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DOSSIER “BUROCRAZIA”

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tARTICOLI DEL   20-24 novembre 2008     #TOP



Report "Burocrazia"

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Indice delle sezioni

Burocrazia (218)


Indice degli articoli

Sezione principale: Burocrazia

Numerosi i motivi della protesta, dalla crescita dei costi di produzione alla politica comunitaria e alla troppa burocrazia ( da "Cittadino, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: infine l'asfissiante burocrazia e l'eccesso di adempimenti.Il malcontento degli agricoltori del corteo è stato raccolto da Mario Vigo: «La politica nazionale ed europea avrà ricadute pesanti sul settore agricolo anche fra Lodi e Milano - ha affermato al nostro giornale, seguendo il corteo per le vie di Bologna -.

Il leader Federico Vecchioni: <Traditi anche dal governo> ( da "Cittadino, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma come fare se la burocrazia degli uffici, gente che non ha mai visto un campo, ci mette i bastoni tra le ruote, facendoci pagare tasse ingiuste e limitando la nostra produzione, a vantaggio di importazioni a volte non sicure?». Gli agricoltori, è il pensiero di Confagricoltura restano i custodi della tradizione, ma debbono aprirsi al mercato globale.

"Costretti a vivere tra sporcizia e cani randagi" ( da "Stampa, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Mi sono clamorosamente sbagliato l'anno scorso e ora evito di dare date - ammette Franzinelli -. Stiamo utilizzando tutti i mezzi possibili per velocizzare lo spostamento. Ma ho scoperto, mio malgrado, che la burocrazia è veramente pesante».

Troppi hanno rinunciato a progetti di filiera ( da "Corriere delle Alpi" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccesso di burocrazia «l'incartamento del piano sta in 3 raccoglitori» e sulle storture di Avepa «averci a che fare fa venire i brividi», Borsato è invece poco stupito di come sono andate le cose. Primealpi, associazione che promuove i prodotti tipici del territorio, ha seguito le pratiche per alcuni casi, come le filiere delle latterie di Sedico e di Camolino.

La rabbia e lo sconforto del presidente Alpagotti ( da "Corriere delle Alpi" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: che ha appesantito oltremodo la burocrazia sulle aziende agricole e che ci mette più di un anno per avviare l'istruttoria e i controlli dell'indennità compensativa e delle misure agro-ambientali legate alla montagna con conseguenti ritardi nei pagamenti. Chi rimborserà gli agricoltori per il danno subito?

E i 60 alloggi da assegnare sono ancora senza elettricità ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: comunale di via Volta è uno degli esempi più lampanti di come la burocrazia possa mettere i bastoni fra le ruote ad un progetto di utilità sociale. «Non possiamo consegnare gli alloggi fino a quando l'Enel non allaccierà i contatori alla cabina elettrica che abbiamo costruito contestualmente alla realizzazione del nuovo condominio - dice l'assessore ai lavori pubblici Battù - purtroppo,

Zaia assume 68 precari, ma a Roma ( da "Tribuna di Treviso, La" del 20-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Ecco perché ritengo giusto che la Lega si opponga a questa iniziativa». Il Pd gioca quindi d'anticipo: «Mi risulta che questa stabilizzazione fosse voluta già dall'allora ministro all'agricoltura Alemanno che, evidentemente, ha continuato a spingere in questa direzione - conclude Giaretta - trovo tuttavia sbagliato che il destino dei precari dipenda dai padrini e non

Pagare il condono e restare abusivi ( da "Stampa, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: mezzo tra le lamentele dei cittadini e le lungaggini di una burocrazia lenta, oltre che pasticciona, il sindaco ricorda che solo sei mesi fa lui stesso aveva promesso che il calvario di Sagnalonga sarebbe finito in fretta: «Per rimediare all'errore compiuto dal Comune 60 anni fa, la Regione ci aveva detto che la sanatoria sarebbe stata la via più semplice e rapida - ricorda Serra -

L'agricoltura italiana alza la voce ( da "Giornale di Brescia" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Da Brescia mille imprenditori aderenti all'Upa No all'aumento delle quote latte, meno burocrazia, sostegno alle imprese. Vecchioni: «Pronti a nuove mobilitazioni» ieri in piazza VIII Agosto a Bologna" title="Gli imprenditori agricoli di Confagricoltura ieri in piazza VIII Agosto a Bologna" onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.

La Banca del tempo paga i dividendi ora per ora ( da "Arena, L'" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I servizi offerti vanno dall'aiuto per piccoli lavori e burocrazia alla cura della persona, dalle conversazioni in lingue straniere a lezioni di informatica ed altro; dalla animazione di compleanni a lavori di giardinaggio, organizzazione di gite ed escursioni, compagnia, lezioni di pittura, babysitteraggio, trasporto.

La cura del rettore: <TROPPI CORSI inutiliORA PARTONO I TAGLI> ( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di amministrazione e burocrazia e sugli investimenti edilizi come quello per le residenze riservate agli studenti. «E' chiaro a tutti quanto l'Università stia vivendo un momento difficile, tuttavia è importante creare una sinergia tra l'ateneo, gli studenti e la stessa città di Genova, in modo che i cittadini possano capire quali sono gli obiettivi e le strategie del mio mandato -

L'Euromed, Genovae gli inutili antagonismi ( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: In effetti anche la burocrazia pubblica in Germania, Paesi Scandinavi e Svizzera si è trasformata e persino il passaporto si ottiene con una semplice telefonata. La Spagna, che in quanto a servizi ferroviari fino a una ventina di anni or sono era rimasta piuttosto indietro rispetto allo standard europeo, oggi ha raggiunto un livello per noi invidiabile in quanto a regolarità,

sprechi e burocrazia così muore l'ippodromo ( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I motivi di una crisi ignorata per troppo tempo Sprechi e burocrazia così muore l'ippodromo CHILIVANI. Un mese di sciopero per difendere il diritto di esistere. Le corse si erano interrotte il 10 ottobre scorso per la protesta proclamata da tutte le categorie dell'ippica (proprietari, allenatori, fantini) stanche di non riuscire a farsi ascoltare dai responsabili istituzionali.

sermetra anti-burocrazia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I DOCUMENTI DELLE AUTO Sermetra anti-burocrazia Se Carta di circolazione e Certificato di proprietà fossero un unico documento (ci stanno pensando anche altri Paesi europei) non soltanto si razionalizzerebbe un ambito rallentato dalla burocrazia, ma si taglierebbero costi inutili (circa 150 milioni di euro l'anno).

riapre la piscina restano i problemi - dario prestigiacomo ( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nelle maglie della burocrazia comunale DARIO PRESTIGIACOMO Dopo quasi tre settimane, la piscina comunale di viale del Fante torna a funzionare a pieno regime. Ieri mattina, i tecnici del Comune hanno dato il via libera alla riapertura della vasca interna e della palestra, che erano state chiuse a fine ottobre per la caduta di pezzi di marmo e di calcinacci dalla parte superiore dell´

ma solo biasotti e pittaluga incassano ( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: incassano Quando si dice la burocrazia: i rimborsi elettorali per le elezioni regionali, come quelle nazionali, vanno ai partiti o alle singole liste e non vengono assegnati ai gruppi regionali. Lo specificano i funzionari dei partiti che si occupano delle tesorerie. Il principio della legge, spiegano, è quello dei rimborsi ai partiti per i costi sostenuti nelle campagne elettorali.

import-export certificato con l'operatore economico ( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: export certificato con l'operatore economico Abbattere i tempi della burocrazia: questo è l'obbiettivo CAGLIARI. Import-export di semplificazione e agevolazione doganale. è stato questo il tema del seminario organizzato dalla Direzione regionale delle dogane e dal Centro servizi per le imprese della Camera di commercio.

al giglio lo sport si farà al coperto ( da "Tirreno, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: comportato tanta fatica e tanto impegno a causa di una burocrazia mostruosa, fatta di leggi sempre più complesse, vincolanti e difficilmente interpretabili». Ed annuncia, Brothel, che la palestra al Campese «si colloca in un programma che prevede grande attenzione verso il miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini in generale ed agli studenti e ai giovani ai quali -

venti minuti per prenotare una visita ( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il sistema sembra strutturato più per soddisfare la burocrazia aziendale che per venire incontro ai bisogni della gente. «Si ha l'impressione che le impiegate non abbiano molta dimestichezza con il sistema informatizzato. Per sbrigare una persona impiegano mediamente dai 15 ai 20 minuti: un'eternità».

milva: "un'onta lunga 17 anni per quel gioiello della cultura" - antonio di giacomo ( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: si riapra al più presto Milva: "Un´onta lunga 17 anni per quel gioiello della cultura" Dioguardi: Burocrazia e politica cocktail devastante I proprietari? Smettano di fare gli affittacamere Solfrizzi: Il ministro è riuscito in un colpo a realizzare il sogno di vedere la città unita su un obiettivo ANTONIO DI GIACOMO «Ora basta, per carità.

Velocizzare contro la crisi ( da "Nazione, La (Livorno)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con una burocrazia, da sempre nel mirino delle imprese, che ha ingessato il sistema produttivo. Sembra assurdo, ma doveva arrivare questa grande crisi per risvegliare le amministrazioni dal loro letargo. Perché gli obiettivi che Provincia e Comuni si sono dati, in questo difficile momento, dovevano far parte del dna degli enti locali.

<In via Castel dei Biagini utenti discordi sulle spese> ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Se a questo aggiungiamo che viviamo in un paese in cui la burocrazia regna sovrana e le leggi si accavallano l?una sull?altra rendendo l?operato di tutti sempre più difficile e lento, credo che la tattica di scaricare le colpe l?uno sull?altro sia tanto facile quanto inutile. Via Castel dei Biagini è una delle zone per cui l?

ribis chiude: addio alla storica libreria del centro ( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché soffocato da molta burocrazia e dalla concorrenza. Oggi i libri escono come novità in vendita ovunque, anche nei supermercati con sconti fino al 40 per cento. Una concorrenza difficile da sconfiggere, nonostante i piccoli negozi come il mio abbiano uno stile diverso, quello fatto di un rapporto quasi personale con il cliente.

di ALBERTO VECCHI* CON UN decreto legislativo del febbraio 2008, Pecoraro S... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ricorrere ad accordi di programma per semplificare la burocrazia in campo agricolo. La vecchia legge permetteva alle aziende agricole di smaltire i rifiuti prodotti con la propria attività in modo differenziato, a costi estremamente ridotti e soprattutto con procedure burocratiche minime. Oggi, a causa del decreto, anche le piccole aziende agricole sono equiparate a una grande industria,

Confagricoltura in piazza <Finanziaria punitiva> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ma siamo sempre alle prese con una burocrazia asfissiante, le Province sono ancora lì e i costi della politica salgono». Alle porte c?è una Finanziaria punitiva per le imprese agricole, con 1 miliardo di nuovi oneri per il costo del lavoro, nuove tasse (Ici sui fabbricati rurali) e mancato rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale.

Trentamila clandestini in fabbrica <Regolarizziamo prima questi> ( da "Corriere del Veneto" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anche se pure in questo caso i tempi della burocrazia sono in grado di evadere non più di 4-5 mila pratiche. Tutto questo si inserisce in una regione in cui circa l'8% della popolazione è straniera – con punte del 10% nel Trevigiano – e che ha visto, tra gennaio e settembre 2008, un aumento delle ore di cassa integrazione del 66,4%.

tarda la rimozione dei cavi interrati ( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma anche per le difficoltà dovute alla burocrazia. I ritardi dei lavori sulla Pontebbana sarebbero alimentati anche dai tempi biblici nella rimozione dei cavi interrati da parte di Enel, Telecom ed Eni. Lo spostamento, che dovrebbe essere fatto dai tecnici delle aziende dei servizi, avviene in tempi difficilmente quantificabili.

Trachea creata con le staminali Ecco il trapianto senza rigetto ( da "Corriere della Sera" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: perché sarebbe scattata la burocrazia per il finanziamento... Altro che 16 ore. Comincia così la storia del primo trapianto biotech al mondo, effettuato a Barcellona. Una trentenne colombiana l'operata. Ma il successo è italiano. Il chirurgo, Paolo Macchiarini — laurea a Pisa, dal '91 in Spagna —

Veleni: Regione in aiuto alle piccole imprese ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Hanno tirato su i capannoni nelle aree inquinate dalle multinazionali e ora devono anche provvedere di tasca propria agli esborsi, in barba al principio della legge 471/99, secondo cui chi inquina deve pagare. E le cifre sono da sballo: alcuni imprenditori saranno costretti a cacciare dal portafoglio fino a 90mila euro per verificare lo stato dei terreni e risanarli.

di MICHELE NUCCI PERUGIA PER QUALCUNO i conti non tornano. Pe... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: energia elettrica che subisce un deciso ridimensionamento rispetto ai documenti precedenti». Infine la Giunta non nega la preoccupazione sull?incasso dei contributi pubblici. Dai diversi ministeri devono arrivare la bellezza di 17,3 milioni di euro. Le pressioni si moltiplicano, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono.

Burocrazia ( da "Corriere della Sera" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-11-20 num: - pag: 7 categoria: BREVI Burocrazia «Si sconta un disordine amministrativo che viene da lontano assieme a un'inerzia ministeriale»

intervento da rivedere ( da "Tirreno, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia regna sovrana (fin troppo!) e le leggi si accavallano l'una sull'altra rendendo l'operato di tutti sempre più difficile e lento, credo che la tattica di scaricare le colpe l'uno sull'altro sia tanto facile quanto inutile. Analizzando la questione, via Castel Biagini è una delle zone per cui l'amministrazione aveva ricevuto una richiesta di intervento e fatto redigere

Quando il calcio diventa una Festa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Tra le motivazioni metterei anche politica e burocrazia che qui da noi per tanti aspetti sono sempre state un ostacolo». I RICORDI Dalle idee al calcio vero, poesia pura: quali sono per Festa i migliori giocatori affrontati? Risposta secca, senza nessuna esitazione: «Maradona e Van Basten».

Bauernbund in piazza a Bologna <No ai tagli alle zone montane> ( da "Corriere Alto Adige" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La battaglia dei contadini punta su due temi: «Minor burocrazia e investimenti sulle energie rinnovabili anche nelle aziende agricole. L'adozione dei ticket per la vendemmia va nella strada giusta della sburocratizzazione». Tutto altoatesino il problema delle quote latte: «Il ministro Zaia —

Il primato delle medie imprese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessiva burocrazia attinente i contratti professionali, un costo del lavoro elevato» e di elementi di supporto specificatamente indirizzati alle necessità di questo tipo di aziende. «L'impatto che l'ambiente esterno ha dal punto di vista legislativo e politico sulla cultura d'impresa delle codiddettte "Triplees" e il quadro che ne consegue variano molto da Paese a Paese»

In Bicocca si studia l'università ( da "Manifesto, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, stage, ecc.) e nelle sue diverse forme e fasi. Il Laboratorio mira inoltre a essere un duplice strumento di partecipazione alla mobilitazione contro le 'riforme' della formazione attuate da Gelmini e Tremonti. Da un lato, vuole affrontare attraverso riflessioni ed iniziative il discorso mediatico e politico che schiaccia la questione di ciò che accade all'

PIU' RISORSE per gli investimenti dei privati, politic... ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: meno burocrazia, nuove infrastrutture e riduzione dell?Iva: sono questi gli elementi centrali su cui si è concentrato il forum sul turismo organizzato da Confesercenti al Palazzo del Turismo. Armando Casabianca, presidente della Confesercenti ha proposto al Comune un patto fra associazioni, Gesturist e club di prodotto,

ROMA - Non li ha chiamati ambasciatori del made in Italy . Semplicemente, li ha i... ( da "Messaggero, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Applausi per tutti, compresa la Gelmini che ha riaffermato di voler andare avanti con le riforme sulla scuola. C'è stato un confronto tra politici e imprenditori («non è stato un piangersi addosso», commenta Matteo Lunelli) i quali hanno chiesto meno burocrazia.

zaia assume 68 precari, ma a roma - simonetta zanetti ( da "Mattino di Padova, Il" del 20-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia. Ecco perché ritengo giusto che la Lega si opponga a questa iniziativa». Il Pd gioca quindi d'anticipo: «Mi risulta che questa stabilizzazione fosse voluta già dall'allora ministro all'agricoltura Alemanno che, evidentemente, ha continuato a spingere in questa direzione - conclude Giaretta - trovo tuttavia sbagliato che il destino dei precari dipenda dai padrini e non

Rivoluzione viabilità: in arrivo nuove rotatorie ( da "Corriere Adriatico" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Colpa della burocrazia. Sulla carta l'infrastruttura risulta trovarsi in un'area extra urbana, quindi di competenza anche dell'Anas. Quest'ultima ha imposto pesanti limiti all'appalto pubblicitario vinto dalla Carifermo per circa centocinquanta mila Euro.

ANTONIO PISANI AL RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLE SEI VITTIME GHANESI DELLA STRAGE DI CASTELVOLTUR... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ultimo ostacolo posto dalla burocrazia in nome della totale trasparenza. Nessun supplemento investigativo è infatti all'origine della decisione del pm Alessandro Milita; sin da subito gli inquirenti avevano accertato e compreso che i sei immigrati uccisi davanti alla sartoria etnica «Ob ob» il 18 settembre da un commando composto dai killer dei Casalesi Giuseppe Setola,

SALVATORE FERRARA CAVA DE' TIRRENI. OSTACOLO PUT (PIANO URBANISTICO TERRITORIALE) PER IL PRO... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di evitare un possibile impantanamento nella burocrazia regionale. Infatti, per derogare dagli attuali saturi indici per il terziario previsti nel Put (tre metri quadri per abitante), si dovrà chiedere l'approvazione del consiglio regionale, ma i tempi di realizzazione del progetto, che si aggira sui 60 milioni di euro, si allungherebbero inesorabilmente,

Attuazione del programma amministrativo il sindaco relaziona al Consiglio comunale ( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: oltre 1 ora e 30 minuti il sindaco ha esposto il suo lavoro spaziando dalla burocrazia comunale ai servizi sociali, dai lavori pubblici allo sport, dalle manifestazioni culturali ai problemi relativi all'emergenza rifiuti e alla crisi idrica. «Un intenso anno di lavoro nell'interesse della città portato avanti con metodi condivisi di onestà, preparazione, correttezza, trasparenza,

Egregio direttore, Le scrivo in merito alla lettera ... ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2008 con il titolo Burocrazia insormontabile per un giovane studente.Poiché la signora usa espressioni come mancanza di umanità, insipienza documento choc credo sia opportuno chiarire quali siano i reali termini del problema.Le borse di studio sono regionali e vengono liquidate sui fondi ministeriali e regionali seguendo,

Zen, la burocrazia frena l'iter del centro polifunzionale ( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia frena l'iter del centro polifunzionale Un complesso sportivo polifunzionale che da 10 anni fatica a trasformarsi da progetto a realtà bloccato da un iter burocratico simile ad un labirinto. Il grande progetto della società Nadim, che dovrebbe essere costruito all'interno del quartiere San Filippo Neri nell'ambito del Programma Integrato d'

Sant'Antoniochiesa in oblio ( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Rivolgo quindi un richiamo alla burocrazia degli enti nazionali e regionali che hanno il compito di vigilare sulla perfetta esecuzione dell'opera commissionata ed accertare le eventuali responsabilità sulla ritardata esecuzione dei lavori». r. r.

Mutuato morto, l'Usl presenta il conto ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il semplice cittadino neppure immagina quanta burocrazia ci sia dietro ad un decesso. «Ci sono addirittura delle statistiche ai fini Istat - prosegue il dottor Pisani - oltre agli elenchi che vengono inviati dai Comuni. Ora, è logico che l'errore può accadere, ma perchè accusare subito un medico di essere un truffatore?

Nonostante la grave crisi economica non si deve perdere la fiducia ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, energia sono i nodi da sciogliere per permettere al Paese di reagire alla crisi. I rilevamenti dell'Istat non lasciano spazio all'interpretazione e descrivono una situazione di generalizzata sofferenza delle famiglie. Si fatica ad arrivare a fine mese e l'incertezza del futuro paralizza le energie.

Ritardi autorizzativi per impianti fotovoltaici: il TAR Sicilia condanna l'Assessorato all'Industria Regionale ( da "Blogosfere" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 00 in Burocrazia, Fotovoltaico Normal 0 14 Proprio qualche giorno fa, nel corso dell'intervista rilasciata a Blogosfere, accennavo alla reazione non sempre adeguata da parte delle Amministrazioni alla crescente richiesta di fotovoltaico in Italia. E' stata pubblicata, in proposito, una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (

La ricetta di Versace contro la crisi">Lusso, meno tasse e una cabina di regia La ricetta di Versace contro la crisi ( da "Affari Italiani (Online)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Abbiamo parlato di burocrazia: in Italia ce n'è troppa e frena le imprese. Abbiamo parlato della giustizia, perché è necessario anche per le imprese che questa funzioni. E poi abbiamo parlato di un fatto molto importante: l'Europa è il mercato più aperto del mondo ed è necessario che anche gli altri lo siano allo stesso modo.

La ricetta di Versace contro la crisi">Lusso, meno tasse e una cabina di regia La ricetta di Versace contro la crisi pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Paese dove la burocrazia uccide tutto". Un consiglio al governo contro la crisi? "Diciamo che la politica deve prendere esempio dalla moda: ritmo, globalizzazione, meritrocrazia... Se lo facesse, saremmo il primo Paese al mondo. Però da noi, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia, la moda non è mai stata rispettata e presa in considerazione per quello che rappresenta"

Tagli finanziaria: procuratore Vibo, da gennaio procure in tilt ( da "Giornale di Calabria, Il" del 20-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Troppa la burocrazia, troppi i dinieghi, al punto che si rischia di trovarsi nella morsa degli estorsori e della stessa burocrazia?. ?Non c?è peggior cosa della mancata applicazione delle leggi?, ha lamentato anche il presidente della Confindustria provinciale Franco Arena, parlando di ?

Via Garibaldi, riapre l'edicola ( da "Trentino" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: «Stiamo combattendo con la burocrazia - confessa la moglie Anna - ma il Superenalotto dovrebbe arrivarci a breve, per gli altri servizi vedremo. L'importante è aver colto quest'occasione, in modo che mio marito si è potuto fermare, dopo anni passati su un furgone. Così sono finalmente tranquilla».

Politi, occorre una nuova politica agraria ( da "Italia Oggi" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il crollo dei prezzi praticati nei campi e l'opprimente burocrazia, ha ribadito la Confederazione, «stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese agricole, molte delle quali ora producono addirittura in perdita. Una situazione che sembra ignorata dal governo che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore.

Trieste, un Piano portuale per cambiare marcia ( da "Secolo XIX, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sarà la burocrazia italiana: dopo l'adozione in comitato portuale, il documento dovrà passare al Consiglio superiore dei lavori pubblici per l'approvazione dei ministeri competenti. A loro spetterà il compito di fare le osservazioni del caso, a cui si dovrà rispondere con eventuali modifiche del Piano.

Malati in casa, l'Asl vuole il censimento ( da "Provincia Pavese, La" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quelli che la burocrazia chiama voucher) che consentono di acquistare servizi di assistenza e cura a domicilio, significa che non è in grado di raggiungere da solo il medico o lo specialista, e non è ricoverato in una struttura specializzata, ospedale, casa di cura o centro specializzato nella gestione di malati cronici che sia.

artigianato subito la riforma ( da "Centro, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: artigianato nel bilancio di previsione della Regione, semplificare la burocrazia amministrativa, destinare i fondi speciali Fas alle micro, piccole e medie imprese, ridurre l'Irap, sostenere l'accesso al credito rafforzando il sistema dei consorzi fidi: sono gli interventi per restituire slancio al comparto secondo la Confartigianato Abruzzo.

invasione di cinghiali e daini ( da "Tirreno, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di vecchi allevatori sono i primi a lasciare perché hanno obiettivamente difficoltà a tenere il passo della burocrazia mentre i giovani preferiscono scegliere strade meno complicate. La burocrazia è entrata a gamba tesa su un comparto che ha già molte limitazioni, e che ora rischia seriamente di scomparire. La nostra protesta va anche in questa direzione: diminuire la burocrazia».

il silenzio delle imprese ( da "Nuova Sardegna, La" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è più facile attaccarsi alla burocrazia piuttosto che rispettare le leggi??. Su questo versante, Costa richiama l'esempio anglosassone: ??Sapete cosa succede in Inghilterra quando il titolare di un'azienda commette gravi irregolarità? Ha finito di lavorare: per gli anni successivi non potrà aprire alcuna attività né partecipare a società?

migliaia di aziende rischiano la chiusura ( da "Tirreno, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessiva burocrazia e insufficienza di risorse disponibili». Su questo punto Cia e Confagricoltura chiedono anche «misure specifiche per l'accesso al credito nel settore agricolo, e l'accelerazione dei pagamenti dei finanziamenti comunitari». L'appello è lanciato al Governo e agli enti locali, a Comune, Prefetto e presidente della Provincia,

TRENTO - Chiede ancora uno sforzo, e non solo finanziario, alla Provincia, l'Associazione commercianti al dettaglio del Trentino, preoccupata per la difficile situazione di molte a ( da "Adige, L'" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: toglieteci un po' della eccessiva burocrazia che ci asfissia. Ci vuole un patto stretto e forte, tra cittadini, operatori e banche. Mi piacerebbe che i nostri scontrini fiscali riportassero il prezzo più l'Iva a parte, perché è giusto che il cittadino sappia quanto finisce davvero nella cassa del negozio».

affondati dalla burocrazia - sergio secci ( da "Nuova Sardegna, La" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dalla burocrazia SERGIO SECCI LA CALETTA. Fra le tante categorie di lavoro in sciopero o agitazione, non potevano certo mancare i pescatori a far salire la tensione chiedendo giuste rivendicazioni per una categoria oramai allo stremo delle forze e lamentando saccheggi alle attrezzature come quella avvenuta l'altra notte davanti alla marina della caletta dove un pescatore locale,

Un clic e ogni libro può essere tuo ( da "Giornale.it, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rimproverato ai governanti e alle loro burocrazie di degradare l'idea di Europa a direttive, norme, regolamenti, vissuti dai popoli come una continua, e indebita, intromissione dall'alto nella vita quotidiana e nelle sovranità nazionali. L'euroscetticismo è un vento che più di una volta è già girato a tempesta contro istituzioni che non sono ancora considerate parte del nostro immaginario,

di MARCELLO ZANNA* ANCHE IN EMILIA, come in Sicilia, in questi giorni si st... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sbattuti in prima pagina come responsabili di truffa sono capri espiatori di una burocrazia inadempiente. La Sicilia ha cinque milioni di abitanti. Cinquantunomila pazienti deceduti e pagati ai medici in venti anni, equivalgono a circa duemilacinquecento pazienti all?anno circa. Duemilacinquecento su cinque milioni, fanno circa il cinque per mille di pazienti deceduti non cancellati.

La seconda vita del <desaparecido> Germán ( da "Corriere della Sera" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Salvo poi, ennesimo errore della burocrazia statale, stabilire nel 2006, in seguito a un'analisi sollecitata dall'associazione dei familiari, che tra quei 130 corpi di desaparecidos il suo non c'era. Ritorno A destra, GermÁn Cofré, «desaparecido» ritrovato al suo ritorno in Cile.

la farsa federalista del centrodestra siciliano - giuseppe lauricella ( da "Repubblica, La" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia, delle spese pubbliche e delle tasse, una delle soluzioni potrebbe essere appunto l´abolizione delle Province, il cui personale andrebbe trasferito ai Comuni e alle Regioni. Altra considerazione: pur sapendo che la nostra Regione deve operare in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario nazionale,

Capriolo, il blocco e le domande di un'impresa ( da "Giornale di Brescia" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Colpa della burocrazia. E raccontano di una piccola storia di ordinaria disfunzione, di come - per inghippi che non sempre è facile andare ad individuare - vi sia un cantiere a Capriolo, che ha avuto tutte le autorizzazioni del caso e nel quale in parte si è già costruito, ma che è bloccato perché parti della stessa amministrazione non si coordinano,

L'esempio dell'azienda <ZH> <Gli infortuni calati del 35%> ( da "Corriere Alto Adige" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia». Ribadita anche dall'assessore l'importanza di unità e collaborazione negli interventi: «La politica deve ovviamente impegnarsi nella promozione di iniziative che promuovano e sensibilizzino verso la sicurezza, ma importanti spunti possono arrivare anche soprattutto dalla base, ovvero da coloro che quotidianamente lavorano affrontando rischi per la propria salute e sicurezza»

E sul blocco dei flussi Barbiero spacca il Pd ( da "Corriere del Veneto" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Ciò significa che la burocrazia non rende questo strumento efficace in termini di quella programmazione e equilibrio tra domanda e offerta che dovrebbero contribuire a regolare in modo armonioso e serio la presenza di immigrazione lavorativa nel nostro paese. La critica senza il contenuto diventa demagogia ed è quanto di più lontano dal progetto riformista del PD»

Federalismo sì, ma solo se fa risparmiare ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: uscita dal modello centralista, con la resistenza che susciterà nelle burocrazie, si rivelerà certamente più faticosa del previsto. Nei prossimi anni, sapremo anche se più costosa. salvatore.carrubba@ilsole24ore.com RIFORME AMBIZIOSE Le Province sopravvivono, ma resta l'obiettivo di una politica più snella di Salvatore Carrubba

Sulla chimica rischio burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: EUROPA / 1 Sulla chimica rischio burocrazia U n a sfida ambiziosa e un'opportunità da cogliere, ma contemporaneamente l'ennesima serie di lacci e laccioli che rappresentano una minaccia per la competitività delle imprese, competitività già compromessa dai vincoli del "sistema Italia".

I contributi per l'affitto?Arrivano, burocrazia permettendo ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Arrivano, burocrazia permettendo CATTOLICA LE FAMIGLIE BISOGNOSE INCALZANO. L?ASSESSORE: «QUALCHE GIORNI DI PAZIENZA» LA CRISI si fa sentire, l?anno va a chiudersi e le tredicesime forse non basteranno per pagare tutte le bollette e le tasse di fine 2008.

MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con ... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. Devono essere le singole Università a scegliere i professori e devono essere i professori - entro certi limiti - a scegliere i loro più diretti collaboratori.

Le cascate, una grande ricchezza ( da "Tempo, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: cascate di Isola del Liri ha sbloccato la burocrazia!». Con questa espressione il presidente del comitato cittadino «Il fiume Liri e le sue cascate», Ugo Spalvieri, ha sintetizzato la giornata di studio sul tema «L'uso razionale della risorsa idrica nella Media Valle del Liri», che si è svolta recentemente nell'abbazia di San Domenico, per iniziativa dell'assessorato provinciale all'

MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con ... ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 21-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. Devono essere le singole Università a scegliere i professori e devono essere i professori - entro certi limiti - a scegliere i loro più diretti collaboratori.

Affari: giù le tasse">Lusso in crisi, Versace ad Affari: giù le tasse ( da "Affari Italiani (Online)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Abbiamo parlato di burocrazia: in Italia ce n'è troppa e frena le imprese. Abbiamo parlato della giustizia, perché è necessario anche per le imprese che questa funzioni. E poi abbiamo parlato di un fatto molto importante: l'Europa è il mercato più aperto del mondo ed è necessario che anche gli altri lo siano allo stesso modo.

Affari: giù le tasse">Lusso in crisi, Versace ad Affari: giù le tasse pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Paese dove la burocrazia uccide tutto". Un consiglio al governo contro la crisi? "Diciamo che la politica deve prendere esempio dalla moda: ritmo, globalizzazione, meritocrazia... Se lo facesse, saremmo il primo Paese al mondo. Però da noi, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia, la moda non è mai stata rispettata e presa in considerazione per quello che rappresenta"

Un clic e il volume è tuo Tutti i capolavori europei ( da "Giornale.it, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rimproverato ai governanti e alle loro burocrazie di degradare l?idea di Europa a direttive, norme, regolamenti, vissuti dai popoli come una continua, e indebita, intromissione dall?alto nella vita quotidiana e nelle sovranità nazionali. L?euroscetticismo è un vento che più di una volta è già girato a tempesta contro istituzioni che non sono ancora considerate parte del nostro immaginario,

Incontro con le associazioni di categoria ( da "Opinione, L'" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: snellimento della burocrazia, e chiarificazioni sul futuro. Sulle prime due richieste Gianni Chiodi ha dato la su parola d?impegno, attraverso la mediazione di uno strumento di lavoro: un crono-programma sulle cose da mettere in atto nei primi 100 giorni post elettorali, segnalando quali aziende della piccola e media impresa potranno avere l?

SILVIO GARATTINI MAI COME IN QUESTI TEMPI SI è FATTO UN GRAN PARLARE DELL'UNIVERSIT... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-11-2008) + 2 altre fonti
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sembra logico redigere una serie minima di requisiti per giustificare l'esistenza di un'Università: quelle che non si adeguano devono essere chiuse, perché non è giusto illudere gli studenti che le frequentano. Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. SEGUE A PAGINA 10

Questione-Sud: è ancora attuale ( da "Denaro, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: delle burocrazie, la lentezza spesso esasperante delle procedure, i ritardi nella innovazione e nel decentramento di funzioni, poteri e risorse dalle Regioni agli Enti Locali alimenta un quadro di inefficienze che concorrono a determinare, che, "al dualismo economico si aggiunge il dualismo amministrativo",

Medici di famiglia la fiducia è all'85% ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma avverte sempre più il peso oneroso di una burocrazia crescente, per cui auspicherebbe una diversa, più efficiente ed efficace organizzazione, per non sostenere solo sulle sue spalle il peso, anche psicologico, di pazienti la cui fragilità sanitaria e la pressione che ne deriva sono in costante aumento in relazione all'invecchiamento della popolazione.

Medici di famiglia: la burocrazia impegna il 50% del tempo ( da "SaluteEuropa.it" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 21/11/2008 Medici di famiglia: la burocrazia impegna il 50% del tempo Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale. E il carico di lavoro continua ad aumentare, con il rischio di mettere a repentaglio la qualità.

Non si discute del malessere della scuola Non si ... ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dirigente scolastico che preso da mille impegni e sommerso dal leviatano della burocrazia, preferisce rimanere fuori da queste problematiche, preoccupato più da un lasciar correre, piuttosto che da un intervenire; disposto più a nascondere che a svelare. Per fortuna non tutti e non tutto è così opaco, senza profondità. Vi sono colleghi che attraverso un impegno silenzioso e costante,

Vince il ricorso ma non gli ridanno i soldi ( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ha raccolto in questi mesi raccontano di una vicenda dove a farla da padrona è la burocrazia. Quella più cieca e sorda che ci possa essere, incapace di ammettere i propri errori. Tanto che, stando a quanto ci ha raccontato il contribuente, l'agenzia di riscossione sarebbe intenzionata a ricorrere al Tar pur di non ridare indietro quei soldi.

VINCENZO SINISCALCHI* TUTTI GLI ARTICOLI IN MEMORIA DI FRANCO NICO OFFRONO LA MISURA DEL VALORE D... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-11-2008) + 3 altre fonti
Argomenti: Burocrazia

Abstract: quel motorino su cui si spostava continuamente da una burocrazia all'altra (pilotandolo, tra l'altro, con il casco regolare quasi a rappresentare il contrasto con la palese illegalità delle condizioni in cui versano le strade di Napoli!), è disegnato il percorso di una vita difficile resa tale non dalla mancanza di abnegazione civica di Franco Nico ma dalle tante incomprensioni,

Raccolta differenziata Polemiche per il rinvio ( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia e economia gravano sulla nuova raccolta, anche se il tutto porta ad un ulteriore slittamento per l'avvio del progetto. Ma non solo l'ambiente è stato al centro del dibattito comunale, ma anche il teatro Gentile è tornato sulla ribalta della politica.

Simg: medici di base "stressati" dalla burocrazia ( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dalla burocrazia Sempre più spesso "vittime" della burocrazia che occupa ormai quasi la metà della loro vita professionale. È l'identikit del medico di famiglia tratteggiato dal quinto rapporto nazionale Health Search, che è stato presentato oggi nel corso del XXV congresso della Simg, la società italiana di medicina generale.

Salute/ Medici di famiglia: la burocrazia ci toglie 50% ( da "Virgilio Notizie" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Salute/ Medici di famiglia: la burocrazia ci toglie 50% tempo Aumenta il lavoro, lo specialista interviene in un caso su 10 postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 21 nov. (Apcom) - Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale.

Sagre e Pro loco Realtà che rischiano di ... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia: Siae, Enpals, corretta prassi igienica, collaudo del palco, collaudo del tendone, permessi.Se siamo sopravissuti a tutto questo, grande preghiera perché lassù qualcuno trattenga la pioggia fino alla settimana successiva alla chiusura dei festeggiamenti, stampiamoci un meraviglioso sorriso,

Extracomunitari. Moratoria per i flussi di ingresso? Ugl: "600mila persone in attesa di risposte" ( da "Sestopotere.com" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: possibile umanamente ed economicamente lasciare nel limbo oltre seicentomila persone colpevoli solamente di essere incappate nelle maglie della burocrazia. Siamo convinti che sia quanto mai opportuno un provvedimento che acceleri la procedura di definizione delle pratiche relative all?ultimo decreto flussi”. è questa la richiesta del presidente del Sei Ugl, Luciano Lagamba. “

Immigrati / Ancl Toscana: Quote fissate da legge ( da "Virgilio Notizie" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: procede con sconcertante lentezza: questa burocrazia contribuisce a lasciare decine di migliaia di immigrati senza lavoro e datori di lavoro senza lavoratori, o peggio può contribuire al proliferare del lavoro nero. Come Consulenti del Lavoro auspichiamo un intervento normativo teso a modificare il complesso delle norme regolanti il fenomeno,

CASSAZIONE: COMUNE RISARCISCA MANCATA SPOSA SE RITARDA NOZZE CON PARTNER IN FIN DI VITA ( da "ITnews.it" del 21-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: visto che il compagno non aveva molti giorni di vita, ma per una "rigida burocrazia" le nozze vennero fissate per il 4 aprile, Franco F. pero' mori' dieci giorni prima. Da qui la richiesta di Amanda N. di essere risarcita per la perdita della pensione di reversibilita' e per il danno alla salute in seguito alla morte del compagno.

Se il topo è al sesto gradino ( da "Stampa, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Perché in Italia si possono superare steccati e fili spinati, ma la burocrazia no. Mette tutti al riparo: i topi e gli addetti prudenti. Forse non i disabili ospiti del centro. Alla fine, però, il quinto gradino è stato superato con un'impalcatura degna di una grande opera. I topi, intanto, erano già deceduti.

Un uomo di 43 anni, uno stimato professionista, ha ucciso la moglie avvocato e i tre figli piccoli e poi si è tolto la vita ( da "Cittadino, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a l'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

Italkali sbarca negli States ( da "MF Sicilia" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia regionale. La società di via Principe Granatelli, a Palermo, ha infatti concluso un contratto con l'americana Alpha Comm per l'esportazione di salgemma all'estero. Lunedì prossimo, allo scalo portuale di Porto Empedocle (Agrigento), è previsto l'arrivo della prima nave, la Pacific Champ, che verrà caricata di 25 mila tonnellate di salgemma estratto dalla miniera di Realmonte,

Uccide moglie e tre figli poi si toglie la vita ( da "Giornale di Brescia" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a giovedì sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

portogruaro: una strada lunga 30 anni ( da "Nuova Venezia, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: della burocrazia: oggi possiamo affermare che questa strada, per i soli ritardi rispetto con cui il progetto è stato condotto, è costata alla comunità il doppio. A fronte di tutto questo c'è chi sostiene che si debba comunque festeggiare, confrontandosi con la situazione del nostro Mezzogiorno dove molte opere pubbliche oltre a non terminarsi si trasformano in macchine mangia soldi.

Uccide moglie, tre figli e si spara ( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

Confagri e Cia in piazza: il governo si muova! ( da "Italia Oggi" del 22-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: possono dimenticare elementi negativi come il peso della burocrazia, o i ritardi dell'Agea, tutti fattori di contesto che diminuiscono la possibilità di competere. Confagricoltura a Bologna ha anche lanciato una proposta. Utilizzare i terreni pubblici. «In Italia ci sono 3 milioni di ettari di pubblici, oltre a 1 milione di ettari Sau (Superficie agricola utilizzata) male e sotto-

il caso ecofridge e il contratto d'area finiscono sul tavolo del ministro scajola - federico sedda ( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: giustificati con le lungaggini della burocrazia per spostare un traliccio dell'Enel situato nell'area in cui doveva sorgere lo stabilimento e con il conseguente ritardo per l'allaccio dell'energia elettrica e della condotta dell'acqua. Le ragioni dell'azienda, che fa capo all'imprenditore lombardo Giuseppe Aloisi, sono state sostenute anche dal comitato promotore del Contratto d'

completate la abbasanta-olbia ( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: autorizzazioni bypassando i diversi livelli di una burocrazia che normalmente opprime con i suoi tempi le amministrazioni e i cittadini». Ciò è ancora più evidente in tema di valutazioni di impatto ambientale, per le quali, fa notare il presidente della Comunità Montana del Goceano, si accelerano le procedure «anche per lavori basati, sembrerebbe, su progetti non totalmente definiti»

federigi: la società non può far finta che tutto vada bene ( da "Tirreno, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: da una battaglia che ormai diventa ciclopica nei suoi coinvolgimenti legali e pratici, ma che non smuove per ora il moloch della burocrazia. «Ora che anche Morales, assieme alla Corte dei Conti ed al Consiglio di Stato denunciano l'irretroattività delle tariffe - prosegue Federigi - come si può continuare così? Francamente, mi pare che il gestore ormai sia in stato confusionale.

Lavoro, semplificazione all'insegna del risparmio ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA MANOVRA aiuterà le imprese a svecchiare la burocrazia nell'ambito dei rapporti di lavoro», ha detto Sergio Faini, in apertura dei lavori. «Con un supporto telematico a disposizione, il controllo sulla corretta applicazione delle norme da parte delle aziende sarà più efficace - ha sottolineato Pennesi - proprio perchè più semplice.

La centrale produrrà anche energia solare ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: impianto la Sime ha installato anche 31 chilowatt di pannelli fotovoltaici, per produrre energia elettrica direttamente dal sole. È passato un anno e l'Enel non li ha ancora allacciati alla rete elettrica. Una burocrazia lumaca che nell'era di internet non incentiva di certo i privati ad investire nelle fonti energetiche rinnovabili. P.GOR.

SAN FELICE EXTRA (VERONA) - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille p ( da "Adige, L'" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia SAN FELICE EXTRA (VERONA) - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia.

Uccide la moglie e i tre figli, poi si toglie la vita ( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, vicino a Verona, di una famiglia sino all'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

la rivincita di hillary - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: scelta per pilotare la mastodontica burocrazia della sicurezza nazionale ha voluto una donna di frontiera, una che ha vissuto la propria esperienza alla guida dello stato più esposto alle onde della immigrazione clandestina dal Messico, senza tenerezze, ma senza panico demagogico e senza il razzismo xenofobo caro agli estremisti repubblicani.

Strage in famiglia senza un perché Verona, un commercialista uccide la moglie e i tre figli piccoli, poi si toglie la vita. Una tragedia non annunciata e inspiegabile. La coppia, s ( da "Unita, L'" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

disservizi o boicottaggio delle varie burocrazie? ( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Roma Disservizi o boicottaggio delle varie burocrazie? Penso che sarebbe interessante sapere se i tanti disservizi pubblici nei vari settori della vita quotidiana di noi cittadini (dai trasporti, alla manutenzione stradale, al traffico, alla salute e a tutto resto) siano sempre causati dalla negligenza di qualche amministratore oppure se esista invece,

L'assedio dell'illuminazione dei nostri giorni non risparmia nemmeno l'arte ( da "Libertà" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anno 2005 è reduce da un' aberrante regolamentazione, imposta dalla solita burocrazia sotto l'allora governo di Berlusconi, dell'obbligo per gli automobilisti di accendere i fari in piena giornata. Anche se tale regolamentazione vale solo per auto e superstrade, il solito andazzo ha portato ad un dilagare dei fari accesi anche nelle città.

<Troppa burocrazia ostacola la salute dei nostri pazienti> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 13 «Troppa burocrazia ostacola la salute dei nostri pazienti» I MEDICI DI FAMIGLIA A CONGRESSO I MEDICI di famiglia passano più tempo tra documenti, pratiche e prescrizioni che a curare i propri pazienti: almeno il 50% del loro lavoro si perde nelle lungaggini burocratiche.

Polemica sul crossodromo ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: visti i vincoli e la burocrazia per ottenere le autorizzazioni?. ?Non sono contro l?attività del crossodromo ? continua ? anzi come sindaco, nei primi anni ?80, ne sono stato promotore, ma rispetto le attività ludiche le priorità sono altre?. Allo stato, visti i lavori eseguiti pare che sia stata di fatto spostata (oggi interclusa per la melma del terreno recentemente mosso)

casarin: fucili contro colombi e cinghiali ( da "Mattino di Padova, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: anno devono fare i conti con il flagello degli animali selvatici e i tempi della burocrazia. Le 235 richieste di risarcimento presentate dagli agricoltori nel 2007 sono superiori al mezzo milione di euro, uno dei dati più alti della regione, ma la stima complessiva dei danni, denuncia Coldiretti, è di almeno il triplo, perché molti rinunciano in partenza a chiedere indennizzi che,

Strage in famiglia: inspiegabile ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. è ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a l'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

IL COMPLESSO della chiesa parrocchiale, della torre campanaria e della canonica d... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: integrità del più antico monumento gualdese possa non poter attendere i tempi della burocrazia». PER CUI invitava il sindaco «a prendere urgentissimi provvedimenti per verificare e certificare l´agibilità o meno dell´intera struttura della chiesa parrocchiale e, eventualmente, a far provvedere all´immediata messa in sicurezza della stessa».

depuratore bloccato: la denuncia del comune ( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia: è la denuncia del sindaco di Faedis, Franco Beccari, che intende adire alle vie legali per tutelare gli interessi dell'ambiente e dei cittadini. «Moltissimi Comuni della Provincia ? spiega Beccari - hanno problemi di smaltimento delle acque reflue, spesso esse vengono smaltite attraverso i "pozzi perdenti" dato che le reti fognarie sono incomplete e nelle borgate isolate

emiliano: "mi fido di berlusconi" - raffaele lorusso antonio di giacomo ( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sia stato dannatamente sprecato nelle diatribe fra la proprietà, la burocrazia e lo Stato. Alla fine, almeno, hanno avuto ragione le parole di Adriano: "Non tutte le cose periranno". Il restauro è compiuto. A proposito, in che termini?». Una ricostruzione seguendo la filosofia del dov´era e com´era, per quel che è stato possibile.

rilancio abitativo da san giobbe a sant'elena ( da "Nuova Venezia, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia PROGRAMMI Alle ex Conterie miniappartamenti La mappa della nuova residenza che verrà. Presentando il progetto del recupero dell'ex Caserma Manin l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz e il presidente della Fondazione Iuav Marino Folin hanno fatto il punto sugli altri interventi in programma nei prossimi anni in città sia per quanto riguarda gli alloggi studenteschi,

spara a moglie e figli, poi si toglie la vita ( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

Crisi e burocrazia ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 24 Crisi e burocrazia La ricetta di Mancin per la ripresa economica TRASPORTI, burocrazia, energia sono i nodi da sciogliere per permettere al Paese di reagire alla crisi. I rilevamenti dell?Istat non lasciano spazio all?interpretazione e descrivono una situazione di generalizzata sofferenza delle famiglie.

Una corsa contro il tempo che ha portato al suo risultato. Un'altra dimostrazione che quando vu... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: altra dimostrazione che quando vuole la burocrazia sa superare ogni ostacolo e la sinergia istituzionale "vince". Un uomo di origine moldava, regolarmente in Italia, 37 anni, è stato sottoposto a trapianto di fegato ieri a Pisa, dove è stato trasportato nel giro di un paio d'ore. La chiamata è arrivata al centro di coordinamento trapianti diretto da Teresa Coluzzi,

Commercianti e consumatori con l'acqua alla gola, il Natale è in liquidazione. Nonostante... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Crisi economica, il presidente Confindustria Vitali chiede «di snellire la burocrazia, tagliare i costi, rimodulare l'Irap». Mentre Bianconi (BdM) sottolinea come «le sofferenze delle imprese stanno aumentando in misura esponenziale». Cocco, Garofalo e Grandi alle pagg. 39, 40 e 48

Vitali: Contro la crisi meno tasse e burocrazia ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi Vitali: «Contro la crisi meno tasse e burocrazia» Il convegno Uil. Bianconi (BdM): «Sofferenze in aumento tra le imprese, serve un piano»

... l'asse portante dell'economia del paese. Altre iniziative molto importanti che al pi&#... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: molto semplice per la carenza degli strumenti urbanistici e di regole adeguate nonchè per la burocrazia che contraddistingue gli enti locali. Una soluzione a medio termine di tale problema potrebbe consistere nel concedere contributi a fondo perduto e tassi agevolati a chiunque sia in possesso dei requisiti per l'acquisto della prima casa ed abbia un livello di reddito molto basso.

ANCONA - Finalmente il re è nudo. Abbiamo sempre creduto che non si può produrre ric... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Agli enti locali chiediamo di snellire la burocrazia, di tagliare i costi, di rimodulare l'Irap che oggi non tiene conto dei costi della manodopera. Ai sindacati di condividere la nostra visione secondo cui solo se sapremo produrre di più e meglio potremo essere competitivi. Alle banche di ridurre gli oneri finanziari».

I Casalesi sulla ruota di Bucarest ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: i contatti con gli ex agenti segreti e la facilità con cui corrompevano e corrompono la burocrazia ha lasciato spalancate le porte di Paesi come Ungheria, Polonia, ma soprattutto Romania: il nuovo Eldorado dei Casalesi. La ruota della fortuna gira ora intorno al business dei giochi d'azzardo online, casinò, poker, lotterie, scommesse e concorsi.

Ammazza la moglie, 3 figli e si spara ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. E' ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

Bretella, Debba e tangenziale Pdl preoccupato ( da "Corriere del Veneto" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il Comune perda tempo in burocrazia, mentre c'è già il finanziamento». Per accelerare i tempi il consigliere nonché presidente dell'Ipab Gerardo Meridio si è detto disponibile a collaborare per gli espropri necessari per realizzare la nuova viabilità in zona. Buona parte dei terreni circostanti, infatti, è di proprietà dell'Ipab.

AGRICOLTURA: CIA, A RISCHIO â SCOMPARSAâ CENTINAIA AZIENDE ( da "Basilicanet.it" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: opprimente burocrazia. Una situazione che sembra ignorata dal governo - spiega Distefano - che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore. Né© si intravedono misure propulsive. Si va avanti con interventi frammentari e non nella logica di una valida politica di sviluppo.

uccide la moglie, i tre figli e si spara ( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

paolo santin: la cgil non diventi un partito ( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: togliendo burocrazia, semplificando assunzioni e licenziamenti, e bene hanno fatto Pascolo e Marchiori a chiedere un ripensamento del sistema degli studi di settore». Santin accenna poi alla fiscalità di vantaggio per le imprese che, se il principio passasse, «non mi stupirei di vedere la Cgil e le altre parti dell'opposizione ad ergersi ad accusatori di questo nuovo scandaloso "

Crisi, 200 mila imprese agricole a rischio chiusura ( da "Sestopotere.com" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: opprimente burocrazia -segnala la Cia- stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese agricole, molte delle quali ora producono addirittura in perdita. Una situazione che sembra ignorata dal governo che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore.

Uccide moglie e figli e si spara senza un perché ( da "Corriere Adriatico" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. E' ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino all'altra sera apparente mente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

SARNO. DOPO DUE ANNI FRANCESCO MAINARDI LASCIA L'INCARICO DI DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO DI SARNO. A... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: aver velocizzato la burocrazia degli uffici. Per il suo impegno contro la criminalità locale, l'otto settembre scorso il commissario capo Mainardi è stato oggetto, assieme ai carabinieri della stazione di Sarno, di un grave episodio intimidatorio. Una busta contenente quattro proiettili calibro 7,65, indirizzata al commissariato di Sarno,

napolitano ( da "Sicilia, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rinviata di ulteriori 45 giorni la riorganizzazione della burocrazia regionale: gli incarichi dei dirigenti generali sono stati prorogati di un altro mese e mezzo. Così ha deciso la Giunta regionale, presieduta da Raffaele Lombardo, che si è riconvocata per lunedì prossimo quando dovrà sostituire due dirigenti generali che nei prossimi giorni andranno in pensione: Alfredo Liotta (

Spara alla testa alla moglie e ai figli di 3, 6 e 9 anni, poi si toglie la vita ( da "Sicilia, La" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a giovedì sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.

Disabile ottantenne sconfigge la burocrazia ( da "Gazzettino, Il" del 22-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Disabile ottantenne sconfigge la burocrazia Il Consiglio di Stato: illegittima la delibera regionale che lo esclude da un contributo perchè troppo anziano MestreLa domanda l'ha presentata comunque per anni, pur sapendo che gliela avrebbero respinta perché la sua età supera il limite fissato dalla giunta regionale per aver diritto al sussidio economico previsto dal "

Edilizia in rosso, 500 posti a rischio ( da "Alto Adige" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: degli appalti è stato assegnato a ditte locali) e il prossimo passo sarà quello di abbattere la burocrazia». è proprio quello che chiede Negri: «Per fortuna arriviamo da anni di crescita sostenuta. Però bisogna reagire subito: oltre agli investimenti pubblici vanno semplificate le procedure e le banche devono continuare ad avere fiducia nelle nostre imprese.

La doppia faccia della sanità: troppi medici, pochi infermieri ( da "Giornale di Brescia" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: assunzione di personale paramedico straniero potrebbe rappresentare una soluzione, se l'eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. La sanità rischia il collasso La popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni e nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni.

corsi di formazione, una carta in più ( da "Tirreno, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: nel linguaggio della burocrazia, a tutte le persone "in età attiva". Basta presentare una richiesta all'ufficio Formazione professionale e, passato il vaglio di una commissione esterna di valutazione, si potrà frequentare gratuitamente un corso presso un'agenzia specializzata, finanziato dal Fondo sociale europeo.

nella borgata lontana da tutto l'unico pub è una catapecchia - dario prestigiacomo ( da "Repubblica, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: senza passare dalla burocrazia, ha messo su una casetta in legno, proprio nel giardino dove sono installate le quattro giostre del Comune. L´ha arredata di tutto punto, con bancone bar, tavoli, poltrone e una tv. Infine, con una cisterna e un generatore di corrente ha installato gli impianti per l´acqua e la luce.

navacchio fa festa intorno alla caserma ( da "Tirreno, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è la soddisfazione di vedere quest'opera compiuta, anche se la burocrazia ha, in parte, rallentato i lavori. Sento il dovere di ringraziare chi si è impegnato per realizzare la caserma, che, per spazi e strumentazioni, consente un miglior lavoro dei militari sul territorio. Dando risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini».

Nessuno speculi, ma Gelmini si dia da fare ( da "Riformista, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Oppressa dalla burocrazia, soffocata dall'egualitarismo giacobino, sfinita dall'attivismo riformatore di certi pedagoghi, quella che dovrebbe essere una delle istituzioni fondamentali della società è da tempo in agonia. Uno stato che le statistiche internazionali rivelano solo in parte e che l'impegno di tanti docenti preparati e - nonostante tutto -

ANGELO CONTE È di pochi giorni fa la notizia che la Whirlpool taglierà 95 dipendenti a tempo indeterminato presso lo stabilimento di Trento sui circa 650 totali ( da "Adige, L'" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: essa è spesso causata dalla mancanza di un vero stato di diritto e dall'oppressione di una burocrazia cancerogena. In questo il Trentino ha un vantaggio rispetto ad altre parti d'Italia, sia per una scolarità relativamente migliore, sia per il fenomeno della cooperazione che favorisce l'imprenditorialità. Il futuro sarà comunque difficile.

Storie di tagli: Controsoffitto in pezzi: ho chiuso una nostra scuola ( da "Unita, L'" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: bisogna tener conto della burocrazia. Altro esempio: dovevamo mettere in regola un edificio scolastico per abolire le barriere architettoniche. Facciamo un po' di conti: non conviene adeguare, meglio abbattere, ricostruire. Si procede in questo modo e lo Stato ci ha tolto i soldi perché eravamo usciti dal recinto dell'adeguamento.

di PATRIZIA PEPPOLONI FOLIGNO L'UMANA PIETA' per i ... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ostacolo della burocrazia. Accade al cimitero di Foligno, il nuovo cimitero, visto che il vecchio segue ancora le ragioni del cuore. Nella nuova ala del cimitero, di recente inaugurata, chi avesse un defunto da sistemare nei normali loculi e volesse portate nello stesso loculo un precedente familiare defunto che sia già nell?

LA NUOVA palestra a Giglio Campese sta per essere realtà. <L'apert... ( da "Nazione, La (Grosseto)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ha comportato tanta fatica e tanto impegno a causa di una burocrazia mostruosa, dovuta agli impedimenti posti dall?intreccio di leggi sempre più complesse, vincolanti e difficilmente interpretabili. La nuova palestra si colloca in un programma che prevede un attento sviluppo della nostra comunità indirizzato a una migliore qualità dei servizi offerti ai cittadini,

IL MONDO degli immigrati visto con gli occhi femminili: gli occhi delle donne che... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: corsi di alfabetizzazione per le immigrate e sportelli per aiutarle nella burocrazia e accogliere bambini bisognosi di cure nelle sedi della Croce Rossa. A Firenze troveranno un tetto dove stare con le famiglie in attesa di guarire nella «Casa dei bambini di Nicola», un cascinale in fase di ristrutturazione dedicato al ricordo di Nicola Ciardelli, ucciso in Iraq.

Italia, troppi medici ma pochi infermieri ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. La popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni e nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni. Il sistema sanitario italiano, al momento, afferma l'Ocse, «potrebbe non essere in grado di far fronte a questi cambiamenti,

)DALLA PRIMA La sanità a chilometri 0 NEGLI ANNI ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma proprio tutti sono da sempre concordi nel ritenere che la burocrazia rappresenta un ostacolo così grande, da vanificare spesso la professionalità di chi opera nel Servizio Sanitario Nazionale. Per tentare di dare una spiegazione, provo a immaginare una situazione di normale burocrazia che molti cittadini certamente conoscono e subiscono.

di ANDREA MARTINI TORINO <È VERO: Rob... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: questo dice tutto sulla rigidità della burocrazia stalinista. La tecnica appresa era utile ma il rischio era di soffocare. Le cose migliorarono col disgelo e io mi ritrovai a capo di una commissione. Avrei potuto fare il politico. Preferii il cinema, la futilità della politica è impressionante.

di ANDREA MARTINI TORINO <È VERO: Rob... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: questo dice tutto sulla rigidità della burocrazia stalinista. La tecnica appresa era utile ma il rischio era di soffocare. Le cose migliorarono col disgelo e io mi ritrovai a capo di una commissione. Avrei potuto fare il politico. Preferii il cinema, la futilità della politica è impressionante.

BUROCRAZIA Dal 1981 in attesa di avere la tomba<... ( da "Messaggero, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Domenica 23 Novembre 2008 Chiudi BUROCRAZIA Dal 1981 in attesa di avere la tomba In questo periodo in cui le tasse, le poste, le case, l'inflazione, ci rendono difficile il vivere, il morire è ancora più difficile. Non faccio un caso solo personale, ma lo riporto anche a titolo esplicativo di una situazione generale.

Burocrazia senza code: inaugurato il PuntoFacile ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 2008 AMMINISTRAZIONE DOCUMENTI E INFORMAZIONI IN UN UNICO UFFICIO Burocrazia senza code: inaugurato il PuntoFacile VTORRILE Quattro dipendenti si alterneranno per gestire il nuovo servizio II In municipio a Torrile è stato creato l'Ufficio relazioni con il pubblico, simpaticamente chiamato «PuntoFacile». L'apertura è stata preceduta da specifici corsi di formazione,

Martine e il ritorno dei vecchi elefanti ( da "Giornale.it, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: con esso, il sostegno di tutta quanta la tradizionale burocrazia del Partito socialista, che vede con sospetto e addirittura con timore ogni evoluzione politica in senso socialdemocratico e che resta ancorata al concetto fondamentale dell'«unità delle sinistre», ossia del «Fronte popolare» con i comunisti.

nel nordest la città venezia-mestre tornerà una capitale ( da "Nuova Venezia, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Una burocrazia impossibile, il problema politico è il meno». E' la macchina che non funziona? «E' il sistema che non va più: bisogna semplificarlo se vuoi realizzare qualcosa di significativo. Se no ti devi accontentare di sistemare i marciapiedi».

L'Italia affollata di medici ( da "Tempo, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. Che la Penisola abbia medici in abbondanza lo dimostra il fatto che sono più di 600 ogni 100.000 abitanti, nel 2005. I medici appartenenti alla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sono circa 370 mila,

appello delle 220 pro loco: la regione non penalizzi i nostri 35 mila volontari non sono spesa, ma risorsa ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Burocrazia, reperimento di risorse, ricambio generazionale e diversi altri problemi sono quotidianamente affrontati dal "popolo" delle pro loco, i cui dirigenti si sono ritrovati in questo fine settimana ad Arta Terme. Nella località carnica, infatti, si sta svolgendo il settimo convegno "residenziale",

Il paziente innanzitutto: ecco come rilanciare la sanità ligure ( da "Giornale.it, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: dell'assenza di risorse e dell'oppressione della burocrazia. Un'utopia? Non credo poiché questo è riuscito in regioni come la Toscana e il Piemonte che hanno avuto il coraggio e la volontà di rivoluzionare il loro sistema sanitario rivolgendo i loro sforzi al bene dei cittadini. 1) Offrire ai cittadini un servizio ottimale.

Il futuro sta nell'innovazione ( da "Nuova Ferrara, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La competizione offrirà, infatti, occasioni di crescita esclusivamente a quei territori che avranno realizzato processi innovativi rilevanti, miglioramenti tangibili in tema di burocrazia, infrastrutture ed efficienza complessiva del sistema».

Sos lanciato dalle pmi ( da "Nuova Ferrara, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: - Finanziare gli investimenti imprenditoriali, anche attraverso un forte appoggio ai Confidi; - ridefinire gli studi di settore; - detassare gli utili reinvestiti; - fermare la spirale recessiva, con sostegni di carattere strutturale; - snellire la burocrazia.

<Ecco come è arrivato il sì dell'Ue per l'Alitalia> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: cosa che si fa solo in casi estremi, quando un Paese membro non collabora. E certo questo non era il caso. Se Antonio Tajani avesse ceduto alla pressione non giustificata della burocrazia comunitaria, Alitalia non esisterebbe più perché, senza i 300 milioni sarebbe stata costretta a portare i libri in tribunale.

Le società hanno fame di spazi ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma dobbiamo fare i conti con la burocrazia». Luigi Baldassin, presidente del Calcio Ogliano, applaude il nuovo palasport ma avverte: «Adesso serve il fattore umano, cioè le persone che hanno passione e tempo da dedicare al buon funzionamento delle strutture». Tra le associazioni presenti ierialla Zoppas Arena non potevano mancare gli arbitri.

<Alla montagna un terzo dei fondi> ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: di burocrazia, hanno una lunga istruttoria, sono caratterizzati da un elevato costo, in molti casi è impossibile da attuare. Mi viene il dubbio che siano stati messi così tanti soldi nei progetti di filiera poiché le troppe complicazioni burocratiche spingono gli interessati a lasciare perdere favorendo così ben pochi soggetti»

Burocrazia sconfitta con il trasloco notturno dell'ospedale ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: LA NOSTRA STORIA Burocrazia sconfitta con il trasloco notturno dell'ospedale BassanoAbbiamo visto che l'ospedale sorto fra via Roma e via Marinali era stato trasferito, nell'anno 1777, nel convento francescano di piazza s. Francesco (Garibaldi) ora sede del nostro prezioso museo civico.

Martedì in Consiglioassestamento al bilancio ( da "Sicilia, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ci troviamo spesso a combattere contro una burocrazia che uccide - ha detto Giuseppe Lombardo della Confartigianato - a dover sostenere tassi di interesse elevatissimi applicate dalle banche e da società private che gestiscono tributi comunali. Oltre che con l'associazione antiracket ci si dovrebbe venire incontro anche in tal senso".

UN INEDITO DEL DUCE SIMILE ALLA CIRCOLARE ANTI-FANNULLONI ( da "Sicilia, La" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il documento svela una pagina pressochè sconosciuta della burocrazia fascista. Lo conferma il professor Livio Antonielli, docente di Storia delle istituzioni politiche dell'Università degli Studi di Milano. «Il documento è molto curioso. Non penso che il modo di fare di Mussolini e quello di Brunetta, che nella sostanza sono uguali, sia quello giusto per migliorare l'efficienza.

ORESTE MOTTOLA UNA UNICA ASL PER LA PROVINCIA DI SALERNO? SI DELINEA SULLO SCACCHIERE POLITICO UN... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 23-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: inutile dare burocrazia e non garantire salute» dice il sindaco De Luca intervenendo all'appuntamento settimanale del venerdì su Liratv. Spiega che «gli sprechi della sanità si annidano nell'apparto delle burocrazie» per cui «se, come io ritengo, si deve razionalizzare, allora bisogna partire dal numero delle Asl».

Berlusconi: insulti e bugie dalle tv <Letta al Quirinale? Sarebbe giusto> ( da "Corriere.it" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: saltando tutte le lentezze della burocrazia». Riguardo al pacchetto anti-crisi, il presidente del Consiglio ha anche spiegato che «sarà presentato domani alle parti sociali» e nei giorni successivi ad altri interlocutori. «Riusciremo probabilmente a renderlo concreto entro la settimana stessa» ha aggiunto il Cavaliere.

La Lapam: per le imprese del Frignano liberarsi dei rifiuti è troppo gravoso ( da "Gazzetta di Modena,La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: sono sommerse più dalla burocrazia e dall'indifferenza, che dai rifiuti». Attacca così, Germano Manfredini, il segretario della zona del Frignano di Lapam Federimpresa, riferendosi ai problemi legati allo smaltimento dei rifiuti edili. «Il problema rifiuti di cantiere è serio - prosegue - e non solo in Appennino.

In altri termini la sua passione per le tesi di volta in volta a priori prescelte lo induceva ... ( da "Trentino" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia trentina nel suo complesso e la valentia di tutti i difensori delle parti in giudizio. Il che, signor Direttore, mi consente di dire che, ferma la legittimità di ogni critica politica avverso l'attuale disciplina stabilita da una norma d'attuazione dello Statuto di autonomia, quest'ultima non pare trovare alcuna significativa conferma nella recente attività del tribunale.

Energia, nodo fondamentale per lo sviluppo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: qualsiasi ostacolo allo sviluppo e alla competitività del sistema economico e imprenditoriale, al pari di altri vincoli quali, ad esempio, la burocrazia e le infrastrutture. La classe dirigente veneta, interpellata a luglio per la periodica indagine One realizzata dalla Fondazione Nord Est, mette in luce alcuni aspetti fondamentali relativi alle strategie e alle soluzioni da adottare.

tra istituti fatiscenti e burocrazia malata - torino ( da "Repubblica, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Prima Pagina Il rapporto Tra istituti fatiscenti e burocrazia malata TORINO Una su due non ce la fa. Una su due è potenzialmente a rischio. I tecnici della Protezione civile disegnano una mappa inquietante: 22.800 scuole pubbliche su 42.000 non sono a norma. Sono edifici progettati senza tenere conto dei criteri antisismici in zone dove i terremoti sono frequenti.

Il crollo a scuola? Tragica fatalità ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza.

sicurezza, l'allarme di bertolaso "un istituto su due è a rischio" - (segue dalla prima pagina) paolo griseri ( da "Repubblica, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: l´allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" "Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" Secondo i nostri calcoli servirebbero quattro miliardi di euro per rimettere in sesto tutti gli istituti italiani Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi.

energia, nodo fondamentale per lo sviluppo ( da "Mattino di Padova, Il" del 24-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: qualsiasi ostacolo allo sviluppo e alla competitività del sistema economico e imprenditoriale, al pari di altri vincoli quali, ad esempio, la burocrazia e le infrastrutture. La classe dirigente veneta, interpellata a luglio per la periodica indagine One realizzata dalla Fondazione Nord Est, mette in luce alcuni aspetti fondamentali relativi alle strategie e alle soluzioni da adottare.

riesplode la polemica sulla zona franca ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: burocrazia per applicare gli sconti alla pompa «È' tutta colpa della precedente giunta regionale: ampi territori del Fvg in difficoltà e più poveri» Riesplode la polemica sulla zona franca Valenti (Pdl): la Valle d'Aosta ha conservato la benzina agevolata e l'Unione europea non ha preso provvedimenti In caso di cancellazione ai valdostani andranno 35 milioni per abbattere le spese

la straordinaria avventura di buzzin lungo le strade ghiacciate della siberia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ma ci regala una vita senza stress e senza burocrazia». «Nel museo di Magadan - precisa Buzzin - è stata consegnata la bandiera della Provincia di Gorizia al direttore che ha concesso un'intervista». Il direttore ha spostato una vecchia foto e l'ha sostituita con la bandiera della Provincia di Gorizia, dopo una stretta di mano e un "sisliva" (buon viaggio).

chiara zomer Il telefono ha squillato alle 7 ( da "Adige, L'" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ha sostenuto nelle incombenze che la burocrazia, in simili casi spietata, richiede. E poi è tornata a casa, ad interrogarsi su un perché che nessuno capirà mai davvero: «Loro non stavano nemmeno insieme, me lo aveva spiegato lei. Avevano avuto una storia, ma era già finita. Per lei non aveva significato molto, non ne parlava come un amore importante.

Difenderò i contadini indiani ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia va snellita e servono altre riforme. Ma i fondamentali sono buoni». Osservato da vicino, questo sorridente 38enne sembra un ossimoro vivente. Il nome che si porta appresso testimonia di un Paese incapace di rinnovarsi, eppure il suo candore è una delle grandi novità nel mondo cinico e brutale della politica indiana.

Ama il medico tuo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Oggi il lavoro del medico è eccessivamente occupato nella burocrazia e nell'amministrazione e spesso rappresenta uno scudo verso la rancorosità e il risentimento di chi ritiene di aver subito un torto vero o presunto essendo ancora i medici i primi terminali di un sistema sanitario in difficoltà. è inutile poi ricordare che la vita ha un'alfa e un'omega «principio/fine»;

va alle poste, gli dicono che è morto ( da "Tirreno, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: per i misteri insondabili della burocrazia, invece del morto è stato cancellato dalle liste il nostro Roberto B., vivo, vegeto e arzillo. Anche se senza pensione. «Mi hanno assicurato che tornerò a ripredere il mensile - racconta - ma al momento non mi hanno pagato novembre, non mi pagheranno a dicembre, e neppure la tredicesima.

Sacconi: famiglie a basso reddito, aiuti cash ( da "Corriere della Sera" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: saltando tutte le lentezze della burocrazia». Per le imprese, ha annunciato ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ci sarà anche una «riduzione dell'Ires relativamente all'incidenza del costo del lavoro», quindi la deducibilità di parte dell'Irap. Sacconi non ha escluso manovre sull'Iva per rilanciare i consumi, ma ha aggiunto che su questo tema è necessaria,

Pd, affondo di Veltroni <Subito un chiarimento> ( da "Corriere della Sera" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Sembrano sciocchezze, cavilli, burocrazie. Eppure Fausto Recchia, deputato Pd, esce infuriato dalla sala dei congressi e spiega che «il segretario regionale del Lazio può essere eletto da una platea di cinque persone con la maggioranza di tre. è una deriva pericolosa che coinvolge il partito a tutti i livelli.

La Pet in ospedale? O paghi 1.400 euro o aspetti ( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: E la rabbia di un imprenditore paralizzato dalla burocrazia che ha scritto a "Dillo al Messaggero" La Pet in ospedale? O paghi 1.400 euro o aspetti Per una diagnosi si devono aspettare oltre due mesi. E molti preferiscono "emigrare" dal Lazio in Campania

ROMA - Scrivo questa lettera per segnalare le enormi difficoltà che deve superare... ( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: rabbia di imprenditore paralizzato dalla burocrazia (e non solo) il signore che ha scritto al nostro giornale. Si chiama Marco Sperone: difende le sue ragioni di imprenditore, certo, ma dà anche voce a un piccolo esercito di persone come pochi altri saprebbero fare. Tanto per cominciare, è come se avesse una portaerei in casa e lo costringessero a giocare con gli aeroplanini di carta.

Più una bandiera politica che un'imposta indispensabile per ... ( da "Tempo, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: ereditario e la gestione si rivelava talmente complessa e costosa (tra liquidazione, accertamenti vari e burocrazia) che l'onere per l'Erario si rivelava quasi superiore all'incasso. Il governo Prodi introdusse la modifica di considerare ai fini dell'imposta non l'asse ereditario ma il singolo beneficiario. Inoltre ci sono una serie di franchigie che rendono la tassa più leggera.

In un clic la burocrazia delle ingiustizie ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 11 autore: Due storie emblematiche decise dai minuti In un clic la burocrazia delle ingiustizie di Carlo Giorgi U na contadina con il foulard annodato sotto il mento posa di fronte a una casetta intonacata di fresco. «Lei è mia zia –spiega Lucia,ucrainae badante a Milano, mostrandomi con orgoglio le foto dei cari –

Lendinara <Farm market, apertura ritardata per colpa della burocrazia> ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: apertura ritardata per colpa della burocrazia» LA COLDIRETTI lendinarese critica l?amministrazione comunale per la mancata apertura del farm market a Lendinara che avrebbe dovuto inaugurare sabato, durante il mercato. Il presidente Giuseppe Benazzo dice: «Contrariamente a quanto annunciato mercoledì scorso nella conferenza stampa da Ferlin e Viaro,

di SAVERIO MIGLIARI LE MULTE continuavano ad arrivare, senza sosta, e alla fin... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 7 aprile le è arrivata con la celerità tipica della burocrazia: il 28 giugno. Intanto Irene, nei due mesi e mezzo trascorsi tra le due date, continuava a passare in via Nobili con il suo scooter 125, sempre dopo le 8 di sera, convinta che si potesse transitare dopo quell?orario. Peccato che lì le telecamere ztl, a differenza di quelle in via Allegri, sono accese 24 ore al giorno.

La casa trasformata in canile, una moschea in cantina: folli storie di cieca burocrazia ( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi La casa trasformata in canile, una moschea in cantina: folli storie di cieca burocrazia

ROMA Aspetti due anni per fare una Tac, cinque per la prima udienza in tribunale, senza la ... ( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Noi vittime della burocrazia ci indignamo ma ci abbiamo anche fatto il callo. Si convive ormai con quel sentimento senza nome, un misto di arrabbiatura e rassegnazione, di indignazione e impotenza, che nei dizionari non è contemplato ma nella nostra testa sì. Poi uno legge «Assurdo Italia» (Baldini Castoldi Dalai editore),

Ex Claudia cittadella della cultura ( da "Tempo, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: progetto interviene però la burocrazia con i suoi veti Riccardo Toffoli APRILIA L'ex Claudia si trasformerà in una «cittadella della cultura». L'intenzione dell'assessore Augusto Di Lorenzo, che sta lavorando affinché il sito dismesso a ridosso della Pontina, almeno la facciata che dà verso il parcheggio, sia la sede delle associazioni culturali presenti sul territorio di Aprilia,

Hanno la casa ma restano al freddo ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi Una ordinaria storia di burocrazia a Spoleto: quattro bambini al gelo per colpa di un contatore che non c'è Hanno la casa ma restano al freddo L'Enel non fa gli allacci e a San Nicolò scatta la solidarietà di quartiere

Confagricoltura: <Basta stangate> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: La burocrazia è stato un bersaglio chiaro: «I colletti bianchi che lavorano negli uffici non hanno mai visto un campo - ha ribadito Vecchioni - con i loro obblighi inutili rischiano di rovinare il settore agricolo: che significa anche famiglie, figli, futuro, storia, cultura, tradizioni».

Scuole killer, i soldi c'erano ( da "Stampa, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: È stata una tragica fatalità» Scuole killer, i soldi c'erano Bertolaso: la burocrazia ha bloccato 500 milioni per la sicurezza Si poteva evitare? Mentre l'inchiesta della procura di Torino è appena partita, dopo il tragico crollo nella scuola di Rivoli la polemica non si ferma. Ieri il premier Berlusconi ha detto: «E' stata una fatalità».

SCUOLA: BERTOLASO, 1 SU 2 A RISCHIO MA BUROCRAZIA BLOCCA ( da "Virgilio Notizie" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 1 SU 2 A RISCHIO MA BUROCRAZIA BLOCCA INTERVENTI postato fa da ASCA ARTICOLI A TEMA Altri (ASCA) - Roma, 24 nov - Ci sono voluti sei anni per spendere i 500 mln stanziati per mettere in sicurezza le scuole piu' a rischio. Cosi', Guido Bertolaso con Repubblica all'indomani del crollo di Rivoli dove ha perso la vita il 17enne Vito Scafidi.

Scuole insicure, Pd all'attacco. Gelmini: nessun taglio, 300 milioni per l'edilizia scolastica ( da "Rai News 24" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: almeno 500 milioni stanziati nel 2003 per la sicurezza non sono stati spesi a causa della burocrazia". La rabbia della madre della vittima "Qualcuno pagherà per quello che è successo. Se hanno risarcito i parenti delle vittime della ThyssenKrupp anch'io ho il diritto di chiedere i danni", grida da parte sua Cinzia Scafidi, la madre del ragazzo morto con il crollo di Rivoli.

(ACR) NARDIELLO (PDCI) SU SICUREZZA NELLE SCUOLE ( da "Basilicanet.it" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Meno burocrazia nelle procedure per dare certezza degli interventi, la messa a norma delle scuole va inserita nel piano delle grandi opere pubbliche del Governo â?. A sostenerlo è¨ il vice presidente del Consiglio regionale, Giacomo Nardiello (Pdci), ricordando che â?

Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" ( da "KataWeb News" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: 0 commenti Il capo della Protezione civile: "Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" "Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi" "Secondo i nostri calcoli servirebbero 4 miliardi di euro per rimettere in sesto gli istituti italiani" Paolo Griseri

Sacconi: <Aiuti cash alle famiglie> ( da "Corriere.it" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: il premier saltando tutte le lentezze della burocrazia». Per le imprese, ha annunciato ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ci sarà anche una «riduzione dell'Ires relativamente all'incidenza del costo del lavoro», quindi la deducibilità di parte dell'Irap. Sacconi non ha escluso manovre sull'Iva per rilanciare i consumi, ma ha aggiunto che su questo tema è necessaria,

SCUOLA KILLER, I SOLDI C'ERANO BERLUSCONI: È STATA UNA FATALITÀ ( da "Wall Street Italia" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Scuola killer, i soldi c'erano Berlusconi: è stata una fatalità -->Bertolaso duro: la burocrazia ha bloccato 500 milioni per la sicurezza. Bufera sul premier. Bonanni attacca: «Situazione da terzo mondo». AUDIO Travolti all'improvviso E. MASUELLI / FOTO La tragedia di Rivoli

SICUREZZA, L'ALLARME DI BERTOLASO "UN ISTITUTO SU DUE È A RISCHIO" ( da "Wall Street Italia" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" "Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi" Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" "Secondo i nostri calcoli servirebbero 4 miliardi di euro per rimettere in sesto gli istituti italiani" di PAOLO GRISERI (

Carlo Maria Lomartire ( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Chiunque vinca ci salvi dalla burocrazia 17-03-2008 - Candidati dalla memoria troppo corta 10-03-2008 - I boiardi di Stato non sono alla Sea 28-02-2008 - La città è cambiata: ora va trasformato il ruolo degli agenti 20-02-2008 - Lo spettro di tante Chinatown 18-02-2008 - MALPENSA la carica dei 50mila Username Password Hai dimenticato la password?

Scuola, la tragedia e i fondi mai spesi ( da "Vita non profit online" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il punto dolente è la burocrazia e cita il caso di San Giuliano (27 bambini morti nel crollo di una scuola). Ci sono voluti 6 anni; i lavori sono partiti a fine 2007. «Più che un unico commissario per le scuole, sarebbe utile che gli assessori regionali ai lavori pubblici venissero nominati responsabili alla sicurezza.

<Il crollo a scuola? Tragica fatalità> ( da "Brescia Oggi" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza.

<Voglio mio figlio nella bara qui a casa> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza.

Il crollo a scuola? Tragica fatalità ( da "Arena, L'" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza.

<Il crollo a scuola? Tragica fatalità> ( da "Arena.it, L'" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza.

Lo sport trova una nuova casa ( da "Corriere Adriatico" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: presentato venerdì mattina alla stampa, prevede un campo da calcio, due piscine, 8 campi da tennis, uno da basket, una palestra, un poligono di tiro ed un maneggio. Se la burocrazia procederà spedita, già la prossima estate, è la speranza di Pianeta sport, il cantiere potrebbe essere avviato. PIERPAOLO PIERLEONI,

Interventi su Sp 49/II e 4/I ( da "Sicilia, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: la burocrazia non c'entra» Da Silvio Galeano, dirigente scolastico del liceo scientifico «A. Russo Giusti» di Belpasso, riceviamo e pubblichiamo: In merito all'articolo dal titolo «Tolto a un diversabile l'educatore di una coop» e della precisazione del dirigente del Servizio Politiche Sociali della Provincia di Catania,

Le Pro Loco alla Regione: <Non tagliateci i fondi> ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 24-11-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Burocrazia

Abstract: spesso complessa e appesantita da un eccesso di burocrazia, di un'organizzazione di volontariato, anche quello di cementare lo spirito del movimento. Nota positiva, infatti, oltre alla sostanziale copertura delle Pro Loco di tutto il territorio regionale (hanno superato 220, rispetto ai 219 Comuni), anche la presenza sempre più numerosa di giovani,

IPERTESI E CORONARICI I FREQUENTATORI DEGLI AMBULATORI ( da "Sicilia, La" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale. E il carico di lavoro continua ad aumentare, con il rischio di mettere a repentaglio la qualità. È questo il quadro che emerge dal quinto rapporto Nazionale Health Search, presentato al Congresso della Società Italiana di Medicina di famiglia (

Caro Gazzettino, carenze funzionali e strutturali. Alla ... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 24-11-2008) + 5 altre fonti
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I lavori sono finanziati senza ponderare i tempi della burocrazia. Si esigono ribassi insostenibili. La mia denuncia ha un fondamento. Scrivo con cognizione di causa. Lo faccio da architetto e professore con esperienza trentennale. Ho avuto modo di conoscere scuole collocate in diversi contesti territoriali.

Il federalismo non basta c'è la crisi, sparigliamo ( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: Le burocrazie, come ogni organismo, sono spinte da due istinti: quello all'autoconservazione, e quello alla crescita. Per quanto esse possano essere utili, se la loro espansione non viene frenata, finiscono per prosciugare le risorse vitali di una società.

*Infrastrutture, Valducci: Un "supercommissario" per le Grandi Opere ( da "Velino.it, Il" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: frenati proprio dalla burocrazia e dai tempi lunghi di realizzazione. Soldi che potrebbero sbloccarsi, dice Valducci, “nel momento in cui si pongono delle garanzie su questi step e a cui possono poi aggiungersi anche i soldi pubblici”. Fondamentale per la realizzazione di questa nuova figura, osserva il presidente della commissione Trasporti,

La scuola crolla. Letteralmente ( da "AprileOnline.info" del 24-11-2008)
Argomenti: Burocrazia

Abstract: I lavori sono finanziati senza ponderare i tempi della burocrazia. Si esigono ribassi insostenibili. Non si vigila abbastanza sugli appalti, sui flussi di tangenti e sulla corretta esecuzione delle opere. Sono rimandati ad oltranza la messa in sicurezza degli edifici scolastici, concedendo all'edilizia pubblica molto più di quanto venga tollerato da quella privata.


Articoli

Numerosi i motivi della protesta, dalla crescita dei costi di produzione alla politica comunitaria e alla troppa burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Cittadino, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Costi alle stelle, non ne possiamo più» Gli agricoltori lodigiani sono scesi in piazza ieri a Bologna BOLOGNA «Costi su, prezzi giù, ghe la fem pu». È con un pizzico di ironia che gli agricoltori lodigiani cercano di far fronte alla rabbia di questi giorni. Il cartello in dialetto sintetizza bene lo stato d'animo con il quale gli operatori milanesi e lodigiani del settore primario sono scesi ieri mattina in piazza 8 Agosto a Bologna. La delegazione, di circa un centinaio di persone, è stata guidata da Mario Vigo, presidente Confagricoltura di Milano e Lodi.I coltivatori diretti, rappresentati ieri dalla sola sigla di Confagricoltura, hanno portato in piazza, in un palcoscenico di risonanza nazionale, i motivi della loro protesta: aumento esponenziale dei costi di produzione (concimi, carburanti, fitofarmaci); calo costante dei prezzi dei prodotti agricoli (per il Lodigiano soprattutto grano, mais, latte, carni); tagli agli aiuti Pac, politica agricola comunitaria, voluti da Bruxelles; applicazione della direttiva nitrati; rispetto della legge 119 sulle quote latte; tagli della Finanziaria e mancanza di interventi sul fisco, la previdenza, l'energia, il credito, le assicurazioni; infine l'asfissiante burocrazia e l'eccesso di adempimenti.Il malcontento degli agricoltori del corteo è stato raccolto da Mario Vigo: «La politica nazionale ed europea avrà ricadute pesanti sul settore agricolo anche fra Lodi e Milano - ha affermato al nostro giornale, seguendo il corteo per le vie di Bologna -. I costi delle materie prime sono aumentati del 60 per cento: di contro abbiamo il grano che, alla vendita, crolla del 40 per cento e il mais che precipita a meno 45 per cento. Per non parlare del latte, a 38 centesimi al litro». Vigo non ha risparmiato critiche all'operato del governo in carica: «La finanziaria arreca un danno pesantissimo al settore primario - ha continuato Vigo -. Una nostra delegazione sarà nei prossimi giorni a Bruxelles, per portare le nostre rimostranze in occasione del tavolo tecnico con i ministri dell'agricoltura dell'Europa».Per finire la questione, annosa, delle quote latte: «Ribadiamo nuovamente la nostra posizione: siamo per la legalità, per i riconoscimenti ai coltivatori onesti e per il rispetto della legge 119».Le proteste fervono anche nella base. «Il prezzo del latte - spiega Antonio Boselli, agricoltore di Pieve Fissiraga - è scandalosamente basso: il consumatore spende 1.50 euro al litro, nelle nostre tasche arrivano 38 centesimi. Vent'anni fa spuntavamo il 60 per cento del prezzo finale. C'era meno speculazione da parte della grande distribuzione. E lo stesso discorso vale per il grano: la pasta aumenta, noi percepiamo sempre meno. La catena speculativa, le bolle finanziarie, gli interessi delle multinazionali, danneggiano il primo e l'ultimo anello, i coltivatori e le famiglie».Il latte di Lodi, essendo in via di estinzione i caseifici sul territorio, è destinato alla grande distribuzione e all'industria. «Ma i partner come Galbani e Parmalat hanno una forza contrattuale sproporzionata rispetto alla nostra - continua Boselli - ci mettono alla canna del gas. In più ci sono gli interessi di chi commercia con i paesi extra Ue: queste massicce importazioni fanno crollare il nostro potere di vendita, e in più si pongono problemi di qualità e tracciabilità». Tommaso Bisi, di Mulazzano, aggiunge: «La burocrazia è demenziale: ogni vitello deve avere un passaporto, neanche agli uomini viene chiesto! Per non parlare della normativa sui nitrati: da oggi ci tocca tenere in un registro dove spargiamo i liquami. Siamo costretti a farlo, visto l'aumento del costo dei concimi. E poi è una tradizione antica, naturale, fa parte della storia della pianura padana». «Non siamo più padroni delle nostre merci», rincara la dose Giuseppe Rusconi, di Sant'Angelo». Soluzione? «Non certo vendere il latte in cascina - rispondono gli operatori -: i mercatini sono un bel biglietto da visita, ma non risolvono niente. Sono una nicchia». Trent'anni fa, dicono in molti, il latte veniva venduto a 600 lire, 32 centesimi di oggi. Solo che tutto il resto costa dieci volte di più. «Rimane solo il riso per spuntare qualche soldo», riflette Antonio Garbelli, produttore di Zibido San Giacomo. Stefano Rotta

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Il leader Federico Vecchioni: <Traditi anche dal governo> (sezione: Burocrazia)

( da "Cittadino, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il leader Federico Vecchioni: «Traditi anche dal governo» n Olio di oliva 3 euro al litro, lubrificante per auto 9 euro al litro. Montagna tradita, agricoltura finita. Coldiretti dove sei, alle bancarelle? Derattizzare i consorzi agrari. Tremonti dei Paschi. Pac, ci tagliano anche le gambe. E via di questo passo. Il colore, la fantasia e la bonaria simpatia italica non mancano mai all'appuntamento, quando in piazza ci sono (parole del presidente nazionale Confagricoltura Federico Vecchioni) «non i colletti bianchi, ma i lavoratori che si svegliano alle 5 del mattino». La carica dei 100mila berretti bianchi (20mila secondo la questura felsinea) ha ridipinto ieri il capoluogo emiliano. Non sono stati registrati disordini. Anzi: molti bolognesi si sono fermati, incuriositi, mentre le casse diffondevano in città l'inno di Mameli. Dal palco è intervenuto Federico Vecchioni, leader di Confagricoltura: «Abbiamo votato un governo che ora, dopo la campagna elettorale ci sbatte la porta in faccia. Siamo stufi di promesse. Non vogliamo aiuti, ma neppure penalizzazioni. Vogliamo esser posti nelle condizioni di essere agricoltori nel 2008, in un contesto di libera concorrenza. Vogliamo utilizzare la ricerca, macchinari moderni, biotecnologie. Vogliamo essere "energicoltori", produrre energia pulita. Ma come fare se la burocrazia degli uffici, gente che non ha mai visto un campo, ci mette i bastoni tra le ruote, facendoci pagare tasse ingiuste e limitando la nostra produzione, a vantaggio di importazioni a volte non sicure?». Gli agricoltori, è il pensiero di Confagricoltura restano i custodi della tradizione, ma debbono aprirsi al mercato globale. «Chilometro zero, uguale cervello zero», è uno dei loro slogan.

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"Costretti a vivere tra sporcizia e cani randagi" (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

il caso Lettera degli abitanti di via Fermi "Costretti a vivere tra sporcizia e cani randagi" BARBARA COTTAVOZ NOVARA Qui è un vero Bronx. Ci sono liquami che scorrono per strada, sporcizia, branchi di cani che ti insegono: esco a buttare la spazzatura con il bastone in mano per scacciarli. E poi feste alle ore più assurde: decidono i nomadi quando si dorme e quando no»: sono esasperati per davvero gli abitanti e i titolari delle aziende della zona di via Fermi. Doveva essere temporaneo ed è lì dal 17 febbraio 2001: «Non ne possiamo più, qui è sempre peggio». Alcuni residenti hanno scritto una lettera: «La situazione igienica è sempre più disastrosa: c'è melma maleodorante che costeggia il campo, branchi di cani rincorrono chiunque passi, sporcizia di ogni genere. Ultimamente il personale delle Poste e dell'Assa minaccia di non passare più. Qualcuno ha osato, con molto timore, far denuncia alle Forze dell'ordine per diverse motivazioni, ma purtroppo senza esito». Le «diverse motivazioni» sono tante: furti, vetri rotti a sassate, auto dei dipendenti delle aziende con specchietti rotti e carozzerie rigate con i chiodi: «Una sera uno è uscito dal lavoro e ha trovato un bambino che ballava sul cofano dell'auto» testimonia un vicino di casa. Gli abitanti di questa zona di Santa Rita lamentano anche un continuo viavai di persone. La goccia che ha fatto, di nuovo, traboccare il vaso della sopportazione è stato l'arrivo di un container lunedì scorso: una roulotte si era rotta e i nomadi l'hanno sostituita senza avvertire nessuno, nè alla Polizia municipale nè ai Servizi sociali. «La nostra rabbia - prosegue la lettera - è sicuramente verso chi non ha impugnato la situazione per chiudere il campo in tempi brevi: sono passati sette anni e l'amministrazione non ha scuse a proposito». Gli abitanti sono in continuo contatto con il Comune e più volte si sono rivolti alla prefettura: «Diamo atto che abbiamo sempre ricevuto ascolto e attenzione, vediamo gli sforzi che sta facendo il Comune. Ma noi non ce la facciamo più». Il comandante dei vigili Paolo Cortese riconosce: «La situazione igienica non è buona, gli abitanti hanno ragione. Stiamo per avviare un nuovo censimento: alcuni volti nuovi sono persone che erano detenute e ora sono state scarcerate. Per quanto riguarda i cani abbiamo inserito il microchip con l'ausilio dei veterinari Asl». Quest'estate è stata acquisita l'area di Agognate (è costata 100 mila euro) dove sarà trasferito il campo e redatto il progetto. Ora si tratta di trovare i prefabbricati che sostituiranno le roulotte: «Contavamo su quelli dismessi dalla Tav ma ci sono problemi di smontaggio - illustra l'assessore Mauro Franzinelli -. Così ci siamo rivolti alla Protezione civile. Gli allacciamenti ci sono». I tempi? «Mi sono clamorosamente sbagliato l'anno scorso e ora evito di dare date - ammette Franzinelli -. Stiamo utilizzando tutti i mezzi possibili per velocizzare lo spostamento. Ma ho scoperto, mio malgrado, che la burocrazia è veramente pesante».

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Troppi hanno rinunciato a progetti di filiera (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Irene Aliprandi «Troppi hanno rinunciato a progetti di filiera» Borsato (Primealpi) spiega come si poteva accumulare punteggio per il Psr BELLUNO. «Le domande erano sbagliate, ma non tutto è perduto». L'esito dei bandi del Piano di sviluppo rurale ha riservato delusioni agli agricoltori di montagna, con solo 39 domande finanziate sulle 116 presentate. La causa, secondo la Regione ma anche per chi ha avuto un riscontro positivo, starebbe in un errore di fondo: l'aver sottovalutato la filosofia imposta al Psr dall'Unione Europea, che attribuisce la priorità a progetti di filiera, cioè alle aziende capaci di lavorare insieme per un progetto comune. Chi l'ha fatto ha ottenuto i finanziamenti sperati. Ciò non toglie che il mondo dell'agricoltura sia sottoposto a complicazioni di ogni tipo. «E' vero, il Psr è una cosa bestiale», spiega Roberto Borsato, dell'associazione Primealpi, che interviene nella polemica. D'accordo sull'eccesso di burocrazia «l'incartamento del piano sta in 3 raccoglitori» e sulle storture di Avepa «averci a che fare fa venire i brividi», Borsato è invece poco stupito di come sono andate le cose. Primealpi, associazione che promuove i prodotti tipici del territorio, ha seguito le pratiche per alcuni casi, come le filiere delle latterie di Sedico e di Camolino. Il concetto di filiera è l'asse portante del Psr in tutte le azioni, ma pochi hanno capito che unire più aziende sotto lo stesso progetto era indispensabile per accumulare un punteggio concorrenziale. «Il Psr», spiega ancora Borsato di Primealpi, «è rigoroso su questo aspetto, perché l'Ue ha abbandonato il vecchio concetto di finanziamenti a pioggia. Primealpi ha lavorato molto per dare tono e qualità ai progetti, in modo da aumentare i punteggi, ma alcuni si sono defilati e molti allevatori hanno perso i contributi. Sapevamo fin dall'inizio, perché avevamo fatto i conti e perché ce lo avevano spiegato in maniera molto chiara Zaia e Manzato, che progetti singoli non avrebbero avuto successo. I nostri progetti di filiera hanno portato a casa finanziamenti per 3,5 milioni di euro. Stiamo già valutando il bando 2009 con la Regione, io credo che si possa riprovare». Un paio di esempi: la latteria di Tisoi, presieduta da Orazio Da Rold (coordinatore comunale di Forza Italia e autore di uno degli attacchi più duri contro la Regione sul Psr), e la latteria di Vallata Agordina con a capo Roberto Chissalè (consigliere provinciale del Partito democratico). Con scelte totalmente legittime le due latterie hanno preferito non costituire le filiere attorno alla propria attività, ma questo ha comportato punteggi troppo bassi per le latterie e per gli allevatori che vi fanno riferimento. «Almeno l'80% delle domande è stato respinto perché non si è tenuto conto della progettualità di filiera, criterio indispensabile per accedere ai fondi. Qualcuno, prima di polemizzare, farebbe meglio a informarsi e a vagliare bene i consigli che riceve». Aggiunge Gianpaolo Bottacin, capogruppo della Lega Nord in Regione, sottolineando come «da nessun'altra parte, in Europa, gli agricoltori ricevono finanziamenti pari a quelli di Veneto e bellunese». «Il Psr, come ripetuto ad ogni incontro sul territorio dal sottoscritto, da Luca Zaia e da Franco Manzato, ha introdotto dei concetti innovativi che superano la vecchia logica individualista, per costruire una progettualità territoriale e di filiera», spiega Bottacin, «Ma qualcuno non l'ha capito e continua a ragionare secondo i vecchi schemi, magari seguendo i suggerimenti di qualche politico ancorato al passato. C'è poi da rimanere stupiti di fronte alle prese di posizione perlomeno imbarazzanti di qualche addetto ai lavori. Mi piacerebbe anche sapere dove sono, ora, quei consiglieri regionali della IV Commissione, ripetutamente usciti sulla stampa dichiarandosi autori di modifiche vantaggiose per la montagna bellunese. Voglio comunque tranquillizzare il mondo agricolo bellunese», conclude il capogruppo della Lega Nord, «l'assessore Manzato e io siamo al lavoro per correggere le domande errate, cercando di farle rientrare nei criteri previsti dalla progettualità di filiera e con particolare attenzione all'imprenditoria giovanile».

