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DOSSIER “BUROCRAZIA”

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ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER  

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tARTICOLI DEL 5-10 novembre 2008       #TOP



Report "Burocrazia"

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Indice delle sezioni

Burocrazia (238)


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

Per tre mesi senza la Sisal ( da "Gazzetta di Reggio" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il disguido si sarebbe dovuto risolvere intorno al mese di ottobre, ma tempi tecnici legati alla burocrazia hanno protratto l'attesa dei gestori, che in questi mesi hanno fatto registrare un vistoso calo di clienti in particolare nelle ultime settimane, quando le giocate al Superenalotto erano notevolmente incrementate visto il lauto montepremi in palio.

Dignità e solidarietà nella Strategia della lumaca ( da "Gazzetta di Reggio" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: difendersi dalle pastoie del potere e della burocrazia in un quartiere popolare di Bogotà. La soluzione sembra impossibile, la resistenza sprecata. Ma nelle assemblee che scandiscono l'evoluzione della storia, quando i cavilli giuridici sono finiti e i destini sembrano segnati, la scelta dell'autogestione ridona speranza ai protagonisti e la stessa riunione costante degli abitanti,

Le cooperative: Nuovi terreni, basta ritardi ( da "Alto Adige" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: vicepresidente dell'associazione, si offre di dare una mano al Comune per velocizzare l'affaire Puc: «Il ritardo è effettivo ma i tempi della burocrazia non sono semplici e non è facile venirne fuori ma possiamo impegnarci e mettere attorno ad un tavolo le forze economiche e quelle sociali per fare prima».

Scontro da record tra Ual e Fassa ( da "Trentino" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E dalla burocrazia asfissiante alle difficoltà di alcune società impiantistiche, dalla scuola con specifico riferimento al patentino ladino, dalle emergenze sociali alle difficoltà delle famiglie, dall'economia alla difesa del territorio. Un ampio ventaglio di temi sui quali poi si è aperto il dibattito animato da un gran numero d'

Detomas: L'economia non è l'unico credo ( da "Trentino" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: opportunità di operare scelte politiche determinanti per lo sviluppo e di snellire la burocrazia. Detomas ha difeso a spada tratta lo statuto elaborato con accortezza e fatica. «Anch'esso, ha sottolineato, uno strumento che pone le basi politiche al nuovo organismo e non entra nelle scelte di merito». L'ex parlamentare ladino ha preso posizione sulla questione del turismo che in Fassa,

Lasagna: Rimasti al palo, cattiva gestione ( da "Trentino" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: incremento del costo delle case, maggiore burocrazia e costi energetici». Per Lasagna, presidente dei giovani albergatori del Trentino, le sensibilità e i modi di fare politica oggi sono un po' sacrificati per cui urge un cambiamento di rotta. E così indica una strada che deve portare verso la concretezza e verso l'etica.

Unipack di Pontoglio conquista il mercato dei sacconi industriali ( da "Giornale di Brescia" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: le donne sono sincere, orgogliose e grandi lavoratrici; e il clima è stupendo (18 gradi a gennaio). E tre difetti: «La burocrazia è soffocante; la tempistica è lenta... e poi ci vuole pazienza nell'inserirsi: all'inizio ti "bastonano", anche sui prezzi; col tempo, le cose cambiano». sam

Dieci buone ragioni per investire in Tunisia ( da "Giornale di Brescia" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: poca burocrazia e infrastrutture di livello europeo Investire in Tunisia può essere molto vantaggioso Un'economia in crescita continua e diversificata in vari settori, un'inflazione contenuta, un indebitamento estero limitato, finanze pubbliche equilibrate, una buona notazione internazionale, fanno della Tunisia un Paese che si distingue e che merita di essere conosciuto,

Soldi del 5 per mille: sbloccato il "tesoretto" ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: BUROCRAZIA A distanza di due anni sono arrivati. I fondi destinati dai contribuenti - attraverso il 5 per mille sull'Irpef - sono giunti a destinazione. Non tutti, si intende, ma quelli della dichiarazione del 2006 (riferiti al 2005). In provincia si attendevano circa 2 milioni di euro ripartiti tra associazioni e enti no profit.

le banche hanno chiuso i rubinetti alle imprese ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Una trovata geniale della Regione che vuole snellire con questo sistema i tempi al moviolone della burocrazia. Tutto perfetto. O quasi. Perché tra i sogni di cemento e la realtà si mette di mezzo di nuovo il tiranno, la burocrazia, che questa volta ha indossato i panni del pignolo bancario. Sulla carta basta presentare il duaap alla banca per ottenere i fondi per costruire.

la burocrazia dà il colpo finale al sistema produttivo ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA CNA «La burocrazia dà il colpo finale al sistema produttivo» OLBIA. La recessione mette sabbia anche nel motore produttivo dell'isola. Le imprese della Gallura sono in affanno, in modo particolare a soffrire è il settore edile. Il mercato è sempre meno dinamico.

assessore contro burocrati nella battaglia del vaccino - massimo lorello ( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Palermo Il retroscena Assessore contro burocrati nella battaglia del vaccino MASSIMO LORELLO L´anima del magistrato doveva venire fuori, prima o poi. Gli analisti anonimi che animano le polverose stanze della burocrazia siciliana commentano così le ultime sull´assessore alla Sanità. SEGUE A APGINA III SEGUE A PAGINA III

l'esperto veneto e l'ex manager lo staff di russo sfida i burocrati ( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fatto capire quale sarebbe stato il suo approccio con la burocrazia dell´assessorato ereditata dal suo predecessore (Roberto Lagalla), fortemente voluto dall´allora presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. «Una delle prime cose che ho fatto - commentava Russo, poco dopo il suo arrivo in piazza Ottavio Ziino - è stata quella di regolarizzare, con l´utilizzo rigoroso dei badge,

conti in rosso il pd: "chiarimenti o non voteremo" ( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: disallineamenti" segnalati dai revisori dei conti, dallo stato di insolvenza dell´Amia fino al nuovo debito per l´Amap. «Chi approva atti illegittimi rischia la condanna da parte della Corte dei conti», avverte Faraone. L´incontro fra i capigruppo e i vertici della burocrazia comunale e delle società è fissato per oggi alle 16.

nazareth, al restauro pensa l'abruzzo ( da "Centro, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sarebbe bello creare qualcosa in Abruzzo. Ci ho provato qualche anno fa, ma mi sono trovato di fronte all'invalicabile muro della burocrazia. Spero in una sensibilità più profonda dei nostri futuri amministratori. Siamo una nicchia, però abbiamo prestigio».

Una crisi che in Italia verrà ricordata per quattro cattivi motivi ( da "Italia Oggi" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Italia ha un triste primato e paga il prezzo di una burocrazia costosa e spesso fannullona, perché radicata nel clientelismo politico. Siamo un paese di santuari intoccabili, pena la piazza. Maestri che strumentalizzano scolari bambini delle elementari e baroni universitari che invitano gli studenti a scendere in piazza, sono espressioni dell'odio scatenato da gruppuscoli,

Cia, sempre più ridotti i sostegni all'agricoltura ( da "Italia Oggi" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: carica di burocrazia, poco produttiva e progressivamente ridotta: è la definizione della spesa pubblica in agricoltura, che, tra interventi dell'Unione europea, dello stato e delle regioni, incide sempre meno sul settore e non riesce a dare alle imprese la necessaria spinta all'innovazione e alla competitività.

ALA - Il rilancio del centro storico ad Ala parte dagli operatori commerciali ( da "Adige, L'" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: oggi le piccole imprese sono schiacciate dalla burocrazia e dagli adempimenti amministrativi, che sono gli stessi delle grandi industrie. Il lavoro del Cat (centri di assistenza tecnica, ndr) come quello dell'Unione è di valorizzare i centri commerciali naturali, perché tornino ad essere il centro dell'economia, attraverso una serie di provvedimenti a livello normativo,

centri storici e ambiente, il futuro delle frazioni ( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in quanto sono pochi i Comuni che hanno ultimato le procedure, si potrebbe così arrivare entro tempi limitati al suo esame, e all'approvazione o alla richiesta di modifiche. A conti fatti, tenendo presenti i tempi necessari della burocrazia, si potrebbe arrivare alla definizione finale entro il mese di aprile o maggio.

VENTIDUE LE NUOVE COMUNITA' MONTANE DEL PIEMONTE LO STABILISCE LA DELIBERA APPROVATA DAL CONSIGLIO REGIONALE ( da "marketpress.info" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: riducendo la burocrazia, dall?altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra regione e per il paese. ? ?Il Consiglio, e in particolare la maggioranza, - aggiunge Bresso - hanno retto in questi mesi a pressioni di campanile di ogni tipo, anche a quelle di un?

PER QUANTO SI riferisce all'artigianato e alle pmi ferraresi, questo vero e ... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: efficienza del sistema pubblico e della burocrazia anche a livello locale, efficienza - efficacia dei servizi, anche attraverso il rapporto pubblico ? privato. La nostra Associazione è disposta ad assumersi precise responsabilità, come abbiamo più volte affermato. Ma ora è tempo di accelerare il passo, se vogliamo farci trovare pronti a correre,

Con una dichiarazione d'inizio attività il business può partire senza intoppi ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: inizio attività il business può partire senza intoppi BUROCRAZIA RIDOTTA AL MINIMO ? LEGNANO ? Negli ultimi anni c?è stato un vero e proprio fiorire di nuove attività legate al mercatino dell?usato in tutto il Legnanese. Di solito si tratta di un modello di business proposto con formula del franchising.

LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, mol... ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 6 LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, mol... LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, molti dei quali rischiano addirittura la sospensione delle attività, con tutto ciò che questa può comportare all?

LA RIFORMA ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia Per dar vita a una società non serve più il rogito notarile, ma solo l'autenticazione delle firme dei soci. Tagliati anchei tempi per l'iscrizione al registro delle imprese prevista in via telematica. La sede amministrativa della nuova GmbH può essere stabilita anche in un Paese diverso rispetto alla sede sociale.

Bolzano verso il superassessorato ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: economia ha chiare le priorità: meno oneri per le imprese, che si parli di tasse, burocrazia o procedure. E intanto si fa strada anche l'ideadi un "superassessorato". «Almeno la componente dell'innovazione più legata all'economia dovrebbe stare con chi l'economia la governa», traccia la linea il presidente di Assoimprenditori, Christof Oberrauch.

Il Trentino investe sugli strumenti per gli immigrati ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Oggi i veri problemi sono l'eccessiva burocrazia che ancora persiste nelle fasi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno e la quasi totale mancanza di rappresentanza degli immigrati nelle decisioni che li riguardano, anche a livello locale». ALL'AVANGUARDIA Approvati due progetti relativi agli stranieri in attesa di asilo politico,

CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanit... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 35 CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanit... CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanità. Nei giorni scorsi mi è stato prescritto dal mio medico un esame da effettuare in una struttura vicina all?

Le imprese cambiano gestore ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il risparmio reale èminimo e la burocrazia pesantissima. Senza l'aiuto dei consorzi una piccola impresa difficilmente riesce a districarsi». In Piemonte hanno cambiato fornitore 124.845 famiglie su un bacino totale di circa 2,2 milioni di utenti. I movimenti più significativi si sono registrati tra novembre 2007 e aprile 2008 (il picco massimo a dicembre dello scorso anno con 17.

Un maestro davvero unico ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Spesso in barba della burocrazia: «Nel ?51, una settimana dopo la frana del monte che fece nascere il lago di Castel dell?Alpe, ci portai gli studenti. Quante storie mi hanno fatto». SPORT e insegnamento, per il maestro Giannino, vivevano in simbiosi. «Per spiegare la punteggiatura ?

Americani dell'Alto Adige <Il presidente sarà Obama> ( da "Corriere Alto Adige" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è sempre troppa burocrazia di mezzo». Su MaCain il giudizio di DiCasmirro è negativo: «Ha troppe primavere alle spalle — conclude — l'America ha bisogno di rinnovamento e di personaggi nuovi e con idee propositive». Un altro americano Doc, il direttore generale della Cassa di Risparmio Timothy Brooks, guarda con grande interesse alla scelta su quello che sarà il 44Ë?

Neo-socialismo in aiuto dei ricchi Il duro mercato per tutti gli altri ( da "Corriere della Sera" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: voleva ascoltare valutazioni di cui la loro burocrazia nazionale forse non disponeva. Tutti i referenti mettevano in evidenza che l'Europa dovesse avere un ruolo maggiore, anzi che l'Europa fosse la chance decisiva della politica mondiale. La politica degli Stati Uniti basata sull'unilateralismo è drammaticamente fallita.

Primavera contro Enti e burocrazia: Siamo pronti allo sciopero dei cantieri ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi Primavera contro Enti e burocrazia: «Siamo pronti allo sciopero dei cantieri»

E ora la transizione: i sorrisi di Clinton, il gelo Carter-Reagan ( da "Corriere della Sera" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e ostacolata dalla burocrazia. Nel settembre 2001, quando Al Qaeda abbatté le Torri Gemelle, molte cariche governative erano ancora scoperte. «Non deve accadere mai più», ha ammonito Josh Bolten, capo di gabinetto di Bush. «Il periodo della transizione e i primi cento giorni di governo sono i due periodi in cui il Paese è più vulnerabile.

Per l'edilizia sta iniziando una fase di recessione figlia della crisi economica generale ma sopratt... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: crisi economica generale ma soprattutto di una burocrazia spesso ottusa e di un incrocio perverso fra norme che di fatto paralizza la macchina degli appalti e dei pagamenti. Dopo nove anni consecutivi di crescita, per il settore delle costruzioni si sta dunque aprendo un periodo molto difficile che è iniziato nel secondo semestre di quest'anno e che tenderà a peggiorare nel 2009:

San Marino fa i conti con la crisi ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia e riduzione della quota di spesa corrente sul bilancio pubblico». Per quel che riguarda il confronto bilaterale, la trattativa potrebbe essere ben influenzata dal fatto che San Marino si è appena dotato di una legge antiriciclaggio molto restrittiva che potrebbe favorire l'ingresso del Paese nella white list degli Stati virtuosi e che è stata positivamente valutata anche

A PROPOSITO di PdL e Forza Italia verso il PdL, a Carrara calma piatta. Dopo insi... ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: essere stufo di tutta questa burocrazia e di tutti questi arzigogoli; ma almeno Verdini, coordinatore nazionale. IL QUALE domenica a Orbetello, in una riunione dei vertici toscani di Forza Italia e di An, ha detto apertamente: «Più siamo, meglio siamo». Secondo Antichi invece, almeno nella nostra provincia, siamo meglio se siamo in meno: non gli è chiaro che debba abolire la mannaia.

E' crisi nera, 15 pescherecci in disarmo ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fino al punto da dover lavorare in perdita, mentre la burocrazia comunitaria, nazionale e locale, infierisce con nuove e vecchie imposizioni: blue-box, misurazioni pignole, giornali di bordo telematici, costi crescenti delle manutenzioni, gestione carente del mercato ittico comunale, controllori di ogni tipo che anziché aiutare l?

Salvatore Giannella: "voglia di cambiare" ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: hanno chiamato proprio un italiano per snellire la burocrazia e a Copenhagen è la nostra tecnologia a bruciare i rifiuti, che invece da noi rigurgitano per strade e piazze. Insomma un libro semplice e concreto, come si addice a un giornalista ormai di lungo corso e ancora pieno di buone intenzioni, come è Giannella, pugliese inurbato a Milano, già direttore dell?

La scoperta arriva scavando, come si conviene ad un'inchiesta in cui dominano gli antic... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: beneficiari sarebbero stati coloro che tengono in mano i permessi e la burocrazia del restauro. Tutto qui? No, probabilmente c'è di più. E chissà che l'interrogatorio non sia stato illuminante. Per capire l'inizio bisogna guardare verso Orvieto, la sua Soprintendenza e le informazioni di garanzia destinate a Giuseppe Davanzo, un altro funzionario la cui responsabilità è di seguire,

Non abbastanza disabile per il bus ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi Assurda storia di burocrazia per una madre che ha il figlio al Serafico di Assisi: per un cavillo negato il servizio trasporti Non abbastanza disabile per il bus

Trent'anni per demolire un abuso edilizio. Un bagno dalle parti del Tras... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi di ALESSANDRO BELEI Trent'anni per demolire un abuso edilizio. Un bagno dalle parti del Trasimeno. Forse un cesso. Un tempo detto ritirata. Magari la ritirata dei romani inseguiti da Annibale. La burocrazia fa passi da elefante. All'indietro.

Venerdì s'inaugura cassa di espansione ( da "Stampa, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la cassa di espansione tra Canelli e Santo Stefano, sarà inaugurata venerdì alle 11: costata più di 15 milioni di euro, con tempi di realizzazione rallentati a causa della burocrazia. Il sistema di laminazione copre un'area di più di 40 ettari e comprende due vasche (per un milione e 800 mila metri cubi).

a causa dei tagli ai bilanci a rischio servizi fondamentali ( da "Nuova Venezia, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: già gravata dalla burocrazia». Zoggia poi ha anche detto che in un Paese come il nostro, dove si parla sempre di privatizzare e di tagliare i costi, si impone un cambiamento culturale. «I tagli non possono essere applicati in modo indiscriminato - ha detto il presidente - perché ci sono sprechi ma ci sono anche amministrazioni che spendono in modo oculato ed efficiente»

"A Stroppo la mia auto colpita da un masso" ( da "Stampa, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Il piano di messa in sicurezza sta andando avanti - replica Giovanni Negro, assessore provinciale ai lavori pubblici -. La Giunta ha già approvato il progetto di allargamento nella carreggiata. Abbiamo anche trovato l'accordo con Anas per il paramassi; i ritardi sono dovuti alla burocrazia». \

umberto i ostaggio della soprintendenza ( da "Nuova Venezia, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E' una storia di ordinaria burocrazia. I programmi iniziali prevedevano che a ottobre, in via Circonvallazione, partissero i lavori per l'abbattimento del monoblocco. Siamo a novembre e non c'è ancora il passaggio di proprietà tra Asl 12 e i nuovi proprietari (la società trentina Il Rovere e la mestrina Dng).

Grandi Comuni a rischio deficit ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Per quanto riguarda in particolare quest'ultima voce (che contiene le risorse per la burocrazia e per la gestione di servizi generali per il pubblico,quali l'anagrafe e l'ufficio tecnico), gli aumenti più consistenti si registrano a Caserta, Catania, Enna e Gela (con incrementi superiori al 30%), mentre a Napoli si rileva una dinamica molto contenuta (+4,8%).

Quattordici anni di burocrazia ( da "Stampa, La" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La cronistoria Quattordici anni di burocrazia Il progetto della variante sulla Statale 27 nasce 14 anni fa. Nel 1994 il Comuni di Etroubles e St-Oyen, la Regione e l'Anas sono d'accordo sul tracciato. Il progetto viene approvato nel 1999. Ma i lavori non partono. Nel 2004 il progetto va rivisto e adeguato alle nuove normative.

Contro i burocrati nel nome del padre morto senza giustizia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: spingono a continuare nella sua lotta contro questa vergognosa e fatiscente burocrazia. Per mio padre, per me, per i miei figli. ANNA RITA ROMBI - CALASETTA Ricapitolando: suo padre non ha ricevuto in vita né gli arretrati, né la pensione adeguatamente calcolata. In compenso, lo Stato gli manda un assegno post-mortem per quattordici mesi e un Cud affinché ci paghi sopra le tasse.

Intervista a GIANNI LETTIERI/ Se è difficile l'accesso al credito, le aziende sono a rischio usura ( da "Opinione, L'" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: estrema reattività del sistema imprenditoriale che combatte ogni giorno con i problemi della sicurezza, della burocrazia e dell?accesso al credito. Ne consegue che la crisi finanziaria impattando su un sistema già di per sé debole, non fa altro che acuire i problemi. Qual è il problema che potrebbe rivelarsi più preoccupante nel breve o medio termine?

Restauro? Il chiostro dovrà aspettare anni ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ulss saranno trascorsi 8 anni, una infinità degna della burocrazia più resistente, e addirittura 11 da quando alla sovrintendenza di Verona giunse l?ok romano. Fu grazie a Fabio Gava, oggi parlamentare alla corte di Berlusconi e allora assessore regionale alla sanità, a far aprire i forzieri ministeriali a favore del S.

A.a.a. cercansi becchini formati sul campo(santo) ( da "Secolo XIX, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia impazzita a Genova Il concorso per otto "operai seppellitori" va deserto: serve una "patente" che nessuna scuola può dare MA DOVE troverà, il Comune di Genova, otto persone con la qualifica di "operaio professionale seppellitore categoria B", vulgo becchino, per garantire il regolare svolgimento dei servizi cimiteriali?

L'Ecofridge rischia di fallire ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ritardi legati alla burocrazia, perché la realizzazione del capannone nell'area industriale di Bolotana, è stata frenata per molto tempo da cause non imputabili all'azienda. Una giustificazione riconosciuta anche dal Comitato e soprattutto dai sindacati e da Confindustria, che hanno sollecitato più volte il Ministero per annullare il provvedimento di revoca dei finanziamenti.

CATANZARO/ANCE: CERMINARA, IMPRESE COSTRUZIONI IN SOFFERENZA. ( da "Asca" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia mette troppi bastoni fra le ruote''. ''Se la situazione nazionale - continua il Presidente Cerminara - e' pesante, il contesto locale e' ancora piu' sofferente, perche' cominciamo a vedere gia' i segnali negativi sull'economia reale con una stretta creditizia sulle imprese, in aggiunta alla grave criticita' connessa all'

Turbogas, interviene il ministero ( da "Tempo, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sono normali e legati alla solita lentezza della burocrazia. Quello in questione, invece, sembra un rinvio significativo. Infatti la Provincia di Frosinone, che aveva indetto la Conferenza dei Servizi per dare il via libera all'impianto di cogenerazione della Cartiera del Sole a S.Domenico, ieri ha dovuto interrompere l'iter e rinviare l'incontro su richiesta della Regione Lazio -

Rischia di sparire la flotta dei pescherecci ( da "Corriere Adriatico" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fino a lavorare anche in perdita conclude la Federcoopesca mentre la burocrazia comunitaria, nazionale e locale aggrava sempre più l'impresa con nuove e vecchie imposizioni: blue-box, pesce misurato con il centimetro, giornali di bordo inviati telematicamente, imbarchi e sbarchi comunicati via e-mail, costi delle manutenzioni sempre crescenti, gestione carente del mercato ittico,

<Nessun caorlotto brucerebbe un casone> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Mi auguro che questa situazione non si ripeta perchè ha concluso il sindaco casoni e laguna sono un patrimonio inestimabile per i quali l'amministrazione si sta impegnando. Purtroppo il nostro piano di tutela è fermato dalla burocrazia: ci serve maggiore sostegno da parte della Regione e della Sovrintendenza».Riccardo Coppo

Insediato il nuovo segretario Sarà anche direttore generale ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma questo non significa trincerarsi dietro la burocrazia, bensì mettersi al servizio della città». «Ho scelto il dottor Vetrano per la professionalità e la conoscenza della realtà vicentina, maturata come segretario generale di numerosi comuni del nostro territorio - è stato il commento di Variati - Al compito del segretario comunale aggiungerà quello di direttore generale,

<I sindaci ridiano le chiavi del Municipio> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: le promesse disattese ed una burocrazia opprimente, la misura è ormai colma. "Se i presidenti delle comunità montane porteranno le chiavi al Prefetto, portiamo anche noi sindaci quelle dei nostri municipi! Dovremmo gridare forte che non sono i nostri enti il vero costo della politica e che la necessità di tagliare spese, ritenute eccessive ed inutili"

Santa Lucia Continua a far discutere la sicurezza a ... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, pattugliamento e vigilanza che con la stessa cifra non potremmo garantire. Infatti con tre ipotetici vigili, a cui andrebbero aggiunti mezzi ed attrezzature, ne avremmo costantemente uno e mezzo in ufficio ed uno fuori. Inoltre il tipo di sicurezza di una rapina fatta alle 5 e mezza del mattino attiene alle forze dell'

Addio licenza di pesca, basterà pagare una tassa ( da "Gazzettino, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ora meno burocrazia per i cittadini e uno sgravio di lavoro per gli uffici della Provincia - commenta soddisfatto Da Re, primo firmatario della proposta leghista - La licenza che fino a ora veniva richiesta non aveva alcuno scopo di dimostrare l'attitudine all'attività di pesca e quindi era opportuno, almeno per il livello dilettantistico,

Ance di Catanzaro, situazione preoccupante per il settore edilizio ( da "Giornale di Calabria, Il" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: i privati sono scoraggiati con conseguente diminuzione dei consumi, la burocrazia mette troppi bastoni fra le ruote. Lo dichiara il presidente di Ance Catanzaro, Raffaele Cerminara, che aggiunge: ?Se questa è la situazione nazionale il contesto locale è ancora più sofferente, perché cominciamo a vedere già i segnali negativi sull?

SALUTE. Cure palliative: cresce la percezione di utilità dei farmaci oppiacei ( da "HelpConsumatori" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: punta il dito sulla burocrazia che imbriglia ancora l'uso dei farmaci oppiacei. "Se è certamente confortante rilevare che l'80% degli italiani ritiene necessario l'uso degli oppiacei nella cura del dolore, va preso atto che questo diritto non è fruibile a causa delle difficoltà burocratiche dovute all'uso di speciali ricettari ministeriali.

CONCORRENZA. Carburanti, Antitrust: in Italia costano da 3 a 5 centesimi in più ( da "HelpConsumatori" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in termini di minor costo di ricerca e di confrontabilità delle varie opportunità, sia per i venditori, in termine di accessibilità alle informazioni necessarie e minore burocrazia connessa all'acquisizione di un nuovo cliente. Solo così sarà possibile abbassare i costi commerciali e rafforzare il processo di discesa dei prezzi nel regime di libero mercato". 2008 - redattore: BS

<Sindaco si muova!>, Azione Giovani critica Farioli ( da "Varesenews" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della burocrazia e dei secondi fini. Azione Giovani vuole delle risposte oneste e sensate su entrambi i punti caldi: sull'autosilo perchè tanti problemi per far partire i lavori in piazza Vittorio Emanuele? perchè 4 osservazioni di associazioni, che non sono mai state ascoltate, ora vengono usate come scusa per i ritardi?

Di Silvio, test con Velasquez, aspettando Califano ( da "Datasport" del 05-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Molto per colpa di una burocrazia che non fa eccezione da nessuna parte. Il campione italiano dei leggeri Di Silvio se la vedra` con Carlos Wiston Velasquez (12+2) pugile del Nicaragua, gia` visto lo scorso ottobre a Piacenza perdere in modo netto da Max Chiofalo sui 10 round.

Con l'indimenticabile "Batezar" i vizi e le virtù dei valdostani ( da "Stampa, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: personificazione della burocrazia, passando da vedove e signorine di diversa levatura morale. Prima sul palco e poi alla radio, Vietti ha cristallizzato con le sue parole vizi e virtù dei valdostani alle prese con il cambiamento degli Anni 50 e 60, per poi continuare a guardare alla sua gente con una penna divertita.

Opportunità lungo il sentiero di Ho Chi Minh ( da "Giornale di Brescia" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia più concretezza «Tempi rapidissimi per le autorizzazioni e niente obbligo di partnership con aziende locali - spiega Enrica Senini - per ciò il modello vietnamita funziona». È infatti la grande concretezza, il grande pragmatismo, avulso dall'ideologia, che caratterizza l'attuale condotta della dirigenza politica vietnamita.

una battaglia lunga 9 mesi per il volontario del verde - sara strippoli ( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Pagina XV - Torino Un anziano si è scontrato con la burocrazia Una battaglia lunga 9 mesi per il volontario del verde "Finalmente mi daranno le chiavi del giardini del Martinetto: l´assicurazione mi copre però soltanto per nove ore alla settimana" SARA STRIPPOLI La burocrazia ammazza anche lo slancio più genuino.

addio alla decana delle industrie - antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia». La Metalmeccanica meridionale era stata l´unica in Sicilia a richiedere di accedere al fondo per le imprese in crisi: «Non avevamo ricevuto altre domande», dicono da Sviluppo Italia. L´azienda, da sempre nel settore metalmeccanico, è stata per più di trent´anni fornitrice dell´Enel per la costruzione di componenti per centrali termoelettriche e sostegni a traliccio zincati,

impianti chiusi, sos allenamenti le società costrette a spostarsi - dario prestigiacomo ( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: piuttosto che combattere con la burocrazia», spiega Giancarlo Cardella, uno dei dirigenti. A rendere ancora più complicata la vita delle società di pallacanestro ha contribuito la Provincia, che non ha ancora assegnato alle associazioni le strutture sportive scolastiche, una risorsa importante soprattutto per ammortizzare i costi degli allenamenti.

Cannabinoidi, tre motivi che ne bloccano l'uso ( da "Salute (La Repubblica)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il Sativex o il Bedrocan devono superare una burocrazia sfiancante: il medico prescrive in base alla patologia, fa richiesta alla Asl la quale chiede l'autorizzazione al ministero della Salute e intanto decide se pagare ed essere rimborsata dal Servizio sanitario nazionale oppure, come accade nel 99% dei casi, lasciare al paziente l'onere della spesa che dovrà essere anticipata.

mccain, l'addio dell'eroe stanco "ho fallito, ma questo è un voto storico" - alberto flores d'arcais ( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ortodossia e dalla burocrazia interna. Un candidato anticonformista ma perdente. McCain sul palco ha elogiato Sarah Palin e la governatrice dell´Alaska è stata accolta da un´ovazione. Non c´è dubbio che è stata lei la vera star repubblicana in queste elezioni, non c´è dubbio che abbia portato in dote molti dei voti della destra religiosa e militante,

Francesco Terreri Un dibattito <pacato e corretto> su temi sollecitati dagli ascoltatori e presentati dal direttore Corrado Tononi quello di ieri mattina, nella diretta di Radio Do ( da "Adige, L'" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che comporta più burocrazia». Ma Dellai contesta la ricostruzione: «Non è così. Nel federalismo non si parla di manovrare in libertà le aliquote delle imposte statali. A noi andrebbe benissimo, con le nostre imposte come l'Irap l'abbiamo fatto. Ma il progetto del governo non prevede nulla di simile».

Michelon, Savoi e Santuari: tre idee da mettere nell'urna ( da "Adige, L'" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: combattendo la burocrazia e i costi legati all'energia». Tutti d'accordo i tre candidati sulla costituzione di una comunità di valle tutta cembrana (con l'esclusione di Lavis), anche se Michelon ha evidenziato le titubanze di alcuni sindaci, mentre Savoi ha messo in discussione l'intera riforma istituzionale della giunta Dellai.

Strada di casa a proprie spese ( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma da anni le loro richieste sono rimaste inascoltate e la burocrazia ci si è messa di mezzo a complicare le cose. Adesso che, finalmente, gli enti pubblici hanno deciso di costruire una strada nei vigneti della zona ad uso agricolo, dovranno collegarsi con un tracciolino privato se vorranno finalmente poter portare in casa merci e suppellettili o, in alternativa,

Tra i canali trasformati in discariche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA BUROCRAZIA «Quei finanziamenti sono rimasti bloccati in attesa dei nulla osta dell'Ufficio di Tutela del paesaggio e del Genio civile, ai quali - sottolinea l'assessore - abbiamo presentato un progetto che riguarda i Comuni di Posada, Orosei, Galtellì e Loculi».

Milioni di giorni lavorativi persi dietro le scartoffie ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: lavorativi persi dietro le scartoffie FISCO E BUROCRAZIA non costituiscono una «croce» solo per gli artigiani. Anche gli industriali (quelli, per intenderci, con aziende che spesso contano centinaia di dipendenti) hanno i loro bravi problemi a stare al passo con le scartoffie. Uno studio di Confindustria ha infatti stimato che per assolvere alle pratiche burocratiche le imprese «

Tagliati i fondi per le capre ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma soprattutto ucciso dalla cecità della burocrazia e della politica regionale. Gli allevamenti di capre sono stati esclusi da alcune contribuzioni comunitarie, prima fra tutte quella relativa al "benessere animale": 19 euro per capo, che ci avrebbero consentito di coprire le spese in questi anni terribili.

<FACCIAMO OGNI giorno i salti mortali. I nostri bilanci sono sempre sul filo... ( da "Nazione, La (Prato)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è la ciliegina della tempistica dei pagamenti, sempre in ritardo e subordinate a burocrazie. Siamo alle porte del 2009 e non è stata ancora fatturata la prima tranche 2008, ovviamente basata sui dati 2004 senza adeguamenti. In sintesi non vegono coperte le spese legate all?erogazione del servizio». E.D.

Guidi: un anno difficile, spero nel 2009 ( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sia pure ricordando che il settore ha bisogno di meno burocrazia. «Dovremmo avere il rinnovo visto che - dice Guidi - scade a dicembre. Il ministro dell?industria ci ha assicurato che se continueranno per le quattro ruote, li avremo anche per le due ruote»: «non vorrei si parlasse di incentivi alla rottamazione, anche perchè siamo contrari a questi.

Raccolta di fondi per Capoterra al "Sacro Cuore" ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia, che ancora non ha dato un nome a chi potrà porre fine alla costruzione, continua a fare il suo corso. Restano quindi inascoltate le segnalazioni dei fedeli che ormai sono costretti a seguire tutte le celebrazioni tra l'acqua che scende dal soffitto e l'umidità.

di CARLO DONATI ERA ammalato di cancro, ma nessuno se l'aspettava una mor... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: opposto bacchetta certi altri che si rifugiano nella grigia routine della burocrazia sanitaria. I CRITICI letterari non lo hanno mai amato, ma è la regola. I critici non amano quasi mai gli autori di successo e ancora meno quando allacciano proficue relazioni con il cinema. Nel caso di Crichton i matrimoni con la settima arte furono addirittura spettacolari.

Si snellisce la burocrazia sanitaria, i distretti scendono da tredici a sette ( da "Tempo, Il" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Si va verso una più coerente ed incisiva programmazione e gestione» Si snellisce la burocrazia sanitaria, i distretti scendono da tredici a sette Fabio Zampetti ISERNIA Piano sanitario: la Regione sta facendo i salti mortali per rientrare nei parametri richiesti dai Ministeri. Proprio in questi giorni la documentazione è al vaglio degli organi ministeriali preposti.

PERUGIA - L'antica arte della mazzetta serviva per portare nuove somme nei conti corren... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Preso soldi per aiutare gli ingranaggi della burocrazia a funzionare meglio, a scorrere più veloci e dalla parte giusta. Preso soldi per fare il lavoro per cui erano già pagati dallo Stato. Un doppio stipendio che ha portato in carcere tre dipendenti della Soprintendenza per i Beni Culturali, Raffaele Davanzo, 58 anni residente a Orvieto, Vincenzo Latini Angeletti 54 anni,

La rivoluzione del ritorno al buonsenso ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: contro le minoranze e la burocrazia democratica. C'è riuscito, provano i sondaggi, grazie alla crisi finanziaria e al crollo delle Borse, che negli Usa significa disoccupazione, sfratti, rischio pensione e crollo dei consumi familiari. Perché la crisi ha unito l'entusiasmo dei giovani idealisti per Obama, la crociata dei campus,

Case, ne mancano ancora 200 ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Giovedì 06 Novembre 2008 Chiudi Costruiti tre anni fa e bloccati dalla burocrazia, sono stati consegnti cinque alloggi a San Nicolò Case, ne mancano ancora 200 Cinque famiglie sorridono ma sono appena il 2% della lista

I piccoli Ciro, Giovanni e Rocco non dimenticheranno tanto facilmente la giornata di ieri. I... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ater aveva terminato di costruire tre anni fa ma che non erano stati ancora consegnati perché la burocrazia non aveva completato il suo iter. Quelli che il sindaco Brunini ha definito "alloggi stagionati" per i ritardi nella consegna che li avevano fatti diventare un rifugio di vandali e balordi, da ieri sono la felicità di cinque famiglie, quattro italiane ed una marocchina.

IL VOLONTARIATO come moneta sonante. La solidarietà come moneta di scambio. È ... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E questa è la burocrazia. Nella pratica, ogni cliente della banca "versa" il suo tempo libero sul conto, proponendo degli scambi non per forza reciproci: per esempio un'ora libera per fare la spesa a un altro correntista, in cambio di una lezione di informatica o la fila all'ufficio postale per il pagamento delle proprie bollette.

costruttori, fatturato in calo del 60% - roberta de rossi ( da "Nuova Venezia, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia. E non è l'unico problema: «Un altro dei provvedimenti recenti presi dal governo, e dei quali forse non si è valutata bene la ricaduta sulla realtà di tutti i giorni, pur partendo da un principio anche condivisibile di lotta agli sprechi», prosegue Barbuio, «è la "perenzione del credito" per gli uffici ministeriali,

La Teksid sigla l'intesa che salva anche i precari ( da "Stampa, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Replica il direttore dell'Amma, Gabriele Paino: «Non è una questione di burocrazia: noi cerchiamo sempre e soltanto di assistere le nostre imprese nel modo migliore e di arrivare a scrivere negli accordi impegni che sia possibile rispettare».

Bergonzoni: Ente camerale al servizio dell'internazionalizzazione ( da "Denaro, Il" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessivo peso della burocrazia nel rapporto tra loro e noi. Eppure, come nota giustamente Francesca Musini, trade analyst alla Camera di Commercio, i cinesi hanno bisogno di tempo prima di stabilire un contatto con i loro interlocutori. Vi candidate quindi a rappresentare un punto di riferimento per la ricerca della Campania in Cina.

Un anno da dimenticare per la marineria ( da "Corriere Adriatico" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: a partire da quelle generali relative ad una burocrazia comunitaria e nazionale considerata "opprimente". A livello locale, invece, è in ballo la gestione stessa del Mercato Ittico Comunale. una società consortile di cui il 52% delle quote sono pubbliche (in mano al Comune) e il restante 48% equamente divise tra le due cooperative di produttori ittici della città.

Un diploma "salva mansioni" per i marittimi ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mette di traverso la burocrazia le cose cambiano. Lo stanno sperimentando decine di dipendenti delle imprese consorziate in Chioggia Nuova, la sorella minore del Consorzio Venezia Nuova. Queste imprese agiscono quasi tutte nel settore delle opere marittime (dighe, ripascimenti di litorali, banchine e via aggiungendo) e utilizzano quasi un centinaio di grosse imbarcazioni e chiatte.

SI ROMPE il fronte della lotta al carovita a Ravenna. La Confesercenti ha infatti... ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Al pari è fondamentale mettere in campo politiche e misure tese a ridurre i carichi fiscali , tariffari e di burocrazia che pesano su famiglie e piccole e medie imprese». Confesercenti ha quindi proposto che le risorse impiegate o destinate a questa iniziativa siano devolute a famiglie in difficoltà.

TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un'indagine promossa dal... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 3 TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un?indagine promossa dal... TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un?indagine promossa dalla Confartigianato Imprese Rovigo su un migliaio di associati.

Appiah: "Danneggiato dalla burocrazia della Fifa". La Federazione: "Non è vero" ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Danneggiato dalla burocrazia della Fifa". La Federazione: "Non è vero" Stephen Appiah può firmare con chi vuole. La Fifa smentisce le voci secondo le quali il centrocampista ghanese, per colpa di ritardi burocratici dovuti alla stessa Federazione internazionale, non potrebbe accasarsi altrove dopo aver rescisso in agosto il contratto con il Fenerbahce.

E' giovane, può dare la svolta ( da "Arena, L'" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessiva burocrazia e lentezza nei giudizi legali in caso di vertenze. Dobbiamo, come governo, lavorare per ridurre questi vincoli che limitano importanti investimenti nel nostro paese». Anche il sindaco Flavio Tosi non ha dubbi. «A Barack Obama i miei complimenti per il successo elettorale e gli auguri per il difficile compito che lo attende.

Quattro inverni d'acqua e paura Dopo l'alluvione lavori ancora fermi ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia regionale caratterizzato dalla solita, esasperante lentezza. Come se una nuova emergenza alluvione non fosse dietro l'angolo. «Prima della tragica alluvione del 2004 - ricorda Piero Cannas sindaco del paese all'epoca dei fatti - l'amministrazione comunale aveva ottenuto dalla Regione un finanziamento da due milioni di euro per rafforzare i canali di scolo a monte dell'

Legno, tre milioni e mezzo per il rilancio ( da "Corriere delle Alpi" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Voti augurali sono stati espressi da Comiotto di Confagricoltura e dal sindaco di Taibon Loretta Ben, mentre quello di Seren del Grappa, Loris Scopel, ha chiesto che la burocrazia non complichi l'iter, rallentando i progetti e scoraggiando i proponenti. Gianni Santomaso

Myftiu: Irregolare non è delinquente ( da "Alto Adige" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: attività di sportello per aiutare a cavarsela tra leggi e burocrazia. «Stiamo per inaugurare la nuova sede in via Piacenza a Bolzano - dice Myftiu - e siamo aperti tutti i giorni dalle 18 alle 20 (il telefono è 0471-1810380). Noi siamo per la legalità, la clandestinità può indurre le persone a delinquere per sopravvivere.

Promossida Brunetta, ma lo Statochiede i danni ( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Promossida Brunetta, ma lo Statochiede i danni manager asl Citati fra i casi di buona burocrazia per aver speso meno sui farmaci, ora si vedono chiedere 5 milioni: potevano fare meglio... 07/11/2008

Imperia, multa alla Asl che Brunetta aveva elogiato ( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della buona burocrazia perché nella Asl 1 imperiese erano riusciti ad abbattere la spesa farmaceutica. Il fatto strambo è che ora, ai due manager che dal gennaio 2001 al giugno 2008 si sono alternati al vertice della Asl, la Corte dei Conti ha presentato il conto, la messa in mora (una sorta di avviso di garanzia della magistratura contabile)

Coppie di fatto, bonus vincolato alla residenza ( da "Italia Oggi" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: bonus vincolato alla residenza Le coppie di fatto rischiano di perdere alcuni benefici fiscali se non stanno attente alla burocrazia. Infatti non è detraibile quanto speso dal convivente per ristrutturare la casa della compagna se, già alla data di inizio dei lavori, non era formalmente residente in quell'abitazione. Insomma, si evince dalla sentenza della Cassazione n.

Leonardi, la folla applaude le accuse di clientelismo ( da "Adige, L'" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, la politica del fare, contro una situazione in cui purtroppo «conta più la grammatica della pratica». E se Santini ha parlato di situazioni in cui, come a Madonna di Campiglio, la gente vota Berlusconi ma «non si può far vedere agli incontri del Pdl per timore di ritorsioni», Leonardi è arrivato a dire che «la mafia bianca è ben peggio della mafia delle regioni del sud»

sportello unico per le manifestazioni l'udc-fl: il comune boccia la proposta ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: approccio degli stessi con la burocrazia». «Sono allibito dalle scuse addotte dal sindaco per giustificare l'immobilismo di questa amministrazione - ha aggiunto il consigliere -, ed è sotto gli occhi di tutti la perdita di credibilità della nostra località anche nei confronti di Provincia e Regione che sono dello stesso schieramento.

Divina fa la giunta? Debole e disperato, non lo voto H o letto sull'Adige di ieri che Divina, ancora prima di sapere quale sarà l'esito elettorale di domenica prossima ha già decis ( da "Adige, L'" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il settore, è oberato da costi e da un'inconcludente burocrazia; gli aiuti erogati dalla Provincia sono sempre stati e sono tuttora insufficienti soprattutto se paragonati agli esborsi sostenuti per settori quali l'agricoltura e il turismo. Delle cave di porfido ci si ricorda solo in campagna elettorale.

municipalità, corsa al risparmio ( da "Nuova Venezia, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: meno burocrazia MESTRE. Le Municipalità? Costano troppo. E' la conclusione a cui è giunta l'amministrazione comunale di Venezia che ieri ha approvato le linee guida della riforma dei sei «parlamentini» cittadini. Verranno tagliati sia il numero dei consiglieri municipali (ora sono addirittura 194) sia quello delle commissioni.

aspetta i contributi per la pensione da quasi 20 anni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Storie di burocrazia. Una pratica avviata a metà del decennio precedente non è stata ancora conclusa e dal 2005 è in fase di registrazione alla Corte dei conti Aspetta i contributi per la pensione da quasi 20 anni Un artigiano ha indossato la divisa dell'Esercito per tre lustri e non ha ancora avuto il ricongiungimento di ENRI LISETTO Ha indossato la divisa per quasi 15 anni,

Bianco Natal che quasi scolorisce ( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: su tutti i documenti ufficiali della burocrazia cittadina. Non si è arrivati a tanto. «Festeggeremo il Natale come sempre», ha rassicurato il sindaco. Ma la questione di fondo resta: perché quando si parla di iniziative (non necessariamente religiose) che ruotano intorno alla Natività non si può fare riferimento al Natale?

quella rotonda al buio è pericolosa, illuminatela ( da "Nuova Venezia, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sarà mia personale cura informare gli uffici preposti per denunciare questa persistente ed ingiustificata anomalia che crea disagio ai cittadini, precisa Bortolussi, mi auguro che per una questione di burocrazia non si continui a giocare con la pelle della gente». (gp. dg.)

Treviso, la mia città ( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: oltre l'eccesso di burocrazia, diventa stressante per gli anziani o i loro familiari accedere alle strutture sanitarie. Chi ha bambini, deve parcheggiarli in fretta nella scuola,per correre al lavoro, dal medico o a fare la spesa. Correre, correre, correre...per finire in ospedale per incidente stradale o per un infarto.

fvg in recessione, ma un po' meno che nel resto d'italia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Inoltre, con la Regione, ho chiesto la sottoscrizione di un Patto per l'economia - conclude Da Pozzo - che contenga, oltre a interventi sul credito utilizzando pure Friulia e Mediocredito, lo snellimento della burocrazia e l'avvio di un piano complessivo per il rafforzamento delle infrastrutture».

Festival Barocco e burocrazia stonata ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi Festival Barocco e burocrazia stonata Critiche al bando per il direttore artistico, la replica di Mazzoli: «Le date sono cambiate»

La burocrazia colpisce ancora. E stavolta manda in crisi centinaia di famiglie. Sono quelle ... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi di LUCA BENEDETTI La burocrazia colpisce ancora. E stavolta manda in crisi centinaia di famiglie. Sono quelle che mandano i loro bambini alle scuole materne comunali. Ieri sono arrivati i bollettini per pagare la quota mensile del servizio mensa. E fin qui nulla di strano.

Soltanto pochi giorni fa i sindacati dei pensionati avevano lanciato l'allarme, riferendo di come ne... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ed è proprio per questo che i patronati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil chiedono al Comune di istituire al più presto uno sportello dedicato all'interno del Suic, onde evitare di far perdere gli anziani nel labirinto della burocrazia, visto che attualmente per ottenere le varie agevolazioni bisogna rivolgersi a interlocutori diversi.

Anche perché nel frattempo la comunità scientifica si accorge dell'importanza dell... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E' proprio da questo intreccio di burocrazia e inefficace coordinamento fra comuni interessati, Enel, Soprintendenza e Regione che trae origine il naufragio della musealizzazione. Manifestazioni e prese di posizione da parte della comunità locale non sono mancate, l'ultima qualche anno fa, ma i risultati sono sempre lì.

Cara Carla ( da "Manifesto, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazie, o finiamo per rifugiarci in origini pure, separate, a identità chiusa: i comunisti, i sessantottini, gli altri. Perché proprio quell'origine e questa vicenda non univoca, il rischio dell'incontro e dell'agire di donne e uomini differenti, che da subito segna l'esperienza politica e anche editoriale - la nascita del quotidiano e i saperi le passioni le ore di vita che

Gis, Sartori lascia: <Mi sento in gabbia> ( da "Corriere del Veneto" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 1500 euro mensili - era inadeguato rispetto all'impegno, ma non ha avuto riscontri dal Comune. Ma c'è anche un altro motivo che spinge Sartori a mollare: «Non mi adatto al pubblico. Ho mentalità da imprenditore privato e la burocrazia è crescente: mi sento come in una gabbia».

<Trentuno miliardi per le infrastrutture bloccati dalla burocrazia> ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 12 «Trentuno miliardi per le infrastrutture bloccati dalla burocrazia» I SINDACATI confederali del Veneto denunciano la situazione paradossale che vede, in un momento di crisi dell?economia, 31 miliardi di euro per infrastrutture materiali e immateriali «bloccati» tra Cipe e Cassa depositi e prestiti.

er gli oltre trenta comuni emuli di Cortina, che ha scelto di traslocare in un'altra regione, l... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Più una in Umbria: a Leonessa, nel Reatino, si voterà domenica 30. La doppia consultazione è la prima risposta burocratica a cittadini oppressi dalla burocrazia. Magari in seguito, per prudenza, verranno istituiti anche referendum supplementari e calci di rigore.

Così la Moratti diventò "suor Letizia" ( da "Giornale.it, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fantasia contro burocrazia. Ecco i retroscena dello scontro fra il sindaco di Milano e il suo ex assessore alla Cultura. L'intervista al critico d'arte: "In lei c'è un po' di me e un po' di Albertini" Milano - Il sindaco Letizia Moratti si permette di dire che la mostra «Vade retro, arte e omosessualità» (siamo nell?

Promossi da Brunetta, ma lo Stato chiede i danni ( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Promossi da Brunetta, ma lo Stato chiede i danni Manager ASL Citati fra i casi di buona burocrazia per aver speso meno sui farmaci, ora si vedono chiedere 5 milioni: potevano fare meglio... COSTANTE >> 9 07/11/2008

Immigrazione in Italia La sfida è bipartisan ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: tanto una burocrazia farraginosa farà sì che poi si possa restare. Gran parte di chi è qui non è stato scelto, non è stato selezionato: è qui perchè è riuscito a imporsi, con una serie di sanatorie che si sono susseguite negli anni. Invece bisogna invertire il trend, arrivare ad avere un'immigrazione scelta e non subita».

Partorì in coma Ora torna casa dalla sua bimba ( da "Stampa, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per la burocrazia, la giovane donna non è ancora giuridicamente la mamma di Gaia, perché al momento del parto lei era in coma e quindi non nelle condizioni di poterla riconoscere. Il caso aveva destato scalpore e apprensione. La giovane donna, al settimo mese di gravidanza, era stata investita da un automobilista pirata (poi bloccato qualche centinaio di metri più avanti)

L'alluvione batte sul tempo il G8 ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA BUROCRAZIA È terribile doverlo ricordare, adesso che la gente sta spalando fango e si asciuga le lacrime. Ma così come i soldi per la pulizia dei canali di Posada, Orosei, Galtellì e Loculi erano fermi in Provincia ormai da più di due anni («fondi bloccati perché aspettavamo il nulla osta dell'Ufficio di Tutela del paesaggio e del Genio civile»

<Prosciolto per il disastro? Non mi consolo> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I risultati sono sotto gli occhi di tutti e la cronaca degli ultimi giorni ne è, purtroppo, la riprova. Villagrande resta una zona ad alto rischio di dissesto idrogeologico. La Regione ha stanziato due milioni di euro ma la burocrazia impedisce ancora di utilizzare quei fondi per realizzare opere di sicurezza. GIUSY FERRELI

assessorati, rivoluzione rinviata - massimo lorello ( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: entrata in vigore dell´emendamento più importante del disegno di legge sulla riforma della burocrazia. Entrerà in vigore immediatamente dopo l´approvazione, invece, un secondo emendamento, sempre del governo, che riduce da 39 a 31 i dipartimenti. Martedì la discussione in commissione Affari istituzionali prima dell´esame dell´aula.

uno stop alla lotteria per finanziare l'expo - rodolfo sala ( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: hanno subito gridato contro «le lobby delle burocrazie romane sorde alle richieste dei territori», poi si sono accontentati di presentare un ordine del giorno che impegna il governo ad attivarsi per reperire risorse aggiuntive e per istituire nuove lotterie e altre forme «innovative» di sottoscrizione a premi.

ateneo, prima valutateci e solo dopo usate la scure - gianfranco pasquino ( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: vale a dire il Ministro Gelmini più la sua burocrazia, ritiene che tutto possa essere risolto attraverso tagli che sarebbero equi perché calcolati in percentuale: 10, 15, 20 per cento in meno dei fondi in maniera orizzontale. E´ lampante che questa è una misura che, in qualche modo, potrebbe anche "fare cassa", ma che sicuramente non migliorerebbe l´organizzazione della didattica,

prima valutateci... - gianfranco pasquino ( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: cara Ministro e carissima burocrazia, non dico di non tagliare, ma prima valutateci caso per caso, con cura, a fondo, in maniera documentata, pubblica e trasparente, e richiedete a tutti gli atenei e a tutte le facoltà di mettere on line, facilmente e universalmente accessibili, le loro valutazioni della didattica e della ricerca,

Come non perdersi all'Urbanistica ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Come non perdersi all'Urbanistica La burocrazia è di solito vista come un mostro pronta a inghiottire i cittadini che si avventurano in una pratica, ma seppure possa essere vero che di fronte a cavilli, leggi e norme non sia facile muoversi, è altrettanto vero che conoscendo e trovando aiuto tutto si dipana.

La Camera approva i fondi per l'ippica ( da "Gazzettino, Il" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: emendamento sulla crisi ippica rappresenta un segnale forte per il rilancio del settore e «non si tratta di sostenere vecchi carrozzoni fatti di burocrazie e clientele ma di garantire un montepremi strumentale ad un serio e rigoroso piano industriale che sappia misurare nel mercato le opportunità che l'ippica italiana può registrare».

DANIELA VOLPECINA IL NUOVO MERCATO DI PIAZZA MATTEOTTI SARà ATTIVO ENTRO L'8 DICEMBRE. È... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: amministrazione comunale che pure conosce bene i lunghi tempi della burocrazia. Stando infatti alle prime indiscrezioni trapelate dall'ufficio tecnico sarebbero approdati a Palazzo Castropignano sia il collaudo che i dovuti pareri tecnici prescritti dalla legge. A preoccupare in queste ore è piuttosto la disposizione dei 54 box di vendita e soprattutto i criteri di assegnazione degli spazi.

CASTELLAMMARE DI STABIA. OGGI GAETANO GRIECO COMPIE 26 ANNI. IL REGALO PIù BELLO è ARRIVAT... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il provvedimento della Corte di giustizia federale rappresenta una svolta per la burocrazia calcistica: oggi verrà depositato presso gli uffici della Federcalcio a Roma. Una buona notizia per Grieco e anche per Morgia, che dopo gli ultimi risultati negativi della Juve Stabia aveva deciso d'accordo con i dirigenti di portare i gialloblù nel ritiro di Serino.

Europa e Pmi: 6 milioni di Pmi sollecitano rapida attuazione Small Business Act ( da "Sestopotere.com" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di Pmi ed una pietra miliare nell?attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l?occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle piccole e medie imprese confermato anche dall?attenzione che la Commissione europea dedica loro con la Settimana europea delle Pmi in programma dal 6 al 14 maggio 2009.

Porto, molo di levanteripristinate le torri faro ( da "Sicilia, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: però, nelle strette delle maglie della farraginosa burocrazia e della rete di una classe politica che non sa decidere. La città termale è anche questa, pensa allo sviluppo turistico ma non ci sono infrastrutture, pensa allo sviluppo commerciale, ma mancano gli strumenti urbanistici e di programmazione.

La nave <Sirio> in portosino a martedì prossimo ( da "Sicilia, La" del 07-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Abbiamo superato tanti problemi di burocrazia per portare a termine questo progetto. Grazie a Dio ci siamo riusciti». Felice per una giornata "storica" è ovviamente il missionario laico Biagio Conte. «Il sacrificio di questi anni ha avuto oggi una risposta - conclude -. Il disegno di Dio si è completato.

Cassa integrazione, Urso rassicura sui fondi ( da "Corriere delle Alpi" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: soprattutto nell'occhialeria - e da una burocrazia asfissiante. Sindacati e categorie produttive lo hanno sottolineato più volte: «Per andare avanti servono misure specifiche». L'emergenza. Paolo Doglioni usa il termine con disinvoltura: «Siamo in un momento di emergenza, per questo abbiamo bisogno di risposte rapide».

Monna Lisa e Colombo "eroi" della Biennale ( da "Stampa, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: stato proprio un italiano ad aggiudicarsi il primo premio, raccontando una storia di ordinaria burocrazia quotidiana, sintetizzata attraverso un ponderoso tomo di leggi dove i molti segnalibri appuntano codicilli, norme, disposizioni e «garbugli» che separano il cittadino da ciò che è imposto in maniera aggrovigliata, ma si sa: dura lex sed lex.

Crisi, attesa lunedì la decisione del prefetto ( da "Stampa, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: attesa lunedì la decisione del prefetto SANREMO La burocrazia portata alla perfezione ha concesso un paio di giorni in più di sopravivenza alla giunta Borea. O, se vista dall'altra parte della barricata, un paio di giorni in più alle speranze dell'opposizione di mandare a casa l'amministrazione di centrosinistra che dal giugno 2004 governa la città.

Sportello online, la Provincia si modernizza ( da "Arena, L'" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sabato 08 Novembre 2008 CRONACA Pagina 23 BUROCRAZIA SNELLITA. Presentato ai Comuni Sportello online, la Provincia si modernizza Da gennaio molte pratiche si potranno fare in Internet Lo Sportello del cittadino e l'adozione della firma digitale sono le novità presentate ieri dalla Provincia.

Le industrie di Montecarlo <Andiamo a Ventimiglia> ( da "Secolo XIX, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia spaventosa e i monegaschi sono abituati a decidere in tempi rapidissimi», scuote la testa Scullino. I prezzi delle aree di Ventimiglia, però, dovrebbero ingolosire più d'uno. Nel Principato un metro quadrato costa 40 mila euro, lungo le sponde del Roja i valori di mercato sono di 250 euro e con la trasformazione dei terreni agricoli in lotti industriali il prezzo si abbasserà

pintori e calligaris: liberate evelino loi ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mese in più ai domiciliari a causa della burocrazia NUORO. L'assessore comunale ai servizi sociali Graziano Pintori (Rifondazione) e il consigliere regionale socialista Maria Grazia Calligaris chiedono una soluzione alla vicenda giudiziaria di Evelino Loi (foto a destra), presidente dell'Associazione detenuti non violenti, e noto per una clamorosa protesta sul Colosseo negli anni '

Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: autostrada della Valtrompia, è la burocrazia a rallentare l'iter. In questo Paese occorre lottare contro veri mostri a più teste per realizzare infrastrutture. Ma si diceva del federalismo fiscale: potrebbe servire in altre partite». A quali, presidente? Si riferisce alla questione del riordino dei treni sulle tratte lombarde?

riapre la stazione? dipende dall'affitto ( da "Tirreno, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma nella burocrazia c'è poco spazio per la morale. «Non possiamo prendere la via del comodato gratuito - spiega Creatini - perché dovremmo accollarci anche le spese per la pulizia dei binari e del parcheggio. Spesa che si aggira intorno ai 5mila euro ogni anno e che non possiamo sostenere».

manca il medico, niente pensione ( da "Centro, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: gli ostacoli della burocrazia. Protagonista della storia è Maria, nome di fantasia, una vedova 76enne ammalata gravemente di tumore che, da quasi due mesi, è in attesa della visita per ottenere la pensione di invalidità. Un calvario nel calvario che sta aggravando ulteriormente la situazione della donna, che da agosto sta conducendo la sua battaglia contro la terribile malattia.

l'ok di grasso: "una svolta storica ma la riforma va applicata sul serio" - alessandra ziniti ( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: o della burocrazia, per trovare un lavoro o per avere una casa, non ci potrà essere alcun cambiamento radicale. Bisogna mettere i cittadini nelle condizioni di essere liberi, per dare a ognuno la libertà di scegliere veramente da che parte stare. Non si può chiedere una svolta di carattere culturale a chi non ha da mangiare».

governatore e imprese faccia a faccia "irap e credito, è l'ora delle riforme" - antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il funzionamento della macchina amministrativa»: «Occorre avere certezze per quanto riguarda la burocrazia, e allo stesso tempo un sistema chiaro di rapporti con le istituzioni e le banche». Lucio Tasca d´Almerita chiede chiarezza soprattutto a Lombardo: «Sarebbe bello capire quali sono i suoi veri programmi, cosa vuole fare la Regione» dice Tasca.

i suonatori palermitani - francesco gambaro ( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Suonano e se la suonano in parlamento ragionando sulla riforma della burocrazia. Suonano e se la suonano alla facoltà di agraria ragionando su Palermo e se è meglio che il punteruolo rosso se la mangi con tutte le sue palme o... ma abbiamo palme qui a Agraria, stanno ancora bene quelle di Villa Bonanno? Che se no dove si affacciano i nostri parlamentari?

il sindaco di vito d'asio: l'emergenza posti esiste al cimitero di pielungo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: potrebbero essere effettuate altrove in attesa che i tempi della burocrazia rendano possibile l'ampliamento dell'area). «Come amministrazione abbiamo apprezzato l'interpellanza del capogruppo del Partito dei pensionati - ha spiegato Mecchia, il quale segue la vicenda come assessore al bilancio - Spero che la politica trovi un punto di convergenza su un problema così urgente.

Attuare lo Small business act ( da "Italia Oggi" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di pmi e una pietra miliare nell'attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle pmi confermato anche dall'attenzione che la Commissione europea dedica loro con la «Settimana europea delle pmi», in programma dal 6 al 14 maggio 2009»

caccia agli affitti turistici al nero ( da "Tirreno, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: confronteranno da un lato i formalismi dichiarati alla burocrazia, dall'altro la natura delle offerte sui siti internet. Grovigli di competenze. Il compito si prospetta tutt'altro che semplice. Il quadro è intricato; la Provincia non se lo nasconde e definisce «particolarmente complessa» la situazione, a causa «dell'intrecciarsi di competenze di vigilanza e controllo tra i vari enti»

Valanga di richieste, struttura unica in Italia ( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Abbiamo voluto affidare la gestione direttamente a chi appartiene al mondo dello sport, e non alla burocrazia della Provincia». Federazioni e associazioni insediate nella Casa dello sport non pagano nessun affitto. Perché questa scelta? «Quando uno guadagna mille euro al mese e trova anche il tempo per fare volontariato, non gli si possono chiedere dei soldi.

Il cinema italiano ha raddoppiato gli incassi ( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Aspetto con ansia Challenging : è un film di denuncia sulla burocrazia. C'è una parte ancora molto vitale del cinema americano. Poi le cose cambieranno ancora con questa importante e piacevole svolta storica rappresentata dalla vittoria di Obama». Mariella Radaelli

I camion presidiano il ponte <Vogliamo la tangenziale> ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: iter della tangenziale a suon di errori nei bandi e probemi di burocrazia. L?opposizione rilancia: se la tangenziale non c?è ancora, la colpa è in buona parte dell?ammnistrazione comunale, che non ha ottemperato con tempestività a protocolli, stesure di progetti e appalti. La tangenziale è in itinere da un decennio.

Grazie per l'editoriale sull'elezione di Obama S timatissimo direttore, leggo sempre i Suoi editoriali con molto interesse ( da "Adige, L'" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma credo che di fronte alla bellezza delle opere, la burocrazia dovrebbe fare un piccolo passo indietro per farne uno, molto più grande, in avanti. Quella realizzata sulla facciata del centro sociale è una pittura che ha portato colore in un angolo di Trento caratterizzato finora dal grigio dei binari, delle strade e dei palazzi istituzionali.

Un mese in più di carcere a causa della burocrazia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ennesima denuncia del consigliere regionale del Ps Caligaris Un mese in più di carcere a causa della burocrazia Buoncammino.. Ennesima denuncia del consigliere regionale del Ps Caligaris --> «È assurdo che un cittadino condannato ad un anno ed otto mesi debba scontare, per effetto della burocrazia, una pena superiore a quella che gli è stata inflitta.

Addio all'Arnaboldi fra timori e speranzeL'antico ospedale chiuderà alla fine dell'annoEcco come la città si prepara a gestire il futuro ( da "Provincia Pavese, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fino alle paure di chi teme che i ritardi della burocrazia possano affondare l'economia quotidiana di negozi e attività. Visto da fuori, l'Arnaboldi sembra più una grande dimora nobiliare ottocentesca che un ospedale. Eppure qui nell'ultimo hanno sono nati circa 100 bambini e a questa struttura ha fatto riferimento quasi tutto il bacino sanitario dell'Oltrepo orientale.

Ancora a secco gli sfrattati del porto turistico ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia e rimpalli di responsabilità li tengono alla larga dallo scalo da marzo. La soluzione sembrava vicino solo trenta giorni fa: dalle parti del cantiere del porto turistico era stato individuato uno spazio libero per la posa delle barche in acqua.

<Contro il buco, rivediamo i ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Corticelli ricorda la sua «battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica». E nel progetto di Bologna Capitale, anticipa il candidato, «troverà posto la carta etica degli appalti e della concorrenza, primo passo reale per abbattere i costi della politica e della burocrazia». Luca Orsi

NON TAGLI ai servizi, ma nuove gare di appalto per la manutenzione del patrimonio... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Corticelli ricorda la sua «battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica». E nel progetto di Bologna Capitale, anticipa il candidato, «troverà posto la carta etica degli appalti e della concorrenza, primo passo reale per abbattere i costi della politica e della burocrazia». Luca Orsi

Brebemi, Bruxelles si muova ( da "Giornale di Brescia" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: un eccesso di burocrazia. La Valutazione di impatto ambientale è stata ritenuta non valida in base a riferimenti forse non del tutto coerenti. Attendiamo con fiducia gli sviluppi del ricorso al Consiglio di Stato. Certo che in Italia costruire delle infrastrutture necessarie ai cittadini ed al mondo economico è sempre una lotta contro mostri a tre teste.

Sale la febbre della crisi ( da "MF Sicilia" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la crisi non aspetta i tempi della burocrazia». Anche in base alle stime degli industriali, il 2008 si chiuderà con una crescita negativa per il pil regionale e per il 2009 le previsioni non sono certo migliori. Tra le priorità, il presidente di Confindustria Sicilia e del Banco di Sicilia chiede un intervento a favore dei Confidi.

Lavori edili bloccati dalla burocrazia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia SAn Gavino --> Bloccati dall'assurda burocrazia e dai vincoli. È questo quanto succede ad alcuni cittadini sangavinesi che hanno chiesto di poter eseguire delle ristrutturazioni in alcune case del centro storico. È eclatante il caso di Carlo Mascia, un giovane di 32 anni: «Sono proprietario di una casa da ristrutturare al primo e secondo piano di un edificio in via Mameli

Cartelle cliniche: un filo diretto tra ospedale e medici di base ( da "Stampa, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il primo a tentare di superare la burocrazia che impedisce un rapporto stretto tra i medici ospedalieri e quelli di famiglia, era stato Franco Testore, primario di Oncologia al Cardinal Massaja: grazie alla posta elettronica, da qualche tempo informa i medici di base sull'andamento delle cure dei pazienti del suo reparto e le cartelle cliniche da oltre 16 anni sono informatizzate.

Riforma sanitaria Il primo test per il presidente ( da "Corriere della Sera" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: in realtà funziona male e produce nuove burocrazie. I motivi sono essenzialmente due: da un lato il paziente non ha le conoscenze e la libertà di scelta necessarie per comportarsi da soggetto economico, da consumatore del mercato della sanità; dall'altro il mantenimento dei rapporti con decine di compagnie assicurative, ognuna delle quali ha le sue regole,

Poste allagate dalla pioggia "Da lunedì nessuno interviene" ( da "Stampa, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Mi auguro - prosegue Allegro - che si lasci da parte la burocrazia e che i lavori inizino al più presto per rimettere in sesto l'edificio. Altrimenti saremo costretti ad intervenire anche presso la direzione generale». Intanto tra la gente montano le proteste. Il primo cittadino è subissato di telefonate.

Peso dell'Irap e carenza di infrastrutture. Passano gli anni ma le imprese multinazionali conti... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: economia locale nonché i costi di una burocrazia asfissiante che ingessa qualsiasi iniziativa». «Per questo verrà costituito - prosegue Zeppieri - un comitato strategico delle multinazionali che analizzerà i risultati di un sondaggio avviato sul territorio ed elaborerà un documento con le priorità per lo sviluppo da sottoporre al sistema politico ed amministrativo locale,

Ragazzi e prostituzione, nasce il centro di accoglienza ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: esigenza di mediazione espressa da molti di loro che hanno difficoltà a relazionarsi con la nostra burocrazia». Nel corso dell'incontro sono stati presentati due laboratori che fanno parte del progetto: il primo a cura dello scenografo Riccardo Sivelli, l'altro realizzato da Pietro Perotti che crea fantastiche coreografie con la gommapiuma.

<Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi> ( da "Brescia Oggi" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: autostrada della Valtrompia, è la burocrazia a rallentare l?iter. In questo Paese occorre lottare contro veri mostri a più teste per realizzare infrastrutture. Ma si diceva del federalismo fiscale: potrebbe servire in altre partite». A quali, presidente? Si riferisce alla questione del riordino dei treni sulle tratte lombarde?

Come far ripartire il "Cantiere Italia" ( da "Miaeconomia" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia, la carenza di risorse pubbliche: per realizzare un chilometro di alta velocità in Italia si spendono 32 milioni di euro, 10 in Francia e in Spagna; da noi ci vogliono 6 anni per assegnare un appalto da almeno 15 milioni di euro, con una forbice che dai 600 giorni della Lombardia va ai 1582 della Sicilia;

Crisi, annata agraria 2008 in difficoltà : produzione stagnante, impennata dei costi, calo dei prezzi sui campi e crollo dei consumi ( da "Sestopotere.com" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: degli oneri sociali e della opprimente burocrazia. Non solo. A rendere più complesso il quadro è l?elevato costo del denaro e le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità. A questo si aggiungono le anomalie ed il malfunzionamento dei mercati, a cominciare dall?

GIUSEPPE MIRETTO A MADDALONI ANCHE UN'ALLUVIONE PUò ASPETTARE. GLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rischi sono bloccati dalla burocrazia. Ci sono i soldi (10 milioni di euro), i progetti (by-pass dei collettori fognari vetusti), un piano di contenimento delle ondate di piena (deviazione a monte del collettore fognario interprovinciale ex-Casmez). Manca però il coordinamento regionale per autorizzare gli interventi: quelli urgenti e quelli più complessi di adeguamento strutturale.

Lanciato il "pane natura toscano" ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anche se la burocrazia sembra averci messo lo zampino, quanto prima dovrebbe riaprire il forno sperimentale di via Ca' Cima: «Sono oltre 20 giorni - conclude Cavallari - che aspetto alcuni allacciamenti per dar via all'operazione "Ciabatta village". Qui organizzeremo corsi pratici per i panificatori, per i pizzaioli e per gli appassionati del pane e della pizza,

Muraro spera che il Governo consenta di spendere i soldi in cassa ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, e passano anche due anni. Così adesso dobbiamo fare i conti con i pagamenti».Il Sant'Artemio dovrebbe salvarsi per il rotto della cuffia: «Il grosso dei lavori è ormai concluso, così il grosso della spesa ricade quest'anno».I tagli interesseranno comunque tutti i settori: «Mi spiace tantissimo ma purtroppo salteranno alcuni progetti culturali e salteranno alcuni progetti

ANDREA FERRARO CASERTA. L'IRA DEGLI IMPRENDITORI SERICI CASERTANI SI ABBATTE SUL SAN CARLO E... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, quando si riferisce al bando di appalto, e, sottolinea, anche di cultura, considerato «che le sete di San Leucio, come il San Carlo, sono legate indissolubilmente ai Borbone». «La crisi - conclude - sta mettendo in ginocchio il comparto della tessitura, aggredito prima dalla concorrenza cinese e poi dalla congiuntura internazionale per cui un segnale di attenzione da

L'Aurora-Briantea punta a rimanere ancora imbattuta ( da "Corriere Di Como, Il" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia permettendo, potrebbero essere presentati. «Ci siamo allenati bene dice il coach della Briantea, Marco Bergna nonostante la panchina corta. Sono molto contento dei nostri giovani, che stanno superando ottimamente la prova difficile a cui sono chiamati, ovvero sopperire la mancanza dei due iraniani».

Le impresesollecitanolo <Sba> ( da "Sicilia, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di Pmi ed una pietra miliare nell'attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle Pmi confermato anche dall'attenzione che la Commissione europea dedica loro con la Settimana europea delle Pmi in programma dal 6 al 14 maggio 2009.

Consiglio: <Abolirela commissione edilizia> ( da "Sicilia, La" del 08-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: limitare i costi della burocrazia ed accelerare i tempi della stessa" sono infatti le ragioni che stanno alla base della proposta di modifica, presentata dal consigliere Giovanni Rapisarda, che non riguarda né la qualità né le modalità del lavoro svolto, ma l'aspetto finanziario, su cui il Consiglio ha esercitato la sua sovranità decisionale,

"I tronisti più pagati dei ricercatori" ( da "Stampa, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: più che stare al microscopio, deve occuparsi di burocrazia, amministrazione, persino dell'allestimento del laboratorio». Non è questione di denaro, ma di dignità. Sia chiaro: «I nostri giovani non chiedono più soldi, vogliono solo essere messi nella condizione di lavorare in maniera competitiva», sostiene Comoglio.

Gaido non abbandona "I ritardi nei pagamenti colpa della burocrazia" ( da "Stampa, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ritardi nei pagamenti colpa della burocrazia" [FIRMA]RENATO MORESCHI COSSATO Nessuna intenzione di rimettere il mandato, come chiesto dalla minoranza: l'assessore al Bilancio Giorgio Gaido attende con impazienza il prossimo Consiglio per replicare alle accuse lanciate da Franco Botta e Claudio Corradino sui ritardi dei pagamenti per i lavori alla nuova casa di riposo di Lessona.

I risvolti meschini della sanità e la dignità di un malato terminale ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: fine aprile sono esasperata da questa burocrazia scaricabarile e mi rimetto in contatto con gli uffici di competenza. Mi chiedo se questo è uno Stato che c'è o che fa finta di niente o che gioca sullo sfinimento del cittadino impotente di fronte al Sistema. Già il Sistema... spesso mi sento dire che dobbiamo adeguarci al Sistema perché se non lo fai sei uno stolto Don Chisciotte.

Credito sportivo, nuovi fondi ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non vuole essere burocrazia inutile: «Il controllo del Coni serve anche ad evitare che si costruiscano palestre per una disciplina - spiega Giuseppe Faugiana, vice presidente dello stesso comitato - salvo poi scoprire che lo stesso campo per pochi centimetri non può essere utilizzato anche per altri due o tre sport».

Alpago, c'è l'ostacolo Plavis ( da "Corriere delle Alpi" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Viaggio non impossibile per i biancocelesti, ospiti di una vicina di classifica. Il tecnico Imerio Salvador non dovrebbe avere grandi problemi di formazione. Quella che ha appena battuto il Nervesa ha avuto anche un po' di fortuna, ma ci vuole. Niente da fare per il brasiliano Frenky: burocrazia. (g.s.)

Alcune verità nascoste ( da "Corriere delle Alpi" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anche quella burocrazia che il Ministro Brunetta forse finge di non vedere. Per ovvi motivi. Arnaldo De Porti Sulla 24 Ore di S. Martino ancora qualcosa da dire 24 ORE DI San Martino. Certo è che l'ignoranza è una parte non marginale nell'uomo. Speravo che con la riposta «dovuta» del signor Fasolo, la cosa si sarebbe sciolta come tutto oggi decade in questo nostro paese povero d'

Scivolo vietato ai bimbi che non si arrampicano ( da "Stampa, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: un curioso e sconsolante spaccato di burocrazia elefantiaca e di scarsa lungimiranza amministrativa quello che emerge dalla mancata manutenzione del parco giochi del lungomare Argentina (lato levante, zona Parigi). Ieri mattina ad una settimana dalla rottura (o danneggiamento?) della scala in corda utilizzata dai piccoli utenti per salire sul «castello con scivoli»

<Potenziare i tecnici qualificati per l'industria> ( da "Secolo XIX, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma il convegno sono gli stati generali dei direttori di Confindustria, il trionfo della burocrazia. E dunque ecco arrivare il primo niet, «Scusateci ma il ministro non può parlare con voi: sapete, gli altri giornalisti...». Si avvicina anche lei, Mariastella Gelmini, assolutamente mortificata: «Temo di avervi detto una cosa che non posso mantenere.

la lega apre una sede a san paolo la prossima tappa sarà mirafiori ( da "Repubblica, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Questa appena inaugurata - ha detto Maccanti - sarà una sede politica, ma anche un punto di riferimento per i cittadini: ci sarà uno sportello per i disabili e un centro di ascolto per problemi con la burocrazia e le banche». Entro Natale sarà aperta la quarta sede della Lega Nord, nel quartiere di Mirafiori.

sportello unico per le imprese ( da "Centro, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La proposta di un ufficio per accorciare la burocrazia porta la firma dell'assessore al Commercio Claudio Daventura. Le funzioni dello sportello Suap riguarderanno, secondo la delibera di giunta numero 285 approvata, «la realizzazione, l'ampliamento, la cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti produttivi,

neppure la sla velocizza la burocrazia ( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Pisa Neppure la Sla velocizza la burocrazia Due mesi per permettere a Daniele di avere un puntatore La richiesta dello strumento è ferma in un cassetto dell'Azienda sanitaria La protesta della moglie SAN BENEDETTO. La burocrazia non guarda in faccia a nessuno. Non importa se a chiedere un aiuto è un malato di sclerosi laterale amiotrofica di 48 anni,

marianelli/1 ( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: responsabilità e iniziativa muovendosi per avere un sindaco da cui ritengono di poter essere rappresentate, indipendentemente dalle burocrazie di partito: e quindi, a mio avviso, dando alla sinistra un contributo concreto di partecipazione. A Pisa non aver ascoltato e accolto gli umori e il sentire dei cittadini ha portato per la prima volta al ballottaggio nell'elezione del sindaco.

sport, feste, servizi: la spiaggia del futuro - valentina landucci ( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non sempre, però, è facile: per colpa della burocrazia, della scarsa attenzione delle amministrazione locali per le opere pubbliche necessarie al turismo, della promozione carente, ma anche delle difficoltà per i titolari dei bagni a collaborare tra loro e con gli altri imprenditori del turismo.

c'è il pucciniano ma sul mare non si vede ( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: divieti saranno tolti resterà sempre troppa burocrazia. 3. Una stagione diesel: è partita lenta a causa del brutto tempo. 4. Mancano le cose semplici: parcheggi per bici e motorini, illuminazione urbana, una pista ciclabile su via Giovanni XXIII. Non c'è un sevizio bus durante la bassa stagione: molti turisti, soprattutto stranieri, sono costretti a raggiungere la marina a piedi.

Festa grande alla Cittadella dello Sport con cinquanta olimpionici bergamaschi ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: non alla burocrazia della Provincia». Sarà una grande festa dello sport, quella in programma questa mattina. Prima dell?inaugurazione del nuovo auditorium, alle 10,30, Bettoni inconterà e premierà nella sede del Cai cinquanta tra atleti e tecnici bergamaschi che hanno partecipato alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Pechino 2008 e alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Torino 2006.

Gianni Bonadonna, l'oncologo che si è fatto paziente ( da "Libertà" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: spesso schiacciata tra burocrazia, lottizzazione, corsa ai facili guadagni. Il professor Gianni Bonadonna, 73 anni, rappresenta una figura storica nell'ambito della terapia medica oncologica a livello internazionale. E' impegnato presso l'Istituto per lo studio e la cura dei tumori in studi e ricerche che gli sono valsi riconoscimenti di grande prestigio,

tiziano bianchi ALA - Marino (nome di fantasia, ma storia vera) è un ragazzo di 17 anni ( da "Adige, L'" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sembra un sogno impossibile, un diritto negato dalla burocrazia: «Non è possibile perchè Marino e mio figlio sono iscritti nel mio stato di famiglia». La conversazione si interrompe così: Marino torna a casa da scuola, sono quasi le quattro del pomeriggio; Maria gli prepara come può un piatto di pasta.

A 12 anni è andato dal sindaco a chiedere un tetto ( da "Adige, L'" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia A 12 anni è andato dal sindaco a chiedere un tetto Non serve guardare lontano per trovare storie vere e sofferte di disagio sociale. Ad Ala vivono in tre - nonna, padre e figlio - in un appartamentino che sarebbe al massimo per una persona.

<Riformate la burocrazia e disboscate gli enti> ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Riformate la burocrazia e disboscate gli enti» Satanassi: «Piattaforma comune tra i candidati» di EMANUELE CHESI E? IL ?grande vecchio? della politica forlivese e non ci sta di certo a passare per brontolone. In forza dell?età non è sospettabile di muoversi per arraffare poltrone, ma forse non gli dispiacerebbe giocare il ruolo di ?

FACCIA faccia sulla situazione occupazionale del Piceno, tra i rapp... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LE LUNGAGGINI della burocrazia e la difficoltà che spesso si incontra nel ricevere risposte da parte delle istituzioni sono i due aspetti sollevati dal mondo dell?imprenditoria che come ha spiegato Celani nel territorio ascolano è costituito soprattutto da piccole e medie imprese.

Casorate, tutte le case saranno in rete ( da "Provincia Pavese, La" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con meno burocrazia e pratiche più veloci GIOVANNI SCARPA CASORATE. Prende il via il progetto per la costituzione dell'anagrafe immobiliare associata. Capofila sarà proprio Casorate, che insieme a Bereguardo, Certosa, Trovo, Trivolzio, Giussago, Marcignago, Battuda, Rognano e Vellezzo sta cercando di creare il primo ufficio intecomunale della zona.

E l'ora di religione va a finire in Parlamento ( da "Nazione, La (Umbria)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Quando ci si mette la burocrazia, però, il dissidio si infervora. Fino a diventare interrogazione parlamentare. PARTE proprio da Perugia il perché dell?azione promossa dai senatori radicali del gruppo del Partito Democratico, Donatella Poretti e Marco Perduca. Dalla storia di un ragazzino al primo anno di un liceo cittadino.

La fiaba svedese del signor Ikea ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia statale tergiversa ma alla fine accetta di produrre in conto terzi per un imprenditore capitalista. Verrà fuori solo a metà degli anni '90 che in gioventù il signor Ikea in realtà era stato un fervente anti-comunista, aderente a un movimento di chiare simpatie naziste: «È stato un errore di gioventù - dirà poi Kamprad,

Accattoni, spinelli e bottiglie di birra ( da "Giornale.it, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: come burocrazia richiede, nell'albo pretorio del Comune. Vergate dal sindaco Moratti martedì pomeriggio, che le ha volute immediatamente eseguite. Peccato, però, che nella pratica non vengano ancora fatte rispettare. Per il momento, almeno. E nonostante ieri il centro, affollatissimo per lo shopping, complice anche la giornata di sole,

Liberal e conservatori, pressing sul nuovo leader ( da "Corriere della Sera" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: senza burocrazia, aperta alle buone idee come il venture capital». Di estrazione liberal, con un Congresso in mano a liberal, Obama alla fine potrebbe allinearsi a Krugman. La Scuola di Chicago lo dubita: il presidente eletto non sarà un clone di Franklin Roosevelt né di Bill Gates, il padre della Microsoft.

D'ACCORDO, la prima preoccupazione della Regione è la salute dei suoi cittadini, anche... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: da una parte facciamo fare un passo indietro alla burocrazia costosa e talvolta inconcludente e dall'altra parte riscopriamo una nuova manualità del lavoro artigiano dove l'ingegno e la fantasia, sia pure sostenuta dalle tradizioni, fanno la differenza e possono rappresentare un punto di forza per l'economia umbra e per il futuro di tanti giovani.

Difficile dire se è la serenità di Paola oppure la sua cocciuta determinazione ad ... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché quei centosettanta metri quadrati ottenuti dopo cinque anni di burocrazia, inaugurati ieri mattina, appaiono come un miracolo: Paola e la sua associazione Arché avranno una casa tutta per loro dove far giocare i bambini, organizzare corsi di teatro, laboratori di fumetti, pittura. Cose semplici, cose da bambini, ma così tanto importanti per loro che devono riappropriarsi,

un impianto per riutilizzare i rifiuti domestici ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Dai vertici dell'A&T 2000 allo staff accademico che ruota attorno a Gregori è arrivato un forte appello all'assessore regionale Vanni Lenna e a quello provinciale Ennio Decorte affinché il tempo delle autorizzazioni e la burocrazia obsoleta non ostacolino la realizzazione. Irene Giurovich

Palagiustizia, conto alla rovescia ( da "Brescia Oggi" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché questo è il frutto della burocrazia, quella che fa perdere dieci anni solo per salvare un filare di tigli o alcuni reperti archeologici». Non meno deleterie, secondo Prati, si sono rivelate le «incomprensioni fra l?amministrazione comunale e il ministero di Grazia e Giustizia, magari perché governati da forze politiche di colore differente,

La Cgia: in nove mesi chiuse 337mila aziende ( da "Brescia Oggi" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: a questo proposito il ministro Scajola ha già annunciato la convocazione di un Tavolo. Il documento, nota la Cna insieme alle altre sigle confederali, rappresenta un «passo avanti verso un?Europa con meno burocrazia e una pietra miliare nell?attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l?occupazione».

<Bicamerale per le riforme>, intesa Fini-D'Alema ( da "Gazzettino, Il" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Perciò lo Stato deve solo assumere la capacità di programmare, valutare e controllare».Il federalismo come bandiera, o peggio come tentativo surrettizio di disarticolare l'unità dello Stato, fa ancora paura. Ma Fini non è di questo avviso: «Non vedo un rischio di disarticolazione, anche la Lega è ormai consapevole che il federalismo è realizzabile solo se si traduce in

Buonocore da domani a Tolmezzo ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: non poteva aspettare i tempi della burocrazia lasciando che il suo futuro ufficio fosse affossato da un iceberg chiamato "carenza d'organico". Così ha spiazzato tutti (specie a palazzo Lovaria, dove il procuratore capo Antonio Biancardi sperava di averlo al suo fianco il più a lungo possibile) sollecitando al procuratore generale di anticipare il trasferimento.

Chiarotto: nessuna contrapposizione ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Non faccio parte della burocrazia del Pd - ha voluto precisare il preside del liceo Leopardi-Majorana - Ho accettato l'invito a questa sfida anche per portare ulteriore tensione ideale nel partito. È un modo per mettere a disposizione una certa esperienza amministrativa e poi quella della vita professioanle e civile vissuta,

SALVO VITRANO TRA ROMANZO PENSIEROSO E REPORTAGE SOCIALE IL LIBRO DI LUCIO IACCARINO NAPOLI BENE ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 09-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dalla politica alla cultura, dalla borghesia imprenditoriale alla burocrazia pletorica. Intorno c'è l'abbraccio avvolgente e strozzante della camorra diventata elemento decisivo del paesaggio sociale. Così appare spesso un incubo il mondo attraversato dall'alter ego narrativo, quasi fedelmente autobiografico, dell'autore.

In ballo a Washington ben ottomila poltrone ( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: titolo ufficiale «United States Policy and Supporting Positions» - mettono in circolazione le poltrone della passata amministrazione che non rientrano nel Civil Service, cioè la burocrazia. Un terzo delle poltrone sono di nomina politica: saranno assegnate ai democratici secondo le regole dello spoil system.

L'apprendistato a tutto campo ( da "ItaliaOggi Sette" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: e alla quale si va ad aggiungere il taglio di burocrazia, che ne appesantiva enormemente la gestione. Nuove opportunità, dunque, per imprese e lavoratori: alle prime perché si moltiplicano le possibilità di reclutare e di addestrare manodopera a basso prezzo; ai secondi perché aumentano le occasioni di ingresso nel mercato del lavoro e, quindi, di prima occupazione.

l'amministrazione cambia colore: con lo 'spoil system' disponibili ottomila posti ( da "Centro, Il" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office)

Si è aperta la caccia a ottomila poltrone ( da "Libertà" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office)

Telelibertà: Amministrazione provinciale ai raggi X ( da "Libertà" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: altro volto della burocrazia. Il primo appuntamento è per domani alle 20.15 con il presidente Boiardi che darà il via al nuovo programma "La vostra provincia". Dalla sanità alle politiche di sostegno alle famiglie e agli anziani, dal Ptcp alla tangenziale di Piacenza con il nuovo ponte sul Trebbia, dai lavori pubblici alla realizzazione di nuove scuole,

Funzionario cercasi: liberi 8000 posti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: seller nella capitale della politica , titolo ufficiale United States Policy and Supporting Positions - mettono in circolazione ogni poltrona della passata amministrazione che non rientra nei quadri del Civil Service, la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone è di nomina politica e verranno assegnate secondo lo spoil system.

"o pagano i miei ricercatori..." - valerio varesi ( da "Repubblica, La" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccellenza in questo settore non venisse compromesso dalle burocrazie contabili. E nel caso dell´Unità del Sant´Orsola, l´eccellenza si traduce in vite salvate. Solo quindici anni fa, per certe leucemie e linfomi, la sopravvivenza non andava oltre l´anno. Ora con cure che partono dallo studio dei geni e da terapie cucite su misura per ciascun paziente, quindi molto più efficaci,

mediatori culturali, il sogno realizzato ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: una delle città più popolose di uno degli Stati più poveri del mondo - a fare da ponte fra la burocrazia italiana e gli immigrati di lingua francese. "Aiutiamo chi ha bisogno di muoversi fra pratiche e uffici". Nella scrivania affianco un altro mediatore, marocchino, lingua araba ovviamente, Mouharrir Mohamed, 34 anni, laurea in Lingua e letteratura francese.

ottomila poltrone vuote attendono funzionari ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office)

PARTIAMO da un dato oggettivo: mancano 13,4 milioni di euro nel bilancio del Comu... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica e anche Buriani dovrà convenire che efficienza e risparmio nelle aziende private si hanno solo attraverso un regime di concorrenza reale e non solo formale. Nel più scalcagnato ufficio acquisti dell?ultima impresa bolognese nulla viene comprato se non ci sono sul tavolo diversi preventivi o offerte da confrontare.

Sportelli unici in affanno per colmare il gap ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia. Procedure troppo lunghe Sportelli unici in affanno per colmare il gap N on faranno in tempo a riprendere fiato che dovranno già rimettersi al lavoro. Gli Sportelli unici per l'immigrazione avranno un notevole carico di lavoro nei prossimi mesi: da una parte dovranno completare il vaglio delle istanze relative ai 170mila posti del 2007,

Usa, gli attacchi segreti ad Al Qaeda Così Rumsfeld "copriva" le operazioni ( da "Repubblica.it" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con il risultato che servivano giorni di 'burocrazià per approvare un'azione da compiersi nel giro di ore. Con l'Exord di Rumsfeld la luce verde era praticamente sempre accesa. Le missioni 'segretè fuori dai teatri di guerra (Iraq e Afghanistan) sono servite ad esempio per uccidere o catturare singoli terroristi, un'evoluzione della 'rendition',

Gianni, moglie e due figli, ha un lavoro sicuro e ben retribuito. Improvvisamente si ammala e non po... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: indennità di invalidità non arriva perchè la burocrazia, purtroppo, ha tempi completamente diversi da quelli che scandiscono i pasti e le necessità quotidiane. A chiedere aiuto alla San Vincenzo sono anche tante famiglie ternane che combattono con tante difficoltà. E' gente con un solo stipendio e due figli che studiano, che non riesce ad arrivare alla fine del mese.

GIULIANOVA - La Guardia Costiera a scuola per ricordare il novantesimo anniversario della Vittoria. ... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: buona volontà e senza soggiacere alla burocrazia ingessata, qualcosa di più si sarebbe potuto ottenere. In occasione della settimana in cui si celebra il movantesimo anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, l'Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, nell'ambito delle proprie attività istituzionali, ha posto in essere una interessante iniziativa volta a recuperare,

Rifiuti, per 2 anni pagate bollette maggiorate ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Lunedì 10 Novembre 2008 Chiudi Tra burocrazia e carovita. Spunta il caso del tributo provinciale non dovuto ma conteggiato lo stesso Rifiuti, per 2 anni pagate bollette maggiorate Gli esperti: «Quei soldi vanno restituiti». Battaglia da milioni di euro

PERUGIA - Nell'infinita battaglia contro la burocrazia, contro le leggi inutili e contr... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: infinita battaglia contro la burocrazia, contro le leggi inutili e contro i balzelli che spuntano, silenziosi e insidiosi, in bollette e conti dei servizi pubblici, c'è quella del tributo provinciale sui rifiuti che è una trappola più trappola di altre. Il conto degli esperti dice che negli anni 2006 e 2007 è stato riscosso un tributo non dovuto.

Umberto I, i grattacieli cambiano pelle ( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Umberto I purtroppo sconta i tempi della burocrazia. «L'Asl per vendere ( a 43 milioni, ndr) deve avere il sì del Ministero ai beni ambientali - ricorda l'ingegnere - speriamo per Natale di firmare il contratto d'acquisto». Se così fosse nel 2013 avremo le torri dopo un anno di demolizioni (si salvano solo gli edifici Pozzan, De Zottis e Cecchini),

AGRICOLTURA: DOMANI CONFERENZA STAMPA CIA BASILICATA ( da "Basilicanet.it" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: degli oneri sociali e della opprimente burocrazia. Non solo. A rendere più¹ complesso il quadro è¨ lâ??elevato costo del denaro e le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità . A questo si aggiungono le anomalie ed il malfunzionamento dei mercati, a cominciare dallâ?

Le multe pazze dei Comuni? Le paghiamo noi ( da "Giornale.it, Il" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: oltre il 60 per cento delle udienze finisce con l'accoglimento del ricorso. In compenso, il conto lo paga lo Stato: in media 80 euro a sentenza, per una spesa totale di 33 milioni di euro l'anno (40 milioni tra burocrazia e procedure legali). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

"E' tardi per chiudere la stalla" ( da "Corriere Adriatico" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con uno di loro che in un anno sembra sia riuscito a farsi rimborsare oltre 200 missioni fra Roma e Ancona), le aziende partecipate fanno quello che vogliono, cosicchè il comune è in mano alla burocrazia e al sottobosco politico. Questa amministrazione è stata una vera rovina per la città e le conseguenze le pagheremo per anni".

(m.d.l.) Con Dedé e Bitencourt non al meglio, Gustavo sempre ... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Gustavo sempre stoppato dalla burocrazia e Renato ancora lontano dal giocatore di un tempo, è toccato a Flavio Luiz Morosini caricarsi il Casinò di Venezia sulle spalle. Nonostante l'ottima prestazione del ventisettenne brasiliano di Pato Branco il team lagunare non è riuscito ad evitare la sua seconda sconfitta stagionale in A2.

Il mondo di O. maschera per maschera ( da "Foglio, Il" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il labirinto della burocrazia sarà il suo tallone d?achille. Saranno i clintoniani a esercitare un?influenza sovradimensionata nelle file di Obama, dato che posseggono buona parte dell?esperienza disponibile nel partito in economia e politica estera. Il che aiuta a comprendere perché Larry Summers e Tim Geithner, due protetti di Bob Rubin,

Carla Casalini, bandiera de "Il manifesto" ( da "AprileOnline.info" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: intriso tuttavia di burocrazia e di regole spesso incomprensibili. Sapevo del suo carattere anarchico e ribelle a ogni convenzione. Carla, invece, mi stupì per il modo come visse questo viaggio: forse intuendo una verità nascosta in quella rivoluzione, finì per avere un atteggiamento indulgente e comprensivo anche per le rughe politiche dell'

associazioni, eccobla riforma targata vietti ( da "Vita non profit magazine" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Libro primo Più trasparenza e meno burocrazia, autonomia statutaria e attività d'impresa le principali novità. Ma anche qualche zona d'ombra. Il parere di Stefano Zamagni e Carlo Mazzini U n ulteriore, ennesimo tentativo di riformare il Libro primo del Codice civile laddove tratta (al Titolo secondo) delle associazioni e delle fondazioni è stato consegnato alla storia del non profit.

Mobilità sostenibile: un sms, e arriva il tram ( da "Vita non profit magazine" del 10-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di avere servizi soprattutto di trasporto senza attese e burocrazia». «Sono servizi attesi dai cittadini», continua Poggio, «che stanno partecipando a crearli, e in questo un importante ruolo ha il privato sociale, per contribuire all'emersione della domanda e per la diffusione delle iniziative». Tra qualche settimana si entrerà in una delle fasi annuali critiche per i trasporti,


Articoli

Per tre mesi senza la Sisal (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BORETTO Per tre mesi senza la Sisal BORETTO. Dopo tre mesi senza la linea Sisal, torna la normalità alla tabaccheria Fola di Boretto, gestita dalla famiglia Lanzi in via Montanari. Dal primo agosto, infatti, il negozio si è visto inspiegabilmente privato della linea Sisal dopo il passaggio della linea telefonica da Telecom a Fastweb. Per tre mesi, quindi, l'esercizio commerciale non ha potuto offrire ai clienti tradizionali servizi come il superenalotto, il pagamento delle bollette Sky e l'acquisto di carte telefoniche per l'estero. Il disguido si sarebbe dovuto risolvere intorno al mese di ottobre, ma tempi tecnici legati alla burocrazia hanno protratto l'attesa dei gestori, che in questi mesi hanno fatto registrare un vistoso calo di clienti in particolare nelle ultime settimane, quando le giocate al Superenalotto erano notevolmente incrementate visto il lauto montepremi in palio. La perdita, per la tabaccheria, è stata di decine di migliaia di euro, e per questa ragione la famiglia Lanzi ha deciso di adire le vie legali.

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Dignità e solidarietà nella Strategia della lumaca (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dignità e solidarietà nella «Strategia della lumaca» Ingresso gratuito per la proiezione del film di Sergio Cabrera. Un'iniziativa per il ventennale di Mag6 REGGIO. Questa sera (ore 21) al cinema Rosebud, spazio a «La strategia della lumaca», film di Sergio Cabrera. Con Frank Ramirez, Florina Lemaitre, Fausto Cabrera. Un elogio della dignità e della solidarietà, ma anche della creatività, della fantasia, dell'astuzia che ne possono essere gli strumenti. La strategia della lumaca è quella che gli abitanti di un palazzo messo sotto sfratto mettono in atto per difendersi dalle pastoie del potere e della burocrazia in un quartiere popolare di Bogotà. La soluzione sembra impossibile, la resistenza sprecata. Ma nelle assemblee che scandiscono l'evoluzione della storia, quando i cavilli giuridici sono finiti e i destini sembrano segnati, la scelta dell'autogestione ridona speranza ai protagonisti e la stessa riunione costante degli abitanti, decisi a resistere ai soprusi dei padroni, prende le caratteristiche chiare di una visione libertaria della proprietà abitativa. Le soluzioni spesso sono più semplici di quello che sembrano, e più a portata di mano di quanto si voglia credere. Non ci sono altre possibilità se non quella proposta dal vecchio reduce della rivoluzione spagnola, perché alla casa non si può rinunciare quanto non si può rinunciare a respirare. La proiezione è all'interno delle iniziative per il «Ventennale Mag 6» ed è realizzata grazie alla collaborazione dell'ufficio Cinema del Comune di Reggio. Ingresso gratuito.

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Le cooperative: Nuovi terreni, basta ritardi (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'assessore Pasquali: «Faremo in fretta, gli appartamenti per le coop pronti nel 2013» Le cooperative: «Nuovi terreni, basta ritardi» Il sindaco ribatte alla Provincia: «Troveremo subito le aree per gli 80 alloggi dell'Ipes» EDILIZIA ABITATIVA VALERIA FRANGIPANE BOLZANO. La Provincia striglia il Comune: «Non ha ancora trovato i terreni per 80 alloggi Ipes mentre noi abbiamo già i soldi. Vuol dire che andremo a costruirli altrove». Il sindaco Spagnolli non ci sta: «Non perderemo il finanziamento e troveremo lo spazio. Non è detto che sia un prato, può essere anche una zona da ristrutturare». Le cooperative intanto tornano alla carica: «Abbiamo 1.200 famiglie in attesa di una casa e ci servono terreni subito ma il Comune va avanti con una lentezza esasperante». Al centro di tutta la questione sempre e solo il Puc, il Piano urbanistico comunale scaduto ormai da tre anni con le aree per l'edilizia esaurite. «La cosa peggiore è l'immobilismo. Il non far nulla per non scontentare nessuno»: Michele Libori, responsabile per Assoimprenditori del comprensorio di Bolzano, già un mese fa aveva spronato il Comune a decidere. Lunedì ci ha pensato la Provincia a mettere il dito nella piaga e adesso Alberto Stenico (Legacoop) e Andrea Grata (Confcoop) tornano alla carica ribadendo che manca la programmazione, che il nuovo Puc si fa attendere e che loro non sanno più come tenere a bada i 1.200 soci: «Chiediamo subito, ma prorio subito, la famosa variante stralcio che ci permetterà di andare avanti con il programma». Stenico punta all'area tra Casanova e Firmian, Grata a quella di via Frangarto, prima di ponte Adige (per capirci a fianco del Lungodegenti). Zona che, tra il resto, Spagnolli, giudica essere a rischio esondazione e con una falda acquifera alta. «Non capisco dove stia il problema - ribatte Grata - visto che l'Alto Adige è la provincia d'Italia che più controlla il rischio idrogeologico». L'assessore all'urbanistica Chiara Pasquali spiega che la zona preferita è sicuramente quella di ponte Adige e poi chiarisce due questioni, la prima con l'Ipes, l'altra con le coop. «è inutile che la Provincia attacchi il Comune quando l'Ipes è in ritardo con la costruzione di 400 alloggi a Casanova per colpe che non sono certo nostre. Hanno iniziato i lavori da poco e non li finiranno prima del 2011. Altra questione sono i famosi 80 alloggi rimasti fuori da Casanova: noi abbiamo messo a punto una variante di assestamento al Puc che ci permette di recuperare una ventina di appartamenti che verranno realizzati in un'area del Comune che si trova in via Druso. Direi che siamo a buon punto anche perché ogni anno l'Ipes, come mi ha detto il presidente PÜrgstaller, ristruttura e riutilizza 150 alloggi». Mancano all'appello, però, ancora una cinquantina di case. Il sindaco che non ha nessun'intenzione di perdere i soldi già stanziati - e che annuncia a breve un incontro con il presidente dell'Ipes - dice che per costruire una casa non c'è bisogno di un prato: «Basta individuare delle zone da recuperare e siamo a posto». Il Puc però arranca e le coop pretendono risposte rapide. La Pasquali ha pronto il programma: «Punto di avere il Piano preliminare approvato entro giugno 2009 e di avere in mano l'approvazione della variante stralcio (anche per l'edilizia privata) tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010». A quando le prime case? «Per me saranno pronte nel 2013, le coop possono stare tranquille». Sul serio o i tempi slitteranno ancora? «Sul serio». Lo studio di Assoimprenditori quantifica il fabbisogno entro i prossimi 10 anni in 6.600-6.800 alloggi ma per la Pasquali ne bastano la metà. Vittorio Repetto, vicepresidente dell'associazione, si offre di dare una mano al Comune per velocizzare l'affaire Puc: «Il ritardo è effettivo ma i tempi della burocrazia non sono semplici e non è facile venirne fuori ma possiamo impegnarci e mettere attorno ad un tavolo le forze economiche e quelle sociali per fare prima».

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Scontro da record tra Ual e Fassa (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Scontro da record tra «Ual» e «Fassa» Era dai lontani anni Settanta che la politica non riempiva un teatro La «prima volta» di due formazioni contrapposte mobilita i fassani CANAZEI. Era dagli anni Settanta, tempi roventi della rinascita ladina, che un teatro non si riempiva per trattare questioni politiche. O almeno da un decennio: dai tempi d'oro del compianto Ezio Anesi, primo parlamentare ladino. E' successo l'altra sera al nuovo cinema Marmolada che ha ospitato il lungo confronto organizzato dal nostro giornale tra le due formazioni, «Unione Autonomista Ladina» e «Lista Fassa», che si contenderanno domenica prossima il seggio ladino. Un lasso di tempo breve fra gli avvenimenti ricordati, ma con in mezzo un grande cambiamento culturale, socio-politico e di valori. Confermato anche dallo spostamento dei protagonisti e soprattutto degli interlocutori del confronto. E del contendere. Un tempo il confronto era tra ladini di Fassa e la Provincia di Trento, con le sue resistenze ai moti rivendicazionisti della valle. Ora il confronto, lo scontro, è «interno». C'é chi si straccia le vesti e parla di separatismo, di frattura anche insanabile c'è invece chi vi indica una opportunità di arricchimento. In mezzo c'è sempre il rischio di recintarsi delle idee. Quando Andrea Iannuzzi, vicedirettore del Trentino, ha aperto le sfide aveva di fronte una sala piena. «Un dibattito necessario - ha esordito prima di passare alla presentazione del tavolo - che si arricchisce di una rappresentanza eterogenea. Ed anche una sfida sentita». Sfida inedita ha ancora commentato Iannuzzi che si colora di diverse interpretazioni ma che comunque accende un dibattito che non ci sarebbe stato se non fosse sceso in campo in Fassa un altro contendente. Sul tavolo la lista «Fassa», rappresentata da Guglielmo Lasagna, Silvano Parmesani e Alberto Felicetti. Mentre per l'Ual c'erano Beppe Detomas, Cristina Donei e Leonardo Bernard. Sul senso della sfida la prima pungolatura di Iannuzzi rivolta ad Alberto Felicetti. E lui non ha perso occasione per mordere la Ual: «di sinistra e nicchia di potere». L'alternativa - ha detto - era urgente. La palla a Beppe Detomas per ricordare la lunga storia dell'Ual: non ideologie ma tutela culturale per contrastare i processi di assimilazione. Divina e Lega più appeal fra i giovani? La domanda a Guglielmo Lasagna. «Non è questione d'appeal ma di rompere gli schemi e preparare un cambio generazionale per portare qualcosa di nuovo nella famiglia, nella società, nelle aziende di Fassa». Leonardo Bernard si è detto preoccupato per la divisione che non starebbe in piedi se non ci fosse il consigliere garantito. Una divisione dannosa. Crucci di divisione non condivisi da Silvano Parmesani che ha marchiato di sinistra l'Ual e sottolineando che la destra si avvicina di più alle esigenze della valle. «Se Dellai vince - ha rilanciato Iannuzzi - vi troverete all'opposizione». «Anche da là si può fare un buon lavoro», ha risposto Parmesani. Ha chiuso il primo giro di domande Cristina Donei sulla questione culturale: questione prioritaria - ha sottolineato - ma che rischia di passare in secondo piano. Ancora un altro intenso giro di domande ai primi protagonisti del confronto prima di aprire il dibattito alla platea. Affrontata tutta la vasta problematica delle questioni sul tavolo: dall'autonomia, al Comun General de Fascia (autonomia nell'autonomia), dal turismo con particolare riferimento alla sua qualità per rivolgersi alla Marmolada trentina lasciata morire. E dalla burocrazia asfissiante alle difficoltà di alcune società impiantistiche, dalla scuola con specifico riferimento al patentino ladino, dalle emergenze sociali alle difficoltà delle famiglie, dall'economia alla difesa del territorio. Un ampio ventaglio di temi sui quali poi si è aperto il dibattito animato da un gran numero d'intervenuti. Fra gli altri Paolo Lastei, Fernando Brunel, Emilio Talmon, Fiorenzo Battel, Lucia Gross, Katia Vassellai, Celestino Lasagna e molti altri. Un dibattito martellante con botta e risposta senza soluzione di continuità, con interpretazioni ed interrogativi pressanti diretti ai rappresentanti delle due liste. Non sono mancate polemica e scintille a volte con il rischio di sfociare in un battibecco senza senso. Un'evenienza evitata anche grazie alla mediazione di Iannuzzi. Tutto sommato un buon confronto che, dopo quattro ore, non è terminato con la sala mezza vuota come succede spesso. Anche questo indice dell'interesse, dell'attenzione e non ultimo della curiosità, della voglia di chiarirsi le idee che l'evento promosso dal Trentino ha suscitato. Certo a ben ragionare le incertezze, le nebbie non paiono diradate: contestazioni ed applausi ce ne sono stati abbondantemente per tutti e due gli schieramenti. A questo punto solo le urne ci diranno dove intende andare la Val di Fassa.

