CENACOLO
DEI COGITANTI |
MARCA MIGRANTE (
da "Manifesto, Il"
del 22-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sentenze della Corte
Costituzionale, intorno al 2006». Pesarini mette anche in evidenza come, dopo
una fase positiva dentro il "Tavolo" di confronto tra Ente e
associazioni, «nei due anni che ci hanno separati dalla fase istruttoria
all'aula, la pressione della società si è allentata ulteriormente» e conclude
con una domanda: «Saranno capaci la società e il governo delle Marche,
I referendari sono stati
ambigui Non ha aiutato ( da "Unita, L'" del 22-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: per il giurista ex
presidente della Corte costituzionale, sono gli orientamenti politici e le loro
ambiguità a influire sul comportamento degli elettori. C'è stato, è vero, un
uso strumentale dell'astensione per far fallire i referendum. Ma, in questo
caso, se strumentalizzazioni ci sono state, i referendari hanno dato una mano.
L'abuso del diritto corto
circuito del sistema fiscale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte
costituzionale, ma anche questo è un giudice, come scrisse Allorio,
«politicamente necessitato ». La legge tributaria è caratterizzata da una
tecnica,la casistica,e da un sacrificio delle regole di diritto comune che va
oltre la tutela dell'interesse fiscale, come interesse costituzionalmente
tutelato.
L'ultimo quorum nel '95 Bonino:
i fallimenti? È sparito il fronte del
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esponente radicale
riflette con una punta di amarezza su quanto sta accadendo: «Una delle cause di
questa situazione risiede nell'assenza di informazione unita alle sentenze
della Corte costituzionale che hanno snaturato il significato storico del
referendum». E Giugno 1995 Un manifesto a favore della modifica del sistema
radiotelevisivo italiano regolato dalla legge Mammì
Regole bocciate dalla Consulta (
da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 22-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: importanza cruciale una
recentissima sentenza della Corte costituzionale (29 maggio 2009, n. 166), che
ha ritenuto illegittimo l'articolo 6 della legge 9/2007 della Regione
Basilicata (Disposizioni in materia di energia), bloccando indirettamente tutte
le norme locali , anche di altre Regioni, che regolano l'inserimento degli
impianti eolici nel paesaggio.
il vento della crisi non soffia
su crt - diego longhin ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sancita anche da
numerose sentenze della corte costituzionale. In una fase in cui il pubblico si
ritira non vorremmo trovarci di fronte al rischio che crescano le pressioni
sulle fondazioni perché diventino braccio della finanza locale. Per questo
invito la società civile a legittimare e difendere l´operato delle fondazioni».
A Terni Baldassarre non ce la
fa ( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex presidente della
Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Quest'ultimo, al termine del primo
turno, aveva raccolto il 37,13 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal
Partito della libertà e da una lista civica. In questo quadro, si era capito da
subito che sarebbe stato fondamentale il ruolo dell'Udc (che ha preso a sua
volta il 5,
Unicredit, la cassaforte Crt
vede la prima cedola d'oro ( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Italia 88 fondazioni
che erogano quasi 2 miliardi l'anno» e, dunque, diventa cruciale «difendere le
prospettive di libertà civile che la Corte Costituzionale ha riconosciuto
stabilendone la natura privata». In alto l'ingresso del palazzo della
Fondazione Crt, in via XX settembre a Torino. A destra il segretario generale,
Angelo Miglietta Paola Pica
PRECARI PER SEMPRE (
da "Unita, L'"
del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: PRECARI PER SEMPRE Oggi
la Corte costituzionale avvia l'esame della norma che consente alle aziende di
evitare il reintegro, anche quando è stato deciso dal giudice, pagando come
indennizzo un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità. Il caso dei «trimestrali»
assunti a tempo determinato da Poste italiane
Violati due articoli della
Costituzione ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Oggi la Corte
costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie,
infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati,
uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una
scandalosa barbarie.
Il caso di Strada nei parchi
sollevato da l'Unità ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: oggi in discussione
alla Corte Costituzionale. Il primo ottobre del 2008 «Strada dei Parchi S.p.A».
aveva proceduto e unilateralmente al licenziamento di quattro persone. Nelle
lettere di licenziamento si arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di
restituire la predetta indennità risarcitoria stabilita dal giudice.
Ecco la norma da oggi
all'attenzione dei giudici ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a partire da oggi
davanti alla Corte costituzionale. È l'articolo 4.bis: «Con riferimento ai soli
giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione, e
fatte salve le sentenze passate in giudicato, in caso di violazione delle
disposizioni di cui agli articoli 1, 2 e 4, il datore di lavoro è tenuto
unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un'
Questa volta il ministro Brunetta
non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli g... (
da "Unita, L'"
del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Oggi la Corte
costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie,
infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati,
uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una
scandalosa barbarie.
Bonino: una morte annunciata
D'Alema: eliminare il quorum Per l'esponente radicale la proposta dei
referendari andava combattuta nel merito Secondo l'esponente Pd le firme devono
e ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quando la Corte
costituzionale si esercitò in una «giurisprudenza bizzarra, se pensi che il
referendum sul nucleare non fu ammesso nel 1979 e poi ammesso nel 1981».
Banalizzazione. Nella progressiva banalizzazione dei referendum, dice Nicola
Zingaretti, «stavolta si è giunti al paradosso dei promotori astensionisti».
L'8% degli utenti scarica
illegalmente. Il Partito dei Pirati fa scuola (
da "Vnunet.it"
del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Dottrina Sarkozy,
ora bocciata dalla Corte costituzionale francese, ha cercato di offrire una
risposta repressiva. Ma alle grandi manovre dei governi, rispondono gli utenti
sempre più politicizzati: il partito dei Pirati svedese, forte del suo primo
seggio nell'Europarlamento, a Bruxelles, fa scuola.
La cura radicale (
da "Tempi"
del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: prosegue Delle Foglie
quella di fare pressione sulla Corte costituzionale, entrando dai canali aperti
dal dibattito medico». Il motivo di una tale scelta viene ancora dalle
dichiarazioni di Brucoli, convinto che «la medicina oggi è il fronte più
semplice da cui entrare per far passare il principio di autodeterminazione,
usando la metafora medico-paziente al centro dei dibattiti.
Ucraina/ Via libera parlamento:
elezioni presidenziali 17 ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per risolvere la
questione è stato necessario il ricorso alla Corte costituzionale che ha
giudicato "illegittimo" l'anticipo della data delle presidenziali da
parte del parlamento. A contendersi la poltrona di Capo dello Stato - secondo i
sondaggi - saranno il premier Yulia Tymoshenko e il leader dei filorussi Viktor
Yanukovych.
Romania/ Camera boccia
autorizzazione a procedere su ex ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Attualmente Nastase è
sotto processo per appropriazione indebita di fondi per le frodi della campagna
elettorale per le presidenziali del 2004, ma il procedimento è stato sospeso in
attesa della decisione sulla costituzionalità del testo da parte della Corte
Costituzionale.
Ue/ Klaus: su Trattato Lisbona
in Europa sarò l'ultimo a ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: rivelando di voler
aspettare non solo il risultato del nuovo referendum in Irlanda e la prossima
sentenza della Corte costituzionale ceca sul Trattato (un gruppo di senatori
vicini a Klaus ha infatti annunciato un nuovo ricorso), ma anche la sentenza
definitiva della Corte costituzionale tedesca e l'ultima decisione del
presidente polacco Lech Kaczynski.
La Consulta al lavoro sulla
riforma ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Romagna ricorrono alla
Corte Costituzionale: contro il decreto 112/08 del Governo, convertito in legge
(133/08), in particolare l'articolo 64 comma 4. Il dispositivo normativo punta
- insieme ad altri aspetti - ad un ridimensionamento delle dotazioni organiche
degli istituti, oltre che alla riorganizzazione della rete scolastica con la
chiusura,
Giunta Bresso si appella alla
Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Giunta Bresso si
appella alla Consulta La Regione Piemonte ha presentato ricorso alla Corte
Costituzionale contro il Consiglio dei ministri in merito all'art.64 del Dl
112/2008 convertito in legge 133/2008 in cui si prevedevano una serie di
disposizioni in merito alla riorganizzazione scolastica, senza che il parere
della Conferenza Stato Regioni fosse vincolante.
Amato: è il partito dei sette
piccoli indiani No alle primarie, parlate con una voce sola (
da "Corriere della Sera"
del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Da costituzionalista
lei ritiene legittimo il lodo Alfano? «Lo lasci dire alla Corte Costituzionale.
Io l'ho trovato abbastanza osé, rispetto a precedenti che hanno per destinatari
i capi di Stato e non i capi di governo o i presidenti delle Camere.
TESTAMENTO BIOLOGICO: SACCONI,
PRESTO LEGGE MA CON PUNTI ( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: medici vorrei ricordare
che la sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha
stabilito che sia il medico - in scienza e coscienza - a dover avere l'ultima
parola sul numero di embrioni da produrre e impiantare. Sarebbe paradossale se
questo stesso principio non venisse considerato per le dichiarazioni del
paziente: il medico dovra' certo tenerle in massimo conto,
Consulta: inammissibile ricorso
Villari su Vigilanza ( da "Varesenews" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 24 GIU - La Corte
costituzionale non ha ammesso il conflitto di attribuzioni fra Villari ed i
presidenti di Camera e Senato.L'ex presidente della Commissione di Vigilanza
sollevo' la questione per la decisione di Fini e Schifani di sciogliere
l'organismo parlamentare, da cui si erano gia' dimessi 37 dei 40 componenti;
CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO
VILLARI SU VIGILANZA RAI ( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale
ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari
in relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza
Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze
tra il Parlamento e il governo, dietro alla decisione di rimuoverlo dall'
CONSULTA BOCCIA RICORSO VILLARI (
da "Wall Street Italia"
del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Consulta boccia ricorso
Villari -->(
CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO
VILLARI SU VIGILANZA RAI ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: INAMMISSIBILE RICORSO
VILLARI SU VIGILANZA RAI -->La Corte Costituzionale ha dichiarato
inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione
alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In
sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il
Parlamento e il governo,.
VENERDÌ, alle ore 21, per
l'intitolazione dell'Audit... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Seguirà l'esibizione
della Corale Polifonica Giovanni Tebaldini, diretta da Guerrino Tamburini. Al
termine, nell'atrio, sarà scoperto il bassorilievo in bronzo di Tebaldini, dono
della Corale. Alla cerimonia è stato invitato anche il presidente emerito della
Corte Costituzionale, Piero Alberto Capotosti.
Ci saranno il ministro Alfano
tanti magistrati, avvocati e politici (
da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Donato Bruno, presidente
Commissione Affari Costituzionali della Camera; il prof. avv. Annibale Marini,
presidente Emerito della Corte Costituzionale; l'on. avv. Antonino Lo Presti,
componente Commissione Giustizia della Camera; l'on. Lanfranco Tenaglia;
responsabile giustizia Partito Democratico;
Rai, il cda richiama i
direttori:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: IN QUESTO contesto si
inserisce anche la bocciatura del ricorso di Riccardo Villari, ex presidente
della Vigilanza Rai, da parte della Consulta. La Corte Costituzionale ha,
infatti, giudicato inammissibile il conflitto di attribuzioni verso i
presidenti di Camera e Senato. Image: 20090625/foto/7080.jpg
divieto di cumulo e indennità i
pensionati scendono in piazza ( da "Repubblica, La" del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: del settore pubblico
hanno manifestato ieri fuori dalla sede della Corte dei Conti, in viale
Mazzini, per protestare, tra le altre cose, contro il divieto di cumulo della
doppia indennità integrativa speciale per chi ha più pensioni. Divieto
annullato dalla Corte Costituzionale e «inascoltato». Una delegazione composta
da Filippo de Iorio, presidente della Consulta dei pensionati,
Il Cda Rai: tutti i tg
rispettino il pluralismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale,
infatti, ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato
dall'ex presidente della Vigilanza Rai Riccardo Villari (ex Pd) nei confronti
dei presidenti di Camera e Senato. Gianfranco Fini e Renato Schifani, il 21
gennaio scorso, avevano sciolto la commissione di san Macuto dopo le dimissioni
di 37 dei suoi 40 componenti,
Luglio cambia Fisco e pensioni (
da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: udienza davanti alla
Corte costituzionale per affrontare la questione dell'indeducibilità dalle
imposte dirette. Novità anche sul fronte europeo: per le operazioni doganali
andrà utilizzato il codice identificativo Eori (Economic operator registration
and identification) e si applicheranno le nuove tariffe per gli sms tra i Paesi
della Ue,
Il pacchetto sicurezza e le
Regioni ( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: potrebbero fare ricorso
alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento
annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un
fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con
abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna
Pizzo, promotrice della legge laziale,
Il
Argomenti:
Giustizia
Abstract: potrebbero fare ricorso
alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento
annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un
fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con
abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna
Pizzo, promotrice della legge laziale,
Napolitano: "I magistrati
agiscano in piena indipendenza e con equilibrio" (
da "Repubblica.it"
del 25-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il presidente della
Corte Costituzionale Francesco Amirante; il vice presidente del Csm Nicola
Mancino; il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone e il Pg
Vitaliano Esposito; il capo della Polizia Antonio Manganelli; il procuratore
nazionale Antimafia Pietro Grasso;
Mousavi sfida il regime: non ho
paura, difendo i diritti ( da "Unita, L'" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ARBITRO NON È
IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui
è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali
avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è
stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di
quell'organismo da Khamenei.
Mirhossein Mousavi non cede. In
un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a continuare... (
da "Unita, L'"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ARBITRO NON È
IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui
è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali
avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è
stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di
quell'organismo da Khamenei.
N CESCO (
da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Emerito della Corte
Costituzionale e Pres. Onorario FSN ore 16.30 - LECTIO M
San Raffaele, la fecondazione e
i blog contro ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: net le donne accusano
il San Raffaele di continuare ad applicare la legge 40 sulla fecondazione
assistita senza le nuove modifiche apportate dalla Corte costituzionale che
prevedono il congelamento degli embrioni. Ma l'ospedale si difende: «Nessuna
storpiatura della legge: diciamo no al congelamento solo come strategia di
gestione della coppia infertile ». A P
Protesta via blog contro il San
Raffaele
Argomenti:
Giustizia
Abstract: applicare la legge 40
come se nulla fosse cambiato dopo la sentenza della Corte Costituzionale »
(messaggio dell'8 giugno, ore 13.01). «A me due giorni fa la dottoressa Maria
Teresa Potenza ha detto assolutamente no al congelamento degli embrioni, il loro
comitato etico l'ha vietato» (15 giugno, 20:01). «Il San Raffaele applica le
legge pre-sentenza, quindi è ovvio che non congela.
PERCHÉ DICIAMO NO AL REATO DI
IMMIGRAZIONE ( da "Manifesto, Il" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le parole con le quali
la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità del reato di
"mendicità" (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per
affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo
loro straordinaria complessità e rispettosi delle garanzie fondamentali
riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone.
Plant reopenings bring supply fears ( da "Usa Today"
Argomenti:
Giustizia
Abstract:
an industry analyst with CSM Worldwide. He's
been checking bankruptcy filings daily for signs of stress in the industry, but
there've been few. Two large suppliers, Lear and Cooper-Standard, have
defaulted on loans, however, and have until the end of the month to renegotiate
or file for bankruptcy-court protection.
Lodo Alfano/ Il 6 ottobre
l'udienza della Corte ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E' il prossimo 6
ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo
Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle
massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene
riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice Franco Gallo.
Berlusconi/ De Magistris: Cena
con giudici Consulta?Sarebbe... ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale ed
altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima
confusione tra interessi istituzionali ed interessi privati". Lo afferma
l'eurodeputato dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "E' noto,
infatti, all'intero Paese ed anche alla comunità internazionale che la Consulta
deve giudicare nelle prossime settimane la legittimità costituzionale
LODO ALFANO/ IL 6 OTTOBRE
L'UDIENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE (
da "Wall Street Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: udienza della Corte
Costituzionale -->E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte
Costituzionale avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non
procedibilità penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore
della causa, secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il
giudice.
BERLUSCONI/ DE MAGISTRIS: CENA
CON GIUDICI CONSULTA?SAREBBE GRAVE (
da "Wall Street Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sarebbe grave
-->"Se dovesse corrispondere a verità quello che scrive il settimanale
'L'Espresso' riguardo a cene private e conviviali tra il presidente del
Consiglio, il ministro della Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed
altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima.
Lodo Alfano/ Di Pietro: Via
giudici Consulta consiglieri ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il presidente della
commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, e due giudici
della Corte Costituzionale, Paolo Maria Napolitano e lo stesso Mazzella,
proprietario della casa in cui si sarebbe svolto l'incontro. "A questo
punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di incompatibilità e di
conflitto di interessi dei due giudici e l'
LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I
GIUDICI CONSULTA ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente della
commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini, e due giudici della
Corte Costituzionale, lo stesso Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Per questo
l'Italia dei Valori ha presentato oggi un'interpellanza urgente al governo. ''A
questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di
incompatibilita' e di conflitto di interessi dei due giudici e l'
LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I
GIUDICI CONSULTA 'CONSIGLIORI' PREMIER (
da "Wall Street Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CONSIGLIORI' PREMIER
-->''Ci sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri,
anzi i consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le
migliori indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere
l'impunita' e di conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di.
Emilia Romagna/ Verifiche
antisismiche in 675 edifici ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: recependo anche quanto
previsto da una sentenza della Corte costituzionale, stabilisce che i Comuni
debbano fornire un'autorizzazione preventiva sui requisiti antisismici di tutti
gli interventi edilizi nelle zone classificate a media sismicità. In quelle a
bassa sismicità è sufficiente il deposito del progetto strutturale presso i
competenti uffici comunali,
Nuova polemica: Berlusconi cenò
con due giudici costituzionali ( da "Trentino" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Nuova polemica:
Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha
fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente della
Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire
qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum.
nuova polemica: berlusconi cenò
con due giudici costituzionali ( da "Tirreno, Il" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Attualità Nuova
polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con
cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente
della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale
a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum.
Bufera sulla Consulta, due
giudici a cena con il Cavaliere ( da "Unita, L'" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Come già nel 2004 con
il Lodo Schifani ancora una volta sarà la Corte Costituzionale, che Berlusconi
continua a definire «non amica» ma forse non è proprio così, a decidere il
destino dei processi a carico del premier. La Corte Costituzionale comincerà a
discutere del Lodo Alfano il 6 ottobre. Decreto firmato l'altro giorno.
Invito a cena al Cavaliere,
accuse al giudice ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ci sono due giudici
della Corte costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del
principe...». Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, commenta così l'articolo
dell'Espresso dove si parla di Berlusconi invitato a cena nel maggio scorso a
casa di Luigi Mazzella, giudice della Consulta, assieme al suo collega Paolo
Maria Napolitano,
IMMIGRATI: FLICK, RISCHIO
NAUFRAGIO TRADIZIONE ACCOGLIENZA ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente emerito
della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna
del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche
Romano Prodi. ''L'aggressione alla dignita' dell'uomo e' incombente'' e ''la
crisi globale ha effetti sul diritto-dovere al lavoro'', ha rilevato Fick,
RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE
NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per una eventuale
riforma della Carta costituzionale, ''serve un accordo ampio: la Costituzione
non si puo' cambiare a colpi a di maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria
Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto
in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a
cui e' intervenuto anche Romano Prodi.
RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE
NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA (
da "Wall Street Italia"
del 27-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CAMBIARE A COLPI DI
MAGGIORANZA -->Per una eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve
un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di
maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte
costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio
Europa.
Quorum: l'arma che promuove il
fallimento ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giacché le richieste
referendarie sono già sottoposte istituzionalmente a un duplice ordine di
controlli: uno di legittimità da parte della Corte di Cassazione, e uno di
ammissibilità da parte della Corte costituzionale (con riferimento al contenuto
della richiesta e alla struttura formale dei quesiti referendari, che devono
essere enunciati in maniera inequivocabilmente dilemmatica).
metti una sera a cena il
giudice con il premier - livio pepino (
da "Repubblica, La"
del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: tempo prima di una
importante decisione della Corte costituzionale sulla legittimità del
cosiddetto Lodo Alfano un giudice della Corte (cioè uno dei componenti del
collegio giudicante) organizza una festosa cena cui partecipano, tra gli altri,
il presidente del Consiglio (alle cui prerogative la legge si riferisce), il
ministro della Giustizia (che al "lodo" ha dato finanche il nome)
Maggioranza tra Giunta e
manovra-bis ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ora cancellata dalla
Corte costituzionale, che stabiliva l'incompatibilità dei ruoli. Non esistendo
più quella norma, Oppi dovrebbe entrare senza dimettersi immediatamente: ha annunciato
l'intenzione di lasciare lo scranno consiliare, ma tra qualche mese. I PARTITI
È possibile che dentro altre forze politiche, in particolare il Pdl,
Tutta la manovra a giudizio
della Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: potrebbero essere
incrinati dal giudizio negativo della Corte costituzionale. La questione
incidentale di legittimità sollevata dalla sezione regionale di controllo della
Corte dei conti della Lombardia (ordinanza n. 125/09, su cui si veda «Il Sole
24 Ore» del 3 giugno scorso) sul Patto 2007, infatti, potrebbe produrre effetti
a catena anche sui vincoli relativi agli anni successivi.
Le indagini resistono al
ritardo dell'iscrizione ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Mentre la Corte
costituzionale, citata dalle sezioni unite, ha rilevato che il problema può
porsi nel caso dell'artificiosa dilatazione del termine di durata massima delle
indagini preliminari. Anche qui però, l'inutilizzabilità colpirebbe i soli atti
compiuti «a valle» della scadenza, cioè dopo.
Investire di più
sull'organizzazione dei tribunali (
da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: e che evidentemente non
ha dato buoni risultati (ne sono un sintomo le 23 sentenze e ordinanze della
Corte costituzionale emesse in argomento fra il 2005 e il 2009, per tre volte
pervenendo alla dichiarazione di illegittimità costituzionale di altrettante
disposizioni). Altre cause sono forse più difficili da affrontare, ma non meno
determinanti.
BERLUSCONI: DI PIETRO,
NAPOLITANO GUARDI I FATTI. NESSUNA (
da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che sere fa magistrati
della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti
devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i
giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi''. Per questo Di Pietro
chiede a Napolitano anche di ''riflettere sulla legittimita' di una Corte
costituzionale se reiterano questi due giudici'
Turchia/ Si aggrava crisi fra
esecutivo e forze armate ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la legge alla Corte
Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo
scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge
madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon,
l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni
e che sarebbe composta anche da numerosi militari.
Trattato Ue/ Kaczynski: non
firmo per aiutare Buzek a ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente polacco Lech
Kaczynski non ha alcuna intenzione di ratificare il Trattato Ue prima del
referendum irlandese e del verdetto della Corte costituzionale tedesca, anche
se questo potrebbe aiutare la corsa di Jerzy Buzek alla presidenza del Parlamento
europeo. "Firmerò il Trattato, ma la Polonia in questa partita non la
chiave per l'adozione della nuova costituzione europea.
##G8/ Napolitano propone
'tregua',Berlusconi sottoscrive.No... (
da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E' un fatto che sere fa
magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei
cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier
tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi".
Dichiarazione subito stigmatizzata da Fabrizio Cicchitto.
palma all'ufficio legale l'udc:
"nomina illegittima" ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: davanti alla Corte
costituzionale - dichiara Enrico Sanserverino, presidente dell´Ordine degli
avvocati di Palermo - In caso di difesa, la Regione non avrebbe assistenza.
Verificherò se Romeo Palma risulta iscritto in un altro Ordine». L´ex dirigente
pur avendo superato gli esami di abilitazione, non si era mai iscritto
all´Ordine degli avvocati.
I farmacisti scendono in campo:
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Secondo una sentenza
della Corte costituzionale, le finalità concrete che la legge vuol raggiungere
vanno nello stesso senso di quelle che si vogliono conseguire con la
limitazione dei turni e degli orari: l'accentuazione di una forma di
concorrenza tra le farmacie, basata sul prolungamento degli orari di chiusura,
potrebbe contribuire alla scomparsa degli esercizi minori»
Incidenti sul lavoro poca
tutela se sei straniero ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: gli ha dato ragione
affermando essere sufficiente il permesso di soggiorno, in base a due sentenze
della Corte Costituzionale. Ciò nonostante l'Inps non ha ancora diramato una
circolare applicativa in tal senso: eppure le sue casse si giovano, eccome, del
lavoro immigrato. Nel 2007 i contributi previdenziali versati dagli stranieri
ammontavano a 7 miliardi di euro.
I Guardiani: il voto è valido
Proteste contro il verdetto ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: una sorta di Corte
costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali
Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento
delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche
caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche
voto.
All'inizio in Iran la
mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader politic... (
da "Unita, L'"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: una sorta di Corte
costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali
Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento
delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche
caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche
voto.
Il solito Di Pietro critica il
Presidente ( da "Tempo, Il" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale se
restano in carica questi due giudici». All'attacco anche il leader di
Rifondazione Paolo Ferrero. «Non reputo raccoglibile l'appello del presidente
della Repubblica a una tregua della polemica politica e di informazione in coincidenza
con il G8 dell'Aquila perchè il problema non è di smetterla con le polemiche ma
quello di aprire una seria discussione sui
Napolitano: basta polemiche
fino al G-8 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sere fa magistrati
della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti
devono decidere per il lodo Alfano. Ed è un fatto che il premier tutti i giorni
si fa leggi che servono a lui e ai suoi amici». «Napolitano – aggiunge l'ex Pm
–
Test di parità europeo per il
diritto italiano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale
che, in diverse occasioni, ha affermato che una norma interna che produce una
discriminazione a rovescio è in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione.
Con la comunitaria il controllo passa di fatto ai giudici di merito che
dovranno verificare l'eventuale disparità di trattamento nei confronti dei
cittadini italiani rispetto ai comunitari residenti o stabiliti
C'è il G8, Napolitano chiede
tregua ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La cena a casa del
giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella, presenti anche un altro
giudice costituzionale, Paolo Napolitano, nonché Silvio Berlusconi, Gianni
Letta, il guardasigilli Angelino Alfano e Carlo Vizzini. E la Consulta, ricorda
Di Pietro, il 6 ottobre si pronuncerà sulla costituzionalità del Lodo Alfano.
Che male c'è, il nuovo inno
nazionale ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il presidente della
commissione affari costituzionali del senato Vizzini e due giudici della corte
costituzionale, organizzata a maggio a casa di uno di questi ultimi e di cui ha
dato notizia L'Espresso pochi giorni fa. Della circostanza, una costituzionalista
eccellente e saggia come Lorenza Carlassarre (un'altra donna!
Ue/ Consulta Germania: Trattato
Lisbona ok, ma serve legge ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha spiegato la Corte costituzionale.
La Corte si è detta "fiduciosa" che il "parlamento tedesco
superi rapidamente quest'ultimo ostacolo" alla ratifica del Trattato. Ai
giudici costituzionali si erano rivolti parlamentari tedeschi di diversi fronti
politici: un deputato conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo
di deputati della sinistra radicale (
Ue/ Consulta Germania: Trattato
Lisbona ok, ma serve legge. ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Per la Corte
costituzionale tedesca il Trattato di Lisbona è conforme alla Legge
fondamentale (Grundgesetz), ma la ratifica da parte del presidente Horst
Koehler sarà sospesa, fin tanto che il Parlamento non varerà una legge che
rafforzi le prerogative e la corresponsabilità dell'organo legislativo tedesco
di fronte all'integrazione europea.
Ue/ Trattato Lisbona, attesa
per oggi sentenza Consulta ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: attesa per oggi una
sentenza decisiva della Corte costituzionale tedesca che deve pronunciarsi
sulla conformità del Trattato di Lisbona alla Grundgesetz (la costituzione
tedesca). Un eventuale stop alla ratifica rappresenterebbe una grave sconfitta
per il cancelliere Angela Merkel, che ha speso tutto il suo peso politico in
favore dell'adozione del Trattato.
Trattato di Lisbona, la
Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" (
da "Repubblica.it"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: da parte della Corte
costituzionale tedesca. La Consulta federale, riunitasi nella sua sede di
Karlsruhe, ha infatti deliberato che il trattato di Lisbona è sì, nell'insieme,
compatibile con il Grundgesetz, cioè la costituzione tedesca. Ma che in alcuni
suoi articoli è contemplabile il pericolo che vengano lese sovranità e
competenze del Bundestag,
TRATTATO DI LISBONA, LA
GERMANIA FRENA "SERVE UNA LEGGE PER POTERLO RATIFICARE" (
da "Wall Street Italia"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Germania frena
"Serve una legge per poterlo ratificare" -->La Corte
costituzionale chiede un provvedimento ad hoc del Parlamento "Si rischia
di ledere la sovranità e le competenze del Bundestag" Trattato di Lisbona,
la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" dal nostro
corrispondente ANDREA TARQUINI (12:46 30/06/2009)
Ue/ Trattato Lisbona,Barroso:
Mi aspetto ratifica rapida ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sono contento della
sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha confermato che il Trattato
di Lisbona è conforme alla Costituzione tedesca. Sono sicuro che con questa
sentenza la Corte costituzionale ha aperto la strada ad una conclusione rapida
della ratifica", ha affermato Barroso in una dichiarazione letta dalla portavoce
Pia Ahrenkilde-Hansen.
Turchia/ Militare presunto
golpista in tribunale a ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la legge alla Corte
Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo
nuovo scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della
legge madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon,
l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni
e che sarebbe composta anche da numerosi militari.
BP Sondrio: lettera del
Presidente agli oltre 160.000 Soci pag.1 (
da "Trend-online"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente del
Tribunale di Milano -, Cesare Mirabelli - presidente emerito della Corte
Costituzionale -. Infine, in occasione dell?incontro con Claudio Magris,
insigne scrittore e germanista, è stata allestita presso la biblioteca
aziendale ?Luigi Credaro? una mostra fotografica di Danilo De Marco in onore
del suo 70° compleanno.
"Crossing border" per
l'Europa I numeri del turismo procreativo (
da "Repubblica.it"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dopo la sentenza della
Corte Costituzionale che ha modificato di fatto alcune parti della legge 40.
"Già adesso c'è una inversione di tendenza - precisa Andrea Borini,
presidente dell'Osservatorio Turismo Procreativo - ma la situazione in Italia è
ancora poco chiara, ambigua, e molti centri si mantengono sulla difensiva
perché temono difficoltà"
Ue/ Lisbona, Fischer: Da
Consulta tedesca importante passo (
da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: "Vedo la decisione
odierna della Corte costituzionale tedesca come un importante e positivo passo
verso la ratifica del trattato di Lisbona e verso stabilità istituzionale
dell'Unione europea". Lo afferma in una dichiarazione il presidente di turno
del Consiglio Ue, il ceco Jan Fischer.
