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Report "Giustizia"  22-30 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

MARCA MIGRANTE ( da "Manifesto, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenze della Corte Costituzionale, intorno al 2006». Pesarini mette anche in evidenza come, dopo una fase positiva dentro il "Tavolo" di confronto tra Ente e associazioni, «nei due anni che ci hanno separati dalla fase istruttoria all'aula, la pressione della società si è allentata ulteriormente» e conclude con una domanda: «Saranno capaci la società e il governo delle Marche,

I referendari sono stati ambigui Non ha aiutato ( da "Unita, L'" del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per il giurista ex presidente della Corte costituzionale, sono gli orientamenti politici e le loro ambiguità a influire sul comportamento degli elettori. C'è stato, è vero, un uso strumentale dell'astensione per far fallire i referendum. Ma, in questo caso, se strumentalizzazioni ci sono state, i referendari hanno dato una mano.

L'abuso del diritto corto circuito del sistema fiscale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte costituzionale, ma anche questo è un giudice, come scrisse Allorio, «politicamente necessitato ». La legge tributaria è caratterizzata da una tecnica,la casistica,e da un sacrificio delle regole di diritto comune che va oltre la tutela dell'interesse fiscale, come interesse costituzionalmente tutelato.

L'ultimo quorum nel '95 Bonino: i fallimenti? È sparito il fronte del ( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esponente radicale riflette con una punta di amarezza su quanto sta accadendo: «Una delle cause di questa situazione risiede nell'assenza di informazione unita alle sentenze della Corte costituzionale che hanno snaturato il significato storico del referendum». E Giugno 1995 Un manifesto a favore della modifica del sistema radiotelevisivo italiano regolato dalla legge Mammì

Regole bocciate dalla Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: importanza cruciale una recentissima sentenza della Corte costituzionale (29 maggio 2009, n. 166), che ha ritenuto illegittimo l'articolo 6 della legge 9/2007 della Regione Basilicata (Disposizioni in materia di energia), bloccando indirettamente tutte le norme locali , anche di altre Regioni, che regolano l'inserimento degli impianti eolici nel paesaggio.

il vento della crisi non soffia su crt - diego longhin ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sancita anche da numerose sentenze della corte costituzionale. In una fase in cui il pubblico si ritira non vorremmo trovarci di fronte al rischio che crescano le pressioni sulle fondazioni perché diventino braccio della finanza locale. Per questo invito la società civile a legittimare e difendere l´operato delle fondazioni».

A Terni Baldassarre non ce la fa ( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Quest'ultimo, al termine del primo turno, aveva raccolto il 37,13 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal Partito della libertà e da una lista civica. In questo quadro, si era capito da subito che sarebbe stato fondamentale il ruolo dell'Udc (che ha preso a sua volta il 5,

Unicredit, la cassaforte Crt vede la prima cedola d'oro ( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Italia 88 fondazioni che erogano quasi 2 miliardi l'anno» e, dunque, diventa cruciale «difendere le prospettive di libertà civile che la Corte Costituzionale ha riconosciuto stabilendone la natura privata». In alto l'ingresso del palazzo della Fondazione Crt, in via XX settembre a Torino. A destra il segretario generale, Angelo Miglietta Paola Pica

PRECARI PER SEMPRE ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: PRECARI PER SEMPRE Oggi la Corte costituzionale avvia l'esame della norma che consente alle aziende di evitare il reintegro, anche quando è stato deciso dal giudice, pagando come indennizzo un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità. Il caso dei «trimestrali» assunti a tempo determinato da Poste italiane

Violati due articoli della Costituzione ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie, infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati, uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una scandalosa barbarie.

Il caso di Strada nei parchi sollevato da l'Unità ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: oggi in discussione alla Corte Costituzionale. Il primo ottobre del 2008 «Strada dei Parchi S.p.A». aveva proceduto e unilateralmente al licenziamento di quattro persone. Nelle lettere di licenziamento si arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire la predetta indennità risarcitoria stabilita dal giudice.

Ecco la norma da oggi all'attenzione dei giudici ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a partire da oggi davanti alla Corte costituzionale. È l'articolo 4.bis: «Con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione, e fatte salve le sentenze passate in giudicato, in caso di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 1, 2 e 4, il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un'

Questa volta il ministro Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli g... ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie, infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati, uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una scandalosa barbarie.

Bonino: una morte annunciata D'Alema: eliminare il quorum Per l'esponente radicale la proposta dei referendari andava combattuta nel merito Secondo l'esponente Pd le firme devono e ( da "Unita, L'" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quando la Corte costituzionale si esercitò in una «giurisprudenza bizzarra, se pensi che il referendum sul nucleare non fu ammesso nel 1979 e poi ammesso nel 1981». Banalizzazione. Nella progressiva banalizzazione dei referendum, dice Nicola Zingaretti, «stavolta si è giunti al paradosso dei promotori astensionisti».

L'8% degli utenti scarica illegalmente. Il Partito dei Pirati fa scuola ( da "Vnunet.it" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Dottrina Sarkozy, ora bocciata dalla Corte costituzionale francese, ha cercato di offrire una risposta repressiva. Ma alle grandi manovre dei governi, rispondono gli utenti sempre più politicizzati: il partito dei Pirati svedese, forte del suo primo seggio nell'Europarlamento, a Bruxelles, fa scuola.

La cura radicale ( da "Tempi" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: prosegue Delle Foglie quella di fare pressione sulla Corte costituzionale, entrando dai canali aperti dal dibattito medico». Il motivo di una tale scelta viene ancora dalle dichiarazioni di Brucoli, convinto che «la medicina oggi è il fronte più semplice da cui entrare per far passare il principio di autodeterminazione, usando la metafora medico-paziente al centro dei dibattiti.

Ucraina/ Via libera parlamento: elezioni presidenziali 17 ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per risolvere la questione è stato necessario il ricorso alla Corte costituzionale che ha giudicato "illegittimo" l'anticipo della data delle presidenziali da parte del parlamento. A contendersi la poltrona di Capo dello Stato - secondo i sondaggi - saranno il premier Yulia Tymoshenko e il leader dei filorussi Viktor Yanukovych.

Romania/ Camera boccia autorizzazione a procedere su ex ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Attualmente Nastase è sotto processo per appropriazione indebita di fondi per le frodi della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, ma il procedimento è stato sospeso in attesa della decisione sulla costituzionalità del testo da parte della Corte Costituzionale.

Ue/ Klaus: su Trattato Lisbona in Europa sarò l'ultimo a ( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rivelando di voler aspettare non solo il risultato del nuovo referendum in Irlanda e la prossima sentenza della Corte costituzionale ceca sul Trattato (un gruppo di senatori vicini a Klaus ha infatti annunciato un nuovo ricorso), ma anche la sentenza definitiva della Corte costituzionale tedesca e l'ultima decisione del presidente polacco Lech Kaczynski.

La Consulta al lavoro sulla riforma ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Romagna ricorrono alla Corte Costituzionale: contro il decreto 112/08 del Governo, convertito in legge (133/08), in particolare l'articolo 64 comma 4. Il dispositivo normativo punta - insieme ad altri aspetti - ad un ridimensionamento delle dotazioni organiche degli istituti, oltre che alla riorganizzazione della rete scolastica con la chiusura,

Giunta Bresso si appella alla Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giunta Bresso si appella alla Consulta La Regione Piemonte ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Consiglio dei ministri in merito all'art.64 del Dl 112/2008 convertito in legge 133/2008 in cui si prevedevano una serie di disposizioni in merito alla riorganizzazione scolastica, senza che il parere della Conferenza Stato Regioni fosse vincolante.

Amato: è il partito dei sette piccoli indiani No alle primarie, parlate con una voce sola ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Da costituzionalista lei ritiene legittimo il lodo Alfano? «Lo lasci dire alla Corte Costituzionale. Io l'ho trovato abbastanza osé, rispetto a precedenti che hanno per destinatari i capi di Stato e non i capi di governo o i presidenti delle Camere.

TESTAMENTO BIOLOGICO: SACCONI, PRESTO LEGGE MA CON PUNTI ( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: medici vorrei ricordare che la sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha stabilito che sia il medico - in scienza e coscienza - a dover avere l'ultima parola sul numero di embrioni da produrre e impiantare. Sarebbe paradossale se questo stesso principio non venisse considerato per le dichiarazioni del paziente: il medico dovra' certo tenerle in massimo conto,

Consulta: inammissibile ricorso Villari su Vigilanza ( da "Varesenews" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 24 GIU - La Corte costituzionale non ha ammesso il conflitto di attribuzioni fra Villari ed i presidenti di Camera e Senato.L'ex presidente della Commissione di Vigilanza sollevo' la questione per la decisione di Fini e Schifani di sciogliere l'organismo parlamentare, da cui si erano gia' dimessi 37 dei 40 componenti;

CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI ( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il Parlamento e il governo, dietro alla decisione di rimuoverlo dall'

CONSULTA BOCCIA RICORSO VILLARI ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Consulta boccia ricorso Villari -->(ANSA) - ROMA, 24 GIU - La Corte costituzionale non ha ammesso il conflitto di attribuzioni fra Villari ed i presidenti di Camera e Senato.L'ex presidente della Commissione di Vigilanza sollevo' la questione per la decisione di Fini e Schifani di sciogliere l'organismo parlamentare, da cui si.

CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI -->La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il Parlamento e il governo,.

VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Audit... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Seguirà l'esibizione della Corale Polifonica Giovanni Tebaldini, diretta da Guerrino Tamburini. Al termine, nell'atrio, sarà scoperto il bassorilievo in bronzo di Tebaldini, dono della Corale. Alla cerimonia è stato invitato anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Piero Alberto Capotosti.

Ci saranno il ministro Alfano tanti magistrati, avvocati e politici ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Donato Bruno, presidente Commissione Affari Costituzionali della Camera; il prof. avv. Annibale Marini, presidente Emerito della Corte Costituzionale; l'on. avv. Antonino Lo Presti, componente Commissione Giustizia della Camera; l'on. Lanfranco Tenaglia; responsabile giustizia Partito Democratico;

Rai, il cda richiama i direttori: ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IN QUESTO contesto si inserisce anche la bocciatura del ricorso di Riccardo Villari, ex presidente della Vigilanza Rai, da parte della Consulta. La Corte Costituzionale ha, infatti, giudicato inammissibile il conflitto di attribuzioni verso i presidenti di Camera e Senato. Image: 20090625/foto/7080.jpg

divieto di cumulo e indennità i pensionati scendono in piazza ( da "Repubblica, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del settore pubblico hanno manifestato ieri fuori dalla sede della Corte dei Conti, in viale Mazzini, per protestare, tra le altre cose, contro il divieto di cumulo della doppia indennità integrativa speciale per chi ha più pensioni. Divieto annullato dalla Corte Costituzionale e «inascoltato». Una delegazione composta da Filippo de Iorio, presidente della Consulta dei pensionati,

Il Cda Rai: tutti i tg rispettino il pluralismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale, infatti, ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dall'ex presidente della Vigilanza Rai Riccardo Villari (ex Pd) nei confronti dei presidenti di Camera e Senato. Gianfranco Fini e Renato Schifani, il 21 gennaio scorso, avevano sciolto la commissione di san Macuto dopo le dimissioni di 37 dei suoi 40 componenti,

Luglio cambia Fisco e pensioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: udienza davanti alla Corte costituzionale per affrontare la questione dell'indeducibilità dalle imposte dirette. Novità anche sul fronte europeo: per le operazioni doganali andrà utilizzato il codice identificativo Eori (Economic operator registration and identification) e si applicheranno le nuove tariffe per gli sms tra i Paesi della Ue,

Il pacchetto sicurezza e le Regioni ( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potrebbero fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice della legge laziale,

Il e le Regioni ( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potrebbero fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice della legge laziale,

Napolitano: "I magistrati agiscano in piena indipendenza e con equilibrio" ( da "Repubblica.it" del 25-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante; il vice presidente del Csm Nicola Mancino; il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone e il Pg Vitaliano Esposito; il capo della Polizia Antonio Manganelli; il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso;

Mousavi sfida il regime: non ho paura, difendo i diritti ( da "Unita, L'" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ARBITRO NON È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei.

Mirhossein Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a continuare... ( da "Unita, L'" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ARBITRO NON È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei.

N CESCO ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Emerito della Corte Costituzionale e Pres. Onorario FSN ore 16.30 - LECTIO MAGISTRALIS SANFRA N CESCO Dott.ssa Anna Maria Tarantola V. Direttore Generale della Banca d'Italia Seguirà la consegna del PREMIO INTERNAZIONALE SORELLA NATURA sezione COMUNICARE BENE, COMUNICARE IL BENE, a: RICCARDO CASCIOLI, FEDERICO FAZZUOLI,

San Raffaele, la fecondazione e i blog contro ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: net le donne accusano il San Raffaele di continuare ad applicare la legge 40 sulla fecondazione assistita senza le nuove modifiche apportate dalla Corte costituzionale che prevedono il congelamento degli embrioni. Ma l'ospedale si difende: «Nessuna storpiatura della legge: diciamo no al congelamento solo come strategia di gestione della coppia infertile ». A PAGINA

Protesta via blog contro il San Raffaele ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: applicare la legge 40 come se nulla fosse cambiato dopo la sentenza della Corte Costituzionale » (messaggio dell'8 giugno, ore 13.01). «A me due giorni fa la dottoressa Maria Teresa Potenza ha detto assolutamente no al congelamento degli embrioni, il loro comitato etico l'ha vietato» (15 giugno, 20:01). «Il San Raffaele applica le legge pre-sentenza, quindi è ovvio che non congela.

PERCHÉ DICIAMO NO AL REATO DI IMMIGRAZIONE ( da "Manifesto, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le parole con le quali la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità del reato di "mendicità" (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessità e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone.

Plant reopenings bring supply fears ( da "Usa Today" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: an industry analyst with CSM Worldwide. He's been checking bankruptcy filings daily for signs of stress in the industry, but there've been few. Two large suppliers, Lear and Cooper-Standard, have defaulted on loans, however, and have until the end of the month to renegotiate or file for bankruptcy-court protection.

Lodo Alfano/ Il 6 ottobre l'udienza della Corte ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice Franco Gallo.

Berlusconi/ De Magistris: Cena con giudici Consulta?Sarebbe... ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ed altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima confusione tra interessi istituzionali ed interessi privati". Lo afferma l'eurodeputato dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "E' noto, infatti, all'intero Paese ed anche alla comunità internazionale che la Consulta deve giudicare nelle prossime settimane la legittimità costituzionale

LODO ALFANO/ IL 6 OTTOBRE L'UDIENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE ( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: udienza della Corte Costituzionale -->E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice.

BERLUSCONI/ DE MAGISTRIS: CENA CON GIUDICI CONSULTA?SAREBBE GRAVE ( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sarebbe grave -->"Se dovesse corrispondere a verità quello che scrive il settimanale 'L'Espresso' riguardo a cene private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima.

Lodo Alfano/ Di Pietro: Via giudici Consulta consiglieri ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, Paolo Maria Napolitano e lo stesso Mazzella, proprietario della casa in cui si sarebbe svolto l'incontro. "A questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di incompatibilità e di conflitto di interessi dei due giudici e l'

LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, lo stesso Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Per questo l'Italia dei Valori ha presentato oggi un'interpellanza urgente al governo. ''A questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di incompatibilita' e di conflitto di interessi dei due giudici e l'

LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA 'CONSIGLIORI' PREMIER ( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CONSIGLIORI' PREMIER -->''Ci sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere l'impunita' e di conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di.

Emilia Romagna/ Verifiche antisismiche in 675 edifici ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: recependo anche quanto previsto da una sentenza della Corte costituzionale, stabilisce che i Comuni debbano fornire un'autorizzazione preventiva sui requisiti antisismici di tutti gli interventi edilizi nelle zone classificate a media sismicità. In quelle a bassa sismicità è sufficiente il deposito del progetto strutturale presso i competenti uffici comunali,

Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ( da "Trentino" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum.

nuova polemica: berlusconi cenò con due giudici costituzionali ( da "Tirreno, Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Attualità Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum.

Bufera sulla Consulta, due giudici a cena con il Cavaliere ( da "Unita, L'" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come già nel 2004 con il Lodo Schifani ancora una volta sarà la Corte Costituzionale, che Berlusconi continua a definire «non amica» ma forse non è proprio così, a decidere il destino dei processi a carico del premier. La Corte Costituzionale comincerà a discutere del Lodo Alfano il 6 ottobre. Decreto firmato l'altro giorno.

Invito a cena al Cavaliere, accuse al giudice ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ci sono due giudici della Corte costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe...». Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, commenta così l'articolo dell'Espresso dove si parla di Berlusconi invitato a cena nel maggio scorso a casa di Luigi Mazzella, giudice della Consulta, assieme al suo collega Paolo Maria Napolitano,

IMMIGRATI: FLICK, RISCHIO NAUFRAGIO TRADIZIONE ACCOGLIENZA ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi. ''L'aggressione alla dignita' dell'uomo e' incombente'' e ''la crisi globale ha effetti sul diritto-dovere al lavoro'', ha rilevato Fick,

RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per una eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi.

RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA ( da "Wall Street Italia" del 27-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA -->Per una eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa.

Quorum: l'arma che promuove il fallimento ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giacché le richieste referendarie sono già sottoposte istituzionalmente a un duplice ordine di controlli: uno di legittimità da parte della Corte di Cassazione, e uno di ammissibilità da parte della Corte costituzionale (con riferimento al contenuto della richiesta e alla struttura formale dei quesiti referendari, che devono essere enunciati in maniera inequivocabilmente dilemmatica).

metti una sera a cena il giudice con il premier - livio pepino ( da "Repubblica, La" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: tempo prima di una importante decisione della Corte costituzionale sulla legittimità del cosiddetto Lodo Alfano un giudice della Corte (cioè uno dei componenti del collegio giudicante) organizza una festosa cena cui partecipano, tra gli altri, il presidente del Consiglio (alle cui prerogative la legge si riferisce), il ministro della Giustizia (che al "lodo" ha dato finanche il nome)

Maggioranza tra Giunta e manovra-bis ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ora cancellata dalla Corte costituzionale, che stabiliva l'incompatibilità dei ruoli. Non esistendo più quella norma, Oppi dovrebbe entrare senza dimettersi immediatamente: ha annunciato l'intenzione di lasciare lo scranno consiliare, ma tra qualche mese. I PARTITI È possibile che dentro altre forze politiche, in particolare il Pdl,

Tutta la manovra a giudizio della Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potrebbero essere incrinati dal giudizio negativo della Corte costituzionale. La questione incidentale di legittimità sollevata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Lombardia (ordinanza n. 125/09, su cui si veda «Il Sole 24 Ore» del 3 giugno scorso) sul Patto 2007, infatti, potrebbe produrre effetti a catena anche sui vincoli relativi agli anni successivi.

Le indagini resistono al ritardo dell'iscrizione ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mentre la Corte costituzionale, citata dalle sezioni unite, ha rilevato che il problema può porsi nel caso dell'artificiosa dilatazione del termine di durata massima delle indagini preliminari. Anche qui però, l'inutilizzabilità colpirebbe i soli atti compiuti «a valle» della scadenza, cioè dopo.

Investire di più sull'organizzazione dei tribunali ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e che evidentemente non ha dato buoni risultati (ne sono un sintomo le 23 sentenze e ordinanze della Corte costituzionale emesse in argomento fra il 2005 e il 2009, per tre volte pervenendo alla dichiarazione di illegittimità costituzionale di altrettante disposizioni). Altre cause sono forse più difficili da affrontare, ma non meno determinanti.

BERLUSCONI: DI PIETRO, NAPOLITANO GUARDI I FATTI. NESSUNA ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi''. Per questo Di Pietro chiede a Napolitano anche di ''riflettere sulla legittimita' di una Corte costituzionale se reiterano questi due giudici'

Turchia/ Si aggrava crisi fra esecutivo e forze armate ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la legge alla Corte Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni e che sarebbe composta anche da numerosi militari.

Trattato Ue/ Kaczynski: non firmo per aiutare Buzek a ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente polacco Lech Kaczynski non ha alcuna intenzione di ratificare il Trattato Ue prima del referendum irlandese e del verdetto della Corte costituzionale tedesca, anche se questo potrebbe aiutare la corsa di Jerzy Buzek alla presidenza del Parlamento europeo. "Firmerò il Trattato, ma la Polonia in questa partita non la chiave per l'adozione della nuova costituzione europea.

##G8/ Napolitano propone 'tregua',Berlusconi sottoscrive.No... ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E' un fatto che sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi". Dichiarazione subito stigmatizzata da Fabrizio Cicchitto.

palma all'ufficio legale l'udc: "nomina illegittima" ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte costituzionale - dichiara Enrico Sanserverino, presidente dell´Ordine degli avvocati di Palermo - In caso di difesa, la Regione non avrebbe assistenza. Verificherò se Romeo Palma risulta iscritto in un altro Ordine». L´ex dirigente pur avendo superato gli esami di abilitazione, non si era mai iscritto all´Ordine degli avvocati.

I farmacisti scendono in campo: ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo una sentenza della Corte costituzionale, le finalità concrete che la legge vuol raggiungere vanno nello stesso senso di quelle che si vogliono conseguire con la limitazione dei turni e degli orari: l'accentuazione di una forma di concorrenza tra le farmacie, basata sul prolungamento degli orari di chiusura, potrebbe contribuire alla scomparsa degli esercizi minori»

Incidenti sul lavoro poca tutela se sei straniero ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: gli ha dato ragione affermando essere sufficiente il permesso di soggiorno, in base a due sentenze della Corte Costituzionale. Ciò nonostante l'Inps non ha ancora diramato una circolare applicativa in tal senso: eppure le sue casse si giovano, eccome, del lavoro immigrato. Nel 2007 i contributi previdenziali versati dagli stranieri ammontavano a 7 miliardi di euro.

I Guardiani: il voto è valido Proteste contro il verdetto ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto.

All'inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader politic... ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto.

Il solito Di Pietro critica il Presidente ( da "Tempo, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale se restano in carica questi due giudici». All'attacco anche il leader di Rifondazione Paolo Ferrero. «Non reputo raccoglibile l'appello del presidente della Repubblica a una tregua della polemica politica e di informazione in coincidenza con il G8 dell'Aquila perchè il problema non è di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui

Napolitano: basta polemiche fino al G-8 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed è un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e ai suoi amici». «Napolitano – aggiunge l'ex Pm –

Test di parità europeo per il diritto italiano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale che, in diverse occasioni, ha affermato che una norma interna che produce una discriminazione a rovescio è in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione. Con la comunitaria il controllo passa di fatto ai giudici di merito che dovranno verificare l'eventuale disparità di trattamento nei confronti dei cittadini italiani rispetto ai comunitari residenti o stabiliti

C'è il G8, Napolitano chiede tregua ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La cena a casa del giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella, presenti anche un altro giudice costituzionale, Paolo Napolitano, nonché Silvio Berlusconi, Gianni Letta, il guardasigilli Angelino Alfano e Carlo Vizzini. E la Consulta, ricorda Di Pietro, il 6 ottobre si pronuncerà sulla costituzionalità del Lodo Alfano.

Che male c'è, il nuovo inno nazionale ( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente della commissione affari costituzionali del senato Vizzini e due giudici della corte costituzionale, organizzata a maggio a casa di uno di questi ultimi e di cui ha dato notizia L'Espresso pochi giorni fa. Della circostanza, una costituzionalista eccellente e saggia come Lorenza Carlassarre (un'altra donna!

Ue/ Consulta Germania: Trattato Lisbona ok, ma serve legge ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha spiegato la Corte costituzionale. La Corte si è detta "fiduciosa" che il "parlamento tedesco superi rapidamente quest'ultimo ostacolo" alla ratifica del Trattato. Ai giudici costituzionali si erano rivolti parlamentari tedeschi di diversi fronti politici: un deputato conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo di deputati della sinistra radicale (

Ue/ Consulta Germania: Trattato Lisbona ok, ma serve legge. ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per la Corte costituzionale tedesca il Trattato di Lisbona è conforme alla Legge fondamentale (Grundgesetz), ma la ratifica da parte del presidente Horst Koehler sarà sospesa, fin tanto che il Parlamento non varerà una legge che rafforzi le prerogative e la corresponsabilità dell'organo legislativo tedesco di fronte all'integrazione europea.

Ue/ Trattato Lisbona, attesa per oggi sentenza Consulta ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa per oggi una sentenza decisiva della Corte costituzionale tedesca che deve pronunciarsi sulla conformità del Trattato di Lisbona alla Grundgesetz (la costituzione tedesca). Un eventuale stop alla ratifica rappresenterebbe una grave sconfitta per il cancelliere Angela Merkel, che ha speso tutto il suo peso politico in favore dell'adozione del Trattato.

Trattato di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" ( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: da parte della Corte costituzionale tedesca. La Consulta federale, riunitasi nella sua sede di Karlsruhe, ha infatti deliberato che il trattato di Lisbona è sì, nell'insieme, compatibile con il Grundgesetz, cioè la costituzione tedesca. Ma che in alcuni suoi articoli è contemplabile il pericolo che vengano lese sovranità e competenze del Bundestag,

TRATTATO DI LISBONA, LA GERMANIA FRENA "SERVE UNA LEGGE PER POTERLO RATIFICARE" ( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" -->La Corte costituzionale chiede un provvedimento ad hoc del Parlamento "Si rischia di ledere la sovranità e le competenze del Bundestag" Trattato di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI (12:46 30/06/2009)

Ue/ Trattato Lisbona,Barroso: Mi aspetto ratifica rapida ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sono contento della sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha confermato che il Trattato di Lisbona è conforme alla Costituzione tedesca. Sono sicuro che con questa sentenza la Corte costituzionale ha aperto la strada ad una conclusione rapida della ratifica", ha affermato Barroso in una dichiarazione letta dalla portavoce Pia Ahrenkilde-Hansen.

Turchia/ Militare presunto golpista in tribunale a ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la legge alla Corte Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni e che sarebbe composta anche da numerosi militari.

BP Sondrio: lettera del Presidente agli oltre 160.000 Soci pag.1 ( da "Trend-online" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente del Tribunale di Milano -, Cesare Mirabelli - presidente emerito della Corte Costituzionale -. Infine, in occasione dell?incontro con Claudio Magris, insigne scrittore e germanista, è stata allestita presso la biblioteca aziendale ?Luigi Credaro? una mostra fotografica di Danilo De Marco in onore del suo 70° compleanno.

"Crossing border" per l'Europa I numeri del turismo procreativo ( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha modificato di fatto alcune parti della legge 40. "Già adesso c'è una inversione di tendenza - precisa Andrea Borini, presidente dell'Osservatorio Turismo Procreativo - ma la situazione in Italia è ancora poco chiara, ambigua, e molti centri si mantengono sulla difensiva perché temono difficoltà"

Ue/ Lisbona, Fischer: Da Consulta tedesca importante passo ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: "Vedo la decisione odierna della Corte costituzionale tedesca come un importante e positivo passo verso la ratifica del trattato di Lisbona e verso stabilità istituzionale dell'Unione europea". Lo afferma in una dichiarazione il presidente di turno del Consiglio Ue, il ceco Jan Fischer.

Ue/ Lisbona, Cohn-Bendit apprezza verdetto Consulta tedesca ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I verdi al Parlamento europeo salutano il giudizio della Corte costituzionale federale di Karlsruhe, che ha respinto il ricorso contro il Trattato di Lisbona", afferma Cohn-Bendit nella nota, sottolineando che il ricorso era stato presentato "da diversi parlamentari del Bundestag che volevano bloccare il processo di ratifica di questo trattato".

Ue/ Lisbona, Ottimismo in Germania: Faremo prima di Irlanda ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: le autorità nazionali e comunitarie certamente non sono sorprese della sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ha oggi stabilito che il Trattato di Lisbona, già ratificato dal Parlamento, è compatibile con il diritto, ma necessita di una nuova legge che ne accompagni la ratifica dove si rafforzano e si chiariscono i poteri del Parlamento nazionale nei confronti della Ue.

Spagna, la Corte di Strasburgo approva per unanimità la ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Tribunale ha respinto il ricorso proposto da Batasuna contro la messa al bando deliberata dalla Corte Suprema spagnola nel 2003 in quanto considerato parte della rete terroristica dell'Eta. Batasuna aveva presentato appello alla Corte costituzionale spagnola, ma questo organo ha approvato la decisione del Tribunale Supremo spagnolo di mettere fuori legge il Partito.

"Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" ( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a cena con due giudici della Corte Costituzionale?". Così si è rivolto Di Pietro a Napolitano, chiedendo un suo messaggio alla Consulta. "E' chiaro che un messaggio del capo dello Stato metterebbe con le spalle al muro anche questi giudici. Tecnicamente - aggiunge Di Pietro - un intervento del presidente Napolitano per rimuovere questi due giudici non è previsto da alcuna norma.

Germania, slitta l'adesione al Trattato di Lisbona ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che alcuni articoli del Trattato, che dovrebbe sancire l'integrazione dell'Unione Europa, potrebbero ledere le prerogative del Budenstag, il parlamento federale tedesco. Per questo, la Corte costituzionale ha stabilito che il Trattato non è in contraddizione con la costituzione tedesca,

Rep. ceca/ Nuovo ricorso anti Lisbona nonostante sentenza ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il verdetto emesso oggi dalla Corte costituzionale tedesca sul Trattato Ue di Lisbona non cambia la decisione del gruppo di senatori cechi, esponenti del partito Democratico civico (Ods), di ricorrere anch'essi contro il Trattato davanti all'Ustavni soud, l'Alta corte della Repubblica ceca.

"NAPOLITANO, NON PUÒ ESSERCI TREGUA QUEI DUE GIUDICI VANNO PUNITI" ( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" -->Videoforum con Antonio Di Pietro, leader Idv: appello a Napolitano dopo la cena con Berlusconi e Alfano dei due membri della Corte Costituzionale "Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" di EDOARDO BUFFONI (16:45 30/06/2009)

CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli artt.1 e 2 (commi 1, 2, 3, 6) e 5 e 6 della legge regionale 11/2009 concernente il ''ripiano del disavanzo di esercizio per l'anno 2008 e l'accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale'

Crisi/ D'Alema chiama a raccolta banchieri ed economisti -2- ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale è preoccupato anche dal fatto che i rapporti di prossimità tra banche e clienti debbano passare attraverso un istituto di tipo pubblicistico come i Prefetti. Infine, Flick ha segnalato "contraddizioni" nel diritto penale dell'economia italiano rispetto all'Unione Europea e ha ricordato come prima il nostro sistema fosse più focalizzato sul valore della trasparenza

CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO ( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO -->La Giunta regionale della Calabria, che si e' riunita sotto la presidenza di Agazio Loiero, su proposta dello stesso presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli.