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Detomas: L'economia non è l'unico credo (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Detomas: «L'economia non è l'unico credo» L'ex parlamentare promette una rete di socialità e solidarietà CANAZEI. La costituzione del Comun General de Fascia è stata fra gli argomenti più vivaci del dibattito promosso dal Trentino. E' stata presa di mira da Alberto Felicetti ipotizzando l'ingovernabilità dell'ente così come previsto dallo statuto. Subito lo ha rintuzzato Beppe Detomas additandolo invece come strumento straordinario di autogoverno in grado di offrire opportunità di operare scelte politiche determinanti per lo sviluppo e di snellire la burocrazia. Detomas ha difeso a spada tratta lo statuto elaborato con accortezza e fatica. «Anch'esso, ha sottolineato, uno strumento che pone le basi politiche al nuovo organismo e non entra nelle scelte di merito». L'ex parlamentare ladino ha preso posizione sulla questione del turismo che in Fassa, ha precisato, presenta situazioni d'eccellenza e di criticità. Settore importante che rappresenta il 10% del pil provinciale. Per Detomas sulla questione turismo c'è una notevole condivisione e assonanza fra i due programmi quanto alle iniziative da intraprendere e gli obbiettivi da raggiungere per dare più qualità all'industria dell'accoglienza. «Ma una puntualizzazione va fatta - ha aggiunto - sui pericoli che si corrono considerando l'economia il fine prevalente rispetto a tutte le altre problematiche sociali emergenti, ai disagi e difficoltà di parte della comunità». Per cui della massima importanza che le realtà, tutte le realtà sociali si mettano in rete per affrontare una dimensione della vita comunitaria che sta rivelando sempre più la debolezza di taluni settori alimentando le contraddizioni esistenti. Beppe Detomas non poteva non rivendicare - come ha fatto - alla Ual i notevoli traguardi raggiunti a livello giuridico istituzionale quanto a difesa e valorizzazione della cultura ladina. (c.g.)

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Lasagna: Rimasti al palo, cattiva gestione (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lasagna: «Rimasti al palo, cattiva gestione» L'albergatore vuole un cambio di rotta nelle politiche turistiche CANAZEI. Guglielmo Lasagna è un giovane e battagliero rappresentante di spicco della lista "Fassa" - la lista che nella contesa elettorale di domenica si schiera nel campo del centro destra e appoggia Divina. Lui non ha dubbi: «E' un momento importante e decisivo per il futuro della nostra valle e del Trentino». «In questi anni - spiega il giovane Lasagna - sono rimasti al palo, sono vittime di una gestione con molti limiti: meno servizi, incremento del costo delle case, maggiore burocrazia e costi energetici». Per Lasagna, presidente dei giovani albergatori del Trentino, le sensibilità e i modi di fare politica oggi sono un po' sacrificati per cui urge un cambiamento di rotta. E così indica una strada che deve portare verso la concretezza e verso l'etica. E' chiaro che il suo interesse è specifico verso il settore turistico. Stimolato da Andrea Iannuzzi sulla sua ricetta da proporre a questo proposito Lasagna ha spiegato che nessuno possiede la bacchetta magica per affrontare e risolvere la vasta problematica legata al turismo. «Una cosa è certa: c'è estremo bisogno di un riequilibrio, anche nella gestione del territorio che è, in definitiva, il nostro biglietto da visita, il nostro punto di forza. In questo senso - aggiunge - non sono risolutivi i contributi ma c'è bisogno anche di un approccio diverso al problema, di un cambiamento culturale complessivo». Lasagna, infine, non è stato tenero con la gestione dell'autonomia come è stata fino ad oggi condotta. Un'autonomia - ha spiegato - che secondo lui è più sulla carta che reale. Nel mirino anche il centralismo di Trento. A Canazei, accanto agli applausi, ha dovuto incassare anche una veemente contestazione alla sua proposta di staccare automaticamente il patentino di ladino al termine delle scuole medie. (c.g.)

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Unipack di Pontoglio conquista il mercato dei sacconi industriali (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 05/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Unipack di Pontoglio conquista il mercato dei sacconi industriali DJERBAUn sacco di opportunità. Anzi, un saccone, nel caso di Unipack, gruppo di Pontogli guidato da Umberto Zanotti e attivo, appunto, nella produzione di sacconi industriali in polipropilene. «In Tunisia abbiamo una sito produttivo di 2mila metri quadri a Bouhjar vicino a Monastir», spiega Zanotti. «Vi lavorano 34 addetti, tutti tunisini». Lo stabilimento è stato realizzato nell'autunno 2007 (l'edificio è in affitto con opzione di acquistarlo, mentre l'investimento in macchinari è stato di circa 350mila euro); la produzione è iniziata a marzo 2008 e oggi sforna 1.200-1.300 sacconi industriali al giorno. La fabbrica è nata su suggerimento dei clienti italiani, tra cui il gruppo Colacem, che era entrato nel mercato tunisino acquistando una ex cementeria statale «Abbiamo ritenuto opportuno seguirli nella loro delocalizzazione e abbiamo iniziato a produrre per loro». Soddisfatti dell'investimento? «Come produttività sì, in particolare del personale femminile, che rappresenta l'80%. E il mercato si sta ampliando: in questi mesi abbiamo fatto 4-5 clienti tunisini, tra cui uno che produce sale e una che macina bottiglie di plastica (i sacconi sono adatti per molti usi)». Tre pregi della Tunisia: «La gente è molto, ma molto di parola; le donne sono sincere, orgogliose e grandi lavoratrici; e il clima è stupendo (18 gradi a gennaio). E tre difetti: «La burocrazia è soffocante; la tempistica è lenta... e poi ci vuole pazienza nell'inserirsi: all'inizio ti "bastonano", anche sui prezzi; col tempo, le cose cambiano». sam

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Dieci buone ragioni per investire in Tunisia (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 05/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Dieci buone ragioni per investire in Tunisia Imposizione fiscale favorevole, manodopera a basso costo, poca burocrazia e infrastrutture di livello europeo Investire in Tunisia può essere molto vantaggioso Un'economia in crescita continua e diversificata in vari settori, un'inflazione contenuta, un indebitamento estero limitato, finanze pubbliche equilibrate, una buona notazione internazionale, fanno della Tunisia un Paese che si distingue e che merita di essere conosciuto, non solo per gli importanti e significativi vantaggi economici, ma anche per la sua accoglienza e qualità della vita che sa offrire. I 10 vantaggi I vantaggi sono molti, li riassumiamo brevemente: la manodopera costa da 1/5 a 1/10 di quella media europea; l'imposizione fiscale è estremamente favorevole in particolare per le aziende che producono per esportare; gli investimenti sono liberi; le formalità per costituire una società sono minime e attuabili in tempi brevissimi presso uno sportello unico certificato; c'è libertà di trasferimento di capitali e di utili; gli aeroporti, i porti, le strade, le autostrade e i servizi urbani sono di livello europeo; il sistema industriale cresce parallelamente a quello turistico e agricolo; vi sono molte strutture di servizio bilingue, il francese, l'inglese e l'italiano sono molto diffusi; è un Paese vicino e facilmente raggiungibile; è una zona strategica per penetrare i mercati d'Europa, del Nord e del centro Africa. Inflazione bassa, buona competitività L'inflazione è contenuta mediamente del 3,6%-4,0%. Questo grazie all'impegno nel contenimento dei prezzi e al rafforzamento delle regole della concorrenza, oltre che del miglioramento continuo della produttività. Il dinamismo del Paese, buona gestione, ed un'economia diversificata in costante crescita consentono di avere costi di produzione competitivi. Sia l'energia elettrica, sia il gas, godono di tariffe convenienti e sono distribuite nel territorio con reti moderne. Incentivi agli investimenti Con la Legge 93-1 20 del 27 dicembre 1993, è stato introdotto il Codice di incentivo agli investimenti che si propone di incoraggiare la partecipazione estera allo sviluppo economico del Paese. Nell'ambito di questo programma è previsto che ad ogni progetto d'investimento vengano concessi dei benefici fiscali e finanziari ed in particolare: esenzione totale dal pagamento delle imposte sugli utili generati da esportazioni per i primi 10 anni; deduzione fino ad un massimo del 35% dell'imposta sui redditi per gli utili reinvestiti; riduzione totale dai dazi doganali ed esenzione dall'Iva per le attrezzature importate (i beni strumentali) se non esistono in loco; esenzione dall'Iva e dall'imposta di consumo per i beni strumentali fabbricati in loco; possibilità di scelta di un sistema di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata superi i 7 anni. I vantaggi fiscali I principali vantaggi fiscali per le società operanti nelle zone d'incentivazione allo sviluppo regionale possono riassumersi nei seguenti punti: esonero totale dell'imposta sui redditi per un periodo di 10 anni ed una riduzione del 50% per ulteriori 10 anni; esonero totale dell'imposta sui benefici e sui redditi reinvestiti; presa in carico da parte dello Stato del contributo patronale del regime legale di sicurezza sociale: il 15,5% dei salari, durante i primi 5 anni; possibilità di partecipazione dello Stato alle spese infrastrutturali. La fiscalità La Tunisia è ormai da molti considerata una vera alternativa ad altri Paesi, specie quelli asiatici, dove poter investire in sicurezza e in un'ambiente favorevole. Grazie ad una attenta politica del governo orientata ad incentivare ed incoraggiare gli investimenti, il Paese offre tutta una serie di esenzioni, incentivi e sostegni che rafforzano l'apertura del mercato agli investitori esteri. Tassazione sui redditi per le aziende totalmente esportatrici (off-shore), esenzione totale per i primi 10 anni se l'azienda è attivata entro l'anno 2010 -. Negli altri casi, regime ordinario con aliquota del 10%. Esenzione totale degli utili e redditi reinvestiti. Esenzione dall'imposta doganale per l'importazione di attrezzature e per beni di consumo non prodotti localmente. Esenzione Iva e tasse doganali per l'importazione di attrezzature, materie prime e prodotti semilavorati. Possibilità di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata di utilizzo supera i 7 anni. Ulteriori agevolazioni e incentivi nel caso dell'introduzione di nuove tecnologie e per la promozione della formazione. Giovanna Delle Donne Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili

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Soldi del 5 per mille: sbloccato il "tesoretto" (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Soldi del 5 per mille: sbloccato il "tesoretto" BUROCRAZIA A distanza di due anni sono arrivati. I fondi destinati dai contribuenti - attraverso il 5 per mille sull'Irpef - sono giunti a destinazione. Non tutti, si intende, ma quelli della dichiarazione del 2006 (riferiti al 2005). In provincia si attendevano circa 2 milioni di euro ripartiti tra associazioni e enti no profit. Tra i primi a cui sono arrivati i fondi c'è l'onlus Bambini e Autismo: 1233 contribuenti hanno destinato alla fondazione 43.495,10 euro. «Siamo molto orgogliosi di questo traguardo e della stima che in molti hanno riposto su di noi scegliendoci fra le moltissime possibili opzioni - dice il fondatore, Davide Del Duca - In una logica di qualità dei servizi e di trasparenza ci pare giusto già ora informare come utilizzeremo queste risorse per poi renderne conto in maniera più dettagliata in sede di bilancio». Una parte delle risorse andrà al il progetto di residenzialità temporanea per gli adulti con autismo che lavorano a Pordenone presso l'Officina dell'arte. Ancora una volta la Fondazione si cimenta con la sperimentazione realizzando un luogo, un piccolo albergo a misura di persona con autismo nel centro abitato, affinché dopo il lavoro dal lunedì al venerdì sia possibile non solo pernottare ma anche usufruire di ciò che la città offre. «La realizzazione di questo nuovo progetto - prosegue Del Duca - vedrà l'impiego di molte risorse. A tal proposito però possiamo dire che, la campagna di raccolta fondi per l'acquisto e la ristrutturazione di un alloggio da adibire a foresteria, sta cominciando a dare frutti e anche il 5 x 1000 arrivato finalmente (anche se con molto ritardo) ci darà una grossa mano». Il resto servirà per comprare test specifici per la diagnosi delle persone con autismo da destinare al Centro di Fidenza, per il quale saranno anche acquistati degli arredi. «Naturalmente comprare dei test non è nulla se non c'è una adeguata formazione del personale che li usa. Da qui il proposito di mandare alcuni dei nostri operatori - prosegue Del Duca - ad approfondire la loro formazione all'estero nei centri più accreditati, oggi nel mondo». Si spera ora che, dopo il 5 per mille legato alla dichiarazione 2006, arrivino in tempi più rapidi anche le risorse che i contribuenti hanno destinato ad associazioni ed enti benefici con le dichiarazione 2007 e 2008. Martina Milia

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le banche hanno chiuso i rubinetti alle imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'accusa. Gli istituti non accettano i documenti presentati dalle aziende edili «Le banche hanno chiuso i rubinetti alle imprese» La denuncia di un'economia vicina al tracollo arriva dal capogruppo Pd Rino Piccinnu OLBIA. Fragili come mattoni. Le imprese edili boccheggiano, cominciano a sentire il fiato corto di un'economia in apnea. A levare ossigeno alle aziende sono le banche che hanno tagliato l'accesso al credito. Un po' colpa della crisi internazionale, molto colpa della burocrazia. Il mostro invincibile fa diventare ancora più complicato sopravvivere all'esplosione della bolla immobiliare. Si sfarinano le imprese più grandi, quelle che puntano a costruire i palazzi. Per loro non è più possibile avere denaro dagli istituti di credito. Si spezza un anello della catena di montaggio e l'ex indistruttibile fabbrica del cemento rischia di andare in crash. Tutta colpa del Duaap. Non è una marca di detersivo, ma la dichiarazione unica autocertificativa per le attività produttive. Sigla complicatissima che dovrebbe rendere facile la vita per le imprese. Per spiegarla semplice semplice se un'impresa deve costruire un palazzo o un residence con più di 10 appartamenti può presentare il progetto e un'autocertificazione, il duaap, a uno sportello del Comune, il Suap. Al di là della scarsa fantasia di chi inventa le sigle, nel duaap chi ha fatto il progetto e il proprietario certificano che l'opera da costruire è conforme a tutte le leggi e le regole previste da Stato e Regione. Il Comune ha 20 giorni per fare obiezione. Se non si pronuncia si può iniziare dopo tre settimane a costruire. Tutto senza presentare ulteriori pratiche o attendere che l'amministrazione dia il via libera. Una trovata geniale della Regione che vuole snellire con questo sistema i tempi al moviolone della burocrazia. Tutto perfetto. O quasi. Perché tra i sogni di cemento e la realtà si mette di mezzo di nuovo il tiranno, la burocrazia, che questa volta ha indossato i panni del pignolo bancario. Sulla carta basta presentare il duaap alla banca per ottenere i fondi per costruire. Solo sulla carta, perché in realtà nessun istituto di credito apre la borsa per concedere un euro. Più taccagno di una massaia alla terza settimana. La denuncia arriva dal capogruppo del Pd in consiglio, Rino Piccinnu. «Il mondo delle imprese edili è in profonda crisi - spiega -. Tutta colpa delle banche che si rifiutano di concedere credito a chi si presenta con il duaap. è un autocertificazione con cui il Comune dà la possibilità al privato di costruire. Ma per la banca non ha nessun valore. Ci si ostina a chiedere la concessione edilizia. Ma non esiste più per questo tipo di costruzioni». Piccinnu lancia l'allarme. «Non si deve sottovalutare l'importanza di questi imprenditori che investono forti cifre per costruire in città - continua -. Sono la spina dorsale del nostro sistema. Se si taglia questa fetta dall'accesso al credito ci sarà un effetto domino che si abbatterà su tutti. Al di là dei singoli casi non comprendo l'atteggiamento degli istituti di credito. Non si può disapplicare una legge dello Stato. Ho parlato con l'assessore regionale all'Industria, Concetta Rau, e lei mi ha confermato che basta presentare il Duaap in banca per avere i finanziamenti». Il consigliere comunale spera in un cambiamento di rotta da parte delle banche. «Il momento economico non è semplice - conclude -. La crisi si fa sentire anche nella dinamica Gallura. Alla base mi sembra evidente che manchi un'attenta valutazione da parte delle banche dell'importanza delle imprese edili nel territorio per quello che riguarda le ricadute economiche e l'occupazione». Lo sportello è stato creato dall'amministrazione ed è stato accolto con entusiasmo da parte delle aziende. Taglia tutti i tempi morti della burocrazia. In meno di un mese si può cominciare a costruire se si hanno le carte in regola. Ma il velocissimo sportello rimane inchiodato se a far girare il motore della macchina non c'è la benzina.

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la burocrazia dà il colpo finale al sistema produttivo (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

LA CNA «La burocrazia dà il colpo finale al sistema produttivo» OLBIA. La recessione mette sabbia anche nel motore produttivo dell'isola. Le imprese della Gallura sono in affanno, in modo particolare a soffrire è il settore edile. Il mercato è sempre meno dinamico. Le banche danno un giro ai rubinetti, a dire il vero mai spalancati, del credito. Fare impresa diventa sempre più un'impresa. La conferma arriva anche dal direttore della Cna, Massimo Bonaccossa. «L'accesso al credito è sempre più complicato per le imprese - spiega -. Il momento negativo che vive l'economia mondiale ha ripercussioni anche in Gallura. Il G8 e la naturale dinamicità del territorio in parte hanno mitigato gli effetti che in altre aree dell'isola sono devastanti. Ma la difficoltà a ottenere credito e fiducia dalle banche è sempre più tangibile». La conferma indiretta arriva dalla crescita del numero di imprese che si rivolgono alla Cna. «In realtà chiedono di poter appoggiarsi al consorzio fidi - spiega Bonaccossa -. Uno strumento che consente alle aziende di potere accedere al credito. Sono sempre di più. Segno che c'è una oggettiva difficoltà ad accreditarsi nelle banche. Noi cerchiamo di offrire la nostra esperienza per superare questo momento di difficoltà. Tra i settori più penalizzati c'è l'edilizia, in modo particolare chi costruisce per rivendere. L'impresa che vuole un finanziamento per tirare su un capannone non ha nessuna difficoltà a ottenerlo. Diversa la situazione per chi chiede denaro per costruire un edificio in un mercato come quello immobiliare che tende sempre più alla stagnazione». (l.roj.)

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assessore contro burocrati nella battaglia del vaccino - massimo lorello (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina I - Palermo Il retroscena Assessore contro burocrati nella battaglia del vaccino MASSIMO LORELLO L´anima del magistrato doveva venire fuori, prima o poi. Gli analisti anonimi che animano le polverose stanze della burocrazia siciliana commentano così le ultime sull´assessore alla Sanità. SEGUE A APGINA III SEGUE A PAGINA III

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l'esperto veneto e l'ex manager lo staff di russo sfida i burocrati (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Palermo Lo scontro sui vaccini d´oro scava il solco tra i dirigenti dell´assessorato e gli uomini dell´ex pm L´esperto veneto e l´ex manager lo staff di Russo sfida i burocrati I consiglieri più ascoltati sono Corrado Pertile, Francesco Poli e Danilo Bono Ciriminna, il direttore del caso Papilloma virus, è in uscita come Luigi Castellucci (segue dalla prima di cronaca) Ma questa, per Massimo Russo, non sarà un´offesa, anzi: potrebbe benissimo rivelarsi il migliore dei complimenti. Certo, il capo della sanità siciliana, nell´ultima polemica che lo ha coinvolto, quattro mosse da pubblico ministero se l´è intestate. Come non agire diversamente davanti ai vaccini contro il papilloma virus che l´Ausl 6 ha acquistato pagandoli di più che in altre regioni e senza passare da una gara pubblica? Sul caso era intervenuta subito la Sanofi Pasteur: l´azienda produttrice del vaccino era venuta incontro all´Ausl 6 rassicurando sulla congruità del prezzo e sulla correttezza delle procedure. Ma ieri, a supporto di Russo e dei suoi sospetti sfociati in un´inchiesta, è scesa in campo la Glaxosmithkline, multinazionale che produce uno dei due vaccini antipapilloma. «Il riconoscimento della pari efficacia dei vaccini nella prevenzione oncologica e della gara quale mezzo per ottimizzare l´utilizzo delle risorse pubbliche sono una scelta virtuosa», afferma Daniele Finocchiaro vicepresidente della società. Al di là dell´aspetto tecnico della vicenda, il caso dei vaccini ha ufficializzato lo scontro fra Russo e gli alti burocrati della Sanità che l´assessore si è ritrovato ma dei quali non sembra essersi mai fidato. In cima alla lista, Saverio Ciriminna: dirigente dell´ispettorato regionale e soprattutto attore protagonista dell´affaire vaccini, avendo autorizzato le Ausl ad acquistare il prodotto senza passare dalle gare pubbliche. Ciriminna, osservano nei corridoi dell´assessorato, è vicino all´ala di Forza Italia (oggi Pdl) che fa capo a Renato Schifani: attaccare l´alto burocrate è significato allargare la spaccatura fra il governatore Lombardo e i berlusconiani di Sicilia (tranne quelli vicini a Gianfranco Micciché). Ma Ciriminna, con i suoi quarant´anni di carriera sulle spalle, è pure uno di quei burocrati destinati presto alla pensione, almeno a giudicare dagli intendimenti del governatore Raffaele Lombardo ufficializzati agli alleati della maggioranza. Nella stessa lista è finito pure l´altro dirigente generale della Sanità, ovvero Luigi Castellucci. Ma l´operazione non sarà immediata e soprattutto non sarà indolore. Di sicuro, da quando si è insediato, Russo ha fatto capire quale sarebbe stato il suo approccio con la burocrazia dell´assessorato ereditata dal suo predecessore (Roberto Lagalla), fortemente voluto dall´allora presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. «Una delle prime cose che ho fatto - commentava Russo, poco dopo il suo arrivo in piazza Ottavio Ziino - è stata quella di regolarizzare, con l´utilizzo rigoroso dei badge, l´ingresso degli estranei in assessorato. C´era troppa gente senza nome che entrava e usciva dalla stanze». Un atto indirizzato a mettere in ordine la presenza degli ospiti, certo, ma anche un deterrente contro procedure parallele rispetto a quelle del capo e contro le fughe di notizie. Russo oggi conta soprattutto sullo staff che ha scelto quando ha accettato la proposta di Lombardo. A cominciare dal capo di gabinetto, l´avvocato Giovanni Carapezza, in precedenza alla guida, da vicario, dell´ufficio legislativo e legale della Regione. Ma l´ex pm, specie in relazione ai tagli da apportare al bilancio della Sanità, ascolta soprattutto 2-3 esperti che ha mimetizzato fra i 51 nominati a titolo gratuito l´8 settembre. Russo si fida di Danilo Bono, direttore del servizio 118 del Piemonte, come di Corrado Pertile, della medicina territoriale del Veneto. Dei siciliani il più cercato è, attualmente, Francesco Poli, direttore Centro eccellenza oncologico di Messina. Oggi l´assessore tornerà a essere ascoltato all´Ars dalla commissione Sanità che, soprattutto per bocca dei componenti della maggioranza, ha lamentato più volte di essere stata tenuta fuori dalla riforma del settore. è stata soprattutto l´Udc ad attaccare l´assessore. Ad oggi, lo scudocrociato non ha ancora sotterrato l´ascia di guerra.

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conti in rosso il pd: "chiarimenti o non voteremo" (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VI - Palermo Conti in rosso Il Pd: "Chiarimenti o non voteremo" Il Partito democratico, con l´appoggio di tutto il centrosinistra, chiede chiarimenti sul bilancio consuntivo che Sala delle Lapidi si appresta a votare e minaccia di non presentarsi in aula se non arriveranno risposte certe. «Ho forti perplessità in merito al conto consuntivo del 2007 - dice il capogruppo del Pd, Davide Faraone (nella foto) - Ho chiesto formalmente al presidente del Consiglio comunale, Alberto Campagna, di convocare in conferenza dei capigruppo il ragioniere generale Paolo Basile, il direttore generale Gaetano Lo Cicero e gli amministratori delegati delle ex municipalizzate». Faraone vuole chiarezza sui "disallineamenti" segnalati dai revisori dei conti, dallo stato di insolvenza dell´Amia fino al nuovo debito per l´Amap. «Chi approva atti illegittimi rischia la condanna da parte della Corte dei conti», avverte Faraone. L´incontro fra i capigruppo e i vertici della burocrazia comunale e delle società è fissato per oggi alle 16.

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nazareth, al restauro pensa l'abruzzo (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

dall'inviato Marco Camplone Nazareth, al restauro pensa l'Abruzzo A Bevilacqua di Torre dei Nolfi il compito di sistemare l'organo In cinque partiranno l'11 novembre per Israele Eligio: «Tra le tante soddisfazioni l'opera realizzata da mio nonno per Padre Pio» TORRE DEI NOLFI. Non è un lavoro per tutti. Ci vogliono mani esperte e orecchie sensibili, professionalità acclarata e un nome spendibile. Restaurare l'organo della Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, in Israele, è innanzitutto una responsabilità. «Siamo pronti a farcene carico e orgogliosi di essere stati scelti», precisa Eligio Bevilacqua, titolare della Bevilacqua snc, che costruisce organi meccanici ed elettrici oltre a restaurare quelli antichi. La partenza è prevista per l'11 novembre. «Resteremo in Galilea fino alla conclusione del mese», aggiunge Bevilacqua. «Il gruppo di lavoro è formato da quattro persone oltre al sottoscritto. Bisognerà smontare, ripulire, restaurare e rimontare l'organo. E, poi, accordarlo». La bottega di Bevilacqua si trova a Torre dei Nolfi, una frazione di Bugnara, paese dell'Aquilano non distante da Pratola Peligna. Fu nonno Eligio, nel lontano 1920, a fondare la ditta. «Amava definirsi maestro di se stesso», ricorda il nipote con voce carica d'ammirazione per quell'autodidatta di talento che, grazie alla passione e alla caparbietà, ha trovato fama e soddisfazioni. La strada tracciata, con il trascorrere degli anni, è stata percorsa anche dal primogenito Augusto e, dopo una decina d'anni, dall'ultimo dei figli, Ponziano. All'inizio degli anni '70, i due fratelli hanno deciso di scindere l'attività. La ditta Augusto Bevilacqua & figli adesso fa capo a Fernando ed Eligio. «Possiamo vantarci di aver costruito più di 100 organi nelle chiese di varie località», aggiunge Eligio. L'11 novembre, dunque, i maestri abruzzesi andranno a Nazareth. «Sarà un ritorno perché abbiamo già restarurato l'organo che si trova nella cripta. Era il 2000, l'anno del Giubileo. L'organo a canne che si trova all'interno della basilica risale agli anni '50 e non ha mai subìto interventi. Generalmente, per un lavoro del genere occorrono dai 35mila ai 70mila euro. Nel caso specifico, i soldi sono da considerare un dettaglio perché stiamo parlando del fulcro della nostra religione. Per un organo nuovo, secondo i prezzi correnti nel mercato italiano, servono circa 200.000 euro». Come il nonno, Eligio è cresciuto in bottega. «Non cambierei questo lavoro nel nulla al mondo», specifica. «Oltre a tenere i rapporti commerciali, mi occupo direttamente dell'accordatura degli organi. Servono orecchio e pazienza, oltre alla passione. Non esiste una scuola. Sono cresciuto in bottega. Ho studiato il lavoro di nonno e papà». La falegnameria è piena di canne smontate e somieri. «Le migliori canne della pedaliera sono di noce e castagno. Adesso si privilegia l'abete, ma deve essere senza nodi. Per i somieri, vanno bene noce e rovere. Le canne vere e proprie, invece, devono essere di piombo all'interno e di stagno all'esterno. Per un periodo, sono state fatte di zinco, la cosiddetta scuola ceciliana. Non è il massimo, però». Tante soddisfazioni. Una delle più forti è impressa su una foto bianco e nero che è già storia. «Nel 1967, la ditta Bevilacqua ha costruito e sistemato l'organo nella chiesa di Padre Pio, poi diventato San Pio, a San Giovanni Rotondo. Guardate, questo è mio nonno e questo mio padre». Il lavoro non manca, le maestranze sì. «Ci voglio tre, quattro anni di bottega per cominciare a capirci. Servirebbe una scuola. In Germania esiste la scuola superiore di organaro. In Italia, che io sappia, c'è solo un corso, peraltro breve, a Cremona. Sarebbe bello creare qualcosa in Abruzzo. Ci ho provato qualche anno fa, ma mi sono trovato di fronte all'invalicabile muro della burocrazia. Spero in una sensibilità più profonda dei nostri futuri amministratori. Siamo una nicchia, però abbiamo prestigio».

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Una crisi che in Italia verrà ricordata per quattro cattivi motivi (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Economia e Politica Numero 263, pag. 11 del 5/11/2008 Autore: di Pietro Bonazza Visualizza la pagina in PDF       analisi Una crisi che in Italia verrà ricordata per quattro cattivi motivi La visione dei fatti economici di questi giorni è simile a quella di un ammalato che spera di guarire, ma non sa quando e non conosce la causa. In futuro, quando l'uragano sarà passato e si scriverà la storia dell'economia dei nostri giorni, è prevedibile che per l'Italia si sosterrà che: globalizzazione, sperpero di risorse pubbliche, soffocante pressione fiscale e insipienza bancaria, sono state le cause principali dell'attuale picco negativo del ciclo. Esaminiamole: a) globalizzazione. Da oltre una decina d'anni questo fenomeno è stato esaltato e magnificato come una garanzia della crescita. Convengo che il protezionismo è un reperto archeologico; ma la chiusura è cosa diversa dalla mancanza di ogni controllo. Globalizzazione è una parola vuota e metafisica, se non è collegata con i fenomeni reali, che sono: la libera circolazione di capitali, spesso sporchi, e di uomini, spesso malfattori, tutti pronti a sfruttare l'abbattimento di controlli e a dilagare nel mondo, più o meno come virus, ben peggio che influenzali. L'eccesso di libertà finisce in non-libertà. L'eccesso di democrazia sfocia nella demagogia. La democrazia, che dovrebbe essere l'espressione dei molti, diventa dominio e prevaricazione dei pochi. L'avversione piazzaiola e barricadiera di questi giorni a ogni tentativo di miglioramento della scuola è solo un esempio della debolezza di una democrazia che non sa difendere se stessa. Fenomeno analogo avviene in economia con una finanza internazionalizzata e deregolamentata. La stessa ripresa del cambio del dollaro sull'euro non è tanto espressione di una ritrovata forza della moneta americana, quanto la dimostrazione della debolezza dell'euro, che è una moneta senza politica alle spalle. A Washington decidono, pur con fatica, a Bruxelles cincischiano; b) sperpero di risorse. L'Italia ha un triste primato e paga il prezzo di una burocrazia costosa e spesso fannullona, perché radicata nel clientelismo politico. Siamo un paese di santuari intoccabili, pena la piazza. Maestri che strumentalizzano scolari bambini delle elementari e baroni universitari che invitano gli studenti a scendere in piazza, sono espressioni dell'odio scatenato da gruppuscoli, che diventano milioni nelle cifre artefatte di una opposizione, che non capisce niente di economia, di politica e di occupazione; c) pressione fiscale. è noto che in Europa, con la creazione della Bce, gli stati aderenti hanno rinunciato a un'autonoma politica monetaria e, avendo a disposizione solo quella di bilancio, cercano la quadratura del cerchio con la pressione fiscale, visto che i rubinetti della spesa non si riesce a chiuderli. Ma la pressione fiscale, come saggia scienza economica dimostra, crea inflazione oltre che reazioni sociali. Anche su questo fronte l'Italia è cattiva maestra; d) insipienza bancaria. è opinione diffusa che le banche italiane stiano meno peggio delle concorrenti europee. Però, che siano sottocapitalizzate, è fenomeno già noto prima della crisi. L'intervento statale è definito polemicamente una via per tornare allo stato banchiere. Ci si dimentica che il governo si è solo offerto di sottoscrivere obbligazioni bancarie anche non convertibili. Che si pretende di più? Che i soldi Roma glieli dia di nascosto? La verità è che il far ricorso alla finanza pubblica significa ammettere di averne bisogno e i banchieri temono una ricaduta sul valore delle azioni. Ma è una politica dello struzzo! Se ci sono scheletri negli armadi (bilanci), questo è il momento di dichiararli. Oggi si conosce quali banche non raggiungono il coefficiente Core Tier1 capital ratio al 6% indicato da Bankitalia come minimo di sicurezza ed è il rapporto tra patrimonio di base (numeratore) e asset ponderati in base al rischio (denominatore) depurati dagli strumenti ibridi. La verità non è tanto nei mutui subprime o nei titoli tossici, che erano lì pronti per essere rifilati agli ingenui clienti, quanto nell'indigestione delle scorpacciate di fusioni e incorporazioni realizzate dalle grandi banche senza adeguate risorse prima della crisi finanziaria in atto. Sono errori di megalomania correggibili solo con aumenti di capitale e ritenzioni di dividendi. Ma oggi troverebbero sottoscrittori? Gli storici potranno ricordare il vecchio proverbio: male che hai voluto, goditelo.

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Cia, sempre più ridotti i sostegni all'agricoltura (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Agricoltura Numero 263, pag. 13 del 5/11/2008 Autore: Visualizza la pagina in PDF     Cia, sempre più ridotti i sostegni all'agricoltura Lenta, carica di burocrazia, poco produttiva e progressivamente ridotta: è la definizione della spesa pubblica in agricoltura, che, tra interventi dell'Unione europea, dello stato e delle regioni, incide sempre meno sul settore e non riesce a dare alle imprese la necessaria spinta all'innovazione e alla competitività. Infatti, negli ultimi otto anni i sostegni complessivi sono diminuiti, in termini reali, del 14%. E questo ha influito negativamente sul valore aggiunto agricolo che ha perso il 20%. Non solo. I redditi dei nostri agricoltori sono scesi di oltre il 18%. A delineare questo quadro è stata la Confederazione italiana agricoltori (Cia), durante il convengo organizzato a Bruxelles, presso la sede del Comitato economico e sociale europeo, sul tema «La spesa regionale e lo sviluppo dell'agricoltura». «Negli ultimi anni», ha ricordato il presidente della Cia, Giuseppe Politi, «c'è stato un progressivo disimpegno del settore pubblico nei confronti dell'agricoltura. è un andamento che desta preoccupazione perché si combina con una tendenziale riduzione del valore aggiunto agricolo e con un calo costante dei redditi dei produttori, che continuano a fare i conti con una crescita elevata dei costi produttivi e degli oneri sociale e con una diminuzione dei prezzi praticati sui campi». Siamo in presenza «di una situazione che fa suonare il campanello d'allarme», ha aggiunto il presidente della Cia, «basti pensare che la riduzione dei trasferimenti dell'Ue al nostro paese, dopo la riforma di Agenda 2000 e l'allargamento ai nuovi paesi dell'Est europeo, non è stata compensata da un maggiore impegno delle regioni che, anzi, hanno ridotto la loro spesa del 12%». Un disimpegno, secondo la Confederazione, «al quale si aggiunge una burocrazia obsoleta che ritarda notevolmente gli interventi a sostegno degli agricoltori». In definitiva la Cia, a Bruxelles, ha lanciato l'allarme: per l'agricoltura si spende male e, se continua il disimpegno pubblico, si rischia di aprire scenari preoccupanti.

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ALA - Il rilancio del centro storico ad Ala parte dagli operatori commerciali (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ALA - Il rilancio del centro storico ad Ala parte dagli operatori commerciali ALA - Il rilancio del centro storico ad Ala parte dagli operatori commerciali. La giunta infatti, ad oltre tre anni dalla firma del protocollo tra soggetti pubblici e privati, ha voluto riprendere il dialogo con gli operatori sul piano di valorizzazione della rete commerciale del centro storico, che lo stesso comune aveva commissionato e sul quale aveva lavorato l'apposito tavolo di concertazione. L'assessore Lorenzini nei giorni scorsi ha convocato al centro sociale "Zendri" tutti i commercianti alensi, alla presenza del presidente dell'Ucts Mariano Modena, del responsabile del Cat Imprese Massimo Piffer (che è anche presidente provinciale dei dettaglianti dell'Unione) e di Mario Pedrotti, presidente degli alimentaristi. «Un incontro necessario per costruire un percorso organico che coinvolga a 360 gradi - ha ricordato Lorenzini - tutti i soggetti, pubblici e privati, che possono contribuire alla soluzione dei problemi che gli operatori del centro storico vivono quotidianamente. Siamo consapevoli della necessità di intraprendere azioni decise e concrete per operare il rilancio e la rivitalizzazione del centro storico. Noi vogliamo che il Piano di valorizzazione della rete commerciale del centro, che l'amministrazione aveva fatto predisporre nel 2005 (dall'allora assessore al commercio Matteo Tomasoni, ndr) non rimanga solo sulla carta, perché ogni singola iniziativa sia concertata e condivisa con i diretti interessati». Mariano Modena ha ricordato che «il momento è sicuramente difficile per le piccole aziende ma vi invito a tenere duro per un paio d'anni perché le cose poi miglioreranno. Questi incontri servono per individuare 2-3 problematiche principali, non di più, sulle quali focalizzare l'attenzione e gli sforzi sia del pubblico che dei privati; l'obiettivo principale è riportare nei centri storici i cittadini. All'ente pubblico chiediamo di non portare all'esterno tutte le funzioni pubbliche e di non togliere i parcheggi». Per Massimo Piffer «al giorno d'oggi le piccole imprese sono schiacciate dalla burocrazia e dagli adempimenti amministrativi, che sono gli stessi delle grandi industrie. Il lavoro del Cat (centri di assistenza tecnica, ndr) come quello dell'Unione è di valorizzare i centri commerciali naturali, perché tornino ad essere il centro dell'economia, attraverso una serie di provvedimenti a livello normativo, di regolamenti e disciplinari. Abbiamo bisogno di risposte, di perimetrare i centri commerciali naturali, di disciplinarli e di finanziare i progetti individuati, lanciare il marchio "Centriamo" e le "botteghe storiche". L'assessore Lorenzini ha quindi proposto la costituzione di un gruppo di lavoro con la partecipazione degli operatori commerciali, che insieme all'amministrazione dovrà individuare le priorità principali per Ala: «abbiamo predisposto un questionario che in questi giorni verrà consegnato e ritirato a mano alle 130 aziende commerciali, che potranno indicarci l'ordine d'importanza, in una scala da 1 a 5, delle proposte emerse dal Piano di valorizzazione della rete commerciale del centro storico. Partiremo da questo diagramma per lavorare insieme per rilanciare il commercio alense». Hanno accettato di far parte del gruppo di lavoro Claudia Armelao, Alba Pinter, Michela Vicentini, Daniela Diener, Roberta Raffaelli Nave, Sabrina Troiani e Gabriele Moschini. G. L. 05/11/2008

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centri storici e ambiente, il futuro delle frazioni (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le tappe a Bacu Abis, Cortoghiana e Barbusi del confronto sul Puc avviato dal Comune Centri storici e ambiente, il futuro delle frazioni Edilizia popolare, recupero edilizio, zone artigianali e spazi per attività agropastorali Entro fine anno il via libera in aula Poi alla Regione CARBONIA. Il Puc? Piace alle circoscrizioni comunali. In maniera più o meno marcata, e forse con qualche distinguo, ma l'indice di gradimento appare altissimo dappertutto. I temi e le speranze, d'altronde, appaiono simili. In testa a tutti, la carenza di nuove abitazioni, necessità di riduzione delle aree "G" di rispetto determinate attorno ai piccoli medaus del territorio, e che si sovrappongono alle zone agricole creando grossi problemi alle attività agro pastorali. Ma c'è anche l'urgenza di aprire la porta a iniziative per il recupero dei centri abitati e per il potenziamento delle attività produttive. Sono questi i temi, presenti nelle elaborazioni del Puc, evidenziati negli incontri che l'assessore all'Urbanistica Giuseppe Casti ha promosso, così come prevede la legge, per la presentazione ai cittadini del Piano urbanistico. «Riassumendo nella maniera più estrema possiamo dire che a Bacu Abis si punta a un nuovo piano di zona, ma anche a un piano del centro storico, che consenta tutte le operazioni di modifica e esistemazione che sono necessarie. In più, ma questo è un elemento che è marginale rispetto al Puc, vogliamo un grande studio che consenta il riassestto ambientale. A Cortoghiana puntiamo all'ampliamento del piano di zona, ad aprire la strada per le possibili modifiche ai bassi edifici retrostanti l'asse viario principale del paese ma anche al potenziamento dell'area artigianale, negli spazi della vecchia miniera. A Barbusi nascerà quello che sarà il principale piano di zona della città. E' su questa direttrice, infatti, che Carbonia, dove è ormai satura l'area di via Santa Caterina, potrà espandere l'edilizia economica e popolare nei prossimi anni». Altre modifiche profonde sono previste nel nuovo Piano urbanistico per le aree rurali. Il Comune ha ridimensionato in maniera consistente il numero dei medaus che erano stati identificati in una prima fase dalla Regione. Un ridimensionamento che ha modificato profondamente le caratteristiche del territorio. Finora attorno ad ogni nucleo abitato è prevista una fascia di rispetto di circa cinquecento metri, che di fatto si sovrappongono alle aree agricole, vietata ad ogni attività. La diminuzione dei medaus, diminisce ora automaticamente le aree di rispetto, consentendo il potenziamento delle attività agro apstorali. «Siamo soddisfatti - ha commentato il presidente della circoscrizione di Bacu Abis Gianfranco Fantinel -. Il Piano mette le basi per la soluzione di una lunga serie di problemi del paese, che ha bisogno di uno studio allargato sulla situazione idrogeologica, ma anche di prospettive per un recupero urbanistico-edilizio che appare sempre più urgente». Ultimato il giro di presentazioni del piano ai cittadini, intanto, la Giunta comunale sembra vicina a decidere l'approdo in consiglio comunale del Piano per l'adozione prima dell'avvio della sessione del bilancio, quindi entro la fine di novembre. Considerato che gli uffici regionali dell'assessorato all'Urbanistica non sono ancora oberati di lavoro, in quanto sono pochi i Comuni che hanno ultimato le procedure, si potrebbe così arrivare entro tempi limitati al suo esame, e all'approvazione o alla richiesta di modifiche. A conti fatti, tenendo presenti i tempi necessari della burocrazia, si potrebbe arrivare alla definizione finale entro il mese di aprile o maggio.

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VENTIDUE LE NUOVE COMUNITA' MONTANE DEL PIEMONTE LO STABILISCE LA DELIBERA APPROVATA DAL CONSIGLIO REGIONALE (sezione: Burocrazia)

( da "marketpress.info" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 05 Novembre 2008 VENTIDUE LE NUOVE COMUNITA´ MONTANE DEL PIEMONTE LO STABILISCE LA DELIBERA APPROVATA DAL CONSIGLIO REGIONALE Il Consiglio regionale ha approvato il 3 novembre, su proposta dell?assessore regionale allo Sviluppo della montagna Bruna Sibille, la delibera che definisce le aree omogenee che andranno a formare le nuove Comunità montane del Piemonte. Rispetto al tetto massimo di 23 previsto dalla legge regionale approvata lo scorso giugno, le nuove Comunità montane saranno 22: 6 rispettivamente nelle province di Torino e di Cuneo, 1 rispettivamente in quelle di Asti e di Vercelli, 2 nell?Alessandrino, 3 nel Biellese, 3 tra Vco e provincia di Novara, di cui una con sede legale nel Novarese. ?E? stato un lavoro complicato, - dichiara la presidente Mercedes Bresso - ma alla fine siamo soddisfatti del risultato: il provvedimento consente da una parte di realizzare risparmi, riducendo la burocrazia, dall?altra rende le Comunità montane più forti e preserva un patrimonio importante per la nostra regione e per il paese. ? ?Il Consiglio, e in particolare la maggioranza, - aggiunge Bresso - hanno retto in questi mesi a pressioni di campanile di ogni tipo, anche a quelle di un?opinione pubblica che chiedeva l?abolizione in toto delle Comunità montane. La riduzione del numero delle comunità, attraverso il loro accorpamento in aree omogenee, è solo uno degli aspetti di una riorganizzazione ben più complessa che prevede un significativo rafforzamento del ruolo e dei compiti di questi enti e la garanzia della loro rappresentatività nella vita democratica. ? ?Per arrivare al disegno territoriale contenuto nella delibera del Consiglio regionale, - afferma l?assessore allo Sviluppo della montagna e Foreste Bruna Sibille - abbiamo ascoltato tutte le parti in causa e le diverse proposte provenienti dalle varie aree del Piemonte, consapevoli del fatto che ogni cambiamento crea resistenze e difficoltà, ma la cosa importante è che con questa riforma abbiamo salvato il governo della montagna. Ora bisognerà realmente occuparsi delle questioni di montanità e di marginalità delle aree con una discussione attenta e puntuale?. I paesi esclusi dalle Comunità montane perché il loro territorio non è effettivamente montano potranno fare richiesta entro 60 giorni alla Regione di esservi compresi per motivi di continuità. I Comuni montani potranno invece chiedere di passare da una Comunità ad un?altra limitrofa. I nuovi enti, così come prefigurati dalla delibera approvata il 3 novembre, inizieranno ad operare dopo la prossima tornata di elezioni amministrative del 2009. . <<BACK

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PER QUANTO SI riferisce all'artigianato e alle pmi ferraresi, questo vero e ... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

FERRARA CRONACA pag. 8 PER QUANTO SI riferisce all?artigianato e alle pmi ferraresi, questo vero e ... PER QUANTO SI riferisce all?artigianato e alle pmi ferraresi, questo vero e proprio rivolgimento, che ha cambiato radicalmente scenari e prospettive dell?economia nel giro di pochi mesi, giunge dopo una fase abbastanza lunga di stagnazione, che perdura ormai dalla fine del 2007. Mentre a livello nazionale e regionale, la Cna ha sollecitato misure straordinarie, facendosi interprete delle crescenti difficoltà delle imprese innanzitutto sul versante dell?accesso al credito, ai diversi tavoli locali sta ponendo con forza la necessità di una reazione coesa che metta al centro il supporto ai Confidi, con la creazione di un fondo straordinario provinciale, dopo i provvedimenti già decisi da Camera di Commercio e Comune di Ferrara, e misure a sostegno del reddito.Questo confronto deve necessariamente coinvolgere anche le banche locali, più legate al nostro territorio e alle sue prospettive, alle quali proponiamo un?azione esplicita e significativa a sostegno della economia provinciale e delle piccole imprese, le più esposte in questa fase ai rischi di ordine finanziario. A questo tema delicato dedicheremo, tra l?altro, la nostra assemblea annuale il prossimo 22 novembre. In sostanza, la presa di coscienza della gravità di quanto sta avvenendo richiede a ciascuno di noi una altrettanta consapevolezza che coesione, accordo sugli obiettivi e sulle scelte di fondo costituiscono le condizioni essenziali per difendere il patrimonio produttivo e le condizioni di vita dei cittadini della nostra provincia. Dunque, ben vengano iniziative d?intesa tra istituzioni e forze economiche come questa, alla quale chiediamo aderiscano tutti i comuni, evitando iniziative localistiche, che avrebbero come unico risultato la dispersione di risorse preziose. Quello che occorre oggi è una risposta forte e chiara ai problemi posti dalle imprese e dallo stato complessivo di difficoltà della nostra economia, che depaupera il territorio, mangia i redditi delle famiglie e allarga le povertà sociali. Tale impegno deve caratterizzare, a mio parere, non solo gli interventi sul versante del credito, ma anche le iniziative da adottare ? tempestivamente ? a sostegno dello sviluppo e della competitività del nostro territorio. La nostra provincia, per molteplici fattori, continua a manifestare caratteristiche di maggiore fragilità di altre aree della regione e, da diverso tempo, lancia segnali di insufficiente dinamismo. Per questi motivi, il nostro sistema produttivo rischia di pagare prezzi più salati di fronte alla portata della crisi attuale, a condizione che non si intervenga rapidamente ? con il medesimo rigore e senso di coesione ? con un progetto di sviluppo condiviso, costituito da un pacchetto di misure articolate di rilancio della economia provinciale. Deve farsi strada rapidamente la consapevolezza che la situazione e le prospettive economiche in atto richiedono questa visione e, al tempo stesso, l?individuazione di precise priorità comuni di lavoro. Ne cito alcune, tra le più importanti: infrastrutture e innovazione tecnologica, efficienza del sistema pubblico e della burocrazia anche a livello locale, efficienza - efficacia dei servizi, anche attraverso il rapporto pubblico ? privato. La nostra Associazione è disposta ad assumersi precise responsabilità, come abbiamo più volte affermato. Ma ora è tempo di accelerare il passo, se vogliamo farci trovare pronti a correre, quando l?economia ricomincerà a tirare. Corradino Merli Direttore provinciale Cna

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Con una dichiarazione d'inizio attività il business può partire senza intoppi (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 3 Con una dichiarazione d?inizio attività il business può partire senza intoppi BUROCRAZIA RIDOTTA AL MINIMO ? LEGNANO ? Negli ultimi anni c?è stato un vero e proprio fiorire di nuove attività legate al mercatino dell?usato in tutto il Legnanese. Di solito si tratta di un modello di business proposto con formula del franchising. Mercatino srl, ad esempio, conta più di 170 affiliati con sedi in tutte le province d?Italia, 110 mila metri quadri espositivi, 1.100 addetti, 4 milioni e 200 mila clienti abituali e oltre 25 milioni di articoli venduti. In ogni caso anche un privato senza know-how di un?azienda e senza poter disporre di un marchio già conosciuto può avviare la propria attività. Aprire un mercatino dell?usato è infatti semplice. È sufficiente trovare un locale adatto, in un posto possibilmente ben visibile e con un buon passaggio di gente. Presentare poi una dichiarazione di inizio attività al Comune e dopo trenta giorni iniziare ad operare. Ch.S.

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LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, mol... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA PISTOIA pag. 6 LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, mol... LA BUROCRAZIA mette in ginocchio gli olivicoltori della provincia di Pistoia, molti dei quali rischiano addirittura la sospensione delle attività, con tutto ciò che questa può comportare all?economia del settore in un periodo cruciale come quello della frangitura, che è iniziata proprio in questi giorni. Il problema riguarda lo smaltimento delle sanse. A lanciare l?allarme è la Coldiretti, che con una lettera al presidente della Provincia e ai sindaci del territorio invita le istituzioni locali ad attivarsi, sollecitando la Regione, affinché venga trovata urgentemente una soluzione «in merito ? scrive il direttore provinciale di Coldiretti Pietro Piccioni - alla preoccupante nota inviata dalla Italcol spa ai frantoi della provincia di Pistoia, con la quale preannuncia un ridimensionamento degli orari giornalieri di ritiro della sansa, adducendo a motivazione, le intransigenze delle autorità locali nei confronti di qualsivoglia eventuale tipologia di emissione odorigena, con pericolo di chiusura dello stabilimento». Le conseguenze per tutto il settore oleario (produttori, frantoi e tutte le attività di servizi ad essi collegati), potrebbero essere drastiche. «Gli eventuali ritardi o blocchi della molitura degli oleifici per difficoltà di smaltimento delle sanse ? riprende Piccioni ? avrebbero gravi ripercussioni sulla campagna olearia, che andrebbe a concludersi nel giro di pochi mesi». PER QUESTO Coldiretti chiede «un intervento congiunto, affinché tale pericolo venga scongiurato, per non mirare la debole economia del settore olivicolo, duramente provato da annate spesso avverse e da un mercato altamente penalizzante». «Si tratta di un problema, quello della gestione della sansa - afferma Piccioni - di cui si era a conoscenza e su cui si è lasciato correre, senza affrontarlo con determinazione. Non lo si può affrontare ora, a campagna iniziata. Si chiede perciò che a livello regionale e locale ci si attivi per una deroga di qualche mese, per poi affrontare il problema delle sanse inserendolo all?interno di un progetto complessivo di rilancio del settore». Patrizio Ceccarelli

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LA RIFORMA (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-11-05 - pag: 5 autore: LA RIFORMA I contenuti Approvata il 26 giugno scorso, la nuova riforma tedesca del diritto societarioè entratainvigoreil1Ú novembre. Comporta l'alleggerimento delle incombenze burocratiche e la velocizzazione dei tempi di costituzione societaria La novità Il fatto principale riguarda l'introduzione di una particolare societàa responsabilità limitata, chiamata UG (si tratta di una società d'impresa),che per essere costituita necessita del capitale simbolico di 1 euro ed è stata pensata per quegli imprenditori che in fase di start up non dispongono dell'importo necessario alla GmbH classica (corrispondente alla Srl italiana). Semplificazione Altre novità riguardano anche la GmbH classica con la riduzione del capitale sociale minimo da 25mila a 10mila euro, la semplificazione in materia di trasferimento quote, la costituzione tramite compilazione di un formulario prestampato, che sostituisce statuto societario, lista dei soci e nomina dell'amministratore. Burocrazia Per dar vita a una società non serve più il rogito notarile, ma solo l'autenticazione delle firme dei soci. Tagliati anchei tempi per l'iscrizione al registro delle imprese prevista in via telematica. La sede amministrativa della nuova GmbH può essere stabilita anche in un Paese diverso rispetto alla sede sociale.

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Bolzano verso il superassessorato (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)

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Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-11-05 - pag: 7 autore: Autonomia. Nella futura Giunta potrebbero essere cumulate le competenze su economia e innovazione Bolzano verso il superassessorato Favorevoli gli industriali - Un pacchetto di richieste alla Provincia Mirco Marchiodi BOLZANO Il Consiglio altoatesino è stato rinnovato da appena dieci giorni, ma gli imprenditori sanno già cosa chiedere alla prossima Giunta. A guidarla ci sarà ancora Luis Durnwalder, che con la sua Svpè riuscito a mantenere la maggioranza assoluta dei seggi (18 su 35) pur perdendo molto nei confronti delle destre tedesche. Il partner italiano è ancora da decidere: continuità col centrosinistra o nuovo asse con il centrodestra di Pdl e Lega? L'impressione è che sia favorito il Pd, ma se in Trentino – dove si voterà domenica prossima –dovesse vincere il centrodestra tutto potrebbe cambiare. Ma ci sarà da discutere anche sul programma, e l'economia ha chiare le priorità: meno oneri per le imprese, che si parli di tasse, burocrazia o procedure. E intanto si fa strada anche l'ideadi un "superassessorato". «Almeno la componente dell'innovazione più legata all'economia dovrebbe stare con chi l'economia la governa», traccia la linea il presidente di Assoimprenditori, Christof Oberrauch. Ecco le principali richieste del mondo economico. Tasse e imposte è un tasto su cui l'imprenditoria preme da anni: la concorrenza di Austria e Germania è sempre più forte anche perché gli oneri a carico delle imprese italiane sono enormemente più alti. «Cercheremo di fare qualcosa, soprattutto quando sarà attuato il progetto di federalismo fiscale», è la promessa di Durnwalder. Ma alle categorie non basta. «La Provincia – propone Oberrauch –potrebbe ridurre il prezzo dell'energia del 20% per le imprese». Anche Arrigo Simoni, presidente della Cna, chiede interventi più rapidi: «Bisogna sostenere le Pmi attraverso finanziamenti diretti, rafforzamento dei Confidi e defiscalizzazione». Infrastrutture Sulla necessità del tunnel del Brennero non si discute più. Su quella dell'aeroporto sì: «Ne abbiamo assolutamente bisogno, perché il turismo continuerà ad andare bene solo se riusciremo a portare in Alto Adige ospiti provenienti da nuovi mercati, visto che quelli tradizionali, Germania in testa, sono in crisi», afferma il presidente dell'Unione albergatori, Walter Meister. Si discute anche del grande centro commerciale che la Provincia vorrebbe realizzare a Bolzano: l'Unione commercio è scettica, la Confesercenti nettamente contraria «perché – è convinto il direttore Paolo Pavan – significherebbe mettere in ginocchio il commercio di vicinato». Tra i settori più in difficoltà c'è quello delle costruzioni e la richiesta avanzata è quella di anticipare alcuni appalti pubblici, cercando di privilegiare le ditte locale. Una richiesta che Durnwalder ha accolto: «I programmi che possiamo portare avanti senza stravolgere il patto di stabilità li anticiperemo. E gli appalti saranno divisi in lotti più piccoli, in modo da permettere alle nostre aziende di partecipare alle gare con più possibilità». Oneri burocratici «Abbiamo 12mila leggi statali, 300 regionali e 1.310 provinciali con le rispettive disposizioni e normative da rispettare. Sono semplicemente troppe», accusa il direttore dell'Unione commercio, Dieter Steger. E Hanspeter Munter, direttore dell'Apa, aggiunge: «L'obiettivo dev'essere quello di ridurre gli oneri burocratici di almeno il 5% all'anno». La Provincia assicura che ci proverà: è già stato istituito un gruppo di lavoro che oltre a dover analizzare l'impatto in termini di oneri burocratici di ogni nuova legge dovrà cercare di ridurre al minimo quelle esistenti. Il ruolo di Tis e Bls Il Tis, chiedono gli imprenditori, dovrà rafforzarsi per dare nuovo slancio all'innovazione, sulla spinta anche della nuova legge da poco diventata operativa. Diventerà invece operativo solo nel gennaio 2009 il Business Location SÜdtirol, la società che si occuperà dell'insediamento di nuove imprese. Il primo compito sarà quello di gestire la nuova zona di espansione a Bolzano Sud, ma in generale bisognerà velocizzare i tempi per l'assegnazione dei terreni.

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Il Trentino investe sugli strumenti per gli immigrati (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2008-11-05 - pag: 14 autore: Verso le elezioni. Obiettivo accoglienza Il Trentino investe sugli strumenti per gli immigrati AMMINISTRATIVE 2008 Alessandra Saletti TRENTO Evitare di proporre servizi ad hoc per gli immigrati, e invece lavorare sulle strutture già esistenti per metterle in condizione di accogliere al meglio le differenze. è la filosofia scelta dalla Giunta provinciale uscente nell'arco dell'ultima legislatura, che ha varato provvedimenti, soprattutto di carattere amministrativo, volti a seguire e anticipare le problematiche specifiche (come il ricongiungimento familiare e l'integrazione delle seconde generazioni) poste da un'immigrazione sempre crescente. Sono infatti quasi 38mila gli immigrati regolari (compresi i comunitari) presenti sul territorio provinciale, pari al 7% circa della popolazione. Un problema da gestire, ma al tempo stesso una risorsa per lo sviluppo produttivo, su cui il governo provinciale ha investito 1.750mila euro annui, attraverso il Centro informativo per l'immigrazione dell'assessorato alle politiche sociali. «La razionalizzazione delle risorse ci ha permesso di raggiungere risultati importanti, tanto che il Cnel ha più volte indicato il Trentino come realtà che offre a livello nazionale le migliori condizioni per l'integrazione – spiega Pierluigi La Spada, responsabile del Centro –abbiamo investito sulla formazione degli operatori sulle norme, molto complesse, che regolano l'accesso ai servizi pubblici. Gli operatori, tutti di madrelingua diversa, hanno raccolto segnalazioni e svolto attività di mediazione verso altri soggetti pubblici e privati. Il Centro redige inoltre unrapporto annuale sul fenomeno migratorio e svolge attivitàdi informazione e sensibilizza-zioneanchesulsitoweb( conoltre 1.500 contatti al giorno), dove è possibile controllare in tempo reale lo stato di avanzamento delle pratiche burocratiche e conoscere iniziative e servizi». «Negli ultimi anni –aggiunge La Spada – abbiamo avviato due progetti: uno per l'accoglienza degli immigrati in attesa di asilo politico (solo nel 2008 abbiamo avuto 41 domande) e uno a favore delle vittime della tratta e dello sfruttamento ». «Quanto è stato fatto rappresenta sicuramente un passo avanti – commenta Aicha Mesrar, presidente della cooperativa Città Aperta che si occupa di integrazione – tuttavia la preoccupazione per il futuro è forte. Gli stranieri hanno bisogno di un maggiore coinvolgimento nella vita sociale. Oggi i veri problemi sono l'eccessiva burocrazia che ancora persiste nelle fasi di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno e la quasi totale mancanza di rappresentanza degli immigrati nelle decisioni che li riguardano, anche a livello locale». ALL'AVANGUARDIA Approvati due progetti relativi agli stranieri in attesa di asilo politico, e a sostegno delle vittime dello sfruttamento Sesta e ultima puntata Le precedenti puntate dedicate alle amministrazioni provinciali sono state pubblicate il 24 settembre, l'1,il 15,il 22 e il 29 ottobre

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CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanit... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 05-11-2008)

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LA PAGINA DEI LETTORI pag. 35 CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanit... CARA NAZIONE, la burocrazia non dà proprio scampo. Nemmeno, e soprattutto, se si parla di sanità. Nei giorni scorsi mi è stato prescritto dal mio medico un esame da effettuare in una struttura vicina all?ospedale. Ho telefonato per fissare l?appuntamento, ma mi è stato risposto che le prenotazioni venivano registrate attraverso il Cup, il centro unico di prenotazione. Ed è lì che avrei dovuto chiamare. E? quello che poco dopo ho fatto: l?attesa al telefono è stata lunga almeno una decina di minuti prima che qualcuno mi prendesse in considerazione. Alla fine mi è stato detto che non era quello il modo giusto per fissare l?esame e mi è stato consigliato di recarmi direttamente al Cup, struttura che si trova difronte all?ospedale. Mi sono recata la mattina successiva di buon?ora all?ufficio che mi era stato indicato, ma mi è stato detto che l?ufficio è aperto solo al pomeriggio. Ora mi chiedo se è pensabile che un cittadino per fissare un esame all?Asl sia costretto ad un?odissea di questo genere. Morena G. (Prato)

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Le imprese cambiano gestore (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nord-Ovest sezione: PRIMO PIANO data: 2008-11-05 - pag: 2 autore: Le imprese cambiano gestore Da luglio 2007 il Piemonte è quinto per quota di passaggi - In coda la Valle d'Aosta Roberta Favrin Sono oltre 103mila le imprese del Nord-Ovest che hanno cambiato il fornitore di energia elettricadal 1Úluglio2007, datain cui si è completata l'ultima tappa del percorso di liberalizzazione del mercato, a inizio ottobre 2008. A fornire il dato è l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, che ha messo a disposizione de «Il Sole-24 Ore NordOvest» il trend mensile dei nuovi contratti di fornitura. Le aziende con consumi più elevati (da un milione di kWh all'anno)sono state le prime a poter esercitare la libertà di scelta: era il 1999. Successivamente, nel luglio 2004 la facoltà è stata estesa a tutti i clienti non domestici e infine alle famiglie. Queste ultime hanno risposto in modo più tiepido alle nuove opportunità ta-riffarie: tra Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta il 4,9% delle utenze domestiche ha cambiato il fornitore, a fronte di una media nazionale del 4,4 per cento. Se in Piemonte le famiglie che hanno scelto un nuovo gestore sono il 5,5% (129.303 ), in Liguria e in Valle d'Aosta la media si abbassa al 3,8 per cento. Decisamente più consistente il movimento delle imprese: nell'area hanno cambiato in 15 su cento (a cui va aggiunto circa un ulteriore 10% che aveva scelto lo switch prima del luglio 2007). Anche qui spicca Piemonte con 70.081 aziende passate al libero mercato, pari al 15,7% delle utenze non domestiche, un punto in più della media nazionale. La Liguria si ferma al 14% con 28.546 cambi di gestore della rete elettrica. Fanalino di coda la Valle d'Aosta che registra appena 1.287 cambi di contratto, il 5,8% sul totale della clientela business: è la media più bassa d'Italia. In Liguria sono 38.930 le famiglie che hanno disdettato il vecchio contratto di fornitura elettrica tra luglio 2007 e il primo ottobre scorso, su un bacino totale di circa un milione di utenti. Partito in sordina con poche decine di contratti nei primi due mesi, il fenomeno ha registrato un crescendo da settembre dello scorso: il picco si è raggiunto a cavallo tra dicembre 2007 e marzo 2008 con una media di 4.700 passaggi di gestore. Nell'ultimo semestre la media si è dimezzata. Per quanto riguarda le imprese si evidenziano due picchi: ad agosto 2007 con 3.539 trasferimenti di contratto e a giugno 2008, con 3090. Nel secondo semestre 2007 il trend si mantiene attorno a 2.300 passaggi mentre nei primi 10 mesi di quest'anno la media si ridimensiona a 1.300 passaggi, ma settembre e ottobre segnano il passo ( rispettivamente 816 e 735 nuovi contratti). Sul mercato si muovono i tre consorzi per l'energia che fanno riferimento a Confindustria Genova. «Le 110 associate avranno nel 2008 un risparmio medio del 13% sul costo vivo della materia prima », commenta Andrea Delucchi di Confindustria Genova. «Il beneficio si riduce tuttavia del 50% con le tasse e gli oneri indiretti», precisa però Giulio Riccardi, titolare della Lameter di Genova (attrezzi per macchine movimento terra, 7 milioni di fatturato nel 2008). «Il libero mercato dell'energia è una giungla – prosegue Riccardi –rispetto al resto d'Europa il risparmio reale èminimo e la burocrazia pesantissima. Senza l'aiuto dei consorzi una piccola impresa difficilmente riesce a districarsi». In Piemonte hanno cambiato fornitore 124.845 famiglie su un bacino totale di circa 2,2 milioni di utenti. I movimenti più significativi si sono registrati tra novembre 2007 e aprile 2008 (il picco massimo a dicembre dello scorso anno con 17.723 nuovi contratti). Sul fronte delle imprese, l'Autorità per l'energia segnala un totale di 73.245 nuovi contratti a fronte di un'utenza business attorno alle 400mila unità. Il mese più significativo è stato agosto 2007 con 8.958 cambi di gestore; il trend si è mantenuto tra 5 e seimila nuovi contratti fino al gennaio scorso per ridimensionarsi nell'ultimo quadrimestre sotto quota tremila. I consorzi che fanno riferimento al mondo confindustriale sono una decina: raggruppano circa 500 imprese che da sole assorbono un decimo dell'energia consumata dal sistema industriale subalpino. «La politica dell'aggregazione della domanda ha dato buoni risultati e si sta rafforzando – spiega Ermanno Maritano, vice segretario di Confindustria Piemonte con delega all'energia –Quest'anno per la prima volta i Consorzi di Torino e quello di Novara faranno un unico bando di gara per la selezione del fornitore unico». è di pochi giorni fa la firma della convenzione tra le associazioni industriali di Torino, Novara e Cuneo con Mpe Energia per la fornitura 2009 a una platea potenziale di 500 piccole imprese (130 milioni di kWh/anno). «La condivisione delle competenze e dei volumi di energia ha spuntato una differenza di prezzo di circa 1,40 centesimi di euro al kWh», segnalano i sottoscrittori dell'accordo. La Valle d'Aosta è fanalino di coda sul libero mercato dell'energia, con 3.835 cambi di gestione nelle utenze domestiche su una platea di circa centomila unità. Il picco maggiore ad aprile 2008 con 803 nuovi contratti. Per quanto riguarda le imprese, i trasferimenti sono 1.287 su un totale di 1.344 utenze. I movimenti maggiori tra gennaio e luglio 2008 con una media di 166 trasferimenti. LE DINAMICHE Piccole e grandi ditte si affidano ai consorzi della Confindustria locale per strappare i prezzi migliori sul mercato

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Un maestro davvero unico (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-11-2008)

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LOIANO pag. 23 Un maestro davvero unico Loiano: sport in classe, il segreto di Gianni Nascetti ? LOIANO ? E? STATO IL MAESTRO di tre, forse quattro generazioni di compaesani. In una scuola assai diversa dall?attuale, dove una bacchettata sulle mani non finiva con una denuncia in caserma e quando dietro alla cattedra c?era una sorta di secondo papà. Gianni Nascetti ha 82 anni ed è in pensione da diciassette. Per tutti, a Loiano, è il maestro Giannino. I SUOI RICORDI di insegnante elementare si mescolano con quelli di giornalista sportivo. Collaboratore delle più importanti testate nazionali, da Carlino a Stadio, dal Tempo al Mattino, dal Giornale alla Stampa, per finire col Guerin Sportivo. I metodi di insegnamento del maestro, a dirla tutta, erano un po? inconsueti. Come quella volta che in classe si presentò con Nino Benvenuti. Poi, a seguire, Gianni Rivera e Giacomo Bulgarelli. «Qualcuno ? ammette ? già allora si meravigliava». Metodi spicci ma efficaci. Spesso in barba della burocrazia: «Nel ?51, una settimana dopo la frana del monte che fece nascere il lago di Castel dell?Alpe, ci portai gli studenti. Quante storie mi hanno fatto». SPORT e insegnamento, per il maestro Giannino, vivevano in simbiosi. «Per spiegare la punteggiatura ? racconta ? prendevo le formazioni delle squadre e le classifiche per la matematica. Il Giro d?Italia, invece, era un?ottima base per la geografia. Il campo da calcio per la geometria. Poi l?inglese: corner, off side». Gianni Nascetti diventa insegnante nel ?46. Vince il concorso con un tema, manco a dirlo, sullo sport. Prima le scuole serali di Loiano, poi tre anni nella frazione di Quinzano, quindi di nuovo a Loiano al posto del maestro Roberto Salmi, altro pezzo di storia locale. Qui, già negli anni cinquanta, c?erano classi miste. Loiano era capoluogo di mandamento. Ogni frazione aveva una scuola, che spesso era una vecchia casa. E ogni maestro aveva due o tre classi. Le bocciature erano più frequenti e «qualcuno, per fare cinque anni di elementari ne impiegava sette o otto». Sulla riforma Gelmini ha le idee chiare: «Un bambino, fino agli undici anni, deve vedere nel maestro una sorta di secondo papà e la formazione deve essere simile a quella della famiglia. Oggi, invece, per ogni materia c?è un insegnante». SPIEGA il suo metodo: «Il bambino va coinvolto. Dirgli le cose che vuole sentirsi dire. Io utilizzavo lo sport». E di nuovo sulla riforma: «La maggior parte degli insegnanti è favorevole ma non va in piazza. Chi fa rumore è una minoranza. Si sono scagliati contro il voto in condotta, ma è molto importante. Con il sette si veniva bocciati, adesso se la maestra viene mandata a quel paese deve stare zitta». Favorevole, Nascetti, anche a un anno di pre insegnamento dell?italiano per gli extracomunitari: «Per prepararli, anche senza voti. L?anno dopo farebbero meno fatica gli insegnanti stessi. Oggi, invece, la scuola va sempre più giù perché si insegna per l?ultimo della classe, non per il primo». Lorenzo Priviato

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Americani dell'Alto Adige <Il presidente sarà Obama> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 05-11-2008)

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Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2008-11-05 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Il voto negli Usa Candidati: gli hockeisti e il direttore Carispa concordano Americani dell'Alto Adige «Il presidente sarà Obama» Olson e DiCasmirro: è il nuovo. Brooks: ha carisma BOLZANO — Anche a Bolzano c'è un pizzico di orgoglio a «stelle e strisce» che attende l'esito delle elezioni presidenziali Oltreoceano. Nel capoluogo altoatesino i sondaggi sembrano rispecchiare fedelmente le proiezioni da parte dei maggiori istituti di ricerca, ovvero la vittoria del candidato del Partito democratico Obama. Sul fronte degli sportivi, gli hockeisti fanno fronte comune. «Se non fossi in Europa — dice Josh Olson, ala e stella dei campioni d'Italia del Bolzano — voterei senza indugi per Obama. Ha dei programmi seri, incentrati sui problemi più gravosi del nostro paese: l'economia e il sostegno alle fasce più deboli». Olson sottolinea inoltre l'aria di cambiamento nel suo paese. «Bush non ha rispettato quelle che erano state le promesse in campagna elettorale — afferma — di questo gli americani ne faranno tesoro in quella che sarà la loro decisione alle urne. Le elezioni però sono un terno al lotto — conclude — alla fine è il risultato che conta. Questa volta però credo che non ci saranno dubbi». Anche Nate DiCasmirro, attaccante dei biancorossi, passaporto canadese e recentemente anche italiano («ma sono nato negli States da mamma americana», dice) indica in Obama il successore di Bush. «Lui è la novità — afferma DiCasmirro — perché è un personaggio che piace e che sembra in grado di dare risposte concrete alle esigenze degli americani. Peccato non poter votare — dice — anche gli americani attualmente all'estero avrebbero questa possibi-lità, ma tra il dire e il fare, purtroppo, c'è sempre troppa burocrazia di mezzo». Su MaCain il giudizio di DiCasmirro è negativo: «Ha troppe primavere alle spalle — conclude — l'America ha bisogno di rinnovamento e di personaggi nuovi e con idee propositive». Un altro americano Doc, il direttore generale della Cassa di Risparmio Timothy Brooks, guarda con grande interesse alla scelta su quello che sarà il 44Ë? presidente della storia americana. Il giudizio di Brooks sui due candidati però, è alquanto negativo. In un'intervista al settimanale di lingua «Ff», Brooks boccia senza appello i due candidati alla Casa Bianca. «Entrambi non gioveranno di certo all'Europa — afferma — sia Obama che MaCain guardano troppo agli Stati Uniti e ai suoi interessi di parte, in quello che si potrebbe considerare come una sorta di “isolamento politico” dal resto del mondo». Sull'esito finale, Brooks non ha dubbi: «Vincerà Obama, perché porta con sè un grande carisma, poi bisognerà vedere come agirà realmente dal punto di vista strettamente politico ». Thomas Laconi Sfidanti Obama e Mc Cain si stringono la mano prima di un confronto pubblico Convinti Da sopra: Olson, Brooks e DiCasmirro

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Neo-socialismo in aiuto dei ricchi Il duro mercato per tutti gli altri (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 05-11-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2008-11-05 num: - pag: 44 autore: di ULRICH BECK categoria: REDAZIONALE IL DOPPIO STANDARD DELLA CRISI Neo-socialismo in aiuto dei ricchi Il duro mercato per tutti gli altri N el mio libro Conditio Humana. Il rischio nell'Età Globale (Laterza) metto a confronto tre situazioni di rischio globale: il cambio climatico, il terrorismo e il sistema finanziario, in vista del loro storico potere di cambiamento. Devo tuttavia dire che molte delle cose che ora accadono nel teatrino reale dell' economia e della politica mondiale vanno ben al di là di quel che ero riuscito ad immaginare chiuso nel mio studio. Tutte e tre le crisi non possono essere risolte dallo Stato nazionale. Tuttavia, nel caso della crisi della finanza emerge in tutta la sua chiarezza il potere rivoluzionario della situazione. Dalla sera al mattino non vale più il principio di fondo dell'Occidente, ovvero il libero mercato. Fino a qualche giorno fa volevamo salvare il mondo intero lasciandolo ad un indisturbato sviluppo, ciò è stato dannoso. Proprio coloro che finora avevano rifiutato con veemenza ogni intervento statale, dalla sera al mattino si sono convertiti. Nei partiti i politici si stanno trasformando da neoliberali in socialisti statalisti, almeno per quanto riguarda singoli punti. Mettono a disposizione dalla finanza pubblica delle somme finora inimmaginabili. Molti rappresentanti del capitalismo anglosassone del laissez-faire sono sulla strada giusta per diventare fautori di un dirigismo capitalistico di Stato di stampo cinese. In realtà l'economia di mercato sociale è soltanto una minuscola variante nel sistema capitalistico. Proprio negli ultimi anni in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, ciò che è sociale è stato piuttosto espulso dall'economia di mercato. Si tratta inoltre di un modello legato del tutto allo Stato nazionale. Non è affatto preparato alla situazione globale. Quel che ora sta arrivando è uno Stato sociale in aiuto del capitale finanziario. Ciò avrà sicuramente un ruolo importante nei prossimi anni. Da un lato si mette in piedi un socialismo spendaccione per i ricchi, per l'economia e per la finanza. Dall'altro per i lavoratori dipendenti è pronta l'ideologia di un nudo neoliberalismo. La liberalizzazione dei mercati continuerà tuttavia ad essere eseguita contro coloro che hanno un impiego precario. Le contraddizioni lampanti, in cui si ingarbugliano i politici di tutti i Paesi, non ci sono ancora tutte chiare. Se è fallita l'ideologia del mercato che tutto aggiusta, allora molte riforme degli ultimi anni sono fallite. Anche ad esempio la riforma dell'università. La privatizzazione di ampi settori di quelli che una volta erano i compiti dello Stato metterà a rischio la nostra infrastruttura, il fondamento della nostra ricchezza. Vorrei sottolineare l'ironia strutturale della situazione. Vi è una certa comicità nel fatto che sia stato proprio l'illimitato successo del capitalismo finanziario a metterlo in crisi. Dal momento che la maggior parte degli approcci sociologici partono dal presupposto di una stabilità ed espansione della modernità occidentale e del suo sistema economico, per lo più scevre da crisi, come si spiega il potenziale di rovesciamento proprio di questa situazione? Gli uomini del fare, ad esempio il capo della Deutsche Bank Ackermann, parlano di un rischio sistemico. Questo attira l'attenzione del sociologo. Ai suoi occhi non è tanto questione di fattori che riguardano la psicologia individuale e sociale, tanto discussi in queste settimane e senza'altro presenti, come ad esempio l'avidità che ha suscitato molto scandalo, ma quel che conta è piuttosto il fatto che l'economia di mercato, sprigionata, privata dei confini, globalmente liberata dalle prescrizioni dello Stato nazionale, spinge il proprio sistema in una crisi esistenziale. Da un punto di vista della sociologia del rischio si tratta sempre di anticipazioni. Con il rischio non si intende la catastrofe. Il rischio è l'anticipazione della catastrofe nel presente, affinché venga evitato il peggio, che in nessun caso deve verificarsi. Quindi occorre inscenarlo. Esageriamo nel descrivere la situazione, la paragoniamo al crash del 1929 e alla successiva depressione degli anni Trenta. Ci proiettiamo l'immagine del fantasma, affinché si mobilitino le forze per impedirne l'ingresso nel mondo reale del XXI secolo. Così avviene involontariamente un salto quantico della politica dal paradigma nazionale a quello transnazionale. La distinzione tra nazionale ed internazionale che sorregge la visione del mondo finora in auge viene dissolta e almeno a tratti sostituita da una politica interna mondiale, in cui i sistemi globali di regole del potere, tra economia e Stato, sono messi in movimento e devono essere ridiscussi. Da noi ciò si concretizza nel fatto che all'improvviso si fanno cose che poco prima erano ancora del tutto inimmaginabili. Nel giro di pochi giorni la Repubblica Federale di Germania si fa improvvisamente garante per la somma di 500 miliardi di euro. In un nonnulla il tutto attraversa le istanze parlamentari. Si agisce in una condizione di panico, del non-sapere, anzi, del non-poter-sapere. Si tratta infatti di una situazione nuova. Non sappiamo quasi nulla al riguardo. Nel 1929 — che viene portato sempre come esempio — vi erano globalmente condizioni di tutt'altra natura. In verità non abbiamo nulla di veramente paragonabile; e l'esperienza della catastrofe dell'umanità, su cui potrebbe fondarsi il giudizio razionale, va in ogni caso impedita. è interessante che in questa situazione del non-sapere— che riguarda anche la scienza economica — e della massima catastrofe che viene evocata, si indichi all'improvviso lo Stato, fino a poco fa scritto con la lettera minuscola, come l'attore centrale che tutto deve aggiustare. è lo Stato che deve decidere sullo stato d'eccezione. Spenderà miliardi senza che nessuno potrà dire con certezza se ciò sarà d'aiuto. Nessuno ha poi la minima idea di quali saranno gli effetti collaterali. Da dove verranno i soldi? Certo non dalle banche americane. Cinesi, arabi, russi concederanno crediti all'Occidente. Non posso immaginare che questo non comporti uno spostamento nei rapporti di forza economici e politici globali. Ma di questo a malapena si parla da noi. Negli Usa invece sì. Le banche sono nella condizione di coloro che ricevono assistenza sociale e come loro non vogliono doverla mendicare, ma avervi diritto. Preferirebbero che i miliardi venissero loro imposti. Rischi globali mettono in questione il bisogno fondamentale dei cittadini di avere sicurezza e ordine. Si tratta della anticipazione di uno stato d'eccezione che non giunge dal di fuori, dal nemico, ma che proviene dal centro e riguarda tutti, che ha quindi dimensioni cosmopolitiche. Esso mette in questione l'immagine del mondo finora in auge riguardo alla politica, l'economia, la società e la loro cooperazione. Ne va dell'intero. Dell'intero globale. Non si risolve nulla con i mezzi dello Stato nazionale. Mi affascina in questo il momento cosmopolitico. Costi quel che costi si deve agire al di là dei confini. Il consenso deve coinvolgere l'altro, il nemico. Non possiamo comprendere la nostra stessa situazione, se non impariamo a vedere il mondo con gli occhi degli altri. E la Cina potrebbe approfittare di quello che sta accadendo. C'è sempre chi ne approfitta. Obama ad esempio ha sicuramente conquistato punti presso gli elettori attraverso la crisi della finanza. Sicuramente in America ora si percepisce più chiaramente la perdita di potere degli Usa nei confronti della Cina, di quanto non avvenisse qualche mese fa. Tempo fa scrivevo: «Ora vale l'inversione del principio di Marx: non è l'essere che determina la coscienza, la coscienza della nuova situazione determina le possibilità di potere degli attori statali». Questo per certi versi si è verificato, per altri no. Anche la situazione del pensiero è cambiata. La premessa, che il neoliberalismo condivide paradossalmente con il neomarxismo e per cui l'economia dà quel muro del suono che non può essere violato dalla politica, perché essa è e rimane l'ancella dell'economia, è sbagliata. Tutti quelli che hanno responsabilità politica parlano improvvisamente della «regolazione» o addirittura della «costituzione» dei mercati finanziari mondiali, usano quindi in modo disinvolto parole finora lebbrose. Si ricerca con urgenza un nuovo Keynes. La teoria economica del vecchio Keynes, che ovunque vive ora la sua ripresa, era indirizzata alle economie del dopoguerra organizzate a livello nazionale. Nell'epoca dei mercati globali ciò è antiquato. Quel che allora prese piede in Europa aveva piuttosto il carattere di un coordinamento di misure nazionali, non portava avanti l'Europa, né aumentava il suo peso. A gennaio sono stato ospite del presidente francese Nicolas Sarkozy e del ministro degli Esteri Bernard Kouchner. Il governo francese, in vista della presidenza francese della Unione Europea, voleva ascoltare valutazioni di cui la loro burocrazia nazionale forse non disponeva. Tutti i referenti mettevano in evidenza che l'Europa dovesse avere un ruolo maggiore, anzi che l'Europa fosse la chance decisiva della politica mondiale. La politica degli Stati Uniti basata sull'unilateralismo è drammaticamente fallita. Il modello europeo della conciliazione reciproca è il modello globale del futuro. Io ho sottolineato in questa occasione che, se l'Europa smetterà di guardarsi l'ombelico e sarà disposta a pensare e ad agire in modo globale, le piccole differenze all'interno dell'Europa si sposteranno in secondo piano. E Sarkozy intende utilizzare i rovesciamenti nel sistema finanziario internazionale per scuotere addirittura due principi europei di fondo: i limiti del deficit e il principio di sussidiarietà nella politica economica. Il suo argomento è convincente: una valuta comune necessita di una comune politica economica e finanziaria, in tempi di crisi più che mai. La crisi della finanza così come la crisi del clima potrebbero essere o diventare l'ora di un'Europa politicamente ampliata e desta dal punto di vista della politica mondiale. Helmut Kohl oggi sfrutterebbe questa occasione, data dall'incombente catastrofe, per un rafforzamento dell'Unione europea. Londra e Parigi si chiedono perché proprio la sedicente europeista Angela Merkel e il suo aiutante Peer Steinbeck se la lascino scappare. traduzione di Steffen Wagner \\ Molti capitalisti anglosassoni stanno diventando fautori di un dirigismo di Stato di stampo cinese

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Primavera contro Enti e burocrazia: Siamo pronti allo sciopero dei cantieri (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-11-2008)

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Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi Primavera contro Enti e burocrazia: «Siamo pronti allo sciopero dei cantieri»

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E ora la transizione: i sorrisi di Clinton, il gelo Carter-Reagan (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 05-11-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-11-05 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE E ora la transizione: i sorrisi di Clinton, il gelo Carter-Reagan Quella che si prepara sarà una delle più difficili Fu Jefferson a inventare il «team» per il cambio WASHINGTON — Sarà la transizione presidenziale più difficile degli ultimi 75 anni, la prima in tempo di depressione da quella tra il repubblicano Herbert Hoover e il democratico Franklin Roosevelt nel 1933. La prima in tempo di guerra da quella tra il democratico Lyndon Johnson e il repubblicano Richard Nixon nel 1968. Ma potrebbe anche essere la transizione — i due mesi e mezzo di preparativi dello scambio di consegne — più costruttiva della storia Usa. Per la prima volta, una nuova legge ha infatti permesso all'Fbi di avviare le indagini di routine sui membri dei due «transition team » già in campagna elettorale e quelle sui membri del futuro governo da oggi. Il 9 ottobre Bush ha poi istituito un Consiglio di coordinamento della transizione, bipartisan e diretto da due ex capi di gabinetto della Casa Bianca: uno suo, Andrew Card, e uno dell'ex presidente Clinton, Mack McLarty, che ha lavorato con i due team e continuerà a lavorare con quello vittorioso. Il nuovo sistema è l'effetto della traumatica transizione del 2000, quando il candidato democratico Al Gore, vincitore del voto popolare ma non di quello dei grandi elettori, si diede per sconfitto solo il 13 dicembre, dopo la sentenza della Corte Costituzionale. La transizione, resa ulteriormente ardua dall'antipatia personale tra il presidente uscente Clinton e Bush (i clintoniani la boicottarono al punto di fare sparire la lettera W dai computer della Casa Bianca) fu troppo breve, 47 giorni contro i 77 di oggi, e ostacolata dalla burocrazia. Nel settembre 2001, quando Al Qaeda abbatté le Torri Gemelle, molte cariche governative erano ancora scoperte. «Non deve accadere mai più», ha ammonito Josh Bolten, capo di gabinetto di Bush. «Il periodo della transizione e i primi cento giorni di governo sono i due periodi in cui il Paese è più vulnerabile. All'ingresso alla Casa Bianca, il nuovo presidente deve potere affrontare ogni emergenza». è stato Obama il primo a formare un «transition team», al comando di John Podesta (ex capo di gabinetto di Clinton). A luglio, quando lo annunciò, McCain lo derise: «Che arrogante: sta già scegliendo le tende della Casa Bianca». Ma in agosto McCain varò in segreto la propria squadra al comando di John Lehman, come lui eroe della guerra del Vietnam. Quando lo venne a sapere, Martha Kurman, direttrice del Progetto di transizione alla Casa Bianca, istituto di ricerca bipartisan, applaudì i candidati: «è una dimostrazione di responsabilità. I compiti della squadra del vincitore sono cruciali: deve impostarne la politica, consigliarlo nella scelta dei ministri, agevolare i rapporti con il Congresso e i leader stranieri, programmarne i primi cento giorni». I due team non hanno perso tempo. Ieri hanno confermato i primi nomi dei papabili ai vari ministeri. Podesta ha preparato la rosa più vasta: accanto al clintoniano Rahm Emanuel, che nel 2006 guidò il Partito alla riconquista del Congresso, figurano anche repubblicani come l'attuale ministro della Difesa Robert Gates o il senatore Richard Lugar. Lehman prevede un incarico importante per il senatore indipendente Joe Lieberman, l'ex democratico che ha condotto la campagna 2008 per McCain. L'attesa maggiore riguarda il ministero del Tesoro: Obama punterebbe su Tim Geithner, direttore della Federal Reserve di New York, o su Paul Volcker, il mitico ex governatore centrale. McCain sul presidente della Banca mondiale Robert Zoellick o su John Thain, presidente di Merrill Lynch. I «transition team» risalgono ai primi dell'Ottocento, dopo che uno dei padri fondatori, John Adams, consegnando la Casa Bianca al successore Thomas Jefferson si portò via tutto, servitù compresa. La transizione modello rimane quella tra Hoover, vittima del crack di Borsa, e Franklin Roosevelt, l'architetto del New Deal: i due si detestavano, ma Roosevelt seppe gestire il passaggio di consegne al meglio. Ebbe però a disposizione ben 105 giorni (allora il presidente si insediava in marzo). Se il neoeletto è dello stesso partito del predecessore, lo scambio di consegne in genere è morbido, rileva Martha Kurman, e il team ha un valore relativo. Determinante è invece il suo ruolo quando il cambio della guardia avviene tra un partito e l'altro e il successo della squadra dipende innanzitutto dagli sconfitti. Nel 1960, anno di grandi cambiamenti che sancì l'ascesa del movimento dei diritti civili, il presidente repubblicano Ike Eisenhower, liberatore dell'Europa dal nazismo, s'impegnò a fondo per instradare John Kennedy da lui liquidato inizialmente come «un giovanotto che crede di avere una soluzione per qualsiasi crisi». Gelidi furono invece i passaggi dal democratico Lyndon Johnson al repubblicano Richard Nixon nel 1968, all'apice della guerra del Vietnam, e dal democratico Jimmy Carter al repubblicano Ronald Reagan nel 1980, con la crisi degli ostaggi Usa a Teheran. Clay Johnson, capo del team di Bush nel 2000, sostiene che la sconfitta di un candidato è la morte politica per la sua squadra. Al contrario, la vittoria le spalanca le porte della Casa Bianca (Johnson ne diventò direttore del personale) o del governo, come la spalanca ai capi della campagna elettorale. Vo l ti Vo ti & Ennio Caretto

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Per l'edilizia sta iniziando una fase di recessione figlia della crisi economica generale ma sopratt... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi di LFREDO D'ALESSANDRO Per l'edilizia sta iniziando una fase di recessione figlia della crisi economica generale ma soprattutto di una burocrazia spesso ottusa e di un incrocio perverso fra norme che di fatto paralizza la macchina degli appalti e dei pagamenti. Dopo nove anni consecutivi di crescita, per il settore delle costruzioni si sta dunque aprendo un periodo molto difficile che è iniziato nel secondo semestre di quest'anno e che tenderà a peggiorare nel 2009: i comparti più in difficoltà sono la nuova edilizia abitativa (meno 15 per cento la stima per l'anno prossimo) e le opere pubbliche (meno 30 per cento»; il calo dei lavoratori è valutato fra il 10 e il 15 per cento, ovvero fino a 6000 addetti sui 47 mila che lavorano in edilizia. Di questi almeno duemila perderebbero il lavoro a Chieti e in provincia. Il grido d'allarme arriva dal presidente dell'Ance di Chieti Paolo Primavera che non ha escluso uno sciopero, con la chiusura dei cantieri, ed ha annunciato che l'Ance intende promuovere un'azione di consulenza per le imprese mettendo a disposizione una bozza di atto di diffida e di messa in mora nei confronti degli enti inadempienti. Presso la Regione Abruzzo ci sono risorse disponibili per opere pubbliche, che non vengono spese, per 1,2 miliardi di euro. Gli imprenditori dell'Ance chiedono certezza dei tempi e meno burocrazia, e che siano gli Enti a ricorrere alle banche per garantire alle imprese la certezza di essere pagate. E, soprattutto, che qualora si profili il rischio di un mancato pagamento da parte dell'ente appaltante, si concordi una sospensione dei lavori senza che l'impresa incorra nel pagamento di penali. «E' il blocco dei pagamenti da parte delle Stazioni appaltanti - ha evidenziato Primavera - a creare le maggiori difficoltà, un blocco che deriva nella stragrande maggioranza dei casi dalla necessità da parte degli enti di rientrare nel Patto di Stabilità e a volte dalla errata interpretazione di norme. A causa dei ritardi burocratici il sistema abruzzese delle costruzioni sopporta oneri e interessi passivi fra 25 e 30 milioni di euro l'anno. Lavorare oggi con gli enti pubblici - ha detto con una punta di amarezza il presidente dell'Ance - è un salto nel buio: sono aumentati da parte delle pubbliche amministrazioni i ritardi nei pagamenti nei confronti delle imprese e questo mette molto in difficoltà le imprese. Dal 2004 al 2007, inoltre, c'è stata una riduzione di oltre il 50 per cento degli appalti pubblici in Abruzzo. Dai 500 milioni di euro di lavori che venivano appaltati siamo passati a 250 milioni. Ad oggi non vedo programmi che possano risolvere concretamente questo problema: questa è una regione da rinnovare - ha concluso - si deve ripartire in fretta perchè altrimenti vedremo conseguenze drammatiche».

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San Marino fa i conti con la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 05-11-2008)

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Centro-Nord sezione: ECO-IMP Emilia-Romagna data: 2008-11-05 - pag: 5 autore: Oltrefrontiera. A pochi giorni dal voto l'Industria chiede di frenare la spesa pubblica San Marino fa i conti con la crisi Giorgio Costa SAN MARINO Rallenta anche a San Marino il ciclo economico e non sarà facile il compito del prossimo Esecutivo, alle prese da una parte con la necessità di fissare nel più breve tempo possibile un accordo con il Governo italiano che chiarisca le "regole del gioco" tra i due Stati e, dall'altra, di sostenere il comparto produttivo locale, incluso il settore finanziario da sempre al centro del business nel piccolo Stato circondato dalle province di Rimini e Pesaro. E sempre più nel mirino delle auto-rità italiane, che tentano di frenare il movimento di denaro contante, ma condizionano la ratifica di un accordo globale con San Marino al venir meno del segretobancario e al superamento delle società anonime. Punti su cui il Titano non pare intenzionato a cedere, visto che rappresentano uno dei principali "core business" dei 61,5 chilometri quadrati di territorio. Territorio che ha generato, nel 2007, un Pil di 1,24 miliardi di euro (+6,24%sul 2006),con un'industria che pesa per il 38%, il credito circa 20 punti percentuali più sotto e un Pil procapite "reale" ( depurato della ricchezza prodotta dai transfrontalieri) vicino ai 29mila euro. Intanto il prossimo 9 novembre si rinnova il Consiglio grande e generale della Repubblica di San Marino, cioè il Parlamento monocamerale, composto da 60 consiglieri. Dopo dieci anni di instabilità politica e l'alternarsi di ben otto Governi, la nuova legge elettorale varata nel 2007 vede in lizza quest'anno due coalizioni e sette liste, per un totale di 300 candidati, in media cinque per ogni seggio da conquistare. Il nuovo sistema elettorale agevola la formazione di aggregazioni prima del voto e così gli elettori – sono chiamati alle urne (31.896 sammarinesi, di cui 13.795 maschi e 18.101 femmine) per la prima volta potranno votare una squadra preconfezionata con programmi e alleati. Le due coalizioni in lizza sono riconducibili una al centrodestra, "Patto per San Marino", e l'altra al centrosinistra " Riforme e Libertà". Il nuovo Governo, oltre al tema cardine dei rapporti con l'Italia, dovrà porre attenzione anche al capitolo della spesa pubblica visto che, in rapporto al Pil, essa si attesta al 49,7% e, come mette in luce il rapporto Ambrosetti sull'economia 2007 di San Marino, essa è evidentemente sovradimensionata se la si guarda in rapporto ad altri Stati di piccola dimensione (il Liechtenstein è al 21,5%, Lussemburgo al 37,5 e Monaco al 22,9%). Una spesa spinta da un lato dall'alto numero di pubblici dipendenti (oltre il 20% dei lavoratori dipendenti)dall'altro da una spesa pensionistica che si va facendo sempre più elevata e che occorre in qualche modo frenare. «E non a caso - spiega il presidente di Confindustria Sammarinese Pier Giovanni Terenzi - chiediamo al Governo entrante sia nuove relazioni con l'Italia sia la modernizzazione del sistema del Titano, che passa da meno burocrazia e riduzione della quota di spesa corrente sul bilancio pubblico». Per quel che riguarda il confronto bilaterale, la trattativa potrebbe essere ben influenzata dal fatto che San Marino si è appena dotato di una legge antiriciclaggio molto restrittiva che potrebbe favorire l'ingresso del Paese nella white list degli Stati virtuosi e che è stata positivamente valutata anche dall'ex procuratore antimafia Piero Luigi Vigna. Intanto, però, anche nella riunione di lunedì scorso della commissione mista Italia-San Marino a Roma, i toni,spiega il segretario all'Industria Tito Masi, «sono stati ancora tesi specie sul fronte dei trasferimenti del denaro tra i due Paesi. Certo che anche da parte nostra occorre un impegno forte e univoco in tema di vigilanza e controllo sulle imprese». giorgio.costa@ilsole24ore.com RAPPORTI TESI Restano difficili le relazioni con l'Italia in tema di trasferimento del denaro Masi: «più vigilanza sulle nostre imprese»

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A PROPOSITO di PdL e Forza Italia verso il PdL, a Carrara calma piatta. Dopo insi... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA CARRARA pag. 8 A PROPOSITO di PdL e Forza Italia verso il PdL, a Carrara calma piatta. Dopo insi... A PROPOSITO di PdL e Forza Italia verso il PdL, a Carrara calma piatta. Dopo insistite polemiche, ora tutto tace. E? così perché si sono avuti dotti e ingegnosi chiarimenti dal commissario Antichi durante il suo ultimo intervento a Carrara. A domanda: «Come ci dobbiamo comportare con chi già si identifica come PdL ?» la risposta del commissario è stata (La Nazione di domenica 26 ottobre): «I consiglieri di circoscrizione che hanno costituito il PdL sono con noi. I consiglieri comunali che hanno formato il PdL, non attenendosi alla circolare La Russa-Verdini,invece,sono fuori». La circolare La Russa-Verdini sarebbe quindi poco più che carta straccia se un commissario qualunque pensasse di poterla usare e applicare secondo il suo ghiribizzo, o quello del mandante. Una regola è tale se vale per tutti, oppure non è una regola, ma roba da ridere, e con lei chi ne dà una «interpretazione autentica» di quella fatta. E non è certo che il modo di fare del commissario ? per capirci: epurazioni in massa ? sia condiviso dai vertici nazionali: non dico Berlusconi che ha già più volte fatto capire di essere stufo di tutta questa burocrazia e di tutti questi arzigogoli; ma almeno Verdini, coordinatore nazionale. IL QUALE domenica a Orbetello, in una riunione dei vertici toscani di Forza Italia e di An, ha detto apertamente: «Più siamo, meglio siamo». Secondo Antichi invece, almeno nella nostra provincia, siamo meglio se siamo in meno: non gli è chiaro che debba abolire la mannaia. Nella nostra provincia, Carrara o Massa o Lunigiana, non c?è bisogno di tagli di teste né di qualcuno che venga di fuori per risolvere i nostri piccoli problemi,li risolviamo da noi a tutto vantaggio di Forza Italia e del PdL: se invece si è interessati a tacitare coloro che reclamano con forza i diritti del nostro territorio, come pare sia il caso, allora sì che si giustifica l?imposizione di un commissario e l?epurazione di tanti personaggi che hanno fatto la storia di Forza Italia nella nostra provincia, e che di nulla sono responsabili se non di avere voluto il PdL. Sarebbe il caso che chi ora sta spadroneggiando alla cieca prendesse atto di tutto ciò e ne traesse le dovute conseguenze. (Silvio Vita, coordinatore provinciale di Forza Italia commissariato)

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E' crisi nera, 15 pescherecci in disarmo (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CIVITANOVA pag. 9 E? crisi nera, 15 pescherecci in disarmo SFIDUCIA IN PORTOCRESCONO GLI ARMATORI INTENZIONATI A RESTITUIRE LE LICENZE La flottiglia peschereccia civitanovese rischia di assottigliarsi di giorno in giorno Per Federcoopesca l?attività degli armatori è sempre meno conveniente e remunerativa UNA CRISI grave, anzi gravissima, come non se ne ricordano a memoria d?uomo. La nostra flotta peschereccia potrebbe perdere ben 15 unità nei prossimi mesi, dimezzando quasi la sua forza. Il grido di allarme viene dalla direzione regionale della Federcoopesca, che spiega i motivi della debacle. «Facendo leva sui provvedimenti comunitari che agevolano la demolizione delle barche ? comunica l?associazione ? i proprietari di una quindicina di pescherecci stanno compilando la domanda per la chiusura dell?attività. E? vero che l?emergenza-gasolio è parzialmente rientrata a seguito del calo del prezzo del petrolio. Ma tanti altri problemi affliggono il settore?». La Federcoopesca sottolinea la forte diminuzione del pescato riscontrata alla ripresa dell?attività dopo il fermo biologico, il calo dei prezzi a fronte dell?aumento dei costi di tutti i beni che le imprese sono costrette ad acquistare e il dislivello negativo tra i prezzi medi del nostro mercato ittico e quelli della vicina Ancona. Di qui la progressiva sfiducia nel futuro, alimentata dalla crisi nera del comparto-vongole. E ancora: «Negli ultimi anni i redditi si sono assottigliati sempre di più, fino al punto da dover lavorare in perdita, mentre la burocrazia comunitaria, nazionale e locale, infierisce con nuove e vecchie imposizioni: blue-box, misurazioni pignole, giornali di bordo telematici, costi crescenti delle manutenzioni, gestione carente del mercato ittico comunale, controllori di ogni tipo che anziché aiutare l?azienda a rispettare le regole sono sempre pronti a irrogare sanzioni salate». La sconsolata chiusa: «Gestire un?impresa di pesca è diventato difficile, se non impossibile. Chi può scappa, lasciando il campo a chi è costretto a rimanere solo perché sa fare solo il pescatore. Che futuro c?è?». Image: 20081105/foto/3089.jpg

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Salvatore Giannella: "voglia di cambiare" (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CULTURA E SPETTACOLI pag. 17 Salvatore Giannella: ?voglia di cambiare? IL GIORNALISTA DOMANI AI CONCORDI ?L?ITALIA, secondo una statistica dell?Università di Cambridge, è il paese meno felice d?Europa?. Non è difficile crederlo, soprattutto se, come fa Salvatore Giannella nel suo libro più recente ?Voglia di cambiare? (Chiarelettere editore), si paragona il nostro tormentato paese con quelli europei. E non solo la mitica Svezia e la Danimarca, ma anche la vicinissima Francia e la Spagna, per non dire della Germania e dell?Inghilterra. E, in questo suo viaggio attraverso l?Europa per trovare esempi risolutivi da proporci, Giannella disegna un mondo diverso, in gran parte esente da tutti gli intoppi e difficoltà che ci impediscono, giorno dopo giorno, di condurre una vita normale, vale a dire trovare i treni e gli aerei senza ritardo, entrare senza ingorghi in città lasciandosi alle spalle autostrade e strade trafficate, e ancora aria pulita, strade e case a misura d?uomo, scuole efficienti, eccetera. Altrove hanno fatto le scelte opportune. Non sempre e non tutte, naturalmente, ma in Francia, tanto per dire, hanno chiamato proprio un italiano per snellire la burocrazia e a Copenhagen è la nostra tecnologia a bruciare i rifiuti, che invece da noi rigurgitano per strade e piazze. Insomma un libro semplice e concreto, come si addice a un giornalista ormai di lungo corso e ancora pieno di buone intenzioni, come è Giannella, pugliese inurbato a Milano, già direttore dell?Europeo e di Airone, firma di prestigio di Oggi e autore di libri e documentari televisivi. Sarà Gianluigi Ceruti, da sempre in prima linea contro i danni all?ambiente e dirigente di Italia Nostra, a presentare il libro di Giannella, domani alle 18 nella sala degli arazzi all?Accademia dei Concordi.

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La scoperta arriva scavando, come si conviene ad un'inchiesta in cui dominano gli antic... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)

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Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi di ITALO CARMIGNANI La scoperta arriva scavando, come si conviene ad un'inchiesta in cui dominano gli antichi restauri. Così l'indagine partita dai sotterranei del monastero dell'Orsoline tra gli oliveti di Calvi, si allarga sottotraccia verso altre antiche mura fino a misurarsi con quei lavori e quei permessi pagati non solo con i capitolati d'appalto. Indaga la Guardia di Finanza, coordinano Fausto Cardella e Barbara Mazzullo, capo e sostituto procuratore di Terni. Mentre incisi nel registro degli indagati oltre a otto nomi ci sono una ditta edile di Roma, quattro strutture recuperate, un pacchetto di soldi ordinatamente fascettati fino ad arrivare a 200mila euro e l'accusa di corruzione. Nel fascicolo, invece, da 48 ore c'è l'interrogatorio di un funzionario della Soprintendenza umbra. Il perché è facilmente intuibile e l'ipotesi cui lavorano gli investigatori non è complicata: la ditta avrebbe pagato per avere delle agevolazioni e i beneficiari sarebbero stati coloro che tengono in mano i permessi e la burocrazia del restauro. Tutto qui? No, probabilmente c'è di più. E chissà che l'interrogatorio non sia stato illuminante. Per capire l'inizio bisogna guardare verso Orvieto, la sua Soprintendenza e le informazioni di garanzia destinate a Giuseppe Davanzo, un altro funzionario la cui responsabilità è di seguire, tra le altre, il monastero delle Orsoline. E bisogna guardare verso la capitale quando si vuol sapere quale strada abbiano presi altri avvisi. Si trova nei dintorni di Roma la sede dell'impresa impegnata nei lavori di ristrutturazione del monastero. Ma nel mazzo c'è anche Perugia e la sua Soprintendenza. Quando l'inchiesta prese il via la casa e l'ufficio del funzionario furono perquisiti Finanza di Terni, così come furono acquisiti progetti, brogliacci e altri documenti ritenuti interessanti dalle Fiamme Gialle. Quindi l'inchiesta prese il volo. Continua a pagina 43

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Non abbastanza disabile per il bus (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)

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Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi Assurda storia di burocrazia per una madre che ha il figlio al Serafico di Assisi: per un cavillo negato il servizio trasporti Non abbastanza disabile per il bus

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Trent'anni per demolire un abuso edilizio. Un bagno dalle parti del Tras... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 05-11-2008)

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Mercoledì 05 Novembre 2008 Chiudi di ALESSANDRO BELEI Trent'anni per demolire un abuso edilizio. Un bagno dalle parti del Trasimeno. Forse un cesso. Un tempo detto ritirata. Magari la ritirata dei romani inseguiti da Annibale. La burocrazia fa passi da elefante. All'indietro.

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Venerdì s'inaugura cassa di espansione (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 05-11-2008)

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Sul Belbo a Canelli Venerdì s'inaugura cassa di espansione La Valle Belbo ha pagato un duro prezzo all'alluvione: due morti (i coniugi Fiorentino e Elide Genovese di Canelli), case e ditte allagate, con danni enormi all'economia e alla vita sociale di tutta la comunità. Le piogge di questi giorni inevitabilmente fanno tornare alla mente quei momenti, ma la situazione è profondamente mutata. In 14 anni, i Comuni dell'asta del Belbo (dal Cuneese all'Alessandrino), insieme hanno compiuto un percorso che li ha portati al cosiddetto «contratto di fiume» (se ne parlerà a Nizza in un seminario il 12 novembre, ed hanno collaborato per far realizzare opere di prevenzione. Pulizia degli argini, muri di contenimento e paratie, stazioni di monitoraggio e una Protezione civile intercomunale efficiente. Uno dei lavori più attesi, la cassa di espansione tra Canelli e Santo Stefano, sarà inaugurata venerdì alle 11: costata più di 15 milioni di euro, con tempi di realizzazione rallentati a causa della burocrazia. Il sistema di laminazione copre un'area di più di 40 ettari e comprende due vasche (per un milione e 800 mila metri cubi).

