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DOSSIER “ISRAELE-PALESTINA. Se scoppia l’intelligenza” |
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"Una frangia di
imbecilli ma la nostra critica resta" ( da "Stampa, La" del 10-02-2008)
Abstract: caso Israele"
con riferimento alla Fiera del Libro, prende le distanze dalle scritte
antisemite comparse sui muri del Lingotto ma difende in maniera altrettanto
netta la sua posizione. Di più: "La condanna è scontata, ma non vorrei
nemmeno che questo episodio fosse strumentalizzato per mettere il silenziatore
a tutta la vicenda"
Afghani, sauditi,
iracheni, ceceni A Gaza una legione straniera jihadista ( da "Unita, L'" del 10-02-2008)
Abstract: spirito
patriottico di partecipare alla lotta contro il nemico israeliano". Ma dalla breccia
di Rafah non sono passati solo tremila jihadisti ma anche armi. Tante. Si
trattata, sottolinea il rapporto dei servizi dell'Anp (ma una conferma in
proposito viene anche dall'intelligence di Tel Aviv), di armamenti sofisticati
come razzi a lunga gittata, sistemi antiaereo e sistemi
anticarro.
ALLA BERLINALE TRA EBREI E
PALESTINESI C'È DI MEZZO IL GIARDINO DEI LIMONI ( da "Unita, L'" del 10-02-2008)
Abstract: una vedova
palestinese che possiede un giardino di limoni al confine con il territorio
israeliano. Quando un ministro del governo israeliano si fa costruire una villa
proprio ai confini con quel giardino, le autorità militari decidono prima di
recintarlo e farlo sorvegliare, quindi di estirpare tutti i limoni per il
timore che vi si possa nascondere qualche cecchino.
SALEEM ABBOUD ASHKAR
<Io, palestinese che batto sul tasto dell'integrazione> pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2008)
Abstract: Come si sente ora
che i rapporti fra Israele e Palestina sono ulteriormente degenerati? "Israele è ricca di musica araba, le scuole si Nazareth hanno
insegnanti israeliani. La mia vita rispecchia questa situazione e
dimostra che vi potrebbero essere possibilità di integrazione e di
arricchimento.
SALEEM ABBOUD ASHKAR
<Io, palestinese che batto sul tasto dell'integrazione> ( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2008)
Abstract: la città diventò
parte dello Stato di Israele" scrive il pianista e direttore Daniel
Barenboim nel suo recente volume ormai bestseller La musica sveglia il tempo
(Feltrinelli). E proprio Barenboim, che da gennaio è l'unico israeliano
al mondo ad avere anche un passaporto palestinese, ha lasciato una traccia
indelebile in questo ragazzo che da sette anni vive a Berlino,
Oggi invece nemmeno le
minacce di distruzione nucleare lanciate dall'Iran contro Israele sem ( da "Messaggero, Il" del 10-02-2008)
Abstract: Di AURELIO LEPRE
Oggi invece nemmeno le minacce di distruzione nucleare lanciate dall'Iran
contro Israele sembrano scuotere più di tanto quella parte, per fortuna
nettamente minoritaria, della cultura o subcultura di sinistra che attribuisce
la crescita dell'odierno antisemitismo alla politica d'Israele. Qual è
l'origine storica di questo atteggiamento?
"Semi di pace. Un
dialogo tra israeliani e palestinesi": speranza contro la guerra ( da "Liberazione" del 10-02-2008)
Abstract: ebreo israeliano,
un'associazione che raccoglie parenti di vittime del conflitto di una parte e
dell'altra, le due giovani Majd Jammal, palestinese, e Yarden Ur, ebrea
israeliana, che hanno preso parte al progetto "Fiori di pace", Kamal
Abu Younis, palestinese, e Orit Kaufman, ebrea israeliana dell'associazione
Hand in Hand,
"Semi
di pace. Un
dialogo tra israeliani e palestinesi" è il progetto di educazione alla
pace promosso dalla rivista "Confronti" e giunto alla decima edizione.
Da oggi sarà in Ital
( da "Liberazione"
del 10-02-2008)
Abstract: ebreo israeliano,
un'associazione che raccoglie parenti di vittime del conflitto di una parte e
dell'altra, le due giovani Majd Jammal, palestinese, e Yarden Ur, ebrea
israeliana, che hanno preso parte al progetto "Fiori di pace", Kamal
Abu Younis, palestinese, e Orit Kaufman, ebrea israeliana dell'associazione
Hand in Hand,
Sderot, caduti cento razzi
Raid su Gaza
( da "Corriere della Sera"
del 10-02-2008)
Abstract: caduti cento razzi
Raid su Gaza TEL AVIV - Gli ultimi due feriti gravi, due fratelli di 8 e 19
anni, risalgono a ieri sera (sopra, i soccorsi); il numero di razzi lanciati da
Gaza sulla città israeliana di Sderot, nel Neghev, ha oltrepassato così i 100
da inizio settimana. La risposta di Israele è stata pronta: in tarda serata un
raid aereo sulla.
LA DIFESA DI ISRAELE E
L'INGRESSO NELLA NATO (
da "Corriere della Sera"
del 10-02-2008)
Abstract: REDAZIONALE
Risponde Sergio Romano LA DIFESA DI ISRAELE E L'INGRESSO NELLA NATO è stato più
volte proposto, in questi ultimi tempi, l'ingresso di Israele nella Nato per
dare un messaggio chiaro a chi ne vorrebbe la distruzione (Siria, Iran). Se
Israele venisse attaccato, gli Usa e l'Ue dovrebbero intervenire ugualmente,
anche se non c'è nessun trattato che li obbliga,
Israele-Palestina: un po'
d'ottimismo
( da "Manifesto, Il"
del 11-02-2008)
Abstract: un villaggio arabo
di Israele, per celebrare l'atto fondativo di un organismo che già funziona da
oltre un anno e cerca di dare una nuova dimensione al dialogo di sinistra in
Israele. Alcuni veterani di Ta'ayush, che fu uno dei pochi gruppi seri e
radicali contro l'occupazione israeliana negli anni della seconda intifada, ha
avvertito che l'iniziativa era importante però limitata.
Che cosa pensano gli imam
di Torino delle scritte contro il Salone del Libro e Israele sui muri del ( da "Stampa, La" del 11-02-2008)
Abstract: ammette di aver
sentito alcuni fedeli discutere della scelta di invitare Israele come ospite
d'onore ma minimizza perché "sono ben altre le preoccupazioni dei fedeli
che il venerdì affollano la nostra moschea". L'U.M.I. non ha ancora un suo
rappresentante nella Consulta per l'Islam italiano ma, con i suoi 45 centri a
livello nazionale, svolge un ruolo sempre maggiore.
Sciopero sceneggiatori,
trovato accordo con le Majors
( da "Quotidiano.net"
del 11-02-2008)
Abstract: Fiera del libro di
Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due
è falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli
arbitri d'area. Sei d'accordo?Sul selciato della piazza di Pesaro la prima
pagina del Carlino del '38 sulle leggi razziali: secondo te va rimossa?
Gaza sotto assedio rischia
di diventare una nuova Somalia
( da "Unita, L'"
del 11-02-2008)
Abstract: Compreso Israele? "Direi a cominciare da Israele. Occorre prendere atto
che la tattica utilizzata da Israele a Gaza non ha funzionato. Il blocco e le
sanzioni hanno aggravato ulteriormente le condizioni di vita della popolazione
civile senza aver indebolito Hamas.
A complicare il quadro ora
ci sono le tensioni tra Israele ed Egitto Mubarak resta il perno di una
possibile pace
( da "Unita, L'"
del 11-02-2008)
Abstract: Stai consultando
l'edizione del "A complicare il quadro ora ci sono le tensioni tra Israele
ed Egitto Mubarak resta il perno di una possibile pace".
"gli estremisti non
vinceranno librolandia vuole il confronto" - massimo novelli ( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Abstract: invito a Israele è
stata una scelta culturale e non politica Non ci sarà nessuna censura o divieto
MASSIMO NOVELLI Una cultura per la pace, uno scambio di opinioni. Non odio o
fatwa. è con questo intento che stasera (alle 21) al
centro italo-arabo Dar Al Hikma di via Fiocchetto
La musica unisce israele e
palestina - luigi di fronzo
( da "Repubblica, La"
del 11-02-2008)
Abstract: Milano
IL CONCERTO In Conservatorio il violinista Nikolaj Znaider e il
pianista Saleem Abboud Ashkar La musica unisce Israele e Palestina LUIGI DI
FRONZO Il primo a spianare la strada al matrimonio artistico fra palestinesi e
israeliani, nel 2002, è stato Daniel Barenboim con la nascita della
West-Eastern Divan Orchestra che raccoglie tanti giovani strumentisti del Medio
Oriente.
Israele e palestinesi,
guerra dei censimenti - alberto stabile ( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Abstract: Israele e
palestinesi, guerra dei censimenti Arabi cresciuti del 30%: "Vi
sorpassiamo". Gerusalemme: "è falso"
Per Gerusalemme quei numeri sono "privi di fondamento". Ed è ancora
scontro La differenza si è ridotta ad appena 200mila unità. I dati raccolti da
duemila volontari ALBERTO STABILE dal nostro corrispondente GERUSALEMME -
I giochi della diplomazia
e lo sport "si sporca" di politica - emanuela audisio ( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Abstract: rifiutò di
combattere contro un israeliano, Ehud Vaks: "Sono solidale con i
palestinesi". Il presidente della federazione iraniana di judo promise
di ricompensare il gran rifiuto con 94 mila euro. Meglio calpestare lo sport,
che l'ideologia politica. Sempre ad Atene il comitato olimpico Usa consigliò ai
suoi atleti di diventare invisibili.
<Tre incidenti
allarmanti Da voi c'è un asse del male> ( da "Corriere della Sera" del 11-02-2008)
Abstract: Tanto che vertici
del mondo ebraico si incontreranno oggi a Washington per formulare una risposta
ufficiale e unitaria al Papa. Esprimendo la totale Anti Israele Una delle
scritte comparse sui muri del Lingotto di Torino, che a maggio accoglierà la
Fiera del libro: sarà proprio Israele il Paese ospite di questa edizione.
I grandi crimini commessi
in nome di una bandiera di ALBERTO MELLONI M ontesquieu ( da "Corriere della Sera" del 11-02-2008)
Abstract: psicanalitiche al
conflitto israelo-palestinese di un Saramago. Sémelin si concentra dapprima
sull'innesco: cioè sull'auto-vittimizzazione che porta persone apparentemente
normali a diventare gli assassini del prossimo, nella convinzione - generata
politicamente, culturalmente o teologicamente - che l'altro sta finendo di
tramare con lo stesso fine.
