Abstract: 4 Audizione al Csm «Aereo scomparso, inchiesta ferma» Si torna a parlare della sciagura all'arcipelago di Los Roques del 4 gennaio 2008: «Le autorità venezuelane non stanno collaborando con la magistratura italiana per far luce sulla scomparsa dell'aereo». È quanto emerso dall'audizione dei pm romani davanti alla Commissione del Csm (nella foto Valeria Napoli e Stefano Fragione,>
stop al trasferimento dei
pm nelle sedi vuote fini blocca la norma di alfano: inammissibile
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ufficio» il Csm avrebbe dovuto
spedire da un ufficio all´altro, anche in deroga al divieto di passare da
giudice a pm. Per l´Anm una scelta «incostituzionale» che viola il principio di
inamovibilità. Loro e il Csm vogliono cambiare l´ordinamento Castelli-Mastella
e togliere il divieto per i giovani uditori di fare i pm,
Opinioni - La scommessa
della certificazione energetica ( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del
08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: univoca produzione della Corte
Costituzionale sull'argomento, quando la Regione dispone regole che ineriscono
il diritto privato, materia in cui non ha competenza. E impone un onere
economico eccessivo sia con la duplicazione fra AQE (Attestato di
Qualificazione Energetica che deve produrre il costruttore ad opera di un
tecnico abilitato con asseverazione del Direttore dei lavori)
In Tribunale rinforzo
tardivo ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm aveva inserito Lanusei tra
gli uffici da smantellare. Il ministro Angelino Alfano, poco prima delle
elezioni regionali, aveva però spedito una lettera rassicurante al parlamentare
sardo Salvatore Cicu, nella quale si garantiva che il Governo non aveva
intenzione di usare il bisturi per tagliare i piccoli Tribunali sardi.
Gli azzeccazigoti
( da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Legge 40 è laica Reso noto il
dispositivo della decisione della Corte Costituzionale sulla Legge 40, tutti
hanno tratto conclusioni circa il destino della legge medesima nonché di ogni
altra legge (specie se in discussione) che pur lontanamente si discosti dalla
cosiddetta "etica laica", la quale propugna gridandolo ai quattro
venti che l'essere umano appartiene solo a se stesso,
Ma quale Stato etico? La
Legge 40 è laica ( da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E questo anche la sentenza della
Corte ha dovuto ammettere che è perfettamente costituzionale». Agire secondo
ragione L'altra questione che preoccupa parecchio Lupi è il dibattito sulla
"laicità" delle leggi che la sentenza della Corte ha innescato. «La
Legge 40 è massima espressione di laicità.
I giudici fanno politica
( da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Anche la Corte costituzionale in
Italia ha assunto un rilievo diverso da quello che hanno le corrispondenti
corti europee, ed è divenuta in pratica l'ultima istanza della legittimità
della politica, mettendo in pratica quella dimensione di sacralità che il
carattere ideologico della Costituzione conferisce all'organo che ne
rappresenta la logica.
CANONI DEPURAZIONE:
ADUSBEF, AL VIA DOMANDE RIMBORSO ( da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: negli ultimi dieci anni dagli
utenti che non hanno fruito del servizio di depurazione, in attuazione della
sentenza della Corte Costituzionale n.335/08, registriamo, finalmente, un
rilevante riconoscimento da parte dei dirigenti di Aato Basilicata ed Acquedotto
Lucano che sulla questione hanno dovuto ammettere, con un comunicato stampa
congiunto, lâ? esecutività della sentenzaâ?
Al
Csm fascicolo per i pm di Napoli ( da "Nuova
Ecologia.it, La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm fascicolo per i pm di Napoli Il
Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm titolari dell'inchiesta sui rifiuti,
che sarebbero stati "denigrati" dal presidente del Consiglio e dai
vertici di Impregilo durante la manifestazione per l'inaugurazione
dell'inceneritore di Acerra L'amarezza dei magistrati napoletani Traffico di
rifiuti nel viterbese Il Csm ha aperto la pratica a tutela
Sicurezza, il governo
frena via le ronde dal decreto ( da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Fortemente volute dalla Lega e
altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e criticate dal Csm e dai
sindacati di polizia, sono state stralciate dal decreto. Il governo ha
accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza
all'esame della Camera. La decisione è stata ufficializzata nella conferenza
dei capigruppo di Montecitorio.
sull'immunità deciderà la
consulta ( da "Centro,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il giudice monocratico di Milano ha
chiesto alla Corte costituzionale l'annullamento della delibera della Giunta
del Senato che ha dichiarato l'insindacabilità delle opinione espresse dall'ex
senatore Lino Iannuzzi in due articoli. L'ex parlamentare e giornalista era
stato querelato per diffamazione dagli ex pm del processo Andreotti, tra cui
Giancarlo Caselli.
ENERGIA: DIGILIO (PDL),
CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA REGIONE
( da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: componente della XIII Commissione
del Senato (Ambiente-Territorio) riferendo che la Corte Costituzionale con
sentenza pubblicata sulla G.U. (sezione speciale) dellâ??1 aprile u.s. ha
accolto il ricorso per questione di legittimità costituzionale depositato in
cancelleria il 3 marzo 2009 dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Due interventi evitabili e
un rischio di troppo ( da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 13, comma 2, della legge
giustamente proibisce. Non si può certo sostenere che questa legge sia
perfetta, ma non sembra che i punti toccati dalla Corte rientrino fra quelli
che meriterebbero un perfezionamento. *Vicepresidente emerito della Corte
Costituzionale
Rifiuti, al Csm pratica
antipremier ( da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: al Csm pratica antipremier ROMA. Il
Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm di Napoli, Giuseppe Noviello e Paolo
Sirleo,titolari dell'inchiesta sui rifiuti, che secondo un documento approvato
a larga maggioranza dai magistrati dell'ufficio e sottoscritto dallo stesso
procuratore Giandomenico Lepore, sarebbero stati «denigrati»
Due anni retribuiti anche
ai figli conviventi con un genitore portatore di handicap grave
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: adeguandosi a una sentenza emessa
dalla Corte Costituzionale, ha riconosciuto il diritto al congedo retribuito di
due anni ai figli conviventi con un genitore portatore di un handicap grave, se
non vi sono altri soggetti in grado di assisterlo. Per l'assistenza di parenti
o affini portatori di handicap grave la legge prevede un congedo straordinario
della durata massima di due anni,
Sicurezza, ronde via dal
decreto Governo battuto sugli immigrati
( da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Fortemente volute dalla Lega e
altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e criticate dal Csm e dai
sindacati di polizia, le ronde sono state stralciate dal decreto. Il governo,
infatti, davanti all'ostruzionismo dell'opposizione, ha accettato di farle
confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza all'esame della
Camera.
Processo alla giustizia.
Se il magistrato va fuori di toga
( da "Panorama.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il plenum del Csm l'ha
"licenziato" per "incapacità assoluta di affrontare il giudizio
di legittimità" e "scarsissima diligenza" nelle sentenze. Un
caso più unico che raro. Che alimenta anche sospetti sullo spirito corporativo
nel Csm: si potrebbe pensare che è più facile essere severi con un ex avvocato
che con un magistrato di carriera.
Oua: Giudici laici da
valorizzare ( da "Denaro,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: organizzato presso il Csm. "E'
bene ricordare dice de Tilla - che la magistratura laica (od onoraria) svolge
una piena attività giurisdizionale di pari livello ed impatto per i cittadini.
Per questa ragione, ritieniamo che sia necessario per questo settore, sulla
base del progetto elaborato dall'avvocato Giuseppe Chiaia Noya,
Ambulatori: legittimi i
tagli ( da "Denaro,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: legittimi i tagli La Consulta
lascia in piedi le previsioni della Finanziaria del 2007 La Corte
Costituzionale ritiene legittimi i tagli alle tariffe delle prestazioni
specialistiche (del 20 per cento per le analisi di laboratorio e del 2 per
cento per le branche radiologiche e riabilitative). Tagli entrati in vigore nel
2007 con la Finanziaria di quell'anno.
Ponzano Davanti alla prima
commissione del Csm riunitasi a Roma per ascoltare gli ultimi dettagl...
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Mercoledì 8 Aprile 2009, Ponzano
Davanti alla prima commissione del Csm riunitasi a Roma per ascoltare gli
ultimi dettagli dell'inchiesta su quanto accaduto a Los Roques, il sostituto
procuratore di Roma Maria Caterina Sgrò ha dovuto ammettere: in quindici mesi
le autorità venezuelane non hanno dato il minimo contributo.
Depurazione, via ai
rimborsi ( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tutto parte dalla sentenza della
Corte costituzionale dell'ottobre scorso che ha dichiarato illegittimo il 1.
comma dell'art. 14 della Legge n. 36/1994, nella parte in cui prevedeva che la
quota di tariffa riferita al servizio di depurazione era dovuta dagli utenti
anche nel caso in cui la fognatura fosse sprovvista di impianti di depurazione
o che questi fossero inattivi.
Maturità, il voto finale
torna sui tabelloni ( da "Gazzettino,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non consentire il trasferimento da
una provincia all'altra, all'atto del prossimo aggiornamento delle graduatorie
ad esaurimento, del personale docente». Sarebbe, infatti, ha ammonito il
deputato del Pd, contro la normativa vigente e contro le sentenze del Tar
Lazio, della Corte Costituzionale, e alcune ordinanze del Consiglio di Stato.
Caracas (Venezuela) Le
autorità venezuelane non stanno collaborando con la magistratura ita...
( da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: disastro davanti alla Prima
Commissione del Csm. La Commissione, presieduta dal laico dell'Udc Ugo Bergamo,
aveva convocato il procuratore di Roma Ettore Ferrara e il sostituto Maria
Caterina Sgrò, dopo aver ricevuto un esposto con cui i familiari delle persone
disperse lamentavano lentezze nelle indagini che sono a carico di ignoti e in
cui il reato ipotizzato è di disastro colposo.
Los Roques: Caracas sa, ma
non collabora ( da "Gazzettino,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Los Roques: Caracas sa, ma non
collabora L'audizione al Csm dei magistrati che indagano sulla scomparsa della
famiglia veneta. I telefonini attivi ore dopo il disastro Mercoledì 8 Aprile
2009,
Il terrorista Battisti
resti in carcere ( da "Gazzettino,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale brasiliana)
si è intanto appreso che la corte stessa non si pronuncerà sul caso Battisti
prima di maggio. In un parere inviato al Tribunale Supremo Federale del
Brasile, il procuratore generale della Repubblica, Antonio Fernando de Souza,
raccomanda che l'ex esponente dei 'Proletari armati per il comunismo'
Rivolta in Moldova: 193
arresti I manifestanti: "Rilasciateli"
( da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: risultato delle elezioni sarà
inviato alla Corte Costituzionale, che ha il diritto di prendere le decisioni
successive". Appello Intanto, il presidente Vladimir Voronin ha fatto
appello a un intervento dei Paesi occidentali per aiutare a riportare la calma.
Negli scontri di ieri, secondo una tv locale, è morta una ragazza asfissiata
dal fumo sviluppatosi nell'incendio al parlamento.
PAOLO MAINIERO SUL
BOLLENTE BRACIERE DELLA SANITà SI AGGIUNGE ALTRA CARNE A CUOCERE. COME SE...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 08-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: norma che il governo ha impugnato
davanti alla Corte Costituzionale. La soppressione dell'Arsan (l'Agenzia
regionale per la sanità che si occupa di edilizia ospedaliera, dei flussi
sanitari e di formazione, presieduta da Tonino Pedicini, molto vicino a Bassolino)
apre più di un fronte: un primo interno alla maggioranza e al Pd;
LEANDRO DEL GAUDIO CASO
NAPOLI, TRE NODI DA SCIOGLIERE DAL CSM. INIZIA OGGI DINANZI AL PLENUM, SA...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 08-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: tre nodi da sciogliere dal Csm.
Inizia oggi dinanzi al plenum, salvo rinvii, la delicata partita per definire
competenze e gestione del processo alle ecoballe nel corso dell'emergenza
rifiuti in Campania. Oggi il plenum si riunisce infatti per stabilire se il
procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ha revocato lo stralcio del
fascicolo che vede imputati,
Sicurezza, scontro nella
maggioranza L'ira della Lega: "Berlusconi intervenga"
( da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Fortemente volute dal Carroccio e
altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e criticate dal Csm e dai
sindacati di polizia, le ronde sono state stralciate dal decreto. Il governo,
infatti, davanti all'ostruzionismo dell'opposizione, ha accettato di farle
confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza all'esame della
Camera.
(AGR) ENERGIA: PRESIDENTE
DE FILIPPO RISPONDE A SEN. DIGILIO
( da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ) dalla Corte costituzionale. Si è¨
ulteriormente spiacenti di informare il sen. Digilio che â?? nellâ??ambito di
un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale â?? è¨ già stata
concordata una lieve modifica al tenore letterale della norma in parola;
Moldova, Voronin accusa
Romania dietro la rivolta ( da "Giornale.it,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dopo il risultato delle elezioni
sarà inviato alla Corte Costituzionale, che ha il diritto di prendere le
decisioni successive". L'opposizione Il leader del partito
liberaldemocratico Vlad Filat ha detto che la manifestazione contro il governo
proseguirà fino a quando non verrà data una risposta dalle autorità sul
riconteggio dei voti.
Ostruzionismo e ferie
pasquali: le ronde spariscono dal decreto sicurezza
( da "Panorama.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: criticate anche dal Csm. L'accordo
è stato raggiunto nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Ma il
governo è poi andato sotto sull'articolo 5 dello stesso decreto: quello che
prevede la permanenza fino a 6 mesi per gli immigrati nei centri di identificazione
ed espulsione (gli emendamenti identici di Pd e Udc sono passati con 232 voti a
favore,
Savona: giudice savonese
procuratore capo a Campobasso ( da "Savona
news" del 08-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Alterio nominato dal plenum del
Csm. Il magistrato, dal 2007 fuori ruolo per ricoprire le funzioni di vicecapo
del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ha iniziato la sua
carriera a Savona nel 1982 con funzioni di giudice, poi è stato pm a Napoli
presso la Dda e, in seguito, consigliere della Corte d'appello partenopea nel
settore agrario e civile.
Gardone Acqua, novità in
bolletta? ( da "Giornale
di Brescia" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale, però, ha
emesso una sentenza che sancisce l'illegittimità costituzionale di un articolo
della legge Galli. In pratica, la Corte Costituzionale ha ritenuto
irragionevole il pagamento da parte degli utenti di una tassa di depurazione dove
il servizio non è attivo.
La suprema Corte
Costituzionale ha sentenziato che, come si desume dalla definizione islamica
del... ( da "Leggo"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La suprema Corte Costituzionale ha
sentenziato che, come si desume dalla definizione islamica della "donna
terreno da arare", si possono impiantare un numero illimitato di embrioni
nell'utero durante la PMA (procreazione medicalmente assistita). La stessa Corte
poi conferma il divieto della riduzione embrionale.
parere acquisito dal pm:
vietato dare ai partiti i fondi dei gruppi politici
( da "Nuova Sardegna, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: assemblea regionale dallo statuto e
dalla Corte Costituzionale. Nel parere si sostiene fra l'altro che utilizzare i
fondi per il partito potrebbe integrare il reato di finanziamento illecito.
L'inchiesta - giudicata «inopportuna» dall'ex presidente Giacomo Spissu, che ha
parlato il mese scorso con i vertici della Procura - è per ora centrata
sull'attività del gruppo Misto e del gruppo '
- (segue dalla copertina)
leandro palestini ( da "Repubblica,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quando la Corte costituzionale
autorizzò la nascita delle tv private», spiega Tullio Camiglieri, responsabile
comunicazione di DGTvi, l´associazione che raccoglie tutti i broadcaster che
offrono servizi gratuti sulla piattaforma del digitale terrestre (Rai,
Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, DFree, Aeranti Corallo).
lepore, via libera alla
conferma per altri quattro anni ( da "Repubblica,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: passa adesso al vaglio del Csm. A
Palazzo dei Marescialli rinviata invece la discussione sullo strappo insorto
fra Lepore e i pm Noviello e Sirleo a margine dell´inchiesta rifiuti. Va alla
Superprocura il pm di Calciopoli, Filippo Beatrice. Ieri cena in prefettura per
salutare Franco Roberti, nuovo procuratore di Salerno.
"sì al procuratore
lepore per altri 4 anni" - dario del porto
( da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il capo dei pm: "Ora il
Csm" Le statistiche: le toghe smaltiscono più procedimenti di quanti
vengono iscritti DARIO DEL PORTO Il consiglio giudiziario ha espresso parere
favorevole alla permanenza per altri quattro anni di Giandomenico Lepore alla
guida della Procura di Napoli.
il pubblico ministero
filippo beatrice da calciopoli all'antimafia nazionale
( da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm ha nominato come sostituto
alla Procura nazionale Antimafia il pm Filippo Beatrice, titolare delle
indagini sul pallone truccato e per oltre dieci anni in prima linea nelle
inchieste sui più pericolosi clan della camorra cittadina. Via libera anche per
un altro nuovo pm dell´ufficio diretto da Pietro Grasso: il magistrato
salernitano Leonida Primicerio,
Durante, l'appello: Non
abbandonateci ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm ha convocato il procuratore
generale di Roma e il sostituto che coordina le indagini. «Una tiratina
d'orecchi e nient'altro. Invece bisogna indagare a tutto campo, battere i pugni
e continuare a cercare. I venezuelani hanno paura di una sola cosa: la
pubblicità negativa in tivù e sulla stampa.
l'asl ci priva di un
servizio ( da "Nuova
Sardegna, La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: oggi realizzati dagli operatori del
Csm». Rischia quindi di venire a mancare l'efficienza nata dalla fruttuosa
collaborazione tra comuni e operatori, in sinergia con i quali erano stati
elaborati sia i progetti abilitativi personalizzati, previsti dalla normativa
regionale, sia anche progetti ben più articolati inseriti nel Plus, il Piano
locale unitario dei Servizi alla Persona.
i cittadini vogliono le
ronde e noi le faremo ( da "Nuova
Venezia, La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm aveva preso posizione contro le
ronde e prima ancora lo stesso ministro Maroni aveva parlato di illegalità in
attesa della istituzionalizzazione. Con disciplina i leghisti del Veneto
Orientale, che si erano già riuniti nel famoso «comitato dei 100» in una
località nell'entroterra di Caorle, avevano battuto in ritirata aspettando
momenti migliori ed il via libera del loro ministro.
rimborsi dei canoni non
dovuti il comitato: il comune non paga
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma non dovuti come sentenziato
dalla Corte Costituzionale che ne ha abrogato la riscossione in quanto «non
dovuta per un servizio non reso». Come si ricorderà, il 57% della circa 900
famiglie porpettesi paga il canone per la depurazione, mentre il 43 % paga,
creando una spaccatura all'interno della comunità che lamenta un trattamento
diverso al suo interno.
quote rosa violate
"multe non pagate" ( da "Repubblica,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sarà la Corte costituzionale a
pronunciarsi sulla legittimità delle prove in corso per sessanta posti di
livello D1 e D3 attivati sulla base di bandi pubblicati dalla Regione nel marzo
2007. Lo ha disposto il Consiglio di Stato accogliendo una eccezione sollevata
da una candidata, eccezione in precedenza respinta dal Tar della Puglia.
depuratore, il sindaco
replica a bomben divide la sentenza della corte dei conti
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il sindaco replica a Bomben Divide
la sentenza della Corte dei conti ZOPPOLA. Questione depuratore a Zoppola, il
sindaco Angelo Masotti Cristofoli (nella foto) replica a Gustavo Bomben. «É
falso - afferma - che prima della sentenza della Corte costituzionale il canone
di depurazione non fosse dovuto.
Gli italiani?Abulici,
infingardi e da educare alla democrazia
( da "Italia Oggi"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex presidente della Corte
costituzionale Gustavo Zagrebelsky, la Biennale Democrazia provvederà a
chiarire che da noi «la democrazia è in affanno», come leggiamo
sull'«Espresso». Che fare per guarirla? «Pedagogia», è la risposta di
Zagrebelsky al suo intervistatore (all'incirca la stessa risposta che hanno
sempre dato, praticamente a qualsiasi domanda gli venisse rivolta,
Avvocati sotto controllo
( da "Italia Oggi"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale, sentenza n.
390/2006). Ma, al contempo, ha altresì valorizzato «una spiccata autonomia»
degli enti locali in materia di istituzione di propri organi tecnico-legali (si
veda Tar Lazio, sez. III, n. 1886/1990). Da queste premesse, la Corte pertanto
non esclude a priori la sottoposizione del personale di avvocatura degli enti
locali a un'
( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Annalisa Pelosi e Sarah La Marca
dell'Università di Parma, Emanuela Lauci del Csm di Fidenza, Matteo Mossini,
Barbara Branchi, Luca Ruiu e Pietro Pellegrini dell'Ausl. «I comportamenti
devianti, come l'uso di sostanze stupefacenti spiega Fruggeri sono sempre più
assimilabili a comportamenti sociali e meno a problemi di tipo clinico».
Il concorso regionale del
'98 finisce alla Corte costituzionale ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 4 La decisione del Consiglio di
Stato Il concorso regionale del '98 finisce alla Corte costituzionale Un
groviglio inestricabile: questo sta diventando il vecchio concorso per
funzionari (riservato agli interni) bandito tra il '98 e '99 dalla Regione. Con
il rischio che finisca per intralciare la procedura dei concorsi in via di
definizione.
( da "Corriere
del Veneto" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Annalisa Pelosi e Sarah La Marca
dell'Università di Parma, Emanuela Lauci del Csm di Fidenza, Matteo Mossini,
Barbara Branchi, Luca Ruiu e Pietro Pellegrini dell'Ausl. «I comportamenti
devianti, come l'uso di sostanze stupefacenti spiega Fruggeri sono sempre più
assimilabili a comportamenti sociali e meno a problemi di tipo clinico».
BASTA MULTE STRUMENTALI
CHE SERVONO A FARE CASSA ( da "Corriere
della Sera" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale dice che
lei non ha adempiuto all'obbligo di collaborare: forse doveva essere messa
nelle condizioni migliori per farlo, diciamo noi. Ma il Comune si limita alle
norme di legge: perché deve aiutarla a risparmiare 263 euro?
Primicerio va alla Procura
nazionale antimafia ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sul quale si è pronunciata la terza
commissione del Csm, hanno prevalso a maggioranza Diana De Martino, che ha
condotto la terza inchiesta sull'omicidio di Pierpaolo Pasolini, e con quattro
voti a favore Leonida Primicerio. L'ex consigliere del Csm e attuale sostituto
pg a Salerno si è occupato, come capo degli investigatori della Dia di Salerno,
di processi rilevanti di camorra,
Rimborsi a chi ha pagato ( da "Nazione,
La (Pistoia)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dei servizi idrici della sentenza
della Corte Costituzionale 335/2008, relativa agli utenti allacciati a pubblica
fognatura non collegata a un depuratore funzionante o temporaneamente inattivo,
ed assorbe (incorpora) anche il recupero tariffario per gli anni 2006 e 2007,
previsti dalla precedente delibera dell'agosto 2007: risolvendo così la vicenda
legata ai conguagli retroattivi.
IL PLENUM del Csm, a
maggioranza, ha nominato ieri pomeriggio Silverio Piro (... ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 6 IL PLENUM del Csm, a maggioranza,
ha nominato ieri pomeriggio Silverio Piro (... IL PLENUM del Csm, a
maggioranza, ha nominato ieri pomeriggio Silverio Piro (nella foto) alla guida
della Procura di Velletri. Il magistrato lascerà così l'incarico di procuratore
aggiunto a Bologna, che rivestiva dal 2004.
La diagnosi preimpianto ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il caso cagliaritano La recente
sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40/04 ha suscitato accese
polemiche tra le diverse fazioni politiche: illegittima la restrizione
all'impianto di tre soli embrioni, e illegittimo il comma 3 dell'articolo 14
nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni debba
realizzarsi senza pregiudizio per la salute della donna.
Un taglio alle Province
per essere più chic ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dinanzi alla Corte Costituzionale:
sugli enti locali la materia è squisitamente regionale, rientra dunque nelle
prerogative dell'autonomia sarda creare anche trenta province e lo Stato non
può dire bè. Otto (per tanti abitanti quanti ne ha Milano, 12 in tutta la Lombardia su
una popolazione di quasi dieci milioni) è il nostro piccolo record che non fa
molto chic detenere.
Lo Stato laico ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In realtà il commento di Fini alla
decisione della Corte ha come punto nevralgico lo Stato laico: «Le istituzioni
sono laiche, quindi se una norma si basa su dogmi etico-religiosi è sempre
suscettibile di censura di costituzionalità». E su questo fronte si profila
un'alleanza con l'ala del Pd che poco tollera le sortite teodem.
vidali: bergamo ti aiuterà ( da "Nuova
Venezia, La" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ora nel Csm, e al «Doic» Vidali:
«Bergamo ti aiuterà» L'imprenditore al telefono con Rizzi millantava accordi Il
titolare del cantiere Nuovo Moschettiere faceva credere all'amico di averlo
«protetto» «Brunetto» Vidali avrebbe speso la sua antica amicizia con Ugo
Bergamo, ex sindaco, ex parlamentare e ora componente del Consiglio superiore
della magistratura,
ambulanti, denunciati 8
clandestini ( da "Nuova
Venezia, La" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: portare al giudizio della Corte
costituzionale la legge regionale che mette al bando il commercio itinerante
dai centri storici, il Comune continua a dapplicare l'ordinanza anti-borsoni
che da quella legge deriva. «Borsoni a parte», conclude il comandante Agostini,
«qui si tratta soprattutto di stranieri clandestini, senza permesso di
soggiorno: una nuova generazione di ambulanti,
durante, l'appello: non
abbandonateci ( da "Nuova
Venezia, La" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dopo il vostro esposto, il Csm ha
convocato il procuratore generale di Roma e il sostituto che coordina le
indagini. «Una tiratina d'orecchi e nient'altro. Invece bisogna indagare a
tutto campo, battere i pugni e continuare a cercare. I venezuelani hanno paura
di una sola cosa: la pubblicità negativa su tv e stampa.
Giudizio di legittimita'
costituzionale in via incidentale. Costituzione e intervento nel giudizio
incidentale - Deposito del relativo atto oltre il termine perentorio all'uopo
pre ( da "Gazzetta
Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 100 ORDINANZA Giudizio di
legittimita' costituzionale in via incidentale. Costituzione e intervento nel
giudizio incidentale - Deposito del relativo atto oltre il termine perentorio
all'uopo previsto - Inammissibilita'. - Norme integrative per i giudizi davanti
alla Corte costituzionale, art.
Addio vecchia televisione
il digitale è già realtà ( da "Repubblica.it" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quando la Corte costituzionale
autorizzò la nascita delle tv private", spiega Tullio Camiglieri,
responsabile comunicazione di DGTvi, l'associazione che raccoglie tutti i
broadcaster che offrono servizi gratuti sulla piattaforma del digitale terrestre
(Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, DFree, Aeranti Corallo).
Non è finita: nuovo
processo ai Serenissimi ( da "Corriere
del Veneto" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: reato dichiarato illegittimo dalla
Corte Costituzionale nel 2001), i giudici dell'Assise di Padova assolsero tutti
gli imputati perché non fu provato il «programma di violenza in quanto la sua
concretizzazione si sarebbe manifestata la prima volta con modalità tali per
cui con certezza nessun'altra azione sarebbe stata poi possibile da parte del
commando»
Il Pm di Calciopoli lascia
la Procura ( da "Denaro,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il plenum del Csm ha accolto la sua
richiesta di essere assegnato alla procura nazionale antimafia diretta da Piero
Grasso. Beatrice è stato a lungo alla direzione distrettuale antimafia di
Napoli dove ha trattato numerosi procedimenti nei confronti di esponenti di
clan camorristici della provincia di Napoli, culminati in condanne all'
Da oggi solo scontri con
le istituzioni inadempienti ( da "Napoli.com" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: associazioni daremo il via agli
atti necessari visto che la Corte Costituzionale è stata chiarissima in
proposito confermando in pieno quella che è la nostra tesi da tanti anni. Se
gli impianti non funzionano non è dovuto il canone. Indiciamo una riunione operativa
per venerdì 10 aprile - ore 18 - al lido Le Dune alla quale invitiamo gli
associati per definire gli schemi organizzativi.
Cade la Sanfiorese Mareno
solo in vetta ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: GIRONE C Risultati: Godigese-CSM
Resana 4-1, Montello-Fossalunga 2-1, Bessica-Milan Guarda 4-4, Città di
Asolo-Riese Vallà 1-3, S. Floriano-S. Gaetano 3-2, Spineda-Treville 2-1,
SP-Virtus Csm Farra 4-4. Classifica: San Floriano 49, Riese Vallà, Montello 47,
CSM Resana 46, Godigese 45, SP 38, Spineda 37, Virtus Csm Farra 29, Bessica 26,
Doppio canone, domande
bollate per i rimborsi ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma della tariffa per un servizio
(proprio per questo motivo la Corte Costituzionale ha sentenziato la
restituzione) le richieste per il canone di depurazione sono soggette
all'imposta di bollo da 14,62 euro. Trova così ulteriore validità la tesi
dell'assessore, che nel predisporre i moduli, aveva previsto il bollo.
Casale va alle finali ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Azzurra-Loria 3-1, Concordia
Fonte-Riese Vallà 2-1, CSM Resana-S. Andrea 2-1, S. Gottardo-Maser 0-2, ha rip. Giov. Ezzelina.
Classifica: Loria 58, Azzurra 56, Godigese, Maser 43, Giov. Ezzelina 41, CSM
Resana 38, S. Gottardo 28, Fonte 27, Riese Vallà 22, Città di Asolo 21, Idea
Sport 14, S. Andrea 9, Bessica 4.
Cassazione: mai più toga
per il magistrato-lumaca ( da "Giornale.it,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm, di cui Napolitano è
presidente, si è attenuto all'indicazione. E la Cassazione non è stata da meno.
Pinatto aveva atteso la decisione della Cassazione continuando a lavorare come
se nulla fosse nel suo ufficio di pm a Milano (dove si era reso protagonista di
un altro piccolo caso, dando l'okay alla scarcerazione di un indagato per
violenza sessuale)
AFRAGOLA CONVENGO SULLA
GIUSTIZIA L'ORGANIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA A NAPOLI E NELL'A... ( da "Mattino,
Il (Circondario Sud1)" del
09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: componente del Csm». LETTERE Rapina
un disoccupato: preso Rapina 20 euro a un disoccupato, ai domiciliari un
pregiudicato 28enne letterese. Si tratta di Francesco Bellotti, già noto alle
forze dell'ordine, arrestato dai carabinieri della locale stazione in
esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare dei giudici di Torre
Annunziata.
LASCIA LA PROCURA DI
NAPOLI FILIPPO BEATRICE, PM DI CALCIOPOLI CHE VEDE IMPUTATO L'EX DG DELLA ... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 09-04-2009)
+ 5 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il plenum del Csm ha accolto la sua
richiesta di essere assegnato alla Procura nazionale antimafia di Piero Grasso.
A lungo alla Dda di Napoli, ha trattato numerosi procedimenti nei confronti di
esponenti di clan camorristici della provincia di Napoli, culminati in condanne
all'ergastolo, prima di passare al pool mani pulite.
LEANDRO DEL GAUDIO PARERE
POSITIVO DA PARTE DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, PROMOSSA LA GESTIONE LEPOR... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del
09-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Mentre a Roma, dinanzi al Csm il
plenum ha rinviato la decisione sulla gestione dello stralcio nel processo
rifiuti, a Napoli arriva una «promozione» del capo dei pm. È di lunedì scorso
infatti il sì unanime alla conduzione di uno degli uffici investigativi più
numerosi e complessi d'Italia.
DA ANNI, è IMPEGNATO A
DIFENDERE L'AMBIENTE SUL LITORALE CHE VA DA MONTE DI PROCIDA ALLA F... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del
09-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Pensavo di fare segnalazioni al
Csm, ma aspetto. Speriamo bene». Alla foce del depuratore di Cuma, c'è un vero
scempio. Quali soluzioni tecniche ci sono? «Ne esistono alcune. Due anni fa, fu
siglato un protocollo d'intesa per la famosa condotta sottomarina che,
attraverso anche il gioco delle temperature, porti in profondità le acque
reflue.
09/04/2009 17:22 MAFIA:
CASSAZIONE, PINATTO MAI PIU' GIUDICE, 8 ANNI PER UNA SENTENZA HANNO SCREDITATO
TOGHE ( da "ITnews.it" del 09-04-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: unite civili della Cassazione hanno
respinto il ricorso presentato dall'ex giudice di Gela, poi pm a Milano,
sospeso dal Csm dalle sue funzione di giudice per avere appunto impiegato otto
anni per stendere una sentenza che riguardava capi mafia, scarcerati per
decorrenza dei termini. Il magistrato, il 7 luglio del 2008, era stato sospeso
dalle sue funzioni con provvedimento del Csm.
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
IMPERIA
Boccalatte ieri in visita a Palazzo di Giustizia Una visita tra quella di
cortesia e quella tecnica. L'ha fatta ieri Gianfranco Boccalatte, il nuovo
presidente del Tribunale di Imperia a Palazzo di giustizia. Era affiancato dal
suo predecessore, il giudice Giuseppe Squizzato, andato in pensione. Boccalatte
ha voluto conoscere i dipendenti delle cancellerie, informarsi sulla mole di
lavoro che lo attenderà. Purtroppo i tempi previsti per il suo insediamento ufficiale
si prospettano lunghi. Si parla di settembre-ottobre. Ma sono lo stesso
Boccalatte e i suoi nuovi colleghi a premere per un insediamento anticipato.
Boccalatte, se il Csm accoglierà le istanze, potrebbe
prendere posto a giugno. E' quanto si augurano gli avvocati, perché le cause
stanno andando a rilento per l'insufficiente numero di magistrati Con Squizzato
è andato in pensione Luigi Sanzo. Il suo sostituto è atteso per l'estate ma,
trattandosi di una prima nomina, non potrà seguire i processi penali. \
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( da "Romania Libera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
> Cititi
online anunturile din ziarul Romania libera:
Judecatorii se plang de presiuni in cazul Becali Ondine Ghergut Miercuri, 08
Aprilie 2009 Amenintarea cu moartea a Nicoletei Cristus, presedintele
instantei Judecatoriei Sectorului 1 al Capitalei, care a decis arestarea
preventiva a lui George Becali, precum si criticile dure ale unor politicieni
si analisti la adresa magistratilor au starnit reactia Inaltei Curti de Casatie
si Justitie (ICCJ) si a Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Nicolae Popa, presedintele ICCJ, a
cerut Presedintiei, Parlamentului si Guvernului sa se renunte la intruziunile
in activitatea judecatorilor prin declaratii publice. Printre cei vizati de
catre presedintele ICCJ s-ar afla Mircea Geoana, presedintele PSD si al Senatului,
Adrian Nastase (PSD), Corneliu Vadim Tudor (presedinte PRM), Crin
Antonescu (presedinte PNL), sustin surse din cadrul ICCJ. Presedintele ICCJ a
lansat chiar si o amenintare: "Nu vrem sa aratam ce ar insemna ca
magistratii sa se retraga din birourile electorale sau justitia sa nu lucreze o
zi". La randul sau, presedintele CSM, Virgil
Andreies, s-a aratat ingrijorat de atacurile lansate in ultimele zile la adresa
magistratilor de catre unii "formatori de opinie, analisti media si oameni
politici". Invocand o decizie a Curtii Europene a Drepturilor Omului,
Andreies a precizat ca "instantele trebuie ferite de atacuri distructive
pentru a se oferi partilor implicate garantiile unui proces echitabil".
Reactiile celor doua institutii au aparut dupa ce, incepand de joi seara, peste
200 de oameni s-au adunat si au scandat lozinci pro-Becali atat in fata
Judecatoriei Sectorului 1, cat si in fata Tribunalului Bucuresti. De asemenea,
mai multi sefi de partide au criticat la emisiuni TV deciziile judecatorilor. Reamintim
ca judecatoarea Nicoleta Cristus a fost amenintata vineri cu moartea, printr-un
email, la scurt timp dupa ce a decis arestarea lui Becali. "Nu va pot
spune prin ce am trecut eu si membrii familiei mele, mai ales dupa ce au
inceput sa vina sustinatorii domnului Becali cu autocarele din provincie si
dupa ce sefi de partide, membri ai Parlamentului si ai Guvernului s-au lansat
in criticarea deciziei mele pe posturile unor televiziuni. Am cerut protectie,
pe care am primit-o de la Politia Capitalei. Nu am facut pana acum plangere
penala deoarece am fost ocupata cu punerea la adapost a membrilor familiei
mele", ne-a declarat judecatoarea Cristus. Serviciul de Investigare a
Criminalitatii a demarat ancheta pentru depistarea calculatorului si a persoanei
care a trimis amenintarea cu moartea. Acea persoana poate fi acuzata si de
ultraj, sustin surse judiciare. » Fara sedinte de judecata la TV Consiliul
National al Audiovizualului trebuie sa intervina imediat si sa stopeze
atacurile prin mass-media la adresa vietii private a magistratilor, a declarat
presedintele Consiliului Superior al Magistraturii (CSM),
Virgil Andreies. Procedurile judiciare trebuie sa se desfasoare exclusiv in
fata instantelor, si nu la TV, a adaugat Andreies, explicand ca unii magistrati
au cerut protectie din cauza acestor atacuri. Intrebat ce le recomanda celor
amenintati de membrii familiei Becali, seful CSM a
spus: "Sa-si indeplineasca cu aceeasi fidelitate si cu acelasi curaj
functia de magistrat". Din aceeasi categorie: BERD: Statele est-europene
care au nevoie de ajutorul FMI ar trebui sa actioneze acumScrisoarea de
intentie privind contractarea imprumutului extern a ajuns la FMIIBM a renuntat
la preluarea Sun Microsystems Voteaza
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( da "Italia Oggi"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 08/04/2009 - pag: 32 autore: Sandro Zuliani
Acque, rimborso tariffa con il bollo da 14,62 euro La tariffa per il servizio
di depurazione delle acque non ha natura tributaria, per cui le istanze di
rimborso delle somme indebitamente corrisposte a tale titolo dagli utenti sono
soggette all'applicazione dell'imposta di bollo di 14,62 euro. Questo il parere
espresso dall'agenzia delle entrate con la risoluzione n. 98 del 7 aprile 2009.