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La rabbia e lo sconforto del presidente Alpagotti (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere delle Alpi" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La Cia scrive a Manzato: «Cosa c'entrano le colline?» La rabbia e lo sconforto del presidente Alpagotti BELLUNO. «Le scrivo per esprimere il mio sconforto e quello dei miei associati». Il presidente Confederazione italiana agricoltori di Belluno, Mauro Alpagotti, si unisce alla protesta delle aziende bellunesi e lo fa con una lettera indirizzata al vicepresidente della Regione Franco Manzato, che ha anche la delega all'agricoltura. Per Alpagotti le imprese bellunesi non sono state considerate strategiche, nonostante il loro oggettivo apporto al sistema montagna. «Quando lunedì mattina ho visto le graduatorie», scrive Alpagotti, «ho provato un senso di rabbia e d'impotenza nel vedere finanziate aziende agricole (per lo più vitivinicole) di Vidor, Valdobbiadene, Farra di Soligo, Refrontolo, Colle Umberto per complessivi 3,1 milioni di euro, ma escluse tutte quelle aziende che "effettivamente" operano e vivono in montagna, come quelle di Livinallongo, Enego, Caprino Veronese, Sovramonte, Asiago, Bosco Chiesanuova che tecnicamente sono state ammesse ma non sono finanziabili perché le risorse sono esaurite sulla pedemontana. Non voglio chiedere spiegazioni sul perché ciò si potuto accadere», prosegue Alpagotti. «Conosco già le risposte, le ho imparate a memoria assieme alle alchimie burocratiche che nascondono la mancanza di una politica adeguata per la montagna veneta, per il cui futuro ritengo necessaria una profonda riflessione e inversione di rotta. Per l'oggi dobbiamo partire da un constatazione evidente: non si possono accomunare le colline alla montagna; qualcosa non funziona. Situazioni diverse devono trovare procedimenti diversi, evitando possibili incomprensioni tra i cittadini di diverse aree della nostra regione. A tutto questo si somma la paradossale situazione della gestione di Avepa, che ha appesantito oltremodo la burocrazia sulle aziende agricole e che ci mette più di un anno per avviare l'istruttoria e i controlli dell'indennità compensativa e delle misure agro-ambientali legate alla montagna con conseguenti ritardi nei pagamenti. Chi rimborserà gli agricoltori per il danno subito? Ciò che è successo non fa altro che lacerare ancor di più la fragile tela istituzionale che tiene assieme la montagna con il resto del territorio veneto, generando un ulteriore scollamento tra quella fetta di stato che lei rappresentate e le genti di montagna, ed è quindi più comprensibile il perché ci sia chi insiste nel voler passare sotto l'egida di altre regioni. La rabbia e il senso di impotenza degli agricoltori è palpabile», conclude, «e mi auguro che la sua presenza all'assessorato all'agricoltura del Veneto possa creare un proficuo e continuo dialogo politico istituzionale, che pur nel reciproco rispetto dei ruoli e delle visioni dei problemi, in vista dei nuovi bandi del Psr possa portare ad una precisa e puntuale concertazione nel Tavolo verde e al superamento dell'attuale situazione».

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E i 60 alloggi da assegnare sono ancora senza elettricità (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

E i 60 alloggi da assegnare sono ancora senza elettricità Sessanta appartamenti popolari nuovi di zecca pronti per la consegna. Ma gli inquilini devono aspettare, perchè l'intero condominio è privo di energia elettrica. La vicenda della casa comunale di via Volta è uno degli esempi più lampanti di come la burocrazia possa mettere i bastoni fra le ruote ad un progetto di utilità sociale. «Non possiamo consegnare gli alloggi fino a quando l'Enel non allaccierà i contatori alla cabina elettrica che abbiamo costruito contestualmente alla realizzazione del nuovo condominio - dice l'assessore ai lavori pubblici Battù - purtroppo, nonostante le nostre continue sollecitazioni, l'azienda elettrica non ha ancora fatto il collegamento. Anzia, continua a chiederci nuova documentazione burocratica». E intanto il tempo passa e quegli appartamenti rimangono vuoti. Una beffa per quei sessanta potenziali inquilini (fanno parte dei quasi 3.000 in lista d'attesa per un alloggio in città) che stanno aspettando. Anche questa mattina si terrà un incontro tra tecncic di via Roma e un legale dell'azienda elettrica per un'ulteriore verifica sulle documentazioni. «Il problema è che fino a quando non abbiamo l'energia - dice Battù - non possiamo effettuare i collaudi degli impianti elettrici e di riscaldamento all'interno della casa». Una situazione simile si è verificata anche a Cittadella, dove gli alloggi per anziani costruiti dal Comune non possono ancora essere assegnati per dei lavori dell'Enel ad una cabina elettrica (lavori in corso).

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Zaia assume 68 precari, ma a Roma (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 20-11-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Burocrazia

L'appello del senatore Giaretta (Pd): «Soldi sottratti alle aziende agricole. La Lega fermi Roma ladrona» Zaia assume 68 precari, ma a Roma Il ministro: «Provvedimento deciso da chi mi ha preceduto» La manovra del centrodestra costerà tre milioni di euro SIMONETTA ZANETTI VENEZIA. Se i precari veneti piangono, quelli romani ridono. A Roma la maggioranza ha proposto un emendamento per stabilizzare 68 lavoratori assumendoli al ministero delle Politiche agricole, sul cui campanello svetta il nome di Luca Zaia. Una manovra che - se dovesse passare - sottrarrà al portafoglio del ministro trevigiano 3 milioni di euro destinati alle imprese di settore. L'emendamento, primo firmatario il senatore Izzo (Fi), interviene su un atto del Senato (numero 1152) una sorta di provvedimento omnibus che prevede l'adozione di misure urgenti a sostegno di lavori pubblici, autotrasporti e agricoltura. Il documento, che passerà in aula la prossima settimana, prevede la stabilizzazione di 68 unità al ministero delle Politiche agricole, in deroga alla normativa vigente. «Spero che il ministro, che pure non ha responsabilità in questa manovra, si opponga - sostiene il senatore del Pd Paolo Giaretta - in fondo questo è un esempio macroscopico di Roma ladrona, che esiste e colpisce: invece di asciugare i ministeri si gonfiano con nuove assunzioni, in deroga alla legge». Il segretario veneto del Pd invoca quindi un intervento in stile leghista. Sul piatto tornano le disparità territoriali che vedono il Centrosud godere di privilegi. Dopo i 140 milioni a Catania ed i 500 milioni a Roma, ecco ora tre milioni a sostegno della stabilizzazione dei precari. Vicenda che, in Veneto, al di là dei portaborse, ha avuto sorti ben più funeste. «Il Carroccio non può tollerare che tali manovre avvengano sotto il suo governo diretto - prosegue Giaretta - tanto più che in questo modo si sottraggono fondi per il sostegno al settore avicolo. Si parla tanto di federalismo e contenimento dei costi e si tolgono soldi per promuovere competitività all'agricoltura per assumere ancora personale, finendo per ingrossare la burocrazia. Ecco perché ritengo giusto che la Lega si opponga a questa iniziativa». Il Pd gioca quindi d'anticipo: «Mi risulta che questa stabilizzazione fosse voluta già dall'allora ministro all'agricoltura Alemanno che, evidentemente, ha continuato a spingere in questa direzione - conclude Giaretta - trovo tuttavia sbagliato che il destino dei precari dipenda dai padrini e non ad una specifica programmazione». Dal canto suo il ministero delle Politiche agricole precisa che si tratta di "personale idoneo" - ovvero che ha sostenuto e superato un apposito concorso - e non di comuni "precari", in attesa da tempo immemore di essere stabilizzati. Dopodiché rispedisce al mittente - in sequenza Alemanno (An) e De Castro (Pd) - ogni residua responsabilità: «Capisco il senso di quanto sta dicendo il senatore Giaretta, ma rilevo che questa volta il Parlamento si deve assumere la responsabilità rispetto ad un provvedimento che riguarda gestioni recenti e meno recenti e che nulla hanno a che vedere con la mia» risponde Luca Zaia.

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Pagare il condono e restare abusivi (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Polemica Le peripezie dei proprietari a Sagnalonga All'origine un errore del Comune di Cesana Pagare il condono e restare abusivi FRANCESCO FALCONE CESANA Costruire uno chalet di dimensioni modeste, ma immerso tra le vette più belle e incontaminate della Vialattea. Era questo il sogno degli oltre 150 proprietari di immobili di Sagnalonga e del Colle Bercia, che negli Anni 50 acquistarono dal Comune di Cesana un pezzo di terra a duemila metri di quota per metter su casa dove, in inverno, si arriva solo in motoslitta o in seggiovia. Un sogno che si è trasformato in incubo pochi anni fa: quando, nel 2000, la Regione si è accorta che un peccato originale (un gravame di uso civico sull'intera zona tra Cesana e Claviere) rendeva, di fatto, abusivi in casa propria gli acquirenti di un tempo e i loro eredi. Un abuso che i proprietari avrebbero potuto, e dovuto, sanare pagando una «multa» di 10-20 mila euro. Fin qui è storia di ieri. Una storia che almeno 20 di loro pensavano di lasciarsi definitivamente alle spalle per l'inizio della stagione invernale ormai alle porte: avendo aderito, per primi, alla procedura di conciliazione proposta due anni fa dalla Regione, con il benestare del Comune. E invece no, perché da mesi le loro richieste di regolarizzazione sono ferme negli uffici regionali, inevase. «Nei giorni scorsi alcuni proprietari sono venuti a chiedermi conto dei ritardi - ammette il sindaco di Cesana, Roberto Serra -. Ed è stato davvero frustrante dover rispondere che nemmeno noi sappiamo il perché di tutto questo tempo perso». Preso in mezzo tra le lamentele dei cittadini e le lungaggini di una burocrazia lenta, oltre che pasticciona, il sindaco ricorda che solo sei mesi fa lui stesso aveva promesso che il calvario di Sagnalonga sarebbe finito in fretta: «Per rimediare all'errore compiuto dal Comune 60 anni fa, la Regione ci aveva detto che la sanatoria sarebbe stata la via più semplice e rapida - ricorda Serra -. Come Comune, noi abbiamo fatto quanto dovevamo in tempi rapidi: accolto le richieste di sanatoria, verificato la congruità delle stime degli immobili e trasmesso tutto in Regione ad inizio anno». Poi, però, più nulla si è mosso: «Non abbiamo avuto risposte - conclude Serra -. E sappiamo che questi ritardi creano disagi enormi a chi vorrebbe vendere lo chalet tra le piste, o anche solo ristrutturarlo».

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L'agricoltura italiana alza la voce (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 20/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia L'agricoltura italiana alza la voce In 100mila a Bologna per la manifestazione nazionale di Confagricoltura. Da Brescia mille imprenditori aderenti all'Upa No all'aumento delle quote latte, meno burocrazia, sostegno alle imprese. Vecchioni: «Pronti a nuove mobilitazioni» ieri in piazza VIII Agosto a Bologna" title="Gli imprenditori agricoli di Confagricoltura ieri in piazza VIII Agosto a Bologna" onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20081120/foto/full_brescia_559.jpg',600,1234)"> Gli imprenditori agricoli di Confagricoltura ieri in piazza VIII Agosto a Bologna BOLOGNACentomila volte no all'aumento delle quote latte ed all'applicazione immediata della direttiva nitrati. Centomila volte no alla burocrazia che soffoca le imprese ed ai tagli del budget comunitario e nazionale destinati all'agricoltura. Centomila è il numero degli imprenditori, aderenti a Confagricoltura, che hanno sfilato ieri per le strade di Bologna, facendo sentire la propria voce. «L'agricoltura è la forza del Paese» ha detto il presidente nazionale, Federico Vecchioni. Dalla nostra provincia, circa mille agricoltori dell'Upa sono partiti, alle sei del mattino, per raggiungere il capoluogo emiliano, guidati dai vicepresidenti dell'Upa, Sergio Visini e Luigi Barbieri, e dal direttore, Annibale Feroldi. Numerosi i giovani presenti, testimoniando così che il settore non è vecchio e conservatore, ma chiede di essere valorizzato per la propria importanza all'interno del sistema economico nazionale. Il corteo è partito da piazza VIII Agosto, cui ha fatto ritorno, animato da striscioni, fischietti, trombe, cappellini bianchi e bandiere di tutte le località italiane. Agricoltura è imprenditorialità Gli agricoltori italiani, con la manifestazione di ieri, hanno voluto ribadire che i problemi del settore devono essere affrontati con una logica imprenditoriale. «La terra e le imprese - ha detto Vecchioni - sono un binomio indissolubile». La protesta, inoltre, aveva un obiettivo dichiarato: il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, che è impegnato a Bruxelles in una battaglia (quello per l'incremento della quota latte destinata all'Italia) che molti produttori non condividono. «La piazza di ieri ha detto un no assoluto - ha spiegato Feroldi - a un incremento delle quote, che avrebbe come effetto il deprezzamento di un prodotto che già oggi non riusciamo a vendere ad un prezzo equo». Confagricoltura, inoltre, chiede il rispetto della legge 119, a tutela della dignità del 98% di allevatori che hanno rispettato le regole. No, quindi, a sanatorie per chi ha violato la legge e non ha investito nell'acquisto di quote, continuando a produrre latte in eccedenza. «Abbiamo portato a Bologna le istanze del mondo agricolo bresciano - ha continuato il direttore dell'Upa - chiedendo a gran voce una proroga dell'applicazione della direttiva nitrati, che rischia di mettere in ginocchio la nostra zootecnia». Gli imprenditori agricoli che hanno sfilato ieri nella città felsinea hanno chiesto, inoltre, un chiarimento sull'illegittimità dell'Ici sui fabbricati rurali (che, se applicata, costerebbe complessivamente alle imprese 800 milioni di euro). Tra i problemi lamentati vi è poi l'attacco alla libera concorrenza dei consorzi agrari e l'asfissia del credito per gli investimenti alle imprese. «Non vogliamo penalizzazioni» La questione di fondo, ha detto Vecchioni in una piazza VIII Agosto gremita di bandiere bianche, «è che non vogliamo aiuti, ma neppure penalizzazioni». E invece stanno arrivando tagli pesanti al budget agricolo dell'Unione europea (mentre l'Italia sembra impegnata solo a chiedere l'incremento della quota latte) e la Finanziaria per il 2009 non convince. «Vogliono frugare nelle tasche degli agricoltori - ha incalzato Vecchioni dal palco - e queste non erano le promesse». Non solo, ha aggiunto Feroldi a margine della manifestazione, «le imprese sono vittime di una burocrazia che le mette in ginocchio». Quello che gli agricoltori chiedono al Governo, in termini di sostegno, è la difesa dei prodotti made in Italy, a fronte di una concorrenza senza esclusione di colpi che arriva dagli altri Paesi. «Ogni giorno - ha sintetizzato Vecchioni - i produttori italiani garantiscono una qualità che non ha nessuno». Ecco perché, ha aggiunto il direttore dell'Unione provinciale agricoltori di Brescia, «è necessario preoccuparsi per il calo dei prezzi delle carni bovine e suine, di elevata qualità e prodotte con costi in continua crescita per le imprese. Infine - ha concluso Feroldi - è bene che il Governo risolva la questione relativa alla concia delle sementi, altrimenti alla fine dell'inverno ci saranno ulteriori costi per i produttori. Anche se la vera soluzione, mettendo da parte falsi ambientalismi, sarebbe utilizzare gli Ogm». Quindici giorni di tempo Davanti ad una piazza gremita, Vecchioni ha salutato gli agricoltori come «il popolo che produce ricchezza nel Paese, quelli che non sono fannulloni, che non stanno negli uffici e che si alzano alle cinque del mattino». Nei prossimi quindici giorni, ha spiegato il presidente di Confagricoltura, si giocherà il futuro delle aziende agricole italiane, con la chiusura del negoziato sulla Pac e i provvedimenti attesi dal Governo nazionale. «C'è il rischio - ha concluso Vecchioni - che lo Stato mangi ancora una volta i nostri soldi: allora i nostri trattori arriveranno fino a Roma». «Il Governo ha quindici giorni di tempo - hanno rimarcato i dirigenti bresciani dell'Upa - per prendere i provvedimenti necessari: poi la mobilitazione di Confagricoltura sarà permanente e seria, non così pacifica come quella che si è vista ieri per le strade di Bologna». Come a dire che siamo solo all'inizio. Guido Lombardi g.lombardi@giornaledibrescia.it

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La Banca del tempo paga i dividendi ora per ora (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 20 Novembre 2008 PROVINCIA Pagina 37 PESCHIERA. Cresce il progetto avviato un anno fa: ora c'è una segreteria all'Informagiovani per accogliere i nuovi «soci-clienti» La Banca del tempo paga i dividendi «ora per ora» Impiegati, artigiani e anche professionisti sperimentano lo scambio di servizi e ora vogliono espanderlo Partita in forma sperimentale nel settembre del 2007, «Ora x Ora», ovvero la «Banca del tempo» di Peschiera, si presenta adesso ufficialmente per farsi conoscere e allargare di molto, questo è l'obiettivo, il numero delle adesioni. «L'idea di costituire una "Banca del tempo" è nata dall'incontro delle progettualità del Servizio educativo territoriale del Comune, in particolare del servizio Informagiovani, e di un gruppo di genitori, il Gruppo "Rullo di Tamburi", già impegnati nel promuovere attività di aggregazione a favore dei giovani (Cinema per ragazzi) in collaborazione con l'Associazione di promozione sociale Philos», spiega Cristina Bertucco, consigliere comunale incaricato al sociale e per le associazioni. «L'iniziativa», prosegue Bertucco, «è stata accolta favorevolmente dalla nostra amministrazione per la sua doppia valenza sociale: «Ora x Ora», infatti, non serve solo a dare risposta a chi ha bisogno di questo tipo di servizio, ma diventa anche una preziosa occasione per creare una fitta rete di relazioni sociali sul territorio anche tra persone che non si conoscono e arrivano però a incontrarsi grazie al fatto di avere saltuariamente bisogno di capacità e disponibilità diverse dalle proprie». «Si potrebbe semplicemente dire che si tratta di uno scambio di favori quantificati in ore», precisa Magda Schiff, tra le promotrici della Banca del tempo arilicense. «L'ora vale 60 minuti per tutti, indipendentemente dal tipo di lavoro offerto o dalla professione esercitata. Non si tratta di volontariato, ma di vero e proprio scambio: chi viene richiesto per un'ora diventa creditore della banca e potrà "riscuotere" la sua ora quando avrà bisogno di uno dei servizi offerti da uno qualsiasi degli altri aderenti all'iniziativa». Positivo il bilancio di questo anno di sperimentazione: i soci attuali sono 17, sia uomini che donne; tra questi sono rappresentate tutte le età e le categorie professionali: impiegati, casalinghe, liberi professionisti, operai, artisti, interpreti, pensionati. I servizi offerti vanno dall'aiuto per piccoli lavori e burocrazia alla cura della persona, dalle conversazioni in lingue straniere a lezioni di informatica ed altro; dalla animazione di compleanni a lavori di giardinaggio, organizzazione di gite ed escursioni, compagnia, lezioni di pittura, babysitteraggio, trasporto. «Non si tratta di lavoro», puntualizza Magda Schiff. «Ogni attività, infatti, va intesa come aiuto una tantum». A conferma del suo valore come promozione di rete di relazioni, «Ora x Ora» partecipa attivamente e promuove altre iniziative come il laboratorio «Arte in bottega» del Progetto giovani comunale. Per permettere la diffusione dell'attività di «Ora x Ora» sono in corso di realizzazione alcune iniziative mirate: la divulgazione, a cura dell'amministrazione comunale, attraverso manifesti e volantini mentre i soci della Banca del Tempo stanno avendo incontri sul territorio. Per informazioni e iscrizioni ci si può comunque rivolgere direttamente alla segreteria di «Ora x Ora» che sarà aperta tutti i venerdì, dalle 17,30 alle 18,30, presso l'Informagiovani di Peschiera (Caserma d'Artiglieria Porta Verona, telefono: 0456401112).  

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La cura del rettore: <TROPPI CORSI inutiliORA PARTONO I TAGLI> (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La cura del rettore: «TROPPI CORSI inutiliORA PARTONO I TAGLI» L'annuncio nGENOVA. A partire dal prossimo gennaio l'Università di Genova attuerà il taglio del dieci per cento dei corsi di laurea. A darne notizia è il rettore Giacomo Deferrari, intervenuto ieri durante l'inaugurazione della nuova residenza per studenti in via Balbi costruita nell'edificio che ospitava l'hotel Milano Terminus. Il taglio, previsto dal piano di razionalizzazione dell'offerta didattica sulla base della legge 270, comprenderà anche corsi di laurea attualmente in programma. «L'obiettivo di questi tagli è la diminuzione dei corsi di laurea inutili, che contano pochi iscritti e troppi docenti impiegati. È necessario ottimizzare l'utilizzo delle risorse e, come già illustrato nel mio programma, un primo passo sarà appunto quello di cancellare quei corsi che servono unicamente a sfornare nuovi disoccupati - ha spiegato Deferrari che oggi parteciperà per la prima volta al comitato dei rettori italiani a Roma -. Questi tagli non lasceranno senza lavoro i docenti interessati che saranno invece dirottati verso la ricerca, risorsa indispensabile per la rinascita dell'Università». Il taglio sarà attuato in base alle segnalazioni delle singole facoltà, che entro il 2 dicembre dovranno fornire indicazioni e proposte sui corsi che verranno eliminati dall'organo di governo dell'Università di Genova. In un momento di crisi dell'istruzione italiana, la reazione dell'ateneo genovese sarà basata anche sulla collaborazione con gli studenti, sulla semplificazione e ottimizzazione di amministrazione e burocrazia e sugli investimenti edilizi come quello per le residenze riservate agli studenti. «E' chiaro a tutti quanto l'Università stia vivendo un momento difficile, tuttavia è importante creare una sinergia tra l'ateneo, gli studenti e la stessa città di Genova, in modo che i cittadini possano capire quali sono gli obiettivi e le strategie del mio mandato - Proprio per questo motivo a dicembre il rettore presenterà ufficialmente il programma alla città - In questo modo al termine del mio incarico sarà possibile tracciare un bilancio sull'operato, valutando i risultati effettivi e le nuove prospettive». Giacomo Deferrari ha voluto poi sottolineare quanto i tagli all'Università possano essere controproducenti se effettuati in modo indiscriminato: «Questo decreto per riformare l'istruzione può ancora migliorare valorizzando gli atenei più virtuosi e funzionali». Quanto ai giovani universitari protagonisti delle manifestazioni di protesta di questi giorni, Deferrari sostiene che «le occupazioni simboliche sono un buon veicolo per esporre il dissenso sull'incuria subita dall'istruzione negli ultimi anni, tuttavia è importante fare attenzione ai toni senza esagerare. Il governo ha già mostrato importanti aperture al confronto». Dopo le dichiarazioni ai cronisti il rettore ha partecipato all'inaugurazione della residenza per gli studenti in via Balbi, consegnando le chiavi delle camere ai ragazzi e sottolineando l'importanza di una Genova capace di attirare studenti da tutto il mondo: «Questo è un esempio efficace della nostra volontà di migliorare l'università. In un momento di tagli è importante trovare collaborazioni e nuove sinergie. Esistono molti edifici inutilizzati, bisogna valorizzare questo patrimonio immobiliare». Matteo politanò il giudizio"Alcuni servono soltanto a sfornare disoccupati e vanno eliminati subito" 20/11/2008

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L'Euromed, Genovae gli inutili antagonismi (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'Euromed, Genovae gli inutili antagonismi luigi leone Come una madonna pellegrina, il presidente della Camera di Commercio genovese, Paolo Odone, va per convegni e appuntamenti di vario genere ripetendo una litania: «È indispensabile riporre ogni velleità di antagonismo fra enti, associazioni e singoli protagonisti della vita pubblica, focalizzando gli obiettivi e perseguendoli mettendosi al loro servizio come un sol uomo». Smascherano, le parole di Odone, il vero vizio capitale che imprigiona Genova in un inspiegabile cupio dissolvi: avere la mano destra perennemente in lite con quella sinistra. Senza alcun riferimento politico, sia chiaro. Perché, anzi, lo sport più diffuso è esattamente quello di dividersi (verrebbe da utilizzare ben altra colorita gergalità popolare) quando si sta nella stessa parrocchia. Politica, associativa, di circolo sportivo, dopolavoristico o quant'altro elencabile. Prendiamo, ad esempio, questa storia del Forum Euromediterraneo della Società Civile, che il 13 e il 14 marzo dovrebbe sbarcare a Genova una duecentina di persone (Università, Camere di Commercio, enti no profit, centri di ricerca, magari commissari e parlamentari europei), chiamate a discettare di inclusione sociale, ruolo della donna, pluralismo dell'informazione, energia, cambiamenti climatici. Tutti sul carro dell'Unione per il Mediterraneo, il "club" varato mesi fa per la forte volonta del presidente francese Nicolas Sarkozy, e la cui sede è stata fissata a Barcellona? Macché.L'iniziativa - che fa perno sulla Regione Liguria guidata da Claudio Burlando e su un ex eurodeputato perennemente in cerca d'autore, Roberto Speciale, animatore del Centro In Europa che s'accaparra l'organizzazione dell'appuntamento - è semmai in competizione (se non mirata a contrastarlo) con il tentativo di portare a Genova una Biennale del Mediterraneo, ipotesi rimasta sul tappeto dopo che la candidatura per la sede dell'Ump è naufragata avendo il governo italiano deciso, nel quadro delle relazioni internazionali, di sostenere la città spagnola. Perché? La semplice ragione è che se ne sta occupando anche il sindaco, Marta Vincenzi. Naturalmente, Burlando, Speciale e quant'altri si stracceranno le vesti, diranno che trattasi della solita forzatura giornalistica, che casomai è un arricchimento della funzione disegnata per Genova nell'area Euromed, che questa nostra presa di posizione ha origine nel fatto che l'idea è stata proprio del Secolo XIX. Sì, la Biennale è intellettualmente figlia di questo giornale e ciò non è ininfluente nella difesa che se ne fa. Ma il punto non sta qui. Il compito nostro non è organizzare eventi, bensì informare e fare il "cane da guardia" rispetto al potere nelle sue diverse declinazioni (promuovendo le cose ben fatte dalle istituzioni, intese in senso lato, esattamente come si bacchettano quelle fatte male). Ciò significa non sottrarsi ai doveri dettati dall'appartenere alla classe dirigente e può condurre anche a formulare dei suggerimenti. Il sindaco ha raccolto quello della Biennale: se ha sbagliato a farlo sia perché l'errore sta nel suggerimento - ma nessuna obiezione si è levata nel merito - e non perché si chiama Marta Vincenzi. Detto con la leggerezza chi non le ha lesinato critiche: per l'ennesima volta, un atteggiamento scioccamente antagonista rischia di pregiudicare un'opportunità. Ancora in troppi, a Genova, non riescono a coltivare l'umiltà di mettersi al servizio di una buona idea: soprattutto quando viene da altri o quando a gestirla è qualcuno che si reputa un avversario. Sarebbe tempo di cominciare se si vogliono dare gambe al futuro della città. leone@ilsecoloxix.it 20/11/2008 Massimo Zamorani Da molto tempo ormai, dalla fine della Seconda guerra mondiale, i sociologi hanno preconizzato l'avvento della civiltà dei servizi. Dopo la seconda rivoluzione industriale la società si sarebbe indirizzata verso il progresso, la diffusione, la dilatazione dei servizi in quanto nuovo settore economico ma anche sociale. In effetti questo è avvenuto in primis negli Stati Uniti, sempre all'avanguardia tecnologica e industriale, poi in Europa. In effetti anche la burocrazia pubblica in Germania, Paesi Scandinavi e Svizzera si è trasformata e persino il passaporto si ottiene con una semplice telefonata. La Spagna, che in quanto a servizi ferroviari fino a una ventina di anni or sono era rimasta piuttosto indietro rispetto allo standard europeo, oggi ha raggiunto un livello per noi invidiabile in quanto a regolarità, puntualità e comfort. Dalla civiltà dei servizi è rimasta purtroppo assente l'Italia ed è sufficiente considerare proprio lo stato delle ferrovie per dedurre l'irrimediabilità di questa assenza. Passiamo alle Poste. Negli anni Cinquanta la corrispondenza veniva distribuita due volte al giorno e negli anni Novanta era stata inventata la categoria della posta prioritaria: dietro pagamento di un francobollo a prezzo superiore, l'utente poteva confidare in un inoltro più sollecito della corrispondenza. Poi la tariffa maggiorata venne estesa a tutta la corrispondenza e va da sé che quando tutta la posta diventa prioritaria è come dire che non ci sono priorità, però la maggiorazione della tariffa resta stabile. Cittadino-contribuente-elettore buggerato una volta in più. C'è però dell'altro: l'irregolarità della distribuzione. Può accadere - ed è accaduto in questi giorni - che per una ragione o per l'altra la posta non venga recapitata a destinazione per cinque giorni e allora cosa fate? Telefonate alla segreteria territoriale il cui numero, per noi genovesi, è 010.5755251. Dopo non poche chiamate rimaste senza risposta, ma condite da una spiacevole e roboante musica, finalmente vi risponde una gentil voce femminile che si dichiara incompetente ma vi suggerisce di rivolgervi allo 010.8423078. A questo numero la musica che vi propinano è di livello migliore, ma è senza soluzione: la melodia ogni tanto si interrompe per assicurarvi che dovete attendere solamente qualche minuto per ottenere una voce umana in risposta. Attendete dieci minuti, poi attaccate e richiamate per rimanere in ascolto ancora un quarto d'ora, ma non succede nulla all'infuori dell'audizione musicale. Provare per credere. A questo punto vi rendete conto di due cose: il meccanismo di chiamate con successione di risposte inconcludenti, che vi induce a schiaccare una snervante sequenza di numeri inutili è stato verosimilmente concepito per un duplice scopo: evitare di personalizzare le responsabilità e sbertucciare il cittadino-contribuente-elettore. Altro caso genovese esemplare: dopo la tempesta di mercoledì 29 ottobre, alcune linee telefoniche sono andate in avaria con conseguente blocco degli apparecchi, rimasti isolati. La segnalazione a Infostrada da parte di un utente abbonato a questa societàè stata ricevuta con assicurazione che nel giro di quattro-cinque giorni il problema sarebbe stato risolto. In capo ai cinque giorni le richieste di ripristino della linea sono divenute sempre più pressanti e le risposte sempre più evasive: «Provvederemo, forse in giornata, è possibile che siate transitati ad altra società (non vero), un'ispezione richiede ancora altri quattro-cinque giorni» e via così per tre settimane. Dopodiché la linea ha potuto essere ripristinata grazie all'intervento di Telecom. Allora la tanto lodata concorrenza tra società telefoniche a cosa approda? La risposta è sempre la stessa: a una gara finalizzata a prendere in giro il cittadino-contribuente-elettore promettendogli servizi migliori a prezzi convenienti. Il meccanismo è sempre valido: evitare che ci sia un interlocutore diretto, mettendo l'utente in condizione di non sapere mai cosa gli succede e come approdare a una soluzione. La storia della civiltà dei servizi si identifica con la leggenda del sol dell'avvenire, nel quale si deve aver fede, magari proiettandone i raggi sui figli e sui nipoti. Ciò vale, sempre per restare a Genova, per tanti altri elementi della vita urbana: dal trasporto pubblico che va sempre peggio, alle condizioni delle strade sempre più scassate, dai giardini pubblici sempre più trascurati alle prestazioni sanitarie sempre più dilazionate nel tempo, dai vigili urbani sempre meno efficienti ai blocchi stradali sempre più numerosi, dalla sicurezza pubblica sempre più carente alla nettezza urbana sempre meno netta. C'è chi dice che l'abolizione della meritocrazia, con conseguente livellamento generale alla bassa quota e rinuncia a premiare e punire, giochi anche ai fini dell'incapacità di accedere a quella che in effetti è la moderna civiltà dei servizi. È un'opinione verosimile. massimozamorani@libero.it 20/11/2008 Basta guardare le Poste o le Ferrovie per vedere come i contribuenti italiani vengono buggerati 20/11/2008

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sprechi e burocrazia così muore l'ippodromo (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

I motivi di una crisi ignorata per troppo tempo Sprechi e burocrazia così muore l'ippodromo CHILIVANI. Un mese di sciopero per difendere il diritto di esistere. Le corse si erano interrotte il 10 ottobre scorso per la protesta proclamata da tutte le categorie dell'ippica (proprietari, allenatori, fantini) stanche di non riuscire a farsi ascoltare dai responsabili istituzionali. A Chilivani saltò la 33ª edizione del Gran Premio Regione sarda, corsa ambitissima seppure declassata a soli 9.900 euro di montepremi. All'ippodromo romano di Tordivalle è stato il Derby del trotto a fare le spese dello sciopero e a San Siro non si sono disputate le corse classiche di fine stagione, fra cui il Jockey Club. Uno sciopero sofferto ma sostenuto da forti motivazioni: i segnali provenienti dall'Unire erano inequivocabili. Il continuo calo del volume delle scommesse che già aveva indotto - fra agosto e settembre - ad una forte riduzione del numero delle giornate e delle corse, rendeva necessaria un'ulteriore ridimensionamento del montepremi. E così il Comitato di crisi costituitosi già da qualche mese, con l'appoggio compatto di tutti gli operatori professionali, ha proclamato la serrata a tempo indeterminato. Un mese di proteste, anche clamorose, che hanno visto blocchi stradali con cavalli ai bordi del raccordo anulare di Roma, o manifestazioni davanti alle sedi Rai colpevoli di non dare informazione adeguata, l'incursione nella sede televisiva dell'Unire con blocco delle dirette delle corse estere, sino all'occupazione del Ministero delle politiche Agricole, hanno sortito l'effetto sperato. Il ministro Zaia è riuscito a far accettare la proposta di un emendamento alla legge Finanziaria in discussione in Parlamento e giovedì 8 novembre è stata finalmente approvata la cosidetta norma "salva ippica". Hanno votato a favore anche molti parlamentari dell'opposizione sicchè il testo è stato approvato con 389 voti a favore e soltanto 6 contrari. L'emendamento ha in primo luogo previsto l'erogazione di un contributo straordinario di 25 milioni di euro finalizzato a garantire il montepremi delle corse in calendario per tutto il 2008. Per quanto riguarda il risanamento del bilancio dell'Unire e per consentire di programmare la stagione 2009 è stata invece ritoccata l'aliquota di prelievo fiscale sul gioco delle slot machine, aumentandolo di uno 0,7 % che andrà a beneficio dell'ippica. Con il previsto gettito di 130 milioni di euro, si dovrebbe poter garantire il montepremi del 2009 e la ristrutturazione della situazione finanziaria dell'Unire. Anche l'Unire con il suo "silenzio assenso" ha favorito il buon esito dell'operazione. Governata da un consiglio di amministrazione che è entrato in carica soltanto a febbraio, appesantita da una burocrazia lenta e inefficiente, abbandonata dal segretario generale Melzi d'Eril che si è dimesso nella fase cruciale del ridimensionamento del montepremi, l'Unione nazionale incremento razze equine sta scontando i tanti errori e le tante scelte sbagliate che si sono accentuate soprattutto a partire dai primi anni 2000. L'incapacità di ottenere dai concessionari i canoni stabiliti dalle convenzioni, la lentezza nell'adottare provvedimenti innovativi dei sistemi di giocata - che dovevano passare al vaglio dell'Amministrazione dei Monopoli di Stato (altra grande responsabile del progressivo calo delle scommesse, date le sue lentissime procedure), gli sprechi legati alla gestione corrente e altre scelte errate ne hanno determinato la crisi finanziaria che, alla fine, non si poteva più fronteggiare o nascondere. Ma se questa nuova norma di legge ha ridato speranza agli operatori del settore non mancano preoccupazioni per il futuro. In primo luogo l'eventuale reazione dei titolari delle slot machine che potrebbero fare lobby per modificare l'emendamento al Senato. Difficile poi trovare una soluzione definitiva per l'Unire. C'è chi lo vorrebbe privatizzare ma, in ogni caso, il ministro Zaia ha preannunciato una seria verifica dei bilanci ed una sorta di amministrazione controllata sino a quando non sarà possibile un suo riassetto produttivo. Infine il nodo non più procrastinabile: una ristrutturazione dei programmi e una drastica riduzione del numero delle corse. Ciascun ippodromo dovrà rinunciare a qualche giornata ordinaria, ma sarà un sacrificio che il mondo dell'ippica sembra pronto ad accettare. Diego Satta

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sermetra anti-burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

I DOCUMENTI DELLE AUTO Sermetra anti-burocrazia Se Carta di circolazione e Certificato di proprietà fossero un unico documento (ci stanno pensando anche altri Paesi europei) non soltanto si razionalizzerebbe un ambito rallentato dalla burocrazia, ma si taglierebbero costi inutili (circa 150 milioni di euro l'anno). E' la strada che sta cercando di seguire Sermetra, la più grande rete italiana di Agenzie di pratiche d'auto (2.400), assieme all'Unasca, che riunisce le autoscuole. Risultati e progetti sono stati presentati ai giornalisti Uiga nel corso dell'elezione a Rimini dell'Auto Europa 2009. Tra i "fiori all'occhiello" i risultati ottenuti in Campania, Lombardia, Veneto e Marche dove è stato possibile in pochi mesi sanare circa 100 mila situazioni legate a contenziosi per le tasse auto. L'EcoDoc è un altro servizio molto apprezzato, in grado di produrre un documento certo sulle caratteristiche ecologiche del proprio veicolo.

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riapre la piscina restano i problemi - dario prestigiacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XV - Palermo è ancora inceppato l´iter per un nuovo impianto Riapre la piscina restano i problemi Il progetto presentato dalla società Nadir per una struttura allo Zen resta impigliato nelle maglie della burocrazia comunale DARIO PRESTIGIACOMO Dopo quasi tre settimane, la piscina comunale di viale del Fante torna a funzionare a pieno regime. Ieri mattina, i tecnici del Comune hanno dato il via libera alla riapertura della vasca interna e della palestra, che erano state chiuse a fine ottobre per la caduta di pezzi di marmo e di calcinacci dalla parte superiore dell´impianto. «Sono stati portati a termine i lavori per mettere in sicurezza la struttura e ottenere così l´agibilità provvisoria - spiegano dagli uffici di viale del Fante - Inoltre, è stato rimpiazzato un tubo dell´impianto di riscaldamento dell´acqua che si era rotto nei giorni scorsi». La piscina comunale sembra così aver risolto i problemi strutturali e nei prossimi giorni potrebbe arrivare anche una buona notizia per utenti e associazioni sportive sul fronte del personale dell´impianto: l´assessorato allo Sport, infatti, che ha recentemente avuto la delega per la manutenzione degli impianti sportivi (prima di competenza dell´assessorato al Patrimonio), sembra aver trovato un accordo con le società di nuoto per risolvere l´annosa carenza di bagnini. L´iniziativa potrebbe essere annunciata già la prossima settimana. A prescindere dalle sorti della piscina comunale, restano però irrisolte le perplessità delle stesse associazioni sportive, che da tempo sono alla ricerca di soluzioni alternative per portare avanti le loro attività, senza subire le vicissitudini dell´impianto di viale del Fante, che solo negli ultimi sei mesi è stato chiuso ben quattro volte. Per questo, la Nadir, una delle associazioni di nuoto più grandi della città, sta provando da 10 anni a costruirsi un impianto tutto suo. Per farlo, ha creato una società ad hoc, la Nadim, che ha a sua volta presentato un progetto all´amministrazione comunale. Il progetto (un impianto che dovrebbe sorgere vicino il Velodromo, con palestra, ristorante e due vasche, una corta al coperto e l´altra olimpionica all´aperto) è stato inserito nel ?98 in un Programma integrato d´intervento (Pii) del Comune. «Ma da allora - dice Maurizio Caleca, l´architetto che ha progettato l´impianto - l´iter burocratico si è inceppato più volte. Noi, intanto, abbiamo già acquistato l´area in cui sarà realizzata la struttura, ma i lavori, che sarebbero dovuti partire entro il marzo scorso, sono ancora fermi. I problemi sono essenzialmente due. Da un lato non possiamo posare neanche un mattone perché, per legge, dobbiamo attendere che partano gli interventi del Pii di competenza del Comune. Dall´altro, secondo le tabelle attualmente in vigore, il nostro impianto, che ha un contenuto sociale riconosciuto, è paragonato a un´impresa commerciale e così dovremmo pagare circa un milione e 400 mila euro per gli oneri concessori. Cifra che non siamo disposti a sborsare». La vicenda è complessa, ma la Nadim non è disposta ad arrendersi: martedì scorso, in una conferenza stampa, ha lanciato un appello alle istituzioni affinché risolvano la questione in tempi brevi. E per dare così alla città un nuovo e funzionale impianto.

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ma solo biasotti e pittaluga incassano (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina V - Genova I finanziamenti finiscono nelle casse dei partiti. Due i leader presenti in consiglio Ma solo Biasotti e Pittaluga incassano Quando si dice la burocrazia: i rimborsi elettorali per le elezioni regionali, come quelle nazionali, vanno ai partiti o alle singole liste e non vengono assegnati ai gruppi regionali. Lo specificano i funzionari dei partiti che si occupano delle tesorerie. Il principio della legge, spiegano, è quello dei rimborsi ai partiti per i costi sostenuti nelle campagne elettorali. Tradotto dal burocratese significa, per esempio, che né Michele Boffa, capogruppo del pd, né Gabriele Saldo, capogruppo di Fi, ricevono direttamente un euro di quei rimborsi che invece vanno alle segreterie regionali dei partiti, del Pd come di Fi, come di An, della Lega, dei verdi, di Rifondazione del Pdci, dell´Udc. E´ tanto vero che Michele Boffa, capogruppo del Pd, spiega come il fatto che sia sparito il gruppo Uniti per l´Ulivo (che si era presentato alle elezioni del 2005) per trasformarsi in gruppo del Pd, non ha alcuna influenza sui rimborsi elettorali. «Non conosco il meccanismo rpeciso _ dice _ ma sicuramente quei rimborsi andranno a Margherita e Ds, i partiti che nel 2005 costituirono la lista Uniti nell´Ulivo. Prnederanno ciascuno quello che gli spetta e poi tutto lo faranno confluire nel Pd. Quello che voglio dire è che non ci sono problemi, non esiste un contenzioso del tipo di quello che si era verificato nell´epoca post-Dc». E le liste regionali come quella dell´ex governatore Sandro Biasotti o Gente della Liguria, la lista civica del presidente Claudio Burlando che lo ha sconfitto nel 2005? Anche nel loro caso i quattrini non vanno al gruppo consiliare che li rappresenta in Regione ma al movimento in quanto tale. Sandro Biasotti con la consueta franchezza spiega, ad esempio: «Noi nel 2005 abbiamo fatto una campagna elettorale molto impegnativa che ci è costata molto. E il rimborso elettorale non viene pagato in un´unica soluzione, ma viene frazionato anno, per anno. Il fatto è che tu quei quattrini li hai già spesi e infatti alla fine siamo tutti esposti con le banche e rientriamo a poco a poco». Insomma, far politica costa. «Tenere in piedi una lista, un movimento come il nostro _ dice Biasotti, che ora è deputato _ costa soldi e impegno. Anche perché la politica e le iniziative non le fai solo in campagna elettorale. Incontri, convegni, banchetti per incontrare i cittadini, se ne fanno continuamente». A livello locale, non sarebbero sufficienti i fondi che la Regione affida ai gruppi per il loro funzionamento? «Movimento e gruppi sono cose diverse. Non posso spendere i soldi del gruppo regionale per attività politiche della mia lista».

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import-export certificato con l'operatore economico (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dogane. Nuova figura nella rete del commercio estero Import-export certificato con l'operatore economico Abbattere i tempi della burocrazia: questo è l'obbiettivo CAGLIARI. Import-export di semplificazione e agevolazione doganale. è stato questo il tema del seminario organizzato dalla Direzione regionale delle dogane e dal Centro servizi per le imprese della Camera di commercio. Dopo la presentazione del presidente del Centro, Sisinnio Fadda, è stata presentata la figura del'Aeo, ovvero l'authorized economic operator. «Il primo progetto di certificazione doganale nazionale risale al 2003 - ha detto ga Francesco Pitzurra, coordinatore regionale Aeo - ma da quest'anno è in vigore il nuovo programma di certificazione spendibile sull'intero territorio della comunità. Cinque anni fa era iniziata la certificazione ma la risposta fu molto tiepida da parte del sistema economico sardo che registrò rispetto alla penisola una media davvero molto bassa. Solo quattro operatori chiesero la certificazione, nonostante i vantaggi che ne potevano scaturire». Meno controlli fisici e documentali con l'intento di abbattere i tempi di sdoganamento e, soprattutto, semplificazione della burocrazia: sono questi i maggiori vantaggi di questo nuovo strumento dell'Operatore economico autorizzato, che nasce solo su impulso delle imprese che decidono di aderire al progetto per usufruire di benefici, se si è meritevoli e affidabili: «Il progetto comunitario Aeo - conclude Marcello Demuro, responsabile dell'Area verifiche e controlli della Direzione regionale delle dogane - nasce anche in seguito a delle richieste di maggiore sicurezza soprattutto dopo i fatti dell'11 settembre, sulla base del "wco-safe" elaborato nell'ambito dell'organizzazione mondiale delle dogane per garantire la sicurezza in senso lato di tutti gli scambi commerciali. La figura dell'Operatore economico autorizzato agisce nell'ambito di questo documento e si riferisce a tutti gli attori della catena internazionale di approvvigionamento». I dettagli e gli aspetti tecnici della nuova disciplina sono stati illustrati da Antonio Pani, responsabile dell'Area Verifiche dell'Ufficio delle dogane di via Riva di Ponente. (sc)

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al giglio lo sport si farà al coperto (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Aperto il cantiere Al Giglio lo sport si farà al coperto ISOLA DEL GIGLIO. Finalmente ci siamo. L'apertura del cantiere a Giglio Campese è arrivata ad annunciare che entro la primavera del 2009 l'isola disporrà di un impianto sportivo comunale coperto, in grado di consentire a tutti, ed in particolare ai ragazzi delle scuole, di fare attività motoria in ogni stagione. Nel darne notizia, il sindaco Attilio Brothel mostra tutta la soddisfazione sua e dell'amministrazione comunale, dato che considera la palestra come «una di quelle opere pubbliche destinate a cambiare il volto dell'isola, che ha comportato tanta fatica e tanto impegno a causa di una burocrazia mostruosa, fatta di leggi sempre più complesse, vincolanti e difficilmente interpretabili». Ed annuncia, Brothel, che la palestra al Campese «si colloca in un programma che prevede grande attenzione verso il miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini in generale ed agli studenti e ai giovani ai quali - aggiunge - diamo un'opportunità in più per svolgere esercizio fisico e l'attività sportiva, insostituibili fattori per una crescita armonica». P.T.

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venti minuti per prenotare una visita (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Piero Marongiu Venti minuti per prenotare una visita Macomer, i tempi allo sportello creano lunghe file MACOMER. «Ci sono voluti esattamente 19 minuti per fare una semplice prenotazione di una visita specialistica e una serie di esami. Un'assurdità». A dirlo è un signore che ha trascorso la mattinata in fila davanti agli sportelli del Centro di prenotazione unico (Cup) del Distretto sanitario di Macomer, dipendente dalla Asl 3 di Nuoro. «Questa è la seconda volta che vengo personalmente, visto che il numero telefonico risulta perennemente occupato». «L'altro pomeriggio dopo quasi due ore di fila - dice sconfortata un altro utente - sono dovuto andare via perché dovevo rientrare in paese e rischiavo di perdere l'autobus, ma è tutti i giorni la stessa cosa. Non si può trattare la gente in questo modo». Le lamentele delle persone che affollano la sala d'attesa aumentano. Le due impiegate allo sportello, probabilmente quelle meno responsabili di questa situazione, sono quelle che si devono subire la rabbia degli utenti inviperiti. Il sistema sembra strutturato più per soddisfare la burocrazia aziendale che per venire incontro ai bisogni della gente. «Si ha l'impressione che le impiegate non abbiano molta dimestichezza con il sistema informatizzato. Per sbrigare una persona impiegano mediamente dai 15 ai 20 minuti: un'eternità». Tra le persone che affollano la sala d'attesa ci sono utenti che arrivano dai paesi vicini. Molti sono anziani e anche malati: qualcuno arriva con il servizio di autonoleggio e, oltre a perdere la mattinata davanti allo sportello, deve pagare salatamente il tempo d'attesa del noleggiatore. Una beffa che si va ad aggiungere al disagio. Altri utenti, dopo un'attesa interminabile, vanno via inviperiti. Chiamare il numero verde di Nuoro è altrettanto difficile: tempi di attesa lunghissimi, musichetta di sottofondo e poi la linea cade. Ed è così all'infinito. Provare per credere. Un cartello del 21 ottobre recita: «Ci scusiamo per i disagi che possono verificarsi durante il periodo di rodaggio del nuovo servizio. Nel periodo interlocutorio gli utenti sono ammessi alle visite specialistiche anche se non hanno regolarizzato il tiket».

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milva: "un'onta lunga 17 anni per quel gioiello della cultura" - antonio di giacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Bari Ieri Domani La cantante: la famiglia pensa solo al denaro, ora basta indugi, si riapra al più presto Milva: "Un´onta lunga 17 anni per quel gioiello della cultura" Dioguardi: Burocrazia e politica cocktail devastante I proprietari? Smettano di fare gli affittacamere Solfrizzi: Il ministro è riuscito in un colpo a realizzare il sogno di vedere la città unita su un obiettivo ANTONIO DI GIACOMO «Ora basta, per carità. Prima l´incendio, poi le contese infinite con i proprietari e adesso la politica. Si ponga la parola fine a questa ennesima figuraccia all´italiana: il Petruzzelli deve riaprire». Il monito arriva da Milva, non solo la Rossa che tanti ricordano ma, soprattutto, la voce regina dei song di Brecht e Weill. Milva, lei ha cantato ovunque nel mondo. Vuole raccontarci perché le sta a cuore la sorte del Petruzzelli? «Ne conservo un ricordo fantastico, che risale al 1974. Venni al politeama con L´opera da tre soldi diretta da Giorgio Strehler. Dopo tre anni di successi a Milano, ci avventurammo in tournée e facemmo tappa a Bari. Con me c´era Modugno e quando vedemmo il Petruzzelli ne dicemmo meraviglie». Cos´aveva di così speciale? «Intanto, la differenza fra il Piccolo e il Petruzzelli era considerevole. Il politeama era enorme e poi quella cupola aveva qualcosa di straordinario. Le parole hanno un senso importante e so bene quali sto usando: il teatro aveva un´acustica a dir poco formidabile nonostante la vastità degli spazi. Cantammo senza usare nessun microfono, non come si usa fare oggi che è tutto amplificato. Forse adesso finalmente riapre e, sarò sincera, mi auguri che adesso tocchi anche a me un ritorno al Petruzzelli». Immaginiamo che quel ritorno sia già domani: cosa cantererebbe sul palcoscenico del politeama? «Milva ieri e oggi, per cominciare. Attingerei a piene mani dal mio repertorio e mi piacerebbe cantare il mio amato Brecht ma anche un altro grandissimo come Astor Piazzolla». Carla Fracci, Moni Ovadia, Vincenzo Cerami e Gabriele Lavia, fra gli altri, hanno offerto una propria esibizione anche gratuita purché il Petruzzelli ricominci a vivere dal 6 dicembre. E Milva? «Ci verrei sì, ci mancherebbe altro. Non è certo la paga di una sera che cambia la vita, tanto più quando si è abituati a cachet importanti. Il Petruzzelli poi è un bene prezioso, un tempio della cultura da restituire alla città e al Paese intero». Le polemiche fra il governo e l´amministrazione comunale minano però il rispetto degli impegni presi con la città. «Cose che possono accadere solo in Italia. Lo si dovrebbe riaprire, passando sopra le cose terrene come la politica. Sarebbe un gioco sporco non farlo, ingiustificabile direi, dinanzi all´arte che certo non ha colori politici di sorta. Lo spettacolo deve continuare, anzi rinascere». La querelle innescata dalla famiglia non ha aiutato la situazione. «Pensano evidentemente solo al denaro. Hanno avuto fra le mani un gioiello straordinario, ma non se ne rendono conto: il loro non mi sembra affatto un comportamento eticamente corretto». Fatto sta che, di lite in lite, sono passati diciassette anni per la ricostruzione. «Diciassette anni sono una vergogna. Un´onta che non può continuare ritardando ancora l´inaugurazione del Petruzzelli».

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Velocizzare contro la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

PRIMO PIANO pag. 3 Velocizzare contro la crisi L?incontro tra amministratori, sindacati e associazioni VELOCIZZARE i pagamenti alle imprese per immettere liquidità nel sistema produttivo; velocizzare le procedure di autorizzazione; velocizzare le opere pubbliche locali; sbloccare i fondi sociali europei nel settore della formazione dei contributi alle assunzioni. ?Velocizzare? è la ricetta sfornata dall?incontro che si è svolto ieri pomeriggio in Provincia tra amministratori, sindacati e associazioni di categoria sulle ricadute della crisi economica sul territorio labronico. I tempi degli enti locali sono biblici, con una burocrazia, da sempre nel mirino delle imprese, che ha ingessato il sistema produttivo. Sembra assurdo, ma doveva arrivare questa grande crisi per risvegliare le amministrazioni dal loro letargo. Perché gli obiettivi che Provincia e Comuni si sono dati, in questo difficile momento, dovevano far parte del dna degli enti locali. «Faremo un tavolo per seguire la crisi ? dice Kutufà ? e confidiamo negli interventi che la regione sta mettendo in atto con il mondo del credito. Fidi Toscana ha stanziato 48 milioni di euro per sostegno delle garanzie, liberando circa 500milioni di euro». Una boccata di ossigeno nel sistema tra imprese e banche, ora più che mai compromesso. «Dobbiamo immettere soldi sul territorio ? continua il presidente ? superando la grande lentezza di certe procedure amministrative. Sarebbe importante che, in questo fase, gli enti locali venissero liberati dai vincoli delle finanziarie e dai tetti di stabilità». Gli uffici degli enti locali, Provincia in testa, dovranno adattarsi alla nuova tempistica e la ragioneria sarà chiamata ad allentare le maglie della borsa. «Anche con la frusta, se necessario» sdrammatizza Kutufà, notoriamente attento alle spese. Sembra davvero una lotta contro il tempo, per sostenere le migliaia di persone che, con questa crisi, perderanno il posto di lavoro. Michela Berti

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<In via Castel dei Biagini utenti discordi sulle spese> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

AGLIANA/MONTALE/QUARRATA/SERRAVALLE pag. 15 «In via Castel dei Biagini utenti discordi sulle spese» QUARRATA Il sindaco di Quarrata interviene sulla vicenda sollevata dal consigliere Daniele Ferranti (Forza Italia) riguardo ai servizi mancanti in via Castel dei Biagini. «IN PRIMO luogo dobbiamo prendere tutti atto che l?epoca che stiamo vivendo non è semplice per nessuno: se da una parte le famiglie incontrano sempre più difficoltà, purtroppo è la situazione dell?Italia tutta che è di disagio, e anche le amministrazioni comunali non hanno risorse sufficienti a coprire le esigenze crescenti della collettività. Se a questo aggiungiamo che viviamo in un paese in cui la burocrazia regna sovrana e le leggi si accavallano l?una sull?altra rendendo l?operato di tutti sempre più difficile e lento, credo che la tattica di scaricare le colpe l?uno sull?altro sia tanto facile quanto inutile. Via Castel dei Biagini è una delle zone per cui l?amministrazione aveva ricevuto una richiesta d?intervento e fatto preparare i relativi preventivi di spesa. Il Comune è disponibile a intervenire con la compartecipazione alle spese di allacciamento anche da parte dei cittadini interessati. Capisco che chiediamo uno sforzo ai cittadini, ma lo sforzo è comune e a tale riguardo la stessa Banca di Vignole era disponibile a concedere finanziamenti a tasso agevolato per favorire un intervento che già a medio termine è vantaggioso per il risparmio dei cittadini. «Purtroppo a fronte di tanti abitanti favorevoli e disponibili a intraprendere insieme questo percorso, tanti non hanno dato la disponibilità, mettendoci nelle condizioni di non poter intervenire subito come avevamo pensato. Con questo comprendo bene le difficoltà di coloro che probabilmente non hanno potuto dare la propria adesione. Per questo come amministrazione stiamo già provvedendo a rivedere tutte le situazioni, zona per zona e via per via, per capire se ci sono situazioni in cui con un piccolo sforzo in più, si può dare avvio ai lavori. «Quello che però risulta antipatico è che la questione di via Castel dei Biagini venga trattata come un caso particolare rispetto a tante altre situazioni analoghe in questo senso. Mi dispiace che il consigliere Ferranti, abitando nella strada portata all?attenzione del consiglio comunale, l?abbia preso come un fatto personale, perché così non è purtroppo; e dico ?purtroppo? perché tante altre sono le zone e le vie della città che si trovano nella stessa identica situazione di via Castel dei Biagini». Sabrina Sergio Gori sindaco di Quarrata

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ribis chiude: addio alla storica libreria del centro (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il punto vendita di via Canciani, aperto da oltre 50 anni, è specializzato nella didattica per le scuole ed è stato punto di riferimento per generazioni di studenti udinesi Ribis chiude: addio alla storica libreria del centro La titolare: è una decisione sofferta, ho qualche contatto per la cessione ma finora senza esito Una vendita promozionale con sconti su tutti i volumi. Forse un omaggio ai clienti, un gesto per salutarli. Perché tra qualche mese la libreria Ribis abbasserà le serrande, definitivamente. Chiuderà così un altro tra i negozi storici del centro, inaugurato oltre mezzo secolo fa, passato dalla famiglia Bruni alla Ribis e, infine, 26 anni fa rilevato da Annamaria Balduzzi. È proprio lei ad annunciare i prossimi mesi di sconti, passo per traghettare la libreria alla fine dell'attività. «È stata una decisione sofferta, ma necessaria - spiega la Balduzzi - perché motivi personali non mi consento più di portare avanti questo impegno». Inaugurata nel 1956, l'attuale titolare ne assunse la gestione a 38 anni, quasi per caso. «Allora ci fu quella possibilità che, assieme a una socia - racconta la Balduzzi -, decisi di cogliere. Ma è stata una scommessa, visto che venivo da un settore completamente diverso, e poi è diventata un vera passione». Dopo 26 anni passati tra volumi e clienti, la proprietaria, che sciolta la società da tre anni segue l'attività da sola, narra aneddoti vissuti tra gli scaffali del negozio o cambiamenti nei gusti letterari. «Siamo stati tra i primi a organizzare gli incontri di lettura per i bambini - ricorda - o ad andare nelle scuole, tra gli alunni, per presentare le novità per ragazzi. All'inizio infatti eravamo specializzati nella vendita di volumi didattici per insegnanti e per bambini, poi abbiamo allargato l'offerta. E se molti anni fa i clienti cercavano soprattutto letture leggere, adesso le letture più richieste sono quelle impegnate». Oltre ai motivi personali, però, nella decisione della Balduzzi hanno inciso anche le difficoltà commerciali degli ultimi anni. «Ormai il lavoro della libreria sta diventando insostenibile - afferma - perché soffocato da molta burocrazia e dalla concorrenza. Oggi i libri escono come novità in vendita ovunque, anche nei supermercati con sconti fino al 40 per cento. Una concorrenza difficile da sconfiggere, nonostante i piccoli negozi come il mio abbiano uno stile diverso, quello fatto di un rapporto quasi personale con il cliente. Non basta». Una spiegazione che lascia poche speranze all'apertura di una nuova libreria o a una nuova gestione della Ribis. «Ho avuto doversi contatti, ma finora nessuno con esiti positivi. Mi piacerebbe - conferma la Balduzzi - che la libreria restasse aperta, mi pare però non ci siano le condizioni perché ciò avvenga. Ma, non si sa mai». Martedì, dunque, parte la vendita promozionale con sconti del 20 per cento su tutti i libri. E gli sconti proseguiranno fino ai primi mesi del prossimo anno. Il tempo poi di trovare un'acquirente e la Ribis chiuderà. Anna Buttazzoni

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di ALBERTO VECCHI* CON UN decreto legislativo del febbraio 2008, Pecoraro S... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

LETTERE E COMMENTI pag. 35 di ALBERTO VECCHI* CON UN decreto legislativo del febbraio 2008, Pecoraro S... di ALBERTO VECCHI* CON UN decreto legislativo del febbraio 2008, Pecoraro Scanio ha cancellato la possibilità per le Province virtuose di ricorrere ad accordi di programma per semplificare la burocrazia in campo agricolo. La vecchia legge permetteva alle aziende agricole di smaltire i rifiuti prodotti con la propria attività in modo differenziato, a costi estremamente ridotti e soprattutto con procedure burocratiche minime. Oggi, a causa del decreto, anche le piccole aziende agricole sono equiparate a una grande industria, e quindi gli agricoltori dovranno avere registri, documenti di trasporto, dichiarazione di fine anno, iscrizione ad albi vari. Le associazioni di categoria hanno quantificato in oltre 3 milioni di euro i costi burocratici per le aziende agricole, per la sola tenuta dei registri obbligatori, oltre a 1,5 milioni di euro di costi aggiuntivi per il trasporto individuale da parte di ditte specializzate, o in alternativa una cifra addirittura superiore per l?adeguamento dei mezzi aziendali per il trasporto e l?iscrizione ad un apposito albo. Negli ultimi otto anni non si è mai applicata la procedura imposta da Pecoraro Scanio e c?è stato un risparmio di oltre 35 milioni di euro di costi burocratici per le nostre aziende agricole. Gli agricoltori infatti portavano una volta al mese il prodotto da smaltire a un centro autorizzato, dove c?erano dei mezzi autorizzati allo smaltimento che ritiravano il prodotto e lo portavano in discarica. Tutto molto semplice. Concordo dunque pienamente con Confagricoltura, Cia e Copagri che, considerato il grave momento di crisi economica del paese, reputano assurda e ingiustificata l?abolizione di procedure già collaudate e verificate. Purtroppo sia le Province, a esclusione di Rimini, sia la Regione Emilia-Romagna non vogliono intervenire per aiutare il mondo agricolo limitandosi a scaricare le responsabilità sul decreto. Vi è inoltre un?ulteriore tegola per le aziende agricole, cioè l?obbligo di sostenere un apposito corso per il rinnovo del patentino per l?utilizzo dei fitofarmaci, corso che graverà per oltre 500.000 euro sugli agricoltori. La politica deve assumersi le proprie responsabilità attraverso scelte che vadano nella direzione della salvaguardia dell?ambiente, attraverso norme e regole semplici e facilmente applicabili. * Consigliere regionale An/Pdl dell?Emilia-Romagna

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Confagricoltura in piazza <Finanziaria punitiva> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ECONOMIA E FINANZA pag. 28 Confagricoltura in piazza «Finanziaria punitiva» Decine di migliaia da tutta Italia sfilano a Bologna di LORENZO FRASSOLDATI ? BOLOGNA ? FISCO, previdenza, latte, olio, tabacco, cereali, ortofrutta. E? un lungo cahier de doleances quello presentato al governo dal presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, dal palco di piazza VIIII agosto a Bologna davanti ad alcune decine di migliaia di agricoltori giunti da ogni parte d?Italia. «Berlusconi rispetti questa piazza, non si dimentichi dell?agricoltura, forza reale del Paese. Molti di noi ? ricorda Vecchioni - hanno creduto alle promesse elettorali di Berlusconi sulla modernizzazione del paese. Ma siamo sempre alle prese con una burocrazia asfissiante, le Province sono ancora lì e i costi della politica salgono». Alle porte c?è una Finanziaria punitiva per le imprese agricole, con 1 miliardo di nuovi oneri per il costo del lavoro, nuove tasse (Ici sui fabbricati rurali) e mancato rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale. «Apprezziamo lo sforzo del Governo nell? intervenire con misure anti-recessione, ricordiamo però che ci sono anche le imprese agricole in crisi. Siamo stanchi di essere considerati solo in campagna elettorale». In una notte «si trovano 300 milioni per Alitalia, poi si viene frugare nelle nostre tasche proprio mentre tutti i settori agricoli stanno entrando in crisi: dai cereali all?olio d?oliva (crollato a 3 euro/litro), dal vino alla carne. Non erano queste le promesse. Siamo stufi di pagare e basta». Non è solo una protesta questa di Confagricoltura, ma una rivendicazione di piena dignità economica per un settore «che dà lavoro a più di un milione di persone», che ogni giorno fa qualità e made in Italy «anche se queste cose non ci vengono pagate», che esporta vino, ortofrutta, formaggi in tutto il mondo anche se «tutti, perfino Mario Capanna, ogni giorno ci spiegano cosa e come dobbiamo produrre. OGGI ci si chiede di sfamare il mondo, domani di fare solo qualità, ecosostenibile, ecocompatibile, chilometri zero, cervello zero», ironizza il n.1 di Confagricoltura. Al ministro Zaia (a Bruxelles per la trattativa sulla Pac, dove si è recato anche Vecchioni dopo la manifestazione, ndr.) diciamo che non potremo accettare che si porti a casa un aumento delle quote latte da distribuire tra coloro che non hanno rispettato le regole». Oggi a Roma davanti alla Camera manifesterà un?altra confederazione agricola, la Cia, che ha espresso pieno sostegno all?iniziativa di Confagricoltura. «Non accetteremo una Finanziaria vessatoria ? conclude Vecchioni ?. Siamo pronti a portare a Roma i nostri trattori». Image: 20081120/foto/6129.jpg

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Trentamila clandestini in fabbrica <Regolarizziamo prima questi> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-11-20 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Trentamila clandestini in fabbrica «Regolarizziamo prima questi» Le stime di Veneto Lavoro, un esercito senza permesso Il pasionario Cgil: «Fermiamo i nuovi arrivi anche per loro» VENEZIA — Domande, quote assegnate, nullaosta. E' su questi tre passaggi che si gioca la procedura di ingresso e regolarizzazione di un lavoratore straniero in Italia ed è sulle disfunzioni burocratiche che si radica una buona parte dei disagi correlati ad una non voluta posizione di clandestino. Secondo i dati del Ministero dell'Interno la provincia veneta che nel 2007 ha registrato il maggior numero di domande di personale da fuori confine è Verona, con 21 mila unità, seguita da Vicenza (18.200), Treviso (16.800), Venezia (15.600) e Padova (15.300). Questo a fronte di quote assegnate da Roma comprese fra 3 e 4 mila e tali, dunque, da lasciare allo «scoperto » in ciascuna provincia dai 12 mila ai 15 mila potenziali lavoratori richiesti da aziende e famiglie. Lavoratori che però tanto potenziali non sono perchè l'agenzia regionale Veneto Lavoro stima che almeno la metà di essi si trovi già sul territorio e stia di fatto operando nelle aziende del manifatturiero, dell'edilizia o nelle abitazioni private in qualità di assistenti domestiche. «A questi che ci sono e lavorano occorre dare una risposta prima di fissare nuovi flussi per decreto – insiste il segretario Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, al centro dell'attenzione in questi giorni per la sua proposta di bloccare gli ingressi – e se vogliamo chiamare sanatoria lo strumento con cui li si regolarizza chiamiamola pure. I nomi non mi interessano, dietro i numeri ci sono persone che quasi sempre lavorano e che devono uscire da una posizione illegale». A livello regionale, secondo una stima a spanne di Veneto Lavoro, i lavoratori non regolari potrebbero essere vicini alle 30 mila unità e di questi la metà circa è rappresentato dalle badanti. Si tratta peraltro di soggetti a forte rischio di espulsione dato che le accelerazioni impresse negli ultimi tempi all'allontanamento dei clandestini ha fatto sì che in una provincia come Treviso gli immigrati irregolari rispediti in patria siano vicini alle mille unità solo dal 1 gennaio 2008. «La discussione innescata serva almeno a ragionare sul problema – aggiunge Barbiero – perchè le piccole imprese stanno licenziando e gli stranieri che restano senza impiego difficilmente ne troveranno uno nei sei mesi successivi, limite di legge massimo prima dell'espulsione. Stranieri e donne sono i segmenti deboli sui quali dobbiamo assolutamente concentrarci, anche se per le ultime occorre riconoscere che c'è una rete di protezione maggiore». Ad appesantire il quadro dell'immigrazione vi sono anche le lentezze con cui gli uffici preposti riescono ad evadere le domande che rientrano nel pacchetto delle quote. La percentuale di nulla osta rilasciati rispetto alle quote assegnate oscilla tra un minimo del 50% a Treviso ed un massimo del 72,5% a Vicenza. Oltre a questi, per la nostra regione vanno computate alcune migliaia di lavoratori stagionali, circa 10 mila secondo le quote, anche se pure in questo caso i tempi della burocrazia sono in grado di evadere non più di 4-5 mila pratiche. Tutto questo si inserisce in una regione in cui circa l'8% della popolazione è straniera – con punte del 10% nel Trevigiano – e che ha visto, tra gennaio e settembre 2008, un aumento delle ore di cassa integrazione del 66,4%. Le persone in cerca di lavoro in Veneto di età compresa fra i 45 ed i 63 anni sono circa 33 mila ma non si è ancora osservato un «ritorno» di manodopera italiana in settori lasciati in mano agli immigrati come la concia, la macellazione o certi segmenti dell'agricoltura. Gianni Favero \\ Paolino Barbiero La discussione che si è innescata sullo stop ai flussi serva a trovare una soluzione

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tarda la rimozione dei cavi interrati (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Pordenone Tarda la rimozione dei cavi interrati Il mancato intervento di Enel, Telecom ed Eni allunga i tempi del cantiere PONTEBBANA A OSTACOLI La messa in sicurezza si rende necessaria per evitare che possano essere tranciati Sono lievitati anche i costi relativi all'intervento: da 12 milioni di euro si è passati a oltre 20 milioni Più che una strada, un percorso a ostacoli. E non soltanto per la presenza dei cantieri, ma anche per le difficoltà dovute alla burocrazia. I ritardi dei lavori sulla Pontebbana sarebbero alimentati anche dai tempi biblici nella rimozione dei cavi interrati da parte di Enel, Telecom ed Eni. Lo spostamento, che dovrebbe essere fatto dai tecnici delle aziende dei servizi, avviene in tempi difficilmente quantificabili. Ancora una volta il problema è il "quando". Un avverbio e un interrogativo che accompagna la storia dei lavori sulla statale 13. All'altezza della rotonda di Piandipan, uno dei nodi cruciali di un cantiere che quotidianamente crea disagi agli utenti, sono previsti lavori di interramento della statale (ragione per cui durante il giorno si vedono pochi operai in superficie). Lavori che, però, non possono seguire semplicemente i tempi dell'impresa, ma devono fare i conti con altri fattori. Uno di questi è proprio lo spostamento in sicurezza dei cavi che si trovano sottoterra: gas, luce, telefono. Non sarebbe la prima volta che durante i lavori vengono tranciati per errore i conduttori delle utenze, con il conseguente rischio di blackout e disservizi alla popolazione. Per questa ragione l'Anas preferisce che a svolgere questo tipo di lavori non siano le aziende di costruzione, bensì i tecnici della società che gestiscono i servizi. La prassi vuole che l'impresa avverta per tempo i tecnici delle compagnie di gas, luce e telefono per richiedere un intervento in cantiere in modo da consentire il proseguimento dei lavori. E' sufficiente, però, che la società di turno non risponda nell'immediato per accumulare ritardi. Così sarebbe accaduto anche in questo caso: la domanda è stata presentata parecchie settimane fa, ma dei tecnici delle società interessate non s'è vista ombra. Il cammino per arrivare al completamento sembra in salita. I lavori, se tutto andrà come previsto, si concluderanno in un anno. Mancano ancora le complanari tra Ponte Meduna e la rotonda di Piandipan, le opere per garantire la sicurezza idraulica dell'area. Sono lievitati i tempi, ma anche i costi dell'intervento: si è passati da 12 milioni di euro dell'importo di assegnazione della gara, a fine 2004, a 20 milioni 200 mila, e l'impresa ne chiede altri 3. E sono lievitati, naturalmente, i disagi di chi quotidianamente percorre l'asse della Pontebbana tra Casarsa e Pordenone. Basti pensare - come ha ricordato il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci - che sono oltre mille 800 i movimenti ogni ora nei momenti di punta nei due sensi di marcia del nodo d'ingresso a est di Pordenone e Cordenons. E con l'inevitabile slalom tra i cantieri, in quelle stesse ore, quei veicoli diventano un unico serpentone. Martina Milia

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Trachea creata con le staminali Ecco il trapianto senza rigetto (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-11-20 num: - pag: 30 categoria: REDAZIONALE Nuove frontiere La paziente, una trentenne, potrà fare a meno dei farmaci Trachea creata con le staminali Ecco il trapianto senza rigetto Prima operazione a Barcellona di un medico italiano Volo vietato per le cellule staminali all'aeroporto di Bristol I ricercatori costretti ad affittare un jet MILANO — Il primo trapianto al mondo di una trachea «rigenerata » da cellule staminali del ricevente e quindi a zero rischi di rigetto ha rischiato di saltare a causa della compagnia aerea low cost EasyJet che si è rifiutata di trasportare le cellule staminali madre da Bristol (Gran Bretagna) a Barcellona (Spagna). Così racconta la Bbc. «Materiale biologico? Pericoloso». La sicurezza innanzitutto. I ricercatori inglesi hanno pensato allora di portarle in auto a Barcellona: «Troppo tempo». Oltre le 16 ore sarebbero andate in fumo le cellule, il trapianto e anni di lavoro. E allora Martin Birchall, il capo équipe, ha tagliato corto: ha pagato un jet privato di tasca sua. Quattordici mila sterline (quasi 16.700 euro). Poi rimborsate dall'ospedale di Bristol. E se Birchall fosse stato al verde come spesso accade ai ricercatori? Tutto in fumo, perché sarebbe scattata la burocrazia per il finanziamento... Altro che 16 ore. Comincia così la storia del primo trapianto biotech al mondo, effettuato a Barcellona. Una trentenne colombiana l'operata. Ma il successo è italiano. Il chirurgo, Paolo Macchiarini — laurea a Pisa, dal '91 in Spagna —, è un «cervello » in fuga. L'idea è padovana. Claudia Castillo, colombiana, 30 anni, madre di due bambini, da giugno ha una trachea nuova. La sua era stata «bucata» dalla tubercolosi. Avrebbe dovuto perdere un polmone, il sinistro, per sopravvivere. Invece gli italiani l'hanno salvata. L'équipe di Macchiarini, che dirige la Chirurgia toracica della Clinica di Barcellona, ha finalizzato il lavoro dei laboratori del Politecnico di Milano e delle università di Bris tol e Padova. I bioingegneri dei tessuti, usando le cellule staminali del midollo osseo e quelle epiteliali della ricevente, hanno «fabbricato » per lei una trachea «su misura». Ne è stata presa una da una donatrice cadavere, è stata ripulita da tutte le sue cellule, poi sulla «matrice porosa» così ottenuta sono state «spalmate » le cellule di Claudia. Il mix biotech, oltre a essere trachea funzionante, ha «mascherato » l'unica parte estranea alla donna: quella matrice di trachea del donatore che così non innesca reazioni di rigetto. Niente rigetto, niente farmaci immu

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Veleni: Regione in aiuto alle piccole imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Provincia di Sassari Pagina 7040 Porto Torres. Bonifiche gravose: società al collasso dopo il no del ministero Veleni: Regione in aiuto alle piccole imprese Porto Torres.. Bonifiche gravose: società al collasso dopo il no del ministero --> Il soccorso per evitare la chiusura delle aziende della Nurra potrebbe arrivare dalla Regione: l'amministrazione di Viale Trento sembra infatti pronta a farsi carico delle costose analisi dei terreni e della messa in sicurezza che il ministero dell'Ambiente ha caricato sulle spalle delle piccole e medie imprese artigianali inserite nel perimetro delle zone da bonificare. Servono almeno due milioni per pagare le caratterizzazioni ed evitare il baratro. Il direttore del dicastero verde, Gianfranco Mascazzini, non sembra disposto a fare un passo indietro. Il decreto non si tocca: i 6,7 milioni dell'accordo di programma non possono andare ai privati come rimborso spese e ad aprire i portafogli devono pensarci i proprietari delle attività racchiuse nel sito d'interesse nazionale per le bonifiche vasto 4600 ettari. Si tratta di aziende incolpevoli per l'inquinamento delle industrie del passato che hanno violato in lungo e in largo il territorio, scaricando per terra e in acqua un mix di veleni. Le piccole imprese si trovano a subire gli effetti negativi della burocrazia. Hanno tirato su i capannoni nelle aree inquinate dalle multinazionali e ora devono anche provvedere di tasca propria agli esborsi, in barba al principio della legge 471/99, secondo cui chi inquina deve pagare. E le cifre sono da sballo: alcuni imprenditori saranno costretti a cacciare dal portafoglio fino a 90mila euro per verificare lo stato dei terreni e risanarli. Anche le aziende nautiche, quelle di energie alternative, le industrie farmaceutiche e di ricerca in campo ambientale, interessate inizialmente a prendere casa a Porto Torres, potrebbero fare marcia indietro e scegliere altri lidi. Con un risultato disarmante per un'area in crisi profonda a causa della possibile chiusura del petrolchimico: la creazione di un nuovo sviluppo alternativo e di tanti posti di lavoro andrebbe a farsi benedire. L'incontro di qualche giorno fa fra il massimo burocrate del ministero e l'assessore regionale all'Ambiente, Cicito Morittu, si è concluso con un nulla di fatto. A questo punto in Regione vogliono scongiurare la nuova mannaia: si attingerà dalla finanziaria per mettere al riparo dal collasso definitivo più di novanta aziende in ginocchio. (s. s.)

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di MICHELE NUCCI PERUGIA PER QUALCUNO i conti non tornano. Pe... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA PERUGIA pag. 6 di MICHELE NUCCI ? PERUGIA ? PER QUALCUNO i conti non tornano. Pe... di MICHELE NUCCI ? PERUGIA ? PER QUALCUNO i conti non tornano. Per il Comune e la Minimetrò spa sì. La previsione 2008 parla chiaro: l?investimento sull?infrastruttura aumenta di 3,3 milioni di euro rispetto all?anno scorso. Da 94,9 milioni si passa a 98,3. E si tratta di denaro che non serve alla gestione della minimetropolitana, ma a completarla. L?ultima delibera approvata dalla Giunta, che è servita poi a dare l?ok nell?assemblea dei soci (Palazzo dei Priori è l?azionista di controllo della Minimetrò spa), spiega perché le spese sono cresciute. Ottocentomila euro servono per «l?accordo bonario riserve Leitner», mentre ammonta a 1,4 milioni la stima per le opere necessarie a ridurre il rumore delle carrozze e delle funi. UN ALTRO milione e centomila euro, invece, sono stati tirati fuori per i lavori ordinati dai vari Ministeri competenti e per il miglioramento e la sicurezza dell?impianto. Naturalmente per la giunta il piano proposto è ok. Nel senso che le giustificazioni portate per l?aumento dei costi sono state giudicate appropriate. Le critiche, invece, da parte degli oppositiori si sprecano. Nel budget presentato alla Giunta e poi approvato dall?assemblea dei soci, la società di Pian di Massiano ha anche indicato quali saranno alla fine dell?anno i ricavi: 12 milioni e 825mila euro. 9,1 milioni verranno tirati fuori dal Comune mentre dai biglietti arriverranno 1.720.000 euro e dalla pubblicità un po? di più: 2 milioni. SUGLI INCASSI dei biglietti il calcolo è complesso. Per ogni euro pagato dall?utente, infatti, il ricavo è un po? inferiore. Prima di tutto c?è da scorporare l?Iva e si scende già a 91 centesimi. A questo c?è da aggiungere un?altra riduzione del 30 per cento legata a biglietti multipli e abbonamenti. A questo punto il ricavo netto scende a 0,63 centesimi. Per i passeggeri provenienti da altri mezzi pubblici, l?incasso scende a 0,30 centesimi. La media è dunque di 46 centesimi, che moltiplicato per 5 milioni e 615mila utenti (questa era la previsione annuale dei passeggeri anche se nel 2008 c?è un mese in meno visto che le carrozze hanno iniziato a girare a febbraio) dà 2 milioni e 600mila euro. Insomma alla fine di questo 2008 il Comune tirerà fuori più soldi del previsto. LA RELAZIONE dello scorso anno, infatti, parlava di 6,9 milioni che sono invece saliti di 2,2 milioni e che verranno recuperati dallo stanziamento dei residui di bilancio dell?anno passato. Il mobility manager, Leonardo Naldini, nella sua relazione ha rilevato che comunque «i costi di esercizio sono in linea con le previsioni espresse nei Piani economici finanziari degli anni precedenti». Anche se mette in evidenza che ci saranno dei costi in più per la gestione «dovuti a garantire il perfetto funzionamento del Minimetrò». QUESTA FASE è prevedibile duri cinque anni. Naldini non può non registrare che «le capacità professionali degli operatori Apm, dal punto di vista della manutenzione, non siano ancora ottimali e che è quindi necessario l?intervento diretto del costruttore», la Leitner appunto. Il mobility manager, infine, mette in evidenza che ci sono state anche delle significative economie, come ad esempio «il risparmio del costo dell?energia elettrica che subisce un deciso ridimensionamento rispetto ai documenti precedenti». Infine la Giunta non nega la preoccupazione sull?incasso dei contributi pubblici. Dai diversi ministeri devono arrivare la bellezza di 17,3 milioni di euro. Le pressioni si moltiplicano, ma i tempi della burocrazia sono quelli che sono.

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Burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-11-20 num: - pag: 7 categoria: BREVI Burocrazia «Si sconta un disordine amministrativo che viene da lontano assieme a un'inerzia ministeriale»

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intervento da rivedere (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

VIA CASTEL BIAGINI INTERVENTO DA RIVEDERE Rispetto alla questione dei servizi mancanti in via Castel Biagini e in altre zone del territorio, credo che dovremmo evitare le facili soluzioni, spiegando come stanno effettivamente le cose. In primo luogo, dobbiamo prendere tutti atto che l'epoca che stiamo vivendo non è semplice per nessuno: se da una parte le famiglie incontrano sempre più difficoltà, purtroppo è la situazione dell'Italia tutta che è di disagio, e anche le amministrazioni comunali non hanno risorse sufficienti a coprire le esigenze crescenti della collettività. Se a questo aggiungiamo che viviamo in un paese in cui la burocrazia regna sovrana (fin troppo!) e le leggi si accavallano l'una sull'altra rendendo l'operato di tutti sempre più difficile e lento, credo che la tattica di scaricare le colpe l'uno sull'altro sia tanto facile quanto inutile. Analizzando la questione, via Castel Biagini è una delle zone per cui l'amministrazione aveva ricevuto una richiesta di intervento e fatto redigere i preventivi di spesa necessari. Come in tante altre situazioni, il Comune è disponibile a fare l'intervento con la compartecipazione alle spese di allacciamento anche da parte dei cittadini interessati. Capisco che chiediamo uno sforzo ai cittadini, ma lo sforzo è comune e a tale riguardo la stessa Banca di Credito Cooperativo di Vignole si era resa disponibile e concedere ai cittadini interessati finanziamenti a tasso agevolato, nell'ottica di favorire un intervento, che già a medio termine è vantaggioso per il risparmio dei cittadini. Purtroppo, a fronte di tanti abitanti favorevoli e disponibili a intraprendere insieme questo percorso, tanti non hanno dato la disponibilità, mettendoci nelle condizioni di non poter intervenire subito come avevamo pensato. Con questo comprendo bene le difficoltà di coloro che probabilmente non hanno potuto dare la propria adesione. Per questo, come amministrazione stiamo già provvedendo a rivedere tutte le situazioni, zona per zona e via per via, per capire se ci sono situazioni in cui con un piccolo sforzo in più, si può dare avvio ai lavori. Quello che, però, mi permetta il consigliere Ferranti, risulta antipatico, è che la questione di via Castel dei Biagini, sia trattata come un caso particolare rispetto a tante altre situazioni analoghe in questo senso. Mi dispiace che il consigliere, essendo anche residente della strada portata all'attenzione del consiglio, l'abbia preso come un fatto personale, perché così non è purtroppo; e dico "purtroppo" perché tante altre sono le zone e le vie della città che si trovano nella stessa identica situazione di via Castel Biagini. Sabrina Sergio Gori sindaco di Quarrata

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Quando il calcio diventa una Festa (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sport Pagina 10059 Quando il calcio diventa una Festa L'ex difensore del Cagliari rilancia la sfida col Sanluri --> L'ex difensore del Cagliari rilancia la sfida col Sanluri Quante vite ha Gianluca Festa? Da qualunque angolazione lo si guardi in campo e fuori, questo possente difensore di Monserrato non sembra conoscere la vecchiaia sportiva. Quante pagine di calcio, quante storie da raccontare. Tante, tantissime esperienze vissute, ma ancora tante altre da vivere. Uno dei monumenti del calcio isolano non ne vuole sapere di dire basta e all'inizio della nuova stagione calcistica si è inventato una nuova avventura. Missione Sanluri: l'idea di Festa è la stessa di tre appassionati di calcio. Un'idea, quella di Gianluca, sposata con gli imprenditori Paolo, Salvatore e Piero Pilloni. «Tutto è cominciato per caso», racconta Festa. «Un giorno sono arrivati nell'azienda di articoli sportivi di cui sono socio e mi hanno fatto la proposta. Io avevo appena lasciato il Tavolara e ho accettato. Prima per gioco, poi con entusiasmo». Non un'idea da giocatore alla fine della carriera, ma un progetto voluto e sentito, un programma che punta a portare il Medio Campidano nel mondo del professionismo calcistico. L'idea dei Pilloni, infatti, è quella di costruire una sorta di cittadella sportiva e di farla crescere di pari passo con le imprese del Sanluri, che per ora sta andando forte in Eccellenza, dopo aver brillato in Promozione. LA NUOVA SCOMMESSA Ecco il nuovo bivio del difensore di Monserrato, l'uomo che ha conosciuto da pioniere il calcio inglese, ma anche lo stesso che è passato dalla C alla A, giocando prima con Provitali e poi con Francescoli. Festa, adorato dai tifosi del Boro, e capace di brillare in mezzo alla difesa dell'Inter. Sempre bravo a reinventarsi, prima a Cagliari nell'anno magico della promozione in A con Zola, poi al Quadrivio per Goveani, pupillo dei sostenitori barbaricini. Ogni pagina della sua vita può esser letta con interesse e entusiasmo. E le pagine sono tante, innumerevoli: quel che più stupisce è che Gianluca ha deciso di scriverne tante altre. Con la scelta del Tavolara la sua vita sportiva sembrava essere arrivata ad un bivio definitivo. Smettere, cambiare o continuare? Festa ha continuato, l'avventura non gli è piaciuta ma è riuscito immediatamente a ricominciare, scoprendosi sempre sulla cresta dell'onda. «Sono molto contento», continua Festa alla fine dell'ennesima gara vinta nel torneo di Eccellenza «va tutto bene perché mi sto divertendo e questo è l'aspetto più importante di questa mia nuova vita». LA CARRIERA Tante promozioni alle spalle (con Cagliari, Portsmouth e Nuorese), in tutte le categorie alle quali ha partecipato, questa potrebbe l'ennesima. «Sì, ma non ci penso più di tanto. Ripeto», insiste Gianluca, figlio di un falegname che ancora si diverte ad andare a vedere il "pargolo" giocare «voglio solo divertirmi». Fisico da canottiere, bicipiti da culturista, in mezzo all'area Gianluca fa ancora la sua figura. Gli attaccanti avversari, ultimi quelli dell'Ittiri, non avranno sentito particolari timori reverenziali, ma il suo vocione in mezzo all'area e quei movimenti a comandare la retroguardia biancorossa sono serviti ad evitare il ritorno della squadra allenata dall'ex Parma Hervatin. Gianluca fa spallucce e sorride, la sagacia tattica conta anche in un campo meno importante come quello di Eccellenza. «Invecchio anche io, sia chiaro», dice «ma qui l'allenamento, l'impegno e il fisico contano meno di altri fattori, come ad esempio, appunto, l'esperienza». LA FUGA DAL TAVOLARA Prima del Sanluri il Tavolara, 15 gare in serie D, poi la fuga. Ma che cosa è successo a Olbia? «Sicuramente l'esperienza peggiore della mia carriera. Il problema non era l'allenatore, perché con Vittorio Pusceddu siamo amici. Il problema è stato l'ambiente. Diciamo che non mi sono trovato bene. Nessun rancore, comunque». Adesso questa nuova scelta, perché l'Eccellenza e non una realtà più importante? «Perché il Sanluri è una società emergente e gli obiettivi sono importanti. Le proposte dei dirigenti mi sono piaciute immediatamente». Dal presente al passato, altro capitolo dolce amaro, la Nuorese, che vive giorni difficili: «Mi dispiace molto», sottolinea Festa, cuor di leone, ma con un animo tenero, nonostante la rottura finale con Goveani «non è stato piacevole vedere sprofondare la società dopo quello che abbiamo costruito in tre anni. Di sicuro abbiamo compiuto un miracolo sportivo. Adesso invece devono ricominciare dalla Promozione, non è bello. Dirigenti incapaci? Non lo direi mai», dice sorridendo il numero sei del Sanluri. «A Nuoro ho ancora tanti amici». Crisi economica mondiale a parte, il calcio inglese tira sempre (Mourinho docet), mentre quello italiano fa fatica. Motivazioni? «Lo spirito di fondo è diverso», spiega Festa, che nella terra d'Albione ha vissuto per parecchio tempo, imparando ad apprezzare la lealtà anglosassone nella competizione. «In Inghilterra c'è più sportività, il resto lo fa il business. Gli stadi sono bellissimi e di proprietà delle società. Tra le motivazioni metterei anche politica e burocrazia che qui da noi per tanti aspetti sono sempre state un ostacolo». I RICORDI Dalle idee al calcio vero, poesia pura: quali sono per Festa i migliori giocatori affrontati? Risposta secca, senza nessuna esitazione: «Maradona e Van Basten». E adesso? «Mi piace tantissimo Ibrahimovic, ha grandi numeri e poi è un combattente». Una vita nei campi, tantissimi momenti particolari, quali gli anni più belli: «Pochi dubbi», ammette orgogliosamente il giocatore, «i primi di Cagliari, nei quali ho conosciuto il calcio vero, conquistando tanti successi e entrando in contatto con dei campioni indimenticabili. Fantastico», aggiunge «l'anno del sesto posto in serie A con Mazzone, quello che ci regalò l'Uefa. Non me lo dimenticherò mai». DALLA C ALLA A Ci arrivò con gli Orrù, con l'attuale tecnico della Juve Claudio Ranieri, quello era un Cagliari che sapeva parlare al cuore della gente, e non solo sotto l'aspetto sportivo, proprio come fu in grado di fare quello di Scopigno. Festa, Pulga, lo stesso Ranieri, Valentini e tanti altri giocatori andarono a solidarizzare con i minatori di Montevecchio durante l'ultimo sciopero a pozzo Amsicora. «Eravamo un gruppo incredibile. C'era gente come Fraccescoli, Ranieri, Ielpo, uomini veri, con un'educazione e un atteggiamento che non ho più trovato. Le nostre vittorie erano importanti, non c'è dubbio, ma c'è anche da dire che quelli erano personaggi in grado di saper persuadere e suggestionare non solo i tifosi, ma anche la gente comune. Sì», insiste Festa «per molti in quegli anni siamo stati un simbolo. E passare, dopo aver corso il rischio di sparire nell'anonimato dei dilettanti, dalla serie C alla A, riuscendo anche a salvarci dopo una partenza disastrosa, ci ha aiutato». UNO SU TUTTI Chiusura con l'erede. Ma per Giancluca, difensore d'altri tempi, è difficile andare a pescare un nome tra i ragazzi di oggi, così diversi dai giocatori degli anni Ottanta e Novanta. «Il calcio, ma anche le persone sono cambiate. I difensori di un tempo sono sempre più rari. Non vedo in giro calciatori con le mie caratteristiche. I difensori del mio tempo stavano più attenti alla marcatura a uomo, adesso anche a livello giovanile ti insegnano a marcare a zona». Festa ci pensa e cambia idea. «Ma un ragazzo interessante c'è e per certi versi mi assomiglia pure», conclude. «Sì, mi piace molto Chiellini, della Juventus, un bravo ragazzo e già un grande difensore. Uno dei pochi». Proprio come Festa. Uno dei pochissimi. FEDERICO FONNESU

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Bauernbund in piazza a Bologna <No ai tagli alle zone montane> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: ECONOMIA - data: 2008-11-20 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Agricoltura Mayr: il governo mette a rischio l'intero settore Bauernbund in piazza a Bologna «No ai tagli alle zone montane» BOLZANO — C'era anche una delegazione del Bauernbund, guidata dal presidente Georg Mayr e dal direttore Siegfried Rinner, alla manifestazione di ieri a Bologna organizzata da Confagricoltura. La pattuglia sudtirolese si è presentata con lo striscione «No ai tagli alle zone montane ». Il presidente Mayr spiega: «Confagricoltura ha riunito 20mila persone in piazza per dire stop ai tagli voluti da questo governo. La posta in gioco è di quasi 500 milioni di euro di tagli, tema al quale noi contadini di montagna uniamo la battaglia contro l'aumento delle quote latte che rischia di far sparire la zootecnica in alta quota. Con i tagli previsti dal governo, l'economia agricola provinciale perderebbe almeno 30 milioni di euro di sostegno. Siamo preoccupati, in particolare, per l'abolizione delle agevolazioni sugli oneri sociali e sull'assicurazione antigrandine, oltre che per il fondo di solidarietà per le condizioni atmosferiche negative». Il direttore Rinner aggiunge: «I tagli decisi sul piano di sviluppo delle zone rurali andranno a danno dell'intero Paese. Si mettono a rischio centinaia di milioni di euro di cofinanziamento europeo». La battaglia dei contadini punta su due temi: «Minor burocrazia e investimenti sulle energie rinnovabili anche nelle aziende agricole. L'adozione dei ticket per la vendemmia va nella strada giusta della sburocratizzazione». Tutto altoatesino il problema delle quote latte: «Il ministro Zaia — sottolinea Mayr — ritiene saggio per l'Italia un aumento delle quote, dimenticando che aumenteranno anche le produzioni di Germania e Olanda, che immetteranno sempre più latte nel nostro mercato. Il latte delle zone alpine, però, diventerebbe troppo costoso. Siamo pronti a manifestare a Bruxelles con i colleghi di Tirolo e Baviera». F. E. Corteo La delegazione altoatesina sfila con Confagricoltura

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Il primato delle medie imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-11-20 - pag: 25 autore: Competitività. Studio Ernst & Young sui risultati finanziari delle aziende di cinque Paesi europei Il primato delle medie imprese Nel periodo 2004-2006 il valore aggiunto è cresciuto del 74% Franco Vergnano MILANO «In Italia esistono 433 aziende "virtuose" di mediograndi dimensioni che mostrano un profondo spirito imprenditoriale ». Lo afferma il professor Bernardo Bertoldi, docente a Torino e all'Escp-Eap. Il dato emerge da un confronto europeo, reso noto ieri, che ha preso in considerazione le performance delle società di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Dal rapporto è emerso quindi che in Europa, o per lo meno nei cinque Paesi considerati, esiste un congruo numero di imprese che hanno performance decisamente superiori a quelle dei loro concorrenti. Quali i motivi? I ricercatori, dopo aver intervistato un campione di ben 55 amministratori delegati hanno individuato pareccchi neologismi. Il primo è che questo tipo di imprese sono «mindset» verso il business, seguendo cioè una definizione del 2000 dell'esperto Stevenson. In secondo luogo queste società sono state chiamate con un neologismo: «European entrepreneurial enterprise », a loro volta raccolto in una sigla chiamata «Triplees». «L'approfondita ricerca sul campo – racconta Bernardo Bertoldi, tra gli estensori del rapporto e responsabile del Centro di Torino per l'imprenditorialità – dimostra che la mentalità imprenditoriale non è solo della persona, del grande imprenditore, ma può essere anche un approccio manageriale. E questo atteggiamento può essere diffuso nell'organizzazione ed avere un impatto positivo sui risultati aziendali. Le cosiddette "Triplees" sono la speranza dell'economia reale contro la crisi, della quale risentiranno ma da cui potranno uscire cogliendo nuove opportunità; quale ad esempio un miglior accesso a risorse di talento che abbandoneranno il mondo della finanza». Dall'analisi quantitativa effettuata dai ricercatori, che hanno visto lo studio finanziato dalla Ernst & Young, emerge che quasi tutte le imprese chiamate "Triplees" hanno caratteristiche omogenee nei Paesi considerati nello studio, mentre variano gli ostacoli di mercato da affrontare nei differenti Paesi: «L'Italia, ad esempio – sottolinea Bertoldi – si connota per una decisa rigidità del mercato del lavoro dovuta a un'eccessiva burocrazia attinente i contratti professionali, un costo del lavoro elevato» e di elementi di supporto specificatamente indirizzati alle necessità di questo tipo di aziende. «L'impatto che l'ambiente esterno ha dal punto di vista legislativo e politico sulla cultura d'impresa delle codiddettte "Triplees" e il quadro che ne consegue variano molto da Paese a Paese» commenta Paolo Zocchi, partner Ernst & Young e responsabile italiano Strategic growth markets. Ma vediamo i numeri. Queste società hanno in genere performance molto buone. Ecco qualche dato, analizzato sui bilanci degli ultimi tre anni ( le statistiche sono ferme al 2006). Tutte queste società presentano una crescita media del business di almeno il 33%; investono sul loro sviluppo una percentuale analoga (sempre su base triennale) del loro fatturato e sanno tenere sotto controllo il bilancio, specialmente a livello di Ebit, nel senso che la somma di questo indicatore finanziario, positiva o negativa, è almeno uguale a zero, sempre tenendo come riferimento un tempo compreso tra il 2004 e il 2006. L'eccezionalità delle performance di queste imprese ed il loro forte spirito imprenditoriale hanno trovato conferma, raccontano i ricercatori, nelle successive indagini quantitative. A testimonianza degli straordinari risultati economico-finanziari ottenuti appunto dalla "Triplees", i ricercatori sottolineano anche, tra le altre cose, come queste società abbiano fatto registrare: una crescita del valore aggiunto del 74% (+11% sulle altre concorrenti), un aumento del fatturato del 77% (+10% sempre nei confronti dei competitor) e un incremento del numero di dipendenti del 56% (+10%). Pur costituendo, poi, solamente il 17,5% del totale delle 13.611 aziende Ue medio-grandi considerate, le cosiddette "Triplees" hanno generato il 52%dell'aumento totale del valore aggiunto delle società con cui sono state confrontate e l'83% dell'incremento totale dell'Ebitda. Infine, nel 2006 il ritorno percentuale sul capitale investito per le "Triplees" è stato del 33%, mentre nel caso delle altre società si è fermato al 13 per cento. Il carattere imprenditoriale delle "Triplees" viene evidenziato anche da una correlazione positiva tra la generazione dei flussi di cassa, da una parte, e il numero di dipendenti e gli asset, dall'altra. franco .vergnano@ilsole24ore.com L'ANALISI I ricercatori: «Queste realtà potranno reagire meglio alla crisi attingendo ai talenti che abbandoneranno il mondo della finanza»

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In Bicocca si studia l'università (sezione: Burocrazia)

( da "Manifesto, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

In Bicocca si studia l'università Il processo di costruzione, di accumulo e di comunicazione di sapere svolge un ruolo cruciale in tutte le dinamiche sociali - politiche, economiche, espressive, relazionali etc. L'università è uno dei luoghi strutturalmente designati a questo ruolo. Il lavoro che vi si svolge è vitale. Ma quale lavoro, in quale sistema? Benché sia fatto spesso oggetto di critiche e dibattiti, il lavoro universitario resta poco analizzato nella sua realtà quotidiana. Questo Laboratorio apre una riflessione e un dibattito interdisciplinare sui processi di produzione e trasmissione di sapere in ambito accademico. Lo fa interrogandosi su ciò che è di fatto il lavoro dell'universitario/a nelle sue diverse attività (ricerca, insegnamento, apprendimento, burocrazia, stage, ecc.) e nelle sue diverse forme e fasi. Il Laboratorio mira inoltre a essere un duplice strumento di partecipazione alla mobilitazione contro le 'riforme' della formazione attuate da Gelmini e Tremonti. Da un lato, vuole affrontare attraverso riflessioni ed iniziative il discorso mediatico e politico che schiaccia la questione di ciò che accade all'interno delle università sul leitmotiv baroni/cervelli-infuga. Dall'altro, vuole essere un contributo di elaborazione, organizzazione e proposta a un più ampio progetto di riforma dell'università "dal basso" - dove i diretti interessati abbiano voce. L'incontro nasce dal seminario di etnografia del lavoro ma vuole trasformarsi in un laboratorio aperto a tutti coloro che desiderano partecipare e costruire questo e successivi laboratori di discussione e azione sul lavoro universitario. Appuntamento alle ore 10 in aula U6.31. Seminario di Etnografi a del Lavoro, Dottorandi/e, Assegnisti/e, Ricercatori/trici di Antropologia Bicocca

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PIU' RISORSE per gli investimenti dei privati, politic... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 20-11-2008)

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CESENATICO pag. 9 PIU? RISORSE per gli investimenti dei privati, politic... PIU? RISORSE per gli investimenti dei privati, politiche del lavoro più flessibili, meno burocrazia, nuove infrastrutture e riduzione dell?Iva: sono questi gli elementi centrali su cui si è concentrato il forum sul turismo organizzato da Confesercenti al Palazzo del Turismo. Armando Casabianca, presidente della Confesercenti ha proposto al Comune un patto fra associazioni, Gesturist e club di prodotto, mentre alla Regione chiede sostegni economici e servizi per la viabilità. Gianni Della Motta, presidente di Asshotel, rivendica tempi di attesa più brevi per le pratiche e propone un incontro con i dipendenti pubblici. Riccardo Vincenzi, vice presidente nazionale del sindacato dei bagnini di Confesercenti, ha riproposto la questione dell?aumento dei canoni demaniali, mentre la commerciante Fiorella Calisesi chiede la possibilità di ricorrere alle assunzioni degli apprendisti stagionali e un sistema per calmierare i prezzi degli affitti. DAL CANTO loro i politici, per bocca del sindaco Nivardo Panzavolta ha annunciato un piano straordinario di promozione turistica con il coinvolgimento dei privati, un?azione per semplificare la burocrazia negli enti sovra comunali per dare risposte in tempi più brevi. Ci sarà un?accelerazione sui progetti dei nuovi grandi alberghi e il sostegno alle piccole imprese che presentano progetti di riqualificazione, attraverso il nuovo Piano strutturale comunale. L?assessore provinciale Luciana Garbuglia ha dichiarato l?impegno a sostenere la riqualificazione delle imprese e progetti pubblici per la viabilità e la qualità urbana. Il consigliere regionale Damiano Zoffoli ha detto che da Bologna sono garantiti 20 milioni di euro per la promozione, 4 milioni per il servizio di garanzia dei fidi. Il consigliere regionale Paolo Lucchi ha dichiarato che in Regione si sta lavorando per le assunzioni degli apprendisti stagionali; per quanto riguarda l?aumento dei canoni demaniali l?Emilia Romagna si opporrà ad incrementi troppo onerosi, mentre nei fondi pubblici destinati alla promozione, Lucchi ha assicurato risorse anche per i piccoli club di prodotto e i progetti innovativi. Giacomo Mascellani

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ROMA - Non li ha chiamati ambasciatori del made in Italy . Semplicemente, li ha i... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Giovedì 20 Novembre 2008 Chiudi di FABRIZIO RIZZI ROMA - Non li ha chiamati ambasciatori del «made in Italy». Semplicemente, li ha indicati come esponenti «dell'Italia del fare». Silvio Berlusconi ha accolto così, tra gli affreschi di Villa Madama, un centinaio di imprenditori, riuniti nell'associazione «Altagamma», moda, design, alimentare. «Datemi suggerimenti, io vi illustro tutto quel che stiamo facendo..». Con un messaggio di ottimismo, il premier ha parlato del «momento non facile» che attraversa il Paese. Ma si è detto convinto che sia «superabile», d'altronde l'Italia «non sta reagendo male». Il sistema delle banche, ha spiegato, «è solido, molto solido, non ha avuto bisogno di iniezioni di liquidità». Ed ha ribadito la necessità di aiutare con più denari l'economia reale. «Ho chiesto di non far venire meno la linea di credito agli imprenditori e mettere somme nuove a dispozione di piccole e medie imprese». Ha assicurato che grazie agli incontri bilaterali, come con il cancelliere Angela Merkel a Trieste, si punta ad «aumentare gli scambi commerciali». Se in politica estera è impegnato a un incontro, in Italia, tra il presidente Barack Obama ed il russo, Medvedev, al fine di recuperare lo spirito di Pratica di Mare, ha rivolto al nuovo capo della Casa Bianca un «augurio». «Speriamo che possa ben operare». L'agenda internazionale resta prioritaria per Berlusconi, imprenditore tra imprenditori, il quale ha rivendicato risultati lusinghieri anche sul fronte interno. Come a Napoli, «dove lo Stato è tornato a fare lo Stato, da gennaio inizierà ad operare il termovalorizzatore di Acerra». Se fino a qualche tempo, la vicenda Alitalia costituiva un punto di crisi, ora «è in via di risoluzione». Quindi ha mostrato in video la nuova «Università della libertà», dove insegneranno Tony Blair, George Bush ed altri ex capi di Stato, che aprirà i battenti a marzo, vicino ad Arcore. Prima della chiusura, ha regalato ai presenti una medaglia con la sua firma. Molti nomi dell'imprenditoria, Leonardo Ferragamo, Santo Versace, Andrea Illy, Bernabò Bocca, Matteo e Gino Lunelli, Paolo Zegna, Gaetano e Matteo Marzotto, Carla Fendi, Trapani (Bulgari), Andrea Della Valle. «Altagamma» ha ottenuto un appoggio dal governo per la promozione dell'Italia nel mondo (compresa quella nell'alimentare). Ben sette i ministri presenti, Tremonti (che si è fermato solo per l'aperativo), Alfano, Carfagna, Gelmini, Matteoli, Fitto, Sacconi, Bondi. Cena con menù tricolore, brindisi con spumante Ferrari. I ministri hanno esposto i programmi fatti. Applausi per tutti, compresa la Gelmini che ha riaffermato di voler andare avanti con le riforme sulla scuola. C'è stato un confronto tra politici e imprenditori («non è stato un piangersi addosso», commenta Matteo Lunelli) i quali hanno chiesto meno burocrazia.