Articoli

MARCA MIGRANTE (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Giustizia

altra italia Due normative a confronto in due regioni «rosse», il Lazio e le Marche. Che dicono no alla realizzazione dei Cie sul proprio territorio e allargano tutele e garanzie per gli stranieri. Prove d'integrazione locale IMMIGRATI, LA LEGGE MARCHIGIANA MARCA MIGRANTE Sergio Sinigaglia ANCONA ANCONA Domenica 14 giugno a Urbania, provincia di Pesaro-Urbino, viene ritrovato il corpo massacrato di una donna italo-argentina, uccisa nel proprio appartamento. Il cronista del tg regionale, nel descrivere lo scenario dove è maturato il delitto, ad un certo punto specifica che nella palazzina dove abitava la vittima «sono presenti diversi extracomunitari». Per la cronaca informiamo che nelle ore successive viene fermata una persona del luogo fortemente sospettata. È uno dei tanti esempi che dimostra come, spesso, di fronte ad un fatto di cronaca nera si cerchi di mettere l'evento in relazione con una eventuale presenza di "extracomunitari". Quindi ben vengano quelle iniziative che vanno nella direzione di una maggiore tutela dei diritti dei cittadini di origine straniera. Le Marche sono una regione dove la presenza di migranti è cresciuta nel tempo con percentuali sopra la media nazionale. Alcuni dati, che riportiamo nella scheda, ne sono una evidente conferma. Le caratteristiche del territorio regionale con tanti piccoli paesi e città di modesta grandezza hanno, fino ad oggi, favorito un inserimento delle comunità migranti sicuramente positivo. Pur non mancando segnali preoccupanti di intolleranza e di aperto razzismo, così come è sicuramente significativa la crescita di consensi elettorali anche nella nostra realtà di una forza xenofoba come la Lega, il contesto rimane ancora abbastanza rassicurante. In questa situazione si inserisce la nuova legge regionale approvata il 19 maggio riguardante "Disposizioni a sostegno dei diritti e dell'integrazione dei cittadini stranieri immigrati". Il testo sostituisce quello precedente del 1998 e va nella direzione di cercare di allargare le tutele e le garanzie dei cittadini di origini straniere che abitano o arrivano nelle Marche. Un iter che ha coinvolto anche i soggetti che da anni sono impegnati nel settore i cui giudizi, come vedremo, non sono completamente omogenei. Ma prima soffermiamoci sui punti principali del testo. Il primo articolo tratta le finalità. «La Regione - si legge - nel rispetto della normativa statale e comunitaria promuove iniziative rivolte a garantire agli immigrati condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimenti dei diritti civili nonché a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che ne impediscono il pieno inserimento». Inoltre «concorre all'attuazione dei principi sanciti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato, dalla Convenzione di internazionale di New York sui diritti del fanciullo». Si rimarca l'impegno a sostenere iniziative volte ad «acquisire la conoscenza del fenomeno migratorio anche ai fini dell'inserimento nel mercato del lavoro, aiutare forme di reciproca integrazione culturale, garantire pari opportunità di accesso all'abitazione, al lavoro, all'istruzione, alla formazione professionale" così come "individuare e rimuovere eventuali condizioni di marginalità sociale, contrastare i fenomeni di violenza e grave sfruttamento, favorire l'associazionismo, promuovere iniziative per individuare e contrastare forme di razzismo o di discriminazione». I destinatari degli interventi presenti nelle legge sono «i cittadini non appartenenti all'Unione europea, gli apolidi, i richiedenti asilo e i rifugiati, i cittadini stranieri immigrati in attesa della conclusione del procedimento di regolarizzazione, i soggetti che hanno usufruito del ricongiungimento familiare, nonché i minori stranieri non accompagnati, i giovani immigrati di seconda generazione e le vittime della tratta e della riduzione di schiavitù». L'articolo 3 istituisce la "Consulta regionale sull'immigrazione" dove è prevista, tra le altre, la presenza di un rappresentante per ciascuna delle associazioni etniche e il presidente e vicepresidente sono immigrati. La Consulta «esercita compiti consultivi e propositivi nei confronti della Giunta regionale». Tra i vari punti la collaborazione con l'Osservatorio regionale per le politiche sociali per il monitoraggio del fenomeno migratorio e la possibilità di proporre «l'adeguamento di leggi e provvedimenti regionali in materia». Sulla programmazione regionale, (articolo 6), rispetto al piano regionale per l'integrazione degli immigrati per la definizione degli indirizzi, nel paragrafo 4, si specifica che il piano può essere aggiornato in tutto o in parte «ove si renda necessario garantire idonea accoglienza e protezione agli immigrati in presenza di flussi eccezionali dovuti a gravi crisi internazionali di natura bellica, economia o sociale». Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria ( art.12) la Regione «nel rispetto della normativa vigente assicura ai soggetti di cui nell'art.2 e agli immigrati temporaneamente presenti l'assistenza sanitaria e la fruizione delle prestazioni sanitarie ospedaliere, ambulatoriali» (paragrafo 1). Altro aspetto che vale la pena rilevare è «l'attuazione di specifici interventi di promozione della salute per la risoluzione dei problemi derivanti dalle condizioni di marginalità ed esclusione». Ultimi due articoli su cui è necessario soffermarsi riguardano la realizzazione dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) e il diritto d'asilo. Per la prima questione, trattata nell'art. 14, la Regione conferma di «evitare la realizzazione nel territorio regionale dei centri, nei quali lo stato di reclusione e limitazione delle libertà personali siano disposte al di fuori dei medesimo quadro di garanzie previsto a tutela dei cittadini italiani». Ricordiamo che al momento, nelle Marche, non sono presenti questi veri e propri lager, ma da tempo il governo nazionale ha espresso la volontà di istituirne uno a Falconara. Nell'articolo 18 dedicato agli «interventi per la tutela del diritto di asilo» si legge che la Regione promuove «la tutela del diritto d'asilo e la protezione sussidiaria attraverso interventi di prima accoglienza e di immigrazione». Questi, a grandi linee, i punti più rilevanti della nuova legge. In estrema sintesi un testo che indubbiamente propone principi importanti ma che confrontato con analoghi documenti, vedi la Regione Lazio, evidenzia dei limiti. Per esempio non si propone un articolo specifico (come nel testo laziale) sulle "Politiche contro la discriminazione e il razzismo" (art.6) , né è previsto un "Osservatorio regionale contro il razzismo e la discriminazione (art. 25 sempre Regione Lazio) o si fa riferimento al discorso di genere. Né è istituita una "Assemblea permanente dei cittadini migranti". Ma sentiamo il parere di alcuni che da anni lavorano a fianco dei migranti in specifiche associazioni. Pietro a nome dell'Ambasciata dei diritti, associazione presente in diverse città marchigiane, esprime un giudizio positivo sul testo della Regione. «Noi abbiamo partecipato attivamente al "Tavolo" specifico creato nel 2005 e il governo regionale ha accolto positivamente le nostre istanze. Per noi è rilevante il riferimento (art.1) alle Convenzioni internazionali. Inoltre è importante garantire tutele a chi chiede protezione in un contesto internazionale caratterizzato da guerre e persecuzioni (Medio Oriente e Iran). In questo senso i principi espressi nell'articolo 6 sull'accoglienza di fronte a flussi provocati da emergenze non dovrà rimanere sulla carta, visti i respingimenti illegali al porto di Ancona e l'assenza di una effettiva tutela del diritto di asilo al valico di frontiera». Pietro conclude sottolineando quanto sia significativo il rifiuto dei Cie, da sempre questione centrale nelle mobilitazioni dell'Ambasciata. Marcello Pesarini della "Rete migranti diritto ora!", che comprende sindacati e associazioni di base, si sofferma sul percorso che ha portato fino all'approvazione della legge evidenziando come «le Marche siano cambiate dall'inizio dell'iter, 5 anni, sia dal punto di vista istituzionale che dall'ottica della società civile. Il passaggio dai 15.199 residenti non comunitari del 1995 ai 90.635 del 2006 avrebbe richiesto aggiornamenti e nuove politiche attive per quanto riguarda la formazione. Ma non abbiamo tenuto conto di due fattori: il peso dei primi errori commessi con la stratificazione di una intellighenzia di migranti e delle prime forme di democrazia rappresentativa su cui si sono appiattiti, ci aveva portati ad includere il diritto al voto nei nostri programmi, e poi tutto si fermò nonostante l'approvazione di varie leggi, con le sentenze della Corte Costituzionale, intorno al 2006». Pesarini mette anche in evidenza come, dopo una fase positiva dentro il "Tavolo" di confronto tra Ente e associazioni, «nei due anni che ci hanno separati dalla fase istruttoria all'aula, la pressione della società si è allentata ulteriormente» e conclude con una domanda: «Saranno capaci la società e il governo delle Marche, attraverso questa legge, a tenere il passo delle esigenze che si stanno manifestando?». Chiudiamo questa disamina della legge all'interno dell'associazionismo con una voce decisamente più critica proveniente sempre dalla "Rete migranti". Giancarlo Centanni ne è un rappresentante autorevole visto che da anni è impegnato nel mondo dell'immigrazione. «A mio avviso - dice - il ruolo programmatorio e di indirizzo non è formulato adeguatamente come in alcune leggi regionali precedenti (Liguria e Lazio) dove è previsto un assetto istituzionale in cui sono ben delineate le funzioni della Regione, delle Province e dei Comuni. In queste leggi si è meglio compreso che le politiche di integrazione e di inclusione degli immigrati devono avere la loro attuazione a livello locale, dove naturalmente ci sono i servizi più rilevanti e che occorre potenziare. Inoltre l'integrazione, la convivenza, il mantenimento della propria identità, si gioca nell'ambito locale, nel quartiere. Per cui è indispensabile che la Regione destini fondi per progetti nei territori, ove il rischio della disgregazione e del razzismo sono più forti». Centanni conclude sottolineando come nella legge manchi «una politica di promozione per l'effettiva partecipazione dei cittadini stranieri immigrati alla vita pubblica locale, per favorire la creazione di organismi consultivi e l'estensione del diritto di voto a quelli regolarmente soggiornanti e residenti nel territorio regionale. Per esempio non è prevista una norma, come quella contenuta nella legge della Regione Lazio, per cui potranno chiedere il permesso di soggiorno per motivi di studio e di accesso al lavoro anche gli stranieri nati in Italia che dimostrino una permanenza continua nel nostro Paese negli ultimi dieci anni». Foto: /FOTO RICCARDO DE LUCA

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I referendari sono stati ambigui Non ha aiutato (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 22-06-2009)

Argomenti: Giustizia

«I referendari sono stati ambigui Non ha aiutato» L'ex presidente della Consulta: l'istituto è vivo ma c'è un uso strumentale dell'astensione La gente non vota se lo scopo non è chiaro JOLANDA BUFALINI Il referendum non è morto. Gustavo Zagrebelsky non aggiunge la sua voce al coro funebre che accompagna lo strumento di democrazia diretta. Piuttosto, per il giurista ex presidente della Corte costituzionale, sono gli orientamenti politici e le loro ambiguità a influire sul comportamento degli elettori. C'è stato, è vero, un uso strumentale dell'astensione per far fallire i referendum. Ma, in questo caso, se strumentalizzazioni ci sono state, i referendari hanno dato una mano. Professore, gli elettori non sono andati a votare. La percentuale di voto alle 19 di ieri era intorno all'11 %. «Non è certo un risultato che possa fare ben sperare i referendari». Ed è un disastro per l'istituto del referendum. «Nella campagna i referendari hanno sostenuto due tesi contraddittorie. Forse anche questo ha confuso i cittadini. Se non vanno a votare, forse si sono accorti dell'ambiguità che esiste nella posizione ch'essi hanno sostenuto». Quale ambiguità? «Hanno sostenuto due tesi contraddittorie. La loro prima tesi è che dalla eventuale vittoria dei "sì" ai referendum uscirebbe una legge molto migliore dell'attuale: una legge contro gli arbusti o i cespugli, che dir si voglia. Con l'assegnazione del premio di maggioranza alla lista più forte, e non alla coalizione, ci avvieremmo al bipartitismo. In questo caso, dunque, secondo i promotori del referendum - sottolineo: secondo loro; idee diverse sono lecite - l'effetto prodotto sarebbe buono in sé, senza nessun bisogno di riforme elettorali future». E la seconda tesi dei fautori del sì? «È che il sistema elettorale attuale è pessimo, e che il sistema elettorale che ne deriverebbe sarebbe, se possibile, ancora peggiore. Quindi - questa la loro tesi - bisogna votare e votare sì per creare, attraverso una legge insostenibile, le condizioni che rendono necessaria una riforma legislativa. Il Parlamento, in altri termini, sarebbe a quel punto costretto a riprendere in mano la situazione, in vista di una nuova legge elettorale. È evidente la contraddizione. Non si può chiedere un voto dicendo contemporaneamente che esso determinerà una legge buona, che non avrebbe nessuna ragione per essere poi modificata, e, insieme, che determinerà una legge pessima, che dovrà poi essere cambiata». Una legge del tutto diversa non si potrebbe fare, dovrebbe essere comunque nella direzione indicata dal voto referendario. «Non si può ingannare l'elettore». C'è stata anche convenienza politica a non fare campagna referendaria e questo ha prodotto scarsa informazione. Il risultato, però, è uno svuotamento del referendum. «Secondo me, l'istituto referendario non è né riempito né svuotato. Sono sicuro che su questioni vitali e con alternative non ambigue gli elettori avrebbero buoni motivi per impegnarsi. Un problema che le ultime consultazioni referendarie hanno proposto è invece quello dell'astensionismo, in relazione al quorum di validità al 50%. Bisognerebbe trovare il modo di impedirne l'uso strumentale per far fallire i referendum». In questo caso, le pare che ci sia stato questo uso strumentale? «Se c'è stato, bisogna aggiungere che i referendari con la posizione ambigua che hanno sostenuto, l'hanno giustificato». Intervista a Gustavo Zagrebelsky

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L'abuso del diritto corto circuito del sistema fiscale (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME data: 2009-06-21 - pag: 21 autore: ANALISI L'abuso del diritto «corto circuito» del sistema fiscale di Enrico De Mita S I l rilievo dato dalla giurisprudenza della Corte di cassazione all'abuso del diritto in materia tributaria ha provocato un dibattito fra giuristi che complica il quadro complessivo dell'ordinamento. Sembra che questa giurisprudenza più che risolvere problemi li abbia accentuati, provocando iniziative legislative correttive di presunte forzature, tanto che giudici di Cassazione sono intervenuti a spiegare la funzione "politica" della giurisprudenza e come si combini in essa il rapporto fra applicazione dei principi e delle norme scritte. Quando si evoca in modo precipitoso ( senza la dovuta ponderazione) un principio ritenuto immanente nell'ordinamento e con argomentazioni del tutto discutibili se riferite al processo tributario (l'applicazione d'ufficio da parte del giudice); quando si fa riferimento senza i dovuti svolgimenti all'articolo 53 della Costituzione si pongono una serie di interrogativi che colgono una giurisprudenza impaziente nel risolvere delicati problemi del diritto tributario. La situazione dell'ordinamento tributario in Italia è complessa e contraddittoria. I protagonisti, legislatori, giudici, dottrina, parlano linguaggi diversi. è pur vero che hanno ruoli diversi e agiscono autonomamente, ma mancano di cultura comune. Non c'è un terreno comune sul quale la dottrina tributaristica, vale a dire la giurisprudenza teorica del diritto tributario, si possa confrontare con la giurisprudenza pratica, orientandola. Questo è dovuto a più fattori: il tipo di legislazione rigido che espunge praticamente il ruolo dell'interpretazione; l'assenza di una cultura giuridica comune alle due parti in causa del rapporto tributario. C'è la cultura del fisco e quella comune di avvocati e contribuenti. Quando parlo della cultura del fisco mi riferisco ad amministrazione, Gdf, avvocatura di Stato e a una parte (forse prevalente) della nostra giurisprudenza. La cultura dei privati è tendenzialmente contra fiscum. C'è incomunicabilità fra questi due tipi di cultura: le leggi vengono scritte e applicate secondo un'impostazione per la quale i principi dell'ordinamento vengono sacrificati e in contrapposizione c'è un tentativo di difendersi in nome dei principi del diritto comune. Ci sarebbe la tutela del giudice delle leggi, la Corte costituzionale, ma anche questo è un giudice, come scrisse Allorio, «politicamente necessitato ». La legge tributaria è caratterizzata da una tecnica,la casistica,e da un sacrificio delle regole di diritto comune che va oltre la tutela dell'interesse fiscale, come interesse costituzionalmente tutelato. C'è, d'altra parte, un atteggiamento comune alla dottrina dei privati che delle questioni conosce solo un profilo unilaterale. Quando si parla del rapporto tra fisco e contribuente come di rapporto in mala fede non si vuole toccare un profilo solo psicologico, ma un profilo giuridico che coinvolge la comunanza delle regole e l'affidamento reciproco. Le leggi tributarie sono scritte nel sospetto che debbano essere violate; l'atteggiamento del giurista di diritto comune è quello di consigliere che, in genere, tende a eludere la legge, abusando delle regole del diritto comune. Questa incomunicabilità può essere superata? Credo che i riferimenti ai principi costituzionali possano ricondurre il più possibile il diritto tributario a diritto comune. Se le cose stanno così si capisce lo scontro fra giudici da una parte e professionisti dall'altra. Sicché stupisce che giudici di valore (come Mario Cicala) pur animati di fervore culturale, difendano con enfasi la funzione "politica" della giurisprudenza, svlutando la funzione ponderata del giudice nell'interpretazione delle leggi. Nessuno nega il compito della giurisprudenza nell'individuazione dei principi e nel porre rimedi a una legislazione difficile: esiste per questo l'interpretazione adeguatrice. Ma quando Cicala dice che mentre i principi costituiscono «l'asse portante della motivazione » relegando l'esegesi delle norme positive a «un compito ancillare di supporto» va oltre il segno. «I testi normativi contengono esemplificazioni, contraddizioni» che non consentono di applicare la legge in modo lineare. E ancora: non c'è il linguaggio rigoroso e univoco dell'era delle codificazioni. Non sono cose nuove. Le leggi tributarie in Italia sono state sempre casistiche e codificazioni non ve ne sono mai state. La casistica ha travolto anche il codice tedesco. Quindi non c'è niente di nuovo, se non una moltiplicazione folle delle leggi. Ma non si può vanificare il diritto positivo in nome di principi non sempre rinvenuti con metodo appropriato, soprattutto quando si tratti di principi non scritti. Nel nostro ordinamento esiste un principio di legalità (articolo 23 della Costituzione) che ha la funzione di contenere la discrezionalità dell'amministrazione. Le leggi tributarie sono dirette all'amministrazione e un'amministrazione che volesse applicare le imposte solo in base ai principi applicherebbe un diritto senza portata pratica. Senza dimenticare che chi applica per primo le leggi tributarie è il contribuente che risponde per primo all'amministrazione. Non c'è dunque contrapposizione radicale fra principi e leggi scritte. Quando la legge è contraria ai principi c'è l'interpretazione sistematica e quella adeguatrice, o il ricorso alla Corte costituzionale.La giurisprudenza non è l'amministrazione finanziaria e senza negare nessuno dei compiti che con orgoglio vengono a essa rivendicati occorre richiamare la "juris prudentia", la ponderazione, l'equilibrio, la conoscenza storica delle leggi, quali criteri di saggezza nell'applicazione delle leggi. La lotta all'evasione non la fa la giurisprudenza forzando le leggi in nome dei principi, innovando il senso delle leggi (anche processuali) più di quanto sia consentito dalla saggezza. Ciò che c'è di nuovo è l'accumularsi dei difetti storici rispetto a un fisco di massa: l'incapacità dei governi, a partire dal 1971, di elaborare codici tributari; la crisi della funzione legislativa, il "protagonismo" di alcuni giudici, la giurisprudenza "necessitata" della Corte costituzionale, da sempre, e della Cassazione, più di recente. La giurisprudenza non ha bisogno di difendersi da sola nelle più diverse sedi. Il giudizio critico deve essere compito della dottrina, mentre è compito della politica razionalizzare e semplificare le leggi. In diritto tributario la legalità non è una cosa teorica. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PROBLEMA Non si possono vanificare le «regole» positive in nome di principi non meditati

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L'ultimo quorum nel '95 Bonino: i fallimenti? È sparito il fronte del (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 22/06/2009 - pag: 2 Passato e presente La consultazione era su 12 quesiti L'ultimo quorum nel '95 Bonino: i fallimenti? È sparito il fronte del «no» MILANO Quel giugno del 1995, erano ben dodici i referendum su cui esprimersi. Quesiti che andavano dall'abolizione del potere del premier di stabilire i sindacati più rappresentativi, alla privatizzazione della Rai. Ma gli italiani non andarono al mare: si raggiunse un quorum tra il 57,2 e il 58,1 per cento. Fu l'ultima volta. Da allora, in Italia, il referendum non è più riuscito a superare la soglia di votanti stabilita dalla legge. E le percentuali sono scese progressivamente, lanciando anche sulla scena politica referendaria un nuovo protagonista: l'astensione. Che ha sostituito, di fatto, il fronte del «no». Della serie: meglio andare al mare che votare. Fino ad arrivare alle cifre, per ora bassissime, di quest'ultima consultazione popolare. Inevitabile, quindi, interrogare i protagonisti di quell'ultimo successo referendario del '95. Una «pattuglia» trasversale. Che andava dal leader storico dei radicali Marco Pannella all'azzurro Alfredo Biondi; dal radicale Peppino Calderisi al deputato leghista Pierluigi Petrini; da Valerio Zanone ad Emma Bonino. E proprio quest'ultima, rispetto al fallimento di oggi, non mostra grande stupore: «I referendum non sono mai piaciuti ai partiti. Dal '95 è in atto una campagna sistematica di delegittimazione di questo strumento popolare, usando l'astensione per far saltare il quorum. Più facile disertare che votare. Nel '99 Berlusconi invitò ad andare al mare, ricordate? E nel 2005 ci ha pensato Ruini». Non c'è una responsabilità dei cittadini, dunque, in quanto accade? «Ma la sensibilità si crea, non la si trova al supermercato. E se la gente non sa manco di cosa parliamo, se le tribune elettorali vanno in onda alle tre di notte, come si può pretendere che voti? Tra l'altro questo è un referendum molto tecnico, che inevitabilmente appassiona poco». Tante, negli anni, le iniziative dei radicali per tener alta l'attenzione. Ricorda Bonino: «Ci inventammo i fantasmi nel '99. Il bavaglio, oramai famoso, per il referendum sul finanziamento ai partiti nel '78. I fantasmi, poi, prima nel '97 e poi nel 2005 sulla procreazione assistita, come strumento anti Ruini. E nel '95, l'anno di cui stiamo parlando, ricordo l'iniziativa al teatro Flaiano, con i nudi di sette compagni radicali al 38esimo giorno di digiuno in una scenografia che richiamava Aspettando Godot di Beckett. Oggi? Oggi abbiamo appena smesso un digiuno e ci battiamo quotidianamente contro l'ostruzionismo in tv. Dieci anni fa non era così. C'era anche un maggior trasversalismo tra i partiti sui temi della laicità. Adesso, è sparito tutto». Uno dei sette corpi nudi ed emaciati che nel novembre '95 si esposero, non senza imbarazzo, sul palco del Teatro Flaiano, era quello di Rita Bernardini. Oggi, l'esponente radicale riflette con una punta di amarezza su quanto sta accadendo: «Una delle cause di questa situazione risiede nell'assenza di informazione unita alle sentenze della Corte costituzionale che hanno snaturato il significato storico del referendum». E Giugno 1995 Un manifesto a favore della modifica del sistema radiotelevisivo italiano regolato dalla legge Mammì

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Regole bocciate dalla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)

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Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-22 - pag: 17 autore: Basilicata Regole bocciate dalla Consulta P annelli fotovoltaici su tutte le nuove costruzioni? Non è proprio così, come in genere si dice. Infatti, la norma nazionale che scatterà dal 2010 prevede soltanto che il kW di elettricità –che dovrà essere prodotto per ogni unità residenziale –provenga da «fonti rinnovabili». Perciò, si potrà trattare anche di altri impianti: geotermici, a biomasse o eolici, ad esempio. Ed è proprio sullo sviluppo dell'energia dal vento che in questo ultimo anno c'è stata un'incredibile accelerazione, soprattutto in molte regioni meridionali. Gli inconvenienti dell'eolico sono due. Il primo è il costo dell'impianto, giustificato solo per un condominio o un'azienda agrituristica (sono da investire almeno 50mila euro, per i più piccoli). Il secondo è il possibile impatto visivo e ambientale. Ed è su quest'ultimo nodo che è destinata ad avere un'importanza cruciale una recentissima sentenza della Corte costituzionale (29 maggio 2009, n. 166), che ha ritenuto illegittimo l'articolo 6 della legge 9/2007 della Regione Basilicata (Disposizioni in materia di energia), bloccando indirettamente tutte le norme locali , anche di altre Regioni, che regolano l'inserimento degli impianti eolici nel paesaggio. La Consulta ha ritenuto che ogni norma regolatrice in proposito debba rifarsi necessariamente alle linee guida previste al comma 10 dell'articolo 12 del Dlgs 387/2003, che non sono state ancora emanate. Il comma sancisce che «in conferenza unificata, su proposta del ministro delle Attività produttive, di concerto con il ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del ministro per i beni e le attività culturali, si approvano le linee guida per lo svolgimento del procedimento di cui al comma 3» relativo al rilascio dell'autorizzazione per l'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Le stesse linee guida debbono «assicurare un corretto inserimento degli impianti, con specifico riguardo agli impianti eolici, nel paesaggio». Ebbene, l'articolo 117, comma 2, lettera s), della Costituzione affida alla competenza legislativa esclusiva dello Stato la salvaguardia dell'ambiente. Le Regioni debbono adeguare le loro norme a tali linee guida entro 90 giorni e – al limite – incrementare le relative tutele. Questo però non consente alle Regioni di individuare in completa autonomia i criteri per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa, così come aveva fatto l'articolo 6 della legge 9/2007 della Basilicata, recependo una delibera di Giunta (la 2920/2004). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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il vento della crisi non soffia su crt - diego longhin (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

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Pagina XV - Torino Il vento della crisi non soffia su Crt E Miglietta "avvisa" la politica: "Noi rispondiamo alla società civile" DIEGO LONGHIN «Rispondiamo alla società civile, non agli enti locali e alla politica». Il segretario della Fondazione Crt, Angelo Miglietta, ha chiuso così la presentazione del bilancio sociale 2009 dell´ente di via XX Settembre, tra i primi soci del gruppo Unicredit. Un paletto, che il segretario definisce come un appello alla società civile, per rimarcare l´autonomia della Fondazione, pronta ad intervenire nei progetti se ritenuti strategici per le zone di riferimento, ad iniziare da Torino e provincia, dove si concentrano il 60 per cento delle risorse distribuite, ma senza diventare la stampella di nessuno. «In un momento in cui si sta vivendo un forte declino delle risorse pubbliche, nazionali e locali, rivendichiamo l´indipendenza, sancita anche da numerose sentenze della corte costituzionale. In una fase in cui il pubblico si ritira non vorremmo trovarci di fronte al rischio che crescano le pressioni sulle fondazioni perché diventino braccio della finanza locale. Per questo invito la società civile a legittimare e difendere l´operato delle fondazioni». Nel 2008, come rimarca il presidente della Crt, Andrea Comba, «la fondazione è riuscita a mantenere gli impegni grazie allo sviluppo di interventi anche innovativi: nonostante la crisi il fondo di stabilizzazione delle erogazioni non è stato utilizzato ed anche il numero di interventi deliberati risulta costante rispetto al 2007». Sono stati erogati 129 milioni di euro, di cui 14 milioni destinati ai fondi per il volontariato. «In linea con le erogazioni dell´anno precedente», dice Miglietta. In realtà l´ammontare delle risorse nel 2007 è stato di 132 milioni, ma di questi 92 milioni erano ordinari, il resto extra era stato destinato alla fondazione Sviluppo e Crescita. Tra i vari capitoli la macroarea Istruzione e Ricerca sono andati 42 milioni di euro, al settore Arte 34 milioni di euro, la cifra più alta dalla costituzione dell´ente di via XX Settembre. Stessi numeri per i progetti legati al Welfare e progresso della società. Miglietta ha poi passato in rassegna le principali iniziative, settore per settore, dove la Fondazione è impegnata, concentrandosi soprattutto sul Venture Philanthropy, tra housing sociale, università e ambiente, dove anche gli enti no-profit sono chiamati a partecipare, in base alle loro capacità, alla realizzazione dei progetti. Sul fronte Arte il segretario generale ha poi ribadito che le trattative per l´acquisizione delle ex Ogr proseguono e che via XX Settembre crede nell´iniziativa: «Faremo un grande polo della cultura, non solo dell´arte, contemporanea. Sono già partiti studi sui principali siti, dal MoMa di New York al Gugenheim». I vertici della Fondazione si sono soffermati anche sulla sottoscrizione delle obbligazioni convertibili subordinate emesse da Unicredit: «La Fondazione Crt ha dato un contributo di portata epocale alla banca. Si è rivelato infatti lo strumento che l´ha aiutata a svoltare - dice Miglietta - non ha tolto fondi alle erogazioni e ha anzi un rendimento garantito».

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A Terni Baldassarre non ce la fa (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 23/06/2009 - pag: 9 Vince il Pd A Terni Baldassarre non ce la fa Leopoldo Di Girolamo, candidato sindaco del centrosinistra, è stato eletto primo cittadino di Terni con il 53,01 per cento, contro il 46,98 per cento del candidato del centrodestra, Antonio Baldassarre ( foto), secondo i dati forniti dal Viminale. Era una sfida molto attesa, quella di Terni. Forse perché contro Leopoldo Di Girolamo, che al primo turno aveva preso il 49,5 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal centrosinistra compatto, lo sfidante era l'ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre. Quest'ultimo, al termine del primo turno, aveva raccolto il 37,13 per cento dei consensi, ed era sostenuto dal Partito della libertà e da una lista civica. In questo quadro, si era capito da subito che sarebbe stato fondamentale il ruolo dell'Udc (che ha preso a sua volta il 5,4 per cento) e della Lista Valigi Sindaco (4 per cento dei consensi al primo turno). Anche a Terni, come ad Orvieto, in molti temevano il manifestarsi del fenomeno a questo punto scongiurato dell'anatra zoppa: ovvero, in caso di vittoria, il centrodestra avrebbe avuto il sindaco ma non la maggioranza in consiglio che sarebbe spettata al centrosinistra, visto che al primo turno hanno superato il 50 per cento dei voti, ottenendo di fatto 22 consiglieri su 40.

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Unicredit, la cassaforte Crt vede la prima cedola d'oro (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Economia data: 23/06/2009 - pag: 45 Fondazioni Avanzo di gestione a quota 255 milioni di euro Unicredit, la cassaforte Crt vede la prima cedola d'oro Miglietta: «Sostenere la banca non ha ridotto le erogazioni» DAL NOSTRO INVIATO TORINO Ci sono voluti «nervi saldi» per mettere sul piatto 564 milioni. Ma quell'investimento in Unicredit, che «va chiarito una volta per tutte, non ha tolto soldi alle erogazioni » e che, per la Fondazione Crt, «è stato un contributo di portata epocale» si è rivelato «lo strumento che ha permesso la svolta» della banca guidata da Alessandro Profumo. Così Angelo Miglietta, segretario generale dell'ente torinese è tornato sulla ricapitalizzazione di Unicredit, presentando alla stampa il bilancio 2008. Il secondo miglior bilancio tra le big, alle spalle di Mps, chiuso con 255,5 milioni di avanzo contro i 211 attesi ed erogazioni cresciute del 19% a 129 milioni. Il fondo di stabilizzazione non è stato utilizzato ed è stato incrementato di oltre 16 milioni. Certo, dopo la risalita fino a quota 2 euro, i recenti ribassi di Borsa hanno riallineato il prezzo di Unicredit (partecipata al 3,6%) agli 1,86 euro iscritti a bilancio. Tuttavia sono i «Cashes» dell'aumento di capitale costati, appunto, oltre mezzo miliardo a dar soddisfazioni: rendono il 6% e hanno già staccato la prima cedola trimestrale. Resta da capire l'impatto del dividendo in azioni sui conti del 2009, mentre sul ritorno, quest'anno, alla cedola in contanti di Unicredit pesano ancora molte incognite. I crolli del mercato non hanno risparmiato Perseo (primo «rosso» di circa 100 milioni nel 2008), la holding di partecipazioni che custodisce quasi l'1% di Unicredit ed è controllata per il 40% dalla stessa Crt, mentre il restante 60% è suddiviso tra Generali, Mediobanca e i francesi di Aviva. La presidenza di Perseo è andata al vicepresidente della Fondazione, Giovanni Ferrero, dopo l'uscita a fine marzo di Gian Maria Gros-Pietro. Miglietta ha insistito ieri sul nuovo corso della Crt sempre più concentrata sul sostegno ai progetti a «regia propria» e autosostenibili. I programmi per lo sviluppo e per i giovani hanno conquistato il 70% degli stanziamenti (82 milioni). «Sviluppo e Crescita» è il veicolo che segue i nuovi progetti, mentre la neo-nata Orione si occupa di investimenti nella realtà artigiana e industriale. «Le Fondazioni non devono nè possono diventare sostitutori della spesa pubblica» ha avvertito Miglietta, secondo il quale «non favorire la ristrutturazione del sistema significa non far ripartire la crescita del Paese». È un «appello» alla società civile: «come unico vero stakeholder deve difendere e legittimare l'agire delle fondazioni, che in una fase di declino possono subire pressioni». Miglietta ha ricordato che «nessun altro Paese ha come l'Italia 88 fondazioni che erogano quasi 2 miliardi l'anno» e, dunque, diventa cruciale «difendere le prospettive di libertà civile che la Corte Costituzionale ha riconosciuto stabilendone la natura privata». In alto l'ingresso del palazzo della Fondazione Crt, in via XX settembre a Torino. A destra il segretario generale, Angelo Miglietta Paola Pica

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PRECARI PER SEMPRE (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

PRECARI PER SEMPRE Oggi la Corte costituzionale avvia l'esame della norma che consente alle aziende di evitare il reintegro, anche quando è stato deciso dal giudice, pagando come indennizzo un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità. Il caso dei «trimestrali» assunti a tempo determinato da Poste italiane

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Violati due articoli della Costituzione (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

«Violati due articoli della Costituzione» MASSIMO FRANCHI Questa volta il ministro Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli già acquisiti) dei precari è una norma della Finanziaria, la cui paternità non è stata riconosciuta da alcuno. La formulazione è complessa, ma la traduzione molto semplice: anche chi ha vinto una causa di lavoro che prevede il reintegro a tempo indeterminato può essere mandato a casa senza tanti problemi e con un esborso neanche tanto alto: da da due mensilità e mezzo a sei. Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie, infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati, uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una scandalosa barbarie. Si procura un danno enorme a lavoratori che hanno avuto il loro diritto riconosciuto da un giudice e si violano almeno due articoli della Costituzione. Prima di tutto l'articolo 3, cioè il principio di uguaglianza davanti alla legge: la norma riguarda solo i giudizi in corso. Poi l'articolo 104, quello che sancisce l'indipendenza della magistratura, perché, intervenendo appunto su processi ancora in svolgimento, la norma prevarica i giudici». Ma all'esame della Corte costituzionale ci sono anche altri provvedimenti dei governi di centrodestra in materia di contratti a tempo determinato. Si tratta dell'articolo 1 del decreto legislativo 368 del 2001 sulle «esigenze sostitutive» e la norma della 266 del 2005 che autorizza le aziende ad assumere a tempo determinato senza che debbano specificare il motivo per cui è stata scelta questa forma contrattuale. «Queste norme - sottolinea l'avvocato Sergio Galleano - hanno messo da parte i principi della direttiva che nel 1989 aveva stabilito una serie di limiti all'uso del contratto a tempo determinato e, di fatto, hanno aperto le porte al suo abuso». Quanto alla norma che consente di sostituire il reintegro con il pagamento di alcune mensilità a titolo di indennizzo, uno dei casi simbolo è quello dei «trimestrali» di Poste italiane. «Secondo Poste italiane - spiega l'avvocato Galleano - i casi sarebbero addirittura 150mila. Un numero tanto alto da richiedere che la controversia non venga risolta dai giudici, ma da una legge ad hoc. Noi invece stimiamo che i casi totali, comprendo anche altre aziende come Rai e Telecom e siano 5-6000». L'estate scorsa, appena il provvedimento fu annunciato, scoppiò la polemica: «L'emendamento sui contratti a termine - spiegò il ministro Sacconi - è di carattere transitorio ed esclusivamente riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari, interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane». Il primo caso in cui è stata sollevata la questione di costituzionalità riguarda una lavoratrice di Andria. Nell'ottobre 2008 la Corte di Appello di Bari le ha dato ragione e ha investito la Consulta. La lavoratrice era in servizio nell'ufficio postale di Andria nel 2005 quando fu assunta per tre mesi alla scadenza dei quali il suo contratto non fu rinnovato. Secondo la Cgil, che ha patrocinato il ricorso della dipendente, l'assunzione aveva invece tutti i caratteri di un rapporto a tempo indeterminato. In primo grado il tribunale ha dato ragione alle Poste. Poi, in appello, la sospensione in attesa del giudizio sulla costituzionalità. L'ufficio legale di Poste Italiane ha dalla sua una sentenza del Tribunale di Roma che «ha ritenuto di escludere ogni contrasto dell'articolo 4 bis con le norme della Costituzione, rilevando che la citata disposizione contiene una disciplina - che pur in ragione della eccezionalità del momento è comunque limitata nel tempo - è finalizzata ad arginare l'eccessivo ampliamento dell'organico delle imprese incidendo sul loro equilibrio economico-finanziario e sulla loro competitività». La memoria dei difensori di Poste italiane, cita poi un passo delle motivazioni nel quale il giudice estensore definisce la norma «in linea con la filosofia di fondo della manovra adottata dal Governo e giustificata dalla esigenza di tutelare l'interesse generale al buon andamento dell'economia del Paese, conseguire tassi di incremento del PIL e sostenere la competitività dell'intero sistema Italia». Dopo il caso di Andria altri giudici e altre corti di tutta la penisola hanno ritenuto «non infondata questione di legittimità costituzionale» sull'utilizzo dell'articolo 4 bis. Da Trieste a Genova, da Roma alla Campania, in pochi mesi i casi sono arrivati a essere una decina. La Consulta li ha unificati in un solo giudizio, quello che comincia oggi. Il primo caso di applicazione della norma, col licenziamento in tronco di nove lavoratori, fu segnalato dall'Unità lo scorso 8 ottobre. Riguardava non Poste Italiane, ma «Strada dei Parchi», la concessionaria delle autostrade A/24 Roma-Teramo ed A25 Torano-Pescara. L'azienda, il cui pacchetto di maggioranza è nelle mani del gruppo Toto, ha usato l'articolo 4bis licenziando quattro lavoratori che erano stati reintegrati a tempo pieno ed indeterminato a seguito di sentenze favorevoli del giudice del lavoro di Roma nell'anno 2007 che riconosceva, anche, la nullità dei contratti a tempo determinato di molti altri precari che nella medesima azienda venivano continuamente assunti e licenziati da oltre 10 anni. Nelle lettere di licenziamento, si arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire le indennità risarcitorie che il giudice aveva riconosciuto loro. Da quell'articolo sono nate due interrogazioni parlamentari. Una a firma dell'onorevole Giovanni Lolli e una a nome dell'onorevole Cesare Damiano. La risposta del governo è illuminante. Ecco come la destra considera i precari. Il sottosegretario al Lavoro Viespoli scrive scrive: «Come ampiamente emerso nel dibattito estivo che ha accompagnato l'approvazione della legge n. 133/2008, l'intervento del Governo in materia di contratti a termine risultava funzionale all'obiettivo di non abbassare il livello sostanziale di tutele dei lavoratori assunti a termine e consentire, al tempo stesso, di salvaguardare i livelli occupazionali e la tenuta finanziaria di alcune grandi imprese già accordatesi con le parti sociali per gestire in modo condiviso e sostenibile il contenzioso in atto e risalente nel tempo. Come a dire si tratta di un ricatto: abbiamo fatto un favore alle aziende perché, diversamente, rischiavano di fallire e quindi anche i posti di lavoro a termine sarebbero spariti». Dei quattro licenziati di Autostrade dei Parchi nel frattempo uno ha trovato un accordo extragiudiziale per un part-time e il mantenimento del risarcimento. Gli altri 3 sono in attesa.