La questione era stata sollevata da un comune, che nel fare presente che la
consulta, con la sentenza n. 335/98, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, della legge n. 36/94 e
dell'art. 155, comma 1, del dlgs n. 152/06, nella parte in cui prevedono che la
quota di tariffa riferita ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione
sono dovute dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione
o questi siano temporaneamente inattivi, aveva chiesto di sapere se le istanze
di rimborso dei canoni versati e non dovuti per la depurazione delle acque
fossero soggette all'imposta di bollo.Al riguardo, l'agenzia ha osservato
preliminarmente che l'art. 3 della tariffa allegata al dpr n. 642/72 prevede
l'applicazione dell'imposta di bollo fin dall'origine, nella misura di 14,62
euro per ogni foglio, per le istanze, petizioni, ricorsi e relative memorie
dirette agli uffici e agli organi dell'amministrazione dello stato, ecc, volte
ad ottenere l'emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati,
estratti, copie e simili, mentre l'art. 5, comma 5, della tabella annessa allo
stesso dpr esenta dall'imposta le istanze di rimborso e di sospensione dal
pagamento di qualsiasi tributo. Ciò premesso, l'art. 31, comma 28, della legge
n. 448/98 qualifica «corrispettivi» i canoni dovuti per i servizi di
depurazione, che pertanto non hanno natura tributaria e sono, di contro,
soggetti all'Iva. Nella citata sentenza, la corte costituzionale ha infatti precisato che l'impiego del termine «corrispettivo» e
la struttura sinallagmatica del rapporto con l'utente si armonizzano con le
disposizioni del comma 5 dell'art. 4 del dpr n. 633/72, che considerano le
quote di tariffa riferite ai servizi di fognatura e depurazione veri e propri
corrispettivi dovuti per lo svolgimento di attività commerciali,
ancorché esercitate da enti pubblici. Stante, dunque, la natura di
corrispettivo della tariffa dovuta per il servizio di depurazione delle acque,
l'istanza di rimborso di quanto indebitamente versato è soggetta all'imposta di
bollo di 14,62 euro.
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( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Napoli, il csm apre pratica sui Pm «denigrati» dal premier Il
Consiglio superiore della magistratura a tutela dei pm di Napoli, Noviello e
Sirleo (inchiesta rifiuti) che denunciano si essere stati «denigrati» da
Berlusconi e dai vertici di Impregilo durante la manifestazione
sull'inceneritore di Acerra.
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( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Cronaca
Italiana Pagina 111 Pm romani sentiti davanti al Csm Incidente di Los Roques:
Venezuela non collabora Pm romani sentiti davanti al Csm --> ROMA Le
autorità venezuelane non stanno collaborando con la magistratura italiana per
far luce sulla scomparsa dell'aereo Let 410 della compagnia Transaven, con otto
cittadini italiani a bordo, di cui si sono perse le tracce il 4 gennaio 2008 al
largo dell'arcipelago di Los Roques. È quanto emerso dall'audizione dei pm
romani che conducono l'inchiesta sul disastro davanti alla Prima Commissione
del Csm. La Commissione, presieduta dal laico dell'Udc Ugo Bergamo, aveva
convocato il procuratore di Roma Ettore Ferrara e il sostituto Maria Caterina
Sgrò, dopo aver ricevuto un esposto con cui i familiari delle persone disperse
lamentavano lentezze nelle indagini che sono a carico di ignoti e in cui il
reato ipotizzato è di disastro colposo. I familiari ritengono invece che
l'aereo, di cui non è mai stato recuperato e nemmeno localizzato il relitto,
sia stato dirottato e che i loro congiunti siano stati rapiti. Un'ipotesi
basata soprattutto sul fatto che il cellulare del capo pilota abbia funzionato
due ore dopo la caduta dell'aereo e che anche il telefonino di un passeggero
abbia squillato dopo qualche giorno. Ma che è difficile accertare vista la
«reticenza» delle autorità venezuelane. «Sinora le richieste da noi avanzate
non hanno avuto risposta» ha lamentato davanti ai consiglieri del Csm il
procuratore di Roma, che alle autorità venezuelane con il suo sostituto aveva
chiesto diversi atti, a cominciare dalla relazione dell'agenzia sulla sicurezza
dei voli e l'esito dell'accertamento sul Dna degli unici resti di ossa umane
riconducibili al disastro aereo. Ferrara ha anche rivelato ai consiglieri che
sinora non ha trovato riscontro l'ipotesi formulata nell'articolo di un
quotidiano qualche giorno fa che sull'aereo viaggiasse un trafficante di
stupefacenti.Quanto alla vicenda dei cellulari, la procura si sarebbe limitata
ad acquisire una relazione degli operatori italiani di telefonia mobile, ma non
è esclusa la perizia.
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( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Cronaca
Regionale Pagina 110 Finanziaria In audizione La Spisa e i sindacati Manovra,
l'assessore sentito in commissione Finanziaria. In audizione La Spisa e i
sindacati --> Fare presto è un'esigenza inderogabile, perché il quarto mese
di esercizio provvisorio sta per scadere e la Regione ha imminente necessità di
una legge finanziaria. Giorgio La Spisa, assessore alla Programmazione, l'ha
ribadito ieri in audizione alla commissione Bilancio. Audizione che si è aperta
con una polemica: «Non ci hanno dato il tempo di terminare la conferenza stampa
sui nodi dell'illegittimità della Giunta», ha fatto notare Adriano Salis (Idv):
«Non va bene». I LAVORI Sarà una finanziaria corta, con quattro articoli e
molti cambi di rotta rispetto al passato. «Invertiremo la tendenza», ha detto
La Spisa, «di inserire in bilancio le anticipazioni di future entrate per 500
milioni». Il livello delle entrate è stato mantenuto in una forma che
l'assessore definisce più corretta (terrebbe conto delle
osservazioni di Corte dei Conti e Corte costituzionale), attraverso un mutuo di 5 anni, da onorare con
l'autolimitazione della spesa. Un mutuo trentennale sarà acceso per il
disavanzo, che ammonta a quasi un miliardo e mezzo. CONFINDUSTRIA Sentito anche
il presidente di Confindustria sarda, Massimo Putzu. Il leader degli
industriali ha caldeggiato la manovra entro aprile e chiesto di non allentare i
vincoli di bilancio a fronte delle maggiori risorse disponibili. Putzu si è poi
soffermato sull'Irap, approvando l'estensione dei benefici previsti in
Finanziaria, e sui primi interventi a favore delle politiche sociali,
auspicando l'inserimento di una clausola valutativa, con la quale si dia
mandato alla Giunta di sottoporre a valutazione annuale i vari provvedimenti. I
SINDACATI Sentiti dai commissari anche i Confederali. Mario Medde (Cisl)
ritiene essenziale la tutela del reddito e del potere d'acquisto. Rapidità
nella spesa e un forte orientamento al sociale sono priorità anche per Enzo Costa,
segretario Cgil. Francesca Ticca (Uil) ha fatto notare che la formazione
professionale è indispensabile per garantire la riapertura delle fabbriche. In
serata sono stati sentiti i rappresentanti degli artigiani e del mondo della
cooperazione. (lo. pi.)
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( da "Gazzetta di Modena,La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
A Carpi nuova
associazione per aiutare chi soffre di problemi psichiatrici «Disagio, muro da
superare» Un libro e un opuscolo per sensibilizzare L'associazione "Al di
là del Muro'' è stata istituita il 15 settembre del 2008 da un'esigenza di
genitori e familiari con in casa un malato psichiatrico. Tutto
è nato da un gruppo di auto-mutuo-aiuto attuato dal Centro salute mentale (CSM) di Carpi per attivare un confronto
costruttivo. Proprio ascoltando le varie problematiche che si presentavano
quotidianamente è nata l'idea di dare vita all'associazione. E' così nata
l'idea di dare più voce a ciò che rimaneva in sordina, costituendo
un'associazione. Sette sono i soci fondatori a cui si sono già uniti
altri a distanza di pochi mesi. Il ritrovo è presso l'ospedale Ramazzini di
Carpi ogni quindici giorni di lunedì dalle 14 alle 16. Da poco si è attuato un
secondo gruppo serale per dare modo a coloro che lavorano e ad entrambi i
genitori la partecipazione ogni quindici giorni dalle ore 20 alle 22, di
venerdì presso una sala della canonica della chiesa San Bernardino Realino in
via Alghisi. Il primo gruppo è coordinato da due infermiere del CSM, mentre quello serale viene articolato da volontarie
operanti nel settore psichiatrico di altri distretti. L'associazione si è fatta
conoscere sul territorio di Carpi attraverso la distribuzione di materiale
informativo e il proprio simbolo che è una rosellina perenne. Il gruppo si è
presentato agli assessori e ai medici di famiglia, chiedendo loro una
collaborazione per la distribuzione mirata del materiale ai loro pazienti che
potrebbero avere bisogno di sostegno. Con la divulgazione di un libro
"Scontro con la schizofrenia'', si intende sensibilizzare l'opinione
pubblica al problema e abbattere quel muro di pregiudizio che ancora ruota
intorno alla malattia mentale. Il libro è un'esperienza vissuta di una madre
con il proprio figlio con disagio psichiatrico, che si è trovata a lottare
giorno dopo giorno contro dolore, solitudine ed impotenza. Il libro è stato
scritto da Agnese Fusco che è anche la presidente dell'associazione e si può
richiedere all'associazione o via mail o telefonicamente al 392 - 8885291 ed è
disponibile nelle librerie La Fenice e Mondadori di Carpi. Come scrive
l'autrice «quest'esperienza potrebbe essere di aiuto a quelle tante famiglie
che si trovano nella stessa condizione, affrontare insieme senza sentirsi soli
aiuta ad alleviare il profondo dolore che ti attanaglia». Col prossimo
progetto, che si realizzerà grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio
di Carpi, l'associazione sta stilando, con vari esperti del settore
(psichiatrico, legale, previdenziale, psicoterapeutiche di comunità) un
opuscolo informativo "Vademecum'' a cui seguiranno conferenze sul disagio
psichiatrico. L'associazione collabora col CSM del
territorio (Centro di salute mentale) con la piena disponibilità del Dottor
Rubes Monatti; con il CSV (centro servizi volontario) esistente sul territorio
e partecipa con diverse associazione a nuovi progetti. L'associazione è in
attesa di una sede dove poter aprire uno sportello di prima informazione dal
nome "Insieme si può'' per poter raccogliere le prime esigenze, bisogni di
familiari, pazienti, volontari e indirizzarli lungo un adeguato percorso, che
sia medico o legale o previdenziale. Per saperne di più sull'associazione vi
invitiamo a visitare il sito www.aldiladelmuro-mo.org; e-mail aldiladelmuro
alice.it; oppure agnese.fusco alice.it; tel. 392 - 8885291 (Agnese) e 348 -
2740143 (Lisetta). Per contributi all'associazione si possono effettuare
versamenti sul c/c n° 000011116871 presso Unicredit Banca- Carpi Berengario IT
70 E ABI 02008 CAB 23301. (Ombretta Guerri)
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( da "Libertà" del
08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Battisti,
respinta la richiesta di scarcerazione BRASILIA - Il procuratore generale del
Brasile, Antonio Fernando de Souza, ha respinto la richiesta di scarcerazione
avanzata dai legali di Cesare Battisti. Il procuratore generale ha anche emesso
un parere a riguardo della pretesa prescrizione delle condanne in Italia a
carico dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo. De Souza ha
decretato che in base alla legge brasiliana, i crimini commessi da Battisti
cadranno in prescrizione solo tra il 2011 e il 2013. «Finchè non sarà estinto
il processo di estradizione o non sarà giudicata irricevibile la richiesta
della Repubblica Italiana, è necessario che sia prolungata la detenzione
preventiva di Cesare Battisti», scrive De Souza. Da fonti del Supremo tribunal
federal (Stf, la Corte Costituzionale brasiliana) si è
intanto appreso che la Corte stessa non si pronuncerà sul caso Battisti prima
di maggio. Gli avvocati di Battisti, intanto, sono intervenuti per sostenere
che «l'Italia continua a prendersi gioco della sovranità brasiliana» e per
denunciare «una campagna diffamatoria» nei confronti del loro assistito.
«Ancora una volta - sostengono - il Governo italiano fa di tutto per far
pressione sulle autorità brasiliane e cerca di passare all'opinione pubblica
un'immagine che non corrisponde a Cesare Battisti». 08/04/2009
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( da "Messaggero Veneto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 8 -
Gorizia «La gestione del porto dev'essere affidata al Comune» Il consiglio
appoggia il sindaco sulla proposta di "regionalizzazione".
Pizzolitto: non vogliamo diventare una succursale Monfalcone MONFALCONE. Il
consiglio comunale di Monfalcone appoggia il sindaco nel pretendere con forza
la regionalizzazione di Portorosega, ciò anche per evitare di essere sottomessi
ad altre realtà. È questa la sostanza della corposa mozione, presentata dal
consigliere di opposizione, Giorgio Pacor, sostenuta dalla maggioranza con 16
voti, dopo essere stata però "ripulita" di una serie di
considerazioni non condivise e respinta invece dal consigliere Giuseppe Nicoli,
dello stesso gruppo di Pacor e dai consiglieri Antonello Murgia e Giuliano
Antonaci. Lega Nord, An e La destra non hanno partecipato al voto. Punto di
partenza della richiesta il decreto del presidente del consiglio dei ministri
dello scorso 9 febbraio che trasferisce la funzioni relative alle concessioni
demaniali dei porti di Monfalcone e Porto Nogaro alla Regione, Dpcm che risale
al decreto firmato nel 2006 dall'allora assessore regionale Lodovico Sonego e
dal sottosegretario Cesare De Piccoli. Nella mozione, Pacor, oltre a fare
un'analisi della storia e dell'attualità portuale, ha messo in guardia sulla
possibilità di essere sottomessi a un'altra autorità portuale e quindi ha
chiesto che il sindaco pretenda che il porto di Monfalcone sia
"regionalizzato", affidato al Comune. «Il Dpcm è un passo in avanti,
ma sappiamo dai progetti di riforma che ci sarà una divisione fra porti
regionali e nazionali, che non è una divisione gerarchica, ma soltanto
funzionale: nazionali sono i porti con l'autorità portuale, regionali tutti gli
altri». «Esiste un decreto della Corte costituzionale - ha detto il sindaco
Gianfranco Pizzolitto - per cui i porti non classificati potrebbero essere
presi in carico dalla Regione, ma non è una cosa semplice da attuare. La
prospettiva che dobbiamo temere è di diventare succursali di qualcuno: questa è
una cosa che non possiamo accettare. Anche perché diventeremmo
succursale di Trieste e ciò non favorirebbe lo sviluppo del nostro porto. Siamo
d'accordo, invece, sulla costituzione di un range dell'Alto Adriatico, così
com'era stato prospettato da Sonego e De Piccoli, con un coordinamento per il
sistema logistico all'interno del quale ci sarebbe dovuta esserci concorrenza,
che è utile per non avere appiattimento. Oggi, invece - ha proseguito il
sindaco -, si parla di coordinamento con specializzazione, ma non credo questo
abbia senso. Ora serve che la Regione deliberi e faccia proprio il porto: a me
della formula non interessa: m'interessa che il porto possa produrre, che la
Regione abbia potere concessorio e normativo, e che vada verso le istituzioni
di prossimità quando sarà il momento». Che regionalizzare non significhi
declassare, ma attribuire competenze accessorie alla regione è stato
sottolineato dal consigliere Pd Omar Greco, che ha ribadito la contrarietà a
finire sotto Trieste, mentre il consigliere Fi-Pdl, Giuseppe Nicoli, ha
evidenziato come la visione del sindaco vada a cozzare con la direzione che
stanno prendendo la Regione e l'assessore Riccardi. Ha ricordato, inoltre, che
nel settembre 2008 si sono avuti incontri in Regione con Riccardi e che era
nata l'idea dell'Agenzia regionale per la gestione dei porti del Friuli Venezia
Giulia: «La Regione sa che a Monfalcone ci sono situazioni particolari e di
conflittualità, ma è anche vero - ha detto Nicoli - che serve un soggetto che
gestisca in maniera univoca. Certo è doveroso che il Comune venga coinvolto. Ma
in questo momento il Comune fa fatica a gestire la spiaggia, figuriamoci le
difficoltà che potrebbe avere nel gestire il porto». Attenzione a non essere
sottomessi è stata chiesta anche dal capogruppo Pd Barbara Zilli.
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( da "Tirreno, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 9 -
Pisa Un convegno sulle tariffe di depurazione Organizzato per domani a Metato
da Rifondazione Comunista ARENA METATO. Domani, giovedì alle ore 21, al circolo
Arci Metato, in via Cuoco 32, convegno con assemblea pubblica di Rifondazione
comunista sul rimborso delle tariffe di depurazione percepite da Acque spa.
Interverranno Claudio Bolelli, avvocato incaricato delle azioni giudiziarie,
capogruppo di Rifondazione al Comune di San Giuliano, e Piero Matteoni,
coordinatore comunale di Rifondazione a Palazzo Niccolini. Dice Matteoni:
«Incassiamo una prima vittoria in quanto Acque spa riconosce di aver
indebitamente percepito il canone di depurazione e s'impegna a rimborsare
quanto pagato dagli utenti per le tariffe di depurazione illegittimamente riscosse.
è un significativo successo della battaglia che abbiamo sostenuto insieme alla
Federconsumatori». L'iniziativa al circolo Arci di Metato vedrà la relazione di
Bolelli il quale argomenta: «Per quel che concerne le somme indebitamente
percepite prima del 15 ottobre, la lettera di Acque spa è estremamente vaga e
rinvia ogni decisione alle determinazioni che verranno assunte dall'Ato. Questo
organismo, che determina il prezzo dell'Acqua, è composto dei sindaci dei
Comuni interessati. In pratica spetta ai primi cittadini decidere se restituire
o meno agli utenti quanto indebitamente incassato da Acque spa. Nel frattempo
il parlamento ha approvato un decreto legge nel quale da
una parte si dichiara di voler dare attuazione alla sentenza della Corte
Costituzionale, concedendo tempo alle aziende erogatrici fino al 1º ottobre
2009 per provvedere a rimborsare il maltolto, ma dall'altra si dice che le
aziende potranno dedurre dal rimborso gli oneri derivanti dalle attività di
progettazione, di realizzazione e di completamento avviate». «è evidente
- rimarca Bolelli - che la genericità della formula potrà essere utilizzata per
ritardare i pagamenti e diminuire l'entità dei rimborsi. Il decreto legge è
stato approvato con il voto della maggioranza di governo. Il Partito
Democratico si è astenuto rinunciando (anche per i rilevanti interessi in sede
locale che ha nelle aziende erogatrici) a fare in parlamento una battaglia per
rendere giustizia agli utenti. Da parte nostra non lasceremo nulla di intentato
per un puntuale e integrale rimborso. Abbiamo presentato alcuni ricorsi piloti
per vedere quale è l'orientamento della magistratura. Cercheremo di sollevare
un ulteriore questioni di legittimità costituzionale
nei confronti dell'ultimo decreto legge». Pier Luigi Ara
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( da "Messaggero Veneto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 8 -
Attualità Il Brasile dice no alla scarcerazione di Battisti Il giudice: prima
il verdetto sull'estradizione Terrorismo BRSAILIA. Il procuratore generale del
Brasile, Antonio Fernando de Souza, ha ieri respinto la richiesta di
scarcerazione avanzata dai legali di Cesare Battisti. Il procuratore generale
ha anche emesso un parere a riguardo della pretesa prescrizione delle condanne
in Italia a carico dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo. De
Souza ha decretato che in base alla legge brasiliana, i crimini commessi da
Battisti cadranno in prescrizione prescriveranno solo tra il 2011 e il 2013.
«Finchè non sarà estinto il processo di estradizione o non sarà giudicata
irricevibile la richiesta della Repubblica Italiana, è necessario che sia
prolungata la detenzione preventiva di Cesare Battisti», scrive De Souza. Da
fonti del Supremo Tribunal Federal (Stf, la Corte
Costituzionale brasiliana) si è intanto appreso che la corte stessa non si pronuncerà sul caso
Battisti prima di maggio. Secondo fonti autorevoli di stampa brasiliana, il
Supremo tribunal federal (Stf, la Corte costituzionale) approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti,
condizionandola però alla commutazione della pena all'ergastolo decisa
dai tribunali italiani in 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla
Costituzione brasiliana. Per prima cosa il tribunale dovrà valutare se la
concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia Tarso
Genro interrompe l'iter di estradizione. Per ultima sarebbe giudicata la
validità della richiesta di estradizione, che non dovrebbe essere messa in
questione. Resterebbe solo la richiesta di adeguamento della condanna di
Battisti, visto che l'ergastolo non è previsto dalla legislazione brasiliana.
Il presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, ha fatto sapere invece che
se spetterà a lui la decisione finale non estraderà Battisti, a favore del
quale si è schierato anche il ministro della Giustizia Genro.
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( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 08
Aprile 2009 Chiudi di MARCO CUSUMANO Nessuna archiviazione del caso
"Holiday Village", la maxistruttura turistica di Fondi finita sotto
inchiesta con l'accusa di lottizzazione abusiva. Anzi, al contrario, il giudice
Giuseppe Cario ha disposto la cosiddetta "imputazione coatta". Ciò
significa che, in base all'articolo 409 del codice di procedura penale, il
pubblico ministero dovrà formulare l'imputazione su ordine del giudice. La
Procura, invece, aveva chiesto l'archiviazione del caso sostenendo che non
esistono gli elementi per procedere con le accuse ipotizzate. Il giudice, però,
si era opposto all'archiviazione fissando un'udienza per discutere la
questione. Ora la decisione, clamorosa, di procedere obbligatoriamente con la
formulazione dell'accusa. Una scelta di certo non all'ordine del giorno. La
maggior parte delle volte le richieste di archiviazione vengono accolte, spesso
si oppongono le parti interessate. In questo caso, invece, si è opposto lo
stesso giudice che ha poi preso la decisione più audace, quella
dell'imputazione coatta. Avrebbe potuto disporre nuove indagini ma,
probabilmente, ha considerato sufficienti gli elementi già emersi
nell'inchiesta. Cosa accadrà adesso si può solo ipotizzare. Al momento
risultano indagate Silvia Banotti e Soledad Esposito, le titolari del villaggio
di Fondi, entrambe difese dall'avvocato Corrado De Simone. A questo punto si
potrebbe arrivare in tempi rapidi a un'udienza preliminare durante la quale,
per coerenza, la Procura potrebbe chiedere il proscioglimento. Il caso
"Holiday" provocò lo scorso anno un terremoto politico-giudiziario.
Proprio il giudice Cario ricevette la visita del senatore Claudio Fazzone il
quale disse che voleva solo "informarsi" sulla situazione
dell'Holiday Village. Un episodio che scatenò una grossa polemica sull'autonomia
della magistratura. Il Csm condannò duramente il fatto: «Il
Csm - scrissero i giudici in un documento - auspica che in ogni occasione
l'atteggiamento dei rappresentanti delle istituzioni sia tale che renda
impossibile l'ingenerarsi del dubbio di condizionamenti». Il 27 marzo si è
svolta l'udienza sull'archiviazione durante la quale il pm Marco Giancristofaro
ha confermato la volontà della Procura di chiudere il caso. Ma ora Cario
ha detto no. L'Holiday Village fu sequestrato dalla Forestale su ordine della
Procura. Dopo una serie di manifestazioni, anche davanti al Tribunale, il
procuratore capo Giuseppe Mancini dispose il dissequestro e poi la richiesta di
archiviazione. Ora però, dopo la decisione del gip, la Procura dovrà andare
avanti con le accuse. Volente o nolente.
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( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 08-04-2009)
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MEDIO E ALTO
POLESINE pag. 10 UNA VITA SPESA a combattere le mafie, quella di Antonino Ca...
UNA VITA SPESA a combattere le mafie, quella di Antonino Caponnetto, capo del
Pool Antimafia di Palermo. «Nonno Nino l'ha fatto da capo del pool antimafia di
Palermo e poi andando nelle scuole a parlare coi giovani. L'aveva promesso
nella sua preghiera laica, ai funerali di Borsellino. E così negli ultimi 10
anni della sua vita, mio marito, anzi Nonno Nino', ha portato avanti gli ideali
di Paolo e Giovanni , andando in giro tra le scuole d'Italia». Già Nonno Nino,
per Elisabetta Baldi, la moglie di Antonino Caponnetto, il giudice era soltanto
e tutto' Nonno Nino, perché la sua vita era continuamente in pericolo, specie
dopo la morte di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. E allora per non
diventare un bersaglio facile, meglio dire sempre, anche per telefono, mi passi
Nonno Nino' oppure mi passi Nonna Betta, anche se ormai pure lei, la 86enne
vedova Caponnetto, è praticamente diventata la Nonna Nina. Tanto più che ha detto:
«Ora tocca a me, fin che le gambe mi reggono e fin che mi porta il cuore,
andare nelle scuole a parlare ai giovani perché il loro passato possa diventare
il loro avvenire». Ecco perché l'incontro nella biblioteca comunale di
Crespino, promosso dall'Istituto Comprensivo di Polesella per il quale era
presente il dirigente Giorgio Zucchini, ha trovato ampia partecipazione, anche
perché era stato promosso in collaborazione con i Comuni dell'Unione
dell'Eridano (Bosaro, Crespino, Guarda Veneta, Polesella, Pontecchio) . Il
tutto, come ha sottolineato Domenico Bilotta responsabile dell'area scuola,
integrato da un tour nelle 8 scuole del comprensorio e per sviluppare il
progetto «Educazione alla legalità» che, ha spiegato Zucchini, viene da un anno
portato avanti dall'insegnate Daniela Simoncini. Uno spaccato di umanità e di
storia vissuta, quella della signora Caponnetto, che di Nonno Nino' ha
raccontato le tappe e gli ideali di una vita spesa al servizio della legalità,
come capo del pool Antimafia a Palermo dal 1983 al 1988, dopo l'uccisione di
Chinnici. Spiegando altresì la strage di Capaci e quella di
Via D'Amelio, il Csm e i giudici, il valore della legalità e della scorta,
citando fatti, nomi e date indelebili nella sua memoria. Una testimonianza
intensa' contro le mafie perché le mafie non è una sola. Ma c'è anche la
'ndrangheta, la sacra corona, la camorra e la politica del malaffare.
Anche per questo è nata la «Fondazione Progetto Scuola» hanno detto Bilotta e
la vedova Caponnetto perché «non ci deve essere omertà, ma bisogna denunciare,
come ha sempre fatto Nonno Nino, perché bisogna seminare sempre il grano della
speranza». Frasi significative, come le tante che sono state citate dal diario
di Nonno Nino. Speciali anche perché dette da una signora' che in quei 4 anni e
4 mesi dei tempi di Palermo, aspettava ogni giorno, verso mezzogiorno, la
speciale telefonata del suo Nonno Nino' , visto soltanto tre volte perché era
blindato' in caserma. Un messaggio positivo, in risposta anche alle
preoccupazioni espresse negli interventi di Gianni Sparapan e del professor
Giorgio Demetri, e che poi in mattinata sono stati trasmessi anche ai ragazzi
delle scuole compreso un pullman di ragazzi arrivati appositamente da Porto
Tolle. Perché ha sempre detto Nonno Nino per essere degni di essere uomo,
bisogna avere volontà, forza, coraggio e cuore. Appunto per combattere le tante
mafie' che sempre più si camuffano in modi moderni e diversi. Sergio Sottovia
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-08 - pag: 16 autore: ... LA
TASSAZIONE SULLE SOCIETà Irap deducibile, l'eterna chimera I l problema della
mancata deducibilità dell'Irap dall'imposta che si paga sul reddito delle
societàe dall'Irpef è antico. Tanto antico e controverso da
aver portato a una chiamata in causa della Corte costituzionale. Quando il decreto legge anti-crisi si è proposto di aprire la
strada alla deducibilità, seppure a forfait, oltre che ai rimborsi per quanto
pagato in passato, i contribuenti hanno tirato un sospiro di sollievo. La
battaglia sembrava conclusa e vinta. Il sospiro è diventato meno
soddisfatto già quando le prime simulazioni hanno mostrato che il nuovo regime
potrebbe, in realtà, comportare benefici alquanto ridotti. Ma l'operazione ora
sembra segnare il passo. Non è, infatti, ancora arrivato il provvedimento che
deve stabilire le modalità di presentazione dell'istanzadi rimborso e
completare quanto disposto dal decreto legge. Manca inoltre all'appello la circolare
dell'agenzia delle Entrate con i chiarimenti per gestire bilancio e
dichiarazioni. A conferma del sortilegio che da sempre accompagna l'Irap,
facendone l'imposta più contestata e sofferta del nostro sistema fiscale.
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-08 - pag: 31 autore: Agenzia Entrate
Depurazione, con bollo le domande di rimborso Luigi Lovecchio Le istanze di
rimborso della quota di tariffa relativa al servizio di depurazione
indebitamente versate nei Comuni privi di impianti di depurazione sono soggette
all'imposta di bollo. Questo perché la quota di tariffa ha natura privatistica
e non tributaria. Il chiarimento è contenuto nella risoluzione 98/E diffusa
ieri dalle Entrate. Il quesito rivolto all'Agenzia prende
le mosse dalla sentenza 335/2008 con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della disciplina del servizio
idrico integrato, nella parte in cui impone il pagamento della quota relativa
alla depurazione anche negli ambiti privi di impianto centralizzato. Si
chiedeva, quindi, se le istanze dovessero o meno scontare il bollo.
L'Agenzia ha innanzitutto ricordato come, in linea generale, le istanze rivolte
allo Statoe agli enti territoriali debbano scontare il bollo sin dall'origine.
Fanno eccezione le domande di rimborso di tributi indebitamente versati. Al
riguardo, il documento di prassi ha avuto gioco facile nel rilevare che,
proprio ai sensi della sentenza 335, la tariffa del servizio idrico integrato
ha natura corrispettiva e non tributaria. Da qui la conclusione nel senso
dell'assoggettamento a bollo. Va ricordato che i rimborsi non possono mai
andare indietro oltre il 3 ottobre 2000, poiché è solo da quella data che la
tariffa ha assunto una connotazione privatistica. E va infine segnalato che la
materia dei rimborsi è stata da ultimo disciplinata nell'articolo 8 sexies del
Dl 208/08, come modificato dalla legge di conversione 13/09. © RIPRODUZIONE
RISERVATA
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( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 08
Aprile 2009 EMILIA ROMAGNA: NELLA NUOVA NORMATIVA NORME ANTI-SISMICHE RIGOROSE
Bologna, 8 aprile 2009 - "In Emilia-romagna ci sono norme rigorose e ne
rafforzeremo lapplicazione. Inoltre proseguiremo
la messa in sicurezza di tutte le strutture pubbliche con l´applicazione dei
principi tecnici antisismici che riconfermeremo anche nellaggiornamento
con cui vogliamo migliorare la legge regionale 20 del 2000. Lo ha
evidenziato lassessore regionale a Programmazione e sviluppo territoriale
Gian Carlo Muzzarelli, a Roma con il presidente Errani, a margine della
Conferenza straordinaria
Stato-regioni sulle iniziative da assumere per il sisma che ha colpito la
Regione Abruzzo. In questi giorni è allesame
della Conferenza Stato-regioni proprio una proposta di decreto di
semplificazione delle norme in materia di edilizia. Lapplicazione del Decreto del Governo
sulla semplificazione, in Emilia-romagna
ha aggiunto Gian Carlo Muzzarelli - terrà necessariamente conto di principi e
regole consolidati per la sostenibilità e la sicurezza. Comprendiamo le
esigenze di semplificazione ma ribadiamo la necessità di unulteriore
riflessione, per ricercare soluzioni che comunque tengano in massimo grado la
sicurezza dei cittadini. Costruire subito? Va bene, ma soltanto se si costruirà
meglio: in modo più sostenibile, più sicuro e più rispettoso dellambiente
e delle risorse energetiche. In Emilia Romagna nellottobre scorso è
stata approvata una legge in materia, la legge 19 del 2008, che resta il
riferimento certo per questo territorio. La legge, recependo anche quanto
previsto da una sentenza della Corte costituzionale,
stabilisce che i Comuni debbano fornire unautorizzazione
preventiva sui requisiti antisismici di tutti gli interventi edilizi nelle zone
classificate a media sismicità. In quelle a bassa sismicità è sufficiente il
deposito
del progetto strutturale presso i competenti uffici comunali, con controlli a
campione. In base alla classificazione del 2005, in Emilia Romagna
sono considerati a media sismicità 105 Comuni, mentre sono 236 quelli a bassa
sismicità. Nessun Comune è classificato ad alta sismicità. I Comuni, in forma
singola nel caso dei più grandi o associata, dovranno dotarsi di una struttura
tecnica adeguata con personale specializzato e opportunamente formato. Inoltre
potranno anche avvalersi delle competenze dei Servizi Tecnici di Bacino della
Regione. . <<BACK
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( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 08
Aprile 2009 BASILICATA: AL E AATO SULLA QUESTIONE DEPURAZIONE Potenza, 8 aprile
2009 - Prosegue lattività di confronto tra Aato
Basilicata ed Acquedotto Lucano sulla questione della depurazione.
Nellincontro tenuto il 31 scorso tra il presidente dellAato
ed il direttore generale di Acquedotto Lucano, si è condivisa
lopportunità riferisce una nota dellAcquedotto lucano
- di aggiornare gli utenti interessati dalla sentenza della Corte
Costituzionale, che ha sancito la non applicabilità della tariffa di depurazione laddove
questa non sia stata effettuata. In particolare si prevede che entro due mesi
dalla entrata in vigore, il ministro dellAmbiente,
stabilisca con propri decreti i criteri ed i parametri da utilizzare per la
restituzione della quota non più dovuta. Successivamente allemanazione
di tali decreti attuativi si legge nella nota - lAato determinerà
limporto da rimborsare decurtando quanto effettivamente speso dal
Gestore. La stessa norma prevede che il rimborso debba essere effettuato, a partire dal 1 ottobre
2009, nel termine massimo di cinque anni.
.