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zaia assume 68 precari, ma a roma - simonetta zanetti (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 20-11-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

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L'appello del senatore Giaretta (Pd): «Soldi sottratti alle aziende agricole. La Lega fermi Roma ladrona» Zaia assume 68 precari, ma a Roma Il ministro: «Provvedimento deciso da chi mi ha preceduto» La manovra del centrodestra costerà tre milioni di euro SIMONETTA ZANETTI VENEZIA. Se i precari veneti piangono, quelli romani ridono. A Roma la maggioranza ha proposto un emendamento per stabilizzare 68 lavoratori assumendoli al ministero delle Politiche agricole, sul cui campanello svetta il nome di Luca Zaia. Una manovra che - se dovesse passare - sottrarrà al portafoglio del ministro trevigiano 3 milioni di euro destinati alle imprese di settore. L'emendamento, primo firmatario il senatore Izzo (Fi), interviene su un atto del Senato (numero 1152) una sorta di provvedimento omnibus che prevede l'adozione di misure urgenti a sostegno di lavori pubblici, autotrasporti e agricoltura. Il documento, che passerà in aula la prossima settimana, prevede la stabilizzazione di 68 unità al ministero delle Politiche agricole, in deroga alla normativa vigente. «Spero che il ministro, che pure non ha responsabilità in questa manovra, si opponga - sostiene il senatore del Pd Paolo Giaretta - in fondo questo è un esempio macroscopico di Roma ladrona, che esiste e colpisce: invece di asciugare i ministeri si gonfiano con nuove assunzioni, in deroga alla legge». Il segretario veneto del Pd invoca quindi un intervento in stile leghista. Sul piatto tornano le disparità territoriali che vedono il Centrosud godere di privilegi. Dopo i 140 milioni a Catania ed i 500 milioni a Roma, ecco ora tre milioni a sostegno della stabilizzazione dei precari. Vicenda che, in Veneto, al di là dei portaborse, ha avuto sorti ben più funeste. «Il Carroccio non può tollerare che tali manovre avvengano sotto il suo governo diretto - prosegue Giaretta - tanto più che in questo modo si sottraggono fondi per il sostegno al settore avicolo. Si parla tanto di federalismo e contenimento dei costi e si tolgono soldi per promuovere competitività all'agricoltura per assumere ancora personale, finendo per ingrossare la burocrazia. Ecco perché ritengo giusto che la Lega si opponga a questa iniziativa». Il Pd gioca quindi d'anticipo: «Mi risulta che questa stabilizzazione fosse voluta già dall'allora ministro all'agricoltura Alemanno che, evidentemente, ha continuato a spingere in questa direzione - conclude Giaretta - trovo tuttavia sbagliato che il destino dei precari dipenda dai padrini e non ad una specifica programmazione». Dal canto suo il ministero delle Politiche agricole precisa che si tratta di "personale idoneo" - ovvero che ha sostenuto e superato un apposito concorso - e non di comuni "precari", in attesa da tempo immemore di essere stabilizzati. Dopodiché rispedisce al mittente - in sequenza Alemanno (An) e De Castro (Pd) - ogni residua responsabilità: «Capisco il senso di quanto sta dicendo il senatore Giaretta, ma rilevo che questa volta il Parlamento si deve assumere la responsabilità rispetto ad un provvedimento che riguarda gestioni recenti e meno recenti e che nulla hanno a che vedere con la mia» risponde Luca Zaia.

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Rivoluzione viabilità: in arrivo nuove rotatorie (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 20-11-2008)

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L'assessore Scendoni: "A Paludi vorremmo creare un vero e proprio svincolo simile a quello del casello di Porto San Giorgio" A Santa Petronilla, San Tommaso, nel centro urbano di Campiglione e a Girola nei pressi della Mezzina Rivoluzione viabilità: in arrivo nuove rotatorie FERMO - Giro giro tondo ', la vecchia filastrocca per bambini diventerà il tormentone della viabilità fermana. Parola d'ordine: rotatorie. La lista dei nuovi interventi è lunga e fa prevedere una piccola rivoluzione. Impegnati nel progetto, per i rispettivi tratti di competenza, sono il Comune di Fermo e la Provincia di Ascoli. Da non tralasciare anche i ritocchi estetici che riguardano le opere già esistenti. Un viaggio per i principali quartieri della città che inizia dalla curiosa vicenda della rotonda di Santa Maria a Mare, di fronte al casello dell'autostrada. Come per quelle di San Francesco e del cimitero, il Comune ha voluto puntare sulla collaborazione dei privati per la realizzazione e manutenzione di opere d'abbellimento. Fino a qui tutto bene. Mentre il Comune di Porto San Giorgio si è sbizzarrito tra fontane e scritte, sulla rotonda fermana non si è visto ancora nulla. Colpa della burocrazia. Sulla carta l'infrastruttura risulta trovarsi in un'area extra urbana, quindi di competenza anche dell'Anas. Quest'ultima ha imposto pesanti limiti all'appalto pubblicitario vinto dalla Carifermo per circa centocinquanta mila Euro. L'assessore all'Ambiente Edgardo Romagnoli garantisce: "risolveremo la questione al più presto". Restando in tema d'interventi estetici, entro la fine dell'anno la rotonda del Tirassegno verrà terminata. Da anni l'opera è rimasta incompiuta con due strisce di cemento, ammuffito con il tempo, che di certo non erano il massimo. "Anche in questo caso prosegue Romagnoli - ci stiamo muovendo per il suo completamento con la realizzazione di un mosaico decorativo". Ma passiamo ora alle novità vere e proprie. Un elenco di cui l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Fermo Maurizio Scendoni va più che fiero. Tutti interventi mirati soprattutto alla sicurezza. La novità più grande interesserà l'incrocio di Santa Petronilla con la Provinciale Fermo - Porto San Giorgio. "Il progetto è ormai in uno stadio avanzato - spiega Scendoni scompariranno i semafori che verranno sostituiti da una rotonda. Soluzione che migliorerà la viabilità e scongiurerà il rischio incidenti". Il costo dell'intervento è di circa duecento mila Euro e i lavori dovrebbero iniziare la prossima primavera. Altro intervento comunale, anche a seguito degli ultimi fatti di cronaca, interesserà il bivio di San Marco alle Paludi con la Statale Adriatica in zona San Tommaso. "In questo caso prosegue Scendoni si tratta di un'azione ben più complessa, che vede anche la collaborazione dell'Anas. Stiamo parlando della creazione di un vero e proprio svincolo simile a quello del casello A14 di Porto San Giorgio, con corsie protette per indirizzare il flusso del traffico. La cosa è in fase di studio e prevede l'utilizzo dei fondi per la sicurezza stradale". Per quel che riguarda la Provincia di Ascoli, due sono gli interventi da segnalare. Il primo, ormai imminente, è la realizzazione della nuova rotatoria nel centro urbano di Campiglione. "L'opera è inclusa nel project financig Santarelli, quello che ha visto sorgere il centro commerciale Girasole - spiega l'assessore alle infrastrutture Renzo Offidani - il progetto è stato approvato come anche la variante urbanistica". Costo: duecentocinquanta mila Euro circa. Ultima novità riguarda la zona industriale Girola: "la provincia ha acconsentito alla richiesta, finanziata dal Consorzio Industriali Girola, di una rotatoria per immettersi sulla Mezzina direttamente dalla nuova area industriale fermana". Novità in vista anche per la circonvallazione fermana dal Tenna all'Ete. PAOLO PAOLETTI ,

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ANTONIO PISANI AL RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLE SEI VITTIME GHANESI DELLA STRAGE DI CASTELVOLTUR... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ANTONIO PISANI Al riconoscimento ufficiale delle sei vittime ghanesi della strage di Castelvolturno, effettuato mercoledì 12 novembre, non era presente un delegato della Procura di Napoli; per questo, il pubblico ministero della Dda Alessandro Milita (titolare dell'inchiesta sulla strage) ha negato il nulla osta per liberare e far tornare in patria, una volta per tutte, le salme. Che dovranno essere nuovamente riconosciute, alla presenza di un pubblico ufficiale, forse un esponente delle forze dell'ordine, indicato proprio da Milita. Al magistrato non è bastata la presenza all'obitorio di Caserta, otto giorni fa, del funzionario della prefettura Michele Granato, del numero due dell'Ambasciata ghanese Jonathan K Bartles, del delegato del governatore Bassolino Domenico Pinto, dell'assessore del comune di Castelvolturno Rosalba Scafuro e, chiaramente, di parenti e amici delle vittime: tra oggi e domani, dovranno tutti ritornare alla sala mortuaria dove le salme giacciono ormai da sessantadue giorni. Si tratta di una semplice formalità, forse l'ultimo ostacolo posto dalla burocrazia in nome della totale trasparenza. Nessun supplemento investigativo è infatti all'origine della decisione del pm Alessandro Milita; sin da subito gli inquirenti avevano accertato e compreso che i sei immigrati uccisi davanti alla sartoria etnica «Ob ob» il 18 settembre da un commando composto dai killer dei Casalesi Giuseppe Setola, Giovanni Letizia e Oreste Spagnuolo, erano vittime innocenti, senza precedenti penali, al massimo clandestini ma con un lavoro. Almeno in quattro avevano dato generalità false, dichiarandosi togolesi o liberiani, nel primo caso perché effettivamente originari del Togo ma residenti in un enclave in terra ghanese, o per avere più facilmente un permesso per motivi umanitari (in Liberia c'era fino a pochi anni fa una guerra civile). Circostanza che l'Ambasciata ha però chiarito: Alex Geemes, Cristopher Adams, Samuel Kwakou, Alaij Ababa, nomi inventati circolati però sui giornali nei giorni seguenti alla strage, sono stati identificati con l'aiuto di amici e parenti: erano tutti ghanesi.

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SALVATORE FERRARA CAVA DE' TIRRENI. OSTACOLO PUT (PIANO URBANISTICO TERRITORIALE) PER IL PRO... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SALVATORE FERRARA Cava de' Tirreni. Ostacolo Put (piano urbanistico territoriale) per il programma di riqualificazione urbana dell'area dell'ex Di Mauro. L'avveniristico e costosissimo progetto di riconversione, affidato dai nuovi proprietari (gruppo Cavamarket), all'architetto giapponese Kengo Kuma, ha ricevuto una battuta d'arresto da una recente verifica dell'anagrafe edilizia, richiesta per la redazione del nuovo Puc (piano urbano comunale), affidato al gruppo di lavoro coordinato dall'architetto Carlo Gasparrini. In pratica, dai dati arrivati dalla rilevazione, gli uffici tecnici comunali si sono accorti che gli attuali parametri urbanistici non consentono più margini per realizzare nuove volumetrie da destinare al settore terziario; in crisi quindi tutto il piano d'azione della famiglia Della Monica che, al posto delle rotative delle fallite arti grafiche, ha previsto il ritorno a Cava del quartier generale della holding, ma anche uffici, negozi, ristorante, sala conferenze, teatro, attività ludiche e parcheggi. A sciogliere i nodi arrivati al pettine è stato chiamato il professore Alessandro Dal Piaz, che dovrà esprimere un parere sulla possibilità che il previsto progetto di variante possa derogare dall'attuale Put, considerato che si tratta della riconversione di un immobile esistente, ed in caso contrario, quale iter procedurale occorre seguire per ottemperare ai parametri che al momento bloccano la realizzazione di nuove attività terziarie. Si cerca, in sintesi, di evitare un possibile impantanamento nella burocrazia regionale. Infatti, per derogare dagli attuali saturi indici per il terziario previsti nel Put (tre metri quadri per abitante), si dovrà chiedere l'approvazione del consiglio regionale, ma i tempi di realizzazione del progetto, che si aggira sui 60 milioni di euro, si allungherebbero inesorabilmente, con non poche ricadute in termini economici per il gruppo Cavamarket. Dall'amministrazione comunale tutto il sostegno per proseguire celermente, anche nel caso in cui si debba passare per la Regione. Il Comune crede nel progetto dell'architetto Kengo Kuma, che consentirà di riqualificare non solo l'area della vecchia fabbrica, ma l'intero quartiere, con un'opera di grande attrazione per tutta la città, in attesa che si sblocchi anche l'area dell'ex manifattura di viale Crispi, dopo lo stop al progetto presentato dal gruppo Maccaferri che prevedeva, un albergo, abitazioni, parcheggi ed uffici.

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Attuazione del programma amministrativo il sindaco relaziona al Consiglio comunale (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

favara Attuazione del programma amministrativo il sindaco relaziona al Consiglio comunale Favara. (g.mo.) - La relazione annuale sullo stato di attuazione del programma e sull'attività svolta è stata presentata dal sindaco Russello al Consiglio comunale. Un corposo fascicolo di oltre 150 pagine per un totale di circa 25 mila parole. Una relazione minuziosa, certosina, che però qualche consigliere, non ha esitato a definire «senz'anima». La relazione ha raccolto l'attività svolta da Russello e della sua amministrazione nel periodo 1 giugno 2007 al 31 maggio 2008, cioè quando ancora non era scoppiata la crisi politica che lo ha poi allontanato dalla sua maggioranza di centrodestra. Per oltre 1 ora e 30 minuti il sindaco ha esposto il suo lavoro spaziando dalla burocrazia comunale ai servizi sociali, dai lavori pubblici allo sport, dalle manifestazioni culturali ai problemi relativi all'emergenza rifiuti e alla crisi idrica. «Un intenso anno di lavoro nell'interesse della città portato avanti con metodi condivisi di onestà, preparazione, correttezza, trasparenza, passione civile ed etica - ha detto il sindaco - assieme a tutti coloro che mi hanno collaborato, che ringrazio». Russello ha evidenziato il lavoro svolto per la redazione del Prg, «frutto di un lavoro corale e condiviso»; ed anche di altri importati lavori pubblici alcuni già conclusi altri in itinere. Distratti i consiglieri comunali durante la sua esposizione, ma bipartisan i giudizi negativi. Luigi Sferrazza, capogruppo del, Pd: «Un mero elenco di atti e statistiche senza un'anima». Più drastico Antonio Valenti del Mpa: «Si rasenta il ridicolo con l'elencazione dei matrimoni celebrati e delle lettere spedite. C'è pochezza di contenuti poiché da parte sua è mancato il collegamento con il consiglio comunale per attuare il programma». Giovanni Mossuto del Pd: «E' la conferma del fallimento di Russello, sfociato poi nella crisi politica». Santo Pitruzzella, Fi: «Se il lavoro, come lei dice, è stato fatto bene per quale motivo allora la sua inversione di rotta e la nomina di una nuova giunta sganciata dai partiti».

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Egregio direttore, Le scrivo in merito alla lettera ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Egregio direttore, Le scrivo in merito alla lettera ... Egregio direttore,Le scrivo in merito alla lettera della Sig.ra Rita Miotto pubblicata nella rubrica Telefonate al Gazzettino del 08.11.2008 con il titolo Burocrazia insormontabile per un giovane studente.Poiché la signora usa espressioni come mancanza di umanità, insipienza documento choc credo sia opportuno chiarire quali siano i reali termini del problema.Le borse di studio sono regionali e vengono liquidate sui fondi ministeriali e regionali seguendo, obbligatoriamente, una normativa nazionale (DPCM sul Diritto allo studio) e regionale (DGR che viene emanato ogni anno). In altre parole, l'Università esegue solo il lavoro di distribuzione, per conto della Regione, applicando una normativa sulla quale non ha alcun potere discrezionale.Ne consegue che, anche se a livello personale possiamo ovviamente comprendere le situazioni difficili che si presentano, né noi né i responsabili degli uffici preposti possiamo in alcun modo far deroghe o eccezioni. Nel caso particolare ciò che fa fede è lo stato di famiglia rilasciato dal Comune e le condizioni alle quali l'interessato può costituire nucleo a sé ai fini della borsa di studio sono chiaramente espressi nella normativa citata prima (nucleo a sé da almeno 2 anni, reddito minimo dimostrabile).Dunque, come dicevo, nemmeno il funzionario preposto all'Ufficio Borse di studio può prendere in considerazione i singoli casi umani. Sono previste dalla normativa alcune possibili eccezioni in caso, ad esempio, di gravi malattie e, per valutare la documentazione prodotta dagli interessati, c'è un'apposita commissione nella quale siedono, a garanzia del fatto che la valutazione sia sempre la più favorevole allo studente, i rappresentati degli studenti nel Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo. Concludo dicendo che viene spesso ricordato agli studenti che vi sono controlli della Guardia di Finanza proprio per far loro presente che hanno la piena responsabilità di ciò che dichiarano, dato che i benefici che ottengono sono a carico della società e quindi del contribuente.Guido Scutariprorettore al Diritto allo studio

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Zen, la burocrazia frena l'iter del centro polifunzionale (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

IMPIANTISTICA. Dal '98 il complesso sportivo della società Nadim è in attesa dei permessi per la costruzione. Morici: «Speriamo di superare tutti i problemi» Zen, la burocrazia frena l'iter del centro polifunzionale Un complesso sportivo polifunzionale che da 10 anni fatica a trasformarsi da progetto a realtà bloccato da un iter burocratico simile ad un labirinto. Il grande progetto della società Nadim, che dovrebbe essere costruito all'interno del quartiere San Filippo Neri nell'ambito del Programma Integrato d'Intervento, è attualmente fermo. Dal 1998 a oggi si sono succeduti già quattro dirigenti responsabili del Comune che hanno ogni volta cambiato il modo di interpretare le vaghe regole dei P.I.I. ed i limiti entro cui muoversi. Due le questioni da risolvere per iniziare i lavori. Il decreto di proroga per i progetti integrati di riqualificazione del territorio con firma congiunta del sindaco e del presidente della Regione. Oltre alla proroga, ancora lontana senza motivi specifici, un altro problema è quello della convenzione nella quale vanno ancora definiti gli oneri concessori dovuti, pari a zero euro ai sensi dell'articolo 9 lettera «f» della legge 10/77 e non di 1.400.000 secondo le tabelle in vigore, su cui dovrebbe deliberare il Consiglio comunale. Il complesso sportivo, che ha già ricevuto l'ok da Federnuoto e del Coni regionale, avrà una piscina scoperta di 50 metri con dieci corsie e una tribuna coperta con 546 posti a sedere; una piscina di 25 metri con copertura scorrevole e tribuna con 280 posti a sedere; un'altra piscina coperta di 14 metri; una palestra con campo di pallavolo omologabile e utilizzabile per l'attività ginnica; spogliatoi maschili, femminili e per bambini; un centro di medicina sportiva, una infermeria, un ascensore per disabili e scale di sicurezza esterne. L'intera struttura, unica perchè può ospitare gare nazionali sia all'interno che all'esterno, sarà circondato da alberi di origine mediterranea. Il parcheggio avrà superficie impermeabile e le acque piovane saranno convogliate nei disoleatori prima di arrivare nella fognatura. «Un impianto unico che darà lavoro stabile a circa 100 persone e sarà a disposizione di 5 mila persone compresi disabili e scuole dello Zen - afferma Giuseppe Morici -. Già da gennaio potremmo cominciare a costruire. Speriamo di superare presto tutti i problemi e iniziare i lavori». FRANCESCO TRUPIA

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Sant'Antoniochiesa in oblio (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ferla Sant'Antonio chiesa in oblio Ferla. L'Ugl invia una richiesta di chiarimenti sul fermo dei lavori di Sant'Antonio: una missiva al ministro Sandro Bondi e al Genio civile fa da apripista a successive azioni. Il pressing è del sindacalista Antonino Galioto, che chiede certezze. «Di certo - afferma - si conosce solo la data d'inizio dei lavori, settembre 2006, e la fine prevista per aprile 2008. Alla data odierna nessuno conosce quali siano le eventuali motivazioni-giustificazioni della sospensione dei lavori; poi c'è anche un dovere verso la cittadinanza». Secondo il sindacalista «nessuno pare voglia tenere in giusta considerazione i credenti del Comune di Ferla e cosa per essi significhi il culto religioso». E non solo: «Assistiamo a un altro paradosso: oggi si parla di sicurezza, ma si può constatare come gran parte della struttura sia ingabbiata con sistemi superati e non a norma. Una situazione che con il passare del tempo tende a creare maggiori danni, con la possibilità del formarsi di nuove crepe». L'appello: «Occorre senso di responsabilità - conclude - dobbiamo tutti ricordare cosa rappresentino opere come questa per il nostro patrimonio. Invito chi ha responsabilità a non cercare di fare terra bruciata intorno alle opere pubbliche». Da qui l'istanza d'una convocazione di conferenza dei servizi per far conoscere pubblicamente le motivazione del ritardo riguardanti la consegna dei lavori ultimati così come da progetto. Ritardo nei lavori che, certamente, fa lievitare il costo dell'opera; e anche se detti finanziamenti vengono da leggi speciali e dalla Comunità Europea non è consentito, per i tempi che viviamo, utilizzare finanziamenti aggravando il costo economico dell'opera. Ecco perché bisogna far chiarezza ed in fretta. Rivolgo quindi un richiamo alla burocrazia degli enti nazionali e regionali che hanno il compito di vigilare sulla perfetta esecuzione dell'opera commissionata ed accertare le eventuali responsabilità sulla ritardata esecuzione dei lavori». r. r.

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Mutuato morto, l'Usl presenta il conto (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il medico di base di Fontanelle, Pisani, si è visto recapitare una lettera in cui si chiedeva di restituire 1300 euro Mutuato morto, l'Usl presenta il conto La vicenda nasce da un errore burocratico per una comunicazione non recepita nove anni fa Fontanelle «Anche nel trevigiano si curano le persone morte. Così come avviene in Sicilia. Scrivetelo bene in grande, mi raccomando» esordisce il dottor Giovanni Pisani, medico di famiglia, il quale nei giorni scorsi si è visto recapitare una lettera dell'Usl 9 che l'ha fatto trasalire. L'azienda sanitaria gli chiedeva di restituire qualcosa come 1.290 euro, somma che il medico avrebbe indebitamente percepito per non aver comunicato all'Usl la morte di una sua paziente, avvenuta nel 1999. «Grazie per avermi dato del truffatore - sottolinea Pisani ironico - un'offesa che fa ancor più male quando penso a come seguo i miei pazienti. Che diventa ancor più pesante dopo che ho scoperto che lettere simili, richiedenti cifre ben maggiori, sono state recapitate a diversi miei colleghi. Professionisti che conosco e che reputo scrupolosi, attenti nel seguire i loro malati, altro che truffatori». Passato il primo momento di sconcerto e indignazione, il dottor Pisani ha deciso di andare a fondo della questione. Per prima cosa si è informato: «Non spetta al medico curante comunicare all'Usl 9 il decesso dei propri malati» sottolinea Pisani. Forte della sua passata esperienza di sindaco ha pensato al municipio, vedendoci giusto. «Mi sono recato all'Ufficio Anagrafe e ringrazio di cuore la signora Lorenza Cescon per la collaborazione. I Comuni hanno l'obbligo ogni mese di comunicare all'Usl i decessi dei cittadini. La signora Cescon ha trovato il fax del 1999 all'Usl, nel quale risultava ben evidente il nominativo della mia paziente deceduta. Dunque la comunicazione era stata fatta. Mi chiedo perchè l'Usl non l'abbia recepita». Il semplice cittadino neppure immagina quanta burocrazia ci sia dietro ad un decesso. «Ci sono addirittura delle statistiche ai fini Istat - prosegue il dottor Pisani - oltre agli elenchi che vengono inviati dai Comuni. Ora, è logico che l'errore può accadere, ma perchè accusare subito un medico di essere un truffatore? È un danno d'immagine davvero notevole. Più d'un paziente è venuto a chiedermi: ma dottor Pisani, fate anche voi come hanno fatto in Sicilia? Sono parole che fanno male. Siamo stati tra i primissimi, nel Veneto, insieme ad altri due colleghi, ad avviare la medicina di base di gruppo. Dei nostri assistiti conosciamo tutto, a volte mentre sto in ambulatorio riconosco dal colpo di tosse chi è seduto in sala d'aspetto. Ricevere lettere del genere fa male, quando tutto dipende dal fatto che l'Usl non ha recepito i dati comunicati». Il dottor Pisani si è subito messo in contatto con il rappresentante dei medici di famiglia, il dottor Brunello Gorini. Quest'ultimo, avendo ricevuto altre segnalazioni in proposito, si era già attivato con l'Usl 9. Della serie: la procedura burocratica verrà sistemata, nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato proprio di un errore. «Prima di inviare lettere del genere - conclude Pisani - andava fatto un ulteriore controllo. Far sentire un medico un truffatore è davvero spiacevole. Vediamole poi queste cifre: percepiamo 4 euro ad assistito, somma dalla quale bisogna togliere l'affitto dell'ambulatorio, le spese di gestione, l'infermiera e così via».Annalisa Fregonese

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Nonostante la grave crisi economica non si deve perdere la fiducia (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L?INTERVENTO Nonostante la grave crisi economica non si deve perdere la fiducia di Flavio Mancin * Trasporti, burocrazia, energia sono i nodi da sciogliere per permettere al Paese di reagire alla crisi. I rilevamenti dell'Istat non lasciano spazio all'interpretazione e descrivono una situazione di generalizzata sofferenza delle famiglie. Si fatica ad arrivare a fine mese e l'incertezza del futuro paralizza le energie. Ma se è evidente che di crisi profonda si tratta, è altrettanto evidente quanto necessario che in tempi di recessione non si perda la fiducia. Atteggiamento da incoscienti? Non credo. A leggere i dati economici che riguardano la Nazione si impara, ad esempio, che l'export dei prodotti italiani nel primo semestre del 2008 è cresciuto di un più 6\% rispetto allo stesso periodo del 2007. La quota delle esportazioni italiane verso la Russia, la Cina ed il Brasile, sono aumentate in modo significativo soprattutto se confrontate con gli altri paesi dell'Europa. Le nostre aziende sono diventate fornitrici di macchinari per le industrie dei paesi emergenti come l'India e la Cina. Per qualcuno i successi del processo di internazionalizzazione delle nostre aziende potrebbero sembrare poca cosa rispetto alla crisi finanziaria internazionale che da Wall Street sta investendo tutto il mondo occidentale. Ma rappresentano comunque la speranza di una nuova e più forte rinascita.Solo un paio d'anni fa, in occasione di una giornata dell'economia, il presidente della Camera di commercio, riferendosi ai dati relativi all'occupazione e all'economia della provincia, annunciava l'uscita dal cono d'ombra'. La percezione più diffusa è che oggi in quel cono d'ombra' la provincia di Rovigo ci stia rientrando insieme con il resto dell'Italia e del mondo occidentale.Per non farsi trascinare dalla corrente del pessimismo, è bene, allora, fare delle giuste precisazioni. La prima doverosa puntualizzazione è che l'attuale crisi è prima di tutto finanziaria e può, almeno in Italia, diventare industriale nel caso in cui le banche restringessero il credito alle aziende. Per ora la situazione pare essere sotto controllo. Inoltre, per arginare ancora di più il pericolo e dare respiro alle aziende, le Associazioni di categoria hanno già da tempo introdotto i consorzi di affidamento del credito ( che è necessario incentivare). Si tratta, oggi più che mai, di opportunità importanti e di una sostegno fondamentale per le nostre aziende .Fatte le dovute precisazioni, rispetto ad un crisi tanto minacciosa occorre armarsi di forza e di fiducia e di tutti quegli strumenti utili a sostenere il nostro tessuto imprenditoriale fatto di media e piccola impresa, spesso a conduzione familiare. Molti sono i nodi che ci bloccano e che impediscono di crescere. I trasporti costano in Italia un 12\% in più rispetto gli altri paesi. Paghiamo, infatti, un ritardo infrastrutturale di decenni. L'Italia che lavora e che produce ha bisogno di strade, ponti, ferrovie, aerei e aereoporti che funzionano.Accanto alla questione dei trasporti, è necessario sburocratizzare il sistema e soprattutto rendere efficiente tutto l'apparato dei servizi pubblici e dei servizi alle imprese. Le lungaggini costano troppo in termini di perdite e di opportunità mancate. Bene fa, allora, il Governo con il ministro Brunetta ad aver scelto la linea dura nei confronti dei fannulloni'. Non si tratta di individuare un capro espiatorio ad una situazione anchilosata, ma di iniziare a scegliere una politica che mette davvero il cittadino al centro. Scongiurare la paralisi del sistema paese significa anche affrontare una volta per tutte la questione energetica. Un costo superiore del 30\% rispetto alla spesa energetica degli altri paesi rende abbastanza evidente il nostro stato di sofferenza e danneggia le imprese, il mercato e le famiglie. La differenziazione delle fonti, la valorizzazione delle bioenergie sono un buon punto di partenza. Ma è tempo di assumersi anche delle responsabilità in merito alla scelte energetiche del futuro.Credo non esista crisi che non preluda ad una ripresa. Ma sono altrettanto convinto che la ripresa economica ci sarà se sapremo crearne le condizioni. A livello nazionale come a livello locale non c'è più tempo per le contrapposizioni dialettiche ed ideologiche. Servono idee chiare, progetti e il coraggio di agire.* consigliere comunale Pdl

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Ritardi autorizzativi per impianti fotovoltaici: il TAR Sicilia condanna l'Assessorato all'Industria Regionale (sezione: Burocrazia)

( da "Blogosfere" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nov 0820 Ritardi autorizzativi per impianti fotovoltaici: il TAR Sicilia condanna l'Assessorato all'Industria Regionale Pubblicato da Mario Delfino alle 16:00 in Burocrazia, Fotovoltaico Normal 0 14 Proprio qualche giorno fa, nel corso dell'intervista rilasciata a Blogosfere, accennavo alla reazione non sempre adeguata da parte delle Amministrazioni alla crescente richiesta di fotovoltaico in Italia. E' stata pubblicata, in proposito, una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia che condanna l'Assessorato all'Industria Regionale per il proprio silenzio susseguente alla richiesta di Autorizzazione Unica per la realizzazione ad Agrigento di un impianto fotovoltaico da 50 kW. Ma cosa era successo? Normal 0 14 Il vincitore del ricorso aveva presentato domanda di ammissione alle Tariffe Incentivanti, secondo il vecchio Conto Energia, disciplinato dal DM 28 luglio 2005 ed aveva ottenuto risposta positiva il 5 aprile 2006. Era stata presentata, quindi, la richiesta di Autorizzazione Unica all'Assessorato Regionale all'Industria siciliano in data 1 febbraio 2007. L'Amministrazione aveva ricevuto tale richiesta il giorno 5 febbraio. Da quel momento, doveva avviarsi un procedimento finalizzato al rilascio dell'Autorizzazione Unica. Tempo massimo stabilito dalla legge (D.Lgs 387/2003, art. 12, comma 4)? 180 giorni. Attenzione alle date, ora. Il 16 ottobre 2007, abbondantemente scaduto il termine di 180 giorni previsto dall'art. 12 citato, l'Assessorato indiceva la Conferenza dei Servizi ai fini del rilascio dell'Autorizzazione Unica. Tutto risolto? Neanche per idea. Perché alla Conferenza, tenutasi il giorno 5 novembre, non erano presenti tutte le Amministrazioni invitate. Quindi niente Autorizzazione. Arriviamo, così, al 21 febbraio 2008, data della nota con la quale il ricorrente chiedeva all'Assessorato di provvedere, emanando la determinazione conclusiva del procedimento, ai fini del rilascio dell'Autorizzazione Unica. Reazioni da parte dell'Assessorato? Silenzio. Fino a quando, non è stato presentato ricorso al TAR che ha condannato, con sentenza n. 1277/ 2008 l'Amministrazione Siciliana. Il TAR ha sentenziato l'illegittimità del silenzio rifiuto impugnato e dichiara l'obbligo dell'Assessorato Regionale all'Industria di provvedere sulle istanze presentate dal ricorrente in data 01.02.2007 e 21.02.2008, entro il termine di novanta giorni dalla comunicazione in via amministrativa ovvero dalla notificazione a cura di parte della presente sentenza. Ciao. A presto. Si ringrazia: - giustizia-amministrativa.it

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La ricetta di Versace contro la crisi">Lusso, meno tasse e una cabina di regia La ricetta di Versace contro la crisi (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lusso/ "Meno tasse e una cabina di regia". La ricetta di Versace contro la crisi Giovedí 20.11.2008 16:37 Meno tasse alle imprese che esportano e una cabina di regia dedicata alla promozione del made in Italy. Questo il menù che, tra una portata e l'altra, ieri sera a Villa Madama, i rappresentati del lusso italiano hanno presentato al premier Silvio Berlusconi e ai suoi ministri. Lo racconta ad Affaritaliani.it Santo Versace, deputato del Pdl che, assieme ai colleghi di Altagamma Leonardo Ferragamo, Paolo Zegna, Carla Fendi, Bernabò Bocca, Matteo Marzotto, Andrea Della Valle e Matteo Cordero di Montezemolo, ha partecipato all'incontro. Guai a chiamarlo lusso però. Per Versace il made in Italy non è altro che "l'industria del bello, della creatività, dell'innovazione". E la politica dovrebbe prendere esempio. Perché la crisi c'è ma si può superare. Ma le regole devono essere uguali per tutti. L'INTERVISTA Una cena a base di crisi e strategie quella di ieri sera. Di cosa in particolare avete discusso? "Abbiamo parlato di burocrazia: in Italia ce n'è troppa e frena le imprese. Abbiamo parlato della giustizia, perché è necessario anche per le imprese che questa funzioni. E poi abbiamo parlato di un fatto molto importante: l'Europa è il mercato più aperto del mondo ed è necessario che anche gli altri lo siano allo stesso modo. Basta con gli ostacoli che penalizzano le nostre imprese: la parola d'ordine deve essere 'reciprocità'". E a Berlusconi cosa avete chiesto? "Una cosa molto importante, che già era contenuta in un ordine del giorno da me presentato in ottobre e approvato all'unanimità, ovvero una fiscalità di vantaggio per le imprese che esportano. Così come avviene in Danimarca e in altri Paesi. Perché le aziende che sono sul mercato mondiale devono avere i team migliori (e quindi ben pagati), strutture idonee in tutto il mondo e devono fare tanta rappresentanza e promozione. E invece, per dirne una: in alcuni casi le spese di rappresentanza non sono neppure detraibili al cento per cento. Insomma vogliamo che il sistema fiscale, che non solo non favorisce le imprese ma in alcuni casi le danneggia, cambi". E avete chiesto anche una struttura ad hoc collegata direttamente alla presidenza del Consiglio che possa rilanciare il made in Italy? "Sì, in Italia c'è infatti una dispersione, tra enti e paraenti, che non ci giova. Tra ambasciate, istituti di commercio estero, regioni, camere di commercio... c'è troppa dispersione. Ci vuole una cabina di regia che invece di sperperare i soldi in sovrastrutture si occupi seriamente di una reale promozione del made in Italy". Chi vede alla guida di questa cabina di regia? "Il nome non è importante. Ciò che conta è che siano scelte le persone migliori. Come è avvenuto con la nomina di Mario Resca alla direzione dei musei italiani". pagina successiva >>

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La ricetta di Versace contro la crisi">Lusso, meno tasse e una cabina di regia La ricetta di Versace contro la crisi pag.1 (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lusso/ "Meno tasse e una cabina di regia". La ricetta di Versace contro la crisi Giovedí 20.11.2008 16:37 Cabina di regia a parte, le previsioni per il 2008 e il 2009 restano nere... "Per carità non parliamo di previsioni nere. Bisogna cambiare mentalità: quando si parla di crisi o di recessioni si deve prendere tutto con freddezza, bisogna essere attenti e ragionare. Guai a piangersi addosso. Pensiamo ai nostri genitori e ai nostri nonni nel 1945 e torniamo ad essere guerrieri. Dobbiamo armarci dell'ottimismo del fare. E così supereremo ogni crisi". Internet può aiutare? "Certamente, il commercio online sta crescendo molto e migliora costantemente. Ma è anche vero che in questa situazione la Rete da sola non può risolvere le cose". Su quali Paesi puntate in questo periodo? "Puntiamo molto sulla Cina e l'india. Ma i mercati vanno tutti rispettati. Sono molto importanti anche il Medio Oriente, il Brasile, la Russia e i Paesi dell'Est... Anche perché se su un mercato ti va male, ti sostiene un altro. Ma soprattutto nessuno deve commettere l'errore di smettere di investire in Europa e negli Usa. Insomma, nessuna piazza va mollata". Però il governo vi deve aiutare "Sì, dobbiamo fare gruppo, fare sistema, così come già avviene tra le tante aziende di Altagamma. E in effetti questo esecutivo ha ascoltato tutte le nostre richieste i nostri consigli... E' molto attento. Anche se l'Italia è un Paese dove la burocrazia uccide tutto". Un consiglio al governo contro la crisi? "Diciamo che la politica deve prendere esempio dalla moda: ritmo, globalizzazione, meritrocrazia... Se lo facesse, saremmo il primo Paese al mondo. Però da noi, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia, la moda non è mai stata rispettata e presa in considerazione per quello che rappresenta". < < pagina precedente

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Tagli finanziaria: procuratore Vibo, da gennaio procure in tilt (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 20-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tagli finanziaria: procuratore Vibo, da gennaio procure in tilt VIBO VALENTIA. ?A causa dei tagli della finanziaria nel settore giustizia a partire dal prossimo gennaio saremo alla bancarotta. E ad entrare per prime in tilt saranno le procure, già in affanno per delle ?scoperture? per un terzo delle stesse. Se poi si aggiunge che la legge Mastella non permette di applicare i giovani magistrati, non vedo come si possa parlare di lotta alla mafia?. A denunciarlo è il neo procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, intervenuto al convegno su racket, usura e testimoni di giustizia organizzato in occasione dell?arrivo in città della ?carovana antimafie?. Nella Procura di Vibo - ha spiegato il magistrato - ?tanto per fare un esempio, i più anziani hanno già chiesto il trasferimento. Stando così le cose, non vedo pertanto come si possa andare avanti, come si possa appunto combattere la ?ndranghita di cui tanto si parla e che nel vibonese annovera una tra le più potenti cosche sia in armi sia in economia?. Per Marisa Manzini, sostituto alla Dda di Catanzaro, l?80% dei commercianti è in mano all?usura, ?ma grazie ad alcuni testimoni di giustizia, si stanno aprendo delle brecce?. Poche e sempre di meno, invece, i dati delle denunce relative al fenomeno delle estorsioni a cui sono sottoposti gran parte degli imprenditori. E tutto ciò è dovuto al fatto, come ha denunciato l?avvocato Giovanna Fronte, del comitato provinciale di Libera, che la legge antiracket ?non funziona?. ?Una cosa è la legge sulla carta - ha fatto osservare - altra cosa è quando deve essere applicata, specie nella parte che riguarda le cosiddette ?intimidazioni ambientali?. Troppa la burocrazia, troppi i dinieghi, al punto che si rischia di trovarsi nella morsa degli estorsori e della stessa burocrazia?. ?Non c?è peggior cosa della mancata applicazione delle leggi?, ha lamentato anche il presidente della Confindustria provinciale Franco Arena, parlando di ?non certezza della pena? e citando come esempio ?coloro che hanno denunciato gli estorsori e che poco dopo se li sono visti di nuovo tra i piedi più baldi di prima?. (20-11-08)

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Via Garibaldi, riapre l'edicola (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Via Garibaldi, riapre l'edicola Paolo e Anna Comper i titolari: domenica rinfresco per i clienti TRENTO. Dopo due settimane di chiusura, riapre il tabacchino di via Garibaldi, con nuovo look e nuovi titolari. Sono Paolo Comper e sua moglie Anna, che hanno riaperto ieri l'esercizio pubblico in posizione strategica, alla confluenza di piazza Duomo e piazza Pasi. La rivendita è completamente rinnovata, dall'arredo al bancone, ed ha acquisito un aspetto più accogliente, grazie anche alle luci più decise e all'imbiancatura alle pareti, lasciando a vista le vecchie travi di legno al soffitto. Paolo Comper annuncia che a breve spera di poter fornire i servizi Enalotto, Lotto, Gratta e Vinci, fotocopie e fax e ricariche telefoniche. «Stiamo combattendo con la burocrazia - confessa la moglie Anna - ma il Superenalotto dovrebbe arrivarci a breve, per gli altri servizi vedremo. L'importante è aver colto quest'occasione, in modo che mio marito si è potuto fermare, dopo anni passati su un furgone. Così sono finalmente tranquilla». Racconta Paolo Comper che la decisione di intraprendere la nuova professione è stata presa per una scelta di vita. «Lavoravo come rappresentante della Motta - spiega - portando in giro gelati, ma alla lunga è un lavoro pesante. Ora spero di fermarmi un po', abbiamo colto l'occasione al volo e eccoci qui». Il più entusiasta della nuova situazione è il figlio della coppia, Andrea, 7 anni (insieme alla più piccola Francesca, di 4 anni), che da dietro il banco vuole toccare tutto e occuparsi di tutto. «Dopo la scuola - spiega la mamma - vuole passare sempre qui, per lui è il divertimento massimo». A conclusione della prima giornata, il bilancio sembra positivo, anche se i titolari non hanno termini di paragone per giudicare se l'incasso è più o meno positivo. Il tabacchino è aperto dalle 6.15 alle 12.30 e dalle 14 alle 19, dal lunedì al sabato e, visto il Natale incombente, anche le domeniche di dicembre, quelle d'oro. Intanto questa domenica, ci sarà un buffet offerto ai clienti, dalle ore 11 alle 12.

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Politi, occorre una nuova politica agraria (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Agricoltura Numero 277, pag. 13 del 21/11/2008 Autore: Visualizza la pagina in PDF       sit-in della cia a roma in piazza montecitorio Politi, occorre una nuova politica agraria «L'agricoltura italiana sta attraversando uno dei più difficili momenti della sua più recente storia. Le risposte del governo per fronteggiare questa preoccupante situazione di crisi sono state, finora, parziali, riduttive o sbagliate. Crediamo che sia illusorio fare affidamento solo sulle virtù regolatrici del mercato. Non serve una medicina miracolistica, ma non bastano interventi frammentari. Occorrono subito fatti concreti e misure straordinarie. Ma quello che serve di più è un progetto di politica agraria. E questo è compito della Conferenza nazionale sull'agricoltura e lo sviluppo rurale». Così il presidente della Cia, Giuseppe Politi, ha parlato nel corso del sit-in a Roma, in piazza Montecitorio davanti alla camera dei deputati, che ha concluso la mobilitazione della Confederazione italiana agricoltori, che in queste ultime settimane si è sviluppata sull'intero territorio nazionale, con più di mille iniziative e manifestazioni in 100 capoluoghi di provincia e in oltre 800 comuni. «è necessaria», secondo il presidente della Cia, «una rinnovata politica agraria nazionale. Per troppi anni, le sorti dell'agricoltura sono state, sostanzialmente, affidate alla Pac e alle capacità imprenditoriali degli agricoltori. Parlare di progetto per l'agricoltura vuol dire porre al centro dello sviluppo le imprese e gli imprenditori agricoli». «La nostra», ha concluso Politi, «è stata, pertanto, una grande mobilitazione che ha coinvolto migliaia di agricoltori in tutto il paese. Obiettivo prioritario è quello di sollecitare le necessarie modifiche alla finanziaria, in particolare la proroga degli sgravi contributivi Inps e il ripristino del Fondo di solidarietà contro le calamità naturali e dei finanziamenti per il Piano irriguo, ma anche interventi straordinari a sostegno delle imprese. Il tutto per arrivare finalmente a una nuova politica agraria nazionale». In occasione del sit le imprese della Cia hanno lanciato il loro grido d'allarme: «lo scenario drammatico che potrebbe verificarsi per l'agricoltura italiana se non si interviene con validi e tempestivi interventi», prevede oltre 200 mila imprese agricole a rischio chiusura; taglio del 25% dell'agroalimentare made in Italy di qualità; calo del 15% dell'export e del 10% dell'occupazione nel settore; rincari tra il 3 e il 5% dei prodotti alimentari. Infatti, i pesanti costi di produzione, gli aumenti degli oneri sociali e delle assicurazioni, il caro-denaro e il difficile accesso al credito bancario, il crollo dei prezzi praticati nei campi e l'opprimente burocrazia, ha ribadito la Confederazione, «stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese agricole, molte delle quali ora producono addirittura in perdita. Una situazione che sembra ignorata dal governo che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore. Né si intravedono misure propulsive. Si va avanti con interventi frammentari e non nella logica di una valida politica di sviluppo. E così lo scenario futuro si fa sempre più oscuro». Oltre alla chiusura di aziende, specie quelle che operano in zone di montagna e aree svantaggiate, si verificherà un «taglio» netto delle nostre produzioni agricole e con la conseguente invasione dall'estero. «I risultati sarebbero due: acquisteremo prodotti di qualità scadente e forte impennata dei prezzi per i consumatori. Non solo. Il settore vedrà diminuire l'occupazione e il calo produttivo determinerà una flessione del nostro export agroalimentare, oggi fiore all'occhiello del «made in Italy» di qualità».

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Trieste, un Piano portuale per cambiare marcia (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Trieste, un Piano portuale per cambiare marcia il prp presentato ieri dal presidente boniciolli Tra i principali obiettivi c'è la rinascita del business crocieristico. Lo scalo poi vuole passare dai 300.000 teu attuali ad oltre 3 milioni 21/11/2008 trieste. Dopo oltre cinquant'anni il porto di Trieste si prepara ad adottare un nuovo Piano regolatore, destinato a rivoluzionare il waterfront cittadino e a rilanciare lo scalo giuliano a livello europeo, con ricadute importanti non solo a livello di traffici, ma anche sul fronte delle attività turistiche e del trasporto passeggeri. Il documento, atteso da anni, è stato presentato ufficialmente ieri mattina al Comitato portuale dal presidente dell'Authority giuliana, Claudio Boniciolli, che ha sottolineato l'importanza di dotare il porto di uno strumento «senza il quale qualsiasi opera non potrà essere proposta, finanziata o realizzata». Punti chiave di quello che sarà il porto di Trieste del futuro sono il raddoppio del Molo Settimo, con spazi molto più ampi per accogliere i container in arrivo, l'imbonimento di un'area tra i moli Quinto e Sesto, che verranno ampliati e potenziati per creare un terminal merci varie, la realizzazione della nuova Piattaforma logistica, dalla quale si staglierà il nuovo multifunzionale Molo Ottavo. E ancora, la creazione di un moderno terminal per traghetti ro-ro, l'allungamento del molo Bersaglieri e il potenziamento della Stazione Marittima per rilanciare il settore crocieristico, in piena crisi dopo l'addio di Costa Crociere ed Msc. «Il nostro obiettivo nel lungo periodo - ha spiegato il presidente Boniciolli - è quello di avere, una volta completate tutte le opere previste nel Piano, un traffico di tre milioni di teu (attualmente sono circa 300mila, ndr). Puntiamo anche a un aumento consistente di merci varie e di alcune derrate che contraddistinguono il porto di Trieste, come il caffè. Contiamo, inoltre, una volta superata la fase di recessione, di arrivare anche a un notevole potenziamento delle attività turistiche e di passeggeri». Gli obiettivi sono stati condivisi all'unanimità dal comitato portuale, che ora sarà chiamato a votare il Piano tra gennaio e febbraio 2009. «È stata apprezzata soprattutto la filosofia di pragmatismo e di grande flessibilità del Piano stesso - ha continuato il presidente dell'Authority -. Flessibilità in particolar modo importante per evitare che ogni singola variazione della linea di costa sia soggetta ad una nuova variante dell'intero Piano. Ciò consentirà agli operatori nazionali ed internazionali che investiranno nel porto di Trieste di operare con agilità risparmiando tempo e denaro». L'unico ostacolo, ora, (reperimento dei fondi per le opere a parte), sarà la burocrazia italiana: dopo l'adozione in comitato portuale, il documento dovrà passare al Consiglio superiore dei lavori pubblici per l'approvazione dei ministeri competenti. A loro spetterà il compito di fare le osservazioni del caso, a cui si dovrà rispondere con eventuali modifiche del Piano. Quindi, lo strumento normativo sarà rispedito alla Regione Friuli Venezia Giulia, la cui approvazione ne sancirà definitivamente l'applicazione nel porto di Trieste. Un iter che solitamente ha una durata non inferiore ai due anni e che il presidente Claudio Boniciolli vuole abbattere drasticamente: «Il Paese afferma sempre che il Nord Est è un trampolino di lancio fondamentale verso l'Est europeo: alla luce di questo chiediamo una corsia preferenziale per arrivare all'approvazione del documento in tempi ragionevoli. Un appello che facciamo alla politica locale e a quella nazionale, anche in virtù del fatto che l'attuale piano regolatore risale al 1957». Elisa Lenarduzzi 21/11/2008

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Malati in casa, l'Asl vuole il censimento (sezione: Burocrazia)

( da "Provincia Pavese, La" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

di Stefano Romano Malati in casa, l'Asl vuole il censimento In aumento i casi di giovani vittime di incidenti stradali Le famiglie alle prese con spese mediche e assistenza VOGHERA. Del caso di Eluana Englaro sono piene le prime pagine, e la vicenda del tortonese Max Ferrauto, in coma da 17 anni e assistito in casa, muove le coscienze. Ma quanti sono i malati cronici inchiodati ad un letto? Scoprirlo non è semplice: tanto che perfino la commissione sanità del Senato, dopo un anno di ricerche, non è ancora riuscita ad avere dalle Regioni dati definitivi. L'Asl di Pavia si sta muovendo ed ha iniziato a raccogliere dati sul numero dei malati cronici che hanno bisogno, in una struttura specializzata o a domicilio, di cure costanti per vivere. O per sopravvivere. Scavando un po' nei fascicoli dei servizi sociali del Comune di Voghera, però, qualche certezza almeno su quello che accade nel microcosmo vogherese si riesce ad avere. In città sono circa 70 i malati «non autonomi» che hanno accesso all'assistenza domiciliare. A questi si devono aggiungere i 150 malati circa che, sempre in condizioni di non autosufficienza, vivono nei 24 Comuni che compongono il distretto socio-sanitario che fa riferimento a Voghera (sostanzialmente i paesi dell'hinterland della città e la valle Staffora) e ricevono i voucher per l'assistenza domiciliare. Si sta parlando di circa 200 persone: senza pretese di precisione statistica, qualcosa come due abitanti ogni mille. Attenzione: se il malato non autosufficiente riceve i buoni (quelli che la burocrazia chiama voucher) che consentono di acquistare servizi di assistenza e cura a domicilio, significa che non è in grado di raggiungere da solo il medico o lo specialista, e non è ricoverato in una struttura specializzata, ospedale, casa di cura o centro specializzato nella gestione di malati cronici che sia. «Ovviamente non tutti questi casi sono gravi come quelli di Eluana o di Max Ferrauto, il ragazzo di Tortona in coma assisistito in casa da 17 anni - spiega il dirigente del settore servizi sociali del Comune, Domenico Marrapodi, che è anche responsabile del piano sanitario di zona -. Il parametro d'accesso ai voucher sociali, comunque, è la "non autonomia", ovvero la necessità di cure costanti per una patologia, normalmente cronica, che per diversi motivi viene gestita in casa invece che in una struttura sanitaria specializzata». Gran parte di questi casi, ovviamente, riguardano anziani: sempre più numerosi in un territorio che, dati Istat, conta più di un ultra-65enne ogni quattro abitanti. «Sono in aumento, però, i casi che riguardano giovani vittime di incidenti di vario tipo - spiegano all'Asl -. E sono in amento anche i casi di cronicizzazione in seguito a malattie degenerative». In altre parole: sono sempre di più i malati che sopravvivono per anni a malattie che fino a poco tempo fa portavano alla morte in tempi rapidissimi. Scegliere di assistere a casa un malato cronico significa mettere in conto fatica fisica e un impegno costante, 24 ore al giorno senza week-end o ferie. Ma anche spese notevoli. E quanto metteno a disposizione le casse pubbliche? «Il budget a disposizione per il 2008 per il piano di zona che fa riferimento a Voghera è stato di 310mila euro», spiegano in Comune. Ovvero una media di poco più di 1.500 euro per ogni famiglia che sceglie di assistere a casa un malato "liberando" un posto in ospedale.

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artigianato subito la riforma (sezione: Burocrazia)

( da "Centro, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 15 - Regione Artigianato «Subito la riforma» PESCARA. Attribuire più risorse per l'artigianato nel bilancio di previsione della Regione, semplificare la burocrazia amministrativa, destinare i fondi speciali Fas alle micro, piccole e medie imprese, ridurre l'Irap, sostenere l'accesso al credito rafforzando il sistema dei consorzi fidi: sono gli interventi per restituire slancio al comparto secondo la Confartigianato Abruzzo. «Bisogna eliminare ogni freno alla competitività delle imprese - dichiara il segretario regionale, Daniele Giangiulli - e impegnarci a sostenere tutto ciò che rappresenta stabilità e garanzia reale per gli artigiani, in un contesto di oggettiva difficoltà. Dai primi tre trimestri 2008 emerge che il segno negativo caratterizza l'andamento del settore in tutte le province. Secondo Unioncamere, le aziende sono diminuite dell'8,6% rispetto all'anno scorso, le imprese cancellate sono aumentate del 6,6%». Le attuali politiche regionali, secondo Confartigianato, sono «insufficienti e discontinue. Da oltre dodici anni - prosegue Giangiulli - attendiamo l'approvazione del nuovo Testo Unico.

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invasione di cinghiali e daini (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 3 - Cecina Invasione di cinghiali e daini Gravi danni alle coltivazioni, agricoltori sul piede di guerra Oggi la Coldiretti incontra il Presidente della Provincia VOLTERRA. Si sono decuplicati negli ultimi dieci anni, con pesanti conseguenze sulle coltivazioni in primis e poi sulla sicurezza della popolazione. Sono soprattutto la valle del Berignone e l'area di Monterufoli le zone maggiormente flagellate da cinghiali e daini. «Bisogna riscrivere le regole con una legge speciale che consenta abbattimento selettivo, prelevamento degli esemplari in esubero e prolungamento della caccia. Solo così questi fenomeni potranno essere contrastati», spara Fabrizio Filippi, presidente della Coldiretti. Dall'emergenza cinghiali alla crisi profonda della zootecnia passando per la tutela della filiera agroalimentare e ai farmer's market. Sono questi i principali temi che spingeranno gli agricoltori del volterrano alla grande mobilitazione organizzata da Coldiretti Pisa a Firenze il 27 novembre contro la Regione Toscana. Saranno un migliaia i coltivatori di Volterra e dintorni che sciopereranno per un giorno lasciando campi, serre e stalle silenziosi. Intanto oggi il presidente dell'organizzazione agricola incontra il presidente della provincia e il sindaco di Pisa. «Chiediamo una tutela reale del sistema agroalimenate toscano e pisano. Il ri sarcimento non ripaga i danni biologici e lo stress di subire una tale perdita. Da qui anche la nostra decisione di abbandonare in segno di protesta i tavoli degli ambiti territoriali di caccia». L'altro tema del Coldiretti-Day sarà la difesa della zootecnia; un comparto che nel volterrano negli ultimi anni si è quasi dimezzato e sta vivendo una delle crisi più profonde della sua storia. L'eccessivo peso della burocrazia e delle restrizioni sanitarie infatti, hanno giocato un ruolo cruciale per questo antico comparto un tempo fatto soltanto di pascoli e capi, ma oggi gravato da scartoffie e faldoni: «Per allevare vacche, pecore e cavalli vanno aggiornati ogni giorno una ventina di registri - spiega il presidente provinciale - le generazioni di vecchi allevatori sono i primi a lasciare perché hanno obiettivamente difficoltà a tenere il passo della burocrazia mentre i giovani preferiscono scegliere strade meno complicate. La burocrazia è entrata a gamba tesa su un comparto che ha già molte limitazioni, e che ora rischia seriamente di scomparire. La nostra protesta va anche in questa direzione: diminuire la burocrazia». Ma c'è anche la tutela della filiera agroalimentare e i farmer's market, i mercatini esclusivi degli agricoltori. «La filiera corta è la risposta al caro vita. I passaggi dalla produzione al consumatore fanno lievitare i prezzi in maniera sproporzionata. I centesimi diventano euro e in un periodo di forte difficoltà e contrazione pericolosa dei consumi si deve poter dare l'alternativa al cittadino. La nostra associazione punta a questo strumento messo in atto dai mercati degli agricoltori per allentare la presa sul portafogli e per permettere alle aziende agricole di produrre e vendere direttamente. Portiamo a Firenze - conclude Filippi - le difficoltà dell'agricoltura del volterrano e di tutta la Provincia. E' una mobilitazione storica. L'agricoltura non era mai stata così compatta. Agricoltori - invita alla mobilitazione - sfilate al nostro fianco». F.S.

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il silenzio delle imprese (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ENZO COSTA SEGRETARIO DELLA CGIL Il silenzio delle imprese CAGLIARI. ??Negli ultimi mesi abbiamo inviato ai call center 39 richieste di incontro. Quanti hanno risposto? Nessuno??. Parola di Enzo Costa, segretario della Camera del lavoro, che prosegue: ??Da tempo conduciamo una campagna educativa che non è focalizzata alla repressione, ma al confronto, eppure mancano gli interlocutori. Questo è dovuto anche al fatto che, nel nostro Paese, è più facile attaccarsi alla burocrazia piuttosto che rispettare le leggi??. Su questo versante, Costa richiama l'esempio anglosassone: ??Sapete cosa succede in Inghilterra quando il titolare di un'azienda commette gravi irregolarità? Ha finito di lavorare: per gli anni successivi non potrà aprire alcuna attività né partecipare a società??. In Italia si intesta tutto alla suocera e si continua a sfruttare persone ricattabili che ??sono licenziate - conclude Costa - anche dopo l'iscrizione al sindacato??.

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migliaia di aziende rischiano la chiusura (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Agricoltura. Organizzazioni di categoria in allarme Migliaia di aziende rischiano la chiusura Domani alla Sala Eden un incontro per parlare di costi, mercati e Finanziaria GROSSETO. Allarme agricoltura. In provincia di Grosseto migliaia di aziende rischiano di chiudere per colpa di una crisi senza precedenti. A lanciare l'sos i vertici di Cia e Confagricoltura, che per domattina hanno organizzato una manifestazione alla sala Eden, a partire dalle 10,30: sarà un incontro con gli associati, i coltivatori e gli imprenditori agricoli per discutere sull'andamento dei mercati, la Finanziaria e l'aumento vorticoso dei costi di produzione agricola, che strozzano la categoria. «Meno reddito per le imprese e più costi al cittadino», questo il messaggio coniato da Cia e Confagricoltura per esprimere una crisi a livello nazionale e locale. In provincia di Grosseto ci sono 17mila aziende agricole, e «molte potrebbero chiudere per l'impennata dei costi di produzione e il calo del reddito», dicono Giancarlo Innocenti (Cia) e Diana Theodoli Pallini (Confagricoltura). I problemi riguardano sia il coltivatore che il consumatore. Tra il 2000 e il 2008 il reddito degli agricoltori è sceso del 18%, mentre i prezzi degli alimenti al consumo sono saliti del 28. Il costo del grano è sceso del 46% mentre la pasta è salita del 30. I costi dei fertilizzanti sono aumentati, nell'ultimo anno, del 70%, e problemi seri sono sul fronte del gasolio agricolo. E' insomma il momento di dichiarare guerra ai costi, che all'agricoltore fanno guadagnare meno e sborsare di più. «Le scelte operate dal Governo non aiutano», chiosano Cia e Congafricoltura. La Finanziaria potrebbe non rifinanziare il fondo irriguo e quello contro le calamità, e non rinnovare la riduzione di contributi per le aziende che operano in aree montane o svantaggiate, cosa che interessa molto la provincia di Grosseto specie per il settore zootecnico. Anche il Psr (piano sviluppo rurale) non ha prodotto i risultati sperati, caratterizzandosi per «farraginosità e prolissità, eccessiva burocrazia e insufficienza di risorse disponibili». Su questo punto Cia e Confagricoltura chiedono anche «misure specifiche per l'accesso al credito nel settore agricolo, e l'accelerazione dei pagamenti dei finanziamenti comunitari». L'appello è lanciato al Governo e agli enti locali, a Comune, Prefetto e presidente della Provincia, che Cia e Confagricolura incontreranno oggi stesso, per consegnare un documento. Resta estranea all'iniziativa la Coldiretti, che già in sede regionale ha abbandonato il tavolo di lavoro sul prezzo del latte ovino, avviato insieme a Cia e Confagricoltura. «E' il tradimento di un iter portato avanti insieme da mesi», dicono. E riguardo alla protesta agricola, cui ancora Coldiretti non parteciperà: «riteniamo - dice Innocenti - che per la portata dei problemi gravi che abbiamo di fronte, non presentarsi compatti sia un errore». Elisabetta Giorgi

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TRENTO - Chiede ancora uno sforzo, e non solo finanziario, alla Provincia, l'Associazione commercianti al dettaglio del Trentino, preoccupata per la difficile situazione di molte a (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

TRENTO - Chiede ancora uno sforzo, e non solo finanziario, alla Provincia, l'Associazione commercianti al dettaglio del Trentino, preoccupata per la difficile situazione di molte aziende associate TRENTO - Chiede ancora uno sforzo, e non solo finanziario, alla Provincia, l'Associazione commercianti al dettaglio del Trentino, preoccupata per la difficile situazione di molte aziende associate. Bene, dice il presidente Massimo Piffer, che sia stata accolta la proposta di un fondo speciale a sostegno delle piccole imprese in difficoltà. Ma bisogna fare di più e pensare soprattutto ai piccoli negozi dei centri storici, dove i titolari non hanno un impiegato amministrativo che possa dedicarsi alla preparazione della complessa documentazione richiesta per accedere alle facilitazioni sui mutui e che rischiano di essere esclusi dal novero delle 1500 aziende che - si calcola - avranno fatto domanda entro fine mese. Il consiglio direttivo dei dettaglianti ha fatto il punto con Sergio Anzelini, direttore di Confidimpresa, oltre che con Franco Pezzin ed Elisabetta Zanon. «Ulteriori risorse - chiede Piffer - costanti e distribuite in maniera equilibrata nei vari comparti. Si pensi alle piccole imprese nei 223 centri storici del Trentino, ragioniamo sulle metrature, sul numero di addetti». Come va il penultimo mese di questo anno terribile?«Si fa molta fatica, siamo in piena stagnazione. Speriamo che vengano la neve e la gente: se non arrivano i turisti, rischiamo sulla rotazione delle merci, sballiamo con le scorte, corriamo il pericolo di non star dentro nei fidi. Noi ce la mettiamo tutta, ma i costi non li riusciamo più a controllare, le entrate non bastano. Gli studi di settore vanno ritarati tutti: la luce dieci anni fa costava un terzo». È un appello al ministro delle finanze. «Ma anche alla Provincia e ai Comuni - insiste Piffer - che ci devono alleggerire le tasse indirette: chi ha qualche espositore davanti al negozio non può continuare a pagare il plateatico. E, per favore, toglieteci un po' della eccessiva burocrazia che ci asfissia. Ci vuole un patto stretto e forte, tra cittadini, operatori e banche. Mi piacerebbe che i nostri scontrini fiscali riportassero il prezzo più l'Iva a parte, perché è giusto che il cittadino sappia quanto finisce davvero nella cassa del negozio». 21/11/2008

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affondati dalla burocrazia - sergio secci (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La Caletta. Durissima protesta dei piccoli pescatori Affondati dalla burocrazia SERGIO SECCI LA CALETTA. Fra le tante categorie di lavoro in sciopero o agitazione, non potevano certo mancare i pescatori a far salire la tensione chiedendo giuste rivendicazioni per una categoria oramai allo stremo delle forze e lamentando saccheggi alle attrezzature come quella avvenuta l'altra notte davanti alla marina della caletta dove un pescatore locale, a cui, un peschereccio che praticava lo strascico a distanza inferiore al consentito, ha portato via l'intera attrezzatura da pesca lasciandolo praticamente senza sostentamento. Ma andiamo con ordine, ad accendere la miccia è ancora una volta sono i rappresentanti locali della Cigl che lamentano la burocratizzazione delle capitanerie di porto e la loro eccessiva fiscalità. «Da dieci anni a questa parte - spiega il delegato sindacale per la piccola pesca Francesco Loi - assistiamo ad un'eccessiva perdita del nostro tempo per adeguarci a tutte le normative emanate da stato, regione e comunità europea. Andare per mare è diventato oramai impossibile perché ai pescatori si richiedono montagne di documentazione spesso inutile come gli attestati di nozioni sul pronto soccorso o super radio tecnologiche quando noi, gli operatori della piccola pesca, non ci allontaniamo mai dalla costa e per metterci in contatto con familiari e mezzi di soccorso, basta un semplice cellulare». Per non parlare poi dei problemi legati alle trafile che occorre fare quando scade la documentazione di bordo «Non certo per nostra negligenza ma forse per carenza di personale, o eccessiva burocrazia, occorre recarsi più volte negli uffici e sino a quando tutto non è a posto, non si può riprendere il mare con ovvie ripercussioni» gli fa eco un altro lupo di mare. «E' impossibile andare avanti cosi - riprende Loi - chiediamo quindi ufficialmente una pubblica riunione con i vertici della capitaneria di porto di Olbia e gli amministratori locali per trovare la maniera di snellire le procedure e farci lavorare regolarmente». Oltre al fenomeno dell'abusivismo di cui si è discusso qualche mese fa, c'è poi da segnalare un altro grave problema che assilla la marineria, ovvero il poco rispetto della cosa altrui. «la notte scorsa - dice Pasquale Carta proprietario di una piccola imbarcazione - ho perso l'intera attrezzatura circa venti grosse nasse da posta che rappresentavano tutto il mio capitale».

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Un clic e ogni libro può essere tuo (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 279 del 2008-11-21 pagina 16 Un clic e ogni libro può essere tuo di Redazione L'Europa è una biblioteca infinita È nata sul web la raccolta dei capolavori del sapere del vecchio continente Milioni di volumi, spartiti e dipinti in versione digitale e gratis per tutti Il 20 novembre sarà ricordato, speriamo, come un giorno rivoluzionario per il nostro continente, per la sua stessa ragion d'essere politica e storica: è arrivata Europeana. E c'è da dire: finalmente. Tecnicamente, Europeana è un network tematico, ovvero una rete immensa di contenuti, appresi dalle fonti più disparate - musei, centri culturali, gallerie, archivi, biblioteche - e messi a disposizione dell'utente. A un primo sguardo, l'impostazione grafica è severa, ma è quella snellezza della forma che ti spinge a lasciar perdere i fronzoli per concentrarti su un frutto ghiottissimo offerto dalle nuove possibilità tecnologiche: in pratica, significa avere sotto le mani un portale che ti permette di accedere on line a due milioni di opere del patrimonio culturale europeo, riprodotte in formato digitale e disponibili in ventitré lingue. Da ieri, chiunque di noi potrà consultare con estrema facilità una quantità sterminata di libri, audio, film, foto, quadri, mappe, manoscritti, giornali e documenti d'archivio, costruendosi il proprio percorso mediante cui avventurarsi in questo progetto carico di speranze, che mette in scacco qualche luogo comune del pessimismo tecnologico. Guardiamo Europeana anche da un'ottica politica. Se l'europeismo oggi ha ancora una quantità residuale di forze, realizzazioni come questa sono un ottimo carburante per fare un po' di strada in avanti. E infatti: cosa ci siamo raccontati fino a oggi e cosa continuiamo a pensare, peraltro con fondate motivazioni? Che l'Europa era un freddo progetto tecnocratico, privo di anima e di profondità storica, algido e distante come i palazzoni di Bruxelles, opaco e respingente come i vetri oscuri di quei palazzoni. Abbiamo rimproverato ai governanti e alle loro burocrazie di degradare l'idea di Europa a direttive, norme, regolamenti, vissuti dai popoli come una continua, e indebita, intromissione dall'alto nella vita quotidiana e nelle sovranità nazionali. L'euroscetticismo è un vento che più di una volta è già girato a tempesta contro istituzioni che non sono ancora considerate parte del nostro immaginario, della nostra visione della politica e della nostra identità culturale. Ecco, Europeana da questo punto di vista può, potrebbe rappresentare un salto di livello e un'inversione di tendenza. Per diverse ragioni. Forse per la prima volta, questa megabiblioteca digitale ci spinge a farla finita una volta per tutte con la convinzione che l'identità comune dell'Europa vada creata, inventata, costruita sopra e contro la storia culturale dello spirito europeo. Qui si adotta un principio completamente opposto: si parte dal basso, da quello che c'è, da ciò che la storia europea ci ha consegnato sotto forma di creatività e creazione artistica, i capolavori della pittura e della letteratura, le avanguardie artistiche, i classici del pensiero politico, la storia sociale e del costume, l'informazione giornalistica, Dante e Mary Quant, Céline e Fellini, in una giusta contaminazione tra «alto» e «basso» culturale, tra cultura scientifica e culture popolari. E qui sta la differenza rispetto a progetti analoghi di archivi mondiali del sapere, per cui si sono già sprecati i paragoni con la Biblioteca di Babele di J. L. Borges dove «tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto» o con l'impossibile Biblioteca universale di un racconto di Kurd Lasswitz, formata da un numero di libri pari a 10 elevato a due milioni: Europeana ha dei confini, qui si vuole raccogliere, in una sorta di gigantesca memoria collettiva, solamente (solamente!) la storia dell'Europa. Più di quanto qualsiasi visionario o qualsiasi storico avrebbe mai potuto sperare, fino a pochi anni fa. La tecnologia, in questo caso, diventa non un ostacolo ma un valore aggiunto, un booster delle radici culturali. E c'è un altro dato positivo di novità. I due milioni di documenti, che arriveranno a otto nel giro di un paio di anni, non restano chiusi nella torre d'avorio di qualche consorteria intellettuale o nelle remote stanze di edifici irraggiungibili ma vengono liberati nella Rete, e condivisi in quella particolare forma di nuovo comunitarismo su base tecnologica che Manuell Castells pone alla base delle nuove identità sociali. Su Europeana non si scaricano solo contenuti, si ha la possibilità di creare o aggregarsi a gruppi di discussione sull'autore o l'argomento che più ci interessa, con grande facilità. È, potenzialmente, anche un esperimento di democrazia digitale. Potenzialmente, va detto. Perché il vero successo di questa iniziativa si misurerà tanto sul continuo allargamento del suo magazzino di contenuti quanto sulla capacità di diventare uno strumento di popolarizzazione della cultura, utilizzato da milioni di utenti. Se è facile prevedere che il primo obiettivo sarà raggiunto con facilità, sul secondo punto è doveroso andare cauti. Da oggi, però, per avere un'idea più chiara dell'Europa, basta anche accendere il computer. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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di MARCELLO ZANNA* ANCHE IN EMILIA, come in Sicilia, in questi giorni si st... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

LETTERE E COMMENTI pag. 36 di MARCELLO ZANNA* ANCHE IN EMILIA, come in Sicilia, in questi giorni si st... di MARCELLO ZANNA* ANCHE IN EMILIA, come in Sicilia, in questi giorni si stanno recuperando quote di pazienti deceduti pagate per anni ai medici di famiglia per errore degli uffici anagrafe e delle Ausl. Nella maggior parte dei casi, i medici non erano nemmeno al corrente di tali pazienti nei loro elenchi. Tocca agli uffici comunali dell?anagrafe, infatti, comunicare tempestivamente alle Asl il decesso degli assistiti. Ai medici, solo ai medici tutte le colpe della disorganizzazione burocratica italiana. Ad essere chiamati a restituire tali quote dovrebbero essere i dipendenti dell?anagrafe che non li hanno mai cancellati. Mi spiego: il medico di famiglia è pagato a forfait poche decine di euro all?anno per ogni assistito. Alcuni assistiti, tuttavia, il medico non li vede mai, mentre altri sono sempre in studio. Spesso, in caso di morte improvvisa di un assistito, il medico non viene allertato, e lo viene a sapere solo quando vede che tale assistito è stato cancellato dai suoi elenchi. Se non viene cancellato, il medico può supporre che tale assistito sia ancora vivo e vegeto. In Sicilia come in altre realtà, i medici sbattuti in prima pagina come responsabili di truffa sono capri espiatori di una burocrazia inadempiente. La Sicilia ha cinque milioni di abitanti. Cinquantunomila pazienti deceduti e pagati ai medici in venti anni, equivalgono a circa duemilacinquecento pazienti all?anno circa. Duemilacinquecento su cinque milioni, fanno circa il cinque per mille di pazienti deceduti non cancellati. Ogni medico, in definitiva, ogni anno si ritrovava con circa tre pazienti deceduti su un elenco di millecinquecento pazienti. Pensate che sia facile per un medico, trovare un paziente deceduto che magari non hai mai visto, in mezzo a un elenco di millecinquecento persone che viene spedito una volta all?anno e che il più delle volte si dà per scontato? I medici ormai non hanno nemmeno più voglia di combattere perché, oltre a non veder mai riconosciute pubblicamente le importanti funzioni che svolgono, vengono invece di continuo accusati di tutti i mali della sanità italiana, mali che invece sono quasi sempre da ascrivere ai livelli politici e burocratici del Sistema Sanitario nazionale. Detto questo, non voglio sembrare il difensore di chi specula sulla disorganizzazione della burocrazia. Certamente c?è anche il medico che ha approfittato di questa situazione. Anche i dipendenti e i dirigenti degli uffici anagrafe però dovrebbero pagare. I medici sono stufi di essere il capro espiatorio di una classe politica e di una burocrazia incapace di assumersi le proprie responsabilità nella gestione delle risorse. *Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani

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La seconda vita del <desaparecido> Germán (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2008-11-21 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE Cile La rabbia dei parenti delle vittime: «Non permetteremo che la nostra tragedia sia ridicolizzata da questo caso» La seconda vita del «desaparecido» GermÁn La «vedova» percepiva una pensione, lui era in Argentina con un'altra donna Scomparso sì, ma per sfuggire a moglie e figli. Non è un desaparecido GermÁn Cofré, non nel senso dei tremila che hanno trovato la morte dopo la prigionia e le torture del regime di Pinochet in Cile. I suoi resti non sono in una fossa comune, il suo nome non avrebbe dovuto essere inciso nel monumento delle vittime nel cimitero di Santiago. Perché GermÁn Cofré è vivo e vegeto, ricomparso nel paesino natale de La Cisterna dopo 35 anni di vita parallela dall'altra parte delle Ande, Mendoza, Argentina. Un'altra moglie, un altro lavoro, un'altra identità. Mentre in Cile la vedova (morta l'anno scorso) percepiva la pensione versata ai parenti degli scomparsi. E' la stessa Associazione dei familiari di detenuti desaparecidos a denunciare lo «scandalo», dopo che uno dei figli l'aveva segnalato alla sezione diritti umani del ministero degli Interni. «Per noi è gravissimo», dice la presidente Lorena Pizarro. Anni e anni di battaglie, dal colpo di stato dell'11 settembre '73 fino al periodo della lenta transizione alla democrazia (dopo il '90), rischiano di essere messi in ridicolo da un ex impiegato comunale che ha colto l'occasione della dittatura per mollare pargoli e consorte. Lustri a cercare i propri mariti e a farsi dileggiare dalla polizia («Saranno scappati con un'altra»), per scoprire che un fedifrago nella lista c'era davvero. «Non permetteremo che la nostra tragedia sia gettata nel fango », s'arrabbia Lorena, che al telefono da Santiago ci tiene a precisare: «Questo caso di scomparsa non era mai stato segnalato da noi. La vedova si è rivolta allo Stato che ha creduto alla sua denuncia; secondo, la famiglia non ha mai partecipato alle nostre iniziative». Terzo: adesso «andranno accertate le responsabilità ». «Situazione da chiarire », concorda la presidente della Commissione parlamentare per i diritti umani, Karla Rubilar, che annuncia una sessione speciale la prima settimana di dicembre. La dittatura, però, almeno al principio della storia del signor Cofré, ha un ruolo. Il 24 settembre '73, due settimane dopo l'assalto alla Moneda e il suicidio di Allende, il giovane GermÁn, allora trentenne, viene arrestato illegalmente, nella prima violenta ondata repressiva. La ricostruzione, così come raccontata dalla famiglia, compariva fino a qualche giorno fa nelle schede raccolte dall'Ong Memoria Viva. Militante comunista, quando la mattina alle otto si reca al lavoro Cofré viene messo in guardia dai colleghi: i militari lo cercano. Rientra a casa, due ore dopo dieci uomini circondano l'abitazione, entrano e lo portano via a bordo di un camion. Fin qui il racconto è confermato da testimoni. E' nella seconda parte che sorgono i dubbi. In base alla scheda del caso Cofré, la moglie viene a sapere che l'uomo è stato condotto alla base aerea di El Bosque. Va a cercarlo lì, ma non le permettono di vederlo. Ci riprova quasi per un anno, finché nell'agosto del 1974 non le dicono che il marito è stato trasferito in un carcere comune. Ed è l'ultima informazione che riceve. Una vicina però, la signora Margarita Rivera Monsalve, racconta al quotidiano argentino La NaciÓn che in realtà Cofré sarebbe tornato a casa già due giorni dopo l'arresto. E poi, nel '75, si sarebbe messo in viaggio con tre compagni oltre le Ande. Versione che avrebbe confermato lo stesso Cofré: «Andai in Argentina a cercare lavoro, non rientrai perché non esistevano garanzie di sicurezza ». Della sua inclusione nell'elenco delle vittime non ne avrebbe saputo nulla, sostiene. Né del suo funerale, nel '95, quando i suoi resti furono rinvenuti nella fossa comune denominata Patio 29. Salvo poi, ennesimo errore della burocrazia statale, stabilire nel 2006, in seguito a un'analisi sollecitata dall'associazione dei familiari, che tra quei 130 corpi di desaparecidos il suo non c'era. Ritorno A destra, GermÁn Cofré, «desaparecido» ritrovato al suo ritorno in Cile. Sopra, il monumento alle vittime di Pinochet: c'è anche il nome di Cofré. A sinistra, la sua tomba: vuota Alessandra Coppola

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la farsa federalista del centrodestra siciliano - giuseppe lauricella (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XXIII - Palermo LA FARSA FEDERALISTA DEL CENTRODESTRA SICILIANO GIUSEPPE LAURICELLA C alderoli è riuscito a convincere anche coloro che avrebbero avuto tutto da perdere, ovvero le amministrazioni meno efficienti. Come appunto la Sicilia. Ciò è stato possibile perché, al di là della ipotetica efficacia del «costo standard» che dovrebbe condurre a una maggiore efficienza e responsabilità gestionale, si potrebbe delineare un paradosso, a seconda del modello o parametro che si sceglierà: infatti, stabilito il costo medio delle prestazioni e dei servizi, chi si troverà a un livello più basso dovrà essere sorretto per raggiungerlo; chi si troverà a un livello più alto dovrà intervenire con risorse proprie per mantenere il proprio livello alto. Il ddl Calderoli non dice nulla su questo. Peraltro, nel calcolo dei costi, non si considera il livello di evasione fiscale, anche sul piano delle attività della criminalità organizzata, che, certamente, può alterare i parametri. Al di là degli annunci del Pdl in campagna elettorale, credo che oggi tutte le forze di maggioranza e opposizione dovrebbero mostrare più coraggio politico e propositivo, peraltro sapendo di trovare un sicuro consenso diffuso nella collettività. Mi riferisco per esempio al tema della Provincia. Un ente intermedio non più giustificato che viene tenuto in vita ? per volontà trasversale ? solo per l´esigenza di spazi politici. Sostenerne l´abolizione, non limitandola ai soli casi di istituzione di aree metropolitane, aiuterebbe anche il percorso federale. Infatti se ? come ha detto Antonio Martino ? «la devoluzione della capacità impositiva agli enti locali (Comuni e Province) avverrà senza ridurne drasticamente il numero, il trasferimento delle competenze (inevitabile contropartita) comporterà un aumento del numero dei dipendenti degli enti locali». Quindi, per evitare che il federalismo fiscale comporti aumento della burocrazia, delle spese pubbliche e delle tasse, una delle soluzioni potrebbe essere appunto l´abolizione delle Province, il cui personale andrebbe trasferito ai Comuni e alle Regioni. Altra considerazione: pur sapendo che la nostra Regione deve operare in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario nazionale, va ricordato che ogni modifica statale che riguardi il sistema fiscale siciliano dovrà essere condiviso dalla Regione (con le norme di attuazione) o, comunque, potrà essere ammessa se si rivelerà vantaggiosa per la Sicilia. Lo ha sottolineato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, lo ha previsto la legge costituzionale 3 del 2001, lo ha ribadito la Corte costituzionale con la recente sentenza 102 del 2008. E lo ha confermato lo stesso disegno di legge-delega Calderoli. Ciò significa che la Regione Sicilia dovrà partecipare, d´intesa con lo Stato, alla definizione delle norme di attuazione garantendo così la sua condivisione nelle scelte che si opereranno. Il testo della bozza di legge-delega presentato dal governo nazionale prevedeva (per rabbonire il presidente Lombardo) l´idea di stabilire «forme di fiscalità di sviluppo». Lo stesso Calderoli aveva però subito precisato che la fiscalità di sviluppo (o cosiddetta «di vantaggio») non avrebbe potuto essere garantita se non con il consenso dell´Unione europea. Calderoli ha «dimenticato» di richiamare una recente sentenza della Corte di giustizia europea, che ha operato una espressa apertura in ordine alle misure fiscali agevolative. E, in ogni caso, sia la bozza che il ddl Calderoli pongono come condizione per tali aperture l´attuazione piena dello Statuto, che molti guardano con forti riserve per gli effetti che potrebbe avere sul bilancio della Regione (condurrebbe ad un saldo negativo di 5 miliardi di euro). Evidentemente, le perplessità hanno raggiunto anche il governo nazionale, che si è affrettato a far scomparire dal disegno di legge-delega presentato ora al Senato ogni riferimento alla fiscalità di sviluppo. Segno evidente di una volontà contraria a un federalismo fiscale serio e vero. A dimostrazione di ciò, basterebbe osservare che nel 2006 Parlamento europeo e Commissione hanno presentato una bozza di riforma che prevede, per la prima volta, l´introduzione di forme di fiscalità di sviluppo per le Regioni più arretrate. Così come basterebbe ricordare che la stessa Corte di giustizia europea ha riconosciuto la compatibilità delle misure fiscali agevolative con il diritto comunitario. Anzi, la Corte riconosce l´applicabilità di tali misure solo agli enti territoriali interni, diversi dallo Stato ma a condizione che tali enti (come le Regioni) abbiano piena autonomia sotto tre profili: istituzionale, decisionale e finanziario. Insomma, la Corte ci dice che solo di fronte a un federalismo vero e serio, che non permette gli aiuti di Stato, si possono consentire misure quali la fiscalità di vantaggio. Pertanto, una proposta di riforma che aspira a realizzare un federalismo vero e serio deve presentare anche tale strumento. L´averlo addirittura eliminato dal disegno di legge del governo dimostra, per un verso, un´assoluta mancanza di considerazione nei confronti della richiesta avanzata dal presidente Lombardo e, dall´altro, la consapevolezza di non volere un vero e serio federalismo (anche fiscale). Penso che per la Sicilia il problema fondamentale non sia l´esistenza o meno del federalismo fiscale ma, piuttosto, una seria e corretta gestione delle risorse, che alla Regione già oggi non mancano. Se il federalismo servirà a portare misure e strumenti capaci di «costringere» la politica a una buona e sana amministrazione, la riforma sarà utile. In caso contrario il federalismo servirà solo ad amplificare i problemi. In questo contesto la sostanziale inerzia dell´opposizione finisce con l´assecondare una gestione distorta delle risorse della Sicilia e una cattiva amministrazione. Salvaguardare l´autonomia della Regione siciliana significa obbligarla a funzionare bene e nell´interesse generale, eliminando l´insopportabile politica della gestione del bisogno. L´autore è docente di Diritto pubblico all´Università di Palermo

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Capriolo, il blocco e le domande di un'impresa (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 21/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Capriolo, il blocco e le domande di un'impresa La Obiettivo Project ha avuto l'ok dal Comune per realizzare nuove costruzioni. Ma non riesce a partire Isaia Agosti CAPRIOLO Una telefonata in redazione. Arriva dalla bergamasca, da Curno, quartier generale della Agogroup, società che ha sede oltre l'Oglio ma che fa capo ad un bresciano - Isaia Agosti - e che nel bresciano opera. Qui siamo fermi, dicono. Colpa della burocrazia. E raccontano di una piccola storia di ordinaria disfunzione, di come - per inghippi che non sempre è facile andare ad individuare - vi sia un cantiere a Capriolo, che ha avuto tutte le autorizzazioni del caso e nel quale in parte si è già costruito, ma che è bloccato perché parti della stessa amministrazione non si coordinano, dimenticando che anche i ritardi pesano sui conti di una impresa; anzi: che un cantiere fermo pesa il doppio perché un po' di investimenti si sono fatti ma la possibilità del rientro si allunga nel tempo. La storia del cantiere di Capriolo la si era raccontata un anno e mezzo fa, quando venne presentata l'iniziativa che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di una sorta di miniquartiere a Capriolo, sulla strada che porta ad Adro, in via Mioletta, con la realizzazione di circa 150 unità abitative e una struttura turistico-ricettiva con un investimento complessivo superiore ai 40 milioni. Si firmano le convenzioni con il Comune che chiede e ottiene una decina di appartamenti da destinare a edilizia popolare. Come può capitare in questi casi, aperti i cantieri della lottizzazione, da una parte e dall'altra si fanno richieste di modifiche rispetto ai piani originari. Il Comune chiede il rafforzamento della rete fognaria e cambia la destinazione degli alloggi: non più popolari ma a libera vendita; la Provincia, da parte sua, chiede una rotatoria più ampia prefigurando un aumento dei costi iniziali da 70 a 260mila euro. La Obiettivo Project della Agogroup (che sta realizzando l'intervento in partnership con la bergamasca Obiettivo Spa di Torre Boldone), da parte sua chiede di modificare la parte della convenzione relativa al progetto della struttura ricettiva con trasformazione in residenziale e piccolo commercio (massimo 150 metri quadrati per negozio). In mezzo ci sono i soliti tira e molla ma si arriva, alla fine del settembre scorso, al dunque: la giunta approva l'insieme delle proposte di intervento presentate dalla società costruttrice. A questo punto verrebbe da dire: pronti via. Ma non è così. Ed è qui, su questi ritardi, che nascono le perplessità della società che danneggiano certamente la Obiettivo Project e probabilmente il Comune e i cittadini perché finché non si sblocca la situazione non verrà realizzata la rotatoria e gli alloggi comunali non saranno completati. Ma perché non si parte? Qui entriamo un po' sulle sabbie mobili. Agosti riconosce che l'assessore Vittorio Faletti fa il possibile, nondimeno non si parte. E qui si torna agli inizi, alle domande che in questi casi ci si pone: «Perché - dicono all'impresa - se ogni cosa è a posto e concordata con gli amministratori, gli uffici comunali non danno il via libera; a chi giova il fatto di tenere bloccata una iniziativa economica che, soprattutto di questi tempi di crisi, dovrebbe semmai essere favorita?