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Il caso di Strada nei parchi sollevato da l'Unità (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il caso di «Strada nei parchi» sollevato da l'Unità Il 22 maggio del 2009 Francesco Mazzocchitti, dopo Massimo Gentile e Vincenzo Matani, ha vinto la causa per il reintegro a tempo pieno ed indeterminato nella società Strada dei Parchi. Il caso dei tre lavoratori, insieme a quello dei dipendenti a tempo determinato delle Poste, era il simbolo degli effetti dell'«ammazza-precari» oggi in discussione alla Corte Costituzionale. Il primo ottobre del 2008 «Strada dei Parchi S.p.A». aveva proceduto e unilateralmente al licenziamento di quattro persone. Nelle lettere di licenziamento si arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire la predetta indennità risarcitoria stabilita dal giudice.

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Ecco la norma da oggi all'attenzione dei giudici (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Ecco la norma da oggi all'attenzione dei giudici Questo il testo della norma (contenuta nel decreto 112 del 25 giugno del 2008) all'esame a partire da oggi davanti alla Corte costituzionale. È l'articolo 4.bis: «Con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione, e fatte salve le sentenze passate in giudicato, in caso di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 1, 2 e 4, il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un'indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 ed un massimo di sei mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto». In pillole

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Questa volta il ministro Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli g... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Questa volta il ministro Brunetta non c'entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli già acquisiti) dei precari è una norma della Finanziaria, la cui paternità non è stata riconosciuta da alcuno. La formulazione è complessa, ma la traduzione molto semplice: anche chi ha vinto una causa di lavoro che prevede il reintegro a tempo indeterminato può essere mandato a casa senza tanti problemi e con un esborso neanche tanto alto: da da due mensilità e mezzo a sei. Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie, infatti, hanno sollevato il dubbio dell'incostituzionalità. Domenico Armati, uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una scandalosa barbarie. Si procura un danno enorme a lavoratori che hanno avuto il loro diritto riconosciuto da un giudice e si violano almeno due articoli della Costituzione. Prima di tutto l'articolo 3, cioè il principio di uguaglianza davanti alla legge: la norma riguarda solo i giudizi in corso. Poi l'articolo 104, quello che sancisce l'indipendenza della magistratura, perché, intervenendo appunto su processi ancora in svolgimento, la norma prevarica i giudici». Ma all'esame della Corte costituzionale ci sono anche altri provvedimenti dei governi di centrodestra in materia di contratti a tempo determinato. Si tratta dell'articolo 1 del decreto legislativo 368 del 2001 sulle «esigenze sostitutive» e la norma della 266 del 2005 che autorizza le aziende ad assumere a tempo determinato senza che debbano specificare il motivo per cui è stata scelta questa forma contrattuale. «Queste norme - sottolinea l'avvocato Sergio Galleano - hanno messo da parte i principi della direttiva che nel 1989 aveva stabilito una serie di limiti all'uso del contratto a tempo determinato e, di fatto, hanno aperto le porte al suo abuso». Quanto alla norma che consente di sostituire il reintegro con il pagamento di alcune mensilità a titolo di indennizzo, uno dei casi simbolo è quello dei «trimestrali» di Poste italiane. «Secondo Poste italiane - spiega l'avvocato Galleano - i casi sarebbero addirittura 150mila. Un numero tanto alto da richiedere che la controversia non venga risolta dai giudici, ma da una legge ad hoc. Noi invece stimiamo che i casi totali, comprendo anche altre aziende come Rai e Telecom e siano 5-6000». L'estate scorsa, appena il provvedimento fu annunciato, scoppiò la polemica: «L'emendamento sui contratti a termine - spiegò il ministro Sacconi - è di carattere transitorio ed esclusivamente riferito ai giudizi in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Riguarda quindi una platea limitata di destinatari, interessati quasi esclusivamente a controversie con la società Poste Italiane». Il primo caso in cui è stata sollevata la questione di costituzionalità riguarda una lavoratrice di Andria. Nell'ottobre 2008 la Corte di Appello di Bari le ha dato ragione e ha investito la Consulta. La lavoratrice era in servizio nell'ufficio postale di Andria nel 2005 quando fu assunta per tre mesi alla scadenza dei quali il suo contratto non fu rinnovato. Secondo la Cgil, che ha patrocinato il ricorso della dipendente, l'assunzione aveva invece tutti i caratteri di un rapporto a tempo indeterminato. In primo grado il tribunale ha dato ragione alle Poste. Poi, in appello, la sospensione in attesa del giudizio sulla costituzionalità. L'ufficio legale di Poste Italiane ha dalla sua una sentenza del Tribunale di Roma che «ha ritenuto di escludere ogni contrasto dell'articolo 4 bis con le norme della Costituzione, rilevando che la citata disposizione contiene una disciplina - che pur in ragione della eccezionalità del momento è comunque limitata nel tempo - è finalizzata ad arginare l'eccessivo ampliamento dell'organico delle imprese incidendo sul loro equilibrio economico-finanziario e sulla loro competitività». La memoria dei difensori di Poste italiane, cita poi un passo delle motivazioni nel quale il giudice estensore definisce la norma «in linea con la filosofia di fondo della manovra adottata dal Governo e giustificata dalla esigenza di tutelare l'interesse generale al buon andamento dell'economia del Paese, conseguire tassi di incremento del PIL e sostenere la competitività dell'intero sistema Italia». Dopo il caso di Andria altri giudici e altre corti di tutta la penisola hanno ritenuto «non infondata questione di legittimità costituzionale» sull'utilizzo dell'articolo 4 bis. Da Trieste a Genova, da Roma alla Campania, in pochi mesi i casi sono arrivati a essere una decina. La Consulta li ha unificati in un solo giudizio, quello che comincia oggi. Il primo caso di applicazione della norma, col licenziamento in tronco di nove lavoratori, fu segnalato dall'Unità lo scorso 8 ottobre. Riguardava non Poste Italiane, ma «Strada dei Parchi», la concessionaria delle autostrade A/24 Roma-Teramo ed A25 Torano-Pescara. L'azienda, il cui pacchetto di maggioranza è nelle mani del gruppo Toto, ha usato l'articolo 4bis licenziando quattro lavoratori che erano stati reintegrati a tempo pieno ed indeterminato a seguito di sentenze favorevoli del giudice del lavoro di Roma nell'anno 2007 che riconosceva, anche, la nullità dei contratti a tempo determinato di molti altri precari che nella medesima azienda venivano continuamente assunti e licenziati da oltre 10 anni. Nelle lettere di licenziamento, si arrivava addirittura a richiedere ai lavoratori di restituire le indennità risarcitorie che il giudice aveva riconosciuto loro. Da quell'articolo sono nate due interrogazioni parlamentari. Una a firma dell'onorevole Giovanni Lolli e una a nome dell'onorevole Cesare Damiano. La risposta del governo è illuminante. Ecco come la destra considera i precari. Il sottosegretario al Lavoro Viespoli scrive scrive: «Come ampiamente emerso nel dibattito estivo che ha accompagnato l'approvazione della legge n. 133/2008, l'intervento del Governo in materia di contratti a termine risultava funzionale all'obiettivo di non abbassare il livello sostanziale di tutele dei lavoratori assunti a termine e consentire, al tempo stesso, di salvaguardare i livelli occupazionali e la tenuta finanziaria di alcune grandi imprese già accordatesi con le parti sociali per gestire in modo condiviso e sostenibile il contenzioso in atto e risalente nel tempo. Come a dire si tratta di un ricatto: abbiamo fatto un favore alle aziende perché, diversamente, rischiavano di fallire e quindi anche i posti di lavoro a termine sarebbero spariti». Dei quattro licenziati di Autostrade dei Parchi nel frattempo uno ha trovato un accordo extragiudiziale per un part-time e il mantenimento del risarcimento. Gli altri 3 sono in attesa.

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Bonino: una morte annunciata D'Alema: eliminare il quorum Per l'esponente radicale la proposta dei referendari andava combattuta nel merito Secondo l'esponente Pd le firme devono e (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Bonino: una morte annunciata D'Alema: eliminare il quorum Per l'esponente radicale la proposta dei referendari «andava combattuta nel merito» Secondo l'esponente Pd «le firme devono essere di più per rendere eccezionale il ricorso alla consultazione ma la soglia di validità è un modo per annullare la volontà popolare» JOLANDA BUFALINI L'Euchessina non va giù, cioè l'idea - spiega Emma Bonino - che il referendum possa essere usato come stimolo dell'attività del Parlamento. Del resto «non era questa l'idea dei Costituenti». «Io sono molto addolorata, - dice - non so se il referendum potrà resuscitare certo è che l'attentato è drammatico e mi pare che l'hanno ammazzato. Però è un po' come tagliarsi i c., perché prima o poi questo strumento di democrazia potrebbe servire». Ne ha per tutti l'esponente radicale che ricorda, fra le sue battaglie referendarie vinte, quella sul finanziamento pubblico, quella, nata in difesa di Enzo Tortora, sulla responsabilità civile dei Pm, sul sistema uninominale, «traditi in Parlamento». Ruini e la Lega. Ce l'ha con i promotori del referendum che andavano battuti nel merito perché «dietro il vestito dei quesiti non c'era niente. Nella legge elettorale sarebbero rimaste le liste bloccate, per esempio. E infatti noi, nel nostro piccolo ci siamo battuti per il no». «Si sono avvitati per le convenienze tattiche delle forze politiche». «Ridicola la campagna in Tv, non solo per gli orari». «E il Pd ha dato indicazione per il sì ma poi non trovavi nessuno che si impegnasse». Alla fine c'è stata una buona dose di ipocrisia perché «tutti hanno contato sulla capacità di interdizione della Lega nei confronti di Berlusconi che, effettivamente, si è dimostrata efficace». Alla Lega «faccio Chapeau. Ma hanno un illustre predecessore in Ruini». L'ammazzamento, sostiene Bonino, era iniziato già negli anni Ottanta, quando la Corte costituzionale si esercitò in una «giurisprudenza bizzarra, se pensi che il referendum sul nucleare non fu ammesso nel 1979 e poi ammesso nel 1981». Banalizzazione. Nella progressiva banalizzazione dei referendum, dice Nicola Zingaretti, «stavolta si è giunti al paradosso dei promotori astensionisti». Il riferimento all'Idv non è affatto casuale. Però c'è da riflettere perché «è evidente che c'è stato un abuso dello strumento referendario nel corso degli anni e c'è un'aspettativa che la politica legiferi su temi così complessi. Non si può non vedere che questo strumento ormai da anni non coinvolge, nelle forme attuali, più nessuno». È dal 1995 che i referendum non raggiungono il quorum però la terza opzione, l'astensione politica, ha preso piede solo negli ultimi anni. Ci provò Craxi con il celebre «andate al mare» del 1991. C'è riuscito il cardinale Ruini nel 2005, facendo fallire il referendum abrogativo sulla procreazione assistita. . «Bisognerebbe trovare il modo - ha detto Gustavo Zagrebelsky a l'Unità - di impedire l'uso strumentale del quorum per far fallire i referendum». E i politici dei due schieramenti fanno proposte per modificare la legge. L'opzione uno è più firme e abbassamento del quorum(La Russa), l'opzione due è più firme e abolizione del quorum (D'Alema: «il quorum è uno strumento per annullare la volontà popolare, un numero maggiore di firme deve rendere eccezionale il ricorso alla consultazione). Il ministro Maroni annuncia un suo disegno per modificare l'articolo 75 della Costituzione e la legge attuativa. Emma Bonino sarebbe d'accordo nell'adeguare le firme all'incremento demografico, per l'abolizione del quorum e perché la Corte si pronunci sull'ammissibilità a metà della raccolta firme. «Ma ho paura - dice - non vorrei che riaprendo la discussione ci ritroviamo con il referendum abrogato». Il dossier

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L'8% degli utenti scarica illegalmente. Il Partito dei Pirati fa scuola (sezione: Giustizia)

( da "Vnunet.it" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

L'8% degli utenti scarica illegalmente. Il Partito dei Pirati fa scuola 23-06-2009 VNUnet.it Le cifre del download illegittimo sono fornite da un'indagine condotta da Futuresource Consulting. Intanto in Francia nasce un nuovo Partito dei Pirati Futuresource Consulting ha reso noto i datio di un'indagine: l'8% degli utenti ha ammesso di scaricare violando il copyright. La ricerca è sta condotta in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti. I due terzi degli intervistati inglesi guardano spesso trasmissioni televisive, video e film su notebook e Pc; ma circa il 15% di questi effettua download illegali. A questa situazione, la Dottrina Sarkozy, ora bocciata dalla Corte costituzionale francese, ha cercato di offrire una risposta repressiva. Ma alle grandi manovre dei governi, rispondono gli utenti sempre più politicizzati: il partito dei Pirati svedese, forte del suo primo seggio nell'Europarlamento, a Bruxelles, fa scuola. Intanto in Francia nasce un nuovo Partito dei Pirati. Lo riporta 01net.com. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

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La cura radicale (sezione: Giustizia)

( da "Tempi" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La cura radicale La strategia dei pannelliani per modificare la legge sul fine vita non passa per il parlamento, ma per l'ordine dei medici di Benedetta Frigerio approfondimenti La Federazione dei medici non agisca da lobby politica «Questo qui non so come sia venuto fuori così», sono le parole di Valerio Brucoli, presidente della commissione di Bioetica dell'ordine di Milano, a commento dell'ultimo consiglio della Federazione nazionale dei medici (Fnomceo). Riunito il 12 e 13 giugno scorsi, per dibattere circa i contenuti da inserire nel Dat (dichiarazioni anticipata di trattamento di fine vita), si è concluso, per la prima volta, con una spaccatura interna all'ordine circa i contenuti da inserire nel codice deontologico. Non è questa l'unica anomalia di un convegno che ha partorito un testo contrario al ddl Calabrò (ostile a considerare alimentazione e idratazione come oggetto di contrattazione anticipata tra medico e paziente). «Il testo racconta Brucoli a Tempi è lungo sette pagine e ci è stato consegnato solo qualche momento prima della votazione. Per scegliere si è dovuto perciò fare affidamento sulle parole di Antonio Bianco (presidente Fnomceo, ndr) dalle quali sembrava che alimentazione e idratazione non fossero contemplate quali oggetti del Dat». La votazione, che ha visto schierarsi per il no 5 ordini (Milano, Lodi, Pavia, Bologna e Potenza), con 7 astensioni e 85 voti favorevoli, «è avvenuta per differenza a fine convegno. Il che significa che chi se ne era già andato è stato conteggiato tra i favorevoli al testo. Ho anche notato uno squilibrio maggiore verso le posizioni radicali, in dibattiti che dovrebbero essere per loro natura bipartisan». Basta scorrere i nomi dei relatori dei congressi organizzati dopo il referendum 2005 sulla legge 40 per capire cosa intenda Brucoli: Livia Turco, prima ministro della Salute del Prodi, oggi senatore Pd; Ignazio Marino, senatore Pd; Sergio Fucci, consigliere della Corte d'appello di Milano, celebre frequentatore di panel a sostegno dell'autodeterminazione del paziente. Le prime comparse le hanno fatte nel luglio 2007 a Udine, durante il convegno sulle "Scelte di fine vita". E i loro nomi appaiono anche sulle locandine di un incontro di ottobre, a Ferrara, dal titolo: "Etica e deontologia d'inizio vita". Simpatie molte progressiste Il fronte progressista è andato formandosi successivamente all'elezione nel 2006 del presidente Fnomceo, Amedeo Bianco. «Tutti conoscono il passato politico e le amicizie di Bianco, cresciuto insieme alla Turco nella militanza della sinistra torinese», spiega a Tempi il presidente dell'ordine siciliano, Salvatore Amato. Lo stesso che lo scorso febbraio, in corsa per la presidenza della federazione, ne uscì sconfitto, «vista la difficoltà a tener testa a un candidato sostenuto da un sindacato potente come quello dei medici dirigenti (Anaao) ai cui vertici stanno, come noto, uomini che simpatizzano con gli ambienti progressisti». Nel programma elettorale di Amato, ancora oggi consultabile sul sito della federazione, si legge: «Riteniamo che la professione medica sia isolata ed accerchiata, in una situazione di enorme difficoltà per cause esterne ad essa. A fronte dell'eccessiva invadenza della politica, delle invadenze di campo di altri profili professionali». Il presidente siciliano, nella federazione da anni, conferma che la svolta verso la politica e il mondo della giurisprudenza e dei consumatori è «roba nuova. Prima della battaglia sulla legge 40, ai convegni intervenivano medici, scienziati e studiosi di bioetica». Mimmo Delle Foglie, ex vicedirettore di Avvenire, oggi portavoce di Scienza&Vita, conferma la non casualità dei fatti, certo che «l'invasione di campo viene dal cambio di strategia dei radicali: prima del lutto causato dal fallimento del referendum non capivano di usare uno strumento inadatto a imporre una prassi culturale e sociale». Se ne accorse fra i primi Emma Bonino che, dopo la sconfitta, invitò i suoi «a percorrere una nuova strada». La strada oggi è chiara ed «è diventata prosegue Delle Foglie quella di fare pressione sulla Corte costituzionale, entrando dai canali aperti dal dibattito medico». Il motivo di una tale scelta viene ancora dalle dichiarazioni di Brucoli, convinto che «la medicina oggi è il fronte più semplice da cui entrare per far passare il principio di autodeterminazione, usando la metafora medico-paziente al centro dei dibattiti. Se questa relazione di fiducia viene trasformato in un contratto freddo e sterile di indipendenza reciproca, sarà in grado di fare giurisprudenza e di essere trasposto in altri campi, ad esempio a quello che riguarda il rapporto fra coniugi per mezzo dei cosiddetti contratti prematrimoniali. Con la conseguenza di ridurre la società a un insieme di individui soli e incapaci di fidarsi l'uno dell'altro». Gli alleati del Partito democratico «Ma se hanno potuto farlo chiosa il portavoce di Scienza&Vita è perché i radicali, come dimostra la presenza dei relatori ai convegni, hanno trovato alleati fortissimi nel Pd, che infatti sta diventando un grande partito radicale». Il connubio politico si evince anche dalla logica con cui i due partiti paiono muoversi. I radicali hanno hanno imparato la teoria gramsciana delle casematte e, uscendo dal loro splendidio isolamento ideologico si sono sempre di più impegnati ad occupare cariche e poltrone importanti, soprattutto negli ambiti professionali, tanto è vero, nota Delle Foglie che «oggi è praticamente impossibile entrare alla Consulta se non sei anticattolico o cattolico adulto». La sinistra, invece, priva di un progetto ideale, ripete le parole d'ordine dei pannelliani, mandando così a benedire «tanti anni di lotte sociali». Anche il fronte pro life deve fare ammenda Sul fronte pro life, invece, nota Brucoli «c'è meno interesse da parte della classe politica a posizionare i propri uomini». Si spendono molte energie e giustamente per «spiegare che è ragionevole ritenere la vita un bene indisponibile» e si evita accuratamente lo scontro, preferendo la paziente costruzione di alleanze bipartisan allo scontro in campo aperto. D'altronde ognuno deve fare il proprio mestiere e non deve invadere i campi altrui». Questo rispetto dei ruoli spiega, secondo Brucoli, perché il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, l'udc Rocco Buttiglione, invitati al convegno di Terni non si sono presentati. Conferma Delle Foglie, ma aggiunge una preoccupazione: «Se ognuno fa bene a occuparsi di quanto gli compete, c'è bisogno di una presenza maggiore e instancabile nel dimostrare l'universalità delle posizioni cattoliche. Parlo soprattutto ai medici che non devono mai mancare a questi eventi, ai cattedratici e ai giuristi che spesso hanno paura di giocarsi nei loro ambiti». Non servono nuove o egemoniche strategie, è sufficiente chiedere a tutti di continuare a svolgere in coscienza il proprio mestiere, continuando a difendere «la vera natura della propria professione». Dottore, non abbandoni la clinica Macchinari sofisticati e tecniche raffinate sembrano promettere un futuro in cui il malato non avrà più bisogno del medico. Anche se le nuove tecnologie riuscissero a soppiantarlo, per qualcuno varrebbe comunque la pena continuare a coinvolgersi con il paziente. Lo spiega a Tempi Marco Bregni, presidente dell'associazione Medicina e Persona: «I malati chiedono più di una cura e di una prestazione impeccabili. La malattia mette a nudo i bisogni più profondi, esaltando anche l'umanità del medico». Affermarlo non coincide con il rifiuto di serivirsi dei contributi offerti dalla scienza, anzi. A tal proposito Medicina e Persona organizza il convegno, "Sopravviverà la medicina all'abbandono della clinica?" (25-27 giugno, aula magna dell'università Statale di Milano), per addentrarsi sia nella dimensione della professione sia in quella delle tecnologie. «Aspetti che non si contraddicono ma la cui valorizzazione non può che avvenire contemporaneamente».

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Ucraina/ Via libera parlamento: elezioni presidenziali 17 (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)

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Come ampiamente previsto, la Rada, il parlamento ucraino, ha votato il via libera per il giorno delle elezioni presidenziali, che si terranno dunque il prossimo 17 gennaio 2010. A favore 399 deputati su 450. Il voto di oggi arriva dopo un lungo braccio di ferro tra il presidente Viktor Yushchenko e il parlamento, che avrebbe voluto anticipare il voto. Per risolvere la questione è stato necessario il ricorso alla Corte costituzionale che ha giudicato "illegittimo" l'anticipo della data delle presidenziali da parte del parlamento. A contendersi la poltrona di Capo dello Stato - secondo i sondaggi - saranno il premier Yulia Tymoshenko e il leader dei filorussi Viktor Yanukovych.

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Romania/ Camera boccia autorizzazione a procedere su ex (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La Camera romena ha bocciato la richiesta della Procura per la nuova votazione sull'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex primo ministro Adrian Nastase. I contrari sono stati 116, mentre coloro che avrebbero voluto aprire il dibattito e votare sull'apertura dell'inchiesta sono stati 100, scrive Mediafax. "La Camera dei deputati rifiuta come inammissibile la richiesta della Procura e dell'Alta corte di giustizia di riaprire la procedura relativa al documento 114/2007 del Dipartimento anti-corruzione", recita il testo votato dall'assemblea. Lo scorso agosto la Camera aveva bocciato in prima istanza la stessa richiesta. Attualmente Nastase è sotto processo per appropriazione indebita di fondi per le frodi della campagna elettorale per le presidenziali del 2004, ma il procedimento è stato sospeso in attesa della decisione sulla costituzionalità del testo da parte della Corte Costituzionale.

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Ue/ Klaus: su Trattato Lisbona in Europa sarò l'ultimo a (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 23-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente euroscettico della Repubblica ceca, Vaclav Klaus, il quale non ha ancora firmato la promulgazione della ratifica del Trattato Ue di Lisbona, ha dichiarato oggi che vuole essere l'ultimo in Europa a prendere una decisione sul da farsi. Lo ha detto nel corso di una intervista alla Radio ceca, rivelando di voler aspettare non solo il risultato del nuovo referendum in Irlanda e la prossima sentenza della Corte costituzionale ceca sul Trattato (un gruppo di senatori vicini a Klaus ha infatti annunciato un nuovo ricorso), ma anche la sentenza definitiva della Corte costituzionale tedesca e l'ultima decisione del presidente polacco Lech Kaczynski. Quest'ultimo, a sua volta, ha detto di voler prima conoscere il risultato del referendum irlandese, in autunno. "Io certamente non ho alcuna fretta" ha dichiarato Klaus all'emittente radiofonica nazionale Cesky rozhlas. Il presidente ceco è noto in Europa come acerrimo oppositore del Trattato di Lisbona, la cui ratifica è stata invece già approvata sia dalla Camera che dal Senato della Repubblica ceca.

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La Consulta al lavoro sulla riforma (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Centro-Nord sezione: ECO-IMP Bandi e Appalti data: 2009-06-24 - pag: 16 autore: Regioni in campo La Consulta al lavoro sulla riforma Sul fronte scolastico la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna ricorrono alla Corte Costituzionale: contro il decreto 112/08 del Governo, convertito in legge (133/08), in particolare l'articolo 64 comma 4. Il dispositivo normativo punta - insieme ad altri aspetti - ad un ridimensionamento delle dotazioni organiche degli istituti, oltre che alla riorganizzazione della rete scolastica con la chiusura, ad esempio, dei plessi dei piccoli paesi e l'accorpamento degli istituti con meno di 500 alunni. Toscana ed Emilia, che si sono rivolte alla Consulta insieme ad altre sei regioni, contestano che il governo regolamenti a livello centrale una materia le cui competenze esclusive sono affidate dalla Costituzione (mediante la fiforma del Titolo V) alle Regioni. Nel mirino degli enti regionali anche la mancata ricerca di intesa in seno alla Conferenza unificata Stato-Regioni. Il 9 giugno si è svolta la prima udienza: i giudici della Corte Costituzionale si esprimeranno nell'arco di circa due mesi (con decorrenza dalla data della prima udienza). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giunta Bresso si appella alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 24-06-2009)

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Nord-Ovest sezione: PRIMO PIANO (Docenti scuola) data: 2009-06-24 - pag: 2 autore: Giunta Bresso si appella alla Consulta La Regione Piemonte ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il Consiglio dei ministri in merito all'art.64 del Dl 112/2008 convertito in legge 133/2008 in cui si prevedevano una serie di disposizioni in merito alla riorganizzazione scolastica, senza che il parere della Conferenza Stato Regioni fosse vincolante.Il ricorso è stato discusso il 9 giugno e l'esito si saprà entro 60 giorni.«Se verrà respinto –spiega Giovanna Scollo legale dell'Avvocatura del Piemonte –la Regione è comunque a posto perché sta applicando la legge.Se verrà accettato,per l'anno successivo si rivedrà la programmazione della rete scolastica senza tutti i vincoli posti dal Ministero».«Se il ministero decide di chiudere le scuole sottoi 50 alunni e le classi sotto i 15 –dice l'assessore Pentenero –si ledono le competenze delle Regioni,che dovrebbero poter prendere decisioni sulle peculiarità territoriali». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Amato: è il partito dei sette piccoli indiani No alle primarie, parlate con una voce sola (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