Rabbia in Israele:
<Uccidete i capi di Hamas>
( da "Giornale.it, Il"
del 11-02-2008)
Abstract: Israele:
"Uccidete i capi di Hamas" di Gian Micalessin - lunedì 11 febbraio
2008, 07:00 Colpire Hamas, liquidarne i capi, restituire a Israele la certezza
di saper impartire lezioni esemplari. Il premier Ehud Olmert ora deve agire in
fretta, scegliere tra una rischiosa occupazione della Striscia e una serie di
assassinii mirati simili a quelli che nel 2004 decapitarono la dirigenza
Rapinano coetaneo a Bari
fermati tre minorenni
( da "Quotidiano.net"
del 11-02-2008)
Abstract: Fiera del libro di
Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due
è falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli
arbitri d'area. Sei d'accordo?Sul selciato della piazza di Pesaro la prima
pagina del Carlino del '38 sulle leggi razziali: secondo te va rimossa?
Black list Si indaga su un sito Usa
( da "Tempo, Il"
del 11-02-2008)
Abstract: economia e della
comunicazione potrebbe essere stato utilizzato come fonte per la pubblicazione
di una lista di professori, in maggioranza ebrei, apparsa e poi cancellata dal
sito "Il Cannocchiale". Lo sostiene Ronen Solomon, un israeliano specializzatosi
nella ricerca di materiale di interesse giornalistico attraverso la analisi delle informazioni via internet.
GERUSALEMME L'ira in
Israele ha registrato un forte
( da "Tempo, Il"
del 11-02-2008)
Abstract: Stampa GERUSALEMME
L'ira in Israele ha registrato un forte ... GERUSALEMME L'ira in Israele ha
registrato un forte aumento dopo un fine settimana che
ha visto cadere su Sderot e dintorni una quarantina di razzi lanciati da gruppi
armati palestinesi a Gaza: l'esplosione di uno di essi ha gravemente ferito due
persone, a una delle quali,
Muratore ucciso a fucilate
davanti al garage di casa
( da "Quotidiano.net"
del 11-02-2008)
Abstract: Fiera del libro di
Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due
è falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli
arbitri d'area. Sei d'accordo? LA FOTO DEL GIORNO Nuovo romanticismo La
dichiarazione d'amore più bella? Tre donne su cinque non hanno dubbi: l'hanno
ricevuta in macchina.
Grillo: "Elezioni
anticostituzionali"
( da "Quotidiano.net"
del 11-02-2008)
Abstract: Fiera del libro di
Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due
è falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli
arbitri d'area. Sei d'accordo? LA FOTO DEL GIORNO Gerusalemme sotto la neve La
prima vera nevicata dell'anno ha colto impreparata Gerusalemme.
"Resistere" alla
pace ( da "Opinione, L'" del 11-02-2008)
Abstract: operazioni di
resistenza" contro Israele e il governo libanese. Il Middle East
Media Research Institute ha tradotto una serie di articoli, scritti tra la fine
di gennaio e l'inizio di febbraio, tratti dal quotidiano di regime
"Tashreen" e dal sito Syria-news.com, in cui si esalta la
destabilizzazione e si denunciano complotti.
( da "Stampa, La" del 10-02-2008)
Vincenzo Chieppa "Una frangia di
imbecilli ma la nostra critica resta" [FIRMA]ALESSANDRO MONDO "Non
condivido il merito di quelle scritte. Le ascrivo a una
piccola frangia di imbecilli, evidentemente non si rendono conto di quanto una
bravata del genere sia controproducente per la battaglia del popolo
palestinese". Parola di Vincenzo Chieppa. Il segretario provinciale
dei Comunisti italiani, il primo a sollevare il "caso Israele" con riferimento alla Fiera
del Libro, prende le distanze dalle scritte antisemite comparse sui muri del
Lingotto ma difende in maniera altrettanto netta la sua posizione. Di più:
"La condanna è scontata, ma non vorrei nemmeno che questo episodio fosse
strumentalizzato per mettere il silenziatore a tutta la vicenda".
Quale vicenda? "Da decenni è in atto l'occupazione militare della Palestina da parte dell'esercito israeliano: questo è un
fatto. Come è innegabile che ogni giorno vengono calpestati
i diritti umani di un intero popolo. Guai se la bravata di
qualche scalmanato dovesse impedirci di porre il problema in tutta la sua
attualità". Rimpianti, manco a parlarne. "Ci
mancherebbe - replica Chieppa -. Non ho mai chiesto di boicottare la
Fiera, come ha detto qualcuno in maniera strumentale, ma di assicurare pari
dignità anche per gli scrittori palestinesi. È una posizione di cui non mi
vergogno. Anzi, la rivendico tuttora". Adesso,
però, la polemica innescata da questa e altre prese di posizione si è
trasferita sui muri della città. Un brutto segnale per
Torino, che spinge il segretario del Pdci a prendere le distanze: "È
presumibile che il dibattito delle ultime settimane abbia riportato
l'attenzione su quel che sta accadendo dall'altra parte del mondo.
Ripeto: condanno fermamente quelle scritte, a patto che non diventino un alibi
per stendere il velo su quel che accade in Palestina. Lo sdegno non deve essere a senso unico".
( da "Unita, L'" del 10-02-2008)
Stai consultando l'edizione del Afghani,
sauditi, iracheni, ceceni A Gaza una legione straniera jihadista di Umberto De
Giovannangeli SI SONO FORMATI nella "trincea" irachena. Molti
provengono dall'Arabia Saudita, altri dai campi profughi del Libano (via
Siria), altri ancora sono arrivati in Medio Oriente dalla lontana Cecenia e
dall'Afghanistan. Tra di loro vi sono diversi emissari di Al Qaeda, il network
terrorista di Osama Bin Laden. Hanno sfruttato la breccia aperta nel muro di
confine egiziano per penetrare nella Striscia. Almeno in tremila, solo nelle
ultime due settimane. È la "legione straniera" del
Jihad in Palestina. A denunciarlo è un rapporto top
secret dei servizi di sicurezza palestinesi fedeli al presidente dell'Anp Abu
Mazen e al primo ministro Salam Fayyad. L'Unità ha potuto prendere visione del
rapporto. La legione straniera è composta totalmente, rileva il rapporto, da
"combattenti di religione musulmana, anche se non tutti provengono da
Paesi arabi". Molti sarebbero giovani egiziani, mentre non c'è conferma
che vi siano pure guerriglieri iraniani o miliziani legati ad Hezbollah. Questa
"legione straniera", secondo fonti vicine ad
Hamas, "è composta esclusivamente da volontari giunti a Gaza per il solo spirito patriottico di partecipare alla lotta contro il nemico
israeliano". Ma dalla breccia di Rafah non sono passati solo tremila
jihadisti ma anche armi. Tante. Si trattata, sottolinea il rapporto dei servizi
dell'Anp (ma una conferma in proposito viene anche dall'intelligence di Tel
Aviv), di armamenti sofisticati come razzi a lunga gittata,
sistemi antiaereo e sistemi anticarro. "Siamo riusciti a far
entrare razzi del tipo di quelli utilizzati da Hezbollah per distruggere i
carri israeliani durante la guerra in Libano", conferma uno dei comandanti
delle brigate Al Quds, il braccio armato della Jihad islamica palestinese. E
tra i razzi in possesso della "legione straniera" jihadista ci sono
anche quelli a lunga gittata Zelzal-2 di fabbricazione iraniana. In un
precedente rapporto, era stato denunciato il pericolo che istruttori militari
provenienti da Siria e Iran potessero, attraverso i tunnel scavati sotto il
confine - ne esistono oltre 200, uno dei quali è lungo oltre
( da "Unita, L'" del 10-02-2008)
Stai consultando l'edizione del ALLA
BERLINALE TRA EBREI E PALESTINESI C'È DI MEZZO "IL GIARDINO DEI
LIMONI" Alla Berlinale l'attualità politica emerge in una pellicola della
sezione Panorama. E ci mette davanti agli occhi, con uno stile sobrio ma
accorato, tutte le durezze della vita quotidiana nel Medio Oriente. In Lemon
Tree, che in Italia uscirà col titolo Il giardino dei limoni, il regista
israeliano Eran Riklis scrive un nuovo capitolo sui rapporti tra israeliani e
palestinesi partendo da una prospettiva tutta al femminile. La protagonista è
Salma (Hiam Abbass), una vedova palestinese che possiede un
giardino di limoni al confine con il territorio israeliano. Quando un ministro
del governo israeliano si fa costruire una villa proprio ai confini con quel
giardino, le autorità militari decidono prima di recintarlo e farlo
sorvegliare, quindi di estirpare tutti i limoni per il timore che vi si possa
nascondere qualche cecchino. L'orgogliosa Salma non si accontenta del
misero risarcimento promesso da Gerusalemme e inizia una disperata battaglia
legale che porta il caso fino alla Corte Suprema. Anche i giornali si
interessano della faccenda e scrivono della "guerra dei limoni" che
contrappone palestinesi e israeliani. La pellicola rende con efficacia il
pesante clima psicologico di sospetto reciproco e di continua paura per
possibili attentati. Alla fine è un'altra donna, la moglie del ministro,
l'unico personaggio che si interessa seriamente del dramma della vicina
cercando di superare il confine storico-politico oltre che fisico.Gherardo
Ugolini.
( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2008)
SALEEM ABBOUD ASHKAR "Io, palestinese che batto sul
tasto dell'integrazione" di Piera Anna Franini - domenica 10 febbraio
2008, 07:00 Cosa rappresenta per lei, Barenboim? "Ho
incontrato persone che sono state determinanti per la mia carriera, a partire
da Riccardo Muti con cui ho suonato a Milano e a Vienna. Anche a Zubin
Mehta devo molto. Barenboim, tuttavia, è stato quasi un
padre, mi ha dato lezioni, mi ha invitato a seguire le sue prove, mi ha sempre
sostenuto". Se non fosse nato a Nazareth, la sua carriera sarebbe
stata diversa. Ci pensa talvolta? "Forse troppo. Mi spiace non aver ricevuto subito un certo tipo di educazione
musicale, poi guardo all'aspetto positivo: all'interesse che suscita la mia
storia umana". Come si sente ora che i rapporti
fra Israele e Palestina sono ulteriormente degenerati?
