprire un confronto aperto e vasto con
tutte le componenti del settore, enti locali compresi, e non fare come si è
fatto. Solo un confronto serrato e utile con tutti gli operatori coinvolti nel
progetto di riforma, poteva e può garantire il miglioramento della qualità del
nostro sistema dell'istruzione, al contrario di un'imposizione dall'alto,
peraltro imposta in termini economici dal Ministero del Tesoro, come è fatto
fino ad ora. A rischio, in questa maniera - prosegue il sindaco lamense - ci
sono non solo molte scuole dei piccoli comuni ma anche di quelli più grandi del
territorio, come Castel di Lama e Offida, che potrebbero perdere uno dei due
loro istituti comprensivi, a causa dei tagli previsti. Noi per questo ci
auguriamo che tutti partecipino al consiglio aperto di martedì, per far sentire
in maniera chiara la voce del territorio a livello centrale, e con lo scopo di
favorire una modifica del programma di cambiamento che conosciamo, usando
criteri e metodi più giusti e diversi." Info : 0736812036-81871
24/10/2008.
( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
"Noi entriamo
senza l'invito", annunciano, e si presentano in mille e oltre correndo
verso l'ingresso del festival del Cinema di Roma. Hanno le braccia sollevate in
segno di pace, sono gli studenti delle università che dopo aver marciato ieri
verso il Senato oggi hanno scelto il "red carpet" dell'Auditorium per
farsi vedere e sentire. Gli spettatori con biglietto per i film vengono fatti
entrare da un ingresso laterale, loro vengono bloccati da un muro di poliziotti
in assetto anti-sommossa che è già lì ad attenderli. Qualcuno prova a fare un
passo in più, gli agenti li respingono, qualche studente casca, qualcun altro
prende qualche manganellata ma dura poco. L'atmosfera si placa abbastanza in
fretta. In realtà l'obiettivo è già stato raggiunto e non era l'ingresso in
mille al Festival o farsi caricare dalla polizia. "Ci siamo fatti passare
uno zainetto attraverso le transenne", racconta Chiara. Lei e altre tre
studentesse sono già dentro da tempo, si sono intrufolate quando l'ingresso era
libero, hanno aspettato di avere lo zainetto ingannando il muro di agenti e se
ne sono andate dritte verso il "red carpet". Hanno poco più di
vent'anni: oltre a Chiara ci sono Gaia, Isabella e Alessandra. Due di loro
frequentano la facoltà di Lettere, una Psicologia e un'altra Scienze Politiche.
Quando arrivano al famoso tappeto intorno al quale si ritrovano ospiti e
celebrità, aprono lo zainetto, tirano fuori lo striscione e lo srotolano di
fronte agli sguardi stupiti dei presenti. C'è tutto il tempo di leggere la
scritta: "Pay attention, movimento irresponsabile", anche di iniziare
a spiegare il significato di quella manifestazione. "Ci hanno
incoraggiato, ci hanno dato solidarietà", racconta Chiara. Poi sono
arrivati gli agenti. Anche in quel caso le ragazze hanno levato in alto le braccia
per far capire di avere intenzioni pacifiche. I poliziotti hanno chiesto loro i
documenti, le hanno identificate e fatte uscire. Al di là delle transenne le
aspettava il corteo che non aveva mai smesso di cantare, ballare, urlare slogan
di protesta. "La crisi non la pagheremo noi", gridano. Oppure:
"Il Festival costa 15 milioni di euro mentre a noi vogliono tagliare i
fondi per la cultura". O, ancora: "Lottiamo!". E poi
"Libere!" riferito alle ragazze identificate. Il sit-in si scioglie
quando le quattro studentesse appaiono a spiegare quello che è successo.
"Siamo venuti al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci,
studente di Scienze Politiche - perchè vogliamo ribadire che non ci può essere
cultura senza un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco:
"Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma
irricevibile". Dopo un'ora è tutto finito: i mille della protesta tornano
sui loro passi, si dirigono verso il centro di Roma a preparare la prossima
irruzione. Eccoli quelli che il presidente del Consiglio definisce
'facinorosi'. A loro non l'ho chiesto, ma immagino che si sentirebbero più a
loro agio nell'etichetta di provocatori pacifici. Sono anche quelli che da
tempo il centrodestra considera dei fannulloni, che preferiscono trascorrere il
loro tempo a protestare piuttosto che sui libri. Una generalizzazione che non
tiene conto delle storie vere delle persone che stanno scendendo in piazza in
questi giorni. Una ce la racconta Nicola Besson che ieri mi ha inviato questa
sua lettera: Buongiorno a tutti! Mi chiamo Nicola e sono un dottorando in
astrofisica in una dei cosiddetti "istituti di eccellenza".
Solitamente non mi faccio vanto di essermi specializzato in fisica teorica a 23
anni, completando i miei studi regolarmente, la trovo una cosa antipatica. Ma
stavolta credo di poter fare un'eccezione, giusto per far capire che la voglia
ce l'ho, a differenza di quanto sembra sostenere qualche caro concittadino che
associa gli scioperi studenteschi sempre alla voglia di non fare. Nella mia vita ho manifestato contro i ministri Berlinguer,
Zecchino, Moratti e, domani, Gelmini. E questo senza rinunciare a votare per una ben precisa parte
politica. Se ho manifestato contro tutti e 4 i ministri (se si esclude Fioroni)
degli ultimi 15 anni è perché ciascuno di essi aveva la pretesa di
"cambiar tutto perché nulla cambi". La Scuola e l'Università
non sono, come qualcuno si ostina a pensare, delle aziende, la cui valutazione
può essere fatta in termine di dividendi economici. Le azioni che più pagano
sono quelle immateriali, legate alla capacità di queste due istituzioni di
crescere una cittadinanza capace di confrontarsi con le novità, imparare da
esse e migliorare. (Mi pare che anche Charles Darwin dicesse che la specie che
sopravvive non è la più forte, ma quella più versatile ad adattarsi alle
novità.) E, purtroppo, oggi il governo italiano si preoccupa esclusivamente del
lato economico. Nessuno penso possa negare questo fatto elementare. Se non
fosse così questi tagli, che incidono per più del 10% (anche 20%, secondo
alcune stime) sul bilancio delle università e degli istituti di ricerca
collegati, sarebbero stati accompagnati, che so, da una legislazione sul
cambiamento del metodo di reclutamento, da una decisione sulla riduzione delle
sedi, o da una legge che introduca (finalmente) un sistema di valutazione
indipendente per la didattica universitaria e la ricerca italiana. E sarebbe
ragionevole, almeno secondo me, che questo genere di attività legislativa
venisse fatta prima, per poi ottimizzare i finanziamenti sulla base delle nuove
regole. Invece si è scelto, almeno per università e ricerca, di tagliare a
legislazione vigente. O meglio, dopo aver fatto un'unica modifica, quella di
permettere alle università di trasformarsi in enti privati (seppur avendo
scritto che gli si continua ad applicare la legislazione degli enti
pubblici...). Blocco del turn over (un'assunzione ogni 5 pensionamenti) e tagli
a bilancio, se mi permettete un'ingenuità, possono significare solo riduzione
(consistente) degli organici per didattica e ricerca. Questo a meno che non
intervenga il privato con fondi propri. Ma il privato italiano, detto per
inciso, con la sua mania delle microimprese, non ha le risorse (e non mostra
nemmeno la volontà a dirla tutta) per sostenere da solo nemmeno parte della
ricerca applicata nel paese (non ci riesce già ora), figuriamoci quella pura.
Quale sarà l'effetto di tutto questo, sempre secondo me, lo vedremo presto:
saranno sempre di più i giovani che emigreranno o in altri paesi europei più
generosi come Germania o Spagna, negli Stati Uniti, e nel sud est asiatico e la
ricerca italiana potrebbe arrivare a un collasso non più recuperabile (a meno
che i pochi assunti con contratti a tempo determinato non quadruplichino le
loro ore di lavoro), danneggiando di conseguenza la didattica e quindi, in
ultima analisi, quel dividendo culturale di cui parlavo sopra. L'istruzione
pubblica e la ricerca sono sistemi che, seppur bistrattati da ogni partito al
governo negli ultimi anni, si reggono, e reggono il futuro del paese fra
l'altro, su un delicato e precario equilibrio; come una persona che si regga a
due stampelle, una economica e l'altra culturale. Pensate davvero che dare un
calcio così forte a una delle due non rischi di far rovinare a terra il nostro
malato? è troppo facile accusare noi studenti, o i nostri colleghi che fanno
ricerca a tempo pieno di essere poco propositivi e poi da un lato operare per
decreto (che sia ministeriale come nel caso Moratti o che sia legge come in
questo caso) senza voler ascoltare nessuno. L'unica cosa in cui l'università
ERA stata ascoltata fu l'istituzione dell'ANVUR, voluta dal ministro Mussi
(nemmeno lui compianto). Questa agenzia avrebbe finalmente permesso di far
valutare le università non dalle università stesse (e nemmeno dal ministero),
ma da un istituto indipendente, e i fondi sarebbero stati assegnati sulla base
di quelle valutazioni. Si chiama meritocrazia, almeno credo. Eppure quando fu
proposta la sua istituzione fu l'attuale ministro Meloni a proporre un
emendamento per cancellarla alla prima occasione (emendamento condiviso da un
buon numero di parlamentari della ex-CdL a quanto ricordo), e questo
nonostante, ancora oggi, dal governo si ami tuonare contro i "baroni"
che strumentalizzerebbero la protesta. Visto che l'agenzia è naufragata per
decisione dell'attuale maggioranza direi, al massimo, che i baroni, quelli
veri, hanno strumentalizzato il governo. Che fare quindi se non provare a dire
che così non va? Che si sta facendo un ennesimo regalo in termini di risorse
umane ad altri paesi? Spero che voi abbiate in mente quanto costa formare un
dottore di ricerca in un settore applicato o, peggio ancora puro. Questi sono
soldi che noi paghiamo in tasse e che lo Stato vede evaporare quando i nostri
dottori di ricerca vengono accolti all'estero a braccia aperte e con contratti
che danno la garanzia di sapere entro pochi anni se si avrà un posto confermato
(e quindi la possibilità di farsi una famiglia, magari) o se si deve cercare
altrove. Prima dei 30 anni, non dopo i 50, come succede in Italia. Sarebbe
QUESTO spreco di risorse a dover far incazzare (passatemi il termine) i
contribuenti italiani perché costa al paese ben più di qualche bidello di
troppo, in termini di risorse investite, ma soprattutto in termini di mancati
ricavi dovuti alla perdita di progettualità e competenze. Certo fare così,
tagliare tutto indiscriminatamente è facile, basta scrivere un numero in una
tabella. Possono perfino bastare soli 2 mesi (il decreto è di luglio) per farlo
a una persona che, a mia memoria, essendo avvocato, non ha mai avuto a che fare
con la ricerca universitaria. Ma per analizzare il problema e rispondere con
soluzioni mirate (e quindi, come per gli antibiotici, più adeguate) servono gli
anni. Anni che, questo governo, con la sua bulimia del fare, evidentemente non
ha. Un saluto a tutti, compresi quelli che si chiederanno come mai io oggi non
sia immerso nel mio studio, matto e disperatissimo, lo si definirebbe, e
preferisca motivare le ragioni del mio no. Nicola Bassan. commenti (0) scrivi.
( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Le protagoniste dell'occupazione
Dalla precaria alla "mammona" Le ragazze leader della protesta Con il
megafono in mano e il telefonino nella borsa e il libro di Diritto europeo
abbandonato accanto ai kleenex MILANO - Determinate. "No pasarán!".
Pragmatiche. "Qualche pasto sta saltando, ne guadagna la linea".
Generose. "Questo è il momento di darsi da fare, studio e lavoro possono
attendere". Eccole, le ventenni che protestano. Con il megafono in mano e
il telefonino nella borsa. Con il libro di Diritto dell'Unione europea
abbandonato accanto ai kleenex ("non c'è mai un attimo per aprirlo")
e la mamma che arriva a portare il cambio d'abito ("mi raccomando, copriti
bene la notte"). Venti, ventiquattro, ventotto anni. Capelli rossi e abiti
comodi, progetti per il futuro e preoccupazioni concrete. Parla Angela Balzano,
24 anni, casertana a Bologna, portavoce di Uniriot, "network delle facoltà
ribelli": "La triennale in Filosofia l'ho presa a Napoli, 110 e lode.
Poi mi sono iscritta alla specialistica: 8 esami, tutti trenta. Ho deciso di
trasferirmi a Bologna, ma per convalidare gli esami mi hanno chiesto 500 euro.
Ho ricominciato da capo. Adesso? Con un'agenzia interinale faccio quel che
capita: commessa, call center, promoter. Protesto perché l'università non può
diventare una fabbrica di disoccupati". Paola De Nigris è quella con il
megafono in mano. Nata a Teramo, iscritta a Lettere alla Sapienza di Roma,
cornetto la mattina e cena sociale la sera ("oggi tutti a vedere AnnoZero,
c'è uno dei nostri"). "Faccio parte del collettivo, le mie idee sono
chiare - racconta in un'aula occupata di Giurisprudenza -. Ma la soddisfazione
è vedere che in tanti si stanno informando. Noi ci ispiriamo agli studenti
francesi che nel 2006 sono riusciti a piegare Sarkozy, e lui forse è pure peggio
di Berlusconi". Con lei c'è Laura Berardi, 23 anni di Fisica: "Ogni
mattina mamma mi porta i vestiti puliti, così si assicura che io stia bene. È
preoccupata per la polizia". A Torino Isabella Rossatto, ventottenne, coordina l'assemblea "No Gelmini" di Palazzo Nuovo. Dice quasi con rabbia: "Io studio e
lavoro, faccio un dottorato senza borsa. Ho due lauree: Filosofia e Scienze
politiche. Non siamo il gregge ignorante che viene dipinto. Abbiamo esaminato a
fondo il testo della 133 e siamo coscienti dello tsunami che porterà nella
scuola". Valentina Messana, 24 anni, siciliana di Caltanissetta,
non vuole essere chiamata leader. Come le altre. Ma è uno dei motori di
"Sinistra Per", una delle quattro sigle che hanno organizzato il
corteo di Pisa. Frequenta l'ultimo anno della specialistica in Giurisprudenza.
"Da grande? Penalista o magistrato". Sulla protesta: "È una cosa
strabiliante, non avevo mai visto tanti studenti uniti assieme a sindaco,
docenti, a tutti i rappresentanti della società civile". Elisa Scardaccione,
21 anni di Bari, sogna un lavoro nelle Ong. "Quella della Gelmini non si può definire una riforma. Semmai è un taglio
netto e definitivo. Con la scusa della crisi finanziaria vogliono affossare
l'università". Con chi aprirebbe un dialogo, nel governo?
"Nessuno". Politici di riferimento? "Flavia D'Angeli, di
Sinistra Critica: un'insegnante, precaria, una che sa. Non come il nostro
ministro dell'Istruzione". A Milano Agnese Romanò, 20 anni, ex pariniana,
è tra i leader degli studenti di Brera. Secondo anno di Scenografia
all'Accademia. "Erano 15 anni che in città non si vedeva una mobilitazione
così massiccia. Se la riforma diventerà realtà? Sono convinta di no. Non
passerà. Vinceremo noi". Elvira Serra stampa |.
( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
LA NOTA Il Cavaliere
in difesa, dialogo impossibile fino al corteo di sabato La retromarcia del
premier non basta al Pd. Le aperture del Viminale Probabilmente, anche per la
scuola occorrerà aspettare che sia archiviata la manifestazione di domani
contro il governo. L'uscita maldestra di Silvio Berlusconi sull'uso delle forze
dell'ordine per proteggere chi non vuole "occupare" e intende far
lezione, per il centrosinistra si è rivelata un balsamo. Dalla Cina, il
presidente del Consiglio ha cercato di correggere il tiro; di sminuire le sue
parole e darne l'interpretazione autentica. Ma l'operazione si è rivelata quasi
acrobatica: sia per la larvata presa di distanza di alleati come An e Lega;
sia, soprattutto, per i toni ancora più alti e sdegnati dell'opposizione,
decisa a sfruttare l'occasione anche per ricompattarsi. Il Berlusconi che
attacca gli studenti che contestano, e poi si difende prendendosela
sbrigativamente coi giornali, per Pd, dipietristi, estrema sinistra, è una
manna: può contribuire generosamente a garantire il successo della protesta
organizzata dal partito di Walter Veltroni. Qualcuno fa notare che cavalcare il
movimento del 2008 è rischioso: rappresenta un'incognita e non può essere
etichettato politicamente. E nella sua trasversalità nasconde il braccio di
ferro tra fautori e nemici delle riforme. Ma sono obiezioni che nello scontro
vengono liquidate come ubbìe. I fischi ai senatori del Pd usciti da Palazzo
Madama per dare solidarietà agli studenti dovrebbero far riflettere. Evocano un
magma di recriminazioni, che brucia chiunque voglia metterci il cappello; e che
proietta il proprio scontento sul governo senza accettare mediazioni. Su questo
sfondo, la contrapposizione fra "piazza" e "Palazzo" sembra
più forte di quella fra schieramenti. Scavalca logiche elettorali e di
appartenenza. Per questo, l'esortazione del capo dello Stato a confrontarsi in
Parlamento e a non dire solo dei no ai "tagli" di bilancio
sull'istruzione, assume il rilievo di un monito. Anche se a futura memoria.
L'epilogo delle polemiche sulla riforma di scuola e università firmata dal ministro Mariastella Gelmini alla fine dovrebbe essere un dialogo inevitabile. Lo addita lo
stesso ministero dell'Interno, pur annunciando che userà "fermezza e
determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta"
delle proteste. Cresce la sensazione che il decreto voluto da Palazzo Chigi
abbia sottovalutato le reazioni insieme di studenti e professori. Forse
è vero che l'opposizione tenta di distorcere i contenuti della riforma. Ma è
favorita dalla carenza di spiegazioni offerte dal governo. Le stesse frasi
incriminate del premier sull'uso della polizia finiscono per apparire la
conseguenza di un eccesso di sicurezza. In fondo, era giusto affermare il
principio del diritto non solo a manifestare, ma a studiare. E Berlusconi lo ha
ribadito, negando l'accenno al ruolo delle forze dell'ordine. La platealità con
cui si era espresso prima, però, ha messo in ombra il resto; e provocato la
polemica su un problema da affidare al Viminale con scuole ed atenei,
discretamente: proprio come traspare dal comunicato del ministero dell'Interno.
Il premier accusa i giornali di allarmismo. Eppure rimane il sospetto che sia
stato fra i primi ad alimentarlo. Massimo Franco stampa |.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Sono arrivato negli
Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui
quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di
persone sono sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di
pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una
vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero
davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta
col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio
collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano
occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i
petardi, giovani che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo
perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che
concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro
unico, l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di
partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a
Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a
Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come
in Svizzera. In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E
tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale,
questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita?
Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto
in economia, democrazia, Italia Non commentato " (Nessun voto) Loading ...
Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta affossando McCain? Sono negli Usa per
seguire le elezioni presidenziali. Due impressioni contrastanti: l'America
profonda è sempre più perplessa nei confronti di Obama, come racconto in un reportage
da Lincoln County, la contea del Missouri che da quasi 60 anni azzecca il nome
del presidente. D'altro canto però, Sarah Palin sta provocando disastri. La
base repubblicana, quella della destra religiosa e oltranzista continua ad
adorarla, ma la maggior parte degli americani, inclusi gli elettori
indipendenti, ne diffida. Le ultime novità certo non la aiutano: come
governatore avrebbe addebitato allo Stato dell'Alaska viaggi in aereo e in
alberghi di lusso per i figli (con un conto di oltre 20mila dollari). La stampa
ha scoperto che il Partito repubblicano ha speso per vestire lei e la famiglia
la bellezza di 150mila dollari in un mese e mezzo. E i dubbi di Colin Powell,
che domenica aveva detto di non ritenere la Palin all'altezza della Casa Bianca,
sono condivisi dal 55% degli elettori, secondo un sondaggio del Wall Street
Journal. La maggior parte degli elettori è terrorizzata all'idea che la Palin
possa diventare presidente se McCain, che ha passato i 70 anni e ha avuto
problemi di salute, dovesse rinunciare all'incarico anzitempo. Sarah è
simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico. Ma politicamente è
inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra. McCain perderà per
colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti ( 41 ) " (5
voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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20Oct 08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta riempire
le piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì: sabato
c'erano centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della
convention, erano in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di
europei lo ascoltarono rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma
il sentimento della piazza corrisponde a quello della maggior parte dei
cittadini? C'è da dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo
Berlino e anche dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa
in campo di Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere
producono spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e
diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia
l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo
comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il
Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di
persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora
c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro
il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: "L'opposizione si fa
nelle piazze e non in tv". A me sembra che la buona politica si faccia formulando
proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del
Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle
piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in
democrazia, Italia Commenti ( 36 ) " (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo
questo è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho
sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva
ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da
sè". Oggi il radiogiornale di Radio
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Le telecamere della
Rai a Fossalta Maggiore La giornata di una docente raccontata da UnoMattina
CHIARANO. Le telecamere di Rai1 per la giornata tipo di una maestra elementare.
Dall'uscita di casa alle 7 e 40, all'uscita da scuola alle 12.30. In questi momenti di acceso dibattito sulla scuola dopo il
decreto Gelmini, anche
l'ordinaria quotidianità di una maestra crea interesse e potrebbe fare da
esempio. Così una troupe della Rai, giovedì è stata a Fossalta Maggiore per riprendere
la maestra Giuseppina Piovesana che si recava a scuola. "Ho vinto il
concorso magistrale quando avevo 20 anni, da allora sono di ruolo, a
tempo indeterminato. Ho sempre insegnato nella scuola elementare - ha
raccontato Giuseppina, mentre si recava al lavoro - ho 34 anni di esperienza
all'attivo. Ho fatto tutta la gavetta: dalle supplenze, alle pluriclassi, alle
piccole scuole di campagna che in seguito sono state chiuse". Ripresa
anche alla fine delle lezioni e seguita a casa dalla telecamera accesa. Poi il
pranzo e un altro sguardo ai quaderni. Il servizio sarà trasmesso martedì
mattina poco dopoo le ore 9 nel corso del programma UnoMattina su Rai 1.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Poi annuncia la
contromobilitazione: andremo nelle scuole E attacca sinistra e giornali.
Veltroni: vedrete, si smentirà ROMA. Dopo la marcia indietro sulla polizia
nelle scuole e alla vigilia della manifestazione del Pd contro il governo,
Silvio Berlusconi denuncia la presenza di "facinorosi" nei cortei
degli studenti e lancia la "contromobilitazione" che
vedrà deputati e senatori del Pdl nelle classi per spiegare la contestatissima
riforma Gelmini. Da
Pechino, il Cavaliere se la prende con tutti. Dice che gli studenti in rivolta
hanno "l'appoggio della sinistra estrema e dei centri sociali" e
possono contare sul "supporto dei giornali". Ragion per cui, sulla
scuola "il discorso è chiuso". Ma ce n'è anche per il Pd e per
chi si oppone in Parlamento alle scelte della maggioranza. "La sinistra è
inattendibile e con loro non è possibile nessun dialogo" taglia corto il
premier, che ostenta sicurezza e chiude ad ogni possibilità di confronto.
"Ho una maggioranza in Parlamento, ho avuto un voto e degli apprezzamenti
pubblici e vado avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti
i teatrini che mette in campo la sinistra. Chiaro?". La voce grossa del Cavaliere
è accompagnata da un forte risentimento nei confronti dei parlamentari del Pd e
dell'Idv: "Affermano che sono un dittatore. E allora, se sono un dittatore
perché dovrei dialogare?". L'ennesima intemerata questa volta non riguarda
solo il centrosinistra ma anche i professori, gli studenti e i genitori che
decidono di scendere in piazza per far sentire la loro voce. Davvero gli
studenti che contestano il ministro Gelmini e il
decreto sulla scuola sono "facinorosi"? Se Antonio Di Pietro risponde
che "l'unico facinoroso è Berlusconi", Walter Veltrioni non prende
nemmeno in considerazione la pesante accusa e ironizza sulle continue giravolte
del premier: "Faccio fatica a dire qualcosa tanto tra un quarto d'ora si
smentisce. Non si può commentare, aspettiamo la smentita e facciamo meno
fatica...". La replica del presidente del consiglio al segretario del Pd
non tarda ad arrivare: "Non rispondo neppure, non è il caso. Sono abituato
a ricevere insulti e calunnie, ormai ho la pelle dura e metto tutto in unico
fascio". Intanto il Cavaliere si prepara a rispondere a quelle che
definisce le "falsità della sinistra" sulla riforma della scuola e
fornisce ai suoi deputati e senatori, che dovranno entrare nelle classi di
tutte le città, un "pieghevole" di otto pagine e due volantini in cui
si elencano i punti salienti e le ragioni della riforma Gelmini.
(g.r.).
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Tensione
all'Auditorium. Ancora proteste e cortei: a Pisa occupata la Sapienza ROMA. La
protesta degli studenti irrompe all'Auditorium dove si sta svolgendo il
Festival di Roma. Un migliaio di giovani universitari, al grido di
"Vogliamo entrare gratis", ha occupato in serata il Villaggio
dell'Auditorium. Momenti di tensione ci sono stati all'ingresso dei
manifestanti all'Auditorium. "Ci hanno manganellato", ha detto più di
uno studente. Ancora tensione quando, dopo aver improvvisato un sit-in, gli
studenti hanno violato il tappeto rosso, riservato agli attori e al pubblico
vip. La polizia ha respinto gl studenti che in segno di protesta pacifica hanno
alzato le mani. Quattro studentesse però sono riuscite a conquistare il red
carpet srotolando uno striscione con su scritto "Pay attention movimento
irresponsabile". Poi sono state bloccate e identificate."Siamo venuti
al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci, studente di Scienze
Politiche - perchè vogliamo ribadire che non ci può essere cultura senza
un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco: "Siamo
qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma irricevibile".
Il programma del Festival ha subito variazioni di programma: chi aveva il
biglietto per accedere alle proiezioni è entrato da un passaggio laterale. E'
stata una nuova giornata di agitazione, per gli studenti in
protesta contro il decreto Gelmini: si rinnovano occupazioni, autogestioni, lezioni all'aperto e
cortei in molte città italiane. A partire da Roma, dove, mentre i
rappresentanti delle associazioni studentesche erano a colloquio con il
ministro dell'Istruzione, migliaia di alunni dei licei si sono radunati al
Circo Massimo. Da lì, un corteo ha raggiunto il Senato e Montecitorio,
al grido di "Gelmini vattene a casa". In
Toscana cortei e occupazioni in molte città. A Pisa è stata occupata -
simbolicamente - la Sapienza. Occupazione che terminerà domani. Dalla prossima
settimana, le lezioni riprenderanno regolarmente. Della polizia, neanche
l'ombra. "Il nostro è stato un atto simbolico", dice Andrea del Polo
Carmignani Occupato. I giovani che sono all'interno hanno dormito in sacchi a
pelo gettati sul pavimento. "Abbiamo la schiena rotta", dice Andrea.
A Venezia, dove il sindaco Cacciari si è schierato al fianco degli studenti,
più di mille ragazzi hanno partecipato prima a un'assemblea nel cortile di Cà
Foscari, per poi spostarsi sotto il ponte di Rialto, dove Mario Isnenghi,
docente di storia contemporanea, ha improvvisato una lezione.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Gli studenti avevano
chiesto di ritirare il decreto. E il confronto salta subito ROMA. "Il
decreto rimane". è finito senza neanche iniziare il
dialogo tra il ministro Gelmini e gli studenti. "Abbiamo consegnato la nostra lettera al
ministro, ma non ci siamo seduti al tavolo per la trattativa. Ci ha convocati
troppo tardi e non si è detta disposta a modificare il decreto, quindi non c'è
spazio per il dialogo". Valeria Cardilli dell'Unione degli Studenti
Medi, è la prima ad uscire dall'incontro con Mariastella Gelmini
ed è subito assediata dalle telecamere. Roberto Jovino, coordinatore nazionale
dell'organizzazione, dichiara: "Non vogliamo scontri né manganelli, ma un
confronto vero. Sarebbe stato possibile se ci avessero dato udienza all'inizio
del mandato. L'avevamo chiesto, ma ci hanno risposto solo oggi. Quando, secondo
le stesse parole del ministro, è troppo tardi per fermare il decreto".
Nella lunga giornata di ieri alla Pubblica Istruzione sfilano di fronte al
ministro le delegazioni delle associazioni degli studenti. Convocate, secondo
quanto ha spiegato il sottosegretario Valentina Aprea, per rispondere
all'invito al dialogo del presidente Napolitano. Ma il problema è: quali
associazioni? E in nome di quali studenti? Dopo i ragazzi dell'Uds sono entrati
i giovani di Alternativa Studentesca (Forza Italia), in giacca e cravatta e
cartella di Louis Vuitton, Azione Giovani (un componente di Azione Giovani era
anche presente nella sala della trattativa come consulente del ministro),
Azione Cattolica. Voci non esattamente in linea con la grande protesta
trasversale di quest'autunno. Alle domande dei giornalisti dichiarano che
sosterranno il decreto e lanciano pesanti accuse agli studenti che si stanno
mobilitando in tutto il paese: "Sono stipendiati dalla Cgil, sono solo
burattini manovrati dall'opposizione". Lo stesso ministro, alla
delegazione di studenti di Roma Tre, che ci tiene a non essere etichettata
sotto nessuna sigla, ripete: "Riconosco nelle vostre parole le frasi
pronunciate da Veltroni a Anno Zero". Lo spazio per il dialogo non sembra
molto. Del resto le poche delegazioni realmente legate alle proteste di questi
giorni ponevano come condizione per iniziare una trattativa il ritiro del
decreto. Richiesta respinta al mittente. Il ministro spiega ancora che è troppo
tardi, la decisione è nelle mani del Parlamento, e aggiunge: "In Italia
per la scuola non si spende poco, ma si spende male". Domanda a tutti se
questa università li soddisfi. Lo chiede in particolare ai ricercatori
dell'Adi. I quali i sfogano cosi: "E' evidente che non ci soddisfano le
condizioni in cui siamo costretti a lavorare. - afferma un ricercatore di
fisica teorica di Pisa - Da noi può capitare che una borsa di studio da mille
euro al mese venga divisa in quattro borse da 250 euro. E c'è chi fa ricerca
senza essere neppure pagato. Ma non capiamo come tagliare i fondi possa
risolvere questa situazione". Valentina Della Seta.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Al
"Bolognese" l'assemblea del sindacato autonomo: "Risorse ai
minimi termini, penalizzata la qualità dell'insegnamento. Così non si
investe" Lo Snals: i tagli affonderanno la scuola Bocciate
finanziaria e riforma Gelmini: "Il maestro unico non può farcela" "I tagli
affonderanno la scuola". Questo il grido di allarme lanciato
dall'assemblea provinciale dello Snals di Treviso, che si è svolta ieri
all'Hotel Bolognese di Preganziol. "La manovra finanziaria non porterà al
riordino del sistema, ma solo a raccogliere risorse a scapito della
scuola", dicono i partecipanti. Perplessità anche riguardo la
proposta della reintroduzione del maestro unico. "Il decreto dovrà
sicuramente essere rivisto". All'assemblea ieri hanno partecipato circa un
centinaio di persone, fra i rappresentati Rsu del sindacato, i delegati delle
singole scuole e i quadri dirigenti dello Snals, che in provincia di Treviso
conta 2 mila 500 iscritti. Tema all'ordine del giorno "La crisi del
sistema di istruzione e formazione italiano - come uscirne", con una
conferenza tenuta anche da un docente di Pedagogia sociale dell'Università
Lumsa di Roma Raniero Regni. Ma il dibattito si è mosso ovviamente anche sui
temi caldi della scuola: primo fra tutti il taglio di 8 miliardi di euro
previsto dalla Finanziaria. "Un riordino della scuola è necessario - dice
Anna Di Cagno, che guida il sindacato - Ma il taglio previsto dalla Finanziaria
mira solo al risparmio e non certo a un riordino. La scuola ne perderà in
qualità". Critiche anche al modo di operare del governo: ovvero a colpi di
decreti, senza un progetto di fondo. Senza pianificare. Perplessità fortissime
anche sul maestro unico. "Il contenuto del decreto Gelmini
prevede un maestro unico e 24 ore di lezione - continua Di Cagno - Ma questo
contrasta con le norme contrattuali. Piuttosto si dovrebbe parlare di maestro
prevalente. Perciò è chiaro che il decreto dovrà essere modificato. Faremo
tutte le pressioni possibili affinché il governo cambi rotta". (l.c.).
( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
"Class action
contro i prof" FI: niente lezioni? Indietro le tasse universitarie
"Contro i componenti del corpo docente che non svolgeranno, negli atenei
del Veneto, il loro dovere di garantire il corretto andamento delle lezioni a
tutti i numerosi studenti che le intendono seguire, avvieremo senza esitazioni
una class action per il risarcimento delle tasse universitarie che costano
grandi sacrifici alle nostre famiglie". A lanciare la sfida è Alessio De
Mitri, consigliere provinciale e coordinatore regionale dei giovani di Forza
Italia. De Mitri replica così a chi sta alzando le
barricate contro il decreto Gelmini sulla scuola: "Voglio esprimere prima di tutto - dice De
Mitri - la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutti coloro, insegnanti,
studenti, presidi che in questi giorni sono stati vergognosamente minacciati
per aver dichiarato la volontà di proseguire nel regolare svolgimento delle
lezioni universitarie. A tutti coloro che, pur non condividendo i
provvedimenti del decreto Gelmini, scegliendo
responsabilmente la strada del confronto democratico e civile subiscono e hanno
subito pesanti intimidazioni da parte di frange estremiste che speravamo
definitivamente scomparse". L'accusa di De Mitri: "Gruppi di chiara
definizione politica, con diversi riferimenti in capo a quel che qualcuno
continua a definire un partito nuovo, il Partito democratico, impongono un
clima di autentico terrore di intimidazioni che purtroppo richiama alla memoria
i tragici giorni del 68. Certa politica non potrà mai cambiare, la violenza, la
follia e l'arroganza della piazza sono nel suo dna. Questa protesta è il
sintomo che l'azione del governo è andata a sferrare un duro colpo a quelle
rendite di posizione, a quelle baronie universitarie alimentate da anni di condotte
clientelari e indegne".
( da "Provincia Pavese, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Boom di occupazioni.
Pavia, niente esami a Giurisprudenza Gelmini, sempre proteste Berlusconi,
retromarcia: mai detto di polizia nelle scuole Il ministro convoca gli studenti
per aprire un dialogo. Attacco dell'opposizione. Sit-in davanti al Senato ROMA.
Sale la protesta in tutta Italia contro la riforma Gelmini. A Roma gli studenti hanno assediato il Senato. E si
susseguono le occupazioni delle Facoltà. A Pavia ieri a Giurisprudenza i
dottorandi hanno bloccato gli esami. A Mortara i ragazzi del Pollini, che
occupano la scuola, hanno organizzato un corteo. Intanto Berlusconi nega di
aver parlato di polizia nelle scuole. Ed è polemica dura. Alle pagine 4, 5, 15
e 31.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
IL COMITATO Più
finanziamenti e classi più piccole LUCCA. No al progetto di
riforma Gelmini e al
disegno di legge 137, no all'articolo 64 della legge 133 che prevede 8 miliardi
di tagli, e rifiuto di qualsiasi ipotesi di mediazione sul maestro prevalente.
Sono questi gli obiettivi del comitato lucchese per la difesa della scuola
pubblica. Che allo stesso tempo chiede più finanziamenti per
l'istruzione e una riduzione del numero degli studenti per classe. "Il
maestro unico tuttologo con 24 ore determinerà un netto peggioramento della
qualità della scuola elementare - affermano gli esponenti - La riforma peraltro
è caratterizzata dalla restaurazione dell'ordine e da una falsa immagine di
"serietà" legata al grembiulino, al voto numerico, alla bocciatura
con il
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca SANTA MARIA
DEL GIUDICE SANTA MARIA DEL GIUDICE Alcuni docenti dimostrano tutta loro
faziosità LUCCA. Alcuni genitori di S. Maria del Giudice hanno fatto presente
due casi emblematici che rivelano il comportamento fazioso e didatticamente
deleterio tenuto da alcuni insegnanti del locale plesso scolastico in occasione
delle proteste anti Gelmini. Lo afferma Emilio Mereu, presidente della commissione sociale
della circoscrizione 9. "I genitori di due famiglie affrontano a tavola
l'argomento scolastico con i rispettivi figli, appena rientrati da scuola. Non
fanno in tempo ad aprire il discorso che assistono per la prima volta ad
un'arringa dei rispettivi figli con il grido di epiteti contro il governo,
il più equilibrato dei quali è "Abbasso Berlusconi". I genitori,
molto sorpresi (sono rispettivamente di Forza Italia e An) hanno chiesto come
mai urlassero così: entrambi gli scolaretti hanno dato la medesima risposta:
"Ce l'han detto a scuola". è superfluo ogni commento circa la serietà
sui metodi didattici e i contenuti scientifico-pedagogici di cui sono promotori
certi insegnanti e educatori della triste scuola italiana".
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca IL DIBATTITO
SULLA RIFORMA IL GRUPPO LEND "L'istruzione è troppo costosa? L'ignoranza
lo è molto di più" LUCCA. Anche gli insegnanti del Gruppo Lend (Lingua e
Nuova didattica) intervengono a favore della protesta. "Ammettendo che sia
vero - dicono - che in tutti i confronti internazionali gli studenti della
scuola secondaria ottengono risultati inferiori a quelli dei loro coetanei, perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria e su quella dell'infanzia
che, ad oggi, continuano ad essere riconosciute da tutti gli organismi
internazionali come i migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di
risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini?".
"I provvedimenti, su questo, come sugli altri segmenti della nostra scuola
- proseguono - sono lì a dirci che per questo Governo la scuola deve
semplicemente costare di meno. Tutto il resto non conta. Soprattutto non
contano le nuove e diverse esigenze dei bambini di oggi - italiani e non - in
una società sempre più complessa e in continua evoluzione. Anzi meno sanno,
meglio è. A tutti vorremmo ricordare le parole di Derek Bok, presidente emerito
dell'università di Harvard, quando dice "Se pensate che l'istruzione sia
costosa, provate l'ignoranza"". "Moratti, Tremonti, Fioroni,
Padoa Schioppa avevano tagliato in 7 anni 18.314 posti di lavoro. La coppia Gelmini-Tremonti ne vuole tagliare 87mila in tre anni. I
tagli, comunque, non si fermano qui perché riguardano anche i finanziamenti per
l'offerta formativa nelle scuole, la formazione dei docenti, l'integrazione
degli alunni stranieri, l'insegnamento dell'inglese, la formazione degli
adulti. Colpiranno la scuola secondaria di secondo grado nei suoi indirizzi
formativi, e anche l'università. E tutto questo mentre il numero degli alunni è
previsto in aumento. Ma il peggio deve venire, col maestro unico e con le
cosiddette "classi ponte", già sperimentate alla fine degli anni 1980
e già, nei primi anni Novanta, eliminate perché ritenute dannose per
tutti".
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca LA DESTRA
ESTREMA LA DESTRA ESTREMA "Niente tensione al Pertini, abbiamo svelato le
bugie" "Non c'è stata tensione al Pertini, ma solo una richiesta,
accolta senza discussioni, di modificare lo striscione di protesta per la
presenza di simboli della sinistra radicale". Questo dice Francesco Ulivi,
portavoce di Area identitaria, movimento di destra estrema. "La sinistra
estrema e non solo - prosegue - sta strumentalizzando la
protesta degli studenti facendo circolare sulla legge Gelmini un sacco di bugie. Noi studenti di Area Identitaria e Azione
Studentesca con il nostro volantinaggio abbiamo messo in luce le bugie.
Riteniamo che quella della Gelmini sia una buona riforma e avremmo auspicato che fosse analizzata
in modo costruttivo e non strumentale".
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Di Nadia Davini
Caffè delle Mura, ore 16: scatta il corteo è il momento cruciale della protesta
antiGelmini E c'è chi si finge un burattino: "Ci vogliono
così" LUCCA. Continuano ovunque, e quindi anche a Lucca, le proteste contro la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini. Rimangono infatti in stato di
occupazione il liceo Artistico e l'Ipsia "Giorgi", ma la
mobilitazione non si arresta neppure negli altri istituti. L'Itc ha aperto le
porte ieri mattina, l'Iti continua con l'autogestione, così come lo
psicopedagogico e il Civitali; il Pertini, dopo la cogestione di ieri,
tornerà da oggi sui banchi di scuola, mentre il Geometri si definisce ancora in
stato di agitazione. Ma l'appuntamento del giorno è alle 16 al Caffè delle
Mura. Qui si ritroveranno tutti gli studenti, per dare poi il via a una grande
manifestazione studentesca, alla quale non rimarranno comunque estranei gli
insegnanti e le famiglie. La contestazione passa anche attraverso
l'originalità: a insegnarlo sono gli studenti dell'artistico, in occupazione da
martedì mattina. Il loro obiettivo è quello di portare la mobilitazione per
strada, attirando l'attenzione di quanti più cittadini possibile. Così ieri
hanno dato vita ad uno pseudo spettacolo di marionette, molto particolare: a
fare la parte dei burattini erano gli occupanti stessi, mossi con dei lunghi
fili bianchi dai compagni di scuola affacciati alle finestre dell'istituto. Le
bocche tappate, le mani legate, la musica di sottofondo e un megafono che
tuonava a tutta forza, facendosi spazio tra le voci dei passanti. "Siamo
burattini nelle loro mani. Ci vogliono tutti ignoranti per manovrarci
meglio": è questo lo slogan più significativo della protesta. E lo
spettacolo delle marionette viventi è riconfermato per questa mattina. Lungo le
vie della città i volantini non si contano più, tutti in difesa della scuola
pubblica. A distribuirli sono gli studenti in agitazione di varie scuole
lucchesi: "Occupazione? Autogestione? Qual è la soluzione? Prima di tutto
informazione". Negli istituti, infatti, si sfrutta ogni momento di ritrovo
per parlare di riforma Gelmini: si chiamano gruppi di
"libero sapere" e preparano documenti informativi e slogan,
elaborando anche nuove forme di protesta da proporre ai cittadini. Non mancano
i professori, che dicono la loro guardando gli allievi da lontano. "Sono
d'accordo con il motivo della protesta - dice un insegnante dell'artistico -
Questa riforma è l'atto definitivo per smantellare la scuola pubblica".
Quanto agli studenti, non ha dubbi: "Ma chi l'ha detto che non possano
anche divertirsi? Le occupazioni hanno sempre aiutato a crescere". E
infatti nelle scuole è un po' festa e un po' protesta, con le macchine
fotografiche che spuntano ovunque.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina IV - Roma La
protesta "Luci accese" alla Saffi Notte Bianca alla scuola elementare
"Aurelio Saffi", a San Lorenzo. Bambini, maestre e genitori hanno
partecipato alla serata nell'istituto di via dei Sabelli perché, raccontano,
"le luci della scuola devono continuare a rimanere accese". Il
pomeriggio si è aperto con la proiezione del bel film "L'amore che non
scordo. Storie di comuni maestre". Poi il dibattito con registe e
interpreti del documentario sul "mestiere di insegnare". E ancora, un'assemblea per discutere del decreto Gelmini. Alcuni studenti di psicologia
sono intervenuti dalla vicina facoltà occupata, unendocsi così alla protesta
della scuola elementare. Tutti insieme hanno sfilato per le vie di San Lorenzo
per poi tornare alla Saffi per la cena sociale etnica conclusiva. (v.
g.).
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina IV - Roma
Studenti, scontri al Festival manganelli e tensione: 4 fermi Ragazze subito
rilasciate, feriti 2 agenti. Martedì lezioni al Colosseo "Solo irrompendo
dove sono puntati i riflettori abbiamo la possibilità che si parli di noi"
FEDERICA ANGELI VIOLA GIANNOLI L'"onda anomala" della Sapienza ha
travolto il Festival del Film. Gli oltre tremila universitari che ieri hanno
sfilato per le strade della città contro la legge 133 hanno deciso di
concludere la loro protesta sul red carpet dell'Auditorium. E al grido
"Vogliamo entrare gratis", sono arrivati correndo, intorno alle 18,
nel gioiello architettonico di Renzo Piano. Momenti di tensione tra
manifestanti e polizia ci sono stati sia all'ingresso del corteo sia quando,
dopo aver improvvisato un sit-in, gli studenti hanno tentato di superare le
transenne e fare irruzione sul tappeto rosso riservato ad attori e al pubblico
vip del Festival. La polizia ha respinto gli studenti che in segno di una
protesta pacifica hanno alzato le mani. Un ragazzo è caduto a terra e, nella
ressa, è volata qualche manganellata. "Mentre i manifestanti tentavano di
forzare il cordone degli agenti - hanno spiegato dalla questura - contro i
poliziotti sono state lanciate pile e accendini che sono poi stati sequestrati.
Due nostri uomini sono stati feriti". Lo scontro però è durato una
manciata di secondi. Nel parapiglia generale quattro studentesse ne hanno
approfittato e sono riuscite a conquistare il red carpet srotolando uno
striscione con su scritto "Pay attention movimento irrapresentabile".
Lo slogan era un chiaro messaggio rivolto all'Udu, l'Unione degli universitari,
che ha incontrato il ministro Gelmini. Quindi, al megafono, le quattro giovani hanno cominciato a
spiegare la protesta degli studenti contro i tagli all'università previsti
dalla legge 133 al pubblico ma sono state bloccate dopo qualche minuto dalla
polizia, che ha sequestrato lo striscione e ha chiesto loro i documenti.
Una volta identificate sono tornate a manifestare. "Soltanto così,
irrompendo dove sono puntati i riflettori abbiamo la possibilità che si parli
di noi", grida al megafono Ileana, la ventenne fermata dalla polizia.
"Spendono milioni di euro per questo Festival - ha detto Giorgio Sestili,
portavoce dei collettivi - e all'università invece tagliano i fondi".
"Siamo venuti al festival del Cinema - ha spiegato Francesco Brancacci,
studente di Scienze Politiche - perché vogliamo ribadire che non ci può essere
cultura senza un'università pubblica". Un altro studente gli ha fatto eco:
"Siamo qui per bloccare un brutto film, quello di questa riforma
irricevibile". Il programma del Festival ha subito variazioni di
programma: chi aveva il biglietto per accedere alle proiezioni è entrato da un
passaggio laterale. Alle 19.30 dopo cori e canti, l'annuncio di nuove
occupazioni: "Da lunedì ricominceremo ad occupare le facoltà". Dopo
il lungo applauso i manifestanti hanno lasciato l'Auditorium per tornare
davanti alla Sapienza. Questa volta a piedi: all'andata avevano infatti sfilato
in corteo fino alla stazione Termini e da lì, dopo aver deciso l'incursione
all'Auditorium, avevano "sfilato" dentro ai vagoni della
metropolitana, fino alla fermata di piazzale Flaminio. Martedì, dalle 12,
lezione di Ingegneria al Colosseo. Così la prossima settimana gli studenti universitari
intendono continuare la protesta, proprio come hanno fatto in questa settimana
a Montecitorio.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Roma E il
super-fisico conquistò la piazza "Oggi Einstein sarebbe un precario"
"Ai giovani dico: resistete contro questo governo di barbari" LAURA
MARI "Einstein? Sicuramente oggi sarebbe un precario, magari un fannullone
che si sollazza nell'elaborare teorie invece di lavorare" a dirlo, durante
una lezione a piazza Montecitorio organizzata dagli studenti universitari, è
stato Giorgio Parisi, docente di Calcolo delle probabilità nella facoltà di
Fisica dell'università La Sapienza e uno dei massimi esperti di fisica delle
alte energie. Perché ha deciso di aderire alla protesta degli studenti contro
il decreto 133? "Perché i tagli del governo alla ricerca mi offendono in
prima persona. Al giorno d'oggi ci sono giovani di grandi capacità che non
riescono a trovare un posto fisso e una tranquillità economica. è vero che i
ricercatori fanno questo lavoro per passione e non per guadagnare, ma tagliare
i finanziamenti statali significa distruggere le loro speranze e il futuro del
Paese" Cosa direbbe allora ai tanti studenti
universitari che in questi giorni si stanno mobilitando contro la riforma Gelmini e il decreto Tremonti?
"Resistete, resistete, resistete! L'unico modo per cambiare il destino
dell'Italia è resistere a questo governo di barbari che sta distruggendo la
nazione" Perché li definisce "barbari"? "Perché
evidentemente i nostri politici non conoscono neanche la Costituzione italiana.
Nell'articolo 9 si sottolinea che la Repubblica promuove la ricerca
scientifica, nell'articolo 33 si sottolinea la libertà dell'insegnamento
dell'arte e della scienza e nell'articolo 4 si riconosce il diritto al lavoro.
Parole che restano vuote senza adeguati finanziamenti. La realtà è che la base
della democrazia si misura con le opportunità che è in grado di offrire ai
cittadini. E questo governo ne sta offrendo poche, soprattutto ai giovani e ai
ricercatori" Dunque anche Albert Einstein, se fosse ancora in vita, oggi
parteciperebbe alle mobilitazioni degli studenti? "Probabilmente sì,
perché oggi anche lui sarebbe un precario che, per le sue incredibili qualità
intellettuali, forse dopo qualche anno riuscirebbe a trovare un posto fisso. Ma
di gente come Einstein ne nasce una ogni cento anni e in verità la ricerca oggi
la fanno non i geni, ma migliaia di validi ricercatori che, con gli stipendi
attuali, spesso faticano persino ad ottenere un mutuo in banca" Cosa la
preoccupa di più dei tagli all'istruzione decisi dal governo? "Il fatto
che comporteranno l'aumento del divario, nella ricerca scientifica, tra
l'Italia e il resto del mondo. I provvedimenti presi dal governo sono un
perfetto esempio di quello che non bisognerebbe fare nella modernità. Ci stiamo
muovendo nella maniera opposta rispetto al resto dell'Europa. La Cina sta
facendo passi da gigante e allora forse, invece di lamentarci del fatto che
l'Oriente produce a basso costo, dovremmo preoccuparci del fatto che senza
investimenti sulla ricerca scientifica l'Italia non sarà più in grado di
competere con il resto del mondo".
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Roma Il 7
novembre l'iniziativa nella facoltà La mobilitazione di Geologia "Notte
Bianca contro i tagli" LAURA SERLONI La protesta degli studenti di Roma
Tre acquista nuove forme. Dopo l'occupazione, i cortei spontanei, le assemblee
permanenti, la proposta che arriva dai ricercatori di Geologia è di una Notte
bianca. La sera del 7 novembre si fonderanno festa e contestazione verso una
riforma che "cancella il nostro futuro, applicando gli ennesi tagli
indiscriminati" commenta Giandomenico Fubelli, un'assegnista ricercatore
che ha presentato l'idea all'assemblea della facoltà di Scienze. Una notte
durante la quale i cancelli della sede di largo Murialdo all'Ostiense
resteranno aperti. Non solo agli studenti, ma a tutte le persone che vorranno
partecipare. Ci saranno concerti e i laboratori saranno spazi aperti per essere
visitati. "Mostreremo cosa facciamo tutti giorni", incalza il giovane
ricercatore. Se la Notte bianca è la forma di protesta che arriva
da Geologia, I fisici di Roma Tre, lunedì, saranno ai semafori di viale Marconi
e viale Trastevere per pulire i vetri delle macchine con lo slogan "Sto
facendo pratica, sarà il mio futuro". Lezioni sulla riforma Gelmini saranno improvvisate alla metro
San Paolo e Piramide.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Roma Nei
prossimi giorni le lezioni all'aperto Dal Circo Massimo al
Senato prof e liceali anti-Gelmini TEA MAISTO Dal Circo Massimo fino al Senato: secondo gli
organizzatori erano in più di 10mila. E ancora. In corteo tra le strade di Roma
Nord: secondo gli studenti i manifestanti erano circa 4mila. Un'altra giornata
di protesta contro il decreto Gelmini targata studenti delle scuole superiori. Migliaia di
docenti e liceali che si sono mobilitati in piazza o negli istituti occupati,
come al classico Tasso. "Abbiamo incontrato i ragazzi per convincerli a
interrompere l'occupazione ? spiega il professore Franz Ciminieri ? tra lunedì
e martedì vorremmo fare un collegio dei docenti per approvare una proposta da
fare ai ragazzi. Si tratterebbe di una forma di protesta alternativa.
Potrebbero essere lezioni in piazza insieme". Stessa idea è venuta agli
studenti del Righi e dell'Orazio: "Potremo fare lezione con i prof durante
i sit in", spiegano. Il corteo che dal Circo Massimo ha raggiunto il
Senato ha visto la partecipazione di circa 20 scuole. Oggi nuova protesta: le
elementari saranno in piazza con il Pd e ci saranno anche tre re magi che
porteranno in dono le firme raccolte contro il maestro unico.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina II - Palermo
Le dynasty, una saga infinita gli altri padroni delle facoltà Lagalla: "Un
codice etico per le parentele" La Parentopoli I casi di Scienze e
Ingegneria. Le cento famiglie dei baroni sono diventate di più La parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla
proteste contro la Gelmini.
Viaggia su e-mail, telefonate e lettere di prof e studenti rimasti fuori dalla
casta. Un moto di indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge anche
il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e proporre
un rimedio per l'ateneo delle cento famiglie: un codice etico. Norme per
evitare l'affollamento di parenti nello stesso dipartimento. "Il fenomeno
denunciato da Repubblica è sotto gli occhi di tutti e non voglio nascondermi.
Nel mio programma per il dottorato ho previsto l'adozione di codici di
autoregolamentazione per l'ateneo. Voglio attuare questo punto inserendo anche
una norma che impedisca proprio che parenti di primo grado svolgano la loro
attività nello stesso dipartimento. Anche per evitare polemiche e strumentalizzazioni.
L'università è già oggetto di un tiro al bersaglio. Ma io credo che anche a
Palermo una riforma seria sia possibile, a patto che non si cominci con il
tagliare i fondi". Lagalla, docente di radiologia ed ex assessore della
giunta Cuffaro, si insedierà il primo novembre. Dal rettore uscente, Giuseppe
Silvestri, ieri nessun commento ufficiale sulla parentopoli. L'inchiesta di
Repubblica ha dato fiato agli esclusi, a chi si sente emarginato da un sistema
che premia spesso i familiari dei docenti. E sono arrivate altre segnalazioni.
Così, inevitabilmente, la lista si è allungata. Le cento famiglie sono
diventate di più. Ecco i matematici Benedetto (Scienze) e Donatella Bongiorno
(Ingegneria), padre e figlia che insegnano la stessa materia. Focus su Scienze,
dove non mancano certo le parentele: i coniugi Biagio Lenzitti e Francesca
Benanti, anche loro del dipartimento di matematica come Vito di Gesù e la
moglie Tecla. Mentre Michelangelo Zarcone e Silvana Nuzzo, pur essendo in
facoltà diverse, fanno parte dello stesso dipartimento e insegnano Fisica della
materia. La lista è lunga e comprende i fratelli Roberto Boscaino, preside di
Scienze, e il fratello Roberto che è ordinario a ingegneria. Famiglie storiche:
Grazia Indovina, assistente di matematica, è la figlia di un ex preside, la
dynasty dei Barbagallo si estende fra Medicina e Agraria. C'è da dire,
ovviamente, che il legame di parentela non esclude le capacità: anche perché
crescere in un ambiente familiare di accademici può sviluppare una propensione
all'insegnamento. E va aggiunto che specie nel caso dei fratelli che insegnano
in facoltà diverse o di coniugi che si sono conosciuti all'interno dello stesso
ateneo è difficile ipotizzare casi di favoritismi. Ma sono tanti, tantissimi,
quasi i due terzi i casi di nuclei familiari insediati all'interno della stessa
facoltà e dello stesso dipartimento. è il fenomeno sul quale vuole intervenire
Lagalla. "Senza demagogia - precisa il rettore - si può pensare a un
modello come quello della magistratura, dove le parentele strette nello stesso
settore sono bandite. Anche se bisogna studiare soluzioni pratiche, esaminare
caso per caso: se un ricercatore è radiologo, faccio un esempio, ed esiste un
solo dipartimento di radiologia, non è ipotizzabile una nomina in un altro
dipartimento. Ma intendo portare avanti un codice di autoregolamentazione come
quello adottato in altre università, in modo più o meno stringente". Forse
servirebbero nuove regole anche per i concorsi in cui i baroni si possono
favorire a vicenda. "In quel caso la soluzione è il concorso nazionale, al
termine del quale le università devono avere il diritto di scegliere chi
vogliono fra gli idonei. Assumendosi, di conseguenza, la responsabilità".
e. la.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina I - Palermo
Il neorettore Roberto Lagalla: "Farò un codice etico per vietare la
presenza di congiunti nello stesso dipartimento" Le caste padrone
dell'Ateneo Parentopoli, i concorsi "taroccati" per favorire i
familiari La parentopoli è un velo che si alza nelle facoltà scosse dalla proteste contro la Gelmini. Un moto d'indignazione finora soffocato nel silenzio. Che spinge
anche il nuovo rettore, Roberto Lagalla, a prendere atto della situazione e
proporre un rimedio per l'Ateneo delle cento famiglie: "Adotterò un codice
etico". Intanto due ricercatori e ricostruiscono i percorsi accelerati dei
rampolli che diventano senza troppo penare ricercatori, associati,
ordinari. Raccontano le storie di favori fra cattedratici: uno aiuta l'altro,
determinando con il proprio peso all'interno delle commissioni la nomina di un
congiunto. E l'altro ricambierà con la stessa cortesia. EMANUELE LAURIA ALLE
PAGINE II E III E IN CRONACA NAZIONALE.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina
I - Palermo Cortei notturni contro la Gelmini Non si ferma
la protesta contro la riforma Gelmini nelle scuole
di Palermo. Ieri notte gli studenti e i loro leader hanno attraversato la città
in corteo. I genitori si uniscono al dissenso ma si schierano contro le occupazioni
degli istituti.
La preoccupazione corre sul web: i commenti dei lettori del sito di Repubblica
Palermo, dove è attivo un forum per docenti e studenti. BRUNETTO, INTRAVAIA E
ROMANO ALLE PAGINE VI E VII.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina VI - Palermo
Dai licei alle facoltà è un coro: "Non abbiamo capi". Ma ecco chi sono
i ragazzi che emergono nella ondata di mobilitazioni I piccoli leader del
movimento senza bandiere Paolo Toro iscritto al Prc "Ma ho rinunciato alla
mia identità politica" "Non vogliamo simboli, solo così riusciremo a
coinvolgere più gente" ANTONELLA ROMANO STANNO rinunciando alle bandiere e
detestano sentirsi chiamati "leader" o "leaderini".
"Il movimento è spontaneo, ci interessa che sia omogeneo, che riunisca gli
studenti di tutti i ceti. Senza colori politici. Solo così potremo diventare
tantissimi", è il messaggio che lanciano i rappresentanti dei movimenti
studenteschi della scuola e dell'università. Due mondi che, nella contestazione
dell'era Gelmini, stanno provando a camminare fianco a fianco. Nutrono di sicuro
la stessa ambizione: moltiplicare le fila di chi contesta, aggregare il fronte
della gente comune con iniziative "equilibrate" e
"intelligenti", chiamando a raccolta alle assemblee chi non era mai
venuto, - perché no, anche i genitori - chi aveva sempre fuggito con orrore
autogestioni, occupazioni, assemblee permanenti. Un movimento il cui
ultimo pensiero è esporre un leader in prima fila: l'etichetta di capo, con
cortesia, la rifiutano. "Stanno calando tutti quanti le bandiere. Vogliamo
provare a costruire un movimento omogeneo. E giochiamo sull'effetto sorpresa
delle nostre iniziative - afferma Paolo Toro, 18 anni, rappresentante
d'istituto al Garibaldi e membro del coordinamento formato per unificare le
iniziative di tutte le scuole in assemblea permanente - Anch'io sono iscritto a
Rifondazione ma ho rinunciato, diciamo, alla mia identità politica, perché
dobbiamo saper parlare alla gente di ogni genere". Sofia Sabatino, 18
anni, studentessa al Meli, da due anni leader indiscussa di Reds, il sindacato
degli studenti che ha sede al Blow Up, non soffre più di tanto nel mettere da
parte lo stemma del suo movimento. è la stessa scelta fatta da Pasquale
Dipollina, il coordinatore dell'Udu: anche l'unione degli universitari vicina
alla Cgil al corteo di lunedì scenderà in piazza senza bandiera. "Il
movimento è e deve rimanere assolutamente spontaneo - dice Sofia Sabatino - Le
scuole si auto organizzano in collettivi, comitati, assemblee. Non c'è
un'associazione che può fare da leader. Noi come Reds continuano a essere
protagonisti dal punto vista organizzativo. La protesta dilaga nelle varie
scuole senza che nessuno la canalizzi nella propria associazione. Siamo più che
felici che parta dal basso, senza bisogno di stimolazioni esterne". Già
leader del liceo classico Meli, Mauro Azzolini, in politica dai suoi 14 anni,
con letture scelte alle spalle a partire dal Manifesto del Partito comunista,
oggi si ritrova proiettato nel bailamme di Lettere. Ma continua a tenere i
contatti con gli studenti dei licei. "Collaboro con la scuola per
unificare il movimento con quello degli universitari, dal momento che la
riforma attacca entrambi - dice Azzolini, al primo anno di Lettere, la prima
delle facoltà a mobilitarsi - Io personalmente propendo per il blocco della
didattica: è l'unico modo per farsi sentire, per avere più risonanza". A
Lettere gli spazi autogestiti dagli studenti esistono dai tempi della Pantera,
sono quattro box al piano terra, dove si riuniscono i diversi collettivi oggi
in assemblea permanente. Tra i rappresentanti, i più apprezzati sono Fabrizio
Fasulo e Francesco Citarda, insofferenti anche loro al bollo di leader.
Francesco Mineo, 25 anni, a Ingegneria è il delegato di Alleanza Etica,
movimento che fa capo al Fuan. Alla politica si è avvicinato quattro anni fa,
con Bartolo Sammartino, e frequenta anche i corsi all'accademia nazionale della
politica. In questi giorni ha fatto il giro di tutti i cortei per spiegare le
ragioni del sì di Ae alla protesta, a differenza di Azione giovani e Azione
universitari, gli altri due movimenti della destra: "Mi mancano quattro
esami alla laurea e trovo sia giusto protestare in difesa dell'università per
tutti i ragazzi che vengono dopo di me e che hanno lo stesso diritto a un alto
livello d'istruzione". Nino Sala, il coordinatore regionale di Alleanza
Etica, se la prende con i "complici" siciliani della Gelmini che siedono per il Pdl in commissione cultura,
"che non intervengono per colpire i baronati, le clientele di parenti e i
tagli che affossano la ricerca".
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina VI - Palermo
Cortei di notte e lezioni in strada dilaga la protesta anti-Gelmini Studenti in piazza con la bara: "La scuola è morta" La
mobilitazione SALVO INTRAVAIA "Un funerale per ricordare la scuola che è
morta". Ecco l'ultima iniziativa di piazza degli studenti palermitani per
contestare la riforma Gelmini. Ieri sera alle 21, da piazza Croci a piazza Politeama, si è
svolto il corteo organizzato dai ragazzi del liceo scientifico Cannizzaro,
in agitazione da mercoledì scorso. Il corteo, proprio per evocare una funzione
funebre, è sfilato in silenzio. Alla manifestazione hanno partecipato alunni
delle scuole superiori, studenti universitari, genitori e insegnanti: tutti
vestiti di nero e con tanto di bara portata a spalla. "Si tratta di una
manifestazione simbolica senza bandiere - spiega Alice Maringhini, studentessa
del Cannizzaro - che coinvolge tutte le componenti della scuola". Nel
pomeriggio gli studenti di molti licei palermitani hanno organizzato
un'assemblea al Giardino Inglese. A Palermo la protesta del mondo della scuola
e dell'università è iniziata in sordina ma con l'approssimarsi
dell'approvazione del decreto Gelmini (prevista per
martedì o mercoledì prossimo) non passa giorno che non veda almeno un corteo,
una manifestazione, una lezione in piazza o una presa di posizione. L'ultima in
ordine di tempo è quella degli insegnanti del liceo classico Meli che, nel
corso del collegio dei docenti di ieri mattina, hanno stilato un documento dal
titolo "Non possiamo tacere?". "Le ultime dichiarazioni
dell'onorevole Berlusconi hanno profondamente offeso le nostre coscienze",
scrivono i prof. "Noi docenti - spiega il documento - vogliamo continuare
a pensare di essere in un paese democratico e vogliamo esprimere con forza il
nostro dissenso rispetto ai toni e alle parole usate per condannare le manifestazioni
degli studenti". Secondo gli insegnanti del Meli "gli studenti non
sono "facinorosi"; lottano per il proprio avvenire, lottano perché
credono ancora, e lo crediamo anche noi, che una riforma della scuola non possa
essere il risultato di un decreto legge che ha come unico obiettivo tagli
finanziari che privilegiano il privato e azzerano il diritto allo studio dei
meno abbienti". Oggi pomeriggio, partendo da piazza Croci, sfileranno gli
studenti della facoltà di Architettura che esporranno dei plastici in piazza
Politeama. Domenica 26 ottobre i sindacati confederali saranno in piazza a
Mondello per "sensibilizzare la cittadinanza rispetto ai provvedimenti del
governo sulla scuola". Lunedì alle 16 gli studenti universitari sfileranno
da piazza Politeama al rettorato. Il giorno dopo sarà la volta delle lezioni in
piazza e del corteo serale che vedrà coinvolti anche i bambini delle scuole
elementari e i ragazzini delle medie. Nel pomeriggio, con lo storico Salvatore
Lupo, la facoltà di Lettere svolgerà una lezione in via Magliocco. Gli
insegnanti della facoltà di Ingegneria e Architettura si ritroveranno a piazza
Politeama e quelli di Scienze, Farmacia e Medicina a piazza Verdi (al teatro
Massimo). In serata, alle 21, da piazza De Gasperi partirà una fiaccolata che coinvolgerà,
oltre l'omonima scuola elementare e materna, le scuole elementari Collodi e
Trinacria, le medie Pecoraro e Virgilio e gli istituti superiori Pareto e
Galilei in un "abbraccio simbolico alla scuola pubblica". La
manifestazione si concluderà con giochi e musica a piazza Vittorio Veneto. E
per giovedì
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina VII - Palermo
Adele La Mantia Daniela Vallone Dal Cannizzaro al Meli così le famiglie seguono
da vicino la protesta: "Riguarda tutti noi" Genitori e figli uniti
nella lotta "Ma è meglio non occupare" Padri e madri partecipano a
assemblee e autogestioni La scuola ha bisogno di riforme, ma non di questa.
Bisogna però evitare di entrare nel territorio dell'illegalità Capisco le
motivazioni dei giovani e approvo le iniziative che aprono una riflessione
seria sul tema CLAUDIA BRUNETTO Hanno raccolto immediatamente l'appello dei
loro figli. E ieri pomeriggio si sono riuniti nell'aula magna del liceo
scientifico Cannizzaro di via Arimondi. Molti genitori
desiderosi di conoscere i termini della riforma Gelmini dalla voce dei ragazzi e altrettanti per testimoniare con la
loro presenza il sostegno alla mobilitazione che in questi giorni anima le
scuole superiori. "La scuola ha bisogno di riforme - dice Adele La Mantia
che ha un figlio al penultimo anno - ma certamente non di questa. Le
famiglie devono essere coinvolte perché in ballo c'è il futuro dei nostri
figli. Siamo però un po' preoccupati per un'eventuale occupazione perché
metterebbe i ragazzi nel territorio dell'illegalità e perché a nostro avviso
non serve ai fini di fare cambiare le cose. Bisogna aprirsi e trovare il
sostegno della società in questo momento, non chiudersi fra le mura della
scuola". La pensa allo stesso modo Daniela Vallone che di figli al Cannizzaro
ne ha iscritti due. "Approvo - dice la signora - questo regime di
autogestione, perché davvero può instaurare un processo di riflessione serio
sul tema. Ai miei tempi al liceo Finocchiaro Aprile, come rappresentante degli
studenti, ero sempre in prima linea nelle proteste, adesso riesco a capire le
motivazioni dei miei figli. Inoltre questa compattezza con il corpo docente mi
rasserena". Maurizio Cardaci, invece, vive la protesta contro la riforma
nella doppia veste di genitore e di docente della facoltà di scienze della
formazione: "Sostengo i ragazzi in modo assoluto - dice Cardaci - Ma sono
a favore di formule costruttive di protesta come quella a cui stiamo assistendo
in questo momento. Senza degenerazioni che potrebbero prestare il fianco a critiche
e repressioni". E sulla riforma Gelmini si sono
già mobilitati diversi coordinamenti: da quello dei genitori democratici (Cgd)
all'associazione italiana genitori (A. Ge.). In programma incontri e forum per
cercare di aprire un tavolo di discussione sulle effettive conseguenze dei
decreti in questione. "Noi genitori - dice Antonia Cascio, presidente del
Cgd di Palermo - non possiamo assistere a questo scempio in silenzio. Dobbiamo
scendere in campo assieme ai nostri figli e ai loro insegnanti. La battaglia per
una scuola di qualità non può e non deve essere una battaglia settoriale, ma è
e deve essere una battaglia per la democrazia e le pari opportunità. Per questo
invitiamo tutti alla manifestazione del 30 ottobre. Ci preoccupa soltanto che
si possa arrivare all'occupazione delle scuole, per la tutela dei nostri
ragazzi soprattutto di fronte al fatto che c'è chi ha minacciato e poi smentito
di voler mandare le forze dell'ordine eventualmente per sgomberarli". Si
esprimono con più cautela i genitori dell'A. Ge. "Non ci esprimiamo con
una bocciatura totale della riforma - dice Giuseppe Russo, presidente
provinciale dell'A. Ge. Palermo - Abbiamo convocato un consiglio direttivo e
chiediamo un confronto con il ministro che a nostro avviso doveva avvenire anche
prima. Poi abbiamo attivato un forum dei genitori e siamo d'accordo
sull'individuazione di alcune strategie. In ogni caso ogni forma di occupazione
è da scongiurare. Così come ogni forma di strumentalizzazione dei giovani
studenti. Ci vogliono proposte concrete". Anche negli altri istituti
superiori della città i genitori cominciano a essere coinvolti nei regimi di
autogestione e nelle assemblee degli studenti e del corpo docente. Al Meli, per
esempio, alcuni hanno chiesto di partecipare agli incontri informativi che si
svolgono nella scuola di via Aldisio nel pomeriggio: "Abbiamo chiesto un
incontro con il dirigente scolastico - dice Evelina Cuffaro che ha una figlia
al Meli - Vogliamo capire che fine farà la scuola dei nostri figli, a cosa
dovremo rinunciare. Ci teniamo che continuino a svolgere regolarmente le
lezioni la mattina, ma nel pomeriggio appoggiamo questa formula di laboratori e
assemblee. è importante creare un gruppo di lavoro serio e che i nostri figli
sviluppino un pensiero critico sull'argomento. Siamo al loro fianco".
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina VII - Palermo
I commenti dei lettori sulla riforma e sulle sue conseguenze. Online l'agenda
della protesta con attività di facoltà e scuole La paura sul web: "Prove
di federalismo" Forum di studenti, docenti e istituti sul sito di
Repubblica Palermo "Se tutto questo non farà cambiare nulla vuol dire che
ci troviamo in un regime" La proposta: "Una campagna di solidarietà
per le realtà scolastiche di frontiera" Preoccupazione, paura per il
futuro e risentimento per le scelte tranchant del governo di centrodestra su
scuola e università, che sarebbero solo un assaggio dell'imminente federalismo.
Ecco i sentimenti che il popolo di Internet affida ai commenti sul sito di
Repubblica Palermo, che da lunedì ospiterà un forum sulla scuola aperto a
istituti, studenti e docenti che vorranno dibattere sulle
questioni aperte dalla riforma Gelmini. Per accedere al forum, dove saranno presenti notizie e
informazioni sulle attività previste da facoltà e istituti in autogestione,
basterà registrarsi come utenti del Gruppo l'Espresso: la procedura è
completamente gratuita. Per gli istituti che vogliono comunicare le proprie
attività è sufficiente inviare una e mail all'indirizzo
palermorepubblica.it con oggetto "forum scuola". Il popolo della rete
è preoccupato. "Istituire il finanziamento delle scuole private con i
soldi dei contribuenti non poteva avere che queste conseguenze disastrose -
scrive paciriminna - La scuola pubblica, mal gestita e con forti differenze
strutturali al Sud, sta per soccombere. Del resto tutti gli altri servizi pubblici,
non stanno meglio. Lo Stato programma disastri e disagi, le Regioni, Provincie
e Comuni (le maiuscole per non scontentare la grammatica) lavorano per
moltiplicarli. Il federalismo è già iniziato". Gabrigold invita chi sta
lottando (pacificamente) a non demordere, auspicando la rinascita di movimenti
come la Pantera: "Spero soltanto che il malcontento che serpeggia tra
tutto il personale della scuola - scrive - sfoci in seri movimenti di lotta che
coinvolgano tutti, alunni, genitori, docenti, personale ata. Quello che temo è
che questi decreti, queste riforme vengano come al solito accettate
passivamente" dal corpo docente italiano, che secondo gabrigold non brilla
per dinamismo. Civil01 è preoccupato per le conseguenze sui diritti: "Se
con queste manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia - scrive - e
che coinvolgono tutti gli elementi dell'insieme scolastico non si ottengono
risultati, allora possiamo affermare che siamo in presenza di un regime
dittatoriale". "Magari sarò catastrofista - scrive jewels 4475 - ma
ho il terrore che dopo le (ultime) illuminatissime parole del presidente del
Consiglio, si possano ripetere gli scenari agghiaccianti del G8 di Genova...
Esagero?" Ma anche l'analisi politica trova spazio nei commenti: "Berlusconi
sta sopravvalutando la capacità del centro-sinistra, ai minimi storici di
consenso, di sollevare l'opinione popolare - scrive mazzolagiu75 - i movimenti
di protesta non hanno colore politico. Studenti, ricercatori precari e docenti
di ogni idea politica stanno manifestando. Nessuno è stato sobillato a scendere
in piazza da nessuna parte politica. Veltroni sta cercando con la
manifestazione del 25 di attribuirsi dei meriti che non gli spettano e, credo,
che avrà una grossissima delusione dall'adesione che vi sarà". Ma sul web
non c'è solo rabbia. "Perché non indiciamo una campagna di solidarietà -
scrive pasbill - per quelle scuole che versano in situazioni disastrate? Vorrei
entrare in contatto con qualche prof eroe per aiutarlo. Nelle nostre case si
butta tanto che ci sarebbe da rendere felici le persone e più confortevoli gli
ambienti in cui queste persone lavorano. Date pure il mio indirizzo e-mail a
questi eroi, pregandoli comunque di continuare a fare gli eroi. Prima o poi il
riscatto ci sarà". L'indirizzo, per chi volesse rispondere all'appello, è
Bill61hotmail.it.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XVI - Palermo
PATTO FORMATIVO TRA PROF E STUDENTI MAURIZIO MURAGLIA C i
sono aspetti inediti nella mobilitazione anti-Gelmini cui assistiamo in questi giorni anche a Palermo. In primo luogo
va rilevata la precocità della protesta rispetto alla tradizionale tempistica
decembrina, a ridosso delle vacanze natalizie, che in qualche modo ha sempre
inquinato la reale motivazione di certe manifestazioni studentesche. C'è
poi un'insolita convergenza di intenti tra studenti e insegnanti, che purtuttavia
non riesce a coinvolgere, come invece avviene altrove, le famiglie. Ma dalle
nostre parti, si sa, l'opinione pubblica adulta dei non addetti ai lavori
scolastici non è facilmente disponibile a sposare la causa di studenti e
insegnanti. Non è qui il caso di ripercorrere le ragioni della mobilitazione,
perché questo giornale ne ha già dato ampio risalto. Occorre invece, a mio
parere, porre attenzione alla necessità di non perdere la preziosa occasione
che oggi si presenta di rinsaldare il patto formativo - abbastanza logorato per
la verità - tra chi insegna e chi impara. Come è possibile sfruttare una simile
occasione? Certamente partendo dal dato di fatto che il livello di
consapevolezza civica dei ragazzi e degli insegnanti, a riguardo degli effetti
prodotti dai provvedimenti sulla scuola, non può essere lo stesso. Alla
protesta i ragazzi, ora come nel passato, attribuiscono pur sempre una valenza
che va oltre il merito delle questioni. Scendere in piazza, partecipare ad una
manifestazione resta per loro anche un'occasione di socializzazione e di svago
e non c'è nessuna ragione di scandalizzarsi per questo. Chi scrive ha
partecipato ai movimenti studenteschi degli anni �70 e ricorda bene quanta
superficialità, quanta banalizzazione, quanta sete di svago attraversasse anche
quella stagione. Nessuno alzi la bandiera della serietà condita dal logoro
"ai miei tempi", perché il rischio dell'incomunicabilità con le nuove
generazioni è alto. Ora come allora, implicito o esplicito, resta l'appello
degli studenti a voler essere protagonisti della stagione in cui vivono. La
complessità delle questioni sul tappeto però rende necessario il sostegno degli
adulti. A noi insegnanti compete spiegare quel che succede cercando di far
comprendere, attraverso fonti attendibili, le poste in gioco reali e quelle
filtrate dai titoli del giornali. Gli studenti a volte faticano a distinguere,
tra le informazioni relative ai provvedimenti sulla scuola, ciò che li riguarda
come cittadini (il maestro unico è un vulnus per tutto il sistema ma non tocca
direttamente gli studenti delle superiori) da ciò che li riguarda più
direttamente come studenti. è compito degli insegnanti facilitare questa
consapevolezza, per così dire, "metodologica". Non possiamo
permetterci il lusso di creare due distinte aree di cittadinanza con due
distinte motivazioni. Le ragioni di disagio sono comuni e afferiscono al futuro
della scuola pubblica, e gli insegnanti sono chiamati a far capire agli
studenti che cosa avviene e perché avviene. Che, in altri termini, vuol dire
continuare a far scuola. Ogni giorno i giornali riportano notizie relative a
scioperi e manifestazioni in difesa della scuola pubblica. Se c'è un modo alto
per difendere la scuola pubblica è quello di lavorare insieme, a scuola, al
mattino, insegnanti e studenti per cercare di capire, di approfondire, di
discutere, di esprimere opinioni argomentate e documentate. Le discipline
scolastiche, quando non sono ridotte a sterili contenitori di nozioni, capitoli
e paragrafi, forniscono l'attrezzatura intellettuale per fare tutto questo. Non
è detto che per rendere una protesta più incisiva gli studenti debbano
rinunciare a far scuola e gli insegnanti debbano assistere impotenti allo
sfascio dei già fatiscenti edifici scolastici. Si possono trovare inedite
sinergie pedagogiche per esprimere il disagio comune. è una sfida per tutti.
Per gli studenti, perché non rendano il loro reale disagio una barzelletta,
come purtroppo molte volte è avvenuto. Per gli insegnanti, perché condividano
con i ragazzi il loro disagio attraverso l'attivazione di percorsi formativi in
cui i saperi della scuola - la lingua, la matematica, la storia, la scienza -
acquistino la vitalità di cui essi dispongono quando vengono messi al servizio
dell'attualità. Forse tutto questo risulterà formativo anche per l'opinione
pubblica, che da questa inedita alleanza segnata da serietà di intenti ed
impegno intellettuale serio, potrà trarre ragioni per rivedere la propria
percezione del mondo della scuola.
( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 254, pag. 3 del 25/10/2008
Autore: Pierre de Nolac Visualizza la pagina in PDF Indiscreti
Cacciari, è allarme giustizia in Laguna Pure a sinistra si lamentano della
magistratura. Una lettera sullo "stato critico della giustizia a
Venezia" è stata spedita dal sindaco Massimo Cacciari al ministro Angelino
Alfano e, per conoscenza, al suo collega della pubblica amministrazione Renato
Brunetta (al ministro ombra della giustizia Lanfranco Tenaglia, invece, il
primo cittadino lagunare non ha inviato nemmeno una mail). Cacciari riferisce
di aver incontrato una delegazione dei lavoratori degli uffici giudiziari della
provincia di Venezia, dove "le piante organiche non sono coperte per il
30-40%; la condizione delle sedi è particolarmente critica anche sotto il
profilo della sicurezza; le prospettive di avanzamento di carriera risultano
bloccate per la mancanza da anni e anni di concorsi; il blocco del turn over
produce un invecchiamento del personale che non può non nuocere alla
funzionalità e produttività". E per calcare la mano, Cacciari rivela che
le questioni "sono state esposte allo stesso presidente Giorgio Napolitano
durante una sua recente visita". Ora scrive ad Alfano "fidando
moltissimo nel Suo impegno per risolverle". Vendola annulla l'incontro con
le major Negli Stati Uniti dicono che "lo spettacolo deve
continuare", con la formula "the show must go on": in Italia non
viene mai rispettata, questa regola. E in Puglia lo sanno bene: da mesi avevano
preparato un incontro nella capitale, in occasione della Festa del cinema, per
lanciare l'Apulia Film commission. Ma il tragico incidente che ha visto perire
un gruppo di militari di origine pugliese nella nazione transalpina ha spinto
la giunta regionale guidata da Nichi Vendola a suggerire di dare un taglio alla
manifestazione. Così l'Apulia Film Commission ha deciso, per sobrietà e
rispetto nei confronti delle vittime del disastro aereo di giovedì in Francia,
di annullare l'incontro con i produttori italiani ed esteri, nell'ambito della
terza edizione del Festival internazionale del film di Roma, come ha reso noto
con un comunicato la stessa fondazione. E come capita in questi casi, qualche
altra regione ne approfitterà per incontrare quei protagonisti del grande
schermo che a Roma si trovano improvvisamente con una serata libera, mentre la
Puglia dovrà aspettare il prossimo anno. Per Floris la Luiss è uno studio
televisivo La prossima settimana per Giovanni Floris sarà davvero dura. Non c'è
solo la presentazione del libro di Pier Luigi Celli, oltre alla trasmissione
"Ballarò" su Raitre. Da ex studente, Floris sta monopolizzando gli
appuntamenti che si svolgono all'interno dell'ateneo caro alla Confindustria:
la nuova occasione viene fornita dalla discussione degli argomenti proposti da
Roger Abravanel nel saggio "Meritocrazia" pubblicato dalla Garzanti
(la casa editrice che ha come vicepresidente Gherardo Colombo). Il
convegno-dibattito avrà luogo a Roma, il 30 ottobre, alle ore 17, presso la
Luiss "Guido Carli". Aprirà i lavori Luigi Abete, presidente degli
Industriali romani, e le due tavole rotonde saranno moderate da Floris. La
prima, alla quale parteciperanno Angelino Alfano, ministro della Giustizia e
Mario Barbuto presidente del Tribunale di Torino, verterà sul tema "Merito
e giustizia civile". La seconda, con Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, e Massimo
Egidi, rettore della Luiss, affronterà il tema "La scuola del
merito". Poi Floris penserà alla trasmissione della terza rete Da Vespa a
Fede, la Vezzali 'tocca' ancora Quinto appuntamento con "Sipario
notte", il rotocalco del Tg4 diretto e condotto da Emilio Fede, a
cura di Marina Dotti e Daniele Molé, in onda oggi a mezzanotte e trenta. E chi
sarà la protagonista della puntata? La plurimedagliata campionessa di fioretto,
Margherita Vezzali, ospite della rubrica "Abat jour", che si
racconterà come campionessa, mamma e moglie proprio davanti a Fede. Dopo le
infinite polemiche che hanno accompagnato la presenza di Margherita Granbassi
alla trasmissione di Michele Santoro, la tentazione per il direttore del Tg4
sembra sia davvero forte: vedere la Vezzali in televisione, dicono a Mediaset,
con uno spazio tutto per lei, gli piacerebbe davvero. La partecipazione alla
puntata di "Porta a porta", da Bruno Vespa, alla presenza del premier
Silvio Berlusconi, ha rappresentato una garanzia. E nell'entourage della
campionessa c'è chi pronostica per lei prospettive "ancora migliori di
quelle del piccolo schermo". Una candidatura Pdl alle prossime elezioni
europe.
( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 254, pag. 6 del 25/10/2008
Autore: di Mariano Sabatini m.sabatini@libero.it Visualizza
la pagina in PDF POST e RIPOST Marcorè meglio del politico
Capezzone Politici e tivù, controverso/contrastato rapporto. Nessun altro può
tuttavia vantare un matrimonio più longevo. Dai tempi gloriosi di Alighiero
Noschese, fino al passato prossimo (Silvio Berlusconi che abbandona lo studio
di Lucia Annunziata), per arrivare ai giorni nostri: al divieto (disatteso) del
premier ai suoi di presenziare troppo in video. Chissà se Daniele Capezzone,
passato da frontman dei radicali a portavoce di FI, ha apprezzato l'impagabile
versione che di lui propone Neri Marcoré a "Parla con me", nuova
striscia di Rai Tre. Se è dotato di un minimo di autoironia, oltre che di
onestà intellettuale, dovrebbe averne almeno tratto motivi di riflessione.
"Se penso al fatto che questo centrodestra mi rifilerà - ho fatto un
calcolo approssimativo - almeno 865 passaggi televisivi di uno che ormai parla
come Neri Marcorè quando Neri Marcorè lo imita, ecco: sbuffo, ma non mi irrito.
Solo, mi prende un poco di imbarazzo a considerare possibile che, dopo 865
passaggi televisivi, mi possa diventare simpatico come mi è simpatico Neri
Marcorè. Epperò sia chiaro: come imitatore", leggo su
http://malvino.ilcannocchiale.it/post/1899793.html. Ma Capezzone è simpatico,
oltre che geometrico nel fornire dichiarazioni al Tg1; perciò hanno fatto bene
a sceglierlo come dichiaratore di professione. Per il resto se la vedrà con la
sua coscienza. Stupisce invece che Fedele Confalonieri dichiari di dover
redarguire, con tutto il peso del ruolo, quelli delle “Iene” per i servizi
sulle clamorose falle culturali che dimostrano certi parlamentari. "Vista
e considerata l'ignoranza dilagante della classe politica, la
mia idea è che tutte le maestre (uniche) eliminate dal decreto Gelmini potrebbero essere utilizzate
efficacemente allo scopo di dare una infarinatura decente di italiano ai
politici ignoranti", è la genialata di
http://www.nessuncompromesso.com/2008/10/23/classi-ponte-per-immigrati-la-mia-opinione/.
Ma l'infarinatura, o l'impanatura?, dovrebbero dargliela in tutte le
materie! E mi piacerebbe, comunque, apprendere che chi non sa dove sia
geograficamente collocato il Darfur, chi ignora l'attività del Dalai Lama o
l'attività della Consob decidesse, una volta smascherato davanti all'Italia
tutta, di rassegnare le dimissioni. La soluzione di mostrare anche chi, bontà
sua, sa rispondere a certi quesiti elementari non può essere perseguita.
Qualcuno spieghi al dottor Confalonieri che la notizia è sempre quella
dell'uomo che morde il cane e non viceversa. Del deputato ignorante e non di
quello che potrebbe partecipare con onore al nuovo quiz di SkyVivo "Sei
più bravo di un ragazzino di quinta?".
( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
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ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 254, pag. 5 del 25/10/2008
Autore: Franco Adriano Visualizza la pagina in PDF il tifo
delL'ex ministro dell'istruzione Berlinguer chiama la Gelmini,
sono con lei spero ci riesca Prima lo ha fatto sapere coram populo con alcune
interviste sui principali quotidiani: "Non credo che il ministro voglia
sciupare la scuola elementare. Ed è indubbio che esista un problema vero di
numero dei docenti e di risorse. Ma siccome nel tempo pieno è impossibile fare
a meno del doppio insegnante e il ministro mi pare molto attento alle famiglie,
non credo che lo toccherà" Lei ha gradito. E lo ha voluto dire durante la
sua audizione in senato. Poi, la telefonata. Inaspettata. "Sono con lei,
spero che ci riesca". Oggi queste parole vengono ricordate spesso e le
servono per rincuorarsi. Ma il feeling tra l'ex ministro della pubblica
Istruzione, Luigi Berlinguer e Maria Stella Gelmini va
al di là di una generica solidarietà nei confronti di una persona che sta
passando le stesse difficoltà: la riforma Berlinguer nove anni fa fu fatta
oggetto della più grande manifestazione di protesta del dopoguerra contro un
ministro dell'istruzione e per lui si preparò la mancata riconferma
dell'incarico nel governo Amato, l'ultimo della legislatura 1996-
( da "Italia Oggi" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 254, pag. 5 del 25/10/2008
Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF
Dialogo con gli studenti interrotto. Cortei e occupazioni. Berlusconi accusa:
facinorosi a sinistra Mariastella apre e chiude subito Il ministro: il decreto
resta, cambiamo università e scuola Proteste, manifestazioni, tentativi di
dialogo, rotture. Anche ieri l'Onda lunga della contestazione
studentesca nei confronti della riforma della scuola targata Maria Stella Gelmini ha lambito le scuole e le
università di tutta Italia. Fino a inondare in serata anche il Festival del
cinema di Roma, dove un migliaio di studenti ha messo in scena un sit in al
grido "Fermiamo il brutto film della riforma Gelmini" e ha promesso di mantenere il presidio per tutta la notte.
è ancora confronto duro, insomma, tra studenti e governo, anche se uno
spiraglio, dopo i giorni del muro contro muro, è sembrato schiudersi quando il
ministro dell'istruzione, ricerca e università Maria Stella Gelmini,
ha convocato i rappresentanti delle principali organizzazioni che avevano
posto, come condizione per aprire il dialogo, il ritiro del decreto legge 137 e
della legge 133 contestati da studenti e professori con oltre 300 cortei
nell'ultimo mese in tutta italia. Ma l'esito del confronto non è stato
positivo, perché la Gelmini ha tenuto duro sul
provvedimento, che, ha detto, "non cambierà". "Il decreto
resta", ha spiegato la Gelmini, che ha ricevuto
le organizzazioni insieme con la presidente della commissione istruzione della
camera, Valentina Aprea "Bisogna cambiare", ha detto il ministro nel
corso dell'incontro. "Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l'università così
come sono li soddisfino", ha raccontato poi. "Una scuola e una
università che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un
futuro. Perché non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi,
siamo tra i primi in Europa. Solo che si spende male". L'osservazione non
è bastata a convincere molte delle sigle presenti al confronto, già piuttosto
maldisposte per una convocazione arrivata, a loro giudizio, con troppo ritardo.
Così, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari e la Rete degli
studenti, dopo molte ore di confronto, hanno spiegato che per ora la protesta
va avanti, come previsto, fino allo sciopero del prossimo 30 ottobre. "Il
ministro Gelmini è intenzionato a proseguire e non
ritirerà il decreto 137" ha raccontato il coordinatore dell'Unione degli
studenti delle superiori Roberto Iovino. "Allora le abbiamo consegnato una
lettera. Riteniamo che sia inutile incontrare gli studenti a pochi giorni
dall'approvazione del decreto, dopo che loro per due mesi avevano chiesto il
dialogo". Mentre le organizzazioni più vicine alla destra e più aperte nei
confronti delle proposte del ministro hanno parlato di "un confronto
sincero", ha raccontato il presidente del movimento Azione studentesca
Giovanni Donzelli: "Il ministro ci ha detto che vuole modificare davvero
l'università e ridurre gli sprechi.Vedremo in futuro come si comporterà il
governo sui tagli alle università previsti dalla legge 133, ci auguriamo che in
questi tre anni trovino i fondi per recuperare i soldi". Solo timide
aperture, in una giornata che si era aperta con le dichiarazioni non proprio
concilianti del premier, Silvio Berlusconi, da Pechino, dove è in corso il
vertice Asem. "Non ho mai detto che manderemo la polizia contro i manifestanti
nelle scuole e nelle università, ma il governo intende garantire a chi vuole
continuare a frequentare gli atenei il diritto di farlo", ha detto il
presidente del consiglio con il piglio di chi non ammette repliche. "E
poi, in tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai
centri sociali ci sono gruppi di facinorosi. Comunque, non ho fatto nessuna
retromarcia sulla gestione dell'ordine pubblico, e ne ho parlato anche con il
ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Se lo stato intende essere stato deve
difendere il diritto dei cittadini a frequentare le scuole e le
università".Non che questo abbia impedito il dilagare della protesta. A
Roma, circa 15 mila studenti, dopo essersi concentrati al Circo Massimo, sono
tornati a farsi sentire dalle parti di Palazzo Madama. Nel resto d'Italia,
occupazioni di scuole e atenei, assemblee e cortei che a Napoli hanno creato
difficoltà al traffico. E nei prossimi giorni si andrà avanti, perché il 30
ottbre ci sarà lo sciopero generale della scuola e il 14 novembre sarà la volta
delle università. Fino a quella data e forse anche dopo,insomma, le proteste di
studenti, insegnanti, ricercatori e docenti universitari proseguiranno. Con il
sostegno di buona parte dell'opposizione, in particolare del Partito
democratico e dell'Italia dei valori. Oggi, durante manifestazione nazionale
del Pd contro le politiche del governo, il segretario Walter Veltroni parlerà
anche della riforma Gelmini e dei tagli.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Scuola. Iniziative
simili anche a Pescia mentre si riunisce il collettivo studentesco Assemblea al
Salutati: parte la cogestione MONTECATINI. Oggi è il giorno dell'assemblea
studentesca. La palestra del liceo scientifico Coluccio Salutati sarà gremita
di ragazzi pronti ad inaugurare la tre giorni di cogestione. Si parte alle 9
con l'appello, poi verranno illustrati i temi da trattare. Seguirà un dibattito
aperto a tutti. "Noi non occupiamo, ci preoccupiamo", questa è la
scritta affissa al cancello d'ingresso dell'istituto. I rappresentanti
studenteschi non hanno lasciato niente al caso: una cattedra, delle sedie e un
microfono formano il palchetto da dove ognuno potrà prendere la parola. Preside
e professori sono invitati a confrontarsi con gli studenti, tutta la scuola
sarà presente pena il ripristino della didattica. Il
decreto legge Gelmini al
centro dell'attenzione: ci saranno esponenti pro e contro la riforma, delegati
della sinistra giovanile, ricercatori delle università di Pisa e Firenze,
professori interni all'istituto e insegnanti esterni. Graditi ospiti saranno
l'ex professore di storia e filosofia Antonio Checcacci e (forse) il sindaco di
Pescia Antonio Abenante. Intanto ieri si è svolta l'assemblea del liceo
Lorenzini al palazzetto di Pescia (300-400 le persone presenti). E' stata
ufficializzata l'autogestione cogestita alla presenza di alcuni esponenti di
organizzazioni studentesche giovanili, provenienti dal mondo universitario e
della scuola superiore. Inizia l'autogestione anche all'istituto Anzilotti: da
oggi fino a mercoledì. I rappresentanti degli studenti hanno fatto girare dei
fogli per raccogliere le adesioni (circa 300 le firme). Ieri pomeriggio si è
invece riunito il collettivo studentesco, alla presenza dei rappresentanti di
Anzillotti, Lorenzini, Salutati e Marchi. La decisione presa è quella di
muoversi insieme per manifestare contro la riforma e coinvolgere attivamente anche
gli istituti che finora non si sono esposti. Luca Signorini.
( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
COMO E PROVINCIA
pag. 3 "Per noi questa non è la strada giusta" GLI STUDENTI CONTRARI
ALL
( da "Giorno, Il (Como)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
COMO E PROVINCIA
pag. 3 Mobilitazione al Giovio: "È solo l'inizio" Occupazione al liceo dove si temono tagli a lingue e corsi
sperimentali PROTESTA CONTRO LA RIFORMA GELMINI di FEDERICO MAGNI ? COMO ? GLI
STUDENTI del Liceo Scientifico Paolo Giovio di Como sono decisi a portare
avanti la mobilitazione e far sentire la loro voce contro la riforma della
scuola dopo aver trascorso la notte nella palestra dell'istituto.
"La mobilitazione di questi due giorni è solo l'inizio". Il Liceo di
via Pasquale Paoli, è diventato l'epicentro della protesta degli studenti di
Como dopo che nella mattinata di giovedì, sulla facciata dello storico edificio
è apparso lo striscione: "Scuola occupata". Gli studenti annunciano
altre mobilitazioni. Hanno trovato l'appoggio di molti professori.
Organizzeranno una manifestazione a Como il 30 ottobre insieme ai sindacati. La
scuola è stata in fermento anche nella mattina di ieri. Nei corridoi il via vai
di studenti indaffarati a riunire tutte le voci della protesta ha fatto
presagire un prolungamento dell'occupazione. Discussioni e dibattiti si sono
prolungati fino a tarda sera. L'ASSEMBLEA delle 11 è servita a fare chiarezza e
a raccogliere tutte le opinioni. Delegazioni di studenti del Liceo Classico
Volta, delle Magistrali, del Terragni di Olgiate, del Setificio e di altri
istituti comaschi hanno partecipato all'assemblea permanente per la quale, per
tutto il giorno, si sono dati da fare i rappresentanti di istituto. "Anche
stamane (ieri per chi legge, ndr) gli studenti occupanti non hanno impedito il
regolare svolgimento delle lezioni, garantendo quindi a chi lo volesse il
diritto di partecipare alle attività didattiche. L'occupazione del liceo Giovio
continua per dare un forte segnale alla cittadinanza del disagio degli studenti
comaschi derivante dalle razionalizzazioni apportate alla scuola pubblica dalla
legge 133/2007. LA GIORNATA è organizzata in varie attività tra le quali
dibattiti tematici, laboratori, cineforum, turni di controllo e pulizia degli
spazi, assemblee riguardanti la riforma scolastica.Tutte queste iniziative si
stanno svolgendo con la partecipazione attiva e sentita degli studenti",
hanno fatto sapere gli studenti con un comunicato diffuso ieri. "Con la
scusa di limitare gli sprechi vengono eliminate le materie cosiddette inutili,
come le lingue straniere - affermano. LA RIFORMA Gelmini
prevede la diminuzione a 30 ore per tutti i corsi. Ciò vuol dire che sia
l'indirizzo di sperimentazione linguistica sia quello di maxisperimentazione
scientifica Progetto Brocca non saranno più effettuabili". Alcuni
portavoce della protesta del Giovio hanno incontrato nella mattinata di ieri il
Provveditore agli studi di Como, Benedetto Scaglione. L'occupazione di due
giorni del Liceo Giovio si è svolta senza particolari tensioni, come ha
confermato anche il preside, anche se sui gradini d'entrata del liceo gli
agenti della Digos hanno continuato a sorvegliare il via vai di studenti
all'ingresso della scuola. "I ragazzi hanno voluto manifestare in questo
modo la loro preoccupazione sul futuro della scuola - ha commentato il preside
Sergio De Felici -. La nostra preoccupazione invece era legata a questioni di
sicurezza, soprattutto per la permanenza in palestra dei ragazzi durante la
notte".
( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
I COMMENTI pag. 16
TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di
un'importante univer... TEMPO FA, molto prima delle proteste anti-Gelmini, incontrai il rettore di un'importante
università. Ma perchè voi rettori ? gli dissi ? non tentate una rivoluzione?
Una rivoluzione che sostituisca il merito alla demagogia, la selezione alla
massa, la competizione fra le università all'appiattimento di meriti e
risultati? Costerebbe molto, rispose, non tutti se lo potranno permettere. Ma
proprio questo è il punto. Le nostre università per tornare a sfornare seri
professionisti dovranno avere bilanci in attivo, utilizzare meglio i fondi e
dunque costare di più. Dovranno vendere istruzione a prezzi realistici, aiutare
la ricerca e non sperperare tutto in cattedre inutili. E smettere con
l'immissione indiscriminata, il nepotismo, i concorsi burletta. L'accesso sia
consentito a chi avrà i titoli e se lo potrà pagare. E a chi non se lo potrà
pagare borse di studio. Solo così uscirà (forse) qualche Nobel, come negli Usa.
Mi rispose secco. Il mercato, la competition nell'università? Improponibili. E
allora mi venne in mente la Buonanima: governare gli italiani non è difficile,
è inutile. (cesaredecarlo@cs.com).
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XV - Milano
La scuola tra battute e cortei "A chi ci accusa di strumentalizzare i
bambini rispondo che alle manifestazioni imparano che cos'è la democrazia"
Vorrei rispondere alle numerose accuse che in questi giorni ci siamo sentiti
rivolgere da parte di chi ritiene che sia cosa inopportuna portare i bambini in
corteo. I bambini sono persone, ci ascoltano, pongono questioni e hanno bisogno
di risposte. Personalmente ho scelto di andare in manifestazione con i miei
figli perché mi sono trovata a dover rispondere alle loro domande: "Perché
lui ha due maestre e io non le avrò?", "Perché dobbiamo mettere il
grembiulino?", "Ma davvero se non faccio il bravo mi bocciano?".
Questa occasione ci ha offerto l'opportunità di dare loro alcune semplici
informazioni su come funziona la democrazia, che cos'è il governo, che cosa
fanno i ministri, che cosa fa il Ministro dell'istruzione. E qual è il ruolo
dell'opposizione, come si può dire se non si è d'accordo con ciò che viene
deciso da chi ci governa. Ciò che è importante per me è che abbiano presenti le
regole della democrazia e che, qualunque sarà la loro posizione politica da
adulti, le sappiano riconoscere e rispettare. Chi ha figli sa bene che i
bambini pongono questioni molto più spinose: la morte, il sesso, la
religione� Tutto sommato il decreto Gelmini mi sembra meno impegnativo.
Qualcuno ci ha definite "mammine evolute che per le creature cercate la
merendina bio e lo zainetto trolley", qualcun altro "GDB, genitori
democratici benestanti". Francamente non mi ritrovo in queste etichette: venivamo
da Baggio, dal Quartiere Olmi e da Muggiano, estrema periferia di Milano.
Siamo mamme lavoratrici con due o tre figli ciascuna, semplicemente siamo
preoccupate per il loro futuro. Marcella De Carli Sono uno di quelli che nel
�68, agli inizi voleva entrare a scuola perché mi sentivo "liberal"
e poi ho capito che "non era tutto sbagliato". Ma Silvio, più adulto
di me, dov'era? Forse sulle navi a suonare il pianoforte? Si spiegano solo così
certe minacce. Massimo Scotti C'è una crisi economica che - parere di un
semi-ignorante in materia finanziaria - ci è stata tenuta nascosta dai padroni
del mercato per spennarci. I giovani hanno mille euro al mese come miraggio e
il posto fisso come un miracolo da Superenalotto, a dispetto del tanto studio e
del tanto impegno che hanno. Una bella casa gli costerebbe secoli di fatica. In
poche parole, i "piccolo-borghesi" stanno tornando
"proletari". Non si sente dire questa formula dai nostri politici,
eppure dovremmo ragionarci in po' di più. Mentre riflettiamo, come raccontava
bene la mamma di Baggio, si viene presi anche in giro, come se le proteste
fossero una questione di look. Intorno a noi, frattanto, cresce l'odio sociale:
ci si picchia di più, si insulta di più, si muore ammazzati per una scatola di
biscotti. In questo momento di nervi tesi e speranze ridotte al lumicino,
invocare gli interventi polizieschi come fa il nostro presidente del Consiglio
è indice soprattutto di ignoranza. Non siamo certo all'altezza di consigli e
paragoni, però il nostro piccolo mondo antico sta ruotando molto veloce e un
miliardario di 73 anni, che vive sotto scorta e circondato da ammiratori e fan,
lo sta forse perdendo di vista.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
SPETTACOLI pag. 34
di SILVIO DANESE ? ROMA ? IN DUE FILM tedeschi, il colossal La banda Baader
Meinhof di Uli Edel, fuori concorso, dal libro omonimo di Stefan Aust, e l'indipendente
Schattenwelt di Connie Walther, in concorso, la terza giornata del Festival di
Roma - caratterizzata dal presidio della polizia del red carpet per arginare la
protesta degli studenti universitari contro la riforma Gelmini - interfaccia la vicenda del
terrorismo anni '70 con la tragedia delle vittime. "ANCHE in Germania è
successo che certi ex terroristi siano diventati figure mediatiche - dice la
Walther -. Hanno scontato la pena, magari contribuiscono a chiarire e
raccontare le cose, d'accordo, ma tutto questo può costringere i sopravvissuti
o i parenti delle vittime a un'esposizione che non vorrebbero, perché
per avere presenza sociale nel "racconto" hanno bisogno dello stesso
riconoscimento pubblico". Difficile non sentire l'eco della nostra storia
macinando due ore e mezza senza respiro di attentati, addestramenti, rapimenti,
clandestinità, processi. E' la Germania di Brandt, ma il sequestro del
presidente degli industriali Schleyer per la liberazione dei detenuti riporta
al Caso Moro. La banda Baader Meinhof (in Italia da venerdì prossimo) non
racconta soltanto uno spaccato di cronaca europea degli anni '70. Nei momenti
migliori, una sceneggiatura di compendio, ma ben centrata, e interpreti maturi
riescono a smascherare come, dietro le suggestioni rivoluzionarie, dietro la
spinta della contestazione e della ribellione antiautoritaria, si muovessero
incredibili distorsioni della realtà capaci di liberare, in certe personalità
diventate icone di riferimento, reazioni violente precipitate tragicamente
nell'omicidio politico e, come sappiamo, nella cosiddetta lotta armata.
"ERANO icone forti, Andreas Baader e la giornalista Meinhof - dice Edel -.
Le manifestazioni di sostegno durante i 150 giorni di processo sono ricostruite
pedissequamente dai documenti. Ma chi ripercorre i fatti nel nostro film non
potrà più pensare quei personaggi come icone. Sosteniamo definitivamente la
tesi del suicidio politico in carcere. L'ipotesi che Meinhof e gli altri siano
stati uccisi non porta da nessuna parte. Dopo la caduta del Muro, nuovi
documenti e le testimonianze degli ex terroristi fuggiti nella Ddr non lasciano
più dubbi. Dal loro punto di vista, non sentivano alternativa". Dalla
manifestazione berlinese contro lo Scià di Persia, nel 1966, dove un poliziotto
uccise incidentalmente lo studente Benno Onhesorg, al dirottamento del volo
Lufthansa con l'aiuto dei palestinesi di El Fatah, nel 1977, c'è la parabola
della Raf, con impegnativi flash di sintesi (troppi passaggi da accumulare) e
fondamentali faccia a faccia sulla strategia, rivelatori dell'indole aggressiva
di Baader come della crisi finale della Meinhof. In una battuta il detenuto
Baader ammette di non sapere neanche chi sono i terroristi che lo sostengono
fuori, di seconda e di terza generazione. Schattenwelt parte dalla
scarcerazione di uno di loro, oggi. Durante un attentato il suo commando uccise
un direttore di banca e un dipendente. Chi sparò? La vicina di casa è una
parente delle vittime, decisa a confrontarsi e andare fino in fondo per
conoscere la verità.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina III - Genova In
scienza e coerenza Giustificata e coerente, l'assenza del governo alla partenza
del Festival della Scienza. La Gelmini era in Senato a divulgare la sua idea di scuola di tagli e
scuciture (dicendo "egìda", con la "i" accentata); Scajola
era in Turchia (a varare porticcioli atomici?); Bondi stava progettando una
nuova gaffe lirica con retromarcia. E poi i berlusconidi rispetto alla cultura
(Veline a parte) mostrano da sempre una disattenzione non casuale, ma
precisa, metodica, sistematica. Nel caso del Festival della Scienza,
scientifica.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Gli appuntamenti.
Oggi pomeriggio in corteo a Viareggio e martedì la fiaccolata per le vie di
Pietrasanta "L'occupazione non significa vacanza" Al Don Lazzeri
dibattiti sulla riforma e lettura ad alta voce dei quotidiani LUCA BASILE
PIETRASANTA. Di passare per scansafatiche dediti al perditempo scriteriato,
come da talune parti vengono additati, non ne hanno nessuna intenzione. "A
noi studenti questa riforma preoccupa e neanche poco. L'occupazione non è
vacanza, ma un'assunzione di responsabilità ed anche un tentativo di approfondire
la conoscenza di quanto contenuto nel decreto Gelmini". Ore 11 di ieri mattina:
davanti all'Istituto per geometri e ragionieri Don Lazzeri è un via-vai di
studenti: ronzii di suonerie, abbracci, saluti, fotocopie e focaccine fra le
mani. Voglia di esserci e di dare qualcosa. Chiara Vannucci e Martina Domenici
sono portavoci di una protesta che al Don Lazzeri ha coinvolto oltre 500
studenti. "Diciamo la totalità dei ragazzi. E senza prevaricazione
alcuna: chi lo pensa è in malafede. Sia le classi del biennio di via
S.Agostino, di fatto chiuso da giorni, che quelle del triennio di viale
Marconi, partecipano liberamente alle varie iniziative. Il seminterrato della
scuola e il primo piano sono occupati, il pianterreno è di competenza di
presidenza, docenti e di chi vuole fare lezione. Anche se poi, in classe, non
c'è nessuno. La protesta è articolata e in sintonia con quella di altri
istituti: abbiamo organizzato vari gruppi di lavoro, ci sono dibattiti e
assemblee sulla legge dove leggiamo ad alta voce quanto riferiscono i giornali
e poi ancora ascoltiamo gli interventi di chi conosce, nei dettagli, quanto
previsto dal decreto. Gli insegnanti? Talvolta intervengono anche loro, dando
il giusto contributo: ci fa piacere. Per il resto facciamo tutto noi studenti:
all'ingresso della scuola c'è chi registra chi entra e chi esce, una ventina di
noi restano di notte a scuola e alle 7.30 del mattino altri, fra ragazzi e
ragazze, sono già all'interno del plesso per programmare la giornata. C'è chi è
addetto a preparare cartelli e striscioni - continuano Chiara e Martina - chi
tiene i contatti con le altre scuole, chi ancora si arma di scopa e struscino e
pulisce aule, bagni e corridoi: non vogliamo fare danni e soprattutto vogliamo
che tutto sia mantenuto in ordine. Ma c'è anche chi resta sui libri in aula a
studiare. Ci sono momenti di confronto e anche di socializzazione: qualcuno
suona la chitarra ed altri dicono la loro su cosa non va in questa legge. Senza
supponenza, ma con serietà: dentro la scuola, ad esempio, non si fuma perché è
una questione di rispetto. Probabilmente, con la giornata di oggi, che coincide
con la manifestazione di stamani di Viareggio, l'occupazione si concluderà,
anche se non ci sentiamo di escludere qualche forma di protesta anche durante
la prossima settimana. Di certo aderiremo convinti alla fiaccolata per le vie
del centro cittadino per dire no al maestro unico, ai tagli all'università,
alle classi troppo numerose, ancora alle classi differenziate per studenti
stranieri. Per dire no ad una legge che soffoca il futuro di molti
giovani".
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio NEWS Fiaccolata.
Una fiaccolata, lungo le vie del centro di Pietrasanta, per
dire no alla 'riforma' Gelmini. La decisione di protestare martedì 28, alle 21, è stata presa
nell'incontro di giovedì alle scuole Barsottini dell'Africa. Incontro, promosso
dal collettivo scuole, al quale erano presenti un centinaio fra studenti,
insegnanti e genitori in rappresentanza delle scuole versiliesi di ogni grado.
"Volevamo fare chiarezza sulle conseguenze che l'approvazione del Dl
137/08 avrà nella scuola pubblica, ma anche nella vita privata delle famiglie
italiane. Sono intervenuti i ragazzi del Don Lazzeri in rappresentanza di tutte
le superiori della Versilia raccontando la loro esperienza di occupazione.
Inoltre dai vari interventi - si legge in una nota del collettivo - è uscita
chiara la volontà e l'importanza di perpetrare forme di protesta pacifiche
rimanendo uniti". "Siamo con i ragazzi". "Siamo i genitori
di due studenti che frequentano il liceo scientifico di Viareggio
"Barsanti e Matteucci" attualmente occupato - scrivono due lettori,
Giusi Micheletti e Patrizio Perotto - e desideriamo esprimere il nostro pieno
appoggio a questi ragazzi sia per il modo pacifico e ordinato con cui hanno
condotto l'occupazione, sia per la sensibilità e consapevolezza dimostrata nei
confronti della scuola. Opporsi im modo pacifico a questa riforma significa
comprendere il vero valore della scuola e delle persone che attorno ad esse
ruotano e vivono. Senza dubbio apprezzabili sono state le "lezioni"
sulla Costituzione e sugli articoli relativi al Decreto Gelmini.
Nostra figlia, 15 anni, ne è stata entusiasta. Coloro che affermano che questi
ragazzi non sanno quello che fanno o non conoscono i motivi dello sciopero, non
credono in loro né nella loro capacità critica: non sanno ascoltarli. Un
ringraziamento particolare allo staff organizzativo, per l'efficienza
dimostrata e alla Preside del Liceo e a tutto il personale docente e non, che
vi ha sostenuto dimostrando di comprendere le ragioni degli studenti".
Granaiola e Vita. "Un tavolo per la scuola - Il governo ritiri il decreto Gelmini". Lunedì 27 alle 21, nella sala di
rappresentanza del Comune di Viareggio, con questo titolo si svolgerà un
incontro pubblico sulle le proposte del Partito Democratico per la Scuola.
Partecipano il senatore Vincenzo Vita, vicepresidente della settima commissione
permanente istruzione e beni culturali e Manuela Granaiola, senatrice della
Versilia. "Sono invitati gli studenti, gli insegnanti e i genitori",
si legge nella nota del Pd.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Allo "Stagio
Stagi" servizio d'ordine di ferro Per entrare è necessario lasciare il
libretto E guai a chi sgarra PIETRASANTA. Per entrare a scuola si lascia il
libretto delle giustificazioni all'ingresso, si firma l'apposito modulo e in
uscita l'operazione si ripete. Hanno dai 14 ai 19 anni e a scuola ci vanno a
imparare l'arte. Sono gli studenti dell'Istituto d'arte "Stagio
Stagi" che quanto appreso non hanno nessuna voglia di doverlo mettere da
parte, come recita il proverbio. Tanto che, a scuola occupata, uno dei gruppi
organizzati è quello che dipinge le pareti delle classi. "I carabinieri -
racconta Stefania, occupata a controllare ingressi ed usciti - ci hanno detto
che siamo la scuola organizzata meglio in questa protesta". Scontato
chiedere fino a quando l'occupazione continuerà: "Fino
a quando il decreto Gelmini
non andrà in votazione...Non s'era detto così?". Perché provare a far
cambiare idea al governo e la ministro Gelmini, lo spiega il professor Marchetti: "In questa scuola abbiamo
300 alunni, tra scuola media e scuola superiore. Siamo dunque tra gli istituti
che dovrebbero essere accorpati. Ma con chi? Qui ci sono già due scuole,
collegate tra loro, tanto che alle medie quest'anno è tornata la prima con ben
24 iscritti e grazie al progetto con le elementari abbiamo già buoni segnali
per l'anno prossimo. Insomma, le prospettive sono buone...basta che non ci
saltino addosso". Come in ogni scuola mobilitata in questi giorni, anche
allo "Stagi" si produce comunicazione: volantini, striscioni, le
foto, i video, gli striscioni. La generazione scesa in piazza è cresciuta a
pane e tv e non si fa problemi a parlare con i giornalisti: "In un
Istituto come il nostro - dicono in coro - se riduci l'orario scolastico tagli
inevitabilmente i laboratori. Ad una città come Pietrasanta se togli lo
"Stagi" fai un vero danno". Non di sola occupazione si vive,
però. E, allora, "per chi vuole mettersi in pari, studiare, ripassare,
farsi dare qualche ripetizione dai compagni c'è la sala studio a disposizione".
Genitori e insegnanti sono una presenza discreta, che fa sentire la propria
voce sulla riforma come è accaduto giovedì pomeriggio in un incontro affollato.
"Si passavano il microfono e c'era uno scambio di idee": così
sintetizzano gli studenti una situazione che dimostra come per discutere
insieme non serva andare in un "salotto" televisivo. "E la sera
che fate?", la domanda morettiana (nel senso del regista Nanni) è
d'obbligo: "Mangiamo tutti insieme, i professori possono entrare, i
genitori passano...Poi chi vuole si guarda il film". Dalle finestre arriva
la musica, intorno è tutto tranquillo: "La nostra occupazione è pacifica -
concludono i ragazzi - e tiene conto del fatto che a scuola ci sono anche
quelli delle medie inferiori". D.F.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio MARCONI:
"CARABINIERI SOLO AVVISATI" SERAVEZZA. "L'occupazione
all'alberghiero Marconi di Seravezza sta andando nel migliore dei modi: faccio
i complimenti ai ragazzi per il loro comportamento esemplare". Parola del
preside dell'istituto, Colucci, che chiarisce il suo punto di vista. "E'
un'occupazione proclamata dagli studenti che si stanno comportando molto bene. Sono andato a vedere la situazione ed ho constatato che i ragazzi
stanno approfondendo la conoscenza del decreto Gelmini, procedendo con letture di quotidiani e dibattiti. E' un
esercizio di dissenso salvaguardato dalla Costituzione, così come il diritto
allo studio: per questo l'occupazione riguarda il secondo piano, mentre al
primo chi vuole può frequentare le lezioni. Proprio per questo, assieme
al sindaco Neri, mi sono incontrato con loro, confrontandoci con serenità e
verificando quello che sta accadendo. E' comunque un momento di formazione e di
crescita e questi principi vanno salvaguardati". Colucci si sofferma su
alcuni aspetti. "Come dirigente, il mio compito è quello di avvertire le
forze dell'ordine della situazione in atto e dello stato di agitazione nella
scuola. Ma non ho sporto denunce né esposti". Su un'ottantina di ragazzi
che frequentano l'alberghiero, circa trenta prendono parte attivamente
all'occupazione, restando all'interno della struttura anche la notte, tenendo
chiuse le porte ma consentendo l'accesso a preside e professori, come è
avvenuto ieri mattina. Il sindaco Ettore Neri condivide la posizione del
dirigente scolastico, assieme al quale ha fatto visita ai ragazzi. "Le
procedure attuate all'alberghiero di Seravezza dal prof. Colucci non sono state
diverse da quelle adottate a Viareggio per lo scientifico: le forze dell'ordine
vanno avvisate. I carabineiri hanno verificato la situazione, poi non è
accaduto altro. I ragazzi si stanno comportando in modo maturo e responsabile,
per questo meritano i nostri complimenti. E' un modo diverso di protestare,
diverso da quello degli anni passati, più consapevole, civile ed educato. I
rapporti con le istituzioni sono ottimi: c'è autorevolezza da parte del preside
ma non autoritarismo. Gli studenti percepiscono la scuola come un luogo
familiare, da proteggere: questa esperienza dà soddisfazione per il senso
civico dei ragazzi". Simone Tonini.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio Uova e
sassi contro gli istituti Il punto. Lanci notturni anche al Chini. E oggi la
manifestazione VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. "Tutti hanno diritto di
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni
altro mezzo di diffusione...". Nicole, faccia pulita e voce squillante,
legge al microfono di un'improvvisata sala convegni, la palestra della sua
scuola. Legge l'articolo 21 della Costituzione convinta, come altri, che
qualcuno lo abbia dimenticato. Ad esempio i quattro balordi che, fuori
dall'istituto la notte scorsa, hanno lanciato uova e sassi contro le finestre.
L'una di notte: la sede del liceo Linguistico e delle scienze sociali
"Chini" di Lido di Camaiore è occupata da alcune ore. I ragazzi
all'interno sono in fermento. Bisogna organizzare i gruppi di lavoro,
coinvolgere gli insegnanti, proporre iniziative. Dimostrare, insomma, che la scuola
è presidiata non perché la maggioranza degli studenti ha voglia di fare
vacanza, ma "perché - spiegano i ragazzi - con il
decreto del ministro Gelmini rischiamo di giocarci il futuro, il nostro e anche quello dei
nostri figli, la possibilità di andare all'università, di frequentare la scuola
pubblica". I lavori fervono, nonostante l'ora tarda. Improvvisamente le
grida dei due studenti di vedetta all'ingresso dell'istituto che si affaccia su
via Vittorio Veneto. Un gruppo di 4-5 ragazzi, probabilmente coetanei
degli occupanti, sta tirando oggetti contro le finestre. Uova o sassi? Non si
capisce. Ma scatta immediatamente la ritirata: tutti barricati dietro porte e
finestre sigillate. L'assalto prosegue sul lato opposto dell'edifico. Stavolta
i ragazzi sono sicuri: si tratta di sassi. Lunghi minuti di tensione. Poi il
gruppetto si allontana. è l'ora di andare a dormire sui materassini e nei
sacchi a pelo sistemati in palestra. Questa la cronaca della prima notte di
occupazione al Chini, non diversa da quanto accaduto negli ultimi giorni allo
scientifico Barsanti e Matteucci e al classico Carducci. Gli studenti, però,
non si sono lasciati intimorire e portano avanti l'occupazione. Una forma di
protesta che contagia altre scuole: il nautico Artiglio, dopo due giorni di
autogestione, ha deciso di occupare "perché così possiamo essere più
incisivi - ci spiegano alcuni degli alunni - visto che la nostra scuola con il
decreto Gelmini è tra quelle che rischia
maggiormente". In un volantino preparato dai ragazzi sono elencati i tanti
problemi che l'istituto già affronta a causa della mancanza di fondi: i costi
elevati per le gite didattiche, i laboratori ed i programmi informatici ormai
obsoleti, un simulatore per il corso di capitani mal funzionante come pure le
apparecchiature del laboratorio di macchine, il tetto della falegnameria semi
crollato, i bagni inutilizzabili. Senza contare che "con questa riforma -
concludono gli studenti - sono destinati a sparire tutti gli istituti tecnici
nautici della Toscana". Viareggio incluso. Il corteo oggi. La
manifestazione è indetta dal Comitato in difesa della scuola pubblica,
l'appuntamento è in piazza Mazzini a Viareggio, alle 15,30. Il programma
prevede un presidio e poi il corteo.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina III - Genova
Le idee Lezioni in piazza un anticorpo per l'oblio della cultura VITTORIO
COLETTI CHI si fosse trovato a passare in via Balbi o alla Nunziata in questi
giorni, avrebbe potuto seguire una lezione su Petrarca o sulla cultura ligure
del Novecento. La cosa bella delle lezioni in piazza è che sono state perlopiù
delle vere e proprie lezioni, sugli argomenti dei corsi scelti da tempo da
docenti e studenti, senza concessioni alla politica del momento, se non per il
luogo in cui sono state tenute. La più efficace difesa che oggi l'università
può fare di se stessa è sottolineare la sua funzione culturale, formativa e
professionalizzante, che è quella davvero più a rischio e l'unica che conta.
C'è anzi da augurarsi che la lotta futura risparmi le lezioni e coinvolga
invece gli organi e le attività di gestione, magari, come è stato proposto, con
l'autosospensione dei docenti dalle cariche e dai compiti organizzativi. Tutte
le scuole e facoltà vivono questo brutto momento con tristezza e in grande
tensione. Gli interventi della Gelmini, per la verità, non sono, di per sé, molto peggiori di quelli
dei ministri di altri governi, ivi compresi quelli di centrosinistra. Ma è il
quadro di pensiero e la visione della società in cui sono inseriti a renderli
più preoccupanti, a denunciarli come segno inequivocabile di una costitutiva
indifferenza e insofferenza alla scuola e all'università in quanto tali.
Ad esempio, non enfatizzerei il temuto intervento nell'università dei privati,
che non riesco a vedere da parte della scarsamente illuminata imprenditoria
italiana. Il problema è che lo Stato sta cercando di sbolognare ai privati
quello che lui non vuole più fare, che non ritiene importante fare. Questa è la
destra italiana. Lo stato deve pagare i guardiani delle sue paure, polizia e
carabinieri, finanziare la sicurezza, e, per il resto, spendere solo il meno e
il peggio possibile. Ma poiché certe cose, in Italia, vanno comunque fatte
(sanità, trasporti, aree protette), pena la rivolta sociale, uno dei pochi
punti su cui si può tagliare significativamente è l'istruzione. SEGUE A PAGINA
II.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina III - Genova
Si estende la protesta contro il decreto Gelmini: ieri in piazza le scuole della Valbisagno. Le superiori verso
la "cogestione" Ateneo, Bignardi si schiera Il rettore ai docenti:
"Favorite la partecipazione all'assemblea" "Invito i docenti a
favorire la partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì,
anche in deroga agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi
ha ieri firmato un documento in cui appoggia così la mobilitazione
generale del 28 ottobre, invocata dagli studenti e votata all'unanimità dai docenti.
I giorni caldi continuano. Ieri in piazza le scuole della Valbisagno, oggi
assemblee in molti istituto superiori. Dove si ipotizzano meno occupazioni e
più "cogestioni". Perché, spiegano gli studenti, "stavolta
presidi e docenti sono con noi". BOMPANI A PAGINA III.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio Lezione davanti
al municipio per parlare del nostro domani Stiamo facendo lezione con il prof.
di storia e filosofia nella piazza di fronte al Municipio. Stiamo parlando
della Costituzione, di problemi attuali, che riguardano il nostro futuro.
Stiamo imparando che secondo la Costituzione italiana, tutti i cittadini hanno
gli stessi diritti. Perché siamo seduti per terra e fatichiamo a sentire la
voce del prof. per la confusione che c'è intorno a noi? Semplice. Perché fra
poco non avremo più la possibilità di andarci, nella nostra scuola. Sì, perché secondo il decreto Gelmini, le scuole potrebbero diventare enti privati, così come le
università. E' vero, questa legge non obbliga nessuno a privatizzarsi: ma se lo
Stato toglie fondi alla scuola, come andrà avanti? Con i nostri soldi. Ma tutti
poi potranno permettersi di studiare? Tutti potranno andare
all'università? E' questa la democrazia? Al giorno d'oggi si parla tanto di
integrazione. Ma se gli stranieri avranno classi separate dagli italiani, di
che razza di integrazione parliamo? Ieri la nostra Preside è venuta a parlare
alla nostra Assemblea. Ha detto che lei è venuta a scuola con timore, e non
paura, perché un vero dirigente non è quello che ha paura. E il professore che
ha paura prima di entrare in classe non è un vero professore. E allora noi
diciamo: neanche uno studente che ha paura di combattere per gli ideali in cui
crede non è un vero studente. A cosa servirà questa occupazione? Forse a
niente. Ma intanto abbiamo fatto sentire la nostra voce, abbiamo detto che non
siamo d'accordo con questa legge, perché se lo Stato ha bisogno di soldi, che
non tagli i fondi all'istruzione e alla sanità. Alcuni alunni/e del liceo
scientifico Michelangelo di Forte dei Marmi.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
IL SINDACO Ragioni
ascoltate dal ministro FORTE. Ieri mattina gli studenti del liceo Scientifico
"Michelangelo", sono stati ricevuti - in piazza Dante - dal sindaco
Umberto Buratti che ha portato loro il pieno sostegno dell'amministrazione
comunale alla protesta contro la legge di riforma
scolastica decisa dal ministro Gelmini. Il gruppo, con cartelli e striscioni, si era dato appuntamento
al pontile per una manifestazione contro la riforma. Quindi si è diretto verso
il municipio dove si è fermato davanti al portone. "è giusto poter
esprimere il proprio dissenso - ha detto Buratti ai ragazzi - ma occorre farlo
nel rispetto delle regole. Voi dovete essere consapevoli dell'importanza
della scuola e questa protesta che da voce al vostro malcontento e a quello de
gli studenti, ma anche degli insegnanti di tutta Italia, sembra essere stata
recepita dal ministro, che proprio oggi (ieri, ndr) riceverà le delegazioni dei
vostri e dei loro rappresentanti". Anche l'assessore Giuliana Cecchi ha
colto l'occasione per ribadire come l'amministrazione comunale, in
controtendenza al ministro Gelmini, abbia intenzione
di potenziare i servizi extrascolastici, implementando i progetti già esistenti
al fine di andare incontro alle esigenze delle famiglie. "è mio proposito
investire su bambini e ragazzi - ha detto Cecchi - per difendere la scuola e la
cultura e assicurare ai ragazzi uno spazio alternativo a tv e
videogiochi". Franco A. Calotti.
( da "Tirreno, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio DOCUMENTO
AL CHINI DOCUMENTO AL CHINI "La lotta degli studenti coinvolga anche noi
docenti" Un passaggio importante di questi giorni è rappresentato dal
documento preparato da alcuni professori del "Chini" di Lido di
Camaiore che dichiarano di "condividere completamente - si legge nel
documento - le motivazioni che sono alla base del movimento
contro il decreto Gelmini"
e auspicano che "le forme di lotta degli studenti coinvolgano, nei modi
che si riterranno opportuni e produttivi, gli stessi docenti e tutte le
componenti della scuola". Già ieri mattina alcuni insegnanti del liceo
hanno preso parte all'assemblea degli studenti. E forse molti ragazzi
parteciperanno con i propri insegnati alla manifestazione nazionale contro il
decreto in programma a Roma il 30 ottobre.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Genova
Ateneo, Bignardi benedice la rivolta Lettera del rettore ai docenti:
"Favorite la partecipazione all'assemblea" Per giovedì, nel giorno
dello sciopero, pronta una grande manifestazione "Ma fuori dai partiti e
fuori dal sindacato" MICHELA BOMPANI "Invito i docenti a favorire la
partecipazione studentesca all'assemblea cittadina di martedì, anche in deroga
agli obblighi di frequenza": il Rettore Gaetano Bignardi ha ieri firmato
un documento in cui appoggia così la mobilitazione generale del 28 ottobre,
invocata dagli studenti e votata all'unanimità dai docenti. Martedì alle 10,
nell'aula di San Salvatore della Facoltà di Architettura, in piazza Sarzano, si
svolgeranno così - ad Ateneo fermo - gli stati generali dell'Università, aperti
alla città. "Abbiamo ottenuto un giorno di blocco dell'Università ma
prendiamo atto che la posizione del Rettore è tiepida, senza segnali forti -
commentano i ragazzi e annunciano - martedì dovremo essere fisicamente presenti
in ogni Facoltà, nelle aule e anche negli uffici, perché il blocco dell'Ateneo
sia davvero totale". Non ci sarà un attimo di respiro, la prossima
settimana: iniziative ancora top secret per mercoledì, giorno in cui la riforma
della scuola passerà in Senato. E mercoledì, grande corteo per le vie della
città: al movimento universitario si uniranno gli studenti
medi e la rete anti-Gelmini
"Sos scuola" (docenti, genitori e bimbi). Si partirà alle 9 da piazza
Caricamento, poi via delle Fontane, Annunziata, piazza Fontane Marose, De
Ferrari, San Lorenzo e Caricamento. "Fuori dai partiti, fuori dal sindacato",
mettono bene in chiaro tutte le anime della mobilitazione. E la protesta
invade anche piazza De Ferrari: proprio martedì cominceranno, dalle 8 alle 18,
le lezioni in piazza della Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche (che
sono riunite in assemblea permanente all'Albergo dei Poveri), autorizzate dalla
Questura. Si replicherà mercoledì. "Vogliamo spiegare alla città perché
l'Università e la scuola pubblica stanno morendo, con le nostre
competenze", spiegano gli studenti, il preside Paolo Comanducci (che,
all'ultima assemblea di Giurisprudenza, ha ammesso "neanche nel �68 ho
visto così tanta partecipazione") e i docenti della Facoltà. E aggiungono:
"Poi proseguiremo in piazza Caricamento, piazza San Lorenzo, anche a
Spianata Castelletto". Punta sulla Prefettura, invece, la Facoltà di
Scienze della Formazione (che ieri ha costituito un'assemblea permanente):
mentre proseguono le lezioni all'Acquasola, mercoledì Luca Queirolo Palmas
parlerà di "Sociologia della Precarietà" proprio sotto Palazzo Spinola.
Aule in piazza anche ad Architettura, dalla prossima settimana: dopo
un'assemblea con oltre 300 partecipanti, tra docenti e studenti, si farà
"Storia della città" nelle piazze e strade di Genova. La prossima
settimana sigillerà la completa partecipazione alla protesta di tutte le
Facoltà: se Ingegneria, lunedì, voterà, in consiglio di facoltà, un documento
di adesione alla mobilitazione e convocherà un'assemblea di tutti gli studenti,
a Medicina e Scienze si è svolta un'assemblea con oltre 500 partecipanti
(studenti, docenti, tecnici-amministrativi) che segna l'ingresso del polo di
San Martino nel movimento.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Genova Le
piazze La mobilitazione non si ferma. Ieri la festa in musica, oggi assemblee
in molti istituti Scuola, il giorno della Valbisagno cortei e fiaccolate anti-Gelmini Gli studenti dell'Odero di
Sestri bloccano a sorpresa per qualche minuto la strada, poi rientrano nelle
aule Cortei e fiaccolate contro il Decreto-Gelmini; ma anche un timido tentativo di occupare la sede stradale a
Sestri Ponente, con gli studenti dell'istituto professionale Odero che in
mattinata hanno improvvisato un blocco in via Briscata. Pochi minuti di
disagi, con l'intervento dei vigili urbani e dei carabinieri, poi i ragazzi
sono stati convinti dalla Digos a sgomberare la carreggiata: la manifestazione
non era organizzata e sono tornati a scuola. Il resoconto della giornata di
ieri riporta anche diverse assemblee nei vari istituti, oltre al corteo di
varie scuole della Valbisagno. Insegnanti, genitori e allievi, circa
quattrocento persone sotto gli ombrelli e sfidando la fitta pioggia, nel
pomeriggio hanno manifestato insieme al coordinamento "Sos Scuola"
con un corteo che da piazzale Parenzo, attraverso corso De Stefanis, si è
concluso in piazza Galileo Ferraris, con un sit-in alla luce di torce elettriche.
Appartengono ad una dozzina di scuole tra elementari, materne e medie di
Marassi, Molassana, San Gottardo, ma anche di San Fruttuoso. Fra gli altri,
hanno partecipato rappresentanze delle elementari Anna Frank, Borsi, Ball,
Fanciulli e Fontanarossa, delle materne Glicine e Mary Poppins e delle medie
Cambiaso, Cantore e Lomellini. La festa di sei ore di musica e spettacolo,
indetta dagli studenti delle scuole superiori e medie in piazza Matteotti, che
sarebbe dovuta iniziare alle 18, invece, è stata spostata il un altro luogo. A
causa della pioggia i giovani si sono trasferiti all'Humpty Dumpty di via del
Campo. Per la giornata di oggi sono previste altre assemblee: a iniziare di
quella al liceo scientifico Fermi di Sampierdarena.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Genova LE
LEZIONI IN PIAZZA E L'OBLIO DELLA CULTURA VITTORIO COLETTI (segue dalla prima
di cronaca) Un lusso, a giudizio dei nuovi governanti, non per i ricchi (come
imputano loro, con vecchi automatismi mentali, i reduci del defunto comunismo),
ma per i cosiddetti fessi, per quella gente assurda che studia invece di
guardare la televisione o perde tempo a farsi una professionalità invece di
affrettarsi a ricavare soldi da un mestiere qualsiasi, magari ereditato dal
padre. Questa, credo, è la tragedia di oggi e il motivo che
rende la politica della Gelmini peggiore perfino di quella supponente di Mussi. Anche il
centrosinistra cercava di spendere meno per la scuola (lo chiamava spendere
meglio e lo traduceva nel farlo in maniera molto complicata...), ma non ha mai
dato la sensazione di non credere più nella cultura, che è nel Dna dei suoi
residui elettori. La destra invece non capisce neppure perché si debbano
sostenere certi costi e fa il minimo indispensabile, giusto perché non ci siano
troppe proteste. Il suo obiettivo non è l'università privata, ma è la non
università. Come lo è la non scuola. Se la scuola serve solo a tenere i bambini
che a casa non si sa a chi lasciare, un maestro unico basta e avanza: perché
mai dovrebbero esserci gli specialisti di italiano e di matematica. Se
l'università è una perdita di tempo per gente che non ha voglia di lavorare,
assumere solo un professore su cinque che se ne vanno è anche troppo. I
maestri, i professori, gli studiosi servono a una società che si vuole migliore
di quello che è. Non a quella che guarda soddisfatta ai propri difetti e si
piace così. Per la destra, la scuola e l'università ci sono solo perché ci sono
dappertutto, non perché ci debbono essere. Se non accettano questa parte
marginale, interverrà (lo ha già fatto al liceo di Imperia, schedando gli occupanti)
la polizia a spiegargliela, come ammonisce feroce Berlusconi, il cui ideale
pedagogico è l'antico manganello. Questa è anche l'unica (ahimè) differenza, in
materia, tra destra e centrosinistra. Il centrosinistra non può non credere
nella scuola e nell'università e anche quando le indebolisce non cessa di
pensare che dovrebbero essere istituzioni centrali della vita pubblica. La
destra invece le demolisce e non se ne accorge neppure, perché per essa sono
solo un fastidioso problema economico. Per questo servono le lezioni in piazza.
Perché c'è da sperare che la gente di passaggio le noti, le segua e realizzi
che la coltivazione del pensiero, il sapere, l'arte, la scienza fanno uomini
liberi e autocritici, che vogliono più scuola e formazione, che non si accontentano
di essere come sono e vogliono diventare migliori come persone, come
lavoratori, come cittadini.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XI - Bologna
"Quest'anno accademico inauguriamolo in piazza" La piattaforma degli
studenti al rettore Duemila in aula magna. E oggi Margherita Hack fa lezione in
piazza Scaravilli ILARIA VENTURI ILIA, 22 anni, studentessa di Filosofia,
prende parola: "Non siamo un'associazione riconosciuta, ma siamo
perfettamente riconoscibili, siamo studenti - parecchi - ma anche ricercatori,
professori e quelli che dopo dieci, quindici anni di lavoro stabilmente
precario abbiamo deciso di chiamare 'diversamente strutturati'. Siamo quelli
delle occupazioni e delle lezioni in piazza, siamo quelli che discutono con il
rettore e quelli che lo contestano. Ebbene sì, siamo tutte queste cose
insieme". Parte da qui l'assemblea d'Ateneo contro la legge 133 contestata
in tutta Italia. Almeno duemila studenti, ieri pomeriggio, nell'aula magna di
Santa Lucia: così piena non si vedeva da tempo, se non per le lezioni di Yunus
e delle madri argentine. E da subito gli studenti avanzano richieste al rettore
e al senato accademico: il blocco della didattica per un solo giorno in tutto
l'ateneo, una mobilitazione generale il 30 ottobre, la cancellazione
dell'inaugurazione dell'anno accademico, da sostituire con una cerimonia di
piazza per sensibilizzare la città, un documento più duro contro la legge. E
poi l'annuncio di uno "sciopero del lavoro gratuito": i ricercatori
precari, si rifiuteranno di fare, per un giorno, le attività regolarmente
svolte, come gli esami, ma fuori da ogni contratto o riconoscimento. "Così
si renderà visibile che l'università vive strutturalmente sotto organico
reggendosi, in ampia misura, su un lavoro misconosciuto". Applausi, tanti.
E il prorettore Luigi Busetto che, a fine assemblea, quando il rettore
Calzolari dopo un intervento appassionato ha dovuto lasciare l'aula, replica:
"Gli organi accademici risponderanno alle loro richieste al più presto,
gli studenti si sono assunti le loro responsabilità, ora tocca a noi fare la
nostra parte". Busetto aggiunge le sue considerazioni personali: "Un
atto di solidarietà con la protesta va fatto. Sul blocco della didattica sono
contrario, ed è una posizione espressa anche dalla stessa conferenza dei
rettori. Sull'inaugurazione dell'anno accademico? C'è tempo per parlarne".
I docenti ne parlano già a fine riunione: chi pensa a un corteo da Santa Lucia
al Nettuno con i professori senza toga, chi propone la cerimonia in piazza
Maggiore. Le richieste vengono presentate dagli occupanti dell'aula III a Lettere,
dagli studenti in lotta nelle altre Facoltà, dal gruppo di Scienze, dalla rete
dei ricercatori. Il movimento "No Gelmini" si presenta compatto e
raccoglie consensi sulla piattaforma di iniziative di lotta anche da docenti,
come il professore di diritto Giovanni Cimbalo, dalla sinistra universitaria. I
fischi sono riservati al presidente del consiglio studentesco Angelo Erbacci,
dello Student Office, quando critica il blocco della didattica e giudica "inammissibili"
le lezioni in strada. Platea che si raffredda per il deputato Pd Salvatore
Vassallo e che si scalda con Giovanni Francesco Bignami, l'astrofisico cacciato
dalla presidenza dell'Agenzia spaziale italiana, ieri a Bologna per un
dibattito scientifico: "La Gelmini non sa di cosa
parla". Parla Andrea Cavalli, ricercatore eccellente di Scienze
farmaceutiche. "Facciamo ricerca libera sulle malattie neglette come la
lebbra. Peccato che in Svizzera avevo un fondo per la ricerca di base di
120mila franchi, qui ho 5mila euro, mi vergogno a dirlo". Ci sono i prorettori
e i candidati al rettorato, eccetto Cantelli Forti, i presidi, da Medicina a
Lettere. Interviene il rappresentante della destra universitaria, che ha
protestato per non aver parlato ad Anno Zero. Conclude il moderatore Luigi
Guerra, preside di Scienze della formazione: "Ora mandiamo la foto di
quest'aula a Cossiga". E centinaia di universitari, con un corteo non
autorizzato che blocca le auto, da via Castiglione raggiungono Scienze
Politiche per una festa fino a tarda sera. Intanto continua la mobilitazione in
Ateneo: oggi in piazza Scaravilli (ore 16) sarà Margherita Hack a fare lezione.
Mentre il movimento di genitori e insegnanti, riunito ieri in assemblea anche
per ribadire la sua autonomia da partiti e sindacati, annuncia una fiaccolata
martedì (dalle 18.30).
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XI - Bologna
"Non ci assume per svecchiare i nidi" Maestre precarie "La Virgilio peggio della Gelmini" Non assunte per "svecchiare" il personale degli
asili nido. Sarebbe questa, secondo le Rdb, la risposta che l'amministrazione
comunale ha dato a 112 maestre precarie dei nidi, già vincitrici di concorso ma
non ancora assunte. Al punto che ora le dipendenti si preparano allo sciopero
per protestare contro la decisione della giunta comunale. L'iniziativa
di lotta prende corpo dopo che la delegazione di maestre aderenti alle Rdb, che
lunedì scorso ha incontrato l'assessore alla scuola Milli Virgilio per chiedere
l'assunzione o la costituzione di una graduatoria permanente, ha incassato un
rifiuto. "Ci chiediamo quale sia la differenza tra la Virgilio e il
ministro Maria Stella Gelmini", contestata in
questi giorni in tutta Italia per il suo decreto di riforma della scuola,
commentano dal sindacato in una nota. "E a questa domanda rispondiamo
così: la differenza è una sola. La platea di lavoratrici cui si riferisce la
nostra assessore è, per fortuna, di gran lunga più limitata". L'episodio
raccontato nella nota diffusa ieri sera dalle Rdb racconta che alla richiesta
di assunzione - avvenuta dopo regolare concorso - le lavoratrici si sarebbero
infatti sentite "incredibilmente rispondere che ciò non è possibile in
quanto l'amministrazione intende svecchiare il personale degli asili
nido". Insomma, dopo oltre dieci anni di lavoro, fa sapere il sindacato,
"queste precarie, che in totale sono 112, vengono buttate in mezzo ad una
strada". Evidentemente, conclude la nota diffusa dai sindacati di base,
"la "rottamazione" dei precari, come quella degli
elettrodomestici del governo Berlusconi, è la strada "innovativa" di
questa giovane asssessore alla scuola della giunta Cofferati. Se poi ciò
comporta un inevitabile peggioramento del servizio, poco importa". Così,
dopo aver messo in campo diverse iniziative per manifestare il loro disagio, le
educatrici precarie hanno convocato per lunedì prossimo un'assemblea. E' solo
il primo passo in vista della discussione che dovrebbe portare a fissare una
data per lo sciopero.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Bari Alla
manifestazione del 30 ottobre più di cento pullman prenotati. Il Comune di Bari
invierà il suo gonfalone E i sindacati della scuola riscoprono l'unità
"Ecco come la riforma colpirà 5000 prof" PAOLO RUSSO Ottomila docenti
pugliesi a Roma, aule vuote dal Salento al Gargano. "Una mobilitazione del
genere qui non si era mai vista". Le segreterie regionali di Cgil, Cisl,
Uil, Snals e Gilda hanno lanciato ieri la volata verso lo sciopero generale
della scuola del prossimo 30 ottobre. Uniti contro la riforma del governo
Berlusconi, i rappresentanti degli insegnanti pugliesi, hanno diffuso ieri
l'inquietante fotografia di una scuola che, in tutta la regione, sarà ridotta
in brandelli dalle sforbiciate del ministro per l'Economia, Giulio Tremonti.
Sommando i tagli ai docenti e quelli al personale tecnico amministrativo, gli
istituti scolastici della regione, nel giro dei prossimi due anni, perderanno
oltre 5mila lavoratori. Solo sul fronte della didattica, gli insegnanti di
ruolo che saranno in soprannumero sono 1.186. Ma gli
effetti della cura dimagrante imposta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini si faranno sentire soprattutto
per i precari: nel 2009 le supplenze saranno complessivamente
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Bari
"Blocco delle lezioni contro i tagli" Mobilitati anche i licei baresi
per l'assemblea di martedì Un drappo nero sventolerà in segno di lutto
dall'Ateneo, in cantiere anche una notte bianca Al via da lunedì le lezioni
all'aperto, fra il centro cittadino e il Politecnico. A Lettere già 400
adesioni FRANCESCA SAVINO Gli universitari in movimento a Bari chiedono alle
istituzioni un segno forte a sostegno della protesta contro
i tagli e il pacchetto di riforme dei ministri Tremonti e Gelmini. "Presenteremo ai rettori
di Università e Politecnico la richiesta di bloccare la didattica martedì 28,
il giorno in cui abbiamo in programma l'assemblea generale con il mondo della
scuola e della ricerca" annuncia il coordinamento Stop 133, che riunisce
tutti i volti della protesta nelle facoltà cittadine. Il rettore Corrado
Petrocelli, appena tornato dalla conferenza nazionale a Roma, non abbandona la
linea di apertura già annunciata nelle scorse settimane: "Siamo in attesa
dell'emanazione delle linee guida sulla riforma: restiamo aperti al dialogo e
del confronto fra tutte le componenti". Dal rettore Petrocelli è partita
anche la proposta di un incontro sull'università allargato a Regione,
Provincia, Comune e ai parlamentari pugliesi: l'assemblea, inizialmente
programmata per oggi, è stata fissata a venerdì 31 ottobre. "Inseriremo
all'ordine del giorno nei nostri consigli di facoltà e nelle riunioni degli
organi di governo la discussione sulla legge 133 e sulle ipotesi di
riforma" annuncia dal Politecnico il rettore Salvatore Marzano: "gli
studenti stanno mostrando grande interesse e speriamo che si mantengano le
premesse per una dialettica libera". Ieri l'Ateneo e la facoltà di
Architettura hanno ospitato le ultime assemblee per definire i dettagli del
calendario di iniziative della prossima settimana: al via da lunedì le lezioni
all'aperto, fra il centro cittadino e il Politecnico. Quattrocento fra
studenti, ricercatori, docenti e la preside Grazia Distaso ieri hanno raccolto
le adesioni per spostare la didattica dalle aule di Lettere ai giardinetti di
piazza Umberto. Un drappo nero sventolerà in segno di lutto dal palazzo Ateneo,
mentre fra studenti e ricercatori di Lingue e Lettere si fa strada la proposta
di una notte bianca che riunisca universitari e studenti medi. I ragazzi dei
licei e degli istituti superiori lunedì pomeriggio hanno programmato un sit-in
in piazza Prefettura, mentre martedì mattina raggiungeranno in cortei spontanei
la facoltà di Giurisprudenza, sede dell'assemblea generale i cui decidere il
futuro del movimento barese.
( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Roma
| 25 ottobre 2008 Gelmini: "Il decreto resta". Gli
studenti proseguono la mobilitazione Manifestazione Continua la mobilitazione
degli studenti contro la riforma della scuola e i tagli all'università e alla
ricerca. Non ha avuto successo il primo incontro del ministro Gelmini con due
delegazioni studentesche. La titolare del dicastero ha confermato i tagli e il blocco del
turnover. I contestatori avevano chiesto un passo indietro su questi due punti
come prerequisiti per avviare una discussione. Risultato, gli studenti proseguono
la mobilitazione e rilanciano. Il decreto non verrà ritirato, come chiedevano i
rappresentanti degli studenti che, a loro volta, hanno mantenuto ferme le
proteste che si estendono da nord a sud. Ieri sera momenti di tensione al Film
festival in corso all'Auditorium di Roma, con la polizia che ha impedito ai
manifestanti di entrare nelle sale. Nonostante quindi la linea dura del
governo, e le preoccupazioni espresse dal Viminale per episodi di intolleranza
e di violenza, gli studenti non hanno alcuna intenzione di indietreggiare. E da
Pechino arriva un nuovo affondo del presidente del consiglio Berlusconi che
parla di "facinorosi in piazza".
( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
OGGI al Circo
Massimo va in scena una strana coppia: il riformismo e la piazza. Cioè una
protesta di massa contro il centrodestra galvanizzato dai sondaggi insieme con
un'idea razionale di possibili riforme alternative. Ma è un matrimonio
possibile? È opportuno, è conveniente, è politicamente utile che nella cultura
e nella pratica del Partito democratico si sviluppi anche una componente
populista? Fa bene a un partito riformista un po' di esplicito populismo di
sinistra? Sono interrogativi che equivalgono a chiedersi, in fondo, se il
riformismo debba contenere una quota di radicalità. Con quel che ne consegue
anche nello stile e nei simboli: cortei, bandiere, un'opposizione animosa e
rumorosa, con il recupero di una contrapposizione nettissima rispetto al
governo e al Popolo della libertà. Insomma: oggi, domani, nel futuro
politicamente prevedibile, il riformismo può trovare una risorsa nel populismo?
C'è un'insidia in questa domanda, se si pensa che l'accusa di populismo è
sempre stata brandita contro la destra. Secondo la cultura unanime del
centrosinistra, l'istinto demagogico appartiene all'indole del Pdl e dei suoi
capi, a cominciare dal populista principe Silvio Berlusconi, dato che un marcato
atteggiamento antistituzionale è stato la cifra continua negli slogan, nelle
proteste e negli atti della destra: contro le tasse, contro l'euro, contro le
regole, contro i partiti, contro i "comunisti", contro i giudici,
contro i fannulloni, contro gli stipendi degli insegnanti. A rigor di termini,
l'ideologia e la vocazione populista si realizzano nell'intenzione di
trasformare immediatamente in leggi la cosiddetta volontà popolare. L'attuale
governo ne è un esempio plateale, con i ministri (in particolare
Mariastella Gelmini, Renato
Brunetta, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre
pacchetti di riforme, anche per decreto, cercando comunque di superare di
slancio il disturbo delle discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata
in Consiglio dei ministri nel giro di nove minuti e mezzo, ecco
l'assurda Robin Tax, tassa discrezionale "contro la speculazione
petrolifera" e contro le banche, quando sembrava che petrolieri e banche
facessero profitti troppo alti grazie alla congiuntura; e poi l'esercito in
tenuta campale nelle strade, il federalismo affidato a una delega generica e
caotica, i tagli alla scuola che idealizzano strumentalmente l'età delle mezze
stagioni e dei grembiulini. Non conviene nascondersi che, di fronte al forcing
comunicativo del Pdl, il centrosinistra ha mostrato finora armi spuntate. In
parte per le ripercussioni politiche e psicologiche della sconfitta elettorale,
ma in parte anche per una specie di sfasatura rispetto alle iniziative del
governo. L'azione politica del Pd veltroniano, infatti, si svolge in genere su
un piano differente rispetto a quello della maggioranza berlusconiana. La
cultura democratica prevalente è largamente rivolta verso la sfera dei diritti,
evoca battaglie culturali nel nome dell'antifascismo, combatte il razzismo e la
xenofobia, si concentra sulle pari opportunità e contro le discriminazioni, nel
nome del rispetto di una consapevole cultura costituzionale. Sono tutte
tematiche sacrosante, ma per il momento poco producenti nella battaglia
politica in corso. Hanno la veste di posizioni filosofiche più che di strumenti
politici utilizzabili nel confronto. Confermano l'elettore del centrosinistra
di essere nel giusto, convincono i già convinti, ma almeno nel breve periodo
non allargano l'area del consenso. Mentre dovrebbe essere chiaro che, se non
vuole restare politicamente subalterno (cioè "minoranza strutturale",
secondo la definizione di Massimo D'Alema), nelle prossime stagioni il problema
centrale del Pd consisterà non tanto nel confermare i propri elettori, bensì
nel tentare di staccare pezzi di elettorato dall'area berlusconiana. A questo
scopo, il centrosinistra deve riuscire a spiegare, prima a se stesso e poi
all'opinione pubblica, che il riformismo è sì politica delle compatibilità, ma
che ciò non esclude affatto un principio di radicalità. Perché la radicalità è
uno strumento che serve a perseguire due obiettivi: a individuare con nettezza
i problemi, e a suscitare identità. Vero è che occorre intendersi su quali
ambiti convenga essere radicali. Cioè i punti su cui esercitare una pressione
politica efficace. Al di là dall'incertezza generale suscitata dalla
recessione, sarà il caso di vedere con chiarezza che Pdl è all'attacco sul
terreno socio-economico, ha in mente una politica chiara, tesa a corporare gli
interessi in un blocco sociale permanente. L'eclettismo berlusconiano sui
principi di fondo e sui "valori" consente alla destra di assumere le
posizioni di volta in volta più convenienti, specialmente nel rapporto con la
Chiesa; ma sugli interessi non si scherza mai. Il Pdl avrà pure commesso errori
strategici (in particolare predisponendo misure economiche depressive, cioè i
tagli, in una fase di crescita zero), ma ha chiarissimo l'obiettivo unilaterale
di favorire i ceti a cui può offrire una conveniente casa comune. Ebbene, in
una situazione simile il Pd non può permettersi il lusso di disputare una
partita diseguale, ossia di rispondere a una politica economica aggressiva con
una serie di rivendicazioni intellettuali, civili, filosofiche. È vero che il
codice della lealtà repubblicana e di una modernizzazione guidata da criteri di
apertura culturale sono essenziali per stabilire una differenza qualitativa
rispetto alla destra: una laicità radicale è un elemento essenziale di identità
politica rispetto al clericalismo opportunista di Berlusconi; così come un'idea
avanzata ed europea della riforma della scuola è necessaria per rispondere in
modo radicale (e nello stesso tempo con buonsenso) alla striminzita
restaurazione della Gelmini. Ma in questo momento ci
vuole innanzitutto uno strenuo esercizio di radicalità per mettere allo
scoperto i pilastri della politica del Pdl. Il "populismo" della
sinistra riformista dovrebbe essere la leva per concentrarsi sulle
contraddizioni della coalizione di centrodestra, per richiamare su di esse
l'attenzione dei cittadini e per provare a sgretolarle. Altrimenti la politica
italiana resta divisa in due corpi separati, ognuno dei quali gioca la sua
partita indipendente: solo che la destra si fa gli affari, la sinistra nutre
buoni sentimenti con il rischio, alla fine, di vederli trasformati in
frustrazione permanente. E invece no: per uscire dal cerchio del consenso
magico del Re Silvio, dalla stregoneria comunicativa indipendente dagli eventi reali,
occorre anche quel tanto di realistica asprezza che induce a parlare di cose
elementari. Quindici milioni di italiani intorno alla linea della povertà. I
negozi di quartiere deserti. I salari falcidiati dall'inflazione, che invece
favorisce chi può ancora manovrare i prezzi. Il lavoro dipendente sacrificato
alle necessità della concorrenza globale; e nello stesso tempo settori
commerciali già in crisi per la flessione dei consumi determinata dall'erosione
dei redditi medi. Insomma, è il caso di tornare a mettere il dito su fenomeni a
loro modo brutali. E per farlo ci vuole la schietta radicalità implicita nel
parlare di cose vere, cioè di soldi, di redditi, di bilanci famigliari, di
profitti, di problemi reali dell'economia. Per la sinistra riformista, la sfera
degli interessi è stata in passato confinata in fantasmi contabili come il Pil,
il debito, il deficit, l'avanzo primario. In seguito si è praticato un
tentativo quasi eroico di reinterpretare da sinistra le categorie liberali del
merito e della concorrenza, come strumenti per scardinare la disuguaglianza
sociale. Adesso occorre essere convincenti in profondità: non è sufficiente il
cervello, la razionalità, la linearità dell'analisi. Ci vogliono anche il
sangue, i polmoni, il cuore. Quel tanto di cattiveria che consente di parlare
alla pancia della nostra società e di attaccare la destra sul suo stesso
terreno e con realistiche possibilità di successo. (Benissimo la moral suasion
su Guglielmo Epifani, ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore critica
all'operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena
Gabanelli, non dal governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è
venuto il momento di mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata
forza polemica di dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito. Il
populismo possibile della sinistra significa che occorre guardare alla realtà
vera del nostro paese, alla sua vita quotidiana. Nonostante la prevalenza del
virtuale, la politica è ancora scontro di posizioni, delimitazione fra scelte
incompatibili, contrapposizione di soluzioni apertamente alternative. In questo
senso, il populismo, interpretato con intelligenza da sinistra, non è un ibrido
incoerente: è semplicemente lo strumento per dare una voce a un'Italia che fino
a oggi ha rischiato di restare attonita e muta. (25 ottobre 2008.
( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Stampa Steno,
omaggio all'Auditorium Il Festival di Roma ha reso omaggio a un altro grande
del cinema italiano, Steno, scomparso 20 anni fa. Passerella rossa poco
animata, a causa della protesta degli studenti anti-Gelmini. Era il prologo della proiezione del docu-film "Steno,
Genio gentile" di Maite Carpio nato in collaborazione con Rai Educational.
I figli Carlo ed Enrico Vanzina (foto) commossi. "Da Guardie e ladri a
Febbre da cavallo, tanti sono i film di papà rimasti nel cuore - commenta
Enrico - e se la televisione ricordasse di più le nostre origini,
sarebbe meglio. Lo fa, ma sempre a notte tarda". Per uno strano caso del
destino il documentario andrà in onda mercoledì 29 ottobre alle 8 della mattina
e a mezzanotte e quaranta su Rai Tre. "Per noi figli è stata una gran
fortuna - aggiunge Carlo - a casa nostra si parlava solo di cinema".
( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
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- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Le reazioni Bortolazzi: scuola, fabbrica di stipendi. Confindustria
Verona non commenta Riello: "Basta ai clientelismi negli atenei Solo così
le imprese vorranno investire" VERONA - Imprese ed università divorziano
prima ancora di sposarsi? è presto per dirlo ma il rettore Alessandro Mazzucco
nel corso dell'assemblea di ieri mattina in aula magna ha fatto sobbalzare
molti sulla sedia, quando ha affermato che l'Ateneo scaligero non diventerà mai
una Fondazione perché i privati non sono allettati dall'idea di finanziare la
didattica. Aggiungendo un eloquente: "Purtroppo". Considerazione
sorprendente se si pensa che i contatti fra l'Ateneo e Confindustria si stanno
facendo sempre più costanti, e che lo stesso rettore poche settimane fa si è
espresso a favore dell'idea di trasformare l'università in Fondazione anche se,
nel dettaglio, Mazzucco non è soddisfatto dal testo della legge 133, che
introduce proprio questa possibilità. Confindustria Verona, appresa la notizia,
ha preferito non commentarla. Sia il presidente Gianluca Rana sia il direttore
Rita Carisano non hanno voluto esprimere la loro posizione sull'argomento. Ci
ha pensato allora il presidente veneto, Andrea Riello. Il quale ci tiene a
precisare di non commentare le parole del rettore dell'Università veronese,
perché teme che, se estrapolate dal contesto in cui sono state pronunciate,
possano essere fraintese. Tuttavia fa un ragionamento generale: "Anzitutto
– afferma – bisogna chiarire che la legge 133 non obbliga nessun Ateneo a
trasformarsi in Fondazione, semplicemente rende questa scelta possibile. Detto
questo, io credo che il magnifico rettore Alessandro Mazzucco abbia
assolutamente ragione ". In che senso? "Perché così com'è – risponde
Riello – l'università italiana non è minimamente interessante per il mondo
delle imprese. Non è possibile che controllato e controllore coincidano. è
assolutamente legittimo tutelare l'autonomia culturale e didattica degli
Atenei, ma l'autonomia gestionale è all'origine di tutto il sistema di baroni,
clientelismi e sprechi che ingessa il sistema. Se le imprese investono i loro
soldi devono poter controllare, verificare e indirizzare dove finiscono gli
investimenti". Il presidente veronese di Apindustria, Alberto Aldegheri,
crede invece nella collaborazione: "Spero che quello del rettore –
commenta – sia uno sfogo in un momento di grande tensione. Le imprese veronesi
sono pronte a sostenere l'Università e negli ultimi anni stiamo lavorando
assieme molto bene. Chiaro che una riforma di portata storica va approfondita e
discussa con calma ". Fabio Bortolazzi, presidente della Camera di Commercio,
si chiama fuori dalla polemica. "Noi siamo un ente pubblico – precisa – e
assieme col Comune e con la Provincia ci siamo mossi a suo tempo per portare
l'Università a Verona. Sul tema, l'unica cosa che dico è:
viva il ministro Gelmini!
La scuola italiana spende moltissimo, è una fabbrica di stipendi e chi cerca di
renderla più efficiente va sostenuto". D.P. L'industriale \\ Così com'è
l'università non è interessante per le imprese: è un sistema ingessato.
( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
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- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Il rettore: i privati non ci aiuteranno Non saremo mai una
Fondazione Mazzucco: purtroppo Cariverona e Confindustria me l'hanno detto
chiaramente VERONA – Un'aula magna, quella del polo Zanotto, ricolma di
studenti e docenti fino all'inverosimile: settecento posti a sedere che non
sono bastati a contenere quanti desideravano assistere alla prima assemblea
d'Ateneo della storia dell'università di Verona. Un'affluenza record che da
sola basta a giudicare riuscita l'operazione comunicativa del rettore
Alessandro Mazzucco, nonostante i dubbi della vigilia sullo scarso preavviso
che era stato dato per l'evento. Un discorso, quello del rettore,
particolarmente atteso, che ha trattato da vicino temi come il futuro
dell'Università di Verona, e che farà sicuramente discutere, a cominciare dalla
presa di posizione sulle Fondazioni universitarie, nodo affrontato all'inizio
della relazione. "L'università di Verona – ha detto Mazzucco – non si
trasformerà in Fondazione, e devo aggiungere questa parola: purtroppo.
Purtroppo, perché fondi privati provenienti da realtà importanti del territorio
non sarebbero da disprezzare, anzi permetterebbero entrate alternative
all'ondivago contributo dello Stato". Tra le realtà private evocate dal
rettore Confindustria e Fondazione Cariverona. "Mi hanno entrambi risposto
che è difficile aiutare economicamente l'ateneo. C'è da dire che le misure del
decreto rendono la vita difficile a qualsiasi privato che voglia entrare
nell'università, a cominciare dal comma che prevede il controllo della Corte
dei Conti". Intervento che, seppur all'interno di un discorso applaudito
dai presenti (studenti compresi) non ha mancato di suscitare dubbi e richieste
di chiarimento, subito esaudite dal rettore. "Ho fatto una scelta di vita
che è quella di lavorare nel settore pubblico, e non intendo rinunciarvi.
Quello che auspico non è tanto una privatizzazione dell'università, ma un
maggiore aiuto dall'esterno come accade per esempio nel caso di Venezia, che ha
una Fondazione che le cura l'edilizia". Ma anche se mancano finanziamenti
privati l'Università di Verona, ha ribadito il rettore, è solida e sana.
"Abbiamo una solida riserva di carburante per continuare a procedere.
Grazie a un'oculata gestione abbiamo messo da parte abbastanza soldi per
garantirci il pareggio del bilancio per almeno tre anni, offrendo gli stessi
servizi agli studenti e avendo comunque la possibilità di assumere altri
ricercatori senza ridurre il personale, nonostante il turn over impostoci dal
governo. Ora si tratta di fare in modo di trovare stazioni di rifornimento
lungo il nostro percorso". Finalità che, per Mazzucco, passa attraverso il
dialogo con le istituzioni, secondo la linea condivisa dalla Crui (la
conferenza dei rettori) nella cui giunta siede anche la massima carica
dell'università di Verona. "Il ministro Gelmini deve ancora annunciare le linee guida per l'attuazione del
decreto – ha spiegato il rettore - , ma posso garantire che non è ostile a un
rifinanziamento della ricerca con i soldi della Finanziaria. Andando avanti con
le proteste, il rischio è la rottura totale delle trattative in un momento in
cui i cittadini chiedono conto al governo della gestione dei loro soldi.
La situazione è l'opposto rispetto al '68: lì si trattava di ridistribuire risorse
in eccesso, nel nostro caso di dividersi i tagli alla spesa che in questo
momento toccano anche la sanità. Per questo non condivido la protesta di quei
rettori che si mettono a capo dei cortei e che in molti casi sono anche
corresponsabili della gravissima situazione finanziaria in cui versano i loro
atenei". Il no alle proteste non significa però la fine del dialogo
interno alle università, anche se il rettore ha ribadito di essere contrario
allo stop delle lezioni. "Appoggio le richieste degli studenti a indire
dei consigli di facoltà dove possano confrontarsi con i loro insegnanti sui
punti più critici della legge 133. Tutto ciò però deve essere fatto assicurando
il regolare svolgimento della didattica, che è il nostro principale
dovere". Sempre nel suo intervento, il rettore ha descritto la ricetta,
originariamente proposta dalle università aderenti ad Aquis (l'associazione
degli atenei che raggruppa tra le altre, Verona, Bologna e Padova), poi fatta
propria dalla Crui per il rinnovamento del sistema universitario.