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L'esempio dell'azienda <ZH> <Gli infortuni calati del 35%> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Alto Adige" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2008-11-21 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La campagna Mussner plaude: azioni concrete dalla base L'esempio dell'azienda «ZH» «Gli infortuni calati del 35%» BOLZANO — Parte domani una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza nei cantieri promossa dalla ditta edile ZH. «La sicurezza sul lavoro è il nostro obiettivo primario», annunciano gli organizzatori. I manifesti dell'iniziativa contro i rischi di infortunio sul lavoro saranno visibili in prossimità dei cantieri e una massiccia attività di sensibilizzazione verrà fatta attraverso la stampa. «Affinché la cultura della sicurezza si faccia strada tra tutti i lavoratori è innanzitutto indispensabile avviare una efficiente collaborazione tra le pari coinvolte — spiega Werner Zimmerhofer, direttore di ZH — noi, in quanto datori di lavoro, abbiamo l'obbligo di investire in sicurezza e dotare tutti i nostri dipendenti dei più idonei dispositivi di protezione individuale affinché possano lavorare in piena sicurezza. Ma non basta. Sono gli stessi lavoratori che devono cambiare il loro approccio alla sicurezza ». La ditta edile ZH è impegnata attualmente in ben un'ottantina di cantieri in Italia, Austria e Svizzera con oltre 500 dipendenti. Da tempo investe in sicurezza e ha visto nell'ultimo anno una diminuzione degli infortuni del 35%. «Ritengo indispensabile che le istituzioni agiscano in prima linea per promuovere la salute e la sicurezza dei lavoratori — spiega l'assessore Florian Mussner — ciò che tutti si aspettano sono delle azioni concrete, immediatamente attuabili, che non rimangano pura burocrazia». Ribadita anche dall'assessore l'importanza di unità e collaborazione negli interventi: «La politica deve ovviamente impegnarsi nella promozione di iniziative che promuovano e sensibilizzino verso la sicurezza, ma importanti spunti possono arrivare anche soprattutto dalla base, ovvero da coloro che quotidianamente lavorano affrontando rischi per la propria salute e sicurezza», dice l'assessore. Sempre in tema di sicurezza, la ripartizione Lavoro della Provincia ha organizzato ieri il convegno «L'infortunio: imparare dagli errori ». Parola d'ordine: «Gli sbagli purtroppo ci sono, e alle volte possono essere fatali — ha detto il direttore di ripartizione, Helmut Sinn, nell'occasione— è importante verificarne e capirne le cause per evitare di ripeterli». V. C.

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E sul blocco dei flussi Barbiero spacca il Pd (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: TREVISO - data: 2008-11-21 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE La polemica Contestato l'intervento di Bottacin E sul blocco dei flussi Barbiero spacca il Pd TREVISO — I sindacati ricuciono i rapporti ma a sfrangiarsi sulla discussione sui «flussi si-flussi no» innescata da Paolino Barbiero è intanto il Pd trevigiano. Non per quanto ha detto il segretario Cgil ma per quanto ha scritto ieri di lui Diego Bottacin. Il consigliere regionale, in un intervento affidato ai quotidiani, aveva attribuito a Barbiero l'intenzione neanche troppo nascosta di ricercare, con il suo appello a bloccare i nuovi ingressi di immigrati, approvazione fra gli iscritti Cgil che votano Lega. Parole che, per il consigliere comunale Giovanni Tonella, «meritano un doveroso chiarimento politico. Declassare il senso della proposta del segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso sui flussi d'ingresso degli stranieri ad una manovra funzionale a recuperare consenso tra i lavoratori leghisti è una maniera riduttiva e miope di valutare la situazione. A star fuori dalla realtà è Bottacin, non Barbiero ». Enrico Quarello, segretario provinciale Pd, rileva da parte sua che Barbiero ha registrato «una grande preoccupazione diffusa e in forte sintonia con la popolazione trevigiana, che se non affrontata e sviscerata in modo serio e in anticipo rischia di generare vere repulsioni culturali a sfondo populista e razzista. Per questo non vedo appiattimenti di Barbiero sulla Lega, anzi non vedo perché si debba regalare alla Lega il primato ed il vanto di esplicitare, magari in modo superficiale, ciò che in modo diffuso la maggior parte dei trevigiani sente e vede con preoccupazione ». Per Quarello, insomma, «il tema dei flussi va riaffrontato, non è certo un vanto l'analisi critica di chi evidenzia come i flussi servano a regolarizzare la presenza di molti immigrati che oggi sono già presenti nel territorio. Ciò significa che la burocrazia non rende questo strumento efficace in termini di quella programmazione e equilibrio tra domanda e offerta che dovrebbero contribuire a regolare in modo armonioso e serio la presenza di immigrazione lavorativa nel nostro paese. La critica senza il contenuto diventa demagogia ed è quanto di più lontano dal progetto riformista del PD». Per cercare di ricomporre le fila interviene da Montecitorio anche Simonetta Rubinato. «Barbiero corre il rischio, ponendo un falso problema, di aiutare la Lega a nascondere quelli veri. E' necessario certo tener conto che la domanda di manodopera straniera è calata, ma il problema vero non è il blocco dei flussi, bensì la riforma del meccanismo degli ingressi previsto dalla legge BossiFini che crea clandestinità. Ciò detto evitiamo le polemiche ed elaboriamo insieme delle proposte serie ed efficaci ». G.F. \\ Quarello: non vedo appiattimenti sulla Lega, anzi. Il tema dei flussi va affrontato

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Federalismo sì, ma solo se fa risparmiare (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-11-21 - pag: 16 autore: CRITICAMENTE ... Federalismo sì, ma solo se fa risparmiare L a Lega si è dichiarata ieri non preoccupata dei tempi non rapidissimi che si preannunciano per l'esame in Parlamento del federalismo. Evidentemente, non teme manovre dilatorie: auspica anzi un esame approfondito, che certamente sarebbe opportuno. Del resto, sono stati in tanti, negli ultimi anni, a invocare un alleggerimento dell'assetto centralista. Addirittura, in certi ambienti del centro-sinistra si era più volte adombrata la possibilità di costituire un Pd del Nord, o della Lombardia; e dall'altra parte, ci aveva pure provato Roberto Formigoni, salvo essere stoppato dalla sua maggioranza. Il federalismo, insomma, non solo è ormai difficile da fermare; ma va colto come una grande opportunità per tagliare le unghie al centralismo e per restituire responsabilità ai livelli locali: non solo ai politici, ma anche agli elettori che potranno esercitare il controllo democratico che spetta loro con cognizione di causa, proprio per la maggiore contiguità alle sedi dove si prendono le decisioni che li riguardano. Occorre perciò che il federalismo nasca bene, e si dimostri capace di raggiungere gli obiettivi che la gente si attende: più controllo, appunto; più trasparenza; più efficienza; meno tasse. E su questi punti sono state assai puntuali le osservazioni che, da ultimo, ha presentato al Senato la Banca d'Italia, per bocca del suo vicedirettore generale, Ignazio Visco. Non torno sui contenuti di tale testimonianza, già esposti su queste colonne da Rossella Bocciarelli. Mi limito a ribadire la responsabilità che Regioni ed Enti locali si dovranno assumere quando il federalismo sarà in funzione. E a sottolineare come si stia già perdendo l'occasione alla quale proprio la Banca d'Italia richiama, quella di «evitare duplicazioni di funzioni e di semplificare i livelli di governo». Naturalmente, l'occasione sprecata è quella di non aver voluto abrogare (magari in tempi medi, per consentire a tutti un onorevole pensionamento) le Province. Eppure sarebbe stata una scelta popolare, come mi dimostrano alcune segnalazioni ricevute nelle settimane scorse da parte dei lettori: dalla raccolta di firme organizzata da un comitato ad hoc (www.aboliamoleprovince.it); all'iniziativa di cui mi ha scritto il Sindaco di Maltignano contro la divisione (e prevedibile raddoppio) della provincia di Ascoli Piceno. Insomma i cittadini si rendono conto che non basta federalizzare per razionalizzare; ma proprio su questo insiste la Banca d'Italia, quando ricorda che, negli anni recenti, l'aumento maggiore della spesa pubblica si è verificata proprio a livello locale; che l'obiettivo irrinunciabile deve rimanere quello del pareggio di bilancio; e che «l'aumento dei margini di autonomia impositiva» deve risultare neutrale rispetto al carico fiscale complessivo, ossia deve corrispondere a un taglio, come prevede peraltro il disegno di legge, delle imposte erariali. A fronte della scelta, già presa, di non ridurre i livelli di governo, non resta dunque che sperare che il federalismo prossimo venturo riesca a raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si pone: imbrigliare la spesa, fornire ai cittadini servizi migliori, assicurare funzioni perequative tra le varie aree del Paese, responsabilizzare la politica. L'assetto federale potrebbe anche rivelarsi vincente; ma l'uscita dal modello centralista, con la resistenza che susciterà nelle burocrazie, si rivelerà certamente più faticosa del previsto. Nei prossimi anni, sapremo anche se più costosa. salvatore.carrubba@ilsole24ore.com RIFORME AMBIZIOSE Le Province sopravvivono, ma resta l'obiettivo di una politica più snella di Salvatore Carrubba

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Sulla chimica rischio burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-11-21 - pag: 16 autore: ... EUROPA / 1 Sulla chimica rischio burocrazia U n a sfida ambiziosa e un'opportunità da cogliere, ma contemporaneamente l'ennesima serie di lacci e laccioli che rappresentano una minaccia per la competitività delle imprese, competitività già compromessa dai vincoli del "sistema Italia". Questo è il Reach, il regolamento europeo sulla chimica ilquale, dopounafaseditransizionechescatteràil1Ú dicembre, entreràdefinitivamenteinvigoreil1Úgennaio in tutta Europa. Il regolamento Reach impone la registrazione europea di tutti i composti chimici, per difendere i consumatori e l'ambiente.Questo regolamento chiede gravosi adempimenti. La struttura della chimica italiana è basata su un dimensionamento contenuto delle imprese, dove ogni appesantimento burocratico è una grave mina alla competitività. Su questo nuovo balzello cartaceo imposto dall'Europa ben informate sono le imprese chimiche. Ma ne sanno ancora davvero poco, e non vogliono saperne di più, gran parte dei clienti della chimica, gli utilizzatori, che appartengono ai più disparati comparti produttivi. Eppure rischiano anche loro. è importante che si preparino ad affrontare questa nuova sfida. Burocratica, purtroppo.

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I contributi per l'affitto?Arrivano, burocrazia permettendo (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CATTOLICA E VALCONCA pag. 17 I contributi per l?affitto?Arrivano, burocrazia permettendo CATTOLICA LE FAMIGLIE BISOGNOSE INCALZANO. L?ASSESSORE: «QUALCHE GIORNI DI PAZIENZA» LA CRISI si fa sentire, l?anno va a chiudersi e le tredicesime forse non basteranno per pagare tutte le bollette e le tasse di fine 2008. E così anche il ritardo per eventuali contributi sull?affitto della casa può esasperare gli animi. Diverse famiglie a Cattolica lamentano scarse informazioni e ritardi ingiustificati, ma ora i chiarimenti arrivano direttamente dall?assessore ai Servizi Sociali Salvatore Epiceno. «I contributi arriveranno - assicura l?assessore - ma serve tempo per sbrigare tutte le operazioni burocratiche necessarie. Credo qualche giorno ancora e poi partiranno direttamente i bonifici. Entro dicembre tutto sarà risolto. I soldi ci sono, il Comune ha fatto la sua parte per non diminuire la quota dell?anno scorso nonostante i tagli dello Stato che sono stati ancor maggiori dell?anno scorso. Alle famiglie dico di stare tranquille, a dicembre tutto andrà a regime, stiamo lavorando per loro» . Certo è che in tanti attendono tali aiuti e si parla di oltre 170 famiglie con oltre 100 in lista anche per un appartamento popolare. lu.pi. Image: 20081121/foto/8925.jpg

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MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 21 Novembre 2008 Chiudi di SILVIO GARATTINI MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con toni spesso contradditori. In realtà i nodi di cinquant'anni di mancate riforme si stanno mostrando in tutta la loro gravità e qualsiasi soluzione è destinata ad essere impopolare proprio nel mondo universitario che fra l'altro ha in Parlamento una fortissima rappresentanza. Non esistono bacchette magiche; ma vi sono alcuni aspetti che potrebbero nel tempo modificare favorevolmente il ruolo dell'Università, che oggi appare nel suo complesso difficilmente difendibile. Tuttavia se si vuole seriamente pensare ad inserire dei cambiamenti sostanziali bisogna coinvolgere nella formulazione anche persone estranee all'Università. Alcuni suggerimenti sono già stati espressi, ma in sostanza bisogna ricorrere a ricercatori, industriali, uomini di cultura, managers che abbiano conoscenze e credibilità per indicare la via da percorrere. Poche cose possono essere fatte nel breve termine, ma alcune linee di tendenza possono essere identificate. Vi sono in Italia troppe Università e troppe localizzazioni. Sembra logico redigere una serie minima di requisiti per giustificare l'esistenza di un'Università: quelle che non si adeguano devono essere chiuse, perché non è giusto illudere gli studenti che le frequentano. Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. Devono essere le singole Università a scegliere i professori e devono essere i professori - entro certi limiti - a scegliere i loro più diretti collaboratori. Abbiamo oggi nelle Università un esercito fatto più di generali che di soldati: una situazione paradossale. Gli insulti al merito degli attuali concorsi non continueranno nell'Università futura se si porranno due semplici provvedimenti: l'abolizione del valore legale della laurea e il finanziamento pubblico sulla base dei risultati. I risultati in questo modo non saranno il numero degli studenti presenti o promossi, ma la percentuale degli studenti che otterrà una validazione degli studi effettuati attraverso un esame di Stato. Dopo qualche anno diverrà chiaro quali siano le Università o le facoltà universitarie che hanno realizzato la migliore formazione.

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Le cascate, una grande ricchezza (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

stampa Isola del Liri Bilancio del convegno sulle risorse idriche della valle Le cascate, una grande ricchezza Diego Mancini ISOLA DEL LIRI «La bellezza delle cascate di Isola del Liri ha sbloccato la burocrazia!». Con questa espressione il presidente del comitato cittadino «Il fiume Liri e le sue cascate», Ugo Spalvieri, ha sintetizzato la giornata di studio sul tema «L'uso razionale della risorsa idrica nella Media Valle del Liri», che si è svolta recentemente nell'abbazia di San Domenico, per iniziativa dell'assessorato provinciale all'ambiente. «Un evento straordinario che si è concluso con un bilancio sicuramente positivo - ha dichiarato Ugo Spalvieri - considerata la notevole partecipazione e la qualità dell'informazione che ne è derivata. La presenza dei rappresentanti degli enti locali e delle autorità preposte alla pianificazione delle azioni per la tutela e salvaguardia del patrimonio naturale di Isola del Liri, i riferimenti tecnici proposti dai docenti delle università territoriali intervenuti e le interessanti proposte delle associazioni ambientaliste ne hanno arricchito il contenuto, già esclusivo per il suo genere. Resterà nei nostri cuori il generoso sforzo dialettico della dott.ssa Vera Corbelli, segretaria dell'Autorità di Bacino "Liri-Garigliano e Volturno" che, in uno dei suoi accreditati interventi, ha quasi smarrito la veste istituzionale e, con l'entusiasmo di chi crede profondamente nella propria missione, ha incitato tutti gli intervenuti a una seria presa di coscienza sull'importanza delle tematiche ambientali, sollecitando attività operative non più rinviabili». Il presidente del comitato cittadino ha poi commentato positivamente la nota del sindaco di Isola del Liri Vincenzo Quadrini, del vice-sindaco e assessore al turismo Luciano Duro e dell'assessore all'ambiente Stefano Palimgiani e indirizzata ai proprietari delle centrali idroelettriche ubicate a monte delle Cascate e all'Agenzia regionale per la difesa del suolo, con cui si richiedono notizie e copia delle preliminari autorizzazioni, concesse dalle autorità competenti, necessarie per la costruzione della cordolatura trasversale posizionata nel contesto del «Monumento naturale», ritenuta antiestetica e di sicuro ostacolo al naturale deflusso del fiume Liri.

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MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 21-11-2008)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 21 Novembre 2008 Chiudi di SILVIO GARATTINI MAI COME in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con toni spesso contradditori. In realtà i nodi di cinquant'anni di mancate riforme si stanno mostrando in tutta la loro gravità e qualsiasi soluzione è destinata ad essere impopolare proprio nel mondo universitario che fra l'altro ha in Parlamento una fortissima rappresentanza. Non esistono bacchette magiche; ma vi sono alcuni aspetti che potrebbero nel tempo modificare favorevolmente il ruolo dell'Università, che oggi appare nel suo complesso difficilmente difendibile. Tuttavia se si vuole seriamente pensare ad inserire dei cambiamenti sostanziali bisogna coinvolgere nella formulazione anche persone estranee all'Università. Alcuni suggerimenti sono già stati espressi, ma in sostanza bisogna ricorrere a ricercatori, industriali, uomini di cultura, managers che abbiano conoscenze e credibilità per indicare la via da percorrere. Poche cose possono essere fatte nel breve termine, ma alcune linee di tendenza possono essere identificate. Vi sono in Italia troppe Università e troppe localizzazioni. Sembra logico redigere una serie minima di requisiti per giustificare l'esistenza di un'Università: quelle che non si adeguano devono essere chiuse, perché non è giusto illudere gli studenti che le frequentano. Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. Devono essere le singole Università a scegliere i professori e devono essere i professori - entro certi limiti - a scegliere i loro più diretti collaboratori. Abbiamo oggi nelle Università un esercito fatto più di generali che di soldati: una situazione paradossale. Gli insulti al merito degli attuali concorsi non continueranno nell'Università futura se si porranno due semplici provvedimenti: l'abolizione del valore legale della laurea e il finanziamento pubblico sulla base dei risultati. I risultati in questo modo non saranno il numero degli studenti presenti o promossi, ma la percentuale degli studenti che otterrà una validazione degli studi effettuati attraverso un esame di Stato. Dopo qualche anno diverrà chiaro quali siano le Università o le facoltà universitarie che hanno realizzato la migliore formazione. Bisogna creare all'interno dell'Università una struttura che non riproponga clientelismi e impossibilità di governare. I Consigli d'Amministrazione devono essere l'organo primario; i professori esprimono terne di preferenza fra cui è il Consiglio d'Amministrazione che sceglie il Rettore e i Presidi di Facoltà. Questa impostazione avrebbe il vantaggio di evitare che i "controllati" divengano anche i "controllori" di chi li deve governare. Occorre anche stabilire un iter ben definito per la carriera dei giovani, in modo da evitare l'obbligo di assunzione dei cosiddetti "precari". Dopo un certo numero di anni chi non ottiene una posizione di professore ordinario o associato deve uscire dal sistema per permettere un salutare ricambio. Si deve evitare la moltiplicazione delle cattedre che in medicina ha raggiunto il suo livello massimo: le cattedre disciplinari o multidisciplinari devono essere poche, ma devono essere in grado di organizzare gli insegnamenti. Ad esempio una sola cattedra per ogni facoltà, ma molti "associati" per l'insegnamento a piccoli gruppi di studenti. Le Università devono essere autonome - con alcuni limiti - in modo da poter utilizzare nel modo migliore le risorse economiche messe a disposizione dal Ministero competente ed eventualmente dai privati. All'autonomia deve però corrispondere un controllo fatto da un'organizzazione esterna, possibilmente internazionale che giudichi il lavoro svolto dalle Università e dia un giudizio: non si tratta di realizzare una classifica a punteggio, ma di raggruppare le Università sulla base delle performance effettuate, una classifica che ovviamente può cambiare nel tempo. Un ultimo commento riguarda la definizione del ruolo dell'Università. Non vi è dubbio che il ruolo principale sia quello dell'insegnamento avanzato per la formazione della classe dirigente del Paese, intendendo per dirigenti non solo i responsabili d'azienda, ma tutti coloro che concorrono a rappresentare nei vari aspetti culturali, economici e professionali il "motore" di un Paese. L'insegnamento è oggi spesso una "sine cura", invece deve essere continuamente ripensato - non solo dai singoli professori, ma dalle facoltà - in rapporto con i progressi delle conoscenze. Occorre abbandonare il sistema delle lezioni frontali per puntare sullo studio autonomo, fornendo seminari e consulenze; quando pertinente è importante far sì che lo studio teorico sia accompagnato dalla possibilità di esercitazioni individuali, una carenza quasi globale dell'Università italiana, specialmente, ma non solo, per le facoltà scientifiche. In questo senso il 3 del "3 + 2" va trasferito dall'Università ad altre strutture più adatte alla formazione professionale di breve termine. Per compiere una funzione didattica approfondita ed aggiornata va sostenuta la ricerca, purché non sia un'attività dissociata dalle finalità universitarie che sono primariamente di tipo formativo. In altre parole occorre evitare che una riforma universitaria si identifichi anche con una soluzione dei problemi della ricerca scientifica. I problemi della ricerca coinvolgono l'Università, ma non riguardano solo l'Università, dato che ormai nel nostro Paese sono numerose le strutture pubbliche, private non-profit e industriali che attendono ormai da troppo tempo un'adeguata attenzione e sufficienti risorse per essere alla base del progresso culturale ed economico. Sono quindi molte le cose da fare, ma bisogna iniziare il cammino con idee chiare senza dar troppo ascolto alla "piazza", che spesso tende a difendere magari inconsciamente interessi corporativi.

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Affari: giù le tasse">Lusso in crisi, Versace ad Affari: giù le tasse (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lusso/ "Meno tasse e una cabina di regia". La ricetta di Versace contro la crisi Giovedí 20.11.2008 18:37 Meno tasse alle imprese che esportano e una cabina di regia dedicata alla promozione del made in Italy. Questo il menù che, tra una portata e l'altra, ieri sera a Villa Madama, i rappresentati del lusso italiano hanno presentato al premier Silvio Berlusconi e ai suoi ministri. Lo racconta ad Affaritaliani.it Santo Versace, deputato del Pdl che, assieme ai colleghi di Altagamma Leonardo Ferragamo, Paolo Zegna, Carla Fendi, Bernabò Bocca, Matteo Marzotto, Andrea Della Valle e Matteo Cordero di Montezemolo, ha partecipato all'incontro. Guai a chiamarlo lusso però. Per Versace il made in Italy non è altro che "l'industria del bello, della creatività, dell'innovazione". E la politica dovrebbe prendere esempio. Perché la crisi c'è ma si può superare. Ma le regole devono essere uguali per tutti. L'INTERVISTA Una cena a base di crisi e strategie quella di ieri sera. Di cosa in particolare avete discusso? "Abbiamo parlato di burocrazia: in Italia ce n'è troppa e frena le imprese. Abbiamo parlato della giustizia, perché è necessario anche per le imprese che questa funzioni. E poi abbiamo parlato di un fatto molto importante: l'Europa è il mercato più aperto del mondo ed è necessario che anche gli altri lo siano allo stesso modo. Basta con gli ostacoli che penalizzano le nostre imprese: la parola d'ordine deve essere 'reciprocità'". E a Berlusconi cosa avete chiesto? "Una cosa molto importante, che già era contenuta in un ordine del giorno da me presentato in ottobre e approvato all'unanimità, ovvero una fiscalità di vantaggio per le imprese che esportano. Così come avviene in Danimarca e in altri Paesi. Perché le aziende che sono sul mercato mondiale devono avere i team migliori (e quindi ben pagati), strutture idonee in tutto il mondo e devono fare tanta rappresentanza e promozione. E invece, per dirne una: in alcuni casi le spese di rappresentanza non sono neppure detraibili al cento per cento. Insomma vogliamo che il sistema fiscale, che non solo non favorisce le imprese ma in alcuni casi le danneggia, cambi". E avete chiesto anche una struttura ad hoc collegata direttamente alla presidenza del Consiglio che possa rilanciare il made in Italy? "Sì, in Italia c'è infatti una dispersione, tra enti e paraenti, che non ci giova. Tra ambasciate, istituti di commercio estero, regioni, camere di commercio... c'è troppa dispersione. Ci vuole una cabina di regia che invece di sperperare i soldi in sovrastrutture si occupi seriamente di una reale promozione del made in Italy". Chi vede alla guida di questa cabina di regia? "Il nome non è importante. Ciò che conta è che siano scelte le persone migliori. Come è avvenuto con la nomina di Mario Resca alla direzione dei musei italiani". pagina successiva >>

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Affari: giù le tasse">Lusso in crisi, Versace ad Affari: giù le tasse pag.1 (sezione: Burocrazia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lusso/ "Meno tasse e una cabina di regia". La ricetta di Versace contro la crisi Giovedí 20.11.2008 18:37 Cabina di regia a parte, le previsioni per il 2008 e il 2009 restano nere... "Per carità non parliamo di previsioni nere. Bisogna cambiare mentalità: quando si parla di crisi o di recessioni si deve prendere tutto con freddezza, bisogna essere attenti e ragionare. Guai a piangersi addosso. Pensiamo ai nostri genitori e ai nostri nonni nel 1945 e torniamo ad essere guerrieri. Dobbiamo armarci dell'ottimismo del fare. E così supereremo ogni crisi". Internet può aiutare? "Certamente, il commercio online sta crescendo molto e migliora costantemente. Ma è anche vero che in questa situazione la Rete da sola non può risolvere le cose". Su quali Paesi puntate in questo periodo? "Puntiamo molto sulla Cina e l'india. Ma i mercati vanno tutti rispettati. Sono molto importanti anche il Medio Oriente, il Brasile, la Russia e i Paesi dell'Est... Anche perché se su un mercato ti va male, ti sostiene un altro. Ma soprattutto nessuno deve commettere l'errore di smettere di investire in Europa e negli Usa. Insomma, nessuna piazza va mollata". Però il governo vi deve aiutare "Sì, dobbiamo fare gruppo, fare sistema, così come già avviene tra le tante aziende di Altagamma. E in effetti questo esecutivo ha ascoltato tutte le nostre richieste i nostri consigli... E' molto attento. Anche se l'Italia è un Paese dove la burocrazia uccide tutto". Un consiglio al governo contro la crisi? "Diciamo che la politica deve prendere esempio dalla moda: ritmo, globalizzazione, meritocrazia... Se lo facesse, saremmo il primo Paese al mondo. Però da noi, a differenza di quanto avviene per esempio in Francia, la moda non è mai stata rispettata e presa in considerazione per quello che rappresenta". < < pagina precedente

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Un clic e il volume è tuo Tutti i capolavori europei (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 279 del 2008-11-21 pagina 16 Un clic e il volume è tuo Tutti i capolavori europei di Angelo Mellone L?Europa è una biblioteca infinita. è nata sul web la raccolta dei capolavori del sapere del vecchio continente Milioni di volumi, spartiti e dipinti in versione digitale e gratis per tutti Roma - Il 20 novembre sarà ricordato, speriamo, come un giorno rivoluzionario per il nostro continente, per la sua stessa ragion d?essere politica e storica: è arrivata Europeana. E c?è da dire: finalmente. Tecnicamente, Europeana è un network tematico, ovvero una rete immensa di contenuti, appresi dalle fonti più disparate - musei, centri culturali, gallerie, archivi, biblioteche - e messi a disposizione dell?utente. A un primo sguardo, l?impostazione grafica è severa, ma è quella snellezza della forma che ti spinge a lasciar perdere i fronzoli per concentrarti su un frutto ghiottissimo offerto dalle nuove possibilità tecnologiche: in pratica, significa avere sotto le mani un portale che ti permette di accedere on line a due milioni di opere del patrimonio culturale europeo, riprodotte in formato digitale e disponibili in ventitré lingue. Da ieri, chiunque di noi potrà consultare con estrema facilità una quantità sterminata di libri, audio, film, foto, quadri, mappe, manoscritti, giornali e documenti d?archivio, costruendosi il proprio percorso mediante cui avventurarsi in questo progetto carico di speranze, che mette in scacco qualche luogo comune del pessimismo tecnologico. Guardiamo Europeana anche da un?ottica politica. Se l?europeismo oggi ha ancora una quantità residuale di forze, realizzazioni come questa sono un ottimo carburante per fare un po? di strada in avanti. E infatti: cosa ci siamo raccontati fino a oggi e cosa continuiamo a pensare, peraltro con fondate motivazioni? Che l?Europa era un freddo progetto tecnocratico, privo di anima e di profondità storica, algido e distante come i palazzoni di Bruxelles, opaco e respingente come i vetri oscuri di quei palazzoni. Abbiamo rimproverato ai governanti e alle loro burocrazie di degradare l?idea di Europa a direttive, norme, regolamenti, vissuti dai popoli come una continua, e indebita, intromissione dall?alto nella vita quotidiana e nelle sovranità nazionali. L?euroscetticismo è un vento che più di una volta è già girato a tempesta contro istituzioni che non sono ancora considerate parte del nostro immaginario, della nostra visione della politica e della nostra identità culturale. Ecco, Europeana da questo punto di vista può, potrebbe rappresentare un salto di livello e un?inversione di tendenza. Per diverse ragioni. Forse per la prima volta, questa megabiblioteca digitale ci spinge a farla finita una volta per tutte con la convinzione che l?identità comune dell?Europa vada creata, inventata, costruita sopra e contro la storia culturale dello spirito europeo. Qui si adotta un principio completamente opposto: si parte dal basso, da quello che c?è, da ciò che la storia europea ci ha consegnato sotto forma di creatività e creazione artistica, i capolavori della pittura e della letteratura, le avanguardie artistiche, i classici del pensiero politico, la storia sociale e del costume, l?informazione giornalistica, Dante e Mary Quant, Céline e Fellini, in una giusta contaminazione tra «alto» e «basso» culturale, tra cultura scientifica e culture popolari. E qui sta la differenza rispetto a progetti analoghi di archivi mondiali del sapere, per cui si sono già sprecati i paragoni con la Biblioteca di Babele di J. L. Borges dove «tutti gli uomini si sentirono padroni di un tesoro intatto e segreto» o con l?impossibile Biblioteca universale di un racconto di Kurd Lasswitz, formata da un numero di libri pari a 10 elevato a due milioni: Europeana ha dei confini, qui si vuole raccogliere, in una sorta di gigantesca memoria collettiva, solamente (solamente!) la storia dell?Europa. Più di quanto qualsiasi visionario o qualsiasi storico avrebbe mai potuto sperare, fino a pochi anni fa. La tecnologia, in questo caso, diventa non un ostacolo ma un valore aggiunto, un booster delle radici culturali. E c?è un altro dato positivo di novità. I due milioni di documenti, che arriveranno a otto nel giro di un paio di anni, non restano chiusi nella torre d?avorio di qualche consorteria intellettuale o nelle remote stanze di edifici irraggiungibili ma vengono liberati nella Rete, e condivisi in quella particolare forma di nuovo comunitarismo su base tecnologica che Manuell Castells pone alla base delle nuove identità sociali. Su Europeana non si scaricano solo contenuti, si ha la possibilità di creare o aggregarsi a gruppi di discussione sull?autore o l?argomento che più ci interessa, con grande facilità. è, potenzialmente, anche un esperimento di democrazia digitale. Potenzialmente, va detto. Perché il vero successo di questa iniziativa si misurerà tanto sul continuo allargamento del suo magazzino di contenuti quanto sulla capacità di diventare uno strumento di popolarizzazione della cultura, utilizzato da milioni di utenti. Se è facile prevedere che il primo obiettivo sarà raggiunto con facilità, sul secondo punto è doveroso andare cauti. Da oggi, però, per avere un?idea più chiara dell?Europa, basta anche accendere il computer. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Incontro con le associazioni di categoria (sezione: Burocrazia)

( da "Opinione, L'" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Oggi è Ven, 21 Nov 2008 Edizione 251 del 21-11-2008 CANDIDATI & IMPRESE: Api-edil e Confindustria Incontro con le associazioni di categoria di Antìpodo Martedì scorso a Pescara c?è stato un altro meeting tra due dei candidati alla presidenza della Regione Abruzzo e due associazioni di categoria. Carlo Costantini (Idv-Pd) e Gianni Chiodi (Pdl), hanno incontrato in un dibattito pubblico l?Api-edil di Pescara, l?associazione di costruttori, e gli imprenditori di Confindustria Abruzzo. Presenti per gli edili pescaresi, il presidente Lucio Sabatini ed il consigliere Gianfranco Forcucci. Le due categorie imprenditoriali hanno avuto in sintesi richieste comuni. Tre i punti più gettonati: un più facile e rapido accesso al credito, snellimento della burocrazia, e chiarificazioni sul futuro. Sulle prime due richieste Gianni Chiodi ha dato la su parola d?impegno, attraverso la mediazione di uno strumento di lavoro: un crono-programma sulle cose da mettere in atto nei primi 100 giorni post elettorali, segnalando quali aziende della piccola e media impresa potranno avere l?accesso veloce al credito, e quali altre dovranno attendere. Sulla prima richiesta il candidato del Pdl è stato invece tassativo: di miracoli non se ne potranno fare. Come a voler significare che di illusioni non si campa. Costantini viceversa ha posto l?accento sul premio verso chi saprà approfittare dei numerosi finanziamenti in corso poiché molti di questi negli anni precedenti sono andati perduti.

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SILVIO GARATTINI MAI COME IN QUESTI TEMPI SI è FATTO UN GRAN PARLARE DELL'UNIVERSIT... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-11-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (City))

Argomenti: Burocrazia

Silvio Garattini Mai come in questi tempi si è fatto un gran parlare dell'Università italiana con toni spesso contradditori. In realtà i nodi di cinquant'anni di mancate riforme si stanno mostrando in tutta la loro gravità e qualsiasi soluzione è destinata a essere impopolare proprio nel mondo universitario che tra l'altro ha in Parlamento una fortissima rappresentanza. Non esistono bacchette magiche; ma vi sono alcuni aspetti che potrebbero nel tempo modificare favorevolmente il ruolo dell'Università, che oggi appare nel suo complesso difficilmente difendibile. Tuttavia, se si vuole seriamente pensare a inserire dei cambiamenti sostanziali bisogna coinvolgere nella formulazione anche persone estranee all'Università. Alcuni suggerimenti sono già stati espressi, ma in sostanza bisogna ricorrere a ricercatori, industriali, uomini di cultura, manager che abbiano conoscenze e credibilità per indicare la via da percorrere. Poche cose possono essere fatte nel breve termine, ma alcune linee di tendenza possono essere identificate. Vi sono in Italia troppe Università e troppe localizzazioni. Sembra logico redigere una serie minima di requisiti per giustificare l'esistenza di un'Università: quelle che non si adeguano devono essere chiuse, perché non è giusto illudere gli studenti che le frequentano. Il sistema dei concorsi pubblici - con tutta la conseguente burocrazia - va definitivamente abolito; si risparmieranno in questo modo soldi e polemiche. SEGUE A PAGINA 10

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Questione-Sud: è ancora attuale (sezione: Burocrazia)

( da "Denaro, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Enti Locali & Cittadini autonomie Questione-Sud: è ancora attuale Ma ora è il momento di passare dalle discussioni alle scelte concrete Nando Morra Una discussione senza infingimenti sul divenire del Mezzogiorno non è più rinviabile. E' imposta dalle cose. Con l'autorevolezza di un "meridionalista storico" e, al tempo stesso, moderno ed innovativo, Alfredo Reichlin ha posto l'esigenza assoluta di rimettere il Mezzogiorno al centro della agenda politica. La analisi-denuncia, di elevato spessore culturale e politico, è secca e rigorosa. "Il ceto politico meridionale, non è innocente", scrive Reichlin. E' purtroppo vero. Da qui bisogna partire. Ma non è il solo punto da affrontare. C'è bisogno di una discussione senza veli, schietta, dura. Certo, la riflessione deve necessariamente e in primo luogo, investire gli attori della politica, soprattutto i meridionali. Ma non basta. La analisi riguarda e deve riguardare le forze della cultura, i partiti, il Sindacato, il mondo produttivo. Un dato non secondario riguarda governi e istituzioni. Si riparte, dunque. E' necessario in particolare in tempi di federalismo da costruire e di preoccupanti fasi oscure nelle quali naviga il processo politico e istituzionale. Ed anche in tempi di recessione. Un confronto sui nodi dello scenario e della governance territoriale, sulle riforme e lo sviluppo del Mezzogiorno. Sulle Riforme istituzionali, il "sistema paese" è bloccato da oltre dieci anni. Le innovazioni avviate non hanno, infatti, disegnato il federalismo dell'unità nella diversità sostenuto dalle Autonomie Locali. Oggi è all'ordine del giorno l'assetto del "Federalismo fiscale". E' un punto delicato. Se non c'è equilibrio si può ancora dividere il paese tra Regioni ricche e Regioni povere, mettere in discussione i "diritti di cittadinanza" (salute, scuola, servizi, ecc.), accentuare gli squilibri economici e sociali. Sul federalismo e, soprattutto sul federalismo fiscale, sull'assetto e sul futuro del paese, si scontrano due concezioni e due politiche. Il Mezzogiorno è vitalmente interessato a contrastare ogni posizione che punti ad accentuare le divaricazioni Nord-Sud approfondendo il solco tra "regioni ricche", con Città, Comuni e cittadini di serie A, dove si vive, si produce, si studia, si lavora, si è assistiti ad alti livelli di servizi e di civiltà e "regioni povere", con Città, Comuni e cittadini di serie B, dove il livello di vivibilità e di welfare e la stessa azione dei governi locali è in funzione del Pil individuale e territoriale o dei kw installati sul territorio. Già questo unico punto, al tempo stesso culturale, sociale e politico, sottolinea l'esigenza e, dunque, l'obiettivo di un cambiamento delle politiche nazionali. Urge ed è necessaria, dunque, una profonda discontinuità nella politica economica, finanziaria ed industriale del governo, delle forze produttive e nella stessa azione delle Regioni e degli Enti Locali, per affermare una nuova equazione: Mezzogiorno uguale "risorsa" per lo sviluppo del paese, per il Mediterraneo, per l'Europa. Ed è sbagliato e fuorviante identificare una "questione settentrionale" sulla base dei risultati elettorali delle amministrative. Urge ed è necessario riflettere criticamente per innovare profondamente l'approccio culturale e politico sui termini attuali della "questione meridionale" per delineare un programma di sviluppo per il Mezzogiorno. Ogni ritardo è irresponsabilità verso il Paese e verso il Sud. Aprire una nuova fase deve essere anche obiettivo e compito delle istituzioni del governo territoriale. Regioni, Province, Città, Comuni sono sollecitati a nuove, più significative responsabilità. Il governo dovrà fare la sua parte e fino in fondo. Ma è anche dovere istituzionale e politico delle Regioni e degli Enti Locali, unire alle sollecitazioni verso il governo e la stessa U.E. mettere in campo un forte impegno per innovare strategie e obiettivi, semplificare metodi, dare incisività e tempestività ed elevare la produttività amministrativa del governo locale, elevare la qualità progettuale ed operativa, la capacità realizzativa e di spesa, per concorrere ai programmi UE ed alla dotazione delle risorse finanziarie. L'allargamento dell'Europa ed il ruolo nuovo che il Sud deve assolvere in rapporto all'Italia, al Mediterraneo, alla stessa Europa, impongono una svolta netta, una scelta di qualità nell'azione generale del, nel e per il Mezzogiorno. Al tempo stesso, la regionalizzazione da un lato e l'Europa dall'altro, impongono al Mezzogiorno di oggi un nuovo modo di pensare, di essere, di agire. La stessa capacità progettuale operativa delle Regioni e del sistema delle Autonomie Locali del Mezzogiorno, in particolare nel campo degli investimenti produttivi e delle politiche sociali, è pesantemente condizionata dagli effetti a catena innescati dal continuo taglio dei trasferimenti e dalle conseguenze della Finanziaria. Da Napoli alle altre città del Sud, è in atto una robusta ripresa della emigrazione di giovani (circa 70.000 all'anno) con alto tasso di scolarizzazione, donne ed uomini, verso le regioni del Nord. Le Regioni del Mezzogiorno sono attestate al 57 per cento del reddito pro-capite di quelle del Centro-Nord. Si sconta un divario interno che è il più alto d'Europa. Il Sud è investito dall'acutizzarsi dei fenomeni di criminalità organizzata, di attacco agli Amministratori locali, di malessere sociale che determina un quadro inquietante e grave che taglieggia l'economia, comprime lo sviluppo ed investe diritti primari dei cittadini come la sicurezza urbana e la vivibilità nelle città. Il Sud cambia, la "questione-Sud" resta. Non si tratta solo di una "questione" culturale tra "vecchio" e "nuovo" meridionalismo. E' un dato oggettivo con rilevanti implicazioni politiche, istituzionali, economiche e sociali che non investono e non condizionano soltanto il Mezzogiorno. Investono e condizionano il futuro del paese. E' un tema di fondo per la società nazionale sul quale c'è l'esigenza di un ripensamento culturale e politico sul ruolo, sulla funzione, sulle prospettive del Sud e, dunque, di Regioni, Province e Comuni meridionali, in rapporto all'Italia, al Mediterraneo, all'Europa. Si è nel pieno della "Seconda Fase" della politica di coesione e della nuova programmazione comunitaria 2006-2013. Il Mezzogiorno, anche per le opportunità promosse dall'UE, si deve attrezzare a vivere le sfide del prossimo decennio: area di libero scambio nel Mediterraneo, allargamento dell'Ue, sviluppo scientifico e tecnologico, infrastrutturazioni e "reti". E' possibile e necessario, pertanto, non solo parlare di "nuovo meridionalismo", o forse, di "euromeridionalismo", ma ha un senso ancora più profondo una riflessione sul Mezzogiorno che tenga conto di quanto il suo sviluppo e la sua crescita siano ormai indissolubilmente legati al contesto comunitario ed al rapporto con il Mediterraneo. Ed anche al rinnovamento della politica e dei suoi protagonisti. Si deve partire da due dati. Primo. Superfluo riproporre un rosario di dati: uno per tutti. Il Sud è fermo dal 1997. Secondo. Il Sud non è più un'area da "assistere". C'è altro e di radicalmente diverso da fare. La logica dell'"intervento straordinario", o nuovi modelli che affrontino soltanto le ricorrenti emergenze senza incidere sui nodi storici e di fondo che determinano la dissociazione socio-economica dall'Italia e dall'Europa non servono né al Mezzogiorno, né al paese. Il Mezzogiorno è una realtà complessa e dinamica, dove problemi, arretratezza e nodi strutturali coesistono con territori, amministrazioni locali e forze imprenditoriali, capaci di inventare forme di sviluppo avanzati ed originali con aree e settori produttivi e della ricerca di assoluta eccellenza, con enormi potenzialità endogene che non ottimizzate e non sistematizzate ne frenano il decollo e non innescano processi di sviluppo autopropulsivi. Con significative eccezioni, anche il sistema delle Autonomie e la Pa, con il peso della recente legislazione federalista, delle burocrazie, la lentezza spesso esasperante delle procedure, i ritardi nella innovazione e nel decentramento di funzioni, poteri e risorse dalle Regioni agli Enti Locali alimenta un quadro di inefficienze che concorrono a determinare, che, "al dualismo economico si aggiunge il dualismo amministrativo", alimentando anche per questo, l'allargamento del divario Nord-Sud. E' questa una responsabilità primaria e ineludibile della politica e dei politici meridionali. del 21-11-2008 num.

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Medici di famiglia la fiducia è all'85% (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Venerdì 21 Novembre 2008 LA RICERCA. I risultati di due sondaggi sul rapporto con i pazienti Medici di famiglia la fiducia è all?85% La stragrande maggioranza dei cittadini è soddisfatta per la competenza e le cure   Due recenti ricerche sui medici di famiglia e i pazienti estese a tutto il territorio nazionale hanno ?sondato? la fiducia quale elemento fondamentale del rapporto nell'assistenza primaria. La prima, affidata alla Swg, ha riguardato un sondaggio effettuato su un campione di popolazione e la seconda, realizzata dal Centro Studi Nazionale della Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, un sondaggio su un campione di medici di famiglia. L'oggetto principale delle ricerche è la fiducia tra il paziente e il medico di famiglia, le reciproche percezioni, i modi in cui entrambi si vedono e si relazionano. Il medico di famiglia rappresenta il primo contatto del cittadino con il Servizio Sanitario Nazionale ed è assiduamente frequentato. Dalle risposte dei cittadini emerge che il 10 - 17% si fa visitare dal medico di famiglia una volta ogni 2 - 3 mesi (4 - 6 volte all'anno), il 24 - 30% una volta ogni 4 - 6 mesi (2 - 3 volte all'anno), con percentuali crescenti in relazione al progredire dell'età anagrafica. Se oltre a questi dati si considerano le visite domiciliari, l'assistenza programmata domiciliare, l'assistenza domiciliare integrata ai pazienti affetti da malattie croniche invalidanti o terminali, le consultazioni telefoniche, le richieste di pareri, il numero rilevante di ricette a vario titolo emesse, le certificazioni, le vaccinazioni antinfluenzali, risulta di tutta evidenza che il servizio erogato dal medico di famiglia è altamente richiesto. Soddisfazione e fiducia sono assai alte nella popolazione; a questo proposito è utile riportare qualche dato di sintesi: l'84,5% dei cittadini dichiara che il suo medico di famiglia risponde alle attese; l'81% che il medico si interessa a lui come persona; il 78% che il medico si preoccupa delle sue esigenze di paziente; l'81,2% che il medico lo visita con attenzione; l'87,2% che il suo medico è competente; l'83, % che il medico fa tutto quanto il possibile per risolvere i suoi problemi; l'87,4% che ha fiducia nel suo medico di famiglia. Medici e cittadini ritengono ?la fiducia" il pilastro portante del loro rapporto, hanno opinioni coerenti, esprimono analoghe tendenze.Si tratta di un rapporto relazionale vissuto direttamente, faccia a faccia, senza intermediari, del quale il cittadino è soddisfatto. Anche il medico di famiglia è soddisfatto, ma avverte sempre più il peso oneroso di una burocrazia crescente, per cui auspicherebbe una diversa, più efficiente ed efficace organizzazione, per non sostenere solo sulle sue spalle il peso, anche psicologico, di pazienti la cui fragilità sanitaria e la pressione che ne deriva sono in costante aumento in relazione all'invecchiamento della popolazione. Silvio Regis medico di famiglia  

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Medici di famiglia: la burocrazia impegna il 50% del tempo (sezione: Burocrazia)

( da "SaluteEuropa.it" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

21/11/2008 Medici di famiglia: la burocrazia impegna il 50% del tempo Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale. E il carico di lavoro continua ad aumentare, con il rischio di mettere a repentaglio la qualità. È questo il quadro che emerge dal quinto rapporto Nazionale Health Search, presentato oggi al Congresso della Società Italiana di Medicina di famiglia (SIMG) in corso a Firenze. "Negli ultimi due decenni è enormemente cresciuta la pressione per elevare l'efficienza dei sistemi sanitari a fronte di risorse sempre più limitate ha spiegato il presidente della SIMG Claudio Cricelli -. La tensione al cambiamento si esercita su tutte le componenti del sistema, ma senza dubbio i medici di famiglia sono quelli che più la avvertono: nella doppia veste di organizzatori ed erogatori di servizi di assistenza, sono tenuti a garantire l'appropriatezza e l'efficacia, e a controllare i costi. Sempre più spesso, quindi, hanno la necessità di confrontare la propria attività con standard predefiniti, secondo i principi del governo clinico basati sulle evidenze scientifiche disponibili e sulla pratica, anche per razionalizzare risorse e tempo". L'utilizzo sistematico del database Health Search ha permesso a SIMG di ottenere un'attuale e competa fotografia dei bisogni di salute in Italia: l'ipertensione rappresenta la patologia che causa il maggior numero di visite ambulatoriali (15,3%) seguita da diabete mellito (4,8%) e dislipidemie (3,1%). Le persone affette da malattia coronarica sono quelle che si recano con maggiore frequenza presso il proprio medico ma sorprende anche l'alta percentuale di visite ambulatoriali per i malati di epilessia (6,2 visite/anno), di patologie della tiroide (6 visite/anno) e di glaucoma (4,5 visite/anno). Diversi studi hanno dimostrato che il medico di famiglia visita nel corso di un anno il 65% della propria popolazione di assistiti e nel corso di 3 anni circa il 95%. Inoltre, contribuisce nell'arco dei 12 mesi al 65% del consumo complessivo di farmaci: su 100 visite, oltre 70 terminano con una prescrizione farmaceutica, circa 30 con una richiesta di accertamento diagnostico-strumentale ed oltre 10 con una richiesta di visita specialistica. L'intero rapporto può essere consultato nel sito web di Health Search www.healthsearch.it Un numero sempre maggiore di medici di medicina generale utilizza programmi informatici per la gestione dei pazienti nella normale pratica clinica. Il sistema Health Search, sviluppato da SIMG e attivo da oltre 10 anni, riunisce attualmente 850 professionisti, analizza 7 aree cliniche, con oltre 50 indicatori di processo, 9 di esito intermedio e 16 di appropriatezza terapeutica. I risultati sono concordi con le informazioni ricavate dall'ISTAT e dall'Osservatorio Nazionale sul Consumo dei Medicinali (OSMED). "Per la prima volta i medici diventano attori protagonisti di un processo globale di miglioramento continuo dell'assistenza ha continuato Cricelli -. Questo sistema si basa sulle evidenze scientifiche più aggiornate e sul confronto nel tempo dei risultati di cura e consente di individuare, nella gestione delle principali malattie croniche, i problemi su cui eventualmente intervenire con correttivi. Ma ci permette anche di cogliere l'andamento di alcune grandi patologie e di ipotizzarne le cause". Dai dati riportati nel V Rapporto emerge, ad esempio, un trend crescente nella prevalenza di ipertensione che varia dal 18,4% al 22,0% del 2007, con stime sensibilmente maggiori nelle donne (19,8% nel 2003 vs. 23,2% nel 2007) rispetto agli uomini (16,8% nel 2003 vs. 20,8% nel 2007). Dalle analisi effettuate, si registra per molte patologie un costante aumento di prevalenza, determinato da vari fattori, compresa la capacità del medico di famiglia di diagnosi anticipate, in presenza di sintomi precoci. Oltre all'ipertensione, nel corso degli anni 2003-2007 l'ictus è passato dall'1,9% al 2,5%, il diabete mellito di tipo II dal 5% al 6,2%, la depressione maggiore dal 3% al 4,3%. Un altro aspetto interessante è l'analisi per area geografica: mentre l'ictus ischemico prevale al nord (nord-est: 3,5% vs. isole: 2,2%) così come la depressione (nord-est: 5,6% vs. sud e isole: 3,7%), la prevalenza di diabete mellito tipo 2 (isole: 7,7% vs. nord-est: 5,8%), BPCO (sud: 4,0% vs. nord-ovest e nord-est: 2,5%) e artrosi (sud: 24,2% vs. nord-ovest: 16,1%) mostra un andamento inverso. "Questo rapporto può rappresentare uno strumento di aggregazione, di discussione e di confronto tra i medici e con il mondo della sanità, dell'economia e della scienza. Materiale che offre alla SIMG e a tutta la medicina generale la base di sviluppo di ipotesi di lavoro, di nuovi modelli organizzativi, di infinite opportunità di innovazione e ricerca. Ritengo che la chiave di lettura di questo rapporto ha concluso il presidente Cricelli - sia profondamente innovativa e costituisca un momento di riflessione per tutti coloro coinvolti nella programmazione sanitaria del nostro Paese".

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Non si discute del malessere della scuola Non si ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Non si discute del malessere della scuola Non si ... Non si discutedel malesseredella scuolaNon si sono ancora spenti, mi pare, i fermenti causati dalle illusioni o delusioni dovuti all'approvazione del decreto Gelmini, ovvero del ministro della Pubblica istruzione, che tanto hanno mosso studenti, insegnanti e in generale il personale della scuola,alla ricerca di dimostrare l'infondatezza e l'inutilità di queste idee. Si sa che ogni cambiamento, piccolo o grande che sia, sconvolge vecchie e consolidate situazioni. Il nuovo fa sempre paura. I molti aspetti del decreto non convincono e troppo veloce è trascorso il tempo fra sterili discussioni e periodi di completa inattività e abbandono della scuola. Eppure in questi giorni non ho letto o ascoltato, da parte degli addetti ai lavori, forze sindacali o politiche, interventi che entrassero nel merito del malessere, portandolo in superficie insieme con il marcio che affligge, a volte irreparabilmente, non solo la struttura scolastica, ma le coscienze che all'interno vi lavorano. Gli insegnanti sono tanti e malpagati, ma molti fanno di tutto per non meritarsi quel poco a loro destinato. Altri, invece, preferiscono intraprendere, con la compiacenza di qualche incauto dirigente e il provvido aiuto di qualche collega, sentieri che conducono verso orizzonti mai ben definiti, situazioni spurie. Una volta scoperti dimostrano subito la più ampia estraneità. Sono situazioni che, spesso, non hanno la necessaria approvazione degli organi collegiali competenti, oppure laddove essa esiste, è stata ottenuta in difformità a quanto dichiarato, per cui ciò che viene approvato è diverso da ciò che viene realizzato. È questo il caso degli innumerevoli, spesso sconvolgenti progetti, ai quali vengono sottoposti inermi e disattenti studenti. La vita quotidiana di un allievo e di un docente trascorre in un disperato disorientamento che, molte volte, si tramuta in una sorprendente gratificazione per entrambi, che vedono così il niente prendere forma e consistenza. Ecco quindi susseguirsi: spettacoli teatrali, mostre, musei, tornei di calcio, calcetto, pallavolo, conferenze per l'orientamento, incontri con esperti sulla droga alcol e tabacco, scrittori, viaggi d'istruzione con relativi preparativi, cineforum, progetto ambiente, sicurezza, giustizia, accoglienza, legalità, patentino, vado sicuro, vado a piedi, vado in macchina... Progetti, progetti, progetti... Dimenticavo! Esiste anche il progetto sostegno: non si sa a chi è rivolto, se a un alunno in difficoltà o a una classe numerosa: importante che per esso qualcuno percepisca qualcosa. Non tutte, fortunatamente, ma parecchie di queste iniziative si rivelano quasi sempre inutili e dispendiose, perché sottraggono preziose risorse economiche che potrebbero essere diversamente e convenientemente finalizzate verso scopi migliori. Esse, invece, concorrono prevalentemente ad arrotondare le precarie retribuzioni di un gruppo, più o meno ristretto, di insegnanti che invocando la sempre auspicabile autonomia, male interpretata e peggio gestita, si compiace del lavoro didattico diverso al quale hanno contribuito, forse come protagonisti. C'è chi prende troppo e chi prende nulla o poco! Il troppo non sempre è giustificato da un reale sovraccarico di lavoro e di attribuzione di responsabilità. Gli incarichi scolastici e le attività progettuali andrebbero pubblicizzati negli organi collegiali preposti che hanno il compito, oltre che dell'approvazione, quello più delicato, ma essenziale, del controllo e della verifica. Invece vengono tacitamente omessi, probabilmente in buona fede, andando a privilegiare pochi colleghi, vicini a chi gestisce l'organizzazione scolastica, piuttosto che permettere a tutti di accedere a tali opportunità. La responsabilità, si sa, è sempre del dirigente scolastico che preso da mille impegni e sommerso dal leviatano della burocrazia, preferisce rimanere fuori da queste problematiche, preoccupato più da un lasciar correre, piuttosto che da un intervenire; disposto più a nascondere che a svelare. Per fortuna non tutti e non tutto è così opaco, senza profondità. Vi sono colleghi che attraverso un impegno silenzioso e costante, adempiono ogni giorno alla loro missione con pazienza, fiducia, passione e coraggio. Non possiamo permetterci che queste persone, ultimo baluardo di speranza, cedano al disinteresse verso l'istituzione scolastica, risorsa preziosa di educazione e di formazione per i nostri ragazzi.Sergio MagonRovigoIl monumentoai Cadutivicino ai rifiutiIl giorno 8 novembre, in occasione del 90. anniversario della Prima guerra mondiale ricordato solennemente a Corbola, alla presenza delle autorità comunali, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma, del parroco eccetera, è stato inaugurato un nuovo monumento ai Caduti, come riportato anche nell'articolo apparso su questo quotidiano.Iniziativa lodevole e molto buona, peccato che il cippo in onore dei Caduti sia stato messo in posizione alquanto infelice.Infatti l'amministrazione locale, ha pensato bene di "nasconderlo" in fianco al municipio tra i cassonetti dei rifiuti tossici e un porta biciclette, anziché posizionarlo in mezzo a piazza Martiri come sarebbe stato più giusto e logico, in modo da poter essere visibile e da monito per non dimenticare gli orrori delle guerre, a tutti i cittadini senza andarne alla ricerca.Andrea TivelliCorbola

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Vince il ricorso ma non gli ridanno i soldi (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Un contribuente costretto a pagare a Equitalia anche bolli di uno scooter rubatogli venti anni fa Vince il ricorso ma non gli ridanno i soldi ANCONA - Vince il ricorso presentato al giudice di pace ma Equitalia Marche, l'agenzia incaricata di effettuare la riscossione dei tributi anche per conto della Regione, per ora si rifiuta di restituirgli quei 1.550 euro da lui indebitamente pagati circa cinque mesi fa. Perchè, fanno sapere dallo sportello anconetano di Equitalia, in via Palestro, "la cancellazione della cartella esattoriale dipende direttamente dalla Regione e solo l'ente preposto può effettuare lo sgravio, un atto necessario per la restituzione dei soldi". Nonostante tutto ha dell'assurdo la disavventura capitata a un camionista di 35 anni, residente a Camerata Picena. Le carte che L.M. ha raccolto in questi mesi raccontano di una vicenda dove a farla da padrona è la burocrazia. Quella più cieca e sorda che ci possa essere, incapace di ammettere i propri errori. Tanto che, stando a quanto ci ha raccontato il contribuente, l'agenzia di riscossione sarebbe intenzionata a ricorrere al Tar pur di non ridare indietro quei soldi. Una battaglia legale dai risvolti beffardi. Da una parte sarebbe uno spreco di soldi pubblici, considerato che con un appello al Tar se ne vanno almeno 3.500 euro in spese legali, più del doppio dell'importo conteso. Dall'altra diventerebbe un ulteriore salasso per il contribuente, costretto a ricorrere a un avvocato per riavere indietro dei soldi che in realtà sono suoi. La paradossale vicenda che vede coinvolto il camionista di Camerata Picena inizia nel giugno scorso, quando a casa sua bussa un'agente di Equitalia Marche. Gli consegna una raccomandata contenente la cartella esattoriale, con cui gli viene ordinato di pagare 1.551 euro. L'ingiunzione si riferisce a una serie di bolli auto, tra cui quello del '98 per la sua Alfa Romeo e soprattutto quelli della sua vecchia Vespa, per un periodo di nove anni, dall'88 al '97. Il colmo è che il mezzo a due ruote gli era stato rubato proprio nell'estate dell'88 a Portonovo, un furto regolarmente denunciato ai carabinieri. Non basta. Nella cartella esattoriale c'è anche una multa per divieto di sosta sanzionata quando l'uomo era ancora proprietario dell'Alfa Romeo da lui regolarmente pagata a suo tempo. "Successivamente mi è arrivata anche una diffida - dice il contribuente -. Avevo quindici giorni di tempo per pagare. Sono andato anche ad Ancona, allo sportello di Equitalia. Mi hanno detto che senza la sospensione della diffida da parte del giudice di pace, lo sarebbero andati avanti lo stesso". La beffa è che la sentenza del giudice di pace non può arrivare in tempi così brevi. "A quel punto - rileva il contribuente - per non rischiare di ritrovarmi ipotecata la casa, sono stato costretto a pagare, sebbene avessi tutti i documenti che attestavano il pagamento del bollo auto e della multa, oltre alla denuncia fatta ai carabinieri per la vespa che mi era stata rubata". Ora però, a distanza di qualche mese, con in mano la liberatoria della Regione e soprattutto la sentenza del giudice di pace che gli ha dato ragione, l'uomo si ritrova a cozzare sul muro di gomma dell'agenzia di riscossione. Tanto che è costretto a metterci l'avvocato per riavere indietro quei soldi. "Da come ho capito Equitalia ha intenzione di ricorrere al Tar - dice il contribuente -. Significa che spenderanno almeno 3.500 euro solo per le spese legali. Soldi della collettività sperperati in questo modo. E' una cosa vergognosa". Allo sportello anconetano di Equitalia Marche, fanno sapere che lo sgravio può essere concesso solo dalla Regione, il referente che ha titolarità del credito. I responsabili dell'agenzia di riscossione sono comunque disponibili a incontrare direttamente il contribuente per risolvere il contenzioso. MIRCO DONATI,

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VINCENZO SINISCALCHI* TUTTI GLI ARTICOLI IN MEMORIA DI FRANCO NICO OFFRONO LA MISURA DEL VALORE D... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-11-2008)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Burocrazia

VINCENZO SINISCALCHI* Tutti gli articoli in memoria di Franco Nico offrono la misura del valore di questo artista poliedrico, generoso, instancabile nella sua sovrumana capacità di lavoro creativo. Intendo, tuttavia, aggiungere al ritratto che di Nico è stato fatto un mio forte appello perché a Franco Nico venga finalmente resa giustizia dalla nostra città e dagli addetti alla «industria culturale». La morte tragica di Franco Nico, infatti, appare l'epilogo di una esistenza davvero eroica che egli con la moglie, e poi con i figli, ha condotto per sopravvivere anno per anno ad una serie di inenarrabili emarginazioni alle quali è riuscito a far fronte soltanto aggrappandosi ad una forte vocazione di artista e ad una leggendaria capacità di sopportazione tesa a superare le difficoltà incontrate nello sviluppo del suo gioiello: quel teatro Sancarluccio che è un vanto della nostra città. Nella tragedia della morte di Franco Nico, sbalzato da quel motorino su cui si spostava continuamente da una burocrazia all'altra (pilotandolo, tra l'altro, con il casco regolare quasi a rappresentare il contrasto con la palese illegalità delle condizioni in cui versano le strade di Napoli!), è disegnato il percorso di una vita difficile resa tale non dalla mancanza di abnegazione civica di Franco Nico ma dalle tante incomprensioni, dai dinieghi, dalle indifferenze di cui, pur con grande garbo, egli a volte si doleva. Aggiungo che pochi giorni or sono ho voluto assistere al Sancarluccio ad una rappresentazione teatrale molto interessante. Franco ne è stato felice e, al termine, con una punta di malinconia, mi ha voluto trattenere per farmi ascoltare una sua composizione musicale intitolata provvisoriamente «La ballata di Edimburgo». Ripensandoci, ora, mi commuovo perché appariva evidente che quel testo rappresentava la scoperta di una grande città che a tutto il teatro (quello povero e quello ricco) aveva saputo dare uno sviluppo degno di una attenzione mondiale tanto da attrarvi la figlia. Ebbene: quella «ballata» diventi auspicio affinché non Edimburgo ma la nostra e la sua Napoli possa dare una risposta diversa e solidale nei confronti del maestro scomparso e della sua famiglia d'arte aiutando il Sancarluccio a continuare anche senza quella rischiosa frenesia quotidiana di Franco Nico per andare e venire sul motorino tra fossi, dissesti e insidie di ogni tipo fino ad incrociare la morte. Chiedo troppo alle autorità amministrative, agli enti teatrali, agli assessorati competenti se auspico di costruire una proposta di avvenire non più precario per Pina Cipriani, per i figli e per il teatro Sancarluccio nel ricordo, non solamente rituale, del povero artista scomparso? * Membro laico del Csm

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Raccolta differenziata Polemiche per il rinvio (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Contestata anche la gestione del teatro Raccolta differenziata Polemiche per il rinvio FABRIANO Slitta nuovamente l'inizio della raccolta differenziata. La comunicazione arriva all'inizio della seduta del consiglio comunale di ieri e a sollevare la questione è Angelo Tini. "Da una delibera di giunta e secondo quanto dibattuto in questa sala osserva il consigliere comunale dell'Udc eravamo tutti d'accordo a far iniziare la raccolta differenziata. La data approvata era stata quella del primo settembre ed ora mi chiedo come mai nulla è ancora iniziato e alla gente non sia stato spiegato il perché. C'è bisogno che l'assessore dia una spiegazione su questa vicenda". E il responsabile del verde cittadino non tarda a dare le sue motivazioni. "La raccolta porta a porta spiega l'assessore Mario Paglialunga (nella foto) - è slittata per due ordini di motivi. Il primo è quello finanziario. L'operazione costerà al comune 600.000 euro in più oltre ai soldi che sono già stati stanziati. Se non troviamo come coprire la cifra, la raccolta differenziata porta a porta potrebbe comportare un incremento delle bollette degli utenti del 35% e in questo periodo non mi sembra auspicabile. Per evitare ogni incremento, ci siamo quindi mossi al fine di ridurre il più possibile i costi. A riguardo abbiamo cercato degli sponsor per i cassonetti e per i sacchetti oltre che abbiamo trattato con Cir 33 per abbassare i costi. Il secondo motivo è che si è dovuto modificare lo statuto di Anconambiente per ottemperare alle direttive europee". Burocrazia e economia gravano sulla nuova raccolta, anche se il tutto porta ad un ulteriore slittamento per l'avvio del progetto. Ma non solo l'ambiente è stato al centro del dibattito comunale, ma anche il teatro Gentile è tornato sulla ribalta della politica. A sollevare la questione l'approvazione dello stanziamento dei fondi per pagare la stagione di prosa. Un polverone che vede tutti d'accordo nell'assegnazione al Sistina, ma molti contrari sulle sezioni di bilancio da cui si è prelevato il denaro necessario. "Mi chiedo come si possano reperire i fondi commenta il consigliere Guido Latini della lista Carmenati per Fabriano togliendoli alle attività musicali, al turismo o ai trasporti pubblici". Polemica che comunque si esaurisce dopo un'oretta con l'approvazione della delibera e il consiglio comunale che prosegue senza molti intoppi affrontando le varie mozioni e gli ordini del giorno fino ad ora di cena. ROSITA FATTORE ,

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Simg: medici di base "stressati" dalla burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Indietro 21 novembre 2008 Simg: medici di base "stressati" dalla burocrazia Sempre più spesso "vittime" della burocrazia che occupa ormai quasi la metà della loro vita professionale. È l'identikit del medico di famiglia tratteggiato dal quinto rapporto nazionale Health Search, che è stato presentato oggi nel corso del XXV congresso della Simg, la società italiana di medicina generale. Il sistema Health Search, sviluppato da Simg attivo da oltre 10 anni, riunisce attualmente 850 professionisti, analizza 7 aree cliniche, con oltre 50 indicatori di processo, 9 di esito intermedio e 16 di appropriatezza terapeutica. «Negli ultimi due decenni é enormemente cresciuta la pressione per elevare l'efficienza dei sistemi sanitari a fronte di risorse sempre più limitate - ha spiegato il presidente della Simg, Claudio Cricelli -. La tensione al cambiamento si esercita su tutte le componenti del sistema, ma senza dubbioi medici di famiglia sono quelli che più la avvertono: nella doppia veste di organizzatori ed erogatori di servizi di assistenza, sono tenuti a garantire l'appropriatezza e l'efficacia, e a controllare i costi. Sempre più spesso, quindi, hanno la necessità di confrontare la propria attività con standard predefiniti, secondo i principi del governo clinico basati sulle evidenze scientifiche disponibili e sulla pratica, anche per razionalizzare risorse e tempo». Per il medico di base, quindi, crescono sempre più le incombenze di carattere burocratico. Ma dalla Simg arriva una possibile ricetta. Per limitare questo fenomeno è necessario, dicono a gran voce, puntare sull'informatizzazione esullo scambio di dati in rete con gli altri professionisti coinvolti nell'assistenza: specialisti, farmacisti, Asl. Ciò eviterebbe al paziente di doversi recare dal medico di famiglia anche per semplici necessità burocratiche. I numeri d'altro canto sono eloquenti. Diversi studi sottolineano infatti che il medico di famiglia visita nel corso di un anno il 65% della propria popolazione di assistiti e nel corso di 3 anni circa il 95%. Inoltre, il Mmg contribuisce nell'arco dei 12 mesi al 65% del consumo complessivo di farmaci: su 100 visite, oltre 70 terminano con una prescrizione farmaceutica, circa 30 con una richiesta di accertamento diagnostico-strumentale e oltre 10 con una richiesta di visita specialistica. Ma quali sono le cause che spingono il cittadino a rivolgersi al Mmg? Secondo la Simg al primo posto spicca l'ipertensione (15,3%), seguita da diabete mellito (4,8%) e dislipidemie (3,1%). Le persone affette da malattia coronarica sono quelle che si recano con maggiore frequenza presso il proprio medico ma colpisce anche l'alta percentuale di visite ambulatoriali per i malati di epilessia (6,2 visite/anno), di patologie della tiroide (6 visite/anno) e di glaucoma (4,5 visite/anno). Dai dati riportati emerge poi un trend crescente nella prevalenza di ipertensione che varia dal 18,4% al 22,0% del 2007, con stime sensibilmente maggiori nelle donne (19,8% nel 2003 vs. 23,2% nel 2007) rispetto agli uomini (16,8% nel 2003 vs. 20,8% nel 2007). Dalle analisi effettuate si registra inoltre per molte patologie un costante aumento di prevalenza, determinato da vari fattori, compresa la capacità del medico di famiglia di diagnosi anticipate, in presenza di sintomi precoci. Oltre all'ipertensione, nel corso degli anni 2003-2007, l'ictus é passato dall'1,9% al 2,5%, il diabete mellito di tipo II dal 5% al 6,2%, la depressione maggiore dal 3% al 4,3%. La banca dati disegna infine una mappa delle patologie per area geografica: mentre l'ictus ischemico prevale al nord (nord-est: 3,5% vs. isole: 2,2%) così come la depressione (nord-est: 5,6% vs. sud e isole: 3,7%), la prevalenza di diabete mellito tipo 2 (isole: 7,7% vs. nord-est: 5,8%), Bpco (sud: 4,0% vs. nord-ovest e nord-est: 2,5%) e artrosi (sud: 24,2% vs. nord-ovest: 16,1%) mostra un andamento inverso. (Ce.Do.) Indietro

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Salute/ Medici di famiglia: la burocrazia ci toglie 50% (sezione: Burocrazia)

( da "Virgilio Notizie" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Salute/ Medici di famiglia: la burocrazia ci toglie 50% tempo Aumenta il lavoro, lo specialista interviene in un caso su 10 postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Roma, 21 nov. (Apcom) - Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale. E il carico di lavoro continua ad aumentare, con il rischio di mettere a repentaglio la qualità. È questo il quadro che emerge dal quinto rapporto Nazionale Health Search, presentato oggi al Congresso della Società Italiana di Medicina di famiglia (Simg) in corso a Firenze. "Negli ultimi due decenni è enormemente cresciuta la pressione per elevare l'efficienza dei sistemi sanitari a fronte di risorse sempre più limitate - spiega il presidente della Simg Claudio Cricelli -. La tensione al cambiamento si esercita su tutte le componenti del sistema, ma senza dubbio i medici di famiglia sono quelli che più la avvertono: nella doppia veste di organizzatori ed erogatori di servizi di assistenza, sono tenuti a garantire l'appropriatezza e l'efficacia, e a controllare i costi. Sempre più spesso, quindi, hanno la necessità di confrontare la propria attività con standard predefiniti, secondo i principi del governo clinico basati sulle evidenze scientifiche disponibili e sulla pratica, anche per razionalizzare risorse e tempo". L'utilizzo sistematico del database Health Search ha permesso a SIMG di ottenere un'attuale e competa fotografia dei bisogni di salute in Italia: l'ipertensione rappresenta la patologia che causa il maggior numero di visite ambulatoriali (15,3%) seguita da diabete mellito (4,8%) e dislipidemie (3,1%). Le persone affette da malattia coronarica sono quelle che si recano con maggiore frequenza presso il proprio medico ma sorprende anche l'alta percentuale di visite ambulatoriali per i malati di epilessia (6,2 visite/anno), di patologie della tiroide (6 visite/anno) e di glaucoma (4,5 visite/anno). Diversi studi hanno dimostrato che il medico di famiglia visita nel corso di un anno il 65% della propria popolazione di assistiti e nel corso di 3 anni circa il 95%. Inoltre, contribuisce nell'arco dei 12 mesi al 65% del consumo complessivo di farmaci: su 100 visite, oltre 70 terminano con una prescrizione farmaceutica, circa 30 con una richiesta di accertamento diagnostico-strumentale ed oltre 10 con una richiesta di visita specialistica. Ancora, un numero sempre maggiore di medici di medicina generale utilizza programmi informatici per la gestione dei pazienti nella normale pratica clinica. Il sistema Health Search, sviluppato da Simg e attivo da oltre 10 anni, riunisce attualmente 850 professionisti, analizza 7 aree cliniche, con oltre 50 indicatori di processo, 9 di esito intermedio e 16 di appropriatezza terapeutica. Dai dati riportati nel V Rapporto emerge, ad esempio, un trend crescente nella prevalenza di ipertensione che varia dal 18,4% al 22,0% del 2007, con stime sensibilmente maggiori nelle donne (19,8% nel 2003 vs. 23,2% nel 2007) rispetto agli uomini (16,8% nel 2003 vs. 20,8% nel 2007). Dalle analisi effettuate, si registra per molte patologie un costante aumento di prevalenza, determinato da vari fattori, compresa la capacità del medico di famiglia di diagnosi anticipate, in presenza di sintomi precoci. Oltre all'ipertensione, nel corso degli anni 2003-2007 l'ictus è passato dall'1,9% al 2,5%, il diabete mellito di tipo II dal 5% al 6,2%, la depressione maggiore dal 3% al 4,3%. Un altro aspetto interessante è l'analisi per area geografica: mentre l'ictus ischemico prevale al nord (nord-est: 3,5% vs. isole: 2,2%) così come la depressione (nord-est: 5,6% vs. sud e isole: 3,7%), la prevalenza di diabete mellito tipo 2 (isole: 7,7% vs. nord-est: 5,8%), Bpco (sud: 4,0% vs. nord-ovest e nord-est: 2,5%) e artrosi (sud: 24,2% vs. nord-ovest: 16,1%) mostra un andamento inverso.

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Sagre e Pro loco Realtà che rischiano di ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sagre e Pro loco Realtà che rischiano di ... Sagre e Pro locoRealtà che rischianodi scomparireIn questi giorni mi è capitato di leggere un invito all'Assemblea annuale delle organizzazioni di volontariato, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con un titolo davvero significativo: "Volontariato Centralità dell'impegno solidale e gratuito". Da quasi due anni ho tolto il vestito di Presidente di una Pro loco locale, pur mantenendo i contatti e un discreto impegno nell'attuale organizzazione. Appartenere ad una Pro loco, o più nobilmente ad un'Associazione nazionale alpini o a un'associazione Avis, Aido e qualsiasi altra realtà territoriale, significa avvalersi delle prestazioni personali volontarie e totalmente gratuite dei propri soci, per conseguire gli scopi organizzativi, senza fini di lucro. Non voglio addentrarmi in realtà che, pur rispettando molto, seguo solo da spettatrice esterna. Approfitto, però, dello strumento offerto da questo quotidiano per una riflessione, proprio da ex Presidente di una Pro loco.In queste fredde giornate d'inverno difficile ripercorrere le serate trascorse all'aperto, a mangiare polenta e costa innaffiata con dell'ottimo vino; eppure, in queste fredde giornate di inizio inverno, la macchina organizzativa è già all'opera e, spesso, non ha mai smesso di funzionare.Consultiamo il calendario per fissare la data dell'appuntamento principale della Pro loco: la sagra; contattiamo gruppi e intrattenimenti, valutiamo attentamente un'alternativa per i bambini, diamo le conferme a quell'opuscolo informativo a cui nessuno riesce a rinunciare. Valutiamo se il menù proposto cattura l'interesse del pubblico. Ripartiamo dalle critiche della scorsa edizione e valutiamo attentamente come organizzare la cucina, acquistare nuove attrezzature, modificare, migliorare o ampliare la zona lavoro. Siamo solo a novembre. Ampia considerazione sui fornitori: dalla carne, alla polenta, dalla birra, allo sgroppino, passando dalle patatine e senza dimenticare il formaggio.Ricordiamoci del tendone da prenotare, i gruppi elettrogeni, i bagni chimici e gli estintori. E, intanto, si avvicina l'avventura: con grande capacità imprenditoriale, due lacrime e santa pazienza, a caccia di sponsor. I manifesti: efficaci, di grande effetto, pieni di informazioni e, soprattutto, super economici. Burocrazia: Siae, Enpals, corretta prassi igienica, collaudo del palco, collaudo del tendone, permessi.Se siamo sopravissuti a tutto questo, grande preghiera perché lassù qualcuno trattenga la pioggia fino alla settimana successiva alla chiusura dei festeggiamenti, stampiamoci un meraviglioso sorriso, infiliamoci la maglietta che lo sponsor ci ha regalato per promuovere la propria attività, e andiamo a fare le patatine. Dino apri la baracca. In ogni associazione esiste un signor Dino. Il signor Dino, che dimentica se stesso, la casa o la famiglia per essere totalmente a disposizione di questo progetto. Un umile e importante colonna che non cerca gli applausi alla fine del film, ma lui, il film l'ha costruito.In cucina, non manca nessuno? Attenzione alle patatine: se sono bruciacchiate la signora Maria potrebbe arrabbiarsi! Ci appelliamo all'ironia per non dimenticare i tanti e tanti problemi che queste associazioni devono fronteggiare.Impegni organizzativi notevoli, crescente concorrenza delle realtà vicine, gente sempre più insoddisfatta, costi a volte insostenibili e contributi che risentono sempre e sempre di più della congiuntura economica. Se a tutto questo uniamo una dannosa concomitanza e sovrapposizione di eventi difficilmente tutelata dalle amministrazioni locali, celebriamo sempre più spesso la perdita di importanti (proprio perché sani e storici) momenti di aggregazione.Leggiamo ora un messaggio positivo che la Regione, attraverso il vicepresidente e assessore Luca Ciriani, ha voluto dare all'organizzazione territoriale di grandi eventi.Non perdiamo l'occasione per fare un'importante riflessione sul territorio.Sonia TrevisanVisinale di PasianoTino, dignitàe sentimentodi un umileIl falegname Tino, dopo tanta sofferenza, ci ha lasciati così, quasi con la voglia di non far sapere il suo dramma. Ecco, sono dentro una chiesetta di campagna, fuori dal mondo, in una giornata baciata da un sole brillante.Ci sono donne col velo nero, uomini vestiti con giacca e cravatta, come per una festa. Da tempo non vedevo a un funerale vesti scure, un raccoglimento assoluto, una partecipazione semplice, ma intensa. C'è un po' più avanti l'ultimo figlio di Tino, disabile e sempre sorridente, come in un mondo di fiaba. Egli crede che il papà sia festeggiato; non capisce che non lo vedrà più. Si gira, mi guarda e sta per chiedermi qualcosa. La mamma lo zittisce; ma io mi sono ricordata che desidera sempre da me un'automobilina. Il giorno prima l'avevo trovata fra i giocattoli di mio nipotino e l'avevo messa in borsetta. Il figlio di Tino continua a girarsi verso di me e io, in punta di piedi mi avvicino e gli offro la macchinina.Miracolo! Il ragazzo si calma, gioisce e, in mezzo a tanto dolore, è l'unico ad essere felice. Se Tino dal mondo dei più vede ancora quel figlio tanto amato, sorride anche lui.Anni orsono, quasi con pudore, mentre a casa mia sistemava qualche mobile, mi aveva accennato a questo ragazzo. Mi aveva testualmente detto: «Da lei so che potrò portarlo, ma non da altri. Da poco ho l'automobile e mio figlio si diverte molto quando guido». Tino, sta tranquillo; nessuno abbandonerà la tua famiglia! Tu eri quasi analfabeta, ma avevi tanta dignità e tanto sentimento. Nella tua povertà mi hai insegnato il valore dei veri sentimenti, della modestia, dell'onestà e dell'accettazione alle sofferenze che la vita spesso ti regala come un dono che non vorresti mai accettare.Laura Casucci RossiPordenone

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Extracomunitari. Moratoria per i flussi di ingresso? Ugl: "600mila persone in attesa di risposte" (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Extracomunitari. Moratoria per i flussi di ingresso? Ugl: "600mila persone in attesa di risposte" (21/11/2008 12:50) | (Sesto Potere) - Roma - 21 novembre 2008 -“Non è possibile umanamente ed economicamente lasciare nel limbo oltre seicentomila persone colpevoli solamente di essere incappate nelle maglie della burocrazia. Siamo convinti che sia quanto mai opportuno un provvedimento che acceleri la procedura di definizione delle pratiche relative all?ultimo decreto flussi”. è questa la richiesta del presidente del Sei Ugl, Luciano Lagamba. “Non vogliamo una regolarizzazione generalizzata – spiega – ma risposte certe, positive o negative che siano, per i datori di lavoro che hanno provveduto ad inoltrare nei tempi e nei modi dovuti la domanda di regolarizzazione del rapporto di lavoro. In uno stato di diritto, il cittadino può giustamente pretendere il rispetto delle regole ed è quello che chiediamo anche noi come organizzazione sindacale che tutela i cittadini immigrati nel nostro Paese”. “Da parte nostra – conclude Luciano Lagamba – siamo assolutamente disponibili a collaborare per assicurare un disbrigo veloce della grande massa di pratiche rimaste inevase, un fenomeno che colpisce tutte le province con numeri che confermano la probabile sottovalutazione della complessità della procedura messa in atto. Si pensi, ad esempio, che a Mantova le domande in attesa di definizione sono più del 96 per cento, a Milano poco meno del 93 e a Roma quasi il 90”.

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Immigrati / Ancl Toscana: Quote fissate da legge (sezione: Burocrazia)

( da "Virgilio Notizie" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Immigrati / Ancl Toscana: Quote fissate da legge insufficienti "Così si contribuisce al proliferare del lavoro nero" postato fa da APCOM ARTICOLI A TEMA Altri Pistoia, 21 nov. (Apcom) - Le quote fissate dalla legge sui flussi migratori, con 170mila ingressi disponibili rispetto alle 729mila richieste presentate, sono insufficienti: lo ha affermato Alessandro Signorini, presidente dell'Ancl Toscana, al primo congresso dell'associazione dei consulenti del lavoro, a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia. "L'evasione delle domande - ha proseguito - procede con sconcertante lentezza: questa burocrazia contribuisce a lasciare decine di migliaia di immigrati senza lavoro e datori di lavoro senza lavoratori, o peggio può contribuire al proliferare del lavoro nero. Come Consulenti del Lavoro auspichiamo un intervento normativo teso a modificare il complesso delle norme regolanti il fenomeno, compresa l'esclusione di un secondo click-day". Secondo un'indagine su un campione di mille consulenti, realizzata dalla Fondazione studi consulenti del lavoro e illustrata oggi dal presidente Rosario De Luca, il 34% dei professionisti interpellati ritiene le difficoltà burocratiche ad avere il permesso la causa principale del lavoro extracomunitario irregolare. Ricordando che i lavoratori stranieri occupati in Toscana sono passati dai 63.810 del 2000 agli 195.406 del 2007 (dei quali poco meno di 30mila sono badanti), e che nel 2050 si prevede che gli stranieri saranno il 21% della popolazione regionale, Signorini ha ricordato che "nel 2007 in Toscana, ogni dieci nuovi assunti sette erano stranieri", sottolineando il ruolo dei consulenti del lavoro come "cultori dell'applicazione delle regole di legge e contrattuali nell'ambito del rapporto di lavoro dipendente e non solo, portatori di una cultura di rispetto reciproco fra le parti, di trasparenza e legalità".

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CASSAZIONE: COMUNE RISARCISCA MANCATA SPOSA SE RITARDA NOZZE CON PARTNER IN FIN DI VITA (sezione: Burocrazia)

( da "ITnews.it" del 21-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Roma, 21 nov. - (Adnkronos) - Il comune e' tenuto a risarcire la mancata sposa se ritarda a celebrare il matrimonio con un partner che e' in fin di vita. Lo sottolinea la Cassazione (Terza sezione civile, sentenza 27407), che ha riconosciuto ad una signora della capitale, Amanda N., il risarcimento dei danni patiti per la mancata celebrazione del matrimonio con Franco F., il compagno in fin di vita che aveva gia' dato il suo consenso alle nozze, deceduto dieci giorni prima che il comune di Roma suggellasse l'unione di fatto con Amanda. La donna, il 4 marzo del 1996 aveva insistito affinche' il matrimonio venisse celebrato "nel piu' breve tempo possibile" visto che il compagno non aveva molti giorni di vita, ma per una "rigida burocrazia" le nozze vennero fissate per il 4 aprile, Franco F. pero' mori' dieci giorni prima. Da qui la richiesta di Amanda N. di essere risarcita per la perdita della pensione di reversibilita' e per il danno alla salute in seguito alla morte del compagno.

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Se il topo è al sesto gradino (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Ferruccio Sansa Se il topo è al sesto gradino E se il topo arriva al sesto gradino? I roditori di Venezia lo hanno imparato: per sopravvivere non basta scavare un buco nel formaggio. No, l'importante - in Italia - è trovare buchi tra leggi e regolamenti. Così alla Asl veneziana pare si sia sviluppata una nuova specie animale: il mus burocraticus. All'apparenza è la classica pantegana, un topone di mezzo chilo, ma la sua specialità è la conoscenza del diritto. Nella Asl, infatti, gli addetti alla derattizzazione per inseguire le loro prede possono salire al massimo cinque gradini. Non uno di più, glielo impedisce il regolamento. Giusto, soprattutto in un Paese poco attento alla sicurezza dei lavoratori. Ma se il topo si nasconde appena un piolo più in alto, allora può prosperare indisturbato e felice. Del resto anche i roditori ormai lo sanno, in Italia sono tassative solo le norme che prevedono i diritti. E dire che stiamo parlando di un centro diurno per disabili, dove, da mesi, si convive con vermi e topi. Due, in particolare, sono andati ad abitare in un sottotetto, protetti da questa immunità diplomatica: oltre il quinto gradino è terra franca. Perché in Italia si possono superare steccati e fili spinati, ma la burocrazia no. Mette tutti al riparo: i topi e gli addetti prudenti. Forse non i disabili ospiti del centro. Alla fine, però, il quinto gradino è stato superato con un'impalcatura degna di una grande opera. I topi, intanto, erano già deceduti. Adesso la Asl pretenderà il certificato di morte.

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Un uomo di 43 anni, uno stimato professionista, ha ucciso la moglie avvocato e i tre figli piccoli e poi si è tolto la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Cittadino, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Tragedia a Verona, una famiglia distrutta Nessun messaggio in casa, restano un mistero i motivi del gesto SAN FELICE EXTRA Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a l'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata.Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto.Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima poco prima delle 19 di giovedì, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: un massacro. La donna, in tuta da ginnastica, e il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava saltuariamente con il marito.Vincenzo Beni

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Italkali sbarca negli States (sezione: Burocrazia)

( da "MF Sicilia" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

MIFI Sicilia Numero 233  pag. 1 del 22/11/2008 | Indietro Italkali sbarca negli States Di Paolo Picone accordo con la società Alpha Comm per l'esportazione del salgemma Commessa milionaria per l'azienda siciliana di sali alcalini. Lunedì 24 in arrivo la nave Pacific Champ. Primo carico da 25 mila tonnellate. Destinazione, le zone dei laghi salati vicino al Canada. Resta al palo il progetto di estrazione della kainite Una commessa milionaria per l'Italkali ed una boccata di ossigeno per una impresa che ancora resta bloccata dalla burocrazia regionale. La società di via Principe Granatelli, a Palermo, ha infatti concluso un contratto con l'americana Alpha Comm per l'esportazione di salgemma all'estero. Lunedì prossimo, allo scalo portuale di Porto Empedocle (Agrigento), è previsto l'arrivo della prima nave, la Pacific Champ, che verrà caricata di 25 mila tonnellate di salgemma estratto dalla miniera di Realmonte, per poi dirigersi nelle zone dei laghi salati, al confine del Canada. Il carico delle navi avverrà una volta al mese, garantendo quindi un nuovo spiraglio per la crescita del mercato siciliano del salgemma. Si tratta di un grosso investimento che dà la possibilità di rivitalizzare l'attività mineraria con un impulso economico che garantisce la promozione dell'Italkali oltreoceano. Una boccata per la società di sali alcalini e per la miniera di Realmonte diretta da Calogero Schembri. Mentre per il presidente dell'Italkali, Francesco Morgante, «grazie ad un costante sviluppo degli standard di tecnologia produttiva e alla gestione di una possente struttura logistica ed economica, l'Italkali ha conquistato il ruolo di azienda tra le più solide e affidabili del mercato internazionale». Non solo. «Vendiamo mediamente in un anno 1.300.000 tonnellate di sale, prodotte per la quasi totalità negli stabilimenti siciliani», continua Morgante, «circa il 30% della produzione è destinata ai mercati esteri. Da qui l'importanza di questo accordo con la società americana Alpha Comm». I ricavi di vendita dell'Italkali, società italiana sali alcalini costituita nel 1980 con il compito specifico di assumere la gestione degli impianti di produzione del solfato, hanno raggiunto nel mercato interno e nelle esportazioni il massimo storico degli ultimi 10 anni. L'incremento complessivo è stato del 13,8%. L'incremento sull'estero del 14,4%. Con una movimentazione media annua di 1,7 milioni di tonnellate di prodotti la società ha sviluppato una possente ed agile struttura logistica capace nello stesso tempo di muovere grandi volumi di traffico e di offrire un puntuale e nello stesso tempo capillare servizio di distribuzione alla clientela. Grazie al punto imbarco a gestione diretta, cioè il terminale marittimo di Porto Empedocle, viene alimentato il traffico via nave, diretto sia all'estero sia ai diversi magazzini portuali dislocati nell'Italia del Nord. La miniera di Realmonte, infine, è in attesa di attivare un progetto pilota per l'estrazione della kainite, un minerale che ha nel centro agrigentino un bacino vastissimo e che, opportunamente trasformato, diventa un fertilizzante di ottima qualità. Ma anche un minerale su cui da tempo hanno messo gli occhi alcuni colossi industriali tedeschi e francesi, leader in Europa del comparto chimico minerario. Solo che fino ad oggi ogni possibilità di sfruttamento è stata bloccata da una serie di rinvii burocratici e politici. Il progetto di estrazione della kainite contenuta nei sali della miniera di Realmonte da utilizzare nella produzione di concimi per le colture biologiche, infatti, può essere una risposta immediata alla grave crisi occupazionale della provincia di Agrigento. Ma il progetto indicato dall'Italkali e da un decreto dell'allora assessore regionale che prevedeva la dismissione delle quote societarie in mano alla Regione siciliana (tramite l'Ems), già nel 2001, non è mai decollato. (riproduzione riservata)  

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Uccide moglie e tre figli poi si toglie la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 22/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Tragedia a Verona Famiglia annientata Uccide moglie e tre figli poi si toglie la vita Inspiegabile gesto di un commercialista di 43 anni. La strage compiuta a colpi di pistola. Ieri mattina la domestica ha trovato i cinque corpi il corpo di una delle cinque vittime della strage compiuta a Verona da un commercialista" title="Alcuni addetti di un'impresa specializzata caricano su un furgone mortuario la bara con il corpo di una delle cinque vittime della strage compiuta a Verona da un commercialista" onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20081122/foto/full_brescia_86.jpg',600,275)"> Alcuni addetti di un'impresa specializzata caricano su un furgone mortuario la bara con il corpo di una delle cinque vittime della strage compiuta a Verona da un commercialista VERONAUn mazzo di gigli davanti alla porta a vetri, la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a giovedì sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo gesto, né una lettera né messaggi sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo 9 anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi sarebbero all'origine della tragedia. L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri dalla collaboratrice domestica, una signora dell'est europeo che era stata l'ultima poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: la donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: riverso sui soldatini con cui stava giocando. L'uomo è quindi salito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista è quindi andato nella camera matrimoniale per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, entrambe detenute regolarmente. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava saltuariamente con il marito.