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a causa dei tagli ai bilanci a rischio servizi fondamentali (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 05-11-2008)

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Pagina 19 - Cronaca «A causa dei tagli ai bilanci a rischio servizi fondamentali» ZOGGIA «Non ci sono solo sprechi» «La Provincia e i Comuni rischiano di non potere più offrire servizi ai cittadini a causa dei tagli dei trasferimenti dello Stato agli enti locali e dei vincoli di spesa». Il presidente della Provincia Davide Zoggia ha lanciato l'allarme, ieri mattina, all'inaugurazione del Centro servizi per il volontariato della Provincia, in via Muratori. All'appuntamento erano presenti anche il vicepresidente Andrea Ferrazzi e gli assessori Rita Zanutel (Politiche sociali), Lieta Smajato (Patrimonio) e Nicola Funari (Cultura). «Siamo una delle Province più ricche d'Italia - ha affermato Zoggia - che fa parte del tanto celebrato Nordest ma abbiamo seri problemi lo stesso. Tra tagli da parte dello Stato e imposizioni di vincoli di spesa, gli enti locali rischiano di non essere più in grado di fare niente». Nonostante la preoccupazione, il presidente della Provincia sostiene che ci siano margini di manovra per migliorare la qualità dei servizi. «Prometto che cercheremo di semplificare la vita ai cittadini - ha detto Zoggia - per quanto riguarda i settori del lavoro, del volontariato, della cultura e dell'istruzione. La Provincia non sarà un ente che si aggiunge ai Comuni e alla Regione ma saprà rendere più semplice la vita della gente, già gravata dalla burocrazia». Zoggia poi ha anche detto che in un Paese come il nostro, dove si parla sempre di privatizzare e di tagliare i costi, si impone un cambiamento culturale. «I tagli non possono essere applicati in modo indiscriminato - ha detto il presidente - perché ci sono sprechi ma ci sono anche amministrazioni che spendono in modo oculato ed efficiente». Il Centro servizi per il volontariato offre gratuitamente servizi a tutte le associazioni di volontariato. «Il centro servizi - ha evidenziato Zanutel - rappresenta il risultato di un percorso partecipato, portato avanti con le realtà che fanno parte della Consulta provinciale del volontariato». Per informazioni si può consultare il sito www.csvvenezia.it oppure quello delle Politiche sociali (www.politichesociali.provincia,venezia.it) alla voce volontariato ed associazionismo. (Michele Bugliari)

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"A Stroppo la mia auto colpita da un masso" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ALLUVIONE "A Stroppo la mia auto colpita da un masso" DANNI E RICOSTRUZIONE Valle Maira. L'incidente nel punto della provinciale vicino al bivio di Elva Da anni è previsto un paramassi «Stavo viaggiando verso Acceglio con mia figlia. Ho visto la scarica di pietre. Poi un colpo secco, sulla carrozzeria. Un masso ha colpito la parte del parafango». E' la spiacevole avventura toccata a Enrico Colombo, consigliere comunale di Acceglio. Il fatto è avvenuto domenica sera, in uno dei tratti più a rischio della provinciale che da Dronero risale la valle Maira: Pont d'la Ceino. Località nel territorio di Stroppo, un centinaio di metri prima del bivio per Elva, dove da anni si parla di realizzare un paramassi e l'attuale sindaco di Acceglio, Riccardo Benvegnù si era anche incatenato per denunciare la pericolosità della strada. «Non è la prima volta che percorrendo la strada della Valle Maira vengo colpito da una pietra - spiega ancora Colombo -. Era già successo lo scorso anno, sempre nello stesso posto. Anche allora avevo a fianco mia figlia. Una pietra aveva danneggiato il cofano e il fanale. I danni me li sono pagati, come farò adesso. Sia ben chiaro non è una questione personale: si tratta della sicurezza di tutti gli automobilisti che percorrono la valle. Servono interventi urgenti, non possiamo aspettare altri 10 anni per avere un progetto. Se non si può costruire un paramassi si mettano almeno delle reti di protezione». «E' andato di lusso, ci potevano essere feriti - spiega il sindaco Benvegnù -. Uno scandalo visto che i soldi per la realizzazione del paramassi ci sono, oltre 3 milioni di euro. Cosa aspetta la Provincia a intervenire? Se questa primavera non ci sarà un progetto, tornerò a incatenarmi a oltranza e se sarà necessario chiederò la collaborazione di altri sindaci per bloccare la strada. Non siamo più disposti a tollerare una simile situazione di estremo pericolo. La responsabilità è anche dei politici che non si fanno promotori di quest'opera». «Il piano di messa in sicurezza sta andando avanti - replica Giovanni Negro, assessore provinciale ai lavori pubblici -. La Giunta ha già approvato il progetto di allargamento nella carreggiata. Abbiamo anche trovato l'accordo con Anas per il paramassi; i ritardi sono dovuti alla burocrazia». \

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umberto i ostaggio della soprintendenza (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Asl 12 e nuovi proprietari ancora in attesa dell'autorizzazione ad alienare Umberto I «ostaggio» della Soprintendenza La vendita dell'ex ospedale slitta ancora per colpa di inghippi burocratici IL CANTIERE. I lavori dovevano cominciare a ottobre Il primo colpo di ruspa previsto non prima di febbraio-marzo I vigilantes, già da qualche giorno, hanno abbandonato la guardiola. Nessuno più presidia l'ex ospedale Umberto I, complesso di fatto abbandonato. E i tempi della riqualificazione dell'area - quello che per il sindaco Massimo Cacciari sarà il simbolo per eccellenza della new city - si allungano. «Colpa» di ritardi burocratici legati al nuovo Codice dei beni culturali da un lato, della crisi del mercato immobiliare dall'altro. E intanto la Soprintendenza non ha ancora concesso l'autorizzazione all'alienazione. Come dire: Asl 12 e società Il Rovere-Dng non possono ancora fissare l'appuntamento dal notaio per il passaggio di proprietà. E' una storia di ordinaria burocrazia. I programmi iniziali prevedevano che a ottobre, in via Circonvallazione, partissero i lavori per l'abbattimento del monoblocco. Siamo a novembre e non c'è ancora il passaggio di proprietà tra Asl 12 e i nuovi proprietari (la società trentina Il Rovere e la mestrina Dng). Codice beni culturali. Il nuovo codice del beni culturali prevede l'autorizzazione all'alienazione da parte della Soprintendenza per gli immobili con oltre 50 anni. Obiettivo: verificare l'eventuale sussistenza di interesse culturale e architettonico degli edifici o di parte di un complesso. Nel caso dell'Umberto I, in particolare, i padiglioni «storici». Dal Pozzan al De Zottis (in foto) al Cecchini si tratta di padiglioni di cui, già nel piano originario, era stato previsto il mantenimento per essere adibiti a spazi a uso pubblico. Soprintendenza. L'Asl 12, ad agosto, ha trasmesso quanto richiesto e imposto dalla nuova normativa alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto. Dagli uffici di piazza San Marco il materiale è stato inoltrato alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Veneto. La Soprintendenza, dal momento in cui riceve il materiale, ha 120 giorni di tempo entro i quali esprimersi. C'è tempo, insomma, fino alla fine dell'anno. L'autorizzazione all'alienazione sarà poi concessa, una volta verificata l'insussistenza di ostacoli, entro i successivi 60 giorni. Al momento, però, l'istruttoria non è ancora avviata. «Non ce l'ho ancora alla firma» conferma la Soprintendente Renata Codello. Si prevedono dunque tempi lunghi. Mercato in crisi. Comune e nuovi proprietari, comunque, non sembrano preoccupati. «Non mi risulta ci possano essere elementi tali da mettere in discussione le schede già approvate» afferma l'assessore all'Urbanistica Gianfranco Vecchiato. Il referente della società che acquista il complesso dall'Asl (dopo la prima tranche dovranno versare il saldo di 43 milioni di euro) ostenta tranquillità. «Non è certo il momento migliore per il mercato immobiliare. Qualche settimana o mese di ritardo più che perso potrebbe essere guadagnato» sottolinea Flavio Zuanier, l'ingegnere che con Dng e Studio Glass si è appena aggiudicato il piano da 159 alloggi di social housing in Rione Pertini. Altri ritardi. E proprio considerando lo scenario economico generale gli stessi costruttori starebbero rivedendo i loro piani iniziali. Oltre al primo colpo di ruspa (da ottobre 2008 a febbraio-marzo 2009) slitterà anche il cronoprogramma dell'intervento. Dato che, al momento, nessuno si azzarda a ipotizzare alcuna corsa sfrenata all'acquisto nè di appartamenti di lusso (quelli che veranno realizzati nelle tre torri), nè di spazi direzionali o commerciali, i costruttori starebbero pensando di dilatare il completamento dell'intervento. Rispetto ai quattro anni dal primo colpo di ruspa inizialmente previsti la new city nell'area dell'ex Umberto I potrebbe diventare realtà con uno o due anni di ritardo. Gli architetti dello Studio Glass, vincitori del bando, intanto, continuano a lavorare ai progetti definitivi ed esecutivi. Una volta pagato l'obolo alla burocrazia si potrà finalmente cominciare ad abbattere quello che va distrutto per cominciare a edificare la cosiddetta new city. (Massimo Scattolin)

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Grandi Comuni a rischio deficit (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sud sezione: ISTITUZIONI data: 2008-11-05 - pag: 17 autore: Finanza locale. Studio Spi Cgil sui centri maggiori: con il Ddl federalismo nodo copertura per il 34% di uscite Grandi Comuni a rischio deficit Al Sud entrate sufficienti per poco più di metà delle spese correnti Francesco Montemurro Le entrate tributarie ed extratributarie coprono solo il 52% delle spese correnti dei Comuni più grandi del Sud, nonostante negli ultimi cinque anni tasse e tariffe siano aumentate molto più della spesa corrente. Dunque, se si esclude un 14% circa di trasferimenti regionali, almeno il 34% delle entrate ordinarie dei Comuni del Sud resterebbe senza copertura nell'ipotesi di eliminazione dei trasferimenti statali dalle casse comunali, prevista dal nuovo disegno di legge sul federalismo fiscale approvato dal Governo. Questi i principali risultati di una recente indagine promossa dallo Spi Cgil sullo stato delle politiche sociali. A sostituire il gettito dei trasferimenti statali saranno, poi, le entrate provenienti da nuovi tributi propri ancora da definire e comunque collegati al patrimonio immobiliare, quelle derivanti dall'attribuzione ai Comuni di nuove compartecipazioni e addizionali ai tributi erariali e regionali e il fondo perequativo, che dovrà almeno attenuare i divari finanziari tra i Comuni più e meno ricchi. Analizzando i bilanci 2007 dei 174 Comuni d'Italia con più di 50mila abitanti, è emerso che mediamente si riuscirebbe a coprire con le entrate proprie solo il 69% delle spese correnti e nel Sud tale valore è inferiore di ben 17 punti percentuali (52%). La capacità di autofinanziamento scende soprattutto in Sicilia, a Enna (25%), Gela (28,4%), Acireale (33,8%) e Catania (41,6%), dove i trasferimenti statali e regionali giocano ancora un ruolo molto importante nella finanza locale, a causa dell'autonomia regionale. Il rapporto tra entrate proprie e spese correnti è molto basso anche a Napoli (46%) e Reggio Calabria ( 52,9%), mentre cresce in Puglia e Basilicata, in particolare a Lecce (73,5%), Potenza (66,9%) e Matera (61,9%). In generale, le maggiori capacità di autofinanziamento derivano soprattutto dagli incrementi dei gettiti tributari e delle tariffe dei servizi pubblici, ma anche dal fatto che negli ultimi anni l'aumento della spesa corrente è stato contenuto dai Patti di stabilità introdotti dalle manovre finanziarie centrali. Secondo l'indagine, a fronte dell'incertezza sulla definizione e le conseguenti capacità di gettito dei nuovi tributi federalisti, l'unico dato certo è che nel quinquennio 2003-2007 i Comuni del Sud con più di 50mila abitanti hanno previsto di aumentare le entrate tributarie mediamente del 23% (a fronte del 16,7% rilevato a livello nazionale), con un incremento in valori assoluti di 327,4 milioni, e quelle extratributarie collegate alle tariffe del 21,1% (ben 9 punti percentuali più del valore nazionale), con un aumento delle previsioni di bilancio di 177,2 milioni. Tutto ciò per far fronte al taglio dei trasferimenti correnti (9,7%)e all'aumento del 15,8%delle spese correnti previste. «è un quadro della finanza locale piuttosto preoccupante – spiega Celina Cesari, responsabile dell'Osservatorio sulle politiche sociali dello Spi Cgil –, perché allo stato attuale i Comuni possono far fronte alle enormi responsabilità di governo locale e ai conseguenti impegni di spesa corrente, non anche attraverso il ricorso alla compartecipazione alle grandi imposte nazionali come accade in altre Stati europei, ma premendo soprattutto sulla leva delle addizionali e dei ritocchi a imposte e tariffe». Del resto al Sud, nel quinquennio considerato, relativamente ai Comuni più grandi il gettito complessivo dell'addizionale Irpef è aumentato dell'83,4% (grazie all'aumento delle aliquote sull'addizionale); le entrate da Ici mostrano un incremento del 14,2% (derivante non solo dal ritocco alle aliquote ma anche dal recupero dell'evasione); il gettito della tassa sullo smaltimento dei rifiuti (Tarsu) è aumentato del 28,7%, con record ad Aversa (101%), Catania (60%), Bari (34,5%) e Napoli (34,3%). Infine, i proventi dei servizi pubblici sono aumentati del 23,9% a fronte del 10,8% rilevato a livello nazionale. La ricerca ha preso in esame anche l'andamento delle spese correnti. Nei bilanci di previsione queste sono aumentate soprattutto a Taranto (43%), Altamura (42%) e Catania (31%), mentre a Bari, Napoli e Reggio Calabria gli aumenti sono più contenuti anche per effetto dei processi di esternalizzazione di interventi e servizi, che hanno "espulso" dai bilanci le corrispettive entrate e spese. Tra le componenti di spesa con gli incrementi più elevati, quelle per i servizi sociali (mediamente del 29%) e l'amministrazione generale ( 14,2%). Per quanto riguarda in particolare quest'ultima voce (che contiene le risorse per la burocrazia e per la gestione di servizi generali per il pubblico,quali l'anagrafe e l'ufficio tecnico), gli aumenti più consistenti si registrano a Caserta, Catania, Enna e Gela (con incrementi superiori al 30%), mentre a Napoli si rileva una dinamica molto contenuta (+4,8%). DENTRO I BILANCI Risulta bassa la capacità di autofinanziamento soprattutto in Sicilia Ad Enna si tocca il 25%, a Gela non si va oltre il 28,4% L'IMPENNATA Tra il 2003 e il 2007 l'addizionale Irpef è salita mediamente dell'83%, il gettito Ici del 14% e quello della Tarsu del 29%

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Quattordici anni di burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La cronistoria Quattordici anni di burocrazia Il progetto della variante sulla Statale 27 nasce 14 anni fa. Nel 1994 il Comuni di Etroubles e St-Oyen, la Regione e l'Anas sono d'accordo sul tracciato. Il progetto viene approvato nel 1999. Ma i lavori non partono. Nel 2004 il progetto va rivisto e adeguato alle nuove normative. Dopo tre anni, trascorsi a modificare il progetto iniziale, la normativa cambia di nuovo. Vanno modificate le piazzole di sosta e la segnaletica all'interno della galleria di St-Oyen. Si arriva al 2007. L'Europa approva un documento che disciplina la larghezza delle gallerie su tutto il territorio europeo, fissando un minimo di 9,5 metri. La galleria prevista dal progetto sulla variante non è a norma: è larga appena 7,5 metri. I costi cambiano. Allargare l'intera galleria di St-Oyen richiede più tempo e più denaro. Si arriva al 2008, ma il progetto è stato stravolto, anche nel tracciato. Il viadotto tra Etroubles e St-Oyen risulta essere ad un livello stradale più alto di quello previsto nel progetto del 1994.\

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Contro i burocrati nel nome del padre morto senza giustizia (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lettere & Opinioni Pagina 341 Paradossale catena di disservizi per un pensionato di Calasetta Contro i burocrati nel nome del padre morto senza giustizia Paradossale catena di disservizi per un pensionato di Calasetta --> Sono figlia di un pensionato dell'ex Consorzio acquedotti del Sulcis. Ritiratosi dal lavoro nel 1986, ha poi scoperto di non aver mai ricevuto la pensione che gli sarebbe spettata: mancavano al conteggio contributi assicurativi regolarmente versati dai datori di lavoro. Gli arretrati ammontavano a circa 61 mila euro. Nel 2004, mio padre ha avviato le pratiche di integrazione all'Inpdap, con l'aiuto del patronato. Ma non ha mai avuto risposta ed è deceduto nel febbraio 2007 senza avere giustizia. Ho comunicato immediatamente il suo decesso, ma l'Inpdap ha continuato a erogare la pensione fino ad aprile 2008. I soldi sono rimasti giacenti all'ufficio postale di Calasetta, sin quando io non ho verificato la situazione e restituito tutto all'Inpdap. Nonostante ciò, l'Istituto di previdenza ha trasmesso regolarmente il Cud 2008, con l'importo della pensione calcolata e mai erogata, per l'intero 2007. Nel febbraio di quest'anno abbiamo chiesto spiegazioni, ma siamo incappati in un muro di omertà, negligenza e lentezza burocratica. Mi dicono che se il problema avesse riguardato l'Inps sarebbe stato già risolto. Intanto, continua il calvario intrapreso da mio padre. Ho ricevuto qualche telefonata dalle impiegate, le versioni sono diverse e contrastanti: per alcune la pratica non è in lavorazione e ci vorranno alcuni anni; per altre è in lavorazione; per altre ancora, forse... Ho trasmesso tre comunicazioni alla sede di Roma, alla sede di Cagliari, al responsabile dell'Ufficio relazioni con il pubblico, Antonino Casu. Ho mandato un telegramma al presidente Pierpaolo Mele. Ma tutto tace! Voglio la giustizia che pretendeva un onesto padre di famiglia. Un padre che ancora vive dentro me. I suoi splendidi occhi cerulei mi spingono a continuare nella sua lotta contro questa vergognosa e fatiscente burocrazia. Per mio padre, per me, per i miei figli. ANNA RITA ROMBI - CALASETTA Ricapitolando: suo padre non ha ricevuto in vita né gli arretrati, né la pensione adeguatamente calcolata. In compenso, lo Stato gli manda un assegno post-mortem per quattordici mesi e un Cud affinché ci paghi sopra le tasse. Un simile groviglio di errori, concentrati su un unico caso, costituisce probabilmente un paradossale - e sgradito - primato. E poi qualcuno si offende se i cittadini hanno una mediocre opinione dell'amministrazione pubblica! Ci faccia sapere. DANIELA PINNA

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Intervista a GIANNI LETTIERI/ Se è difficile l'accesso al credito, le aziende sono a rischio usura (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Mer, 05 Nov 2008 Edizione 237 del 05-11-2008 Intervista a GIANNI LETTIERI/ Se è difficile l?accesso al credito, le aziende sono a rischio usura di Eustachio Voza Gianni Lettieri, Presidente dell?Unione Industriali di Napoli, è agli sgoccioli del suo mandato, ma non rinuncia a proporre una lucida analisi dei problemi che attanagliano il mondo industriale campano e nazionale. Dopo un?estate passate sulle barricate per denunciare il proliferare del diffuso malcostume legato alla cattiva gestione della cosa pubblica, che ha paralizzato già per decenni la Campania, Lettieri è ancora pronto a scendere in campo. Pur fermo il rispetto dei diversi ruoli, l?imprenditore vuole dare il proprio contributo di idee per impedire che una crisi che si annuncia lacerante possa mettere definitivamente in ginocchio il sistema produttivo del Paese. In che misura la crisi minaccia di colpire le imprese campane e napoletane? Nonostante le difficoltà del territorio su cui ora si sta abbattendo la crisi finanziaria, ci sono aziende che continuano a investire e si internazionalizzano. A dimostrazione dell?estrema reattività del sistema imprenditoriale che combatte ogni giorno con i problemi della sicurezza, della burocrazia e dell?accesso al credito. Ne consegue che la crisi finanziaria impattando su un sistema già di per sé debole, non fa altro che acuire i problemi. Qual è il problema che potrebbe rivelarsi più preoccupante nel breve o medio termine? Di certo la maggiore preoccupazione riguarda l?aumento dei costi bancari e le innumerevoli difficoltà di accesso al credito: se le banche fanno mancare liquidità in questa fase, il rischio è il proliferare dell?usura. I banchieri continuano a dichiararsi disponibili nei confronti del settore produttivo, nella pratica le cose vanno diversamente? Confindustria ha da tempo avuto un confronto con i principali banchieri, ora quell?approccio tempestivo va portato a livello provinciale. Tuttavia, non basta che ci sia un accordo ai vertici delle banche per rendere più fluido il flusso dei prestiti alle imprese. Bisogna che questo impegno si trasferisca nelle filiali perché è lì che le imprese combattono la loro battaglia giornaliera. La vostra associazione di categoria è concretamente impegnata per tentare di evitare che questi problemi si ripercuotano sui propri associati? Da ultimo, ci siamo impegnati anche ad aumentare le risorse in dotazione ai confidi, un sistema di garanzia alle banche per concedere credito alle piccole imprese, in modo da facilitare la concessione di mutui agli operatori economici. Quali altre preoccupazioni minano le certezze degli imprenditori campani? L?energia e, al di fuori del contesto produttivo, innanzitutto la sicurezza e la legalità. Il mese scorso abbiamo firmato un protocollo con il ministro Maroni e il prefetto di Napoli Panza nel quale sono state individuate una serie di misure per liberare il territorio dagli ostacoli legati alla criminalità: lo svolgimento degli appalti e la bonifica dei settori produttivi a rischio. Permette che torni all?assemblea di Città della Scienza e alla proposta del Presidente del Consiglio? Ringrazio il premier Berlusconi per la sua investitura, ma per ora non mi candido. Per fare risorgere il paese occorre che ognuno faccia il suo mestiere.

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Restauro? Il chiostro dovrà aspettare anni (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mercoledì 5 Novembre 2008 S. BORTOLO. Tempi biblici per le risorse destinate al recupero del cuore storico dell?ospedale Restauro? Il chiostro dovrà aspettare anni La Soprintendenza, che invierà i fondi già concessi dallo Stato, sta evadendo ora le pratiche del 2005...   Se tutto va bene, il dg Antonio Alessandri questi benedetti soldi riuscirà a vederli un anno prima di chiudere il mandato. Ora la notizia è che, se non ci saranno altri intoppi (ma con questi chiari di luna finanziari non si sa cosa accadrà domani, figuriamoci fra 3 anni), la sovrintendenza di Venezia è arrivata con i pagamenti alle pratiche del 2005. Quindi, stando alla matematica (ma qui le variabili sono parecchie), i 400 mila euro destinati dallo Stato al restauro degli edifici dell?antico chiostro dell?ospedale, ricadente, appunto, sotto la tutela della sovrintendenza, dovrebbero giungere - Dio volendo - nel 2011. Se davvero andrà così, quando il tesoretto stanziato ancora nel 2003 dal ministero per i beni culturali entrerà nelle casse dell?Ulss saranno trascorsi 8 anni, una infinità degna della burocrazia più resistente, e addirittura 11 da quando alla sovrintendenza di Verona giunse l?ok romano. Fu grazie a Fabio Gava, oggi parlamentare alla corte di Berlusconi e allora assessore regionale alla sanità, a far aprire i forzieri ministeriali a favore del S. Bortolo. Alessandri, appena sbarcato a Vicenza, trasmise in fretta e furia le carte richieste, ma non è servito. I tempi sono rimasti biblici. Peccato, perché i lavori cambierebbero il volto dell?ex convento medievale, che è il nucleo storico dell?ospedale, e che oggi giace in uno stato di semiabbandono. Senza contare che con l?inflazione fra 3 anni questi soldi varranno di meno. Cose da pretendere gli interessi. Non arriverebbero subito. Però... F.P.  

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A.a.a. cercansi becchini formati sul campo(santo) (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

A.a.a. cercansi becchini formati sul campo(santo) Burocrazia impazzita a Genova Il concorso per otto "operai seppellitori" va deserto: serve una "patente" che nessuna scuola può dare MA DOVE troverà, il Comune di Genova, otto persone con la qualifica di "operaio professionale seppellitore categoria B", vulgo becchino, per garantire il regolare svolgimento dei servizi cimiteriali? Non è solo perché «lo scavafosse in questa città non lo vuole fare più nessuno», come lamentava pochi giorni fa l'assessore ai Servizi cimiteriali Paolo Veardo, che già due bandi sono andati deserti. E il terzo non promette niente di buono. Il fatto è che la "patente" di becchino che aprirebbe le porte del lavoro, oggi, sembra non poterla dare nessuno. «Sono a disposizione otto posti per operai con le qualifiche di seppellitore, tumulatore o becchino - spiegano gli operatori del Centro per l'impiego della Provincia - ma, per entrare in lista, bisogna essere in possesso della qualifica». Un attestato di scuola superiore o persino una laurea, insomma, non bastano. Serve la "patente". Ma come averla? «Di norma, questi documenti si ottengono attraverso corsi di formazione o un tirocinio», ipotizzano al call center. E visto che non si hanno notizie di corsi professionali per scavare fosse, la conseguenza è che la qualifica si può acquisire solo sul campo, anzi sul camposanto. Senza, è impossibile entrare nelle graduatorie, che restano così deserte. È un intoppo della burocrazia impazzita e l'assessore, informato del problema, sta cercando di porre rimedio. Se alla scadenza del bando non si presenterà nessuno con l'attestato da "seppellitore" o "tumulatore", la proposta sarà allargata al personale non qualificato. Contratti a tempo determinato, per dodici mesi. Perché l'eternità (forse) esiste, ma il posto fisso resta un miraggio. BRUNO VIANI 05/11/2008

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L'Ecofridge rischia di fallire (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Nuoro Pagina 5034 Bolotana L'Ecofridge rischia di fallire Bolotana --> Per Ecofridge ancora silenzio. Da Roma ancora non è arrivata nessuna risposta, il che lascia nell'incertezza decine di lavoratori. Dopo il benestare del comitato promotore del Contratto d'area, si aspettava una risposta celere da parte del ministero per lo Sviluppo Economico per concedere i finanziamenti revocati. Non è un ultimatum quello lanciato da Giuseppe Aloisi, l'imprenditore lombardo titolare della Ecofridge, la fabbrica che produce sistemi refrigeranti, ma la necessità di sollecitare una soluzione del problema in tempi brevi, per consentire di soddisfare una importante commessa che arriva dagli Stati Uniti. Lo stesso Aloisi, ma anche una decina di lavoratori (altri trenta saranno assunti subito dopo il via libera del Ministero), da oltre un anno attendono una risposta definitiva da Roma, proprio per la concessione di quei finanziamenti (poco più di un milione di euro), che erano stati revocati a causa dei ritardi nell'attuazione dei programmi stabiliti col Contratto d'area. Ritardi legati alla burocrazia, perché la realizzazione del capannone nell'area industriale di Bolotana, è stata frenata per molto tempo da cause non imputabili all'azienda. Una giustificazione riconosciuta anche dal Comitato e soprattutto dai sindacati e da Confindustria, che hanno sollecitato più volte il Ministero per annullare il provvedimento di revoca dei finanziamenti. «Senza quei finanziamenti non posiamo andare avanti - commenta Aloisi - perché per rimanere in quest'area ho dovuto far ipotecare anche la mia abitazione». ( f. o. )

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CATANZARO/ANCE: CERMINARA, IMPRESE COSTRUZIONI IN SOFFERENZA. (sezione: Burocrazia)

( da "Asca" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CATANZARO/ANCE: CERMINARA, IMPRESE COSTRUZIONI IN SOFFERENZA (ASCA) - Catanzaro, 5 nov - Secondo il Presidente dell'Ance Catanzaro, raffaele Cerminara, la preoccupante situazione dell'economia coinvolge anche ''il settore delle costruzioni, dopo alcuni anni consecutivi di crescita. Si sta aprendo un periodo di difficolta', che, secondo le nostre stime, tendera' a peggiorare nel corso del 2009. Per la prima volta, dopo molti anni prevediamo, addirittura, una riduzione dei livelli produttivi. Le casse dello Stato sono vuote; i privati sono scoraggiati con conseguente diminuzione dei consumi, la burocrazia mette troppi bastoni fra le ruote''. ''Se la situazione nazionale - continua il Presidente Cerminara - e' pesante, il contesto locale e' ancora piu' sofferente, perche' cominciamo a vedere gia' i segnali negativi sull'economia reale con una stretta creditizia sulle imprese, in aggiunta alla grave criticita' connessa all'aumento dei costi delle materie prime. Al di la' di tali fattori oggettivi, lo stato di preoccupazione aumenta sempre di piu' a causa di alcune vicende che stanno caratterizzando il nostro sistema produttivo: mi riferisco, in particolare, all'atteggiamento delle grandi imprese aggiudicatici del nord che, con arroganza e spregiudicatezza, soffocano le nostre imprese''. red/map/alf (Asca)

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Turbogas, interviene il ministero (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

stampa sora Turbogas, interviene il ministero Anche il Ministero dell'Ambiente vuole fare luce sulla questione turbogas. Spesso i rinvii delle decisioni, specialmente nel settore pubblico, sono normali e legati alla solita lentezza della burocrazia. Quello in questione, invece, sembra un rinvio significativo. Infatti la Provincia di Frosinone, che aveva indetto la Conferenza dei Servizi per dare il via libera all'impianto di cogenerazione della Cartiera del Sole a S.Domenico, ieri ha dovuto interrompere l'iter e rinviare l'incontro su richiesta della Regione Lazio - Dipartimento del territorio ed Ambiente che, su richiesta del ministero dell'Ambiente, sta redigendo un documento per «chiarire alcuni aspetti procedimentali». Ma anche il legale delle associazioni ha contestualmente diffidato a concedere il nulla osta. Quindi circa due anni dopo l'inizio della storia, dopo esposti, manifestazioni, inchieste, strane storie ancora da chiarire, anche dal Ministero vogliono vederci chiaro sulle procedure seguite dagli enti che finora hanno autorizzato l'intervento e che duramente sono state contestate dalle associazioni ambientaliste e non solo. Ora, pur in attesa di sapere come finirà, appare evidente che qualcosa finora non è andato per il verso giusto. Se si sta perdendo tempo e si rischiano i posti di lavoro, come purtroppo minacciato, non può essere colpa di chi fa rilevare le «cose». Forse le stesse «cose» andavano fatte meglio. Tipo discutere e verificare se esistono davvero abbattitori delle polveri sottili in grado di dare maggiori garanzie. O di chi era la competenza dell'autorizzazione. O la reale potenza della centrale. E tanto altro ancora. Due anni buttati che, speriamo, non siano causa di problemi occupazionali per gli operai.

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Rischia di sparire la flotta dei pescherecci (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il drastico calodel pescato e il crollodei prezzi sonotra le cause principali Problemi per i vongolari Rischia di sparire la flotta dei pescherecci Almeno 15 proprietari hanno chiesto di chiudere l'attività. Allarme di Federcoopesca CIVITANOVA - La flottiglia di Civitanova rischia di scomparire. O, comunque, di ridursi drasticamente. Almeno di un terzo. Una tendenza, peraltro, già in atto negli ultimi anni. Proprio in questi giorni, i proprietari di 15 motopescherecci stanno preparando la domanda per chiudere l'attività facendo leva sugli interventi comunitari che agevolano la demolizione delle imbarcazioni. Lo rende noto la Federcoopesca Marche. Un preoccupante segnale che testimonia il grande disagio che sta vivendo una categoria storica della città, che ha largamente contribuito alla crescita economica di Civitanova. Né a portare un po' di ottimismo basta una morsa meno stringente del caro-gasolio. "La grande paura per il prezzo del gasolio è un po' diminuita a seguito del calo delle quotazioni del petrolio si legge in una nota della Federcoopesca regionale anche se le diminuzioni non hanno mai la stessa velocità e proporzione dei rincari. Ma altre preoccupazioni gravano sui pescatori. Dopo la ripresa della pesca, infatti, si è riscontrata la diminuzione delle catture del prodotto in misura consistente. I prezzi del pesce sono diminuiti mentre l'inflazione continua a colpire tutti i beni acquistati dalle aziende di pesca. Al mercato ittico di Civitanova i prezzi sono sempre inferiori a quelli della vicina Ancona e se questo fenomeno è aggiunto al calo di produzione, si comprende il motivo di piena sfiducia nel futuro da parte dei pescatori". Insomma, venti di recessione che colpiscono il settore ma con particolare violenza a Civitanova, dove all'asta del mercato ittico le quotazioni delle casse sono sempre più basse. Sulla stessa "barca", è proprio il caso di dire, anche i "vongolari". "A tutto ciò si deve aggiungere la grave crisi che ha investito la pesca delle vongole per la mancanza del prodotto improvvisamente scomparso nei mesi scorsi rileva l'associazione di categoria il quadro che emerge del settore ittico civitanovese è veramente pieno di ombre e senza luce". I vongolari hanno ripreso l'attività proprio in questa settimana dopo quattro mesi di fermo. Meno della metà delle vongolare hanno ripreso il mare. Tutto sommato, le prime giornate di pesca non sono andate malissimo. In poche ore, raggiunta la quota di 25 sacchi (massimo consentito giornaliero). Ma sono sempre più ridotte le aree di pesca ricche di vongole. A Civitanova sono 44 le vongolare. Più o meno lo stesso numero dei motopescherecci. Nel 2000, invece, nel porto di Civitanova si contavano circa 70 scafi. Una diminuzione del 30% in pochi anni. E sono pronte altre 15 domande di dismissione. "I pescatori negli ultimi anni hanno assottigliato sempre più i redditi fino a lavorare anche in perdita conclude la Federcoopesca mentre la burocrazia comunitaria, nazionale e locale aggrava sempre più l'impresa con nuove e vecchie imposizioni: blue-box, pesce misurato con il centimetro, giornali di bordo inviati telematicamente, imbarchi e sbarchi comunicati via e-mail, costi delle manutenzioni sempre crescenti, gestione carente del mercato ittico, controllori di ogni tipo che anziché accompagnare l'azienda al rispetto delle normative sono sempre pronti ad irrogare salate sanzioni. Gestire l'azienda di pesca è divenuto veramente difficile se non impossibile e chi può scappa, lasciando in campo chi è costretto a rimanere perché ha fatto e sa fare solo il pescatore, ma pieno di sfiducia verso il futuro o pronto a feroci contestazioni". EMANUELE PAGNANINI,

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<Nessun caorlotto brucerebbe un casone> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CAORLE Indignato per l?accaduto il sindaco Marco Sarto: «Un patrimonio inestimabile della nostra laguna» «Nessun caorlotto brucerebbe un casone» I pescatori preoccupati: «Un?azione vigliacca, poteva andare a fuoco tutto quanto» CaorleNon si parlava d'altro, ieri a Caorle, se non del casone bruciato l'altra notte a Falconera. Le prime ricostruzioni di Carabinieri e dei Vigili del fuoco hanno concordato sulla concreta possibilità di un incendio doloso. Ed è proprio questa volontarietà ad aver suscitato reazioni contrastanti tra i proprietari dei casoni: c'è chi teme che l'episodio possa ripetersi e quindi preferisce non parlare temendo rappresaglie a proprio danno e chi invece ritiene che si sia trattato di un caso isolato. «È stata un'azione a dir poco vigliacca ha detto Dino Benatelli, proprietario di un casone Poteva andare a fuoco tutto quanto. Dispiace però che si parli dei casoni solamente quando succedono episodi simili o per i sequestri giudiziari. Il Comune si sarebbe dovuto interessare ben prima di questa zona promuovendo un tavolo di confronto tra gli enti competenti per evitare i sequestri, ma ormai è tardi».Secondo uno dei pescatori che quella notte stava lavorando in laguna, un forte odore di plastica bruciata avrebbe anticipato l'incendio vero e proprio. «Appena abbiamo visto le fiamme abbiamo chiamato i vigili del fuoco. È stata davvero una fortuna che nessuno si sia fatto male». Senza dubbio chi ha rischiato di più a causa dell'incendio è Luigi Gobbato che da tempo vive all'interno di un camper posteggiato a pochi metri dal casone finito in cenere: «Stavo dormendo e non mi sono accorto di nulla. Poi alcuni rumori mi hanno svegliato e mi sono trovato davanti fiamme altissime. Mi sono spaventato ed ho spostato la macchina che era più vicina all'incendio rispetto al camper. Poi non ho potuto far altro che allontanarmi ed attendere l'arrivo dei vigili del fuoco».Sulla questione è intervenuto oggi anche il sindaco Marco Sarto: «Se, come sembra, l'incendio è stato provocato intenzionalmente - dice il primo cittadino, smentendo ancora una volta che il casone sia suo, come si era vociferato in città - si tratta di un episodio grave e lo è ancor di più se si pensa che quella struttura era affidata al Comune. Io non riesco a dare un senso ad un simile atto che avrebbe potuto generare conseguenze molto più gravi. Quello che mi sento di dire è che un caorlotto, o quanto meno un vero caorlotto, non avrebbe mai potuto bruciare un casone. Mi auguro che questa situazione non si ripeta perchè ha concluso il sindaco casoni e laguna sono un patrimonio inestimabile per i quali l'amministrazione si sta impegnando. Purtroppo il nostro piano di tutela è fermato dalla burocrazia: ci serve maggiore sostegno da parte della Regione e della Sovrintendenza».Riccardo Coppo

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Insediato il nuovo segretario Sarà anche direttore generale (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

COMUNE Insediato il nuovo segretario Sarà anche direttore generale (r.c.) Il Comune di Vicenza ha ufficialmente un nuovo segretario. Da ieri Simone Maurizio Vetrano ha preso il posto di Angelo Macchia, dallo scorso giugno responsabile della segreteria generale della Provincia di Vicenza. Vetrano, 60 anni, originario di Sciacca (Agrigento), arriva dal Comune di Bassano del Grappa, e ricoprirà anche la carica di direttore generale del Comune. «Sono onorato della scelta compiuta dal sindaco Achille Variati - ha fatto sapere - Mi è stato offerto un ruolo importante, che svolgerò nel migliore dei modi. La mia è una funzione pubblica, ma questo non significa trincerarsi dietro la burocrazia, bensì mettersi al servizio della città». «Ho scelto il dottor Vetrano per la professionalità e la conoscenza della realtà vicentina, maturata come segretario generale di numerosi comuni del nostro territorio - è stato il commento di Variati - Al compito del segretario comunale aggiungerà quello di direttore generale, che coordinerà la dirigenza e monitorerà l'attuazione dei progetti dell'Amministrazione».

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<I sindaci ridiano le chiavi del Municipio> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

TOSCANI (VALLE) «I sindaci ridiano le chiavi del Municipio» (B.D.V.) Anche i sindaci, e non solo i presidenti di comunità montana, possono portare le chiavi dei loro municipi al prefetto. E' la proposta provocatoria che il sindaco di Valle, Matteo Toscani, ha fatto ai colleghi in una lettera aperta che ha focalizzato la loro attenzione sui disagi che opprimono gli amministratori degli enti pubblici. "Dopo tanto parlare, la fine delle comunità montane bellunesi sembra ora essere ineluttabile ed imminente": così esordisce la sua lettera aperta."I fatti stanno dimostrando che né la Regione né lo Stato hanno a cuore l'esistenza delle comunità montane. Se così non fosse, essi non avrebbero adottato le scelte politiche (per la Regione Veneto sarebbe più corretto affermare le non scelte) che hanno creato l'insostenibile e paradossale situazione in cui si trovano". Secondo Toscani, nessuno ha inteso fornire a questo ente adeguate risorse, nuove competenze, certezze per il futuro e, soprattutto, dignità e riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni in favore dei Comuni e della popolazione di montagna. Così continua Toscani: "Il peso politico e la forza contrattuale delle comunità montane sono in questo momento debolissimi e quindi è impensabile che la protesta dei presidenti, per quanto accorata ed autorevole, possa impensierire Venezia e Roma e portare a qualche risultato positivo". Toscani fa poi un cenno all'annuncio che le chiavi degli enti saranno consegnate al Prefetto: "è un gesto che rischia di diventare reale anziché simbolico ed è probabile che ottenga il risultato opposto a quello sperato: la soddisfazione di quanti, senza avere il coraggio di agire direttamente, hanno progettato la loro eliminazione!" Sui rapporti Comunità Montane-Comuni, Toscani ritiene che il ruolo delle comunità è sicuramente strategico e fondamentale per l'attività dei comuni, sia in termini di servizi erogati che di coordinamento e di sintesi delle esigenze delle varie realtà territoriali; "per un difetto di comunicazione, lamenta ancora Toscani, gran parte della popolazione nemmeno percepisce la loro presenza e per questo motivo, forse, è scarso l'interesse dei cittadini circa la loro soppressione. Senza i servizi erogati, però, presto il silenzio della popolazione diventerà rabbia e protesta nei confronti di chi l'ha privata di enti poco appariscenti ma indispensabili ed attivi".Per Toscani andava fatta una riforma in termini di confini, di ruolo e di competenze: "ciò è intollerabile, ma è ancora più grave che i comuni non alzino la voce per far sentire la rabbia della montagna sempre più maltrattata e sempre meno considerata. Questa battaglia, che non è né di destra né di sinistra, ma di interesse per il territorio e per quanti ancora hanno la forza per abitarlo, deve essere combattuta, anche dai comuni e dai loro sindaci, al fianco delle comunità montane e dei loro presidenti". Per Toscani, dopo i tagli continui ai bilanci, le promesse disattese ed una burocrazia opprimente, la misura è ormai colma. "Se i presidenti delle comunità montane porteranno le chiavi al Prefetto, portiamo anche noi sindaci quelle dei nostri municipi! Dovremmo gridare forte che non sono i nostri enti il vero costo della politica e che la necessità di tagliare spese, ritenute eccessive ed inutili".

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Santa Lucia Continua a far discutere la sicurezza a ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Santa Lucia Continua a far discutere la sicurezza a ... Santa LuciaContinua a far discutere la sicurezza a Santa Lucia.Dopo lo sfogo del sindaco Fiorenzo Fantinel per la mancanza di risorse da investire nella sicurezza e l'accusa delle minoranze di non saper amministrare le risorse, interviene sulla questione il vicesindaco Riccardo Szumski per fare alcune precisazioni.Il vigile di prossimità è stato istituito lo scorso 1 luglio in coerenza con il nostro programma elettorale. Le "mille lamentele "della minoranza non c'entrano con questa decisione assicura Szumski -. La cifra di 280 mila euro di costo del consorzio per il 2007 non esiste, il surplus relativo alle infrazioni da photored ha comportato maggiori spese ma anche maggiori entrate, ma non sono un costo assestato del consorzio. La spesa di normale funzionamento si attesta sui 130 mila euro per il 2008. L'organizzazione consortile ci permette di svolgere compiti d'ufficio, burocrazia, pattugliamento e vigilanza che con la stessa cifra non potremmo garantire. Infatti con tre ipotetici vigili, a cui andrebbero aggiunti mezzi ed attrezzature, ne avremmo costantemente uno e mezzo in ufficio ed uno fuori. Inoltre il tipo di sicurezza di una rapina fatta alle 5 e mezza del mattino attiene alle forze dell'ordine deputate, carabinieri e polizia. Riguardo allo spreco di risorse, Szumski afferma che: quando ci si riferisce al mutuo per la nuova struttura polivalente presso gli impianti sportivi, per fortuna possiamo fare ancora questo investimento, con un costo di trentamila euro l'anno, il prossimo anno no per i limiti del patto di stabilità.Ma secondo Flavio Mariotto, cittadino di Santa Lucia, è necessario uscire dal Consorzio di Polizia Piave. Riguardo alle lamentele del sindaco Fantinel circa le scarse risorse disponibili da investire nel comparto sicurezza spiega Flavio Mariotto -anch'io sono sfiduciato e stanco, poiché a mio avviso le risorse disponibili a salvaguardare la sicurezza di noi cittadini residenti e contribuenti sono sufficienti per affrontare in modo diverso la problematica in questione. E' necessario che Santa Lucia esca dal Consorzio Piave, visto che il contributo che il Comune versa al Consorzio è sufficiente per l'assunzione di almeno tre agenti di polizia municipale, che se non potrebbe assicurare la protezione ventiquattro ore su ventiquattro, darebbero una maggiore copertura territoriale. Non sono necessarie iniziative forti, ma un'attenta analisi costi-benefici. Se i cittadini si lamentano con il sindaco Fantinel, lui non deve sentirsi sotto pressione, ma trovare al più presto la soluzione migliore, valutando un suggerimento che sono certo non è solo mio.Silvia Baccichetto

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Addio licenza di pesca, basterà pagare una tassa (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Veneto decide per la semplificazione Addio licenza di pesca, basterà pagare una tassa Dopo dieci anni cambia la legge Venezia(g.t.) Addio licenza di pesca. I quasi 84mila pescatori sportivi del Veneto non dovranno più sobbarcarsi code negli uffici delle Province per rinnovare i documenti che abilitano alla pesca dilettantistica nelle acque interne e marittime interne, ma basterà pagare l'apposita tassa di concessione regionale e la ricevuta varrà come licenza. È quanto ha deciso all'unanimità la commissione consiliare agricoltura-caccia-pesca fondendo ben due distinti progetti di legge, il primo presentato a gennaio dal consiglio provinciale di Belluno e il secondo in agosto dai consiglieri della Lega Nord, Gianantonio Da Re, Gianpaolo Bottacin, Roberto Ciambetti e Daniele Stival.Entrambe le proposte si rifanno alla modifica del Titolo V della Costituzione che ha affidato alle Regioni la competenza esclusiva sulla pesca e all'obiettivo di sburocratizzare e semplificare la materia sollevando da un lato gli uffici provinciali da un onere e dall'altro il cittadino dalla trafila burocratica, fatta di carte e tempo, per ottenere il documento e dall'esborso di ben tre marche da bollo da 14,62 euro l'una. Una volta approvata dal consiglio, la proposta licenziata dalla commissione andrà a modificare la legge del 1998 che disciplina l'esercizio della pesca stabilendo che "la ricevuta di versamento delle tasse di concessione regionale costituisce licenza di pesca dilettantistica a tutti gli effetti". Attualmente la tassa di concessione è di 22,72 euro, ridotta a 4,54 euro per i giovani tra 14 e 18 anni e gratuita per i minori di 14 anni e gli over 70. La nuova legge prevede inoltre che la licenza di pesca rilasciata nelle altre regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano ha validità anche in Veneto.«Ora meno burocrazia per i cittadini e uno sgravio di lavoro per gli uffici della Provincia - commenta soddisfatto Da Re, primo firmatario della proposta leghista - La licenza che fino a ora veniva richiesta non aveva alcuno scopo di dimostrare l'attitudine all'attività di pesca e quindi era opportuno, almeno per il livello dilettantistico, eliminare questo attestato». «Ora gli appassionati non saranno più costretti a recarsi negli uffici preposti per versare la tassa, ma basterà un versamento postale, senza più obblighi di marca da bollo conclude Da Re - Un vantaggio economico per il cittadino, non più costretto a code e lunghe attese».Nel testo licenziato dalla commissione è stato inserito anche un emendamento presentato da Claudio Rizzato (Pd) che prevede una delega alle Province per combattere il "gambero rosso" della Lousiana che si sta diffondendo in maniera preoccupante nelle acque interne venete producendo effetti devastanti sulla fauna ittica e sugli argini in modo particolare nei fiumi del Vicentino e nel lago di Fimon.

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Ance di Catanzaro, situazione preoccupante per il settore edilizio (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Ance di Catanzaro, situazione preoccupante per il settore edilizio CATANZARO. ?Lo stato dell?economia come apprendiamo quotidianamente da esperti ed organi istituzionali, è molto preoccupante. Anche per il settore delle costruzioni si sta aprendo, dopo alcuni anni consecutivi di crescita, un periodo di difficoltà, che, secondo le nostre stime, tenderà a peggiorare nel corso del 2009. Per la prima volta dopo molti anni prevediamo, addirittura, una riduzione dei livelli produttivi. Le casse dello Stato sono vuote; i privati sono scoraggiati con conseguente diminuzione dei consumi, la burocrazia mette troppi bastoni fra le ruote. Lo dichiara il presidente di Ance Catanzaro, Raffaele Cerminara, che aggiunge: ?Se questa è la situazione nazionale il contesto locale è ancora più sofferente, perché cominciamo a vedere già i segnali negativi sull?economia reale con una stretta creditizia sulle imprese, in aggiunta alla grave criticità connessa all?aumento dei costi delle materie prime. Al di là di tali fattori oggettivi, - continua il Presidente Cerminara - lo stato di preoccupazione aumenta sempre di più a causa di alcune vicende che stanno caratterizzando il nostro sistema produttivo: mi riferisco, in particolare, all?atteggiamento delle grandi imprese aggiudicatici del nord che, con arroganza e spregiudicatezza, soffocano le nostre imprese. Già in sede di insediamento alla Presidenza di Ance Catanzaro denunciai il problema - sottolinea Cerminara - nel mercato dei lavori pubblici, tanto del ?gigantismo degli appalti? perché lavori che potrebbero essere appaltati separatamente sono accorpati senza motivo penalizzando l?imprenditoria locale, quanto dell?indifferenza registrata allorquando si procede, in presenza di aziende calabresi, con i dovuti requisiti e che hanno realizzato le stesse opere in tutto il territorio nazionale, ad appaltare lavori con esclusivi ?inviti? delle solite imprese non locali. Ebbene, si è verificato proprio ciò che temevo, sono infatti in corso operazioni da parte di grandi imprese sulle quali è necessario alzare l?attenzione; da qualche tempo, stanno attuando una politica ?non corretta? nei confronti delle imprese subappaltatrici, tesa a stressare i rapporti e pretendendo contratti ?vessatori?, ribassi su ribassi, nonché ritardi nei pagamenti con gravissime ripercussioni sulla sopravvivenza delle piccole imprese, le quali si vedono costrette alla fine a cedere anche in considerazione delle difficoltà del momento?.?Non v?è dubbio - dice ancora - che tutto ciò non va bene; infatti, bisogna comprendere che rigidità ed atteggiamenti prevaricatori non possono che innestare situazioni di malessere e disagio che compromettono la realizzazione delle opere e la loro qualità secondo il rispetto delle regole ed in contesto di piena legalità. In tale direzione, peraltro, non può sottovalutarsi la ricaduta negativa che tale situazione andrebbe a determinare in termini di perdita di posti di lavoro; la qualcosa innesterebbe, inevitabilmente, una presa di posizione comune con le Organizzazioni Sindacali a tutela di interessi comuni e fondamentali assolutamente coincidenti . Il panorama che si è tratteggiato è, purtroppo, tutt?altro che incoraggiante. Partendo dal presupposto che il pluralismo delle imprese e, dunque, la sua difesa, è uno dei principi fondanti di qualunque democrazia economica, occorrerà, anche da parte della politica un?inequivocabile correzione di tiro, che dia certezze non solo alle grandi imprese che si occupano di opere strategiche, ma, soprattutto, a quelle piccole e medie, indispensabili per farci recuperare il gap che dura da 50 anni ed innescare uno sviluppo duraturo, altrimenti, anche chi ha voglia e capacità di investire, non potrà far altro che stare a guardare. Noi siamo imprese e non scendiamo in piazza, ma vogliamo comunque far sentire la nostra voce, anche nell?interesse delle comunità in cui operiamo e, a tal proposito, auspicando un cambiamento culturale che dia il giusto segnale, mi dichiaro disponibile con tutti i colleghi ad un confronto proficuo e positivo, nonché idoneo a superare frizioni e contrasti al fine di creare quel clima di fiducia che ci consente di affrontare con serenità le difficoltà quotidiane. In assenza di una qualsiasi svolta risolutiva, attesa la gravità della situazione, anche in considerazione delle pressanti sollecitazioni dei colleghi, - conclude Raffaele Cerminara - saremo costretti, come categoria, a chiedere al Prefetto un attento monitoraggio dei contratti stipulati con le imprese subappaltatrici al fine di verificare comportamenti non in linea con un certo contesto di regole, improntate a rispetto della dignità di ciascuna impresa ed al connesso ruolo sociale?. (05-11-08)

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SALUTE. Cure palliative: cresce la percezione di utilità dei farmaci oppiacei (sezione: Burocrazia)

( da "HelpConsumatori" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

News SALUTE. Cure palliative: cresce la percezione di utilità dei farmaci oppiacei 05/11/2008 - 17:26 Cure palliative: cresce la percezione di utilità di farmaci oppiacei per il controllo del dolore in un contesto di preoccupante vuoto legislativo e di disparità interregionale. Come è stato anticipato nella presentazione alla stampa del XV Congresso della Società Italiana delle Cure Palliative (SICP - www.sicp.it), rispetto al passato è cresciuta tra i cittadini italiani la percezione della necessità di somministrare oppiacei per il controllo del dolore. Ma nonostante l'attestato di fiducia espresso da gran parte della popolazione intervistata (l'80%, come rivela l'indagine Ipsos presentata al congresso della SICP) che dichiara di ritenere un diritto fondamentale non soffrire nella fase finale della vita, le cure palliative in Italia si stanno confrontando in questo momento con un preoccupante vuoto legislativo: ancora troppe questioni aperte sul tavolo ne decideranno il futuro nel prossimo anno e comunque nel corso di questa legislatura. Ma le soddisfazioni per le conquiste ottenute da tutti gli operatori, compresi i volontari e le strutture impegnate, devono fare i conti con i tanti nodi ancora da sbrogliare, come le normative, la prescrizione di alcuni farmaci e i temi sensibili, come il testamento biologico. Questa situazione di impasse e di vuoto legislativo si traduce in una situazione di conseguente incertezza per gli operatori sanitari, ma soprattutto, per le oltre 250.000 famiglie di malati terminali presenti sul territorio nazionale. Si attendono, si spera a giorni, importanti novità sulla definizione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza(LEA) e l'inclusione al loro interno di specifici interventi di cure palliative, sia domiciliari, sia in hospice. Emerge inoltre una fotografia dell'Italia a due velocità in materia di cure palliative, con una disomogeneità regionale che penalizza, in particolar modo, il Sud e la Sicilia. Inoltre a fronte di un primato per consumo di antinfiammatori non steroidei (Fans), dagli importanti effetti collaterali, l'Italia è fanalino di coda per uso degli oppiacei nel dolore cronico, un dato inequivocabile, secondo molti operatori, di quella "paura della morfina" che da sempre caratterizza la cultura medico-sanitaria italiana, ma anche di una scarsa consapevolezza del diritto dei cittadini ad usufruire di questi farmaci. L'occasione per trovare le risposte alle tante domande è stata offerta quindi dall'appuntamento annuale Congresso della SICP, a 20 anni dalla nascita di questo movimento creato per dare dignità ai malati al termine della loro vita, approvato e rispettato non solo dalle famiglie dei malati terminali ma anche dalle Istituzioni e dall'opinione pubblica in genere. Help Consumatori, presente al Congresso, ha chiesto ai massimi esperti del settore di spiegare cosa significa parlare di dignità alla fine della vita e quali saranno le evoluzioni delle cure palliative in Italia. Nonostante la Convenzione di Oviedo (Consiglio d'Europa, 1997), per la protezione dell'essere umano riguardo alle applicazioni della Medicina, ratificata dall'Italia nel 2000 (legge n° 145, 28 marzo), la consapevolezza da parte del cittadino del diritto alla dignità anche nella parte finale della vita non si può ancora dare affatto per scontata. Nel corso del congresso gli operatori hanno evidenziato infatti un ritardo dell'informazione all'opinione pubblica, che non sembra essere del tutto consapevole del diritto alla non sofferenza nella parte finale della vita. In pratica, solo il 40% dei malati oncologici e pochissimi malati non oncologici (meno dell'1%) riceve un'adeguata assistenza a domicilio o presso gli hospice. "E' giunto il momento di promuovere all'attenzione pubblica una riflessione su un tema tanto difficile quanto fondamentale, come il diritto alla dignità nella parte finale della vita, con cui i cittadini e gli operatori devono quotidianamente confrontarsi - spiega a Help Consumatori Giovanni Zaninetta, presidente della SICP - .Avviare questo percorso culturale significa spiegare ai cittadini che la medicina non può risolvere tutti i problemi legati alla salute, ma può e deve trasformarsi in un competente strumento di accompagnamento nella parte finale della vita. Il cittadino, da parte sua, deve acquisire maggiore consapevolezza riguardo al diritto alla cura del dolore, che rappresenta però solo un primo passo di un percorso di assistenza psicologica", precisa il presidente della SICP sottolineando l'importanza del ruolo dei media nell'informare l'opinione pubblica sul diritto alla non sofferenza e alla tutela della dignità nella parte finale della vita. Nonostante anche un recente rapporto del Parlamento europeo sottolinei il ruolo della medicina palliativa in relazione al generale invecchiamento della popolazione, non esiste al momento una legge nazionale unitaria che regoli l'applicazione delle cure palliative. "La riapertura del dibattito alla Camera dovrebbe portare a una legge unitaria sulle cure palliative - continua Zaninetta - ma alla lettura dei testi ci chiediamo se questa legge riuscirà a incidere davvero nell'evoluzione degli hospice italiani". Dalla fotografia scattata nel corso del congresso della SICP emerge infatti un Paese a macchia di leopardo, in cui il diritto alle cure di fine vita è più o meno fruibile a seconda delle Regioni prese in considerazione: meglio al Nord e al Centro Italia, decisamente peggio nel Sud e nelle isole. Se qualche miglioramento c'è stato in termini di strutture costruite (dei 206 hospice previsti ne sono stati aperti 147) la presenza è molto disomogenea: 50 in Lombardia, solo quattro (su 18!) in Sicilia, Campania e Calabria. "Gli Enti pubblici e la corruzione sono i veri responsabili del ritardo accumulato nel Sud Italia", afferma Giorgio Trizzino, presidente del Comitato organizzatore del congresso, augurandosi che questo evento possa dare nuovo impulso alla definizione di un programma regionale. Gli operatori sono in attesa anche della definizione dei nuovi LEA: se dovessero essere confermati, le ricadute pratiche sulle famiglie potrebbero finalmente essere davvero positive. "Per la prima volta verrebbe riconosciuto il diritto ad avvalersi di questo sistema di cure - continua Trizzino, invitando il legislatore a legiferare tenendo conto dei diritti dei cittadini ad usufruire di tutte le cure di cui hanno necessità - anche se bisognerà fare i conti con le capacità di programmazione delle Regioni, in particolare nel Sud del Paese". Infine, Francesca Floriani Crippa, presidente della federazione Cure Palliative (FCP), punta il dito sulla burocrazia che imbriglia ancora l'uso dei farmaci oppiacei. "Se è certamente confortante rilevare che l'80% degli italiani ritiene necessario l'uso degli oppiacei nella cura del dolore, va preso atto che questo diritto non è fruibile a causa delle difficoltà burocratiche dovute all'uso di speciali ricettari ministeriali. Ci aspettiamo quindi a breve un provvedimento razionale per la semplificazione amministrativa nella prescrizione di oppiacei". a cura di Flora Cappelluti 2008 - redattore: FC

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CONCORRENZA. Carburanti, Antitrust: in Italia costano da 3 a 5 centesimi in più (sezione: Burocrazia)

( da "HelpConsumatori" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

News CONCORRENZA. Carburanti, Antitrust: in Italia costano da 3 a 5 centesimi in più 05/11/2008 - 16:44 C'è un "differenziale strutturale" fra i prezzi medi italiani dei carburanti e quelli europei. Bisogna dunque interrogarsi "sul perchè siamo costretti a pagare stabilmente prezzi alla pompa della benzina e del gasolio più cari di queli francesi o tedeschi di 3, 4 o 5 centesimi di euro". È quanto ha detto oggi il presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Antonio Catricalà, in audizione alla Commissione Industria del Senato sulla dinamica dei prezzi all'interno della filiera petrolifera e sulle ricadute in termini di prezzi dell'energia elettrica e del gas. Nella filiera dei prodotti petroliferi, ha detto l'Antitrust, "l'impressione generalmente percepita dall'opinione pubblica nazionale è che le società petrolifere abbiano adeguato i propri prezzi finali in maniera rapida e completa rispetto alle variazioni verso l'alto delle quotazioni Platt's durante i periodi di crescita del barile, mentre abbiano ribaltato con un certoritardo ed in misura non perfetta le variazioni verso il basso. Da questa sensazione deriva una periodica accusa alle società petrolifere di scarsa concorrenza nelle fasi di discesa delle quotazioni internazionali". Per Catricalà "innegabili fenomeni di inerzia verso il basso dei prezzi dei prodotti petroliferi si riscontrano in quasi tutti i paesi". "Ma assume maggiore importanza e preoccupa molto di più, in una prospettiva concorrenziale, il permanere - ha aggiunto - di un differenziale strutturale tra i prezzi medi italiani dei carburanti e quelli medi europei". Di conseguenza, oltre a interrogarsi sul tasso di adeguamento del prezzo italiano alle variazioni internazionali, per l'Antitrust "dovremmo interrogarci sul perchè siamo costretti a pagare stabilmente prezzi alla pompa della benzina e del gasolio più cari di quelli francesi o tedeschi di 3, 4 o 5 centesimi di euro". L'Antitrust ha ricordato in audizione l'impegno dell'Eni a praticare per il triennio 2008-2011 su almeno 3mila impianti che erogano in modalità Iperself prezzi alla pompa in media pari ai prezzi europei, con prezzi Iperself che siano almeno 5 centesimi inferiori rispetto al "servito". Se Eni ottempera a questi impegni, ha spiegato Catricalà, "i consumatori italiani possono già da ora, qualora prescelgano una modalità self service di acquisto, pagare la benzina ed il gasolio allo stesso prezzo medio dei Paesi" che hanno reti distributive più efficienti di quella italiana. La chiave di volta è rappresentata dalla concorrenza. Spiega Catricalà che "nel contesto oligopolistico che caratterizza attualmente il mercato della distribuzione di carburanti in rete italiano - con otto società verticalmente integrate nelle fasi della logistica e della raffinazione che si dividono il mercato - gli stimoli per politiche di riduzione dei margini lordi lucrati sulla vendita della benzina e del gasolio sarebbero sicuramente rafforzati in presenza di una concreta minaccia concorrenziale rappresentata dall'ingresso sul mercato di competitors nuovi ed aggressivi non verticalmente integrati. Si pensi, come esempio, agli operatori della Grande Distribuzione Organizzata, interessati a forme di vendita che utilizzano estesamente la modalità self service e a costi contenuti". Di conseguenza "è la concorrrenza effettiva e potenziale esercitata dalla minaccia di entrata su larga scala di nuovi operatori aggressivi la chiave, nel medio periodo, per costringere le società petrolifere a attivare un processo virtuoso di ristrutturazione della rete: incremento del self service, abbattimento dei costi commerciali, riduzione strutturale dei prezzi alla pompa". Catricalà si è inoltre soffermato sulle ricadute degli aumenti delle materie prime energetiche sui prezzi dell'energia elettrica e del gas e sulle nuove proposte tariffarie concorrenziali. Per Catricalà "è necessario che i mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas divengano più concorrenziali di quanto non lo siano ora". E dunque "cambiare fornitore di energia elettrica e di gas deve diventare un'operazione facile sia per il consumatore finale, in termini di minor costo di ricerca e di confrontabilità delle varie opportunità, sia per i venditori, in termine di accessibilità alle informazioni necessarie e minore burocrazia connessa all'acquisizione di un nuovo cliente. Solo così sarà possibile abbassare i costi commerciali e rafforzare il processo di discesa dei prezzi nel regime di libero mercato". 2008 - redattore: BS

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<Sindaco si muova!>, Azione Giovani critica Farioli (sezione: Burocrazia)

( da "Varesenews" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Busto Arsizio - Secondo l'organo politico giovanile di Alleanza Nazionale il primo cittadino sta nicchiando sul nuovo stadio e su altre opere in previsione «Sindaco si muova!», Azione Giovani critica Farioli Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Azione Giovani rivolto al sindaco di Busto Arsizio Gianluigi Farioli. I giovani di An gli contestano immobilismo e ritardi nell'affrontare i problemi. Barack Hussein Obama è diventato il primo presidente afroamericano degli States, in Giappone hanno ridato vita a dei topolini morti più di 15 anni fa e a Busto Arsizio? A Busto Arsizio niente di niente, neanche le banalità: del progetto di piazza Vittorio Emanuele, non v'è traccia; per non parlare del progetto stadio. «Mesi fa avevamo stampato dei volantini con scritto basta c...e - dice Matteo Sabba, presidente del circolo bustocco di AG - oggi mi viene voglia di riproporlo. Abbiamo grandi potenzialità, supportate da progetti di privati che richiedono uno strettissimo contributo pubblico e qualcuno continua a mettere bastoni tra le ruote per rendere immobile la città". L'autosilo l'abbiamo già discusso nei minimi dettagli e non vogliamo ripeterci; lo stadio è l'ennesima grande opportunità che stiamo buttando all'aria: a quanto pare il problema è che nel progetto, già presentato, c'è la presenza di un'area commerciale, minima rispetto all'impianto sportivo, ma ovviamente nel mondo moderno, dove il Pubblico non ha soldi, se c'è un privato che vuole investire, non lo fa certo per beneficenza, ma per avere un ritorno economico. Quello che deve essere valutato è però il ritorno economico, d'immagine, occupazionale che la nostra città potrà avere». Il Sindaco continua ad allontanare gli spettri dell'immobilismo dalla sua amministrazione, ma ormai la situazione è palese. Busto Arsizio è in letargo, nessuno sa il perchè o chi l'ha addormentata, ma tutti se ne rendono conto. In compenso le Agesp si prova a "farle riprodurre come conigli", nonostante esista un flusso legislativo inverso.  Chi ha la fortuna, come noi, di "non avere un'opposizione" in consiglio comunale, dovrebbe creare, gestire e governare nella maniera più fluida e semplice possibile, ma da noi non è così: siamo imbrigliati nelle maglie dei formalismi, della burocrazia e dei secondi fini. Azione Giovani vuole delle risposte oneste e sensate su entrambi i punti caldi: sull'autosilo perchè tanti problemi per far partire i lavori in piazza Vittorio Emanuele? perchè 4 osservazioni di associazioni, che non sono mai state ascoltate, ora vengono usate come scusa per i ritardi? chi realmente non vuole che questo progetto diventi realtà? Sullo stadio chi si mette di traverso di fronte al progetto stadio e soprattutto, perchè? A chi spaventa l'area commerciale che verrebbe creata? AG vuole ricordare ai concittadini che entrambe i progetti hanno piccoli contributi pubblici e quindi non ci sono grossi appalti controllati dalla politica. «Ovviamente - conclude Sabba - qualsiasi risposta che parlerà di ambiente, inquinamento e traffico non la riterremo valida, poichè nessuno di chi amministra Busto, a torto o a ragione, ha mai dimostrato di aver particolarmente a cuore questi temi». Sindaco, se vuole glielo diciamo in politically correct: "Basta perdite di tempo", il significato è lo stesso.  Mercoledi 5 Novembre 2008

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Di Silvio, test con Velasquez, aspettando Califano (sezione: Burocrazia)

( da "Datasport" del 05-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Di Silvio, test con Velasquez, aspettando Califano (AGM-DS) - 05/11/2008 20.22.09 - (AGM-DS) - Milano, 5 novembre - C'e` una costante a Roma e dintorni. Quando si organizzano serate di pugilato, l'esaurito e` una costante. Questo nelle ultime stagioni, dopo un digiuno decennale. Grazie ad alcuni organizzatori locali, che hanno iniziato con umilta` e avvedutezza. E' doveroso citare Davide Buccioni, ex pugile romano, oggi avvocato, che capi` come sensibilizzare le borgate, puntando su ragazzi del quartiere. La scelta si dimostro` la giusta leva per alzare l'interesse e far tornare il pubblico, in particolare quello giovane alla noble art. I successi dei dilettanti italiani sia ai mondiali di Chicago nel 2007 e le medaglie olimpiche di Pechino, hanno fatto il resto. Le palestre sono tornate ad affollarsi, con un cambio radicale. Prima gli insegnanti accoglievano ragazzi che sceglievano le discipline orientali, Thai e Kick in particolare. Adesso chiedono di praticare la boxe. L'appuntamento di domani sera (giovedi`) della Unicorner di Marcello Paciucci e Lamberto Petrecca al Palafijkam di Ostia Lido, anche se privata dell'etichetta tricolore che avrebbe avuto con la prevista e poi saltata sfida tra Giovanni Niro (14+0-2=1nc) e Pasquale Di Silvio (8+), rappresenta l'ufficializzazione di un titolo che sembrava non voler trovare la strada di Roma. Finalmente, pur non battendosi per il trofeo che adesso possiede, potra` alzare al cielo la cintura dei leggeri in attesa di metterla in palio. Pasquale Niro ha dovuto arrendersi alla cattiva sorte - crediamo alla sua versione - anche se i troppi rinvii sempre sulla stessa sponda, possono attivare dubbi. Il messinese-grossetano dopo aver conquistato a Sequals il 15 luglio a Sequals 2006, il titolo dei leggeri, con pieno merito ai danni di Corrado Battaglia, siciliano di Siracusa, costretto alla resa al 6 round, le successive difese sono state il festival dell'imprevedibile. Ne ha sostenuto tre con un NC e due pareggi assai generosi. Sia contro Marsili a Grosseto che con Chiofalo a Piacenza per la maggior parte degli spettatori neutrali, gli sfidanti meritavano qualcosa di piu`. Sul NC (contro Chiofalo) niente da dire, anche se in quell'occasione ci fu un teatrino diseducativo di cui il pubblico in sala e di Raisport, avrebbe fatto volentieri a meno. Comunque, l'attaccamento al titolo era davvero forte. Tanto che l'ha perduto solo a tavolino per l'impossibilita` di salire sul ring. Dopo un batti e ribatti tra i vari organizzatori nell'interpretare le regole su titolari e sfidanti. Molto per colpa di una burocrazia che non fa eccezione da nessuna parte. Il campione italiano dei leggeri Di Silvio se la vedra` con Carlos Wiston Velasquez (12+2) pugile del Nicaragua, gia` visto lo scorso ottobre a Piacenza perdere in modo netto da Max Chiofalo sui 10 round. Nell'occasione Chiofalo si mostro` decisamente bene ispirato, disputando il suo miglior match, oltre che un segnale che potrebbe suonare come campanello d'allarme. Il protetto di Mario Loreni - ennesimo siciliano, trapanese di Campobello di Mazaro - in attesa che cresca del tutto Luca Marasco, potrebbe essere il prossimo sfidante ufficiale. Aspettando che si delinei la situazione, otto round con Velasquez vanno piu` che bene per "il puma" romano, a sua volta in grande crescita. A valutarne la prestazione, ci sara` sicuramente a bordo ring il concittadino Simone Califano, in predicato per una sfida che Roma aspetta. Sfida e rivincita tra i due ottimi pugili. Per la cronaca il primo confronto ando` a Di Silvio di misura e valeva per la Coppa Italia. La Unicorner sta pensando serialmente al clou per il Santo Stefano di Roma e sarebbe un derby da scintille. Un altro tricolore, il gallo Emiliano Salvini (11-6-1), passato di recente alla scuderia romana, chiamato ad un test sui 6 round contro Luigi Mantegna (0-11). Incontro facile sulla carta, magari piu` laborioso sul ring, visto che il ceccanese pur limitato tecnicamente ha un cuore grande. Due incontri di Coppa Italia fissati sui sei tempi. Nei quarti, sono di fronte i medi Stefano Loriga (8-1-2) e Carlo De Novellis (5-1-1). Il crotonese ha un conto aperto con De Novellis, che gli ha inflitto l'unica sconfitta in carriera. Assicura Paciucci che Stefano e` assai migliorato e deciso a capovolgere il precedente verdetto. Vale invece la semifinale superleggeri, lo scontro tra Danilo Valerii (3-0-1) ragazzo di casa, che spera di aver superato il momento negativo a causa di incidenti vari, opposto a, campano Samuele Esposito (1) che sembra avere pugni pesanti. Il confronto Di Silvio-Velasquez verra` stramesso in differita domani sera su Raisport Piu` dopo la diretta, da Piove di Sacco (Pd) tra Devis Boschiero e lo spagnolo Garcia Escalona. Valido per la vacante cintura superpiuma Unione Europea. Nel lunghissimo venerdi` pugilistico, si disputeranno le finale regionali laziali, sul ring dieci categorie. I vincitori saranno i titolari per gli assoluti di Milano a dicembre. Di Giuliano Orlando

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Con l'indimenticabile "Batezar" i vizi e le virtù dei valdostani (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Al Giacosa. Con l'indimenticabile "Batezar" i vizi e le virtù dei valdostani Il teatro popolare ricorda Pierre Vietti Fondò lo Charaban [FIRMA]DAVIDE JACCOD AOSTA E' per conservare una preziosa memoria che domani sera al teatro Giacosa di Aosta si aprirà il sipario dello spettacolo «Pierre Vietti - dix ans après», organizzato dal «Centre d'etudes francoprovençales René Willien» di St-Nicolas con il patrocinio dell'assessorato regionale alla Cultura e la collaborazione della Fédérachon Valdoténa di Téatro Populéro. Dieci anni fa, con la morte di Vietti, se ne andava «Batezar», uno dei principali promotori del teatro dialettale nella regione. Fondatore assieme a René Willien dello «Charaban», Vietti è stato il creatore di una serie di personaggi diventati dei «clichés» del teatro valdostano: dal «Senteucco» incompetente fino al «Secrétéro», personificazione della burocrazia, passando da vedove e signorine di diversa levatura morale. Prima sul palco e poi alla radio, Vietti ha cristallizzato con le sue parole vizi e virtù dei valdostani alle prese con il cambiamento degli Anni 50 e 60, per poi continuare a guardare alla sua gente con una penna divertita. Lo spettacolo di domani (inizio alle 21, ingresso libero) raduna sul palco attori di diverse compagnie della Fédérachon. Dovranno interpretare un testo scritto da Roger Vuillermin che, come spiega l'autore, «non è una biografia, ma un'evocazione dello spirito con cui Vietti ha trasmesso al pubblico il suo amore per il teatro, con la sua mimica e i suoi simboli». La maschera di «Batezar» è entrata nella memoria comune perché ha solleticato qualcosa di profondo, nello spirito di un certo modo di intendere l'identità valdostana, tanto da diventare un punto di riferimento difficilmente eguagliabile. «Il movimento teatrale in patois - spiega Alexis Bétemps, presidente del Centre - è vivo e ricco, ma si basa sull'attività dei tanti gruppi e delle loro caratteristiche più che sulla presenza di nuove maschere di quell'importanza. In questo senso quella di Batezar resta unica e, in qualche modo, irripetibile».

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Opportunità lungo il sentiero di Ho Chi Minh (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 06/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Opportunità lungo il «sentiero di Ho Chi Minh» Il Vietnam è una piccola Cina: a differenza dell'India non sarà mercato di sbocco, ma Paese di produzione Anche Brescia partecipa alla missione in Vietnam Il nuovo «sentiero di Ho Chi Minh» non conduce più ai «santuari» militari della jungla, ma alla Camera di commercio italo-vietnamita, non serve più ai guerriglieri ma agli operatori economici, i nuovi portatori di pace del mercato globale e dello scambio mercantile che oggi, 50 anni dopo Dien Bien Phu e 40 anni dopo la «offensiva del Tet», il capodanno vietnamita, approdano ad Hanoi e a Saigon, l'attuale Ho Chi Minh City, con la valigetta 24ore piena di proposte commerciali e progetti industriali. Nella piccola Cina «Il Vietnam è una piccola Cina, un polo produttivo del futuro, a differenza dell'India non sarà un mercato di sbocco ma un Paese di produzione e trasformazione, con manodopera capace, tecnici preparati, quadri aziendali seri ed efficienti, un sistema istituzionale molto attento al mercato e alle esigenze delle imprese: anche per questo conviene investire in Vietnam». Enrica Senini, avvocato bresciano esperto di diritto commerciale orientale presente da alcuni anni in India con domiciliazione professionale a New Delhi, Bangalore e Hyderabad, fa parte della delegazione di Confindustria, ospite in questi giorni in Vietnam al seguito di Emma Marcegaglia. Senini partecipa alla missione italiana come consulente: sta infatti preparando un manuale sul Vietnam ad uso delle aziende italiane. La missione confindustriale è composta da 160 aziende, di cui alcune bresciane, come riferiamo sopra, che stanno incontrando in questi giorni 600 operatori vietnamiti. Il modello vietnamita «Un Paese in crescita - precisa Senini - nel quale sono già presenti numerose imprese italiane, con una economia dinamica dove c'è voglia di lavorare, di guadagnare, di competere e di migliorare». Una sorta di modello cinese riveduto e corretto - i vietnamiti sono gelosi della loro identità e specificità nazionali, soprattutto nei confronti del gigante cinese - con un tasso di efficienza da manuale e un ritmo di sviluppo da primato. Insomma, il Giappone degli anni Sessanta più la Cina degli anni Novanta. Reduce dalla visita alla Piaggio di Roberto Colaninno, la delegazione confindustriale e le imprese bresciane che ne fanno parte hanno potuto saggiare, oltre all'entusiasmo degli imprenditori locali, le grandi potenzialità di un Paese da poco affacciatosi alla ribalta internazionale. Insieme a Confindustria sono presenti in Vietnam l'Ice, l'Abi, il Ministero dello sviluppo economico nella persona del ministro Claudio Scajola, le società di servizi Sace (assicurazioni) e Simest (agevolazioni). Corrado Faissola, presidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca e presidente dell'Abi, ha parlato ieri al Business Forum. Accanto a lui Paolo Zegna, vicepresidente Confindustria, il ministro Scaiola, Umberto Veltani dell'Ice. Investire per battere la crisi «Investire in un Paese così dinamico è una delle strade giuste per affrontare la crisi», ha detto Faissola nel corso del Business Forum, rivolto alla delegazione del Ministero vietnamita del Commercio estero. Forum al quale hanno partecipato, insieme agli imprenditori bresciani, anche i rappresentanti di aziende importanti di altre province italiane. Tra queste Bonfiglioli (meccanica), Segis (arredamento), Mastrotto (pelle), Agtex (tessile). Tamburini, Bonomi e Pasotti hanno portato il contributo delle proprie specializzazioni industriali; Santoni (macchine per maglieria «semless», senza cucitura) già presente in Vietnam con un proprio importatore, ha confermato la positiva apertura al commercio del Sud Est asiatico. Brescia, è stato l'unanime conclusione del Forum, è un'area tipica di Pmi che possono costituire il partner ideale per un Paese alla vigilia del decollo come il Vietnam, bisognoso di tutto ma soprattutto di imparare a fare impresa. Meno burocrazia più concretezza «Tempi rapidissimi per le autorizzazioni e niente obbligo di partnership con aziende locali - spiega Enrica Senini - per ciò il modello vietnamita funziona». È infatti la grande concretezza, il grande pragmatismo, avulso dall'ideologia, che caratterizza l'attuale condotta della dirigenza politica vietnamita. Una flessibilità sconosciuta persino in Cina che, unita a salari ancora più bassi rispetto ai cinesi, costituisce il principali appeal per le aziende italiane, e bresciane, che vogliono delocalizzarsi in riva al Mekong. Per ora, l'investimento più consistente è quello della Piaggio di Colaninno. Ma anche imprenditori bresciani, dopo Tiberio Lonati della Santoni, stanno studiando ipotesi di collaborazione industriale con realtà locali. Alessandro Cheula

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una battaglia lunga 9 mesi per il volontario del verde - sara strippoli (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XV - Torino Un anziano si è scontrato con la burocrazia Una battaglia lunga 9 mesi per il volontario del verde "Finalmente mi daranno le chiavi del giardini del Martinetto: l´assicurazione mi copre però soltanto per nove ore alla settimana" SARA STRIPPOLI La burocrazia ammazza anche lo slancio più genuino. Per diventare volontario del verde e poter curare i giardini davanti al Martinetto, Wilmo Perino, (nella foto) un pensionato di 64 anni con l´hobby della cucina e del giardinaggio, ci ha messo addirittura nove mesi. Assicurazione, corso di sicurezza, papiri vari e autorizzazioni. «Un vero parto», racconta ridendo. L´idea gli era venuta quando durante la siccità del 2003 si era accorto che tutti andavano ai giardini per trovare un po´ di fresco, ma a nessuno veniva in mente di raccogliere l´acqua del toretto e innaffiare le piante. «Inoltre - dice - gli addetti del Comune lavorano ma poi la gente sporca. Loro puliscono e i cittadini gettano cartacce e sigarette. C´è sempre bisogno di lavoro». Nei mesi scorsi la burocrazia aveva già dimostrato di mettersi di traverso. Perino aveva un´altra idea, quella di occuparsi dei giardini di Lanzo, la sua città. «Mi sarebbe piaciuto andar su una o due volte alla settimana e curare il verde con l´aiuto dei ragazzi della scuola, anche perché pensavo che fosse educativo». Nulla da fare, autorizzazione dei genitori, problemi, difficoltà. Alla fine ci aveva rinunciato. Fra qualche giorno il suo sogno però si realizzerà: «mi daranno le chiavi, però posso lavorare soltanto nove ore a settimana. L´assicurazione no coprirebbe le altre ore».

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addio alla decana delle industrie - antonio fraschilla (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IV - Palermo Addio alla decana delle industrie Chiude la Metalmeccanica meridionale, in 45 perdono il lavoro "Travolti dalla concorrenza della Cina e dell´Est e dall´aumento del costo delle materie prime e dei salari" ANTONIO FRASCHILLA Dopo un secolo chiude la Metalmeccanica meridionale. La storica azienda palermitana non ha retto alla concorrenza dei paesi dell´Est e della Cina. Ieri la proprietà, costituita dalla famiglia Mineo, ha portato i libri contabili in tribunale e 45 operai hanno così perso il lavoro. L´azienda di via Ducrot a Palermo non ha retto alle difficoltà degli ultimi anni. «Abbiamo accumulato debiti per cercare di rimanere nel mercato - dice Vincenzo Mineo, legale rappresentante dell´impresa - Siamo stati stretti da una doppia morsa, da un lato la concorrenza della Cina e dei paesi dell´Est, e dall´altro l´aumento del costo delle materie prime e del lavoro». La Metalmeccanica meridionale esiste dai primi del Novecento, dal secondo dopoguerra si è specializzata nella produzione di componenti meccaniche per le centrale elettriche, diventando un´azienda leader nel settore, che aveva nel suo portafogli clienti colossi come l´Enel e l´Edipower. «Colossi che sono rimasti nostri clienti, il problema è che con la concorrenza spietata abbiamo tenuto i prezzi bassi, mentre i costi aumentavano - continua Mineo - Il risultato è stata l´accumulazione dei debiti, ai quali adesso non sappiamo come far fronte, per questo abbiamo portato i libri contabili in tribunale». L´ultimo tentativo per salvare l´azienda è stato fatto nel gennaio scorso, quando la Metalmeccanica meridionale aveva fatto richiesta di accedere al fondo per «la ristrutturazione e il salvataggio delle aziende in crisi», costituito dal ministero dello Sviluppo economico e gestito da Sviluppo Italia. «Ci era stato riconosciuto un finanziamento di 4 milioni di euro che serviva, oltre che a coprire i debiti, a incassare la disponibilità di tre banche a sostenere il piano industriale - conclude Mineo - Ma ad aprile è arrivata la comunicazione dal Ministero che la Corte Costituzionale e l´Unione Europea avevano dichiarato illegittima una parte della legge. Risultato? Il fondo è stato bloccato. Cento anni di tradizione sono stati così spazzati via dalla burocrazia». La Metalmeccanica meridionale era stata l´unica in Sicilia a richiedere di accedere al fondo per le imprese in crisi: «Non avevamo ricevuto altre domande», dicono da Sviluppo Italia. L´azienda, da sempre nel settore metalmeccanico, è stata per più di trent´anni fornitrice dell´Enel per la costruzione di componenti per centrali termoelettriche e sostegni a traliccio zincati, detenendo il 90 per cento del mercato italiano. Fiore all´occhiello delle aziende metalmeccaniche dell´Isola, era riuscita a superare la crisi del settore della fine anni Novanta. Negli ultimi anni si era diversificata nel settore della carpenteria pesante, in particolare nella costruzione di macchine per centrali elettriche, lavorando per clienti come Ansaldo, Termokimik ed Edipower. «Purtroppo adesso, a causa dei debiti, siamo stati costretti a revocare anche alcuni di queste commesse, il che è un assurdo, ma d´altronde nessuno ci ha aiutato in questo momento difficile», dicono dalla Metalmeccanica meridionale. «L´azienda continua ad avere richieste di lavoro da parte di queste grandi ditte, per questo chiediamo al tribunale la nomina immediata di un curatore fallimentare che verifichi la possibilità di una ripresa della produzione per garantire il lavoro ai 45 operai - dice Francesco Piastra, segretario provinciale della Fiom Cgil - Inoltre occorre che venga garantita la cassa integrazione ordinaria ai dipendenti in questa fasi di transizione».

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impianti chiusi, sos allenamenti le società costrette a spostarsi - dario prestigiacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XIV - Palermo Dal palasport alla piscina: le squadre devono rivolgersi ai privati o andare in trasferta aumentando le spese Impianti chiusi, sos allenamenti le società costrette a spostarsi Salteranno quattro partite di basket per gli spettacoli organizzati al Palauditore La Waterpolo si è spostata a Partinico e ha sospeso i corsi DARIO PRESTIGIACOMO Il Palasport di fondo Patti è chiuso dal marzo scorso e non si ancora quando riaprirà i battenti. Alla piscina comunale soltanto ieri è stata riattivata la vasca esterna, mentre per quella coperta si dovrà attendere ancora qualche giorno. E se alla palestra di Borgo Ulivia da circa sei mesi le attività sono ferme per dei lavori di manutenzione, al Palauditore i problemi riguarderanno a breve la convivenza tra le partite di campionato delle società di basket e i vari spettacoli programmati dal Comune tra dicembre e marzo. Insomma, è una situazione d´emergenza quella in cui versano buona parte degli impianti sportivi della città e con essi le tante associazioni che in queste strutture, tra mille difficoltà, si battono per la sopravvivenza dei cosiddetti sport minori a Palermo. E che adesso, stanche dei continui disagi, sono sul piede di guerra. «Di questo passo prima o poi saremo costretti a chiudere i battenti», è l´amaro sfogo di Antonio Coglitore, presidente della Waterpolo, una delle società di nuoto palermitane che in questi giorni ha dovuto fare i conti con l´ennesima chiusura della piscina comunale. «Per una settimana - spiega - siamo stati costretti a spostare l´attività agonistica a Partinico, spendendo ben 3 mila euro extra, e inoltre abbiamo dovuto interrompere totalmente i corsi della scuola di nuoto e le attività dei master e della pallanuoto». Al pari della Waterpolo, anche le altre società di nuoto hanno dovuto spostarsi in fretta e furia fuori Palermo o affidarsi alle poche strutture private della città. E nonostante ieri la vasca esterna sia stata riaperta, i problemi non svaniranno finché resterà chiusa la piscina coperta. Altro impianto, altri disagi. Da quando la principale struttura sportiva della città, il palasport di fondo Patti, è chiusa per un tetto divelto e mai riparato, il Comune ha deciso di spostare concerti e spettacoli al Palauditore, procurando non pochi grattacapi alle otto società di basket che qui si allenano e giocano. «All´andata, su nove partite di campionato, ben quattro salteranno per la concomitanza con eventi culturali - dice Carlo Virgilio, responsabile dell´Asd Aquila, l´unica squadra di pallacanestro maschile della città - Già in un´occasione abbiamo dovuto spostarci presso un campo privato, sborsando il doppio della cifra che di solito versiamo al Comune. E la beffa è stata che lo spettacolo in programma non si è più svolto». Per non incorrere in queste vicissitudini, l´Otium, altra società di basket, ha preferito rivolgersi a un impianto privato per le partite di campionato. «Preferiamo spendere 8 mila euro all´anno in più, piuttosto che combattere con la burocrazia», spiega Giancarlo Cardella, uno dei dirigenti. A rendere ancora più complicata la vita delle società di pallacanestro ha contribuito la Provincia, che non ha ancora assegnato alle associazioni le strutture sportive scolastiche, una risorsa importante soprattutto per ammortizzare i costi degli allenamenti. Così come importante è la palestra comunale di Borgo Ulivia, la cui chiusura ha fatto migrare non poche associazioni al Pala Oreto. «Al momento qui ci sono una dozzina di società sportive, ma le attività non ne risentono», rassicura il responsabile dell´impianto di via Santa Maria di Gesù, Cosimo De Roberto. Infine, nell´elenco dei disagi, va segnalato il caso della Trinacria, unica società agonistica di scherma della città. «Da via Olimpo ci hanno trasferito in un padiglione della Fiera del Mediterraneo - racconta il suo presidente, Maurizio Seminara - Si tratta sempre di una struttura comunale, ma adesso dobbiamo pagare un affitto mensile di 1.140 euro, contro i 350 che versavamo al palazzetto. Prendiamo 100 euro all´anno dalla Regione. Come possiamo andare avanti in queste condizioni?».

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Cannabinoidi, tre motivi che ne bloccano l'uso (sezione: Burocrazia)

( da "Salute (La Repubblica)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SUPPLEMENTO SALUTE ultimo aggiornamento 06 Novembre 2008 pag. 9 Cannabinoidi, tre motivi che ne bloccano l'uso Il caso di Mariapaola Salmi Benché la Convenzione di Vienna del 1971, ratificata dall'Italia nel 1981, riconosca che "l'uso delle sostanze psicotrope a fini medici e scientifici è indispensabile e che la possibilità di procurarsi queste sostanze a tali fini non dovrebbe essere oggetto di alcuna restrizione ingiustificata...", nel nostro Paese vi sono ancora insormontabili difficoltà per i malati che davvero hanno bisogno di accedere alle terapie con farmaci a base di cannabinoidi. Il dolore, quello profondo che rende la vita insostenibile, più che malattia pare essere considerato proprio dalle nazioni più evolute una questione politica, ideologica, legislativa e commerciale. "Eppure le evidenze scientifiche sulle proprietà antidolorifiche e sui vantaggi rispetto ad altri antidolorifici della Cannabis in certe patologie ci sono", dice Felice Nava, neurofarmacologo e direttore del Comitato scientifico di FederSerd, "ma la forbice tra l'evidenza scientifica - ottenuta seppur con qualche oggettiva difficoltà attraverso studi sperimentali in tanti paesi - e la pratica clinica, è enorme per tre ordini di problemi: la Cannabis terapeutica non è inserita nella nostra farmacopea; la prescrivibilità è macchinosa; i medici non sono edotti sull'utilità e i rischi di queste terapie. Nessun Governo", ribadisce Nava, "ha mai affrontato veramente la questione anche se oggi una legge buona l'abbiamo". L'unica è il Ddl del 18/4/07, emanato dall'allora ministro della Salute Livia Turco, che autorizzava di nuovo l'importazione (sospesa dal decreto 49/06 Fini-Giovanardi) di farmaci derivati dalla Cannabis per il loro utilizzo nella terapia del dolore. Quel decreto semplificò la prescrizione dei farmaci cannabinoidi - ricetta semplice non ripetibile - e inserì i principi attivi (THC) e di sintesi (dronabinol e nabilone) nella tabella II Sezione B ma non nella farmacopea nazionale che ne avrebbe consentito la vendita alle farmacie e l'erogazione ospedaliera. Malgrado il passo avanti adesso la situazione è ferma e l'iter per accedere all'autosomministrazione terapeutica non è meno complesso. Riccardo De Facci, responsabile nazionale per le dipendenze del Cnca di Milano, commenta così il momento: "Siamo in una fase transitoria, c'è un oggettivo riconoscimento di validità della Cannabis terapeutica legato alle poche controindicazioni, il nodo legalizzazione-uso terapeutico-dipendenza si strumentalizza sempre meno. In fondo le lotte delle associazioni, dei pazienti e delle famiglie sono servite a scindere la questione terapeutica da quella della legalizzazione". Resta il fatto che mentre le farmacie in Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio, Svizzera, Repubblica di San Marino, Canada, alcuni Stati americani e lo Stato del Vaticano, possono vendere dietro prescrizione medica il principio attivo o i derivati sintetici della Cannabis, in Italia è proibito. Il paziente con dolore neuropatico profondo, con Aids conclamato, il paziente con un tumore o con sclerosi multipla e Parkinson, per ottenere il Marinol (sintetico), il Cesamet (sintetico) o meglio ancora un farmaco naturale come il Sativex o il Bedrocan devono superare una burocrazia sfiancante: il medico prescrive in base alla patologia, fa richiesta alla Asl la quale chiede l'autorizzazione al ministero della Salute e intanto decide se pagare ed essere rimborsata dal Servizio sanitario nazionale oppure, come accade nel 99% dei casi, lasciare al paziente l'onere della spesa che dovrà essere anticipata. Al tempo stesso la documentazione viene inviata al ministero della Salute del Paese importatore. Un giro di carte e sofferenze che supera i due, tre mesi. "I medici e i pazienti che seguono questa trafila sono pochissimi anche per i costi, molti ricorrono al mercato illegale (Internet e spaccio) poco costoso ma pericoloso per salute e vita del malato", sottolinea De Facci. In questi casi il rischio è il carcere o la multa perché la legge non prevede l'uso medico della Cannabis. "Sarebbe possibile per i nostri farmacisti preparare il prodotto galenico a condizione di avere un distributore autorizzato", spiega Alberto Sciolari, dell'Associazione Pazienti Impazienti Cannabis, "da mesi una ditta milanese, la Solmag, ha fatto richiesta in tal senso al ministero della Salute italiano e a quello olandese per il principio attivo, il THC, e non è la sola".

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mccain, l'addio dell'eroe stanco "ho fallito, ma questo è un voto storico" - alberto flores d'arcais (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 14 - Esteri McCain, l´addio dell´eroe stanco "Ho fallito, ma questo è un voto storico" Dalla folla fischi al discorso bipartisan. E la Palin già pensa al 2012 I repubblicani Lo sconfitto ostenta fair play, i suoi sostenitori si mostrano assai meno leali ALBERTO FLORES D´ARCAIS dal nostro inviato PHOENIX - Il sogno del "Maverick" finisce alle 17,15 di uno splendido pomeriggio sotto il sole dell´Arizona. John McCain è appena stato informato che l´Ohio è andato ad Obama e capisce, con pochi minuti di anticipo sull´America intera, che i cancelli di quella Casa Bianca sognata per una vita si sono inesorabilmente chiusi. E´ un eroe stanco, ha passato gli ultimi due giorni in un massacrante tour che lo ha visto volare da un capo all´altro dell´America nella speranza di rimettere in sesto all´ultimo minuto un´elezione in cui tutti i sondaggi lo davano per spacciato. Tornando a Phoenix dal Nevada il suo aereo ha avuto un atterraggio complicato e forse il senatore dell´Arizona, uomo superstizioso, vi ha letto l´ultimo segnale negativo di un destino avverso. Si è fatto coraggio. Il pilota abbattuto sui cieli del Vietnam, l´uomo che ha il fisico segnato dalle torture subite quarant´anni fa nell´«Hanoi Hilton», il politico temprato da mille battaglie, da cocenti sconfitte e da improvvise resurrezioni, è salito sul grande palco allestito nello splendido scenario del Biltmore Hotel&Resort per parlare alle centinaia di fans sbigottiti e increduli di fronte a una sconfitta di quella portata. Ha salutato, ha voluto vicino Sarah "Barracuda" Palin, ha iniziato a parlare quando un terzo degli invitati (a fior di dollari) se ne era già andato. «Poco fa ho avuto l´onore di chiamare il senatore Barack Obama e di congratularmi con lui per l´elezione a prossimo presidente del paese che entrambi amiamo. In un contesto lungo e difficile come questa campagna elettorale, il solo fatto che abbia vinto merita tutto il mio rispetto». Il volto non riesce a nascondere la delusione, ma le parole esprimono dignità e coraggio nella sconfitta, le qualità per cui l´America di ogni colore lo ha sempre stimato. «Questo è il mio fallimento, non il vostro», dice ai repubblicani che lo ascoltano da ogni angolo d´America, «siamo alla fine di un lungo viaggio, il popolo della nostra grande nazione ha parlato chiaro ma adesso nessun americano deve essere dispiaciuto». Parla con spirito bipartisan ma i suoi fanno fatica ad accettare la sconfitta. Quando pronuncia il nome Obama si sentono fischi e "buuu" di disapprovazione che lui blocca subito facendo no con la mano, «please, please». Rende omaggio al suo avversario (ancora "buuu") e a quell´America che oggi si sente riscattata da secoli di ingiustizie: «Questa è un´elezione storica, riconosco il significato speciale che ha per gli afroamericani, per l´orgoglio speciale che devono provare stanotte. Ho sempre ritenuto che l´America offra opportunità a chiunque abbia la capacità e la volontà di coglierle e anche il senatore Obama la vede così. Ma entrambi riconosciamo che anche se abbiamo percorso una lunga strada dalle vecchie ingiustizie che un tempo macchiarono la nostra reputazione, il loro ricordo ha ancora il potere di ferire. Invito tutti gli americani che mi hanno sostenuto a unirsi a me non solo nel congratularsi con Obama ma nell´offrire al prossimo presidente la nostra buona volontà e il più grande sforzo per unirci. Quali che siano le nostre differenze, siamo tutti americani». Eppure la serata era iniziata nel migliore dei modi e i cartelli per «The Victory Election Night 2008» erano ben visibili ad ogni angolo del Biltmore. Gli invitati erano oltre duemila, venuti qui dai ricchi sobborghi di Phoenix. Signore ingioiellate e mariti imprenditori, rampolli delle famiglie che contano, solo una manciata di afro-americani tra una marea di bianchi e biondi. Tutti convinti (o facendo finta) che la rimonta impossibile promessa da McCain e che i suoi agit-prop davano per fatta si stesse realizzando veramente. La musica country ad alto volume accompagnava l´attesa e i primi risultati che davano gli Stati in bilico in testa a testa avevano strappato applausi ed entusiasmo. Poi è arrivato l´Ohio e la musica è improvvisamente cambiata: incredulità, sbigottimento, rabbia e tristezza. Sul viso delle hostess vestite di rosso, che fino a qualche minuto prima agitavano mazzi di fiori (finti), è comparsa qualche lacrima, come lacrime saranno di lì a poco quelle di Sarah "Barracuda" sul palco. McCain è stato fair, leale, ma la stessa cosa non si può dire dei suoi. Quando il senatore dell´Arizona lascia il palco e nel grande schermo appare la figura di Obama, che a Chicago sta per parlare alla folla in festa, una mano ignota taglia brutalmente il collegamento. Così gli americani presenti al Biltmore non possono sentire in diretta le prime parole del loro nuovo presidente. In Arizona finisce il sogno di McCain e cala il sipario sull´epopea moderna del Grand Old Party. Quarant´anni di dominio politico, interrotto solo dal Watergate (brevemente) e dagli anni di Bill Clinton. Decenni segnati profondamente dalla rivoluzione di Reagan e in questo inizio secolo dal conservatorismo "compassionevole" di Bush, dall´11 settembre e dalle guerre in Iraq e Afghanistan. Il ciclone Obama ha spazzato via tutto in una nottata e per i repubblicani adesso inizia veramente il difficile. Dovranno ricostruire un partito che ha voltato le spalle al proprio presidente e che ha espresso un candidato che era quanto di più lontano ci fosse dall´ortodossia e dalla burocrazia interna. Un candidato anticonformista ma perdente. McCain sul palco ha elogiato Sarah Palin e la governatrice dell´Alaska è stata accolta da un´ovazione. Non c´è dubbio che è stata lei la vera star repubblicana in queste elezioni, non c´è dubbio che abbia portato in dote molti dei voti della destra religiosa e militante, ma è altrettanto vero che la sua presenza ha alienato le simpatie degli elettori indipendenti. Sarah "Barracuda" non ha fatto mistero di puntare alla Casa Bianca nel 2012, ma una sua candidatura rischia di far diventare il Grand Old Party un partito dal "quaranta per cento", destinato alla sconfitta. Visto e considerato che qualsiasi candidato repubblicano nel 2012 si troverà di fronte Barack Obama.

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Francesco Terreri Un dibattito <pacato e corretto> su temi sollecitati dagli ascoltatori e presentati dal direttore Corrado Tononi quello di ieri mattina, nella diretta di Radio Do (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Francesco Terreri Un dibattito «pacato e corretto» su temi sollecitati dagli ascoltatori e presentati dal direttore Corrado Tononi quello di ieri mattina, nella diretta di Radio Dolomiti con il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e lo sfidante di centrodestra Sergio Divina Francesco Terreri Un dibattito «pacato e corretto» su temi sollecitati dagli ascoltatori e presentati dal direttore Corrado Tononi quello di ieri mattina, nella diretta di Radio Dolomiti con il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e lo sfidante di centrodestra Sergio Divina. Pacato ma non privo di scontri sulla sostanza delle questioni: casa, sanità, turismo, economia. Ma soprattutto su risorse dell'Autonomia e conseguenze del disegno di legge sul federalismo fiscale presentato dal governo Berlusconi. «Il federalismo non intacca le nostre prerogative» sottolinea Divina. «L'effetto finanziario per noi non è positivo, dovremo lavorare per ridurre il danno» ribatte Dellai. Tra le voci a rischio, la cosiddetta quota variabile delle imposte che tornano in Trentino: circa 250 milioni di euro l'anno. Ma non è la sola. Dellai non fa cifre, anche se ripete l'allarme più volte lanciato in questi giorni: «Il federalismo fiscale è una risposta alle grandi regioni a statuto ordinario, a cui verrà lasciata una parte del gettito fiscale in cambio del trasferimento di competenze, come noi già abbiamo». Una tendenza di per sé positiva, ma che ha alcune conseguenze indesiderate per Regioni e Province a statuto speciale. «Tra l'altro - sottolinea il presidente uscente - veniamo trascinati dentro al fondo perequativo nazionale». Per Divina, invece, su questo «è stato fatto terrorismo. Il ministro Calderoli ha già ottenuto l'ok della Sicilia e anche di Durnwalder. Il federalismo fiscale è una rivoluzione che responsabilizza le Regioni. Chi starà entro gli standard di spesa bene, chi non ce la farà dovrà ricorrere ai tributi propri. Lo Stato risparmierà tra i 10 e i 15 miliardi annui». Per il Trentino, quindi, «nessuna cura dimagrante. Anzi, se passa il federalismo, otterremo anche la leva delle entrate fiscali, non solo l'autonomia nella spesa. Così gli incentivi alle imprese potrebbero essere sostituiti da sgravi fiscali, lasciando i soldi in tasca all'artigiano invece che fare tutto il giro dei contributi, che comporta più burocrazia». Ma Dellai contesta la ricostruzione: «Non è così. Nel federalismo non si parla di manovrare in libertà le aliquote delle imposte statali. A noi andrebbe benissimo, con le nostre imposte come l'Irap l'abbiamo fatto. Ma il progetto del governo non prevede nulla di simile». Di per sé il disegno di legge sul federalismo fiscale non si occupa di Regioni e Province autonome e, per quanto riguarda le Regioni ordinarie, parla essenzialmente della devoluzione di una quota delle imposte e di tributi regionali. Ma la quota variabile delle imposte devoluta a Trento è legata a parametri connessi a spese dello Stato sostenute dalla Provincia. Col trasferimento di competenze alle altre Regioni, che dovrebbe seguire la devoluzione delle tasse, questi parametri cambieranno, tanto da portare ad un quasi azzeramento della quota. A questo si aggiungono le incognite del fondo di perequazione, dedicato alle Regioni a basso reddito. Per ora le Autonomie non partecipano al fondo, ma sono state chiamate a concorrere agli obiettivi. Altro capitolo da chiarire è quello dei trasferimenti sulle leggi nazionali di settore. In tutto tagli nei prossimi anni per non meno di 250 milioni, che si sommano alla compartecipazione al contenimento della spesa pubblica nazionale, già decisa dal governo precedente. La compartecipazione, di 75 milioni quest'anno e di 150-200 milioni l'anno nei prossimi, è però più propriamente un risparmio forzato nell'ambito del patto di stabilità. In ogni caso a Piazza Dante, per «ridurre il danno», intendono arrivare ad una trattativa complessiva per compensare i tagli col trasferimento di funzioni o deleghe. Questa, almeno, è l'intenzione del candidato Dellai se verrà riconfermato. 06/11/2008

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Michelon, Savoi e Santuari: tre idee da mettere nell'urna (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Verla: confronto tra candidati Michelon, Savoi e Santuari: tre idee da mettere nell'urna VERLA DI GIOVO - Tre modi di vivere e interpretare la Valle di Cembra, tre diverse proposte per le elezioni provinciali di domenica prossima. Davanti ad oltre 300 persone stipate nella sala della cassa rurale di Verla di Giovo si sono confrontati martedì sera i tre dei candidati cembrani per le provinciali 2008: Aurelio Michelon del Patt, Alessandro Savoi della Lega Nord e Simone Santuari di Unione per il Trentino. Confronto utile, proposto dal circolo Acli, animato dalle domande del giornalista dell' Adige Domenico Sartori. «L'autonomia è la nostra forza e la nostra ispirazione» ha più volte sostenuto l'ex sindaco (per 10 anni) di Giovo, Aurelio Michelon. «La comunità trentina e cembrana ha bisogno di stabilità, nuova fiducia verso i giovani, valorizzando quanto di buono è stato sin qui costruito» ha tenuto a precisare Simone Santuari (giovane sindaco di Grumes). Incisivo, a tratti demagogico, nei suoi interventi il leghista Alessandro Savoi: «Dobbiamo dare priorità ai bisogni della nostra gente, alle richieste dei trentini e delle periferie, combattendo la burocrazia e i costi legati all'energia». Tutti d'accordo i tre candidati sulla costituzione di una comunità di valle tutta cembrana (con l'esclusione di Lavis), anche se Michelon ha evidenziato le titubanze di alcuni sindaci, mentre Savoi ha messo in discussione l'intera riforma istituzionale della giunta Dellai. Diversi i pareri e le interpretazioni sulle ultime vicende legate alle inchieste della magistratura sugli appalti: «Il nostro presidente Dellai non è stato coinvolto, ci sono ancora tanti amministratori onesti e che vivono il loro impegno sino in fondo» ha sostenuto Santuari. «Dellai non poteva non sapere ed è stato irresponsabile», ha ribattuto Savoi. E il Patto territoriale della Valle di Cembra, cosa ha funzionato e cosa no? «I soldi in valle sono arrivati, ma la progettualità pubblica è ferma e non tutti condividono la futura sede lungo l'Avisio» ha sentenziato Savo. «Ma i sindaci cembrani sono d'accorso sul nuovo progetto della nuova sede della comunità presso il ponte dell'Amicizia a Faver, il patto è stato una grande palestra nel dialogo tra le varie componenti cembrane» ha ribadito Santuari, mentre Michelon non ha escluso che le scelte compiute in passato alla sottoscrizione del patto possano essere oggi anche riviste. Il dibattito finale ha cercato di cogliere nuovi aspetti, dai rapporti con Lavis alla presenza dei crocefissi nelle scuole, alla tutela delle zone svantaggiate. Savoi ha più riprese ha insistito: «Prima pensiamo ai nostri, poi agli altri». Dal pubblico è intervenuto Herman Lorenzi di Faver, per raccontare la sua esperienza, figlio di emigrati in Belgio, «dove non eravamo messi in classi separate ma ben accolti». A lui l'applauso più lungo della serata. D. F. 06/11/2008

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Strada di casa a proprie spese (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SONDRIO pag. 6 Strada di casa a proprie spese Per 5 famiglie che abitano nella zona alta della Sassella FRAZIONE DI SONDRIO di PARIDE DIOLI ? SONDRIO ? NELL?ITALIA degli sprechi, cinque famiglie della frazione Sassella dovranno costruire a proprie spese la strada per poter arrivare in casa. Sono solo 200 metri, ma da anni le loro richieste sono rimaste inascoltate e la burocrazia ci si è messa di mezzo a complicare le cose. Adesso che, finalmente, gli enti pubblici hanno deciso di costruire una strada nei vigneti della zona ad uso agricolo, dovranno collegarsi con un tracciolino privato se vorranno finalmente poter portare in casa merci e suppellettili o, in alternativa, caricare tutto in spalla come hanno sempre fatto per secoli. La questione è stata affrontata ieri sera in un?assemblea pubblica nelle ex scuole della frazione di Triasso alla quale hanno partecipato gli amministratori comunali e provinciali, oltre ai progettisti della nuova strada agricola, finanziata dalla Legge Valtellina. Le case alte della frazione Sassella, infatti, sono attualmente raggiungibili solo a piedi, salendo per una ripida scala in sasso sul lato sinistro del Santuario, che si inerpica nelle vigne verso Triasso. Uno di questi edifici, prima della fine dell?ultima guerra, fu bruciato per rappresaglia dai nazifascisti, durante l?eccidio di Triasso. Da allora, la situazioone è rimasta pressoché identica: alcune famiglie sono ritornate nelle abitazioni ristrutturando i muri e portando in spalla il necessario per abitarci. OGGI, PERÒ, le esigenze sono notevolmente cambiate e, da qualche anno, la gente ha chiesto al comune di costruire il collegamento con una carrozzabile tra il piazzale della Sassella e le case alte. Il primo progetto, tuttavia, è stato bloccato dalla Soprintendenza ai monumenti, in quanto, a suo dire, avrebbe deturpato il paesaggio attorno al Santuario e lungo la strada degli Apostoli. Abbandonata questa ipotesi, qualche anno fa, durante l?amministrazione del sindaco Bianca Bianchini, si era ventilata l?idea di collegare le case con un tracciato in discesa, partendo cioè dalla strada per Triasso. Una proposta condivisa, ma rimasta sulla carta per l?indisponibilità economica di Palazzo Pretorio. Ieri l?argomento è ritornato d?attualità. La strada è stata progettata, per conto della Provincia che gestisce i fondi della Legge 102 destinati all?agricoltura, dall?ingegnere Ugo Maione, lo stesso della ricostruzione post-alluvione. Ma, dovendo servire i vigneti, il tracciato si fermerà a 200 metri dalle case. Così le cinque famiglie della Sassella dovranno rimboccarsi le maniche: chi fa da sè, fa per tre».