Ue/ Lisbona, Cohn-Bendit
apprezza verdetto Consulta tedesca (
da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: I verdi al Parlamento
europeo salutano il giudizio della Corte costituzionale federale di Karlsruhe,
che ha respinto il ricorso contro il Trattato di Lisbona", afferma
Cohn-Bendit nella nota, sottolineando che il ricorso era stato presentato
"da diversi parlamentari del Bundestag che volevano bloccare il processo
di ratifica di questo trattato".
Ue/ Lisbona, Ottimismo in
Germania: Faremo prima di Irlanda (
da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: le autorità nazionali e
comunitarie certamente non sono sorprese della sentenza della Corte
Costituzionale tedesca, che ha oggi stabilito che il Trattato di Lisbona, già
ratificato dal Parlamento, è compatibile con il diritto, ma necessita di una
nuova legge che ne accompagni la ratifica dove si rafforzano e si chiariscono i
poteri del Parlamento nazionale nei confronti della Ue.
Spagna, la Corte di Strasburgo
approva per unanimità la ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Tribunale ha
respinto il ricorso proposto da Batasuna contro la messa al bando deliberata
dalla Corte Suprema spagnola nel
"Napolitano, non può
esserci tregua quei due giudici vanno puniti" (
da "Repubblica.it"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a cena con due giudici
della Corte Costituzionale?". Così si è rivolto Di Pietro a Napolitano,
chiedendo un suo messaggio alla Consulta. "E' chiaro che un messaggio del
capo dello Stato metterebbe con le spalle al muro anche questi giudici.
Tecnicamente - aggiunge Di Pietro - un intervento del presidente Napolitano per
rimuovere questi due giudici non è previsto da alcuna norma.
Germania, slitta l'adesione al
Trattato di Lisbona ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale
tedesca ha stabilito che alcuni articoli del Trattato, che dovrebbe sancire
l'integrazione dell'Unione Europa, potrebbero ledere le prerogative del
Budenstag, il parlamento federale tedesco. Per questo, la Corte costituzionale
ha stabilito che il Trattato non è in contraddizione con la costituzione
tedesca,
Rep. ceca/ Nuovo ricorso anti
Lisbona nonostante sentenza ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il verdetto emesso oggi
dalla Corte costituzionale tedesca sul Trattato Ue di Lisbona non cambia la
decisione del gruppo di senatori cechi, esponenti del partito Democratico
civico (Ods), di ricorrere anch'essi contro il Trattato davanti all'Ustavni
soud, l'Alta corte della Repubblica ceca.
"NAPOLITANO, NON PUÒ
ESSERCI TREGUA QUEI DUE GIUDICI VANNO PUNITI" (
da "Wall Street Italia"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non può esserci tregua
quei due giudici vanno puniti" -->Videoforum con Antonio Di Pietro,
leader Idv: appello a Napolitano dopo la cena con Berlusconi e Alfano dei due membri
della Corte Costituzionale "Napolitano, non può esserci tregua quei due
giudici vanno puniti" di EDOARDO BUFFONI (16:45 30/06/2009)
CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO
IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di costituirsi nel
giudizio davanti alla Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei
Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli artt.1 e 2
(commi 1, 2, 3, 6) e 5 e 6 della legge regionale 11/2009 concernente il
''ripiano del disavanzo di esercizio per l'anno 2008 e l'accordo con lo Stato
per il rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale'
Crisi/ D'Alema chiama a
raccolta banchieri ed economisti -2- (
da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale è
preoccupato anche dal fatto che i rapporti di prossimità tra banche e clienti
debbano passare attraverso un istituto di tipo pubblicistico come i Prefetti.
Infine, Flick ha segnalato "contraddizioni" nel diritto penale
dell'economia italiano rispetto all'Unione Europea e ha ricordato come prima il
nostro sistema fosse più focalizzato sul valore della trasparenza
CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO
IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO ( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: GIUNTA CONTRO
IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO -->La Giunta regionale della Calabria, che si e'
riunita sotto la presidenza di Agazio Loiero, su proposta dello stesso
presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte
Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di
illegittimita' costituzionale degli.
( da "Manifesto, Il" del
22-06-2009)
Argomenti: Giustizia
altra
italia Due normative a confronto in due regioni «rosse», il Lazio e le Marche.
Che dicono no alla realizzazione dei Cie sul proprio territorio e allargano
tutele e garanzie per gli stranieri. Prove d'integrazione locale IMMIGRATI, LA
LEGGE MARCHIGIANA MARCA MIGRANTE Sergio Sinigaglia ANCONA ANCONA Domenica 14
giugno a Urbania, provincia di Pesaro-Urbino, viene ritrovato il corpo
massacrato di una donna italo-argentina, uccisa nel proprio appartamento. Il
cronista del tg regionale, nel descrivere lo scenario dove è maturato il
delitto, ad un certo punto specifica che nella palazzina dove abitava la
vittima «sono presenti diversi extracomunitari». Per la cronaca informiamo che
nelle ore successive viene fermata una persona del luogo fortemente sospettata.
È uno dei tanti esempi che dimostra come, spesso, di fronte ad un fatto di
cronaca nera si cerchi di mettere l'evento in relazione con una eventuale
presenza di "extracomunitari". Quindi ben vengano quelle iniziative
che vanno nella direzione di una maggiore tutela dei diritti dei cittadini di
origine straniera. Le Marche sono una regione dove la presenza di migranti è
cresciuta nel tempo con percentuali sopra la media nazionale. Alcuni dati, che
riportiamo nella scheda, ne sono una evidente conferma. Le caratteristiche del
territorio regionale con tanti piccoli paesi e città di modesta grandezza
hanno, fino ad oggi, favorito un inserimento delle comunità migranti
sicuramente positivo. Pur non mancando segnali preoccupanti di intolleranza e
di aperto razzismo, così come è sicuramente significativa la crescita di
consensi elettorali anche nella nostra realtà di una forza xenofoba come la
Lega, il contesto rimane ancora abbastanza rassicurante. In questa situazione
si inserisce la nuova legge regionale approvata il 19 maggio riguardante
"Disposizioni a sostegno dei diritti e dell'integrazione dei cittadini
stranieri immigrati". Il testo sostituisce quello precedente del 1998 e va
nella direzione di cercare di allargare le tutele e le garanzie dei cittadini
di origini straniere che abitano o arrivano nelle Marche. Un iter che ha
coinvolto anche i soggetti che da anni sono impegnati nel settore i cui
giudizi, come vedremo, non sono completamente omogenei. Ma prima soffermiamoci
sui punti principali del testo. Il primo articolo tratta le finalità. «La
Regione - si legge - nel rispetto della normativa statale e comunitaria
promuove iniziative rivolte a garantire agli immigrati condizioni di
uguaglianza con i cittadini italiani nel godimenti dei diritti civili nonché a
rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che ne
impediscono il pieno inserimento». Inoltre «concorre all'attuazione dei
principi sanciti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione
di Ginevra sullo status di rifugiato, dalla Convenzione di internazionale di
New York sui diritti del fanciullo». Si rimarca l'impegno a sostenere
iniziative volte ad «acquisire la conoscenza del fenomeno migratorio anche ai
fini dell'inserimento nel mercato del lavoro, aiutare forme di reciproca
integrazione culturale, garantire pari opportunità di accesso all'abitazione,
al lavoro, all'istruzione, alla formazione professionale" così come
"individuare e rimuovere eventuali condizioni di marginalità sociale,
contrastare i fenomeni di violenza e grave sfruttamento, favorire
l'associazionismo, promuovere iniziative per individuare e contrastare forme di
razzismo o di discriminazione». I destinatari degli interventi presenti nelle
legge sono «i cittadini non appartenenti all'Unione europea, gli apolidi, i
richiedenti asilo e i rifugiati, i cittadini stranieri immigrati in attesa
della conclusione del procedimento di regolarizzazione, i soggetti che hanno
usufruito del ricongiungimento familiare, nonché i minori stranieri non
accompagnati, i giovani immigrati di seconda generazione e le vittime della
tratta e della riduzione di schiavitù». L'articolo 3 istituisce la
"Consulta regionale sull'immigrazione" dove è prevista, tra le altre,
la presenza di un rappresentante per ciascuna delle associazioni etniche e il
presidente e vicepresidente sono immigrati. La Consulta «esercita compiti
consultivi e propositivi nei confronti della Giunta regionale». Tra i vari
punti la collaborazione con l'Osservatorio regionale per le politiche sociali
per il monitoraggio del fenomeno migratorio e la possibilità di proporre
«l'adeguamento di leggi e provvedimenti regionali in materia». Sulla
programmazione regionale, (articolo 6), rispetto al piano regionale per
l'integrazione degli immigrati per la definizione degli indirizzi, nel
paragrafo 4, si specifica che il piano può essere aggiornato in tutto o in
parte «ove si renda necessario garantire idonea accoglienza e protezione agli
immigrati in presenza di flussi eccezionali dovuti a gravi crisi internazionali
di natura bellica, economia o sociale». Per quanto riguarda l'assistenza
sanitaria ( art.12) la Regione «nel rispetto della normativa vigente assicura
ai soggetti di cui nell'art.2 e agli immigrati temporaneamente presenti
l'assistenza sanitaria e la fruizione delle prestazioni sanitarie ospedaliere,
ambulatoriali» (paragrafo 1). Altro aspetto che vale la pena rilevare è
«l'attuazione di specifici interventi di promozione della salute per la
risoluzione dei problemi derivanti dalle condizioni di marginalità ed esclusione».
Ultimi due articoli su cui è necessario soffermarsi riguardano la realizzazione
dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e il diritto d'asilo. Per la
prima questione, trattata nell'art. 14, la Regione conferma di «evitare la
realizzazione nel territorio regionale dei centri, nei quali lo stato di
reclusione e limitazione delle libertà personali siano disposte al di fuori dei
medesimo quadro di garanzie previsto a tutela dei cittadini italiani».
Ricordiamo che al momento, nelle Marche, non sono presenti questi veri e propri
lager, ma da tempo il governo nazionale ha espresso la volontà di istituirne
uno a Falconara. Nell'articolo 18 dedicato agli «interventi per la tutela del
diritto di asilo» si legge che la Regione promuove «la tutela del diritto
d'asilo e la protezione sussidiaria attraverso interventi di prima accoglienza
e di immigrazione». Questi, a grandi linee, i punti più rilevanti della nuova
legge. In estrema sintesi un testo che indubbiamente propone principi
importanti ma che confrontato con analoghi documenti, vedi la Regione Lazio,
evidenzia dei limiti. Per esempio non si propone un articolo specifico (come
nel testo laziale) sulle "Politiche contro la discriminazione e il
razzismo" (art.6) , né è previsto un "Osservatorio regionale contro
il razzismo e la discriminazione (art. 25 sempre Regione Lazio) o si fa
riferimento al discorso di genere. Né è istituita una "Assemblea
permanente dei cittadini migranti". Ma sentiamo il parere di alcuni che da
anni lavorano a fianco dei migranti in specifiche associazioni. Pietro a nome
dell'Ambasciata dei diritti, associazione presente in diverse città
marchigiane, esprime un giudizio positivo sul testo della Regione. «Noi abbiamo
partecipato attivamente al "Tavolo" specifico creato nel 2005 e il
governo regionale ha accolto positivamente le nostre istanze. Per noi è
rilevante il riferimento (art.1) alle Convenzioni internazionali. Inoltre è
importante garantire tutele a chi chiede protezione in un contesto
internazionale caratterizzato da guerre e persecuzioni (Medio Oriente e Iran).
In questo senso i principi espressi nell'articolo 6 sull'accoglienza di fronte
a flussi provocati da emergenze non dovrà rimanere sulla carta, visti i
respingimenti illegali al porto di Ancona e l'assenza di una effettiva tutela
del diritto di asilo al valico di frontiera». Pietro conclude sottolineando
quanto sia significativo il rifiuto dei Cie, da sempre questione centrale nelle
mobilitazioni dell'Ambasciata. Marcello Pesarini della "Rete migranti
diritto ora!", che comprende sindacati e associazioni di base, si sofferma
sul percorso che ha portato fino all'approvazione della legge evidenziando come
«le Marche siano cambiate dall'inizio dell'iter, 5 anni, sia dal punto di vista
istituzionale che dall'ottica della società civile. Il passaggio dai 15.199
residenti non comunitari del 1995 ai 90.635 del 2006 avrebbe richiesto
aggiornamenti e nuove politiche attive per quanto riguarda la formazione. Ma
non abbiamo tenuto conto di due fattori: il peso dei primi errori commessi con
la stratificazione di una intellighenzia di migranti e delle prime forme di
democrazia rappresentativa su cui si sono appiattiti, ci aveva portati ad
includere il diritto al voto nei nostri programmi, e poi tutto si fermò
nonostante l'approvazione di varie leggi, con le sentenze
della Corte Costituzionale, intorno al 2006». Pesarini mette anche in evidenza
come, dopo una fase positiva dentro il "Tavolo" di confronto tra Ente
e associazioni, «nei due anni che ci hanno separati dalla fase istruttoria
all'aula, la pressione della società si è allentata ulteriormente» e conclude
con una domanda: «Saranno capaci la società e il governo delle Marche,
attraverso questa legge, a tenere il passo delle esigenze che si stanno
manifestando?». Chiudiamo questa disamina della legge all'interno
dell'associazionismo con una voce decisamente più critica proveniente sempre
dalla "Rete migranti". Giancarlo Centanni ne è un rappresentante
autorevole visto che da anni è impegnato nel mondo dell'immigrazione. «A mio avviso
- dice - il ruolo programmatorio e di indirizzo non è formulato adeguatamente
come in alcune leggi regionali precedenti (Liguria e Lazio) dove è previsto un
assetto istituzionale in cui sono ben delineate le funzioni della Regione,
delle Province e dei Comuni. In queste leggi si è meglio compreso che le
politiche di integrazione e di inclusione degli immigrati devono avere la loro
attuazione a livello locale, dove naturalmente ci sono i servizi più rilevanti
e che occorre potenziare. Inoltre l'integrazione, la convivenza, il
mantenimento della propria identità, si gioca nell'ambito locale, nel
quartiere. Per cui è indispensabile che la Regione destini fondi per progetti
nei territori, ove il rischio della disgregazione e del razzismo sono più
forti». Centanni conclude sottolineando come nella legge manchi «una politica
di promozione per l'effettiva partecipazione dei cittadini stranieri immigrati
alla vita pubblica locale, per favorire la creazione di organismi consultivi e
l'estensione del diritto di voto a quelli regolarmente soggiornanti e residenti
nel territorio regionale. Per esempio non è prevista una norma, come quella
contenuta nella legge della Regione Lazio, per cui potranno chiedere il
permesso di soggiorno per motivi di studio e di accesso al lavoro anche gli
stranieri nati in Italia che dimostrino una permanenza continua nel nostro
Paese negli ultimi dieci anni». Foto: /FOTO RICCARDO DE LUCA
( da "Unita, L'" del
22-06-2009)
Argomenti: Giustizia
«I
referendari sono stati ambigui Non ha aiutato» L'ex presidente della Consulta:
l'istituto è vivo ma c'è un uso strumentale dell'astensione La gente non vota
se lo scopo non è chiaro JOLANDA BUFALINI Il referendum non è morto. Gustavo
Zagrebelsky non aggiunge la sua voce al coro funebre che accompagna lo
strumento di democrazia diretta. Piuttosto, per il giurista
ex presidente della Corte costituzionale, sono gli orientamenti politici e le loro ambiguità a influire
sul comportamento degli elettori. C'è stato, è vero, un uso strumentale
dell'astensione per far fallire i referendum. Ma, in questo caso, se
strumentalizzazioni ci sono state, i referendari hanno dato una mano.
Professore, gli elettori non sono andati a votare. La percentuale di voto alle
19 di ieri era intorno all'11 %. «Non è certo un risultato che possa fare ben
sperare i referendari». Ed è un disastro per l'istituto del referendum. «Nella
campagna i referendari hanno sostenuto due tesi contraddittorie. Forse anche
questo ha confuso i cittadini. Se non vanno a votare, forse si sono accorti
dell'ambiguità che esiste nella posizione ch'essi hanno sostenuto». Quale
ambiguità? «Hanno sostenuto due tesi contraddittorie. La loro prima tesi è che
dalla eventuale vittoria dei "sì" ai referendum uscirebbe una legge
molto migliore dell'attuale: una legge contro gli arbusti o i cespugli, che dir
si voglia. Con l'assegnazione del premio di maggioranza alla lista più forte, e
non alla coalizione, ci avvieremmo al bipartitismo. In questo caso, dunque,
secondo i promotori del referendum - sottolineo: secondo loro; idee diverse
sono lecite - l'effetto prodotto sarebbe buono in sé, senza nessun bisogno di
riforme elettorali future». E la seconda tesi dei fautori del sì? «È che il
sistema elettorale attuale è pessimo, e che il sistema elettorale che ne
deriverebbe sarebbe, se possibile, ancora peggiore. Quindi - questa la loro
tesi - bisogna votare e votare sì per creare, attraverso una legge
insostenibile, le condizioni che rendono necessaria una riforma legislativa. Il
Parlamento, in altri termini, sarebbe a quel punto costretto a riprendere in
mano la situazione, in vista di una nuova legge elettorale. È evidente la
contraddizione. Non si può chiedere un voto dicendo contemporaneamente che esso
determinerà una legge buona, che non avrebbe nessuna ragione per essere poi
modificata, e, insieme, che determinerà una legge pessima, che dovrà poi essere
cambiata». Una legge del tutto diversa non si potrebbe fare, dovrebbe essere
comunque nella direzione indicata dal voto referendario. «Non si può ingannare
l'elettore». C'è stata anche convenienza politica a non fare campagna
referendaria e questo ha prodotto scarsa informazione. Il risultato, però, è
uno svuotamento del referendum. «Secondo me, l'istituto referendario non è né
riempito né svuotato. Sono sicuro che su questioni vitali e con alternative non
ambigue gli elettori avrebbero buoni motivi per impegnarsi. Un problema che le
ultime consultazioni referendarie hanno proposto è invece quello
dell'astensionismo, in relazione al quorum di validità al 50%. Bisognerebbe
trovare il modo di impedirne l'uso strumentale per far fallire i referendum».
In questo caso, le pare che ci sia stato questo uso strumentale? «Se c'è stato,
bisogna aggiungere che i referendari con la posizione ambigua che hanno
sostenuto, l'hanno giustificato». Intervista a Gustavo Zagrebelsky
( da "Sole 24 Ore, Il" del
22-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME data: 2009-06-21 - pag: 21 autore: ANALISI L'abuso
del diritto «corto circuito» del sistema fiscale di Enrico De Mita S I l
rilievo dato dalla giurisprudenza della Corte di cassazione all'abuso del
diritto in materia tributaria ha provocato un dibattito fra giuristi che
complica il quadro complessivo dell'ordinamento. Sembra che questa
giurisprudenza più che risolvere problemi li abbia accentuati, provocando
iniziative legislative correttive di presunte forzature, tanto che giudici di
Cassazione sono intervenuti a spiegare la funzione "politica" della
giurisprudenza e come si combini in essa il rapporto fra applicazione dei
principi e delle norme scritte. Quando si evoca in modo precipitoso ( senza la
dovuta ponderazione) un principio ritenuto immanente nell'ordinamento e con
argomentazioni del tutto discutibili se riferite al processo tributario
(l'applicazione d'ufficio da parte del giudice); quando si fa riferimento senza
i dovuti svolgimenti all'articolo 53 della Costituzione si pongono una serie di
interrogativi che colgono una giurisprudenza impaziente nel risolvere delicati problemi
del diritto tributario. La situazione dell'ordinamento tributario in Italia è
complessa e contraddittoria. I protagonisti, legislatori, giudici, dottrina,
parlano linguaggi diversi. è pur vero che hanno ruoli diversi e agiscono
autonomamente, ma mancano di cultura comune. Non c'è un terreno comune sul
quale la dottrina tributaristica, vale a dire la giurisprudenza teorica del
diritto tributario, si possa confrontare con la giurisprudenza pratica,
orientandola. Questo è dovuto a più fattori: il tipo di legislazione rigido che
espunge praticamente il ruolo dell'interpretazione; l'assenza di una cultura
giuridica comune alle due parti in causa del rapporto tributario. C'è la
cultura del fisco e quella comune di avvocati e contribuenti. Quando parlo della
cultura del fisco mi riferisco ad amministrazione, Gdf, avvocatura di Stato e a
una parte (forse prevalente) della nostra giurisprudenza. La cultura dei
privati è tendenzialmente contra fiscum. C'è incomunicabilità fra questi due
tipi di cultura: le leggi vengono scritte e applicate secondo un'impostazione
per la quale i principi dell'ordinamento vengono sacrificati e in
contrapposizione c'è un tentativo di difendersi in nome dei principi del
diritto comune. Ci sarebbe la tutela del giudice delle leggi, la Corte costituzionale, ma anche questo è un giudice, come scrisse Allorio,
«politicamente necessitato ». La legge tributaria è caratterizzata da una
tecnica,la casistica,e da un sacrificio delle regole di diritto comune che va
oltre la tutela dell'interesse fiscale, come interesse costituzionalmente
tutelato. C'è, d'altra parte, un atteggiamento comune alla dottrina dei
privati che delle questioni conosce solo un profilo unilaterale. Quando si
parla del rapporto tra fisco e contribuente come di rapporto in mala fede non
si vuole toccare un profilo solo psicologico, ma un profilo giuridico che
coinvolge la comunanza delle regole e l'affidamento reciproco. Le leggi
tributarie sono scritte nel sospetto che debbano essere violate;
l'atteggiamento del giurista di diritto comune è quello di consigliere che, in
genere, tende a eludere la legge, abusando delle regole del diritto comune.
Questa incomunicabilità può essere superata? Credo che i riferimenti ai
principi costituzionali possano ricondurre il più possibile il diritto
tributario a diritto comune. Se le cose stanno così si capisce lo scontro fra
giudici da una parte e professionisti dall'altra. Sicché stupisce che giudici
di valore (come Mario Cicala) pur animati di fervore culturale, difendano con
enfasi la funzione "politica" della giurisprudenza, svlutando la
funzione ponderata del giudice nell'interpretazione delle leggi. Nessuno nega
il compito della giurisprudenza nell'individuazione dei principi e nel porre
rimedi a una legislazione difficile: esiste per questo l'interpretazione
adeguatrice. Ma quando Cicala dice che mentre i principi costituiscono «l'asse
portante della motivazione » relegando l'esegesi delle norme positive a «un
compito ancillare di supporto» va oltre il segno. «I testi normativi contengono
esemplificazioni, contraddizioni» che non consentono di applicare la legge in
modo lineare. E ancora: non c'è il linguaggio rigoroso e univoco dell'era delle
codificazioni. Non sono cose nuove. Le leggi tributarie in Italia sono state
sempre casistiche e codificazioni non ve ne sono mai state. La casistica ha
travolto anche il codice tedesco. Quindi non c'è niente di nuovo, se non una
moltiplicazione folle delle leggi. Ma non si può vanificare il diritto positivo
in nome di principi non sempre rinvenuti con metodo appropriato, soprattutto
quando si tratti di principi non scritti. Nel nostro ordinamento esiste un
principio di legalità (articolo 23 della Costituzione) che ha la funzione di
contenere la discrezionalità dell'amministrazione. Le leggi tributarie sono
dirette all'amministrazione e un'amministrazione che volesse applicare le
imposte solo in base ai principi applicherebbe un diritto senza portata
pratica. Senza dimenticare che chi applica per primo le leggi tributarie è il
contribuente che risponde per primo all'amministrazione. Non c'è dunque
contrapposizione radicale fra principi e leggi scritte. Quando la legge è
contraria ai principi c'è l'interpretazione sistematica e quella adeguatrice, o
il ricorso alla Corte costituzionale.La giurisprudenza
non è l'amministrazione finanziaria e senza negare nessuno dei compiti che con
orgoglio vengono a essa rivendicati occorre richiamare la "juris
prudentia", la ponderazione, l'equilibrio, la conoscenza storica delle
leggi, quali criteri di saggezza nell'applicazione delle leggi. La lotta
all'evasione non la fa la giurisprudenza forzando le leggi in nome dei
principi, innovando il senso delle leggi (anche processuali) più di quanto sia
consentito dalla saggezza. Ciò che c'è di nuovo è l'accumularsi dei difetti
storici rispetto a un fisco di massa: l'incapacità dei governi, a partire dal
1971, di elaborare codici tributari; la crisi della funzione legislativa, il
"protagonismo" di alcuni giudici, la giurisprudenza
"necessitata" della Corte costituzionale, da
sempre, e della Cassazione, più di recente. La giurisprudenza non ha bisogno di
difendersi da sola nelle più diverse sedi. Il giudizio critico deve essere
compito della dottrina, mentre è compito della politica razionalizzare e
semplificare le leggi. In diritto tributario la legalità non è una cosa
teorica. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PROBLEMA Non si possono vanificare le
«regole» positive in nome di principi non meditati
( da "Corriere della Sera"
del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 22/06/2009 - pag: 2 Passato e presente La
consultazione era su 12 quesiti L'ultimo quorum nel '95 Bonino: i fallimenti? È
sparito il fronte del «no» MILANO Quel giugno del 1995, erano ben dodici i
referendum su cui esprimersi. Quesiti che andavano dall'abolizione del potere
del premier di stabilire i sindacati più rappresentativi, alla privatizzazione
della Rai. Ma gli italiani non andarono al mare: si raggiunse un quorum tra il
57,2 e il 58,1 per cento. Fu l'ultima volta. Da allora, in Italia, il
referendum non è più riuscito a superare la soglia di votanti stabilita dalla
legge. E le percentuali sono scese progressivamente, lanciando anche sulla
scena politica referendaria un nuovo protagonista: l'astensione. Che ha
sostituito, di fatto, il fronte del «no». Della serie: meglio andare al mare
che votare. Fino ad arrivare alle cifre, per ora bassissime, di quest'ultima
consultazione popolare. Inevitabile, quindi, interrogare i protagonisti di
quell'ultimo successo referendario del '95. Una «pattuglia» trasversale. Che
andava dal leader storico dei radicali Marco Pannella all'azzurro Alfredo
Biondi; dal radicale Peppino Calderisi al deputato leghista Pierluigi Petrini;
da Valerio Zanone ad Emma Bonino. E proprio quest'ultima, rispetto al
fallimento di oggi, non mostra grande stupore: «I referendum non sono mai
piaciuti ai partiti. Dal '95 è in atto una campagna sistematica di
delegittimazione di questo strumento popolare, usando l'astensione per far
saltare il quorum. Più facile disertare che votare. Nel '99 Berlusconi invitò
ad andare al mare, ricordate? E nel 2005 ci ha pensato Ruini». Non c'è una
responsabilità dei cittadini, dunque, in quanto accade? «Ma la sensibilità si
crea, non la si trova al supermercato. E se la gente non sa manco di cosa
parliamo, se le tribune elettorali vanno in onda alle tre di notte, come si può
pretendere che voti? Tra l'altro questo è un referendum molto tecnico, che
inevitabilmente appassiona poco». Tante, negli anni, le iniziative dei radicali
per tener alta l'attenzione. Ricorda Bonino: «Ci inventammo i fantasmi nel '99.
Il bavaglio, oramai famoso, per il referendum sul finanziamento ai partiti nel
'78. I fantasmi, poi, prima nel '97 e poi nel 2005 sulla procreazione
assistita, come strumento anti Ruini. E nel '
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-22 - pag: 17
autore: Basilicata Regole bocciate dalla Consulta P annelli fotovoltaici su
tutte le nuove costruzioni? Non è proprio così, come in genere si dice.
Infatti, la norma nazionale che scatterà dal 2010 prevede soltanto che il kW di
elettricità –che dovrà essere prodotto per ogni unità residenziale –provenga da
«fonti rinnovabili». Perciò, si potrà trattare anche di altri impianti:
geotermici, a biomasse o eolici, ad esempio. Ed è proprio sullo sviluppo
dell'energia dal vento che in questo ultimo anno c'è stata un'incredibile
accelerazione, soprattutto in molte regioni meridionali. Gli inconvenienti
dell'eolico sono due. Il primo è il costo dell'impianto, giustificato solo per
un condominio o un'azienda agrituristica (sono da investire almeno 50mila euro,
per i più piccoli). Il secondo è il possibile impatto visivo e ambientale. Ed è
su quest'ultimo nodo che è destinata ad avere un'importanza
cruciale una recentissima sentenza della Corte costituzionale (29 maggio 2009, n. 166), che ha ritenuto illegittimo l'articolo
6 della legge 9/2007 della Regione Basilicata (Disposizioni in materia di
energia), bloccando indirettamente tutte le norme locali , anche di altre
Regioni, che regolano l'inserimento degli impianti eolici nel paesaggio.
La Consulta ha ritenuto che ogni norma regolatrice in proposito debba rifarsi
necessariamente alle linee guida previste al comma 10 dell'articolo 12 del Dlgs
387/2003, che non sono state ancora emanate. Il comma sancisce che «in
conferenza unificata, su proposta del ministro delle Attività produttive, di
concerto con il ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del
ministro per i beni e le attività culturali, si approvano le linee guida per lo
svolgimento del procedimento di cui al comma 3» relativo al rilascio
dell'autorizzazione per l'installazione di impianti alimentati da fonti
rinnovabili. Le stesse linee guida debbono «assicurare un corretto inserimento
degli impianti, con specifico riguardo agli impianti eolici, nel paesaggio».
Ebbene, l'articolo 117, comma 2, lettera s), della Costituzione affida alla
competenza legislativa esclusiva dello Stato la salvaguardia dell'ambiente. Le
Regioni debbono adeguare le loro norme a tali linee guida entro 90 giorni e –
al limite – incrementare le relative tutele. Questo però non consente alle
Regioni di individuare in completa autonomia i criteri per il corretto
inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia
alternativa, così come aveva fatto l'articolo 6 della legge 9/2007 della
Basilicata, recependo una delibera di Giunta (la 2920/2004). © RIPRODUZIONE
RISERVATA
( da "Repubblica, La" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
XV - Torino Il vento della crisi non soffia su Crt E Miglietta
"avvisa" la politica: "Noi rispondiamo alla società civile"
DIEGO LONGHIN «Rispondiamo alla società civile, non agli enti locali e alla
politica». Il segretario della Fondazione Crt, Angelo Miglietta, ha chiuso così
la presentazione del bilancio sociale 2009 dell´ente di via XX Settembre, tra i
primi soci del gruppo Unicredit. Un paletto, che il segretario definisce come
un appello alla società civile, per rimarcare l´autonomia della Fondazione,
pronta ad intervenire nei progetti se ritenuti strategici per le zone di
riferimento, ad iniziare da Torino e provincia, dove si concentrano il 60 per
cento delle risorse distribuite, ma senza diventare la stampella di nessuno.