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( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Nord-Est
sezione: EST data: 2009-04-08 - pag: 21 autore: Lavori pubblici. I costruttori
veneti sollecitano Governo e Regione ad interventi rapidi «Avanti con i piccoli
cantieri» Positiva l'estensione della procedura negoziata per opere fino a
500mila euro A CURA DI Valeria Zanetti Uscire dalla crisi utilizzando i nuovi
strumenti legislativi messi a disposizione dal governo regionale e centrale e
guardando alle esperienze maturate in Europa, in particolare in Spagna. Ance
Veneto (la sezione regionale dell'associazione nazionale costruttori edili)
sollecita il Governo a sostenere un piano di interventi per opere medie e
piccole, già cantierabili ed accoglie l'invito dell'assessore regionale ai
lavori pubblici, Massimo Giorgetti, che chiede agli imprenditori del settore il
«coraggio di avvalersi di tutti gli strumenti che la Regione ha messo a
disposizione per superare la difficile congiuntura finanziaria». Il modello
spagnolo L'associazione dei costruttori insieme a Confindustria sollecita il
ministero dei Lavori pubblici a trovare le risorse per varare un programma di
opere medio-piccole, finanziabili con i 1.150 milioni di euro assegnati dal
Cipe alle infrastrutture, ma ancora privi di una destinazione definitiva. Il
modello è quello spagnolo: il governo Zapatero, per contrastare la crisi, si è
fatto inviare dagli 8.112 Comuni l'elenco delle opere in stato di avanzata
progettazione e in tre mesi ha dato il via ad un piano di lavori pubblici per
l'importo di 8 miliardi. Le associazioni territoriali di Ance, analogamente,
stanno raccogliendo l'elenco delle opere immediatamente cantierabili nelle
province italiane da inoltrare al ministero, attraverso l'organizzazione
nazionale, per ottenere i finanziamenti. «La prima lista arrivata alla sede
regionale di Padova riguarda le opere viarie del Vicentino, ora, attendiamo le
indicazioni delle altre province venete», spiega Stefano Pelliciari, presidente
regionale dei costruttori. In elenco, ad esempio, il terzo stralcio della SS
Pasubio, variante di Schio (importo di oltre 12 milioni), per cui è già pronto
il progetto definitivo, il III stralcio della variante Ovest di Thiene (30
milioni) e della variante dell'abitato di Malo (28 milioni). Procedura
negoziata Per ovviare alle ripercussioni della crisi sul settore delle costruzioni,
è stata introdotta inoltre con la legge statale n. 201 del 22 dicembre 2008 la
possibilità per le amministrazioni pubbliche di aggiudicare i lavori fino a
500mila euro, ricorrendo alla procedura negoziata, senza obbligo di
pubblicazione del bando. Precedentemente la procedura era autorizzata per opere
fino a 100mila euro. La Regione Veneto con la legge n. 27/2003 ne aveva
previsto un utilizzo allargato ad appalti fino ad un milione. Il provvedimento,
impugnato dal precedente Governo, fu bocciato dalla Corte
Costituzionale. La legge n. 201/2008 rappresenta dunque un cambio
nell'orientamento da parte dello Stato nella direzione già percorsa dalla
Regione Veneto. Altra novità riguarda la normativa statale sulle opere di
urbanizzazione a scomputo (3Ú decreto correttivo del codice dei contratti
pubblici Dlgs 152/2008). «La Regione attraverso la Dgr n. 436 del 24
febbraio scorso ne chiariscee semplifica l'iter», aggiunge Giorgetti. Si tratta
di «atti di indirizzo rivolti alle amministrazioni locali per facilitare
l'utilizzo della normativa- afferma Pelliciari - . Lo scenario è quello dei
piani di trasformazione urbana pubblico-privati, nei quali l'imprenditore si
facarico delle opere di urbanizzazione, di competenza pubblica, dovendo però sottostare
a modalità di appalto e tempistica vincolate, poco appetibili dal privato». Il
Ddl sui lavori pubblici Ance veneto interviene in questi giorni anche nel
dibattito sul ddl regionale n. 344 riguardante "Infrastrutture di
interesse corrente statale e regionale". Il disegno legislativo è ora
all'attenzione della settima commissione consiliare competente in materia di
lavori pubblici. «Si tratta di una sorta di legge obiettivo regionale che
istituisce corsie preferenziali per gli appalti e prevede anche la nomina di un
commissario regionale per velocizzare l'assegnazione di lavori pubblici di
importo rilevante (dai 50 milioni, ndr)», concludono dall'associazione dei
costruttori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Presidente. Stefano Pelliciari alla guida
di Ance Veneto UNIONPRESS Assessore. Massimo Giorgetti Lavori pubblici della
Regione UNIONPRESS
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( da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 08/04/2009 - pag: 5 Eroi e vecchi camion, le
due Italie Fantastica dedizione e piccoli egoismi, i contrasti (storici) di un
Paese in emergenza «Misure urgenti in materia antisismica»: il governo decide
di consegnare alle Regioni una nuova formulazione del piano casa SEGUE DALLA
PRIMA La sera era già al lavoro tra le rovine della città fantasma. Una fitta e
si è accasciato. C'è da sperare che almeno l'ambulanza fosse in ordine. Perché,
insieme con tanti eroi ricchi di coraggio e generosità come lui, i vigili del
fuoco arrivati da tutto il Paese sono stati costretti a portare in Abruzzo
anche vecchi camion scassati. Bestioni appesantiti da venti anni di servizio o
ancora di più. Che a volte, dopo un rantolo del motore, si sono fermati in
autostrada e, come certi muli di una volta, non han voluto saperne di
ripartire. Eccole qui, le due facce dello Stato sul fronte di quella che Guido
Bertolaso ha chiamato «la tragedia del millennio». Due facce complementari,
come tante volte accade. Da una parte l'Italia dei vetusti «Fiat Om 90», «AF
Combi» o «APS Eurofaire» in servizio dai tempi lontani in cui il centravanti
della nazionale era Paolino Rossi, carrette di lamiera che dopo essere state
lasciate «dieci anni nei capannoni » (parole di un comunicato ufficiale del
sindacato di base Rdb-Cub) sono finite «fuori uso per problemi di ribaltamento
e rotture ai supporti del serbatoio dell'acqua» e abbandonate lungo il
percorso. Dall'altra l'Italia che nel giro di poche ore, in condizioni di
assoluta emergenza, riesce a portare a L'Aquila un camion di computer nuovi di
zecca, subito allacciati da una squadretta di sistemisti per allestire una
centrale operativa d'avanguardia. E non puoi arrabbiarti con la prima Italia
senza guardare con ammirazione quel-- l'altra. Non puoi sentirti orgoglioso di
come sgobbano i carabinieri e i poliziotti, le guardie di finanza e i forestali
e tutti gli altri senza ribollire d'insofferenza a guardare la mattina, tra le
macerie di Onna, la delusione dei volontari della Protezione civile del Friuli,
che sono venuti giù coi loro cani e le loro tende e le loro attrezzature e
stanno lì impotenti nelle loro divise nuove di zecca che non riescono a
sporcare: «Sono già le dieci, siamo qua da ieri sera e nessuno ci ha ancora
detto come possiamo renderci utili. Che modo è?». È l'Italia. La «nostra»
Italia. Piccoli egoismi e fantastica dedizione, efficienza e sciatteria,
ripiegamenti individualisti e straordinario altruismo di uomini e donne accorsi
da tutte le contrade a dare una mano. Nonostante le paure per uno sciame
sismico che pare non finire mai. I cani, nel centro del capoluogo, sono
nervosi. Sembrano sentirli prima, loro, gli scrolloni della terra. Gli esperti
dicono che è così da sempre. Che secondo Diodoro Siculo, pochi giorni prima che
un sisma annientasse la città greca di Elice, nel Peloponneso, nel 373 a.C., i ratti e le
donnole e i serpenti avevano abbandonato la città. E che tre giorni prima della
spaventosa scudisciata che qualche tempo fa sconquassò la cinese Mianzhu
uccidendo duemila persone, migliaia di rospi in fuga si erano riversati per le
strade. E che gli etruschi, per capire, guardavano le vipere. Come noi oggi,
mentre i sismologi si avventurano tra i diagrammi, ci accorgiamo di buttare un
occhio, inquieti, su ogni bastardino che scodinzola tra i cornicioni
sbriciolati. Mentre una Volante passa per il corso principale con
l'altoparlante a tutto volume per cacciare i rarissimi passanti che affrettano
il passo: «Via da queste strade! Via da queste strade!». Il gran Sasso, lassù
in alto, domina severo. L'impresario edile Bruno Canali, ai margini di quella
Onna in cui le ruspe scavano solchi tra le montagne di macerie per ricostruire
il tracciato delle vecchie strade, mostra il suo villino: «Non c'è una crepa ».
Spiega che l'ha costruita seguendo «tutti i criteri antisismici». A pochi
metri, le altre case si sono sgretolate. Da lui non è caduto un soprammobile.
Come fai a non arrabbiarti, a guardare le fotografie della biblioteca della
scuola elementare crollata a Goriano Sicoli o, peggio ancora, dell'ospedale
(l'ospedale!) dell'Aquila? Sono anni che si sa come si dovrebbe costruire,
nelle aree a rischio. Non sono serviti a niente la durissima lezione del
terremoto ad Avezzano né gli avvertimenti degli esperti che da decenni
ricordano come le zone più esposte siano quella a cavallo dello Stretto di
Messina, la Sila in Calabria, il Forlivese, la Garfagnana e la Marsica né il
disastro di qualche anno fa in cui morirono i piccoli di san Giuliano. A
niente. «Dopotutto non è la natura che ha ammucchiato là ventimila case di
sei-sette piani», disse furente Jean-Jacques Rousseau a proposito del
catastrofico terremoto di Lisbona del 1755. L'uomo non può sfidare impunemente la
natura: questo voleva dire. Non può contare, spensieratamente, solo sulla buona
sorte. Eppure così è sempre stato, da noi. E decine di migliaia di persone
hanno continuato ad ammucchiarsi disordinatamente intorno al Vesuvio nonostante
siano passati solo pochi decenni dall'ultima eruzione del 1944 quando la gente
pazza di paura prese a girare con la statua di San Gennaro perché fermasse la
lava già bloccata quarant'anni prima dal santo a un passo da Trecase. E
migliaia di sindaci e assessori e vigili urbani hanno chiuso gli occhi per anni
sul modo in cui, anche nelle zone più pericolose, venivano tirati su spesso con
cemento scadente e piloni gracili i condomini e le scuole e gli edifici
pubblici. Per non dire di chi aveva le responsabilità più gravi. «Mai più», aveva
giurato Silvio Berlusconi nel novembre del 2002, dopo la tragedia di san
Giuliano di Puglia. Sono passati più di sei anni, da allora. Ma, come accusava
ieri mattina Il Sole 24 ore, il varo delle nuove regole si è via via
impantanato di ritocco in ritocco, di rinvio in rinvio, di proroga in proroga.
Colpa della destra, colpa della sinistra. Basti ricordare che fu solo la Corte Costituzionale, tre anni fa, tra i lamenti e gli strilli
dei costruttori («Siamo molto preoccupati per il rischio di paralisi nei
cantieri, si potrebbe bloccare l'edilizia!») a bloccare una legge troppo
permissiva della Regione Toscana spiegando che no, «in zona sismica, non si
possono iniziare i lavori senza la preventiva autorizzazione scritta del
competente ufficio tecnico». Ed è sbalorditivo, oggi, tornare indietro
soltanto di qualche giorno. E trovare la conferma che mai, prima
dell'apocalisse di lunedì notte, erano state nominate parole come sisma o
terremoti nella proposta edilizia del governo alle Regioni del giugno scorso, mai
nella prima bozza di un mese del «piano casa», mai nell'intesa del 31 marzo.
Mai. Oggi Claudio Scajola detta alle agenzie che il piano casa «dovrà essere
utile anche per le protezioni antisismiche» e il nuovo documento dato alle
Regioni, ritoccato l'altro ieri in tutta fretta, ha un «articolo 2» nuovo
nuovo. Dove si spiega, sotto il titolo «misure urgenti in materia antisismica»
che «gli interventi di ampliamento nonché di demolizione e ricostruzione di
immobili e gli interventi che comunque riguardino parti strutturali di edifici,
non possono essere assentiti né realizzati e per i medesimi non può essere
previsto né concesso alcun premio urbanistico sotto alcuna forma ed in
particolare come aumento di cubatura, ove non sia documentalmente provato il rispetto
della vigente normativa antisismica». Evviva. Ci sono voluti i lutti di Onna e
la distruzione dell'Aquila e quelle file di bare allineate, però, per cambiare
il testo originale dato alle Regioni solo una settimana fa. Dove l'articolo 6,
precipitosamente soppresso dopo il cataclisma abruzzese, era intitolato
«Semplificazioni in materia antisismica». Meglio tardi che mai. Purché fra una
settimana, un mese, un anno, non torni tutto come prima. C'è un Galiani che
forse Berlusconi non conosce. Si chiamava Ferdinando e non Adriano, aveva una
«elle» sola, vestiva l'abito da abate ed era un dotto economista. Disse: «Molte
volte le calamità distruggono le nazioni senza risorgimento, ma talvolta sono
principio di risorgimento e di riordinamento di esse. Tutto dipende da come si
ristorano». Sarà il caso di ricordarlo. Le storie La morte del caposquadra dei
pompieri Cavagna, da Bergamo all'Aquila per soccorrere i terremotati Gian
Antonio Stella
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(
da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera sezione: Politica data: 08/04/2009 - pag: 19 Giustizia Il presidente della Camera blocca la norma sulle sedi disagiate «Pm, no a trasferimenti d'ufficio» Le toghe applaudono lo stop di Fini «Inammissibile» l'emendamento del governo. Soddisfatta l'Anm ROMA La matita rossa di Gianfranco Fini ha di nuovo messo in imbarazzo la maggioranza facendo scattare, invece, il plauso dell'Associazione nazionale magistrati. Infatti l'ufficio di presidenza della Camera ha dichiarato inammissibile l'emendamento dell'ultimo minuto con il quale il governo, modificando il decreto legge antistupri, avrebbe voluto risolvere il problema ormai cronico della fuga dei pm dalle procure. Aprendo la seduta, Fini ha comunicato la decisione che di fatto ha smontato il percorso costruito dal ministro Angelino Alfano (Giustizia): nel testo in cui già si tratta una materia molto ampia, dallo stalking alle ronde, l'inserimento di un articolo sui trasferimenti d'ufficio dei magistrati destinati alle sedi disagiate è dunque inammissibile per «estraneità di materia ». Il governo, rassicura il sottosegretario Giacomo Caliendo (Giustizia), riproporrà la stessa norma in un altro provvedimento. È una decisione, quella dell'ufficio di presidenza della Camera, che ha creato più di un disappunto nella maggioranza. Pdl e Lega non hanno gradito l'assist lanciato ai magistrati: «L'Anm esprime grande e rispettosa soddisfazione perché la valutazione di uno dei massimi organi costituzionali conferma la fondatezza e le perplessità che invece il governo aveva respinto con fastidio», osservano Luca Palamara e Giuseppe Cascini, rispettivamente presidente e segretario del «sindacato » delle toghe. E per tutta la giornata, nel corso di una seduta anche spigolosa a causa dell'ostruzionismo messo in campo dall'opposizione, il presidente Fini non ha fatto sconti a Pdl, Lega e governo. Prima, con ironia, se l'è presa con il vulcanico Matteo Brigandì (Lega) che evidentemente a suo giudizio non teneva un comportamento composto in aula durante le votazioni: «Onorevole, non faccia lo spiritoso... ». Poi «Fini mi ha chiesto scusa », si è premurato di precisare il deputato del Carroccio davanti a una limonata sorseggiata alla buvette. Il secondo episodio, invece, ha avuto come protagonista il sottosegretario Caliendo che è stato seriamente ripreso da Fini perché si era allontanato dai banchi del governo quando il ministro Angelino Alfano ancora non era arrivato alla Camera e il collega Roberto Maroni si era già allontanato: «Sottosegretario, sottosegretario... torni ai banchi del governo. Non c'è nessuno. Se non c'è lei sospendiamo la seduta. Cosa preferisce?». Insomma, è un Fini ancora più super partes quello che si è visto ieri alla Camera. Il presidente ha detto no a un emendamento agganciato all'ultimo minuto al convoglio eterogeneo di un decreto legge già in viaggio: nel merito, questo significa che il governo non potrà costringere il Csm a trasferire d'ufficio i magistrati che da oltre 10 anni occupano la stessa poltrona. Il problema della fuga dalle procure, dunque, rimane ma l'Anm coglie al balzo l'occasione offerta da Fini per fare una proposta al governo: «Modifichiamo l'articolo 110 dell'ordinamento giudiziario in modo da prevedere l'applicazione extradistrettuale dei giudici nelle procure scoperte». In altre parole, nei 200 posti di pm oggi vuoti potrebbero andare temporaneamente, cambiando distretto, i giudici che oggi sono in sovrannumero rispetto alle esigenze dei tribunali. Dunque, commenta ancora Palamara, «la decisone dell'ufficio di presidenza della Camera ci permette di rilanciare con una proposta concerta. Ma poi il sottosegretario Caliendo smorza gli entusiasmi: «Il trasferimento d'ufficio verrà riproposto». D. Mart.
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(
da "Corriere del
Mezzogiorno" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 08/04/2009 - pag: 4 ll caso / 1
Aperto un fascicolo sulla vicenda Accuse da Berlusconi, il
Csm «tutela» Forleo e Noviello ROMA Il braccio di ferro tra i magistrati
napoletani e il presidente del consiglio Berlusconi è arrivato al Palazzo dei
Marescialli. Il Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm di Napoli, Giuseppe
Noviello e Paolo Sirleo,titolari dell'inchiesta sui rifiuti, che secondo un
documento approvato a larga maggioranza dai magistrati dell'ufficio e
sottoscritto dallo stesso procuratore Giandomenico Lepore, sarebbero stati
«denigrati» dal premier Berlusconi e dai vertici di Impregilo durante la
manifestazione per l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra. Il fascicolo è
stato assegnato al togato di Magistratura democratica Livio Pepino. Il primo
atto sarà l'acquisizione degli articoli dei giornali che hanno riportato le
affermazioni del premier e dell'amministratore di Impregilo per verificare se
effettivamente siano andate oltre il legittimo diritto di critica. «I
rappresentanti delle istituzioni e l'amministratore della azienda Impregilo
hanno pubblicamente esaltato come veri eroi i dirigenti della azienda che ha
realizzato l' impianto ed hanno poi sostenuto che gli eroi della azienda privata
sono stati ostacolati nel proprio compito «dalle iniziative della magistratura
- hanno scritto le toghe di Napoli nel documento inviato al Csm - . La Procura
della Repubblica di Napoli e, più in generale, la autorità giudiziaria della
nostra città, sono state additate quali cause principali dei gravissimi
problemi che hanno determinato l'insorgere della stato di emergenza, a Napoli e
in Campania, nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti». Di
qui la richiesta dell'intervento del Csm. Che ieri ha aperto il fascicolo.
Intanto novità anche per quanto riguarda l'inceneritore di Napoli est: con una
gara internazionale verrà individuato il partner della Neam spa (Napoli energia
ambiente), la società che gestirà il termovalorizzatore di Napoli est, cui
cedere quote per il 49%: «Chi vince la gara costruisce l' impianto». A dirlo è
stato l'amministratore delegato di Asia (società privata con capitale pubblico
interamente versato dal comune) Daniele Fortini, a margine del convegno di
Legambiente «Rifiuti made in Italy» a Roma. Il bando dovrebbe essere pubblicato
a fine maggio per poi aprire i cantieri a gennaio 2010 con lavori in almeno 30
mesi, conclusione e collaudi nel 2013-2014. Il volume di produzione dovrebbe
essere un terzo di quello di Acerra. «La caduta dei Cip6 - osserva Fortini, che
è anche presidente di Federambiente - sarà la perdita dell'unico volano» in un
settore dove c'è bisogno di sostegno. Sulla differenziata, rileva, a marzo
siamo al 20%, a fine 2009 arriveremo al 25% e per il 2010 saremo al 30%».
(
da "Corriere della Sera"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 08/04/2009 - pag: 4 Audizione al Csm «Aereo scomparso, inchiesta ferma» Si torna a
parlare della sciagura all'arcipelago di Los Roques del 4 gennaio 2008: «Le
autorità venezuelane non stanno collaborando con la magistratura italiana per
far luce sulla scomparsa dell'aereo». È quanto emerso dall'audizione dei pm
romani davanti alla Commissione del Csm (nella foto Valeria Napoli e Stefano
Fragione, due delle 8 vittime).
(
da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
17 - Interni Il Guardasigilli voleva inserirla nel decreto sicurezza. L´Anm
soddisfatta: confermate le perplessità Stop al trasferimento dei pm nelle sedi
vuote Fini blocca la norma di Alfano: inammissibile ROMA - «Inammissibile».
Niet di Gianfranco Fini ad Angelino Alfano sui trasferimenti obbligati delle
toghe nelle procure senza pm soprattutto al sud, ma anche al nord. Il
presidente della Camera lo annuncia in aula, quando elenca la tagliola agli
emendamenti al decreto ronde-stupri. Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo
Caliendo non fa una piega: «Lo sapevo già. Non è stata una sorpresa. Alfano ha
tentato di risolvere una situazione drammatica, anticipando il contenuto del
ddl sul processo penale già in discussione al Senato. Se ne riparlerà lì». Il
Guardasigilli arriva nel pomeriggio, a notizia fredda. Ai suoi dice: «Amen. Non
la considero una bocciatura politica, perché non lo è. Fini ha posto una
questione formale e ha eliminato modifiche che incidevano sull´ordinamento. Se
avesse accolto la nostra, ne avrebbe dovuto far passare anche delle altre». E i
drammatici vuoti nelle procure? «C´è il nostro ddl». Aggiunge un polemico
Caliendo: «Il Csm non ci ha ancora inviato l´elenco delle procure disagiate».
Il che blocca gli incentivi, 2.500 euro al mese, per chi accetta di trasferirsi
per quattro anni. Fini parla alle 9 e 30. L´Anm manda in rete il suo entusiasmo
mezzora dopo. Parla di «grande e rispettosa soddisfazione», di una decisione,
quella di Fini, che «conferma la fondatezza delle perplessità espresse subito
al governo e accolte con fastidio». Era sabato: un duro comunicato del
presidente Luca Palamara e del segretario Giuseppe Cascini bocciava il passo
del governo di aumentare da 60
a 80 il numero delle sedi disagiate (quelle per cui non
ci sono domande di magistrati che ci vogliono andare) e da 100 a 150 il numero delle
toghe trasferibili. Colleghi giovani, con quattro anni di anzianità alle
spalle, che «d´ufficio» il Csm avrebbe dovuto spedire da un
ufficio all´altro, anche in deroga al divieto di passare da giudice a pm. Per
l´Anm una scelta «incostituzionale» che viola il principio di inamovibilità.
Loro e il Csm vogliono cambiare l´ordinamento Castelli-Mastella e togliere il
divieto per i giovani uditori di fare i pm, peraltro inserito da tre ex
toghe (D´Ambrosio, Di Lello, Casson). Alfano ha sempre detto no: «L´ha voluto
la sinistra, la mia maggioranza è contraria». (l. mi.)
(
da "Gazzetta di Parma
Online, La" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Opinioni
- La scommessa della certificazione energetica C'è una logica, del tutto
condivisibile, nella nuova normativa sulla certificazione energetica,
compiutamente illustrata nell'importante convegno organizzato dal Collegio
Notarile di Parma al Centro Cavagnari. Ma c'è una scommessa, dalla quale
dipende il raggiungimento degli obiettivi. La logica è nel rendere le case non
più fonte di inquinamento e di spesa, ma strumento di risparmio energetico. Le
nuove case nulla hanno a che vedere con quelle costruite negli anni '70, e
prima ancora. Allora si realizzava l'edificio, poi si decideva come riscaldarlo
e quanta energia occorreva. Ora il percorso è inverso, la progettazione deve
tener conto del risparmio da realizzare; la struttura, i materiali, gli
impianti vengono decisi in funzione del risultato, che non è una scelta del
costruttore, ma un obbligo di legge. Su questo l'obiettivo è già raggiunto: la
casa del duemila è di un'altra generazione rispetto alla sua antenata di
trent'anni prima. Ma la scommessa riguarda la percezione, per gli acquirenti di
case, della maggior qualità dell'edificio che risparmia e non inquina. Per
questo, da luglio di quest'anno, ogni rogito dovrà essere accompagnato dalla
pagella energetica dell'immobile. Si chiama ACE (Attestato di Certificazione
Energetica), prende spunto dal documento che accompagna frigoriferi e
lavatrici, suddivide gli immobili in otto classi, dalla A+ (il massimo del
risparmio) alla G (il massimo dello spreco). Le perplessità riguardano
l'eccesso di burocrazia, nella quale il legislatore europeo (da cui è partita
la direttiva) da un lato e la nostra Regione (che ha competenza legislativa in
materia) dall'altro, sono maestri. Come la gran parte di leggi regionali,
ridondanti, cariche di proclami ideologici e imprecise nella parte tecnica, la
legge dell'Emilia Romagna crea perplessità fra gli operatori (non è chiaro se
l'ACE debba essere allegato ai rogiti e se comunque l'acquirente possa
esonerare il venditore dall'onere), si pone in evidente contrasto con la
Costituzione, come dimostrato dal Notaio Bevilacqua nel Convegno con
l'illustrazione dell'univoca produzione della Corte
Costituzionale sull'argomento, quando la Regione dispone regole che ineriscono
il diritto privato, materia in cui non ha competenza. E impone un onere
economico eccessivo sia con la duplicazione fra AQE (Attestato di
Qualificazione Energetica che deve produrre il costruttore ad opera di un
tecnico abilitato con asseverazione del Direttore dei lavori) e ACE, due
documenti che attestano le stesse cose e che potrebbero essere unificati, sia
con l'obbligo di produzione di un inutile ACE anche per fabbricati vetusti e
destinati alla ristrutturazione. Perché l'ACE è un documento complesso, che
richiede tempi e costi, e l'edilizia, in questa fase, chiede cose diverse. Si
diceva della scommessa che accompagna il cammino di questa legge. Per vincerla
è necessario che la casa ecocompatibile sia percepita come un valore. Con le
auto e gli elettrodomestici ci si è riusciti, pubblicizzando i vantaggi e
concedendo agevolazioni. Difficile che si possa arrivare agli stessi risultati
puntando sul carico burocratico e causando un aumento di costi. Ma da qui al 1
luglio, vero inizio applicativo della legge, un po' di tempo ancora c'è.
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Prov
Ogliastra Pagina 6022 Lanusei. In Procura la situazione rimane difficile:
soltanto pm a scavalco per affiancare Fiordalisi In Tribunale rinforzo tardivo
Lanusei.. In Procura la situazione rimane difficile: soltanto pm a scavalco per
affiancare Fiordalisi Sostituito il giudice che era partito un anno fa -->
Sostituito il giudice che era partito un anno fa L'organico dei giudici del
Tribunale è di nuovo al completo. A settembre un nuovo giudice prenderà il posto
del collega trasferito un anno fa. In Procura però resta il problema di sempre:
affiancare adeguatamente il capo dell'ufficio. In Procura c'è un posto scoperto
da tanti anni, in servizio soltanto un sostituto anziché i due previsti in
pianta organica. L'ufficio boccheggia, non da oggi, e non c'è verso di
invertire la tendenza. In Tribunale, da un anno, manca un giudice ma
finalmente, a settembre, arriverà il suo successore. Si chiama Luca Ponzillo, è
un uditore giudiziario romano che nel prossimo autunno prenderà il posto di
Andrea Trani, magistrato suo concittadino che aveva lasciato il Tribunale di
Lanusei nel marzo dello scorso anno. PIENO ORGANICO Quando il nuovo giudice
prenderà servizio, il Tribunale potrà tornare a lavorare a pieno organico.
Oltre al presidente, a garantire il funzionamento della macchina giudiziaria ci
saranno cinque magistrati, i quali - visto che a Lanusei come in molti uffici
di frontiera esiste un'unica sezione - si divideranno tra processi penali e
cause civili. A supporto i giudici onorari. CON LA VALIGIA I ripetuti
trasferimenti di magistrati, storicamente, hanno fatto del palazzo di via
Marconi una stazione arrivi e partenze. I giudici che possono vantare una lunga
permanenza in Ogliastra sono stati pochi. Tra questi l'ex presidente Claudio Lo
Curto, giunto a Lanusei nel 1993 e trasferito alla Procura generale di Sassari
nel gennaio 2006. Tredici anni in cui il magistrato siciliano si è guadagnato
stima e apprezzamento. Sintomatico il fatto che Lanusei gli abbia voluto
conferire la cittadinanza onoraria. PROCURA SGUARNITA Alla buone notizie in
arrivo sul fronte Tribunale purtroppo non si accompagnano liete novelle per la
Procura, in costante debito d'ossigeno. La situazione peggiorerà ulteriormente
in autunno, quando il procuratore capo Domenico Fiordalisi rimarrà solo.
L'unico sostituto attualmente in servizio, Rossella Spano, ha già ottenuto il
trasferimento (a Oristano). Un pronto rimpiazzo non sarà possibile, ma la
Procura generale di Cagliari ha già annunciato che il posto sarà provvisoriamente
coperto, a scavalco, da magistrati cagliaritani. Qualche pm ha già garantito
una piena disponibilità in questo senso. L'EMERGENZA La piena operatività della
Procura, sembrerebbe inutile ma è doveroso ripeterlo è condizione essenziale di
un efficace lotta al crimine. Specie nel momento in cui sono stati riaperti
fascicoli scottanti su tragici fatti di sangue e le indagini, con l'arrivo in
Ogliastra di Fiordalisi, hanno avuto un nuovo impulso. L'incremento
dell'attività d'indagine da parte della Procura ha avuto ripercussioni anche
sul carico di lavoro del Tribunale. Sono aumentate le richieste di rinvio a
giudizio e i decreti di citazione, i provvedimenti di esecuzione delle pene e i
decreti penali di condanna. Numeri che testimoniano l'importanza del Tribunale
in un territorio che ha un profondo bisogno di giustizia. E dovrebbero
scongiurare anche l'ipotesi di soppressione degli uffici giudiziari tornata
pericolosamente d'attualità nei mesi scorsi. Il Csm aveva
inserito Lanusei tra gli uffici da smantellare. Il ministro Angelino Alfano,
poco prima delle elezioni regionali, aveva però spedito una lettera
rassicurante al parlamentare sardo Salvatore Cicu, nella quale si garantiva che
il Governo non aveva intenzione di usare il bisturi per tagliare i piccoli
Tribunali sardi.
(
da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Gli
azzeccazigoti La sentenza della Consulta alimenta più dubbi che certezze. Un
metodo che rischia di farci tornare al far west procreativo di Lorenza Violini*
approfondimenti Quando Fini stava con l'embrione (e la Cei)Ma quale Stato
etico? La Legge 40 è laica Reso noto il dispositivo della
decisione della Corte Costituzionale sulla Legge 40, tutti hanno tratto
conclusioni circa il destino della legge medesima nonché di ogni altra legge
(specie se in discussione) che pur lontanamente si discosti dalla cosiddetta
"etica laica", la quale propugna gridandolo ai quattro venti che
l'essere umano appartiene solo a se stesso, non importa se forte o
debole, cosciente o incosciente. Che dice il dispositivo e come si relaziona
con le norme in vigore? Due sono le decisioni sostanziali annunciate. La prima
accerta l'incostituzionalità secca del limite dei tre embrioni, da produrre e
da impiantare simultaneamente; tolto l'inciso, resta una norma che, comunque,
impedisce che si produca un numero di embrioni «superiore a quello strettamente
necessario». Parrebbe, dunque, restare in vigore una norma assai restrittiva.
La seconda sancisce l'incostituzionalità per così dire attenuata dell'articolo
14, III comma. Anche prima della sentenza tale articolo consentiva la crioconservazione
di embrioni in casi di «grave e documentata causa di forza maggiore non
prevedibile al momento della fecondazione e relativa allo stato di salute della
donna»; in questi casi il trasferimento in utero deve essere realizzato «non
appena possibile»; a questa cautela la Corte ne aggiunge in via interpretativa
una seconda, secondo cui tale trasferimento deve essere realizzato senza
pregiudizio per la salute della donna, il che ovviamente era vero anche nel
passato, quando non era certo possibile ritrasferire embrioni se la salute
della donna ne fosse risultata compromessa. Legge intatta, come dicono molti, o
intervento che ha riscritto la legge, sconfessandone l'impianto valoriale che
aveva al centro la tutela dell'embrione (pur con molte cautele volte a far sì
che la salute della donna non venisse compromessa), come invece sostengono i
più? Non c'è dubbio: la legge ha subìto da parte della sentenza una sorta di
taglia e incolla e questo naturalmente alimenta dubbi più che fondare certezze.
Una novità rilevante è data dal fatto che oggi il medico può decidere quanti
embrioni far produrre alla donna con una sola stimolazione ovarica; la legge
continua invero a sancire che deve essere prodotto un numero di embrioni
«strettamente necessario» ma l'interpretazione di tale clausola resta al
medico, che in scienza e coscienza deciderà. Quanto alla crioconservazione,
essa dovrebbe restare una proceduta eccezionale, da attuarsi se strettamente
necessaria per la salute della donna, come era in precedenza; il che ovviamente
ridurrebbe la portata innovativa della sentenza confinando la possibilità di
produrre più embrioni di quanti si intende impiantare a casi (quali?) in cui vi
è un rischio per l'aspirante madre. Dunque, i medici guadagnano in libertà di
azione e questo dovrebbe, secondo molti, essere un vantaggio per la salute
della donna. Quelle richieste inammissibili Sarebbe comunque importante che, a
suon di sentenze (non dimentichiamo che la Legge 40 e le linee guida di
attuazione della stessa sono già state oggetto di più di dieci sentenze dal
2004 ad oggi), non si torni a quel far west procreativo che la legge ha messo
sotto controllo tramite l'accreditamento delle strutture, l'enunciazione dei
diritti dell'embrione, il divieto di usare embrioni per ricerca scientifica, lo
stesso divieto di crioconservazione, ritenuto una barriera importante per
evitare abusi da parte di medici e scienziati.Tutte scelte di estrema prudenza,
sgradite a chi ritiene che la legge debba solo prevedere procedure senza
riferimento ai valori ma indicative delle cautele che devono essere tenute ben
presenti dal legislatore quando il binomio vita umana/tecnica si incontrano sul
delicato terreno della tutela della salute. è auspicabile, pertanto, che anche
la motivazione della sentenza resti dentro i canali della prudenza più estrema
evitando di entrare a gamba tesa in settori in cui il Parlamento ha compiuto
scelte di rilievo che, in sede referendaria, il popolo tra l'altro non ha
ritenuto di sconfessare. Ma questo già si può evincere dal fatto che, in questa
stessa sentenza, la Corte ha dichiarato inammissibili le più radicali richieste
dei giudici rimettenti, quale quella relativa al divieto generale di
crioconservazione, al divieto di sopprimere gli embrioni e al divieto di
riduzione embrionaria delle gravidanze plurime. * docente di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano
(
da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Ma
quale Stato etico? La Legge 40 è laica «Questa è una norma frutto di un alto
compromesso approvato dal popolo». Lupi e i dubbi del presidente della Camera
di Rodolfo Casadei approfondimenti Gli azzeccazigotiQuando Fini stava con
l'embrione (e la Cei) «Una sentenza pericolosa e contraddittoria». La voce
decisa di Maurizio Lupi si palesa contrariata nel contenuto e nella forma. Il
vicepresidente della Camera ci tiene a far sapere quanta preoccupazione gli dia
la pronunzia della Corte costituzionale che ha
bocciato la limitazione del numero di embrioni producibili e impiantabili
prevista nella Legge 40. Perché vada considerata pericolosa è presto detto:
«Leggerò con attenzione il dispositivo della sentenza, ma una cosa mi sembra
evidente: la Consulta, come hanno osservato anche alcuni giuristi, sta
esercitando una creatività giuridica. è andata ben al di là del controllo di
costituzionalità delle leggi, si sta sostituendo al parlamento nella funzione
legislativa. Per di più ha deciso di intervenire su di una legge sulla quale i
cittadini si sono già espressi inequivocabilmente in occasione di un
referendum, autorizzato dalla Corte stessa! Abbiamo l'impressione che la Corte
entri nel merito della legge, che cerchi di imporre al parlamento una
determinata ispirazione ideale. Ma l'equilibrio fra gli interessi della donna,
del nascituro e della società è chiamato a determinarlo il legislatore, non chi
è deputato al controllo di costituzionalità! Questi non sono temi di costituzionalità,
ma appartengono per loro natura al dibattito democratico, al parlamento». Le
contraddizioni evidenti sono almeno un paio: «Sul conflitto di attribuzioni con
la Cassazione sollevato dal parlamento sul caso Englaro, la Corte ha deciso di
ritenere inammissibile il ricorso e di non entrare nel merito. Così ha permesso
che la sentenza di un tribunale determinasse la morte di una persona. Nel caso
della Legge 40 invece ha fatto esattamente l'opposto: è entrata nel merito, in
un modo che sembra voler obbligare il parlamento a seguire una determinata
strada». Che pare senza alternative, per via dell'altra grande contraddizione
della sentenza: si toglie la norma sui tre embrioni, ma si lascia il divieto di
congelamento. Due cose che non possono stare insieme. La volontà di forzare la
mano al parlamento sembra palese. «I dubbi a questo punto diventano legittimi.
A pensar male si fa peccato, ma ogni tanto ci si azzecca. Io mi auguro che non
sia così, ma sono molto preoccupato». Lupi difende a spada tratta la normativa
approvata dal parlamento: «Da quel che si legge sui giornali, la Corte avrebbe
bocciato l'articolo sui tre embrioni perché contrario al diritto alla salute
della donna. Ma una delle grandi motivazioni alla base di quell'articolo è
proprio la difesa della salute e della dignità della donna. Limitare la
fecondazione a tre embrioni evita alle donne italiane di essere sottoposte a
stimolazioni ormonali dannose per la salute. E difende un altro grande
principio fondamentale stabilito dalla Costituzione: la difesa della vita umana
e della sua inviolabilità. Insieme al divieto di diagnosi preimpianto,
l'articolo mira a evitare il diffondersi di pratiche eugenetiche. E questo anche la sentenza della Corte ha dovuto ammettere che è
perfettamente costituzionale». Agire secondo ragione L'altra questione che preoccupa
parecchio Lupi è il dibattito sulla "laicità" delle leggi che la
sentenza della Corte ha innescato. «La Legge 40 è massima espressione di
laicità. Se fossero stati coerenti con la dottrina morale, i
parlamentari cattolici quella legge non avrebbero dovuto votarla, perché per la
Chiesa la vita deve sempre nascere da un atto di amore fra un uomo e una donna
e non da un intervento tecnico. Ma fu proprio per un atto di realismo, di
disponibilità, di incontro, quindi di grande laicità, che ci si impegnò a
produrre una legge che mettesse fine al far west della fecondazione assistita
in Italia. Tirare in ballo lo Stato etico, vuol dire alzare i toni e non
comprendere che siamo tutti chiamati al senso di responsabilità per il bene del
paese». Inevitabilmente il pensiero corre all'eccitato intervento di Gianfranco
Fini a favore della sentenza e contro lo spirito della Legge 40, da lui
giudicata irrispettosa della laicità dello Stato. Un presidente della Camera
che saluta una sentenza che disconosce in parte quanto discusso e deciso dalla
Camera. Una circostanza paradossale. «Non mi spaventa e non mi dà fastidio che
Fini esprima un punto di vista diverso dal mio. Già in occasione del referendum
sulla legge si pronunciò in modo coerente con le idee espresse oggi e si
schierò su alcuni punti per l'abrogazione. è normale che un uomo politico
importante come lui abbia idea personali sulla materia, ed è normale che io le
critichi non condividendole. Laddove però questo giudizio diventasse un monito
al parlamento, chiamato a legiferare in modo diverso da quanto ha fatto in nome
di una fantomatica laicità, allora mi preoccuperei. Chi decide qual è la
laicità e quand'è che non è rispettata? Questo comunque fino ad ora non è
successo, e sono certo, perché ci lavoro insieme, che Fini nell'esercizio delle
sue funzioni di presidente della Camera garantirà il massimo dell'autonomia e
del giudizio da parte del parlamento». «Nei dibattiti televisivi mi arrabbio
molto quando mi dicono che non sarei un laico e seguirei i dettati della
Chiesa. Perché nell'esercizio delle mie responsabilità parlamentari io rifletto
e agisco secondo ragione e sono aperto a tutte le sollecitazioni che mi
giungono da chi la pensa diversamente da me. Questa continua deformazione del
principio di laicità è uno dei più grandi problemi della nostra società,
inquina qualsiasi dibattito politico. Ci sono ideali e valori che motivano il
mio impegno in politica. Voglio affermarli nel confronto serio e libero con gli
altri. Mi faccio interrogare dalle opinioni espresse dal parlamento ma anche
dalle opinioni espresse dalla società civile, compresa la Chiesa cattolica».