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Tra i canali trasformati in discariche (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cronaca Regionale Pagina 110 Tra i canali trasformati in discariche Baronia, nel letto mai pulito dei fiumi il detonatore dell'alluvione --> Baronia, nel letto mai pulito dei fiumi il detonatore dell'alluvione Le due dighe hanno incamerato ciascuna 4 milioni di metri cubi d'acqua: quanto la città di Nuoro consuma in un anno. DAL NOSTRO INVIATO PIERA SERUSI GALTELLÌ Passata la piena, il canale che corre verso Galtellì per buttarsi sul fiume Cedrino è una foresta di canne sbattute, televisori rotti, frigoriferi anni Ottanta, bagnarole bucate. L'acqua che martedì scorso, sotto il cielo scuro, invadeva tutta la campagna circostante e lambiva la strada provinciale verso il paese, è defluita non appena il sole ha annunciato la tregua. CANALI COME DISCARICHE Ma è qui, dentro il letto mai pulito di questo affluente e dei corsi d'acqua di tutta la Baronia, che stava il tappo a tenuta stagna che nel giro di quattro ore ha messo sotto spirito le campagne da Irgoli a Posada, fino alle porte della Gallura. Nel giro di mezza mattina a Siniscola sono caduti 151 millimetri d'acqua e a Orosei 123, una quantità enorme se si pensa che le dighe sul Cedrino e sul rio Posada hanno incamerato ciascuna 4 milioni di metri cubi d'acqua, ovvero il quantitativo che la città di Nuoro consuma in un anno. Pioggia ne è scesa, come no: il punto, però, è che mentre gli osservatori del livello dei due invasi hanno passato una giornata tutto sommato tranquilla, laggiù nella valle - tra canali ingolfati e fogne intasate - succedeva di tutto. «Ho sollecitato più volte un intervento di pulizia profonda degli alvei, ma non abbiamo avuto risposte». Renzo Soro, sindaco di Galtellì , dall'altro ieri segna sul taccuino la cifra dei danni che tra strade interrotte, ovili isolati, cantine allagate ha riportato il paese ai giorni dell'alluvione di quattro anni fa. «Il Comune ha fatto quel che doveva per mettere in sicurezza il centro abitato, ma gli interventi importanti sui canali spettano ad altri enti». Spettano per esempio alla Provincia che dispone di 600 mila euro per la pulizia di canali e affluenti in Baronia. Soldi fermi da tre anni, mentre l'assessore provinciale all'Ambiente e alla Protezione civile Rocco Celentano ha fatto molto più in fretta - martedì scorso - a correre sui luoghi del disastro per riunire i sindaci demoralizzati e avviare la conta dei danni. LA BUROCRAZIA «Quei finanziamenti sono rimasti bloccati in attesa dei nulla osta dell'Ufficio di Tutela del paesaggio e del Genio civile, ai quali - sottolinea l'assessore - abbiamo presentato un progetto che riguarda i Comuni di Posada, Orosei, Galtellì e Loculi». Un progetto per la pulizia dei canali e dei corsi d'acqua che andrà finalmente in appalto il 25 novembre. «Ad aprile - garantisce il responsabile provinciale della Protezione civile - i lavori saranno finiti». Sicché, con la brutta stagione che notoriamente è caratterizzata da vento e pioggia, da qui alla primavera ai baroniesi non resta che mettersi nelle mani di Dio. Quanto ai piani di pulizia dei canali degli altri Comuni, «stiamo lavorando per la messa a punto del progetto che riguarda Siniscola e Onifai, mentre ai sindaci degli altri paesi abbiamo chiesto la scheda tecnica». VERTICI E SOPRALLUOGHI Ieri mattina a Torpè l'incontro tra l'assessore alla Protezione civile e i sindaci del territorio per fare il punto della situazione. Domani, altro vertice a Galtellì per esaminare i danni nei Comuni della Bassa Baronia. «Da noi - dice il primo cittadino di Onifai Giovanni Branchitta - è stato un disastro, tra frane, ponti crollati, strade di penetrazione agraria cancellate dalla piena». È stata una frana, secondo i primi accertamenti, a far finire sott'acqua il piccolo paese. «Ha ostruito il bocchettone del canale che - spiega il sindaco - ha poi tracimato allagando il centro abitato». A Siniscola , come ovunque in Baronia, la maggior parte dei danni è stata registrata nelle campagne, con gli ovili isolati, i tratturi spazzati dalla piena e dalle frane, la corrente elettrica saltata. Centinaia i capi di bestiame trascinati via dalla corrente, o uccisi dalla grandine, com'è accaduto a Capo Comino dove martedì, tra le 8 e le 8 e un quarto, sono caduti chicchi di ghiaccio grossi come mandarini. «Le scuole verranno riaperte oggi e confidiamo che - dice il sindaco Lorenzo Pau - le famiglie sfollate possano rientrare nelle loro abitazioni». A La Caletta, frazione marina finita sotto mezzo metro d'acqua, ieri guardavano il cielo e spazzavano via l'acqua dagli scantinati. Qui è la rete fognaria ad andare in tilt quando piove.

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Milioni di giorni lavorativi persi dietro le scartoffie (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 3 Milioni di giorni lavorativi persi dietro le scartoffie FISCO E BUROCRAZIA non costituiscono una «croce» solo per gli artigiani. Anche gli industriali (quelli, per intenderci, con aziende che spesso contano centinaia di dipendenti) hanno i loro bravi problemi a stare al passo con le scartoffie. Uno studio di Confindustria ha infatti stimato che per assolvere alle pratiche burocratiche le imprese «buttano al vento» 10 milioni di giornate lavorative. Ma non solo. Secondo uno studio effettuato nel 2007, per avviare una nuova impresa in Italia occorrono oltre 3mila euro. Uno sproposito se confrontato con altri Paesi europei. Senza arrivare al caso della Danimarca (dove avviare un?impresa non costa nemmeno un centesimo), in Francia e Finlandia per aprire «un?attività tipo» ci vogliono poco più di 260 euro. Ancora meno spendono i neo-imprenditori in Canada (187 euro), nel Regno Unito (182 euro) mentre, al di là dell?oceano, negli Stati Uniti, occorrono 155 euro. F.Lomb.

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Tagliati i fondi per le capre (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lettere & Opinioni Pagina 346 Niente "benessere" Tagliati i fondi per le capre Niente "benessere" --> Sono un allevatore di capre di Armungia. Quello del capraro è un mestiere tra i più difficili del mondo, reso impossibile da siccità, malattie del bestiame, crisi del prezzo del latte. Ma soprattutto ucciso dalla cecità della burocrazia e della politica regionale. Gli allevamenti di capre sono stati esclusi da alcune contribuzioni comunitarie, prima fra tutte quella relativa al "benessere animale": 19 euro per capo, che ci avrebbero consentito di coprire le spese in questi anni terribili. Nel convegno organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori a Cagliari ne ho chiesto la ragione all'assessore regionale all'Agricoltura Francesco Foddis: non si è degnato di rispondermi. Lui tutela le vacche frisone di Arborea, anche perché è lo storico direttore dell'omonima cooperativa. Però il suo compenso è pagato anche grazie alle tasse che verso io col latte prodotto dalle mie capre. PIER LUIGI CABBOI - ARMUNGIA

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<FACCIAMO OGNI giorno i salti mortali. I nostri bilanci sono sempre sul filo... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Prato)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA PRATO pag. 9 «FACCIAMO OGNI giorno i salti mortali. I nostri bilanci sono sempre sul filo... «FACCIAMO OGNI giorno i salti mortali. I nostri bilanci sono sempre sul filo per rendere ai cittadini il miglior servizio possibile, abbiamo potenziato e aggiornato il parco macchine e quello che otteniamo in cambio è uno schiaffo. L?imposizione delle automediche, forzata dopo che avevamo dato parere contrario». E? arrabbiato Franco Bigagli, presidente Pubblica Assistenza e chiede: «Ma allora a cosa serve il tavolo tecnico del 118? Forse a fare le belle statuine». Bigagli si riferisce alla querelle innescata, tra Asl 4 e associazioni di volontariato, dall?acquisto di due nuove automediche per il riassetto del servizio emergenza dell?Asl che saranno posizionate al centro Giovannini a partire dal 2009. «Quelle automediche potrebbero finire come le ormai famose due ambulanze comprate con i soldi pubblici dall?azienda sanitaria e mai usate ? prosegue ? Dopo anni una è stata data in comodato alla Croce d?Oro di Maliseti, l?altra è stata allestita nuovamente, quindi con esborso di altro denaro pubblico come mezzo per le grandi emergenze e ?parcheggiato?». Secondo il presidente della Pubblica Assistenza che è stata la prima associazione di Prato a mettere il medico a bordo delle ambulanze nel 1982, risulterebbe scellerata soprattutto la scelta ? contenuta nel piano per la rioganizzazione del 118 ? di togliere il dottore dalle ambulanze. «QUESTA MOSSA porterà alla fine del volontariato che invece è ? afferma Bigagli ? uno delle più grandi risorse sociali di Prato e della Toscana. Qui ci sono tre associazioni Misericordia, Croce d?Oro e Pubblica Assistenza. che funzionano, non saremo infallibili, ma almeno potrebbero starci a sentire dopo aver convocato un tavolo apposito. Le associazioni devono avere una parte attiva nel soccorso e non diventare dei ?trasportatori?. Non permetteremo che succeda». IL VOLONTARIATO è una realtà storicamente radicata in città, tanto che la maggioranza della popolazione pratese ha in famiglia almeno la tessera di una delle tre associazioni. «Questa imposizione porterà una crisi ulteriore del volontariato, non siamo disposti a scendere a patti su cose che vanno a peggiorare l?assistenza e il diritto alla salute del cittadino». Infine Bigagli elenca i problemi quotidiani che le associazioni sono costrette ad affrontare quotidianamente: «Basta pensare all?aumento del prezzo del carburante per le ambulanze, però è il trasporto sociale il vero dramma, il settore che ha criticità pazzesche. La convenzione attuale, prorogata fino alla fine del 2008, è bastata sui calcoli del 2004. Ora non solo abbiamo più pazienti, abbiamo anche rinnovati i mezzi con tecnologie aggiornate, si tratta di modifiche costose. Ma non solo prima la riscossione dei ticket, era gestita dalle Asl ora ricade su di noi. Infine ? conclude il presidente ? c?è la ciliegina della tempistica dei pagamenti, sempre in ritardo e subordinate a burocrazie. Siamo alle porte del 2009 e non è stata ancora fatturata la prima tranche 2008, ovviamente basata sui dati 2004 senza adeguamenti. In sintesi non vegono coperte le spese legate all?erogazione del servizio». E.D.

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Guidi: un anno difficile, spero nel 2009 (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ECONOMIA & FINANZA pag. 28 Guidi: un anno difficile, spero nel 2009 Luci e ombre sulle due ruote, oggi il Salone apre al grande pubblico L?INAUGURAZIONE DI EICMA 2008 ? MILANO ? IL SETTORE accusa i contraccolpi della crisi, anche se nulla traspare dalla ricchezza di offerta del Salone che oggi si prepara alla sua prima giornata di apertura al pubblico. Ma il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ieri ha inaugurato la 66.sima edizione di EICMA 2008, è riuscito a portare una ventata di ottimismo nei padiglioni della Fiera di Milano-Rho, dove ieri, a fare gli onori di casa lo attendevano il presidente di Eicma e Confindustria Ancma Guidalberto Guidi, il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Letizia Moratti. IL PREMIER dopo il discorso inaugurale non ha rinunciato al bagno di folla nei padiglioni fieristici dove ha ricevuto una calorosa accoglienza ed anche molti regali, tra i quali la specialissima bici che Ernesto Colnago ha preparato per lui con i colori del Milan. La prossima settimana arriveranno dal Governo buone notizie per l?industria delle due ruote, con la proroga degli incentivi per chi abbandona veicoli inquinanti e forse qualche ulteriore azione di sostegno sulla quale gli imprenditori contano parecchio. Soddisfatto Guidalberto Guidi, sia pure ricordando che il settore ha bisogno di meno burocrazia. «Dovremmo avere il rinnovo visto che - dice Guidi - scade a dicembre. Il ministro dell?industria ci ha assicurato che se continueranno per le quattro ruote, li avremo anche per le due ruote»: «non vorrei si parlasse di incentivi alla rottamazione, anche perchè siamo contrari a questi. Li riteniamo una complicazione. Credo che dovremmo continuare ad avere quello che abbiamo oggi, cioè un incentivo al cambio delle due ruote a motore inquinanti con nuovi modelli più performanti, che consumano e inquinano meno». Il presidente ha fatto un forte richiamo a una realtà industriale che impiega centomila persone e muove 5 miliardi di euro l?anno. «Le nostre piccole e medie aziende lavorano con margini ridottissimi ma tengono duro. Meritano di essere aiutate e sostenute, dal governo ed anche dal sistema bancario, per poter guardare al futuro prossimo con maggiore serenità», ha detto Guidi. Il bilancio delle due ruote a motore in Italia quest?anno «dovrebbe chiudersi con un calo del 5-6% sul 2007, ma bisogna tener conto che l?anno scorso fu particolarmente buono. Per il 2009 mi aspetterei una variazione del trend, anche perchè le due ruote a motore si stanno confermando sempre più un mezzo sostitutivo delle quattro ruote per spostarsi e andare al lavoro tenendo conto del costo medio e dei consumi nettamente inferiori. Mi augurerei che nel 2009 potessimo guadagnare come numeri rispetto a quest?anno». Guidi ha anche indicato che l?Eicma, con mille espositori «si conferma la più importante fiera del mondo delle due ruote a motore e non a motore considerando le aspettative sui numeri dei visitatori professionali, del pubblico, i metri quadrati venduti e le novità che saranno presentate».

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Raccolta di fondi per Capoterra al "Sacro Cuore" (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Quartu S.Elena Pagina 1027 L'evento Domani alle 20 nel teatro Raccolta di fondi per Capoterra al ?Sacro Cuore? L'evento. Domani alle 20 nel teatro --> "Da Quartu a Capoterra": con questo slogan la città vuole dare la sua solidarietà alle persone e alle famiglie vittime dell'alluvione. L'appuntamento è per domani dalle 20 nel Teatro Sacro Cuore con una raccolta fondi che sarà accompagnata da una serata di musica e danza. Il Comune ha patrocinato lo spettacolo dedicato alla raccolta fondi che avrà l'organizzazione di Bailando Bailando. Tanti gli artisti in scena per una serata che sarà dedicata a tutti i residenti del Comune di Capoterra che hanno subito danni che ancora oggi lasciano solo dolore. L'assessore comunale alle Tradizioni Popolari Tonio Pani e quello alle Politiche sociali Stefano Delunas accoglieranno il sindaco e alcuni assessori di Capoterra per un saluto e le testimonianze. «Vogliamo dimostrare ai residenti di Capoterra non sono e non saranno mai soli», hanno spiegato. «Ancora oggi c'è timore perché continua a piovere, ma noi useremo la pioggia della solidarietà che non distrugge ma crea». Saranno ospiti dell'evento i ballerini delle scuole di ballo quartesi Starlight Danza di Monica Termini e quelli di Danse Outremer di Matteo e Nadia Fois. «Durante la serata», rileva Sara Corpino, ballerina ventiduenne che per l'occasione ha convocato alcune scuole di ballo: «Ci saranno esibizioni di danze latino americane e standard, danza contemporanea, moderna, hip hop, canto e la magia di Alfredo Barrago». Inoltre, le scuole di ballo di Monserrato New Dancing Don Bosco di Matteo Atzeni che proporrà "I Panda's Family" e il corpo di ballo di Alessio Barbarossa con "Bisogno d'essere" Balletto Mediterraneo. Oltre le voci di Alberto Cardia e Alessandro Lai, ospite anche la Special Dancing di Luka e Luana. L'accesso al Teatro è in via Negri angolo via Pellico. Intanto altri danni arrivano per la chiesa di San Giovanni Evangelista a Pitz'e Serra. La pioggia sta continuando a creare deterioramenti alle strutture nate per la nuova chiesa che finora non è mai stata conclusa. La burocrazia, che ancora non ha dato un nome a chi potrà porre fine alla costruzione, continua a fare il suo corso. Restano quindi inascoltate le segnalazioni dei fedeli che ormai sono costretti a seguire tutte le celebrazioni tra l'acqua che scende dal soffitto e l'umidità. «Anche noi», spiegano alcuni fedeli, «saremo presenti alla serata per Capoterra». BEATRICE SADDI

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di CARLO DONATI ERA ammalato di cancro, ma nessuno se l'aspettava una mor... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CULTURA & SOCIETA' pag. 38 di CARLO DONATI ERA ammalato di cancro, ma nessuno se l?aspettava una mor... di CARLO DONATI ERA ammalato di cancro, ma nessuno se l?aspettava una morte così fulminante. Nemmeno lui, Michael Crichton, perché stava lavorando ad una ennesima serie di Jurassic Park. Aveva 66 anni. Era uno degli scrittori più celebri e più ricchi della storia della letteratura. E anche dei più colti. Aveva due lauree, una in antropologia e una in medicina ad Harvard. Come medico non ha mai esercitato, in compenso era stato ricercatore sulle biotecologie al ?Salk Institute? di San Diego. E la sua competenza emergeva nei suoi romanzi. Anzi, si può dire che in quasi tutti i suoi bestseller al centro c?è sempre stato il problema dei limiti della scienza: cioè fino a che punto la fantascienza potesse diventare realtà. Il virus venuto dallo spazio in Andromeda, la possibilità di manipolare il Dna in Jurassic Park, il mistero degli abissi marini in Sfera, il gorilla che apprende il linguaggio umano e il robot che impazzisce e prende decisioni disastrose in Congo e altrove. Per non parlare delle tempeste economiche e finanziarie in qualche modo anticipate in Sol Levante, un libro che creò quasi un incidente diplomatico fra Stati Uniti e Giappone. Da medico poi si era posto anche il problema della fallibilità della stessa medicina, come abbiamo visto nella serie televisiva ER. Medici in prima linea tratta da suoi racconti (e coprodotta con Steven Spielberg). Al di là della spettacolarizzazione di quel famoso reparto di pronto soccorso, si avverte il Crichton etico che svela i deliri di onnipotenza di certi medici e che all?opposto bacchetta certi altri che si rifugiano nella grigia routine della burocrazia sanitaria. I CRITICI letterari non lo hanno mai amato, ma è la regola. I critici non amano quasi mai gli autori di successo e ancora meno quando allacciano proficue relazioni con il cinema. Nel caso di Crichton i matrimoni con la settima arte furono addirittura spettacolari. Ma lui con quella faccia da eterno fanciullo, che sovrastava chiunque dall?alto dei suoi due metri e cinque centimetri, mostrava di non prendersela troppo quando leggeva una stroncatura. Aveva già sperimentato da studente l?avversione del professore di letteratura che gli bocciava i suoi lavori. Scrivere non era il suo mestiere. Il giovanotto fece una controprova: gli sottopose un po? di pagine integralmente copiate da George Orwell. Il giudizio fu ancora più severo e negativo. PER PRECAUZIONE le prime prove narrative le firmò con pseudonimi. Ottenuta la laurea in medicina nel 1969, a soli ventisette anni, nello stesso anno firmò con nome e cognome Andromeda, il romanzo che gli aprì la strada e gli consentì di abbandonare i vari e fantasiosi Jeffrey Hudson e John Lange che aveva fin lì usato. Con grande fiuto lo pescò il nostro Livio Garzanti che pubblicò Andromeda quasi contemporaneamente. E da allora Crichton è stato uno dei pilastri della casa editrice e sempre affidato a traduttori di primo piano, da Vincenzo Mantovani ad Ettore Capriolo. SPOSATO cinque volte, educato e timido, ha sempre cercato nonostante tutto di restare lontano dal gossip hollywoodiano. Ma per accontentare i giornalisti che lo intervistavano si divertiva a raccontare i riti della creazione letteraria. Una volta diceva che cominciava a lavorare alle sette, altre volte alle tre di mattina, oppure che aveva un menù fisso per ciascun romanzo: sandwich di tonno mentre scriveva Andromeda, bistecche ai tempi di Congo, tacchino sulle pagine di Jurassic Park. Nel 2002 ha vissuto anche un thriller personale quando venne aggredito in casa da una banda di rapinatori. Legarono lui e sua figlia Taylor, allora una bambina, e se ne andarono indisturbati. Ma la cosa che destò maggior scalpore fu quando la gente scoprì che lo scrittore più ricco d?America, che aveva venduto 150 milioni di copie, viveva in una casa anonima in un quartiere anonimo di Los Angeles. L?aveva scelta proprio per evitare cacciatori di autografi, giornalisti maniaci e scienziati pazzi. Scoperto, vendette la casa. Per molti anni continuò a scusarsi con il nuovo proprietario per il disturbo che gli aveva procurato.

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Si snellisce la burocrazia sanitaria, i distretti scendono da tredici a sette (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

stampa Il Governatore Iorio: «Si va verso una più coerente ed incisiva programmazione e gestione» Si snellisce la burocrazia sanitaria, i distretti scendono da tredici a sette Fabio Zampetti ISERNIA Piano sanitario: la Regione sta facendo i salti mortali per rientrare nei parametri richiesti dai Ministeri. Proprio in questi giorni la documentazione è al vaglio degli organi ministeriali preposti. E si è in attesa per l'esito. Come si sa, c'è anche il rischio di un eventuale commissariamento del comparto. La Regione sta ridisegnando la geografia ospedaliera, sta cancellando le Zone. Anche se tutto ciò sta alzando polveroni di qua e di là. Ieri a Venafro, per esempio, si è tenuto un Consiglio comunale monotematico per salvare il "Ss. Rosario". A Larino, idem. Tutti al capezzale del "Vietri". La Giunta regionale, comunque, ha approvato la deliberazione con la quale, in attuazione del Programma Operativo di Rientro e del Piano Sanitario Regionale, sono stati ridotti da 13 a 7 i Distretti Sanitari. «Abbiamo assunto questa decisione - ha detto il Presidente Michele Iorio - nel quadro di una oggettiva esigenza di riorganizzazione finalizzata a rendere più coerente ed incisiva la programmazione e la gestione delle politiche di integrazione socio-sanitaria. Con questa revisione faremo coincidere il numero dei Distretti Socio-Sanitari con gli Ambiti Sociali per migliorare le iniziative e le azioni di assistenza al cittadino senza ricorrere necessariamente al ricovero ospedaliero. Questa riorganizzazione dei Distretti - ha concluso il Presidente della Regione - ci farà realizzare anche un riassetto complessivo delle attività, che porterà ad un virtuoso snellimento della struttura amministrativo gestionale consentendoci nel contempo di potenziare le attività sanitarie. Non solo, con questa nuova strutturazione verrà esaltata la finalità di assicurare alla popolazione residente servizi e prestazioni di tipo sanitario e di tipo sociale ad elevata integrazione sanitaria, secondo criteri di appropriatezza, accessibilità ed equità». Ma vediamo quali saranno i distretti: Agnone (13.246 abitanti); Bojano (33.458); Isernia (46.251); Larino (30.962); Termoli (71.129); Venafro (29.546); Campobasso (95.482). Totale popolazione assistita: 320.074.

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PERUGIA - L'antica arte della mazzetta serviva per portare nuove somme nei conti corren... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 06 Novembre 2008 Chiudi di ITALO CARMIGNANI PERUGIA - L'antica arte della mazzetta serviva per portare nuove somme nei conti correnti di alcuni funzionari della Soprintendenza e alzare la statistica degli impiegati pubblici indagati per corruzione. Tre ne ha arrestati la Guardia di Finanza di Terni nella certezza che abbiano cercato di inquinare le prove della loro presunta colpa: avere preso soldi dalla Olimpo srl, la ditta impegnata nei restauri della Porta Ternana di Narni, del monastero delle Orsoline di Calvi dell'Umbria, del museo delle Armi di Terni e della chiesa di San Francesco di Calvi dell'Umbria. Preso soldi per aiutare gli ingranaggi della burocrazia a funzionare meglio, a scorrere più veloci e dalla parte giusta. Preso soldi per fare il lavoro per cui erano già pagati dallo Stato. Un doppio stipendio che ha portato in carcere tre dipendenti della Soprintendenza per i Beni Culturali, Raffaele Davanzo, 58 anni residente a Orvieto, Vincenzo Latini Angeletti 54 anni, residente a Frosinone, e Orazio Baldoni, 52 di Assisi. Arresto anche per Antonio Antonelli, di 51 anni, della Olimpo srl, considerato il numero uno delle mazzette. Almeno dalla parte di chi pagava. A portarli in carcere, una richiesta firmata dal procuratore di Terni Fausto Cardella e dal sostituto Barbara Mazzullo, l'accusa di corruzione, ma anche un episodio preciso. Un filmato registrato (audio e video) in cui i tre incontrano Antonelli per comunicargli dei passaggi dell'inchiesta, fargli firmare delle carte, cercare di tamponare quella valanga di accusa di cui avevano avuto sentore. Un errore fatale, quello di cercare di inquinare le prove, più di un'ammissione piena. D'altra parte quando qualche mese c'era stata la prima perquisizione nella casa e nell'ufficio di Raffaele Davanzo, l'intera Soprintendenza era entrata in fibrillazione. Ma le tangenti della Soprintendenza è l'ultima nata tra le inchieste dedicate alla corruzione. Nata e cresciuta per l'insoddisfazione di uno dei fornitori, s'inserisce nella classifica dei mazzette in un posto importante. In questo caso sono stati i soldi, mentre in altri casi erano gli hamburger a fare la differenza. ALTRI SERVIZI alle pagine 34 e 45

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La rivoluzione del ritorno al buonsenso (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-11-06 - pag: 7 autore: DALLA PRIMA La rivoluzione del ritorno al buonsenso Non è la sola sorpresa che attende chi voglia davvero analizzare il credo politico di Barack, dopo l'entusiasmo della vittoria. Obama è persuaso che i democratici abbiano vinto le presidenziali solo tre volte dal 1968 (Carter 1976 e Clinton 1992 e 1996) non vittime della superiore macchina elettorale repubblicana, ma per aver smarrito il senso comune: «I progressisti non sanno dire al ceto medio: ci battiamo per voi...la retorica dei democratici preferisce diritti e privilegi a doveri e responsabilità». La corsa di Obama, che entusiasma il mondo, non nasce da un torto da riparare o dalla passione militante per questa o quella crociata. Parte dal raziocinante comprendere che «gli americani amano l'ordine, e hanno bisogno di non sentirsi in balia di forze senza volto, ma padroni del proprio destino, personale e collettivo, per ritrovare le virtù tradizionali, rimboccarsi le mani e faticare, patriottismo, responsabilità personale, ottimismo, fede». Ripeto: «Le virtù tradizionali ». Ecco l'identità di Barack Obama e chiunque, uomo della strada o leader mondiale, smarrisse questo principio non potrà né comprendere, né negoziare con il nuovo presidente. è «il radicalismo della rivoluzione americana », studiato dallo storico Gordon Wood, a intrecciare le virtù antiche nell'amore e nel rispetto del common man, la gente semplice. Ronald Reagan era stato un democratico e fino agli ultimi giorni della sua vita amava ripetere: «Non ho mica lasciato io il partito, è stato il partito a lasciarmi». Con un atto di generosità politica costato carissimo, nei primi anni 60 il Partito democratico siglò in legge i diritti civili propugnati dal reverendo King. Nel farlo il presidente Johnson, un formidabile animale politico, concluse: «E con questo abbiamo regalato ai repubblicani il Sud per una generazione». Verissimo: Nixon, Reagan, Bush padre e figlio vinsero anche grazie al lock, il catenaccio che il sud metteva sulle speranze democratiche. Già Bill Clinton aveva provato a lavorare contro le élite che affollano i campus americani, sognando la prosa di Derrida e disprezzando il ceto medio americano, considerato, sulla falsariga dei filosofi alla Baudrillard, filisteo. Obama, che i campus della Ivy League li ha frequentati ed è stato il primo nero a dirigere la Law Review di Harvard, ha conosciuto il dolore dei neri ma anche il risentimento dei bianchi poveri, che così a lungo ha penalizzato i democratici. è il mondo che canta il rapper bianco Eminem, i trailer, le case roulotte, i villaggi disprezzati come white trash, spazzatura bianca che traduce l'esclusione in razzismo spicciolo, amore per le armi, un tatuaggio della vecchia bandiera Confederata sul bicipite, l'odio per i diversi. Barack Obama ha compreso che solo parlando a tutti gli americani avrebbe potuto aprire il "catenaccio elettorale" e fugare i pregiudizi, contro le minoranze e la burocrazia democratica. C'è riuscito, provano i sondaggi, grazie alla crisi finanziaria e al crollo delle Borse, che negli Usa significa disoccupazione, sfratti, rischio pensione e crollo dei consumi familiari. Perché la crisi ha unito l'entusiasmo dei giovani idealisti per Obama, la crociata dei campus, i milioni di volontari sdegnati dall'inane amministrazione Bush il ceto medio spaventato, i ricchi che sanno guardare oltre il proprio portfolio e la working class in affanno. Nelle ultime ore, perfino tra gli elettori che nei sondaggi rispondono "no" alla domanda "credete davvero che bianchi e neri siano uguali?", Obama era in vantaggio, portando i suoi collaboratori a passarsi email scherzose “Razzisti per Obama”. Dagli anni della guerra culturale conservatori-progressisti, da una parte i commentatori di destra alla Rush Limbaugh, dall'altra i mandarini alla Michael Moore e Noam Chomsky, furiosamente combattuta nella blogosfera tossica di internet, Obama ha capito che il segno era stato passato. Né i repubblicani sono servi dei mulini di Satana di Wall Street, né i democratici neosovietici dell'economia centrale. Accusarsi a vicenda di simili eccessi aliena l'opinione pubblica che non smette solo di credere a questo o quel partito, ma diventa cinica sull'intero processo democratico. Credendo di sconfiggere i propri avversari, si distrugge la stessa dialettica politica. Niente più dunque opera dei pupi dove cattivi e buoni hanno sempre gli stessi tratti, ma la società complessa e confusa di oggi, dove Obama cita «l'ex Pantera Nera che è entrata nel mondo immobiliare del ghetto e teme gli spacciatori come i banchieri avari di mutui... la femminista addolorata ancora per il suo aborto, la mamma cristiana che paga l'aborto per la figlia adolescente... il bianco del Sud che ricorda il padre disprezzare "i negri" ma ora è amico del collega d'ufficio nero...», insomma la vita com'è e non come la propaganda politica la dipinge. Prima del piano economico e delle strategie per Iraq, Afghanistan e Iran è questo ritorno al buon senso la vera rivoluzione di Barack Obama. Gianni Riotta g.riotta@rai.it

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Case, ne mancano ancora 200 (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 06 Novembre 2008 Chiudi Costruiti tre anni fa e bloccati dalla burocrazia, sono stati consegnti cinque alloggi a San Nicolò Case, ne mancano ancora 200 Cinque famiglie sorridono ma sono appena il 2% della lista

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I piccoli Ciro, Giovanni e Rocco non dimenticheranno tanto facilmente la giornata di ieri. I... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 06 Novembre 2008 Chiudi di RENZO BERTI I piccoli Ciro, Giovanni e Rocco non dimenticheranno tanto facilmente la giornata di ieri. Insieme ai loro genitori hanno potuto mettere finalmente piede in quella casa che sognavano da anni: uno dei sei alloggi popolari che l'Ater aveva terminato di costruire tre anni fa ma che non erano stati ancora consegnati perché la burocrazia non aveva completato il suo iter. Quelli che il sindaco Brunini ha definito "alloggi stagionati" per i ritardi nella consegna che li avevano fatti diventare un rifugio di vandali e balordi, da ieri sono la felicità di cinque famiglie, quattro italiane ed una marocchina. «Finalmente, dopo otto anni, siamo arrivati alla conclusione di questa vicenda -ha ammesso Brunini- Ma quando si ha a che fare con una programmazione così complessa come quella del Contratto di Quartiere che ha cambiato il volto ad intere zone della nostra città partendo dall'Anfiteatro per arrivare a San Nicolò, i tempi di realizzazione degli interventi possono diventare abbastanza lunghi. Il disegno di unire il centro storico alla periferia verrà completato anche con la realizzazione della pista ciclabile che collegherà la fabbrica delle mattonelle di Collicelli al monastero di San Ponziano estendendosi poi al tracciato della Spoleto-Norcia». Per la zona Peep di San Nicolò, la consegna delle cinque case popolari alla presenza del presidente dell'Ater Furio Benigni ed all'assessore alla coesione sociale Manuela Albertella, segna la fine del degrado dell'area adiacente il rudere del "Casaletto". Per quest'ultimo, il consigliere comunale Enzo Alleori, che aveva denunciato il grave stato di abbandono delle cinque villette facendo scattare il blitz dei vigili urbani, ha chiesto al sindaco di avviare un progetto di riqualificazione destinandolo alle esigenze culturali e sociali del popolatissimo quartiere. I cinque nuovi alloggi rappresentano comunque solo il due per cento della necessità effettiva di case popolari. «A Spoleto mancano duecento appartamenti -ha aggiunto il sindaco- L'anno prossimo ne consegneremo altri 60, ma l'impegno congiunto dell'Ater e dell'amministrazione comunale sarà quello di far fronte a questa richiesta nei prossimi tre o quattro anni». Ed il 2009, oltre a vedere l'ultimazione dei complessi di San Martino In Trignano e probabilmente della vecchia caserma San Giovanni, vedrà la partenza di quello che il presidente dell'Ater Benigni ha definito un piccolo gioiello: la ristrutturazione ad uso abitativo di Palazzo Leonetti Luparini in piazza del Comune che rientra nel programma del Piano urbano complesso.

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IL VOLONTARIATO come moneta sonante. La solidarietà come moneta di scambio. È ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 06 Novembre 2008 Chiudi di EGLE PRIOLO IL VOLONTARIATO come moneta sonante. La solidarietà come moneta di scambio. È lo spirito che anima la "banca del tempo", che senza essere un'associazione vera e propria fa della solidarietà sociale e della cultura della reciprocità le ragioni della sua costituzione. La banca del tempo è un "istituto di credito" un po' particolare: ai suoi sportelli non si deposita denaro, ma disponibilità a scambiare prestazioni con gli altri "correntisti", utilizzando il proprio tempo libero e la propria volontà come unica unità di misura del baratto. Ma come qualsiasi altro sportello bancario propone ai suoi clienti assegni, estratti conto e saldi, fatti solo di tempo e solidarietà. Iniziativa non nuova nel territorio umbro, ma che da oggi avrà una nuova "filiale" anche a Foligno. "Uno spazio di relazione e di aggregazione - spiegano i promotori - che cerca di recuperare i rapporti di fiducia e stima tra le persone e un luogo d'incontro innovativo, alla cui base c'è il presupposto che la misura dello scambio delle persone non è il denaro ma il tempo". E nella sala del Camino di palazzo Deli, oggi pomeriggio alle 17,30, rappresentanti dell'assessorato alle politiche sociali del Comune di Foligno spiegheranno il significato di questa iniziativa. «Gli obiettivi della banca del tempo - anticipano - riguardano lo sviluppo di relazioni tra le persone per superare la solitudine, l'isolamento, l'indifferenza tipica dell'attuale società, ma anche l'intenzione di recuperare i perduti rapporti di buon vicinato cercando di creare una rete di mutuo aiuto tra le persone o gruppi di persone. Inoltre la banca punta a gestire il tempo in modo più adeguato alla dimensione umana del vivere, più attenta alla cura del singolo e della famiglia». In altre parole, avendo preso alla lettera il motto secondo cui "il tempo è denaro" e prendendo ad esempio le altre realtà in cui già esiste il particolare istituto, a ogni aderente viene intestato un regolare conto corrente e consegnato un libretto degli assegni, attraverso cui gestire e scambiare con gli altri le proprie ore libere, da dedicare a commissioni, lezioni, giardinaggio o babysitting. E questa è la burocrazia. Nella pratica, ogni cliente della banca "versa" il suo tempo libero sul conto, proponendo degli scambi non per forza reciproci: per esempio un'ora libera per fare la spesa a un altro correntista, in cambio di una lezione di informatica o la fila all'ufficio postale per il pagamento delle proprie bollette. «Aderire alla banca del tempo, è infatti necessario diventare soci - chiariscono dall'assessorato di Rita Zampolini - significa trasmettere agli altri ciò che ognuno sa fare, rendendosi così utile a chi magari può risolvere un altro problema. Inoltre trasmettere i propri saperi dà un valore aggiunto alla propria esistenza e la conoscenza con altre persone aiuta a superare il senso di isolamento e di solitudine, tipiche della nostra società». In Umbria, quella di Foligno arriva dopo tante altre iniziative del genere, alcune meno fortunate e altre più floride. Dopo il flop di quella di Perugia, istituita nel 1996 grazie ad un'intuizione dell'allora vice sindaco Clara Sereni, in regione è presente, tra l'altro, a Piegaro e ce n'è un'altra fondata nel 1998 che, come fosse quasi una holding, unisce le banche del tempo di Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo e Spoleto e che pare avere un costante incremento di clienti. Tra i correntisti soprattutto persone tra i 35 e i 60 anni, tra i quali necessariamente, per poter consegnare, ad esempio, i propri soldi ad uno sconosciuto per pagare le bollette o affidargli i propri figli per una lezione di latino, si instaura un rapporto di fiducia reciproca. E in questo momento in cui quella nei confronti delle banche è ai minimi storici, è rassicurante sapere che grazie agli scambi e al volontariato per il volontariato magari si acquista fiducia almeno nei propri concittadini.

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costruttori, fatturato in calo del 60% - roberta de rossi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Per le imprese veneziane la situazione è diventata pesantissima Costruttori, fatturato in calo del 60% L'allarme del presidente dell'Ance: «Gli enti pubblici non pagano più» L'analisi. Lionello Barbuio «Le opere eseguite non vengono liquidata a causa del Patto di stabilità che vincola i Comuni» Il caso del Magistrato alle Acque che deve quindici milioni di euro ROBERTA DE ROSSI «Il momento è molto, molto difficile». Lionello Barbuio, presidente dell'Ance, fa due conti in tasca ai costruttori veneziani: «Quest'anno i fatturati del settore saranno il 60% in meno rispetto a quelli del 2006, ultimo anno di crescita, quando già nel 2007 erano scesi del 40%. La situazine è pesantissima, se non si affronta la realtà con politiche nuove, ai tagli dei fatturati seguiranno inevitabilmente quelli all'occupazione, con ricadute gravissime: il nostro è un settore con 18 mila addetti, il 30% dei nostri 12 mila operai sono cittadini extracomunitari, rappresentiamo il 15% del Pil della provincia». Enti pubblici. La situazione paradossale è che le imprese veneziane hanno sinora continuato a lavorare per gli enti pubblici, ma quest'ultimi sono ora messi in condizione - pur avendo i danari in cassa - di non poter pagare le opere eseguite a causa del Patto di stabilità, che li vincola a migliorare di anno in anno le performance entrate-spese, pena tagli di fondi e assunzioni: il presidente della Provincia, Zoggia, ha già detto che non intende «mettere in ginocchio un settore strategico per l'economia del territorio, solo perché un vincolo contabile vieta di pagare 20 milioni di opere di viabilità, scuole, caserme, che abbiamo commissionato e che siamo in grado di pagare». Questo solo per Ca' Corner, ma poi ci sono decine di Comuni. Burocrazia. E non è l'unico problema: «Un altro dei provvedimenti recenti presi dal governo, e dei quali forse non si è valutata bene la ricaduta sulla realtà di tutti i giorni, pur partendo da un principio anche condivisibile di lotta agli sprechi», prosegue Barbuio, «è la "perenzione del credito" per gli uffici ministeriali, passato da 7 a 3 anni: il che significa che se entro 3 anni dallo stanziamento dei fondi un'opera non viene consegnata, i soldi - lavori in corso o no - vengono revolati. Ma quale opera pubblica, con l'iter di autorizzazioni alla quale dev'essere sottoposta, viene realizzata in 3 anni?». Fatti due conti - spiega il direttore dell'Ance Vespignani - il solo Magistrato alle Acque non può più pagare alle imprese opere di salvaguardia, marginamenti, caserme per 15 milioni. Chi paga. «Bisogna che la politica si faccia carico di riequilibrare l'effetto di queste disposizioni, perché a pagare saranno solo le imprese e i lavoratori del settore, che non hanno responsabilità alcuna», prosegue Barbuio. Anche perché non è tutto e piove sul bagnato: «In una situazione già così complessa, le banche - causa crisi finanziaria - non solo hanno chiuso il rubinetto del credito, ma dalla sera alla mattina hanno chiesto alle imprese di saldare i debiti anzitempo». Uscite. Come se ne viene fuori? Con progetti nuovi e buon senso, suggeriscono i costruttori. «Da una parte, le istituzioni devono ottenere dal governo una correzione dei provvedimenti adottati», conclude Barbuio, «dall'altra, ci auguriamo che le banche continuino a sostenere le famiglie nell'accensione di mutui. Bisogna poi che le amministrazioni riorientino le proprie politiche: costruire nuovi quartieri periferici non è la soluzione, perché le persone stanno tornando a vivere in città, dati anche i molti problemi di spostamento. Bisogna dare una risposta a questa domanda di case a prezzi giusti, anche in affitto, sostenendo la manutenzione straordinaria di edifici in città oppure, se in terraferma, realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta che hanno bisogno di essere riqualificati con impianti a norma, isolamento, doppi vetri, ma offrono alle persone una rete di servizi che fuori dai centri non trovano. In questi anni molti si sono improvvissati immobiliaristi costruendo in ogni dove, con il risultato che in provincia ci sono almeno 4 mila case invendute perché sparpagliate sul territorio: potrebbero essere una risposta per quei lavoratori stranieri che, in attesa di decidere se mettere su casa in proprio, abitano insieme. Le politiche ci sono, basta affrontarle».

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La Teksid sigla l'intesa che salva anche i precari (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Retroscena In settimana decide il voto in assemblea LA POLEMICA FIOM LA DIFESA La Teksid sigla l'intesa che salva anche i precari Cassa integrazione straordinaria e una cinquantina di esuberi MARINA CASSI Airaudo: «L'Amma crea più difficoltà di quante ce ne creino le imprese» Il direttore Paino «Puntiamo solo a intese che possiamo rispettare» CARMAGNOLA Diranno i lavoratori, nelle assemblee previste in settimana, se sono d'accordo, ma ieri è stata raggiunta una intesa tra azienda e sindacato alla Teksid di Carmagnola dove lavorano in mille: verrà chiesta la cassa integrazione straordinaria in deroga, per un anno, per un centinaio di lavoratori e nel contempo saranno aperte procedure di mobilità, probabilmente per una cinquantina di addetti, verso la pensione per chi ha i requisiti. Ma i 18 ragazzi che stanno facendo l'apprendistato verranno confermati al lavoro e non andranno a ingrossare le file dei giovani spazzati via dalla crisi di queste settimane. La Teksid - che produce teste di motori per Fiat, Ford, Psa - è ritornata lo scorso anno nel gruppo Fiat dopo un complesso percorso di cambio di assetti proprietari. A Carmagnola ci sono gli enti centrali che prima si occupavano di tutti i 12 stabilimenti della Powertrain, ma ora per quella sola sede si è determinato uno squilibrio numerico tra chi è in produzione e chi no. In più c'è stato un calo produttivo conseguente alla crisi dell'auto. Vittorio De Martino della Fiom giudica l'accordo «difensivo, ma in questa situazione drammatica equilibrato perchè prevede anche la possibilità di cassa a rotazione e salva i precari». E Sergio De Salve della Fim spiega che «tutta l'intesa funziona se il governo rifinanzierà la cassa in deroga». E ricorda che «per mantenere i posti di lavoro potranno essere anche, con la formazione, spostate in produzione persone che oggi fanno altre mansioni». Naturalmente se un impiegato o un carrellista andranno nelle officine non perderà la qualifica acquisita. Il segretario Fiom, Giorgio Airaudo giudica positivo l'accordo: «E' la prima volta nel gruppo Fiat, da quando si è aperta la crisi, che non si lasciano a casa i precari». Ma polemizza con l'associazione metalmeccanica dell'Unione Industriale: «L'Amma ci crea più difficoltà di quante ne creino le imprese; è successo per la Dayco, è successo per la Teksid. Non volevano che si scrivesse che i precari avranno salvo il posto». E aggiunge: «Hanno una gestione burocratica, sembrano non rendersi conto della entità della crisi. Vorrei capire perchè non vogliono valorizzare un accordo che salva i giovani e tutela gli anziani. Se l'Amma vuole i licenziamenti lo dica chiaro. Penso piuttosto che i presidenti di Amma e Unione farebbero bene a chiedere alle loro strutture di gestire la crisi in modo meno burocratico». Replica il direttore dell'Amma, Gabriele Paino: «Non è una questione di burocrazia: noi cerchiamo sempre e soltanto di assistere le nostre imprese nel modo migliore e di arrivare a scrivere negli accordi impegni che sia possibile rispettare».

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Bergonzoni: Ente camerale al servizio dell'internazionalizzazione (sezione: Burocrazia)

( da "Denaro, Il" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Futura Bergonzoni: Ente camerale al servizio dell'internazionalizzazione La Camera di Commercio Italiana in Cina (Ccic) cura, nell'ambito del progetto di promozione e internazionalizzazione dei Centri Regionali di Competenza campani nei mercati asiatici di Cina e India, tutte le fasi organizzative degli incontri one-to-one tra i Centri di Competenza e gli enti e le imprese cinesi. Ne parliamo con Luisa Bergonzoni, segretario generale della Camera italo-cinese. Da quanti anni opera in Cina la Camera di Commercio Italiana in Cina e qual è il supporto che offre alle imprese italiane? La nostra attività parte nel 1991: la "dimensione cinese" ha imposto da subito alla Ccic, con la sua natura di associazione privata, libera ed elettiva, di confrontarsi con la complessità della Repubblica Popolare Cinese. Nel 2000 la Ccic viene riconosciuta, con la legge 518/70, come Camera di Commercio italiana all'estero consolidando la sua posizione sia in Cina che in Italia. In diciotto anni la Ccic ha sviluppato una serie di servizi per i suoi membri in linea con le esigenze del mercato e dalla condizione politica dei paesi di riferimento. Alla vostra struttura è affidato il compito di introdurre il mercato cinese ai Centri di Competenza campani: qual è la percezione che i cinesi hanno del nostro Paese e della nostra ricerca? La risposta non è semplice. La Cina è un continente caratterizzato da una realtà liquida ed incline al cambiamento, con una popolazione doppia rispetto alla somma di quella europea e statunitense e un territorio paragonabile all'area che si estende dalla Finlandia al Marocco e dall'Islanda alla Turchia: la presenza italiana è invece concentrata nelle metropoli costiere, per cui solo una piccolissima percentuale di cinesi conosce l'Italia. Ciononostante, questa piccola percentuale è estremamente aperta e curiosa delle culture straniere e di quella italiana. La Ccic può stimolare le nostre aziende a conoscere, di converso, la realtà cinese e ad instaurare dei buoni rapporti. Quali suggerimenti date ai Centri di Competenza per confrontarsi con il mercato cinese, così diverso da quello europeo per modello di sviluppo, giuridico, di stile, di cultura? La strategia più efficace è quella di avvicinarsi al mercato cinese senza pregiudizi e con la ferma volontà di interagire rispettando i loro modelli socio-culturali, senza pensare di poter imporre i modelli occidentali. Dalla missione emergono chiaramente, infatti, alcune rigidità: una di queste è l'eccessivo peso della burocrazia nel rapporto tra loro e noi. Eppure, come nota giustamente Francesca Musini, trade analyst alla Camera di Commercio, i cinesi hanno bisogno di tempo prima di stabilire un contatto con i loro interlocutori. Vi candidate quindi a rappresentare un punto di riferimento per la ricerca della Campania in Cina. Certamente: per vocazione e per storia, la Ccic rappresenta da tempo le eccellenze italiane. Il nostro scopo è duplice: da un lato, vogliamo fornire servizi ad alto valore aggiunto - informazione, promozione, logistica, networking per promuovere i nostri interessi in Cina, ma dall'altro continueremo a rappresentare un marchio riconoscibile per evitare che le varie iniziative siano percepite in maniera frammentaria. A.M.L. del 06-11-2008 num.

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Un anno da dimenticare per la marineria (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dal caro-gasolio, al fallimento del fermo pesca, alla demolizione chiesta di 15 pescherecci Un anno da dimenticare per la marineria CIVITANOVA - Il 2008 finora è stato un anno nero per la marineria civitanovese. L'impennata del caro-gasolio prima dell'estate, un fermo pesca che non ha determinato una crescita del prodotto, l'asta del mercato ittico con vendite più basse rispetto ad altre realtà vicine (vedi Ancona), problematiche interne allo stesso mercato ittico, la penuria di vongole. E proprio ieri, la notizia che quindici armatori starebbero per presentare la domanda per chiudere l'attività e demolire i propri pescherecci. Situazioni che hanno portato una delle associazioni di categoria, la Federcoopesca, a lanciare l'allarme. Fino ad ora, non sono state ancora presentate le domande per dismettere i motopescherecci e accedere così ai contributi comunitari. Ma si tratta molto più di un'intenzione. Tra le altre cose, proprio la Federcoopesca è impegnata in un'azione per innalzare gli indennizzi relativi all'arresto della flotta italiana. Proprio ieri c'è stato un incontro con la direzione italiana della Pesca a Roma. Riunione che anticipa quelle in programma con le Regioni. Considerate troppo basse le tabelle dei premi delle demolizioni. L'ultimo aggiornamento risale al 1999. Il problema è che si tratta dell'unico criterio per dare un valore oggettivo alle imbarcazioni e, di conseguenza, uno strumento per accedere al credito da parte degli operatori ittici. In pratica, quando si chiede un prestito, l'unica garanzia è il valore dello scafo fissato proprio dalle tabelle per la rottamazione. Alzare questi valori significa, in primis, agevolare l'accesso al credito, più che incentivare la demolizione con premi più alti. L'attenzione dell'associazione di categoria a Civitanova, comunque, è rivolta a scongiurare il pericolo di una drastica riduzione della flottiglia. La pesca, in città, è un settore che ha un largo "indotto". Si pensi all'attività cantieristica per la manutenzione, alla produzione di reti e accessori vari, alle figure professionali coinvolte (elettricisti, meccanici, etc.). Tante le problematiche, a partire da quelle generali relative ad una burocrazia comunitaria e nazionale considerata "opprimente". A livello locale, invece, è in ballo la gestione stessa del Mercato Ittico Comunale. una società consortile di cui il 52% delle quote sono pubbliche (in mano al Comune) e il restante 48% equamente divise tra le due cooperative di produttori ittici della città. Nei giorni scorsi c'era stato un incontro in Comune con l'assessore Mauro Canale. Espresse perplessità su canoni per i magazzini più che raddoppiati (decisi dal Mic ma, pare, senza la presenza dei rappresentanti delle cooperative) e, in generale, per la stessa natura del mercato ittico. Si chiede un cambio d'orizzonte volto a rilanciare l'attività del Mic. I produttori ittici sono disposti sia a rilevare tutte le quote che cederle completamente al Comune. L'importante è che si dia il via ad iniziative importanti, come la creazione di un "centro" per la spedizione e la commercializzazione delle vongole. Proprio i vongolari rappresentano una delle due anime della marineria. Anche loro alle prese con gli annosi problemi di un compartimento di pesca troppo ristretto per 44 scafi e che, imprevedibilmente, in questa stagione dimostra una produttività minore. EMANUELE PAGNANINI,

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Un diploma "salva mansioni" per i marittimi (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CONSORZIO CHIOGGIA NUOVA Un diploma "salva mansioni" per i marittimi Chioggia(G.B.) La pratica, secondo il proverbio, vale più della grammatica. Ma c'è un però. Se si mette di traverso la burocrazia le cose cambiano. Lo stanno sperimentando decine di dipendenti delle imprese consorziate in Chioggia Nuova, la sorella minore del Consorzio Venezia Nuova. Queste imprese agiscono quasi tutte nel settore delle opere marittime (dighe, ripascimenti di litorali, banchine e via aggiungendo) e utilizzano quasi un centinaio di grosse imbarcazioni e chiatte. Il personale in genere risulta altamente specializzato e competente. Ma i più anziani, gente che sta intorno ai cinquant'anni, qualcuno anche un po' più avanti, non ha perso tanto tempo con la scuola. In qualche caso non sono state neppure completate le elementari. Serviva lavorare, aiutare le famiglie e così s'è fatto. Né, pur con tutte le occasioni di recupero, corsi serali, 150 ore e quant'altro, si è provveduto a sanare la situazione.Ma, per un caso qualsiasi, se qualcuno di loro viene sbarcato (magari perché un'imbarcazione ormai vecchiotta viene sostituita da una nuova) non può più essere imbarcato con la qualifica e le mansioni fino ad allora esercitate. Se era motorista, tanto per fare un esempio, può essere imbarcato solo come marinaio. Con un salario minore, ma anche con problemi per il datore di lavoro, che non riesce sempre a trovare un adeguato rimpiazzo.Per questo proprio oggi Ivano Boscolo Bielo, presidente del Consorzio Chioggia Nuova, è al ministero dei Trasporti per cercare di ottenere una sanatoria, una deroga, un regime transitorio o qualsiasi altro espediente possibile per cercare di uscire nel vicolo cieco in cui molti si sono ritrovati.

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SI ROMPE il fronte della lotta al carovita a Ravenna. La Confesercenti ha infatti... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

RAVENNA PRIMO PIANO pag. 3 SI ROMPE il fronte della lotta al carovita a Ravenna. La Confesercenti ha infatti... SI ROMPE il fronte della lotta al carovita a Ravenna. La Confesercenti ha infatti preso le distanze da iniziative che, a suo avviso, hanno mostrato di avere il fiato corto e di non aiutare la capacità di spesa delle famiglie. Il ?pool? di imprese e Comune si era costituito due anni fa in un ?tavolo? con l?adesione di gran parte delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei rappresentanti dei consumatori della città. Dietro la regia dell?assessore Corsini, il gruppo di lavoro aveva l?obiettivo di tener monitorati i prezzi di alcuni beni di largo consumo e di adottare misure utili a calmierare o congelare i prezzi stessi di generi alimentari e non di prima necessità. La campagna ?Ravenna attenta ai prezzi? tuttavia non è mai decollata fino in fondo. Poche e poco convinte le adesioni degli operatori, se si eccettuano alcuni settori della grande distribuzione. E le iniziative di contenimento dei prezzi al consumo hanno funzionato solo a tratti. SEGNALI di insofferenza si erano manifestati già in primavera, quando le organizzazioni del commercio avevano chiesto che si estendesse anche ad altri settori il contenimento di prezzi e tariffe: i rincari, segnalavano, non sono solo nel carrello della spesa. Corsini aveva garantito il proprio impegno. Si sarebbe cercato di coinvolgere banche, assicurazioni, proprietari di immobili. Ma all?atto pratico non è cambiato quasi nulla. Ieri, poi, quando in Comune si è riunito il ?pool? per mettere a punto la campagna per l?autunno-inverno 2008, Corsini si è trovato davanti solo quattro interlocutori: c?erano i rappresentanti di Ascom, Confesercenti, Cgil e Associazione consumatori. E? stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Roberto Lucchi, segretario di Confesercenti, è sbottato. «Francamente è irritante la scarsa partecipazione e attenzione di altre realtà produttive che, proprio in queste settimane, hanno praticato a livello nazionale aumenti significativi di alcuni prodotti». In sostanza l?associazione di piazza Bernini non condivide che l?onere di mantere sotto controllo i prezzi ricada solo sui dettaglianti, mentre produttori e grossisti se ne infischiano, e mentre gli stessi enti locali non fanno nulla per contenere il costo di tariffe e servizi. «Abbiamo invitato il tavolo a riflettere sulla riproposizione delle stesse iniziative del passato ? sottolinea Lucchi ? e, pur riconoscendo gli sforzi profusi, abbiamo segnalato che non hanno prodotto risultati. Se verranno riproposte, la Confesercenti non vi parteciperà». LA ROTTURA dunque non si è consumata sui princìpi della campagna. «Nonostante le nostre profonde riserve ? dice Lucchi ? avevamo sottoscritto per senso di responsabilità il protocollo comunale e partecipato attivamente alla due esperienze svolte, quella della campagna prezzi bloccati e scontati, e le iniziative speciali come quella recente promossa dai nostri macellai con prodotti scontati. Iniziative a cui abbiamo sempre partecipato e a cui abbiamo dedicato risorse umane e finanziarie. Tutte le esperienze svolte non hanno avuto risultati e, nonostante il consistente battage promozionale, quasi nessun consumatore ha utilizzato e acquistato i prodotti offerti dalle poche aziende che hanno aderito». Giudizi che sono stati espressi nella mattinata di ieri a Palazzo Merlato. «La categoria del commercio e dei pubblici esercizi è non da oggi molto attenta al problema prezzi come testimoniano anche i dati locali ultimi dell?andamento Istat e continuerà ad usare grande cautela nella costruzione dei listini. Al pari è fondamentale mettere in campo politiche e misure tese a ridurre i carichi fiscali , tariffari e di burocrazia che pesano su famiglie e piccole e medie imprese». Confesercenti ha quindi proposto che le risorse impiegate o destinate a questa iniziativa siano devolute a famiglie in difficoltà.

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TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un'indagine promossa dal... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ROVIGO PRIMO PIANO pag. 3 TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un?indagine promossa dal... TROPPA BUROCRAZIA per le imprese della provincia di Rovigo. Lo afferma un?indagine promossa dalla Confartigianato Imprese Rovigo su un migliaio di associati. La maggioranza assoluta degli intervistati, oltre il 55%, giudica la gestione fiscale degli ultimi due anni «più difficile». E oltre un terzo degli intervistati ritiene che sia rimasto tutto ?invariato?, nonostante alcune novità introdotte con l?obiettivo di semplificare le procedure, come l?invio telematico dei modelli F24 e Intrastat, che consentono il monitoraggio della movimentazioni dei beni nell?ambito dell?Unione Europea. L?approccio alle tecnologie è uno dei problemi più diffusi tra la categoria. In particolare, quasi il 40% degli artigiani polesani si ritiene «non pratico della telematica». Eppure l?associazione si è mossa da tempo. La Confartigianato Imprese Rovigo ha avviato un servizio per agevolare gli iscritti a fronte della disposizione che impone a tutti i titolari di partita Iva di effettuare i pagamenti dei tributi e contributi per via telematica. II contribuente può scegliere di far riferimento agli sportelli dell?associazione che provvede a inviare i dati al Tesoro. «I risultati del sondaggio confermano che in Italia non è ancora stato affrontato in modo efficace il tema della semplificazione burocratica» spiega il segretario della Confartigianto di Rovigo, Antonello Sartori, citando almeno 180 adempimenti annualmente richiesti alle aziende del settore. Gli obblighi più complessi riguardano la gestione delle scadenze (23,2%) e la redazione delle fatture (16,3%). Come uscire da questa situazione? Gli artigiani chiedono l?accorpamento delle scadenze: la burocrazia sottrae tempo ed energie alla produttività «II 42% dei nostri associati dedica alle procedure un tempo medio settimanale che va da una a tre ore, incidendo tra il 5 e il 12 per cento sul reddito d?impresa» conclude Antonello Sartori.

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Appiah: "Danneggiato dalla burocrazia della Fifa". La Federazione: "Non è vero" (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Appiah: "Danneggiato dalla burocrazia della Fifa". La Federazione: "Non è vero" Stephen Appiah può firmare con chi vuole. La Fifa smentisce le voci secondo le quali il centrocampista ghanese, per colpa di ritardi burocratici dovuti alla stessa Federazione internazionale, non potrebbe accasarsi altrove dopo aver rescisso in agosto il contratto con il Fenerbahce. "E' falso che la presunta "lentezza amministrativa" della Fifa stia impedendo al giocatore di firmare un nuovo contratto con un altro club - fa sapere alla BBC Sport un portavoce della Federazione internazionale -. Né il giocatore né un potenziale nuovo club ci hanno comunque presentato alcuna richiesta per permettere al giocatore di vestire la maglia di una nuova squadra". Appiah, che in Italia ha vestito le maglie di Udinese, Brescia, Parma e Juventus, sarebbe nel mirino di Arsenal e West Ham.

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E' giovane, può dare la svolta (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 06 Novembre 2008 NAZIONALE Pagina 8 I POLITICI. Il sindaco Flavio Tosi critica gli errori del recente passato, ma non risparmia frecciate al centrosinistra accusandolo di appropriarsi del successo di Obama «E' giovane, può dare la svolta» Il centrodestra: la politica atlantica non cambierà Per il Pd è la vittoria epocale di una linea nuova Sono tutti di segno positivo i commenti dei politici veronesi, sia di destra, che di sinistra, sull'elezione di Barack Obama. Come al solito si cerca di trovare analogie e affinità che non ci sono. Federico Bricolo, per esempio, presidente del gruppo della Lega al Senato è appena uscito da Villa Taverna, dove i capigruppo del Pdl in Parlamento sono stati ricevuti a pranzo dall'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Ronald Spogli, che ha aperto la sua residenza privata poche ore dopo la conferma di Obama alla guida degli Usa. «È stato un incontro molto cordiale», dice, tutto dedicato ai commenti sulle elezioni e nel quale sono stati toccati appunto i rapporti tra Italia e Stati Uniti alla luce del grande cambiamento da Bush a Obama. Il tema di fondo che è stato ribadito è che bene o male, pur con i distinguo del caso, sulla politica atlantica, sugli interventi nelle missioni di pace, la collaborazione con l'Unione europea nei luoghi del mondo dove la situazione è più critica, continuerà come sempre». Bricolo parla di clima disteso e sereno. Al centro,come tema di grande attualità e urgenza resta la crisi finanziaria mondiale. «C'è una grande determinazione nel rilanciare l'economia e proprio per questo c'è la convinzione che per trovare la soluzione è fondamentale mantenere e rafforzare una solida alleanza con l'Unione europea perché da soli non se ne esce. Abbiamo anche affrontato», ha aggiunto Bricolo, «i problemi che le imprese americane incontrano quando vogliono investire da noi: eccessiva burocrazia e lentezza nei giudizi legali in caso di vertenze. Dobbiamo, come governo, lavorare per ridurre questi vincoli che limitano importanti investimenti nel nostro paese». Anche il sindaco Flavio Tosi non ha dubbi. «A Barack Obama i miei complimenti per il successo elettorale e gli auguri per il difficile compito che lo attende. E' un politico giovane che può dare una svolta positiva a un'azione di governo degli USA che, negli ultimi anni, ha commesso diversi errori». Poi parte la frecciata. «Trovo però piuttosto maldestra, se non ridicola - ha aggiunto - la corsa affannosa di alcuni ambienti politici del centrosinistra per appropriarsi del successo di Obama, dimenticando che i valori ispiratori della sua politica e il suo modello sociale sono lontanissimi da quelli della sinistra italiana». E per il centrosinistra? «E'stata una grande prova di democrazia ed è enorme la soddisfazione dei Democratici di tutto il mondo. In Italia molti guardano ancora con diffidenza alle persone di colore, ma gli USA ci insegnano che la diversità può arricchire ed essere vincente», afferma il deputato Giampaolo Fogliardi del Pd. «Le politiche di destra, che cercano il consenso seminando paura - prosegue il deputato - hanno rivelato la loro inefficacia anche negli USA. Bush ha lasciato un Paese al collasso, dall'economia allo stato sociale. I Democratici americani sapranno risollevarne le sorti». Giandomenico Allegri, coordinatore provinciale Pd, la svolta storica è finalmente arrivata. «Gli Stati Uniti hanno votato il cambiamento. E lo hanno fatto dando fiducia alla proposta politica del candidato Democratico, uno che ha saputo risvegliare le coscienze di milioni di persone di ogni età, razza e religione con un messaggio riformista autentico e credibile. La vittoria trionfale di Barack Obama, dall'Est all'Ovest, con un consenso che va ben oltre i confini statunitensi, è la vittoria di tutti coloro che credono in un modello di società migliore di quella attuale. Non solo gli Stati Uniti, ma il mondo, festeggiano la vittoria epocale di una linea politica nuova, nettamente contrapposta allo sciagurato progetto economico-sociale portato avanti dall'amministrazione Bush, impegnata per otto anni a premiare i ceti ricchi e la conservazione dei poteri forti. Un progetto che continua ad affliggere purtroppo l'Italia, tristemente invischiata nel modello berlusconiano».  

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Quattro inverni d'acqua e paura Dopo l'alluvione lavori ancora fermi (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prov Ogliastra Pagina 6026 Villagrande. Il commissario regionale Vincenzo Basciu denuncia la situazione d'emergenza nell'abitato Quattro inverni d'acqua e paura Dopo l'alluvione lavori ancora fermi Villagrande.. Il commissario regionale Vincenzo Basciu denuncia la situazione d'emergenza nell'abitato Lavori ancora fermi dopo l'alluvione del 2004 --> Lavori ancora fermi dopo l'alluvione del 2004 I lavori per la realizzazione del canale di guardia a monte dell'abitato sono ancora fermi. Nei giorni scorsi si sono resi necessari diversi interventi di emergenza per permettere ai detriti di defluire. Nei quattro anni che separano la prima alluvione da quella di pochi giorni fa la Regione è riuscita solo ad affidare la progettazione per il canale di guardia, finanziato con 10 milioni di euro. I lavori non potranno perciò iniziare, a voler essere ottimisti, prima della prossima primavera. Intanto amministratori e cittadini sono costretti a guardare, preoccupati ma impotenti, i torrenti che lambiscono le case e che i canali di scolo fanno fatica a contenere. L'INCUBO RITORNA Il commissario straordinario Vincenzo Basciu è in giro per i quartieri più a rischio, raccoglie timori e segnalazioni di pericolo ma può solo disporre la demolizione di qualche pezzo di canalone coperto per farvi defluire la massa di acqua e detriti penetrata pericolosamente nello scantinato di alcune abitazioni. Interventi d'emergenza, come quattro anni fa. L'incubo di quell'alluvione mai dimenticata è tornato ad affacciarsi nella mattinata di martedì, dopo otto ore di pioggia battente. «La gente - commenta il commissario Basciu - chiede protezione ma l'amministrazione comunale può mettere in campo solo interventi d'emergenza con le ruspe. La soluzione sta nella realizzazione di un nuovo canale di guardia a monte dell'abitato, ma le decisioni sono tutte in mano alla Regione. L'assessore Carlo Mannoni mi ha rassicurato che la procedura verrà accelerata. Al momento risulta affidata la progettazione delle opere». Per fare fronte all'emergenza del dopo alluvione, nel 2004 era stato costituto un gruppo misto di lavoro con tecnici della Regione e del Comune di Villagrande, sindaco Piero Cannas e Gabriele Basoccu assessore all' Ambiente. Erano stati coinvolti come consulenti anche alcuni docenti dell'Università di Torino. Il gruppo di lavoro aveva persino effettuato la stesura di una progettazione preliminare che prevedeva la realizzazione di un grande canale di guardia a monte dell'abitato, studiato in modo da convogliare la gran parte delle acque piovane sui canali di Suellazziri e S'arrescottu posti ai due lati del paese. In tal modo si sarebbe ridotto al minimo il flusso delle acque verso i tre canali che attraversano il centro abitato e che si erano dimostrati inadeguati a contenere piogge eccezionali. RITARDI IN REGIONE Appena eletto sindaco, nell'estate dell'anno successivo, Gabriele Basoccu aveva però delegato interamente nelle mani della Regione la faccenda della progettazione. Motivazione ufficiale: la carenza di personale tecnico nel municipio. Da quel momento è calato un grande silenzio sul lavoro della burocrazia regionale caratterizzato dalla solita, esasperante lentezza. Come se una nuova emergenza alluvione non fosse dietro l'angolo. «Prima della tragica alluvione del 2004 - ricorda Piero Cannas sindaco del paese all'epoca dei fatti - l'amministrazione comunale aveva ottenuto dalla Regione un finanziamento da due milioni di euro per rafforzare i canali di scolo a monte dell'abitato. Non abbiamo mai potuto dare inizio ai lavori in quanto, a distanza di tre anni, non erano arrivate le autorizzazioni degli uffici regionali competenti». Secondo gli esperti, l'intervento sarebbe risultato determinante per ridurre gli esisti disastrosi dell'alluvione sul quartiere di Monte Nieddu dove trovarono la morte Assunta Bidotti e la nipotina Francesca Longoni, trascinate dalla furia delle acque. ?La storia è maestra di vita? recita un vecchio adagio. Peccato che troppi amministratori e uomini politici siano refrattari ad andarci a lezione. NINO MELIS

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Legno, tre milioni e mezzo per il rilancio (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Produzione di energia e pulizia dei boschi al centro del progetto che coinvolge 37 realtà di tutta la provincia Legno, tre milioni e mezzo per il rilancio Agordino capofila del progetto di valorizzazione finanziato dall'Ue AGORDO. «E' un progetto innovativo, concepito in un'ottica di modernità; un'importante opportunità che avrà ricadute importanti nella valorizzazione del territorio e delle sue risorse ambientali, umane e culturali». Non ha nascosto la sua soddisfazione l'assessore Renato Da Ronch ieri alla presentazione del "Progetto integrato di filiera forestale Soccol Olga", collegato al Piano di sviluppo rurale 2007-13. Un progetto, finanziato con 3,5 milioni di euro, che coinvolge 37 realtà di tutta la provincia. Riscoprire e valorizzare il legno in tutto il suo percorso, puntando i riflettori sulla pulizia del bosco per la produzione di cippato e quindi di energia: è questo l'obiettivo del progetto che vede come capofila l'azienda "Soccol Olga" di Taibon, che con il legno dà acqua calda anche alla Luxottica, e che coinvolge il gruppo di operatori di tutto il Bellunese, dal Cadore al Feltrino. Ieri il sindaco Renzo Gavaz, la cui amministrazione ha perseguito con convinzione l'iniziativa, ha rivolto un plauso ai principali artefici del progetto «che potrà creare ricchezza nel territorio mediante la rivalutazione degli elementi naturali e del lavoro artigianale e artistico». Roberto Borsato di Prime Alpi, l'associazione socio-culturale catalizzatrice fra i vari soggetti della filiera, ha richiamato il principio base del progetto, cioè il fare sistema, come richiesto dall'Unione europea per l'assegnazione dei finanziamenti, ovvero «il mettersi assieme - ha detto - nelle varie fasi di una produzione dall'inizio alla fine». Nel caso specifico della filiera forestale si va dalla raccolta di legna nel bosco, con evidente valenza ecologica, allo stoccaggio, alla lavorazione e trasformazione in cippato commercializzabile e quindi fonte di reddito. «In tal modo - ha proseguito - il bosco può diventare l'oro verde per la nostra economia specie in previsione di un nuovo rialzo del petrolio, tutt'altro che improbabile». Positivo il riscontro che ci potrà essere nella produzione di acqua calda ad uso sanitario e di riscaldamento. A questo primo bando del piano, finanziato per 3,5 milioni di euro, hanno risposto perciò i 37 soggetti di tutta la provincia, le cui domande dovranno ora essere formalizzate secondo i criteri previsti per accedere al contributo. Ieri sono pure intervenuti il tecnico forestale Luca Canzan (per spiegare che l'approccio di soggetti diversi favorisce il contributo), Max Pachner in rappresentanza dell'assessore regionale De Bona (elogiando il progetto basato sullo sforzo e alla volontà di tanti), Savaris del Bim, ente preposto al coordinamento e che con Regione e Comune di Agordo ha dato un apporto determinante al progetto (mettendo in luce che l'energia rinnovabile e le biomasse offrono ulteriori potenzialità). Voti augurali sono stati espressi da Comiotto di Confagricoltura e dal sindaco di Taibon Loretta Ben, mentre quello di Seren del Grappa, Loris Scopel, ha chiesto che la burocrazia non complichi l'iter, rallentando i progetti e scoraggiando i proponenti. Gianni Santomaso

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Myftiu: Irregolare non è delinquente (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'ASSOCIAZIONE Myftiu: «Irregolare non è delinquente» BOLZANO. «La parola eroe spesso è abusata. Secondo me Sedat è un eroe. E la sua storia dimostra che clandestino e delinquente non sono sinonimi». Tritan Myftiu è il presidente dell'associazione panalbanese ArbËria, uno dei punti di riferimento della comunità in Alto Adige perché affianca alle attività tipiche di un sodalizio anche un'attività di sportello per aiutare a cavarsela tra leggi e burocrazia. «Stiamo per inaugurare la nuova sede in via Piacenza a Bolzano - dice Myftiu - e siamo aperti tutti i giorni dalle 18 alle 20 (il telefono è 0471-1810380). Noi siamo per la legalità, la clandestinità può indurre le persone a delinquere per sopravvivere. Ma questa storia mostra che clandestinità e delinquenza non sono un binomio indissolubile».

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Promossida Brunetta, ma lo Statochiede i danni (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Promossida Brunetta, ma lo Statochiede i danni manager asl Citati fra i casi di buona burocrazia per aver speso meno sui farmaci, ora si vedono chiedere 5 milioni: potevano fare meglio... 07/11/2008

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Imperia, multa alla Asl che Brunetta aveva elogiato (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Imperia, multa alla Asl che Brunetta aveva elogiato Il caso Secondo la Corte dei Conti era possibile un maggiore risparmio Genova. Quando il ministro Renato Brunetta dopo aver deposto il bastone aveva cominciato a sventolare la carota, i liguri Mauro Barabino e Renata Canini erano stati inseriti nella "top cento" della buona burocrazia perché nella Asl 1 imperiese erano riusciti ad abbattere la spesa farmaceutica. Il fatto strambo è che ora, ai due manager che dal gennaio 2001 al giugno 2008 si sono alternati al vertice della Asl, la Corte dei Conti ha presentato il conto, la messa in mora (una sorta di avviso di garanzia della magistratura contabile): 2 milioni e duecentomila euro a Canini e 2 milioni e settecentomila euro a Barabino. Il motivo: potevano risparmiare di più con la distribuzione diretta dei farmaci perché la Guardia di Finanza ha rilevato che il 40% dei farmaci del prontuario Pht (prontuario dei farmaci ospedalieri) passava invece per le farmacie ordinarie. A rigor di cronaca, lo stesso avviso, è arrivato anche ai manager della Asl 5 spezzina e qualche mese prima, nella primavera scorsa, ai direttori generali delle aziende sanitarie locali di Genova, Savona e Chiavari. Complessivamente il danno erariale conteggiato in quella prima tornata era di quasi 30 milioni di euro e le richieste partivano da un minimo di 700 mila euro fino ad un massimo di 13 milioni e mezzo. Secondo la Corte dei Conti negli ultimi cinque anni, la Liguria avrebbe potuto risparmiare 30 milioni di euro sulla spesa farmaceutica utilizzando a tappeto lo strumento della distribuzione diretta dei farmaci del cosiddetto prontuario Pht, medicinali normalmente molto costosi, che se distribuiti direttamente ai pazienti dalle farmacie ospedaliere e dai dispensari delle Asl possono portare a grandi risparmi. Esiste però una differenza macroscopica tra le varie Asl. Se le Asl di Genova, Chiavari, Savona e La Spezia non potevano, per disposizioni della Regione (modificate solo nel 2006 e nel 2008) fare la distribuzione diretta dei farmaci; la Asl di Imperia invece era l'unica obbligata a questo processo. Non solo lo aveva fatto così bene, secondo la Regione Liguria e lo stesso ministro Brunetta, da essere portata ad esempio. Renata Canini, che nel 2007 era stata protagonista di un servizio di Report proprio sul "miracolo" imperiese, è a dir poco inviperita e pronta a presentare una memoria difensiva con tutti i dati del servizio farmaceutico imperiese dal 2005 in poi: «Èâ??dal 2001 che la Asl di Imperia fa con successo la distribuzione dei farmaci di continuità terapeutica. Ora la Corte dei Conti ci dice che potevamo risparmiare di più, ma non tiene conto di un fattore: l'Azienda ha attivato il servizio e lo ha reso disponibile, ma poi esiste la variabile dei pazienti, che per ottenere il farmaco non sono obbligati a rivolgersi all'ospedale o ai dispensari delle Asl». E indignato è anche Mauro Barabino, oggi manager del San Martino (il più grande ospedale ligure) e da sempre, quasi per hobby, magistrato tributario nella commissione ligure di secondo grado: «La Corte sta facendo come quei genitori che al figlio che ha portato a casa 9 dicono che poteva prendere un 10. Sulla distribuzione diretta dei farmaci la Asl di Imperia è quella che ha ottenuto la seconda miglior performance in tutta Italia». Pronte, sotto forma di lettera, anche le rimostranze dell'assessore alla Salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo: «Il dato vero è che la Liguria è molto orgogliosa della politica seguita sulla spesa farmaceutica e che ha portato ad ingenti risparmi. Non è un caso che le industrie farmaceutiche si siano molto arrabbiate con noi, fino al punto di trascinarci davanti alla Corte Costituzionale». Alessandra Costante costante@ilsecoloxix.it 07/11/2008

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Coppie di fatto, bonus vincolato alla residenza (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Imposte e Tasse Numero 265, pag. 46 del 7/11/2008 Autore: di Debora Alberici Visualizza la pagina in PDF       La Cassazione sulla detrazione delle spese di ristrutturazione Coppie di fatto, bonus vincolato alla residenza Le coppie di fatto rischiano di perdere alcuni benefici fiscali se non stanno attente alla burocrazia. Infatti non è detraibile quanto speso dal convivente per ristrutturare la casa della compagna se, già alla data di inizio dei lavori, non era formalmente residente in quell'abitazione. Insomma, si evince dalla sentenza della Cassazione n. 26543 del 5 novembre 2008, che alcune formalità vanno rispettate per potere accedere senza intoppi ai benefici fiscali. «Quanto al rapporto more uxorio», ecco quanto hanno scritto i giudici della sezione tributaria, «il giudice non ne ha negato la rilevanza ai fini fiscali ma, muovendo dal presupposto che la posizione del convivente sarebbe eventualmente assimilabile a quella del coniuge, ha ritenuto assorbente la circostanza che, alla data dell'invio della comunicazione di inizio lavori, il contribuente risultava residente in altro comune, ritenendo che, anche per quanto riguarda il coniuge, può dirsi sussistente il possesso o la detenzione dell'immobile solo nel caso in cui il contribuente vi abiti stabilmente con l'altro coniuge proprietario». Non solo. La Cassazione, fa un'altra importante precisazione: «Il rapporto di coniugio non determina, ai fini della detrazione di cui si tratta, una situazione di compossesso (o di detenzione comune) o di tutti gli immobili di proprietà di ciascun coniuge, ma solo quello concretamente utilizzato anche dal coniuge non proprietario, alla data di inizio dei lavori, a nulla rilevando la circostanza che le spese di ristrutturazione siano eventualmente sostenute dal coniuge non proprietario». Insomma, applicare questo principio al convivente more uxorio, dice infine la Cassazione, fa si che il contribuente ha l'onere di dimostrare «la detenzione dell'immobile da epoca anteriore all'inizio dei lavori». Niente detrazione d'imposta per un contribuente piemontese che aveva partecipato alla ristrutturazione della casa della compagna, dove i due vivevano, ma aveva preso la residenza lì in un secondo momento. In primo grado la commissione tributaria provinciale di Torino aveva accolto l'impugnazione del contribuente presentata contro la cartella di pagamento nella quale non erano stati conteggiati i benefici fiscali. Diversa, invece, la posizione dei giudici regionali che avevano dato ragione al fisco. La decisione è stata resa definitiva dalla Cassazione che si è espressa in senso conforme all'opinione della procura generale di piazza Cavour.

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Leonardi, la folla applaude le accuse di clientelismo (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cdl in filarmonica Leonardi, la folla applaude le accuse di clientelismo Chiusura in grande stile ieri sera per il candidato del Pdl Giorgio Leonardi che ha completamente riempito la sala della Filarmonica. I suoi sostenitori hanno affollato sia la sala inferiore che la balconata, molti in piedi, tutti entusiasti. Ad introdurre l'aspirante consigliere provinciale ci ha pensato il senatore Giacomo Santini, che ha voluto sottolineare il significato della candidatura, intesa come atto di umiltà, volontà di sottoporsi all'esame della collettività, in grado di giudicare quanto una persona possa essere utile agli altri. Il tutto in contrapposizione ad un centrosinistra in cui «il mandato politico è inteso come strumento per i vantaggi personali». Durissimo anche il candidato berlusconiano Leonardi che ha tracciato un'immagine del Trentino davvero cupa e clientelare. «A Trento - ha ribadito - il centrosinistra ha comperato il consenso, creato vincoli per legare le attività produttive, commerciali, imprenditoriali, in una rete di connivenze che ha permeato tutta la società». Nel corso delle sue visite nei comuni, ha raccontato con emozione, ha rilevato che «i politici non sanno ascoltare», che non riescono a capire le istanze della gente, che «non sanno quanto costa un chilo di pane, come si fa un bonifico bancario, come si deve fare la coda per una carta». D'altra parte, ha aggiunto polemico «questa è gente che non ha mai lavorato, che non ha idea di cosa voglia dire fare sacrifici». E per questo Leonardi si propone come l'alternativa concreta ad un modo di «fare politica che è fatta solo di rapporti particolari degli amici con gli amici». Nel corso della lunga serata, che è stata l'occasione perché alcuni dei suoi sostenitori facessero pubblicamente dichiarazione di voto, Leonardi ha continuato a martellare sui temi cari al centrodestra: la difesa della libertà, l'identità nazionale, la sicurezza, la semplificazione della burocrazia, la politica del fare, contro una situazione in cui purtroppo «conta più la grammatica della pratica». E se Santini ha parlato di situazioni in cui, come a Madonna di Campiglio, la gente vota Berlusconi ma «non si può far vedere agli incontri del Pdl per timore di ritorsioni», Leonardi è arrivato a dire che «la mafia bianca è ben peggio della mafia delle regioni del sud». E la gente ha applaudito. B.G. 07/11/2008

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sportello unico per le manifestazioni l'udc-fl: il comune boccia la proposta (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 15 - Udine Sportello unico per le manifestazioni L'Udc-Fl: il Comune boccia la proposta LIGNANO. L'amministrazione comunale ha bocciato la proposta di uno sportello unico per le manifestazioni e le attività produttive. «L'idea dello sportello unico - ha riferito Massimo Brini, consigliere di Udc-Forza Lignano, promotore dell'iniziativa -, è buona e condivisibile, ma siccome non ci sono i soldi e non abbiamo personale adeguato bocciamo la mozione. Con questa motivazione la maggioranza di Lignano Sabbiadoro ha respinto la mozione». «Come la maggior parte delle mozioni propositive e stimolanti presentate dai gruppi di opposizione - seguita Brini -, la maggioranza ancora una volta con pretesti ingiustificabili, boccia un'altra delle proposte presentate per venire incontro alle esigenze dei cittadini e facilitare l'approccio degli stessi con la burocrazia». «Sono allibito dalle scuse addotte dal sindaco per giustificare l'immobilismo di questa amministrazione - ha aggiunto il consigliere -, ed è sotto gli occhi di tutti la perdita di credibilità della nostra località anche nei confronti di Provincia e Regione che sono dello stesso schieramento. Lo sportello unico da me richiesto aveva lo scopo di evitare tutti quei rimpallamenti tra ufficio e ufficio, il moltiplicarsi di carte e perdite di tempo per le code nei vari uffici. Non mi consola il fatto che sia stata approvata la mia mozione con la richiesta per attivare il sindaco a chiedere l'apertura presso la sede municipale di uno sportello della "Equitalia" per agevolare tutti i cittadini che ricevono cartelle esattoriali ed hanno bisogno di pagare risparmiando sulle spese postali o bancarie, di chiedere spiegazioni circa una cartella ed avere quei servizi per i quali bisogna recarsi ad Udine o a Latisana. Si ricorderà che l'ufficio "Pubbliche relazioni", che era stato predisposto dall'amministrazione Sandri, di cui ero vicesindaco, nel momento di entrare in funzione, il sindaco Delzotto, appena eletto, è stato cancellato, dopo che una dipendente qualificata del Comune aveva fatto il corso obbligatorio; era costato quasi 3 mila euro. Tanto paga Pantalone». (d.s.)

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Divina fa la giunta? Debole e disperato, non lo voto H o letto sull'Adige di ieri che Divina, ancora prima di sapere quale sarà l'esito elettorale di domenica prossima ha già decis (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Divina fa la giunta? Debole e disperato, non lo voto H o letto sull'Adige di ieri che Divina, ancora prima di sapere quale sarà l'esito elettorale di domenica prossima ha già deciso chi saranno i prossimi assessori provinciali Divina fa la giunta? Debole e disperato, non lo voto H o letto sull'Adige di ieri che Divina, ancora prima di sapere quale sarà l'esito elettorale di domenica prossima ha già deciso chi saranno i prossimi assessori provinciali. Bell'esempio di rispetto della volontà popolare. In barba alla volontà degli elettori lui ha già deciso chi saranno gli uomini e le donne della sua ipotetica giunta. Se con questa mossa voleva mostrare la propria debolezza c'è riuscito in pieno. A cosa serve allora andare a votare? La maggioranza degli assessori in pectore sono dei perfetti sconosciuti che non riuscirà nemmeno a mettere piede in consiglio. Molti infatti sono degli illustri «trombati» nei vari comuni nei quali si sono presentati. Altri alla loro prima esperienza. E noi dovremmo affidare il Trentino a questa gente? Il povero Divina ormai è alla disperazione, non sa più che pesci pigliare. Non si preoccupi che domenica i trentini gliene daranno tanti in faccia. Io ero convinto a votare Divina domenica prossima, ma dopo aver conosciuto la squadra di governo mi sono ricreduto. Meglio il tanto chiacchierato Dellai che quantomeno la giunta la farà dopo le elezioni rispettando la volontà degli elettori. Questa mattina al bar di Aldeno dove vivo, la gente non parlava d'altro. Luciano Mosna - Aldeno Se incontro l'orso che cosa devo fare? D opo aver letto con simpatia la lettera del signor Alessandro de Guelmi del 5 novembre mi sorge spontanea una riflessione: se, lo scrivente (io), che abita a Cadine, dovesse (per mera ipotesi) trovarsi nel bel mezzo di una delle gallerie del forte e si vedesse improvvisamente davanti «l'amico orso», secondo il signore in questione, dovrebbe solamente uscire dalla macchina, sdraiarsi a terra e aspettare che l'orso si allontani indisturbato. Ps: spero tanto che l'orso visiti la val di Ledro. Marcello Moser - Cadine In Valsugana servono infrastrutture utili È abbastanza simpatico discutere sul giornale di una cosa che non si vuole affrontare direttamente e seriamente. Gli amici dell'Upt e del Patt (dalla lunga tradizione correntizia) s'incaponiscono per decenni su cose che poi si rivelano autentici errori: la superstrada in quel di Tezze, il diniego alle quattro corsie in Valsugana, il sostegno a infrastrutture sul territorio altrui che i vicini territoriali bolzanini e bassanesi vedono come il fumo negli occhi. Il tunnel proposto, con chiarezza solo da Bressanini e Boso, si innesta al km 87 della Valsugana ed è un'alternativa seria a una proposta approssimativa e un po' bislacca: 8,5 chilometri, parte di nuova strada e parte in tunnel per arrivare direttamente in Tesino, contro gli 8-9 km di una strada parallela che arriva a Bieno. Una nuova strada, sicura e diretta, che riduce del 20% i tempi e i chilometri dal capoluogo della Valsugana contro una terza arteria che collega Strigno a Bieno. Una strada forse non prevista dallo studio Bim costato non si sa quanto, ma che lo stesso studio ha proposto al comitato tunnel per 120-150 miliardi. Non è che, forse, gli 800 milioni servivano per andare fino in Primiero. Allora il problema da mettere sul tappeto è: quale opera è più utile al Tesino? Quale opera è più utile alla Valsugana che vuole investire nel Tesino-Lagorai? Quale opera assomiglia di più al collegamento Vanoi-Primiero? Quale opera è più inutile alla lunga? Quale opera sarà, tra vent'anni, meno inutile e obsoleta? Conforta che gli amici dell'Upt di altre zone del Trentino propongano tunnel e collegamenti seri. Solo in Valsugana dobbiamo sempre aspettare che altri ci dicano cosa pensare... In bocca al lupo. Mario Pernechele , leghista democratico «Valli Unite» ha rubato la nostra musica E d eccoci qui, non per informarvi di un concerto ma per fare chiarezza su un'iniziativa poco simpatica che riguarda il nostro gruppo Braskà ska-band! Siamo in periodo elettorale e ovviamente la radio è un ottimo mezzo di comunicazione! Peccato che questo mezzo venga usato in maniera poco corretta da qualcuno! C'è giunta voce dell'utilizzo di un nostro pezzo nello spot elettorale radiofonico del partito «Valli Unite»! Subito parte un fitto giro di telefonate, nessuno della band sa niente ma soprattutto, nessuno della band ha preso contatti per questa infelice iniziativa. Poi, sentiamo il pezzo e, sorpresa generale, il pezzo è proprio il nostro. Noi, Braskà ska-band siamo un gruppo totalmente apartitico e apolitico. Nelle nostre 11 teste ci sono idee politiche differenti, alcune addirittura agli opposti ma noi facciamo musica non politica. In 8 anni mai nessun riferimento politico nei nostri pezzi, nei nostri numerosi concerti nessuno slogan o bandiere di partito. Solo ed esclusivamente la voglia di far musica divertendosi e facendo divertire. Continueremo su questa strada, vorremmo però chiedere gentilmente ai responsabili dello spot elettorale del partito «Valli Unite» una spiegazione. Il binomio musica-politica non ci piace e ancora meno il binomio Braskà-politica. Daniele Tonezzer , Braskà ska-band Delle cave ci si ricorda solo in campagna elettorale I n relazione all'articolo «Valle di Cembra come la Toscana» pubblicato il 5 novembre vorrei esprimere la mia opinione in merito alle affermazioni del signor Paolo Nardin in gran parte false e offensive nei confronti di un settore, quale quello del porfido, che ha creato posti di lavoro e ricchezza in tutta la val di Cembra e, di riflesso, anche alla sua azienda. Il porfido fa morire la valle? E cosa fa il turismo? Ci sono valli ben più attraenti della nostra che sono in una profonda crisi turistico/economica; non ha forse avuto sentore degli alberghi in valle di Fiemme, in valle di Fassa, in Alta val di Sole e in Bondone in vendita o prossimi alla chiusura? E ancora, non siamo stati capaci di fare mercato, sostiene il signor Nardin ma forse, non ha memoria dei milioni di tonnellate di porfido vendute negli anni e, sicuramente, una irriverente campagna di marketing non basterebbe a contrastare la concorrenza dei materiali provenienti dall'estero a prezzi irrisori. Vorrei, inoltre, ricordare al signor Tiziano Odorizzi, il quale esorta nelle sue righe a reinvestire i capitali all'interno della valle, che proprio lui ha cercato e attuato investimenti all'estero. Personalmente dopo trent'anni di lavoro nel porfido posso dire che, il settore, è oberato da costi e da un'inconcludente burocrazia; gli aiuti erogati dalla Provincia sono sempre stati e sono tuttora insufficienti soprattutto se paragonati agli esborsi sostenuti per settori quali l'agricoltura e il turismo. Delle cave di porfido ci si ricorda solo in campagna elettorale. Marcello Holler - Lavis Per il futuro ladino impariamo la lezione M ai come in questo momento, questi detti, veri concentrati di saggezza e senso pratico dei nostri padri, tornano di attualità. Infatti, i ladini di Gardena e Badia, se è pur vero, come dice Pepi Dejaco, che non sono stati capiti dalla popolazione, è altrettanto vero che se Michil Costa fosse rimasto coi Ladins Dolomites, avrebbero sicuramente sfiorato o anche ottenuto il posto di consigliere ladino e così il risultato di due ladini in consiglio provinaciale sarebbe diventato realtà. Il che avrebbe significato quasi sicuramente entrare in giunta con Durnwalder. Ora entrambi, Costa e Dejaco, si stanno leccando le ferite, ed anche l'Obmann della Svp ha qualche grana in più da pelare, nella formazione della giunta. Gardena e Badia, anche con questo risultato elettorale, stanno dando una grossa mano a quell'ala della Svp che vuole continuare con la politica di tedeschizzazione dei ladini, come è stata fatta in alta Venosta, nelle zone dello Sciliar e del Latemar. Per noi ladini di Fassa, essere chiamati al voto 15 giorni dopo Bolzano, se facciamo tesoro della loro esperienza, può essere considerata una grossa fortuna. Tegnir adum significa, prima di tutto, non disperdere e rinnegare quanto di buono, ed è molto, sono riusciti a fare coloro che ci hanno preceduto in questo cammino che va dal 1946 ad oggi. Tegnir adum significa non lanciarsi in avventure quali quelle che ci vengono propinate con gli slogan: «l'è ora de cambiar aria» o «basta ciacoles e più lurier». Tegnir adum significa prima di tutto,dare continuità al cammino intrapreso con l'attuazione concreta del Comun General de Fascia, che ci da gli strumenti per un reale autogoverno. Se i ladini di Fassa sapranno far tesoro della poco felice esperienza politica dei fratelli di Gardena e Badia, e si sapranno appropriare con convinzione del loro destino, senza gettare l'acqua sporca assieme al bambino, altri passi avanti potranno fare nella direzione dello sviluppo economico e sociale di questa valle, salvaguardando nel contempo la propria identità che non dimentichiamolo, è anche fondamento della propria autonomia. Diversamente, non passeranno molti anni prima di essere ridotti ad una valle periferica di una mega regione padana. Allora sarà troppo tardi e dovremmo cominciare tutto daccapo, se ancora ne avremo la forza. Floriano Bernard - Pera L'industria delle mele allontana i tuiristi N ell'articolo del 31 ottobre, «Voglia di viabilità nella valle di Melinda», si dice che, a differenza dell'agricoltura, il turismo in Val di Non è in crisi. Ma come mai la tanto decantata sinergia turismo-agricoltura non funziona: solo 26 su 60 attività agrituristiche funzionano sufficientemente; il turista «mordi e fuggi» è richiamato dai singoli eventi (ciaspolada, pomaria, 4 ville...ecc) ma non soggiorna nella media e bassa Val di Non..., ecc. Una delle cause è rappresentata paradossalmente dall'agricoltura stessa, o meglio dal tipo di agricoltura: il «modello» della coltura intensiva del melo di tipo industriale praticata attualmente rappresenta il deterrente più efficace per impedire lo sviluppo del turismo in Val di Non. Questo si evince oltre che dai dati negativi sulle presenze turistiche in valle anche da un significativo sondaggio, effettuato nella scorsa estate dal noto Comitato per il Diritto alla Salute in Val di Non, in cui veniva proposto ai turisti presenti sull' altipiano della Predaia, un questionario paesaggistico-ambientale. Risultato: il 90% non sceglierebbe per le vacanze una zona di coltivazione intensiva del melo. Perché? Il modello di frutticoltura intensiva prevede l'uso sistematico di agrofarmaci, di pali di cemento, reti antigrandine, per massimizzare la produzione. Tutti ingredienti che possono andar bene per un economia prettamente agroindustriale di tipo «padano», ma nocivi ad un turismo rurale eco sostenibile, rispettoso dell'ambiente e della salute: quello che il turista vorrebbe dalla Val di Non. Cosa si può fare. Possiamo dividere la valle in tre fasce e definire altrettante specifiche soluzioni. Nella bassa valle fino ai 700 mt. dove il «modello» è ormai consolidato sarà molto difficile raggiungere quest'integrazione se non dopo un cambiamento culturale dei residenti. Nella media valle, dai 700 ai 900 mt., ci sono ancora buone possibilità, bloccando innanzitutto l'avanzamento del «modello» per salvaguardare così le aree ancora disponibili (prati, bosco...ecc); incentivando tutte le forme di turismo rurale(agriturismo-albergo diffuso) che usufruiscano dei prodotti agricoli locali, ma provenienti da un agricoltura pulita (biologica, biodinamica...ecc). Per l'alta Val di Non, sopra 900 mt è imperativo bloccare qualsiasi iniziativa d'agricoltura intensiva che intacchi l'incontaminato e prezioso ambiente e sviluppare maggiormente il turismo rurale di cui sopra. Se vogliamo innanzitutto salvaguardare la nostra salute il nostro ecosistema e conseguentemente trarne anche dei benefici economici, dobbiamo assolutamente cambiare l'attuale modello di fare agricoltura. Le costose campagne di marketing turistico, seppur studiate magistralmente da professionisti; subliminali e basate su immagini bucoliche (mucche che pascolano gioiose in verdi prati, ricchi di fiori), riflettono un ambiente sano ed incontaminato, ma rischiano d'essere inutili e addirittura controproducenti, per il semplice motivo che non corrispondono alla realtà. La gente ed il turista nella fattispecie non è più «ignorante»: è capace di vedere, odorare, sentire e soprattutto scegliere con la propria testa. Virgilio Rossi - Tres Multato mentre controllo la sede dei vigili S ono una guardia giurata di Trento un lavoro di cui non parla mai nessuno, facciamo un lavoro rischioso e mai gratificato, anzi non esistiamo proprio. Volevo segnalarvi un episodio che mi è successo la notte del 31 ottobre. Come quasi tutte le notti nel mio servizio di pattuglia e prevenzione antirapina inizio alle 22. È una notte di temporali e vento pauroso e con tanti sacrifici riesco a fare i miei controlli zona Spini, Lavis, zona industriale con vari interventi di allarme anche con la collaborazione della polizia di stato. Sono in ritardo e bagnato fradicio ma riesco finalmente ad arrivare al controllo di Lavis paese: banche, negozi ma sopratutto quasi tutti gli enti comunali come scuole, uffici, lo stesso municipio di lavis e per finire il comando dei vigili urbani. E qui capita lo spiacevole episodio, è quasi l'una piove in paese non c'è nemmeno un'anima con la fretta arrivo in piazza dove ce una rotonda e la taglio svoltando subito a destra per portarmi alle scuole e al comando dei vigili per il secondo controllo. Chi mi trovo alle spalle? Gli stessi vigili, gli spiego la situazione della serata e perché ho tagliato la piccola rotonda. Il vigile continua a dirmi che la segnaletica va rispettata e alla fine, ancora sotto l'acqua e in parecchio ritardo per i miei controlli, mi dà una multa di 36 euro. Sono senza parole, mai successa una cosa del genere: multati mentre andiamo a effettuare i controlli negli uffici della polizia municipale. Comunque la multa la pagherò con onore. Giuseppe Corrao 07/11/2008

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municipalità, corsa al risparmio (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La giunta comunale veneziana approva i punti cardine della riforma dei «parlamentini». Rassegnati i sei presidenti Municipalità, corsa al risparmio Tagli al numero di consiglieri e commissioni, meno burocrazia MESTRE. Le Municipalità? Costano troppo. E' la conclusione a cui è giunta l'amministrazione comunale di Venezia che ieri ha approvato le linee guida della riforma dei sei «parlamentini» cittadini. Verranno tagliati sia il numero dei consiglieri municipali (ora sono addirittura 194) sia quello delle commissioni. Inoltre verrà ridotto il ricorso ai pareri: ora ne vengono richiesti sugli argomenti più disparati, con un abnorme aggravio di burocrazia nelle scelte del Comune. E i sei presidenti di Municipalità come la prendono? Sembrano ormai rassegnati alle scelte di Ca' Farsetti. CHIARIN A PAGINA 17

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aspetta i contributi per la pensione da quasi 20 anni (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Storie di burocrazia. Una pratica avviata a metà del decennio precedente non è stata ancora conclusa e dal 2005 è in fase di registrazione alla Corte dei conti Aspetta i contributi per la pensione da quasi 20 anni Un artigiano ha indossato la divisa dell'Esercito per tre lustri e non ha ancora avuto il ricongiungimento di ENRI LISETTO Ha indossato la divisa per quasi 15 anni, ma per lo Stato - e lui spera almeno solo per un momento che dura sempre più - ha lo stesso periodo di vuoto contributivo. E' la singolare vicenda che sta vivendo un pordenonese, da anni ormai impegnato non nella guerra sul campo con la mimetica, bensì in quella "dei contributi". Massimo Berlenga, pordenonese di 51 anni, artigiano, s'era arruolato nell'Esercito italiano il 24 maggio 1973; maresciallo dei bersaglieri, indossò la divisa fino al 31 ottobre 1987 quando si congedò per lavorare in proprio. «Chiesi il congedo - spiega l'interessato - per avviare un'attività di traslocatore». L'attività partì e opera tuttora. «Nei primi anni Novanta - prosegue il racconto dell'ex militare ora artigiano - decisi di accertarmi all'Inps se il ministero della Difesa avesse travasato i miei contributi dall'Enpdap, la cassa previdenziale dell'Esercito, al più noto istituto Inps». La risposta fu immediata: troppo presto per vedere soddisfatta la domanda, occorre aspettare. E così il nostro artigiano ha fatto. Passano gli anni e nel 2003 Massimo Berlenga chiede nuovamente l'estratto conto all'Inps «e mi accorgo che non risulta essere stato effettuato alcun versamento dei contributi». In sostanza, riassume l'ex militare ora artigiano, «risulta che per 15 anni non ho lavorato». Nuova iniziativa: Massimo Berlenga si reca all'ufficio pordenonese dell'Enpdap dove «mi dicono che non ci sono fondi del ministero e occorre aspettare nuove assegnazioni. Ma aggiungono anche di stare tranquillo perché niente è perduto». Intanto passano ancora anni. Il 18 giugno 2008 Berlenga scrive al distretto militare di Udine e al ministero della Difesa sollecitando che venga effettuata l'operazione di trasferimento dei contributi. Prima risposta, quella del distretto: non è di sua competenza, ma di Roma e la richiesta viene inviata nella Capitale. Seconda, quella di Roma: «Scrivono che dal 7 settembre 2005 la domanda è in fase di registrazione alla Corte dei Conti». A ieri, quando Massimo Berlenga è stato interpellato l'ultima volta, la registrazione evidentemente è ancora in corso visto che la sua domanda non è stata soddisfatta. «Mi mancano 9 anni per andare in pensione - conclude - e vorrei, magari, chiudere prima questa pratica aperta quasi vent'anni fa».

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Bianco Natal che quasi scolorisce (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Bianco Natal che quasi scolorisce Lava più bianco che più bianco non si può, prometteva la pubblicità di un detersivo che ha fatto furore per anni. La mania di lavare tutto, fino a scolorire, stingere, uniformare, ha colpito anche Oxford. Nella celebre città inglese c'è qualcuno a cui la parola Natale infatti non piace. Si tratta di un'organizzazione finanziata dall'ateneo e dal Comune che organizza una serie di manifestazioni che per due mesi ruotano intorno alla Natività. Il tutto sotto il nome di «Winter Light Fest», cioè «Festività della luce invernale». In un primo tempo sembrava che il Consiglio comunale di Oxford avesse accettato la proposta di sostituire la parola «Natale» con l'espressione «Festività della luce» su tutti i documenti ufficiali della burocrazia cittadina. Non si è arrivati a tanto. «Festeggeremo il Natale come sempre», ha rassicurato il sindaco. Ma la questione di fondo resta: perché quando si parla di iniziative (non necessariamente religiose) che ruotano intorno alla Natività non si può fare riferimento al Natale? La forma è sostanza. È come se un'onda anonima, morbida e lenta, si premurasse di scolorare tutto quel che rimanda a un'identità propria. A furia di lavare, non ci resterà che il bianco. Ma non è di lavatrici che la modernità ha bisogno.

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quella rotonda al buio è pericolosa, illuminatela (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

GRUARO. APPELLO DEL LEGHISTA BORTOLUSSI «Quella rotonda al buio è pericolosa, illuminatela» GRUARO. Due auto andate a finire fuori strada, un camion che si scontra con un'auto per la scarsa visibilità e nessuno sembra preoccuparsi di una situazione che da oltre dieci giorni sta lasciando completamente al buio la rotatoria di Gruaro, quella per intenderci all'uscita dell'autostrada. «Alle mie rimostranze, sostiene Matteo Bortolussi, peraltro anche consigliere comunale della Lega Nord, si sta verificando un palleggiamento di responsabilità tra Comune e Provincia ed intanto, precisa il consigliere, l'intera rotatoria non ha nemmeno un lumino acceso. Se si considera il grande volume di traffico che passa per questa arteria, è pura fortuna se finora non sia accaduto qualcosa di grave, perciò non credo che si debba aspettare che ci scappi il morto prima di intervenire per ripristinare l'illuminazione». E qui il consigliere se la prende con i vertici del Comune, il cui vice sindaco Giacomo Gasparotto, ricopre anche la carica di consigliere provinciale: «La rotatoria è la sua grande opera, dice Bortolussi, trovo strano che trovandosi quotidianamente nel Palazzo del potere, il nostro vicesindaco non si ricordi del proprio paese e lo lasci al buio, per voglia di risparmio energetico. Sarà mia personale cura informare gli uffici preposti per denunciare questa persistente ed ingiustificata anomalia che crea disagio ai cittadini, precisa Bortolussi, mi auguro che per una questione di burocrazia non si continui a giocare con la pelle della gente». (gp. dg.)