"Chiediamo che i finanziamenti tengano conto della qualità della ricerca –
ha ribadito Mazzucco – e chiediamo che venga rivisto lo status giuridico degli
atenei assieme alle norme di stabilità e riformati i concorsi. A lungo termine
la speranza è che venga costruita una nuova università". Davide Orsato
Polo Zanotto La protesta degli studenti che hanno esibito decine di necrologi
che celebravano la morte della scuola pubblica italiana (Toninelli/Fotoland) Il
rettore Alessandro Mazzucco.
( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
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VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Sit-in, slogan, striscioni e megafoni Ma gli studenti non sono
tutti uniti "Siamo con Mazzucco". "No, questa non è la nostra
assemblea" Nell'aula magna con il necrologio che annuncia la "morte
della scuola pubblica". Ma la protesta spacca gli universitari VERONA - Il
momento clou è stato alle 11. Uno dopo l'altro hanno fatto irruzione nell'aula
magna del Polo Zanotto, tenendo in mano il necrologio, stampato in decine di copie,
della "morte della scuola pubblica". Circa 200 gli universitari
raccolti prima in un presidio sotto Palazzo Giuliari, guardato a vista dalle
forze dell'ordine, dirottato poi al Polo Zanotto, fuori dall'aula magna in cui
si stava svolgendo l'assemblea indetta dal rettore Alessandro Mazzucco.
Incertezza, se entrare o restare fuori, con megafoni e gli striscioni che
recitavano "non pagheremo noi la vostra crisi". "Non è
un'assemblea, è una fiction, una conferenza ", grida tra gli altri un
ragazzo; con loro, anche una ventina di liceali del
Collettivo contro la Gelmini. Poi, la decisione di irrompere nell'aula. "Assemblea,
assemblea ", hanno urlato i ragazzi, frantumando l'aria formale che si
respirava. Pochi i posti, anche in piedi: si stava dove si poteva, e ben presto
il pavimento è diventato un tappeto di ragazzi e ragazze seduti a gambe
incrociate, tra pashmine colorate, chewing gum, jeans e scarpe da
ginnastica. E striscioni: appesi alle inferriate, fuori dal polo, e sulla
parete alle spalle del rettore, dentro l'aula. L'assemblea dapprima formale si
è trasformata in un vivace botta e risposta tra studenti, docenti e rettore,
alternato da applausi scroscianti. Sono entrati, alla fine: ma non tutti. Uniti
da una matricola ma di fatto divisi, gli studenti dell'università di Verona.
Chi ha manifestato il proprio dissenso al rettore, chi è concorde con lui, e
chi, ancora, sta un po' da una parte, un po' dall'altra. "Contestiamo il
comportamento del rettore: chiedevamo da una settimana una giornata di assemblea
e lui ce l'ha negata – spiega Alessandro Bonari, studente -. Invece da un
giorno all'altro l'ha indetta: ma non è nostra, non l'ha pubblicizzata a
sufficienza, non l'ha concordata con noi. Ha trasformato quella che doveva
essere un'assemblea condivisa tra gli studenti in una conferenza stampa".
Ma non tutti la pensano così. "Ha fatto bene il rettore Mazzucco. E' un
suo dovere convocare un'assemblea ed è giusto dare informazione e
chiarimenti", commenta Ilaria Fava, iscritta ad Economia. "Mi sono
dissociata momentaneamente – dice Cristina, studentessa - . Volevo sentire cosa
diceva il rettore e quindi sono entrata in aula ". "Sono d'accordo
con quanto detto dal rettore. Le Fondazioni, che possono essere sia pubbliche
che private, assicurerebbero un afflusso di capitale da poter poi coadiuvare
con i fondi pubblici all'università a alla ricerca" spiega Francesco
Vicenzoni, studente di giurisprudenza. "La nostra battaglia è convincere
l'opinione pubblica a essere dalla nostra parte – prende la parola Damiano Fermo,
presidente del Consiglio degli Studenti - . Il rettore ha saputo cogliere
l'insofferenza degli studenti, i quali vogliono conoscere, sapere e salvare
l'università". Per questo il suo invito a tutti i presidi delle facoltà è
"riunirsi in assemblea, un giorno della prossima settimana, tra martedì e
mercoledì". Invito ripreso anche da Mazzucco: e c'è chi ha già deciso. Il
preside di Economia, Francesco Rossi, ha fissato l'assemblea martedì dalle
12.30 alle 14; non sa ancora quando, ma accoglie la richiesta anche Maurizio
Pedrazza Gorlero, preside di giurisprudenza. Anche Carlo Morandi, Scienze
motorie, si rende disponibile. "Prima voglio parlarne con i miei studenti
– dice - . Non voglio forzare: se loro sono interessati la organizzerò
senz'altro ". Anna Martellato Damiano Fermo Il presidente del consiglio
studentesco universitario durante l'assemblea (foto Sartori) Controllati Circa
200 universitari si sono diretti da Palazzo Giuliari al Polo Zanotto seguiti
dalle forze dell'ordine. Poi sono entrati in aula magna dove il rettore aveva
indetto l'assemblea (Toninelli/Fotoland).
( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
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- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE I presidi Venti firme contro la Gelmini VERONA - Si allarga il fronte
dei presidi delle scuole veronesi che contestano la riforma Gelmini. Ieri mattina a Corte Molon una
ventina di dirigenti hanno sottoscritto la lettera aperta al ministro,
presentata mercoledì su iniziativa del sindacato Flc-Cgil. "Non si
può definire riforma una legge che ripropone sistemi pedagogici superati ormai
da molti anni", dice Anna Paola Marconi, del circolo didattico di San
Martino Buon Albergo. Tra le proposte, una riduzione del numero di indirizzi
delle scuole secondarie e maggiori investimenti sui sistemi di valutazione dei
servizi erogati dalle singole scuole. (e.p.) Arrabbiati I dirigenti.
( da "Corriere del Veneto" del 25-10-2008)
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- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Presidi e docenti L'ex sottosegretario Sartor: "La verità è
che man Masini e Giacobazzi i più critici "Troppi i tagli. E colpiranno
tutti" VERONA - "Non sono per niente d'accordo con quanto ha detto il
magnifico rettore". L'assemblea di ateneo ha dato a tutti, studenti e
docenti, la possibilità di prendere la parola e di dialogare con il Senato
accademico, riunito, nella sua versione "ristretta", dietro la
cattedra dell'aula magna. E il primo intervento, di Andrea Masini, insegnante
di quella facoltà di Scienze, unica a Verona ad aver fermato le lezioni per
protesta, è anche il più drastico. "La legge 133 – ha detto Masini – non è
una riforma della scuola, ma un insieme di tagli finanziari che colpirà tutti.
Purtroppo, dalle parole del rettore, sembrerebbe che si voglia distinguere le
università di serie A, quelle che hanno i conti in regola, da quelle di serie
B, in difficoltà economica, quando bisognerebbe guardare alla qualità dei
servizi offerti". Argomenti simili a quelli che sono riecheggiati più di
una volta in occasione delle assemblee degli studenti di questi giorni dai
quali è provenuta a più riprese l'accusa, rivolta al rettore, di campanilismo.
Anche il preside di Scienze, Roberto Giacobazzi, seppur in termini più
moderati, sposa la linea della vicinanza agli altri atenei. "Se a una
università vengono tagliati i fondi – ha detto – tutto il sistema ne soffre,
perché la ricerca e i concorsi si fanno anche con i colleghi degli atenei in
perdita. Il ddl è sbagliato perché taglia indiscriminatamente, quando,
piuttosto c'è bisogno del contrario: entrate che tengano conto della
produttività, come avviene in Francia". Anche due nomi della politica
nazionale, entrambi insegnanti a Verona, sono intervenuti nel dibattito:
l'europarlamentare Donata Gottardi e Nicola Sartor, sottosegretario
all'Economia del ex governo Prodi. "Non è vero – ha detto Sartor – che
mancano i fondi, ma la volontà di trovarli. L'università è un diritto che va
garantito con un accesso gratuito anche se selettivo". Critiche alla
riforma anche da parte del preside di Giurisprudenza, Maurizio Pedrazza Gorlero
e del suo collega di Economia, Filippo Rossi: il primo si è focalizzato sui tagli
"senza disegno" proposti dal governo, il secondo si è detto contro il
turn over: "è la prima cosa da abolire". Unico a
dirsi soddisfatto del decreto Gelmini è il direttore amministrativo Antonio Salvini: "C'è un lato
positivo – ha detto – senza di essa il governo avrebbe avuto la scusa per
disinteressarsi all'università". La parola, la prossima settimana, passerà
alle assemblee di facoltà, richieste a più riprese dagli studenti. A
Scienze della formazione si terrà martedì, con blocco delle attività. Lezioni
regolari invece per Medicina, in assemblea mercoledì alle 16,45, orario in cui
non ci sono corsi. "Più che il rettore sono stati gli studenti a
chiedermelo – dice il preside Michele Tansella – per loro perderle sarebbe
stato un problema". Economia farà l'assemblea martedì dalle 12,30 alle 14,
Giurisprudenza e Scienze motorie devono ancora decidere la data. D.O. Le
assemblee Da martedì cominceranno nelle varie Facoltà Scienze ha già deciso.
( da "Figaro, Le" del 25-10-2008)
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Richard Heuzé
24/10/2008 | Mise à jour : 21:09 | . En signe de protestation, à l'image de ce cours
improvisé place Farnese à Rome, étudiants et professeurs ont investi les rues
du pays. Crédits photo : AFP La gauche italienne manifeste samedi dans les rues
de Rome et espère capitaliser le mécontentement étudiant. Manifestations (300
en quinze jours), occupation jour et nuit de lycées (170) et de facultés (20),
pétitions et cours improvisés dans la rue et sur les places publiques,
haut-parleurs en main des professeurs : la révolte étudiante s'amplifie
contre la réforme scolaire et sert de moteur à une gauche encalminée dans ses
perpétuelles divisions. Une phrase malheureuse de Silvio Berlusconi, donnant à
croire qu'il aurait envoyé la police pour dégager les universités, a jeté de
l'huile sur le feu. Le brasier de la révolte a rapidement gagné tout le
pays : de Turin et Milan à Palerme en passant par Padoue, Rome, Florence
et Cosenza, des milliers d'adolescents sont descendus dans la rue pour défendre
l'autonomie de leurs établissements. De Pékin, où il se trouvait vendredi, le
président du Conseil a retiré des propos qu'il affirme n'avoir jamais tenus.
Quarante ans après Mai 68, un vent de fronde souffle à nouveau sur le monde
universitaire. Les manifestations sont plutôt bon enfant, mais les leaders de
la contestation sont déterminés à obtenir le retrait de la loi sur l'école que
le Sénat devrait adopter avant la fin du mois. Le slogan de Barack Obama -
" yes we can " (oui, nous pouvons) -, fait fureur. De
jeunes gens qui commencent l'université avec la conscience que leurs diplômes
ne suffiront pas à leur garantir un emploi sont déterminés à " aller
jusqu'au bout ". Aucun d'eux ne rejette a priori le contenu
didactique de la réforme, le retour au maître unique et à la note dans les
petites classes, l'allongement de la durée hebdomadaire d'études ou encore
l'évaluation des professeurs au mérite, qu'un grand nombre estiment nécessaire.
En revanche, ils protestent contre la diminution des crédits scolaires, le gel
des effectifs et l'ouverture aux capitaux privés. Alliance électorale rompue
Ils n'entendent pas pour autant cautionner les partis de gauche. Des sénateurs
du Parti démocrate (PD, opposition) sortis jeudi du Sénat pour se solidariser
avec un cortège d'étudiants ont été copieusement sifflés. " Le PD est
autant responsable que la droite de l'incurie dans laquelle se débat
l'université ", affirme un étudiant. Le gouvernement, qui avait
sous-estimé la réaction des étudiants, se reprend. Un peu tard, la ministre de
l'Instruction publique, Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs
représentants avec la certitude de pouvoir les gagner à sa réforme. Cette
protestation constitue du pain bénit pour le Parti démocrate, qui appelle
aujourd'hui à manifester dans les rues de Rome. Ce rassemblement, préparé
depuis le début de l'été, se déroulera dans la désunion la plus complète de la
gauche. PD et Italie des Valeurs (IDV), la formation de l'ancien juge
d'instruction de " mains propres " Antonio di Pietro,
viennent en effet de rompre leur alliance électorale. Une dissension qui
s'ajoute à celle des communistes. Quant aux syndicats, ils se sont déjà divisés
sur l'école, les autonomes ayant manifesté samedi dernier tandis que les
confédérations ouvrières tiendront leur journée d'action le 30 octobre.
( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
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Il ministro non cede
davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende male".
Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in
piazza. A Bologna polemiche
per Annozero
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Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA La Gelmini: "Il decreto non
cambierà" Studenti invadono il Festival di Roma Il ministro non cede
davanti alle pressioni delle proteste: "Il problema è che si spende
male". Tensione al Festival del cinema. A Milano lezioni open air in
piazza. A Bologna polemiche per Annozero Roma, 24 ottobre 2008 - “Se non
li liberate non ce ne andiamo”: questo lo slogan che alcune centinaia di
manifestanti scandiscono da diversi minuti davanti l'Auditorium dove, circa
mezz'ora fa, si sono verificati momenti di tensione tra gli studenti e le forze
dell'ordine a protezione del Festival. I manifestanti, in questo momento,
stanno chiedendo alle forze dell'ordine il rilascio di una decina di ragazzi
che, secondo quanto denunciano, sarebbero stati fermati al termine del corteo che
questo pomeriggio si e' concluso al Parco della Musica. I manifestanti si
trovano ora di fronte al 'red carpet' del Festival, seduti per terra in attesa
di notizie da parte della polizia. Intanto la kermesse sta continuando
regolarmente, tanto che attori e registi stanno sfliando sul tappeto rosso.
Anche oggi occupazioni, scioperi e cortei di studenti contro il ministro Gelmini che, nel frattempo, ha iniziato a incontrare alcune
rappresentanze studentesche. Falliti i primi incontri con Uds e Udu. I primi sono
lapidari: "Non ci siamo seduti al tavolo. Abbiamo consegnato una lettera
in cui si richiede il ritiro immediato dei decreti 133 e 137. Questa
consultazione è tardiva e di facciata". Dialogo già chiuso anche per
l'Udu: "Il tavolo di trattativa con il ministro è chiuso in quanto non è
stata accolta la nostra richiesta di abrogazione degli art.16 e 66 della legge
133, per noi prerogativa per l'apertura del dialogo". Per questo, l'Udu ha
rilanciato "le iniziative di protesta", assieme a "tutte le
altre realtà che condividono questa grande battaglia di democrazia che deve
diventare propria dell'intera società civile". Dal canto suo, il ministro Gelmini fa sapere di aver chiesto ai ragazzi "se la
scuola e l'università così come sono li soddisfino. Un'università ed una scuola
che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Non è
vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi siamo tra i primi
d'Europa. Il problema è che si spende male". Intanto manifestazioni si
sono svolte, tra le altre, a Milano, Napoli, Rovigo, Cagliari, Catanzaro e
Bergamo. A Roma, un corteo organizzato dall'Unione degli studenti ha
attraversato la città dal Circo Massimo a piazza Navona, nei pressi del Senato.
Un altro drappello di manifestanti, alcune centinaia, si sono invece diretti
all'Auditorium dove si tiene il festival del cinema di Roma. In un clima
pacifico, i ragazzi hanno intonato slogan, come "noi la crisi non la
paghiamo" e distribuito volantini tra la folla di curiosi e giornalisti.
Intanto, polemiche per l'attacco del premier Silvio Berlusconi: "In
tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri
sociali, così come mi ha confermato il ministro dell'Interno, - ha detto il
Presidente del Consiglio - ci sono dei facinorosi: non tutti naturalmente, dei
piccoli gruppi, ma nei cortei organizzati da queste entità ci sono facinorosi
che hanno il supporto dei giornali". BERLUSCONI "Facinorosi aiutati
dai giornali"Tensione a Milano - Le università occupatePolizia per fermare
le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Segnala ad un amico Tuo
nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia
anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il
codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su
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"Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul
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punto tra la Petrova e Flavia!!Finale di stagione scoppiettante![...] Ivanovic
troppo forte per la Pennetta Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo
scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le
occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure
palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente
a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima,
giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione
più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile
assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge
per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali,
sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I
provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria? La
foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una
forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma
classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con
il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI
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Cagliari e Provincia
Pagina 1019 Università. Oggi pomeriggio al Bastione di Saint Remy il preside di
Lettere spiega come si tutela il patrimonio artistico Facoltà occupate e
lezioni per strada Università.. Oggi pomeriggio al Bastione di Saint Remy il
preside di Lettere spiega come si tutela il patrimonio artistico Scienze
politiche e Psicologia, si dorme in aula magna --> Scienze politiche e
Psicologia, si dorme in aula magna Ragazzi in sacco a pelo da mercoledì a
Scienze politiche, occupata anche Psicologia. E da oggi si fa lezione per
strada. Il calendario degli eventi in vista del grande corteo di giovedì
prossimo. Ne hanno discusso con la preside Paola Piras e i prof, poi hanno
deciso: occupazione. A Scienze politiche, da mercoledì notte, circa trenta
studenti dormono, imbacuccati nei loro sacchi a pelo, in aula magna. La stessa
dove di giorno, divisi in gruppi di lavoro e armati di computer, stampanti,
fax, telefoni, pianificano le azioni di protesta da mettere in campo da qui
alla grande manifestazione di giovedì, quando anche a Cagliari, come in tutta
italia, sfilerà la protesta delle scuole e delle università
contro il decreto Gelmini e
la famigerata legge 133. La stessa dove ogni sera, dopo le 20, si riuniscono le
rappresentanze delle verie Facoltà e in cui un cartello avvisa: "L'aula
magna è occupata e autogestita. Perciò va curata e rispettata". Idem, ma
su scala ridotta, a Psicologia, dove l'aula occupata è la 4/B. In
entrambi i casi, occupazione non significa non fare lezione: l'attività
didattica prosegue, anche se ricalibrata, con le lezioni che si spostano fuori
dalla Facoltà, in strade e piazze, e la Facoltà che si apre invece a dibattiti,
approfondimenti, seminari. Come a Lettere, dove ieri il preside Roberto Coroneo
e due rappresentanti degli studenti, Gianvito di Stefano e Federico Serra,
hanno convocato i giornalisti per rendere noto il calendario della didattica
rivoluzionata. Primo appuntamento ieri pomeriggio nelle aule 15, 16 e 17 con un
seminario su "La legge 133 e le sue ricadute sull'Università di Cagliari".
Alle 17,30, invece, nell'aula magna delle lauree (secondo piano del vecchio
stabile: l'altra aula magna, quella del corpo aggiunto, è rimasta allagata
mercoledì scorso, il giorno del nubifragio) Cristina Lavinio e Franco Mannoni
presenteranno il libro Chiamalo pure amore , di Maria Giacobbe. Si continua,
sempre in Facoltà, questa mattina con una tavola rotonda dedicata a temi di
stretta attualità, dopo l'alluvione dei giorni scorsi: "Ambiente,
paesaggio, territorio: concetti geopolitici?" A discuterne, Antonio Loi,
Fabio Parascandolo, Marcello Tanca. Alle 16,30, invece, la prima delle
annunciate lezioni all'aperto. L'appuntamento è al Bastione di Saint Remy, dove
il preside Roberto Coroneo, che è docente di Storia dell'arte, parlerà
"Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in Italia".
Domani, alle 10, altra lezione per strada. Alfonso Stigliz affronterà "Il
caso Tuvixeddu" in piazza Sorcinelli (il parcheggio fra viale Trento e
viale Trieste). Tre le lezioni previste al Bastione di Saint Remy per lunedì
mattina. Alle 10 Claudio Natoli parlerà di "Costituzione, antifascismo e
cittadinanza democratica", alle 10,30 Annamaria Loche di "Pace e
diritti umani", alle 11 Cristina Lavinio di "Educazione linguistica
democratica". Alle 14 si torna in Facoltà ma per un evento artistico:
sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo scultore Pinuccio Sciola farà
ascoltare agli studenti "La musica delle pietre", cioè delle sue
celebri sculture sonore. Alle 16,30, invece, prenderà il via in aula magna il
seminario di Maurizio Virdis dedicato alle "Idee di letteratura", che
prevede un secondo incontro per martedì alle 9. Spazio anche al cinema con la
proiezione, lunedì alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu, del film di
François Truffaut Fahreneit 451 , con la famosa scena del rogo dei libri.
Proiezione e dibattito sono curati da David Bruni e Antioco Floris, che
cureranno anche il secondo incontro cinematografico, martedì alla stessa ora
nella stessa sala, con il film di Nicolas Philibert Essere e avere . Martedì
alle 12 si terrà un laboratorio itinerante di cartografia a cura di Isabella
Zedda "Per le vie di Cagliari": partenza dal Bastione di Santa
Caterina. Alle 14 di nuovo sulla scalinata d'ingresso di Lettere per una
lezione di Patrizia Mureddu con lettura teatrale di Gaetano Marino su "In
viaggio con Erodoto". Alle
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
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2 La protesta del Pd e degli studenti Le piazze nuovamente megafono di opinioni
La protesta del Pd e degli studenti di Gianni Filippini --> di Gianni
Filippini I palcoscenici istituzionali della politica devono farsi di nuovo da
parte. Ancora una volta il confronto democratico si è spostato nelle piazze. E
ha ragione Pier Ferdinando Casini, per esempio, a dirsene seriamente preoccupato.
Ovviamente non è in discussione la piazza come luogo di corretto esercizio del
diritto a esprimere un'opinione. A essere inaccettabile è l'uso distorto e
scorretto che talvolta se ne fa con comportamenti violenti e prevaricatori.
Sono migliaia gli studenti che da qualche giorno hanno deciso di protestare
all'aperto contro la legge Gelmini e contro la legge finanziaria. Oggi sarà il centrosinistra -
sollecitato dal Pd - a suonare le trombe della mobilitazione. Perché vuole
contarsi, perché spera di poter mostrare muscoli forti. Come in passato ha
fatto il centrodestra. Evidentemente è un malcomune quello di gridare sperando
di farsi ascoltare dalla parte opposta. Pur annunciata come serena
esibizione di dissenso, la manifestazione odierna si inserisce nell'arroventato
quadro di tensioni e polemiche sulla crisi economica, sulla sicurezza,
sull'occupazione, sui contratti. Molto probabilmente i numeri daranno ragione
agli organizzatori. Però, il bilancio che se ne potrà fare fra qualche ora
rischia comunque di essere soltanto l'ennesimo elenco di accuse pesanti, di
insulti incivili, di minacciose contrapposizioni. In altre parole potrebbe
confermare il clima sconcertante nel quale ha ripreso a svolgersi l'attività
politica. Con toni e linguaggi che sollevano quotidianamente il livello di uno
scontro che sottrae energie e lucidità alla soluzione dei gravissimi problemi
del Paese sul quale è calato, come in tutto il mondo, l'incubo della
recessione. Un esempio significativo, fra i tanti, di questo clima è proposto
dalla rottura fra Pd e Idv. Qualcuno infatti ci è andato giù duro e l'ha
catalogata come iniziativa di igiene politica. E la definizione appare
francamente non soltanto eccessiva ma anche piuttosto debole in fatto di
democraticità. Perché non è lecito paragonare l'Idv a qualcosa di infetto. Se
ne può criticare - anche duramente - la linea politica. Si possono
stigmatizzare gli eccessi polemici del suo leader barricadiero. Però il resto
appartiene, appunto, al capitolo delle ingiurie, della volgarità e dell'intolleranza
scritto a più mani da una parte e dall'altra. Detto questo rimane da tentare
una valutazione del taglio dell'Idv ufficializzato giorni fà nel corso di
un'intervista in televisione dal leader del Pd. E allora va subito aggiunto che
Veltroni ci ha messo molti mesi per rendersi conto che la convivenza con Di
Pietro più che una scommessa persa in partenza era un grave errore.
L'incompatibilità era evidente. Le idee e i comportamenti dell'ex pm, la sua
predisposizione al braccio di ferro, non potevano (e quindi non dovevano)
trovare posto in un partito pensato (e sognato) come aperto al dialogo con la
maggioranza e disposto a sincere collaborazioni. Soprattutto se il retroscena
era soltanto la speranza di mettere insieme qualche numero elettorale. Poco
importa, adesso, che il leader del Pd - un po' per scelta e molto per
l'indisponibilità della controparte - abbia imboccato la vecchia strada
deludendo così molte delle attese che aveva suscitato in una vasta area
dell'elettorato. Oggi, un'opposizione ulteriormente sfilacciata spera di
trovare il proprio rilancio in piazza. Ma non saranno le urla e gli striscioni
a renderlo concreto e credibile.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del 2008-10-25 pagina 3 3/11 di Redazione Gli studenti non mancheranno alla
cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico. Sarà
l'occasione per un faccia a faccia con il ministro Mariastella Gelmini. Parteciperanno ragazzi di
superiori e università. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 6 Di destra Azione Universitaria chiede di abbattere i
"baroni" di Redazione "È stata un'ora di confronto leale ma
serrato col ministro Gelmini che
si è dimostrata disponibile ad ascoltare le nostre preoccupazioni e le nostre
proposte per migliorare il futuro dell'università e degli studenti. Adesso
vedremo i fatti". Lo ha affermato la delegazione di Azione universitaria,
guidata dal presidente Giovanni Donzelli e composta anche dai due
vicepresidenti Vittorio Pesato e Simone Pelosi e dal capogruppo al Cnsu Andrea
Volpi. "Abbiamo chiesto di scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento delle
tasse universitarie e delegittimazione del ruolo delle rappresentanze
studentesche". Non solo: "Abbiamo anche domandato di ridimensionare
il potere delle caste baronali, lo stop ai corsi di studio e alle sedi inutili
e un taglio deciso agli sprechi e alla malagestione dei fondi".
"Affinché la voce degli studenti sia parte integrante del processo di
riforma - hanno concluso Donzelli e Volpi - abbiamo inoltre chiesto, ottenendo
buone disponibilità, di partecipare alla stesura del regolamento che normerà la
possibilità di trasformazione in Fondazioni ed alla vera riforma
dell'Università". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 4 La testimonianza Io in tv, bersaglio degli alfieri del
pensiero unico di Redazione Ho visto giovedì sera AnnoZero, dedicato alle proteste contro la riforma scolastica di
Mariastella Gelmini. Lo
schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la trasmissione -
nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per razionalità e
civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella quale fui
personalmente coinvolto. Il programma d'allora si chiamava Samarcanda. E
anche allora - come oggi - Santoro amava i collegamenti con vocianti assemblee
giovanili: risuonanti di slogan settari e banalmente ripetitivi. Il tema della
serata mi pare fosse l'università, travagliata dalle solite occupazioni nel
corso delle quali apprendisti demagoghi arringavano compagni e compagne dal
pugno chiuso. Noi del Giornale - ma anche altri quotidiani - eravamo sommersi da
lettere di studenti e di genitori indignati per la sopraffazione d'una
minoranza aggressiva nei confronti della "maggioranza silenziosa".
Chi voleva studiare non poteva farlo, gli atenei erano ridotti alla paralisi.
Per la puntata di Samarcanda fui invitato in studio da Santoro. Lontano, a Roma
e a Palermo, rumoreggiavano folle di ragazze e ragazzi tarantolati dalla furia
contro le istituzioni repressive (Berlusconi era di là da venire). Quando i
capetti ribelli colloquiavano con Santoro rivendicavano virtuosamente il
carattere democratico, pluralista, aperto delle loro iniziative. Venuto per me
il momento d'intervenire, chiesi pacatamente come mai, essendo il movimento
democratico pluralista e aperto, tutti nelle assemblee dicessero le stesse
cose; e come mai non si vedesse traccia dei tanti che erano di parere opposto.
Accadde, nei collegamenti esterni, il finimondo. Fui bersagliato da grida e
parolacce. A Palermo risuonò l'invettiva che la sinistra tiene in serbo per
queste circostanze: fascista! Tale fu il tumulto che Santoro dovette a un certo
punto interrompere i collegamenti. L'indomani, in una cronaca, Repubblica
ammise mestamente che per i dervisci rotanti della contestazione quello era
stato un autogol. Rientrato a Milano raccontai a Montanelli - che non aveva
seguito Samarcanda - come erano andate le cose. E Montanelli decise che agli
sfoghi di quegli invasati dovessimo rispondere con il "fondo" per il
giorno successivo. Avrebbe dovuto scriverlo lui, ma non se la sentiva per
scarsa conoscenza dei fatti. Sarebbe quindi toccato a me, ma non me la sentivo
per essere stato, di quei fatti, protagonista. Concludemmo che l'articolo
l'avrei scritto io, e Montanelli l'avrebbe firmato. Il che puntualmente
avvenne. Credo che l'espediente non abbia giovato. Fui duro, ma probabilmente
non abbastanza. Dovendo polemizzare in mio favore, ma con firma montanelliana,
mi trattenni. Di mano sua Montanelli - quel Montanelli che non poteva soffrire
il ribellismo scriteriato dei collettivi studenteschi - avrebbe fustigato ancor
più pesantemente. Da quel tempo lontano quando Michele Santoro m'incontra
ricorda ridacchiando che quella sera ho avuto un gran colpo di fama. Me lo dice
- abbiamo un ottimo anche se saltuario rapporto - come se dovessi essergli
grato per la canea di Samarcanda. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 5 I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private di
Redazione In piazza istigano gli studenti a battersi per la pubblica, ma in famiglia
guai a mescolare i loro ragazzi con gli altri Rutelli, Finocchiaro, Santoro
hanno preferito licei esclusivi e istituti d'élite. Dove si
studia e non si occupa mai La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana mille miglia da qui, dove tra
Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si riesce a sdraiare per un po' in
giardino a godersi l'ottobrata romana, altro che le mattinate spese a compilare
striscioni poi esibiti per le strade romane, collezione autunno-inverno 2008.
Questa è la scuola dove la lingua straniera è l'italiano; dove si sfila sì, ma
non a urlare la rabbia adolescenziale, bensì - dopo l'ultima campanella del
vendredi - davanti alla bandiera tricolore, che poi non è nemmeno quello
italiano. Questa è la scuola dove va la figlia di Santoro Michele, difensore
televisivo della scuola pubblica e cliente per interposta persona - ma
personalissimo assegno - della scuola privata. Pubbliche virtù, ma vizi
privati. E che scuola privata, poi. Liceo "Chateaubriand", in via di Villa
Patrizi, a un passo da quella Porta Pia dove Roma si riconsegnò all'Italia. Qui
però Roma torna a essere francese. Sortilegi del privato d'importazione, soldi
di casa nostra che ingrassano le vacche altrui: dove si paga non si sciopera,
dove la moneta unge il meccanismo, quello funziona senza incepparsi. Perché qui
si fa sul serio: la Santorina e i suoi compagnucci costano ai loro genitori da
3.486 a 4.074 euro l'anno più mille per l'iscrizione più 914 per la mezza
pensione per cinque giorni a settimana più 286 per gli esami obbligatori. Il
totale fatelo voi. Ma capite quanto sono lontane da qui le miserie della scuola
pubblica? Un salasso pienamente giustificato, per carità. Vuoi mettere la
soddisfazione di sapere tuo figlio à l'école mentre in città le classi sono
muri per ragnatele? E il ciclo è completo, dalla culla alla Smart. "Si va
dalla materna alle superiori - ci spiegano nell'administration -. Abbiamo tre
sedi in tutto dove si insegna e si parla rigorosamente in lingua francese. Gli
studenti sono 1.500, tra figli di diplomatici, di politici, membri della Fao e
di altre organizzazioni internazionali". Qui funziona come nei salotti che
contano: è non esserci che fa rumore. Anche se: "In tanti ci provano,
spesso spinti dai genitori, ma non tutti ci riescono - ammette un'impiegata -
il livello è alto, non è ammesso il minimo errore di grammatica, abbiamo
cominciato da poco eppure già in quattro hanno rinunciato". Dura, la vita
del rampollo radical chic. E una volta che ci si è, nemmeno basta. Bisogna anche
apparire, rispettare l'inesorabile dress code dei giovanotti-bene: tutti con
denti sbiancati, capelli cotonati, polo e jeans delle solite tre marche, scarpe
e zainetti fabbricati con lo stampino. Devianza? Qu'est-ce que c'est? Poi,
appena usciti dalle classi, sciamando per le scale, i ragazzi archiviano la
erre moscia e si riappropriano dello strascicato romanaccio, si annodano
stretta stretta la sciarpa della Roma - vabbé il francese, ma 'sto
Chateaubriand mica è stato mai capocannoniere: meglio Totti -, e si fumano i
pacchi di sigarette nascosti sotto la sella. "Mio padre ha insistito
perché mi iscrivessi qui, a me non sarebbe mai venuto in mente", ci
confessa Stefano. "Ci sono parecchi stranieri, è vero, ma altrettanti sono
figli d'italiani delle migliori famiglie cittadine", aggiunge candidamente
un compagno. Sulla riforma Gelmini non si pronunciano,
forse nemmeno sanno cos'è. Di certo non provano invidia per i loro coetanei che
in questi giorni se ne vanno in giro all'aria aperta. "Da lunedì fino al 4
novembre la scuola è chiusa, qui di vacanze ne abbiamo tante, nemmeno potete
immaginare quante sono". Noblesse oblige. (ha collaborato Marco Morello) ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 0 All'Istruzione mancano 400 milioni di Geronimo La scuola e
l'Università, da che mondo e mondo, sono sempre stati i luoghi in cui più
facilmente si sono accese le proteste. Qualche volta contro ogni logico
cambiamento, alcune volte per questioni politiche, altre volte ancora per
difese corporative. Scuola e Università sono luoghi in cui si sommano e si
mescolano le tensioni giovanili, i disagi delle famiglie e gli interessi di
categorie importanti per numero e qualità. Questo per dire che è profondamente
sbagliato lasciarsi intimidire dalle proteste ma è altrettanto sbagliato
liquidarle con battute di sufficienza. L'attuale protesta contro il ministro Gelmini non si sposta da questa antica tradizione in cui
ragioni di merito, questioni politiche ed esuberanze goliardiche fanno un mix
esplosivo capace di riempire le piazze di mezza Italia. Nell'assordante
confusione di questi giorni pochi ricordano che il centrodestra con il ministro
Moratti già introdusse due riforme della scuola, quella del cosiddetto primo
ciclo (elementari e medie inferiori) entrata in funzione nel 2006 e quella del
secondo ciclo la cui applicazione è stata rinviata dal governo Prodi. Se si va
a vedere da vicino i contenuti del decreto Gelmini si
resta di stucco. Il voto in condotta, ad esempio, era già stato introdotto
dalla riforma Moratti e il passaggio dal giudizio ai tradizionali voti per
valutare gli studenti è ampiamente apprezzato dalle famiglie e dai professori.
Il punto dolente resta quello che nella protesta passa per il maestro unico e
che nella difesa d'ufficio viene invece etichettato come maestro prevalente figura,
peraltro, già introdotta dalla stessa riforma Moratti. La differenza sta nel
fatto che nel decreto Gelmini il maestro è prevalente
perché svolge il suo lavoro per una classe per 24 ore settimanali, mentre nella
riforma Moratti era prevalente perché guidava la classe per 18 ore. Si tratta
di un differenziale di sei ore settimanali che ha certamente effetti sulla
organizzazione della scuola elementare, ma non devastanti come la protesta di
piazza proclama. D'altro canto opposizione, movimenti di
piazza e sindacati sono fuori tempo e sbagliano persona confondendo Gelmini con Tremonti. Lungi da noi,
naturalmente, esporre più di tanto il ministro dell'Economia in un momento così
complicato, ma sta di fatto che il decreto Gelmini altro non è che l'applicazione concreta dei tagli approvati con
la manovra economica del luglio scorso. I lettori sanno come noi siamo
stati tra i primi a sottolineare i rischi di una manovra economica di ottanta
articoli approvata in soli nove minuti dal consiglio dei ministri e in pochi
giorni dal Parlamento con il voto di fiducia avendo ricordato per tempo il
vecchio proverbio secondo il quale per la fretta la gatta partorì i gattini
ciechi. La dimostrazione di ciò che diciamo sta nel fatto, ad esempio, che
proprio nel bilancio del ministero della Pubblica istruzione mancano
all'appello oltre 400 milioni per oneri incomprimibili riguardanti i fitti, le
utenze e le pulizie nelle istituzioni scolastiche centrali e periferiche. Il
che determinerà inevitabilmente l'ulteriore accrescimento di debiti sommersi
che ormai superano i 2 miliardi di euro per le sole amministrazioni centrali
dello Stato. Noi sosteniamo da sempre che la necessaria riduzione della spesa
pubblica è tanto più agevole quanto più alta è la crescita economica, ma su
questo terreno da quindici anni l'Italia è la Cenerentola d'Europa con la
conseguenza che ogni taglio di spesa finisce per essere devastante sul piano
sociale. Di qui allora si deve partire anche nella vicenda della scuola e
dell'Università per un confronto parlamentare di merito in cui, abbandonando i
pregiudizi politici, si cerchino punti di equilibrio e di sostenibilità tra
politiche di bilancio e politiche settoriali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA
- Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 0 Berlusconi avverte: "Oggi Pd in piazza attenti ai
facinorosi" di Adalberto Signore E per spiegare la
riforma Gelmini si prepara
a mandare deputati e senatori davanti alle scuole nostro inviato a Pechino In
Italia è l'alba quando Silvio Berlusconi torna ancora una volta sulla questione
scuola. Per rispondere alle critiche arrivate dal Pd dopo che il premier aveva
detto di non aver mai "neanche pensato" di utilizzare la polizia
nelle scuole, ma soprattutto per mandare un messaggio chiaro in vista
della manifestazione di oggi pomeriggio a Roma. Insomma, pur senza mai nominare
Walter Veltroni e la piazza che si appresta a protestare contro il governo, le
parole di Berlusconi non lasciano spazio a dubbi. "Se ci sono dei
facinorosi che vogliono manifestare - dice nella hall dell'Hotel Ritz Carlton
di Pechino - hanno tutte le strade possibili immaginabili per farlo. Lo Stato
però deve fare lo Stato e garantire i diritti di tutti". Certo, la
maggioranza è gente che "manifesta perché si oppone" ma
"sappiamo che ci sono anche piccoli gruppi" organizzati "dall'estrema
sinistra e dai centri sociali" che "hanno il supporto dei
giornali". Parole che lette all'indomani delle proteste contro la riforma Gelmini non fanno che confermare la linea dura
dell'esecutivo, perché "non è possibile che a chi non condivide la mobilitazione
sia impedito l'accesso alle strutture pubbliche". Ma che ascoltate alla
vigilia della tanto attesa piazza del Pd che oggi si riunirà al Circo Massimo
possono suonare anche come un monito, perché se Veltroni non saprà gestire a
dovere l'appuntamento - allargato a Italia dei valori e parte della sinistra
radicale - il rischio serio che corre l'opposizione è quello dell'autogol. Se
il raduno del Pd dovesse trasformarsi in uno dei tanti girotondi
antiberlusconiani, infatti, il Cavaliere potrebbe facilmente sostenere di esser
stato buon profeta. Anche per questo - rientrato in albergo dopo un pranzo
all'insegna dell'italianità nel tre piani di "Piazza Italia" - il
premier non lascia spazio ad alcuna ipotesi di dialogo: "Dicono che sono
un dittatore, mi chiedo perché dovrei farlo". D'altra parte, due sono le
ipotesi: se è vero "do solo ordini e mi impongo" mentre se è falso e
"la realtà è che siamo in un Paese democratico" non si capisce perché
"devo dare credito a chi afferma che siamo in un regime". Insomma,
"non ci può essere alcun dialogo con chi è su queste posizioni
irrealistiche ed è totalmente inattendibile". E dunque "io vado
avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti i teatri e
teatrini che mette in campo la sinistra". Un messaggio tanto chiaro che
quando sono ormai passate le dieci e mezzo di sera e il premier incontra ancora
una volta i giornalisti a Veltroni non vuole concedere neanche la soddisfazione
di una replica. Il leader dell'opposizione dice che "più che commentare
aspetta la sua smentita", gli fa presente un cronista. Berlusconi tace
qualche istante e risponde: "Non replico neppure, non è il caso. Ormai ci
ho fatto l'abitudine, ho la pelle dura e spessa, sono abituato a ricevere
insulti e calunnie. Metto tutto in un unico fascio". Prima di congedarsi,
il Cavaliere torna ancora sulla scuola. "Ho letto un po' di titoli di
giornali - dice - e le persone di buon senso credo che sappiano dare giudizi su
quel che vedono...". Dopo le critiche di giovedì, dunque, il premier
ribadisce di essere "deluso" dal modo con cui i giornali hanno
trattato la vicenda. Dell'idea "spiritosa" che ha in mente per far sì
che chi vuole partecipare alle lezioni durante gli scioperi non sia costretto a
restare a casa ancora una volta non parla. "La dirò a tempo debito",
spiega. Ma sembra che l'intenzione sia quella di lanciare una vera e propria
contromobilitazione con deputati e senatori che si presentano sotto le scuole
per spiegare la riforma Gelmini e "rispondere
alle falsità della sinistra". Mercoledì scorso, infatti, dal quartiere
generale di Forza Italia è stata inviata a tutti i parlamentari del Pdl una
mail con due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si elencano punti
salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in cui si critica
l'atteggiamento disfattista dell'opposizione. Sarà questo il materiale che
deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio territorio, per
contrastare la "campagna di disinformazione" sulla scuola. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del 2008-10-25 pagina 6 Gelmini agli studenti: "Avanti con la riforma" di Antonio
Signorini E loro imitano la Cgil Il ministro riceve i giovani per discutere il
decreto I duri della protesta non si siedono neppure al tavolo I
"piccoli" dell'Uds non si sono nemmeno seduti. Hanno
consegnato al ministro Mariastella Gelmini una lettera
e se ne sono andati. Gli universitari dell'Udu, invece, si sono alzati dal
tavolo poco dopo l'inizio dell'incontro. Insomma, ieri, all'atteso incontro tra
governo e associazioni studentesche, se non fosse stato per la giovane età,
sembrava di trovarsi di fronte a navigati e un po' polverosi sindacalisti. è
andato in scena il classico copione delle trattative morte in partenza, come
quella per la riforma dei contratti, con la Gelmini
nel ruolo di Confindustria e le due principali organizzazioni studentesche
perfettamente calate nei panni della Cgil di Guglielmo Epifani. Fatto non
straordinario se si pensa che l'Unione degli studenti medi è nata da una
costola del sindacato di sinistra e che l'Unione degli universitari è tuttora
legata alla confederazione da un patto di lavoro. Di fatto, è un sindacato
studentesco federato alla principale organizzazione del lavoro. Rispettato in
pieno il protocollo che negli ultimi tempi è stato applicato a tutte le
trattative alla quale ha partecipato la Cgil. Gli studenti dell'Uds hanno
consegnato una lettera al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini nella quale chiedono al governo di fare marcia
indietro su tutto. Gli studenti di sinistra hanno precisato che non
parteciperanno al confronto fino a quando il ministro non avrà ritirato il
decreto 137. Percorso e motivazioni identiche per gli universitari che hanno
dichiarato chiuso il tavolo con il ministro "in quanto non è stata accolta
la nostra richiesta di abrogazione degli articoli 16 e 66 della legge 133, per
noi prerogativa per l'apertura del dialogo". A poco sono valse le
spiegazioni che Gelmini ha fornito a chi è rimasto al
tavolo. I soldi per l'istruzione ci sono, ma vengono spesi male. "Ci sono
94 università, più 320 sedi distaccate nei posti più disparati" e poi
"37 corsi di laurea con 1 solo studente", "327 facoltà non
superano i 15 iscritti". Il merito interessa poco quando fuori impazzano
cortei e occupazioni, quindi le associazioni della sinistra ufficiale sono
tornate in piazza, riunendosi all'ala più estrema, quella dei collettivi. Le
posizioni sono rimaste immutate, la Rete degli studenti medi, anche questa
federata alla Cgil, ha bocciato i due provvedimenti del ministro: "Per noi
l'intera riforma è solo un modo per risparmiare 8 miliardi di euro", ha
spiegato il portavoce Luca De Zolt. "Su questo il ministro non ci ha
risposto. Continueremo con le proteste e ogni scuola deciderà singolarmente se
occupare". Immediata la solidarietà del Partito democratico: "La
volontà della Gelmini di non ritirare" i
provvedimenti "conferma che per il ministro il dialogo è poco più che una
questione da cerimoniale", ha spiegato Manuela Ghizzoni. Anche gli
esponenti più moderati hanno dato ragione alle organizzazioni che hanno scelto
la rottura: "Questi ragazzi avvertono che in questo modo si compromette il
loro futuro, quindi consiglierei di ascoltarli", ha commentato Massimo
D'Alema. E, chiaramente, il sindacato. In particolare le sigle degli insegnanti
che hanno invitato gli studenti di sinistra a raggiungerli il 30 ottobre: il
giorno in cui si svolgerà lo sciopero generale della scuola e la manifestazione
nazionale a Roma. Dall'alleanza studenti-operai del Sessantotto a quella
studenti-insegnanti del 2008 il passo è breve per Domenico Pantaleo, segretario
della Flc-Cgil, entusiasta per il no degli studenti a Gelmini:
"Si sta compiendo quello che non accadeva da diversi lustri con sindacati
di categoria, tutti e uniti, lavoratori anche di altre categorie sindacali,
studenti, medi e universitari, genitori, famiglie, associazioni,
amministrazioni locali, tutti insieme per difendere il futuro del Paese, il
diritto al sapere e il valore della conoscenza". Le altre associazioni
studentesche hanno continuato a trattare. Le associazioni cattoliche e quelle
di destra, oltre ai ricercatori dell'Adi (Associazione dottorandi e dottori di
ricerca). "Abbiamo chiesto di non penalizzare il diritto allo studio delle
periferie - ha spiegato Marco Iasevoli, responsabile giovani di Azione
cattolica - e il ministro ci ha assicurato che le variazioni saranno di
carattere amministrativo ma non verranno chiusi plessi scolastici". ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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N. 256 del
2008-10-25 pagina 0 Ecco il paradiso dei radical chic dove
si paga per non scioperare di Andrea Cuomo La protesta contro la Gelmini (anzi: la Gelminì) è lontana
mille miglia da qui, dove tra Rousseau e Montesquieu va già bene se ci si
riesce a sdraiare per un po' in giardino a godersi l'ottobrata romana, altro
che le mattinate spese a compilare striscioni poi esibiti per le strade romane,
collezione autunno-inverno 2008. Questa è la scuola dove la lingua
straniera è l'italiano; dove si sfila sì, ma non a urlare la rabbia
adolescenziale, bensì - dopo l'ultima campanella del vendredi - davanti alla
bandiera tricolore, che poi non è nemmeno quello italiano. Questa è la scuola
dove va la figlia di Santoro Michele, difensore televisivo della scuola
pubblica e cliente per interposta persona - ma personalissimo assegno - della
scuola privata. Pubbliche virtù, ma vizi privati. E che scuola privata, poi.
Liceo "Chateaubriand", in via di Villa Patrizi, a un passo da quella
Porta Pia dove Roma si riconsegnò all'Italia. Qui però Roma torna a essere francese.
Sortilegi del privato d'importazione, soldi di casa nostra che ingrassano le
vacche altrui: dove si paga non si sciopera, dove la moneta unge il meccanismo,
quello funziona senza incepparsi. Perché qui si fa sul serio: la Santorina e i
suoi compagnucci costano ai loro genitori da 3.486 a 4.074 euro l'anno più
mille per l'iscrizione più 914 per la mezza pensione per cinque giorni a
settimana più 286 per gli esami obbligatori. Il totale fatelo voi. Ma capite
quanto sono lontane da qui le miserie della scuola pubblica? Un salasso
pienamente giustificato, per carità. Vuoi mettere la soddisfazione di sapere
tuo figlio à l'école mentre in città le classi sono muri per ragnatele? E il
ciclo è completo, dalla culla alla Smart. "Si va dalla materna alle
superiori - ci spiegano nell'administration -. Abbiamo tre sedi in tutto dove
si insegna e si parla rigorosamente in lingua francese. Gli studenti sono
1.500, tra figli di diplomatici, di politici, membri della Fao e di altre
organizzazioni internazionali". Qui funziona come nei salotti che contano:
è non esserci che fa rumore. Anche se: "In tanti ci provano, spesso spinti
dai genitori, ma non tutti ci riescono - ammette un'impiegata - il livello è
alto, non è ammesso il minimo errore di grammatica, abbiamo cominciato da poco
eppure già in quattro hanno rinunciato". Dura, la vita del rampollo
radical chic. E una volta che ci si è, nemmeno basta. Bisogna anche apparire,
rispettare l'inesorabile dress code dei giovanotti-bene: tutti con denti
sbiancati, capelli cotonati, polo e jeans delle solite tre marche, scarpe e
zainetti fabbricati con lo stampino. Devianza? Qu'est-ce que c'est? Poi, appena
usciti dalle classi, sciamando per le scale, i ragazzi archiviano la erre
moscia e si riappropriano dello strascicato romanaccio, si annodano stretta
stretta la sciarpa della Roma - vabbé il francese, ma 'sto Chateaubriand mica è
stato mai capocannoniere: meglio Totti -, e si fumano i pacchi di sigarette
nascosti sotto la sella. "Mio padre ha insistito perché mi iscrivessi qui,
a me non sarebbe mai venuto in mente", ci confessa Stefano. "Ci sono
parecchi stranieri, è vero, ma altrettanti sono figli d'italiani delle migliori
famiglie cittadine", aggiunge candidamente un compagno. Sulla riforma Gelmini non si pronunciano, forse nemmeno sanno cos'è. Di
certo non provano invidia per i loro coetanei che in questi giorni se ne vanno
in giro all'aria aperta. "Da lunedì fino al 4 novembre la scuola è chiusa,
qui di vacanze ne abbiamo tante, nemmeno potete immaginare quante sono".
Noblesse oblige. (ha collaborato Marco Morello) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 256 del
2008-10-25 pagina 0 Io in tv, bersaglio degli alfieri del pensiero unico di
Mario Cervi Ho visto giovedì sera AnnoZero, dedicato alle
proteste contro la riforma scolastica di Mariastella Gelmini. Lo schema santoriano era quello di sempre, lo conosciamo. Ma la
trasmissione - nella quale il nostro Nicola Porro ha fatto ottima figura per
razionalità e civiltà - me ne ha ricordato un'altra di molti anni or sono nella
quale fui personalmente coinvolto. Il programma d'allora si chiamava
Samarcanda. E anche allora - come oggi - Santoro amava i collegamenti con
vocianti assemblee giovanili: risuonanti di slogan settari e banalmente
ripetitivi. Il tema della serata mi pare fosse l'università, travagliata dalle
solite occupazioni nel corso delle quali apprendisti demagoghi arringavano
compagni e compagne dal pugno chiuso. Noi del Giornale - ma anche altri
quotidiani - eravamo sommersi da lettere di studenti e di genitori indignati
per la sopraffazione d'una minoranza aggressiva nei confronti della
"maggioranza silenziosa". Chi voleva studiare non poteva farlo, gli
atenei erano ridotti alla paralisi. Per la puntata di Samarcanda fui invitato
in studio da Santoro. Lontano, a Roma e a Palermo, rumoreggiavano folle di ragazze
e ragazzi tarantolati dalla furia contro le istituzioni repressive (Berlusconi
era di là da venire). Quando i capetti ribelli colloquiavano con Santoro
rivendicavano virtuosamente il carattere democratico, pluralista, aperto delle
loro iniziative. Venuto per me il momento d'intervenire, chiesi pacatamente
come mai, essendo il movimento democratico pluralista e aperto, tutti nelle
assemblee dicessero le stesse cose; e come mai non si vedesse traccia dei tanti
che erano di parere opposto. Accadde, nei collegamenti esterni, il finimondo.
Fui bersagliato da grida e parolacce. A Palermo risuonò l'invettiva che la
sinistra tiene in serbo per queste circostanze: fascista! Tale fu il tumulto
che Santoro dovette a un certo punto interrompere i collegamenti. L'indomani,
in una cronaca, Repubblica ammise mestamente che per i dervisci rotanti della
contestazione quello era stato un autogol. Rientrato a Milano raccontai a
Montanelli - che non aveva seguito Samarcanda - come erano andate le cose. E
Montanelli decise che agli sfoghi di quegli invasati dovessimo rispondere con
il "fondo" per il giorno successivo. Avrebbe dovuto scriverlo lui, ma
non se la sentiva per scarsa conoscenza dei fatti. Sarebbe quindi toccato a me,
ma non me la sentivo per essere stato, di quei fatti, protagonista. Concludemmo
che l'articolo l'avrei scritto io, e Montanelli l'avrebbe firmato. Il che
puntualmente avvenne. Credo che l'espediente non abbia giovato. Fui duro, ma
probabilmente non abbastanza. Dovendo polemizzare in mio favore, ma con firma
montanelliana, mi trattenni. Di mano sua Montanelli - quel Montanelli che non
poteva soffrire il ribellismo scriteriato dei collettivi studenteschi - avrebbe
fustigato ancor più pesantemente. Da quel tempo lontano quando Michele Santoro
m'incontra ricorda ridacchiando che quella sera ho avuto un gran colpo di fama.
Me lo dice - abbiamo un ottimo anche se saltuario rapporto - come se dovessi
essergli grato per la canea di Samarcanda. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 256 del 2008-10-25
pagina 1 Vanno in piazza per la scuola pubblica di Redazione ma mandano i figli
in quella privata Dalla Melandri a Santoro, da Rutelli a Nanni Moretti: per i rampolli solo istituti esclusivi La Gelmini riceve gli studenti. Ma loro
imitano la Cgil e non si siedono neppure al tavolo Vizi privati e pubbliche
virtù. Dalla Melandri a Rutelli passando per Moretti e Santoro. I guru della
sinistra attaccano la riforma della scuola pubblica, ma poi mandano i figli nei
più prestigiosi e costosi istituti privati. Viaggio nelle ipocrisie del
"belmondo" che accusa il governo, ma che non ha idea di che cosa sia
la scuola pubblica oggi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cagliari e Provincia
Pagina 1019 Durante una manifestazione pacifica un ristretto gruppo di studenti
ha sfondato i cancelli dell'istituto di viale Trento Corteo dei liceali,
momenti di tensione al Siotto Durante una manifestazione pacifica un ristretto
gruppo di studenti ha sfondato i cancelli dell'istituto di viale Trento -->
Sono stanchi di aspettare: per questo ieri mattina centinaia di studenti delle
scuole superiori cagliaritane hanno deciso di radunarsi in
piazza e poi originare un corteo di protesta contro la riforma Gelmini. Un'iniziativa improvvisata
all'ultimo momento, che ha portato 700 giovanissimi alla ricerca di luoghi dove
manifestare il proprio dissenso. Attimi di tensione al Siotto, dove un gruppo
di scioperanti ha sfondato i cancelli, minacciando di occupare la scuola.
Situazione sedata dalle minacce del preside. "Se non ve ne andate subito
vi denuncio". Tutto è iniziato per caso. Da giorni gli studenti
cagliaritani sono in fermento, ansiosi di iniziare una mobilitazione di massa.
I più determinati si sono dati appuntamento ieri mattina in piazza del Carmine.
Da qui oltre 700 ragazzi, armati di bandiere e striscioni, hanno deciso di
unirsi in un corteo diretto al palazzo del Consiglio regionale. Per raggiungere
il proprio scopo hanno invaso la carreggiata di via Roma, innervosendo gli
automobilisti. Tappa successiva: la sede della Rai in viale Bonaria, a caccia
delle telecamere. Ottenuto l'obiettivo sono poi tornati verso il largo Carlo
Felice, per poi immettersi in corso Vittorio Emanuele. Destinazione Siotto.
"Non abbiamo niente contro quel liceo", chiariscono, "ci viene
solo di passaggio. Gli altri sono troppo lontani". Arrivati in viale
Trento la situazione è degenerata. Alcuni studenti hanno sfondato un cancello e
invaso il cortile del liceo classico. Immediata la reazione del preside Antonio
Loddo, che ha minacciato di denunciare tutti. Ma non c'è stato bisogno di
passare alle maniere forti: dopo poco i ribelli hanno abbandonato l'idea e sono
usciti, spaventati anche dalla presenza della polizia. "Ci dissociamo da
chi ha attuato quel gesto. La nostra vuole essere una protesta costruttiva, non
il contrario", hanno sottolineato i più responsabili. Infine hanno fatto
ritorno in piazza del Carmine, scortati dalla polizia municipale. Sul posto
anche alcuni uomini della Digos, a far capire ai ragazzi che la loro
iniziativa, non comunicata in questura, è da considerare abusiva. Intanto
fervono i preparativi per una protesta anche al Dettori. Ieri mattina gli
alunni del liceo classico di via Cugia si sono radunati in cortile per
un'assemblea per decidere il da farsi. Di sicuro non occuperanno: "Sarebbe
inutile e deleterio". A pochi metri di distanza gli studenti dell'Eleonora
d'Arborea proseguono il loro presidio, alternando riflessioni sulla riforma
scolastica a balletti sulle note di Gioca Jouer e Maracaibo. STEFANO CORTIS.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Prov Ogliastra
Pagina 6028 Scuole a rischio? Ipotesi teoriche --> Tortolì "Le ipotesi
di soppressione di alcune scuole sono solo ipotesi di
applicazione teorica del decreto Gelmini". Dall'assessore alla cultura Giorgio Murino (foto) arriva
una precisazione sull'allarme tagli lanciato in Consiglio provinciale.
"Voglio rassicurare i genitori dei ragazzi iscritti ai corsi
dell'alberghiero e assegnati al convitto. Quelle di cui abbiamo parlato sono
ipotesi di applicazione teorica del decreto Gelmini. La provincia Ogliastra si sta attivando per elidere gli
effetti dannosi". Inoltre Murino precisa come il convitto dell'alberghiero
sia stato erroneamente attribuito all'Istituto agrario ed erroneamente indicato
dall'Ispettorato regionale scolastico come istituto da ridimensionare per
carenza di iscritti.
( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Alle 14 il via ai
due cortei diretti al Circo Massimo Roma, il Pd scende in piazza Nella Capitale
arriva il popolo dei democratici. In strada anche gli studenti ROMA - Il giorno
della manifesta del Pd è arrivato. Walter Veltroni e l'opposizione sono
chiamati a sostenere la prova della piazza mentre Roma si riempie del popolo
del Partito democratico: ombrelli, fischietti, cappellini e bandiere. Tutto
rigorosamente targato Pd. Alle 14 da piazza della Repubblica e da piazzale dei
Partigiani partiranno i cortei che confluiranno al Circo Massimo. "Sono
arrivato qui in motorino - racconta il coordinatore della manifestazione
"Salva l'Italia" per il Pd Lazio, Paolo Masini - e mi sono commosso
nel vedere tante bandiere e tutta questa affluenza. Mi giungono anche notizie
su un centinaio di pullman incolonnati sulla Roma-Orte. E poi ci sono tanti
studenti". I DUE CORTEI - A piazza della Repubblica, sono arrivati anche i
lavoratori di Alitalia e i genitori del "Coordinamento non rubateci il
futuro" dell'istituto scuola Iqbal Masih, la scuola
elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto
studenti di licei e università occupate o in autogestione che hanno abbandonato
la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da venerdì sera il
piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove
partirà la manifestazione, e al Circo Massimo, dove è atteso il comizio
finale. La situazione del traffico, in attesa delle chiusure alla circolazione
lungo tutto il percorso interessato dai cortei, è per ora regolare. Comincia a
riempirsi Piazza della Repubblica uno dei due punti, dai quali insieme a
piazzale dei Partigiani, partiranno alle 14 i cortei della prima manifestazione
nazionale del Partito democratico "Salva l'Italia". Bandiere del Pd
sono state distribuite in gran numero ai manifestanti giunti da varie Regioni
italiane per protestare contro il governo e ascoltare le proposte che il
segretario Walter Veltroni farà alla fine del corteo dal palco del Circo
Massimo. ANZIANI E FAMIGLIE CON BAMBINI - Per le strade del centro della
Capitale si notano gruppi di persone con bandiere del Pd al seguito ma
arrotolate, giovani e anziani, ma anche famiglie con bambini. I manifestanti,
arrivati in treno, con i pullman e i le navi, approfittando anche della bella
giornata, camminano per le vie del centro nei pressi delle piazze dove è
prevista la partenza dei due cortei. stampa |.
( da "Quotidiano.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Ciclone Gelmini. Imminente incontro tra 7 comuni della Vallata del
Tronto Castel di Lama | Si terrà martedi 28 ottobre il consiglio inter -
comunale convocato a Castel di Lama dove parteciperanno ben
7 comuni della Vallata del Tronto per confrontarsi sulla riforma Gelmini e sulle sue eventuali
ripercussioni nelle scuole del Piceno. Il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini Un consiglio comunale aperto
dell'Unione dei Comuni della vallata del Tronto, sul tema spinoso e
attualissimo della riforma della scuola, è stato convocato per martedì 28
ottobre, alle 21, presso la sala consiliare del comune di Castel di
Lama. All'assise, insieme agli amministratori locali dei 7 Comuni aderenti,
potranno partecipare e intervenire tutti quelli che vorranno farlo : operatori
scolastici, rappresentanti sindacali, docenti, studenti, genitori e famiglie.
"Abbiamo invitato tutte le associazioni e gli operatori del settore a
seguire e intervenire direttamente al consiglio aperto - spiega il sindaco lamense
Patrizia Rossini - per sviluppare un dibattito sull'argomento il più ampio e
costruttivo possibile, in modo da avere il quadro delle opinioni del territorio
sulla riforma scolastica e sulle sue possibili ripercussioni nel nostro
comprensorio. Alla fine della discussione verrà poi redatto un documento da
parte dell'Unione dei comuni , che sarà poi inviato al Governo centrale e al
Presidente della Repubblica." Un'occasione dunque unica, quella di martedì
prossimo per genitori, docenti, ragazzi e tutte le persone che nel mondo della
scuola ci lavoravano, in tutta la vallata del Tronto, per esprimere la propria
posizione sul progetto "Gelmini", che tante
contrasti e polemiche ha sviluppato negli ultimi giorni in tutta Italia.
"Se una riforma della scuola era necessaria - sostiene ancora il sindaco
Rossini - proprio per la sua importanza in relazione alla costruzione stessa
del futuro della nostra società, occorreva forse aprire un confronto aperto e
vasto con tutte le componenti del settore, enti locali compresi, e non fare
come si è fatto. Solo un confronto serrato e utile con tutti gli operatori
coinvolti nel progetto di riforma, poteva e può garantire il miglioramento
della qualità del nostro sistema dell'istruzione, al contrario di
un'imposizione dall'alto, peraltro imposta in termini economici dal Ministero
del Tesoro, come è fatto fino ad ora. A rischio, in questa maniera - prosegue
il sindaco lamense - ci sono non solo molte scuole dei piccoli comuni ma anche
di quelli più grandi del territorio, come Castel di Lama e Offida, che
potrebbero perdere uno dei due loro istituti comprensivi, a causa dei tagli
previsti. Noi per questo ci auguriamo che tutti partecipino al consiglio aperto
di martedì, per far sentire in maniera chiara la voce del territorio a livello
centrale, e con lo scopo di favorire una modifica del programma di cambiamento
che conosciamo, usando criteri e metodi più giusti e diversi." Info :
0736812036-81871 24/10/2008.
( da "Stampaweb, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ROMA La protesta
degli studenti non si ferma. E' l'ennesima giornata di manifestazioni e cortei
in varie città d'Italia contro la riforma della scuola e i tagli previsti in
Finanziaria. In piazza oggi soprattutto gli studenti dei licei e degli altri
istituti superiori. Nella quartiere di Centocelle, alla periferia della
capitale, si è svolto un corteo spontaneo di protesta
contro la riforma Gelmini a
cui hanno partecipato oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti
superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi.
"Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il
nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo
studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un
inglese maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini docet". Cortei di studenti anche a Napoli. Una manifestazione
con la partecipazione di alcune centinaia di persone è partita da piazza del
Gesù diretta a piazza Municipio. Slogan contro il ministro dell'Istruzione sono
stati urlati dai partecipanti, soprattutto studenti di licei. Migliaia di
studenti delle scuole medie superiori di Potenza (circa cinquemila secondo
fonti della Questura, molti di più secondo gli organizzatori) hanno percorso in
corteo, stamani, alcune fra le principali strade della città per protestare
contro la riforma della scuola. A Matera gli studenti universitari sono riuniti
in assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori
dall'edificio sono esposti striscioni di critica al decreto 133. Assemblee si
sono svolte anche in alcuni istituti superiori. Dopo il liceo scientifico
Pacinotti, occupato da tre giorni, alla Spezia gli studenti hanno occupato
anche il liceo sociopedagogico Mazzini. E questa mattina si vota al liceo
classico Costa che ha già attivato da ieri una forma di sospensione didattica
con le aule aperte anche al pomeriggio, l'interruzione dei saggi e delle
interrogazioni. La protesta contro la riforma Gelmini
prosegue in tutta la Calabria. Oltre alle città capoluogo che hanno ospitato
cortei e assemblee si estende anche nelle province la mobilitazione degli studenti.
Nel cosentino, ad Amantea, l'autogestione è in atto al liceo scientifico,
all'istituto professionale, al commerciale e all'industriale. Per lunedì le
scuole superiori della cittadina tirrenica hanno programmato un corteo con
dibattito in piazza. In provincia di Catanzaro assemblee si svolgono al liceo
Campanella di Lamezia Terme con gli studenti che hanno realizzato striscioni
contro la riforma e discusso dei suoi aspetti. Proteste anche al liceo
scientifico di Sersale. Gli studenti del Liceo Classico e Scientifico di
Agropoli (Salerno) questa mattina questa mattina si sono legati ai cancelli del
Liceo Classico. Oltre che legati, gli studenti, decine, sono anche imbavagliati
e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non strumentalizzati".
( da "Unita, L'" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Addio vecchio mondo
riconquistiamo il futuro Bisogna avere lo spirito, la calma eversiva e gli
ottant'anni di Andrea Camilleri per dire, dopo un tiro lungo di sigaretta:
"Si vede che voleva mandare la Guardia forestale". Il soggetto è
Berlusconi che prima invoca la polizia per impedire le
proteste nelle scuole contro i tagli all'istruzione del ministro Gelmini (composta nelle foto, incerta
nel lessico), poi smentisce se stesso ed in effetti a sentire bene l'audio non
dice polizia ma "forze dell'ordine". Forse intendeva la Forestale,
appunto. Camilleri avvisa che il presidente del Consiglio "provoca per
suscitare una reazione incontrollata". Fuoco alle polveri. La
protesta degli studenti, questa volta, coinvolge i genitori e gli insegnanti:
non è una Pantera, è un'onda che si solleva contro chi vuole mortificare
l'unica inesauribile risorsa di cui dispone un paese. L'istruzione dei suoi
figli. Una protesta che salda generazioni e mestieri, regioni e classi sociali.
La voce di chi non ha miliardari da sedurre per assicurarsi l'avvenire né ville
all'estero in cui riparare ma può disporre solo - invece - della forza del suo
lavoro, della conoscenza, della capacità di resistere ed andare avanti. I
ricercatori rischiano di restare in massa senza un euro, costretti ad
espatriare. De Cataldo ne scrive oggi in un racconto breve. Daniela Manini,
nonna di due bambini nati all'estero dai figli in fuga, ne racconta nella terza
delle nostre lettere: perché non posso veder crescere i miei nipoti nel mio
paese?, chiede. In effetti: perché? Questo giornale, antico e oggi animato da
uno spirito nuovo, apre stamani in terza pagina uno spazio destinato agli
"eroi qualsiasi", gente che non fa niente di speciale a parte non
arrendersi. Il maestro Tamilia di Tor Bella Monaca, qui accanto, dice con
parole diverse le stesse cose di Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista
argentino intervistato nelle pagine di cultura. Fra i bambini della periferia
romana e nelle parole del filosofo c'è "un senso di impotenza che ci porta
a chiuderci". L'autore dell'"Epoca delle passioni tristi" cita
Gramsci - "il vecchio mondo è scomparso, il nuovo non ancora apparso: in
mezzo i mostri" - e il cerchio si chiude. Siamo ancora lì, siamo qui. Il
futuro, che è l'unico posto dove possiamo andare, è davanti. Bisogna proteggere
lo spazio del dissenso, ricorda Luigi Manconi: serve a crescere. Il dissenso
non è fastidioso, presidente Berlusconi. Il dissenso è la palestra della
democrazia. Torniamo in piazza oggi, con le parole di Ascanio Celestini, per
"farci sentire dall'imperatore". Non ci arrendiamo, non ci zittiremo.
Convegno al Circo Massimo. Eccoci. Siamo quelli che mandano avanti l'Italia. La
Forestale non serve.
( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Roma | 25 ottobre
2008 Il popolo del Pd in piazza a Roma. Veltroni: è più di quanto mi aspettassi
Circo Massimo Ombrelli, fischietti, cappellini e bandiere. Tutto rigorosamente
targato Pd. E' il popolo del Partito democratico che, da tutta Italia, ha
riempito piazza della Repubblica e piazzale dei Partigiani, da dove partono i
due cortei che nel pomeriggio confluiranno al Circo Massimo. Quasi soltanto del
Pd le bandiere portate dai militanti ad eccezione di una bandiera dei Ds,
qualche bandiera della pace e dei Verdi arcobaleno presenti in piazza a
sostegno dei Democratici. Davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e'
stato allestito il banchetto degli ulivisti di Arturo Parisi per la raccolta di
firme per il referendum contro il lodo Alfano e hanno posizionato i propri
striscioni quelli dell'Associazione Articolo 21, presieduta da Giuseppe Giulietti
(Idv). In piazza anche il camion con la scritta "Siamo tutti
Saviano". Walter Veltroni e' soddisfatto della partecipazione che si sta
delineando alla manifestazione del Pd. "E' più di quello che ci
aspettavamo", ha detto arrivando a piazza della Repubblica, dove è stato
accolto calorosamente dai manifestanti che attendono che uno dei due cortei si
incammini verso il Circo Massimo. "E' una manifestazione bella,
democratica e pacifica. Siamo all'opposizione e questa è una manifestazione
contro il governo che non risolve i problemi del paese", ha aggiunto
Veltroni. Ai cronisti che gli chiedono se l'esame sia superato Veltroni
risponde: "Mica siamo a scuola". A piazza della Repubblica sono
arrivati anche i lavoratori di Alitalia e i genitori del 'Coordinamento non
rubateci il futuro' dell'istituto scuola Iqbal Masih, la
scuola elementare romana che lanciò per prima la protesta contro il decreto Gelmini. Tanti i giovani, soprattutto
studenti di licei e università occupate o in autogestione che oggi hanno abbandonato
la protesta nelle aule e sono scesi in piazza. Scattato già da ieri sera il
piano sicurezza con la rimozione di cassonetti e auto nelle due piazze da dove
partirà la manifestazione, e al Circo Massimo, dove è atteso il comizio
finale. L'affondo di Cacciari Critico sulla manifestazione il sindaco di
Venezia Massimo Cacciari: "Cerco di portare a termine il mio mandato e
lasciare la scena ai demagoghi - dice intervenendo a Omnibus su La7 - a coloro
che hanno la vocazione a guidare il popolo: ai Veltroni e ai Berlusconi, a
destra e sinistra". "Della manifestazione non me ne frega niente. Non
mi preoccupa la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto
assolutamente nulla". "Mi augurerei - continua Cacciari - che il Pd mi
dicesse come si intende organizzare e cosa dice su scuola, crisi finanziaria e
Alitalia. Mi sembra un'invenzione strana organizzare una manifestazione di
protesta con 5 mesi di anticipo". "Avrei preferito - conclude
l'esponente del Pd - che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul
federalismo fiscale, non lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e
Berlusconi, e su questo disastro della scuola". Francescato: dobbiamo
rimettere insieme i tasselli della sinistra "Siamo qui per due buoni
motivi: innanzitutto, dobbiamo rimettere insieme con tenacia tutti i tasselli
del centrosinistra, perche' solo cosi' possiamo battere il centrodestra".
In secondo luogo, "siamo qui per tutte le lotte ambientali". Cosi' la
leader dei Verdi, Grazia Francescato, in piazza della Repubblica, spiega i
motivi della presenza di una delegazione dei Verdi alla manifestazione del Pd.
Con lei anche Paolo Cento e Angelo Bonelli. Ma, aggiunge Francescato,
"siamo soprattutto qui per difendere la democrazia che e' in pericolo,
come si vede dalla riforma delle europee". Veltroni: manifestazione
indispensabile Da parte sua Walter Veltroni ha affermato, sul numero di Europa
in edicola stamattina, che la manifestazione di oggi sarà "utile e
indispensabile" non solo al Partito democratico ma alla stessa democrazia
italiana e al Paese intero". "Non abbiamo chiamato a una protesta
senza proposte. Non è questa la nostra cifra non e' questo il popolo che il Pd
vuole. E allora, protesta e opposizione insieme a proposte concrete". A
pochi mesi dalla nascita del governo Berlusconi per Veltroni il bilancio e'
"drammaticamente negativo, per il contenuto dei provvedimenti, per il
rapporto che il governo ha stabilito col parlamento e con l'opposizione".
E i problemi "sono sotto gli occhi di tutti", mentre non c'e'
"nessuna risposta" "alla domanda di crescita del Paese".
( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lecce | 25 ottobre
2008 16 minorenni denunciati per vandalismo a Lecce manifestazione scolastica
La polizia ha denunciato alla magistratura di Lecce 16 ragazzi, tutti
minorenni, ritenuti tra i responsabili degli assalti vandalici compiuti ieri
mattina in alcuni istituti scolastici del capoluogo salentino. I ragazzi
denunciati frequentano vari istituti superiori della città. Sono accusati di
danneggiamento aggravato per aver infranto vetri e danneggiato arredi delle
scuole e auto in sosta. Ieri mattina un centinaio di giovani che manifestava
contro il 'decreto Gelmini', col volto coperto da passamontagna, ha compiuto veri e propri
blitz in cinque scuole superiori arrivando in alcuni casi ad interrompere le
lezioni. Nel liceo scientifico Banzi sono stati compiuti vari atti vandalici.
Il gruppo ha divelto banchi, rotto porte, finestre, lavagne e cattedre e
suppellettili varie. E' stata anche presa a calci l'automobile di un
professore.
( da "Corriere Di Como, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
L'agitazione degli
studenti potrebbe allargarsi anche al classico "Volta" Dovevano
lasciare la scuola ieri sera. E invece, nulla. I ragazzi del "Giovio"
sono rimasti fino a tarda sera nei corridoi di via Paoli, nonostante giovedì
alcuni organizzatori avessero detto che la protesta sarebbe rientrata nel giro
di due giorni. Ieri i ragazzi si sono riuniti in un'assemblea-fiume: alle 22
ancora non era chiaro che cosa avessero deciso per la giornata di oggi.
Impossibile fare previsioni. Terzo giorno L'intenzione di proseguire nella
manifestazione era comunque chiara sin da ieri mattina, ma il preside dell'istituto
- che nel pomeriggio ha incontrato anche la Digos - ha imposto una condizione:
vietare l'ingresso a studenti di altre scuole cittadine. Una prescrizione mal
digerita dagli occupanti ma necessaria per evitare che il "Giovio"
diventi una sorta di calderone dove far confluire studenti e manifestanti, dal
momento che tra i corridoi di via Paoli c'era e c'è chi vuole fare regolarmente
lezione. "Pochissimi", a detta degli organizzatori, eppure qualcuno
c'era. Dall'ufficio del preside è giunto un commento breve ma netto. Sergio De
Felici ha preso le distanze dall'occupazione, dicendo di "non condividere
la modalità" della protesta. Sempre ieri, il preside ha aggiunto che
"qualcuno sta facendo lezione, i docenti sono tutti in servizio e chi
vuole entrare in classe è libero di farlo". La protesta è iniziata giovedì
mattina: senza alcun preavviso, alle 8 sulla facciata del Giovio è comparso lo
striscione "Scuola occupata". Gli studenti dello scientifico si sono
impadroniti dell'edificio, organizzando assemblee, tornei sportivi, dibattiti e
proiezioni di film. Hanno imbastito una sala stampa da dove diramare i
comunicati ufficiali. Tra giovedì e venerdì i ragazzi hanno persino dormito a
scuola, ospitando studenti del "Volta" e delle magistrali: proprio
quello che il preside voleva e vuole evitare. Oggi, forse, potrebbe esserci il
terzo giorno di occupazione. Protesta al "Volta" Nulla di ufficiale, ma sembra che l'agitazione contro il ministro Mariastella Gelmini nei prossimi giorni sbarcherà
anche al classico "Volta". Non è ancora chiaro in quale forma, ma tra
lunedì e giovedì alcuni studenti di via Cesare Cantù dovrebbero radunarsi nel
cortile della scuola per inscenare una sorta di protesta silenziosa.
Protesta che, invece, pare non attecchire minimamente tra gli studenti
dell'Università dell'Insubria. "Da quel che mi risulta, i nostri colleghi
non hanno aderito - dice Gabriele Tagliabue, rappresentante degli studenti nel
Senato Accademico dell'Insubria - Personalmente, rimango contrario al metodo e
al merito delle proteste che si stanno registrando non soltanto a Como ma anche
nelle altre università italiane". I decreti Gli studenti comaschi hanno
deciso ieri di affidare le posizioni ufficiali a una stringata nota stampa.
Dopo aver scritto che "gli occupanti non hanno impedito il regolare
svolgimento delle lezioni", hanno ribadito che "l'occupazione del
liceo "Giovio" continua per dare un forte segnale alla cittadinanza
del disagio degli studenti derivante dalle "razionalizzazioni"
apportate dalla L.133/2007 alla scuola pubblica". In realtà, la legge cui
si fa riferimento è la 133 del 2008 (non del 2007), conversione del
decreto-legge 112. All'articolo 64, "Disposizioni in materia di
organizzazione scolastica", si prevedono una serie di interventi
(razionalizzazione dei piani di studio, revisione dei criteri di formazione
delle classi e dei parametri per la determinazione del personale docente e
tecnico-amministrativo) che dovranno portare alle casse dello Stato entro il
2012 un risparmio di quasi 8 miliardi di euro. Nello stesso testo è prevista la
possibilità che le Università si trasformino in fondazioni di diritto privato.
Altra cosa, invece, è il decreto "Gelmini"
che tra i vari provvedimenti reinserisce la bocciatura per il
"cinque" in condotta e introduce il maestro unico alle elementari.
Corteo in città Mentre al "Giovio" continuava l'occupazione, ieri
alcuni ragazzi stavano sbrigando pratiche e scartoffie per ottenere il permesso
di una manifestazione in città: sembra ormai certo che gli studenti possano marciare
a Como giovedì 30 ottobre, in concomitanza con lo sciopero generale della
scuola. Andrea Bambace Nella foto: Lo striscione appeso sulla facciata della
scuola con cui si proclama l'occupazione Home Veniano, 410 dipendenti della
Parker Itr in cassa integrazione Tante aziende in difficoltà. I posti a rischio
sono 4.500 "Servono soprattutto sgravi fiscali" E tra i ragazzi
cresce la voglia di studiare la Costituzione Bruni: "Fiducia all'assessore
Per ora si va avanti così" Il centrosinistra: "Maggioranza ormai allo
sbando" "Resto saldamente al mio posto Il voto' Una questione
umorale" Subbuteo, rinasce la passione Da lunedì via alle vaccinazioni.
Contro l'influenza 110mila dosi.
( da "Italia Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca
Roma In tutta Italia cortei, occupazioni e lezioni in piazza. I ragazzi:
"Le nostre richieste non accolte, la mobiliatazione continua" Scuola,
col decreto non si tratta Le Associazioni studentesche non siedono al tavolo
con la Gelmini.
( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Contro
la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in
piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei.
Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli
ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro
la riforma della scuola e i tagli. In piazza soprattutto gli studenti degli istituti
superiori. A Roma, nel quartiere di Centocelle, è partito sabato mattina un
corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini,
al quale hanno aderito oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti
superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi.
"Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il
nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo
studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un inglese
maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini
docet". Grande partecipazione anche a Potenza, dove migliaia di studenti
delle superiori (circa cinquemila secondo fonti della Questura, molti di più
secondo gli organizzatori) hanno percorso in corteo alcune fra le principali
strade della città. A Matera gli studenti universitari si sono riuniti in
assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori
dall'edificio sono stati esposti striscioni di critica al decreto 133.
Assemblee si sono svolte anche in alcuni istituti superiori. A Firenze gli
studenti e i professori della facoltà di Lettere e filosofia sono intervenuti
in massa alla Fortezza da Basso, dove in questi giorni si sta svolgendo la
terza edizione del Festival della Creatività, per svolgere pacificamente
lezioni aperte in quella che, in questi giorni, rappresenta idealmente la
roccaforte dell'innovazione e del libero pensiero. "Ci sembrava il luogo
più adatto dove poter fare sentire la nostra voce in maniera pacifica - dicono
gli studenti - tutto ciò che vogliamo è poter continuare a studiare ed
esprimere le nostre idee". Cortei improvvisati e lezioni in piazza a
Napoli ed in altre città della Campania. Ad Agropoli (Salerno) gli studenti del
Liceo Classico e Scientifico, dopo tre giorni di cortei, questa mattina si sono
legati ai cancelli della scuola. Oltre che legati gli studenti, decine, sono anche
imbavagliati e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non
strumentalizzati". "Ci siamo legati ai cancelli contro chi vuole
frapporre una barriera sempre più alta tra noi e la scuola - spiega Michele
Rizzo, rappresentante d'Istituto degli studenti - il bavaglio è per chi vuole
ridurci al silenzio. Pure imbavagliati, noi continueremo a difendere le nostre
ragioni". In Sicilia, dopo Palermo e Catania da questa mattina a Enna è
scattata l'occupazione del liceo classico "Napoleone Colajanni".