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portogruaro: una strada lunga 30 anni (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 15 - Altre PORTOGRUARO: UNA STRADA LUNGA 30 ANNI SEGUE DALLA PRIMA Ricordo ancora il sentimento di scoraggiamento del Comune attorno a questa vicenda quando ho iniziato a occuparmene nel 2000 appena nominato assessore regionale alla Viabilità. Dopo anni di blocchi, di azzeramento delle risorse, di lacci e lacciuoli derivati da problemi spesso minimali o da microscopici interessi particolari, vi era un generale senso di rassegnazione, misurabile anche negli amministratori. Ci sono voluti anni per riannodare il filo del dialogo e rimettere in gioco i progetti giacenti nei vari uffici romani: ricordo le riunioni con i vari ministri alle Infrastrutture per mantenere ferma la certezza dei finanziamenti su quest'opera. Opera che nel frattempo è stata per buona parte rivista rispetto al progetto originario, per tener presente dell'evoluzione del territorio che in trent'anni ovviamente non può congelare le legittime esigenze di sviluppo. Il lavoro ha quindi dovuto tener conto dei costi da rivedere, di progetti da riformulare e precisare, del valore delle materie prime nel frattempo lievitate, di complicanze della burocrazia: oggi possiamo affermare che questa strada, per i soli ritardi rispetto con cui il progetto è stato condotto, è costata alla comunità il doppio. A fronte di tutto questo c'è chi sostiene che si debba comunque festeggiare, confrontandosi con la situazione del nostro Mezzogiorno dove molte opere pubbliche oltre a non terminarsi si trasformano in macchine mangia soldi. Nei tavoli romani Portogruaro è stata imposta dalla Regione del Veneto rispetto ad altre opere presentate dalle altre perché avevamo in tasca la cantierabilità dell'opera, eravamo alla fine del percorso amministrativo: in una parola eravamo pronti, avevamo lavorato bene prima. Giungere preparati ha un costo politico che non tutti gli amministratori sono contenti di sobbarcarsi: significa in primo luogo decidere in tempi brevi, anche se questo significa affrontare il pressing dei comitati e delle amministrazioni locali. Significa affrontare le iniziative della politica - si badi, anche interne - con comitati sorti ad hoc per frenare un lavoro già difficile. Significa insomma anche mettere in gioco il proprio consenso personale, come nel caso del Passante di Mestre. Oggi però quella che è diventata funzionale è un'opera essenziale per l'intero Veneto orientale. I benefici economici per i cittadini e le imprese legati al suo utilizzo, daranno il giusto merito al lungo lavoro intrapreso. La variante alla Ss 14 si inserisce soprattutto in un nuovo e adeguato sistema di infrastrutture che consente a questa porzione della provincia di essere all'avanguardia rispetto agli standard europei. Ricordo ancora quando nel 2002 la conclusione della tangenziale era stata bollata come la «solita promessa elettorale». Ora i fatti parlano da soli. In questi anni la Regione ha investito ingenti risorse sull'ammodernamento della viabilità del territorio, sia con interventi mirati alla risoluzione di situazioni pericolose (i famosi punti neri della viabilità locale), che con l'avvio di opere attese da lungo tempo. Solo per fare qualche esempio, nel territorio è partita la procedura per l'assegnazione dei lavori in project financing del nuovo casello autostradale di Alvisopoli con il nuovo collegamento a Bibione. La nuova tangenziale di San Stino è oramai in avanzata fase di realizzazione, mentre stanno partendo le procedure per l'affidamento dei lavori della bretella Ceggia-Cessalto. Riguardo alla mobilità su rotaia, stanno per essere impegnati oltre due milioni di euro di finanziamenti regionali per la nuova stazione ferroviaria di Portogruaro e la realizzazione della stazione della metropolitana di superficie. La stessa viabilità dei comuni vicini è stata oggetto di una serie di interventi mirati, tesi soprattutto alla messa in sicurezza di arterie di grande scorrimento come ad esempio la strada regionale 64, il cui sedime da Portogruaro a Treviso è stato oramai quasi completamente allargato e messo in sicurezza. Insomma, complementare alla tangenziale vi è un articolato sistema di opere infrastrutturali che sta rendendo questo territorio davvero pronto al confronto su scenari internazionali. Renato Chisso * assessore regionale alle Infrastrutture

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Uccide moglie, tre figli e si spara (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Uccide moglie, tre figli e si spara tragedia a verona Ancora un mistero il motivo per cui un commercialista di 43 anni ha pianificato la strage VERONA. Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («Sono cose che ti distruggono umanamente», ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dagli investigatori della squadra mobile di Verona che conducono le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. «Qualcosa potrebbe averlo sconvolto - dice un collega - e per questo lui potrebbe aver "temuto" per la sua famiglia». L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima, giovedì poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro "all'americana". La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa. Quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei, sul pavimento, il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava probabilmente giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. Il commercialista era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub, il particolare esame scientifico che indica residui di polvere da sparo, potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23 di giovedì sera. Alcuni vicini, ascoltati in questura, avrebbero raccontato di aver sentito, proprio intorno a quell'ora, dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio. Originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che, lasciata da qualche anno l'attività di civilista, collaborava saltuariamente con il marito. Fra le diverse considerazioni, la strage di Verona ripropone il tema delle armi. Almeno quattro milioni di famiglie italiane, infatti, sono "armate", possiedono, cioè, almeno una pistola. È quanto viene rilevato nel Rapporto 2008 dell'Eurispes. L'Eurispes parla di un vero e proprio «arsenale bellico parallelo» presente nelle case italiane: sono infatti circa 10 milioni le armi legali nel Paese. Vincenzo Beni (Ansa) 22/11/2008 I precedenti più gravi 22/11/2008 15 ottobre 2002 8 morti 22/11/2008 14 agosto 2000 5 morti 22/11/2008 21 giugno 2000 5 morti 22/11/2008 14 maggio 1998 5 morti 22/11/2008 A Chieri (To) un uomo di 40 anni, armato fino ai denti, entra in casa della ex moglie e la uccide. Poi uccide due vicini di casa che si trovavano lì per caso, un'altra donna che lavorava lì vicino, la suocera, due cognati e, alla fine, si suicida sparandosi in bocca 22/11/2008 A Bolzaneto (Ge) un pensionato di 60 anni malato di tumore uccide con un fucile da caccia la moglie e il figlio. Poi, prima di suicidarsi, ammazza anche una vicina di casa e suo figlio handicappato 22/11/2008 A Palma di Montechiaro (Ag) un uomo di 51 anni uccide a colpi di pistola la moglie, le figlie di 25 e 22 anni, la madre (80 anni), e ferisce il fratello. Poi si suicida con la stessa pistola 22/11/2008 A Lomellina (Pv) una donna di 35 anni uccide a colpi di pistola 4 persone: l'ex marito, il convivente, la madre e una cugina. La donna ferisce anche la figlioletta della cugina, di 3 anni, e si suicida 22/11/2008 Il moventeNell'appartamento gli investigatori non hanno trovato alcun messaggio di spiegazione 22/11/2008

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Confagri e Cia in piazza: il governo si muova! (sezione: Burocrazia)

( da "Italia Oggi" del 22-11-2008)
Pubblicato anche in: (Italia Oggi (Agricoltura Oggi))

Argomenti: Burocrazia

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Attualità Numero 278, pag. 22 del 22/11/2008 Autore: Andrea Settefonti Visualizza la pagina in PDF     Confagri e Cia in piazza: il governo si muova! Non chiedono aiuti, ma sollecitano il governo a varare misure che diano loro la possibilità di continuare a lavorare e a guadagnare in maniera dignitosa e vogliono che l'esecutivo non dimentichi l'importanza del ruolo dell'agricoltura. E che, soprattutto, mantenga le promesse fatte. è il popolo degli agricoltori di Confagricoltura che mercoledì scorso è sceso in piazza a Bologna per manifestare «un malessere generale che noi abbiamo l'obbligo di denunciare», ha detto il presidente dell'associazione Federico Vecchioni. Al grido di «Noi la terra, noi le imprese» circa 100 mila imprenditori agricoli hanno marciato per dire no all'Ici sui fabbricati rurali e ai nuovi oneri e per chiedere specifiche misure anti-crisi. «L'aumento dei costi di produzione e la perdita di produttività del settore», ha continuato Vecchioni, «pesano sul comparto agricolo per 5,5 miliardi di euro». Ma non c'è soltanto questo. I tagli previsti dalla Finanziaria «peseranno per 500 milioni di euro sul Mipaaf, ben il 25,6% in meno di risorse». A questo si aggiungono il mancato rinnovo della fiscalizzazione per la montagna e le zone svantaggiate e del finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale cui si somma la questione Ici, «una tassa assolutamente illegittima che se venisse applicata costerebbe alle imprese agricole 800 mila euro». E poi non si possono dimenticare elementi negativi come il peso della burocrazia, o i ritardi dell'Agea, tutti fattori di contesto che diminuiscono la possibilità di competere. Confagricoltura a Bologna ha anche lanciato una proposta. Utilizzare i terreni pubblici. «In Italia ci sono 3 milioni di ettari di pubblici, oltre a 1 milione di ettari Sau (Superficie agricola utilizzata) male e sotto-utilizzati. Perché non privatizziamo quei terreni pubblici come si vuol fare con le spiagge? Agli imprenditori agricoli si chiede di crescere, questa potrebbe rappresentare un'opportunità». La protesta di Confagricoltura si è incrociata e integrata con quella di Cia, che giovedì ha manifestato davanti a Montecitorio ma che ha visto la mobilitazione in tutta Italia con 400 mila firme a sostegno delle rivendicazioni dei produttori agricoli. L'agricoltura rischia il tracollo, per questo occorrono fatti concreti subito. « Le risposte del governo per fronteggiare questa preoccupante situazione di crisi sono state, finora, parziali, riduttive o sbagliate», ha commentato il presidente della Cia, Giuseppe Politi. «Crediamo che sia illusorio fare affidamento solo sulle virtù regolatrici del mercato. Quello che serve è soprattutto un progetto di politica agraria». Tra le proposte della Cia, ripristinare la dotazione di 230 milioni sul fondo di solidarietà nazionale, concedere la proroga degli sgravi contributivi per il triennio 2009-2011 e confermare la dotazione del piano irriguo nazionale. Per quanto riguarda il pacchetto di misure straordinarie, la Cia chiede, tra l'altro, di estendere a tutte le attività agricole e zootecniche l'accisa zero per il gasolio, la riduzione al 4% dell'aliquota Iva sui carburanti al 31 dicembre 2009 e la riduzione del 50% delle aliquote Iva per l'acquisto di beni e servizi e su alcuni prodotti, come il vino.

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il caso ecofridge e il contratto d'area finiscono sul tavolo del ministro scajola - federico sedda (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Ottana. Intervento di Massidda Il caso Ecofridge e il Contratto d'area finiscono sul tavolo del ministro Scajola FEDERICO SEDDA OTTANA. La situazione della Ecofridge, l'azienda del Contratto d'area di Ottana a cui il ministero dello Sviluppo economico ha revocato i finanziamenti per i ritardi nell'investimento nonostante abbia giustificato i ritardi con fattori esterni all'impresa, finirà ancora una volta sul tavolo del ministero. Ad annunciare un intervento presso il ministro Scajola è il senatore del Pdl, Pier Giorgio Massidda. «Mi auguro - dice il parlamentare sardo - che sia ancora possibile fare qualcosa per la salvezza degli attuali dieci occupati e per il lavoro degli altri trenta previsti». Secondo quanto sostenuto in un documento inviato al governo lo scorso aprile da sindacati e Confindustria, le difficoltà dell'azienda, che produce apparecchiature refrigeranti, sono state provocate da ostacoli oggettivi che hanno impedito l'avvio della produzione nei tempi indicati dalla tabella di marcia. In particolare, i ritardi sono stati giustificati con le lungaggini della burocrazia per spostare un traliccio dell'Enel situato nell'area in cui doveva sorgere lo stabilimento e con il conseguente ritardo per l'allaccio dell'energia elettrica e della condotta dell'acqua. Le ragioni dell'azienda, che fa capo all'imprenditore lombardo Giuseppe Aloisi, sono state sostenute anche dal comitato promotore del Contratto d'area che, tramite il responsabile unico Roberto Deriu, ha chiesto al ministero di riconsiderare le mutate condizioni operative della Ecofridge, che, nel frattempo, era entrata in produzione assumendo undici lavoratori. Finora, però, la revoca dei contributi non è stata annullata. L'attività è andata avanti con le risorse investite dall'imprenditore di Gallarate che, per fare fronte all'investimento, ha ipotecato persino la propria abitazione. Ora si spera nell'intervento del senatore Pier Giorgio Massidda che, al di là della vicenda per certi versi paradossale della Ecofridge, critica la gestione del Contratto d'area. «Troppo spesso - dice - ci si è preoccupati di sventolare numeri di aziende aperte piuttosto che verificare l'effettiva capacità di mantenerle in vita. Invito, comunque, i dipendenti delle aziende e i disoccupati della Sardegna centrale a ricercare i responsabili del disastroso risultato del Contratto d'area non in chi, come il governo, deve fare rispettare le regole, ma in coloro che, con disinvoltura, hanno cercato il consenso attraverso la promessa di occupazione che si è poi si è rivelata inesistente o inconsistente».

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completate la abbasanta-olbia (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 38 - Sassari «Completate la Abbasanta-Olbia» L'appello del presidente della comunità montana Piero Molotzu BONO Eterne incompiute BONO. Mentre in vista del G8 il nord Sardegna diventa un cantiere, pare a troppi che questo eccezionale avvenimento stia distogliendo l'attenzione degli amministratori dalle tante opere ancora incompiute. Tra queste, quella che più attira l'attenzione dei cittadini e degli amministratori del territorio è l'ormai famigerata strada Abbasanta-Olbia, di cui si attende la realizzazione dell'ultimo tratto. A prendere posizione in favore di un pronto completamento dell'arteria questa volta è Piero Molotzu, presidente della rinata Comunità Montana del Goceano e sindaco di Bono. Nei giorni scorsi egli ha infatti indirizzato una nota all'assessore regionale ai lavori pubblici Carlo Mannoni, a quello all'ambiente Cicito Morittu e al presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici. Nel suo appello egli lamenta la scarsa attenzione della Regione e della Provincia di Sassari nei confronti del completamento dell'arteria. Una strada progettata da decenni che, come ricorda Molotzu, era stata pensata «per rompere l'isolamento del centro Sardegna, quindi anche del Goceano, sia nella direttrice per il porto e l'aeroporto di Olbia sia verso il capoluogo di regione Cagliari». Il ritardo nel completamento, causato dalla lentezza delle procedure di valutazione di impatto ambientale, stride, secondo Piero Molotzu, con la contemporanea frenesia che caratterizza le opere legate al G8. «Tutti gli organismi preposti o che a qualsiasi titolo concorrono all'organizzazione dell'evento - lamenta Molotzu - rilasciano a tempo di record le necessarie autorizzazioni bypassando i diversi livelli di una burocrazia che normalmente opprime con i suoi tempi le amministrazioni e i cittadini». Ciò è ancora più evidente in tema di valutazioni di impatto ambientale, per le quali, fa notare il presidente della Comunità Montana del Goceano, si accelerano le procedure «anche per lavori basati, sembrerebbe, su progetti non totalmente definiti». Queste dimostrazioni di buona lena stridono, secondo Molotzu, con i proverbiali «tempi biblici» della normale burocrazia. Un sistema farraginoso che tiene fermi ormai da oltre due anni i lavori di completamento dell'arteria, che pure hanno già copertura finanziaria. Il tutto in attesa del sospirato foglio di Via (valutazione di impatto ambientale) e con i ritardi dovuti in un primo tempo al «lungo tira e molla» tra le province di Sassari e Olbia. «Senza contare - ricorda Molotzu - che dopo il Via occorrerà la redazione di un progetto esecutivo», che allungherà ancora di più i tempi. «Non contestiamo il G8 - conclude Molotzu - che comunque con i suoi interventi rafforza un'area già economicamente forte. è però evidente che il nostro territorio attende ed esige un atto di giustizia sociale che tarda ad arrivare. Alla giunta regionale chiediamo pertanto, come amministratori del territorio, che dia un segnale forte a quest'area, dove per affermare il diritto ad amministrare e per dare ai cittadini le attese e giuste risposte occorre compiere sforzi ciclopici». (b.m.)

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federigi: la società non può far finta che tutto vada bene (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 12 - Viareggio Federigi: «La società non può far finta che tutto vada bene» FORTE. «La Regione Toscana, pena la perdita di consensi e fiducia dei cittadini, non può continuare a far finta che tutto vada bene all'Ato ed a Gaia, e anche aldilà delle vicende di ricapitalizzazione del gestore del servizio idrico integrato, non può ormai nascondersi più dietro paraventi inesistenti. E la riprova che materia di contenzioso c'è, sono ormai anche le numerose prese di posizione del Difensore civico della Toscana, Giorgio Morales». Non ha peli sulla lingua il portavoce del Comitato difesa del cittadino, Arnaldo Federigi, estenuato, ma non domo, da una battaglia che ormai diventa ciclopica nei suoi coinvolgimenti legali e pratici, ma che non smuove per ora il moloch della burocrazia. «Ora che anche Morales, assieme alla Corte dei Conti ed al Consiglio di Stato denunciano l'irretroattività delle tariffe - prosegue Federigi - come si può continuare così? Francamente, mi pare che il gestore ormai sia in stato confusionale. Proprio in questi giorni stanno arrivando le mazzate dei conguagli ai titolari di seconde case, che qui al Forte assommano anche l'ingiustizia (ndr., denunciata pure da Morales) del consumo forfettario, spesso peraltro irrisorio, visto che si tratta di case abitate pochissimo nell'anno. E arrivano bollette di residenti nella prima casa senza contatore, con cose assurde». «Si espone in fattura, infatti, la cifra che verrà restituita all'utente - continua il portavoce - e si dice che sarà restituita con la prossima bolletta, poi in calce si elencano le ultime due fatture che risultano insolute e a molti che praticano l'autoriduzione risulta come non pagata per intero l'ultima bolletta del 27 ottobre, mentre Gaia doveva quanto meno detrarre la cifra che gli è stata versata dagli autoriducenti». «Ma c'è di meglio - dice Federigi - perché nella fattura le sanzioni per gli importi a suo tempo autoridotti vengono esposte per intero e non viene sottratta, come, invece, sarebbe logico e opportuno, la quota parte di sanzioni non dovute sulle cifre che vengono restituite dalla stessa Gaia per maggiore fatturazione antecedente. Insomma - conclude - ci ridanno indietro dei soldi relativi a consumi fatturati in eccesso, ma sembra continuino a farsi pagare per intero le multe anche sui soldi restituiti! Se non è stato confusionale questo».

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Lavoro, semplificazione all'insegna del risparmio (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL CONVEGNO. In Cdc obiettivo puntato sulle nuove regole per i rapporti azienda-dipendenti Lavoro, semplificazione all'insegna del risparmio di Andrea Podestani Semplificazione e risparmio. A questo puntano le nuove regole del ministero del Lavoro, che stanno per innescare una rivoluzione informatica in grado di far risparmiare - questo è l'auspicio - circa 4 miliardi di euro alle imprese italiane in costi burocratici. Una novità al centro ieri, in Cdc, dell'incontro organizzato dall'Ordine (presieduto da Sergio Faini) e dall'Associazione dei consulenti del lavoro di Brescia (Alberto Paderi è il leader); protagonisti Paolo Pennesi, direttore generale del ministero, Giuseppe Mongelli e Paolo Vettori, rispettivamente funzionario e direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro. I VANTAGGI concreti e tangibili si avvertiranno dal gennaio 2009, quando entreranno definitivamente in vigore le nuove norme disposizioni (frutto anche del supporto dei consulenti del lavoro), destinate a regolare in maniera più precisa i rapporti di lavoro, in particolar modo per quanto riguarda presenze e paghe. Due le novità principali, anche nel segno della telematica: saranno aboliti i precedenti cartacei, come il libro «matricola» (finalizzato a registrare l'assunzione dei lavoratori) e il libro «presenze». In secondo luogo, gli aggiornamenti dello stato degli elenchi, seguiranno una scadenza mensile, anche se le imprese saranno comunque indirizzate a comunicare l'avvenuta assunzione di un nuovo addetto entro il giorno precedente l'ingresso in azienda, contattando direttamente il relativo Centro per l'impiego. «LA MANOVRA aiuterà le imprese a svecchiare la burocrazia nell'ambito dei rapporti di lavoro», ha detto Sergio Faini, in apertura dei lavori. «Con un supporto telematico a disposizione, il controllo sulla corretta applicazione delle norme da parte delle aziende sarà più efficace - ha sottolineato Pennesi - proprio perchè più semplice. Strumenti e innovazioni risulteranno utili per fluidificare al massimo i rapporti tra le realtà produttive e le amministrazioni competenti».

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La centrale produrrà anche energia solare (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

provincia pag. 31 La centrale produrrà anche energia solare Alta tecnologia, bassi consumi. Potrebbe essere questo lo slogan del teleriscaldamento di Dello. L'ACQUA IMPIEGATA per raffreddare il cogeneratore da 5,1 megawatt installato accanto all'azienda siderurgica Hayes Lemmerz dalla Sime di Crema, finisce nei tubi che arrivano direttamente nei termosifoni delle singole abitazioni. La temperatura dell'acqua si alza anche grazie ai fumi di scarico dell'impianto. I tubi installati sono ad alta coibentazione, e la dispersione calorica è inferiore al 3%. Così nelle 500 abitazioni delle famiglie del paese arriveranno 5 milioni di kilowatt termici non utilizzati dalla multinazionale dei cerchi in lega che sta vivendo un periodo di forte crisi legato al crollo del mercato dell'auto. I CONTRATTI durano 10 anni, poi possono essere disdetti. Tra 25 anni l'intera rete verrà ceduta al comune di Dello. Il riscaldamento invernale funziona in continuo: il cogeneratore Sime (motore Roll Royce) brucia 6,5 milioni di metri cubi di metano l'anno, un rendimento del 45% ma con il teleriscaldamento verrà sfruttato anche il 55% di energia termica. FUNZIONA 24 ORE al giorno sette giorni su sette e produce 5100 chilowattora elettrici (ovvero 5,1 megawattora) e 3800 kw termici. Sime compra metano dalla rete Snam, lo brucia per produrre elettricità, che rivende ad Hayes Lemmerz, la quale a sua volta trae guadagno rispetto ai precedenti acquisti di elettricità da Enel. Piccolo particolare: nell'impianto la Sime ha installato anche 31 chilowatt di pannelli fotovoltaici, per produrre energia elettrica direttamente dal sole. È passato un anno e l'Enel non li ha ancora allacciati alla rete elettrica. Una burocrazia lumaca che nell'era di internet non incentiva di certo i privati ad investire nelle fonti energetiche rinnovabili. P.GOR.

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SAN FELICE EXTRA (VERONA) - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille p (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SAN FELICE EXTRA (VERONA) - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia SAN FELICE EXTRA (VERONA) - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. E' ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a giovedì sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni. Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. «Qualcosa potrebbe averlo sconvolto - dice un collega - e per questo lui potrebbe aver 'temuto' per la sua famiglia». L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto stamani dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima ieri poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. E' stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro «all'americana». La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entra mbe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23 di giovedì sera. Alcuni vicini ascoltati in questura avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava saltuariamente con il marito. 22/11/2008

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Uccide la moglie e i tre figli, poi si toglie la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Uccide la moglie e i tre figli, poi si toglie la vita Tragedia a Verona, commercialista stermina la famiglia a colpi d'arma da fuoco: i piccoli avevano tre, sei e nove anni Buio sui motivi della strage. L'uomo ha usato due pistole: la moglie e uno dei bimbi colpiti in taverna, gli altri nel letto SAN FELICE EXTRA (VERONA) Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, vicino a Verona, di una famiglia sino all'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia. è mistero sul «movente» Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla Squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pubblico ministero Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera, né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore a un testicolo nove anni fa, superato del tutto. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. «Qualcosa potrebbe averlo sconvolto ? dice un collega ? e per questo lui potrebbe aver temuto per la sua famiglia». L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'Est europeo che era stata l'ultima giovedì, verso le 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei, sotto choc, a dare l'allarme. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: la donna, in tuta da ginnastica, e il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita a un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. uno dei figli stava giocando con i soldatini Accanto a lei, sul pavimento, il bimbo di tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro e qualche volta si recava al poligono. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni, la tragedia si sarebbe consumata tra le 22,30 e le 23. Alcuni vicini avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in Legge e in Economia e commercio; originario di Piacenza, era a Verona da molti anni, tanto da aver frequentato il liceo scaligero «Scipione Maffei», dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che, lasciata da qualche anno l'attività di civilista, collaborava saltuariamente con il marito. Vincenzo Beni

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la rivincita di hillary - (segue dalla prima pagina) (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 35 - Commenti LA RIVINCITA DI HILLARY (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Hillary Clinton sarà il Segretario di Stato e il giovane governatore della Federal Reserve di New York Tim Geithner (anche lui, come Barack, classe ´61) andrà al Tesoro, due notizie che hanno resuscitato all´undicesima ora la Borsa che stava sprofondando verso l´ennesimo venerdì nero. Della senatrice Clinton sarà la poltrona più importante, quarta nell´ordine di successione al Presidente in caso di tragedia multiple, ora che i dubbi sui finanziatori dell´ingombrante marito (200 mila "benefattori") sono stati chiariti e il presidente eletto ordinerà al partito di saldare i sette milioni di debiti personali contratti dalla Clinton per finanziare la propria campagna. Suo sarà il volto della politica estera americana per i prossimi quattro anni che avrà in Obama il leader globale e carismatico che il mondo attende con enormi aspettative e nella senatrice Clinton colei che dovrà interpretare la nuova leadership nella fatica quotidiana della diplomazia. Di Timothy Geithner, che aveva guidato il braccio newyorkese del complesso di banche nel sistema della Federal Reserve, sarà la poltrona più scomoda, quella di segretario al Tesoro, il ministro che eredita il collasso della finanza americana e l´agonia della grande industria automobilistica, ma il cui nome, come quello della Clinton alla guida della diplomazia, ha iniettato una dose di speranza a Wall Street. Geithner è anche lui un figlio della nidiata di clintoniani oggi riportati al potere proprio da colui che ha battuto il "Clan Clinton" nelle primarie, di quegli uomini e donne che volarono tra abilità e fortuna, sulle ali del boom anni ?90 dopo la recessione Bush nel 1990 e che quindi rinverdiscono la speranza di una uscita dalla cupa galleria nella quale Wall Street, l´industria e i consumi si sono smarriti. è stato lui, dalla Fed di New York, a lavorare strettamente alla fine dell´estate con il presidente del sistema bancario centrale, Bernanke e con il ministro al quale succederà, Paulson, per quei tentativi di salvataggio che culminarono nei 700 miliardi votati dal Congresso. Il recupero massiccio dei clintoniani riportati nel governo, e l´astuzia della nomina della Clinton che la elimina come possibile avversaria e concorrente futura cooptandola «dentro la tenda», è altro esempio di quel cinismo "soft", di quel machiavellismo realistico che Obama e la sua squadra stanno esibendo. La proposta della Segreteria di Stato alla Clinton era infatti la classica «offerta che non si può rifiutare», certamente un incarico infinitamente più eccitante e più gratificante del mediocre e spesso oscuro lavoro nelle aule del Senato che avrebbe atteso Hillary Clinton per gli anni a venire. Ma proprio dal ventre sempre torbido del Parlamento, lei avrebbe potuto manovrare all´interno della schiacciante maggioranza democratica per condizionare, pilotare o sabotare le iniziative e la strategia del Capo dello Stato. Fu quello che accadde, 30 anni or sono, all´ingenuo presidente Carter, senza alcuna esperienza politica, che consumò le proprie energie battagliando con il proprio partito riottoso. Obama, figlio della politica parlamentare, prima nell´assemblea dell´Illinois e poi nel Senato a Washington si sta muovendo, con nomine di spietati manovratori di corridoio come il suo capo di gabinetto, Rahn Emanuel, e con ammiccamenti verso i repubblicani, per tenere al guinzaglio i propri amici ufficiali, i democratici, esaltati da un trionfo elettorale che sta per dar loro una maggioranza schiacciante, almeno fino alle elezioni del 2010. Con Geithner nel "team" porta un uomo che, dalla Fed di New York, ha lavorato ora dopo ora, flebo dopo flebo, nell´unità coronarica della finanza americana, manovrando le trasfusioni di credito e di liquidità. Con Janet Napolitano, la governatrice dell´Arizona (lo stato di John McCain) scelta per pilotare la mastodontica burocrazia della sicurezza nazionale ha voluto una donna di frontiera, una che ha vissuto la propria esperienza alla guida dello stato più esposto alle onde della immigrazione clandestina dal Messico, senza tenerezze, ma senza panico demagogico e senza il razzismo xenofobo caro agli estremisti repubblicani. E con Eric Holder al ministero della Giustizia ha voluto un altro ex clintoniano (era sottosegretario) ma anche lui afroamericano, un segnale si "fratelli di colore" che la giustizia americana non sarà più accecata dalle prevenzioni e dagli stereotipi razziali. E alla Cia si parla di un duro, di un falco, dopo le bizzarre nomine bushiste, mentre alla Difesa dovrebbe restare quel Bob Gates ereditato da Bush, ma ben diverso dal cervellotico e incompetente "Rummy" Rumsfleld. Un governo realmente trasversale, con elementi bipartisan e uno sguardo alla competenza, prima che al nepotismo e alle clientele che tormentarono l´amministrazione Bush. Con Hillary in squadra, ha reclutato una donna di enorme esperienza e forza, molto vicina all´establishment moderato della politica estera americana, definitivamente rigettando il fanatismo "neocon"; ha assorbito il sempre temibile e potente "Clan Clinton"; ha eliminato una futura rivale (Hillary, oggi 61enne avrebbe quasi 70 anni alle elezioni del 2016). C´è già, naturalmente, qualche lamento fra i "progressisti" schizzinosi e gli eterni delusi della sinistra, fra coloro che ignorano che i sogni, per realizzarsi, devono scuotersi e aprire gli occhi alle realtà della politica.

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Strage in famiglia senza un perché Verona, un commercialista uccide la moglie e i tre figli piccoli, poi si toglie la vita. Una tragedia non annunciata e inspiegabile. La coppia, s (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Strage in famiglia senza un perché Verona, un commercialista uccide la moglie e i tre figli piccoli, poi si toglie la vita. Una tragedia non annunciata e inspiegabile. La coppia, sembra, non avesse problemi Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni. Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica che ha dato l'allarme. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro "all'americana". La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23 di giovedì. Alcuni vicini ascoltati in questura avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. L'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica.

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disservizi o boicottaggio delle varie burocrazie? (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina I - Roma Disservizi o boicottaggio delle varie burocrazie? Penso che sarebbe interessante sapere se i tanti disservizi pubblici nei vari settori della vita quotidiana di noi cittadini (dai trasporti, alla manutenzione stradale, al traffico, alla salute e a tutto resto) siano sempre causati dalla negligenza di qualche amministratore oppure se esista invece, a volte, uno sfondo conflittuale di boicottaggio tra apparato burocratico e apparato degli eletti. Allo scopo finale di manipolare il consenso. Domenico Ciardulli

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L'assedio dell'illuminazione dei nostri giorni non risparmia nemmeno l'arte (sezione: Burocrazia)

( da "Libertà" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'assedio dell'illuminazione dei nostri giorni non risparmia nemmeno l'arte di GIORGIO DUHR Il proliferare di segnali, richiami luministici di tipo postmoderno, sempre più aggressivi e pungenti sta trasformando la nostra percezione sempre più in un continuo incalzare di effetti-choc. Con la nuova illuminazione del piano superiore, c'è un effetto Halloween anche a Palazzo Farnese. Intendiamoci , ben venga ogni tentativo di valorizzazione delle opere d'arte, ma troppo spesso si prescinde dal fatto che questo di solito non è un problema di impianti tecnici, bensì di impostazione culturale attenzione conoscitiva. Troppo spesso si pretende di dover dare nuova luce all'arte, confondendo luce con illuminazione, mentre la luce che ci vorrebbe è quella di una sensibilità maggiore al quotidiano verso i tesori troppo poco conosciuti. Le ombre da fugare non sono, almeno non in primo e neanche in secondo piano, penombre troppo spesse negli ambienti museali, nei palazzi e nelle chiese, ma sono quelle della nostra incapacità e del nostro analfabetismo non solo di percepire e di guardare, ma anche solo di vedere le opere che ci sono e quando ci sono. E' un'incapacità dovuta ad un impoverimento del vedere che peraltro va crescendo. E va crescendo anche proprio per il fatto che ovunque si va sostituendo il vedere normale con un vedere sempre più artificiale, sempre più digitale, sempre più da cyberspace. Ormai siamo sommersi ovunque da vetrine e anche interni sempre più illuminati a giorno, più che a giorno, da fari e riflettori pungenti, di modo che l'emergenza inquinamento visivo, che ci ha in tutte le città ormai da tempo scippato di poter vedere la luna e le stelle e il cielo notturno 'al naturale, ormai si sdoppia con un'emergenza visiva - luministica in piena giornata. L'Italia dall'anno 2005 è reduce da un' aberrante regolamentazione, imposta dalla solita burocrazia sotto l'allora governo di Berlusconi, dell'obbligo per gli automobilisti di accendere i fari in piena giornata. Anche se tale regolamentazione vale solo per auto e superstrade, il solito andazzo ha portato ad un dilagare dei fari accesi anche nelle città. Così ci troviamo esposti ad un dilagare di fari pungenti e abbaglianti lungo tutto l'arco della giornata che fanno malissimo alle nostre pupille e che naturalmente si sommano alla dilagante illuminazione pungente nei supermercati, nei bar, negli uffici in un quadro 'clinico ' di emergenza ormai totale per i nostri occhi. Ormai c'è, come ulteriore peggioramento, pure il dilagare dei lampeggianti a luce pulsata su pannelli e fari digitali che ci sbattono in frenetica velocità scatti abbaglianti a raffica come da una mitra. Eppure a tutt 'oggi si attende invano la voce dei politici , o un intervento delle Asl a difesa della salute dei nostri occhi. D'altronde c'è poco da aspettarsi se addirittura i farmacisti, dai quali per la loro delicata professione si dovrebbe pretendere un minimo di sensibilità , sono tra i principali promotori delle raffiche di luce pulsata? Si cerca di giustificare i fari accesi anche in piena giornata, col cielo azzurro, col sole smagliante che non sono altro che un malcostume barbarico, con l'argomento che aumenterebbero la 'sicurezza del traffico '. Ma che sicurezza può essere questa che comporta la messa a repentaglio della salute dei nostri occhi, già sempre più incalzati da schermi di ogni genere? Ma è argomento fasullo pure sul piano tecnico, quello dell' aumento della sicurezza di guidare: se uno al volante vede un'auto illuminata venire incontro a distanza, non è mica indotto a moderare la velocità, che è causa principale, anzi principalissima degli incidenti. Solo quando si devono fare i conti con la luce e le condizioni atmosferiche normali, ci si regola più o meno istintivamente su un senso di prudenza che induce ad andar cauti. Ed ecco cascarci addosso luce alogena-allucinogena ormai pure in Palazzo Farnese. Ma i quadri antichi sono concepiti per ambienti intonati il più possibile con l' illuminazione naturale. La mentalità dell'impiantistica da lumino-ludoteca , diciamo come metafora la 'mentalità Enel' che ormai si sostituisce sempre più all' illuminazione culturale , vuole che si 'valorizzi ' le opere antiche come se fossero merci in vetrine da supermercato. Ora hanno quindi messo tante fasce e scatolette - di inquietante foggia, anche se ormai diffusissima, foggia da imitazioni di alveare in grigio-metallico, sembrano cose confezionate da extraterrestri, pure nei saloni superiori di Palazzo Farnese. Per poter illuminare 'meglio ' i quadri si sono compromesse le condizioni della luminosità data dall'architettura stessa dei grandi saloni. Convengo che alcune tele si possono vedere davvero un pochino meglio di prima - ma a che prezzo : devi proprio fare slalom e sgattaiolare per trovare finalmente un angolo - uno solo per ogni quadro, a scapito della molteplicità di scorci di cui spesso sono intessuti i quadri antichi - dove riesci a guardarlo per intero senza subire interferenze dalle schiere dei fari che ti fendono gli occhi dall'alto. In cambio di questo dubbio beneficio - i quadri vogliono avere sempre un che di provvisorietà che fa parte della loro poesia, non vogliono essere esposti ad una luce frontale - e vogliono essere guardate da più angolature - risulta sciupato tutto l'ambiente. Le file dei faretti di stampo marziano - cyberspace -discoteca in effetti sono piazzate sotto la linea d'innesto delle volte , creando una netta e pesante lacerazione tra i soffitti affrescati e gli spazi a terra. Ma signori, avete dimenticato che proprio gli affreschi nei soffitti sono pure opere pittoriche, peraltro le uniche superstite nelle ambienti superiori? Ma come vi è potuto venire in mente di tagliare, frapponendo tra i soffitti/affreschi e lo spazio al di sotto questi orpelli avveniristici, l'unità dei saloni? In tal modo, per dotare, col pretesto di 'valorizzare ', le sale di queste pacchianerie del resto supercosto- se , se ne è rovinata l'unità architettonica e scenografica. Per salvare il salvabile bisognerebbe spegnerne subito due terzi, per provvedere poi al più presto ad una rimozione totale dello scempio. Forse si è voluto venire incontro a delle segnalazioni da parte di visitatori frettolosi, condizionati dalla sovrailluminazione dilagante che hanno reclamato per il presunto 'troppo buio '. E' così facile fare reclami del genere subito sfornabili come le pizze al trancio per darsi l' aria di persone interessate all' arte, mentre non si ha nient'altro da dire? Del resto la facilità e la faciloneria con cui si lanciano reclami del genere sono il pendant del non sapere assolutamente niente sulle traversie subite dal monumento, nella fattispecie Palazzo Farnese, le condizioni drammatiche in cui era ridotto ancora solo cinquant'anni fa e la lunga, paziente e mirabile opera di recupero e valorizzazione che l'ha portato a ritrovare la sua antica dignità , facendone un monumento faro di Piacenza, opera che senza il prodigarsi del senatore Spigaroli e di altri personaggi dotati di grande senso civico non sarebbe stata possibile. Se i responsabili delle scelte di illuminoteca avessero tenuto presente la storia e la 'biografia ' del palazzo, forse non avrebbero fatto ricorso a questa novità. E' davvero segno di drammatico declino culturale se addetti alla cultura si precipitano ad esaudire quel genere di segnalazioni del tutto gratuite, succubi della 'cultura ' di illuminazione dei centri commerciali. Almeno hanno lasciato in pace le sale inferiori, così si ha modo di accorgersi del contrasto tra l'illuminazione discreta, rispettosa che c'è lì (tranne nella sala del modello del palazzo , illuminata troppo pungente da tempo) e il clamoroso stridore in alto. Proviamo solo un momento ad immaginarci che oserebbe fare una cosa del genere anche nella stupenda saletta dedicata a Paolo III con gli stucchi e gli affreschi del Ricci ? E quanti splendidi dipinti nelle chiese piacentine si sarebbero potuti restaurare con quei soldi usati solo per rovinarci gli occhi e lacerare le scenografie? Vorrei appellarmi al Senatore Spigaroli, nume tutelare del grandioso palazzo per cui si è prodigato e sta continuando a prodigarsi, di non ammettere che questa intromissione postmoderna possa continuare a violare la dignità di Palazzo Farnese! 22/11/2008

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<Troppa burocrazia ostacola la salute dei nostri pazienti> (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA FIRENZE pag. 13 «Troppa burocrazia ostacola la salute dei nostri pazienti» I MEDICI DI FAMIGLIA A CONGRESSO I MEDICI di famiglia passano più tempo tra documenti, pratiche e prescrizioni che a curare i propri pazienti: almeno il 50% del loro lavoro si perde nelle lungaggini burocratiche. «Mettiamo a rischio la salute dei nostri assistiti», denunciano i dottori di medicina generale della Simg che oggi chiudono il loro 25esimo congresso nazionale a Firenze. «Solo per curare un paziente cronico, dobbiamo fare decine di ricette, quando basterebbe semplificare la procedura». E poi i medici di famiglia rischiano lo stress: «In questi ultimi 20 anni riceviamo continue richieste per incrementare l?efficienza dei servizi, per garantire l?appropriatezza delle analisi richieste, per dare terapie ad alta efficacia. Ma allo stesso tempo dobbiamo guardare al portafoglio, risparmiare il più possibile». Durante il congresso, la Simg ha presentato l?«Health Search», un database che fotografa la salute dei cittadini. Si scopre che la maggior parte di coloro che si rivolgono al medico di famiglia soffre di ipertensione (15,3% dei casi). Seguono, nella graduatoria del database, i pazienti con diabete mellito (4,8%) e con dislipidemie (3,1%). Tra coloro che vanno di più dal medico durante l?anno, i primi in classifica sono le persone affette da malattie coronariche, ma chiedono di essere spesso visitati anche i malati di epilessia, tiroide e glaucoma. Nel corso di un anno solare il medico di famiglia visita solo il 65% dei propri assistiti, che arriva a quota 95% nel corso di un triennio. M. P.

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Polemica sul crossodromo (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SCANDIANO E ZONA DELLE CERAMICHE pag. 22 Polemica sul crossodromo Campani: «E? tra i siti più tutelati della Regione» L?area dove sono in corso lavori per la realizzazione del crossodromo di BRUNO DALLARI ? CASTELLARANO ? CHE SIA STATA una movimentazione eccezionale di terreno, quella avvenuta nella zona del crossodromo di Rio Rocca, pare fuori di dubbio. Lo stesso corso del rio sarebbe stato spostato e della cosa pare se ne stia occupando anche la Forestale, che avrebbe chiesto chiarimenti al comune. Sono stati in diversi i cittadini che, visti i lavori, hanno allertato i diversi enti di controllo, nonché informato sindaco e consiglieri comunali di Castellarano. Gian Pietro Campani, leader di minoranza, ricorda come questa zona sia ?fra i siti più tutelati dalla Regione. Sono state espiantate tutte le attività estrattive (fatta eccezione per una cava di argilla, ndr) e vietata ogni qualsiasi modificazione del territorio?. In previsione, forse, di creare la zona a parco protetto. Eppure qualcuno avrebbe potuto comunque operare, senza considerare che ?appena si muove qualcosa la gente segnala?. E le segnalazioni sono arrivate. ?Penso ? dice Campani ? che la movimentazione del terreno nei pressi del crossodromo sia stata una fase anticipatoria dei lavori di sistemazione del bacino, che l?Amministrazione comunale ha previsto?. ?Se così non fosse ? continua ? mi pare sia necessario chiedere il motivo per il quale si sia inteso privilegiare alcuni a scapito di altri. In un momento di così grave situazione economica, credo occorra prestare attenzione alle attività produttive. Se un contadino volesse semmai fare un vigneto o costruire una tettoia per il ricovero degli animali avrebbe vita difficile, visti i vincoli e la burocrazia per ottenere le autorizzazioni?. ?Non sono contro l?attività del crossodromo ? continua ? anzi come sindaco, nei primi anni ?80, ne sono stato promotore, ma rispetto le attività ludiche le priorità sono altre?. Allo stato, visti i lavori eseguiti pare che sia stata di fatto spostata (oggi interclusa per la melma del terreno recentemente mosso) anche la strada che congiunge con Casa Ferri. Era stata costruita negli anni ?50 grazie ai ?cantieri lavoro? dando sbocco a quella che allora era zona isolata. Poi il Rio Rocca sarebbe stato spostato dal suo naturale alveo e diversi altri lavori di modifica dei luoghi compiuti potrebbero apparire dai precisi accertamenti che gli enti di controllo faranno. La valle di Rio Rocca viene considerata da diversi come meritevole a diventare Parco naturalistico.

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casarin: fucili contro colombi e cinghiali (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 37 - Provincia Casarin: «Fucili contro colombi e cinghiali» Vuole riaprire la caccia come risposta a Coldiretti che lamenta i danni patiti sui Colli CINTO EUGANEO. Lotta senza esclusione di colpi alle nutrie e ai colombi che devastano i campi, piani di abbattimento e polizze assicurative per tutelare le imprese agricole dai danni dei cinghiali sui Colli. A chiederlo è la Coldiretti, i cui imprenditori ogni anno devono fare i conti con il flagello degli animali selvatici e i tempi della burocrazia. Le 235 richieste di risarcimento presentate dagli agricoltori nel 2007 sono superiori al mezzo milione di euro, uno dei dati più alti della regione, ma la stima complessiva dei danni, denuncia Coldiretti, è di almeno il triplo, perché molti rinunciano in partenza a chiedere indennizzi che, quando va bene, arrivano a coprire il 30 per cento delle perdite. «Diciamoci la verità - ha affermato il direttore di Coldiretti Water Luchetta a Saccolongo - questi risarcimenti sono demotivanti. Contro i cinghiali i chiusini non bastano, così come si è rivelato inefficiente qualsiasi metodo di prevenzione. Vogliamo che questi animali diventino una specie tipica dei Colli? E' tempo di finirla con chiacchiere e ipocrisie, servono misure drastiche. Anzitutto un piano di abbattimento anche in deroga ai tempi e ai vincoli della caccia, inoltre uno stanziamento da parte del Parco per polizze assicurative. Per nutrie e colombi, invece, chiediamo tabula rasa, senza ulteriori indugi». Di fronte a una platea di 200 agricoltori, il presidente della Provincia Vittorio Casarin ha annunciato contromisure più incisive sia per i cinghiali che per gli altri animali selvatici. A cominciare dai colombi, per i quali entro l'anno arriverà l'ok all'abbattimento con il fucile. «Per quanto riguarda le nutrie - ha aggiunto Casarin - con le gabbie possiamo catturare diecimila esemplari, ma non basta. Anche in questo caso non sono pregiudizialmente contrario all'uso del fucile, in fondo si perderebbero meno tempo e denaro». Per quanto riguarda i cinghiali è auspicata la caccia di selezione, ma i vincoli del Parco Colli rendono tutto più difficile. «Dobbiamo confrontarci a breve con la Regione che deve concedere il nulla osta - ha ribadito il presidente della Provincia - Cambiare la legge del Parco è un'impresa, ormai però il territorio non regge la presenza di almeno duemila cinghiali».

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Strage in famiglia: inspiegabile (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACHE 22-11-2008 Cronache VERONA ALESSANDRO MARIACCI, COMMERCIALISTA ORIGINARIO DI PIACENZA, HA UCCISO LA MOGLIE E I TRE FIGLI. POI SI E' TOLTO LA VITA Strage in famiglia: inspiegabile Il folle gesto sembra non avere un perché. I coniugi erano apparentemente felici. L'uomo deteneva due pistole VERONA II Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. è ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a l'altra sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni. Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. L'omicidio-suicidio è avvenuto l'altra sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica. è stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro «all'americana». La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23 dell'altra sera. Alcuni vicini avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la futura moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente, dall'età di sei anni, l'uomo era contitolare di uno studio nel cuore di Verona antica. Sul portone del anche la targa di Maria Bottagisio che collaborava saltuariamente con il marito. Strage Alessandro Mariacci e Maria Riccarda Carrara Bottagisio. ANSA

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IL COMPLESSO della chiesa parrocchiale, della torre campanaria e della canonica d... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

GUBBIO / GUALDO / NOCERA pag. 11 IL COMPLESSO della chiesa parrocchiale, della torre campanaria e della canonica d... IL COMPLESSO della chiesa parrocchiale, della torre campanaria e della canonica della frazione di San Facondino sono totalmente inagibili. La causa è stata individuata in un dissesto statico avvenuto nella zona. Il provvedimento è ufficiale: lo ha adottato il sindaco Angelo Scassellati (nella foto) con una propria ordinanza, che ha certificato l?inagibilità totale ed ha stabilito che la parete della casa del parroco deve essere subito messa in sicurezza per «impedire ogni possibile pericolo a salvaguardia della pubblica e privata incolumità». IL PROVVEDIMENTO è stato adottato a seguito della segnalazione arrivata da parte del consigliere della minoranza Nuovo Rosone-Udc, Walter Biagiotti, con una lettera ufficiale nella quale segnalava la presenza di crepe sempre più evidenti ed allarmanti su tutta la struttura. «Tutto ciò ? diceva ? si è evidenziato dalla scorso mese di agosto. Il parroco, don Michele Zullato, si era attivato rivolgendosi ad un tecnico del Comune, che ? riferiva lo stesso consigliere al sindaco ? affronta la questione dal punto di vista squisitamente burocratico. Biagiotti affermava: «Vista l´entità delle crepe e la rapidità con le quali si stanno espandendo, pur non volendo assumere il ruolo di tecnico, credo che esista il concreto rischio che l´integrità del più antico monumento gualdese possa non poter attendere i tempi della burocrazia». PER CUI invitava il sindaco «a prendere urgentissimi provvedimenti per verificare e certificare l´agibilità o meno dell´intera struttura della chiesa parrocchiale e, eventualmente, a far provvedere all´immediata messa in sicurezza della stessa». Ora si dovranno prendere decisioni sugli interventi da effettuare. A.C.

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depuratore bloccato: la denuncia del comune (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 12 - Udine Depuratore bloccato: la denuncia del Comune FAEDIS FAEDIS. Depuratore fermo da oltre un anno a causa della burocrazia: è la denuncia del sindaco di Faedis, Franco Beccari, che intende adire alle vie legali per tutelare gli interessi dell'ambiente e dei cittadini. «Moltissimi Comuni della Provincia ? spiega Beccari - hanno problemi di smaltimento delle acque reflue, spesso esse vengono smaltite attraverso i "pozzi perdenti" dato che le reti fognarie sono incomplete e nelle borgate isolate mancano i depuratori. La causa principale di questa situazione è la mancanza dei mezzi finanziari per la costruzione di questi impianti, ma non solo. Quando un Comune come Faedis riesce a trovare i finanziamenti per completare significativi lotti di rete fognaria con relativo depuratore, ad assegnare a un professionista la progettazione e a realizzare l'impianto si fa di tutto per ritardare la messa in funzione. Anche due anni solo per il rilascio della necessaria autorizzazione allo scarico delle acque del depuratore. A Faedis è già successo più volte, ma quanto sta succedendo per il depuratore di Campeglio è incredibile. Il Comune ha terminato i lavori di costruzione del depuratore oltre 2 anni fa, ha inviato alla Provincia la richiesta di autorizzazione allo scarico il 16 Febbraio 2007, ma l'autorizzazione non è stata ancora concessa. La "tecnica" per ritardare l'autorizzazione è stata quella di chiedere a più riprese documentazione integrativa. Poi è partito lo scaricabarile tra Provincia, Arpa e gestore della rete fognaria. A nulla sono valse le telefonate e gli interventi per sbloccare la situazione. Ognuno dei tre enti coinvolti continua a rispondermi che i tempi lunghi sono causati dagli altri due» conclude Beccari. Le apparecchiature elettromeccaniche del depuratore si rovinano restando ferme e sarà quindi necessario sostituirle o quantomeno ripararle quando finalmente ci arriverà l'autorizzazione. Il Comune non intende subire passivamente: «Chi pagherà - interroga Beccari - per questi danni? È mia intenzione affidare a un legale la questione perché si ponga termine alla mala gestione che ci provoca ingenti danni economici e seri problemi ambientali». Barbara Cimbaro

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emiliano: "mi fido di berlusconi" - raffaele lorusso antonio di giacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina III - Bari Il contenzioso La critica Mentre Costantino presenta un esposto L´invito Il premier è un puntiglio del ministro Bondi che non ricorda quanto accaduto alla Fenice di Venezia con l´apertura provvisoria Il presidente sarà a Bari il 6 dicembre? Potrebbe anticipare e verificare di persona la situazione del cantiere Dieci anni fa l´attore e regista tenne un recital tra le rovine e interpretò le Memorie di Adriano Emiliano: "Mi fido di Berlusconi" La class action è già firmata da 130 cittadini Petruzzelli, l´appello del sindaco: venga lui a controllare i lavori Albertazzi: "Rinvio senza senso sono pronto a recitare Dante" "Beato colui che riuscirà a rimuovere queste pastoie burocratiche" RAFFAELE LORUSSO ANTONIO DI GIACOMO Anche Silvio Berlusconi sarà a Bari il 6 dicembre. Il capo del governo - così si apprende in ambienti romani - parteciperebbe, insieme con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cerimonia di consegna della Chiesa Russa al Patriarcato di Mosca. Altra tappa della visita potrebbe essere il Teatro Petruzzelli. Dove, com´è noto, il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, insieme con Raffaele Fitto, accompagnerà il capo dello Stato. Si tratterà di un sopralluogo a quello che, per il ministero, è ancora un cantiere e lo sarà fino a quando non si saranno concluse le procedure di collaudo. Il sindaco Michele Emiliano si augura però che il premier faccia un blitz in città prima del 6 dicembre. «Lo invito a venire subito - dice - Avrebbe così modo di rendersi conto che il Teatro Petruzzelli è pronto e che non ci sono ragioni per tenerlo chiuso. Mi fido di lui: se venisse a Bari subito, potrebbe convincere tutti a riaprire il Teatro il 6 dicembre». Il braccio di ferro fra il sindaco e il ministro dei Beni culturali si è trasformato ieri in un acceso ping pong radiofonico fra lo stesso Emiliano e Simeone Di Cagno Abbrescia, suo prossimo avversario in campagna elettorale. Messi faccia a faccia da Radio città futura, i due sfidanti per la poltrona di primo cittadino hanno esposto ciascuno la propria tesi. «è sconcertante - ha detto Emiliano - che ci sia un´opera pubblica già pronta, ma che per uno strano diktat del ministro Bondi non si possa riaprire. Non credo che sia una questione politica, anche perché quella della prossima campagna elettorale sarebbe una motivazione demenziale, la maniera migliore per la destra per perdere le elezioni. Piuttosto, si tratta di un puntiglio assurdo, assorbito dal ministro Bondi, che non si rende conto che la Fenice di Venezia fu inaugurata e poi rimase chiusa per un anno per portare a termine i lavori. C´è una città con il cuore spezzato perché il 6 dicembre la statua di San Nicola non potrà entrare nel Teatro». Simeone Di Cagno Abbrescia, dal canto suo, ha ribadito la propria posizione. «è sbagliato buttarla in politica - ha spiegato - La fine dei lavori è stata scambiata con l´entrata in funzione del Teatro. Invece, bisogna dare il tempo a chi deve effettuare i collaudi e i controlli sulla sicurezza di lavorare in assoluta tranquillità e senza pressioni. Bisogna poi risolvere gli aspetti giuridici derivanti da quell´esproprio sciagurato». Emiliano è apparso contrariato. «Quando dovrebbe riaprire il Petruzzelli, onorevole?», ha domandato. «Non tocca a me decidere», ha ribattuto Di Cagno Abbrescia. Anche se il teatro non sarà inaugurato il 6 dicembre, la mobilitazione del mondo della cultura e dei cittadini continua. Il "Comitato 6 Dicembre" ha organizzato per lunedì 24 novembre una veglia di musica davanti al Teatro. L´iniziativa sarà presentata questa mattina. Vi hanno già aderito il violinista Francesco D´Orazio, che si esibirà con il proprio quartetto, Roberto Ottaviano e il coro di voci bianche del conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari. è anche prevista l´esibizione di un gruppo gospel. «Non tutte le cose periranno. Si restaureranno le nostre statue infrante». Parole pronunciate da Giorgio Albertazzi, dieci anni fa, quando l´attore e regista tenne un recital in quel che restava del Petruzzelli. «Parole dalle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar» spiega l´artista. Albertazzi, vuole raccontarci quella giornata al politeama? «Tenni una lettura fra le rovine del teatro. Era il 1999 e mi chiamarono per "inaugurare" un pezzo del Petruzzelli. Ovvero la cupola appena restaurata. Fu una grande emozione, tuttavia, tornare fra quelle rovine, gli spettatori assiepati tutt´intorno alla men peggio». S´era già esibito al Petruzzelli, quand´era ancora integro? «No, perché ogni volta che m´è capitato di portare un mio spettacolo a Bari sono stato al Piccinni, più tradizionale casa della prosa. Eppure conoscevo il Petruzzelli abbastanza bene, ma da spettatore». Le sue memorie dalla platea? «Era gestito alla grande. Si spendeva molto denaro, questo sì, ma le scelte erano davvero buone». Al punto da spingerla a mettersi in viaggio per venire al Petruzzelli. «Già. Mi ricordo che venni ad applaudire il divino Nurejev e che, insieme con Anna Proclemer, scendemmo a Bari per ascoltare il concerto di Liza Minnelli». Com´era, durante la sua prima vita, il politeama? «Un teatro bellissimo. E lo dico prima che da teatrante con gli occhi dell´architetto che sono, in virtù degli studi fatti. è collocato, peraltro, in una posizione meravigliosa e si tratta di un gioiello architettonico. Il suo incendio non ha mai smesso di colpirmi, anche per la dolosità: un evento che, di per sé, costituisce già materia per uno spettacolo». Cosa dicono l´artista e l´architetto Albertazzi dei tempi della ricostruzione? «Diciassette anni rappresentano un´assurdità, anche perché ci sarebbe da chiedersi quanto siano durati realmente i lavori e quanto tempo, invece, sia stato dannatamente sprecato nelle diatribe fra la proprietà, la burocrazia e lo Stato. Alla fine, almeno, hanno avuto ragione le parole di Adriano: "Non tutte le cose periranno". Il restauro è compiuto. A proposito, in che termini?». Una ricostruzione seguendo la filosofia del dov´era e com´era, per quel che è stato possibile. «Bene, una scelta giusta. Com´è accaduto per la stessa Fenice a Venezia, d´altra parte». Fatto sta che la famiglia Messeni rivendica oggi il possesso dei locali attigui al teatro, un tempo affittati a negozi, a dispetto di un progetto che ha immaginato quegli spazi funzionali al Petruzzelli. «Mi pare più opportuna questa seconda ipotesi. Non perché sia aprioristicamente contrario all´aggregazione di altre attività nel contesto di un teatro, ma in nome del buon senso. Mi auguro che lo Stato e gli enti locali vigilino in questo senso». Fosse facile. C´è una guerra in atto fra il ministero per i Beni culturali e il Comune che mette a rischio l´inaugurazione del 6 dicembre, fissata da anni nel giorno di San Nicola. «Non vedo il perché di un rinvio. Se c´è una promessa va onorata. Tanto più se il teatro è pronto, così come mi è dato di sapere». Sembrerebbe una querelle fra opposti schieramenti politici. «Come sempre la politica si conferma una sovrastruttura deprimente. Non è possibile un braccio di ferro su tutto: beato colui che riuscirà a rimuovere queste pastoie burocratiche e di profitto dal Paese. Spero solo che Bondi si convinca ad aprire il 6 dicembre». E un suo debutto sul palcoscenico del nuovo Petruzzelli? «Mi piacerebbe molto. Potrei venire a dire Dante». Anche gratis? «Certo. Se può servire alla riapertura del teatro, ben volentieri». Sul Teatro Petruzzelli è in atto una campagna che sta disorientando l´opinione pubblica, con frode alla pubblica fede. Lo affermano, in un esposto alla Procura della Repubblica, l´avvocato Michele Costantino e la signora Vittoria Messeni Nemagna, comproprietaria del Teatro. «Valgano - si legge nell´esposto - quali indecorosi esempi di abuso della credulità popolare, le dichiarazioni secondo cui lo stanziamento di fondi pubblici per il recupero del Teatro Petruzzelli avrebbe avuto l´effetto di trasformare in bene pubblico il teatro che è di appartenenza privata». Secondo l´avvocato Costantino e la signora Vittoria Messeni Nemagna vanno nella stessa direzione «la class action e i sondaggi per conoscere chi è favorevole alla riapertura il 6 dicembre». Non solo. I due firmatari ritengono che nei comportamenti dei pubblici amministratori, a cominciare dal sindaco, possano ravvisarsi gli estremi dell´ipotesi del reato di abuso d´ufficio. I comportamenti sarebbero «connotati da reiterazione e pervicacia, dal coinvolgimento popolare artatamente attivato (vedi esposizione della statua San Nicola) per evidenti finalità di propaganda politica nell´imminenza della tornata per l´elezione del sindaco di Bari (evento questo, denso di significato politico ma anche foriero di vantaggi patrimoniali)». L´avvocato Costantino e la sua assistita ribadiscono che non ricorrono i requisiti previsti dalla legge per inaugurare il teatro. «è bene - osservano - che i cittadini siano informati delle relazioni che intercorrono fra l´utilizzazione di un bene culturale e gli affari privati che realizzano interessi trasversali di pochissime persone e che tale tipo di informazione fosse la conseguenza di un intervento della magistratura, teso a ripristinare l´osservanza delle regole». E intanto sono 130 i cittadini che hanno aderito alla class action, lanciata da tre avvocati baresi Luigi Paccione, Alessio Carlucci e Nicola Favia che chiedono la sospensione dell´erogazione dei fondi pubblici per la ricostruzione del Petruzzelli. E sono numerosi anche coloro che hanno annunciato la volontà di sottoscrivere la class action. «Ci sono stati molti consensi alla nostra iniziativa» dice l´avvocato Alessio Carlucci. Nessuna risposta, invece, è arrivata dal ministero per i Beni culturali o dal Comune al quale i tre legali hanno scritto.

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rilancio abitativo da san giobbe a sant'elena (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 19 - Cronaca Rilancio abitativo da San Giobbe a Sant'Elena Alloggi per giovani e residenti, difficile gara per i finanziamenti e la burocrazia PROGRAMMI Alle ex Conterie miniappartamenti La mappa della nuova residenza che verrà. Presentando il progetto del recupero dell'ex Caserma Manin l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz e il presidente della Fondazione Iuav Marino Folin hanno fatto il punto sugli altri interventi in programma nei prossimi anni in città sia per quanto riguarda gli alloggi studenteschi, sia per quelli riservati ai residenti in social housing, offerti con affitto a prezzi calmierato. Conterie doppio uso - Parte dell'ex fabbrica del vetro di Murano è da tempo destinata a diventare sede di residenze universitarie ma - ha spiegato ieri Rumiz - c'è la perplessità dei rettori di Ca' Foscari e Iuav che la collocazione sull'isola possa essa penalizzante per gli studenti. Per questo l'intenzione del Comune, affidata a Edilvenezia, è quella di realizzare miniappartamenti che possano essere utilizzati sia da residenti, sia da studenti. Il nuovo polo di San Giobbe - Folin ha anche accennato al nuovo polo della residenza studentesca che dovrà sorgere a San Giobbe, annesso alla Facoltà di Economia di Ca' Foscari, da realizzare in project financing, con la Fondazione di Venezia nel ruolo di capofila. Si tratta di 270 posti-letto nell'area dell'ex macello - ciascuno dei quali provvisto di servizio e angolo cottura - con un investimento di circa 20 milioni di euro, che saranno però recuperati attraverso gli affitti, a circa 400 euro al mese. «Per realizzare il progetto - ha spiegato Folin - sarà creata una società ad hoc». Scalera e Stucky - «E' già partito - ha spiegato l'assessore Rumiz - il progetto di Acqua Marcia per il recupero dell'area ex Scalera, dove saranno ricavati anche alloggi affidati e gestiti dal Comune che li venderà a un prezzo prefissato di tremila euro al metro quadro». L'intero accordo prevede la realizzazione di 42 appartamenti: di questi, 2 diventeranno di proprietà del Comune, mentre altri 19 saranno venduti a prezzo convenzionato ai Veneziani. Quelli invenduti torneranno nella disponibilità di Acqua Marcia, che li rivenderà a prezzo di mercato, così come farà con gli altri 21 nuovi alloggi che edificherà. Nel patrimonio immobiliare di Ca' Farsetti entreranno poi a far parte anche altri 16 appartamenti realizzati nell'area dello Stucky. In tutto sono una sessantina i nuovi alloggi previsti nella zona». Dalla Celestia a Sant'Elena - Sempre con la formula del social housing e in collaborazione con l'Arsenale Venezia spa, il Comune realizzerà nei prossimi anni un altro grosso quantitativo di alloggi tra l'Arsenale e Sant'Elena. «Si partirà con la zona della Celestia - ha spiegato l'assessore, dove in area demaniale, saranno realizzati una settantina di nuovi alloggi. Il secondo intervento riguarderà poi l'area di San Pietro di Castello e, infine, l'area degli ex cantieri Actv di Sant'Elena, non appena sarà avvenuto il trasferimento dell'azienda con uffici e strutture al Tronchetto. In tutto, in questa parte della città è prevista la realizzazione di circa 300 alloggi che dovrebbero contribuire ad alleviare di molto il problema della casa a Venezia». (e.t.) GIUDECCA. Alla Scalera e allo Stucky saranno ricavati altri 60 alloggi. in parte venditi ai veneziani al prezzo convenzionato di 3 mila euro al metro quadro.

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spara a moglie e figli, poi si toglie la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 6 - Attualità Spara a moglie e figli, poi si toglie la vita I piccoli avevano 3, 6 e 9 anni. La donna ha tentato di difendersi: colpita alla testa ORRORE A VERONA Strage in un quartiere residenziale alla periferia della città scaligera Lui commercialista, lei avvocato: ancora misteriose le cause VERONA. Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («Sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, nè una lettera nè altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore a un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. «Qualcosa potrebbe averlo sconvolto - dice un collega - e per questo lui potrebbe aver 'temutò per la sua famiglia». L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni. La donna, in tuta da ginnastica, e il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita a un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22,30 e le 23 di giovedì sera. Alcuni vicini ascoltati in questura avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza, era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava saltuariamente con il marito.

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Crisi e burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ROVIGO AGENDA pag. 24 Crisi e burocrazia La ricetta di Mancin per la ripresa economica TRASPORTI, burocrazia, energia sono i nodi da sciogliere per permettere al Paese di reagire alla crisi. I rilevamenti dell?Istat non lasciano spazio all?interpretazione e descrivono una situazione di generalizzata sofferenza delle famiglie. Si fatica ad arrivare a fine mese e l?incertezza del futuro paralizza le energie. Ma se è evidente che di crisi profonda si tratta, è altrettanto evidente quanto necessario che in tempi di recessione non si perda la fiducia. Atteggiamento da incoscienti? Non credo. A leggere i dati economici che riguardano la Nazione si impara, ad esempio, che l?export dei prodotti italiani nel primo semestre del 2008 è cresciuto di un più 6% rispetto allo stesso periodo del 2007. La quota delle esportazioni italiane verso la Russia, la Cina ed il Brasile, sono aumentate in modo significativo soprattutto se confrontate con gli altri paesi dell?Europa. Le nostre aziende sono diventate fornitrici di macchinari per le industrie dei paesi emergenti come l?India e la Cina. Per qualcuno i successi del processo di internazionalizzazione delle nostre aziende potrebbero sembrare poca cosa rispetto alla crisi finanziaria internazionale che da Wall Street sta investendo tutto il mondo occidentale. Ma rappresentano comunque la speranza di una nuova e più forte rinascita. Solo un paio d?anni fa, in occasione di una giornata dell?economia, il presidente della Camera di Commercio di Rovigo, riferendosi ai dati relativi all?occupazione e all?economia della provincia, annunciava l?uscita dal ?cono d?ombra?. La percezione più diffusa è che oggi in quel ?cono d?ombra? la provincia di Rovigo ci stia rientrando insieme con il resto dell?Italia e del mondo occidentale. Per non farsi trascinare dalla corrente del pessimismo, è bene, allora, fare delle giuste precisazioni. La prima doverosa puntualizzazione è che l?attuale crisi è prima di tutto finanziaria e può, almeno in Italia, diventare industriale nel caso in cui le banche restringessero il credito alle aziende. Per ora la situazione pare essere sotto controllo. Inoltre, per arginare ancora di più il pericolo e dare respiro alle aziende, le Associazioni di categoria hanno già da tempo introdotto i consorzi di affidamento del credito ( che è necessario incentivare). Si tratta, oggi più che mai, di opportunità importanti e di una sostegno fondamentale per le nostre aziende. Fatte le dovute precisazioni, rispetto ad un crisi tanto minacciosa occorre armarsi di forza e di fiducia e di tutti quegli strumenti utili a sostenere il nostro tessuto imprenditoriale fatto di media e piccola impresa, spesso a conduzione familiare. Molti sono i nodi che ci bloccano e che impediscono di crescere. I trasporti costano in Italia un 12% in più rispetto gli altri paesi. Paghiamo, infatti, un ritardo infrastrutturale di decenni. Scongiurare la paralisi del sistema paese significa anche affrontare una volta per tutte la questione energetica. Un costo superiore del 30% rispetto alla spesa energetica degli altri paesi rende abbastanza evidente il nostro stato di sofferenza e danneggia le imprese, il mercato e le famiglie. La ripresa economica ci sarà se sapremo crearne le condizioni. Flavio Mancin

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Una corsa contro il tempo che ha portato al suo risultato. Un'altra dimostrazione che quando vu... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi Una corsa contro il tempo che ha portato al suo risultato. Un'altra dimostrazione che quando vuole la burocrazia sa superare ogni ostacolo e la sinergia istituzionale "vince". Un uomo di origine moldava, regolarmente in Italia, 37 anni, è stato sottoposto a trapianto di fegato ieri a Pisa, dove è stato trasportato nel giro di un paio d'ore. La chiamata è arrivata al centro di coordinamento trapianti diretto da Teresa Coluzzi, l'uomo era ricoverato da qualche giorno in chirurgia per una cirrosi epatica virale che gli causava una forte emorragia. Le speranze di salvarlo erano ridotte all'osso ma ieri è arrivata la disponibilità del fegato e si è attivata una "macchina" già sperimentata in passato. La direzione medica di presidio ha fatto preparare la documentazione a tempo di record, dall'Ares 118 hanno attivato l'eliambulanza, è partita la richiesta per il trasferimento a Pisa con i mezzi dell'Aeronautica militare, mentre il paziente era seguito minuto per minuto da personale della chirurgia e del centro trapianti. E' sorta una difficoltà perché il paziente, pur regolare, non è italiano ma alla fine è stata superata anche quella con l'autorizzazione a effettuare il viaggio in elicottero nonostante le condizioni meteo avverse. Alla corsa contro il tempo, perfettamente riuscita, si unisce anche un esempio di solidarietà. L'associazione trapiantati "Sesè Caldarini" ha sostenuto economicamente la moglie dell'uomo - unico ad avere reddito - in questi giorni e l'ha accompagnata a Pisa per poter assistere il marito.

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Commercianti e consumatori con l'acqua alla gola, il Natale è in liquidazione. Nonostante... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi Commercianti e consumatori con l'acqua alla gola, il Natale è in liquidazione. Nonostante lo stop alle promozioni imposto dalla legge durante il mese di dicembre, una decina di negozi del centro anticipano i saldi di gennaio scontando la merce per la chiusura dell'attività o per il cambio di gestione. Crisi economica, il presidente Confindustria Vitali chiede «di snellire la burocrazia, tagliare i costi, rimodulare l'Irap». Mentre Bianconi (BdM) sottolinea come «le sofferenze delle imprese stanno aumentando in misura esponenziale». Cocco, Garofalo e Grandi alle pagg. 39, 40 e 48

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Vitali: Contro la crisi meno tasse e burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi Vitali: «Contro la crisi meno tasse e burocrazia» Il convegno Uil. Bianconi (BdM): «Sofferenze in aumento tra le imprese, serve un piano»

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... l'asse portante dell'economia del paese. Altre iniziative molto importanti che al pi&#... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi di PIETRO SANTARELLI ... l'asse portante dell'economia del paese. Altre iniziative molto importanti che al più presto devono decollare sono gli investimenti per le opere pubbliche, tra l'altro necessarie, una programmazione chiara e condivisa per la creazione di energie rinnovabili e da ultimo lo sviluppo di un adeguato piano abitativo nazionale. Per quanto riguarda l'abitativo in Italia, ad oggi si stima una necessità a livello sociale di circa 600.000 alloggi senza contare le esigenze del mondo universitario. Il governo ha annunciato che risolverà il problema, ma considerando che tale problematica è al centro dell'attenzione da oltre venti anni senza che sia mai stata trovata una soluzione appropriata, a mio avviso ciò non sarà molto semplice per la carenza degli strumenti urbanistici e di regole adeguate nonchè per la burocrazia che contraddistingue gli enti locali. Una soluzione a medio termine di tale problema potrebbe consistere nel concedere contributi a fondo perduto e tassi agevolati a chiunque sia in possesso dei requisiti per l'acquisto della prima casa ed abbia un livello di reddito molto basso. Così facendo si concederebbero maggiori possibilità di accesso al mercato privato e si creerebbero i presupposti per una ripresa produttiva del settore e dell'indotto. Da ultimo una precisazione che mi sembra doverosa. Il luogo comune dei mercati immobiliari con prezzi troppo elevati ha bisogno di essere chiarito per non incorrere in valutazioni troppo generiche e spesso errate. Mi spiego meglio. Prezzi molto alti possiamo riscontrarli nei centri storici delle grandi città come Roma, Firenze, Milano, Bologna, Venezia, ecc. ma nelle periferie di queste stesse città i prezzi delle nuove costruzioni, realizzate nel rispetto delle leggi vigenti, vanno dai 1.500 ai 2500 euro al mq così come nei capoluoghi di provincia di minori dimensioni come Perugia, Ancona, Bari, Pescara. Come imprenditore di lunga esperienza concludo dicendo che il momento è difficile, ma con l'impegno e il sacrificio di tutti l'Azienda Italia saprà fare sicuramente bene attraverso strategie più serie, concrete e solide per il futuro.

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ANCONA - Finalmente il re è nudo. Abbiamo sempre creduto che non si può produrre ric... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sabato 22 Novembre 2008 Chiudi di CLAUDIA GRANDI ANCONA - «Finalmente il re è nudo. Abbiamo sempre creduto che non si può produrre ricchezza girando le carte, bensì solo lavorando. Ed è quello che nelle Marche abbiamo sempre fatto». Il presidente di Confindustria Marche, Federico Vitali, guarda alla crisi economico-finanziaria con timore, ma con la consapevolezza che il sistema marchigiano basato sull'economia reale sarà in grado di «resistere anche questa volta». Il re nudo di cui Vitali ha parlato ieri nel corso del convegno "Il mondo trema, l'Europa frena, l'Italia che fa? E le Marche?" organizzato ad Ancona dalla Uil Marche con il centro studi Economia reale del senatore Mario Baldassarri, è la finanza. Ed ora che dalla finanza lo tsunami sta raggiungendo anche l'economia reale, Vitali chiede il supporto delle istituzioni, Regione (presente ieri con l'assessore alle Attività produttive, Gianni Giaccaglia) e Governo (con il sottosegretario al ministero del Lavoro, Pasquale Viespoli). «Potremo resistere - ha proseguito il presidente di Confindustria - se il mondo politico e le istituzioni ci aiuteranno. Agli enti locali chiediamo di snellire la burocrazia, di tagliare i costi, di rimodulare l'Irap che oggi non tiene conto dei costi della manodopera. Ai sindacati di condividere la nostra visione secondo cui solo se sapremo produrre di più e meglio potremo essere competitivi. Alle banche di ridurre gli oneri finanziari». L'appello di Vitali, in quest'ultimo caso, è stato lanciato al direttore generale di Banca delle Marche, Massimo Bianconi, presente ieri al convegno in rappresentanza degli istituti di credito. «Serve - ha detto Bianconi - una sintonia di progetto tra le banche e le associazioni degli imprenditori per capire quali imprese hanno bisogno di ristrutturare, quali hanno la capacità di espandersi. Purtroppo, in questa fase, le sofferenze stanno aumentando in misura esponenziale. A preoccuparci è anche la tenuta dei Confidi». E per affrontare le difficoltà del sistema economico-produttivo marchigiano la Regione torna a ribadire, come già fato giovedì in occasione della Conferenza unificata alla presenza del presidente del Consiglio Berlusconi, la necessità di un maggior coordinamento tra le strategie regionali e quelle nazionali. «I territori - ha detto ieri Giaccaglia - si sono attivati con maggior rapidità rispetto al Governo per avviare misure anti-crisi. D'ora in avanti sarà necessaria una convergenza tra i due livelli istituzionali».. Respinge l'accusa di ritardi, il sottosegretario Viespoli. «Solo per le Marche - ha rilevato - il Governo ha stanziato 5 milioni, in aggiunta ai 6 già erogati nel corso del 2008, per l'attivazione di strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori delle aziende in crisi».

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I Casalesi sulla ruota di Bucarest (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2008-11-22 - pag: 13 autore: I Casalesi sulla «ruota» di Bucarest In Romania e all'Est investimenti concentrati nei giochi online, casinò e lotterie Roberto Galullo CASAL DI PRINCIPE. Dal nostro inviato I l nome della fabbrica di bottiglie in plastica per acque minerali: solo il nome mancava per chiedere la collaborazione della magistratura spagnola e tentare di sottrarre un gioiello al ricchissimo tesoro disseminato per il mondo dal clan dei Casalesi. L'interrogatorio metteva di fronte un colletto bianco – anzi bianchissimo – e un dirigente delle Forze dell'ordine che da una vita spende la propria vita per dare la caccia alle famiglie Schiavone, Bidognetti, Jovine, Russo, Diana, Zagaria e il resto del gotha di una struttura verticistica e riservata, molto più simile a Cosanostra che non ai clan camorristici napoletani, polverizzati, guasconi e appariscenti. «Quel nome – confida al Sole 24 Ore in una stanza d'albergo quel dirigente, che parla per la prima volta solo con la promessa di non esistere agli occhi del mondo – non me lo ha fatto. Sapeva che se me lo avesse detto sarebbe stato ucciso. Che quella fabbrica fosse dei Casalesi lo sapeva solo lui, il contabile immacolato, e chi gli aveva messo in mano la valigia con i soldi ». Il clan dei Casalesi che, con molte probabilità, è proprietario dell'azienda spagnola di bottiglie in Pvc, è quello che fa capo alla famiglia di Francesco Schiavone. Le Forze dell'ordine non si arrenderanno e continueranno a stringere il cerchio intorno ai boss casalesi in casa propria, dove i boss si sentono al sicuro («Quando dovevo uccidere qualcuno – racconta al Sole 24 Ore un sicario del clan,ora collaboratore –mi appostavo per settimane, mesi a casa sua e, come un cacciatore, aspettavo che la preda arrivasse. Arrivava sempre.») ma è chiaro ormai che il business di Gomorra è senza confini. Anzi: dopo aver bruciato la Campania e affumicato il Centro-Nord, da anni i Casalesi inquinano mezzo mondo anche grazie ai lunghi sonni d'investigatori e inquirenti (Dea americana a parte). La Penisola Iberica è un terreno già seminato: si tratta solo di raccogliere e continuare a seminare. Una messe garantita ogni anno: immobili, aziende agricole, alberghi, ville, negozi di lusso e tanto traffico di droga. «I Casalesi –spiega senza tanti giri di parole Lucio Di Pietro, memoria storica della lotta alla camorra in Direzione nazionale antimafia e ora procuratore generale a Salerno –si muovono secondo regole e schemi imprenditoriali. Non seguono il mercato: lo anticipano e lo condizionano». «Lo spirito imprenditoriale dei Casalesi – conferma il colonnello della Guardia di finanza Giuseppe Bottillo, per anni a capo del Comando provinciale di Napoli –è stato ereditato da Antonio Bardellino e dall'antica tradizione del contrabbando di sigarette ». è il mercato che li spinse nell'Est ancora prima che crollasse il Muro di Berlino. «Prima degli altri – continua Di Pietro – capirono che sarebbe crollato un mondo, ma sarebbe rimasta in piedi una struttura di ex agenti segreti e di milioni di armi con cui arricchirsi subito». Fu un'epoca d'oro: la vendita dei kalashnikov nella metà del mondo in guerra era appannaggio dei Casalesi. Il filone d'oro è stato prosciugato, anche se tracce di lanciagranate e lanciamissili nelle mani dei clan, di tanto in tanto, carsicamente ritornano e preoccupano. Ma quanto ha reso il business delle armi? «Una stima è impossibile – dice Di Pietro – ma parliamo di centinaia di milioni e man mano che prosciugavano di armi una nazione dell'Est Europa, passavano a quella vicina». Questa riserva di denaro pronto da investire non è stata la sola cosa preziosa che l'ex blocco comunista ha lasciato in eredità ai Casalesi: i contatti con gli ex agenti segreti e la facilità con cui corrompevano e corrompono la burocrazia ha lasciato spalancate le porte di Paesi come Ungheria, Polonia, ma soprattutto Romania: il nuovo Eldorado dei Casalesi. La ruota della fortuna gira ora intorno al business dei giochi d'azzardo online, casinò, poker, lotterie, scommesse e concorsi. Nei Paesi dell'Est è più facile ottenere licenze per i server: poche domande, guadagni assicurati e mazzette per molti. I Casalesi si arricchiscono dunque- attraverso la proprietà diretta o intestata a prestanome locali - sulle puntate che vengono effettuate (spesso illegalmente) da tutto il mondo nei server registrati in Romania e nella rete dei Paesi dell'Est. Un business clone di quello attivo in Campania e anche in altre parti d'Italia dove i clan hanno la gestione diretta di decine di sale bingo, sale e concessioni per i giochi d'abilità a distanza con vincite in denaro, nelle quali riescono anche a violare la piattaforma dei Monopoli di Stato e puntare anche all'estero, nonostante il continuo aggiornamento del software italiano. La Romania è nel mirino degli investigatori anche perché i Casalesi hanno diverse fabbriche ( a partire da quelle tessili)nell'area di Timisoara. Tre anni fa fu intercettato un rumeno all'aeroporto di Milano Linate. Da alcuni " pizzini" che il boss Francesco Schiavone, alias "Cicciarello", cugino di "Sandokan", gli aveva affidato e che doveva consegnare a parenti e sodali, si scoprì che il clan aveva fabbriche di scarpe. Ma seguendo poi quella e altre tracce, gli investigatori scoprirono una rete di affari immobiliari degli Schiavone e di Giuseppe Russo in Polonia e Francoforte, con ristoranti e molte abitazioni di proprietà. La Romania non è solo poker online e fabbriche, ma anche gigantesche aziende agricole nelle quali si produce il latte di bufala campana: con quali garanzie? Si ha anche notizia di laboratori grafici artigianali che producono etichette false per certificare come genuine e a norma di legge le mozzarelle vendute poi in mezzo mondo. Non solo Francia, insomma, dove Vincenzo Zagaria e Aldo De Simone (fratello del pentito Dario, spietato killer), con la compiacenza d'imprese apparentemente pulite, fino a pochi anni fa esportava enormi quantità contraffatte di derivati del latte e burro chimico. Ma indagini in corso raccontano che quei traffici sono ripresi. Passato prossimo o remoto degli affari dei Casalesi sono anche il Brasile di Antonio Bardellino, ucciso nel luglio 1988 a Rio de Janeiro e, dall'altra parte dell'Oceano, il Portogallo, dove nel 1991 fu ucciso Mario Jovine, presunto assassino dell'ex sodale Bardellino, che aveva casa a Burgos. Brasile, Portogallo, Francia, la Cina dei falsi e del traffico dei rifiuti, la Svizzera per il riciclaggio in banca del denaro sporco, Olanda e Belgio per lo snodo del narcotraffico europeo, persino la Scozia dove ad Aberdeen la famiglia camorristica La Torre di Mondragone si è arricchita anche girando con i propri prodotti le fiere enogastronomiche europee, sono solo realtà da consolidare.«L'insediamento dei Casalesi – spiega Di Pietro – crea delle comunità che portano capitali, creano lavoro e lavano denaro ». E gli affari-come per la 'ndrangheta –ruotano quasi sempre intorno a una pizza o una mozzarella, serviti nei ristoranti dei prestanome, immacolati solo per i clienti. I nuovi affari- agevolati da professionisti insospettabili- sono anche in Germania (dove le autorità si sono parzialmente svegliate solo dopo la stragedella 'ndrangheta a Duisburg). Qui i Casalesi, a partire dal clan Zagaria, prima infiltrano e poi rilevano imprese decotte o in crisi. Puntano in Borsa a Francoforte con coperture e prestanomi difficili da scoprire. In questo momento di recessione poi, è facile per i clan immettere liquidità: nelle crisi mondiali le mafie non conoscono mai crisi, semmai le benedicono.I capitali – per quanto ora aggrediti in Italia con continui sequestri e confische – sono di dimensioni impensabili. Nel triennio '98-2000, solo per citare un caso, la famiglia Bidognetti guadagnava dai traffici illeciti 25 milioni netti all'anno.Una montagna disoldi da gestire e investire senza confini. Ad esempio nella droga. Furbi e scaltri, i Casalesi sanno riconoscere lo strapotere della 'ndrangheta grazie all'asse con i narcos colombiani e così,senza disdegnare ricchi traffici con il Sudamerica dopo aver concordato il via libera delle 'ndrine, fanno rotta verso Nigeria e Albania, Paesi "veicolo" dall'Asia e dall'Africa ma anche produttori di nicchie ricercate e pregiatissime, a partire dalla cannabis. La capitale regionale dei traffici dei Casalesi è Castel Volturno dove – non a caso –il 18 settembre c'è stata una strage e dove è perenne lo scontro con la mafia nera che spesso non sta ai patti per la sua forza e per i terminali che, dalla capitale Lagos, si ramificano in tutto il mondo. Castel Volturno fa asse con Tirana, capitale dell'Albania, nazione nella quale è stata messa a punto una fertilizzazione in acqua della cannabis che rende oro ai trafficanti. I Casalesi la smistano in tutta Italia, a partire da Calabria e Sicilia dove sembra particolarmente apprezzata. L'asse con Tirana dove la corruzione è a livelli alti come a Lagos, vale anche per il traffico di donne da avviare alla prostituzione e di macchine rubate in tutta Europa. Sull'impero dei Casalesi, come su quello di Carlo V e su quello della 'ndrangheta, non tramonta mai il sole, anche se ancora, in qualche parte del mondo, qualcuno si sorprende che i clan campani erano pronti a investire nella ricostruzione dell'area del World Trade Center a New York: l'ombelico del mondo anche per Gomorra. roberto.galullo@ilsole24ore.com http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com NEW E OLD ECONOMY Fabbriche tessili, di scarpe, immobili, attività commerciali e aziende agricole restano fondamentali accanto ai nuovi business

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Ammazza la moglie, 3 figli e si spara (sezione: Burocrazia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Cronaca Italiana Pagina 109 Ammazza la moglie, 3 figli e si spara Spietata esecuzione, sulle vittime un colpo di pistola alla testa --> Spietata esecuzione, sulle vittime un colpo di pistola alla testa Famiglia sterminata giovedì notte: a dare l'allarme è stata ieri mattina la donna delle pulizie. Due pistole accanto al corpo dell'uomo. VERONA Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. E' ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri mattina dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima avant'ieri poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. E' stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro all'americana. La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato, entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23. Alcuni vicini ascoltati in questura avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava con il marito.

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Bretella, Debba e tangenziale Pdl preoccupato (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere del Veneto" del 22-11-2008)

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Corriere del Veneto - VICENZA - sezione: VICENZA2A - data: 2008-11-22 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Confronto Con l'assessore Bretella, Debba e tangenziale Pdl preoccupato VICENZA – Preoccupati per le loro «creature » i consiglieri comunali del Pdl chiedono a che punto siano tre opere cruciali per la viabilità vicentina: la bretella della provinciale 46, i ponti di Debba e la tangenziale Nord. è di ieri un incontro tra alcuni rappresentanti dell'opposizione in Sala Bernarda e l'assessore provinciale alla Viabilità Costantino Toniolo. «Si tratta di tre progetti – ha affermato il consigliere Marco Zocca, ex assessore all'urbanistica della Giunta HÜllweck – nati e cresciuti durante il nostro mandato. L'approccio della nuova amministrazione è ora un po' preoccupante». L'assessore provinciale ha assicurato che, dopo l'accordo raggiunto la settimana scorsa tra i Comuni di Vicenza, Costabissara e la Provincia sulla nuova strada da viale del Sole al Moracchino e da Costabissara a Castelnovo, verrà concluso in Giunta l'iter. Poi la palla passerà al Comune per gli espropri e la variante urbanistica. «Ci sembra che la Provincia stia lavorando molto bene – ha sottolineato il consigliere del Pdl Maurizio Franzina -, invece, notiamo inerzie da parte del Comune di Vicenza. è interesse della città che si chiuda la circonvallazione». Secondo il consigliere Francesco Rucco l'atteggiamento dell'amministrazione Variati è «ostruzionistico. Non capiscono – ha avvisato – che la viabilità è sulla buona strada verso il collasso». Per quanto riguarda i ponti di Debba, invece, la critica è che «il Comune perda tempo in burocrazia, mentre c'è già il finanziamento». Per accelerare i tempi il consigliere nonché presidente dell'Ipab Gerardo Meridio si è detto disponibile a collaborare per gli espropri necessari per realizzare la nuova viabilità in zona. Buona parte dei terreni circostanti, infatti, è di proprietà dell'Ipab. Elfrida Ragazzo

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AGRICOLTURA: CIA, A RISCHIO â SCOMPARSAâ CENTINAIA AZIENDE (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 22-11-2008)

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AGRICOLTURA: CIA, A RISCHIO â??SCOMPARSAâ? CENTINAIA AZIENDE 22/11/2008 10.40.57 [Basilicata] Alle circa mille imprese agricole lucane â??scomparseâ? tra il 2007 e il 2008 se ne potrebbero aggiungere, entro il primo trimestre 2009, altre centinaia. A lanciare il grido di allarme è¨ la Cia-Confederazione italiana agricoltori che da oltre una settimana ha avviato in Basilicata iniziative di mobilitazione sotto lo slogan â??Ora i fatti. Gli agricoltori chiedono misure immediate ed efficaciâ?. Le oltre 50 assemblee territoriali e comunali che si sono svolte alla presenza di centinaia di agricoltori, la forte presenza della delegazione lucana al sit-in davanti al Parlamento â?? è¨ il primo bilancio della mobilitazione tracciato dal presidente regionale della Cia Donato Distefano â?? testimoniano una rinnovata volontà  del mondo agricolo a rimettere al centro dellâ??agenda politica nazionale e regionale i problemi più¹ urgenti che sono rappresentati dai pesanti costi di produzione, dagli aumenti degli oneri sociali e delle assicurazioni, dal caro-denaro e dal difficile accesso al credito bancario, dal crollo dei prezzi praticati nei campi e dallâ??opprimente burocrazia. Una situazione che sembra ignorata dal governo - spiega Distefano - che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore. Né© si intravedono misure propulsive. Si va avanti con interventi frammentari e non nella logica di una valida politica di sviluppo. E così¬ lo scenario futuro -avverte il presidente della Cia- si fa sempre più¹ oscuro. Senza interventi incisivi e finalizzati ad una riduzione dei costi che oggi comprimono le capacità  imprenditoriali, si corre il pericolo di un tracollo che avrà  effetti devastanti per lâ??intero sistema economico. Oltre alla chiusura di aziende, specie quelle che operano in zone di montagna e aree svantaggiate, si verificherà  un â??taglioâ? netto delle nostre produzioni agricole e con la conseguente invasione dallâ??estero. BAS 02

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uccide la moglie, i tre figli e si spara (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)

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Pagina 1 - Prima Pagina Uccide la moglie, i tre figli e si spara ORRORE NEL VERONESE VERONA. Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a ieri sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni. Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). I SERVIZI A PAGINA 6

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paolo santin: la cgil non diventi un partito (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2008)

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Dopo l'annuncio della mobilitazione Paolo Santin: «La Cgil non diventi un partito» «In questo momento di difficoltà dovrebbe emergere con forza il senso di responsabilità di un paese. Con la volontà di guardare avanti, di mettere le mani su ciò che non funziona, di operare pragmaticamente verso le riforme necessarie - considera il consigliere regionale del Pdl Paolo Santin -. La piccola impresa vuole lavorare, mantenere i lavoratori e magari assumerne di nuovi, ma per far questo necessita di aiuti concreti e non di parole, togliendo burocrazia, semplificando assunzioni e licenziamenti, e bene hanno fatto Pascolo e Marchiori a chiedere un ripensamento del sistema degli studi di settore». Santin accenna poi alla fiscalità di vantaggio per le imprese che, se il principio passasse, «non mi stupirei di vedere la Cgil e le altre parti dell'opposizione ad ergersi ad accusatori di questo nuovo scandaloso "inciucio" tra mondo della produzione e politica!». Rilancia l'esponente del centro-destra i contratti territoriali, ovviamente diversificati, e conclude definendo «vergognoso» l'utilizzo della recessione «come strumento di attacco politico» da parte della Cgil. «La Cgil si è trasformata da sindacato a opposizione politica dell'attuale maggioranza» e nelle sue azioni «emerge con evidenza la ricerca del nemico e della lotta di classe. A chi giova la linea del no, senza se e senza ma?». (e.d.g.)

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Crisi, 200 mila imprese agricole a rischio chiusura (sezione: Burocrazia)

( da "Sestopotere.com" del 22-11-2008)

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Crisi, 200 mila imprese agricole a rischio chiusura (22/11/2008 09:31) | (Sesto Potere) - Roma - 22 novembre 2008 - Oltre 200 mila imprese agricole a rischio chiusura; “taglio” del 25 per cento dell?agroalimentare “made in Italy” di qualità; calo del 15 per cento dell?export e del 10 per cento dell?occupazione nel settore; rincari tra il 3 e il 5 per cento dei prodotti alimentari. Questo lo scenario drammatico che potrebbe verificarsi per l?agricoltura italiana se non si interviene con validi e tempestivi interventi. A lanciare il grido di allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che giovedì ha tenuto un grande sit-in a Roma, davanti alla Camera dei deputati, con la partecipazione di migliaia di produttori agricoli provenienti da tutta Italia. Manifestazione che ha concluso la mobilitazione che si è svolta sull?intero territorio nazionale sotto lo slogan “Ora i fatti. Gli agricoltori chiedono misure immediate ed efficaci”. I pesanti costi di produzione, gli aumenti degli oneri sociali e delle assicurazioni, il caro-denaro e il difficile accesso al credito bancario, il crollo dei prezzi praticati nei campi e l?opprimente burocrazia -segnala la Cia- stanno mettendo in ginocchio migliaia di imprese agricole, molte delle quali ora producono addirittura in perdita. Una situazione che sembra ignorata dal governo che nella legge finanziaria non ha tenuto nella debita considerazione i gravi problemi del settore. Né si intravedono misure propulsive. Si va avanti con interventi frammentari e non nella logica di una valida politica di sviluppo. E così lo scenario futuro -avverte la Cia- si fa sempre più oscuro. Senza interventi incisivi e finalizzati ad una riduzione dei costi che oggi comprimono le capacità imprenditoriali, si corre il pericolo di un tracollo che avrà effetti devastanti per l?intero sistema economico. Oltre alla chiusura di aziende, specie quelle che operano in zone di montagna e aree svantaggiate, si verificherà un “taglio” netto delle nostre produzioni agricole e con la conseguente invasione dall?estero. I risultati sarebbero due: acquisteremo prodotti di qualità scadente e forte impennata dei prezzi per i consumatori. Non solo. Il settore vedrà diminuire l?occupazione e il calo produttivo determinerà una flessione del nostro export agroalimentare, oggi fiore all?occhiello del “made in Italy” di qualità. Davanti alla continua crescita dei costi, divenuti veramente onerosi, e alle difficoltà di ordine economico, al momento, non ci sono alternative. L?agricoltura -sostiene la Cia- è destinata a registrare nuove pesanti contrazioni. D?altra parte, sia le stime sull?annata agraria 2008 e il dato del valore aggiunto agricolo nel terzo trimestre dell?anno, parlano chiaro. Dicono che il rischio recessione non è affatto remoto e che per gli agricoltori si prospetta un futuro alquanto incerto, con prospettive veramente preoccupanti. Ecco perché la Cia si è mobilitata in tutto il territorio nazionale. L?obiettivo è quello di richiamare l?attenzione sulle pressanti questioni agricole e di individuare un progetto nuovo che, finalmente, conduca il settore sul sentiero dello sviluppo e della competitività.