«In un momento in cui si sta vivendo un forte declino delle risorse pubbliche,
nazionali e locali, rivendichiamo l´indipendenza, sancita
anche da numerose sentenze della corte costituzionale. In una fase in cui il pubblico si ritira non vorremmo trovarci
di fronte al rischio che crescano le pressioni sulle fondazioni perché
diventino braccio della finanza locale. Per questo invito la società civile a
legittimare e difendere l´operato delle fondazioni». Nel 2008, come
rimarca il presidente della Crt, Andrea Comba, «la fondazione è riuscita a
mantenere gli impegni grazie allo sviluppo di interventi anche innovativi:
nonostante la crisi il fondo di stabilizzazione delle erogazioni non è stato
utilizzato ed anche il numero di interventi deliberati risulta costante
rispetto al 2007». Sono stati erogati 129 milioni di euro, di cui 14 milioni
destinati ai fondi per il volontariato. «In linea con le erogazioni dell´anno
precedente», dice Miglietta. In realtà l´ammontare delle risorse nel 2007 è
stato di 132 milioni, ma di questi 92 milioni erano ordinari, il resto extra
era stato destinato alla fondazione Sviluppo e Crescita. Tra i vari capitoli la
macroarea Istruzione e Ricerca sono andati 42 milioni di euro, al settore Arte
34 milioni di euro, la cifra più alta dalla costituzione dell´ente di via XX
Settembre. Stessi numeri per i progetti legati al Welfare e progresso della
società. Miglietta ha poi passato in rassegna le principali iniziative, settore
per settore, dove la Fondazione è impegnata, concentrandosi soprattutto sul
Venture Philanthropy, tra housing sociale, università e ambiente, dove anche
gli enti no-profit sono chiamati a partecipare, in base alle loro capacità,
alla realizzazione dei progetti. Sul fronte Arte il segretario generale ha poi
ribadito che le trattative per l´acquisizione delle ex Ogr proseguono e che via
XX Settembre crede nell´iniziativa: «Faremo un grande polo della cultura, non
solo dell´arte, contemporanea. Sono già partiti studi sui principali siti, dal
MoMa di New York al Gugenheim». I vertici della Fondazione si sono soffermati
anche sulla sottoscrizione delle obbligazioni convertibili subordinate emesse
da Unicredit: «La Fondazione Crt ha dato un contributo di portata epocale alla
banca. Si è rivelato infatti lo strumento che l´ha aiutata a svoltare - dice
Miglietta - non ha tolto fondi alle erogazioni e ha anzi un rendimento
garantito».
( da "Corriere della Sera"
del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 23/06/2009 - pag: 9 Vince il Pd A Terni
Baldassarre non ce la fa Leopoldo Di Girolamo, candidato sindaco del
centrosinistra, è stato eletto primo cittadino di Terni con il 53,01 per cento,
contro il 46,98 per cento del candidato del centrodestra, Antonio Baldassarre (
foto), secondo i dati forniti dal Viminale. Era una sfida molto attesa, quella di
Terni. Forse perché contro Leopoldo Di Girolamo, che al primo turno aveva preso
il 49,5 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal centrosinistra compatto,
lo sfidante era l'ex presidente della Corte Costituzionale
Antonio Baldassarre. Quest'ultimo, al termine del primo turno, aveva raccolto
il 37,13 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal Partito della libertà e
da una lista civica. In questo quadro, si era capito da subito che sarebbe
stato fondamentale il ruolo dell'Udc (che ha preso a sua volta il 5,4
per cento) e della Lista Valigi Sindaco (4 per cento dei consensi al primo
turno). Anche a Terni, come ad Orvieto, in molti temevano il manifestarsi del
fenomeno a questo punto scongiurato dell'anatra zoppa: ovvero, in caso di
vittoria, il centrodestra avrebbe avuto il sindaco ma non la maggioranza in
consiglio che sarebbe spettata al centrosinistra, visto che al primo turno
hanno superato il 50 per cento dei voti, ottenendo di fatto 22 consiglieri su
40.
( da "Corriere della Sera"
del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Economia data: 23/06/2009 - pag: 45 Fondazioni Avanzo di gestione
a quota 255 milioni di euro Unicredit, la cassaforte Crt vede la prima cedola
d'oro Miglietta: «Sostenere la banca non ha ridotto le erogazioni» DAL NOSTRO
INVIATO TORINO Ci sono voluti «nervi saldi» per mettere sul piatto 564 milioni.
Ma quell'investimento in Unicredit, che «va chiarito una volta per tutte, non
ha tolto soldi alle erogazioni » e che, per la Fondazione Crt, «è stato un
contributo di portata epocale» si è rivelato «lo strumento che ha permesso la
svolta» della banca guidata da Alessandro Profumo. Così Angelo Miglietta,
segretario generale dell'ente torinese è tornato sulla ricapitalizzazione di
Unicredit, presentando alla stampa il bilancio 2008. Il secondo miglior
bilancio tra le big, alle spalle di Mps, chiuso con 255,5 milioni di avanzo
contro i 211 attesi ed erogazioni cresciute del 19% a 129 milioni. Il fondo di
stabilizzazione non è stato utilizzato ed è stato incrementato di oltre 16
milioni. Certo, dopo la risalita fino a quota 2 euro, i recenti ribassi di
Borsa hanno riallineato il prezzo di Unicredit (partecipata al 3,6%) agli 1,86
euro iscritti a bilancio. Tuttavia sono i «Cashes» dell'aumento di capitale
costati, appunto, oltre mezzo miliardo a dar soddisfazioni: rendono il 6% e
hanno già staccato la prima cedola trimestrale. Resta da capire l'impatto del
dividendo in azioni sui conti del 2009, mentre sul ritorno, quest'anno, alla
cedola in contanti di Unicredit pesano ancora molte incognite. I crolli del
mercato non hanno risparmiato Perseo (primo «rosso» di circa 100 milioni nel
2008), la holding di partecipazioni che custodisce quasi l'1% di Unicredit ed è
controllata per il 40% dalla stessa Crt, mentre il restante 60% è suddiviso tra
Generali, Mediobanca e i francesi di Aviva. La presidenza di Perseo è andata al
vicepresidente della Fondazione, Giovanni Ferrero, dopo l'uscita a fine marzo
di Gian Maria Gros-Pietro. Miglietta ha insistito ieri sul nuovo corso della
Crt sempre più concentrata sul sostegno ai progetti a «regia propria» e
autosostenibili. I programmi per lo sviluppo e per i giovani hanno conquistato
il 70% degli stanziamenti (82 milioni). «Sviluppo e Crescita» è il veicolo che
segue i nuovi progetti, mentre la neo-nata Orione si occupa di investimenti
nella realtà artigiana e industriale. «Le Fondazioni non devono nè possono
diventare sostitutori della spesa pubblica» ha avvertito Miglietta, secondo il
quale «non favorire la ristrutturazione del sistema significa non far ripartire
la crescita del Paese». È un «appello» alla società civile: «come unico vero
stakeholder deve difendere e legittimare l'agire delle fondazioni, che in una
fase di declino possono subire pressioni». Miglietta ha ricordato che «nessun
altro Paese ha come l'Italia 88 fondazioni che erogano
quasi 2 miliardi l'anno» e, dunque, diventa cruciale «difendere le prospettive
di libertà civile che la Corte Costituzionale ha riconosciuto stabilendone la
natura privata». In alto l'ingresso del palazzo della Fondazione Crt, in via XX
settembre a Torino. A destra il segretario generale, Angelo Miglietta Paola
Pica
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
PRECARI PER SEMPRE Oggi la Corte costituzionale avvia
l'esame della norma che consente alle aziende di evitare il reintegro, anche
quando è stato deciso dal giudice, pagando come indennizzo un minimo di 2,5 e
un massimo di 6 mensilità. Il caso dei «trimestrali» assunti a tempo
determinato da Poste italiane
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
«Violati
due articoli della Costituzione» MASSIMO FRANCHI Questa volta il ministro
Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli già
acquisiti) dei precari è una norma della Finanziaria, la cui paternità non è
stata riconosciuta da alcuno. La formulazione è complessa, ma la traduzione
molto semplice: anche chi ha vinto una causa di lavoro che prevede il reintegro
a tempo indeterminato può essere mandato a casa senza tanti problemi e con un
esborso neanche tanto alto: da da due mensilità e mezzo a sei. Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie,
infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati,
uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una
scandalosa barbarie. Si procura un danno enorme a lavoratori che hanno
avuto il loro diritto riconosciuto da un giudice e si violano almeno due
articoli della Costituzione. Prima di tutto l'articolo 3, cioè il principio di
uguaglianza davanti alla legge: la norma riguarda solo i giudizi in corso. Poi
l'articolo 104, quello che sancisce l'indipendenza della magistratura, perché,
intervenendo appunto su processi ancora in svolgimento, la norma prevarica i
giudici». Ma all'esame della Corte costituzionale ci
sono anche altri provvedimenti dei governi di centrodestra in materia di
contratti a tempo determinato. Si tratta dell'articolo 1 del decreto
legislativo 368 del 2001 sulle «esigenze sostitutive» e la norma della 266 del
2005 che autorizza le aziende ad assumere a tempo determinato senza che debbano
specificare il motivo per cui è stata scelta questa forma contrattuale. «Queste
norme - sottolinea l'avvocato Sergio Galleano - hanno messo da parte i principi
della direttiva che nel 1989 aveva stabilito una serie di limiti all'uso del
contratto a tempo determinato e, di fatto, hanno aperto le porte al suo abuso».
Quanto alla norma che consente di sostituire il reintegro con il pagamento di
alcune mensilità a titolo di indennizzo, uno dei casi simbolo è quello dei
«trimestrali» di Poste italiane. «Secondo Poste italiane - spiega l'avvocato
Galleano - i casi sarebbero addirittura 150mila. Un numero tanto alto da
richiedere che la controversia non venga risolta dai giudici, ma da una legge
ad hoc. Noi invece stimiamo che i casi totali, comprendo anche altre aziende
come Rai e Telecom e siano 5-6000». L'estate scorsa, appena il provvedimento fu
annunciato, scoppiò la polemica: «L'emendamento sui contratti a termine -
spiegò il ministro Sacconi - è di carattere transitorio ed esclusivamente
riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di
conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari,
interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane».
Il primo caso in cui è stata sollevata la questione di costituzionalità
riguarda una lavoratrice di Andria. Nell'ottobre 2008 la Corte di Appello di
Bari le ha dato ragione e ha investito la Consulta. La lavoratrice era in
servizio nell'ufficio postale di Andria nel 2005 quando fu assunta per tre mesi
alla scadenza dei quali il suo contratto non fu rinnovato. Secondo la Cgil, che
ha patrocinato il ricorso della dipendente, l'assunzione aveva invece tutti i
caratteri di un rapporto a tempo indeterminato. In primo grado il tribunale ha
dato ragione alle Poste. Poi, in appello, la sospensione in attesa del giudizio
sulla costituzionalità. L'ufficio legale di Poste Italiane ha dalla sua una
sentenza del Tribunale di Roma che «ha ritenuto di escludere ogni contrasto
dell'articolo 4 bis con le norme della Costituzione, rilevando che la citata
disposizione contiene una disciplina - che pur in ragione della eccezionalità
del momento è comunque limitata nel tempo - è finalizzata ad arginare
l'eccessivo ampliamento dell'organico delle imprese incidendo sul loro
equilibrio economico-finanziario e sulla loro competitività». La memoria dei
difensori di Poste italiane, cita poi un passo delle motivazioni nel quale il
giudice estensore definisce la norma «in linea con la filosofia di fondo della
manovra adottata dal Governo e giustificata dalla esigenza di tutelare
l'interesse generale al buon andamento dell'economia del Paese, conseguire
tassi di incremento del PIL e sostenere la competitività dell'intero sistema
Italia». Dopo il caso di Andria altri giudici e altre corti di tutta la
penisola hanno ritenuto «non infondata questione di legittimità costituzionale» sull'utilizzo dell'articolo 4 bis. Da
Trieste a Genova, da Roma alla Campania, in pochi mesi i casi sono arrivati a
essere una decina. La Consulta li ha unificati in un solo giudizio, quello che
comincia oggi. Il primo caso di applicazione della norma, col licenziamento in
tronco di nove lavoratori, fu segnalato dall'Unità lo scorso 8 ottobre.
Riguardava non Poste Italiane, ma «Strada dei Parchi», la concessionaria delle
autostrade A/24 Roma-Teramo ed A25 Torano-Pescara. L'azienda, il cui pacchetto
di maggioranza è nelle mani del gruppo Toto, ha usato l'articolo 4bis
licenziando quattro lavoratori che erano stati reintegrati a tempo pieno ed
indeterminato a seguito di sentenze favorevoli del giudice del lavoro di Roma
nell'anno 2007 che riconosceva, anche, la nullità dei contratti a tempo
determinato di molti altri precari che nella medesima azienda venivano continuamente
assunti e licenziati da oltre 10 anni. Nelle lettere di licenziamento, si
arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire le indennità
risarcitorie che il giudice aveva riconosciuto loro. Da quell'articolo sono
nate due interrogazioni parlamentari. Una a firma dell'onorevole Giovanni Lolli
e una a nome dell'onorevole Cesare Damiano. La risposta del governo è
illuminante. Ecco come la destra considera i precari. Il sottosegretario al
Lavoro Viespoli scrive scrive: «Come ampiamente emerso nel dibattito estivo che
ha accompagnato l'approvazione della legge n. 133/2008, l'intervento del
Governo in materia di contratti a termine risultava funzionale all'obiettivo di
non abbassare il livello sostanziale di tutele dei lavoratori assunti a termine
e consentire, al tempo stesso, di salvaguardare i livelli occupazionali e la
tenuta finanziaria di alcune grandi imprese già accordatesi con le parti
sociali per gestire in modo condiviso e sostenibile il contenzioso in atto e
risalente nel tempo. Come a dire si tratta di un ricatto: abbiamo fatto un
favore alle aziende perché, diversamente, rischiavano di fallire e quindi anche
i posti di lavoro a termine sarebbero spariti». Dei quattro licenziati di
Autostrade dei Parchi nel frattempo uno ha trovato un accordo extragiudiziale
per un part-time e il mantenimento del risarcimento. Gli altri 3 sono in
attesa.
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il caso
di «Strada nei parchi» sollevato da l'Unità Il 22 maggio del 2009 Francesco
Mazzocchitti, dopo Massimo Gentile e Vincenzo Matani, ha vinto la causa per il
reintegro a tempo pieno ed indeterminato nella società Strada dei Parchi. Il
caso dei tre lavoratori, insieme a quello dei dipendenti a tempo determinato
delle Poste, era il simbolo degli effetti dell'«ammazza-precari» oggi in discussione alla Corte Costituzionale. Il primo ottobre
del 2008 «Strada dei Parchi S.p.A». aveva proceduto e unilateralmente al
licenziamento di quattro persone. Nelle lettere di licenziamento si arrivava
addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire la predetta indennità
risarcitoria stabilita dal giudice.
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Ecco la
norma da oggi all'attenzione dei giudici Questo il testo della norma (contenuta
nel decreto 112 del 25 giugno del 2008) all'esame a partire
da oggi davanti alla Corte costituzionale. È l'articolo 4.bis: «Con riferimento ai soli giudizi in corso
alla data di entrata in vigore della presente disposizione, e fatte salve le
sentenze passate in giudicato, in caso di violazione delle disposizioni di cui
agli articoli 1, 2 e 4, il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare
il prestatore di lavoro con un'indennità di importo compreso tra un
minimo di 2,5 ed un massimo di sei mensilità dell'ultima retribuzione globale
di fatto». In pillole
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Questa
volta il ministro Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a
quelli già acquisiti) dei precari è una norma della Finanziaria, la cui
paternità non è stata riconosciuta da alcuno. La formulazione è complessa, ma
la traduzione molto semplice: anche chi ha vinto una causa di lavoro che
prevede il reintegro a tempo indeterminato può essere mandato a casa senza
tanti problemi e con un esborso neanche tanto alto: da da due mensilità e mezzo
a sei. Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie,
infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati,
uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una
scandalosa barbarie. Si procura un danno enorme a lavoratori che hanno
avuto il loro diritto riconosciuto da un giudice e si violano almeno due
articoli della Costituzione. Prima di tutto l'articolo 3, cioè il principio di
uguaglianza davanti alla legge: la norma riguarda solo i giudizi in corso. Poi
l'articolo 104, quello che sancisce l'indipendenza della magistratura, perché,
intervenendo appunto su processi ancora in svolgimento, la norma prevarica i
giudici». Ma all'esame della Corte costituzionale ci
sono anche altri provvedimenti dei governi di centrodestra in materia di
contratti a tempo determinato. Si tratta dell'articolo 1 del decreto
legislativo 368 del 2001 sulle «esigenze sostitutive» e la norma della 266 del
2005 che autorizza le aziende ad assumere a tempo determinato senza che debbano
specificare il motivo per cui è stata scelta questa forma contrattuale. «Queste
norme - sottolinea l'avvocato Sergio Galleano - hanno messo da parte i principi
della direttiva che nel 1989 aveva stabilito una serie di limiti all'uso del
contratto a tempo determinato e, di fatto, hanno aperto le porte al suo abuso».
Quanto alla norma che consente di sostituire il reintegro con il pagamento di
alcune mensilità a titolo di indennizzo, uno dei casi simbolo è quello dei
«trimestrali» di Poste italiane. «Secondo Poste italiane - spiega l'avvocato
Galleano - i casi sarebbero addirittura 150mila. Un numero tanto alto da
richiedere che la controversia non venga risolta dai giudici, ma da una legge
ad hoc. Noi invece stimiamo che i casi totali, comprendo anche altre aziende
come Rai e Telecom e siano 5-6000». L'estate scorsa, appena il provvedimento fu
annunciato, scoppiò la polemica: «L'emendamento sui contratti a termine -
spiegò il ministro Sacconi - è di carattere transitorio ed esclusivamente
riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di
conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari,
interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane».
Il primo caso in cui è stata sollevata la questione di costituzionalità
riguarda una lavoratrice di Andria. Nell'ottobre 2008 la Corte di Appello di
Bari le ha dato ragione e ha investito la Consulta. La lavoratrice era in
servizio nell'ufficio postale di Andria nel 2005 quando fu assunta per tre mesi
alla scadenza dei quali il suo contratto non fu rinnovato. Secondo la Cgil, che
ha patrocinato il ricorso della dipendente, l'assunzione aveva invece tutti i
caratteri di un rapporto a tempo indeterminato. In primo grado il tribunale ha
dato ragione alle Poste. Poi, in appello, la sospensione in attesa del giudizio
sulla costituzionalità. L'ufficio legale di Poste Italiane ha dalla sua una
sentenza del Tribunale di Roma che «ha ritenuto di escludere ogni contrasto
dell'articolo 4 bis con le norme della Costituzione, rilevando che la citata
disposizione contiene una disciplina - che pur in ragione della eccezionalità
del momento è comunque limitata nel tempo - è finalizzata ad arginare
l'eccessivo ampliamento dell'organico delle imprese incidendo sul loro
equilibrio economico-finanziario e sulla loro competitività». La memoria dei
difensori di Poste italiane, cita poi un passo delle motivazioni nel quale il
giudice estensore definisce la norma «in linea con la filosofia di fondo della
manovra adottata dal Governo e giustificata dalla esigenza di tutelare
l'interesse generale al buon andamento dell'economia del Paese, conseguire tassi
di incremento del PIL e sostenere la competitività dell'intero sistema Italia».
Dopo il caso di Andria altri giudici e altre corti di tutta la penisola hanno
ritenuto «non infondata questione di legittimità costituzionale»
sull'utilizzo dell'articolo 4 bis. Da Trieste a Genova, da Roma alla Campania,
in pochi mesi i casi sono arrivati a essere una decina. La Consulta li ha
unificati in un solo giudizio, quello che comincia oggi. Il primo caso di
applicazione della norma, col licenziamento in tronco di nove lavoratori, fu
segnalato dall'Unità lo scorso 8 ottobre. Riguardava non Poste Italiane, ma
«Strada dei Parchi», la concessionaria delle autostrade A/24 Roma-Teramo ed A25
Torano-Pescara. L'azienda, il cui pacchetto di maggioranza è nelle mani del
gruppo Toto, ha usato l'articolo 4bis licenziando quattro lavoratori che erano
stati reintegrati a tempo pieno ed indeterminato a seguito di sentenze
favorevoli del giudice del lavoro di Roma nell'anno 2007 che riconosceva, anche,
la nullità dei contratti a tempo determinato di molti altri precari che nella
medesima azienda venivano continuamente assunti e licenziati da oltre 10 anni.
Nelle lettere di licenziamento, si arrivava addirittura a richiedere ai
lavoratori di restituire le indennità risarcitorie che il giudice aveva
riconosciuto loro. Da quell'articolo sono nate due interrogazioni parlamentari.
Una a firma dell'onorevole Giovanni Lolli e una a nome dell'onorevole Cesare
Damiano. La risposta del governo è illuminante. Ecco come la destra considera i
precari. Il sottosegretario al Lavoro Viespoli scrive scrive: «Come ampiamente
emerso nel dibattito estivo che ha accompagnato l'approvazione della legge n.
133/2008, l'intervento del Governo in materia di contratti a termine risultava
funzionale all'obiettivo di non abbassare il livello sostanziale di tutele dei
lavoratori assunti a termine e consentire, al tempo stesso, di salvaguardare i
livelli occupazionali e la tenuta finanziaria di alcune grandi imprese già
accordatesi con le parti sociali per gestire in modo condiviso e sostenibile il
contenzioso in atto e risalente nel tempo. Come a dire si tratta di un ricatto:
abbiamo fatto un favore alle aziende perché, diversamente, rischiavano di
fallire e quindi anche i posti di lavoro a termine sarebbero spariti». Dei
quattro licenziati di Autostrade dei Parchi nel frattempo uno ha trovato un
accordo extragiudiziale per un part-time e il mantenimento del risarcimento.
Gli altri 3 sono in attesa.
( da "Unita, L'" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Bonino:
una morte annunciata D'Alema: eliminare il quorum Per l'esponente radicale la
proposta dei referendari «andava combattuta nel merito» Secondo l'esponente Pd
«le firme devono essere di più per rendere eccezionale il ricorso alla
consultazione ma la soglia di validità è un modo per annullare la volontà
popolare» JOLANDA BUFALINI L'Euchessina non va giù, cioè l'idea - spiega Emma
Bonino - che il referendum possa essere usato come stimolo dell'attività del
Parlamento. Del resto «non era questa l'idea dei Costituenti». «Io sono molto
addolorata, - dice - non so se il referendum potrà resuscitare certo è che
l'attentato è drammatico e mi pare che l'hanno ammazzato. Però è un po' come
tagliarsi i c., perché prima o poi questo strumento di democrazia potrebbe
servire». Ne ha per tutti l'esponente radicale che ricorda, fra le sue
battaglie referendarie vinte, quella sul finanziamento pubblico, quella, nata
in difesa di Enzo Tortora, sulla responsabilità civile dei Pm, sul sistema
uninominale, «traditi in Parlamento». Ruini e la Lega. Ce l'ha con i promotori
del referendum che andavano battuti nel merito perché «dietro il vestito dei
quesiti non c'era niente. Nella legge elettorale sarebbero rimaste le liste
bloccate, per esempio. E infatti noi, nel nostro piccolo ci siamo battuti per
il no». «Si sono avvitati per le convenienze tattiche delle forze politiche».
«Ridicola la campagna in Tv, non solo per gli orari». «E il Pd ha dato
indicazione per il sì ma poi non trovavi nessuno che si impegnasse». Alla fine
c'è stata una buona dose di ipocrisia perché «tutti hanno contato sulla
capacità di interdizione della Lega nei confronti di Berlusconi che,
effettivamente, si è dimostrata efficace». Alla Lega «faccio Chapeau. Ma hanno
un illustre predecessore in Ruini». L'ammazzamento, sostiene Bonino, era
iniziato già negli anni Ottanta, quando la Corte costituzionale si esercitò in una
«giurisprudenza bizzarra, se pensi che il referendum sul nucleare non fu
ammesso nel 1979 e poi ammesso nel 1981». Banalizzazione. Nella progressiva
banalizzazione dei referendum, dice Nicola Zingaretti, «stavolta si è giunti al
paradosso dei promotori astensionisti». Il riferimento all'Idv non è
affatto casuale. Però c'è da riflettere perché «è evidente che c'è stato un
abuso dello strumento referendario nel corso degli anni e c'è un'aspettativa
che la politica legiferi su temi così complessi. Non si può non vedere che
questo strumento ormai da anni non coinvolge, nelle forme attuali, più
nessuno». È dal 1995 che i referendum non raggiungono il quorum però la terza
opzione, l'astensione politica, ha preso piede solo negli ultimi anni. Ci provò
Craxi con il celebre «andate al mare» del
( da "Vnunet.it" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
L'8%
degli utenti scarica illegalmente. Il Partito dei Pirati fa scuola 23-06-2009
VNUnet.it Le cifre del download illegittimo sono fornite da un'indagine
condotta da Futuresource Consulting. Intanto in Francia nasce un nuovo Partito
dei Pirati Futuresource Consulting ha reso noto i datio di un'indagine: l'8%
degli utenti ha ammesso di scaricare violando il copyright. La ricerca è sta
condotta in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti. I due terzi degli
intervistati inglesi guardano spesso trasmissioni televisive, video e film su
notebook e Pc; ma circa il 15% di questi effettua download illegali. A questa
situazione, la Dottrina Sarkozy, ora bocciata dalla Corte costituzionale francese, ha cercato di
offrire una risposta repressiva. Ma alle grandi manovre dei governi, rispondono
gli utenti sempre più politicizzati: il partito dei Pirati svedese, forte del
suo primo seggio nell'Europarlamento, a Bruxelles, fa scuola. Intanto in
Francia nasce un nuovo Partito dei Pirati. Lo riporta 01net.com. © Copyright
2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe
( da "Tempi" del
23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
La cura
radicale La strategia dei pannelliani per modificare la legge sul fine vita non
passa per il parlamento, ma per l'ordine dei medici di Benedetta Frigerio
approfondimenti La Federazione dei medici non agisca da lobby politica «Questo
qui non so come sia venuto fuori così», sono le parole di Valerio Brucoli,
presidente della commissione di Bioetica dell'ordine di Milano, a commento
dell'ultimo consiglio della Federazione nazionale dei medici (Fno
( da "Virgilio Notizie"
del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Come
ampiamente previsto, la Rada, il parlamento ucraino, ha votato il via libera
per il giorno delle elezioni presidenziali, che si terranno dunque il prossimo
17 gennaio
( da "Virgilio Notizie"
del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Camera romena ha bocciato la richiesta della Procura per la nuova votazione
sull'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex primo ministro Adrian
Nastase. I contrari sono stati 116, mentre coloro che avrebbero voluto aprire
il dibattito e votare sull'apertura dell'inchiesta sono stati 100, scrive
Mediafax. "La Camera dei deputati rifiuta come inammissibile la richiesta
della Procura e dell'Alta corte di giustizia di
riaprire la procedura relativa al documento 114/2007 del Dipartimento
anti-corruzione", recita il testo votato dall'assemblea. Lo scorso agosto
la Camera aveva bocciato in prima istanza la stessa richiesta. Attualmente Nastase è sotto processo per appropriazione indebita
di fondi per le frodi della campagna elettorale per le presidenziali del 2004,
ma il procedimento è stato sospeso in attesa della decisione sulla
costituzionalità del testo da parte della Corte Costituzionale.
( da "Virgilio Notizie"
del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
presidente euroscettico della Repubblica ceca, Vaclav Klaus, il quale non ha
ancora firmato la promulgazione della ratifica del Trattato Ue di Lisbona, ha
dichiarato oggi che vuole essere l'ultimo in Europa a prendere una decisione
sul da farsi. Lo ha detto nel corso di una intervista alla Radio ceca, rivelando di voler aspettare non solo il risultato del nuovo
referendum in Irlanda e la prossima sentenza della Corte costituzionale ceca sul Trattato (un
gruppo di senatori vicini a Klaus ha infatti annunciato un nuovo ricorso), ma
anche la sentenza definitiva della Corte costituzionale tedesca e l'ultima decisione del presidente polacco Lech
Kaczynski. Quest'ultimo, a sua volta, ha detto di voler prima conoscere
il risultato del referendum irlandese, in autunno. "Io certamente non ho
alcuna fretta" ha dichiarato Klaus all'emittente radiofonica nazionale
Cesky rozhlas. Il presidente ceco è noto in Europa come acerrimo oppositore del
Trattato di Lisbona, la cui ratifica è stata invece già approvata sia dalla
Camera che dal Senato della Repubblica ceca.
( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Centro-Nord
sezione: ECO-IMP Bandi e Appalti data: 2009-06-24 - pag: 16 autore: Regioni in
campo La Consulta al lavoro sulla riforma Sul fronte scolastico la Regione
Toscana e la Regione Emilia-Romagna ricorrono alla Corte
Costituzionale: contro il decreto 112/08 del Governo, convertito in legge
(133/08), in particolare l'articolo 64 comma 4. Il dispositivo normativo punta
- insieme ad altri aspetti - ad un ridimensionamento delle dotazioni organiche
degli istituti, oltre che alla riorganizzazione della rete scolastica con la
chiusura, ad esempio, dei plessi dei piccoli paesi e l'accorpamento
degli istituti con meno di 500 alunni. Toscana ed Emilia, che si sono rivolte
alla Consulta insieme ad altre sei regioni, contestano che il governo
regolamenti a livello centrale una materia le cui competenze esclusive sono
affidate dalla Costituzione (mediante la fiforma del Titolo V) alle Regioni.
Nel mirino degli enti regionali anche la mancata ricerca di intesa in seno alla
Conferenza unificata Stato-Regioni. Il 9 giugno si è svolta la prima udienza: i
giudici della Corte Costituzionale si esprimeranno nell'arco di circa due mesi
(con decorrenza dalla data della prima udienza). © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Nord-Ovest
sezione: PRIMO PIANO (Docenti scuola) data: 2009-06-24 - pag: 2 autore: Giunta Bresso si appella alla Consulta La Regione Piemonte ha
presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Consiglio dei ministri
in merito all'art.64 del Dl 112/2008 convertito in legge 133/2008 in cui si
prevedevano una serie di disposizioni in merito alla riorganizzazione
scolastica, senza che il parere della Conferenza Stato Regioni fosse
vincolante.Il ricorso è stato discusso il 9 giugno e l'esito si saprà
entro 60 giorni.«Se verrà respinto –spiega Giovanna Scollo legale
dell'Avvocatura del Piemonte –la Regione è comunque a posto perché sta
applicando la legge.Se verrà accettato,per l'anno successivo si rivedrà la
programmazione della rete scolastica senza tutti i vincoli posti dal
Ministero».«Se il ministero decide di chiudere le scuole sottoi 50 alunni e le
classi sotto i 15 –dice l'assessore Pentenero –si ledono le competenze delle
Regioni,che dovrebbero poter prendere decisioni sulle peculiarità territoriali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere della Sera"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 24/06/2009 - pag:
( da "Virgilio Notizie"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Tempi
brevi per il si' definitivo alla norma sul fine vita. Li auspica il ministro
del Welfare, Maurizio Sacconi, che in una lunga intervista al quoridiano
Avvenire spiega che ''per il governo si tratta di una materia che e' urgente
portare a compimento e quindi ci aspettiamo che nel piu' breve tempo possibile
quel disegno di legge, gia' licenziato dal Senato, venga approvato
definitivamente''. ''Perche' non si ripetano casi come quello di Eluana Englaro
e per evitare che il vuoto normativo venga colmato da provvedimenti della
magistratura. Molti di noi - spiega Sacconi - avrebbero preferito non dover
regolare per legge il confine tra la vita e la morte, ma siamo costretti a
farlo per scongiurare la possibilita' che a decidere al posto del legislatore
legittimato dal popolo siano soggetti non democraticamente eletti. Come quella
parte della magistratura che pensa di poter creare nuove regole anche lontane
dalla lettera e dallo spririto della Costituzione. Sfido chiunque infatti a
dimostrare che i compromessi individuati dai padri costituenti possano lasciare
adito a derive eutanasiche''. Un punto pero', avverte il ministro, deve restare
fermo: ''L'indisponibilita' di idratazione e alimentazione che sono sostegni
vitali e non terapie. Questa non e' solo la posizione di tutto il governo e
della maggioranza, ma ricordo che anche nella mozione presentata dal Pd al
Senato non si definiva l'alimen-tazione come una terapia. Al di la' delle
divisioni su come regolare la materia, quindi, il presupposto della legge e' stato
condiviso di fatto dal 90% dei senatori. E non e' negoziabile''. ''La parte
sulle dichiarazioni anticipate di trattamento - prosegue Sacconi - e'
maggiormente opinabile. Ma proprio ai medici vorrei
ricordare che la sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha stabilito che sia il medico - in
scienza e coscienza - a dover avere l'ultima parola sul numero di embrioni da
produrre e impiantare. Sarebbe paradossale se questo stesso principio non
venisse considerato per le dichiarazioni del paziente: il medico dovra' certo
tenerle in massimo conto, ma non potra' applicarle in maniera
automatica, dovra' avere l'ultima parola''.