Anche l'ex magistrale, dove gli studenti sono in assemblea, potrebbe essere
occupato, mentre gli studenti del Professionale non sono entrati a scuola per
una giornata di sciopero. Al liceo scientifico "Pietro Farinato"
l'assemblea degli studenti ha deciso di svolgere per il momento tre ore di
lezione e le restanti ore di assemblea. A Nicosia sono in autogestione già da
ieri tutti gli istituti superiori. Al "Fratelli Testa" che comprende
i licei classico, scienze sociali e pedagogico gli studenti sono in autogestione
da giovedì, mentre all'istituto superiore "Alessandro Volta" gli
oltre 600 studenti dei corsi ragioneria, geometra, agrario e professionale per
la moda hanno deliberato l'autogestione da ieri come anche al liceo scientifico
"Ettore Maiorana". A Perugia, tra centinaia di visitatori giunti per
"Eurochocolate", gli studenti universitari hanno organizzato una
lezione in piazza con il docente, Andrea Capotorti, del dipartimento di
matematica, tra bambini che giocavano nei vari stand e turisti che si fermavano
incuriositi ad ascoltare. Gli studenti, un centinaio, erano seduti sulle scale
della sala dei Notari del palazzo dei Priori, nella centralissima piazza IV
Novembre, sulle quali era esposto un manifesto con la scritta "Noi la
crisi non la paghiamo". Fischi e rimproveri per un gruppo di turisti
passato inavvertitamente tra docente ed allievi. La lezione - cominciata con
una lunga premessa sulle cause della protesta - è stata momentaneamente
interrotta anche da un gruppetto di liceali perugini che scandivano slogan
contro la riforma Gelmini e che si sono poi uniti agli
universitari. Oltre un migliaio di studenti delle scuole superiori di Cagliari
e altri centri dell'hinterland ha manifestato per le vie della città. Tra i
giovani, che scandivano cori contro il ministro e il governo, c'erano anche
numerosi studenti universitari che hanno distribuito volantini per spiegare i
motivi della loro protesta, culminata nell'occupazione di alcune facoltà, e
invitato i cittadini alla manifestazione che si svolgerà giovedì 30 ottobre
dalle 9.30 in piazza Garibaldi contro "la privatizzazione dell'università,
la distruzione della scuola e il colpo di grazia al diritto allo studio".
stampa |.
( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Arringa difensiva
degli avvocati dell'ivoriano per il quale i pm hanno chiesto l'ergastolo. Uno
dei legali polemico col il pool di Raffaele Sollecito. "Non sapevamo
dell'esistenza del sostituto accusatore"
"
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Tecnologia Meteo Scommesse Casa IL DELITTO DI PERUGIA Oggi tocca ai difensori
di Rudy Guede "Amanda e Raffaele erano in casa" Arringa difensiva
degli avvocati dell'ivoriano per il quale i pm hanno chiesto l'ergastolo. Uno
dei legali polemico col il pool di Raffaele Sollecito. "Non sapevamo
dell'esistenza del sostituto accusatore" Perugia, 25 ottobre 2008 - Prima
pausa per l'udienza di oggi del caso Meredith che vede come tema principale
l'arringa dei difensori di Rudy Guede, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile. Il
pool difensivo del ragazzo italo-ivoriano è convinto di aver dimostrato che
l'unica versione possibile è quella del proprio assistito. “Alla fine, dopo
tante ricostruzioni, perizie e testimonianze - spiega l'avvocato Biscotti - la
versione di Rudy è l'unica in grado di reggere, tolte ovviamente alcune parti
dell'accusa che sono lacunose e infondate. Rudy ha sempre detto che si trovava
nella casa di via della Pergola, invitato da Metz, quando gli assassini sono
entrati ed hanno ucciso la ragazza inglese”. L'avvocato Biscotti respinge le
accuse formulate dai difensori di Amanda e Sollecito che descrivevano un Guede
testimone inattendibile. ”Rudy non ha cambiato mai la versione dei fatti -
conclude l'avvocato - mentre Raffaele e Amanda lo hanno fatto sistematicamente,
a più riprese e spesso per accusarsi a vicenda”. Per gli avvocati di Rudy Guede
la teoria del killer unico che dopo un presunto furto, scoperto, ha ucciso
Meredith Kercher, non regge su elementi oggettivi. ”Sollecito e Amanda - spiega
l'avvocato Walter Biscotti - secondo il nostro giudizio sono tornati in quella
casa dopo l'omicidio per pulire l'ambiente dalle tracce. Questo spiegherebbe
anche il grosso quantitativo d'acqua trovato in terra e sui reperti. Non sta a
noi dire chi è o chi sono gli assassini ma indubbiamente bisogna indagare a
fondo sulle responsabilità dei due ex fidanzati”. LA POLEMICA "Abbiamo
apprezzato con sorpresa che ci era sfuggito qualcosa del codice di procedura
penale, perchè ieri abbiamo scoperto che nel processo penale esiste anche la
figura del sostituto accusatore". è polemico uno dei difensori di Rudy
Guede, l'avvocato Walter Biscotti, che si appresta a svolgere la sua arringa
avanti al gup Paolo Micheli. Non è affatto d'accordo con la ricostruzione dei
fatti tratteggiata ieri dal pool difensivo di Raffaele Sollecito, che ha
indicato, nemmeno tanto tra le righe, come responsabile dell'omicidio di
Meredith Kercher l'ivoriano. Per i legali del neo ingegnere informatico barese,
l'ex cestista sarebbe stato autore di un tentativo di furto sfociato nel
sangue. Una ricostruzione che è stata invece apprezzata dai difensori di Amanda
Knox, sebbene l'avvocato Luciano Ghirga, entrando in tribunale, non abbia
voluto commentare ulteriormente. Nell'udienza di stamane la parola spetterà
soltanto ai difensori di Rudy Guede, lunedì sono previste le repliche delle
parti e martedì la decisione del gup. La Bongiorno: "Proscioglimento per
Raffaele"FOTOSTORY Il delitto di Meredith e il processo Segnala ad un
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"Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul
fuoco" (135 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia
nelle scuole? Mai detto né pensato" (98 commenti) "Via la patente ai
condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (74 commenti)
Raccontateci il 'vostro' sci e andrete gratis a Skipass (68 commenti) "Le
classi separate? Non ci saranno Solo corsi di lingua il pomeriggio" (65
commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (56
commenti) Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione (50 commenti)
Sfila la rabbia degli universitari (43 commenti) 17:19:52 - anche io sarei
contento se andasse al master nalbandian al posto di davydenko perchè david è
semplic[...] Shanghai: Nalbandian e Soderling non si arrendono. In 13 ancora
per 3 posti.17:12:06 - RIP.[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea17:02:48 - Non
ho parole. Mi viene solo da piangere. Faccio le mie più sentite condoglianze ai
genitori e alla [...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:59:08 - Una notizia
tremenda. Sono sgomento.Senza parole. Sincere condoglianze alla famiglia.[...]
E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:53:54 - sosteniamo questa iniziativa per
salvare il cinema odeon!!! ronsisvalle francesco - roberta - alice[...] Odeon,
no alla chiusura Firma anche tu la petizione16:46:21 - vorrei vedere questi
"studenti" che cosa hanno capito della proposta
gelmini.. innanzitutto non è un[...] Sfila la rabbia degli universitari
16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di
lutto,oggi io non scriverò più n[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea Se
vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è
vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei
d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio
contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via
definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la
richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani
sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per
migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare
gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei
d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
affina la mente: è vero?Chi vorresti vedere nei panni di James Bond?I
provvedimenti presi sono sufficienti per contrastare la crisi finanziaria? La
foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una
forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma
classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con
il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI
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Argomenti: Scuola
La presidente di
Confindustria chiede "decisioni forti e chiare" per il sostegno al
credito, annuncia una proposta contro il pacchetto-clima e parla anche di
contratti e tredicesime
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appello al governo: "I soldi non restino dentro la banche" La
presidente di Confindustria chiede "decisioni forti e chiare" per il
sostegno al credito, annuncia una proposta contro il pacchetto-clima e parla
anche di contratti e tredicesime Commenti Invia commento Segnala ad un amico
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Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione (50 commenti) Sfila la
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andasse al master nalbandian al posto di davydenko perchè david è semplic[...]
Shanghai: Nalbandian e Soderling non si arrendono. In 13 ancora per 3
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E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:53:54 - sosteniamo questa iniziativa per
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16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei suoi familiari una giornata di
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( da "TGCom" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Roma, è iniziato il
Pd-Day Veltroni: "Tanta gente? Me l'aspettavo" "Sì, era proprio
così che me l'aspettavo". Sorride Walter Veltroni, arrivato a Piazza della
Repubblica da dove è partito il primo dei due cortei che intorno alle 16,30
confluiranno al Circo Massimo. Poco prima il segretario del Pd si era recato in
Piazzale dei Partigiani per salutare i partecipanti della seconda
manifestazione. In mezzo al corteo un grande striscione degli studenti con
scritto: "O democrazia o manganelli, a voi la scelta". 17,40 -
"Fa rabbrividire l'idea delle classi per bambini stranieri". Veltroni
ha puntato il dito contro la proposta leghista che "anche Famiglia
Cristiana ha definito la prima legge razziale del dopoguerra. Una legge dannosa
- ha spiegato Veltroni - anche per i nostri figli, italiani, che guarderanno ai
loro compagni stranieri come a dei diversi, cosa - ha concluso il capo
dell'opposizione - che costituirebbe un precedente molto pericoloso" 17,30
- "Con Berlusconi le tasse stanno aumentando". Veltroni ha ribadito
più volte che "con il governo Berlusconi le tasse stanno aumentando,
contrariamente a quanto il Centrodestra aveva promesso in campagna
elettorale". Il leader del Pd passa poi alle proteste
in atto in Italia contro il decreto Gelmini: "Stupisce lo stupore della protesta che è giusta e
responsabile e che tale deve restare. C'è bisogno - sottolinea Veltroni - di
una riforma che metta la scuola italiana in linea con quella europea".
17,21 - "L'economia reale è il problema di questi giorni". Il
leader del Pd attacca il governo Berlusconi "che non sta facendo nulla per
le famiglie, nulla per le piccole imprese, nulla per i giovani, progionieri del
precariato". Veltroni descrive il dramma di operai, precari e piccoli
imprenditori ai tempi della crisi e chiede ''un grande patto tra produttori''.
Certo, ammette, la crisi arriva dagli Stati Uniti ''ma nessuno puo' farne un
alibi o una scusa e soprattutto non puo' farlo una destra che per anni ha
diffuso a piene mani tre tossine culturali e politiche'': un'idea ''monca della
liberta', che considera ogni regola un inciampo''; la freddezza, ''lo
scetticismo ''verso l'Europa'' ed infine ''il primato della finanza e di quella
piu' creativa, piu' disinvolta e cinica possibile nei riguardi del lavoro''
17,15 - "Governo inadeguato alla crisi". Secondo Veltroni: "Il
governo Berlusconi inadeguato a fronteggiare la crisi economica che stiamo
vivendo perchè non ha nel cuore l'Italia che lavora e che produce e che soffre".
Il leader del Pd ha poi posto l'attenzione sul tema delle morti bianche, della
sicurezza sul lavoro, temi sui quali anche il "Presidente Napolitiano è
intervenuto e per questo lo ringraziamo e gli mandiamo un saluto
affettuoso" 17, 08 - Veltroni: "La democrazia, caro presidente del
Consiglio, non è un consiglio di amministrazione di un'azienda".
"Siamo un partito libero, un grande partito riformista che ha come sola e
costante stella polare gli interessi del Paese, rifiutando odio e contrapposizione
ideologica" ha aggiunto Veltroni 17,05 - Veltroni: "L'Italia, signor
Presidente, è un Paese anti-fascista". Il leader del Pd ha ribadito che
"non c'è nulla di più importante della memoria storica di un paese, e
l'Italia deve ricordarsi della propria natura anti-fascista. Grazie per questo
ai rappresentanti della Resistenza presenti oggi. La democrazia - ha aggiunto
Veltroni - va coltivata ogni giorno, riconoscendo il ruolo
dell'opposizione". 17,00 - Veltroni: "Grazie per aver cantato l'Inno
di Mameli". Il segratario del Pd sottolinea come sia stata la
dimostrazione che "siamo una forza italiana democratica. Il fatto di
vederci così numerosi farà venire il sangue amaro a molti - ha aggiunto
Veltroni - ma noi siamo la dimostrazione di cos'è la realtà. "L'Italia è un
Paese migliore della destra che lo governa in questo momento" ha concluso
il leader del Pd 16,53 - Walter Veltroni è salito sul palco del Circo Massimo:
"Grazie, è uno spettacolo meraviglioso per la democrazia italiana. Grazie
a tutti voi e a questa città che ci ha accolto. Grazie alle forze
dell'ordine" 16,47 - Al circo Massimo arrivano le code dei cortei. Gli
ultimi manifestanti, alla coda di uno dei due cortei del Partito democratico a
Roma, hanno ormai raggiunto il Circo Massimo. Partiti da Piazza della
Repubblica, hanno sfilato per Via Cavour, Via dei Fori Imperiali, passando per
il Colosseo, confluendo nell'altro corteo partito stamani da Piazzale dei
Partigiani. Il Circo Massimo è completamente gremito da manifestanti, che
stanno aspettando l'inizio dell'intervento del segretario del Pd 16,30 -
D'Alema colpito dalle dichiarazioni del Premier da Pechino. "Sono colpito
dalle dichiarazioni del premier che dalla Cina, in un momento di grave crisi
internazionale e impegnato nel dialogo con i suoi interlocutori su temi così
delicati, ogni venti minuti fa battute sull'Italia, ora contro gli studenti,
ora contro il Pd". MAssimo D'Alema commenta così le parole pronunciate da
Pechino dal Presidente del Consiglio. "Con questo atteggiamento - aggiunge
- è difficile essere credibile in una sede internazionale". 16,23 - ''Ho
un sospetto: che questa sia una manifestazione conservatrice". Così il
sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Credo che sia finalizzata a non far
cambiare l'Italia e a non darle una prospettiva di sviluppo, conservando una
sorta di status quo. Credo che tutti i manifestanti debbano fare un attento
esame di coscienza. Ho fatto di tutto - ha aggiunto il primo cittadino
capitolino - per accogliere bene i manifestanti, come è nostro dovere, e come
ha fatto Veltroni, da sindaco, per la nostra manifestazione di An. Noi abbiamo
fatto altrettanto anche con qualche forzatura, perchè il Circo Massimo non è un
luogo dove, abitualmente, si concludono le manifestazioni''. ''Tutte le
manifestazioni - conclude Alemanno - meritano rispetto e ascolto'' 16,20- Oltre
2 milioni e mezzo. "Siamo oltre due milioni e mezzo". Lo dice il
senatore del Pd Passoni, responsabile dell'organizzazione della manifestazione
del Pd 16,15 - Giovanna Melandri: "Straordinaria risposta popolare".
"Una risposta straordinaria del Paese, ben oltre ogni aspettativa. Siamo
molto soddisfatti perchè è una risposta serena e ferma: è la prova che esiste
in questo Paese un'opposizione democratica forte e decisa, preoccupata per le
politiche economiche e sociali di questa maggioranza e di questo governo''. Lo
afferma Giovanna Melandri secondo la quale le politiche del governo "vanno
nella direzione opposta a quella necessaria, che impoveriscono la scuola,
l'università e la cultura, e non affrontano la vera emergenza italiana che è
l'impoverimento dei lavoratori e dei ceti medi nel nostro paese'' 16,04 -
Veltroni acclamato al Circo Massimo. Un applauso ed un boato della folla ha
salutato l'arrivo di Walter Veltroni al Circo Massimo, dove è giunto finora solo
il corteo partito da piazzale dei Partigiani. Veltroni è ora nel retropalco,
insieme agli altri dirigenti del partito, mentre sono iniziate le testimonianza
di alcuni esponenti della società civile. Il primo a parlare Leonardo Esposito,
uno studente universitario, dopo il quale prenderà la parola una imprenditrice
16,00 - "La destra faceva bene a preoccuparsi". Walter Veltroni
riflette sulla massiccia affluenza alla manifestazione del Pd: "Berlusconi
aveva ragione a preoccuparsi: con oggi stiamo dimostrando forza, ma soprattutto
determinazione e serenità. Vuol dire che questa manifestazione corrispondeva a
un bisogno reale - aggiunge il segretario del Pd - a una domanda reale
dell'opinione pubblica del centrosinistra: per noi è una tappa importante che dimostra
a tanti della destra che avevano tanta preoccupazione per questa manifestazione
che forse avevano ragione perchè è più grande di quella che loro potevano
immaginare e ottenere". 15,52 - I manifestanti ironizzano: "Eccoci,
siamo i facinorosi..'' Anche se non mancano slogan e striscioni duri contro i
provvedimenti della maggioranza, i manifestanti hanno preferito slogan più
scherzosi. Il nocciolo duro dei manifesti esposti è contro la riforma della
scuola, "Tagliate le vostre poltrone e non i nostri banchi" si legge
su uno striscione. Molte anche le caricature del presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi. 15,53 - D'Alema: "L'idillio di Berlusconi con il Paese
è finito". "La luna di miele del premier con gli italiani è terminata"
ha detto l'ex ministro degli Esteri conversando durante il corteo con i
giornalisti 15,43 - Veltroni: "E' la più grande manifestazione da
anni". "Dalle informazioni che ho credo che quella di oggi sia la più
grande manifestazione di un partito che si è svolta in Italia da molti anni a
questa parte. E' una prova - prosegue il leader del Pd - molto bella, di vita
democratica che con tranquillità manifesta. E' quanto speravamo, supera anche
le più rosee aspettative. E' un successo". 15,30 - Veltroni: "Se nel
2006 per il Pdl erano 2 milioni, ora valutate voi...". Mi dicono che la
testa del corteo da Piazzale dei Partigiani è arrivata al Circo Massimo, ma la
coda è ancora a Piazzale dei Partigiani. Se erano due milioni per il Pdl a
Piazza San Giovanni nel 2006, valutate voi...''. E' soddisfatto il segretario
del Pd Walter Veltroni, che sfila da Piazza della Repubblica insieme alla
moglie Flavia e alla figlia Vittoria 15,29 - Scorre lungo via Cavour il corteo
partito da Piazza della Repubblica. Mentre la testa ufficiale del primo corteo,
dove sono i big del partito e anche il segretario Walter Veltroni, è a metà di
via Cavour, l'inizio è già giunto all'incrocio con i Fori Imperiali e la coda è
ancora ferma a Piazza dei Cinquecento, poco dopo Piazza Repubblica 15,20 -
Stretta di mano tra Pd e Idv. Dario Franceschini è andato a salutare Antonio Di
Pietro che insieme a Leoluca Orlando e i capigruppo dell'Italia dei valori
stanno raccogliendo firme contro il lodo Alfano in un banchetto al Circo
Massimo. "La richiesta che viene da tutti - ha detto il vice-segretario
del Pd- è unità nel fare opposizione e anche se ci sono modi diversi di farla,
in questo momento devono prevalere le ragioni dell'unità". Franceschini ha
salutato anche gli esponenti di Verdi e Socialisti presenti con i loro banchetti
al Circo Massimo. 15,07 - D'Alema: "Oggi il Pd è più forte". L'ex
ministro degli Esteri è soddisfatto della massiccia partecipazione popolare
alla manifestazione del Partito. ''Il Pd - ha detto D'Alema - era forte anche
prima, ma non in modo così evidente. Se qualcuno prima non se ne voleva rendere
conto ora non potrà piu' farlo''. 15,05 - Guglielmo Epifani: "Qui non c'è
nessun facinoroso". Al centro del lungo corteo partito da piazza della
Repubblica, lontano dallo striscione di testa e dai leader politici, Guglielmo
Epifani cammina in mezzo a migliaia di militanti in direzione del Circo
Massimo. "La piazza, la mobilitazione - dice il leader della Cgil- è un
fattore importante, vuol dire che la gente non si rassegna. Certo la piazza non
è tutto, ma significa comunque molto". Epifani nota la grande
partecipazione popolare che accompagna l'iniziativa del Pd, con decine di
migliaia di manifestanti in marcia verso il Circo Massimo. "Avverto -
osserva - che c'è nel paese la voglia di riprendersi in mano il proprio
destino. Qui non ci sono facinorosi, solo persone assolutamente inermi e
gioiose". 14,57 - Il primo corteo è arrivato al Circo Massimo. Il corteo
del Pd proveniente da piazzale dei Partigiani è entrato nell'arena del Circo
Massimo. La coda del corteo, si legge nel comunicato, è ancora ferma davanti
alla stazione Ostiense e il piazzale è gremito. 14,54 - Gli interventi della
società civile. Prima dell'intervento del leader del Pd, Walter Veltroni,
previsto intorno alle 16:30, ci saranno anche le testimonianze del sindaco di
Gela Rosario Crocetta, un rappresentante degli immigrati, il presidente delle
Ong italiane, un'imprenditrice, un'operaia, una poliziotta, ma anche un
insegnante e uno studente. Dietro al palco, uno striscione ricorda Vittorio
Foa; su un lato della spianata del Circo Massimo campeggia lo slogan del Pd,
"Partito Democratico, tanti per cambiare". Uno stand, infine, propone
di firmare una petizione di solidarieta' a Roberto Saviano, l'autore di Gomorra
minacciato di morte dalla camorra 14,50 - Inizia l'afflusso al Circo Massimo.
La musica degli U2 va già a tutto volume, mentre inizia l'afflusso dei
partecipanti alla manifestazione al Circo Massimo. L'avvio ufficiale è previsto
intorno alle 15, quando si alterneranno sul palco Max Pezzali, Fabrizio Moro e
l'Orchestra di Piazza Vittorio. Dal lato opposto al palco, numerosi gazebo tra
cui quello dell'Italia dei Valori, dove si raccolgono le firme contro il Lodo
Alfano. A sostenere la causa insieme a tutti i parlamentari dell'Idv, Antonio
Di Pietro, che ha raggiunto il Circo Massimo già alle 13,30 14,46 -
"Partecipazione oltre le previsioni". Gli organizzatori della
manifestazione del Pd a Roma non si sbilanciano ancora su una stima precisa dei
partecipanti, ma fanno sapere che al corteo partito da piazza Repubblica sono
presenti "diverse centinaia di migliaia" di persone. Una
partecipazione, assicurano gli organizzatori, che va "oltre le
previsioni". Dunque, da parte dei vertici del Pd c'e "estrema
soddisfazione 14,36 - I manifestanti intonano l'Inno di Mameli. Le decina di
migliaia di persone in piazza della Repubblica hanno iniziato a percorrere via
Cavour cantando l'Inno di Mameli. 14, 30 - Fassino: "Manifestazione serena
e responsabile". Una grandissima e straordinaria partecipazione di popolo,
una manifestazione forte serena e responsabile. Tanta gente che si batte per
un'Italia migliore capace di fornire a ciascuno piu' certezze nella vita
propria e dei propri figli. Una manifestazione che non solo rende visibili le
tante ragioni dei nostri No ma anche la ricchezza delle nostre proposte e dei
nostri Si". Lo afferma Piero Fassino, ministro degli Esteri del governo
ombra 14,19 - Partito il corteo da Piazza della Repubblica. Con l'arrivo del
segretario Walter Veltroni è partito il corteo che confluirà al Circo Massimo.
Alla testa del corteo una parte del gruppo dirigente del Pd, da Franco Marini a
Piero Fassino, da Enrico Letta a Anna Finocchiaro. Dominano le bandiere del
Partito Democratico tra striscioni soprattutto ironici, contro il governo 14,12
- Veltroni acclamato in Piazza della Repubblica. Il segretario del Pd Walter
Veltroni è giunto a piazza della Repubblica dove è partito il corteo del Pd in
direzione del Circo Massimo. Veltroni è stato accolto da un lungo applauso e da
manifestanti che lo incitavano: ''Vai Walter, vai Walter''. 14,05 - Di Pietro
non sfilerà, ma è già al Circo Massimo. Il leader dell'Italia dei Valori ha
deciso di non sfilare in corteo ma è già giunto al Circo Massimo, nei pressi
del palco dove è stato allestito uno stand dell'Idv per la raccolta delle firme
contro il lodo Alfano. 14,00 - Partito il corteo da Piazzale dei Partigiani. In
testa uno striscione con la frase di Vittorio Foa: ''Pensare agli altri oltre
che a se stessi, al futuro oltre che al presente''. Presenti in apertura di
corteo Massimo D'Alema, Pier Luigi Bersani e Antonello Soro. Il corteo
imboccherà viale Aventino per raggiungere poi il Circo Massimo Invia ad un
amico.
( da "Quotidiano.net" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
L'associazione dei
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fulminea16:59:08 - Una notizia tremenda. Sono sgomento.Senza parole. Sincere
condoglianze alla famiglia.[...] E' morto Luzzi Leucemia fulminea16:53:54 -
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francesco - roberta - alice[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la
petizione16:46:21 - vorrei vedere questi "studenti"
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la rabbia degli universitari 16:35:42 - Propongo per rispetto di luzzi e dei
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Luzzi Leucemia fulminea Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay
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d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web
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( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 256 del 2008-10-25
pagina 0 Berlusconi: "Non sono preoccupato, il governo va avanti" di
Redazione La manifestazione di oggi "è interna corporis, per uso interno
della sinistra e per le loro divisioni" Lo ha detto il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Pechino Pechino -
La manifestazione del Pd in programma oggi "E' interna corporis, per uso
interno alla sinistra e per le loro divisioni: non ci sarà nessun cambiamento
nell'azione del governo". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi durante una conferenza stampa a Pechino. E ha aggiunto:
"Durante la crisi non si scende in piazza, da noi la sinistra non è
democratica". Nessuna preoccupazione "Nessuna preoccupazione, sono
contento che non piove così non potranno dire "piove governo ladro" -
ha proseguito il premier -. Hanno garantito che sarà una manifestazione serena,
facciamogli credito, ma non ci sarà nessun cambiamento nell'azione del governo
e della maggioranza". "Durante la crisi non si scende in piazza"
"Scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti. Si commentano da soli.
Purtroppo noi dobbiamo avere a che fare con questa sinistra, dovrà passare una
generazione prima di avere una sinistra democratica da noi. Io invidio i
socialdemocratici degli altri paesi europei. Però questi sono e con questi
dobbiamo fare i conti", ha detto il premier da Pechino. Così il presidente
del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha risposto alle domande di un giornalista
che chiedeva se, in questo momento di crisi internazionale, avrebbe scelto di
andare in piazza a manifestare. "Noi scegliemmo la via della piazza perchè
eravamo disperati - ha aggiunto Berlusconi - perchè nessuno ci dava ascolto,
tutte le istituzioni erano in mano alla sinistra." "Si sono
aggrappati alla scuola all'ultimo momento" "Hanno raccontato a Anno
Zero delle falsità storiche" sulla scuola. Silvio Berlusconi interpreta
così la manifestazione del Partito Democratico. Per il premier, la
dimostrazione di questo comportamento sono le critiche che in questi giorni
stanno piovendo sul governo dagli studenti degli atenei italiani. "Lo
stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi sull'università non
abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che ci sono 5.500 corsi di laurea,
qualcuno con un solo studente, e vi lascio immaginare i rapporti di parentela o
di affinità che esistono coi professori incaricati. Non abbiamo detto niente e
sono già qui a dimostrare, il che dimostra l'assoluta strumentalità".
Informazione "indegna" Prima di ripartire per l'Italia dalla Cina, il
premier ha voluto anche tornare a parlare dell'ionformazione e dei titoli dei
giornali di questa ultima settimana. "Quando i giornali più importanti
titolano Berlusconi torna indietro questo è indegno dell'informazione".
Berlusconi ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i
diritti dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel
titolo Polizia nelle scuole è indegno". Berlusconi ha ribadito di non aver
cambiato opinione e che "le situazioni non sono cambiate e io ho mantenuto
le mie opinioni del '94". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Provincia di
Cagliari Pagina 1031 Burcei Protesta dei docenti: scuola da salvare Burcei
--> "Giù le mani dalle scuole di Burcei". Lo hanno ribadito ieri
ad alta voce le insegnanti del paese montano, riunite per esaminare i punti principali della riforma della scuola del ministro Gelmini. Le prospettive non sono
incoraggianti per i paesi con pochi abitanti. A rischio la sopravvivenza delle
scuole che hanno meno di trecento alunni. Verrebbero soppresse o accorpate, con
costi altissimi per le famiglie e per i comuni. Al fianco delle insegnanti si è
schierato l'assessore ai servizi sociali e alla pubblica istruzione,
Vincenzo Monni: "Condividiamo lo spirito della protesta. Burcei oggi ha 316
studenti e quindi non corre rischi, in futuro però è fondamentale che un
presidio dello Stato a garanzia dell'istruzione non venga cancellato con
criteri meramente aritmetici".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Politica Italiana
Pagina 109 Scuola, in cattedra i deputati Pdl La Gelmini
incontra gli studenti: "Ma il decreto non cambia" --> La Gelmini incontra gli studenti: "Ma il decreto non
cambia" Ancora polemiche sulla scuola tra governo e opposizione.
Manifestazioni di studenti in tutte le città. ROMA Deputati e senatori nelle
classi per spiegare la riforma della scuola. Nel giorno che precede la
manifestazione in piazza del centrosinistra "inattendibile", con il
quale "non esiste possibilità di dialogo", da Pechino Silvio
Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle "falsità"
della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini. Mercoledì scorso, dal quartiere generale di Forza
Italia, è stata inviata una mail a tutti i parlamentari del Popolo della
Libertà. Contenuto, due allegati: un pieghevole di otto pagine in cui si elencano
punti salienti e ragioni della riforma e un volantino fronte retro in cui si
critica l'atteggiamento disfattista dell'opposizione. Sarà questo il materiale
che deputati e senatori utilizzeranno, ciascuno nel proprio territorio di
competenza elettorale, per contrastare la campagna di
"disinformazione" della sinistra sulla scuola. Nel primo si leggono
le parole d'ordine della controffensiva mediatica del Cavaliere: serietà,
educazione, merito. La prima pagina, dall'eloquente titolo "La scuola
italiana: o cambia o muore". Nel pieghevole si sostiene che "la spesa
pubblica per la scuola è esplosa, senza che vi sia stato un miglioramento della
qualità". Con la riforma, si legge, "non si vuole spendere meno, ma
si vuole spendere meglio" per evitare "il tracollo" del sistema.
Si nega quindi il licenziamento di 100mila insegnanti, sostenendo che i tagli
deriveranno esclusivamente dal blocco delle nuove assunzioni. I risparmi così
ottenuti saranno inoltre "reinvestiti nella scuola per i docenti più meritevoli,
con premi individuali fino a 7mila euro". E mentre la Gelmini
incontra gli studenti ma annuncia che il decreto non cambia "perchè la
scuola deve cambiare", Silvio Berlusconi denuncia la presenza di
"facinorosi" nelle proteste contro la riforma che hanno "l'appoggio
della sinistra estrema e dei centri sociali" ed "il supporto dei
giornali". Parole che riaccendono la polemica e che seguono l'annuncio del
premier di voler tutelare a tutti i costi, ma non con l'intervento della
polizia, il diritto di chi non è d'accordo con la protesta. Veltroni da Roma
sostiene che è inutile replicare, tanto il premier smentirà. E Berlusconi
affonda: "Non rispondo neppure. Non è il caso. Ho la pelle dura e spessa e
sono abituato a ricevere insulti e calunnie. Metto tutto in un unico fascio.
Affermano che sono un dittatore. E allora, perché dovrei dialogare? Dò ordini e
mi impongo". Intanto in tutta Italia la protesta degli studenti va
assumendo le forme più varie: cortei, manifestazioni, volantinaggi, lezioni
all'aria aperta, fiaccolate, occupazioni. Il presidente del Consiglio dalla
Cina ha parlato anche del piano del governo per fronteggiare la crisi
finanziaria. Non ci sarà la rottamazione che "non è mai stata
prevista", precisa il premier. Il governo - ha chiarito Berlusconi - sta
studiando "misure di sostegno all'economia reale" ma non saranno
incentivi intesi in senso tradizionale, come per esempio la rottamazione.
Ipotesi che era stata ventilata nei giorni scorsi da esponenti dello stesso
governo, dal ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola a quello per
l'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Aiuti sì ma di tipo diverso dunque sarebbero
quelli sui quali si sta lavorando. Il governo opterebbe innanzitutto per misure
che favoriscono l'innovazione tecnologica e la tutela dell'ambiente. Da una
parte ricerca e alta tecnologia e dall'altra un sostegno per aiutare l'accesso
al credito delle piccole e medie aziende, le più esposte alla turbolenza
finanziaria di queste settimane. Resterebbe dunque come ipotesi al vaglio dei
tecnici del governo la costituzione di un fondo pubblico di garanzia sui
prestiti chiesti dalle aziende in difficoltà.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Nuoro e Provincia
Pagina 5019 Scuola Riforma Gelmini, lunedì incontro
all'istituto Ciusa Scuola --> Un incontro-dibattito sulla riforma della
scuola varata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini
che sta incendiando il dibattito politico di questi giorni. Lo hanno
organizzato per lunedì le segreterie provinciali di Flcgil, Cisl scuola, Uil
scuola, nel quadro delle iniziative finalizzate alla valutazione delle nuove
norme in materia varate dal Governo. L'appuntamento è dalle 18 alle 20 presso
l'auditorium dell'Istituto F. Ciusa di viale Costituzione. Oltre al personale
scolastico, l'invito alla partecipazione è rivolto anche ai genitori e agli
studenti.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Prov Medio Camp
Pagina 3031 Contro la Gelmini --> San Gavino Martedì
alle 16.30 il consiglio comunale si riunirà nell'aula magna del liceo
scientifico "Marconi" in via Tommaseo per discutere della scuola
italiana tra il diritto all'istruzione e il decreto Gelmini.
(g.pit.).
( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
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Eventi SCUOLA Master almaLaurea Guida Universit.
( da "Corriere.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
"Un'opposizione
che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi" Pd in
piazza, Berlusconi all'attacco "Così celano che sono divisi" Il
premier da Pechino: "Nessuna preoccupazione, vado avanti per la mia
strada" Silvio Berlusconi (Emblema) PECHINO - "Un'opposizione che
vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi a noi, votare
provvedimenti per l'utilità comune. Ma questo non è possibile". Silvio
Berlusconi duro sulla manifestazione del Pd. Poco prima di lasciare Pechino e a
circa mezz'ora dall'inizio dei cortei dell'opposizione nella Capitale, il
premier ha attaccato la manifestazione organizzata da Walter Veltroni,
sostenendo che la sinistra va in piazza non è democratica ("dovrà passare
una generazione prima di avere una sinistra democratica da noi") e che
cerca con la manifestazione di "celare le divisioni" che la agitano
al suo interno. "SONO CONTENTO CHE NON PIOVA" - "Si illustrano
da soli, scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti - ha detto il premier
-. Io invidio i socialdemocratici di altri paesi, mentre i nostri questi sono e
con questi dobbiamo fare i conti". Berlusconi ha spiegato di non essere
essere preoccupato dalla piazza Pd. "Sono contento che non piova, così non
possono dire "piove, governo ladro" - ha scherzato il premier -. I
leader della sinistra hanno garantito che sarà una manifestazione serena,
diamogli credito. Ma non ci sarà nessun cambiamento nell'azione di governo e
della maggioranza perché questa è una manifestazione per uso interno alla
sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per marciare contro il
governo". SCUOLA - Dalla Cina il premier ha ribadito a più riprese che la
manifestazione del Pd è stata organizzata per nascondere le divisioni interne
alla sinistra, e che "all'ultimo minuto si sono aggrappati" alle
proteste sulla scuola. Al contrario, la manifestazione del centrodestra del
2006 fu decisa perché, dice il presidente del Consiglio, "eravamo
disperati" visto che nessuno ci ascoltava. Prima di ripartire per
l'Italia, il premier è tornato anche sui titoli della stampa degli ultimi
giorni. "Quando i giornali più importanti titolano "Berlusconi torna
indietro" questo è indegno dell'informazione" ha spiegato il premier,
che ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i diritti
dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel titolo
"Polizia nelle scuole" è indegno". "Hanno raccontato a
Annozero delle falsità storiche" sulla scuola, ha aggiunto il premier. Per
Berlusconi "lo stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi
sull'università non abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che
ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio
immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori incaricati.
Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che dimostra
l'assoluta strumentalità". stampa |.
( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ROMA - Lo aspetta
una piazza stracolma. Più di 2 milioni e mezzo dicono gli organizzatori. Di
sicuro sono moltissimi. A loro Walter Veltroni si rivolge con un discorso di settanta
minuti. Bacchettando il centrodestra, attaccando Silvio Berlusconi, dipingendo
il profilo di quella che Veltroni definisce "la più grande forza
riformista del Paese". Il Pd, appunto. Che oggi, dopo la sconfitta
elettorale, le polemiche interne, le difficoltà con Di Pietro, prova a
ripartire. Veltroni legge un discorso di 23 cartelle, che si apre con la fiera
rivendicazione delle radici antifasciste: "L'Italia, signor presidente del
Consiglio, è un Paese antifascista ed è migliore della destra che lo governa
oggi''. L'affondo contro il Cavaliere è frontale. Tocca le tasse che
"nonostante le promesse elettorali non sono scese", la riforma della
scuola "che non si può fare contro studenti e professori",
l'immigrazione "perché l'italia non sarà mai un paese razzista",
l'economia con l'idea del patto tra i produttori. Ed ancora la pubblica
amministrazione che "va riformata senza criminalizzarne i dipendenti"
e la valanga di solidarietà per Roberto Saviano, lo scrittore minacciato di
morte dalla camorra. Ma Veltroni va oltre. Dipinge una diversità quasi
antropologica con la destra, "che ha fatto un deserto di valori e l'ha
chiamato sicurezza, che vuole un pensiero unico e lo chiama gradimento, che
calpestano i diritti e lo chiamano decisione. La destra ha creato la cultura
del vuoto. Non le interessa la scuola perché per loro la scuola è la
televisione. Quel vuoto ci spaventa. Per voi è indifferente perché vi è
congeniale. Lo avete alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e
dell'egoismo per il fastidio per ogni regola morale, con l'idea che vale solo
il successo facile". Snocciola, il segretario del Pd, "le
tossine" della destra. Un tempo liberista e adesso pronta a invocare
l'intervento statale. Una destra "inadeguata" a fronteggiare la
crisi, "perché si occupa solo di rassicurare i potenti". Ed ancora
una nuova stoccata al premier: "La democrazia non è un consiglio
d'amministrazione". Poi tocca alla scuola. Veltroni
attacca la riforma Gelmini
contro la quale è in atto una mobilitazione di studenti e professori. E lancia
una proposta: "Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in
discussione in Parlamento, modifichi con la Legge Finanziaria le scelte di
bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto con tutti i soggetti interessati,
giovani studenti, famiglie, docenti" . Tanti gli applausi a testimonianza
di quanta linfa abbia portato la protesta alla manifestazione. E infine, sempre
per rimanere in tema: "Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi
differenziate per i bambini stranieri". Arriva il momento delle proposte.
Iniziandoo con la riduzione, a partire dalla prossima tredicesima, del peso
delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, "destinando a
questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo
0,5% del Pil". Un intervento "rilevante ma sostenibile", tanto
più dopo le decisioni sui parametri europei, per una finanza pubblica
"risanata dall'azione di un uomo che quando governava pensava al Paese, e
non a se stesso: Romano Prodi". Secondo il Pd, la spesa pubblica va
ridotta. Ma "spendendo meglio, non spendendo meno e basta, senza
preoccuparsi di cosa ne sarà delle scuole, degli ospedali, della sicurezza dei
cittadini". Il punto è che nell'azione del centrodestra "non c'è
traccia della lotta all'evasione fiscale. Il governo sta riproponendo la
vecchia ricetta: aliquote alte, pochi controlli, evada chi può. Complimenti, è
la strada maestra per andare tutti a fondo". Ma c'è spazio anche per
parlare dell'anima del Pd. Della "più grande forza riformista della storia
d'Italia ed è da qui che dobbiamo ripartire per consolidare la nostra
forza". Davanti alle critiche di chi parla di un'opposizione troppo
morbida, Veltroni oppone l'identità dei democratici, "un partito libero
che non teme di apparire moderato ad alcuni ed estremista per altri perché
siamo niente più che il riformismo italiano. Noi da questa piazza non
insultiamo Nessuno e non gridiamo al regime. La nostra sfida è chiara, ed è la
stessa che lanciammo al Lingotto". Nubi nere coprono il cielo. Veltroni si
avvia a chiudere il discorso. E lo fa lanciando, tra gli applausi del Circo
Massimo, un messaggio di speranza che è allo stesso tempo un traguardo:
"Un'altra Italia è possibile, noi vogliamo far arrivare agli italiani un
messaggio di fiducia. Le cose possono cambiare. Le cose cambieranno. Non c'è
rassegnazione, non c'è paura, non c'è buio dopo il quale non venga la
luce". Finisce così. Con la piazza che canta l'inno di Mameli. (25 ottobre
2008.
( da "Rai News 24" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
Roma | 25 ottobre
2008 Veltroni: "Italia migliore della destra che la governa. Ridurre le
tasse su lavoro e pensioni" Walter Veltroni "L'Italia è un Paese
migliore della destra che lo governa in questo momento". Il discorso di
Walter Veltroni al Circo massimo ha chiuso questa giornata di mobilitazione del
Partito Democratico. Il popolo del Pd ha invaso le strade di Roma in quella che
il leader dell'opposizione ha definito "la più grande manifestazione di un
partito in Italia da anni". Tra i due milioni e oltre rivendicati dal Pd e
i 200mila stimati dalla questura la distanza è grande, ma la guerra di cifre
alla fine conta relativamente: il Circo Massimo era pieno, i due cortei partiti
da piazza della Repubblica e da piazzale Ostiense sono stati affollati e Walter
Veltroni ha ottenuto il bagno di folla su cui aveva deciso di puntare già da
prima dell'estate per rilanciare il partito e cercare di imbrigliare le fronde
interne. "Questa piazza farà venire il sangue amaro a molti", ha
esordito il segretario parlando dal palchetto montato in mezzo alla folla.
Presente alla manifestazione anche l'Italia dei Valori di Di Pietro che sta
proponendo una raccolta firme contro il Lodo Alfano. Concludendo la
manifestazione Veltroni ha rilanciato la proposta di
bloccare il decreto Gelmini
sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati,
giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino, il premier Silvio Berlusconi,
replica all'imponente manifestazione del Pd: "Nessuna
preoccupazione". La manifestazione del Pd è "interna corporis della
sinistra", aggiunge criticando la decisione di scendere in piazza:
"in un momento in cui dovremo essere tutti uniti". L'Italia è
migliore della destra che governa "L'Italia è un Paese migliore della
destra che la governa. Alimentano l'odio in un paese diviso, cavalcano la paura
in un paese spaventato. Ma l'Italia, nonostante tutto, resta migliore".
Dov'è finita la promessa di ridurre le tasse? La verità è che le tasse le
stanno aumentando. Voglio ripeterlo: le tasse stanno aumentando, proprio in una
fase di recessione, quando, invece, dovrebbe consentire a chi ha redditi medi e
bassi di poter aumentare i propri consumi". Ridurre tasse su lavoro e
pensioni "Le nostre proposte sono sul tavolo: chiediamo di ridurre, a
partire dalla prossima tredicesima, il peso delle tasse sui lavoratori
dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa misura 6 miliardi
di euro, in un insieme di interventi che valgono lo 0,5% del Pil".
Veltroni ribadisce così le proposte del Pd per fronteggiare la crisi economia.
"E' un intervento rilevante ma sostenibile per le finanze pubbliche,
risanate dall'azione di un uomo che quando governava pensava al paese e non a
se stesso: Romano Prodi", aggiunge tra gli applausi della folla. Il Pd è
la più forza riformista, ripartiamo da qui "Siamo la più grande forza
riformista della storia d'Italia ed è da qui che dobbiamo ripartire per
consolidare la nostra forza". Veltroni a Berlusconi: la democrazia non è
un Cda "La democrazia, signor presidente del Consiglio, non è un consiglio
d'amministrazione", dice Walter Veltroni, nel suo discorso al Circo
Massimo, rivendicando la natura "democratica, serena e pacifica".
"Guai, davvero guai - afferma - a chi pensa di ridurre solo minimamente la
libertà di avanzare critiche, la libertà di dissentire, la libertà di
protestare civilmente contro decisioni e scelte che non condivide". Siamo
moderati e anche estremisti "Siamo un partito libero che non teme di
apparire moderato ad alcuni ed estremista per altri perché siamo niente più che
il riformismo italiano". "Noi siamo per una democrazia - ha affermato
Veltroni - che decida, decida velocemente ma non con pericolose concentrazioni
di potere". Governo totalmente inadeguato sulla crisi "Non crediamo
che il governo sia la causa di tutti i mali, non grideremo mai al regime. Ma il
problema è che il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a fronteggiare la
crisi, perché non ha nel cuore l'Italia che soffre, pensa ai potenti più che ai
lavoratori. Ma l'Italia è altro". Guai a chi vuole ridurre la libertà di
critica "Questa manifestazione è un grande momento di democrazia sereno e
pacifico. Guai a chi pensa di ridurre la libertà di dissentire e
criticare". Berlusconi non ha potere ma è al governo pro tempore
"Perché un'alta carica delle istituzioni si può permettere di dire certe
cose? Questa è la confusione tra chi governa e chi ha preso il potere", e
Silvio Berlusconi crede "non di governare pro tempore ma di avere preso il
potere. Ma governano pro tempore, come noi siamo all'opposizione pro
tempore". Il governo è inadeguato ma non gridiamo al regime Il governo
Berlusconi "è totalmente inadeguato a fronteggiare la gravissima crisi che
stiamo vivendo" ma il Pd "a differenza di chi ci ha preceduto nel
ruolo di opposizione, non grida al regime". Per Veltroni, il governo non sa
affrontare i problemi del Paese "perché non ha nel cuore l'Italia che
produce e che lavora, l'Italia che soffre. E' un governo che si occupa di
rassicurare i potenti di questo paese piuttosto che di combattere la drammatica
situazione di imprese e lavoratori". No all'impunità delle parole,
Berlusconi non inganni Silvio Berlusconi coltiva "un'idea inaccettabile
del potere", confonde "governare con prendere il potere". Pensa
di potersi permettere "l'impunità delle parole", una sorta di
"inganno permanente ai danni dei cittadini". Dal palco del Circo
Massimo, Walter Veltroni attacca il presidente del Consiglio per le
dichiarazioni dei giorni scorsi su scuola e crisi finanziaria. "La
minaccia irresponsabile e pericolosa di intervenire 'attraverso le forze dell'ordine'
in quei templi del sapere che sono le università è stata abnorme e mai vista
prima. Ma puntuale è arrivata un'altra smentita del presidente del Consiglio -
dice Veltroni - 'Sono i giornali che come al solito travisano la realtà",
ha detto da Pechino. Cambiando il fuso orario si può anche cambiare idea, e in
questo caso è un bene che sia avvenuto. Ma c'è qualcosa su cui bisogna
riflettere". "Perché - chiede il leader del Pd - un'alta carica
istituzionale si può permettere sistematicamente di negare ciò che è evidente,
ciò che per giorni le tv hanno ritrasmesso sbugiardando l'ennesima smentita?
Perché si sente autorizzato, nel pieno della tempesta finanziaria, a invitare i
cittadini a comprare le azioni di questa o quella azienda? Perché può arrivare ad
annunciare una decisione non presa come quella della chiusura dei mercati,
facendosi smentire persino dalla Casa Bianca? Se l'avessero fatto Gordon Brown
o Angela Merkel sarebbe successa una catastrofe. Siccome nel mondo sanno chi è,
non è successo niente". "Ma perché - continua Veltroni - coltiva
questa impunità delle parole? Questa strategia dell'inganno permanente nei
confronti dei cittadini? La presunzione che si possa promettere di tagliare le
tasse che poi non si tagliano, di fare delle mirabolanti opere infrastrutturali
che poi non vengono nemmeno progettate? E' l'idea del potere che non è tenuto a
rispondere dei suoi comportamenti - è la risposta di Veltroni - E' un'idea del
potere inaccettabile. E' la confusione tra governare e prendere il potere".
E' il tempo del coraggio riformista "La nostra sfida è chiara, ed è la
stessa che lanciammo al Lingotto. Non dobbiamo conservare quello che c'è,
assegnare al riformismo il compito di difendere anche importanti conquiste del
passato". No, al contrario questo "è il tempo della costruzione
dell'Italia del nuovo secolo. E' il tempo del coraggio riformista, non della
pigrizia conservatrice". Il governo ritiri il decreto Gelmini
e avvii il confronto "Il Governo ritiri o sospenda il decreto" sulla
scuola "attualmente in discussione in Parlamento, modifichi con la legge
Finanziaria le scelte di bilancio fatte col decreto e avvii subito un confronto
con tutti i soggetti interessati, giovani studenti, famiglie, docenti. Fissando
un tempo al termine del quale è legittimo che le decisioni siano prese".
La destra ha creato la cultura del vuoto "La destra ha creato la cultura
del vuoto. Non le interessa la scuola perché per loro la scuola è la
televisione". Ma, afferma Walter Veltroni dal Circo Massimo, "a noi
quel vuoto spaventa. Per voi è indifferente perché vi è congeniale. Lo avete
alimentato con la vostra cultura dell'individualismo e dell'egoismo per il
fastidio per ogni regola morale", con l'idea che vale "solo il
successo facile". Ricordo a Prodi Walter Veltroni ha citato nel suo
intervento al Circo Massimo Romano Prodi suscitando l'applauso della folla
riunita per la manifestazione del Pd. Romano Prodi, ha detto Veltroni, "è
stato un uomo di governo che ha pensato all'Italia e non a se stesso".
( da "Repubblica.it" del 25-10-2008)
Argomenti: Scuola
ROMA - Un popolo in marcia.
Col passo lento, di chi sa che sarà lunga, e anche dura, ma che spera. E ci
crede, nonostante tutto: le sconfitte, le liti tra i leader, i boicottaggi
interni, le resistenze di quella razza speciale che si chiama ceto politico,
nonostante un paese che culturalmente sembra aver perso gusto, senso,
sensibilità, tolleranza, valori. Il popolo del Pd si è rimesso in marcia oggi,
ha ripreso il filo di quel discorso cominciato il 14 ottobre di un anno fa in
coda ai gazebo e l'ha srotolato di nuovo oggi da tutte le città e dai paesi
d'Italia per portarlo passo dopo passo, lungo i vicoli della Roma più antica,
fino all'arena del Circo Massimo. "Due milioni e mezzo" dicono dal
grande palco che si apre su una distesa di bandiere e pallconcini bianchi,
rossi e verdi. La guerra dei numeri è inutile, conta il colpo d'occhio, e
quello è maestoso, a tratti biblico. Se per Cofferati furono tre milioni in
difesa dell'articolo 18 cinque anni fa e per Berlusconi, due anni fa, due
milioni contro il "regime" del governo Prodi, il colpo d'occhio oggi
ne conta tanti, tantissimi, molti di più delle previsioni della vigilia e delle
iatture invocate dalla maggioranza. I numeri, se volete, metteteli voi. Un
fatto è certo: quella che è qui oggi è "un'Italia assai migliore di quella
che la governa" come dice un emozionato Veltroni quando raggiunge il suo
palco "speciale", scenograficamente quasi sorretto dalla folla, alle
16 e 55 minuti. Quella che è qui oggi è un'Italia che chiede, pretende,
desidera nonostante non le siano ancora state date risposte. Un popolo non
"incazzato" come dice qualcuno, bensì serenamente consapevole che
così non si può andare avanti. Un popolo che non urla, non insulta, ha le idee
chiare sul contesto generale, non chiede la luna ma quello che gli è dovuto:
"Sapere, lavoro, diritti". Un popolo che oggi è stato protagonista,
forse più dei suoi leader. "La sinistra non è democratica" riesce a
commentare Berlusconi dalla trasferta cinese. Forse si riferiva al fatto che i
cortei così numerosi hanno tracimato fino a sovvertire ogni ordine e grado, gli
striscioni di testa sono rimasti a metà e Veltroni e il suo governo-ombra un
gruppo tra i tanti. Il gioioso caos dei cortei. Erano due, concentramento in
piazza Esedra per chi veniva dalla stazione con i treni speciali; piazzale dei
Partigiani per chi è arrivato con pullman e traghetti. Dovevano partire alle
14. Si sono dovuti mettere in marcia almeno venti minuti prima perché già a
mezzogiorno e mezzo entrambe le piazze traboccano. In piazza Esedra, ad
esempio, i camion con la musica - Jim Morrison e Beatles e Viva la vida dei
Cold Play a palla - si avviano verso via Cavour ben prima dell'arrivo del
leader. Veltroni e D'Alema si mostrano insieme in piazzale dei Partigiani poi
si dividono idealmente le piazze: il segretario in piazza Esedra,
concentramento storico delle manifestazioni nella capitale; D'Alema resta in
piazzale dei Partigiani. Il Pd ha messo in servizio 4000 persone per il
servizio d'ordine. Il rischio infiltrazioni e provocatori è sempre alto, ancora
di più lo è in una manifestazione di partito. Abbondare, quindi, non guasta. Ma
divise e camionette restano nascoste tutto il giorno. Dietro gli striscioni non
c'è rabbia né astio, ci sono invece ironia e sarcasmo, facce che si mostrano e
parlano. Un caos disordinato che si rompe nelle stradine del centro di Roma per
confluire ordinato composto e allegro, tra i negozi aperti, le macchine in
sosta e i cantieri fino al Circo Massimo. Peccato per gli striscioni di
apertura che restano invece indietro, mescolati tra la folla. "Noi abbiamo
il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri
figli e per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle e difenderle"
recita quello che ricorda Leopoldo Elia. "Pensare agli altri oltre che a
se stessi, al futuro oltre che al presente" è scritto su un altro firmato
da Vittorio Foa. Frasi che occuperanno, poi, il grande palco del Circo
Massimo,e saranno comunque protagoniste di una giornata molto speciale. Pd-day,
un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la democrazia""/> Le
facce, gli slogan, scuola, istruzione ma non solo. Sarà una manifestazione
"democratica" aveva promesso Veltroni durante la vigilia via via
sempre più tesa per la crisi internazionale e per le previsioni della
maggioranza. I rischi di un flop c'erano tutti: una manifestazione di partito,
di un partito nuovo e per qualcuno ancora troppo leggero, diviso e incerto
nella sua identità e nel modo di fare opposizione. La piazza ha fugato dubbi e
timori e ha consegnato certezze. Perché le istanze di un partito, di una parte
quindi, sono diventate i princìpi in nome dei quali un popolo intero di
giovani, vecchi, bambini, studenti, professionisti e extracomunitari scende in
piazza. Giancarlo Miliani, 63 anni, è vestito con grembiule e fiocco azzurro:
"Ripetente a vita per via della condotta" spiega. Eligio Grigolato,
82 anni, propone "Berlusconi santo subito, l'unico modo per levarcelo di
torno". L'Arcigay, finora così critica col Pd, è in piazza con il suo
presidente Aurelio Mancuso e quello onorario Franco Grillini: "Siamo qui
per ascoltare Veltroni". Per i due si registra un successo personale di
saluti, baci e abbracci. Pescara sfila con una magnifico asino e la scritta:
"Più tagli e più ragli". La Sicilia chiede "più sud, più sapere
e più salari". I cartelli puntano il dito contro il governo Berlusconi
"ladro di futuro". Marco, studente della Luiss, urla dal camion:
"Facciamo ripartire l'Italia, facciamo sentire la nostra voce..." e
poi "come together...". Luca, Gloria, Alessio, Daniela, studenti di
Arezzo, si sono fatti il cartello in casa: "Berlusconi a forza di decreti
umilia il Parlamento, ormai non ha più segreti, lo vuol d'allevamento".
Pd-day, un popolo in marcia Veltroni: "Festa per la
democrazia""/> La scuola, l'università e i tagli del decreto Gelmini sono "il" problema anche se non è arrivata
fin qua, come qualcuno pensava, la marea degli studenti che occupano scuole e
università dal nord al sud. L'Onda resta a parte, non si mescola ma c'è: "Gelmini, Tremonti, rifate tutti i conti". Ma non c'è
solo la scuola. Sfilano gli striscioni delle regioni - possente il blocco
toscano - e quello delle donne: "Con il lavoro delle donne cresce
l'Italia". Il popolo è in marcia per la giustizia: "Il Lodo Alfano
non avrebbe cittadinanza neppure in Africa"; "Farsi processare è
onorevole". "Siamo nel Pd perché sognamo un mondo migliore" dice
il blocco in arrivo da Milano nord. Un popolo in marcia di tutte le età. I più
piccoli, marcianti, sono forse Angelo, tre anni e mezzo, e sua sorella Rossella
avvolti nelle bandiere del Pd. Giorgio, Rachele e Camilla, 5 e 6 anni,
indossano sorridendo e saltando i loro cartelli: "Un maestro e 30
grembiuli", "Gelmini 5 in condotta",
"Ridateci il futuro". Altri, due passi indietro, chiedono di
"non divorziare da Di Pietro, che altrimenti noi si divorzia da
Veltroni". Anche l'ex pm è al Circo Massimo a raccogliere firme contro il
Lodo Alfano. I Verdi e il loro leader Grazia Francescato, unico pezzo dela
vecchia sinistra arcobaleno, camminano nel corteo. "Che spettacolo meraviglioso
per la democrazia". Veltroni è un leader che conosce la potenza dei
simboli. Questo appuntamento del 25 ottobre racchiudeva per lui molte sfide,
alcune anche finali. Altri, poi, diranno se le ha vinte o perse. Di certo
ancora una volta ha funzionato il suo personalissimo potere di convocazione
delle masse e ha azzeccato i simboli. Berlusconi lo invidia tanto per questo.
Il segretario ha sfidato il Circo Massimo e ha voluto almeno fisicamente
ricoprire, cucire la distanza che si è creata in questi mesi tra lui e il suo
popolo. Ecco che il palco da cui parla non è il grande palco sullo sfondo - su
quello resteranno deputati e senatori del Pd - ma un piccolo podio distaccato,
in avanti, idealmente e fisicamente in mezzo alle persone. Visto dall'alto
Veltroni sembra quasi issato dalla gente, figura che emerge e parla a una
platea sterminata, immagine biblica, non l'unica della giornata. Il segretario
parla per 50 minuti, felice, emozionato, sollevato perché più numeroso di così
il popolo del Pd non poteva essere. In apertura snocciola una sfilza di grazie
("a voi che siete tantissimi, ai volontari, alle forze
dell'ordine..."). Poi l'elogio di questo popolo e dei suoi padri, da
Gobetti ai fratelli Rosselli, fino a Elia e Foa. Infine un unico e continuato
attacco a testa bassa all'opera del governo Berlusconi "incapace di
dichiararsi antifascista" e "inadeguato a fronteggiare la crisi
economica perché non ha nel cuore l'Italia che produce e soffre". Quella
dei precari "a quattro euro l'ora", di chi "ha un reddito di 25
mila euro, tre figli e non ha più nemmeno il sussidio deciso dal governo
Prodi", dei pensionati, degli insegnanti e degli studenti "la cui
protesta è giusta, libera e responsabile, pacifica e democratica, senza
bandiere di partito né di sindacato". Veltroni dice molti no e strappa
altrettanti applausi. E propone: "Il Pd chiederà che siano detassate le
tredicesime delle pensioni e degli stipendi più bassi". E ancora: "Il
governo deve sospendere o ritirare il decreto Gelmini
e avviare un confronto fissando un tempo limite. Non si cambia la scuola contro
gli insegnanti e gli studenti". Fini: "Un contributo al dibattito
pubblico". Quello della maggioranza è un coro scontato di critiche e
offese al Pd-day, in prima fila, dopo il premier, il portavoce Daniele
Capezzone e il capogruppo Fabrizio Cicchitto. Si smarca il presidente della
Camera Gianfranco Fini che definisce la giornata "un contributo importante
al dibattito politico". Veltroni telefona e ringrazia. Oggi incassa una
vittoria. Ha saputo riconvocare il popolo del Pd. Gli ha saputo parlare. Ha
sconfitto i tanti, tra i suoi, che lo hanno accusato di non saper fare partito.
E persino la pioggia che, appena il segretario ha concluso il discorso al Circo
Massimo, ha fatto diventare nero e cupo il cielo sopra Roma. Il popolo del
"più grande partito progressista" è arrivato fin qui per dire che c'è
e per fare domande. Adesso pretende risposte. (25 ottobre 2008.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
STEFANO SEDAZZARI
Intorno alla manifestazione del Pd del 25 ottobre si è avviata e avvitata una discussione
che sinceramente ritengo sbagliata, ingiustificata e figlia di una sorta di
minoritarismo che spesso colpisce l'opposizione italiana a pochi mesi dalla
sconfitta elettorale. Trovo davvero vecchia la distinzione tra opposizione in
parlamento e opposizione nelle piazze. Il Pd in parlamento c'è e si sente.
Qualcuno sa che grazie all'opposizione del Pd in senato
abbiamo costretto la maggioranza e il governo ad allungare il dibattito sul
decreto Gelmini di quasi
una settimana (certo qualcuno obbietterà che non si tratta di un gran successo
ma visti i numeri in parlamento mi sembra un discreto risultato)? E quante
volte alla camera l'opposizione in commissione e in aula ha messo sotto il
governo? E i cittadini conoscono il merito delle nostre migliaia di
emendamenti che delineano le nostre proposte (sembra sempre che il Pd non abbia
le proprie idee nel merito delle questioni...)? Il Pd lavora in parlamento in
modo serio e costruttivo, certo con l'efficacia che è consentita dai numeri. Ma
perché un grande partito, che aspira ad essere alternativa di governo non può
organizzare una grande manifestazione? Siamo tutti (tutti...) concordi che le
scelte di politica economica contenute nella Finanziaria di luglio sono
sbagliate e non aiutano i redditi e le pensioni? Siamo tutti concordi nel
ritenere che le scelte fatte da questo governo sulla scuola siano sbagliate,
che quello che questo governo sta offrendo non è una scuola diversa ma
semplicemente meno scuola? E ancora siamo proprio sicuri poi di dover accettare
come normale (e accontentarci solo di una sacrosanta opposizione parlamentere),
che il premier continui in un teatrino dell'assurdo e dell'irresponsabilità
fatto di dichiarazioni in libertà, di smentite, di frasi pericolose sull'uso
delle forze dell'ordine o sui mercati finanziari? Perché dobbiamo abituarci?
Dobbiamo sopportare che i buoni siano solo quelli che approvano l'operato del
governo in tutti i suoi aspetti e sentirci dei bugiardi e dei cattivi perché ci
opponiamo? Dobbiamo avallare una logica che sostiene che chi si oppone, in una
società e in un paese che ha paura, che soffre già di una situazione difficile
sul piano economico e sociale, che vede un futuro incerto, è un disturbatore?
Dobbiamo accettare che in un paese che ha paura del futuro, Berlusconi stia
cercando di trasformare tutto in una questione di ordine pubblico? Di fronte a
tutto questo dobbiamo adeguarci o possiamo manifestare, senza nulla togliere ad
una atteggiamento costruttivo in parlamento? Possiamo per un giorno provare a
scendere per le strade a sentire il nostro popolo e ragionare con loro di
un'altra Italia? Molti commentatori hanno sottolineato come il Cavaliere abbia
saputo cogliere il senso comune di un pezzo di Italia spaventato, che andava
rassicurato e che in cambio di decisioni e sicurezza era pronto a barattare,
diciamo così, qualche forzatura al costume democratico del paese. Vogliamo
vedere se c'è, e c'è, un altro pezzo di Italia che vuole un altro paese, che ha
un'altra idea del suo futuro, che non considera gli studenti che manifestano
dei facinorosi? Penso ci sia uno spazio grande che può essere riempito: c'è una
parte grande di questo paese che vuole reagire alle paure, che pensa che la
scuola non sia una questione di ordine pubblico ma un tema di discussione e di
partecipazione. Perché allora ad una seria e costruttiva opposizione
parlamentare non si può accompagnare una grande manifestazione? Perché non
possiamo spiegare che invece di tagliare risorse sulla scuola si poteva evitare
di tagliare l'Ici per chi sinceramente non ne aveva bisogno? Perché non
dobbiamo manifestare contro chi attacca la Corte costituzionale, contro chi
considera il presidente della repubblica un uomo di parte, contro chi invade i
telegiornali? L'opposizione si fa in parlamento e nelle piazze. Lo hanno fatto
anche loro. Stiamo attenti a non farci addormentare da una nebbia e da un mood
alimentato e cavalcato molto bene dalla destra: chi si oppone spaventa e va
colpito; guai a quei tg e a quei quotidiani che amplificano le notizie
sull'opposizione sia essa parlamentare o per le strade e che i cittadini non
credano a quello che dirà il Pd sabato, tanto sono tutte bugie per creare
tensione. Credo che che la manifestazione del 25 ottobre non tolga nulla alla
cifra riformista del Pd, ma possa aiutarci a rientare in quella
"connessione sentimentale" con il paese utile per allargare i nostri
consensi. Il 25 ottobre non sarà tutto, non farà cadere il governo ma farà bene
alla politica.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Dove nasce l'attacco
di Berlusconi alla piazza: è troppo nervoso o, al solito, è bravo a
interpretare l'umore degli italiani? FRANCESCO LO SARDO "Il 61 per cento
degli italiani sarebbe contro le occupazioni? E chi se ne frega. Su certe cose
la politica deve difendere la sua autonomia dai sondaggi. Lui non sa di che
parla, ma noi lo sappiamo, purtroppo...", sospira un dirigente di An dal
quartier generale di via della Scrofa. "Lui" è il Berlusconi
spazza-università che Fini, la Lega e persino i maggiori notabili di Forza
Italia hanno dovuto stoppare. Un conto è condividere la strategia del premier
che ha lucidamente deciso, forte dei suoi sondaggi, di usare la crisi
economico-sociale e le paure degli italiani per rafforzare l'esecutivo, anche
attraverso una svolta legislativa da stato d'eccezione. Altra cosa è provocare
le piazze, col rischio che la situazione finisca fuori controllo. Se si supera
quella sottile lama di confine la maggioranza può saltare: e tre giorni fa il
Cavaliere c'è andato vicino. Sulle prime minacce di ricorso all'uso della forza
negli atenei, sventolate da Berlusconi come un panno rosso davanti al toro
studentesco fin dal 9 ottobre ? quando non c'era traccia alcuna di occupazioni
universitarie ? gli alleati della maggioranza hanno fatto finta di non sentire
e gli hanno retto il gioco. Ma quando il gioco s'è fatto troppo pericoloso
hanno detto basta: mettere in guardia dai rischi d'infiltrazione e di violenze
passi, ma accendere la miccia proprio no. An, quarant'anni dopo, fa ancora i
conti col fantasma del '68, col complesso di colpa per la spedizione punitiva
dei Volontari del Msi di Michelini e Almirante alla Sapienza che ruppe il sogno
di unità del Movimento studentesco, innescando la stagione degli opposti
estremismi e della strategia della tensione. E Fini ha avuto modo di riflettere
a fondo sugli errori del G8 di Genova del 2001 dove con Berlusconi ha voluto
recitare la parte del duro e c'è scappato il morto. La Lega, poi, partito
ontologicamente piazzaiolo, ha fresca la memoria dei pugni e dei calci della
Celere mandata nel '96 a perquisire la sede milanese di via Bellerio: Roberto
Maroni, pestato, perse conoscenza e finì in ospedale. "Sono sempre stato
uno studente modello e diligentissimo, non ho mai manifestato e
protestato", ripete Berlusconi. Lui no, ma tutti quelli che gli siedono
accanto nella sua maggioranza sì: ex dc, ex socialisti, ex fascisti, anche ex
comunisti. Da Fini a Bossi a Maroni, giù giù fino all'ex
leader maoista Brandirali, tranne le new entries alla Gelmini ? che lui non autorizza a andare in tv salvo poi lamentare che i
media tacciono sui provvedimenti del governo ? tutti sono passati per le piazze
e ne conoscono bene le delicate dinamiche, tranne lui: che incarna l'anomalia
del politico impolitico. Nell'ultima performance da apprendista stregone
l'hanno seguito solo i Feltri e i Quagliariello, epigoni della Maggioranza
silenziosa che fu. Il Cavaliere ha settantadue anni e gli alleati gli
permettono tutto, per calcolo più che per convinzione. Gli permetteranno anche
un voto anticipato nel 2010 per rieleggere un parlamento con maggioranza di
centrodestra che possa spedirlo al Quirinale nel 2013. An gli lascia fare anche
un Pdl finto, con uno statuto finto tanto prima o poi Berlusconi passerà la
mano. L'aspirante successore Fini però non può permettersi un'eredità macchiata
da qualche altra brutta pagina di violenza. Non certo lui, ex missino che
lavora per accreditarsi all'estero come un Sarkozy e col Pd in un ruolo di
garante. Bossi dal canto suo cerca "una larga maggioranza" col Pd sul
federalismo: ne ha ragionato con Fini proprio nel giorno in cui il premier
invocava idranti e manganelli. I tumulti di piazza non erano, nè sono, in cima
alle aspirazioni dei due: e il Viminale, con Maroni e Mantovano, lo controllano
loro.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
S C R I P T A M A N
E N T Angelucci boys, lassù qualcuno li ama PANORAMIX Inquietante Tg1 La reazione
dei direttori dei diversi media alle minacce di Silvio Berlusconi (tre giorni
fa) e alle auto-smentite cinesi del premier (l'altroieri con corollario di
accuse di falsità rivolte ai media) hanno offerto uno spaccato della vicenda
italiana in tema di libera informazione. Ad esempio, è illuminante come i
telegiornali abbiano raccontato il dietrofront di Berlusconi sull'uso della
polizia contro gli studenti. "Il punto è che soprattutto il beneamato Tg1
riferisce e basta ? scrive su Repubblica Antonio Dipollina ? Accusato di essere
bugiardo, non reagisce: si limita a rinviare pilatescamente il telespettatore a
consultare sul sito Rai l'edizione del Tg del giorno prima. Mettiamo che invece
fosse comparso il conduttore autorevole e avesse detto: Cari telespettatori,
avete ascoltato cosa dice oggi il presidente del consiglio. Ora ascoltiamo cosa
ha detto ieri". E via con la registrazione. "A immaginarla, una scena
simile ? conclude Dipollina ? sembra una cosa a metà tra la rivoluzione e il
terrorismo evocato anch'esso da Berlusconi ". A questo punto siamo.
Rivoluzionario sarebbe "un atto puro e semplice di informazione ".
Viva allora la faccia (e la matita) di Vincino sul Corriere della Sera.
Vignetta ambientata a Pechino: "I maggiori leader cinesi chiedono a
Berlusconi di non criminalizzare il dissenso in Italia?". "Berlusconi
ci ascolta" Il Riformista scrive in prima pagina (con
soddisfazione): "Gelmini ci ascolta e convoca gli studenti ribelli". Commento di
Peppino Caldarola: "Cortei in tutta Italia. Un sit in davanti al senato.
Alcuni slogan ragionevoli e molte parole esagerate. Il nuovo movimento dilaga
in tutta Italia. Il governo ha cominciato a correggere il tiro.
Berlusconi dalla Cina, come da copione, ha smentito negando di volere la
polizia negli atenei. La vera novità è venuta dalla Gelmini
? sottolinea Caldarola ? Pur con qualche parola di troppo ('campagna
terroristica') ha finalmente convocato gli studenti per un incontro. È quello
che avevamo chiesto ieri noi del Riformista. Ricordate il titolo dell'editoriale
di prima pagina: "Chiamate chi protesta non la questura"?". Così
il giorno dopo Libero (Berlusconi ci ha ascoltato sull'uso della polizia contro
gli studenti si galvanizzavano quelli del quotidiano diretto da Vittorio Feltri)
anche l'altro quotidiano edito dagli Angelucci può in prima pagina scrivere di
essere stato ascoltato dall'esecutivo. Chissà se il ministro Gelmini
smentirà se stessa e deluderà gli arancioni come ha fatto il premier con il
giornale di Feltri? Libero insulto? Vittorio Feltri si sa è uno che non le
manda a dire. Ma si può lasciare al lettore il commento personalizzato sulla
conclusione del suo commento su Libero dedicato a quello che definisce "un
proletario chic", ovvero Walter Veltroni. Una valanga di critiche, miste a
insulti e insinuazioni che finisce con due paroline due: "Mortacci
sua". Proposta: cambiamo titolo alla rubrica che state leggendo in "?
e de tu nonno"?.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Un movimento che
nasce dal basso in cui l'ideologia conta poco L'Onda anomala che fa politica ma
spiazza i partiti FABRIZIA BAGOZZI Berlusconi insiste sul tasto
"facinorosi che manifestano", e poi precisa che si riferisce ai
piccoli gruppi eterodiretti dalla solita estrema sinistra. Ma anche l'Onda
insiste: a occupare e a manifestare senza essere particolarmente facinorosa. E
così il trend è diventato il picchetto con cornetto a Roma, con brioche a
Milano, con croissant a Torino. Offerti a chi vuole entrare in facoltà con i
volantini in cui si spiegano le ragioni della protesta. Altra modalità
facinorosa di protestare: le lezioni in piazza. Ha cominciato la Sapienza a
Roma, con fisica spiegata davanti a Montecitorio, a ruota hanno seguito alcune
facoltà degli gli atenei di Palermo, Bari, Cosenza, Milano (ieri in piazza
Duomo). E sempre ieri, in uno dei tanti cortei spontanei convocati via internet
ed sms che in questi giorni attraversano l'Italia, un liceale romano (Claudio
17enne del Plauto) ha ringraziato la polizia: "Ci ha aiutato a gestire il
corteo. Noi non siamo affatto violenti e neanche abbiamo occupato la scuola,
perché sarebbe illegale". Il massimo di facinorosità si è raggiunto a
Roma, in serata, con il muro contro muro fra studenti che cercavano visibilità
sul red carpet della festa del cinema di Roma al ritmo dello slogan: "Fermiamo il decreto Gelmini" e la polizia che li ha bloccati. Un po' di tensione c'è
stata. Ma si è visto francamente di peggio. L'Onda è anomala davvero e quindi
spiazza, costringe a mettere in soffitta vecchie categorie e pregiudizi. Il
rischio di derive estreme provocato da frange minoritarie in Italia esiste
sempre, ma questo movimento finora ha dimostrato di essere un'altra
cosa, a partire dal no ai caschi in piazza detto dai manifestanti ? mamme,
ricercatori, studenti universitari, studenti medi ? del corteo di Roma di
giovedì ai duri dei centri sociali sgombrati da Alemanno. Un' Onda inedita
anche perché, dalle elementari alle medie, tiene insieme tutti i livelli di
istruzione e tutti gli attori della formazione: maestri, genitori, studenti,
rettori, presidi. Unificati dai tagli di Tremonti tradotti da Gelmini, finora si sono trovati studenti di
"sinistra" e di "destra", concetti che mai come in questo
caso si dimostrano inadeguati. "Qui i gruppi politici tradizionali
c'entrano poco ? ragiona Giovanni De Luna, docente di storia contemporanea a
scienze della formazione a Torino, dove, nel '68 fu fra i protagonisti della
rivolta ? Il tratto dominante è la spontaneità, non l'organizzazione". I
collettivi classici hanno un ruolo e tentano anche di incanalare la protesta su
binari più noti, ma non sono dominanti: "I ragazzi hanno un atteggiamento
pragmatico, concreto, che ha poco a che fare con l'ideologia. Difendono spazi
specifici, posizioni identificate. In questo sono diversi da come eravamo noi,
nel '68. Il movimento di allora partiva da dinamiche accademiche per aprire sui
grandi temi. Come tipico del '900, era centrato su un'idea di militanza totale,
sulla politica con la P maiuscola. Gli studenti che vedo oggi qui a Palazzo
Nuovo ragionano su orizzonti più definiti, più precisi. È un modo diverso di
fare la politica, sganciato, concreto, adeguato ai tempi nuovi. Evocare i
centri sociali non aiuta a capire, manda fuoristrada". Il movimento è
ancora allo stato nascente, per ora è "difficile fare previsioni, nel
senso che è difficile dire se questa è un'accensione estemporanea o se apre un
nuovo ciclo. Ciò che invece mi pare certo è che ha spiazzato i partiti della
sinistra che vivono un momento difficile. Tanto più che sono in tanti a non
voler sentir parlare di partiti". "Nel movimento di gente orientata a
sinistra ce n'è, naturalmente, ? nota Maria Pontalti, ricercatrice precaria a
Trento. "Ma non c'è solo gente di sinistra". Il sentimento
predominante, che riguarda tutti, è "quello di serrare le fila contro un
attacco alla formazione che viene percepito come sostanziale". Tutto è
cominciato dalla scuola primaria, dove c'è chi si è accorto presto che la
doppietta Tremonti-Gelmini avrebbe smantellato
"l'ossatura di una scuola primaria che è al top delle graduatorie
internazionali e che si è venuta formando in trent'anni cominciando dal
ministro Falcucci", spiega Italo Fiorin, docente di didattica alla Lumsa.
"I maestri e i genitori si sono ribellati a un intervento che va contro
una cultura pedagogica che ha radici profonde nel nostro paese, a partire dal
nodo del tempo pieno". Una protesta che ha preso le mosse dalle frange più
consapevoli, ma non per questo più politicizzate, secondo Fiorin: "La
consapevolezza nasceva dal fatto che il modello tradizionale funziona e l'hanno
sperimentato in tanti, famiglie e insegnanti. Il dissenso è partito dal basso,
il sindacato è arrivato dopo. Tant'é che i confederali scioperano a metà
novembre e i Cobas l'hanno appena fatto". Intanto il ministro Gelmini ieri ha visto gli studenti dicendo loro che il
decreto non cambia. Un giro di incontri che ha diviso le sigle studentesche
(tradizionali), quelle di destra soddisfatte, quelle di sinistra invece no. Per
loro, se il decreto non si ritira non cambia nulla. Continueranno la
mobilitazione.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
La "peggio
gioventù" di Starnone e Cotroneo oggi è "onda anomala" Il nuovo '77
non c'è. Evitiamo di crearlo FEDERICO ORLANDO Il vento dell'odio è il romanzo
di Roberto Cotroneo (Mondadori) che a settembre ci ha raccontato la storia di
due ex protagonisti degli anni '70, lei neofascista in odio al padre comunista
(spionaggio filosovietico), lui comunista in odio al padre di destra (servizi
deviati): la folle borghesia ? scrisse il Corriere della sera ? che ha creato
la peggio gioventù. Ossia il vecchio complesso di Edipo e il nuovo vangelo di
Toni Negri, passando per New York, Francoforte, Parigi, per il partito armato
combattente e il movimento di massa come placenta e copertura. Finì, dopo Moro
(1978) con gli anni Ottanta dell'Italia da bere, l'Italia stolida de "la
nave va", l'Italia senza politica e con tanti furti chiamati tangenti. La
Pantera fu l'estremo scuotimento dei giovani per riaprire un discorso politico
nella società ottusa. Quasi vent'anni dopo, oggi c'è un nuovo tentativo
giovanile di farsi sentire, "Non pagheremo i vostri conti", ci
dicono, pensando agli eredi fallimentari della contestazione sessantottina, del
terrorismo settantasettino, della notte brava del Caf (Craxi-Andreotti-Forlani)
e dei suoi eredi berlusconiani e antiberlusconiani, che nelle viscere della
società hanno guardato poco o niente, lasciando a ogni generazione l'onere ? un
po' fisiologico, un po' forzato ? di tentare un'esperienza, una via d'uscita.
La più pericolosa ? ce lo diciamo quasi tutti e quasi sottovoce ? fu quella
imboccata nel '77, la saldatura di movimento studentesco e movimento dei non
garantiti, e il suo sbocco, unico in Occidente, nella lunga guerriglia urbana,
le centinaia di morti, i lutti tutt'ora aperti. A molti italiani dev'essere
passato il ricordo di quel vento dell'odio. Solo qualche settimana fa s'è
discusso se dare o no il finanziamento pubblico al film di Renato De Maria con
Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, lui capo di Prima linea (Sergio
Segio, oggi 53 anni), che con 20 chili di dinamite apre una breccia nel carcere
di Rovigo e ne fa uscire la compagna di delitti Susanna Ronconi (oggi 57 anni).
Lo stato ha vinto, ma non convince le nuove generazioni. Non sono più quelle
studiate da Starnone, Pennac, Lodoli, somigliano in molti casi alla scolaresca
sbracata di Francois Bégaudeau (La classe), giovane insegnante a sua volta
simile ai docenti sbracati in Italia. Due minoranze con le quali troppi di noi
raffigurano realtà giovanili e professionali ben più sagge, niente a che fare
coi "rincoglioniti" di Michele Serra, tutti droga, multiculturalismo
(o razzismo), consumismo e no-future. Nasce dai migliori "onda
anomala", il bel nome che s'è dato questo movimento, per la prima volta
fatto di alunni, docenti e genitori. L'onda ? chi sa se lo sanno ? fu descritta
nel capolavoro dannunziano come la sfrenatezza della gioia, imprevedibile (e
tale si dichiara il movimento) e giocoso ("non siamo i tristi del
'68"). I poliziotti che a Milano, senza attendere da Berlusconi
l'istigazione ad eccedere, hanno manganellato i giovani "okkupanti"
della metropolitana gridando "Vi conosciamo, siete sempre i soliti",
quei poliziotti non conoscevano niente: "i soliti" sono solo i
veliti, i frombolieri della prima linea, se ci sono. Gli altri, le centinaia di
migliaia che si muovono a Milano a Roma a Firenze a Napoli e in tutta Italia,
non li hanno mai visti. Sono appena nati, sono i ragazzi del 2008. Diversi da
quelli del '68, che non si riconobbero nei fratelli di Praga schiacciati dai
sovietici ma preferirono il Che; da quelli del '77, precipitati nel paganesimo
della P38 (era il frutto dell'" immaginazione al potere". Nulla può
essere meno immaginifico del potere. Un potere guidato dall'immaginazione
anziché dalla ragione genera mostri). I ragazzi del 2008 portano in tasca non
un Libretto rosso ma il libretto universitario, o la speranza di averlo presto
e poi la laurea e il lavoro. Il loro "no" è al no-future. Neanche il
"No logo" gli interessa più, scavalcato dall'onda (questa sì
prevedibilissima perché ciclica) della crisi del capitalismo finanziario
multinazionale. Per una volta ha ragione Fuksas: "Qui non c'è alcun
movimento eversivo; ma se i giovani dovessero saldarsi col disagio sociale più
ampio ed esteso, che si sta proponendo, allora saranno dolori". Si
riprodurrebbe lo schema dell'autunno caldo del '69, ma c'è chi teme di più, e
cioè la tenaglia tra studenti e "non garantiti" del '77. È l'incubo
di chi non vorrebbe più guerre e guerriglie. Perciò Draghi suona l'allarme
sulla forbice che si divarica tra redditi sempre più alti e redditi sempre più
bassi. Un monito al feroce egoismo dei conservatori. Per ora, l'anticorpo al
nuovo '77 sta proprio nella scuola, ed è la mancanza di una cultura fatta di
ideologie allucinogene e di cattivi maestri. Nessun corso autogestito si
sceglierebbe un discorso di Fidel Castro per analizzarlo dal punto di vista
linguistico nell'ora di italiano, nell'ora di storia per i contenuti
antimperialistici, nell'ora di matematica per il calcolo delle scorte
necessarie a resistere sulla Sierra, nell'ora d'inglese per contrapporre
l'ispanico alla lingua degli yankee. Non c'è nella società la proliferazione di
Br, Nap, Potere operaio, feltrinelliani, Prima linea, Lottacontinuisti,
Lavoratori per il socialismo, coi loro riferimenti al Jackson delle Pantere
nere, al Debray prima maniera, allo Scalzone della "soggettività operaia"?