Una buona legge sul fine vita Quanto a eventuali correzioni della Legge 40,
Lupi esclude di ricoinvolgere il parlamento. «Credo che il parlamento non debba
fare assolutamente nulla. Lascerei al governo, presa visione del dispositivo
della sentenza, il compito di adattare le linee guida della legge. Non
riaprirei un conflitto sulla Legge 40, perché su di essa si è già espresso il
popolo mediante referendum. In parlamento lavorerei rapidamente per cercare di
fare una buona legge sul fine vita. Dopodiché cercherei invece di affrontare
tutti i grandi problemi che il paese ha, che non sono solo questi legati alla
bioetica».
(
da "Tempi"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
I
giudici fanno politica Il ritmo della politica è ormai tolto dal legame tra
elettorato, Parlamento ed esecutivo, che in regime democratico è invece la
chiave di evoluzione dei rapporti tra gli organi costituzionali di Gianni Baget
Bozzo Il principale problema della politica italiana dagli anni Ottanta in poi
è stato l'impossibilità di modificare la Costituzione del '47. Il documento costituzionale presentava due problemi. Uno era l'estensione
della parte dottrinale del testo, concepita come una rivoluzione ideale dalla
cultura cattolica di sinistra che dominava l'attività costituente della
Democrazia cristiana e dai comunisti, che però in questa materia seguirono
piuttosto la linea dossettiana che una propria ispirazione. Questa concezione
ha dato al documento costituzionale un carattere
ideologico che ha contribuito a creare il mito della sua sacralità, un processo
che non è avvenuto in nessun altro paese europeo, neanche nella Germania
federale, dove pure la Costituzione è stata scritta dopo un'esperienza
totalitaria. Il secondo grave difetto della Costituzione italiana deriva dal
fatto che i costituenti erano orientati più verso un regime assembleare che non
verso un regime parlamentare. E infatti non regolarono in alcun modo i rapporti
tra governo e Parlamento in modo da garantire la stabilità degli esecutivi. Vi
era già l'idea, che ebbe poi corso nella storia della Repubblica, che fossero i
partiti a garantire la composizione e la stabilità dei governi. E infatti è
questo che è sempre avvenuto, sino a quando, nel 1993, i partiti storici
occidentali sono stati rimossi, l'immunità parlamentare abolita e il Parlamento
sottomesso al potere dei procuratori della Repubblica. Da quel momento hanno
iniziato a crescere le istituzioni: a partire dal presidente della Repubblica,
che è divenuto, oltre le intenzioni dei costituenti e oltre il testo della
Costituzione, il decisore ultimo della politica del governo. Hanno assunto un
peso sempre più rilevante anche le cariche dei presidenti delle assemblee
parlamentari, in maniera corrispondente alla logica del regime assembleare che
era il fondo del pensiero dei costituenti. In nessun altro parlamento europeo
esiste il concetto di "terzietà" del capo dello Stato rispetto
all'esecutivo, concetto che viene invece enunciato come una forma propria della
Repubblica italiana. Anche la Corte costituzionale in Italia ha assunto un
rilievo diverso da quello che hanno le corrispondenti corti europee, ed è
divenuta in pratica l'ultima istanza della legittimità della politica, mettendo
in pratica quella dimensione di sacralità che il carattere ideologico della Costituzione
conferisce all'organo che ne rappresenta la logica. Sicché nel nostro
paese il ritmo della vita politica è tolto dal rapporto tra corpo elettorale,
Parlamento e governo, che in un regime democratico dovrebbe invece costituire
la chiave di evoluzione dei rapporti tra gli organi costituzionali. Se poi a
tutto questo si aggiunge il fatto che la magistratura è divenuta nel suo organo
di autogoverno un potere politico di indirizzo generale, si comprende il motivo
per cui si può dubitare che la Repubblica italiana sia una democrazia nel senso
ovvio del termine, ed è lecito considerare la Repubblica italiana come il
governo delle istituzioni non elette dal popolo. Non un governo popolare,
insomma, ma un governo delle istituzioni. E, visto il ruolo di fatto assunto
dalla Corte costituzionale, il regime politico
italiano si può definire come un governo dei giudici.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
(
da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CANONI
DEPURAZIONE: ADUSBEF, AL VIA DOMANDE RIMBORSO 08/04/2009 10.40.31 [Basilicata]
âNella battaglia che abbiamo ingaggiato
per la restituzione dei canoni pagati negli ultimi dieci anni dagli utenti che
non hanno fruito del servizio di depurazione, in attuazione della
sentenza della Corte Costituzionale n.335/08, registriamo, finalmente, un
rilevante riconoscimento da parte dei dirigenti di Aato Basilicata ed
Acquedotto Lucano che sulla questione hanno dovuto ammettere, con un comunicato
stampa congiunto, lâ
esecutività della sentenzaâ. Eâ quanto sostiene Vittoria
Marzioni, presidente dellâ Adusbef rilevando che âperò² non
siamo soddisfatti dellâatteggiamento assunto dai manager degli Enti
idrici che puntano a recuperare tempo rinviando ad un nuovo atto del
Ministero dellâAmbiente sui criteri
e i parametri da utilizzare per la restituzione della quota non più¹ dovuta.
Secondo quanto ci è¨ stato comunicato â aggiunge - solo
successivamente allâemanazione di decreti attuativi lâAato
determinerà
lâimporto da rimborsare, e sempre secondo
quanto ci è¨ stato comunicato, a decorrere dal 1 ottobre 2009, nel termine
massimo di cinque anni. Come abbiamo già fatto nei confronti del Governo
â dice Marzioni â diffidiamo Aato e AL dal compiere un colpo di
mano per svuotare gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale
n.335/08, che riconosce la restituzione dei canoni pagati negli ultimi dieci
anni dagli utenti (e non cinque come sostengono i due Enti lucani) che non
hanno fruito del servizio di depurazione. Ribadiamo lâinvito ai presidenti ATO e AL di dare
applicazione alla sentenza, restituendo il canone depurazione indebitamente
pagato da tutte le utenze non collegate a tale servizio e di rendersi
disponibili a un tavolo di confronto con le Associazioni dei Consumatori
per definire le modalità di risarcimento. Invitiamo inoltre le famiglie
aventi diritto, che hanno indebitamente pagato, in media, 75 ⬠lâanno, a inoltrare ai presidenti ATO e
AL la domanda di restituzione. Per maggiore assistenza è¨ possibile
rivolgersi presso le nostre sedi, dove è¨ stato predisposto un apposito modulo
di domanda da firmare. bas 02
(
da "Nuova Ecologia.it,
La" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
«Denigrati
da Berlusconi e Impregilo» Al Csm fascicolo per i pm di
Napoli Il Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm titolari dell'inchiesta sui
rifiuti, che sarebbero stati "denigrati" dal presidente del Consiglio
e dai vertici di Impregilo durante la manifestazione per l'inaugurazione
dell'inceneritore di Acerra L'amarezza dei magistrati napoletani Traffico di
rifiuti nel viterbese Il Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm di
Napoli, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, titolari dell'inchiesta sui rifiuti,
che secondo un documento approvato a larga maggioranza dai magistrati
dell'ufficio e sottoscritto dallo stesso procuratore Giandomenico Lepore,
sarebbero stati "denigrati" dal presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi e dai vertici di Impregilo durante la manifestazione per
l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra. Il fascicolo è stato assegnato al
togato di Magistratura democratica Livio Pepino. Il primo atto sarà l'acquisizione
degli articoli dei giornali che hanno riportato le affermazioni del premier e
dell'amministratore di Impregilo per verificare se effettivamente siano andate
oltre il legittimo diritto di critica. "I rappresentanti delle istituzioni
e l' amministratore della azienda Impregilo hanno pubblicamente esaltato come
'veri eroi' i dirigenti della azienda che ha realizzato l'impianto ed hanno poi
sostenuto che gli 'eroi'' della azienda privata sono stati ostacolati nel
proprio compito" dalle iniziative della magistratura - hanno scritto le
toghe di Napoli nel documento inviato al Csm - La Procura della Repubblica di
Napoli e, più in generale, la autorità giudiziaria della nostra città, sono
state additate quali cause principali dei gravissimi problemi che hanno
determinato l'insorgere della stato di emergenza, a Napoli e in Campania, nel
settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti". Di qui la
richiesta dell'intervento del Csm. 08 aprile 2009 - TAG: Rifiuti | Campania |
Csm |
(
da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA
- Retromarcia del governo sulle ronde. Fortemente volute
dalla Lega e altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e criticate dal
Csm e dai sindacati di polizia, sono state stralciate dal decreto. Il governo
ha accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza
all'esame della Camera. La decisione è stata ufficializzata nella conferenza
dei capigruppo di Montecitorio. Soddisfatta l'opposizione, che
interromperà il suo ostruzionismo, consentendo di dare il via libera al testo a
Montecitorio entro la giornata di oggi. Da punto di vista tecnico, sarà un
emendamento della commissione a cancellare dal decreto sicurezza la norma. Le
norme poi verranno molto probabilmente inserite in un disegno di legge di cui
il governo chiederà l'esame quanto prima già nella riunione dei capigruppo
prevista per questo pomeriggio. "Quando prevalgono la saggezza e la
ragionevolezza non vince nessuno ma sono tutti a vincere", spiega il
capogruppo del Pd Antonello Soro. "Siamo molto soddisfatti - sostiene
Michele Vietti (Udc) - che il governo abbia cambiato parere su una nostra
proposta molto ragionevole. Grazie al nostro ostruzionismo salta un macigno e
ora siamo impegnati nell'accelerare l'esame del testo". Polemico, invece,
il ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Nessun passo indietro,
metteremo la fiducia probabilmente lunedì 20 aprile. L'atteggiamento della
sinistra ci costringe a un voto di fiducia che è figlio di un'inutile e sterile
polemica". OAS_RICH('Middle'); (8 aprile 2009
(
da "Centro, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Iannuzzi
sotto accusa Sull'immunità deciderà la Consulta MILANO. Il
giudice monocratico di Milano ha chiesto alla Corte costituzionale l'annullamento della delibera della Giunta del Senato che ha
dichiarato l'insindacabilità delle opinione espresse dall'ex senatore Lino
Iannuzzi in due articoli. L'ex parlamentare e giornalista era stato querelato
per diffamazione dagli ex pm del processo Andreotti, tra cui Giancarlo Caselli.
Gli atti del processo sono stati trasmessi dal giudice alla Consulta,
sollevando il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Iannuzzi é
accusato di diffamazione per due articoli pubblicati su «Il Giornale»
intitolati rispettivamente «Genesi di una persecuzione» e «Gli intoccabili in
toga». Ieri il pm Elisa Moretti ha sollevato la questione del conflitto di
attribuzione tra poteri, ritenendo che gli scritti dell'ex senatore non
rientrino nell'immunità parlamentare.
(
da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ENERGIA:
DIGILIO (PDL), CORTE COSTITUZIONALE BOCCIA REGIONE 08/04/2009 11.54.58
[Basilicata] Il procedimento semplificato per la costruzione e l'esercizio di
impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili,
sulla base di una denuncia di inizio di attività (DIA), anziché©
dell'apposito provvedimento di autorizzazione, come aveva stabilito la Regione
Basilicata con la legge regionale n.31 del 24 dicembre 2008 (disposizioni di
bilancio) è¨ in contrasto con la legislazione nazionale e comunitaria in
materia. Lo sottolinea il sen. Egidio Digilio (Pdl), componente della XIII
Commissione del Senato (Ambiente-Territorio) riferendo che la Corte
Costituzionale con sentenza pubblicata sulla G.U. (sezione speciale) dellâ1 aprile u.s. ha accolto il ricorso
per questione di legittimità costituzionale depositato
in cancelleria il 3 marzo 2009 dal Presidente del Consiglio dei Ministri. La
Giunta regionale della Basilicata â
commenta il sen. Digilio â ha ricevuto una lezione non solo di natura costituzionale ma anche politica perché© ha tentato di
attestare competenze e funzioni, sicuramente in previsione dellâentrata in attività della SEL, a cui dare
carta bianca in materia di impianti di fonti energetiche alternative al
petrolio, che non le appartengono perché© stravolgono normative comunitarie e
nazionali. Il dispositivo della sentenza prevede che gli impianti di
combustione con potenza termica di combustione superiore a 50 MW, anche
alimentati da fonti rinnovabili, rientrano nell'attività di cui al punto
1.1. dell'allegato 1 della direttiva 96/61/CE e sono soggetti al rilascio di
un'autorizzazione in forma scritta a norma dell'articolo 2 della direttiva
stessa. La norma impugnata che invece avrebbe autorizzato la messa in esercizio
di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili,
soggetti alla direttiva IPPC, sulla base di una semplice DIA, anziché© in
seguito ad apposito provvedimento di autorizzazione rilasciato
dall'autorità competente â
è¨ pertanto considerata in contrasto con la legislazione nazionale e
comunitaria in materia. bas 02
(
da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
POLITICA
08-04-2009 PRIME OSSERVAZIONI SULLA PRONUNCIA DELLA CONSULTA SULLA LEGGE 40 Due
interventi evitabili e un rischio di troppo FERNANDO SANTOSUOSSO* L e notizie
finora giunte sulla decisione della Corte Costituzionale sui limiti di
accoglimento del ricorso in tema di fecondazione assistita non consentono
ancora una valutazione esauriente della effettiva portata dell'intervento, che
sarà quindi possibile solo sulla base della prossima motivazione. È tuttavia
consentito fare alcune osservazioni sulla incidenza che tale sentenza determina
su tre punti della legge n.40 del 2004. Su due di questi punti non sembra che
fosse necessaria una dichiarazione di illegittimità costituzionale,
dal momento che i relativi dubbi di correttezza della predetta legge potevano
essere superati mediante una mera interpretazione adeguatrice. Il primo di essi
è quello delle parole «unico e contemporaneo impianto» degli embrioni prodotti
ai sensi dell'art.14, comma 2. Come ho più volte sostenuto nei miei precedenti
scritti, la «contemporaneità» dell'impianto non risulta essere stata prevista
in maniera estremamente rigorosa, tenuti presenti i principi generali della
«gradualità» e delle minori «gravosità e invasività» per i destinatari delle
tecniche, nonché delle possibili sospensioni delle stesse tecniche per motivi
di salute della donna. Si possono quindi tollerare più impianti degli embrioni
legittimamente prodotti. La seconda e più evidente possibilità di
interpretazione adeguatrice riguarda (l'art.14, comma 3) il punto in cui,
secondo la Corte, non sarebbe previsto che il trasferimento degli embrioni deve
sempre tener conto delle condizioni di salute della donna. In realtà, poiché
questa norma stabilisce l'impossibilità del trasferimento in utero degli
embrioni «per grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato
di salute della donna», ne deriva che, permanendo o risorgendo questo
impedimento, non può proprio verificarsi l'ipotesi di un «trasferimento da
realizzare non appena possibile», prevista nel solo caso in cui sia certo il
«non pregiudizio per la salute della donna». Non resta che il terzo punto,
quello relativo al numero degli embrioni e al momento della loro produzione. La
Corte ha ritenuto illegittime le parole dell'art.14, comma 2 sul limite degli
embrioni «non superiore a tre». In proposito va premesso che, dopo che
l'impianto dei primi tre embrioni si sia dimostrato insufficiente alla
fecondazione, è certamente consentito ripetere più volte dette operazioni con
la produzione di altri embrioni, sia pure mediante successive stimolazioni
ovariche. Con l'intervento operato dalla Corte, c'è il rischio di una deriva
demolitoria. Che in forza degli intatti principi della legge 40 come è già
stato spiegato su queste colonne non è affatto inevitabile, ma che
s'inizierebbe se si rendesse davvero possibile produrre ogni volta e senza
limiti un gran numero di embrioni, da congelare ancora in spregio a limiti e
divieti anti-far west fissati dalla legge ai fini di ripetuti tentativi di fecondazione.
Viene proprio da chiedersi come sia possibile prefigurare un simile esito. Da
questo nuovo sistema (che non si capisce come possa essere definito da qualcuno
«migliore per le donne») certamente deriverebbero infatti almeno due gravi
conseguenze: a) crescerebbe, cioè, illimitatamente il numero degli embrioni
crioconservati, dei quali pochi sarebbero utilizzati da quella coppia e molti
quelli con destinazioni incerte ed esiziali per gli embrioni stessi, b) si
renderebbero più facili, e addirittura quasi obbligate, delle libere operazioni
di selezione dell'embrione più gradito per la fecondazione, aprendosi così una
pericolosa deriva eugenetica, che l'art.13, comma 2, della
legge giustamente proibisce. Non si può certo sostenere che questa legge sia
perfetta, ma non sembra che i punti toccati dalla Corte rientrino fra quelli
che meriterebbero un perfezionamento. *Vicepresidente emerito della Corte
Costituzionale
(
da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA
08-04-2009 Rifiuti, al Csm pratica antipremier ROMA. Il Csm
ha aperto la pratica a tutela dei pm di Napoli, Giuseppe Noviello e Paolo
Sirleo,titolari dell'inchiesta sui rifiuti, che secondo un documento approvato
a larga maggioranza dai magistrati dell'ufficio e sottoscritto dallo stesso
procuratore Giandomenico Lepore, sarebbero stati «denigrati» dal
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dai vertici di Impregilo durante
la manifestazione per l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra. Il fascicolo
è stato assegnato al togato di Magistratura democratica Livio Pepino. Il primo
atto sarà l'acquisizione degli articoli dei giornali che hanno riportato le
affermazioni del premier e dell'amministratore di Impregilo per verificare se
effettivamente siano andate oltre il legittimo diritto di critica.
(
da "Giorno, Il (Milano)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
LA
PREVIDENZA pag. 27 Due anni retribuiti anche ai figli conviventi con un
genitore portatore di handicap grave SE NON VI SONO ALTRI SOGGETTI IN GRADO DI
ASSISTERLO MILANO IN UNA RECENTE circolare (la n. 41 del 16 marzo 2009) l'Inps,
adeguandosi a una sentenza emessa dalla Corte
Costituzionale, ha riconosciuto il diritto al congedo retribuito di due anni ai
figli conviventi con un genitore portatore di un handicap grave, se non vi sono
altri soggetti in grado di assisterlo. Per l'assistenza di parenti o affini
portatori di handicap grave la legge prevede un congedo straordinario della
durata massima di due anni, durante l'arco della vita lavorativa,
frazionabile a mesi, a settimane o a giorni. Il congedo è retribuito con
un'indennità, pari alla retribuzione percepita nell'ultimo mese di lavoro che
precede il congedo (comprensiva del rateo di tredicesima mensilità, altre
mensilità aggiuntive, gratifiche, indennità, premi). La retribuzione così
determinata e sulla quale viene calcolata l'indennità (giornaliera, mensile o
annuale) non può essere superiore al massimale fissato dalla legge; tale
massimale è pari per l'anno 2009
a 43.276,13 euro, riproporzionato a giorno, mese, anno.
In pratica l'indennità è calcolata su un massimale di 32.538,00 euro annui. GLI
INTERESSATI Possono ottenere il congedo: a) il coniuge, se convivente, anche se
separato, con il portatore di handicap; b) i genitori, naturali o adottivi
della persona con handicap grave; al di là della convivenza con quest'ultimo;
il beneficio spetta in via alternativa alla madre o al padre, con l'ovvia
conseguenza che il beneficio non può essere utilizzato contemporaneamente da
entrambi i genitori; c) fratelli o sorelle, se conviventi con la persona
disabile, se entrambi i genitori sono deceduti o totalmente inabili e se il
fratello è coniugato e convive con il coniuge, solo nel caso in cui
quest'ultimo non presti attività lavorativa o sia lavoratore autonomo; d) i
figli, se conviventi con il genitore con handicap grave, a condizione che
l'eventuale coniuge del genitore o gli eventuali fratelli o figli conviventi
abbiano esplicitamente rinuciato al congedo o non ne abbiano diritto. LA
DOMANDA La domanda per ottenere questa prestazione va presentata alla sede Inps
della propria località di residenza sugli appositi moduli in duplice copia; una
di queste copie, timbrata dall'Ente di previdenza, dovrà essere restituita
all'azienda che provvederà ad anticipare la prestazione. Sulla domanda deve
essere ovviamente indicato il periodo di congedo di cui s'intende fruire e deve
essere allegata una dichiarazione degli altri possibili beneficiari di non aver
fruito del congedo. All'istanza va allegata la documentazione relativa al
riconoscimento della gravità dell'handicap, a suo tempo rilasciata dalla Asl, e
una dichiarazione circa il fatto che non sono intervenute nel frattempo
variazioni nel riconoscimento della gravità dell'handicap stesso. Salvatore
Martorelli
(
da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA
- Retromarcia del governo sulle ronde e secca bocciatura sull'esecuzione
dell'espulsione degli immigrati. Momenti difficili per l'esecutivo a Montecitorio
dove l'aula sta esaminando il dl sicurezza. Fortemente
volute dalla Lega e altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e
criticate dal Csm e dai sindacati di polizia, le ronde sono state stralciate
dal decreto. Il governo, infatti, davanti all'ostruzionismo dell'opposizione,
ha accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di
sicurezza all'esame della Camera. Soddisfatta l'opposizione. Che, poco
dopo, ha incassato un nuovo successo. L'aula infatti ha approvato a scrutinio
segreto gli emendamenti del Pd e dell'Udc al decreto che sopprimono l'articolo
del testo sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati. Gli emendamenti
miravano alla soppressione dell'articolo 5 del decreto legge, che aumentava a
180 giorni il tempi di permanenza nei Cpt degli immigrati. Gli emendamenti sono
passati con 232 voti a favore, 225 contrari e 12 astensioni (compresi alcuni
dipietristi, cosa che ha scatenato l'irritazione del Pd). Prevedibile l'ira
della Lega che dopo lo stop sulle ronde deve incassare una nuova sconfitta. Non
a caso il Carroccio parla di "tradimento" e punta il dito contro
almeno 20 deputati del Pdl nella votazione a scrutinio segreto si sono
schierati con l'opposizione. OAS_RICH('Middle'); "Questo voto conferma che
c'è una parte della maggioranza per cui conta l'adesione alle regole della
civiltà del nostro Paese e che non si lascia dettare l'agenda dalla Lega"
commenta Antonello Soro, capogruppo del Pd. Tornando alle ronde, da punto di
vista tecnico, sarà un emendamento della commissione a cancellare dal decreto
sicurezza la norma. Le norme poi verranno molto probabilmente inserite in un
disegno di legge di cui il governo chiederà l'esame quanto prima già nella
riunione dei capigruppo prevista per questo pomeriggio. "Quando prevalgono
la saggezza e la ragionevolezza non vince nessuno ma sono tutti a
vincere", spiega il capogruppo del Pd Antonello Soro. "Siamo molto soddisfatti
- sostiene Michele Vietti dell'Udc - che il governo abbia cambiato parere su
una nostra proposta molto ragionevole. Grazie al nostro ostruzionismo salta un
macigno e ora siamo impegnati nell'accelerare l'esame del testo".
Polemico, invece, il ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Nessun passo
indietro, metteremo la fiducia probabilmente lunedì 20 aprile. L'atteggiamento
della sinistra ci costringe a un voto di fiducia che è figlio di un'inutile e
sterile polemica". (8 aprile 2009
(
da "Panorama.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
-
Italia - http://blog.panorama.it/italia - Processo alla giustizia. Se il
magistrato va fuori di toga Posted By redazione On 8/4/2009 @ 10:41 In
Headlines, NotiziaHome | 1 Comment di Anna Maria Greco Sorpresa, stupore
almeno. Esaminando alcuni dei fascicoli dei magistrati al vaglio del Csm
(Consiglio superiore della magistratura) per la valutazione della carriera
delle toghe, ci si chiede come finora abbiano potuto alcune di loro avanzare
nella carriera, malgrado curricula pieni di macchie: condanne disciplinari,
processi penali, sanzioni, esposti, cartelle cliniche per gravi disturbi.
Tutto, senza serie conseguenze. Fino ad arrivare ai livelli più alti. Qualche
esempio? Maddalena C., consigliere di Cassazione ambisce a funzioni direttive
superiori. Però emerge che pur essendo dal 2000 l'unico giudice del
lavoro in un tribunale sardo, non sa lavorare. Causa gravi problemi
all'ufficio, perché gestisce gli affari con "confusione e disordine",
dimostra "carenza di equilibrio", fa errori nei provvedimenti e
trascura formazione e aggiornamento professionale. La qualità del suo lavoro è
"non soddisfacente", per il consiglio giudiziario. E poi predilige le
sentenze "non definitive", quelle che decidono solo alcuni capi della
controversia, allungando i tempi dei processi e dilatando i costi. Sentenze che,
puntualmente, vengono impugnate e nella maggioranza dei casi bocciate in
appello. Pensare che negli anni passati ha collezionato solo elogi. Ma stavolta
il Csm non le riconosce la "necessaria capacità professionale" per
essere promossa. La lascia al suo posto dove continuerà a fare, male, il
giudice del lavoro. E questo è solo uno dei tanti casi eclatanti. Aveva ottimi
pareri dei consigli giudiziari il magistrato di Cassazione Fulvio V., giudice a
Roma. Ma era stato condannato dalla sezione disciplinare perché, con un errore "macroscopico
e incontrovertibile" in una sentenza, aveva dato ragione a una società poi
fallita, causando un danno economico allo Stato di 30 miliardi di lire.
"All'imperizia" si legge nel suo fascicolo "si aggiunge la grave
approssimazione e la negligenza grave". Possibile che finora nessuno si
sia accorto di lacune così profonde? Anche perché il magistrato era finito
un'altra volta di fronte al tribunale delle toghe, per gravi ritardi nel
deposito di svariate sentenze, ma era stato assolto in virtù della "grande
laboriosità" dimostrata in precedenza. Al Csm, per le funzioni direttive,
l'hanno fermato. È andata meglio a Giuliana B., magistrato d'appello in un
tribunale marchigiano: censurata dalla disciplinare perché da pm aveva
dimenticato di denunciare la sua incompatibilità in procedure di aggiudicazione
che potevano interessare una società di costruzioni di cui era socia con marito
e fratello, ha ottenuto ugualmente la nomina in Cassazione. "Il disvalore
delle condotte censurate" per il Csm è stato messo in secondo piano dalle
valutazioni positive avute sul suo lavoro. Per una bocciatura ci vogliono
storie clamorose. Quella di Giulio L., per esempio, che a novembre è stato
dispensato dal servizio per "sopravvenuta inettitudine". Avvocato e
curatore di collane giuridiche, nel 2004 è diventato consigliere di Cassazione
"per meriti insigni". Ma subito sono fioccate lamentele e proteste:
in camera di consiglio non era all'altezza della discussione, le sue sentenze
erano incomplete, fraintendeva le questioni, non le approfondiva. Nessun
presidente lo voleva nel proprio collegio. Il plenum del
Csm l'ha "licenziato" per "incapacità assoluta di affrontare il
giudizio di legittimità" e "scarsissima diligenza" nelle
sentenze. Un caso più unico che raro. Che alimenta anche sospetti sullo spirito
corporativo nel Csm: si potrebbe pensare che è più facile essere severi con un
ex avvocato che con un magistrato di carriera. Anche per Assunta M.,
della Corte d'appello di Milano, Palazzo de' Marescialli ha valutato la dispensa
per "sopravvenuta inettitudine". Forte depressione, mesi di congedo
straordinario e di aspettativa, eccessivi tempi di deposito delle sentenze,
numero dei provvedimenti "molto inferiore allo standard richiesto",
due procedimenti disciplinari per i ritardi nel lavoro (per uno c'è stata
l'assoluzione, mentre l'altro è ancora in corso): e il Csm l'ha lasciata al suo
posto. Idem per Cinzia S., giudice in Sicilia, affetta da grave anoressia che
non le permetteva di lavorare per lunghi periodi. Di storie ce ne sono tante.
Vittorio S., magistrato d'appello, speculava comprando case popolari e
rivendendole in barba alla legge. Sotto processo per truffa aggravata,
concussione, evasione fiscale, si è salvato grazie alla prescrizione. Il Csm
non gli ha riconosciuto il V livello, ma il IV sì. E in Liguria è sempre lì a
giudicare gli altri. Ve lo immaginate un magistrato per i minorenni che
aggredisce una signora sul molo del porto per un banale diverbio e picchia
anche il marito, insultando pesantemente entrambi? Pietro C., giudice per i
minorenni in Basilicata, l'ha fatto, poi ha negato, inventando di essere stato
colpito per primo con una pagaia, ha poi giocato d'anticipo con querele e
denunce contro le vittime e mai si è giustificato. "Solo una personalità
priva del necessario, minimo equilibrio" si legge negli atti "può
manifestarsi in una reazione così arrogante e sproporzionata". La nomina
in Cassazione non l'ha avuta. C'è, poi, chi non si arrende facilmente alla
sconfitta: Giuseppe M., giudice in Sicilia, ha fatto ricorso straordinario al
capo dello Stato contro la dispensa dal servizio. Una perizia lo descrive come:
aggressivo, arrogante, narcisista, autoritario. Diagnosi dello psichiatra:
disturbo della personalità. Ricorso irricevibile per il Csm, ma la vicenda si
chiude solo dopo anni di comportamenti "pazzeschi" in ufficio. Giulio
D., giudice in Liguria, è stato bloccato sulla strada della corte d'appello
perché ha avuto due procedimenti disciplinari (con la perdita di 2 anni di
anzianità), dopo due processi penali, uno dei quali l'ha condannato a 1 anno e
4 mesi di carcere. Si occupava di fallimenti ed era stato accusato di avere
fatto una nomina in cambio di 27 milioni di lire e della promessa di ulteriori
50. La corruzione non è stata provata ma diverse anomalie sì, compresa la
falsificazione di un atto giudiziario. Ma forse, è la professione che è un po'
scaduta. Al punto che Sandra L., chiromante e sensitiva nota in tv come
"la Maga della Toscana", ha chiesto di fare il giudice onorario. Il
Csm, però, ha avuto il pudore di rigettare la domanda. In realtà dal 30 luglio
2007, quando la riforma Mastella dell'ordinamento giudiziario ha introdotto,
fra l'altro, un nuovo sistema di valutazione dei magistrati, la parola d'ordine
per gestire le carriere delle toghe dovrebbe essere meritocrazia. Ma il Csm si
trova ad applicare i nuovi criteri tra mille problemi. Basta con la carriera
automatica per anzianità, ma sette esami di professionalità, uno ogni 4 anni.
La progressione in carriera si decide sulla base della storia di ogni
magistrato, di eventuali condanne disciplinari o penali, dei pareri dei capi
degli uffici e dei 26 consigli giudiziari di tutt'Italia; e anche dell'analisi
a campione di provvedimenti e verbali di udienza. Le difficoltà non mancano,
anche perché non ci sono ancora standard medi di produttività né i necessari
parametri di efficienza che dovrebbero permettere al Csm una valutazione
trasparente e omogenea. E poi è difficile fare piazza pulita, in un colpo solo,
di consolidate logiche correntizie e spartitorie che per troppi anni hanno
dominato. Lavoro in salita, dunque, quello dell'organo di autogoverno della
magistratura in questa fase di transizione. A Palazzo de' Marescialli i nodi
vengono al pettine. A decidere dell'idoneità per uno dei sette livelli è la IV
commissione, competente per la progressione di carriera. La V attribuisce gli
incarichi direttivi e semidirettivi. E la VII si occupa dell'organizzazione
degli uffici giudiziari, con delibere che entrano nel fascicolo di ogni
magistrato da valutare. Su migliaia di pratiche in esame (sono 2.213 le
definite e 282 quelle pendenti dal 1 settembre 2007 a oggi) quelle che
contengono una bocciatura sono poche decine. Dal giugno 2005 i magistrati che
non hanno avuto nomine e promozioni sono solo 39; altri otto hanno il parere
negativo della commissione ma non ancora quello finale del plenum. Rarissime,
poi, le dispense dal servizio: cinque definitive e due pendenti nell'ultimo
anno e mezzo. "Invertire la tendenza non è facile" conferma Celestina
Tinelli, presidente della VII sezione del Csm, membro laico del Pd,
"perché interveniamo in una situazione già fortemente pregiudicata e
rimane la difficoltà dei magistrati a giudicare sui loro colleghi. Fino a ieri
non è stato esercitato il dovuto controllo, anche per la mancanza di norme.
Adesso gli strumenti ci sono (anche se ho qualche perplessità, per esempio, sul
fatto che dopo il 28 anno di servizio cessano le valutazioni), molto dipenderà
da come il Consiglio saprà usarli". Spiega il laico del Pdl Michele
Saponara, membro della IV e V commissione: "Siamo ancora in fase di
rodaggio. L'anzianità non pesa più come una volta, deve prevalere il giudizio
su professionalità ed efficienza. Ed è molto importante, per una seria
valutazione dei magistrati, la nuova responsabilità che in questo campo hanno i
capi degli uffici". Quanto ai pareri dei consigli giudiziari, dove più
forti sono i condizionamenti locali, la tendenza è (o almeno era) quella di
descrivere quasi tutti con un profluvio di lodi per "laboriosità", "diligenza",
"preparazione". "Troppo spesso" sostiene il laico di
centrosinistra Mauro Volpi "a questo livello le valutazioni sono positive
e non si può aderirvi senza spirito critico. C'è anche il sospetto che, visto che
il 90 per cento delle toghe è iscritto a una delle correnti, possa essere
penalizzato quel 10 per cento che è fuori da tutto". Per Cosimo Ferri,
togato di Magistratura indipendente e membro di IV e V commissione, le
valutazioni dovranno fondarsi "sempre di più su elementi precisi, in modo che
le scelte del Csm siano trasparenti e fondate su criteri di meritocrazia,
professionalità e competenza". Solo così, sottolinea, "si potrà
evitare che l'invadenza delle correnti degeneri e, magari, provochi un danno a
chi ha scelto di mantenersi distante da queste logiche".
(
da "Denaro, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Professioni
giustizia Oua: Giudici laici da valorizzare Il presidente Maurizio de Tilla:
Non più rinviabili seri interventi di riforma "In Italia a fianco degli
8.000 magistrati togati lavorano circa 12.000 giudici onorari. A questi sono
affidati un milione cinquecentomila processi civili e penali. L'impegno dei
giudici laici (od onorari) non è più un'emergenza o una soluzione temporanea
del nostro sistema giudiziario: è una realtà importante. Non sono più
rinviabili seri interventi di riforma del settore". Lo sostiene Maurizio
de Tilla, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura. giovanni capozzi
L'Oua scende in campo a sostegno dei magistrati laici. Il presidente Maurizio
de Tilla, presidente Oua, è intervenuto al Congresso Nazionale della Magistratura
Onoraria sul tema "L'altra toga, cronaca di una riforma annunciata...10
anni dopo", organizzato presso il Csm. "E' bene
ricordare dice de Tilla - che la magistratura laica (od onoraria) svolge una
piena attività giurisdizionale di pari livello ed impatto per i cittadini. Per
questa ragione, ritieniamo che sia necessario per questo settore, sulla base
del progetto elaborato dall'avvocato Giuseppe Chiaia Noya, coordinatore
della specifica Commissione dell'Oua, che si prevedano efficienti strutture
organizzative e logistiche e che si avvii una compiuta e uniforme
regolamentazione basata su una rigorosa selezione nell'accesso, con una
formazione adeguata e un forte controllo etico. ", altresì, importante
prevedere parità di ruoli, dignità e adeguato trattamento retributivo e
previdenziale ed un sistema di incompatibilità assoluta che ne garantisca
l'autonomia e l'indipendenza". Il presidente dell'Oua ha, poi, ricordato
la recente proposta di modifica della Costituzione avanzata dall'avvocatura e
ha inquadrato in questa cornice anche il ruolo della magistratura onoraria:
"Gli avvocati sottolineato a questo proposito de Tilla - stanno dando un
forte contributo affinché si conferisca un ruolo paritario e concorrente
rispetto alla magistratura togata, anche nella predisposizione delle regole e
delle strutture a presidio della magistratura onoraria attinta prevalentemente
dagli albi degli avvocati. Tale cooperazione va inquadrata nella prerogativa di
Soggetto costituzionale". Nel progetto, appunto, elaborato dall'OUA è
previsto che "L'avvocatura concorre, con propri rappresentanti,
all'Amministrazione della giustizia nelle diverse articolazioni".
"Alla Politica - dice de Tilla - , anche da questa sede, insieme alla
magistratura laica, lanciamo la sfida per una giustizia più moderna, europea ed
efficiente". del 08-04-2009 num.
(
da "Denaro, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Campania
sanità Ambulatori: legittimi i tagli La Consulta lascia in
piedi le previsioni della Finanziaria del 2007 La Corte Costituzionale ritiene
legittimi i tagli alle tariffe delle prestazioni specialistiche (del 20 per
cento per le analisi di laboratorio e del 2 per cento per le branche
radiologiche e riabilitative). Tagli entrati in vigore nel 2007 con la
Finanziaria di quell'anno. La sentenza della Consulta è del 1 aprile
scorso e dichiara ammissibile, ovvero costituzionale,
l'articolo 1, comma 796, lettera o, della Legge 27 dicembre del 2006 n. 296
(legge Finanziaria) che dispone appunto, l'applicazione di uno sconto del 20
per cento sulle tariffe alle analisi di laboratorio e del 2 per cento alle
tariffe per le altre prestazioni specialistiche. ettore mautone La Suprema
Corte ha motivato la decisione ritenendo che il provvedimento è legittimo in
quanto ha natura transitoria (ancora da chiarire se il provvedimento è
circoscritto al solo 2007) e le Regioni conservano la piena titolarità in
materia di tariffe, tanto da vanificare i tagli decisi a livello nazionale. In
effetti, la Finanziaria del 2007 si basa sul tariffario Bindi, entrato in
vigore con un decreto ministeriale del 12 settembre del 2006. Un tariffario che
la Campania ha implementato a suo tempo con correzioni al rialzo dei prezzi
delle prestazioni, tanto che i tagli del 20 per cento si riducono al 14 o 15
per cento. Comunque si configura un salasso notevole, soprattutto per la
laboratoristica. Il budget dell'area specialistica ex convenzionata (che
comprende laboratori di analisi, centri radiologici, riabilitazione e altre
branche specialistiche) in Campania ammonta a circa 497 milioni di euro, dei
quali il 50 per cento appannaggio della laboratoristica. Per cui il taglio
delle tariffe, confermato dalla Consulta, inciderà per circa 35 milioni. Soldi
che i laboratori accreditati potrebbero dover restituire alle singole Asl. Ma
la Federlab, la principale associazione di categoria della laboratoristica, è
pronta a dare battaglia e ha già convocato per domani, all'hotel Tiberio, i
titolari delle circa 700 strutture rappresentate. "La costituzionalità
della norma sostiene il presidente di Federlab Italia Vincenzo D'Anna - non
implica giudizi sull'applicabilità, ovvero risultano ancora valide la
motivazioni che hanno determinato l'annullamento del Nomenclatore tariffario
ministeriale, (il decreto ministeriale del 12 settembre del 2006 che ha
riproposto il decreto Bindi del 24 luglio del 1996) da parte del Tar Lazio. La
sospensione cautelare della sentenza di annullamento del Decreto ministeriale
del 2006, decretata dal Consiglio di Stato, sarà riesaminata, a breve, nel
giudizio di merito e solo allora si avrà un quadro chiaro della situazione.