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Uccide moglie e figli e si spara senza un perché (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 22-11-2008)

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L'omicida- suicidanon ha lasciato nulla per spiegare il suo gesto né lettere né altri messaggi Uccide moglie e figli e si spara senza un perché Un commercialista veronese di 43 anni fa una strage in un condominio vicino a Verona SAN FELICE EXTRA - Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perchè di una tragedia. E' ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino all'altra sera apparente mente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia. Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi, congetture, nulla di concreto. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, nè una lettera nè altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. "Qualcosa potrebbe averlo sconvolto - dice un collega - e per questo lui potrebbe aver temuto per la sua famiglia". L'omicidio-suicidio è avvenuto l'altra sera ed è stato scoperto ieri dalla collaboratrice domestica, una signora originaria dell'est europeo che era stata l'ultima ieri poco prima delle 19, a vedere "riunita e tranquilla" la famiglia. E' stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro "all'americana". La donna, in tuta da ginnastica, ed il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Mariacci era laureato in legge e in economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. L'uomo era titolare con un socio di un avviato studio di economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività dicivilista collaborava saltuariamente con il marito VINCENZO BENI ,

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SARNO. DOPO DUE ANNI FRANCESCO MAINARDI LASCIA L'INCARICO DI DIRIGENTE DEL COMMISSARIATO DI SARNO. A... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 22-11-2008)

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Sarno. Dopo due anni Francesco Mainardi lascia l'incarico di dirigente del commissariato di Sarno. Al suo posto arriverà il vicequestore aggiunto, Arturo Iannuzzi. La notizia circolava già da tempo, ma da ieri è ufficiale. Da lunedì Mainardi andrà a lavorare alla squadra mobile di Salerno. Originario di Angri, era arrivato a Sarno il 3 luglio del 2006, al posto di Sabatino Fortunato. Il suo successore, Iannuzzi, è invece originario della provincia di Avellino e proviene dalla questura di Salerno. Nei due anni in cui ha diretto il commissariato di Sarno, Mainardi ha ottenuto importanti risultati nella lotta alla microcriminalità e nell'azione di contrasto ai fenomeni dello spaccio e dell'immigrazione clandestina. Tra gli obiettivi di cui va fiero, aver velocizzato la burocrazia degli uffici. Per il suo impegno contro la criminalità locale, l'otto settembre scorso il commissario capo Mainardi è stato oggetto, assieme ai carabinieri della stazione di Sarno, di un grave episodio intimidatorio. Una busta contenente quattro proiettili calibro 7,65, indirizzata al commissariato di Sarno, fu intercettata al centro smistamento delle poste di Napoli. Un episodio inquietante sul quale le indagini delle forze dell'ordine e della magistratura antimafia per individuare gli autori o l'autore sono ancora in corso. antonio orza

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napolitano (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

napolitano Lillo Miceli Palermo. E' stata rinviata di ulteriori 45 giorni la riorganizzazione della burocrazia regionale: gli incarichi dei dirigenti generali sono stati prorogati di un altro mese e mezzo. Così ha deciso la Giunta regionale, presieduta da Raffaele Lombardo, che si è riconvocata per lunedì prossimo quando dovrà sostituire due dirigenti generali che nei prossimi giorni andranno in pensione: Alfredo Liotta (Presidenza) e Luigi Castellucci (Sanità). Non sono previste nuove nomine, ma i due dipartimenti saranno assegnati ad interim. Insomma, non ci saranno «rivoluzioni» fino alla chiusa di Agenda 2000. Nel frattempo, l'Ars dovrebbe approvare il disegno di legge che riduce i dipartimenti da 39 a 29 e ridisegna le competenze assessoriali. Ma questa seconda parte entrerà in vigore nel 2010. In questa direzione va il compito assegnato all'assessore Michele Cimino di coordinare l'attività del dipartimento Bilancio e del dipartimento Programmazione. L'obiettivo è quello di razionalizzare gli interventi ed evitare che si intreccino finanziamenti effettuati con risorse regionali e finanziamenti derivanti dal Por 2007-2013. Utilizzare al meglio le risorse europee è un imperativo categorico. Per fare fronte alla crisi finanziaria dell'«Ato 3» di Palermo, la giunta ha autorizzato l'assessore agli Enti locali, Francesco Scoma, a procedere ad un'anticipazione finanziaria, a valere sul fondo di rotazione. Nel corso della stessa seduta, la giunta ha anche deciso di presentare un doppio ricorso alla Corte Costituzionale. Il primo riguarda la presunta illegittimità dell'art. 3 del cosiddetto «Decreto Gelmini» che obbliga regioni ed enti locali, entro il 30 novembre di ogni anno, ad approvare i piani di ridimensionamento scolastico, pena il commissariamento. Una norma che sarebbe in netto contrasto con lo Statuto speciale siciliano. «La Regione - ha rilevato l'assessore alla Pubblica istruzione, Antonello Antinoro - si oppone all'unanimità al ridimensionamento scolastico perché la Sicilia paga un presso troppo alto». Il secondo ricorso, invece, è relativo alla richiesta di atti sul servizio 118 dal parte della Corte dei conti alla commissione Sanità dell'Ars. Un'iniziativa che viola le prerogative del Parlamento siciliano. Ma i problemi da affrontare sul piano politico e legislativo sono molteplici. E' necessario urgentemente approvare alcune misure anti-crisi per evitare che la debole economia isolana sia travolta dalla congiuntura internazionale. Per il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si annuncia un vero e proprio tour de force che inizierà questo pomeriggio a Catania dove incontrerà i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. «Avanzeremo proposte - ha detto Maurizio Bernava, segretario di Cisl-Sicilia - per il monitoraggio immediato dei punti di crisi; chiederemo che la programmazione Ue 2007-2013 sia basata su un provvedimento antispeculativo che impedisca il "prendi i soldi e scappa"». Nei prossimi giorni, il presidente della Regione Lombardo incontrerà i rappresentanti del mondo produttivo e, poi, i dirigenti degli istituti di credito che hanno sportelli in Sicilia. La commissione Bilancio dell'Ars, presieduta da Riccardo Savona, ha audito il direttore di Confindustria-Sicilia, Giovanni Catalano, che ha tracciato il debole quadro dell'economia siciliana che è anteriore all'esplosione della crisi dei mercati finanziari.

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Spara alla testa alla moglie e ai figli di 3, 6 e 9 anni, poi si toglie la vita (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Spara alla testa alla moglie e ai figli di 3, 6 e 9 anni, poi si toglie la vita Vincenzo Beni Verona. Un mazzo di gigli deposto da qualcuno davanti alla porta a vetri, il contrasto dei fiori con la fredda burocrazia dei sigilli della Procura, e i mille perché di una tragedia. È ciò che resta, davanti a una sobria abitazione di San Felice Extra, a pochi chilometri da Verona, di una famiglia sino a giovedì sera apparentemente serena, felice. Una famiglia, padre, madre e tre figli, sterminata. Pochi minuti sono bastati a un commercialista di 43 anni, Alessandro Mariacci, per stroncare con un colpo di pistola alla fronte le vite della moglie, coetanea, Maria Riccarda Carrara Bottagisio, avvocato, e dei suoi tre figli maschi, Jacopo, Nicolò e Filippo di 3, 6 e 9 anni. Quattro scene che sembrano altrettante esecuzioni, tanto da sconvolgere gli stessi uomini della polizia («sono cose che ti distruggono umanamente» ha detto il questore Vincenzo Stingone). Un piano di morte portato a termine dal capofamiglia con fredda lucidità, prima di rivolgere l'arma contro la sua testa e premere per l'ultima volta il grilletto. Un raptus omicida sul quale ora tutti si interrogano, a cominciare dalla squadra mobile di Verona che conduce le indagini, coordinate dal pm Pietro Pascucci. E sono gli stessi investigatori a passare al setaccio ogni possibile movente. Ma al momento paiono avere in mano solo ipotesi. L'omicida non ha lasciato nulla per spiegare il suo folle gesto, né una lettera né altri messaggi, neppure sui computer. Non sembra spiegare le ragioni della strage la pista di una possibile grave malattia dell'uomo. Mariacci aveva avuto un tumore ad un testicolo nove anni fa, patologia che però aveva superato del tutto, avendo avuto dopo altri due figli. E neppure un motivo passionale o una crisi coniugale sarebbero all'origine della tragedia. «Qualcosa potrebbe averlo sconvolto - dice un collega - e per questo lui potrebbe aver ?temuto? per la sua famiglia». L'omicidio-suicidio è avvenuto giovedì sera ed è stato scoperto ieri dalla collaboratrice domestica, che era stata l'ultima ieri poco prima delle 19, a vedere «riunita e tranquilla» la famiglia. È stata lei sotto choc a dare l'allarme alla polizia. Agli agenti si è parata davanti la scena di una delle più gravi stragi familiari degli ultimi anni: quasi un massacro ?all'americana?. La donna, in tuta da ginnastica, e il piccolo Jacopo, in pigiama, erano morti nella taverna della casa ricavata nell'interrato. La moglie era riversa sul divano, su di lei una ferita ad un braccio, segno forse di un tentativo estremo di difesa, quindi il foro in fronte, il colpo mortale. Accanto a lei sul pavimento il bimbo di appena tre anni: fulminato dal padre, è caduto riverso sul piccolo esercito di soldatini con il quale stava giocando. L'uomo è quindi risalito sino al primo piano: è entrato nella cameretta di Jacopo e Nicolò, 9 e 6 anni, uccidendoli nel sonno. Il professionista ha quindi completato la strage nella camera matrimoniale: per farla finita, un colpo alla tempia. Accanto al suo cadavere due pistole semiautomatiche, una delle quali con il cane alzato entrambe detenute regolarmente. L'uomo era un appassionato di tiro, e qualche volta si recava al poligono per tenersi in allenamento. La polizia non esclude che l'uomo abbia usato entrambe le pistole, ma solo lo Stub potrà confermarlo. Secondo le prime indicazioni la tragedia sarebbe avvenuta tra le 22.30 e le 23 dell'altroieri. Alcuni vicini ascoltati in questura avrebbero detto di aver sentito intorno a quell'ora dei colpi secchi, ma non di averci fatto particolarmente caso. Mariacci era laureato in Legge e in Economia e commercio; originario di Piacenza era a Verona da molti anni tanto da frequentare il liceo scaligero Scipione Maffei dove aveva conosciuto la donna che sarebbe poi divenuta sua moglie. Orfano dei genitori, scomparsi in un incidente automobilistico, dall'età di sei anni, l'uomo era titolare con un socio di un avviato studio nel cuore di Verona antica; era specializzato in economia tributaria. Sul portone del suo ufficio anche la targa di Maria Bottagisio che lasciata da qualche anno l'attività di civilista collaborava saltuariamente con il marito.

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Disabile ottantenne sconfigge la burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il" del 22-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Disabile ottantenne sconfigge la burocrazia Il Consiglio di Stato: illegittima la delibera regionale che lo esclude da un contributo perchè troppo anziano MestreLa domanda l'ha presentata comunque per anni, pur sapendo che gliela avrebbero respinta perché la sua età supera il limite fissato dalla giunta regionale per aver diritto al sussidio economico previsto dal "progetto di vita indipendente dei disabili portatori di grave handicap". «Sapevo che era solo questione di tempo - spiega - perché quella norma è chiaramente iniqua quando restringe a chi ha fra i 18 e i 64 anni la possibilità di ottenere l'emolumento».E il tempo gli ha dato ragione visto che che il Consiglio di Stato ha accolto il suo ricorso straordinario al Presidente della Repubblica con una sentenza che dichiara nulla la delibera impugnata proprio nella parte riguardante il criterio anagrafico.Una piccola grande vittoria per Umberto Guido Colecchia (nella foto), residente in viale San Marco, per 37 anni dipendente pubblico, prima come vigile urbano, impiegato all'anagrafe e all'ufficio tributi, per poi passare al settore igiene dell'Ulss e andare in pensione nel 1992 e diplomarsi geometra - ci tiene a precisare - insieme al figlio nello stesso giorno.«Ho un carattere battagliero e non mi rassegno facilmente né alle difficoltà legate al trascorrere dell'esistenza, né tanto meno a quelle che considero delle ingiustizie burocratiche. Ho passato gli ottant'anni lo scorso ottobre, sono costretto su una sedia a rotelle elettrica, ma sono in grado di gestirmi appieno nel quotidiano insieme a mia moglie: dalla spesa, al riordino della casa, al pagamento delle bollette. Qualcuno mi deve pur chiarire - esorta Umberto Guido Colecchia - il motivo per cui non posso beneficiare di un sostegno economico pari a circa mille euro al mese semplicemente perché ho la "colpa" di essere troppo vecchio».E i massimi giudici amministrativi la pensano come lui scrivendo che «la limitazione, sicuramente non ha una spiegazione razionale, atteso che anche persone disabili che hanno già superato il 64.mo anno di età possono essere capaci di gestirsi da soli nell'ambito delle previsioni assistenziali in questione, preferendo l'assistenza indiretta a quella diretta».Il "progetto vita indipendente" varato all'interno delle politiche sociali regionali ha proprio lo scopo di garantire l'autonomia alle persone con disabilità permanente nello svolgimento di una o più funzioni essenziali non superabili con ausili tecnici, realizzando anche dei programmi di aiuto su misura, gestiti in forma appunto indiretta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia.Monica Andolfatto

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Edilizia in rosso, 500 posti a rischio (sezione: Burocrazia)

( da "Alto Adige" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

In calo ordini e fatturato, costruttori e sindacati chiedono aiuto alla Provincia Edilizia in rosso, 500 posti a rischio Repetto: piano straordinario per le opere pubbliche e legge urbanistica più flessibile MIRCO MARCHIODI BOLZANO. Pochi giorni fa la Monier di Chienes ha messo in mobilità 12 dipendenti. Secondo i sindacati, saranno i primi di una lunga serie: «I posti a rischio sono 500», dice Michele Buonerba della Cisl. Vittorio Repetto, presidente della Cassa edile che ieri ha premiato gli iscritti più fedeli, conferma la crisi che si farà sentire all'inizio del 2009. Diverse le richieste di aiuto alla Provincia. Ieri la Cassa edile ha festeggiato operai e imprese iscritti da 30 anni all'ente paritetico formato da costruttori e sindacati. «Ma in questo particolare periodo di crisi economica - ha ricordato il presidente della Cassa edile Vittorio Repetto - questa festa assume anche un valore simbolico. Il nostro settore conta oltre 17 mila lavoratori e più di duemila imprese, produce l'8% del Pil provinciale. Senza contare che per ogni lavoratore del settore edile ce ne sono tre impiegati nell'indotto. Però siamo in difficoltà: è necessario che la nostra classe dirigente - Provincia in testa - predisponga a breve un grande piano di opere pubbliche rivedendo anche le regolamentazioni urbanistiche che devono essere più flessibili ed attente alle esigenze diverse dei vari Comuni». A dare l'idea della crisi, ecco i numeri snocciolati dal vicepresidente della Cassa edile Maurizio D'Aurelio: «L'indice dei prodotti impiegati in edilizia è sceso dell'8,2% in un anno, le compravendite di abitazioni del 14%, il fatturato del 18,5%. Occorrono misure straordinarie per uscire da questo momento». Josef Negri, segretario generale del collegio edile, conferma il "momento no": «Gli appalti sono in calo e la fiducia delle imprese sta scendendo. Molte stanno pensando che, se la situazione nei prossimi mesi non cambierà, dovranno ricorrere a riduzioni del personale». Negri non vuole fare numeri, ma ci pensa il segretario provinciale degli edili all'interno della Cisl Michele Buonerba: «Ci sono 15 aziende che da agosto sono in arretrato con gli stipendi. Altre cinque aziende hanno già fatto richiesta al ministero per poter applicare i contratti di solidarietà ai loro dipendenti, complessivamente circa 250: significa che tutti mantengono l'impiego, anche se con orari di lavoro ridotto. La situazione è però destinata a peggiorare una volta che finirà la cassa integrazione invernale: a marzo potremmo perdere 500 posti di lavoro». Repetto non smentisce il dato («i sindacati hanno una visione più puntuale della situazione»), ma prevede che la crisi si abbatterà qualche mese più tardi, indicativamente a maggio. «Ma è una crisi che si può attenuare», è convinto. L'invito a muoversi è rivolto soprattutto alla Provincia. «In un periodo come questo è essenziale l'investimento pubblico. Inoltre servono piani urbanistici più flessibili». La replica dell'assessore ai lavori pubblici Florian Mussner è immediata: «Anche nel 2009 dovremmo avere a disposizione 240 milioni di euro per portare avanti il nostro programma. In questi anni abbiamo fatto di tutto per mantenere questi soldi in provincia (oltre il 95% degli appalti è stato assegnato a ditte locali) e il prossimo passo sarà quello di abbattere la burocrazia». è proprio quello che chiede Negri: «Per fortuna arriviamo da anni di crescita sostenuta. Però bisogna reagire subito: oltre agli investimenti pubblici vanno semplificate le procedure e le banche devono continuare ad avere fiducia nelle nostre imprese. Questo momento di crisi durerà almeno un anno, ma sono ottimista: possiamo uscirne più forti di prima».

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La doppia faccia della sanità: troppi medici, pochi infermieri (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Brescia" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Edizione: 23/11/2008 testata: Giornale di Brescia sezione:economia La doppia faccia della sanità: troppi medici, pochi infermieri Secondo uno studio dell'Ocse, In Italia mancano 60.000 infermieri mentre abbondano i medici ROMAL'Italia è il Paese dei camici bianchi, con il più alto numero al mondo di medici per abitanti, mentre c'è carenza cronica di infermieri, figure professionali sempre meno reperibili sul mercato. Una situazione che rischia di avere gravi ripercussioni sul sistema pubblico di assistenza e che va dunque «risolta al più presto». A fotografare l'emergenza è il Rapporto Ocse 2008 sulle risorse umane italiane in ambito sanitario, che avverte: l'assunzione di personale paramedico straniero potrebbe rappresentare una soluzione, se l'eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. La sanità rischia il collasso La popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni e nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni. Il sistema sanitario italiano, al momento, afferma l'Ocse, «potrebbe non essere in grado di far fronte a questi cambiamenti, in particolare per quanto riguarda l'assunzione del personale paramedico». Si calcola infatti che la carenza di infermieri, soprattutto al Nord, aumenti ogni anno a causa dello squilibrio tra i pensionamenti (17.000 l'anno) e le assunzioni (8.000 l'anno). L'Italia ha il più alto numero al mondo di medici per abitante: più di 600 ogni 100.000 abitanti nel 2005. I medici appartenenti alla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sono circa 370 mila, di cui un terzo lavora negli istituti pubblici. Inoltre, secondo l'Ocse, la competizione tra medici nel settore pubblico è molto alta e spesso i più giovani devono aspettare a lungo prima di ritagliarsi un posto di lavoro. D'altra parte, l'Ocse sottolinea come il mercato del lavoro italiano in ambito sanitario soffra di una «cronica mancanza di fondi, scarse opportunità di carriera e nepotismo, risultando poco attraente per professionisti stranieri». Il settore infermieristico deve far fronte al problema opposto. L'Italia ha meno infermieri che dottori (348.415 nel 2005), la maggior parte dei quali (70%) lavora in strutture pubbliche. Secondo la Federazione collegi infermieri (Ipasvi), nel 2006 la carenza era di circa 60.000 unità. Servirebbero gli stranieri, ma... La carenza di infermieri, sottolinea l'Ocse, «potrebbe essere in parte colmata dall'assunzione di personale estero. Ma a causa della competizione con altri Paesi, che offrono salari più alti e condizioni di lavoro migliori, il numero di infermieri stranieri in Italia è ancora molto basso: 6.730 nel 2005, di cui un terzo proveniente dall'Unione europea». Gli infermieri che arrivano hanno mediamente tra i 20 e i 39 anni e provengono da Romania (60%) e Polonia (25%). Malgrado la forte domanda, l'Italia, conclude l'Ocse, «rimane un Paese poco attraente per gli infermieri stranieri: lo stipendio non è competitivo (circa 1.600 euro al mese), le politiche di immigrazione sono sfavorevoli e la scarsa diffusione della lingua italiana all'estero rende la comunicazione più difficile».

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corsi di formazione, una carta in più (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 1 - Grosseto Corsi di formazione, una carta in più Circa il 40 per cento dei diplomati trova un'occupazione FAME DI LAVORO GROSSETO. Trovare lavoro? Il periodo non è dei più facili ma le opportunità di riuscirci possono aumentare molto se ci si professionalizza attraverso la formazione. è quello che suggerisce la Provincia di Grosseto con corsi e progetti rivolti a chi si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro, ma anche ai disoccupati e alle categorie protette; nel linguaggio della burocrazia, a tutte le persone "in età attiva". Basta presentare una richiesta all'ufficio Formazione professionale e, passato il vaglio di una commissione esterna di valutazione, si potrà frequentare gratuitamente un corso presso un'agenzia specializzata, finanziato dal Fondo sociale europeo. E dalla guida subacquea al tecnico informatico, dalla sarta all'esperto in risparmio energetico ed energie rinnovabili, le opportunità di crescita sono molte. Tante, però, sono anche le domande. I disoccupati che hanno fatto richiesta nel 2008 sono ben 575 dei quali solo 172 hanno poi potuto seguire i corsi. Nel gruppo di richieste, le domande pervenute da cittadini extracomunitari sono poco più di un centinaio mentre 30 sono arrivate da ragazzi che hanno abbandonato la scuola prima di aver finito il percorso di studi. Un altro capitolo è quello dei laureati in cerca di impiego. Per loro occorre presentare un progetto in cui specificano il percorso che intendono seguire e spiegano in che modo le nuove competenze possono aiutarli a trovare un lavoro. Nel 2008 le domande fatte da chi è appena uscito dall'università sono state 89, per un totale di 77 posti disponibili. In entrambi i casi le richieste fatte da donne sono di gran lunga superiori a quelle presentate dagli uomini: 481 contro 94 nel gruppo dei disoccupati, 64 contro 22 in quello dei laureati. «Un dato - spiega Paola Parmeggiani, dirigente del settore Formazione professionale della Provincia - che deve far riflettere sulle difficoltà che sempre più spesso le donne incontrano a inserirsi nel mondo del lavoro». E che, per essere arginato, ha bisogno di un grosso investimento. «Il finanziamento europeo per il periodo 2007-2012 - spiega ancora Parmeggiani - ammonta a quasi 30 milioni di euro. Di questi soldi, il 28 per cento è destinato ai centri per l'impiego e il restante 72 per cento, più o meno 21 milioni di euro, serve per finanziare i corsi». Circa 4 milioni di euro all'anno vengono dunque spesi dall'Unione Europea per incentivare il lavoro nella provincia di Grosseto, con un investimento massimo di 3 mila euro a singola richiesta. Ma, attenzione, non si tratta di un ufficio di collocamento. «è importante - precisa Parmeggiani - che chi presenta la domanda di partecipazione sappia in anticipo che frequentare un corso non significa trovare automaticamente lavoro. I corsi servono solo a dare quella preparazione tecnica che la scuola e l'università non possono offrire, ma che in tanti casi può fare la differenza». In sostanza, chi si iscrive ha davanti a sé un periodo di studio che va dai sei mesi a un anno e mezzo, con un monte ore da 200 a 1200. Dando un'occhiata alle cifre, nel periodo dal 2000 al 2003 su 100 ammessi alla formazione, solo la metà ha portato a termine il corso e tra questi hanno trovato un'occupazione in 34, di cui solo 9 con contratto a tempo determinato. Cifre di poco superiori nel triennio 2004 - 2007: 100 gli ammessi, 59 i formati, 44 gli occupati. Francesca Ferri

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nella borgata lontana da tutto l'unico pub è una catapecchia - dario prestigiacomo (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina XII - Palermo L´occupazione La piazza Nella borgata lontana da tutto l´unico pub è una catapecchia Il luogo cult dei ragazzi creato da un ex detenuto Falsomiele I luoghi di ritrovo sono un´osteria un bar e un circolo il campo di calcio adesso è chiuso DARIO PRESTIGIACOMO Dalla stazione centrale a qui non c´è più di un quarto d´ora d´auto. Ma qui la distanza dal resto della città non si misura con i tempi di percorrenza o con i metri. Lo sanno tutti, nella vecchia piazza di Falsomiele, che Palermo è più lontana di quanto possa indicare qualsiasi cartina stradale. Qui le istituzioni non arrivano, se non con i presidi scolastici, e la legge, se proprio deve farsi vedere, preferisce farlo al di fuori della larga cerchia di case popolari che racchiudono la piazza. Qui vigono altre regole, quelle che i residenti si sono dati nel tempo, per via di un´autonomia conquistata più con la disperazione del disagio che con la prepotenza della piccola criminalità. Che c´è, come testimoniano le cronache che parlano di spaccio di droga e di arresti di pusher giovani e giovanissimi. E fa pensare vedere scorrazzare indisturbati nugoli di ragazzini senza casco in sella a costosi scooter, nuovi fiammanti, in un quartiere così povero. Del resto, nella piazza vigili non se ne sono mai visti, nonostante nel giro di pochi metri si alternino un asilo, una scuola materna e una media. «Mancano i vigili e la segnaletica stradale. Semafori non ce ne sono. Qui in piazza attraversare è sempre un pericolo», lamenta un pensionato senza distogliere lo sguardo dalle carte, mentre gioca a briscola nell´unico punto di ritrovo per gli anziani, che si trova in via del Cigno, alle spalle della piazza. Un circolo con due tavoli su cui dalla mattina al pomeriggio ci si sfida a carte, proteggendosi dal freddo e dal caldo, a seconda della stagione. In alternativa, ci sono un´osteria e un bar. Per il resto, la vita della piazza scorre tra i pochi negozi rimasti: un alimentari, un panificio, un tabacchino, una friggitoria e un negozio di fiori. «Prima qui era pieno di attività commerciali - racconta Andrea Gulemi, presidente della terza circoscrizione - Ma gli esercenti hanno preferito trasferirsi altrove». La maggior parte di loro si è spostata nei pressi di via dell´Orsa minore, la zona-bene del quartiere, dove anche la chiesa ha sede, in un moderno edificio lontano dall´architettura delle case popolari e da chi vi abita, stando a quanto si dice, polemicamente, in piazza. A presidiare il vecchio cuore di Falsomiele sono rimasti gli ambulanti, che vendono pesce, frutta e caldarroste. E i ragazzi, dalla mattina a tarda sera, davanti al bar o alla sala giochi. «Scrivilo che qui lavoro non ce n´è. Non ce lo vogliono dare perché gli conviene che ci scanniamo per 50 centesimi», dice Totò, con parole di fuoco e un´espressione serafica. Lui è uscito dal carcere qualche tempo fa grazie all´indulto. «Ma nessuno, una volta fuori, mi ha spiegato come evitare di tornarci - spiega - lo Stato si è fatto bello con noi, i politici vengono qui a ogni elezione a farci promesse. Ma me lo spiega come posso chiedere un lavoro onesto con i precedenti che ho?» Un breve giro intorno alla piazza basta a comprendere che a Falsomiele poco o nulla è stato fatto per loro, per i giovani. Gli spazi ci sono, ma non vengono sfruttati. Un campo di calcio costruito dal Comune è stato presto abbandonato. E la stessa sorte sarebbe toccata al piccolo parco giochi sistemato di fronte alla scuola materna, se non fosse intervenuto in suo soccorso Gioacchino Arizzi, meglio noto come «fratello Gino». In un luogo in cui né la parrocchia, né la rete di assistenza sociale arrivano, è lui il vero punto di riferimento per i giovani di Falsomiele. Cinque anni fa, senza passare dalla burocrazia, ha messo su una casetta in legno, proprio nel giardino dove sono installate le quattro giostre del Comune. L´ha arredata di tutto punto, con bancone bar, tavoli, poltrone e una tv. Infine, con una cisterna e un generatore di corrente ha installato gli impianti per l´acqua e la luce. Così è nato il primo pub nella storia della piazza di Falsomiele. Anche se chiamarlo pub è riduttivo, visto che nel pomeriggio il locale viene preso d´assalto dai bambini. «Questo è il loro unico punto di ritrovo lontano dai pericoli della strada - spiega Gino - Se sono qui, è principalmente per loro. Sono io che ogni giorno mi occupo della manutenzione delle giostre, che porto il mio pony per farli giocare, che mi prodigo per organizzare le feste di compleanno, quando i genitori non hanno i soldi per farlo. Se avessi aspettato le istituzioni, loro avrebbero perso anche questa piccola oasi». E in effetti, il "pub" è pieno di ragazzini e il parco giochi è in perfette condizioni. Anche le vicine scuole sembrano aver giovato della presenza di questo locale. «Le maestre mi vogliono bene - dice - perché da quando ho aperto, le scuole non sono state più vandalizzate». La vita di Gino non è stata semplice e lui stesso non nasconde il suo passato. «Nel mio cammino ho incontrato mafia e droga - racconta - Ma poi, vent´anni fa, ho conosciuto Dio e da quel momento ho deciso di cambiare». La sua fede è testimoniata dalla scritte sui pannelli posti all´ingresso e sul bancone del bar. «Dio è amore», si legge. E in questo luogo anomalo, dove sacro e profano si mischiano, anche i ragazzi più grandi hanno imparato a rispettare le regole di «fratello Gino». «Qui la droga non entra - spiega - La polizia lo sa e per questo non ho avuto mai noie. E quando la sera guardo i giovani divertirsi, scorgo nei loro occhi la speranza di un futuro diverso, la voglia di trovare una via d´uscita. Come ho fatto io». Già, perché nella piazza di Falsomiele, vigono altre regole, la burocrazia non arriva. E paradossalmente, non sempre è un male.

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navacchio fa festa intorno alla caserma (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 9 - Pisa Navacchio fa festa intorno alla caserma Operativa da tempo, è stata inaugurata ieri la sede dei carabinieri CASCINA. Cerimonia partecipata per l'inaugurazione della caserma dei carabinieri di Navacchio. Alla presenza del colonnello Edoardo Lepre, comandante del comando provinciale dell'Arma di Pisa, del sindaco del comune di Cascina, Moreno Franceschini, e del prefetto di Pisa, Benedetto Basile, un taglio del nastro a lungo atteso. «Abbiamo seguito il progetto per sei anni - ha spiegato Franceschini -. C'è la soddisfazione di vedere quest'opera compiuta, anche se la burocrazia ha, in parte, rallentato i lavori. Sento il dovere di ringraziare chi si è impegnato per realizzare la caserma, che, per spazi e strumentazioni, consente un miglior lavoro dei militari sul territorio. Dando risposta alla richiesta di sicurezza dei cittadini». Soddisfatto anche il colonnello Lepre che ha sottolineato il valore del lavoro dei carabinieri sul territorio e quanto questo sia apprezzato. Un apprezzamento dimostrato anche dall'inaugurazione, a cui ha partecipato un numero di cittadini oltre le attese. La cerimonia è stata anche accompagnata dall'esibizione della fanfara della scuola sottufficiali di Firenze e da un picchetto di militari dell'arma in alta uniforme. Presenti all'inaugurazione della caserma, intitolata a Salvo D'Acquisto, i rappresentanti di tutte le stazioni dei carabinieri della provincia e delle associazioni combattentistiche e d'arma. A fianco dell'edificio quattro alloggi per i militari. E la costruzione, oltre essere sede per l'attività operativa dei carabinieri di Navacchio (comandati dal maresciallo Massimo Nucci) e ora anche di Riglione, ospiterà anche l'associazione dei carabinieri in congedo. Un sodalizio con oltre centosettanta iscritti, che si impegna per la continuità tra le vecchie e le nuove generazioni dei militari dell'Arma.

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Nessuno speculi, ma Gelmini si dia da fare (sezione: Burocrazia)

( da "Riformista, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Nessuno speculi, ma Gelmini si dia da fare segue dalla prima È accaduto in un istituto che dalle foto appare ben tenuto e con aule pulite e spaziose. Poco lontano dalla civilissima Torino. A un passo dalla città che ancora oggi non dimentica di essere stata la capitale di un regno che si vantava dell'efficienza e dell'onestà dei propri funzionari pubblici. Nei prossimi giorni capiremo meglio quale è stata la dinamica di questa incredibile disgrazia, e se ci sono state responsabilità da parte di chi dovrebbe assicurarsi che le scuole siano un luogo sicuro e accogliente per i nostri bambini e adolescenti. Nel frattempo non possiamo fare altro che assistere attoniti a una nuova tragedia. Senza parole per il dolore di una famiglia. Consapevoli che nessuna spiegazione può placare la rabbia di chi apprende che, in un giorno come tanti altri, ha perso un figlio perché il soffitto della scuola è crollato. Oltretutto, ciò accade proprio quando di scuola si discute animatamente da settimane. Sarebbe superficiale e indegno di un paese civile approfittare di questa circostanza per attaccare il ministro della pubblica istruzione in carica. Maria Stella Gelmini è solo da qualche mese alla guida di un ministero che ha sofferto di decenni di attenzione selettiva e strumentale da parte di governi sia di destra sia di sinistra. La scuola è stata vittima dello scontro ideologico. Trascurata per la colpevole mancanza di visione delle nostra classe dirigente. Oppressa dalla burocrazia, soffocata dall'egualitarismo giacobino, sfinita dall'attivismo riformatore di certi pedagoghi, quella che dovrebbe essere una delle istituzioni fondamentali della società è da tempo in agonia. Uno stato che le statistiche internazionali rivelano solo in parte e che l'impegno di tanti docenti preparati e - nonostante tutto - pieni di entusiasmo non riesce ad arrestare. Che fare? L'abbiamo già scritto in passato, e lo ripetiamo oggi. L'istruzione nel nostro paese ha bisogno di un ritorno all'essenziale. "Back to Basics", dovrebbe essere lo slogan di una legislatura bipartisan per invertire la tendenza al declino della scuola italiana. Va bene il ritorno ai voti e al grembiule. Probabilmente anche quello al maestro unico. Ma non è possibile andare avanti soltanto con iniziative che - per quanto condivisibili - sono ispirate soprattutto dalla necessità di far quadrare i bilanci a ogni costo. Se i tagli sono necessari lo sono anche gli investimenti. A cominciare da quelli nelle strutture che talvolta sono fatiscenti e spesso prive di ciò che altrove è ritenuto essenziale (per esempio, quante scuole italiane hanno una biblioteca degna di questo nome? Un laboratorio per l'insegnamento delle scienze naturali? Una palestra attrezzata? Una piscina?). C'è chi ha accusato la Gelmini di una volontà restauratrice. Bene, il ministro prenda alla lettera questa critica e mostri di essere davvero capace di restaurare la scuola italiana. A cominciare dagli spazi fisici e dalle attrezzature. Per garantire sicurezza a chi ci lavora e studia e serenità ai genitori. Mostri che le sue prime iniziative non sono soltanto l'abile tentativo di trasformare una necessità in virtù ma il primo passo di un progetto di lungo periodo: restituire dignità e autorevolezza alla scuola italiana. Su questa strada Maria Stella Gelmini può cercare un dialogo costruttivo con i riformisti. Magari cominciando con il coinvolgerli, anche con ruoli di responsabilità, nella gestione del dicastero da cui dipende - più che da tanti altri, e certo più che dalla commissione di vigilanza RAI - il futuro di questo paese. Dopo le elezioni statunitensi il ministro ha dichiarato di ispirarsi a Obama. Mostri che è vero nominando tra i suoi collaboratori anche esponenti significativi della cultura riformista che si riconoscono politicamente nel partito democratico. Faccia un gesto di coraggio, scommettendo nella forza delle idee piuttosto che in quella della comunicazione. Mario Ricciardi 23/11/2008

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ANGELO CONTE È di pochi giorni fa la notizia che la Whirlpool taglierà 95 dipendenti a tempo indeterminato presso lo stabilimento di Trento sui circa 650 totali (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ANGELO CONTE È di pochi giorni fa la notizia che la Whirlpool taglierà 95 dipendenti a tempo indeterminato presso lo stabilimento di Trento sui circa 650 totali ANGELO CONTE È di pochi giorni fa la notizia che la Whirlpool taglierà 95 dipendenti a tempo indeterminato presso lo stabilimento di Trento sui circa 650 totali. Fabbriche come quella di Spini, dipendenti da multinazionali e senza un proprio centro di ricerca, potranno sopravvivere anche in futuro in Trentino? Se sì, come: aumentando la produttività, i valori aggiunti dei prodotti? «È un fenomeno fisiologico che in tempi di crisi le aziende facciano roccaforte intorno ai centri di produzione essenziali. Essere più produttivi non sempre garantisce la soppravvivenza all'interno di un'azienda. Spesso unità altamente produttive vengono sacrificate ad una ragione superiore di sopravvivenza di sistema. Delle unità dinamiche e finanziariamente indipendenti hanno maggior probabilità di sopravvivenza in una fase di depressione prolungata che delle unità dipendenti amministrativamente da centri decisionali lontani. La migliore garanzia di sopravvivenza è uno stretto rapporto con la propria clientela diretta ed una clientela ben diversificata». In provincia il settore industriale è piuttosto forte con oltre 30mila addetti su un totale di 228mila occupati. Sul breve periodo dobbiamo attenderci una sforbiciata nei posti di lavoro? «Nell'Occidente, con i nostri alti costi sociali, l'economia industriale può sopravvivere solo se si riposiziona continuamente ai più alti livelli tecnologici. Nella produzione di macchinari per esempio, l'Italia si trova talora schiacciata fra la Cina e Taiwan da una parte (grossi volumi a basso prezzo) e la Germania (alta qualità). Nei settori però dove l'Italia ha mantenuto l'innovazione ripetitiva non solo si difende, ma domina. Per quanto concerna la disoccupazione, a livello globale il primo settore colpito è quello finanziario. L'industria e i servizi pare debbano accusare i più grossi colpi nella seconda metà 2009 ed inizi 2010. Gli ammortizzatori sociali saranno probabilmente inadeguati in Paesi come la Francia, la Germania (ed un po' meno l'Italia) dove la rigidità del mercato del lavoro e la perduta abitudine a trasferimenti settoriali e geografici dei lavoratori rendono la trasformazione necessaria ancora più difficile. Anche per questo il dollaro sale, perché si pensa che gli Stati Uniti siano più flessibili e quindi possano uscire per primi dalla crisi». In quali settori il pericolo è maggiore? «Tutti i settori con domanda elastica sono a rischio. L'unico vero settore a domanda inelastica è la sanità. Io ho sempre sostenuto la necessità in Trentino di un partenariato fra strutture private e pubbliche per offrire servizi remunerati anche a pazienti di altri territori, così come si fa con successo da tempo in altri Paesi ad alta competenza medica, chirurgica e di riabilitazione. Altri settori a domanda attualmente relativamente inelastica sono l'acqua e l'energia». La Provincia ha acquistato il capannone Whirlpool e il terreno per oltre 70 milioni di euro. Immettere risorse nell'immobiliare e non per spesa per investimenti è una soluzione che in futuro può ancora essere percorribile? In quali ambiti secondo lei occorrerà spingere come impegno pubblico e privato per garantire al Trentino di non perdere ulteriormente ricchezza (il reddito pro capite a parità di potere d'acquisto dal 2000 in poi è calato rispetto al trend dell'Europa a 27)? «Ritengo da sempre che il Trentino, con una superficie utilizzabile molto ridotta, a causa delle montagne, debba utilizzare il suo patrimonio territoriale ed immobiliare in maniera molto efficiente. Localizzare un'azienda a basso valore aggiunto vuol dire impedire la localizzazione di una ad alto valore aggiunto. Non c'è spazio per lo spreco, a meno di voler cementificare le valli e le montagne. Se il settore privato manca di idee, ben venga un intervento intelligente da parte del settore pubblico. L'ideologia non c'entra. Quello che importa è il risultato». In provincia di Trento la ricchezza è presente (si stimano depositi per ciascuna famiglia pari a circa 80mila euro) ma esistono fasce che iniziano a fare fatica. Lo strumento fiscale e dei contributi alle spese delle famiglie può essere un modo per redistribuire il reddito tra le varie fasce sociali? «La ridistribuzione sociale del reddito tramite lo strumento fiscale è spesso indispensabile alla sopravvivenza delle famiglie a basso reddito, ma non crea ricchezza. Siamo onesti: la necessità di una forte ridistribuzione fiscale testimonia il fallimento delle politiche di scolarizzazione, nel pubblico, e dell'imprenditoria, nel privato. La mancanza di una vocazione imprenditoriale non è un fenomeno naturale, essa è spesso causata dalla mancanza di un vero stato di diritto e dall'oppressione di una burocrazia cancerogena. In questo il Trentino ha un vantaggio rispetto ad altre parti d'Italia, sia per una scolarità relativamente migliore, sia per il fenomeno della cooperazione che favorisce l'imprenditorialità. Il futuro sarà comunque difficile. In positivo: il fatto che i trentini abbiano in generale un'attitudine positiva ed accogliente rispetto agli immigrati avvantaggerà la nostra provincia in termini di produttività». Dobbiamo aspettarci un aumento della disoccupazione anche in Trentino nel 2009? La ripresa secondo lei quando ci sarà in Italia e in Trentino? «La ripresa in Trentino non può precedere di molto la ripresa globale. A livello dell'Occidente una ripresa sostenibile ci sarà solo quando ci si renderà conto che un modello economico improduttivo sostenuto solo da un'alta leva finanziaria non può durare. L'Occidente non può continuare a vivere sulla produttività dei cinesi e dei Paesi emergenti, come se avessimo un diritto divino a farci mantenere. Anche le politiche energetiche debbono cambiare radicalmente. Quei politici che predicano il protezionismo e cercano di rendere gli elettori ciechi alla realtà non faranno altro che avvicinare il giorno del giudizio (economico) e rendere l'adattamento ad un nuovo modello più penoso». 23/11/2008

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Storie di tagli: Controsoffitto in pezzi: ho chiuso una nostra scuola (sezione: Burocrazia)

( da "Unita, L'" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Storie di tagli: «Controsoffitto in pezzi: ho chiuso una nostra scuola» «È tutto sulle spalle dei Comuni, nonostante la legge affidi manutenzione e adeguamenti delle scuole allo Stato». Giorni fa Fabio Sturani è stato costretto a chiuderne una: il controsoffitto veniva giù... Commossa, anzi «particolarmente commossa», come sottolineava ieri una premurosa agenzia, il ministro Gelmini. Comprensibile: la tragedia di Rivoli non ammette tentennamenti. La domanda è la seguente: era particolarmente commossa la stessa signora ministro mentre accettava che il suo governo cancellasse del tutto ogni impegno statale a sostegno del rimodernamento e della messa in garanzia degli edifici scolastici in questo paese? Mentre ci tormentiamo, lasciamoci sconsolare dal racconto di uno dei tanti sindaci italiani alle prese con le conseguenze di questo anacoluto di Stato. Si chiama Fabio Sturani, è il primo cittadino di Ancona ed è anche vicepresidente dell'Anci, l'associazione dei comuni d'Italia. «Storia fresca - racconta - sono stato costretto a chiudere due scuole nel giro di un mese...». E che sarà successo? «Problemi di stabilità in un caso; nel secondo, ho pensato bene di tagliare la testa al toro dopo che era venuto giù un pezzo, piccolo finché si vuole, di controsoffitto di una classe». Ma allora c'è una epidemia di controsoffitti cadenti...«Normale, purtroppo. Siamo in piena emergenza e da tempo. Ma è meglio far vedere dei fatti, per farsi capire. Negli ultimi cinque anni, ad Ancona, centomila abitanti, abbiamo investito 25 milioni di euro nella scuola. Di questi 25, uno e quattrocentomila sono venuti dallo Stato, dai fondi della legge 23. Due sono venuti dai privati, banche in special modo e il resto è tutto impegno comunale». E dove starà lo strano? «Il fatto è che secondo la legge 23 questi soldi dovrebbero essere messi a disposizione dallo Stato che invece...e così il carico scivola sostanzialmente sulle spalle dei Comuni». Sarà questa la famosa autonomia locale? «Devo dire che la precedente Finanziaria aveva deciso di mettere in campo oltre cento milioni di euro, parlo di quella del 2007, governo Prodi. Ma nella Finanziaria del 2008 non c'è un euro, voce assente, fine giochi. Alla fine, se te la prendi a cuore, e non hai alternative anche perché fai i conti col codice penale, la questione del rimodernamento, dell'adeguamento, della manutenzione diventa una delle principali voci di investimento del Comune...». Disponibilità finanziaria e volontà politica: la chiave è tutta qui? «No, bisogna tener conto della burocrazia. Altro esempio: dovevamo mettere in regola un edificio scolastico per abolire le barriere architettoniche. Facciamo un po' di conti: non conviene adeguare, meglio abbattere, ricostruire. Si procede in questo modo e lo Stato ci ha tolto i soldi perché eravamo usciti dal recinto dell'adeguamento. Era il tempo del primo governo Prodi. Abbiamo dovuto provvedere noi a tutto, ci si industria. Si abbatte una scuola che sta male in piedi - lo abbiamo fatto, storia vera - destiniamo parzialmente l'area alla nuova edificazione, facciamo costruire alloggi per le giovani coppie e con i soldi degli oneri di urbanizzazione tiriamo su una nuova scuola materna...». Qualcuno sa cosa deve costare al nostro paese togliere dall'ansia milioni di ragazzi e famiglie costretti ad accettare questa pazzesca quota di rischio in classe? «Lo sappiamo noi: ci vorrebbe una intera finanziaria, non meno di quattro miliardi di euro». Chissà come si commuove la Gelmini. TONI JOP ROMA tjop@unita.it

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di PATRIZIA PEPPOLONI FOLIGNO L'UMANA PIETA' per i ... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

FOLIGNO pag. 14 di PATRIZIA PEPPOLONI ? FOLIGNO ? L?UMANA PIETA? per i ... di PATRIZIA PEPPOLONI ? FOLIGNO ? L?UMANA PIETA? per i defunti ha ancora un senso di questi tempi? Senza indulgere nel qualunquismo di un facile «no», la risposta si incaglia nell?ostacolo della burocrazia. Accade al cimitero di Foligno, il nuovo cimitero, visto che il vecchio segue ancora le ragioni del cuore. Nella nuova ala del cimitero, di recente inaugurata, chi avesse un defunto da sistemare nei normali loculi e volesse portate nello stesso loculo un precedente familiare defunto che sia già nell?ossario, non lo può fare. La lamentela arriva da alcuni cittadini già alle prese col problema, che si sono visti rispondere «no» alla richiesta di ricongiungere i propri cari estinti in un?unica tomba. Una richiesta che spesso accompagna gli ultimi giorni di vita di tante persone, che quando sentono le forze lasciarli esprimono il desiderio di giacere per sempre accanto alle persone che hanno amato in vita. Mariti con le mogli, madri e padri con i figli: desideri legittimi anche quando non codificati o codificabili. Cosa accade, dunque, nel nuovo cimitero, da non rendere possibile certe semplici richieste?. Il problema è che ci sono due referenti diversi: le tombe normali sono gestite da una società, di fronte ci sono gli ossari, per i quali referente è il Comune. PER COMPRENDERE l?inghippo bisogna fare un passo indietro e tornare al vecchio cimitero, dove queste pietose ricongiunzioni sono invece ancora possibili: quel che accade è che di fronte ad una richiesa di questo genere si chiede ai parenti dei defunti un corrispettivo pari ad un 25% del prezzo del loculo e la cosa è possibile. Questo nel vecchio cimitero. Diverso nel nuovo, dove il problema, in qualche modo è legato al pagamento. Il paradosso che si viene a creare ha dell?incredibile: in pratica se si paga il citato 25%, che comunque va versato, alla società che gestisce i loculi normali non va bene perchè il corrispettivo legato all?ossario, di pertinenza del Comune, andrebbe versato a quest?ultimo. Se si paga invece il Comune, allora la cassettina del caro estinto più retrodatato dovrebbe andare nell?ossario e un trasferimento nella tomba grande sarebbe in qualche modo un arbitrio. Sarebbe come pagare il soggetto A per qualcosa che poi fa il soggetto B. E se «A» e «B», Comune e società in questo caso, si parlassero? Se trovassero un modo per dirimere l?arcano? Per ora, lamentano i cittadini, la palude della burocrazia ha inghiottito la soluzione. Una soluzione che si fatica a pensare che possa essere così difficile da trovare. Anche perchè, alla fine, nessuno dei cittadini che hanno sollevato il problema si rifiuta di pagare il citato 25% del prezzo del loculo, per avere il «privilegio» di far riposare vicini magari un marito e una moglie che avevano espresso questo desiderio. Ed è incredibile che non si riesca a chiarire a chi pagare per rendere possibile la cosa e come superare ostacoli che, seppur formalmente esistenti, non sembrano davvero insormontabili.

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LA NUOVA palestra a Giglio Campese sta per essere realtà. <L'apert... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Grosseto)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

COSTA / ISOLE pag. 15 LA NUOVA palestra a Giglio Campese sta per essere realtà. «L?apert... LA NUOVA palestra a Giglio Campese sta per essere realtà. «L?apertura del cantiere per la nuova palestra ? commenta il sindaco Attilio Brothel ? , delocalizzata all?interno degli impianti sportivi, smentisce tutte le dicerie e le malelingue che parlavano di un?opera che non sarebbe stata mai realizzata». Così anche il Giglio disporrà, prevedibilmente entro il mese di giugno del prossimo anno, di un impianto sportivo comunale coperto, permettendo a tutti, compresi ovviamente i ragazzi delle scuole, di poter praticare le discipline sportive. Un motivo di orgoglio e di soddisfazione per l?amministrazione comunale. «LA PALESTRA ? aggiunge Brothel ? è una di quelle opere pubbliche destinate a cambiare il volto della nostra isola, ha comportato tanta fatica e tanto impegno a causa di una burocrazia mostruosa, dovuta agli impedimenti posti dall?intreccio di leggi sempre più complesse, vincolanti e difficilmente interpretabili. La nuova palestra si colloca in un programma che prevede un attento sviluppo della nostra comunità indirizzato a una migliore qualità dei servizi offerti ai cittadini, testimoniando la particolare attenzione che poniamo nei confronti degli studenti e dei giovani».

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IL MONDO degli immigrati visto con gli occhi femminili: gli occhi delle donne che... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CRONACA FIRENZE pag. 7 IL MONDO degli immigrati visto con gli occhi femminili: gli occhi delle donne che... IL MONDO degli immigrati visto con gli occhi femminili: gli occhi delle donne che sono costrette a trasferirsi in un paese diverso portandosi dietro un disagio fatto di guerra, violenza, privazioni. E gli occhi delle donne che le aiutano a integrarsi, a superare la difficoltà, a vivere in un nuovo paese. Gli sguardi si incrociano nella quotidianità delle volontarie della Croce Rossa, le più adatte ad occuparsi del problema immigrazione. Ieri 100 di loro si sono interrogate sul ruolo svolto dalla donna nell?organizzazione. Come ha spiegato la psicoterapeuta Alessandra Petrone, direttrice dell?Istituto Miriam Polster, le immigrate hanno più difficoltà di adattamento nella nuova società. Provano disagi maggiori causato dalle violenze subite. Ludovica Lucifero, commissario nazionale del comitato femminile della Croce Rossa, ha annunciato che saranno realizzati corsi di formazione per le volontarie per aiutare le immigrate, creando una rete di intervento nel Mediterraneo in collaborazione con le altre associazioni. «La nostra capillarità è una grande risorsa da mettere al servizio degli altri» ha detto l?avvocato Francesco Rocca, neo commissario della Croce Rossa italiana che ha indicato come primo obiettivo del suo nuovo mandato la stabilizzazione dei 1900 precari. I PROSSIMI progetti delle volontarie sono ambiziosi: corsi di alfabetizzazione per le immigrate e sportelli per aiutarle nella burocrazia e accogliere bambini bisognosi di cure nelle sedi della Croce Rossa. A Firenze troveranno un tetto dove stare con le famiglie in attesa di guarire nella «Casa dei bambini di Nicola», un cascinale in fase di ristrutturazione dedicato al ricordo di Nicola Ciardelli, ucciso in Iraq. Dell?organizzazione si è parlato anche nel convegno «Evoluzione del movimento e del diritto internazionale umanitario», patrocinato dalla Provincia. «Si respira una nuovo clima nelle relazioni internazionali ? ha detto il presidente Matteo Renzi - con una forte attesa nei confronti di Obama: credo che gli interventi umanitari troveranno una eco più profonda, come una componente essenziale e non aggiuntiva del diritto internazionale». M.P.

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Italia, troppi medici ma pochi infermieri (sezione: Burocrazia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Italia, troppi medici ma pochi infermieri L'Italia è il paese dei camici bianchi, con il più alto numero al mondo di medici per abitanti, mentre è carenza cronica di infermieri, figure professionali sempre meno reperibili sul mercato. A fotografare l'emergenza è il Rapporto Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) 2008 sulle risorse umane italiane in ambito sanitario, che avverte: l'assunzione di personale paramedico straniero potrebbe rappresentare una soluzione, se l'eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. La popolazione italiana è una delle più vecchie al mondo: quasi il 20% supera i 65 anni e nel 2050 circa l'8% degli italiani avrà più di 85 anni. Il sistema sanitario italiano, al momento, afferma l'Ocse, «potrebbe non essere in grado di far fronte a questi cambiamenti, in particolare per quanto riguarda l'assunzione del personale paramedico». Si calcola infatti che la carenza di infermieri, soprattutto al Nord, aumenti ogni anno a causa dello squilibrio tra i pensionamenti (17.000 l'anno) e le assunzioni (ottomila l'anno). Viceversa, l'Italia ha il più alto numero al mondo di medici per abitante: più di seicento ogni centomila abitanti nel 2005.

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)DALLA PRIMA La sanità a chilometri 0 NEGLI ANNI (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

RIMINI AGENDA pag. 25 )DALLA PRIMA La sanità a chilometri 0 NEGLI ANNI sessanta ero il ?Medico della Mutua?, negli anni settanta e ottanta un ?Medico Generico?o ?Ordinatore di Spesa...sic...sic?, fino ad arrivare al moderno Medico specialista in Medicina Generale, passando per un anonimo e negletto ?Medico di Base? e un più confidenziale ?Medico di Famiglia?. Ho vissuto tutti i cambiamenti insiti nelle diverse definizioni e sono contento di come sono andate le cose in questi 30 anni. Tutto o quasi è cambiato, migliorato. Quasi tutto. L?unica cosa che è rimasta la stessa, se non nella forma almeno nella sostanza, è il peso della burocrazia che assilla in pari misura sia il cittadino che il medico. Ad aggravare la sensazione di oppressione c?è la consapevolezza della inutilità, se non della stupidità di certe regole burocratiche. Il bello è che tutti, ma proprio tutti sono da sempre concordi nel ritenere che la burocrazia rappresenta un ostacolo così grande, da vanificare spesso la professionalità di chi opera nel Servizio Sanitario Nazionale. Per tentare di dare una spiegazione, provo a immaginare una situazione di normale burocrazia che molti cittadini certamente conoscono e subiscono. La sig.ra Antonietta accompagna il marito dal medico di famiglia per un problemino. Il marito comincia a dare segni di cedimento e l?Antonietta si preoccupa. Il medico, dopo la visita, consiglia una visita specialistica e rilascia l?impegnativa (quella rossa). Recatasi al Cup l?Antonietta prenota la visita. Lo specialista richiede una serie di accertamenti e quindi un successiva visita di controllo. L?Antonietta, sempre trascinandosi dietro il consorte, si reca presso il Cup per prenotare gli accertamenti prescritti dallo specialista, ma incontra la signora burocrazia. ?E no, cara signora, Lei non ha l?impegnativa del suo medico, quella rossa, e non possiamo prenotare nulla? ?Ma ho la richiesta dello specialista, che a quanto ne so dovrebbe valere quanto, se non di più di quella del medico di base? replica l?Antonietta. ?Purtroppo, signora, ci vuole l?impegnativa rossa?. L?Antonietta non capisce ma si adegua. Carica il marito in macchina e si reca dal proprio medico. Dopo un?attesa di un?ora riesce a farsi trascrivere da proprio medico le richieste dello specialista sul regolamentare ed insostituibile foglietto rosso. Finalmente ha l?Impegnativa. A proposito, lo specialista ha anche prenotato la visita di controllo per il giorno tot alle ore tot. (molto efficiente, non tutti lo fanno) Non è che magari ci vuole l?impegnativa anche per la visita di controllo già prenotata ? No, no, pensa la nostra Antonietta, sarebbe troppo stupido e così non chiede l?impegnativa per il controllo al proprio medico. Ricarica il marito in macchina e si reca di nuovo al Cup. Peccato che quel pomeriggio è chiuso. Pazienza, il giorno dopo, chiedendo un?altra giornata di permesso al lavoro, riesce a prenotare quanto richiesto dallo specialista. Tutto bene allora. E no. Purtroppo gli appuntamenti per gli accertamenti sono successivi a quello della visita di controllo prenotata direttamente dallo specialista. Come fare? La cortese impiegata del Cup suggerisce uno stratagemma che più furbo non si può. ?Senta signora, Lei vada dal suo medico di famiglia e si faccia scrivere URGENTE, o almeno PRIORITARIA sulla impegnativa, così risolve il problema? Detto fatto, l?Antonietta, parcheggiato il marito dalla suocera, torna del suo medico di famiglia e, passando avanti a tutti i pazienti in sala di attesa, infilando la testa nell?ambulatorio, chiede che il medico aggiunga le paroline magiche Urgente o almeno Prioritaria. Stenderei un velo pietoso su quanto potrebbe avvenire fra la sig.ra Antonietta e il suo medico e passerei a volo di uccello alla fase conclusiva. La sig. Antonietta, infilati tutti gli accertamenti effettuati in una capace borsa di plastica, trascina il marito alla visita di controllo già prenotata dallo stesso specialista. Ricordate? Il giorno tot alle ore tot. Puntuale si presenta in ambulatorio e dice il nome del marito all?infermiera che si occupa di ricevere i pazienti. ?Il dottore la riceverà subito, vuole darmi l?impegnativa?? ?Senta- replica l?Antonietta trattenendosi a stento- Il dottore specialista mi ha prenotato direttamente la visita per oggi a questa precisa ora, come può ben vedere dal foglio che mi ha rilasciato e pertanto non riesco a capire che cosa voglia ancora Lei.....? ?Veda, mia cara signora, il foglio che mi sventola sotto il naso non è l? IMPEGNATIVA, ma solo un appuntamento preso dallo specialista che non basta per effettuare la visita. Per questa ci vuole assolutamente l?IMPEGNATIVA, ovvero quel foglietto rosso che le DEVE fare il suo medico curante? ?Senta, mia cara signorina, il mio medico di famiglia adesso è chissadove e poi, fino a prova contraria, il mio medico curante per questo particolare problema è lo specialista. Se lui mi ha dato l?appuntamento sarà anche in grado di scrivere l?impegnativa sul foglietto rosso, o no ?? ?Veda, mia cara signora, lo specialista non può farle l?impegnativa sul foglietto rosso perché non ha il programma, il computer, la stampante per farlo. Non vuole mica che lo specialista scriva con la penna ? ? Non sia mai. Come postilla vorrei ricordare che da 10 anni è in vigore una legge regionale che dice: ?Onde evitare che il paziente torni dal proprio medico di famiglia, lo specialista è tenuto a prescrivere direttamente le ulteriori indagini che ritenga utili per rispondere al problema clinico? E, aggiungo io, l?Azienda ha fornito ai propri specialisti/ospedalieri gli strumenti per osservare questa semplice norma, ovvero computer stampanti e programmi. Manca solo un po? di buona volontà. dott. Giancarlo Ambrosini )VIA ROMA Ma il Lungomare non deve chiudere LEGGIAMO sul Carlino dell?ufficializzazione del completamento entro 2 anni di via Roma per quanto riguarda il tratto riminese. Ne siamo lieti. Da decenni attendiamo la realizzazione di una terza arteria di collegamento Rimini-Riccione. D?altra parte invitiamo chi lo voglia fare a percorrere in territorio riccionese la suddetta arteria: troverà all?altezza di Spontricciolo 2 minuscole rotonde espressamente disegnate per non facilitare il transito dei bus turistici e, a seguire, costeggerà la linea ferroviaria fino a sbucare in via Ceccarini. Non è il massimo ma siamo comunque soddisfatti, meglio non si poteva fare. Grosse contrarietà però continuiamo a manifestarle quando sentiamo che questa nuova arteria dovrebbe supplire alla interruzione della strada litoranea tra Miramare e Riccione al fine di garantire al futuro Polo del Benessere una permeabilità monte mare adeguata alla valenza dell?opera in atto. Ancora una volta sollecitiamo da parte di tutti la massima attenzione ai futuri sviluppi. Maurizio Berlini Associazione Miramare Wiva

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di ANDREA MARTINI TORINO <È VERO: Rob... (sezione: Burocrazia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CULTURA & SPETTACOLI pag. 33 di ANDREA MARTINI ? TORINO ? «È VERO: Rob... di ANDREA MARTINI ? TORINO ? «È VERO: Robert Redford avrebbe dovuto essere il protagonista di Rosemary?s baby. Dovette rinunziare per un contenzioso con la Paramount e mi dispiacque molto. Una citazione della produzione arrivò a Redford proprio mentre, a tavola, discutevamo sul film. Cassavetes era molto meno adatto al ruolo ma dovetti accontentarmi». Nanni Moretti, grande ammiratore del regista-attore d?origine greca, a cui ha dedicato una retrospettiva a Torino lo scorso anno, trasale per sobbalzare poco dopo quando Polanski va giù duro su di uno dei pilastri della cultura cinematografica morettiana «la Nouvelle Vague non mi ha mai interessato, quei film sono inguardabili». Moretti si compiace d?essere accanto, almeno fisicamente, a uno dei grandi del cinema viventi che, oltretutto, a freschezza e prontezza di spirito non gli è da meno. Lo interroga diligentemente; spesso, con l?aria di niente, sembra volergli rubare qualche segreto del mestiere. Insomma Nanni lavora per sé ma sa anche che la platea adorante non sdegna la sua mediazione. Anzi l?accetta. Nanni ha predisposto una scaletta che ripete la genesi di un film: dalla sceneggiatura all?uscita in sala. Si potrebbe pensare a una lezioncina noiosa; invece grazie alla generosa duttilità di Polanski e all?autoironia di Nanni le due ore dell?incontro filano via veloci. «Scolpito nel marmo della scuola di Lodz c?era il motto di Lenin: il cinema è l?arma più importante; questo dice tutto sulla rigidità della burocrazia stalinista. La tecnica appresa era utile ma il rischio era di soffocare. Le cose migliorarono col disgelo e io mi ritrovai a capo di una commissione. Avrei potuto fare il politico. Preferii il cinema, la futilità della politica è impressionante. Per questo rifuggo dalle ideologie». Ma a Nanni sta a cuore il doppio ruolo di regista e attore di Roman, che è il principale punto di contatto tra loro. «Già in Il coltello nell?acqua avrei voluto recitare ma la produzione statale polacca non volle; in seguito l?ho fatto quando mi è sembrato necessario. Per esempio mi piaceva essere l?assistente ingenuo del professore Abronsius in Per favore non mordermi sul collo e mi trovavo perfettamente a mio agio in Inquilino del terzo piano. Ho recitato anche per il cinema italiano. In Italia sono stato interprete per Tornatore e ho trovato il cinema italiano diverso dai tempi felici di Che. È scomparsa la passione di un tempo, soprattutto da voi». Chissà perché si sorvola sui grandi film hollywoodiani. Si parla piuttosto di angosce e di paure. «Io non ho angoscia sul set né dopo ? rivolgendosi a uno stupito Moretti ?. Sono solo consapevole di essere l?unico ad avere a cuore, sopra ogni altra cosa il film: tutti gli altri, pur bravi e appassionati, hanno la loro vita e i loro impegni e mentre per me il film continua per loro finisce al tramonto di ogni giorno». IL SETTANTENNE Polanski non sembra patire il logorio cinematografico del più giovane collega. Non ci sta a entrare nel magmatico groviglio creativo di Nanni. Resta l?impressione di un?amicizia nata in Caos Calmo dove Roman era Steiner. Appuntamento a Torino il prossimo anno quando Polanski avrà terminato The Ghost, il film tratto dal romanzo di Robert Harris.

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di ANDREA MARTINI TORINO <È VERO: Rob... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CULTURA E SPETTACOLI pag. 33 di ANDREA MARTINI ? TORINO ? «È VERO: Rob... di ANDREA MARTINI ? TORINO ? «È VERO: Robert Redford avrebbe dovuto essere il protagonista di Rosemary?s baby. Dovette rinunziare per un contenzioso con la Paramount e mi dispiacque molto. Una citazione della produzione arrivò a Redford proprio mentre, a tavola, discutevamo sul film. Cassavetes era molto meno adatto al ruolo ma dovetti accontentarmi». Nanni Moretti, grande ammiratore del regista-attore d?origine greca, a cui ha dedicato una retrospettiva a Torino lo scorso anno, trasale per sobbalzare poco dopo quando Polanski va giù duro su di uno dei pilastri della cultura cinematografica morettiana «la Nouvelle Vague non mi ha mai interessato, quei film sono inguardabili». Moretti si compiace d?essere accanto, almeno fisicamente, a uno dei grandi del cinema viventi che, oltretutto, a freschezza e prontezza di spirito non gli è da meno. Lo interroga diligentemente; spesso, con l?aria di niente, sembra volergli rubare qualche segreto del mestiere. Insomma Nanni lavora per sé ma sa anche che la platea adorante non sdegna la sua mediazione. Anzi l?accetta. Nanni ha predisposto una scaletta che ripete la genesi di un film: dalla sceneggiatura all?uscita in sala. Si potrebbe pensare a una lezioncina noiosa; invece grazie alla generosa duttilità di Polanski e all?autoironia di Nanni le due ore dell?incontro filano via veloci. «Scolpito nel marmo della scuola di Lodz c?era il motto di Lenin: il cinema è l?arma più importante; questo dice tutto sulla rigidità della burocrazia stalinista. La tecnica appresa era utile ma il rischio era di soffocare. Le cose migliorarono col disgelo e io mi ritrovai a capo di una commissione. Avrei potuto fare il politico. Preferii il cinema, la futilità della politica è impressionante. Per questo rifuggo dalle ideologie». Ma a Nanni sta a cuore il doppio ruolo di regista e attore di Roman, che è il principale punto di contatto tra loro. «Già in Il coltello nell?acqua avrei voluto recitare ma la produzione statale polacca non volle; in seguito l?ho fatto quando mi è sembrato necessario. Per esempio mi piaceva essere l?assistente ingenuo del professore Abronsius in Per favore non mordermi sul collo e mi trovavo perfettamente a mio agio in Inquilino del terzo piano. Ho recitato anche per il cinema italiano. In Italia sono stato interprete per Tornatore e ho trovato il cinema italiano diverso dai tempi felici di Che. È scomparsa la passione di un tempo, soprattutto da voi». Chissà perché si sorvola sui grandi film hollywoodiani. Si parla piuttosto di angosce e di paure. «Io non ho angoscia sul set né dopo ? rivolgendosi a uno stupito Moretti ?. Sono solo consapevole di essere l?unico ad avere a cuore, sopra ogni altra cosa il film: tutti gli altri, pur bravi e appassionati, hanno la loro vita e i loro impegni e mentre per me il film continua per loro finisce al tramonto di ogni giorno». IL SETTANTENNE Polanski non sembra patire il logorio cinematografico del più giovane collega. Non ci sta a entrare nel magmatico groviglio creativo di Nanni. Resta l?impressione di un?amicizia nata in Caos Calmo dove Roman era Steiner. Appuntamento a Torino il prossimo anno quando Polanski avrà terminato The Ghost, il film tratto dal romanzo di Robert Harris.

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BUROCRAZIA Dal 1981 in attesa di avere la tomba<... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 23 Novembre 2008 Chiudi BUROCRAZIA Dal 1981 in attesa di avere la tomba In questo periodo in cui le tasse, le poste, le case, l'inflazione, ci rendono difficile il vivere, il morire è ancora più difficile. Non faccio un caso solo personale, ma lo riporto anche a titolo esplicativo di una situazione generale. Dal 1981 ho fatto domanda al Comune di Roma di una concessione per una tomba a terra al Verano: sto ancora aspettando (benché dai giornali abbia saputo che altri con domande posteriori alla mia hanno ottenuto). A Roma, al nuovo cimitero Laurentino, fatta la domanda in data 10.3.2003 bisogna attendere ancora anni per ottenere la concessione e la costruzione di una piccola tomba a terra. Dopodiché bisogna attendere altri anni perché venga data l'autorizzazione alla costruzione della tomba. Da ciò se ne deduce che a Roma è vietato morire. O forse, visto che Roma ha assegnato la competenza dei cimiteri all'Ama, competente anche per la "monnezza", è un invito a utilizzare i cassonetti? Signor Sindaco, le chiederei di sollecitare chi di competenza a rendere un po' più sollecita la soluzione di queste pratiche. Paolo Latini AURELIA Via di Brava, strada da allargare Quante lapidi dobbiamo ancora contare in via di Brava (verso l'Aurelia), strada interna stretta e piena di curve con i guardrail laterali coperti da erbacce alte e quindi non visibili alle macchine e moto, specie di notte? I finanziamenti per allargare la strada erano stati stanziati dalla Regione ai tempi dell'allora presidente Storace. Che fine hanno fatto? Quando piove si allaga tutta, non essendoci ai lati le cunette si copre di fango, due pullman o camion è meglio che non s'incontrano, altrimenti devono fare la conta per passare. Francesco PIAZZA GONDAR Ripristinate la fermata abolita Circa un mese fa sul segnale della fermata prima di piazza Gondar (direzione Monte Sacro) venne applicato un cartello: "La fermata verrà abolita". Preoccupati, noi anziani ci siamo rivolti all'azienda comunale di trasporti e ci è stato risposto che nessuno sapeva nulla di quel cartello e, anzi, dopo qualche giorno, è sparito. Improvvisamente, circa una settimana fa, la fermata è stata abolita e spostata a metà viale Libia. Ciò con gravi disagi per chi abita in piazza Gondar, viale Etiopia (c'è la coincidenza con la fermata della linea Fm1 per Fiumicino), viale Somalia, praticamente in tutto il quartiere Africano. Immaginate quando piove, il disagio per anziani, handicappati costretti a percorrere anche cento metri a piedi. In proposito, qualcuno si è fatto promotore di raccogliere firme per una petizione e chiedere che tutto venga ripristinato come era prima. Una soluzione sarebbe spostare lo stop per i bus all'inizio del cavalcavia delle Valli. Sembra che arretrare la fermata sia stato fatto per agevolare la viabilità, aperta da qualche tempo, anche al traffico privato. Ma chi è il genio che ha preso l'iniziativa con i lavori che occupano metà della strada e con il viavai di mezzi pesanti di lavoro? Un gruppo di anziani della zona AUTOBUS Domande ignorate dai controllori Sull'autobus 85 direzione Colli Albani numero 1298 delle ore 10.50 del 22 novembre, quattro controllori, pur muniti di apparecchio per il controllo delle tessere, non effettuavano nessun controllo. Solo quando ho fatto presente il fatto, la gentile controllatrice ha effettuato il controllo alla mia tessera mensile. Le ho chiesto perché non venisse effettuato il controllo su tutti i passeggeri. Non ha risposto, però è intervenuto uno dei controllori dicendomi di stare calmo e per tutta risposta alle mie domande scendevano tutti alla penultima fermata di via Taranto. Claudio Del Pin LUCE Monumenti nell'oscurità Vorrei segnalare la rottura di molti punti luce dei monumenti di Roma. Il Pantheon è solo parzialmente illuminato sia davanti che dietro, il Colosseo idem, l'obelisco di piazza di Spagna è completamente spento, il Palatino è al buio da anni così come il Foro romano eccetera... Ma non ci sono squadre che si occupano della manutenzione degli impianti di illuminazione monumenti? Marco Marzelli ARDEATINA Urge semaforo Segnaliamo le insidie e i pericoli esistenti al Km. 12 della via Ardeatina, con le note difficoltà di accesso al presidio Asl al civico 1227, alle contigue scuole materne pubbliche e private, al santuario del Divino Amore. La zona è priva, nonostante i continui insediamenti pubblici e privati, della necessaria vigilanza e del controllo urbano. In tale tratto di strada non esistono semafori di alcun tipo per la sicurezza e l'incolumità dei pedoni, dei bambini, degli anziani e delle migliaia di pellegrini e turisti che visitano il santuario del Divino Amore. Sollecitiamo l'intervento del Municipio XII e dei Vigili urbani per abbattere almeno il negativo e noto primato di Roma per numero di incidenti stradali nelle zone urbane e sulle strisce pedonali. Lettera firmata

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Burocrazia senza code: inaugurato il PuntoFacile (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

PROVINCIA 23-11-2008 AMMINISTRAZIONE DOCUMENTI E INFORMAZIONI IN UN UNICO UFFICIO Burocrazia senza code: inaugurato il PuntoFacile VTORRILE Quattro dipendenti si alterneranno per gestire il nuovo servizio II In municipio a Torrile è stato creato l'Ufficio relazioni con il pubblico, simpaticamente chiamato «PuntoFacile». L'apertura è stata preceduta da specifici corsi di formazione, coordinati da Pietro Massobrio, direttore generale dell'Unione Terre Verdiane. I quattro dipendenti che si avvicenderanno sono stati preparati per lavorare secondo nuovi modelli organizzativi e per fornire risposte veloci e appropriate alle questioni poste su qualunque settore. Contemporaneamente, tutti gli uffici municipali sono stati coinvolti nel decollo dell'Urp partecipando alla formazione della banca dati on line e all'elaborazione delle procedure da conferire al nuovo sportello. Il vantaggio più evidente per i cittadini è quello di poter ottenere tutti i documenti e le informazioni utili da un unico operatore evitando così di dover fare diverse code in più uffici comunali. Aumenta, inoltre, l'orario di apertura al pubblico, visto che gli operatori di PuntoFacile sono a disposizione per quattro giorni (lunedì, martedì, mercoledì e venerdì) dalle 7,30 alle 13,30, il giovedì dalle 7,30 alle 18,30 con orario continuato e il sabato dalle 8 alle 12,30. I cittadini possono inoltre ritirare a PuntoFacile le schede informative già predisposte sui singoli procedimenti (contributi sull'affitto, assegnazione alloggi edilizia pubblica, documenti passaporto) nelle quali vengono specificati i requisiti richiesti, la documentazione necessaria, il termine di presentazione, gli eventuali costi e la normativa di riferimento accelerando ulteriormente i tempi di accesso ai servizi. Pietro Massobrio, a pochi giorni dall'inaugurazione del PuntoFacile ha commentato: «Questo modo di lavorare che ha coinvolto in parte più o meno significativa tutti i settori, sarà lo stimolo in un ente locale per lavorare in modo moderno. L'Urp è la dimostrazione che anche nel pubblico si può avere un'inno - vazione». PuntoFacile può erogare da ogni postazione i servizi gestiti precedentemente dallo sportello anagrafe, scuola e sociale, oppure rilasciare i moduli finora disponibili solo negli uffici del settore ambiente, finanziario e nell'ufficio della polizia municipale. «Lo scoglio più difficile da superare - ha aggiunto il sindaco Giovanni Buttarelli - è stato quello di modificare il modo di lavorare dei dipendenti dell'En - te per andare verso un'innova - zione importante. Chi dentro al Comune oggi pensa di poter svolgere il proprio lavoro solo dentro il suo ufficio e senza avere la volontà di fare squadra ha sbagliato indirizzo perché il futuro è indirizzato verso le attività svolte in team e la riqualificazione dei dipendenti». C.D.C. Municipio L'interno del nuovo PuntoFacile.

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Martine e il ritorno dei vecchi elefanti (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 281 del 2008-11-23 pagina 11 Martine e il ritorno dei vecchi elefanti di Redazione La biografia di Martine Aubry, scritta nel 2002 dal politologo francese Philippe Alexandre, s'intitola «La Dame des 35 heures», ossia «La Signora delle 35 ore». Ecco il segno lascito nella storia francese dalla figlia di Jacques Delors, che nel 1998, quand'era ministro del Lavoro nel governo di Lionel Jospin, ha realizzato la legge più rigida e più autoritaria che si possa immaginare in materia di diritto del lavoro: l'imposizione della riduzione dell'orario a parità di stipendio. Questa è la dimostrazione evidente di come Martine Aubry incarni ormai da decenni l'idea di un socialismo dogmatico ben più di quella di una moderna socialdemocrazia alla Willy Brandt o alla Tony Blair. Nessuna socialdemocrazia ha infatti mai avuto l'idea di imporre una riduzione del genere dell'orario lavorativo settimanale al di fuori di ogni concertazione tra le parti sociali. In occasione della «guerra delle due rose», che nei giorni scorsi l'ha vista contrapposta a Ségolène Royal, la «Signora delle 35 ore» ha ritrovato il suo spirito dogmatico e, con esso, il sostegno di tutta quanta la tradizionale burocrazia del Partito socialista, che vede con sospetto e addirittura con timore ogni evoluzione politica in senso socialdemocratico e che resta ancorata al concetto fondamentale dell'«unità delle sinistre», ossia del «Fronte popolare» con i comunisti. In pratica tutti i dirigenti storici del Partito socialista francese - soprannominati «gli elefanti», nel gergo politico transalpino - hanno sostenuto Martine Aubry perché hanno visto nascere dietro Ségolène Royal una spinta al rinnovamento e all'apertura. Meglio tornare al passato e riaffermare - come hanno fatto uno dopo l'altro in questi giorni i principali leader socialisti - la «necessità di restare ancorati alle radici di sinistra del partito». Insomma, la necessità di non cambiare nulla della tradizionale rigidità politica. Ben quattro ex primi ministri socialisti hanno appoggiato la candidatura di Martine Aubry alla segreteria del partito: Pierre Mauroy (che guidò il governo dal 1981 al 1984), Laurent Fabius (1984-86), Michel Rocard (1988-91) e Lionel Jospin (1997-2002). Degli altri due soli primi ministri socialisti della Quinta Repubblica, la signora Edith Cresson ha oggi una posizione defilata e l'ex sindacalista Pierre Bérégovoy s'è suicidato con un colpo di pistola alla tempia il primo maggio 1993 dopo una sconfitta elettorale. Michel Rocard è arrivato al punto di dire che sarebbe uscito dal partito se Ségolène Royal fosse diventata segretaria. Tra gli «elefanti» che hanno voltato le spalle a Ségolène Royal c'è persino il padre dei suoi quattro figli: quel François Hollande che lei conobbe sui banchi dell'Ena (la prestigiosa École nationale d'Administration) e con cui ha vissuto fino all'inizio dello scorso anno. Hollande è il segretario uscente del partito. Avrebbe potuto assumere una posizione imparziale, ma ha preferito sostenere la candidatura di Martine Aubry a scapito di quella della sua ex compagna, con cui non si era mai sposato. La «carica degli elefanti» dimostra che la burocrazia socialista non ha mai digerito la popolarità che alla fine del 2006 consentì a Ségolène di farsi nominare candidata ufficiale del partito alle elezioni presidenziali, che l'hanno poi vista sconfitta al ballottaggio da Nicolas Sarkozy. Adesso il risentimento anti-Royal viene a galla e nessun metodo viene risparmiato pur di consentire il successo degli «elefanti». Intervistata venerdì dalla rete televisiva BFM, la Aubry è arrivata al punto di vantare i meriti di suo padre Jacques Delors. Una candidatura «nel nome del padre». In realtà gli «elefanti» che hanno sostenuto la Aubry sono tra loro profondamente divisi su un tema fondamentale: l'Europa. Delors è stato presidente della Commissione europea e la Aubry è per l'integrazione comunitaria, ma le sinistre del partito, e in particolare Laurent Fabius, hanno votato «no» al referendum del 2005 sulla Costituzione europea. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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nel nordest la città venezia-mestre tornerà una capitale (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Venezia, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 18 - Cronaca NEL NORDEST «La città Venezia-Mestre tornerà una capitale» Un centrosinistra allargato all'Udc («Ne ho già parlato con Casini») e alle civiche, con Verdi e socialisti, ma senza Rifondazione e Pdci. Un ceto politico da rinnovare, con un Pd «sciolto nel sociale» e radicato nel territorio. E poi un bilancio dell'amministrazione e delle «cose fatte», a un anno dalle elezioni per il rinnovo di Ca' Farsetti. Un quadro della politica nazionale e dell'amministrazione emerge dal forum che si è svolto nella redazione della «Nuova», a San Lio, con il sindaco Massimo Cacciari che per oltre un'ora ha risposto alle domande del direttore Antonello Francica e dei giornalisti. Si è parlato di Provinciali, Europee di primavera, Comunali del 2010. «Una cosa è sicura, io non mi ricandido», dice Cacciari, «ma lavorerò perché si trovi un candidato che incarni la vera novità e la città del futuro che stiamo costruendo». Il prossimo sindaco sarà scelto con le primarie. Candidature prima dell'estate, voto in ottobre 2009. Sindaco Cacciari, manca poco più di un anno alla fine del suo mandato. Quali sono le cose più importanti che vedremo realizzate? «Sono soprattutto i grandi progetti di cui si sta parlando. Il Quadrante di Tessera, con il nuovo stadio, il terminal e il nuovo Casinò; il palacongressi del Lido e le case a Sant'Elena, il recupero del vallone Moranzani e l'avvio del recupero delle aree di Marghera. Poi il museo di Mestre, l'area dell'ex Umberto I e i cantieri di via Torino. Infine, il primo mattone per la nuova piazza Barche». Qualche progetto sarà anche concluso. «Il people mover di sicuro, e speriamo anche la risistemazione di piazzale Roma. Ma purtroppo per i progetti complessi i tempi sono pazzeschi. Ci ho messo due anni per fare l'accordo su Tessera con la Save e la Regione, un anno e mezzo per il Vallone Moranzani, 4 anni per il Lido. Ogni progetto che prevede la concertazione di più enti allunga i tempi. Una burocrazia impossibile, il problema politico è il meno». E' la macchina che non funziona? «E' il sistema che non va più: bisogna semplificarlo se vuoi realizzare qualcosa di significativo. Se no ti devi accontentare di sistemare i marciapiedi». E' un problema di soldi? «Non per i grandi progetti che ho citato, già finanziati. Per la manutenzione invece i soldi sono sempre meno». Adesso c'è un ministro per la Semplificazione. Ma la situazione non migliora. «C'è un terrore atavico al decentramento delle responsabilità. E dopo Tangentopoli la pulsione centralistica è aumentata. Per accelerare devi responsabilizzare, altrimenti i tempi diventano pazzeschi e in ogni momento c'è lo stop. A Venezia la situazione è ancora peggiore». Il Passante invece è filato via liscio. «Ma per piacere. Il problema era velocizzare il traffico in quell'area. Se avesse potuto decidere uno solo il problema sarebbe risolto da sei anni. Io avrei fatto il tunnel, Galan avrebbe fatto subito il Passante. Invece siamo andati per le lunghe». Insomma non funziona. «Se c'è un'opera complessa dobbiamo chiedere il commissario, altrimenti si blocca tutto. Siamo arrivati a questo punto, lo dovremo chiedere anche per il Lido, per qualunque cosa. E' la resa della democrazia». Per fare in fretta non si rischia di ignorare le istanze che vengono dal basso? «Io voglio responsabilità precise. Il medico che sbaglia paga, se sbudella il paziente va in galera. Ma mica lo posso fermare prima dell'intervento. Lasciamolo fare e poi vedremo. Bisogna smetterla con questa mentalità controllistica e centralistica che blocca tutto». Venezia è la città dei commissari. Fenice, moto ondoso, fanghi, Passante. Solo il Mose non ha avuto il commissario. «Ma quello è l'esempio più deciso di commissariamento. Ha deciso uno solo, lo Stato». La voce del Comune è stata ignorata. «Ma almeno hanno fatto. Secondo me hanno sbagliato, io l'ho detto, ho votato contro. Ma in questo modo si è deciso. Se avrò ragione, e mi auguro di no, spero che qualcuno paghi i danni e si prenda le sue responsabilità». Ma la strada per fare le opere non può essere quella del commissario. «E' evidente, questa è un'abdicazione a ogni democrazia, si elimina il dibattito. Ma bisogna responsabilizzare». Qualche esempio. «In materia Urbanistica oggi decide la Regione. Bisogna che in alcune materie specifiche come l'organizzazione del territorio e la fiscalità ci sia l'autonomia completa dei comuni. Poi chi sbaglia paga». Alla luce degli ultimi avvenimenti lei crede ancora nel federalismo? «E' la nostra ultima spiaggia. Il sistema non funziona più, e così non si può continuare. Bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, delegare». Non sarà un'ulteriore moltiplicazione di spesa? «Se è regionalismo sicuramente sì. Non è pensabile che invece di chiedere allo Stato chiediamo alle regioni. Deve passare questa logica di responsabilizzare i comuni nel reperimento delle risorse. Altrimenti si blocca tutto». Come sarà Venezia tra dieci anni? «Sono molto ottimista su questo. Ci sono molte realizzazioni in corso, si stanno avviando progetti di straordinartia importanza per miliardi di euro d'investimenti. Mestre sarà un asse fondamentale, di lì passerà il mondo. Abbiamo grandi possibilità». Venezia e Mestre insieme? «Ovvio. Anzi, Venezia-Mestre con il trattino perché le due città sono una cosa sola dal punto di vista amministrativo. Questo è ormai assodata, separare le due città non ha alcun senso. A Mestre lo sviluppo e la città storica, lungi dall'essere un ostacolo, è un branch eccezionale». C'è il problema del turismo invadente e dello spopolamento. «Il vero problema della città storica è di manutenzione e di tutela. In questo anche il turismo riveste un ruolo fondamentale. E' successo anche altrove, a Siviglia con l'Expo. Nel Barrio gotico di Barcellonma mica ci sono gli uffici». Ma siamo attrezzati per affrontare l'invasione? «Certo che no, soprattutto se arriveranno cinque milioni di turisti in più, i cinesi, gli indiani». Colpa del Comune che non ha fatto i terminal? «Forse. Ma anche i terminal non bastano. Il turista ha sempre meno tempo, e l'idea che venga a Venezia senza andare a San Marco è ridicola». Allora che si fa? «Bisogna pensare qualcosa di drastico. Chi viene e non prenota viene massacrato sul piano tariffario. Il numero chiuso non è pensabile. L'unico strumento reale in un'economia di mercato è aumentare drasticamente il valore della merce che, come Venezia, gode di una domanda così pazzesca. Governare i flussi». Se ne parla da vent'anni almeno. «Ma adesso abbiamo gli strumenti tecnologici per farlo. Puntiamo a un turismo di stralusso, ricco, che porti soldi e ingombri poco». A che punto siamo? «C'è l'accordo con le categorie, gli albergatori in testa, che sono più disposte a mettersi insieme per avere un servizio piuttosto che contribuire con finanziamenti a fondo perduto. Dobbiamo vedere in questo nuovo sistema di prenotazioni, a cui sta lavorando il vicesindaco Vianello, quanto sarà l'aggio per il Comune». Il Comune si sostituirà alle agenzie di viaggio? «Bisogna centralizzare il sistema. Anche se i tour operator, è chiaro, non saranno certo eliminati. Ma anche loro sanno che conviene a tutti aderire. Intanto partiamo, poi quantificheremo la resa». Cosa cambierà il Passante nella vita di veneziani e mestrini? «Può cambiare poco o tantissimo. Tantissimo se assumeremo pieno potere sulla tangenziale, che deve diventare una strada urbana Porto e bonifiche. A che punto siamo? Il porto rivendica l'utilizzo di aree dismesse per pontenziare la parte commerciale. «Se pensiamo a cos'era Marghera quindici anni fa molte cose sono state fatte. Oggi almeno non si inquina più. Quanto alle aree, la linea del Comune praticata in modo indisucutibile è questa: le aree di Marghera devono restare anche a produzione industriale e chimica. Ineos chiude qui e apre in Germania, mica in Africa. Esiste anche la chimica pulita. In ogni caso il Comune non sarà mai d'accordo con progetti che vadano a sbaraccare la produzione industriale e chimica per far posto ad altro». La Sirma è già sbaraccata. «Non è vero. Stiamo trovando un acquirente per i refrattari. E, ripeto, faremo di tutto perché quelle attività non chiudano». Il vero problema è il costo della bonifica. «Appunto. La bonifica deve essere in funzione dell'utilizzo. Un conto è se sopra ai terreni inquinati ci faccio un asilo nido, un altro se ci va un parcheggio per Tir». SEGUE A PAGINA 19

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L'Italia affollata di medici (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 23-11-2008)

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stampa Rapporto L'Ocse propone di assumere i paramedici all'estero L'Italia affollata di medici ma senza infermieri L'Italia è il Paese dei camici bianchi, con il più alto numero al mondo di medici per abitanti, mentre è carenza cronica di infermieri, figure professionali sempre meno reperibili sul mercato. A fotografare l'emergenza è il Rapporto Ocse 2008 sulle risorse umane italiane in ambito sanitario, che avverte: l'assunzione di personale paramedico straniero potrebbe rappresentare una soluzione, se l'eccessiva burocrazia italiana non rendesse tale procedura estremamente difficile. Che la Penisola abbia medici in abbondanza lo dimostra il fatto che sono più di 600 ogni 100.000 abitanti, nel 2005. I medici appartenenti alla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sono circa 370 mila, di cui un terzo lavora negli istituti pubblici. Inoltre, secondo l'Ocse, la competizione tra medici nel settore pubblico è molto alta e spesso i più giovani devono aspettare a lungo prima di ritagliarsi un posto di lavoro. Il settore infermieristico, invece, deve far fronte al problema opposto. L'Italia ha meno infermieri che dottori (348.415 nel 2005), la maggior parte dei quali (70%) lavora in strutture pubbliche. La carenza di infermieri, sottolinea l'Ocse, «potrebbe essere in parte colmata dall'assunzione di personale proveniente dall'estero. Ma a causa della competizione con altri Paesi, che offrono salari più alti e condizioni di lavoro migliori, e delle complesse politiche di immigrazione, il numero di infermieri stranieri in Italia è ancora molto basso: 6730 nel 2005, di cui un terzo proveniente dall'Unione europea». Gli infermieri che arrivano in Italia hanno mediamente tra i 20 e i 39 anni e provengono generalmente da Romania (60%) e Polonia (25%). Le assunzioni dall'estero possono essere facilitate tramite contatti diretti tra le istituzioni. La Spagna per esempio, che presenta un esubero di infermieri, ha un accordo con l'Italia. L'unico accordo che coinvolge direttamente le autorità nazionali è quello che l'Italia ha con la Tunisia tramite il ministero del Welfare. Malgrado la forte domanda di personale paramedico, l'Italia, conclude l'Ocse, «rimane un Paese poco attraente per gli infermieri stranieri: lo stipendio non è competitivo (circa 1600 euro al mese), le politiche di immigrazione sono sfavorevoli e la scarsa diffusione della lingua italiana all'estero rende la comunicazione più difficile».

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appello delle 220 pro loco: la regione non penalizzi i nostri 35 mila volontari non sono spesa, ma risorsa (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

IL CONVEGNO DI ARTA Appello delle 220 pro loco: la Regione non penalizzi i nostri 35 mila volontari non sono spesa, ma risorsa ARTA. Il volontariato in tempi di difficoltà economica rappresenta una leva sociale e culturale che dev'essere valorizzata. Burocrazia, reperimento di risorse, ricambio generazionale e diversi altri problemi sono quotidianamente affrontati dal "popolo" delle pro loco, i cui dirigenti si sono ritrovati in questo fine settimana ad Arta Terme. Nella località carnica, infatti, si sta svolgendo il settimo convegno "residenziale", vale a dire una full immersion durante il quale si affrontano sia aspetti tecnici legati alla gestione delle associazioni, sia elementi di aspetto strategico per tutto il movimento. «Giusto e doveroso il contenimento della spesa pubblica - ha commentato il presidente regionale, Flavio Barbina -, ma stiamo attenti a tagliare i rami secchi, non quelli verdi. Il sistema delle Pro Loco, forte in Friuli Venezia Giulia di 220 sodalizi sul territorio e di oltre 35 mila volontari, ha dimostrato in tutti questi anni di essere moltiplicatore delle risorse pubbliche. Ogni euro che Comuni, Province e Regione erogano al nostro movimento, grazie all'impegno dei volontari, il risultato per la comunità vale dieci». Ampio spazio, durante i valori che si tengono nell'hotel Gardel di Piano d'Arta e che stanno impegnando oltre 150 persone, è stato dedicato nella prima giornata ai rapporti con la Siae. Unità di trattamento su tutto il territorio nazionale, evitando confuse interpretazioni dei singoli mandatari, è stata auspicata dal rappresentante Unpli, Mario Barone. Gli aspetti fiscali, poi, sono stati affrontati da Salvatore Olivierio, revisore dei conti dell'Unione nazionale. In particolare, è stato chiarito il trattamento fiscale delle diverse tipologie di contributi erogati dalle amministrazioni comunali e la liquidazione dei compensi di natura occasionale. È al termine delle lezioni, però, che il popolo delle Pro Loco dimostra il valore aggiunto del volontariato. La natura "residenziale" del convegno, infatti, crea occasioni di confronto informale tra le diverse esperienze, scambi di informazioni, getta le basi di possibili collaborazioni, ma crea anche semplici momenti di divertimento e condivisione dei valori alla base del volontariato. All'iniziativa delle Pro Loco del Friuli Venezia Giulia è presente il presidente nazionale dell'Unpli, Claudio Nardocci, che ha voluto così rinsaldare un senso di appartenenza che accomuna in Italia oltre 5 mila 500 associazioni. Sarà proprio lui a tenere l'ultima relazione del convegno, in programma questa mattina e che affronta un tema spesso delicato per i rappresentanti delle singole associazioni, piccole e grandi: la comunicazione in pubblico. Infatti, i volontari delle Pro Loco sono sempre stati più bravi a fare che a parlare. «Non è un difetto - anticipa Nardocci -, ma oltre a organizzare belle iniziative, dobbiamo anche saperle raccontare».