"Israele è ricca di musica
araba, le scuole si Nazareth hanno insegnanti israeliani. La mia vita
rispecchia questa situazione e dimostra che vi potrebbero essere possibilità di
integrazione e di arricchimento. Purtroppo Israele
sembra non voler percorrere la giusta via, non c'è un solo uomo del governo che
sarei disposto a votare. Ciò non toglie che tanti miei amici
siano israeliani".
( da "Giornale.it, Il" del 10-02-2008)
SALEEM ABBOUD ASHKAR "Io, palestinese che batto sul
tasto dell'integrazione" di Piera Anna Franini - domenica 10 febbraio
2008, 07:00 La musica ha impresso una svolta alla sua vita. È il palestinese
Saleem Abboud Ashkar, classe 1976, di Nazareth. Pianista che domani (ore 21),
in Conservatorio, suona per le Serate Musicali in coppia con il violinista
Nikolaj Znaider. "Nikolaj è un eccezionale violinista ma soprattutto un
amico, c'è una sintonia musicale perfetta. Suoniamo assieme
dall'estate 2006 e stiamo pianificando una serie di concerti", spiega
Ashkar quasi imbarazzato per l'attenzione catalizzata dalla sua figura:
artistica e umana. "La sua famiglia fu di quelle che decisero di
non andarsene quando, nel 1948, la città diventò parte
dello Stato di Israele"
scrive il pianista e direttore Daniel Barenboim nel suo recente volume ormai bestseller La musica sveglia il tempo (Feltrinelli). E
proprio Barenboim, che da gennaio è l'unico israeliano al mondo ad avere anche
un passaporto palestinese, ha lasciato una traccia indelebile in questo ragazzo
che da sette anni vive a Berlino, nella stessa città di Barenboim.
Strano percorso quello di Ashkar che iniziò a studiare su un pianoforte che il
padre aveva barattato con un vecchio furgoncino, apprese i primi rudimenti uno
zio libanese e il primo concerto cui assistette era il suo. E poi?
"Studiai a Haifa e poi a 13 anni andai a Londra, ma dopo nove mesi decisi
di rientrare, non riuscivo a stare lontano da casa". Così optò per
l'Accademia di Gerusalemme. "Questa decisione non mi
lasciava del tutto soddisfatto, ma era l'unica possibilità che avevo a
disposizione. Era un buon compromesso".
Studiare in scuole israeliane cosa ha significato per la sua identità
palestinese? "È stato un lungo processo.
All'inizio vivevo questa scelta in modo conflittuale. Poi ho
iniziato a trovare delle risposte che hanno ristrutturato la mia personalità:
sento di essere nato due volte". Torna a Nazareth talvolta? "Almeno due volte all'anno, insegno e tengo concerti.
Anzi, la casa dei miei genitori si è trasformata in una stazione dove sostano
persone che seguono i corsi miei e di mio fratello, violinista. Ormai papà è un ingegnere prestato alla musica".
( da "Messaggero, Il" del 10-02-2008)
Di AURELIO LEPRE Oggi invece nemmeno le
minacce di distruzione nucleare lanciate dall'Iran contro Israele
sembrano scuotere più di tanto quella parte, per fortuna nettamente
minoritaria, della cultura o subcultura di sinistra che attribuisce la crescita
dell'odierno antisemitismo alla politica d'Israele.
Qual è l'origine storica di questo atteggiamento? Se per l'estrema
destra si potrebbe risalire a ideologi nazisti o, in
misura molto minore, fascisti, per l'estrema sinistra il collegamento dovrebbe
essere stabilito con un certo antimperialismo del XX secolo, che non è servito
a capire le vicende di quel secolo e può servire ancor meno a comprendere
quelle del XXI. Con un'importante differenza: l'antisemitismo ma in questo caso
sarebbe forse più corretto dire antiebraismo s'inserisce in un più generale
antioccidentalismo. Non a caso l'invettiva contro Israele si accompagna quasi sempre a quella contro
Bush o contro i "crimini" che il cristianesimo - e soltanto questa
religione - avrebbe commesso nel corso dei secoli, dalle crociate (che
comunque, anche se qualcuno se ne dimentica, vennero molto dopo l'invasione
della Spagna e della Sicilia da parte degli arabi) alla colonizzazione
dell'America. È questo l'aspetto nuovo, e che mi sembra molto pericoloso, dell'antisemitismo.
Ovviamente, nemmeno le sue forme più becere potrebbero giustificare una
solidarietà assoluta con le azioni del governo israeliano. Ma il giudizio sulla
politica estera d'Israele - o di qualsiasi altro
popolo - deve essere mantenuto distinto da quello sulla nostra politica
interna. Le minacce alla Fiera di Torino e il tentativo di additare alla
pubblica esecrazione i docenti ebrei, così come fece il governo fascista quando
li espulse dalle università e dalle scuole italiane, non riguardano Israele ma noi, la nostra libertà e la nostra democrazia.
Per questo bisogna reagire. La cultura non dovrebbe mai farsi mettere il
bavaglio dalle subculture. Purtroppo è già avvenuto nella storia e potrebbe
avvenire ancora.
( da "Liberazione" del 10-02-2008)
"Semi di pace. Un dialogo tra israeliani e palestinesi" è il progetto di
educazione alla pace promosso dalla rivista "Confronti" e giunto alla
decima edizione. Da oggi sarà in Italia un gruppo di israeliani e
palestinesi impegnati in diversi progetti di solidarietà, educazione alla pace
e dialogo interreligioso. Il gruppo è composto da due rappresentanti
dell'organizzazione Parent's Circle, Shireen Essawi, palestinese, e Yonah
Bargour, ebreo israeliano, un'associazione che raccoglie
parenti di vittime del conflitto di una parte e dell'altra, le due giovani Majd
Jammal, palestinese, e Yarden Ur, ebrea israeliana, che hanno preso parte al
progetto "Fiori di pace", Kamal Abu Younis, palestinese, e Orit
Kaufman, ebrea israeliana dell'associazione Hand in Hand, che ha quattro scuole biculturali e bilingue in Israele.
Domani la delegazione sarà a ROMA e sarà ricevuta dal presidente della Camera
dei deputati, Fausto Bertinotti, e alle 14.30 dal presidente del Consiglio
provinciale, Adriano Labbucci. Alle 15 conferenza stampa
di presentazione nella sala Placido Martini di Palazzo Valentini, sede della
Provincia, via IV Novembre 119a. Introduce Gian Mario Gillio, direttore dI
"Confronti", intervengono: Orit Kaufman e Kamal Abu Younis di Hand in
Hand; Yonah Bargour e Shireen Essawi, di Parents'
Circle; Majd Jammal e Yarden Ur, di Fiori di pace, giovani in dialogo; modera
Lucia Cuocci, "Confronti". Martedì 12 alle 17 la delegazione sarà
nell'Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia in via Pietro Cossa 40. La
delegazione mediorientale incontrerà anche studenti, membri di Chiese di
diversa denominazione e associazioni impegnate nel dialogo e nella promozione
della pace tra le diverse culture. Sono previsti incontri nelle scuole
superiori: licei Cavour, Tacito, Plinio e Avogadro. La delegazione si dividerà
poi per coppie e visiterà altri luoghi italiani toccando scuole, organizzazioni
e istituzioni a Piombino, Grosseto, Cagliari e Verona. Il 13 febbraio quattro
di loro partiranno per la città di Lugano dove sono previsti altri incontri con
comunità ed istituzioni svizzere. 10/02/2008.
( da "Liberazione" del 10-02-2008)
"Semi di pace. Un dialogo tra
israeliani e palestinesi": speranza contro la guerra "Semi di pace. Un dialogo tra israeliani e palestinesi" è il progetto di
educazione alla pace promosso dalla rivista "Confronti" e giunto alla
decima edizione. Da oggi sarà in Italia un gruppo di israeliani e
palestinesi impegnati in diversi progetti di solidarietà, educazione alla pace
e dialogo interreligioso. Il gruppo è composto da due rappresentanti
dell'organizzazione Parent's Circle, Shireen Essawi, palestinese, e Yonah
Bargour, ebreo israeliano, un'associazione che raccoglie
parenti di vittime del conflitto di una parte e dell'altra, le due giovani Majd
Jammal, palestinese, e Yarden Ur, ebrea israeliana, che hanno preso parte al
progetto "Fiori di pace", Kamal Abu Younis, palestinese, e Orit
Kaufman, ebrea israeliana dell'associazione Hand in Hand, che ha quattro scuole biculturali e bilingue in Israele.
Domani la delegazione sarà a ROMA e sarà ricevuta dal presidente della Camera
dei deputati, Fausto Bertinotti, e alle 14.30 dal presidente del Consiglio
provinciale, Adriano Labbucci. Alle 15 conferenza stampa
di presentazione nella sala Placido Martini di Palazzo Valentini, sede della
Provincia, via IV Novembre 119a. Introduce Gian Mario Gillio, direttore dI
"Confronti", intervengono: Orit Kaufman e Kamal Abu Younis di Hand in
Hand; Yonah Bargour e Shireen Essawi, di Parents'
Circle; Majd Jammal e Yarden Ur, di Fiori di pace, giovani in dialogo; modera
Lucia Cuocci, "Confronti". Martedì 12 alle 17 la delegazione sarà
nell'Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia in via Pietro Cossa 40. La
delegazione mediorientale incontrerà anche studenti, membri di Chiese di
diversa denominazione e associazioni impegnate nel dialogo e nella promozione
della pace tra le diverse culture. Sono previsti incontri nelle scuole
superiori: licei Cavour, Tacito, Plinio e Avogadro. La delegazione si dividerà
poi per coppie e visiterà altri luoghi italiani toccando scuole, organizzazioni
e istituzioni a Piombino, Grosseto, Cagliari e Verona. Il 13 febbraio quattro
di loro partiranno per la città di Lugano dove sono previsti altri incontri con
comunità ed istituzioni svizzere. 10/02/2008.
( da "Corriere della Sera" del
10-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2008-02-10 num: - pag: 18 categoria: REDAZIONALE
L'attacco dei terroristi Sderot, caduti cento razzi Raid su
Gaza TEL AVIV - Gli ultimi due feriti gravi, due fratelli di 8 e 19 anni,
risalgono a ieri sera (sopra, i soccorsi); il numero di razzi lanciati da Gaza
sulla città israeliana di Sderot, nel Neghev, ha oltrepassato così i 100 da
inizio settimana. La risposta di Israele è stata pronta: in tarda serata un raid aereo sulla.