( da "Varesenews" del
24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA
Consulta: inammissibile ricorso Villari su Vigilanza No a conflitto
attribuzioni con Presidenti delle Camere Zoom Testo Stampa articolo | Invia |
Scrivi (
( da "Virgilio Notizie"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso
presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione alla sua rimozione dalla
presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In sostanza il senatore
sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il Parlamento e il
governo, dietro alla decisione di rimuoverlo dall'incarico. La Consulta
ha invece dichiarato infondata la sua argomentazione.
( da "Wall Street Italia"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta
boccia ricorso Villari -->(
( da "Wall Street Italia"
del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CONSULTA:
INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI -->La Corte Costituzionale ha
dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in
relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza
Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze
tra il Parlamento e il governo,.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
SAN
BENEDETTO pag. 11 VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Audit...
VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Auditorium comunale, a Giovanni
Tebaldini, arriverà dall'Ungheria lo scultore József Kövér, autore del bassorilievo
del musicista. Il maestro Tebaldini trascorse gli ultimi dieci anni di vita a
San Benedetto, dove morì l'11 maggio 1952. Fu compositore di musica sacra e
profana, musicologo, organista, direttore di cori e d'orchestra, paleografo,
trascrittore di musiche antiche, conferenziere e didatta. Ebbe il merito di
aver dato un significativo contributo al rinnovamento della musica italiana tra
fine 800 e primi decenni del 900. Ricco il programma dell'inaugurazione,
coordinato dall'assessore alla Cultura, Margherita Sorge, dopo il saluto del
sindaco Gaspari. Interverrà il prof. Pierpaolo Salvucci, sul tema L'ultima
dimora di Giovanni Tebaldini', con il video con le immagini più significative
del percorso artistico del maestro e con l'ascolto del brano Romanza' per
violino e pianoforte. Il prof. Tito Pasqualetti sottolineerà I testi poetici
nelle composizioni di Tebaldini'. Inoltre sarà amplificato' il disco del 1950,
restaurato recentemente, inciso dalla soprano Grazia Ciancabilla Franchi con
l'interpretazione di Padre, se mai questa preghiera giunga', sui versi di Ada
Negri. La cantante sarà in sala. Il prof. Renato Novelli (nipote del musicista)
ricorderà la figura del nonno. Seguirà l'esibizione della
Corale Polifonica Giovanni Tebaldini, diretta da Guerrino Tamburini. Al
termine, nell'atrio, sarà scoperto il bassorilievo in bronzo di Tebaldini, dono
della Corale. Alla cerimonia è stato invitato anche il presidente emerito della
Corte Costituzionale, Piero Alberto Capotosti.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
FERMO
PRIMO PIANO pag. 14 Ci saranno il ministro Alfano tanti magistrati, avvocati e
politici OLTRE AL MINISTRO della Giustizia, Angelino Alfano, al convegno
interverranno: il sen. Avv. Filippo Berselli, presidente Commissione Giustizia
del Senato, l'on. avv. Donato Bruno, presidente Commissione
Affari Costituzionali della Camera; il prof. avv. Annibale Marini, presidente
Emerito della Corte Costituzionale; l'on. avv. Antonino Lo Presti, componente
Commissione Giustizia della Camera; l'on. Lanfranco Tenaglia; responsabile
giustizia Partito Democratico; l'on. avv. Mario Cavallaio, componente
Commissione Giustizia della Camera; l'on. avv. Gaetano Pecorella, già
presidente Commissione Giustizia Camera; il dott. Luca Palamara, presidente
Associazione Nazionale Magistrati; l'avv. Celestina Tinelli, componente
Consiglio Superiore della Magistratura; l'on. Remigio Ceroni, componente
Commissione Bilancio Camera dei Deputati; l'on. avv. Anna Maria Bernini,
componente Commissione Affari Costituzionali della Camera; il sen. prof. Guido
Calvi, già vice presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e
l'avv. Emilio Nicola Luccico, già presidente Consiglio Nazionale Forense. f. c.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO
PIANO pag. 8 Rai, il cda richiama i direttori: «Serve pluralismo» CASO
MINZOLINI GARIMBERTI: «CI VUOLE RISPETTO DELLA COMPLETEZZA INFORMATIVA».
PACCHETTO NOMINE IL 9 LUGLIO di ELENA G. POLIDORI ROMA LA COMMISSIONE di
Vigilanza non «processerà» il direttore del Tg1 Augusto Minzolini per il modo
in cui ha giudicato le notizie riguardanti l'inchiesta di Bari e il
coinvolgimento del premier. Invece il cda Rai ha votato ieri all'unanimità un
mandato al direttore generale Masi affinché richiami «tutti i direttori delle
testate Rai al massimo rispetto del pluralismo e della completezza
dell'informazione». In sostanza, il presidente Garimberti ha preteso e ottenuto
che si ribadisse che tutti i direttori Rai avessero comunque un vincolo
contrattuale con il servizio pubblico «che impone il massimo rispetto della
completezza informativa». Anche quando, avrebbe detto Garimberti in consiglio,
«questa può destare imbarazzo o essere derubricata a gossip». Insomma,
l'omissione della notizia non sarà più tollerata. E per evitare l'ira di alcuni
consiglieri di area, decisi a difendere Minzolini nonostante tutto, Garimberti
ha preteso che il richiamo fosse esteso a tutti. Masi, quindi, telefonerà a
tutti i direttori per raccomandare la massima attenzione alla completezza informativa.
Archiviato almeno per il momento il «caso Minzolini», è tornata prepotentemente
sul tavolo del cda la questione delle nomine. E, in particolare, la
rioganizzazione della radiofonia che il direttore generale Masi vorrebbe
ridividere in tre (Gr1, Gr2 e Gr3), ma senza trovare il plauso dei consiglieri
e del presidente. In un momento di vacche magre, la moltiplicazione di poltrone
direttoriali è senz'altro una nota stonata. La discussione proseguirà almeno
fino al 9 luglio quando il pacchetto nomine potrebbe, invece, vedere la luce. E
quando si parlerà, forse, anche delle deleghe ai vicedirettori generali. Ancora
oggi al Tg2 dovrebbe arrivare dal Mattino Mario Orfeo mentre la casella di
Raidue è traballante, nonostante il nome di Susanna Petruni resti tra i più
gettonati. Al Tg3 potrebbe arrivare Bianca Berlinguer mentre a Raitre sarebbe
il turno di Antonio Di Bella. Alla direzione radiofonia dovrebbe andare Antonio
Socillo mentre direttori dei tre (possibili) Gr sarebbero Flavio Mucciante
(Gr1), Riccardo Berti (Gr2) e Antonio Preziosi (Gr3). IN
QUESTO contesto si inserisce anche la bocciatura del ricorso di Riccardo
Villari, ex presidente della Vigilanza Rai, da parte della Consulta. La Corte
Costituzionale ha, infatti, giudicato inammissibile il conflitto di
attribuzioni verso i presidenti di Camera e Senato. Image:
20090625/foto/7080.jpg
( da "Repubblica, La" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
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XVII - Roma Oltre cento associazioni davanti alla Corte dei Conti Divieto di
cumulo e indennità i pensionati scendono in piazza «Siamo stanchi delle
vessazioni imposte dal Governo e dalla Corte dei Conti». I rappresentanti di
106 associazioni nazionali di pensionati del settore
pubblico hanno manifestato ieri fuori dalla sede della Corte dei Conti, in
viale Mazzini, per protestare, tra le altre cose, contro il divieto di cumulo
della doppia indennità integrativa speciale per chi ha più pensioni. Divieto
annullato dalla Corte Costituzionale e «inascoltato». Una delegazione composta
da Filippo de Iorio, presidente della Consulta dei pensionati, dal
professor Antinori e dal generale Palmieri è stata ricevuta dal capo di
gabinetto del presidente, il consigliere Franco Massi, «che - ha detto de Iorio
- ha assicurato che presto i "casi giudiziari anomali" saranno
portati all´attenzione delle sezioni riunite della Corte dei Conti».
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-25 - pag: 16 autore:
Informazione Il Cda Rai: tutti i tg rispettino il pluralismo Marco Mele Alla
fine tutti contenti, o quasi. Il Cda della Rai dà mandato al direttore generale
Mauro Masi, di fare una raccomandazione a tutte le testate giornalistiche «per
il rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione». L'ufficiodi
presidenza della Vigilanza annuncia un ciclo di audizioni con tutte le testate
giornalistiche, a cominciare dal Tg1 e dal suo direttore Augusto Minzolini.
Audizioni che partiranno dopo le nomine, che slittano almeno al 9 di luglio,
perché la prossima settimana non vi sarà riunione del Cda Rai. C'è chi ha
ricordato il caso del direttore dei servizi sportivi della tv pubblica spagnola
Rtve, licenziato in tronco per avere cancellato i fischi ai reali di Spagna
durante Atletico Bilbao- Barcellona. Completa la giornata la benedizione
dell'Agcom che «ha apprezzato e valutato positivamente l'iniziativa del
presidente Garimberti e del consiglio di amministrazione Rai di richiamare i
direttori di testata al rispetto del pluralismo e della completezza
dell'informazione ». Tra l'Agcom e Viale Mazzini non sono mancate le
comunicazioni, perché l'autorità presieduta da Corrado Calabrò voleva capire se
dover aprire o meno una propria istruttoria sulla completezza dell'informazione
al Tg1. Soddisfatto il presidente Garimberti: nessuno dei consiglieri ha
criticato la convocazione di Minzolini di lunedì. Il Pd, dal canto suo, non
considera chiusa la vicenda e intende riaprila dopo le nomine. Non si riapre,
invece, la vicenda Villari. La Corte costituzionale, infatti, ha dichiarato
inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dall'ex presidente della
Vigilanza Rai Riccardo Villari (ex Pd) nei confronti dei presidenti di Camera e
Senato. Gianfranco Fini e Renato Schifani, il 21 gennaio scorso, avevano sciolto
la commissione di san Macuto dopo le dimissioni di 37 dei suoi 40 componenti,
revocando il mandato allo stesso Villari, che per due mesi è rimasto alla
presidenza, dove era stato portato da un blitz a sorpresa del centro-destra. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-25 - pag: 31 autore:
L'agenda dei contribuenti. Dalla prossima settimana nuove regole per imposte,
casa, lavoro Luglio cambia Fisco e pensioni Altre innovazioni dalla manovra
attesa domani a Palazzo Chigi Andrea Carli Federica Micardi Con l'estate si
volta pagina. Fisco, previdenza, norme edilizie cambiano registro. è il frutto
di norme che entrano ora a regime. E una nuova mini rivoluzione si prepara con
la manovra nell'agenda del consiglio dei ministri di domani che dovrebbe dare
il via libera a un decreto corposo, circa cinquanta articoli, con misure quali
la detassazione sugli utili reinvestiti in azienda (Tremonti ter) e un bonus
per le imprese che non licenziano o che assumono lavoratori in cassa
integrazione. Si rinnova così la tradizione della manovra d'estate, l'occasione
per misure destinate a ridisegnare tasselli del Fisco o della disciplina del
lavoro, come è accaduto nel 2006 con il Dl Visco Bersani (223/06) o, due anni
dopo, con il Dl 112/08. Al di là della manovra d'estate
( da "Manifesto, Il" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CANTIERI
SOCIALI Il «pacchetto sicurezza» e le Regioni Pierluigi Sullo Da almeno sei
anni alla regione Campania giacciono in un cassetto un buon disegno di legge
sull'immigrazione (preparato dall'allora assessora Adriana Buffardi) e uno sui
rom (la cui vita da quelle parti è molto calda,e talvolta è incendiata da
molotov). Si vede che il presidente Bassolino era troppo impegnato a accumulare
rifiuti. Si può consolare col fatto che almeno non molesterà il presidente del
consiglio, che invece ha bollato come «controlegge» quella appena varata dalla
regione Toscana. Il collega (da presidente di regione e da compagno di partito)
di Bassolino, Claudio Martini, ha replicato che la vera controlegge è il
«pacchetto sicurezza» che il senato si appresta, la prossima settimana, a
approvare definitivamente, e che è, dice Martini, «contro l'umanità e le
convenzioni internazionali». E meno male che Papi non si è accorto che il Lazio
ha da un anno una legge anche peggiore di quella toscana, visto che non solo
riconosce diritti a regolari e «in attesa di regolarizzazione» (volgarmente:
«clandestini») ma addirittura istituisce Assemblee provinciali dei migranti
nelle quali saranno eletti delegati, di cui la regione in futuro dovrà tener
conto: una forma di rappresentanza parallela che vuole attutire l'urto del
rifiuto totale di tutti i governi, da un quindicennio in qua, di riconoscere il
diritto di voto - almeno amministrativo - ai cittadini immigrati. Il compagno
Bassolino diserterà quindi la assai probabile battaglia che si sta per
scatenare: da una parte il governo verdeleghista delle ronde, dall'altra una
serie di regioni. Le quali, oltre a annunciare variamente che disobbediranno
alle norme più inumane e a varare appunto leggi-trincea, potrebbero
fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da
Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico
comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di
argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice
della legge laziale, sarà lo Stato, con il «pacchetto sicurezza», a
invadere il campo che l'articolo 5 del capitolo quinto della Costituzione
assegna in via esclusiva alle autonomie regionali, ad esempio la salute e
l'istruzione. Se accadesse, e in molti stanno lavorando perché così avvenga,
sarebbe un interessante rovesciamento del luogo comune di sinistra per cui
Stato centrale equivale a garanzie universali, mentre il federalismo
equivarrebbe a disuguaglianza. Qui è il governo nazionale, usato a questo scopo
dai razzisti della Lega e dal Berlusconi anti-multi-culturale, a istituire quel
che Fulvio Vassallo Paleologo, docente palermitano in prima fila da anni nel
contrasto al razzismo, chiama - sempre su Carta - «un processo penale speciale
per i migranti», nonché, a proposito del reato di immigrazione clandestina,
«una rilevante rottura del principio di eguaglianza affermato dall'articolo 3
della Costituzione, dato che coloro che si troveranno in una condizione di irregolarità
non potranno far valere in giudizio i propri diritti». L'eguaglianza di cui
parla la Costituzione riguarda tutti gli esseri umani, non solo i cittadini
italiani. Così, il «pacchetto sicurezza» potrebbe incontrare un difficile
ostacolo istituzionale (non c'è da sperare che Napolitano non firmi il
provvedimento: insieme a Livia Turco firmò la legge sull'immigrazione che
istituiva i centri di detenzione «amministrativa», qualunque cosa voglia dire).
E, naturalmente, ostacoli ne troverà molti, la legge razzista, nella società.
Nella regione di Bassolino, ad esempio, sta nascendo - miracolosamente, in
tempi di frammentazione - il Forum antirazzista, che riunirà associazioni e
sindacati, reti e comunità migranti, gruppi e persone, per «ridurre il danno»,
come si dice a proposito del proibizionismo sulle droghe, dell'aggressione alla
convivenza civile che il «pacchetto sicurezza» promuove. Erano anni, dicono i
nostri amici di Napoli e dintorni, che non si riusciva a radunare tante
correnti e singole persone, laiche e religiose, di sinistra e di altro genere,
segnale evidente che in giro - e lì ci sono i precedenti del pogrom di
Ponticelli e del massacro di Castel Volturno, per citare i due episodi recenti
più gravi - si avverte l'urgenza di fare argine, di creare di fatto quel che di
diritto si vuole distruggere.
( da "Manifesto, Il" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CANTIERI
SOCIALI Il «pacchetto sicurezza» e le Regioni Pierluigi Sullo Da almeno sei
anni alla regione Campania giacciono in un cassetto un buon disegno di legge
sull'immigrazione (preparato dall'allora assessora Adriana Buffardi) e uno sui
rom (la cui vita da quelle parti è molto calda,e talvolta è incendiata da
molotov). Si vede che il presidente Bassolino era troppo impegnato a accumulare
rifiuti. Si può consolare col fatto che almeno non molesterà il presidente del
consiglio, che invece ha bollato come «controlegge» quella appena varata dalla
regione Toscana. Il collega (da presidente di regione e da compagno di
partito) di Bassolino, Claudio Martini, ha replicato che la vera
controlegge è il «pacchetto sicurezza» che il senato si appresta, la prossima settimana,
a approvare definitivamente, e che è, dice Martini, «contro l'umanità e le
convenzioni internazionali». E meno male che Papi non si è accorto che il Lazio
ha da un anno una legge anche peggiore di quella toscana, visto che non solo
riconosce diritti a regolari e «in attesa di regolarizzazione» (volgarmente:
«clandestini») ma addirittura istituisce Assemblee provinciali dei migranti
nelle quali saranno eletti delegati, di cui la regione in futuro dovrà tener
conto: una forma di rappresentanza parallela che vuole attutire l'urto del
rifiuto totale di tutti i governi, da un quindicennio in qua, di riconoscere il
diritto di voto - almeno amministrativo - ai cittadini immigrati. Il compagno
Bassolino diserterà quindi la assai probabile battaglia che si sta per
scatenare: da una parte il governo verdeleghista delle ronde, dall'altra una
serie di regioni. Le quali, oltre a annunciare variamente che disobbediranno
alle norme più inumane e a varare appunto leggi-trincea, potrebbero
fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da
Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico
comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di
argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice
della legge laziale, sarà lo Stato, con il «pacchetto sicurezza», a
invadere il campo che l'articolo 5 del capitolo quinto della Costituzione
assegna in via esclusiva alle autonomie regionali, ad esempio la salute e
l'istruzione. Se accadesse, e in molti stanno lavorando perché così avvenga,
sarebbe un interessante rovesciamento del luogo comune di sinistra per cui
Stato centrale equivale a garanzie universali, mentre il federalismo
equivarrebbe a disuguaglianza. Qui è il governo nazionale, usato a questo scopo
dai razzisti della Lega e dal Berlusconi anti-multi-culturale, a istituire quel
che Fulvio Vassallo Paleologo, docente palermitano in prima fila da anni nel
contrasto al razzismo, chiama - sempre su Carta - «un processo penale speciale
per i migranti», nonché, a proposito del reato di immigrazione clandestina,
«una rilevante rottura del principio di eguaglianza affermato dall'articolo 3
della Costituzione, dato che coloro che si troveranno in una condizione di irregolarità
non potranno far valere in giudizio i propri diritti». L'eguaglianza di cui
parla la Costituzione riguarda tutti gli esseri umani, non solo i cittadini
italiani. Così, il «pacchetto sicurezza» potrebbe incontrare un difficile
ostacolo istituzionale (non c'è da sperare che Napolitano non firmi il
provvedimento: insieme a Livia Turco firmò la legge sull'immigrazione che
istituiva i centri di detenzione «amministrativa», qualunque cosa voglia dire).
E, naturalmente, ostacoli ne troverà molti, la legge razzista, nella società.
Nella regione di Bassolino, ad esempio, sta nascendo - miracolosamente, in
tempi di frammentazione - il Forum antirazzista, che riunirà associazioni e
sindacati, reti e comunità migranti, gruppi e persone, per «ridurre il danno»,
come si dice a proposito del proibizionismo sulle droghe, dell'aggressione alla
convivenza civile che il «pacchetto sicurezza» promuove. Erano anni, dicono i
nostri amici di Napoli e dintorni, che non si riusciva a radunare tante
correnti e singole persone, laiche e religiose, di sinistra e di altro genere,
segnale evidente che in giro - e lì ci sono i precedenti del pogrom di
Ponticelli e del massacro di Castel Volturno, per citare i due episodi recenti
più gravi - si avverte l'urgenza di fare argine, di creare di fatto quel che di
diritto si vuole distruggere.
( da "Repubblica.it" del
25-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA -
"Quella della magistratura è una funzione da esercitare secondo i principi
della nostra Costituzione in piena indipendenza ed autonomia, con equilibrio e
senso di responsabilità al servizio dei cittadini". E' l'auspicio espresso
dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'intervento al termine
delle celebrazioni per il centesimo anniversario della fondazione
dell'Associazione Nazionale Magistrati, a Roma in Campidoglio, nella Sala Orazi
e Curiazi. "Ho voluto rendere omaggio ai cento anni di storia dell'Anm -
ha puntualizzato Napolitano - nella quale si riconoscono in larghissima misura
coloro che svolgono la delicata e fondamentale funzione del controllo di
legalità e dell'amministrazione della giustizia". "L'Anm - ha
aggiunto il presidente della Repubblica - nel celebrare il suo centesimo
anniversario della fondazione è certamente consapevole dei complessi problemi
da affrontare per rendere più efficiente e credibile il sistema della giustizia
e anche per rafforzare l'autorevolezza del Csm che ho l'onore di presiedere e
nel cui insostituibile ruolo ho creduto e credo profondamente". Il
presidente dell'Anm Luca Palamara ha mostrato grande apprezzamento per
l'intervento di Napolitano: "Non possiamo che apprezzare la partecipazione
del capo dello Stato e il suo riconoscimento dell'impegno dell'Anm per
miglioramento del servizio giustizia". Palamara, nel suo intervento, ha
anche sottolineato come "il rispetto dell'autonomia del Parlamento è
assoluto ma l'Associazione Nazionale Magistrati ha il dovere di segnalare alla
politica gli effetti e le ricadute che singoli provvedimenti legislativi
possono avere sul sistema giudiziario". OAS_RICH('Middle'); E quindi, ha
aggiunto Palamara, sono "inaccettabili le invettive rivolte a singoli
magistrati da parte di esponenti politici e di governo", ed è "grave
mettere in discussione non il merito dei provvedimenti, ma l'indipendenza e
l'imparzialità dei giudici", perché "la credibilità dei provvedimenti
è un pilastro irrinunciabile del sistema democratico". Alla cerimonia
hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di Senato e Camera, Renato
Schifani e Gianfranco Fini; il sottosegretario alla presidenza del consiglio
Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano; il
presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante; il vice presidente
del Csm Nicola Mancino; il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone e
il Pg Vitaliano Esposito; il capo della Polizia Antonio Manganelli; il
procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso; il presidente della
Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici. (25 giugno 2009
( da "Unita, L'" del
26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Mousavi
sfida il regime: non ho paura, difendo i diritti GABRIEL BERTINETTO Mirhossein
Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a
continuare la lotta contro il «grande» broglio elettorale. «Ricevo pressioni
perché rinunci alla mia richiesta di annullare il voto. Ma sono pronto a
dimostrare che coloro che sono dietro la frode sono anche i responsabili dello
spargimento di sangue» nelle strade di Teheran. LA SFIDA DI KARROUBI Mousavi si
rivolge ai seguaci esortandoli a proseguire le proteste in maniera legale e
pacifica. «Insisto sul diritto costituzionale della
nazione a manifestare contro il risultato elettorale e quanto accaduto
successivamente». Il leader dell'opposizione lamenta la chiusura del suo
giornale «Kalameh-ye Sabz», uno di quegli atti illegali «che spingeranno la
popolazione a cercare notizie dai media stranieri». L'altro candidato
anti-Ahmadinejad, Mehdi Karroubi, sfida a sua volta il governo sul terreno del
sostegno popolare. «Con l'organizzazione del ministero degli interni -afferma
Karroubi- possiamo organizzare due raduni in aree diverse di Teheran, così che
Ahmadinejad possa vedere chi ha più sostenitori, lui o il movimento
riformista». Mentre la repressione continua (arrestati anche se poi quasi tutti
rilasciati 70 docenti universitari), la compattezza del regime viene meno.
Critiche severe al governo sono espresse da alcuni grandi ayatollah della città
santa di Qom. Particolarmente rilevanti i pareri di Hossein Mousavi Tabrizi,
segretario generale del Comitato scientifico della Scuola religiosa, e di
Hossein Ali Montazeri, che fu un tempo il vice di Ruhollah Khomeini. Entrambi,
riferisce «Radio Farda», che trasmette in farsi da Praga ed è finanziata dagli
Usa, hanno condannato l'uso della violenza contro chi dissente. Tabrizi è molto
legato all'ex-presidente Rafsanjani, che durante la campagna elettorale ha
sostenuto Mousavi. «Chiunque dovesse violare i diritti politici e civili dei
cittadini, diventerebbe un tiranno», afferma Tabrizi. E aggiunge: «Il Consiglio
dei guardiani non è un organo indipendente e neutrale per potersi permettere di
verificare l'esistenza di possibili brogli». L'ARBITRO NON
È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il
compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La
risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti
si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei.
Tabrizi chiede che la verifica della regolarità del voto sia affidata ad un
«comitato saggio e neutrale». Per quanto riguarda Montazeri, la sua distanza
dai vertici del potere è nota da tempo. Nei giorni successivi alle
presidenziali è stato tratto in arresto nell'ospedale in cui veniva curato, ma
rilasciato dopo ventiquattr'ore. È persona universalmente stimata. «Tornate a
ragionare e non allontanate il popolo dallo Stato e della religione -afferma
Montazeri rivolto ai dirigenti politici-. Sicuramente la vostra condotta non
giova all'Islam e macchia la nostra religione. Riflettete prima che sia troppo
tardi». Altre evidenti crepe nell'edificio dell'establishment islamico rivela
la mancata presenza della maggior parte dei parlamentari ai festeggiamenti per
la rielezione di Ahmadinejad. Erano invitati tutti i 290, sono venuti solo 105.
Le defezioni sono andate molto oltre il tetto dei 50 deputati dell'area
riformatrice. Mousavi incita i suoi a manifestare ancora, nella calma e nella
legalità. Affiorano crepe nel regime: due terzi dei deputati disertano la festa
per la contestata rielezione di Ahmadinejad.
( da "Unita, L'" del
26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Mirhossein
Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a
continuare la lotta contro il «grande» broglio elettorale. «Ricevo pressioni
perché rinunci alla mia richiesta di annullare il voto. Ma sono pronto a
dimostrare che coloro che sono dietro la frode sono anche i responsabili dello
spargimento di sangue» nelle strade di Teheran. LA SFIDA DI KARROUBI Mousavi si
rivolge ai seguaci esortandoli a proseguire le proteste in maniera legale e
pacifica. «Insisto sul diritto costituzionale della
nazione a manifestare contro il risultato elettorale e quanto accaduto
successivamente». Il leader dell'opposizione lamenta la chiusura del suo
giornale «Kalameh-ye Sabz», uno di quegli atti illegali «che spingeranno la
popolazione a cercare notizie dai media stranieri». L'altro candidato
anti-Ahmadinejad, Mehdi Karroubi, sfida a sua volta il governo sul terreno del
sostegno popolare. «Con l'organizzazione del ministero degli interni -afferma
Karroubi- possiamo organizzare due raduni in aree diverse di Teheran, così che
Ahmadinejad possa vedere chi ha più sostenitori, lui o il movimento
riformista». Mentre la repressione continua (arrestati anche se poi quasi tutti
rilasciati 70 docenti universitari), la compattezza del regime viene meno. Critiche
severe al governo sono espresse da alcuni grandi ayatollah della città santa di
Qom. Particolarmente rilevanti i pareri di Hossein Mousavi Tabrizi, segretario
generale del Comitato scientifico della Scuola religiosa, e di Hossein Ali
Montazeri, che fu un tempo il vice di Ruhollah Khomeini. Entrambi, riferisce
«Radio Farda», che trasmette in farsi da Praga ed è finanziata dagli Usa, hanno
condannato l'uso della violenza contro chi dissente. Tabrizi è molto legato
all'ex-presidente Rafsanjani, che durante la campagna elettorale ha sostenuto
Mousavi. «Chiunque dovesse violare i diritti politici e civili dei cittadini,
diventerebbe un tiranno», afferma Tabrizi. E aggiunge: «Il Consiglio dei
guardiani non è un organo indipendente e neutrale per potersi permettere di
verificare l'esistenza di possibili brogli». L'ARBITRO NON
È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il
compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La
risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti
si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei.
Tabrizi chiede che la verifica della regolarità del voto sia affidata ad un
«comitato saggio e neutrale». Per quanto riguarda Montazeri, la sua distanza
dai vertici del potere è nota da tempo. Nei giorni successivi alle
presidenziali è stato tratto in arresto nell'ospedale in cui veniva curato, ma
rilasciato dopo ventiquattr'ore. È persona universalmente stimata. «Tornate a
ragionare e non allontanate il popolo dallo Stato e della religione -afferma
Montazeri rivolto ai dirigenti politici-. Sicuramente la vostra condotta non
giova all'Islam e macchia la nostra religione. Riflettete prima che sia troppo
tardi». Altre evidenti crepe nell'edificio dell'establishment islamico rivela
la mancata presenza della maggior parte dei parlamentari ai festeggiamenti per
la rielezione di Ahmadinejad. Erano invitati tutti i 290, sono venuti solo 105.
Le defezioni sono andate molto oltre il tetto dei 50 deputati dell'area
riformatrice.