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Il paziente innanzitutto: ecco come rilanciare la sanità ligure (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

n. 281 del 2008-11-23 pagina 4 Il paziente innanzitutto: ecco come rilanciare la sanità ligure di Redazione Offrire ai cittadini un servizio ottimale, contenere la spesa senza togliere nulla all'assistenza, gratificare il lavoro degli operatori La riorganizzazione dell'ematologia ligure è una necessità impellente nel contesto di una riorganizzazione di tutta la sanità in Liguria. L'impegno comune degli Amministratori sanitari, degli operatori e degli utenti deve essere quello di riportarla a un livello competitivo rispetto alle regioni di confine consentendo: 1) ai pazienti liguri di poter essere curati presso la propria regione in maniera ottimale senza essere costretti all'emigrazione. 2) agli Amministratori di contenere la spesa pubblica offrendo nel contempo ai cittadini un servizio adeguato alle loro aspettative, costantemente aggiornato e dinamico. 3) agli operatori sanitari di essere gratificati dell'attività svolta, di poter agire in scienza e coscienza senza lo stress della mancanza di personale, dell'assenza di risorse e dell'oppressione della burocrazia. Un'utopia? Non credo poiché questo è riuscito in regioni come la Toscana e il Piemonte che hanno avuto il coraggio e la volontà di rivoluzionare il loro sistema sanitario rivolgendo i loro sforzi al bene dei cittadini. 1) Offrire ai cittadini un servizio ottimale. È indispensabile che il paziente possa scegliere la struttura sanitaria che ritiene più idonea alla tipologia della propria patologia. Su che base viene operata una scelta? Generalmente il paziente si affida ai consigli del medico di base, ma spesso la scelta è condizionata dai tempi di attesa necessari per poter programmare visite ed esami, dalla difficoltà di contattare la struttura prescelta, dall'accoglienza iniziale che gli viene riservata, in altre parole alla buona organizzazione interna del reparto ricevente. Spesso il Medico Curante conosce un collega della struttura e affida il paziente alle cure del medico specifico e non dell'equipe operante nella struttura. Questo si verifica poiché l'equipe non è compatta, ogni singolo caso viene seguito dal singolo medico e vi è scarsa discussione collegiale di ogni singolo paziente. I protocolli terapeutici sono generalmente comuni, ma l'approccio al paziente assai eterogeneo. Per migliorare il servizio offerto al paziente sarebbe utile discutere collegialmente medici ed infermieri ogni singolo caso clinico per condividere il percorso clinico-terapeutico nell'intento di una ottimizzazione dello stesso. Per fare questo è indispensabile un numero di operatori ageduato alle richiesta di assistenza e alla complessità della patologia. Ci vuole poi una preparazione adeguata degli operatori alla comunicazione con il paziente e infine un'organizzazione interna da parte dell'unità operativa che sia in grado di ricavare il tempo necessario per le discussioni collegiali dei pazienti. 2) Contenere la spesa sanitaria senza incidere negativamente sulla qualità dell'assistenza. Il contenimento della spesa sanitaria è correlato ad una riorganizzazione centrale che consenta una visione globale della spesa sanitaria superando i clientelismi e le esigenze dei singoli a favore di una organizzazione unitaria dell'ematologia ligure. Magari con l'istituzione di un Dipartimento Regionale di Ematologia costituito dai centri di eccellenza ovvero la Divisione Ospedaliera, la Cattedra universitaria, il Centro trapianti di cellule staminali e i Day Hospital-Ambulatori e delle strutture ambulatoriali e/o di degenza dei maggiori ospedali liguri allo scopo di programmare e discutere protocolli terapeutici comuni per offrire ai pazienti un trattamento uniforme in tutta la Regione, aderire uniformemente a protocolli terapeutici che consentono di offrire al paziente trattamenti con farmaci innovativi senza gravare sul servizio sanitario e l'inutile ripetizione di percorsi terapeutici o la pletora di indagini o l'eccesso di terapia. La stesura di linee guida regionali, per i percorsi diagnostici e terapeutici per le principali patologie ematologiche, da parte dei rappresentanti dei centri di eccellenza, sulla falsa riga di quanto è stato fatto in alcune delle regioni limitrofe come la Toscana, il Piemonte e la Lombardia. Ovviamente l'utilizzazione delle linee guida e l'inserimento dei pazienti nei protocolli terapeutici dovrà essere supportato da una «Rete Ematologica» che potrà essere gestita dalla Regione Liguria supportata da uno specialista ematologo. 3) Gratificazione degli operatori sanitari. Questo punto è particolarmente importante per garantire un servizio ottimale per il paziente. La gratificazione vuol dire consentire all'operatore di svolgere la propria attività in maniera serena, rispettando i periodi di riposo, consentendo ampi spazi alla discussione collegiale dei casi clinici e dell'organizzazione del lavoro, aumentando gli spazi riservati all'attività clinica per la cura dei pazienti e affidando a personale appositamente dedicato l'imponente e crescente mole di lavoro burocratico. La burocrazia è importante per il controllo centrale, ma distoglie l'operatore dalla sua «mission», che è quella di assistere e curare il paziente in scienza e coscienza, ricordando che la scienza viene acquisita con l'applicazione, lo studio, il confronto e la discussione, tutte cose che richiedono tempo e serenità. Responsabile Sanità Unione a Sinistra e Sinistra Europea © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il futuro sta nell'innovazione (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il futuro sta nell'innovazione «Il tema della qualità dello sviluppo è oggi centrale, sia sotto il profilo della sua sostenibilità, sia per l'insieme dei fattori che contribuiscono alla competitività di un sistema territoriale, e in primo luogo il livello di coesione e tenore di vita della società». A sostenerlo è Paolo Govoni, presidente provinciale Cna, convinto che la qualità sociale sia alla base dello sviluppo economico e della stessa competitività delle piccole imprese, che nel tessuto sociale hanno le proprie radici vitali. A questo tema complesso è dedicato il prossimo Meeting dell'Innovazione Cna, che si svolgerà tra il 4 e il 6 dicembre a Ferrara, nel corso del quale sarà presentato il primo Rapporto sulle imprese socialmente responsabili della provincia di Ferrara. «Il tema dell'innovazione - sottolinea Govoni - riguarda non solo le imprese, ma tutto il sistema territoriale: la sua efficienza, la capacità di risposta alle domande diffuse di una società ed economia in profondo cambiamento, attraverso la valorizzazione delle sue migliori risorse. Imprese competitive, in un territorio competitivo. E' questa la sfida che attende ciascuno di noi in questa fase: istituzioni, forze economiche e sociali, imprese, mondo della scuola e dell'università. La nostra Associazione ne è profondamente convinta e su questo terreno si è molto impegnata negli ultimi anni». In primo luogo, dunque, Cna sollecita un progetto di sviluppo su alcuni terreni fondamentali, largamente condiviso tra i principali protagonisti della nostra realtà locale. La stessa crisi economica accelera questa esigenza, attorno alla quale, purtroppo, a giudizio di Govoni, non vi è ancora la necessaria consapevolezza. «Auspico una accelerazione da questo punto di vista. E' più che mai urgente l'adozione di una comune strategia per il rilancio competitivo del nostro territorio. Questa crisi ha sviluppi dei quali si fatica ancora a comprendere la portata. Questa realtà ci obbliga a individuare scelte innovative attraverso un lavoro di squadra, rivolte ad affrontare i difficili problemi della fase attuale, ma soprattutto tese a cogliere i segnali di ripresa quando si presenteranno. La competizione offrirà, infatti, occasioni di crescita esclusivamente a quei territori che avranno realizzato processi innovativi rilevanti, miglioramenti tangibili in tema di burocrazia, infrastrutture ed efficienza complessiva del sistema».

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Sos lanciato dalle pmi (sezione: Burocrazia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sos lanciato dalle pmi Confesercenti Ferrara lancia un sos, una richiesta di aiuto al Governo, ma non solo. La domanda è rivolta anche alle Amministrazioni locali, affinchè possano fare fronte comune con l'associazione e sostenere le aziende in questo difficile momento di recessione. Le piccole e medie imprese stanno soffrendo, hanno la necessità di avere molte cose. Alcune esigenze sono improrogabili, non si possono più rimandare. Ecco le più urgenti. - Finanziare gli investimenti imprenditoriali, anche attraverso un forte appoggio ai Confidi; - ridefinire gli studi di settore; - detassare gli utili reinvestiti; - fermare la spirale recessiva, con sostegni di carattere strutturale; - snellire la burocrazia.

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<Ecco come è arrivato il sì dell'Ue per l'Alitalia> (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Domenica 23 Novembre 2008 BRUXELLES. Il capo di gabinetto del commissario Antonio Tajani, vicepresidente Ue, ha seguito in prima linea la trattativa con le autorità italiane «Ecco come è arrivato il sì dell?Ue per l?Alitalia» Il vicentino Preto: «In Italia potrà operare una nuova compagnia privata più piccola, ma competitiva. Il prestito ponte però dovrà essere restituito» Sia Colaninno che Passera mi hanno colpito per la determinazione nel raggiungere gli obiettivi Abbiamo anche dato il via libera a un aiuto di Stato per Alpi Eagles: la Regione darà 17 milioni     Maria Ronconi È uno dei protagonisti del via libera della Commissione europea alla vendita di Alitalia deciso la scorsa settimana. Antonio Preto, vicentino originario di Valdagno, è capo di gabinetto del commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani. I membri del gabinetto del vicepresidente della Commissione europea Tajani sono, oltre a Preto che è appunto il capo, Diego Canga Fano (è il vice-capo di gabinetto), Arianna Tannini, Johann Colsman, Mattia Pellegrini, Massimo Baldinato e Silvia Bartolini (con loro nello staff figurano anche Fabio Pirotta, portavoce, e Andrea Maresi, press officer). Antonio Preto insieme ai suoi collaboratori (tra cui c?è anche un altro vicentino, Massimo Baldinato) ha coordinato per conto del commissario Tajani l'intera procedura comunitaria, inclusi i rapporti con le autorità italiane. Accetta l?intervista nel suo ufficio di Bruxelles, al dodicesimo piano di Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea e centro della tecnocrazia comunitaria. Soddisfatto, immagino dell'esito della trattativa Alitalia ? Certo, quella del via libera è stata una giornata importante per l'Italia. La Commissione europea ha espresso un giudizio molto positivo sull'operazione di vendita di Alitalia, voluta dal nostro Governo. In Italia potrà operare una nuova compagnia, interamente privata, in grado di competere su un mercato europeo difficile come quello del trasporto aereo. Non dimentichiamo poi che un'operazione di questa complessità è stata costruita in tempi brevissimi, nel pieno rispetto delle regole europee. Le decisioni prese dicono che: a) se la vendita degli assets di Alitalia sarà realizzata al prezzo di mercato, l'operazione non comporterà aiuti di Stato; b) non c'é continuità tra Alitalia e Cai; c) gli eventuali aiuti di Stato che Alitalia avesse ricevuto in passato, non possono essere ascritti alla responsabilità patrimoniale di Cai. E il prestito ponte da 300 milioni? Si tratta di un aiuto di Stato incompatibile con il Trattato: dovrà essere recuperato dallo Stato italiano. Essendovi discontinuità economica tra Alitalia spa e la nuova compagnia, sarà Alitalia a doversi fare carico della restituzione dell'aiuto di Stato. La vendita degli assets della Compagnia a prezzo di mercato rappresenta l'unica possibilità reale che Alitalia incassi abbastanza per poter restituire allo Stato italiano il prestito erogato. E chi ci garantirà che la vendita sarà a prezzo di mercato? La procedura di amministrazione straordinaria prevede l'intervento di esperti indipendenti - Banca Leonardo e Banca Rothschild - che dovranno stabilire il prezzo di mercato. Inoltre abbiamo concordato con l'Italia la nomina di un ?Monitoring trustee? totalmente indipendente che dovrà vigilare affinchè la decisione della Commissione sia rispettata, ed in particolare dovrà accertare che il prezzo di vendita sia realmente il prezzo di mercato. E ne farà rapporto poi alla Commissione europea. E nel caso in cui il prezzo di vendita non fosse quello di mercato? Allora dovremmo aprire una procedura di investigazione, perché vorrebbe dire che l'Italia, vendendo ad un prezzo inferiore a quello di mercato, sta dando un aiuto di Stato a Cai. Cai acquisterà la parte più importante di Alitalia Fly? L'offerta di Cai riguarda solo il 69% dell'attuale capacità di Alitalia in materia di trasporto passeggeri. Avremo una compagnia più piccola, dunque, il che consentirà ad altri operatori di occupare lo spazio lasciato libero, e avremo maggiore concorrenza. Tra l'altro nei giorni scorsi abbiamo dato il via libera anche ad un aiuto di Stato a favore di Alpi Eagles. La Regione Veneto potrà erogare i 17 milioni di euro già stanziati e cosí la compagnia veneta potrà tornare a volare. Un altro concorrente sul mercato italiano. E i lavoratori di Alitalia? Le notizie che abbiamo sono buone. Cai avrà bisogno di 12.500 lavoratori. Per noi era imperativo che vi fosse piena discontinuità, dunque i lavoratori di Alitalia non passeranno direttamente alla nuova compagnia, ma potranno essere assunti dal mercato del lavoro con nuovi contratti, e un nuovo status giuridico. Il passaggio diretto sarebbe stato un indice inequivocabile di continuità, proprio ció che doveva essere evitato. Immagino che comunque non sia stato facile arrivare queste decisioni? Il processo è stato breve, in pratica l'operazione è durata solo 2 mesi e mezzo. Il negoziato con le autorità italiane è stato spesso difficile, ma la collaborazione sempre leale ed aperta. Senza questo non saremmo riusciti nell'intento. Si trattava infatti di coordinare l'attività delle autorità italiane competenti, in particolare i ministeri dell'Economia, dei Trasporti, dello Sviluppo Economico, del Welfare, l'Enac, e l'offerta di Cai con la costruzione della decisione in sede comunitaria. Determinante è stato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta. Il suo rispetto per le istituzioni, la sua capacità di mediazione, ma anche la sua autorevolezza nel momento delle decisioni sono state fondamentali. In questi mesi ha avuto contatti con i principali protagonisti, che impressione ne ha ricavato? Sia Corrado Passera che Roberto Colaninno mi hanno colpito per la grande determinazione nel raggiungere gli obiettivi e per l'attenzione agli aspetti europei dell'intera vicenda. Ricordo che Passera ci disse già a luglio: ?Se superiamo la fase critica, le grandi compagnie aeree europee ci faranno la corte?. È esattamente ció che sta avvenendo in queste ore. Colaninno è un vero imprenditore che vuole portare la nuova compagnia al successo, utilizzando tutti i fattori competitivi del sistema Italia. Ci disse: ?Voglio il via libera della Commissione. Non posso investire e chiedere di investire se non vi è la certezza che operiamo in piena conformità con il diritto comunitario?. E qual è stato il momento più difficile della trattativa? Il momento più difficile è stato a giugno, quando la Direzione generale dei Trasporti voleva obbligare l'Italia a recuperare immediatamente i 300 milioni, cosa che si fa solo in casi estremi, quando un Paese membro non collabora. E certo questo non era il caso. Se Antonio Tajani avesse ceduto alla pressione non giustificata della burocrazia comunitaria, Alitalia non esisterebbe più perché, senza i 300 milioni sarebbe stata costretta a portare i libri in tribunale.

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Le società hanno fame di spazi (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Le società hanno fame di spazi Il lamento dal mondo del calcio: «Pochi campi per mille iscritti, è tempo di fare qualcosa» Conegliano(l. a.) «Bene la Zoppas Arena, ma perché Conegliano sia una vera città dello sport manca ancora qualcosa». Tanti sorrisi ieri tra gli oltre mille atleti coneglianesi che, dagli scacchi al karate passando per la danza, hanno affollato il palasport di Campolongo nel giorno della sua inaugurazione. Ma, a sentire i rappresentanti di alcune società locali, soprattutto calcistiche, non è tutto oro quel che luccica: «Vent'anni fa qui c'era un'ottima cittadella del calcio, oggi è la peggiore della provincia afferma Denis Fiorin, dirigente dell'Union Csv speriamo che dopo il palazzetto e i campi di rugby e baseball si pensi al calcio, che a Conegliano conta 6 società e 1000 iscritti, e che si preveda la costruzione di impianti calcistici a norma». E sono tempi duri anche per il football parrocchiale: «Noi, purtroppo, non possiamo contare su alcuna struttura comunale spiega Michele Fiorot, vicepresidente del Calcio Lourdes logisticamente siamo presi male. Abbiamo bisogno di strutture, l'amministrazione comunale sembra che si stia dando da fare per aiutarci, ma dobbiamo fare i conti con la burocrazia». Luigi Baldassin, presidente del Calcio Ogliano, applaude il nuovo palasport ma avverte: «Adesso serve il fattore umano, cioè le persone che hanno passione e tempo da dedicare al buon funzionamento delle strutture». Tra le associazioni presenti ierialla Zoppas Arena non potevano mancare gli arbitri. Secondo Michele Battistella, presidente della locale sezione Aia che conta ben 125 iscritti, in città manca ancora una struttura che possa accogliere le società sportive, un condominio con sedi e sale riunioni dimensionate per tutte le associazioni, che in città sono molto ramificate. Questo a volte fa disperdere le energie.Tornando agli sport indoor, per il vicepresidente della Vigor Basket (220 iscritti) Marco Dall'Arche ci vorrebbero in città altre palestre polifunzionali e orari più flessibili. Gli spazi sono quelli che sono, i ragazzini sono tanti, arrivano anche da paesi limitrofi e gli orari sono sempre stringati e tra doposcuola e tempo prolungato è sempre più difficile per loro fare sport.E ieri è stata festa doppia per l'asd Amatori calcio polisportiva Campolongo: «Siamo nati giusto 20 anni fa ricorda il presidente Mariangelo Godeas dal 1988 giochiamo a calcio amatoriale a 11. Abbiamo vinto 2 titoli provinciali di categoria e creato manifestazioni importanti come il Memorial Day, giunto alla nona edizione, e il trofeo Fumagalli nell'ambito della festa dello sport. Oggi abbiamo 40 tesserati, e in 20 anni da noi sono passati circa 300 atleti».

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<Alla montagna un terzo dei fondi> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sul Piano di sviluppo rurale interviene il ministro, ma non spiega perchè il Bellunese è una realtà penalizzata «Alla montagna un terzo dei fondi» Zaia: «Quel piano l?ho fatto io: su 914 milioni il 34,4 per cento è destinato ai monti» AgordoNon ci stanno gli agricoltori ed allevatori di montagna. Dopo le risposte di politici ed amministratori non sono per nulla soddisfatti di come si stanno evolvendo i fatti in relazione ai contributi del Piano di Sviluppo Rurale. Mauro De Martin, gestore di Malga Stia (Canale d'Agordo), ribadisce: «La nostra non è una polemica come alcuni politici stanno tentando di far credere, piuttosto una difesa di un diritto acquisito per legge».Vi si accusa però di non aver fatto le domande per i contributi nel modo opportuno, ad esempio Gianpaolo Bottaccin della Lega ha rimarcato che molti hanno ascoltato i "vecchi" politici.«Le nostre domande sono state ammesse dall'Avepa. I nostri colleghi della Pedemontana hanno visto soddisfatte le loro attese, perché noi qui in montagna dobbiamo aggregarci predisponendo progetti di filiera?».I progetti di filiera non sono graditi?«Sono "bestie" di burocrazia, hanno una lunga istruttoria, sono caratterizzati da un elevato costo, in molti casi è impossibile da attuare. Mi viene il dubbio che siano stati messi così tanti soldi nei progetti di filiera poiché le troppe complicazioni burocratiche spingono gli interessati a lasciare perdere favorendo così ben pochi soggetti».Quindi voi avete ragionato su vecchi schemi?«Mi sembra un'affermazione insolente - dice De Martin - noi agricoltori ci limitiamo a constatare che il sistema ha distribuito male il denaro pubblico. Non mi spiego tra l'altro perché le aziende della Pedemontana abbiano avuto i contributi senza le filiere mentre la misura M121 è una misura individuale tanto per la parte bassa che per la parte alta della regione».Cosa non vi piace di questa misura?«Dal sito internet dell'Avepa tutti possono vedere le graduatorie per rendersi conto come le aziende di pianura (ulivi, vigneti, serre etc.) si siano viste assegnare 40 punti (a 200 metri sul mare) contro i 22 punti delle aziende anche a 1600 metri, quindi in montagna».Cosa chiedete?«La politica deve semplificare le cose non complicarle. La Regione ha sbagliato, deve rimediare al danno, pagando le domande non finanziate, recuperando i fondi all'interno del Psr, magari proprio dalle filiere, visto che su 100 milioni di stanziamento in provincia arriveranno solo 4,5 milioni di euro alla Lattebusche, unico progetto di filiera bellunese finanziato. Vogliamo un incontro chiarificatore con l'assessore Manzato».Quindi nessuna polemica?«No - conclude - vogliamo solo difendere i nostri diritti, non vogliamo essere tranquilizzati da lunghi discorsi, bensì dalla risoluzione dei problemi».Mirko Mezzacasa

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Burocrazia sconfitta con il trasloco notturno dell'ospedale (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

LA NOSTRA STORIA Burocrazia sconfitta con il trasloco notturno dell'ospedale BassanoAbbiamo visto che l'ospedale sorto fra via Roma e via Marinali era stato trasferito, nell'anno 1777, nel convento francescano di piazza s. Francesco (Garibaldi) ora sede del nostro prezioso museo civico.Domenico Vittorelli, in una sua guida del 1833, descrive i chiostri della chiesa di s. Francesco elencando minutamente tutti gli affreschi in essi contenuti tra cui una stanza a pian terreno, e che serviva un tempo di cappella a s. Antonio Abate (ora sala Chini). Descrive, inoltre, tutti i dipinti a fresco ed i quadri ad olio esistenti nelle stanze che servono ad uso della Direzione dell'OspitaleGià due anni prima il nostro G.B. Verci aveva cominciato a raccogliere, o comunque ad elencare, alcune opere che avrebbero dovuto costituire una pubblica Galleria d'arte, da lui ritenuta indispensabile per una comunità come quella bassanese.I locali dell'ospedale, intanto, si arricchivano di opere d'arte date dai cittadini bassanesi che, con queste donazioni, intendevano sovvenire ai bisogni del nosocomio cittadino. Dalla vicina chiesetta dedicata a s. Bernardino (ora diventata sala di lettura per gli studenti), l'ospedale aveva acquisito, oltre che del Guariento, tele di Dario da Treviso e di Francesco Da Ponte (Compianto sul Cristo morto), ma già nella loggia del Comune di piazzetta dei Signori era stato raccolto un consistente numero di opere che andranno a formare,poi, il primo ed importante, nucleo della pinacoteca bassanese.Ben presto (1806) le sale dell'ospedale di s. Francesco si erano rivelate insufficienti dato il continuo aumento dei ricoveri di malati bisognosi . In soccorso alle nuove esigenze di maggiori posti letto nella struttura ospedaliera, era avvenuto un fatto nuovo: il vicerè Eugenio aveva concesso l'autorizzazione al trasferimento dell'ospedale nei locali del convento dei Riformati, in viale delle Fosse, abolito per decreto napoleonico. Come è purtroppo noto, non c'è strada più lenta della burocrazia. I locali dell'ex convento dei Riformati erano disponibili ma, nonostante le interminabili riunioni fra amministrazione comunale e quella dell'ospedale di s. Francesco, non si riusciva ad effettuare il trasferimento a causa dei soliti cavilli legali. Per sbloccare la situazione era necessario un atto di forza ma nessuno trovava il coraggio di metterlo in atto dato che, avrebbe dovuto effettuarlo sotto la propria responsabilità e a suo rischio.Le cronache d'epoca registrano quello che potrebbe definirsi un coraggioso atto d'amore. Il primario dell'ospedale dr. Pietro Agostinelli, considerate le condizioni in cui versavano i suoi malati, date le opportune istruzioni ai ricoverati che potevano autonomamente camminare, nella notte del 16 novembre 1831, con l'aiuto degli infermieri e di volontari, provvide al trasferimento di suppellettili e ammalati nei chiostri dell'ex convento di viale delle Fosse.In una notte aveva sbloccato la situazione di stallo che si era venuta a creare fra le due amministrazioni senza avere alcun permesso da parte delle autorità preposte.Come succede sempre, il fatto divise la popolazione bassanese che, senza rischiare in proprio e, forse, solamente per amore della polemica, si divise in due schieramenti. Con le stesse argomentazioni c'erano coloro che approvavano la decisione presa dal primario e coloro, che usandole all'incontrario, condannavano il suo operato. Le autorità denunciarono il dr. Agostinelli e lo sospesero immediatamente dal servizio. Il primo febbraio dell'anno successivo, però, il medico venne riabilitato ed integrato in servizio nel nuovo ospedale.A parte l'esigenza di avere un primario in ospedale, è da ritenere che la decisione di rimetterlo in servizio, con la corresponsione delle competenze che gli erano state sospese, è da ritenere una risoluzione presa con velocità sconosciuta per una pratica burocratica.Ruggero Remonato

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Martedì in Consiglioassestamento al bilancio (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Milena Martedì in Consiglio assestamento al bilancio Niscemi. Proficuo ieri mattina l'incontro che si è svolto a Palazzo di città ed in cui il sindaco Giovanni Di Martino ha incontrato i rappresentanti delle associazioni agricole, dei commercianti, degli artigiani e le confederazioni sindacali, al fine di avviare tutte le procedure relative alla costituzione di un'associazione antiracket. Un'iniziativa - quella di riunirsi in un comune piano di lotta e di contrasto al racket delle estorsioni - che in passato si è cercato più volte di intraprendere in città e che poi, a dire il vero, è sempre sfumata più che altro per il timore generale di esporsi contro le organizzazioni criminali che cercano continuamente di imporre il pagamento del "pizzo" alle attività produttive. Clima di omertà e paura che nel corso degli anni, così come è stato fatto rilevare dal primo cittadino a tutti i rappresentanti delle varie associazioni di categoria partecipanti all'incontro, non ha fermato l'inquietante escalation degli attentati incendiari notturni compiuti ai danni di imprenditori agricoli, imprese artigiane, commercianti e negozianti. Una proposta, quella dell'istituzione di un'associazione antiracket, che in seguito al continuo verificarsi di fenomeni criminosi, è stata ripresa nuovamente dall'Amministrazione e dal Consiglio comunale. All'incontro di ieri mattina infatti, hanno partecipato l'assessore comunale allo Sviluppo economico e all'Agricoltura Salvatore Amato, l'assessore alla Legalità Nunzio Pardo, il capo ripartizione comunale sviluppo economico Massimo Arena ed i rappresentanti delle associazioni di categoria della Confartigianato, della Cna, dell'Unione artigiani, della Confesercenti di Niscemi e di Caltanissetta, della Confcommercio, dell'Unione provinciale agricoltori, della Coldiretti, dello Sportello verde Soat, dell'Unione consumatori, della Condotta agraria, della Federazione nazionale agricoltori e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. "Non è più possibile - ha detto il sindaco Giovanni Di Martino nel suo discorso introduttivo - tollerare che una sparuta minoranza di criminali possa continuare a mettere economicamente in ginocchio la città e senza che le istituzioni e le categorie produttive siano in grado di reagire. E' provato in altre realtà che tutte le volte in cui gli operatori economici sono riusciti a mettersi insieme, hanno costituito una forza contro il racket e conseguito ottimi risultati. I criminali - ha aggiunto il primo cittadino - contano prevalentemente sulla debolezza e solitudine delle loro vittime, ma insieme possiamo farcela, anche perché ci sono delle leggi che risarciscono gli operatori economici danneggiati". Un primo passo per la costituzione di un'associazione antiracket in città che nel corso dell'incontro è stato recepito positivamente dai rappresentanti delle associazioni di categoria, ma con l'esternazione di una serie di preoccupazioni: "ci troviamo spesso a combattere contro una burocrazia che uccide - ha detto Giuseppe Lombardo della Confartigianato - a dover sostenere tassi di interesse elevatissimi applicate dalle banche e da società private che gestiscono tributi comunali. Oltre che con l'associazione antiracket ci si dovrebbe venire incontro anche in tal senso". Critica anche Giusi Lupo, della Confcommercio, che ha puntualizzato il fatto che la criminalità va combattuta prevalentemente con la creazione di opportunità di lavoro e che la proposta di istituzione di un'associazione antiracket va presa seriamente in considerazione e che non va strumentalizzata come passerella politica. Il sindaco Giovanni Di Martino, a taleriguardo, ha chiarito che non intende proporre la costituzione di un'associazione antiracket preconfezionata e finalizzata a passerelle politiche, ma con l'adesione vera e sentita di tutti gli operatori economici. La riunione si è conclusa con l'impegno dei rappresentanti delle associazioni di categoria di recepire in ambito associativo le eventuali adesioni degli operatori economici alla proposta di costituzione di un'associazione antiracket per poi passare alla fase operativa dell'iniziativa. Alberto Drago

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UN INEDITO DEL DUCE SIMILE ALLA CIRCOLARE ANTI-FANNULLONI (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

UN INEDITO DEL DUCE SIMILE ALLA CIRCOLARE ANTI-FANNULLONI Roma. «...Alle 8 chi non è già al suo tavolo di lavoro ha perduto la giornata con le relative conseguenze. Alt. Farò controllare quanto sopra. Alt». Firmato: Mussolini. È quanto si legge nel documento inedito che sembra proprio una circolare anti-fannulloni in piena regola. La firma però non è quella del ministro Renato Brunetta ma quella, scritta tutta in maiuscolo, di Benito Mussolini e la data è il 19 maggio 1941. Il documento è una fotocopia, di proprietà dell'editore comasco Aldo Nicoli, proveniente dall'archivio di Michele Moretti (1908-1995), l'ex partigiano che fece parte del commando che giustiziò Benito Mussolini a Giulino di Mezzegra il 28 aprile 1945. L'originale, secondo la ricostruzione de «La Provincia di Como», apparteneva alle carte di Giusto Perretta, il fondatore dell'Istituto per la storia del movimento di Liberazione di Como. Il testo completo del telegramma mussoliniano, citato nella circolare recita: «È ormai diventato un sistema quello adottato da ufficiali e funzionari che consiste nell'avviarsi all'ufficio alle 8, il che significa essere al tavolo di lavoro non prima delle 8 e 15 e forse più tardi. Alt. Esigo che questa deplorevole abitudine tipica manifestazione di quel pressapochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani abbia immediatamente a cessare. Alt. Alle 8 chi non è già al suo tavolo di lavoro ha perduto la giornata con le relative conseguenze. Alt. Farò controllare quanto sopra. Alt. Firmato: Mussolini». Oltre a indicare un singolare «corso e ricorso» storico, il documento svela una pagina pressochè sconosciuta della burocrazia fascista. Lo conferma il professor Livio Antonielli, docente di Storia delle istituzioni politiche dell'Università degli Studi di Milano. «Il documento è molto curioso. Non penso che il modo di fare di Mussolini e quello di Brunetta, che nella sostanza sono uguali, sia quello giusto per migliorare l'efficienza. Un telegramma come quello del duce è nello spirito del periodo, dà molta visibilità e consenso, ma si scolla dalla realtà».

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ORESTE MOTTOLA UNA UNICA ASL PER LA PROVINCIA DI SALERNO? SI DELINEA SULLO SCACCHIERE POLITICO UN... (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 23-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ORESTE MOTTOLA Una unica Asl per la provincia di Salerno? Si delinea sullo scacchiere politico una nuova guerra di posizione alla vigila della discussione del piano per il rientro dal deficit sanitario. Da una parte De Luca, favorevole alla istituzione di una sola Asl; dall'altra parte i sindaci del sud della provincia, attestati sull'ipotesi di due Asl così come previsto dal piano anti deficit. «Basta una sola Asl per l'intera provincia, inutile dare burocrazia e non garantire salute» dice il sindaco De Luca intervenendo all'appuntamento settimanale del venerdì su Liratv. Spiega che «gli sprechi della sanità si annidano nell'apparto delle burocrazie» per cui «se, come io ritengo, si deve razionalizzare, allora bisogna partire dal numero delle Asl». E chi non condivide questa impostazione «vuole soltanto perpetrare la logica - ha insistito il sindaco - della spartizione che genera clientele e inefficienza». A distanza le repliche. «Ma De Luca conosce la provincia? Temiamo di no. E il problema non è di ordinaria burocrazia o di funzioni elefantiache ma di rispetto dei territori e dei cittadini, oltre che di snellimento delle funzioni» ribatte Cristoforo Cobucci, presidente del comitato dei sindaci dell'Asl Salerno 3, già direttore sanitario dell'Asl di Vallo dove un tempo c'era l'ex Usl che finì ai vertici della sanità pubblica nazionale negli anni Ottanta (risultò una delle Usl italiane in grado di funzionare meglio per l'efficienza della macchina amministrativa e sanitaria). «L'Asl per me è il numero verde attraverso il quale prenoto la mia visita specialistica. Mo' o mi rispondono da Vallo della Lucania o da Salerno a me non importa. Se troverò gli ambulatori ai soliti posti e non toccano il complesso dei servizi al cittadino accorpino pure», così Mario Cammarota, animatore della cittadinanza attiva nel campo della salute, sintetizza la questione dell'Asl unica. De Luca ne parla oggi. Antonio Cuomo, da consigliere regionale, la presentò in una riunione dell'anno scorso del consiglio comunale di Battipaglia. Ora il sindaco di Salerno l'ha fatta sua e spuntano adesioni e dissensi. L'Asl, soprattutto nel Cilento, è una seconda provincia, quasi un fattore di identità culturale. Dietro alle questioni di campanile si nascondono però la concretezza di centri decisionali e di spesa che sono l'essenza del potere politico locale. Il primo ad opporsi all'ipotesi di una sola Asl era stato venerdì scorso il presidente della comunità montana Valdiano, Paolo Imparato. «Io sono nettamente contrario all'ipotesi di una sola Asl nel salernitano - dice Girolamo Auricchio, sindaco di Roccadaspide e capofila della Valle del Calore - Io non vorrei che la battaglia contro il napolicentrismo si trasformi nella certificazione del salernocentrismo. Sono d'accordo con De Luca che bisogna risparmiare burocrazia, carrozzoni, e via di questo passo. Ma io sono almeno tre anni che non riesco a buttare giù quei carrozzoni salernitani per la gestione delle acque, bilanci in rosso, deficit occultati. Ora sull'ipotesi dell'Asl unica, il sud della provincia è pronto a ribellarsi». Da Roccadaspide a Vallo della Lucania dove Luigi Cobellis, sindaco del capoluogo cilentano, utilizza gli stessi argomenti per contrastare l'ipotesi. Primo, dice Cobellis, mentre si punta allo snellimento delle procedure «si torna ad addossare all'utenza le distanze». Secondo, «il vago riferimento alla burocrazia è un criterio vago e populista, come se le funzioni di governo fossero un che di superfluo se non dannoso».

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Berlusconi: insulti e bugie dalle tv <Letta al Quirinale? Sarebbe giusto> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere.it" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Villari, Situazione kafkiana». la Replica del diretto inteREssato: io personaggio reale Berlusconi: insulti e bugie dalle tv «Letta al Quirinale? Sarebbe giusto» Rai: «Passaparola tra i conduttori contro di me». Poi lancia il sottosegretario al Colle. Affondo sui giudici Silvio Berlusconi (Inside) MILANO - Silvio Berlusconi a tutto campo nella domenica trascorsa in Abruzzo per sostenere il candidato del Pdl alla presidenza della Regione Gianni Chiodi. Il presidente del Consiglio, all'attacco sulla Rai («sembra che ci sia un passaparola da parte di tutti i conduttori che stanno a sinistra di fare convergere sul premier prese in giro e a volte insulti, oltraggi e molto spesso menzogne»), non ha evitato di tornare sulla vicenda della Vigilanza, e, tra il serio e il faceto, ha lanciato il sottosegretario Gianni Letta come successore di Giorgio Napolitano al Colle. ATTACCO ALLA RAI - «Ci sono sempre di mezzo io - ha puntualizzato il premier parlando di tv -, sempre attaccato in malo modo. Sono fenomeni che tutti possono verificare guardando la tv. Quanto a trasmissioni come Ballarò, Porta a Porta, Annozero e Primo Piano ho pregato ministri e sottosegretari di non prestarsi a risse - ha aggiunto - cosa contraria agli interessi dei conduttori che dalla rissa aumentano gli ascolti, ma non dignitosa per chi ha responsabilità di governo». Poi il premier ha apostrofando quella che si è venuta a creare con l'elezione di Riccardo Villari alla presidenza, come «una situazione kafkiana». Una battuta che il diretto interessato non ha lasciato cadere nel vuoto: «Kafka? Io mi sento un personaggio reale, posso giudicare quello che succede come sorprendete ma io non sono cambiato, mi sento un uomo del Pd e soprattutto un uomo delle istituzioni» ha detto Villari. MANI PULITE - Nel comizio poi Berlusconi ha ricordato la stagione di Mani pulite. «Nel '92 la magistratura - ha detto - iniziò un'azione verso i cinque partiti democratici che, pur con molti errori, erano riusciti a garantire per 50 anni progresso e benessere». Nessun riferimento esplicito, almeno in questo passaggio ad Antonio Di Pietro, che però il premier ha nominato in un momento successivo del suo intervento. Al nome del leader dell'Italia dei Valori la platea ha reagito con dei fischi e il Cavaliere ha commentato: «Intervento sgraziato ma efficace». LETTA, LE INFRASTRUTTURE E LA CRISI - «Se volete Gianni Letta presidente della Repubblica mi sembra una cosa giustissima» ha detto Silvio Berlusconi, rispondendo a una sollecitazione in tal senso di una delle persone presenti al comizio in corso al Palacongressi di Montesilvano. Poi il premier ha affrontato anche la questione infrastrutture annunciando che il governo ha «trovato il sistema per decidere le opere da fare e cominciare subito i lavori. Nel prossimo consiglio dei Ministri - ha detto Berlusconi - vareremo 16 miliardi per le infrastrutture da iniziare subito. Opere da cominciare da subito, saltando tutte le lentezze della burocrazia». Riguardo al pacchetto anti-crisi, il presidente del Consiglio ha anche spiegato che «sarà presentato domani alle parti sociali» e nei giorni successivi ad altri interlocutori. «Riusciremo probabilmente a renderlo concreto entro la settimana stessa» ha aggiunto il Cavaliere. Silvio Berlusconi e il premier russo Medvedev: fu durante la visita al Cremlino che il Cavaliere definè Obama «bello e abbronzato» (Ansa) L'«ABBRONZATURA» DI OBAMA - Nuovo riferimento anche alla battuta su Obama, che all'indomani della sua vittoria alle presidenziali Usa definì «bello, giovane e abbronzato» - spiegando che «il mio complimento al presidente Obama è stato un pò invidioso. Tutti vorremmo essere abbronzati come Naomi Campbell e Obama...». Silvio Berlusconi parla ad una conferenza stampa al teatro Massimo de L'Aquila a sostegno di Gianni Chiodi, candidato del Pdl alla regione Abruzzo. Il Cavaliere torna a precisare il senso delle sue frasi sul nuovo presidente degli Stati Uniti, ripetendo che si trattava di un complimento e poi fa una nuova battuta, prendendo spunto dalla modella Campbell. «L'OPPOSIZIONE? CANTA IL PESSIMISMO» - Il leader del Pdl è poi tornato ad attaccare il centrosinistra: «Questa opposizione - ha detto - è ben lontana dal modello americano che in questo momento di crisi si unisce al blocco della maggioranza .Tutti i giorni con noi, sembra di essere sempre in campagna elettorale. Questo comportamento influisce ad aumentare un clima di sfiducia nel Paes ema il premier non si lascia influenzare da questa opposizione e va avanti diritto con fiducia». Per Berlusconi «la canzone quotidiana dell'opposizione è il pessimismo, mentre servirebbe aver fiducia e infondere ottimismo». stampa |

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La Lapam: per le imprese del Frignano liberarsi dei rifiuti è troppo gravoso (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

La Lapam: per le imprese del Frignano liberarsi dei rifiuti è troppo gravoso «Le imprese del Frignano, sono sommerse più dalla burocrazia e dall'indifferenza, che dai rifiuti». Attacca così, Germano Manfredini, il segretario della zona del Frignano di Lapam Federimpresa, riferendosi ai problemi legati allo smaltimento dei rifiuti edili. «Il problema rifiuti di cantiere è serio - prosegue - e non solo in Appennino. Anche un piccolo artigiano, per poter trasportare il materiale di risulta, deve richiedere l'autorizzazione all'Albo Gestori Rifiuti di Bologna, che ha un costo di circa 400 euro. Ogni anno poi l'autorizzazione deve essere rinnovata pagando una tassa di 50 euro. Quindi l'impresa si deve munire di un formulario da compilare per ogni trasporto e i rifiuti possono essere conferiti ad una stazione di riciclaggio autorizzata. Il problema fu da noi sollevato fin dagli anni 80, poi ripreso in incontri con le amministrazioni. Le amministrazioni comunali non hanno mosso un dito per risolvere questo problema. Può essere economicamente sostenibile che un edile debba trasportare una carretta di inerti per decine di chilometri per poterli conferire in modo regolare? Sicuramente no. E allora assistiamo all'abbandono dei rifiuti in micro discariche abusive, che si trovano un po' ovunque. Chi è pizzicato sa quanto sono gravose le contravvenzioni. A Pievepelago e a Pavullo operano due ditte autorizzate, ma negli altri comuni il servizio è inesistente. Lapam propone una soluzione per tamponare l'emergenza: si autorizzino le imprese a conferire i rifiuti nelle isole ecologiche, che ora sono riservate ai soli privati. Chi invece si è espresso per stazioni di riciclaggio a livello di bacino, cioè sovracomunali, persegue la solita politica che ha portato ad una polverizzazione dei servizi nei piccoli comuni montani che ha visto, negli ultimi 20 anni, la soppressione di scuole, ospedali, collocamento». (g.cap.)

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In altri termini la sua passione per le tesi di volta in volta a priori prescelte lo induceva ... (sezione: Burocrazia)

( da "Trentino" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

In altri termini la sua passione per le tesi di volta in volta a priori prescelte lo induceva ... In altri termini la sua passione per le tesi di volta in volta a priori prescelte lo induceva a trascurare ogni altro argomento. Ho, infatti, l'impressione che l'Avvocato Ceruti, che ha peraltro dato atto che le statistiche di questo Tribunale così vivacemente commentate non erano state consultate da noi, ma assunte da sole notizie di stampa, sia incorso in un analogo infortunio, posto che i ricorsi accolti nel corrente anno fino al 19 novembre 2008 nei confronti della sola Provincia autonoma sono stati 14, mentre quelli respinti sono stati 33; altri 24 ricorsi sono stati definiti con formule diverse per cessata materia del contendere, sopravvenuta carenza d'interesse, difetto di giurisdizione o per questioni preliminari in rito. Per i ricorsi proposti, poi, congiuntamente avverso provvedimenti di enti locali e della Provincia autonoma quelli accolti sono stati 8 e quelli respinti 12, mentre i residui 24 sono stati definiti con esiti analoghi a quelli sopra indicati. Infine, con riferimento alla totalità dei ricorsi proposti alla stessa data, riguardanti la Provincia autonoma a qualsiasi diverso titolo convenuta in giudizio, quelli accolti sono stati 22 e quelli respinti 45, mentre sono 47 quelli conclusisi con altre formule. *** In definitiva il panorama non pare profilarsi così desolante come quello apparso all'Avvocato Ceruti sulla base delle notizie da lui assunte, senza considerare l'efficienza e la preparazione della burocrazia trentina nel suo complesso e la valentia di tutti i difensori delle parti in giudizio. Il che, signor Direttore, mi consente di dire che, ferma la legittimità di ogni critica politica avverso l'attuale disciplina stabilita da una norma d'attuazione dello Statuto di autonomia, quest'ultima non pare trovare alcuna significativa conferma nella recente attività del tribunale. In disparte restando l'episodio attualmente all'esame in sede disciplinare, che ha visto come protagonista uno dei due giudici non togati qui in servizio, invito dunque fermamente ogni interessato ad appuntare la più pungente critica avverso le motivazioni addotte a sostegno delle sentenze e delle ordinanze cautelari depositate, che si ritengano espressioni di parzialità nei confronti della Provincia autonoma e, in particolare, della pronuncia con la quale nel luglio scorso il problema della composizione di questo tribunale è stato diffusamente analizzato sul piano giuridico, trovando di essa conferma sia nella giurisprudenza della Corte costituzionale sia in quella della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. *** Per questo aspetto alcuna osservazione è stata da allora elevata sulla stampa o in altra sede, per cui la tematica evocata resta necessariamente astretta all'agone del pubblico, democratico dibattito in Trentino, mentre il Tribunale confida, quanto all'esistenza della sua imparzialità, nei propri migliori giudici, che sono in ogni udienza ed altra occasione processuale esclusivamente gli Avvocati nell'esercizio del loro impegnativo mandato difensivo, ivi compresi quelli della locale Avvocatura distrettuale dello Stato e degli Uffici legali della Provincia autonoma e di ogni altro ente pubblico. Francesco Mariuzzo * presidente Trga di Trento

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Energia, nodo fondamentale per lo sviluppo (sezione: Burocrazia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Silvia Oliva: per essere efficace, la politica di settore deve riuscire a trovare unità di obiettivi anche a livello europeo «Energia, nodo fondamentale per lo sviluppo» A Nord Est sono tutti concordi: è prioritario garantire all'industria fonti sicure La crisi finanziaria internazionale e la riduzione del costo delle materie prime energetiche sembrano aver ridimensionato la centralità della questione «energia» nel dibattito politico ed economico. Tuttavia, tale tematica rimane per il nostro paese una questione strutturale di assoluto rilievo sulla quale è necessario agire tempestivamente per rimuovere qualsiasi ostacolo allo sviluppo e alla competitività del sistema economico e imprenditoriale, al pari di altri vincoli quali, ad esempio, la burocrazia e le infrastrutture. La classe dirigente veneta, interpellata a luglio per la periodica indagine One realizzata dalla Fondazione Nord Est, mette in luce alcuni aspetti fondamentali relativi alle strategie e alle soluzioni da adottare. In primo luogo la necessità di dotarsi di un'efficiente politica energetica che deve essere tale a livello nazionale ma che, traguardando i confini italiani, deve trovare un'unitarietà a livello europeo, pur in considerazione delle esigenze e delle problematiche di ogni singolo stato. In secondo luogo, l'importanza, al fine di assicurarsi un approvvigionamento energetico sicuro e a costi stabili nel lungo periodo, di non escludere nessuna fonte - dal nucleare, al gas, dal carbone pulito alle energie rinnovabili - diversificando il più possibile. Questa indicazione, condivisa dal 55,3% degli intervistati, sottolinea l'esigenza di percorrere una strada che non tralasci nessuna possibilità al fine di garantire un buon livello di autosufficienza energetica, ma che non trascuri l'importanza di investire in ricerca nelle fonti rinnovabili nella consapevolezza che la scarsità delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale avrà inevitabilmente ricadute negative sul costo dell'energia. Questo doppio binario di intervento è ben esplicitato nella spaccatura del campione tra chi indica come fonte prioritaria su cui puntare la ripresa del nucleare (20,3%) e chi, viceversa, evidenzia la necessità di cominciare a focalizzarsi sulle fonti rinnovabili con investimenti di vasta scala (23,0%). Queste ultime, inoltre, appaiono nelle opinioni degli intervistati quelle che incontrerebbero minori opposizioni da parte delle popolazioni delle province sul cui territorio fossero realizzati degli impianti per la produzione di energia. Infatti, per la quota maggioritaria del campione (46,6%) l'ipotesi di realizzazione di una centrale idroelettrica o di impianti per fonti rinnovabili sarebbe comunque accettata. Viceversa, per i termovalorizzatori e per i rigassificatori l'opinione è che troverebbero l'accordo della popolazione locale solo qualora ne venisse garantita preventivamente la sicurezza. Diverso, invece, l'atteggiamento per quanto riguarda gli impianti termoelettrici per i quali l'accettazione appare condizionata dalla garanzia di poter ottenere sconti nelle tariffe applicate per il territorio interessato all'intervento. Infine, gli intervistati fanno emergere principalmente (57,8%) la consapevolezza che un investimento in termini di costruzione di una centrale nucleare incontrerebbe da parte dei cittadini un netto rifiuto. Un ulteriore 38%, tuttavia, ritiene che una preventiva garanzia di sicurezza renderebbe accettabile anche nuovo impianto nucleare. Tali legittimi vincoli di accettabilità che devono trovare risposta da parte del mondo istituzionale, tuttavia, sono tenuti a confrontarsi con il fatto che il vantaggio dei bassi costi energetici che le imprese italiane stanno sperimentando in questi mesi è solo temporaneo. Esso, infatti, è destinato ad esaurirsi con la ripresa dell'economia mondiale che vedrà incrementarsi la produzione e quindi la richiesta di energia, con ricadute negative rilevanti su un'economia italiana ancora fortemente non autosufficiente dal punto di vista del mercato energetico. (*) Fondazione Nord Est

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tra istituti fatiscenti e burocrazia malata - torino (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 1 - Prima Pagina Il rapporto Tra istituti fatiscenti e burocrazia malata TORINO Una su due non ce la fa. Una su due è potenzialmente a rischio. I tecnici della Protezione civile disegnano una mappa inquietante: 22.800 scuole pubbliche su 42.000 non sono a norma. Sono edifici progettati senza tenere conto dei criteri antisismici in zone dove i terremoti sono frequenti. SEGUE A PAGINA 4

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Il crollo a scuola? Tragica fatalità (sezione: Burocrazia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

LA MORTE DI VITO SCAFIDI. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia interventi urgenti sugli edifici a rischio «Il crollo a scuola? Tragica fatalità» ROMA «Una drammatica fatalità». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce il crollo del controsoffitto che nella scuola di Rivoli (Torino) è costato la vita al diciassettenne Vito Scafidi, scatenando le reazioni indignate di politici come Storace («Parlare di fatalità è una bestemmia») e Ferrero («Berlusconi si dovrebbe assumere le sue responsabilità e smetterla di parlare di fatalità laddove invece c'è incuria»), e le critiche dell'opposizione, che chiede conto dei tagli all'edilizia scolastica. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli annuncia un «rapido monitoraggio» della sicurezza degli edifici scolastici, e il sottosegretario Guido Bertolaso sollecita più fondi. La sicurezza nelle scuole, dice Berlusconi, «è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. È una responsabilità delle Province, ma noi abbiamo già dato il via a un'azione nei mesi passati con Bertolaso, individuando un primo lotto di cento scuole da sottoporre a verifiche non soltanto strutturali ma globali. Abbiamo inserito nella Finanziaria», sostiene, «un importo di alcuni milioni di euro». Le scuole degli interventi «appartengono soprattutto a zone sismiche, ma il lavoro da fare è molto più elevato. Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A Rivoli, però, «si è trattato di una fatalità». L'opposizione va all'attacco: «Non si fanno proclami dopo le tragedie», dice Stefano Pedica (Idv). «Si chiede scusa per l'irresponsabilità di un governo che pensa sempre di parlare dopo. Sono anni che chiediamo un controllo delle strutture, non solo quelle scolastiche, e non ci hanno mai ascoltato». Maria Coscia, responsabile scuola del Pd, chiede che «le autorità accertino l'esistenza di eventuali responsabilità» nel crollo nel liceo e che il governo ripristini «i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, tagliati in Finanziaria». Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazion comunistae, «se si tagliano le risorse per fare le manutenzioni ma poi alla fine nessuno fa le verifiche, capitano anche queste cose». Il ministro Brunetta trova il modo di dare la colpa alla confusione burocratica e al lassismo: «Spesso i siti scolastici, con una legislazione complicata e complessa», sostiene, «non dipendono dallo Stato ma da Comuni, Regioni e Province a seconda della tipologia dei plessi scolastici». E questa «è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza. Il monitoraggio consentirà di individuare le situazioni di pericolo che necessitano di interventi urgenti. A questo scopo, nella legge obiettivo sono allocati circa 250-300 milioni di euro che il ministero dell'Istruzione potrà utilizzare». Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, conclude, «collaborerà con quello dell'Istruzione per evitare che si ripetano altre tragedie inaccettabili». E Bertolaso dice che per la messa in sicurezza degli edifici a rischio «servono ulteriori finanziamenti», ma «non siamo all'anno zero. C'è già un gruppo che sta elaborando dati per intervenire». «È triste constatare che la scuola diventi luogo del pericolo e della morte», dice l'arcivescovo di Torino Severino Poletto, incontrando i familiari dei feriti, che stanno meglio. Andrea, il più grave, dovrà subire un'altra operazione, dopo la quale si farà una valutazione neurologica. Il rischio è che resti paralizzato agli arti inferiori. «Voglio che mio figlio venga a darci l'ultimo saluto a casa nostra, non in ospedale. Voglio vestirlo io, voglio la bara aperta qui da noi». Cinzia, la madre di Vito, rivolge l'appello in un messaggio video al presidente Giorgio Napolitano. E ieri, un'ottantina di studenti ha fatto irruzione nel cinema Massimo, una delle sale in cui si proiettano i film del Torino Film Festival. Gli studenti hanno interrotto un film, invitando gli spettatori a unirsi alla loro protesta. «Non posso stigmatizzare quello che è avvenuto», dice il direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti, «perché anche noi siamo in lutto per quello che è successo a Rivoli». Gli studenti sono poi sfilati in un corteo spontaneo. Intanto, la Rete degli studenti ha deciso un'ora di astensione dalle lezioni. E lunedì e martedì si andrà a a lezione con il lutto al braccio. A Rivoli, un migliaio di persone ha fatto una fiaccolata per Vito Scafidi.

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sicurezza, l'allarme di bertolaso "un istituto su due è a rischio" - (segue dalla prima pagina) paolo griseri (sezione: Burocrazia)

( da "Repubblica, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 4 - Cronaca Gli investimenti Lo scandalo Sicurezza, l´allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" "Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" Secondo i nostri calcoli servirebbero quattro miliardi di euro per rimettere in sesto tutti gli istituti italiani Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi. Uno scandalo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) PAOLO GRISERI Un elenco di cui non fanno parte licei come quello di Rivoli, che non è in zona sismica, dove si è verificata la tragedia di sabato. Mariastella Gelmini ha promesso di intervenire subito sulle 100 scuole più a rischio. L´elenco, dicono alla Protezione civile, si sta definendo in questi giorni. E si capisce che non verrà reso noto per evitare di moltiplicare la paura. Ma quanto costa rimettere in sesto tutte le scuole italiane? Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione civile, allarga le braccia: «Secondo i nostri calcoli ci vogliono 4 miliardi di euro. Sa qual è il problema principale? Se oggi ci fossero tutti insieme, quei soldi non sapremmo come spenderli». Un paradosso: è la storia di questi anni a confermarlo. Per spiegare l´assurdità Bertolaso parte da un drammatico ricordo personale: «Non dimenticherò mai la notte di San Giuliano, il 31 ottobre del 2002. Ero là con i soccorritori. Il vigile del fuoco davanti a me estraeva i corpi da sotto le macerie. Diceva solo ´vivo´ quando c´era qualche speranza di salvare un bambino. Non ce l´hanno fatta in 27. Quella notte ci siamo detti tutti che non si poteva accettare quella tragedia senza reagire». Tra il 2002 e il 2003 vennero stanziati 500 milioni di euro «ma solo all´inizio di quest´anno quei fondi sono stati spesi concretamente». Sei anni, uno scandalo. Il sottosegretario racconta: «Prima abbiamo dovuto attendere che i due ministeri competenti, quello della Pubblica istruzione e quello dei Lavori Pubblici, si mettessero d´accordo sui criteri per scegliere le scuole da ristrutturare. Poi è stato necessario il via libera del Cipe. Poi la palla è passata alle Regioni, alle Province, ai Comuni e alle Province autonome. Così i lavori sono partiti tra la fine del 2007 e l´inizio di quest´anno. Lei ha idea che cosa succederebbe se arrivassero domani i 4 miliardi necessari?». La scorciatoia per superare le lungaggini ci sarebbe. Proporla a Bertolaso, commissario per i rifiuti di Napoli, è scontato. Ma il sottosegretario non ci sta. Parafrasa Brecht: «Beato il paese che non ha bisogno di commissari». E spiega: «Più che un unico commissario per le scuole, sarebbe utile che gli assessori regionali ai lavori pubblici venissero nominati responsabili della sicurezza. Se si individua un responsabile in ogni regione i tempi si accorciano». L´altro accorgimento «è quello che si sta seguendo: invece di un unico stanziamento si tratta di destinare una quota significativa ogni anno per precedere gradualmente alla messa in sicurezza delle scuole». Dal 2002 a oggi sono state censite 3.000 scuole sulle 57 mila italiane (a quelle pubbliche vanno aggiunte le 15 mila private). E gran parte di quelle 3.000 scuole sono a norma solo per il 30-40 per cento dello standard previsto dalle leggi. Un quadro preoccupante. Tra tante cifre Bertolaso sintetizza: «Dovremmo poter intervenire in tempi brevi su almeno 15 mila scuole per metterle in sicurezza. Ma non possiamo mai abbassare la guardia. Quella di Rivoli non è una scuola fatiscente: forse non sarebbe mai rientrata nei nostri elenchi».

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energia, nodo fondamentale per lo sviluppo (sezione: Burocrazia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 24-11-2008)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

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Silvia Oliva: per essere efficace, la politica di settore deve riuscire a trovare unità di obiettivi anche a livello europeo «Energia, nodo fondamentale per lo sviluppo» A Nord Est sono tutti concordi: è prioritario garantire all'industria fonti sicure La crisi finanziaria internazionale e la riduzione del costo delle materie prime energetiche sembrano aver ridimensionato la centralità della questione «energia» nel dibattito politico ed economico. Tuttavia, tale tematica rimane per il nostro paese una questione strutturale di assoluto rilievo sulla quale è necessario agire tempestivamente per rimuovere qualsiasi ostacolo allo sviluppo e alla competitività del sistema economico e imprenditoriale, al pari di altri vincoli quali, ad esempio, la burocrazia e le infrastrutture. La classe dirigente veneta, interpellata a luglio per la periodica indagine One realizzata dalla Fondazione Nord Est, mette in luce alcuni aspetti fondamentali relativi alle strategie e alle soluzioni da adottare. In primo luogo la necessità di dotarsi di un'efficiente politica energetica che deve essere tale a livello nazionale ma che, traguardando i confini italiani, deve trovare un'unitarietà a livello europeo, pur in considerazione delle esigenze e delle problematiche di ogni singolo stato. In secondo luogo, l'importanza, al fine di assicurarsi un approvvigionamento energetico sicuro e a costi stabili nel lungo periodo, di non escludere nessuna fonte - dal nucleare, al gas, dal carbone pulito alle energie rinnovabili - diversificando il più possibile. Questa indicazione, condivisa dal 55,3% degli intervistati, sottolinea l'esigenza di percorrere una strada che non tralasci nessuna possibilità al fine di garantire un buon livello di autosufficienza energetica, ma che non trascuri l'importanza di investire in ricerca nelle fonti rinnovabili nella consapevolezza che la scarsità delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale avrà inevitabilmente ricadute negative sul costo dell'energia. Questo doppio binario di intervento è ben esplicitato nella spaccatura del campione tra chi indica come fonte prioritaria su cui puntare la ripresa del nucleare (20,3%) e chi, viceversa, evidenzia la necessità di cominciare a focalizzarsi sulle fonti rinnovabili con investimenti di vasta scala (23,0%). Queste ultime, inoltre, appaiono nelle opinioni degli intervistati quelle che incontrerebbero minori opposizioni da parte delle popolazioni delle province sul cui territorio fossero realizzati degli impianti per la produzione di energia. Infatti, per la quota maggioritaria del campione (46,6%) l'ipotesi di realizzazione di una centrale idroelettrica o di impianti per fonti rinnovabili sarebbe comunque accettata. Viceversa, per i termovalorizzatori e per i rigassificatori l'opinione è che troverebbero l'accordo della popolazione locale solo qualora ne venisse garantita preventivamente la sicurezza. Diverso, invece, l'atteggiamento per quanto riguarda gli impianti termoelettrici per i quali l'accettazione appare condizionata dalla garanzia di poter ottenere sconti nelle tariffe applicate per il territorio interessato all'intervento. Infine, gli intervistati fanno emergere principalmente (57,8%) la consapevolezza che un investimento in termini di costruzione di una centrale nucleare incontrerebbe da parte dei cittadini un netto rifiuto. Un ulteriore 38%, tuttavia, ritiene che una preventiva garanzia di sicurezza renderebbe accettabile anche nuovo impianto nucleare. Tali legittimi vincoli di accettabilità che devono trovare risposta da parte del mondo istituzionale, tuttavia, sono tenuti a confrontarsi con il fatto che il vantaggio dei bassi costi energetici che le imprese italiane stanno sperimentando in questi mesi è solo temporaneo. Esso, infatti, è destinato ad esaurirsi con la ripresa dell'economia mondiale che vedrà incrementarsi la produzione e quindi la richiesta di energia, con ricadute negative rilevanti su un'economia italiana ancora fortemente non autosufficiente dal punto di vista del mercato energetico. (*) Fondazione Nord Est

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riesplode la polemica sulla zona franca (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Intanto oggi a Trieste sarà discussa la modifica alla legge sui carburanti che dovrebbe eliminare parte della burocrazia per applicare gli sconti alla pompa «È' tutta colpa della precedente giunta regionale: ampi territori del Fvg in difficoltà e più poveri» Riesplode la polemica sulla zona franca Valenti (Pdl): la Valle d'Aosta ha conservato la benzina agevolata e l'Unione europea non ha preso provvedimenti In caso di cancellazione ai valdostani andranno 35 milioni per abbattere le spese delle bollette Sarà discussa oggi, in consiglio regionale, la modifica alla legge riguardante il settore dei carburanti, che dovrebbe eliminare parte della burocrazia per l'attuazione degli sconti alla pompa che pesa soprattutto sui benzinai. Con i provvedimenti in discussione, che saranno illustrati in aula dal consigliere relatore di maggioranza, Paride Cargnelutti, anche i gestori dei distributori goriziani si avvantaggeranno. Questo perché riceveranno in tempi più brevi le somme relative agli sconti praticati agli automobilisti. Mentre si discutono queste norme scoppia, però, una nuova polemica. Ad accenderla il consigliere regionale del Popolo delle libertà, Gaetano Valenti: «Nei giorni scorsi ero a Roma - riferisce - e ho avuto modo di parlare con esponenti politici di primo piano della Valle d'Aosta, i quali mi hanno riferito che la Regione continua ad avere il regime di zona franca e, con ogni probabilità, continueranno a conservarlo per tutto il 2009, così come sarebbe dovuto accadere anche per l'Isontino e il resto del territorio del Friuli Venezia Giulia, se non fosse intervenuto l'allora presidente della giunta regionale Riccardo Illy, con la sciagurata decisione di eliminare la zona franca in Friuli Venezia Giulia. Mi è stato confermato dagli esponenti della Valle d'Aosta che dall'Unione europea non è giunto alcun provvedimento drastico e, quindi, loro vanno avanti trattando, nel frattempo, non soltanto un'uscita morbida, ma anche il mantenimento dei fondi che oggi vengono incamerati a livello istituzionale con la zona franca». Valenti evidenzia che «per la Valle d'Aosta si tratta di 35 milioni di euro che, questi gli accordi che si stanno definendo, all'esaurimento della zona franca saranno comunque mantenuti sul territorio e serviranno per l'abbattimento delle bollette energetiche di famiglie e imprese». Il consigliere del Popolo delle libertà si dice molto arrabbiato per queste notizie, «ma, ovviamente, non con gli amministratori della Valle d'Aosta, che hanno semplicemente fatto il loro dovere, ovvero difendere gli interessi della gente di quei territori. Sono invece arrabbiato con chi, nella precedente legislatura, ha governato il Friuli Venezia Giulia senza fare altrettanto. Anzi, la cancellazione del regime di zona franca non soltanto ha messo irreversibilmente in ginocchio alcune categorie, i benzinai in primis, ma anche gli autotrasportatori che sono dovuti "emigrare" in Slovenia. Ha creato grosse difficoltà alle famiglie che, in un momento già molto difficile per i bilanci, si sono viste aumentare considerevolmente i costi per il pieno e per le bollette del gas. Al punto che - rimarca Valenti - oltre il 50% degli automobilisti della fascia confinaria ha preso la via della Slovenia per fare rifornimento. L'unico risultato, quindi, è stato quello d'impoverire ampi territori del Friuli Venezia Giulia, mettendo in difficoltà famiglie e imprese arricchendo, invece, il settore petrolifero e commerciale della Slovenia. E tutto mentre in Valle d'Aosta continuano a godere della zona franca. Dio ci scampi dai presunti amministratori "illuminati"!». Patrizia Artico

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la straordinaria avventura di buzzin lungo le strade ghiacciate della siberia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

CORMÒNS La straordinaria avventura di Buzzin lungo le strade ghiacciate della Siberia CORMÒNS. Oltre duemila chilometri: il contatto con Adalberto Buzzin avviene dall'estremo Nord dopo aver percorso la famosa Strada delle ossa, la via verso la porta dell'inferno. «Dopo 25 giorni di neve e ghiaccio - ha riferito il viaggiatore cormonese con la passione per la Siberia - e temperature che si aggiravano tra i -25° e i -45° sono rientrato alla base. Completato il reportage che mi ha visto percorrere la famosa Strada delle ossa costruita dai prigionieri politici e comuni ai tempi di Stalin; di 2.020 km, andata e ritorno, che mi ha portato a Magadan, la porta dell'inferno». Buzzin rileva che «a queste latitudini la vita è molto dura e difficile. Storie, avventure e aneddoti si perdono in queste strade dimenticate da tutti; ciò che resta di questa avventura sono le panoramiche stupende, la gente cordiale e ospitale, i villaggi abbandonati, la pista insidiosa di ghiaccio perenne che non ammette distrazioni di alcun genere, quei camionisti salvati che erano finiti dentro il lago ghiacciato; il cacciatore di volpi artiche; le renne selvagge che per pochi minuti seguivano l'auto in cerca di cibo». Un mix d'emozione e avventura ha caratterizzato il viaggio del cormonese in queste terre estreme. «I pochi villaggi abitati offrono poco: una casa del popolo per dormire, o meglio riposare, un magazzino dove vendono un po' di tutto, abbonda sempre la vodka, immancabile compagna delle lunghe notti invernali, pesce congelato, biscotti, tè e lardo, poche altre cose. Chiedendo ai locali come fanno a vivere per 8-9 mesi l'anno in pieno inverno, rispondono sorridendo: siamo nati qua, la natura è bellissima, il lavoro non manca (vedi miniere), i giovani sono scappati via, qualcuno torna e dice che la città è bruttissima, noi viviamo in sinergia col nostro ambiente che ci porta via tanto, ma ci regala una vita senza stress e senza burocrazia». «Nel museo di Magadan - precisa Buzzin - è stata consegnata la bandiera della Provincia di Gorizia al direttore che ha concesso un'intervista». Il direttore ha spostato una vecchia foto e l'ha sostituita con la bandiera della Provincia di Gorizia, dopo una stretta di mano e un "sisliva" (buon viaggio). «Il problema freddo non è da sottovalutare - ha scritto il viaggiatore -: le apparecchiature fotografiche vanno in tilt, bisogna fotografare con i guanti altrimenti le mani si attaccano al metallo, pochi scatti, quelli che servono poi la macchina si blocca e tutto si ferma, come il silenzio che mi circonda, magico, irreale, ma vero e costante. Un giorno a uno dei pochi bivi, dove si trova il carburante, il benzinaio mi ha chiesto vodka. Lui tranquillamente a -45° è uscito in maniche corte, ha ringraziato ed è tornato nel suo box, un vecchio container che serve da cucina, letto e ufficio. Questa è la Siberia, dove tutto sembra impossibile, ma la vita continua, in maniera lenta e tranquilla. Il grande freddo? Loro dicono: basta coprirsi, mangiare molto e bere un buon bicchiere di vodka... Risata fragorosa, la solita pacca sulla spalla e la solita raccomandazione: non guidate di notte, la pista diventa buia, i km sembrano doppi e poi ti perdi le panoramiche che solo noi abbiamo». Di quest'avventura verrà fatto un libro fotografico con il racconto di quei tanto fantastici quanto "impossibili" duemila km di ghiaccio e freddo, dove il sole non scalda mai. Mara Bon

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chiara zomer Il telefono ha squillato alle 7 (sezione: Burocrazia)

( da "Adige, L'" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

chiara zomer Il telefono ha squillato alle 7 chiara zomer Il telefono ha squillato alle 7.30 a casa di Luisa Graziola, la zia di Ilenia. Erano i carabinieri che la convocavano in caserma. E lei è precipitata nello spazio di pochi minuti in un incubo di quelli che non ti aspetti: «Mi hanno detto che era accaduta una cosa tremenda. Poi mi hanno spiegato». Racconta come se ancora facesse fatica a crederci, Luisa. Perché già è dura pensare che la vita ti abbia portato via una nipote. Ma sentire che se n'è andata in quel modo è al di là dell'immaginabile: «Ho subito chiesto se si trattava di un incidente - spiega - ma quando mi hanno detto come stavano le cose, ho iniziato a pensare a come sarei riuscita a dirlo ai suoi genitori. Proprio a loro, che già hanno sopportato tanto». Già, perché la sorte si è accanita, con la famiglia di Paolo Graziola. Solo qualche anno fa Luca, l'altro figlio, è rimasto vittima di un incidente per colpa del quale ha perso l'uso delle gambe. E adesso questa. «È troppo grossa, è troppo grossa» ripete Luisa, alla quale è pure toccato l'ingrato compito del riconoscimento. Ha accompagnato il fratello e l'ha sostenuto nelle incombenze che la burocrazia, in simili casi spietata, richiede. E poi è tornata a casa, ad interrogarsi su un perché che nessuno capirà mai davvero: «Loro non stavano nemmeno insieme, me lo aveva spiegato lei. Avevano avuto una storia, ma era già finita. Per lei non aveva significato molto, non ne parlava come un amore importante. Su questo era stata chiara proprio qualche settimana fa. Davanti alle mie domande, lei aveva sorriso: "No zia, mi sa che resto da sola, perché sono stufa di fare la psicologa. Voglio pensare a me, non ai problemi di un'altra persona". Così aveva detto». Ma Carlos non era sparito. S'era fatto vivo più volte, pure a casa. cercando di ricucire un rapporto ormai irrecuperabile. «La settimana scorsa è arrivato, era il giorno del suo compleanno - ricorda Luisa - aveva portato dei fiori. Ma quando Ilenia ha capito che si trattava di lui ha sbuffato ed è scesa a parlargli. Pochi minuti, poi è salita e mi ha detto: "Lo vedi zia, gli uomini sono tutti uguali, adesso dice che non riesce a vivere senza di me". Ma non era preoccupata né spaventata. Di questo mi sarei accorta. Anche i messaggi che arrivavano, non la facevano arrabbiare né la inquietavano. Non ha mai immaginato che potesse capitare qualcosa di brutto». E invece adesso è da qualche parte dove gli abbracci non arrivano. E ai familiari non resta che il ricordo di quel sorriso aperto verso la vita. Perché Ilenia, lo dicono tutti quelli che l'hanno conosciuta, era un vulcano, una persona che abbracciava la vita con l'entusiasmo dei bambini e la consapevolezza di chi sa quello che vuole. «Non so come spiegare, era straordinaria - ricorda Luisa, aprendo la porta su una quotidianità che sa di affetti sinceri - aperta, solare, sempre pronta a fermarsi a fare due chiacchiere con qualcuno, sempre piena di attività e cose da fare. E sempre piena di attenzioni verso gli altri. Veniva sempre qui dalla nonna. Ogni sabato, arrivava e le portava la spesa. A me piaceva quando arrivava qui, perché riempiva la stanza. Sia lei che suo fratello Luca, due persone solari. Lui, soprattutto, ci ha insegnato a vivere. A tutti quanti noi. E lei anche in momenti difficili è stata una colonna per la sua famiglia». Sì perché Ilenia la sua vita l'ha portata lontano da Nogaredo abbastanza in fretta. Le amicizie erano altrove, poi gli studi. Per un periodo ha vissuto fuori casa, a Sacco prima e a Trento poi. Ma il legame con la famiglia non si è mai spezzato, anzi. Perché quella della giovane ricercatrice è una famiglia unita. Che ha dimostrato già in passato di essere capace di stringersi per sopportare una vita a volte ingiusta. «Ma questa è troppo grossa, troppo» ripete la zia Luisa. E con lei lo ribadisce l'altra zia, la sorella della mamma di Ilenia. Quella che spesso accoglieva le confidenze della giovane nipote: «A me diceva tutto. Per questo so che non era spaventata, né agitata per questo ragazzo. Non l'ha mai considerato un pericolo. È che lei è troppo buona. È stata uccisa dalla sua disponibilità verso gli altri. Perché lei era così, non importava chi bussava alla porta, lei apriva, non importava che lingua parlassi o da dove venissi, lei apriva. E appena poteva metteva la mano nel portafoglio per gli altri. Tutti gli altri. È questo che l'ha tradita. Si fidava della gente perché lei era buona. E non si è accorta di chi aveva vicino. Uno che ha premeditato quello che ha fatto, uno che è uscito di casa nascondendo un coltello». E qui si ferma, la zia di Ilenia. Perché pensare a cosa può essere accaduto, a come possa essere successo, è troppo dura. «Ricordate solo la sua voglia di vivere, il suo amore per gli altri e per la vita», ripete. Poi entra nella villetta della sorella, tirandosi dietro il cancello. Su, in casa, c'è una famiglia che ha bisogno di un abbraccio. Perché ha perso una figlia e non ha più nemmeno qualcuno su cui scaricare la rabbia. Non ha più nemmeno la speranza di avere giustizia. 24/11/2008

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Difenderò i contadini indiani (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2008-11-23 - pag: 8 autore: INTERVISTA Leader del Partito del Congresso Rahul Gandhi «Difenderò i contadini indiani» Il figlio di Sonia accusa le grandi imprese di essere troppo aggressive Marco Masciaga AMRITSAR (PUNJAB) Lo scalcinato aeroporto di una città nel Nordovest dell'India può sembrare un posto insolito in cui darsi appuntamento con Rahul Gandhi, l'erede politico della dinastia che ha governato l'India per quasi 38 dei suoi 61 anni di storia. Eppure, dovendo parlare delle trasformazioni in corso nel Paese, lo scalo di Amritsar non è privo di suggestioni: il terminal pare sul punto di crollare, ma basta alzare lo sguardo verso il cielo per ammirare lo scheletro della struttura avvenieristica che presto lo inghiottirà. «Come vede, il Paese sta cambiando spiega compiaciuto Gandhi, uno dei due figli di Rajiv, l'ex primo ministro assassinato nel 1991, e di Sonia, l'italiana che 10 anni fa ne ha raccolto l'eredità politica - le infrastrutture devono migliorare, la burocrazia va snellita e servono altre riforme. Ma i fondamentali sono buoni». Osservato da vicino, questo sorridente 38enne sembra un ossimoro vivente. Il nome che si porta appresso testimonia di un Paese incapace di rinnovarsi, eppure il suo candore è una delle grandi novità nel mondo cinico e brutale della politica indiana. Gli abiti che indossa, un paio di sandali scuri e il kurta pajama bianco che per decenni sono stati la divisa del Partito del Congresso, rimandano a un'epoca lontana: nata da un impasto irripetibile di orgoglio, modestia e isolamento. Il BlackBerry che gli ronza in tasca sembra essere lì per ricordargli che il Paese è cambiato e che la sua salvezza oggi dipende dalla sua capacità di integrarsi, in tempo reale, con il resto del mondo. Tra pochi mesi l'Indiaeleggerà il suo 18esimo primo ministro. Si sente pronto? Voi giornalisti non fate che parlare di questa cosa... In questo momento mi sto occupando di riorganizzare le federazione giovanile del partito. Credo che il primo ministro Manmohan Singh sia un eccellente candidato premier. Eppure lei ha trascorso gli ultimi mesi viaggiando attraverso il Paese, villaggio per villaggio, come se volesse presentarsi agli elettori. L'ho fatto perché in India ci sono posti da cui non si riesce a far sentire la propria voce. Ci sono persone che non sono integrate né nel sistema economico, né in quello politico. E per andare incontro a loro è necessario abbandonare i sentieri più battuti. In alcuni villaggi mi sono anche fermato a dormire: l'hofatto quando ho capito che, per molti indiani, casa propria è ancora l'unico luogo dove ci si sente liberi di dire ciò che si pensa, senza paura. Cos'altro ha imparato? Ho imparato che in India coesistono visioni del mondo molto diverse dalla mia e dalla sua. Qui vivono popolazioni tribali che non conoscono, letteralmente, il concetto di proprietà. E siccome l'India appartiene a tutti gli indiani sono convinto che anche le loro voci vadano ascoltate. Il tema dei conflitti tra contadini e imprese in cerca di risorse naturali è sempre più attuale. Lei da che parte sta? Credo che il mio compito come uomo politico sia quello di ascoltare e proteggere i più deboli. Quando c'è uno scontro tra un'impresa e gli abitanti di un villaggio è perché una delle due parti non sta ricevendo ciò che gli spetta. è l'ingordigia che porta al conflitto. La soluzione è semplice: basterebbe introdurre un elemento di fairness, dicorrettezza. Lo Stato dell'Haryana, dove chi cede un terreno diventa azionista dell'azienda che vi sorgerà, ha indicato una possibile via. Mi creda: i contadini non sono nemici dell'industrializzazione. Gli basta non restare con nulla in mano. La corruzione di politici e burocrati di certo non li aiuta ad avere fiducia nel prossimo. Perché in questo l'India non riesce a cambiare? L'India non è tutta così. Se io le dicessi che l'Europa è corrotta lei, giustamente, mi accuserebbe di grossolaneria. Bene, noi indiani siamo il triplo di voi europei: vuol dire che l'India non può essere dipinta con un solo pennello. Ci sono Stati con grandi problemi di governance come l'Uttar Pradesh e il Bihar e altri, penso al Karnataka, al Kerala, all'Andhra Pradesh, dove la situazione è molto migliore. Purtroppo non sempre è possibile intervenire a livello centrale senza rischiare di violare la Costituzione. Quando dice che c'è ancora molto da fare sul piano delle riforme e delle infrastrutture riconosce che il Paese sta scontando il fatto di essersi aperto al resto del mondo troppo tardi? No. Credo che negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta l'India non possedesse gli strumenti per poter abbracciare l'economia di mercato. Se vuole sapere cosa penso delle riforme del 1984 e del 1991 le dico che erano la cosa giusta da fare. Se mi chiede se penso che il Paese debba continuare su questa strada le dico: sì, dobbiamo assolutamente andare avanti. Ma se crede che abbiamo commesso un errore ad aspettare tutto questo tempo le dico che forse si sta sbagliando. masciaga@gmail.com LA GUERRA DEGLI ESPROPRI «Gli agricoltori non sono nemici dell'industrializzazione, ma non vogliono perdere la terra e restare a mani vuote Bisogna saper ascoltare tutti» AP/LA PRESSE Toccherà a lui? Sonia Gandhi, presidente del Partito del Congresso, con il figlio Rahul, indicato come possibile premier in caso di vittoria elettorale

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Ama il medico tuo (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore sezione: CORRISPONDENZA E INCONTRI data: 2008-11-23 - pag: 34 autore: FERMO POSTA Ama il medico tuo ono d'accordo con il professor Dionigi quando (nel suo articolo pubblicato sulla Domenica del 9 novembre), citando l'evangelista Luca si domanda chi sia il nostro prossimo. Per il racconto evangelico è colui che ha avuto compassione dell'indigente; ancora più recentemente Salvatore Natoli ci ricorda che tra Gerusalemme e Gerico, «solo 27 km», anche oggi possiamo trovare qualcuno per cui «farsi prossimo». In modo del tutto originale, poi, Dionigi include fra il "prossimo" anche la figura del medico. La maggior parte dei medici della mia generazione ha scelto questa professione per svariati motivi. Solidità economica, prestigio sociale, appartenenza familiare e «last but not least» per fornire aiuto ai sofferenti, per aiutarli, come dice il Poeta, a «ritornare a rivedere le stelle», cioè a risalire verso una migliore qualità di vita e se possibile la guarigione. In Chi è il mio prossimo?, Sofri ci ricorda che non c'è solo il prossimo negletto dalla società attuale, prossimo che non è stato da noi scelto. Ma perché oggi il medico deve essere considerato dal paziente come suo prossimo e ha bisogno egli stesso di pietas? Nei secoli il medico ha svolto il ruolo di consolatore rassicurante sia verso i malati, sia verso i familiari, quasi come un guardiano del faro in un mare in tempesta, sia quando la tempesta è dentro di sé, sia soprattutto quando la società mostra una particolare turbolenza come oggi. Ciò, forse proprio per la sua capacità di capire, capere, prendere dentro il disagio del bisognoso, anche di quello ritenuto lontano, di includere l'altro. Oggi il lavoro del medico è eccessivamente occupato nella burocrazia e nell'amministrazione e spesso rappresenta uno scudo verso la rancorosità e il risentimento di chi ritiene di aver subito un torto vero o presunto essendo ancora i medici i primi terminali di un sistema sanitario in difficoltà. è inutile poi ricordare che la vita ha un'alfa e un'omega «principio/fine»; il compito di noi medici sarebbe quello di rendere accettabili le conseguenze del dolore, se possibile eliminarlo, prolungare la vita stessa affinché questa sia decente, ma anche aiutare per una dignitosa uscita di scena. La tecnologia che ci ha sommerso, non porta con sé l'immortalità, che per altro viene richiesta a chi compie atti medici. Perché oggi noi medici siamo diventati prossimo per i nostri pazienti e sentiamo enormemente il bisogno di pietas? Ma se questi aspetti sono estremamente utili a rendere ancora più umano il nostro lavoro, forse non sarebbe vano chiederci il perché di questa storica rivoluzione o meglio pseudo-rivoluzione? S L a lettera, così appropriatae partecipata, più che una risposta sollecita ulteriori riflessioni.Intenzionalmente –e non senza una qualche concessione al paradosso –ho inserito il medico fra le figure del prossimo di cui prenderci cura nel segno della pietas (la stessa cosa direi nei confronti di un'altra categoria –altrettanto socialmente rilevante e decisiva– quella degli insegnanti, cui si continua a chiedere sacrificioe abnegazione). Credo chea nessuno sfugga che fino a qualche lustro fa il medico godeva di una conclamata gratificazione professionale, sociale ed economica. Ora invece, da un lato l'ipertrofia burocratica,la tirannia del budget, la produttività clinica come unico parametro di valutazione;dall'altro la quotidiana insistenza mediatica sui fenomeni di malasanità e il facile ricorso alle vie giudiziarie secondo gli eccessi della suing culture aggravano, svilisconoe compromettono quello che è il lavoro più importante e più difficile del mondo. Responsabilità Massimo Campieri - Bologna tuttavia, egli dovrà lasciare a sé la penultima parola, ad altri l'ultima. Il mio intento, più semplice e circoscritto, è quello di rilevare una preoccupazione: il paziente è il prossimo per eccellenza, e nessuna tecnologia potrà mai sostituire il rapporto diretto, la sympatheia, «l'alleanza terapeutica col paziente» (Benedetto XVI). Ma vorrei altresì ricordare che non c'è solo la deontologia del medico verso il malato: ci deve essere anche quella del malato e dei suoi cari verso il medico. Siamo nel regno dell'equilibrio personale e professionale, psichico e morale, scientifico e umano. Mi piace ricordare l'etimologia che della medicina dava Isidoro: «il nome della medicina deriva da modus, che significa giusta misura... l'eccesso, infatti, è fonte non di salute, ma di pericolo» ( Origini 4, 2, 1 nomen autem Medicinae a modo, id est temperamento... Immoderatio enim omnis non salutem, sed periculum affert). Il modus, la misura. Quello che oggi manca. immensa: il medico presiede alla nascita e alla morte, e molti prima e più che a Dio mettono la propria vita nelle sue mani. Egli deve occuparsi non solo della biologia, della zoe, della vita qua vivimus («il principio del quale viviamo») ma anche della biografia, del bios, della vita quam vivimus («l'esistenza che viviamo»).Non solo della malattia ma anche del malato: compito pregiudicato talvolta da un approccio superspecialistico che, pur consentendo risultati scientifici importanti, rischia tuttavia di dimenticare quell'insieme che si chiama persona. Ma anche potere immenso, quello evocato dal camice bianco: spesso usato male, perché padrone non solo della vita ma anche del portafoglio dei pazienti. Il tema è di proporzioni immense e si dovrebbe allargare ad altre considerazioni: non fa ben sperare questo Paese che snobba la ricerca biomedica, riduce i fondi per la Sanità, ne cassa il relativo ministero; senza dire delle questioni di bioetica che come macigni incombono in particolare sul medico, a proposito dei quali, Ivano Dionigi

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va alle poste, gli dicono che è morto (sezione: Burocrazia)

( da "Tirreno, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Pagina 16 - Viareggio Va alle Poste, gli dicono che è morto Carrara: era andato a riscuotere la pensione. Un caso di omonimia CARRARA. Va alle poste per riscuotere la pensione e scopre di essere morto. Da pochi giorni, ma morto. Il classico della stupidità burocratica è andato in scena alcuni giorni fa in città. Il presunto dipartito, il signor Roberto B., è un pensionato che, in realtà sta benissimo. Anche se prima di raccontare la storia fa tutti gli scongiuri e i "toccaferro" del caso. Alla base del clamoroso disguido un banale (e abbastanza spiacevole) caso di omonimia. Tutto comincia giovedì scorso: è il 20, giorno di pagamento della pensione. Il signor Roberto, come ogni mese, si presenta allo sportello dell'ufficio di Poste Italiane per ritirare il mensile. Dopo circa mezz'ora di attesa (questo è normale), consegna all'impiegata il libretto per incassare l'importo. L'addetta fa i dovuti controlli, non trova il suo nome; ricontrolla, non lo trova ancora: «Sono spiacente, signore, ma la pensione non le spetta: il suo nominativo non risulta nell'elenco dei pensionati». Roberto è un po' scocciato e parecchio meravigliato. Fa presente all'impiegata che sono anni che, il 20 di ogni mese, si presenta a riscuotere la pensione. «Ed oggi come mai - insiste - sono scomparso dall'elenco?» L'impiegata non sa cosa rispondere e consiglia al pensionato di rivolgersi all' Inps. Roberto non perde tempo, si reca immediatamente al palazzone dell'Istituto nazionale delle pensioni e parla con uno degli impiegati. A cui chiede, ovviamente, per quale ragione all'ufficio postale non gli hanno pagato il suo mensile. Dopo una breve ricerca fra tabulati e computer, l'impiegato esce con la sua risposta definitiva: il signor Roberto B. pensionato, è deceduto alcuni giorni fa. Quindi, non può percepire la pensione. Anche il dipendente Inps, in verità, è perplesso: Roberto B. lo ha di fronte agli occhi. Eppure, secondo le carte, è deceduto e la comunicazione del decesso è pervenuta all'Inps dall'ufficio comunale. Il nostro, a quel punto, lascia l'Inps per dirigersi come una furia a palazzo comunale. Dal municipio arriva però anche il chiarimento. Si accerta, cioè, che alcuni giorni prima era effettivamente deceduto un altro Roberto B. Ma, per i misteri insondabili della burocrazia, invece del morto è stato cancellato dalle liste il nostro Roberto B., vivo, vegeto e arzillo. Anche se senza pensione. «Mi hanno assicurato che tornerò a ripredere il mensile - racconta - ma al momento non mi hanno pagato novembre, non mi pagheranno a dicembre, e neppure la tredicesima. Riscuoterò il tutto il 20 gennaio. Vi sembra giusto? Per me è una vergogna».

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Sacconi: famiglie a basso reddito, aiuti cash (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-11-24 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Sacconi: famiglie a basso reddito, aiuti cash Il premier: spazio ai consumi, 16 miliardi subito per le infrastrutture. Cgil: 400 mila precari a rischio Berlusconi: trovato il sistema per velocizzare la spesa. Si deve tornare a consumare. Oggi l'incontro con i sindacati ROMA — Il governo è pronto a varare il pacchetto anti-crisi con le misure per garantire il credito all'economia, gli investimenti nelle infrastrutture, gli aiuti per le imprese e le famiglie più povere da distribuire in «denaro », che oggi sarà presentato alle parti sociali ed approvato in settimana. Un pacchetto che potrebbe fare fronte anche all'allarme lanciato dalla Cgil ieri sulla possibilità che 400 mila precari restino senza lavoro entro l'anno. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tuttavia, è convinto che il vero fattore determinante per l'esito della crisi sarà l'atteggiamento dei consumatori. E attacca l'opposizione e la tv che diffondono pessimismo. «Sono i consumatori gli arbitri della situazione. Abbiamo visto che con la crisi per le banche non cambia niente e per le imprese non cambia niente, ma se le famiglie si fanno prendere dall'atmosfera di catastrofe che il centrosinistra propugna e di cui si parla continuamente in tv, allora si avrà davvero la crisi» ha detto ieri il presidente del Consiglio, tornando a sollecitare misure per frenare la speculazione in Borsa. L'asse portante del piano del governo saranno gli investimenti nelle infrastrutture. «Ci sono 16 miliardi da spendere e abbiamo trovato il sistema per cominciare subito i lavori — ha detto il premier — saltando tutte le lentezze della burocrazia». Per le imprese, ha annunciato ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ci sarà anche una «riduzione dell'Ires relativamente all'incidenza del costo del lavoro», quindi la deducibilità di parte dell'Irap. Sacconi non ha escluso manovre sull'Iva per rilanciare i consumi, ma ha aggiunto che su questo tema è necessaria, prima, una concertazione a livello europeo. Per le famiglie, ha aggiunto Sacconi, l'intervento sarà concentrato sui nuclei familiari numerosi, sui pensionati con unico reddito e i disoccupati. «Non sarà un bonus fiscale» ha detto Sacconi lasciando intendere che degli aiuti beneficeranno anche gli "incapienti", ovvero chi ha redditi talmente bassi che già non paga tasse. «Sarà un trasferimento, un contributo al reddito. Insomma, denaro fresco». Mario Sensini

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Pd, affondo di Veltroni <Subito un chiarimento> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere della Sera" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-11-24 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Partito diviso Domani al coordinamento il segretario all'attacco Pd, affondo di Veltroni «Subito un chiarimento» Il «suo» Morassut vince nel Lazio, ricorso dei dalemiani Il coordinatore Bettini per ora festeggia: «C'è grande soddisfazione». Il neo eletto pensa a «nuove alleanze con Udc e Idv» ROMA — Neanche un'elezione con il 73 per cento delle preferenze risparmia al Pd l'ennesima battaglia interna: dalemiani di qua, in un angolo, veltroniani di là, sul palco a sorridere. Morassut è il nuovo segretario del Lazio, ma la platea è danneggiata: e i dalemiani neanche simulano, minacciano ricorsi. Walter Veltroni, a questo punto, dice ai suoi che certo non vuole il congresso ma «un chiarimento nel partito» sì. E l'occasione è davvero vicina: domani, martedì, al coordinamento. In serata, invece, schivato l'attacco dalemiano, Goffredo Bettini non rilascia dichiarazioni: pronuncia solo due parole per spiegare che quel suo sorriso è il minimo, vista la «grande soddisfazione». Il nuovo segretario del Lazio del Pd, Roberto Morassut, è stato per sette anni assessore della giunta Veltroni: all'hotel Ergife, a metà pomeriggio, l'esito è scontato. Non si candida Gianni Cuperlo (il prescelto di D'Alema), non si presenta Giovanni Bachelet (Bindi). Ma alcuni, in sala, proprio non si rassegnano. Per fare un esempio: Claudio Mancini, assessore regionale di rito dalemiano. Ecco lui annuncia battaglie a colpi di carte da bollo. Dice, pieno di risentimento: «Il regolamento è stato approvato senza avere nemmeno il numero legale. Faremo una verifica e se ci saranno le condizioni presenteremo ricorso». A questo si arriva per l'elezione del segretario del Lazio: ai ricorsi. Il regolamento citato da Mancini è quello per l'elezione del nuovo segretario: i dalemiani — emendamenti firmati da Mancini e Scalise — cercano di introdurre il quorum, metà più uno degli aventi diritto e non la metà più uno dei presenti. Sembrano sciocchezze, cavilli, burocrazie. Eppure Fausto Recchia, deputato Pd, esce infuriato dalla sala dei congressi e spiega che «il segretario regionale del Lazio può essere eletto da una platea di cinque persone con la maggioranza di tre. è una deriva pericolosa che coinvolge il partito a tutti i livelli. è stata presa una decisione grave che indebolisce sia il partito sia il segretario eletto ». Anche Gianni Cuperlo ha una sua idea al riguardo: «Una maggioranza qualificata sarebbe meglio, sempre. Ma non voglio parlare né fare polemica, per favore ». Certo, ci mancherebbe. Ma la verità è chiarissima: la battaglia nel Pd va avanti da tempo — come detto con i nomi di Cuperlo e Bachelet, anche se poi, conti alla mano, non c'è uno che provi a sfidare il veltroniano Morassut eletto con 264 favorevoli, 54 contrari, 40 tra bianche e nulle — ecco, la battaglia va avanti nel Pd laziale, ed è, inevitabilmente, sintesi spietata di ciò che accade nel partito. Veltroniani contro dalemiani, non se ne esce. Enrico Letta, in un'intervista al Corriere, aveva provato a far notare che «se tutto il Pd dovesse dividersi tra opposte fazioni l'intero progetto fallirebbe ». Ecco ciò che è accaduto a Roma, ieri pomeriggio: Morassut festeggia l'elezione — propone «nuove alleanze con Udc e Idv», incassa i complimenti di Enrico Gasbarra «perché Morassut è il segnale di una nuova fase», immagina «un nuovo centrosinistra» — e però intorno a lui, lì nelle ultime file della sala che applaude al nuovo segretario, ecco lì ci sono quelli cupi, in disparte, riuniti in piccoli capannelli, a studiare le carte per presentare ricorsi. Alessandro Capponi Strategie e posizioni Nella foto grande il nuovo segretario del Lazio del Pd, Roberto Morassut, con Walter Veltroni. Nel tondo Gianni Cuperlo con Massimo D'Alema

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La Pet in ospedale? O paghi 1.400 euro o aspetti (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi L'urgenza dei malati di cancro e i ritardi della sanità laziale. E la rabbia di un imprenditore paralizzato dalla burocrazia che ha scritto a "Dillo al Messaggero" La Pet in ospedale? O paghi 1.400 euro o aspetti Per una diagnosi si devono aspettare oltre due mesi. E molti preferiscono "emigrare" dal Lazio in Campania

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ROMA - Scrivo questa lettera per segnalare le enormi difficoltà che deve superare... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi di NINO CIRILLO ROMA - «Scrivo questa lettera per segnalare le enormi difficoltà che deve superare un cittadino della Regione Lazio cui è stato diagnosticato un tumore...». E' con queste scarne righe che si apre un altro baratro, l'incipt di un altro drammatico capitolo dell'infinito italico romanzo «O paghi o aspetti». «Nel caos totale che regna nell'amministrazione regionale -denuncia chi ha deciso di rivolgersi con nome e cognome a Dillo al Messaggero- non è mai stato affrontato il problema di come assistere i cittadini affetti da una grave malattia». Diremo più giù chi è questo signore, per ora fermiamoci al bubbone che fa esplodere. Si chiama Pet, Tomografia a Emissione di Positroni, ed è una tecnica di diagnostica nucleare, la più avanzata per la cura dei tumori. E' l'unica che permette -lo spieghiamo con un linguaggio da profani- di individuare solo le cellule vive del tumore e quindi di curare solo quelle, evitando danni incalcolabili e inutili per il fisico del malato. E allora guardiamo cosa accade al povero paziente: se non ha soldi da spendere, restando nel Lazio, per fare questa Pet ha una lista d'attesa media di un paio di mesi. Ma per un potenziale malato di tumore potrebbero essere decisivi. Se invece ha qualche soldo da parte può percorrere la strada dell'"intra moenia": l'accertamento, cioè, viene effettuato privatamente in ospedale e costa tra i 1.200 e 1.400 euro. E non si aspetta neanche un giorno. Terza opzione, il viaggio all'"estero": Roma e il Lazio pullulano omai di pullmini che ti prendono, ti portano in Campania o in Lombardia -le mete più ambite- e ti riportano a casa con la Pet fatta. Uno strazio per parenti e accompagnatori, oltre che per i malati. Andiamo a vedere da vicino questo sconcio. Nel Lazio, anzi a Roma perché fuori della Capitale non c'è niente, ci sono solo dei centri pubblici che offrono questo tipo di diagnosi: due al Gemelli, una a Torvergata, una al Sant'Andrea e la quinta al Nuovo Regina Elena. Dicono le indagini specializzate che il Lazio avrebbe bisogno di dodici postazioni, sette in più delle attuali, ma di aprire ai privati non se ne parla. Ed è qui che entra in gioco, che mescola il dramma di migliaia di malati -si calcola che quattromila l'anno viaggino dal Lazio in cerca di una Pet nel resto d'Italia- con la sua rabbia di imprenditore paralizzato dalla burocrazia (e non solo) il signore che ha scritto al nostro giornale. Si chiama Marco Sperone: difende le sue ragioni di imprenditore, certo, ma dà anche voce a un piccolo esercito di persone come pochi altri saprebbero fare. Tanto per cominciare, è come se avesse una portaerei in casa e lo costringessero a giocare con gli aeroplanini di carta. Perché lui, imprenditore romano nel settore sanitario, titolare della Usi, con cinquento dipedenti sul libro paga, la portaerei ce l'ha, l'ha comprata ormai tre anni fa per due milioni e mezzo di euro ma deve tenerla chiusa a chiave, inutilizzata, in attesa che qualcuno alla Regione Lazio si decida ad autorizzarlo ad accendere i motori. Questa portaerei si chiama proprio Pet. Lui la tiene a prendere polvere nella Casa di cura «Marco Polo» all'Ostiense. Compreso un acceleratore nucleare che se solo la Pet potesse cominciare a funzionare avrebbe appunto il compito di lanciare fasci estremamente mirati di radiazioni e quindi di garantire le cure di cui parlavamo, cure con il minimo di conseguenze collaterali. «In tre anni -riepiloga Sperone- sa cosa riuscito ad avere? Solo l'autorizzazione per l'utilizzo del farmaco radioattivo previsto dalla Pet, il farmaco sì e il macchinario ancora no, come in una beffa ben orchestrata. Di accreditamento, poi, che è il termine oggi usato per le vecchie convenzioni, neanche a parlarne. Vogliono che tutto questo settore di cura rimanga negli ospedali pubblici». Sarebbe da dire: che male c'è? E invece l'imprenditore mette in guardia, lui che tra questa faccende ci è nato, visto che il padre e la madre, per primi, aprirono un piccolo laboratorio di analisi dalle parti di Piazza Bologna, nel lontano 1953: «Attenti, perché quando si chiudono così clamorosamente le porte ai privati, può voler dire che si vogliono far continuare i peggiori traffici proprio nel pubblico». E rincara la dose: «Sa quanto trattengono le Asl per una visita intra moenia? Appena il 2 per cento, il resto va al medico. Sa quanto diamo noi privati al medico? Non il 98, ma il 20-30 per cento, che poi è la somma più congrua per questa prestazione. Ecco come si sbancano i bilanci pubblici...». La sua «Marco Polo» è specializzata esclusivamente nelle cure oncologiche, unico esempio privato nel Lazio. Con un provvedimento del 17 settembre la Regione gli ha confermato i 50 posti letto convenzionati, annunciando che non ci sarebbero stati tagli a «strutture monospecialistiche» come quella. Con un altro provvedimento, il 17 novembre, gli hanno tagliato, invece, 13 di quei 50 posti. Giusto per fargli capire che aria tirava. Questo cinquantenne romano che ama la corsa e la montagana -è stato anche sulla vetta del Kilimangiaro- insiste fino alla noia per smontare convinzioni davvero diffuse: «Si spinge in maniera così esagerata sul pubblico perche è lì che c'è il vero business. Strano a dirsi, ma è così. Vuole un ultimo esempio? Prenda le pellicole radiografiche, quelle che consegniamo ai pazienti dopo ogni esame. A noi privati praticano un ribasso nell'acquisto del 65-75 per cento del listino. Gli ospedali pubblici si accontentano del 40 per cento. E lo fanno con i soldi nostri, i soldi di tutti noi che paghiamo le tasse».