( da "Corriere della Sera" del
10-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al
Corriere - data: 2008-02-10 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Risponde Sergio Romano LA DIFESA DI ISRAELE E
L'INGRESSO NELLA NATO è stato più volte proposto, in questi ultimi tempi,
l'ingresso di Israele nella
Nato per dare un messaggio chiaro a chi ne vorrebbe la distruzione (Siria,
Iran). Se Israele venisse
attaccato, gli Usa e l'Ue dovrebbero intervenire ugualmente, anche se non c'è
nessun trattato che li obbliga, in quanto li obbliga la salvaguardia
della democrazia e dei valori occidentali. Certo non credo che gli "Stati canaglia" modificherebbero la loro
posizione sullo Stato israeliano solo perché questo fa parte della Nato. A mio
avviso, l'ingresso di Israele nella Nato peggiorerebbe
i processi di pace e la possibilità di dialogare con quei moderati (Egitto,
Giordania e Al-Fatah) che si troverebbero a dover dar ragione agli estremisti,
dato che Israele è stato ammesso in una
organizzazione prettamente militare e tutte le armi del mondo- verrebbe
sostenuto- sono pronte a colpire gli arabi. è
sbagliata questa mia valutazione? Martino Salomoni martinosalomoni@ tiscali.it
Caro Salomoni, C redo che Israele sia perfettamente in
grado di difendere se stesso. Non può vincere una guerra asimmetrica, come
quella che fece in Libano nell'estate del 2006 contro le formazioni
inafferrabili di Hezbollah. Ma può certamente tenere a bada i Paesi vicini e
rispondere con il proprio arsenale a una eventuale
minaccia atomica iraniana. è improbabile che Stati
Uniti e Europa interverrebbero nella guerra con le loro forze armate, ma gli
israeliani sanno di poter contare sul sostegno di Washington. Durante il suo
recente viaggio in Medio Oriente il presidente Bush ha promesso all'Arabia
Saudita forniture militari per 20 miliardi di dollari, ma ha assicurato gli
israeliani che il valore del loro pacchetto avrebbe toccato i 30 miliardi. I
sussidi e i crediti che gli Stati Uniti garantiscono ogni anno all'Egitto
ammontano a un miliardo di dollari, ma quelli riservati a Israele
valgono più o meno cinque miliardi. L'ingresso nella Nato, in queste
circostanze, non aggiungerebbe molto alla sicurezza di Israele
e non sarebbe gradito, probabilmente, neppure al suo governo. Perché dipendere
dalle decisioni di una trentina di Paesi quando è possibile contare, come è
accaduto in questi ultimi anni, sull'appoggio pressoché incondizionato della
maggiore potenza mondiale? Aggiungo che lei non ha torto, caro Salomoni, quando
osserva che l'ingresso di Israele nella Nato
rafforzerebbe le convinzione di quanti, nel mondo
arabo e musulmano, hanno sempre visto nello Stato ebraico una quinta colonna
delle vecchie potenze coloniali, una ennesima manifestazione di imperialismo
occidentale. Esiste poi un altro aspetto della questione che concerne soprattutto
la Nato. Dopo la fine della guerra fredda molti si chiesero se valesse la pena
di tenere in vita una organizzazione costituita per
difendere le democrazie da un nemico che aveva cessato di esistere. Prevalse la
convinzione che la Nato fosse ormai un simbolo dei legami euro- americani e che
la sua dissoluzione avrebbe avuto spiacevoli ripercussioni politiche,
soprattutto in un momento in cui gli Stati Uniti sembravano avere tentazioni
unilateraliste. Ma occorreva assegnarle una nuova missione: un obiettivo che, a
giudicare dai risultati, non sembra essere stato raggiunto. Gli americani se ne
sono serviti quando rispondeva ai loro interessi (l'operazione Kosovo nel 1999,
il continuo allargamento verso est negli anni successivi). Ma nei momenti cruciali
hanno preferito agire da soli, salvo chiedere l'intervento della Nato più
tardi, quando la situazione era ormai critica e Washington stava scontrandosi
con difficoltà impreviste. è accaduto in Iraq e
soprattutto in Afghanistan, dove Bush si è rivolto agli alleati allorché il
Paese, lungamente trascurato dalla sua amministrazione, stava ricadendo nelle
mani dei talebani. Il risultato non è stato positivo. Alcuni membri
dell'Alleanza, fra cui l'Italia e la Germania, non sono disposti a inviare le
loro truppe nelle zone del sud del Paese dove si combatte. Il Canada ha fatto
sapere che intende ritirare i suoi 2.500 uomini dal sud se altri Paesi
dell'Alleanza non invieranno nella regione i loro contingenti (la Francia,
recentemente, avrebbe accolto l'invito). Il segretario di Stato americano alla
Difesa Robert Gates ha mandato un brusco appello al governo tedesco e ha
ricevuto un no altrettanto brusco. Complessivamente, dalla fine della guerra
fredda, la Nato è servita soprattutto a estendere l'influenza americana in
Europa orientale, con grande dispetto della Russia, ma è stata sul piano
militare poco efficace. Continua a esistere perché la sua soppressione
creerebbe qualche problema, ma non ha ancora trovato la sua missione.
( da "Manifesto, Il" del 11-02-2008)
Poco prima dell'arrivo di Bush in Israele,
tragicomico effetto del dopo Annapolis, è nato
Taarabut- Hithabrut, un gruppo misto di israeliani e palestinesi che si propone
di rinnovare l'azione politica Zvi Schuldiner Gerusalemme Pochi giorni prima
dell'arrivo del presidente Bush in Israele - un
effetto tragicomico del dopo Annapolis - era molto difficile trovare qualche
ragione per essere ottimisti. Tuttavia ciò non ha impedito che una di queste
notti più di 150 attivisti di un nuovo gruppo siano arrivati a Arara, un villaggio arabo di Israele, per celebrare l'atto fondativo di un organismo che già funziona
da oltre un anno e cerca di dare una nuova dimensione al dialogo di sinistra in
Israele. Alcuni veterani di
Ta'ayush, che fu uno dei pochi gruppi seri e radicali contro l'occupazione
israeliana negli anni della seconda intifada, ha avvertito che l'iniziativa era
importante però limitata. In sostanza il problema della sinistra
israeliana - e non solo quella - non poteva più permettersi di azioni
sporadiche. La vera sfida oggi è triplice: da un lato è necessario arrivare a
una sinistra che non si occupi solo del rinnovamento teorico di fronte
all'ideologia dominante del mercato nelle sue varie versioni - inclusa la
"socialdemocrazia" neo-liberista - ma anche di azioni concrete. In
secondo luogo è necessario passare dalle posizioni pacifiste astratte e
idealiste di carattere moralista-umanista a contenuti più politici che
implichino anche un'analisi seria dei fattori economico-sociali che influiscano
o determinino la questione guerra-pace. In terzo luogo è necessario abbandonare
schemi elitisti che hanno allontanato gran parte del popolo dalle
iniziati di sinistra. Questo in Israele significa che
è necessario trovare i modi non paternalisti che portino a una vera unità
d'azione fra ebrei - di ogni tipo ed estrazione etnica, religiosi o non religiosi
- e arabi. In Europa l'equivalente sarebbe capire che non si può costruire una
vera sinistra soffiando sul fuoco dell'odio etnico e non curandoci degli
"altri", di qualsiai tipo o identità. L'entusiasmo dell'incontro di
Arara era stato preceduto da diverse azioni che indicavano il nuovo cammino che
il gruppo si propone. Attivisti di Taarabut-Hithabrut sono stati in prima fila
nella lotta, che continua, contro la cacciata di famiglie arabe dalla parte di
Yafo -adiacente a Tel Aviv - che accende la cupidigia di vari
"imprenditori" che vogliono liberare la zona dalla gente povera allo
scopo di costruire lussuose e care abitazioni per i più ricchi. Non è una
sorpresa quindi che gli stessi attivisti abbiano condotto una tenace, per
quanto infruttuosa, lotta contro la cacciata da un'altra parte di Tel Aviv
abitata da famiglie ebree povere. Anche lì il progetto è semplice: prima lo
sloggio e poi i grandi progetti di sviluppo edilizio che hanno riempito le
casse del nostri imprenditori. E' stato importante in
questo caso vedere alcuni attivisti del Likud residenti nel quartiere, insieme
a austeri professori universitari che manifestavano insieme a loro contro gli
attacchi della polizia. Il coté politico prevedeva manifestazioni contro Bush e
in un convoglio umanitario della sinistra a Gaza. Una delle militanti del
Fronte democratico orientale, membro del nuovo direttivo di Taarabut lo
spiegava bene prima di essere eletta: il lavoro d'analisi sarò molto complesso
ma la base d'azione deve essere semplice. Taarabut comprende non pochi
attivisti del fronte del Pc, però evita per il momento di adottare una linea
chiara o d'uscire dal Fronte. A differenza del Pc israeliano, in cui l'immensa
maggioranza è araba, cosa che gli rende difficoltoso radicarsi nella società
israeliabna,, l'atto fondativo e le elezioni per il
direttivo hanno mostrato un quadro che fa bene sperare: un terzo dei membri
eletti sono palestinesi israeliani e con una forte rappresentanza di donne, di
ebrei provenienti dai paesi arabi, studenti e salariati. E' stata un epilogo
felice quando Salman Natur, uno dei più prestigiosi intellettuali della
sinistra palestinese, ha chiuso l'incontro manifestando una profonda
identificazione con il progetto che prendeva il via. Il movimento esige il
passaggio da una società coloniale a una società democratica. Il processo di
decolonizzazione non si deve fermare al ritiro totale dai territori occupati da
Israele nel '67 ma deve mettere fine anche alla
colonizzazione interna che porta le comunità di immigrati che arrivano in Israele a un confronto permanente con i palestinesi. Questo
deve condurre alla costruzione di uno stato palestinese indipendente e sovrano
in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Deve terminare la discriminazione
culturale degli ebrei provenienti dai paesi arabi cercando l'integrazione in un
Medio Oriente libero dalla dominazione imperialista. Sul piano interno è
necessario smantellare le strutture discriminatorie e gli effetti del
colonialismo culturale che ha colpito la popolazione palestinese di Israele. Questi principi qui riassunti sono anche parte del
cammino verso la ricerca di un'uguaglianza sociale ed economica e verso la
negazione di un sistema capitalista sfruttatore che rovina l'ambiente, calpesta
i più deboli e fa di masse enormi esseri umani di cui si può fare a meno.