Un miscuglio che su tanti ragazzi ebbe lo stesso effetto di droga,
multiculturalismo o razzismo che travolge una parte dei ragazzi d'oggi, anch'essa una "peggio gioventù" che però, a differenza della
prima, paga la propria tristezza in solitudine, e che forse dall'onda anomala
dei compagni potrà essere lavata. Chissà se la Gelmini, chiamata a fare un mestiere non suo, riuscirà a capire che
l'umiltà sarebbe l'arma efficace nelle sue mani, se potesse e sapesse usarla.
( da "EUROPA ON-LINE" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
L ' E D I T O R I A
L E Serve una fase due anche agli studenti GIOVANNI COCCONI Una settimana di proteste in tutta Italia non è servita al movimento degli
studenti per raggiungere il primo obiettivo, il ritiro del decreto Gelmini. Anche l'offerta di dialogo
annunciata dal ministro è durata il tempo di un aperitivo. Ma la frustrazione è
una pessima consigliera. Guai a farsi prendere dalla rabbia. Che fare?
Eliminare i falsi pretesti potrebbe essere già l'inizio della ripartenza.
Da molte parti, per esempio, si chiede agli studenti di non farsi manipolare,
li si accusa di essere diventati il braccio dei baroni, lo strumento nelle mani
di coloro che della scuola e dell'università italiana non vogliono cambiare
nulla. Li si dipinge come dei conservatori, più o meno consapevoli. In buona
parte non è così ma fino ad oggi dal movimento è emersa soprattutto la voce dei
no: no ai tagli, no al maestro unico, no alle fondazioni universitarie. Tutte
buone ragioni di fronte a un governo che non sembra avere uno straccio di idea.
Ma che non bastano. Soprattutto perché molti degli studenti che oggi scendono
in piazza protestano per un futuro che non garantisce loro niente di buono, e
non solo per i tagli della Gelmini. Quanto servirà il
pezzo di carta che si ritroveranno in mano con questa laurea? Quanto servirà
studiare seriamente se questi concorsi continueranno a premiare i figli di? E
quanto serviranno questi corsi di laurea se non a fuggire all'estero o a
vincere un dottorato di ricerca pagato 800 euro? Ma allora, proprio per questo,
forse sarebbe il caso di cambiare passo, di andare oltre gli slogan, di
riempire un vuoto che il governo si è dimostrato incapace di riempire, per
incalzarlo sulle idee che potrebbero davvero cambiare la scuola e soprattutto
l'università italiana. Per esempio proponendo norme che impediscano il
familismo amorale che imperversa nei nostri atenei, lo scandaloso nepotismo che
promuove i rampolli e punisce i cognomi di chi non conta. Per esempio chiedendo
che la si smetta con i fondi a pioggia distribuiti un po' a tutti e solo per
pagare stipendi. Che si introduca la valutazione e la competizione tra gli
atenei in modo che uno non valga l'altro e quel pezzo di carta finale non conti
nulla come oggi. Che si impediscano per legge i corsi con un solo studente, che
i docenti troppo assenti vengano puniti anche con il licenziamento, che le
università sotto-casa diventino un ricordo del passato, che il numero chiuso
consenta solo a chi merita di emergere, che chi sceglie le facoltà più
difficili venga premiato anche con borse di studio più ricche. Eccetera
eccetera. Se gli studenti cominceranno a chiedere ad alta voce un'università
più efficiente, più sana e quindi più equa forse il loro sforzo non sarà stato
inutile e le loro idee non saranno sprecate.
( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
LE REAZIONI Pd in
piazza, Berlusconi all'attacco È guerra dei numeri sul corteo Il premier da
Pechino: "Da sinistra solo menzogne". Il Pdl: "Circo Massimo è
stato un flop, altro che 2 milioni" Silvio Berlusconi (Emblema) PECHINO -
"Un'opposizione che vuole fare qualcosa per il Paese avrebbe dovuto unirsi
a noi, votare provvedimenti per l'utilità comune. Ma questo non è possibile".
Silvio Berlusconi duro sulla manifestazione del Pd. Poco prima di lasciare
Pechino e a circa mezz'ora dall'inizio dei cortei dell'opposizione nella
Capitale, il premier ha attaccato la manifestazione organizzata da Walter
Veltroni, sostenendo che la sinistra che va in piazza non è democratica
("dovrà passare una generazione prima di avere una sinistra democratica da
noi") e che cerca con la manifestazione di "celare le divisioni"
che la agitano al suo interno. "SONO CONTENTO CHE NON PIOVA" -
"Si illustrano da soli, scendono in piazza ora che dovremmo essere uniti -
ha detto il premier -. Io invidio i socialdemocratici di altri paesi, mentre i
nostri questi sono e con questi dobbiamo fare i conti". Berlusconi ha
spiegato di non essere essere preoccupato dalla piazza Pd. "Sono contento
che non piova, così non possono dire "piove, governo ladro" - ha
scherzato il premier -. I leader della sinistra hanno garantito che sarà una
manifestazione serena, diamogli credito. Ma non ci sarà nessun cambiamento
nell'azione di governo e della maggioranza perché questa è una manifestazione
per uso interno alla sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per
marciare contro il governo". SCUOLA - Dalla Cina il premier ha ribadito a
più riprese che la manifestazione del Pd è stata organizzata per nascondere le
divisioni interne alla sinistra, e che "all'ultimo minuto si sono
aggrappati" alle proteste sulla scuola. Al contrario, la manifestazione
del centrodestra del 2006 fu decisa perché, dice il presidente del Consiglio, "eravamo
disperati" visto che nessuno ci ascoltava. Prima di ripartire per
l'Italia, il premier è tornato anche sui titoli della stampa degli ultimi
giorni. "Quando i giornali più importanti titolano "Berlusconi torna
indietro" questo è indegno dell'informazione" ha spiegato il premier,
che ha poi aggiunto: "Io ho detto che lo Stato deve garantire i diritti
dei cittadini, passare da qui e restringere il mio ragionamento nel titolo
"Polizia nelle scuole" è indegno". "Hanno raccontato a
Annozero delle falsità storiche" sulla scuola, ha aggiunto il premier. Per
Berlusconi "lo stanno dimostrando anche i ragazzi dell'università: noi
sull'università non abbiamo ancora detto niente, la Gelmini ha denunciato solo il fatto che
ci sono 5.500 corsi di laurea, qualcuno con un solo studente, e vi lascio
immaginare i rapporti di parentela o di affinità che esistono coi professori
incaricati. Non abbiamo detto niente e sono già qui a dimostrare, il che
dimostra l'assoluta strumentalità". CICCHITTO, CIRCO MASSIMO PUÒ
CONTENERE 300 MILA - Intanto è già guerra delle cifre sul Pd Day al Circo
Massimo. Per la Questura i manifestanti sono molti di meno di quelli annunciati
dagli organizzatori. Non due milioni e mezzo ma appena 200mila. Fabrizio
Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, afferma: "Non il sottoscritto,
ma il "Sole 24 ore" di sabato afferma, cifre alla mano, che il Circo
Massimo può contenere circa 300mila persone: per il principio
dell'impenetrabilità dei corpi, 2 milioni e mezzo di persone sono un
sogno". Comunque, conclude Cicchitto, "quello che è in discussione
non è la capacità della sinistra di organizzare manifestazioni, ma la sua
capacità di governare, che è vicina allo zero. La conferma di questa
valutazione è data dal discorso di Veltroni: un'ora di retorica e demagogia,
senza alcuna novità, originalità e proposte praticabili; dall'altro lato
l'eterogeneità della piazza, nella quale c'era tutto ed il contrario di tutto,
da Marini a Di Pietro. Capiamo che D'Alema deve fare vedere che si è
ristabilita una luna di miele tra lui e Veltroni, ma per farlo ha commesso un
eccesso di zelo". Rincara la dose Maurizio Gasparri, presidente dei
senatori del Pdl. "Le immagini riprese dall'alto certificano il fallimento
della manifestazione della sinistra. In effetti non erano nemmeno trecentomila.
Spiace e preoccupa per il bipolarismo il fatto che l'altro polo, il Pd, sia
ridotto in queste condizioni". "Dopo mesi di preparazione e spese
ingenti - dice Gasparri - un vero flop. Veltroni si dimetterà?". stampa |.
( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Di Carlo Rosso
Bankitalia: investimenti, non tagli alla scuola Nuove manifestazioni degli
studenti in preparazione dello sciopero di giovedì ROMA. Lontani da Roma e dal
grande corteo del Pd, ma non per questo a riposo. Anche ieri l'Onda si è fatta
sentire con cortei, occupazioni e elezioni in piazza in molte città italiane,
mentre sta per cominciare una settimana cruciale per il
movimento degli studenti che contestano la riforma Gelmini. La settimana culminerà giovedì con lo sciopero generale della
scuola. Studenti cui dà ieri ragione, a sorpresa, la Banca d'Italia. Per
l'istruzione, sostiene il vicedirettore Ignazio Visco, servono "interventi
importanti". Investimenti, insomma, non i tagli della Gelmini. Ieri Lotta studentesca,
associazione giovanile del movimento di estrema destra Forza Nuova, ha
annunciato di aderire alla manifestazione. Una novità enorme rispetto al
passato, alla quale sarà interessante vedere adesso come risponderanno gli
studenti. Anche ieri intanto si sono succedute iniziative un po' ovunque. A
Trieste seimila persone tra studenti universitari, delle scuole superiori,
genitori e professori e ricercatori hanno sfilato per le strade del centro
città con striscioni contro il maestro unico. Quasi contemporaneamente un altro
corteo si muoveva alla periferia di Roma, lontano dalla manifestazione del Pd,
con 2.500 studenti, mentre lezioni e assemblea in piazza si sono tenute sia a
Napoli che a Perugia. Per oggi, invece, nonostante sia un giorno festivo, a
Fisica occupata dell'università la Sapienza di Roma si terranno alcune
esercitazioni per i bambini delle scuole elementari romane. Ma continua ad
allungarsi anche l'elenco delle occupazioni. Ieri gli studenti si sono
"impossessati" delle loro scuole a La Spezia, Roma ed Enna. Ad
Agropoli, in provincia di Salerno, dopo tre giorni di corteo gli studenti del
liceo cittadino si sono incatenati al cancello della scuola. Ma il grosso delle
occupazioni deve ancora venire, e comincerà proprio da domani. Con l'inizio
delle settimana a Milano infatti è stata già annunciata una lunga lista di
scuole che verranno occupate. Fino a oggi nel capoluogo lombardo solo una
scuola risulta occupata il liceo classico Omero, Da domani invece la stessa
cosa accadrà a un altro liceo classico. Il Manzoni, agli artistici Boccioni e
Caravaggio, a gli istituti tecnici Besta, Itsos Steiner e Conti, il liceo di
scienze sociali Kandisky e lo scientifico Vittorio Veneto. Bisognerà attendere,
invece, perché alla protesta si uniscano due licei storici delle città come il
parini e il Berchet. A Roma nuovi cortei sono già stati annunciati sia per
domani, da piazza della Repubblica a piazza Venezia indetto dal liceo
scientifico Nomentano e al quale hanno già aderito numerose scuole, ma anche
per martedì e mercoledì. Per martedì pomeriggio, invece, i Cobas della scuola
hanno invitato studenti e professori a manifestare contro il decreto Gelmini davanti al Senato in coincidenza del voto sul
provvedimento. Il tutto per arrivare allo sciopero generale del 30 ottobre.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Un terzo dei docenti
di Classsico e Scientifico ha sottoscritto un documento di protesta. Striscione
a difesa della scuola all'Ipsia Pittoni Prof in rivolta, gite annullate nei licei
"Stufi di essere maltrattati dal governo". Domani volantinaggio della
Cgil SALIMA BARZANTI CONEGLIANO. Quasi tutte le gite sospese al Liceo Classico
e allo Scientifico: questa la modalità di protesta scelta da un terzo dei
docenti dei due istituti superiori cittadini. "Alla base c'è un malessere
generale, acuito dagli ultimi provvedimenti della Gelmini e dalle affermazioni di Brunetta
- dice Manlio Giubilato, professore di storia e filosofia al Classico ed ex
consigliere comunale - sospendiamo le gite, le attività extracurriculari,
quelle non previste tra i nostri obblighi". Arriva anche a Conegliano la
protesta contro gli ultimi decreti del ministro alla pubblica istruzione,
Mariastella Gelmini, che hanno coinvolto il mondo
della scuola. Tanto ha fatto parlare il ritorno del maestro unico elementare,
ma via via, tra tagli e cambiamenti, il fronte del malcontento si è allargato
arrivando al mondo accademico e anche alle scuole medie inferiori e superiori.
Una trentina di insegnanti del liceo classico e scientifico Marconi (in totale
sono circa ottanta) si stanno astenendo dalla programmazione di attività
integrative quali visite guidate e viaggi d'istruzione per diversi motivi.
"Innanzitutto - sottolinea il professor Manlio Giubilato, docente al liceo
classico - si tratta di attività facoltative, non previste dal contratto di
lavoro, poco o nulla retribuite e cariche di responsabilità accessorie, che gli
insegnanti intraprendono perché le ritengono didatticamente e pedagogicamente
formative, e nelle quali investono grandi quantità di tempo e di impegno
personale, sostanzialmente "per passione", per dedizione al loro
lavoro. La sospensione di queste attività è la risposta, volutamente simbolica,
alla campagna di stampa e di opinione che tende a dipingere gli insegnanti come
fannulloni incapaci, non aggiornati e ben pagati, nella migliore delle ipotesi
lavoratori part-time che si lamentano ingiustamente dello stipendio". E'
già "saltato" un soggiorno in Inghilterra e, per ora, non ci saranno le
tanto amate gite, soprattutto quelle di tre e più giorni, neanche in terra
italiana. "La sospensione delle attività facoltative ci risulta spesso
sgradita ed in alcuni casi particolarmente dolorosa, sia per lo scontento e la
delusione che può provocare nei ragazzi, sia e soprattutto quando interrompe o
limita delle iniziative importanti e significative - spiega il professor
Giubilato - tuttavia riteniamo ormai doveroso adottare questa forma di
protesta, che garantisce comunque all'utenza tutta la sostanza curricolare ed istituzionale
dell'offerta formativa, per segnalare il crescente disagio che proviamo di
fronte ai nuovi attacchi alla nostra dignità professionale e sociale e alla
serietà e importanza dell'istituzione in cui operiamo e in cui crediamo. E in
cui vorremmo poter continuare a credere". E' stato anche redatto un
documento, nel quale si sottolinea tutta l'amarezza per la non considerazione
verso gli insegnanti, che spesso sono additati come "la causa di tutti i
mali", mentre si trovano a lavorare con strumenti sempre più scarsi e un
trattamento economico non adeguato. "Si tratta di un disagio storico,
acuito dal decreto Gelmini e dalle affermazioni di
Brunetta - conclude Giubilato - queste sparate nel mucchio alla fine svalutano
la scuola pubblica, anche quella che funziona". Molti sono gli insegnati
dei due istituti che sono d'accordo con le motivazioni della protesta, ma non
con la modalità "operativa" di questa. Per questo alcuni non hanno
sospeso le gite, ma molti aderiranno allo sciopero generale indetto per giovedì
30 ottobre. Anche gli insegnati dell'Ipsia saranno presenti allo sciopero:
nell'istituto di via Pittoni si è tenuta un'assemblea degli insegnati proprio
in merito a questa iniziativa e all'esterno della scuola è apparso uno
striscione sindacale. Nelle scuole superiori di Conegliano, Vittorio Veneto e
di Pieve di Soligo intanto, da domani mattina, la Cgil si attiverà con
volantinaggi davanti alle scuole, dalle 7.30 alle 8.30, al momento dell'entrata
di studenti e docenti. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di spiegare le
motivazioni dello sciopero a studenti, genitori e insegnanti.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
La protesta di un
centinaio di persone. In occasione dello sciopero generale di giovedì le scuole
di Follina, Miane e Cison rimarranno chiuse Notte bianca: il
presidio fino all'alba Insegnanti, genitori e studenti assieme contro il
decreto legge Gelmini
FOLLINA. Notte bianca contro il decreto legge Gelmini. Maestre, genitori, ma anche ex alunni, studenti universitari e
ricercatori si sono ritrovati alle medie di Follina venerdì sera per un
presidio che è proseguito per fino all'alba. "Gelmini
giù le mani dai bambini" recita lo striscione fuori dalla scuola. In
occasione dello sciopero generale le scuole di Follina, Miane e Cison
rimarranno chiuse. "Insegnante unico = voto unico = pensiero unico",
"Meno tempo scuola = più tv meno opportunità", "Riduzione tempo
scuola = no possibilità di sperimentare e scoprire" queste alcune delle
equazioni scritte nei volantini affissi sulla porta d'ingresso della scuola e
sulla lavagna. Durante l'assemblea, insegnanti, genitori, collaboratori
scolastici e studenti hanno discusso del decreto legge 137 sulla scuola
primaria, ma anche di quello riguardante l'università. "C'è la volontà di
difendere il diritto allo studio - il messaggio partito dall'assemblea che si è
svolta alle medie di Follina - in una prospettiva trasversale che va dalla
scuola d'infanzia e primaria all'università". Un fronte compatto di
opposizione al ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini arriva dall'istituto comprensivo follinese. I
lavoratori aderiranno allo sciopero nazionale indetto giovedì dalle sigle
sindacali che fanno riferimento mondo scolastico, alcuni parteciperanno alla
manifestazione generale che chesi svolgerà a Roma. Per questo con una nota
della dirigenza scolastica diramata venerdì è stato comunicato che le cinque
scuole che fanno riferimento all'istituto comprensivo, le primarie e secondarie
Fogazzaro di Follina, le elementari e medie di Miane e le elementari di Cison,
il 30 ottobre rimarranno chiuse. Durante la notte bianca contro il ministro Gelmini docenti e genitori si sono mobilitati e mentre mamma
e papà discutevano della riforma, qualche bambino giocava sotto l'attenta
sorveglianza del personale. "Non eravamo certo qui per fare feste o
castagnate, smentiamo le voci messe in giro da chi non vuole sentire i problemi
della scuola - precisano maestre e genitori - non facciamo politica ma vogliamo
difendere il futuro dei nostri figli". Verso le 2 di notte c'è stata la
visita di una pattuglia dei carabinieri, in un normale servizio di pattugliamento,
anche poiché si temevano incursioni da parte di qualche oppositore al presidio.
Fortunatamente tutto è andato per il meglio e ieri mattina la scuola era di
nuovo pronta per svolgere le consuete lezioni. (Diego Bortolotto).
( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Di Jacopo Tomasi
Lezioni in piazza, Bassi bacchetta i docenti L'ironia del rettore: "Bravi,
vorrei lo stesso entusiasmo per i progetti di ricerca" "Gli
universitari? Sempre pronti a manifestazioni folkloristiche" Ma sui tagli
non si scherza: "Farò valere i nostri diritti, non possiamo pagare noi per
gli sprechi di alcuni furbetti" TRENTO. Ha vissuto questi giorni caldi in
Olanda per la conferenza dei rettori europei e al suo ritorno lo attende la
protesta degli studenti. Il rettore Davide Bassi non fa sconti a nessuno.
Punzecchia gli studenti dicendo che "sono sempre pronti a manifestazioni
folkloristiche" e che "hanno fatto confusione, strumentalizzati da
qualcuno, perché la riforma dell'università ancora non c'è". Richiama
all'ordine i docenti che hanno intenzione di fare le lezioni in piazza
chiedendo "lo stesso impegno quando bisogna vincere progetti di ricerca
europei". Rettore Bassi, la situazione è delicata. Ricorda altri momenti
così difficili? La vita del rettore non è mai semplice, ma questo momento è
particolare. La crisi economica è forte e non possiamo illuderci che un organo
importante come l'università sia immune. La crisi soffia anche su Trento, dove
75 lettori rischiano il posto di lavoro.. Se l'Università di Trento avesse
ricevuto tutto ciò che le spettava avrebbe avuto 12 milioni di euro in più
all'anno che ora non solo le permetterebbero di pagare il personale attuale, ma
addirittura di avere a disposizione risorse aggiuntive per altre assunzioni. Le
critiche dei sindacati? Mi hanno sorpreso molto. Sto cercando di far valere i
nostri diritti a Roma per risolvere il problema alla radice: le università dei
furbetti che in questi anni hanno scialacquato devono essere colpite in modo
adeguato, mentre chi come noi ha sempre avuto i conti a posto deve essere
premiato. Non c'entra la solidarietà, ma la giustizia. Gli studenti si stanno
mobilitando e martedì manifesteranno chiedendo di essere ascoltati durante il
consiglio d'amministrazione. Li accoglierà? Gli studenti sono sempre pronti
quando ci sono queste manifestazioni più o meno folkloristiche
e forse sono anche stati strumentalizzati perché una riforma Gelmini sull'università ancora non c'è.
Se vengono da me a contestare il maestro unico sbagliano indirizzo, ma se la
loro protesta sarà civile li ascolterò. Lunedì sera ci dovrebbe essere la notte
bianca a Sociologia, cosa ne pensa? Se ne sta occupando il preside Diani, è sua
la competenza dell'edificio. (al Trentino ha detto che "la facoltà
chiuderà alle 21, come sempre ndr). Diversi docenti hanno dato l'ok alle
lezioni in piazza. Mi piacerebbe che questi docenti fossero altrettanto attivi
quando si devono ottenere progetti di ricerca a livello europeo. Diciamo che
perlomeno le lezioni in piazza mi permettono di risparmiare sulla pulizia delle
aule. Con Aquis ha chiesto al governo che i tagli non siano a pioggia, quando
vi attendete una risposta? Il documento programmatico dovrebbe essere pronto a
breve. Speriamo che siano accolte le nostre richieste: finalmente in Italia non
vincerebbe chi ha fatto il furbo, ma chi si è comportato in modo serio.
( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Domani la
"maratona didattica" Scatta la notte bianca. Martedì il corteo in via
Belenzani TRENTO. Quella di ieri è stata un'altra giornata
di lavoro organizzativo per il Comitato No Gelmini in attesa delle giornate clou di domani e martedì. Domani a
Sociologia ci sarà una "maratona didattica" con lezioni
"parallele" organizzate dagli studenti e da un gruppo di professori.
Si partirà alle 9.30 con la lezione su "Istruzione e neoliberismo"
tenuta dai docenti Cobalti e Barone. Poi Rutigliano parlerà di
"Università e mobilitazione studentesca", mentre Barbieri farà un
excursus sull'università italiana negli ultimi 10 anni. Nel pomeriggio altre
lezioni, alcune in sede altre in piazza, tenute da Bruni e Tosini ed alle 16 ci
sarà l'assemblea straordinaria di facoltà con docenti e ricercatori, prima
della "notte bianca". Altre iniziative si terranno anche a Lettere e
Giurisprudenza. Martedì invece è il giorno del corteo al quale prenderanno
parte universitari e studenti delle superiori. Si partirà da Sociologia (piazza
Venezia) alle 12.30 e si toccheranno tutte le facoltà della città (Lettere,
Giurisprudenza, Economia) passando per il centro storico prima di arrivare
verso le 15 davanti al rettorato di via Belenzani per presentare il documento
al Cda. Domani alle 20.30 a Sociologia è invece in programma l'assemblea di
dottorandi e dottori di ricerca dell'ateneo trentino. (j.t.).
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
I
genitori pronti al sit-in contro la Gelmini, il Comune li
appoggia SARMEDE. Protestano i genitori che mandano i figli alla elementare
"Giovanna Faè" a Montaner, perché il decreto Gelmini potrebbe
chiudere il plesso, frequentato da 46 alunni, quindi sotto la soglia dei 50
previsti dalle nuove direttive. Ieri in municipio una ventina di genitori è stata
ricevuta dal sindaco Eddi Canzian e dal vice Sergio Gallo. "Siamo dalla
parte dei genitori - afferma l'assessore alla pubblica istruzione Gallo -.
Hanno ragione a protestare, perché l'eventuale chiusura della scuola di
Montaner non ha senso, porterebbe solo disagi a bambini, genitori e insegnanti.
Se vogliamo ragionare con i numeri, le nostre proiezioni ci dicono che
nell'anno scolastico 2009-2010, gli iscritti saranno circa 52 o 53, quindi
ampiamente dentro quello che viene indicato come numero base per mantenere il
servizio. La scuola di Montaner è ottima e svolge un eccellente lavoro, serve
un'utenza che abita in una zona collinare e viene incontro alle esigenze dei
genitori. Un accorpamento con Sarmede non è nemmeno pensabile, perché non c'è
posto". Sindaco e vice sindaco ieri hanno deciso che la questione verrà
affrontata in uno dei prossimi consigli comunali. Domani invece Canzian e Gallo
incontreranno il presidente della Provincia Muraro e alcuni assessori
provinciali. I genitori intanto sono decisi a continuare la protesta, non
escludendo sit-in davanti alla scuola. S.R.
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Da Bottacin a
Quarello, dalla Tocchetto a Tonella: tutti insieme a Veltroni alla
manifestazione che ha radunato più di due milioni di persone La Marca del Pd
sfila al Circo Massimo Mille trevigiani ieri a Roma per la marcia contro il
governo Berlusconi "Questo esecutivo non lavora per l'Italia"
"Siamo al Circo Massimo per dire basta a questo governo". Nelle
parole di Antonella Tocchetto, consigliere del Pd di palazzo dei Trecento, c'è
tutta la rabbia e la voglia di cambiare del popolo del centrosinistra. E
l'entusiamo dei mille trevigiani, da Bottacin a Quarello, arrivati ieri a Roma
per marciare contro il governo Berlusconi. Cinque corriere zeppe, altri 200
militanti in treno, molti di più a bordo di mezzi propri, partiti tra venerdì e
sabato mattina: ieri il popolo del Partito democratico di Marca, ma non solo,
ha pacificamente invaso Roma insieme a gente proveniente da tutta Italia per
gridare tanti "no": al maestro unico e ai tagli all'università della riforma Gelmini, al lodo Alfano, "all'accentramento dei poteri del governo
Berlusconi e alla sua incapacità di far fronte alla crisi economica in
atto". Un Paese che sta diventando sempre più povero, dicono quelli del
Pd, ha bisogno di scelte diverse da quelle messe in cantiere da Popolo della
Libertà e Lega Nord. Un corteo coloratissimo, stimati più di due milioni
di persone. Gente di tutte le età e professioni, pensionati con la minima e studenti
preoccupati del futuro, con a capo Walter Veltroni e gli altri leader nazionali
del Partito democratico, da Bersani alla Bindi. La Marca era rappresentata a
dovere, ieri pomeriggio al Circo Massimo, tra politici e amministratori. Uno
dei gruppi trevigiani, arrivato nella Capitale, si è subito unito al gruppo
bolognese di Cofferati marciando insieme, c'era anche la Tocchetto, consigliere
del capoluogo, con il consigliere regionale del Pd Diego Bottacin e
amministratori locali come il sindaco di Cappella Maggiore Mariarosa Barazza. E
a Roma erano presenti anche Luca Musumeci, del gruppo organizzativo del Pd
trevigiano, Giovanni Tonella, altro consigliere comunale di palazzo dei
Trecento, portavoce del Pd e filosofo, ma anche tanti semplici sostenitori. E
non poteva mancare Enrico Quarello, segretario provinciale del Partito
democratico: "E' una grande festa. E' ora di cambiare registro in questo
nostro Paese".
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
La Chiesa attacca le
"classi separate" Vita del popolo: s'impara insieme, anche la lingua,
nelle relazioni tra bimbi La Diocesi di Treviso dice un secco no alle
"classi ponte" per bambini stranieri proposte dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. E lo fa attraverso il suo organo d'informazione, "La vita
del popolo" che cita, al contrario le felici esperienze d'integrazione tra
bimbi italiani e stranieri. Una mozione approvata dal Parlamento nei giorni
scorsi propone classi separate per insegnare l'italiano agli alunni stranieri:
ne sono nate proteste e polemiche. Secondo il bisettimanale diocesano
"quello dell'integrazione scolastica di chi conosce poco la nostra lingua
è un effettivo problema anche nel nostro territorio, dove in alcuni stranieri
si raggiunge anche il 50 per cento di alunni figli di immigrati. Tuttavia, già
da tempo il mondo della scuola si è organizzato, senza prevedere provvedimenti così
drastici. anche perchè, avvertono gli esperti, la lingua si apprende nelle
relazioni. Non mancano così felici esempi di integrazione". La proposta
nasce da una maozione della Lega sull' accesso degli studenti stranieri alla
scuola dell'obbligo, di cui era primo firmatario il capogruppo della Lega
Roberto Cota. Il testo di maggioranza è passato con 265 sì, 246 no e un
astenuto. La mozione approvata a Montecitorio impegna il governo, fra l'altro,
"a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di
ogni ordine e grado, favorendo (nel testo originario era autorizzando) il loro
ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione; a
istituire classi ponte che consentano agli studenti stranieri che non superano
le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della
lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle
classi permanenti; a non consentire in ogni caso ingressi nelle classi
ordinarie oltre il 31 dicembre di ciascun anno".
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Sei miliardi a disposizione.
L'orgoglio riformista nel discorso al popolo del Circo Massimo Veltroni:
governo inadeguato, le tasse crescono E chiede di tagliare l'Irpef sulle
tredicesime. "Il decreto Gelmini va ritirato" "Un'altra Italia è possibile e la faremo
insieme. Il Paese è migliore di chi ora lo dirige" ANDREA PALOMBI ROMA.
"L'Italia è migliore della destra che la governa". Walter Veltroni lo
ripeterà come un refrain nel suo intervento-fiume di fronte alla marea che
riempie il Circo Massimo. Un intervento duro, quello che il segretario
pronuncia come un sospiro di sollievo, come una boccata d'ossigeno che l'enorme
manifestazione ora gli consente dopo mesi di amarezze. D'Alema concorda:
"C'è un cambiamento di clima, l'idillio con Berlusconi, l'effetto narcotico,
sta finendo. Oggi tutti si rendono conto che il Pd è un partito più
forte". Veltroni non risparmia colpi contro un governo "totalmente
inadeguato" ad affrontare la crisi economica e le riforme
"necessarie" per il paese. E ribadisce anche le proposte del Pd. Per
disegnare l'orizzonte dell'alternativa perché le cose possono cambiare.
"Un'altra Italia è possibile e la faremo insieme", assicura infatti
chiudendo il suo discorso. "L'Italia della legalità e non della furbizia.
L'Italia della responsabilità e non dell'interesse personale. L'Italia del
merito non dei favori. L'Italia della solidarietà non dell'egoismo. L'Italia
dell'innovazione non della conservazione". Fra le proposte concrete, una
immediata, per fronteggiare la crisi finanziaria e lo spettro della recessione.
"Chiediamo di ridurre, a partire dalla prossima tredicesima, il peso delle
tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a
questa misura 6 miliardi di euro, in un insieme di interventi che valgono lo
0,5 per cento del Pil. E' un intervento rilevante - assicura Veltroni - ma
sostenibile per le finanze pubbliche risanate dall'azione di un uomo che quando
governava pensava al Paese e non a se stesso: Romano Prodi". Dove sono i
tagli di tasse promessi e sbandierati da Berlusconi?, chiede poi. "Dov'è
finita la promessa di portare le tasse sotto il 40 per cento? La verità è che
le tasse stanno aumentando. Voglio ripeterlo: le tasse stanno aumentando con
questo governo proprio in una fase di recessione, quando si dovrebbe consentire
a chi ha redditi medi e bassi di poter aumentare i propri consumi".
Veltroni attacca a fondo la "cultura" creata dalla destra, quella del
"vuoto". "Non le interessa la scuola - dice - perché per loro la
scuola è la televisione. Quel vuoto lo avete alimentato con la vostra cultura
dell'individualismo e dell'egosimo per il fastidio per ogni regola
morale". Attacca l'alzata di spalle di Berlusconi che rispose che
"non aveva tempo da perdere" di fronte a chi gli chiedeva se si
considerava o meno antifascista. Ribadisce la solidarietà al movimento degli
studenti e chiede al governo di ritirare il decreto Gelmini
e di aprire un confronto con tutte le parti interessate. Replica agli attacchi
di Berlusconi sottolineando il carattere "pacifico, sereno e democratico"
della manifestazione e avverte il premier: "La democrazia non è un
consiglio di amministrazione". Attacca quindi Berlusconi per la sua
minaccia di usare la polizia contro gli studenti, ma anche per la sua smentita
del giorno dopo. "Perché - chiede - un'alta carica istituzionale si può
permettere sistematicamente di negare ciò che è evidente, ciò che per giorni le
Tv hanno ritrasmesso, sbugiardando l'ennesima smentita?". E perchè,
aggiunge, mentre la crisi finanziaria infuria, Berlusconi si sente autorizzato
a consigliare di comprare queste o quelle azioni o annunciare che i mercati
saranno chiusi, venendo poi smentito anche dalla Casa bianca? "Se
l'avessero fatto Gordon Brown o Angela Merkel sarebbe successa una catastrofe -
sottolinea poi - siccome nel mondo sanno chi è, non è successo niente".
( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Migliaia di bandiere
e slogan: "Noi al Circo Massimo, Silvio al massimo al circo" ROMA.
"Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la
firma del gruppo Venturina, provincia di Livorno, uno dei cartelli più ironici
preparati dai militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma come un fiume in
piena. Due milioni e mezzo di persone a sentire gli organizzatori, arrivate da
ogni angolo della penisola. Una risposta oceanica, un mare di bandiere che
hanno attraversato la città da piazza dei Partigiani e piazza della Repubblica
per riunirsi al Circo Massimo e dire basta al governo Berlusconi, ai tagli di
Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte
le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare
nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni,
dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla
Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo. Gente comune, mica no global.
Impiegati, insegnanti, pensionati, professionisti, operai, precari licenziandi,
cassintegrati, famiglie con zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella
carta stagnola. Quasi tutti over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due
cortei gemelli hanno sfilato pacati e imponenti, aperti da un grande striscione
con una citazione del senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco
scomparso: "Abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà
conquistate per i nostri figli, per i nostri nipoti, di conservarle,
valorizzarle, difenderle". Tra la folla che si incanala lungo via Cavour,
il corteo più nutrito, spicca una parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono
Piero Fassino e Anna Finocchiaro. Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter
Veltroni, invece, fa la spola tra i due cortei. E quando arriva la gente lo
accoglie con un boato. "Walter ci siamo tutti", gli grida un
manifestante della sezione Pd del Prenestino mentre la folla inizia a scandire
lo slogan "Chi non salta Berlusconi è", fin quasi a far tremare
l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la folla invoca unità e acclama
Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei meglio di Clooney", urla
qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non dà problemi al rodato servizio
d'ordine del partito. I cortei sfilano disciplinati tra migliaia di bandiere
del Pd, ritmati dal suono dominante di fischietti e tamburelli. Qualche gruppo
intona "Bella ciao", altri optano per l'inno di Mameli. C'è anche uno
striscione con la scritta "Barack Obama". I ragazzi che lo tengono
issato per le strade del centro hanno una maglietta che è una dichiarazione di
voto a favore del senatore nero dell'Illinois, candidato democratico alla Casa
Bianca: "Americans in Italy for Obama". Qualcuno innalza un cartello
artigianale scritto a pennarello: "Disintossicatelo". Tanti indossano
una maglietta verde dove si legge che "il futuro dei bambini non fa rima
con Gelmini". Altri giovanissimi che sono in
piazza per la prima volta e rifiutano etichette di partito al ministro della Pubblica
Istruzione hanno invece dedicato un santino: "Beata Ignoranza". Più
degli studenti, però, stavolta sono gli anziani e i pensionati. "Niente
inciuci. Il portafoglio è vuoto", ammonisce un cartello. "25 aprile,
1º maggio, 2 giugno", ricorda un altro striscione. (n.a).
( da "Trentino" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Migliaia di bandiere,
striscioni e slogan ironici contro il premier Caustici i toscani: noi al Circo
Massimo, Silvio al massimo al circo La folla grida a D'Alema: sei meglio di
Clooney" ROMA. "Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al
circo". Porta la firma del gruppo Venturina, provincia di Livorno, uno dei
cartelli più ironici preparati dai militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma
come un fiume in piena. Due milioni e mezzo di persone a sentire gli
organizzatori, arrivate da ogni angolo della penisola. Una risposta oceanica,
un mare di bandiere che hanno attraversato la città da piazza dei Partigiani e
piazza della Repubblica per riunirsi al Circo Massimo e dire basta al governo
Berlusconi, ai tagli di Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame,
ai lodi salvapotenti e a tutte le mafie. I treni speciali e gli autobus di
linea hanno cominciato ad arrivare nella capitale alle prime luci dell'alba.
Delegazioni da tutte le regioni, dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla
Sicilia, dall'Emilia Romagna alla Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo.
Gente comune, mica no global. Impiegati, insegnanti, pensionati,
professionisti, operai, precari licenziandi, cassintegrati, famiglie con
zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella carta stagnola. Quasi tutti
over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due cortei gemelli hanno sfilato
pacati e imponenti, aperti da un grande striscione con una citazione del
senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco scomparso: "Abbiamo il
dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà conquistate per i nostri
figli, per i nostri nipoti, di conservarle, valorizzarle, difenderle". Tra
la folla che si incanala lungo via Cavour, il corteo più nutrito, spicca una
parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono Piero Fassino e Anna Finocchiaro.
Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter Veltroni, invece, fa la spola tra
i due cortei. E quando arriva la gente lo accoglie con un boato. "Walter
ci siamo tutti", gli grida un manifestante della sezione Pd del Prenestino
mentre la folla inizia a scandire lo slogan "Chi non salta Berlusconi
è", fin quasi a far tremare l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la
folla invoca unità e acclama Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei
meglio di Clooney", urla qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non
dà problemi al rodato servizio d'ordine del partito. I cortei sfilano
disciplinati tra migliaia di bandiere del Pd, ritmati dal suono dominante di
fischietti e tamburelli. Qualche gruppo intona "Bella ciao", altri optano
per l'inno di Mameli. C'è anche uno striscione con la scritta "Barack
Obama". I ragazzi che lo tengono issato per le strade del centro hanno una
maglietta che è una dichiarazione di voto a favore del senatore nero
dell'Illinois, candidato democratico alla Casa Bianca: "Americans in Italy
for Obama". Qualcuno innalza un cartello artigianale scritto a pennarello:
"Disintossicatelo". Tanti indossano una maglietta verde dove si legge
che "il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini".
Altri giovanissimi che sono in piazza per la prima volta e rifiutano etichette
di partito al ministro della Pubblica Istruzione hanno invece dedicato un
santino: "Beata Ignoranza". Più degli studenti, però, stavolta sono
gli anziani e i pensionati. "Niente inciuci. Il portafoglio è vuoto",
ammonisce un cartello. "25 aprile, 1º maggio, 2 giugno", ricorda un
altro striscione. (n.a).
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Il Pd fa il pieno al
Circo Massimo Veltroni: "Un'altra Italia è possibile" "Siamo più
di 2 milioni e mezzo". Guerra di cifre con la questura GIOVANNA CASADIO ROMA
- Prima arriva il rombo, gli slogan, i fischietti, la musica e poi
s'intravedono i cortei. Una fiumana di gente. Quando la banda di Piazza
Vittorio ha finito di recitare "la storia siamo noi, nessuno si senta
offeso..." e Walter Veltroni si avvia verso il podio che ha voluto ad
altezza di popolo, ancora non si capisce quanti fanno fatica ad entrare
nell'area attorno al Circo Massimo. Un grande catino che trabocca e che Achille
Passoni, "mister tre milioni" - l'uomo che organizzò la manifestazione
sindacale di Cofferati nel 2002, quella dei tre milioni in piazza - quantifica
in "due milioni e mezzo". Secondo i dati della Questura sono 200
mila. è scontro sulle cifre, un botta e risposta polemico. Comunque, ciascuno
può guardare le immagini e farsene un'opinione. E Veltroni, il leader di un Pd
che ha portato in piazza tanta gente, prende un paio di volte fiato,
emozionato, prima di cominciare a parlare per dire "grazie, grazie, grazie
per questa meravigliosa pagina di democrazia" e poi, concludere:
"L'Italia è migliore della destra che la governa, ma un'altra Italia è
possibile e la faremo insieme". Sulle note dell'Inno di Mameli e dei primi
fulmini che annunciano pioggia, il popolo dei Democratici - che dà del "bugiardo" a Berlusconi,
dell'"asina" alla Gelmini, dello "scissohands" a Tremonti ma non grida al regime
- va via soddisfatto. Commenti: "Forse potevamo farla prima, però meno
male che l'abbiamo fatta", tiene stretto lo striscione Mara Feletti da
Sesto San Giovanni. Chi scherza: "Niente paura, San Walter ci protegge...
dalla pioggia". Rosy Bindi tra la folla: "Un po' di passione politica
fa bene". Veltroni tocca le corde della piazza-kolossal nelle stoccate
contro Berlusconi. "L'Italia signor presidente del Consiglio, è un paese
antifascista...La democrazia non è un consiglio di amministrazione - alza i
toni - Il problema è che il governo Berlusconi è totalmente inadeguato a
fronteggiare la gravissima crisi che stiamo vivendo... Avete creato la cultura
del vuoto, dell'individualismo, dell'egoismo. Con il vostro fastidio per ogni
regola morale. Non vi interessa la scuola perché la vostra scuola è la
televisione". A proposito di scuola, il segretario del Pd fa una proposta:
"Il governo ritiri o sospenda il decreto attualmente in discussione in
Parlamento, modifichi con la Finanziaria le scelte di bilancio fatte con il
decreto e avvii un confronto con giovani, studenti, famiglie, docenti. Fissando
un tempo". Cinquantacinque minuti di discorso, tanti applausi, uno lungo
per Romano Prodi che Veltroni definisce "l'uomo che quando governava
pensava al paese e non a se stesso". Attacchi e proposte. Come quella
sulla tredicesima: "Riduciamo a partire dalla prossima il peso delle tasse
sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. Proponiamo di destinare a questa
misura sei miliardi di euro". Parla contro il razzismo, dalla piazza
vengono sciolti decine di palloncini colorati: "L'Italia non sarà mai
razzista. Fa rabbrividire la mozione della Lega sulle classi differenziate per
i bambini stranieri". Rivendica il ruolo dell'opposizione: "è indice
della mentalità sottilmente e pericolosamente illiberale pensare che in una
democrazia non bisogna disturbare il manovratore". Elenca le tre tossine
inoculate dal Pdl al paese: "Un'idea monca di libertà; lo scetticismo vero
l'Europa; il primato della finanza creativa e più cinica possibile". Lo
applaude la nomenklatura del Pd schierata alle sue spalle sul mega palco del
concerto. D'Alema dichiara: "è finito l'idillio di Berlusconi con il
paese".Rutelli commenta: "è qui la voce dell'Italia che vuole
crescere". Fassino in corteo, è accolto da applausi. E Franceschini e
Fioroni, soddisfatti: "Berlusconi è patetico e impaurito". C'è in
piazza anche Armando Cossutta, lo storico leader della sinistra e i Verdi.
Antonio Di Pietro, l'alleato ormai ex, per un giorno rappacificato.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Commenti IL CAOS
CALMO DELLA RABBIA RIFORMISTA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Alle tre del
pomeriggio gli organizzatori sono già convinti che il milione sarà superato, ma
si tengono prudenti per non sparare cifre troppo distanti da quelle che saranno
date dalla questura. La mobilitazione della gente è comunque imponente per
quantità e per passione, per rabbia e per voglia di stare insieme. Direi anche
per orgoglio. Il Circo Massimo è lambito dalle Terme di Caracalla e sovrastato
dal Settizonio e dalle Case dei Cesari. "La Dea Roma qui dorme"
scriveva il poeta delle Odi Barbare negli ultimi anni dell'Ottocento. Anche
quelli erano anni di crisi, di scandali, di scontro vivace di opinioni e di
moti di piazza. Le plebi, come allora erano chiamate, erano arrabbiate e il
governo, come spesso capita, faceva sfoggio di un decisionismo che decideva
soltanto di mostrare i denti e il bastone dei poliziotti. Qualche volta ci
scappavano i morti e allora erano guai seri. Venerdì le Borse hanno preso
un'altra scoppola. Leggo sul giornale la cifra delle perdite, specie sulle
piazze europee. Non sono tanto i timori sulla consistenza delle banche quanto
la paura della recessione che sta dilagando. Mentre torno a casa dove seguirò
il discorso di Veltroni dalla televisione incrocio gli studenti che vengono
dall'Università. A giudicare dai cartelli e dagli slogan sono i più arrabbiati
di tutti. Umiliati e offesi. Ma qui, stamattina, tutti quelli che ho incontrato
in questo lungo giro per la città mostrano rabbia e orgoglio. Non ho visto
differenze di condizione, di foggia, di atteggiamenti. M'è sembrata una massa
di popolo che ha deciso di alzarsi in piedi e di muoversi. Rientrare sulla
scena, confermare una baldanza, riprendere il posto che le spetta, non farsi
abbindolare dai pifferai di qualunque estrazione. Se fino a ieri c'era nel
paese una maggioranza silenziosa che gonfiava le cifre dei sondaggi ogni volta
che sentiva pronunciare la frase "tolleranza zero", direi che ora la
situazione sta cambiando. I disagi e le paure della crisi mordono ormai la
carne viva dei lavoratori, dell'enorme massa del ceto medio, dei vecchi
pensionati e dei giovani studenti e precari. La maggioranza silenziosa si sta
sfarinando in una serie di minoranze parlanti e protestanti che hanno bisogno
d'una guida capace di unificare i loro diversi interessi lesi in valori comuni.
Non si fidano della politica ma, più o meno consapevolmente, chiedono uno
sbocco politico che dia rappresentanza alla loro rabbia e la trasformi in
concreta proposta. Molti osservatori si chiedono se la rabbia di piazza sia
compatibile col riformismo, ma la risposta viene dalle centinaia di migliaia
che occupano le strade di questa giornata e dai milioni che solidarizzano con
loro attraverso i teleschermi: la rabbia è la molla che innesca il meccanismo
della proposta alternativa, dello sbocco politico e politicamente rappresenta
la protesta popolare e la sua partecipazione. * * * La proposta economica
anzitutto, perché è quella la ferita più crudele nel corpo della società:
milioni di famiglie cadute in povertà e milioni di famiglie in pena perché
stanno per caderci. Governi e istituzioni internazionali si sono accorti
soltanto ora che la crisi finanziaria e bancaria si sarebbe trasformata
inevitabilmente in recessione. Cinque mesi di tempo prezioso sono stati perduti
dietro a rimedi fallaci e a colpevoli depistaggi verso falsi obiettivi. Eppure
le cause della crisi erano evidenti: una caduta della domanda e per conseguenza
un crollo degli investimenti in tutto l'Occidente. Per cinque mesi sono state
perseguite in Europa con opaca testardaggine politiche restrittive mentre era
chiaro che sarebbe stato necessario sostenere redditi e consumi e stimolare
investimenti. Il taglio degli sprechi è diventato un taglio massiccio della
spesa effettuato alla cieca, aprendo la porta alla deflazione. Quando il prezzo
del petrolio crolla in tre mesi da 147 a 65 dollari obbligando i paesi
produttori a diminuire la produzione del 20 per cento; quando l'oro dai picchi
raggiunti diventa improvvisamente invendibile; quando il valore degli immobili
si dimezza mentre i listini delle Borse perdono in un mese il 40 per cento
della loro consistenza capitalizzata; quando le assicurazioni e i fondi
d'investimento non riescono a far fronte ai premi da pagare e ai riscatti da
soddisfare; quando le navi-container restano ferme nei porti per mancanza di
clienti e di merci da trasportare; quando la catastrofe dell'economia reale
assume queste dimensioni, è chiaro che non siamo in presenza d'una perversa
fatalità bensì di gravissimi errori umani commessi per superficialità e
imperdonabile dilettantismo, disprezzo degli interessi delle persone e dei ceti
sociali, idolatria del mercato ideologizzato, conformismo all'icona del
"valore tutto e subito", al vitello d'oro del profitto purchessia. Il
nostro paese non è stato esente da siffatti errori, anzi se ne è fatto
baldanzoso sostenitore. In questi ultimi cinque mesi che coincidono con i primi
cinque mesi del governo Berlusconi-Tremonti, siamo stati i primi in questa
classe di asini. Non i soli ma certo i più convinti e pertinaci, i più iattanti
e autoreferenti. Hanno colpito alla cieca interessi e categorie prendendo di
mira le opere più necessarie allo sviluppo e i ceti socialmente più deboli.
Emma Marcegaglia, in un soprassalto d'intelligenza suscitato dall'aggravarsi
della situazione, interrogata sul disagio nelle scuole
causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma,
esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di
Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto
più delicato che vi sia in una qualsiasi società. Riformare la scuola
media e superiore, riformare l'Università dopo due o tre tentativi malfatti o
non portati a termine è necessario ma la Gelmini non
ha proposto alcuna riforma, ha soltanto recepito dal ministro dell'Economia un
canestro di tagli che devasteranno la scuola elementare e media. La risposta al
disagio verrà data dalle questure? Noi speriamo che le questure siano più
ragionevoli del ministro Gelmini e di chi la sostiene.
Qualche segnale in questo senso si è avuto, ma certo la pressione del potere
cresce, la tolleranza zero si fa valere. Questa volta non colpirà soltanto gli
studenti ma le famiglie che partecipano con i loro figli a questo disastro
politico. * * * Il momento più emozionante avviene quando nel catino del Circo
Massimo arriva la fiumana dei due cortei provenienti dal piazzale Ostiense e da
piazza della Repubblica. Le postazioni televisive che seguono l'allegra marcia
punteggiata da striscioni e bandiere segnalano che la coda di quel popolo in
marcia è ancora ferma nelle due piazze di raccolta, il grosso si snoda come un
serpentone gigantesco che sommando i due itinerari supera i quattro chilometri.
Gli organizzatori sono molto prudenti nel valutare la consistenza numerica di
quella marea di folla in movimento ma ora azzardano una stima di due milioni.
Alla fine arriveranno a due milioni e mezzo valutando non tanto la capienza del
Circo Massimo e delle alture che gli stanno intorno quanto le strade adiacenti
interamente occupate. Chi segue le dirette televisive ed ha sotto gli occhi la
visione panoramica complessiva capisce che quella stima è molto vicina alla
realtà. In mezzo al fragore di questo popolo arrabbiato ma festante, alle
cinque Veltroni comincia il suo discorso che durerà quaranta minuti. Dice
parole che corrispondono a quelle che il popolo intorno a lui voleva sentire:
la rabbia e la ragione, l'ispirazione politica e le proposte concrete, il
sentimento dello stare insieme e l'identità di una forza politica che ha
cancellato le provenienze storiche e si è immersa nel futuro come suggerisce la
frase di Vittorio Foa scritta a grandi lettere sul palco della manifestazione.
Dopo il discorso del Lingotto di Torino, quello di oggi segna la vera nascita
del Partito democratico. Sono passati appena cinque mesi dalla sconfitta
elettorale, un tempo molto breve per un partito che aveva affrontato le
elezioni dopo appena due mesi dall'insediamento del suo nuovo gruppo dirigente.
Chi ha criticato il vertice di questo partito perché in un tempo così breve non
ha raggiunto risultati migliori dimostra di non conoscere i meccanismi, i
tempi, le difficoltà della nascita politica e organizzativa in una società
schiacciata dai disagi del presente e dalla paura del futuro. Quanto abbiamo
visto ieri dà fiducia. Un popolo responsabile, una sinistra nuova e pensante,
una visione lucida del bene comune. Un'identità conquistata, la voglia di unità
e di partecipazione. La speranza che tra nove giorni vinca Obama. La partita è
aperta. Se sarà continuata fino in fondo con coerenza il risultato di avere
un'opposizione ampia e ferma, calma e determinata, sarà un arricchimento di
grande valore per l'intera democrazia italiana.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca
Il caso Recita anti Gelmini in quinta elementare copione ai
carabinieri La denuncia di quattro consiglieri del Pdl a Bracciano, alle porte
di Roma VITERBO - Bimbi di una quinta elementare costretti ad imparare a
memoria una recita anti Gelmini. Lo denunciano quattro consiglieri
del Popolo della libertà del Comune di Bracciano, in provincia di Roma, che hanno
consegnato il copione della recita ai carabinieri "affinché accertino se
nei contenuti del copione siano ravvisabili illeciti penali". Nel mirino
degli esponenti Pdl - Armando Tondinelli, Graziella Bernardini, Patrizia
Riccioni e Luigi Chirico - gli insegnanti della V B della scuola primaria
Tittoni. "Il contenuto del testo - sostengono i quattro consiglieri - non
rispecchia i fini della scuola, è fuorviante dal contesto didattico cui un
insegnante dovrebbe attenersi ed oltretutto è altamente politicizzato. Inoltre
comprende offese nei confronti delle istituzioni e di chi le rappresenta ed è
finalizzato ad influenzare minori affidati dalle famiglie alla scuola". I
consiglieri sostengono anche che a tutti i bambini che frequentano l'istituto
sia stato consegnato dalle insegnanti un volantino indirizzato ai genitori,
contenente l'invito a partecipare al corteo che si svolgerà domani a Bracciano
contro il decreto Gelmini. Nel copione recitato dagli
scolari, accusano i quattro esponenti del Pdl, la Gelmini
viene rappresentata prima come un ministro svagato, che alla richiesta di
Tremonti di effettuare tagli mostra a lui e al premier dei modelli di divise a
mo' di sfilata di moda. Poi, quando Berlusconi nel copione le obietta che
"deve tagliare posti di lavoro, eliminare classi e scuole" al
ministro dell'Istruzione viene fatto rispondere dagli autori: "Oh, bastava
dirlo più chiaramente. E che ci vuole? Anzi, dato che ci siamo, perché non
tagliare proprio a metà le stesse scuole? Si possono dimezzare le aule
necessarie facendo fare banchi a castello, così si mettono più bambini nello
stesso locale".
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca E i fisici
della Sapienza scesero in trincea "Così la ricerca fa crac" Nella
scuola di Fermi l'epicentro della protesta "Con questo governo oggi
Einstein sarebbe un precario o un fannullone" "Qui non si investe
più, i giovani fuggono, in futuro la scienza sarà indiana e cinese" BEPPE
SEBASTE ROMA - Nel moltiplicarsi delle occupazioni, la didattica delle
università non si è affatto bloccata. Al contrario si è trasferita nella città,
fuori dagli steccati accademici. è pubblica, come il sapere che si vuole
difendere. A Roma, come in altre città d'Italia, è in corso un grande
democratico festival culturale, e le piazze sono teatro di lezioni en plein
air. Una delle più emozionanti è stata sicuramente quella dei fisici della
Sapienza, in piazza Montecitorio: un migliaio di studenti ad ascoltare la bella
lezione del professor Giovanni Jona-Lasinio, studioso di fisica delle
particelle, che con l'altro grande fisico italiano Nicola Cabibbo, pioniere
nello studio dei quark e Nobel mancato. Segue la lezione di un altro grande
fisico, Giorgio Parisi, docente di Calcolo delle probabilità. Parisi affascina
percorrendo la maturazione delle idee di Einstein tra quantistica e relatività,
ma entusiasma dichiarando che oggi, con questo governo, "Einstein sarebbe
un precario, magari un fannullone che si sollazza nell'elaborare teorie invece
di lavorare". E invita gli studenti a "resistere a questo governo di
barbari che sta distruggendo la nazione, e misconosce la Costituzione sulla
promozione della ricerca scientifica, la libertà d'insegnamento e il diritto al
lavoro". La protesta è contro un economicismo miope che non sa valutare
gli investimenti a lunga scadenza, e con essi l'educazione e la ricerca; una
sorta di "guerra contro l'intelligenza", una politica ispirata dal
misconoscimento verso ciò che a torto è giudicato improduttivo, come
l'educazione e la cultura. "Costringere i giovani che studiano con
passione a cercare lavoro all'estero significa per l'Italia negarsi il
futuro", dice Parisi. La facoltà di Fisica della Sapienza è un
osservatorio privilegiato. Durante l'occupazione si è svolto il convegno
internazionale su Edoardo Amaldi nel centenario della nascita. Amaldi, già del
gruppo di via Panisperna, fondatore della fisica del dopoguerra, dell'Istituto
nazionale di fisica nucleare e tra i primi direttori del Cern di Ginevra, è un
po' il maestro di tutti. All'apertura della conferenza gli studenti hanno letto
un documento in inglese dove si ricorda come Amaldi avesse sempre insistito nel
considerare la ricerca un investimento pubblico necessario, non un onere: poiché
senza ricerca non vi sarebbe sviluppo alcuno. Lo ricorda Carlo Bernardini, ex
direttore del dipartimento di Fisica del Cnr, che con gli altri colleghi è
stato commosso dalla pacatezza di quel testo. "è evidente - dice - che
tagliare i fondi, aumentare le tasse, annientare l'università pubblica vuol
dire uccidere la civiltà. Gli economisti che hanno ispirato il governo non
capiscono che per un'università di qualità serve investire sulla ricerca.
L'India e la Cina lo fanno, in futuro la scienza sarà cinese e indiana".
Nicola Cabibbo, già presidente dell'Istituto di fisica nucleare, ora alla guida
della Pontificia accademia delle scienze, non nasconde i suoi timori:
"Siamo molto preoccupati di fronte a questi tagli indiscriminati. Tutti
gli istituti di fisica sono minacciati, pur producendo eccellenze a livello
mondiale. Il dipartimento della Sapienza è di altissimo valore, gli studenti lo
sanno, e da questa consapevolezza nasce la protesta, totalmente
condivisibile". Studenti e docenti hanno in cantiere altre lezioni esterne
e oggi un incontro con i bambini delle elementari, una sorta di didattica
ludica della fisica con esperimenti sull'elettromagnetismo e sul pendolo, seguita da una discussione sul decreto Gelmini. "La cultura è una sola", dice Gianluca Trentadue,
docente di Fisica teorica all'università di Parma, da molti anni collaboratore
coi colleghi romani al Cern di Ginevra, alla realizzazione del nuovo grande
acceleratore appena inaugurato alla presenza di tutti i ministri i cui governi
partecipano alla ricerca, tranne il ministro Gelmini.
"Colpire con tagli e disprezzo una parte di essa, vuol dire colpire tutta
la cultura. Già oggi spendiamo in ricerca meno della metà di altri paesi
europei. Tagliare ancora i fondi significa azzerare la presenza italiana in
tanti laboratori internazionali".
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca Scioperi e
cortei, l'Onda non si ferma Studenti in piazza da Trieste a Potenza. Bankitalia
boccia la scuola italiana: inadeguata Il capo della polizia Manganelli:
garantiremo i diritti di tutti. I giovani della destra si spaccano tra pro e no
Gelmini MARIO REGGIO ROMA - La marea montante della
protesta non si ferma. Anche ieri cortei, manifestazioni, lezioni in piazza,
scuole e atenei occupati. E la polizia? "Siamo chiamati a garantire i
diritti di tutti - afferma il capo della Polizia Antonio Manganelli - sia
nell'esprimere il dissenso che il consenso". Scende in campo anche il
vicedirettore generale di Bankitalia, Ignazio Visco: "La qualità
dell'istruzione fornita dal nostro sistema è inadeguata" ma scuola e
università restano "una priorità" per il nostro Paese. "Servono
quindi interventi importanti, tra i quali la revisione degli incentivi che
guidano l'apprendimento come l'attività di insegnamento". E mentre il
"movimento autogestito" organizza un'altra settimana di fuoco, negli
ambienti della destra si segnalano le prime spaccature. Lotta Studentesca, cioè
i giovani di Forza Nuova, ha deciso di partecipare alla manifestazione
nazionale dei sindacati della scuola che si svolgerà a Roma il 30 ottobre. I
giovani della Destra Libertaria invece, guidati dall'avvocato Luciano
Buonocore, manifesteranno lunedì a Roma il loro sostegno alla Gelmini. Intanto, anche ieri migliaia di giovani sono scesi
in strada per manifestare il loro dissenso. Ad Agropoli in provincia di
Salerno, gli studenti si sono incatenati e imbavagliati ai cancelli del liceo:
"vogliono ridurci al silenzio, ma pur imbavagliati continueremo a far
sentire le nostre ragioni". E se a Roma sono stati 2.500 i giovani che
hanno percorso in corteo le strade di Centocelle, a Potenza ne sono scesi in
piazza il doppio. Due cortei anche a Napoli: arrivati davanti alla sede della
direzione scolastica regionale, gli studenti hanno improvvisato lezioni in
piazza, uno spettacolo teatrale e un pranzo sociale. Lezione in strada anche a
Bologna, nella centralissima piazza Scaravilli dove l'astrofisica Margherita
Hack ha spiegato a qualche centinaio di giovani le teorie di Galileo e
Einstein. E proprio dall'assemblea genitori e insegnanti di Bologna arriva una
proposta per martedì sera, giorno prima del voto al Senato: genitori,
insegnanti e studenti, "dalle Alpi alla Sicilia" compongano nelle
piazze la scritta "Fermatevi" con candele e lumini. In provincia di
Lecco tre comuni, Olginate, Garlate e Valgreghentino a
partire da domani simuleranno nelle scuole elementari l'applicazione della
riforma Gelmini,
organizzando le lezioni con il maestro unico. Si è svegliata anche Trieste. La
mobilitazione è iniziata una settimana fa e ieri un migliaio tra studenti,
insegnanti e studenti hanno partecipato al corteo contro la Gelmini che si è concluso davanti alla
Prefettura. Il movimento non rispetta neanche la domenica: alle 11 alla
facoltà di Fisica della Sapienza i professori spiegheranno ai bambini delle
elementari i misteri della scienza. E domani si ricomincia. Dalle 10 alle 12
gli studenti di Medicina e Chirurgia della Sapienza saranno davanti al
ministero dell'Istruzione per una lezione sul "carcinoma polmonare".
In queste ore le associazioni degli studenti e dei ricercatori stanno
preparando in queste ore il calendario settimanale. Giornata cruciale martedì
28 ottobre, tutti a piazza Navona, quando il governo presenterà al Senato il
decreto Gelmini per il voto finale e definitivo.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cultura Addio alla
scuola dell'ultima valle Decreto Gelmini l'attualità Mentre i provvedimenti del governo minacciano la
chiusura delle elementari di montagna, siamo andati a vedere come vivono i
bambini della classe dell'Aulo Magrini, nella friulana Val Pesarina Ecco la
storia di una periferia d'Italia dove l'istruzione e la cultura sono sempre
state il cemento della comunità Un istituto che chiude è come una campana che
rintocca e ti dice che è tempo di far fagotto per sempre PAOLO RUMIZ
PRATO CARNICO Scendevano a piedi nella neve dalle frazioni più lontane, con
l'abbecedario e la legna da ardere per la classe. Arrivavano magari a digiuno,
morti di fame, ma con la legna sempre. Al tempo della miseria la valle aiutava
la scuola; per la scuola combatteva il fascismo e le curie oscurantiste
rivendicando il diritto alla cultura. Stava lontano da Dio e dagli uomini,
nelle ultime Dolomiti friulane, ma già un secolo fa era la più alfabetizzata
delle Alpi, con l'ottanta per cento che sapeva leggere, scrivere e far di
conto. Un posto che ha ben seminato, e oggi vanta una percentuale di laureati
tra le più alte d'Italia. Val Pesarina è il suo nome, e per capire bisogna
andarci. è Carnia profonda, ma sembra Svizzera. Prati sfalciati, casette linde
con tetti a spiovente ripido e un ticchettio di orologi a pendolo che esce da
secoli di raffinata artigianeria. Una storia da leggenda. Nell'Ottocento i
boscaioli-orologiai leggevano I miserabili di Victor Hugo e riempivano le case
di libri, nel Novecento gli emigranti tornavano dal mondo pieni di idee di
libertà. Non mollarono mai, né con Mussolini né poi. Dopo la Resistenza furono
isola socialista nel cuore del Friuli parrocchiale. Negli anni Settanta, per
combattere l'isolamento, costruirono la prima elementare a tempo pieno
d'Italia, accorpando classi elementari in una rete-modello. E oggi? Fine della
storia, si chiude baracca. La democrazia azzera ciò che nemmeno il fascismo
riuscì a distruggere: l'autonomia dei territori. Il nuovo verbo è accorpare,
omologare, centralizzare. Secondo il governo di questo Paese le piccole scuole
di periferia devono traslocare perché costano troppo e, poiché metà della
provincia italiana è fatta di montagne, dovrà scendere a valle la montagna, e
con essa l'elementare "Aulo Magrini" della Val Pesarina, ex Casa
della gioventù littoria di Prato Carnico, ventitré allievi divisi in due
pluri-classi, ultimo presidio culturale rimasto di una magnifica comunità che
ebbe dalla Repubblica di Venezia e dall'Impero asburgico specialissime
autonomie. Ma Prato Carnico e la sua valle - con la sua storia e i suoi paesi,
più autentici di qualsiasi zuccheroso borgo sudtirolese - altro non è che il
segno della sconfitta della montagna italiana in generale. Una montagna che è
stata più ricca, evoluta e alfabetizzata della pianura, e oggi non conta più
nulla, nonostante l'emergenza idrogeologica del Paese. Alla faccia del
federalismo. Li abbiamo incontrati nel loro mondo semplice di pennaiuoli,
abbecedari e tabelline, i ragazzi dell'ultima valle, in una sfolgorante
giornata d'autunno. Eccoli: i più piccoli hanno appena finito lezione di
matematica e stanno costruendo una diga con terra e acqua. Altri giocano al
"cacciatore e la volpe" nel campetto sul lato della cucina. Ragazzi
puliti, svegli, lontanissimi dai bambini stressati della metropoli, si
inseguono a perdifiato, ruzzolano a terra, si spolverano i pantaloni sulle
ginocchia e riprendono a correre. "Sai da cosa distingui i ragazzi di
campagna e di città?", chiede la maestra Elsa Martin, nata e cresciuta in
questa valle. "Li distingui da come sanno cadere. Questi rotolano, vanno
giù morbidi anche sul cemento. Quelli di città sono pieni di lividi perché non mettono
nemmeno le mani avanti, usano le dita solo per i videogiochi? è il segno che
non esplorano, sono saturi di tv e impediti a crescere liberi da un parentado
vecchio e iperprotettivo". L'Italia ha perso l'uso delle mani. Te ne
accorgi qui, dove i bambini sono affamati di manualità e la sera tornano a casa
sporchi di fango.Le malghe sui prati alti, sopra il bosco. L'incendio giallo
dei larici e il rosa delle dolomie sul lato di una montagna incantata chiamata
Clap Grande. In quota le marmotte pronte al letargo e, sui boschi oltre
Pesariis, i cervi nella stagione degli amori. Di notte li senti, sopra la
chiesa; lanciano richiami cavernosi che mettono i brividi. I ragazzi della
scuola conoscono bene la geografia di questo mondo perché arrivano ogni giorno dalle
frazioni più disperse. Posti dove i cognomi finiscono per consonante - Rupil,
Martinis, Puntil - e i paesi portano nomi antichi come Osais, Truja, Avausa,
Pieria, o la misteriosa Pradumbli. Sulle erbe di montagna - in friulano locale
"jerbas di cjanal" - i ragazzi e gli insegnanti hanno fatto un lavoro
a tappeto: hanno raccolto piante, ricette, proverbi dei nonni, testimonianze
dei più vecchi, testi di botanica, parole locali quasi dimenticate. Risultato:
oggi in Pesarina sono i bambini che insegnano agli adulti la flora alpestre, e
non il contrario. Sono loro a spiegarti che la "lenga di vacja", o
salvia selvatica, va infarinata e fritta con lo strutto. Nei vent'anni che è
stata qui, Adele Nardelli, laziale, ex direttrice didattica della zona con base
a Ovaro, in Val Degano, ha assistito a una vera e propria "falcidia
demografica". Culle vuote, con anni segnati da due o addirittura una sola
nascita. Cosa logica, si è subito cominciato a parlare di accorpamenti.
"Se si è troppo pochi - ammette l'insegnante - in classe ci si annoia,
mancano stimoli esterni, cade la competizione positiva fra i ragazzi". Ma
è anche vero che se si accorpa con provvedimenti calati dall'alto, "si
sradicano i ragazzi dal loro ambiente". Conclusione: serve una via di
mezzo sperimentale che tenga conto di novità come la teledidattica oppure il
pendolarismo con altre scuole su alcuni moduli di insegnamento. L'attuale
direttore Riccardo Carrera conferma: in posti così la scuola "fa
comunità" ed è, in assenza d'altro, l'unico fattore di attività esterne.
Se finisce, si rompe una diga. Una scuola che chiude è come una campana che
rintocca e ti dice che è tempo di far fagotto per sempre. Qui lo sanno bene. La
storia è cominciata vent'anni fa, con l'apertura dei primi supermercati giù in
pianura. Lentamente, l'economia periferica ha perso forza perché l'apparato
politico e burocratico pendeva per la grande distribuzione. Così in montagna
hanno chiuso i bar, poi le panetterie, le farmacie, le latterie sociali e le
sezioni dei partiti. Alla fine anche i preti se ne sono andati perché la curia
aveva cominciato, con la stessa logica, ad accorpare le parrocchie. è stato
peggio, molto peggio dell'emigrazione. In pochi anni i paesi si sono trovati
senza punti d'incontro, i giovani se ne sono andati ed è cresciuta la rabbia
contro la politica. Una rabbia irreversibile, la stessa che ha generato la Lega
Nord nella sua fase iniziale, rivoluzionaria, secessionista e anticlericale. In
quarant'anni le scuole elementari della valle sono passate da cinque a una. Ma
la scuola non è che l'ultimo sintomo di una peste silenziosa che desertifica la
montagna per trasformarla in serbatoio idrico delle metropoli, parco a tema per
gitanti domenicali o spazio di transito per superstrade e ferrovie veloci.
"Se muore la scuola, muore la comunità", taglia corto Niccolina
Miccoli, insegnante elementare in pensione e indomita partigiana del tempo
pieno negli anni in cui prese piede in Italia. Ha un'idea chiara di cosa
significherebbe il trasloco nella sezione maggiore di Ovaro. "La gente
direbbe: bisogna spostarsi sei chilometri più a valle, ma perché devo andarci
se anche lì fatalmente la scuola comincerà a far acqua? Tanto vale portare i
bambini fino in pianura. Ma allora, a questo punto, mi conviene traslocare anche
a me". A Roma non hanno la minima idea dell'effetto-valanga che un
provvedimento del genere avrebbe sulla presenza dei comuni in campo sociale.
"Qui in Pesarina la mensa della scuola elementare cucina anche i pasti a
domicilio per gli anziani non autosufficienti", ricorda Erica Gonano,
giovane e brava assessore alla cultura del Comune di Prato Carnico. "Se
chiude la scuola, finisce anche quel servizio che finora abbiamo svolto a costo
quasi zero. Ma vaglielo a spiegare a Roma". Una volta lo Stato c'era.
Eccome se c'era, racconta la Miccoli. Per risolvere l'isolamento di alcune
scuole si facevano assemblee cui partecipava tutta la popolazione, il sindaco,
il provveditore agli studi, il parroco; la gente non se ne stava chiusa in casa
a guardare la tv. "Per tenere alto il livello culturale della valle,
bloccare l'analfabetismo di ritorno e monitorare il territorio a partire dalla
scuola, fu inventato il Csep, centro sociale di educazione permanente, aperto a
tutti, adulti e anziani compresi. Per due lire in più furono gli stessi
insegnanti a fare il lavoro, che ebbe costo zero ma risultati straordinari? Qui
abbiamo lavorato duro per decenni, senza mai guardare l'orologio, non posso
accettare che mi vengano a dire che noi, proprio noi siamo diventati un costo.
E soprattutto non posso più assistere allo scempio che ogni nuovo ministro fa
appena va al potere, come se tutti i suoi predecessori fossero degli
imbecilli". Qua la scuola ce l'hanno nel dna. Già nel Settecento la gente
pagava per avere un maestro. Alla fine dell'Ottocento la Carnia aveva, in
percentuale, il record di scuole femminili del Regno. Le case di frazioni come
Pradumbli sono vere e proprie biblioteche che, se l'Italia fosse un Paese
normale, andrebbero dichiarate patrimonio sotto tutela. Su uno degli orologi
meccanici che la Solari - la famosa ditta nata in valle che ha automatizzato i
tabelloni orari negli aeroporti di mezzo mondo - ha piazzato nelle strade di
Pesariis, il quadrante è diviso in tre parti: otto ore per il lavoro, otto per
il sonno e otto per lo studio. Giulio Magrini, ex politico, ex socialista e
figlio dell'Aulo cui è dedicata la scuola di Prato Carnico, ricorda che nel
1944, in piena resistenza, la zona libera della Carnia lavorò per rimettere in
piedi la scuola e in assenza di testi che non fossero fascisti, adottò il libro
Cuore per decreto della giunta di Ampezzo. Dolores Martin ha novantuno anni ma
una memoria di ferro e mi scruta con occhi che passano continuamente dalla
tristezza a un'ironia allegra. Sua madre e suo marito furono insegnanti
elementari della valle, e nelle sue parole c'è un secolo di storia.
"Quanta fame c'era. Le classi erano piene di affamati. Prima di
interrogare un bambino la mamma chiedeva sempre: hai fatto colazione
oggi?". I ragazzi venivano a piedi da lontano, da frazioni come Tuja o
Sostasio, con la legna per scaldare la classe. Tutti sapevano che la scuola era
importante. Poi i ragazzi divennero soldati e partirono per la guerra, e
Dolores, che lavorava all'ufficio postale, vedeva l'ansia delle madri in attesa
di una lettera. La Russia fu tremenda, non tornarono in diciassette. "Mio
marito fu maestro per quarant'anni, e si aspettava come tutti la medaglia d'oro
dello Stato. Ma lo Stato ci disse che non ci sarebbe stata medaglia, perché in
quei quarant'anni erano stati computati la guerra e la prigionia. Ce lo
scrissero per lettera, con tassa a carico del destinatario".
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cecina SCUOLA LA
PROTESTA Striscioni, slogan e fischietti contro il ministro. Gremito
l'auditorium "Si vanno a tagliare finanziamenti" BREVI STAMANI IN
DUOMO Settanta ragazzi ricevono la Cresima CECINA. Stamani alle 11,30, nella
solennità che ricorda la "dedicazione" del duomo di Cecina, il
vescovo di Volterra impartirà il sacramento della cresima a 70 ragazzi. ITALIA
DEI VALORI Pullman per corteo del 30 ottobre CECINA. La segreteria Idv Cecina
informa che ha organizzato un pullman per la manifestazione nazionale a Roma del 30 ottobre contro la riforma Gelmini. Partenza da Cecina, prezzo 22.
Per informazioni e adesioni, chiamare Paolo Bertolini al numero: 347/3807495.
CASALE Ecco la graduatoria contributo-affitti CASALE. Nei locali del palazzo
civico di Casale è in pubblicazione la graduatoria definitiva di coloro che
hanno fatto domanda, entro i termini previsti dal bando anno 2008, per
l'aggiornamento della graduatoria inerente l'assegnazione in locazione semplice
di alloggi di edilizia residenziale pubblica che si renderanno disponibili nel
comune di Casale. AL CENTRO YOGA Al via corsi di meditazione CECINA. Il centro
yoga "Fior di Loto" di Cecina informa che sono iniziati i corsi per
principianti, avanzati, di meditazione e astrologia. Per informazioni
rivolgersi al centro yoga presso l'erboristeria "Fior di Loto" in
piazza Carducci (telefono: 0586/680585 o 338/9088649).
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cecina
In 500 per dire no alla riforma Gelmini La pioggia non
ferma il maxi-corteo di professori, alunni e genitori CECINA. "Stella
stellina la scuola va in rovina" cantavano ieri i manifestanti contro il
decreto Gelmini. In 500 hanno invaso le strade del
centro per protestare contro i tagli alla scuola. Un esercito pacifico fatto di
maestre, professori, studenti degli istituti superiori, e di tante famiglie.
Gente comune, genitori con i figli al seguito e semplici cittadini desiderosi
di difendere l'istruzione italiana, che ha deciso di far sentire la propria
voce scendendo lungo le vie di Cecina per diro no al decreto 137 proposto dal
ministro Gelmini. La manifestazione, organizzata dalle
insegnanti dei circoli didattici di Cecina e Bibbona, è partita da piazza
Gramsci. In cima al corteo, su un maxistriscione, campeggiava la frase
"giù le mani dalla scuola pubblica". Lo stesso slogan che i
manifestanti hanno ripetuto incessantemente a suon di fischietti e battiti di
mani. Subito dietro i cartelli c'era la gente, una fiumana di gente. Che poco
dopo le 17 si è incolonnata e ha lasciato piazza Gramsci per invadere viale
Italia e poi corso Matteotti. In testa ai manifestanti, alle spalle degli
strisioni apri-pista, c'erano il sindaco di Cecina Paolo Pacini, gli assessori
Michela Ghezzani, Massimo Battini e Antonio Costantino, oltre che il presidente
del consiglio comunale cecinese Alessandra Meini e il sindaco di Bibbona Fiorella
Marini. "Gli altri assessori - ha detto Ghezzani - non ci sono perchè
partecipano alla protesta a Roma". Passando a fianco di piazza Carducci il
corteo si è fermato all'auditorium di via Rossini, che si è riempito in un
attimo. Ma la gente non ha desistito, nonostante la forte pioggia che ha
cominciato ad abbattersi su Cecina. In tanti si sono ammassati in prossimità
delle porte di ingresso della sala per ascoltare gli interventi in programma e
sostenere con applausi a piene mani una protesta come a Cecina non se ne
vedevano da anni. Una protesta che ha unito, senza troppe connotazioni
politiche, non soltanto quegli insegnati che rischiano di essere
"tagliati" dalla riforma ipotizzata dal ministro Gelmini,
ma soprattutto le famiglie e gli studenti. All'interno dell'auditorium la
protesta si è articolata in una serie di interventi. Primo fra tutti quello del
sindaco Pacini, che ha sottolineato come si tratti di "un momento di forte
preoccupazione, anche per le istituzioni. Si vanno a tagliare anche i finaziamenti
per la costruzione di strutture scolastiche". A seguire hanno spiegato la
gravità della situazione innescata dalla proposta del ministro all'istruzione
hanno parlato Franca Taddei, Luca Papini e Paola Colorà, rispettivamente
rappresentanti Cgil e Cisl scuola provinciali. Poi è stata la volta degli
insegnanti, i professionisti che ogni giorno vivono a contatto con gli alunni.
"Quella della Gelmini - ha spiegato Sandra
Panicucci del secondo circolo di Cecina - è una non-riforma. Non lo dicono
soltanto le insegnati, ma tutte le associazioni pedagogiche italiane". La
manifestazione cecinese si è conclusa con gli interventi delle persone presenti
nel pubblico. Anna Cecchini.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cecina E all'Isis
Mattei lezione in piazza ROSIGNANO. La protesta dell'Isis Mattei si trasferisce
in piazza. Domani mattina, dalle 9 alle 12,30, una rappresentanza della scuola
di via della Repubblica sarà in piazza del Mercato per delle lezioni davvero
particolari. "Una cinquantina di studenti - spiega Emanuele Citi,
rappresentante d'istituto - faranno lezione in piazza in
segno di protesta verso la riforma Gelmini". E saranno lezioni vere, con tanto di professori. "Ci
sarà l'ex insegnante di scienze Luppicchini, ora in pensione, e il professore
di storia Arrigoni. Durante la mattinata saranno distribuiti dei volantini in
cui si spiegano le ragioni della nostra protesta". L'Isis in questo
momento è autogestito. "E l'autogestione - aggiunge Citi - andrà
sicuramente avanti almeno fino al 30 ottobre, giorno della maxi-manifestazione
a Roma. Manifestazione a cui parteciperemo: stiamo organizzando dei
pullman". Ma.Mo.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Al teatro Solvay I
comuni in consiglio ROSIGNANO. Martedì prossimo al teatro Solvay di Rosignano,
alle ore 17, è stato convocato un consiglio comunale aperto al quale, oltre ai
quattro comuni della conferenza scolastica ossia quelli di Rosignano, Cecina,
Bibbona e Castagneto, sono stati invitati tutti i dieci comuni della Bassa val
di Cecina. All'ordine del giorno: le problematiche della scuola pubblica.
"è stata una decisione che è avvenuta spontaneamente - spiega Elena
Ciaffone, presidente del consiglio comunale di Rosignano Marittimo - perchè con
i provvedimenti a firma del ministro Gelmini i comuni, con molta probabilità, saranno coinvolti direttamente
nella gestione delle scuole". Insomma, fino a che non sarà fatta chiarezza
(ed è per questo che le scuole attendono le norme applicative della legge) c'è
la possibilità che il "tempo pieno" venga trasformato in "tempo
scuola": ossia che le ore che gli alunni della primaria trascorreranno in
aula nel pomeriggio non siano direttamente in mano agli insegnanti per
svolgere le attuali attività didattiche. "Ma il tema del consiglio
comunale aperto sarà quello relativo alle problematiche della scuola in
genere". Ogni consiglio comunale potrà partecipare come meglio crede
"ossia con la presenza di tutti i consiglieri - conclude Ciaffone - o con
una rappresentanza del consiglio stesso". Al.Be.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina
VII - Torino La scuola contro la Gelmini: c'è anche la
Destra La protesta dell'Onda non si ferma A Pinerolo lezioni in piazza anche
oggi paisio e vercellino a pagina viii SEGUE A PAGINA VIII.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XIV - Torino Scuola,
una settimana di protesta A Pinerolo oggi lezione in piazza
Autogestioni fino allo sciopero del 30 Il Pdl vuole fare controinformazione Ma
i giovani della Destra: "Anche noi bocciamo la Gelmini" MILENA VERCELLINO Continua gonfiarsi la piena della protesta
contro la riforma Gelmini:
in attesa dello sciopero nazionale proclamato per il 30 ottobre, a Torino
iniziative, presidi e assemblee fioccano un po' ovunque nella galassia scuola.