( da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Economia data: 26/06/2009 - pag: 35 La Fondazione SORELLA
NATURA, a nove anni dal "Simposio Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile
nell'Era della Globalizzazione", propone una nuova analisi del tema, anche
in considerazione della crisi etica ed economica che investe il mondo SIMPOSIO
ECONOMIA SOLIDALE E SVILUPPO SOSTENIBILE NELL'ERA DELLA POST GLOBALIZZAZIONE
Roma - Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, 26 giugno 2009 PROGRAMMA ore
16.00 INTRODUZIONE E SALUTI Prof. Roberto Leoni - Presidente Fondazione Sorella
Natura S. Em.za Rev. ma Card. SRC Andrea Cordero Lanza di Montezemolo - Abate
della Basilica di S. Paolo Chiar.mo Prof. Antonio Baldassarre - Pres. Emerito della Corte Costituzionale e Pres. Onorario FSN ore 16.30
- LECTIO M
( da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: PRIMA P
( da "Corriere della Sera"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 26/06/2009 - pag: 2 Il caso La
Consulta ha abbattuto i limiti. La rabbia delle donne: devono rispettare la
decisione o violano un nostro diritto Protesta via blog contro il San Raffaele
«Non rispetta la legge sulla fecondazione» «Si rifiuta di congelare gli
embrioni». Il primario Ferrari: nessuna violazione Sui blog monta la protesta
delle donne in cerca di un figlio contro il San Raffaele. «Hanno deciso che
continueranno ad applicare la legge 40 come se nulla fosse
cambiato dopo la sentenza della Corte Costituzionale » (messaggio dell'8
giugno, ore 13.01). «A me due giorni fa la dottoressa Maria Teresa Potenza ha
detto assolutamente no al congelamento degli embrioni, il loro comitato etico
l'ha vietato» (15 giugno, 20:01). «Il San Raffaele applica le legge
pre-sentenza, quindi è ovvio che non congela. Mi domando come facciano a
restare aperti» (15 giugno, 22:02). La querelle nasce perché l'8 maggio la
Corte costituzionale ha cambiato la legge 40 sulla
procreazione medicalmente assistita. Dopo 5 anni di polemiche la Consulta ha
fatto cadere il limite di fecondare solo 3 ovociti e di trasferire
contemporaneamente nell'utero tutti gli embrioni prodotti. Il medico, dunque,
può scegliere sulla base dell'età e delle condizioni cliniche della coppia di
fecondare più di 3 uova per offrire maggiori chance di concepimento alle
pazienti: una parte degli embrioni viene trasferita nell'utero, quelli prodotti
eventualmente in sovrannumero possono essere congelati per tutelare la salute
della donna dal rischio di gravidanze plurigemine. A sorpresa crolla il divieto
assoluto di congelare gli embrioni. Ma il provvedimento della Consulta si
scontra con le scelte di bioetica. Una questione spinosa soprattutto per il San
Raffaele, di fatto l'unico centro in Italia d'ispirazione cattolica a offrire
la fecondazione in vitro. L'ospedale fondato da don Luigi Verzè è stato
obbligato ad adeguarsi alle nuove norme, ma la crioconservazione degli embrioni
deve restare comunque un evento eccezionale: i medici che lavorano in via
Olgettina devono continuare a privilegiare il congelamento degli ovociti che
d'ora in avanti viene offerto gratis (il suo costo era di oltre 700 euro). La
decisione ha fatto insorgere le donne che hanno scritto al forum di
www.cercounbimbo.net: la strada intrapresa dal San Raffaele viene vissuta come
penalizzante dalle pazienti in cerca di un figlio (mille ogni anno quelle che
si rivolgono al suo Centro scienze della natalità, con rimborsi del servizio
sanitario di milioni di euro). Non ci sta, però, ad essere messo sotto accusa
il direttore della Clinica ostetricoginecologica del San Raffaele, Augusto
Ferrari: «Per noi, e con riguardo all'insegnamento del fondatore don Luigi
Verzé, l'embrione, fin dal momento della sua costituzione, rappresenta una
originale individualità, caratterizzata da un patrimonio genetico unico in
grado di concretizzare una persona irripetibile, frutto di un disegno divino
dice . Di qui l'onere di garantire all'embrione umano le migliori cure e
attenzioni». Nei trattamenti di fecondazione assistita l'obiettivo del San
Raffaele è duplice: «Offrire il miglior trattamento scientificamente possibile
alla coppia ed evitare la criopreservazione degli embrioni spiega Ferrari . Non
diciamo no al congelamento in assoluto, ma a quello considerato come una
strategia di gestione della coppia infertile». L'ospedale di don Verzè teme il
moltiplicarsi di embrioni abbandonati nei laboratori e la loro ipotetica
distruzione. Ma in che cosa consistono, quindi, le nuove misure adottate dopo
la sentenza della Consulta? «Nel caso di ottenimento di un numero di embrioni
superiore a quello ragionevole per un singolo impianto sottolinea Ferrari si
attiverà la coltura prolungata, con lo sviluppo di blastocisti ». Il che vuol
dire che il San Raffaele vuole attrezzarsi per fare crescere gli embrioni in
vitro, anziché trasferirli subito nell'utero o congelarli. Quelli che
sopravvivono a una selezione passiva saranno, poi, impiantati a 5/6 giorni di
distanza. Per la donna potrebbero esserci più chance di restare incinta, ma la
maggior parte degli embrioni è destinata a morire naturalmente. Di qui la
perplessità delle donne. Bufera È polemica per le direttive del San Raffaele
sulla fecondazione assistita Simona Ravizza sravizza@corriere.it
( da "Manifesto, Il" del
26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
APPELLO
PERCHÉ DICIAMO NO AL REATO DI IMMIGRAZIONE * * * Il disegno di legge n. 733-B
attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano
rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione
della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso
e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimità costituzionale.
La norma è, anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiché la sua sfera
applicativa è destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione
quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza
della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve
rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del
principio di proporzionalità, solo in mancanza di altri strumenti idonei al
raggiungimento dello scopo. Né un fondamento giustificativo del nuovo reato può
essere individuato sulla base di una presunta pericolosità sociale della
condizione del migrante irregolare: la Corte cost. ha infatti già escluso che
la condizione di mera irregolarità dello straniero sia sintomatica di una
pericolosità sociale dello stesso, sicché la criminalizzazione di tale
condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno
priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del
singolo straniero dunque non rappresentano, di per sé, fatti lesivi di beni
meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione
individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto,
assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con
il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale
in materia penale, in base alla quale si può essere puniti solo per fatti
materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita
abnorme di ineffettività del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia
di ulteriori processi privi di reale utilità sociale e condannato per ciò alla
paralisi (...). «Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le
società più avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, sì che
(...) non si può non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di
tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a "nascondere" la
miseria e a considerare le persone in condizioni di povertà come pericolose e
colpevoli». Le parole con le quali la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità
del reato di "mendicità" (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi
una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti
adeguati allo loro straordinaria complessità e rispettosi delle garanzie
fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. ***
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida,
Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano
Rodotà, Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky
( da "Usa Today" del
26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Plant
reopenings bring supply fears Parts providers' cash flow was choked off when
automakers shut down By Sharon Silke Carty USA TODAY DETROIT It's the quiet before the storm. Next week, when Chrysler begins ramping
up production again, industry watchers say they fear smaller suppliers may
begin buckling because they don't have the cash to start making parts. Such
companies need money for wages and materials to deliver parts as they're
needed, but don't see income from the parts for up to 45 days. Smaller
suppliers have been managing to hang on so far, says Jim Gillette, an industry analyst with CSM Worldwide. He's been checking bankruptcy filings daily for signs
of stress in the industry, but there've been few. Two large suppliers, Lear and
Cooper-Standard, have defaulted on loans, however, and have until the end of
the month to renegotiate or file for bankruptcy-court protection. Many
suppliers hitting difficulty won't be able to restructure, he says. "It's
going to be 3-to-1 or 4-to-1 liquidations vs. bankruptcies." Chrysler says
it's doing what it can to work with troubled suppliers so they can gear up for
the restart of seven assembly plants on Monday. Chrysler ceased all production
on April 30 when it filed for bankruptcy-court protection. "We are anxious
to restart production and get our plants and our suppliers' plants back to
work," said spokesman Max Gates. "Ultimately, getting production
going is the best thing we can do at the moment to begin stabilizing the supply
base." Chrysler on Thursday sued TRW Automotive in bankruptcy court,
saying the supplier was refusing to supply parts and jeopardizing the restart.
Last week, the government's automotive task force shot down a request from
supplier groups for $8 billion to $10 billion in aid. The government has
already funded a $5 billion supplier aid program, administered by General
Motors and Chrysler, to keep their key big suppliers from going under. But it
doesn't help the smaller suppliers that make parts for components the big
suppliers assemble and ship to automakers. A rear-view mirror missing its glass
could stall an assembly line. Laura Marcero, a restructuring expert at Grant
Thornton, says the supply base needs consolidation, even if it means
liquidations. The auto industry needs 30% to 40% fewer suppliers, she says. But
those closings need to be orderly, she says. "If they go down without much
notice, it's going to impact back up the chain," she says. Gillette says
there are lots of people working to keep the supply chain healthy, including
teams of auto executives and bank representatives. The teams are visiting
troubled suppliers, poring over their books and giving advice. But many still
will fail despite the work that's been done, he says. "It's more or less a
Darwinian situation right now," he says.
( da "Virgilio Notizie"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale
avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità
penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore della causa,
secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice Franco
Gallo.
( da "Virgilio Notizie"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
"Se
dovesse corrispondere a verità quello che scrive il settimanale 'L'Espresso'
riguardo a cene private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il
ministro della Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed altri apicali
esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima confusione tra
interessi istituzionali ed interessi privati". Lo afferma l'eurodeputato
dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "E' noto, infatti, all'intero
Paese ed anche alla comunità internazionale che la Consulta deve giudicare
nelle prossime settimane la legittimità costituzionale
del Lodo Alfano, decidendo così se il presidente del Consiglio potrà essere
giudicato nel processo Mills come ogni cittadino, in ossequio all'art. 3 della
Costituzione che statuisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla
legge. Non credo proprio sia opportuno - qualora ovviamente sia vero quanto
scrive 'L'Espresso', afferma ancora l'ex magistrato - che alcuni giudici
banchettino con il principale interessato in merito ad una così importante
decisione". "Altrettanto sconcertante sarebbe la circostanza che in
quella cena si sia messa a punto la strategia di soppressione istituzionale
della figura del pubblico ministero. E' proprio vero - conclude de Magistris -
che i Pubblici Ministeri autonomi ed indipendenti sono considerati un pericolo
in un Paese dilaniato dalla corruzione e pervaso dalla criminalità organizzata.
Ma la misura quando sarà colma?".
( da "Wall Street Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Lodo
Alfano/ Il 6 ottobre l'udienza della Corte Costituzionale -->E' il prossimo
6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo
Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle
massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene
riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice.
( da "Wall Street Italia"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Berlusconi/
De Magistris: Cena con giudici Consulta?Sarebbe grave -->"Se dovesse
corrispondere a verità quello che scrive il settimanale 'L'Espresso' riguardo a
cene private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il ministro della
Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed altri
apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima.
( da "Virgilio Notizie"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
"Ci
sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i
consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori
indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere limpunità e di
conquistare il potere". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente
dell'Italia dei Valori, commentando l'articolo apparso oggi sull''Espresso' che
riporta la notizia di una cena, tenutasi a casa del giudice della Consulta
Luigi Mazzella, tra Berlusconi, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano,
il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato,
Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, Paolo Maria Napolitano
e lo stesso Mazzella, proprietario della casa in cui si sarebbe svolto
l'incontro. "A questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave
problema di incompatibilità e di conflitto di interessi dei due giudici e l'unico
modo per risolverlo sono le loro immediate dimissioni poichè la loro
indipendenza è stata del tutto minata. Chiediamo formalmente - conclude il
leader IdV - che la Corte Costituzionale non si pronunci sul lodo Alfano fino a
quando i due magistrati in questione non si saranno dimessi".
( da "Virgilio Notizie"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
''Ci
sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i
consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori
indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere l'impunita' e di
conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente
dell'Italia dei Valori, commentando l'articolo apparso oggi sull'Espresso che
riporta la notizia di una cena, tenutasi a casa del giudice della Consulta
Luigi Mazzella, tra Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato
Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, lo stesso Mazzella e
Paolo Maria Napolitano. Per questo l'Italia dei Valori ha presentato oggi
un'interpellanza urgente al governo. ''A questo punto - continua Di Pietro - si
pone un grave problema di incompatibilita' e di conflitto di interessi dei due
giudici e l'unico modo per risolverlo sono le loro immediate dimissioni
poiche' la loro indipendenza e' stata del tutto minata''. ''Chiediamo
formalmente - conclude il leader IdV - e per questo abbiamo presentato
un'interpellanza al governo, che la Corte Costituzionale non si pronunci sul
lodo Alfano fino a quando i due magistrati in questione non si saranno
dimessi''.
( da "Wall Street Italia" del
26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
LODO
ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA 'CONSIGLIORI' PREMIER -->''Ci sono
due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i
consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori
indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere l'impunita' e di
conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di.
( da "Virgilio Notizie"
del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Regione Emilia Romagna verificherà i livelli di sicurezza sismica di 675
edifici pubblici, appartenenti a 216 Comuni su tutto il territorio regionale.
L'obiettivo è avere "città più sicure in cui le nuove costruzioni e le
riqualificazioni dell'esistente rispondano in primo luogo a criteri
antisismici". La novità è emersa durante la Conferenza regionale su
"La prevenzione sismica in Emilia-Romagna", svoltasi a Bologna.
L'obiettivo dell'incontro era "realizzare il quadro sulla attività di
prevenzione sismica nel territorio emiliano romagnolo, sull'applicazione della
normativa regionale antisismica e su come questa deve essere declinata nel
concreto negli interventi edilizi di costruzione e riqualificazione". In
base alla classificazione del luglio
( da "Trentino" del
27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali
ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre
prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha
firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su
amministrative e referendum. Ma quell'atto è andato ad urtare con violenza
contro la notizia, pubblicata dal settimanale l'Espresso, di una cena
organizzata lo scorso maggio a casa di uno dei giudici costituzionali, Luigi
Mazzella, alla quale avrebbero partecipato lo stesso Berlusconi, il ministro
della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Gianni Letta, il presidente della Commissione Affari Costituzionali
Carlo Vizzini e un altro giudice della Consulta, Paolo Maria Napolitano. Ma la
giornata si è andata complicando: da una parte l'Italia dei Valori di Antonio
di Pietro chiede le dimissioni dei due giudici costituzionali «consigliori» di
Berlusconi; dall'altra Mazzella conferma quella «cena privatissima e ristretta»
con 6-7 persone tra cui il premier, «suo vecchio amico», smentendo però che
l'argomento trattato sia quello delle riforme costituzionali sulla giustizia.
( da "Tirreno, Il" del
27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 7
- Attualità Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici
costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al
6 ottobre prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante
l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime
votazioni su amministrative e referendum. Ma quell'atto è andato ad urtare
con violenza contro la notizia, pubblicata dal settimanale l'Espresso, di una
cena organizzata lo scorso maggio a casa di uno dei giudici costituzionali,
Luigi Mazzella, alla quale avrebbero partecipato lo stesso Berlusconi, il
ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Commissione Affari
Costituzionali Carlo Vizzini e un altro giudice della Consulta, Paolo Maria
Napolitano. Ma la giornata si è andata complicando: da una parte l'Italia dei
Valori di Antonio di Pietro chiede le dimissioni dei due giudici costituzionali
«consigliori» di Berlusconi; dall'altra Mazzella conferma quella «cena
privatissima e ristretta» con 6-7 persone tra cui il premier, «suo vecchio
amico», smentendo però che l'argomento trattato sia quello delle riforme
costituzionali sulla giustizia.
( da "Unita, L'" del
27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Bufera
sulla Consulta, due giudici a cena con il Cavaliere MARCELLA CIARNELLI Il 6
ottobre la Corte Costituzionale comincerà a discutere del Lodo Alfano. Il
decreto che fissa la prima udienza è stato firmato l'altro giorno dal
presidente della Consulta, Francesco Amirante. Direttamente coinvolto nella
decisione è il presidente del Consiglio, al momento l'unico tra le quattro più
alte cariche dello Stato a poter essere interessato ad uno "scudo"
processuale. Ma la decisione della Corte Costituzionale si va ad incrociare con
la notizia pubblicata dall'Espresso di una cena super riservata, ma
evidentemente non tanto, che si sarebbe tenuta a casa di uno dei giudici
costituzionali, Luigi Mazzella. Intorno al tavolo Silvio Berlusconi, anche in
questo caso possibile «utilizzatore finale», il sottosegretario Letta, gran
tessitore, il ministro Alfano titolare del Lodo, il presidente della
Commissione Affari Costituzionali, senatore Vizzini e un altro giudice della
Consulta, Paolo Maria Napolitano. Il convivio è stato confermato dallo stesso
anfitrione che però ha smentito che alla sua tavola si sia parlato di lavoro,
della Corte Costituzionale in particolare. Si sarà parlato anche di donne e
motori ma neanche un minimo accenno ad un argomento così caro al Cavaliere? Comunque
Mazzella alla riunione del 6 ottobre ha già fatto sapere che sarà presente
perché quell'invito fu fatto «da privato cittadino. Io a casa mia invito chi
voglio, parlo di quello che voglio e non mi faccio condizionare dalle notizie
di stampa». Pd e Idv all'attacco Lui l'ha risolta così negando anche di aver
avuto segnali di nervosismo da parte del presidente Amirante che però, sembra,
non abbia gradito affatto. Però la noncuranza di Mazzella non fa da argine alla
sua posizione. Interviene la politica. Per il Pd, il responsabile della
Giustizia, Lanfranco Tenaglia, dice che si sarebbe aspettato una smentita.
Davanti alla conferma «credo che i due giudici sappiano che su un simile
incontro alla vigilia della decisione della Corte che riguarda direttamente il
premier grava quanto meno l'ombra di una severa inopportunità. Mazzella e
Napolitano debbano riflettere sull'opportunità di astenersi dal partecipare
alla decisione sul lodo Alfano». Si scatena l'Italia dei Valori che con Di
Pietro chiede le dimissioni dei «consigliori» di Berlusconi. Incalza De
Magistris. Scende in campo Gaetano Quagliariello a difesa del capo che
definisce l'azione dell'Idv come «una pressione obliqua e indebita sulla
Consulta». «Non serve ribaltare la frittata» è la replica. Come
già nel 2004 con il Lodo Schifani ancora una volta sarà la Corte
Costituzionale, che Berlusconi continua a definire «non amica» ma forse non è
proprio così, a decidere il destino dei processi a carico del premier. La Corte
Costituzionale comincerà a discutere del Lodo Alfano il 6 ottobre. Decreto
firmato l'altro giorno. La decisione si incrocia con la notizia
dell'Espresso di una cena di Berlusconi con due giudici della Consulta.
( da "Corriere della Sera"
del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera sezione: Politica data: 27/06/2009 - pag: 14 Mazzella (Consulta):
lodo Alfano? Voterò Invito a cena al Cavaliere, accuse al giudice «Ci sono due giudici della Corte costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe...».
Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, commenta così l'articolo dell'Espresso dove
si parla di Berlusconi invitato a cena nel maggio scorso a casa di Luigi
Mazzella, giudice della Consulta, assieme al suo collega Paolo Maria
Napolitano, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e Gianni Letta.
La Consulta dovrà esaminare il lodo Alfano ed è per questo che Di Pietro ne
chiede ora le dimissioni, mentre l'ospite della cena, Mazzella, replica: «Io a
casa mia invito chi voglio e il premier è un mio vecchio amico. Astenermi sul
lodo Alfano? Non ci penso proprio».
( da "Virgilio Notizie"
del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
''C'e'
un crescente assalto all'Europa da parte di popolazioni di migranti in fuga
dalla fame e le politiche di respingimenti e di sicurezza rischiano di far
naufragare insieme a loro anche la tradizione di accoglienza dell'Europa''. Lo
ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della
Corte costituzionale, in un
intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La
Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi. ''L'aggressione alla
dignita' dell'uomo e' incombente'' e ''la crisi globale ha effetti sul
diritto-dovere al lavoro'', ha rilevato Fick, constatando che ''forse
stiamo dimenticando la nostra origine''. Il giurista paventa anche ''il rischio
di un futuro di insidie alla dignita''', di ''razzismo e intolleranza'' e di
fronte al ''terrorismo globale, che e' la la prima negazione della dignita''',
anche ''la soglia di rispetto dei diritti della persona rischia di abbassarsi
sempre di piu'''. Il premio e' stato attribuito alla Comunita' del Monaci
Camaldolesi e ritirato dal priore padre Bernardo Cozzarini. Questi ha
sottolineato che ''una comunita' monastica che non ospita e' una comunita'
morta. In una societa' in cui si alzano le mani per respingere, la comunita'
monastica apre le braccia per accogliere e ospitare, come noi siamo stati
ospitati da Dio''. Nell'occasione e' stata anche scoperta una lapide in ricordo
della visita fatta il 13 luglio del
( da "Virgilio Notizie"
del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Per una eventuale riforma della Carta costituzionale,
''serve un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di
maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte
costituzionale, in un intervento
tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna',
cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi. ''A chi chiede di
cambiare la Costituzione - ha detto Flick - va ricordato che la nostra e' una
Costituzione presbite, che ha saputo guardare al futuro ponendo le premesse, ad
esempio, per la tutela della privacy e dell'ambiente e anche per il recepimento
dell'ordinamento comunitario''. Poi, ha aggiunto, ''le poche rughe che ci sono
si trovano nella seconda parte, quella relativa all'ordinamento della
Repubblica, e qualunque discussione su una riforma, per quanto riguarda ad
esempio il bicameralismo perfetto o i poteri dell'esecutivo, deve avere il suo
fondamento nella consapevolezza che le due parti sono strettamente legate e
dunque - ha avvertito - incidere sull'ordinamanto significa avere riflessi
anche sui principi''.
( da "Wall Street Italia"
del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia
RIFORME:
FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA -->Per una
eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve
un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di
maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte
costituzionale, in un intervento tenuto in occasione
della consegna del 'Premio Europa.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 28-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Commenti
Pagina 349 REFERENDUM E REGOLE Quorum: l'arma che promuove il fallimento
REFERENDUM E REGOLE di Bruno Troisi* --> di Bruno Troisi* La progressiva
crescita dell'astensionismo strutturale (pari ormai al 30 per cento) e,
soprattutto, l'invito sistematico - da parte ora dell'uno ora dell'altro
schieramento politico - a disertare le urne hanno profondamente alterato la
funzione del quorum stabilito per la validità del referendum, a tal punto da
svuotare di contenuto lo stesso istituto referendario, determinando una
gravissima distorsione della logica democratica. Accade, infatti, che una
minoranza che inviti all'astensione, sol che disponga di poco più del 20 per
cento di consensi, è in grado di imporsi matematicamente, perché può sommarsi,
nello stesso tempo che la fomenta, alla crescente disaffezione alla res publica
da parte di molti cittadini. L'invito a disertare le urne ad opera di uomini
politici rappresenta, oltre che un'istigazione a violare il "dovere
civico" del voto, una palese violazione della regola di correttezza costituzionale: il quorum è stato previsto per impedire che
una piccola minoranza utilizzasse il referendum per aggirare il principio
democratico della maggioranza, non per consentire a una minoranza di far
prevalere le sue tesi sommando i suoi voti a quelli di coloro che,
fisiologicamente, si astengono dal votare. Si tratta di un uso sleale,
scorretto dell'istituto del quorum, utilizzato abusivamente come un'arma in più
per far fallire il referendum. Il fatto che la norma costituzionale
preveda e disciplini il quorum non significa, come taluni pretendono, che sia
legittimo l'invito ad astenersi dal voto per impedirne il raggiungimento, per
la semplice considerazione che tale invito si pone, in concreto, in contrasto
con i fini sostanziali che la norma stessa si prefigge e con gli stessi
principi generali dell'ordinamento (segnatamente, con il principio di
democraticità, che si specifica nel principio di partecipazione e in quello
maggioritario). Si tratta, insomma di un comportamento che solo apparentemente
si presenta come corrispondente al contenuto formale di una norma, ma al quale
non si accompagna la congruità sostanziale con i fini che quella norma
intendeva perseguire. Né appare convincente l'affermazione secondo cui la
propaganda per l'astensione, a differenza di quella per il "no",
avrebbe di mira l'utilità stessa del referendum, giacché le
richieste referendarie sono già sottoposte istituzionalmente a un duplice
ordine di controlli: uno di legittimità da parte della Corte di Cassazione, e
uno di ammissibilità da parte della Corte costituzionale (con riferimento al contenuto della richiesta e alla struttura
formale dei quesiti referendari, che devono essere enunciati in maniera
inequivocabilmente dilemmatica). Pertanto, non si vede quali ulteriori
valutazioni debbano - e, soprattutto, possano - essere operate dalla classe
politica, la quale non può certo "correggere" le decisioni prese
dalle due Corti. Inoltre, l'invito a disertare le urne viola gravemente il
principio fondamentale di libertà e segretezza del voto, introducendo una forma
surrettizia di controllo nella formazione della volontà popolare: chi non
seguisse l'invito e si recasse alle urne verrebbe automaticamente identificato
e ritenuto un sostenitore del "sì". Libertà e segretezza del voto
sono il presupposto della democrazia; se venissero meno, le consultazioni
popolari diventerebbero una farsa, come nei regimi autoritari. Alla luce di
queste considerazioni e stante la perdurante, generalizzata strategia
dell'astensione, l'unico rimedio è quello dell'abolizione del quorum
strutturale e, parallelamente, della fissazione di una quota più elevata di
firme per la richiesta del referendum, a garanzia della serietà della richiesta
e della rilevanza sociale della questione. Dal punto di vista pratico, poi,
tale riforma potrebbe sortire l'ulteriore effetto di costringere tutte le forze
politiche ad abbandonare gli atteggiamenti di ambiguità: la consapevolezza che
la consultazione popolare darebbe comunque un risultato utile indurrebbe i
partiti a prendere posizione dinanzi all'elettorato e ad informarlo
adeguatamente, invitandolo a confrontarsi con l'alternativa. Solo così, forse,
si potrà porre rimedio al grave scollamento, da più parti avvertito, tra
volontà popolare e volontà dei rappresentanti; solo così, come con gli altri
istituti di democrazia diretta, "il principe" potrà riprendersi
"lo scettro" affidato agli organi rappresentativi. *Ordinario
Università di Cagliari
( da "Repubblica, La" del
29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
25 - Commenti METTI UNA SERA A CENA IL GIUDICE CON IL PREMIER LIVIO PEPINO Caro
direttore, qualche tempo prima di una importante decisione
della Corte costituzionale
sulla legittimità del cosiddetto Lodo Alfano un giudice della Corte (cioè uno
dei componenti del collegio giudicante) organizza una festosa cena cui
partecipano, tra gli altri, il presidente del Consiglio (alle cui prerogative
la legge si riferisce), il ministro della Giustizia (che al "lodo" ha
dato finanche il nome) e un altro giudice costituzionale.