Questo implica una lotta contro il processo di privatizzazioni dominante in Israele senza che questo significi necessariamente la
nazionalizzazione dei beni, tuttavia cercando una nuova socializzazione dei
beni pubblici privatizzati, reale e democratica, creando beni sociali, con
responsabilità sociale di tutti i settori, con controllo democratico, senza
discriminazione fra i diversi settori della società rispetto alla nazionalità,
all'origine etnica o a qualsiasi altro fattore. Il movimento cerca
un'uguaglianza civile reale e la massima partecipazione politica di tutti i
settori per garantire il passaggio a una democrazia reale, all'opposto degli
effetti del processo neo-liberista che porta all'alienazione generalizzata di intere
collettività. Taarabut-Hithabrut si propone di passare dalla colonizzazione che
ha condotto agli insediamenti nei territori occupati nel '
( da "Stampa, La" del 11-02-2008)
Lingotto? Condividono forse il boicottaggio promosso
dall'intellettuale ginevrino Tariq Ramadan? Secondo Abd el Aziz Khounati, imam
nella Moschea della Pace in corso Giulio Cesare, "i palestinesi hanno
diritto a un loro Stato ma il conflitto con lo Stato ebraico non deve
interferire nella vita dei musulmani in Europa". Quarantatré anni,
Khounati è presidente dell'U.M.I., l'Unione dei Musulmani in Italia costituita
un paio di anni fa e composta in prevalenza da marocchini, che in Piemonte sono
55mila. La sua comunità boicotterà il Salone? "No, non abbiamo alcuna
riserva verso gli intellettuali israeliani, anche perché siamo consapevoli che
non tutti approvano le politiche del loro governo". Khounati vuole
ricordare come proprio il Marocco abbia ospitato migliaia di ebrei cacciati
dalla Spagna nel 1492. E, incalzato sulla stretta attualità, ammette di aver sentito alcuni fedeli discutere della scelta di
invitare Israele come
ospite d'onore ma minimizza perché "sono ben altre le preoccupazioni dei
fedeli che il venerdì affollano la nostra moschea". L'U.M.I. non ha ancora
un suo rappresentante nella Consulta per l'Islam italiano ma, con i suoi 45
centri a livello nazionale, svolge un ruolo sempre maggiore. Soprattutto
nella formazione degli imam, una delle questioni più critiche per
l'integrazione: "L'estate scorsa 95 imam provenienti da tutta Italia, ma
soprattutto dal Nord, hanno partecipato ai nostri corsi con tre docenti, un
avvocato e una giornalista provenienti dal Marocco". Un'esperienza
ripetuta alla fine dell'anno, a cui hanno aderito 120 imam che predicano nelle
moschee italiane. Proprio per il ruolo che sta svolgendo in Piemonte,
stamattina l'imam Khounati sarà tra i relatori del convegno "Valori e
virtù nella cittadinanza della Comunità islamica in Piemonte" organizzato
presso la Sala delle Colonne nel Palazzo Civico, in piazza Palazzo di Città.
Sarà questa l'occasione per presentare la Carta dei Valori della Cittadinanza e
dell'Integrazione. Per Khounati la Carta voluta dal ministro degli Interni Giuliano
Amato è "un'iniziativa importante perché dà avvio a un discorso
costruttivo da parte dello Stato per risolvere i problemi della minoranza
musulmana". La Carta è dunque un primo passo verso l'Intesa, fortemente
voluta dalla Co.Re.Is., la Comunità religiosa islamica presente al convegno e
composta quasi esclusivamente da italiani convertiti all'Islam. Sulla polemica
torinese, l'imam della Co.Re.Is. Hamid Distefano ha fatto un intervento venerdì
nella Moschea della Pace, in occasione della preghiera, invitando i fedeli a
"non confondere il piano imprescindibile del dialogo con le altre comunità
religiose con le rivendicazioni ideologiche e le istanze di politica estera che
riguardano l'assetto territoriale di due Stati". Sul
Salone la Co.Re.Is. ha una posizione molto chiara: "Non lo boicotteremo,
tutt'altro: saremo presenti e ci andremo insieme alla comunità ebraica di
Milano: il dialogo religioso è una necessità e dobbiamo dare testimonianza di
vicinanza fraterna e di apertura culturale", ha dichiarato il vice-presidente
Yahya Pallavicini, membro della Consulta per l'Islam e autore del recente
saggio "Dentro la moschea. Chi sono, cosa pensano, cosa dicono gli imam italiani" pubblicato dalla Bur. E
infine, sempre a proposito di dialogo interreligioso,per
iniziativa della Co.Re.Is.,domani sera alle 20.30 farà tappa a Torino il ciclo
"Imam e Rabbini: la mistica". Dopo Bruxelles e Siviglia, il Piccolo
Regio vedrà protagonisti l'imam Distefano e il rabbino Alberto Somekh.
L'incontro tra italiani è sicuramente meno impegnativo rispetto a quello tra un
arabo e un ebreo. Ma è un passo da non sottovalutare, soprattutto tenuto conto
della collaborazione tra i marocchini dell'U.M.I. e gli italiani della
Co.Re.IS.
( da "Quotidiano.net" del 11-02-2008)
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trovato accordo con le Majors Il Writers Guild of America, il sindacato degli
sceneggiatori di Hollywood, ha annunciato di aver approvato l'accordo con i
produttori che mette fine a oltre tre mesi di sciopero Los Angeles, 10 febbraio
2008 - I responsabili del Writers Guild of America, il sindacato degli
sceneggiatori di Hollywood, hanno annunciato di aver approvato l'accordo con i
produttori che mette fine a oltre tre mesi di sciopero. Nel corso di una
riunione, la direzione del sindacato (Wga) ha approvato il nuovo contratto
stipulato nella notte tra venerdì e sabato con i produttori. I membri del Wga
saranno invitati a pronunciarsi nel corso di un voto organizzato all'inizio
della settimana per ratificare definitivamente la decisione. La ripresa del
lavoro è prevista mercoledì. Segnala ad un amico Tuo
nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia
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Masini in concertoStagione concertistica 2007/ 08: Maria de Buenos
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Domanin e il filosofo Sgalambro del 10/02/2008 di Rossella Martina La Turchia
toglie il divieto di indossare il velo nelle universitàPapa Ratzinger:
"L'inferno esiste". Sei d'accordo?Elezioni, secondo te i due maggiori
partiti dovrebbero correre da soli?Pensi che Reggio sia una città sicura?Ha
fatto bene Valentino Rossi ad accordarsi col Fisco?Cosa pensate della Facoltà
di Scienze della comunicazione?Le dieci emergenze per il nuovo governoGiro di vite contro i punkabbestia e i loro cani, sei
d'accordo?Per chi voterai alle prossime elezioni?Fiera del
libro di Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due è
falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli arbitri
d'area. Sei d'accordo?Sul selciato della piazza di Pesaro la prima pagina del
Carlino del '38 sulle leggi razziali: secondo te va rimossa?Prodi
sarebbe un buon presidente della Repubblica? LA FOTO DEL GIORNO FIACCOLE E SCI
Record sulle piste innevate di La Masella, vicino a Barcellona: 2000 sciatori
in contemporanea per la più grande sciata collettiva in notturna RICERCA
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( da "Unita, L'" del 11-02-2008)
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speciale della Ue in Medio Oriente lancia l'allarme:
la tattica di Israele non funziona, così si rafforza
Hamas e si indebolisce il premier palestinese Fayyad "Gaza sotto assedio
rischia di diventare una nuova Somalia" di Umberto De Giovannangeli
"Proseguire l'assedio trasformerà la Striscia di Gaza in una nuova Somalia
e rafforzerà la popolarità di Hamas e degli estremisti, indebolendo il primo
ministro palestinese Salam Fayyad. Chi paga il prezzo
dell'assedio sono solo i civili palestinesi". Gaza come una Somalia
mediorientale. Terra di nessuno, terra di conquista per i signori della guerra.
Terra di caos armato. A lanciare l'allarme è Marc Otte, inviato speciale
dell'Unione Europea per il Medio Oriente. Il diplomatico belga guarda con
preoccupazione al futuro partendo da una allarmata
considerazione sul presente: "La tattica utilizzata da Israele
a Gaza - rileva Otte - non ha funzionato. L'assedio non è riuscito a buttare a
mare Hamas. Il movimento integralista non è stato
danneggiato, e come conseguenza vi è solo la crescita della tensione tra Israele e Egitto". L'epicentro della tensione in
Palestina era e resta Gaza. Qual è la sua
preoccupazione più forte? "C'è il rischio concreto che
Gaza si trasformi in una sorta di Somalia mediorientale dove a regnare sia il
caos armato. Proseguire l'assedio, una prospettiva che
dovrebbe allarmare tutti.". Compreso Israele? "Direi
a cominciare da Israele. Occorre prendere atto
che la tattica utilizzata da Israele a Gaza non ha funzionato. Il blocco e le sanzioni hanno
aggravato ulteriormente le condizioni di vita della popolazione civile senza
aver indebolito Hamas. Al contrario, Hamas sembra
essersi rafforzato in questa situazione di eterna emergenza mentre a uscire
indebolita è la leadership moderata del presidente Abbas e del premier
Fayyad". A complicare la situazione c'è stato lo
"sfondamento" del muro che segna il confine fra Gaza e l'Egitto. Nei
giorni scorsi lei ha avuto modo di incontrare i vertici politici egiziani.
Quale impressione ne ha ricavato? "Ho registrato una
forte preoccupazione unita alla determinazione di non lasciar peggiorare la
situazione. Le autorità egiziane sono pronte ad assumersi le loro
responsabilità nell'attuazione di un piano che prevede l'apertura del valico di
Rafah e una lotta più serrata al contrabbando di armi. Ma a questo impegno deve
corrispondere , è la sottolineatura egiziana, un
ripensamento da parte di Israele delle scelte compiute
su Gaza. Il che vuol dire, ad esempio, favorire il passaggio
del controllo dei valichi di Karni e Sufa (i posti di frontiera tra Israele e la Striscia, ndr.) all'Autorità palestinese, come
ha ripetutamente chiesto il primo ministro Fayyad con il sostegno
egiziano". Potrebbe bastare questo per rendere meno esplosiva la
situazione? "Sarebbe un segnale importante di una
responsabilità "triangolare" - Israele,
Egitto, Anp - condivisa. Si tratterebbe anche della presa d'atto del
fatto che il blocco della Striscia di Gaza imposto da Israele
è stato fattore fondamentale per ciò che è poi avvenuto a Rafah: questa è la
convinzione manifestatami dal presidente Mubarak e dal generale Soleiman (capo
dei servizi di sicurezza egiziani, ndr). A ciò aggiunga che accettare il
piano-Fayyad impegnerebbe la dirigenza palestinese in un'azione di contrasto
delle milizie responsabili dei continui lanci di razzi Qassam in territorio
israeliano. Il presidente Abbas si è detto pronto a far fronte a questo
impegno. Perché non metterlo alla prova?". Lei
parla della necessità da parte di Israele di ripensare
profondamente la politica fin qui adottata per Gaza. Su cosa basa questa
necessità? "Sul fatto che la pressione esercitata sulla
popolazione civile non ha provocato l'auspicata sollevazione contro Hamas.