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Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 24/06/2009 - pag: 15 L'intervista «La Serracchiani è una brava ragazza e spero ce ne siano tanti come lei. Però Armstrong vinse il Tour che era già famoso» Amato: è il partito dei sette piccoli indiani No alle primarie, parlate con una voce sola L'ex premier: governo istituzionale? La Carta lo consente e il Cavaliere potrebbe considerarlo Presidente Amato, cosa la colpisce di questo voto? «È chiaro che dal punto di vista referendario si è avuto quel che si è meritato. Io non sono riuscito a leggere la scheda, neppure con i miei occhiali da lettura; e, anche se fossi riuscito a leggerla, non avrei capito niente. L'elettore avrebbe dovuto capire cosa gli veniva chiesto dal colore della scheda, non dalle parole che aveva davanti. Volendo affossare il referendum, la strada prescelta in questi anni è la più adatta». Il referendum è morto? «Chiedetemi se sono favorevole al divorzio o no, chiedetemi se sono favorevole al fatto che i candidati al Parlamento siano tutti in un listone bloccato o se li devo scegliere io; allora vi accorgerete che il referendum non è morto. Purtroppo, il referendum illeggibile è nato quando fu inventato il referendum manipolativo, che tagliuzzava articoli per rovesciarne il significato. La Corte costituzionale ebbe il grave torto di ammetterlo, per poi arretrare quando era troppo tardi. È così che la furbizia italiana ha distrutto lo strumento prezioso che aveva in mano». E il significato del voto politico? «È quello ben commentato dai giornali. È chiarissimo il forte avanzamento del centrodestra negli enti locali. E tuttavia la cosa che più mi è piaciuta è una vignetta che diceva: il centrosinistra non è riuscito a essere all'altezza neppure del suo pessimismo». Cioè per il Pd poteva andare peggio? «Tirava aria di débâcle, e invece c'è stata una tenuta, nonostante le sconfitte nello stesso Nord; perché, se guardiamo ai risultati, in molte città e province nel Nord nelle quali il centrosinistra ha perso, ha perso con percentuali molto prossime al 50. Il che significa che è ancora vivo e vitale. Certo, molti governi cittadini e provinciali li ha persi: Milano, Venezia e pure un simbolo come il comune di Prato; dove però ha vinto la provincia. Segno che i voti di differenza erano proprio pochi». L'alleanza con l'Udc è un'indicazione per il futuro? «L'Udc come alleato ha contribuito a vittorie che altrimenti non ci sarebbero state e su questo si dovrà riflettere anche per le scelte di riforma elettorale. Si affaccia però il grande problema politico del centrosinistra in generale e del Pd in particolare. Dagli elettori viene un segnale: siete ancora in tempo a costruire un partito; per cortesia, fatelo. Questo risultato è ancora una lettera di simpatia degli elettori a un partito mai nato». Il duello che si profila tra Franceschini e Bersani aiuterà a costruire il Pd? «Non vedrei questo come tempo di duelli. Si ritiene che se non si fa una scelta rapida sul segretario si rimane nell'incertezza. Io sono vecchio, risalgo a tempi che precedono le primarie; pensi che dinosauro sono. Purtroppo le primarie hanno grande valore democratico, ma esprimono solo Frank Sinatra contro tutti. In una situazione come questa, c'è un gran bisogno di un gruppo dirigente coeso. Sette piccoli indiani che lavorano insieme e che dicono alla tribù: siamo tutti uniti». Le primarie andrebbero rinviate? «Non il congresso. Ma vedrei volentieri il coagularsi di un gruppo dirigente che esprime concordemente un segretario e che rimanda al futuro la scelta di Frank Sinatra; anche perché Frank Sinatra non c'è. Io voglio bene a tutti questi giovani, ma non vedo tra di loro The Voice. Un piccolo coro sarebbe più adatto». Non c'è neppure il partito? «Il Pd non è ancora nato e si poggia sui filamenti organizzati dei vecchi partiti. Si rischia, con questo tipo di gara, di rinsaldarli ancora di più l'uno contro l'altro, salvo qualche piccolo incrocio. Per questo vedere il gruppo dirigente unito che costruisce il nuovo partito su nuovi filamenti mi pare la cosa più soddisfacente e più produttiva». Quindi tra Franceschini e Bersani lei non sceglie. «Scelgo il gruppo dirigente. Naturalmente quel gruppo dirigente dovrebbe indicare uno dei suoi componenti come suo segretario; però tutti gli sorriderebbero, e lui sarebbe l'espressione di tutti. Ma è appunto un matusa che le parla». Che impressione le fa la Serracchiani? «È una brava ragazza e spero ce ne siano tanti come lei. Però Armstrong vinse il Tour quando era già un corridore maturo». Manca ancora l'amalgama tra laici e cattolici? «Leggevo con grande rimpianto il ricordo di Lazzati sul Corriere, e pensavo che nel Pd non abbiamo Lazzati e questa è la prova che il partito non c'è. Perché abbiamo cattolici intransigenti e laici intransigenti che tendono a mettersi in conflitto l'uno con l'altro. Quei cattolici e quei laici capaci non solo di dialogare, ma anche di convenire in nome del bene comune non è che non ci siano; ma non sono loro a segnare le posizioni del partito. Quando si legge e lo abbiamo letto che i dirigenti del Pd si rallegrano per aver trovato finalmente in tema di bioetica la loro posizione comune in una astensione, si chiude il libro con tristezza». Come valuta il voto europeo? «Chiaroscurale. C'è una crisi socialista generalizzata (Grecia a parte), segno del mancato adeguamento dei socialisti al nuovo secolo. E c'è la perdita di seggi da parte dei partiti di governo a beneficio a volte dell'estrema sinistra, come in Portogallo, a volte di gruppi o nazionalisti e xenofobi, come in Austria e nel Regno Unito. Ma in Francia la débâcle socialista è andata a vantaggio dei verdi e della terza via di Cohn-Bendit. Anche in Germania i democristiani perdono ma alla loro destra non si affaccia nessuno, mentre avanzano liberali e verdi. Segnali interessanti ». Che idea si è fatto della vicenda di Berlusconi? Caso politico? O gossip? «Non è gossip. Io non condivido la tesi molto italiana per cui il privato è sempre estraneo al pubblico. Per una semplice ragione: in tutti i Paesi ci sono richieste che vengono fatte alla moglie di Cesare; non vedo perché al marito della moglie di Cesare quelle richieste non si debbano fare. E' una vicenda che io considero preoccupante. Detto questo, se torniamo ai risultati elettorali europei, l'Italia è uno dei pochi paesi in cui il centrodestra di governo ha andamenti sempre robusti, anche se ora inferiori alle sue aspettative, che non lasciano spazio al formarsi di partiti alla sua destra. Certo questo lo fa pagando prezzi politici abbastanza elevati alla Lega Nord, che tuttavia continua a tenere dentro l'area di governo. Non c'è dubbio che Berlusconi lascerà un vero patrimonio politico; solo che è un patrimonio politico costruito troppo attorno a lui. Cosa potrebbe accadere quando non sarà più lui il coagulo, è una domanda che nel centrodestra si devono porre». È possibile un lento logoramento? O forse anche una caduta? «Sinceramente: non lo so. E una situazione che non avevo previsto, e di cui non sono in grado di valutare le conseguenze: tutto è affidato ai sentimenti che potrà provocare e alla capacità del premier di tirarsene fuori. Mi pare che non sia una questione liquidabile come frutto di fantasie o di complotti altrui. Sono troppi i piccoli protagonisti, per essere tutti parte di un qualche disegno». Da costituzionalista lei ritiene legittimo il lodo Alfano? «Lo lasci dire alla Corte Costituzionale. Io l'ho trovato abbastanza osé, rispetto a precedenti che hanno per destinatari i capi di Stato e non i capi di governo o i presidenti delle Camere. Tra l'altro il lodo pone problemi delicati nei rapporti tra il presidente del consiglio e i ministri: se è una garanzia non per la persona ma per la funzione, entrambi esercitano la funzione di governo; per cui non si vede perché uno sì e gli altri no. In ogni caso, nella vicenda che oggi stiamo un po' ansiosamente vivendo non è cruciale il profilo penale. Alla moglie di Cesare non si chiede solo di non commettere reati». Sta dicendo che è una questione politica? «Etica e politica. È sbagliato che tutto venga visto in chiave giudiziaria, per cui ogni mio comportamento che risulta penalmente irrilevante va bene e io ho comunque ragione. Non è detto che le cose stiano così». Presidente, lei nel Natale 2007, con Prodi pericolante, escluse in un'intervista al Corriere la possibilità di un governo istituzionale. La esclude anche ora? «La Costituzione non lo esclude. È la vicenda politica che può escluderlo: nel nostro caso non era possibile un'alternativa al governo Prodi, anche perché era l'unica espressione di una maggioranza debolissima. Ora c'è un'ampia maggioranza, che non si è posta il problema perché finora non ha avuto ragione di porselo. Ma potrebbe ritenere di doverlo fare, proprio per la sua ampiezza, davanti alla concreta prospettiva di uno scioglimento fosse pure per escludere soluzioni diverse dallo stesso scioglimento». Ma qual è lo scenario possibile? «Le ho già detto che non lo so, anche perché non conosco i fatti. Una cosa è chiara: l'evoluzione può essere negativa anche se la vicenda non ha alcun particolare risvolto penale. Dipende dalla forza della corrosione in corso. E immagino che, in una situazione particolarmente difficile, potrebbe essere lo stesso presidente del Consiglio a concorrere nell'opinione che prima di andare al voto possa servire una fase di decantazione». Aldo Cazzullo

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TESTAMENTO BIOLOGICO: SACCONI, PRESTO LEGGE MA CON PUNTI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Tempi brevi per il si' definitivo alla norma sul fine vita. Li auspica il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che in una lunga intervista al quoridiano Avvenire spiega che ''per il governo si tratta di una materia che e' urgente portare a compimento e quindi ci aspettiamo che nel piu' breve tempo possibile quel disegno di legge, gia' licenziato dal Senato, venga approvato definitivamente''. ''Perche' non si ripetano casi come quello di Eluana Englaro e per evitare che il vuoto normativo venga colmato da provvedimenti della magistratura. Molti di noi - spiega Sacconi - avrebbero preferito non dover regolare per legge il confine tra la vita e la morte, ma siamo costretti a farlo per scongiurare la possibilita' che a decidere al posto del legislatore legittimato dal popolo siano soggetti non democraticamente eletti. Come quella parte della magistratura che pensa di poter creare nuove regole anche lontane dalla lettera e dallo spririto della Costituzione. Sfido chiunque infatti a dimostrare che i compromessi individuati dai padri costituenti possano lasciare adito a derive eutanasiche''. Un punto pero', avverte il ministro, deve restare fermo: ''L'indisponibilita' di idratazione e alimentazione che sono sostegni vitali e non terapie. Questa non e' solo la posizione di tutto il governo e della maggioranza, ma ricordo che anche nella mozione presentata dal Pd al Senato non si definiva l'alimen-tazione come una terapia. Al di la' delle divisioni su come regolare la materia, quindi, il presupposto della legge e' stato condiviso di fatto dal 90% dei senatori. E non e' negoziabile''. ''La parte sulle dichiarazioni anticipate di trattamento - prosegue Sacconi - e' maggiormente opinabile. Ma proprio ai medici vorrei ricordare che la sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha stabilito che sia il medico - in scienza e coscienza - a dover avere l'ultima parola sul numero di embrioni da produrre e impiantare. Sarebbe paradossale se questo stesso principio non venisse considerato per le dichiarazioni del paziente: il medico dovra' certo tenerle in massimo conto, ma non potra' applicarle in maniera automatica, dovra' avere l'ultima parola''.

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Consulta: inammissibile ricorso Villari su Vigilanza (sezione: Giustizia)

( da "Varesenews" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA Consulta: inammissibile ricorso Villari su Vigilanza No a conflitto attribuzioni con Presidenti delle Camere Zoom Testo Stampa articolo | Invia | Scrivi (ANSA) - ROMA, 24 GIU - La Corte costituzionale non ha ammesso il conflitto di attribuzioni fra Villari ed i presidenti di Camera e Senato.L'ex presidente della Commissione di Vigilanza sollevo' la questione per la decisione di Fini e Schifani di sciogliere l'organismo parlamentare, da cui si erano gia' dimessi 37 dei 40 componenti; e dunque di revocare anche Villari (che fu costretto a lasciare la Vigilanza) e i commissari Beltrandi e Sardelli, gli unici rimasti al loro posto.La decisione e' stata presa in camera di consiglio e le relative motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni. Fini e Schifani revocarono i componenti della Vigilanza dopo che per due mesi Villari, eletto a sorpresa con i voti della maggioranza, era rimasto alla guida della Commissione, incurante dell'espulsione dal Pd e delle richieste di dimissioni da parte dell'opposizione ma anche del presidente del Consiglio e degli stessi presidenti di Camera e Senato. Il tutto nonostante fosse stato raggiunto un accordo bipartisan, all'indomani dell'elezione di Villari, per assegnare la poltrona piu' importante della Vigilanza a Sergio Zavoli. Alla decisione di Fini e Schifani Villari reagi' convocando ugualmente la Vigilanza e deliberando con i soli Beltrandi e Sardelli di sollevare conflitto di attribuzione. Ora commenta: ''Prendo atto con rispetto''.(ANSA).

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CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il Parlamento e il governo, dietro alla decisione di rimuoverlo dall'incarico. La Consulta ha invece dichiarato infondata la sua argomentazione.

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CONSULTA BOCCIA RICORSO VILLARI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta boccia ricorso Villari -->(ANSA) - ROMA, 24 GIU - La Corte costituzionale non ha ammesso il conflitto di attribuzioni fra Villari ed i presidenti di Camera e Senato.L'ex presidente della Commissione di Vigilanza sollevo' la questione per la decisione di Fini e Schifani di sciogliere l'organismo parlamentare, da cui si.

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CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CONSULTA: INAMMISSIBILE RICORSO VILLARI SU VIGILANZA RAI -->La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal senatore Riccardo Villari in relazione alla sua rimozione dalla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. In sostanza il senatore sosteneva che ci fosse un conflitto di competenze tra il Parlamento e il governo,.

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VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Audit... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

SAN BENEDETTO pag. 11 VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Audit... VENERDÌ, alle ore 21, per l'intitolazione dell'Auditorium comunale, a Giovanni Tebaldini, arriverà dall'Ungheria lo scultore József Kövér, autore del bassorilievo del musicista. Il maestro Tebaldini trascorse gli ultimi dieci anni di vita a San Benedetto, dove morì l'11 maggio 1952. Fu compositore di musica sacra e profana, musicologo, organista, direttore di cori e d'orchestra, paleografo, trascrittore di musiche antiche, conferenziere e didatta. Ebbe il merito di aver dato un significativo contributo al rinnovamento della musica italiana tra fine 800 e primi decenni del 900. Ricco il programma dell'inaugurazione, coordinato dall'assessore alla Cultura, Margherita Sorge, dopo il saluto del sindaco Gaspari. Interverrà il prof. Pierpaolo Salvucci, sul tema L'ultima dimora di Giovanni Tebaldini', con il video con le immagini più significative del percorso artistico del maestro e con l'ascolto del brano Romanza' per violino e pianoforte. Il prof. Tito Pasqualetti sottolineerà I testi poetici nelle composizioni di Tebaldini'. Inoltre sarà amplificato' il disco del 1950, restaurato recentemente, inciso dalla soprano Grazia Ciancabilla Franchi con l'interpretazione di Padre, se mai questa preghiera giunga', sui versi di Ada Negri. La cantante sarà in sala. Il prof. Renato Novelli (nipote del musicista) ricorderà la figura del nonno. Seguirà l'esibizione della Corale Polifonica Giovanni Tebaldini, diretta da Guerrino Tamburini. Al termine, nell'atrio, sarà scoperto il bassorilievo in bronzo di Tebaldini, dono della Corale. Alla cerimonia è stato invitato anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Piero Alberto Capotosti.

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Ci saranno il ministro Alfano tanti magistrati, avvocati e politici (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

FERMO PRIMO PIANO pag. 14 Ci saranno il ministro Alfano tanti magistrati, avvocati e politici OLTRE AL MINISTRO della Giustizia, Angelino Alfano, al convegno interverranno: il sen. Avv. Filippo Berselli, presidente Commissione Giustizia del Senato, l'on. avv. Donato Bruno, presidente Commissione Affari Costituzionali della Camera; il prof. avv. Annibale Marini, presidente Emerito della Corte Costituzionale; l'on. avv. Antonino Lo Presti, componente Commissione Giustizia della Camera; l'on. Lanfranco Tenaglia; responsabile giustizia Partito Democratico; l'on. avv. Mario Cavallaio, componente Commissione Giustizia della Camera; l'on. avv. Gaetano Pecorella, già presidente Commissione Giustizia Camera; il dott. Luca Palamara, presidente Associazione Nazionale Magistrati; l'avv. Celestina Tinelli, componente Consiglio Superiore della Magistratura; l'on. Remigio Ceroni, componente Commissione Bilancio Camera dei Deputati; l'on. avv. Anna Maria Bernini, componente Commissione Affari Costituzionali della Camera; il sen. prof. Guido Calvi, già vice presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e l'avv. Emilio Nicola Luccico, già presidente Consiglio Nazionale Forense. f. c.

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Rai, il cda richiama i direttori: (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 8 Rai, il cda richiama i direttori: «Serve pluralismo» CASO MINZOLINI GARIMBERTI: «CI VUOLE RISPETTO DELLA COMPLETEZZA INFORMATIVA». PACCHETTO NOMINE IL 9 LUGLIO di ELENA G. POLIDORI ROMA LA COMMISSIONE di Vigilanza non «processerà» il direttore del Tg1 Augusto Minzolini per il modo in cui ha giudicato le notizie riguardanti l'inchiesta di Bari e il coinvolgimento del premier. Invece il cda Rai ha votato ieri all'unanimità un mandato al direttore generale Masi affinché richiami «tutti i direttori delle testate Rai al massimo rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione». In sostanza, il presidente Garimberti ha preteso e ottenuto che si ribadisse che tutti i direttori Rai avessero comunque un vincolo contrattuale con il servizio pubblico «che impone il massimo rispetto della completezza informativa». Anche quando, avrebbe detto Garimberti in consiglio, «questa può destare imbarazzo o essere derubricata a gossip». Insomma, l'omissione della notizia non sarà più tollerata. E per evitare l'ira di alcuni consiglieri di area, decisi a difendere Minzolini nonostante tutto, Garimberti ha preteso che il richiamo fosse esteso a tutti. Masi, quindi, telefonerà a tutti i direttori per raccomandare la massima attenzione alla completezza informativa. Archiviato almeno per il momento il «caso Minzolini», è tornata prepotentemente sul tavolo del cda la questione delle nomine. E, in particolare, la rioganizzazione della radiofonia che il direttore generale Masi vorrebbe ridividere in tre (Gr1, Gr2 e Gr3), ma senza trovare il plauso dei consiglieri e del presidente. In un momento di vacche magre, la moltiplicazione di poltrone direttoriali è senz'altro una nota stonata. La discussione proseguirà almeno fino al 9 luglio quando il pacchetto nomine potrebbe, invece, vedere la luce. E quando si parlerà, forse, anche delle deleghe ai vicedirettori generali. Ancora oggi al Tg2 dovrebbe arrivare dal Mattino Mario Orfeo mentre la casella di Raidue è traballante, nonostante il nome di Susanna Petruni resti tra i più gettonati. Al Tg3 potrebbe arrivare Bianca Berlinguer mentre a Raitre sarebbe il turno di Antonio Di Bella. Alla direzione radiofonia dovrebbe andare Antonio Socillo mentre direttori dei tre (possibili) Gr sarebbero Flavio Mucciante (Gr1), Riccardo Berti (Gr2) e Antonio Preziosi (Gr3). IN QUESTO contesto si inserisce anche la bocciatura del ricorso di Riccardo Villari, ex presidente della Vigilanza Rai, da parte della Consulta. La Corte Costituzionale ha, infatti, giudicato inammissibile il conflitto di attribuzioni verso i presidenti di Camera e Senato. Image: 20090625/foto/7080.jpg

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divieto di cumulo e indennità i pensionati scendono in piazza (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XVII - Roma Oltre cento associazioni davanti alla Corte dei Conti Divieto di cumulo e indennità i pensionati scendono in piazza «Siamo stanchi delle vessazioni imposte dal Governo e dalla Corte dei Conti». I rappresentanti di 106 associazioni nazionali di pensionati del settore pubblico hanno manifestato ieri fuori dalla sede della Corte dei Conti, in viale Mazzini, per protestare, tra le altre cose, contro il divieto di cumulo della doppia indennità integrativa speciale per chi ha più pensioni. Divieto annullato dalla Corte Costituzionale e «inascoltato». Una delegazione composta da Filippo de Iorio, presidente della Consulta dei pensionati, dal professor Antinori e dal generale Palmieri è stata ricevuta dal capo di gabinetto del presidente, il consigliere Franco Massi, «che - ha detto de Iorio - ha assicurato che presto i "casi giudiziari anomali" saranno portati all´attenzione delle sezioni riunite della Corte dei Conti».

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Il Cda Rai: tutti i tg rispettino il pluralismo (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-25 - pag: 16 autore: Informazione Il Cda Rai: tutti i tg rispettino il pluralismo Marco Mele Alla fine tutti contenti, o quasi. Il Cda della Rai dà mandato al direttore generale Mauro Masi, di fare una raccomandazione a tutte le testate giornalistiche «per il rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione». L'ufficiodi presidenza della Vigilanza annuncia un ciclo di audizioni con tutte le testate giornalistiche, a cominciare dal Tg1 e dal suo direttore Augusto Minzolini. Audizioni che partiranno dopo le nomine, che slittano almeno al 9 di luglio, perché la prossima settimana non vi sarà riunione del Cda Rai. C'è chi ha ricordato il caso del direttore dei servizi sportivi della tv pubblica spagnola Rtve, licenziato in tronco per avere cancellato i fischi ai reali di Spagna durante Atletico Bilbao- Barcellona. Completa la giornata la benedizione dell'Agcom che «ha apprezzato e valutato positivamente l'iniziativa del presidente Garimberti e del consiglio di amministrazione Rai di richiamare i direttori di testata al rispetto del pluralismo e della completezza dell'informazione ». Tra l'Agcom e Viale Mazzini non sono mancate le comunicazioni, perché l'autorità presieduta da Corrado Calabrò voleva capire se dover aprire o meno una propria istruttoria sulla completezza dell'informazione al Tg1. Soddisfatto il presidente Garimberti: nessuno dei consiglieri ha criticato la convocazione di Minzolini di lunedì. Il Pd, dal canto suo, non considera chiusa la vicenda e intende riaprila dopo le nomine. Non si riapre, invece, la vicenda Villari. La Corte costituzionale, infatti, ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzione sollevato dall'ex presidente della Vigilanza Rai Riccardo Villari (ex Pd) nei confronti dei presidenti di Camera e Senato. Gianfranco Fini e Renato Schifani, il 21 gennaio scorso, avevano sciolto la commissione di san Macuto dopo le dimissioni di 37 dei suoi 40 componenti, revocando il mandato allo stesso Villari, che per due mesi è rimasto alla presidenza, dove era stato portato da un blitz a sorpresa del centro-destra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Luglio cambia Fisco e pensioni (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-25 - pag: 31 autore: L'agenda dei contribuenti. Dalla prossima settimana nuove regole per imposte, casa, lavoro Luglio cambia Fisco e pensioni Altre innovazioni dalla manovra attesa domani a Palazzo Chigi Andrea Carli Federica Micardi Con l'estate si volta pagina. Fisco, previdenza, norme edilizie cambiano registro. è il frutto di norme che entrano ora a regime. E una nuova mini rivoluzione si prepara con la manovra nell'agenda del consiglio dei ministri di domani che dovrebbe dare il via libera a un decreto corposo, circa cinquanta articoli, con misure quali la detassazione sugli utili reinvestiti in azienda (Tremonti ter) e un bonus per le imprese che non licenziano o che assumono lavoratori in cassa integrazione. Si rinnova così la tradizione della manovra d'estate, l'occasione per misure destinate a ridisegnare tasselli del Fisco o della disciplina del lavoro, come è accaduto nel 2006 con il Dl Visco Bersani (223/06) o, due anni dopo, con il Dl 112/08. Al di là della manovra d'estate 2009, l'agenda di luglio è già densa. Per gli appuntamenti rituali con Fisco e previdenza i contribuenti hanno un calendario fittissimo: mercoledì 1Ú luglio scade il termine per il pagamento dei contributi volontari, venerdì 10 è l'ultimo giorno per i contributi delle colf, giovedì 16 scadono i pagamenti di Unico con la maggiorazione dello 0,40 per cento. Ancora, entro lunedì 6 i contribuenti che applicano gli studi di settore devono effettuare i versamenti (senza maggiorazione) in scadenza ordinaria al 16 giugno. Quanto alle novità strutturali, si rinnova la contabilità ed entrain vigore il principio internazionale Ifrs 3, che comporta un monitoraggio più stringente per le aggregazioni aziendali. Nello stesso periodo è prevista una bozza di modifica dello Ias 39 sugli strumenti finanziari. Novità importanti sul fronte previdenziale: scattano le nuove regole previste dalla legge 247/07, che introducono per le pensioni di anzianità il sistema delle quote. Inoltre, da luglio, verrà diffusa dall'Inps la procedura per l'abbinamento automatico dei flussi dell'Emens (dati retributivi individuali) e dei dati contributivi aggregati (Dm10). I co.co.pro, rimasti senza lavoro prima del 30 maggio, hanno tempo fino a martedì 30 giugno per chiedere l'«una tantum», pari al 20% del reddito (legge 2/09). Il1Úluglioèunadataimportante anche per la casa: scatta infatti l'obbligo di allegare la certificazione energetica nel caso di compravendita (Dlgs 192/05). Nella stessa data entrano in vigore le nuove norme tecniche anti sismiche, secondo il calendario fissato dal Dl per l'Abruzzo. Sempre a luglio, da sabato 4, entra in vigore la riforma del processo civile (legge 69/09). Da subito viene ampliata la competenza dei giudici di pace e sarà limitata a due casi la possibilità di ricorrere in Cassazione: quando la decisione impugnata è in linea con l'orientamento della Suprema corte e quando è infondata la presunta violazione dei principi del giusto processo. Sarà possibile fornire testimonianza scritta con l'assenso delle parti. Pagherà una sanzione più alta chi presenta istanze di ricusazione inammissibili o infondate. Per ridurre i tempi sarà penalizzato chi rifiuta il tentativo di conciliazione e chi avvia una «lite temeraria». L'inizio del mese sarà cruciale per il destino dell'Irap: è prevista infatti l'udienza davanti alla Corte costituzionale per affrontare la questione dell'indeducibilità dalle imposte dirette. Novità anche sul fronte europeo: per le operazioni doganali andrà utilizzato il codice identificativo Eori (Economic operator registration and identification) e si applicheranno le nuove tariffe per gli sms tra i Paesi della Ue, il costo massimo sarà di 11 centesimi, rispetto a una media Ue di 29. © RIPRODUZIONE RISERVATA RIVOLUZIONE INPS I trattamenti di anzianità passano alle «quote» e la dichiarazione «Emens» accoglierà anche i dati contributivi

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Il pacchetto sicurezza e le Regioni (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CANTIERI SOCIALI Il «pacchetto sicurezza» e le Regioni Pierluigi Sullo Da almeno sei anni alla regione Campania giacciono in un cassetto un buon disegno di legge sull'immigrazione (preparato dall'allora assessora Adriana Buffardi) e uno sui rom (la cui vita da quelle parti è molto calda,e talvolta è incendiata da molotov). Si vede che il presidente Bassolino era troppo impegnato a accumulare rifiuti. Si può consolare col fatto che almeno non molesterà il presidente del consiglio, che invece ha bollato come «controlegge» quella appena varata dalla regione Toscana. Il collega (da presidente di regione e da compagno di partito) di Bassolino, Claudio Martini, ha replicato che la vera controlegge è il «pacchetto sicurezza» che il senato si appresta, la prossima settimana, a approvare definitivamente, e che è, dice Martini, «contro l'umanità e le convenzioni internazionali». E meno male che Papi non si è accorto che il Lazio ha da un anno una legge anche peggiore di quella toscana, visto che non solo riconosce diritti a regolari e «in attesa di regolarizzazione» (volgarmente: «clandestini») ma addirittura istituisce Assemblee provinciali dei migranti nelle quali saranno eletti delegati, di cui la regione in futuro dovrà tener conto: una forma di rappresentanza parallela che vuole attutire l'urto del rifiuto totale di tutti i governi, da un quindicennio in qua, di riconoscere il diritto di voto - almeno amministrativo - ai cittadini immigrati. Il compagno Bassolino diserterà quindi la assai probabile battaglia che si sta per scatenare: da una parte il governo verdeleghista delle ronde, dall'altra una serie di regioni. Le quali, oltre a annunciare variamente che disobbediranno alle norme più inumane e a varare appunto leggi-trincea, potrebbero fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice della legge laziale, sarà lo Stato, con il «pacchetto sicurezza», a invadere il campo che l'articolo 5 del capitolo quinto della Costituzione assegna in via esclusiva alle autonomie regionali, ad esempio la salute e l'istruzione. Se accadesse, e in molti stanno lavorando perché così avvenga, sarebbe un interessante rovesciamento del luogo comune di sinistra per cui Stato centrale equivale a garanzie universali, mentre il federalismo equivarrebbe a disuguaglianza. Qui è il governo nazionale, usato a questo scopo dai razzisti della Lega e dal Berlusconi anti-multi-culturale, a istituire quel che Fulvio Vassallo Paleologo, docente palermitano in prima fila da anni nel contrasto al razzismo, chiama - sempre su Carta - «un processo penale speciale per i migranti», nonché, a proposito del reato di immigrazione clandestina, «una rilevante rottura del principio di eguaglianza affermato dall'articolo 3 della Costituzione, dato che coloro che si troveranno in una condizione di irregolarità non potranno far valere in giudizio i propri diritti». L'eguaglianza di cui parla la Costituzione riguarda tutti gli esseri umani, non solo i cittadini italiani. Così, il «pacchetto sicurezza» potrebbe incontrare un difficile ostacolo istituzionale (non c'è da sperare che Napolitano non firmi il provvedimento: insieme a Livia Turco firmò la legge sull'immigrazione che istituiva i centri di detenzione «amministrativa», qualunque cosa voglia dire). E, naturalmente, ostacoli ne troverà molti, la legge razzista, nella società. Nella regione di Bassolino, ad esempio, sta nascendo - miracolosamente, in tempi di frammentazione - il Forum antirazzista, che riunirà associazioni e sindacati, reti e comunità migranti, gruppi e persone, per «ridurre il danno», come si dice a proposito del proibizionismo sulle droghe, dell'aggressione alla convivenza civile che il «pacchetto sicurezza» promuove. Erano anni, dicono i nostri amici di Napoli e dintorni, che non si riusciva a radunare tante correnti e singole persone, laiche e religiose, di sinistra e di altro genere, segnale evidente che in giro - e lì ci sono i precedenti del pogrom di Ponticelli e del massacro di Castel Volturno, per citare i due episodi recenti più gravi - si avverte l'urgenza di fare argine, di creare di fatto quel che di diritto si vuole distruggere.

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Il e le Regioni (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CANTIERI SOCIALI Il «pacchetto sicurezza» e le Regioni Pierluigi Sullo Da almeno sei anni alla regione Campania giacciono in un cassetto un buon disegno di legge sull'immigrazione (preparato dall'allora assessora Adriana Buffardi) e uno sui rom (la cui vita da quelle parti è molto calda,e talvolta è incendiata da molotov). Si vede che il presidente Bassolino era troppo impegnato a accumulare rifiuti. Si può consolare col fatto che almeno non molesterà il presidente del consiglio, che invece ha bollato come «controlegge» quella appena varata dalla regione Toscana. Il collega (da presidente di regione e da compagno di partito) di Bassolino, Claudio Martini, ha replicato che la vera controlegge è il «pacchetto sicurezza» che il senato si appresta, la prossima settimana, a approvare definitivamente, e che è, dice Martini, «contro l'umanità e le convenzioni internazionali». E meno male che Papi non si è accorto che il Lazio ha da un anno una legge anche peggiore di quella toscana, visto che non solo riconosce diritti a regolari e «in attesa di regolarizzazione» (volgarmente: «clandestini») ma addirittura istituisce Assemblee provinciali dei migranti nelle quali saranno eletti delegati, di cui la regione in futuro dovrà tener conto: una forma di rappresentanza parallela che vuole attutire l'urto del rifiuto totale di tutti i governi, da un quindicennio in qua, di riconoscere il diritto di voto - almeno amministrativo - ai cittadini immigrati. Il compagno Bassolino diserterà quindi la assai probabile battaglia che si sta per scatenare: da una parte il governo verdeleghista delle ronde, dall'altra una serie di regioni. Le quali, oltre a annunciare variamente che disobbediranno alle norme più inumane e a varare appunto leggi-trincea, potrebbero fare ricorso alla Corte costituzionale contro il governo, rovesciando il procedimento annunciato da Berlusconi sulla legge toscana (oltre all'istituzione di un fantomatico comitato referendario per l'abrogazione). Come spiega con abbondanza di argomenti, su Carta in uscita questo venerdì, la nostra Anna Pizzo, promotrice della legge laziale, sarà lo Stato, con il «pacchetto sicurezza», a invadere il campo che l'articolo 5 del capitolo quinto della Costituzione assegna in via esclusiva alle autonomie regionali, ad esempio la salute e l'istruzione. Se accadesse, e in molti stanno lavorando perché così avvenga, sarebbe un interessante rovesciamento del luogo comune di sinistra per cui Stato centrale equivale a garanzie universali, mentre il federalismo equivarrebbe a disuguaglianza. Qui è il governo nazionale, usato a questo scopo dai razzisti della Lega e dal Berlusconi anti-multi-culturale, a istituire quel che Fulvio Vassallo Paleologo, docente palermitano in prima fila da anni nel contrasto al razzismo, chiama - sempre su Carta - «un processo penale speciale per i migranti», nonché, a proposito del reato di immigrazione clandestina, «una rilevante rottura del principio di eguaglianza affermato dall'articolo 3 della Costituzione, dato che coloro che si troveranno in una condizione di irregolarità non potranno far valere in giudizio i propri diritti». L'eguaglianza di cui parla la Costituzione riguarda tutti gli esseri umani, non solo i cittadini italiani. Così, il «pacchetto sicurezza» potrebbe incontrare un difficile ostacolo istituzionale (non c'è da sperare che Napolitano non firmi il provvedimento: insieme a Livia Turco firmò la legge sull'immigrazione che istituiva i centri di detenzione «amministrativa», qualunque cosa voglia dire). E, naturalmente, ostacoli ne troverà molti, la legge razzista, nella società. Nella regione di Bassolino, ad esempio, sta nascendo - miracolosamente, in tempi di frammentazione - il Forum antirazzista, che riunirà associazioni e sindacati, reti e comunità migranti, gruppi e persone, per «ridurre il danno», come si dice a proposito del proibizionismo sulle droghe, dell'aggressione alla convivenza civile che il «pacchetto sicurezza» promuove. Erano anni, dicono i nostri amici di Napoli e dintorni, che non si riusciva a radunare tante correnti e singole persone, laiche e religiose, di sinistra e di altro genere, segnale evidente che in giro - e lì ci sono i precedenti del pogrom di Ponticelli e del massacro di Castel Volturno, per citare i due episodi recenti più gravi - si avverte l'urgenza di fare argine, di creare di fatto quel che di diritto si vuole distruggere.