La notizia viene pubblicata da un settimanale e occupa per un giorno le pagine
dei quotidiani. Poi cala il silenzio, essendo tutti appagati dalla spiegazione
dell´alto giudice secondo cui i suoi compagni di tavola sono, appunto, affar
suo
Negli stessi giorni, l´intervista a un quotidiano di una
giovane e vistosa fanciulla rende pubblica la notizia di una indagine, pendente
presso la procura di Bari, nella quale si tratta, tra l´altro, di feste e
festini organizzati da un intraprendente imprenditore pugliese e svoltisi anche
in residenze del presidente del Consiglio. Nei giorni successivi inizia su
alcuni quotidiani una vera e propria "campagna" tesa a delegittimare
uno dei pubblici ministeri preposti all´indagine, reo di aderire a Magistratura
democratica e di essere, dunque, una "toga rossa". Si affaccia una
nuova concezione secondo cui il requisito fondamentale del giudice non è più
l´imparzialità , cioè il disinteresse personale, l´estraneità agli interessi in
conflitto, il distacco dalle parti, la lontananza dai luoghi del potere. Il
nuovo che avanza dice, invece, che a nuocere al giudice è la partecipazione al
dibattito culturale, l´espressione delle proprie convinzioni, magari la
sottoscrizione di un appello relativo ad un provvedimento legislativo. E ciò
benché nessun magistrato possa essere indifferente alle idee e ai valori e la
pubblicità sia da sempre fattore di trasparenza e di democrazia; e benché il
buon magistrato non persegua né giudichi idee ma solo persone chiamate a
rispondere di fatti specifici (indipendentemente dalle idee, dalle
caratteristiche personali, dalle convinzioni, dal colore della pelle del
destinatario del giudizio). Per molti autorevoli commentatori non è così e il
"riserbo" richiesto al giudice riguarda solo le idee (o, meglio,
certe idee) e non anche le frequentazioni e i rapporti con le parti interessate
alla decisione. E si rimpiange il bel tempo antico in cui il "giusto"
coincideva con il "politicamente utile" e la magistratura era una articolazione
della classe politica tout court, al punto che nei primi quarant´anni dello
Stato unitario metà dei ministri della Giustizia (17 su 34) e dei relativi
sottosegretari (11 su 21) proveniva dai ranghi dell´ordine giudiziario. Strano
Paese, il nostro, in cui questi non disinteressati luoghi comuni stanno
diventando pensiero diffuso. Sarebbe meglio accorgersene prima che sia troppo
tardi. L´autore è membro del Consiglio superiore della magistratura
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Primo
Piano Pagina 102 Maggioranza tra Giunta e manovra-bis Al via i lavori sul
collegato ma intanto si pensa ai nuovi assessori --> Al via i lavori sul
collegato ma intanto si pensa ai nuovi assessori Settimana importante per la
maggioranza: si decide sulla Giunta mentre arriva in Consiglio il collegato. La
strada del rimpasto si incrocia pericolosamente con quella del collegato alla
Finanziaria, col risultato di mettere fretta al centrodestra. Le due cose (i
nuovi assetti di Giunta e la legge sugli interventi per i settori produttivi)
in teoria viaggiano su binari separati: ma il rischio per la maggioranza è che
eventuali tensioni irrisolte relative alle poltrone possano sfogarsi sull'iter
della legge. LA FINANZIARIA-BIS Il cammino consiliare del collegato inizia
domattina, alle
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2009-06-29 - pag:
49 autore: Corte costituzionale. Dopo l'intervento
della magistratura contabile lombarda Tutta la manovra a giudizio della
Consulta Anna Guiducci I pilastri del Patto di stabilità per gli enti locali potrebbero essere incrinati dal giudizio negativo della Corte costituzionale. La questione incidentale
di legittimità sollevata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei
conti della Lombardia (ordinanza n. 125/09, su cui si veda «Il Sole 24 Ore» del
3 giugno scorso) sul Patto 2007, infatti, potrebbe produrre effetti a catena
anche sui vincoli relativi agli anni successivi. I dubbi indirizzati
alla Consulta riguardano la disciplina recata dall'articolo 1, commi 681 e 683,
della legge 296/06, nella parte in cui si prevede che per il rispetto degli
obiettivi del Patto 2007 gli enti dovevano conseguire un saldo finanziario in
termini di cassa pari a quello medio del triennio 2003/2005. L'introduzione di
un limite alla gestione di cassa, rileva la magistratura contabile, può
impedire l'effettuazione di pagamenti eccedenti il saldo finanziario
programmato, anche in presenza di debiti scaduti relativi a obbligazioni
legittimamente assunte e perfezionate in esercizi precedenti. La violazione di
obblighi contrattuali e la produzione di ritardi nei tempi di pagamento alle
imprese esecutrici di lavori o forniture costituisce prassi contraria ai
principi di sana gestione finanziaria, penalizzando i soggetti che contrattano
con la pubblica amministrazione e producendo danni erariali dovuti al pagamento
di somme per interessi e rivalutazioni. Peraltro, non sarebbe razionalmente
accettabile, in caso di dilazione dei tempi di pagamento, la traslazione in
capo all'impresa del costo implicito derivante dalla mancata applicazione di
oneri accessori. La disciplina, pertanto, sarebbe incontrasto con numerose
disposizioni della Costituzione. In particolare, sembrerebbe contrastare con la
potestà regolamentare e con i principi di autonomia finanziaria di entrata e di
spesa degli enti locali (articoli 117 e 119), nonché con il sistema contabile
pubblico imperniato su una gestione di competenza (articolo 81). Le
obbligazioni legittimamente assunte trovano infatti copertura nel bilancio di
previsione, il cui carattere autorizzatorio della spesa costituisce garanzia di
rispetto dei vincoli pubblicistici posti dall'ordinamento. In quest'ottica, la
fase di liquidazione dei debiti rappresenta la conclusione fisiologica di un
procedimento amministrativo, che termina con la soddisfazione dei diritti del
creditore. Il mancato rispetto degli obiettivi di cassa, continua la Corte,
deriva da una discrasia temporaletra il formale impegno delle risorse
necessarie per il finanziamento di un'opera pubblica, l'assunzione degli obblighi
contrattuali, l'esecuzione dei lavori ed i pagamenti ai fornitori. Le norme sul
Patto di stabilità, nella misura in cui impongono comportamenti dilatori di
obbligazioni giuridicamente perfezionate, si pongono inoltre in contrasto con i
principi di economicità, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa e
di conseguenza con il combinato disposto degli articoli 5, 114 e 117 della
Costituzione. La questione sollevata è cruciale. Un'eventuale pronuncia di
incostituzionalità delle norme in questione produrrebbe, infatti, conseguenze
giuridicamente rilevanti anche ai fini del rispetto degli obiettivi di finanza
pubblica per il triennio 2009/2011. Innanzi tutto, la manovra finanziaria
introdotta dall'articolo 77-bis della legge 133/2008 determina il saldo
programmatico delle annualità 2009, 2010 e 2011 su quello, calcolato in termini
di competenza mista, dell'anno 2007. Inoltre, lo stesso saldo finanziario in
termini di competenza mista è costituito dalla somma algebrica degli importi
risultanti dalla differenza fra accertamenti e impegni, per la parte corrente,
e dalla differenza fra incassi e pagamenti (al netto delle entrate derivanti da
riscossioni di crediti e delle spese per concessione di crediti) per la parte
in conto capitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA A CATENA La questione di
legittimità riguarda il 2007 ma una bocciatura avrebbe effetto anche sugli anni
successivi
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: GIUSTIZIA E SENTENZE data: 2009-06-29 - pag: 47
autore: Cassazione. Che cosa accade quando il Pm dimentica di aggiornare il
registro Le indagini resistono al ritardo dell'iscrizione Utilizzabili le prove
raccolte prima dell'annotazione Andrea Maria Candidi Il ritardo con cui il
pubblico ministero iscrive l'indagato nel registro delle notizie di reato non
incide sull'utilizzabilità degli atti di indagine. Neanche quelli compiuti
prima dell'effettivo inserimento del nome. Semmai, possono essere censurati
quelli svolti dopo la scadenza del termine, rimodulato in base alla
retrodatazione dell'iscrizione nel registro degli indagati. Salva, naturalmente,
la contestazione dell'illecito disciplinare a carico del pubblico ministero
inadempiente. A fissare il principio sono le sezioni unite penali della
Cassazione (la sentenza è la n. 23868/09, scritta dal giudice Francesco
Marzano) che hanno così respinto il ricorso di un imputato per il reato di
estorsione. Il più alto collegio di legittimità è stato tirato in ballo dai
giudici della sesta sezione, cui il ricorso era destinato, perché sulla
questione hanno registrato se non proprio un contrasto giurisprudenziale,
almeno qualche differenza. I precedenti Un primo indirizzo sostiene la piena
utilizzabilità degli atti compiuti fino al momento del-l'effettiva iscrizione
della notitia criminis, perché altrimenti sarebbe da ritenere postdatato
l'inizio della decorrenza del termine di durata massima di indagini
preliminari. Che va, invece, retrodatato al momento in cui sono iniziate le
indagini. Ferma restando, precisa la Cassazione, la «configurabilità di ipotesi
di responsabilità disciplinari o addirittura penali nei confronti del pubblico
ministero negliegente ». Nello stesso filone si iscrivono anche le sentenze che
escludono la rilevanza costituzionale della mancata
previsione, in alcune disposizioni del codice di procedura penale, di uno
specifico termine entro il quale deve procedersi all'iscrizione nel registro
degli indagati. Dall'altra parte, la Cassazione ha anche affermato come la
tardiva iscrizione non fa scattare alcuna invalidità, ma consente al giudice di
rideterminare il termine iniziale, facendolo coincidere, e dunque
retrodatandolo, al momento in cui si sarebbe dovuta iscrivere la notizia di
reato. Con la evidente conseguenza che il ritardo può incidere sulla
utilizzabilità delle indagini finali, non su quelle svolte prima
dell'annotazione. Non solo. Qualora le indagini superino il termine massimo di
legge, nontutti gli atti sono utilizzabili, ma solo quelli compiuti oltre quel
termine. La soluzione Le sezioni unite penali sgombrano subito il campo da un
equivoco di fondo, in base al quale la tardiva iscrizione dell'indagato nel
registro comporterebbe l'automatica inutilizzabilità di tutti gli atti di
indagine. Secondo il comma 3 dell'articolo 407 del Codice di procedura penale,
precisa la Cassazione, l'inutilizzabilità degli atti di indagine concerne solo
quelli «compiuti dopo la scadenza del termine», non anche quelli compiuti nel
termine prefissato dalla legge o prorogato dal giudice. Si può, semmai,
discutere sulla determinazione del termine iniziale, dal quale dipende quello
finale. Ma una volta stabiliti, tutti gli atti di indagine compiuti nel lasso
di tempo intercorrente tra i due termini, sono sicuramente utilizzabili. Mentre la Corte costituzionale, citata dalle sezioni unite, ha rilevato che il problema può
porsi nel caso dell'artificiosa dilatazione del termine di durata massima delle
indagini preliminari. Anche qui però, l'inutilizzabilità colpirebbe i soli atti
compiuti «a valle» della scadenza, cioè dopo. Dunque, non quelli svolti
«a monte», vale a dire prima. E sono gli stessi giudici della Consulta a
ritenere «antitetiche» le due prospettazioni, quella, cioè, di ritenere
inutilizzabili gli atti compiuti oltre la scadenza del termine massimo di
indagine, considerato il momento in cui la notizia di reato avrebbe dovuto
essere effettivamente iscritta, e quella di ritenere la medesima sanzione
processuale per gli atti compiuti prima della formale iscrizione nel registro.
Ritiene la Corte costituzionale, e la Cassazione
condivide, che «è incongruo sostenere che gli atti compiuti prima della
iscrizione "formale" siano solo per ciò inutilizzabili, coinvolgendo
così nella stessa sanzione di inutilizzabilità gli atti compiuti "a
monte" (pur nei limiti temporali individuati) e quelli compiuti " a
valle" (oltre quegli stessi limiti)». Così facendo si prospetterebbe «un
diverso regime normativo, rispetto a quello delineato ed imposto dal
legislatore», con indebito restringimento della durata delle indagini prevista
dal codice di rito, se non con definitivo pregiudizio della stessa possibilità
di ogni indagine. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-29 - pag: 2 autore:
DALLA PRIMA Investire di più sull'organizzazione dei tribunali Ancora, la nuova
legge interviene prevedendo nuove regole e nuovi strumenti in tema di condanna
del soccombente alle spese di giudizio, per scoraggiare il ricorso
"temerario" alla giustizia e i comportamenti processuali dilatori;
delineando un nuovo procedimento sommario di cognizione e riordinando e
semplificando i riti; riducendo termini, formalismi ed ostacoli alla celerità
del processo derivanti da conflitti su competenza e giurisdizione. Si tratta di
innovazioni che, nel complesso, appaiono orientate nella direzione giusta.
Intervenire sulle procedure è utile e necessario, ma non è tuttavia sufficiente:
talora, anzi, le continue modifichedelle norme processuali possono produrre più
danni che vantaggi. è da apprezzare che il Parlamento abbia soppresso, con
questa legge, il cosiddetto rito societario, introdotto da un'altra riforma
solo nel 2003, e che evidentemente non ha dato buoni
risultati (ne sono un sintomo le 23 sentenze e ordinanze della Corte costituzionale emesse in argomento fra
il 2005 e il 2009, per tre volte pervenendo alla dichiarazione di illegittimità
costituzionale di
altrettante disposizioni). Altre cause sono forse più difficili da affrontare,
ma non meno determinanti. Si pensi al numero eccessivo di avvocati che
esercitano l'attività forense nel nostro paese, con i possibili effetti sulla
crescita del contenzioso. Ma il terreno più decisivo è forse quello
dell'organizzazione degli uffici giudiziari e del lavoro di coloro che vi sono
addetti. Così l'aumento delle competenze dei giudici di pace, disposto con
l'attuale riforma, potrà certo produrre un effetto di sgravio degli uffici dei
tribunali, ma produrrà un aggravio di quelli dei giudici di pace cui, allo
stato, non corrispondono misure di incremento delle risorse (e l'introduzione
del nuovo reato di immigrazione irregolare, assegnato a sua volta alla
competenza penale dei giudici di pace, non mancherà a sua volta di produrre
ulteriori effetti di intasamento degli uffici). Solo alcuni fiorni fa, proprio
su questo giornale, il vice coordinatore dei giudici di pace di Roma faceva
notare che lui le sentenze le deposita il giorno dopo l'udienza, ma poi passano
otto mesi perché esse possano essere eseguite: se una giustizia tardiva è
giustizia negata, lo è altrettanto un giustizia le cui decisioni non ricevono
tempestiva esecuzione. Alla base stanno evidentemente problemi di risorse e
quindi di bilancio, ma anche di cultura. è provato, ad esempio, che uffici
giudiziari i cui dirigenti si impegnano sul piano dell'organizzazione ottengono
risultati migliori a parità di risorse. In un recente incontro organizzato dal
Consiglio superiode della magistratura, il Presidente della Corte di Cassazione
Vincenzo Carbone, metteva in rilievo efficacemente come ogni magistrato (ma lo
stesso vale a maggior ragione per ogni altro addetto) debba sentirsi parte di
un ufficio complessivamente responsabile di un risultato: non possa, dunque,
limitarsi a studiare diligentemente le cause e a scrivere i provvedimenti, ma
debba concorrere ad assicurare il "prodotto" richiesto all'ufficio.
Su questo terreno i compitie le responsabilità sono diffusi in molte sedi: i
capi degli uffici e i dirigenti amministrativi (l'organizzazione sul campo), il
Consiglio Superiore (i concorsi, la provvista degli uffici, la scelta dei
dirigenti, la formazione dei magistrati, il controllo disciplinare su di essi),
il Governo ( il personale amministrativo, le risorse materiali e di bilancio,
l'attivazione delle procedure informatiche). Solo un sforzo congiunto e
convinto di tutti gli attori potrà darci una giustizia civilein grado di
soddisfare il diritto fondamentale di ogni persona ad avere effettivamente, e
non solo sulla carta, un giudice competente, indipendente e imparziale per la
risoluzione delle controversie che la riguardano. Valerio Onida LA GIUSTA
( da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Invitare
a cena due giudici della Consulta o fare una legge come il lodo Alfano che
protegge le piu' alte cariche dello Stato dai procedimenti a loro carico sono
''fatti'' non ''polemiche''. Cosi', il leader dell'Italia dei Valori, Antonio
Di Pietro, sul monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a
frenare le polemiche di qui al G8 dell'Aquila. ''Chiediamo al presidente della
Repubblica - sottolinea Di Pietro a Montecitorio - di non guardare il dito ma
la luna. Non si tratta di polemiche ma di fatti''. ''E' un fatto - argomenta il
leader di Idv - che sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo
l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto
che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici
suoi''. Per questo Di Pietro chiede a Napolitano anche di ''riflettere sulla
legittimita' di una Corte costituzionale se reiterano questi due giudici''.
( da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Si
aggrava l'ennesimo scontro fra l'esecutivo islamico-moderato targato Akp,
Partito per la Giustizia e lo sviluppo, e l'establishment militare, massimo
garante dello Stato laico fondato da Mustafa Kemal Ataturk. Oggi il premier
Recep Tayyip Erdogan e il capo di Stato Maggiore dell'esercito turco, Generale
Ilker Basbug, si sono incontrati una seconda volta nel giro di pochi giorni. Al
centro dei colloqui il casus belli venuto fuori dopo lo scoop del quotidiano
Taraf due settimane fa. Taraf è un quotidiano che da 18 mesi mette a frutto
scoop capaci di imbarazzare lo Stato Maggiore, soprattutto riguardo le
operazioni compiute contro i terroristi separatisti curdi. Due settimane fa si
è spinto ben oltre, pubblicando uno scoop secondo cui una parte delle forze
armate stava preparando un "Action Plan for Reactionary Prevention",
che in parole povere significa un piano volto a rovesciare l'esecutivo
islamico-moderato al potere, con cui, come noto, le Forze Armate vanno poco
d'accordo. Obiettivo del golpe doveva essere anche il movimento
"Nur", fondato da Fetullah Gulen, noto pensatore islamico in auto
esilio negli Stati Uniti e anche lui poco gradito all'establishment militare e
accusato dai più, guarda caso, di essere proprio l'editore occulto di Taraf.
Secondo il quotidiano a tirare le fila del progetto c'era niente meno che un
colonnello delle forze navali, Dursun Cicek, che avrebbe firmato tutta la
documentazione, anche se sull'autenticità della firma ci sono molti dubbi. Lo
scoop del quotidiano Taraf è solo l'ultima goccia nel mare di attacchi
reciproci fra l'esercito e l'attuale governo, ossia fra la parte più laica
dello Stato turco e gli ambienti filo-islamici. Una battaglia sotterranea che
continua parallelamente al processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata
di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20, cercando anche di rovesciare
Erdogan e nella quale sono implicati numerosi militari e magistrati. Venerdì,
in una conferenza stampa ufficiale, un secco generale Basbug ha detto che le
indagini compiute dalla magistratura militare non hanno visto emergere elementi
di attendibilità e che quindi il presunto scoop sarebbe totalmente privo di
fondamento. Basbug ha anche polemicamente aggiunto che si trattava di un piano
per distruggere la credibilità delle forze armate. La reazione dell'esecutivo
non si è fatta attendere e mentre il premier Erdogan da Bruxelles ha detto che
l'inchiesta andrà avanti anche per via civile, in serata il parlamento ha
approvato in tempo lampo una legge che permette alla magistratura civile di
giudicare anche i militari. E mentre il Chp, il partito repubblicano del
popolo, tradizionalmente vicino alle forze armate ha deciso che sottoporrà la legge alla Corte Costituzionale perché contraria alla
costituzione turca. Alla base di questo nuovo scontro potrebbero esserci tre
fattori, fra cui anche la revisione della legge madre dello stato turco. Il primo
rimane il processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver
destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni e che sarebbe composta anche da
numerosi militari. Ma a rendere i rapporti ancora più tesi c'è la bozza
della nuova costituzione, che dovrebbe togliere poteri all'esercito, e
soprattutto l'ipotesi di mettere sotto processo gli esecutori del colpo di
Stato del 1980, il più duro dei tre che hanno colpito la Turchia. Un'onta che i
militari turchi non potrebbero mai accettare.
( da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il presidente polacco Lech Kaczynski non ha alcuna intenzione di
ratificare il Trattato Ue prima del referendum irlandese e del verdetto della
Corte costituzionale
tedesca, anche se questo potrebbe aiutare la corsa di Jerzy Buzek alla
presidenza del Parlamento europeo. "Firmerò il Trattato, ma la Polonia in
questa partita non la chiave per l'adozione della nuova costituzione europea.
Irlanda e Germania lo sono", ha spiegato il Capo di Stato polacco. Nei
giorni scorsi, la stampa aveva rilanciato l'ipotesi che Kaczynski potrebbe
decidere di firmare il Trattato prima dell'esito del referendum irlandese e del
verdetto della Corte costituzionale tedesca, al fine
di aumentare le chance di Buzek nella corsa a presidente del parlamento
europeo.
( da "Virgilio Notizie"
del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia
A dieci
giorni dall'avvio del G8 all'Aquila, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si
appella al mondo della politica e dell'informazione per chiedere una
"tregue nelle polemiche" nell'interesse del Paese alla vigilia del
summit. Il presidente della Repubblica, a Capri per festeggiare il suo 84°
compleanno, invoca un armistizio dopo settimane di scontro frontale fra le
forze politiche. L'appello viene subito sottoscritto dal Cavaliere, mentre
l'Italia dei valori e la sinistra radicale lo respinge al mittente. Il Pd, dal
canto suo, distingue: giusto il monito del Colle, ora il premier lo rispetti.
"Capisco le ragioni dell'informazione e della politica - dice di buon
mattino Napolitano, che ha avuto un lungo colloquio telefonico con il Cavaliere
per gli auguri di compleanno - ma penso che sarebbe giusta, vista la
delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale che è il G8, una
tregua nelle polemiche". Parole benedette da Berlusconi: "Mi sembra
logico che il Capo dello Stato rivolga un invito del genere e mi sembra
altrettanto logico che questo invito sia accolto". Anche il Partito
democratico considera positivo l'intervento del Presidente della Repubblica.
Per il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro l'appello è "molto
saggio" e "assolutamente giusto" ma, distingue, "il primo a
doverlo accogliere dovrebbe essere il Presidente del Consiglio. Forse
incosapevolmente è sempre stato lui a voler determinare scontri con
esternazioni e accuse continue. Se il premier si occupasse di più solo dei
problemi reali del Paese di certo moltissime delle polemiche più aspre non ci
sarebbero state". D'altra parte, sostiene Soro, "dall'opposizione non
sono mai venute provocazioni anche sulle più recenti vicende riguardanti lo
stesso premier, ma solo prese di posizione volte a chiedere chiarezza sui fatti
emersi per quanto di pubblico interesse del Paese". Anche il resto del Pdl
sottoscrive l'uscita pubblica di Napolitano. Il vicecapogruppo dei senatori del
Popolo delle libertà, Gaetano Quagliariello, sostiene che il Capo dello Stato
"ha dato atto ancora oggi, come dall'inizio del suo mandato, di
interpretare il suo supremo ruolo di garante nell'interesse della nazione e del
bene condiviso di tutti i cittadini italiani". Stessa linea dell'Udc: per
il segretario Lorenzo Cesa "oggi la politica ha l'occasione di fare a
Napolitano un regalo di compleanno davvero gradito, raccogliendo il suo appello
e abbandonando i toni accesi e le violente polemiche di queste settimane".
Chi invece non gradisce l'appello alla tregua è Antonio Di Pietro. Il leader
dell'Idv prima insiste sulla necessità di sfiduciare anche prima del G8
Berlusconi, il cui governo rappresenta "un cancro politico" e per il
quale "in tutto il mondo ridono di noi". Poi si rivolge direttamente a
Napolitano, invitandolo a "non guardare il dito ma la luna: non si tratta
di polemiche ma di fatti. E' un fatto che sere fa
magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono
decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i giorni si fa
leggi che servono a lui e agli amici suoi". Dichiarazione subito
stigmatizzata da Fabrizio Cicchitto. Il capogruppo dei deputati del Pdl
si augura che l'appello "non cada nel vuoto", poi aggiunge:
"Registriamo che Di Pietro ha perso un'ottima occasione per tacere".
Sulle barricate salgono anche Prc e Pdci. Per Paolo Ferrero non è
"raccoglibile l'appello del presidente della Repubblica: il problema non è
di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui problemi
del Paese, problemi che vengono regolarmente ignorati dalla politica". Per
il comunista italiano Jacopo Venier, il partito di Oliviero Diliberto non ha
"mai fatto polemica per il gusto della rissa ma abbiamo sempre denunciato
e lo faremo anche nei prossimi giorni ciò che ci sembra inaccettabile, perchè
la critica è il sale della democrazia. L'invito del Presidente della
Repubblica, quindi, non è rivolto a noi".
( da "Repubblica, La" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
III - Palermo L´ex magistrato della Corte dei conti non è iscritto all´ordine
degli avvocati Palma all´ufficio legale l´Udc: "Nomina illegittima" I
rappresentanti del Foro di Palermo avevano contestato la scelta, Lombardo è
andato avanti Bufera sulla nomina di Romeo Palma a capo dell´ufficio legale e
legislativo della Regione siciliana. Il nuovo avvocato generale che da venerdì
ha preso ufficialmente il posto di Franco Cristaldi, non ha infatti i titoli
previsti dal consiglio forense per occupare la carica che il presidente
Raffaele Lombardo gli ha chiesto di ricoprire. Ovvero: non è iscritto
all´Ordine. La nomina, sulla quale erano già piombate le critiche dell´Ordine
degli avvocati, era stata bloccata un mese fa. Adesso Lombardo ha voluto
ratificarla malgrado i pareri contrari. Nella lettera d´incarico, però,
mancherebbe la firma del segretario generale Pier Carmelo Russo che ha deciso di
astenersi. Contro la nomina di Palma si scaglia anche l´Udc. «La nomina è
illegittima, è l´ennesimo sopruso perpetrato dal presidente della Regione»,
accusa il capogruppo Udc Rudy Maira. Romeo Palma, magistrato presso la Corte
dei Conti, e già direttore del dipartimento dei Beni culturali, non può
iscriversi all´albo perché è un magistrato in aspettativa. E come tutti i
dipendenti pubblici in aspettativa il suo status è incompatibile per svolgere
il ruolo di avvocato. «Per la prima volta l´ufficio legale della Regione
avrebbe un avvocato che non può patrocinare la Regione nell´unica ipotesi
prevista, davanti alla Corte costituzionale - dichiara Enrico Sanserverino, presidente dell´Ordine degli
avvocati di Palermo - In caso di difesa, la Regione non avrebbe assistenza.
Verificherò se Romeo Palma risulta iscritto in un altro Ordine». L´ex dirigente
pur avendo superato gli esami di abilitazione, non si era mai iscritto
all´Ordine degli avvocati. A nomina quasi fatta, aveva provato a
iscriversi all´albo a Palermo. Ma ha revocato la domanda, prima che l´Ordine la
rigettasse. Era riuscito a iscriversi a Siracusa. «Ma abbiamo informato del
caso l´Ordine di Siracusa e la Procura generale di Catania - racconta
Sanseverino - E l´hanno cancellato in autotutela. Non aveva detto di essere
magistrato in aspettativa. Scriverò al consiglio nazionale forense perché
verifichi, nel caso in cui sia iscritto in un altro posto, che l´iscrizione sia
conforme alle regole». a. r.
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACHE
MARCHE pag. 17 I farmacisti scendono in campo: «No alla liberalizzazione degli
orari» CONTESTATA LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DI SORDONI (IDV) ANCONA
«LIBERALIZZARE orari e turni delle farmacie significa aumentare il divario tra
attività medio-piccole e grandi con la naturale conseguenza di indebolire le
prime e rendere sempre più forti le altre. Per non parlare delle ripercussioni
negative sul servizio e quindi sul cittadino». Questo sarebbe, secondo Luciano
Diomedi delegato regionale Federazione ordini farmacisti italiani, il risultato
della proposta di legge del consigliere regionale Idv Franco Sordoni, che
proprio oggi verrà discussa in consiglio regionale. Una proposta che non
convince gli ordini provinciali marchigiani, anche perchè le «poche regioni
come la Toscana continua Diomedi che hanno percorso questa via stanno
seriamente pensando di tornare al vecchio sistema. La proposta di legge
prevede, fra le altre cose, il liberismo assoluto in tema di orari di apertura,
chiusura, ferie e turni delle farmacie. Secondo una
sentenza della Corte costituzionale, le finalità concrete che la legge vuol raggiungere vanno nello
stesso senso di quelle che si vogliono conseguire con la limitazione dei turni
e degli orari: l'accentuazione di una forma di concorrenza tra le farmacie,
basata sul prolungamento degli orari di chiusura, potrebbe contribuire alla
scomparsa degli esercizi minori». Inevitabile la polemica politica: «I
2mila farmacisti marchigiani continua Diomedi sono preoccupati anche perchè il
consigliere Franco Sordoni ha nella sua principale attività lavorativa di
commercialista proprio la contabilità delle farmacie più grandi della regione.
Nessuno mette in dubbio la sua onestà precisa il delegato regionale della
federazioni dei farmacisti ma come diceva un importante senatore "a pensar
male qualche volte ci si azzecca". Stravolgere senza un motivo reale un
sistema che funziona, significa fare un passo indietro, verso lo smantellamento
della rete di farmacie». A confermare l'ottimo stato di salute del servizio, le
indagini svolte e le prestazioni offerte: «Nelle Marche continua Diomedi ci
sono 500 farmacie distribuite su tutto il territorio composto in gran parte da
Comunità Montane e da zona ad alta ruralità. I farmacisti che operano in queste
attività, di cui una cinquantina pubbliche, sono 2mila ed esistono ben due
facoltà fra le più prestigiose d'Italia, l'università di Urbino e quella di
Camerino. Ogni giorno sono aperte e disponibili decine di farmacie che
effettuano i turni di apertura durante i canonici orari di chiusura degli
esercizi pubblici, per assicurare e garantire al milione e mezzo di cittadini
marchigiani il regolare espletamento del servizio. Ogni giorno, oltre 100mila
persone entrano in contatto con quello che è, di fatto, il primo presidio
sanitario sul territorio per quantità ed accessibilità, 24 ore al giorno e 365
giorni all'anno, Natale, capodanno e ferragosto compresi. Come se non bastasse
esistono nei più importanti centri commerciali, numerosi corner della Salute
che nei periodi di maggior afflusso turistico e richiesta sono aperti 7 giorni
su 7. Tutto questo sistema, senza che nessuno l'abbia chiesto, viene messo in
discussione dalla proposta di legge». Image: 20090630/foto/8068.jpg
( da "Unita, L'" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Incidenti
sul lavoro poca tutela se sei straniero ITALIA-RAZZISMO è promossa da I dati
del rapporto 2008 dell'Inail in materia di infortuni sul lavoro registrano una
diminuzione degli incidenti, ma un incremento (+2%) di quelli occorsi agli
stranieri. Per questi ultimi, tuttavia, non è affatto semplice ottenere una
adeguata tutela in caso di incidenti invalidanti. Un lavoratore marocchino, ad
esempio, si è visto rifiutare la domanda per l'assegno di invalidità: un
articolo della legge n. 388/2000 dispone che il possesso della carta di
soggiorno sia condizione necessaria. Il Tribunale di Genova, invece, gli ha dato ragione affermando essere sufficiente il permesso di
soggiorno, in base a due sentenze della Corte Costituzionale. Ciò nonostante
l'Inps non ha ancora diramato una circolare applicativa in tal senso: eppure le
sue casse si giovano, eccome, del lavoro immigrato. Nel 2007 i contributi
previdenziali versati dagli stranieri ammontavano a 7 miliardi di euro.
Quei lavoratori, quindi, pagano, ma, essendo il welfare italiano orientato
prevalentemente verso servizi per gli anziani, beneficiano delle prestazioni
solo in minima parte (l'età media è di 31 anni). Ne consegue un problema
istituzionale e politico. L'Inps è un ente pubblico, che svolge un'attività di
tutela e di integrazione sociale del lavoratore: e invece, in questi casi,
ricorre a dispositivi di restrizione, se non di esclusione. Se a subire misure
discriminatorie è uno straniero, è alto il rischio che si arrivi a produrre
«razzismo per via istituzionale». Il reiterarsi di queste misure fa temere che
non si tratti di scelte casuali, bensì, di una volontà precisa e di una
decisione politica. Ma se così fosse, è urgente che i gruppi parlamentari
democratici facciano sentire la loro voce e chiedano conto all'Inps di quanto
accade.
( da "Unita, L'" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
I
Guardiani: il voto è valido Proteste contro il verdetto GABRIEL BERTINETTO
All'inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei
leader politici. Ma gradualmente il movimento sembra acquistare autonomia e
procedere con le sue gambe. A Teheran e in altre città i cittadini, giovani
soprattutto, scendono in piazza quasi ogni giorno. Nonostante il sabotaggio
informativo del potere, che cerca di bloccare le comunicazioni telefoniche ed
online, e requisisce persino le parabole satellitari sui tetti delle case, i
gruppi informali dell'opposizione si tengono in contatto e le manifestazioni si
susseguono. PIAZZE BLOCCATE Ieri il tam-tam della protesta aveva promosso una
catena umana lungo il viale alberato Vali Asr. La censura governativa impedisce
di sapere con certezza cosa sia accaduto, ma le notizie veicolate dai blogger
via Internet ieri sera confermavano che la manifestazione era in atto, anche se
i Basiji erano raccolti nei paraggi pronti a intervenire con l'abituale
violenza. Secondo alcune testimonianze la folla e gli agenti si sono
fronteggiati a lungo in piazza Vanak. Bloccati gli accessi a piazza Vali Asr e,
parecchi chilometri più lontano, a piazza Enghelab. Voci di arresti. Non di
scontri per fortuna, almeno fino a tarda ora. Alla denuncia dei brogli con cui
Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza per altri
quattro anni, i dimostranti ieri aggiungevano la denuncia dell'avallo che a
quel risultato fraudolento è stato dato proprio ieri dal Consiglio dei guardiani
della rivoluzione. L'organismo, una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e
controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che
il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese.
Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era
stato addirittura tolto qualche voto. Ben pochi credevano in un riesame
imparziale, che verificasse soprattutto l'ipotesi che nelle urne sia stata
inserita una dose massiccia di schede prevotate. Non ci credevano i due
candidati dell'opposizione, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, che proprio
per questo hanno rinunciato ad inviare propri rappresentanti ad assistere ai
controlli. BBC IN LINGUA FARSI Sempre tesi i rapporti fra Teheran e Londra,
anche se cinque dei nove dipendenti iraniani dell'ambasciata britannica fermati
l'altro giorno, sono stati rilasciati. La polemica con l'Inghilterra si
alimenta anche di pretestuosi attacchi alle trasmissioni della Bbc in lingua
farsi. Ieri si è appreso che la televisione di Stato iraniana, prima delle
elezioni, aveva elaborato un documento in cui si segnalava la minaccia posta
dal nuovo canale satellitare «Bbc Persian Tv». Nel dossier si mettevano in
guardia le autorità verso il suo alto numero di utenti, da sei ad otto milioni
ogni giorno, vale a dire intorno ad un decimo della popolazione totale. Dati
raccolti dalla Bbc stessa indicano tre milioni di contatti quotidiani al sito
online, nei giorni successivi alle elezioni. La Bbc trasmette in farsi
dall'inizio dell'anno. Vi lavorano 140 giornalisti, perlopiù di origine
iraniana. Secondo uno di loro, Sina Motallebi, 36 anni, responsabile dei
servizi televisivi interattivi, l'Iran «ora è un Paese completamente diverso
per via dei nuovi media». Motallebi è stato brevemente in carcere nel 2003,
come autore di uno dei blog dell'opposizione più seguiti. Ed è proprio contro
questi nuovi media che il regime di è rivoltato, prendendo di mira oltre alla
Bbc anche Facebook e Twitter. La crisi nei rapporti fra la comunità
internazionale e la Repubblica islamica potrebbe avere sviluppi importanti. Ad
un giornalista che gli chiedeva se erano all'orizzonte sanzioni nei confronti
di Teheran, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha risposto di sì.