La gente non ha "gettato a mare" i capi di Hamas. Il blocco ha reso
invece più complessa e problematica la situazione sia per Israele
che per l'Egitto finendo per creare inutili tensioni fra i due Stati. Un dato
tanto più preoccupante se si pensa che l'Egitto con il presidente Mubarak è un perno decisivo per il raggiungimento della pace in
Medio Oriente. È davvero giunto il momento per Israele di decidere cosa vuol fare". Quali
suggerimenti si sentirebbe di dare al premier israeliano Ehud Olmert e al
ministro della Difesa Ehud Barak? "Israele
dovrebbe accettare il piano-Fayyad e questo non per un astratto principio di
giustizia ma perché è nel suo interesse". Nel senso? "Nel
senso che quel piano metterebbe pressioni su Hamas, costringendo i suoi
dirigenti a decidere se continuare ad agire in modo tale da impedire la
riapertura dei valichi. Ma se Hamas agisse in questo modo, allora sì che
scatenerebbe la reazione della popolazione di Gaza. Israele
dovrebbe prendere atto che non potrà ottenere nulla di meglio di Salam Fayyad.
Mi sembra di capire che l'esercito e lo Shin Bet (il servizio di sicurezza
interno israeliano, ndr.) siamo preoccupati, e con fondati motivi, per la
situazione a breve termine. Non sottovaluto questi timori ma
penso anche che occorra guardare un po' avanti e questo è il compito della
leadership politica". In passato diversi leader
europei, ultimo in ordine di tempo il presidente francese Sarkozy, hanno
evocato l'ipotesi di una forza internazionale da dislocare a Gaza. È ancora una ipotesi in campo? "È un problema
di volontà politica. Il dispiegamento di una forza internazionale
potrebbe avvenire rapidamente ma solo dietro l'assenso, non solo formale ma
fattivo, da parte del governo israeliano e dell'Autorità palestinese. Siamo in una fase di ascolto ma l'inasprimento della situazione a
Gaza allontana questa prospettiva". Nell'assumere l'incarico di
inviato speciale dell'Unione Europea per il Medio Oriente, lei affermo di voler
contribuire a trasformare le barriere di confine a Gaza in "ponti". "Continuo a lavorare per realizzare questa speranza. Perché la pace fra israeliani e palestinesi non può tagliar fuori
la Striscia e la sua popolazione". (ha collaborato Cesare
Pavoncello).
( da "Unita, L'" del 11-02-2008)
Stai consultando l'edizione del "A
complicare il quadro ora ci sono le tensioni tra Israele
ed Egitto Mubarak resta il perno di una possibile pace".
( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Pagina II - Torino "Gli estremisti non vinceranno
Librolandia vuole il confronto" Stasera "dialogo di pace" con
Picchioni e Tawfik lo scrittore Sulla vicenda c'è troppa confusione Temo che
qualcuno voglia danneggiare il Salone: io stesso ho già ricevuto diversi
pesanti avvertimenti il presidente Al centro italo-arabo Dar Al Hikma ripeterò
che l'invito a Israele è stata una scelta culturale e non politica Non ci sarà nessuna
censura o divieto MASSIMO NOVELLI Una cultura per la pace, uno scambio di
opinioni. Non odio o fatwa. è con questo intento che
stasera (alle 21) al centro italo-arabo Dar Al Hikma di via Fiocchetto
( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Pagina XVII - Milano IL CONCERTO In
Conservatorio il violinista Nikolaj Znaider e il pianista Saleem Abboud Ashkar
La musica unisce Israele e Palestina LUIGI DI FRONZO Il primo a
spianare la strada al matrimonio artistico fra palestinesi e israeliani, nel
2002, è stato Daniel Barenboim con la nascita della West-Eastern Divan
Orchestra che raccoglie tanti giovani strumentisti del Medio Oriente.
Tra gli altri progetti, quello di un duo, con uno strabiliante pianista uscito
proprio da quella compagine di Barenboim, il 31enne palestinese Saleem Abboud
Ashkar, e un violinista fra i più meritevoli della fresca generazione, il
32enne (danese, ma di origini israeliane) Nikolaj Znaider. La piccola
formazione da camera, fortemente incoraggiata da grandi direttori come Zubin
Mehta e lo stesso Barenboim, il quale dedica proprio alla storia di Ashkar un
toccante capitolo del suo ultimo libro, "La musica sveglia il tempo")
si presenta per la prima volta in Sala Verdi con un programma di lineare e
adamantina bellezza: Beethoven (due Sonate op.12 e op.96), Schoenberg (Fantasia
per violino e pianoforte), Schumann (Sonata in re minore).
Il concerto comunque ha il suo valore come incontro tra i popoli. Ne sa
qualcosa Saleem Abboud Ashkar, nato a Nazareth, studi a Londra. "In un
mondo in cui i musicisti si ritirano nel loro guscio come tartarughe, progetti
ambiziosi come questo che nasce sulla scia dell'orchestra voluta da Barenboim
sono importanti perché danno una speranza per il futuro", dice il
pianista. "Nella mia vita non ho mai avuto timore di perdere un'identità,
anzi ho sempre creduto e lottato per un'integrazione, anche se per noi
palestinesi la strada per raggiungere una certa visibilità nella musica è tutta
in salita".
( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
Israele e palestinesi,
guerra dei censimenti Arabi cresciuti del 30%: "Vi sorpassiamo".
Gerusalemme: "è falso" Per Gerusalemme quei
numeri sono "privi di fondamento". Ed è ancora scontro La differenza
si è ridotta ad appena 200mila unità. I dati raccolti da duemila
volontari ALBERTO STABILE dal nostro corrispondente GERUSALEMME - Negli ultimi
dieci anni la popolazione dei Territori, compresa Gerusalemme Est, è cresciuta
di 870 mila unità, passando da poco meno di 2 milioni e 900 mila del
( da "Repubblica, La" del 11-02-2008)
I precedenti I Giochi della diplomazia e lo sport "si
sporca" di politica EMANUELA AUDISIO Lo sport olimpico deve irrobustire il
corpo del potere, non demolirlo. Guai criticare, meglio concentrarsi sulla
gara. Indossate la maschera antismog e non fiatate. Pena di morte, illibertà,
censure? Pensate all'avversario, che è meglio. I Cinque Cerchi sono affari di
Stato, diplomazie da rispettare, orgogli da lucidare. è
lì che le nazioni misurano peso e statura, vecchie e nuove leadership. I Giochi
sono sempre più lo specchio di governi e regimi. Devono mostrare virilità, non
crepe. Tutti a dire male di Hitler e di Berlino nel '36, tutti a sperare di
fare la stessa cosa. Parate colossali e belle figure. Il Cio, governo dello
sport mondiale, non vuole commistioni. Organizza sport e sponsor, non
competizioni ecosolidali. E se serve omaggiare il paese organizzatore con
saluto nazista perché no? Mica è la fine del mondo. La nazionale inglese di
calcio lo fece in un'amichevole, vinta
( da "Corriere della Sera" del
11-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache -
data: 2008-02-11 num: - pag: 18 categoria: REDAZIONALE
Elan Steinberg "Tre incidenti allarmanti Da voi c'è un asse del male"
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - "Negli ultimi anni l'impensabile è di
nuovo accaduto. Per questo sono completamente d'accordo con
Moshe Kantor: il rischio di una nuova "Notte dei Cristalli" dopo
l'escalation di antisemitismo nell'era post 11 settembre diventa sempre più
concreto". Parla Elan Steinberg, direttore esecutivo emerito del
World Jewish Congress, nonché vicepresidente della più grande associazione di
sopravvissuti dell'Olocausto. "Gli ultimi tre incidenti italiani ci
allarmano ", spiega Steinberg. "Non parlo solo del
blog coi nomi dei presunti professori ebrei e del boicottaggio anti-Israele alla fiera di Torino ma anche della decisione del
Papa di resuscitare la preghiera tridentina, che esorta gli ebrei a riconoscere
Gesù come messia, se vogliono essere salvati. Ci ha
ricatapultati indietro di decenni, distruggendo i ponti ebrei-cattolici
faticosamente costruiti dal predecessore ". Il Vaticano ha negato
questa tesi. "Il suo responsabile dei rapporti con gli
ebrei, il cardinale tedesco Kasper, ha solo aggiunto benzina sul fuoco. Tanto che vertici del mondo ebraico si incontreranno oggi a
Washington per formulare una risposta ufficiale e unitaria al Papa. Esprimendo
la totale Anti Israele Una
delle scritte comparse sui muri del Lingotto di Torino, che a maggio accoglierà
la Fiera del libro: sarà proprio Israele il Paese ospite di questa edizione.
( da "Corriere della Sera" del
11-02-2008)
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cultura - data:
2008-02-11 num: - pag: 33 categoria: REDAZIONALE Il
senso dei genocidi I grandi crimini commessi in nome di una bandiera di ALBERTO
MELLONI M ontesquieu nel trattato De l'esprit des lois indicava le scelte a
disposizione dello Stato conquistatore: annettersi il vinto, dividerlo oppure
"sterminarne tutti i cittadini". Di quella che per il filosofo era una opzione conosciamo le fattispecie, dal popolicidio di
Babeuf al Metz Yeghern, "il grande crimine" contro gli armeni, il cui
oblio sembrava ad Hitler un viatico per la "soluzione finale".