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Treviso, la mia città (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Treviso, la mia città Treviso, la mia città geneticamente modificata Ricordo gli anni della mia giovinezza, quando la città era veramente un piccolo gioiellO, anche di educazione civica. Oggi, quando mi immetto nel centro storico, ma anche nei quartieri periferici, si respira un'atmosfera di disagio, che sembra avvolgerti come la nebbia. Insomma nel complesso, si ha l'impressione che esista un disagio psicologico. Un motivo c'è,a mio parere! L'attuale giunta comunale in carico, nonostante si vanti d'aver fatto meraviglie, con un abile azione degna d'ingegneria molecolare OGM, è riuscita in nome del progresso a stravolgere la struttura urbana, aggiungendo, tra l'altro, infrastrtture che si sono rivelate inutili se non potenzialmente dannose. Sto riferendomi ancora alla famigerata pista ciclabile in viale Felissent, praticamente vuota anche nelle ore di punta. Non parliamo, dopo più di un anno di lavori, del sottopasso di viale Brigata Marche, completato senza pensare che un mezzo dei Vigili del Fuoco non riesce a passare. E che dire, nonostante i vari comitati che le hanno contestate, della selva di torri elettromagnetiche? Il traffico, in parte legato ad un abuso dell'auto da parte del cittadino, non scorre se non la notte fonda. Ma allora rotatorie, tangenziali... Tutti si sono spaventati l'anno scorso per l'incendio De Longhi, ma a quasi un anno dal disastro, nessuno pensa al danno incredibile prodotto dai gas di scarico (polveri sottili, benzene etc.) Se si legge il registro tumori veneto siamo tra i primi posti in Europa,per alcune forme di cancro! Sarà un caso? Comunque anche questa vita frenetica logora e fa ammalare le persone. Le difficoltà logistiche a muoversi, pesano su tutti. Per esempio, oltre l'eccesso di burocrazia, diventa stressante per gli anziani o i loro familiari accedere alle strutture sanitarie. Chi ha bambini, deve parcheggiarli in fretta nella scuola,per correre al lavoro, dal medico o a fare la spesa. Correre, correre, correre...per finire in ospedale per incidente stradale o per un infarto. Qualcuno, dopo aver letto questa lettera potrebbe pensare che io sia contrario al progresso e rimpiango tempi bucolici,che non torneranno mai. Ebbene no! Esiste anche un modo per far crescere la città in modo più sostenibile. Politici, guardatevi attorno, prendete ad esempio i Paesi Scandinavi, l'Olanda, non spetta a me darvi le specifiche soluzioni. Nel frattempo Treviso continua a mutare, come un organismo geneticamente modificato, ma non ne vedo gli effetti positivi sulla salute psico- fisica dei cittadini. Gianfranco Aretini Medico di Medicina Generale Treviso Vi spiego perchè continuo a difendere l'Ombralonga Egregio signor Albanese, con piacere rispondo alla sua lettera. E' vero che il dramma del ragazzo morto sotto il treno è stato forte. Innegabile e purtroppo ai nostri occhi. Per quanto riguarda il pelo sullo stomaco le garantisco che ho perso pure i capelli.... Vede io ho 43 anni, felicemente coniugato da 19, 3 figli, il maggiore farà 18 anni ad aprile la più piccola ha appena fatto gli 8 anni..ritiene che non mi preoccupi del problema del bere ai ragazzi vista anche la mia professione? Non voglio e non ho voluto vendere alcol ma cercare di educare al «giusto» bere le persone. Io e le persone coinvolte nell'organizzazione abbiamo cercato di fare il possibile per mantenere il tutto all'interno di ciò che ci eravamo prefissati. Cultura enogastronomica, il giusto bere, per inciso è stata l'organizzazione, al fine di evitare spiacevoli situazioni come purtroppo spesso accade nei fine settimana, ad incentivare l'uso di mezzi pubblici, con forme culturali diverse che andavano dalla pittura alla musica. Mi permetto di farle una confidenza; l'organizzazione, che non aveva il patrocinio del comune e della provincia, si è trovata all'ultimo (l'omo par a paroe el muso par a caveza) senza la collaborazione della protezione civile che nel programma doveva controllare le «aree buie». Altresì la possibilità di locali che, pur non aderendo alla manifestazione ed alle regole prefissate, davano bottiglie, che per accordo tra le parti non dovevano essere vendute, a chi le chiedeva. Con rispetto non possiamo noi andare a dire «non vendere». Le dico, con tutta onestà, che c'erano persone che si portavano il vino da casa. In realtà una problematica esiste, forse si poteva fare di più, ma da soli è dura. ersonalmente piacerebbe che la gente andasse a visitare le opere di Tommaso da Modena (pensi abbiamo un affresco con il primo uomo con gli occhiali) o camminasse per Treviso con gli occhi alti per vedere cosa stiamo perdendo... la conoscenza della nostra città e della sua provincia. Fare manifestazione e cultura in numeri così concentrati in un giorno è arduo... ma ci abbiamo provato. Per quanto riguarda il fatto fiscale credo che abbia interpretato male la mia affermazione; ritengo assolutamente doveroso farli ma emetterne così tanti in breve periodo mi ha stupefatto. La cosa che non le fa onore, ed avrei piacere incontrarla per chiarirsi ad visu, riguarda il fatto della beneficenza. Io non so chi sia sialei e la rispetto ma lei non sà cosa faccio io in questo campo. Mi permetto solamente di invitarla a partecipare alla evoluzione del progetto Giovanni Righetto Treviso I leoni della Padania impigriti dal Ponentino Tagli alla scuola pubblica e più soldi alla scuola privata (cioè, cattolica): a parziale ricompensa dell'appoggio dato dal Vaticano al centrodestra in campagna elettorale. Tagli ai comuni; ma 140 milioni di euro regalati al comune di Catania (Berlusconi non abbandona gli amici nel momento del bisogno, specie se a pagare sono i contribuenti): è il federalismo fiscale in salsa azzurra. La Lega crede di tenere in pugno Berlusconi; invece, gli trotterella accanto, al guinzaglio: per qualche discreto boccone, e tanti tanti rospacci da ingoiare. D' altra parte, al popolo leghista bastano le feste padane; le ombrelonghe; gli slogans qualunquisti: al resto, ci pensano i capi. Ma il ponentino di «Roma-ladrona» ha impigrito anche i giovani leoni della padania. Eh si! E' molto più facile sfasciare che costruire. Specialmente dalle parti di Roma. Ernesto Pavan Povegliano

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fvg in recessione, ma un po' meno che nel resto d'italia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le previsioni degli scenari di sviluppo delle economie locali elaborate da Unioncamere e Prometeia. Nel 2010 ci sarà la ripresa, timida, e più robusta l'anno dopo «Sarà il Mezzogiorno a pagare di più il prezzo della crisi» Fvg in recessione, ma un po' meno che nel resto d'Italia La regione però registrerà una performance leggermente peggiore di quella che sarà segnata dal Nord-Est di PAOLO L. MEDEOSSI UDINE. In questo e nel prossimo anno il Fvg non crescerà, anzi il Pil si ridurrà seppur di un decimo di punto, insomma due anni di recessione, anche se uno, il 2008, è quasi agli sgoccioli. Inoltre caleranno i consumi, aumenterà la disoccupazione (anche se le unità lavoro cresceranno ma molto poco) e il reddito disponibile si ridurrà. Non sono supposizioni basate su quelle che sono le ultime stime sull'economia europea e mondiale, ma previsioni con tanto di numeri (si veda la tabella) elaborate da Unioncamere e Prometeia nell'ambito delle analisi sugli scenari di sviluppo delle economie locali. Le cifre parlano da sole, ma alcune valutazioni sono possibili. Intanto, per non farsi travolgere dai dati negativi, la ripresa arriverà nel 2010 e si rinforzerà nel 2011, anche se i tassi di crescita saranno sotto i due punti percentuali, con un aumento superiore degli investimenti fissi lordi che comunque non registreranno mai flessioni e il traino che verrà dalle esportazioni più che dai consumi interni, anche se le vendite all'estero non avranno quella brillantezza registrata nel 2006 e nel 2007. Quanto invece ai due "anni horribiles" va sottolineato che si nota che in regione l'andamento sarà frazionalmente migliore di quello del sistema Paese, ma peggiore, sempre frazionalmente, di quello del Nord-Est: si veda per esempio, oltre al Pil, le esportazioni, i consumi e il valore aggiunto, una situazione che sarà recuperata solo nel 2011. Sul piano nazionale, il Pil scenderà dello 0,3% nel 2009 e la recessione sarà decisamente più pesante al Sud, dove la flessione dell'economia raggiungerà lo 0,6%. Il 2008, poi, si chiuderà con un calo del Pil dello 0,2%, per risalire a un +0,8% nel 2010. Solo nel 2011 la crescita tornerà ad essere decisa e pari al +1,3%. Il prossimo anno, come accennato, «a pagare il prezzo più alto della crisi economica sarà il Mezzogiorno: -0,6% l'andamento del Pil previsto in quest'area contro il -0,3% della media nazionale, con Basilicata (-0,9%), Molise, Puglia e Calabria (-0,8%) fanalini di coda della classifica regionale. Soltanto l'Emilia Romagna sembra destinata a contenere il peso della crisi, incrementando la propria attività produttiva dello 0,1%». Tornando al Fvg, «negli ultimi tre-sei mesi - sottolinea Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio di Udine - i dati economici regionali hanno completamente cambiato di segno. Il Pil, le esportazioni e i consumi delle famiglie del secondo semestre sono tutti preceduti da un segno meno (i dati di giugno, a esempio, segnavano un ottimo risultato per il nostro export). Il trend previsionale per il 2009 è peggiorativo e potrà avere ripercussioni pure sul mercato del lavoro. Di fronte al calo della domanda interna ed estera, insistiamo nel sostenere che è necessario intervenire sul sistema con la liquidità e l'efficienza necessaria affinché i soldi arrivino, in tempi brevi, nei posti dove possono essere immediatamente spesi. Inoltre, con la Regione, ho chiesto la sottoscrizione di un Patto per l'economia - conclude Da Pozzo - che contenga, oltre a interventi sul credito utilizzando pure Friulia e Mediocredito, lo snellimento della burocrazia e l'avvio di un piano complessivo per il rafforzamento delle infrastrutture».

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Festival Barocco e burocrazia stonata (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi Festival Barocco e burocrazia stonata Critiche al bando per il direttore artistico, la replica di Mazzoli: «Le date sono cambiate»

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La burocrazia colpisce ancora. E stavolta manda in crisi centinaia di famiglie. Sono quelle ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi di LUCA BENEDETTI La burocrazia colpisce ancora. E stavolta manda in crisi centinaia di famiglie. Sono quelle che mandano i loro bambini alle scuole materne comunali. Ieri sono arrivati i bollettini per pagare la quota mensile del servizio mensa. E fin qui nulla di strano. Il problema e che il mensile di settembre e di ottobre, ha la scadenza un po' vecchiotta: quella del 20 ottobre. Logico lo smarrimento di chi è visto recapitare il bollettino con la scadenza già superata. Dopo qualche consulto tra genitori in tanti hanno telefonato in Comune. Tutti a chiamare il numero unico 075075075 e la risposta è stata più o meno questa: «Ah, anche lei? Ci hanno chiamato in tanti. Adesso le passo l'ufficio...». «E all'ufficio- spiega il papà di un bambino che frequenta la scuola materna comunale "Il Tiglio" - ci hanno risposto che non c'era alcun problema per la data di scadenza che riportava il 20 ottobre come giorno ultimo per pagare. Ci hanno soltanto consigliato di pagare con un certa celerità». Insomma, nessuna mora, ma per fra tornare i conti del Comune, meglio affrettarsi. Secondo quando hanno scoperto i genitori 007, l'intoppo è legato al fatto che, da quest'anno, è cambiato il sistema di gestione del pagamento del servizio mensa. E prima di andare a regime, qualche scivolone c'è stato. Quello della scadenza che arriva prima che la bolletta venga consegnata sembra un gioco, ma non lo è. Resta un dubbio in quello che i genitori 007 hanno scoperto nel giro di mezza mattinata con un giro di telefonate e con il tam-tam tra una materna e l'altra. Non è che i bollettini, compilati e stampati in tempo, sono stati inviati tardi perché il via libera non è stato autorizzato in tempo? Possibile, ma tanto andare alla radice dell'errore, ormai, non cambia nulla. Sembra quasi una maledizione. Ogni volta che c'è di mezzo un cambiamento di sistema nella gestione di bollette e bollettini, a Perugia c'è un inciampo. Ricordate il caos scatenato quanto la bolletta sui rifiuti da tassa (cioè Tarsu) è passata a tariffa(cioè Tia)? Perugini sull'orlo di una crisi di nervi, uffici della Gesenu presi d'assalto e migliaia di bollette da rifare per gli errori sui dati catastali. Con i garage a farla da padrone, tra ricorsi, proteste, interrogazioni in consiglio comunale, polemiche a non finire. Ma, naturalmente, non finisce qui. Perché anche per le bollette di gas ed acqua, c'è spesso qualche intoppo. E anche in quei casi la scadenza è diventata un incubo visto che, a volte, sono state consegnate il giorno della scadenza del pagamento. O, in altre occasioni, soprattutto sul fronte del gas, sono state accorpate fatture che hanno fatto lievitare in una sola rata il conto. E' logico che la sfida più grossa di tutte all'equilibrio del cittadino che paga è stata legata alla multe elevate col T-Red. Ma la sfida ai semafori vampiro ha, all'origine, il codice della strada da rispettare. Cioè col rosso non si passa. Ma il braccio di ferro non è certo finito visto che gli uffici del giudice di pace sono ancora invasi da migliaia di ricorsi. A quel punto, semafori vampiro, rosso, torto e ragione non si contano più: c'è solo la burocrazia che mette paura, fa lo sgambetto al cittadino. Un po' come quei conti dell'asilo arrivati per il pagamento dopo la data di scadenza.

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Soltanto pochi giorni fa i sindacati dei pensionati avevano lanciato l'allarme, riferendo di come ne... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi Soltanto pochi giorni fa i sindacati dei pensionati avevano lanciato l'allarme, riferendo di come negli ultimi tre anni fossero addirittura triplicate le richieste di agevolazioni da parte degli anziani per il pagamento di acqua, gas e nettezza urbana. Mentre si attendono lunghe code per chiedere tariffe scontate per l'energia elettrica, agevolazione cui si potrà accedere a inizio anno, dal primo gennaio al 28 febbraio. La situazione spoletina, quindi, non è rosea, ed è proprio per questo che i patronati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil chiedono al Comune di istituire al più presto uno sportello dedicato all'interno del Suic, onde evitare di far perdere gli anziani nel labirinto della burocrazia, visto che attualmente per ottenere le varie agevolazioni bisogna rivolgersi a interlocutori diversi.

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Anche perché nel frattempo la comunità scientifica si accorge dell'importanza dell... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 07 Novembre 2008 Chiudi di MARCO SAIONI Anche perché nel frattempo la comunità scientifica si accorge dell'importanza della raccolta, ritenuta tra le più rilevanti in Europa. Il giacimento di lignite diviene l'oggetto di uno specifico convegno. Attualmente i reperti, alcune migliaia, sono difficilmente visitabili e conservati in un locale poco idoneo. Si tratta di resti di "Mammuthus meridionalis" un elefante che frequentava volentieri quell'ambiente palustre. Ma anche di rinoceronti, vari tipi di rettili e anfibi, tra i quali la tartaruga d'acqua dolce. Uno strepitoso zoo pietrificato che stimola curiosità, specie nei bambini. La capacità visionaria li induce a figurarsi, come in un film di Spielberg, un ambiente magico popolato di alberi rosicchiati da castori; scimmie che si rincorrono; uccelli volteggianti dalle larghe ali. Mandrie di cavalli con criniere al vento. Già, ma quando le insegnanti provano a comporre il numero per prenotare una visita debbono sottomettersi ad una sorta di gioco dell'oca. Alla centrale Enel di Pietrafitta, dove sono conservati i materiali, consigliano di chiamare la Soprintendenza per l'autorizzazione. Da lì rispondono picche poiché da recenti accordi si dà per scontata la possibilità di accesso. Sentissero la centrale. E' proprio da questo intreccio di burocrazia e inefficace coordinamento fra comuni interessati, Enel, Soprintendenza e Regione che trae origine il naufragio della musealizzazione. Manifestazioni e prese di posizione da parte della comunità locale non sono mancate, l'ultima qualche anno fa, ma i risultati sono sempre lì. Una collezione unica, ancorché curata dai restauratori, riposa in un cimitero di elefanti, difficile da visitare. Saranno i bambini a salvare quel mondo in un prossimo futuro?

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Cara Carla (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cara Carla «Una storia d'amore, da rinnovare ogni giorno». Questo diceva del manifesto Carla Casalini nell'articolo per i 35 anni del giornale, che qui ripubblichiamo Carla Casalini Detto molto sobriamente: questa è una storia d'amore. E come tutte le storie d'amore è nata da un incontro tra quelle donne e uomini radiati, usciti dal partito comunista, e le ragazzi e i ragazzi del Sessantotto-Sessantanove, dei primi anni Settanta. L'incontro è felice perché gli uni e gli altri in quel momento stanno osannando se stessi e, come ciascuno sa dalla propria vita personale, questo è capace di produrre una qualche magia. Le differenze ci sono, pur immerse allora nella forza destabilizzante e gioiosa di «stato nascente» del movimento, e sempre si vedranno: contraddizione e insieme tesoro della vicenda manifesto. Né possono banalizzarsi a puri gap «generazionali» - secondo la nomenclatura del consumo che sempre più tenta di irrigidire i desideri in target. Le differenze attraverso tutti e ciascuno. E fin dall'inizio segnano lo stesso gruppo uscito dal Pci: che via via si separa, una volta fuori dall'ex grande partito, che evidentemente nella cassetta degli attrezzi aveva un collante a presa forte; o forse già si anticipano quelle vie diverse che negli anni successivi prenderanno anche tanti più giovani. Ma differenti sono anche i ragazzi e le ragazze di quel primo incontro. C'è chi ha già sperimentato una qualche realtà politica strutturata; e chi invece si è radicato direttamente nel movimento, con riferimenti e esperienze più ibride. Comune, soprattutto per chi viene dal nord, è il rapporto con le lotte operaie. Altri riferimenti, non tutti condivisi, contano invece per molti di noi. C'è Marx certamente, ma pochissimo Gramsci ad esempio, e invece il richiamo europeo con Luxemburg, Korsch, nonché Bloch; da un lato la scuola di Francoforte in tutta la tastiera dei suoi esponenti, accanto a Foucault «e i francesi». In Italia c'è lo sconvolgente movimento di Basaglia che si applica a svuotare i manicomi; fuori si guarda a Laing e all'antipsichiatria inglese, all'antiautoritarismo e alle suggestioni americane. C'è il rock. C'è la pratica del femminismo. Un catalogo zeppo. L'esito, per quelle e quelli che non avevano «a che vedere» con il Pci era una pretesa radicale: strappare in sé, l'«individuo», alla scarnificazione e solitudine cui pretendeva inchiodarlo il presente di un'accumulazione capitalistica vorace di ogni legame sociale, rapporto con culture e forme di vita. Non leggibile classicamente nel solito conflitto capitale-lavoro. Insomma, questa storia d'amore e di politica non è nata da un unico ceppo, l'allora grande partito comunista. Anzi, i compagni «radiati» là si erano a lungo battuti perché avvertivano mutamenti che richiedevano analisi più rischiose ma anche esposizioni personali più rischiose, e hanno corso il rischio, sono usciti per strada: per questo alcuni di noi «del Sessantotto» li hanno incontrati. La storia del manifesto - l'ho già scritto, lo ripeto - nasce propriamente da questo incontro. Perciò la sua identità è per definizione mobile, pretende il riconoscimento reciproco; e la sua origine sta anche davanti a noi, non solo dietro, e chiede di essere sempre ricostruita, pena la perdita del senso di questa impresa: nata nella storia, in un noi costruito nel tempo, la sua esistenza non è ineluttabile, deve essere rischiata ogni giorno. E' il nostro bene prezioso per il futuro, nei confronti, nei conflitti anche laceranti, che hanno solcato il passato e che via via si ripresentano. Semmai c'è da chiedersi se i momenti di avvertita a tratti decadenza in questa impresa non segnalino che non sempre onoriamo la sua delicata origine promiscua, quel noi sempre da ricostruire, e invece per stanchezze o rassegnazioni mutuiamo pratiche correnti di «gruppo», mimiamo l'autoconservazione della «famiglia», delle burocrazie, o finiamo per rifugiarci in origini pure, separate, a identità chiusa: i comunisti, i sessantottini, gli altri. Perché proprio quell'origine e questa vicenda non univoca, il rischio dell'incontro e dell'agire di donne e uomini differenti, che da subito segna l'esperienza politica e anche editoriale - la nascita del quotidiano e i saperi le passioni le ore di vita che ne hanno permesso, ne permettono l'esistenza - e non è l'ultima delle ragioni per cui il manifesto c'è ancora oggi.

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Gis, Sartori lascia: <Mi sento in gabbia> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: BELLUNO - data: 2008-11-07 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Cortina Gis, Sartori lascia: «Mi sento in gabbia» CORTINA — Teodoro Sartori, alla presidenza della Gis dal giugno 2007, la società che gestisce gli impianti sportivi, ricreativi e culturali di Cortina, lascia a fine anno. «Troppo impegno per chi come me ha una sua azienda - dice -. Alla Gis non bastano due ore al giorno: ne servono almeno 8-10». Tempo fa Sartori aveva lamentato che il compenso – 1500 euro mensili - era inadeguato rispetto all'impegno, ma non ha avuto riscontri dal Comune. Ma c'è anche un altro motivo che spinge Sartori a mollare: «Non mi adatto al pubblico. Ho mentalità da imprenditore privato e la burocrazia è crescente: mi sento come in una gabbia».

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<Trentuno miliardi per le infrastrutture bloccati dalla burocrazia> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

VENETO pag. 12 «Trentuno miliardi per le infrastrutture bloccati dalla burocrazia» I SINDACATI confederali del Veneto denunciano la situazione paradossale che vede, in un momento di crisi dell?economia, 31 miliardi di euro per infrastrutture materiali e immateriali «bloccati» tra Cipe e Cassa depositi e prestiti. Secondo quanto affermato ieri dai segretari veneti di Cgil, Cisl e Uil, Viafora, Porto e Colamarco, si tratta di risorse ingenti per opere che dovrebbero realizzare gli enti locali, ma inutilizzate «per motivi burocratici». In particolare, ha rilevato Franca Porto (Cisl), ammontano a 16 miliardi complessivi per il Cipe e 15 miliardi per la Cassa Depositi e prestiti. Risorse che invece, sottolineano Cgil, Cisl e Uil, sarebbero vitali per far ripartire anche in Veneto il settore delle infrastrutture. Secondo Emilio Viafora (Cgil), la ripresa degli investimenti in infrastrutture è uno dei tasti sui quali è necessario che anche la Regione Veneto si impegni. La forte frenata delle opere, ha ricordato Viafora, è confermata dall?aumento esponenziale della cassa integrazione nell?edilizia (+440% ) nei primi sei mesi dell?anno.

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er gli oltre trenta comuni emuli di Cortina, che ha scelto di traslocare in un'altra regione, l... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

UMBRIA pag. 1 er gli oltre trenta comuni emuli di Cortina, che ha scelto di traslocare in un?altra regione, l... er gli oltre trenta comuni emuli di Cortina, che ha scelto di traslocare in un?altra regione, la strada si fa in salita. Secondo la proposta di legge all?esame della commissione Affari costituzionali della Camera, non sarà più sufficiente un referendum dell?ente locale che intende emigrare. Ce ne vorranno due, entrambi con esito positivo: uno indetto fra i transfughi e il secondo fra gli eventuali ospitanti. Finora ci sono 16 richieste di trasferimento in Trentino Alto Adige (Cortina ha votato sì al 78%) e 11 in Emilia Romagna. Più una in Umbria: a Leonessa, nel Reatino, si voterà domenica 30. La doppia consultazione è la prima risposta burocratica a cittadini oppressi dalla burocrazia. Magari in seguito, per prudenza, verranno istituiti anche referendum supplementari e calci di rigore.

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Così la Moratti diventò "suor Letizia" (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 267 del 2008-11-07 pagina 0 Così la Moratti diventò "suor Letizia" di Vittorio Sgarbi Mostre contestate, visioni contrastanti della politica, idee diverse sull?Expo, fantasia contro burocrazia. Ecco i retroscena dello scontro fra il sindaco di Milano e il suo ex assessore alla Cultura. L'intervista al critico d'arte: "In lei c'è un po' di me e un po' di Albertini" Milano - Il sindaco Letizia Moratti si permette di dire che la mostra «Vade retro, arte e omosessualità» (siamo nell?estate 2007, ndr) è brutta: ho iniziato a fare politica molto prima della Moratti e so che non spetta a un politico, ma nemmeno al critico, giudicare l?arte in relazione a presunti valori. La mostra non feriva i valori di nessuno, non diversamente dalle immagini dell?inferno negli affreschi delle chiese. La sensibilità, il gusto, la raffinatezza degli omosessuali non vanno confusi con le indicazioni della moda. La Moratti, insomma, non doveva rimediare a nessun vizio di origine, che non c?era. Se la sua è un?estetica dell?Ottocento va bene, ma non la imponga a tutti. L?arte del Novecento è una continua provocazione, da Duchamp a Manzoni. Non si permetta di dare lezioni d?arte a me. Sono particolarmente colpito perché la mostra per metà è mia, nel senso che io ho inserito una serie di presenze del tutto peregrine rispetto alla costruzione contemporaneistica di Eugenio Viola, come Leonor Fini con il Principe Hassan (1951), il ritratto straordinario di un principe arabo omosessuale che sembra una Gioconda al maschile, e il barone von Gloeden che, per divertimento, avrei proposto per una mostra monografica. Che ho realizzato, ottenendo che almeno su von Gloeden ci fosse un atteggiamento non di censura. Per un?altra stagione ho proposto anche Pierre et Gilles. Il percorso della mostra, nella prima parte, governata da me, vedeva appunto autori assolutamente imprevisti e sconosciuti a molti, anche a Viola, come il pittore sardo Brancaleone da Romana, che rivela un amore, una sensualità, una sensibilità sottile, intima e intimistica, «larvatamente» omosessuale, anche se non abbiamo notizia della sua omosessualità. Mi interessavano il clima, l?atmosfera, le spiagge delle opere meravigliose di Willy Varlin, e poi soprattutto la forza cromatica di Giovanni Testori, in opere di ispirazione dichiaratamente omosessuale, e poi c?era un meraviglioso ragazzo di Aron Demetz, che cade immediatamente sotto la censura della Moratti, perché bambini e soggetti religiosi vengono banditi, secondo un principio che sembra essere «scherza con i fanti, ma lascia stare i santi». Insomma, arricchisco la rassegna, anche nella fase più avanzata, delle sculture di Eugenio Baroni, di ispirazione michelangiolesca, il Davide di Guglielmo Janni, il Vir temporis act di Wildt. Sono pronto a difendere la mostra sul piano estetico, sia nella leggerezza armoniosa delle scelte delle opere degli ultimi trent?anni fatta da Viola, sia nella scelta della prima parte del secolo fatta da me, e nell?allestimento. La mostra funzionava, infatti, come mi è stato confermato anche da persone che l?avevano vista. Il 14 luglio davanti a Palazzo della Ragione viene organizzato un sit-in di protesta contro il Sindaco, che viene fischiato anche in serata al concerto di Giovanni Allevi in piazza Duomo. Per la Moratti la mostra si sarebbe potuta svolgere, una volta eliminate le immagini sacre, blasfeme e minori. A queste continue censure legate prevalentemente a soggetti religiosi si aggiunge l?assurda richiesta della Moratti di togliere dal catalogo anche le immagini di riferimento, non quindi quelle delle opere esposte, ma i minimali con cui si fanno i confronti, con Caravaggio, Antonello da Messina o Mantegna, perché riferite a temi religiosi, san Sebastiano in primis. La partita è assolutamente impossibile da giocare sul piano etico, perché alimentata dalla volontà, da parte del Sindaco, di rappresentare l?aspetto più ridicolo del potere. Mi dispiace di essere contemporaneamente dentro e fuori - dentro perché io stesso vittima, fuori perché era l?unico modo per salvare la faccia, come infatti è accaduto, uscendo da questa ridicola vicenda come eroe del mondo gay e della libertà dì pensiero, figura che non avevo ricercato -. Ero profondamente amareggiato per la figuraccia di Milano e della Moratti, mi sentivo responsabile anche del suo errore, pur essendone immune. Il contrasto con la Moratti si fa radicale, quasi come se io fossi all?opposizione - ed è qui che nasce la denominazione feroce di «Suor Letizia», con cui cerco di dare un significato ironico a questa censura. Della contraddizione entro cui annaspa Suor Letizia si rende conto anche il capogruppo di Forza Italia, Gallera: «La Moratti - commenta il 15 luglio - non ha saputo gestire al meglio la situazione: prima ha dato semaforo verde alla mostra, poi ha disposto la censura di una decina di opere, tra cui quelle dedicate a san Sebastiano, le più significative in catalogo». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Promossi da Brunetta, ma lo Stato chiede i danni (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Promossi da Brunetta, ma lo Stato chiede i danni Manager ASL Citati fra i casi di buona burocrazia per aver speso meno sui farmaci, ora si vedono chiedere 5 milioni: potevano fare meglio... COSTANTE >> 9 07/11/2008

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Immigrazione in Italia La sfida è bipartisan (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL CONFRONTO. Dibattito a più voci (teletrasmesso in diretta da Brescia Punto Tv) attorno a un fenomeno «strutturale e gigantesco» che sta cambiando il Paese Immigrazione in Italia La sfida è «bipartisan» di Massimo Tedeschi Il tema immigrazione va sottratto agli slogan acchiappa-voti. Per un fenomeno che ormai coinvolge l'Italia da vent'anni, e che sta modificando il tessuto sociale del Paese, è tempo di proposte meditate, condivise. Non va sottaciuto il carico di ansia, e di problemi, che l'immigrazione genera, ma puntando sull'incontro fra i valori di cui ciascuno è portatore, e su regole chiare da proporre a chi arriva nel Belpaese, è possibile guardare a un futuro meno cupo, alla costruzione di una società più umana. È questo, in estrema sintesi, il messaggio uscito dal dibattito che, sotto il titolo «L'esperienza della libertà: fra regole e integrazione», ha focalizzato l'annuale assemblea della Compagnia delle opere di Brescia. Per accogliere i 1.500 convenuti, e assicurare un posto ai 1.330 partecipanti alla cena a inviti, la Cdo quest'anno ha dovuto ricorrere al PalaFiera. Assente (giustificata per impegni romani) il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che era attesa invano da un piccolo manipolo di contestatori, sono stati il giornalista Magdi Cristiano Allam, l'europarlamentare Mario Mauro e il presidente del Comitato dei servizi per la sicurezza Francesco Rutelli ad affrontare lo spinoso tema, con Oscar Giannino in veste di «regista» dell'incontro e il presidente Cdo, Graziano Tarantini, a delinearne l'obiettivo: «Per un fenomeno strutturale non intendiamo fornire risposte preconfezionate, ma avanzare proposte per arrivare a scelte appropriate». FRANCESCO RUTELLI meglio di tutti riesce a mettersi in sintonia con le attese della Cdo: «Servono - dice - regole condivise per un fenomeno gigantesco, che ci interpella tutti. Le politiche della sicurezza e dell'integrazione vanno spogliate dalla polemica estrema: in campagna elettorale è più facile segnalare un problema che proporre soluzioni. Il tema va affrontato con coraggio e serietà, smettendola con le letture ideologiche ma cercando un terreno comune». La globalizzazione ha mutato gli scenari. «Un tempo - osserva Francesco Rutelli - l'emigrazione era un progetto di vita preparato a lungo, oggi la fuga da Paesi africani scossi dalla guerra viene decisa e messa in pratica in dieci giorni. I "giri di vite" non hanno efficacia: quest'anno a Lampedusa sono sbarcati più del doppio degli immigrati dell'anno scorso». Interi Paesi, ricorda Rutelli, vivono ormai sulle rimesse degli immigrati. E intere organizzazioni criminali prosperano sul traffico di esseri umani, che è il più redditizio dopo quello della droga. «L'Italia - denuncia Rutelli - non fa abbastanza per contrastare questo traffico, non è attrezzata. La commissione dei servizi lo segnalerà, in una prossima relazione al parlamento». EZIO MAURO invoca la vigilanza delle istituzioni per «evitare che l'immigrato finisca nelle mani del racket», ma anche per fargli sentire una «presenza amica», capace di far rispettare «regole chiare» anche a fronte di chi, come i fondamentalisti, cerca di imporre al mondo dell'immigrazione regole e stili di vita incompatibili con quelli italiani. L'esperienza di Bruxelles porta Mauro a contestare «l'operazione mediatica che ha fatto sembrare che l'Europa bocciasse i provvedimenti del governo italiano dell'estate scorsa. In realtà Barroso li ha giudicati compatibili con le regole dell'Unione». Ed è sbagliato «dipingere l'Italia come un Paese razzista rispetto a un'Europa più buonista». In realtà le legislazioni nazionali di Stati come l'Austria, la Danimarca, la Francia e la Germania sono assai più esigenti, in tema di permessi di residenza, nel chiedere la conoscenza di lingua, tradizioni, istituzioni locali. Mauro prova a smontare anche le polemiche più recenti su alcune proposte di innovazione scolastica: «Da un mese e mezzo - sostiene - polemizziamo su una mozione della Lega facendo finta di ignorare che classi-ponte, aggiuntive e integrative per i figli di immigrati appena arrivati ci sono in 20 dei 26 Paesi dell'Unione». «Chiedere a qualcuno di più vuol dire anche dargli di più», insiste l'europarlamentare. E fra i tanti esempi di disponibilità e apertura dell'Italia ricorda le 145mila imprese di immigrati che hanno rapporti con il sistema delle Bcc, «che assicurano microcredito, fino a 6 mila euro, a tassi del 2%». MAGDI CRISTIANO ALLAM insiste su un leit motiv che gli è caro: «In Italia - ribadisce - non si è ancora elaborato un sistema di regole vincolanti per chi arriva. E così l'Italia dà la percezione di essere una landa deserta, in cui si può arrivare anche da clandestini, tanto una burocrazia farraginosa farà sì che poi si possa restare. Gran parte di chi è qui non è stato scelto, non è stato selezionato: è qui perchè è riuscito a imporsi, con una serie di sanatorie che si sono susseguite negli anni. Invece bisogna invertire il trend, arrivare ad avere un'immigrazione scelta e non subita». Lo sprone di Allam è a stabilire «regole sulla base delle nostre certezze identitarie e valoriali», ed esigere che che chi arriva in Italia le accetti, e dimostri di volersi sintonizzare con il nostro Paese «a partire dalla conoscenza della lingua, della cultura, dei valori fondanti». Proposte e accenti diversi, come si vede, ma che contribuiscono a spostare, lentamente, il tema-immigrazione dall'emergenza alla strategia meditata. E, possibilmente, condivisa.

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Partorì in coma Ora torna casa dalla sua bimba (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

il caso Battaglia giuridica per riconoscere la maternità Partorì in coma Ora torna casa dalla sua bimba SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO La casalese di 35 anni che, il 22 maggio scorso, in coma da due giorni a seguito di un incidente, partorì una bambina, con un cesareo indotto dai medici, è finalmente uscita dall'ospedale e dal centro di riabilitazione intensiva dove è rimasta tutto questo tempo. Ha imparato ad abbracciare la sua bambina quando aveva ormai alcuni mesi. L'ha trovata bella e paffuta, e con il nome che lei, quando era incinta, aveva già scelto nell'attesa: Gaia. Magari tra non molto la piccola comincerà a balbettare qualche verso somigliante a «mamma». Ma, in realtà, per la burocrazia, la giovane donna non è ancora giuridicamente la mamma di Gaia, perché al momento del parto lei era in coma e quindi non nelle condizioni di poterla riconoscere. Il caso aveva destato scalpore e apprensione. La giovane donna, al settimo mese di gravidanza, era stata investita da un automobilista pirata (poi bloccato qualche centinaio di metri più avanti). La vittima aveva battuto la testa ed era entrata in coma. All'ospedale di Alessandria, i medici avevano dunque deciso di intervenire con un cesareo indotto per salvare la bambina. Ma, quando i genitori della donna si erano presentati al Comune di Casale, l'ufficiale dell'Anagrafe non aveva potuto iscrivere la piccola: per la legge la donna che l'aveva partorita, senza l'espressa volontà di riconoscimento, non era madre. E, di conseguenza, i genitori della donna non erano i nonni. Ma le leggi della natura e dell'amore? Beh, quelle hanno prevalso spingendo i «nonni» che tali si sentivano a tutti gli effetti a rivolgersi all'avvocato Paolo Casalone perché sbrogliasse l'inghippo. Il legale avanzò al Tribunale dei minori la richiesta di affidamento temporaneo della bambina ai genitori e alla sorella della donna che l'aveva partorita. Nel frattempo, un muratore albanese di 30 anni si fece avanti dicendo: «Quella bambina è mia». Ma non basta dirlo. Affiancato dall'avvocato Massimiliano Borsalino di Valenza, si presentò in Comune ad Alessandria (località di nascita della piccola) e fece istanza. Il riconoscimento, con il placet del Tribunale dei minori, gli fu concesso. Nel frattempo, però, lo stesso Tribunale accolse la richiesta di affidamento della neonata avanzata da genitori e sorella della partoriente, con diritto del padre di vedere la piccola in giorni stabiliti. L'uomo, tuttavia, impugnò il provvedimento e si rivolse alla Corte d'Appello chiedendo che, avendo riconosciuto la figlia, gli fosse anche affidata. Ieri il responso: la Corte d'Appello ha respinto la richiesta del genitore e ha valutato più opportuno confermare l'affidamento a «nonni» e «zia». Ma, intanto, è avvenuto il miracolo. La donna è uscita dal coma e, dopo un lungo periodo in una struttura riabilitativa, è tornata a casa dalla sua bambina. Ha ancora bisogno di qualche mese di convalescenza per ristabilirsi del tutto, ma può cominciare a prendersi cura di Gaia, stringerla, toccarla, osservarla mentre ride, farla addormentare quando piange. E, tuttavia, per la legge questa donna amorevole non è ancora la sua mamma. Spiega l'avvocato Casalone: «Abbiamo avviato il procedimento per ottenere il riconoscimento della maternità». L'udienza è fissata a Torino per giovedì prossimo 13 novembre.

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L'alluvione batte sul tempo il G8 (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nuoro e Provincia Pagina 5017 Baronia. Il progetto affidato dalla Regione al Consorzio di bonifica con uno stanziamento di quasi 10 milioni di euro L'alluvione batte sul tempo il G8 Baronia.. Il progetto affidato dalla Regione al Consorzio di bonifica con uno stanziamento di quasi 10 milioni di euro Vanno a La Maddalena i fondi per Cedrino e rio Posada --> Vanno a La Maddalena i fondi per Cedrino e rio Posada Durante il vertice di ieri a Galtellì si è parlato, naturalmente, della priorità di intervento che è la pulizia dei canali. L'allarme, tra l'altro, resta per la messa in sicurezza del fiume Cedrino e del rio Posada. DAL NOSTRO INVIATO PIERA SERUSI GALTELLÌ Meno male che martedì scorso, mentre l'intera Baronia finiva in ammollo, in montagna è piovuto poco. Per fortuna perché, se negli invasi sul Cedrino e sul rio Posada fosse arrivata l'onda dai monti, viste le condizioni dell'alveo dei due fiumi adesso la conta dei danni sarebbe ben più pesante. Fosse solo per la mancata pulizia dei canali (infestati di canne, legna e immondizia) che non vedono operai ormai da anni. Dopo l'alluvione di martedì scorso, occorre dire che i paesi della Baronia ancora aspettano gli interventi di messa in sicurezza del Cedrino e del rio Posada che due anni fa - durante una terribile piena - diedero un assaggio della loro forza distruttrice. LA BUROCRAZIA È terribile doverlo ricordare, adesso che la gente sta spalando fango e si asciuga le lacrime. Ma così come i soldi per la pulizia dei canali di Posada, Orosei, Galtellì e Loculi erano fermi in Provincia ormai da più di due anni («fondi bloccati perché aspettavamo il nulla osta dell'Ufficio di Tutela del paesaggio e del Genio civile», ha spiegato l'altro ieri l'assessore alla Protezione civile Rocco Celentano); così dal 2007 il Consorzio di Bonifica disponeva di 4 milioni e 800 mila euro per i lavori sull'alveo del rio Posada e altrettanti per quello del Cedrino. Soldi che però non ci sono più perché - ma questa è notizia di due settimane fa - la Regione ha dirottato quasi 5 milioni di euro alle opere per il G8 di La Maddalena. ADDIO FONDI È vero che la giunta regionale si è impegnata a «riassegnare l'intera somma sui fondi Fas 2007-2013»; ma il presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale Gianmarco Meloni mette le mani avanti. «Lo scorso anno la Regione ci mandò una lettera di affidamento individuandoci come l'ente che avrebbe dovuto definire il progetto e gestire l'opera. Abbiamo avviato l'iter, definito il progetto esecutivo, ma al momento di dare in appalto i lavori ci è stato detto che i soldi non c'erano più». Esattamente due mesi fa. LE RIUNIONI Dopo l'alluvione, capita sempre che durante i vertici di Protezione civile si parli di strategie d'intervento le più banali. Tipo la pulizia dei canali e dell'alveo dei fiumi, questione nota persino alle massaie meno esperte, se è lecito fare un paragone tra i tubi del lavandino di casa e il letto di un corso d'acqua: sempre meglio levare il grumo che ostruisce lo scorrere dell'acqua. Ieri mattina, durante l'incontro coi sindaci della Bassa Baronia, l'assessore provinciale all'Ambiente, nonché responsabile della protezione civile, Rocco Celentano, ha assicurato che i lavori sui canali verranno affidati il 25 novembre. PAURA A OROSEI Intanto, mentre in tutta la Baronia prosegue la conta dei danni, a Orosei c'è un intero quartiere col fiato sospeso per via di alcuni massi che incombono sulle case sottostanti. La zona del paese è quella del costone che sta tra la via Nazionale e il quartiere Gollai. Qui, martedì scorso, nel pieno del temporale, una roccia enorme si è staccata dalla corona di massi precipitando per una quindicina di metri sullo sterrato di un cantiere edile. «Sono stati momenti terribili: dopo il boato una marea di fango ha investito le nostre case», raccontano alcuni residenti. Tutto è accaduto per via dei lavori di sbancamento della parete, con le ruspe che hanno scavato fino a levare stabilità alla roccia. «La pioggia ha fatto il resto, e adesso non sappiamo proprio cosa potrà accadere se arriverà un altro temporale». Intanto - mentre il cantiere è stato chiuso in attesa della messa a punto del progetto per il muro di contenimento - nel rione viene avviata una raccolta di firme: l'idea è quella di presentare un esposto in Procura. «C'è una regolare concessione edilizia, ma è vero che c'era anche la condizione che venissero immediatamente fatti i lavori di contenimento in cemento armato», dice il responsabile dell'ufficio tecnico comunale Efisio Roich. Nessuna perizia geologica è stata fatta, perché «nel Piano di assetto idrogeologico quel costone non è indicato come zona a rischio». Amen.

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<Prosciolto per il disastro? Non mi consolo> (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prov Ogliastra Pagina 6023 Villagrande «Prosciolto per il disastro? Non mi consolo» Villagrande --> Per quattro anni ha atteso che la magistratura concludesse le indagini sul disastro che sconvolse Villagrande ed ora che potrebbe profilarsi un'archiviazione l'ex sindaco Piero Cannas non riesce a rallegrarsi. Parte da lontano, l'ex amministratore comunale, da quella sensazione di sconforto e di dolore che lo attanaglia dalla morte di nonna Assunta e della nipotina Francesca, le due vittime dell'alluvione, e che non lo abbandona mai. «Attendo di sapere dal mio avvocato, Pietro Usai, quale sarà la mia posizione in seno al procedimento penale sull'alluvione», dice, «ma anche se l'inchiesta aperta nei miei confronti dovesse essere archiviata il sollievo non può cancellare il dolore per quanto è accaduto». Un'inchiesta difficile e soprattutto lunga quella che ha visto la magistratura cercare di risalire alle cause e alle responsabilità del disastro e che nei giorni scorsi ha registrato una svolta clamorosa. Sette tra tecnici, professionisti e funzionari del Genio civile e della Regione sono stati iscritti nel registro degli indagati perché coinvolti a vario titolo nella drammatica vicenda che colpì tutta la comunità villagrandese. «A loro - sottolinea Cannas - va tutta la mia personale solidarietà. Così come all'epoca dei fatti furono in molti a starmi vicino adesso mi sembra doveroso ricambiare». Alla fine sarà l'autorità giudiziaria a stabilire le responsabilità e accertare se la distruzione dell'abitato e la morte di nonna e nipotina sia imputabile a quei canali che tra il 1982 ed il 2001 vennero ricoperti da un manto di cemento per poi esplodere il 6 dicembre del 2004 sino a trasformare il centro abitato in una trincea. All'indomani dei fatti ci fu chi fece il mea culpa sulla disattenzione della classe dirigente e politica nei confronti di un territorio sempre più fragile e a rischio di dissesto. Considerazioni che, anche in altre zone a rischio, non hano impedito di continuare a costruire dove il buonsenso consiglierebbe invece di non farlo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e la cronaca degli ultimi giorni ne è, purtroppo, la riprova. Villagrande resta una zona ad alto rischio di dissesto idrogeologico. La Regione ha stanziato due milioni di euro ma la burocrazia impedisce ancora di utilizzare quei fondi per realizzare opere di sicurezza. GIUSY FERRELI

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assessorati, rivoluzione rinviata - massimo lorello (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IV - Palermo Assessorati, rivoluzione rinviata Lombardo presenta la bozza di riforma: che scatterà nel 2011 MASSIMO LORELLO Resteranno dodici gli assessori della giunta regionale ma cambieranno responsabilità, competenze e nomi. Il tutto, però, a partire dal 1° gennaio 2011 perché i delicati equilibri della maggioranza consigliano per adesso di non modificare l´assetto dell´esecutivo di Palazzo d´Orleans. Così, sarà necessario aspettare due anni e due mesi per l´entrata in vigore dell´emendamento più importante del disegno di legge sulla riforma della burocrazia. Entrerà in vigore immediatamente dopo l´approvazione, invece, un secondo emendamento, sempre del governo, che riduce da 39 a 31 i dipartimenti. Martedì la discussione in commissione Affari istituzionali prima dell´esame dell´aula. In principio l´obiettivo era quello di ridurre i dipartimenti a 29 ma, tra una discussione e l´altra su quelli da cancellare, ne sono spuntanti due nuovi di zecca. L´Agenzia regionale per l´impiego e la formazione professionale, che fa capo all´assessorato al Lavoro, diverrà dipartimento ma si tratta fondamentalmente di un mero cambio d´intestazione. Diversa la situazione dell´assessorato all´Industria che avrà un nuovo dipartimento dedicato esclusivamente all´Energia prendendo parte delle materie finora gestite dall´assessorato al Territorio fatta eccezione per la Valutazione d´impatto ambientale. Drastica cura dimagrante all´assessorato alla Sanità. Gli attuali cinque dipartimenti saranno ridotti a due: "Pianificazione strategica" e "Attività sanitarie". Proprio a proposito della burocrazia di piazza Ottavio Ziino, ieri l´assessore Massimo Russo ha chiesto agli attuali cinque direttori generali che i provvedimenti di maggiore rilevanza vengano portati a conoscenza dello stesso assessore «al fine di garantire la trasparenza dell´azione amministrativa». Nella circolare si ricorda pure che spetta al vertice politico la verifica dei risultati dell´attività amministrativa e di gestione. Cura dimagrante pure per la Presidenza che accorperà i dipartimenti di Bruxelles, Roma e gli altri extraregionali e rinuncerà a tenere un dirigente generale alla Segreteria di giunta. Fin qui le modifiche alla burocrazia da apportare nell´immediato. Ma la vera rivoluzione è attesa per il 2011. Gli assessorati cambieranno nomi e competenze mentre i dipartimenti verranno ridotti a 27. Nascerà l´assessorato ai Beni culturali e dell´identità siciliana e avrà un solo dipartimento che porterà lo stesso nome. L´assessorato all´Economia di dipartimenti ne avrà due: uno per il bilancio e il tesoro, l´altro per finanze e credito. L´assessorato all´Energia si occuperà pure di acqua e rifiuti, mentre nascerà l´assessorato all´Istruzione che si occuperà pure della formazione professionale. Sparirà, infine, l´assessorato alla Presidenza e le competenze del personale se le prenderà l´assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica. Lombardo avrebbe voluto rivoluzionare gli assessorati fin da subito provando magari ad aumentarli di numero, «ma il momento non è opportuno, la gente non ci capirebbe», ha detto ai suoi. Rudy Maira, capogruppo dell´Udc, lamenta proprio il mancato incremento degli assessorati: «Noi - dice - restiamo dell´idea che il governo dovrebbe avere un paio di componenti in più, se non tre. Serve un responsabile dei rapporti con l´Unione europea, uno con il parlamento e il governo nazionali e uno con l´Ars. Spesso a Sala d´Ercole il governo è assente e quando è presente lo fa con un assessore che tante volte conosce poco gli argomenti in discussione. In Lombardia, Piemonte, Lazio e in altre regioni gli assessori sono 16. Aumentarli da noi non sarebbe uno scandalo».

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uno stop alla lotteria per finanziare l'expo - rodolfo sala (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XIII - Milano Non entra in Finanziaria la richiesta della Lega Uno stop alla lotteria per finanziare l´Expo RODOLFO SALA Servono soldi per l´Expo, e la Lega in Parlamento ci riprova con l´idea delle lotterie. Ma ci riesce a metà. Ieri l´emendamento presentato dai deputati del Carroccio (i proventi «da gioco» rimangano sul territorio e vengano destinati alla realizzazione dell´evento del 2015) è stato giudicato inammissibile dal presidente della Camera. I leghisti, con Matteo Salvini, hanno subito gridato contro «le lobby delle burocrazie romane sorde alle richieste dei territori», poi si sono accontentati di presentare un ordine del giorno che impegna il governo ad attivarsi per reperire risorse aggiuntive e per istituire nuove lotterie e altre forme «innovative» di sottoscrizione a premi. L´odg è stato accolto dall´esecutivo, ma si tratta di un impegno generico a reperire fondi per il futuro. Solo l´approvazione dell´emendamento avrebbe infatti indicato con precisione nella legge Finanziaria quanti soldi impegnare, da subito, per le nuove lotterie. E oggi torna a riunirsi a Roma il tavolo politico per l´Expo (governo ed enti territoriali): non per approvare l´atto costitutivo e lo statuto della Società di gestione (Soge), precisa il sindaco Moratti, ma solo per «dare conto del rapporto da noi presentato al Bie sullo stato dei lavori» e anche per fare il punto degli interventi infrastrutturali che servono (ieri Formigoni ha riunito al Pirellone la segreteria tecnica del Tavolo Lombardia per un esame delle 50 opere infrastrutturali e delle 17 «connesse»). Ma è la Provincia ad avere qualcosa da dire sulla bozza di statuto predisposta dal sindaco commissario. In particolare viene messo in discussione l´articolo 16, secondo cui «il cda nomina l´amministratore delegato (il braccio destro della Moratti Paolo Glisenti, ndr) conferendogli tutti i poteri di gestione». Sempre secondo la bozza, all´ad spetterebbe la nomina di uno o più direttori generali. Per Palazzo Isimbardi il cda «può» nominare l´ad, e devono essere gli stessi amministratori a nominare i direttori generali. Inoltre, sempre secondo la Provincia, la Soge non dovrà occuparsi degli appalti per la realizzazione di opere legate alla ricettività dell´evento (alberghi, residence, agriturismo, campeggi, ecc). Altro tema controverso, il sostegno alla cooperazione, che per la Provincia non può essere oggetto di gestione sociale, ma deve restare in capo agli enti territoriali. Dalla risposta dei partner dipende se il presidente Filippo Penati accetterà di partecipare al cda a cinque con un proprio rappresentante. Il candidato più probabile è un alto dirigente di Palazzo Isimbardi: Marcello Correra, vice direttore generale e direttore centrale dei settori Presidenza e Relazioni internazionali.

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ateneo, prima valutateci e solo dopo usate la scure - gianfranco pasquino (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Bologna L´intervento Ateneo, prima valutateci e solo dopo usate la scure GIANFRANCO PASQUINO NO, non sono affatto disposto a sostenere che tutta l´Università italiana vada male e sprechi i soldi dei contribuenti. No, nonostante abbia fondate riserve sul sistema dei concorsi e sui comportamenti concreti di non pochi colleghi, non arriverei mai fino a sostenere che prevalgono regolarmente e sempre le clientele e il nepotismo. Tuttavia, sono assolutamente consapevole che la situazione attuale è molto migliorabile. Il Ministero, vale a dire il Ministro Gelmini più la sua burocrazia, ritiene che tutto possa essere risolto attraverso tagli che sarebbero equi perché calcolati in percentuale: 10, 15, 20 per cento in meno dei fondi in maniera orizzontale. E´ lampante che questa è una misura che, in qualche modo, potrebbe anche "fare cassa", ma che sicuramente non migliorerebbe l´organizzazione della didattica, lo sviluppo della ricerca, la qualità degli studi. Il massimo dell´ingiustizia consiste nel trattare in maniera eguale i diseguali. Invece, operazione molto più complicata, il Ministro dovrebbe procedere ad accertamenti precisi del funzionamento e della produttività, anche delle singole facoltà. Con riferimento agli esiti potrebbe poi procedere, in maniera documentata e convincente, a tagliare, suggerire (o imporre) ristrutturazioni e, magari, persino a premiare le sedi e le Facoltà virtuose. Se scendiamo al caso dell´Ateneo bolognese, è possibile, anzitutto affermare, confortati dalle statistiche internazionali, che di virtù, di capacità e di riconoscimento della qualità ne disponiamo in maniera abbondante. Mi limito a mettere in evidenza due settori nei quali l´Ateneo e, per quel che loro compete, le singole Facoltà potrebbero assumere la guida di un movimento di riforma che coinvolga gli studenti e li renda partecipi e influenti. SEGUE A PAGINA IX

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prima valutateci... - gianfranco pasquino (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XI - Bologna PRIMA VALUTATECI... GIANFRANCO PASQUINO (segue dalla prima di cronaca) da un lato, la valutazione della didattica, dall´altro, la valutazione della ricerca. So, naturalmente, che procedure di valutazione già esistono, ma so anche che hanno due gravi inconvenienti. Il primo è che né l´una né l´altra sono effettivamente pubbliche e trasparenti, vale a dire che, ad esempio. chi volesse conoscere la valutazione data anno dopo anno, del mio corso di Scienza politica, non può avere accesso ai dati raccolti (contrariamente alla prassi seguita dal Bologna Center della Johns Hopkins). E chi volesse sapere quanto, che cosa, su quali riviste e presso quali case editrici, più o meno prestigiose, hanno pubblicato i docenti di una qualsiasi facoltà e quanti fondi hanno ottenuto per fare ricerca non potrebbe saperlo. Non soltanto, comunque, nonostante il gran parlare che se ne fa, il merito, nella didattica e nella ricerca, non viene ricompensato, ma qualsiasi eventuale rapporto con enti esterni all´Università per ricerche che volessero affidare ad uno o più docenti di qualsiasi facoltà appare, in assenza di informazioni pubbliche e accessibili, risulta molto difficile, comunque affidato, come sarebbe meglio non fosse, a conoscenze personali. Dunque, cara Ministro e carissima burocrazia, non dico di non tagliare, ma prima valutateci caso per caso, con cura, a fondo, in maniera documentata, pubblica e trasparente, e richiedete a tutti gli atenei e a tutte le facoltà di mettere on line, facilmente e universalmente accessibili, le loro valutazioni della didattica e della ricerca, acquisite almeno negli ultimi cinque anni. Sarebbe un buon inizio, una apprezzabile ripartenza.

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Come non perdersi all'Urbanistica (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Come non perdersi all'Urbanistica La burocrazia è di solito vista come un mostro pronta a inghiottire i cittadini che si avventurano in una pratica, ma seppure possa essere vero che di fronte a cavilli, leggi e norme non sia facile muoversi, è altrettanto vero che conoscendo e trovando aiuto tutto si dipana.È questo l'obiettivo che cerca di cogliere la rubrica che partirà su queste colonne da domani, nata dalla collaborazione tra il giornale e l'Urbanistica di Rovigo, in particolare con il settore dell'edilizia privata, quello con il quale tecnici e cittadini hanno di fronte.«L'idea di questa rubrica - afferma l'assessore Luigi Osti - nasce nell'ambito dell'azione di trasparenza e di semplificazione del rapporto tra amministrazione e utenti. Vogliamo mettere tutti nella condizione di essere accompagnati nelle procedure che devono svolgerle». E conoscerle è il primo passo per non entrare "sguarniti" negli uffici.

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La Camera approva i fondi per l'ippica (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRISI FINITA La Camera approva i fondi per l'ippica RomaIppica in festa per il via libera da parte della Camera dell'atteso emendamento al dl su giochi e scommesse che destina risorse economiche al comparto ormai in pesante rosso per il calo delle scommesse e un montepremi ridotto al lumicino. «Finalmente siamo fuori da tunnel e possiamo andare avanti con fiducia - afferma il portavoce del Comitato di crisi dell'ippica, Pier Luigi D'Angelo, esprimendo commossi ringraziamenti a tutti quelli che ci hanno sostenuto, a cominciare dal premier Berlusconi e dal ministro Zaia».L'emendamento salva-ippica approvato alla Camera prevede un contributo di 25 milioni di euro per il 2008 e, a partire dal primo gennaio 2009, la destinazione dello 0,70 per cento delle somme giocate con le slot-machine. «Tali somme - spiega il leghista Cota, autore dell'emendamento - saranno prelevate dai concessionari. Questo significa che si tratta di una riforma che salva oltre 50 mila famiglie, ma che è a costo zero per la collettività». L'Unire - ha inoltre detto Cota - dovrà indicare entro il 31 gennaio di ogni anno la destinazione dei fondi «in regime di assoluta chiarezza». Soddisfatto anche il ministro delle politiche agricole Luca Zaia che ha appoggiato con vigore il settore nell'ultimo mese particolarmente delicato, a fronte di un disagio talmente forte da bloccare le corse negli ippodromi e organizzare negli ultimi giorni ripetute manifestazioni di protesta davanti alle principali istituzioni governative. Un gruppetto di irriducibili si era persino asserragliato in una delle sale del Ministero delle politiche agricole, attuando lo sciopero dello fame. Le agitazioni si erano interrotte martedì scorso ed il Comitato di crisi aveva preannunciato il ritorno delle gare nel week-end dopo che il premier Berlusconi aveva espresso il suo appoggio all'emendamento salva-ippica.«Oggi - nota il ministro Zaia - possiamo dire di aver posto una pietra miliare, rivoluzionando la filosofia di gestione delle risorse nell'ippica. Passeremo infatti ad un sistema simile a quello americano, in cui i proventi destinati all'ippica arriveranno da altri comparti, in questo caso dalle slot-machine». Zaia ha anche sottolineato come l'approvazione del provvedimento non rappresenti un punto di arrivo ma «un punto di partenza» e sarà presto avviato un «serio piano industriale che consenta di premiare chi investe sulla qualità, evitando il ripetersi degli errori commessi in passato». Per il presidente della Commissione dell'agricoltura alla Camera dei Deputati, Paolo Russo, l'approvazione dell'emendamento sulla crisi ippica rappresenta un segnale forte per il rilancio del settore e «non si tratta di sostenere vecchi carrozzoni fatti di burocrazie e clientele ma di garantire un montepremi strumentale ad un serio e rigoroso piano industriale che sappia misurare nel mercato le opportunità che l'ippica italiana può registrare».

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DANIELA VOLPECINA IL NUOVO MERCATO DI PIAZZA MATTEOTTI SARà ATTIVO ENTRO L'8 DICEMBRE. È... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

DANIELA VOLPECINA Il nuovo mercato di Piazza Matteotti sarà attivo entro l'8 dicembre. È questa l'ultima notizia che trapela da Palazzo Castropignano e sulla quale i commercianti ora fondano tutte le loro speranze. I continui ritardi collezionati dalla concessionaria (la Cogein di Mario Pagano) e dal Comune nella realizzazione dell'opera hanno infatti generato non pochi malumori tra le fila della categoria che tutt'ora resta in attesa di chiarimenti per sapere se e quando potrà finalmente salire in superficie. L'amministrazionesi prepara ad approvare in giunta, nella seduta di lunedì, una delibera di assestamento della convenzione, una sorta di variante al progetto originario (modificato in corso d'opera dalla concessionaria) che dovrà poi passare al vaglio del consiglio comunale. Due passaggi obbligati per dare il via libera al mercato che, in assenza di nuovi impedimenti, potrebbe essere inaugurato in occasione della festa dell'Immacolata. Questo infatti l'obiettivo dell'amministrazione comunale che pure conosce bene i lunghi tempi della burocrazia. Stando infatti alle prime indiscrezioni trapelate dall'ufficio tecnico sarebbero approdati a Palazzo Castropignano sia il collaudo che i dovuti pareri tecnici prescritti dalla legge. A preoccupare in queste ore è piuttosto la disposizione dei 54 box di vendita e soprattutto i criteri di assegnazione degli spazi. L'Ente ha chiesto infatti alla Regione un parere sull'attuale collocazione così come è stata predisposta questa estate dalla concessionaria. Un'assegnazione che il Comune ha sempre contestato e definito illegittima (la suddivisione degli spazi secondo l'ufficio Annona spetterebbe infatti a Palazzo Castropignano) ma che probabilmente (e solo se la Regione darà parere favorevole) non verrà modificata anche alla luce degli investimenti effettuati dai commercianti che stanno già arredando gli spazi. Gli stand - la cui grandezza oscilla tra i dieci e i quaranta metri quadrati - costeranno ai commercianti 17 euro al metro quadrato al mese. Un importo sensibilmente più alto rispetto a quello versato ai tempi del mercato interrato al quale va ad aggiungersi il versamento anticipato di sei mensilità quale cauzione. Aspetti sottolineati anche dalla Confesercenti da settimane in attesa di una convocazione da parte dell'amministrazione comunale. Tra le istanze della categoria oltre alla rivisitazione del sistema delle caparre, considerate troppo onerose per i commercianti, anche la richiesta che l'Ente controfirmi i contratti di Cogein per ottenere una duplice garanzia.

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CASTELLAMMARE DI STABIA. OGGI GAETANO GRIECO COMPIE 26 ANNI. IL REGALO PIù BELLO è ARRIVAT... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud2)" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Castellammare di Stabia. Oggi Gaetano Grieco compie 26 anni. Il regalo più bello è arrivato ieri per l'attaccante napoletano: la Corte di giustizia federale ha accolto il ricorso presentato dal suo agente Gaetano Fedele e dall'avvocato Ruggiero Malagnini e ha disposto che a far data dal 28 ottobre scorso sia considerato un tesserato della Juve Stabia. Grieco potrebbe debuttare domenica nel derby contro il Sorrento. È terminata così, grazie al lavoro dell'avvocato Malagnini (il professionista che aveva consentito all'Avellino di «recuperare» tre punti nella classifica di serie B), un'attesa lunghissima per il giocatore, ex tesserato del Napoli. A fine agosto, dopo l'incontro tra il dg del club azzurro Pierpaolo Marino, il ds della Juve Stabia Roberto Amodio e il procuratore Fedele il contratto di Grieco era stato consensualmente risolto a pochi giorni dalla chiusura del mercato. Il documento era stato anticipato via fax alla Lega di Milano, però l'originale era arrivato oltre il termine regolamentare a causa di un ritardo del corriere scelto dal Napoli. La Lega, quindi, non aveva formalizzato l'interruzione del rapporto tra Grieco e il Napoli, che intanto aveva escluso il giocatore dalla propria rosa. L'attaccante, cresciuto nelle giovanili del Genoa, si era così trovato disoccupato. «Una situazione amarissima», aveva detto. La Juve Stabia non lo aveva abbandonato, anzi: Grieco si è allenato con i gialloblù e ha partecipato alle partitine del giovedì. Ma la domenica era soltanto spettatore. A quasi due mesi dalla riapertura del mercato la buona notizia: accolto il ricorso, Grieco torna ad essere un calciatore a tutti gli effetti e adesso toccherà a Morgia decidere se schierarlo contro il Sorrento. Nella scorsa stagione l'attaccante ha indossato prima la maglia della Cavese e poi quella del Monza, collezionando complessivamente 23 presenze e realizzando sei reti. Come si sono convinti i giudici della Corte di giustizia federale, presieduta dal magistrato napoletano Giancarlo Coraggio? Nel ricorso presentato il 28 ottobre l'avvocato Malagnini ha insistito su un punto: il fax che documentava la risoluzione consensuale del contratto che legava Grieco al Napoli aveva pieno valore legale e la Lega avrebbe dovuto soltanto ratificarlo, non giudicarlo. Tra un grado di giudizio e l'altro sono trascorsi due mesi, ma alla fine la linea dell'avvocato Malagnini, studiata con i responsabili della Fedele Management, è stata accolta. Il provvedimento della Corte di giustizia federale rappresenta una svolta per la burocrazia calcistica: oggi verrà depositato presso gli uffici della Federcalcio a Roma. Una buona notizia per Grieco e anche per Morgia, che dopo gli ultimi risultati negativi della Juve Stabia aveva deciso d'accordo con i dirigenti di portare i gialloblù nel ritiro di Serino. La sfida al campo Italia è un'occasione da non fallire per la squadra che ha un lungo elenco di ex, compreso il tecnico, il patron Giglio e il ds Amodio. g.d.o.

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Europa e Pmi: 6 milioni di Pmi sollecitano rapida attuazione Small Business Act (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Europa e Pmi: 6 milioni di Pmi sollecitano rapida attuazione Small Business Act (7/11/2008 16:24) | (Sesto Potere) - Roma - 7 novembre 2008 - Nel corso dell?Audizione in Commissione Industria del Senato sullo Small Business Act, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop hanno apprezzato l?iniziativa del Presidente della Commissione, Sen. Cesare Cursi, dato che, per prima in Parlamento, la Commissione da lui presieduta ha riconosciuto l?importanza di questo atto che pone le piccole imprese al centro della crescita dell?Europa. Le Confederazioni dell?artigianato, del commercio e della cooperazione hanno sollecitato un?azione congiunta del Parlamento, del Governo e delle Regioni italiane affinché lo Small Business Act sia inserito nell?agenda del prossimo Consiglio europeo in programma l?11 e 12 dicembre. Lo SBA rappresenta un passo avanti verso un?Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di Pmi ed una pietra miliare nell?attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l?occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle piccole e medie imprese confermato anche dall?attenzione che la Commissione europea dedica loro con la Settimana europea delle Pmi in programma dal 6 al 14 maggio 2009. Lo Small Business Act è stato presentato il 25 giugno 2008 dalla Commissione Europea e contiene orientamenti e proposte di azioni politiche da attuare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni attive in Italia. Con lo Small Business Act la Commissione europea e gli Stati membri sono chiamati ad applicare il principio ?Think Small First?. Tuttavia, all?apprezzamento dello sforzo della Commissione Europea nell?aver fissato con lo SBA una nuova generazione di politiche per le PMI, si unisce la consapevolezza che tale atto è solo un punto di partenza e che l?impegno più oneroso a cui l?Europa ed i singoli Stati membri sono chiamati è quello di darne attuazione. E? per questi motivi che le Confederazioni considerano fondamentale il ruolo del Governo (il Ministro Scajola ha preannunciato nelle scorse settimane la convocazione di un Tavolo ad hoc presso il Ministero dello Sviluppo Economico) e del Parlamento italiano. Le Confederazioni dell?artigianato, del commercio e della cooperazione hanno, pertanto, sollecitato la rapida attuazione dello SBA e la creazione di un sistema di misurazione dell?efficacia delle politiche che verranno attivate a sostegno delle piccole imprese. Nell?ambito delle priorità delle proposte di azioni politiche indicate nello Small Business Act, le Confederazioni hanno indicato i temi della semplificazione burocratica per la costituzione e la trasmissione d?impresa, del miglioramento nell?accesso al credito, agli incentivi e al mercato degli appalti pubblici, delle politiche ambientali ed energetiche, della fiscalità, della formazione.

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Porto, molo di levanteripristinate le torri faro (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Porto, molo di levante ripristinate le torri faro «Mi hanno trascinato tutto questo tempo, per due anni, inutilmente, fino a far tramontare il sogno di realizzare un centro commerciale che avrebbe impiegato 200 unità lavorative». Lo sfogo di Luigi Montana è duro, ma anche comprensibile se ci si immedesima nel ruolo di un imprenditore che intendeva realizzare un centro commerciale di 15 mila metri quadri, finito, però, nelle strette delle maglie della farraginosa burocrazia e della rete di una classe politica che non sa decidere. La città termale è anche questa, pensa allo sviluppo turistico ma non ci sono infrastrutture, pensa allo sviluppo commerciale, ma mancano gli strumenti urbanistici e di programmazione. Il progetto del centro commerciale, che sarebbe dovuto sorgere in contrada Bellante, da oltre due mesi si trova nei punti di discussione del Consiglio comunale. Ieri sera la mazzata decisiva, anche in funzione della circolare dello scorso 23 ottobre dell'assessorato regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca a firma dell'onorevole Roberto Di Mauro: «L'apertura, il trasferimento e l'ampliamento della superficie di una grande struttura di vendita - recita la circolare - sono soggetti, a norma dell'articolo 9 della legge regionale 22 dicembre 1999, n. 28, ad autorizzazione rilasciata dal Comune nel rispetto della programmazione urbanistico -commerciale ai sensi dell'articolo 52». Il Comune di Sciacca, come altri Comuni siciliani, non è ancora dotato di tali strumenti per cui, come recita la circolare, «nelle more dovranno essere considerate inammissibili dai Comuni sprovvisti di programmazione urbanistico -commerciale a norma dell'art. 5 della L.r.28/99 nuove istanze per l'apertura, il trasferimento di sede e l'ampliamento della superficie di grandi strutture di vendita». «Mi hanno trascinato per oltre due anni - dichiara Luigi Montana - e adesso dicono che non possono approvare il progetto a causa della circolare dell'assessorato. Dimenticano, però, che il progetto risale a tempo addietro e ogni prolungamento dei tempi di approvazione ha una precisa imputazione di responsabilità». Chiaro il messaggio di Montana, il quale preannuncia di adire le vie giudiziarie. Il centro commerciale avrebbe potuto impiegare 200 unità. Di progetti relativi ce ne sono diversi, uno in contrada Chiana, uno alla Perriera, uno già in corso di completamento in contrada Isabella. Insomma, ci sarebbe la possibilità di creare un migliaio di posti di lavoro, ma le lungaggini portano tutto sul binario morto. Filippo Cardinale

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La nave <Sirio> in portosino a martedì prossimo (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 07-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

l'unità è aperta al pubblico La nave «Sirio» in porto sino a martedì prossimo francesco trupia Una firma arrivata dopo 15 anni di attesa. L'assessore comunale alle Risorse immobiliari, Pippo Enea, ed il missionario laico Biagio Conte hanno sottoscritto ieri l'atto di concessione dei locali di via Archirafi 31, che concede l'intero immobile per 20 anni alla Missione Speranza e Carità. La firma, arrivata dopo la delibera del 4 luglio scorso, permetterà a Biagio Conte ed ai volontari che lo collaborano di continuare la loro opera giornaliera al servizio degli "ultimi" cioè dei più poveri. Un'autorizzazione attesa dal lontano 1993. Il canone di concessione, definito in 46 mila euro all'anno dal settore Risorse immobiliari, sarà interamente compensato con i servizi resi alla collettività palermitana dalla Missione. Quest'ultima si occuperà della manutenzione ordinaria, mentre il Comune si occuperà di quella straordinaria. «Biagio Conte e la Missione Speranza e Carità da tanti anni svolgono un'attività continua di volontariato per la città - sottolinea il Sindaco Diego Cammarata -. In pratica, offrono un aiuto concreto ai più bisognosi e ai più sofferenti. È giusto, quindi, che possano portare avanti serenamente la loro opera quotidiana verso i più deboli». L'Amministrazione comunale, che ha ribadito di apprezzare l'attività dei volontari, ha concesso anche l'autorizzazione di collocare sul lastrico solare della Missione impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di acqua calda dopo aver ottenuto le autorizzazioni di legge del caso. «Grazie a questo contratto, che fa parte di un riordino generale dell'attività del Patrimonio comunale - dichiara l'assessore comunale alle Risorse immobiliari, Pippo Enea -, la Missione Speranza e Carità potrà utilizzare al meglio la struttura apportando migliorie e istallando impianti fotovoltaici che ridurranno di molto il costo dell'energia. Biagio Conte ha dedicato la vita ai poveri ed il modo con cui questi ultimi vengono sostenuti non ha eguali. Nessuna istituzione pubblica potrebbe mai fare lo stesso. Sono molto emozionato e un po' commosso per la firma dell'atto di concessione. Abbiamo superato tanti problemi di burocrazia per portare a termine questo progetto. Grazie a Dio ci siamo riusciti». Felice per una giornata "storica" è ovviamente il missionario laico Biagio Conte. «Il sacrificio di questi anni ha avuto oggi una risposta - conclude -. Il disegno di Dio si è completato. Ringrazio Comune, Provincia e Regione per il loro aiuto. Credo molto nella bontà dei cittadini e nella Chiesa di Palermo».

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Cassa integrazione, Urso rassicura sui fondi (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Cristian Arboit Cassa integrazione, Urso rassicura sui fondi Categorie e sindacati hanno incontrato il sottosegretario: «E' emergenza» BELLUNO. Il mondo produttivo bellunese ha suonato la sveglia, anzi la grancassa. Associazioni di categoria e sindacati si sono ritrovati ieri in Camera di commercio dove hanno incontrato il sottosegretario allo sviluppo economico Adolfo Urso, dal quale hanno ricevuto precise rassicurazioni. Il rappresentante del governo ha garantito il rifinanziamento del fondo per la cassa integrazione straordinaria e misure a sostegno di un'eventuale ripresa. Altro capitolo, quello sulla legge per le aree di confine. Attualmente, le risorse per foraggiare il fondo non ci sono. Ed è così che alla pessima congiuntura finanziaria mondiale si sono contrapposte - o meglio aggiunte - le peculiarità di un territorio in affanno, quello bellunese, strangolato da una precarietà massiccia - soprattutto nell'occhialeria - e da una burocrazia asfissiante. Sindacati e categorie produttive lo hanno sottolineato più volte: «Per andare avanti servono misure specifiche». L'emergenza. Paolo Doglioni usa il termine con disinvoltura: «Siamo in un momento di emergenza, per questo abbiamo bisogno di risposte rapide». Una su tutte, il rifinanziamento della cassa integrazione da qui ai prossimi mesi. Industriali, artigiani, Cgil, Cisl e Uil hanno consegnato a Urso un documento che lascia poco spazio a dubbi o interpretazioni: «Gli indicatori generali», affermano, «segnalano un protrarsi delle difficoltà per tutto il 2009 e una possibile ripresa solo nel 2010». Situazione che nel Bellunese ha provocato, si legge, «una riduzione dei livelli occupazionali causata soprattutto dal mancato rinnovo dei contratti a termine». Da qui la richiesta, quella di evitare una «ulteriore caduta dell'occupazione», attraverso l'aumento del fondo della Cigs in deroga per l'intero 2009. Ma non solo. Sindacati e categorie "sollecitano" anche l'attivazione di un fondo di riassicurazione delle operazioni di credito così da valutare la reale affidabilità delle imprese. Dal canto suo, Urso dà ampie garanzie: «Il governo sta lavorando sull'allargamento delle risorse e degli ammortizzatori sociali. L'obiettivo è quello di far fronte all'emergenza e di trovare fondi anche per sostenere la ripresa». Ripresa che per Urso potrebbe già arrivare nella seconda metà del 2009: «Nemmeno l'elezione del presidente Usa ha riportato fiducia nelle borse. Questo significa che la crisi è profonda». L'ottimismo vola. Nonostante l'impietosa fotografia Urso è inguaribilmente ottimista: «Rispetto all'economia inglese e statunitense quella italiana fonda le sue radici su piccole medie imprese "reali" che poco hanno da spartire con i grandi colossi, spesso fatti di carta». Da qui l'analogia con la Germania e le lodi al sistema bellunese e del Nordest in generale, dove il tessuto produttivo è ancora più solido. A Urso le categorie nostrane hanno chiesto maggiore sensibilità per il territorio montano, portando l'esempio degli alberghi, stretti nella morsa del caro gasolio. «Abbattiamo le accise», la proposta dell'Ascom, cui è seguito un appello di Assindustria: «Basta con la concorrenza sleale della Cina». E la legge 18? Un secondo documento è stato siglato per sensibilizzare Urso e il governo sulla mancanza di fondi della legge 18 del 1994, la legge che fin dalla sua emanazione prevede misure a sostegno delle aree di confine. Si tratta di una norma strutturata come un fondo per finanziare le attività turistiche, commerciali, artigianali e gli impianti a fune della provincia di Belluno. «Il fondo non ha risorse, mancano all'appello 9 milioni di euro», la denuncia degli operatori bellunesi, che contemporaneamente hanno chiesto un nuovo intervento di finanziamento da parte dello Stato. «Non sarà facile», ha ammesso Urso, «a meno che non si riesca a reperire quelle risorse da alcuni capitoli di spesa non utilizzati». Rassicurazioni sono arrivate sul fronte della scuola: «Quella di montagna per il momento non si tocca».

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Monna Lisa e Colombo "eroi" della Biennale (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Capitale dell'umorismo Monna Lisa e Colombo "eroi" della Biennale Oggi al Dugentesco la premiazione e l'apertura della mostra [FIRMA]GIOVANNI BARBERIS VERCELLI L'appuntamento con il vernissage della quindicesima edizione della Biennale internazionale di caricatura organizzata dalla Famija Varsleisa sotto il nome «L'Arte dell'umorismo nel mondo» è per oggi alle 16,30 nel Salone Dugentesco. Sarà l'occasione per presentare le migliori opere che hanno partecipato al concorso e premiare i vincitori scelti dalla giuria. Ancora una volta, sono pervenute vignette satiriche da tutto il mondo. Numerosissime firmate da caricaturisti dell'Est europeo: dall'Ucraina alla Russia, dalla Bielorussia alla Polonia e alla Serbia. Una discreta compagine di artisti arriva dalla Turchia, ma anche da Cuba e dall'America del Sud. Un po' meno delle altre edizioni le presenze statunitensi e canadesi. E chiaramente è stata fittissima la partecipazione di umoristi italiani. E' stato proprio un italiano ad aggiudicarsi il primo premio, raccontando una storia di ordinaria burocrazia quotidiana, sintetizzata attraverso un ponderoso tomo di leggi dove i molti segnalibri appuntano codicilli, norme, disposizioni e «garbugli» che separano il cittadino da ciò che è imposto in maniera aggrovigliata, ma si sa: dura lex sed lex... come fa intendere l'autore, il bolognese Andrea Bersani, che ha usato l'inglese nel sintetico titolo «Law». L'argento è stato attribuito invece all'ucraino Yuriy Kosobukin per una illustrazione «Senza titolo» che esprime quanto sia terribile l'annoso problema della fame nel mondo, descrivendo la paziente attesa di chi non ha da mangiare ed allora si deve accontentare di un pezzo di pane pur se questo verrà distribuito in fotocopia. Il terzo posto è andato al britannico Dave Connaughton che si rifà ad un ostentatamente vanaglorioso Leonardo Da Vinci al cospetto della Gioconda che viene ritratta con il suo enigmatico sorriso, anche se poi il disegnatore rivela il retroscena del «Mona Lisa's smile» con una modella che sorride osservando la nerboruta scultura di un prestante macho. Le segnalazioni Tra le opere segnalate, «The Sun» del polacco Pawel Kuczynski e «Streaptease» del serbo-montenegrino Darko Drljevic, già tra i vincitori del 2006. La targa messa a disposizione da Tigullio Events, intitolata a Pietro Ardito, artista di Santa Margherita Ligure che vinse il Sant'Andrea d'oro alla prima edizione della Biennale con una stilizzata leggendaria Greta Garbo, sarà destinata al pistoiese Carlo Bertolini per «12 ottobre 1492», un'originalissima rivisitazione della scoperta dell'America. Le tecniche utilizzate sono diverse e molti dei lavori, più che disegni, sono veri e propri dipinti. Altri invece sono realizzati con l'uso tecnologico della computer grafica. Uno spazio della mostra è stato riservato anche ai disegnatori vercellesi: saranno esposte quindi tavole fumettistiche originali di Marco Guerrieri, Daniele Statella e Simon Panella e alcuni bozzetti di Luca Mainardi e Luca Martinotti. I visitatori avranno a disposizione il catalogo che contiene un saggio critico di Luisa Facelli, mentre la linea grafica della pubblicazione è stata ideata da Marisa Bazzano. La giuria della Famija Varsleisa che ha valutato le opere proposte era composta da Monica Falcone, Mauro Pedrani, Gian Piero Prassi e presieduta da Mario Guilla. La biennale internazionale di Caricatura «L'Arte dell'Umorismo nel mondo» - patrocinata e sostenuta dalla Provincia e dal Comune, da Vercelli e i suoi eventi, dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Vercelli e dall'Unione Industriali Vercelli e Valsesia - resterà aperta ai visitatori fino a domenica 23 novembre tutti i giorni escluso lunedì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero.

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Crisi, attesa lunedì la decisione del prefetto (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

il caso Ritardi burocratici sarebbero alla base dell'ulteriore rinvio GIAN PIERO MORETTI Crisi, attesa lunedì la decisione del prefetto SANREMO La burocrazia portata alla perfezione ha concesso un paio di giorni in più di sopravivenza alla giunta Borea. O, se vista dall'altra parte della barricata, un paio di giorni in più alle speranze dell'opposizione di mandare a casa l'amministrazione di centrosinistra che dal giugno 2004 governa la città. Tutta colpa della relazione della Deloitte & Touche sulla certificazione (mancata) del preconsuntivo di bilancio 2008 del casinò. La società di certificazione ha trasmesso via fax al commissario ad acta Luciana Lucianò le 13 pagine del documento, ma la funzionaria le ha volute in originale, con la firma autenticata del responsabile. Per recapitare l'originale, dalla sede di Genova al Comune di Sanremo, la società ha dovuto far ricorso ad un corriere, ma intanto le ore sono trasorse inesorabili. Il week end ha bloccato tutto. Solo domani il prefetto Maccari avrà nelle sue mani la relazione conclusiva della dottoressa Lucianò e potrà decidere se sospendere il Consiglio comunale dalla sua attività in attesa della nomina di un commissario e del decreto di scioglimento firmato dal presidente della Repubblica, o lasciare in vita la giunta Borea in attesa dell'esito della mozione di sfiducia annunciata dalla minoranza. Una cosa è certa: il prefetto lunedì dovrebbe decidere in brevissimo tempo perchè, sia pure informalmente, ha già un quadro preciso del caso-Sanremo. La giunta Borea, intanto, continua ad andare per la sua strada, incurante della spada di Damocle che pende sul suo capo con inaugurazioni, appalti, cerimonie. Come se nulla fosse. Domenica 9 sindaco e assessori incontreranno la popolazione al cinema Ariston Ritz per fare il punto sull'attività amministrativa fin qui svolta e sarà inevitabile un riferimento alla crisi e alle cause che l'hanno provocata. La Lega Nord che aveva annunciato una «contro-manifestazione» davanti al Ritz con la distribuzione di volantini sul caso dell'edificabilità in zone franose, ha invitato i sostenitori a rinunciare per evitare possibili tensioni. Nello stesso tempo, sempre a proposito delle frane, il leader del Carroccio, Marco Lupi, ha presentato un ordine del giorno, nel quale invita il sindaco a nominare un pool di esperti (docenti universitari o professionisti indicati dal CNR) che effettuino uno studio approfondito e aggiornato di tutte le zone a frana attiva o sismiche presenti sul territorio che possa dare maggiori garanzie di sicurezza e incolumità pubblica per le scelte della futura amministrazione. Il caso-frane è stato anche al centro di un incontro del Pd dove l'assessore Gorlero ha presentato uno studio relativo all'idoneità edificatoria del territorio sottoposto alla variante. Risulta che le aree trasformate, a seguito della diversa valutazione del piano di bacino, rispetto al Piano regolatore di Sanremo, sono un milione 96 mila metri quadrati. Di queste solo 27.500 potrebbero essere oggetto di uno sfruttamento edilizio.

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Sportello online, la Provincia si modernizza (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 08 Novembre 2008 CRONACA Pagina 23 BUROCRAZIA SNELLITA. Presentato ai Comuni Sportello online, la Provincia si modernizza Da gennaio molte pratiche si potranno fare in Internet Lo Sportello del cittadino e l'adozione della firma digitale sono le novità presentate ieri dalla Provincia. Dal prossimo gennaio sarà possibile svolgere online una serie di pratiche. La sala nella Loggia di Fra' Giocondo era così affollata da rappresentanti di Comuni, biblioteche, associazioni, pro loco interessate all'innovazione, da dover limitare l'accesso solo a 120 persone. Presenti all'illustrazione del progetto il presidente Elio Mosele, il direttore generale Giuseppe Panassidi, il vicepresidente Antonio Pastorello, gli assessori alle Politiche familiari, Maria Luisa Tezza e ai Trasporti, Alberto Martelletto, il presidente del Consiglio provinciale, Massimo Galli Righi, la consigliera Manuela Mattioli e il rappresentante della società di certificazione Rina, Gianni De Lillo, che ha ufficialmente consegnato al presidente Mosele la certificazione del sistema di qualità Uni Iso 9001:2000. Il progetto è stato avviato a gennaio ed è costato 40 mila euro, un quinto del costo di prodotti similari già presenti sul mercato. Lo sportello è dotato di un portale che funziona grazie al software open source Opero, sviluppato dalla Provincia. L'obiettivo è ridurre del 30 % i tempi burocratici, risparmiando risorse da dedicare a nuovi servizi e attività, ma anche una montagna di carta. Durante l'incontro sono state attivate due postazioni per il rilascio gratuito a tutti i presenti interessati del kit per la firma digitale. «Questa è la migliore amministrazione della mia ormai lunga carriera. Un plauso particolare meritano dirigenti e funzionari provinciali, sempre disponibili nei confronti degli amministratori, ma soprattutto dei cittadini», sottolinea il professor Mosele. «L'efficienza del contatto con il cittadino e con i Comuni si misura dal grado di trasparenza con cui opera la Provincia. Compito del buon amministratore è quello di rendere possibile e facile l'interfaccia con l'ente. Grazie a questo passo in avanti, il cittadino ora potrà sempre controllare dove e a che punto si trovi la sua pratica, senza perdere tempo e uscire di casa», spiega il vicepresidente Pastorello. «Abbiamo avviato questo percorso di efficienza, informatizzazione e trasparenza dei nostri procedimenti quando non erano ancora di moda. Lo sportello del cittadino oggi trova 14 procedimenti informatizzati su 400, ma contiamo entro la fine dell'anno di informatizzarne altri 26», conclude Panassidi. R.C.  

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Le industrie di Montecarlo <Andiamo a Ventimiglia> (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le industrie di Montecarlo «Andiamo a Ventimiglia» sfrattate dal residenziale entro il 2011 Emissari del Principe dal sindaco Scullino per comprare la zona franca dalla prima pagina Tra il quinto e il decimo anno di attività, le agevolazioni saranno mantenute al 60%, tra il decimo e il quindicesimo al 40% e così via. Ufficialmente, il governo di Montecarlo nega l'assoluta necessità di delocalizzare: «Per le industrie abbiamo ipotizzato le aree lasciate libere dalle ferrovie francesi sul nostro territorio», ha spiegato al Secolo XIX una nota del ministero delle Finanze. Ma la legge prevede che il sito di Fontvieille debba mettersi in regola da un punto di vista ambientale entro tre anni, obiettivo praticamente irraggiungibile, e le aziende monegasche sono troppe perché tutte restino in patria. L'obiettivo ambientale è irraggiungibile perché le attività industriali del Principato sono costrette in una decina di edifici assolutamente inadatti. Qualche esempio? Nel complesso Le Mercator ci sono la Polymetal nel seminterrato, Les Ateliers du Bois al primo piano, le macchine industriali della Tyrolienne al terzo, la Boulangerie Costa al quarto... e via salendo, tra laboratori chimici e tipografie. Nel complesso L'Hercule ci sono l'Electonique nei primi due piani, la Sam Plastic tra il terzo e il quinto... La strada si chiama rue de l'Industrie, naturalmente, ed è estremamente pittoresca. Nel senso che uno non se li aspetta, dietro lo stadio e ai piedi dei lussuosissimi condomini con vista mare, i blue collar. Quasi tutti italiani. Come il carpentiere Antonio Mosna, delle Fonderie di Monaco, che lavora nove ore al giorno per 1500 euro: «Se mia moglie non facesse l'infermiera vorrebbe dire la fame. Io sto a Ventimiglia, devo pagare pure il biglietto del treno e portarmi dietro il panino... Meno male che fra poco vado in pensione, rispetto a quando c'era il franco è cambiato tutto e fare il frontaliere non ha più senso. Lo sapete che qui le aziende non pagano neppure la liquidazione? In compenso le tasse, in Italia, bisogna versarle eccome». Hanno un futuro le fonderie di Monaco, signor Mosna? «Dovranno trasferirsi come gli altri, meno male che non chiuderanno». Chiuderà lo stabilimento della Biotherm, produttrice dei diffusissimi deodoranti e del famoso shampoo L'Oreal. I sindacalisti Stephane Langlois e Fabrice Breyton spiegano che «la direzione ha deciso di trasferire tutto nel nord della Francia, vicino a Parigi, entro il 31 marzo del 2011: magari fossimo potuti venire a Ventimiglia. Gli italiani che lavorano qui sono una trentina e loro sarebbero addirittura tornati a casa, ma anche noi avremmo trovato accettabile uno spostamento di quindici chilometri. Cosìè un dramma, c'è chi per motivi familiari non potrà accettare il trasferimento e perderà il posto». Il problema, come al solito, sono i tempi. «Abbiamo una burocrazia spaventosa e i monegaschi sono abituati a decidere in tempi rapidissimi», scuote la testa Scullino. I prezzi delle aree di Ventimiglia, però, dovrebbero ingolosire più d'uno. Nel Principato un metro quadrato costa 40 mila euro, lungo le sponde del Roja i valori di mercato sono di 250 euro e con la trasformazione dei terreni agricoli in lotti industriali il prezzo si abbasserà ancora, arrivando a oscillare tra i 180 e i 220. Le agevolazioni faranno il resto. Il governo monegasco vorrebbe acquistare direttamente e poi procedere alla lottizzazione, in modo da gestire in proprio i trasferimenti. Tra i pretendenti, al momento, c'è pure un industriale che vorrebbe realizzare un autodromo per le prove di Formula Uno: il gran premio di Montecarlo è fonte di business enorme, gli autodromi in Italia sono pochissimi (Mugello, Monza, Imola e pochi altri) potrebbe essere un'attrazione turistica in più. Scullino: «Aspettiamo fiduciosi. Ci sono interessi anche da parte italiana, un'importante ditta calzaturiera delle Marche e un salumificio emiliano su tutti. Non passa settimana che qualcuno non bussi alla mia porta, sono arrivati anche gli emissari di parecchi supermarket, ma quelli sono gli unici insediamenti che rifiutiamo visto che siamo ancora e soprattutto una città commerciale. Comunque: devono essere le Ferrovie a decidere, i prezzi e i tempi. Noi possiamo solo augurarci che si faccia presto: il protocollo d'intesa sarà firmato il 15 novembre, la zona franca attende l'ultimo via libera della Ue... Il 2009 sarà l'anno del grande rilancio: avvieremo il risanamento di 400 mila metri quadrati mai utilizzati e cominceremo a dare un'identità diversa alla città». Di ieri l'allarme lanciato da Santo Fortugno, presidente dell'associazione dei frontalieri: a rischio chiusura nel Principato sono anche la Plascopan e la Theramex, mentre si prevedono forti ridimensionamenti per la Sagome-Conti e la Eaton. Per gli italiani, altri 100 posti a rischio. Portare le industrie monegasche e magari l'autodromo nella valle del Roja diventa, a questo punto, un obiettivo primario. paolo crecchi crecchi@ilsecoloxix.it 08/11/2008 4.000 08/11/2008 I posti di lavoro nell'industria a Montecarlo 08/11/2008 190.000 08/11/2008 I metri quadrati della zona industriale Fontvieil 08/11/2008 5.000 08/11/2008 I frontalieri italiani 08/11/2008 40 08/11/2008 Ettari l'aera delle ferrovie 08/11/2008 11 08/11/2008 Ettari l'autoporto 08/11/2008 50 08/11/2008 Ettari le zone argicole riconvertite in industriali 08/11/2008 15 08/11/2008 Euro il valore a metro quadrato di terreno agricolo in Val Roia 08/11/2008 180/220 08/11/2008 Il valore in euro a metro quadrato dei terreni riconvertiti per uso industriale 08/11/2008 Ringraziamento Al Day-Hospital di ematologia oncologica del Monoblocco S. Martino del prof. Gobbi ed una menzione particolare alla dottoressa Letizia Canepa, dottoressa Sara Aquino e personale infermieristico nella persona di Enrica Grazioli per la cura, l'attenzione e l'umanità meravigliose prestate a mia madre Novarina Cavallero. Grazie di cuore. Roberto Novella. 08/11/2008

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pintori e calligaris: liberate evelino loi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 40 - Nazionale Pintori e Calligaris: «Liberate Evelino Loi» Un mese in più ai domiciliari a causa della burocrazia NUORO. L'assessore comunale ai servizi sociali Graziano Pintori (Rifondazione) e il consigliere regionale socialista Maria Grazia Calligaris chiedono una soluzione alla vicenda giudiziaria di Evelino Loi (foto a destra), presidente dell'Associazione detenuti non violenti, e noto per una clamorosa protesta sul Colosseo negli anni '70. Loi è agli arresti domiciliari a Barisardo, dopo una condanna (contestata) a un anno e otto mesi per detenzione di droga. Secondo i suoi legali, avrebbe potuto ottenere la liberazione anticipata fin dal 5 novembre scorso ma il calendario della Cassazione non consentirà l'esame del suo caso prima del 4 dicembre prossimo. «è assurdo che un cittadino debba scontare, per effetto della burocrazia, una pena superiore a quella che gli è stata inflitta», afferma Maria Grazia Calligaris. Loi, che si è sempre detto innocente, è agli arresti dal 5 giugno 2007. Nello scorso febbraio, è stato condannato in appello e ha presentato ricorso in Cassazione. Il suo nuovo legale Dania Aresu, del foro Cagliari, lo ha convinto a ritirare i ricorsi e a chiedere il beneficio della liberazione anticipata. La Cassazione aveva fissato l'udienza per il 12 febbraio 2009, dopo la data di fine pena del 5 febbraio. Il legale ha chiesto l'anticipo, ma la Cassazione ha concesso solo la data per il 4 dicembre con la motivazione che il suo calendario è già sovraccarico. Loi, dunque, dovrà trascorrere un altro mese agli arresti causa burocrazia. L'assessore comunale Graziano Pintori sottolinea che «l'invocazione di aiuto di Evelino Loi pone in evidenza quanto sia importante affrontare, con estrema serietà e determinazione, le problematiche relative alle povertà». Pintori aggiunge che Evelino Loi è stato dimesso dall'ospedale con una diagnosi in cui si contano almeno otto malattie e una terapia che prevede il ricorso almeno a dieci farmaci che costituiscono una spesa sanitaria fissa, esclusi i salvavita. «Fissa - prosegue Pintori - è anche la spesa di 50 euro per l'affitto dell'appartamento ex Gescal dove vive. La pensione mensile è di 250 euro da cui deve ricavare anche il sostentamento quotidiano, oltre alla tenuta della casa e dei servizi elettrici, riscaldamento, acqua ecc. Evelino Loi è chiuso nel suo appartamento e si sente dimenticato da tutti. Per far fronte alle esigenze primarie dell'esistenza mette in vendita i suoi'gioielli di famiglia': un costume sardo, una cassapanca antica, arazzi, lavori prodotti da detenuti ecc. Si spoglia dei suoi beni per difendere la sua dignità».

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Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORMIGONI «Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi» Dirà alla fine che «ciò che si vede vale più di mille parole». E ciò che si vede è la rinnovata Tangenziale sud, il cui allargamento ha occupato due anni di lavori e disagi ma che ora è salutata con entisiasmo anche da lui, dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, arrivato apposta per questa inaugurazione. D'altronde, è un pezzo importante di una rete infrastrutturale che necessita, ne è convinto, di essere potenziata. E a sostegno della sua tesi, snocciolerà i dati che fotografano il ritardo della Lombardia: «In Italia siamo tra le regioni della seconda fascia per infrastrutturazione». Presidente Formigoni ogni volta che si inaugura una strada, quasi per riflesso condizionato in questa provincia si evoca la Brebemi. Ha qualche novità? Dall'Europa magari, dove l'autostrada è incagliata nella procedura di infrazione. «Credo che a breve, parlo di qualche giorno, avremo notizie importanti. Il commissario europeo, rispondendo ad una interrogazione, ha detto che è ora di chiudere la pratica di infrazione. Il che fa pensare che a giorni arriverà il nulla osta e si potrà avviare l'opera. Che si sia ancora fermi è sconcertante: ho fatto presente a due commissari europei l'inconsistenza delle ragioni su cui poggia la procedura di infrazione, illustrando a fondo le modalità innovative che caratterizzano quest'opera fondamentale per l'economia e l'impresa bresciana». Lo sarà, fondamentale, anche questa tangenziale? «Tanto per Brescia che per l'intera Lombardia, che ha urgenza di strade veloci e infrastrutture di collegamento affinchè le sue imprese possano lavorare al meglio. Credo che i lombardi vogliano e abbiano diritto ad un sistema viabilistico all'altezza». Quello attuale è carente? «Moltissimo, e la mia amministrazione considera un suo adeguamento una assoluta priorità. C'è un gap da colmare non solo con l'Europa: la Lombardia, che è un'economia trainante per il Paese, è all'ultimo posto in Italia per strade provinciali e regionali e al terzultimo per autostrade in rapporto al numero della popolazione. Anche se possiamo vantare il primato nelle autostrade a tre corsie». Presidente, una sensazione: lo scorso governo Berlusconi tra i primissimi provvedimenti aveva varato la legge obiettivo e messo le infrastrutture al centro della sua agenda. Al contrario in questa nuova legislatura, l'enfasi sembra cascare altrove: scuola, federalismo ecc. (Formigoni fa un cenno, come a dire d'aver coltivato pensieri simili. Poi spiega di averli espressi al premier) «Ho incontrato Berlusconi poche ore fa alla fiera del motociclo. E provocatoriamente gli ho ricordato appunto le cifre del ritardo lombardo, inadeguate alla sua forza economica. Il premier mi ha rassicurato: le infrastruture restano una priorità per la quale il governo, ha spiegato, stanzierà 16 miliardi». Il federalismo fiscale può dare una mano? «Può darla in prospettiva, meno nell'immediato. Le opere fondamentali sono già previste e finanziate, per i tre quarti dai privati e, qualche volta interamente, come la Brebemi. Il problema è che nella gran parte dei casi, sicuramente in quello dell'autostrada della Valtrompia, è la burocrazia a rallentare l'iter. In questo Paese occorre lottare contro veri mostri a più teste per realizzare infrastrutture. Ma si diceva del federalismo fiscale: potrebbe servire in altre partite». A quali, presidente? Si riferisce alla questione del riordino dei treni sulle tratte lombarde? «Anche le ferrovie sono fondamentali, ma se poi non ci sono sopra i treni... Trenitalia minaccia di levare convogli se la Regione non alza il proprio contributo nel contratto di servizio. Ma se Roma mettesse di più! Si dimentica che il fondo per il trasporto pubblico, un fondo statale, non viene potenziato da anni, neppure per adeguarlo all'inflazione. Ecco, con il federalismo fiscale la Regione avrebbe fondi suoi da investire». Per qualcuno vale l'equazione: più infrastrutture uguale più inquinamento. In ogni modo, le Pm10 sono una piaga qui, dove bastano due mesi per esaurire il bonus di superi dei livelli di tolleranza consentiti in un anno dall'Ue. «La provincia di Brescia, come la Pianura padana, sconta limiti orografici oggettivi, di cui a Bruxelles sono consapevoli. Detto questo, di recente le nostre politiche sono state giudicate avanzate dal commissario Dimas. E poi non dimentichiamo un dato abbastanza nuovo: la Lombardia, se guardiamo al tasso di inquinamento pro capite, è al primo posto in Europa. Questo non significa che ci fermeremo». Tra le misure, c'è da attendersi la riproposizione dei blocchi festivi? «No, considero superata la strategia dei blocchi indifferenziati in città. Piuttosto insisterei su misure come quelle già attuate: dalla messa al bando degli oli pesanti, agli incentivi per l'acquisto dei motocicli puliti o la sostituzione delle auto più inquinanti». Il 118 di Brescia è nella bufera. La Procura sta indagando sulle associazioni convenzionate e sulla gestione dei rimborsi, soldi regionali. «Il 118 è un servizio perfettamente funzionante su cui i lombardi possono contare. Se poi emergerà che vi sono mele marce, verranno punite. Ma ora lasciamo lavorare la magistratura».

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riapre la stazione? dipende dall'affitto (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 4 - Cecina Riapre la stazione? Dipende dall'affitto La Pro Loco attende di sapere il costo del canone da Ferrovie VADA. Riapre o no la stazione di Vada? Tutto dipende da un prezzo. Dal prezzo dell'affitto per la sala d'aspetto e per i bagni che Ferrovie chiederà alla Pro Loco. Nell'incontro di Firenze, i dirigenti Fs hanno spiegato al presidente dell'associazione vadese Roberto Creatini che ci sono due possibilità per riaprire i servizi della stazione di Vada al pubblico: la concessione per comodato gratuito o l'affitto dei locali. La strada più praticabile è la seconda, ma la decisione definitiva sarà dalla Pro Loco solo dopo avere saputo la cifra esatta del canone annuo. Parlare di affitto sembra quasi un parodosso vista la volontà della Pro Loco. Ma nella burocrazia c'è poco spazio per la morale. «Non possiamo prendere la via del comodato gratuito - spiega Creatini - perché dovremmo accollarci anche le spese per la pulizia dei binari e del parcheggio. Spesa che si aggira intorno ai 5mila euro ogni anno e che non possiamo sostenere». Così ecco che la Pro Loco punterà sull'affitto. «Ma anche in questo dipenderà dalla cifra che ci verrà chiesta». La direzione di Firenze proverà a strappare un buon prezzo da Roma. Un prezzo che per rendere possibile questa operazione non dovrebbe superare 500 euro l'anno. Ma.Mo.

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manca il medico, niente pensione (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Castel di Sangro. L'attesa dura da due mesi, la paziente costretta a spostarsi a Sulmona Manca il medico, niente pensione Malata di tumore non viene visitata e non ottiene il sussidio IL CASO L'Asl: il problema è la commissione CASTEL DI SANGRO. La sofferenza della malattia e gli ostacoli della burocrazia. Protagonista della storia è Maria, nome di fantasia, una vedova 76enne ammalata gravemente di tumore che, da quasi due mesi, è in attesa della visita per ottenere la pensione di invalidità. Un calvario nel calvario che sta aggravando ulteriormente la situazione della donna, che da agosto sta conducendo la sua battaglia contro la terribile malattia. A metà settembre la donna ha presentato la richiesta per ottenere la pensione di invalidità, ma finora non ha ricevuto nessuna risposta. Considerate le sue gravi condizioni di salute, la convocazione per la visita sarebbe dovuta arrivare al massimo entro un mese dalla richiesta. Le cose, però, sono andate diversamente. «Non ho saputo più niente», racconta. «Non riesco ad avere chiarimenti da nessuno. Intanto, la malattia procede e ai problemi di salute si stanno aggiungendo anche quelli economici». La 76enne, due volte a settimana, deve raggiungere l'ospedale di Sulmona per sottoporsi a sedute di chemioterapia. Sedute la cui durata varia dalle tre alle cinque ore. Per ottenere il rimborso delle spese la donna deve aspettare il termine del ciclo di terapia. «è una vergogna», aggiunge. «Già dobbiamo patire la sofferenza della malattia e a ciò dobbiamo aggiungere tanti altri ostacoli. Bisogna fare i salti mortali soltanto per sottoporsi a una visita per ottenere la pensione di invalidità. Non so davvero a chi rivolgermi». La visita, effettuata dalla commissione dell'Asl, rappresenta il primo passo per avviare l'iter per poter ottenere la pensione di invalidità, «che per me», continua la donna, «è davvero importante: si tratta di un sostegno economico di cui non posso fare più a meno». La Asl Avezzano-Sulmona non ignora la situazione della paziente e, nonostante le difficoltà, assicura che interverrà per risolvere la situazione. «A Castel di Sangro», afferma il dottor Ildo Polidoro, responsabile delle commissioni Asl, «non ci sono assistenti sociali e psicologi disponibili per costituire le commissioni che si occupano delle visite per le invalidità. In genere, per convocare i malati, valutiamo in base all'urgenza ma ora la situazione è più articolata». Non è escluso che, a breve, la Asl possa reclutare altro personale per sopperire alla carenza. «Stiamo lavorando», conclude, «per garantire il servizio anche ai pazienti dell'area sangrina che saranno sottoposti a visita con le commissioni di Sulmona e Avezzano». Chiara Buccini

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l'ok di grasso: "una svolta storica ma la riforma va applicata sul serio" - alessandra ziniti (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Palermo L´intervista Il superprocuratore, consultato nella fase di elaborazione, approva il testo finale L´ok di Grasso: "Una svolta storica ma la riforma va applicata sul serio" è molto importante la tracciabilità dei passaggi di denaro La Sicilia può fare da apripista in Italia Un grande segnale di cambiamento. Adesso però la politica deve incidere su sviluppo e occupazione ALESSANDRA ZINITI (segue dalla prima di cronaca) Hanno chiesto più di un consiglio anche a lui i deputati siciliani prima di approvare le nuove norme contro mafia e racket. A lui che, per anni, ha strigliato i politici siciliani accusandoli di non voler fare la loro parte nel cammino verso la legalità e la trasparenza. E ora, procuratore, possiamo dire che qualcosa sta cambiando anche nella politica? «Avere finalmente uno strumento legislativo, con i conseguenti finanziamenti, per aiutare gli imprenditori coraggiosi, per portare la legalità nelle scuole, per utilizzare i beni confiscati è una cosa estremamente positiva e importante. Possiamo certamente dire che è una presa di posizione storica per il Parlamento siciliano. Basta ricordare i tempi in cui non veniva neanche formata la commissione Antimafia. L´approvazione di questa legge è sicuramente un grande segnale di innovazione e di cambiamento. Ora però bisogna metterli alla prova». In che senso? Fatta la legge, trovato l´inganno? «Molto più semplicemente, le leggi poi vanno attuate. Nel nostro Paese ci sono molte buone leggi che vengono ignorate. Noi adesso, per la nostra parte, vigileremo con grande attenzione che norme così importanti vengano poi effettivamente messe in atto». Scendendo nel dettaglio, l´articolo che prevede la creazione di un conto corrente unico per tutte le operazioni riferibili ad appalti superiori ai centomila euro è stata messa a punto con i suoi uffici. «è una norma estremamente importante e pilota, che abbiamo sollecitato anche a livello nazionale e che ci consente di tracciare tutti i passaggi di denaro: il che significa sapere a chi va realmente il denaro pagato dall´ente appaltante per un´opera pubblica, quali fornitori vengono pagati, quali imprese subappaltatrici, quali lavoratori. Significa far venire meno la possibilità di creare fondi riservati e impedire lavoro nero. è uno strumento che è stato messo a punto con la collaborazione della commissione Grandi opere pubbliche della Direzione nazionale antimafia ed è - diciamo così - un "consiglio" che abbiamo già dato a grandi imprese o a multinazionali che si sono trovate a lavorare in Italia. è certamente un grande strumento di trasparenza. In attesa che venga adottata anche a livello nazionale, la Sicilia farà da apripista e dimostrerà la validità e l´importanza di questa norma». Anche gli incentivi previsti per gli imprenditori che denunciano il racket sono notevoli. Fine di ogni alibi? «Beh, insomma... mettiamola così: è meglio farsi arrestare o prendere gli incentivi? Battute a parte, adesso non si può dire che lo Stato non tende una mano a chi vuole ribellarsi al giogo di Cosa nostra. Diciamo che dove non arriva l´etica può sopperire l´utilità. Insomma, il vecchio discorso della convenienza adesso è davvero reale. E se nemmeno questo dovesse essere efficace, vuol dire che la Sicilia è davvero una terra irredimibile. Speriamo di no». Ai politici siciliani, dopo l´approvazione all´unanimità di questa legge storica, cosa vuole dire? «Che, dopo questo, ci aspettiamo altri segnali incisivi di cambiamento. Con questa legge si è intervenuti sull´aspetto normativo, estremamente importante ma non risolutivo. Compito della politica è anche quello di incidere sullo sviluppo, sul sociale, sui posti di lavoro. Abbiamo detto sempre che, se non si risolvono i problemi di disoccupazione e di vivibilità sociale, non si riuscirà a dare un colpo risolutivo alla mafia. Fino a quando la gente sarà costretta a soggiacere al potere di un boss, o della burocrazia, per trovare un lavoro o per avere una casa, non ci potrà essere alcun cambiamento radicale. Bisogna mettere i cittadini nelle condizioni di essere liberi, per dare a ognuno la libertà di scegliere veramente da che parte stare. Non si può chiedere una svolta di carattere culturale a chi non ha da mangiare».