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Napolitano: "I magistrati agiscano in piena indipendenza e con equilibrio" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 25-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - "Quella della magistratura è una funzione da esercitare secondo i principi della nostra Costituzione in piena indipendenza ed autonomia, con equilibrio e senso di responsabilità al servizio dei cittadini". E' l'auspicio espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'intervento al termine delle celebrazioni per il centesimo anniversario della fondazione dell'Associazione Nazionale Magistrati, a Roma in Campidoglio, nella Sala Orazi e Curiazi. "Ho voluto rendere omaggio ai cento anni di storia dell'Anm - ha puntualizzato Napolitano - nella quale si riconoscono in larghissima misura coloro che svolgono la delicata e fondamentale funzione del controllo di legalità e dell'amministrazione della giustizia". "L'Anm - ha aggiunto il presidente della Repubblica - nel celebrare il suo centesimo anniversario della fondazione è certamente consapevole dei complessi problemi da affrontare per rendere più efficiente e credibile il sistema della giustizia e anche per rafforzare l'autorevolezza del Csm che ho l'onore di presiedere e nel cui insostituibile ruolo ho creduto e credo profondamente". Il presidente dell'Anm Luca Palamara ha mostrato grande apprezzamento per l'intervento di Napolitano: "Non possiamo che apprezzare la partecipazione del capo dello Stato e il suo riconoscimento dell'impegno dell'Anm per miglioramento del servizio giustizia". Palamara, nel suo intervento, ha anche sottolineato come "il rispetto dell'autonomia del Parlamento è assoluto ma l'Associazione Nazionale Magistrati ha il dovere di segnalare alla politica gli effetti e le ricadute che singoli provvedimenti legislativi possono avere sul sistema giudiziario". OAS_RICH('Middle'); E quindi, ha aggiunto Palamara, sono "inaccettabili le invettive rivolte a singoli magistrati da parte di esponenti politici e di governo", ed è "grave mettere in discussione non il merito dei provvedimenti, ma l'indipendenza e l'imparzialità dei giudici", perché "la credibilità dei provvedimenti è un pilastro irrinunciabile del sistema democratico". Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini; il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, il ministro della Giustizia Angelino Alfano; il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante; il vice presidente del Csm Nicola Mancino; il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone e il Pg Vitaliano Esposito; il capo della Polizia Antonio Manganelli; il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso; il presidente della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici. (25 giugno 2009

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Mousavi sfida il regime: non ho paura, difendo i diritti (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Mousavi sfida il regime: non ho paura, difendo i diritti GABRIEL BERTINETTO Mirhossein Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a continuare la lotta contro il «grande» broglio elettorale. «Ricevo pressioni perché rinunci alla mia richiesta di annullare il voto. Ma sono pronto a dimostrare che coloro che sono dietro la frode sono anche i responsabili dello spargimento di sangue» nelle strade di Teheran. LA SFIDA DI KARROUBI Mousavi si rivolge ai seguaci esortandoli a proseguire le proteste in maniera legale e pacifica. «Insisto sul diritto costituzionale della nazione a manifestare contro il risultato elettorale e quanto accaduto successivamente». Il leader dell'opposizione lamenta la chiusura del suo giornale «Kalameh-ye Sabz», uno di quegli atti illegali «che spingeranno la popolazione a cercare notizie dai media stranieri». L'altro candidato anti-Ahmadinejad, Mehdi Karroubi, sfida a sua volta il governo sul terreno del sostegno popolare. «Con l'organizzazione del ministero degli interni -afferma Karroubi- possiamo organizzare due raduni in aree diverse di Teheran, così che Ahmadinejad possa vedere chi ha più sostenitori, lui o il movimento riformista». Mentre la repressione continua (arrestati anche se poi quasi tutti rilasciati 70 docenti universitari), la compattezza del regime viene meno. Critiche severe al governo sono espresse da alcuni grandi ayatollah della città santa di Qom. Particolarmente rilevanti i pareri di Hossein Mousavi Tabrizi, segretario generale del Comitato scientifico della Scuola religiosa, e di Hossein Ali Montazeri, che fu un tempo il vice di Ruhollah Khomeini. Entrambi, riferisce «Radio Farda», che trasmette in farsi da Praga ed è finanziata dagli Usa, hanno condannato l'uso della violenza contro chi dissente. Tabrizi è molto legato all'ex-presidente Rafsanjani, che durante la campagna elettorale ha sostenuto Mousavi. «Chiunque dovesse violare i diritti politici e civili dei cittadini, diventerebbe un tiranno», afferma Tabrizi. E aggiunge: «Il Consiglio dei guardiani non è un organo indipendente e neutrale per potersi permettere di verificare l'esistenza di possibili brogli». L'ARBITRO NON È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei. Tabrizi chiede che la verifica della regolarità del voto sia affidata ad un «comitato saggio e neutrale». Per quanto riguarda Montazeri, la sua distanza dai vertici del potere è nota da tempo. Nei giorni successivi alle presidenziali è stato tratto in arresto nell'ospedale in cui veniva curato, ma rilasciato dopo ventiquattr'ore. È persona universalmente stimata. «Tornate a ragionare e non allontanate il popolo dallo Stato e della religione -afferma Montazeri rivolto ai dirigenti politici-. Sicuramente la vostra condotta non giova all'Islam e macchia la nostra religione. Riflettete prima che sia troppo tardi». Altre evidenti crepe nell'edificio dell'establishment islamico rivela la mancata presenza della maggior parte dei parlamentari ai festeggiamenti per la rielezione di Ahmadinejad. Erano invitati tutti i 290, sono venuti solo 105. Le defezioni sono andate molto oltre il tetto dei 50 deputati dell'area riformatrice. Mousavi incita i suoi a manifestare ancora, nella calma e nella legalità. Affiorano crepe nel regime: due terzi dei deputati disertano la festa per la contestata rielezione di Ahmadinejad.

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Mirhossein Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a continuare... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Mirhossein Mousavi non cede. In un messaggio diffuso sul suo site online si dice deciso a continuare la lotta contro il «grande» broglio elettorale. «Ricevo pressioni perché rinunci alla mia richiesta di annullare il voto. Ma sono pronto a dimostrare che coloro che sono dietro la frode sono anche i responsabili dello spargimento di sangue» nelle strade di Teheran. LA SFIDA DI KARROUBI Mousavi si rivolge ai seguaci esortandoli a proseguire le proteste in maniera legale e pacifica. «Insisto sul diritto costituzionale della nazione a manifestare contro il risultato elettorale e quanto accaduto successivamente». Il leader dell'opposizione lamenta la chiusura del suo giornale «Kalameh-ye Sabz», uno di quegli atti illegali «che spingeranno la popolazione a cercare notizie dai media stranieri». L'altro candidato anti-Ahmadinejad, Mehdi Karroubi, sfida a sua volta il governo sul terreno del sostegno popolare. «Con l'organizzazione del ministero degli interni -afferma Karroubi- possiamo organizzare due raduni in aree diverse di Teheran, così che Ahmadinejad possa vedere chi ha più sostenitori, lui o il movimento riformista». Mentre la repressione continua (arrestati anche se poi quasi tutti rilasciati 70 docenti universitari), la compattezza del regime viene meno. Critiche severe al governo sono espresse da alcuni grandi ayatollah della città santa di Qom. Particolarmente rilevanti i pareri di Hossein Mousavi Tabrizi, segretario generale del Comitato scientifico della Scuola religiosa, e di Hossein Ali Montazeri, che fu un tempo il vice di Ruhollah Khomeini. Entrambi, riferisce «Radio Farda», che trasmette in farsi da Praga ed è finanziata dagli Usa, hanno condannato l'uso della violenza contro chi dissente. Tabrizi è molto legato all'ex-presidente Rafsanjani, che durante la campagna elettorale ha sostenuto Mousavi. «Chiunque dovesse violare i diritti politici e civili dei cittadini, diventerebbe un tiranno», afferma Tabrizi. E aggiunge: «Il Consiglio dei guardiani non è un organo indipendente e neutrale per potersi permettere di verificare l'esistenza di possibili brogli». L'ARBITRO NON È IMPARZIALE Il Consiglio dei guardiani è una sorte di Corte costituzionale, cui è stato affidato il compito di valutare se le accuse di frodi elettorali avessero fondamento. La risposta, dopo un sommario riesame dei conteggi, è stata negativa, come tutti si attendevano, vista la dipendenza di quell'organismo da Khamenei. Tabrizi chiede che la verifica della regolarità del voto sia affidata ad un «comitato saggio e neutrale». Per quanto riguarda Montazeri, la sua distanza dai vertici del potere è nota da tempo. Nei giorni successivi alle presidenziali è stato tratto in arresto nell'ospedale in cui veniva curato, ma rilasciato dopo ventiquattr'ore. È persona universalmente stimata. «Tornate a ragionare e non allontanate il popolo dallo Stato e della religione -afferma Montazeri rivolto ai dirigenti politici-. Sicuramente la vostra condotta non giova all'Islam e macchia la nostra religione. Riflettete prima che sia troppo tardi». Altre evidenti crepe nell'edificio dell'establishment islamico rivela la mancata presenza della maggior parte dei parlamentari ai festeggiamenti per la rielezione di Ahmadinejad. Erano invitati tutti i 290, sono venuti solo 105. Le defezioni sono andate molto oltre il tetto dei 50 deputati dell'area riformatrice.

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N CESCO (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Economia data: 26/06/2009 - pag: 35 La Fondazione SORELLA NATURA, a nove anni dal "Simposio Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile nell'Era della Globalizzazione", propone una nuova analisi del tema, anche in considerazione della crisi etica ed economica che investe il mondo SIMPOSIO ECONOMIA SOLIDALE E SVILUPPO SOSTENIBILE NELL'ERA DELLA POST GLOBALIZZAZIONE Roma - Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, 26 giugno 2009 PROGRAMMA ore 16.00 INTRODUZIONE E SALUTI Prof. Roberto Leoni - Presidente Fondazione Sorella Natura S. Em.za Rev. ma Card. SRC Andrea Cordero Lanza di Montezemolo - Abate della Basilica di S. Paolo Chiar.mo Prof. Antonio Baldassarre - Pres. Emerito della Corte Costituzionale e Pres. Onorario FSN ore 16.30 - LECTIO MAGISTRALIS SANFRA N CESCO Dott.ssa Anna Maria Tarantola V. Direttore Generale della Banca d'Italia Seguirà la consegna del PREMIO INTERNAZIONALE SORELLA NATURA sezione COMUNICARE BENE, COMUNICARE IL BENE, a: RICCARDO CASCIOLI, FEDERICO FAZZUOLI, GIOVANNIMINOLI, ANDREA PAMPARANA, SVEVA SAGRAMOLA, GERRY SCOTTI COCA COLA ITALIA SPA - MENZIONE SPECIALE PER LA PUBBLICITÀ REGIONE LOMBARDIA - ASSESS. ALL'AGRICOLTURA - MENZIONE SPECIALE PER LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE DIPLOMA DI SOCIO BENEMERITO CORRADO CLINI Dir. Gen. Min. Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare SILVANO FOCARDI, Rettore Università di Siena UTO UGHI, Violinista Al termine Concerto Straordinario per la chiusura dell'Anno Paolino promulgato da S.S. Benedetto XVI Il Concerto sarà trasmesso in mondovisione FONDAZIONE SORELLA NATURA Località S. Croce al Ponte dei Galli - 06081 Assisi - Fax +39 075 8039326 - segreteria@sorellanatura.org - www.sorellanatura.org

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San Raffaele, la fecondazione e i blog contro (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: PRIMA PAGINA data: 26/06/2009 - pag: 1 La rabbia corre in rete: non rispetta la nuova legge. L'ospedale: nessuna violazione San Raffaele, la fecondazione e i blog contro di SIMONA RAVIZZA La protesta esplode sui blog. Su www.cercounbimbo.net le donne accusano il San Raffaele di continuare ad applicare la legge 40 sulla fecondazione assistita senza le nuove modifiche apportate dalla Corte costituzionale che prevedono il congelamento degli embrioni. Ma l'ospedale si difende: «Nessuna storpiatura della legge: diciamo no al congelamento solo come strategia di gestione della coppia infertile ». A PAGINA 2

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Protesta via blog contro il San Raffaele (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 26/06/2009 - pag: 2 Il caso La Consulta ha abbattuto i limiti. La rabbia delle donne: devono rispettare la decisione o violano un nostro diritto Protesta via blog contro il San Raffaele «Non rispetta la legge sulla fecondazione» «Si rifiuta di congelare gli embrioni». Il primario Ferrari: nessuna violazione Sui blog monta la protesta delle donne in cerca di un figlio contro il San Raffaele. «Hanno deciso che continueranno ad applicare la legge 40 come se nulla fosse cambiato dopo la sentenza della Corte Costituzionale » (messaggio dell'8 giugno, ore 13.01). «A me due giorni fa la dottoressa Maria Teresa Potenza ha detto assolutamente no al congelamento degli embrioni, il loro comitato etico l'ha vietato» (15 giugno, 20:01). «Il San Raffaele applica le legge pre-sentenza, quindi è ovvio che non congela. Mi domando come facciano a restare aperti» (15 giugno, 22:02). La querelle nasce perché l'8 maggio la Corte costituzionale ha cambiato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Dopo 5 anni di polemiche la Consulta ha fatto cadere il limite di fecondare solo 3 ovociti e di trasferire contemporaneamente nell'utero tutti gli embrioni prodotti. Il medico, dunque, può scegliere sulla base dell'età e delle condizioni cliniche della coppia di fecondare più di 3 uova per offrire maggiori chance di concepimento alle pazienti: una parte degli embrioni viene trasferita nell'utero, quelli prodotti eventualmente in sovrannumero possono essere congelati per tutelare la salute della donna dal rischio di gravidanze plurigemine. A sorpresa crolla il divieto assoluto di congelare gli embrioni. Ma il provvedimento della Consulta si scontra con le scelte di bioetica. Una questione spinosa soprattutto per il San Raffaele, di fatto l'unico centro in Italia d'ispirazione cattolica a offrire la fecondazione in vitro. L'ospedale fondato da don Luigi Verzè è stato obbligato ad adeguarsi alle nuove norme, ma la crioconservazione degli embrioni deve restare comunque un evento eccezionale: i medici che lavorano in via Olgettina devono continuare a privilegiare il congelamento degli ovociti che d'ora in avanti viene offerto gratis (il suo costo era di oltre 700 euro). La decisione ha fatto insorgere le donne che hanno scritto al forum di www.cercounbimbo.net: la strada intrapresa dal San Raffaele viene vissuta come penalizzante dalle pazienti in cerca di un figlio (mille ogni anno quelle che si rivolgono al suo Centro scienze della natalità, con rimborsi del servizio sanitario di milioni di euro). Non ci sta, però, ad essere messo sotto accusa il direttore della Clinica ostetricoginecologica del San Raffaele, Augusto Ferrari: «Per noi, e con riguardo all'insegnamento del fondatore don Luigi Verzé, l'embrione, fin dal momento della sua costituzione, rappresenta una originale individualità, caratterizzata da un patrimonio genetico unico in grado di concretizzare una persona irripetibile, frutto di un disegno divino dice . Di qui l'onere di garantire all'embrione umano le migliori cure e attenzioni». Nei trattamenti di fecondazione assistita l'obiettivo del San Raffaele è duplice: «Offrire il miglior trattamento scientificamente possibile alla coppia ed evitare la criopreservazione degli embrioni spiega Ferrari . Non diciamo no al congelamento in assoluto, ma a quello considerato come una strategia di gestione della coppia infertile». L'ospedale di don Verzè teme il moltiplicarsi di embrioni abbandonati nei laboratori e la loro ipotetica distruzione. Ma in che cosa consistono, quindi, le nuove misure adottate dopo la sentenza della Consulta? «Nel caso di ottenimento di un numero di embrioni superiore a quello ragionevole per un singolo impianto sottolinea Ferrari si attiverà la coltura prolungata, con lo sviluppo di blastocisti ». Il che vuol dire che il San Raffaele vuole attrezzarsi per fare crescere gli embrioni in vitro, anziché trasferirli subito nell'utero o congelarli. Quelli che sopravvivono a una selezione passiva saranno, poi, impiantati a 5/6 giorni di distanza. Per la donna potrebbero esserci più chance di restare incinta, ma la maggior parte degli embrioni è destinata a morire naturalmente. Di qui la perplessità delle donne. Bufera È polemica per le direttive del San Raffaele sulla fecondazione assistita Simona Ravizza sravizza@corriere.it

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PERCHÉ DICIAMO NO AL REATO DI IMMIGRAZIONE (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

APPELLO PERCHÉ DICIAMO NO AL REATO DI IMMIGRAZIONE * * * Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimità costituzionale. La norma è, anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiché la sua sfera applicativa è destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalità, solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Né un fondamento giustificativo del nuovo reato può essere individuato sulla base di una presunta pericolosità sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte cost. ha infatti già escluso che la condizione di mera irregolarità dello straniero sia sintomatica di una pericolosità sociale dello stesso, sicché la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per sé, fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si può essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettività del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilità sociale e condannato per ciò alla paralisi (...). «Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le società più avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, sì che (...) non si può non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a "nascondere" la miseria e a considerare le persone in condizioni di povertà come pericolose e colpevoli». Le parole con le quali la Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità del reato di "mendicità" (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessità e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. *** Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodotà, Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky

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Plant reopenings bring supply fears (sezione: Giustizia)

( da "Usa Today" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Plant reopenings bring supply fears Parts providers' cash flow was choked off when automakers shut down By Sharon Silke Carty USA TODAY DETROIT — It's the quiet before the storm. Next week, when Chrysler begins ramping up production again, industry watchers say they fear smaller suppliers may begin buckling because they don't have the cash to start making parts. Such companies need money for wages and materials to deliver parts as they're needed, but don't see income from the parts for up to 45 days. Smaller suppliers have been managing to hang on so far, says Jim Gillette, an industry analyst with CSM Worldwide. He's been checking bankruptcy filings daily for signs of stress in the industry, but there've been few. Two large suppliers, Lear and Cooper-Standard, have defaulted on loans, however, and have until the end of the month to renegotiate or file for bankruptcy-court protection. Many suppliers hitting difficulty won't be able to restructure, he says. "It's going to be 3-to-1 or 4-to-1 liquidations vs. bankruptcies." Chrysler says it's doing what it can to work with troubled suppliers so they can gear up for the restart of seven assembly plants on Monday. Chrysler ceased all production on April 30 when it filed for bankruptcy-court protection. "We are anxious to restart production and get our plants and our suppliers' plants back to work," said spokesman Max Gates. "Ultimately, getting production going is the best thing we can do at the moment to begin stabilizing the supply base." Chrysler on Thursday sued TRW Automotive in bankruptcy court, saying the supplier was refusing to supply parts and jeopardizing the restart. Last week, the government's automotive task force shot down a request from supplier groups for $8 billion to $10 billion in aid. The government has already funded a $5 billion supplier aid program, administered by General Motors and Chrysler, to keep their key big suppliers from going under. But it doesn't help the smaller suppliers that make parts for components the big suppliers assemble and ship to automakers. A rear-view mirror missing its glass could stall an assembly line. Laura Marcero, a restructuring expert at Grant Thornton, says the supply base needs consolidation, even if it means liquidations. The auto industry needs 30% to 40% fewer suppliers, she says. But those closings need to be orderly, she says. "If they go down without much notice, it's going to impact back up the chain," she says. Gillette says there are lots of people working to keep the supply chain healthy, including teams of auto executives and bank representatives. The teams are visiting troubled suppliers, poring over their books and giving advice. But many still will fail despite the work that's been done, he says. "It's more or less a Darwinian situation right now," he says.

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Lodo Alfano/ Il 6 ottobre l'udienza della Corte (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice Franco Gallo.

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Berlusconi/ De Magistris: Cena con giudici Consulta?Sarebbe... (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

"Se dovesse corrispondere a verità quello che scrive il settimanale 'L'Espresso' riguardo a cene private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima confusione tra interessi istituzionali ed interessi privati". Lo afferma l'eurodeputato dell'Italia dei Valori, Luigi de Magistris. "E' noto, infatti, all'intero Paese ed anche alla comunità internazionale che la Consulta deve giudicare nelle prossime settimane la legittimità costituzionale del Lodo Alfano, decidendo così se il presidente del Consiglio potrà essere giudicato nel processo Mills come ogni cittadino, in ossequio all'art. 3 della Costituzione che statuisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Non credo proprio sia opportuno - qualora ovviamente sia vero quanto scrive 'L'Espresso', afferma ancora l'ex magistrato - che alcuni giudici banchettino con il principale interessato in merito ad una così importante decisione". "Altrettanto sconcertante sarebbe la circostanza che in quella cena si sia messa a punto la strategia di soppressione istituzionale della figura del pubblico ministero. E' proprio vero - conclude de Magistris - che i Pubblici Ministeri autonomi ed indipendenti sono considerati un pericolo in un Paese dilaniato dalla corruzione e pervaso dalla criminalità organizzata. Ma la misura quando sarà colma?".

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LODO ALFANO/ IL 6 OTTOBRE L'UDIENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Lodo Alfano/ Il 6 ottobre l'udienza della Corte Costituzionale -->E' il prossimo 6 ottobre il giorno in cui la Corte Costituzionale avvierà l'esame del lodo Alfano, la legge che garantisce la non procedibilità penale nei confronti delle massime cariche dello Stato. Relatore della causa, secondo quanto viene riferito da ambienti parlamentari, sarà il giudice.

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BERLUSCONI/ DE MAGISTRIS: CENA CON GIUDICI CONSULTA?SAREBBE GRAVE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Berlusconi/ De Magistris: Cena con giudici Consulta?Sarebbe grave -->"Se dovesse corrispondere a verità quello che scrive il settimanale 'L'Espresso' riguardo a cene private e conviviali tra il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia, giudici della Corte costituzionale ed altri apicali esponenti istituzionali, ci troveremmo di fronte all'ennesima.

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Lodo Alfano/ Di Pietro: Via giudici Consulta consiglieri (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

"Ci sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere limpunità e di conquistare il potere". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori, commentando l'articolo apparso oggi sull''Espresso' che riporta la notizia di una cena, tenutasi a casa del giudice della Consulta Luigi Mazzella, tra Berlusconi, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, Paolo Maria Napolitano e lo stesso Mazzella, proprietario della casa in cui si sarebbe svolto l'incontro. "A questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di incompatibilità e di conflitto di interessi dei due giudici e l'unico modo per risolverlo sono le loro immediate dimissioni poichè la loro indipendenza è stata del tutto minata. Chiediamo formalmente - conclude il leader IdV - che la Corte Costituzionale non si pronunci sul lodo Alfano fino a quando i due magistrati in questione non si saranno dimessi".

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LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

''Ci sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere l'impunita' e di conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori, commentando l'articolo apparso oggi sull'Espresso che riporta la notizia di una cena, tenutasi a casa del giudice della Consulta Luigi Mazzella, tra Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini, e due giudici della Corte Costituzionale, lo stesso Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Per questo l'Italia dei Valori ha presentato oggi un'interpellanza urgente al governo. ''A questo punto - continua Di Pietro - si pone un grave problema di incompatibilita' e di conflitto di interessi dei due giudici e l'unico modo per risolverlo sono le loro immediate dimissioni poiche' la loro indipendenza e' stata del tutto minata''. ''Chiediamo formalmente - conclude il leader IdV - e per questo abbiamo presentato un'interpellanza al governo, che la Corte Costituzionale non si pronunci sul lodo Alfano fino a quando i due magistrati in questione non si saranno dimessi''.

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LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA 'CONSIGLIORI' PREMIER (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

LODO ALFANO: DI PIETRO, VIA I GIUDICI CONSULTA 'CONSIGLIORI' PREMIER -->''Ci sono due giudici della Corte Costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe, e si mettono al suo servizio per dargli le migliori indicazioni per fare le leggi che gli consentono di mantenere l'impunita' e di conquistare il potere''. Lo afferma in una nota Antonio Di.

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Emilia Romagna/ Verifiche antisismiche in 675 edifici (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La Regione Emilia Romagna verificherà i livelli di sicurezza sismica di 675 edifici pubblici, appartenenti a 216 Comuni su tutto il territorio regionale. L'obiettivo è avere "città più sicure in cui le nuove costruzioni e le riqualificazioni dell'esistente rispondano in primo luogo a criteri antisismici". La novità è emersa durante la Conferenza regionale su "La prevenzione sismica in Emilia-Romagna", svoltasi a Bologna. L'obiettivo dell'incontro era "realizzare il quadro sulla attività di prevenzione sismica nel territorio emiliano romagnolo, sull'applicazione della normativa regionale antisismica e su come questa deve essere declinata nel concreto negli interventi edilizi di costruzione e riqualificazione". In base alla classificazione del luglio 2003, in Emilia-Romagna sono considerati a media sismicità 105 Comuni, mentre sono 236 quelli a bassa sismicità. Nessun Comune emiliano romagnolo è classificato ad alta sismicità. Nell'ultimo millennio in Emilia-Romagna sono stati registrati 382 eventi sismici (al di sopra della soglia del danno come scossa principale) su un totale di circa 2500 catalogati in Italia. Entro il 31 dicembre 2010 secondo quanto disposto dalle norme nazionali, uffici pubblici, ospedali, scuole e altre strutture, anche private, di pubblico interesse saranno verificate, attraverso una apposita relazione, che identifichi sia i livelli di sicurezza che gli eventuali interventi necessari. La legge regionale per ridurre il rischio sismico L'Emilia-Romagna dall'ottobre 2008 si è dotata della legge "Norme per la riduzione del rischio sismico"(n. 19/2008). La legge, recependo anche quanto previsto da una sentenza della Corte costituzionale, stabilisce che i Comuni debbano fornire un'autorizzazione preventiva sui requisiti antisismici di tutti gli interventi edilizi nelle zone classificate a media sismicità. In quelle a bassa sismicità è sufficiente il deposito del progetto strutturale presso i competenti uffici comunali, con controlli a campione. I Comuni, in forma singola, nel caso dei più grandi, o associata, dovranno dotarsi di una struttura tecnica adeguata con personale specializzato e opportunamente formato. In alternativa si dovranno avvalere delle competenze dei Servizi tecnici di bacino della Regione per i quali "è in previsione, attraverso nuove assunzioni - si legge in una nota -, un potenziamento del personale tecnico a disposizione per i controlli sul territorio". Inoltre, per quanto riguarda la formazione e l'informazione, la legge ha istituito un comitato scientifico accademico e uno consultivo misto pubblico-privato con il compito di definire criteri e indirizzi e impostare, promuovere e divulgare analisi e programmi di prevenzione sismica.

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Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum. Ma quell'atto è andato ad urtare con violenza contro la notizia, pubblicata dal settimanale l'Espresso, di una cena organizzata lo scorso maggio a casa di uno dei giudici costituzionali, Luigi Mazzella, alla quale avrebbero partecipato lo stesso Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini e un altro giudice della Consulta, Paolo Maria Napolitano. Ma la giornata si è andata complicando: da una parte l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro chiede le dimissioni dei due giudici costituzionali «consigliori» di Berlusconi; dall'altra Mazzella conferma quella «cena privatissima e ristretta» con 6-7 persone tra cui il premier, «suo vecchio amico», smentendo però che l'argomento trattato sia quello delle riforme costituzionali sulla giustizia.

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nuova polemica: berlusconi cenò con due giudici costituzionali (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Attualità Nuova polemica: Berlusconi cenò con due giudici costituzionali ROMA. Il decreto con cui ha fissato l'udienza sul lodo Alfano al 6 ottobre prossimo il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante l'ha firmato giovedì scorso, vale a dire qualche giorno dopo le ultime votazioni su amministrative e referendum. Ma quell'atto è andato ad urtare con violenza contro la notizia, pubblicata dal settimanale l'Espresso, di una cena organizzata lo scorso maggio a casa di uno dei giudici costituzionali, Luigi Mazzella, alla quale avrebbero partecipato lo stesso Berlusconi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini e un altro giudice della Consulta, Paolo Maria Napolitano. Ma la giornata si è andata complicando: da una parte l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro chiede le dimissioni dei due giudici costituzionali «consigliori» di Berlusconi; dall'altra Mazzella conferma quella «cena privatissima e ristretta» con 6-7 persone tra cui il premier, «suo vecchio amico», smentendo però che l'argomento trattato sia quello delle riforme costituzionali sulla giustizia.

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Bufera sulla Consulta, due giudici a cena con il Cavaliere (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Bufera sulla Consulta, due giudici a cena con il Cavaliere MARCELLA CIARNELLI Il 6 ottobre la Corte Costituzionale comincerà a discutere del Lodo Alfano. Il decreto che fissa la prima udienza è stato firmato l'altro giorno dal presidente della Consulta, Francesco Amirante. Direttamente coinvolto nella decisione è il presidente del Consiglio, al momento l'unico tra le quattro più alte cariche dello Stato a poter essere interessato ad uno "scudo" processuale. Ma la decisione della Corte Costituzionale si va ad incrociare con la notizia pubblicata dall'Espresso di una cena super riservata, ma evidentemente non tanto, che si sarebbe tenuta a casa di uno dei giudici costituzionali, Luigi Mazzella. Intorno al tavolo Silvio Berlusconi, anche in questo caso possibile «utilizzatore finale», il sottosegretario Letta, gran tessitore, il ministro Alfano titolare del Lodo, il presidente della Commissione Affari Costituzionali, senatore Vizzini e un altro giudice della Consulta, Paolo Maria Napolitano. Il convivio è stato confermato dallo stesso anfitrione che però ha smentito che alla sua tavola si sia parlato di lavoro, della Corte Costituzionale in particolare. Si sarà parlato anche di donne e motori ma neanche un minimo accenno ad un argomento così caro al Cavaliere? Comunque Mazzella alla riunione del 6 ottobre ha già fatto sapere che sarà presente perché quell'invito fu fatto «da privato cittadino. Io a casa mia invito chi voglio, parlo di quello che voglio e non mi faccio condizionare dalle notizie di stampa». Pd e Idv all'attacco Lui l'ha risolta così negando anche di aver avuto segnali di nervosismo da parte del presidente Amirante che però, sembra, non abbia gradito affatto. Però la noncuranza di Mazzella non fa da argine alla sua posizione. Interviene la politica. Per il Pd, il responsabile della Giustizia, Lanfranco Tenaglia, dice che si sarebbe aspettato una smentita. Davanti alla conferma «credo che i due giudici sappiano che su un simile incontro alla vigilia della decisione della Corte che riguarda direttamente il premier grava quanto meno l'ombra di una severa inopportunità. Mazzella e Napolitano debbano riflettere sull'opportunità di astenersi dal partecipare alla decisione sul lodo Alfano». Si scatena l'Italia dei Valori che con Di Pietro chiede le dimissioni dei «consigliori» di Berlusconi. Incalza De Magistris. Scende in campo Gaetano Quagliariello a difesa del capo che definisce l'azione dell'Idv come «una pressione obliqua e indebita sulla Consulta». «Non serve ribaltare la frittata» è la replica. Come già nel 2004 con il Lodo Schifani ancora una volta sarà la Corte Costituzionale, che Berlusconi continua a definire «non amica» ma forse non è proprio così, a decidere il destino dei processi a carico del premier. La Corte Costituzionale comincerà a discutere del Lodo Alfano il 6 ottobre. Decreto firmato l'altro giorno. La decisione si incrocia con la notizia dell'Espresso di una cena di Berlusconi con due giudici della Consulta.

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Invito a cena al Cavaliere, accuse al giudice (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Politica data: 27/06/2009 - pag: 14 Mazzella (Consulta): lodo Alfano? Voterò Invito a cena al Cavaliere, accuse al giudice «Ci sono due giudici della Corte costituzionale che fanno i consiglieri, anzi i consigliori del principe...». Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, commenta così l'articolo dell'Espresso dove si parla di Berlusconi invitato a cena nel maggio scorso a casa di Luigi Mazzella, giudice della Consulta, assieme al suo collega Paolo Maria Napolitano, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e Gianni Letta. La Consulta dovrà esaminare il lodo Alfano ed è per questo che Di Pietro ne chiede ora le dimissioni, mentre l'ospite della cena, Mazzella, replica: «Io a casa mia invito chi voglio e il premier è un mio vecchio amico. Astenermi sul lodo Alfano? Non ci penso proprio».

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IMMIGRATI: FLICK, RISCHIO NAUFRAGIO TRADIZIONE ACCOGLIENZA (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

''C'e' un crescente assalto all'Europa da parte di popolazioni di migranti in fuga dalla fame e le politiche di respingimenti e di sicurezza rischiano di far naufragare insieme a loro anche la tradizione di accoglienza dell'Europa''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi. ''L'aggressione alla dignita' dell'uomo e' incombente'' e ''la crisi globale ha effetti sul diritto-dovere al lavoro'', ha rilevato Fick, constatando che ''forse stiamo dimenticando la nostra origine''. Il giurista paventa anche ''il rischio di un futuro di insidie alla dignita''', di ''razzismo e intolleranza'' e di fronte al ''terrorismo globale, che e' la la prima negazione della dignita''', anche ''la soglia di rispetto dei diritti della persona rischia di abbassarsi sempre di piu'''. Il premio e' stato attribuito alla Comunita' del Monaci Camaldolesi e ritirato dal priore padre Bernardo Cozzarini. Questi ha sottolineato che ''una comunita' monastica che non ospita e' una comunita' morta. In una societa' in cui si alzano le mani per respingere, la comunita' monastica apre le braccia per accogliere e ospitare, come noi siamo stati ospitati da Dio''. Nell'occasione e' stata anche scoperta una lapide in ricordo della visita fatta il 13 luglio del 1952 a Camaldoli da Alcide De Gasperi.

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RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Per una eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Romano Prodi. ''A chi chiede di cambiare la Costituzione - ha detto Flick - va ricordato che la nostra e' una Costituzione presbite, che ha saputo guardare al futuro ponendo le premesse, ad esempio, per la tutela della privacy e dell'ambiente e anche per il recepimento dell'ordinamento comunitario''. Poi, ha aggiunto, ''le poche rughe che ci sono si trovano nella seconda parte, quella relativa all'ordinamento della Repubblica, e qualunque discussione su una riforma, per quanto riguarda ad esempio il bicameralismo perfetto o i poteri dell'esecutivo, deve avere il suo fondamento nella consapevolezza che le due parti sono strettamente legate e dunque - ha avvertito - incidere sull'ordinamanto significa avere riflessi anche sui principi''.

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RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-06-2009)

Argomenti: Giustizia

RIFORME: FLICK, COSTITUZIONE NON SI PUO' CAMBIARE A COLPI DI MAGGIORANZA -->Per una eventuale riforma della Carta costituzionale, ''serve un accordo ampio: la Costituzione non si puo' cambiare a colpi a di maggioranza''. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale, in un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa.