Bisogna precisare aggiunge D'Anna - che lo sconto sulle tariffe non determina
una diminuzione dei tetti di spesa assegnati alle branche specialistiche (tetti
di branca) né quelli assegnati alle singole strutture (tetti di struttura) e
dunque lo sconto modifica solo il volume delle prestazioni erogabili, ovvero
determina una variazione del case mix e un incremento delle prestazioni
proporzionale allo sconto del costo unitario della prestazione. Nel caso,
dunque, la Regione intendesse rideterminare, alla luce del pronunciamento della
Consulta, le assegnazioni economiche già attribuite alla branca di laboratorio,
la FederLab farebbe immediatamente partire atti di diffida e le eventuali
impugnative per richiedere in particolare l'applicazione della Legge n. 31 del
2008 (decreto milleproroghe). Non solo, secondo la intepretazione di Federlab
la Regione, ribadisce che Palazzo Santa Lucia ha già trattenuto lo sconto
"decurtando il corrispettivo importo dalle assegnazioni relative ai Tetti
di spesa, considerati sottostimati (per i quali pende un giudizio intentato da
FederLab innanzi al Tar Campania ndr). del 08-04-2009 num.
(
da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 8 Aprile 2009, Ponzano Davanti alla prima
commissione del Csm riunitasi a Roma per ascoltare gli ultimi dettagli
dell'inchiesta su quanto accaduto a Los Roques, il sostituto procuratore di
Roma Maria Caterina Sgrò ha dovuto ammettere: in quindici mesi le autorità
venezuelane non hanno dato il minimo contributo. Le indagini su
quel disastro aereo sono quindi praticamente ferme. Un'ammissione che getta
ulteriormente nello sconforto i parenti dei Durante, la famiglia ponzanese
scomparsa assieme agli altri passeggeri del volo Let 410 della Transaven
diretto a Los Roques per una settimana di vacanza. Settimane e mesi sono
trascorsi inutilmente. Dal quel 4 gennaio 2008, quando l'aereo scomparve forse
inghiottito dal mare, i magistrati italiani hanno lavorato solo con brandelli
di informazioni. Per questo l'inchiesta ha proceduto lentamente. Una lentezza
che ha irritato i familiari e insospettito il Csm, che ha quindi voluto sentire
i pm incaricati. E la verità è venuta fuori: le autorità venezuelane non hanno
mai dato il minimo contributo. La collaborazione è stata scarsa, senza contare
il segreto messo su alcuni atti. E nessuno dei dubbi sollevati dai parenti
delle vittime, ed elencati in un esposto portato al Csm, è stato sciolto. Le
domande rivolte al Consiglio superiore della Magistratura erano precise: perchè
le ricerche compiute dalla Protezione civile venezuelana alla ricerca del
relitto non hanno dato «alcun esito»; perché la magistratura italiana non ha
dato alcun peso alle «circostanze quanto meno dubbie sulla ricostruzione
ufficiale dell'accaduto fornita dalle autorità venezuelane». Ma non solo. I
parenti vogliono anche sapere se il pm Sgrò abbia acquisito informazioni sui
tabulati dei telefoni cellulari dei passeggeri dell'aereo (e sulle tre
telefonate partite dopo l'orario in cui sarebbe accaduto l'incidente) e abbia
indagato sul ritrovamento del cadavere del secondo pilota, ripescato molti
giorni dopo a distanza di centinaia di km dal luogo del presunto disastro e la
cui autopsia non ha mai convinto del tutto. Tutte domande a cui il pm non ha
potuto rispondere per le difficoltà incontrate con le autorità venezuelane.
«Tutto questo ci fa pensare che il nostro Ministero degli Esteri non abbia mai
fatto vera pressione sul Venezuela - attacca l'avvocato dei Durante Giovanni
Bonifacio - fino a oggi siamo stati buoni. Ma dopo Pasqua inizieremo a farci
sentire». Paolo Calia
(
da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Depurazione,
via ai rimborsi Mercoledì 8 Aprile 2009, Zoppola Scatteranno da ottobre i primi
rimborsi del canone di depurazione per i cittadini di Zoppola. A comunicarlo è
il Comune, intervenuto per fare chiarezza su una questione che sta costando
cara alle casse comunali. Tutto parte dalla sentenza della
Corte costituzionale dell'ottobre
scorso che ha dichiarato illegittimo il 1. comma dell'art. 14 della Legge n.
36/1994, nella parte in cui prevedeva che la quota di tariffa riferita al
servizio di depurazione era dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la
fognatura fosse sprovvista di impianti di depurazione o che questi fossero
inattivi. Poiché le fognature del comune zoppolano non sono ancora
collegate a un depuratore, la quota di tariffa relativa alla depurazione non è
più dovuta dalla data della sentenza e il Comune dovrà restituire le relative
somme incassate nei cinque anni precedenti. «Una sentenza che rischia di avere
effetti dirompenti sulle finanze di un Comune come il nostro, - afferma il
sindaco Masotti - che si vede costretto a rimborsare somme percepite sulla base
di una norma promulgata nel 1994 (e confermata nel 2002 e nel 2006), di cui si
è accertata l'incostituzionalità 14 anni dopo e che sono già state spese per i
tratti del sistema fognario completati finora». Per la restituzione delle quote
relative al canone di depurazione, il Comune di Zoppola seguirà le modalità
sulla base di specifici pareri della Corte dei conti. I rimborsi quindi
avverranno su richiesta degli interessati, corredata dalle ricevute di avvenuto
pagamento, mentre le liquidazioni avverranno entro cinque anni (non sono dovuti
interessi), a partire dal 1. ottobre 2009, seguendo l'ordine cronologico delle
richieste. E.M.
(
da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Maturità,
il voto finale torna sui tabelloni Novità per 500mila studenti nell'ordinanza
del ministero. Ammissione all'esame con una media non inferiore al sei
Mercoledì 8 Aprile 2009, Roma Nell'albo dell'istituto torna il punteggio finale
della maturità, alla quale si potrà essere ammessi con una media non inferiore
al 6: lo prevede l'ordinanza emanata ieri dal ministero dell'Istruzione,
diramata per fissare le regole per l'ammissione all'esame di Stato per il
corrente anno scolastico. Un appuntamento che coinvolgerà circa 500 mila
studenti dell'ultimo anno. Nel provvedimento del ministero, si stabilisce che,
in attesa del perfezionamento del regolamento sulla valutazione degli studenti
(che sta ancora completando l'iter formale), saranno ammessi all'esame di Stato
che conclude il ciclo di studi superiori gli studenti con una media non
inferiore al 6. Dunque, anche se si avrà un cinque in qualche materia, ma la
media sarà sufficiente, si potrà essere ammessi. Di fatto si rinvia al prossimo
anno quanto previsto nel regolamento in via di approvazione e che rischia di
essere definitivamente varato soltanto a pochi giorni dall'esame: e cioè la
necessità di avere tutti 6, condotta compresa, per accedere all'esame. Una
soluzione, questa, adottata anche per evitare eventuali ricorsi da parte degli
esclusi. Nel provvedimento viene invece confermato che con il 5 in condotta lo studente non
sarà ammesso, come il ministro ha più volte sottolineato nelle ultime
settimane. Con l'ordinanza del ministero viene reintrodotta, infine, la
pubblicazione del punteggio finale nell'albo dell'istituto sede della
commissione. Modalità questa che era stata esclusa con un'ordinanza dal
precedente governo. L'allora ministro Giuseppe Fioroni aveva, infatti, previsto
per i «maturi» edizione 2008 soltanto un'indicazione dell'esito dell'esame -
diplomato o non diplomato - senza segnalare nell'albo dell'istituto il voto,
riportato quindi soltanto nella scheda di ciascun candidato e sui registri
d'esame. Nel frattempo, nuove fibrillazioni agitato il mondo scolastico. Ieri,
Tonino Russo (Pd) ha messo le mani avanti chiedendo al ministro Mariastella
Gelmini di non insistere nella decisione di «non consentire
il trasferimento da una provincia all'altra, all'atto del prossimo
aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, del personale docente».
Sarebbe, infatti, ha ammonito il deputato del Pd, contro la normativa vigente e
contro le sentenze del Tar Lazio, della Corte Costituzionale, e alcune
ordinanze del Consiglio di Stato.
(
da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì
8 Aprile 2009, Caracas (Venezuela) Le autorità venezuelane non stanno
collaborando con la magistratura italiana per far luce sulla scomparsa
dell'aereo Let 410 della compagnia Transaven, con otto cittadini italiani a
bordo, di cui si sono perse le tracce il 4 gennaio 2008 al largo
dell'arcipelago di Los Roques. È quanto emerso dall'audizione dei pm romani che
conducono l'inchiesta sul disastro davanti alla Prima
Commissione del Csm. La Commissione, presieduta dal laico dell'Udc Ugo Bergamo,
aveva convocato il procuratore di Roma Ettore Ferrara e il sostituto Maria
Caterina Sgrò, dopo aver ricevuto un esposto con cui i familiari delle persone
disperse lamentavano lentezze nelle indagini che sono a carico di ignoti e in
cui il reato ipotizzato è di disastro colposo. I familiari ritengono
invece che l'aereo, di cui non è mai stato recuperato e nemmeno localizzato il
relitto, sia stato dirottato e che i loro congiunti siano stati rapiti.
Un'ipotesi basata soprattutto sul fatto che il cellulare del capo pilota abbia
funzionato due ore dopo la caduta dell'aereo e che anche il telefonino di un
passeggero abbia squillato dopo qualche giorno. Ma che è difficile accertare
vista la «reticenza» delle autorità venezuelane. «Sinora le richieste da noi
avanzate non hanno avuto risposta» ha lamentato davanti ai consiglieri del Csm
il procuratore di Roma, che alle autorità venezuelane con il suo sostituto
aveva chiesto diversi atti, a cominciare dalla relazione dell'agenzia sulla
sicurezza dei voli e l'esito dell'accertamento sul Dna degli unici resti di
ossa umane riconducibili al disastro aereo. Ferrara ha anche rivelato che non
ha trovato riscontro l'ipotesi che sull'aereo viaggiasse un trafficante di
stupefacenti. Quanto alla vicenda dei cellulari, la procura si sarebbe limitata
ad acquisire una relazione degli operatori italiani di telefonia mobile, ma ora
su sollecitazione di Bergamo non avrebbe escluso l'ipotesi di procedere a una
perizia. È possibile che l'istruttoria del Csm si chiuda con questa audizione,
visto che l'intenzione era soprattutto quella di «accendere i riflettori su
questa vicenda. Abbiamo il massimo rispetto per la procura di Roma e per le
indagini che sta svolgendo - dice Bergamo - ma è comprensibile l'ansia di
verità e certezze delle famiglie Il ministero degli Esteri ha fatto diventare
un affare di stato il diniego dell'estradizione dal Brasile di Cesare Battisti.
In questo caso in cui vi sono autorità che non collaborano ci vorrebbe maggiore
fermezza».
(
da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Los Roques: Caracas sa, ma non collabora L'audizione al Csm
dei magistrati che indagano sulla scomparsa della famiglia veneta. I telefonini
attivi ore dopo il disastro Mercoledì 8 Aprile 2009,
(
da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
«Il
terrorista Battisti resti in carcere» Non c'è la prescrizione dei reati
Mercoledì 8 Aprile 2009, Roma Il procuratore generale del Brasile, Antonio
Fernando de Souza, ha l'altro ieri respinto la richiesta di scarcerazione
avanzata dai legali di Cesare Battisti. Il procuratore generale ha anche emesso
un parere a riguardo della pretesa prescrizione delle condanne in Italia a carico
dell'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo. De Souza ha decretato
che in base alla legge brasiliana, i crimini commessi da Battisti cadranno in
prescrizione e saranno considerati prescritti solo tra il 2011 e il 2013.
«Finché non sarà estinto il processo di estradizione o non sarà giudicata
irricevibile la richiesta della Repubblica Italiana, è necessario che sia
prolungata la detenzione preventiva di Cesare Battisti», scrive De Souza. Da
fonti del Supremo Tribunal Federal (Stf, la Corte
Costituzionale brasiliana) si è intanto appreso che la corte stessa non si pronuncerà sul caso
Battisti prima di maggio. In un parere inviato al Tribunale Supremo Federale
del Brasile, il procuratore generale della Repubblica, Antonio Fernando de Souza,
raccomanda che l'ex esponente dei 'Proletari armati per il comunismo',
Cesare Battisti, resti in carcere. Battisti era ricorso al Tribunale Supremo
per ottenere una revoca della carcerazione preventiva o gli arresti
domiciliari. I legali di Battisti avevano anche chiesto di fermare la procedura
di estradizione per prescrizione dei reati: nel suo parere il procuratore
Antonio Fernando de Souza considera invece che tali reati non sono ancora
prescritti. Il terrorista italiano, condannato a quattro ergastoli, adesso e
sotto controllo brasiliano in attesa di esserer estradato per scontare la pena
che gli è stata comminata dal popolo italiano.
(
da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 84
del 2009-04-08 pagina 0 Moldova, Voronin accusa Romania dietro la rivolta di
Redazione Sale la tensione fra i due Paesi dopo l'assalto di ieri a palazzo
presidenziale e parlamento da parte dei manifestanti anti-comunisti. Espulso
l'ambasciatore romeno. Bucarest respinge le accuse. Arrestati 193 manifestanti.
Guarda il video Chisanu - Rivolta in Moldova, sale la tensione con la Romania
che accusa Bucarest di fomentare gli scontri post elettorali ed espelle
l'ambasciatore di Bucarest. La polizia anti-sommossa nella notte ha ripreso il
controllo del parlamento e del palazzo presidenziale di Chisanu, presi
d'assalto da una folla che di manifestanti che protestava contro lavittoria dei
comunisti alle elezioni legislative. Arresti La polizia ha arrestato 193
persone coinvolte nei disordini. Come ha riferito Anna Meleka, portavoce del
ministero dell'Interno citata dall'agenzia Ria Novosti, gli arrestati sono
accusati di saccheggio, atti di teppismo e azioni violente. Secondo il canale
televisivo russo 'Vesti', negli scontri sono rimasti feriti un centinaio di
poliziotti moldavi. I manifestanti: "Rilasciateli" I manifestanti in
piazza a Chisinau hanno lanciato un ultimatum al governo, esigendo limmediato rilascio edei 193 arrestati.
Lintenzione, ha spiegato un manifestante allagenzia Interfax, è di fare irruzione nella sede
governativa se il ministero dellInterno non darà seguito alla richiesta
in tempi brevissimi. Voronin accusa la Romania Il presidente moldavo Vladimir
Voronin ha definito i disordini e le violenze di ieri un chiaro tentativo
di colpo di stato."Quando la bandiera romena è stata issata sugli edifici
governativi, è divenuto chiaro il tentativo dellopposizione di attuare un colpo di stato" ha detto
Voronin. E l'ambasciatore moldavo a Bucarest è stato richiamato
a Chisinau "per consultazioni". Espulso l'ambasciatore romeno Lambasciatore romeno a Chisinau Filip Teodorescu ha
ricevuto la nota ufficiale che lo obbliga a lasciare la Moldova entro 24 ore
dopo che è stato dichiarato persona non grata. Lo ha annunciato
il ministero degli Esteri moldavo. Anche il ministro consigliere presso la
delegazione romena di Chisinau Ioan Gaborean è stato dichiarato persona non
grata dalle autorità moldave e dovrà lasciare il Paese. La Romania: non siamo
dietro i disordini "Questa accusa è una provocazione - tuona un comunicato
del ministero degli Esteri romeno -. Non è accettabile che il potere comunista
di Chisinau trasferisca alla Romania e ai suoi cittadini la responsabilità per
i problemi interni in Moldova". Il ministero ritiene poi
"aberranti" le misure unilaterali tese ad imporre visti ai romeni,
annunciate dal presidente moldavo Voronin. Bucarest sottolinea che "la
Romania non prenderà simili misure sul personale dellambasciata della Moldova a Bucarest e manterrà il sistema
di visti gratuiti per i cittadini moldavi". Bucarest "continuerà a
sostenere lavvicinamento della
Moldova allUe, anche attraverso progetti destinati ai giovani che
vogliono studiare in Romania, nonchè la partecipazione ad altri progetti europei
destinati ai cittadini di questo Paese". Il ministero degli Esteri si dice
infine "indignato" per la decisione delle autorità di Chisinau di
dichiarare persona non grata lambasciatore
romeno in Moldova, Filip Teodorescu. L'opposizione potrà verificare il voto La
Commissione elettorale centrale è disposta a fare accedere i rappresentanti
dellopposizione ai documenti relativi alle elezioni
legislative di domenica scorsa dopo la conclusione del conteggio, ha annunciato
il segretario Yurie Chokan a Interfax. "Abbiamo ricevuto
richieste da diversi partiti che sospettano violazioni nel corso del voto.
Abbiamo deciso che tutto deve rispettare le procedure. Daremo laccesso a tutte le liste dei votanti e i risultati
dello spoglio", ha spiegato. Secondo Chokan "esiste
una procedura di verifica. Finiremo di conteggiare i voti oggi. I risultati
ufficiali saranno annunciati domani. Da quel momento i rappresentanti dei
partiti avranno 15 giorni per verificare i dati su cui esistono dubbi. Dopo il risultato delle elezioni sarà inviato alla Corte Costituzionale,
che ha il diritto di prendere le decisioni successive". Appello Intanto,
il presidente Vladimir Voronin ha fatto appello a un intervento dei Paesi
occidentali per aiutare a riportare la calma. Negli scontri di ieri, secondo
una tv locale, è morta una ragazza asfissiata dal fumo sviluppatosi
nell'incendio al parlamento. Almeno altre 60 persone sono rimaste
ferite, compresi numerosi agenti di polizia. In serata, dopo ore di tensione e
paura per il possibile precipitare degli eventi, era giunto l'annuncio di un
accordo tra governo e opposizione per un nuovo scrutinio delle schede
elettorali. Accordo tuttavia smentito poco dopo dall'opposizione e dalla
commissione elettorale, secondo cui per ora non vi è alcuna decisione ufficiale
su un eventuale nuovo scrutinio. L'opposizione Il leader del partito
liberaldemocratico Vlad Filat ha detto che la manifestazione contro il governo
proseguirà fino a quando non verrà data una risposta dalle autorità sul
riconteggio dei voti. "La Moldova si e' svegliata", "Vogliamo
entrare in Europa", "Vogliamo unirci alla Romania": questi gli
slogan scanditi dalle decine di migliaia di dimostranti - in gran parte giovani
e studenti - che sono riusciti a rompere i cordoni delle forze dell'ordine e a
fare irruzione negli edifici del parlamento e della presidenza, situati a breve
distanza l'uno dall'altro. Mobili e documenti sono stati gettati dalle
finestre, con i dimostranti che hanno appiccato il fuoco ai primi piani
dell'edificio del parlamento e in parte anche alla sede della presidenza. Il
presidente Voronin ha accusato forze oscure di voler "destabilizzare"
la Moldova, mentre uno dei leader del partito comunista al potere, Mark
Tkaciuk, ha parlato apertamente di "tentativo di colpo di Stato".
"Contestare i risultati elettorali è solo un pretesto", ha detto il
presidente. "Non ci sono ancora i risultati definitivi ufficiali. Per
questo ci sembra strano che ci sia tanta fretta da parte di coloro che hanno
scatenato un tale baccanale". Voronin ha aggiunto che non vi è nessuna
prova di possibili brogli elettorali, e che tutte le valutazioni delle
organizzazioni internazionali erano state positive. Ieri l'Osce (Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa) aveva definito il voto in Moldova
conforme alle norme internazionali, anche se aveva auspicato miglioramenti per
evitare interferenze amministrative nel processo elettorale. In tarda serata le
migliaia di manifestanti antigovernativi erano ancora intorno al parlamento, e
il loro numero era in continuo aumento, fino a che la polizia non è riuscita a
liberare il palazzo, insieme a quello presidenziale. Forte preoccupazione è
stata espressa da vari Paesi. Sia Mosca che Washington hanno fatto appello a
una pacifica soluzione della crisi. Anche il segretario generale dell'Onu Ban
Ki-moon ha esortato le parti ad astenersi da ogni violenza. E mentre
manifestazioni di sostegno alle proteste anticomuniste moldave si sono svolte
ieri a Bucarest, la Moldova ha richiamato a Chisinau l'ambasciatore in Romania
per consultazioni. Ingressi vietati nel Paese Tra ieri e oggi la polizia di
confine moldava ha vietato lingresso
dalla Romania nella confinante Moldova a circa 280 romeni, bulgari e moldavi,
tra cui più di 20 giornalisti di testate romene e straniere e
50 giovani moldavi che studiano in Romania. "Non abbiamo ricevuto nessuna
comunicazione ufficiale dalle autorità moldave, che ci hanno soltanto informato
a voce su problemi tecnici alla dogana", ha dichiarato a Mediafax il portavoce
della polizia di confine di Vaslui (est della Romania), Manuel Nacu. Prima
delle elezioni politiche del 5 aprile scorso, Chisinau aveva vietato, con vari
pretesti, lingresso di circa 250
romeni, tra cui autorità locali e cantanti. La Moldova, che era parte della Romania, fu
occupata nel 1940 dallUnione Sovietica a
seguito del Patto Molotov-Ribbentrop , e diventò indipendente nel 1991, dopo lo
smembramento dellUrss. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano
(
da "Mattino, Il
(Benevento)" del 08-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il
(Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))
Argomenti: Giustizia
PAOLO
MAINIERO Sul bollente braciere della sanità si aggiunge altra carne a cuocere.
Come se non bastassero tutte le questioni ancora in cottura, la commissione
Bilancio ha approvato ieri un emendamento che sopprime l'Arsan, trasferendone
funzioni e personale all'assessorato. È passata anche la proposta di non
riconoscere ai commissari delle Asl le indennità ma solo il rimborso delle
spese di viaggio. Infine, un terzo emendamento toglie alla giunta il potere di
ridisegnare i distretti sanitari affidandone il compito al Consiglio. I tre
emendamenti sono stati presentati al disegno di legge che modifica la parte
della finanziaria relativa alla non pignorabilità dei beni delle Asl, norma che il governo ha impugnato davanti alla Corte
Costituzionale. La soppressione dell'Arsan (l'Agenzia regionale per la sanità
che si occupa di edilizia ospedaliera, dei flussi sanitari e di formazione,
presieduta da Tonino Pedicini, molto vicino a Bassolino) apre più di un fronte:
un primo interno alla maggioranza e al Pd; un secondo con la giunta.
L'emendamento è stato presentato dal socialista Gennaro Oliviero ed è stato
subito sottoscritto da Verdi e Italia dei Valori. A favore della proposta ha
votato anche Tonino Scala (Sinistra e libertà) ma soprattutto hanno votato
Nicola Caputo e Donato Pica, entrambi vicecapigruppo del Pd. Nel centrosinistra
si apre dunque un solco profondo. I partiti minori puntano i piedi. «Non sono
ancora riuscito a capire - spiega Oliviero - a cosa serve l'Arsan. Se si deve
razionalizzare bisogna farlo fino in fondo». In realtà, con il voto per la
soppressione dell'Arsan i partiti minori vogliono minare quello che a loro dire
«è uno dei centri di potere di Bassolino». E su questo principio si salda il
voto contrario di Caputo e Pica, voto che apre uno squarcio anche nel Pd perchè
avrebbe creato non pochi imbarazzi al capogruppo Pietro Ciarlo. Per la giunta
si è trattato di un vero e proprio colpo di mano. «Atti così importanti non
possono essere infilati di straforo in altri provvedimenti», dice il
vicepresidente della giunta Antonio Valiante. L'esecutivo si opporrà alla
proposta. «A dicembre in finanziaria - ricorda Valiante - fu previsto che entro
sei mesi la giunta avrebbe provveduto al riordino dell'Arsan. È quantomeno
contraddittorio che chi appena tre mesi fa votò quella norma oggi chiede la
soppressione dell'Agenzia. E comunque la proposta prima di arrivare in aula dovrà
avere il parere della commissione Sanità». Ma sulla soppressione dell'Arsan si
divide anche l'opposizione. In commissione ha votato a favore Franco D'Ercole
(Pdl); contro Salvatore Ronghi (Mpa) e Antonio Castelluccio (Pdl). «L'Arsan è
un inutile carrozzone e va eliminato - spiega D'Ercole -. Sul piano politico il
voto ha messo in luce le contraddizioni del centrosinistra». Ma Ronghi non è
d'accordo. «Il disastro della sanità - dice - va interamente addebitato a
Montemarano e al centrosinistra ma non è ammissibile che con un emendamento di
un solo rigo si sopprima l'Arsan e che, in contrasto con il nuovo Statuto, si
espropri la giunta dei poteri decisionali». Per Enzo Rivellini, «in commissione
si è consumata la faida interna al centrosinistra». Nel frattempo resta aperto
il nodo del commissariamento. Il consigliere del Pd Mario Sena chiede una
seduta monotematica sullo stato dei conti. «È assolutamente indispensabile -
sostiene - che si esca dagli equivoci e attraverso un confronto pubblico gli
assessori dimostrino il buon lavoro svolto». Sena parla anche dei contenziosi,
uno dei più controversi del caso sanità. «La giunta - propone l'ex capogruppo
del Pd - nomini un commissario, magari l'Avvocato capo, che faccia verifiche e
abbia poteri transattivi».
(
da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 08-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (Circondario Nord))
(Mattino, Il (Circondario Sud2))
Argomenti: Giustizia
LEANDRO
DEL GAUDIO Caso Napoli, tre nodi da sciogliere dal Csm.
Inizia oggi dinanzi al plenum, salvo rinvii, la delicata partita per definire
competenze e gestione del processo alle ecoballe nel corso dell'emergenza
rifiuti in Campania. Oggi il plenum si riunisce infatti per stabilire se il
procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore ha revocato lo stralcio del
fascicolo che vede imputati, tra gli altri, i tre ex commissari Corrado
Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Ma al Csm, ci sono altri due
aspetti che potrebbero essere oggetto di valutazione: Palazzo dei Marescialli
potrebbe infatti essere interessato da una relazione indirizzata qualche mese
fa dal procuratore generale Vincenzo Galgano, sulla decisione dei due pm
Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo di non seguire il procuratore Lepore nella
scelta dello stralcio. La nota in questo caso non ha un contenuto punitivo, ma
puramente informativo, e viene indirizzata alla Procura generale della
Cassazione e al Csm. La domanda posta dal pg è una: è possibile parlare di
«rifiuto» da parte dei due pm napoletani? Accertamenti e richieste di chiarimenti
sono in corso da parte della Procura generale (titolare dell'esercizio
dell'azione disciplinare), in una vicenda che attende comunque l'esito del
plenum sulla posizione di Lepore. Terzo aspetto del caso Napoli in tema di
rifiuti riguarda la richiesta di apertura di una pratica a tutela da parte dei
pm napoletani. Un'iniziativa che nasce dalle recenti accuse del premier
Berlusconi sui presunti «ostacoli giudiziari agli eroi della Impregilo nella
realizzazione del termovalorizzatore di Acerra». Il fascicolo è stato assegnato
al togato di Md Livio Pepino e il suo primo atto sarà l'acquisizione dei
giornali che hanno riportato le affermazioni del premier e dell'amministratore
di Impregilo per verificare se effettivamente siano andate oltre il legittimo
diritto di critica. Ma l'attenzione, inutile dirlo, è tutta per la posizione
del procuratore. Lunedì scorso, il Consiglio giudiziario a Napoli ha dato
parere favorevole alla riconferma di Lepore dopo i primi quattro anni ai
vertici dell'ufficio inquirente. Oggi, il caso della revoca del fascicolo sulle
ecoballe dinanzi al Csm. Contro il procuratore non vengono mossi rilievi da un
punto di vista disciplinare, va chiarito, tanto che la sua posizione è stata
affrontata dalla settima commissione, specializzata in materia di
organizzazione degli uffici. Fatto sta che per i consiglieri della settima
commissione (cinque voti su sei), il capo dei pm napoletani non avrebbe
motivato la revoca del fascicolo che riguarda i tre commissari, nel corso di
una divergenza sull'opportunità di esercitare l'azione penale nelle indagini
sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania.
(
da "Repubblica.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA
- La retromarcia del governo sulle ronde e secca bocciatura sull'esecuzione
dell'espulsione degli immigrati fanno esplodere l'ira della Lega. Il Carroccio,
che della sicurezza fa uno dei suoi temi forti, deve incassare, nella stessa
giornata, il doppio stop alla Camera di due norme che considerava vitali: le
ronde e la permanenza dei clandestini nei Cpt. Le prime vengono stralciate dal
decreto, la seconda viene cancellata grazie al voto di alcuni parlamentari
della maggioranza che si schierano con l'opposizione. Troppo per Bossi e soci
che danno libero sfogo alla rabbia e chiamano in causa il premier:
"Berlusconi garantisca per le scelte di governo". Una minaccia,
neanche tanto velata, alla tenuta dell'esecutivo. Fortemente
volute dal Carroccio e altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e
criticate dal Csm e dai sindacati di polizia, le ronde sono state stralciate
dal decreto. Il governo, infatti, davanti all'ostruzionismo dell'opposizione,
ha accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di
sicurezza all'esame della Camera. Soddisfatta l'opposizione. Che, poco
dopo, incassa un nuovo successo. L'aula infatti approva, a scrutinio segreto,
gli emendamenti del Pd e dell'Udc al decreto che sopprimono l'articolo del
testo sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati. Gli emendamenti, che
mirano alla soppressione dell'articolo 5 del decreto legge, che aumentava a 180
giorni il tempi di permanenza nei Cpt degli immigrati, passano con 232 voti a
favore, 225 contrari e 12 astensioni (compresi alcuni dipietristi, cosa che ha
scatenato l'irritazione del Pd). Diciassette parlamentari del Pdl(tra di l
votano con l'opposizione e il Carroccio insorge: "E' un tradimento".
OAS_RICH('Middle'); La Lega è furiosa e il ministro dell'Intero Roberto Maroni
alza i toni: "Sono furibondo. Dal 26 aprile dovremo rimettere in libertà
1.038 clandestini". Poi la secca chiamata in causa del premier:
"Intervenga, serve il suo impegno per le scelte del governo. Per due volte
le nostre iniziative sono state smentite dal voto dei franchi tiratori.
Chiederò a Berlusconi di farlo lui, perchè evidentemente io non riesco a farlo
e lo ammetto. O ci riesce il presidente del consiglio o dovrò prendere atto che
sull'immigrazione clandestina la maggioranza, o una parte di essa, non la pensa
così severamente come la pensiamo noi". Soddisfatta, ovviamente,
l'opposizione. "Questo voto conferma che c'è una parte della maggioranza
per cui conta l'adesione alle regole della civiltà del nostro Paese e che non
si lascia dettare l'agenda dalla Lega" commenta Antonello Soro, capogruppo
del Pd. Tornando alle ronde, da punto di vista tecnico, sarà un emendamento
della commissione a cancellare dal decreto sicurezza la norma. Le norme poi
verranno molto probabilmente inserite in un disegno di legge di cui il governo
chiederà l'esame quanto prima già nella riunione dei capigruppo prevista per
questo pomeriggio. "Tolta la demagogia delle ronde, ora ci si può
concentrare sulla sicurezza dei cittadini, cioè avere più forze dell'ordine
sulle strade e trovare le risorse necessarie. Su questo noi del Pd siamo pronti
a collaborare" dice Dario Franceschini. "Siamo molto soddisfatti -
sostiene Michele Vietti dell'Udc - che il governo abbia cambiato parere su una
nostra proposta molto ragionevole. Grazie al nostro ostruzionismo salta un
macigno e ora siamo impegnati nell'accelerare l'esame del testo".
Polemico, invece, il ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Nessun passo
indietro, metteremo la fiducia probabilmente lunedì 20 aprile. L'atteggiamento
della sinistra ci costringe a un voto di fiducia che è figlio di un'inutile e
sterile polemica". (8 aprile 2009
(
da "Basilicanet.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ENERGIA:
PRESIDENTE DE FILIPPO RISPONDE A SEN. DIGILIO 08/04/2009 17.40.00 [Basilicata]
(AGR) - Spiace rilevare che il sen. Digilio maneggia una materia che non
domina. Infatti, dobbiamo informarlo che il documento pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale del primo aprile scorso è¨ solo lâimpugnativa proposta dal Consiglio dei Ministri
il 3/3/2009 avverso lâart. 10, comma 4 della L.R. 31/2008 e non
certo la sentenza pronunciata (a tempo record!) dalla Corte costituzionale. Si è¨ ulteriormente spiacenti di informare
il sen. Digilio che â
nellâambito di un proficuo rapporto di collaborazione istituzionale
â è¨ già stata concordata una lieve modifica al tenore
letterale della norma in parola; modifica approvata dalla Giunta regionale e
già trasmessa al Consiglio regionale per lâapprovazione. A seguito del procedimento
descritto il Consiglio di Ministri ritirerà la proposta impugnativa
dinanzi alla Consulta.
(
da "Giornale.it, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 84
del 2009-04-08 pagina 0 Moldova, Voronin accusa Romania dietro la rivolta di
Redazione Sale la tensione fra i due Paesi dopo l'assalto di ieri a palazzo
presidenziale e parlamento da parte dei manifestanti anti-comunisti. Espulso
l'ambasciatore romeno. Bucarest respinge le accuse. Arrestati 193 manifestanti.
Un testimone italiano: "Calma tesa...". Guarda il video Chisanu -
Rivolta in Moldova, sale la tensione con la Romania che accusa Bucarest di
fomentare gli scontri post elettorali ed espelle l'ambasciatore di Bucarest. La
polizia anti-sommossa nella notte ha ripreso il controllo del parlamento e del
palazzo presidenziale di Chisanu, presi d'assalto da una folla che di
manifestanti che protestava contro lavittoria dei comunisti alle elezioni
legislative. Arresti La polizia ha arrestato 193 persone coinvolte nei
disordini. Come ha riferito Anna Meleka, portavoce del ministero dell'Interno
citata dall'agenzia Ria Novosti, gli arrestati sono accusati di saccheggio,
atti di teppismo e azioni violente. Secondo il canale televisivo russo 'Vesti',
negli scontri sono rimasti feriti un centinaio di poliziotti moldavi. I
manifestanti: "Rilasciateli" I manifestanti in piazza a Chisinau
hanno lanciato un ultimatum al governo, esigendo limmediato rilascio edei 193 arrestati.