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governatore e imprese faccia a faccia "irap e credito, è l'ora delle riforme" - antonio fraschilla (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina VI - Palermo I capitani d´industria Gli appelli di cento aziende radunate da Banca Nuova a Castello Utveggio. Lui rassicura: "La crisi passerà" Governatore e imprese faccia a faccia "Irap e credito, è l´ora delle riforme" Conte: "Non si può legiferare su temi che ci riguardano senza ascoltarci come è accaduto" D´Angelo: "Usiamo meglio i fondi europei, la priorità dell´Isola sono le infrastrutture" ANTONIO FRASCHILLA Chiedono sostegno istituzionale alla Regione, un utilizzo efficiente dei nuovi fondi europei e dialogo con le banche. Per il resto gli imprenditori siciliani, quelli veri, vogliono fare solo il loro mestiere. Riuniti ieri a Castel Utveggio, ospiti di Banca Nuova all´interno delle "Giornate dell´economia", cento imprenditori hanno presentato le loro priorità al governatore Raffaele Lombardo. A fare gli onori di casa Marino Breganze, presidente di Banca Nuova, e il direttore generale Francesco Maiolini. Giuseppe D´Angelo, patron della Satin group di Trapani, azienda nel settore della cantieristica navale che fattura 25 milioni di euro e ha 125 operai, chiede a Lombardo «di utilizzare al meglio i fondi europei»: «Le priorità per noi sono le infrastrutture, che penalizzano eccessivamente chi fa impresa in quest´Isola», dice D´Angelo, che nel suo cantiere sta realizzando due petroliere. Giancarlo Conte, patron della distilleria Trapas che fattura 8 milioni di euro nella piccola Petrosino, chiede al governatore di «essere ascoltato come imprenditore»: «è assurdo che l´Assemblea regionale continui a fare leggi senza mai ascoltare gli imprenditori siciliani - dice Conte - Anche se la legge sul credito d´imposta in discussione all´Ars può dare ossigeno alle imprese, specie in un momento come questo che vede le banche stringere la cinghia». Quello del credito è un tema molto sentito dagli imprenditori, che Breganze ha provato a tranquillizzare: «C´è una maggiore attenzione al credito, ma allo stesso tempo il rapporto tra banche e imprese si sta facendo più stretto, e questo è un bene per tutti - dice Breganze - Il modello da seguire è quello delle piccole banche di credito cooperativo, che hanno un dialogo diretto con i clienti». «Il dialogo è la strada vincente, per questo abbiamo organizzato questo appuntamento», aggiunge Maiolini. Gli imprenditori chiedono poi a Lombardo anche riforme radicali: «A partire dall´abbattimento dell´Irap, che noi paghiamo come le aziende milanesi - dice Giuseppe Lapis, che nelle Madonie ha realizzato un golf resort - Occorre anche modificare la legge sugli appalti, istituendo un organo di governo e controllo che eviti ribassi eccessivi». Il giovane Mauro Scurria, manager dell´azienda di famiglia (la Sicilferro di Messina), auspica «il funzionamento della macchina amministrativa»: «Occorre avere certezze per quanto riguarda la burocrazia, e allo stesso tempo un sistema chiaro di rapporti con le istituzioni e le banche». Lucio Tasca d´Almerita chiede chiarezza soprattutto a Lombardo: «Sarebbe bello capire quali sono i suoi veri programmi, cosa vuole fare la Regione» dice Tasca. Il patron dell´Istituto oncologico del Mediterraneo, Ettore Denti, che a Catania gestisce diverse cliniche e che con il suo gruppo fattura 50 milioni di euro, vorrebbe un sostegno al comparto sanitario, «falcidiato dal piano di rientro». Mentre Seby Costanzo, a capo della Siciliana Carbolio, vorrebbe un impegno di Lombardo per «un´amministrazione efficiente, che paghi i tempo le aziende». A tutti Lombardo ha assicurato che «la crisi passerà»: «Abbiamo già fatto due cose strepitose - dice il governatore - L´approvazione in commissione bilancio della legge sul credito d´imposta e la legge antiracket, di certo da oggi avvierò un dialogo costante con le imprese».

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i suonatori palermitani - francesco gambaro (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XVI - Palermo I SUONATORI PALERMITANI FRANCESCO GAMBARO S uonano alle automobili che precedono, poi suonano mentre le superano, poi suonano dopo averle superate. Poi suonano dopo essere stati risuperati nel bel mezzo dell´ingorgo cittadino. Poi suonano ai telefonini che suonano cori intillimani. I suoni, riuscendo pure a suonare dai finestrini alzati suonano sopra le capote, saltano da una capote all´altra, comunicando e bisognando. Le suonano ai ciclisti in affanno, ai centauri che zigzagano attorno gli specchietti (una specie di genitali estroversi o di bargigli di capre). A proposito di bargigli e di tettole di capra, avete notato come le capre - sua maestà la capra, secondo la buonanima di Landolfi - sono diventate famose su internet? Primi piani inimmaginabili che ci scambierei la mia faccia con la loro, accettandone pure le corna. Cliccate su capra e magari vi beccate la faccia di . La capra è pettinata, mi dice un collega esperto, che una capra se l´è pettinata come sfondo e viagra della giornata sul suo desktop, la pecora no, la pecora è spettinata. Sì, che, la mattina non oso più pettinarmi. Pecora si diceva, negli anni settanta (non capra che è un condizionale nobiliare) a chi non si riconosceva come un miserabile uomo a una dimensione, servo del pensiero comune e comunale. Ma i palermitani suonano anche alle pecore, salendo e uscendo dai circuiti cittadini. Non sanno aspettare, sconoscono il pensiero lento contadino, suonano anche alle pecore di Monreale (e poi cu sunnu sti picurari, sti buzzurri, sti pezzi d´immerda albanisi, picchì un si levano d´immenzu?). Hanno le macchinette della corea del sud per sentirsi del nord ma il loro cuore comincia a battere frettoloso dalle parti del Capo, di Ballarò, del Borgo Vecchio. Sud sud sud, più sud che non si può, eppure, basta un suono, che è un piccolo fischio, e cambiano macchina o fanno cadere dalla bicicletta chi sta davanti. Poi c´è l´orma che non sarà lasciata, il cambiomaterasso e la primaverile consapevolezza che «l´anno scorso non ho investito nessuno: io ho suonato». Buon natale. Suonano, forse non suonano solo le tombe, bà. Forse suonano negli spigoli stradali i fiori finti nelle croci virtuali e i cippi familiari. I cari congiunti suonano più forte dei cari estinti. Suonano i motorini. Passi tra l´uno e l´altro e loro si mettono d´accordo: o l´uno o l´altro suona. Prima tu, dopo io. Se lo stai rubando suona, suonano seppure li sfiori. Sembrano ragazzine molestate i motorini, bimbi a cui è stato sottratto il ciuccio. Sfiorì il mio amore per i motorini quando cominciarono a suonare. Non andavano soltanto col ciuccio. Nel loro tempo libero suonavano tra di loro senza ciuccio e alla faccia mia. Chi aveva orecchie ha cominciato a dubitare di averle. Suonano i motorini dell´acqua che hanno le perdite ma non i pannolini. Il suo autoclave di notte si accende ogni cinque minuti, suona il condomino del primo piano. Suonano o suoniamo per dire: ci siamo? Infatti ci siamola solo per spegnere il motorino. Suonano la domenica le campane di piazza san Francesco di Paola, amplificato controcanto alle mine che libereranno una volta per tutte la Conca dall´oro delle sue pietre. Suonano per dirci, avete sentito che abbiamo suonato? Suonano quelli della Torre e dell´Avvento e domani ci suonerà Berlusconi nella sua maestà in persona. Suonano e se la suonano in parlamento ragionando sulla riforma della burocrazia. Suonano e se la suonano alla facoltà di agraria ragionando su Palermo e se è meglio che il punteruolo rosso se la mangi con tutte le sue palme o... ma abbiamo palme qui a Agraria, stanno ancora bene quelle di Villa Bonanno? Che se no dove si affacciano i nostri parlamentari? Suonano e sono suonate le orecchie dei palermitani che vivono o semplicemente attraversano questa città, cioè sono sorde, apatiche, orecchie ininfluenti che sognano di trasformarsi anche loro in trombette di clacson. Suonano in corteo gli studenti in via Ruggero Settimo. Suonavano l´altra sera. Erano tre milioni. No, forse tremila. No, forse trecento. Ma non sembravano morti.

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il sindaco di vito d'asio: l'emergenza posti esiste al cimitero di pielungo (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 14 - Pordenone Il sindaco di Vito D'Asio: «L'emergenza posti esiste al cimitero di Pielungo» VITO D'ASIO. «Siamo grati al consigliere regionale Luigi Ferone per l'interrogazione proposta. Un problema così sentito merita l'aiuto di tutte le forze politiche. Speriamo d'ottenere presto un contributo tale da far partire i lavori». A parlare è il vicesindaco di Vito d'Asio, Cristian Mecchia, il quale ha ringraziato Ferone dell'interessamento per la situazione venutasi a creare nel cimitero di Pielungo. L'area cimiteriale è praticamente satura, è c'è chi paventa problemi per le tumulazioni (potrebbero essere effettuate altrove in attesa che i tempi della burocrazia rendano possibile l'ampliamento dell'area). «Come amministrazione abbiamo apprezzato l'interpellanza del capogruppo del Partito dei pensionati - ha spiegato Mecchia, il quale segue la vicenda come assessore al bilancio - Spero che la politica trovi un punto di convergenza su un problema così urgente. Il pericolo di un'emergenza posti esiste e non possiamo negarlo. Confido che il presidente della Regione possa attivare gli uffici e risolvere in breve tempo la situazione venutasi a creare. La Provincia di Pordenone ci ha garantito la propria disponibilità sul tema». (f.fi.)

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Attuare lo Small business act (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Economia e Politica Numero 266, pag. 10 del 8/11/2008 Autore: Visualizza la pagina in PDF       Appello delle confederazioni italiane: in agenda al prossimo consiglio Ue Attuare lo Small business act Azioni per valorizzare 23 milioni di pmi europee Semplificazione burocratica per la costituzione e la trasmissione d'impresa, miglioramento nell'accesso al credito, agli incentivi e al mercato degli appalti pubblici, politiche ambientali, energetiche, fiscalità e formazione a misura di pmi. Queste le priorità indicate dalle confederazioni dell'artigianato, del commercio e della cooperazione (Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop) nel corso di un'audizione alla commissione industria del senato sullo Small business act, il pacchetto di proposte riguardanti le piccole e medie imprese presentato dalla Commissione europea e che stabilisce principi che dovrebbero essere adottati al massimo livello politico. Durante l'audizione le confederazioni dell'artigianato, del commercio e della cooperazione hanno apprezzato l'iniziativa della commissione industria del senato, presieduta da Cesare Cursi, che «per prima in parlamento ha riconosciuto l'importanza di questo atto che pone le piccole imprese al centro della crescita dell'Europa». Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop hanno poi sollecitato un'azione congiunta del parlamento, del governo e delle regioni italiane affinché lo Small business act sia inserito nell'agenda del prossimoconsiglio europeo in programma l'11 e 12 dicembre. «Lo Small business act», hanno ribadito le confederazioni, «rappresenta un passo avanti verso un'Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di pmi e una pietra miliare nell'attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle pmi confermato anche dall'attenzione che la Commissione europea dedica loro con la «Settimana europea delle pmi», in programma dal 6 al 14 maggio 2009». Lo Small business act, presentato il 25 giugno scorso dalla Commissione europea, contiene orientamenti e proposte di azioni politiche da attuare a livello europeo e negli stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni attive in Italia. Con tale documento la Commissione europea e gli stati membri sono chiamati ad applicare il principio «Think small first». Tuttavia, all'apprezzamento dello sforzo della Commissione europea nell'«aver fissato con lo Small business act una nuova generazione di politiche per le pmi», si unisce la consapevolezza che «tale atto è solo un punto di partenza e che l'impegno più oneroso a cui l'Europa e i singoli stati membri sono chiamati è quello di darne attuazione». è per questi motivi che le confederazioni considerano fondamentale il ruolo del governo (il ministro Claudio Scajola ha preannunciato nelle scorse settimane la convocazione di un tavolo ad hoc presso il ministero dello sviluppo economico) e del parlamento italiano, sollecitando la rapida attuazione dello Small business act e la creazione di un sistema di misurazione dell'efficacia delle politiche che verranno attivate a sostegno delle piccole imprese.

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caccia agli affitti turistici al nero (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 6 - Viareggio Caccia agli affitti turistici al nero Provincia alleata con Fisco e Finanza: verifiche in vista Per la Provincia «la riorganizzazione delle strutture ricettive arriva a una svolta». Termini impegnativi per annunciare la nascita di un gruppo di lavoro, formato da soggetti disparati che si occupano di turismo, dalla Provincia di Lucca alla Guardia di Finanza, dalle associazioni di categoria agli enti pubblici. Questa task-force coordinerà gli interventi perché le strutture del turismo siano "regolarizzate" e perché sia attuata la normativa regionale. Il tema delle locazioni - regolari o al nero - è centrale; gli affitti turistici, iceberg più o meno emersi, condizionano qualsiasi analisi dell'economia versiliese. Per questo ci sarà forte attesa per capire, attraverso i risultati, se la "svolta" si sarà manifestata sul serio. In più di un'occasione si è tentato di intercettare il turismo con dati concreti: non esistono solo i numeri delle presenze e degli arrivi negli hotel o nei campeggi. La vacanza in Versilia è stabilmente legata al soggiorno nelle case per locazione estiva. Ora si registra questa iniziativa, meritoria quanto ambiziosa. Chi partecipa. La svolta è stata decisa nell'incontro dei giorni scorsi, convocato dalla Provincia di Lucca, al quale hanno preso parte Servizio turismo della Regione, l'Agenzia delle entrate, il comando provinciale della Guardia di Finanza, le Asl Lucca e Versilia, la Camera di Commercio, le Apt di Lucca e Versilia, Ascom, Confesercenti, Assoindustriali, l'associazione delle agenzie immobiliari, la Polizia provinciale, la direzione provinciale del lavoro e i Comuni di Altopascio, Bagni di Lucca, Barga, Camaiore, Capannori, Castelnuovo, Forte dei Marmi, Lucca, Massarosa, Montecarlo, Pietrasanta e Viareggio. «La Provincia - commenta il vicepresidente Patrizio Petrucci - da tempo contrasta il fenomeno degli 'affitti turistici' non dichiarati. Anche accogliendo le sollecitazioni giunte dalle associazioni di categoria, abbiamo messo attorno a un tavolo tutti coloro che operano in tale ambito, in modo da focalizzare le azioni necessarie per regolamentare tali attività». Nel concreto. Che cosa significa "interventi" per "regolarizzare" le varie strutture-ombra del nostro turismo? La scelta, per il momento, è quella di non calcare i toni sulle sanzioni da applicare, o sui metodi di accertamento. è una scelta comprensibile in questa fase, in cui si mira a consolidare la collaborazione tra più soggetti e a sensibilizzare i vari operatori del territorio affinché, appunto, si mettano in sintonia con le norme. Ma certo la partenza è pragmatica, visto che coinvolge sin da subito l'Agenzia delle Entrate e la Finanza. Tre casi. Quali sono i casi più vistosi di strutture non conformi alle norme turistiche? Eccone un terzetto, citato dalla Provincia. 1) L'edificio di prestigio, tipo villa storica, che non è inserito negli archivi ufficiali, pur comparendo su numerosi siti web. Questo tipo di struttura propone formalmente il solo affitto; in realtà spesso fornisce veri e propri servizi turistici, dalla ristorazione, al cambio della biancheria, alla portineria. 2) La residenza turistica alberghiera, che, pur offrendo appartamenti, nasconde insediamenti residenziali. 3) Gli affittacamere dichiarati non professionali, i quali, però, non svolgono un'attività occasionale, bensì effettuano questo lavoro in maniera continuativa e notevolmente pubblicizzata su internet. Insomma, uno strumento importante per scandagliare questo mercato vago e ricco di sfumature sarà il web: si confronteranno da un lato i formalismi dichiarati alla burocrazia, dall'altro la natura delle offerte sui siti internet. Grovigli di competenze. Il compito si prospetta tutt'altro che semplice. Il quadro è intricato; la Provincia non se lo nasconde e definisce «particolarmente complessa» la situazione, a causa «dell'intrecciarsi di competenze di vigilanza e controllo tra i vari enti». E proprio la coscienza di questa frammentazione di competenze ha innescato la proposta di dar vita «a un tavolo di lavoro comune». «Il presidente della Camera di commercio - afferma la Provincia - ha suggerito di coinvolgere lo sportello dell'ente camerale per la garanzia della concorrenza del mercato». Ogni volta che sentiamo parlare di un «tavolo» nelle politiche territoriali, siamo percorsi da diffidenza. Nel nostro tempo sembra di essere in un mobilificio della Brianza, la produzione di tavoli è particolarmente intensa... L'importante è che intenti e interventi siano efficaci. Questa operazione parte con serietà; va messa alla prova ma è da accogliere con favore. Fabrizio Brancoli

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Valanga di richieste, struttura unica in Italia (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Valanga di richieste, struttura unica in Italia «Una scelta naturale». Toccherà a Valerio Bettoni, nella duplice veste di presidente del Coni e della Provincia, inaugurare domattina il nuovo auditorium della Cittadella dello sport, che sarà intitolato a Gianni e Fausto Radici. Presidente, un'intitolazione nel nome della riconoscenza? «Stiamo parlando di due uomini, padre e figlio, che hanno dato molto alla comunità bergamasca, mostrandosi sempre attenti al mondo dello sport. Gianni è stato un imprenditore illuminato, e il figlio Fausto un grande campione. Ci è sembrato naturale dare il loro nome a questo nuovo spazio». Dopo anni di lavori, la realizzazione della Cittadella dello sport è quasi completata. «Ci è voluto il suo tempo, si tratta di un progetto complesso, su un'area di vaste dimensioni. Però sta andando avanti alla grande, e si tratta di un'esperienza unica in Italia». Di cui la Provincia si è fatta carico interamente. «Sì, abbiamo investito molto, non solo nelle opere ma anche nella gestione: l'associazione Cittadella dello sport, che manda avanti la struttura, riceve da noi 100 mila euro l'anno. Abbiamo voluto affidare la gestione direttamente a chi appartiene al mondo dello sport, e non alla burocrazia della Provincia». Federazioni e associazioni insediate nella Casa dello sport non pagano nessun affitto. Perché questa scelta? «Quando uno guadagna mille euro al mese e trova anche il tempo per fare volontariato, non gli si possono chiedere dei soldi. Se vogliamo valorizzare lo sport come fatto sociale ed educativo, dobbiamo creare le condizioni per cui chi opera volontariamente, con passione, in questo settore possa continuare a farlo serenamente. Senza volontariato, saremmo tutti molto più poveri». La Cittadella è riuscita a suscitare l'interesse del territorio e ad aggregare le realtà sportive? «Le basti un dato: continuiamo a ricevere nuove richieste di associazioni che vorrebbero uno spazio all'interno, ma non c'è più un buco. È un'opera apprezzatissima e viva». Ora manca l'ultimo tassello: ostello e pensionato universitario. «Su questo tema era aperto un confronto con l'università, che poi però ha dovuto rinunciare per mancanza di risorse. Ma noi continuiamo a lavorarci, in città servono più spazi di accoglienza a basso prezzo».

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Il cinema italiano ha raddoppiato gli incassi (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il cinema italiano ha raddoppiato gli incassi Il critico Morandini: «Cambiati i gusti del pubblico? Presto per dirlo, ma si riscoprono i nostri attori formati dal teatro» Al botteghino del Belpaese i film nazionali quest'anno sono passati dal 18 al 33,5 per cento. Il traino di «Gomorra» Morando Morandini, maestro indiscusso della nostra critica cinematografica ? ha cresciuto al mestiere anche critici autorevoli come Paolo Mereghetti e Maurizio Porro ? nonché autore dell'omonimo dizionario del cinema, Il Morandini , è ospite della sesta edizione della Rassegna della microeditoria italiana dal titolo «Memoria è futuro», alle porte di Chiari (Bs), a Villa Mazzotti. Il celebre critico rifletterà sull'interrogativo «Cinema italiano da Gomorra a Venezia 2008: crisi finita?» (domani, domenica, ore 17, Sala dello Zodiaco). «Gomorra è il miglior film italiano della stagione 2007-2008. Fa impressione che stia arrivando ai due milioni di spettatori ? ci dice Morandini ?. Mentre in genere in cima alle classifiche del pubblico ci sono le commedie e spesso i vari cinepanettoni natalizi». Vuol dire che i gusti degli italiani sono cambiati? O c'è maggior sensibilità verso certi temi? «Non me la sento di generalizzare. Vedremo come andrà questa stagione. Quanto a Gomorra , pensiamo poi che è senza attori famosi». Toni Servillo? «Lui è bravo, ma non si può certo dire un attore popolare. È un ottimo attore teatrale, che da Gomorra ha ottenuto adesso una certa popolarità». Da alcuni Garrone è stato criticato per non aver sottolineato abbastanza l'aspetto internazionale del fenomeno camorra casertana... «Non si può pretendere che un film sia un saggio storico. Rimane un pezzo di fiction». Adesso anche Lina Wertmüller sta girando un soggetto sui clan malavitosi. «Visto che Gomorra è andato bene, allora uno sperimenta in quella direzione...». Quindi quest'anno è stato un buon anno per il nostro cinema? «Sì. E non solo perché si son fatti Gomorra e Il divo di Sorrentino. C'è un'altra mezza dozzina di registi più o meno giovani che sono piaciuti alla critica. Inoltre il pubblico si sta accorgendo che abbiamo un repertorio di attori ed attrici che sono alla pari dei francesi e dei tedeschi e quasi degli inglesi, che hanno un tale retroterra teatrale da saltar fuori più facilmente al cinema. Ho notato, dai press book dei nostri film, che i curricula dei nostri attori alternano cinema e teatro. E la pratica teatrale incide sulla qualità attoriale». Spesso le nostre attrici non si sentono coccolate abbastanza dal nostro cinema. Sentono il forte ricambio generazionale. Un'attrice arrivata a 50 anni, perdendo la bellezza giovanile, si sente un po' messa da parte. «Purtroppo da noi non ci sono sceneggiatori in grado di scrivere storie al femminile. Mancano i personaggi femminili. Un'attrice italiana a 40 anni fa solo il ruolo di madre, zia, nonna...». Mentalità maschilista? «È un problema di psicologia sociale. Catherine Deneuve continua a fare film. Non farà più Giulietta innamorata di Romeo, farà qualcos'altro... Sì, all'estero le attrici vengono coltivate meglio. Le nostre hanno ragione di lamentarsi. Gli attori maschi sono più favoriti. Per loro le storie si scrivono». Quest'anno sono lievitati anche gli incassi nazionali. «Gli incassi dei film italiani sono passati dal 18 per cento al 33,5 per cento. Non succedeva da diversi anni». Siamo ancora molto lontani dal periodo d'oro del nostro cinema. «Negli anni '60 eravamo forti anche sotto il profilo dell'esportazione. Allora in Italia si producevano 200 film l'anno. Oltre ai film d'autore, c'erano i western, i polizieschi, il genere horror. Adesso ogni anno se ne producono 70 - 80. Non si possono fare paragoni in questo senso. La quantità diventa la qualità. È ovvio che se si fanno 200 film all'anno, la possibilità che ci sia una rosa più ampia di film buoni è maggiore. Negli anni '60 poi la tv era fatta di due reti. Adesso di canali ce ne sono cento. La concorrenza è enorme». Lei guarda la tv? «No. Non ho tempo. Già vedo troppi film e non leggo tutti i libri che vorrei. So comunque che c'è della buona e della cattiva fiction televisiva. E lo imparo spesso da mia figlia Lia che fa la costumista, ogni tanto anche in tv. Quest'anno ha preso un premio per i costumi della fiction Caravaggio ». Interpretato dal nostro Alessio Boni... «E Boni è uno che fa buona fiction. Boni è bravo, bello, giovane e atletico. Lui in certi casi è ancora meglio dei registi che lo dirigono. Alessio è straordinario». «Caravaggio» aveva dalla sua anche la fotografia del premio Oscar Storaro. «E con lui Lia dovrebbe lavorare a una produzione americana». Questa edizione del Festival del Cinema di Venezia non è stata un po' sottotono? «Il mio bilancio è stato in parte positivo, come ho scritto su Duellante , in un pezzo intitolato "Le contraddizioni fertili di una mostra non inutile". Nonostante certi sbagli nel mettere quattro film italiani in concorso sbagliandone magari due. È stata una mostra molto contraddittoria, ma abbastanza vitale sia nel mostrare alcuni film stranieri sia asiatici. Poi nella Settimana della critica sono saltate fuori tante cose interessanti, come Pranzo di Ferragosto interpretato da attrici anziane, un film divertente, ma non a spese della vecchiaia di cui si porta rispetto. Poi c'è stato il film di Marco Pontecorvo Pa-ra-da . Inoltre quest'anno a Venezia si è sentita una certa brezza di emergenza civile e attenzione alla realtà». Che pensa del numero crescente di festival? «È un gran bene ai fini della distribuzione dei nostri film. Ora si sta mettendo in piedi un'organizzazione tra i festival, un circuito supplementare per facilitare lo scambio dei film. La notizia affiorerà sui giornali. Servirà molto ad aiutare la diffusione dei nostri film migliori. Questo è un Paese in cui vige la raccomandazione. E c'è un duopolio in quanto a distribuzione: Mediaset o Rai. L'iniziativa allo studio è per rimediare a questo problema». La percezione attuale del cinema italiano nel mondo è tornata ad essere positiva. «Bisogna vedere quanto dura». Veniamo al «Morandini». Il suo lavoro di aggiornamento è quotidiano? «Sì. Ogni anno devo inserire 400 titoli e non solo i film nuovi. Ci sono anche rifacimenti, revisioni di vecchi film perché cambiamo noi come critici ma cambiano anche i film». In che senso? «Ci sono film che escono al momento giusto, vedi Gomorra . Altri escono in anticipo sui tempi e allora non vengono capiti oppure troppo tardi: supponiamo che tra un anno ci sia un altro film sulla camorra o sulla mafia. Allora magari lo sottovalutiamo. Ecco perché è necessario rivedere i film a distanza di anni». Morandini, ma secondo lei il cinema americano è in crisi? «Non si può dire. Ogni anno escono una mezza dozzina di film che vedo molto volentieri. Sta uscendo il nuovo di Clint Eastwood. Aspetto con ansia Challenging : è un film di denuncia sulla burocrazia. C'è una parte ancora molto vitale del cinema americano. Poi le cose cambieranno ancora con questa importante e piacevole svolta storica rappresentata dalla vittoria di Obama». Mariella Radaelli

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I camion presidiano il ponte <Vogliamo la tangenziale> (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

TREZZO SULL'ADDA CORNATE pag. 16 I camion presidiano il ponte «Vogliamo la tangenziale» Il nuovo attraversamento sull?Adda è atteso da cinque anni di MONICA AUTUNNO ? TREZZO SULL?ADDA ? PRESIDIO sul ponte a Cassano d?Adda con il leader dei camionisti trezzesi: «Proteste sacrosante: da Milano ci prendono in giro ormai da troppo tempo». C?ERA ANCHE Giampietro Robbiati, leader storico degli autotrasportatori abduani e capopopolo della grande stagione di blocchi dei ponti di cinque anni fa, al presidio indetto l?altro pomeriggio sul ponte dell?Adda a Cassano, dove si protesta contro la mancata (sinora) realizzazione della tangenziale. Cinque anni fa i camionisti scesero sui ponti, esasperati dalle condizioni drammatiche della viabilità rivierasca e dalle promesse non mantenute. Chiesero e ottennero un protocollo sovracomunale per il miglioramento della viabilità sull?Adda, realizzato solo in minima parte. «Non è cambiato proprio niente - tuona Robbiati - . La mia presenza qui non è di appoggio a un partito o a un altro. È di appoggio alla protesta e basta, perché i ritardi nella costruzione della tangenziale di Cassano danneggiano tutti coloro che si muovono in zona. Ci prendono in giro da cinque anni». A cinque anni dalle proteste e dai presidi, i mezzi pesanti continuano ad essere ammessi sui ponti urbani solo a senso unico alternato e in autostrada. «Muoversi è un incubo - dice Robbiati - . Siamo costretti a passare nei centri abitati, a fare giri assurdi, ne risentono il lavoro e la salute. Solo ieri uno dei miei ha preso l?ennesimo verbale per ore di guida. Per forza: ha impiegato nove ore a fare duecento chilometri. Lavorare in queste condizioni è assurdo». Il ponte della nuova tangenziale a Cassano a sud, il ponte della Pedemontana a nord: sono le infrastrutture miraggio che potrebbero, consentire un miglioramento. «Il nuovo ponte dovevano farlo dieci anni fa, fra Trezzo e Vaprio. Il pubblico non ha più un soldo. Rallentano la tangenziale di Cassano perché aspettano la Brebemi». PRESENZA d?appoggio a una manifestazione culminata, l?altra sera, in un doppio volantinaggio, molto caos e poca chiarezza. La maggioranza cassanese di centrodestra accusa la giunta Penati di aver rallentato l?iter della tangenziale a suon di errori nei bandi e probemi di burocrazia. L?opposizione rilancia: se la tangenziale non c?è ancora, la colpa è in buona parte dell?ammnistrazione comunale, che non ha ottemperato con tempestività a protocolli, stesure di progetti e appalti. La tangenziale è in itinere da un decennio. Del costo di 26 milioni di euro, passerà a sud della città e culminerà in un nuovo attraversamento fluviale, garantendo un nuovo sfogo a una viabilità rivierasca cronicamente al collasso.

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Grazie per l'editoriale sull'elezione di Obama S timatissimo direttore, leggo sempre i Suoi editoriali con molto interesse (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Grazie per l'editoriale sull'elezione di Obama S timatissimo direttore, leggo sempre i Suoi editoriali con molto interesse Grazie per l'editoriale sull'elezione di Obama S timatissimo direttore, leggo sempre i Suoi editoriali con molto interesse. Quello di giovedì scorso, sull'elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti d'America, mi ha colpita profondamente e mi sono maggiormente resa conto di trovarmi di fronte ad un ottimo giornalista. Desidero complimentarmi veramente non solo per la Sua bravura, ma soprattutto per le grandi doti di onestà, professionalità, rettitudine, obiettività e straodinaria umanità. Il Suo modo di scrivere dovrebbe essere una lezione per tutti i giornalisti. Pia Fronza Girardi Dico no alla politica del «Mors tua, vita mea» S ono un vecchio cittadino trentino, non privo di esperienze vissute in prima persona, che lo inducono a collocarsi in quella numerosa collettività che vede di giorno in giorno crescere il distacco fra se e la politica reale, quale è praticata dagli «addetti ai lavori». Vorrei in merito esporre alcune personali considerazioni. - Per ragioni morali e pratiche critico l'iniziativa del candidato Divina che, ricorrendo in modo assolutamente ineccepibile dal punto di vista procedurale e legale, ha ottenuto l'esclusione elettorale della lista Udc che ritengo possa rappresentare una quota abbastanza significativa del moderato elettorato regionale. Oltre questo aspetto di natura moralistica, molto di più mi preoccupano le conseguenze future che potrebbero derivare da ricorsi (prospettiva già avanzata e allo studio presso le parti in causa) contro l'esito dell'ormai prossimo confronto elettorale, soggetto a prospettiva di annullamento da parte degli organi giurisdizionali. Con enormi conseguenti spese ed inimmaginabili empasse e disguidi nell'apparato amministrativo della nostra Provincia! Mi piacerebbe sapere che ne pensa in merito il senatore Divina e i suoi collaboratori e sostenitori. Purtroppo in questa politica, priva di morale, ormai il motto, che è diventato quasi regola, può riassumersi nell'adagio latino «mors tua vita mea» o in quello poetico «Dopo di me il diluvio!». - Colgo l'occasione per esprimere la mia personale sfiducia verso l'amministratore politico che, per sua natura, è portato a trascurare aspetti e finalità gestionali dell'azienda, per privilegiare aspetti propagandistici ed elettorali. Il politico, di norma e salvo apprezzabili eccezioni, si rivela quasi sempre un clientelista costituzionale. Solo così si può comprendere la nascita e creazione di quelli che definirei «mostri amministrativi» quali si rivelò la Rai al tempo del commissariamento Moratti, con migliaia di inutili dipendenti, consulenze costose e improduttive. Analoga situazione è verificabile per la società Alitalia, con i suoi esuberi di personale che incidono sull'esito delle trattative sindacali in corso. Concludendo vorrei ricordare ai politici in carriera che la gestione di un Ente importante, comporta impegno, capacità e onestà, senza di che non si potrà che proseguire nella disastrosa situazione di sfascio fin qui rilevata. Giovanni Malpaga - Trento Diamo più colore alla città Lasciamo l'orso Bruno E gregio signor sindaco di Trento, c'è una cittadina in provincia di Bologna che dei murales artistici ha fatto il proprio punto di forza: Dozza, visitata ogni anno da migliaia di turisti appositamente per ammirare le pitture realizzate sui suoi edifici civili. Capisco le ragioni normative che hanno indotto il servizio comunale competente ad imporre la rimozione del murale dalla palazzina occupata dai ragazzi del centro sociale «Bruno», ma credo che di fronte alla bellezza delle opere, la burocrazia dovrebbe fare un piccolo passo indietro per farne uno, molto più grande, in avanti. Quella realizzata sulla facciata del centro sociale è una pittura che ha portato colore in un angolo di Trento caratterizzato finora dal grigio dei binari, delle strade e dei palazzi istituzionali. Un angolo morto, dove la gente non cammina ma passa, nella fretta di semafori che scattano di continuo, di treni e autobus che partono, di pratiche da smaltire in qualche ufficio. Il colore è invece vita, per ognuno di noi: ogni colore suscita un sentimento diverso a seconda dell'occhio che guarda, del cervello che riceve l'impulso visivo. Ogni colore suscita emozioni diverse, che risalgono spesso all'infanzia, che riportano alla mente odori, paesaggi, vissuti. Ogni colore ci fa vivere. Ecco perché, da cittadina che non ha mai amato le occupazioni e che ritiene dovere di ciascuno osservare le regole (quanto meglio andrebbe la nostra Italia...), le chiedo di trovare un modo per salvare il murale del «Bruno». E poi, dopo averlo fatto, le suggerisco di impegnare il Comune affinché quanto accaduto diventi l'occasione per dare colore anche ad altri angoli grigi del capoluogo, salvandoli da chi è capace solo di ricorrere a una bomboletta spray, color rosso o nero, come le proprie idee. Giorgia Cardini Occorre pagare di più i lavoratori italiani L ' avvicendarsi delle campagne elettorali (statunitensi e, più modestamente, altoatesine ed ora trentine, poi europee) hanno oscurato le notizie sulla crisi economica. Il mondo è più povero. Secondo i dati Ocse l'Italia è al sesto posto tra quelli che presentano il più forte divario tra chi è ricco e chi è povero. L 'Italia, in questo rapporto dell'Ocse, si guadagna un primato poco lusinghiero: dalla metà degli anni '80 ad oggi ha visto la disuguaglianza su redditi da lavoro, risparmi e capitale aggravarsi del 33 per cento. Se l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, perchè il lavoro stesso non viene tutelato e pagato di più? Il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, ritiene che non si possa più governare facendo leva su strumenti fiscali e redistribuzione sociale: bisogna intervenire sul mercato del lavoro, dove si sono creati quei mutamenti che hanno fatto peggiorare i divari: «La crescente disuguaglianza tende a dividere. Polarizza le società, crea divisioni regionali tra paesi e allarga la voragine tra ricchi e poveri». Giovanna Giugni 08/11/2008

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Un mese in più di carcere a causa della burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cagliari e Provincia Pagina 1019 Buoncammino. Ennesima denuncia del consigliere regionale del Ps Caligaris Un mese in più di carcere a causa della burocrazia Buoncammino.. Ennesima denuncia del consigliere regionale del Ps Caligaris --> «È assurdo che un cittadino condannato ad un anno ed otto mesi debba scontare, per effetto della burocrazia, una pena superiore a quella che gli è stata inflitta. Ed è grave che vittima di questa assurdità sia un detenuto che vive da solo ed usufruisce - anche questa una evidente contraddizione - degli arresti domiciliari». Lo denuncia la consigliera regionale socialista Maria Grazia Caligaris (PS), componente della commissione Diritti Civili, con riferimento al caso di Evelino Loi, presidente dell'Associazione Detenuti non Violenti, vittima-protagonista di «un grave disservizio della burocrazia della Corte di Cassazione». Evelino Loi, in carcere dal 5 giugno 2007, sta scontando agli arresti domiciliari la parte finale della pena di un anno e otto mesi cui è stato condannato. La fine della pene scade il 5 febbraio 2009. Ma Loi», precisa Caligaris, «ha presentato, come è suo diritto, due rinunce al ricorso in Cassazione potendo così usufruire del beneficio di riduzione della pena e scarcerazione dal 9 novembre cioè da domenica. Invece la Corte di Cassazione ha fissato l'udienza il 9 febbraio 2009 con la motivazione che le due istanze di rinuncia inviate dall'avvocato Dania Aresu non figurano nel fascicolo processuale di Evelino Loi. Per ridurre le conseguenze del pasticcio provocato dal disguido burocratico, l'avvocatessa Aresu ha chiesto e ottenuto un'anticipazione dell'udienza al 4 dicembre di questo anno. «Il danno è comunque grave e l'episodio paradossale nella sua assurdità in quanto Evelino Loi rischia di scontare un mese di detenzione in più della condanna inflittagli», sottolinea Caligaris. «Sono, infatti, necessari quattro o cinque giorni perché la decisione della Cassazione diventi esecutiva. Lo diverrà il 9 dicembre quando saranno trascorsi esattamente 30 giorni di detenzione ingiustificata per il condannato che è solo in casa e ha necessità di uscire per diversi bisogni compresi l'approvvigionamento dei farmaci, di generi alimentari e l'assistenza sanitaria». «Per rendere meno pesante e grave la condizione del cittadino che sta scontando la pena, è indispensabile», conclude Caligaris, «che la Corte d'Appello di Cagliari accolga tempestivamente l'istanza presentata dall'avvocatessa Aresu per la sostituzione dell'attuale misura cautelare con un'altra meno afflittiva di quella attuale in modo da consentire, a Loi di uscire di casa per alcune ore con l'obbligo della firma nella caserma dei Carabinieri. Sono convinta che la sensibilità dei giudici consentirà l'accoglimento della richiesta».

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Addio all'Arnaboldi fra timori e speranzeL'antico ospedale chiuderà alla fine dell'annoEcco come la città si prepara a gestire il futuro (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le paure dei commercianti «Il 30 per cento del lavoro è garantito dai visitatori» La fiducia del sindaco «L'intero quartiere è destinato a rinascere» Addio all'Arnaboldi fra timori e speranze L'antico ospedale chiuderà alla fine dell'anno Ecco come la città si prepara a gestire il futuro VIAGGIO-INCHIESTA A BRONI DI STEFANO ROMANO BRONI. Alle dieci del mattino l'ambulanza con le insegne della Croce verde arriva davanti all'antico e venerabile ospedale Arnaboldi. Il cancello automatico ci mette tre minuti ad aprirsi: tre minuti d'attesa che bastano a far arrivare la fila d'auto fino alla rotonda sulla statale. Basterebbe questo episodio a giustificare il "pensionamento" di una struttura ospedaliera pensata nell'Ottocento. Ma cosa riserva il futuro? E con il trasloco tra meno di un mese dell'ospedale unico a Stradella cosa succederà a Broni? Fra dubbi e speranze, il viaggio-inchiesta inizia da qui: dai progetti del Comune per un quartiere destinato a cambiare volto, fino alle paure di chi teme che i ritardi della burocrazia possano affondare l'economia quotidiana di negozi e attività. Visto da fuori, l'Arnaboldi sembra più una grande dimora nobiliare ottocentesca che un ospedale. Eppure qui nell'ultimo hanno sono nati circa 100 bambini e a questa struttura ha fatto riferimento quasi tutto il bacino sanitario dell'Oltrepo orientale. Un bacino enorme, che conta quasi 50mila persone. Pochi giorni ancora e tutto cambierà: entro la fine dell'anno l'Azienda ospedaliera trasferirà tutte le attività dell'Arnaboldi e dell'ospedale di Stradella nella nuova struttura unica di Stradella: prima della fine dell'anno il direttore generale dell'azienda ospedaliera Luigi Sanfilippo inaugurerà un ospedale nuovo di zecca, di fatto già completo, costato più di 22 milioni di euro. Il futuro... Tutti aspettano il nuovo ospedale: medici e infermieri che sperano di trovare un ambiente di lavoro più moderno, pazienti che aspettano stanze con pochi letti e servizi da grande albergo, sindacati che puntano su un potenziamento dei servizi e quindi dell'occupazione. I numeri, dunque. nella struttura unica di Stradella ci saranno nuovi blocchi operatori (per un costo di 3 milioni e 100mila euro) e una serie di impianti tecnologici di qualità (tra cui una Tac da 4 milioni di euro). Il nuovo ospedale sarà costruito su quattro livelli operativi: al piano terra pronto soccorso diagnostica per immagini e blocco operatorio; al primo piano poliambulatorio, dialisi, laboratori, endoscopia e mensa: al secondo piano degenza chirurgia e ginecologia, ostetricia, blocco parto; al terzo piano: ortopedia, medicina e spazi di riunione. Il tutto distribuito su una enorme superficie di 15mila metri quadrati e con una capacità ricettiva di 319 posti letto per i degenti. ... e il presente. A Broni il presente è un vecchio ospedale che per più di un secolo ha fatto egregiamente il proprio dovere, ma nel quale faticano a trovare spazio le nuove tecnologie. Un ospedale, però, che attorno a sè ha creato un indotto sociale ed economico. Indotto destinato a scomparire? «Il trenta per cento del nostro fatturato è dato da chi arriva all'Arnaboldi per una visita o da chi viene a trovare un parente o un amico ricoverato ? conferma Giuseppe Mollo, titolare della caffetteria Incontro proprio di fronte all'ingresso dell'ospedale ?. Il trasferimento della struttura, per noi, è una grande incognita. Sono tempi di crisi, e perdere anche soltanto il 10 per cento del fatturato significa chiudere i battenti licenziando i dipendenti. Sappiamo che ci sono accordi per portare all'Arnaboldi ambulatori e uffici e siamo convinti che il cambio di attività basterà a garantire il volume d'affari: il problema sono i tempi. Se passeranno mesi prima che il polo di ambulatori e uffici entri in funzione, chi lavora sull'indotto dell'ospedale non potrà reggere». Un po' meno pessimista Alessandro Stefano, fiorista a pochi metri dall'ingresso dell'Arnaboldi: «E' evidente che la presenza di un ospedale per noi è un vantaggio ? ammette ? fiori per le neo-mamme e fiocchi rosa e azzurri da mettere prima sulla porta della camera e poi a casa. Se davvero, però, arriveranno ambulatori e uffici Asl, il giro di persone nel quartiere aumenterà e tutto l'indotto economico potrà beneficiarne». Il business del mattone. I primi a scommettere sullo sviluppo del rione sembrano essere stati gi immobiliaristi: attorno all'Arnaboldi in via di smantellamento si nota un fiorire di cantieri per la costruzione di nuovi edifici e ristrutturazioni di vecchie case abbandonate da tempo. «Da mesi si parla di un trasferimento all'Arnaboldi di poliambulatori e uffici dell'Asl ? spiega Franco Lavorerio, titolare di un'agenzia immobiliare a meno di cento meri dall'ospedale ?. Di conseguenza notiamo un fiorire di attività. Chi chiede di acquistare qui? Giovani bronesi che escono dalla casa di famiglia, ma anche professionisti in cerca di uno studio. Chi arriva da fuori, in compenso, preferisce la collina poco sopra il paese, con villa e giardino». Il comune si attrezza. «Molti temevano un fuggi-fuggi generale dalla zona dell'Arnaboldi ? conferma il sindaco Luigi Paroni ? e invece, quasi paradossalmente, potremmo dover fronteggiare una rinascita inaspettata del rione che porta verso Stradella. Il protocollo d'intesa con l'Azienda ospedaliera prevede il trasferimento all'Arnaboldi della lungodegenza di Stradella, dei poliambulatori che oggi sono sparpagliati sul territorio e dei servizi dell'Asl...». Sembra di rivedere il "modello Voghera" quando uffici e ambulatori sono stati riuniti all'ex ospedale psichiatrico di viale Repubblica. «Qualcosa di simile ? conferma Paroni ?. Entro la fine del mese avrò sentito l'azienda ospedaliera e l'Asl e potrò presentare i dettagli in consiglio comunale». Dettagli che comprendono una grande variante viabilistica: «Stiamo trattando l'acquiso di un'area alle spalle dell'ospedale ? conferma Paroni ? Lì dovremmo realizzare un parcheggio per 85 posti auto necessaria a tutta l'area dell'Arnaboldi».

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Ancora a secco gli sfrattati del porto turistico (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Sassari Pagina 7040 Porto Torres I diportisti accusano: «Dal Comune solo tante promesse svanite nel nulla» Ancora a secco gli sfrattati del porto turistico Porto Torres. I diportisti accusano: «Dal Comune solo tante promesse svanite nel nulla» --> Gli emarginati del porto. I diportisti allontanati dopo l'arrivo delle ruspe non riescono a tornare in banchina. Burocrazia e rimpalli di responsabilità li tengono alla larga dallo scalo da marzo. La soluzione sembrava vicino solo trenta giorni fa: dalle parti del cantiere del porto turistico era stato individuato uno spazio libero per la posa delle barche in acqua. Non un'area al completo servizio dei pescatori del tempo libero, ma un piccolo luogo di rimessaggio senza via d'uscita che sarebbe comunque stato utilissimo: attualmente, infatti, circa trenta natanti sono "ancorati", in terreni e capannoni privati. Niente da fare e i rappresentanti dei diportisti continuano a puntare il dito contro il Comune. «Gli amministratori devono decidere e dirci se questa soluzione è ancora in piedi oppure no. Non bisogna scaricare le responsabilità sull'autorità portuale o sulla Capitaneria, come sta facendo qualcuno, perché quella è una zona adiacente al pontile di proprietà del Comune. Un mese fa sembravamo vicini al rientro: pareva che l'assessore alla Portualità, Giacomo Rum, e il direttore del cantiere avessero trovato un accordo. Invece non è cambiato nulla», afferma Angelo Dedola. Da otto mesi i proprietari sono sul piede di guerra in seguito allo sfratto per l'avvio dei lavori nel porto turistico. Hanno ascoltato promesse, proposto alternative, manifestato con scioperi in mare e sotto le finestre del palazzo comunale. Con scarsi risultati. «Sulla banchina della darsena pescherecci c'è un pontile smontato che potrebbe fare al caso nostro. Oppure c'è la darsena nel porto industriale che è stata liberata dai relitti: le imbarcazioni di servizio potrebbero trasferirsi lì, liberando gli spazi. Le proposte le facciamo, ma davanti a noi c'è un muro di gomma», dice il rappresentante dei diportisti. «C'è un assenza totale del Comune sulle vicende quotidiane del porto. Pensano ai progetti mastodontici e poi non riescono a risolvere nemmeno i piccoli problemi. Le chiacchiere sono finite, è il momento di decidere. Se non succederà qualcosa subito - conclude Dedola - noi siamo pronti a tornare in piazza. Se dovesse essere necessario ci rivolgeremo anche al Questore e al Prefetto per risolvere il nostro problema». ( s. s. )

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<Contro il buco, rivediamo i (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 10 «Contro il buco, rivediamo i Corticelli: «Gli appalti per la manutenzione costano 164 NON TAGLI ai servizi, ma nuove gare di appalto per la manutenzione del patrimonio del Comune. Davanti ai 13,4 milioni di euro di buco nel bilancio 2009 di Palazzo d?Accursio, e alle annunciate sforbiciate a servizi e contratti, Daniele Corticelli ? candidato sindaco per la lista civica Bologna Capitale ? propone a Sergio Cofferati di «rivedere i bandi del global service», il maxi appalto per la manutenzione di strade, immobili e verde di proprietà comunale. Gli appalti quinquennali, ricorda Corticelli, «sono costati 164 milioni di euro, oltre il 50% in più» rispetto al costo del global service della giunta Guazzaloca. E «per i medesimi lavori. Né l?inflazione né la qualità dei servizi giustificavano un simile aumento». Si tratta, calcola Corticelli, di circa 56 milioni di euro in più, «che diviso per i cinque anni di contratto corrispondono a 11,2 milioni l?anno, cifra molto vicina al buco di bilancio». Il candidato sindaco punta l?indice contro «il sistema di governo degli appalti». Appalti che, «pur assolutamente legali, di fatto non seguono le regole della concorrenza, e non permettono competizione fra le aziende in gara». E, se non c?è concorrenza, «è difficile ridurre i prezzi delle opere e dei servizi pagati dal Comune». ALLA GARA per strade e segnaletica (46,8 milioni di euro), «hanno partecipato tre concorrenti ? ricorda Corticelli ? e la vittoria è andata a Coop Costruzioni e CCC, con un ribasso dell?1%». Al bando per il verde pubblico «ha partecipato un solo concorrente, Manutencoop e CCC insieme, che ha ovviamente vinto con un ribasso dello 0,5%». Alla terza gara (immobili, impianti ed energia) «ha partecipato solo il CCC, vincendo con un ribasso del 3%». Con qualche concorrente in più, sostiene Corticelli, «avremmo avuto almeno dei ribassi un po? più competitivi». E quindi «maggiori risparmi per il Comune». EFFICIENZA e risparmio, afferma il consigliere comunale, «si hanno solo in un regime di concorrenza reale, non solo formale, come avviene nelle aziende private». Da qui la richiesta, a Cofferati e ai suoi assessori, di «rivedere i bandi del global service, prima di tagliare servizi che vanno a beneficio dei cittadini bolognesi». E se il sindaco imputa al governo la causa dello squilibrio di bilancio (i 13,4 milioni di euro mancanti «sono frutto di manovre nazionale sbagliate»), il candidato sindaco di Bologna Capitale parla piuttosto di «incapacità amministrative». Che «non devono essere fatte ricadere sulla città con il taglio dei servizi e l?aumento delle tasse locali». Corticelli ricorda la sua «battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica». E nel progetto di Bologna Capitale, anticipa il candidato, «troverà posto la carta etica degli appalti e della concorrenza, primo passo reale per abbattere i costi della politica e della burocrazia». Luca Orsi

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NON TAGLI ai servizi, ma nuove gare di appalto per la manutenzione del patrimonio... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 11 NON TAGLI ai servizi, ma nuove gare di appalto per la manutenzione del patrimonio... NON TAGLI ai servizi, ma nuove gare di appalto per la manutenzione del patrimonio del Comune. Davanti ai 13,4 milioni di euro di buco nel bilancio 2009 di Palazzo d?Accursio, e alle annunciate sforbiciate a servizi e contratti, Daniele Corticelli ? candidato sindaco per la lista civica Bologna Capitale ? propone a Sergio Cofferati di «rivedere i bandi del global service», il maxi appalto per la manutenzione di strade, immobili e verde di proprietà comunale. Gli appalti quinquennali, ricorda Corticelli, «sono costati 164 milioni di euro, oltre il 50% in più» rispetto al costo del global service della giunta Guazzaloca. E «per i medesimi lavori. Né l?inflazione né la qualità dei servizi giustificavano un simile aumento». Si tratta, calcola Corticelli, di circa 56 milioni di euro in più, «che diviso per i cinque anni di contratto corrispondono a 11,2 milioni l?anno, cifra molto vicina al buco di bilancio». Il candidato sindaco punta l?indice contro «il sistema di governo degli appalti». Appalti che, «pur assolutamente legali, di fatto non seguono le regole della concorrenza, e non permettono competizione fra le aziende in gara». E, se non c?è concorrenza, «è difficile ridurre i prezzi delle opere e dei servizi pagati dal Comune». ALLA GARA per strade e segnaletica (46,8 milioni di euro), «hanno partecipato tre concorrenti ? ricorda Corticelli ? e la vittoria è andata a Coop Costruzioni e CCC, con un ribasso dell?1%». Al bando per il verde pubblico «ha partecipato un solo concorrente, Manutencoop e CCC insieme, che ha ovviamente vinto con un ribasso dello 0,5%». Alla terza gara (immobili, impianti ed energia) «ha partecipato solo il CCC, vincendo con un ribasso del 3%». Con qualche concorrente in più, sostiene Corticelli, «avremmo avuto almeno dei ribassi un po? più competitivi». E quindi «maggiori risparmi per il Comune». EFFICIENZA e risparmio, afferma il consigliere comunale, «si hanno solo in un regime di concorrenza reale, non solo formale, come avviene nelle aziende private». Da qui la richiesta, a Cofferati e ai suoi assessori, di «rivedere i bandi del global service, prima di tagliare servizi che vanno a beneficio dei cittadini bolognesi». E se il sindaco imputa al governo la causa dello squilibrio di bilancio (i 13,4 milioni di euro mancanti «sono frutto di manovre nazionale sbagliate»), il candidato sindaco di Bologna Capitale parla piuttosto di «incapacità amministrative». Che «non devono essere fatte ricadere sulla città con il taglio dei servizi e l?aumento delle tasse locali». Corticelli ricorda la sua «battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica». E nel progetto di Bologna Capitale, anticipa il candidato, «troverà posto la carta etica degli appalti e della concorrenza, primo passo reale per abbattere i costi della politica e della burocrazia». Luca Orsi

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Brebemi, Bruxelles si muova (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 08/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:brescia e provincia «Brebemi, Bruxelles si muova» Intervenendo all'inaugurazione della terza corsia della Tangenziale Sud, il presidente Formigoni ha toccato anche altri punti «caldi» della viabilità regionale e bresciana. Partendo dalla questione Brebemi: «Mi auguro che finalmente la Commissione europea riconosca che la procedura di infrazione è del tutto infondata. Ci hanno fatto perdere oltre un anno per una vicenda di un'inconsistenza assoluta, sono veramente sconcertato dal comportamento della Commissione. Confido comunque che entro la prossima settimana arrivi l'atto autorizzativo». Parlando dell'autostrada della Valtrompia, Formigoni rileva «un eccesso di burocrazia. La Valutazione di impatto ambientale è stata ritenuta non valida in base a riferimenti forse non del tutto coerenti. Attendiamo con fiducia gli sviluppi del ricorso al Consiglio di Stato. Certo che in Italia costruire delle infrastrutture necessarie ai cittadini ed al mondo economico è sempre una lotta contro mostri a tre teste...». Anche per questo motivo nei giorni scorsi Formigoni ha incontrato il presidente del Consiglio Berlusconi: «Gli ho evidenziato alcune delle opere prioritarie per la nostra regione, che dovrebbero giovarsi di prossimi finanziamenti (16 milioni di euro di stanziamenti per infrastrutture in tutto il Paese), e pure l'urgenza di rifinanziare il fondo per il trasporto pubblico locale, che incide in particolare sulla qualità del servizio ferroviario».

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Sale la febbre della crisi (sezione: Burocrazia)

( da "MF Sicilia" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

MIFI Sicilia Numero 223  pag. 1 del 8/11/2008 | Indietro Sale la febbre della crisi Di Antonio Giordano secondo la fondazione curella nel 2009 il pil regionale sarà negativo Nell'Isola economia debole e previsioni a tinte fosche. La soluzione? Prendere al volo l'ultimo treno dei fondi Ue. Per Busetta, «la Sicilia è come un corpo malato» E contro la stretta creditizia Lo Bello propone: «Meno Confidi e più efficienza» La crisi internazionale potrebbe avere delle ripercussioni ancora più pesanti in una regione dall'economia debole come quella della Sicilia. Per riuscire a fronteggiare questo pericolo occorrono misure a sostegno delle imprese ma anche un più attento utilizzo dei fondi strutturali, visto quanto accaduto nella precedente programmazione Ue. Di tutto questo si è discusso nel corso delle giornate dell'economia che si concludono oggi (sabato 8) a Palermo con la presentazione dell'osservatorio sull'andamento dell'economia elaborato dalla Fondazione Curella. I dati confermano l'andamento negativo: per quest'anno il pil sarà vicino allo zero, per il prossimo sarà negativo. La situazione è stata illustrata a Milano Finanza Sicilia dal presidente della Fondazione, Pietro Busetta, con la metafora di un corpo malato. «L'economia siciliana è sempre stata febbricitante. Ora bisogna tenere d'occhio la temperatura, che a volte è più alta, altre meno». E con questa crisi, dunque, ci sarebbe da aspettarsi il classico febbrone da cavallo, viste le previsioni dell'andamento del prodotto interno lordo. E, allora, come uscire da questo stato? «La chiave di volta può essere l'arrivo dei nuovi fondi europei», ha risposto l'economista. Ma questa volta la scommessa è da vincere e non sono ammessi passi falsi come nella precedente programmazione. «Occorre una maggiore serietà da parte della classe dirigente e una maggiore consapevolezza della spesa. Ma anche più fondi da destinare al Sud», ha detto Busetta. Che ribatte: «La riforma federale è una riforma fatta per togliere soldi al Sud. Non a caso è sponsorizzata dalla Lega nord». Per far fronte alle differenze territoriali bisognerebbe procedere come fatto dalla Germania dopo l'unificazione: «Con una quantità enorme di fondi che sono stati trasferiti per le parti meno forti del paese». Ma, soprattutto, per Busetta deve cambiare la mentalità del Sud. «I meridionali imparino a fare lobby», ha spiegato il presidente della Fondazione Curella, «altrimenti rischiamo di essere messi all'angolo». Una condizione di debolezza dell'economia siciliana che, dunque, rischia di aggravare nell'Isola le conseguenze della crisi mondiale. «Si tratta di una crisi che inizia a pesare anche per le imprese siciliane», ha sostenuto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. «Nel primo semestre dell'anno abbiamo registrato un forte decremento della domanda interna e un calo dei consumi». Con conseguenze immediate per le aziende siciliane che hanno ripreso a fare ricorso alla cassa integrazione. Per Lo Bello sono necessari degli interventi tampone, ma anche sistemici. Intanto, «la creazione di un fondo di garanzia da parte della Regione siciliana, con un intervento sui confidi» per evitare la stretta del credito «e un piano più veloce per i pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese che forniscono servizi». «Purtroppo», ha aggiunto il numero uno degli industriali siciliani, «la crisi non aspetta i tempi della burocrazia». Anche in base alle stime degli industriali, il 2008 si chiuderà con una crescita negativa per il pil regionale e per il 2009 le previsioni non sono certo migliori. Tra le priorità, il presidente di Confindustria Sicilia e del Banco di Sicilia chiede un intervento a favore dei Confidi. «Bisogna ripensare al rapporto tra banche, confidi e imprese. Affidando ai fondi di garanzia un ruolo più forte. Ma per fare questo bisognerà puntare su associazioni più grandi». Attualmente i fondi autorizzati dalla Regione sono una ventina, ma per Lo Bello dovrebbero contarsi «sulle dita di una mano». L'Ars sta preparando una norma a sostegno dei consorzi fidi, che prevede uno stanziamento di 50 milioni, che dovrebbe essere approvata a fine mese. Martedì 11, a Palermo, presso la sede di Confcommercio, invece, le associazioni di categoria dell'artigianato si riuniranno per tracciare un quadro della situazione delle piccole e medie imprese e lanceranno una propria proposta in materia di accesso al credito. (riproduzione riservata)  

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Lavori edili bloccati dalla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Prov Medio Camp Pagina 3026 SAn Gavino Lavori edili bloccati dalla burocrazia SAn Gavino --> Bloccati dall'assurda burocrazia e dai vincoli. È questo quanto succede ad alcuni cittadini sangavinesi che hanno chiesto di poter eseguire delle ristrutturazioni in alcune case del centro storico. È eclatante il caso di Carlo Mascia, un giovane di 32 anni: «Sono proprietario di una casa da ristrutturare al primo e secondo piano di un edificio in via Mameli - racconta - il progetto è pronto, ma non ho l'autorizzazione del Comune per poter trasformare una finestra in porta. Così non posso certo entrare a casa e ho tutto pronto, ma l'ufficio tecnico non mi dà la concessione edilizia. Dovrei passare per un'altrui proprietà, ma tutto questo è assurdo anche perché in questo modo non mi potrà essere concesso un mutuo regionale di 100 mila euro». Carlo Mascia lotta da quasi un anno contro la burocrazia: «Ho parlato anche con il sindaco, ma nessuno mi ha dato dei tempi. Alla fine sarò costretto a ricorrere alle vie legali. Per fortuna ho un tetto dove andare, ma mi si sta creando un forte danno economico. Se la situazione non si risolve, sono disposto anche ad incatenarmi al Comune e alla Regione. Ho messo la cassetta della posta vicino alla finestra: basterebbe buttare giù un metro di muratura». Non può andare avanti con i lavori di ristrutturazione di un immobile acquistato due anni fa anche Mauro Cossu in via Santa Croce: «La mia concessione edilizia - spiega - è stata bloccata a causa del piano paesaggistico regionale che non permette di modificare i prospetti esterni delle abitazioni del centro storico. La casa da ristrutturare si trova a 15 metri di distanza da una chiesa storica, ma dovrei creare solo un portoncino con un arco come ce ne sono tanti altri nel centro storico». Tutto bloccato e non si sa neppure quando i lavori potranno iniziare. GIGI PITTAU

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Cartelle cliniche: un filo diretto tra ospedale e medici di base (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SANITA'.INTERROGAZIONE IN REGIONE DI MARIANGELA COTTO Cartelle cliniche: un filo diretto tra ospedale e medici di base Il primo a tentare di superare la burocrazia che impedisce un rapporto stretto tra i medici ospedalieri e quelli di famiglia, era stato Franco Testore, primario di Oncologia al Cardinal Massaja: grazie alla posta elettronica, da qualche tempo informa i medici di base sull'andamento delle cure dei pazienti del suo reparto e le cartelle cliniche da oltre 16 anni sono informatizzate. Il tutto ovviamente in una rete protetta, per rispetto della privacy. L'esempio funziona e l'Asl lo estende (per la parte delle cartelle cliniche informatizzate), ai reparti pilota di Ginecologia, Ostetricia, Medicina B e Chirurgia generale. A questo si aggiunge la trasmissione dei referti di laboratorio con la firma digitale elettronica. Queste novità «made in Asti», curate dal direttore sanitario Donatella Ciaceri, sembrano finalmente sfondare il muro che consentiva la libera circolazione di cartelle tra ospedali, ma non fuori «dalle mura». Eppure la necessità di maggiore e rapida informazione c'è: in media negli ospedali piemontesi occorrono tre giorni lavorativi, dopo aver compilato la domanda (e non è cosa facile, soprattutto per gli anziani), per poter avere le fotocopie della cartella clinica. E su questi temi, si è mossa la vicepresidente del Consiglio regionale Mariangela Cotto che ha presentato una interrogazione a palazzo Lascaris, per sottolineare le «criticità riscontrate da molti medici di medicina generale nella presa in carico dei pazienti dimessi». Spiega Cotto: «Gli ospedali devono mettere a disposizione dei medici di famiglia la cartella clinica del malato dimesso, per evitare inutili difficoltà ai cittadini». Prosegue Cotto: «In molti casi infatti, si procede alle dimissioni senza aver fornito alcuna documentazione clinica, fondamentale invece al medico di famiglia per una diagnosi tempestiva e approfondita. E le conseguenze si ripercuotono sui pazienti stessi, che per ottenere copia dei referti, ad esempio radiologici, devono addirittura pagare il ticket e poi recarsi, magari con una frattura, più volte dal medico di fiducia per la prescrizione di medicinali e controlli». L'iniziativa di Mariangela Cotto pare incontrare il gradimento dei medici di famiglia. «Mi hanno già scritto in diversi, annotando come sia funzionale ed efficace il metodo usato in Oncologia, di facile estensione anche per gli altri reparti».

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Riforma sanitaria Il primo test per il presidente (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2008-11-08 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE I soldi Servono 65 miliardi di dollari per realizzarla, risultati dal 2010 Le promesse Il progetto prevede risparmi di 2.500 dollari a famiglia Riforma sanitaria Il primo test per il presidente «Difficile con la crisi, forse un rinvio» DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Stanley Ann Dunham, morta a 53 anni per un cancro alle ovaie, passò l'ultima parte della sua vita combattendo, più ancora che con la malattia che l'aveva colpita, con le assicurazioni private che le lesinavano le cure mediche più costose, che la costringevano a seguire procedure estenuanti, a compilare pacchi di moduli. è una storia comune a molti americani, soprattutto i malati cronici: le assicurazioni Usa pagano senza battere ciglio operazioni chirurgiche e trattamenti «una tantum», ma cercano di evitare come la peste i pazienti con patologie che richiedono terapie che vanno ripetute di frequente. Ma Stanley Ann, scomparsa nel 1995, non era una donna qualsiasi: era la madre di Barack Obama. E lui, nei 21 mesi spesi nella campagna elettorale, ha raccontato la sua storia in tutte le piazze d'America: il suo modo di spiegare perché aveva deciso di mettere la riforma della sanità — insieme al piano di sviluppo di fonti energetiche alternative e non inquinanti — al centro del suo programma presidenziale. Il crollo finanziario degli ultimi due mesi, i «salvataggi» a raffica di banche, assicurazioni e imprese in crisi che hanno fatto impennare la spesa pubblica e il deficit, oggi rendono più difficile l'applicazione di una riforma che ha costi elevati: 65 miliardi di dollari secondo gli esperti di Obama, 100 o 110 secondo gli analisti indipendenti che hanno esaminato il progetto. Il presidente eletto tre giorni fa dagli americani ammette che l'emergenza economica potrebbe costringerlo a ridimensionare o rinviare a qualche parte del suo piano. Ma Obama non può certo rinunciare alla riforma sanitaria perché il sistema attuale, oltre a lasciare 45 milioni di cittadini (tra i quali ci sono ben 9 milioni di bambini) senza alcuna copertura sanitaria e a garantire a molti altri solo una tutela limitata, ha costi enormi: il 16 per cento del reddito nazionale, il 50 per cento in più di quanto spendono, in media, i Paesi europei o il Canada. Certo, il sistema Usa ha anche i suoi vantaggi: liste d'attesa più brevi, molte strutture mediche d'eccellenza, ricerca avanzatissima. Ma i costi sono spaventosi e il sistema delle assicurazioni private — che in un mercato «perfetto » dovrebbe garantire più efficienza — in realtà funziona male e produce nuove burocrazie. I motivi sono essenzialmente due: da un lato il paziente non ha le conoscenze e la libertà di scelta necessarie per comportarsi da soggetto economico, da consumatore del mercato della sanità; dall'altro il mantenimento dei rapporti con decine di compagnie assicurative, ognuna delle quali ha le sue regole, i suoi standard di rimborso, la sua modulistica, obbliga ogni singolo medico a riempire il suo studio di schiere di segretarie ed esperti di pratiche amministrative. Se passerà, la riforma di Obama non cambierà radicalmente questa situazione: anche se soffrono per le disfunzioni del sistema, gli americani non vogliono sentir parlare di nazionalizzazioni. E, d'altra parte, le assicurazioni sono società con centinaia di miliardi di dollari di capitalizzazione che rappresentano una parte centrale del sistema finanziario Usa e nelle quali milioni di investitori e molti fondi pensione hanno messo buona parte dei loro fondi, dei loro risparmi. Una riforma radicale del sistema era stata tentata nel 1993 da Hillary Clinton, un anno

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Poste allagate dalla pioggia "Da lunedì nessuno interviene" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SANT'AMBROGIO PREOCCUPAZIONI PER I DISAGI AGLI ANZIANI MENTRE L'INVERNO SI AVVICINA Avigliana Poste allagate dalla pioggia "Da lunedì nessuno interviene" Vendevano traversine Due denunciati Ancora ignoti i tempi di recupero Cittadini pronti all'esposto [FIRMA]GIUSEPPE MARITANO SANT'AMBROGIO Gli abitanti di Sant'Ambrogio, in bassa Valle di Susa sono in protesta per la chiusura dell'ufficio postale a causa del maltempo. Nella notte tra martedì e mercoledì scorso a causa del violento nubifragio e dalle infiltrazioni dal tetto, la pioggia ha allagato la soffittatura dei locali e parte degli uffici. E' stato richiesto l'intervento dei vigili del fuoco e del tecnico comunale che, dopo il sopralluogo, ha dichiarato la struttura inagibile. «Ci siamo attivati immediatamente - spiega il sindaco Bruno Allegro - mettendoci in contatto con la direzione delle Poste. Purtroppo sono passati ormai diversi giorni e al momento ci sono difficoltà per i nostri cittadini, in particolare i pensionati». Nella mattinata di ieri c'è stato un vertice in Comune, convocato dal primo cittadino, con i dirigenti delle Poste. Per risolvere almeno in parte il problema, i funzionari postali hanno promesso che al più presto sarebbe giunto un camper, del centro mobile da Asti. In effetti, nel pomeriggio di ieri è arrivato il mezzo che dovrà sostituire, forse per mesi la sede fissa. Operai e tecnici si stanno attivando per realizzare i collegamenti e potrebbe entrare in funzione oggi o lunedì. A preoccupare il sindaco è l'avvicinarsi dell'inverno con possibili nevicate, e i cittadini saranno costretti a lunghe code al freddo. Un particolare pensiero va agli anziani. «Mi auguro - prosegue Allegro - che si lasci da parte la burocrazia e che i lavori inizino al più presto per rimettere in sesto l'edificio. Altrimenti saremo costretti ad intervenire anche presso la direzione generale». Intanto tra la gente montano le proteste. Il primo cittadino è subissato di telefonate. Altri cittadini si recano in Comune e minacciano denunce per interruzione di pubblico servizio. Alcuni hanno annunciato che formeranno un comitato per dare maggiore forza al loro dissenso. Occorre precisare, che l'amministrazione comunale dallo stesso giorno dell'allagamento ha messo a disposizione i locali della sede della polisportiva per garantire almeno il servizio di recapito della posta. Ma una parte della popolazione se l'è presa con il sindaco per aver firmato l'inagibilità dei locali. «Voglio precisare - dice Allegro - che per questi casi specifici è il sindaco che risponde in prima persona se succedono incidenti o disgrazie. Questo è un atto dovuto per la salvaguardia del personale delle poste e della gente». In ogni caso i disagi ci saranno e il primo cittadino invita la popolazione ad utilizzare, temporaneamente e nel limite del possibile, gli uffici postali dei Comuni vicini. I carabinieri di Avigliana e del nucleo operativo ecologico di Torino, durante le operazioni di controllo del territorio hanno denunciato cinque persone per reati ambientali. Due persone di Alpignano dovranno rispondere per la vendita di pezzi di traversine ferroviarie come legna da ardere. Uno di Cesana Torinese per aver venduto ad una ditta di Avigliana delle traverse e di due imprenditori di Avigliana che avevano stoccato nei loro terreni degli inerti provenienti da demolizioni e scavi. \

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Peso dell'Irap e carenza di infrastrutture. Passano gli anni ma le imprese multinazionali conti... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 08 Novembre 2008 Chiudi Peso dell'Irap e carenza di infrastrutture. Passano gli anni ma le imprese multinazionali continuano a puntare il dito sempre sugli stessi problemi, come è emerso dall'incontro presso la sede di Confindustria dei manager delle imprese multinazionali italiane ed estere che operano in Ciociaria. «Sono un fondamentale elemento di stabilità economica e sociale e negli anni il loro apporto è stato determinante in termini di crescita della cultura imprenditoriale e della qualità della vita in Ciociaria. Per questo motivo abbiamo avvertito l'esigenza di esaminare con loro la situazione di recessione internazionale e finanziaria, oltre che quella economico-produttiva che sta riflettendo i propri effetti critici anche nella provincia di Frosinone, e ci vede così costretti a fare i conti con l'incertezza dell'assetto economico-produttivo dei prossimi anni», spiega il presidente di Confindustria Arnaldo Zeppieri. «Da un primo esame delle criticità del nostro territorio - spiega il direttore dell'associazione, Marcello Bertoni - è emersa la grave disparità che le imprese del Lazio stanno affrontando a causa del maggiore livello di Irap rispetto a quello di altre Regioni. Altro problema condiviso da tutti è quello della carenza di infrastrutture, malgrado la posizione strategica. Manca ad esempio una ferrovia che la colleghi velocemente alla capitale, oppure l'occasione mancata dell'aeroporto, che avrebbe senza dubbio contribuito al decollo dell'economia locale nonché i costi di una burocrazia asfissiante che ingessa qualsiasi iniziativa». «Per questo verrà costituito - prosegue Zeppieri - un comitato strategico delle multinazionali che analizzerà i risultati di un sondaggio avviato sul territorio ed elaborerà un documento con le priorità per lo sviluppo da sottoporre al sistema politico ed amministrativo locale, regionale e nazionale».

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Ragazzi e prostituzione, nasce il centro di accoglienza (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2008-11-08 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Volontariato Realizzato da Dedalus. Per i minori scuola e corsi di recupero Ragazzi e prostituzione, nasce il centro di accoglienza La sede aperta nell'ex casa di un boss all'Arenaccia Molti i giovanissimi immigrati che saranno accolti nel progetto L'associazione: primo obiettivo l'integrazione NAPOLI - Un centro di accoglienza per minori italiani e stranieri nell'ex casa del boss. Lo ha realizzato la cooperativa sociale Dedalus con il sostegno economico della fondazione Vodafone Italia in via Palmieri, 43, alle spalle dell'Arenaccia, nell'ambito della IV municipalità che abbraccia i quartieri di San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale, Gianturco, un territorio di 105.000 abitanti, praticamente una grande città del nord. Il centro sorge proprio nel quartiere San Lorenzo, zona dove sono concentrate la maggior parte delle presenze malavitose del centro città, dove alti sono i tassi della dispersione scolastica, diffuse le attività illecite e forte la presenza di immigrati, soprattutto minori, per i quali è facile cadere nelle insidie della strada, diventare ladri, spacciatori. Molti vengono salvati dalla prostituzione. In tanti si vendono per poche decine di euro come è stato scoperto poche settimana fa dietro via Marina grazie alle rivelazioni del nostro giornale. Proprio a loro i volontari della cooperativa stanno rivolgendo grande attenzione avendo già preso in carico alcuni di questi minori che si prostituivano, chiesto al Comune un maggior numero di operatori da utilizzare in strada, e pensato di mettere su un Drop in, un centro di prima accoglienza dove sarà possibile invitare i ragazzi a prendere un caffè, un modo per avvicinarli, per familiarizzare. Da questo primo contatto sarà poi possibile entrare in confidenza e provare a distoglierli dall'intento. Una risposta importante al problema della baby prostituzione nella zona orientale di Napoli cui si affianca ora questo centro multiculturale, presentato presso la sede della IV Municipalità, uno spazio aperto al territorio, che darà la possibilità a minori e giovani, italiani e stranieri, soli o con famiglia, di essere avviati all'alfabetizzazione e all'informatica e di frequentare attività sportive e laboratoriali. «Quello che teniamo a sottolineare - ha spiegato la presidente di Dedalus Elena De Filippo - è che tutti i nostri progetti sono rivolti sia ai minori stranieri che ai ragazzi del quartiere perchè l'obiettivo è quello dell'integrazione ». Oltre ai seminari su legalità ed ambiente che verranno portati avanti nel centro di via Palmieri ci saranno altre attività collaterali che Dedalus svolgerà nelle proprie strutture. Il progetto è stato finanziato per due anni «ma - precisa Edmondo Esposito della Fondazione Vodafone Italia - in Campania abbiamo sostenuto già 19 progetti, con una spesa di 4 milioni di euro, intendiamo continuare su questa strada lavorando soprattutto nella periferia urbana e dando continuità alle iniziative». Dal consigliere con delega ai beni confiscati della IV Municipalità Armando Simeone, l'invito a Comune e Demanio a sveltire le pratiche per sbloccare gli immobili confiscati, «nella zona tra Forcella e i Tribunali - ha detto - ci sono almeno 22 edifici che attendono di essere destinati». «Stiamo lavorando per rendere più vivibile questo territorio dove c'è un'alta concentrazione di immigrati - ha detto David Lebro, presidente della IV Municipalità - nostro prossimo obiettivo quello di realizzare un Ufficio di relazioni con il pubblico per immigrati allo scopo di rispondere all'esigenza di mediazione espressa da molti di loro che hanno difficoltà a relazionarsi con la nostra burocrazia». Nel corso dell'incontro sono stati presentati due laboratori che fanno parte del progetto: il primo a cura dello scenografo Riccardo Sivelli, l'altro realizzato da Pietro Perotti che crea fantastiche coreografie con la gommapiuma. Elena Scarici Baby prostituti in corso Novara

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<Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi> (sezione: Burocrazia)

( da "Brescia Oggi" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 8 Novembre 2008 FORMIGONI «Imminente il nulla osta Ue alla Brebemi»   Dirà alla fine che «ciò che si vede vale più di mille parole». E ciò che si vede è la rinnovata Tangenziale sud, il cui allargamento ha occupato due anni di lavori e disagi ma che ora è salutata con entisiasmo anche da lui, dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, arrivato apposta per questa inaugurazione. D?altronde, è un pezzo importante di una rete infrastrutturale che necessita, ne è convinto, di essere potenziata. E a sostegno della sua tesi, snocciolerà i dati che fotografano il ritardo della Lombardia: «In Italia siamo tra le regioni della seconda fascia per infrastrutturazione». Presidente Formigoni ogni volta che si inaugura una strada, quasi per riflesso condizionato in questa provincia si evoca la Brebemi. Ha qualche novità? Dall?Europa magari, dove l?autostrada è incagliata nella procedura di infrazione. «Credo che a breve, parlo di qualche giorno, avremo notizie importanti. Il commissario europeo, rispondendo ad una interrogazione, ha detto che è ora di chiudere la pratica di infrazione. Il che fa pensare che a giorni arriverà il nulla osta e si potrà avviare l?opera. Che si sia ancora fermi è sconcertante: ho fatto presente a due commissari europei l?inconsistenza delle ragioni su cui poggia la procedura di infrazione, illustrando a fondo le modalità innovative che caratterizzano quest?opera fondamentale per l?economia e l?impresa bresciana». Lo sarà, fondamentale, anche questa tangenziale? «Tanto per Brescia che per l?intera Lombardia, che ha urgenza di strade veloci e infrastrutture di collegamento affinchè le sue imprese possano lavorare al meglio. Credo che i lombardi vogliano e abbiano diritto ad un sistema viabilistico all?altezza». Quello attuale è carente? «Moltissimo, e la mia amministrazione considera un suo adeguamento una assoluta priorità. C?è un gap da colmare non solo con l?Europa: la Lombardia, che è un?economia trainante per il Paese, è all?ultimo posto in Italia per strade provinciali e regionali e al terzultimo per autostrade in rapporto al numero della popolazione. Anche se possiamo vantare il primato nelle autostrade a tre corsie». Presidente, una sensazione: lo scorso governo Berlusconi tra i primissimi provvedimenti aveva varato la legge obiettivo e messo le infrastrutture al centro della sua agenda. Al contrario in questa nuova legislatura, l?enfasi sembra cascare altrove: scuola, federalismo ecc. (Formigoni fa un cenno, come a dire d?aver coltivato pensieri simili. Poi spiega di averli espressi al premier) «Ho incontrato Berlusconi poche ore fa alla fiera del motociclo. E provocatoriamente gli ho ricordato appunto le cifre del ritardo lombardo, inadeguate alla sua forza economica. Il premier mi ha rassicurato: le infrastruture restano una priorità per la quale il governo, ha spiegato, stanzierà 16 miliardi». Il federalismo fiscale può dare una mano? «Può darla in prospettiva, meno nell?immediato. Le opere fondamentali sono già previste e finanziate, per i tre quarti dai privati e, qualche volta interamente, come la Brebemi. Il problema è che nella gran parte dei casi, sicuramente in quello dell?autostrada della Valtrompia, è la burocrazia a rallentare l?iter. In questo Paese occorre lottare contro veri mostri a più teste per realizzare infrastrutture. Ma si diceva del federalismo fiscale: potrebbe servire in altre partite». A quali, presidente? Si riferisce alla questione del riordino dei treni sulle tratte lombarde? «Anche le ferrovie sono fondamentali, ma se poi non ci sono sopra i treni... Trenitalia minaccia di levare convogli se la Regione non alza il proprio contributo nel contratto di servizio. Ma se Roma mettesse di più! Si dimentica che il fondo per il trasporto pubblico, un fondo statale, non viene potenziato da anni, neppure per adeguarlo all?inflazione. Ecco, con il federalismo fiscale la Regione avrebbe fondi suoi da investire». Per qualcuno vale l?equazione: più infrastrutture uguale più inquinamento. In ogni modo, le Pm10 sono una piaga qui, dove bastano due mesi per esaurire il bonus di superi dei livelli di tolleranza consentiti in un anno dall?Ue. «La provincia di Brescia, come la Pianura padana, sconta limiti orografici oggettivi, di cui a Bruxelles sono consapevoli. Detto questo, di recente le nostre politiche sono state giudicate avanzate dal commissario Dimas. E poi non dimentichiamo un dato abbastanza nuovo: la Lombardia, se guardiamo al tasso di inquinamento pro capite, è al primo posto in Europa. Questo non significa che ci fermeremo». Tra le misure, c?è da attendersi la riproposizione dei blocchi festivi? «No, considero superata la strategia dei blocchi indifferenziati in città. Piuttosto insisterei su misure come quelle già attuate: dalla messa al bando degli oli pesanti, agli incentivi per l?acquisto dei motocicli puliti o la sostituzione delle auto più inquinanti». Il 118 di Brescia è nella bufera. La Procura sta indagando sulle associazioni convenzionate e sulla gestione dei rimborsi, soldi regionali. «Il 118 è un servizio perfettamente funzionante su cui i lombardi possono contare. Se poi emergerà che vi sono mele marce, verranno punite. Ma ora lasciamo lavorare la magistratura».

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Come far ripartire il "Cantiere Italia" (sezione: Burocrazia)

( da "Miaeconomia" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gli ultimi articoli da: Esperto conti correnti Emissione assegni e iscrizione SicProdotti per protestatiIncasso assegnoSmarrimento assegnoRecupero penale assegno protestatoFattura pagata con bonificoC/c per protestatoSmarrimento libretto di risparmio nominativoOneri accessori sugli assegniApertura c/c per residente all'estero Gli ultimi articoli da: Esperto mutui casa Modifiche al contratto di mutuoAcquisto immobile in separazione legaleIscrizione Sic positiva e negativaResidenza e locazione prima casaMutuo al 100%Acquisto casa per segnalato CrifLquidazione esecutatiRevoca della fideiussioneAccordo governo-AbiRevoca immobile a minore BORSA E MERCATI » Il fatto del giorno Come far ripartire il "Cantiere Italia" (08/11/2008) Il cantiere Italia è fermo,il Paese non ha ancora infrastrutture adeguate, dalle autostrade (+38% la crescita in chilometri nel periodo 1995/2005 in Eurolandia contro il +2% italiano) alle ferrovie (560 i chilometri dell?alta velocità nella penisola contro i 1.000 della Spagna e i 1.500 della Francia), né servizi (gli asili coprono l?8% dei bambini tra 0 e 2 anni, mentre l?obiettivo di Lisbona 2020 prevede il 33%). La causa? I costi troppo elevati, la burocrazia, la carenza di risorse pubbliche: per realizzare un chilometro di alta velocità in Italia si spendono 32 milioni di euro, 10 in Francia e in Spagna; da noi ci vogliono 6 anni per assegnare un appalto da almeno 15 milioni di euro, con una forbice che dai 600 giorni della Lombardia va ai 1582 della Sicilia; infine, nel 2001/07 i finanziamenti pro investimenti sono stati il 2,5% del Pil, contro il 7,8% della media europea. Come superare lo stallo? Secondo molti analisti la ricetta consiste nell'unione di pubblico e privato, soprattutto finananziamenti provenienti dalle banche. L?Italia ha bisogno di investire in nuovi progetti, come fanno i Paesi più avanzati d?Europa, avvicinandosi a un ottimale 3,8% del Pil, cioè circa 60 miliardi annui. Negli ultimi 4 anni in Italia si sono spesi in opere del genio civile 163 miliardi, ma se analizziamo il rapporto tra nuove infrastrutture e manutenzione straordinaria, solamente il 46% degli investimenti è stato destinato alle prime. In Spagna, a fronte di una spesa di 200 miliardi, lo stesso rapporto è pari all?82%. Un?anomalia, la nostra, che si motiva solo pensando a criteri di selezione dei lavori improntati spesso a localismi se non ad interessi corporativi. 2 voti - » Vota questa notizia »

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Crisi, annata agraria 2008 in difficoltà : produzione stagnante, impennata dei costi, calo dei prezzi sui campi e crollo dei consumi (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Crisi, annata agraria 2008 in difficoltà : produzione stagnante, impennata dei costi, calo dei prezzi sui campi e crollo dei consumi (8/11/2008 10:30) | (Sesto Potere) - Roma - 8 novembre 2008 - Un?annata, quella del 2008, che conferma tutte le difficoltà dell?agricoltura italiana. La produzione dovrebbe registrare una situazione stagnante (0,5 per cento in più rispetto al 2007), il valore aggiunto una lieve crescita del 1,2 per cento, i prezzi all?origine una diminuzione del 3 per cento, gli investimenti un calo del 2,5 per cento per cento, i redditi degli agricoltori un taglio tra l?1,5 e il 2 per cento per cento, mentre i costi di produzione dovrebbero avere un?impennata pari al 10,6 per cento. In caduta anche consumi agroalimentari: meno 3,5-4 per cento. Queste le prime stime della Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha elaborato, sulla base delle rilevazioni Ismea, i dati in occasione dell?imminente 11 novembre, festa di San Martino che, per antica tradizione, si fa coincidere con la fine dell?annata agraria e l?inizio della nuova. L?agricoltura italiana sta, insomma, attraversando uno dei più difficili momenti della sua più recente storia. In un mercato sempre più vasto e competitivo, le imprese agricole mostrano -sostiene la Cia- una strutturale difficoltà a recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, all?innovazione e agli investimenti. Pesano, ed aggravano questa situazione, l?aumento dei costi produttivi (in particolare quelli energetici e dei prodotti chimici), degli oneri sociali e della opprimente burocrazia. Non solo. A rendere più complesso il quadro è l?elevato costo del denaro e le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità. A questo si aggiungono le anomalie ed il malfunzionamento dei mercati, a cominciare dall?impennata dei prezzi di alcune materie prime e dalla scarsa efficienza della struttura amministrativa. Le prime stime della Cia evidenziano, dal punto di vista produttivo, che le coltivazioni agricole dovrebbero avere una crescita pari all?1,2 per cento, con una performance dei cereali (più 12 per cento) e un discreto aumento per patate e ortaggi (più 3 per cento); mentre le coltivazioni industriali dovrebbero registrare ancora un forte calo (meno 18,7 per cento), dovuto principalmente alla barbabietola da zucchero. Infatti, dal 2006 ad oggi l?Italia ha ridotto più del 50 per cento la sua quota produttiva a causa dell?applicazione della Pac. Anche il comparto frutta e agrumi -come evidenziano gli stessi dati Ismea- dovrebbe incidere negativamente sulla produzione agricola (meno 6,4 per cento). In calo soprattutto gli agrumi, le pere, le mele e le pesche. Le stime preliminari per i comparti vino e olio evidenziano, invece, un 2008 molto buono (rispettivamente, più 7 per cento e più 10 per cento). Da tenere, comunque, presente che le condizioni metereologiche, sia per l?olio che per il vino, potrebbero ridimensionare fortemente le attese. Per quanto riguarda la produzione zootecnica, le stime mostrano un calo (meno 0,6 per cento) che contrasta con la discreta annata registrata nel 2007. I comparti in flessione risulterebbero quello dei bovini e bufalini (meno 3 per cento), dove l?aumento dei costi di produzione ha provocato pesanti riflessi negativi per gli allevatori, e quello relativo alle consegne di latte (meno 1 per cento), nonostante l?incremento del 2 per cento della quota latte da parte della Commissione Ue. Timidi segnali di ripresa dovrebbero provenire dal comparto dei suini (più 1 per cento), mentre quello degli avicoli dovrebbe continuare il trend di crescita iniziato lo scorso anno (più 7 per cento). A lievitare, invece, sono i costi produttivi. Il “caro-petrolio” -sottolinea la Cia- ha pesato in maniera determinante, provocando impennate vertiginose, specialmente sul fronte dei concimi, il cui prezzo è aumentato anche del 60 per cento. In crescita anche gli oneri contributivi e quelli causati dagli adempimenti burocratici. Un quadro non certo positivo che viene offuscato dall?ulteriore calo dei redditi degli agricoltori. Una tendenza -segnala la Cia nelle sue stime- che ormai prosegue da tre anni, visto che nel 2005 la diminuzione era stata del 10,4 per cento, nel 2006 del 3,4 per cento e nel 2007 del 2 per cento. E ciò ha provocato una nuova flessione degli investimenti da parte delle imprese agricole, sempre alle prese con una competitività che non riesce a decollare. Questi dati preliminari (che potrebbero essere soggetti a variazione) -sostiene la Cia- riaffermano la necessità di una rinnovata attenzione nei confronti dell?agricoltura italiana. Si impone una politica propulsiva, un cambiamento di rotta, un progetto valido che permetta il rilancio dello sviluppo e della competitività. Insomma, occorrono misure concrete per favorire una reale innovazione ed un?equilibrata crescita, riducendo i costi produttivi e contributivi e gli oneri di una burocrazia che oggi tolgono importanti energie imprenditoriali. E proprio questi sono i temi alla base della mobilitazione della Confederazione che, dalla prossima settimana, si svilupperà sull?intero territorio nazionale, per raggiungere il suo culmine il 14 novembre con iniziative in contemporanea in cento province. è necessaria, dunque, una rinnovata politica agraria nazionale. Parlare di progetto per l'agricoltura vuol dire -rimarca la Cia- porre al centro dello sviluppo le imprese e gli imprenditori agricoli. L'impresa agricola evolve, nella struttura, nelle relazioni, nella capacità di innovazione, anche se ciò avviene con troppa lentezza. La vitalità di imprese eccellenti non è, però, sufficiente ad assicurare la crescita del settore. Serve, di conseguenza, un vero progetto di sviluppo che deve avere il suo punto fermo nella Conferenza nazionale sull?agricoltura che va svolta in tempi molto rapidi.

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GIUSEPPE MIRETTO A MADDALONI ANCHE UN'ALLUVIONE PUò ASPETTARE. GLI INTERVENTI DI MITIGAZIONE... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

GIUSEPPE MIRETTO A Maddaloni anche un'alluvione può aspettare. Gli interventi di mitigazione dei rischi sono bloccati dalla burocrazia. Ci sono i soldi (10 milioni di euro), i progetti (by-pass dei collettori fognari vetusti), un piano di contenimento delle ondate di piena (deviazione a monte del collettore fognario interprovinciale ex-Casmez). Manca però il coordinamento regionale per autorizzare gli interventi: quelli urgenti e quelli più complessi di adeguamento strutturale. Così, tutte le volte che le precipitazioni diventano intense e prolungate, continuano ad esondare le acque nere di Maddaloni, Santa Maria a Vico, Arienzo, Cervino e San Felice a Cancello. Un fiume di acque reflue, proveniente da Arpaia, tra la rassegnazione collettiva, sommerge un intero quartiere: via Cancello, la periferia sud di Maddaloni schiacciata tra l'intasatissima statale 265 e l'Interporto. In teoria, gi scarichi intercomunali dovrebbero essere convogliati nel collettore ex-Casmez rimasto incompleto. «Ma poiché il recapito terminale - testimonia Domenico Crisci, presidente del comitato civico di via Cancello - non funziona, in pratica i liquami sommergono i campi coltivati, le strade (la provinciale tra Maddaloni e Cancello Scalo, più le stradine private) e soprattutto le abitazioni». La tratta finale della fogna intercomunale (oggi vetusta e sottodimensionata) continua ad inghiottire cantine e abitazioni a piano terra. La furia delle acque abbatte mura perimetrali e trascina via persino effetti personali e masserizie. Scene da un disastro ambientale: in via Cancello, in località bivio San Marco, i residenti hanno eretto dighe artigianali per fronteggiare le improvvise ondate di piena notturne della fogna. «Poiché il livello di guardia del collettore - annuncia Crisci - è già stato superato a settembre, in assenza di soluzioni praticabili, confidiamo nella clemenza delle condizioni meteo e nella magistratura». Dietro le quinte è di nuovo tempo di summit e di febbrili trattative. Un vero pressing istituzionale. «Il Comune di Maddaloni - annuncia l'assessore Angelo Schiavone, delegato dal sindaco Farina a seguire l'emergenza - ha chiamato Regione, Provincia e Comuni a rispondere delle conseguenze degli scarichi incontrollati». Chiesto alla Regione il coordinamento dell'emergenza «attivando immediatamente il piano contro i rischi affidato all'Hydrogest». Per evitare l'alluvione, tra Maddaloni e Acerra, potrebbe essere sufficiente deviare e contenere le immissioni a monte (nel territorio di Arpaia) e riattivare canali alternativi a valle (nella zona di Acerra). Insomma, basterebbe un intervento di ordinaria manutenzione per scongiurare gli allagamenti. A medio termine, il Comune di Maddaloni ha ufficialmente chiesto alla Provincia di «rendere disponibile il collettore fognario di via Calabricito». Basterebbe un by-pass tra l'ex-Casmez e la struttura provinciale per scongiurare le inondazioni, alimentate dagli «scarichi del collettore 3/218, emissario del comune di Santa Maria a Vico e della Valle Caudina» e del «collettore a servizio dei comuni di Santa Maria a Vico, Cervino e San Felice a Cancello».

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Lanciato il "pane natura toscano" (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Una nuova sfida in campo alimentare di Arnaldo Cavallari, all?insegna della genuità e della tradizione Lanciato il "pane natura toscano" Nella capitale la linea dei prodotti derivanti dalla Ciabatta ha ottenuto un grande successo Parte da Adria una nuova sfida in campo alimentare in grado di riunire sotto la bandiera della genuinità e della tradizione panificatoria italiana tutte le regioni d'Italia. Se ne fa promotore Arnaldo Cavallari, l'ideatore del pane - ciabatta. La "linea natura", dopo aver conquistato Roma, sbarca in Toscana: nascono la "farina natura Toscana" ed il "pane natura toscano". Grande successo nei giorni scorsi nella Capitale, nei padiglioni della fiera della città eterna, nell'ambito di "Pabogel", per il pane ciabatta, prodotto principe del territorio adriese. Durante i tre giorni della fiera internazionale della panificazione, della pasticceria, della gelateria e dell'alimentazione, un salone a 360 gradi che si prefigge l'obiettivo di far conoscere l'evoluzione della ristorazione e le opportunità commerciali che i vari comparti offrono, il dottor Cavallari e la sua linea di prodotti "Natura" hanno letteralmente spopolato.Presente in prima persona nello stand del Molino Aguiaro e Figna, il padre della Ciabatta, assieme a personale esperto, ha prodotto giornalmente, in diretta, l'ormai famosa Ciabatta Natura, promuovendo nel contempo non solo i propri marchi e prodotti ma anche il nome della città di Adria. Cavallari, in sintesi, ha portato avanti una vera e propria operazione di marketing territoriale. «Siamo andati anche oltre - puntualizza il patron -. A Roma abbiamo fatto le prove di panificazione del neonato "pane natura toscano", un prodotto innovativo, fatto con farine speciali, che sarà lanciato a breve. È circa un mese che sto lavorando a questo progetto assieme ad altri mugnai e panificatori. L'idea è nata per caso ma è subito piaciuta.Il procedimento è sempre quello della Ciabatta Natura; anzi è più semplice. Mentre la ciabatta è prodotta con grani duri, soprattutto esteri, e la sua biga ha caratteristiche ben precise, per il pane toscano l'operazione si è rivelata più semplice. Si è lavorato su bighe più corte e solo su grani nazionali. Sto già registrando i marchi. L'operazione è piaciuta e il nuovo prodotto è andato ruba. È la fraganza ed il sapore del pane, come quello di una volta, a fare la differenza ed a rivelarsi la carta vincente. Questa è anche una delle finalità dell'Accademia del Pane da me fondata e della fondazione "Arnaldo Cavallari". L'obiettivo è quello di promuovere la conoscenza ed il consumo del pane naturale prodotto secondo la tradizione della panificazione italiana, un pane genuino e privo di additivi o di miglioratori chimici».Nel frattempo, anche se la burocrazia sembra averci messo lo zampino, quanto prima dovrebbe riaprire il forno sperimentale di via Ca' Cima: «Sono oltre 20 giorni - conclude Cavallari - che aspetto alcuni allacciamenti per dar via all'operazione "Ciabatta village". Qui organizzeremo corsi pratici per i panificatori, per i pizzaioli e per gli appassionati del pane e della pizza, al fine di far conoscere le corrette tecniche di lavorazione».Guido Fraccon

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Muraro spera che il Governo consenta di spendere i soldi in cassa (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Muraro spera che il Governo consenta di spendere i soldi in cassa La Provincia fa i conti con la morsa del patto di stabilità: i paletti messi dall'ultima Finanziaria impongono tagli importanti in tutti i settori. In questi giorni negli uffici di viale Battisti è tutto un batter di tasti sulle calcolatrici, e sui capitoli del bilancio di previsione in corso di stesura compare una serie di segni meno che si tradurrà in una serie di tagli che si faranno sentire, per quanto gli amministratori assicurino che si sta facendo il possibile per garantire tutti i servizi.«Ci hanno legato mani e piedi - lamenta sconsolato il presidente Leonardo Muraro -. La spesa corrente è ridotta in funzione delle entrate, mentre per quanto riguarda gli investimenti dovremo ridurli del 17 per cento nel 2009, del 64 per cento nel 2010 e - udite udite - del 125 per cento nel 2011. Da quasi 100 milioni di opere pubbliche spesi quest'anno passeremo a circa 80 l'anno prossimo».Dati da prendere con le pinze, sottolinea Muraro, perché il bilancio al momento è solo una bozza: «Stiamo facendo delle proiezioni in base alla situazione attuale per vedere come varierà la nostra possibilità di spesa. Nel calcolo dobbiamo includere anche le opere già finanziate gli scorsi anni, per cui per le nuove opere nel 2009 avremo una capacità di spesa di circa 25 milioni di euro; nel 2010 scenderà a 17 milioni e nel 2011 si attesterà su sei milioni, il che significa che ci ridurremo a fare la manutenzione della viabilità». Il tutto con le casse piene: «Abbiamo 180 milioni di euro nel cassetto e non possiamo toccarli». In più la Provincia - come tutti gli altri enti pubblici - deve fare i conti con un nuovo parametro che rischia di bloccare le opere già finanziate: «Nel 2009 possiamo spendere tanto quanto entrerà nelle casse: se entra 100 posso fare assegni o bonifici bancari per 100. Noi abbiamo sempre ben operato e dato il via a tante opere pubbliche. Per molte tra l'accantonamento delle risorse e il pagamento si mette in mezzo la burocrazia, e passano anche due anni. Così adesso dobbiamo fare i conti con i pagamenti».Il Sant'Artemio dovrebbe salvarsi per il rotto della cuffia: «Il grosso dei lavori è ormai concluso, così il grosso della spesa ricade quest'anno».I tagli interesseranno comunque tutti i settori: «Mi spiace tantissimo ma purtroppo salteranno alcuni progetti culturali e salteranno alcuni progetti in campo sportivo. Purtroppo stiamo riducendo sensibilmente anche il finanziamento per il sociale. In tutti i settori dobbiamo fare grandi economie, che ci sono imposte dal patto di stabilità. I parametri sono quelli e noi siamo costretti a rispettarli. L'unica speranza è che il Governo riveda qualche parametro e mi consenta di spendere almeno i soldi che ho nelle casse».Il problema di poter spendere i soldi in cassa riguarda pressochè tutti gli enti locali della Marca.Marco Gasparin

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ANDREA FERRARO CASERTA. L'IRA DEGLI IMPRENDITORI SERICI CASERTANI SI ABBATTE SUL SAN CARLO E... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ANDREA FERRARO Caserta. L'ira degli imprenditori serici casertani si abbatte sul San Carlo e sulla gara d'appalto che in pratica avrebbe precluso la possibilità alle sete di San Leucio di trovare spazio sul palcoscenico, sui palchetti e sulle sedie del teatro, interessato dai lavori di ristrutturazione e anche di rifacimento della tappezzeria. Quella che poteva essere un'opportunità per assicurare una boccata d'ossigeno alle aziende casertane che operano in un settore che inevitabilmente risente anche della crisi internazionale, dunque, si è trasformata in amarezza e malcontento. Il presidente della sezione Tessili di Confindustria Caserta, Gustavo De Negri, è duro: «Si parla tanto di rete, di fare sistema, ma poi ognuno va per la propria strada». La speranza di vedere all'interno del teatro le preziose sete, apprezzate ed esportate in tutto il mondo, dunque, è andata delusa. L'imprenditore casertano pone anche una questione di burocrazia, quando si riferisce al bando di appalto, e, sottolinea, anche di cultura, considerato «che le sete di San Leucio, come il San Carlo, sono legate indissolubilmente ai Borbone». «La crisi - conclude - sta mettendo in ginocchio il comparto della tessitura, aggredito prima dalla concorrenza cinese e poi dalla congiuntura internazionale per cui un segnale di attenzione da parte degli enti pubblici sarebbe stato gradito. C'è una questione di regole che non funzionano e, dunque, non aiutano. Se i lavori di tappezzeria, a prescindere dalla qualità, dal prestigio e dalla storia dei siti, vengono considerati all'interno di un unico bando di appalto, in cui la parte preminente è riservata agli interventi murari, è evidente che restano margini minimi per il coivolgimento delle piccole aziende locali».

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L'Aurora-Briantea punta a rimanere ancora imbattuta (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Di Como, Il" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'Aurora-Briantea punta a rimanere ancora imbattuta Quarta di campionato di serie A2 di basket in carrozzina in casa per l'Aurora Assicurazioni-Briantea 84 che, sempre in clima di emergenza, stasera al Palasport di Seveso (ore 20.30), affronta la matricola Parma. I ragazzi di coach Marco Bergna devono ancora scontare l'assenza dei due giocatori iraniani, Morteza Garibloo e Alì Ahmadi, squalificati per cinque anni, e dell'infortunato Angelo Scopelliti. I 6 punti in classifica punteggio pieno a pari merito con Gradisca d'Isonzo sono un buon ossigeno che permette ai canturini di guardare con ottimismo alla gara contro la neopromossa Parma, finora a secco di vittorie. In questa fase molto critica, in attesa che il Comitato italiano paralimpico dia il via libera per un'apertura straordinaria del mercato acquisti, sono arrivati a Seveso per una prova due nuovi giocatori provenienti dagli Usa. La settimana prossima, burocrazia permettendo, potrebbero essere presentati. «Ci siamo allenati bene dice il coach della Briantea, Marco Bergna nonostante la panchina corta. Sono molto contento dei nostri giovani, che stanno superando ottimamente la prova difficile a cui sono chiamati, ovvero sopperire la mancanza dei due iraniani». Home Comense ottimista, il calendario è favorevole Una "classica" per l'Ims Como, il derby con Varese Italia-Svizzera Under 20, biglietti in Comune Domani arriva l'Olbia Di Bari atteso a Orsenigo Un calcio alla Sla. Stefano Borgonovo giornalista Cantù ritrova l'ex Hoover «Voglio vincere per mia figlia»

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Le impresesollecitanolo <Sba> (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

in senato Le imprese sollecitano lo «Sba» Roma. Nel corso dell'audizione in Commissione Industria del senato sullo Small business act, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop hanno apprezzato l'iniziativa del presidente della Commissione, senatore Cesare Cursi, dato che, per prima in Parlamento, la Commissione da lui presieduta ha riconosciuto l'importanza di questo atto che pone le piccole imprese al centro della crescita dell'Europa. Le Confederazioni dell'artigianato, del commercio e della cooperazione hanno sollecitato un'azione congiunta del parlamento, del governo e delle regioni italiane affinché lo Small business act sia inserito nell'agenda del prossimo Consiglio europeo in programma l'11 e 12 dicembre. Lo SBA rappresenta un passo avanti verso un'Europa delle imprese con meno burocrazia per 23 milioni di Pmi ed una pietra miliare nell'attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Si tratta di un importante riconoscimento del ruolo delle Pmi confermato anche dall'attenzione che la Commissione europea dedica loro con la Settimana europea delle Pmi in programma dal 6 al 14 maggio 2009. Lo Small business act è stato presentato il 25 giugno 2008 dalla Commissione europea e contiene orientamenti e proposte di azioni politiche da attuare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni attive in Italia. Con lo SBA la Commissione europea e gli Stati membri sono chiamati ad applicare il principio «Think small first». Tuttavia, all'apprezzamento dello sforzo della Commissione europea nell'aver fissato con lo SBA una nuova generazione di politiche per le PMI, si unisce la consapevolezza che tale atto è solo un punto di partenza e che l'impegno più oneroso a cui l'Europa ed i singoli Stati membri sono chiamati è quello di darne attuazione.