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Quorum: l'arma che promuove il fallimento (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Commenti Pagina 349 REFERENDUM E REGOLE Quorum: l'arma che promuove il fallimento REFERENDUM E REGOLE di Bruno Troisi* --> di Bruno Troisi* La progressiva crescita dell'astensionismo strutturale (pari ormai al 30 per cento) e, soprattutto, l'invito sistematico - da parte ora dell'uno ora dell'altro schieramento politico - a disertare le urne hanno profondamente alterato la funzione del quorum stabilito per la validità del referendum, a tal punto da svuotare di contenuto lo stesso istituto referendario, determinando una gravissima distorsione della logica democratica. Accade, infatti, che una minoranza che inviti all'astensione, sol che disponga di poco più del 20 per cento di consensi, è in grado di imporsi matematicamente, perché può sommarsi, nello stesso tempo che la fomenta, alla crescente disaffezione alla res publica da parte di molti cittadini. L'invito a disertare le urne ad opera di uomini politici rappresenta, oltre che un'istigazione a violare il "dovere civico" del voto, una palese violazione della regola di correttezza costituzionale: il quorum è stato previsto per impedire che una piccola minoranza utilizzasse il referendum per aggirare il principio democratico della maggioranza, non per consentire a una minoranza di far prevalere le sue tesi sommando i suoi voti a quelli di coloro che, fisiologicamente, si astengono dal votare. Si tratta di un uso sleale, scorretto dell'istituto del quorum, utilizzato abusivamente come un'arma in più per far fallire il referendum. Il fatto che la norma costituzionale preveda e disciplini il quorum non significa, come taluni pretendono, che sia legittimo l'invito ad astenersi dal voto per impedirne il raggiungimento, per la semplice considerazione che tale invito si pone, in concreto, in contrasto con i fini sostanziali che la norma stessa si prefigge e con gli stessi principi generali dell'ordinamento (segnatamente, con il principio di democraticità, che si specifica nel principio di partecipazione e in quello maggioritario). Si tratta, insomma di un comportamento che solo apparentemente si presenta come corrispondente al contenuto formale di una norma, ma al quale non si accompagna la congruità sostanziale con i fini che quella norma intendeva perseguire. Né appare convincente l'affermazione secondo cui la propaganda per l'astensione, a differenza di quella per il "no", avrebbe di mira l'utilità stessa del referendum, giacché le richieste referendarie sono già sottoposte istituzionalmente a un duplice ordine di controlli: uno di legittimità da parte della Corte di Cassazione, e uno di ammissibilità da parte della Corte costituzionale (con riferimento al contenuto della richiesta e alla struttura formale dei quesiti referendari, che devono essere enunciati in maniera inequivocabilmente dilemmatica). Pertanto, non si vede quali ulteriori valutazioni debbano - e, soprattutto, possano - essere operate dalla classe politica, la quale non può certo "correggere" le decisioni prese dalle due Corti. Inoltre, l'invito a disertare le urne viola gravemente il principio fondamentale di libertà e segretezza del voto, introducendo una forma surrettizia di controllo nella formazione della volontà popolare: chi non seguisse l'invito e si recasse alle urne verrebbe automaticamente identificato e ritenuto un sostenitore del "sì". Libertà e segretezza del voto sono il presupposto della democrazia; se venissero meno, le consultazioni popolari diventerebbero una farsa, come nei regimi autoritari. Alla luce di queste considerazioni e stante la perdurante, generalizzata strategia dell'astensione, l'unico rimedio è quello dell'abolizione del quorum strutturale e, parallelamente, della fissazione di una quota più elevata di firme per la richiesta del referendum, a garanzia della serietà della richiesta e della rilevanza sociale della questione. Dal punto di vista pratico, poi, tale riforma potrebbe sortire l'ulteriore effetto di costringere tutte le forze politiche ad abbandonare gli atteggiamenti di ambiguità: la consapevolezza che la consultazione popolare darebbe comunque un risultato utile indurrebbe i partiti a prendere posizione dinanzi all'elettorato e ad informarlo adeguatamente, invitandolo a confrontarsi con l'alternativa. Solo così, forse, si potrà porre rimedio al grave scollamento, da più parti avvertito, tra volontà popolare e volontà dei rappresentanti; solo così, come con gli altri istituti di democrazia diretta, "il principe" potrà riprendersi "lo scettro" affidato agli organi rappresentativi. *Ordinario Università di Cagliari

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metti una sera a cena il giudice con il premier - livio pepino (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 25 - Commenti METTI UNA SERA A CENA IL GIUDICE CON IL PREMIER LIVIO PEPINO Caro direttore, qualche tempo prima di una importante decisione della Corte costituzionale sulla legittimità del cosiddetto Lodo Alfano un giudice della Corte (cioè uno dei componenti del collegio giudicante) organizza una festosa cena cui partecipano, tra gli altri, il presidente del Consiglio (alle cui prerogative la legge si riferisce), il ministro della Giustizia (che al "lodo" ha dato finanche il nome) e un altro giudice costituzionale. La notizia viene pubblicata da un settimanale e occupa per un giorno le pagine dei quotidiani. Poi cala il silenzio, essendo tutti appagati dalla spiegazione dell´alto giudice secondo cui i suoi compagni di tavola sono, appunto, affar suoNegli stessi giorni, l´intervista a un quotidiano di una giovane e vistosa fanciulla rende pubblica la notizia di una indagine, pendente presso la procura di Bari, nella quale si tratta, tra l´altro, di feste e festini organizzati da un intraprendente imprenditore pugliese e svoltisi anche in residenze del presidente del Consiglio. Nei giorni successivi inizia su alcuni quotidiani una vera e propria "campagna" tesa a delegittimare uno dei pubblici ministeri preposti all´indagine, reo di aderire a Magistratura democratica e di essere, dunque, una "toga rossa". Si affaccia una nuova concezione secondo cui il requisito fondamentale del giudice non è più l´imparzialità , cioè il disinteresse personale, l´estraneità agli interessi in conflitto, il distacco dalle parti, la lontananza dai luoghi del potere. Il nuovo che avanza dice, invece, che a nuocere al giudice è la partecipazione al dibattito culturale, l´espressione delle proprie convinzioni, magari la sottoscrizione di un appello relativo ad un provvedimento legislativo. E ciò benché nessun magistrato possa essere indifferente alle idee e ai valori e la pubblicità sia da sempre fattore di trasparenza e di democrazia; e benché il buon magistrato non persegua né giudichi idee ma solo persone chiamate a rispondere di fatti specifici (indipendentemente dalle idee, dalle caratteristiche personali, dalle convinzioni, dal colore della pelle del destinatario del giudizio). Per molti autorevoli commentatori non è così e il "riserbo" richiesto al giudice riguarda solo le idee (o, meglio, certe idee) e non anche le frequentazioni e i rapporti con le parti interessate alla decisione. E si rimpiange il bel tempo antico in cui il "giusto" coincideva con il "politicamente utile" e la magistratura era una articolazione della classe politica tout court, al punto che nei primi quarant´anni dello Stato unitario metà dei ministri della Giustizia (17 su 34) e dei relativi sottosegretari (11 su 21) proveniva dai ranghi dell´ordine giudiziario. Strano Paese, il nostro, in cui questi non disinteressati luoghi comuni stanno diventando pensiero diffuso. Sarebbe meglio accorgersene prima che sia troppo tardi. L´autore è membro del Consiglio superiore della magistratura

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Maggioranza tra Giunta e manovra-bis (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Piano Pagina 102 Maggioranza tra Giunta e manovra-bis Al via i lavori sul collegato ma intanto si pensa ai nuovi assessori --> Al via i lavori sul collegato ma intanto si pensa ai nuovi assessori Settimana importante per la maggioranza: si decide sulla Giunta mentre arriva in Consiglio il collegato. La strada del rimpasto si incrocia pericolosamente con quella del collegato alla Finanziaria, col risultato di mettere fretta al centrodestra. Le due cose (i nuovi assetti di Giunta e la legge sugli interventi per i settori produttivi) in teoria viaggiano su binari separati: ma il rischio per la maggioranza è che eventuali tensioni irrisolte relative alle poltrone possano sfogarsi sull'iter della legge. LA FINANZIARIA-BIS Il cammino consiliare del collegato inizia domattina, alle 10 in commissione Bilancio con l'illustrazione del testo da parte dell'assessore Giorgio La Spisa. Poi si andrà avanti secondo un metodo che prevede l'esame di alcune parti in seduta congiunta con le altre commissioni. Il disegno di legge comprende misure in materia di agricoltura, industria, artigianato, sanità e altro: da qui la necessità di coinvolgere il più possibile i consiglieri. Il collegato è denso di norme su cui, in maggioranza, si è creata una certa attesa, e alcune potranno suscitare discussione. Pare, per esempio, che circolino obiezioni nel centrodestra sulla creazione, prevista nella legge, di una superdirezione generale con compiti di coordinamento della spesa. Utile, nei ragionamenti della Giunta, a tenere costantemente sotto controllo la gestione delle risorse e soprattutto la tempestività del loro utilizzo. Ma immaginare ruoli di tale potere comporta sempre qualche contraccolpo. LA GIUNTA Se le tensioni tra l'esecutivo e il Consiglio fossero tutte di questo tenore, probabilmente basterebbe l'esperienza di un assessore come La Spisa (e la stima di cui gode, anche presso l'opposizione) per garantire alla legge una navigazione consiliare relativamente serena. Ma il punto è: quanto incideranno eventuali malumori legati alle scelte sugli assessori? Nei prossimi giorni (era stata indicata la data del primo luglio) dovrebbe compiersi la staffetta interna all'Udc tra l'attuale titolare della delega dell'Ambiente, Emilio Simeone, e il segretario regionale dello scudocrociato Giorgio Oppi. Avvicendamento già previsto, ma che porterà per la prima volta, dall'inizio della legislatura, un consigliere in Giunta. A marzo, i due soli eletti che avevano accettato la nomina ad assessore (entrambi del Pdl: lo stesso La Spisa, e Antonello Liori alla Sanità) si erano dovuti dimettere dall'assemblea: ma in quel momento era in vigore la legge statutaria, ora cancellata dalla Corte costituzionale, che stabiliva l'incompatibilità dei ruoli. Non esistendo più quella norma, Oppi dovrebbe entrare senza dimettersi immediatamente: ha annunciato l'intenzione di lasciare lo scranno consiliare, ma tra qualche mese. I PARTITI È possibile che dentro altre forze politiche, in particolare il Pdl, questo venga visto come un precedente per mettere in crisi l'idea (attribuita allo stesso Ugo Cappellacci) di una sorta di incompatibilità di fatto tra l'incarico in Consiglio e quello in Giunta. Una regola da mantenere viva sul piano politico, non esistendo più sul piano giuridico. Ragionamenti che potrebbero incidere sulla ventilata sostituzione di un altro assessore, Valeria Serra (titolare del Lavoro). Ma c'è forse anche un altro contraccolpo da mettere in preventivo. Nel Pdl (e non solo) c'è chi pensa che lo sbarco in Giunta di un leader del peso di Oppi richieda un riequilibrio, che porti anche altri leader nella squadra di Cappellacci. Ma il Pdl non sembra ancora pronto per una simile eventualità. E il presidente non vorrebbe accelerare il rimpasto, per non rischiare che le discussioni sui nomi disturbino la concentrazione della maggioranza sull'azione di governo dei prossimi mesi. Se il collegato arriverà entro due o tre settimane in aula, il centrodestra dovrà chiarire simili questioni entro quel lasso di tempo: altrimenti, il rischio di ripercussioni in Consiglio si farà elevato. (g. m.)

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Tutta la manovra a giudizio della Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2009-06-29 - pag: 49 autore: Corte costituzionale. Dopo l'intervento della magistratura contabile lombarda Tutta la manovra a giudizio della Consulta Anna Guiducci I pilastri del Patto di stabilità per gli enti locali potrebbero essere incrinati dal giudizio negativo della Corte costituzionale. La questione incidentale di legittimità sollevata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Lombardia (ordinanza n. 125/09, su cui si veda «Il Sole 24 Ore» del 3 giugno scorso) sul Patto 2007, infatti, potrebbe produrre effetti a catena anche sui vincoli relativi agli anni successivi. I dubbi indirizzati alla Consulta riguardano la disciplina recata dall'articolo 1, commi 681 e 683, della legge 296/06, nella parte in cui si prevede che per il rispetto degli obiettivi del Patto 2007 gli enti dovevano conseguire un saldo finanziario in termini di cassa pari a quello medio del triennio 2003/2005. L'introduzione di un limite alla gestione di cassa, rileva la magistratura contabile, può impedire l'effettuazione di pagamenti eccedenti il saldo finanziario programmato, anche in presenza di debiti scaduti relativi a obbligazioni legittimamente assunte e perfezionate in esercizi precedenti. La violazione di obblighi contrattuali e la produzione di ritardi nei tempi di pagamento alle imprese esecutrici di lavori o forniture costituisce prassi contraria ai principi di sana gestione finanziaria, penalizzando i soggetti che contrattano con la pubblica amministrazione e producendo danni erariali dovuti al pagamento di somme per interessi e rivalutazioni. Peraltro, non sarebbe razionalmente accettabile, in caso di dilazione dei tempi di pagamento, la traslazione in capo all'impresa del costo implicito derivante dalla mancata applicazione di oneri accessori. La disciplina, pertanto, sarebbe incontrasto con numerose disposizioni della Costituzione. In particolare, sembrerebbe contrastare con la potestà regolamentare e con i principi di autonomia finanziaria di entrata e di spesa degli enti locali (articoli 117 e 119), nonché con il sistema contabile pubblico imperniato su una gestione di competenza (articolo 81). Le obbligazioni legittimamente assunte trovano infatti copertura nel bilancio di previsione, il cui carattere autorizzatorio della spesa costituisce garanzia di rispetto dei vincoli pubblicistici posti dall'ordinamento. In quest'ottica, la fase di liquidazione dei debiti rappresenta la conclusione fisiologica di un procedimento amministrativo, che termina con la soddisfazione dei diritti del creditore. Il mancato rispetto degli obiettivi di cassa, continua la Corte, deriva da una discrasia temporaletra il formale impegno delle risorse necessarie per il finanziamento di un'opera pubblica, l'assunzione degli obblighi contrattuali, l'esecuzione dei lavori ed i pagamenti ai fornitori. Le norme sul Patto di stabilità, nella misura in cui impongono comportamenti dilatori di obbligazioni giuridicamente perfezionate, si pongono inoltre in contrasto con i principi di economicità, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa e di conseguenza con il combinato disposto degli articoli 5, 114 e 117 della Costituzione. La questione sollevata è cruciale. Un'eventuale pronuncia di incostituzionalità delle norme in questione produrrebbe, infatti, conseguenze giuridicamente rilevanti anche ai fini del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2009/2011. Innanzi tutto, la manovra finanziaria introdotta dall'articolo 77-bis della legge 133/2008 determina il saldo programmatico delle annualità 2009, 2010 e 2011 su quello, calcolato in termini di competenza mista, dell'anno 2007. Inoltre, lo stesso saldo finanziario in termini di competenza mista è costituito dalla somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza fra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza fra incassi e pagamenti (al netto delle entrate derivanti da riscossioni di crediti e delle spese per concessione di crediti) per la parte in conto capitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA A CATENA La questione di legittimità riguarda il 2007 ma una bocciatura avrebbe effetto anche sugli anni successivi

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Le indagini resistono al ritardo dell'iscrizione (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: GIUSTIZIA E SENTENZE data: 2009-06-29 - pag: 47 autore: Cassazione. Che cosa accade quando il Pm dimentica di aggiornare il registro Le indagini resistono al ritardo dell'iscrizione Utilizzabili le prove raccolte prima dell'annotazione Andrea Maria Candidi Il ritardo con cui il pubblico ministero iscrive l'indagato nel registro delle notizie di reato non incide sull'utilizzabilità degli atti di indagine. Neanche quelli compiuti prima dell'effettivo inserimento del nome. Semmai, possono essere censurati quelli svolti dopo la scadenza del termine, rimodulato in base alla retrodatazione dell'iscrizione nel registro degli indagati. Salva, naturalmente, la contestazione dell'illecito disciplinare a carico del pubblico ministero inadempiente. A fissare il principio sono le sezioni unite penali della Cassazione (la sentenza è la n. 23868/09, scritta dal giudice Francesco Marzano) che hanno così respinto il ricorso di un imputato per il reato di estorsione. Il più alto collegio di legittimità è stato tirato in ballo dai giudici della sesta sezione, cui il ricorso era destinato, perché sulla questione hanno registrato se non proprio un contrasto giurisprudenziale, almeno qualche differenza. I precedenti Un primo indirizzo sostiene la piena utilizzabilità degli atti compiuti fino al momento del-l'effettiva iscrizione della notitia criminis, perché altrimenti sarebbe da ritenere postdatato l'inizio della decorrenza del termine di durata massima di indagini preliminari. Che va, invece, retrodatato al momento in cui sono iniziate le indagini. Ferma restando, precisa la Cassazione, la «configurabilità di ipotesi di responsabilità disciplinari o addirittura penali nei confronti del pubblico ministero negliegente ». Nello stesso filone si iscrivono anche le sentenze che escludono la rilevanza costituzionale della mancata previsione, in alcune disposizioni del codice di procedura penale, di uno specifico termine entro il quale deve procedersi all'iscrizione nel registro degli indagati. Dall'altra parte, la Cassazione ha anche affermato come la tardiva iscrizione non fa scattare alcuna invalidità, ma consente al giudice di rideterminare il termine iniziale, facendolo coincidere, e dunque retrodatandolo, al momento in cui si sarebbe dovuta iscrivere la notizia di reato. Con la evidente conseguenza che il ritardo può incidere sulla utilizzabilità delle indagini finali, non su quelle svolte prima dell'annotazione. Non solo. Qualora le indagini superino il termine massimo di legge, nontutti gli atti sono utilizzabili, ma solo quelli compiuti oltre quel termine. La soluzione Le sezioni unite penali sgombrano subito il campo da un equivoco di fondo, in base al quale la tardiva iscrizione dell'indagato nel registro comporterebbe l'automatica inutilizzabilità di tutti gli atti di indagine. Secondo il comma 3 dell'articolo 407 del Codice di procedura penale, precisa la Cassazione, l'inutilizzabilità degli atti di indagine concerne solo quelli «compiuti dopo la scadenza del termine», non anche quelli compiuti nel termine prefissato dalla legge o prorogato dal giudice. Si può, semmai, discutere sulla determinazione del termine iniziale, dal quale dipende quello finale. Ma una volta stabiliti, tutti gli atti di indagine compiuti nel lasso di tempo intercorrente tra i due termini, sono sicuramente utilizzabili. Mentre la Corte costituzionale, citata dalle sezioni unite, ha rilevato che il problema può porsi nel caso dell'artificiosa dilatazione del termine di durata massima delle indagini preliminari. Anche qui però, l'inutilizzabilità colpirebbe i soli atti compiuti «a valle» della scadenza, cioè dopo. Dunque, non quelli svolti «a monte», vale a dire prima. E sono gli stessi giudici della Consulta a ritenere «antitetiche» le due prospettazioni, quella, cioè, di ritenere inutilizzabili gli atti compiuti oltre la scadenza del termine massimo di indagine, considerato il momento in cui la notizia di reato avrebbe dovuto essere effettivamente iscritta, e quella di ritenere la medesima sanzione processuale per gli atti compiuti prima della formale iscrizione nel registro. Ritiene la Corte costituzionale, e la Cassazione condivide, che «è incongruo sostenere che gli atti compiuti prima della iscrizione "formale" siano solo per ciò inutilizzabili, coinvolgendo così nella stessa sanzione di inutilizzabilità gli atti compiuti "a monte" (pur nei limiti temporali individuati) e quelli compiuti " a valle" (oltre quegli stessi limiti)». Così facendo si prospetterebbe «un diverso regime normativo, rispetto a quello delineato ed imposto dal legislatore», con indebito restringimento della durata delle indagini prevista dal codice di rito, se non con definitivo pregiudizio della stessa possibilità di ogni indagine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Investire di più sull'organizzazione dei tribunali (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-29 - pag: 2 autore: DALLA PRIMA Investire di più sull'organizzazione dei tribunali Ancora, la nuova legge interviene prevedendo nuove regole e nuovi strumenti in tema di condanna del soccombente alle spese di giudizio, per scoraggiare il ricorso "temerario" alla giustizia e i comportamenti processuali dilatori; delineando un nuovo procedimento sommario di cognizione e riordinando e semplificando i riti; riducendo termini, formalismi ed ostacoli alla celerità del processo derivanti da conflitti su competenza e giurisdizione. Si tratta di innovazioni che, nel complesso, appaiono orientate nella direzione giusta. Intervenire sulle procedure è utile e necessario, ma non è tuttavia sufficiente: talora, anzi, le continue modifichedelle norme processuali possono produrre più danni che vantaggi. è da apprezzare che il Parlamento abbia soppresso, con questa legge, il cosiddetto rito societario, introdotto da un'altra riforma solo nel 2003, e che evidentemente non ha dato buoni risultati (ne sono un sintomo le 23 sentenze e ordinanze della Corte costituzionale emesse in argomento fra il 2005 e il 2009, per tre volte pervenendo alla dichiarazione di illegittimità costituzionale di altrettante disposizioni). Altre cause sono forse più difficili da affrontare, ma non meno determinanti. Si pensi al numero eccessivo di avvocati che esercitano l'attività forense nel nostro paese, con i possibili effetti sulla crescita del contenzioso. Ma il terreno più decisivo è forse quello dell'organizzazione degli uffici giudiziari e del lavoro di coloro che vi sono addetti. Così l'aumento delle competenze dei giudici di pace, disposto con l'attuale riforma, potrà certo produrre un effetto di sgravio degli uffici dei tribunali, ma produrrà un aggravio di quelli dei giudici di pace cui, allo stato, non corrispondono misure di incremento delle risorse (e l'introduzione del nuovo reato di immigrazione irregolare, assegnato a sua volta alla competenza penale dei giudici di pace, non mancherà a sua volta di produrre ulteriori effetti di intasamento degli uffici). Solo alcuni fiorni fa, proprio su questo giornale, il vice coordinatore dei giudici di pace di Roma faceva notare che lui le sentenze le deposita il giorno dopo l'udienza, ma poi passano otto mesi perché esse possano essere eseguite: se una giustizia tardiva è giustizia negata, lo è altrettanto un giustizia le cui decisioni non ricevono tempestiva esecuzione. Alla base stanno evidentemente problemi di risorse e quindi di bilancio, ma anche di cultura. è provato, ad esempio, che uffici giudiziari i cui dirigenti si impegnano sul piano dell'organizzazione ottengono risultati migliori a parità di risorse. In un recente incontro organizzato dal Consiglio superiode della magistratura, il Presidente della Corte di Cassazione Vincenzo Carbone, metteva in rilievo efficacemente come ogni magistrato (ma lo stesso vale a maggior ragione per ogni altro addetto) debba sentirsi parte di un ufficio complessivamente responsabile di un risultato: non possa, dunque, limitarsi a studiare diligentemente le cause e a scrivere i provvedimenti, ma debba concorrere ad assicurare il "prodotto" richiesto all'ufficio. Su questo terreno i compitie le responsabilità sono diffusi in molte sedi: i capi degli uffici e i dirigenti amministrativi (l'organizzazione sul campo), il Consiglio Superiore (i concorsi, la provvista degli uffici, la scelta dei dirigenti, la formazione dei magistrati, il controllo disciplinare su di essi), il Governo ( il personale amministrativo, le risorse materiali e di bilancio, l'attivazione delle procedure informatiche). Solo un sforzo congiunto e convinto di tutti gli attori potrà darci una giustizia civilein grado di soddisfare il diritto fondamentale di ogni persona ad avere effettivamente, e non solo sulla carta, un giudice competente, indipendente e imparziale per la risoluzione delle controversie che la riguardano. Valerio Onida LA GIUSTA DIREZIONE Intervenire sulle procedure è positivo e importante, ma può non essere sufficiente. Bene lo sfoltimento dei riti SFORZO CONGIUNTO I capi degli uffici, i dirigenti, il Csm, il Governo: tutti devono operare per garantire il raggiungimento di buoni risultati

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BERLUSCONI: DI PIETRO, NAPOLITANO GUARDI I FATTI. NESSUNA (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Invitare a cena due giudici della Consulta o fare una legge come il lodo Alfano che protegge le piu' alte cariche dello Stato dai procedimenti a loro carico sono ''fatti'' non ''polemiche''. Cosi', il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sul monito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a frenare le polemiche di qui al G8 dell'Aquila. ''Chiediamo al presidente della Repubblica - sottolinea Di Pietro a Montecitorio - di non guardare il dito ma la luna. Non si tratta di polemiche ma di fatti''. ''E' un fatto - argomenta il leader di Idv - che sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi''. Per questo Di Pietro chiede a Napolitano anche di ''riflettere sulla legittimita' di una Corte costituzionale se reiterano questi due giudici''.

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Turchia/ Si aggrava crisi fra esecutivo e forze armate (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Si aggrava l'ennesimo scontro fra l'esecutivo islamico-moderato targato Akp, Partito per la Giustizia e lo sviluppo, e l'establishment militare, massimo garante dello Stato laico fondato da Mustafa Kemal Ataturk. Oggi il premier Recep Tayyip Erdogan e il capo di Stato Maggiore dell'esercito turco, Generale Ilker Basbug, si sono incontrati una seconda volta nel giro di pochi giorni. Al centro dei colloqui il casus belli venuto fuori dopo lo scoop del quotidiano Taraf due settimane fa. Taraf è un quotidiano che da 18 mesi mette a frutto scoop capaci di imbarazzare lo Stato Maggiore, soprattutto riguardo le operazioni compiute contro i terroristi separatisti curdi. Due settimane fa si è spinto ben oltre, pubblicando uno scoop secondo cui una parte delle forze armate stava preparando un "Action Plan for Reactionary Prevention", che in parole povere significa un piano volto a rovesciare l'esecutivo islamico-moderato al potere, con cui, come noto, le Forze Armate vanno poco d'accordo. Obiettivo del golpe doveva essere anche il movimento "Nur", fondato da Fetullah Gulen, noto pensatore islamico in auto esilio negli Stati Uniti e anche lui poco gradito all'establishment militare e accusato dai più, guarda caso, di essere proprio l'editore occulto di Taraf. Secondo il quotidiano a tirare le fila del progetto c'era niente meno che un colonnello delle forze navali, Dursun Cicek, che avrebbe firmato tutta la documentazione, anche se sull'autenticità della firma ci sono molti dubbi. Lo scoop del quotidiano Taraf è solo l'ultima goccia nel mare di attacchi reciproci fra l'esercito e l'attuale governo, ossia fra la parte più laica dello Stato turco e gli ambienti filo-islamici. Una battaglia sotterranea che continua parallelamente al processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20, cercando anche di rovesciare Erdogan e nella quale sono implicati numerosi militari e magistrati. Venerdì, in una conferenza stampa ufficiale, un secco generale Basbug ha detto che le indagini compiute dalla magistratura militare non hanno visto emergere elementi di attendibilità e che quindi il presunto scoop sarebbe totalmente privo di fondamento. Basbug ha anche polemicamente aggiunto che si trattava di un piano per distruggere la credibilità delle forze armate. La reazione dell'esecutivo non si è fatta attendere e mentre il premier Erdogan da Bruxelles ha detto che l'inchiesta andrà avanti anche per via civile, in serata il parlamento ha approvato in tempo lampo una legge che permette alla magistratura civile di giudicare anche i militari. E mentre il Chp, il partito repubblicano del popolo, tradizionalmente vicino alle forze armate ha deciso che sottoporrà la legge alla Corte Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni e che sarebbe composta anche da numerosi militari. Ma a rendere i rapporti ancora più tesi c'è la bozza della nuova costituzione, che dovrebbe togliere poteri all'esercito, e soprattutto l'ipotesi di mettere sotto processo gli esecutori del colpo di Stato del 1980, il più duro dei tre che hanno colpito la Turchia. Un'onta che i militari turchi non potrebbero mai accettare.

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Trattato Ue/ Kaczynski: non firmo per aiutare Buzek a (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente polacco Lech Kaczynski non ha alcuna intenzione di ratificare il Trattato Ue prima del referendum irlandese e del verdetto della Corte costituzionale tedesca, anche se questo potrebbe aiutare la corsa di Jerzy Buzek alla presidenza del Parlamento europeo. "Firmerò il Trattato, ma la Polonia in questa partita non la chiave per l'adozione della nuova costituzione europea. Irlanda e Germania lo sono", ha spiegato il Capo di Stato polacco. Nei giorni scorsi, la stampa aveva rilanciato l'ipotesi che Kaczynski potrebbe decidere di firmare il Trattato prima dell'esito del referendum irlandese e del verdetto della Corte costituzionale tedesca, al fine di aumentare le chance di Buzek nella corsa a presidente del parlamento europeo.

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##G8/ Napolitano propone 'tregua',Berlusconi sottoscrive.No... (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)

Argomenti: Giustizia

A dieci giorni dall'avvio del G8 all'Aquila, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si appella al mondo della politica e dell'informazione per chiedere una "tregue nelle polemiche" nell'interesse del Paese alla vigilia del summit. Il presidente della Repubblica, a Capri per festeggiare il suo 84° compleanno, invoca un armistizio dopo settimane di scontro frontale fra le forze politiche. L'appello viene subito sottoscritto dal Cavaliere, mentre l'Italia dei valori e la sinistra radicale lo respinge al mittente. Il Pd, dal canto suo, distingue: giusto il monito del Colle, ora il premier lo rispetti. "Capisco le ragioni dell'informazione e della politica - dice di buon mattino Napolitano, che ha avuto un lungo colloquio telefonico con il Cavaliere per gli auguri di compleanno - ma penso che sarebbe giusta, vista la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale che è il G8, una tregua nelle polemiche". Parole benedette da Berlusconi: "Mi sembra logico che il Capo dello Stato rivolga un invito del genere e mi sembra altrettanto logico che questo invito sia accolto". Anche il Partito democratico considera positivo l'intervento del Presidente della Repubblica. Per il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro l'appello è "molto saggio" e "assolutamente giusto" ma, distingue, "il primo a doverlo accogliere dovrebbe essere il Presidente del Consiglio. Forse incosapevolmente è sempre stato lui a voler determinare scontri con esternazioni e accuse continue. Se il premier si occupasse di più solo dei problemi reali del Paese di certo moltissime delle polemiche più aspre non ci sarebbero state". D'altra parte, sostiene Soro, "dall'opposizione non sono mai venute provocazioni anche sulle più recenti vicende riguardanti lo stesso premier, ma solo prese di posizione volte a chiedere chiarezza sui fatti emersi per quanto di pubblico interesse del Paese". Anche il resto del Pdl sottoscrive l'uscita pubblica di Napolitano. Il vicecapogruppo dei senatori del Popolo delle libertà, Gaetano Quagliariello, sostiene che il Capo dello Stato "ha dato atto ancora oggi, come dall'inizio del suo mandato, di interpretare il suo supremo ruolo di garante nell'interesse della nazione e del bene condiviso di tutti i cittadini italiani". Stessa linea dell'Udc: per il segretario Lorenzo Cesa "oggi la politica ha l'occasione di fare a Napolitano un regalo di compleanno davvero gradito, raccogliendo il suo appello e abbandonando i toni accesi e le violente polemiche di queste settimane". Chi invece non gradisce l'appello alla tregua è Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv prima insiste sulla necessità di sfiduciare anche prima del G8 Berlusconi, il cui governo rappresenta "un cancro politico" e per il quale "in tutto il mondo ridono di noi". Poi si rivolge direttamente a Napolitano, invitandolo a "non guardare il dito ma la luna: non si tratta di polemiche ma di fatti. E' un fatto che sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed e' un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e agli amici suoi". Dichiarazione subito stigmatizzata da Fabrizio Cicchitto. Il capogruppo dei deputati del Pdl si augura che l'appello "non cada nel vuoto", poi aggiunge: "Registriamo che Di Pietro ha perso un'ottima occasione per tacere". Sulle barricate salgono anche Prc e Pdci. Per Paolo Ferrero non è "raccoglibile l'appello del presidente della Repubblica: il problema non è di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui problemi del Paese, problemi che vengono regolarmente ignorati dalla politica". Per il comunista italiano Jacopo Venier, il partito di Oliviero Diliberto non ha "mai fatto polemica per il gusto della rissa ma abbiamo sempre denunciato e lo faremo anche nei prossimi giorni ciò che ci sembra inaccettabile, perchè la critica è il sale della democrazia. L'invito del Presidente della Repubblica, quindi, non è rivolto a noi".

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palma all'ufficio legale l'udc: "nomina illegittima" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Palermo L´ex magistrato della Corte dei conti non è iscritto all´ordine degli avvocati Palma all´ufficio legale l´Udc: "Nomina illegittima" I rappresentanti del Foro di Palermo avevano contestato la scelta, Lombardo è andato avanti Bufera sulla nomina di Romeo Palma a capo dell´ufficio legale e legislativo della Regione siciliana. Il nuovo avvocato generale che da venerdì ha preso ufficialmente il posto di Franco Cristaldi, non ha infatti i titoli previsti dal consiglio forense per occupare la carica che il presidente Raffaele Lombardo gli ha chiesto di ricoprire. Ovvero: non è iscritto all´Ordine. La nomina, sulla quale erano già piombate le critiche dell´Ordine degli avvocati, era stata bloccata un mese fa. Adesso Lombardo ha voluto ratificarla malgrado i pareri contrari. Nella lettera d´incarico, però, mancherebbe la firma del segretario generale Pier Carmelo Russo che ha deciso di astenersi. Contro la nomina di Palma si scaglia anche l´Udc. «La nomina è illegittima, è l´ennesimo sopruso perpetrato dal presidente della Regione», accusa il capogruppo Udc Rudy Maira. Romeo Palma, magistrato presso la Corte dei Conti, e già direttore del dipartimento dei Beni culturali, non può iscriversi all´albo perché è un magistrato in aspettativa. E come tutti i dipendenti pubblici in aspettativa il suo status è incompatibile per svolgere il ruolo di avvocato. «Per la prima volta l´ufficio legale della Regione avrebbe un avvocato che non può patrocinare la Regione nell´unica ipotesi prevista, davanti alla Corte costituzionale - dichiara Enrico Sanserverino, presidente dell´Ordine degli avvocati di Palermo - In caso di difesa, la Regione non avrebbe assistenza. Verificherò se Romeo Palma risulta iscritto in un altro Ordine». L´ex dirigente pur avendo superato gli esami di abilitazione, non si era mai iscritto all´Ordine degli avvocati. A nomina quasi fatta, aveva provato a iscriversi all´albo a Palermo. Ma ha revocato la domanda, prima che l´Ordine la rigettasse. Era riuscito a iscriversi a Siracusa. «Ma abbiamo informato del caso l´Ordine di Siracusa e la Procura generale di Catania - racconta Sanseverino - E l´hanno cancellato in autotutela. Non aveva detto di essere magistrato in aspettativa. Scriverò al consiglio nazionale forense perché verifichi, nel caso in cui sia iscritto in un altro posto, che l´iscrizione sia conforme alle regole». a. r.