Lintenzione, ha spiegato un manifestante allagenzia Interfax, è di
fare irruzione nella sede governativa se il ministero dellInterno non darà seguito alla richiesta in tempi
brevissimi. Voronin accusa la Romania Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha
definito i disordini e le violenze di ieri un chiaro tentativo di colpo di
stato."Quando la bandiera romena è stata issata sugli edifici
governativi, è divenuto chiaro il tentativo dellopposizione di attuare un colpo di stato" ha detto
Voronin. E l'ambasciatore moldavo a Bucarest è stato richiamato a Chisinau
"per consultazioni". Espulso l'ambasciatore romeno Lambasciatore romeno a Chisinau Filip Teodorescu ha
ricevuto la nota ufficiale che lo obbliga a lasciare la Moldova entro 24 ore
dopo che è stato dichiarato persona non grata. Lo ha annunciato il ministero
degli Esteri moldavo. Anche il ministro consigliere presso la delegazione
romena di Chisinau Ioan Gaborean è stato dichiarato persona non grata dalle
autorità moldave e dovrà lasciare il Paese. La Romania: non siamo dietro i
disordini "Questa accusa è una provocazione - tuona un comunicato del ministero
degli Esteri romeno -. Non è accettabile che il potere comunista di Chisinau
trasferisca alla Romania e ai suoi cittadini la responsabilità per i problemi
interni in Moldova". Il ministero ritiene poi "aberranti" le
misure unilaterali tese ad imporre visti ai romeni, annunciate dal presidente
moldavo Voronin. Bucarest sottolinea che "la Romania non prenderà simili
misure sul personale dellambasciata della
Moldova a Bucarest e manterrà il sistema di visti gratuiti per i cittadini
moldavi". Bucarest "continuerà a sostenere lavvicinamento della Moldova allUe, anche
attraverso progetti destinati ai giovani che vogliono studiare in Romania,
nonchè la partecipazione ad altri progetti europei destinati ai cittadini di
questo Paese". Il ministero degli Esteri si dice infine
"indignato" per la decisione delle autorità di Chisinau di dichiarare
persona non grata lambasciatore romeno in
Moldova, Filip Teodorescu. L'opposizione potrà verificare il voto La
Commissione elettorale centrale è disposta a fare accedere i
rappresentanti dellopposizione ai documenti
relativi alle elezioni legislative di domenica scorsa dopo la conclusione del
conteggio, ha annunciato il segretario Yurie Chokan a Interfax. "Abbiamo
ricevuto richieste da diversi partiti che sospettano violazioni nel
corso del voto. Abbiamo deciso che tutto deve rispettare le procedure. Daremo laccesso a tutte le liste dei votanti e i risultati
dello spoglio", ha spiegato. Secondo Chokan "esiste una procedura di
verifica. Finiremo di conteggiare i voti oggi. I risultati ufficiali
saranno annunciati domani. Da quel momento i rappresentanti dei partiti avranno
15 giorni per verificare i dati su cui esistono dubbi. Dopo
il risultato delle elezioni sarà inviato alla Corte Costituzionale, che ha il
diritto di prendere le decisioni successive". L'opposizione Il leader del
partito liberaldemocratico Vlad Filat ha detto che la manifestazione contro il
governo proseguirà fino a quando non verrà data una risposta dalle autorità sul
riconteggio dei voti. "La Moldova si e' svegliata",
"Vogliamo entrare in Europa", "Vogliamo unirci alla
Romania": questi gli slogan scanditi dalle decine di migliaia di
dimostranti - in gran parte giovani e studenti - che sono riusciti a rompere i
cordoni delle forze dell'ordine e a fare irruzione negli edifici del parlamento
e della presidenza, situati a breve distanza l'uno dall'altro. Mobili e
documenti sono stati gettati dalle finestre, con i dimostranti che hanno
appiccato il fuoco ai primi piani dell'edificio del parlamento e in parte anche
alla sede della presidenza. Il presidente Voronin ha accusato forze oscure di
voler "destabilizzare" la Moldova, mentre uno dei leader del partito
comunista al potere, Mark Tkaciuk, ha parlato apertamente di "tentativo di
colpo di Stato". "Contestare i risultati elettorali è solo un
pretesto", ha detto il presidente. "Non ci sono ancora i risultati
definitivi ufficiali. Per questo ci sembra strano che ci sia tanta fretta da
parte di coloro che hanno scatenato un tale baccanale". Voronin ha aggiunto
che non vi è nessuna prova di possibili brogli elettorali, e che tutte le
valutazioni delle organizzazioni internazionali erano state positive. Ieri
l'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) aveva
definito il voto in Moldova conforme alle norme internazionali, anche se aveva
auspicato miglioramenti per evitare interferenze amministrative nel processo
elettorale. In tarda serata le migliaia di manifestanti antigovernativi erano
ancora intorno al parlamento, e il loro numero era in continuo aumento, fino a
che la polizia non è riuscita a liberare il palazzo, insieme a quello
presidenziale. Forte preoccupazione è stata espressa da vari Paesi. Sia Mosca
che Washington hanno fatto appello a una pacifica soluzione della crisi. Anche il
segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha esortato le parti ad astenersi da
ogni violenza. E mentre manifestazioni di sostegno alle proteste anticomuniste
moldave si sono svolte ieri a Bucarest, la Moldova ha richiamato a Chisinau
l'ambasciatore in Romania per consultazioni. Ingressi vietati nel Paese Tra
ieri e oggi la polizia di confine moldava ha vietato lingresso dalla Romania nella confinante Moldova a circa
280 romeni, bulgari e moldavi, tra cui più di 20 giornalisti di testate romene
e straniere e 50 giovani moldavi che studiano in Romania. "Non
abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalle autorità moldave, che ci
hanno soltanto informato a voce su problemi tecnici alla dogana", ha
dichiarato a Mediafax il portavoce della polizia di confine di Vaslui (est
della Romania), Manuel Nacu. Prima delle elezioni politiche del 5 aprile
scorso, Chisinau aveva vietato, con vari pretesti, lingresso di circa 250 romeni, tra cui autorità locali e
cantanti. La Moldova, che era parte della Romania, fu occupata nel 1940
dallUnione Sovietica a seguito del Patto
Molotov-Ribbentrop , e diventò indipendente nel 1991, dopo lo smembramento
dellUrss. Un testimone italiano: "C'è una calma tesa..."
"In città la situazione è sotto controllo, ma cè una sensazione di attesa, attesa
di qualcosa che potrebbe avvenire ma che non si sa ancora cosa sia", ha
detto per telefono allANSA don Cesare
Lodeserto, presidente della Fondazione Regina Pacis che si occupa di
solidarietà e sviluppo nelle zone rurali del Paese. "In molti si stanno
muovendo dai villaggi per unirsi ai dimostranti e sostenere lopposizione", ha aggiunto. Lodeserto ha raccontato
di aver vissuto "in presa diretta" gli scontri di ieri perchè la sede
della sua associazione si trova "sotto le mura di cinta del palazzo
presidenziale"." Erano almeno 10 mila giovani e giovanissimi, sotto i
30 anni, addirittura sotto i 20 - ha detto -. Hanno raccolto per strada quello
che trovavano, bastoni, pietre, blocchi di marmo e si sono diretti verso i
palazzi devastando tutto e appiccando il fuoco. La polizia ha prima cercato di
fermarli, poi ha avuto disposizioni di andare via". "Hanno
trasformato unazione di protesta
democratica in unazione violenta - ha concluso don Cesare -. Ma non
cè dubbio che questi giovani, che allimprovviso sono usciti dalle scuole, abbiano ricevuto
linput da qualcuno". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Panorama.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
-
Italia - http://blog.panorama.it/italia - Ostruzionismo e ferie pasquali: le
ronde spariscono dal decreto sicurezza Posted By redazione On 8/4/2009 @ 13:31
In Headlines, NotiziaHome | 1 Comment Uno scontro aperto. Durato una giornata
intera. Un vero e proprio braccio di ferro, tra Lega e opposizione. Sulle
ronde. Chi ha vinto? Di certo, ha perso la Lega: il governo ha accettato di [1]
eliminare dal dl sicurezza le norme sulle ronde duramente contestate
dall'opposizione [2] e, ultimamente, criticate anche dal
Csm. L'accordo è stato raggiunto nella conferenza dei capigruppo di
Montecitorio. Ma il governo è poi andato sotto sull'articolo 5 dello stesso
decreto: quello che prevede la permanenza fino a 6 mesi per gli immigrati nei
centri di identificazione ed espulsione (gli emendamenti identici di Pd e Udc
sono passati con 232 voti a favore, 225 contrari e 12 astensioni. La
votazione si è svolta a scrutinio segreto). Due gocce che fanno traboccare il
vaso leghista. I deputati del Carroccio escono infuriati dall'aula di
Montecitorio: "Ci hanno traditi" e minacciano ripercussioni sulla
maggioranza. Sono state davvero 24 ore di bataglia, a livello parlamentare. [3]
In Aula alla Camera, il Pd mette subito le cose in chiaro: se si stralcia la
norma che legalizza le ronde, il decreto del governo, che contiene anche misure
anti-stupro, potrà essere votato in tempi brevi. Ieri sulle quote latte non ci
siamo messi di traverso per senso di responsabilità nei confronti delle vittime
del terremoto, ricorda il capogruppo del Pd Antonello Soro, ma i doveri li ha
anche la maggioranza. Stessi toni usati dal vicepresidente del gruppo dell'Udc
Michele Vietti: anche il centrodestra "si dimostri responsabile"
facendo un passo indietro. La Lega però non sente ragione: quella sulle ronde,
assicura il ministro dell'Interno [4] Roberto Maroni presente in Aula per quasi
tutto il giorno, [5] "È una norma giusta, coerente e moderna", nonché
molto cara al Carroccio, pertanto non si tocca. Il centrosinistra ribatte ed è
subito ostruzionismo. Un ostruzionismo che avrebbe messo a rischio il decreto,
che scade il 23 aprile. Fatti due calcoli, intervenendo tutti e 278 i deputati
dell'opposizione (Pd, Idv e Udc) su ogni emendamento o pronunciando tutti anche
solo una dichiarazione di voto, il Pd era certo che l'esame del decreto non si
sarebbe maii concluso entro giovedì (come aveva previsto la Lega), cioè alla
vigilia delle vacanze di Pasqua. I deputati poi, per i sette giorni successivi,
avrebbero deciso di prendersi la cosiddetta "settimana bianca" (la
settimana al mese in cui la Camera non si riunisce), tornando a riconvocarsi il
martedì dopo ancora, cioè il 21 aprile: troppo tardi, anche perché poi il
Senato avrebbe avuto neanche due giorni di tempo per dire la sua sul testo.
Insomma: o si rinuncia alla "settimana bianca" oppure il decreto
decade senza essere riconvertito, facevano capire dalla maggioranza. Così si è
scelto di togliere la norma dl decreto e di inserirla in un ddl. Una decisione
a sorpresa che dispiace non poco la Lega (che delle ronde ha fatto il suo
cavallo di battaglia, nonostante, malignano nel Pdl, abbia gia' incassato il
federalismo fiscale e le quote latte), dopo che fino all'ultimo minuto il
governo aveva minacciato il ricorso al voto di fiducia. Una possibilità
quest'ultima che era stata esplicitata proprio dal ministro della Difesa [6]
Ignazio la Russa, che a a [7] Panorama del Giorno con Maurizio Belpietro, aveva
dichiarato che "L'ostruzionismo dell'opposizione sul decreto sicurezza
costringerà il governo a un voto di fiducia, il giorno 20 aprile, che è figlio
delle sterili polemiche della sinistra. Quello che è emerso in modo chiaro è
che la sinistra, anziché cogliere l'opportunità che il governo le ha offerto, e
cioè modificare la legge che istituisce le ronde, autorizzando esclusivamente
l'impiego di ex Carabinieri, poliziotti e uomini dello Stato, per puro spirito
di polemica non ha accettato neanche questo". Da punto di vista tecnico,
la norma sulle ronde verrà eliminata dal decreto o con un emendamento soppressivo
del governo o con uno dell'opposizione su cui il governo renderà parere
positivo. Quelle norme verranno molto probabilmente inserite in un disegno di
legge di cui il governo chiederà l'esame quanto prima già nella riunione dei
capigruppo prevista per questo pomeriggio. La decisione del governo di
stralciare la norma sulle ronde ha fatto esultare l'opposizione. "Quando
prevalgono la saggezza e la ragionevolezza, non vince nessuno ma vincono
tutti", ha commentato il capogruppo del Pd [8] Antonello Soro al termine
della conferenza dei capigruppo in cui l'esecutivo ha annunciato la sua
decisione. A questo punto, ha assicurato, "ci impegnamo a fare tutto il
possibile perchè il dl sia approvato in giornata", ha assicurato. Anche
l'Italia dei Valori saluta come una propria vittoria lo stralcio della norma
sulle ronde dal decreto sicurezza. Per la deputata dipietrista [9] Silvana Mura
"è una vittoria dell'opposizione. La marcia indietro effettuata dal
governo inoltre, oltre a costituire una sconfitta per la Lega, che è stata
evidentemente abbandonata dal resto della maggioranza, dimostra che avevamo
ragione noi e che abbiamo fatto bene a dare vita all'ostruzionismo parlamentare
per difendere la legalità e la sicurezza dei cittadini".
(
da "Savona news"
del 08-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Savona:
giudice savonese procuratore capo a Campobasso Da Savona a procuratore capo di
Campobasso. E' la carriera di Armando D'Alterio nominato
dal plenum del Csm. Il magistrato, dal 2007 fuori ruolo per ricoprire le
funzioni di vicecapo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ha
iniziato la sua carriera a Savona nel 1982 con funzioni di giudice, poi è stato
pm a Napoli presso la Dda e, in seguito, consigliere della Corte d'appello
partenopea nel settore agrario e civile. Nel periodo passato alla
direzione distrettuale antimafia a Napoli, D'Alterio si è occupato di
procedimenti sui clan Nuvoletta, Gionta e D'Alessandro, ed ha svolto indagini
sull'omicidio del cronista Giancarlo Siani.
(
da "Giornale di Brescia"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione:
09/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:valtrompia e lumezzane Gardone
Acqua, novità in bolletta? Dopo la sentenza della Consulta che dichiarava
illegittimo il pagamento di una tassa di depurazione nei Comuni dove il
servizio non era attivo, una nuova legge dà la possibilità di introdurre una
nuova tariffa «per investimenti» L'Asvt potrà inserire in bolletta la tariffa
«per investimenti» GARDONE Tariffa di depurazione sì, tariffa di depurazione
no. Questo il grattacapo che da qualche mese tiene occupati i Comuni e Asvt,
società che gestisce il servizio idrico integrato. Ma facciamo un passo
indietro. Dal 1994, i cittadini di Gardone pagano la tariffa del servizio di
depurazione anche nel caso in cui manchino o siano inattivi gli impianti di
depurazione dell'acqua in base ad un articolo della legge Galli. La Corte Costituzionale, però, ha emesso una sentenza che
sancisce l'illegittimità costituzionale di un articolo della legge Galli. In pratica, la Corte
Costituzionale ha ritenuto irragionevole il pagamento da parte degli utenti di
una tassa di depurazione dove il servizio non è attivo. Numerose
richieste di rimborso Molti cittadini, dopo essersi resi conto di aver pagato
un contributo per un servizio non attivo, hanno chiesto un rimborso. La
sentenza della Corte Costituzionale, però, non dice nulla relativamente alle
somme già corrisposte dall'utente ma specifica solamente che dal 16 ottobre
2008, la tariffa di depurazione non può più essere introitata nel caso in cui
l'utente allacciato alla rete fognaria non goda di un trattamento finale dei
suoi reflui. Dal 16 ottobre, dunque, l'Asvt non riscuote più, attraverso la
bolletta, l'intera tariffa di depurazione che si componeva di due voci: tariffa
investimenti e tariffa di gestione dell'esercizio. È pur vero, però, che il
primo marzo 2009 una legge ha decretato che le società possono applicare un
corrispettivo tariffario agli utenti privi del trattamento di depurazione nel
caso in cui si stiano effettuando degli interventi nel settore depurazione e
fognatura previsti nel Piano d'Ambito per i quali è stata avviata la
progettazione. «Il collettore fognario della Valtrompia, inserito nel piano
d'ambito - ha sottolineato il sindaco di Gardone Michele Gussago - rientra in
questa casistica». Quindi, le nuove tariffe per il 2009 decise dall'Ato
prevedono per gli utenti privi di trattamento di depurazione lo scomputo della
tariffa del costo di servizio ma non della componente destinata alla
realizzazione delle opere previste dal piano d'ambito come il collettore
fognario. In pratica, con le prossime bollette Asvt comincerà ad inserire in
bolletta anche la voce «investimenti» nella tariffa di depurazione. A questo
punto è chiaro che i cittadini hanno comunque pagato di più del dovuto e, la
sentenza del primo di marzo prende in considerazione anche la restituzione
delle quote di tariffa non dovute pagate prima della sentenza. A fine giugno la
decisione dell'Ato Ora l'Ato, entro 120 giorni dall'entrata in vigore della
legge, ovvero entro il 29 giugno, dovrà definire l'importo da restituire,
determinato deducendo gli oneri derivanti dall'attività di progettazione, di
realizzazione o di completamento dalla tariffa. Nel caso in cui l'Ato valuti
che ci sia una cifra da restituire, questa partirà dal primo ottobre 2009 con
possibilità di rateizzazione fino a 5 anni e il Ministero dell'Ambiente, dovrà
definire le modalità operative per l'attuazione del rimborso. Inoltre il
rimborso avrà un termine quinquennale di prescrizione come da indicazione della
Corte dei Conti della Lombardia. Secondo il sindaco Gussago, comunque, tutte le
entrate relative alla tariffa di depurazione sono state impiegate per la
realizzazione del collettore fognario della Valtrompia. «La cifra che si dovrà
restituire - ha detto ribadito il primo cittadino di Gardone - se ci sarà,
penso sia irrisoria e, in più - ha concluso - bisognerà tener conto del
conguaglio per la parte di tariffa non riscossa dal 16 di ottobre in poi».
Maria Gatta
(
da "Leggo"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
La suprema Corte Costituzionale ha sentenziato che, come si
desume dalla definizione islamica della "donna terreno da arare", si
possono impiantare un numero illimitato di embrioni nell'utero durante la PMA
(procreazione medicalmente assistita). La stessa Corte poi conferma il divieto
della riduzione embrionale. Ergo o tale sentenza è
autocontraddittoria oppure intende mettere a repentaglio la salute della donna.
Matteo Maria Martinoli, Milano
(
da "Nuova Sardegna, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
17 - Sardegna Parere acquisito dal pm: vietato dare ai partiti i fondi dei
gruppi politici CAGLIARI. I fondi dei gruppi consiliari regionali non possono
essere utilizzati per l'attività dei partiti e meno ancora per quella dei
singoli consiglieri: a sostenerlo è Giammario Demuro, docente di diritto costituzionale all'Università di Cagliari, in un parere
richiesto dal gruppo di Progetto Sardegna nel 2004 e acquisito l'altro ieri
dalla Procura della Repubblica. Il pm Marco Cocco indaga per abuso d'ufficio
sulla destinazione delle risorse economiche riferite ai gruppi politici dopo i
tre esposti presentati dalla funzionaria Ornella Piredda. Il magistrato - sugli
atti dell'indagine è stato posto il segreto su disposizione del procuratore
capo Mauro Mura - non ha voluto commentare il nuovo documento, trenta pagine in
cui il problema dei fondi per i gruppi viene analizzato in rapporto alle leggi.
E' certo però che il contenuto del parere giuridico - anche per l'autorevolezza
della fonte - potrebbe avere effetti importanti sull'indagine, perchè adesso è
certo come almeno una parte del consiglio regionale fosse consapevole dei
limiti imposti dalle norme all'autonomia di spesa riconosciuta alla massima assemblea regionale dallo statuto e dalla Corte Costituzionale.
Nel parere si sostiene fra l'altro che utilizzare i fondi per il partito
potrebbe integrare il reato di finanziamento illecito. L'inchiesta - giudicata
«inopportuna» dall'ex presidente Giacomo Spissu, che ha parlato il mese scorso
con i vertici della Procura - è per ora centrata sull'attività del gruppo Misto
e del gruppo 'Insieme per la Sardegna', gli ultimi due in cui ha
lavorato la funzionaria. L'ipotesi, avanzata negli esposti e oggi al vaglio
della Procura, è che i fondi o parte di essi non sia stata utilizzata per le
attività del gruppo ma che - in assenza di qualsiasi forma di rendicontazione -
abbia preso strade diverse. Fino ad oggi il pm Cocco ha acquisito i documenti
contabili dei due gruppi, il prossimo passo potrebbe essere la tracciatura
bancaria delle somme consegnate dai responsabili dei due gruppi ai consiglieri,
con normali assegni. Per compiere questo passo però la Procura dovrebbe
iscrivere al registro degli indagati i consiglieri sui quali è puntata
l'indagine. Tra i fatti ormai pubblici dell'inchiesta, un assegno da 28 mila
euro staccato a favore di un consigliere dopo le dimissioni del presidente Soru
e prima che la campagna elettorale cominciasse. (m.l)
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
34 - Spettacoli Conto alla rovescia per il passaggio al digitale. Da una
settimana i vecchi apparecchi analogici non possono più essere venduti e a
giugno grandi città come Roma e Torino non vedranno più RaiDue e Retequattro
senza decoder. Mentre Internet si prepara al sorpasso come mezzo di
comunicazione di massa Entro il 2012 tutto il Paese spegnerà il vecchio segnale
analogico per sostituirlo con un sistema che occupa "meno spazio"
(SEGUE DALLA COPERTINA) LEANDRO PALESTINI E sullo scenario televisivo si
profila Internet. Una ricerca di Microsoft prevede il "sorpasso" nel
giugno 2010: per quella data Internet dovrebbe sottrarre alla tv lo scettro di
mezzo di comunicazione più utilizzato. Ma sul digitale terrestre tanti
italiani, allergici alle nuove tecnologie, forse non hanno le idee chiare. Cosa
succederà nei prossimi mesi? Il vecchio segnale tv (analogico) verrà sostituito
con una nuova tecnica di trasmissione televisiva e radiofonica. Quando si parla
di switch off nel Piemonte occidentale dal 24 settembre al 9 ottobre, vuol dire
che nel Piemonte occidentale si avrà lo spegnimento completo del segnale
analogico di tutti gli altri canali. Entro il 2012 tutte le regioni avranno il
digitale terrestre, sistema che occupa "meno spazio" nell´etere:
laddove oggi c´è un canale analogico, domani sarà possibile far viaggiare dai 5
agli 8 canali digitali (da qui la moltiplicazione dei canali). Carlo Freccero,
responsabile di Rai4, che ha debuttato in Sardegna con il nuovo segnale, spiega
come «il digitale terrestre alla fine cambierà il pubblico. Finirà la passività
della tv generalista. Rai e Mediaset dovranno fare i conti con un soggetto
attivo, con l´interazione. Si lavorerà sulla specializzazione dell´offerta. Lo
stiamo sperimentando a Rai4, che ha come mamma l´immaginario americano e come
papà Internet». Lo spettatore potrà interagire attraverso il telecomando con il
canale o il programma seguito (per esempio aprendo delle pagine con
informazioni biografiche sul protagonista ). Ecco perché serviranno televisori
di nuova generazione, con decoder integrato (la garanzia è un bollino bianco,
mentre il bollino blu certifica la compatibilità con il segnale terrestre). Il
digitale come scelta obbligata? In teoria no. Chi ha la vecchia tv potrà
accedere al digitale acquistando il solo decoder (60-70 euro di costo), le
Regioni daranno un contributo di 50 euro a chi ha più di 65 anni, alle fasce
più deboli con reddito al di sotto dei diecimila euro. La Rivoluzione della tv
italiana segue un calendario preciso. Tutto è cominciato dalla Sardegna,
nell´ottobre 2008, la prima regione italiana ad essere entrata dell´era
digitale. Ma nel 2012, quando tutta l´Italia sarà digitalizzata, quale sarà lo
scenario? «Questo passaggio è simile a quello vissuto nel 1976, quando la Corte costituzionale autorizzò la nascita delle tv private», spiega Tullio
Camiglieri, responsabile comunicazione di DGTvi, l´associazione che raccoglie
tutti i broadcaster che offrono servizi gratuti sulla piattaforma del digitale
terrestre (Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, DFree, Aeranti Corallo).
E Andrea Ambrogetti, presidente di DGTvi, evita di parlare di guerra a Sky. Non
siamo alla materializzazione di Raiset? «Più che fare la guerra a Sky, la tv
generalista difende se stessa nel momento in cui c´è questo passaggio
tecnologico. Diciamo che con il digitale terrestre diventa più forte l´offerta
gratuita, dai 9 canali di oggi progressivamente si arriverà a 50 canali. E va
ricordato che il digitale potrà raggiungere fasce di popolazione (soprattutto
quelle montane) che non ricevevano tradizionalmente tutti i segnali
televisivi». Il digitale ha però i suoi costi. E diventa un passaggio quasi
obbligato per il l´utente che vuole stare al passo coi tempi. Come sarà aiutata
la popolazione meno abbiente, i pensionati d´Italia legati alla tv generalista?
«Il Piemonte ha pensato a dei contributi. Verrà dato un contributo di 50 euro
alla categoria degli ultrasessantacinquenni, con meno di diecimila euro di
reddito. Si tratta del 10% della popolazione. Il Lazio si sta orientando sulla
stessa decisione».
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
I - Napoli Lepore, via libera alla conferma per altri quattro anni Il consiglio
giudiziario dà il primo via libera alla conferma per altri quattro anni del
procuratore capo Giandomenico Lepore. Il parere favorevole, imposto dalla legge
di riforma degli incarichi direttivi, passa adesso al
vaglio del Csm. A Palazzo dei Marescialli rinviata invece la discussione sullo
strappo insorto fra Lepore e i pm Noviello e Sirleo a margine dell´inchiesta
rifiuti. Va alla Superprocura il pm di Calciopoli, Filippo Beatrice. Ieri cena
in prefettura per salutare Franco Roberti, nuovo procuratore di Salerno.
DARIO DEL PORTO A PAGINA V
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
V - Napoli "Sì al procuratore Lepore per altri 4 anni" La pronuncia
del consiglio giudiziario. Il capo dei pm: "Ora il
Csm" Le statistiche: le toghe smaltiscono più procedimenti di quanti
vengono iscritti DARIO DEL PORTO Il consiglio giudiziario ha espresso parere
favorevole alla permanenza per altri quattro anni di Giandomenico Lepore alla
guida della Procura di Napoli. L´organo locale di autogoverno di giudici
e pm ha concluso dunque senza voti contrari, e in maniera favorevole a Lepore,
l´istruttoria imposta dalla riforma degli incarichi direttivi. La legge che
fissa in otto anni il tetto massimo di permanenza dei magistrati al vertice di
un ufficio prevede infatti una "verifica" a metà del mandato e Lepore
aveva preso il posto di Agostino Cordova nell´ottobre 2004. Agli atti della
pratica (relatore Giovanna Napoletano) il procuratore ha allegato le
statistiche della Procura dal giorno del suo insediamento a oggi. Numeri dai
quali emerge che i pm del Centro direzionale riescono a smaltire più
procedimenti rispetto a quelli che vengono iscritti. Il parere favorevole passa
ora all´esame del Csm, cui spetta la parola definitiva. «Mi fa piacere che il
consiglio giudiziario abbia deciso, adesso aspetto le determinazioni del
Consiglio superiore», commenta Lepore, che in questi giorni sta lavorando alla
riorganizzazione dell´ufficio. Primo tassello, il nuovo pool anticamorra
allargato a 30 pm e coordinato da tre procuratori aggiunti. Il plenum del Csm
non ha ancora affrontato invece il nodo relativo allo strappo insorto fra il
procuratore e i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo a seguito dello
stralcio di alcune posizioni (fra le quali quelle dei prefetti Corrado Catenacci,
Alessandro Pansa e Guido Bertolaso) dall´elenco delle richieste di rinvio a
giudizio nell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione della crisi
rifiuti. Palazzo dei Marescialli dovrà decidere se il provvedimento di Lepore
vada considerato una revoca, come sostenuto dai pm, oppure no, come invece
obiettato dal procuratore, al quale il procedimento è assegnato in base alla
legge istitutiva della Procura regionale. La pratica, assegnata alla
commissione competente sui profili organizzativi degli uffici, sembrava pronta
per essere discussa ieri ma non è stata esaminata. Se ne parlerà, forse, la
prossima settimana. Aperta invece la pratica "a tutela" dei pm
Noviello e Sirleo chiesta con un documento firmato da 67 magistrati (Lepore in
testa) dopo le affermazioni del premier Berlusconi che aveva definito «eroi» i
manager Impregilo, alcuni dei quali coinvolti nelle indagini sui rifiuti.
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
V - Napoli Le nomine Il pubblico ministero Filippo Beatrice da Calciopoli
all´Antimafia nazionale Da Calciopoli alla Superprocura. Il
Csm ha nominato come sostituto alla Procura nazionale Antimafia il pm Filippo
Beatrice, titolare delle indagini sul pallone truccato e per oltre dieci anni
in prima linea nelle inchieste sui più pericolosi clan della camorra cittadina.
Via libera anche per un altro nuovo pm dell´ufficio diretto da Pietro Grasso:
il magistrato salernitano Leonida Primicerio, già componente del Csm. In
pole position come procuratore capo di Bari invece Antonio Laudati, (oggi
direttore della Giustizia penale al Ministero) a lungo in servizio a Napoli
come pm del pool anticamorra negli anni delle inchieste imperniate sulle
rivelazioni dei pentiti Carmine Alfieri e Pasquale Galasso. Il suo nome è stato
proposto all´unanimità dalla commissione Incarichi direttivi, manca la ratifica
del plenum che ieri ha nominato Armando D´Alterio (il pm che risolse il caso
Siani) nuovo procuratore capo di Campobasso. (d.d.p.)
(
da "Tribuna di Treviso,
La" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Le
ricerche sono finite, ma il mistero sulla scomparsa della famiglia rimane
fitto. E i parenti chiedono aiuto Durante, l'appello: «Non abbandonateci» La
rabbia di Romolo Guernieri: dimenticati dai politici, non ci hanno aiutato «Ci
hanno abbandonato troppe volte, non possono farlo ancora». Romolo Guernieri,
padre di Bruna, lotta ancora. Sua figlia, con il marito Paolo e le piccole Emma
e Sofia, è scomparsa 15 mesi fa, mentre si preparava alla vacanza a Los Roques.
Da quel 4 gennaio 2008 è cominciato un incubo. Che rischia di continuare: i
venezuelani hanno sospeso le immersioni e non è previsto un nuovo piano per
cercare la famiglia. Signor Guernieri, sembra definitivo: la sagoma ritrovata
nei giorni scorsi a largo delle isole caraibiche non è quella dell'aereo
Transaven. «Notizia non ancora confermata dal magistrato Morales, che manderà
gli appunti in Italia soltanto dopo Pasqua. Aspettiamo la riunione tra gli
ambasciatori, poi il governo deciderà il da farsi. Finora da loro ho avuto la
prenotazione dell'albergo a Caracas, poi l'alloggio l'ho pagato io. Ma non è
questo il problema: dopo ciò che ci hanno promesso Berlusconi, Frattini, Zaia,
Brunetta e Sacconi siamo ancora in attesa. Da 15 mesi. E' passato quasi un anno
da quando dicevano di aver trovato il nostro aereo, che poi è diventato una
nave e, alla fine, una roccia». L'hanno delusa proprio tutti? «Soprattutto
Napolitano. Ha sbagliato destinatario quando ci ha inviato la sua solidarietà,
una cosa vergognosa. E anche Gobbo e Gentilini ci hanno dato la solidarietà di
un'alzata di mano, poi nient'altro. Cercavamo qualcuno che smuovesse la
situazione, non l'abbiamo trovato». Dubbi sulla qualità delle ricerche?
«Abbiamo dubbi su tutto e su tutti. I venezuelani ci avevano detto che le
ricerche sarebbero andate avanti finché non si trovava l'aereo. Ci sono 8
italiani scomparsi, ma non sono figli di senatori o industriali, altrimenti a
quest'ora le cose erano già risolte. Non è possibile che non si sappia nulla.
Avevamo chiesto che il nostro perito Mario Pica e l'ammiraglio Giovanni
Vitaloni venissero accreditati per seguire le ricerche, ma non se n'è fatto
niente. Non c'è nulla che dica che l'aereo è in mare, ma nessuno ci aiuta. Sono
stanco e umiliato, ci hanno fatto sentire delle nullità». Dopo il vostro esposto,
il Csm ha convocato il procuratore generale di Roma e il
sostituto che coordina le indagini. «Una tiratina d'orecchi e nient'altro.
Invece bisogna indagare a tutto campo, battere i pugni e continuare a cercare.
I venezuelani hanno paura di una sola cosa: la pubblicità negativa in tivù e
sulla stampa. Ma le grandi reti nazionali, Vespa in primis, ci hanno
ignorato. Ora devono riprendere le ricerche, non possono finire così. Io faccio
un appello: continuate, continuate a cercarli». (Massimo Guerretta)
(
da "Nuova Sardegna, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
38 - Sassari «L'Asl ci priva di un servizio» Dito puntato sui problemi del
centro di salute mentale Domani la riunione per l'elezione del nuovo presidente
OZIERI. Saranno tante le rivendicazioni presentate ai vertici dell'Asl da parte
del Comitato dei sindaci del Distretto socio-sanitario di Ozieri, che si
riunirà domani in occasione dell'elezione del nuovo presidente. Una fra tutte
riguarderà la nuova organizzazione di servizio del Centro di Salute mentale
che, a detta degli amministratori, penalizza le persone con disabilità mentale.
La riorganizzazione ha comportato infatti una riduzione del personale, con
gravi conseguenze sull'efficienza. Una forte presa di posizione in difesa di
questo essenziale settore è portata avanti dal presidente dell'Unione dei
comuni del Logudoro e sindaco di Ittireddu Gavino Appeddu, pronto a dare
battaglia per ottenere il ripristino della funzionalità originaria del Centro
per la Salute mentale. «A seguito di una scelta della Asl di attuare una
divisione tra gli operatori, separando i propri dipendenti da quelli della
cooperativa Seriana di Sassari - spiega Appeddu -, il nostro territorio è stato
privato di un servizio efficiente che la stessa Asl insieme con le
amministrazioni aveva costruito in questi ultimi anni». A partire dal mese di
marzo, infatti, gli operatori della cooperativa (uno psichiatra, una psicologa,
una educatrice e due infermieri professionali) finora operativi in tutto il
distretto, sono stati destinati al solo Goceano. Nella sede di Ozieri, a cui
fanno capo tutti i comuni del Logudoro, sono quindi rimasti solo due psichiatri,
un'assistente sociale e una infermiera professionale, che ora si trovano a
dover gestire da soli sia il servizio ambulatoriale sia i servizi esterni
domiciliari. «La riduzione del personale che finora garantiva la presenza
costante presso i domicili dei cittadini con disabilità mentale - afferma il
sindaco Appeddu - determina un grande vuoto e l'assenza di punti di riferimento
importanti per gli assistiti e causa un impoverimento della qualità del
servizio, nonché grosse difficoltà da parte degli operatori sociali dei comuni
nel garantire quei servizi fino ad oggi realizzati dagli
operatori del Csm». Rischia quindi di venire a mancare l'efficienza nata dalla
fruttuosa collaborazione tra comuni e operatori, in sinergia con i quali erano
stati elaborati sia i progetti abilitativi personalizzati, previsti dalla
normativa regionale, sia anche progetti ben più articolati inseriti nel Plus,
il Piano locale unitario dei Servizi alla Persona. Oltre a ciò, mancherà
anche quella rete relazionale importante che si era creta tra gli operatori e i
pazienti, e persino con le famiglie di questi. «I nostri cittadini - dice
infatti Gavino Appeddu - hanno individuato negli operatori dei punti di
riferimento importanti sia nella gestione della malattia sia nella quotidianità.
E mi riferisco principalmente alle persone con disabilità mentale prive di una
rete familiare di supporto, che hanno trovato negli operatori dei servizi un
sostegno e una collaborazione continua che oggi stanno venendo meno. E ciò è
avvenuto - aggiunge polemicamente il primo cittadino di Ittireddu - in seguito
a decisioni assunte dall'alto, unilateralmente, senza tenere conto
dell'autorità dello stesso Comitato dei sindaci». L'emergenza ora evidenziata,
che è già a conoscenza di tutti i sindaci del territorio e che, come accennato,
sarà portata all'attenzione dell'Asl nel coeso della riunione di domani, «era
già stata comunicata - fa sapere Appeddu - sia al direttore generale della Asl
sia ai responsabili del Dipartimento di Salute mentale di Sassari e di Ozieri,
senza avere alcun riscontro. Considerato quanto detto - conclude - si chiede
pertanto all'Asl di ripristinare la precedente organizzazione di servizio e,
semmai, di potenziarlo. Occorre garantire continuità agli interventi e alle
prestazioni erogate fino ad oggi, in un'ottica che deve assicurare e garantire
una maggiore tutela dei soggetti deboli piuttosto che perseguire,
probabilmente, obiettivi meramente amministrativi e di contenimento di costi».
Barbara Mastino
(
da "Nuova Venezia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Stival
e Boccato guidano la rivolta del Carroccio contro la decisione del governo «I
cittadini vogliono le ronde e noi le faremo» Il sindaco Calzavara: «Adesso è
un'iniziativa di partito, il Comune non la finanzierà» JESOLO. Stralciato il
provvedimento sulle «ronde» nel decreto legge in votazione alla Camera e il
governo chiude per ora il capitolo sui volontari per la sicurezza. Dura la
reazione della Lega che si ribella: «Continueremo lo stesso». Ma il colpo è
accusato e si vede. Il Coisp, sindacato di polizia, ha annunciato subito che le
ronde non verranno «istituzionalizzate» e il Governo dovrà ripensare
l'organizzazione della sicurezza. Anche il Csm aveva preso
posizione contro le ronde e prima ancora lo stesso ministro Maroni aveva
parlato di illegalità in attesa della istituzionalizzazione. Con disciplina i
leghisti del Veneto Orientale, che si erano già riuniti nel famoso «comitato
dei 100» in una località nell'entroterra di Caorle, avevano battuto in ritirata
aspettando momenti migliori ed il via libera del loro ministro. Nel
frattempo era però divampata la polemica con An a proposito dei militari da
schierare nelle città. «Prendiamo atto della decisione - commenta a caldo il
capo riconosciuto del «comitato dei 100» e segretario provinciale del Carroccio,
Daniele Stival - ma vorrà dire allora che noi andremo avanti ugualmente con i
volontari che vorranno aderire alle nostre iniziative. Centrodestra e
centrosinistra sono in disaccordo e in questo modo sono andati contro il volere
dei cittadini». L'assessore sandonatese, Oliviero Leo (Pdl) era stato, ancora
nelle file di An, il primo firmatario della proposta di legge popolare
sull'utilizzo dei militari per la sicurezza e fervido detrattore delle ronde.
«Il governo ha dimostrato la sua determinazione e ha avuto carattere - spiega
Leo - pur rispettando i cittadini e il loro bisogno di sentirsi sicuri, resta
il fatto che la sicurezza deve essere materia delle forze dell'ordine e dei
professionisti di questo settore». Sul litorale, la Lega si stava già preparando
per coordinare i gruppi durante l'estate, mentre a San Donà potrebbero presto
tornare a perlustrare le strade del mercato del lunedì. «Il Comune, stando così
le cose - analizza il sindaco di Jesolo, Francesco Calzavara - non potrà
supportare economicamente i volontari, visto che resteranno in una logica di
partito, seppure rispettabile». L'assessore alla Sicurezza di Jesolo, Andrea
Boccato, suona la carica per la sua sezione che è già pronta al riarmo. «A noi,
compreso l'onorevole Forcolin che ci ha chiamati da Roma, risulta che il
percorso andrà avanti lo stesso, la gente ha voglia di sicurezza - dice Boccato
- e sono i cittadini a chiederci di uscire per i controlli. E noi andremo
avanti perché nessuno ci può fermare, nel rispetto delle leggi e con il nostro
volontariato pronto a schierarsi per la comunità e la difesa dei cittadini
assieme alle forze di polizia». Il rischio è adesso che le «ronde» tornino ad
essere tali nel vero senso della parola, sul filo della legalità, creando
situazioni di pericolo visto che saranno identificate solo con un partito, la
Lega.