«L'Iran sarà il primo argomento che affronteremo al G8 -ha detto Berlusconi-.
Dalle recenti telefonate che ho avuto con i leader mondiali, credo che si andrà
in quella direzione», cioè le sanzioni. Il Consiglio dei guardiani della
rivoluzione riconta un decimo delle schede e conferma: regolare la vittoria di
Ahmadinejad. L'opposizione non ci crede. Nuove proteste in piazza a Teheran.
( da "Unita, L'" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
All'inizio
in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader
politici. Ma gradualmente il movimento sembra acquistare autonomia e procedere
con le sue gambe. A Teheran e in altre città i cittadini, giovani soprattutto,
scendono in piazza quasi ogni giorno. Nonostante il sabotaggio informativo del
potere, che cerca di bloccare le comunicazioni telefoniche ed online, e
requisisce persino le parabole satellitari sui tetti delle case, i gruppi
informali dell'opposizione si tengono in contatto e le manifestazioni si
susseguono. PIAZZE BLOCCATE Ieri il tam-tam della protesta aveva promosso una
catena umana lungo il viale alberato Vali Asr. La censura governativa impedisce
di sapere con certezza cosa sia accaduto, ma le notizie veicolate dai blogger
via Internet ieri sera confermavano che la manifestazione era in atto, anche se
i Basiji erano raccolti nei paraggi pronti a intervenire con l'abituale
violenza. Secondo alcune testimonianze la folla e gli agenti si sono
fronteggiati a lungo in piazza Vanak. Bloccati gli accessi a piazza Vali Asr e,
parecchi chilometri più lontano, a piazza Enghelab. Voci di arresti. Non di
scontri per fortuna, almeno fino a tarda ora. Alla denuncia dei brogli con cui
Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza per altri
quattro anni, i dimostranti ieri aggiungevano la denuncia dell'avallo che a
quel risultato fraudolento è stato dato proprio ieri dal Consiglio dei
guardiani della rivoluzione. L'organismo, una sorta di
Corte costituzionale composta
da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato
ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha
riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto
che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto. Ben pochi
credevano in un riesame imparziale, che verificasse soprattutto l'ipotesi che
nelle urne sia stata inserita una dose massiccia di schede prevotate. Non ci
credevano i due candidati dell'opposizione, Mir Hossein Mousavi e Mehdi
Karroubi, che proprio per questo hanno rinunciato ad inviare propri
rappresentanti ad assistere ai controlli. BBC IN LINGUA FARSI Sempre tesi i
rapporti fra Teheran e Londra, anche se cinque dei nove dipendenti iraniani
dell'ambasciata britannica fermati l'altro giorno, sono stati rilasciati. La
polemica con l'Inghilterra si alimenta anche di pretestuosi attacchi alle
trasmissioni della Bbc in lingua farsi. Ieri si è appreso che la televisione di
Stato iraniana, prima delle elezioni, aveva elaborato un documento in cui si
segnalava la minaccia posta dal nuovo canale satellitare «Bbc Persian Tv». Nel
dossier si mettevano in guardia le autorità verso il suo alto numero di utenti,
da sei ad otto milioni ogni giorno, vale a dire intorno ad un decimo della
popolazione totale. Dati raccolti dalla Bbc stessa indicano tre milioni di
contatti quotidiani al sito online, nei giorni successivi alle elezioni. La Bbc
trasmette in farsi dall'inizio dell'anno. Vi lavorano 140 giornalisti, perlopiù
di origine iraniana. Secondo uno di loro, Sina Motallebi, 36 anni, responsabile
dei servizi televisivi interattivi, l'Iran «ora è un Paese completamente
diverso per via dei nuovi media». Motallebi è stato brevemente in carcere nel
2003, come autore di uno dei blog dell'opposizione più seguiti. Ed è proprio
contro questi nuovi media che il regime di è rivoltato, prendendo di mira oltre
alla Bbc anche Facebook e Twitter. La crisi nei rapporti fra la comunità
internazionale e la Repubblica islamica potrebbe avere sviluppi importanti. Ad
un giornalista che gli chiedeva se erano all'orizzonte sanzioni nei confronti
di Teheran, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha risposto di sì.
«L'Iran sarà il primo argomento che affronteremo al G8 -ha detto Berlusconi-.
Dalle recenti telefonate che ho avuto con i leader mondiali, credo che si andrà
in quella direzione», cioè le sanzioni.
( da "Tempo, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa
L'attacco di Tonino Il solito Di Pietro critica il Presidente «Napolitano non
guardi il dito ma la luna. Se se la prende con noi che indichiamo con il nostro
dito la luna, sbaglia. Non vogliamo fare polemiche ma ci riferiamo a fatti». Lo
afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Idv che punta il dito sulla «cena a cui
hanno partecipato Berlusconi, un ministro della Giustizia e due giudici della
Consulta che dovranno decidere sul Lodo Alfano». «Il Capo dello Stato - dice -
dovrà riflettere sulla legittimità della Corte
Costituzionale se restano in carica questi due giudici». All'attacco anche il
leader di Rifondazione Paolo Ferrero. «Non reputo raccoglibile l'appello del
presidente della Repubblica a una tregua della polemica politica e di
informazione in coincidenza con il G8 dell'Aquila perchè il problema non è di
smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui
problemi del Paese, problemi che vengono regolarmente ignorati dalla politica».
Ferrero si dice dispiaciuto del fatto che «l'invito proviene dalla massima
carica dello Stato, per la quale nutro profondo rispetto».
( da "Sole 24 Ore, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-30 - pag: 19 autore:
Verso il summit. Il capo dello stato: comprendo le ragioni della politica ma
serve una tregua per un appuntamento delicato Napolitano: basta polemiche fino
al G-8 Lunga telefonata con Berlusconi che commenta: «Logico accogliere
l'invito» ROMA Una "tregua" nel continuo rincorrersi di polemiche,
gossip, vere o presunte rivelazioni giornalistiche, che sta avvelenando da
settimane il clima politico. La chiede il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano in una breve dichiarazione rilasciata a Capri, nel giorno del suo
ottantaquattresimo compleanno. Tregua resa necessaria dall'approssimarsi di un
appuntamento decisivo per l'immagine del nostro Paese: il G-
( da "Sole 24 Ore, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-30 - pag: 31 autore:
Comunitaria 2008. Contro le discriminazioni Test di parità europeo per il
diritto italiano Marina Castellaneta Un freno a ogni forma di discriminazione a
rovescio. Con l'obiettivo di assicurare l'applicazione del principio di
uguaglianza tra cittadini italiani e comunitari e bloccare situazioni più
vantaggiose per i cittadini Ue rispetto agli italiani. è ilrisultato
dell'inserimento dell'articolo 6 nella legge comunitaria 2008, approvata il 23
giugno, secondo il quale le norme italiane di recepimento degli atti comunitari
dovranno assicurare «la parità di trattamento dei cittadini italiani rispetto
ai cittadini degli altri Stati membri dell'Unione europea residenti o stabiliti
nel territorio nazionale», oltre a impedire, in ogni caso, «un trattamento
sfavorevole dei cittadini italiani». Questo vuol dire che le norme e le prassi
interne che hanno effetti discriminatori sui cittadini italiani dovranno essere
disapplicate direttamente dagli operatori giuridici. Con un consequenziale
ampliamento dei principi comunitari anche a situazioni meramente interne, prive
di effetti transfrontalieri e con effetti di ampia portata, ancora tutti da
calcolare.Anche perché l'articolo 6 introduce una modifica generale alla legge
11/2005, non limitata a singoli decreti legislativi come invece era accaduto
con la comunitaria 2004. Di conseguenza, il principio di parità di trattamento
sarà operativo, d'ora in poi, in tutti i casi di inserimento di disposizioni
comunitarie: dall'esercizio di un'attività professionale alla produzione di
merci, passando per le questioni legate allo status personale. Sul piano
dell'esercizio delle attività professionali potranno esserci ricadute sia sul
fronte dell'accesso alla professione perché i cittadini italiani non dovranno
trovarsi in una situazione meno favorevole rispetto ai colleghi di oltre
confine che si avvalgono del sistema di riconoscimento delle qualifiche, sia
sul fronte dell'esercizio stesso dell'attività. Con la possibilità che vengano
smantellati limiti territoriali all'esercizio di una professione disposti sul
piano interno o situazioni di incompatibilità tra l'iscrizione a un albo e lo
svolgimento di altre attività. Prendiamo il caso delle limi-tazioni territoriali
all'esercizio dell'attività stragiudiziale di recupero crediti: la Corte di
giustizia ha stabilito che le limitazioni previste nell'ordinamento italiano
costituiscono un ostacolo alla libera prestazione di servizi rendendo più
difficile l'accesso al mercato da parte di operatori stranieri (causa
C-134/05). Con l'operatività del divieto di discriminazione a rovescio il
limite disposto dal diritto interno viene meno anche per gli operatori
italiani, malgrado l'inapplicabilità del diritto comunitario a situazioni
interne. Come sottolineato dalla stessa Corte di giustizia che, in diverse
occasioni, ha spinto il freno ritenendo che il meccanismo di riconoscimento
delle qualifiche può operare solo in presenza di un effettivo elemento di
transnazionalità proprio per non eludere una più rigorosa normativa interna per
l'accesso alla professione (si veda la sentenza 29 gennaio 2009, causa
C-311/06). Uno scenario che cambia, almeno in Italia, con la nuova norma perché
è lo stesso legislatore nazionale ad aprire le porte ad un'applicazione più
ampia del diritto comunitario. In linea, d'altra parte, con la posizione della Corte costituzionale che, in diverse occasioni, ha affermato che una norma interna
che produce una discriminazione a rovescio è in contrasto con l'articolo 3
della Costituzione. Con la comunitaria il controllo passa di fatto ai giudici
di merito che dovranno verificare l'eventuale disparità di trattamento nei
confronti dei cittadini italiani rispetto ai comunitari residenti o stabiliti
sul territorio nazionale. Un principio che potrebbe avere effetti non del tutto
prevedibili. Per esempio, la Corte di giustizia ha stabilito il diritto di
mantenere il doppio cognome (materno e paterno) registrato nel Paese di
origine. Non è escluso che il divieto per i cittadini italiani di scegliere il
doppio cognome possa essere superato grazie alla nuova norma. © RIPRODUZIONE
RISERVATA LA FORZA DEL CONFRONTO Per i professionisti potrebbero venir meno i
limiti di esercizio territoriale o le situazioni di incompatibilità
( da "Manifesto, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
STOP DAL
COLLE Dal capo dello stato ombrello istituzionale al premier che all'estero
chiamano «clown» C'è il G8, Napolitano chiede tregua Ma il Cavaliere non si
trattiene: giornali bugiardi, l'opposizione è un cadavere Micaela Bongi È a
Capri per trascorrere una breve vacanza, e nel giorno del suo
ottantaquattresimo compleanno chiede un regalo davvero insolito: una «tregua
nelle polemiche» fino a quando non sarà celebrato il G8. Dal presidente della
repubblica Giorgio Napolitano non arriva il consueto invito a abbassare i toni.
Perché l'inquilino del Quirinale, senza parlare esplicitamente di Silvio
Berlusconi o del Bari-gate, si sbilancia affermando «io capisco le ragioni
dell'informazione e della politica»; allo stesso tempo chiede però
all'informazione e alla politica stesse una moratoria temporanea, «data la
delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale». E il capo dello
stato riferisce anche che, in preparazione del G8 e in vista della pomeridiana
conferenza stampa del premier, ha avuto con Silvio Berlusconi «una
conversazione un po' più ampia». Conversazione, spiegano sul Colle, relativa al
summit di luglio. Nulla di nuovo, si spiega ancora, per quanto riguarda
l'appello a interrompere le polemiche, ma solo una riproposizione dell'invito
alla «coesione» di fronte alla crisi e, appunto, in prossimità del vertice tra
i leader mondiali già spedito dal presidente in occasione delle celebrazioni
per il 2 giugno. Ma è sicuramente una novità l'altolà rivolto alla stampa (tra
l'altro oggetto degli strali quotidiani del Cavaliere), mentre nella stessa
maggioranza si temono nuovi, imminenti colpi di scena - foto compromettenti o
sviluppi dell'inchiesta barese o nuove indagini - e la stampa estera si
esercita largamente sul dopo-Silvio. Più che rasserenare, l'uscita del capo
dello stato sembra dunque certificare la difficoltà crescente del premier. Ma
per carità di patria, sembra dire Napolitano, bocce ferme fino al 10 luglio,
quando i grandi, e con loro i giornalisti di tutto il mondo, torneranno a casa.
L'invito del presidente della repubblica viene accolto con grande soddisfazione
dal Pdl. Soddisfatto anche il ministro dell'interno, il leghista Roberto
Maroni: «E' importante che in un'occasione come questa i toni siano giusti, e
la si sfrutti per far fare bella figura all'Italia». Mentre dal Pd si fa avanti
il capogruppo alla camera Antonello Soro, che definisce l'appello «molto
saggio» e «assolutamente giusto» cercando di spostare però l'attenzione su
Berlusconi, perché «forse inconsapevolmente è sempre stato lui a voler
determinare scontri con esternazioni e accuse continue». A bordo della nave
Fantasia ormeggiata nel golfo di Napoli, presentando il G8 il premier per
l'occasione sfodera un tono insolitamente pacato. Risponde senza insulti alle
domande dei giornalisti (anche di Repubblica) e incassa la sollecitazione di
Napolitano: «E' logico che il capo dello stato rivolga un invito del genere e
sarebbe logico che fosse accolto». Tutti gli altri sono avvisati, insomma, e
non si facciano illusioni perché, si lancia il Cavaliere, «il mio, e il nostro,
è il governo più stabile e sicuro di tutto l'occidente», per gli ottimi
rapporti, sottolinea, tra i leader della maggioranza, «e poi abbiamo appena vinto
le elezioni, la mia popolarità personale è al 62,3 per cento e infine il paese
è protagonista come nessun altro». Ma per Berlusconi la «tregua» dura poco.
Perché il presidente del consiglio non rinuncia a sostenere che il suo governo
è «fortissimo» anche perché è debole l'opposizione. Anzi, «il signor Pansa
questa mattina sui giornali ha definito l'opposizione un cadavere che cammina.
E non credo che sia di destra». Arrivato poi all'hotel Vesuvio, il premier
torna all'attacco dei media: «La Repubblica e altri giornali inventano le cose,
non credete alle loro invenzioni». Nel pomeriggio l'invito alla «tregua» era
stato respinto dal segretario di Rifondazione Paolo Ferrero («il problema non è
di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui
problemi del paese») e dal leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro. Che
rilancia: «Da tempo l'Idv ha chiesto di sfiduciare il governo Berlusconi. Prima
si fa, meglio è. In tutto il mondo ridono di noi, dobbiamo al più presto, anche
prima del G8, risolvere questo cancro politico che si chiama governo
Berlusconi». Poi, di fronte alle proteste per la sua risposta poco diplomatica,
l'ex pm scrive sul suo blog: «Posso accogliere l'appello del presidente della
repubblica a patto che voglia pronunciarsi su un fatto: la vergognosa cena di
maggio tra sei uomini delle istituzioni in conflitto di interessi». La cena a casa del giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella, presenti anche un altro giudice costituzionale, Paolo Napolitano, nonché
Silvio Berlusconi, Gianni Letta, il guardasigilli Angelino Alfano e Carlo
Vizzini. E la Consulta, ricorda Di Pietro, il 6 ottobre si pronuncerà sulla
costituzionalità del Lodo Alfano.
( da "Manifesto, Il" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
POLITICA
O QUASI Che male c'è, il nuovo inno nazionale Ida Dominijanni Il presidente
della Repubblica Napolitano perdonerà se, nel mio piccolissimo, non osservo
nessuna tregua e continuo a parlare del presidente del consiglio e dei vari
scandali che lo riguardano, nessuno dei quali si autosospenderà da qui al G8, e
se verrà tacitato in Italia non lo sarà all'estero. Scandali vari, e tanto per
variare non comincio con veline, mogli e escort ma con la cena fra Berlusconi,
Gianni Letta, il guardasigilli Alfano, il presidente della
commissione affari costituzionali del senato Vizzini e due giudici della corte costituzionale, organizzata a maggio a casa di uno di questi ultimi e di cui ha
dato notizia L'Espresso pochi giorni fa. Della circostanza, una costituzionalista
eccellente e saggia come Lorenza Carlassarre (un'altra donna!) ha detto
che è da giudicare «di una gravità inaudita», in sé e per sé e in quanto getta
un'ombra di sfiducia sul massimo organo di garanzia della nostra democrazia, a
poche settimane dalla pronuncia della consulta sul lodo Alfano. Il padrone di
casa invece, Luigi Mazzella, ha reagito con un candido «Che male c'è? a casa
mia invito chi mi pare». Tale e quale la reazione di Berlusconi alla scoperta
delle feste di palazzo Grazioli: «Che male c'è? a casa mia invito chi mi pare,
e non chiederò mai a nessuno di spegnere il telefonino perché in quello che
faccio non c'è nulla da nascondere». Tale e quale altre reazioni, di tutti i
difensori del premier nei talk show o nei «suoi» giornali. «Che male c'è» è
diventato una sorta di inno nazionale. Chi non lo intona è un moralista, il
peggiore epiteto che ci si possa beccare di questi tempi. E infatti, chi non lo
intona non lo contesta: al massimo tace. E dunque, acconsente. Allora, che male
c'è? Pare diventato insostenibile dire che qualcosa di male c'è eccome, in
questa privatizzazione totale della vita pubblica, che va dalle cene fra
controllori (i giudici costituzionali) e controllati (il presidente del
consiglio e i suoi legislatori) ai festini nella residenza privata del premier
resa pubblica dal tricolore che ci sventola sopra, oltre che dagli innumerevoli
incontri a pieno titolo politici che il suo inquilino vi convoca. Pare
diventato insostenibile che qualcosa di male c'è, in un sistema di scambio
sesso-potere-danaro praticato e legittimato dai vertici del sistema politico.
Senza insistere su cose che abbiamo detto e ripetuto in queste settimane,
parrebbero urgenti altre domande di più lungo raggio, che non riguardano
Berlusconi ma la società italiana: che cosa ha reso così obsoleti e
insostenibili alcuni criteri di comportamento che fino a un paio di decenni fa
sarebbero stati scontati? Due cambiamenti risultano e risaltano dai cosiddetti
«scandali» di queste settimane, tutti e due sedimentazioni delle rotture
innescate - o interpretate - dal berlusconismo. Uno è la completa perdita
d'aura della politica e dell'uomo politico: né l'una né l'altro hanno più nulla
di sacrale, ma questa loro estrema secolarizzazione, che dovrebbe renderceli
più prossimi, per paradosso invece aumenta la distanza dalla politica, come
dice a chiare lettere l'astensionismo. L'identificazione col leader ha
distrutto la rappresentanza, l'immediatezza della politica mediatica ha rotto
tutti i codici della mediazione, anche quelli che dovrebbero regolare gli
inviti a cena o a corte. Eccesso di immaginario,
difetto di simbolico: qualcosa di male c'è. Il secondo cambiamento è la perdita
di orientamento nei comportamenti - l'etica sarebbe questo, una bussola nei
comportamenti - che si accompagna allo sbandieramento della cosiddetta libertà.
Anche qua c'è un paradosso, perché nulla orienta di più della libertà, quando
questa parola ha il senso che la tradizione politica ci tramanda. Ma il
berlusconismo è passato precisamente su uno stravolgimento di senso di questa
parola, che adesso significa semplicemente fare, e comprare, qualsiasi cosa,
senza costi aggiuntivi in termini di giudizio o di credibilità. E dunque, che
male c'è se il premier fa sesso a pagamento promettendo di sdebitarsi (senza
per giunta mantenere) con le licenze edilizie e le candidature? Qualcosa di
male c'è, e la libertà non c'entra niente: si chiama mercato (sessuale).
Moralismo? Così dicono tutti quelli che fino a due mesi fa elargivano criteri
morali a chili, sulla vita sulla malattia e sulla morte, sull'aborto e
sull'embrione, nonché, ironia della sorte, sulla prostituzione. Ma a me
continua a sembrare più scandaloso il silenzio di chi per non sembrare
moralista non dice nulla di nulla. Lo sport preferito della cosiddetta
opposizione è stato per due mesi tacere, sfogliando la margherita fra affare
pubblico e fatti privati. Adesso che la slavina è diventata valanga, qualcuno
comincia a parlare, ma solo per dire che se Berlusconi traballa non è per via
delle veline o della moglie o delle escort, bensì per la sua risposta
inadeguata alla crisi economica. Su quali specchi ci si arrampica pur di
disconoscere e rendere irrilevanti parole e atti femminili. Salvo incassarne
parassitariamente i risultati, senza aver mosso un'unghia e senza aver espresso
un giudizio.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Parlamento tedesco ha approvato lo scorso anno il trattato ma il presidente
Horst Koehler (Cdu) non lo ha ancora firmato, in attesa appunto della decisione
della Corte costituzionale. Il giudice di Karlsruhe
Andreas Vosskuhle ha dichiarato che la Costituzione tedesca "dice di sì al
Trattato di Lisbona, ma invita a un rafforzamento a livello nazionale delle
responsabilità parlamentari per l'integrazione". Il processo di ratifica
del Trattato di Lisbona quindi viene sospeso fino all'approvazione di una
normativa che garantisca le prerogative del parlamento tedesco. "Gli
strumenti di ratifica (la firma del presidente, ndr.) non possono procedere fin
quando non entreranno in vigore gli strumenti necessari ad assicurare i diritti
di partecipazione parlamentare", ha spiegato la Corte costituzionale. La Corte si è detta
"fiduciosa" che il "parlamento tedesco superi rapidamente
quest'ultimo ostacolo" alla ratifica del Trattato. Ai giudici
costituzionali si erano rivolti parlamentari tedeschi di diversi fronti
politici: un deputato conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo
di deputati della sinistra radicale (Linke). Questi sostenevano che il
trattato minasse la sovranità del parlamento tedesco e fosse contrario al
principio democratico. "Il trattato di Lisbona non soddisfa gli imperativi
della democrazia e dello stato sociale previsti dalla nostra
costituzione", scriveva la Linke. Il trattato di Lisbona potrà entrare in
vigore solo se ratificato da tutti i 27 paesi membri dell'Ue. Oltre alla
Germania, mancano ancora il sì dell'Irlanda (dove si dovrà svolgere un nuovo
referendum) e le ratifiche da parte della Polonia e della Repubblica ceca.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Per la Corte costituzionale tedesca
il Trattato di Lisbona è conforme alla Legge fondamentale (Grundgesetz), ma la
ratifica da parte del presidente Horst Koehler sarà sospesa, fin tanto che il
Parlamento non varerà una legge che rafforzi le prerogative e la
corresponsabilità dell'organo legislativo tedesco di fronte all'integrazione
europea. (segue)
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
E' attesa per oggi una sentenza decisiva della Corte costituzionale tedesca che deve
pronunciarsi sulla conformità del Trattato di Lisbona alla Grundgesetz (la
costituzione tedesca). Un eventuale stop alla ratifica rappresenterebbe una
grave sconfitta per il cancelliere Angela Merkel, che ha speso tutto il suo
peso politico in favore dell'adozione del Trattato. Il testo è stato già
approvato dalle due camere del parlamento tedesco, ma il presidente della
Repubblica, Horst Koehler non ha ancora apposto la sua firma di ratifica, in
attesa delle decisione della Corte di Karlsruhe. Ai giudici costituzionali si
sono rivolti alcuni parlamentari di diversi fronti politici: un deputato
conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo di deputati della
sinistra radicale (Linke). Questi sostengono che il trattato mini la sovranità
del parlamento tedesco e sia contrario al principio democratico. "Il
trattato di Lisbona non soddisfa gli imperativi della democrazia e dello stato
sociale previsti dalla nostra costituzione", scrive la LInke. Il trattato
di Lisbona potrà entrare in vigore solo se ratificato da tutti i 27 paesi
membri dell'Ue. Mancano ancora il sì dell'Irlanda (dove si dovrà svolgere un
nuovo referendum) e le ratifiche da parte della Polonia e della Repubblica
ceca.
( da "Repubblica.it" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
BERLINO
- Duro colpo al processo di ratifica del trattato europeo di Lisbona, e quindi
al processo d'integrazione e approfondimento dell'Unione europea, da parte della Corte costituzionale tedesca. La Consulta federale, riunitasi nella sua sede di
Karlsruhe, ha infatti deliberato che il trattato di Lisbona è sì, nell'insieme,
compatibile con il Grundgesetz, cioè la costituzione tedesca. Ma che in alcuni
suoi articoli è contemplabile il pericolo che vengano lese sovranità e
competenze del Bundestag, il parlamento federale tedesco. Occorre quindi
che il Bundestag stesso vari una legge nazionale per difendere i suoi poteri e
garantire che la sua competenza non venga erosa in futuro dalle autorità
europee. Solo allora, dicono in sostanza i giudici supremi, la ratifica del
Trattato di Lisbona da parte della Repubblica federale sarà compatibile con la
Costituzione federale stessa, e quindi possibile. Slitta dunque l'atto finale
di ratifica del Trattato da parte della Germania, cioè la firma del Trattato da
parte del capo dello Stato federale, Horst Koehler, di obbedienza Cdu, vicino
cioè al partito della cancelliera Angela Merkel. Il Trattato infatti era stato
già ratificato ad ampia maggioranza dal Bundestag, mancava solo la firma del
presidente Koehler. Ma i dettami costituzionali hanno imposto a Koehler, egli
stesso un convinto europeista come la cancelliera, la Cdu e la sua alleata di
governo Spd del vicecancelliere e ministro degli esteri, Frank Walter
Steinmeier, di attendere il verdetto della Corte. E'stata una pattuglia di
testardi deputati euroscettici del centrodestra a sporgere ricorso contro il
Trattato di Lisbona presso la Consulta, definendolo appunto in contrasto con le
prerogative di sovranità del Parlamento definite dalla Costituzione federale.
Capofila dell'iniziativa è stato Peter Gauweiler, l'ideologo
nazionalconservatore della Csu, cioè il partito fratello bavarese della Cdu di
Angela Merkel. La Csu si conferma quindi un alleato scomodo per la cancelliera,
che incassa questa sconfitta proprio sulla politica europea, che le sta tanto a
cuore, a tre mesi dalle elezioni federali del prossimo 27 settembre. Tra gli
euroscettici c'è anche il figlio del conte von Stauffenberg, cioè l'ufficiale
della Wehrmacht che divenne un eroe nazionale tentando con la congiura del 20
luglio 1944 di uccidere Hitler e negoziare la pace con gli alleati. L'attentato
fallì, tutti i congiurati furono assassinati dalla Gestapo e dalle Ss. Adesso
il governo e la maggioranza (Grosse Koalition tra la CduCsu e la Spd) conta
comunque di varare entro settembre la legge necessaria a sbloccare il processo
di ratifica. OAS_RICH('Middle'); Lo stop tedesco incoraggia comunque gli
euroscettici in tutto il resto della Ue, e questo è un brutto imbarazzo per
Berlino. Gli euroscettici sono particolarmente attivi tra gli altri paesi nella
Repubblica cèca dove il presidente Vaclav Klaus si oppone all'integrazione Ue e
non ha ancora firmato il Trattato, e in Irlanda dove deve tenersi un secondo
referendum sull'Europa. Ieri un sondaggio diceva che almeno 74 tedeschi su
cento vorrebbero anche in Germania un referendum per il sì o il no al Trattato
di Lisbona. (30 giugno 2009
( da "Wall Street Italia"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Trattato
di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo
ratificare" -->La Corte costituzionale chiede
un provvedimento ad hoc del Parlamento "Si rischia di ledere la sovranità
e le competenze del Bundestag" Trattato di Lisbona, la Germania frena
"Serve una legge per poterlo ratificare" dal nostro corrispondente
ANDREA TARQUINI (12:46 30/06/2009)
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, è "sicuro"
che la sentenza della Consulta tedesca sul Trattato di Lisbona permetterà di
concludere in tempi rapidi il processo di ratifica in Germania. "Sono contento della sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha
confermato che il Trattato di Lisbona è conforme alla Costituzione tedesca.
Sono sicuro che con questa sentenza la Corte costituzionale ha aperto la strada ad una conclusione rapida della
ratifica", ha affermato Barroso in una dichiarazione letta dalla portavoce
Pia Ahrenkilde-Hansen. La Corte tedesca, in realtà, pur confermando la
legittimità costituzionale del nuovo Trattato Ue, ha
bloccato il processo di ratifica fino a quando il Parlamento non avrà approvato
una legge che rafforzi le prerogative e la corresponsabilità dell'organo legislativo
tedesco di fronte all'integrazione europea. Barroso ha citato le dichiarazioni
arrivate da Berlino, secondo cui la nuova legge potrebbe essere approvata l'8
settembre, e ha sottolineato che il Trattato di Lisbona rafforzerà la
democrazia aumentando i poteri del Parlamento europeo e di quelli nazionali.