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I farmacisti scendono in campo: (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE MARCHE pag. 17 I farmacisti scendono in campo: «No alla liberalizzazione degli orari» CONTESTATA LA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DI SORDONI (IDV) ANCONA «LIBERALIZZARE orari e turni delle farmacie significa aumentare il divario tra attività medio-piccole e grandi con la naturale conseguenza di indebolire le prime e rendere sempre più forti le altre. Per non parlare delle ripercussioni negative sul servizio e quindi sul cittadino». Questo sarebbe, secondo Luciano Diomedi delegato regionale Federazione ordini farmacisti italiani, il risultato della proposta di legge del consigliere regionale Idv Franco Sordoni, che proprio oggi verrà discussa in consiglio regionale. Una proposta che non convince gli ordini provinciali marchigiani, anche perchè le «poche regioni come la Toscana continua Diomedi che hanno percorso questa via stanno seriamente pensando di tornare al vecchio sistema. La proposta di legge prevede, fra le altre cose, il liberismo assoluto in tema di orari di apertura, chiusura, ferie e turni delle farmacie. Secondo una sentenza della Corte costituzionale, le finalità concrete che la legge vuol raggiungere vanno nello stesso senso di quelle che si vogliono conseguire con la limitazione dei turni e degli orari: l'accentuazione di una forma di concorrenza tra le farmacie, basata sul prolungamento degli orari di chiusura, potrebbe contribuire alla scomparsa degli esercizi minori». Inevitabile la polemica politica: «I 2mila farmacisti marchigiani continua Diomedi sono preoccupati anche perchè il consigliere Franco Sordoni ha nella sua principale attività lavorativa di commercialista proprio la contabilità delle farmacie più grandi della regione. Nessuno mette in dubbio la sua onestà precisa il delegato regionale della federazioni dei farmacisti ma come diceva un importante senatore "a pensar male qualche volte ci si azzecca". Stravolgere senza un motivo reale un sistema che funziona, significa fare un passo indietro, verso lo smantellamento della rete di farmacie». A confermare l'ottimo stato di salute del servizio, le indagini svolte e le prestazioni offerte: «Nelle Marche continua Diomedi ci sono 500 farmacie distribuite su tutto il territorio composto in gran parte da Comunità Montane e da zona ad alta ruralità. I farmacisti che operano in queste attività, di cui una cinquantina pubbliche, sono 2mila ed esistono ben due facoltà fra le più prestigiose d'Italia, l'università di Urbino e quella di Camerino. Ogni giorno sono aperte e disponibili decine di farmacie che effettuano i turni di apertura durante i canonici orari di chiusura degli esercizi pubblici, per assicurare e garantire al milione e mezzo di cittadini marchigiani il regolare espletamento del servizio. Ogni giorno, oltre 100mila persone entrano in contatto con quello che è, di fatto, il primo presidio sanitario sul territorio per quantità ed accessibilità, 24 ore al giorno e 365 giorni all'anno, Natale, capodanno e ferragosto compresi. Come se non bastasse esistono nei più importanti centri commerciali, numerosi corner della Salute che nei periodi di maggior afflusso turistico e richiesta sono aperti 7 giorni su 7. Tutto questo sistema, senza che nessuno l'abbia chiesto, viene messo in discussione dalla proposta di legge». Image: 20090630/foto/8068.jpg

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Incidenti sul lavoro poca tutela se sei straniero (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Incidenti sul lavoro poca tutela se sei straniero ITALIA-RAZZISMO è promossa da I dati del rapporto 2008 dell'Inail in materia di infortuni sul lavoro registrano una diminuzione degli incidenti, ma un incremento (+2%) di quelli occorsi agli stranieri. Per questi ultimi, tuttavia, non è affatto semplice ottenere una adeguata tutela in caso di incidenti invalidanti. Un lavoratore marocchino, ad esempio, si è visto rifiutare la domanda per l'assegno di invalidità: un articolo della legge n. 388/2000 dispone che il possesso della carta di soggiorno sia condizione necessaria. Il Tribunale di Genova, invece, gli ha dato ragione affermando essere sufficiente il permesso di soggiorno, in base a due sentenze della Corte Costituzionale. Ciò nonostante l'Inps non ha ancora diramato una circolare applicativa in tal senso: eppure le sue casse si giovano, eccome, del lavoro immigrato. Nel 2007 i contributi previdenziali versati dagli stranieri ammontavano a 7 miliardi di euro. Quei lavoratori, quindi, pagano, ma, essendo il welfare italiano orientato prevalentemente verso servizi per gli anziani, beneficiano delle prestazioni solo in minima parte (l'età media è di 31 anni). Ne consegue un problema istituzionale e politico. L'Inps è un ente pubblico, che svolge un'attività di tutela e di integrazione sociale del lavoratore: e invece, in questi casi, ricorre a dispositivi di restrizione, se non di esclusione. Se a subire misure discriminatorie è uno straniero, è alto il rischio che si arrivi a produrre «razzismo per via istituzionale». Il reiterarsi di queste misure fa temere che non si tratti di scelte casuali, bensì, di una volontà precisa e di una decisione politica. Ma se così fosse, è urgente che i gruppi parlamentari democratici facciano sentire la loro voce e chiedano conto all'Inps di quanto accade.

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I Guardiani: il voto è valido Proteste contro il verdetto (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

I Guardiani: il voto è valido Proteste contro il verdetto GABRIEL BERTINETTO All'inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader politici. Ma gradualmente il movimento sembra acquistare autonomia e procedere con le sue gambe. A Teheran e in altre città i cittadini, giovani soprattutto, scendono in piazza quasi ogni giorno. Nonostante il sabotaggio informativo del potere, che cerca di bloccare le comunicazioni telefoniche ed online, e requisisce persino le parabole satellitari sui tetti delle case, i gruppi informali dell'opposizione si tengono in contatto e le manifestazioni si susseguono. PIAZZE BLOCCATE Ieri il tam-tam della protesta aveva promosso una catena umana lungo il viale alberato Vali Asr. La censura governativa impedisce di sapere con certezza cosa sia accaduto, ma le notizie veicolate dai blogger via Internet ieri sera confermavano che la manifestazione era in atto, anche se i Basiji erano raccolti nei paraggi pronti a intervenire con l'abituale violenza. Secondo alcune testimonianze la folla e gli agenti si sono fronteggiati a lungo in piazza Vanak. Bloccati gli accessi a piazza Vali Asr e, parecchi chilometri più lontano, a piazza Enghelab. Voci di arresti. Non di scontri per fortuna, almeno fino a tarda ora. Alla denuncia dei brogli con cui Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza per altri quattro anni, i dimostranti ieri aggiungevano la denuncia dell'avallo che a quel risultato fraudolento è stato dato proprio ieri dal Consiglio dei guardiani della rivoluzione. L'organismo, una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto. Ben pochi credevano in un riesame imparziale, che verificasse soprattutto l'ipotesi che nelle urne sia stata inserita una dose massiccia di schede prevotate. Non ci credevano i due candidati dell'opposizione, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, che proprio per questo hanno rinunciato ad inviare propri rappresentanti ad assistere ai controlli. BBC IN LINGUA FARSI Sempre tesi i rapporti fra Teheran e Londra, anche se cinque dei nove dipendenti iraniani dell'ambasciata britannica fermati l'altro giorno, sono stati rilasciati. La polemica con l'Inghilterra si alimenta anche di pretestuosi attacchi alle trasmissioni della Bbc in lingua farsi. Ieri si è appreso che la televisione di Stato iraniana, prima delle elezioni, aveva elaborato un documento in cui si segnalava la minaccia posta dal nuovo canale satellitare «Bbc Persian Tv». Nel dossier si mettevano in guardia le autorità verso il suo alto numero di utenti, da sei ad otto milioni ogni giorno, vale a dire intorno ad un decimo della popolazione totale. Dati raccolti dalla Bbc stessa indicano tre milioni di contatti quotidiani al sito online, nei giorni successivi alle elezioni. La Bbc trasmette in farsi dall'inizio dell'anno. Vi lavorano 140 giornalisti, perlopiù di origine iraniana. Secondo uno di loro, Sina Motallebi, 36 anni, responsabile dei servizi televisivi interattivi, l'Iran «ora è un Paese completamente diverso per via dei nuovi media». Motallebi è stato brevemente in carcere nel 2003, come autore di uno dei blog dell'opposizione più seguiti. Ed è proprio contro questi nuovi media che il regime di è rivoltato, prendendo di mira oltre alla Bbc anche Facebook e Twitter. La crisi nei rapporti fra la comunità internazionale e la Repubblica islamica potrebbe avere sviluppi importanti. Ad un giornalista che gli chiedeva se erano all'orizzonte sanzioni nei confronti di Teheran, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha risposto di sì. «L'Iran sarà il primo argomento che affronteremo al G8 -ha detto Berlusconi-. Dalle recenti telefonate che ho avuto con i leader mondiali, credo che si andrà in quella direzione», cioè le sanzioni. Il Consiglio dei guardiani della rivoluzione riconta un decimo delle schede e conferma: regolare la vittoria di Ahmadinejad. L'opposizione non ci crede. Nuove proteste in piazza a Teheran.

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All'inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader politic... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

All'inizio in Iran la mobilitazione popolare rispondeva all'incitamento dei leader politici. Ma gradualmente il movimento sembra acquistare autonomia e procedere con le sue gambe. A Teheran e in altre città i cittadini, giovani soprattutto, scendono in piazza quasi ogni giorno. Nonostante il sabotaggio informativo del potere, che cerca di bloccare le comunicazioni telefoniche ed online, e requisisce persino le parabole satellitari sui tetti delle case, i gruppi informali dell'opposizione si tengono in contatto e le manifestazioni si susseguono. PIAZZE BLOCCATE Ieri il tam-tam della protesta aveva promosso una catena umana lungo il viale alberato Vali Asr. La censura governativa impedisce di sapere con certezza cosa sia accaduto, ma le notizie veicolate dai blogger via Internet ieri sera confermavano che la manifestazione era in atto, anche se i Basiji erano raccolti nei paraggi pronti a intervenire con l'abituale violenza. Secondo alcune testimonianze la folla e gli agenti si sono fronteggiati a lungo in piazza Vanak. Bloccati gli accessi a piazza Vali Asr e, parecchi chilometri più lontano, a piazza Enghelab. Voci di arresti. Non di scontri per fortuna, almeno fino a tarda ora. Alla denuncia dei brogli con cui Mahmoud Ahmadinejad avrebbe ottenuto la riconferma alla presidenza per altri quattro anni, i dimostranti ieri aggiungevano la denuncia dell'avallo che a quel risultato fraudolento è stato dato proprio ieri dal Consiglio dei guardiani della rivoluzione. L'organismo, una sorta di Corte costituzionale composta da teologi e controllata dalla Guida suprema Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che il riconteggio del dieci per cento delle schede non ha riservato sorprese. Anzi, dicono i Guardiani, in qualche caso, si è scoperto che ad Ahmadinejad era stato addirittura tolto qualche voto. Ben pochi credevano in un riesame imparziale, che verificasse soprattutto l'ipotesi che nelle urne sia stata inserita una dose massiccia di schede prevotate. Non ci credevano i due candidati dell'opposizione, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi, che proprio per questo hanno rinunciato ad inviare propri rappresentanti ad assistere ai controlli. BBC IN LINGUA FARSI Sempre tesi i rapporti fra Teheran e Londra, anche se cinque dei nove dipendenti iraniani dell'ambasciata britannica fermati l'altro giorno, sono stati rilasciati. La polemica con l'Inghilterra si alimenta anche di pretestuosi attacchi alle trasmissioni della Bbc in lingua farsi. Ieri si è appreso che la televisione di Stato iraniana, prima delle elezioni, aveva elaborato un documento in cui si segnalava la minaccia posta dal nuovo canale satellitare «Bbc Persian Tv». Nel dossier si mettevano in guardia le autorità verso il suo alto numero di utenti, da sei ad otto milioni ogni giorno, vale a dire intorno ad un decimo della popolazione totale. Dati raccolti dalla Bbc stessa indicano tre milioni di contatti quotidiani al sito online, nei giorni successivi alle elezioni. La Bbc trasmette in farsi dall'inizio dell'anno. Vi lavorano 140 giornalisti, perlopiù di origine iraniana. Secondo uno di loro, Sina Motallebi, 36 anni, responsabile dei servizi televisivi interattivi, l'Iran «ora è un Paese completamente diverso per via dei nuovi media». Motallebi è stato brevemente in carcere nel 2003, come autore di uno dei blog dell'opposizione più seguiti. Ed è proprio contro questi nuovi media che il regime di è rivoltato, prendendo di mira oltre alla Bbc anche Facebook e Twitter. La crisi nei rapporti fra la comunità internazionale e la Repubblica islamica potrebbe avere sviluppi importanti. Ad un giornalista che gli chiedeva se erano all'orizzonte sanzioni nei confronti di Teheran, il presidente del Consiglio italiano Berlusconi ha risposto di sì. «L'Iran sarà il primo argomento che affronteremo al G8 -ha detto Berlusconi-. Dalle recenti telefonate che ho avuto con i leader mondiali, credo che si andrà in quella direzione», cioè le sanzioni.

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Il solito Di Pietro critica il Presidente (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa L'attacco di Tonino Il solito Di Pietro critica il Presidente «Napolitano non guardi il dito ma la luna. Se se la prende con noi che indichiamo con il nostro dito la luna, sbaglia. Non vogliamo fare polemiche ma ci riferiamo a fatti». Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Idv che punta il dito sulla «cena a cui hanno partecipato Berlusconi, un ministro della Giustizia e due giudici della Consulta che dovranno decidere sul Lodo Alfano». «Il Capo dello Stato - dice - dovrà riflettere sulla legittimità della Corte Costituzionale se restano in carica questi due giudici». All'attacco anche il leader di Rifondazione Paolo Ferrero. «Non reputo raccoglibile l'appello del presidente della Repubblica a una tregua della polemica politica e di informazione in coincidenza con il G8 dell'Aquila perchè il problema non è di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui problemi del Paese, problemi che vengono regolarmente ignorati dalla politica». Ferrero si dice dispiaciuto del fatto che «l'invito proviene dalla massima carica dello Stato, per la quale nutro profondo rispetto».

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Napolitano: basta polemiche fino al G-8 (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-30 - pag: 19 autore: Verso il summit. Il capo dello stato: comprendo le ragioni della politica ma serve una tregua per un appuntamento delicato Napolitano: basta polemiche fino al G-8 Lunga telefonata con Berlusconi che commenta: «Logico accogliere l'invito» ROMA Una "tregua" nel continuo rincorrersi di polemiche, gossip, vere o presunte rivelazioni giornalistiche, che sta avvelenando da settimane il clima politico. La chiede il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in una breve dichiarazione rilasciata a Capri, nel giorno del suo ottantaquattresimo compleanno. Tregua resa necessaria dall'approssimarsi di un appuntamento decisivo per l'immagine del nostro Paese: il G-8 in programma all'Aquila dall'8 al 10 luglio. «Capisco le ragioni dell'informazione e della politica ma credo che sarebbe giusta, vista la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale, una tregua nelle polemiche», ha osservato Napolitano. Richiamo doveroso per chi, come il presidente della Repubblica, rappresenta l'unità nazionale, è arbitro super partes e guarda prima di tutto all'interesse del Paese. «Spero che l'invito venga accolto», ha subito commentato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Mi sembra logico che il capo dello stato rivolga un invito del genere e mi sembra altrettanto logico che questo invito sia accolto ». Di tutt'altro avviso il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro: «Non si tratta di polemiche ma di fatti. Sere fa magistrati della Corte costituzionale hanno invitato a pranzo l'imputato nei cui confronti devono decidere per il lodo Alfano. Ed è un fatto che il premier tutti i giorni si fa leggi che servono a lui e ai suoi amici». «Napolitano – aggiunge l'ex Pm – non guardi il dito ma la luna. Se se la prende con noi che indichiamo con il nostro dito la luna, sbaglia. Non vogliamo fare polemiche ma ci riferiamo a fatti ». Mai come in questa circostanza – è invece il commento del presidente della Camera, Gianfranco Fini – l'appello del presidente Napolitano è puntuale e apprezzabile. Lo condivido in pieno. Che il G8 vada bene nonè solo un interesse nazionale ma assolutamente globale». Gli auguri giunti ieri al capo dello stato sono arrivati da tutte le forze politiche. Tra i primi, la telefonata di Berlusconi con cui Napolitano ha discusso proprio del prossimo appuntamento del G8. «Imparzialità ed equilibrio», sono le due caratteristiche che vengono pressoché unanimemente riconosciute all'attuale inquilino del Colle. Di «fiducia e rispetto» nei confronti del presidente della Repubblica parla il capogruppo dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, mentre l'Udc con il segretario Lorenzo Cesa definisce Napolitano «un insostituibile punto di riferimento umano e istituzionale per l'Italia, oltre che garante della Costituzione e dell'unità nazionale ». Parole di elogio anche dalla Lega Nord che sottolinea la «sensibilità del presidente verso le riforme costituzionali e il rinnovamento del Paese nella direzione del federalismo fiscale», mentre il segretario del Pd Dario Franceschini osserva che Napolitano rappresenta «un riferimento fondamentale per tutti coloro che credono nei valori che la Carta incarna e un esempio solido e rigoroso per i nostri giovani». Non è certo la priva volta che dalla massima carica dello stato giunge all'intero arco delle forze politiche un invito ad abbassare i toni della polemica. La recente campagna elettorale, tutta giocata sui temi domestici alimentate dalle rivelazioni sui "festini" di Palazzo Grazioli e dall'inchiesta della Procura di Bari, ha lasciato strascichi evidenti, con l'eco che l'intera vicenda ha avuto e continua ad avere sulla stampa internazionale. Napolitano esprime con la sua presa di posizione la preoccupazione che l'immagine dell'intero paese ne risulti compromessa, proprio in un momento in cui i grandi della terra saranno contemporaneamente all'Aquila. In momenti come il prossimo appuntamento internazionale – questa la tesi implicita del capo dello stato – dovrebbe prevalere il senso dell'unità nazionale. D.Pes. © RIPRODUZIONE RISERVATA IDV CRITICA Di Pietro: il Colle non guardi il dito ma la luna. Auguri bipartisan per il compleanno del presidente: da lui imparzialità ed equilibrio ANSA Compleanno a Capri. Giorgio Napolitano passeggia per le vie di Capri: il Capo dello Stato ha festeggiato sull'isola campana il suo 84Úcompleanno

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Test di parità europeo per il diritto italiano (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-30 - pag: 31 autore: Comunitaria 2008. Contro le discriminazioni Test di parità europeo per il diritto italiano Marina Castellaneta Un freno a ogni forma di discriminazione a rovescio. Con l'obiettivo di assicurare l'applicazione del principio di uguaglianza tra cittadini italiani e comunitari e bloccare situazioni più vantaggiose per i cittadini Ue rispetto agli italiani. è ilrisultato dell'inserimento dell'articolo 6 nella legge comunitaria 2008, approvata il 23 giugno, secondo il quale le norme italiane di recepimento degli atti comunitari dovranno assicurare «la parità di trattamento dei cittadini italiani rispetto ai cittadini degli altri Stati membri dell'Unione europea residenti o stabiliti nel territorio nazionale», oltre a impedire, in ogni caso, «un trattamento sfavorevole dei cittadini italiani». Questo vuol dire che le norme e le prassi interne che hanno effetti discriminatori sui cittadini italiani dovranno essere disapplicate direttamente dagli operatori giuridici. Con un consequenziale ampliamento dei principi comunitari anche a situazioni meramente interne, prive di effetti transfrontalieri e con effetti di ampia portata, ancora tutti da calcolare.Anche perché l'articolo 6 introduce una modifica generale alla legge 11/2005, non limitata a singoli decreti legislativi come invece era accaduto con la comunitaria 2004. Di conseguenza, il principio di parità di trattamento sarà operativo, d'ora in poi, in tutti i casi di inserimento di disposizioni comunitarie: dall'esercizio di un'attività professionale alla produzione di merci, passando per le questioni legate allo status personale. Sul piano dell'esercizio delle attività professionali potranno esserci ricadute sia sul fronte dell'accesso alla professione perché i cittadini italiani non dovranno trovarsi in una situazione meno favorevole rispetto ai colleghi di oltre confine che si avvalgono del sistema di riconoscimento delle qualifiche, sia sul fronte dell'esercizio stesso dell'attività. Con la possibilità che vengano smantellati limiti territoriali all'esercizio di una professione disposti sul piano interno o situazioni di incompatibilità tra l'iscrizione a un albo e lo svolgimento di altre attività. Prendiamo il caso delle limi-tazioni territoriali all'esercizio dell'attività stragiudiziale di recupero crediti: la Corte di giustizia ha stabilito che le limitazioni previste nell'ordinamento italiano costituiscono un ostacolo alla libera prestazione di servizi rendendo più difficile l'accesso al mercato da parte di operatori stranieri (causa C-134/05). Con l'operatività del divieto di discriminazione a rovescio il limite disposto dal diritto interno viene meno anche per gli operatori italiani, malgrado l'inapplicabilità del diritto comunitario a situazioni interne. Come sottolineato dalla stessa Corte di giustizia che, in diverse occasioni, ha spinto il freno ritenendo che il meccanismo di riconoscimento delle qualifiche può operare solo in presenza di un effettivo elemento di transnazionalità proprio per non eludere una più rigorosa normativa interna per l'accesso alla professione (si veda la sentenza 29 gennaio 2009, causa C-311/06). Uno scenario che cambia, almeno in Italia, con la nuova norma perché è lo stesso legislatore nazionale ad aprire le porte ad un'applicazione più ampia del diritto comunitario. In linea, d'altra parte, con la posizione della Corte costituzionale che, in diverse occasioni, ha affermato che una norma interna che produce una discriminazione a rovescio è in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione. Con la comunitaria il controllo passa di fatto ai giudici di merito che dovranno verificare l'eventuale disparità di trattamento nei confronti dei cittadini italiani rispetto ai comunitari residenti o stabiliti sul territorio nazionale. Un principio che potrebbe avere effetti non del tutto prevedibili. Per esempio, la Corte di giustizia ha stabilito il diritto di mantenere il doppio cognome (materno e paterno) registrato nel Paese di origine. Non è escluso che il divieto per i cittadini italiani di scegliere il doppio cognome possa essere superato grazie alla nuova norma. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA FORZA DEL CONFRONTO Per i professionisti potrebbero venir meno i limiti di esercizio territoriale o le situazioni di incompatibilità

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C'è il G8, Napolitano chiede tregua (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

STOP DAL COLLE Dal capo dello stato ombrello istituzionale al premier che all'estero chiamano «clown» C'è il G8, Napolitano chiede tregua Ma il Cavaliere non si trattiene: giornali bugiardi, l'opposizione è un cadavere Micaela Bongi È a Capri per trascorrere una breve vacanza, e nel giorno del suo ottantaquattresimo compleanno chiede un regalo davvero insolito: una «tregua nelle polemiche» fino a quando non sarà celebrato il G8. Dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano non arriva il consueto invito a abbassare i toni. Perché l'inquilino del Quirinale, senza parlare esplicitamente di Silvio Berlusconi o del Bari-gate, si sbilancia affermando «io capisco le ragioni dell'informazione e della politica»; allo stesso tempo chiede però all'informazione e alla politica stesse una moratoria temporanea, «data la delicatezza di questo grosso appuntamento internazionale». E il capo dello stato riferisce anche che, in preparazione del G8 e in vista della pomeridiana conferenza stampa del premier, ha avuto con Silvio Berlusconi «una conversazione un po' più ampia». Conversazione, spiegano sul Colle, relativa al summit di luglio. Nulla di nuovo, si spiega ancora, per quanto riguarda l'appello a interrompere le polemiche, ma solo una riproposizione dell'invito alla «coesione» di fronte alla crisi e, appunto, in prossimità del vertice tra i leader mondiali già spedito dal presidente in occasione delle celebrazioni per il 2 giugno. Ma è sicuramente una novità l'altolà rivolto alla stampa (tra l'altro oggetto degli strali quotidiani del Cavaliere), mentre nella stessa maggioranza si temono nuovi, imminenti colpi di scena - foto compromettenti o sviluppi dell'inchiesta barese o nuove indagini - e la stampa estera si esercita largamente sul dopo-Silvio. Più che rasserenare, l'uscita del capo dello stato sembra dunque certificare la difficoltà crescente del premier. Ma per carità di patria, sembra dire Napolitano, bocce ferme fino al 10 luglio, quando i grandi, e con loro i giornalisti di tutto il mondo, torneranno a casa. L'invito del presidente della repubblica viene accolto con grande soddisfazione dal Pdl. Soddisfatto anche il ministro dell'interno, il leghista Roberto Maroni: «E' importante che in un'occasione come questa i toni siano giusti, e la si sfrutti per far fare bella figura all'Italia». Mentre dal Pd si fa avanti il capogruppo alla camera Antonello Soro, che definisce l'appello «molto saggio» e «assolutamente giusto» cercando di spostare però l'attenzione su Berlusconi, perché «forse inconsapevolmente è sempre stato lui a voler determinare scontri con esternazioni e accuse continue». A bordo della nave Fantasia ormeggiata nel golfo di Napoli, presentando il G8 il premier per l'occasione sfodera un tono insolitamente pacato. Risponde senza insulti alle domande dei giornalisti (anche di Repubblica) e incassa la sollecitazione di Napolitano: «E' logico che il capo dello stato rivolga un invito del genere e sarebbe logico che fosse accolto». Tutti gli altri sono avvisati, insomma, e non si facciano illusioni perché, si lancia il Cavaliere, «il mio, e il nostro, è il governo più stabile e sicuro di tutto l'occidente», per gli ottimi rapporti, sottolinea, tra i leader della maggioranza, «e poi abbiamo appena vinto le elezioni, la mia popolarità personale è al 62,3 per cento e infine il paese è protagonista come nessun altro». Ma per Berlusconi la «tregua» dura poco. Perché il presidente del consiglio non rinuncia a sostenere che il suo governo è «fortissimo» anche perché è debole l'opposizione. Anzi, «il signor Pansa questa mattina sui giornali ha definito l'opposizione un cadavere che cammina. E non credo che sia di destra». Arrivato poi all'hotel Vesuvio, il premier torna all'attacco dei media: «La Repubblica e altri giornali inventano le cose, non credete alle loro invenzioni». Nel pomeriggio l'invito alla «tregua» era stato respinto dal segretario di Rifondazione Paolo Ferrero («il problema non è di smetterla con le polemiche ma quello di aprire una seria discussione sui problemi del paese») e dal leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro. Che rilancia: «Da tempo l'Idv ha chiesto di sfiduciare il governo Berlusconi. Prima si fa, meglio è. In tutto il mondo ridono di noi, dobbiamo al più presto, anche prima del G8, risolvere questo cancro politico che si chiama governo Berlusconi». Poi, di fronte alle proteste per la sua risposta poco diplomatica, l'ex pm scrive sul suo blog: «Posso accogliere l'appello del presidente della repubblica a patto che voglia pronunciarsi su un fatto: la vergognosa cena di maggio tra sei uomini delle istituzioni in conflitto di interessi». La cena a casa del giudice della Corte costituzionale Luigi Mazzella, presenti anche un altro giudice costituzionale, Paolo Napolitano, nonché Silvio Berlusconi, Gianni Letta, il guardasigilli Angelino Alfano e Carlo Vizzini. E la Consulta, ricorda Di Pietro, il 6 ottobre si pronuncerà sulla costituzionalità del Lodo Alfano.

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Che male c'è, il nuovo inno nazionale (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA O QUASI Che male c'è, il nuovo inno nazionale Ida Dominijanni Il presidente della Repubblica Napolitano perdonerà se, nel mio piccolissimo, non osservo nessuna tregua e continuo a parlare del presidente del consiglio e dei vari scandali che lo riguardano, nessuno dei quali si autosospenderà da qui al G8, e se verrà tacitato in Italia non lo sarà all'estero. Scandali vari, e tanto per variare non comincio con veline, mogli e escort ma con la cena fra Berlusconi, Gianni Letta, il guardasigilli Alfano, il presidente della commissione affari costituzionali del senato Vizzini e due giudici della corte costituzionale, organizzata a maggio a casa di uno di questi ultimi e di cui ha dato notizia L'Espresso pochi giorni fa. Della circostanza, una costituzionalista eccellente e saggia come Lorenza Carlassarre (un'altra donna!) ha detto che è da giudicare «di una gravità inaudita», in sé e per sé e in quanto getta un'ombra di sfiducia sul massimo organo di garanzia della nostra democrazia, a poche settimane dalla pronuncia della consulta sul lodo Alfano. Il padrone di casa invece, Luigi Mazzella, ha reagito con un candido «Che male c'è? a casa mia invito chi mi pare». Tale e quale la reazione di Berlusconi alla scoperta delle feste di palazzo Grazioli: «Che male c'è? a casa mia invito chi mi pare, e non chiederò mai a nessuno di spegnere il telefonino perché in quello che faccio non c'è nulla da nascondere». Tale e quale altre reazioni, di tutti i difensori del premier nei talk show o nei «suoi» giornali. «Che male c'è» è diventato una sorta di inno nazionale. Chi non lo intona è un moralista, il peggiore epiteto che ci si possa beccare di questi tempi. E infatti, chi non lo intona non lo contesta: al massimo tace. E dunque, acconsente. Allora, che male c'è? Pare diventato insostenibile dire che qualcosa di male c'è eccome, in questa privatizzazione totale della vita pubblica, che va dalle cene fra controllori (i giudici costituzionali) e controllati (il presidente del consiglio e i suoi legislatori) ai festini nella residenza privata del premier resa pubblica dal tricolore che ci sventola sopra, oltre che dagli innumerevoli incontri a pieno titolo politici che il suo inquilino vi convoca. Pare diventato insostenibile che qualcosa di male c'è, in un sistema di scambio sesso-potere-danaro praticato e legittimato dai vertici del sistema politico. Senza insistere su cose che abbiamo detto e ripetuto in queste settimane, parrebbero urgenti altre domande di più lungo raggio, che non riguardano Berlusconi ma la società italiana: che cosa ha reso così obsoleti e insostenibili alcuni criteri di comportamento che fino a un paio di decenni fa sarebbero stati scontati? Due cambiamenti risultano e risaltano dai cosiddetti «scandali» di queste settimane, tutti e due sedimentazioni delle rotture innescate - o interpretate - dal berlusconismo. Uno è la completa perdita d'aura della politica e dell'uomo politico: né l'una né l'altro hanno più nulla di sacrale, ma questa loro estrema secolarizzazione, che dovrebbe renderceli più prossimi, per paradosso invece aumenta la distanza dalla politica, come dice a chiare lettere l'astensionismo. L'identificazione col leader ha distrutto la rappresentanza, l'immediatezza della politica mediatica ha rotto tutti i codici della mediazione, anche quelli che dovrebbero regolare gli inviti a cena o a corte. Eccesso di immaginario, difetto di simbolico: qualcosa di male c'è. Il secondo cambiamento è la perdita di orientamento nei comportamenti - l'etica sarebbe questo, una bussola nei comportamenti - che si accompagna allo sbandieramento della cosiddetta libertà. Anche qua c'è un paradosso, perché nulla orienta di più della libertà, quando questa parola ha il senso che la tradizione politica ci tramanda. Ma il berlusconismo è passato precisamente su uno stravolgimento di senso di questa parola, che adesso significa semplicemente fare, e comprare, qualsiasi cosa, senza costi aggiuntivi in termini di giudizio o di credibilità. E dunque, che male c'è se il premier fa sesso a pagamento promettendo di sdebitarsi (senza per giunta mantenere) con le licenze edilizie e le candidature? Qualcosa di male c'è, e la libertà non c'entra niente: si chiama mercato (sessuale). Moralismo? Così dicono tutti quelli che fino a due mesi fa elargivano criteri morali a chili, sulla vita sulla malattia e sulla morte, sull'aborto e sull'embrione, nonché, ironia della sorte, sulla prostituzione. Ma a me continua a sembrare più scandaloso il silenzio di chi per non sembrare moralista non dice nulla di nulla. Lo sport preferito della cosiddetta opposizione è stato per due mesi tacere, sfogliando la margherita fra affare pubblico e fatti privati. Adesso che la slavina è diventata valanga, qualcuno comincia a parlare, ma solo per dire che se Berlusconi traballa non è per via delle veline o della moglie o delle escort, bensì per la sua risposta inadeguata alla crisi economica. Su quali specchi ci si arrampica pur di disconoscere e rendere irrilevanti parole e atti femminili. Salvo incassarne parassitariamente i risultati, senza aver mosso un'unghia e senza aver espresso un giudizio.