(
da "Messaggero Veneto,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
12 - Udine Rimborsi dei canoni non dovuti Il comitato: il Comune non paga
PORPETTO. «Gli enti locali gestori in via diretta dei servizi di acquedotto,
fognatura e depurazione, com'è il comune di Porpetto, individuato l'importo da
restituire, hanno 120 giorni di tempo dalla data di entrata in vigore della
legge di conversione, per restituire i canoni non dovuti della depurazione.
Perché allora l'amministrazione porpettese non lo ha ancora fatto visto che il
28 febbraio la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la legge 13 recante misure
straordinarie in materia di risorse idriche e tra queste anche i rimborsi»? A
dirlo e Giulio Bossa, del comitato per i rimborsi di Porpetto, a fronte delle
numerose richieste presentate dalle famiglie, circa 250, aventi diritto alla
restituzione dei canoni per la depurazione pagati negli ultimi cinque anni, ma non dovuti come sentenziato dalla Corte Costituzionale che ne
ha abrogato la riscossione in quanto «non dovuta per un servizio non reso».
Come si ricorderà, il 57% della circa 900 famiglie porpettesi paga il canone
per la depurazione, mentre il 43 % paga, creando una spaccatura all'interno
della comunità che lamenta un trattamento diverso al suo interno.
L'amministrazione comunale, come ha evidenziato il sindaco Cecilia Schiff, ha
inserito nel bilancio 2009, una posta di 60 mila euro per i rimborsi fondi che
però si dovrà ottenere dalla Regione in quanto il comune non avrebbe risorse
proprie per farlo. «Se saranno concessi questi 60 mila euro, e, come
confermatomi dal sindaco - dice Bossa -, dovrebbero essere stati accantonati in
questi anni con la depurazione già 59.440 euro, il comune avrebbe a
disposizione circa 120 mila euro (in realtà ne servirebbero almeno 200 mila):
perché allora non va avanti con i rimborsi?» (f.a.)
(
da "Repubblica, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
XIII - Bari La denuncia La richiesta La decisione Concorsi per dirigenti la
parola alla Consulta Quote rosa violate "Multe non pagate"
"Cassa integrazione alla Copersalento" «Il decreto della giunta
regionale pugliese che garantisce la rappresentanza politica delle donne non ha
ancora avuto attuazione». A denunciarlo è stato ieri il coordinamento delle
Associazioni femminili, da anni è impegnato nella promozione della democrazia
paritaria. Che ha sottolineato anche la mancata erogazione dei fondi concordati
(99mila euro) alle associazioni che si occupano di promuovere la partecipazione
delle donne alla politica. La richiesta avanzata alla giunta Vendola dal o dal
coordinamento delle associazioni femminili della Puglia è quella di
"attribuire le risorse spettanti agli organismi regionali di parità
vincolandole alla formazione e partecipazione politica delle donne". A
rischio i concorsi per dirigenti alla Regione Puglia. Sarà
la Corte costituzionale a
pronunciarsi sulla legittimità delle prove in corso per sessanta posti di
livello D1 e D3 attivati sulla base di bandi pubblicati dalla Regione nel marzo
2007. Lo ha disposto il Consiglio di Stato accogliendo una eccezione sollevata
da una candidata, eccezione in precedenza respinta dal Tar della Puglia.
Si tratta di concorsi che vengono da bandi del 1998 e 1999 dichiarati
illegittimi dal Tar e dalla Corte Costituzionale che ritenne illegittima la
legge regionale che li aveva banditi, perchè riservava le prove al solo
personale interno. L´attività industriale della Copersalento è ancora ferma in
attesa degli esiti delle analisi sulle sue emissioni inquinanti. Per questo i
sindacati di categoria Flai Cgil e Fai Cisl hanno incontrato ieri la direzione
dell´azienda di Maglie per sollecitare l´avvio degli ammortizzatori sociali.
Durante l´incontro, i sindacati hanno ribadito la necessità di attivare la
cassa integrazione ordinaria per i dipendenti. «Ci stiamo prodigando affinché i
dati analitici di Asl e Arpa Puglia siano esigibili per la data prevista del 15
aprile» ha dichiarato Antonio Gagliardi, segretario provinciale Flai Cgil di
Lecce.
(
da "Messaggero Veneto,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ZOPPOLA
Depuratore, il sindaco replica a Bomben Divide la sentenza
della Corte dei conti ZOPPOLA. Questione depuratore a Zoppola, il sindaco
Angelo Masotti Cristofoli (nella foto) replica a Gustavo Bomben. «É falso -
afferma - che prima della sentenza della Corte costituzionale il canone di depurazione non fosse dovuto. La legge del
1994 era stata confermata due volte dal Parlamento». E aggiunge: «La sentenza
rischia di avere effetti dirompenti sulle finanze di un Comune come il nostro».
(
da "Italia Oggi"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: Primo Piano data: 09/04/2009 - pag: 8 autore: Diego Gabutti l'opinione
Gli italiani?Abulici, infingardi e da educare alla democrazia L'intellighenzia
di sinistra non perde il vizio. E usa la casta progressista come braccio armato
Tranne rare eccezioni, praticamente soltanto i politici e gli intellettuali «de
sinistra», gli italiani sono imperfetti ed è meglio non fidarsene. Secondo Pier
Luigi Bersani, che ne discorreva l'altra sera a Ballarò, non puoi dire a un
italiano che ci vogliono «meno regole», come fa il governo col suo piano-casa:
dagli un dito e lui, l'italiano, ti prenderà prima la mano, dopo il braccio e
poi chissà. Questa è l'Italia, ragazzi, via. Più regole, ci vogliono, con gli
italiani. Leggi severe, e gli occhi dell'amministrazione pubblica puntati
sempre addosso. Altro che «autocertificazione», come si vorrebbe adesso, anche
in fatto di case da allungare e allargare. Soltanto un boccalone può credere a
un italiano che si «autocertifica» il diritto a sopraelevarsi l'abitazione.
Quello, l'italiano, è un eterno Alberto Sordi: furbino, autolesionista,
disonesto, cinico, evasore. Ma basterà educarlo al civismo? No, non basta:
oltre che al civismo, bisogna educarlo, anzi rieducarlo, anche alla democrazia.
A questo pensa, dal 22 al 26 aprile, la Biennale Democrazia di Torino. Mai
sentita? Male. Presieduta, tra gli altri, dall'ex
presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, la Biennale Democrazia provvederà a
chiarire che da noi «la democrazia è in affanno», come leggiamo
sull'«Espresso». Che fare per guarirla? «Pedagogia», è la risposta di
Zagrebelsky al suo intervistatore (all'incirca la stessa risposta che hanno
sempre dato, praticamente a qualsiasi domanda gli venisse rivolta, i
teorici dello Stato etico, da Hegel in avanti). Si deve sapere, infatti, che la
democrazia, «un regime difficile, quasi contronatura», non può essere lasciata
alla «spontaneità», minacciata com'è da troppe insidie, che poi, stringi
stringi, si riducono a una: «il capitale finanziario globalizzato», «il potere
oligarchico». In Italia, poi, essendo gli italiani avidi e egoisti, la
democrazia non ha quasi speranze, specie da quando da noi nessuno presta più
orecchio al contributo che l'intellighenzia («da Gobetti a Gramsci», che erano
poi due famosi ammiratori della Rivoluzione d'ottobre, il secondo addirittura
fondatore del Partito comunista italiano) ha dato alla democrazia e al
liberalismo. Non sembra uno spettacolo anni sessanta di Carmelo Bene? Noi ce
stiamo qui, in platea, e la meglio intellighenzia là sul palco dei talk show e
delle Biennali ci bombarda di torsoli di cavolo, mozziconi di sigaretta, semi
d'anguria e sputi. Negli anni sessanta l'avanguardia teatrale svillaneggiava il
suo pubblico perchè meschino e perbenista. Adesso l'Intellighenzia e il suo
braccio armato, la Casta progressista, trattano tutti gli italiani (esclusi
loro) come meritano: da abulici infingardi. Non siamo degni della democrazia.
Questa «vede i cittadini come capaci d'agire da sé», spiega Zagrebelsky, mentre
«la demagogia», che l'italiano alimenta col suo voto irresponsabile, «vuole
invece il popolo agito» (bella parola, convenitene). Com'era più bello quando
mezzo paese tifava per la Rivoluzione d'ottobre e tutti (come Bersani nei
fotocolor dell'adunata Cgil di sabato scorso) andavano sottobraccio con dei
veri democratici in maglietta rossa ingentilita da un bel ritratto di Che
Guevara!
(
da "Italia Oggi"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: La Legge data: 09/04/2009 - pag: 13 autore: di Antonio G. Paladino
ENTI LOCALI/ La Corte conti campana: discrezionalità per la p.a. Avvocati sotto
controllo Gli occhi del nucleo di valutazione sui legali Fermo restando che
qualunque modalità di valutazione posta in essere nei confronti del personale
di avvocatura di enti locali non può prevedere forme di condizionamento che
producano un'ingerenza nella loro autonomia di giudizio, è rimessa
all'esclusiva valutazione degli enti locali, la possibilità di sottoporre gli
organi dell'avvocatura interna al controllo del nucleo di valutazione. Infatti,
in questa materia devono contemperarsi due fondamentali principi. Da un lato,
devono essere garantite l'autonomia e l'indipendenza, tipiche dello status
professionale dell'avvocato incardinato nella struttura pubblica. Dall'altro,
però, non può essere sminuita l'autonomia degli enti locali che pur sempre
assumono in questo caso la veste di datore di lavoro pubblico e che utilizzano
onerosamente risorse per assicurare il funzionamento e provvedere alle
dotazioni strumentali di tali particolari uffici.Lo ha chiarito la sezione
regionale di controllo della Corte dei conti per la Campania, nel testo del
parere n. 14/2009 (su www.corteconti.it), rispondendo
ad un preciso quesito sul punto, posto dal sindaco del comune di Campagna
(Sa).La giurisprudenza sul punto, ha rilevato il collegio della magistratura
contabile campana, ha ampiamente valorizzato la posizione di esclusività delle
prestazioni, di autonomia e di indipendenza dell'avvocato pubblico (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 390/2006). Ma, al contempo, ha altresì valorizzato
«una spiccata autonomia» degli enti locali in materia di istituzione di propri
organi tecnico-legali (si veda Tar Lazio, sez. III, n. 1886/1990). Da queste
premesse, la Corte pertanto non esclude a priori la sottoposizione del
personale di avvocatura degli enti locali a un'attività di valutazione
che viene esercitata da organi degli enti stessi, nell'ambito dei controlli interni
previsti dalla legge ovvero da disposizioni contenute nei contratti collettivi
nazionali di lavoro, ancorché decentrati. È ovvio, ha tenuto a sottolineare il
collegio contabile, che qualunque modalità di valutazione posta in essere nei
confronti del personale di avvocatura di enti locali, «non può espandersi sino
a prevedere forme di condizionamento e di soggezione che introducano
un'intollerabile ingerenza nell'autonomia di giudizio e di iniziativa nella
trattazione degli affari giuridico-legali». Comunque, è proprio
l'articolazione, su base apicale o dirigenziale, degli uffici tecnico-legali
degli enti locali che può legittimare l'introduzione di forme di valutazione al
solo fine di valorizzare al meglio le risorse disponibili nel bilancio
dell'ente da destinare al funzionamento di tale articolazione organizzativa e
mai per controllare le autonome modalità di esercizio della professione
forense.Pertanto, sulla scorta di tali rilevanti osservazioni, la Corte ha
concluso che resta affidato «alla equilibrata discrezionalità» degli enti,
l'esercizio di una previsione, sia essa statutaria che regolamentare, di
sottoposizione degli organi interni dell'avvocatura al controllo del nucleo di
valutazione.
(
da "Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA
09-04-2009 Il ricercatore «I ragazzi arrivano già alle medie senza etica» II
Comportamenti anti sociali, disforie, tossicodipendenze. Una sottile linea
rossa collega tutti i disturbi comportamentali dei giovani d'oggi: «Arrivano
alle medie che sono già troppo vecchi spiega Giovanni Michelini, dottorando in
Psicologia a Parma -. Iniziano a non avere un'etica già da piccoli, a soffrire.
E chiaramente entrano in ballo le sostanze stupefacenti, vissute senza colpa,
né vergogna». Si è parlato di questo ieri, al convegno organizzato dal Centro
studi Farmacotossicodipendenze e disturbi del comportamento, al centro
congressi Cavagnari. Un momento di incontro tra specialisti del settore, per
promuovere la conoscenza di progetti di ricerca e collaborazioni realizzate dal
Centro con Università e Ausl di Parma. Tanti i nomi illustri: Sergio Dazzi,
dell'Università Bicocca, Laura Fruggeri, Carlo Pruneti, Annalisa
Pelosi e Sarah La Marca dell'Università di Parma, Emanuela Lauci del Csm di
Fidenza, Matteo Mossini, Barbara Branchi, Luca Ruiu e Pietro Pellegrini
dell'Ausl. «I comportamenti devianti, come l'uso di sostanze stupefacenti
spiega Fruggeri sono sempre più assimilabili a comportamenti sociali e meno a
problemi di tipo clinico». C.Z.
(
da "Corriere del
Mezzogiorno" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 09/04/2009 - pag: 4 La decisione del Consiglio di Stato Il concorso regionale del
'98 finisce alla Corte costituzionale Un groviglio inestricabile: questo sta diventando il vecchio
concorso per funzionari (riservato agli interni) bandito tra il '98 e '99 dalla
Regione. Con il rischio che finisca per intralciare la procedura dei concorsi
in via di definizione. In estrema sintesi: su ricorso di una impiegata
regionale esclusa dal vecchio concorso e difesa dall'avvocato Giuseppe Gallo,
il Consiglio di Stato ha deciso di rimettere alla Corte costituzionale
una legge pugliese. È quella che consentì nel 2004 di sanare gli effetti del
concorso-pasticcio del '98-'99. Questo fu riservato solo agli interni, in
possesso «della qualifica immediatamente inferiore», ed escluse i laureati che
non possedevano quella qualifica ma che dall'esterno avrebbero avuto accesso.
Il bando fu bocciato dal Tar e poi dalla Consulta. La legge del 2004 sanò la
situazione. I nuovi concorsi banditi «ora per allora» rischiano di essere
travolti dal giudizio della Corte costituzionale. ( f.
str.)
(
da "Corriere del Veneto"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA
09-04-2009 Il ricercatore «I ragazzi arrivano già alle medie senza etica» II
Comportamenti anti sociali, disforie, tossicodipendenze. Una sottile linea
rossa collega tutti i disturbi comportamentali dei giovani d'oggi: «Arrivano
alle medie che sono già troppo vecchi spiega Giovanni Michelini, dottorando in
Psicologia a Parma -. Iniziano a non avere un'etica già da piccoli, a soffrire.
E chiaramente entrano in ballo le sostanze stupefacenti, vissute senza colpa,
né vergogna». Si è parlato di questo ieri, al convegno organizzato dal Centro
studi Farmacotossicodipendenze e disturbi del comportamento, al centro
congressi Cavagnari. Un momento di incontro tra specialisti del settore, per
promuovere la conoscenza di progetti di ricerca e collaborazioni realizzate dal
Centro con Università e Ausl di Parma. Tanti i nomi illustri: Sergio Dazzi,
dell'Università Bicocca, Laura Fruggeri, Carlo Pruneti, Annalisa
Pelosi e Sarah La Marca dell'Università di Parma, Emanuela Lauci del Csm di
Fidenza, Matteo Mossini, Barbara Branchi, Luca Ruiu e Pietro Pellegrini
dell'Ausl. «I comportamenti devianti, come l'uso di sostanze stupefacenti
spiega Fruggeri sono sempre più assimilabili a comportamenti sociali e meno a
problemi di tipo clinico». C.Z. Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
(
da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 09/04/2009 - pag: 9 Il caso di
Giangiacomo Schiavi BASTA MULTE STRUMENTALI CHE SERVONO A FARE CASSA Caro
Schiavi, nessuno paga le multe con piacere, però quando si sbaglia ci si deve
rassegnare. Io ho fatto così dopo una contravvenzione per la sosta vietata
nello spazio del bus. L'auto è stata anche rimossa, per cui ho lasciato dati e
generalità e ho pagato sia il carro-attrezzi che il bollettino recapitato a
casa. Tutto a posto? No. Con mia sorpresa ho ricevuto un'ingiunzione di
pagamento da 263 euro per non aver comunicato gli estremi della patente. Mi è
stato detto che c'era un avviso nel bollettino della multa: ma io non l'ho
visto. Se pago non verranno scalati due punti dalla patente; se mostro la
patente, oggi, non serve più: devo pagare lo stesso. Se ricorro al giudice di
pace, forse mi danno ragione. Ma perché questa persecuzione ai danni dei
cittadini perbene ? Anna C. Gentile Anna, viviamo in un presente complesso e
travagliato, ma nelle comunicazioni tra istituzioni e cittadino a volte ci
sembra di essere ancora al Medioevo. Sulle multe e su certi bollettini è
arrivato il tempo di ingaggiare una battaglia per la chiarezza e la
trasparenza, per rendere facile la giustificazione al cittadino onesto e
obbligare i furbi a non farla franca. Bisogna dire subito che ci sono
vessazioni inutili, che vanno contrastate civilmente, con le ragioni del buon
senso. Fermo restando il principio che chi contravviene a un divieto deve pagare,
i casi di ingiusto accanimento stanno diventando un'esagerazione. Ci sono
troppe multe per i cartelli poco chiari (tra Ecopass e zone traffico limitato è
stata fatta una strage), e sembrano davvero strumentali le multe per un avviso
non visto, perché segnalato male. Nel suo caso, la sanzione aggiuntiva ci
sembra un atto di slealtà. La Corte costituzionale dice che lei non ha
adempiuto all'obbligo di collaborare: forse doveva essere messa nelle
condizioni migliori per farlo, diciamo noi. Ma il Comune si limita alle norme
di legge: perché deve aiutarla a risparmiare 263 euro? È contro i suoi
interessi di bottega. C'è lo Stato-canaglia, come scrive il nostro Ostellino, e
c'è il Comune-nemico. Ci marciano tutti sui bizantinismi del codice: intanto si
fa cassa. Un sindacato dei vigili urbani, il Siapol, dice che basterebbe una
piccola modifica al testo del Codice della strada. Si dovrebbe scrivere: «Il
proprietario del veicolo subirà la decurtazione dei punti salvo comunicazione
contraria». È così che si incoraggiano i principi della buona amministrazione.
Io non credo che il Comune si impegni a rendere più visibile l'avvertenza: ha
l'alibi della legge. Le resta il giudice di pace: ma il Comune si costituirà
parte civile. È in trappola, cara Anna. Servirebbe una carta dei diritti del
cittadino: chi ha proposte può anche chiamare allo 02-62827382. Cominciamo
così: primo, non vessare il buon cittadino. gschiavi@rcs.it
(
da "Corriere del
Mezzogiorno" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Mezzogiorno sezione: SALERNO data: 09/04/2009 - pag: 10 Il magistrato
lascia Salerno Primicerio va alla Procura nazionale antimafia SALERNO Il plenum
del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso: il magistrato salernitano
Leonida Primicerio entra a far parte come sostituto della Procura nazionale
antimafia diretta da Piero Grasso. Il suo è uno degli otto posti da sostituto
procuratore banditi con due concorsi diversi. Nel primo, che riguardava due
soli posti e sul quale si è pronunciata la terza
commissione del Csm, hanno prevalso a maggioranza Diana De Martino, che ha
condotto la terza inchiesta sull'omicidio di Pierpaolo Pasolini, e con quattro
voti a favore Leonida Primicerio. L'ex consigliere del Csm e attuale sostituto
pg a Salerno si è occupato, come capo degli investigatori della Dia di Salerno,
di processi rilevanti di camorra, come quelli sulla Nuova Camorra
Organizzata di Raffaele Cutolo e sulla Nuova Famiglia di Carmine Alfieri e
Pasquale Galasso, ottenendo tra l'altro importanti collaborazioni da parte di
capi e promotori delle consorterie criminali. Al momento non si sa ancora
quando Primicerio prenderà servizio: i tempi tecnici del trasferimento sono
lunghi. Della Procura nazionale antimafia entra a far parte anche Filippo Beatrice,
pm nel processo Calciopoli che vede come imputato principale l'ex dg della Juve
Luciano Moggi, e a lungo alla direzione distrettuale antimafia di Napoli dove
ha trattato numerosi procedimenti nei confronti di esponenti di clan
camorristici della provincia di Napoli, culminati in condanne all'ergastolo.
Attesa, infine, alla Procura di Salerno, per l'arrivo del nuovo procuratore
generale previsto per giovedì 16 aprile. Leonida Primicerio Il magistrato è
stato consigliere del Csm
(
da "Nazione, La
(Pistoia)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
MONTAGNA
PISTOIA pag. 10 Rimborsi a chi ha pagato MONTAGNA NELLE BOLLETTE DELL'ACQUA IN
SEGUITO ALLA SENTENZA I L 16 MARZO sono entrati in vigore gli importi per la
tariffa 2009 del Servizio idrico integrato (acquedotto fognatura e depurazione)
che gli utenti vedranno presto applicati nelle prossime bollette della società
Gaia Spa. La tariffa approvata - specifica Gaia tiene conto degli effetti sul
sistema dei servizi idrici della sentenza della Corte
Costituzionale 335/2008, relativa agli utenti allacciati a pubblica fognatura
non collegata a un depuratore funzionante o temporaneamente inattivo, ed
assorbe (incorpora) anche il recupero tariffario per gli anni 2006 e 2007,
previsti dalla precedente delibera dell'agosto 2007: risolvendo così la vicenda
legata ai conguagli retroattivi. Secondo gli indirizzi forniti
dall'Autorità di Ambito, le fatture emesse dalla società con la voce recupero
tariffario verranno stornate per gli utenti che non hanno pagato le bollette,
mentre verranno rimborsati coloro che le hanno regolarmente saldate. Rispetto
al passato aggiunge Gaia si registrano aumenti nella tariffa approvata
(contenuti comunque all'interno degli incrementi previsti dalla legge),
necessari per realizzare gli investimenti sul territorio. E' importante però richiamare
l'attenzione degli utenti sul fatto che sono ancora validi benefici e
agevolazioni previste dall'Autorità di Ambito e le procedure definite con il
gestore per il loro accesso: attraverso la compilazione del modello di
autocertificazione entro il 30 aprile è possibile essere assimilati all'uso
domestico residente, per coloro che pur non avendo la residenza dimostrano con
un contratto di locazione di durata non inferiore all'anno, regolarmente
registrato all'Agenzia dell'Entrate, di usare in modo continuato l'abitazione.
Così come accedere all'agevolazione per le famiglie numerose, composte da
almeno 4 componenti il nucleo familiare. Sono inoltre previste conclude Gaia
delle agevolazioni tariffarie per particolari fasce di reddito.
(
da "Resto del Carlino,
Il (Bologna)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
BOLOGNA
PRIMO PIANO pag. 6 IL PLENUM del Csm, a maggioranza, ha
nominato ieri pomeriggio Silverio Piro (... IL PLENUM del Csm, a maggioranza,
ha nominato ieri pomeriggio Silverio Piro (nella foto) alla guida della Procura
di Velletri. Il magistrato lascerà così l'incarico di procuratore aggiunto a
Bologna, che rivestiva dal 2004. Piro, in magistratura dal '77, è stato
pretore a Tempio Pausania dal 1978, poi pm nella capitale tra il 1980 e il
2004. Tra le inchieste da lui seguite, quella sul sequestro e l'omicidio del
piccolo Tommaso Onofri. Il nome di Piro è stato preferito rispetto agli altri
due candidati; Gianfranco Garofalo, consigliere della terza sezione civile del
tribunale di Palermo e Maria Cordova, procuratore aggiunto di Roma. Image:
20090409/foto/1183.jpg
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
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Pagina 342 La diagnosi preimpianto Il caso cagliaritano --> Il caso cagliaritano La recente sentenza della Corte
Costituzionale sulla legge 40/04 ha suscitato accese polemiche tra le diverse
fazioni politiche: illegittima la restrizione all'impianto di tre soli
embrioni, e illegittimo il comma 3 dell'articolo 14 nella parte in cui non
prevede che il trasferimento degli embrioni debba realizzarsi senza pregiudizio
per la salute della donna. La legge stabilisce la possibilità di
diagnosi preimpianto superando la precedente impostazione che limitava
l'indagine al solo stato di salute dell'embrione e a quello di
"osservazione". Il rilievo non è di scarso momento se si ricorda una
questione decisa dalla stessa Consulta nel 2006 sulla legittimità costituzionale dell'articolo 13 sollevata dal Tribunale di
Cagliari per violazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione. Nel caso
trattato, la fecondazione assistita si era già realizzata con tanto di
embrioni, ma la donna rifiutava l'impianto in assenza di preventiva diagnosi: i
genitori erano portatori sani di beta-talassemia e avevano affrontato un aborto
terapeutico proprio perché il feto, pure esso risultato della procreazione
assistita, era affetto dalla patologia. Aborto che aveva ingenerato nella donna
un fortissimo stato ansioso. Il primario della struttura sanitaria aveva
rifiutato di eseguire la diagnosi preimpianto invocando il disposto
dell'articolo 13, 2° comma, il quale prevedeva che si potessero eseguire
interventi sull'embrione solo se aventi finalità diagnostiche e terapeutiche
utili allo sviluppo e alla salute dello stesso. Secondo il Tribunale di
Cagliari, la normativa appariva contraddittoria poiché vietava la diagnosi
preimpianto in relazione alla tecnica di procreazione medicalmente assistita,
laddove invece la stessa diagnosi era consentita nelle "normali"
gravidanze. La Corte rigettava la questione senza tuttavia affrontare il
problema sulla legittimità dell'articolo 13, ma limitandosi a osservare che il
divieto, pur non espressamente previsto dalla norma esaminata, era presente nel
decreto del ministro della Salute 21 luglio 2004. La possibilità di eseguire
oggi la diagnosi preimpianto rende ragione della fondatezza della questione
sollevata tre anni fa dal Tribunale di Cagliari, e vale a parificare sul punto
la situazione di quante ricorrano alla procreazione assistita rispetto alle
altre donne. GIUSEPPINA DI SALVATORE
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
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Pagina 342 Tutti ne parlano Un taglio alle Province per essere più chic Tutti
ne parlano --> L'abolizione delle Province è stato il cavallo di battaglia di
molte campagne elettorali negli ultimi anni. Sembrava anche un punto forte di
questo governo, ma a quanto pare vince il solito compromesso tra partiti. In
zona Lega infatti non ci sentono, Bossi non permetterà che si distrugga
l'appena istituita provincia di Monza, cuore della sua Brianza laboriosa e
produttiva, e di conseguenza nessun altro cederà. Anche nel recente congresso
del Pdl il presidente Schifani ha ribadito che è ora di ridurre i costi
partendo dall'abolizione di enti inutili e province. Per ora, ha ottenuto solo
un lungo applauso e una mezza dichiarazione sussurrata dal ministro Fitto («ci
stiamo muovendo in questo senso»). Potrebbe provarci Brunetta, ma dato che le
resistenze vengono sia da destra che da sinistra sarà arduo anche per lui. Perché
chi occupa certe poltrone sostiene che passare alle Regioni i poteri delle
Province significhi indebolire il territorio dominato da assessori e
consiglieri che lo presidiano con cura. E con 115 milioni di euro l'anno. Anche
in Sardegna abbiamo il nostro piccolo record: anziché eliminare quei
carrozzoni, che altro non sono che una spartizione di poltrone tra trombati
della politica e loro amici, si è lasciato che ne istituissero altre quattro,
operative dal 2005, raddoppiando in un colpo solo quelle storiche di Cagliari,
Sassari, Oristano e Nuoro. All'epoca la cosa ha fatto discutere (e ridere)
molti, soprattutto perché un milione e mezzo di abitanti suddivisi in otto
province sembrava più una barzelletta che una seria istituzione regionale. È
stato anche un problema per i diretti interessati districarsi tra beghe di
campanile e stabilire quali città dovessero essere sede, quali paesi dovessero
farne parte, dividersi competenze e seggiole. Col risultato che per esser tutti
contenti le nuove province hanno doppio capoluogo, come i doppi cognomi di
certa nobiltà: la Olbia-Tempio ha Olbia e Tempio Pausania, Ogliastra, Lanusei e
Tortolì, i capoluoghi di Carbonia-Iglesias sono Carbonia e Iglesias, del
Medio-Campidano, Sanluri e Villacidro. A nulla è valso l'intervento del governo
di allora (nel 2001) dinanzi alla Corte Costituzionale:
sugli enti locali la materia è squisitamente regionale, rientra dunque nelle
prerogative dell'autonomia sarda creare anche trenta province e lo Stato non
può dire bè. Otto (per tanti abitanti quanti ne ha Milano, 12 in tutta la Lombardia su
una popolazione di quasi dieci milioni) è il nostro piccolo record che non fa
molto chic detenere. Ma si potrebbe superare con la stessa autonomia che
ci ha consentito quelle manie di grandezza: un bel taglio netto, senza
compromessi né anticamere romane. Questo sarebbe un record davvero chic. ANNA
PICCIONI piccioni@unionesarda.it
(
da "Unione Sarda, L'
(Nazionale)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
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Pagina 342 Lo Stato laico Reazioni in casa Pdl e Pd --> Reazioni in casa Pdl
e Pd Primo colpo per la legge 40: la Consulta ha deciso che cambierà il numero
di ovociti da poter inseminare e di embrioni da trasferire. In altre parole, le
coppie interessate non saranno più costrette a impiantare tre embrioni, come
stabiliva la legge 40, e probabilmente potranno trasferirne due e conservare
gli altri. Resta invece intonso l'articolo 13, che non consente la diagnosi
preimpianto. Le conseguenze politiche della decisione sono evidenti: un
rinvigorimento del fronte "pro-choice" - trasversale, dai Radicali a
Massimo D'Alema a Gianfranco Fini - e un "serrare i ranghi" del
fronte "pro-life" (che teme ora un riflettersi della decisione sul
percorso parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico). Ed è un
fronte che va da Pier Ferdinando Casini a Eugenia Roccella a Paola Binetti. E
quest'ultima non è la sola, nel Pd. Ci sono infatti quelli che dicono: il
Parlamento ha legiferato anni fa, e il referendum sulla legge 40 non ha
raggiunto il quorum, dunque gli italiani hanno stabilito che la legge andava
bene così com'era. Peccato che tacciano sugli effetti nefasti della campagna
per l'astensione. Le donne che erano costrette a impiantare tre embrioni in una
volta e a ripetere da capo tutto il ciclo in caso di insuccesso, e le coppie
che non potevano permettersi costose trasferte all'estero per non dover
sottostare ai limiti della legge - dicono i fan della decisione della Consulta
- sentono che finalmente è "stata fatta giustizia". Sono parole dello
stesso Fini, accusato da Luca Volontè dell'Udc di essere un «ventriloquo dei
radicali», un uomo che «rappresenta il peggior laicismo eugenetico del Paese». In realtà il commento di Fini alla decisione della Corte ha come
punto nevralgico lo Stato laico: «Le istituzioni sono laiche, quindi se una
norma si basa su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di
costituzionalità». E su questo fronte si profila un'alleanza con l'ala del Pd
che poco tollera le sortite teodem. Massimo D'Alema ha detto che «la
sentenza della Corte Costituzionale chiarisce oltre ogni ragionevole dubbio che
alcuni principi della legge 40 sono contrari alla Costituzione, oltre che
contrari al buonsenso», e in effetti, verrebbe da dire, di fronte alle
diecimila coppie fuggite all'estero per via della legge 40, non si può proprio
dargli torto. NINA ROMANI
(
da "Nuova Venezia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Tentato
omicidio di Zennaro: intercettate le chiamate di «Brunetto» all'ex
parlamentare, ora nel Csm, e al «Doic» Vidali: «Bergamo ti
aiuterà» L'imprenditore al telefono con Rizzi millantava accordi Il titolare
del cantiere Nuovo Moschettiere faceva credere all'amico di averlo «protetto»
«Brunetto» Vidali avrebbe speso la sua antica amicizia con Ugo Bergamo, ex
sindaco, ex parlamentare e ora componente del Consiglio superiore della
magistratura, con Alesasandro Rizzi, pochi giorni prima che quest'ultimo
finisse in carcere per il tentato omicidio di Maurizio Zennaro, riferendogli
che aveva parlato con l'esponente politico, il quale gli aveva promesso che si
sarebbe dato da fare per far togliere al pm Stefano Ancillotto l'indagine nei
suoi confronti. Una vanteria, forse per far credere a Rizzi che si interessava
a lui, che non lo aveva mollato anche nella situazione di difficoltà in cui si
trovava. Ad intercettare le telefonate di Vidali a Rizzi e viceversa i
carabinieri, i quali hanno subito capito che si trattava di una grande bugia
perchè poco prima avevano intercettato la telefonata di Vidali a Bergamo.
«Brunetto» con l'esponente del Csm, che non ha mai negato di conoscerlo, neppure
aveva parlato della sparatoria di cui poi sarebbe stato accusato Rizzi, ma solo
del fatto che Zennaro lo aveva pesantemente minacciato e in più occasioni. E
Bergamo insiste perchè lui denunci i fatti alle forze dell'ordine, invitandolo
addirittura ad andare personalmente dal pubblico ministero per spiegargli di
persona quello che era accaduto, aggiungendo che il pm Stefano Ancillotto era
un magistrato capace ed esperto. Ma Vidali non è l'unico dei personaggi
implicati in questa intricata vicenda che avrebbe telefonato all'ex sindaco e
parlamentare Udc. Anche la moglie di Alessandro Rizzi lo avrebbe chiamato dopo
la pesante accusa di tentato omicidio piovuta sulla testa del pregiudicato
della Giudecca, chiedendo se poteva assumere la difesa del marito, visto che è
un avvocato. Bergamo, naturalmente, le avrebbe risposto che non poteva farlo,
essendo uno dei componenti del Consiglio superiore della magistratura. Spesso
Vidali avrebbe utilizzato le sue conoscenze per essere introdotto in ambienti
ai quali non avrebbe potuto aspirare senza di loro. Ad esempio, sarebbe
accaduto al Golf clun degli Alberoni, al quale era isctitta l'intera su
famiglia, lui (l'unico che non giocava), la moglie, la figlia e il figlio, che
era diventato anche un discreto giocatore di golf. E le sue conoscenze
sarebbero servite soprattutto per convincere il consiglio direttivo del circolo
quando alcuni soci avevano chiesto la sua espulsione a causa del fatto che
aveva aggredito il maestro del figlio soltanto perchè aveva redarguito il ragazzo
per un comportamento poco riospettoso nei confronti di un giocatore anziano.
Nel frattempo, Vidali è ancora nel carcere di Treviso, accusato di essere il
mandante del tentato omicidio di Zennaro. Ad accusarlo Rizzi, che dopo aver
negato la sua partecipazione ha ammesso di aver sparato e ha accusato
«Brunetto».
(
da "Nuova Venezia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
15 - Cronaca Ambulanti, denunciati 8 clandestini Operazione dei vigili dentro
un fastfood Con i bei giorni primaverili, insieme a folle di turisti
mordi-e-fuggi, sono tornati anche i venditori ambulanti. «Sono quasi tutti
volti nuovi, spesso stranieri clandestini. Abbiamo subito aumentato i controlli
per far capire come funzionano le cose a Venezia», commenta il comandante di
Polizia municipale, Marco Agostini. Così, martedì pomeriggio, i vigili sono
entrati da «Spizzico» - in campo San Luca - e hanno controllato i documenti ad
un gruppo di venditori, che stavano cenando con accanto i loro borsoni azzurri
pieni di mercanzia. Conclusione: 8 su 9 sono risultati essere giovani
clandestini senza permesso di soggiono e - come tali - sono stati fotosegnalati,
denunciati ed è stato consegnato loro un foglio di via, mentre per tutti e nove
è poi scattata la sanzione amministrativa per la violazione dell'ordinanza
anti-borsoni, con conseguente sequestro della merce (e denuncia penale per
quanti sono stati trovati in possesso di borse con il marchio contraffatto). A
pochi giorni dalla decisione del Tar di portare al giudizio
della Corte costituzionale la
legge regionale che mette al bando il commercio itinerante dai centri storici,
il Comune continua a dapplicare l'ordinanza anti-borsoni che da quella legge
deriva. «Borsoni a parte», conclude il comandante Agostini, «qui si tratta
soprattutto di stranieri clandestini, senza permesso di soggiorno: una nuova
generazione di ambulanti, che ha preso il posto dei vecchi».
(
da "Nuova Venezia, La"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Noale.
Le ricerche sono finite, ma il mistero sulla scomparsa della famiglia resta
fitto. I parenti non si arrendono Durante, l'appello: «Non abbandonateci» La
rabbia di Romolo Guernieri: umiliati dai politici, non ci hanno aiutati NOALE.
«Ci hanno abbandonato troppe volte, non possono farlo ancora». Romolo
Guernieri, padre di Bruna, lotta ancora. Sua figlia, con il marito Paolo e le
piccole Emma e Sofia, è scomparsa 15 mesi fa, mentre si preparava alla vacanza
a Los Roques. Da quel 4 gennaio 2008 è cominciato un incubo. Che rischia di
continuare: i venezuelani hanno sospeso le immersioni e le ricerche. Signor
Guernieri, sembra definitivo: la sagoma ritrovata nei giorni scorsi a largo
delle isole caraibiche non è quella dell'aereo Transaven. «Notizia non ancora
confermata dal magistrato Morales, che manderà gli appunti in Italia soltanto
dopo Pasqua. Aspettiamo la riunione tra gli ambasciatori, poi il governo
deciderà il da farsi. Finora da loro ho avuto la prenotazione dell'albergo a
Caracas, poi l'alloggio l'ho pagato io. Ma non è questo il problema: dopo ciò
che ci hanno promesso Berlusconi, Frattini, Zaia, Brunetta e Sacconi siamo
ancora in attesa. Da 15 mesi. E' passato quasi un anno da quando dicevano di
aver trovato il nostro aereo, che poi è diventato una nave e, alla fine, una
roccia». L'hanno delusa tutti? «Soprattutto Napolitano. Ha sbagliato
destinatario quando ci ha inviato la sua solidarietà, una cosa vergognosa. E
anche Gobbo e Gentilini ci hanno dato la solidarietà di un'alzata di mano, poi
nient'altro. Cercavamo qualcuno che smuovesse la situazione, non l'abbiamo
trovato». Dubbi sulla qualità delle ricerche? «Abbiamo dubbi su tutto e su
tutti. I venezuelani ci avevano detto che le ricerche sarebbero andate avanti
finché non si trovava l'aereo. Ci sono 8 italiani scomparsi, ma non sono figli
di senatori o industriali, altrimenti a quest'ora le cose erano già risolte.