La macchina della mobilitazione non si ferma nemmeno nel fine settimana: ieri
sera tra le mura rosso fuoco dell'Askatasuna si è tenuto un concerto contro la
riforma. Sul palco, diverse band di studenti delle Superiori. Questa mattina,
invece, per sfatare il mito che le proteste servano a saltare le lezioni, gli
studenti di alcuni licei pinerolesi si sono dati appuntamento in piazza Fontana
per una lezione all'aperto sulla riforma. Ma già dai primi scorci la prossima
settimana si annuncia la più rovente degli ultimi tempi, una fitta trama di
autogestioni pomeridiane e assemblee nelle scuole. Lo Spinelli sta organizzando
incontri per domani, martedì e mercoledì pomeriggio. Trascorreranno tra
dibattiti e musica, e nella notte le aule ospiteranno gli studenti che si
fermeranno a dormire. Mercoledì mattina i ragazzi del Gioberti porteranno le
lezioni in piazza Vittorio, con professori e docenti esterni. Ci sarà quasi
tutta la scuola, 800 studenti su un migliaio; nel pomeriggio si rimarrà in
piazza per un sit-in con i genitori. Le lezioni all'aperto proseguiranno nei
giorni successivi e in cantiere c'è anche un concerto. Al Primo liceo artistico
da domani a mercoledì si terranno assemblee e laboratori pomeridiani, mentre
per la notte i ragazzi porteranno tende da piantare davanti alla scuola. Gli
studenti del Passoni hanno in programma autogestioni pomeridiane da domani a
mercoledì, con laboratori e cineforum. Il 29 sera l'istituto ospiterà una cena
e, a seguire, un dibattito. Domani sera andrà invece in scena all'Einstein una
notte bianca, con dibattiti, cena e pernottamento a scuola. Al Cavour, invece,
si terranno domattina un'assemblea, martedì e mercoledì laboratori pomeridiani,
mentre di notte gli studenti dormiranno nell'istituto. Il programma è
completato da un'assemblea mercoledì sera con genitori e professori. Si
moltiplicano intanto le iniziative sul fronte unitario: domattina al Museo di
Scienze Naturali si terrà la conferenza regionale per il diritto allo studio,
con i sindacati e sindaci dei comuni piemontesi. In mattinata la discussione si
sposterà in piazza Castello per un Consiglio provinciale aperto, al quale
parteciperanno anche i sindacati e il mondo della scuola. Non il Pdl: il
partito diserterà infatti il Consiglio per mettere in scena pochi metri più in
là, di fronte alla Prefettura, la propria protesta contro la "strumentalizzazione"
del dibattito sulla riforma. Ma i giovani della "Destra" il movimento
di Storace e Santanchè, dicono: "Anche noi siamo contro il decreto, anche
se lo esprimiamo in modo diverso: lo spiegheremo martedì". E domani
pomeriggio, nella sede della Cgil, ci sarà un incontro con assessori, genitori
e insegnanti, mentre per martedì, incassata la defezione della Gelmini dal convegno all'Unione industriale, sindacati,
genitori e studenti stanno organizzando un presidio, che si terrà alle 21 in
luogo da decidersi. Cgil, Cisl e Uil stanno inoltre mettendo insieme un dossier
che racchiude storie e resoconti dal mondo della scuola in mobilitazione. E
contro la riforma si muove anche il web �made in Turin': uno studente
universitario ha infatti creato il sito www.nogelmini.org, che raccoglie post e
dibattiti sulla comune lotta contro il terremoto Gelmini.
SEGUE A PAGINA V.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Grosseto Pitigliano:
appello ai sindaci Preoccupato il consiglio di istituto dello 'Zuccarelli'
PITIGLIANO. Ferma presa di posizione, nonché preoccupazione, del consiglio
d'istituto dell'Isicmt "Francesco Zuccarelli" in merito alla
situazione che potrebbe concretizzarsi a seguito dell'attuazione
della cosiddetta 'riforma Gelmini'. Il timore dei tagli, in zone vastissime, poco popolate, e,
quindi, disagiate da sempre, a causa delle loro caratterstiche, è ovvio. In una
lettera inviata a tutte le autorità competenti si sottolinea come "il
territorio rischia un impoverimento grave e irrecuperabile per l'applicazione,
se attuata, della chiusura dei plessi e sezioni staccate o associate con
un numero di alunni inferiore a cinquanta". "Se poi - si legge ancora
nel documento - venissero meno le deroghe sugli istituti autonomi con il numero
degli alunni compreso tra 300 e 500, le conseguenze sarebbero disastrose, in
quanto l'intera comunità verrebbe privata dell'unico istituto d'istruzione
superiore al quale affluiscono studenti dei paesi limitrofi, già pesantemente
penalizzati nel settore dei trasporti". I componenti del consiglio
d'istituto esprimono la loro preoccupazione per la futura stabilità dello
"Zuccarelli", che definiscono "un validissimo strumento di
formazione al servizio delle comunità di Pitigliano, Sorano, Manciano ed altri
paesi". In particolare, così come è ovvio che sia, si rivolgono ai loro
referenti, ossia i primi cittadini. Ai sindaci del comprensorio chiedono di
"attuare una strategia coinvolgente di programmazione degli assetti
scolastici locali, al fine di salvaguardare il patrimonio delle strutture
scolastiche del territorio e per programmare al meglio il futuro scolastico dei
propri figli". A.C.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Grosseto Consiglio comunale
a Manciano MANCIANO. Consiglio comunale aperto dedicato
alla riforma Gelmini nei
prossimi giorni. La proposta del sindaco Rossano Galli è giunta al termine
della seduta consiliare di giovedì 23 dopo che l'assessore alla pubblica
istruzione, Daniele Pratesi, ha letto un documento da condividere con il
consiglio e da inviare al ministro Gelmini. Data la situazione complessa, le proteste e le
manifestazioni che si stanno svolgendo in tutta Italia, è stato infatti
ritenuto opportuno dare maggiore maggiore spazione alla discussione e agli
interventi di tutti.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina
VI - Milano Giovedì Mercoledì Lunedì Gelmini bocciata anche
da Cl Volantinaggio della lista in Statale: "No ai tagli" Annunciati
nuovi cortei Assemblea a rischio dei giovani di An: "Protesta
strumentalizzata" FRANCO VANNI Gli studenti di Comunione e liberazione
scendono in campo contro i tagli all'università. Condividono la scelta del
consiglio di facoltà di Scienze politiche in Statale di sospendere le lezioni
mercoledì prossimo, distribuiscono volantini negli atenei per denunciare "la
mancanza di un progetto nella legge 133" e annunciano un convegno sul
futuro dell'università, partendo dal "grave effetto dei tagli". Primo
relatore invitato: il senatore Pd Nicola Rossi, autore di una proposta di legge
nel 2006 sulla riforma universitaria. I ciellini in Statale sono 600, molti si
riconoscono nella lista Obiettivo studenti. Francesco Cacchioli, per tutti
Bencio, eletto in consiglio d'istituto a Scienze politiche, parla chiaro:
"Siamo contrari alle occupazioni, ma la nostra critica alla riforma è
netta". Dall'inizio della contestazione partecipano "come
osservatori" alle assemblee di facoltà in cui si decidono blocchi del
traffico e cortei. E con lo stesso spirito domani saranno nell'aula 501 della
Statale in via Festa del Perdono, dove i giovani di Azione universitaria (An)
faranno un'assemblea "contro la strumentalizzazione della protesta",
come dice il loro rappresentante Carlo Armeni. Una riunione ad alto rischio di
contestazione da parte dei collettivi, anche perché il Cuibb, il movimento
studentesco di estrema destra della Cattolica, ha annunciato la sua presenza
"non come gruppo ma come singoli studenti". Nonostante la presa di
posizione, i ciellini non faranno manifestazioni. "Lavoriamo nei consigli
di facoltà - dice Bencio - concordando le forme di protesta con professori e
rettori". E Stefano Verzillo, 23 anni, responsabile nazionale di Obiettivo
studenti iscritto in Bicocca, precisa: "Vogliamo informare gli studenti
sulle gravi conseguenze che i tagli avranno dal 2010, la questione non è
politica ma di bilancio". Carlotta Cossutta, studentessa di sinistra
attiva nella protesta in Statale, si dice "contenta del fatto che anche in
Cl si riconoscano gli errori della riforma". Ma subito frena: "Loro
chiedono un'università meritocratica, e non si capisce in quali forme, noi
chiediamo il diritto allo studio per tutti. Viaggiamo su binari separati".
Intanto, il calendario dell'agitazione nelle università è già scritto: domani
mattina gli studenti di Brera faranno lezione in piazza Cadorna, quelli di
Scienze politiche seguiranno un seminario "sul meticciato" al muretto
di corso Vittorio Emanuele, luogo frequentato da Abba, il giovane di colore
assassinato il 14 settembre. In Bicocca si segnala il consiglio di facoltà
straordinario di Psicologia che si terrà martedì in galleria Vittorio Emanuele.
Per venerdì sono annunciate lezioni in tutta la città.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca I MAESTRI:
"NON SIAMO FAZIOSI" In rivolta gli insegnanti della scuola elementare
di S. Maria del Giudice, accusati di faziosità e
strumentalizzazione nei confronti dei bambini nel bailamme della contestazione
del decreto Gelmini.
Infatti, rifiutano "categoricamente le accuse perché nessuno si è mai
permesso di propagandare in classe le proprie idee con i bambini. Chi rivolge
accuse di questo tipo deve indicare nomi, circostanze e modalità in cui tali
fatti sarebbero avvenuti. Questo non significa che anche gli insegnanti,
al di fuori della scuola, non possano esprimere le proprie posizioni e
contestare una riforma che a loro parere smantella la scuola pubblica. è un
loro preciso diritto e dovere, a meno che sia proprio questo che si vuole
limitare".
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca Gli studenti bloccano
il traffico Sit in improvvisato fuori dalle Mura davanti a porta San Pietro
LUCCA. "Noi la crisi non la paghiamo": forte, scandito a ritmo di
applausi, ripetuto senza prendere fiato. Lo urlano gli studenti a sedere sulla
circonvallazione, davanti a Porta San Pietro. Le auto sono ferme al semaforo,
il traffico è bloccato. Un cordone di ragazzi avanza piano
verso la strada, la manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma la voglia di protestare è ancora
tanta. Così si decide in due minuti di andare (anche se per poco) a fermare le
macchine fuori dalle Mura. DAVINI in Lucca III SEGUE A PAGINA 3.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca Sit in a porta
S. Pietro Gli studenti bloccano le auto ma è una protesta pacifica LUCCA.
"Noi la crisi non la paghiamo": forte, scandito a ritmo di applausi,
ripetuto senza prendere fiato. Lo urlano gli studenti a sedere sulla
circonvallazione, davanti a Porta San Pietro. Le automobili sono tutte ferme al
semaforo, il traffico è bloccato. Un cordone di ragazzi avanza piano verso la
strada, la grande manifestazione anti Gelmini della giornata è terminata, ma
la voglia di protestare è ancora tanta. Così viene deciso in due minuti di
andare a fermare le macchine fuori dalle Mura: centinaia di studenti con le
gambe incrociate e i megafoni accesi, gli stessi che hanno sfilato per le vie
del centro, insieme a genitori, bambini e insegnanti. L'accordo con il
questore è presto trovato: quindici minuti di occupazione della
circonvallazione, dalle 18,45 alle 19. E se il corteo di ieri doveva essere una
chiamata per contarsi, per vedere quanti effettivamente dicono no alla riforma Gelmini, allora la risposta di Lucca c'è. Diverse migliaia
di persone, infatti, non sono mancate all'appuntamento e alle quattro del
pomeriggio si sono ritrovate al Caffè delle Mura per dare inizio al serpentone
colorato, che ha sfilato per due ore e mezzo. Non manca l'entusiasmo, caricato
da una settimana di mobilitazioni generali, tra occupazioni di scuole,
autogestioni, lezioni per strada e presidi informativi. Il furgone del sound
system è in testa al corteo, la musica fa da sottofondo, mentre impazzano i
cori dei manifestanti. "I soldi della scuola si devono trovare, tagliando
la spesa militare", oppure "Siamo noi, siamo noi i precari del futuro
siamo noi". "Siamo riusciti ad organizzare una delle più grandi
mobilitazioni degli ultimi anni - sottolineano soddisfatti i partecipanti -.
Questo significa che la nostra realtà è tutt'altro che sopita, tutt'altro che
spenta". Intanto il lungo corteo si lascia alle spalle piazza Grande,
attraversa piazza San Michele fino a porta Santa Maria, per riversarsi a passo
di lumaca su via Fillungo. Gli studenti dell'Artistico ancora in occupazione si
affacciano alle finestre del liceo, salutando i compagni di sotto, mentre un
applauso spontaneo parte dalla folla. "Sono dei grandi - dice Giulio del
Vallisneri -, stanno ancora occupando e ogni giorno portano la protesta per
strada, coinvolgendo professori e cittadini, attraverso spettacoli, musica e
disegni". Una manifestazione colorata, chiassosa, festante, ma anche ricca
di contenuti. No ai tagli annunciati dal ministro Tremonti, no alle leggi 137 e
133, "una legge vergogna", urlano al megafono, "che ci taglia i
fondi e ci consegna nelle mani dei privati". No, su tutta la linea, a una
riforma del sistema dell'istruzione che i manifestanti proprio non accettano.
Due "guardie" di nero vestite innalzano una bara nera, con su scritto
"Riposa in pace Scuola Pubblica": questo orizzonte è ciò che li
spaventa perché, come spiega un ragazzo, "un paese di ignoranti si governa
meglio". La città è invasa, quelli che restano ai lati del corteo ridono,
applaudono e leggono i tantissimi volantini, stampati per l'occasione. A fine
giornata si leva un grido: "Questo non è che l'inizio". A questo
punto i partecipanti si scatenano e un lungo applauso conclude la
manifestazione. Nadia Davini.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca Barga, manifestazione
martedì in teatro E gli istituti superiori da domani potrebbero entrare in
autogestione Accolto l'invito al confronto sulla riforma che era stato
formulato nei giorni scorsi dal sindaco Sereni BARGA. L'occupazione degli
istituti superiori si è conclusa ieri ma la partita è ancora aperta. In
programma, infatti, martedì al teatro dei Differenti, c'è una manifestazione
che coinvolgerà studenti, genitori, insegnanti, dirigenza scolastica,
amministrazione comunale e altri enti. Il mondo della scuola ha, dunque,
accettato la proposta del sindaco Umberto Sereni di
organizzare un confronto sulla riforma Gelmini. Sarà l'occasione per discutere e approfondire come sarà la
futura scuola italiana. L'appuntamento è alle 17,30. Ad oggi hanno già dato
l'adesione alla manifestazione il senatore Andrea Marcucci in qualità di
segretario della commissione scuola e cultura del Senato, la Provincia con gli
assessori alla pubblica istruzione, Silvano Simonetti, e alle politiche
giovanili, Mario Regoli, la comunità montana della Media Valle con il
presidente, Marco Bonini. Interverranno gli assessori comunali Renzo Pia
(istruzione) e Nicola Boggi (politiche giovanili). Garantita anche la presenza
della dirigente dell'Isi, Giovanna Mannelli. La manifestazione si pone come un
momento comune e di incontro fra istituzioni, dirigenza scolastica, insegnanti,
studenti e le loro famiglie. Questo è un aspetto importante perché così si
coinvolgono i genitori dei ragazzi che magari sono rimasti ai margini
dell'azione di occupazione dei giorni scorsi e che al Differenti possono
toccare con mano quanto sta accadendo oggi nella scuola. Si calcola che per
questa manifestazione il teatro andrà "esaurito". Anche perché sono
gli studenti in prima persona a impegnarsi nell'organizzazione dell'appuntamento,
avendo accettato l'invito di Sereni. Intanto sull'occupazione è intervenuta la
dirigente scolastica Giovanna Mannelli: "In questi giorni - commenta nel
comunicare la fine dell'occupazione - tutto si è svolto nel migliore dei modi.
Gli studenti hanno lavorato con serietà dimostrando grande maturità nel
sostenere le loro posizioni". Insomma questo dimostra che i timori di
problemi, come spesso avviene in questi casi, non erano fondati, anzi
l'occupazione si è svolta con grande serietà. Al momento, secondo
indiscrezioni, la protesta a Barga potrebbe comunque continuare con altre
forme: gli studenti delle superiori domani potrebbero scegliere la strada
dell'autogestione. Flavio Guidi.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca Forza Italia
contro la sinistra "Chiusura assurda e strumentale" LUCCA. Il capogruppo
di Forza Italia verso il Pdl Giovanni Santini e il vicepresidente del consiglio
provinciale David Marcucci attaccano la maggioranza dopo la conclusione della
vicenda dell'ordine del giorno sulla scuola che ha visto una rigida chiusura
verso la disponibilità dell'opposizione di condividere un testo che contenesse
elementi di proposta. "Dopo che nella settimana precedente la maggioranza
era uscita con le ossa rotte per la mancanza del numero legale dimostrando poca
compattezza su un tema che invece ne presuppone molta come la scuola - spiegano
Santini e Marcucci - nell'ultima seduta del consiglio provinciale il
centrosinistra ha evidenziato tutti i limiti di una posizione assolutamente
strumentale e poco interessata al cuore del problema della scuola approvando un
ordine del giorno blindato". "Infatti, dopo che noi avevamo fatto una
apertura dettata dal buonsenso, dichiarandoci disponibili a approfondire la
questione nelle sedi istituzionali - continuano i due esponenti del partito
azzurro che avevano nella settimana precedente presentato un proprio ordine del
giorno-, per tutta risposta la maggioranza ha tagliato corto portando al voto
un ordine del giorno esageratamente fazioso che contiene tutti i luoghi comuni
e gli aspetti caricaturali di una opposizione, quella al governo Berlusconi,
che opera nascondendo una buona parte della verità e proponendo parole d'ordine che non trovano riscontro nel progetto di legge Gelmini. A questo punto anche noi
abbiamo fatto votare il nostro ordine del giorno". Per Marcucci e Santini
si tratta dell'ennesima "occasione persa da parte di una maggioranza che
naviga a vista sui temi locali e opera con il paraocchi dell'ideologia sui temi
di più grande respiro".
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Lucca S. MARIA DEL
GIUDICE/1 S. MARIA DEL GIUDICE/1 Alla scuola primaria si fa una seria
didattica" Il dirigente della primaria replica dopo l'intervento del
consigliere Mereu che affermava che alcuni docenti avrebbero avuto "un comportamento didatticamente deleterio" in occasione
della protesta anti Gelmini:
due genitori avevano riferito di frasi anti Berlusconi ascoltate a scuola.
"Si tratta di un'affermazione ingiusta, molto grave e pesante. Si chiede,
ai due genitori di chiarire l'accaduto; il dirigente si sarebbe aspettato di
essere contattato. Non si può colpevolizzare la scuola per tutte le
espressioni utilizzate dai bambini che ricevono numerosi input dai mass-media,
in questo momento concentrati sulla scuola. I docenti di S. Maria del Giudice
utilizzano contenuti e metodi didattici formativi".
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina V - Genova
ROSALBA E BRUNETTA ENZO COSTA Lanternino di conforto alla maestra Rosalba
Califra, il cui saluto "un po' sconfortato" chiudeva una bella
lettera su Repubblica di venerdì. Lettera che, con
l'allarme per la controriforma Gelmini, esprimeva l'amarezza di chi vede il proprio difficile e
importante mestiere ingiuriato da idee approssimative e false (su ore di
lavoro, impegno, dedizione) della gente. Pregiudizi non nuovi, ma ora più forti
e sfacciati perché per la prima volta fomentati da un governo. Difendere
la maestra Rosalba è difendere la verità.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pistoia A Roma sul
pullman delle tute blu Breda In viaggio tra paure per il futuro e applausi
all'apparire dei treni "made in Pistoia" Alla partenza offrono
l'Unità con un pasticcino DAL NOSTRO INVIATO Cristiano Marcacci ROMA. è ancora
buio davanti allo stabilimento AnsaldoBreda. Sembra la stessa scena di tutte le
mattine, con i colleghi di reparto che formano capannelli attorno alle civette
dei giornali prima di varcare la soglia della fabbrica. Ma non è così. E te ne
accorgi quando lo sguardo s'imbatte nel banchino allestito a due passi
dall'edicola. C'è Paolo Bruni, della sezione Pd AnsaldoBreda, insieme ad alcuni
collaboratori. Per inaugurare la giornata "Salva l'Italia" propongono
l'accoppiata un pasticcino più una copia della nuova Unità in formato ridotto
di Concita De Gregorio (decollata professionalmente dalla redazione pistoiese
del Tirreno) a 2 euro. Lo fanno con il sorriso sulle labbra, contagiando tutti
quelli che si accingono a salire su uno dei pullman in partenza per la
capitale. Perché incontro al futuro, un futuro possibilmente senza Berlusconi e
berluscloni, occorre andare trascinati dalla forza del sorriso, della speranza
e dell'ottimismo. Parlerebbe così Vittorio Foa e lo applaudirebbe Walter
Veltroni, il leader del Pd che è riuscito a spostare così tanta gente anche
dalla nostra provincia (complessivamente 13 pullman, per un totale di circa 700
persone) per la grande manifestazione in programma al Circo Massimo. "Sta
venendo fuori - ci dice lo stesso Bruni - un qualcosa di veramente imponente.
Nel 2002, anno dell'altra grande kermesse del nostro partito a Roma, dalla
provincia partimmo con 8 pullman. Un obiettivo che oggi è stato ampiamente raggiunto
e migliorato". Arrivano alla spicciolata, ma arrivano. Rispetto alle
prenotazioni, ci sono poche defezioni. Ci vogliono essere tutti. Per urlare il proprio "no" alle politiche del governo,
decreto Gelmini in testa.
"Siamo tanti - annota con piacere Ivan Spinicci - ma tanti davvero. In
questi ultimi giorni, Berlusconi ci ha messo indubbiamente del suo, soprattutto
con quella minaccia di inviare la polizia nelle scuole". è l'ora di
partire. Chi scrive è ospite del pullman della sezione Pd AnsaldoBreda.
E non gli va male. Sia perché il bagagliaio è pieno di pane, prosciutto,
mortadella, insalata di riso, vino, aranciata, dolce e frutta, sia perché
respiriamo il clima della fabbrica. Una fabbrica in cui tanta gente negli ultimi
decenni ha pagato con la vita tutti quegli anni lavorati respirando amianto, in
cui quasi 900 dipendenti contribuiscono quotidianamente a dare una visibilità
internazionale a Pistoia e alle sue eccellenze ed in cui tanti sono costretti a
misurarsi con i conti che non tornano più e che impongono alle proprie famiglie
di rinunciare a tante, troppe cose. Una buona ragione per essere incazzati e
portare la propria valigia piena di indignazione nella città del governo
nazionale. "Dentro AnsaldoBreda - afferma Enrico Baldi - il richiamo della
manifestazione romana è stato avvertito moltissimo, non solo dai dipendenti, ma
anche e soprattutto dai lavoratori delle ditte esterne, facenti parte del
cosiddetto "decentramento" (circa 400 unità). Per loro, tra poco si
aprirà una fase molto delicata. Nel 2009, infatti, è previsto un vuoto di
lavoro e i primi a farne le spese saranno, come sempre, loro. Nel 2010, le
difficoltà potrebbero addirittura acuirsi per tutti, se non arriveranno le
commesse per l'alta velocità insieme a Bombardier". Per gli operai Breda,
comunque, la situazione non è facile già oggi, a causa della crisi economica e
del caro-mutui. "Come sempre succede - aggiunge Baldi - sono gli operai a
dover tirare la cinghia più di altri. I disagi delle famiglie stanno aumentando
a dismisura e in fabbrica la preoccupazione s'affetta col coltello. Faccio un
esempio: alcuni lavoratori esterni sarebbero venuti molto volentieri con noi
oggi, ma non hanno potuto non approfittare della possibilità di fare qualche ora
di straordinario che è stata offerta loro". C'è voglia di futuro
sull'autobus dei Pd di AnsaldoBreda. Ne è la dimostrazione la presenza convinta
di Eleonora Vaiani, 16 anni, studentessa del liceo pedagogico, in viaggio verso
Roma con babbo Mirco, lavoratore Breda, e mamma Claudia. Quest'ultima ha una
storia recente che rappresenta lo specchio di tante altre realtà. è stata
licenziata a luglio da un trapuntificio di Casalguidi venduto ai cinesi ed ora
lavora per sole due ore al giorno in una mensa scolastica privata. "è dura
- ci confessa - tirare avanti al giorno d'oggi. Se noi non avessimo le pensioni
di mia suocera e di mia nonna che abitano con noi, non sapremmo dove sbattere
la testa". Come dire: la gestione del presente e lo sguardo sul futuro di
una giovane famiglia sono assicurati da due anziani, due pensionati. Così non
può andare. Occorre cambiare. Ecco perché la figlia Eleonora ha deciso di
esserci. "Voglio poter esibire - ci dice - la forza delle mie idee. Lo
faccio anche in classe, nonostante la maggior parte dei miei compagni sia di
destra. Per la verità, penso che sia di destra giudicando dai comportamenti,
perché in realtà a scuola si parla pochissimo di politica. Purtroppo". Gli
operai manifestanti si caricano con il passare dei chilometri. Si
distribuiscono i fischietti per il corteo e partono applausi ogniqualvolta
viene notato in lontananza il passaggio di un Etr, fiore all'occhiello di via
Ciliegiole, e ad ogni superamento di un altro pullman carico di militanti. Via
via che ci si avvicina a Roma e il serpentone dei ribelli s'ingrossa, diventano
più frequenti i paragoni con la grande manifestazione della Cgil di alcuni anni
fa. La sensazione di essere di fronte ad uno storico movimento di massa si ha
nitidamente arrivando all'Anagnina, i cui maxi parcheggi sono invasi dai
pullman di tutta Italia, e tentando di salire sulla metropolitana, in tilt nel
giro di pochissime ore. Pistoia c'è, con tanto di banda Borgognoni al seguito,
che durante il corteo suonerà più di una volta l'inno di Mameli. E c'è il Pd di
AnsaldoBreda, la cui organizzazione fa invidia a mezza penisola: il punto
ristoro allestito in pochi minuti all'arrivo, le bandiere, i cappellini
personalizzati, i megafoni, gli striscioni. Ci vuole un'ora abbondante per
arrivare alla stazione Termini. è uno tsunami di rabbia quello che si abbatte
sulla capitale. I pistoiesi faticano a ritrovarsi e a mantenersi uniti in un
unico grande gruppo. Ben presto, dopo poche centinaia di metri, vengono
risucchiati dalla moltitudine e si perdono di vista. Quelli di AnsaldoBreda
riescono a mantenersi insieme. E rappresentano uno degli spezzoni maggiormente
folcloristici della manifestazione. Hanno anche la loro televisione. O meglio,
il loro uomo-tv, al secolo Moreno Tonarelli, che ha indossato come fosse un
maglione lo scheletro di un apparecchio televisivo con al centro una grande
vignetta raffigurante un Berlusconi infuriato al volante di un'auto di Canale
5, a cui viene tagliata la strada ad un incrocio da una macchina di YouDem, la
nuova emittente del Partito Democratico, che ovviamente proviene da sinistra.
Percorrendo via Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, Largo Corrado
Ricci, via dei Fori Imperiali, via Celio Vibenna, via di San Gregorio, piazza
di Porta Capena e via dei Cerchi, sfociando poi nell'anfiteatro del Circo
Massimo, c'è spazio per sorridere più di una volta. Ed è un bene, perché
incontro al futuro ci si va col sorriso. SEGUE A PAGINA 1.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pistoia Prof e
studenti fanno fronte comune Finite le occupazioni a scuola, ma la battaglia
prosegue PISTOIA. Fine settimana tranquillo nel mondo della scuola dopo le vicende
burrascose degli ultimi giorni. Oggi giorno di riposo dopo una settimana di
occupazioni; e con le proteste si riparte da domani, ma questa volta con
assemblee permanenti o cogestioni autorizzate. A partire da martedì scorso sono
stati ben sette su nove gli istituti superiori occupati in città per protestare
contro il decreto Gelmini: alcuni per qualche giorno,
come Classico e Iti, altri per meno di 24 ore come Scientifico e Geometri. Da
domani, invece, in quasi tutte le scuole, studenti e professori faranno fronte
comune. Organizzeranno insieme incontri e dibattiti per informarsi sul decreto Gelmini. è finita ieri pomeriggio l'occupazione all'Istituto
tecnico Fedi, ma nei prossimi giorni gli studenti hanno intenzione di
continuare la protesta con un autogestione "ibrida": prime quattro
ore di lezione normale, più due ore di autogestione e il pomeriggio con
incontri e dibattiti a scuola. Il Pacini ha concluso la sua autogestione, da
lunedì studenti e professori organizzeranno insieme una serie di incontri
serali a scuola sul decreto Gelmini. La partecipazione
agli incontri è aperta anche ai genitori degli alunni e a tutti gli
interessati. Al Pacinotti e all'Istituto d'arte, domani gli studenti si
riuniranno in assemblea per decidere come proseguire la protesta. Stesso
programma ai Geometri la cui occupazione è finita venerdì pomeriggio.
Occupazione finita ieri pomeriggio anche all'Istituto Einaudi. Cogestione,
invece, da domani allo Scientifico, con la partecipazione di alcuni studenti
universitari di Firenze, tra cui uno di giurisprudenza, che darà una lettura obiettiva del decreto Gelmini. Inizia martedì invece l'autogestione dell'Istituto Agrario con
un incontro che vedrà alternarsi posizioni politiche di destra e di sinistra in
merito al decreto Gelmini.
L'autogestione andrà avanti fino a giovedì con altri incontri. Al liceo
classico-pedagogico, dopo quasi tre giorni di occupazione la protesta si è
convertita in assemblea permanente. Fino a martedì si susseguiranno
incontri e dibattiti in merito al decreto Gelmini. La
protesta continua ed ormai è chiaro l'intento degli studenti: mantenere alta la
tensione almeno fino al 31, giorno di approvazione del decreto in Senato. Marta
Quilici.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
DOCUMENTI E
INIZIATIVE Ora in tutti gli istituti si mobilitano i docenti PISTOIA. Professori insieme agli studenti contro i tagli previsti dal
decreto Gelmini. Ci voleva
forse l'entusiasmo e l'irruenza dei giovani per mobilitare anche il corpo
decenti a prendere pubblicamente posizione riguardo al decreto. Negli ultimi
giorni sono apparsi, infatti, alcuni documenti con cui molti docenti pistoiesi
hanno voluto esporre il proprio dissenso nei confronti del decreto.
L'aumento degli alunni per classe, la pesante riduzione del personale docente,
amministrativo e di sorveglianza (oltre 87mila docenti e 44mila tra assistenti
e collaboratori in meno nei prossimi tre anni), l'accorpamento di classi di
concorso che costringerà i docenti a insegnare materie per cui non sono
abilitati: questi alcuni dei punti riportati nel documento stilato dai docenti
e dal personale Ata dell'Istituto Pacini, seguito da ottanta firme di
insegnanti e non, raccolte soltanto all'interno della scuola. Documento molto
simile è stato elaborato giovedì mattina dai docenti e dal personale Ata del
liceo scientifico. Il documento che riportava già oltre sessanta firme degli
insegnanti dello scientifico, è stato firmato tra venerdì e sabato mattina
anche da altri 77 colleghi del liceo classico-pedagogico. E intanto i docenti
studiano quali modalità adottare per "boicottare" il decreto. Sono
già state fatte alcune ipotesi come il blocco dell'acquisto di libri di testo e
l'abolizione delle gite, che intaccherebbero il circuito economico che gira
intorno al mondo della scuola. (m.q.).
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pistoia I precari scrivono al ministro Gelmini PISTOIA. Dopo un'asseblea alla media Anna Frank alla presenza di
Cgil, Cisl e Snals, un gruppo di docenti precari della scuola pistoiese ha
scritto una lettera al ministro alla Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. "Da anni stiamo ricoprendo
posti di organico di diritto e di fatto in tutti gli ordini di scuola e svolgiamo
il nostro lavoro con passione, costanza e dedizione. Ciò ha permesso
alla scuola di funzionare regolarmente e con efficienza. Per questo ci
offendono dichiarazioni come quella che il ministro Brunetta ha fatto riguardo
ai "non licenziamenti" nel comparto scuola; infatti, quando il
ministro afferma che "nessuno nella scuola perderà il posto di
lavoro" non tiene in alcuna considerazione il personale che noi
rappresentiamo e non ritiene importante il ruolo che da anni svolgiamo nella
scuola pubblica". "Tutti noi abbiamo impostato la nostra vita,
formato le nostre famiglie ed ipotecato il nostro futuro sui tanti anni
dedicati e spesi per la scuola, con sacrifici che le nostre famiglie non
potranno continuare a sostenere senza il nostro lavoro. Chiediamo che ci sia un
ripensamento sulla manovra che porta a tagliare drasticamente i nostri posti di
lavoro".
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pistoia Tutti a casa
contro la riforma Gelmini La preside: "Una protesta concordata per evitare
l'occupazione" S.MARCELLO. Anche l'Istituto superiore di S.Marcello ha
aderito alla protesta contro la riforma Gelmini, attuando un'assenza di massa. Non si tratta di un vero e
proprio sciopero, che avrebbe comportato manifestazioni in piazza, ma un
rifiuto di dare seguito al normale svolgimento delle lezioni per causare,
comunque, un forte disagio e una volontà di far capire che anche S.Marcello si
unisce al coro dei No provienienti da tutta Italia. L'istituto superiore, salvo
alcune eccezioni, era praticamente deserto. Una decisone presa insieme al corpo
docente che, attraverso anche alcune assemblee con la vicepreside Gabriella Signorini,
ha testimoniato la volontà di protestare contro il ministro Maria Stella Gelmini senza obbligatoriamente usare le forme forti come
l'occupazione. Scelta che, nella vicina realtà pistoiese, non si è fatta
attendere. Intanto in questi giorni anche i carabinieri della stazione di
S.Marcello hanno fatto alcune perlustrazioni all'istituto sanmarcellino per
verificare se tutto fosse sotto controllo. "I nostri ragazzi - è il
commento della dirigente scolastica Maria Lucia Querques - hanno capito che con
l'occupazione o altra forme estreme non si risolve il problema. E' meglio
comportarsi civilmente, e protestare con gli strumenti che la legge consente.
Magari preferiamo che facciano l'autogestione in modo che si garantisca
l'accesso alla scuola anche al corpo docente e chiedino loro stessi quale
argomento affrontare rispetto al normale programma ministeriale. Intanto i
ragazzi, anche grazie al nostro aiuto, cercano di capire meglio la riforma Gelmini e lo scorso venerdì mattina è stato affrontato
questo argomento". Quindi è probabile che i plessi dell'Istituto
comprensivo di S.Marcello, scelgano la strada della ragione per protestare
contro il ministro all'istruzione senza mai ricorrere all'occupazione degli istituti.
Intanto sembra comunque che la loro protesta silenziosa non si esaurisca con
l'assenza di massa di sabato scorso ma anche per domani aleggia la possibilità
che il normale svolgersi delle lezioni salti a pie' pari. Ci sarà un'assemblea
per decidere con quali modalità proseguire la sottoscrizione alla riforma Gelmini. "Anche questo modo di fare protesta da parte
degli studenti - ha concluso la dirigente Querques - rientra nella volontà di
responsabilizzare gli studenti nel fare le loro scelte. Anche quando siamo
contro qualcuno o qualcosa possiamo farlo adottando strumenti legali e avendo
coscienza di ciò che si sta facendo". Carlo Bardini.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XII - Bari LA
PROTESTA DEGLI STUDENTI E LA DEMOCRAZIA CHE VIVE La superficialità della Gelmini, di Brunetta, di Tremonti non è
casuale NICOLA CARELLA C'è qualcosa di nuovo che si muove da qualche settimana
tra i corridoi, negli atri, nelle aule del Politecnico di Bari e dell'Ateneo.
Qualcosa che io non ricordavo, e che forse nessuno dei miei coetanei ricorda di
aver vissuto almeno nel recente passato: un'aria elettrica che va dalla
protesta dei ragazzi del collegio Dell'Andro, alla battaglia delle
studentesse e degli studenti di Architettura, che attraversa Giurisprudenza e
Scienze Politiche, passa da Lettere e Filosofia, che si snoda nel Campus e si
allarga progressivamente a tutte le altre facoltà di Bari. Una ripresa di
parola collettiva che si soggettiva nei cortei, nelle assemblee tanto
partecipate, che si fa comunità, che lega . Una ripresa di parola che coinvolge
tutti gli altri luoghi della formazione, le scuole e i ricercatori, i
dottorandi, i docenti. Un nuovo movimento studentesco come la Pantera, o il '77
o il �68? Forse, è possibile. Certamente la partecipazione, la costruzione di
senso, di coscienza critica, è condivisa e allo stesso tempo radicale e si
domanda, analizzando il presente (consapevoli di quello che si chiede e di
quello per cui si lotta, checché ne dica la Gelmini),
perché di nuovo, e per l'ultima volta dopo una lunga serie durata quindici
anni, la Formazione debba pagare la crisi che qualcun altro ha prodotto. E
perché una generazione intera debba sentirsi espropriata del proprio futuro,
proprio quella generazione su cui c'è bisogno di investire se si tiene a questo
Paese. E allora il desiderio più forte è quello di riprendersi ciò che è stato
tolto, la parola innanzitutto, e poi la didattica, la qualità della formazione,
l'investimento nella ricerca, e in ultimo la possibilità di immaginarsi
cittadine e cittadini critici e consapevoli con una prospettiva non precaria di
vita. Questo movimento che nasce vuole che il governo Berlusconi retroceda, e
contemporaneamente si riappropria dello spazio della formazione e rilancia;
questo movimento non vive di confronti col passato ma si nutre di desiderio di
futuro. Una domanda però è centrale e posso pormi già da adesso: come si può
dire con tanta superbia che tutto questo è il frutto di
"disinformazione"o peggio di "antipolitica"? Quanta
ottusità c'è nel dire a centinaia di migliaia di ragazzi in tutta Italia che
loro sono i "fannulloni", gli "ignoranti", i
"bulli" e così via, mentre questi chiedono futuro e un investimento
sulla formazione e la ricerca? La superficialità della Gelmini,
di Brunetta, di Tremonti nel trattare le questioni della Scuola e
dell'Università non sono casuali, pur ammantate da un demagogico e falso
produttivismo, sono esattamente il frutto di un disegno che è teso a regalare
le menti, la formazione, il futuro al mercato e dall'altra parte a sterilizzare
la capacità di leggere il mondo e i processi che lo attraversano e la
possibilità di migliorarlo. Questo movimento dimostra esattamente il contrario,
dimostra che proprio dall'autoformazione, dalle assemblee, dal confronto tra
agenti differenti della formazione si può giungere ad un'analisi vera del
presente e costruire futuro. E proprio le prossime settimane saranno
fondamentali per capire quanto si è maturi e il blocco della didattica o il
rinvio dell'inaugurazione dell'Anno Accademico o le occupazioni o tutte le
altre forme di conflitto possibili (quelle che le assemblee, gli studenti
decideranno e a cui chiederanno tutti di collaborare e partecipare), saranno
tasselli importanti per comprendere quanto una generazione intera può
rappresentarsi e decidere cosa vuole e come ottenerlo, esattamente come ci
siamo detti il dieci ottobre quando cinquemila studenti hanno invaso piazza
Prefettura: non è che l'inizio. studente Ingegneria edile - Architettura.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XI - Bari
Studenti, la protesta invade la città Volantinaggio a Bari vecchia, lezioni in piazza
e assemblea generale Inizia la settimana che porterà alla manifestazione di
giovedì. Impegnati sia i ragazzi che i professori per
allargare il fronte contro i provvedimenti decisi dal ministro Gelmini FRANCESCA SAVINO L'onda della
protesta universitaria si riversa nelle piazze di Bari. In quelle affacciate
sul mare, dove ieri sera gli studenti e i ricercatori del coordinamento
"stop 133" hanno portato fra i tavolini di Bari vecchia le ragioni
del movimento. E in quelle del centro cittadino, che da domani si
apriranno alle lezioni in piazza dei professori di Lettere e filosofia, Lingue
e Scienze politiche: fra la filosofia e la storia della letteratura, la
paleologia e l'italiano per stranieri ci sarà spazio anche per discutere del
pacchetto di riforme Gelmini e delle modalità di
azione del governo Berlusconi. "Fuori dalle aule" avevano scandito
gli studenti durante il corteo funebre per la morte della pubblica istruzione
che mercoledì ha dato inizio al movimento barese: "non per bloccare l'università,
ma per difenderla". Fuori dalle aule il movimento adesso si sposta per
incontrare il resto della città: è quello che si propone con le lezioni aperte
e che è successo ieri, quando fra gli aperitivi e i dj set in piazza Ferrarese
e in piazza Mercantile sono spuntati i volantini del coordinamento. "Ci
siamo dati appuntamento per cercare di coinvolgere i nostri coetanei al di
fuori dei corridoi di facoltà" racconta Nicola Carella, studente del
Politecnico e portavoce del coordinamento. Il volantinaggio assomiglia alle
pubbliche relazioni: gli universitari attraversano le strade della vita
notturna per raccontare il movimento e scambiare informazioni o indirizzi
e-mail. La protesta di professori e studenti spinge fuori dalle aule anche la
didattica quotidiana della facoltà di Lettere e filosofia: dal palazzo Ateneo
domani scenderanno in piazza Umberto le lezioni di Storia moderna del professor
Massafra (ore 9), di Letteratura inglese del professor Bronzini (ore 11,15) e
di Storia della filosofia del professor Fistetti (ore 12,45). A pochi isolati,
il professor Cavalluzzi della facoltà di Lingue terrà alle 10,30 una lezione
aperta di Letteratura italiana, mentre il professor Suppa di Scienze politiche
dalle 12 dialogherà in via Suppa con studenti, ricercatori e passanti di etica
sociale e della legge 13. "L'attacco alla pubblica istruzione con i tagli,
il blocco del turn over e la possibilità di trasformare gli atenei in
fondazioni private rischia di lasciarci senza spazi, e noi ci spostiamo in
strada" spiegano dal coordinamento. "è un'occasione per dimostrare
quanto di buono l'università produce" per il rettore Corrado Petrocelli
che nelle prossime ore deciderà se bloccare la didattica martedì 28, quando si
terrà l'assemblea generale per decidere il futuro del movimento. La protesta
coinvolge anche gli studenti medi: gli allievi del liceo Oriani di Corato hanno
occupato l'istituto "contro i tagli e l'idea razzista delle classi per
immigrati"; nuovi disordini a Lecce dove durante una manifestazione 19
studenti sono stati fermati dai carabinieri per danneggiamento. A Bari i
giovani si sono dati appuntamento per un sit-in domani alle 18 in piazza
Prefettura.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XI - Bari
Cresce la mobilitazione per lo sciopero Scuola, attività sospesa in 50 istituti
su 70 A Bari lezioni sospese per un giorno in 50 scuole su 70. Lo sciopero nazionale
del 30 ottobre continua a raccogliere adesioni in tutta la città e i pullman
già prenotati che partono da Bari sono dieci. E ce ne sono anche due, messi a
disposizione dalla Cgil, che porteranno a Roma anche i nonni pensionati che vogliono manifestare contro il decreto della Gelmini. E le adesioni dal sindacato dei
pensionati, sono tantissime. "I numeri sono destinati a crescere - ha
detto Lena Gissi, segretario generale Cisl scuola - e questo è un dato molto
rilevante perché la manifestazione è a Roma". Giovedì prossimo
sciopereranno quasi tutte le scuole elementari di Bari e in molti istituti,
come il comprensivo di San Nicola a Bari vecchia, non rimarrà neanche un
custode. Portoni chiusi anche nel plesso Piccinni che ha un'adesione totale del
personale. "I livelli di adesione che si preannunciano - ha detto Claudio
Menga - sono superiori a qualunque altra manifestazione". (camilla povia).
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pontedera Lezione in
piazza è ancora protesta VOLTERRA. Dalle 9 alle 11, lezione sotto il cielo di
piazza dei Priori. Si è conclusa così, ieri, l'occupazione del liceo Carducci e
dell'Iti Santucci. Seduti sul selciato antico, in segno di protesta, gli
studenti (anche dell'Itc Niccolini e dell'Isa) insieme a un folto gruppo di
genitori hanno studiato inglese, ascoltato un intervento su Pennac e letto
brani da vari autori. Ha concluso la lezione-protesta l'assessore Alessandro
Togoli: "Gli studenti - ha detto - hanno insegnato qualcosa a tutti,
compreso ai partiti politici. Hanno insegnato un modo di manifestare vivace e
senza pressioni violente". Ma la lotta contro il
decreto Gelmini e la previsione
di tagliare/accorpare tutti gli istituti superiori della zona non finisce qui.
L'Itc Niccolini e l'Isa infatti continueranno l'autogestione fino a mercoledì.
E tutte le scuole produrranno documenti in vista della partecipazione al
consiglio comunale aperto sulla scuola, in programma a inizio novembre.
La data precisa del consiglio aperto sarà decisa mercoledì, durante la seduta
consiliare in agenda. Intanto la conferenza zonale sulla scuola della
Valdicecina (Alta e Bassa) che si è tenuta a Volterra nei giorni scorsi (hanno
partecipato tutti i dirigenti scolastici tranne quello di Pomarance) si è data
un nuovo appuntamento per dopodomani. In quell'occasione sarà approvato un
documento sulle scuole della zona, informa Togoli, in cui tutti i Comuni metteranno
nero su bianco la loro volontà di mantenere l'assetto scolastico in questo
bacino tale e quale l'anno scorso. "Chiederemo - aggiunge l'amministratore
- che continuino a funzionare tutti i plessi, anche quelli delle frazioni, che
non si chiuda nessuna scuola". Dal punto di vista istituzionale, questa
sarà la presa di posizione più forte contro qualsiasi taglio alla scuola nella
zona. Il documento sarà inviato poi alla conferenza provinciale e a quella
regionale. B.A.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Un'assemblea
pubblica Tutti contro la chiusura del Tabarrini POMARANCE. Contro
il decreto Gelmini si è svolta,
a Serrazzano, la prima (e molto partecipata) assemblea indetta dal comitato
cittadino costituito da enti locali, istituzioni, dal consiglio d'istituto e da
tanti genitori e lavoratori della scuola che vogliono portare il loro
contributo alla discussione e all'approfondimento. A Serrazzano infatti,
l'istituto comprensivo Tabarrini risulta essere uno dei plessi che
rientrerebbero nei tagli previsti dal decreto, insieme a molte altre scuole sia
del territorio di Pomarance che dell'intera Valdicecina. Nonostante vi
confluiscano i ragazzi di Fabbriche e Lustignano, il Tabarrini a Serrazzano non
raggiunge il numero di cinquanta alunni: così verrebbero soppresse sia la
scuola materna che quella elementare. La paventata chiusura porterebbe i
ragazzi a dover percorrere oltre venti chilometri per andare a scuola. Le
difficoltà riscontrate sono anche quelle, oltre alla chiusura dei plessi, della
modificazione drastica del servizio con la riduzione dell'orario di
funzionamento delle scuole materne alla sola mattina (8-12,30) che
comporterebbe enormi difficoltà per le famiglie e della rivoluzione
dell'impostazione delle scuole superiori e delle università. Ieri all'assemblea
c'erano davvero tante persone. Che, a fine incontro, hanno stilato una lettera
di protesta che sarà inviata a tutte le sedi competenti e in cui si chiede che
questa zona sia assimilata e abbia vantaggi uguali alle zone montane
(Serrazzano fa già parte della Comunità Montana dell'Alta Valdicecina) e a
quelle isolane con bassa densità di popolazione. All'assemblea erano presenti
l'assessore alla pubblica istruzione Marco Garfagnini, rappresentanti del
consiglio d'istituto con il presidente Loriano Fidanzi e i capigruppo
consiliari. Si è conclusa con la giornata di ieri, anche l'occupazione dell'Itis
Santucci a Pomarace. Dalla prossima settimana la protesta continuerà in forma
di autogestione. Vinicio Bibbiani.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Prato LETTERE E
INTERVENTI VIALE MONTEGRAPPA Quel cane investito e la strada pericolosa Le
scrivo prendendo spunto da un tristissimo episodio accaduto nei giorni scorsi di
fronte alla mia abitazione nel viale Montegrappa. Un bambino con un cagnolino
al guinzaglio stava attraversando la strada sulle striscie pedonali quando
un'auto ha travolto il cagnolino, uccidendolo all'istante e provocando una
scena straziante, con il bambino che urlava e si disperava sul corpo
dell'animale, senza che ovviamente nessuno potesse fare niente per aiutarlo. Al
di là del fatto in sé, veramente triste, vorrei farle notare la situazione di
pericolosità estrema in cui ci troviamo noi che abitiamo in questo viale, che è
diventato una specie di percorso ad ostacoli, con auto parcheggiate in seconda
e terza fila, e soprattutto auto e motocicli che transitano a velocità
pazzesche, sia durante il giorno che durante la notte, dove il viale diventa una
specie di pista di velocità. Non parliamo poi delle striscie pedonali, di cui
nessun automobilista assolutamente si cura, se non per mandare al diavolo
platealmente coloro i quali si avventurano ad attraversare la strada chiedendo
il rispetto della precedenza al pedone. Naturalmente, spiace dirlo, mai che si
veda un agente delle forze dell'ordine a sanzionare questo o quel
comportamento, quando, naturalmente, 2 volte al giorno vediamo i famosi
"vigilini" molto solerti nel sanzionare i criminali che parcheggiano
senza pagare la sosta. Gentile sig.sindaco, questa volta è toccato ad un povero
cagnolino - comunque il padrone, le assicuro, rimarrà scioccato per tutta la
vita - ma poteva tranquillamente toccare al bambino stesso, che si trovava a
mezzo metro dal suo cane. Cosa dobbiamo aspettare, che ci scappi il famoso
morto?? Venga una mezz'ora e si faccia una passeggiata per il nostro viale,
vedrà con i suoi occhi che razza di situazione si è creata. Alberto Fregoli
POLITICA Marco Romagnoli resti sindaco Con quale concezione
"democratica" i partiti e la politica in genere, affrontano la
questione legata al futuro candidato alla guida della nostra città, per la
prossima legislatura? Pur rispettando il legittimo dibattito interno al Pd
voglio fare alcune considerazioni sul percorso che dovrebbe determinare la
nomina a candidato sindaco di questa città. La città è cambiata e sta cambiando
velocemente ed ha la necessità di portare a compimento con
"determinazione" l'opera di progettazione e programmazione messa in
campo dall'attuale governo cittadino e per questo credo che la riconferma
dell'attuale primo cittadino sarebbe stata e sarebbe ancora una scelta
necessaria e opportuna. Voglio altresì riconoscere all'attuale sindaco grandi
capacità di governo, coniugando rigore e competenze, con particolare attenzione
alle reali condizioni "materiali" dei suoi concittadini senza
incrinare gli equilibri e le diverse sensibilità presenti nella coalizione. Se
le critiche e le responsabilità, per la perdita di consenso elettorale, sono
riconducibili esclusivamente tutte e solo al sindaco Marco Romagnoli, mi rimane
difficile escludere da tali responsabilità politiche, tutti coloro che hanno
condiviso le decisioni prese per il governo cittadino, sia in giunta che in
consiglio comunale e tutta la maggioranza che ha sostenuto l'operato del primo
cittadino e non di meno tutti coloro che hanno avuto una responsabilità diretta
e maggiore nella guida del partito espressione dell'attuale sindaco. E' con
senso di responsabilità che auspico un doveroso, e a questo punto, necessario
ripensamento di tutti coloro che hanno prodotto questa frattura nella città,
prima ancora che nell'elettorato di centrosinistra. Sono in atto dei
"giochi", di questo si tratta, che nulla hanno a che fare con il bene
primario della Politica, cioè il bene dei cittadini. La politica deve
riappropriarsi del compito che la nostra Costituzione le riconosce e le
attribuisce e deve recuperare, di fatto, il suo ruolo con un confronto che
auspico serio e sereno nella dialettica, aperto alla partecipazione di tutti
quei soggetti che hanno veramente a cuore il futuro di questa città. Fulvio Castellani SCUOLA Riforma Gelmini siamo con gli studenti Sinistra Democratica della Provincia di Prato
è a fianco degli studenti, dei docenti, dei genitori e di tutti quelli che in
queste settimane stanno manifestando democraticamente contro l'attacco sferrato
alla scuola pubblica da parte della destra al Governo con la cosiddetta
"Riforma Gelmini".
Quelle degli studenti sono manifestazioni che evidenziano un malessere e una
preoccupazione per il futuro che la propaganda sparsa a piene mani dal Governo
non riesce a far tacere. L'allargarsi della protesta e del consenso attorno ad
essa ha colto nel segno e smascherato le bugie della destra che sta
distruggendo la scuola pubblica. Andrea Monni SD Prato.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Prato Dibattiti
sulla scuola e fiaccolata CARMIGNANO. Al grido "Salviamo la scuola",
"Facciamo luce sulla scuola" e "Uniti per la scuola di
tutti" anche sul Montalbano arrivano le prime
iniziative contro la riforma Gelmini: serate organizzate da partiti e serate apartitiche promosse dal
comitato dei genitori di Seano, il cui obiettivo è quantomeno quello di cercare
di far chiarezza. E i primi due appuntamenti sono proprio dei genitori. Martedì
alle 21 al Tennis Club di Seano in via Bocca di Stella, si parlerà della
riforma, ma anche di come si organizzano i tempi della scuola e delle
cosiddette ore di esubero che invece, a detta degli insegnanti, servono per la
programmazione della didattica. Interverrà il segretario della Cgil scuola
Raffaello Biancalani, una preside e un'insegnante. Per giovedì sera i genitori
stanno cercando di organizzare una fiaccolata per le vie del paese.
L'appuntamento è per le 21 nei giardini della pista rossa. Venerdì sera, ore
21,30, sarà il invece il Pd a promuovere una serata nella sala consiliare:
dalle scuole elementari fino all'università. Interverranno, tra gli altri, di
nuovo Raffaello Biancalani della Cgil Scuola, il presidente dell'Andis Maurizio
Monti, il professore di Scienze della Formazione primaria Gino Piacentini, il
portavoce della Sinistra Universitaria Alessio Branciamore e la psicologa
Cecilia Fabbri. W.F.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Iniziativa
in vista del dibattito sulla Riforma Gelmini Volantinaggio
davanti alle scuole in vista dell'assemblea aperta MONTEMURLO. Molti partecipanti
e tanta preoccupazione alla serata organizzata dal Comitato Genitori, presso il
Circolo "G. Verdi" in via Scarpettini. Un centinaio le presenze, tra
cui molti insegnanti, per discutere e conoscere meglio i contenuti della
riforma Gelmini. Ognuno degli esperti ha affrontato
un settore specifico delle modifiche introdotte dal decreto legge 137 e dalla
legge 133. In questo modo sono stati così toccati i punti più controversi della
riforma, a partire dal maestro unico, la diminuzione dell'orario scolastico e
del tempo pieno, le riduzioni del personale docente ed Ata, i tagli degli
istituti scolastici, le novità per le medie superiori ed università. Domani
sarà effettuato un volantinaggio davanti alle scuole del territorio, nel quale
cercare di informare tutte le famiglie, ed assicurare una massiccia presenza
dei genitori e delle componenti della scuola per la sera di martedi 28, alle
scuole di Bagnolo, in occasione del consiglio comunale aperto sul tema scuola.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XXIII -
Genova INDISCRETO PADRI CONTRO FIGLI NEL REGNO DI SCAJOLA MARCO PREVE è lo
spirito ribelle che anima gli adolescenti di tutte le epoche oppure il progetto
di scuola Tremonti-Gelmini è
riuscito laddove la sinistra ha sempre fallito? A Imperia la famiglia è entrata
in crisi. Nel regno incontrastato di Claudio Scajola, i figli contestano i
padri, nel senso di genitori che sono esponenti di primo piano del Pdl. Tra i
più attivi nella contestazione ci sono, infatti, i ragazzi che frequentano il
liceo scientifico Vieusseux con la sezione del classico De Amicis in cui
studiò il "ministro". L'altro giorno in piazza, alcuni professori
reduci del �68 non credevano ai loro occhi: sedicenni con papà berlusconiano
che spiegavano all'assessore perché la riforma Gelmini
non va bene. E non son mica comunisti. Sono solo studenti italiani preoccupati.
Speriamo che a casa non gli tolgano la paghetta.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XXIII -
Genova La nuova resistenza dell'ateneo genovese MARGHERITA RUBINO Q uesta no.
Questa non assomiglia a nessuna, ma proprio a nessuna delle proteste che la
Facoltà di Lettere dell'Università di Genova effettua da quarant'anni. Lotte violente
e continue negli anni Settanta, spesso vicine a fondersi con la guerriglia
urbana; contestazioni scarse, pallide e intermittenti per tutti gli anni
Ottanta; rivolte rinsanguate e feroci nei primi anni Novanta, poi pausa a metà
decennio, nuovi scoppi e nuovi blocchi delle lezioni prima e dopo il duemila.
Studenti e alcuni prof al loro fianco agli inizi, studenti contro prof in
seguito. Negli ultimi sei, sette anni, nella sostanza, la contestazione era
diventata una parola, un ricordo, disordini-per-sentito-dire per i ventenni,
lampi di giovinezza nella memoria dei docenti. Da qualche settimana dilaga una
forma totalmente nuova di ribellione. Professori e studenti d'accordo contro le
cento strettoie del governo di centro destra, mossi dalla Grande Paura della
perdita progressiva di una università pubblica, della perdita prospettata della
libertà di studio e di ricerca, della sconfitta della democrazia nelle scuole.
Lettere parte per prima, ma questa volta Giurisprudenza e Architettura,
Formazione, Lingue, Medicina non si tirano indietro. Vengono individuati modi
nuovi di protesta, che rispetti il corso delle lezioni ma esibisca ogni giorno,
con lezioni in piazza e assemblee e marce e striscioni il rifiuto di uno
sfascio che corre a precipizio e di un fascio che sembra dietro l'angolo.
Pochi, poi molti trascinano tutti, con le argomentazioni e con le grida. Con
dentro l'impressione, o la paura, o la coscienza che tutto possa essere
inutile. Non ce lo diciamo. Ma dentro lo sappiamo, la
ministro Gelmini ha il
governo, mezza Italia, un consenso fino al 60 % dalla sua. Né il governo né i
suoi ministri né Mariastella dispiacciono alla maggioranza. Rovesciare questo
stato di cose è impresa titanica. E la resistenza degli universitari genovesi e
italiani potrebbe essere inutile. Ma va fatta. E va fatta fino in fondo.
Senza ragionare, questa volta, su convenienze ed esiti. Va fatta, e da tutti,
come si sta facendo; per sentirsi persone decenti, per sé stessi e per gli
altri. E c'è un filo di apparente retorica, di reale eroismo, in questo lottare
pervicacemente, in questo farsi venire delle idee, in questo �resistere'.
Quel filo motiva la disperazione degli sforzi. "Che dite voi? Che è
inutile? Lo so bene. Ma è tanto più bello quando è inutile. Lo so bene che alla
fine mi batterete. Non importa. Io mi batto! mi batto! mi batto!". Da
Lettere sono molti e sono forti i Cyrano che stanno invadendo Genova. Inutile?
E chi può dirlo.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina XXIII -
Palermo ZOOM MEGLIO CHE LAVORARE MAURIZIO BARBATO Palermo inscena con grande
passione il teatro della paura e della rassegnazione. La paura - ben oltre la Gelmini - è quella degli universitari che vengono in questi giorni nei
licei a raccontare ai fratelli minori il loro domani di precari senza sbocchi.
La rassegnazione - ben oltre il moralismo a venti lire - è quella dei diplomati
che non vogliono un mestiere da operaio, perché non è più il lavoro che possa
realizzare una persona. E che vogliamo? Contemporaneamente sono
scomparse la speranza del lavoro e la dignità del lavoro. è per la
trasformazione dei cittadini lavoratori in spettatori consumatori. Ma in Sicilia
c'è uno specifico: è la lezione, in basso, delle cooperative socialmente utili
dei nullafacenti in ingaggio politico e, su in alto, quella del variegato
panorama di Parentopoli in tutti i posti che contano un dito. Insegnano che
essere siciliani è sempre meglio che lavorare.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viareggio La
pacifica invasione del popolo del "no" Tra cori e striscioni, oltre
1.500 persone al corteo per le strade del centro Un gruppo di studenti vuole
occupare la stazione ferroviaria Poi interviene la polizia e la contestazione
si trasforma in sit-in VALENTINA LANDUCCI VIAREGGIO. Un corteo che ha mescolato
i nervi e la festa, l'irritazione per norme non condivise e l'euforia
contagiosa di stare insieme, in tanti, per qualcosa in cui si crede. Una
giornata affollata, intensa e con un fuori programma, ieri, per protestare contro i provvedimenti sulla scuola proposti dal
Ministro Gelmini. Un popolo
variegato lungo le strade del centro: dagli alunni delle elementari,
accompagnati da maestre, genitori e qualche nonno, agli studenti delle scuole
superiori. In tutto 1.500, forse 2.000 persone da tutta la Versilia per dire no
al maestro unico, ai tagli al sistema scolastico ed universitario. Un
corteo pacifico e colorato aperto dal Comitato versiliese per la difesa della
scuola pubblica e dai rappresentanti delle scuole dell'obbligo, tra cui gli
istituti comprensivi Massarosa 2 e Pietrasanta 2, a "rischio
estinzione" per le nuove norme. Tra la folla alcuni rappresentanti della
sinistra viareggina, segretari di partito, consiglieri comunali, l'assessore
provinciale alla pubblica istruzione Silvano Simonetti. Poi gli studenti più
grandi che, pochi metri dopo la partenza (da piazza Mazzini) prendono le
distanze dal resto del corteo. L'obiettivo è quello di staccarsi dal gruppo per
andare a occupare la stazione ferroviaria. Ma il progetto fallisce per
l'intervento della polizia e si trasforma in un sit-in improvvisato
all'incrocio Mazzini-Fratti. Momenti di nervosismo sotto gli occhi delle forze
dell'ordine. Qualche discussione anche tra i manifestanti. Poi prevale la
"linea morbida" e il gruppo, 3-400 studenti, riprende il percorso
prestabilito, raggiungendo il municipio e poi tutti gli altri, in Passeggiata.
L'improvvisata era stata preparata il giorno prima dagli studenti dei vari
istituti che, a differenza del passato, si stanno dimostrando più uniti. In
questa prima settimana di proteste - avviate con l'occupazione del liceo
scientifico Barsanti e Matteucci sabato 18 - si è creato un coordinamento dei
rappresentanti degli istituti: ogni giorno si riuniscono per organizzare
iniziative e rendere omogenea la contestazione. Una protesta che cambia i
propri assetti, quotidianamente. Da ieri anche il Barsanti e Matteucci non è
più occupato ma ha scelto l'assemblea permanente. L'Itc Piaggia ha ripreso le
lezioni anche se sono previste - in accordo con gli insegnanti - alcune ore di
cogestione. Stop all'occupazione anche all'istituto professionale Marconi che,
forse, da domani riprenderà la protesta in assemblea permanente. Restano
occupati, invece, il nautico Artiglio, almeno fino a lunedì, l'Iti Galilei ed
il Chini di Lido di Camaiore, oltre agli istituti d'arte e per geometri di
Pietrasanta.
( da "Unita, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Festa di democrazia
"Il futuro è adesso" Bambini, mamme. Tanti e tranquilli. La forza
serena che ieri ha detto la sua al governo. Una piazza politica come non si era
mai vista. Le frasi della gente comune. E tutti a leggere quella di Vittorio
Foa. Ridono, quelli venuti da Venturina. Hanno lo striscione più bello:
"Noi al Circo Massimo. Berlusconi al massimo al circo". Bello perché
gioca con le parole e con l'intelligenza, con lo spirito che supera la rabbia.
E' come la gente in questa enorme conca, enorme da fare spavento quando è
vuota. Invece eccola piena, adesso. Sarà che c'è il sole. Che alle due del
pomeriggio i bimbi sono già sotto il tendone messo su per loro a disegnare sui
fogli con le dita. Che di "gente famosa" non c'è traccia. Solo
migliaia di facce normali di persone qualunque. Sarà questo, ecco. Una piazza
come non s'era mai vista, coi fotografi in affanno perché di celebre non si
trova nessuno ma solo madri e figlie, nonni e nipoti, amici, colleghi, anziani coniugi,
ragazzine rasta che chiamano al telefono perché hanno perso la sorella. E'
stato come se il Paese, questa metà del Paese si fosse un sabato risvegliata
dal sonno, dalla paura e dal torpore. Non una parola di troppo. Non un gesto
ostile. Ironia, piuttosto. "I tuoi trapianti tra i nostri pianti",
disegno dei capelli di Berlusconi. Milioni di persone qualsiasi. Una sola
bandiera, Pd. Cofferati, emozionato da doversi schiarire la voce per il ritorno
al Circo Massimo ("quello del '94, della rivolta contro il taglio alle
pensioni: ho rifatto quel percorso, non quello del 2002") che cammina da
solo. Solo anche Nanni Moretti lassù in cima alla discesa: guarda in basso la
folla, qualcuno gli chiede di piazza Navona, lui fa no con la mano. Non c'è da
far polemica. Oggi è uno spettacolo: è il giorno in cui una fetta del Paese
ritrova la sua voce, la sua dignità. Il sorriso, a volte incredulo. "Siamo
più del previsto", mormora Veltroni. Due milioni, due milioni e mezzo.
"Questa è la prima manifestazione di massa del riformismo italiano",
dice dal palco il segretario del Pd. I due cortei non hanno ancora finito di
sfilare, il Circo è già pieno. E' vero, il palco era stato sistemato ai due
terzi della conca. Una prudenza inutile. "Questa è un'opposizione di
popolo", dice Veltroni. Popolo, che parola antica e desueta. Invece
eccolo, è questo. Persone che hanno preso le navi la sera prima e il treno
all'alba, famiglie. Si sono fatti i cartelloni da soli. "Gelmini mani di forbice" cita un
film. "Un decretino al giorno leva la democrazia di torno", fa il
verso a un proverbio. Dario Franceschini si fa strada e va a salutare Di
Pietro, una ragazza si alza di scatto e chiama "mamma!, ci sei anche
tu", D'Alema firma autografi, la banda degli ottoni entra suonando Bella
Ciao. I parlamentari con la maschera bianca chiedono "rivogliamo la
preferenza", basta con le liste imposte dai partiti. La Cgil fa il
servizio d'ordine, come sempre, ma oggi non serve. Una poliziotta in giubbotto
rosso parla dal palco. Un'insegnante di scuola elementare incrocia Franco
Marini, lo saluta con "ciao". Veltroni dice, adesso, che "la
democrazia non è un consiglio di amministrazione", parla a Berlusconi, la
folla applaude e ride. Anna Finocchiaro, molto richiesta per le foto, abbraccia
una donna che porta al collo un cartello che dice "ciao figlia, sono
venuta a manifestare anche per te". E sua figlia, signora, non c'è?
"No, ha sei anni: c'è tempo per lei". Da Padova, da Treviso.
"Non tutto è perduto nemmeno da noi", ride un operaio. Non ci sono
studenti, nel senso che ci sono ma non sono venuti in massa i movimenti che
manifestano contro la cosiddetta riforma Gelmini.
Tutto questo è al netto della protesta per la scuola. Sorprendente: chi ha
organizzato sperava e contava - per il successo - sul movimento. Non ce n'è
stato bisogno. Oggi sul palco di studenti ce n'è uno: si chiama Leonardo
Esposito, lo applaudono e gli dicono coraggio. Coraggio è la parola chiave.
Coraggio che la strada è davanti e ce la si può fare. Sorride anche Fassino, ha
l'aria di uno che pensa chi l'avrebbe detto. Invece ecco. Sarà un'opposizione
di popolo. Sarà un partito riformista. Sia quel che sia è fermo e mite. Dietro
al pannello "Siamo tutti Saviano", c'è quello che cita Vittorio Foa:
"Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al
presente". Andiamo, che c'è strada da fare. CONCITA DE GREGORIO ROMA
cdegregorio@unita.it.
( da "Unita, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
I prof nel corteo:
"Ci faranno sparire Come i panda" Elisa, studentessa di Scienze della
Formazione primaria a Pisa, porta in piazza la Gelmini
"che con l'accetta che fa cadere i bambini". Il professore Ugo Rubei
dell'università "La Sapienza" spera di incontrare i suoi studenti di
letteratura americana e intanto si appende al collo una battuta: "Testa di
Cassio su corpo di Bruto", e spiega: "Sono qui per dare un segnale.
Il ministro ha condannato a morte l'Università: questa distruzione programmata
non deve passare". C'è Adriano, 5 anni di Milano, che non sta zitto un
minuto: "Sono qui per protestare. Voglio fermare la signora che vuole
mandare all'aria tutta la scuola", urla. La sua mamma gli ha tolto anche
il fischietto ma lui ha un cartone che usa da megafono. Non è ancora l'ora di
pranzo e piazza della Repubblica è già piena di gente. "Tutta la Sicilia
dietro lo striscione rosso Mezzogiorno per l'Italia" si sgola Giuseppe di
Scienze politiche a Catania. Ma il mondo della scuola vessata dalla mannaia
Tremonti e il diritto allo studio consegnato al maestro unico, è sparso
ovunque: docenti, genitori e studenti, universitari, bidelli e segretari
insieme. Anna Martellotti, 53 anni, viene da Perugia. "Meglio bionda che
Brunetta", è il suo slogan. "Sono un'insegnante in via d'estinzione -
dice - Il blocco del turn over che ci ridurrà come i panda. Sono qui per
difendere i giovani, io posso anche andare in pensione ma a loro quale futuro
questo governo ha assicurato? Hanno tolto risorse umane alla ricerca. E chi
mandano adesso in Antartide a fare ricerca?". Niccolò e Edo arrivano
mentre il corteo muove i primi passi e fanno una gran fatica a farsi largo tra
la folla. Sono arrivati con il treno da Certaldo, provincia di Firenze. E
issano al cielo la loro protesta: "No all'art.133. O democrazia o
manganelli. A voi la scelta". Più esplito Jacopo, liceale a Rieti:
"Se la squola (con l'errore voluto, ndr) occuperai in galera
finirai". Si accodano anche Martina, Enrica e Sara dell'università
"Roma Tre", che precisano: "Siamo qui perchè non perdiamo una
manifestazione da un mese a questa parte. Siamo qui indipendentemente dal
colore politico della manifestazione". Davide, impiegato
comunale a Poggibonsi (Siena) ascolta e commenta: "Il gioco della Gelmini è quello di dividere il
movimento studentesco. Ma il malcontento è dell'intera Italia. Non può
ignorarci". La maestra Ada Negri di Roma è la più fotografata: orecchie
d'asino e l'icona della Gelmini nelle vesti di "Beata Ignoranza" come trofeo in un
mini-altare. Ma lungo la marea di gente che cammina per via Cavour fa
bella mostra anche "San Precario". Un papà con la zaino di scuola in
spalla tiene stretta la manina di Alice, 6 anni. "No - spiega - dentro non
ci sono libri ma i panini per tutta la famiglia. Arriviamo da Bellegra,
provincia di Roma, le mie figlie frequentano a Palestrina una scuola a tempo
pieno che vorremmo resti così com'è". Mischiati nello spezzone del corteo
dove si protesta contro il lodo Alfano e il pubblico impiego, spuntano altri
cartelli: "La pedagogia non è improvvisazione. Gelmini
vieni, ti diamo una lezione". L'ha scritto Perla che insegna italiano da
trent'anni in una scuola elementare in via XX settembre, a pochi passi dal
ministero dell'Economia. Mentre Francesco Venti, precario di ricerca
ambientale, lamenta la chiusura di tre istituti dell'Ispra. Dal camion con gli
altoparlanti arriva la voce di Andrea Cosi che legge in diretta i messaggi e
gli sms. "Veltroni abbiamo perso solo le elezioni, ma non siamo
perdenti", ha scritto una nonna. E Francesco Angeloni, ad un passo dalla
laurea in Ingegneria, commenta: "La Gelmini e
questo governo vogliono solo appiattirci e controllarci".
( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Andrea Ferrari La
tradizionale disputa sui numeri che segue ogni manifestazione la possiamo archiviare
tra i più stucchevoli tic della politica. Si capisce che gli organizzatori
ingigantiscano il risultato e che gli avversari cerchino di mortificarlo. Di
fronte alla solita pantomima, l'elettore ha imparato a diffidare della
propaganda e si affida in genere alle immagini che vede in tv (pur con tutte le
loro insite ambiguità) e così si fa un giudizio. Ciò che abbiamo visto noi è
stato un Circo Massimo pieno di gente: non erano milioni, ma nemmeno quattro
gatti. L'area ai piedi dell'antica casa degli imperatori romani è enorme e
riempirla non è facile. Quindi diciamolo subito: a Veltroni l'operazione è
riuscita. Ha portato a Roma tanta gente, ha fatto un bel bagno di folla stile
Obama, ha mostrato ai suoi compagni che lui gode del favore del popolo e dei
militanti e dunque ci pensassero bene prima di buttarlo giù dalla sedia, ha
rinfrancato l'opinione pubblica di sinistra e ha occupato per qualche giorno i
media con il suo spettacolo-politico. Ha così inviato un duplice messaggio: ha
rinsaldato la leadership messa in discussione dai carissimi compagni di strada,
a cominciare da D'Alema; e ha provato ad impressionare Berlusconi. Naturalmente
il Cavaliere si è ben guardato dal farsi innervosire. Ha pronunciato qualche
battuta benevola e poi ha dettato la frase da leit-motiv: quella manifestazione
è inutile. Il perché è presto detto: la maggioranza si sente solida depositaria
del consenso di quindici milioni di votanti, la maggioranza del Paese, quelli
che - anche grazie ad una legge elettorale che bisognerebbe cambiare - ha
consegnato al centrodestra una sterminata maggioranza. Che, a differenza della
coalizione del centrosinistra che abbiamo conosciuto in due diverse
legislature, è assai più compatta di quanto ci potessimo immaginare: PdL e Lega
sono in grado di proseguire nel loro lavoro di governo, consegnando
l'opposizione ad un ruolo di frustrante marginalità. L'uso dei decreti legge e
dei voti di fiducia è la concretizzazione regolamentare in Parlamento di una
simile situazione. Però anche il centrodestra deve stare attento ad una cosa.
Veltroni ha avuto la fortuna di far incrociare la sua
manifestazione con le tante proteste che si sono diffuse lungo la Penisola
proprio contro il decreto Gelmini. Imbroccando il tema, il leader del Pd ha avuto l'occasione di
incontrare da vicino un mondo vitale, quello dei giovani e degli studenti. L'ha
detta bene Bossi ieri sera: "Non avendo più gli operai, adesso la sinistra
fa girare il motore con gli studenti". E non è poco. Anche
ammettendo, come afferma il centrodestra, che gli studenti scesi in piazza
siano un'infima minoranza rispetto alla generalità di quanti vogliono soltanto
andare a lezione e dare gli esami, aver incamerato il loro consenso sarebbe
un'operazione strepitosa per Veltroni. Dubitiamo che l'operazione vada fino in
fondo, però le premesse ci sono. Ultima considerazione. Si è detto: in un
momento di crisi e incertezza per il futuro una grande forza politica
responsabile non va in piazza, sta in Parlamento e dice la sua su come
affrontare la tempesta, e quando occorre si schiera accanto al governo nel
difendere l'interesse nazionale. È per esempio la tesi dell'Udc che, a
differenza di Di Pietro, non ha portato le sue bandiere al Circo Massimo.
Quella considerazione ha una sua intima verità. Però bisogna considerare che la
sinistra, come dicevamo sopra, ha ridotte possibilità di avere un ruolo
parlamentare o di influenzare l'azione del governo. Per battere un colpo
rimaneva la piazza. L'ha usata, ed è andata bene. Ma domani che si fa?.
( da "Tirreno, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Attualità ROMA.
"Noi al Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la
firma ... La folla grida a D'Alema: sei meglio di Clooney ROMA. "Noi al
Circo Massimo, Berlusconi al massimo al circo". Porta la firma del gruppo
Venturina, provincia di Livorno, uno dei cartelli più ironici preparati dai
militanti del Pd che ieri hanno invaso Roma come un fiume in piena. Due milioni
e mezzo di persone a sentire gli organizzatori, arrivate da ogni angolo della
penisola. Una risposta oceanica, un mare di bandiere che hanno attraversato la
città da piazza dei Partigiani e piazza della Repubblica per riunirsi al Circo
Massimo e dire basta al governo Berlusconi, ai tagli di Tremonti, alle riforme della Gelmini, al razzismo, ai salari da fame, ai lodi salvapotenti e a tutte
le mafie. I treni speciali e gli autobus di linea hanno cominciato ad arrivare
nella capitale alle prime luci dell'alba. Delegazioni da tutte le regioni,
dalla Lombardia alla Toscana, dal Lazio alla Sicilia, dall'Emilia Romagna alla
Calabria, dall'Umbria all'Abruzzo. Gente comune, mica no global. Impiegati,
insegnanti, pensionati, professionisti, operai, precari licenziandi,
cassintegrati, famiglie con zainetti dai quali spuntano panini arrotolati nella
carta stagnola. Quasi tutti over cinquanta, e spesso anche sessanta. I due
cortei gemelli hanno sfilato pacati e imponenti, aperti da un grande striscione
con una citazione del senatore Leopoldo Elia, padre costituente da poco
scomparso: "Abbiamo il dovere morale di mantenere in vita tutte le libertà
conquistate per i nostri figli, per i nostri nipoti, di conservarle,
valorizzarle, difenderle". Tra la folla che si incanala lungo via Cavour,
il corteo più nutrito, spicca una parte del gruppo dirigente nazionale. Ci sono
Piero Fassino e Anna Finocchiaro. Ci sono Franco Marini ed Enrico Letta. Walter
Veltroni, invece, fa la spola tra i due cortei. E quando arriva la gente lo
accoglie con un boato. "Walter ci siamo tutti", gli grida un
manifestante della sezione Pd del Prenestino mentre la folla inizia a scandire
lo slogan "Chi non salta Berlusconi è", fin quasi a far tremare
l'asfalto, mentre a piazza dei Partigiani la folla invoca unità e acclama
Massimo D'Alema come una star. "Massimo sei meglio di Clooney", urla
qualcuno. Ma la gente, nonostante i numeri, non dà problemi al rodato servizio
d'ordine del partito. I cortei sfilano disciplinati tra migliaia di bandiere
del Pd, ritmati dal suono dominante di fischietti e tamburelli. Qualche gruppo
intona "Bella ciao", altri optano per l'inno di Mameli. C'è anche uno
striscione con la scritta "Barack Obama". I ragazzi che lo tengono
issato per le strade del centro hanno una maglietta che è una dichiarazione di
voto a favore del senatore nero dell'Illinois, candidato democratico alla Casa
Bianca: "Americans in Italy for Obama". Qualcuno innalza un cartello
artigianale scritto a pennarello: "Disintossicatelo". Tanti indossano
una maglietta verde dove si legge che "il futuro dei bambini non fa rima
con Gelmini". Altri giovanissimi che sono in
piazza per la prima volta e rifiutano etichette di partito al ministro della Pubblica
Istruzione hanno invece dedicato un santino: "Beata Ignoranza". Più
degli studenti, però, stavolta sono gli anziani e i pensionati. "Niente
inciuci. Il portafoglio è vuoto", ammonisce un cartello. "25 aprile,
1º maggio, 2 giugno", ricorda un altro striscione. (n.a).
( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2008-10-26 num: - pag: 31
categoria: BREVI CAPITALI "LADRONE" Le colpe di Vienna Caro Romano,
riguardo alla sua risposta sulla politica austriaca e il ruolo di Vienna nella
decisione di chi mandare al governo, è vero ciò che dice sugli immigrati, ma se
farà caso ai risultati delle elezioni per singole regioni si accorgerà che il
partito di Haider è andato meglio nelle regioni più lontane (fisicamente e
intellettualmente) da Vienna, Carinzia, Tirolo, Voralberg. Vienna è considerata
da un carinziano o tirolese esattamente come Roma da un lombardo o un veneto:
una città piena di burocratici e politici intenti solo ad arricchirsi e a
mangiare i soldi dello Stato. Il voto dato alla destra che è presente sul territorio
ed ascolta le persone non è un voto contro gli immigrati o l'Europa, ma un voto
per la propria identità. Andrea Mrakic Villach (Austria) Credo che lei abbia
ragione e che il fenomeno sia non soltanto austriaco o italiano, ma europeo. Le
capitali, in questo momento della storia europea, non godono di buona fama. NEL
NOSTRO PAESE Il turpiloquio Caro Romano, con riferimento alla sua risposta a un
lettore, non so se sia stata la maggiore scolarizzazione o una consistente
immigrazione da altre regioni, ma per fortuna si sentono molte meno bestemmie
anche in Toscana. I pochi che ancora bestemmiano sono le persone molto anziane
che usano la bestemmia spesso come congiunzione tra un discorso e un altro.
Marco Sostegni, Vinci (Fi) Certe abitudini, anche molto antiche, possono
cambiare bruscamente da una generazione all'altra. Le bestemmie sono state
sostituite da un turpiloquio diffuso di tipo prevalentemente sessuale, comune a
tutte le regioni italiane: un altro esempio di cattiva unità nazionale. MORTI
SUL LAVORO Una carneficina Sono inorridito dal numero crescente e
impressionante delle morti sul lavoro nel nostro Paese. Non riesco a farmene
ragione. Possibile che non si sia fatto e non si faccia concretamente qualcosa
per arrestare questa carneficina, indegna di una nazione civile ? Al di là dei
tanti bla-bla d'occasione, aspetto solo di non dover più sentire notizie di
nuove disgrazie di questo genere, che poi disgrazie non sono: c'è sempre sotto
qualche responsabilità. Antonio Massioni, Milano CRISI FINANZIARIA Timori dei
pensionati Questa crisi, per ora percettibile soprattutto per chi detiene
titoli azionari, fondi comuni azionari e misti e obbligazioni critiche,
promette per il prossimo futuro e per gli anni a venire un abbruttimento della
vita sotto tutti gli aspetti: delle aziende chiuderanno, ci saranno mancanza di
lavoro, difficoltà economiche, insomma un futuro nero e triste. Per noi
pensionati cambierà poco: ci sarà però il dispiacere di vedere i nostri figli
dibattersi come pesci fuor d'acqua per cercare di sopravvivere, con la
speranza, in cuor nostro, di non essere loro anche di peso. Sandro Tiraboschi
tiraboschi.sandro@ tiscali.it RISPARMI E ORA LEGALE Amaro confronto Adesso che
sappiamo che 100 milioni di euro possono essere appannaggio di un solo essere
mortale soltanto per aver giocato una schedina da 2 euro e mezzo, mi fa
amaramente sorridere la notizia che il risparmio- autorevolmente stimato - per
l'introduzione dell'ora legale ammonta a 99 milioni, senza tener conto di tanti
altri costi, come sostiene Codacons, e fastidi, come da sempre penso io!