Tentato genocidio che "dimenticato" lo fu sempre meno, dalla
perpetrazione in poi, in una progressione che ha percorso arte, letteratura,
storia e il "cinema" nel senso di Lanzmann. Studiare i genocidi per
comparazione è diventato dopo la Shoah un esercizio ambiguo: osceno, se dietro
ad esso si nascondono blasfeme contabilità autoassolutorie; necessario, se come
fa Purificare e distruggere di Jacques Sémelin (Einaudi), riesce a denudare
meccanismi tragicamente "attuali" senza retorica e senza secondi
fini. Sémelin mette in parallelo il genocidio nazifascista degli ebrei, quello
dei tutsi nel Rwanda, quello dei musulmani nella ex
Jugoslavia. Un parallelismo pignolo in cui anche l'autopsia dell'orrore di una
vicenda riesce a dire qualcosa dell'altra, senza riduzionismi faciloni d'una
cultura che si smacchia la coscienza con poco e senza le
estensioni pseudo-psicanalitiche al conflitto israelo-palestinese di un Saramago. Sémelin si
concentra dapprima sull'innesco: cioè sull'auto-vittimizzazione che porta
persone apparentemente normali a diventare gli assassini del prossimo, nella
convinzione - generata politicamente, culturalmente o teologicamente - che
l'altro sta finendo di tramare con lo stesso fine. E poi - perché le
mani sentono più dell'anima - Sémelin analizza il massacro: il momento nel
quale gli assassini si nascondono dietro vocabolari sopportabili (come il
lessico del "pubblico servizio", la metafora della
"caccia", l'eufemismo dei "pacchi" che a Srebrenica indica
i gruppi di uomini da liquidare). Perché il genocida non si chiede mai perché
ha " fatto " cose atroci, ma al massimo perché le ha " dovute
" fare, in un clima banalmente normale, di cui i tribunali internazionali
non riescono ad intercettare i linguaggi, di cui Sémelin dà gli alfabeti e di
cui forse un giorno un Lanzmann d'Africa o balcanico ci darà un ritratto dai
contorni terribilmente famigliari.
( da "Giornale.it, Il" del 11-02-2008)
Rabbia in Israele: "Uccidete i capi di Hamas" di Gian Micalessin -
lunedì 11 febbraio 2008, 07:00 Colpire Hamas, liquidarne i capi, restituire a Israele la certezza di saper impartire
lezioni esemplari. Il premier Ehud Olmert ora deve agire in fretta, scegliere
tra una rischiosa occupazione della Striscia e una serie di assassinii mirati
simili a quelli che nel 2004 decapitarono la dirigenza di Hamas. Ormai i
missili delle formazioni armate palestinesi di Gaza non minacciano soltanto gli
abitanti delle cittadine vicine alla Striscia, ma anche il suo esecutivo. Da
quando, ieri mattina, due ordigni caduti su Sderot hanno mozzato la gamba di un
ragazzino di otto anni e ferito gravemente suo fratello, Olmert è sotto tiro,
percepisce la rabbia dei dimostranti riuniti sotto la sua residenza per
chiedergli di agire. Le rappresaglie aeree, come quelle che ieri mattina hanno
ucciso un comandante di Hamas e distrutto alcuni depositi di armi
fondamentalisti, non bastano più. L'indignazione dell'opinione pubblica
pretende azioni esemplari capaci di dimostrare che Israele
sa ancora incutere paura. Ma un conto è strillare - come fanno l'opposizione e
molti ministri - un'altra cosa è, come Olmert ha imparato durante la campagna
libanese del 2006, colpire al cuore Hamas evitando un elevato tributo di sangue
israeliano e l'indignazione internazionale. "Continueremo a inseguire
tutte le entità terroriste, senza nessuna esclusione, colpendo responsabili e
mandanti", promette dunque il premier in quello che suona come un monito
ai capi di Hamas e un tentativo di contenere l'effervescenza dei propri
ministri. "La rabbia - spiega Olmert - non è un piano d'azione che consente
di sviluppare un'azione ordinata, sistematica e prolungata". Parole che
sembrano privilegiare la scelta degli assassinii mirati a discapito di una
pericolosa rioccupazione. Parole che puntano a placare l'esuberanza di quanti
chiedono "piogge di fuoco su Gaza" o di chi, come il ministro
dell'Interno Meir Sheetrit, non esige soltanto l'assassinio di Ismail Haniyeh,
premier e leader politico di Hamas, ma anche la totale distruzione dei
quartieri palestinesi da cui partono i missili. E così nell'attesa
dell'inevitabile risposta israeliana naufragano anche le speranze di Annapolis.
"Fino a quando non cesseranno i lanci di missili da Gaza - ha detto ieri
il ministro degli Esteri Tzipi Livni - sarà impossibile arrivare ad uno Stato
palestinese".
( da "Quotidiano.net" del 11-02-2008)
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Un ragazzino ha raccontato ai carabinieri che alcuni minori gli avevano
sottratto l'appareccho MP3 appena acquistato. Le immediate ricerche hanno
portato all'individuazione ed al fermo, del gruppo dei tre, di cui uno ha 13
anni Bari, 9 febbraio 2008 - I militari del secondo Nucleo Operativo Guardia di
Finanza di Bari hanno effettuato un "fermo" di polizia giudiziaria
nei confronti di tre minorenni con l'accusa di furto ai danni di un loro coetaneo.
In particolare, durante un pattugliamento nella centrale via Piccinni, le
fiamme gialle hanno notato un ragazzino che cercava insistentemente di attirare
la loro attenzione. Alla pattuglia il ragazzino ha raccontato che poco prima
alcuni minori gli avevano sottratto l'appareccho MP3 appena acquistato. Le
immediate ricerche hanno portato all'individuazione ed al fermo, in Via
Sparano, del gruppo dei tre che assieme al ragazzino derubato sono stati
accompagnati presso la sede del Comando. L'apparecchio rubato è stato
restitutito al legittimo proprietario e due dei minori fermati, rispettivamente
di 14 e 16 anni, sono stati accompagnati dai rispettivi genitori e denunciati
per furto al Tribunale dei Minori; mentre il terzo, di 13 anni, sarà segnalato
all'autorità giudiziaria per i provvedimenti di recupero essendo il ragazzino
"non imputabile" per legge. RIMINI Legata e torturata dai compagni.
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per una foglia'Giornata del malato Messa del vescovoGiulio Bosetti a
CortonaGigi Porelli nella 'Hall of Fame' di basket'Radici Quadrate' alla
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Bologna 1-1Londra, incendio nel quartiere CamdenI funerali di Heath LedgerPiero
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Maniglia illustra il suo programma'Curo il malocchio' e invece li rapinavaAl
via la campagna elettorale: il PD corre da solo (di Gabriele Canè) Per il bene
del centrosinistra del 10/02/2008 di Francesco Ghidetti La droga dello stupro:
otto storie choc del 10/02/2008 di Massimo Pandolfi Juve, capolavoro Ranieri a
Udine: ora la Champions è più vicina del 10/02/2008 di Mister X E' il 18 il
numero magico del Milan del 10/02/2008 di Enzo Bucchioni I libri della
settimana: la migliore Isabel Allende nel diario di famiglia. E poi il caustico
Domanin e il filosofo Sgalambro del 10/02/2008 di Rossella Martina La Turchia
toglie il divieto di indossare il velo nelle universitàPapa Ratzinger:
"L'inferno esiste". Sei d'accordo?Elezioni, secondo te i due maggiori
partiti dovrebbero correre da soli?Pensi che Reggio sia una città sicura?Ha
fatto bene Valentino Rossi ad accordarsi col Fisco?Cosa pensate della Facoltà
di Scienze della comunicazione?Le dieci emergenze per il nuovo governoGiro di vite contro i punkabbestia e i loro cani, sei
d'accordo?Per chi voterai alle prossime elezioni?Fiera del
libro di Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due è
falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli arbitri
d'area. Sei d'accordo?Sul selciato della piazza di Pesaro la prima pagina del
Carlino del '38 sulle leggi razziali: secondo te va rimossa?Prodi
sarebbe un buon presidente della Repubblica? LA FOTO DEL GIORNO Nuovo
romanticismo La dichiarazione d'amore più bella? Tre donne su cinque non hanno
dubbi: l'hanno ricevuta in macchina. Un'indagine rivela che l'automobile si
piazza al primo posto dei momenti romantici, distanziati ristorante e panchina
del parco LEGGI LA NOTIZIA RICERCA ANNUNCI pubblicità contattaci guadagna con
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( da "Tempo, Il" del 11-02-2008)
Stampa Ebrei nel mirino "Black list" Si indaga
su un sito Usa TEL AVIV Un sito web statunitense
specializzato nella raccolta sistematica di dati sulla presenza di ebrei
nel mondo della politica, dell'economia e della
comunicazione potrebbe essere stato utilizzato come fonte per la pubblicazione
di una lista di professori, in maggioranza ebrei, apparsa e poi cancellata dal
sito "Il Cannocchiale". Lo sostiene Ronen Solomon, un israeliano
specializzatosi nella ricerca di materiale di interesse giornalistico
attraverso la analisi delle informazioni via internet.
( da "Tempo, Il" del 11-02-2008)
Stampa GERUSALEMME L'ira in Israele
ha registrato un forte ... GERUSALEMME L'ira in Israele
ha registrato un forte aumento dopo un fine settimana
che ha visto cadere su Sderot e dintorni una quarantina di razzi lanciati da
gruppi armati palestinesi a Gaza: l'esplosione di uno di essi ha gravemente
ferito due persone, a una delle quali, un bambino di otto anni, i medici
hanno poi dovuto amputare una gamba. La rabbia degli abitanti di Sderot si è
manifestata con i fischi e gli urli con cui hanno accolto ieri all'alba il
ministro della difesa, Ehud Barak, in una semifurtiva visita alla città.