Non è possibile che non si sappia nulla. Avevamo chiesto che il nostro perito
Mario Pica e l'ammiraglio Giovanni Vitaloni venissero accreditati per seguire
le ricerche, ma non se n'è fatto niente. Non c'è nulla che dica che l'aereo è
in mare, ma nessuno ci aiuta. Sono stanco e umiliato, ci hanno fatto sentire
delle nullità». Dopo il vostro esposto, il Csm ha convocato
il procuratore generale di Roma e il sostituto che coordina le indagini. «Una
tiratina d'orecchi e nient'altro. Invece bisogna indagare a tutto campo,
battere i pugni e continuare a cercare. I venezuelani hanno paura di una sola
cosa: la pubblicità negativa su tv e stampa. Ma le grandi reti
nazionali, Vespa in primis, ci hanno ignorato. Ora devono riprendere le
ricerche, non possono finire così». (Massimo Guerretta)
(
da "Gazzetta
Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
N. 100 ORDINANZA Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Costituzione e intervento nel giudizio
incidentale - Deposito del relativo atto oltre il termine perentorio all'uopo
previsto - Inammissibilita'. - Norme integrative per i giudizi davanti alla
Corte costituzionale, art.
3. Imposte e tasse - Norme della Regione Calabria - Istituzione di un'imposta
regionale sostitutiva dell'addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas
metano - Denunciata violazione dei criteri costituzionali di riparto
dell'imposizione tributaria tra Stato e Regio ..........
(
da "Repubblica.it"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
DAL 3
settembre i vecchi televisori analogici vanno al macero. A Roma e Torino è
partito il conto alla rovescia: da una settimana una direttiva europea vieta ai
negozi di vendere i televisori analogici. Finisce un'era televisiva. Mezzo
secolo fa con il primo monoscopio Rai gli italiani erano ipnotizzati dalla tv
in bianco-nero, oggi i cittadini rottamano i vecchi apparecchi tv per entrare
nell'era del Digitale terrestre, che promette canali gratuiti e una migliore
qualità delle immagini e del suono. Dal venti maggio a Torino e Cuneo con i
vecchi apparecchi non si vedranno più RaiDue e Retequattro. Stessa cosa dal 16
giugno a Roma e nel Lazio, escluso Viterbo: non si potranno più seguire
X-Factor o il Tg4 di Fede. Nessun boicottaggio ad personam, tutto previsto dal
digitale terrestre: una rivoluzione paragonabile all'avvento della tv a colori
degli anni '70, che in Italia produsse anni di discussione, anche ideologiche.
E sullo scenario televisivo si profila Internet. Una ricerca di Microsoft
prevede il "sorpasso" nel giugno 2010: per quella data Internet
dovrebbe sottrarre alla tv lo scettro di mezzo di comunicazione più utilizzato.
Ma sul digitale terrestre tanti italiani, allergici alle nuove tecnologie,
forse non hanno le idee chiare. Cosa succederà nei prossimi mesi? Il vecchio
segnale tv (analogico) verrà sostituito con una nuova tecnica di trasmissione
televisiva e radiofonica. Quando si parla di switch off nel Piemonte
occidentale dal 24 settembre al 9 ottobre, vuol dire che nel Piemonte
occidentale si avrà lo spegnimento completo del segnale analogico di tutti gli
altri canali. Entro il 2012 tutte le regioni avranno il digitale terrestre,
sistema che occupa "meno spazio" nell'etere: laddove oggi c'è un
canale analogico, domani sarà possibile far viaggiare dai 5 agli 8 canali
digitali (da qui la moltiplicazione dei canali). OAS_RICH('Middle'); Carlo
Freccero, responsabile di Rai4, che ha debuttato in Sardegna con il nuovo
segnale, spiega come "il digitale terrestre alla fine cambierà il
pubblico. Finirà la passività della tv generalista. Rai e Mediaset dovranno
fare i conti con un soggetto attivo, con l'interazione. Si lavorerà sulla
specializzazione dell'offerta. Lo stiamo sperimentando a Rai4, che ha come
mamma l'immaginario americano e come papà Internet". Lo spettatore potrà
interagire attraverso il telecomando con il canale o il programma seguito (per
esempio aprendo delle pagine con informazioni biografiche sul protagonista ).
Ecco perché serviranno televisori di nuova generazione, con decoder integrato
(la garanzia è un bollino bianco, mentre il bollino blu certifica la
compatibilità con il segnale terrestre). Il digitale come scelta obbligata? In
teoria no. Chi ha la vecchia tv potrà accedere al digitale acquistando il solo
decoder (60-70 euro di costo), le Regioni daranno un contributo di 50 euro a
chi ha più di 65 anni, alle fasce più deboli con reddito al di sotto dei
diecimila euro. La Rivoluzione della tv italiana segue un calendario preciso.
Tutto è cominciato dalla Sardegna, nell'ottobre 2008, la prima regione italiana
ad essere entrata dell'era digitale. Ma nel 2012, quando tutta l'Italia sarà
digitalizzata, quale sarà lo scenario? "Questo passaggio è simile a quello
vissuto nel 1976, quando la Corte costituzionale autorizzò la nascita delle tv private", spiega Tullio
Camiglieri, responsabile comunicazione di DGTvi, l'associazione che raccoglie
tutti i broadcaster che offrono servizi gratuti sulla piattaforma del digitale
terrestre (Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, DFree, Aeranti Corallo).
E Andrea Ambrogetti, presidente di DGTvi, evita di parlare di guerra a Sky. Non
siamo alla materializzazione di Raiset? "Più che fare la guerra a Sky, la
tv generalista difende se stessa nel momento in cui c'è questo passaggio
tecnologico. Diciamo che con il digitale terrestre diventa più forte l'offerta
gratuita, dai 9 canali di oggi progressivamente si arriverà a 50 canali. E va
ricordato che il digitale potrà raggiungere fasce di popolazione (soprattutto
quelle montane) che non ricevevano tradizionalmente tutti i segnali
televisivi". Il digitale ha però i suoi costi. E diventa un passaggio
quasi obbligato per il l'utente che vuole stare al passo coi tempi. Come sarà
aiutata la popolazione meno abbiente, i pensionati d'Italia legati alla tv
generalista? "Il Piemonte ha pensato a dei contributi. Verrà dato un
contributo di 50 euro alla categoria degli ultrasessantacinquenni, con meno di
diecimila euro di reddito. Si tratta del 10% della popolazione. Il Lazio si sta
orientando sulla stessa decisione". (9 aprile 2009
(
da "Corriere del Veneto"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
del Veneto sezione: REGIONE data: 09/04/2009 - pag: 7 Ancora in aula Tre
imputati veneti accusati di eversione dell'ordine democratico andranno in
giudizio in Cassazione Il ricorso Il sostituto procuratore generale di Venezia,
Bruno Cherchi, ha impugnato la sentenza della Corte d'Assise d'Appello Non è
finita: nuovo processo ai Serenissimi Flavio Contin «accusa» indirettamente
Guido Papalia: «Da Verona qualcuno si aspettava ancora qualcosa» VENEZIA A
distanza di quasi dodici anni dall'assalto al campanile di San Marco, avvenuto
nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1997, il processo per eversione dell'ordine
democratico nei confronti dei tre «serenissimi» Gilberto Buson, Cristian e
Flavio Contin, è destinato a ricominciare. Sul tavolo degli avvocati Renzo
Fogliata, Alessio Morosin e Luigi Fadalti, infatti, dallo scorso 20 ottobre è
depositato il ricorso in Cassazione, con il quale il sostituto procuratore
generale di Venezia Bruno Cherchi ha impugnato la sentenza della Corte d'Assise
d'Appello presidente Carlo Citterio , che il 9 giugno 2008 aveva assolto i tre
imputati con formula piena (poiché «il fatto non sussiste»). Sebbene la data
della prima udienza nelle aule del «Palazzaccio» non sia stata ancora fissata,
la notizia è destinata già da ora a far discutere. Perché se la Suprema Corte
dovesse accogliere i motivi di gravame della Procura Generale, il processo
sarebbe tutto da rifare. «Avranno meditato una piccola vendetta ha commentato
amaro Flavio Contin, parlando al telefono dalla sua abitazione di Casale di
Scodosia - . Nonostante le accuse ridicole, per altro smontate nel dibattimento
dai nostri legali, evidentemente da Verona qualcuno si aspettava ancora
qualcosa». La strada di Papalia L'accusa di Contin non è proprio velata. Verona
infatti significa Guido Papalia. Fu proprio l'attuale Procuratore della
Repubblica di Brescia, all'epoca capo del-- l'Ufficio scaligero, che nel 1997,
ancor prima dell'occupazione del campanile, avviò le indagini nei confronti
degli aderenti al cosiddetto «Serenissimo Governo Veneto», sorto nel gennaio
1987. Ad attivare l'inchiesta erano state le interferenze abusive che alcuni
degli imputati avevano prodotto, tramite attrezzature artigianali, nelle
trasmissioni televisive del TG1. L'assalto dell' 8 e 9 maggio servì dunque a
Papalia per consolidare le proprie tesi: così, parallelamente al processo sorto
a Venezia, col quale i «serenissimi» furono condannati a pene severissime
(Gilberto distruggere il sentimento nazionale e a suscitare la guerra civile
per finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico ». Accuse
pesantissime, di cui Papalia ha sempre voluto sostenere la fondatezza. Un
processo infinito Già in fase di udienza preliminare, tuttavia, il processo fu
trasferito per competenza da Verona a Padova. Molti degli imputati
patteggiarono, ma in quattro andarono fino in fondo: i due Contin, Buson e pure
Bepi Segato, l'ideologo che morì il 27 marzo del 2006. In primo grado, dopo
essere caduta l'imputazione relativa alla distruzione del sentimento nazionale
(reato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale
nel 2001), i giudici dell'Assise di Padova assolsero tutti gli imputati perché
non fu provato il «programma di violenza in quanto la sua concretizzazione si
sarebbe manifestata la prima volta con modalità tali per cui con certezza
nessun'altra azione sarebbe stata poi possibile da parte del commando».
Lo scorso giugno quindi anche la Corte d'Assise d'Appello di Venezia, seppur
con diverse motivazioni, ha confermato la sentenza di primo grado, facendo così
esultare i tre «serenissimi» e i loro legali. «Bepi Segato, questa vittoria è
per te», esclamò il più giovane dei Contin alla lettura della sentenza,
rivolgendosi all'ex compagno scomparso. Ora però è di nuovo tutto in ballo.
Giovanni Viafora Uomini e Tanko Serenissimi all'assalto del campanile di San
Marco nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1997. Sotto, da sinistra, Fausto Faccia
e Flavio Contin
(
da "Denaro, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Napoli
Giustizia Il Pm di Calciopoli lascia la Procura Filippo Beatrice, pm nel
processo Calciopoli, lascia la procura di Napoli. Il plenum
del Csm ha accolto la sua richiesta di essere assegnato alla procura nazionale
antimafia diretta da Piero Grasso. Beatrice è stato a lungo alla direzione
distrettuale antimafia di Napoli dove ha trattato numerosi procedimenti nei
confronti di esponenti di clan camorristici della provincia di Napoli,
culminati in condanne all'ergastolo. Tra gli altri, il processo nei
confronti dei dirigenti della cosiddetta "Alleanza di Secondigliano",
le indagini sul traffico di sostanze stupefacenti controllato dal clan di
Lauro, il procedimento contro il cartello di Secondigliano. Alla procura
nazionale antimafia andrà anche come sostituto l'ex consigliere del Csm Leonida
Primicerio, che attualmente è sostituto pg a Salerno. Anche lui si è occupato
di processi rilevanti di camorra, come quelli sulla Nuova Camorra Organizzata
di Raffaele Cutolo e sulla Nuova Famiglia di Carmine Alfieri e Pasquale
Galasso, ottenendo tra l'altro importanti collaborazioni da parte di capi e
promotori delle consorterie criminali. del 09-04-2009 num.
(
da "Napoli.com"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
9/4/2009
Da oggi solo scontri con le istituzioni inadempienti Aspettando Berlusconi Dopo
due anni di inutili attese, visto che le promesse di realizzare la condotta di
Cuma sono andate del tutto disattese, visto che la situazione d'inquinamento
del mare si aggrava piuttosto che migliorare, siamo costretti a rimboccarci
nuovamente le maniche ed a riprendere l'estenuante lotta per il nostro
litorale. Alcune considerazioni sono però d'obbligo perché va spiegato come si
è arenato il percorso virtuoso che aveva visto negli scorsi anni qualche sforzo
che in alcune località aveva portato ad un miglioramento anche sensibile della
qualità dell'acqua. Chi segue la battaglia per le bandierine blu ricorderà che
lo sconcio del Canale di Quarto attraverso il quale giungevano le acque brute
dell'intera città che dà nome al canale era stato eliminato con poca spesa e
con un poco di attenzione. Sa pure, chi ci segue, che la Sogesid s.p.a. aveva
realizzato, a mezzo di un pool composto di professori universitari (Giuseppe De
Martino, direttore del dipartimento di Costruzioni Idrauliche dell'Università
Federico II di Napoli, prof. Corrado Gisonni e ing. Corrado Montagnese) il
progetto preliminare per la condotta di Cuma e che tale progetto fu presentato
al Lido Le Dune a marzo del 2007 dall'assessore Luigi Nocera in un pubblico
convegno e doveva essere finanziato con fondi europei del POR. A seguito della
nota vicenda Mastella, l'assessore Nocera fu però costretto prima agli arresti
domiciliari e poi alle dimissioni e in sua sostituzione fu nominato assessore
regionale all'ambiente Walter Ganapini, ambientalista di professione. Gli
abbiamo inviato gli auguri e chiesto incontri ma ci ha ignorati del tutto,
confidando sul progetto di finanza che vide quale aggiudicatario la Hydrogest
s.p.a., società che avrebbe dovuto rifunzionalizzare i depuratori dell'area
nord di Napoli. Oggi la situazione è purtroppo regredita di molto giacché gli
impianti lavorano a scartamento ridotto o per niente, i derivatori si
insabbiano al Rione Toiano e portano i reflui direttamente al mare, addirittura
rifiuti ospedalieri galleggiano a mare. A quale santo votarci? Tranne
Berlusconi, che con un colpo di reni ha risolto la drammatica situazione dei
rifiuti solidi facendo scomparire le montagne di sacchetti di spazzatura dalle
strade, non si vede in giro qualcuno che abbia l'autorevolezza e, soprattutto,
la capacità di interventi risolutivi. Ma Berlusconi potrà occuparsi anche di
questa emergenza che affligge la nostra terra? Chissà. Nelle more, però, dobbiamo
affilare le armi e procedere alle azioni per bloccare il pagamento dei canoni
delle acque reflue. Subito dopo Pasqua con l'associazione "L'Avvocato del
Mare" e con altre associazioni daremo il via agli atti
necessari visto che la Corte Costituzionale è stata chiarissima in proposito
confermando in pieno quella che è la nostra tesi da tanti anni. Se gli impianti
non funzionano non è dovuto il canone. Indiciamo una riunione operativa per
venerdì 10 aprile - ore 18 - al lido Le Dune alla quale invitiamo gli associati
per definire gli schemi organizzativi. Prossimi Appuntamenti Riunione
Operativa Ven, 10 aprile 2009, ore 18:00 - Lido Le Dune, Licola
(
da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Cade
la Sanfiorese Mareno solo in vetta Giovedì 9 Aprile 2009, m.m.) Anche la nona
giornata di ritorno del campionato provinciale Juniores è stata movimentata nel
girone A con La Marenese capolista solitaria grazie alla vittoria sul
Francenigo e la sconfitta della Sanfiorese. Nel girone B conferma per la Pro
Mogliano, nel C per il San Floriano. Ecco risultati, classifiche e programma di
sabato 18 alle 16 (Turno di sosta l'11). GIRONE A Risultati: La
Marenese-Francenigo 2-1, Vazzolese-Godega 1-0, Cappella Maggiore-Gorghense 1-2,
Feletto-Parè 3-0, Orsago-Porto Mansuè 1-1, Campolongo-S. Vendemiano 1-1,
Codognè-Sanfiorese 1-0. Classifica:La Marenese 47, Vazzolese 45, Sanfiorese 44,
Codognè 42, Gorghense, Porto Mansuè 40, Campolongo 33, Orsago 30, Godega 27, Feletto
25, Francenigo 20, Parè 14, S. Vendemiano 13, Cappella Maggiore 8. Prossimo
turno: Porto Mansuè-Campolongo, S. Vendemiano-Cappella Maggiore, Parè-Codognè,
Francenigo-Feletto, Godega-La Marenese, Sanfiorese-Orsago, Gorghense-Vazzolese.
GIRONE B Risultati: Paese-Casale 4-2, Cima Piave-Fontane 0-3, Giavera-Pro
Mogliano 1-5, S. Antonino-Pro Roncade 1-1, Zero Branco-Salgareda 1-4,
Badoere-S. Lucia Mille 2-3, Padernello-Silea 0-3. Classifica: Pro Mogliano 59,
S. Lucia Mille 47, Salgareda 46, Zero Branco 35, Pro Roncade 34, Casale 33,
Paese 32, Padernello 29, Silea 25, Cima Piave 24, Badoere 23, Fontane 17, S.
Antonino 16, Giavera 7. Prossimo turno:Salgareda-Badoere, S. Lucia Mille-Paese,
Pro Mogliano-Cima Piave, Pro Roncade-Giavera, Casale-Padernello, Silea-S.
Antonino, Fontane-Zero Branco. GIRONE C Risultati:
Godigese-CSM Resana 4-1,
Montello-Fossalunga 2-1, Bessica-Milan Guarda 4-4, Città di Asolo-Riese Vallà
1-3, S. Floriano-S. Gaetano 3-2, Spineda-Treville 2-1, SP-Virtus Csm Farra 4-4.
Classifica: San Floriano 49, Riese Vallà, Montello 47, CSM Resana 46, Godigese 45, SP 38,
Spineda 37, Virtus Csm Farra 29, Bessica 26, Città di Asolo 22, San
Gaetano 20, Milan Guarda 14, Treville, Fossalunga 13. Prossimo turno: Riese
Vallà-Bessica, CSM Resana-Spineda, Fossalunga-Città di
Asolo, S. Gaetano-Godigese, Virtsu Csm Farra-Montello, Milan Guarda-S.
FLoriano, Treville-SP.
(
da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Doppio
canone, domande bollate per i rimborsi Giovedì 9 Aprile 2009, (mzan) «Le
domande per il rimborso del "doppio canone" fognario vanno presentate
in bollo». Le parole dell'assessore Fulvio Zugno sono ora confermate dalla
risoluzione 98 dell'Agenzia delle Entrate. In sintesi, l'ente dice: trattandosi
non di un tributo, ma della tariffa per un servizio
(proprio per questo motivo la Corte Costituzionale ha sentenziato la
restituzione) le richieste per il canone di depurazione sono soggette
all'imposta di bollo da 14,62 euro. Trova così ulteriore validità la tesi
dell'assessore, che nel predisporre i moduli, aveva previsto il bollo.
(
da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Casale
va alle finali Anche altre quattro sono ormai vicine al traguardo Giovedì 9
Aprile 2009, (m.m.) Con le gare dell'11. giornata di ritorno del campionato
provinciale Giovanissimi, il Casale vince il girone C ed accedere alle finali.
Pronto per la vittoria anche il Lia Piave (E), nel girone A conduce il Vittorio
Veneto, nel B l'Opitergina, nel D il Loria. Ecco i risultati, le classifiche e
gare del 19 aprile (12. ritorno). GIRONE A Risultati: Tarzo Revine
Lago-Campolongo 1-0, Cappella Maggiore-Codognè 1-4, Godega-Cordignano 1-2,
Ogliano-Efferre Aurora 6-0, S. Vendemiano-Lourdes 0-2, Vittorio Veneto-S.
Michele 3-0, ha
rip. Sanfiorese. Classifica: Vittorio Veneto 59, S. Michele 54, Campolongo 45,
Codognè 44, Ogliano 41, S. Vendemiano 33, Tarzo Revine Lago 32, Sanfiorese 23,
Lourdes 22, Cappella Maggiore, Godega 10, Efferre Aurora 7. Prossimo
turno:Sanfiorese-Cappella Maggiore, Codognè-Godega, Cordignano-Ogliano, S.
Vendemiano-S. Michele, Efferre Aurora-Tarzo Revine Lago, Campolongo-Vittorio
Veneto, rip. Lourdes. GIRONE B Risultati: Suseganese-Pero 0-0, S. Lucia
Mille-Cima Piave 3-2, Basalghelle-Fontanelle 3-0, Vazzolese-Giovani Lia Piave
0-0, La Marenese-Gorghense 1-0, Breda-Opitergina 0-1, Lovispresiano-Team
Biancorossi 2-4. Recupero: Cima Piave-Basalghelle 2-4. Classifica: Opitergina
64, Team Biancorossi 60, Breda 54, Gorghense 42, La Marenese 41, Basalghelle
36, Pero 34, Fontanelle 33, Suseganese, S. Lucia Mille 28, Lovispresiano 24,
Giovani Lia Piave 20, Vazzolese 13, Cima Piave 6. Prossimo turno:
Pero-Basalghelle, Cima Piave-Marenese, Gorghense-Lovispresiano, Fontanelle-S.
Lucia, Giovani Lia Piave-Suseganese, Breda-Team Biancorossi, Opitergina-Vazzolese.
GIRONE C Risultati: Pro Roncade-San Giuseppe 0-3, Condor S. Angelo-Casale 4-2,
Silea-Castagnole 1-1, Aurora Treviso Due-Padernello 5-0, Badoere-S. Bona 1-5,
Preganziol-Zero Branco 0-4, ha
rip. Paese. Classifica:Casale 57, Silea 47, Aurora Treviso Due 42, S. Bona 40,
S. Giuseppe 39, Paese 38, Padernello 34, Condor 31, Castagnole, Zero Branco 30,
Preganziol 11, Badoere 10, Pro Roncade -1. Prossimo turno:Casale-Aurora Treviso
Due, S. Giuseppe-Condor, Paese-Padernello, Zero Branco-Pro Roncade, S.
Bona-Silea, Castagnole-Preganziol, rip. Badoere. GIRONE D Risultati Città di
Asolo-Godigese 1-1, Bessica-Idea Sport np, Azzurra-Loria
3-1, Concordia Fonte-Riese Vallà 2-1, CSM Resana-S. Andrea 2-1, S. Gottardo-Maser 0-2, ha rip. Giov. Ezzelina.
Classifica: Loria 58, Azzurra 56, Godigese, Maser 43, Giov. Ezzelina 41, CSM Resana 38, S. Gottardo 28, Fonte 27,
Riese Vallà 22, Città di Asolo 21, Idea Sport 14, S. Andrea 9, Bessica 4.
Prossimo turno: Riese Vallà-Azzurra, Loria-CSM Resana,
Idea Sport-Città di Asolo, Maser-Fonte, Bessica-S. Andrea, Giov. Ezzelina-S.
Gottardo, rip. Godigese. GIRONE E Risultati: Giavera-Istrana nd, Città Crocetta
Cornuda-Fontane 2-2, Contea-Montello 3-1, Postioma-Nervesa 1-7,
Caerano-Quartier Piave 0-1, Lia Piave-San Gaetano 7-1, Milan Guarda-Soccer G.A.
2-2. Classifica: Lia Piave 66, Soccer G.A., Quartier del Piave 59, Caerano 45,
Città Crocetta Cornuda, Nervesa 43, S. Gaetano 34, Fontane 32, Montello 28, Milan
Guarda 19, Contea 18, Istrana 16, Postioma 10, Giavera 0. Prossimo turno: S.
Gaetano-Caerano, Quartier Piave-Contea, Nervesa-Città Crocetta Cornuda, Milan
Guarda-Fontane, Montello-Giavera, Soccer-Lia Piave, Istrana-Postioma. GIRONE F
(Squadre fuori classifica): Fulgor-Casier Dosson 2-1, Quartier Piave-Codognè
1-2, Cipriano Catron-Careni Pievigina 0-0, Villorba-Pro Mogliano 0-0,
Opitergina-Team Biancorossi 0-3, Padernello-Vittorio Veneto 0-8, ha rip. Olmi Callalta.
Prossimo turno: Pro Mogliano-Cipriano Catron, Vittorio-Fulgor, Careni
Pievigina-Opitergina, Casier Dosson-Quartier del Piave, Padernello-Team
Biancorossi, Olmi Callalta-Villorba, rip. Codognè. RAPPRESENTATIVA - Oggi alle 17 a Zero Branco gara di
ritorno del torneo regionale fra le rappresentative giovanissimi di Treviso e
Padova. I giocatori sono convocati alle 15,30.
(
da "Giornale.it, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 85
del 2009-04-09 pagina 0 Cassazione: mai più toga per il magistrato-lumaca di
Luca Fazzo Confermato il licenziamento dalla magistratura di Edi Pinatto, il pm
milanese che - quando era giudice in Sicilia - impiegò 8 anni a scrivere una
sentenza. E i mafiosi vennero scarcerati Neanche i giudici di Cassazione si
sono fatti convincere o commuovere: il pubblico ministero Edi Pinatto è da oggi
ufficialmente fuori dalla magistratura. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno
depositato oggi la loro decisione sul caso del «magistrato più lento d'Italia»,
salito all'onore delle cronache per avere impiegato otto anni a scrivere una
sentenza, causando così la scarcerazione per decorrenza termini di un folto
gruppo di mafiosi. La delibera del Consiglio superiore della magistratura che
infliggeva a Pinatto la più grave delle sanzioni disciplinari - in pratica, il
licenziamento in tronco - è stata ritenuta dalla Cassazione perfettamente
adeguata alle mancanze di cui il giovane magistrato si è reso responsabile. Era
l'ultimo tentativo a disposizione di Pinatto per cercare di limitare i danni.
Il 10 marzo scorso, durante l'udienza in Cassazione, il difensore del
magistrato aveva cercato in ogni modo di trovare delle attenuanti: il fatto che
Pinatto fosse stato spedito nella «trincea» di Gela appena fresco di nomina,
che avesse chiesto a lungo di non venire trasferito a Milano prima di avere
ultimato le motivazioni, che a Milano fosse stato subito investito da un
notevole carico di lavoro nelle sue nuove vesti di pubblico ministero. Ma non
c'è stato niente da fare. A rendere senza via d'uscita la posizione di Pinatto,
oltre alla oggettiva gravità degli episodi, è stato il clamore suscitato dalla
vicenda. E la pietra tombale sulla carriera di Pinatto in magistratura è stata
messa probabilmente da Giorgio Napolitano: il presidente della Repubblica, con
un intervento tutt'altro che consueto, aveva chiesto una pena esemplare per il
pm milanese. Il Csm, di cui Napolitano è presidente, si è
attenuto all'indicazione. E la Cassazione non è stata da meno. Pinatto aveva
atteso la decisione della Cassazione continuando a lavorare come se nulla fosse
nel suo ufficio di pm a Milano (dove si era reso protagonista di un altro
piccolo caso, dando l'okay alla scarcerazione di un indagato per violenza
sessuale). Appariva provato dalla vicenda ma non rilasciava
dichiarazioni. Solo qualche giorno fa, alla festa di addio del collega Paolo
Ielo (trasferito a Roma), si era concesso un po' di distrazione, accennando
anche qualche timido passo di danza. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Mattino, Il
(Circondario Sud1)" del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
AFRAGOLA
Convengo sulla giustizia «L'organizzazione della giustizia a Napoli e nell'area
nord", è il tema di un convegno, organizzato dall'Idv, sabato 18 aprile,
alle 10,30, presso la biblioteca comunale in via Firenze. I lavori saranno
introdotti da Cosimo Boemio, segretario cittadino e da Francesco Castaldo,
presidente dell'ordine forense di Afragola. Interverranno Alba Napolitano,
dirigente del tribunale di Afragola, Marco Corcione, coordinatore dell'ufficio
del giudice di pace, il sindaco Vincenzo Nespoli, Nicola Marrazzo, presidente
commissione bilancio della Regione, il segretario regionale Idv, Nello
Formisano e Ciro Riviezzo, componente del Csm». LETTERE
Rapina un disoccupato: preso Rapina 20 euro a un disoccupato, ai domiciliari un
pregiudicato 28enne letterese. Si tratta di Francesco Bellotti, già noto alle
forze dell'ordine, arrestato dai carabinieri della locale stazione in
esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare dei giudici di Torre
Annunziata. Da una breve attività d'indagine, i militari hanno accertato
che Bellotti, il 22 marzo scorso, ha rapinato un 44enne disoccupato del luogo
della somma di 20 euro, dopo aver sferrato un pugno al torace della vittima.
Dopo i vari accertamenti il giovane pregiudicato è stato accompagnato nel suo domicilio,
dove rimarrà a disposizione dell'autorità giudiziaria. SAN GIORGIO/1 Alunni
premiati Tre alunni della scuola media Cardinale Massaia sono stati premiati
per un concorso grafico sul tema della rinascita bandito dall' Associazione De
Lauzieres. «All'iniziativa hanno partecipato - spiega Fausto Smimmo, presidente
dell'associazione - 48 studenti ed abbiamo premiato con una maglietta uno
studente di prima media, uno di seconda e l'altro di terza: a tutti gli altri
abbiamo invece donato un uovo di pasqua. La manifestazione aprirà la nostra
campagna pubblicitaria, che per la prima volta ci qualificherà come Centro
commerciale naturale De Lauzieres». Questo sabato, inoltre, saranno allestiti 4
gazebo lungo la strada per offrire ai passanti degli omaggi floreali. Uno dei
gazebo sarà utilizzato dall' Alts (Associazione per la lotta ai tumori del
seno). Oliviero Pasquale, presidente dell'associazione e primario dell'ospedale
Pascale, sarà presente con la sua unità mobile per offrire ai passanti il
contributo medico per la prevenzione di questo tipo di tumori. SAN GIORGIO/2
Vertice sulle rimozioni Questa mattina la commissione trasparenza si occuperà
nuovamente dei dati riguardanti le rimozioni forzate dei veicoli in sosta
vietata. Ad insospettire il consigliere Alessandro Longobardi, presidente della
commissione, è stato il fatto che in alcuni punti si superi la media di auto
prelevate in sei mesi, mentre in altre zone, come via Bruno Buozzi o via
Tufarelli, nonostante le lamentele dei residenti non vengono prelevati veicoli
per mesi. A fornire delle risposte ai dubbi della commissione sarà l'assessore
alla polizia municipale Francesco Sorrentino.
(
da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 09-04-2009)
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Lascia
la Procura di Napoli Filippo Beatrice, pm di Calciopoli che vede imputato l'ex
dg della Juve Luciano Moggi. Il plenum del Csm ha accolto
la sua richiesta di essere assegnato alla Procura nazionale antimafia di Piero
Grasso. A lungo alla Dda di Napoli, ha trattato numerosi procedimenti nei
confronti di esponenti di clan camorristici della provincia di Napoli,
culminati in condanne all'ergastolo, prima di passare al pool mani pulite.
E proprio dalla Dda, con la collaborazione di magistrati di Germania, Francia e
Svizzera, e di organi di polizia degli Usa, del Canada e dell'Australia,
Beatrice ha coordinato le ricerche che hanno consentito l'arresto di numerosi
capi di organizzazioni criminali. Da una sua indagine, la condanna di Giuseppe
Misso e la decisione di collaborare con la giustizia da parte di uno dei
rampolli del clan di Largo Donnaregina.
(
da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 09-04-2009)
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LEANDRO
DEL GAUDIO Parere positivo da parte del Consiglio giudiziario, promossa la
gestione Lepore della Procura di Napoli, al termine della prima metà del
mandato alla guida dell'ufficio. Mentre a Roma, dinanzi al
Csm il plenum ha rinviato la decisione sulla gestione dello stralcio nel
processo rifiuti, a Napoli arriva una «promozione» del capo dei pm. È di lunedì
scorso infatti il sì unanime alla conduzione di uno degli uffici investigativi
più numerosi e complessi d'Italia. Il giro di boa - dopo quattro anni di
gestione - si chiude con un parere positivo da parte dell'assemblea che
rappresenta i magistrati del distretto. Ora, anche in questo caso, la parola
definitiva, passa a una delle commissioni di Palazzo dei Marescialli, che dovrà
semplicemente ratificare il voto positivo assegnato al procuratore. Promossa la
gestione Lepore, dunque, che dal 2004 guida l'ufficio inquirente partenopeo. Ma
quali sono i punti che hanno premiato i quattro anni di Lepore procuratore?
Cosa ha spinto il Consiglio giudiziario a firmare la promozione del primo corso
dell'attuale capo dei pm partenopei? C'è innanzitutto una questione numerica.
In quattro anni, sono lievitati arresti (in alcuni casi anche triplicati
rispetto al recente passato), sono stati definiti in numero maggiore più
processi; sono state inoltre acquisite numerose collaborazioni con la giustizia
per boss e personaggi ritenuti eccellenti. Ma a dimostrare la consistenza del
lavoro svolto dai vertici dell'ufficio partenopeo - ragionano gli esponenti del
Consiglio giudiziario - anche altri aspetti che riguardano in particolare
l'attività svolta dal pool anticamorra dell'aggiunto Franco Roberti (di recente
nominato procuratore a Salerno): nell'ultimo corso, sono infatti aumentati i
detenuti al 41 bis, il cosiddetto carcere duro, ed è cresciuto in modo spiccato
anche il novero delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Un quadro in
positivo, mentre ora l'attenzione si sposta sulle decisioni del Plenum sul
braccio di ferro tra Lepore e i due sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.
È una delle facce del cosiddetto «caso ecoballe»: mercoledì prossimo, il plenum
stabilirà se Lepore ha operato o meno una avocazione del fascicolo sui
commissari incaricati di risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. Una
divergenza nata alla fine dello scorso luglio, di fronte alla volontà del
procuratore di stralciare le posizioni di alcuni indagati, tra cui gli ex
commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. Contestuale
alla decisione del plenum di Palazzo dei Marescialli, anche la decisione sulla
desecretazione degli atti del consiglio giudiziario sulle audizioni di Lepore,
Sirleo e Noviello.
(
da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 09-04-2009)
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Da
anni, è impegnato a difendere l'ambiente sul litorale che va da Monte di
Procida alla foce del Volturno. L'avvocato Gaetano Montefusco è stato tra i
promotori dell'associazione «Costa dei sogni» e l'ideatore del gruppo «Avvocato
del mare», che oggi ha 150 iscritti. È lui ad aver denunciato il blocco del
«derivatore Toiano». Avvocato, sulla depurazione a Cuma ci sarà mai soluzione?
«Se non ci credessi, smetterei di impegnarmi. Ho fatto esposti, querele,
segnalazioni. Purtroppo, negli ultimi due anni non ho ricevuto risposte dalla
Procura. Pensavo di fare segnalazioni al Csm, ma aspetto.
Speriamo bene». Alla foce del depuratore di Cuma, c'è un vero scempio. Quali
soluzioni tecniche ci sono? «Ne esistono alcune. Due anni fa, fu siglato un
protocollo d'intesa per la famosa condotta sottomarina che, attraverso anche il
gioco delle temperature, porti in profondità le acque reflue. Non si
riesce a farla». I comuni del litorale sono sensibili su questo tema? «Sì, ma
urtano contro mille ostacoli e scelte che non competono loro. Ci sono 26 comuni
uniti, l'associazione Costa dei sogni fa da pungolo. Venne anche individuato
Giugliano come comune capofila tra quelli interessati nelle province di Caserta
e Napoli». È vero che la Corte costituzionale ha
stabilito che se la depurazione delle acque reflue non è attuata, può non
essere pagata nei canoni di fornitura d'acqua potabile? «Sì, è una sentenza di
cinque anni fa. Sono stati anche chiesti diversi rimborsi. Si potrebbe andare
avanti, anche perchè la depurazione è una voce consistente nel canone per l'acqua.
Il rischio è che la gente ne approfitti per evitare di pagare la fornitura
idrica. Ma è un'arma deterrente da usare contro le istituzioni da poter
utilizzare per la battaglia ambientale sul litorale». Chi è responsabile della
depurazione nell'area nord? «Il commissario di governo individuò nella Idrogest
Campania, derivazione della Termomeccanica, il responsabile unico per i 5
impianti di depurazione delle acque reflue. Soluzione dai molti limiti. Ma la
sensibilità della gente è poca come l'attenzione delle istituzioni. La
spazzatura è sotto il naso di tutti, del mare e delle coste inquinate ci si
accorge solo d'estate». g.d.f.
(
da "ITnews.it"
del 09-04-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
9 apr. - (Adnkronos) - Edi Pinatto non fara' mai piu' il magistrato in quanto,
avendo impiegato otto anni per scrivere una sentenza di mafia, ha gettato
"discredito sul prestigio della magistratura tutta". Ecco perche' le
sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il
ricorso presentato dall'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm
dalle sue funzione di giudice per avere appunto impiegato otto anni per
stendere una sentenza che riguardava capi mafia, scarcerati per decorrenza dei
termini. Il magistrato, il 7 luglio del 2008, era stato sospeso dalle sue
funzioni con provvedimento del Csm.