"Sono sicuro - ha concluso il presidente dell'esecutivo Ue - che
riusciremo a concludere il processo di ratifica del Trattato di Lisbona in
tutti i Paesi entro l'autunno". Oltre alla firma del presidente tedesco
Horst Koehler, mancano quelle dei suoi omologhi di Polonia e Repubblica ceca,
ovvero Lech Kaczynski e Vaclav Klaus. In Irlanda, infine, è previsto un nuovo
referendum in autunno, dopo quello del giugno dell'anno scorso in cui aveva
vinto il 'no'.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Dursun
Cicek, l'ufficiale delle forze di mare turche protagonista dello scoop del
quotidiano Taraf syu un presunto tentativo di golpe, è in tribunale a Istanbul
per testimoniare anche sul caso Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver
lavorato per sovvertire lo stato turco per almeno 20 anni e della quale
potrebbe fare parte. Il colonnello sarà ascoltato a Zekerya Oz, che si occupa
del fascicolo di Ergenekon, insieme con altri 7 ufficiali. La Cnnturk riferisce
che per motivi di sicurezza le strade attorno al tribunale di Besiktas a
Istanbul sono state bloccate. Cicek è in qualche modo un supertestimone, perché
al centro di quello che potrebbe essere il più grande complotto contro il
governo Erdogan mai organizzato finora. Il condizionale è quando mai d'obbligo
perché sulla faccenda è guerra aperta fra esecutivo islamico-moderato ed
establishment militare nato inseguito al presunto scoop del quotidiano Taraf
due settimane fa, quando ha pubblicato una serie di documenti secondo cui una
parte delle forze armate stava preparando un "Action Plan for Reactionary
Prevention", che in parole povere significa un piano volto a rovesciare
l'esecutivo islamico-moderato al potere, con cui, come noto, le Forze Armate
vanno poco d'accordo. Obiettivo del golpe doveva essere anche il movimento
"Nur", fondato da Fetullah Gulen, noto pensatore islamico in auto
esilio negli Stati Uniti e anche lui poco gradito all'establishment militare e
accusato dai più, guarda caso, di essere proprio l'editore occulto di Taraf. Secondo
il quotidiano a tirare le fila del progetto c'era proprio, Dursun Cicek, che
avrebbe firmato tutta la documentazione, anche se sull'autenticità della firma
ci sono molti dubbi. La tensione nel Paese è presto salita alle stelle. I
militari hanno annunciato subito un'inchiesta interna. Settimana scorsa il
premier Erdogan e il Capo di Stato maggiore Basbug si sono incontrati una prima
volta. Venerdì, in una conferenza stampa ufficiale, un secco generale Basbug ha
detto che le indagini compiute dalla magistratura militare non hanno visto
emergere elementi di attendibilità e che quindi il presunto scoop sarebbe
totalmente privo di fondamento. Basbug ha anche polemicamente aggiunto che si
trattava di un piano per distruggere la credibilità delle forze armate. La
reazione dell'esecutivo non si è fatta attendere e mentre il premier Erdogan da
Bruxelles ha detto che l'inchiesta andrà avanti anche per via civile, in serata
il parlamento ha approvato in tempo lampo una legge che permette alla
magistratura civile di giudicare anche I militari. Insorta anche l'opposizione.
Il Chp, il partito repubblicano del popolo, tradizionalmente vicino alle forze
armate ha deciso che sottoporrà la legge alla Corte
Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo
scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge
madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon,
l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni
e che sarebbe composta anche da numerosi militari. Ma a rendere i
rapporti ancora più tesi c'è la bozza della nuova costituzione, che dovrebbe
togliere poteri all'esercito, e soprattutto l'ipotesi di mettere sotto processo
gli esecutori del colpo di Stato del 1980, il più duro dei tre che hanno
colpito la Turchia. Un'onta che i militari turchi non potrebbero mai accettare.
È ancora incerto se i protagonisti dello scoop di Taraf finiranno o meno
davanti ai giudici civili. Intanto però la magistratura turca che si occupa
dell'inchiesta su Ergenekon, i cui imputati sono accusati di terrorismo e
tentato golpe, ha ordinato a Cicek di presentarsi in aula per testimoniare
nell'ambito di quest'altro processo.
( da "Trend-online" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
BP
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dipendenze. Lofferta commerciale è
proseguita intensa con il valido sostegno delle partecipate Arca SGR, Arca Vita e Arca
Assicurazioni. Un accordo di collaborazione con la succursale italiana di Ing
Direct N.V. ha ampliato la linea di prodotti nellimportante
settore dei mutui riservati alle famiglie. In chiusura della lettera il presidente
ricorda l'intensa attività culturale della banca: conferenze di personalità di
spicco quali Ferruccio de Bortoli - direttore responsabile de Il Sole 24 Ore e
ora del Corriere della Sera -, Livia Pomodoro - presidente del Tribunale di Milano
-, Cesare Mirabelli - presidente emerito della Corte Costituzionale -. Infine,
in occasione dellincontro con Claudio Magris,
insigne scrittore e germanista, è stata allestita presso la biblioteca
aziendale Luigi Credaro una mostra fotografica di Danilo De Marco in onore
del suo 70° compleanno. A Magris, il Notiziario della banca ha dedicato nel
numero di aprile un ampio servizio. La lettera si chiude con la riaffermazione
dell'importanza del capitale umano, collaboratori creativi e autonomi su cui la
banca può contare e su cui possono fare affidamento tutti i clienti.
( da "Repubblica.it" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
AMSTERDAM
- Li chiamano "crossing borders" perché in effetti non è che si
allontanino molto dai loro paesi. Tutti, però, hanno una cosa in comune: pur di
avere un figlio sfuggono alle legislazioni di casa propria riparando in altre
nazioni dove la legge è più permissiva ed è consentito ricorrere - è il caso
più frequente - a donazioni di ovociti o spermatozoi. Il fenomeno del turismo
procreativo, insomma, non è solo italiano e i dati presentati al
venticinquesimo congresso dell'ESHRE, la Società europea di Riproduzione umana
ed Embriologia, in corso ad Amsterdam, ne sono la prova. "C'è una
considerevole migrazione di pazienti entro i confini europei - spiega Francoise
Shenfield, dell'University College Hospital di Londra, coordinatore di uno
studio effettuato su cliniche di sei paesi europei, Belgio, Repubblica Ceca,
Danimarca, Slovenia, Spagna e Svizzera - una cifra stimata da almeno ventimila
a venticinquemila trattamenti. Difficile dire quanti pazienti, perché ogni paziente
può ricorrere a più di un trattamento prima di riuscire ad ottenere una
gravidanza". Almeno due terzi dei pazienti individuati dallo studio
proviene da quattro paesi, il numero maggiore arriva dall'Italia (31,8 per
cento), seguono Germania (14,4), Paesi Bassi (12,1) e Francia (8,7). Le ragioni
principali per andare all'estero sono per tutti quelle di sfuggire alle leggi
di casa propria: è questo il motivo per l'80,6 per cento dei tedeschi, il 71,6
dei norvegesi, il 70,6 degli italiani e il 64,5 dei francesi. Ma molti
ritengono anche di poter ricevere all'estero cure migliori. Gioca un ruolo
anche l'età delle donne: a fronte di un'età media di 37,5 anni, in Germania e
Gran Bretagna l'età è superiore ai 40 anni (addirittura ha più di 40 anni il
63,5 per cento delle inglesi). Quanto allo stato civile, cambia molto a seconda
dei paesi di provenienza e mentre le italiane che ricorrono alla fecondazione
assistita sono quasi tutte sposate (82%), la media europea è di 69, con un
43,4% di svedesi single e un 50% di francesi conviventi. OAS_RICH('Middle'); Ma
che cosa vanno a cercare queste coppie all'estero? La stragrande maggioranza,
il 73%, cerca trattamenti di riproduzione assistita (Fivet e Icsi, tecniche di
secondo livello), il 22 per l'inseminazione intrauterina, il 4,9 entrambe.
"Il 60% circa delle coppie italiane - spiega Anna Pia Ferraretti, membro
della task force di ESHRE che studia su scala europea il fenomeno della
migrazione riproduttiva - è andata all'estero per donazione di seme, di ovociti
e, in minore misura, per la diagnosi genetica pre-impianto. Ma circa il 40%
delle coppie è andata via dall'Italia per eseguire trattamenti leciti da noi,
ma che credono più efficaci in paesi dove esiste una legge più liberale. In
quasi il 50% dei casi, entrambi i partner della coppia erano laureati, a
conferma del fatto che la necessità di emigrare crea una discriminazione a
livello culturale-economico". Alcuni paesi europei poi si sono, per così
dire, specializzati: e così si va in Spagna e nella Repubblica Ceca per la
donazione di ovociti, le svedesi vanno in Danimarca per le inseminazioni e le
francesi, soprattutto le coppie lesbiche, in Belgio, anche loro per le
inseminazioni. Sono aumentate così tanto le donne che vanno in Belgio chiedendo
spermatozoi, che nelle banche del seme belghe comincia ad esserci scarsità di
deposito. Per quanto riguarda l'Italia, a parte le coppie che comunque
continueranno ad andare all'estero per le donazioni di gameti, la situazione
sta cambiando, dopo la sentenza della Corte Costituzionale
che ha modificato di fatto alcune parti della legge 40. "Già adesso c'è
una inversione di tendenza - precisa Andrea Borini, presidente
dell'Osservatorio Turismo Procreativo - ma la situazione in Italia è ancora
poco chiara, ambigua, e molti centri si mantengono sulla difensiva perché
temono difficoltà". Eppure la legge è chiara. "La sentenza
della Corte Costituzionale - precisa Filomena Gallo, avvocato e presidente
dell'associazione di pazienti Amica Cicogna, ad Amsterdam per la nascita di
Fertility Europe, associazione europea di pazienti - ha di fatto determinato
una nuova applicazione della legge e dunque l'esodo di pazienti dovrebbe subire
un brusco arresto. Le coppie possono inseminare più di tre embrioni e possono
congelare quelli in più se c'è un rischio per la salute della donna. Inoltre è
il medico a decidere caso per caso quali tecniche applicare alla sua
paziente". Viaggi della fertilità a parte, all'ESHRE sono stati presentati
alcuni studi che probabilmente cambieranno il futuro prossimo della pratica
medica: oggi, in particolare, è stato il giorno del Karyomapping, un nuovo test
in grado di poter individuare negli embrioni anomalie genetiche, come la
fibrosi cistica, e cromosomiche, sia a livello numerico (aneuplodie) che
strutturale. Messo a punto da ricercatori inglesi e statunitensi, il test, più
rapido di quelli attualmente utilizzati e in futuro anche più economico, dà
risultati completi in 3 giorni ma - secondo Gary Harton, direttore scientifico
del Genetics & IVF Institute a Fairfax, in Virginia, che lo presentato - i
tempi potrebbero contrarsi fino a 18-24 ore. L'obiettivo è arrivare all'uso di
Karyomapping in un trial clinico già quest'anno. E poi, se dimostra di
funzionare sui grandi numeri, arriverà anche nei laboratori, dove si incrociano
scienza e speranze. (30 giugno 2009
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
"Vedo la decisione odierna della Corte costituzionale
tedesca come un importante e positivo passo verso la ratifica del trattato di
Lisbona e verso stabilità istituzionale dell'Unione europea". Lo afferma
in una dichiarazione il presidente di turno del Consiglio Ue, il ceco Jan
Fischer. "La dichiarazione della Corte costituzionale
tedesca che il Trattato di Lisbona in quanto tale non è in contrasto con la
Costituzione tedesca può essere considerata di fondamentale importanza",
aggiunge il premier. Secondo Fischer "il rafforzamento dei poteri del
Parlamento tedesco con una legge di accompagnamento, come stabilito dalla Corte
costituzionale tedesca come condizione per la
completamento di ratifica in Germania, richiede una normativa nazionale che
disciplinerà il funzionamento del potere esecutivo e legislativo sotto il
trattato di Lisbona".
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Daniel Cohn-Bendit, ha salutato con
favore oggi, con una nota da Bruxelles, il verdetto della Consulta di Karlsruhe
sulla conformità con la Costituzione tedesca del nuovo Trattato Ue di Lisbona.
"I verdi al Parlamento europeo salutano il giudizio
della Corte costituzionale
federale di Karlsruhe, che ha respinto il ricorso contro il Trattato di
Lisbona", afferma Cohn-Bendit nella nota, sottolineando che il ricorso era
stato presentato "da diversi parlamentari del Bundestag che volevano
bloccare il processo di ratifica di questo trattato". Ora, osserva
il capogruppo dei Verdi europei, "la strada per l'entrata in vigore del
Trattato di Lisbona è libera. Questa è un'altra buona giornata per la
democrazia, per i diritti dei cittadini e per l'Ue, dopo il voto del Senato
ceco (ultima istituzione rappresentativa ad aver approvato il nuovo trattato,
ndr). Ci aspettiamo che il Bundestag modifichi, prima delle elezioni di
settembre, la legge complementare tedesca che è stata dichiarata incostituzionale della Corte di Karlsruhe". Il Trattato
di Lisbona, ricorda Cohn-Bendit, "crea più basi giuridiche per ottenere
più democrazia, giustizia sociale e responsabilità ambientale nell'Ue. Nei
prossimi cinque anni, gli ecologisti si batteranno in seno al Parlamento
europeo per ottenere le maggioranze politiche necessarie per conseguirle".
Il verdetto di Karlsruhe, conclude il capogruppo dei Verdi, "è un segnale
positivo lanciato ai cittadini irlandesi prima del voto del referendum previsto
per il prossimo autunno".
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Fanno
tutti buon viso a cattivo gioco, e vogliono mostrarsi preparati all'emergenza.
In Germania come a Bruxelles le autorità nazionali e
comunitarie certamente non sono sorprese della sentenza della Corte
Costituzionale tedesca, che ha oggi stabilito che il Trattato di Lisbona, già
ratificato dal Parlamento, è compatibile con il diritto, ma necessita di una
nuova legge che ne accompagni la ratifica dove si rafforzano e si chiariscono i
poteri del Parlamento nazionale nei confronti della Ue. "Per
riassumere, si potrebbe dire: la Costituzione dice sì al trattato di Lisbona,
ma richiede un rafforzamento della responsabilità nazionale del Parlamento in
termini di integrazione", ha dichiarato il Vice-Presidente della Corte costituzionale, Andreas Vosskuhle. Dopo che questa
"leggina" sarà stata fatta, il presidente della Repubblica, Horst
Köhle potrà promulgare la legge approvata dal Bundestag e del Bundesrat. In
Parlamento la maggioranza a favore del Trattato è solida, e al momento sembra
che tutto sia già stato organizzato per un iter estremamente rapido per questa
nuova legge. Nonostante le imminenti elezioni politiche del 27 settembre, il
portavoce del gruppo dell'Spd al Buntestag ha spiegato che è già stata prevista
una seduta straordinaria il 26 agosto per discutere la bozza di legge, con
l'obiettivo di arrivare ad una approvazione l'8 settembre. Se così sarà si
passeranno solo alcune settimane con qualche preoccupazione, ma la cosa non
dovrebbe influire sui tempi complessivi del processo di ratifica in corso,
poichè la Germania perfezionerebbe tutto circa un mese prima del previsto
secondo referendum irlandese, in calendario per l'inizio di ottobre. Il
Cancelliere Angela Merkel e il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier,
hanno espresso oggi il loro ottimismo. Merkel è "felice", che i
giudici abbiano, in sostanza, approvato il trattato. "È un buon giorno per
il trattato di Lisbona", ha detto ai giornalisti. Steinmeier ha
sottolineato che la decisione della Corte ha confermato che "il Trattato è
coerente con la Costituzione", ed ha aggiunto di essere "fiducioso
che la ratifica ci sarà quest'anno". Anche il presidente della Commissione
europea, Jose Manuel Barroso, si è mostrato oggi ottimista: "Sono sicuro -
ha detto oggi in una dichiarazione - che riusciremo a concludere il processo di
ratifica del Trattato di Lisbona in tutti i Paesi entro l'autunno".
"Il referendum irlandese non si svolgerà in ogni caso prima del mese di
ottobre, c'è abbastanza tempo", ha detto un esperto giuridico, Joachim
Fritz-Vannahme, della Fondazione Bertelsmann. La Corte costituzionale
era stata adita da parlamentari della destra e della sinistra, e la sentenza do
oggi afferma che, a causa di un "deficit strutturale di democrazia"
nell'Unione Europea, i diritti di co-decisione del Parlamento tedesco devono
essere chiaramente sanciti nella legislazione per "garantire l'efficacia
del voto" dei cittadini tedeschi e "garantire" che l'Unione
Europea "non superi i poteri sono stati concessi". Ad oggi, 23 paesi
hanno ratificato il Trattato di Lisbona. Oltre alla Germania, mancano
l'Irlanda, che dovrà tenere un secondo referendum dopo il "no" del
giugno 2008, la Repubblica Ceca e la Polonia, in cui presidenti devono ancora
promulgare l'atto parlamentare e che lo faranno, a giudicare dalle loro
dichiarazioni, solo dopo l'atteso "sì" irlandese.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
partito basco indipendentista è considerato braccio politico dei terroristi
dell'Eta anche dai giudici europei - Il Tribunale europeo dei diritti umani,
con sede a Strasburgo (Francia), ha rigettato all'unanimità il ricorso
presentato contro la messa al bando del movimento basco indipendentista
Batasuna, divenuto illegale con una sentenza del2003 dettata dai giudici
spagnoli. Il Tribunale ha
respinto il ricorso proposto da Batasuna contro la messa al bando deliberata
dalla Corte Suprema spagnola nel
( da "Repubblica.it" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA -
Un appello a Napolitano perché intervenga sul caso dei giudici della Consulta a
cena con Berlusconi e Alfano. Lo ha rivolto Antonio Di Pietro durante il
videoforum a Repubblica Tv. Per un'ora il leader dell'Italia dei Valori ha risposto
alle domande degli ascoltatori su tutti i temi principali della politica. IL
VIDEOFORUM Lodo Alfano. "Presidente, le sembra normale che il premier e
Alfano vadano a cena con due giudici della Corte
Costituzionale?". Così si è rivolto Di Pietro a Napolitano, chiedendo un
suo messaggio alla Consulta. "E' chiaro che un messaggio del capo dello
Stato metterebbe con le spalle al muro anche questi giudici. Tecnicamente -
aggiunge Di Pietro - un intervento del presidente Napolitano per rimuovere questi
due giudici non è previsto da alcuna norma. Il problema però è di
'gentlemen's agreement' e di bon ton istituzionale". Di Pietro ribadisce
comunque la richiesta di dimissioni di due giudici della Corte Costituzione,
Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, per aver partecipato nei giorni scorsi
a una cena "riservatissima e privatissima" con il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro della Giustizia Angelino Alfano.
"E' come se il pm o il giudice invitasse il suo imputato a cena per
parlare del più o del meno - dice Di Pietro - Dal ministro della Giustizia
vogliamo sapere di cosa si è parlato quella sera perché ciò che è accaduto non
ha senso in un Paese normale. Ed è un fatto gravissimo che non può essere
taciuto in nome del G8. OAS_RICH('Middle'); Non c'entra nulla con il guardare
attraverso il 'buco della serratura'. L'apparenza li ha dequalificati e
declassati, per questo insistiamo per le loro dimissioni" o "comunque
la non partecipazione a quella udienza che riguarda Berlusconi perché ormai è
inquinata". Di Pietro attacca poi il Pd: "E' una battaglia in
solitario che solo noi dell'Idv facciamo - dice - perché anche parte
dell'opposizione fa finta di non vedere". Intercettazioni Anche a
proposito della legge che limita le intercettazioni, Di Pietro si rivolge al
Presidente della Repubblica: "Noi più che attaccare Napolitano, adesso e
tutti i giorni, gli chiederemo di non firmare la legge sulle intercettazioni. A
chi la devo tirare la giacchetta? Il presidente della Repubblica è l'unico che
può bloccare questa degenerazione dell'utilizzo del Parlamento per interesse
privato. Non è che per rispetto non si possono dire le cose che non si
condividono. Siamo andati dal Capo dello Stato per esprimergli la nostra
contrarietà e preoccupazione sull'immoralità di una legge come quella sulle
intercettazioni - spiega Di Pietro - Ci auguriamo che respinga alle Camere
questo provvedimento, glielo abbiamo chiesto con tutto il cuore". Di
Pietro ricorda che l'Idv "in ogni caso allestirà dei gazebo dove
raccoglieremo le firme per un referendum sulle intercettazioni, un referendum
sulla libertà di informazione e sul dovere di investigare da parte dei
magistrati. Il referendum - conclude - è l'unica arma che abbiamo. Abbiamo solo
due mezzi contro questo regime: o usiamo la mazza come si fece per la presa
della Bastiglia, ma non possiamo e non lo dobbiamo fare, o c'è il
referendum". Caso Berlusconi. "Noi siamo contro il gossip - dice Di
Pietro - ma le cose che sono uscite in queste settimane su Berlusconi non sono
affatto gossip, ma fatti gravi, che riguardano omissioni, falsità e abusi. Ad
esempio, usare aerei militari con top gun usati come maggiordomi per veline e
menestrelli, è uso privato di cose pubbliche. Ma tutta la politica di
Berlusconi è fondata su motivi giudiziari e personali. E' la grande truffa agli
italiani: promette che con lui al governo staranno meglio, ma alla fine chi sta
meglio sono solo lui e i suoi amici". Alleanze. L'Italia dei Valori si
alleerà mai con i centristi di Casini? "Ma che ci azzecchiamo noi con
l'Udc? Niente", risponde Antonio Di Pietro. "Non è vero che alle
ultime amministrative l'Udc, là dove si è alleato con il Pd, ha fatto vincere
il centrosinistra - spiega Di Pietro - In realtà, dove il centrosinistra si è
alleato con l'Udc ha avuto uno scarto così grande che avrebbe vinto anche
senza. Più che altro, se si fanno bene i calcoli, il centro sinistra senza
l'Idv non avrebbe vinto in nessun comune. Con Bruno Tabacci - conclude -
dialoghiamo sull'economia, ma se mi dici con Cuffaro è fuori tempo e fuori
luogo". Congresso Pd. "Il congresso del Pd - dice Di Pietro - oltre
al segretario dovrà decidere da che parte stare. La questione non è cosa vuole
fare l'Idv, ma cosa vuole fare il Pd". Il leader dell'Italia dei Valori
non si sbilancia su una sua preferenza in vista della nuova segreteria del
Partito Democratico: "Non è una questione che riguarda noi. L'Idv è pronta
a dialogare sui programmi". (30 giugno 2009
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Per la
Consulta alcuni articoli del Trattato potrebbero ledere le prerogative del
parlamento federale - Slitta la ratifica del Trattato di Lisbona da parte della
Germania. La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che alcuni articoli del Trattato, che
dovrebbe sancire l'integrazione dell'Unione Europa, potrebbero ledere le
prerogative del Budenstag, il parlamento federale tedesco. Per questo, la Corte
costituzionale ha stabilito
che il Trattato non è in contraddizione con la costituzione tedesca, a
patto che il Budenstag voti una legge nazionale che difenda i suoi poteri
contro le "intromissioni" del futuro parlamento europeo. La Consulta
è stata chiamata ad esprimersi da un gruppo di politici del centro destra,
capeggiati da Peter Gauweiler, ideologo del partito nazional-conservatore. Il
Trattato era già stato approvato in Parlamento da un'ampia maggioranza e
attendeva solo la firma del capo dello Stato federale, Horst Koehler.La nuova
battuta d'arresto sulla via dell'integrazione europea ha creato grande
imbarazzo a Berlino, perchè rischia di dare nuovo fiato agli antieuropeisti. Un
sondaggio, pubblicato ieri, rivelava che il 74 percento dei tedeschi desidera
una consultazione popolare sul Trattato di Lisbona come quella che si è svolta
in Irlanda.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Il verdetto emesso oggi dalla Corte costituzionale tedesca
sul Trattato Ue di Lisbona non cambia la decisione del gruppo di senatori
cechi, esponenti del partito Democratico civico (Ods), di ricorrere anch'essi
contro il Trattato davanti all'Ustavni soud, l'Alta corte
della Repubblica ceca. A precisarlo sono stati oggi i senatori Jiri Oberfalzer a
Jiri Pospisil, leader della fronda Ods anti Lisbona all'interno della Camera
alta della Repubblica ceca. Secondo la sentenza tedesca, il Trattato non è in
contrasto con la Costituzione della Germania, ma prima di procedere alla
ratifica è necessaria l'emanazione da parte del Parlamento tedesco di una legge
nazionale che tuteli i poteri e le competenze dello stesso Bundestag rispetto
alle autorità europee. "La Costituzione tedesca è differente da quella
ceca, e quindi questa sentenza di oggi non fa cambiare il nostro proposito di
presentare un ricorso contro il Trattato di Lisbona davanti ai nostri giudici
costituzionali" ha dichiarato Oberfalzer, il quale ha sottolineato come il
giudizio emesso lo scorso anno dall'Alta corte ceca si
riferiva solo ad alcune parti del Trattato mentre il prossimo ricorso
comprenderà un'analisi integrale della conformità del Trattato alla Ustava,
Costituzione ceca. I senatori Oberfalzer i Pospisil credono che il loro ricorso
sarà pronto entro i primi giorni del mese di agosto. Per essere regolare, il
ricorso dovrà essere firmato da 17 senatori. Con ogni probabilità basteranno le
firme dei soli esponenti anti Lisbona, ma in ogni caso, fra i rappresentanti
degli altri partiti, almeno altri tre hanno assicurato il loro sostegno. Il
presidente euroscettico Vaclav Klaus, la cui mancata firma continua a bloccare
la ratifica del Trattato di Lisbona espressa dal Parlamento ceco, oggi si è
limitato a far sapere di avere preso atto della sentenza tedesca,
senzaulteriori commenti.
( da "Wall Street Italia"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
"Napolitano,
non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" -->Videoforum con
Antonio Di Pietro, leader Idv: appello a Napolitano dopo la cena con Berlusconi
e Alfano dei due membri della Corte Costituzionale "Napolitano, non può
esserci tregua quei due giudici vanno puniti" di EDOARDO BUFFONI (16:45
30/06/2009)
( da "Virgilio Notizie" del
30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Giunta regionale della Calabria, che si e' riunita sotto la presidenza di
Agazio Loiero, su proposta dello stesso presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale,
promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli artt.1 e 2 (commi
1, 2, 3, 6) e 5 e 6 della legge regionale 11/2009 concernente il ''ripiano del
disavanzo di esercizio per l'anno 2008 e l'accordo con lo Stato per il rientro
dai disavanzi del servizio sanitario regionale''.
( da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
Nel
dibattito sono entrati anche i temi relativi alle regole, al ruolo degli organi
sovranazionali e da ultimo, ma non per importanza, del mutato rapporto tra
politica e banche. Usciti dalla fase del panico, secondo Padoa Schioppa, ora
occorre pianificare le riforme del sistema finanziario prima che la crisi sia
finita, e l'agenda "è enorme". "Va tenuto presente - ha
osservato l'ex ministro dell'Economia - che la gran parte della crisi non è
sorta per una malattia nuova. Le malattie sono vecchie e con una normale
profilassi sarebbero state evitabili. Siccome la diagnosi è stata fatta da chi
non seguiva la profilassi c'è la tendenza a dire che le regole non sono
sufficienti: le regole italiane se applicate con rigore avrebbero evitato fino
all'80% di quello che è successo". Flick ha rilevato una enfatizzazione
del carico sociale che viene scaricato sull'impresa banca. "Temo che possa
esserci un coinvolgimento delle banche nelle innumerevoli crisi che si
verificheranno tra le imprese e negli strascichi giudiziari che queste crisi
avranno", ha detto. L'ex presidente della Corte
Costituzionale è preoccupato anche dal fatto che i rapporti di prossimità tra
banche e clienti debbano passare attraverso un istituto di tipo pubblicistico
come i Prefetti. Infine, Flick ha segnalato "contraddizioni" nel
diritto penale dell'economia italiano rispetto all'Unione Europea e ha
ricordato come prima il nostro sistema fosse più focalizzato sul valore della
trasparenza mentre "oggi c'è un ritorno indietro: un esempio
lampante è la materia del falso in bilancio". Tutti d'accordo nel
riconoscere che la vittima sacrificale della crisi finanziaria sono state le
famiglie. Per D'Alema hanno giocato il ruolo di "formidabili
ammortizzatori sociali", contribuendo a ridurre l'impatto della crisi
stessa sulle banche domestiche, assumendosi rischi impropri e pagandone il
prezzo. Ora, è l'opinione condivisa emersa dal convegno, le banche devono
recuperare la loro funzione propria, a sostegno dello sviluppo dell'economia
reale, pur non riducendo l'attenzione sulla qualità del credito. "Il tempo
in cui le banche hanno fondamentalmente commerciato rischi è un'epoca che forse
bisogna lasciarsi alle nostre spalle", ha rilevato D'Alema. E Abete ha
difeso il sistema dalle critiche di chi accusa le banche di una stretta
creditizia verso le imprese. "In un momento in cui il Pil si riduce il
credito alle imprese è comunque in crescita, anche se meno del passato. Questo
dicono i numeri e i numeri sono difficilmente contestabili", ha sostenuto
il presidente della Bnl. Un altro nodo rilevante è il tema dei rapporti tra
politica e banche, ridisegnato sotto la spinta della crisi, che preoccupa
Tabacci. "Io che sono sempre stato un detrattore, oggi forse spezzerei una
lancia a favore delle banche", ha detto Tabacci, che in una pausa dei
lavori ha stretto la mano al suo 'nemico' Geronzi. "Mi pare - ha
proseguito - ci sia un riappropriarsi da parte della politica della dimensione
di potere anche rispetto al sistema bancario, come se le banche fossero
chiamate a fare qualcosa di politico per interposta persona". Per questo
Tabacci si spiega la prudenza finora mostrata dalle banche nel ricorso ai
Tremonti-bond. "Tabacci - ha replicato D'Alema - teme il rischio, dopo
qualche periodo in cui la politica ha contato poco, di una rivincita
dirigista" ma "io non temo che adesso improvvisamente i politici
detteranno le regole ai banchieri, è più una sensazione che un pericolo
strutturale. Però io non credo che questo sia il tema di fondo, il tema di
fondo è quale contributo può dare il sistema bancario, finanziario in una
strategia di rilancio dell'economia italiana, al di là di questa crisi".
Accenni anche al rapporto politica-Banca d'Italia. "I contrasti tra Draghi
e tremonti non sono derubricabili a rapporti personali", è l'opinione di
Tabacci, che ha apprezzato il riconoscimento riportato dalla stampa nei
confronti dell'operato del governatore nel suo ruolo di presidente del
Financial Stability Board e per quello del direttore generale del Tesoro.
"Se c'è spazio per un protagonismo internazionale dell'Italia, passa
attraverso queste figure". Un'allusione all'importante ruolo ricoperto da
Draghi è giunta anche da D'Alema, che si è riferito al governatore parlando di
personaggi "'officials' piuttosto che politici" inseriti nelle organizzazioni
internazionali. L'auspicio di D'Alema a conclusione del seminario è che il
confronto di oggi immetta qualche proposta nel circolo di un dibattito pubblico
"oggi di un'impressionante povertà". Il presidente della Fondazione
Italianieuropei non nasconde il successo dell'iniziativa odierna, ma si
schermisce da chi gli fa notare che quando si muove D'Alema accadono le cose,
mentre il Pd difficilmente attira consensi. "La nostra nostra fondazione è
un'istituzione molto seria. Qui non c'era D'Alema, c'era Nardozzi, c'era Padoa
Schioppa, la qualità dei relatori era assolutamente primaria. Non è che vengono
per D'Alema - ha fatto notare riferendosi ai banchieri - e la fase
precongressuale del Pd non c'entra proprio nulla. Quando noi abbiamo programmato
questo convegno non c'era nessun congresso, nessun candidato. Spero che il Pd
si metta in grado di raccogliere e valutare in modo sereno e senza sospetti
questo contributo".
( da "Wall Street Italia"
del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia
CALABRIA/SANITA':
GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO -->La Giunta regionale della
Calabria, che si e' riunita sotto la presidenza di Agazio Loiero, su proposta
dello stesso presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla
Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria
di illegittimita' costituzionale degli.