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Il PuntO n° 213
Le ripercussioni sui conti italiani della crescita “obbligata” dei rendimenti dei titoli del debito pubblico. Di Mauro Novelli 14-7-2011
A causa di particolare incompetenza di molti commentatori “economici” circa le vicende finanziarie di questa ultima settimana, facciamo il punto della situazione in merito alle ripercussioni sulle casse dello stato degli ultimi andamenti dei tassi correnti sui titoli di stato italiani. Cominciamo col fare il punto della situazione. A fine giugno 2011, il monte titoli di stato in circolazione ammontava ad oltre 1.582, 700 miliardi di euro. Di questi , circa 1.156 miliardi di euro sono costituiti da BTP, quindi da titoli a tasso fisso. È evidente che, quanto sta accadendo in questi giorni alla remunerazione dei titoli di stato di nuova emissione, non può influire sui BTP in circolazione. Ci sarà, invece, ripercussione sul rendimento dei CCT (tasso variabile) in essere, pari a 153,554 miliardi di euro.
TAB. 1 Struttura del Montetitoli di stato al 30-6-2011 Fonte Dipartimento del Tesoro
Negli ultimi 3 giorni sono stati emessi: - 7,5 miliardi di BOT, con tasso di interesse cresciuto di circa 1,5 per cento (dal 2,1 al 3,6 per cento); - 5 miliardi di BTP con uno spread di 291 punti base, rispetto ai precedenti 180.
Ecco le conseguenze: A parità di altre condizioni, per i CCT, ancorati al rendimento dei BOT emessi 6 mesi prima, fra sei mesi ci sarà un aumento dei tassi pari all’1,5 per cento. Su 153,55 miliardi di euro di CCT in circolazione il maggiore esborso sarà di 2,3 miliardi l’anno. Per i 7,5 miliardi di Bot dell’ultima asta, pagheremo 112 milioni di euro in più. Per i 5 miliardi di BTP emessi oggi, si pagheranno 55 milioni di euro in più rispetto alle emissioni precedenti. Per il monte BTP emesso in precedenza la ripercussione sarà uguale a zero. Stando così le cose, a regime, pagheremo 2,462 miliardi di euro l’anno.
Prudentemente, il debitore, cioè lo Stato, dalla metà del decennio passato, sta riconvertendo il monte titoli per ricondurlo ad un tasso fisso: abbandona i CCT (tasso variabile) e incrementa i BTP (tasso fisso): in sei anni e mezzo, il monte CCT è sceso del 40 per cento, il monte BTP è salito di quasi il 16 per cento. Il creditore (cioè il sottoscrittore) avrebbe dovuto avere una accortezza uguale e contraria: rivedere il portafoglio titoli, passando da tasso fisso (BTP) a tasso variabile (CCT).
TAB. 2 - COMPOSIZIONE DEL MONTE TITOLI DI STATO ITALIANO 2006-2011 In miliardi di euro. Fonte MEF Dip.to del Tesoro
Per valutare la stabilità del nuovo trend, occorrerà aspettare almeno l’asta BOT di fine mese. Vedremo.
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