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Più una bandiera politica che un'imposta indispensabile per ... (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

stampa Più una bandiera politica che un'imposta indispensabile per ... Più una bandiera politica che un'imposta indispensabile per le casse dello Stato. Si riassume con queste poche parole la storia della tassa di successione, abrogata dal governo Berlusconi nel 2001 e poi rintrodotta da Prodi nel collegato alla Finanziaria 2007. Il gettito, ammettono anche alla Agenzia delle Entrate non è di quelli che mancando manderebbero in tilt i conti pubblici. E allora giacchè si parla tanto di abbassare le tasse per rilanciare i consumi e questo era uno dei pilastri del programma del governo Berlusconi, allora perchè non rimettere nel cassetto la tassa di successione. Così com'è in vigore, tra franchigie e l'individuazione di una serie di situazioni particolari, non porta un grande gettito. Nel 2001, prima che venisse spazzata via da Berlusconi che aveva fatto della lotta alla pressione fiscale il totem della sua vittoria elettorale, l'imposta fruttava 948 milioni di euro. Nel 2007, prima che venisse rintrodotta dal governo Prodi, nelle vesti di moralizzatore fiscale, aveva dato 123 milioni. Ora, nel 2008, secondo il preconsuntivo dell'Agenzia delle Entrate, si attendono 254 milioni. Da gennaio a settembre di questo anno sono arrivati all'Erario 186 milioni. Si dirà che togliere l'imposta non risolverebbe i problemi di tanti italiani alle prese con la quarta settimana, ma di certo sarebbe un segnale che le promesse elettorali, quelle compatibili con le esigenze di bilancio pubblico, si mantengono. Quando Prodi la rintrodusse parlò di giustizia sociale, di scure sui grandi patrimoni. Ma di fatto se andiamo a vedere la nuova versione voluta dall'allora premier di centrosinistra la soglia era stata alzata a tal punto che nella morsa prodiana restavano veramente pochi contribuenti. L'imposta nella formulazione precedente a quella data da Prodi prendeva in considerazione l'asse ereditario e la gestione si rivelava talmente complessa e costosa (tra liquidazione, accertamenti vari e burocrazia) che l'onere per l'Erario si rivelava quasi superiore all'incasso. Il governo Prodi introdusse la modifica di considerare ai fini dell'imposta non l'asse ereditario ma il singolo beneficiario. Inoltre ci sono una serie di franchigie che rendono la tassa più leggera. Ad esempio nel caso di passaggio di un bene in linea diretta a un coniuge o al figlio, sul valore complessivo netto eccedente per ciascun beneficiario 1 milioni di euro, si applica l'aliquota del 4%. Il che significa che fino a 1 milioni di euro non si paga nulla. La cifra sale a 2 milioni se i beneficiari sono due e così via. Nel caso di un fratello o di una sorella il tetto è di 100 mila euro e l'aliquota è del 6%. Inoltre la Finanziaria 2007 ha introdotto una franchigia di 1.500.000 euro per i beneficiari portatori di handicap a prescindere dal legame di parentela. La vecchia imposta di successione prevedeva una franchigia prima fino a 30 milioni di lire poi portata a 60 e infine a 120 milioni. Quando nel 2001 Berlusconi decise di spazzare via la tassa diede questa motivazione: «L'intento è di semplificare gli adempimenti e istituire un regime favorevole per i trasferimenti in cui il vincolo di parentela è più stretto per facilitare il passaggio dentro le famiglie». Una spiegazione che a ben vedere, sarebbe proprio attuale. L.D.P.

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In un clic la burocrazia delle ingiustizie (sezione: Burocrazia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2008-11-24 - pag: 11 autore: Due storie emblematiche decise dai minuti In un clic la burocrazia delle ingiustizie di Carlo Giorgi U na contadina con il foulard annodato sotto il mento posa di fronte a una casetta intonacata di fresco. «Lei è mia zia –spiega Lucia,ucrainae badante a Milano, mostrandomi con orgoglio le foto dei cari –.E questa casa è il motivo per cui nonostante tutto rimango ancora qui: la sto pagando con il mio lavoro in Italia». Lucia è una delle migliaia di badanti straniere che ha partecipato al decreto flussi 2007. Il 18 dicembre dello scorso anno, clic day riservato alle badanti, la sua pratica è stata accettata dal server del ministero dell'Interno alle ore 8.34:molto tardi nella fila delle richieste partite da Milano, per avere la certezza di rientrare nel decreto 2007. Oggi, secondo il ministero, a quasi un anno di distanza dall'invio,la sua pratica è ancora all'esame del Dipartimento provinciale del lavoro. E Luciaè bloccata in Italia senza sapere esattamente quale sarà il suo futuro. «Ogni mattina le prime parole che dico alla persona che assisto sono: voglio tornare a casa –racconta Lucia –;sono arrivata nel 2003 e non ho mai faticatoa trovare lavoro. Nonostante questo, da quattro anni non posso tornare in Ucraina e spesso, quando giro per la città, temo di venire bloccata per un controllo ed essere mandata via. Invece devo rimanere qui perché la mia famiglia laggiù dipende da me. Non riesco a capire perché non possiamo vivere in pace, visto che tutti sanno che siamo quie che lavoriamo nelle famiglie. Ora mi attacco alla speranza di rientrare nel decreto 2008». Nel terno al lotto del clic day 2007 Irma, badante del Salvador, è stata più fortunata: la sua domanda infatti è stata accettata dal server del Ministero alle ore 8.02, tra le prime in assoluto. «Così il 16 luglio scorso, mentre ero in vacanza con i coniugi che assisto,mi è arrivato l'avviso che potevo recarmi all'ambasciata italiana nel mio Paese per ritirare il visto –racconta Irma –.Non ho potuto abbandonare subito il lavoro; ma a metà ottobre sono finalmente riuscita a partire, trovando i soldi per il viaggio che è molto costoso. Adesso sono tornata con il visto rilasciato dall'ambasciata e la Prefettura mi ha convocato per un colloquioa gennaio 2009. Quello che non trovo giusto però è che il mio permesso sarà datato a partire dal rilascio del visto, avvenuto il 10 novembre scorso; mentre il documento forse mi verrà consegnato a gennaio. Così potrò godere di un permesso in regola solo per meno di dieci mesi. E poi dovrò ripartire con la pratica del rinnovo». Quando le badanti, faticosamente, rientrano nel mercato regolare del lavoro italiano, per loro le occasioni non mancano: «Ho ottenuto il permesso con la sanatoria del '98 –racconta Patricia,peruviana –. Assistevo un anziano e, nella clinica in cui era ricoverato mi hanno suggerito di seguire un corso per infermiera. Miè sembrata una buona idea: dal 2003 al 2006 ho frequentato la scuola e oggi lavoro come infermiera in una struttura milanese».

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Lendinara <Farm market, apertura ritardata per colpa della burocrazia> (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

ROVIGO E PROVINCIA pag. 27 Lendinara «Farm market, apertura ritardata per colpa della burocrazia» LA COLDIRETTI lendinarese critica l?amministrazione comunale per la mancata apertura del farm market a Lendinara che avrebbe dovuto inaugurare sabato, durante il mercato. Il presidente Giuseppe Benazzo dice: «Contrariamente a quanto annunciato mercoledì scorso nella conferenza stampa da Ferlin e Viaro, il farm market non è stato aperto per questioni burocratiche. Questioni non ben precisate, pare si tratti di delibere che, non si sa perchè, non sono state mandate avanti». «Da parte nostra ? continua il presidente ? possiamo solo scusarci con i cittadini lendinaresi, però noi avevamo avuto da Ferlin e Viaro la garanzia che il farm market avrebbe potuto essere allestito. Ci auguriamo che questi problemi vengano rapidamente superati e che la cosa possa andare in porto quanto prima: Lendinara è l?unico centro interessato dai progetti ad essere rimasto indietro».

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di SAVERIO MIGLIARI LE MULTE continuavano ad arrivare, senza sosta, e alla fin... (sezione: Burocrazia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

VETRINA REGGIO pag. 23 di SAVERIO MIGLIARI LE MULTE continuavano ad arrivare, senza sosta, e alla fin... di SAVERIO MIGLIARI LE MULTE continuavano ad arrivare, senza sosta, e alla fine se ne sono accumulate 10. Irene Torreggiani, 19 anni, dovrebbe pagare 800 euro al Comune per avere commesso 10 volte la stessa infrazione. Testarda? No. La notifica della prima infrazione commessa il 7 aprile le è arrivata con la celerità tipica della burocrazia: il 28 giugno. Intanto Irene, nei due mesi e mezzo trascorsi tra le due date, continuava a passare in via Nobili con il suo scooter 125, sempre dopo le 8 di sera, convinta che si potesse transitare dopo quell?orario. Peccato che lì le telecamere ztl, a differenza di quelle in via Allegri, sono accese 24 ore al giorno. «MA IO non contesto l?infrazione ? spiega la 19enne studentessa ? tant?è che le prime tre multe le ho già pagate. Ma quando ho scoperto che me ne dovevano arrivare altre 7 allora mi sono un attimo alterata (è un eufemismo). Ma scusate: se le multe hanno il significato di adeguare un comportamento stradale errato, allora mi dovevano spedire la notifica prima, di modo che potessi imparare dal mio errore». Ma Irene lamenta anche un comportamento scorretto da parte degli agenti sul posto: «Tutte le volte che passavo c?erano le automobili della Municipale ? racconta la ragazza ? ma mai che mi abbiano fermata per spiegarmi il nuovo divieto». ORA alla 19enne reggiana non resta altro che ricorrere dal giudice di pace. Lei è una di quei 7mila reggiani che stanno intasando il palazzo di giustizia. Il primo ricorso Irene l?ha fatto il 22 settembre e l?udienza è stata fissata per la fine di settembre dell?anno prossimo. Ecco cosa si legge sulla motivazione del ricorso: «Si ritiene che, dato il notevole ritardo intercorso tra la prima infrazione e la rispettiva notifica, non sia stato possibile, da parte della sottoscritta, adeguare il comportamento errato».

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La casa trasformata in canile, una moschea in cantina: folli storie di cieca burocrazia (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi La casa trasformata in canile, una moschea in cantina: folli storie di cieca burocrazia

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ROMA Aspetti due anni per fare una Tac, cinque per la prima udienza in tribunale, senza la ... (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi di CLAUDIO RIZZA ROMA Aspetti due anni per fare una Tac, cinque per la prima udienza in tribunale, senza la speranza d'avere una sentenza, e non parliamo delle odissee per una multa già pagata. Noi vittime della burocrazia ci indignamo ma ci abbiamo anche fatto il callo. Si convive ormai con quel sentimento senza nome, un misto di arrabbiatura e rassegnazione, di indignazione e impotenza, che nei dizionari non è contemplato ma nella nostra testa sì. Poi uno legge «Assurdo Italia» (Baldini Castoldi Dalai editore), ascolta le 18 storie incredibili che Andrea Vianello ha raccolto conducendo Mi Manda Raitre e, improvvisamente, pluff, ci si sente fortunati. Fortunatissimi. Perché, al confronto, scopriamo che non ci è successo quasi niente. Nella riffa più amara che lo Stato abbia mai inventato, "Gioca alla Burocrazia Cieca", non abbiamo vinto, dunque c'è andata bene. C'è gente innocente che s'è rovinata la vita, e l'ha anche persa, per combattere un torto, un'ingiustizia, una madornale svista e pretendere giustizia. Un esempio lieve, così per gradire: avete una casetta con giardino vicino Roma, la mettete su bene e la affittate. Ma l'affittuario, che sembrava così perbene, non vi paga una lira, riempie la casa di cani, ventidue che diventano trenta, poi quaranta, e in sei mesi la distruggono riempiendola di escrementi. Fosse un canile sarebbe il grand hotel. Piuttosto una porcilaia. Guerra legale, in soli sei mesi ottenete lo sfratto. Il signore cinofilo sloggia ma lascia i cani: non ha soldi e non sa dove portarli. Credevate d'aver vinto, invece siete fritti. Che dice il codice civile? Che i proprietari, cioé voi, dovete badare ai cani, «custodire i beni mobili». Sindaco, canili, enti locali, associazioni, tutti si girano dall'altra parte. Solo un miracolo, a quel punto, vi può salvare. Oppure può succedere che vi scoprano un tumore ad un rene. Che vi operino per fortuna si campa anche con un rene solo e che mandino l'organo malato al laboratorio per scoprire di che tumore si tratti e scegliere la cura. Ma l'organo scompare. Era lì, fotografato sul tavolo operatorio, ma è svanito. Due mesi dopo vi chiama il primario imbarazzato: «Il suo rene è andato perso». Poi si è «persa» la cartella clinica e pure l'ospedale: il paziente è rimasto solo e abbandonato, se non c'era prova del suo rene nessuno poteva fare o dire più nulla, addio. Gli è rimasta la compagnia di carte bollate e avvocati. E quella di una trasmissione tv che difende i super sfigati dagli effetti collaterali dell'assurdo. Potreste poi, pensando ai vicini rumorosi che vi rompono le scatole, paragonarvi a quella coppia di anziani che vive da una vita con una cabina elettrica dentro casa; oppure scoprire che nel vostro condominio è nata una moschea abusiva. Potreste anche scoprire che vostro marito s'è risposato negli Usa con il beneplacito del nostro consolato. Insommam, potreste sentirvi veramente fortunati. Ne sopportate tante, ma quelle follie da Guinness ancora non vi sono capitate.

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Ex Claudia cittadella della cultura (sezione: Burocrazia)

( da "Tempo, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

stampa L'assessore Augusto Di Lorenzo accelera sulla riconversione del sito e nel vecchio stabilimento sono iniziate le prime attività Ex Claudia cittadella della cultura Aprilia A frenare il progetto interviene però la burocrazia con i suoi veti Riccardo Toffoli APRILIA L'ex Claudia si trasformerà in una «cittadella della cultura». L'intenzione dell'assessore Augusto Di Lorenzo, che sta lavorando affinché il sito dismesso a ridosso della Pontina, almeno la facciata che dà verso il parcheggio, sia la sede delle associazioni culturali presenti sul territorio di Aprilia, è chiara. Il primo incontro con l'assessore regionale alla cultura e spettacolo, Giulia Rodano, già si è tenuto la scorsa settimana. E l'impegno dell'assessore a finanziare la riconversione per ora c'è. «Fare dell'ex Claudia il polo culturale di Aprilia - ci spiega Di Lorenzo - è questo il sogno che vorrei si realizzasse in pochissimo tempo». Fatto sta che qualcosa già si è mosso. La Compagnia Teatro Finestra ha trasformato un locale dell'ex Claudia in un vero e proprio teatrino contemporaneo da circa 90 posti. Si fanno prove, generali esperimenti teatrali di arte contemporanea. Ora opererà lì anche l'associazione culturale La Freccia, che ha ottenuto dalla giunta in comodato d'uso un locale e che presenterà all'ex Claudia una serie di spettacoli finanziati dalla Regione ed inseriti nel programma regionale delle «officine culturali». «La Freccia - continua Di Lorenzo - si è spostata all'ex Claudia anche perché si devono tenere all'ex mattatoio dei lavori per consentire la realizzazione di uffici. L'occasione è stata propizia per iniziare il percorso della cittadella culturale con la Regione Lazio». Peccato, però, che gli intenti sono frenati dalla burocrazia. Per il resposabile del settore sport Marco Patella e per il dirigente Vincenzo Cucciardi è ancora presto. I due tecnici hanno emesso provvedimento negativo al comodato d'uso. Il primo perché lo stabile dell'ex Claudia non è stato ancora formalmente consegnato al Comune. Ci sono ancora disguidi burocratici dovuti alla gestione dell'ex azienda speciale del Comune, la Servizi Culturali, che è stata chiusa ma le cui pratiche sono lungi dall'essere terminate. Cucciardi, invece, non solo ha ricordato le motivazioni di Patella, ma ha scritto che è incompatibile con la destinazione d'uso. Si esprime parere nagativo, si legge, «per la incompatibilità della destinazione d'uso dell'immobile, cui, il mero intento di riconversione non è, di per sè, sufficiente a renderlo immediatamente disponibile agli scopi dell'associazione». «Problemi burocratici che cercheremo di risolvere - commenta Di Lorenzo - accelerando le pratiche di consegna dell'immobile». Insomma un progetto che nonostante tutti i buoni propositi dell'assessore molto dinamico sulla cultura, rischia di arenarsi prima di nascere.

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Hanno la casa ma restano al freddo (sezione: Burocrazia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 Chiudi Una ordinaria storia di burocrazia a Spoleto: quattro bambini al gelo per colpa di un contatore che non c'è Hanno la casa ma restano al freddo L'Enel non fa gli allacci e a San Nicolò scatta la solidarietà di quartiere

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Confagricoltura: <Basta stangate> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

AGRICOLTURA 24-11-2008 PROTESTA VECCHIONI: NON TOLLEREREMO PENALIZZAZIONI. BONAZZI: STANCHI DI UNA SITUAZIONE PRECARIA Confagricoltura: «Basta stangate» Costi impazziti e prezzi in picchiata: in tanti al raduno nazionale a Bologna Stefano Rotta II Asfissiati da costi impazziti, poco incentivati da prezzi in picchiata, 250 agricoltori parmigiani sono scesi in piazza a Bologna nei giorni scorsi, in occasione della manifestazione nazionale indetta da Confagricoltura. Alla guida del manipolo, attrezzato con bandiere bianco verdi e striscioni, il vicepresidente Confagricoltura dell'Emilia Romagna e presidente dell'Unione Agricoltori di Parma, Lorenzo Bonazzi. Alla guida del corteo, un possente trattore John Deere con le bandiere di Confagricoltura. «Non siamo qui per manifestare di principio contro il governo - ha spiegato Bonazzi, seguendo il corteo degli agricoltori parmigiani - ma per denunciare la situazione precaria del settore: legato alla stagionalità, con tutti i suoi rischi e le fasi alterne, a cui si vanno aggiungere i tagli della finanziaria ». Bonazzi ha sottolineato il fattore clima: «Esempio della stagionalità, sono anche gli imprevisti metereologici: non è possibile tagliare il fondo di solidarietà nazionale, che funge da assicurazione per le calamità naturali. Economia e clima insieme, in congiuntura negativa, possono far malissimo all'agricoltura, anche alla produzione del Parmigiano Reggiano». Sulla stessa linea il leader nazionale di Confagricoltura, Federico Vecchioni, intervenuto dal palco di fronte a 20mila agricoltori (fonte Questura, ben di più secondo gli organizzatori): «Siamo un mondo tutto italiano che produce ricchezza: in cambio abbiamo ricevuto, dopo le promesse elettorali, solo stangate. Non ci aspettiamo aiuti: ma non tollereremo penalizzazioni. Abbiamo bisogno di infrastrutture per essere agricoltori nel 2008, altro che mercatini». Su questo punto, Vecchioni non ha dimostrato dubbi: «Gli agricoltori sono moderni professionisti dei campi: hanno bisogno di poter fruire della ricerca, come per le biotecnologie». La burocrazia è stato un bersaglio chiaro: «I colletti bianchi che lavorano negli uffici non hanno mai visto un campo - ha ribadito Vecchioni - con i loro obblighi inutili rischiano di rovinare il settore agricolo: che significa anche famiglie, figli, futuro, storia, cultura, tradizioni». Manifestazione Da Parma sono arrivati 25O agricoltori.

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Scuole killer, i soldi c'erano (sezione: Burocrazia)

( da "Stampa, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Dopo il crollo di Rivoli fiaccolata di protesta di studenti e famiglie. Berlusconi: «È stata una tragica fatalità» Scuole killer, i soldi c'erano Bertolaso: la burocrazia ha bloccato 500 milioni per la sicurezza Si poteva evitare? Mentre l'inchiesta della procura di Torino è appena partita, dopo il tragico crollo nella scuola di Rivoli la polemica non si ferma. Ieri il premier Berlusconi ha detto: «E' stata una fatalità». Ma studenti e famiglie non sono d'accordo e ieri nella cittadina alle porte di Torino hanno sfilato in tremila con una fiaccolata. Protesta anche al Torino Film Festival. E Bertolaso, sottosegretario alla Protezione Civile, rivela a «La Stampa»: «Almeno 500 milioni stanziati nel 2003 per la sicurezza non sono stati spesi a causa della burocrazia». Grignetti, Milone, Sapegno e Zanotti DA PAGINA 2 A PAGINA 5

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SCUOLA: BERTOLASO, 1 SU 2 A RISCHIO MA BUROCRAZIA BLOCCA (sezione: Burocrazia)

( da "Virgilio Notizie" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

SCUOLA: BERTOLASO, 1 SU 2 A RISCHIO MA BUROCRAZIA BLOCCA INTERVENTI postato fa da ASCA ARTICOLI A TEMA Altri (ASCA) - Roma, 24 nov - Ci sono voluti sei anni per spendere i 500 mln stanziati per mettere in sicurezza le scuole piu' a rischio. Cosi', Guido Bertolaso con Repubblica all'indomani del crollo di Rivoli dove ha perso la vita il 17enne Vito Scafidi. ''Non dimentichero' mai la notte di San Giuliano, il 31 ottobre del 2002. - ricorda - Ero la' con i soccorritori. Il vigile del fuoco davanti a me estraeva i corpi da sotto le macerie. Diceva solo 'vivo' quando c'era qualche speranza di salvare un bambino. Non ce l'hanno fatta in 27. Quella notte ci siamo detti tutti che non si poteva accettare quella tragedia senza reagire''. Tra il 2002 e il 2003 vennero stanziati 500 milioni di euro ''ma solo all'inizio di quest'anno quei fondi sono stati spesi concretamente''. Sei anni, uno scandalo. Il sottosegretario racconta: ''Prima abbiamo dovuto attendere che i due ministeri competenti, quello della Pubblica istruzione e quello dei Lavori Pubblici, si mettessero d'accordo sui criteri per scegliere le scuole da ristrutturare. Poi e' stato necessario il via libera del Cipe. Poi la palla e' passata alle Regioni, alle Province, ai Comuni e alle Province autonome. Cosi' i lavori sono partiti tra la fine del 2007 e l'inizio di quest'anno''. Secondo la mappa della Protezione civile una scuola su due e' potenzialmente a rischio: 22.800 scuole pubbliche su 42.000 non sono a norma. Sono edifici progettati senza tenere conto dei criteri antisismici in zone dove i terremoti sono frequenti. E secondo Bertolaso, per rimettere in sesto le scuole italiane ''ci vogliono 4 miliardi di euro'', ma avverte, ''''Se oggi ci fossero tutti insieme, quei soldi non sapremmo come spenderli''. Un paradosso: e' la storia di questi anni a confermarlo. ''Piu' che un unico commissario per le scuole - spiega - sarebbe utile che gli assessori regionali ai lavori pubblici venissero nominati responsabili della sicurezza. Se si individua un responsabile in ogni regione i tempi si accorciano''. L'altro accorgimento ''e' quello che si sta seguendo: invece di un unico stanziamento si tratta di destinare una quota significativa ogni anno per precedere gradualmente alla messa in sicurezza delle scuole''. Dal 2002 a oggi sono state censite 3.000 scuole sulle 57 mila italiane (a quelle pubbliche vanno aggiunte le 15 mila private). E gran parte di quelle 3.000 scuole sono a norma solo per il 30-40 per cento dello standard previsto dalle leggi. ''Dovremmo - spiega Bertolaso - poter intervenire in tempi brevi su almeno 15 mila scuole per metterle in sicurezza. Ma non possiamo mai abbassare la guardia. Quella di Rivoli non e' una scuola fatiscente: forse non sarebbe mai rientrata nei nostri elenchi''.

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Scuole insicure, Pd all'attacco. Gelmini: nessun taglio, 300 milioni per l'edilizia scolastica (sezione: Burocrazia)

( da "Rai News 24" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Roma | 24 novembre 2008 Scuole insicure, Pd all'attacco. Gelmini: nessun taglio, 300 milioni per l'edilizia scolastica L'aula crollata al 'Darwin' di Rivoli Mentre parte l'inchiesta della procura di Torino dopo il tragico crollo nella scuola di Rivoli, la polemica non si ferma. Silvio Berlusconi parla di "fatalità", studenti e famiglie ieri hanno animato una fiaccolata di protesta e un centinaio di studenti hanno 'ccupato' il Torino Film Festival. 'Il presidente del Consiglio se la prende col destino' Per l'Unità anche questa volta sul banco degli imputati, dopo le dichiarazioni di ieri, c'è il premier Silvio Berlusconi. Il ministro ombra del Pd all' Istruzione Garavaglia, intervistata, contesta la versione del presidente del Consiglio: "Non mi risulta che ci sia stato un terremoto o una valanga. Nessuno può scaricarsi così la coscienza. Il Parlamento istituisca una commissione d' inchiesta sull' edilizia scolastica". E sostiene come solo grazie al Pd via sia nel decreto Gelmini un articolo riguardante la sicurezza nelle scuole, laddove la Finanziaria taglia invece i fondi in materia. 'Scuole killer, i soldi c' erano' Sulla prima pagina della Stampa l'intervista al sottosegretario alla Protezione Civile Bertolaso, che rivela che "almeno 500 milioni stanziati nel 2003 per la sicurezza non sono stati spesi a causa della burocrazia". La rabbia della madre della vittima "Qualcuno pagherà per quello che è successo. Se hanno risarcito i parenti delle vittime della ThyssenKrupp anch'io ho il diritto di chiedere i danni", grida da parte sua Cinzia Scafidi, la madre del ragazzo morto con il crollo di Rivoli. "Anche quello di mio figlio era un lavoro - sottolinea la donna- la scuola era il suo lavoro e lì dentro è morto a soli 17 anni. Qualcuno quindi dovrà rispondere di questo. La provincia, lo Stato, non lo so". Sicurezza nelle scuole, è emergenza nazionale Dopo il crollo nella scuola di Rivoli, il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, intervistata dal Messaggero e dal Giornale parla dei problemi e delle risorse da mobilitare per l'edilizia scolastica. Il ministro rigetta le accuse dell'opposizione alla maggioranza di aver proceduto con tagli proprio sui fondi riservati alla sicurezza scolastica: "Non è così, anzi è vero il contrario - dice al Messaggero - Se si va a vedere l'articolo 7bis del decreto ministeriale l'edilizia scolastica è tra le infrastrutture strategiche da finanziare con il Cipe. Segno che si era perfettamente consapevoli della situazione". Ci sono 300 milioni già ripartiti nel 2008 ed altrettanti ce ne saranno nel 2009. Con il capo della protezione civile Guido Bertolaso, continua Gelmini, "abbiamo varato una task force e pianificato un intervento per le prime cento scuole" più a rischio. Entro gennaio, spiega il ministro al Giornale, sarà pronta una 'mappatura' completa delle scuole e con quella 'sotto gli occhi io avrò le idee chiare su quali e quante scuole è necessario intervenire immediatamente. L'Italia è un Paese che spende per il superfluo e poi manca del necessario".

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(ACR) NARDIELLO (PDCI) SU SICUREZZA NELLE SCUOLE (sezione: Burocrazia)

( da "Basilicanet.it" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

NARDIELLO (PDCI) SU SICUREZZA NELLE SCUOLE 24/11/2008 08.08.04 [Basilicata] (ACR) - â??Dopo il gravissimo crollo nella scuola del Torinese con la giovanissima vittima non possiamo certamente stare tranquilli limitandoci a registrare che tutti gli istituti scolastici in Basilicata possiedono il certificato di agibilità  statica. Non basta: è¨ necessario portare a termine un'anagrafe dettagliata della situazione delle strutture scolastiche sapendo che i rischi durante le lezioni sono numerosi e non limitati alla sola manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici. Meno burocrazia nelle procedure per dare certezza degli interventi, la messa a norma delle scuole va inserita nel piano delle grandi opere pubbliche del Governo â?. A sostenerlo è¨ il vice presidente del Consiglio regionale, Giacomo Nardiello (Pdci), ricordando che â??il Consiglio ha assolto in parte il suo compito con l'approvazione nel mese di giugno scorso del Piano Annuale 2008 e del Quarto Piano Triennale 2007/2009 relativo alla ripartizione dei finanziamenti a favore delle Regioni per lâ??attivazione dei Piani di Edilizia Scolastica (Legge 23/96)â?. â??Nello specifico â?? ricorda Nardiello - sono stati ripartiti complessivamente 4.280.000 euro di cui il 62 per cento alla Provincia di Potenza ed il 38 per cento alla Provincia di Matera. Nellâ??ambito delle due Province, tali somme sono destinate ad interventi di edilizia scolastica nelle scuole materne, elementari e medie inferiori di competenza dei Comuni nella scuole medie superiori di competenza delle Ammnistrazioni provinciali. Si tratta â?? aggiunge â?? di finanziamenti significativi finalizzati alla messa a norma e allâ??adeguamento delle preesistenti strutture scolastiche alla normativa in materia di agibilità , sicurezza ed igiene e allâ??eliminazione delle barriere architettoniche, in attuazione del â??Patto per la Sicurezzaâ?? sottoscritto tra la Regione Basilicata ed il Ministero della Pubblica Istruzione. Ben diverso è¨ l'atteggiamento del Governo che, invece, attraverso il decreto-Gelmini ha programmato nuovi tagli sino a 150 milioni di euro anche ai programmi di sicurezza nella scuolaâ?. â??Occorre perciò² un impegno generale maggiore per la sicurezza nelle scuole - ribadisce Nardiello - che coinvolga tutti: i dirigenti scolastici nel rispettare gli adempimenti previsti per la sicurezza, gli Enti locali nel garantire la messa a norma degli istituti di loro proprietà , il Governo nel riattivare i finanziamenti destinati allâ??edilizia scolastica, il ministro dellâ??Istruzione nellâ??istituire lâ??Anagrafe delle scuole, il sindacato nel potenziare il proprio impegno verso questo settore attraverso il coinvolgimento dei rappresentanti sindacali dei lavoratori e delle Rsuâ?. (dt )

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Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" (sezione: Burocrazia)

( da "KataWeb News" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" 24 novembre 2008 alle 07:17 — Fonte: Cronaca">repubblica.it — 0 commenti Il capo della Protezione civile: "Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" "Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi" "Secondo i nostri calcoli servirebbero 4 miliardi di euro per rimettere in sesto gli istituti italiani" Paolo Griseri

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Sacconi: <Aiuti cash alle famiglie> (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere.it" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

le misure anticrisi del governo Sacconi: «Aiuti cash alle famiglie» Il premier: spazio ai consumi, 16 miliardi subito per le infrastrutture. Cgil: 400 mila precari a rischio ROMA Il governo è pronto a varare il pacchetto anti-crisi con le misure per garantire il credito all'economia, gli investimenti nelle infrastrutture, gli aiuti per le imprese e le famiglie più povere da distribuire in «denaro », che oggi sarà presentato alle parti sociali ed approvato in settimana. Un pacchetto che potrebbe fare fronte anche all'allarme lanciato dalla Cgil ieri sulla possibilità che 400 mila precari restino senza lavoro entro l'anno. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tuttavia, è convinto che il vero fattore determinante per l'esito della crisi sarà l'atteggiamento dei consumatori. E attacca l'opposizione e la tv che diffondono pessimismo. «Sono i consumatori gli arbitri della situazione. Abbiamo visto che con la crisi per le banche non cambia niente e per le imprese non cambia niente, ma se le famiglie si fanno prendere dall'atmosfera di catastrofe che il centrosinistra propugna e di cui si parla continuamente in tv, allora si avrà davvero la crisi» ha detto ieri il presidente del Consiglio, tornando a sollecitare misure per frenare la speculazione in Borsa. L'asse portante del piano del governo saranno gli investimenti nelle infrastrutture. «Ci sono 16 miliardi da spendere e abbiamo trovato il sistema per cominciare subito i lavori ha detto il premier saltando tutte le lentezze della burocrazia». Per le imprese, ha annunciato ieri il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ci sarà anche una «riduzione dell'Ires relativamente all'incidenza del costo del lavoro», quindi la deducibilità di parte dell'Irap. Sacconi non ha escluso manovre sull'Iva per rilanciare i consumi, ma ha aggiunto che su questo tema è necessaria, prima, una concertazione a livello europeo. Per le famiglie, ha aggiunto Sacconi, l'intervento sarà concentrato sui nuclei familiari numerosi, sui pensionati con unico reddito e i disoccupati. «Non sarà un bonus fiscale» ha detto Sacconi lasciando intendere che degli aiuti beneficeranno anche gli "incapienti", ovvero chi ha redditi talmente bassi che già non paga tasse. «Sarà un trasferimento, un contributo al reddito. Insomma, denaro fresco». Mario Sensini stampa |

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SCUOLA KILLER, I SOLDI C'ERANO BERLUSCONI: È STATA UNA FATALITÀ (sezione: Burocrazia)

( da "Wall Street Italia" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Scuola killer, i soldi c'erano Berlusconi: è stata una fatalità -->Bertolaso duro: la burocrazia ha bloccato 500 milioni per la sicurezza. Bufera sul premier. Bonanni attacca: «Situazione da terzo mondo». AUDIO Travolti all'improvviso E. MASUELLI / FOTO La tragedia di Rivoli

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SICUREZZA, L'ALLARME DI BERTOLASO "UN ISTITUTO SU DUE È A RISCHIO" (sezione: Burocrazia)

( da "Wall Street Italia" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" -->Il capo della Protezione civile: "Troppa burocrazia, non sappiamo come spendere i soldi" "Dopo San Giuliano stanziati 500 milioni. Ma solo dopo 6 anni quei fondi sono stati spesi" Sicurezza, l'allarme di Bertolaso "Un istituto su due è a rischio" "Secondo i nostri calcoli servirebbero 4 miliardi di euro per rimettere in sesto gli istituti italiani" di PAOLO GRISERI (07:13 24/11/2008)

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Carlo Maria Lomartire (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

24-11-2008 - Un Pdl più spostato a Nord 10-11-2008 - La metropoli dimenticata in un cassetto 17-10-2008 - Soldi a Roma ma lo chiamano federalismo 15-10-2008 - Su Expo 2015 il fantasma di Saragozza 04-10-2008 - Federalismo tra cicale e formiche 03-10-2008 - Buenos Aires, la strada più "universale" di Milano 29-09-2008 - Se la politica smette di decidere 12-09-2008 - La scomoda eredità di Sgarbi 08-09-2008 - Quello strano virus della Capitale 08-09-2008 - Fermiamo il virus che aggredisce i lombardi a Roma 08-08-2008 - I parlamentini stakanovisti di mezza estate 05-08-2008 - La favoletta dell'insicurezza «percepita» 31-07-2008 - Ora non lasciamo un geniaccio in esilio a Salemi 25-07-2008 - Cercasi sfidante per conquistare la Provincia 14-07-2008 - La Chiesa usa parole dure? È per farsi capire 07-07-2008 - Il linguaggio politico della Curia 23-06-2008 - Tre donne al tavolo dell?Expo 07-05-2008 - A Roma tutto gratis? Ora il conto lo paga Pantalone 06-05-2008 - Il Sogno (Edgardo) che ci piace 14-04-2008 - Chiunque vinca ci salvi dalla burocrazia 17-03-2008 - Candidati dalla memoria troppo corta 10-03-2008 - I boiardi di Stato non sono alla Sea 28-02-2008 - La città è cambiata: ora va trasformato il ruolo degli agenti 20-02-2008 - Lo spettro di tante Chinatown 18-02-2008 - MALPENSA la carica dei 50mila Username Password Hai dimenticato la password? Che cos'è? Leggi il disclaimer Registrati Leggi la nostra privacy policy più letti più votati più commentati I deliri e le frottole di Tonino di Filippo Facci Berlusconi: "Dai conduttori Rai... di Vincenzo La Manna Chi balla sui calcinacci della scuola di Mario Giordano Quel partito? Falso d?autore di Geronimo Razzismo al Trullo, aggredita una... di Stefania Scarpa I deliri e le frottole di Tonino di Filippo Facci Chi balla sui calcinacci della scuola di Mario Giordano Quel partito? Falso d?autore di Geronimo Berlusconi: "Dai conduttori Rai... di Vincenzo La Manna Alla fine tutti si ricrederanno:... di Vittorio Sgarbi I deliri e le frottole di Tonino di Filippo Facci In Spagna è fuorilegge il... di Davide Mattei Berlusconi: "Dai conduttori Rai... di Vincenzo La Manna Chi balla sui calcinacci della scuola di Mario Giordano Scuola, la Gelmini contro le... di Francesca Angeli Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Pubblicità - Disclaimer - Privacy Policy - Contattaci - Aiuto

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Scuola, la tragedia e i fondi mai spesi (sezione: Burocrazia)

( da "Vita non profit online" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Scuola, la tragedia e i fondi mai spesi Reading time: 3 minutes --> di Franco Bomprezzi - pubblicato il 24 Novembre 2008 alle 12:01 La tragedia di Torino porta alla ribalta un dato gravissimo Il crollo nella scuola di Torino ha fatto venire in superficie un dato drammatico: i fondi stanziati in Italia dopo la tragedia di S.Giuliano di Puglia nel 2003 non sono ancora stati spesi. Il ministro Gelmini chiede più fondi per la manutenzione scolastica, mentre il presidente del consiglio Berlusconi parla di “fatalità”. Ecco come i giornali di oggi approfondiscono l?argomento. E inoltre la rassegna stampa oggi si occupa di: Professione operatore Ong Volontariato Fundraising Accanimento terapeutico Aiuti alle famiglie India e cattolici Affari cinesi Affari romeni "Scuola, scontro sulla sicurezza". Il titolo di Repubblica in centro pagina si riferisce alla rabbia dopo la tragedie che è costata la vita a Vito studente liceale. I suoi compagni hanno bloccato il Festival di Torino e il suo direttore, Nanni Moretti, dice: «Li capisco. Anche noi siamo in lutto». Tre pagine di cronaca cominciando con Meo Ponte: "Torino, rabbia dopo il crollo, bloccato il festival del cinema". Il quale riferisce le reazioni dal vivo e online (una colpisce in particolare: «come possiamo crepare in fabbrica se ci ammazzate prima?»). A far lievitare la rabbia le parole di Berlusconi dall'Aquila («è una drammatica fatalità»). Fra le reazioni quella di Bonanni, Cisl: «bisognerebbe mobilitarsi tutti senza distinzioni politiche e ideologiche. Il sindacato ha più volte denunciato la situazione fatiscente degli edifici scolastici». Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto di Torino, ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo. Al di là della cronaca (sono 4000 i messaggi online di studenti), Paolo Griseri fa il punto sulla "Sicurezza, l'allarme di Bertolaso «Un istituto su due è a rischio»". Dice il sottosegretario alla Protezione civile «secondo i nostri calcoli ci vogliono 4 miliardi di euro», ma il paradosso aggiunge è che se anche i soldi ci fossero non si saprebbe come spenderli. Il punto dolente è la burocrazia e cita il caso di San Giuliano (27 bambini morti nel crollo di una scuola). Ci sono voluti 6 anni; i lavori sono partiti a fine 2007. «Più che un unico commissario per le scuole, sarebbe utile che gli assessori regionali ai lavori pubblici venissero nominati responsabili alla sicurezza. Se si individua un responsabile in ogni regione i tempi si accorciano»; l'altro accorgimento: destinare una quota significativa ogni anno per mettere in sicurezza le scuole (al posto dell'unico stanziamento, sul quale poi le discussioni sono infinite). Sono circa 15mila gli istituti che abbisognano di interventi. Il Corriere della Sera spara in prima la vicenda della scuola dando risalto a Berlusconi che parla di una «fatalità». Scattano subito le polemiche, con affermazioni estreme come quelle di Bonanni («le scuole italiane sono da terzo mondo») e quelle di Pedica dell?Idv che ritiene “il governo responsabile della morte dello studente”. La Gelmini afferma: «Il governo sposti i fondi dalla spesa corrente alla sicurezza». La ministra aveva ricevuto i vertici di Legambiente che le avevano portato il rapporto sulle scuole sicure, discutendone a lungo con loro. Anche i pompieri dicono la loro: le legge sulla messa in sicurezza degli edifici scolatici, approvata dopo la tragedia degli angeli di San Giuliano, è ferma da sei anni. "Chi balla sui calcinacci della scuola" è il titolo d'apertura de il Giornale che ospita un'intervista alla Gelmini, che sulla sicurezza afferma: «è una priorità, nessun taglio». Il ministro afferma di essersi incontrata mesi fa con i responsabili di Legambiente, associazione autrice dell'indagine sullo stato dell'edilizia scolastica. Alla Lega che chiede la creazione di una task force la Gelmini risponde che è già «operativa ed è quella messa in piede con Guido Bertolaso». Anzi il ministro alla domanda "quando ha incontrato i dirigenti scolastici le avevano segnalato qualche situazione a rischio?" «No. Sono stata io a sollevare il tema della sicurezza e a decidere di chiamare Bertolaso». Infine l'annuncio: « A gennaio sarà pronta l'anagrafe degli edifici scolastici, già stanziati 600 milioni di euro e cercherò di convertire alcuni capitoli di bilancio di fondi europei per l'edilizia scolastica». Il direttore del Giornale, Mario Giordano, scrive un lungo editoriale, il titolo chiarisce il suo pensiero "Quelli che non vogliono le riforme e ballano sulle rovine della scuola" . Intervista a Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino che dice «Non è questione solo di fondi, ma di vincoli che impediscono di spendere i soldi. Si era fatto tutto quello che era necessario, è un incidente che non si poteva prevedere». Avvenire di domenica dedica al fatto pagina 4 e 5. "Se stare in classe diventa un rischio" è il titolo provocatorio di un fondo che restituisce una fotografia dell'agibilità delle scuole italiane: il 51% degli edifici non ha il certificato di agibilità statica, il 73% non è in possesso dei requisiti necessari per a prevenzione antincendi, nel 37% dei casi non ci sono scale di sicurezza. Non stupisce che «da anni, nelle aule italiane avviene mediamente un incidente ogni 20 o 30 giorni. Nel 2007 si sono fatti male 90.478 studenti e 12.912 insegnati/bidelli. Oltretutto il decreto Gelmini all'articolo 7bis ha ridotto del 50% i finanziamenti del piano straordinario per sicurezza antisismica nato dopo il crollo della scuola di San Giuliano. Oltre al profondo rammarico del presidente Giorgio Napolitano, la famiglia Scafidi ha incassato la solidarietà di Schifani, di Fini, di Matteoli ( a Torino per un incontro sulla Tav). Per Enzo Ghigo, coordinatore piemontese Pdl «le cause del crollo andranno accertate nelle sedi competenti. Ma ora non è il momento delle polemiche». Ma i sindacati putano il dito contro i tagli alla scuola. Dura anche l'Unione degli studenti: «Siamo scandalizzati e continuiamo ancora una volta a chiedere un piano straordinario di investimenti per l'edilizia scolastica». "Scuole killer, i soldi c'erano" è il titolo con cui apre oggi La Stampa, che ha ottenuto una rivelazione di Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione Civile: «almeno 500 milioni stanziati nel 2003 per la sicurezza non sono stati spesi a causa della burocrazia». Accanto alla cronaca sul crollo nel liceo di Rivoli, il quotidiano di Torino spiega come sono andate le cose sul fronte dei fondi per la sicurezza degli edifici scolastici. Nel 2003, dopo la tragedia del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, ci fu uno stanziamento del governo di 500 milioni di euro per mettere a norma le scuole. Ma ad oggi questi soldi non sono ancora stati spesi. Perché? «Prima si fa una commissione per studiare le priorità e così passano due anni, poi si arriva alle Regioni e si ricomincia con i tavoli tecnici e con gli enti locali che discutono come dividere i soldi» spiega Bertolaso, «molte volte non si bada nemmeno alle priorità e alle urgenze reali, ma solo alle convenienze politiche. Intanto così sono passati altri due anni. A questo punto i lavori vengono assegnati alle Regioni, che a loro volta cominceranno a fare i progetti e gli appalti. Solo che nel frattempo si è arrivati dal 2003 al 2008 senza avere realizzato qualcosa». La soluzione proposta da Bertolaso è di individuare in ogni regione un responsabile, «che si faccia carico anche delle spese di investimento stabilite dallo Stato, in modo da evitare lungaggini assurde». Alla Gelmini il sottosegretario alla Protezione Civile ha proposto di costituire una task force operativa «per individuare subito le prime cento scuole a rischio su cui cominciare a lavorare». E inoltre sui quotidiani di oggi: Professione operatore Ong Italia Oggi – “L'operatore delle ONG, una professione difficile” a pag 59: verrà presentata a Milano la nuova ricerca del settore. Quello dell'operatore delle Ong di respiro internazionale è un mestiere difficile ma in crescita. Di questo se ne parlerà giovedì 27 novembre presso la Banca Popolare di Milano di via San Paolo alle ore 16. In un mondo povero di eroi, il cooperante può sembrare l'ultimo cavaliere errante sempre pronto a intervenire per aiutare a proteggere. In realtà, chi fa il cooperante, è costretto è consapevole di doversi confrontare con standard internazionali più che elevati. Diventare un operatore delle ONG internazionali, richiede un impegno costante, sia per il continuo aggiornamento, sia per la necessità di adeguare le proprie scelte di vita alle opportunità professionali. Anche dal punto di vista professionale servono figure in grado di indirizzare il proprio ruolo tecnico verso la consulenza, la formazione e la valutazione di attività realizzate da partner locali, piuttosto che tecnici direttamente operativi. Nei ruoli manageriali poi, sempre più richiesti, necessitano professionisti capaci di gestire progetti complessi. La ricerca è basata sull'analisi dei dati raccolti dalla SISCOS nel 2006 che ha permesso di individuare qualche linea di tendenza.: dal 1976 al 2006 vi è stato un incremento progressivo degli operatori nelle Ong; la forma di collaborazione più utilizzata è quella del contratto di collaborazione a progetto; la maggioranza dei contratti di collaborazione stipulati è breve (1-5 mesi) Nonostante ciò, nel 2006 la cooperazione italiana ha offerto un impiego di almeno un anno a 1009 persone; il numero delle aspettative utilizzate da dipendenti pubblici è in diminuzione; il numero totale di operatori è aumentato complessivamente dell'1,6% passando da 6.156 espatriati nel 2006 a 6253 nel 2007. La presenza di questi collaboratori è indice dell'internazionalizzazione e della professionalizzazione del settore delle ONG. Volontariato Avvenire - "Volontariato, Milano Capitale" (pag. 11 dell'inserto). Quasi 60mila le persone al servizio degli altri in oltre mille enti. Più della metà ha oltre 54 anni, con titoli di studio elevati, in media impegnati 4 ore alla settimana. E fanno risparmiare alla società oltre 100 milioni di euro Fundraising Il Sole 24 Ore - Apertura della pagina volontariato dedicata al fundraising face to face, ancora di salvezza per i tempi difficili che viviamo. Si punta quindi su banchetti, cene o eventi di beneficenza, tutto quello insomma che consente di incontrare direttamente il potenziale donatore. Esame di bilancio per Gvc, un mezzo disastro: entrate in calo e più oneri di gestione. Però in effetti alla voce “marketing, raccolta fondi, promozione” spicca un bello 0... Quindi difficile avere più entrate, no? Accanimento terapeutico Il Giornale - In copertina Mario Cervi ricorda la vicenda del «medico Nadia Battajon che ha raccontato di aver sospeso le terapie a un bambino di 5 giorni affetto da gravi malformazioni senza speranza di ripresa, con il consenso della madre. E riporta le parole del vescovo di Treviso «dobbiamo fare luce su cosa è successo. La vita è indisponibile». A questo punto Cervi si chiede se si possa trattare il caso di Treviso come quello Englaro e risponde che no: «altrimenti si rischia di battersi non a favore della vita, ma delle sofferenze superflue. L'eutanasia non c'entra e un'altra cosa ancora è l'accanimento terapeutico. L'ombra di un abuso che somiglia a un crimine incomberebbe su ciò che fa una neonatologa sospendendo la terapia a una creaturina condannata. L'eccesso di zelo guasta anche le migliori cause» . A pagina 20 la figlia di Nino Manfredi racconta: “su mio padre ci fu accanimento terapeutico”. Repubblica - Segnaliamo il recosonto di Caterina Pasolini: "Così i medici si sono accaniti contro mio padre Nino Manfredi". A parlare è Roberta Manfredi (produttrice di un film che racconta la storia di un ragazzo svegliatosi dal coma dopo un mese, andrà in onda su Raiuno). Rievoca l'ultimo anno di vita del popolare attore. Per tre volte salvato in extremis e sottoposto ad accanimento terapeutico. Lui non avrebbe voluto, dice la figlia, noi abbiamo tentato ma nessuno ci ha ascoltato. «Ci vuole una legge sul testamento biologico». Difende il coraggio del papà di Eluana e aggiunge: «Credo in Dio, ma proprio lui ci ha dato il libero arbitrio, il diritto di decidere sulla nostra vita». Aiuti alle famiglie Repubblica - Il secondo tema forte (che merita l'apertura in prima: "Aiuti cash alle famiglie ma a rischio 400mila precari") è ovviamente la crisi. Sui suoi effetti nel mondo dei precari, c'è l'allarme della Cgil di cui si riferisce a pagina 6: 400mila entro Natale, ma i posti a rischio sono un milione. E per loro non ci sono ammortizzatori. Sacconi annuncia che i provvedimenti per le famiglie saranno rapidi (ma anche che non saranno detassate le tredicesime: costerebbe trai 6 e gli 8 miliardi, che non ci sono). In appoggio il dossier spiega dove sono (regione per regione) i posti atipici. In totale sono 4,5 milioni di lavoratori che hanno contratti variamente flessibili. Il governo studia forme di sussidio (partendo dagli 800mila che hanno un solo committente e che quindi sono più esposti). (A proposito del sostegno alle famiglie, a Brescia hanno deciso di dare i bonus bebè solo agli italiani, escludendo gli stranieri in regola. Molto critico il vescovo e il Pd). India e cattolici Avvenire – “In India premi dagli estremisti indù a chi uccide i cattolici". Denuncia di alcune organizzazioni: tagli in denaro e alimenti sulla vita dei religiosi. Anche donne-soldato "addestrate" alla caccia dei fedeli. L'aggravarsi della situazione ha spinto il governo indiano a creare un reparto speciale delle forze di sicurezza. Affari cinesi Il Giornale - I cinesi che lavorano in Italia mandano i soldi in Oriente, 1,6 miliardi, e Chinatown fa affari d'oro. In 7 anni le rimesse cresciute del 900 per cento. Affari romeni Avvenire - Nell'inserto Milano sette a pag 9 l'articolo "I romeni «emergenti»". In Lombardia, rappresentano la comunità straniera più numerosa e aumentano le imprese realizzate da loro: secondo i dati della Camera di commercio di Milano - Infocamere - Stock View, nel 2007, in Italia si contano 26.838 ditte individuali con titolare romeno, un quinto delle quali in Lombardia (5.123). Dal 2004 ad oggi hanno registrato un incremento del 143% in Italia, del 144% in Lombardia e del 94% nella provincia di Milano.

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<Il crollo a scuola? Tragica fatalità> (sezione: Burocrazia)

( da "Brescia Oggi" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 LA MORTE DI VITO SCAFIDI. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia interventi urgenti sugli edifici a rischio «Il crollo a scuola? Tragica fatalità» Berlusconi commenta così la tragedia che è costata la vita di un diciassettenne Le opposizioni indignate Storace: «Le sue sono bestemmie» Ferrero (Prc): si assuma le sue responsabilità, questa è incuria Il ferito più grave dovrà essere ri-operato, rischia la paralisi Le due ragazze stanno meglio «Voglio mio figlio nella bara qui a casa»   ROMA «Una drammatica fatalità». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce il crollo del controsoffitto che nella scuola di Rivoli (Torino) è costato la vita al diciassettenne Vito Scafidi, scatenando le reazioni indignate di politici come Storace («Parlare di fatalità è una bestemmia») e Ferrero («Berlusconi si dovrebbe assumere le sue responsabilità e smetterla di parlare di fatalità laddove invece c?è incuria»), e le critiche dell?opposizione, che chiede conto dei tagli all?edilizia scolastica. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli annuncia un «rapido monitoraggio» della sicurezza degli edifici scolastici, e il sottosegretario Guido Bertolaso sollecita più fondi. La sicurezza nelle scuole, dice Berlusconi, «è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. È una responsabilità delle Province, ma noi abbiamo già dato il via a un?azione nei mesi passati con Bertolaso, individuando un primo lotto di cento scuole da sottoporre a verifiche non soltanto strutturali ma globali. Abbiamo inserito nella Finanziaria», sostiene, «un importo di alcuni milioni di euro». Le scuole degli interventi «appartengono soprattutto a zone sismiche, ma il lavoro da fare è molto più elevato. Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A Rivoli, però, «si è trattato di una fatalità». L?opposizione va all?attacco: «Non si fanno proclami dopo le tragedie», dice Stefano Pedica (Idv). «Si chiede scusa per l?irresponsabilità di un governo che pensa sempre di parlare dopo. Sono anni che chiediamo un controllo delle strutture, non solo quelle scolastiche, e non ci hanno mai ascoltato». Maria Coscia, responsabile scuola del Pd, chiede che «le autorità accertino l?esistenza di eventuali responsabilità» nel crollo nel liceo e che il governo ripristini «i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, tagliati in Finanziaria». Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazion comunistae, «se si tagliano le risorse per fare le manutenzioni ma poi alla fine nessuno fa le verifiche, capitano anche queste cose». Il ministro Brunetta trova il modo di dare la colpa alla confusione burocratica e al lassismo: «Spesso i siti scolastici, con una legislazione complicata e complessa», sostiene, «non dipendono dallo Stato ma da Comuni, Regioni e Province a seconda della tipologia dei plessi scolastici». E questa «è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza. Il monitoraggio consentirà di individuare le situazioni di pericolo che necessitano di interventi urgenti. A questo scopo, nella legge obiettivo sono allocati circa 250-300 milioni di euro che il ministero dell?Istruzione potrà utilizzare». Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, conclude, «collaborerà con quello dell?Istruzione per evitare che si ripetano altre tragedie inaccettabili». E Bertolaso dice che per la messa in sicurezza degli edifici a rischio «servono ulteriori finanziamenti», ma «non siamo all?anno zero. C?è già un gruppo che sta elaborando dati per intervenire». «È triste constatare che la scuola diventi luogo del pericolo e della morte», dice l?arcivescovo di Torino Severino Poletto, incontrando i familiari dei feriti, che stanno meglio. Andrea, il più grave, dovrà subire un?altra operazione, dopo la quale si farà una valutazione neurologica. Il rischio è che resti paralizzato agli arti inferiori.

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<Voglio mio figlio nella bara qui a casa> (sezione: Burocrazia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 LA MORTE DI VITO SCAFIDI. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia interventi urgenti sugli edifici a rischio «Il crollo a scuola? Tragica fatalità» Berlusconi commenta così la tragedia che è costata la vita di un diciassettenne Le opposizioni indignate Storace: «Le sue sono bestemmie» Ferrero (Prc): si assuma le sue responsabilità, questa è incuria Il ferito più grave dovrà essere ri-operato, rischia la paralisi Le due ragazze stanno meglio «Voglio mio figlio nella bara qui a casa»   ROMA «Una drammatica fatalità». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce il crollo del controsoffitto che nella scuola di Rivoli (Torino) è costato la vita al diciassettenne Vito Scafidi, scatenando le reazioni indignate di politici come Storace («Parlare di fatalità è una bestemmia») e Ferrero («Berlusconi si dovrebbe assumere le sue responsabilità e smetterla di parlare di fatalità laddove invece c?è incuria»), e le critiche dell?opposizione, che chiede conto dei tagli all?edilizia scolastica. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli annuncia un «rapido monitoraggio» della sicurezza degli edifici scolastici, e il sottosegretario Guido Bertolaso sollecita più fondi. La sicurezza nelle scuole, dice Berlusconi, «è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. È una responsabilità delle Province, ma noi abbiamo già dato il via a un?azione nei mesi passati con Bertolaso, individuando un primo lotto di cento scuole da sottoporre a verifiche non soltanto strutturali ma globali. Abbiamo inserito nella Finanziaria», sostiene, «un importo di alcuni milioni di euro». Le scuole degli interventi «appartengono soprattutto a zone sismiche, ma il lavoro da fare è molto più elevato. Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A Rivoli, però, «si è trattato di una fatalità». L?opposizione va all?attacco: «Non si fanno proclami dopo le tragedie», dice Stefano Pedica (Idv). «Si chiede scusa per l?irresponsabilità di un governo che pensa sempre di parlare dopo. Sono anni che chiediamo un controllo delle strutture, non solo quelle scolastiche, e non ci hanno mai ascoltato». Maria Coscia, responsabile scuola del Pd, chiede che «le autorità accertino l?esistenza di eventuali responsabilità» nel crollo nel liceo e che il governo ripristini «i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, tagliati in Finanziaria». Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazion comunistae, «se si tagliano le risorse per fare le manutenzioni ma poi alla fine nessuno fa le verifiche, capitano anche queste cose». Il ministro Brunetta trova il modo di dare la colpa alla confusione burocratica e al lassismo: «Spesso i siti scolastici, con una legislazione complicata e complessa», sostiene, «non dipendono dallo Stato ma da Comuni, Regioni e Province a seconda della tipologia dei plessi scolastici». E questa «è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza. Il monitoraggio consentirà di individuare le situazioni di pericolo che necessitano di interventi urgenti. A questo scopo, nella legge obiettivo sono allocati circa 250-300 milioni di euro che il ministero dell?Istruzione potrà utilizzare». Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, conclude, «collaborerà con quello dell?Istruzione per evitare che si ripetano altre tragedie inaccettabili». E Bertolaso dice che per la messa in sicurezza degli edifici a rischio «servono ulteriori finanziamenti», ma «non siamo all?anno zero. C?è già un gruppo che sta elaborando dati per intervenire». «È triste constatare che la scuola diventi luogo del pericolo e della morte», dice l?arcivescovo di Torino Severino Poletto, incontrando i familiari dei feriti, che stanno meglio. Andrea, il più grave, dovrà subire un?altra operazione, dopo la quale si farà una valutazione neurologica. Il rischio è che resti paralizzato agli arti inferiori.   «Voglio che mio figlio venga a darci l?ultimo saluto a casa nostra, non in ospedale. Voglio vestirlo io, voglio la bara aperta qui da noi». Cinzia, la madre di Vito, rivolge l?appello in un messaggio video al presidente Giorgio Napolitano. E ieri, un?ottantina di studenti ha fatto irruzione nel cinema Massimo, una delle sale in cui si proiettano i film del Torino Film Festival. Gli studenti hanno interrotto un film, invitando gli spettatori a unirsi alla loro protesta. «Non posso stigmatizzare quello che è avvenuto», dice il direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti, «perché anche noi siamo in lutto per quello che è successo a Rivoli». Gli studenti sono poi sfilati in un corteo spontaneo. Intanto, la Rete degli studenti ha deciso un?ora di astensione dalle lezioni. E lunedì e martedì si andrà a a lezione con il lutto al braccio. A Rivoli, un migliaio di persone ha fatto una fiaccolata per Vito Scafidi.  

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Il crollo a scuola? Tragica fatalità (sezione: Burocrazia)

( da "Arena, L'" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Lunedì 24 Novembre 2008 NAZIONALE Pagina 4 LA MORTE DI VITO SCAFIDI. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia interventi urgenti sugli edifici a rischio «Il crollo a scuola? Tragica fatalità» Berlusconi commenta così la tragedia che è costata la vita di un diciassettenne Le opposizioni indignate ROMA «Una drammatica fatalità». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce il crollo del controsoffitto che nella scuola di Rivoli (Torino) è costato la vita al diciassettenne Vito Scafidi, scatenando le reazioni indignate di politici come Storace («Parlare di fatalità è una bestemmia») e Ferrero («Berlusconi si dovrebbe assumere le sue responsabilità e smetterla di parlare di fatalità laddove invece c'è incuria»), e le critiche dell'opposizione, che chiede conto dei tagli all'edilizia scolastica. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli annuncia un «rapido monitoraggio» della sicurezza degli edifici scolastici, e il sottosegretario Guido Bertolaso sollecita più fondi. La sicurezza nelle scuole, dice Berlusconi, «è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. È una responsabilità delle Province, ma noi abbiamo già dato il via a un'azione nei mesi passati con Bertolaso, individuando un primo lotto di cento scuole da sottoporre a verifiche non soltanto strutturali ma globali. Abbiamo inserito nella Finanziaria», sostiene, «un importo di alcuni milioni di euro». Le scuole degli interventi «appartengono soprattutto a zone sismiche, ma il lavoro da fare è molto più elevato. Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A Rivoli, però, «si è trattato di una fatalità». L'opposizione va all'attacco: «Non si fanno proclami dopo le tragedie», dice Stefano Pedica (Idv). «Si chiede scusa per l'irresponsabilità di un governo che pensa sempre di parlare dopo. Sono anni che chiediamo un controllo delle strutture, non solo quelle scolastiche, e non ci hanno mai ascoltato». Maria Coscia, responsabile scuola del Pd, chiede che «le autorità accertino l'esistenza di eventuali responsabilità» nel crollo nel liceo e che il governo ripristini «i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, tagliati in Finanziaria». Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazion comunistae, «se si tagliano le risorse per fare le manutenzioni ma poi alla fine nessuno fa le verifiche, capitano anche queste cose». Il ministro Brunetta trova il modo di dare la colpa alla confusione burocratica e al lassismo: «Spesso i siti scolastici, con una legislazione complicata e complessa», sostiene, «non dipendono dallo Stato ma da Comuni, Regioni e Province a seconda della tipologia dei plessi scolastici». E questa «è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza. Il monitoraggio consentirà di individuare le situazioni di pericolo che necessitano di interventi urgenti. A questo scopo, nella legge obiettivo sono allocati circa 250-300 milioni di euro che il ministero dell'Istruzione potrà utilizzare». Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, conclude, «collaborerà con quello dell'Istruzione per evitare che si ripetano altre tragedie inaccettabili». E Bertolaso dice che per la messa in sicurezza degli edifici a rischio «servono ulteriori finanziamenti», ma «non siamo all'anno zero. C'è già un gruppo che sta elaborando dati per intervenire». «È triste constatare che la scuola diventi luogo del pericolo e della morte», dice l'arcivescovo di Torino Severino Poletto, incontrando i familiari dei feriti, che stanno meglio. Andrea, il più grave, dovrà subire un'altra operazione, dopo la quale si farà una valutazione neurologica. Il rischio è che resti paralizzato agli arti inferiori. «Voglio che mio figlio venga a darci l'ultimo saluto a casa nostra, non in ospedale. Voglio vestirlo io, voglio la bara aperta qui da noi». Cinzia, la madre di Vito, rivolge l'appello in un messaggio video al presidente Giorgio Napolitano. E ieri, un'ottantina di studenti ha fatto irruzione nel cinema Massimo, una delle sale in cui si proiettano i film del Torino Film Festival. Gli studenti hanno interrotto un film, invitando gli spettatori a unirsi alla loro protesta. «Non posso stigmatizzare quello che è avvenuto», dice il direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti, «perché anche noi siamo in lutto per quello che è successo a Rivoli». Gli studenti sono poi sfilati in un corteo spontaneo. Intanto, la Rete degli studenti ha deciso un'ora di astensione dalle lezioni. E lunedì e martedì si andrà a a lezione con il lutto al braccio. A Rivoli, un migliaio di persone ha fatto una fiaccolata per Vito Scafidi.  

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<Il crollo a scuola? Tragica fatalità> (sezione: Burocrazia)

( da "Arena.it, L'" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

«Il crollo a scuola? Tragica fatalità» LA MORTE DI VITO SCAFIDI. Il ministro delle Infrastrutture Matteoli annuncia interventi urgenti sugli edifici a rischio Berlusconi commenta così la tragedia che è costata la vita di un diciassettenne Le opposizioni indignate 24/11/2008 rss e-mail print Il padre e la madre di Vito Scafidi alla fiaccolata di ieri a Rivoli ROMA «Una drammatica fatalità». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi definisce il crollo del controsoffitto che nella scuola di Rivoli (Torino) è costato la vita al diciassettenne Vito Scafidi, scatenando le reazioni indignate di politici come Storace («Parlare di fatalità è una bestemmia») e Ferrero («Berlusconi si dovrebbe assumere le sue responsabilità e smetterla di parlare di fatalità laddove invece c'è incuria»), e le critiche dell'opposizione, che chiede conto dei tagli all'edilizia scolastica. Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli annuncia un «rapido monitoraggio» della sicurezza degli edifici scolastici, e il sottosegretario Guido Bertolaso sollecita più fondi. La sicurezza nelle scuole, dice Berlusconi, «è una condizione minima di fondo, ed è vero che esistono condizioni in diversi istituti scolastici in cui manca. È una responsabilità delle Province, ma noi abbiamo già dato il via a un'azione nei mesi passati con Bertolaso, individuando un primo lotto di cento scuole da sottoporre a verifiche non soltanto strutturali ma globali. Abbiamo inserito nella Finanziaria», sostiene, «un importo di alcuni milioni di euro». Le scuole degli interventi «appartengono soprattutto a zone sismiche, ma il lavoro da fare è molto più elevato. Mi sembra di ricordare che sono 2.500 le scuole su cui intervenire». A Rivoli, però, «si è trattato di una fatalità». L'opposizione va all'attacco: «Non si fanno proclami dopo le tragedie», dice Stefano Pedica (Idv). «Si chiede scusa per l'irresponsabilità di un governo che pensa sempre di parlare dopo. Sono anni che chiediamo un controllo delle strutture, non solo quelle scolastiche, e non ci hanno mai ascoltato». Maria Coscia, responsabile scuola del Pd, chiede che «le autorità accertino l'esistenza di eventuali responsabilità» nel crollo nel liceo e che il governo ripristini «i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, tagliati in Finanziaria». Per Paolo Ferrero, segretario di Rifondazion comunistae, «se si tagliano le risorse per fare le manutenzioni ma poi alla fine nessuno fa le verifiche, capitano anche queste cose». Il ministro Brunetta trova il modo di dare la colpa alla confusione burocratica e al lassismo: «Spesso i siti scolastici, con una legislazione complicata e complessa», sostiene, «non dipendono dallo Stato ma da Comuni, Regioni e Province a seconda della tipologia dei plessi scolastici». E questa «è cattiva burocrazia, cattiva regolazione», perché «manca la verticalizzazione del controllo». Intanto, Matteoli annuncia interventi urgenti sulle strutture più a rischio. «I provveditori regionali alle opere pubbliche», fa sapere il ministro delle Infrastrutture, «svolgeranno un rapido monitoraggio degli istituti scolastici per verificare le loro reali condizioni di sicurezza. Il monitoraggio consentirà di individuare le situazioni di pericolo che necessitano di interventi urgenti. A questo scopo, nella legge obiettivo sono allocati circa 250-300 milioni di euro che il ministero dell'Istruzione potrà utilizzare». Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, conclude, «collaborerà con quello dell'Istruzione per evitare che si ripetano altre tragedie inaccettabili». E Bertolaso dice che per la messa in sicurezza degli edifici a rischio «servono ulteriori finanziamenti», ma «non siamo all'anno zero. C'è già un gruppo che sta elaborando dati per intervenire». «È triste constatare che la scuola diventi luogo del pericolo e della morte», dice l'arcivescovo di Torino Severino Poletto, incontrando i familiari dei feriti, che stanno meglio. Andrea, il più grave, dovrà subire un'altra operazione, dopo la quale si farà una valutazione neurologica. Il rischio è che resti paralizzato agli arti inferiori. «Voglio che mio figlio venga a darci l'ultimo saluto a casa nostra, non in ospedale. Voglio vestirlo io, voglio la bara aperta qui da noi». Cinzia, la madre di Vito, rivolge l'appello in un messaggio video al presidente Giorgio Napolitano. E ieri, un'ottantina di studenti ha fatto irruzione nel cinema Massimo, una delle sale in cui si proiettano i film del Torino Film Festival. Gli studenti hanno interrotto un film, invitando gli spettatori a unirsi alla loro protesta. «Non posso stigmatizzare quello che è avvenuto», dice il direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti, «perché anche noi siamo in lutto per quello che è successo a Rivoli». Gli studenti sono poi sfilati in un corteo spontaneo. Intanto, la Rete degli studenti ha deciso un'ora di astensione dalle lezioni. E lunedì e martedì si andrà a a lezione con il lutto al braccio. A Rivoli, un migliaio di persone ha fatto una fiaccolata per Vito Scafidi.

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Lo sport trova una nuova casa (sezione: Burocrazia)

( da "Corriere Adriatico" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

L'assessore Concetti "La previsioneè inserita anche all'interno del Piano regolatore quindinon servirebbe alcuna variante L'impatto volumetrico sarebbe inoltremolto contenuto" In maggioranza si parlerà del centro da realizzare nell'area della Villa dei preti Lo sport trova una nuova casa SANT'ELPIDIO A MARE Si parlerà questa sera in una riunione di maggioranza del progetto per la realizzazione di un centro polisportivo a Sant'Elpidio a Mare nell'area della "Villa dei preti", lungo strada Pozzetto. Un incontro che servirà a discutere dei passi da compiere da parte dell'Amministrazione comunale per la realizzazione di un ambizioso intervento da parte di privati su un'area da 12 ettari. "L'area in questione è già prevista per attività di questo genere all'interno del Piano regolatore spiega l'assessore all'urbanistica Danilo Concetti quindi non richiederebbe alcuna variante. L'impatto volumetrico sarebbe contenuto, stiamo parlando di tutti impianti sportivi. Il progetto è interessantissimo, ci sono un paio di questioni tecniche sulle quali si dovrà discutere in maggioranza lunedì sera. In caso di parere favorevole, credo che si potrà passare all'approvazione di questo progetto in Consiglio comunale entro la prima metà di dicembre". A carico dell'Amministrazione comunale non ci sarebbe in sostanza alcun onere. La realizzazione del centro polisportivo sarà totalmente a carico della società Pianeta Sport, che usufruirà di un consistente contributo da parte del Coni, al quale il progetto è già stato presentato tempo. Il Comune dovrà risolvere però alcuni problemi. Quello più rilevante riguarda Strada Pozzetto, la via lungo la quale nascerà la polisportiva, un'arteria secondaria di campagna che allo stato attuale non ha certo le caratteristiche per sopportare il consistente traffico che con un impianto simile si verrebbe a creare. Sarà necessario un allargamento della sede stradale, con terreni di privati che andrebbero espropriati. In questo senso è possibile che il Comune, se approverà il progetto di Pianeta sport, si impegni poi all'espropriazione per il miglioramento della viabilità, che sarebbe poi coperto economicamente dagli stessi privati. Altra questione di cui si discuterà in maggioranza riguarda la questione della riqualificazione ambientale, obiettivo che deve essere perseguito da una progettazione di questo tipo. Un ostacolo che si dovrebbe aggirare senza particolari difficoltà, viste le caratteristiche di basso impatto ambientale, utilizzo di energie pulite e valorizzazione del verde che si vogliono realizzare nel nuovo centro. L'impianto sportivo, proposto dall'imprenditore monturanese Orlando Andrenacci, presentato venerdì mattina alla stampa, prevede un campo da calcio, due piscine, 8 campi da tennis, uno da basket, una palestra, un poligono di tiro ed un maneggio. Se la burocrazia procederà spedita, già la prossima estate, è la speranza di Pianeta sport, il cantiere potrebbe essere avviato. PIERPAOLO PIERLEONI,

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Interventi su Sp 49/II e 4/I (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

S. Venerina. Sopralluogo dell'assessore provinciale alla Viabilità Interventi su Sp 49/II e 4/I «Studente diversabile, la burocrazia non c'entra» Da Silvio Galeano, dirigente scolastico del liceo scientifico «A. Russo Giusti» di Belpasso, riceviamo e pubblichiamo: In merito all'articolo dal titolo «Tolto a un diversabile l'educatore di una coop» e della precisazione del dirigente del Servizio Politiche Sociali della Provincia di Catania, dott. Giovanni Ferrera, dal titolo «Diversabile senza assistenza. La Provincia diffida la cooperativa», ho il dovere di precisare quanto segue: 1) Confermo che dal 18 settembre 2008 il servizio preposto dalla Provincia attende che la famiglia indichi il nominativo dell'assistente igienico-sanitario (nel caso specifico un vero e proprio «assistente alla postura»); 2) Confermo che la Cooperativa Braille2000, su finanziamento del Comune di S. Pietro Clarenza, ha predisposto un progetto individualizzato per l'allievo in questione finalizzato alla «assistenza domiciliare»; 3) In quanto dirigente scolastico, ho chiesto che a essere presente in classe fosse un assistente igienico-sanitario e non un «assistente domiciliare» che non ne ha titolo, a tutela sia dell'addetto della Cooperativa che dell'amministrazione scolastica, in merito alle responsabilità assicurative e civili, oltre che a mere esigenze didattiche; 4) Che nella classe, fra l'altro, opera il docente di sostegno nominato dall'U.S.P. con un rapporto 1/1 per l'allievo in questione; 5) Che nella medesima classe è presente anche un secondo allievo diversabile con un ulteriore docente di sostegno (rapporto 1/1) e, pertanto, le figure che affiancano ciascun docente titolare degli insegnamenti liceali sono tre (due docenti di sostegno + un assistente alla postura); 6) Che è opportuno che l'«assistente domiciliare» svolga il suo lavoro nel domicilio familiare per favorire la preparazione dei compiti a casa, mentre, durante il tempo scolastico, è altrettanto opportuno che l'assistente-educatore svolga il suo compito di sostegno dell'alunno senza interferire con l'attività didattica; 7) Che, in questo caso, non sono necessarie le «lotte» dei genitori contro la burocrazia, né le denunce ai carabinieri, basterebbe accettare il servizio offerto dalla Provincia fin dal 18 settembre. Infatti, il bandolo della matassa sta tutto in un «non detto» che finora non è mai stato riportato: la famiglia desidera che la medesima persona che svolge l'assistenza domiciliare (6 o più ore giornaliere) cumuli tale assistenza con quella scolastica (5 ore) e si sottoponga, pertanto, a un servizio complessivo di 11-12 ore giornaliere, pretendendo che la Cooperativa dia il doppio incarico e la doppia qualifica. Di fronte a un Comune che finanzia un progetto d'assistenza domiciliare, di fronte a una Provincia che provvede tempestivamente a predisporre l'assistenza scolastica e ad un Ufficio Scolastico Provinciale che riconosce un docente di sostegno al massimo delle ore consentite dall'attuale normativa, perché scadere nel luogo comune della «lotta» contro la burocrazia e l'insensibilità delle istituzioni? La famiglia deve solo indicare la persona, a sua scelta, che abbia titolo ad assistere il ragazzo durante il tempo scolastico. Il liceo scientifico «A. Russo Giusti» di Belpasso, pertanto, attende che Andrea ritorni a frequentare garantendogli quell'affetto e quell'ammirazione di cui tutti i docenti del Consiglio di classe sono fautori e testimoni.

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Le Pro Loco alla Regione: <Non tagliateci i fondi> (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 24-11-2008)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Udine))

Argomenti: Burocrazia

Conclusa ad Arta Terme la tre giorni di formazione per i dirigenti dell?associazione presente in tutti i Comuni Le Pro Loco alla Regione: «Non tagliateci i fondi» Si è conclusa ieri ad Arta Terme la tre giorni che ha visto impegnati oltre 150 dirigenti di Pro Loco in un corso di formazione full immersion.Un appuntamento annuale, giunto alla settima edizione, che ha lo scopo oltre che dare le necessarie indicazioni nella gestione, spesso complessa e appesantita da un eccesso di burocrazia, di un'organizzazione di volontariato, anche quello di cementare lo spirito del movimento. Nota positiva, infatti, oltre alla sostanziale copertura delle Pro Loco di tutto il territorio regionale (hanno superato 220, rispetto ai 219 Comuni), anche la presenza sempre più numerosa di giovani, anche nei posti di vertice delle singole Pro Loco.Ieri mattina è intervenuto il presidente nazionale Unpli, Claudio Nardocci, che ha affrontato un tema "spinoso" per i volontari: la comunicazione in pubblico. Molto spesso, infatti, le donne e gli uomini Pro Loco hanno maggiore dimestichezza nell'allestimento di una manifestazione che in un discorso ufficiale dal palco. In maniera tutt'altro che cattedratica, Nardocci ha così illustrato le tecniche e i "segreti" per affrontare con serenità un uditorio, passaggio spesso fondamentale per presentare in maniera adeguata quando fanno le Pro Loco e soprattutto i loro valori.«Giusto e doveroso il contenimento della spesa pubblica - ha ricordato nella tre giorni il presidente regionale, Flavio Barbina - ma stiamo attenti a tagliare i rami secchi, non quelli verdi. Il sistema delle Pro Loco, forte in Friuli Venezia Giulia di 220 sodalizi sul territorio e di oltre 35mila volontari, ha dimostrato in tutti questi anni di essere moltiplicatore delle risorse pubbliche. Ogni euro che Comuni, Provincie e Regione erogano al nostro movimento, grazie all'impegno dei volontari, il risultato per la comunità è vale dieci».

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IPERTESI E CORONARICI I FREQUENTATORI DEGLI AMBULATORI (sezione: Burocrazia)

( da "Sicilia, La" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

IPERTESI E CORONARICI I FREQUENTATORI DEGLI AMBULATORI Il medico di famiglia rischia di venire sommerso dalla burocrazia: questi adempimenti occupano ben la metà della sua vita professionale. E il carico di lavoro continua ad aumentare, con il rischio di mettere a repentaglio la qualità. È questo il quadro che emerge dal quinto rapporto Nazionale Health Search, presentato al Congresso della Società Italiana di Medicina di famiglia (Simg) in corso a Firenze. ?Negli ultimi due decenni è enormemente cresciuta la pressione per elevare l'efficienza dei sistemi sanitari a fronte di risorse sempre più limitate ? spiega il presidente della Simg Claudio Cricelli -. La tensione al cambiamento si esercita su tutte le componenti del sistema, ma senza dubbio i medici di famiglia sono quelli che più la avvertono: nella doppia veste di organizzatori ed erogatori di servizi di assistenza, sono tenuti a garantire l'appropriatezza e l'efficacia, e a controllare i costi. Sempre più spesso, quindi, hanno la necessità di confrontare la propria attività con standard predefiniti, secondo i principi del governo clinico basati sulle evidenze scientifiche disponibili e sulla pratica, anche per razionalizzare risorse e tempo?. L'utilizzo sistematico del database Health Search ha permesso a Simg di ottenere un'attuale e competa fotografia dei bisogni di salute in Italia: l'ipertensione rappresenta la patologia che causa il maggior numero di visite ambulatoriali (15,3%) seguita da diabete mellito (4,8%) e dislipidemie (3,1%). Le persone affette da malattia coronarica sono quelle che si recano con maggiore frequenza presso il proprio medico ma sorprende anche l'alta percentuale di visite ambulatoriali per i malati di epilessia (6,2 visite/anno), di patologie della tiroide (6 visite/anno) e di glaucoma (4,5 visite/anno). Diversi studi hanno dimostrato che il medico di famiglia visita nel corso di un anno il 65% della propria popolazione di assistiti e nel corso di 3 anni circa il 95%. Inoltre, contribuisce nell'arco dei 12 mesi al 65% del consumo complessivo di farmaci: su 100 visite, oltre 70 terminano con una prescrizione farmaceutica, circa 30 con una richiesta di accertamento diagnostico-strumentale ed oltre 10 con una richiesta di visita specialistica. Un numero sempre maggiore di medici di medicina generale utilizza programmi informatici per la gestione dei pazienti nella normale pratica clinica. Il sistema Health Search, sviluppato da Simg e attivo da oltre 10 anni, riunisce attualmente 850 professionisti, analizza 7 aree cliniche, con oltre 50 indicatori di processo, 9 di esito intermedio e 16 di appropriatezza terapeutica. I risultati sono concordi con le informazioni ricavate dall'Istat e dall'Osservatorio Nazionale sul Consumo dei Medicinali (Osmed). ?Per la prima volta i medici diventano attori protagonisti di un processo globale di miglioramento continuo dell'assistenza ? continua Cricelli -. Questo sistema si basa sulle evidenze scientifiche più aggiornate e sul confronto nel tempo dei risultati di cura e consente di individuare, nella gestione delle principali malattie croniche, i problemi su cui eventualmente intervenire con correttivi. Ma ci permette anche di cogliere l'andamento di alcune grandi patologie e di ipotizzarne le cause?. Dai dati riportati nel rapporto emerge, a esempio, un trend crescente nella prevalenza di ipertensione che varia dal 18,4% al 22,0% del 2007, con stime sensibilmente maggiori nelle donne (19,8% nel 2003 e 23,2% nel 2007) rispetto agli uomini (16,8% nel 2003 vs. 20,8% nel 2007). Dalle analisi effettuate, si registra per molte patologie un costante aumento di prevalenza, determinato da vari fattori, compresa la capacità del medico di famiglia di diagnosi anticipate, in presenza di sintomi precoci. Oltre all'ipertensione l'ictus è passato dall'1,9% al 2,5%, il diabete mellito di tipo II dal 5% al 6,2%, la depressione maggiore dal 3% al 4,3%. ANGELO TORRISI

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Caro Gazzettino, carenze funzionali e strutturali. Alla ... (sezione: Burocrazia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 24-11-2008)
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Caro Gazzettino, carenze funzionali e strutturali. Alla ... Caro Gazzettino,carenze funzionali e strutturali. Alla scuola italiana manca tutto. Colpa dell'inettitudine politica e della superficialità amministrativa dei ministri dell'istruzione. Ma soprattutto dell'ottusa miopia di premier e ministri dell'economia. E così le nostre scuole, di ogni ordine e grado, crollano. E non solo metaforicamente nelle classifiche OCSE ma, purtroppo, anche materialmente. Per l'uno e l'altro crollo, il ceto politico ha parole e solo parole. Denigratorie per chi ci lavora o di cordoglio per chi ci muore. A Torino come a San Giuliano di Puglia. Oggi come ieri. Se la nostra fosse una democrazia reale, chi governa risponderebbe delle proprie responsabilità politiche o penali. Per il danno procurato ad intere generazioni ed al Paese nel suo insieme oppure per omicidio colposo. Da anni nel comparto scuola - governare fa solo rima con tagliare. Tagli eccessivi investono l'ordinario: dalla conduzione didattica (scuole, tempo, aule, cattedre) alla manutenzione delle strutture. Per l'edilizia scolastica si fa poco e male. I lavori sono finanziati senza ponderare i tempi della burocrazia. Si esigono ribassi insostenibili. La mia denuncia ha un fondamento. Scrivo con cognizione di causa. Lo faccio da architetto e professore con esperienza trentennale. Ho avuto modo di conoscere scuole collocate in diversi contesti territoriali. Troppo spesso mi sono imbattuto in strutture fatiscenti ed inadeguate sul piano strutturale ed impiantistico, nelle quali erano disattese le più elementari norme di sicurezza. Poche quelle idonee. Gravi e quotidiani i rischi per l'incolumità di quanti frequentano e lavorano in quegli edifici. Il risultato? Tutti si sentono esenti da responsabilità. Quando ci scappano i morti il polverone mediatico confonde e non chiarisce... Magari con l'intermezzo di qualche commemorazione.Gianfranco Pignatelli(g.pignatelli@tiscalinet.it)

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Il federalismo non basta c'è la crisi, sparigliamo (sezione: Burocrazia)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2008)

Argomenti: Burocrazia

Il federalismo non basta c'è la crisi, sparigliamo carlo stagnaro Il federalismo fiscale vittima della crisi? Almeno temporaneamente, pare proprio di sì. È infatti ormai chiaro che non sarà possibile, per il Parlamento, approvare la riforma entro Natale, come aveva più volte auspicato il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Ma la recessione non è l'unico ostacolo: resta tutto da sciogliere il nodo politico interno al centrodestra, con la doppia spaccatura tra "sudisti" e "nordisti" e il timore del Pdl di essere elettoralmente cannibalizzato, nelle regioni settentrionali, dalla Lega Nord. Il fatto è che la bozza Calderoli, pur contenendo una serie di spunti interessanti, non costituisce quella profonda riorganizzazione istituzionale che, dai primi anni Novanta, è tra le priorità sempre dichiarate e mai realmente affrontate della politica italiana. Il disegno leghista introduce cambiamenti spesso condivisibili, che vanno nella direzione di un'onesta razionalizzazione della spesa pubblica. Il passaggio ai costi standard, per esempio, può essere uno strumento efficace per tagliare le inefficienze, specie in quei settori - come la sanità? dove è talvolta complicato identificarle e rimuoverle. Analogamente, la valorizzazione di Regioni, Province e Comuni può avvicinare ai cittadini le decisioni di spesa, rendendole al tempo stesso più trasparenti e più controllabili. Tuttavia, manca una chiara definizione di quale possa o debba essere l'autonomia tributaria di questi soggetti. Se il loro finanziamento è demandato largamente alla compartecipazione al gettito di imposte nazionali, potrebbe sortire addirittura l'effetto opposto a quello desiderato: come hanno evidenziato sia la Corte dei conti, sia i tecnici del Senato, separando la fonte del prelievo (lo Stato) da chi beneficia del gettito (gli enti locali), si crea un incentivo perverso per questi ultimi a investire in iniziative clientelari, allo scopo di procacciare voti e soddisfare i gruppi di pressione. Inoltre, il trasferimento di risorse in periferia crea un vuoto al centro, che in qualche modo dovrà essere colmato. L'esperienza dell'Ici è, da questo punto di vista, eloquente: per quanto odiosa fosse una tassa sulla casa, quanto meno essa era un elemento di responsabilizzazione dei sindaci, che venivano chiamati a rispondere non solo di come utilizzavano i soldi pubblici, ma anche di quanti ne raccoglievano. In un certo senso, allora, l'allungamento dei tempi per l'approvazione del disegno di legge Calderoli apre una finestra d'opportunità per una riforma che sia, al tempo stesso, più incisiva e più razionale. E che, soprattutto, prenda di petto non già la questione della razionalizzazione dei costi, quanto quella più generale del ripensamento del Paese. Il federalismo non è una forma di decentramento, ma un modello alternativo di organizzazione politica, in virtù del quale ciascuno dei soggetti che prende parte al patto federale dispone di una sua propria sfera di sovranità. Un federalismo ben funzionante mette in competizione i diversi territori. Nel lungo termine ci si aspetta che esso abbia lo stesso effetto della concorrenza nel mercato, cioè far emergere e premiare le soluzioni migliori - che combinano minor prelievo fiscale con servizi pubblici più efficienti. Ora, questo implica una rivoluzione, che non può non investire la stessa articolazione politica del Paese. Alcuni enti andranno potenziati - per esempio i Comuni e le Regioni - altri ridotti o addirittura aboliti (come le province). Néè detto che, gattopardescamente, se tutto cambia tutto debba restare come prima: la sfida di rifondare il Paese va percorsa fino in fondo. Franco Monteverde ha lanciato, col suo saggio "Limonte" (De Ferrari), una provocazione intelligente: e se decidessimo di fondere la Liguria al Piemonte? La provocazione va ben al di là del caso specifico e chiama in causa un equivoco consolidato. Cioè: i confini e le meccaniche istituzionali non sono una fatalità, ma un accidente della Storia. La vita dei vivi non dovrebbe essere interamente condizionata dalle decisioni dei morti: se quello che abbiamo ereditato smette di funzionare, o funziona meno bene che in passato, allora si può e si deve riflettere su come cambiarlo. Come la società si è fatta liquida, riflette Monteverde, così deve accadere per le istituzioni: «Se si vuole far uscire la società civile da una condizione di scollamento e di subordinazione nei confronti delle istituzioni e degli apparati pubblici» occorre «provocare un'interruzione istituzionale? Il Limonte sarebbe appunto una cesura attraverso la quale dare sfogo alla creatività che è già presente e attiva». L'analisi di Monteverde muove dal presupposto che l'Italia è dominata non solo dalla casta dei politici, ma anche da un'altra casta, più grigia e più robusta: quella dei burocrati. Le burocrazie, come ogni organismo, sono spinte da due istinti: quello all'autoconservazione, e quello alla crescita. Per quanto esse possano essere utili, se la loro espansione non viene frenata, finiscono per prosciugare le risorse vitali di una società. Ma un Paese che non ha il coraggio di cambiare, è destinato a cadere vittima della bulimia amministrativa. Sparigliare le carte, rovesciare i rapporti di forza, creare centri di potere alternativi tra di loro è un modo per ricostruire un equilibrio che noi abbiamo perso da tempo. Il Limonte vuol dire questo, e più in generale il cuneo federalista s'inserisce all'interno di questa dinamica. Bisogna, però, aver rispetto per le parole, e non chiamare federalismo quel che federalismo non è, come il progetto di Calderoli. Per quanto utile e dignitoso, esso è un tentativo di gestire meglio l'esistente. È un palliativo, forse un antidolorifico, ma non rappresenta una cura per il male italiano. Per quello, ci vuole qualcos'altro. Ci vuole la fantasia, anche istituzionale, al potere. carlo.stagnaro@brunoleoni.it 24/11/2008

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*Infrastrutture, Valducci: Un "supercommissario" per le Grandi Opere (sezione: Burocrazia)

( da "Velino.it, Il" del 24-11-2008)

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Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. POL - *Infrastrutture, Valducci: Un "supercommissario" per le Grandi Opere Roma, 24 nov (Velino) - Un “supercommissario” per le infrastrutture in grado di abbattere i tempi di realizzazione delle opere e degli iter autorizzativi. è la proposta lanciata dal presidente della commissione Trasporti della Camera Mario Valducci (Pdl) per rilanciare le Grandi Opere nel nostro paese. “L?ho chiamato il ?relizzatore? – ha detto Valducci al VELINO -. Si tratta di una figura alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio, magari da utilizzare per opere con una soglia minima di investimento di 100 milioni di euro che permetta di ridurre i tempi di realizzazione e quelli dei percorsi autorizzativi, specialmente di fronte a eventi straordinari come quelli di questo periodo”. Secondo Valducci ci sono moltissimi gruppi privati che hanno a disposizione miliardi di euro da investire nelle Grandi Opere, frenati proprio dalla burocrazia e dai tempi lunghi di realizzazione. Soldi che potrebbero sbloccarsi, dice Valducci, “nel momento in cui si pongono delle garanzie su questi step e a cui possono poi aggiungersi anche i soldi pubblici”. Fondamentale per la realizzazione di questa nuova figura, osserva il presidente della commissione Trasporti, “è il rispetto delle regole e norme più stringenti che garantiscano il lavoro del ?supercommissario? per un periodo temporaneo”. Bisogna, chiarisce Valducci, “mettere la museruola ai ricorsi davanti al Tar e al Consiglio di Stato” ed “evitare i ripensamenti delle regioni e degli enti locali che molte volte intervengono su progetti già approvati” per “garantire tempi certi”. Opere che possono essere non solo produttive ma anche molto remunerative “come quelle delle telecomunicazione sulle quali la IX commissione sta concludendo un?indagine conoscitiva e che possono portare benefici anche per i consumatori”, conclude Valducci. (Alessandro Sperandio) 24 nov 2008 18:01

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La scuola crolla. Letteralmente (sezione: Burocrazia)

( da "AprileOnline.info" del 24-11-2008)

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La scuola crolla. Letteralmente Gianfranco Pignatelli*, 24 novembre 2008, 12:48 La testimonianza Da anni governare il settore fa solo rima con tagliare. Dalla conduzione didattica (tempo, aule, cattedre) alla manutenzione delle strutture. In compenso non si controllano gli sprechi delle risorse per progetti didattici di dubbia utilità e non si vigila sulla correttezza di appalti e realizzazione di opere Carenze funzionali e strutturali. Alla scuola italiana manca tutto. Colpa dell'inettitudine politica e della superficialità amministrativa dei ministri dell'Istruzione. Ma soprattutto dell'ottusa miopia di premier e ministri dell'Economia. E così le nostre scuole, di ogni ordine e grado, crollano. E non solo metaforicamente nelle classifiche OCSE ma, purtroppo, anche materialmente. Per l'uno e l'altro crollo, il ceto politico ha parole e solo parole. Denigratorie per chi ci lavora o di cordoglio per chi ci muore. A Torino come a San Giuliano di Puglia. Oggi come ieri. Se la nostra fosse una democrazia reale, chi governa risponderebbe delle proprie responsabilità politiche o penali. Per il danno procurato ad intere generazioni ed al Paese nel suo insieme oppure per omicidio colposo. Da anni nel comparto scuola governare fa solo rima con tagliare. Tagli eccessivi investono l'ordinario: dalla conduzione didattica (scuole, tempo, aule, cattedre) alla manutenzione delle strutture. In compenso non si controllano gli sprechi delle risorse per progetti didattici di dubbia utilità, che rimpinguano le tasche dei dirigenti scolastici e di taluni insegnanti. Per l'edilizia scolastica si fa poco e male. I lavori sono finanziati senza ponderare i tempi della burocrazia. Si esigono ribassi insostenibili. Non si vigila abbastanza sugli appalti, sui flussi di tangenti e sulla corretta esecuzione delle opere. Sono rimandati ad oltranza la messa in sicurezza degli edifici scolastici, concedendo all'edilizia pubblica molto più di quanto venga tollerato da quella privata. Di questo, magari se ne parla nei collegi dei docenti o nei consigli d'istituto. Qualche volta si verbalizza pure, ma poi rimane tutto lettera morta. La mia denuncia ha un fondamento. Scrivo con cognizione di causa. Lo faccio da architetto e professore con esperienza trentennale. Ho avuto modo di conoscere scuole collocate in diversi contesti territoriali. Troppo spesso mi sono imbattuto in strutture fatiscenti ed inadeguate sul piano strutturale ed impiantistico, nelle quali erano disattese le più elementari norme di sicurezza. Poche quelle idonee. Gravi e quotidiani i rischi per l'incolumità di quanti frequentano e lavorano in quegli edifici. Dagli infortuni alla insalubrità dei luoghi, fino all'assenza delle più elementari norme igieniche e sanitarie. Nelle scuole italiane c'è di tutto. Mancano i controlli e, chi dovrebbe vigilare ed agire, s'appella alla mancanza di risorse. Il risultato? Tutti si sentono esenti da responsabilità. Tutti si lagnano e nessuno agisce. Quando ci scappano i morti il polverone mediatico confonde e non chiarisce. I concorsi di colpa, le connivenze ed il velo di omertà fanno il resto. La magistratura indaga, i periti accertano tutto ed il suo contrario. Il solo risultato è la dilatazione dei tempi, l'assoluzione se non sia subentrata già la prescrizione. Poi tutto riprende, come prima en anche peggio. Magari confidando in questo o quel santo protettore che ci risparmi da tutti i possibili danni procurati dalla sciatteria di sempre. Voto dopo voto, taglio dopo taglio, spreco dopo spreco, incuria dopo incuria, insabbiamento dopo insabbiamento. Magari con l'intermezzo di qualche commemorazione. Rituale anche questa, ovviamente. *Professore e architetto

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