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Consiglio: <Abolirela commissione edilizia> (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 08-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

belpasso Consiglio: «Abolire la commissione edilizia» Nel corso della seduta del Consiglio municipale di giovedì sera, con particolare attenzione si è discusso della possibilità di abolire la commissione edilizia, modifica al regolamento del Prg, che è stata approvata dai consiglieri, la cui delibera attende adesso il parere della Regione. Ad accendere i toni sulla questione, la lettera già inviata dai membri della commissione con cui gli stessi, unanimamente hanno minacciato di sospendersi, atteggiamento che, secondo i consiglieri di Belpasso, "creerebbe disservizi alla cittadinanza". "Evitare accentramenti di potere, limitare i costi della burocrazia ed accelerare i tempi della stessa" sono infatti le ragioni che stanno alla base della proposta di modifica, presentata dal consigliere Giovanni Rapisarda, che non riguarda né la qualità né le modalità del lavoro svolto, ma l'aspetto finanziario, su cui il Consiglio ha esercitato la sua sovranità decisionale, ribadendo comunque la necessità di "rinnovare la commissione qualora la Regione non approvi la delibera del Consiglio di Belpasso". Rinviati diversi punti all'odg, è stato inoltre approvato all'unanimità, dopo opportune delucidazioni tecniche, il programma costruttivo in zona C2 del Prg sito a Piano Tavola, che riguarda l'edilizia agevolata convenzionata, che permetterà ai costruttori, con un terreno proprio di usufruire di prestiti a tasso agevolato secondo le direttive europee, passando il mutuo all'acquirente, con l'obbligo di indicare che trattasi di edilizia agevolata convenzionata. Approvato il recesso dal Consorzio tra Comuni "Libertà e Legalità", è stata approvata anche la civica benemerenza alla memoria del prof. Giuseppe Sambataro con collocazione di un busto dell'illustre studioso belpassese nel giardino Martoglio. Sonia Distefano

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"I tronisti più pagati dei ricercatori" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

APPELLO AL GOVERNO Polemica Candiolo e la giornata dell'Airc IL PROFESSOR COMOGLIO La provocazione di Faletti all'Università «A queste condizioni avremo sempre meno ragazzi per la scienza» "I tronisti più pagati dei ricercatori" MARCO ACCOSSATO «Nel nostro Paese chi sta in laboratorio fa anche il burocrate» E' scandaloso che chi siede sul trono di Maria De Filippi guadagni un sacco di quattrini mentre chi lavora a un microscopio per salvare vite abbia una paga da fame»: Giorgio Faletti, comico e scrittore, lo dice con una battuta. Il professor Paolo Comoglio, direttore scientifico dell'Istituto anti-tumori di Candiolo, usa parole più misurate, politicamente corrette, ma la sostanza non cambia: l'Italia offende i giovani ricercatori. Peggio: li demotiva. «Nel nostro Paese - dice Comoglio - il problema non è solo la carenza di fondi per la ricerca, è che i nostri ragazzi non sono messi nella condizione di lavorare, col risultato che se ne trovano sempre meno, e alla fine i cervelli vanno all'estero». Nella Giornata nazionale per la Ricerca promossa dall'Airc («Il valore dell'esperienza, il bisogno dell'innovazione»), parte dall'aula magna dell'Università di Torino una provocazione al governo. «Ad Harvard - lamenta il professor Comoglio, di fronte a una platea di studenti - un ricercatore è messo nella condizione di poter immediatamente lavorare sugli studi che intende portare avanti. Qui in Italia, più che stare al microscopio, deve occuparsi di burocrazia, amministrazione, persino dell'allestimento del laboratorio». Non è questione di denaro, ma di dignità. Sia chiaro: «I nostri giovani non chiedono più soldi, vogliono solo essere messi nella condizione di lavorare in maniera competitiva», sostiene Comoglio. «L'opera di questi ricercatori - aggiunge Faletti, testimonial della Giornata dell'Airc appena rientrato da un viaggio in Vietnam per preparare il suo prossimo thriller - continua invece a rimanere all'oscuro». Unicredit, nel triennio 2006-2008 si è impegnata a sostenere la fase produttiva della piattaforma di oncogenomica diretta dal dottor Enzo Medico all'Istituto di Candiolo per la Ricerca e la Cura del Cancro. Nel prossimo biennio finanzierà anche undici ricercatori. Grazie all'Airc, poi, quest'anno sono stati finanziati in Piemonte 36 progetti di ricerca per un totale di quasi 3 milioni e mezzo di euro (di cui 2,1 milioni destinati al centro di Candiolo). «Ma interventi simili, per quanto fondamentali, non sono sufficienti - è stato detto ieri in Rettorato -: occorre una nuova cultura della ricerca», è l'appello che parte da Torino. Ovunque, in Italia e all'estero, si allunga la lista dei nuovi farmaci che dai laboratori si avvicinano al letto del malato. La ricerca, ormai, non conosce confini. E il dipartimento di Scienze oncologiche all'Ircc di Candiolo è una delle strutture preminenti per numero di ricercatori, sofisticatezza delle attrezzature, qualità e quantità di risultati: 318 i lavori pubblicati su riviste internazionali, dal giorno della nascita del Dipartimento nel 2002. Ma anche qui - dove la Fondazione Piemontese per la Ricerca contro il Cancro presieduta da Allegra Agnelli ha potuto reperire risorse finanziarie grazie ad una infaticabile campagna di sensibilizzazione della popolazione - «i ricercatori devono poter dedicare tutte le loro energie agli studi». www.lastampa.it/accossato

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Gaido non abbandona "I ritardi nei pagamenti colpa della burocrazia" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

COSSATO.REPLICA «Attacchi inutili Al prossimo Consiglio spiegherò la vicenda I conti sono a posto» Gaido non abbandona "I ritardi nei pagamenti colpa della burocrazia" [FIRMA]RENATO MORESCHI COSSATO Nessuna intenzione di rimettere il mandato, come chiesto dalla minoranza: l'assessore al Bilancio Giorgio Gaido attende con impazienza il prossimo Consiglio per replicare alle accuse lanciate da Franco Botta e Claudio Corradino sui ritardi dei pagamenti per i lavori alla nuova casa di riposo di Lessona. «Farò chiarezza sull'intera vicenda - spiega Gaido - qualcosa però non torna: rimane un mistero come circolino certe notizie riservate. L'opposizione ha montato ad arte un caso che si è rivelato un castello di carte. Spiace perché, con chi mi accusa, ho un rapporto personale normale. Al di fuori delle diverse vedute ideologiche ci si parla e ci si confronta. Sarebbe bastato alzare la cornetta e chiedere chiarimenti». Per Gaido la copertura c'è sempre stata, nessun ente si sarebbe imbarcato in questa avventura sapendo di non poter pagare. In questo caso ci sono stati diversi fattori concomitanti che hanno portato ad alcuni ritardi sul pagamento delle fatture scadute: da un lato si attendeva di riscuotere un contributo regionale che non è arrivato nei giorni previsti, mentre il Comune ha incassato solo 10 giorni prima la fattura del subappaltatore. Un tempo, quest'ultimo, troppo stretto per le verifiche e le pratiche di giro. «La statistica ci ricorda che i ritardi di pagamento degli enti locali sono diventati consuetudine, nel pubblico c'è però la certezza di riscuotere sempre e comunque - conclude Gaido -. L'Ance (associazione nazionale costruttori edili) ha chiesto al governo una maggiore flessibilità per spostare i capitoli di spesa anche all'anno dopo senza penalizzare così i patti di stabilità. E' paradossale ma hanno più problematiche i Comuni che hanno avuto i conti in regola fino ad oggi come noi, rispetto a enti deficitari come Catania e Taranto».

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I risvolti meschini della sanità e la dignità di un malato terminale (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

I risvolti meschini della sanità e la dignità di un malato terminale Mio padre ha lavorato per 36 anni con grande dedizione e professionalità. Nel luglio 2007 noi famigliari abbiamo avviato le pratiche per ottenere i benefici dovuti al suo grave stato di salute. E' stato sottoposto a visita medico-collegiale dell'Asl dopo 3 mesi. Entro 60 giorni dalla visita (il 9 ottobre), l'Asl avrebbe dovuto inviare la risposta con l'esito della commissione medica. A metà dicembre decido di informarmi. Mi si dice che la pratica è in spedizione. Passa Natale e intorno al 10 gennaio riprovo a chiamare. Al telefono vengo informata che mio padre dovrà essere sottoposto a nuova visita medico-collegiale, stavolta dell'Inps, a fine gennaio, nonostante la prima avesse approvato lo stato totale di invalidità. Pazienza... ogni tanto succede che anche l'Istituto che eroga le provvidenze economiche di invalidità voglia fare i relativi controlli. Mi si dice inoltre che, vista la circostanza, qualora questa commissione avesse confermato lo stesso esito, i tempi sarebbero stati molto più celeri. A metà febbraio, infatti, riceviamo il verbale che attesta lo stato di grave infermità di mio padre. Nel frattempo in questi mesi, i miei genitori si avvalgono di aiuti esterni a pagamento, per poter fronteggiare i pesanti problemi quotidiani. A fine marzo provo a contattare l'Asl e poi l'Assi e poi l'Inps... dov'è la pratica? Dopo varie telefonate, mi si dice che le domande da evadere sono tante e che i tempi di attesa sono quelli lì, e che insomma «devo mettermi il cuore in pace». A fine aprile sono esasperata da questa burocrazia scaricabarile e mi rimetto in contatto con gli uffici di competenza. Mi chiedo se questo è uno Stato che c'è o che fa finta di niente o che gioca sullo sfinimento del cittadino impotente di fronte al Sistema. Già il Sistema... spesso mi sento dire che dobbiamo adeguarci al Sistema perché se non lo fai sei uno stolto Don Chisciotte. Ma qui si tratta dell'individuo, di un essere umano che ha dato tanto e che ora ha bisogno di ricevere dallo Stato quell'assistenza di cui lui avrebbe voluto fare a meno fino alla fine dei suoi giorni. Per farla breve, la situazione si è risolta solo nel luglio scorso, a un anno dall'inizio del procedimento. Ma non è finita. Ora mio padre è un malato oncologico terminale. Per sua volontà vuole rimanere a casa per poter morire nel suo letto. Abbiamo attivato il servizio infermieristico domiciliare dell'Asl. Il medico di base aveva fatto la richiesta anche di quello assistenziale, sempre gestito dall'Asl. Purtroppo le direttive sanitarie regionali impongono rigide regole: questo tipo di assistenza non può essere effettuata sui malati oncologici, solo sugli altri (vedasi vari Protocolli), cosicché se mio padre deve essere cambiato, lavato, sottoposto a una sia pur minima forma di igiene personale, occorre attivare un servizio a pagamento. Non ne sto facendo una questione economica, perché esistono anche i servizi sociali del Comune con prezzi contenuti, ma di principio: perché ci deve essere una discriminazione tra paziente oncologico e quello non? Perché la Regione si rende assente proprio là dove ce n'è più bisogno? Oltre al danno anche la beffa? La strategia politica sulle direttive in materia di Sanità segue strade diverse a seconda delle Regioni, in nome di quello che ci dicono trattasi di Stato federalista. Ma la Lombardia in particolare, già da diversi anni e in modo sempre più accentuato, persegue obiettivi privatistici che gravano sulle tasche dei cittadini lombardi e in particolare su quelle dei pensionati. Si disincentivano l'assistenza domiciliare, le visite specialistiche e la diagnostica pubblica per favorire e impinguare istituti e cliniche privati. Mio padre per fortuna non si rende conto di questi risvolti irragionevoli e meschini. Cittadino passivo che non produce più, solo un peso e un debito per la società. Mio padre è un paziente oncologico ma conserva a una straordinaria lucidità che fa trapelare quella dignità umana e individuale che per lo Stato non hanno più ragione di esistere. D.T.

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Credito sportivo, nuovi fondi (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Credito sportivo, nuovi fondi Buone notizie per Comuni, società ed enti L'assessore Melli: la Provincia ha subito aderito al piano MANTOVA. Ci sono buone notizie per i comuni e le associazioni sportive. A giugno era infatti stato firmato il nuovo protocollo d'intesa tra Provincia, Coni ed Istituto credito sportivo che mette a disposizione 20 milioni di euro di finanziamento per l'impiantistica sportiva nei i prossimi 3 anni. Ma la novità è un'altra: «Qualora il plafond venga esaurito siamo pronti ad integrare altri fondi» ha rivelato Lucia Candida, direttore generale dell'Ics, di fronte ad una platea composta da numerosi rappresentati di comuni, enti e federazioni sportive oltre che di alcune delle società mantovane più rappresentative. «Inoltre - ha proseguito - i contributi del credito si possono cumulare ai contributi della legge 26 della Regione Lombardia». In tempi in cui l'accesso al credito è costoso e problematico, non è un incoraggiamento da poco. «La Provincia ha subito aderito con entusiasmo - rivela Dimitri Melli, assessore provinciale allo sport - a quello che rappresenta una delle ultime possibilità di finanziamento per gli enti locali. La convenzione è uno strumento utile e veloce per l'accesso al credito». «L'Ics finanzia la costruzione, l'ampliamento, la riqualificazione ed il miglioramento degli impianti sportivi nonché l'acquisto delle attrezzature e delle relative aree - spiega Silvia Rosa, referente commerciale della Lombardia - oltre agli interventi strutturali, la banca assicura fonti di credito anche per finanziare eventi sportivi ed iniziative di sostegno e sviluppo delle attività culturali». Necessario per ottenere i finanziamenti è che il progetto venga approvato dai tecnici del Coni, provinciale, regionale o nazionale a seconda della spesa: «Un consiglio è di valutare la progettazione e/o l'acquisto delle attrezzature insieme con il Coni di competenza - consiglia Renzo Minelli, responsabile per il comitato provinciale di Mantova - anche in via preliminare, al fine di evitare gravose modifiche su progetti già definitivi o esecutivi e magari già muniti di permesso di costruire, nel caso il Coni formuli dei rilievi di natura tecnica». Non vuole essere burocrazia inutile: «Il controllo del Coni serve anche ad evitare che si costruiscano palestre per una disciplina - spiega Giuseppe Faugiana, vice presidente dello stesso comitato - salvo poi scoprire che lo stesso campo per pochi centimetri non può essere utilizzato anche per altri due o tre sport». In conferenza è stato ricordato come anche associazioni ed enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni possano aderire al credito, nonché ogni altro soggetto pubblico o privato che persegua anche indirettamente, finalità sportive. Davide Dalai

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Alpago, c'è l'ostacolo Plavis (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Alpago, c'è l'ostacolo Plavis Prima. Ripa Fenadora, la rimonta riparte dal Ponte San Giorgio obbligato a vincere, Ztll col Fregona SANTA GIUSTINA. La Plavis mormora... A Santa Giustina, hanno preparato una grande partita: è quello che ci vuole, per arginare un Alpago, che vince da sei settimane e convive in cima alla classifica di Prima categoria con il Careni Pievigina. L'ex Eros Prest non può utilizzare gli squalificati Bortolin e Giazzon, ma dovrebbe recuperare Christian Polli, per un attacco, che sta faticando parecchio. Non sono annunciate assenze, invece, nella squadra ospite di Carlo Pierobon. Occasionissima per l'Union. Il Ripa Fenadora si è messo all'inseguimento del duo di testa con la vittoria di San Fior e stavolta gli tocca un Ponte di Piave, che mette in campo una delle difese più maltrattate: 13 i palloni incassati e piena zona play out. In settimana, la squadra di Sandro Tormen e, a questo punto, Andrea Sagrillo (in realtà il dirigente accompagnatore portafortuna) ha messo sotto il Careni e con lo stesso spirito non dovrebbe avere grandi problemi. Non ci sono Lira e Dal Zotto, mentre tornano disponibili Scariot e Stefanon. Sveglia, San Giorgio. Chi se la sta complicando da morire è la formazione di Stefano Chiesa. A Fregona, i draghi di Libano non hanno sputato nemmeno una scintilla, uscendo dal campo strapazzati. L'Orsago è sotto in classifica, ma rischia di diventare un pericolo, anche al Fant di Libano, se i biancorossi non si sanno una regolata e non cominciano a darci dentro. Ztll, addio Mior. In fondo alla classifica, la Ztll aspetta proprio il Fregona, senza due dei quattro sudamericani: Moron sta per tornare o è tornato in Argentina, mentre Ricardo Mior è sul mercato e ha una richiesta dall'Eccellenza. Gli altri ci sono è hanno il dovere di provare a conquistare la prima vittoria della stagione. Il Sedico a Godega. Viaggio non impossibile per i biancocelesti, ospiti di una vicina di classifica. Il tecnico Imerio Salvador non dovrebbe avere grandi problemi di formazione. Quella che ha appena battuto il Nervesa ha avuto anche un po' di fortuna, ma ci vuole. Niente da fare per il brasiliano Frenky: burocrazia. (g.s.)

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Alcune verità nascoste (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Alcune verità nascoste Alcune verità nascoste sul plebiscito del 1866 SE VOGLIAMO comportarci da uomini e non da conigli è necessario riparlare del 1866. A mezzo della convenzione 24 agosto 1866, l'Austria «cede[tte] il Regno Lombardo-Veneto a Sua Maestà l'Imperatore dei Francesi». Il Lombardo-Veneto a livello internazionale era dunque uno Stato (un regno), facente parte dell'Impero asburgico; tant'è vero che, nei sei articoli della convenzione, l'espressione «Regno Lombardo-Veneto» è ripetuta quattro volte. Il 3 ottobre 1866 a Vienna venne firmato un trattato di pace anche tra Austria e Regno d'Italia. Nella premessa è dichiarato che la pace s'era resa possibile per il consenso dell'imperatore francese Napoleone III, disposto a riconoscere la riunione [?] del Regno Lombardo-Veneto «agli Stati di S. M. il Re d'Italia», qualora così avessero voluto le «popolazioni debitamente consultate»: la prospettiva di fondo, sottoscritta dall'Italia, era quella di un Regno italiano quale confederazione di Stati. Eppure, già quella sera (alle 21) il presidente del Consiglio dei ministri Ricasoli spediva da Firenze alla «Rappresentanza municipale» di Venezia un telegramma di ben altro tono: «Il Governo del Re saluta Venezia restituita all'Italia [.] nuova forza, nuovo decoro alla nazione». Ma come? Intanto il Lombardo-Veneto non aveva mai (dico: mai) fatto parte di un Stato italiano, essendo Stato esso stesso, e quindi non poteva essergli «restituito». Per secondo, così dicendo era data per scontata l'unificazione, senza accenno alla clausola (firmata in giornata dal re) del plebiscito e, men che meno, della messa in atto di una vera possibilità di scelta, con l'indicazione di almeno un'alternativa, secondo le più elementari norme del diritto. Con decreto 7 ottobre 1866 Vittorio Emanuele II indisse il plebiscito, ma in maniera di pura facciata: i chiamati alle urne non erano più riconosciuti (su che fondamento?) cittadini di un loro Stato ma «delle Provincie Italiane testé liberate dalla occupazione Austriaca»; falso anche questo «liberati», come non serve dimostrare, perché il Governo piemontese non aveva sui Veneti alcun diritto di guerra anzi, al contrario, in base alla clausola del plebiscito, avrebbe potuto non vedersi accolto dai Veneti. Nessun accenno alla realtà sovrana di Stato, del Lombardo-Veneto, ancora in pieno vigore, ma declassamento arbitrario, prima del voto, a sue (!) province! Il referendum si svolse, com'è noto, il 21 e 22 ottobre, cioè solamente due settimane dopo l'indizione. I risultati furono pubblicati dal presidente del Tribunale d'Appello di Venezia, Sebastiano Tecchio, il 27. Si disse che i voti validi erano 641.827, le schede nulle 370, i voti contrari solo 69. Poi ci si accorse (pure quella volta) che s'era contato male e nella seduta del 31 ottobre il Tribunale aggiunse una scheda nulla e 5.488 voti favorevoli, per un totale di 647.315 voti favorevoli. Farebbe persino ridere, se non fosse tragico per il popolo veneto, sapere che i risultati del plebiscito vennero solennemente presentati al re, nella sala del trono, il 4 novembre, ove (si legge nel verbale) vennero «introdotti» alla presenza del re e di tutti i dignitari si Stato i rappresentanti delle province «liberate». Per Belluno c'era il conte Francesco Piloni, facente funzioni di sindaco. Lo stesso giorno, compiendo l'ennesima deformazione dei fatti e la loro auto-legittimazione (come un ladro che si facesse una legge che afferma che non ha rubato), il Veneto (Stato mai dichiarato sciolto) venne annesso al regno d'Italia per regio decreto n. 3300. Poiché, fatte poche eccezioni, questo testo basilare è sconosciuto, lo riporto integralmente: «Vittorio Emanuele II / Per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia. / Vista la legge del 17 marzo 1861, n. 4671; / Visto il risultamento del suffragio nazionale, col quale i cittadini delle provincie italiane liberate, convocati nei comizi il giorno 21 ed il 22 ottobre scorso, hanno dichiarato l'unione al regno d'Italia colla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II e suoi successori; / Sentito il Consiglio dei ministri; / Abbiamo decretato e decretiamo: / Art. 1. Le provincie della Venezia e quella di Mantova fanno parte integrante del regno d'Italia. / Art. 2. L'articolo 82 dello Statuto sarà applicabile alle provincie suddette fino a che le provincie medesime saranno rappresentate nel Parlamento nazionale. / Art. 3. Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per essere convertito in legge. / Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. / dato a Torino, addì 4 novembre 1866. / Vittorio Emanuele / Ricasoli - Borgatti - Scialoja - Depretis - Cugia - Jacini - Cordova - Berti - Visconti-Venosta». Il regio decreto divenne poi legge 18 luglio 1867, n. 3841, approvata dalla camera dei Deputati il 16 maggio, con 207 voti favorevoli e 4 contrari, e dal Senato del Regno il 25 maggio, con 83 voti favorevoli e 1 contrario. Queste le tappe, le date e i numeri precisi dell'inganno ai patti internazionali sottoscritti e alla sovranità del Popolo Veneto messi in atto dal Governo sabaudo nel 1866. Se qualcuno non è convinto, smentisca, ché sarò felice di ricredermi, ma lo faccia con altrettanta documentazione. don Floriano Pellegrini Regioni da eliminare non le Province IO HO un chiodo fisso da anni e so anche di avere molti detrattori in merito a quanto sto dicendo: penso che le Regioni, così come concepite, non servano altro se non a dividere lo Stato in tanti staterelli, ove ciascuno dice la sua. D'accordo, le Regioni hanno una funzione molto importante come quella di emanare norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato (art. 17 Cost.ne), ma cosa cambierebbe se, al loro posto, fossero le province, sicuramente molto più snelle e soprattutto molto più vicine ai cittadini, ad operare sulla base di una legge "quadro" dello Stato? Il discorso sarebbe lungo e, per certi versi, difficile e laborioso in quanto non si tratta di una cosa da poco. Ma se penso che le Regioni hanno incominciato a "funzionare" nel 1970 e cioè 22 anni dopo l'entrata in vigore della nostra Costituzione che le prevedeva sin da allora, ci sarà pur stato un buon motivo: quello che, spezzettando l'Italia in tanti staterelli autonomi, si sarebbe potuti arrivare allo sfascio del Paese, come si [arrivati lo stesso anche ora. Questo era anche il pensiero che aleggiava anche nella testa dei nostri padri costituenti e successivi. Ora le Regioni le abbiamo, ma di certo hanno ottenuto lo stesso risultato per il quale i nostri padri costituenti avevano paura di metterle in funzione subito dopo il 1948. E' o non è così? Esse infatti costituiscono uno squilibrio sociale, politico, economico che, in presenza di realtà più vicine ai cittadini, come le province, forse non si verificherebbe. Ed allora, perché non dare più penso alle province, modificandole territorialmente, sulla base di principi di omogeneità socio-culturale, eliminando in toto le Regioni che costituiscono il vero salasso finanziario del Paese? Forse verrebbe risolto anche il problema delle regioni a statuto speciale, vera vergogna nazionale! Provate ad accertarvi quanto spende la Regione Veneto e, tra l'altro, per motivi non sempre giustificabili? Provate a vedere certi funzionari come lavorano nelle Regioni senza che il... ministro Brunetta se ne accorga? Ieri, ad Asolo, ad un convegno su Federalismo-autonomia Domenico Nannia, Adolfo Urso e qualche altro hanno parlato di eliminare le Province. Perché, mi chiedo, invece non si fa il contrario, e cioè si lasciano le province che, insieme con Comuni piccoli da accorpare fra loro, sarebbero molto più vicini ai cittadini, evitabndo di sprecare ingenti risorse finanziarie del paese, in...doppioni statali, come lo stanno facendo ora le Regioni senza nessun beneficio per gli amministrati, punto di domanda. A mio avviso, ci sarebbero consistenti effetti salutari per il buon andamento del paese e sarebbe eliminata anche quella burocrazia che il Ministro Brunetta forse finge di non vedere. Per ovvi motivi. Arnaldo De Porti Sulla 24 Ore di S. Martino ancora qualcosa da dire 24 ORE DI San Martino. Certo è che l'ignoranza è una parte non marginale nell'uomo. Speravo che con la riposta «dovuta» del signor Fasolo, la cosa si sarebbe sciolta come tutto oggi decade in questo nostro paese povero d'idee. Non è così, pazienza! Mai contraddire chi oggi è al Comando, non lo puoi fare, stai sbagliando, lasciali fare. Spero che il prossimo anno, il Gruppo sportivo Vescovà non debba decidere se far partecipare alla manifestazione gruppi sportivi rappresentanti di gruppi politici come Forza Nuova, La Destra, Rifondazione Comunista, Socialisti, Udc, Pd, Forza Italia, se questi lo chiedessero, sarebbe per loro una gran bella responsabilità, se li rifiutassero sarebbe antidemocratico e poco sportivo. Povero sport. Ives D'Incà Le lettere devono riportare i dati identificativi, nome e cognome, località e numero di telefono. Su richiesta motivata del lettore e con giudizio della redazione si può indicare la dicitura «lettera firmata».

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Scivolo vietato ai bimbi che non si arrampicano (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BORDIGHERAPARCO GIOCHI SENZA MANUTENZIONE Scivolo vietato ai bimbi che non si arrampicano Scivolo vietato per i bambini che non sono in grado di arrampicarsi con le proprie braccia. E' un curioso e sconsolante spaccato di burocrazia elefantiaca e di scarsa lungimiranza amministrativa quello che emerge dalla mancata manutenzione del parco giochi del lungomare Argentina (lato levante, zona Parigi). Ieri mattina ad una settimana dalla rottura (o danneggiamento?) della scala in corda utilizzata dai piccoli utenti per salire sul «castello con scivoli» nessuno aveva infatti provveduto. Fino a ieri il Comune è stato soltanto in grado di rimuovere l'elemento pericoloso (peraltro su segnalazione di mamme e papà). Cinque giorni lavorativi non hanno evidentemente consentito alla burocrazia di acquistare una scaletta nuova (ma considerando la presenza sul lungomare non sarebbe stato opportuno attrezzarsi per tempo di pezzi di ricambio senza dover attendere la rottura?). Per usare lo scivolo rimane quindi la solo «parete con corda». E ai bimbi piccoli, quelli che non usano la corta, «ciccia». Insieme alla delusione, non poca cosa a due anni, di vedere quelli più grandi giocare e di vedersi negare il diritto al gioco. \

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<Potenziare i tecnici qualificati per l'industria> (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Potenziare i tecnici qualificati per l'industria» scuola e lavoro Il ministro dell'Istruzione promette un rilancio degli istituti tecnici. Il presidente di Confindustria: «Promessa che vale oro» 09/11/2008 dal nostro inviato PAOLO CRECCHI Sanremo. Presidente Marcegaglia, cos'ha detto la Gelmini? «Che rilancerà alla grande gli istituti tecnici. Per noi di Confindustria una promessa che vale oro, perché il mondo dell'impresa ha bisogno di tecnici davvero qualificati». Hotel Royal di Sanremo, ieri, ore 14. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia fa il portavoce di Mariastella Gelmini perché il ministro della Pubblica istruzione non può parlare. Ha in uggia i giornalisti? Tutt'altro. Quattro ore prima si è concessa con gentilezza all'inviato del Secolo XIX e al collega del Sole 24 Ore: «Parlo al convegno e poi mi intervistate. Aspettatemi». Ma il convegno sono gli stati generali dei direttori di Confindustria, il trionfo della burocrazia. E dunque ecco arrivare il primo niet, «Scusateci ma il ministro non può parlare con voi: sapete, gli altri giornalisti...». Si avvicina anche lei, Mariastella Gelmini, assolutamente mortificata: «Temo di avervi detto una cosa che non posso mantenere. Vogliate scusarmi. Oggi, qui, non posso rilasciare interviste». Non le può rilasciare perché gli organizzatori del meeting, i funzionari locali di Confindustria, non vogliono che rubi la scena a Emma Marcegaglia: «Ci dispiace, ma si tratta di una riunione a porte chiuse». Obiezione: e allora perché ci avete convocato? «Non vi abbiamo convocato. Si è trattato di una fuga di notizie». Anche l'inviato del Sole 24 Ore viene invitato ad allontanarsi: il che è surreale, essendo il Sole 24 Ore l'organo di Confindustria. Così finisce con la Marcegaglia impegnata in una difficilissima conferenza stampa, con i giornalisti che le chiedono della Gelmini e della scuola e lei che prova invano a rilanciare sulle richieste degli industriali al governo: garanzie sul credito, agevolazioni fiscali... Niente di nuovo, chissà se era il caso di paracadutarsi a Sanremo per ribadire cose note: piuttosto la Gelmini, presidente? Cos'ha detto la Gelmini? «Ha difeso la sua riforma. Ci ha spiegato che vuole aprire le università all'impresa, e noi non possiamo non essere d'accordo. Dopo di che, c'è stata questa bella riflessione sugli istituti tecnici. Lo sapete che una volta erano il vanto del Paese? Devono tornare a esserlo». Sulla riforma, parole buone: «Diciamolo, alcune riduzione di spesa andavano fatte perché erano fuori dai parametri europei. Noi riteniamo quindi che questo sia un decreto che tagli alcuni costi e rimette a posto alcuni numeri, non bisogna però fermarsi qui. Ora bisogna fare la vera riforma: sul merito, sull'efficienza, sulla qualità. Quello che è stato fatto andava fatto, ma adesso bisogna continuare perché la scuola italiana così com'è non va bene. Chi protesta dovrebbe guardare in che posizione di classifica siamo a livello europeo. Siamo sempre agli ultimi posti». Il ministro Gelmini ha incassato un lungo applauso, questo si è potuto registrare anche restando nella hall dell'albergo, e naturalmente il via libera delle imprese. Ma negli ultimi tempi - sull'onda delle contestazioni, e pare di alcuni sondaggi piuttosto critici con il governo - ha deciso di non procedere più come un bulldozer. Dunque, ha ribadito agli industriali, basta con la scuola dei precari e del doppio maestro, basta con la scuola intesa come ammortizzatore sociale; ma grande attenzione alla ricerca e no ai tagli indiscriminati, nei limiti del possibile, perché su un'istruzione moderna si gioca il futuro del Paese. Concetti già espressi in privato a Emma Marcegaglia, e ai principali industriali italiani. Perché il ministro dovesse confidarsi in gran segreto con i funzionari e i burocrati di Confindustria resta un mistero, e così pure la scelta di Sanremo per un appuntamento del genere. Se tutto doveva restare segreto, perché non vedersi a Milano? Si sarebbe speso anche meno. crecchi@ilsecoloxix.it 09/11/2008 ' 09/11/2008 riforma necessariaIl ministro vuole aprire l'Università all'impresa e noi non possiamo che essere d'accordo emma marcegagliapresidente di Confindustria 09/11/2008

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la lega apre una sede a san paolo la prossima tappa sarà mirafiori (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IX - Torino L´inaugurazione La Lega apre una sede a San Paolo la prossima tappa sarà Mirafiori La Lega Nord ha inaugurato la sua terza sede a Torino, Cenischia, nel quartiere San Paolo. Hanno partecipato all´apertura il capogruppo del Carroccio alla Camera, Roberto Cota, l´europarlamentare Mario Borghezio, i segretari cittadino Mario Carossa e provinciale Stefano Allasia, la deputata Elena Maccanti. «La nuova sezione di Borgo San Paolo e le altre che apriremo a breve in città - ha sottolineato Carossa - ci permetteranno di mandare via la cupola rossa che soffoca Torino ed il Piemonte». «La Lega - ha rincarato Cota - diventerà il primo partito in Piemonte. Io penso che la crescita che c´è stata non sia stata casuale, ma sia stata dettata dalla fiducia che la gente ha nei confronti di Bossi e anche dal lavoro che abbiamo fatto sul territorio». «Questa appena inaugurata - ha detto Maccanti - sarà una sede politica, ma anche un punto di riferimento per i cittadini: ci sarà uno sportello per i disabili e un centro di ascolto per problemi con la burocrazia e le banche». Entro Natale sarà aperta la quarta sede della Lega Nord, nel quartiere di Mirafiori.

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sportello unico per le imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Via libera dalla giunta Sportello Unico per le imprese MONTESILVANO. Via libera dall giunta comunale all'istituzione dello sportello unico per le attività produttive. La proposta di un ufficio per accorciare la burocrazia porta la firma dell'assessore al Commercio Claudio Daventura. Le funzioni dello sportello Suap riguarderanno, secondo la delibera di giunta numero 285 approvata, «la realizzazione, l'ampliamento, la cessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di impianti produttivi, ivi incluso il rilascio delle concessioni o autorizzazioni edilizie». Lo sportello Suap sarà l'«unico interfaccia delle pubbliche amministrazioni del territorio con il soggetto imprenditoriale».

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neppure la sla velocizza la burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 8 - Pisa Neppure la Sla velocizza la burocrazia Due mesi per permettere a Daniele di avere un puntatore La richiesta dello strumento è ferma in un cassetto dell'Azienda sanitaria La protesta della moglie SAN BENEDETTO. La burocrazia non guarda in faccia a nessuno. Non importa se a chiedere un aiuto è un malato di sclerosi laterale amiotrofica di 48 anni, padre di due bambine, che per comunicare ha bisogno di un puntatore oculare. Daniele, ormai da alcuni mesi, incontra difficoltà, a causa di un aggravamento della malattia, a utilizzare un sensore eye-blink con una sorta di telecamera. Così la moglie ha chiesto che fosse valutata di nuovo la situazione di Daniele per capire come era meglio intervenire. Personale specializzato dell'Asl, lo scorso settembre, ha valutato le condizioni del giovane padre e ha ritenuto che abbia bisogno di un puntatore oculare di produzione svedese che gli permetterà di comunicare attraverso un computer attivato, appunto, solo con il movimento degli occhi. è questa l'unica possibilità che Daniele ha di relazionarsi con la sua famiglia e con le molte persone che lo seguono. Per ottenere il puntatore è necessario attivare una procedura con l'Asl 5, in quanto la fornitura avviene a carico dell'azienda sanitaria locale. Ma i tempi, come è facile immaginare, sono quelli a cui la burocrazia ci ha abituato. La moglie di Daniele già un mese fa ha presentato una richiesta formale, allegando la relazione del Laboratorio ausili per la comunicazione, del puntatore. Richiesta che è stata inoltrata all'ufficio protesi dell'Asl di Pisa, all'inizio del mese scorso. Nessuno però si è preso cura di esaminare l'atto o di autorizzare l'acquisto del puntatore. Difficoltà su difficoltà: l'altra sera, dopo una giornata difficile, Daniele è stato trasportato al pronto soccorso di Pisa e quando è stato accompagnato a casa l'ambulanza non aveva la possibilità di azionare il ventilatore meccanico che permette a Daniele di respirare. Ma torniamo al puntatore. L'altra mattina, personale del Laboratorio ausili di Pontedera, si è recato a casa di Daniele per prendere in prestito il sensore eye-blink da far provare ad un altro paziente affetto da Sla. Quando le operatrici dell'Asl hanno riconsegnato a Daniele lo strumento che ha ora a disposizione per comunicare, la moglie ha cercato di capire quanto tempo occorre per avere il puntatore più moderno, quello che consentirebbe a Daniele di scrivere su un computer senza affaticarsi troppo gli occhi. «Con mia grande sorpresa - dice la donna - ho scoperto che sono necessari ancora dai trenta ai sessanta giorni di attesa e che nessuno, in questo frattempo, ha firmato la nostra richiesta, presentata a Pisa». Che pensare? Basta dire che una persona è affetta da Sla per capire che ogni sua richiesta non è un capriccio ma un bisogno reale e concreto per fronteggiare gli effetti di una malattia che, lentamente, blocca ogni muscolo e ogni movimento del corpo. «A volte ho l'impressione che le nostre richieste non siano prese nella giusta considerazione - si sfoga la moglie di Daniele - Alla fine, visto che mi sono offerta di andare a Milano, se era necessario, a ritirare il puntatore oculare, mi sono sentita dire che probabilmente ho bisogno di un supporto psicologico, che devo stare più serena. I tempi di attesa sono questi, non è il caso di fare storie». I sessanta giorni ora paventanti si aggiungono così ai trenta che sono già passati senza che la richiesta sia stata presa in considerazione. Stiamo parlando di un uomo che sposta solo lo sguardo, per esprimersi, e con estrema fatica. S.C.

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marianelli/1 (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 11 - Pontedera MARIANELLI/1 MARIANELLI/1 Il Pd deve muoversi in un modo nuovo Ho letto l'intervento di Mario Marianelli. Ne ho dedotto che Pontedera ha una interessante vivacità socio-politica, persone che si assumono responsabilità e iniziativa muovendosi per avere un sindaco da cui ritengono di poter essere rappresentate, indipendentemente dalle burocrazie di partito: e quindi, a mio avviso, dando alla sinistra un contributo concreto di partecipazione. A Pisa non aver ascoltato e accolto gli umori e il sentire dei cittadini ha portato per la prima volta al ballottaggio nell'elezione del sindaco. Forse il Pd si è costituito anche per la necessità di dare maggior spazio e ascolto ai cittadini, che non sono più mobilitabili come ai tempi che - presumo - fanno parte della mia storia come di quella di Marianelli. Dunque è fuori tempo anche un atteggiamento autoritario, e, ancor più, di disprezzo come quello dell'intervento pubblicato. Un partito, per essere nuovo, non può muoversi in maniera vecchia. Genitori, studenti, insegnanti stanno facendo sentire la loro voce senza aver chiesto il permesso a nessuno. Per questo la loro voce ha meno valore? Claudia Melli MARIANELLI/2 Nelle scuole si firma solo contro la riforma In riferimento all'intervista del signor Marianelli, si precisa che le firme raccolte all'interno delle scuole di Pontedera riguardavano esclusivamente la richiesta di ritiro del Decreto 137. Luisella Mori, Comitato genitori insegnanti di Pontedera in difesa della scuola pubblica VERSO LE PRIMARIE Appoggiare Bertelli? Esperienza positiva Pensiamo sia stata un'esperienza positiva per alcuni di noi, l'impegno che ci ha visti mobilitati nella raccolta di firme a sostegno di Stefano Bertelli, per le primarie del Pd, a candidato sindaco, sia perché ci ha portati a parlare con tanti cittadini e ascoltarne bisogni, necessità, come ritessere quel legame di fiducia fra gli elettori del Pd e il suo gruppo dirigente, politicamente indebolito, dalla scarsa partecipazione dei cittadini, nelle recenti primarie del Pd a Pontedera. Alcuni sostenitori alla candidatura di Bertelli NEGOZI APERTI Perché si lavora di domenica? Sono una donna di 30 anni e come ho una figlia, un marito e una casa. Per riuscire a far fronte alle spese familiari devo lavorare, affidando mia figlia alle cure dei nonni e trascurando la casa. La mia giornata è frenetica, faticosa e alla continua rincorsa del tempo che non basta. L'unico giorno in cui mi concedo un po' di relax è la domenica. Sono dipendente di un negozio. E spesso la domenica devo andare a lavoro. E mi domando perché. Fin dalle epoche passate la domenica è sempre stata il giorno del riposo, il giorno in cui non si lavora, si sta in casa, si pranza con i propri car. Il giorno dedicato ai figli, che spesso sono trascurati. Perché permette le aperture domenicali sempre più spesso? E se i negozi devono stare aperti, perché non aprono anche le banche, gli uffici postali, gli enti pubblici, gli altri uffici e addirittura le scuole? Eliminiamo la domenica dalla nostra settimana, o perlomeno la nostra concezione di quel giorno di festa. M.O.

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sport, feste, servizi: la spiaggia del futuro - valentina landucci (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 7 - Viareggio Sport, feste, servizi: la spiaggia del futuro Cinque titolari degli stabilimenti fanno il punto sul turismo balneare VALENTINA LANDUCCI Porticcioli, acqua park, spazi per lo sport. Ma anche aperitivi e feste in spiaggia. E per migliorare i servizi parcheggi e bus navetta. Tutti a caccia del turista facoltoso, compatibilmente con quanto ciascuno più mettere sul mercato: servizi esclusivi, relax, divertimento. Quello della Versilia è un unico mare con tante spiagge diverse. Eppure le idee per far crescere il turismo balneare sono spesso le stesse. Lo conferma l'intervista a cinque voci che abbiamo realizzato con i titolari di alcuni degli stabilimenti balneari più noti della costa: bagni a conduzione familiare che talvolta appartengono alle stesse famiglie da generazione e tramandano una tradizione dell'accoglienza oggi chiamata a scelte decisive per contrastare la concorrenza. Su cosa puntare? La qualità, rispondono i nostri cinque interlocutori. Non sempre, però, è facile: per colpa della burocrazia, della scarsa attenzione delle amministrazione locali per le opere pubbliche necessarie al turismo, della promozione carente, ma anche delle difficoltà per i titolari dei bagni a collaborare tra loro e con gli altri imprenditori del turismo. Per tutti una cosa è chiara: le nostre sono spiagge da famiglie. Mamme, papà e bambini a caccia di tranquillità. A loro occorre continuare a rivolgersi, senza tuttavia dire di no ad un tipo di turismo diverso, più giovane, da solleticare con feste in spiaggia e localini on the beach per spuntini e aperitivi. Un classico, questo, da villaggio caraibico che in Versilia non ha ancora messo radici: sia perchè c'è chi teme il turismo più rumoroso dei giovani, sia per ragioni burocratiche e norme che lo impediscono. Ecco allora che gli imprenditori del settore studiano delle alternative "acchiappa-turisti": giochi, sport e cultura in spiaggia. Per i balneari l'obbiettivo di incrementare le presenze turistiche non si raggiunge se manca la collaborazione degli enti locali. A loro i balneari della Versilia chiedono la possibilità di allungare la stagione con iniziative e strutture ad hoc, ad esempio un nuovo centro congressi. Ma anche la realizzazione di nuovi parcheggi, perché oggi il turista da spiaggia non è più il bagnante tradizionale che affitta casa in città per un mese e si sposta in bicicletta. La durata della vacanza è sempre più breve, con la conseguenza che il principale mezzo di trasporto del bagnante è l'auto. Tempi che cambiano, evidentemente, come cambiano anche i gusti del turista. Chi lavora nel settore lo sa da tempo: il mare non basta più. Arte, enogastronomia, escursioni riempiono l'agenda della famiglia tipo che chiede offerte diversificate e, al contempo, sempre maggiori servizi. Essenziale la piscina, l'ombrellone o la tenda superaccessoriati, la disponibilità dei titolari ad assecondare i capricci del cliente, al quale bisogna far sapere che oltre alla spiaggia ci sono le Apuane, la buona cucina, le mostre, i concerti. Tutte informazioni fornite, per ora, con buona volontà dagli stessi titolari dei bagni che ritengono indispensabile fare di più e, per questo, tendono la mano alle amministrazioni locali. Sono razzi di segnalazione: l'ideale sarebbe che i politici e gli amministratori li avvistassero e li tenessero in considerazione.

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c'è il pucciniano ma sul mare non si vede (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

TORRE DEL LAGO C'è il Pucciniano ma sul mare non si vede Più collaborazione tra gli imprenditori e gli enti. E più attenzione alle opere pubbliche, anche quelle più semplici. E' la ricetta dei titolari del bagno Mauro, Andrea Pardini e la sorella Maura. 1. Siamo poco uniti, ognuno pensa al suo orticello. E non si fa molto per promuovere il territorio: quest'anno negli stabilimenti non c'erano neppure i manifesti del Pucciniano. 2. La piscina. Oggi con l'ente Parco non si può, ed anche quando i divieti saranno tolti resterà sempre troppa burocrazia. 3. Una stagione diesel: è partita lenta a causa del brutto tempo. 4. Mancano le cose semplici: parcheggi per bici e motorini, illuminazione urbana, una pista ciclabile su via Giovanni XXIII. Non c'è un sevizio bus durante la bassa stagione: molti turisti, soprattutto stranieri, sono costretti a raggiungere la marina a piedi. 5. Un tempo le vacanze al mare erano più lunghe. Oggi non si va in vacanza solo d'estate e si scelgono località diverse in diversi periodi dell'anno. 6. Brad Pitt e Angelina Jolie con famiglia, o in alternativa anche David Beckham con consorte e figli. Del resto la nostra vera identità è quella di una spiaggia per famiglie. 7. Un punto di ristoro sul mare e, almeno una volta al mese, le feste in spiaggia.

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Festa grande alla Cittadella dello Sport con cinquanta olimpionici bergamaschi (sezione: Burocrazia)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BERGAMO pag. 4 Festa grande alla Cittadella dello Sport con cinquanta olimpionici bergamaschi CERIMONIA / LA PROVINCIA INAUGURA L?AUDITORIUM ? BERGAMO? E? IN PROGRAMMA OGGI alle 11,30 l?inaugurazione del nuovo auditorium della Cittadella dello Sport, che sarà intitolato agli imprenditori bergamaschi Gianni e Fausto Radici. La sala, che è costata 150 mila euro e che contiene 100 posti a sedere, impianti tecnologici all?avanguardia e un megaschermo, ospiterà incontri, seminari e una serie di attività connesse alla promozione dello sport. L?auditorium rappresenta solo un tassello di un?opera complessa, la Cittadella dello Sport appunto, realizzata dalla Provincia di Bergamo, che dovrebbe essere completata entro l?autunno del 2009 e per la cui costruzione l?amministrazione di via Tasso ha investito 3 milioni di euro. Il complesso, una volta ultimato, si estenderà su un?area di 130 mila metri quadrati e ospiterà una quarantina tra associazioni e federazioni dell?universo sportivo bergamasco (oltre alla sede del Coni). Soddisfatto il presidente della Provincia Valerio Bettoni, che questa mattina sarà presente all?evento. «Per realizzare la Cittadella dello Sport - sottolinea - ci è voluto del tempo. Però adesso sta andando avanti alla grande e si tratta di un?esperienza unica in Italia. La gestione, per esempio, è affidata direttamente a chi appartiene al mondo dello sport, e non alla burocrazia della Provincia». Sarà una grande festa dello sport, quella in programma questa mattina. Prima dell?inaugurazione del nuovo auditorium, alle 10,30, Bettoni inconterà e premierà nella sede del Cai cinquanta tra atleti e tecnici bergamaschi che hanno partecipato alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Pechino 2008 e alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Torino 2006. Saranno presenti, tra gli altri, i ginnasti Daniela Masseroni, Monica Bergamelli e Matteo Morandi, i ciclisti Vera Carrara e Marco Pinotti, i nuotatori Emiliano Brembilla e Maria Poiani, le giocatrici della Foppapedretti, i fondisti Renato Pasini e Fabio Santus, il judoka Paolo Bianchessi, i calciatori dell?Atalanta Luca Cigarini e Andrea Consigli. Marco Lamberti

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Gianni Bonadonna, l'oncologo che si è fatto paziente (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Gianni Bonadonna, l'oncologo che si è fatto paziente Gianni Bonadonna, il grande oncologo colpito da un ictus che ha riscritto con Giangiacomo Schiavi la medicina dalla parte del paziente e che con coraggio ha chiesto l'esame di umanità per i giovani medici, è stato al centro del dibattito di ieri mattina. Lo ha citato Luigi Cavanna, ne ha parlato lo stesso Schiavi e alla colazione a favore dell'Airc, offerta da Enrica e Marco Arcelli Fontana alla Volta del Vescovo, anche Marco Bellocchio ne è rimasto affascinato, tanto da prendere in considerazione l'idea di un documentario sull'oncologo milanese, premiato in America per le sue ricerche nella cura dei tumori e dimenticato in fretta nell'Italia dei senza memoria, spesso schiacciata tra burocrazia, lottizzazione, corsa ai facili guadagni. Il professor Gianni Bonadonna, 73 anni, rappresenta una figura storica nell'ambito della terapia medica oncologica a livello internazionale. E' impegnato presso l'Istituto per lo studio e la cura dei tumori in studi e ricerche che gli sono valsi riconoscimenti di grande prestigio, tra cui il David Karnofsky Award Lecture dell'American Society of Clinical Oncology (Asco) nel 1989 e il Charles F. Kettering Price della General Motors nel 1993. Le sue ricerche di maggior rilievo comprendono le prime valutazioni cliniche sull'efficacia dell'adriamicina, oltre a vari studi sulla chemioterapia adiuvante e primaria nel carcinoma mammario e nel trattamento del linfoma di Hodgkin. «Bonadonna - ha detto Schiavi - ha offerto una testimonianza di come si può vivere la malattia con coraggio, cercando di dare un senso a una lunga infermità». Luigi Cavanna lo ha ricordato e l'ha definito «il medico che ha sconfitto il linfoma di Hodgkin e cambiato l'approccio alle cure contro il cancro», aggiungendo che «questo oncologo ci porta a rivedere il concetto di malato e di malattia, sulla base di un'esperienza vissuta da entrambe le parti». Il libro che ha scritto Giangiacomo Schiavi "Medici umani, pazienti guerrieri" (Baldini Castaldi Dalai) è forse lo slogan di una ritrovata alleanza che Bonadonna indica per il futuro, insieme alla riscoperta del medico di famiglia, alla limitazione delle cure inutili, all'invito a investire nel volontariato e a dare più fiducia alle donne medico. «Ho scritto la storia di una paziente che, ribaltando i ruoli, decide di aiutare il suo medico malato - ha ribadito Schiavi - un messaggio di umanità in contrasto con il mercato della salute che privilegia il business. Bonadonna ci restituisce l'immagine del medico che rientra a testa alta nel mondo dei pazienti». Ma. Mol. 09/11/2008

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tiziano bianchi ALA - Marino (nome di fantasia, ma storia vera) è un ragazzo di 17 anni (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

tiziano bianchi ALA - Marino (nome di fantasia, ma storia vera) è un ragazzo di 17 anni tiziano bianchi ALA - Marino (nome di fantasia, ma storia vera) è un ragazzo di 17 anni. Fu abbandonato dalla madre che era ancora quasi bambino. Lei se ne andò per la sua strada. Altre strade. Altre vite. Lui, Marino, da allora vive in un casermone popolare alle porte di Ala. Con il padre e con la nonna. E' un bel ragazzo, alto, studia in una città del Veneto. Ha la faccia sveglia ma un sorriso obliquamente triste. Torna a casa tutti giorni e «dorme ancora con me, nel mio letto - ci racconta nonna Maria - perchè questa casa è così piccola che non c' è posto per viverci in tre». Quando sua madre lo mise fuori di casa insieme al padre, una casa di proprietà pubblica, lui, bambino, andò da solo in Comune, in lacrime, per chiedere al sindaco di poter vivere ancora con suo padre, a casa sua, fra i suoi ricordi di bambino, fra le sue cose e i suoi pochi giochi. Naturalmente il sindaco fece poco. O nulla. Del resto che cosa avrebbe potuto fare? Davanti ad un bambino di 12 anni che chiedeva le chiavi di una casa per sé e per suo padre. Da allora Marino vive, così, con la nonna e con il padre. In quella casa che non sente come sua; in quella casa troppo piccola per viverci in tre. Senza privacy e senza diritti. Accolto e coccolato dall'affetto di nonna Maria, ma senza sorriso. E senza madre. La storia ce la racconta la nonna, e la prendiamo per buona così come la ascoltiamo; lei è una donna in pensione che vive della sua pensione e che con la sua pensione manda avanti come può questa famiglia: «Mio figlio ha quarant'anni, fa lavori precari, ora per esempio è disoccupato e sta girando da settimane le aziende di Rovereto per cercare un lavoro che non c'è». Lei, Maria, è una donna che ha appena passato i sessant'anni, una vita di lavoro duro alle spalle. E ora anche una malattia che le sta rubando le mani e il sorrido: «Guardi le mie mani, tremano, mi hanno diagnostico la malattia di parkinson e davvero ora non so più cosa fare». Casa troppo piccola e pensione troppo avara per vivere in tre, per dar da mangiare anche a due uomini: «Marino e mio figlio sono entrambi sul mio stato di famiglia, a mio carico. Ho provato a cercare aiuto. Ma nessuno mi ha dato ascolto». Per suo nipote e per suo figlio, nonna Maria vorrebbe almeno una casa: «Credo ne abbiano diritto, soprattutto mio nipote. Come fa un ragazzo di quasi 18 anni a dormire ancora nel letto di sua nonna?». Eppure questa casa, un appartamento popolare, sembra un sogno impossibile, un diritto negato dalla burocrazia: «Non è possibile perchè Marino e mio figlio sono iscritti nel mio stato di famiglia». La conversazione si interrompe così: Marino torna a casa da scuola, sono quasi le quattro del pomeriggio; Maria gli prepara come può un piatto di pasta. Lui le dà un bacio. E resta sulla sua faccia allegra il sorriso spento di un ragazzo a cui è stato rubato un pezzo di adolescenza. 09/11/2008

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A 12 anni è andato dal sindaco a chiedere un tetto (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

burocrazia A 12 anni è andato dal sindaco a chiedere un tetto Non serve guardare lontano per trovare storie vere e sofferte di disagio sociale. Ad Ala vivono in tre - nonna, padre e figlio - in un appartamentino che sarebbe al massimo per una persona. Ma la burocrazia non aiuta: figlio e nipote figurano sullo stato di famiglia della nonna, e non hanno diritto, quindi, ad una casa 09/11/2008

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<Riformate la burocrazia e disboscate gli enti> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

FORLI' PRIMO PIANO pag. 23 «Riformate la burocrazia e disboscate gli enti» Satanassi: «Piattaforma comune tra i candidati» di EMANUELE CHESI E? IL ?grande vecchio? della politica forlivese e non ci sta di certo a passare per brontolone. In forza dell?età non è sospettabile di muoversi per arraffare poltrone, ma forse non gli dispiacerebbe giocare il ruolo di ?king maker?. Angelo Satanassi, classe 1925, sindaco comunista dal al 1970 al 1979, parlamentare fino al 1987, non tradisce la serie di ex sindaci schierati con Nadia Masini alle primarie del Pd. «Questa giunta ha lavorato bene ? afferma Satanassi ? e io ho fiducia in Nadia Masini, per le sue capacità e per il suo operato, però...». ... però come tutti i vecchi comunisti del Pd ha paura che le primarie spacchino il partito? Era meglio farne a meno? «No, le primarie sono un fatto importante e per me equivalgono a un congresso per il dibattito che hanno attivato. Però non devono trasformarsi in una lacerante lotta ideologica. Così sì che ne trarrebbe vantaggio solo la destra. Abbiamo già ?pagato? alle elezioni regionali e nazionali, un terzo flop sarebbe esiziale per Forlì». Entrambi i contendenti del Pd, Masini e Balzani, ora fanno appello al nuovo, al rinnovamento. Ma non è un po? tardi vista l?aria di critica e di disaffezione, anche in parte dell?elettorato di sinistra, che si registra verso questa amministrazione? «Non è affatto tardi, se il rinnovamento è vero, se si smette di dire ?occorre questo, occorre quello? e invece ci si concentra sul cuore del problema per ogni amministrazione pubblica: il peso della burocrazia e l?invadenza della politica». Qual è la sua ricetta? «Metto in fila alcuni punti sui quali sarebbe utile un confronto tra i due candidati, per stabilire una piattaforma comune e dare uno sbocco produttivo alle primarie. Intanto gli assessori dovrebbero essere scelti tra gli eletti, basta nomine dall?alto. Poi la macchina comunale dovrebbe essere guidata da un direttore generale scelto all?esterno fra candidati esperti e prestigiosi. Per il personale: promozioni all?insegna della meritocrazia e formazione in collaborazione con l?Università. Insieme a questo è necessario superare la figura del vicesegretario generale e dei capi-area». Lei vuole smantellare l?organizzazione del Municipio. «Certo, va profondamente riformata, va resa più snella, efficiente e rispondente alle necessità della realtà attuale. Ora è una macchina invadente, autoritaria e farraginosa». Ma non occorre anche disboscare i tanti enti inutili e ricchi di poltrone assegnate ai politici di seconda fila? «E? vero, occorre disboscare: gli amministratori di enti strumentali nominati dal Comune devono percepire solo un gettone di presenza. Nessuno deve percepire compensi mensili che, come dimostra l?esperienza, spingono i partiti all?occupazione di spazi pubblici». Come nel caso dei presidenti di Circoscrizione... «Sì. Questi punti dovrebbero segnare il discrimine tra chi vuole rinnovare veramente e chi fa solo finta. E non sarebbe male che se ne discutesse anche nel centrodestra».

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FACCIA faccia sulla situazione occupazionale del Piceno, tra i rapp... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ASCOLI PRIMO PIANO pag. 3 FACCIA faccia sulla situazione occupazionale del Piceno, tra i rapp... FACCIA faccia sulla situazione occupazionale del Piceno, tra i rappresentanti politici locali di Alleanza Nazionale e Forza Italia e l?onorevole Ignazio Abrignani, ospite alla Sala Docens. Abrigani ha ascoltato le parole dei politici e dei rappresentanti dell?imprenditoria locale sui problemi che attanagliano la produttività del Piceno. Mobilità in crescita, fabbriche che minacciano la chiusura e un terrtorio che si impoverisce sempre più. La drammatica situazione economica e occupazionale è stata illustrata dal sindaco Celani, presente all?incontro. Oltre a lui c?erano anche l?assessore comunale all?ambiente Claudio Sesto Travanti, il consigliere comunale Umberto Trenta, il consigliere regionale Guido Castelli, l?assessore regionale con delega specifica al Piceno Sandro Donati e i rappresentanti locali di Forza Italia. OBIETTIVO dell?incontro è stato cercare di individuare gli strumenti necessari a fronteggiare la crisi del territorio. Il sindaco ha sottolineato la necessità di estendere anche al Piceno le agevolazioni che sono concesse alle cosidette Zone Franche e insistito sull?importanza di concretizzare i progetti che porterannoa delineare il futuro della Sgl Carbon. L?onorevole Abrignani, dal canto suo, ha garantito impegno per far sì che arrivino prima possibile i fondi destinati ai siti inquinati, in sintonia con l?assessore regionale Donati che ha ribadito come il futuro della Sgl Carbon sia una delle priorità della Regione. Il consigliere regionale Castelli, invece, ha sollecitato Donati affinché anche nel territorio Piceno siano applicati gli interventi adottati nel fabrianese. LE LUNGAGGINI della burocrazia e la difficoltà che spesso si incontra nel ricevere risposte da parte delle istituzioni sono i due aspetti sollevati dal mondo dell?imprenditoria che come ha spiegato Celani nel territorio ascolano è costituito soprattutto da piccole e medie imprese. e.a.

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Casorate, tutte le case saranno in rete (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Casorate, tutte le case saranno in rete Nasce il progetto per l'anagrafe immobiliare per dieci Comuni Ci saranno vantaggi per le amministrazioni e per i cittadini, con meno burocrazia e pratiche più veloci GIOVANNI SCARPA CASORATE. Prende il via il progetto per la costituzione dell'anagrafe immobiliare associata. Capofila sarà proprio Casorate, che insieme a Bereguardo, Certosa, Trovo, Trivolzio, Giussago, Marcignago, Battuda, Rognano e Vellezzo sta cercando di creare il primo ufficio intecomunale della zona. Duplici i vantaggi. Per le amministrazioni, che potranno controllare in tempo reale situazioni catastali e pagamento di tributi degli occupanti. Per i cittadini, con meno burocrazia e più velocità per le pratiche. Il progetto può essere finanziato dalla Regione Lombardia, come già è accaduto per l'anagrafe immobiliare creata dai Comuni del Milanese, al confine con la provincia di Pavia. Capitanati da Corbetta, al Sigit (servizi intercomunali per la gestione integrata del territorio) hanno aderito all'inziativa, fra gli altri, Besate, Bubbiano, Motta Visconti, Noviglio, Rosate, Vernate e Zibido San Giacomo. Adesso Casorate vuole provarci nell'alto Pavese, raggrupando altrettante amministrazioni. Il progetto piace. E una prima riunione c'è già stata nelle scorse settimane: «L'obiettivo è quello di riuscire a creare anche in questo territorio una banca catastale intercomunale attraverso un sistema informatico che consenta di veicolare un flusso di dati ai cittadini, professionisti ed imprese, riguardanti i servizi del territorio, catastale e anagrafico comprensivo di una corretta toponomastica» dice il documento inviato dal sindaco Gianni Rho ai colleghi dei paesi vicini illustrando in linea di massima modalità e vantaggi del progetto. Per gli uffici municipali si tratterebbe sicuramente di un salto in avanti notevole. Creare un'anagrafe in rete, infatti, alla cui base c'è il sistema catastale, permette di conoscere la "storia" di tutti gli immobili presenti in ogni Comune, facendo aggiornamenti in tempo reale. Questo significherebbe, per esempio, avere un maggiore controllo sui pagamenti delle imposte comunali, a partire dalla tassa sui rifiuti, dove spesso le amministrazioni scoprono falle clamorose proprio per la mancanza di una rete informatica adeguata in grado di fornire dati in tempo reale e soprattutto aggiornati. Non solo. L'anagrafe immobiliare può essere utilizzata anche per scopi "sociali", dando notizie relative ai proprietari degli immobili o a chi vive in determinate zone, permettendo di calibrare servizi ad hoc. Ma anche per i cittadini l'istituzione dei Sigit può portare benefici, come sta emergendo nei territorio dove quest'anagrafe è già attiva. Un ricerca catastale digitalizzata può in pochi minuti portare a conoscenza dell'utente la storia della propria casa. E informare con sicurezza su cosa si può eventualmente modificare e cosa no, senza le solite lungaggini burocratiche, pareri contradditori, errori o sviste da parte degli uffici. Si tratta di tutte cose che allungano notevolmente i tempi per ogni pratica relativa agli immobili, e sicuramente aumentano il rischio di pagare pesanti sanzioni in caso di irregolarità.

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E l'ora di religione va a finire in Parlamento (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 4 E l?ora di religione va a finire in Parlamento RADICALI ? PERUGIA ? POMO della discordia, l?ora di religione. Da sempre. Quando ci si mette la burocrazia, però, il dissidio si infervora. Fino a diventare interrogazione parlamentare. PARTE proprio da Perugia il perché dell?azione promossa dai senatori radicali del gruppo del Partito Democratico, Donatella Poretti e Marco Perduca. Dalla storia di un ragazzino al primo anno di un liceo cittadino. Mario (è il nome di fantasia) aveva optato, al momento dell?iscrizione, per l?ora alternativa a quella di religione. Ma organizzare gli allievi, si sa, non è per la scuola cosa immediata. I primi due mesi, perciò, Mario è sempre stato in classe con i compagni. Tanto che ad ascoltare il prof di religione ci ha preso gusto. Pensava allora bastasse un cambio di crocetta per invertire la scelta in segreteria. «La legge vieta di cambiare l?opzione ?ora di religione? in corso d?anno», si è sentito rispondere. E non solo lui. «Nel liceo sono una trentina gli studenti nella stessa situazione o che l?ora di religione la vogliono abbandonare ? ricorda Pierfrancesco Pellegrino, dei radicali Perugia ?. Pensare in tutta la città e a centinaia lungo la Penisola. La scelta informata dello studente dovrebbe essere fatta solo dopo aver compreso come verrà trattato il programma di IRC. Il non poter cambiare durante l?anno, visto che non si tratta di storia delle religioni, espone lo studente a possibili violazioni personali che non sono accettabili forse sotto più profili». DI QUI la mobilitazione dei senatori. Per sapere dal ministro dell?Istruzione Maria Stella Gelmini se non giudichi opportuno modificare la normativa in vigore e consentire agli studenti di poter riconsiderare la scelta o meno dell?insegnamento della religione cattolica. Per non sentirsi ripetere: «Vuole far religione? Passi a rimetter la crocetta l?anno prossimo». M.G.

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La fiaba svedese del signor Ikea (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Economia Pagina 217 Ingvar Kamprad, ottantenne fondatore della catena di mobili e arredi, è fra gli uomini più ricchi al mondo La fiaba svedese del signor Ikea Ingvar Kamprad, ottantenne fondatore della catena di mobili e arredi, è fra gli uomini più ricchi al mondo La sua fortuna è stimata in 25 miliardi di euro --> La sua fortuna è stimata in 25 miliardi di euro di Salvatore Gaziano Il libro più diffuso al mondo? Se rispondete la Bibbia siete fuori strada. Da qualche anno è il catalogo dell'Ikea: oltre 200 milioni di copie distribuite annualmente in quasi tutti i continenti. Per alcuni è il segno che non c'è più religione, per altri la dimostrazione che il genio imprenditoriale non conosce confini. La storia dell'Ikea e del suo fondatore Ingvar Kamprad, oggi ottantenne, è così incredibile da sembrare quasi una fiaba. Svedese, naturalmente. La nazione di cui è originario questo imprenditore che da 30 anni vive però in Svizzera sopra il lago di Losanna all'insegna del più rigoroso "low profile". Il più grande venditore di mobili e arredi "low cost" del mondo ha scelto, infatti, di vivere da sempre una vita parsimoniosa. Tutto è "low", non costoso e minimalista tranne il patrimonio che ha accumulato: 25 miliardi di euro, «il nostro cuscinetto di sicurezza per il futuro», ripete ai suoi tre figli quarantenni. Che non giudica ancora adatti per la successione. Nonostante la veneranda età, Kamprad segue attivamente tutto il suo gruppo. Un colosso mondiale con 21,2 miliardi di euro di fatturato, 285 negozi in 36 nazioni e 127.800 collaboratori. Un gruppo di cui si sa molto poco come risultati economici poiché Ikea non è quotata in Borsa (e il fondatore non ha pensato nemmeno un momento di cercare soci) e tutto è all'insegna della massima discrezione. Meno si sa, meno tasse si pagano, meno concorrenti e politici si hanno fra le scatole. Di cartone, naturalmente, visto che parliamo di Ikea. E così quasi un mese all'anno il signor Kamprad lo passa a visitare i suoi centri commerciali sparsi per il pianeta (in incognito quando può), mentre la restante parte del tempo è impegnato ancora a seguire le strategie del gruppo che ha fondato nel 1943 ad Àlmhuit, remota cittadina agricola della contea di Smàland, nel sud della Svezia. In principio il quartier generale di Ikea era una capanna (senza bue e asinello) di pochi metri quadri, di quelle usate per proteggere i bidoni del latte. Qui il giovane Kamprad decise di avviare a 17 anni la sua nascente attività di consegna di fiammiferi, accendini, cornici, penne, biglietti di Natale per corrispondenza. Il capitale di partenza era un piccolo premio in denaro donatogli dal padre per aver preso dei buoni voti a scuola. Imprenditori non si diventa, si nasce. Già a 5 anni la leggenda racconta che il piccolo Ingvar vendeva ai suoi compagni di scuola i fiammiferi, lucrandoci. Comprare in stock, rivendere al minuto, l'eterno suo semplice segreto. Il padre di Ingvar non vedeva un grande futuro per questo ragazzo pigro che non voleva alzarsi dal letto per mungere le mucche della fattoria: «Brutto dormiglione! Non combinerai mai niente di buono!», gli ripeteva. Una famiglia molto rigida come educazione; il nonno si era suicidato, sparandosi un colpo di pistola perché non riusciva a pagare le rate del mutuo. La nonna, nonostante tutte le avversità, riesce a evitare la bancarotta impegnandosi allo stremo nell'attività della fattoria. IL PRIMO CATALOGO In questo clima, il giovane Ingvar s'inventa imprenditore e fa nascere il primo catalogo Ikea. È lui a scegliere gli articoli e anche a consegnarli. Tutti gli oggetti sono di piccole dimensioni in modo che possano essere trasportati e recapitati direttamente in bicicletta dallo stesso Kamprad. Il nome Ikea nasce come acronimo di Ingvar Kamprad, nome e cognome del fondatore (e allora unico dipendente tuttofare), ed Elmtaryd Agunnaryd, rispettivamente il nome della fattoria e del villaggio nel quale Kamprad vive. Nessun costosissimo studio di "brand naming", semplice intuizione. Come quella che caratterizzerà tutta la carriera imprenditoriale di questo svedese creativo più di un napoletano e "risparmioso" più di un genovese. Nel 1947 un'altra intuizione per allargare il giro d'affari e risolvere gli evidenti problemi distributivi. Fare un accordo con i lattai per utilizzare la loro rete di camioncini (risparmiando molto visto che già erano in giro a effettuare le consegne), potendo così aggiungere altri prodotti al catalogo. Come i mobili realizzati da fornitori locali nei boschi vicino alla sua casa: uno dei vanti della produzione artigianale dello Smàland. La strategia del signor Ikea è quella di battere la concorrenza sul prezzo, puntando soprattutto sulla quantità. È stato calcolato che negli anni '50 a una famiglia svedese media erano necessari almeno 5 anni di reddito per ammobiliare tutta la casa. Quando Kamprad apre il primo negozio Ikea l'offerta è sbalorditiva. «Eravamo riusciti ad abbassare i prezzi di quasi dieci volte. Io ci tengo all'economia», dirà poi di quel periodo. Con una frase che sintetizza tutto il Kamprad pensiero. Molti svedesi all'inizio sono titubanti nell'acquistare: il prezzo troppo basso cosa nasconderà? C'è da fidarsi? Nasce così il primo negozio Ikea, un capannone di concezione innovativa dove i clienti possono vedere, toccare e provare i mobili prima di comperarli. Il successo è fortissimo anche perché Kamprad, come ogni grande imprenditore, sa trasformare i problemi in opportunità. Chi andrebbe mai in un posto sperduto della Svezia del sud a comprare dei mobili per quanto scontati? Ci vogliono altri argomenti di vendita e il signor Ikea tira fuori dal cilindro un'altra idea: rimborserà il 100 per cento del biglietto del treno ai visitatori (il 50 per cento il sabato e la domenica). TRE CHIAVI PER IL SUCCESSO Kamprad formalizza così un altro dei suoi metodi di vendita vincenti: il catalogo, per incitare i consumatori a visitare il luogo di esposizione e vendita unito a grandi superfici per permettere loro «di muoversi col catalogo in mano per fare shopping». Nel 1955 l'Ikea comincia a produrre i suoi mobili secondo un principio che non verrà mai meno: funzionalità, design, prezzi accessibili. Quello che qualcuno definirà poi il "design democratico". L'idea gli viene (lo rivela un giornalista italiano, Nanni Delbecchi, fra i pochi al mondo ad averlo conosciuto costruendoci intorno un divertente romanzo, Il signor Ikea per Marsilio Editore) visitando in Italia all'inizio degli anni Cinquanta un'esposizione di mobili: «Anni decisivi per il design. Alla Fiera di Milano c'erano esposti mobili molto belli, firmati da architetti di grido come Sottsass, Zanuso, Magistretti. Ma, di conseguenza, erano anche terribilmente dispendiosi. Si capiva al volo che per le persone normali non potevano andare bene», ricorda Kamprad. L'altra idea geniale (ma semplice come tutte le grandi idee) è proprio questa: consentire anche alle persone normali di avere in casa oggetti funzionali e sobri ma con un tocco di design. Un'idea che prende forma visitando all'epoca anche le case degli italiani: «Ho visto che tra i mobili che c'erano nelle case e quelli che venivano esposti nelle fiere c'era un abisso. Ovvero un grande spazio di mercato da occupare». Ma il signor Ikea porta un'altra rivoluzione nel mondo dell'arredamento: i mobili in scatola. Quelli che il consumatore acquista nel kit e si monta poi a casa. Per i francesi il signor Ikea è colui che ha inventato il prêt-à-meubler . Con i pacchi piatti si evita di trasportare l'aria. I costi di trasporto e di montaggio si riducono drasticamente spostando sul consumatore uno dei compiti che costavano più tempo e denaro. In questo modo si creano i margini per tagliare i prezzi. Il successo di Ikea in Svezia è travolgente, perfino troppo. In una pagina pubblicitaria degli anni '50, sul più importante quotidiano svedese, l'imprenditore pubblica un "appello al popolo della Svezia" invitando i consumatori a visitare la sua esposizione: «In molti negozi i prodotti che costano all'origine una corona sono venduti a 5 o 6 ma anche a 10 corone. Questo per effetto anche degli intermediari. Noi come Ikea abbiamo invece deciso di passare direttamente dai produttori per offrire ai consumatori i prezzi più bassi, accontentandoci di un piccolo margine». È un trionfo per le vendite del magazzino ma la concorrenza dichiara guerra a questo figlio di contadini che sta rivoluzionando il settore con prezzi "troppo bassi" e "insostenibili". I BOICOTTAGGI I commercianti di mobili svedesi cominciano a boicottare i fornitori che trattano con lui. Il signor Ikea rischia così di chiudere e andare in bancarotta. E qui dimostra un'altra volta di trasformare un problema in un'opportunità perché risolve questa crisi nel modo più clamoroso. Si ricorda di aver letto che Thonet, il famoso ebanista dell'era vittoriana, faceva produrre le sue sedie in Polonia e decide perciò di cercare in questa nazione dei fornitori. È il periodo della guerra fredda e la Polonia è un Paese comunista. La burocrazia statale tergiversa ma alla fine accetta di produrre in conto terzi per un imprenditore capitalista. Verrà fuori solo a metà degli anni '90 che in gioventù il signor Ikea in realtà era stato un fervente anti-comunista, aderente a un movimento di chiare simpatie naziste: «È stato un errore di gioventù - dirà poi Kamprad, scusandosi col mondo - Ho preso un enorme abbaglio insieme a tanti altri ragazzi svedesi: eravamo giovani e ingenui e non avevamo capito chi era veramente Hitler». E scusarsi per questo imprenditore non è un tabù visto che nella sua carriera già altre volte si era scusato anche con i suoi dipendenti per alcuni errori commessi come un obiettivo non raggiunto o l'errata modifica di una linea di prodotti: «Solo chi dorme non sbaglia mai - dice Kamprad - Fare errori è una prerogativa delle persone attive. Solo le persone mediocri negano i loro errori e sprecano tempo per giustificarsi». Nel 1958 apre ufficialmente il primo vero grande negozio Ikea e negli anni successivi inizia l'espansione internazionale. Danimarca, Svizzera, Germania, Australia, Canada, Austria, Olanda, Francia, Belgio, Stati Uniti, Regno Unito, Italia, resto del mondo. Fra gli ultimi Paesi dove Ikea ha aperto ci sono Cina, Russia, Giappone. E in ogni nazione c'è stato un boom nelle vendite. Si poteva prevedere un così clamoroso successo mondiale? Il signor Kamprad se l'aspettava? Sì. Il test l'aveva fatto in Svizzera già nel 1973: «Se ho successo in un Paese dove si parlano tre lingue e il reddito pro-capite è fra i più alti del pianeta, allora vuol dire che il format di Ikea può avere successo in tutto il mondo». Aveva (come al solito) visto giusto.

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Accattoni, spinelli e bottiglie di birra (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 269 del 2008-11-09 pagina 6 Accattoni, spinelli e bottiglie di birra di Marta Bravi le ordinanze valgono solo sulla carta In centro e in Darsena mendicanti e bambini importunano turisti e passanti In corso Vittorio Emanuele c'è chi fuma canne e chi si ubriaca sul sagrato Le ordinanze ci sono, scritte nero su bianco e affisse, come burocrazia richiede, nell'albo pretorio del Comune. Vergate dal sindaco Moratti martedì pomeriggio, che le ha volute immediatamente eseguite. Peccato, però, che nella pratica non vengano ancora fatte rispettare. Per il momento, almeno. E nonostante ieri il centro, affollatissimo per lo shopping, complice anche la giornata di sole, fosse pieno di poliziotti, carabinieri e militari, accattoni, venditori insistenti si aggiravano indisturbati. Ore 15, in Galleria Vittorio Emanuele, un mendicante si aggira tra i tavolini di un bar molto chic. Chiede l'elemosina in maniera insistente. Poco più in là la stessa scena si ripete sotto i portici di piazza Duomo: una donna, all'apparenza zingara, con tanto di bambino al collo chiede un piccolo aiuto a signore ingioiellate e a turisti. Scene di triste quotidianità milanese a meno di una settimana dall'entrata in vigore dell'ordinanza che vieta in tutti i luoghi pubblici, l'accattonaggio molesto - «è molesto quando la richiesta è insistente e la modalità irritante» -, così come vieta l'accattonaggio con impiego di minori, anziani, disabili o simulando disabilità». Cosa dire del venerdì sera in Darsena dove i bambini, forse rom, battevano tavolino per tavolino tutti i locali della zona? Per non parlare dei venditori di rose, ieri notte più «agguerriti» che mai. Eppure a due passi, in piazza XXIV maggio, erano appostate macchine dei vigili e camionette dei carabinieri. Lo scenario non è molto diverso in corso Vittorio Emanuele. I venditori ambulanti di libri fermano i passanti, cercando di convincerli a comprarli, gli africani cercano di vendere i loro braccialetti, i mendicanti vagano. E nessuno, tra poliziotti carabinieri e vigili fa nulla. Mi passano davanti mentre una ragazza ghanese cerca di farmi comprare un libretto, ma non succede nulla. Una seconda ordinanza vieta invece il consumo di bevande alcoliche in luoghi pubblici se queste generano situazioni di degrado: «considerato che la presenza di persone che assumono bevande alcoliche, specie se in gruppo, comporta un aumento del senso di insicurezza, di degrado ambientale, favorendo lo scadimento della qualità urbana delle aree interessate...e ritenuto quindi indispensabile prevenire e contrastare comportamenti che possono offendere la pubblica decenza, compromettere o rendere pericoloso l'accesso e la libera e piena fruizione di spazi pubblici, è fatto divieto di consumare nonché detenere ogni genere di bevanda alcolica e superalcolica in contenitori di vetro o di latta». Venerdì sera in Darsena, una delle «zone calde» della movida milanese sembra che nessuno, leggasi poliziotti e vigili appostati sotto la porta di XXIV maggio, sembrava accorgersi della birra venduta e consumata in bottiglie di vetro che girava in mano a gruppi di ragazzi e a balordi di ogni genere. Dulcis in fundo, chi immaginava passeggiando per il corso, (esattamente davanti al negozio Replay) di imbattersi in ragazzini che confezionano allegramente spinelli, incuranti del passaggio? Qualche metro più in là degli altri, invece, stanno già fumando le loro canne sollevando in cielo dense nuvole grigiastre. E dire che di polizia ne girava parecchia... © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Liberal e conservatori, pressing sul nuovo leader (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-11-09 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Liberal e conservatori, pressing sul nuovo leader Da Krugman a Brooks e agli economisti della Scuola di Chicago: i consigli a Obama Secondo il premio Nobel 2008, Obama dovrà varare le riforme e finanziare l'occupazione; per l'editorialista del «New York Times» Brooks, dovrà invece tagliare la spesa pubblica. Terza via della Scuola di Chicago: attenzione empirica a fatti e a dati economici WASHINGTON — A cinque giorni dal voto, l'interrogativo che più agita l'America è quale sarà la «obamanomics», la politica economica di Obama. Sulla scia del trionfo elettorale, il dibattito è acceso: la sinistra gli chiede grandi riforme e grandi spese, la destra moderazione e «bipartisanship». Due scuole i cui esponenti, Paul Krugman, il Nobel liberal dell'economia, e David Brooks si sono confrontati sulla op ed, la pagina degli editoriali del New York Times. Il presidente eletto sembra colto tra l'incudine e il martello anche se, stando alla School of Economy di Chicago, sino a pochi anni fa culla del libero mercato, che negli ultimi mesi gli si è avvicinata, Obama seguirà una terza via. Dichiara James Heckman, uno dei suoi leader, a sua volta premio Nobel: «Obama sarà un manager pragmatico della crisi più grave dal 1929». Le opposte pressioni scaturiscono dall'opposta analisi delle elezioni. Secondo Krugman, il voto è stato un referendum ideologico vinto dall'ideologia riformista, e ha portato a un drastico riallineamento dei partiti. Obama, ha scritto, ha promesso sanità di Stato e sgravi fiscali al ceto medio, e ne sosterrà i costi aumentando le tasse sui redditi più alti. Contro la crisi, inoltre, dovrà finanziare sia produzione che disoccupazione: nel 2009 il deficit del bilancio dello Stato potrebbe superare i mille miliardi di dollari, ma nelle depressioni economiche è necessario. Obama, conclude il Nobel, deve imitare Roosevelt che nel 1933 risollevò l'America e varare un «nuovo Nuovo corso». Per Brooks invece le elezioni hanno segnato la vittoria del centro, non uno spostamento a sinistra, e il Paese non accetterà un ritorno all'ideologia, sia pure contraria a quella di Bush. Obama dice di essere «postpartisan», rileva Brooks, ed è chiamato a dimostrarlo, soprattutto per raggiungere l'autonomia energetica e liberarsi della schiavitù del petrolio straniero. Lo sgravio fiscale al ceto medio e gli stimoli all'economia vanno bene, ma occorrerà anche un'iniziativa per il pareggio del bilancio e, quindi, un graduale taglio della spesa pubblica. «Mettere piede nella Casa Bianca dei miei sogni — osserva — sarebbe come metterlo nella Fondazione Gates, senza burocrazia, aperta alle buone idee come il venture capital». Di estrazione liberal, con un Congresso in mano a liberal, Obama alla fine potrebbe allinearsi a Krugman. La Scuola di Chicago lo dubita: il presidente eletto non sarà un clone di Franklin Roosevelt né di Bill Gates, il padre della Microsoft. «Sarà un empirico — ribadisce Richard Thaler, docente della Scuola e membro del consiglio economico di Obama —. è interessato soprattutto ai dati economici e al comportamento del pubblico, come noi». La stessa percezione del collega Heckman, il premio Nobel, che lavora al programma sull'istruzione: «Ha meno pregiudizi ideologici di quanto la destra gli attribuisca, per lui contano i fatti ed è liberista, non protezionista ». Saranno i primi mesi dell'amministrazione Obama a svelare se la «obamanomics» rappresenterà davvero una terza via, se il feeling tra l'erede di Roosevelt e Kennedy e la Scuola di Chicago è reale o una chimera. Thaler ha dichiarato al Wall Street Journal che il feeling esiste anche perché la Scuola è cambiata: «Non siamo i figli di Milton Friedman, che ispirò il liberismo spinto del presidente Reagan. La rivoluzione informatica ci ha insegnato che la teoria non regge sempre alla verifica degli eventi, che il mercato è imperfetto perché spesso la gente prende decisioni irrazionali». Le nomine del ministro del Tesoro e del direttore del bilancio, su cui le correnti dei Democratici si stanno già scontrando, forniranno una indicazione dell'orientamento di Obama. Ennio Caretto

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D'ACCORDO, la prima preoccupazione della Regione è la salute dei suoi cittadini, anche... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 09 Novembre 2008 Chiudi di GIAMPAOLO FALCIAI D'ACCORDO, la prima preoccupazione della Regione è la salute dei suoi cittadini, anche perché vivendo più a lungo crescono pure i nostri acciacchi. Va quindi bene che sul servizio sanitario si concentri il 60% del bilancio regionale, magari cercando di ridurne gli sprechi ed aumentarne l'efficienza. Ma di sola salute, pur avendo un paio di scarpe nuove come diceva Manfredi, non si campa. Occorre curare anche la salute delle imprese e del lavoro. Quando però scopriamo che la Regione, fra le pieghe del bilancio 2008, prevede solo il 6% per le imprese, piccole o grandi che siano, e solo lo 0,6% per il turismo, non si va lontano. E' vero che le aziende debbono camminare con le proprie gambe, ma in tempi di recessione Palazzo Donini deve impegnarsi di più se vuole rilanciare il sistema produttivo umbro. Pensiamo ad esempio all'artigianato artistico e tradizionale che in passato era un fiore all'occhiello dell'Umbria. Pensiamo a quella impresa artigiana che faceva perno sulla figura del suo titolare, dove prestava personalmente il suo lavoro, assumendone rischi ed oneri. Certo, apprezziamo la decisione della Regione di stanziare 10 milioni di euro in cinque anni per operazioni di credito e leasing agevolati, destinati all'ammodernamento ed ampliamento locali, all'acquisto di macchinari e materie prime. Questa è una iniezione di fiducia, anche se in dose omeopatica perché con due milioni l'anno non si fa molto. Ma se mancano i soldi facciamo almeno funzionare il cervello, riscrivendo le regole per le attività artigiane. Ad esempio, cominciamo col semplificare l'apparato burocratico sopprimendo le Commissioni provinciali per l'artigianato, trasferendone le funzioni alle Camere di Commercio. Collochiamo poi la stessa Commissione regionale presso l'Unione delle Camere di Commercio di Perugia, che ci pare la sede più idonea. Valorizziamo invece le Associazioni di rappresentanza degli artigiani attraverso appositi Centri per l'assistenza e lo sviluppo imprenditoriale. Ricreiamo infine la figura professionale del maestro artigiano capace di trasmettere ai giovani apprendisti il know-how ed il saper fare nelle diverse attività dell'artistico e del tradizionale. In altre parole risuscitiamo le botteghe-scuola, facendo dell'Umbria una sorta di "silicon valley" dell'artigianato. Ma nel contempo troviamo il coraggio di pensare all'evoluzione di un artigianato che sappia avvalersi anche di una strumentazione meccanica tecnologicamente avanzata, naturalmente escludendo lavorazioni automatizzate. In conclusione, da una parte facciamo fare un passo indietro alla burocrazia costosa e talvolta inconcludente e dall'altra parte riscopriamo una nuova manualità del lavoro artigiano dove l'ingegno e la fantasia, sia pure sostenuta dalle tradizioni, fanno la differenza e possono rappresentare un punto di forza per l'economia umbra e per il futuro di tanti giovani. giampaolofalciai@libero.it

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Difficile dire se è la serenità di Paola oppure la sua cocciuta determinazione ad ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 09 Novembre 2008 Chiudi di BEATRICE PICCHI Difficile dire se è la serenità di Paola oppure la sua cocciuta determinazione ad aver compiuto il miracolo. Poi l'ascolti e capisci, e soprattutto impari. Impari che «l'aids è molto di più di una malattia: e sui bambini diventa un marchio, che crea mostri di sette, otto, dieci anni, che nessuno vuole più». E lei vuole soltanto farli tornare a essere bambini, anche se devono prendere quattordici pasticche al giorno, fare le analisi ogni mese... Ecco perché quei centosettanta metri quadrati ottenuti dopo cinque anni di burocrazia, inaugurati ieri mattina, appaiono come un miracolo: Paola e la sua associazione Arché avranno una casa tutta per loro dove far giocare i bambini, organizzare corsi di teatro, laboratori di fumetti, pittura. Cose semplici, cose da bambini, ma così tanto importanti per loro che devono riappropriarsi, giorno dopo giorno, di una vita normale. Perché è stato questo fin dall'inizio il primo obiettivo dell'associazione, la prima nata in Italia proprio per prendersi cura dei bambini sieropositivi: farli tornare ragazzini felici. Felicità è la parola scritta e ripetuta una decina di volte nello statuto della storica associazione. Come anche la parola responsabilità, «perché soltanto quando parli, spieghi, rispondi alle domande degli adolescenti fai veramente qualcosa per cancellare mostri e pregiudizi, per fare prevenzione concretamente. Solo così ti impegni a costruire un mondo più responsabile, insomma basta che ognuno faccia la sua parte», questo ripeterà fino a quando avrà fiato Paola Liuni, anima e voce di Arché, che si occupa anche di adozioni, affidi, famiglie fragili e sole, ma anche di reclutare volontari. E' un immobile confiscato alla banda della Magliana, vicino a San Giovanni, il palazzo dell'associazione, (www.archè.it). Ci sono voluti cinque anni di carte bollate, richieste, rassicurazioni, documenti da una scrivania all'altra, poi un mese e mezzo fa la telefonata: «Tutto a posto signora Liuni, l'immobile è stato assegnato alla vostra associazione». Trenta giorni sono volati a tinteggiare il nuovo palazzo, rifare impianti, traslocare mobili e attrezzature, fra dieci giorni si entra. Finalmente niente più affitti da pagare, spazi ristretti, iniziative sospese, appuntamenti saltati. E sarà molto più che una festa aprire le porte di questo palazzo, «potremo fare più cose, coinvolgere anche le famiglie», tutti quei genitori fragili e spaventati che hanno bisogno di parlare, di sapere, che continuano ad avere vergogna, a preferire il silenzio a una verità che si può affrontare e guarire.

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un impianto per riutilizzare i rifiuti domestici (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 2 - Udine Un impianto per riutilizzare i rifiuti domestici Collaborazione fra ateneo e Consorzio A&t2000. l'esperto: sono sostanze organiche utili al suolo Stop all'inquinamento e al conferimento dell'umido in discarica. L'università di Udine, in collaborazione con A&T 2000, presenta il primo progetto alternativo di riutilizzo dei rifiuti domestici che, attualmente, vengono trasportati in discarica con due effetti ambientali negativi: far aumentare l'esigenza di discariche e sprecare tonnellate di sostanza organica, estremamente utile al suolo, come ha dimostrato il docente di Economia agricola Mario Gregori, promotore dell'iniziativa per il reimpiego dell'umido presentata nel convegno tenutosi al Polo scientifico dei Rizzi. L'idea, rivoluzionaria per il Friuli (peraltro già applicata con risultati ottimi in Vietnam proprio dall'équipe di Gregori in collaborazione con l'Hanoi Agricultural University) e da anni fatta propria dall'Austria, il paese più ecologicamente sensibile - prevede l'uso dell'umido come risorsa per l'agricoltura. Per rendere possibile il meccanismo, è necessario un impianto sperimentale che sarà costruito, sempre che arrivino in tempo i nulla osta, accanto all'autorizzato impianto di compostaggio che sorgerà a Codroipo il prossimo anno. Nel centro sperimentale gestito dall'Ateneo confluirà l'umido della provincia di Udine e si realizzerà il precompostaggio dell'organico senza immettere alcuna sostanza nociva nell'atmosfera. «Nella futura stazione sperimentale - ha spiegato Gregori - verrà preparata una miscela dei rifuti organici che avrà una caratteristica fisica simile a quella del letame: si mescola il tutto con foglie e rami per realizzare il precompostaggio che abbatte gli odori. Questa materia non adrà in discarica, ovviamente, ma finirà nelle aziende agricole dove verrà fatta maturare in apposite concimaie dai 4 ai 6 mesi, dopo di che il mix è pronto per essere usato come fertilizzante». I vantaggi? Di natura economica, in quanto smaltire 1 tonnellata di rifiuto organico in discarica costa 140 euro, mentre «noi con 80 euro copriamo - spiega Gregori - tutti i costi, dalla lavorazione al trasporto fino al premio per gli agricoltori che ricevono il compost e lo utilizzano come concime organico»; ma anche di natura ambientale, in quanto ogni chilo che finisce nel suolo trattiene anidride carbonica e combatte l'effetto serra, quindi se si aumentasse dell'1 per cento la frazione organica, si rispetterebbero i parametri di Kyoto. Il progetto è stato promosso a pieni voti dall'Assindustria, attraverso Claudia Silvestro, responsabile ambiente: «E' un ottimo progetto ambientale». Dai vertici dell'A&T 2000 allo staff accademico che ruota attorno a Gregori è arrivato un forte appello all'assessore regionale Vanni Lenna e a quello provinciale Ennio Decorte affinché il tempo delle autorizzazioni e la burocrazia obsoleta non ostacolino la realizzazione. Irene Giurovich

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Palagiustizia, conto alla rovescia (sezione: Burocrazia)

( da "Brescia Oggi" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 9 Novembre 2008 IL CASO. Riflettori Rai sull?annosa vicenda del mega-edificio di via Gambara, iniziato nel 1999 e non ancora fruibile. All?orizzonte, però, si intravvede l?atteso lieto fine Palagiustizia, conto alla rovescia Labolani ribadisce l?impegno del Comune: «Consegna ai magistrati entro giugno» Poi l?operazione trasloco Il presidente Mazzoncini e gli avvocati: «L?attuale sistemazione è disastrosa» Marra: «Tendaggi entro fine mese». Papalia: «Traguardo finalmente vicino» Chi ha svolto i collaudi smentiti dai vigili del fuoco se ne assumerà la responsabilità» FAUSTO DI MEZZA ASSESSORE AL BILANCIO   «Spreco per giusta causa». Così Rai 1 ha fotografato ieri il caso del nuovo Palagiustizia di Brescia, costato 90 milioni di euro, iniziato a costruire nel 1999, pronto da due anni, ma ancora inutilizzato perché mancano gli ultimi «dettagli»: i sistemi di sicurezza, la segnaletica, i tendaggi. L?annosa vicenda del mega edificio di via Lattanzio Gambara - dieci piani di altezza, 60 mila metri quadrati di superficie, 215 mila metri cubi di volumetria, 2.825 aule e 200 posti auto coperti - è stata ricostruita dalla trasmissione «Sabato & domenica», condotta da Franco Di Mare e Sonia Grey. Fra i numerosi approfondimenti di cronaca (il delitto di Garlasco, il feto abbandonato nel cimitero di Torre del Greco, l?incidente stradale di Acilia, l?inquinamento di amianto di un?azienda di Avellino), ampio spazio è stato dedicato al reportage realizzato a Brescia dall?«inviata» Flavia Malimpietri, con immagini, dati e testimonianze a 360 gradi. «QUI NON CI SI STA PIÙ, l?assembramento di avvocati rende impossibile perfino il passaggio», lo sfogo iniziale del presidente del Tribunale, Roberto Mazzoncini, intervistato nei «vecchi» uffici di via Moretto. Un?osservazione condivisa dai legali, che ai microfoni Rai denunciano «una situazione veramente disastrosa»: «Qui - dicono - siamo costretti a lavorare uno sopra l?altro: le aule sono piccole, i corridoi sono piccoli, non c?è proprio lo spazio...». Non solo: «Ci sono fascicoli che spariscono dalle cancellerie», denuncia qualcuno, lamentando gli inevitabili rinvii delle relative udienze. La situazione, ammette un avvocato, crea «ritardi notevoli e gravi disagi per noi avvocati, ma anche per i cittadini». IL PIÙ SEVERO nel giudizio è Luca Broli, il legale balzato agli onori delle cronache come difensore di fiducia di Guglielmo Gatti, il nipote condannato all?ergastolo per l?omicidio degli zii Aldo e Luisa Donegani: «Il nuovo Palagiustizia è pronto ma resta inutilizzato? E? una vergogna! - dichiara Broli senza giri di parole - Penso che Brescia sia l?unica città che su queste opere latita. Sono stati spesi i soldi di tutti e questo ulteriormente rammarica e determina incredulità». «Oltre ai costi per mantenere vivo il nuovo, inutilizzato Palagiustiza, una cifra che oscilla fra i 500 e i 700 mila euro l?anno fra riscaldamento, spese di manutenzione e guardianeria, e ai costi derivanti dalla dispersione dell?attuale tribunale in più sedi, lo spreco è rappresentato da un progetto che è diventato vecchio ancor prima di essere completato», aggiunge Marco Bencivenga, capocronista di Bresciaoggi, ricordando la necessità di adeguare il palazzo alle norme entrate in vigore a cantiere in corso, soprattutto in termini di sicurezza e di abbattimento delle barriere architettoniche. Il dubbio, dice Bencivenga, è che il Palagiustizia sia «figlio di nessuno, in tutti i sensi», al punto da essere quasi considerato «cosa d?altri», non una struttura della città o per la città. Forse, suggerisce, per opere tanto complesse servirebbe un manager ad hoc, con un?ampia delega, ma anche con una responsabilità riconoscibile. A FINIRE SOTTO ACCUSA è il sistema degli appalti, che spesso diventano scatole cinesi. «Brescia non è diversa dal resto d?Italia - sottolinea Pierpaolo Prati, giudiziarista del Giornale di Brescia, ospite in studio -. Dal progetto alla completa realizzazione del Palagiustizia sono stati necessari 22 anni, sempre che non subentrino altri rinvii, perché questo è il frutto della burocrazia, quella che fa perdere dieci anni solo per salvare un filare di tigli o alcuni reperti archeologici». Non meno deleterie, secondo Prati, si sono rivelate le «incomprensioni fra l?amministrazione comunale e il ministero di Grazia e Giustizia, magari perché governati da forze politiche di colore differente, prima in un senso e poi a parti invertite». Colpe?, chiede il conduttore. «Ognuno ha la sua quota di responsabilità», risponde Prati, mentre Mario Labolani, assessore ai Lavori pubblici del Comune (ma solo dallo scorso aprile), punta il dito in una direzione precisa, denunciando la «mancata attenzione di chi doveva eseguire i collaudi e non si è accorto che la galleria per il passaggio dei furgoni con i detenuti non era alta abbastanza o che le ?gabbie? presenti in alcune aule erano senza soffitto». Sulla stessa lunghezza d?onda Fausto Di Mezza, assessore al Bilancio in Loggia: «Un anno fa abbiamo scoperto che il Palagiustizia non aveva l?agibilità dei Vigili del fuoco - ricorda -. E? evidente che la società che ha effettuato i collaudi dovrà assumersi le sue responsabilità per aver certificato che l?opera era a posto, mentre i Vigili sostengono che mancano le camere di sicurezza». Perché «la città - sottolinea Di Mezza - non è abituata a questo tipo di scandali». Di sicuro non può restare indifferente di fronte alle immagini del tour realizzato dalla troupe Rai all?interno del gigante vuoto: «Qui c?è tutto: scrivanie, poltroni, mobili? Tutto impacchettato e incellophanato: mancano solo i magistrati - sottolinea Flavia Marimpietri, senza dimenticare che sono già attivi l?archivio e la sala dei server informatici -. All?appello mancano soltanto i tendaggi, la segnaletica e i sistemi necessari per garantire la sicurezza e la fruibilità del palazzo». MA E? TUTTO IN ARRIVO, assicurano i tecnici del Comune. «La Corte d?Appello ha dovuto fare i bandi, interpellando le varie ditte, secondo quanto prescrivono le norme comunitarie - sottolinea il presidente Alfonso Marra -. I tendaggi dovrebbero arrivare entro fine mese, almeno me lo auguro». E «presto, anzi prestissimo» arriveranno anche i metal detector agli ingressi per il pubblico e i badge per accedere ai singoli uffici. «A giugno 2009 consegneremo le chiavi ai magistrati, che poi dovranno soltanto fare il trasloco», si impegna Labolani. Una prospettiva che rassicura il nuovo procuratore generale Guido Papalia: «Siamo in attesa di spostarci, ma credo che entro pochi mesi riusciremo finalmente a raggiungere questo obiettivo, che è stato perseguito per anni dai miei predecessori». Sarà una grande boccata d?ossigeno per i magistrati bresciani, da sempre sotto organico (soltanto 9 «sostituti procuratori» in servizio su 21 teoricamente previsti), ma che, ricorda Prati, «pur avendo 10 mila fascicoli a testa da gestire garantiscono processi più veloci rispetto alla media nazionale». Un record di efficienza che compensa almeno in parte il primato di lentezza del gigante vuoto. Forse, ancora per poco.

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La Cgia: in nove mesi chiuse 337mila aziende (sezione: Burocrazia)

( da "Brescia Oggi" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 9 Novembre 2008 CRISI. L?allarme dell?associazione artigiani di Mestre: «Il piccolo commercio è il più colpito» La Cgia: in nove mesi chiuse 337mila aziende È di 100mila posti di lavoro la stima delle perdite A pagare il prezzo più alto le regioni meridionali   VENEZIA Nei primi nove mesi del 2008 in Italia hanno chiuso 336.846 imprese con una stima di perdite di posti di lavoro di centomila unità nel solo commercio. Lo rileva una ricerca della Cgia, associazione artigiani di Mestre, sviluppata sui dati nelle Camere di commercio italiane. Il saldo, dato dalla differenza tra nuove iscritte e cessate, è 13.184 aziende mentre nello stesso periodo 2007 era + 10.007. Nel 2006 arrivava a +46.875. «La crisi si sta abbattendo sul mondo delle imprese ed in particolare in quelle del Sud. Il settore più colpito è il piccolo commercio», denuncia Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia «Un peggioramento che è frutto della preoccupante crisi economica che sta colpendo il Paese». Secondo la Cgia a pagare il prezzo più alto, a livello territoriale, sono le regioni del Sud. Sul totale delle imprese in Sicilia, in Puglia e in Calabria il saldo negativo è stato rispettivamente di 4.229, di 4.158 e di 1.174. Nel 2007 in queste regioni il saldo era stato abbondantemente positivo (Sicilia +1.754, Puglia +1.217, Calabria +1.057). Per quanto riguarda i settori tiene l?artigianato (saldo a + 2.162 aziende), ma peggiora quando si analizza il commercio. A fronte di poco più 95mila chiusure segnalate nei primi nove mesi del 2008, erano 94.500 circa nel 2007, un vigoroso calo si è registrato nelle nuove iscrizioni. Se nel 2006 e nel 2007 le attività commerciali che avevano aperto erano circa 69.500 quest?anno sono scese a poco più di 64.300. Pertanto il saldo è sceso a -30.672 contro il -24.972 del 2007 e il 13.781 del 2006. La Cgia registra che in tutte le regioni nei primi nove mesi di quest?anno il saldo delle imprese commerciali è negativo. «E a soffrire», precisa Bortolussi, «sono soprattutto i negozi di vicinato schiacciati dalla concorrenza dei grandi centri commerciali e dalla poca propensione ai consumi delle famiglie. Stimiamo in circa 100mila i posti di lavoro che quest?anno si perderanno nel settore commerciale a livello nazionale». Intanto, il mondo delle piccole imprese, sollecita l?Europa a rendere loro la vita meno difficile. Semplificazione burocratica per la costituzione e la trasmissione d?impresa. Miglioramento nell?accesso al credito, agli incentivi e al mercato degli appalti pubblici. Politiche ambientali ed energetiche, fiscalità e formazione a misura. Sono le priorità indicate nello Small Business Act, documento presentato in giugno dalla Commissione Ue con orientamenti da attuare a livello comunitario negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di realtà, di cui 6 milioni in Italia. Un atto di importanza strategica, come ha riconosciuto il presidente della Commissione Industria del Senato Curzi, per la cui attuazione le confederazioni dell?artigianato, del commercio e della cooperazione sollecitano un?azione congiunta di Parlamento, governo e Regioni, affinché il documento sia inserito nell?agenda del prossimo Consiglio europeo in programma l?11 e 12 dicembre; a questo proposito il ministro Scajola ha già annunciato la convocazione di un Tavolo. Il documento, nota la Cna insieme alle altre sigle confederali, rappresenta un «passo avanti verso un?Europa con meno burocrazia e una pietra miliare nell?attuazione della Strategia di Lisbona per la crescita e l?occupazione».

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<Bicamerale per le riforme>, intesa Fini-D'Alema (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Bicamerale per le riforme», intesa Fini-D'Alema «Il federalismo fiscale non basta». L?obiettivo: cambiamenti istituzionali condivisi. «È un confronto, altro che inciucio» AsoloNOSTRO INVIATO«Solo un troglodita può pensare che un confronto sia un inciucio. Non dobbiamo spartirci nessuna torta». Pensiero di Gianfranco Fini. «Se uno dice che non vuole dialogare, passa per troglodita; se dice che vuole dialogare, pensano che voglia fare un inciucio. Ma che razza di Paese è?». Pensiero di Massimo D'Alema. An e Pd, almeno ad Asolo, la pensano allo stesso modo: e non solo nell'accusare i giornalisti di lasciarsi andare alla dietrologia. Non c'è nessuna intenzione nascosta - giurano - dietro l'incontro di 100 under 35 selezionati dalle fondazioni Farefuturo (che fa capo a Fini) e Italianieuropei (ispirata da D'Alema). C'è solo la comune consapevolezza che le riforme non possono essere "episodiche": se si vuole cambiare il Paese, il federalismo non basta. «Serve ben altro», avverte il presidente della Camera.È vero quel che sostiene D'Alema: qui la notizia non sono le sue ambizioni o quelle di Fini, ma il fatto che un centinaio di ragazzi di destra e di sinistra si sono mescolati per due giorni ed era francamente difficile capire chi stava di qua e chi stava di là. Sembrava di vivere in un Paese normale. Il placido sindaco Daniele Ferrazza gongolava soddisfatto: lo "spirito di Asolo" non durerà solo per questi due giorni, ma sarà mantenuto in vita dalle repliche che Fini e D'Alema intendono riproporre ogni anno. Almeno fino a quando durerà questa legislatura, che secondo An e Pd ha le potenzialità per portare a una riforma complessiva e condivisa dello Stato. «Pensare che il federalismo fiscale sia taumaturgico - sostiene il presidente della Camera - e non invece solo un anello di una catena di riforme, è una legittima azione politica della Lega. Ma è illusorio».E poi, evidenzia, non si sa ancora quali saranno i contenuti di questa riforma; saranno decisi dai decreti attuativi. Fini propone quindi che si istituisca «una commissione bicamerale apposita finalizzata all'esame dei decreti», per evitare che debbano passare attraverso sei commissioni tra Camera e Senato. Proposta avanzata ieri da Luciano Violante, e sulla quale D'Alema concorda: «Presenteremo subito un emendamento per istituire una commissione mista». Ma, avverte l'ex premier, «il federalismo fiscale è solo l'occasione per riprendere il processo di riforma costituzionale. Non una revisione complessiva perché se reimbocchiamo quella strada rischiamo di nuovo di naufragare: alcuni precisi punti però sono indispensabili». L'Italia, secondo D'Alema, è una «nazione senza Stato» in un'epoca in cui c'è invece bisogno di uno Stato più snello e al contempo forte: «I cittadini vogliono efficienza, semplicità, minori costi. Non vogliono un neocentralismo regionale e altra burocrazia. Perciò lo Stato deve solo assumere la capacità di programmare, valutare e controllare».Il federalismo come bandiera, o peggio come tentativo surrettizio di disarticolare l'unità dello Stato, fa ancora paura. Ma Fini non è di questo avviso: «Non vedo un rischio di disarticolazione, anche la Lega è ormai consapevole che il federalismo è realizzabile solo se si traduce in una complessiva riorganizzazione dello Stato». E allora, si discuta di tutte le riforme necessarie a cambiare lo Stato, senza pregiudiziali e con spirito costruttivo: lo "spirito di Asolo", che parte dall'osservazione oggettiva dell'esistente per cercare soluzioni il più possibile condivise. «Ad esempio - spiega il presidente della Camera - è evidente a tutti che in Italia è nato una sorta di presidenzialismo spurio senza che ci sia il bilanciamento di un parlamento forte. Io resto favorevole al presidenzialismo, ma negli Usa il Congresso è in grado di cambiare l'80\% del piano finanziario di Bush». Meglio una riforma organica, con pesi e contrappesi, che un adeguamento "di fatto". Nella scorsa legislatura, la commissione Affari Costituzionali della Camera era riuscita nonostante tutto ad approvare la cosiddetta "Bozza Violante", «un testo di riforma con alcuni ritocchi dai quali sarebbe sbagliato non ripartire», propone Fini.E D'Alema concorda: «Dobbiamo usare questa legislatura per fare alcune riforme sulle quali c'è già di fatto una larga convergenza. Dare più poteri al Governo e al contempo creare un Parlamento più forte, con una sola Camera e un minor numero di parlamentari; istituire il Senato federale; e varare una legge elettorale che dia più potere ai cittadini e rafforzi i partiti: l'attuale legge è fondata sulle coalizioni e sui leader». Cambiare strada si può: a patto che incontri come quelli di Asolo non diventino convegni di partito.Ario Gervasutti

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Buonocore da domani a Tolmezzo (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dopo 29 anni lascia il palazzo di giustizia di Udine e diventa il nuovo procuratore per Carnia e Alto Friuli Buonocore da domani a Tolmezzo Ha sollecitato l?applicazione in anticipo perchè la Procura carnica è in affanno Due soli pm. Fascicoli che si accumulano su fascicoli. Turni impossibili. Giancarlo Buonocore, il nuovo procuratore di Tolmezzo, non poteva aspettare i tempi della burocrazia lasciando che il suo futuro ufficio fosse affossato da un iceberg chiamato "carenza d'organico". Così ha spiazzato tutti (specie a palazzo Lovaria, dove il procuratore capo Antonio Biancardi sperava di averlo al suo fianco il più a lungo possibile) sollecitando al procuratore generale di anticipare il trasferimento. La sua richiesta è stata immediatamente accolta. E da domani il suo ufficio, in fondo al corridoio del terzo piano, sarà vuoto.«Per il momento sono stato applicato su mia sollecitazione - spiega il magistrato - nel presupposto che la situazione di Tolmezzo è di leggera sofferenza. I ragazzi (si riferisce ai sostituti Luca Olivotto e Andrea Gondolo, nrd) sono validissimi, ma una collega è in maternità e Cavalieri è applicato dal 24 settembre a Trieste. Se aspettavo il bollettino, sarebbero rimasti altri due mesi a metà organico». La notizia è arrivata venerdì. Ieri mattina Buonocore era ugualmente al lavoro. Prima di lasciare la Procura ha tolto quadri e foto dalle pareti.Napoletano ormai "friulanizzato" («Ho guadagnato anche una moglie friulana»), è entrato in magistratura nel '78, non aveva ancora 25 anni. Il 12 luglio ha prestato giuramento e nel settembre 1979 è arrivato a Udine per il suo primo incarico. Drigani, Diez e Caruso sono stati i suoi primi procuratori. Procuratore aggiunto dal 2001, dopo la morte di Caruso ha retto il Palazzo per due anni tra carichi di lavoro sempre più pressanti e tensioni sindacali. A febbraio avrebbe dovuto lasciare la sede di Udine: ha chiesto Tolmezzo, così da poter restare vicino alla famiglia, e non ha avuto antagonisti.Adesso è venuto il momento di congedarsi dalla città, anche se solo dal punto di vista professionale, e dalla «sua» Procura. «A 55 anni, dopo 30 di vita professionale, uno fa un bilancio - dichiara - Ho fatto il mestiere che mi piaceva e l'ho fatto dignitosamente, ricevo attestazioni di stima anche dagli avvocati. Potevo fare il furbo e aspettare che il trasferimento fosse pubblicato sul bollettino. Ho detto io al procuratore generale di valutare la situazione». Ieri ha cominciato a fare i "bagagli". «Mi è venuta una certa melanconia quando ho tolto i quadri - confessa - Sono a Udine da 29 anni e 2 mesi, potrei scrivere un'encicolpedia, ma non mi sogno, mi piace di più parlare». Con quale spirito affronterà il nuovo incarico a Tolmezzo lo ha già fatto capire a tutti giocando d'anticipo sul trasferimento. «Vado con serenità - afferma - È un'esperienza nuova e stimolante, vado con lo spirito più costruttivo possibile». Ma c'è anche una nota nostalgica. «A Tolmezzo c'andavo da bambino - racconta - Un mio zio comandava una compagnia artiglieri e io, avevo 5 anni, con mia nonna partivo da Napoli per venirlo a trovare. Arrivavamo qui dopo un giorno e mezzo di viaggio».C.A.