Massimo Cascino, Roma SUPERENALOTTO Scommettere all'estero Visto che anche gli
amici americani di George Clooney, tramite l'attore, hanno partecipato al
Superenalotto, perché, per incrementare le finanze pubbliche, non trovare
qualche sistema per coinvolgere maggiormente gli stranieri dei Paesi vicini ai
nostri confini che già ora partecipano al gioco per rendere loro più agevoli le
giocate? D'altronde sono sempre rimesse di denaro dall'estero e...."pecunia
non olet"! Carlo Ferrazza cferrazza@tiscali.it SIMBOLO DELL'ESERCITO
Divisione "Ariete" L'allora cancelliere tedesco Helmut Schmidt, nel
1975 in un incontro con la guarnigione militare di LÜneburg, si espresse sul
valore del soldato italiano ripetendo che in guerra: "i carri armati
italiani avevano una marcia avanti e quattro marce indietro". Tenuto conto
che l'articolo al quale faccio riferimento ("Sterzate di Governo:
Berlusconi e la firma di Prodi", Corriere del 21 ottobre), parla dei
rapporti fra Berlusconi e Prodi lontani anni luce dagli avvenimenti militari
dell'ultima guerra mondiale, perché farvi riferimento? Lo stesso maresciallo
Rommel, nel suo ordine del giorno del 4 novembre 1942, in occasione della
storica battaglia di El Alamein, smentì questa bassa insinuazione: "Tutto
è crollato, solo i carri Ariete combattono". I carri cioè della Divisione
corazzata "Ariete", uno dei simboli storici del nostro Esercito. Già
nel 1975, da giovane maggiore, reagii decisamente rammentando una verità
storica e cioè come fosse stata veloce ed efficiente quell'"unica"
retromarcia dei felini nazisti nella corsa verso la tana berlinese, quando ai
carri tedeschi si oppose altrettanta forza con i carri di Zukov e Koniev da una
parte, e di Patton dall'altra. Anche per la mia reazione, Schmidt si scusò
imbarazzato e parlò di "errore d'udito" da parte di giornalisti
presenti. Per sottolineare la nostra supposta doppiezza, gli esempi sono ben
altri e niente affatto controversi. Per Berlusconi, tutto si poteva dire: tutto,
tranne che parlare con tanta superficialità dei nostri soldati. Lasciamoli in
pace: come è scritto al sacrario di El Alamein: "mancò la fortuna non il
valore". Gen. Gianalfonso d'Avossa 41Ë? Comandante dell'"Ariete"
SCUOLA ITALIANA Tanti progetti inutili La scuola italiana
costa troppo e il ministro Gelmini ne è consapevole. Una sola considerazione: perché non si
incominciano ad eliminare quei progetti tipo: Pon, Por, Pas, Ifts, Ofis che ai
non addetti ai lavori non dicono nulla, ma che fanno confluire nelle scuole
fiumi di danaro che finiscono nelle tasche di pochi, con pochissima ricaduta
formativa sugli alunni? Pasquale Mirante pasmir@alice.it.
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto
- VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2008-10-26 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE La protesta Maglia rovescia scritte anti-Gelmini alla Family Run VENEZIA – "Con questa riforma a scuola non
si torna". Gli studenti del Franchetti hanno manifestato pacificamente con
cori e cartelloni il loro dissenso nei confronti del progetto del ministero
dell'Istruzione Mariastella Gelmini ieri mattina al Parco di San Giuliano, nel corso della Family
Run della Venicemarathon. Gli studenti - oltre 400 - del liceo classico
mestrino indossavano tutti al rovescio la maglietta arancione della corsa con
la scritta "Franchetti occupato".
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Corriere del Veneto -
VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2008-10-26 num: - pag: 8 categoria:
REDAZIONALE Gli iscritti allo Iuav Architettura piace design in calo e il
teatro fa flop VENEZIA - Chiude con ottanta immatricolazioni in meno sul 2007
l'Università Iuav, mantenendo in sostanza invariato l'andamento del numero di
iscritti. Con 1716 immatricolati (ma per i corsi di laurea del biennio c'è la
possibilità di iscriversi fino a dicembre), l'ateneo veneziano che ha scelto
per quasi tutti i suoi corsi l'accesso a numero chiuso, si mantiene quindi
stabile. La parte del leone la fa la Facoltà di Architettura (1160
immatricolati) con le 600 matricole di Scienza dell'Architettura e le 60 del
corso in Produzione dell'edilizia, cui se ne aggiungono altre 500 del corso di
laurea specialistica in Architettura. Registrano un leggero calo, invece, le
facoltà di Design e Arti e di Pianificazione del territorio: la prima, guidata
dal professor Medardo Chiapponi, ha totalizzato 421 immatricolazioni (erano 484
l'anno scorso): fanalino di coda, per numero di immatricolati, è il corso di
laurea specialistica in Scienza e tecniche del teatro con 17 immatrico-lati, ma
il corso è agli ultimi posti anche per numero complessivo di iscritti (compresi
cioè quelli degli anni successivi): nel 2007-2008 gli studenti di Scienza e
tecniche del teatro erano 46, quest'anno sono al momento 23 ma il dato è
parziale perché c'è tempo fino a dicembre per presentare domanda di iscrizione.
La Facoltà di Pianificazione del territorio, di cui è preside Domenico Patassini,
non porta a casa grandi numeri con il corso di laurea triennale in Sistemi
territoriali informativi (Sit) che quest'anno non ha raccolto alcuna
immatricolazione (mentre l'equivalente corso a distanza ne ha totalizzate 23);
situazione che ha indotto l'ateneo a ripensarne il futuro: "E' un corso
che non ha grandi numeri perché molto specialistico, è infatti frequentato
soprattutto da funzionari comunali - spiega Carlo Magnani, rettore Iuav -. Dal
prossimo anno pertanto si è deciso di chiuderlo come corso triennale e di
trasformarlo in corso specialistico del biennio. Quest'anno, invece, se i
numeri sono questi vedremo se attivarlo o meno ". E questa potrebbe non
essere l'unica manovra che Iuav metterà in atto nei prossimi otto mesi per
adeguarsi ai requisiti minimi sul numero di professori di
ruolo previsto dalla riforma ante Gelmini: "Una grossa parte del nostro bilancio è stata spesa
proprio per questo attraverso i concorsi - conclude Magnani -; in qualche altro
caso abbiamo optato per la mobilità dei docenti (Architettura per esempio ha
ceduto due professori a Design e Arti, ndr), ma contiamo entro il prossimo anno
accademico di centrare gli obiettivi di legge". Paola Vescovi.
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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Corriere
del Veneto - PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9
categoria: BREVI L'alternativa Contro la riforma Gelmini gli studenti faranno
lezione nelle piazze del centro Sit-in Un'altra settimana di passione tra
proteste e mobilitazioni nelle facoltà.
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PADOVA2A - data: 2008-10-26 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE Lezioni all'aperto, corteo e funerale L'Ateneo non molla
L'Università protesta tra Piazze e Prato Mercoledì marcia funebre, giovedì
sciopero Domani riunione tra il rettore Milanesi e i presidi delle facoltà, in
prima linea quelle "calde" PADOVA – Comincerà domani un'altra
settimana di passione per il Bo e, inevitabilmente, per tutta la città. Ancora
giorni di proteste e mobilitazioni, senza però un calendario ben definito, contro la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella
Gelmini e dal suo collega
all'Economia Giulio Tremonti. Dentro il Bo Protagonisti, quasi a formare un
insolito fronte comune, non solo gli studenti universitari, ma anche la maggior
parte dei docenti, dei ricercatori e del personale tecnico-amministrativo
dell'ateneo patavino. In tarda mattinata, non prima di mezzogiorno, il
rettore Vincenzo Milanesi, di ritorno dal summit romano di Aquis (Associazione
per la qualità delle università italiane statali), farà il punto della
situazione con alcuni presidi: in prima fila, Gianni Riccamboni di Scienze
Politiche e Paolo Bettiolo di Lettere. Sarà l'occasione per fissare meglio le
strategie del "dissenso" contro i tagli previsti dal governo
Berlusconi, con l'obiettivo di dare alla città la sensazione di una vera
compattezza tra i professori e i ragazzi. Gli studenti Gli stessi che, da
domattina, faranno simbolicamente lezione all'aperto, nelle Piazze del centro o
in Prato della Valle, come successo ieri sulla scalinata del Palazzo della Gran
Guardia. "Né di sinistra, né di destra – hanno pure scritto sulle rampe
del Palazzo della Ragione – L'istruzione è sempre in mezzo". Mercoledì,
poi, sarà il giorno della "marcia funebre" in memoria dell'Università
di Padova, che "si è spenta all'età di 786 anni": appuntamento, come
ricordato da centinaia di volantini sparsi per la città, alle 17.30 in via VIII
Febbraio. Giovedì, infine, il clou: lo sciopero generale proclamato dai
sindacati di categoria, che porterà a Roma migliaia di persone sotto le
finestre del Senato, avrà anche un'appendice patavina, con un altro corteo
studentesco (dopo quello di giovedì scorso) che si snoderà per le vie del
centro. Davide D'Attino Lo studio La protesta simbolica degli studenti al Bo
(Gobbi/Bergamaschi).
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2008-10-26 num: - pag: 21 categoria:
REDAZIONALE L'intervento/1 La scuola torna a essere un problema di tutti di
GABRIELLA IMPERATORI La rivolta era da mettere in conto: a scuola,
all'università, in piazza. Protagonisti genitori, studenti, docenti. Cominciata
in sordina su temi limitati (esami di riparazione, voto in condotta) o
pittoreschi (il grembiule) e sfociata in questioni più ardue come le classi
differenziali, ora la polemica sulla "riforma" Gelmini dilaga e diventa un tema forte
di quest'autunno bollente. Non c'è talk-show che non ne abbia parlato e
straparlato, suscitando roventi dibattiti. Era dal '77, o addirittura dall'esperienza
di don Milani, che di scuola si parlava solo occasionalmente: all'inizio
dell'anno, in occasione degli esami di maturità, o per il susseguirsi di
riforme e controriforme che non hanno risolto alcun problema, anzi han lasciato
precipitare verticalmente la qualità della scuola con l'eccezione delle
elementari, l'unico ciclo d'eccellenza, vanto del nostro paese. Eppure si è
cominciato proprio da queste a tagliare su tutto: meno ore, meno insegnanti,
meno doposcuola. Abbiamo già scritto in tanti, anche su questo giornale, che il
decreto Gelmini non è stato preceduto da alcun
dibattito parlamentare, non è nato da esigenze pedagogiche ma solo da un
accordo col ministro dell'economia sui tagli della spesa. Forse nell'illusione
che al nostro popolo interessi solo la scuola-diplomificio (e con il
sottopensiero che un popolo incolto sia più facile da controllare). Finora, in
effetti, sembrava fosse così. Per molti i professori erano pretenziosi
fannulloni, con vacanze di tre mesi e lavoro part-time. Ma da quando s'è
annunciato il taglio degli orari, i genitori che non possono contare su
baby-sitter o nonni tuttofare han riscoperto di colpo l'importanza della scuola
e, strada facendo, della cultura. E gli studenti? Dopo decenni di relativa
quiete, d'indifferenza politica con la grigia prospettiva di un lavoro
precario, e di una convivenza comoda ma forzata con la famiglia, han ritrovato
la passione per la lotta, gli slogan, i cortei. Non è il '68. Non si lotta per
la libertà, ma contro la paura del futuro. E in questa nuova contestazione si
inserisce il solito teatrino di annunci e smentite di Berlusconi. Che un giorno
minaccia l'intervento delle forze dell'ordine e il giorno dopo precisa di
essere stato frainteso, e pazienza se il suo discorso lo abbiamo sentito tutti.
Nel frattempo aggiunge che, visto che per l'università il governo non ha ancora
fatto nulla, la contestazione è assurda. Niente di fatto, certo: salvo
l'annuncio di un altro taglio miliardario. Che nel sistema dell'università ci
sia da spezzare lo strapotere delle baronie, la chiusura ai giovani, le
cattedre stravaganti (inventate per professori con solo un paio di studenti),
è, a quanto pare, vero. Ma non è la ricerca che va penalizzata fino a far
emigrare all'estero chi se lo può permettere. Non la didattica. Non il valore
della laurea. Ora se le cause remote della contestazione sono tante ma la causa
prossima è una sola declinata in vari aspetti, il rischio è che la protesta,
per ora pacifica, si radicalizzi e degeneri. Una cosa però, in tanto bailamme
di azioni, opinioni, annunci e ritrattazioni, insulti e proposte di dialogo, mi
sembra altamente positiva: che la scuola torni finalmente al centro
dell'attenzione generale, che si capisca che qui, come nella salvaguardia
dell'ambiente, si gioca il nostro futuro. gabimp@tin.it.
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2008-10-26 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Università L'esponente del governo: il
testo della Gelmini può
essere modificato. I privati? Il controllo della Corte dei Conti va bene
"Ateneo, sono pronto al confronto pubblico" I blocchi e le proteste,
il sottosegretario Giorgetti: Giacobazzi ha commesso un abuso "C'è un
clima troppo barricadero. Io sono disponibile a dibattere con tutte le
parti i ddl Gelmini e Brunetta" VERONA -
Alessandro Mazzucco, magnifico rettore del-l'Università di Verona, ha messo
parecchia carne al fuoco con il suo intervento dell'altro giorno, durante
l'assemblea generale di ateneo. Dal "no" dei privati veronesi a
investire nell'Università all'impossibilità di trasformarsi in Fondazione; dalla
necessità di rivedere il decreto 133 all'invito a calibrare i tagli governativi
su scala meritoria. Temi che oggi vengono sviluppati dal sottosegretario
all'Economia, l'onorevole di An Alberto Giorgetti, braccio destro del ministro
Giulio Tremonti in questo momento di grande difficoltà per il Paese.
Sottosegretario Giorgetti, come giudica l'accalorato intervento del rettore
Mazzucco? "Ho apprezzato il fatto - dice - che il rettore abbia assunto
una posizione equilibrata e responsabile. Del resto, conoscevo già il suo
pensiero, dato che le stesse idee le aveva espresse in occasione della lectio
magistralis del Presidente della Camera Gianfranco Fini". Mazzucco ha
fatto sapere che l'ateneo veronese non diverrà una Fondazione, visto lo scarso
interesse dei privati a investire e le norme restrittive del decreto Gelmini. Lei cosa pensa? "Intanto mi pare che il
rettore abbia detto anche che non è contrario alle Fondazioni. Quanto alla
necessità di semplificare la procedura in tema di controllo non mi trovo in sintonia".
Perché? "Perché, specie in questa fase, la presenza della Corte dei Conti
garantisce un ulteriore controllo. E lo reputo un fatto assolutamente
positivo". Il rettore si riferiva al fatto che i privati sono poco
incentivati a finanziare... "E' un momento delicato e serve equilibrio.
Vista da questa parte la presenza dello Stato è ingombrante. Poi ti giri un
attimo e ti accorgi invece che sono gli stessi imprenditori a richiedere che lo
Stato ritorni in maniera pesante nell'economia, per convincere le banche a
mantenere gli affidamenti in corso e quelli promessi, magari abbassando anche i
tassi...". Insomma, il testo della Gelmini non
verrà modificato? "Non ho detto questo. Il testo può essere modificato e
possibilmente migliorato". Per esempio, la questione delle università che
si autofinanziano, come Verona, meriterebbero un'attenzione particolare. Nel
senso che non dovrebbero finire nel calderone dei tagli indiscriminati...
"Non nascondo le problematiche, visto il momento difficile che il Paese
sta attraversando. Ma mi impegnerò per cercare di fare qualcosa di tangibile in
questo senso. Però...". Però? "Non ho mai preso posizione sulla
protesta". Lo faccia adesso... "Dico solo questo: c'è un clima
barricadero. E' in atto un confronto cultural-politico che rifiuto e,
soprattutto, che non è utile". Si spieghi meglio Giorgetti. Faccia un
esempio... "Non mi è piaciuto che il preside di Scienze, Roberto
Giacobazzi, abbia tenuto una lectio magistralis spiegando i decreti 112 e 133
(Brunetta e Gelmini, ndr) dal suo punto di vista. E'
stata una forzatura. Anzi, un abuso vero e proprio". Perché? "Perché
se io chiedessi di andare a spiegare i ddl all'Università mi verrebbe
consigliato di soprassedere. E questo perché c'è un clima pregiudiziale di opposizione
al governo". E quindi? Cosa suggerisce? "Si faccia un confronto
pubblico all'università con tutte le parti in causa. Io sono disponibile
". Torniamo ai privati, a Verona che non investe nell'ateneo. Come mai
succede questo? "Perché l'università, nella nostra città, non viene vista
come motore strategico che muove l'economia. E invece...". Invece?
"Beh, gli ultimi investimenti importanti sono stati fatti proprio
dall'università, che di fatto è il motore più importante della città. Penso
alla Santa Marta e alla Passalacqua, per fare degli esempi". E dove nasce
l'inghippo a suo parere? "Nasce dal fatto che gli industriali fanno fatica
a comprendere questa svolta perché continuano a ritenere l'ateneo
autoreferenziale ". E la politica cosa può fare? "La politica potrebbe
fare qualcos a , ma qui ci troviamo di fronte a una grande lacuna della nostra
città: l'incapacità di creare un momento di sintesi". Colpa del sindaco?
"Non voglio dire questo. Ma sono sicuro che se prendessi l'iniziativa io,
magari assieme a Brancher e invitando al tavolo anche l'opposizione, sarebbe
vissuta come una cosa di parte. Oggi a Verona tutto è di parte. E in questo
contesto è difficile portare avanti progetti di ampia condivisione ".
Antonio Spadaccino Alberto Giorgetti "Nella nostra città l'università non
viene vista come un motore strategico, che muove l'economia, e invece..".
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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- VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2008-10-26 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE In facoltà E i docenti si dividono sulle assemblee di facoltà VERONA
- Archiviata una settimana intensa, l'università riaprirà domani all'insegna
del dialogo. E' stato il rettore Alessandro Mazzucco, il primo ad invitare i
presidi a indire dei consigli di facoltà dove studenti e
docenti potranno trovarsi insieme a discutere del decreto legge Gelmini. Unica condizione posta dal
rettore, il rispetto della regolare attività didattica. A sgarrare solamente le
facoltà di Scienze (che prosegue il rinvio delle lezioni fino venerdì) e quella
di Scienze della formazione, che aveva già deliberato lo stop delle lezioni per
martedì. "Non credo verranno lesi i diritti di nessuno - sostiene
il preside, Mario Longo recupereremo la giornata persa". E sono molti, tra
i docenti, a sostenere la linea "morbida" di Mazzucco nei confronti del
governo, pur esprimendo dubbi sulla bontà della legge 133. Tra questi, Roberto
Corrocher, ordinario di Medicina (il cui consiglio di facoltà giovedì, ha
dichiarato all'unanimità inaccettabile il contenuto del ddl): "Bisogna
ammettere che c'è del marcio nell'università afferma - , come nel caso dei
corsi di laurea creati ad hoc per sistemare docenti: sprechi che in un modo o
nell'altro vanno razionalizzati". Resta la certezza che i professori di
Verona non scenderanno in piazza, se non per insegnare. A dare la propria
disponibilità per le lezioni all'aperto, alcuni docenti di Lettere e Scienze. (
d.o.) Scienze Roberto Giacobazzi Medicina Roberto Corrocher.
( da "Corriere del Veneto" del 26-10-2008)
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- VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2008-10-26 num: - pag: 10 categoria:
REDAZIONALE Scuola, lunedì l'approvazione Il piano Miraglia va in Consiglio,
qualche protesta VENEZIA - Ora si attende solo il via libera del consiglio
comunale di lunedì, e poi il piano sulla formazione degli istituti comprensivi
nel comune di Venezia, attivo già dal prossimo settembre, potrà partire. Commissione
d'ambito e giunta hanno già approvato un nuovo comprensivo al Lido, quattro
accorpamenti in centro storico e scuole riunite in due direzioni anche a
Chirignago-Zelarino e attorno alla Salvo d'Acquisto di Mestre, mentre cantano
vittoria le direzioni di Mestre e Marghera che, dopo le infuocate assemblee
degli ultimi due anni, hanno conservato il loro status di scuole. Tutte tranne
una: l'elementare Fusinato del Terraglio. "L'assessore Miraglia ha
dimostrato di aver compreso le nostre posizioni e si è impegnata a trovare una
soluzione che al tempo stesso salvi il piano e risolva l'anomalia di spostare
le otto classi della Fusinato con le tre scuole medie del circolo Trentin,
speriamo bene", dice un genitore del quartiere Terraglio. La protesta di una
delegazione di insegnanti e genitori era giunta venerdì in XI Commissione
comunale. Prossimo passo, dunque, la votazione del piano lunedì in Consiglio,
in tempi strettissimi prima del passaggio in Regione il 30 ottobre. "Come
altri mi asterrò, non voteremo un passaggio solamente
formale" afferma Sebastiano Bonzio di Rifondazione. "Approvare il
piano commenta invece per i verdi Beppe Caccia - significa dare la propria
opposizione al programma di pesanti tagli che vengono dal decreto Gelmini". M.P.S. Novità Quattro
accorpamenti e un nuovo istituto comprensivo.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del 2008-10-26
pagina 6 Ecco quelli che strumentalizzano i bambini di Redazione "Il
Giornale" rivela: i figli dei vip di sinistra vanno alle private mentre i
padri aizzano quelli degli altri ad occupare le piazze. Risultato: ci accusano
di sfruttare i ragazzini. Scoprite invece chi sono i cattivi maestri Se la sono
presa. Fanno agende di partito dove scrivono: "Fuori
la Gelmini dalle nostre
scuole perchè le scuole sono nostre e vogliamo essere noi a cambiarle".
Fanno staffette di senatori per aizzare gli studenti, dichiarano come Pina
Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili: "Un Paese in cui
studiare è il privilegio di un'élite è un Paese più ingiusto". O
come la Finocchiaro: "Berlusconi si mescoli con il popolo che sta
manifestando: avrà delle sorprese". Ecco una per esempio è che i figli
della Finocchiaro non si mescolano. Perchè se chiedi, scusa, ma tuo figlio dove
lo mandi a scuola? ti rispondono vergognati, come ti permetti. Sul
"Giornale" di ieri abbiamo dato qualche risposta. Dalla Melandri a Rutelli,
da Nanni Moretti a Santoro, dalla Finocchiaro a Adinolfi i figli li mandano a
studiare nelle scuole private. Come il costosissimo liceo Chateaubriand o la
prestigiosa Ambrit-Rome International School. Scuole dove proteste e
occupazioni sono bandite. Perchè i figli degli altri devono andare in piazza e
i tuoi a studiare? Perchè, come recitava il titolo della nostra prima pagina di
ieri, "Vanno in piazza per la scuola pubblica ma mandano i figli in quella
privata"? La risposta è stata: vergogna. I bambini sono sacri, non si
buttano in piazza. Poi guardi le foto qui sotto: non hanno nemmeno sette anni e
sono già in piazza a protestare contro la Gelmini. Chi
ce li ha portati? Indovinate un po'... © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del 2008-10-26 pagina 6 Il figlio del Gelmini della sinistra? Ovvio, alle
private. Come papà di Paolo Bracalini L'ex ministro dell'Istruzione Fioroni ha
il pargolo iscritto all'esclusivo Cardinal Aragonesi: "Avevo il terrore
dei prof rossi" L'ex ministro Beppe Fioroni non si può davvero accusare di
incoerenza. Chi è più fedele a se stesso del cattolicissimo esponente
Pd, che ha mandato il figlio Marco nella stessa scuola dove si è diplomato lui
31 anni fa? Il fatto è che anche Fioroni, come gli altri progressisti al
caviale del suo partito, non ha avuto il minimo dubbio tra istituti statali e
non statali quando si è trattato di scegliere l'educazione del figlio. Il suo è
andato spedito al Liceo Scientifico "Cardinal Ragonesi" di Viterbo,
cattolica paritaria diretta dai Fratelli Maristi, una congregazione religiosa
fondata due secoli fa in Francia da san Marcellino Champagnat. "Ogni aula
dell'Istituto è dotata di un computer, collegato con la sala di informatica
centrale, attrezzata come laboratorio linguistico multimediale", c'è
scritto nella presentazione del "Cardinal Ragonesi". "Il
laboratorio scientifico, l'aula di proiezioni, le palestre, i cortili, la
biblioteca sono gli ambienti che completano il supporto tecnico della
scuola". Grande cura per l'alunno, poco a che spartire quindi con le aule
fatiscenti e i problemi delle scuole statali, che però sembrano assillare negli
ultimi tempi l'agenda politica del Pd. Il Liceo "Cardinal Ragonesi",
che ha fama di scuola impegnativa e covo di secchioni, com'è facile immaginare
non ha rette propriamente popolari. Oltre ai 340 euro di iscrizione il costo
trimestrale è di circa 900 euro, quindi per un anno di lezioni servono 2.700
euro più spese didattiche. Poca roba per l'ex titolare dell'Istruzione che evidentemente
conosce bene la differenza tra l'efficienza delle scuole private e il caos
delle pubbliche. Lui uscì da quella stessa scuola col massimo dei voti, il
tipico primo della classe come lo ha ricordato sul Tempo un ex compagno di
scuola, ma "che non passava mai i compiti". Già allora il giovane
Beppe era una promessa della Dc viterbese, tanto che a soli 29 anni sarebbe
diventato sindaco della città e dieci anni dopo deputato dei Popolari. E la
scelta dell'istituto per l'ultracattolico Beppe non fu casuale, ieri come oggi
per il figlio. Nelle scuole pubbliche, è noto, è facile trovare professori di
sinistra, quegli ex sessantottini che affollano per esempio il Pd. Ma purtroppo
può capitare di incontrarli anche ad un alunno di una paritaria, perché la
commissione della maturità è esterna. E fu proprio quello l'incubo di Fioroni
all'esame nel 1977, come ha raccontato lui stesso l'anno scorso da ministro.
"Ero nervoso e fui preso da una irrefrenabile voglia di fumare, ma non
avevo sigarette. Arrivò un giovane che me ne offrì una. A lui confidai il mio
timore, e cioè che il presidente della commissione, come avevo sentito, fosse
uno di sinistra, troppo di sinistra per i miei gusti". Per sua sfortuna il
giovane della sigaretta era proprio il presidente di commissione. Ma
l'interrogazione, quasi tutta sul prediletto S. Agostino, andò benissimo lo
stesso. Merito degli insegnanti bravissimi del "Ragonesi", altro che
quelli delle statali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del 2008-10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo La Gelmini è il nuovo bersaglio di
Redazione Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi
I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un
bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.
E questo bersaglio ha un nome e un cognome che hanno attaccato alle schiene dei
bambini, hanno disegnato, fotomontato, accartocciato: Mariastella Gelmini. Viso da donna su corpo di uomo ("testa di
Cassio su corpo di Bruto"), ministro della Distruzione, aureolata Beata
Ignoranza. Ma ce ne sono anche tanti altri, più nascosti, ma forse ancora più
mitragliati: "Mara (Carfagna, ndr) stringi i denti", "Bossi
quando ascolti l'inno il dito mettitelo nel c...". E un luogo d'odio che
esiste da quattordici anni e ancora non cambia, non progredisce, non si
declina: l'antiberlusconismo. I manifesti del nuovo raccontano il vecchio,
sempre lo stesso Bersaglio, sotto la cornice bella e colorata del Circo Massimo
di Roma. Basta guardare i cartelloni in alto, e poi le scritte lasciate cadere
sull'erba dell'antico stadio, e si trova un linguaggio serioso all'apparenza,
quasi mesto di rivendicazioni polverose da scuola anni Sessanta, ma rabbioso
negli anfratti della manifestazione, per niente veltroniano se si intende il
veltronismo della prima fase, maschilista persino. La manifestazione che non si
vede è fatta di parole che distruggono e non costruiscono, a parte un uomo che
sul suo cartellone scrive: "Più tolleranza". Un angolo di respiro, uno
dei pochi: sembra un'occasione sprecata. Lo slogan: "Un'altra Italia è
possibile", preso vagamente in prestito dal movimento di Seattle, lancia
una domanda senza risposte che non siano di attacco ai bersagli e al Bersaglio
preferito. La festa è grande, è vero, ma se si guarda bene in mezzo alle
bandiere, nella manifestazione che non si vede, si possono osservare poi
invisibili pachistani che distribuiscono l'Unità "a cinque o sei euro
all'ora", ci dice uno di loro, mentre offre la nuova edizione del quotidiano
comunista a una ragazza straniera. C'è un gruppo di donne rom che si sono
attaccate al petto il simbolo del Pd. Tendono la mano senza speranza, in fondo
sono qui per questo, due spiccioli al corteo. Un uomo con una gamba più lunga
dell'altra che si poggia al bastone e chiede la carità, in via Cavour. In
cinque minuti di attesa al suo fianco solo una persona lo nota e gli lascia un
euro. I poveri stanno sui cartelli ma per la strada non li vede nessuno. La
manifestazione che non si vede è fatta anche di cose buffe, come il bagno
chimico che si chiama Di Pietro, ma non è uno scherzo cattivo di Veltroni: il
Di Pietro in questione è "concessionario di zona a Roma". E poi ci
sono le parole. Qualcuna, sì, simpatica: "Noi al circo Massimo, voi al
Massimo al Circo", ma altre più nere, come queste: "Assassinata in
Italia la democrazia. Il responsabile è Silvio Berlusconi". Si scopre un
guazzabuglio di incoerenza, come un gruppo che sfila con il cartello:
"Nonostante Marrazzo", o il militante arrampicato sul muretto che fa
sapere sul suo striscione: "Sono democratico e so' rimasto
communista". Sembra però che, nonostante il crollo delle ideologie,
nonostante Veltroni, il nuovo Pd riparta dal suo arcaico clichè.
L'antiberlusconismo qui a Roma prende la variante dell'antigelminismo, ma
perché è la scuola il terreno della battaglia ora, la "lotta dura",
come è scritto su un manifesto. In realtà cova ancora il fuoco antico:
"Berlusconi vai a casa". "Berlusconi sei la rovina
dell'Italia". "Berlusconi sta con gli imbroglioni". E la
maglietta "distruggi il Biscione", e un altro cartello: "Un
pregiudicato al governo". Qual è l'altra Italia possibile? A Roma si sono
capite molte cose, ma questa proprio no. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del
2008-10-26 pagina 6 "Guardi queste foto e pensi alla pagliuzza e alla
trave" di Redazione Caro senatore Rutelli, tutto ci saremmo aspettati -
dopo il nostro servizio di ieri - tranne che di essere accusati di avere
mischiato alle polemiche sulla scuola, per giunta in modo "spregevole",
i bambini. Intanto perché anche - appunto - un bambino avrebbe capito, leggendo
l'articolo di Antonio Signorini, che i figli non erano né il soggetto né il
complemento oggetto. Sono i genitori che scelgono la scuola. E quando questi
genitori da una parte accusano il governo di voler distruggere la scuola
pubblica e dall'altra mandano i figli alle scuole private, sottolineare
l'incoerenza non ci sembra campato per aria. Ma soprattutto ci pare
stupefacente il pulpito da cui viene la predica sull'"uso" dei
bambini. Guardi le foto di questa pagina, senatore Rutelli. Siete voi - e per voi intendiamo il variegato schieramento che protesta
contro il decreto Gelmini -
a portare i bambini in corteo. E con quali cartelli, con quali slogan. Ha un
solo difetto, senatore Rutelli, questa pagina: non dispone dell'audio.
Altrimenti avremmo sentito che cosa vien fatto urlare a questi piccoli. Ma
l'abbiamo ascoltato l'altra sera, ad AnnoZero, e può bastare. Caro
senatore, lei conosce bene l'ammonizione evangelica della pagliuzza e della
trave. Ci pensi bene: chi è che sta usando in modo "spregevole" i
bambini? Infine. Lei scrive che noi "disprezziamo" chi sta
protestando. Questo è un vecchio pregiudizio, senatore; anzi, un pregiudizio
vecchio, che è peggio ancora. Lei il nostro Giornale in queste settimane non lo
ha letto: altrimenti avrebbe visto che "chi protesta" l'abbiamo fatto
anche scrivere (pure oggi, ad esempio); avrebbe letto che abbiamo sempre
riconosciuto il diritto al dissenso, e che il decreto Gelmini
non è la soluzione a tutti i mali della scuola. È contro le falsificazioni che
aizzano la piazza, che ci schieriamo. Contro la violenza di chi impedisce di
far lezione a chi vuol far lezione. E contro quella di chi usa i bambini per
gli interessi dei grandi, giusti o sbagliati che siano. © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del
2008-10-26 pagina 8 Prof critica le occupazioni, l'ex collega gli sputa addosso
di Redazione Ravenna, il docente insultato in una via del centro per aver denunciato le bugie sul decreto Gelmini Una striscia di bava sulla
giacca: è questo il premio che si è guadagnato un professore di Ravenna per
aver difeso la riforma della scuola. Stefano Tramonti, docente di latino e
greco al liceo classico "Alighieri", è stato bersagliato di sputi dopo
aver denunciato "la propaganda e la disinformazione demagogica" sul
decreto Gelmini.
L'improvvisato lama non è uno studentello fuori di testa ma un maturo
insegnante in pensione del liceo bizantino. Un collega che deve essere rimasto
parecchio infastidito dalla reazione di Tramonti di fronte all'occupazione
pressoché totale delle scuole superiori cittadine. In settimana il prof di
greco si era rammaricato per la "minoranza di gretti conservatori
refrattari all'innovazione che riesce a manipolare la massa" e aveva definito
l'occupazione "un crimine" e "una pagliacciata mascherata da
protesta". Troppo per una città come Ravenna, saldamente in mano a Pd e
sinistra radicale: con sindaco e presidente della Provincia eletti con
percentuali che fanno poco onore al concetto di democrazia, qualcuno si è
sentito autorizzato a reprimere il dissenso senza troppe formalità.
"Venerdì mattina - racconta Tramonti - camminavo in centro quando sono
stato avvicinato da un ex collega. Mi ha detto che non ho il diritto di uscire in
pubblico, mi ha sputato addosso e se n'è andato". Tramonti è esterrefatto:
"Lo conosco bene, fino a qualche tempo fa abbiamo diviso la stessa sala
insegnanti tutti i giorni". Il gesto è l'apice di un clima di linciaggio
morale che a Ravenna si respira per lo meno da mercoledì, da quando sono
apparse le prime dichiarazioni di Tramonti sul quotidiano La Voce di Romagna.
Già il giorno dopo insegnanti dell'Alighieri si dissociano: "Sappiamo che
occupare un liceo è un'azione illegale" ma "i giovani esprimono un
disagio oggettivo nei confronti della società e della scuola", fanno
sapere in una nota. Per tutta risposta Tramonti improvvisa delle lezioni in un
ex orfanotrofio. Un successone: per due classi si presentano 47 ragazzi su 49.
È veramente troppo. Un affronto per la città che solo qualche settimana prima
si è guadagnata gli onori delle cronache per aver fato sfilare dei bambini con
cartelli giganti al collo contro la Gelmini. A questo
punto si radunano le forze e ci si mette anche la radio locale del Pd, stimolata
dalla carica di Tramonti, responsabile scuola di Forza Italia per il comune di
Ravenna e consigliere di circoscrizione. Venerdì, durante la trasmissione La
lama okkupata, una studentessa sentenzia: "Il vero criminale è quello che
ha votato Tramonti alle ultime elezioni". Contemporaneamente il prof si
guadagna la gogna grazie anche a uno striscione appeso fuori dall'istituto
d'arte: "I tagli non li dovrebbero fare alle risorse scolastiche ma alla
tua lingua". Anche il classico lo mette ufficialmente sulla graticola: in
un comunicato il preside Roberto Mario Pasi condanna "le lezioni
private" e ribadisce che "il compito educativo degli insegnanti è far
crescere i ragazzi attraverso il dialogo educativo dentro la scuola".
Anche se occupata. E lui? Sebbene sia stato insultato, ghettizzato, minacciato
e sputazzato, Tramonti si mostra tranquillo: "Ho solo espresso la mia
opinione e questo è il risultato. E se l'occupazione prosegue, non ho certo
intenzione di fermarmi". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 257 del
2008-10-26 pagina 7 "Olga", qui abitano gli antagonisti di Redazione
Non c'è solo Maurizio Paolo Ferrari, ex Brigate Rosse, tra i membri (lui ne è
l'ideatore) della struttura "informale" chiamata Olga ("Ora di
liberarci da tutte le galere"), il cui obiettivo dichiarato è la saldatura
tra i gruppi "antagonisti" e il mondo del carcere. Attorno ai leader
della linea dura gravita - secondo alcuni rapporti - anche uno dei
personaggi-chiave della rivolta anti-Gelmini: è uno studente fuori corso di Scienze politiche, il greco
Ioannis Fourkas. Oltre ad aver accumulato denunce di vario tipo, Fourkas è
sceso in piazza il 23 giugno insieme ai barricaderi del centro sociale Gramigna
in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm
Ilda Boccassini nell'ambito delle indagini sui tentativi di
ricostruzione del "partito armato". Terroristi in grado di uccidere,
secondo la Procura. "Militanti rivoluzionari" secondo il corteo cui
partecipò Fourkas. Vicini all'Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona,
Claudio Ceccato, Mattia Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti
di Scienze Politiche e attivi in questi giorni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 257 del
2008-10-26 pagina 8 Faccia a faccia con la ribelle di Vittorio Macioce "Il
Sessantotto ci fa schifo è il non-futuro la vera paura" Botta e risposta
con una studentessa che protesta: "Sono colma di rabbia, vedo che la
società mi mette alle strette" Tutto comincia con una lettera.
"Eccomi qui. Sono una studentessa remake. Sono una di quelle con l'acqua
alla gola e pervasa dai sensi di colpa, perché i miei studi pesano sulla mia
famiglia operaia. Sono colma di rabbia, autocritica e amareggiata. Mi guardo
intorno e vedo una società che mi mette alle strette. Basta avere 30 anni e sei
troppo vecchio per un lavoro come si deve, quindi sbrigati, laureati e trovati
un lavoro che rispecchi le lacrime e il sudore versati sui libri, altrimenti...
cazzi tuoi, muori in un call center. Il signor Vittorio Macioce ci guarda
dall'alto della sua scrivania, ma come dovrebbe fare un buon giornalista, non scende
in mezzo a noi e mette in atto l'osservazione partecipante". Eleonora
Coderoni vive a Roma, all'Eur, studia alla Sapienza, frequenta una di quelle
facoltà che ti promettono tutto e niente, quasi un simbolo dell'università
parcheggio: Scienza della Comunicazione. Eleonora ha 24 anni, un profilo su
Facebook, volto dolce, molta tigna, un piercing al naso e tanta paura di non
avere futuro. Anche lei okkupa e pensa che se il futuro non te lo danno in
qualche modo lo devi cercare. Ha letto un commento su questo quotidiano, o
meglio sul sito internet. Il titolo è: "Questi ragazzi ostaggi del
passato". C'è una domanda che non manda giù: "Perché scendete in
piazza per difendere una società cristallizzata? Dovreste cambiare tutto e
invece vi rifugiate nel vecchio". Eleonora pensa di non farcela. Se la
Finanziaria taglia i fondi alle università, gli atenei aumenteranno le tasse.
"E io non ci sto più dentro. La Gelmini vieta a quelle come me di fare
l'università: sei figlia di operai, non te la puoi permettere, vai a lavorare
stronza!!". Padre metalmeccanico, madre casalinga. Eleonora il venerdì e
il sabato fa la cameriera nei pub, qualche volta la baby sitter e se capita
distribuisce volantini. Si arrangia. "Ma al massimo tiro su 200
euro al mese". Le ricordi che gli atenei sprecano e forse la Gelmini vuole razionalizzare. Ci sono tanti corsi inutili,
dai nomi strambi, che servono solo a dare un posto all'ultimo
"protetto" dei tanti baroni. L'università, le dici, è una roccaforte
di privilegi, che nessuno ha il coraggio di toccare. Buttate giù i baroni e
scardinate un'università che si dichiara di massa, ma che resta classista.
Eleonora sostiene che di corsi inutili ce ne sono tanti. Lo sa anche lei, ma lo
Stato ha il dovere di rimuovere gli ostacoli economici e sociali affinché tutti
siano uguali e abbiano gli stessi mezzi. Cita l'articolo 3 della Costituzione e
chiede soldi per la scuola pubblica. I baroni sono un problema da affrontare
dopo. Ma dopo quando? È la fiducia in questa casta d'intoccabili che fa paura.
Tu pensi che l'università abbia bisogno di più borse di studio e sconti fiscali
per le famiglie. Lei crede che continuare a finanziare l'elefante sia l'unica
soluzione. Tu non ti fidi dello Stato. Lei sì. Questo welfare, dici, ha
l'ambizione di proteggere tutti e invece lascia senza paracadute i più deboli.
A voi, per esempio, non vi vede. È vecchio e disegnato su un mondo del lavoro
dove tutti i posti erano a vita. Fissi. Ecco la "rivoluzione" da
fare. Scendete in piazza, contro i signori del Novecento, quelli che dicono:
non si tocca nulla. Eleonora ti guarda e poi fa sì con la testa. "Lo
sappiamo. Stiamo preparando un progetto, serio, una controproposta per la Gelmini. C'è anche questo. Vedrai". Da soli? "Ci
aiutano i professori, e soprattutto i ricercatori. Dopotutto non c'è nessuno
più precario di loro". E i picchetti? A che vi servono? "Questo lo
raccontate voi. Se uno deve discutere la tesi o dare un esame è libero di
farlo. Non siamo così stupidi. Non siamo, appunto, nel '68". Le chiedi:
perché non parlate con la Gelmini. Lei recita:
"Deve prima sospendere il decreto". Come la Cgil? "Se ti fa
comodo crederlo". Eleonora non si fida delle riforme. È capitata nell'era
del 3+2, laurea breve più specializzazione. "Non sai che disgrazia. È un
esamificio. Quaranta esami in tre anni". Eleonora ci tiene. Si dichiara
apartitica. Non cerca ideologie. Il sessantottismo le fa schifo. Al fondo della
sua protesta, lì tra il cuore e le viscere, c'è una grande paura: vede un
futuro senza futuro. È il motore della rabbia. Giura che non si arrenderà.
L'ultimo messaggio che ti lascia è: "Questo è solo l'inizio. Non avete
ancora visto nulla". Tu rispondi: "Stai solo attenta ai cattivi
maestri". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
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N. 257 del 2008-10-26
pagina 7 PROFESSIONISTI DELLA PROTESTA A TORINO di Redazione Il Collettivo
indebolito dalle divisioni interne richiama il vecchio leader per fomentare la
rivolta Ricompattare il movimento, rialzare la testa, ottenere una nuova
ribalta nazionale. Il movimento studentesco torinese serra le fila e chiama a
raccolta i leader storici dell'autonomia per dare un po' di
vigore alla protesta contro la riforma Gelmini che rischiava di naufragare. E poco importa se questi leader
siano o meno universitari e frequentino i corsi. A Palazzo Nuovo il collettivo
autonomo degli studenti, l'ala dura che fa capo a centro sociale Askatasuna,
sta vivendo un periodo di profonda crisi esistenziale. Orfani della
sinistra radicale cacciata dal parlamento si ritrovano ad affrontare una
stagione che li vede ai margini della vita politica e questo si traduce nella
difficoltà a fare proseliti. Basti pensare che all'inizio di ottobre, a fronte
delle prime avvisaglie di protesta al liceo Gioberti, i giovani dei centri
sociali, che si erano presentati in istituto con l'intento di sostenere il
fronte dell'occupazione, sono stati cacciati dai rappresentanti dei liceali. Un
meccanismo perverso che ha fatto sì che nei corridoi delle facoltà umanistiche
abbiano iniziato a prendere il soppravvento le idee degli studenti moderati,
più vicini alle posizione del Pd che a quelle di Rifondazione. Studenti che
fanno capo a movimenti come Sinistraalternativa, Udu e Sinistra democratica.
L'ascesa di nuovi leader moderati ha spinto il Cua a rimarcare il territorio.
La riforma Gelmini, o meglio la protesta, è così
diventata un ghiotto pretesto per poter ricompattare il movimento
dell'autonomia e far risorgere dalle ceneri i nipotini del '68 che erano a
rischio esilio. Un lavoro di fino, scientifico. Ben lontano dall'essere portato
a termine. Un lavoro rispetto al quale i professionisti della protesta non si
sono tirati indietro abbandonando almeno momentaneamente le altre tematiche di
lotta sempre care all'autonomia. Lele Rizzo, leader del movimento No Tav e
assiduo frequentatore della Val Susa più che di Palazzo Nuovo, Andrea
Bonadonna, leader di Askatasuna e recentemente dedito alle rivendicazioni dei
diritti dei profughi più che ai libri, e infine il dottorando Davide Grasso,
hanno deciso di ripresentarsi a suon di proclami anti Berlusconi e Gelmini a Palazzo nuovo. Doppia la strategia: ricompattare
il mondo dell'ultrasinistra contro un unico nemico, Berlusconi e il governo di
centrodestra; emergere dall'oblio a cui li aveva condannati la fuoriuscita dei
partiti di riferimento dall'assise parlamentare. Insomma, torna in auge il
vecchio luogo comune di cavalcare il malcontento per risorgere dalle ceneri.
Una fotografia che i leader di Askatasuna respingono: "Noi non ci
pieghiamo a questo gioco. Il nostro è un movimento che cresce fuori dai partiti
e dai sindacati, i quali stanno tentando di mettersi alla guida di un movimento
come nel caso dell'incontro con il ministro Gelmini a
Roma". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Rai News 24" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Roma | 26 ottobre
2008 Veltroni: l'Italia è migliore della destra che la governa Il Circo Massimo
ieri "L'Italia e' un paese migliore della destra che lo governa in questo
momento". Il discorso di Walter Veltroni al Circo massimo ha chiuso la
giornata di mobilitazione del Partito Democratico ieri a Roma. Il leader
dell'opposizione l'ha definita "la piu' grande manifestazione di un
partito in Italia da anni". Oltre due milioni e mezzo le persone che hanno
risposto all'appello del Pd. Per la Questura invece 200 mila. Veltroni ha
denunciato "un governo totalmente inadeguato" ad affrontare la crisi
economica ma anche le riforme "necessarie" per il paese, come quella
della scuola, ed i suoi problemi, dalla sicurezza alla difesa dell'ambiente.
Presente alla manifestazione anche l'Italia dei Valori di Di Pietro che sta
proponendo una raccolta firme contro il Lodo Alfano. Concludendo la
manifestazione Veltroni ha rilanciato la proposta di
bloccare il decreto Gelmini
sulla scuola per avviare subito un confronto con tutti i soggetti interessati,
giovani studenti, famiglie, docenti. Da Pechino Silvio Berlusconi scaglia
critica la manifestazione del Pd e aggiunge: "Non ci sara' nessun
cambiamento nell'azione del governo perche' questa e' una manifestazione per
uso interno alla sinistra. Interna corporis, per le loro divisioni e per
marciare contro il governo. Dovra' passare una generazione prima di avere una
sinistra democratica da noi".
( da "Repubblica.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Alle dieci del
mattino la città comincia lentamente a formicolare e il brulichio aumenta e si
infoltisce col passare delle ore, a mezzogiorno camminano ormai a gruppi, si muovono
le associazioni, si formano piccoli cortei di quindici-venti persone:
democratici con la bandiera del partito, lavoratori della Cgil con la scritta
bianca sulla stoffa rossa, vecchi partigiani con il fazzoletto tricolore al
collo. Nel cielo già volteggiano gli elicotteri della polizia. All'una si
formano i due cortei, arrivano i pullman e i treni, scaricano e ripartono.
Vengono dal Nord e dal Sud, bandiere e vessilli dei Comuni. Piazza Esedra è già
gremita. All'una e mezzo la gente si mette in moto mentre ancora dalle stazioni
arriva un fiume di persone. Vado a vedere, finché ancora si può, il grande
catino del Circo Massimo attrezzato per l'occasione, già pieno per metà, ma da
quanto visto finora tutta quella vasta pianura erbosa non basterà a contenere
il popolo dei cortei e quello dei romani che arrivano alla spicciolata.
Riempiranno le vie adiacenti, il piazzale della Celimontana, l'Archeologia.
Alle tre del pomeriggio gli organizzatori sono già convinti che il milione sarà
superato, ma si tengono prudenti per non sparare cifre troppo distanti da
quelle che saranno date dalla questura. La mobilitazione della gente è comunque
imponente per quantità e per passione, per rabbia e per voglia di stare
insieme. Direi anche per orgoglio. Il Circo Massimo è lambito dalle Terme di
Caracalla e sovrastato dal Settizonio e dalle Case dei Cesari. "La Dea
Roma qui dorme" scriveva il poeta delle Odi Barbare negli ultimi anni
dell'Ottocento. Anche quelli erano anni di crisi, di scandali, di scontro vivace
di opinioni e di moti di piazza. Le plebi, come allora erano chiamate, erano
arrabbiate e il governo, come spesso capita, faceva sfoggio di un decisionismo
che decideva soltanto di mostrare i denti e il bastone dei poliziotti. Qualche
volta ci scappavano i morti e allora erano guai seri. Venerdì le Borse hanno
preso un'altra scoppola. Leggo sul giornale la cifra delle perdite, specie
sulle piazze europee. Non sono tanto i timori sulla consistenza delle banche
quanto la paura della recessione che sta dilagando. Mentre torno a casa dove
seguirò il discorso di Veltroni dalla televisione incrocio gli studenti che
vengono dall'Università. A giudicare dai cartelli e dagli slogan sono i più
arrabbiati di tutti. Umiliati e offesi. Ma qui, stamattina, tutti quelli che ho
incontrato in questo lungo giro per la città mostrano rabbia e orgoglio. Non ho
visto differenze di condizione, di foggia, di atteggiamenti. M'è sembrata una
massa di popolo che ha deciso di alzarsi in piedi e di muoversi. Rientrare
sulla scena, confermare una baldanza, riprendere il posto che le spetta, non
farsi abbindolare dai pifferai di qualunque estrazione. Se fino a ieri c'era
nel paese una maggioranza silenziosa che gonfiava le cifre dei sondaggi ogni
volta che sentiva pronunciare la frase "tolleranza zero", direi che
ora la situazione sta cambiando. I disagi e le paure della crisi mordono ormai
la carne viva dei lavoratori, dell'enorme massa del ceto medio, dei vecchi
pensionati e dei giovani studenti e precari. La maggioranza silenziosa si sta
sfarinando in una serie di minoranze parlanti e protestanti che hanno bisogno
d'una guida capace di unificare i loro diversi interessi lesi in valori comuni.
Non si fidano della politica ma, più o meno consapevolmente, chiedono uno
sbocco politico che dia rappresentanza alla loro rabbia e la trasformi in
concreta proposta. Molti osservatori si chiedono se la rabbia di piazza sia
compatibile col riformismo, ma la risposta viene dalle centinaia di migliaia
che occupano le strade di questa giornata e dai milioni che solidarizzano con
loro attraverso i teleschermi: la rabbia è la molla che innesca il meccanismo
della proposta alternativa, dello sbocco politico e politicamente rappresenta
la protesta popolare e la sua partecipazione. * * * La proposta economica
anzitutto, perché è quella la ferita più crudele nel corpo della società:
milioni di famiglie cadute in povertà e milioni di famiglie in pena perché
stanno per caderci. Governi e istituzioni internazionali si sono accorti
soltanto ora che la crisi finanziaria e bancaria si sarebbe trasformata
inevitabilmente in recessione. Cinque mesi di tempo prezioso sono stati perduti
dietro a rimedi fallaci e a colpevoli depistaggi verso falsi obiettivi. Eppure
le cause della crisi erano evidenti: una caduta della domanda e per conseguenza
un crollo degli investimenti in tutto l'Occidente. Per cinque mesi sono state
perseguite in Europa con opaca testardaggine politiche restrittive mentre era
chiaro che sarebbe stato necessario sostenere redditi e consumi e stimolare
investimenti. Il taglio degli sprechi è diventato un taglio massiccio della
spesa effettuato alla cieca, aprendo la porta alla deflazione. Quando il prezzo
del petrolio crolla in tre mesi da 147 a 65 dollari obbligando i paesi
produttori a diminuire la produzione del 20 per cento; quando l'oro dai picchi
raggiunti diventa improvvisamente invendibile; quando il valore degli immobili
si dimezza mentre i listini delle Borse perdono in un mese il 40 per cento
della loro consistenza capitalizzata; quando le assicurazioni e i fondi
d'investimento non riescono a far fronte ai premi da pagare e ai riscatti da
soddisfare; quando le navi-container restano ferme nei porti per mancanza di
clienti e di merci da trasportare; quando la catastrofe dell'economia reale
assume queste dimensioni, è chiaro che non siamo in presenza d'una perversa
fatalità bensì di gravissimi errori umani commessi per superficialità e
imperdonabile dilettantismo, disprezzo degli interessi delle persone e dei ceti
sociali, idolatria del mercato ideologizzato, conformismo all'icona del
"valore tutto e subito", al vitello d'oro del profitto purchessia. Il
nostro paese non è stato esente da siffatti errori, anzi se ne è fatto
baldanzoso sostenitore. In questi ultimi cinque mesi che coincidono con i primi
cinque mesi del governo Berlusconi-Tremonti, siamo stati i primi in questa
classe di asini. Non i soli ma certo i più convinti e pertinaci, i più iattanti
e autoreferenti. Hanno colpito alla cieca interessi e categorie prendendo di
mira le opere più necessarie allo sviluppo e i ceti socialmente più deboli.
Emma Marcegaglia, in un soprassalto d'intelligenza suscitato dall'aggravarsi
della situazione, interrogata sul disagio nelle scuole
causato dalla riforma Gelmini, ha risposto: "Ma quale riforma? Non esiste una riforma,
esiste soltanto un decreto di tagli di spesa". Ha ragione il presidente di
Confindustria che non è certo una bolscevica: un decreto di tagli sul tessuto
più delicato che vi sia in una qualsiasi società. Riformare la scuola
media e superiore, riformare l'Università dopo due o tre tentativi malfatti o
non portati a termine è necessario ma la Gelmini non
ha proposto alcuna riforma, ha soltanto recepito dal ministro dell'Economia un
canestro di tagli che devasteranno la scuola elementare e media. La risposta al
disagio verrà data dalle questure? Noi speriamo che le questure siano più
ragionevoli del ministro Gelmini e di chi la sostiene.
Qualche segnale in questo senso si è avuto, ma certo la pressione del potere
cresce, la tolleranza zero si fa valere. Questa volta non colpirà soltanto gli
studenti ma le famiglie che partecipano con i loro figli a questo disastro
politico. * * * Il momento più emozionante avviene quando nel catino del Circo
Massimo arriva la fiumana dei due cortei provenienti dal piazzale Ostiense e da
piazza della Repubblica. Le postazioni televisive che seguono l'allegra marcia
punteggiata da striscioni e bandiere segnalano che la coda di quel popolo in
marcia è ancora ferma nelle due piazze di raccolta, il grosso si snoda come un
serpentone gigantesco che sommando i due itinerari supera i quattro chilometri.
Gli organizzatori sono molto prudenti nel valutare la consistenza numerica di
quella marea di folla in movimento ma ora azzardano una stima di due milioni.
Alla fine arriveranno a due milioni e mezzo valutando non tanto la capienza del
Circo Massimo e delle alture che gli stanno intorno quanto le strade adiacenti
interamente occupate. Chi segue le dirette televisive ed ha sotto gli occhi la
visione panoramica complessiva capisce che quella stima è molto vicina alla
realtà. In mezzo al fragore di questo popolo arrabbiato ma festante, alle
cinque Veltroni comincia il suo discorso che durerà quaranta minuti. Dice
parole che corrispondono a quelle che il popolo intorno a lui voleva sentire: la
rabbia e la ragione, l'ispirazione politica e le proposte concrete, il
sentimento dello stare insieme e l'identità di una forza politica che ha
cancellato le provenienze storiche e si è immersa nel futuro come suggerisce la
frase di Vittorio Foa scritta a grandi lettere sul palco della manifestazione.
Dopo il discorso del Lingotto di Torino, quello di oggi segna la vera nascita
del Partito democratico. Sono passati appena cinque mesi dalla sconfitta
elettorale, un tempo molto breve per un partito che aveva affrontato le
elezioni dopo appena due mesi dall'insediamento del suo nuovo gruppo dirigente.
Chi ha criticato il vertice di questo partito perché in un tempo così breve non
ha raggiunto risultati migliori dimostra di non conoscere i meccanismi, i tempi,
le difficoltà della nascita politica e organizzativa in una società schiacciata
dai disagi del presente e dalla paura del futuro. Quanto abbiamo visto ieri dà
fiducia. Un popolo responsabile, una sinistra nuova e pensante, una visione
lucida del bene comune. Un'identità conquistata, la voglia di unità e di
partecipazione. La speranza che tra nove giorni vinca Obama. La partita è
aperta. Se sarà continuata fino in fondo con coerenza il risultato di avere
un'opposizione ampia e ferma, calma e determinata, sarà un arricchimento di
grande valore per l'intera democrazia italiana. (26 ottobre 2008.
( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Corsi e diplomi
Università, il business dei laureati precoci Sono cresciuti in un anno del 57
per cento. La metà negli atenei di Siena e Chieti Tasic, un serbo di 19 anni, è
finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l'America per
studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani,
di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di
alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul
degrado del titolo di "dottore". I "laureati precoci",
studenti straordinari che riescono a finire l'università in anticipo sul
previsto, ci sono sempre stati. È l'accelerazione degli ultimi anni ad essere
sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i
"precoci" tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero
dell'Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al
6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un "dottore" su 14 vada
veloce come Usain Bolt? C'è di più: stando al rapporto 2007 sull'università
elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema
universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il
46%, ha preso nel 2006 l'alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno
sfornato tanti "dottori" quanto tutti gli altri 92 messi insieme.
Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle
classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo
cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146Ú posto e
Padova al 189Ú? Risposta ufficiale del Cnvsu: "Stiamo elaborando i dati
aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati
sono pubblici e consultabili sul sito dell'ufficio statistica del Miur".
Infatti la risposta c'è: le culle del sapere che sfornano più
"precoci" sono l'Università di Siena (494ª nella classifica di
Shanghai) e la "Gabriele D'Annunzio" di Chieti e Pescara, che non
figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che
dall'ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un'omonima Fondazione
presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori
case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca,
Boheringer, Bristol- Myers...), conta su una università telematica parallela
non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con
laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell'anno
accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due
anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all'ateneo di Siena, i precoci nel
2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 "triennali": il
47,2%. La metà. Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su
1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla
fine del 2003 l'Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva
ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi
riconoscere la bellezza di 124 "crediti formativi". Per raggiungere i
148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell'amministrazione,
a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco
era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine
degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle
europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi,
avendo accumulato anni d'esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto
questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei
"crediti formativi" di cui dicevamo. Un'innovazione di per sé
sensata. Ma rivelatasi presto, all'italiana, devastante. Colpa del peso che da noi
viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni,
non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al
"pezzo di carta", il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!)
abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l'autonomia
gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto
alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti
possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti
possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad
accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l'offerta di
convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da
un Ordine professionale, un'associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco
ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per
spuntarla, c'è chi era arrivato a sbandierare "occasioni d'oro, siore e
siore, occasioni irripetibili". Come appunto quei 124 crediti su 148
necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un
andazzo pazzesco, interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi ("Mai più
di 60 crediti: mai più!") quando ormai buona parte dei buoi era già
scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell'argine
eretto dal predecessore della Gelmini, c'è chi ha tirato diritto. Come la "Kore" di Enna
che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti
doveva essere applicato tassativamente dall'anno accademico 2006-2007, ha
pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: "Si comunica che, a
seguito della disposizione del ministro Mussi, l'Università di Enna ha
deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni" ma
"facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto
esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di
iscrizione a corsi singoli, nell'ambito dell'anno accademico 2006-2007".
Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell'ateneo
siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti
(76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127
agli ispettori) che volevano diventare dottori in "Mediazione culturale e
cooperazione euromediterranea"? Una marea: il 79%. Una percentuale
superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di
Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della
Tel.M.A., l'università telematica legata al Formez, l'ente di formazione che
dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 "precoci" su
468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi
ha l'unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all'Aci? È una
domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese.
Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli
errori della sinistra, come ha fatto l'altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie
"non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo
che vuol mettere ordine". Sicura? Certo, non c'era lei l'altra volta alla
guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto
telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di
"lauree sprint", lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se
non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006. E pretendere oggi
una delega in bianco perché "non si disturba il manovratore", è forse
un po' troppo. O no? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella stampa |.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Le scuole serali
sono nel mirino dei provvedimenti restrittivi che colpiscono il settore
dell'istruzione. Dovrebbero infatti essere riorganizzate in base al decreto
ministeriale 25.1007 presentato già dal governo Prodi, che, come tutte le
"riforme" di cui è stata oggetto la cosiddetta "scuola
dell'autonomia" corrispondono non ad una esigenza didattica ma ad una
logica di puro, indiscriminato risparmio. Il discusso
decreto Gelmini si limiterà
quindi a mettere in atto quanto previsto dalla normativa in vigore. Se la
scuola italiana è in condizioni precarie è anche perché, da quando è diventata
"scuola di massa", non è stata sorretta da finanziamenti adeguati. Il
personale è stato lasciato allo sbando: la formazione culturale in servizio è
stata considerata un optional, la retribuzione è divenuta sempre più
scarsa, e tale da ridurre gli insegnanti ad una sorta di "proletariato
intellettuale". Gli studenti del serale sono adulti, spesso giovani
adulti, ma non più ragazzini. Provengono da esperienze lavorative
diversificate, da situazioni di vita spesso difficili: numerosi fra loro sono
gli immigrati, le madri e i padri di famiglia. Nel tardo pomeriggio, concluso
il loro lavoro, magari faticoso, entrano in aule in cui sperano di imparare
molte cose. Si vede bene quanto, per loro, la scuola possa favorire
l'integrazione e la promozione sociale; la fiducia verso l'insegnante è
tangibile. È sufficiente non tradirla per ricevere in cambio un riconoscimento
del proprio lavoro che è la prima spinta per continuare a farlo con passione.
Fra tutti gli studenti ne ho però incontrati due o tre che si distinguono. Più
giovani degli altri, pluriripetenti, sono approdati al serale ancora freschi
del ricordo della scuola diurna. Un aspetto è evidente: non gliene importa
nulla di quanto accade in classe e interpretano ogni intervento dell'insegnante
come una inutile predica. Bene; questo è lo studente-tipo della una scuola
tecnico-professionale diurna e metropolitana ed è con questa profonda
demotivazione allo studio che ogni insegnante deve fare i conti. Con infinita
pazienza, con impegno e capacità un insegnante può ottenere qualche risultato:
sia chiaro, mai definitivo perché ogni giorno è una lotta sul campo per
conquistare un palmo di terreno sul difficile terreno dell'educazione e
dell'istruzione. Di chi è la responsabilità di questo stato di cose? Della
scuola? Della famiglia che "non è più quella di una volta"? Né
dell'una né dell'altra, penso io. A partire dall'infanzia e poi per tutta
l'ormai lunghissima adolescenza i nostri figli si nutrono di modelli di
comportamento ben più attraenti di quelli proposti dalla scuola e dalla
famiglia. La Gelmini, la signorina ministro che
teorizza il ritorno al voto di condotta e magari alle "mani in
seconda", lo sappia bene: sinché i modelli di comportamento dominanti
saranno quelli proposti dal Signore delle Televisioni molte aule scolastiche
somiglieranno a sgangherati talk-show. E se nelle scuole qualcosa (parecchio,
direi io) ancora funziona, il merito è di tanti lavoratori che non si arrendono
e combattono, con i loro archi e le loro frecce, contro le mitragliatrici del
pensiero omologato, al fondo del quale si intravvede l'ombra della barbarie.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
LASAGNE
INDIMENTICABILI La storia 24 ore non stop allo scientifico Giordano Bruno La
protesta come evento con la pasta della prof e il pigiama party MARIA TERESA
MARTINENGO La notte della scuola Un mese ci abbiamo messo a prepararla, però ci
è venuta bene". Erano stanchi, ieri mattina, ma anche ultrasoddisfatti del
successo, gli studenti del Giordano Bruno, autori della
prima notte bianca anti-Gelmini in un liceo torinese. Notte bianca, si dice nel 2008, non
occupazione. Concordata con la scuola, non "contro". Con il numero di
cellulare della preside, per ogni evenienza, e la vice preside che chiama ogni
tanto "per sentire come va". Con i genitori "che sanno
tutto e passano all'1,30 a dare un'occhiata". Con la professoressa che
porta due teglie di lasagne (e resterà nel cuore dei suoi studenti per questo)
e quella che, nottetempo, va a scoraggiare i malintenzionati che vorrebbero
entrare. Con prof di storia, fisica e religione che restano a scuola, incuranti
della fatica. Effetto Gelmini, insomma, di coesione.
Effetto che si propagherà ancora di più da domani a mercoledì, con decine di
altri istituti mobilitati, con didattica regolare la mattina, attività
autogestite nel pomeriggio e, in parecchi casi, la sera e/o la notte. Ma i
primi ad aprire una scuola superiore per oltre 24 ore sono stati Eros, Dario,
Silvia, Martina, Giorgio, Carlotta, Emanuele, Andrea e gli altri, in grado,
ora, di dare consigli a chi con le "assemblee permanenti" e le notti
bianche deve ancora cimentarsi. "È importante il regolamento - spiega
Dario Castellar -, a partire dall'esclusione assoluta di droghe e alcol".
Ed Eros Chiampi: "Serve un ottimo servizio d'ordine per evitare che
qualche estraneo entri a scuola. Il vademecum della perfetta
"occupazione" c'è anche su internet". Il racconto
dell'esperienza di protesta - preparata con assemblee informative e laboratori
in cui le norme che il governo vuole introdurre sono state analizzate nei
minimi dettagli - è entusiasta. "Abbiamo chiuso le aule e i laboratori al
piano terra, per evitare danni, e lasciato aperte solo le aule del primo
piano", dice Giorgio Cellini, studente di quinta. Andrea Sferruzzi,
aggiunge: "Di notte, dopo il buffet, quando genitori e la maggior parte
dei professori se ne sono andati, siamo rimasti in 250". Emanuele
Barrella: "Verso l'una e mezzo sono venuti dei genitori e li abbiamo
accompagnati in un giro turistico a cercare i figli". La notte passa tra
musica di dj, Led Zeppelin, Iron Made, Battisti e Ligabue (ma anche Bach!)
suonati alla chitarra da Dario Castellar e Dario Cupolillo, la visione di film
come "L'odio" e tanti discorsi. Compreso il ricordo della avventure
vissute durante il giorno, con il corteo e il volantinaggio al Palatinum e da
Auchan, la calorosa e divertita accoglienza dei clienti e dei dipendenti di
Flunch ("ci hanno offerto di mangiare con lo sconto"), l'assemblea
del tardo pomeriggio che ha messo insieme genitori e insegnanti. Infine, il
pigiama party. "Alle quattro - ricorda Martina Saraceno - siamo crollati
dentro i sacchi a pelo. Il servizio d'ordine di dieci studenti ad ogni angolo
della scuola però è continuato. Faceva un freddo... Alle 7, quando i
termosifoni si sono riaccesi, eravamo tutti lì". Silvia Orlando parla del
gruppone di 93 studenti che si è dato da fare per "tenere in ordine la
scuola. Abbiamo fatto una grande pulizia all'esterno di cicche e foglie.
Abbiamo voluto essere solidali con il personale Ata, colpito dai tagli, e
simboleggiare l'unione tra categorie". Ieri mattina, poi, lezione di
storia in corso Vercelli, con il blocco di una corsia sotto lo sguardo vigile
dei genitori. "Non siamo passati inosservati - dice Eros -, gli
automobilisti ci sorridevano". Martina: "A cominciare dalla preside,
gli adulti ci hanno dato fiducia". Gli ultimi studenti, nel primo
pomeriggio, se ne sono andati carichi di sacchi neri da buttare nei cassonetti.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
SCUOLA.L'ASSESSORE
GIANNA PENTENERO ALLA RIUNIONE DEL PD SUI TAGLI Hanno detto il caso Nel
Pianalto è nato un comitato "Iscrivete i bimbi nei plessi a rischio"
La Comunità montana vota un documento Appello ai Consigli per una mobilitazione
Tra inquietudine e un po' di ironia EL.F. E c'è chi lancia la protesta delle
lenzuola C'è il rischio di spopolamento Con le scuole poi si chiudono anche
altri servizi Ingoiamo rospi da una vita Sono diventato un
"digerente" scolastico E' una manovra di bilancio e non una riforma
scolastica Tagliando posti si riduce anche l'attività didattica VILLANOVA
Ambrogio Spiota Gianfranco Miroglio Enzo Papalettera [FIRMA]ROBERTO GONELLA
ASTI A bigiare sono stati in pochi. La voce "tagliare", nel glossario
della scuola di questi tempi, porta alla mente chiusure di plessi e riduzione
degli organici. Il dibattito sugli scenari tracciati dal
decreto Gelmini e dintorni
tiene sempre più banco e la mobilitazione cresce. Assemblee un po' ovunque a
fare da prologo a scioperi e cortei annunciati per i prossimi giorni anche
nell'Astigiano. A dare un quadro della situazione l'incontro convocato dalla
consigliera regionale Angela Motta venerdì sera in Provincia. Dibattito
particolarmente partecipato, vista anche la presenza di Gianna Pentenero,
assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione professionale. In sala
docenti e dirigenti scolastici, ma anche tanti sindaci e amministratori
pubblici. Serviva fare chiarezza sull'orientamento dei vertici di Palazzo
Lascaris circa l'imposizione del Governo alle Regioni, pena il
commissariamento, di tagliare plessi scolastici con meno di 50 iscritti. La
scelta metterebbe a rischio molte scuole nei paesi, con rischi di spopolamento:
nell'Astigiano interessa una cinquantina di plessi. Il tutto fa parte della
babele di provvedimenti che l'esecutivo ha mescolato al decreto Gelmini. "Abbiamo presentato ricorso alla Corte Costituzionale
- ha confermato l'assessore - i tempi saranno lunghi. Ma dovete iscrivere
ugualmente i bambini nelle scuole del territorio: non c'è nulla di deciso,
staremo poi a vedere quello che accadrà". Preoccupazioni espresse in molti
interventi. "Nella nostra zona la situazione è drammatica - ha sostenuto
Ambrogio Spiota, vice presidente della Comunità montana Langa Astigiana Valle
Bormida - quattro plessi chiusi e altrettanti sotto osservazione. Ma i tagli
già fatti hanno portato alla chiusura di negozi e altri servizi". Il
Consiglio della comunità ha già votato un documento schierandosi contro i
tagli. Temi ripresi anche da Francesco Cirio, sindaco di Roccaverano, e da
Andrea Gamba, insegnante e vice a San Martino Alfieri. Un invito ai Consigli
comunali e ai sindaci a prendere posizione è arrivato da Angela Motta e da
Mauro Arato mentre il parlamentare Massimo Fiorio ha invece attaccato la
presidente della Provincia Maria Teresa Armosino: "Difenda in Parlamento
le scuole astigiane". Paradossalmente a chiudere le scuole potrebbero però
essere costretti gli stessi sindaci a causa della riduzione degli organici di
docenti e il personale Ata. "Non ci saranno insegnanti né bidelli" è
stato sottolineato. Numeri enunciati in un lungo e dettagliato intervento dal
segretario regionale Cisl scuola Enzo Papalettera. "E' una manovra di
bilancio voluta dal ministro Tremonti in vista del federalismo fiscale e non a
una riforma della scuola - ha spiegato - in tre anni nella scuola pubblica si
taglieranno 7,8 miliardi di euro, una sventola mai vista". Con ricadute
sui posti di lavoro e sul tempo scolastico offerto: "In tutto 87 mila
docenti, di cui 6 mila in Piemonte, e 41 mila tra bidelli e personale
amministrativo con una quota di 3 mila per la nostra regione: precari in maggioranza,
quindi senza ammortizzatori sociali. E tagliando posti poi si riduce anche
l'attività didattica". Uno striscione per ogni balcone, lenzuola bianche o
dipinte che rendano visibile a tutti il disappunto di insegnanti e genitori nei
confronti della riforma della scuola: la protesta contro il decreto Gelmini nel Pianalto Astigiano si trasforma in un comitato
che da giovedì scorso ha già ottenuto oltre 300 sottoscrizioni. E' il Comitato
per la difesa della scuola pubblica, fondato nei giorni scorsi a Villanova da
genitori, studenti e insegnanti di tutto il Pianalto: si è riunito venerdì sera
nella Confraternita dei battuti, una discussione parallela a quella in corso ad
Asti con l'assessore regionale all'Istruzione Giovanna Pentenero. "Bisogna
informare meglio soprattutto i genitori sul rischio che stiamo correndo, molti
non ne sanno ancora nulla" spiegava durante la riunione Paolo Tessiore,
insegnante delle medie di Villanova fra i promotori dell'associazione. Al
tavolo dei relatori anche Monica Iviglia (Cgil Scuola Asti), Ugo Rapetti
(dirigente Istituto "Castigliano" di Asti), Renato De Maria
(dirigente scolastico Terzo circolo Asti), che hanno ribadito a una folta
platea di docenti gli effetti che avrà quella che hanno definito una "cura
dimagrante" della scuola. Nel Pianalto, sono a rischio i plessi di Dusino
San Michele, con 28 iscritti alla scuola materna, e di Cellarengo, dove le
elementari sono di poco inferiore al futuro limite minimo di 50 alunni.
"Andremo davanti a queste scuole a spiegare ai genitori che dovranno
portare i loro figli altrove, e che il paese rischia di perdere altri
importanti servizi dopo questo" ha annunciato Tessiore, rilanciando il
progetto di una protesta fatta attraverso le ringhiere dei balconi.
"Appenderemo striscioni - ha spiegato - per far vedere che al decreto non
si oppongono solo gli insegnanti, ma le famiglie". In settimana
allestiranno nuovi punti informativi, un blog è già attivo su Internet
(scuolaviva.wordpress.com), con l'idea di una notte bianca.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
L'ASSEMBLEA "NO GELMINI" Manifestazione in piazza Del Monte E' cominciata
ieri pomeriggio per proseguire sino a sera, in piazza Del Monte, la
manifestazione organizzata dall'"Assemblea no Gelmini" contro la riforma scolastica. Restando in tema, a
Mongrando è stata annullato un incontro pubblico nei locali della scuola media
"Boggiani" perchè, a detta del sindaco Fussotto, mancavano le
necessarie autorizzazioni.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
MANIFESTAZIONE.IERI
A BORGO SAN DALMAZZO Sfilano in 800 per difendere i fondi scolastici Appello
dei sindaci ai parlamentari Giovedì i banchi in piazza Galimberti
[FIRMA]LORENZO BORATTO BORGO SAN DALMAZZO "Il tempo pieno è l'opzione più
scelta alle Elementari a Borgo San Dalmazzo. In tv il Governo dice che non
sparirà: falso. Abbiamo paura che la scuola peggiori. Ascoltateci". Ha
urlato così ieri in al microfono Paola Bosticardo, una mamma tra gli oltre 800
che hanno preso parte al corteo in difesa della scuola pubblica a Borgo:
genitori, bimbi, maestri, amministratori di Comuni, Comunità Montane,
consiglieri provinciali. Tutti a dire no alla riforma Gelmini con fischietti, slogan e
striscioni: "La verità sul futuro della scuola? Leggere il Piano
programmatico" riportava uno dei più grandi. Il corteo è partito dell'ex
Bertello, poi via Garibaldi fino alla Media Grandis in piazza Don Viale per il
comizio finale. Andrea Cofano, papà con il figlio di 7 anni: "Non
voglio che venga modificata una scuola che funziona, permettendo ai genitori di
lavorare". Margherita Rabbia, insegnante a Valdieri: "Ci aiutano solo
più gli Enti locali. La scuola non è uno spreco di soldi". Tiziana
Ghibaudo, insegnante: "Sono 25 anni che faccio il tempo pieno, perderlo
significa sacrificare le pari opportunità: le mamme torneranno a occuparsi dei
figli". Il sindaco di Borgo Pierpaolo Varrone: "La scuola in questa
piazza fu costruita 50 anni fa a carico dello Stato, che ormai non spende più
nulla, demandando tutto agli Enti locali". In tutta la Granda proseguono
dibattiti e presidi: ieri raccolte oltre 300 firme in corso Italia a Saluzzo
dagli insegnanti del circolo didattico. Annunciata una protesta per giovedì,
giorno dello sciopero generale della scuola con cortei a Roma e in molte città,
Cuneo inclusa. In piazza Galimberti alle 16,30 un maestro unico farà lezione a
33 sindaci e assessori della Granda, seduti tra i banchi. Le Giunte di Cuneo,
Fossano, Mondovì, Saluzzo, Savigliano e Borgo hanno inviato un documento ai
parlamentari cuneesi per "chiedere un rivio della riforma
Tremonti-Gelimini".
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
SCUOLA
CHIESA AMBIENTE Genitori e docenti contro la riforma del ministro Gelmini Oggi a
Villadossola festa con il vescovo "Sbattezzi" a Domo Ato senza guida
"Un commissario per i rifiuti" Servizi Balducci e Cobianchi Filippo
Rubertà.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
VERBANIA.GENITORI E INSEGNANTI RIUNITI IN ASSEMBLEA Notte bianca nelle
classi contro la riforma Gelmini Banchetti in piazza, pro e contro la riforma Gelmini. A pochi passi l'uno dall'altro
Azione giovani, Giovani padani e Rifondazione comunista hanno sostenuto la
propria posizione, ieri a Verbania, sui cambiamenti previsti nel mondo della
scuola. Dallo "zero in condotta" ai ministri Gelmini e Tremonti di Rifondazione alle "bugie della
sinistra" dei Giovani padani, mentre Azione giovani lancia una proposta
agli studenti: "All'incontro durante l'autogestione al liceo Cavalieri, che
pur abbiamo apprezzato, c'è stato forte accanimento nei nostri confronti.
Perché non allarghiamo il dibattito e coinvolgiamo le istituzioni? Siamo noi
giovani a dover dare al dibattito politico un taglio diverso dal passato".
Genitori e insegnanti, intanto, portano avanti la notte bianca di protesta
prevista per il 29 e le assemblee: domani alle 21 in aula consiliare a Baveno e
alle 20,30 nel salone parrocchiale di Trobaso (indetta dal circolo didattico
Verbania IV). Verbania "Grembiulino, cinque in condotta e maestro unico
sono solo aspetti marginali della riforma. La sostanza è dietro, con
sforbiciate mortali a tutto il sistema scolastico". Per le quattrocento
persone che hanno occupato ogni angolo dell'auditorium di Sant'Anna a Verbania,
venerdì, all'assemblea indetta dal Comitato dei genitori una cosa è certa:
"Sul decreto Gelmini c'è scritto che saranno
cancellati 87 mila posti di lavoro per gli insegnanti e 42 mila per il
personale non docente". Studenti, genitori e insegnanti dalla stessa
parte, come forse non si vedeva da anni. La paura di perdere il posto di lavoro
aggrega, ma anche la voglia di capire "che futuro spetta ai nostri figli -
hanno detto le mamme -, se una scuola pubblica che ci potremo permettere o una
scuola privata". Per Gabriella Prandi della Cgil e Orietta Montrezza della
Cisl non c'è dubbio che dietro i tagli si profili la proposta di legge Aprea,
"che mira a fare entrare i privati nella scuola e cambiare lo stato
giuridico degli insegnanti". La forte partecipazione all'incontro ha
portato alla creazione di un comitato spontaneo di insegnanti e alla discesa in
campo di quello dei genitori, che continueranno a riunirsi per stabilire i
dettagli della notte bianca indetta per mercoledì 29. La mobilitazione
comincerà nel pomeriggio con assemblee e iniziative culturali al liceo
Cavalieri e si concluderà a tarda notte nell'auditorium del Cobianchi. I
genitori, tuttavia, si stanno muovendo per momenti di partecipazione in tutte
le scuole della città. Venerdì 30, poi, si ripartirà con lo sciopero degli
insegnanti e la manifestazione provinciale che inizierà alle 9,30. Professori e
genitori, inoltre, hanno dato vita al blog www.scuolapertutti.it, attivo da
domani, dove tutti possono intervenire e dire la loro. Domodossola Insegnanti
contro la riforma Gelmini anche a Domodossola, venerdì
sera nel teatro dei frati cappuccini, per spiegare alle famiglie il proprio
punto di vista. "Mi aspettavo più genitori - commenta Mariapiera
Gavinelli, insegnante delle scuole Kennedy -, ma spero che la partecipazione
aumenti agli appuntamenti dei prossimi giorni". Tanti i punti toccati
durante l'assemblea che destano preoccupazione all'interno dell'ambiente
scolastico di ogni ordine e grado, così come le perplessità sottoposte a
Luisella De Filippi, della segreteria nazionale Flc Cgil, che ha ribadito i
motivi della contrarietà alla riforma, difendendo strenuamente le scuole
dell'infanzia e primaria. SERVIZIO A CURA DI Alessandro Cobianchi Valeria Pera,
Filippo Rubertà.
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Il caso Genitori
contro i tagli nella scuola "Noi in trincea per i nostri figli" MARCELLO
GIORDANI BORGOMANERO I possibili tagli sulla scuola potrebbero colpire anche il
Borgomanerese: per questo l'altra sera si è svolta una grande assemblea nella
palestra dell'istituto tecnico di via Aldo Moro, mentre a Gozzano gli studenti
del liceo socio-psicopedagogico hanno criticato il progetto ministeriale.
Palestra affollata in ogni ordine di posti per ascoltare Loredana Leone,
presidente dell'Associazione dei dirigenti scolastici della Lombardia.
L'incontro, organizzato dal consiglio di istituto delle scuole medie e dal
consiglio di circolo delle elementari, ha visto in particolare esprimere
preoccupazione per il futuro di alcune scuole della città. Se il decreto verrà
applicato alla lettera, e cioè le scuole con meno di 50 alunni verranno chiuse
o accorpate, sono a rischio le scuole delle frazioni cittadine: Vergano, Santo
Stefano, Santa Croce, oltre a Maggiora. "Come genitori - dice Giuseppe
Volta, del consiglio di circolo delle elementari - siamo molto
preoccupati". Teresa Valsesia, direttrice del primo circolo, precisa:
"Già quando abbiamo inaugurato la nuova scuola, ho detto che la qualità
del nostro servizio era stata assicurata dalla professionalità e dal numero dei
nostri docenti, che hanno garantito un servizio importante. Mi auguro veramente
che tutto questo possa proseguire, e che anche le piccole scuole possano essere
mantenute, perchè hanno una funzione sociale importante". Sul decreto Gelmini da registrare gli interventi delle due parlamentari
borgomaneresi, Maria Piera Pastore, Lega, e Franca Biondelli, Partito
Democratico. "La riduzione del personale scolastico, da effettuare
mediante riduzione del turnover, non certo con licenziamento del personale di
ruolo, è conseguenza delle due Finanziarie del Governo Prodi - dice
Pastore - che attraverso vari strumenti ha lavorato con l'obiettivo di ridurre
drasticamente il numero del personale impiegato nel settore scolastico".