( da "Quotidiano.net" del 11-02-2008)
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L'uomo, 50 anni, è stato freddato sull'uscio di casa alle 7 del mattino, mentre
stava andando a lavorare. Aveva un solo precedente per abuso
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la campagna di VeltroniNel 2007 record di multe per i bolognesiSei
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alla mia ex Cecilia''Per il film su Bin Laden il regista vuole De NiroValentino
e Hamilton: fenomeni a caccia di riscatti (di Leo Turrini)Bimbo sopravvissuto
al tornadoCher - 'Half Breed'Cher- 'Believe'Amy Winehouse ai Grammys via
satellite, visto negato Farina, l'Inter e gli errori di Collina del 11/02/2008
di Mister X E se domani... del 11/02/2008 di Francesco Ghidetti La droga dello
stupro: otto storie choc del 10/02/2008 di Massimo Pandolfi E' il 18 il numero
magico del Milan del 10/02/2008 di Enzo Bucchioni I libri della settimana: la
migliore Isabel Allende nel diario di famiglia. E poi il
caustico Domanin e il filosofo Sgalambro del 10/02/2008 di Rossella Martina
Spal: sei d'accordo con l'esonero di Buglio?Vota il gol più bello della 22esima
giornataLa Turchia toglie il divieto di indossare il velo nelle universitàPapa
Ratzinger: "L'inferno esiste". Sei d'accordo?Elezioni, secondo
te i due maggiori partiti dovrebbero correre da soli?Pensi che Reggio sia una
città sicura?Ha fatto bene Valentino Rossi ad accordarsi col Fisco?Cosa pensate
della Facoltà di Scienze della comunicazione?Le dieci emergenze per il nuovo governoGiro di vite contro i punkabbestia e i loro cani, sei
d'accordo?Per chi voterai alle prossime elezioni?Fiera del
libro di Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due è
falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli arbitri
d'area. Sei d'accordo? LA FOTO DEL GIORNO Nuovo romanticismo La dichiarazione
d'amore più bella? Tre donne su cinque non hanno dubbi: l'hanno ricevuta in
macchina. Un'indagine rivela che l'automobile si piazza al primo posto
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Annunci legali POLITICA & ANTIPOLITICA Grillo: "Elezioni
anticostituzionali" Barbato, 'testimonial' per Ryanair Nel comunicato
politico numero uno il comico rende noto che per le amministrative sarà
presente nelle città che presenteranno una lista civica e sottolinea: "I
referendum non possono essere rinviati. Il senatore Udeur, che attaccò in aula
il collega Cusumano accusandolo di tradimento, diventa protagonista dell'ultimo
spot della compagnia iralndese: "Calma, calma, c'è posto per tutti"
Commenta ROMA, 11 febbraio 2008 - dal blog di Beppe Grillo La democrazia può
partire solo dal basso. Il nuovo Rinascimento avrà origine nei Comuni. Le liste
civiche devono organizzarsi per le elezioni amministrative del 13 aprile 2008.
Il blog sosterrà le liste civiche. Beppe Grillo sarà presente nelle città che
presenteranno una lista civica. Le elezioni politiche di aprile sono contro la
Costituzione. Il cittadino non può scegliere i propri rappresentanti. I
concessionari dello Stato non devono fare politica. I referendum non possono
essere cancellati. I referendum non possono essere rinviati. Il risultato delle
prossime elezioni è nullo. L'informazione è nelle mani dei gruppi economici e
dei partiti. La monnezza è di Stato. Beppe Grillo parteciperà al Monnezza Day a
Napoli il 23 febbraio insieme a esperti e medici per il rilancio della raccolta
differenziata e per la salute dei cittadini. L'informazione è deviata. Beppe
Grillo depositerà tre proposte di referendum alla Corte di Cassazione in
febbraio. Abolizione dell'ordine dei giornalisti. Abolizione del finanziamento
pubblico all'editoria. Abolizione del Testo Unico sul sistema radiotelevisivo
che prostituisce l'informazione agli interessi dei partiti e di Mediaset. Il 25
aprile si voteranno i referendum in tutte le piazze d'Italia. Le proposte di
legge popolari per un Parlamento Pulito depositate al Senato sono state
ignorate dai nostri dipendenti. Fuori i condannati. Due mandati. Votazione
diretta del candidato. Hanno firmato 350.000 italiani. Firme certificate da
pubblici ufficiali e dai Comuni di residenza. Mai avvenuto in Italia in un solo
giorno. Un lavoro di mesi di migliaia di persone. I partiti hanno occupato la
democrazia. I parlamentari non sono eletti, ma
nominati. Per essere nominati basta pagare. Un milione di euro un deputato. Tre
milioni di euro un senatore. Il conflitto di interessi è un conflitto con il
Paese. Per un nuovo Rinascimento. V-day 25 aprile. VERSO IL VOTO Berlusconi:
"Siamo al 50%". Veltroni: "Su i salari, giù le tasse" - LA
DESTRA Daniela Santanché candidata premier VIDEO Veltroni a Spello (da
SkyTg24)Per chi voterai? - Quali sono le emergenze del Paese? - Giusto correre
da soli?Le pubblicità Ryanair Commenti Invia commento Segnala ad un amico
11/02/2008 12:06 M, provincia di IM Il mansaniello italico ha capito tutto per
i suoi tornaconti, cavalcare l'antipolitica rende e come rende.... 11/02/2008 11:27 M, provincia di MI ...perchè avete
inserito questa news in "politica e antipolitica"?????.....sono più
antipolitiche le affermazioni del blog di B.G. o il dover votare con una legge
non voluta dai cittadini il cui potere secondo la costituzione è
sovrano?????..... Sono presenti 2 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Email:
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Masini in concertoStagione concertistica 2007/ 08: Maria de Buenos
AiresFrancesco De Gregori in concerto Richard Avedon 'in mostra' al FormaQuelli
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dell'Ancona contro il PescaraMostra Belle Epoque a Palazzo RoverellaQuadranga,
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VeltroniNel 2007 record di multe per i bolognesiSei Nazioni, l'Italia cerca
l'impresa contro l'InghilterraSarkozy: ''Nessun sms alla mia ex Cecilia''Per il
film su Bin Laden il regista vuole De NiroValentino e Hamilton: fenomeni a
caccia di riscatti (di Leo Turrini)Bimbo sopravvissuto al tornadoCher - 'Half
Breed'Cher- 'Believe'Amy Winehouse ai Grammys via satellite, visto negato
Farina, l'Inter e gli errori di Collina del 11/02/2008 di Mister X E se
domani... del 11/02/2008 di Francesco Ghidetti La droga dello stupro: otto
storie choc del 10/02/2008 di Massimo Pandolfi E' il 18 il numero magico del
Milan del 10/02/2008 di Enzo Bucchioni I libri della settimana: la migliore
Isabel Allende nel diario di famiglia. E poi il caustico
Domanin e il filosofo Sgalambro del 10/02/2008 di Rossella Martina Spal: sei
d'accordo con l'esonero di Buglio?Vota il gol più bello della 22esima
giornataLa Turchia toglie il divieto di indossare il velo nelle universitàPapa
Ratzinger: "L'inferno esiste". Sei d'accordo?Elezioni, secondo
te i due maggiori partiti dovrebbero correre da soli?Pensi che Reggio sia una
città sicura?Ha fatto bene Valentino Rossi ad accordarsi col Fisco?Cosa pensate
della Facoltà di Scienze della comunicazione?Le dieci emergenze per il nuovo governoGiro di vite contro i punkabbestia e i loro cani, sei
d'accordo?Per chi voterai alle prossime elezioni?Fiera del
libro di Torino dedicata a Israele, sei d'accordo?Calcio, è vero che una partita su due è
falsata?Vota il gol più bello della 21esima giornataCollina propone gli arbitri
d'area. Sei d'accordo? LA FOTO DEL GIORNO Gerusalemme sotto la neve La prima
vera nevicata dell'anno ha colto impreparata Gerusalemme. La città,
svegliatasi sotto a una fitta coltre bianca, è rimasta paralizzata: chiuse le
scuole, cancellate le lezioni universitarie, trasporto pubblico in tilt RICERCA
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( da "Opinione, L'" del 11-02-2008)
Oggi è Lun, 11 Feb 2008 Edizione 29 del
09-02-2008 La stampa siriana prevedeva un'escalation di destabilizzazione. Che
puntualmente sta avvenendo "Resistere" alla pace "Una resistenza
araba ha iniziato a consolidarsi sul terreno e a cambiare il corso degli eventi".
Così la stampa del regime di Assad esalta Hamas e Hezbollah di Giorgio Bastiani
La stampa siriana "prevede" una escalation
nelle "operazioni di resistenza" contro Israele e il governo libanese. Il Middle
East Media Research Institute ha tradotto una serie di articoli, scritti tra la
fine di gennaio e l'inizio di febbraio, tratti dal quotidiano di regime
"Tashreen" e dal sito Syria-news.com, in cui si esalta la
destabilizzazione e si denunciano complotti. Siccome si tratta di organi
di stampa governativi, stiamo parlando della posizione ufficiale siriana, non
di opinioni in libertà. Sul quotidiano di regime leggiamo che "Gli Arabi
sono divisi a causa della pressione americana (...) Ma nonostante questa
situazione oscura, una resistenza araba ha iniziato a consolidarsi sul terreno
e a cambiare il corso degli eventi". E in un altro
articolo, redatto dall'editorialista di "Tashreen" Abdullah Khaled,
si legge una tesi ancora più chiara: "I leader di Hezbollah hanno captato
informazioni sulla decisione di eliminare i vertici della resistenza in Libano
e dell'Intifadah a Gaza. La decisione è stata presa in seguito a un
ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush (...).
Ma la resistenza sa che il rapporto di forze è a suo favore e che tutto il
sostegno americano, internazionale e arabo (alla maggioranza libanese, ndr) non
può far nulla per ribaltarlo. La resistenza non può sedersi e
attendere di essere eliminata". La retorica vittimista e le teorie
cospirative che caratterizzano questi articoli, trasformano il processo di pace
voluto dagli Stati Uniti e accettato dai governi arabi più moderati in un
gigantesco complotto ai danni dei popoli arabi. Gli stessi governi musulmani
non allineati alla Siria e all'Iran sono visti come pedine della congiura. In
realtà, più che di analisi e di previsioni, questi articoli sono vere e proprie
dichiarazioni di intenti. E gli effetti iniziano già a
vedersi: da Gaza, la "resistenza" ha ricominciato ad effettuare
attentati suicidi, come quello di Dimona del 4 febbraio e ha ripreso il lancio
massiccio di razzi Qassam contro il Negev: 22 solo ieri mattina. I
miliziani dei Comitati di Resistenza Popolare palestinesi hanno lanciato di
nuovo la loro sfida, annunciando che intensificheranno i lanci e invitando gli
israeliani a "evacuare" Sderot, per "la loro salvezza e la
salvezza dei loro figli". Sull'altro fronte, in Libano, il 7 febbraio, la
"resistenza", costituita dai partiti filo-siriani (Hezbollah e i
cristiani della fazione del generale Aoun) ha ribadito la sua linea più
intransigente: o l'opposizione sarà dotata di un potere di veto nel nuovo
governo, oppure non consentirà l'elezione di un nuovo presidente. Col risultato
che il "paese dei cedri" è privo di un capo dello stato dal 23
novembre scorso e il rischio di scoppio di una guerra civile (o di una nuova
guerra tra Hezbollah e Israele) è, di giorno in
giorno, più alto. Il regime di Damasco sta soffiando sul fuoco in entrambe le
crisi, elevando il livello di scontro.