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Chiarotto: nessuna contrapposizione (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L?ALTRA PROPOSTA Chiarotto: nessuna contrapposizione (d.l.) -Sergio Chiarotto ha firmato la disponibilità a correre alle elezioni primarie di gennaio che stabiliranno chi sarà il candidato del centrosinistra alla guida della Provincia. Stamattina - a firme raccolte - la candidatura sarà depositata agli organismi del partito. «Non faccio parte della burocrazia del Pd - ha voluto precisare il preside del liceo Leopardi-Majorana - Ho accettato l'invito a questa sfida anche per portare ulteriore tensione ideale nel partito. È un modo per mettere a disposizione una certa esperienza amministrativa e poi quella della vita professioanle e civile vissuta, negli ultimi dodici anni, lontano dalle segreterie dei partiti. Non c'è alcuna contrapposizione con l'amico Giorgio Zanin. E tantomeno alcuna conflittualità». In molti sostengono che la sua è la candidatura della "nomenclatura" del Pd, mentre quella di Zanin è sponsorizzata da chi vuole il rinnovamento. «Avere una storia - sottolinea il preside - e delle appartenze non necessariamente rappresenta qualcosa di negativo. Ci sono esperienze diverse, il segno di un partito dialettico che si confronta».

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SALVO VITRANO TRA ROMANZO PENSIEROSO E REPORTAGE SOCIALE IL LIBRO DI LUCIO IACCARINO NAPOLI BENE ... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 09-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Salvo Vitrano Tra romanzo pensieroso e reportage sociale il libro di Lucio Iaccarino Napoli Bene - Salotti, clienti e intellettuali nella capitale del Mezzogiorno (Ediesse, pagg. 192, euro 10) racconta la Napoli attuale senza risparmiare sferzate ma anche cercando le risorse per una rigenerazione. In queste pagine nessun ambiente si sottrae alla critica: dalla politica alla cultura, dalla borghesia imprenditoriale alla burocrazia pletorica. Intorno c'è l'abbraccio avvolgente e strozzante della camorra diventata elemento decisivo del paesaggio sociale. Così appare spesso un incubo il mondo attraversato dall'alter ego narrativo, quasi fedelmente autobiografico, dell'autore. Eppure Iaccarino riesce a procedere con lucidità e persino con momenti di ilarità, partendo dallo spunto paradossale di un divano bianco, «eredità» di un riconoscibile maestro universitario, che torna lungo le pagine come un leit motiv a contrasto con l'anima «nera» di Napoli. Nell'intreccio lo sguardo disincantato dello studioso di scienze sociali - quale è per il suo curriculum accademico Iaccarino, autore tra l'altro del saggio La rigenerazione, sulla Bagnoli postindustriale (l'ancora del Mediterraneo) - si unisce al racconto intimo di illusioni perdute, di incertezze esistenziali, di caparbie speranze. C'è nel libro la storia di un giovane intellettuale che decide di restare «nonostante tutto», nonostante la palude baronale dell'ambiente universitario, nonostante la precarietà del lavoro, nonostante il rischio di giocare partite sempre truccate. E c'è la denuncia forte di una classe dirigente e politica che dopo le illusioni del «Rinascimento napoletano» e della «stagione dei sindaci», con Bassolino trionfante, si è ritrovata letteralmente sommersa dai rifiuti. Iaccarino la questione dei rifiuti giustamente non la ritiene incidentale. La considera un estremo sintomo di malanni politici endemici radicati a Napoli, nel Sud, e riguardanti anche un perturbato contesto nazionale che per Napoli è polemico ma variamente complice. «Senza girarci troppo attorno - scrive Iaccarino - e per non fare torto ai nuovi testi sacri del meridionalismo, appare evidente che la condizione di arretratezza di Napoli e del Mezzogiorno è causata dallo strapotere del crimine. Non basta denunciare le pratiche criminali, come comportamenti distanti da noi. E a quanti scelgono la via culturale, come percorso per arginare il dilagante declino dell'etica pubblica, occorre ricordare che le complicità del perbenismo e i suoi silenzi si riproducono proprio nelle istituzioni che più dovrebbero dare l'esempio. Così facendo, si spiazza sistematicamente l'opinione pubblica che, mentre crede di essere in una democrazia retta da principî universalmente validi, è costretta a fare i conti con il particolarismo dei governanti, con il clientelismo delle classi dirigenti, a difesa di un potere incapace di risolvere problemi». Il primo ed essenziale riferimento dell'analisi è l'insegnamento di Percy Allum, noto storico-politologo del «caso Napoli» di cui è controfigura il maestro del divano bianco e del quale effettivamente Iaccarino è stato allievo all'università L'Orientale. Il professore, autore negli anni '70 del fondamentale Potere e società a Napoli nel dopoguerra, non viene citato per nome (e chissà se questo è un bene o fa correre il rischio di scivolate nell'ammiccamento tra addetti ai lavori) ma la sua raffigurazione del sistema di potere clientelare è il quadro di partenza per le esperienze del protagonista di Napoli bene, in un percorso che diventa anche un'escursione nella recente storia politico-culturale della città, dalla denuncia di Allum a quella di Saviano in Gomorra. Alcune delle idee di Iaccarino per la rigenerazione di Napoli - peraltro già da lui avanzate attraverso il laboratorio Think Thanks e l'attività pubblicistica per il quotidiano «La Repubblica» - possono lasciare perplessi. Per esempio la proposta di legalizzazione «locale» delle droghe leggere. Ma è difficile non concordare con lui sulla necessità di un ricambio nella classe dirigente e di un rafforzamento del «capitale sociale» della città, ovvero dell'impegno civile di tutti.

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In ballo a Washington ben ottomila poltrone (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 10/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero In ballo a Washington ben ottomila poltrone WASHINGTONSono circa 8.000 le poltrone disponibili nella amministrazione Obama. Il Plum Book, che ad ogni elezione elenca i posti di lavoro sul mercato, sarà pubblicato mercoledì dal Government Printing Office e la Washington dei palazzi aspetta. Il rito è quadriennale e in parte spiega il perché della lunga transizione americana: ad ogni cambio la capitale si svuota e si riempie cambiando colore politico e stili. Con Bush partono i repubblicani (e i texani) e arrivano Barack Obama e i «Chicago Boys». Le oltre 300 pagine - un best-seller nella capitale, titolo ufficiale «United States Policy and Supporting Positions» - mettono in circolazione le poltrone della passata amministrazione che non rientrano nel Civil Service, cioè la burocrazia. Un terzo delle poltrone sono di nomina politica: saranno assegnate ai democratici secondo le regole dello spoil system.

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L'apprendistato a tutto campo (sezione: Burocrazia)

( da "ItaliaOggi Sette" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi Sette     ItaliaOggi Sette  - Lavoro & Previdenza Numero 267, pag. 33 del 10/11/2008 Autore: di Carla De Lellis Visualizza la pagina in PDF       Le opportunità introdotte dalla manovra d'estate si rivolgono a imprese e lavoratori L'apprendistato a tutto campo Il contratto è applicabile senza le regole regionali L'apprendistato acquista appeal. Il contratto è ora praticabile anche se manca la regolamentazione regionale (all'appello mancano ancora le regioni Campania, Calabria, Sicilia e Veneto), in presenza di un'erogazione anche solo a livello aziendale della formazione ai tirocinanti. Una novità, che è già pienamente operativa, introdotta dal dl n. 112/2008 (in vigore dal 25 giugno) e alla quale si va ad aggiungere il taglio di burocrazia, che ne appesantiva enormemente la gestione. Nuove opportunità, dunque, per imprese e lavoratori: alle prime perché si moltiplicano le possibilità di reclutare e di addestrare manodopera a basso prezzo; ai secondi perché aumentano le occasioni di ingresso nel mercato del lavoro e, quindi, di prima occupazione. Tre canali per professionalizzarsi La vigente disciplina, introdotta dal dlgs n. 276/2003, distingue tre contratti di apprendistato, anche cumulabili tra loro, con altrettante finalità. Il primo è il contratto di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione; il secondo l'apprendistato professionalizzante per il conseguimento di qualificazioni attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale; il terzo è il contratto di apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione. Per tutti, originariamente, l'operatività veniva subordinata a provvedimenti di attuazione da parte delle regioni e della contrattazione collettiva. Ecco come ti formo in azienda Il contratto di apprendistato professionalizzante è quello praticamente operativo e a maggior appeal presso le imprese. è rivolto a giovani d'età compresa tra i 18 e i 29 anni (anticipabile a 17 anni per i soggetti in possesso di una qualifica professionale). La regolamentazione è rimessa ai ccnl che, tra l'altro, in ragione del tipo di qualificazione da conseguire, fissano la durata del contratto di lavoro nell'intervallo tra due e sei anni. Ma qui ci sono le prime e fondamentali novità. La prima riguarda la durata: è scomparso il limite minimo, per cui l'apprendistato può avere anche una durata inferiore a due anni, fermo restando la massima (di sei anni). La seconda novità riguarda la regolamentazione dei profili formativi; questa, come detto, era rimessa alle regioni e province autonome anche se i ccnl, fino all'approvazione della regolamentazione regionale, avevano possibilità di dettare una disciplina sostitutiva (la semplificazione è stata introdotta nel 2005 per ovviare allo stallo degli enti territoriali che si ripercuoteva con sfavore sulle imprese, impossibilitate a utilizzare lo speciale contratto di lavoro). Il dl n. 112/2008 ha semplificato ulteriormente la regolamentazione formativa, ammettendo la possibilità di erogare soltanto la formazione aziendale. In merito, il ministero del lavoro (interpello n. 50/2008) ha spiegato che la novità rappresenta un'ulteriore semplificazione, poiché ha introdotto un «canale parallelo» a quelli predetti (normativa regionale ovvero ccnl) di praticabilità del contratto. In sostanza, il contratto collettivo di ogni livello (nazionale, territoriale, aziendale) può dettare la nozione di formazione interna. Formazione, ha precisato ancora il ministero, che può risolversi anche in attività fisicamente esterne all'azienda, purché resti sempre quest'ultima a dirigerne lo svolgimento e sempreché non implichi finanziamenti pubblici. Le altre semplificazioni All'intervento normativo (dl n. 112/2008) si affiancano numerosi chiarimenti da parte del ministero del lavoro, alcuni dei quali conseguenza delle novità di riforma. è il caso, per esempio, delle Co (le comunicazioni obbligatorie telematiche relative ai rapporti di lavoro). La formazione aziendale, infatti, consente di accentrare le comunicazioni relative all'apprendistato. In altre parole, i datori di lavoro i quali, svincolandosi dai profili formativi regionali, erogano direttamente la formazione agli apprendisti possono inviare le denunce telematiche presso un unico nodo informatico regionale. L'accentramento è un servizio che snellisce le procedure a favore delle Co dei datori di lavoro (oppure dei soggetti abilitati) che operano in due o più regioni. Ordinariamente, le Co vanno inviate al nodo regionale competente in ragione dell'ubicazione delle sedi di lavoro. Se queste ricadono in due o più regioni, il datore di lavoro deve procedere a inviare le Co presso differenti sistemi telematici. Invece, con l'accentramento, il datore di lavoro ha facoltà di scegliere e quindi utilizzare un solo nodo regionale (tecnicamente si chiama sistema informativo regionale), al quale inviare tutte le comunicazioni obbligatorie, indipendentemente dal numero di sedi di lavoro presenti sull'intero territorio nazionale. L'accentramento, però, non è possibile per le comunicazioni inerenti particolari rapporti di lavoro per i quali, a livello regionale, possono essere definiti moduli integrativi al fine di acquisire informazioni specifiche necessarie per la loro gestione.

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l'amministrazione cambia colore: con lo 'spoil system' disponibili ottomila posti (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Attualità L'amministrazione cambia colore: con lo 'spoil system' disponibili ottomila posti NEW YORK. Funzionario cercasi: sono circa 8.000 le poltrone disponibili nella prossima amministrazione Obama. Il Plum Book, che ad ogni elezione elenca i posti di lavoro sul mercato, verrà pubblicato mercoledì dal Government Printing Office e la Washington dei palazzi aspetta col fiato sospeso. Il rito è quadriennale e in parte spiega il perché della lunga transizione americana: a ogni cambio di amministrazione la capitale si svuota e si riempie cambiando colore politico e stili di vita. Con George W. Bush partono i repubblicani (e i texani) e arrivano Barack Obama e i suoi Chicago Boys. Il primo Plum Book fu pubblicato per la prima volta da Eisenhower, che nel 1952 aveva ripreso per i repubblicani le redini dell'amministrazione dopo due decenni di governo democratico, e poi regolarmente dal 1960 a oggi dopo ogni elezione presidenziale. Le oltre 300 pagine del volume - un assoluto best-seller nella capitale della politica, titolo ufficiale United States Policy and Supporting Positions - mettono in circolazione ogni poltrona della passata amministrazione che non rientra nei quadri del Civil Service, la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office), il primo posto a disposizione, in ordine alfabetico, dovrebbe essere quello di architetto di Capitol Hill. Si spazia poi dalla carica di Bibliotecario del Congresso a direttore dei servizi stampa del Pentagono a sottosegretario con la delega per i funerali di Stato al Cimitero Nazionale di Arlington. I democratici sono stati fuori dai giochi per otto anni, e dunque alla pubblicazione del Plum Book è inevitabile che l'ufficio della transizione coordinato dall'ex capo di gabinetto di Clinton John Podesta sia sommerso da uno tsunami di domande di lavoro. A complicare il lavoro dei reclutatori sono le rigide regole di etica che si è prefisso Obama: squalificano chiunque abbia lavorato negli ultimi due anni in una lobby. Mark Gerean, numero due della transizione di Clinton nel 1992, ricorda con chiarezza la valanga di domande ricevute dopo l'elezione: «Curriculum pesanti come mattoni, inviati da gente di ogni estrazione che si aspettava che fossero letti dalla prima parola all'ultima».

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Si è aperta la caccia a ottomila poltrone (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Si è aperta la caccia a ottomila poltrone NEW YORK - A.A.A. funzionario cercasi: sono circa 8.000 le poltrone disponibili nella prossima amministrazione Obama. Il "Plum Book", che ad ogni elezione elenca i posti di lavoro sul mercato, verrà pubblicato mercoledì dal Government Printing Office e la Washington dei palazzi aspetta col fiato sospeso. Il rito è quadriennale e in parte spiega il perché della lunga transizione americana: ad ogni cambio di amministrazione la capitale si svuota e si riempie cambiando colore politico e stili di vita. Con George W. Bush partono i repubblicani (e i texani) e arrivano Barack Obama e i suoi Chicago Boys. Il primo Plum Book fu pubblicato per la prima volta da Dwight Eisenhower, che nel 1952 aveva ripreso per i repubblicani le redini dell'amministrazione dopo due decenni di governo democratico, e poi regolarmente dal 1960 a oggi dopo ogni elezione presidenziale. Le oltre 300 pagine del volume - un assoluto best-seller nella capitale della politica , titolo ufficiale "United States Policy and Supporting Positions" - mettono in circolazione ogni poltrona della passata amministrazione che non rientra nei quadri del Civil Service, la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office), il primo posto a disposizione, in ordine alfabetico, dovrebbe essere quello di architetto di Capitol Hill. Si spazia poi dalla carica di Bibliotecario del Congresso a direttore dei servizi stampa del Pentagono a sottosegretario con la delega per i funerali di Stato al Cimitero Nazionale di Arlington. I democratici sono stati fuori dai giochi per otto anni, e dunque alla pubblicazione del Plum Book è inevitabile che l'ufficio della transizione coordinato dall'ex capo di gabinetto di Bill Clinton John Podesta sia sommerso da uno tsunami di domande di lavoro. A complicare il lavoro dei reclutatori sono le rigide regole di etica che si è prefisso Obama in campagna elettorale. 10/11/2008

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Telelibertà: Amministrazione provinciale ai raggi X (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Telelibertà: Amministrazione provinciale ai raggi X piacenza - Una provincia, la vostra. Da domani, alle 20.15 dopo il TGL, la giornalista Nicoletta Bracchi vi accompagnerà su Telelibertà, insieme al presidente della Provincia Gianluigi Boiardi e alla sua Giunta, in un viaggio all'interno dell'amministrazione provinciale. In un momento in cui il ruolo delle Province è sempre più messo in discussione, i protagonisti di questi cinque anni di mandato si raccontano ai cittadini, uscendo dal palazzo di corso Garibaldi e confrontandosi con le proprie esperienze di uomini, donne e amministratori. E, soprattutto, cercando di mettere in evidenza il ruolo di un Ente chiamato a coordinare e programmare parte del futuro di un territorio. Sullo sfondo dell'Istituto Alberghiero "Marcora", con la collaborazione degli allievi e del preside Roberto Belli, di fronte a un aperitivo preparato rigorosamente con vini e salumi piacentini, il presidente Boiardi e i suoi assessori rispondono alle domande di Nicoletta Bracchi per tracciare un bilancio oramai definitivo di questi anni di lavoro. Un percorso che cercherà di portare i telespettatori a vedere l'altro volto della burocrazia. Il primo appuntamento è per domani alle 20.15 con il presidente Boiardi che darà il via al nuovo programma "La vostra provincia". Dalla sanità alle politiche di sostegno alle famiglie e agli anziani, dal Ptcp alla tangenziale di Piacenza con il nuovo ponte sul Trebbia, dai lavori pubblici alla realizzazione di nuove scuole, dalla protezione civile alle politiche ambientali, dalle iniziative culturali alla formazione professionale, dalle politiche per sviluppare il turismo all'enogastronomia, dalla ruralità del territorio alla valorizzazione dei prodotti tipici locali. 10/11/2008

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Funzionario cercasi: liberi 8000 posti (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Esteri Pagina 107 Spoil system Funzionario cercasi: liberi 8000 posti Spoil system --> NEW YORK A.A.A. funzionario cercasi: sono circa 8.000 le poltrone disponibili nella prossima amministrazione Obama. Il Plum Book, che a ogni elezione elenca i posti di lavoro sul mercato, verrà pubblicato mercoledì dal Government Printing Office e la Washington dei palazzi aspetta col fiato sospeso. Il rito è quadriennale e in parte spiega il perché della lunga transizione americana: ad ogni cambio di amministrazione la capitale si svuota e si riempie cambiando colore politico e stili di vita. Con Bush partono i repubblicani (e i texani) e arrivano Barack Obama e i suoi Chicago Boys. Il primo Plum Book fu pubblicato per la prima volta da Dwight Eisenhower, che nel 1952 aveva ripreso per i repubblicani le redini dell'amministrazione dopo due decenni di governo democratico, e poi regolarmente dal 1960 a oggi dopo ogni elezione presidenziale. Le oltre 300 pagine del volume - un assoluto best-seller nella capitale della politica , titolo ufficiale United States Policy and Supporting Positions - mettono in circolazione ogni poltrona della passata amministrazione che non rientra nei quadri del Civil Service, la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone è di nomina politica e verranno assegnate secondo lo spoil system.

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"o pagano i miei ricercatori..." - valerio varesi (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina IV - Bologna "O PAGANO I MIEI RICERCATORI..." VALERIO VARESI (segue dalla prima di cronaca) Basti pensare che il 75% dei nuovi casi nel nostro Paese vengono esaminati a Bologna e l´84% proviene da altre città. Inoltre, Pileri è uno degli editori, per conto dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), del Who classification of tumors hematopoietic and lymphoid tissus considerato la Bibbia mondiale per la diagnosi e cura dei linfomi e dei tumori del sangue. Malgrado queste credenziali, la sua struttura si regge in buona parte sul buon cuore e le offerte dei pazienti convogliate in due onlus create appositamente (la «Abste» e la «Spes onlus»), nonché sui contributi di «Airc», «BolognAil» e le fondazioni «Carisbo», «Del Monte» e «Seragnoli». Un po´ poco per un´unità che all´estero ci invidiano e che in altri Paesi sarebbe finanziata doverosamente. Al contrario, la pianta organica su cui può contare il professor Pileri è composta in gran parte da personale pagato con soldi privati, dalle onlus e dalle fondazioni di cui si diceva. Solo sei dipendenti sono stipendiati dal policlinico. Dodici persone su 18 possono continuare la loro attività di alto livello scientifico unicamente grazie ai contributi volontari senza nessuna garanzia per il futuro. «Vista la precarietà, molti validissimi ricercatori da noi formati se ne sono andati all´estero o in altri centri che hanno garantito loro una stabilità nella carriera scientifica» spiega il professore. «Purtroppo si tratta di gravi perdite proprio perché, non solo li avevamo cresciuti, ma potevano dare grandi apporti alle nostre ricerche». Lo stesso Pileri è di fronte a un bivio. «Ho sessantadue anni e ancora otto di attività» dice. «Adesso non posso più aspettare: o avrò la certezza che questa Unità potrà continuare anche dopo la mia pensione avendo fondi e personale strutturato, oppure io potrei anche prendere la decisione di andarmene all´estero dove ho tante richieste e la promessa di grandi mezzi per lavorare». Il professore vorrebbe che il lavoro di ventidue anni per realizzare uno dei centri mondiali di eccellenza in questo settore non venisse compromesso dalle burocrazie contabili. E nel caso dell´Unità del Sant´Orsola, l´eccellenza si traduce in vite salvate. Solo quindici anni fa, per certe leucemie e linfomi, la sopravvivenza non andava oltre l´anno. Ora con cure che partono dallo studio dei geni e da terapie cucite su misura per ciascun paziente, quindi molto più efficaci, ci sono garanzie di guarigione che arrivano anche al 97% dei casi. Tutto questo non esisterebbe senza gli studi dello staff del professor Pileri e degli altri centri mondiali che curano queste malattie. è del ?94 l´articolo scientifico (Real classification) che ha dato l´avvio a questa rivoluzione nella cura, oltre a essere il più consultato nella pubblicistica medica. Quell´articolo portava la firma di 18 studiosi mondiali tra cui il professor Pileri. E nell´ultimo lavoro per l´Oms, sempre Pileri, oltre che tra gli otto editori, compare anche tra i 50 che hanno coordinato e rivisto criticamente il volume. «Ci vuole un progetto che vada oltre il sottoscritto» insiste il professore. Ma nessuno s´è preso a cuore la questione. Anzi, quest´anno, nella definizione del tetto di spesa per la sua Unità, sono state addirittura inserite delle indagini di biologia molecolare in più per le quali non sono stati erogati i fondi necessari pari a 55 mila euro. Una punizione, se si pensa che le indagini diagnostiche sono cresciute del 10% e che i risparmi sui reagenti e altre attrezzature hanno fatto sì che, per certe prestazioni, l´Unità spenda solo un euro quando una ditta esterna ne vorrebbe sei. Essere bravi è spesso controproducente.

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mediatori culturali, il sogno realizzato (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

San Gavino. Un ufficio in Provincia per i professionisti del dialogo Mediatori culturali, il sogno realizzato Felix, Mouharrir e Mirna esultano per Obama: «Superate le differenze» Volete aprire una macelleria che venda soltanto le carni mangiate dai musulmani? Ecco chi può aiutarvi Sulle scrivanie i quotidiani con la vittoria di Barack Obama, le foto di un nero che riscrive la storia e arriva alla Casa Bianca, altre immagini dell'America multicolor in festa. E tanti volti sorridenti anche qui, fra gli abbronzatissimi africani-sardi "mediatori culturali" a San Gavino, professionisti del dialogo fra mondi spesso contrapposti. Lavorano in un ufficio dell'amministrazione provinciale del Medio Campidano. "La svolta è per la politica mondiale, il bisogno di superare differenze di razza, di religione, del colore della pelle. The big dream, il grande sogno è diventato realtà", scandisce Felix Adaudejan, 49 anni, portavoce per gli immigrati in Italia dal Benin. Ha 49 anni, è laureato in Ingegneria agraria, alla Sapienza di Roma ha collezionato la qualifica di nutrizionista. è lui - nato a Parakou, una delle città più popolose di uno degli Stati più poveri del mondo - a fare da ponte fra la burocrazia italiana e gli immigrati di lingua francese. "Aiutiamo chi ha bisogno di muoversi fra pratiche e uffici". Nella scrivania affianco un altro mediatore, marocchino, lingua araba ovviamente, Mouharrir Mohamed, 34 anni, laurea in Lingua e letteratura francese. Arriva una giovane di Rabat, Mahjouba Zouggar, 29 anni. è in Sardegna da quattro anni, è stata colf e baby sitter, estetista, badante, aiuto cuoca. Abita a Serramanna dove si è sposata. Dice: "Vorrei aprire una macelleria di sole carni mangiate da noi musulmani, seguiamo una preparazione particolare, anche nel taglio, anche nella scelta dei vari pezzi da cucinare, badiamo alla selezione dei capi ovini che devono pascolare in terreni non inquinati da sostanze chimiche. Per raggiungere questo traguardo ho bisogno di consulenza, in quest'ufficio me la sanno dare, sono felice di trovare collaborazione dai miei stessi connazionali in un ente pubblico italiano". è una Sardegna che si conferma nei fatti laboratorio, crocevia internazionale di mutuo soccorso. Secondo di dieci figli, Felix ha sposato una psicologa sarda, Paola Sorrentino. Ha tre figli, tutti rigorosamente con almeno doppio nome: Alexandro Bidosseni di 12 anni, Houefa Joys Isabela di cinque, Stephane Vidjinnaghi di due. "Mi trovo bene in Sardegna, è una terra calda negli affetti". Razzismo? "No. Le culture diverse devono convivere fra loro, bisogna promuovere l'integrazione, credo che l'elezione di Obama darà un forte impulso alla comprensione, a far cadere le tante e alte barriere che ancora esistono". Così parlando si allunga la fila. Arrivano tre giovani donne polacche, un ragazzo nigeriano. Chiedono tutti di poter lavorare. Compilano questionari. Felix: "Appena abbiamo una proposta vi chiameremo". Chiede Mougarrir a due giovani tunisini: "Farete qualunque lavoro vi capiti?". La risposta è naturalmente sì. "Vi chiameremo". Succede a San Gavino, cuore del Medio Campidano, paese della ferrovia e della fonderia, dello zafferano e dei pallini da caccia ecologici, di un teatro e di un ospedale, del caseificio e di un centro metallurgico un tempo fra i più importanti dell'italica repubblica, una chiesa del 1300 e un informatissimo periodico ("Il Provinciale") che esce ininterrottamente da diciannove anni. Un paese carico di problemi economici e sociali, tra i giovani non dilaga solo la disoccupazione. Ai lati della vecchia stazione dei treni il Comune ha ristrutturato un edificio che era stato il dopolavoro degli operai Samim, società statale di trasformazione di metalli e minerali. Oggi - passato alla giovane amministrazione provinciale guidata da Fulvio Tocco - quello stesso palazzetto ospita gli uffici del Centro servizi per il lavoro, in sigla Csl, affidato alla responsabilità politica dell'assessore Velio Ortu che ha dato gambe a una struttura amministrativa che potrebbe apparire di pura fantasia. Quest'ufficio è forse l'unico, in Sardegna, che vi sa dire subito quanti immigrati ed emigrati ci sono, da dove provengono, con quale titolo di studio, quali sono i gruppi linguistici e religiosi, i dati statistici sono tanto essenziali quanto esaurienti. Qui si pensa all'orientamento, all'incontro fra domanda e offerta di lavoro, all'autoimpiego, ci si occupa delle fasce più deboli, si segue da vicino l'inserimento scolastico. Responsabile è Lorena Cordeddu, sorridente quarantenne di San Basilio, laurea in Pedagogia, a lei fa capo il servizio emigrazione ed immigrazione di 28 Comuni. Una decina di impiegati, uffici pieni di luce. "è un team messo in piedi per dare gambe alle linee-guida regionali sulle politiche per il lavoro e l'integrazione sociale. Al centro di tutto c'è uno sportello polifunzionale. Deve puntare ad attuare il piano tecnico gestionale del progetto sulle attività di mediazione culturale. Per noi è certo una sfida tanto difficile quanto entusiasmante. Ci proietta in una dimensione dinamica delle azioni tese all'integrazione reale degli immigrati, sia per l'accesso degli stranieri all'esercizio dei diritti fondamentali in Italia, sia per la trasformazione della nostra stessa società con l'incontro di culture diverse che si conoscono, si modificano e si integrano reciprocamente". E in futuro? "La decisione è già stata annunciata dall'assessore Ortu. Il lavoro centralizzato oggi a San Gavino lo dislocheremo nel territorio, al di là dell'area linguistica, creeremo insomma contatti con i singoli Comuni per metter su uno sportello itinerante semmai nelle Asl, nelle scuole, negli uffici, andremo noi dai cittadini". Burocratese? Politichese? Certo che no. Perché basta stare qui una mattina e vedere sardi e non che si avvicinano agli sportelli per chiedere di tutto e di più, si può trattare di un ricovero o di un permesso di soggiorno, di una pratica per avviare un'attività commerciale o delle difficoltà di accesso a una scuola elementare o media di bambini di tradizione totalmente diversa dalla nostra. Bisogna essere pronti a dare risposte a chi parla solo l'arabo o solo il francese, il rumeno o lo slavo. Mouharrir Mohamed è il marocchino che sta aiutando Mahjouba ad aprire la macelleria per gli islamici. Ha 34 anni, la moglie - Imane - abita a Firenze, lui è laureato in Lingua e letteratura francese a Casablanca. "Mi occupo dei rapporti con gli immigrati arabi, in questo territorio rappresentano il 14,9 per cento degli stranieri, sono in tutto 87, di cui 58 maschi e 29 donne, rappresentano il terzo gruppo linguistico dopo i rumeni e i cinesi. Arrivano per chiedere anche le più banali informazioni ma soprattutto in cerca di un lavoro, qualunque sia, sono disposti a fare i pastori o i camerieri e soprattutto sono disposti a imparare". E i rapporti con i cinesi? Se ne occupa una ragazza del Parteolla, Carla Frigau, 28 anni. Si è laureata in Lingue e civiltà orientali a Napoli, conosce le sponde del Pacifico, ha vissuto un anno e mezzo a Pechino, ovviamente parla correttamente il cinese, per la sua formazione ha utilizzato i fondi regionali per il Master and Back. Ed eccola dietro lo sportello aperto dalla Provincia del Medio Campidano. Un lavoro difficile e delicato il suo anche perché i cinesi - in tutto il mondo, Italia e Sardegna comprese - sono comunità a sé, certamente meno aperte delle altre. Questa comunità dell'Estremo Oriente tende a far tutto in solitudine, in casa, oppure ci si avvale della mediazione di un rappresentante ufficiale conosciuto come Zhan. Ma talvolta è necessario l'intervento di Carla, per aprire un negozio, per il rinnovo di un permesso di soggiorno, per informazioni più generali. "In questo territorio - spiega Carla Frigau - i cinesi sono 101, di cui 51 maschi e cinquanta donne, per una percentuale del 17,29 e sono attivi in diversi centri. Il nucleo più forte è a Sanluri, con ventuno maschi e quindici donne, seguiti da Guspini (5-8), San Gavino Monreale (10-10) e Serramanna (4-7). A Sanluri in particolare gli immigrati sono attratti dalla centralità geografica e socio-economica del capoluogo della nuova Provincia". A saper tutto sugli immigrati del territorio è un altro funzionario della Provincia, Gianfranco Porcu, 52 anni, di Pabillonis: "Complessivamente gli stranieri residenti erano 584 al 31 dicembre dello scorso anno rispetto ai 472 di un anno prima". Al primo posto c'è la Romania con 103 presenze, al secondo posto i cinesi con 101, terzo posto per il Marocco con 77 presenze, quarti i senegalesi con 34, ventuno i polacchi. Con una sola presenza Canada, Georgia, Armenia, Israele, Congo, Ghana, Slovenia, Svezia, Portogallo, Irlanda, Grecia, Belgio. Due da Cile, Tanzania, Etiopia, Turchia, Bielorussia, Moldova, Bosnia-Erzegovina. In questo piccolo mondo globale del Medio Campidano lavora anche una psicologa che arriva da quell'America centrale che si affaccia sul golfo dell'Honduras, Mirna Prado, 56 anni, nata a San Marcos, pieno Guatemala, madrelingua spagnola, in Sardegna da dodici anni. Casa in affitto nel quartiere di Stampace a Cagliari, madre di due figli (Paula, laurea in Informatica ed amministrazione alberghiera in Guatemala, Paulo, iscritto a Cagliari in Scienze politiche) ha inizialmente fatto di tutto, colf, badante, assistente di ammalati gravi, insegnante di cucina multietnica. è stata educatrice in una comunità dove venivano accolte le donne sottratte alla schiavitù della strada. Nella città capoluogo dell'isola ha diretto un'indagine sulla condizione delle donne migranti: "Si sanno adattare molto più degli uomini a qualunque situazione. Le donne hanno generalmente, quasi per oltre il 75 per cento, titoli elevati di studio. Spesso parlano almeno due lingue correttamente. Ci sono molte rumene, ucraine, polacche, sudamericane, anche orientali con laurea, e sono medico, biologhe, ingegnere, architetto, molte sono specializzate in Informatica e lavorano anche in studi professionali. Quella femminile in Sardegna è un'immigrazione davvero di qualità". Dal 2001 Mirna frequenta il corso per Mediatori culturali e poi quello di "Mediatori di pace" organizzati dalla Regione (tra le insegnanti la sociologa Aide Esu, allieva di Alain Touraine). Tra Cagliari e Oristano Mirna aiuta da anni i suoi connazionali a "inserirsi senza traumi in una Sardegna che resta una eccezionale terra di accoglienza". E adesso? La psicologa giunta dai Caraibi sta per fare il grande salto per concludere il corso preferito di "Mediatrice di pace". Proprio stamani, con un gruppo di altri cinque sardi, parte per Israele e per la Palestina dove cercherà da capire i traumi di quella terra, di quei conflitti permanenti, di quelle stragi. "Come tutti coloro che ci hanno preceduto in questo sforzo, non avremo vita facile perché fra le due comunità è veramente arduo creare il dialogo. Ma sarà comunque un'esperienza esaltante, per capire le ragioni di un odio che deve essere sradicato dal territorio più tormentato del mondo. E sono orgogliosa che questo tentativo sia possibile per una iniziativa umanitaria della Regione sarda". E al rientro? "Tornerò al lavoro usato, a fare la mediatrice culturale, a sforzarmi di far capire ai sardi, agli italiani e ai migranti che siamo tutti uguali, che le barriere razziali o religiose non hanno senso". Anche con l'aiuto di Barack Obama? "E perché no? Tutto giova, tout se tient. Perché non credere che, anche dalla Sardegna, si può davvero costruire - come poetava Rafael Alberti - el hombre nuevo del mundo?". Cantando? "E perché no? Cantando".

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ottomila poltrone vuote attendono funzionari (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 11 - Attualità Ottomila poltrone vuote attendono funzionari NEW YORK. A.A.A. funzionario cercasi: sono circa 8.000 le poltrone disponibili nella prossima amministrazione Obama. Il 'Plum Book', che ad ogni elezione elenca i posti di lavoro sul mercato, verrà pubblicato mercoledì dal Government Printing Office e la Washington dei palazzi aspetta col fiato sospeso. Il rito è quadriennale e in parte spiega il perchè della lunga transizione americana: ad ogni cambio di amministrazione la capitale si svuota e si riempie cambiando colore politico e stili di vita. Con George W. Bush partono i repubblicani (e i texani) e arrivano Barack Obama e i suoi Chicago Boys. Il primo Plum Book fu pubblicato per la prima volta da Dwight Eisenhower, che nel 1952 aveva ripreso per i repubblicani le redini dell'amministrazione dopo due decenni di governo democratico, e poi regolarmente dal 1960 a oggi dopo ogni elezione presidenziale. Le oltre 300 pagine del volume - un assoluto best-seller nella capitale della politica, titolo ufficiale 'United States Policy and Supporting Positions' - mettono in circolazione ogni poltrona della passata amministrazione che non rientra nei quadri del Civil Service, la burocrazia di stato. Un terzo di queste poltrone sono di stretta nomina politica: verranno assegnate a democratici secondo le regole dello spoil system. Nel volume stampato in 2.717 copie (1.000 in vendita, il resto distribuito a membri del Congresso e alti funzionari dello Stato ma scaricabile gratuitamente dal sito del Government Printing Office), il primo posto a disposizione, in ordine alfabetico, dovrebbe essere quello di architetto di Capitol Hill. Si spazia poi dalla carica di Bibliotecario del Congresso a direttore dei servizi stampa del Pentagono a sottosegretario con la delega per i funerali di Stato al Cimitero Nazionale di Arlington. I democratici sono stati fuori dai giochi per otto anni, e dunque alla pubblicazione del Plum Book è inevitabile che l'ufficio della transizione coordinato dall'ex capo di gabinetto di Bill Clinton John Podesta sia sommerso da uno tsunami di domande di lavoro. A complicare il lavoro dei reclutatori sono le rigide regole di etica che si è prefisso Obama in campagna elettorale: squalificano chiunque abbia lavorato negli ultimi due anni in una lobby. Mark Gerean, numero due della transizione di Bill Clinton nel 1992, ricorda con chiarezza la valanga di domande ricevute dopo l'elezione: «Curriculum pesanti come mattoni, inviati da gente di ogni estrazione che si aspettava che fossero letti dalla prima parola all'ultima».

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PARTIAMO da un dato oggettivo: mancano 13,4 milioni di euro nel bilancio del Comu... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

BOLOGNA CRONACA pag. 29 PARTIAMO da un dato oggettivo: mancano 13,4 milioni di euro nel bilancio del Comu... PARTIAMO da un dato oggettivo: mancano 13,4 milioni di euro nel bilancio del Comune e da qualche parte bisogna recuperarli. Le strade sono due: quella del risparmio e della maggiore efficienza oppure quella della riduzione dei servizi e del welfare per i bolognesi. Lo dico chiaramente anche al presidente del Collegio Costruttori Buriani : io e Bologna Capitale scegliamo senza incertezza la prima strada. Quando parliamo dell?appalto quinquennale del global service del Comune parliamo complessivamente di 164 milioni di euro : suddivisi sono il 6,5% del bilancio annuale del Comune. Il global precedente era di 108 milioni di euro : davvero Buriani pensa di giustificare ai bolognesi questo aumento del 50% perché «il patrimonio pubblico da gestire è aumentato rispetto al passato»? I 56 milioni di euro che si spenderanno in più diviso i cinque anni del contratto corrispondono a 11,2 milioni annui : cifra molto vicina al buco di bilancio. Buriani spieghi a me e ai cittadini di Bologna se è davvero giusto che cifre così importanti siano appaltate sostanzialmente senza concorrenza e spieghi quale valore etico hanno i patti sottoscritti con questi presupposti. I fatti. Parliamo di tre gare : parliamo di 47, 42 e 75 milioni di euro. Hanno vinto associazioni di imprese rispettivamente guidate da Coop Costruzioni, Manutencoop e Ccc. Nella prima 3 offerte, nelle altre due solo 1 concorrente. I ribassi: 3%, 1% e 0,5%. Questi sono i fatti: i giudizi li lascio a chi legge. Come si può senza una reale concorrenza tra le imprese ridurre i prezzi delle opere e dei servizi pagati dal Comune? E? doveroso pretendere trasparenza e chiarezza in questa situazione di bilancio drammatica in cui le scelte dell?amministrazione rischiano o di andare in tasca ai bolognesi o di tagliare servizi sociali. Io continuo con la mia battaglia per abbattere i costi della burocrazia e della politica e anche Buriani dovrà convenire che efficienza e risparmio nelle aziende private si hanno solo attraverso un regime di concorrenza reale e non solo formale. Nel più scalcagnato ufficio acquisti dell?ultima impresa bolognese nulla viene comprato se non ci sono sul tavolo diversi preventivi o offerte da confrontare. Perché questa semplice regola non deve valere anche per il pubblico e per il Comune ? Non possiamo fare più ricadere incapacità amministrative sulla città tramite il taglio dei servizi e l?aumento delle tasse locali : nel progetto di Bologna Capitale troverà posto la carta etica degli appalti e della concorrenza, che sancirà una forte discontinuità dalle esperienze dell?attuale amministrazione. Spero che i Costruttori e i Cooperatori stiano dalla parte della concorrenza e non si arrocchino su un corporativismo di casta che davvero non ci possiamo più permettere. Non so cosa decideranno loro, so per certo cosa decideranno i bolognesi. Daniele Corticelli candidato sindaco Bologna Capitale

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Sportelli unici in affanno per colmare il gap (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: IMMIGRAZIONE data: 2008-11-10 - pag: 15 autore: Burocrazia. Procedure troppo lunghe Sportelli unici in affanno per colmare il gap N on faranno in tempo a riprendere fiato che dovranno già rimettersi al lavoro. Gli Sportelli unici per l'immigrazione avranno un notevole carico di lavoro nei prossimi mesi: da una parte dovranno completare il vaglio delle istanze relative ai 170mila posti del 2007, e dall'altro procedere con lo scorrimento delle graduatorie per l'assegnazione delle quote previste dal decreto fotocopia in arrivo. Un compito non facile, soprattutto se si considera la carenza strutturale di mezzi e di uomini degli Sportelli. In tutta Italia gli uffici preposti al controllo delle pratiche sono in affanno, tanto che un'ordinanza di ottobre ha permesso a 1.250 addetti degli sportelli di fare 40 ore di straordinario al mese. La situazione dei ritardi, però, nonè omogenea su tutto il territorio nazionale: in alcune province la consegna dei documenti è praticamente finita: a Grosseto la percentuale di pratiche ultimate è del 96,4%, a Ragusa il dato ha raggiunto il 96,3%, ad Asti e a Lodi il 90 per cento. «In alcuni casi – spiegano dal ministero dell'Interno – le domande valide sono state usaudite e sono rimaste quote non assegnate. Adesso il ministero del Lavoro procederà alla ridistribuzione dei posti rimasti alle province che hanno lunghe liste di attesa». Non tutte le Prefetture (gli Sportelli unici), però, sono state così rapide: in fondo alla classifica ci sono Caltanissetta, Foggia, Agrigento e Roma, dove la percentuale dei nullaosta rilasciati agli stranieri raggiunge appena il 30 per cento. Le difficoltà degli Sportelli non sono una novità: già l'anno scorso la Corte dei conti aveva documentato il ritardo degli uffici.

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Usa, gli attacchi segreti ad Al Qaeda Così Rumsfeld "copriva" le operazioni (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica.it" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

NEW YORK - Una dozzina di attacchi 'top secret' contro Al Qaeda dal 2004 ad oggi. Sono le operazioni che i reparti speciali americani hanno compiuto - colpendo l'organizzazione di Bin Laden e 'militanti in Siria, Pakistan ed altre località in giro per il mondo - grazie all'ordine (anch'esso segretissimo) firmato nella primavera 2004 dall'allora capo del Pentagono Donald Rumsfeld con l'approvazione di Bush. Lo ha rivelato ieri sera il New York Times sul suo sito online. L'"ordine segreto" di Rumsfeld dava ai militari l'autorità di attaccare Al Qaeda in ogni parte del mondo ed un mandato ancora più ampio per condurre operazioni coperte anche in Stati non in guerra con gli Usa. Nel 2006 una squadra di 'Navy Seal', il corpo speciale della Marina, ha attaccato un 'compound' di sospetti terroristi nel Bajaur che é una regione del Pakistan, vale a dire uno dei più importanti (ed ambigui) alleati americani. L'operazione - filmata passo passo da una videocamera sistemata su un Predator (l'aereo-spia senza pilota) - venne seguita in tempo reale al Centro Antiterrorismo dei quartier generale della Cia a Langley, in Virginia. Cioé a 7mila miglia di distanza. Alcune delle operazioni 'top secret' sono state condotte dai 'commandos' delle forze speciali coordinandosi con la Cia, altre - ad esempio il raid in Siria del 26 ottobre scorso - dirette proprio dall'agenzia di spionaggio Usa. Secondo il Nyt, che é riuscito ad ottenere queste informazioni da un ex 'top official'della Cia e che ha trovato le conferme da alti ufficiali delle forze armate Usa, almeno un'altra dozzina di 'Special Operations' sono state annullate, anche su pressione dei vertici militari. Perché troppo rischiose, perché "esplosive" da un punto di vista diplomatico o perché non vi erano abbastanza prove. Se solo due sono i paesi di cui vengono dati dettagli delle operazioni (Siria e Pakistan) il documento rivela che le 'Special Forces' americane sono intervenute anche in un'altra ventina di paesi: gli unici citati sono Yemen, Somalia, Arabia Saudita e "altri paesi del Golfo". Le 'fontì - militari ed agenti dell'Intelligence, alcuni ancora in servizio, altri no - hanno escluso che ci siano stati 'raid' in Iran, ma hanno 'ipotizzatò che 'commandos' Usa abbiano operato nel paese degli ayatollah usando "altre direttive riservate". Il documento firmato da Rumsfeld si chiama "Al Qaeda Network Exord" (dove Exord sta per ordine esecutivo) e dà il via libera ai militari americani per agire fuori dai teatri di guerra ufficiali. In passato il Pentagono aveva bisogno di avere l'approvazione missione per missione - con il risultato che servivano giorni di 'burocrazià per approvare un'azione da compiersi nel giro di ore. Con l'Exord di Rumsfeld la luce verde era praticamente sempre accesa. Le missioni 'segretè fuori dai teatri di guerra (Iraq e Afghanistan) sono servite ad esempio per uccidere o catturare singoli terroristi, un'evoluzione della 'rendition', la dottrina grazie alla quale agenti operativi della Cia rapivano e interrogavano (nelle carceri segrete in Europa e Asia) sospetti terroristi. Anche con l'Exorder altre operazioni speciali hanno continuato a richiedere un'ulteriore approvazione. Le missioni in Somalia dovevano avere come minimo il via libera di Rumsfeld, quelle in Siria e Pakistan dovevano essere approvate dal presidente. Quello del 26 ottobre é solo l'ultima di altre operazioni che i 'commandos' delle forze speciali hanno compiuto in Siria. (10 novembre 2008

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Gianni, moglie e due figli, ha un lavoro sicuro e ben retribuito. Improvvisamente si ammala e non po... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 10 Novembre 2008 Chiudi di NICOLETTA GIGLI Gianni, moglie e due figli, ha un lavoro sicuro e ben retribuito. Improvvisamente si ammala e non potrà più svolgere le mansioni di prima. Ha una percentuale di invalidità che non gli consente di ottenere la pensione e vivere diventa un inferno. Questa famiglia ternana con un tenore di vita medio alto si ritrova da un giorno all'altro a finire nella lista dei poveri. Di quelli costretti a bussare alla porta della San Vincenzo per chiedere aiuto, per avere qualcosa da mangiare e i soldi per pagare le bollette. A quella porta bussa anche Francesca, due figli, disoccupata. Vivevano dello stipendio del marito che, colpito da una malattia rara, è diventato cieco. Ma l'indennità di invalidità non arriva perchè la burocrazia, purtroppo, ha tempi completamente diversi da quelli che scandiscono i pasti e le necessità quotidiane. A chiedere aiuto alla San Vincenzo sono anche tante famiglie ternane che combattono con tante difficoltà. E' gente con un solo stipendio e due figli che studiano, che non riesce ad arrivare alla fine del mese. E' gente che fino a poco tempo fa riusciva a sbarcare il lunario ma che oggi è costretta a chiedere una mano. Superando a fatica la vergogna di essere etichettata tra i poveri. «I casi sono sempre di più e soprattutto si sono aggravati» dice Giancarlo Felicetti, presidente della San Vincenzo de' Paoli. Poveri in crescita esponenziale se si pensa che dieci anni fa il numero delle persone assistite dalla San Vincenzo si fermava a quota 500. Gli ultimi dati ufficiali disponibili sono quelli dell'anno scorso, quando hanno chiesto aiuto ben duemila persone, ovvero oltre 600 famiglie. Il venti per cento in più rispetto all'anno precedente. «Quest'anno il numero dei poveri è sicuramente aumentato -dice Giancarlo Felicetti- e i casi di povertà si sono aggravati». Moltiplicando il già duro lavoro portato avanti dai centoventi volontari impegnati con la San Vincenzo: distribuiscono generi alimentari, vestiario, mobili, danno contributi economici per pagare affitti, utenze, spese scolastiche e sanitarie, generi di prima necessità essenziali per garantire un'esistenza almeno dignitosa. Ai volontari vincenziani si rivolgono molti stranieri ma tra gli assistiti prevalgono i ternani. A chiedere aiuto sono anziani soli, disoccupati di tutte le età, malati gravi, stranieri, famiglie di detenuti ed ex carcerati, tossicodipendenti, disabili, famiglie monoreddito e persone senza fissa dimora. Giancarlo Felicetti spiega che «le cause delle povertà economiche sono dovute sempre più alla mancanza di un lavoro, al costo delle abitazioni sia in termini di affitti che di utenze, all'indebitamento delle famiglie per far fronte all'acquisto di generi di prima necessità. Molti comprano a rate e poi non riescono a saldare il conto. Quando ci sono le malattie poi arriva la vera e propria emergenza. Negli ultimi mesi abbiamo notato che i costi delle spese sanitarie e delle cure mediche sono lievitati. Le malattie diventano una delle cause primarie di indebitamento in famiglie che già a livello psicologico sono pesantemente provate». Tra i nuovi poveri ci sono padri e madri separati. Che spesso non riescono a far fronte alle necessità quotidiane dei propri figli. Perchè quando ci si lascia i costi raddoppiano e vivere diventa più complicato. «Oggi separarsi è un lusso che possono permettersi in pochi -dice Felicetti- e per questo aumentano le coppie che vivono da separate ma restano sotto lo stesso tetto per risparmiare». Le risorse finanziarie della San Vincenzo sono dovute principalmente al contributo della Diocesi, della Fondazione Carit, del Comune e delle Circoscrizioni e alle offerte di tante persone. Ma i poveri aumentano e con loro crescono le necessità economiche. «Il 29 novembre -dice Felicetti- faremo una nuova raccolta alimentare nei supermercati ternani. E confidiamo nel grande cuore della gente che ci aiuta ad aiutare chi ha bisogno».

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GIULIANOVA - La Guardia Costiera a scuola per ricordare il novantesimo anniversario della Vittoria. ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 10 Novembre 2008 Chiudi GIULIANOVA - La Guardia Costiera a scuola per ricordare il novantesimo anniversario della Vittoria. Finora l'iniziativa era stata sempre dimenticata o ignorata e quindi si è rimediato anche perchè la recente manifestazione del 4 novembre a Giuliuanova era stata di molto ridimensionata. Senza polemiche ma la Guardia costiera ha rimediato a tutto, come dire che, con un po' di buona volontà e senza soggiacere alla burocrazia ingessata, qualcosa di più si sarebbe potuto ottenere. In occasione della settimana in cui si celebra il movantesimo anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, l'Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, nell'ambito delle proprie attività istituzionali, ha posto in essere una interessante iniziativa volta a recuperare, a beneficio soprattutto dei più giovani, la memoria di un evento che costituisce patrimonio prezioso della storia dell'Italia e delle sue Forze Armate. In particolare, destinatari di tale iniziativa sono stati gli alunni dell'Istituto tecnico cmmerciale "Rosa" di Nereto, presso il quale, nella giornata odierna, i militari della Guardia Costiera giuliese hanno tenuto un incontro finalizzato a recuperare la solennità di tale ricorrenza che, nel tempo, è andata via via perdendo la propria identità fino a cadere nel dimenticatoio, al punto che gran parte delle giovani generazioni non sono a conoscenza delle ragioni della sua istituzione. Gli studenti, nell'occasione, hanno manifestato interesse e partecipazione riponendo notevole attenzione durante la presentazione di foto e filmati che ricordavano "la Grande Guerra". Lo scopo principale, come peraltro evidenziato dal comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, il Tenente di Vascello Giuseppe Barretta, è quello di sensibilizzare i giovani, in questa particolare ricorrenza, e di riportare alla memoria il ricordo di tutti coloro che, anche giovanissimi, combattendo hanno sacrificato il bene supremo della vita con estremo senso del dovere per l'ideale della Patria. F.M.

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Rifiuti, per 2 anni pagate bollette maggiorate (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 10 Novembre 2008 Chiudi Tra burocrazia e carovita. Spunta il caso del tributo provinciale non dovuto ma conteggiato lo stesso Rifiuti, per 2 anni pagate bollette maggiorate Gli esperti: «Quei soldi vanno restituiti». Battaglia da milioni di euro

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PERUGIA - Nell'infinita battaglia contro la burocrazia, contro le leggi inutili e contr... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 10 Novembre 2008 Chiudi di LUCA BENEDETTI PERUGIA - Nell'infinita battaglia contro la burocrazia, contro le leggi inutili e contro i balzelli che spuntano, silenziosi e insidiosi, in bollette e conti dei servizi pubblici, c'è quella del tributo provinciale sui rifiuti che è una trappola più trappola di altre. Il conto degli esperti dice che negli anni 2006 e 2007 è stato riscosso un tributo non dovuto. Il motivo? Molto semplice, quel tributo è stato abolito dal Codice dell'Ambiente dell'aprile 2006. Anzi, ad essere precisi, quel tributo è stato cancellato per un anno e nove mesi e poi rimesso lì lo scorso febbraio. Insomma, per quasi due anni le bollette dei rifiuti sono state "gonfiate" dal tributo cancellato. E i giuristi spiegano che in casi del genere ci sono solo due strade da percorrere: o si restituiscono i soldi a chi ha pagato di più, o si fanno pari sconti nelle bollette successive. «Quel prelievo - spiega Vincenzo Iovinelli da www.ambiente.diritto.it - è da restituire o conguagliare per l'importo eventualmente versato». I conti e le pulci alle bollette che diventano pazze le fa il perugino Eugenio Righi, che nella battaglia contro burocrazia e vessazioni è diventato un punto di riferimento. Perché è lui che ha vinto, in commissione tributaria, la sfida contro l'Iva illegittima (della Gesenu a Perugia) sulla tariffa di igiene ambientale, cioè la Tia. Con quel passo, Righi ha aperto un fronte che potrebbe far riavere indietro a chi percorrerà la sua strada il dieci per per cento del costo delle bollette in tutti quei Comuni in cui la Tia ha preso, nel corso degli anni, il posto della Tarsu. Un nodo scoperto per le società di gestione e per i Comuni che si sono sempre mossi con circospezione evitando di alimentare speranza, ma soprattutto cercando di non alimentare la valanga dei ricorsi. Una strada, quella del passaggio in commissione tributaria, che invece è stata imboccata anche da diverse associazioni di tutela dei consumatori, che della vittoria di Righi hanno fatto una pietra angolare della loro attività in favore dei cittadini-utenti. Adesso si apre questo nuovo fronte che, in realtà, era passato nel dibattito dei consigli provinciali. Adesso, tra un affondo e l'altro e i chiarimenti degli esperti, si può aprire una vertenza da milioni di euro. Righi ne ha stimati 500 l'anno incassati sulle bollette maggiorate in tutta Italia. Le stime dicono che in Umbria il livello potrebbe assestarsi sui 4-5 milioni di euro all'anno. Una tombola che, in periodi di crisi, farebbe comodo ai cittadini-contribuenti vedersi restituire. O, magari, scalare dalle successive bollette. Righi spiega la sua battaglia in una lettera inviata ad alcune associazioni di consumatori. «Solo chi si è fatto carico di contestare in sede contenziosa tale illegalità - scrive tra l'altro- ha ottenuto ragione con la conferma dell'inapplicabilità dell'Iva su un "tributo", in violazione di precise e cogenti direttive comunitarie e di pacifici principi di correttezza impositiva. L'annosa situazione di sottaciuto sopruso non si ferma qui: negli anni 2006 e 2007, insieme all'Iva è stato regolarmente calcolato e riscosso sulla "tassa rifiuti" anche il tributo provinciale ambientale abolito dal nuovo Codice dell'Ambiente (articolo 264) e ripristinato solo nel febbraio del 2008».

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Umberto I, i grattacieli cambiano pelle (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2008-11-09 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Il progetto L'imprenditore Zuanier presenta al Candiani il piano aggiornato. Gli appartamenti saranno 492 Umberto I, i grattacieli cambiano pelle Case a 4 mila euro al metro quadro. Ma sull'architettura crescono i dubbi L'ingegnere: sarà un laboratorio, un pool di giovani architetti perchè diventi lo specchio dei tempi MESTRE - «Sulla carta le torri forse fanno impressione ma non faremo bussolotti poco piacevoli o invendibili». A prometterlo ieri all'incontro organizzato dai Club services mestrini al centro Candiani è l'ingegner Flavio Zuanier che con un pool di esperti sta facendo gli esecutivi del progetto di massima dello studio di Giorgio Lombardi (scomparso prima di sapere di aver vinto il concorso) per l'Umberto I. «Le tre torri non hanno ancora una faccia - continua - l'architettura in questa fase è secondaria ai problemi ingegneristici in cui ci siamo imbattuti». All'ex ospedale su 51.050 metri quadrati arriveranno i primi veri grattacieli di Mestre (due alti oltre 90 metri, e uno poco inferiore). «Abbiamo adeguato il progetto - spiega Zuanier - perché le torri avevano un guaio genetico: così esili si torcono con il vento». Così le torri sono state abbassate di 15 metri (in alto a 80 metri finiranno gli impianti) ma nonostante questo le fondamenta arriveranno a cento metri sotto terra. Le 429 famiglie abiteranno dal terzo (o quinto) piano fino al ventiquattresimo, in appartamenti delle metrature più varie: dai 50 metri quadri ad oltre 120. Zuanier e soci calcolano che la spesa complessiva sarà di 250 milion di euro. Ai cittadini le case costeranno 4 mila euro al metro quadro. Non solo case. Nell'area ci saranno undici mila metri quadrati di verde pubblico, seimila di negozi, novemila di uffici. E poi 8.500 di attività pubbliche. A Zuanier piacerebbe una struttura universitaria di specializzazione. I parcheggi? Saranno mille, in 2 piani interrati sul lato nord. L'accesso al nuovo Umberto I sarà da via Circonvallazione ma all'interno si girerà solo in bici e a piedi. I piani dell'imprenditore non si fermano qui, Zuanier spera di poter intervenire anche in via Olimpia dove arriverà l'Sfmr. «Abbiamo presentato un progetto al Comune - aggiunge - con un palazzetto sportivo da 1.800 posti sopra una piscina da 50 metri». La riqualificazione dell'Umberto I purtroppo sconta i tempi della burocrazia. «L'Asl per vendere ( a 43 milioni, ndr) deve avere il sì del Ministero ai beni ambientali - ricorda l'ingegnere - speriamo per Natale di firmare il contratto d'acquisto». Se così fosse nel 2013 avremo le torri dopo un anno di demolizioni (si salvano solo gli edifici Pozzan, De Zottis e Cecchini), uno per le fondamenta e due di costruzione. A chi storce il naso per le torri, Zuanier dice: «L'architettura è un laboratorio, il conto complessivo vede diminuire il cemento, nella realizzazione degli edifici vogliamo avere uno specchio dell'evoluzione del tempo con logge ad attrarre luce». Per i negozi Zuanier vorrebbe contingentare le licenze commerciali contro l'esodo da altre zone della città. Gli amministratori presenti ieri hanno promosso il piano. L'altezza per il verde Gianfranco Bettin valorizza la zona e recupera spazi. «Ho fiducia che il prodotto finale risponderà alle aspettative », dice l'assessore all'urbanistica Gianfranco Vecchiato e il prosindaco Michele Mognato: «la sfida è creare una nuova grande città». Gloria Bertasi

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AGRICOLTURA: DOMANI CONFERENZA STAMPA CIA BASILICATA (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

AGRICOLTURA: DOMANI CONFERENZA STAMPA CIA BASILICATA 10/11/2008 09.51.18 [Basilicata] Per presentare ai giornalisti i documenti programmatici nazionale e regionale della Cia e il calendario di iniziative di mobilitazione promosse da oggi sino al 20 novembre prossima è¨ convocata una conferenza stampa per domani martedì¬ 11 novembre alle ore 11 a Potenza presso la sede regionale della Cia (via dellâ??Edilizia). Sarà  lâ??occasione anche per tracciare un bilancio sullâ??annata agraria 2008 in Basilicata che â?? secondo le prime stime raccolte ed elaborate dal Centro Studi della Cia lucana - conferma tutte le difficoltà  â??tipicheâ? dellâ??agricoltura italiana. La produzione dovrebbe registrare una situazione stagnante, il valore aggiunto una lieve crescita, i prezzi allâ??origine una diminuzione, gli investimenti un calo, i redditi degli agricoltori un taglio, mentre i costi di produzione dovrebbero avere unâ??impennata. Lâ??agricoltura lucana attraversa uno dei più¹ difficili momenti della sua più¹ recente storia. In un mercato sempre più¹ vasto e competitivo, le imprese agricole mostrano - sostiene la Cia - una strutturale difficoltà  a recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, allâ??innovazione e agli investimenti. Pesano, ed aggravano questa situazione, lâ??aumento dei costi produttivi (in particolare quelli energetici e dei prodotti chimici), degli oneri sociali e della opprimente burocrazia. Non solo. A rendere più¹ complesso il quadro è¨ lâ??elevato costo del denaro e le difficoltà  di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità . A questo si aggiungono le anomalie ed il malfunzionamento dei mercati, a cominciare dallâ??impennata dei prezzi di alcune materie prime e dalla scarsa efficienza della struttura amministrativa. I dati preliminari â?? sottolinea il presidente della Cia Donato Distefano - riaffermano la necessità  di una rinnovata attenzione nei confronti dellâ??agricoltura. Si impone una politica propulsiva, un cambiamento di rotta, un progetto valido che permetta il rilancio dello sviluppo e della competitività . Insomma, occorrono misure concrete per favorire una reale innovazione e unâ??equilibrata crescita, riducendo i costi produttivi e contributivi e gli oneri di una burocrazia che oggi tolgono importanti energie imprenditoriali. E proprio questi sono i temi alla base della mobilitazione della Confederazione che, da oggi, si svilupperà  sullâ??intero territorio nazionale, per raggiungere il suo culmine il 14 novembre con iniziative in contemporanea nelle due province lucane. BAS 02

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Le multe pazze dei Comuni? Le paghiamo noi (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 45 del 2008-11-10 pagina 1 Le multe pazze dei Comuni? Le paghiamo noi di Cristiano Gatti Le contravvenzioni sbagliate costano allo Stato fino a 40 milioni l'anno. Le più contestate: le telecamere Soste vietate, zone a traffico limitato violate, limiti di velocità superati. Infrazioni spesso mai commesse. Sono migliaia le multe senza giusta causa ai danni degli automobilisti. E secondo i giudici di pace, oltre il 60 per cento delle udienze finisce con l'accoglimento del ricorso. In compenso, il conto lo paga lo Stato: in media 80 euro a sentenza, per una spesa totale di 33 milioni di euro l'anno (40 milioni tra burocrazia e procedure legali). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"E' tardi per chiudere la stalla" (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Meriggi polemico "E' tardi per chiudere la stalla" MACERATA - I problemi della viabilità e della pianificazione urbanistica cittadina sono stati al centro dell'attenzione in queste ultime settimane proprio in vista dell'apertura della galleria di Fontescodella, un'opera importante, attesa da anni e che, come spesso accade in questi casi, fa molto discutere. Una riflessione su questi temi è anche quella di Giovanni meriggi, ex candidato sindaco per il centrodestra alle ultime elezioni comunali. "Ho letto con interesse gli interventi sulla viabilità e più in generale sulla pianificazione urbanistica a Macerata pubblicati dal Corriere. Finalmente! Peccato che chiudere ora la stalla non serve a niente, i buoi sono già usciti. E' comunque un bene che l'opinione pubblica sia informata sul novello, vero e proprio sacco di Macerata, un'ondata di cemento di oltre 1.300.000 metri cubi, operazione ignobile che da anni denuncio con mozioni e interventi in consiglio comunale e comunicati stampa senza riuscire, purtroppo, a interessare la cronaca cittadina a questo argomento nonostante che questa sia l'unica vera scelta politica dell' amministrazione Meschini! Ho letto che l'assessore al bilancio comincia a piangere miseria, con il solito Piove Governo Ladro, perchè non riesce a far quadrare i conti del 2009: in otto anni ha lasciato lievitare senza sosta le spese correnti e improduttive e quelle per l'indebitamento, in misura incompatibile con le risorse e con le esigenze di intervento nei delicati settori della viabilità e dello sviluppo economico della città. Con i proventi delle licenze a costruire e con l'accensione di mutui - continua Meriggi - si sono fatte le manutenzioni straordinarie, divenute tali perchè trascurate quelle ordinarie, preferendo sostenere finanziariamente le oltre 300 associazioni comunali, e continuare a pagare 8 assessori, per lo più nullafacenti (con uno di loro che in un anno sembra sia riuscito a farsi rimborsare oltre 200 missioni fra Roma e Ancona), le aziende partecipate fanno quello che vogliono, cosicchè il comune è in mano alla burocrazia e al sottobosco politico. Questa amministrazione è stata una vera rovina per la città e le conseguenze le pagheremo per anni".

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(m.d.l.) Con Dedé e Bitencourt non al meglio, Gustavo sempre ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

(m.d.l.) Con Dedé e Bitencourt non al meglio, Gustavo sempre ... (m.d.l.) Con Dedé e Bitencourt non al meglio, Gustavo sempre stoppato dalla burocrazia e Renato ancora lontano dal giocatore di un tempo, è toccato a Flavio Luiz Morosini caricarsi il Casinò di Venezia sulle spalle. Nonostante l'ottima prestazione del ventisettenne brasiliano di Pato Branco il team lagunare non è riuscito ad evitare la sua seconda sconfitta stagionale in A2. Dopo la capolista San Giorgio è stato l'Atiesse C5 a violare per 4-3 il parquet di Trivignano: un mezza impresa (firmata indelebilmente dal portiere Cavanhi) dato che il Casinò, eccezion fatta per la seconda parte del primo tempo, ha disputato una prova egregia collezionando molte occasioni da gol. «Almeno il pareggio l'avremmo certamente meritato esterna la sua delusione Morosini e il rammarico è maggiore se penso che, dopo una buona partenza e il mio gol dell'1-0, siamo stati noi a rimettere in carreggiata l'Atiesse concedendo troppi contropiedi». Considerato che la capolista San Giorgio non è andata oltre un 3-3 casalingo, contro quel Teramo cui farete visita sabato prossimo (ore 16), di fatto il Casinò ha fallito l'assalto al primo posto. «Abbiamo sprecato una chance, questo sì analizza con franchezza il centrale lagunare ma soprattutto dobbiamo lavorare per sbagliare di meno in fase di marcatura. Ciò non toglie che il nostro avvio di serie A2 sia stato sin qui molto positivo e penso che le altre squadre stiano cominciando a preoccuparsi di affrontare il Casinò. Comunque il nostro primo obiettivo è la salvezza, dopodiché vedremo dove sapremo arrivare». Gli altri risultati della 6^ giornata di A2: Canottieri Belluno-Calcio a 5 2007 1-5, Fomet Imola-Centro Verde Assemini 3-3, Torino-Gruppo Fassina 3-2, Coop Atlante Grosseto-Sporting Marca 2-4, Alma Group Magione-Kaos Bologna 0-2, F&G San Giorgio-Olsv Atletico Teramo 3-3. La classifica: San Giorgio e Kaos Bo 15, Casinò di Venezia 13, Canottieri Bl, Gr. Fassina, Magione e Imola 11, Calcio 2007 e Sporting Marca 10, Atiesse 9, Torino 7, Teramo e Assemini 5, Grosseto 1. Marco De Lazzari

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Il mondo di O. maschera per maschera (sezione: Burocrazia)

( da "Foglio, Il" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

9 novembre 2008 Il mondo di O. maschera per maschera Nella primavera del 2007, ben prima che Sarah Palin diventasse un?icona femminista, prima che Jeremiah Wright e Bill Ayers sollevassero le loro teste, prima che Hillary Clinton mettesse anche solo in dubbio la sua adeguatezza alla carica di presidente, la principale nemesi di Barack Obama era un ventinovenne assistente di studio legale, Joe Anthony. Anthony aveva attratto decine di migliaia di ammiratori su una pagina di MySpace che aveva creato per Obama. A Chicago il suo sito ispirava forti mal di pancia. I pezzi grossi che giravano intorno a Obama erano preoccupati all?idea di dover cedere il controllo dell?immagine della campagna elettorale alle folle online. Così fecero sì che MySpace oscurasse Anthony. Non entrerà negli annali della storia americana come una seconda battaglia di Gettysburg, ma l?episodio era un presagio. La campagna ha dedicato gran parte delle primarie a soffocare blog e gruppi di internauti. In primavera, quando le mire di Obama sulla nomination erano ormai corazzate, gli organizzatori della campagna hanno scoraggiato i donatori dal destinare i loro soldi ai gruppi esterni fioriti alla fine degli anni 90, cancellando di fatto i fondi per gran parte della struttura indipendente del partito, e chiedendo a quegli stessi gruppi di non comprare spot tv (volevano che i dollari disponibili fossero concentrati su Obama). A giugno, Obama ha annunciato di voler trasferire parte delle operazioni del Democratic National Committee (Dnc) a Chicago, con uno spostamento senza precedenti dell?apparato del partito. Il consolidamento ha reso il messaggio del partito più coerente e i suoi ingranaggi più efficienti che mai. Ma le conseguenze vanno ben oltre le recenti elezioni. Il presidente eletto ha avviato una rivoluzione nel Partito democratico, sostituendo un establishment a lungo dominato dai Clinton e, più recentemente, da blogger e miliardari progressisti, con uno nuovo, costruito sulla sua immagine. L?elenco che segue è, per noi, il tentativo di mettere ordine nella nuova gerarchia, e per voi una guida sugli uomini e le donne che domineranno la politica progressista nell?età di Obama. Pensate anche solo ai modi con cui la nuova Casa Bianca potrà scavalcare gli intermediari tradizionali. La forza della base della campagna di Obama l?ha reso più indipendente dalla stampa di quanto sia mai successo nella storia recente. Senza più Bush su cui accanirsi, i devoti degli emergenti media di sinistra, come i dipendenti della Msnbc del presidente Phil Griffin, potrebbero rivolgere troppe attenzioni al loro eroe. Pensiamo anche alla raccolta fondi. E? stato stimato che, se Obama avesse voluto sostenere un candidato in uno stato, avrebbe potuto raccogliere 3 milioni di dollari con una sola e-mail. Cifre ben diverse dai 100 mila-1 milione di dollari di MoveOn.org, di gran lunga il più grande operatore di raccolta fondi della rete, secondo il blogger Matt Stoller. E? già difficile trovare un democratico appena eletto a Washington che non debba la sua posizione ai soldi e alla macchina organizzativa di Obama. Persino i democratici dei collegi del sud, più conservatori e spina nel fianco dei nuovi presidenti, devono parte della loro crescita alla partecipazione al voto dei neri attratti da Obama. Come possono opporre resistenza quando Obama verrà a chiedere voti? Saranno uomini come Rahm Emanuel e Dick Durbin, da tempo legati a Obama, a definire la rotta del partito a Capitol Hill. I veterani di Washington che conteranno ancora qualcosa sotto Obama saranno probabilmente quei rifugiati che hanno firmato un patto con lui sin dagli inizi. Quelli più vicini all?ex leader del Congresso Tom Daschle si sono risentiti a vedere come gli adepti dei Clinton siano riusciti ad aggrapparsi con le unghie al potere per vari anni dell?Amministrazione Bush. Daschle ha dato il suo appoggio a Obama nel febbraio 2007, e ora è candidato a una posizione importante nell?Amministrazione. I sostenitori più vicini a John Kerry ribollono d?ira a pensare agli affronti dei Clinton. Molti dei suoi principali fundraiser e consulenti ora popolano Obamaland. Il senatore, che a gennaio aveva dato a Obama il suo appoggio, è candidato alla segreteria di stato. Il che non significa che il vecchio establishment sarà del tutto escluso dai giochi. Anzi. Il governo federale è enorme, mentre la riserva di uomini di potere a disposizione di Obama è quantomai risicata, per cui gli sarà impossibile governare senza farvi ricorso. Obama manca di amici fidati che possa plausibilmente mettere sui gradini più alti della sua Amministrazione. Se non riuscirà a imporre la sua volontà a Washington, il labirinto della burocrazia sarà il suo tallone d?achille. Saranno i clintoniani a esercitare un?influenza sovradimensionata nelle file di Obama, dato che posseggono buona parte dell?esperienza disponibile nel partito in economia e politica estera. Il che aiuta a comprendere perché Larry Summers e Tim Geithner, due protetti di Bob Rubin, il padrino economico di Clinton, siano tra i principali candidati al dipartimento del Tesoro. E perché ex clintoniani come James Steinberg e Greg Craig potrebbero finire per gestire l?apparato della sicurezza nazionale. Il fatto è che i clintoniani, redivivi, si sono adeguati all?era Obama, e non viceversa. Negli anni 90, la “Rubinomics” indicava parità di bilancio e crescenti libertà commerciali. Summers ha trascorso gli ultimi anni a dare l?allarme sulla disuguaglianza delle retribuzioni e a porre interrogativi sul funzionamento del commercio internazionale. In più sensi, il passaggio del testimone a Obama rappresenta un altro trionfo dell?idea centrale della strategia perseguita in campagna elettorale: è sempre più facile modificare di poco i sistemi esistenti per far pendere la bilancia a proprio vantaggio che addentrarsi in territori non amici. Obama non ha preso il potere dalle mani del solito establishment democratico, ma ha creato una nuova realtà sul campo: quasi dieci milioni di elettori registrati per la prima volta, oltre ai sostenitori online che hanno reinventato la politica americana. Quel fruscio che sentite in sottofondo è prodotto dagli ultimi tra gli ultimi adepti del partito ormai passato che si affrettano a salire a bordo. David Axelrod, capo della strategia della campagna di Obama All?inizio, aveva dichiarato che non gli interessava portare il suo ragazzo a Washington. Ma è difficile credergli. L?artefice della strategia di Obama potrebbe seguire la strada di Karl Rove e sacrificare i suoi lucrosi affari di consulenza (è diventato senior adviser della presidenza, come Rove, ndr). Ma potrebbe anche seguire il sentiero tracciato da James Carville: lavorare per il Dnc ed essere onnipresente nello studio ovale. Anche se Axelrod non fa politica, il suo talento per le strategie plasmerà le decisioni chiave dell?Amministrazione: Obama tenterà il tutto per tutto o ci andrà piano? Non c?è dubbio che in testa avrà sempre quattro cifre: 2012. 2. Rahm Emanuel, chief of staff di Obama Il chief of staff di Obama potrebbe essere il Dick Cheney di questa Amministrazione, il cattivo con le mani in pasta ovunque. “Rahmbo” è rispettato e temuto, ed è un secchione incredibile. Emanuel potrebbe essere un interessante chief of staff per via della sua fama di lealtà e capacità di chiamare a raccolta i democratici. Quelli al Congresso che non devono a lui il proprio posto ne sono spaventati. Questa scelta, come gran parte del mondo di Obama, avrà l?impronta di Axelrod: Ax firmò il “ketubah” al matrimonio di Emanuel. 3. Valerie Jarrett, ceo di Habitat e consulente della campagna di Obama Le chiacchiere su Obama dicono che ha pochi irriducibili seguaci fedeli in grado di ricoprire ruoli di alto livello. E? questo che rende la Jarrett tanto essenziale. Durante la campagna si parlavano ogni giorno e lei ha fatto da stratega, ambasciatrice e “sicario”. Con la tendenza di Obama a fare affidamento su vecchie figure di Washington, e dell?Amministrazione Clinton, avrà bisogno di almeno un difensore dei propri interessi in sala. Ci sono voci su una sua nomina a segretario per l?Edilizia e lo Sviluppo urbano, ma alcuni problemi legati a progetti abitativi gestiti dalla Habitat potrebbero scombussolare la sua conferma. Obama è più propenso a volerla in giro per la Casa Bianca. 4. Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti Se Obama dovesse fallire alla svelta, la causa più probabile sarebbero i democratici indisciplinati alla Camera. I democratici conservatori, e ce ne sono moltissimi, vorranno che Obama metta a posto i conti; i liberal desidereranno il massimalismo su tutti i fronti; e i timorosi concentrati sul 2010 chiederanno prudenza. Questo significa che il destino della presidenza è legato alle capacità in materia di disciplina della speaker. Per fortuna, si tratta di un vero e proprio pitbull in gonnella. Faccendiera e tattica più che idealista di San Francisco, bazzicherà dietro le quinte concludendo affari e minacciando di far saltare qualche testa. 5. Tom Daschle, ex leader della maggioranza al Senato, South Dakota Ha scommesso subito su Obama, e gli ha anche prestato il suo imprimatur di membro della classe dirigente e la sua intera macchina politica, che ha dimostrato di includere alcune delle strategie più innovative della campagna. Da quando ha lasciato il Senato, Daschle è diventato un esperto di assistenza sanitaria. Potrà non aver ottenuto il ruolo di chief of staff che tanto desiderava, e per il quale il lobbismo della moglie è stato visto in modo molto negativo, ma potrebbe ancora finire alla Casa Bianca, o a fare il segretario alla Sanità e ai Servizi. E? sicuro che sarà tra le figure centrali che plasmeranno una delle priorità di Obama. 6. Larry Summers, amministratore delegato, D.E. Shaw & Co. Migliore mente economica del partito, la sua credibilità tra i democratici è aumentata negli ultimi mesi. I suoi articoli sul Financial Times rivelano una sua svolta a sinistra. Diversamente da Rubin, il disastro finanziario, di fatto, getta un?ombra sul suo ultimo mandato a Washington. Se Obama non lo rimanda al Tesoro, l?incarico potrebbe anche andare al suo protetto, Tim Geithner, che potrebbe essere chiamato a sostituire Bernanke alla Fed nel 2010. 7. Generale David Petraeus, capo del Comando centrale americano Petraeus è un politico provetto, da cui le voci su una sua futura corsa alla Casa Bianca. Negli ultimi mesi ha tenuto ufficiosamente i contatti con Obama, creando un rapporto ben oliato. E? d?aiuto il fatto che le loro posizioni su Afghanistan e Iraq abbiano cominciato a convergere. Il successo del “surge” in Iraq ha rafforzato la credibilità di Petraeus, perciò Obama vorrà la benedizione del generale per la propria strategia o, quantomeno, cercherà di evitare uno scontro con lui. Un rapporto antagonistico farebbe salire Petraeus in cima alla lista dei desideri del Gop per il 2012. 8. Joe Biden, vicepresidente eletto Biden si è dotato di un portafoglio come quello di Cheney e vuole che il presidente sia al corrente di tutto. La sua più ovvia sfera di interesse sarà la politica estera, dove le sue idee sono più da falco rispetto a quelle di Obama. Primo test sull?influenza di Biden: riuscirà a trovare incarichi per i diplomatici democratici che la pensano come lui, tra cui Richard Holbrooke e Dennis Ross? 9. Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca Se ai giornalisti non piace, chissenefrega? Da direttore della comunicazione della campagna di Obama ha comandato una nave a tenuta stagna, ottenuto una copertura incredibilmente positiva del suo candidato e ha dimostrato solide doti di public relation in tv. Gibbs si è unito a Obama nel 2004, molto prima che cominciasse il boom mediatico, e il laconico abitante del sud è famoso per essere temerario quando si tratta di dare consigli al proprio capo. 10. David Plouffe, manager della campagna di Obama Obamaland è una potenza egemonica, divora ogni istituzione che non può controllare. Plouffe è il malato di politica che l?ha creata da zero, con la sua dotta conoscenza della demografia e delle regole elettorali. Ora che Obama controlla le leve del governo, l?apparato della campagna elettorale non va da nessuna parte. Potrebbe diventare il nuovo direttore esecutivo del Dnc o dirigere le operazioni politiche della Casa Bianca. Che si trovi alla Casa Bianca o no, si può contare su Plouffe per sostenere il programma legislativo dell?Amministrazione sfruttando l?ampia base di donatori di Obama per premiare i membri del Congresso che si dimostrano amici. 11. John Podesta, presidente del Center for american progress E? una gran bella fortuna che il capo del team per la transizione abbia anche il suo think tank pieno zeppo di secchioni. Il suo Center for american progress (Cap) ha preparato i talenti e i documenti per i democratici negli ultimi cinque anni. Anche se si dice che l?ex capo dello staff di Bill Clinton tornerà al suo think tank una volta finita la transizione, ci saranno i suoi protégé in ogni angolo della prossima Amministrazione (il fatto che suo fratello sia tra i più influenti lobbisti democratici gli fa guadagnare un bonus in termini di potere). 12. James Steinberg, presidente della Lyndon Johnson School of Public Affairs Non lo conoscete, ma potrebbe essere colui che porterà avanti la politica estera, al minimo il National Security Council (Nsc). Un veterano dell?Nsc di Clinton, non corteggia la stampa, non scrive commenti sui giornali, non vive neppure a Washington. Ma è un tecnico su cui Obama vuole contare. Se Kerry atterra al dipartimento di stato, può costituire un importante contrappeso, spingendo Obama più verso il centro. 14. Pete Rouse, chief of staff dell?ufficio di Obama al Senato La sconfitta di Daschle nel 2004 (di cui Rouse era il chief of staff) ha regalato a Obama il più efficace aiuto possibile al Congresso. Rouse, un lavoratore indefesso, ha aiutato Obama a gestire il suo breve mandato al Senato con un occhio alla candidatura presidenziale. Quando avrà finito con la transizione, Rouse tornerà al Congresso come il maggior lobbista di Obama. 14/15, Jason Furman e Austan Goolsbee, direttore della politica economica e capo dei consulenti economici della campagna di Obama Sono i due lobi del cervello economico di Obama. Il professor Goolsbee ha il guizzo economico ma non sempre coglie i tempi politici (basta ricordare la sua gaffe sul Nafta, in campagna elettorale). Furman, un protegé di Rubin, è la crema del gruppo di sgobboni che studia le politiche. Ma, al contrario della maggior parte degli altri “tax nerd”, è politicamente astuto. Sono entrambi essenzialmente centristi – Furman ha difeso il libero commercio e persino (sacre bleu!) Wal-Mart – ma le politiche che hanno ideato durante la campagna hanno permesso a Obama di conquistare la fiducia della sinistra. Nel tentativo di Obama di venir fuori dalla fossa della recessione, loro saranno le sue vanghe. 16. Dick Durbin, senatore dell?Illinois Obama ha chiesto a Durbin di introdurlo prima dell più importante discorso della sua carriera, a Denver. Con Claire McCaskill, Durbin è il più solido alleato di Obama al Senato. Questa è una cosa buona per Obama, perché il benvoluto Durbin è il secondo democratico più potente lì. Durbin deve affrontare un grande problema con i democratici del Senato: tutti sono convinti di avere molta più esperienza del loro presidente. 17. John Kerry, senatore del Massachusetts Stando alle voci, Kerry ha negoziato il suo endorsement a Obama durante le primarie con il posto di segretario di stato. La sua nomina provocherebbe grandi controversie con i democratici moderati, per non parlare di tutti quei repubblicani che non aspettano altro di dipingere Obama come uno soft (Kerry non è stato duro abbastanza da difendere se stesso dallo scandalo degli Swifties, decisivo per la sconfitta del 2004 alle presidenziali). Se non dovesse entrare nell?Amministrazione, l?onnipresente surrogato potrebbe diventare capo della commissione per le Banche, cioè l?autore della prossima legge sulle regole del sistema bancario. 18. Eric Holder, ex vice attorney general degli Stati Uniti Il suo ruolo nel concedere la grazia al contrabbandiere Marc Rich e il fiasco sul caso di Elian Gonzales l?hanno reso uno dei capri espiatori favoriti della destra. Ma ha guadagnato punti come uomo saggio dai tempi in cui ha servito come vice attorney general di Clinton, finendo coinvolto in ogni genere di missione delicata – dall?indagare sulle gare clandestine tra cani di Michael Vick per conto della Federazione Football al guidare la ricerca del vice di Obama. Può ambire al dipartimento della Giustizia? Conosciuto come “rubacuori” durante i suoi giorni da procuratore, avrà bisogno di tutto il suo charme per vincere un?eventuale battaglia per la conferma al Congresso. 19. Andy Stern, presidente della Service Employees International Union Come capo dell?unico vero centro del potere rimasto nel mondo del lavoro si è visto rafforzato quando molti altri sindacati hanno cominciato ad affondare. La sua gente ha appoggiato Obama molto presto e ora Stern è in pole position per diventare il referente sulle tematiche di sicurezza economica. La premessa sottostante alla politica interna di Obama è la creazione di un sistema che premia il lavoro più che la ricchezza. Stern lavorerà sodo perché i membri dei sindacati ottengano quel che Obama deve loro. 20. Hillary Clinton, senatrice di New York Molti sospettavano che avrebbe fatto il minimo indispensabile per il suo ex rivale. Con una campagna energica a favore di Obama, ha messo a tacere le paure. Ma che farà nei prossimi quattro anni? Può trasformarsi in una seconda Ted Kennedy (grazie a Podesta potrà contare sulle sue ex api operaie nelle maggiori posizioni dell?Amministrazione). Oppure può aspettare di vedere se Obama cade e posizionarsi per un?ultima corsa alla Casa Bianca. 21. Tim Geithner, presidente della Fed di NY In un modo o nell?altro, sarà cruciale nel ristrutturare il sistema finanziario degli Stati Uniti, o al dipartimento del Tesoro o nella sua attuale posizione. Un calmo operatore che ha fatto della sua umiltà un modus operandi disarmante, sarà chiamato a definire le riforme e poi a venderle a Wall Street. Le banche potranno poi ripiegarsi su loro stesse, ma almeno avranno avuto l?impressione di essere state ascoltate. 22. Al Gore, presidente dell?Alliance for Climate Protection Obama può anche aver definito il programma più ecologico degli ultimi decenni, ma l?ex vicepresidente ha fatto di tutto per non essere troppo coinvolto nella campagna elettorale – una reticenza che potrebbe segnalare lo scetticismo di Al Gore nei confronti della buona fede di Obama sui temi ambientali. Ciò significa che un posto all?Environmental Protection Agency o come zar del clima sembrano improbabili. Però potrebbe rappresentare la coscienza del partito: se Obama non mantiene la promessa di inserire un tetto stringente alle emissioni, “Goreacle” potrebbe brandire la sua campagna “We” da 300 milioni di dollari per riportarlo alle sue promesse ecologiche. 23. Greg Craig, consulente per la politica estera durante la campagna di Obama Uno dei più fedeli clintoniani – è stato l?avvocato di Bill Clinton durante l?impeachment e ha servito nel Dipartimento di stato – e uno dei primi a passare dalla parte di Obama, Craig ha aggiunto l?insulto alla beffa quando ha presentato una devastante confutazione punto per punto dell?esperienza in politica estera di Hillary. E? un fan così fedele che Obama lo chiama “Kool-Aid boy” (espressione che indica più o meno i fan incoscienti). E? nella rosa dei candidati per il posto da consulente della Casa Bianca o alla Sicurezza nazionale. 24. Nicolas Sarkozy, presidente di Francia La più grande ambizione di Sarkozy è di far tornare potente la Francia. E ha trovato “l?américain” con cui allearsi. Dopo il suo entusiastico meeting con Obama in luglio (“Devi fumarti una sigaretta dopo quest?incontro”, ha scritto Maureen Dowd sfottendo Obama), Mr Pro America è diventato ancor più pro Obama (punto cruciale in comune: sono figli di immigrati che hanno sconfitto i monopoli etnici al potere). Sarkozy è pronto a essere per Obama quel che Blair era per Clinton e Bush – il primo leader straniero da consultare in caso di crisi, l?ospite riverito ai banchetti più lussuosi. C?è un inconveniente: secondo Haaretz, Sarko non ama i piani di Obama per sedersi al tavolo con Teheran. 25. Cassandra Butts, consulente della campagna di Obama E? buffo chi si può incontrare nell?ufficio per gli aiuti finanziari. Al primo anno di Legge a Harvard, lì Obama si imbatté nella Butts. Vent?anni dopo, questa veterana di Capitol Hill (fece da consulente a Gephardt) è diventata il guru di politica interna di Obama. Lavorando dal suo avamposto al Center of American Progress, ha già giocato un grande ruolo nel distribuire mansioni a Obamaland. Potrebbe diventare il capo degli advisor sulla politica interna. 26. Julius Genachowski, cofondatore e direttore di Rock Creek Ventures. Obama ha consiglieri di cui si fida molto (Jarrett) e ambasciatori nell?establishment di Washington (Daschle), ma poche preziose persone che sappiano fare entrambe le cose. Per questo ha bisogno del suo amico alla rivista di Legge di Harvard ed ex funzionario alla Commissione federale sulla comunicazione (Fcc), che è stato un consigliere chiave e un fundraiser sin dall?inizio della carriera di Obama. In tanti ritengono che Obama nominerà il suo amico esperto di tecnologia, che era anche un dirigente nella società Internet di Barry Diller, a capo della Fcc, o della posizione appena creata nel governo come capo delle tecnologie. 27. Joel Benenson, socio fondatore del Benenson Strategy Group Pochi a Washington hanno sentito parlare del sondaggista newyorkese prima della campagna (come Axelrod, era un giornalista). Ma è emerso da un gruppo affollato per diventare una presenza regolare nella preparazione dei dibattiti e nelle riunioni strategiche. Nonostante Obama lo critichi perché non fa attenzione ai sondaggi, Benenson rimarrà nella cerchia ristretta di Axelrod. 28. Susan Rice, consulente per la politica estera nella campagna di Obama Si è buttata nella campagna molto presto e si è concessa spesso ai media per difenderla. Ex funzionaria del dipartimento di stato e sostenitrice del soft power, si è opposta alla guerra in Iraq – cosa che la isolò da molti dei suoi compagni dell?Amministrazione Clinton. La longevità del suo rapporto con Obama la mette sulla buona strada per seguire i passi di un?altra donna afroamericana, Condoleezza Rice, alla Sicurezza nazionale. Ma alcuni si chiedono se non sia troppo ideologica per fare la mediatrice – una preoccupazione che potrebbe portare Obama a metterla invece in una posizione ai vertici del dipartimento di stato. 29. Penny Pritzker, presiede la Classic Residence by Hyatt Ogni presidente ha un posto omaggio per uno dei suoi migliori amici. Bush mise Don Evans al Commercio. Le voci dicono che l?ereditiera dell?Hyatt Hotel potrebbe svolgere quel ruolo. E? stata una sostenitrice di Obama fin dall?inizio – cosa che permise agli ex rivali di Chicago di raffiguare Obama come una marionetta nelle mani degli ebrei. 30. Phil Griffin, presidente di Msnbc Ha sguinzagliato i conduttori Keith Olbermann e Rachel Maddow e ha reso la Msnbc la risposta di sinistra alla Fox. L?Amministrazione di Obama ora ha un sacco di dilemmi: Olbermann e Maddow difenderanno l?Amministrazione dai suoi critici? Oppure imprecheranno quando questa inevitabilmente deluderà i fan sinistrorsi? I suoi migliori amici. Marty Nesbitt, fondatore di Parking Spot Il migliore amico di Obama condivide con lui le ossessioni sportive (il basket), il quartiere (Hyde Park) e il compagno di grigliate (Jarrett). Mentre Nesbitt, il tesoriere della campagna di Obama, tirava fuori i soldi, sua moglie, Anita Blanchard, l?ostetrica di Michelle, tirava fuori i bambini. Dott. Eric Whitaker, vicepresidente del Medical Center dell?Università di Chicago Un altro amico intimo dei tempi di Harvard, dove il dottore si è guadagnato una laurea in sanità pubblica. Di Whitaker si dice che sia un esperto nel leggere nell?animo di Obama. Pensate a lui come a un sistema di allarme per i malumori di Obama. © The New Republic

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Carla Casalini, bandiera de "Il manifesto" (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Carla Casalini, bandiera de "Il manifesto" Aldo Garzia, 10 novembre 2008, 13:12 Il ricordo Una giornalista appassionata, militante indomita, ribelle e anticonformista, firma storica del giornale nato nel 1971. La notizia della sua scomparsa ha commosso l'intera sinistra, a iniziare dai delegati della Cgil Venerdì scorso c'è stata una cerimonia di addio molto commossa a Carla Casalini, presso il Tempietto egizio del cimitero del Verano a Roma. Generazioni diverse transitate da "il manifesto" si sono ritrovate insieme ai redattori di oggi per l'ultimo saluto a una delle militanti e giornaliste che hanno legato la propria vita - fin dalla fondazione nel 1971 - al quotidiano che ha avuto per oltre trent'anni la propria sede in via Tomacelli. Carla era generosa, appassionata, testarda e chi l'ha conosciuta sa come il suo carattere facesse scattare contemporanei sentimenti di amore e odio. Ma anche chi spesso litigava con lei sapeva che Carla obbediva solo alle sue idee: non aveva un "secondo fine". Per questo, a burrascose discussioni sulla politica e sull'azienda "manifesto" seguivano - dopo qualche tempo - abbracci e sorrisi. Lei non ha mai interrotto la relazione amichevole con chi non era d'accordo e con chi se ne è andato da via Tomacelli senza l'obiettivo di fare carriera o di rinnegare gli anni dei comuni sacrifici e delle comuni utopie. Carla è stata una straordinaria giornalista: documentata, con il giusto pallino del non banale e dello spiazzamento continuo nell'affrontare un problema o approfondire una questione. Per decenni è stata la cronista delle vicende del dibattito sindacale e dei mutamenti che si verificavano nell'organizzazione del lavoro e nei lavori. Per questo, ha spesso litigato con i segretari della Cgil e dei sindacati di categoria: a lei non piaceva la realpolitik che spiegava la firma di un contratto o i benevoli rapporti con un governo, "amico" o "nemico" che fosse. Prima di tutto, veniva il rigore di una posizione. L'applauso commosso che le ha conferito qualche giorno fa l'assemblea dei delegati della Cgil apprendendo la notizia della sua scomparsa è un attestato di stima che a Carla deve avere fatto molto piacere. Resteranno nella memoria di chi ha lavorato con lei il disordine della sua scrivania, il ritardo nella consegna dei suoi articoli che facevano entrare in fibrillazione le chiusure del giornale, gli appuntamenti presi e poi mancati. Ma a Carla - così intransigente verso se stessa - si finiva per perdonare tutto in nome della sua dedizione totale al giornale, di cui era una bandiera: non aveva mai cambiato squadra o punto di vista. A me è capitato il più delle volte di non essere in sintonia con Carla. Sia sulle questioni politiche, sia su quelle cosiddette aziendali. Mi sembrava che il giornale dovesse darsi una bussola politica meno eclettica a metà degli anni Novanta e che dovesse finalmente, dopo tanti anni corsari, preoccuparsi dei numeri delle entrate e delle uscite che compongono un bilancio in modo di garantire ai tanti che vi lavoravano, e non erano più ragazzi di belle speranze, una vita personale meno incerta. Carla replicava a queste richieste - motivate chissà da un eccessivo buonsenso - dicendo che il giornale doveva restare autonomo da tutto e da tutti, cercando di stare perennemente un passo avanti rispetto ad altri proprio in ragione del fatto che non aveva vincoli da rispettare. Quanto all'azienda, era convinta - come Luigi Pintor - che quell'anomalo giornale avrebbe perso la sua anima se si fosse acconciato a essere gestito come una impresa economica e non solo politica: secondo le regole di un freddo bilancio, infatti, quel quotidiano avrebbe dovuto chiudere quasi subito, rinunciando a restare testimone di molte stagioni belle e brutte della sinistra. Venerdì scorso, nel darle l'ultimo saluto, tutti hanno riconosciuto che Carla impersonificava "il manifesto", con tutti i suoi valori e i suoi limiti. Come ha scritto Rossana Rossanda in un fedelissimo ritratto, Carla era la più sessantottina di tutti: ribelle, mai doma, incurante dell'apparire o di qualche briciola di potere, indifferente ai segnali che rendevano più fragile la sua salute. Chiunque abbia lavorato con lei o le sia stato amico serba un episodio particolare della relazione con Carla. Io conservo il ricordo di un viaggio di quindici giorni a Cuba compiuto insieme nel 1993. Alla vigilia, ero preoccupato di come avrebbe reagito nei confronti di un "socialismo reale", pur molto diverso da quello sovietico o polacco, intriso tuttavia di burocrazia e di regole spesso incomprensibili. Sapevo del suo carattere anarchico e ribelle a ogni convenzione. Carla, invece, mi stupì per il modo come visse questo viaggio: forse intuendo una verità nascosta in quella rivoluzione, finì per avere un atteggiamento indulgente e comprensivo anche per le rughe politiche dell'esperienza cubana e fece molte amicizie. Voleva innanzitutto capire. Pochi mesi dopo quel viaggio comune, che servì pure per capire meglio le ragioni di ognuno dal momento che ci parlammo a lungo, lei tornò nel marzo del 1994 a L'Avana per scrivere della "crisi dei balseros" che stava infiammando Cuba. Dell'Avana avremmo parlato poi tante volte. Lei rimandava di anno in anno, con sprazzi di sincera nostalgia, un altro ritorno. Le acque sempre tempestose del "manifesto" costituivano la sua priorità irrinunciabile. Così Carla si è spesa tra interminabili riunioni e centinaia di articoli da scrivere, che ora sarebbe bene raccogliere i più significativi in volume. Venerdì scorso ha voluto salutarla anche un operaio che prendendo la parola ha raccontato di un articolo che lei aveva scritto contro il suo licenziamento: "L'ho messo in cornice e lo farò leggere a mia figlia, quando sarà più grande". è stata la testimonianza che più di altre ha reso omaggio a una vita intensamente vissuta. In quel funerale c'era anche la nipotina Marzia di pochi mesi, in braccio a Gaia che ha ricordato la mamma invitando a sottoscrivere per l'ennesima volta per il giornale che Carla Casalini ha amato più di ogni altra cosa, tra baruffe e incazzature come si conviene ai grandi amori che durano una esistenza intera. Quanto a chi ha avuto una relazione più intensa con Carla, seppure altalenante per profondità con lo scorrere degli anni, di sicuro avremo a che fare con un vuoto. Una personalità così debordante e unica non si dimentica. E ogni tanto ci verrà in mente di domandarci: "E di questo cosa avrebbe detto Carla?".

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associazioni, eccobla riforma targata vietti (sezione: Burocrazia)

( da "Vita non profit magazine" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

associazioni, eccobla riforma targata vietti Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato il 14 Novembre 2008 alle 00:00 codice civile Presentato un ddl delega che riforma il Libro primo Più trasparenza e meno burocrazia, autonomia statutaria e attività d'impresa le principali novità. Ma anche qualche zona d'ombra. Il parere di Stefano Zamagni e Carlo Mazzini U n ulteriore, ennesimo tentativo di riformare il Libro primo del Codice civile laddove tratta (al Titolo secondo) delle associazioni e delle fondazioni è stato consegnato alla storia del non profit. Ha iniziato infatti l'iter parlamentare il disegno di legge delega intitolato proprio «Delega al governo per la riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute, di cui al Titolo II del Libro primo del Codice civile» di cui è primo firmatario e relatore l'onorevole Michele Vietti (Udc), giurista ed ex presidente della Commissione ministeriale per la riforma del diritto societario. Il Libro primo del Codice civile era già stato oggetto, negli anni passati, di vari tentativi di riforma, tra i quali il più famoso è senz'altro quello della cosiddetta Commissione Pinza, un organismo insediatosi nel 2006 cui partecipò anche il professor Stefano Zamagni, e che produsse un testo il cui elemento di novità era anche la possibilità di svolgere l'attività di impresa da parte di fondazioni e associazioni, ovviamente a condizioni paritarie (in termini fiscali) degli enti for profit. In estrema sintesi, il ddl prevede maggiore autonomia statutaria per gli enti che disciplina, distingue tra enti "egoisti" (che agiscono in favore dei propri associati) e enti "altruisti" (che operano a favore di terzi); questi ricevono contributi da settore pubblico o erogazioni dalla popolazione, e agiscono prevalentemente con lavoro volontario; hanno inoltre obblighi maggiori di trasparenza e rendicontazione. Cosa è rimasto di quel testo in quest'altro, redatto dallo stesso Michele Vietti che pure aveva collaborato con la Commissione Pinza? Fin qui, abbastanza. Ma ecco le differenze: «L'articolo 6 separa nettamente l'attività di impresa da quella sociale all'interno della stessa organizzazione», fa notare Stefano Zamagni . «Questo, a mio avviso, rappresenta un arretramento rispetto a quanto ha previsto la legge sull'impresa sociale, e di fatto equipara associazioni e fondazioni alle società di capitali». «Bene invece», prosegue il presidente dell'Agenzia per le onlus, «la parte iniziale, che introduce una necessaria semplificazione della materia». Per il nostro esperto di non profit Carlo Mazzini , nel disegno di legge firmato da Vietti «manca un coordinamento con le norme fiscali, anche agevolative, che a oggi regolano le associazioni e il loro sistema democratico di gestione»; il ddl non contiene neppure «riferimenti a norme speciali (volontariato, onlus, promozione sociale), con rischio di applicabilità parziale delle norme a seconda delle organizzazioni». Tra gli aspetti positivi, «il richiamo continuo alla definizione di responsabilità degli amministratori, la pubblicazione del loro compenso e del bilancio nel registro delle persone giuridiche», oltre alla «semplificazione della procedura di riconoscimento e la riduzione del numero di deleghe agli associati».

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Mobilità sostenibile: un sms, e arriva il tram (sezione: Burocrazia)

( da "Vita non profit magazine" del 10-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Mobilità sostenibile: un sms, e arriva il tram Reading time: 3 minutes --> di Redazione - pubblicato il 14 Novembre 2008 alle 00:00 trasporti Nuove idee al World Business Forum di Milano L a mobilità sostenibile è sempre più sentita come un'esigenza irrinunciabile, dettata dal diffuso desiderio di contribuire a migliorare l'aria che respiriamo e, in generale, il mondo. Questa tendenza è il terreno fertile su cui stanno crescendo alcune iniziative di aziende e di enti locali che vanno nella direzione della sostenibilità. è il caso del car pooling (auto di gruppo) o sharing (auto a noleggio) e dei poli d'interscambio treno-auto-biciclette. Ma anche delle auto ibride (benzina-elettriche) che le case automobilistiche hanno già messo in vendita o nel caso di quelle a idrogeno che stanno progettando. Al World Business Forum 2008, nella sezione dedicata alla mobilità sostenibile, sono state portate testimonianze e analisi del nuovo atteggiamento culturale ed è stato promosso un confronto sulle esperienze già realizzate. «Le inziative di pooling e sharing sono ancora troppo parcellizzate e fanno fatica a decollare», nota il vicedirettore generale di Legambiente, Andrea Poggio che ha messo a punto una proposta, già sottoposta alle istituzioni. «Il trasporto collettivo e quello pubblico sono separati, non c'è una visione d'insieme. Deve esserci invece una centrale urbana della mobilità che risponde alle richieste di trasporto via cellulare e via email. Ci piace parlare di "abbonamento alla città", perché in maniera efficiente si ha la possibilità di avere servizi soprattutto di trasporto senza attese e burocrazia». «Sono servizi attesi dai cittadini», continua Poggio, «che stanno partecipando a crearli, e in questo un importante ruolo ha il privato sociale, per contribuire all'emersione della domanda e per la diffusione delle iniziative». Tra qualche settimana si entrerà in una delle fasi annuali critiche per i trasporti, le festività natalizie, e proprio a ridosso di questo periodo da "codice rosso" è arrivata la proposta della Lega Nord che vorrebbe riconoscere uno sconto sui pedaggi autostradali ai conducenti che viaggiano con più persone in auto. A fare da apripista per quest'iniziativa potrebbe essere il tratto d'autostrada A8 e A9 che collega Milano a Varese e Como, uno dei più congestionati d'Italia. La mobilità sostenibile è anche obiettivo delle aziende di trasporti. Tnt in Italia ha 4mila veicoli e ha ideato una nuova mappatura del penisola. Rosario Ambrosino , operation director Tnt, spiega: «Per diminuire il numero di veicoli sulle strade e il numero di ore impiegate per i recapiti abbiamo suddiviso le città in zone, in modo da avere centri di smistamento. Purtroppo però i nostri sforzi sono spesso smorzati dalle normative urbane. Ciò dimostra che la mobilità debba essere partecipata».

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