"Scegliere di non investire nei saperi, nell'istruzione - ribatte
Biondelli - è un delitto feroce. La triste conferma l'abbiamo avuta dai giovani
studenti che in piazza a Roma ci hanno confidato che se passerà il decreto Gelmini si sentiranno costretti ad andare a studiare
all'estero".
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 257 del
2008-10-26 pagina 0 Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" di
Diana Alfieri L'allarme nei rapporti segreti di polizia e carabinieri: noti
estremisti dietro agli studenti. Ecco i nomi e le storie dei sospetti
agitatori: l'ombra degli ex Br, ci sono anche ex esponenti della lotta armata
Studenti indignati o professionisti della protesta? Chi sono davvero i
personaggi, in divisa no-global d'ordinanza, alla testa dei cortei di
universitari che in questi giorni occupano aule, piazze e talk show? Alcuni di
loro sono diventati a tempo di record personaggi mediatici. Ma, dopo gli
scontri violenti di Milano, le forze dell'ordine hanno scandagliato più a fondo
il passato di alcuni giovani. E quel che è emerso non è tranquillizzante.
Perché insieme a studenti "veri" (anche se spesso un po' in arretrato
con gli esami) compaiono giovani con curriculum pieni di denunce e, peggio,
estremisti e anche personaggi da tempo sotto attenzione per la loro contiguità
con l'eversione rossa. A far sentire la loro presenza nei cortei di questi
giorni ci sono anche gli esponenti di una realtà cui da tempo le forze di
polizia guardano con preoccupazione: una struttura "informale"
chiamata Olga (la sigla sta per "Ora di liberarci da tutte le
galere") che ha tra i suoi ideatori Maurizio Paolo Ferrari, già militante
(non pentito) delle Brigate Rosse, e che ha tra i suoi obiettivi primari la
saldatura tra i gruppi "antagonisti" e il mondo del carcere. Vicini
all'Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona, Claudio Ceccato, Mattia
Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti a Scienze politiche e
assai attivi in questi giorni. E nell'orbita dell'Olga gravita - secondo alcuni
rapporti - anche uno dei personaggi-chiave della rivolta anti-Gelmini: il greco Ioannis Fourkas,
studente fuori corso di Scienze politiche. Anche lui ha collezionato denunce di
vario tipo in occasione di manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma
l'episodio che getta sul leader studentesco la luce più inquietante risale al
23 giugno dello scorso anno quando a Padova scese in piazza, insieme ai
"duri" del Centro sociale Gramigna, in difesa dei militanti delle
Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell'ambito
delle indagini sui tentativi di ricostituzione del "partito armato".
Terroristi in grado di uccidere, secondo la Procura. "Militanti
rivoluzionari" secondo il corteo cui partecipò Fourkas. Ce n'è abbastanza,
insomma, perché gli analisti di polizia e carabinieri non diano per scontato
che la protesta resti pacifica. Il timore è - come sempre in questi casi - che
la protesta nonviolenta degli studenti in buona fede non riesca ad arginare la
deriva radicale imposta dagli agit-prop. Alcuni dei quali hanno dalla loro
anche esperienze che gli vengono dalla famiglia: al corteo di giovedì scorso è
apparso per la prima volta Valerio Ferrandi, 23 anni, militante dell'Autonomia
milanese, denunciato per occupazioni abusive e violenze varie. Nonchè figlio di
Mara Aldrovandi, che negli anni Ottanta stava col nome di battaglia
"Stefania" nei Reparti comunisti d'attacco, e di Mario Ferrandi detto
"Coniglio", militante del gruppo di fuoco di Prima Linea, arrestati
nel 1981 e quasi immediatamente pentitosi. E a proposito di personaggi
mediatici, il più in vista, nei cortei e nelle trasmissioni tv, è indubbiamente
Leon Blanchard, ventidue anni, studente in Scienze politiche. Carino, buon
lessico, figlio di una coppia della alta borghesia milanese (il gallerista
Giovanni Blanchard e la giornalista Maria Pace Ottieri), casa nella
aristocratica via Pontaccio, Blanchard si presenta come la faccia
"pulita" del Movimento. In realtà il suo certificato dei carichi
pendenti è spesso quattro pagine. E - se in diversi casi si tratta di reati
"pacifici" come la manifestazione non autorizzata o le grida
sediziose - a suo carico risultano denunce per una sfilza di episodi di
violenza privata e violenza a pubblico ufficiale. Ma a colpire è soprattutto
l'intensità e la varietà dell'impegno del giovanotto: a partire dal 2003 Leon
Emanuele Kremen Blanchard (questo l'impegnativo nome per esteso) viene
denunciato in occasione di proteste per le cause più disparate.
Dall'Assolombarda a Blockbuster, dall'Alitalia all'Associazione editori, dalla
Best Western ai Centri di prima accoglienza, da Trenitalia alla guerra in Iraq,
sono pochi i "nemici" contro cui il rampollo di via Pontaccio non è
sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale. Un attivismo che, va
detto, non impedisce a Blanchard di studiare, visto che ha annunciato di essere
pronto per discutere la tesi a novembre. Accanto a Blanchard, nelle foto di
testa dei cortei compare quasi sempre Teo Todeschini, 23 anni, studente di
Scienze umanitarie alla Statale. Anche lui è uno stakanovista delle proteste e
delle denunce: occupazioni abusive, deturpamenti, manifestazioni non
autorizzate. D'altronde Todeschini fa parte del gruppo che nelle università
costituisce il "nocciolo duro" della sinistra radicale: si fanno
chiamare "Gli Inflessibili" e vengono guardati con un misto di timore
e rispetto dagli studenti più "morbidi". Degli
"Inflessibili" fanno parte anche Luca Minghinelli e Dario Sigari,
entrambi di Scienze politiche, entrambi più volte denunciati e presenze fisse
nei cortei di questi giorni; "Inflessibile" è anche Matteo Tunesi, 19
anni, che in agosto partecipò all'attacco alla scuola di polizia di Senigallia.
© SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
N. 257 del 2008-10-26 pagina 4 Festival dell'odio al Circo Massimo: la Gelmini è il nuovo bersaglio di Emanuela
Fontana Il ministro dell'Istruzione insultata assieme alla Carfagna e a Bossi.
I militanti del Pd rispolverano le solite armi dell'antiberlusconismo C'è un
bersaglio unico apparente della manifestazione del Partito democratico a Roma.
E questo bersaglio ha un nome e un cognome che hanno attaccato alle schiene dei
bambini, hanno disegnato, fotomontato, accartocciato: Mariastella Gelmini. Viso da donna su corpo di uomo ("testa di
Cassio su corpo di Bruto"), ministro della Distruzione, aureolata Beata
Ignoranza. Ma ce ne sono anche tanti altri, più nascosti, ma forse ancora più
mitragliati: "Mara (Carfagna, ndr) stringi i denti", "Bossi
quando ascolti l'inno il dito mettitelo nel c...". E un luogo d'odio che
esiste da quattordici anni e ancora non cambia, non progredisce, non si
declina: l'antiberlusconismo. I manifesti del nuovo raccontano il vecchio,
sempre lo stesso Bersaglio, sotto la cornice bella e colorata del Circo Massimo
di Roma. Basta guardare i cartelloni in alto, e poi le scritte lasciate cadere
sull'erba dell'antico stadio, e si trova un linguaggio serioso all'apparenza,
quasi mesto di rivendicazioni polverose da scuola anni Sessanta, ma rabbioso
negli anfratti della manifestazione, per niente veltroniano se si intende il
veltronismo della prima fase, maschilista persino. La manifestazione che non si
vede è fatta di parole che distruggono e non costruiscono, a parte un uomo che
sul suo cartellone scrive: "Più tolleranza". Un angolo di respiro,
uno dei pochi: sembra un'occasione sprecata. Lo slogan: "Un'altra Italia è
possibile", preso vagamente in prestito dal movimento di Seattle, lancia
una domanda senza risposte che non siano di attacco ai bersagli e al Bersaglio
preferito. La festa è grande, è vero, ma se si guarda bene in mezzo alle
bandiere, nella manifestazione che non si vede, si possono osservare poi
invisibili pachistani che distribuiscono l'Unità "a cinque o sei euro
all'ora", ci dice uno di loro, mentre offre la nuova edizione del
quotidiano comunista a una ragazza straniera. C'è un gruppo di donne rom che si
sono attaccate al petto il simbolo del Pd. Tendono la mano senza speranza, in
fondo sono qui per questo, due spiccioli al corteo. Un uomo con una gamba più
lunga dell'altra che si poggia al bastone e chiede la carità, in via Cavour. In
cinque minuti di attesa al suo fianco solo una persona lo nota e gli lascia un
euro. I poveri stanno sui cartelli ma per la strada non li vede nessuno. La
manifestazione che non si vede è fatta anche di cose buffe, come il bagno
chimico che si chiama Di Pietro, ma non è uno scherzo cattivo di Veltroni: il
Di Pietro in questione è "concessionario di zona a Roma". E poi ci
sono le parole. Qualcuna, sì, simpatica: "Noi al circo Massimo, voi al
Massimo al Circo", ma altre più nere, come queste: "Assassinata in
Italia la democrazia. Il responsabile è Silvio Berlusconi". Si scopre un
guazzabuglio di incoerenza, come un gruppo che sfila con il cartello: "Nonostante
Marrazzo", o il militante arrampicato sul muretto che fa sapere sul suo
striscione: "Sono democratico e so' rimasto communista". Sembra però
che, nonostante il crollo delle ideologie, nonostante Veltroni, il nuovo Pd
riparta dal suo arcaico clichè. L'antiberlusconismo qui a Roma prende la
variante dell'antigelminismo, ma perché è la scuola il terreno della battaglia
ora, la "lotta dura", come è scritto su un manifesto. In realtà cova
ancora il fuoco antico: "Berlusconi vai a casa". "Berlusconi sei
la rovina dell'Italia". "Berlusconi sta con gli imbroglioni". E
la maglietta "distruggi il Biscione", e un altro cartello: "Un
pregiudicato al governo". Qual è l'altra Italia possibile? A Roma si sono
capite molte cose, ma questa proprio no. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Contro
la riforma della scuola e i tagli Protesta "no Gelmini", in
piazza gli studenti delle superiori Nuova giornata di manifestazioni e cortei.
Oltre 2500 sfilano a Roma, migliaia a Potenza. Legati ai cancelli ad Agropoli
ROMA - Nuova giornata di manifestazioni e cortei in molte città d'Italia contro
la riforma della scuola e i tagli. In piazza soprattutto gli studenti degli istituti
superiori. A Roma, nel quartiere di Centocelle, è partito sabato mattina un
corteo spontaneo di protesta contro la riforma Gelmini,
al quale hanno aderito oltre 2.500 studenti. Grande l'affluenza dagli istituti
superiori Kant, De Chirico, Benedetto da Norcia, Levi Civita, Amaldi.
"Siamo qui anche oggi - spiega Luca, studente del Kant - per rinnovare il
nostro dissenso a questa riforma che minaccia seriamente il diritto allo
studio". Tra i numerosi striscioni, spicca quello del Kant, in un inglese
maccheronico, che recita: "Stend ap for ior rait. Gelmini
docet". Grande partecipazione anche a Potenza, dove migliaia di studenti
delle superiori (circa cinquemila secondo fonti della Questura, molti di più
secondo gli organizzatori) hanno percorso in corteo alcune fra le principali
strade della città. A Matera gli studenti universitari si sono riuniti in
assemblea permanente nell'aula "Sasso" dell'Ateneo: fuori
dall'edificio sono stati esposti striscioni di critica al decreto 133.
Assemblee si sono svolte anche in alcuni istituti superiori. A Firenze gli
studenti e i professori della facoltà di Lettere e filosofia sono intervenuti
in massa alla Fortezza da Basso, dove in questi giorni si sta svolgendo la
terza edizione del Festival della Creatività, per svolgere pacificamente
lezioni aperte in quella che, in questi giorni, rappresenta idealmente la
roccaforte dell'innovazione e del libero pensiero. "Ci sembrava il luogo
più adatto dove poter fare sentire la nostra voce in maniera pacifica - dicono
gli studenti - tutto ciò che vogliamo è poter continuare a studiare ed
esprimere le nostre idee". Cortei improvvisati e lezioni in piazza a
Napoli ed in altre città della Campania. Ad Agropoli (Salerno) gli studenti del
Liceo Classico e Scientifico, dopo tre giorni di cortei, questa mattina si sono
legati ai cancelli della scuola. Oltre che legati gli studenti, decine, sono
anche imbavagliati e sorreggono un cartello con la scritta "Studenti non
strumentalizzati". "Ci siamo legati ai cancelli contro chi vuole
frapporre una barriera sempre più alta tra noi e la scuola - spiega Michele
Rizzo, rappresentante d'Istituto degli studenti - il bavaglio è per chi vuole
ridurci al silenzio. Pure imbavagliati, noi continueremo a difendere le nostre
ragioni". In Sicilia, dopo Palermo e Catania da questa mattina a Enna è
scattata l'occupazione del liceo classico "Napoleone Colajanni".
Anche l'ex magistrale, dove gli studenti sono in assemblea, potrebbe essere
occupato, mentre gli studenti del Professionale non sono entrati a scuola per
una giornata di sciopero. Al liceo scientifico "Pietro Farinato"
l'assemblea degli studenti ha deciso di svolgere per il momento tre ore di lezione
e le restanti ore di assemblea. A Nicosia sono in autogestione già da ieri
tutti gli istituti superiori. Al "Fratelli Testa" che comprende i
licei classico, scienze sociali e pedagogico gli studenti sono in autogestione
da giovedì, mentre all'istituto superiore "Alessandro Volta" gli
oltre 600 studenti dei corsi ragioneria, geometra, agrario e professionale per
la moda hanno deliberato l'autogestione da ieri come anche al liceo scientifico
"Ettore Maiorana". A Perugia, tra centinaia di visitatori giunti per
"Eurochocolate", gli studenti universitari hanno organizzato una
lezione in piazza con il docente, Andrea Capotorti, del dipartimento di
matematica, tra bambini che giocavano nei vari stand e turisti che si fermavano
incuriositi ad ascoltare. Gli studenti, un centinaio, erano seduti sulle scale
della sala dei Notari del palazzo dei Priori, nella centralissima piazza IV
Novembre, sulle quali era esposto un manifesto con la scritta "Noi la
crisi non la paghiamo". Fischi e rimproveri per un gruppo di turisti
passato inavvertitamente tra docente ed allievi. La lezione - cominciata con
una lunga premessa sulle cause della protesta - è stata momentaneamente
interrotta anche da un gruppetto di liceali perugini che scandivano slogan
contro la riforma Gelmini e che si sono poi uniti agli
universitari. Oltre un migliaio di studenti delle scuole superiori di Cagliari
e altri centri dell'hinterland ha manifestato per le vie della città. Tra i
giovani, che scandivano cori contro il ministro e il governo, c'erano anche
numerosi studenti universitari che hanno distribuito volantini per spiegare i
motivi della loro protesta, culminata nell'occupazione di alcune facoltà, e
invitato i cittadini alla manifestazione che si svolgerà giovedì 30 ottobre
dalle 9.30 in piazza Garibaldi contro "la privatizzazione dell'università,
la distruzione della scuola e il colpo di grazia al diritto allo studio".
A Milano, dopo le giornate di contestazione della riforma scolastica dominate
dagli studenti universitari, sabato sono tornati in piazza i bambini, i
genitori e gli insegnanti delle primarie. In centinaia hanno affollato fin dal
primo pomeriggio piazza Leonardo da Vinci, in zona Città Studi, per protestare
in particolare contro la maestra unica e per preservare il tempo pieno. Una "Festa
per una scuola di qualità e piena di... tempo", organizzata da ReteScuole.
stampa |.
( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Si preannuncia
un'altra settimana calda sul fronte delle contestazioni. E anche di domenica
varie iniziative in molti istituti e in giro per Roma
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Tecnologia Meteo Scommesse Casa SCUOLA E UNIVERSITA' Non si placa l'onda anti-Gelmini Bimbi a lezione alla Sapienza di
Roma Si preannuncia un'altra settimana calda sul fronte delle contestazioni. E
anche di domenica varie iniziative in molti istituti e in giro per Roma Roma,
26 ottobre 2008 - Non si placa, neppure di domenica, l'onda di protesta di
studenti e universitari contro la riforma Gelmini. Dalle lezioni universitarie per i bambini alla
festa-protesta in una scuola elementare, le iniziative continuano. LEZIONI PER
BAMBINI A LA SAPIENZA Addizioni, sottrazioni, il principio dei vasi comunicanti
e la spiegazione, illustrata da un docente di Fisica nucleare, sul
funzionamento del giroscopio: e ad ascoltare, sui prati della Sapienza, un
drappello di bambini, invitati dagli universitari che da giorni occupano le
facoltà hanno organizzato esercitazioni di fisica e matematica per bambini.
"Non ci aspettavamo così tanta gente", gongolano gli studenti. Alle
11, il pratone alle spalle del Rettorato era già pieno di bambini che sono stai
poi divisi in gruppi distinti in base ai colori assegnati. Si sono così formati
capannelli con i bambini seduti a terra e i genitori in circolo alle loro
spalle che hanno assistito alle lezioni sulle operazioni matematiche e sul
principio dei vasi comunicanti con l'acqua della fontana ai piedi della statua
della Minerva. A illustrare il funzionamento del giroscopio il professor Egidio
Longo, docente di Fisica Nucleare e Subnucleare: "Permette di conservare
gli stati di rotazione del movimento angolare - spiega Longo - lo stesso
principio della rotazione della Terra". TOR VERGATA A PASSEGGIO In camice
bianco e libri in mano, gli studenti dell'Universita' di Tor Vergata, hanno
passeggiato per Roma ''per far conoscere alla popolazione il tragico futuro
dell'universita' italiana''. Dopo aver percorso via Nazionale hanno puntato in
piazza della Rotonda, al Pantheon, ma la polizia poi li ha bloccati spiegando
che l'iniziativa non era stata autorizzata. "Domani intanto alle 9 -
spiegano - faremo un corteo all'interno dell'Universita' di Tor Vergata,
partiremo dalla facolta' di Scienze e arriveremo a Medicina, dove alle 14 e'
previsto il Consiglio di Facolta''' FESTA-PROTESTA ALLE ELEMENTARI Dalle 19
presso la scuola elementare 'Luigi Pirandellò nel quartiere 'Magliana' parte
una festa-protesta con dibatti informativi sul decreto Gelmini
si alterneranno a momenti di animazione per i bambini, che saranno intrattenuti
gratuitamente dalle ragazze dell'associazione culturale Eleusys. "La
contestazione festosa - comunica il comitato del coordinamento della scuola
pubblica del XV Municipio - è aperta a tutti i cittadini del Municipio e a
tutti i genitori e gli insegnanti delle altre scuole che abbiano voglia di
partecipare al dibattito sulla scuola in relazione al decreto Gelmini". UN'ALTRA SETTIMANA CALDA Inizia domani
un'altra settimana di mobilitazioni: "per bloccare la distruzione della
scuola e dell'università messa in atto dal Governo", annuncia da parte sua
la Rete degli Studenti Medi, spiegando che lunedì, martedì e mercoledì in tutta
Italia ci saranno scioperi e notti bianche, che si concentreranno ancora una
volta nei giorni di approvazione del decreto 137 al Senato. "Dopo lo
slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i
lavori parlamentari - dichiarano in una nota - venerdì la Gelmini
ci ha detto che lei vuole andare avanti, che non si fermerà. Noi le rispondiamo
che 'Avanziamo Dirittì, non ci fermiamo e continueremo a chiedere una scuola e
un'università nuovi, in grado di darci un futuro". per i primi tre giorni
della settimana, dunque, previsti scioperi, autogestioni con pernottamento,
notti bianche, lezioni all'aperto, a Torino, Perugia, Roma, Firenze e Palermo.
Giovedì 30, invece, la Rete degli Studenti medi sarà alla manifestazione
nazionale a Roma con i docenti, e, nella stessa giornata, si annunciano
manifestazioni cittadine a Torino, Padova, Palermo e Genova. IL PD-DAY E'
guerra di cifre sulla partecipazioneStriscioni, volti e leader: tutte le
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Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il
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inoltrarsi verso [...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la
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universitari 12:46:20 - ...(continua)...Ora sarebbe utile, l'insegnamento degli
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buone idee)12:37:03 - il quarto di murray è devastante!!!nadal esce in semi per
me...o con murray o con nalbandian(+probab[...] A Bercy il tennis saluta i
Masters Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure psichiatriche
obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto,
usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia
per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un
buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei
d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di
superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie
prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei
trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per
gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero? La foto
del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una
forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma
classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con
il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI
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( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
(da.c.) "Dal mio
punto di vista, non si pone una questione politica sulle mozioni votate a
scrutinio segreto e relative a un tema che non è materia di amministrazione.
Una questione politica si pone e si porrà su altri grandi temi: la variante
della Ticosa, la cessione dell'area Sant'Anna, la fusione di Acsm con Agam o il
problema del Campus. Argomenti su cui la maggioranza ha sempre votato in modo
compatto". È stato lo stesso sindaco Stefano Bruni, venerdì sera in
diretta su Etv, a elencare con un certo puntiglio le questioni chiave per il
futuro, politico e amministrativo, di Palazzo Cernezzi. Il sindaco ha chiarito
come un eventuale rimpasto possa giungere soltanto "dopo"
l'approvazione di delibere giudicate decisive. Delibere che sono state
"rallentate", ha spiegato Bruni, a causa di qualche "problema in
sede consiliare". Eccole, quindi, le grandi questioni irrisolte. La prima,
che dovrebbe approdare in consiglio il prossimo 7 novembre, è la fusione tra
Acsm e Agam, società multiutility di Como e di Monza. La proposta della giunta
è una fusione per incorporazione. In pratica, Acsm dovrebbe assorbire Agam,
società che ha un fatturato inferiore (circa un terzo) di quello della ex
municipalizzata lariana. Nella nuova governance il Comune di Como passerebbe
dal 41% al 24% delle quote azionarie, la città di Monza avrebbe il 29% del
capitale sociale mentre la A2A (la grande multiutility nata dalla fusione della
milanese Aem e della bresciana Asm) arriverebbe a detenere il 21% delle azioni.
Nel futuro consiglio di amministrazione Como avrebbe 3 componenti (tra i quali
il presidente per il primo triennio), lo stesso numero di Monza . Due
consiglieri andrebbero alla A2A (cui spetterà però sempre la nomina
dell'amministratore delegato), altri due ai soci di minoranza. La sede legale
della nuova società dovrebbe essere spostata a Monza, quella amministrativa
rimarrebbe invece a Como. Subito dopo la delibera sulla fusione di Acsm e Agam
il consiglio dovrebbe discutere il Piano integrato di intervento della Ticosa.
Il sindaco Bruni ha detto, sempre venerdì sera, che l'iter è quasi concluso. La
previsione del primo cittadino sull'avvio dei lavori è stata abbastanza
precisa: febbraio 2009. Con la realizzazione entro un anno dall'inizio del
cantiere della viabilità interrata in zona Grandi. La delibera Ticosa è
importante perché ad essa è associato il pagamento degli oneri - circa 20
milioni di euro - dovuti dalla società che ha acquistato l'area. Bruni ha già
detto che nel bilancio 2009 potrà essere inserita soltanto una parte di questi
soldi, probabilmente non più di 5 milioni di euro. Sulla cittadella sanitaria
di via Napoleona si gioca una battaglia molto più importante di quanto possa
sembrare. La componente liberal ha ottenuto dal sindaco una parziale marcia
indietro. Bruni ha accolto l'idea di spostare nel vecchio Sant'Anna una parte
dei servizi Asl, "fino a 20mila metri quadrati". Ma ha subordinato la
decisione finale all'ok della Regione. La prossima settimana lo stesso Bruni
andrà al Pirellone per capire quali siano i margini di manovra concessi al
Comune e per far presente ai vertici della sanità lombarda la determinazione
con cui la maggioranza del consiglio comunale - una maggioranza in questo caso
trasversale - insiste sulla realizzazione della cittadella sanitaria. Infine,
il bilancio. Il documento contabile è politicamente il più delicato. È infatti
l'unico atto che deve essere obbligatoriamente approvato, pena lo scioglimento
anticipato del consiglio. I nodi, in questo caso, riguardano soprattutto la
programmazione a lungo termine e l'utilizzo dei fondi che arriveranno dalla
cessione della Ticosa. Oltre alle mostre di Villa Olmo. Nella foto: Il tavolo
della giunta durante il consiglio di giovedì scorso. In primo piano il sindaco,
Stefano Bruni e alla sua destra il presidente dell'assemblea, Mario Pastore
Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del
"Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali
torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate
sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James
Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non
cede, Pozzi insiste Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte
Chiasso, 250 firme per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Viaggio nei
quartieri Domani i giornalisti sono a disposizione dei residenti delle due
frazioni montane di Como È la volta di Civiglio e Garzola. Il reportage
itinerante di Etv e Corriere di Como sbarca domani in due terrazze sulla città,
le due frazioni "montane" riunite sotto la Circoscrizione 9. L'appuntamento
è a Civiglio, alle 10.30, in piazza Concordia. I giornalisti saranno in piazza
per dialogare con i residenti e, soprattutto, raccogliere problemi,
segnalazioni e istanze. Le due frazioni - Civiglio e Garzola - sono parecchio
defilate rispetto al centro di Como. Civiglio sembra ancora un piccolo comune a
se stante. Quartieri dormitorio, che hanno conosciuto una forte urbanizzazione
negli ultimi anni di boom del mattone. Alla costruzione di nuove case e
villette non ha fatto seguito spesso però un adeguato incremento dei servizi.
"Garzola ormai è diventato una sorta di dormitorio spiega Davide
Gervasoni, presidente della Circoscrizione mentre Civiglio è più simile a un
paese autonomo. A Garzola mancano alcuni servizi. A Civiglio abbiamo una scuola
elementare che ogni anno rischia di essere chiusa per mancanza di alunni:
quest'anno siamo riusciti a raccogliere una sessantina di bambini, ma per far
sopravvivere la nostra scuola dobbiamo lottare". Gervasoni fa notare come
le elementari di Civiglio servano anche Garzola, dove la scuola è stata chiusa
tempo fa. "Essere un terrazzo su Como ha molti vantaggi, ma comporta anche
alcuni disagi. Avevamo problemi sulla manutenzione delle strade aggiunge il
presidente della 9 ma, ultimamente, il Comune ci ha dato una mano. Sono i
servizi, ripeto, a mancare: abbiamo un ufficio postale, è vero, ma apre solo
tre volte alla settimana e negli ultimi cinque anni è stato rapinato diverse
volte". Frazioni isolate e anche a rischio spopolamento. "Dovrebbe
partire ancora qualche cantiere a Civiglio, la speranza è che con più case
arrivino anche nuove famiglie. L'età media aumenta, e i ragazzi per trovare
qualcosa devono scendere a Como. Servirebbe qualche servizio in più, qualche
esercizio commerciale. Garzola, invece ha già conosciuto una grande
espansione" conclude Gervasoni. Ogni quartiere ha una sua storia, ogni
angolo della città ha pregi e problemi diversi. Etv e Corriere di Como
intendono raccoglierli dalla viva voce dei cittadini: il prossimo appuntamento
è Civiglio, domattina, alle 10.30 in piazza Concordia. Sono invitati ovviamente
anche gli abitanti di Garzola. Nella foto: Uno dei vicoli storici del centro di
Civiglio, con la chiesa sullo sfondo (Baricci) Home Giocattoli erotici, sempre
più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di
confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini
vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak
Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il
sindaco vuole sciogliere entro dicembre Ponte Chiasso, 250 firme per la
palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Duecentocinquanta
firme per la ristrutturazione della palestra delle elementari di Ponte Chiasso.
La sottoscrizione, promossa dal consigliere Vittorio Mottola (Pd), arriverà
domani sera sui banchi del consiglio comunale, che tratterà una mozione dello
stesso Mottola sulla palestra in oggetto. "I residenti attendono la
ristrutturazione da quasi dieci anni - spiega il consigliere - È l'unica
palestra del quartiere, quindi ricopre un'importanza fondamentale. In
pochissimo tempo abbiamo raccolto le firme di 250 famiglie. La palestra non può
essere utilizzata: il riscaldamento non va, gli spogliatoi sono inagibili e
cadono calcinacci dai muri". Nella foto: Un momento della raccolta di
firme per la palestra Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì
Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali
torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate sui
titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il
Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede,
Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre
Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
"Puntate sui titoli
italiani" Morandini vara il dizionario Toni Servillo in
"Gomorra" simbolo della rinascita della cinematografia di casa nostra
Il 2008 segna la rivincita in grande stile del cinema italiano. È già in
libreria la nuova edizione, l'undicesima, de "Il Morandini", il
dizionario del cinema curato da Laura, Luisa e Morando Morandini, edito da
Zanichelli (2048 pagine, 27,80 euro - con cd-rom allegato 35 euro, solo cd-rom
15,80 euro). Che dà come segnale netto e inequivocabile proprio la crescita
costante negli ultimi anni della cinematografia nazionale. Un lavoro di analisi
e sintesi da certosino, quello di Morando Morandini, il "guru"
lariano della critica cinematografica, che fu animatore del pionieristico
"Circolo del cinema" di Como nei primi anni Cinquanta e che imparò il
"mestiere" muovendo i primi passi giornalistici al quotidiano
"L'Ordine" di don Peppino Brusadelli, nell'immediato dopoguerra.
"Lo scorso anno i titoli schedati erano 22.500, adesso ne sono entrati
circa 500 in più - dice il critico - Abbiamo inserito nella nuova edizione
oltre un centinaio di film finora sconosciuti, di cui almeno 25 del periodo
muto, che ho scoperto alla "Giornate del muto" di Pordenone. Abbiamo
anche catalogato una trentina di documentari di lungo metraggio, e si è accresciuta
la sezione dedicata ai film di animazione". La scelta di premiare l'Italia
è una tradizione di lunga data per Morandini che sceglie per il suo dizionario
immagini da film nostrani convincenti per qualità artistica ma anche premiati
dal pubblico. "Quest'anno la stagione è andata particolarmente bene in
tutti i due i sensi - dice - Anzi non c'è stato problema a scegliere Toni
Servillo. Ma non abbiamo privilegiato il suo "Divo" nei panni di
Andreotti. Abbiamo preferito puntare su Gomorra tratto dal romanzo-inchiesta di
Roberto Saviano, che si è pienamente meritato le mie quattro stellette di
apprezzamento pieno e convinto". Insomma è il caso di brindare all'Italia.
"I titoli di produzione nostrana sono passati dal 22% al 40% di presenza
sul mercato totale dei film distribuiti. Nella prefazione alla nuova edizione
rimarco proprio tale aspetto: nell'ultimo periodo sono almeno due dozzine le
opere di registi di varie età e formazione che in qualche misura sono
meritevoli di attenzione da parte del pubblico. Si va dalla "a" di
Carmine Amoroso alla "z" di Gianni Zanasi. E di questi 12, 5 hanno
avuto successo al botteghino. Un fenomeno di cui anche i distributori,
piuttosto miopi in verità, dovrebbero accorgersi". Quali strategie vanno
messe in campo per sostenere i film di qualità, secondo il critico' "Con
il "Laura film festival" dedicato alla memoria di mia moglie morta
nel 2003, stiamo costituendo una specie di network tra i principali festival
italiani perché si dia sempre più spazio ai film cosiddetti d'essai di
produzione italiana. È un peccato che il pubblico che va il cinema non si sia
ancora accorto che negli anni Duemila abbiamo ormai un reparto di attori e di
attrici nostrani di rilievo mondiale. Oltre a Servillo che cito in copertina,
penso a tanti altri attori versatili ormai più di tanti stranieri, anche sul
fronte del teatro e della tv oltre che sul grande schermo. E penso anche ai
registi: a Maria Sole Tognazzi, Cristina Comencini, Peter Del Monte, Marco
Tullio Giordana, Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, Paolo Virzì, Wilma Labate.
Daniele Segre ci ha regalato uno splendido documentario di grande attualità,
Morire di lavoro. E Giorgio Diritti con Il vento fa il suo giro ha già
totalizzato 17 mesi di programmazione al cinema Mexico di Milano, con oltre
100mila spettatori. Insomma il cinema italiano di qualità cresce. Si è
svecchiato. Rendiamocene conto". Ma sono proprio tutte rose e fiori'
"Direi di no, sono giusto reduce dalla proiezione milanese di Albakiara,
un film davvero tremendo, non saprei se definirlo più volgare o più idiota ma è
probabilmente le due cose insieme. Non tutto il male viene per nuocere, però:
nell'edizione del nostro dizionario del 2010 inseriremo l'elenco dei 10 film
più cretini della decade". Cosa pensa Morando Morandini del fenomeno
Lariowood' "Tanti film made in Como' È un buon segno. Dovete darvi da fare
per dotarvi di una "Film Commission" che supporti le produzioni
italiane ed estere. Sarebbe un bel segnale anche per tutta la Lombardia".
E il pubblico' "Ormai al cinema va una minoranza, è un fenomeno
consolidato fin dagli anni Novanta. Chi varca la soglia delle sale non supera
il 20% della popolazione adulta, in Italia. Compresi quelli che si sorbiscono
solo i "cinepanettoni" di Natale dei vari Boldi e De Sica".
Abbiamo parlato molto dell'Italia. E gli stranieri di qualità, esistono ancora'
"Emergono con forza due cinematografie europee, quella tedesca e quella
turca. E consiglio di non perdere The Burning Plain - Il confine della
solitudine, esordio alla regia di Giullermo Arriaga, e anche l'Angelina Jolie
di The Changeling del sempre ottimo regista e attore Clint Eastwood". L.M.
Nella foto: A sinistra, il critico Morando Morandini in una conferenza
all'istituto Carducci di Como. Sotto, Toni Servillo in Gomorra. La foto è stata
scelta per la copertina dell'edizione 2009 del dizionario Zanichelli Home
Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del
"Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno
sui banchi Un organismo di confronto a livello locale Da Hitchcock a James Bond
Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede,
Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre
Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250
firme per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Da quasi un secolo
il nostro territorio è meta di registi e attori importanti Si apre la stagione
dei grandi dizionari di cinema da regalare a Natale: dal "Morandini"
di Zanichelli alla "summa" firmata da Paolo Mereghetti, penna critica
del "Corriere della Sera", edita da Baldini Castoldi Dalai. È
l'occasione per rinnovare la massiccia presenza di Lariowood, ossia delle
decine di titoli ispirate o ambientate sul Lario fin dagli esordi di questo
straordinario mezzo espressivo, pellicole capaci di trasmettere, secondo
prospettive diverse, il fascino del nostro territorio, dei suoi paesaggi e
della sua storia. Oltre una sessantina i titoli, senza contare quelli spesso
considerati a torto minori, ed escludendo le pur numerose opere di fiction
televisiva, gli spot e i videoclip di varia natura. Rimanendo al puro
lungometraggio, sono made in Lario film classici e di cassetta, ma anche per
usare un termine caro a Totò notevoli "ciofeche" dal punto di vista
della qualità. E come tali sanzionate dalla presenza, nelle schede analitiche
dei dizionari di cinema, di scarse stellette. Tutti comunque lì a ribadire,
nella "Hall of fame" della cinematografia mondiale, che il Lario è da
tempi non sospetti una Mecca del cinema. Ben prima che Gregory Peck suggerisse
a George Clooney di farsi un giro in Harley Davidson sulle rive del Lario e
magari di fare un pensierino su una casa alla portata del suo portafoglio e
della sua voglia di privacy. I kolossal Così "Innamorato pazzo" del lago,
il bel Clooney (per citare il titolo della "favola rosa" di
Castellano&Pipolo con il molleggiato Adriano Celentano girata a Villa Olmo
nel 1980) da ambientare a Villa Erba di Cernobbio il cast di amici e colleghi
vip nel kolossal firmato per la Warner dal regista Steven Sodenbergh Ocean's
Twelve nel 2004. Produzione che ebbe un cast di eccezione e giunse due anni
dopo un altro kolossal laghée di enorme risonanza internazionale anche se poco
sfruttato dai lariani in termini di promozione pubblicitaria, ossia il secondo
episodio della saga di Guerre Stellari firmata da George Lucas girato in parte
nella Villa Balbianello di Lenno, meta di eccellenza di tante altre fiction
internazionali al pari di Villa Erba a Cernobbio (si citino almeno La partita
della Gorris e soprattutto 007 Casino Royale con Daniel Craig). i classici Il
primo titolo di cui si ha traccia nella lunga filmografia di pertinenza lariana
è antichissimo, Malombra di Carmine Gallone addirittura del 1917, tratto dal
romanzo di Fogazzaro (autore che vedrà impegnato in area lariana anche Mario
Soldati con Piccolo mondo antico nel 1941 e lo stesso Malombra nel 1942). Il
primo nome "forte" è però quello di sir Alfred Hitchcock con The
Pleasure Garden girato a Villa d'Este nel 1925. E poi la lunga serie delle riduzioni
filmiche dei Promessi sposi manzoniani, una tradizione fatta di opere a
episodi, parodie, cinema sperimentale e pellicole di cui si è persa traccia che
ha infatti segnato la storia del cinema italiano ed è stata ribadita in anni
recenti da Francesca Archibugi con il suo Renzo e Lucia girato nel 2004 per la
tv. A tale tradizione Dario Campione, giornalista del nostro quotidiano, ha
dedicato il volume Quel ciak sul Lago di Como. L'immaginario visuale dei
Promessi Sposi tra cinema e televisione (pp. 144, 8 euro) nella collana "I
libri del Corriere di Como". Le chicche Tra i film poco noti ma
meritevoli, spiccano titoli come La rosa di Bagdad di Anton Gino Domeneghini,
il primo cartone animato italiano (1949) con le scenografie dell'artista lariano
Libico Maraja, e poi L'amante di una notte (titolo originale Le château de
verre) firmato nel 1950 dal francese René Clément, con Michèle Morgan e Jean
Marais: la storia della moglie di un giudice svizzero e di un giovanotto
francese che si amano sulle rive del lago. Si ritrovano a Parigi e la città è
complice della loro felicità, ma nel viaggio di ritorno l'aereo di lei
precipita. "Un film di alta precisione psicologica e di raffinata
eleganza", annota Morando Morandini. La storia in scena Celeberrima poi
l'interpretazione di Alberto Sordi in uno dei film più riusciti di Dino Risi,
Una vita difficile, la vicenda di un giornalista partigiano ambientata nelle
scene iniziali e sul finale a Dongo e a Lenno. Ma la storia non è solo fiction:
passa ancora spesso e volentieri in vari canali tv Mussolini ultimo atto (1974)
di Carlo Lizzani, dedicato alle ultime ore di vita del duce sulle rive del
Lario, con uno straordinario Rod Steiger nel ruolo del protagonista (film che
però Morandini non gradisce, concedendo solo una stelletta e mezza). Eros e
fantascienza Sfumature erotiche si possono cogliere in Un dramma borghese,
girato da Florestano Vancini a Menaggio e tratto dall'omonimo romanzo di Guido
Morselli. Molto più pruriginoso è , esordio senza veli di Deborah Caprioglio
alla corte di Tinto Brass, girato in interni anche a Tremezzo, con tanto di
battello della navigazione lariana sullo sfondo. Pochi sanno invece che nel
gotha del cinema made in Lario c'è anche un'opera di fantascienza e horror: si
tratta di Frankenstein oltre le frontiere del tempo (titolo originale
Frankenstein Unbound, versione filmica del 1990 dell'omonimo romanzo di Brian
Aldiss con John Hurt, Bridget Fonda e Michael Hutchence degli Inxs. "Film
a basso costo - annota Morando Morandini - fu in parte girato tra Milano (in
una chiesa sconsacrata fu costruito il laboratorio di Frankenstein su progetto
dello scenografo Enrico Tovaglieri) e il Lago di Como con la fotografia di
Armando Nannuzzi". il consolidamento La fama di Lariowood si è consolidata
dagli anni Novanta anche grazie al denso Come due coccodrilli, opera seconda di
Giacomo Campiotti che nel '94 ottenne un grande successo di critica al Festival
di Locarno, a Figli di Annibale (1998) di Davide Ferrario (con Silvio Orlando
che in una rapina in banca a Como sequestra il massiccio imprenditore Diego
Abatantuono). E poi ancora Facciamo paradiso di Monicelli, tratto nel 1995 da
un racconto del grande narratore comasco Giuseppe Pontiggia, e Il mio miglior
nemico di Carlo Verdone, con Silvio Muccino. Nella foto: Sopra, Daniel Craig ed
Eva Green a Villa Balbianello di Lenno sul set del film 007 Casino Royale.
Sotto, una scena di The pleasure garden di Hitchcock Home Giocattoli erotici,
sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di
confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini
vara il dizionario Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste
Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e
taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la
palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Botta e risposta a
distanza tra sindaco e commissario anche per le elezioni regionali Niente
rimpasto nella giunta del capoluogo lariano, almeno fino a gennaio. E niente nomi
da parte del sindaco, Stefano Bruni. Impegnato adesso in un braccio di ferro
sui tempi e sui modi del rimescolamento di nomi e deleghe, fortemente auspicato
(e voluto) dalla componente liberal e dal commissario provinciale forzista,
Giorgio Pozzi. La tempesta annunciata da settimane si è per il momento
trasformata più o meno in uno shaker. E il bicchiere, per Bruni, in questo
momento è mezzo pieno. La mancata sfiducia all'assessore Umberto D'Alessandro,
"bocciato" giovedì sera dai numeri ma salvato in extremis dal
regolamento, è servita infatti al sindaco per riprendere inaspettatamente in
mano il pallino del gioco. Paradossalmente, la strategia d'attacco del gruppo
liberal si è infranta contro il muro del voto segreto, l'unica arma di cui
disponevano i frondisti per mettere in difficoltà il primo cittadino. Cerchiamo
di capire il perché. Nel momento in cui D'Alessandro è riuscito a uscire
(parzialmente) incolume dal girone infernale della mozione di sfiducia, Bruni
non ha perso tempo a sottolineare la "mancata valenza politica" e la
sostanziale "inutilità" del voto . Ha evitato ogni polemica interna e
si è richiamato alle scelte fatte domenica scorsa nel summit forzista, la
riunione in cui tutte le componenti azzurre hanno deciso, almeno all'apparenza,
di azzerare la conflittualità. In questo modo, il sindaco ha di fatto sfilato
di mano ai liberal la pistola ancora fumante. Pur sapendo che il risultato di
giovedì si presta a una duplice lettura. Qualcuno, infatti, sostiene che i 18
voti contro D'Alessandro siano comunque un segnale negativo per il primo
cittadino, e avendo votato i liberal a favore del titolare dell'Urbanistica,
questo significherebbe che Bruni ha gran parte del consiglio contro. Sin qui
l'analisi del giorno dopo. Intanto, però, come detto, la politica cerca una via
d'uscita dalla situazione di impasse in cui si è ficcata. Giorgio Pozzi,
commissario azzurro da poche settimane, tenta di non farsi sfuggire di mano le
redini del partito. Chiede il rimpasto subito e spiega: "Stiamo facendo un
lavoro importante che, se iniziato prima, avrebbe dato già risultati - ha detto
ieri - Ovvio che non abbiamo la bacchetta magica, ma credo che ci siano le
condizioni per cambiare le cose nell'interesse della città e delle
istituzioni". Il ruolo che Pozzi si è assegnato (e che gli uomini della
sua parte politica insistono nel sottolineare) è quello di mediatore super
partes, una sorta di paciere chiamato dall'alto, dai vertici regionali e
nazionali del partito, a mettere a posto le cose. Ma non tutti sono d'accordo.
A partire proprio dal sindaco, che venerdì sera, in diretta su Etv , si è pure
concesso una battuta verso il commissario provinciale. "Pozzi si è trovato
a gestire una situazione complicata - ha detto Bruni - ma fra poco ci sono le
regionali, elezioni che lo interessano da vicino". Mediatore sì, lascia
intendere Bruni, ma con un obiettivo preciso: portare a casa consenso per il
voto del 2010. E per questo sviluppare una strategia che tenga insieme tutte le
anime di Forza Italia. La replica di Pozzi non si è fatta attendere. Ed è stata
piccata quanto basta per testimoniare quanto Bruni abbia colto nel segno.
"Le elezioni regionali sono talmente lontane che se me ne occupassi adesso
sarei uno stupido - ha detto Pozzi - Oltretutto, basta guardare al numero di
voti che ho sempre raccolto per capire che non avrebbe senso lavorare adesso
per le regionali. Ho preoccupazioni diverse, devo far funzionare questo
partito, la battuta di Bruni è inutile", taglia corto il commissario. Che
tuttavia insiste: "Uno che pensa alle regionali adesso, è soltanto un
idiota". Da. C. Nella foto: Lo scontro politico dentro Forza Italia sta
pesantemente condizionando la realtà amministrativa del capoluogo Home
Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del
"Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali
torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate
sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James
Bond Il Lago di Como patria del ciak Tutti i nodi che il sindaco vuole
sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola
Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Un 17enne:
"Nella massa non manca mai chi vuole solo saltare le lezioni" Hai
occupato il "Giovio"' "Sì". E chi è Mariastella Gelmini' "Boh ". Ora, se l'avessimo chiesto al
primo che passa per la strada senza offesa per l'uomo qualunque non sarebbe poi
così grave. Ma che un "occupante" non sappia nemmeno chi sia il
ministro dell'Istruzione al governo, contro il quale sta protestando, la dice lunga
sulla presa di coscienza di alcuni manifestanti. Non tutti sono così, è chiaro.
C'è anche chi ha aderito all'occupazione e ne conosce i motivi. A loro qualcuno
potrà contestare il merito della manifestazione, ma nessuno potrà dire che non
sapevano quel che stavano facendo. Torniamo però agli altri. Gli studenti che
alla domanda "Hai occupato anche tu'" rispondono "sì", ad
alta voce, con sguardo fiero e piglio rivoluzionario. E, di grazia, contro chi
o cosa protesti' Il timbro della voce si fa più incerto, alcune risposte sono
imbarazzanti. Un ragazzo non sa nemmeno chi sia la Gelmini.
Un altro spara a caso: "Un ministro!". Come se stesse rispondendo al
domandone di un quiz in tv. Risposta esatta. Quanto segue altro non è che la
fedele trascrizione di una chiacchierata con una decina di studenti del
"Giovio" pescati a caso ieri mattina in cortile o lungo via Pasquale
Paoli, con il solo scopo di capire quanto sapessero di ciò per cui stavano
occupando la scuola da due giorni. Partiamo da Andrea, appoggiato alla panchina
dell'atrio. Perché protesti' "Non so". Dai, un piccolo sforzo.
"Non siamo d'accordo con quello che dice la riforma". Ovvero'
"Tagli cioè cerca di fare tagli abbassando il livello della scuola".
Ma chi è Mariastella Gelmini' "Boh". Scusa'
"Il ministro dell'Istruzione", corregge prontamente Alessia, che
sembra già più informata. Vediamo. "Dicono che gli indirizzi sperimentali
vengano tagliati, che i prof perdano il lavoro". E del decreto legge con
la riforma Gelmini, il 137, cosa ne pensi' "Non
lo so". È "quello" del maestro unico, maestro delle elementari
però. "Ah, quello. Non sono d'accordo". Francesca invece ci spiega
che "vogliono privatizzare le università". E, anche a lei, chiediamo
cosa pensi del 137, il "decreto Gelmini".
"Quello delle privatizzazioni'". No, quello del maestro unico e della
bocciatura per il cinque in condotta. "Non sono d'accordo, bocciare per il
voto di condotta non mi sembra una soluzione". Arriviamo così da Luca, 15
anni, un altro occupante. "La scuola non deve pagare la crisi mondiale",
dice. Poi, però, spiega di approvare della riforma Gelmini "le classi a parte per gli
stranieri, non per una questione di razzismo, ma perché sono utili". Ma la
"classe ponte" è una mozione della Lega. A proposito, chi è la Gelmini' "Un ministro ",
"dell'Istruzione", risponde l'amico, Matteo, autore di una teoria
personalissima: "Ho occupato perché i docenti non devono essere licenziati
per fare le aule computer, ed è sbagliato l'intervento della polizia a
scuola". Ma possibile che sia davvero questo il livello di coscienza dei
manifestanti' Ovvio che gli organizzatori conoscano i motivi della protesta. Ma
il resto dei ragazzi' La massa' Finalmente incappiamo in Giacomo, 17 anni,
liceale. Anche lui ha occupato ma, a differenza dei ragazzi di cui sopra,
sembra avere le idee molto più chiare. "La mia è una posizione personale:
leggendo i giornali, ho capito le difficoltà finanziarie e organizzative della
scuola. Credo quindi che sia un grave errore ridurre le risorse all'istruzione,
poiché significa tagliare sul futuro del Paese". Del decreto Gelmini, che ne pensi' "Sono d'accordo con la
bocciatura per il cinque in condotta. La scuola non è solo pura didattica, è
importante anche considerare educazione e comportamento. Respingo invece l'idea
del maestro unico, perché mi pare di capire che la scuola elementare
funzioni". E quando spieghiamo a Giacomo che qualcuno dei suoi compagni
nemmeno sa chi sia la Gelmini, allarga le braccia.
"È da mettere in conto. Nella massa c'è sempre chi protesta per saltare la
scuola. Certo, questo dequalifica l'iniziativa". Sono le due facce della
medaglia: chi protesta con una ragione, più o meno condivisibile, ma è
cosciente di quel che sta facendo. Chi invece dopo due giorni di dibattiti e
assemblee nemmeno sa chi sia quella "Gelmini"
contro la quale dice di protestare, e mette a rischio la credibilità degli
altri. Andrea Bambace Nella foto: Banchi e sedie impilati all'interno di
un'aula del Liceo Giovio, l'istituto comasco è stato occupato per due giorni
Home Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Domani tutti i liceali
torneranno sui banchi Un organismo di confronto a livello locale "Puntate
sui titoli italiani" Morandini vara il dizionario Da Hitchcock a James
Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non
cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco vuole sciogliere entro dicembre
Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme
per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Domani si torna in
classe. "La sera del 24 ottobre si è conclusa l'occupazione". L'hanno
annunciato ieri gli studenti del "Giovio", affidando la notizia a un
comunicato stampa. Nella notte tra venerdì e sabato, dopo un lunghissimo testa
a testa con il preside, è stata dichiarata conclusa l'occupazione del liceo
scientifico di via Paoli, "invaso" pacificamente da circa un migliaio
di studenti che protestavano contro le misure del governo sulla scuola. In
particolare, venivano contestati anche i tagli di circa 8 miliardi di euro
(entro il 2012) previsti nella legge 133. L'occupazione era iniziata giovedì
mattina, per proseguire nell'intera giornata di venerdì. Anche ieri, in realtà,
la scuola non ha funzionato a pieno regime: chi voleva poteva far lezione (come
accadeva nei giorni di protesta), ma molti occupanti hanno preso ramazza e
paletta per riordinare da cima a fondo l'istituto. La decisione di interrompere
l'occupazione è arrivata solo nella tarda notte di venerdì. I ragazzi infatti
si sono scontrati con una prescrizione del preside: nessun "esterno"
avrebbe dovuto varcare la soglia del "Giovio", soprattutto di notte.
Sia giovedì che venerdì, infatti, gli studenti del liceo erano stati affiancati
nella protesta da rappresentanti degli istituti "Volta" e
"Ciceri". "Non volevo che a scuola arrivassero, soprattutto di
notte, studenti di altri istituti spiega Sergio De Felici, preside del
"Giovio" ho saputo che ci sono stati tentativi di ingresso di persone
che non appartenevano nemmeno alla comunità scolastica. Nella notte tra venerdì
e sabato i ragazzi hanno quindi deciso di interrompere l'occupazione, anche se
una ventina di studenti è rimasta a dormire. Oggi (ieri, ndr) si sono impegnati
a riordinare la scuola". I ragazzi, invece, nel comunicato stampa, hanno
ricordato il carattere "pacifico e civile" della protesta, sottolineando
la "notevole consapevolezza" sui cambiamenti in atto. Hanno anche
ribadito di non aver mai violato il diritto allo studio di chi non voleva
occupare, aggiungendo che "lo spirito di protesta" dell'iniziativa
"non si spegne oggi". Il riferimento è al corteo di studenti che
attraverserà Como giovedì, in concomitanza con lo sciopero generale della
scuola. Ieri mattina, intanto, circa cento studenti (qualche universitario e
molti liceali) si sono radunati a Lariofiere di Erba, in una sorta di sit-in,
improvvisando anche una lezione all'aperto sui cambiamenti della scuola.
Attendevano l'arrivo di Mariastella Gelmini all'inaugurazione della Mostra
Mercato dell'Artigianato, ma il ministro dell'Istruzione aveva dato forfait
venerdì. A.Bam. Nella foto: Il gruppo di studenti che ha inscenato un sit-in di
protesta nel parcheggio del centro espositivo Lariofiere (Baricci) Home
Giocattoli erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio"
c'è chi non conosce la Gelmini Un organismo di
confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini
vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak
Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il
sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su
Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Serve un organismo
di confronto sulla scuola a livello locale, che riunisca tutti i soggetti
coinvolti nell'istruzione: dai politici fino ai sindacati. La proposta è emersa
ieri mattina al Grand Hotel di Como, nel convegno organizzato dalla Cisl Scuola
regionale "I servizi all'infanzia, famiglia, territorio e comunità",
inserito nel programma di due rassegne (la precedente è stata il 18 ottobre)
che hanno preso spunto dai 40 anni della scuola dell'infanzia. Silvio
Colombini, della Cisl Scuola regionale, ha coordinato una tavola rotonda che ha
visto confrontarsi, tra gli ospiti, Fausto Tagliabue (segretario generale della
Cisl di Como), Simona Saladini (assessore provinciale ai Servizi sociali), Anna
Veronelli (assessore comunale alle Politiche educative) e Giovanni Giambattista
(presidente del Forum Comasco Associazioni Familiari). "Il senso di questo
convegno spiega Gerardo Larghi, segretario comasco della Cisl Scuola era
riflettere sul rapporto tra scuola, famiglia e istituzioni. Abbiamo preso atto
delle richieste delle scuole: non vogliono solo sovvenzioni adeguate, ma
chiedono anche un rapporto più stretto con gli enti locali e le famiglie.
Famiglie che, dal canto loro, vorrebbero un sistema scolastico all'altezza del
compito, che sappia non sostituire, ma affiancare i genitori nella missione
educativa". Pochi gli accenni al decreto Gelmini. "Tra le misure del governo
continua Larghi è previsto che in alcuni piccoli comuni le scuole materne
possano accogliere bambini anche di due anni e mezzo, ed è una misura sulla
quale abbiamo evidenziato una certa attenzione. Tutti però hanno concordato
sulla necessità di un tavolo, un organismo che riunisca gli attori locali che
gravitano sul mondo scolastico". Nella foto: Un momento del
convegno della Cisl Scuola ieri al Grand Hotel (Baricci) Home Giocattoli
erotici, sempre più comasche dicono sì Tra gli occupanti del "Giovio"
c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali
torneranno sui banchi "Puntate sui titoli italiani" Morandini vara il
dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak Braccio di
ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il sindaco
vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su Civiglio e
Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.
( da "Corriere Di Como, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Tendenze In forte aumento
anche sul Lario le donne incuriosite da questi accessori. La gamma conta decine
di articoli Sex toys, giocattoli erotici. Solo qualche tempo fa, sarebbe
bastata la parola a far arrossire qualsiasi donna. Oggi, l'espressione è stata
ampiamente sdoganata e di sex toys si parla senza più tabù anche nel gentil
sesso. Di più, sono in forte aumento signore e signorine comasche che, dalle
parole passano alla sperimentazione pratica, magari anche solo per curiosità.
La gamma di accessori conta decine di articoli, dai gel lubrificanti alle creme
commestibili, dai vibratori al nuovissimo anello dell'amore. Per fare la
"spesa", non c'è più bisogno di varcare la porta di un sexy shop,
perché numerosi prodotti hanno fatto la loro comparsa anche sugli scaffali di note
catene di distribuzione. Addirittura, alcuni dei kit del piacere sono a
disposizione anche nelle farmacie. Una recente indagine condotta dai
ricercatori dell'Aispa, l'"Associazione Italiana Sessuologia e
Psicologia", su un campione di 200 donne milanesi ha rivelato che una su
cinque ammette senza problemi di utilizzare giocattoli erotici, nella maggior
parte dei casi in compagnia del proprio partner. "È una nuova tendenza in
atto che effettivamente riscontro da qualche tempo a Como conferma Rolando Noseda,
psicoterapeuta e sessuologo lariano È ancora troppo presto per inquadrare
chiaramente il fenomeno. Si tratta di capire soprattutto se le donne utilizzino
i giochi erotici come curiosità e novità nel campo di un'esperienza
sperimentale, oppure se abbiano ormai una buona conoscenza delle modalità con
cui interagire con questi giocattoli". I giocattoli erotici, disponibili
in decine di varianti, sono strumenti in grado di stimolare una particolare
zona genitale. "In generale non hanno alcuna controindicazione spiega
Noseda Anzi, per alcune patologie i sex toys possono essere validi strumenti di
riabilitazione dei muscoli pelvici, quindi terapeutici. In generale, al di là
di questi casi particolari, per tutte le donne può essere uno strumento
efficace e in grado di dare risultati positivi". La logica del giocattolo
erotico, secondo l'esperto lariano, è distante da quella del più tradizionale
acquisto trasgressivo. "Non bisogna confondere l'idea della stimolazione
delle aree genitali con i meccanismi tipici di un acquisto in un sexy shop
spiega Noseda Nel caso dei giocattoli erotici femminili si tratta di recuperare
un'intimizzazione della sfera sessuale. Il consumo è decisamente meno
banalizzato. I sex toys ormai sono stati sdoganati, sono considerati più accettabili
e non generano quel senso di colpa o vergogna che ancora invece molte donne
vivono pensando alla sessualità come se fosse trasgressione". E se le
donne appaiono più disinibite e pronte a sperimentare nuove frontiere, a
sorpresa, gli esperti rivelano che gli uomini tendono invece a frenare le
partner troppo intraprendenti. "Ho avuto come pazienti almeno 30 donne che
utilizzavano giocattoli erotici dice Rolando Noseda Nel 70% dei casi il partner
opponeva resistenza a questa pratica, considerandola un ostacolo e una fonte di
disagio. Solo nel 30% dei casi invece nella coppia c'era una buona condivisione
su questo fronte. Credo che i sex toys possano avere maggiore significato
nell'ambito di un uso occasionale, perché diversamente possono creare una forma
di noia e scarsa adesione nell'ambito della coppia". Sugli scaffali delle
farmacie è facile trovare gel lubrificanti oppure l'innovativo anello
dell'amore, una sorta di piccolo vibratore. "Effettivamente il confine tra
prodotti per così dire ludici e altri che invece possono essere considerati
quasi terapeutici nell'ambito dei problemi della sfera sessuale è sempre più
labile dice Giuseppe De Filippis, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Como
I farmacisti comunque devono rispettare un codice deontologico che impone un
comportamento consono all'immagine della farmacia come luogo di sanità e
educazione alla salute. In questo senso possono essere venduti solo articoli
che diano comunque garanzie di serietà e che siano in qualche modo
riconducibili a presidi medici". Anna Campaniello Nella foto: Una coppia
comasca sullo sfondo romantico del lago. Sono sempre più diffusi anche a Como i
giocattoli erotici (foto Sergio Baricci) Home Tra gli occupanti del
"Giovio" c'è chi non conosce la Gelmini Domani tutti i liceali torneranno sui banchi Un organismo di
confronto a livello locale "Puntate sui titoli italiani" Morandini
vara il dizionario Da Hitchcock a James Bond Il Lago di Como patria del ciak
Braccio di ferro sul rimpasto Bruni non cede, Pozzi insiste Tutti i nodi che il
sindaco vuole sciogliere entro dicembre Telecamere e taccuini puntati su
Civiglio e Garzola Ponte Chiasso, 250 firme per la palestra.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca Italiana
Pagina 113 Nuovi cortei Bankitalia: sistema scuola è inadeguato Nuovi cortei
--> ROMA Con le piazze ancora invase dai cortei degli
studenti che protestano contro la riforma del ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini, la
"sgrammaticata avvocatessa bresciana" secondo i Cobas, sulla scuola
piomba il monito di Bankitalia: "Bisogna cambiare, il nostro sistema
scolastico è inadeguato" dice via Nazionale sottolineando che la
"priorità" è quella di "incentivare gli insegnanti".
E mentre il capo della polizia Antonio Manganelli ribadisce la linea scelta dal
Viminale per far fronte alle proteste - "garantire i diritti di
tutti" - dai sindacati di base arriva un appello a genitori, insegnanti e
studenti: martedì prossimo, giorno in cui al Senato si voterà la fiducia sul
decreto, tutti davanti a palazzo Madama per impedire il Gelmini
day . Anche ieri migliaia di giovani sono scesi per le strade per manifestare
il loro dissenso. Ad Agropoli in provincia di Salerno, gli studenti si sono
incatenati e imbavagliati ai cancelli del liceo.A Roma sono stati 2.500 i
giovani che hanno percorso in corteo le strade di Centocelle, a Potenza ne sono
scesi in piazza il doppio. Due cortei anche a Napoli dove gli studenti hanno
improvvisato lezioni in piazza, uno spettacolo teatrale e un pranzo sociale.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca di Cagliari
Pagina 1021 La protesta. In 300 seguono la relazione di Roberto Coroneo sui Beni
culturali Università, la lezione si fa al Bastione La protesta.. In 300 seguono
la relazione di Roberto Coroneo sui Beni culturali Studenti e docenti sulla
scalinata di piazza Costituzione --> Studenti e docenti sulla scalinata di
piazza Costituzione Non c'è tensione, ma passione. E gli slogan restano sugli
striscioni affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy. Non c'è tensione,
ma passione. E gli slogan non vengono urlati ma restano sugli striscioni
affissi alla facciata del Bastione di Saint Remy e sui piccoli cartelli sui
quali una parte dei circa 300 studenti ha scritto la propria porzione di
protesta. "Ci state svendendo". "Basta con i tagli
all'università, tagliate i costi della politica". "No all'università
per soli ricchi". Protesta di velluto. Lo spirito della contestazione
studentesca contro l'ennesima riforma universitaria, contro "l'ennesimo
attentato alla formazione" è tutto in questa lezione all'aperto, la prima
di un ciclo che si concluderà mercoledì, vigilia della manifestazione nazionale
contro la legge 133, che dentro "disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della
finanza pubblica" stabilisce tagli a una parte consistente dei fondi e,
all'articolo 16, dispone che "le Università pubbliche possono deliberare
la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato". PROTESTA
UNITARIA Sulle ricadute della legge sugli atenei, in particolare su quello
cagliaritano, ci sono stati (venerdì pomeriggio) e ci saranno approfondimenti.
Certo è che raramente un provvedimento legislativo ha unito così profondamente
presidi, docenti, ricercatori e studenti. E perfino, nonostante un doveroso
distacco istituzionale, il rettore, che nei giorni scorsi ha manifestato
"non poche preoccupazioni per il bilancio preventivo del 2009, anche
perché il ministero non ha ancora trasmesso le "procedure" con le
assegnazioni del Fondo di finanziamento necessarie per elaborare le proiezioni
di spesa e la dimensione del reclutamento del personale docente e tecnico
amministrativo". Forme diverse, stessa sostanza. "SENSIBILIZZARE LA
GENTE" Anche con una lezione all'aperto si può raggiungere l'obiettivo di
"sensibilizzare l'opinione pubblica" e "mandare un forte segnale
politico al Governo". Soprattutto se la lezione si tiene sulla scalinata
del Bastione, luogo-simbolo della città, centrale, dunque di passaggio. E nello
stesso tempo Bene culturale, dunque quinta perfetta per la relazione di Roberto
Coroneo su "Per la difesa del patrimonio culturale e artistico in
Italia". Sotto la pioggia, finissima ma insistente, circa 300 studenti. Il
docente di Storia dell'arte premette che "la 133 ci porta in piazza ma
anche a fare questa lezione". E insiste sul Codice urbani, sui concetti di
proprietà e detenzione dei beni culturali, sino ad approdare, inevitabilmente,
alla necropoli fenicio-punica di Tuvixeddu (oggi al centro di un'altra lezione
di Alfonso Stiglitz in piazza Sorcinelli) e all'Anfiteatro romano.
"Vincere la battaglia di Tuvixeddu significa reimpostare tutta la gestione
dei beni culturali a Cagliari". Nell'ottica del Codice Urbani: non serve
vincolare un bene se non si vincola il paesaggio circostante. Suscita
l'applauso, Coroneo, quando ricorda che "non si trovano i fondi per
sostenere i beni culturali mentre si trovano per salvare società calcistiche
dal fallimento". Sulla lezione si affaccia fisicamente anche la politica,
che ha il volto di Maria Antonietta Mongiu. L'assessore regionale ai Beni
culturali scalda i ragazzi quando informa che "abbiamo presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto
Gelmini" e annuncia
incontri con gli studenti per la prossima settimana. PROSEGUONO LE OCCUPAZIONI
Prosegue, intanto, l'occupazione a Scienze politiche e Psicologia dove sono
stati formati gruppi di lavoro su comunicazione (rapporti con la stampa, con
altri centri di mobilitazione al di fuori dell'ateneo cagliaritano,
monitoraggio dell'informazione cartacea e telematica, postazione internet, blog
e forum), analisi (analisi giuridica-politica-economica-sociale della legge
133/2008 e dei suoi effetti, elaborazioni di documenti, e organizzazione
(pianificazione della diffusione del materiale prodotto, organizzazione
iniziative, relazione con il movimento di contestazione degli studenti medi).
Nemmeno in queste due facoltà l'attività didattica è stata interrotta ma
"ricalibrata" in strade e piazze. In aula dibattiti, approfondimenti,
seminari. IL CALENDARIO DI LUNEDÌ Lunedì mattina alle 10 si parlerà di
"Costituzione, antifascismo e cittadinanza democratica" di Claudio
Natoli. Alle 10,30 Annamaria Loche parlerà di "Pace e diritti umani",
alle 11 Cristina Lavinio di "Educazione linguistica democratica".
Alle 14 si tornerà in Facoltà: sulla gradinata d'ingresso al corpo centrale, lo
scultore Pinuccio Sciola farà ascoltare agli studenti "La musica delle
pietre", cioè delle sue celebri sculture sonore. Alle 16,30, in aula
magna, il seminario di Maurizio Virdis dedicato alle "Idee di
letteratura", che prevede un secondo incontro per martedì alle 9. Spazio
anche al cinema con la proiezione, alle 20,30, nella sala Cosseddu dell'Ersu,
del film di François Truffaut Fahreneit 451 con la famosa scena del rogo dei
libri. (f. ma.).
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca di Cagliari
Pagina 1021 Scuola Nuovo corteo in centro Sfida dei ragazzi, manifestazioni anche
la domenica Scuola. Nuovo corteo in centro --> È sempre più intensa la
protesta degli studenti delle scuole superiori cagliaritane. I prima fila nella
manifestazione di ieri gli alunni del Brotzu di Quartu, convinti della
necessità di "essere tutti uniti per chiedere aiuto a chi può far cambiare
le cose". Con questo pensiero, ieri mattina, è stato organizzato
l'ennesimo corteo contro la riforma Gelmini, in giro per le vie del centro.
E per non perdere credibilità è già pronta una nuova idea: "faremo manifestazioni
anche di domenica per smentire chi ci accusa di scendere in piazza soltanto per
disertare le lezioni". Non ha paura di esporsi Roberto Piras, 17 anni,
iscritto allo scientifico quartese: "Abbiamo imparato come organizzare una
protesta nel modo giusto - commenta - comunicando le nostre intenzioni
alle forze dell'ordine e chiedendo agli universitari di assisterci e
aiutarci". Da piazza del Carmine, scelta ancora una volta come raduno
della protesta, centinaia di ragazzi si sono spostati durante la mattina in via
XX Settembre e via Sonnino, per poi giungere in piazza Garibaldi, dove, dalle
scalette del Riva, hanno allestito un nuovo comizio. "Ci stiamo
organizzando per la manifestazione del 30 ottobre - aggiunge Piras - ma non
vogliamo apparire come dei perditempo. Non è nostra intenzione saltare troppi
giorni di scuola. Non sarebbe coerente con i nostri intenti. Ma se la legge non
cambia continueremo a protestare fino al 10 giugno". Già pronta un'idea
alternativa. "Organizzare cortei e manifestazioni di domenica. Così non
potranno dirci che facciamo tutto questo tanto per fare vacanza. Lo
dimostreremo scendendo in piazza nei giorni in cui non si va a scuola". Ma
allo stesso tempo sono consapevoli che "potrebbe non bastare - continua -
anche se siamo tutti uniti e convinti di quello che vogliamo, noi studenti non
possiamo cambiare le cose. Abbiamo bisogno di aiuto. Quello che stiamo facendo
ora serve a sensibilizzare l'opinione pubblica, la sola in grado di dare corpo
a un cambiamento. Questa è la nostra risposta: siamo solidali agli alunni di
tutta Italia. Eccoci. Ci siamo anche noi". Ideali che ora riescono a
trascinare un numero sempre maggiore di persone. "Siamo soddisfatti -
conclude - soprattutto perché quest'ultimo corteo è stato ordinato e rispettoso,
migliore di quello del giorno prima". E ora si fa largo anche l'ipotesi
auto gestione. "Invitiamo tutte le scuole a sfruttarla come occasione per
far prendere coscienza di cosa sia questa riforma, in modo da informare anche
coloro che per ora, nonostante tutto, sono ignoranti in materia. Ma
sconsigliamo l'occupazione: non serve. Il nostro intento è valorizzare il
diritto allo studio. Occupare significherebbe negarlo". STEFANO CORTIS.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
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Prov Gallura Pagina
8053 olbia Un migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini In piazza la protesta degli studenti Olbia. Un
migliaio di ragazzi in corteo contro il decreto Gelmini
--> Gli Studenti delle scuole superiori sono scesi ieri mattina in piazza
contro il decreto Gelmini. Il corteo si è mosso dai
vari istituti cittadini (in prima linea il Tecnico Deffenu e il Classico
Gramsci) verso piazza Crispi e poi ha attraversato il centro della città per
fermarsi in piazza Regina Margherita dove i rappresentanti degli studenti hanno
spiegato i motivi del dissenso. Una manifestazione molto partecipata, in piazza
almeno un migliaio di studenti, ma anche una prova generale in vista della
mobilitazione del 30 ottobre alla quale dovrebbero aderire anche insegnanti e
genitori, soprattutto in relazione alla protesta contro il maestro unico e i
tagli previsti nella scuola primaria.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
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Oristano e Provincia
Pagina 4047 Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano.
Agitazione anche ad Ales Riforma Gelmini: aule
occupate Da ieri la protesta allo Scientifico e alle Magistrali di Oristano.
Agitazione anche ad Ales --> Gli striscioni all'ingresso delle scuole
parlano chiaro: occupazione. Il vento della protesta studentesca inizia a
soffiare forte anche in città e in provincia. ORISTANO Da ieri sono in
autogestione il liceo scientifico e il liceo socio psicopedagogico (ex
magistrali). Domani toccherà agli studenti del classico. Il malumore verso la
riforma del ministro Maria Stella Gelmini si allarga a
macchia d'olio. Dopo la manifestazione dei giorni scorsi che ha visto scendere
in piazza sindacati, insegnanti e bidelli, adesso è la volta degli studenti.
Ieri le prime assemblee, incontri con gli universitari di Cagliari per fare il
punto della situazione e conoscere meglio "una riforma che ci penalizzerà
tutti", era un ritornello tra i corridoi dello scientifico e delle
magistrali. I ragazzi si sono già organizzati per restare a scuola, pronti
anche i turni per le pulizie e vigilanza. "Gli insegnanti di matematica,
inglese e filosofia sono disponibili per farci le lezioni e noi
continueremo", ha fatto sapere Elisa, una ragazza al terzo anno dello
scientifico. "Occupazione vera", dice il dirigente del Mariano IV,
Luigi Roselli, "ma grazie alla maturità dei ragazzi è salvaguardato il
diritto di chi vuole fare lezione". Stessi sistemi alle magistrali. Al De
Castro da domani ci sarà l'autogestione. Martedì e mercoledì via
all'occupazione. Ieri assemblee anche all'istituto industriale: un gran
fermento in vista della manifestazione nazionale di giovedì. Gli studenti
oristanesi sono decisi ad andare in massa a Cagliari. "In un primo momento
si era parlato di organizzarla ad Oristano - ha osservato Pino Ciulu, della
Cisl scuola. - Ora si sta pensando di organizzarla nel capoluogo sardo. In ogni
caso parteciperemo". I sindacati ricordano che la riforma Gelmini potrebbe mettere in ginocchio la scuola sarda. ALES
Marmilla e Sarcidano si sono organizzati in gruppi di lavoro nelle diverse
classi ed hanno organizzato autonomamente le lezioni. Non solo loro, ma anche i
professori ed i collaboratori dell'istituto hanno paura che le industriali
possano essere accorpate, assieme al tecnico-commerciale di Mogoro, ad altre
scuole. Una soluzione che, hanno sostenuti gli alunni ieri mattina, ancora più
penalizzante. "Ci spaventano i numeri e le nuove regole dettate dalla
riforma Gelmini", ha detto Matteo Corongiu, 20
anni, di Laconi, che frequenta la quinta ad Ales, "non vogliamo
assolutamente che la nostra scuola superiore chiuda o possa essere cancellata.
Noi studenti di Laconi siamo già costretti a percorrere trenta chilometri al
giorno per raggiungere Ales. Non vogliamo neanche pensare che questa distanza
potrebbe essere raddoppiata nell'arrivare sino ad Oristano. Siamo inoltre
contrari all'eliminazione dei precari e ad un solo docente per classe".
VALERIA PINNA ANTONIO PINTORI.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
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Prov Medio Camp Pagina
3044 San Gavino. La manifestazione studentesca contro la riforma San Gavino.
--> Oltre 3000 studenti provenienti dagli 11 istituti superiori del Medio
Campidano hanno marciato tutti insieme per dire un secco no
alla legge di riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini. Il corteo è partito poco dopo
le 9.30 in via Roma dal piazzale posto di fronte all'ospedale a suon di slogan
cantati e urlati e di lunghissimi striscioni come quello portato dagli studenti
del liceo scientifico "La nostra scuola non è in vendita" e magliette
con la scritta "Per il diritto allo studio". Nel corteo ci
sono con la fascia tricolore i sindaci di San Gavino, Samassi, Serrenti e
Guspini, il vicepresidente della Provincia, altri amministratori e i
sindacalisti della Cgil. Numersoi gli studenti del pedagogico e del liceo
classico: "Siamo convinti - dicono Federico e Luca - che insieme potremo
cambiare qualcosa". Ci sono anche genitori: "La situazione che si è
creata è piuttosto tragica - dice Annalisa - i ragazzi vanno guidati ed è
gravissimo tagliare le ore di lezione". C'è anche una piccola delegazione
di studenti universitari: "Noi - dice Silvia Deidda, iscritta in
psicologia - saremo i primi a perdere qualcosa". Sulla stessa linea Chiara
e Mauro: "Il diritto allo studio deve rimanere per tutti". A fare le
spese dei tagli sono stati gli studenti del serale dell'alberghiero di
Villamar: "Per due anni - dice Roberta Ibba, una mamma - abbiamo
frequentato la sera, ma adesso il corso è stato soppresso". Intanto il
corteo si conclude in piazza Melas: "Non abbiamo intenzione di mollare -
dice Simone Angei (liceo scientifico) uno degli organizzatori. GIGI PITTAU.
( da "Figaro, Le" del 26-10-2008)
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Fronde contre la
réforme de l'école de Berlusconi Richard Heuzé 24/10/2008 | Mise à jour : 21:09
| . En signe de protestation, à l'image de ce cours improvisé place Farnese à
Rome, étudiants et professeurs ont investi les rues du pays. Crédits photo :
AFP La gauche italienne manifeste samedi dans les rues de Rome et espère
capitaliser le mécontentement étudiant. Manifestations (300 en quinze jours),
occupation jour et nuit de lycées (170) et de facultés (20), pétitions et cours
improvisés dans la rue et sur les places publiques, haut-parleurs en main des
professeurs : la révolte étudiante s'amplifie contre la réforme scolaire
et sert de moteur à une gauche encalminée dans ses perpétuelles divisions. Une
phrase malheureuse de Silvio Berlusconi, donnant à croire qu'il aurait envoyé
la police pour dégager les universités, a jeté de l'huile sur le feu. Le
brasier de la révolte a rapidement gagné tout le pays : de Turin et Milan
à Palerme en passant par Padoue, Rome, Florence et Cosenza, des milliers
d'adolescents sont descendus dans la rue pour défendre l'autonomie de leurs
établissements. De Pékin, où il se trouvait vendredi, le président du Conseil a
retiré des propos qu'il affirme n'avoir jamais tenus. Quarante ans après Mai
68, un vent de fronde souffle à nouveau sur le monde universitaire. Les
manifestations sont plutôt bon enfant, mais les leaders de la contestation sont
déterminés à obtenir le retrait de la loi sur l'école que le Sénat devrait
adopter avant la fin du mois. Le slogan de Barack Obama - " yes we
can " (oui, nous pouvons) -, fait fureur. De jeunes gens qui commencent
l'université avec la conscience que leurs diplômes ne suffiront pas à leur
garantir un emploi sont déterminés à " aller jusqu'au
bout ". Aucun d'eux ne rejette a priori le contenu didactique de la
réforme, le retour au maître unique et à la note dans les petites classes,
l'allongement de la durée hebdomadaire d'études ou encore l'évaluation des
professeurs au mérite, qu'un grand nombre estiment nécessaire. En revanche, ils
protestent contre la diminution des crédits scolaires, le gel des effectifs et
l'ouverture aux capitaux privés. Alliance électorale rompue Ils n'entendent pas
pour autant cautionner les partis de gauche. Des sénateurs du Parti démocrate
(PD, opposition) sortis jeudi du Sénat pour se solidariser avec un cortège
d'étudiants ont été copieusement sifflés. " Le PD est autant
responsable que la droite de l'incurie dans laquelle se débat l'université ",
affirme un étudiant. Le gouvernement, qui avait sous-estimé la réaction des
étudiants, se reprend. Un peu tard, la ministre de l'Instruction publique, Mariastella Gelmini, a convoqué vendredi leurs représentants avec la certitude de
pouvoir les gagner à sa réforme. Cette protestation constitue du pain bénit
pour le Parti démocrate, qui appelle aujourd'hui à manifester dans les rues de
Rome. Ce rassemblement, préparé depuis le début de l'été, se déroulera dans la
désunion la plus complète de la gauche. PD et Italie des Valeurs (IDV),
la formation de l'ancien juge d'instruction de " mains
propres " Antonio di Pietro, viennent en effet de rompre leur
alliance électorale. Une dissension qui s'ajoute à celle des communistes. Quant
aux syndicats, ils se sont déjà divisés sur l'école, les autonomes ayant
manifesté samedi dernier tandis que les confédérations ouvrières tiendront leur
journée d'action le 30 octobre.
( da "Corriere.it" del 26-10-2008)
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Il Cavaliere al
leader del pd " Walter dovrebbe riposarsi e lasciarci lavorare"
Berlusconi contro Veltroni "Ha perso, si rassegni" Il premier sulla
manifestazione del Pd: "È la sinistra delle frottole". Affondo su Di
Pietro: "Malvagio" Silvio Berlusconi (Ap) ROMA - "Non sono
riuscito a vedere le immagini della manifestazione. Ho sentito solo le
dichiarazioni della Questura di Roma e non posso che dire, come hanno già detto
altri, che questa è la sinistra delle frottole, delle invettive, delle
calunnie". All'indomani della manifestazione del Pd a Roma, Silvio Berlusconi
non risparmia critiche al Partito democratico e al suo leader Walter Veltroni.
Uscendo da Palazzo Grazioli, il premier ha voluto replicare seccamente al
messaggio chiave lanciato da Walter Veltroni al Circo Massimo e cioè che
"l'Italia è migliore di chi la governa". È "un'insulsaggine - ha
detto Berlusconi-, neanche replico". Per il premier quella di sabato è
stata sì "una dimostrazione democratica" ("nulla da eccepire -
ha detto Berlusconi - eccetto sulle cifre") , ma la più grande
dimostrazione democratica - ci tiene a sottolineare il premier - "c'è
stata il 13 e il 14 aprile". Berlusconi ha voluto infatti sottolineare che
alle urne il Paese ha dato al Pdl "una grande maggioranza e noi siamo
obbligati - ha sottolineato il Cavaliere - e impegnati a realizzare il nostro
programma". "GOVERNEREMO PER 5 ANNI" - "Veltroni - ha
aggiunto il premier - si dovrebbe rassegnare: ha perso e per cinque anni non
c'è più niente da fare. Invece di fare manifestazioni, dovrebbe andarsi a
riposare, per prepararsi a fare una bella campagna elettorale tra cinque anni,
ci lascerebbe così lavorare meglio e con più profitto per gli italiani".
Quanto ai rapporti futuri tra governo e opposizione il presidente del Consiglio
non sembra nutrire molte speranze. "Con questa opposizione che
sfortunatamente ci troviamo avremo il solito rapporto: se vorranno unirsi a noi
per votare i provvedimenti nell'interesse del Paese sono i benvenuti, se hanno
suggerimenti utili al Paese saremo noi a votare i loro provvedimenti, ma finora
sono arrivate solo critiche". SCUOLA - Nessun passo indietro da parte del
premier e del governo tutto sulla scuola. A chi gli chiedeva conto della
richiesta dell'opposizione di ritirare il decreto Gelmini, Berlusconi ha risposto: "Andiamo avanti a governare e a
fare cose di buon senso che sono nel programma qualunque cosa dica Veltroni o
qualcun altro nell'opposizione". "Hanno usato strumentalmente la
scuola - ha aggiunto il premier - pensate all'università, non abbiamo ancora
fatto nulla e già ci hanno mosso critiche e mosso gli studenti nelle strade con
una strumentalizzazione difficilmente definibile anche di studenti e
bambini". DI PIETRO - Sull'ipotesi che Veltroni e Di Pietro si
ricompattino il premier non usa mezzi termini, mettendo in guardia il leader
del Pd. "Ricompattarsi con un uomo malvagio come Di Pietro, che ha mandato
in galera 15 persone che poi non sono state nemmeno rinviate a giudizio - ha
detto il presidente del Consiglio - che ha rovinato la vita di 15 persone,
mettersi in alleanza con un uomo del genere che sbraita in questo modo in
maniera forsennata e irragionevole credo che vada a tutto disdoro di chiunque
lo facesse". SONDAGGI - Berlusconi fa anche riferimento ai sondaggi:
"Io sono al 72% di gradimento. Il centrosinistra continui pure a sgambettare
in televisione, a dire le solite insulsaggini: non faranno che continuare a
perdere consenso anche di chi oggi è dalla loro parte". stampa |.