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Ue/ Consulta Germania: Trattato Lisbona ok, ma serve legge (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Parlamento tedesco ha approvato lo scorso anno il trattato ma il presidente Horst Koehler (Cdu) non lo ha ancora firmato, in attesa appunto della decisione della Corte costituzionale. Il giudice di Karlsruhe Andreas Vosskuhle ha dichiarato che la Costituzione tedesca "dice di sì al Trattato di Lisbona, ma invita a un rafforzamento a livello nazionale delle responsabilità parlamentari per l'integrazione". Il processo di ratifica del Trattato di Lisbona quindi viene sospeso fino all'approvazione di una normativa che garantisca le prerogative del parlamento tedesco. "Gli strumenti di ratifica (la firma del presidente, ndr.) non possono procedere fin quando non entreranno in vigore gli strumenti necessari ad assicurare i diritti di partecipazione parlamentare", ha spiegato la Corte costituzionale. La Corte si è detta "fiduciosa" che il "parlamento tedesco superi rapidamente quest'ultimo ostacolo" alla ratifica del Trattato. Ai giudici costituzionali si erano rivolti parlamentari tedeschi di diversi fronti politici: un deputato conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo di deputati della sinistra radicale (Linke). Questi sostenevano che il trattato minasse la sovranità del parlamento tedesco e fosse contrario al principio democratico. "Il trattato di Lisbona non soddisfa gli imperativi della democrazia e dello stato sociale previsti dalla nostra costituzione", scriveva la Linke. Il trattato di Lisbona potrà entrare in vigore solo se ratificato da tutti i 27 paesi membri dell'Ue. Oltre alla Germania, mancano ancora il sì dell'Irlanda (dove si dovrà svolgere un nuovo referendum) e le ratifiche da parte della Polonia e della Repubblica ceca.

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Ue/ Consulta Germania: Trattato Lisbona ok, ma serve legge. (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Per la Corte costituzionale tedesca il Trattato di Lisbona è conforme alla Legge fondamentale (Grundgesetz), ma la ratifica da parte del presidente Horst Koehler sarà sospesa, fin tanto che il Parlamento non varerà una legge che rafforzi le prerogative e la corresponsabilità dell'organo legislativo tedesco di fronte all'integrazione europea. (segue)

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Ue/ Trattato Lisbona, attesa per oggi sentenza Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

E' attesa per oggi una sentenza decisiva della Corte costituzionale tedesca che deve pronunciarsi sulla conformità del Trattato di Lisbona alla Grundgesetz (la costituzione tedesca). Un eventuale stop alla ratifica rappresenterebbe una grave sconfitta per il cancelliere Angela Merkel, che ha speso tutto il suo peso politico in favore dell'adozione del Trattato. Il testo è stato già approvato dalle due camere del parlamento tedesco, ma il presidente della Repubblica, Horst Koehler non ha ancora apposto la sua firma di ratifica, in attesa delle decisione della Corte di Karlsruhe. Ai giudici costituzionali si sono rivolti alcuni parlamentari di diversi fronti politici: un deputato conservatore della Baviera, Peter Gauweiler, e un gruppo di deputati della sinistra radicale (Linke). Questi sostengono che il trattato mini la sovranità del parlamento tedesco e sia contrario al principio democratico. "Il trattato di Lisbona non soddisfa gli imperativi della democrazia e dello stato sociale previsti dalla nostra costituzione", scrive la LInke. Il trattato di Lisbona potrà entrare in vigore solo se ratificato da tutti i 27 paesi membri dell'Ue. Mancano ancora il sì dell'Irlanda (dove si dovrà svolgere un nuovo referendum) e le ratifiche da parte della Polonia e della Repubblica ceca.

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Trattato di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

BERLINO - Duro colpo al processo di ratifica del trattato europeo di Lisbona, e quindi al processo d'integrazione e approfondimento dell'Unione europea, da parte della Corte costituzionale tedesca. La Consulta federale, riunitasi nella sua sede di Karlsruhe, ha infatti deliberato che il trattato di Lisbona è sì, nell'insieme, compatibile con il Grundgesetz, cioè la costituzione tedesca. Ma che in alcuni suoi articoli è contemplabile il pericolo che vengano lese sovranità e competenze del Bundestag, il parlamento federale tedesco. Occorre quindi che il Bundestag stesso vari una legge nazionale per difendere i suoi poteri e garantire che la sua competenza non venga erosa in futuro dalle autorità europee. Solo allora, dicono in sostanza i giudici supremi, la ratifica del Trattato di Lisbona da parte della Repubblica federale sarà compatibile con la Costituzione federale stessa, e quindi possibile. Slitta dunque l'atto finale di ratifica del Trattato da parte della Germania, cioè la firma del Trattato da parte del capo dello Stato federale, Horst Koehler, di obbedienza Cdu, vicino cioè al partito della cancelliera Angela Merkel. Il Trattato infatti era stato già ratificato ad ampia maggioranza dal Bundestag, mancava solo la firma del presidente Koehler. Ma i dettami costituzionali hanno imposto a Koehler, egli stesso un convinto europeista come la cancelliera, la Cdu e la sua alleata di governo Spd del vicecancelliere e ministro degli esteri, Frank Walter Steinmeier, di attendere il verdetto della Corte. E'stata una pattuglia di testardi deputati euroscettici del centrodestra a sporgere ricorso contro il Trattato di Lisbona presso la Consulta, definendolo appunto in contrasto con le prerogative di sovranità del Parlamento definite dalla Costituzione federale. Capofila dell'iniziativa è stato Peter Gauweiler, l'ideologo nazionalconservatore della Csu, cioè il partito fratello bavarese della Cdu di Angela Merkel. La Csu si conferma quindi un alleato scomodo per la cancelliera, che incassa questa sconfitta proprio sulla politica europea, che le sta tanto a cuore, a tre mesi dalle elezioni federali del prossimo 27 settembre. Tra gli euroscettici c'è anche il figlio del conte von Stauffenberg, cioè l'ufficiale della Wehrmacht che divenne un eroe nazionale tentando con la congiura del 20 luglio 1944 di uccidere Hitler e negoziare la pace con gli alleati. L'attentato fallì, tutti i congiurati furono assassinati dalla Gestapo e dalle Ss. Adesso il governo e la maggioranza (Grosse Koalition tra la CduCsu e la Spd) conta comunque di varare entro settembre la legge necessaria a sbloccare il processo di ratifica. OAS_RICH('Middle'); Lo stop tedesco incoraggia comunque gli euroscettici in tutto il resto della Ue, e questo è un brutto imbarazzo per Berlino. Gli euroscettici sono particolarmente attivi tra gli altri paesi nella Repubblica cèca dove il presidente Vaclav Klaus si oppone all'integrazione Ue e non ha ancora firmato il Trattato, e in Irlanda dove deve tenersi un secondo referendum sull'Europa. Ieri un sondaggio diceva che almeno 74 tedeschi su cento vorrebbero anche in Germania un referendum per il sì o il no al Trattato di Lisbona. (30 giugno 2009

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TRATTATO DI LISBONA, LA GERMANIA FRENA "SERVE UNA LEGGE PER POTERLO RATIFICARE" (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Trattato di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" -->La Corte costituzionale chiede un provvedimento ad hoc del Parlamento "Si rischia di ledere la sovranità e le competenze del Bundestag" Trattato di Lisbona, la Germania frena "Serve una legge per poterlo ratificare" dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI (12:46 30/06/2009)

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Ue/ Trattato Lisbona,Barroso: Mi aspetto ratifica rapida (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, è "sicuro" che la sentenza della Consulta tedesca sul Trattato di Lisbona permetterà di concludere in tempi rapidi il processo di ratifica in Germania. "Sono contento della sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ha confermato che il Trattato di Lisbona è conforme alla Costituzione tedesca. Sono sicuro che con questa sentenza la Corte costituzionale ha aperto la strada ad una conclusione rapida della ratifica", ha affermato Barroso in una dichiarazione letta dalla portavoce Pia Ahrenkilde-Hansen. La Corte tedesca, in realtà, pur confermando la legittimità costituzionale del nuovo Trattato Ue, ha bloccato il processo di ratifica fino a quando il Parlamento non avrà approvato una legge che rafforzi le prerogative e la corresponsabilità dell'organo legislativo tedesco di fronte all'integrazione europea. Barroso ha citato le dichiarazioni arrivate da Berlino, secondo cui la nuova legge potrebbe essere approvata l'8 settembre, e ha sottolineato che il Trattato di Lisbona rafforzerà la democrazia aumentando i poteri del Parlamento europeo e di quelli nazionali. "Sono sicuro - ha concluso il presidente dell'esecutivo Ue - che riusciremo a concludere il processo di ratifica del Trattato di Lisbona in tutti i Paesi entro l'autunno". Oltre alla firma del presidente tedesco Horst Koehler, mancano quelle dei suoi omologhi di Polonia e Repubblica ceca, ovvero Lech Kaczynski e Vaclav Klaus. In Irlanda, infine, è previsto un nuovo referendum in autunno, dopo quello del giugno dell'anno scorso in cui aveva vinto il 'no'.

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Turchia/ Militare presunto golpista in tribunale a (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Dursun Cicek, l'ufficiale delle forze di mare turche protagonista dello scoop del quotidiano Taraf syu un presunto tentativo di golpe, è in tribunale a Istanbul per testimoniare anche sul caso Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver lavorato per sovvertire lo stato turco per almeno 20 anni e della quale potrebbe fare parte. Il colonnello sarà ascoltato a Zekerya Oz, che si occupa del fascicolo di Ergenekon, insieme con altri 7 ufficiali. La Cnnturk riferisce che per motivi di sicurezza le strade attorno al tribunale di Besiktas a Istanbul sono state bloccate. Cicek è in qualche modo un supertestimone, perché al centro di quello che potrebbe essere il più grande complotto contro il governo Erdogan mai organizzato finora. Il condizionale è quando mai d'obbligo perché sulla faccenda è guerra aperta fra esecutivo islamico-moderato ed establishment militare nato inseguito al presunto scoop del quotidiano Taraf due settimane fa, quando ha pubblicato una serie di documenti secondo cui una parte delle forze armate stava preparando un "Action Plan for Reactionary Prevention", che in parole povere significa un piano volto a rovesciare l'esecutivo islamico-moderato al potere, con cui, come noto, le Forze Armate vanno poco d'accordo. Obiettivo del golpe doveva essere anche il movimento "Nur", fondato da Fetullah Gulen, noto pensatore islamico in auto esilio negli Stati Uniti e anche lui poco gradito all'establishment militare e accusato dai più, guarda caso, di essere proprio l'editore occulto di Taraf. Secondo il quotidiano a tirare le fila del progetto c'era proprio, Dursun Cicek, che avrebbe firmato tutta la documentazione, anche se sull'autenticità della firma ci sono molti dubbi. La tensione nel Paese è presto salita alle stelle. I militari hanno annunciato subito un'inchiesta interna. Settimana scorsa il premier Erdogan e il Capo di Stato maggiore Basbug si sono incontrati una prima volta. Venerdì, in una conferenza stampa ufficiale, un secco generale Basbug ha detto che le indagini compiute dalla magistratura militare non hanno visto emergere elementi di attendibilità e che quindi il presunto scoop sarebbe totalmente privo di fondamento. Basbug ha anche polemicamente aggiunto che si trattava di un piano per distruggere la credibilità delle forze armate. La reazione dell'esecutivo non si è fatta attendere e mentre il premier Erdogan da Bruxelles ha detto che l'inchiesta andrà avanti anche per via civile, in serata il parlamento ha approvato in tempo lampo una legge che permette alla magistratura civile di giudicare anche I militari. Insorta anche l'opposizione. Il Chp, il partito repubblicano del popolo, tradizionalmente vicino alle forze armate ha deciso che sottoporrà la legge alla Corte Costituzionale perché contraria alla costituzione turca. Alla base di questo nuovo scontro potrebbero esserci tre fattori, fra cui anche la revisione della legge madre dello stato turco. Il primo rimane il processo contro Ergenekon, l'organizzazione accusata di aver destabilizzato il Paese negli ultimi 20 anni e che sarebbe composta anche da numerosi militari. Ma a rendere i rapporti ancora più tesi c'è la bozza della nuova costituzione, che dovrebbe togliere poteri all'esercito, e soprattutto l'ipotesi di mettere sotto processo gli esecutori del colpo di Stato del 1980, il più duro dei tre che hanno colpito la Turchia. Un'onta che i militari turchi non potrebbero mai accettare. È ancora incerto se i protagonisti dello scoop di Taraf finiranno o meno davanti ai giudici civili. Intanto però la magistratura turca che si occupa dell'inchiesta su Ergenekon, i cui imputati sono accusati di terrorismo e tentato golpe, ha ordinato a Cicek di presentarsi in aula per testimoniare nell'ambito di quest'altro processo.

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BP Sondrio: lettera del Presidente agli oltre 160.000 Soci pag.1 (sezione: Giustizia)

( da "Trend-online" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

BP Sondrio: lettera del Presidente agli oltre 160.000 Soci NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 30.06.2009 14:39 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! di Berna, la controllata elvetica Banca Popolare di Sondrio (SUISSE) SA può ora contare su ventuno dipendenze. L’offerta commerciale è proseguita intensa con il valido sostegno delle partecipate Arca SGR, Arca Vita e Arca Assicurazioni. Un accordo di collaborazione con la succursale italiana di Ing Direct N.V. ha ampliato la linea di prodotti nell’importante settore dei mutui riservati alle famiglie. In chiusura della lettera il presidente ricorda l'intensa attività culturale della banca: conferenze di personalità di spicco quali Ferruccio de Bortoli - direttore responsabile de Il Sole 24 Ore e ora del Corriere della Sera -, Livia Pomodoro - presidente del Tribunale di Milano -, Cesare Mirabelli - presidente emerito della Corte Costituzionale -. Infine, in occasione dell’incontro con Claudio Magris, insigne scrittore e germanista, è stata allestita presso la biblioteca aziendale “Luigi Credaro” una mostra fotografica di Danilo De Marco in onore del suo 70° compleanno. A Magris, il Notiziario della banca ha dedicato nel numero di aprile un ampio servizio. La lettera si chiude con la riaffermazione dell'importanza del capitale umano, collaboratori creativi e autonomi su cui la banca può contare e su cui possono fare affidamento tutti i clienti.

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"Crossing border" per l'Europa I numeri del turismo procreativo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

AMSTERDAM - Li chiamano "crossing borders" perché in effetti non è che si allontanino molto dai loro paesi. Tutti, però, hanno una cosa in comune: pur di avere un figlio sfuggono alle legislazioni di casa propria riparando in altre nazioni dove la legge è più permissiva ed è consentito ricorrere - è il caso più frequente - a donazioni di ovociti o spermatozoi. Il fenomeno del turismo procreativo, insomma, non è solo italiano e i dati presentati al venticinquesimo congresso dell'ESHRE, la Società europea di Riproduzione umana ed Embriologia, in corso ad Amsterdam, ne sono la prova. "C'è una considerevole migrazione di pazienti entro i confini europei - spiega Francoise Shenfield, dell'University College Hospital di Londra, coordinatore di uno studio effettuato su cliniche di sei paesi europei, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Slovenia, Spagna e Svizzera - una cifra stimata da almeno ventimila a venticinquemila trattamenti. Difficile dire quanti pazienti, perché ogni paziente può ricorrere a più di un trattamento prima di riuscire ad ottenere una gravidanza". Almeno due terzi dei pazienti individuati dallo studio proviene da quattro paesi, il numero maggiore arriva dall'Italia (31,8 per cento), seguono Germania (14,4), Paesi Bassi (12,1) e Francia (8,7). Le ragioni principali per andare all'estero sono per tutti quelle di sfuggire alle leggi di casa propria: è questo il motivo per l'80,6 per cento dei tedeschi, il 71,6 dei norvegesi, il 70,6 degli italiani e il 64,5 dei francesi. Ma molti ritengono anche di poter ricevere all'estero cure migliori. Gioca un ruolo anche l'età delle donne: a fronte di un'età media di 37,5 anni, in Germania e Gran Bretagna l'età è superiore ai 40 anni (addirittura ha più di 40 anni il 63,5 per cento delle inglesi). Quanto allo stato civile, cambia molto a seconda dei paesi di provenienza e mentre le italiane che ricorrono alla fecondazione assistita sono quasi tutte sposate (82%), la media europea è di 69, con un 43,4% di svedesi single e un 50% di francesi conviventi. OAS_RICH('Middle'); Ma che cosa vanno a cercare queste coppie all'estero? La stragrande maggioranza, il 73%, cerca trattamenti di riproduzione assistita (Fivet e Icsi, tecniche di secondo livello), il 22 per l'inseminazione intrauterina, il 4,9 entrambe. "Il 60% circa delle coppie italiane - spiega Anna Pia Ferraretti, membro della task force di ESHRE che studia su scala europea il fenomeno della migrazione riproduttiva - è andata all'estero per donazione di seme, di ovociti e, in minore misura, per la diagnosi genetica pre-impianto. Ma circa il 40% delle coppie è andata via dall'Italia per eseguire trattamenti leciti da noi, ma che credono più efficaci in paesi dove esiste una legge più liberale. In quasi il 50% dei casi, entrambi i partner della coppia erano laureati, a conferma del fatto che la necessità di emigrare crea una discriminazione a livello culturale-economico". Alcuni paesi europei poi si sono, per così dire, specializzati: e così si va in Spagna e nella Repubblica Ceca per la donazione di ovociti, le svedesi vanno in Danimarca per le inseminazioni e le francesi, soprattutto le coppie lesbiche, in Belgio, anche loro per le inseminazioni. Sono aumentate così tanto le donne che vanno in Belgio chiedendo spermatozoi, che nelle banche del seme belghe comincia ad esserci scarsità di deposito. Per quanto riguarda l'Italia, a parte le coppie che comunque continueranno ad andare all'estero per le donazioni di gameti, la situazione sta cambiando, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha modificato di fatto alcune parti della legge 40. "Già adesso c'è una inversione di tendenza - precisa Andrea Borini, presidente dell'Osservatorio Turismo Procreativo - ma la situazione in Italia è ancora poco chiara, ambigua, e molti centri si mantengono sulla difensiva perché temono difficoltà". Eppure la legge è chiara. "La sentenza della Corte Costituzionale - precisa Filomena Gallo, avvocato e presidente dell'associazione di pazienti Amica Cicogna, ad Amsterdam per la nascita di Fertility Europe, associazione europea di pazienti - ha di fatto determinato una nuova applicazione della legge e dunque l'esodo di pazienti dovrebbe subire un brusco arresto. Le coppie possono inseminare più di tre embrioni e possono congelare quelli in più se c'è un rischio per la salute della donna. Inoltre è il medico a decidere caso per caso quali tecniche applicare alla sua paziente". Viaggi della fertilità a parte, all'ESHRE sono stati presentati alcuni studi che probabilmente cambieranno il futuro prossimo della pratica medica: oggi, in particolare, è stato il giorno del Karyomapping, un nuovo test in grado di poter individuare negli embrioni anomalie genetiche, come la fibrosi cistica, e cromosomiche, sia a livello numerico (aneuplodie) che strutturale. Messo a punto da ricercatori inglesi e statunitensi, il test, più rapido di quelli attualmente utilizzati e in futuro anche più economico, dà risultati completi in 3 giorni ma - secondo Gary Harton, direttore scientifico del Genetics & IVF Institute a Fairfax, in Virginia, che lo presentato - i tempi potrebbero contrarsi fino a 18-24 ore. L'obiettivo è arrivare all'uso di Karyomapping in un trial clinico già quest'anno. E poi, se dimostra di funzionare sui grandi numeri, arriverà anche nei laboratori, dove si incrociano scienza e speranze. (30 giugno 2009

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Ue/ Lisbona, Fischer: Da Consulta tedesca importante passo (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

"Vedo la decisione odierna della Corte costituzionale tedesca come un importante e positivo passo verso la ratifica del trattato di Lisbona e verso stabilità istituzionale dell'Unione europea". Lo afferma in una dichiarazione il presidente di turno del Consiglio Ue, il ceco Jan Fischer. "La dichiarazione della Corte costituzionale tedesca che il Trattato di Lisbona in quanto tale non è in contrasto con la Costituzione tedesca può essere considerata di fondamentale importanza", aggiunge il premier. Secondo Fischer "il rafforzamento dei poteri del Parlamento tedesco con una legge di accompagnamento, come stabilito dalla Corte costituzionale tedesca come condizione per la completamento di ratifica in Germania, richiede una normativa nazionale che disciplinerà il funzionamento del potere esecutivo e legislativo sotto il trattato di Lisbona".

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Ue/ Lisbona, Cohn-Bendit apprezza verdetto Consulta tedesca (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Daniel Cohn-Bendit, ha salutato con favore oggi, con una nota da Bruxelles, il verdetto della Consulta di Karlsruhe sulla conformità con la Costituzione tedesca del nuovo Trattato Ue di Lisbona. "I verdi al Parlamento europeo salutano il giudizio della Corte costituzionale federale di Karlsruhe, che ha respinto il ricorso contro il Trattato di Lisbona", afferma Cohn-Bendit nella nota, sottolineando che il ricorso era stato presentato "da diversi parlamentari del Bundestag che volevano bloccare il processo di ratifica di questo trattato". Ora, osserva il capogruppo dei Verdi europei, "la strada per l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona è libera. Questa è un'altra buona giornata per la democrazia, per i diritti dei cittadini e per l'Ue, dopo il voto del Senato ceco (ultima istituzione rappresentativa ad aver approvato il nuovo trattato, ndr). Ci aspettiamo che il Bundestag modifichi, prima delle elezioni di settembre, la legge complementare tedesca che è stata dichiarata incostituzionale della Corte di Karlsruhe". Il Trattato di Lisbona, ricorda Cohn-Bendit, "crea più basi giuridiche per ottenere più democrazia, giustizia sociale e responsabilità ambientale nell'Ue. Nei prossimi cinque anni, gli ecologisti si batteranno in seno al Parlamento europeo per ottenere le maggioranze politiche necessarie per conseguirle". Il verdetto di Karlsruhe, conclude il capogruppo dei Verdi, "è un segnale positivo lanciato ai cittadini irlandesi prima del voto del referendum previsto per il prossimo autunno".

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Ue/ Lisbona, Ottimismo in Germania: Faremo prima di Irlanda (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Fanno tutti buon viso a cattivo gioco, e vogliono mostrarsi preparati all'emergenza. In Germania come a Bruxelles le autorità nazionali e comunitarie certamente non sono sorprese della sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ha oggi stabilito che il Trattato di Lisbona, già ratificato dal Parlamento, è compatibile con il diritto, ma necessita di una nuova legge che ne accompagni la ratifica dove si rafforzano e si chiariscono i poteri del Parlamento nazionale nei confronti della Ue. "Per riassumere, si potrebbe dire: la Costituzione dice sì al trattato di Lisbona, ma richiede un rafforzamento della responsabilità nazionale del Parlamento in termini di integrazione", ha dichiarato il Vice-Presidente della Corte costituzionale, Andreas Vosskuhle. Dopo che questa "leggina" sarà stata fatta, il presidente della Repubblica, Horst Köhle potrà promulgare la legge approvata dal Bundestag e del Bundesrat. In Parlamento la maggioranza a favore del Trattato è solida, e al momento sembra che tutto sia già stato organizzato per un iter estremamente rapido per questa nuova legge. Nonostante le imminenti elezioni politiche del 27 settembre, il portavoce del gruppo dell'Spd al Buntestag ha spiegato che è già stata prevista una seduta straordinaria il 26 agosto per discutere la bozza di legge, con l'obiettivo di arrivare ad una approvazione l'8 settembre. Se così sarà si passeranno solo alcune settimane con qualche preoccupazione, ma la cosa non dovrebbe influire sui tempi complessivi del processo di ratifica in corso, poichè la Germania perfezionerebbe tutto circa un mese prima del previsto secondo referendum irlandese, in calendario per l'inizio di ottobre. Il Cancelliere Angela Merkel e il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, hanno espresso oggi il loro ottimismo. Merkel è "felice", che i giudici abbiano, in sostanza, approvato il trattato. "È un buon giorno per il trattato di Lisbona", ha detto ai giornalisti. Steinmeier ha sottolineato che la decisione della Corte ha confermato che "il Trattato è coerente con la Costituzione", ed ha aggiunto di essere "fiducioso che la ratifica ci sarà quest'anno". Anche il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, si è mostrato oggi ottimista: "Sono sicuro - ha detto oggi in una dichiarazione - che riusciremo a concludere il processo di ratifica del Trattato di Lisbona in tutti i Paesi entro l'autunno". "Il referendum irlandese non si svolgerà in ogni caso prima del mese di ottobre, c'è abbastanza tempo", ha detto un esperto giuridico, Joachim Fritz-Vannahme, della Fondazione Bertelsmann. La Corte costituzionale era stata adita da parlamentari della destra e della sinistra, e la sentenza do oggi afferma che, a causa di un "deficit strutturale di democrazia" nell'Unione Europea, i diritti di co-decisione del Parlamento tedesco devono essere chiaramente sanciti nella legislazione per "garantire l'efficacia del voto" dei cittadini tedeschi e "garantire" che l'Unione Europea "non superi i poteri sono stati concessi". Ad oggi, 23 paesi hanno ratificato il Trattato di Lisbona. Oltre alla Germania, mancano l'Irlanda, che dovrà tenere un secondo referendum dopo il "no" del giugno 2008, la Repubblica Ceca e la Polonia, in cui presidenti devono ancora promulgare l'atto parlamentare e che lo faranno, a giudicare dalle loro dichiarazioni, solo dopo l'atteso "sì" irlandese.

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Spagna, la Corte di Strasburgo approva per unanimità la (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il partito basco indipendentista è considerato braccio politico dei terroristi dell'Eta anche dai giudici europei - Il Tribunale europeo dei diritti umani, con sede a Strasburgo (Francia), ha rigettato all'unanimità il ricorso presentato contro la messa al bando del movimento basco indipendentista Batasuna, divenuto illegale con una sentenza del2003 dettata dai giudici spagnoli.         Il Tribunale ha respinto il ricorso proposto da Batasuna contro la messa al bando deliberata dalla Corte Suprema spagnola nel 2003 in quanto considerato parte della rete terroristica dell'Eta. Batasuna aveva presentato appello alla Corte costituzionale spagnola, ma questo organo ha approvato la decisione del Tribunale Supremo spagnolo di mettere fuori legge il Partito. La sentenza della corte di Strasburgo ha concluso che nella messa al bando di Batasuna "non c'è stata alcuna violazione dell'articolo 11 della Convenzione europea dei diritti umani sulla libertà di riunione e di associazione" come aveva sostenuto il gruppo. La Corte - è scritto nel sito del Tribunale - considera che dissoluzione dei partiti che hanno presentato ricorso si inscrive nel loro diritto alla libertà di associazione, prevista per legge. "Quanto alla necessità che si applichi in una società democratica la proporzionalità delle misure di legge, la Corte considera che lo scioglimento dei partiti obbedisce a un 'bisogno sociale imperioso'. Considera, inoltre, che la giurisdizione interna è approdata a delle conclusioni ragionevoli, dopo uno studio dettagliato, sugli elementi a disposizione Quant à la nécessité dans une société démocratique et la proportionnalité de la mesure, la Cour, après un long rappel de sa jurisprudence, estime que la dissolution répondait à un « besoin social impérieux ». Elle estime qu'en l'espèce les juridictions internes sont parvenues à des conclusions raisonnables après une étude détaillée des éléments dont elles disposaient pour conclure à l'existence d'un lien entre les partis requérants et l'ETA. Compte tenu de la situation existant en Espagne depuis de nombreuses années concernant les attentats terroristes, ces liens peuvent être considérés objectivement comme une menace pour la démocratie. De l'avis de la Cour, les constats du Tribunal suprême doivent s'inscrire dans le souci international de condamnation de l'apologie du terrorisme. Partant, la Cour considère que les actes et les discours imputables aux partis politiques requérants constituaient un ensemble donnant une image nette d'un modèle de société conçu et prôné par les partis, et qui serait en contradiction avec le concept de « société démocratique ». Concernant la proportionnalité de la mesure de dissolution, le fait que les projets des requérants étaient en contradiction avec la conception de la « société démocratique » et comportaient un fort danger pour la démocratie espagnole conduit la Cour a jugé que la sanction infligée aux requérants est proportionnelle au but légitime poursuivi au sens de l'article 11 § 2 de la Convention. La Cour conclut, à l'unanimité, à la non-violation de l'article 11 de la Convention. Article 10

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"Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Un appello a Napolitano perché intervenga sul caso dei giudici della Consulta a cena con Berlusconi e Alfano. Lo ha rivolto Antonio Di Pietro durante il videoforum a Repubblica Tv. Per un'ora il leader dell'Italia dei Valori ha risposto alle domande degli ascoltatori su tutti i temi principali della politica. IL VIDEOFORUM Lodo Alfano. "Presidente, le sembra normale che il premier e Alfano vadano a cena con due giudici della Corte Costituzionale?". Così si è rivolto Di Pietro a Napolitano, chiedendo un suo messaggio alla Consulta. "E' chiaro che un messaggio del capo dello Stato metterebbe con le spalle al muro anche questi giudici. Tecnicamente - aggiunge Di Pietro - un intervento del presidente Napolitano per rimuovere questi due giudici non è previsto da alcuna norma. Il problema però è di 'gentlemen's agreement' e di bon ton istituzionale". Di Pietro ribadisce comunque la richiesta di dimissioni di due giudici della Corte Costituzione, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, per aver partecipato nei giorni scorsi a una cena "riservatissima e privatissima" con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro della Giustizia Angelino Alfano. "E' come se il pm o il giudice invitasse il suo imputato a cena per parlare del più o del meno - dice Di Pietro - Dal ministro della Giustizia vogliamo sapere di cosa si è parlato quella sera perché ciò che è accaduto non ha senso in un Paese normale. Ed è un fatto gravissimo che non può essere taciuto in nome del G8. OAS_RICH('Middle'); Non c'entra nulla con il guardare attraverso il 'buco della serratura'. L'apparenza li ha dequalificati e declassati, per questo insistiamo per le loro dimissioni" o "comunque la non partecipazione a quella udienza che riguarda Berlusconi perché ormai è inquinata". Di Pietro attacca poi il Pd: "E' una battaglia in solitario che solo noi dell'Idv facciamo - dice - perché anche parte dell'opposizione fa finta di non vedere". Intercettazioni Anche a proposito della legge che limita le intercettazioni, Di Pietro si rivolge al Presidente della Repubblica: "Noi più che attaccare Napolitano, adesso e tutti i giorni, gli chiederemo di non firmare la legge sulle intercettazioni. A chi la devo tirare la giacchetta? Il presidente della Repubblica è l'unico che può bloccare questa degenerazione dell'utilizzo del Parlamento per interesse privato. Non è che per rispetto non si possono dire le cose che non si condividono. Siamo andati dal Capo dello Stato per esprimergli la nostra contrarietà e preoccupazione sull'immoralità di una legge come quella sulle intercettazioni - spiega Di Pietro - Ci auguriamo che respinga alle Camere questo provvedimento, glielo abbiamo chiesto con tutto il cuore". Di Pietro ricorda che l'Idv "in ogni caso allestirà dei gazebo dove raccoglieremo le firme per un referendum sulle intercettazioni, un referendum sulla libertà di informazione e sul dovere di investigare da parte dei magistrati. Il referendum - conclude - è l'unica arma che abbiamo. Abbiamo solo due mezzi contro questo regime: o usiamo la mazza come si fece per la presa della Bastiglia, ma non possiamo e non lo dobbiamo fare, o c'è il referendum". Caso Berlusconi. "Noi siamo contro il gossip - dice Di Pietro - ma le cose che sono uscite in queste settimane su Berlusconi non sono affatto gossip, ma fatti gravi, che riguardano omissioni, falsità e abusi. Ad esempio, usare aerei militari con top gun usati come maggiordomi per veline e menestrelli, è uso privato di cose pubbliche. Ma tutta la politica di Berlusconi è fondata su motivi giudiziari e personali. E' la grande truffa agli italiani: promette che con lui al governo staranno meglio, ma alla fine chi sta meglio sono solo lui e i suoi amici". Alleanze. L'Italia dei Valori si alleerà mai con i centristi di Casini? "Ma che ci azzecchiamo noi con l'Udc? Niente", risponde Antonio Di Pietro. "Non è vero che alle ultime amministrative l'Udc, là dove si è alleato con il Pd, ha fatto vincere il centrosinistra - spiega Di Pietro - In realtà, dove il centrosinistra si è alleato con l'Udc ha avuto uno scarto così grande che avrebbe vinto anche senza. Più che altro, se si fanno bene i calcoli, il centro sinistra senza l'Idv non avrebbe vinto in nessun comune. Con Bruno Tabacci - conclude - dialoghiamo sull'economia, ma se mi dici con Cuffaro è fuori tempo e fuori luogo". Congresso Pd. "Il congresso del Pd - dice Di Pietro - oltre al segretario dovrà decidere da che parte stare. La questione non è cosa vuole fare l'Idv, ma cosa vuole fare il Pd". Il leader dell'Italia dei Valori non si sbilancia su una sua preferenza in vista della nuova segreteria del Partito Democratico: "Non è una questione che riguarda noi. L'Idv è pronta a dialogare sui programmi". (30 giugno 2009

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Germania, slitta l'adesione al Trattato di Lisbona (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Per la Consulta alcuni articoli del Trattato potrebbero ledere le prerogative del parlamento federale - Slitta la ratifica del Trattato di Lisbona da parte della Germania. La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che alcuni articoli del Trattato, che dovrebbe sancire l'integrazione dell'Unione Europa, potrebbero ledere le prerogative del Budenstag, il parlamento federale tedesco. Per questo, la Corte costituzionale ha stabilito che il Trattato non è in contraddizione con la costituzione tedesca, a patto che il Budenstag voti una legge nazionale che difenda i suoi poteri contro le "intromissioni" del futuro parlamento europeo. La Consulta è stata chiamata ad esprimersi da un gruppo di politici del centro destra, capeggiati da Peter Gauweiler, ideologo del partito nazional-conservatore. Il Trattato era già stato approvato in Parlamento da un'ampia maggioranza e attendeva solo la firma del capo dello Stato federale, Horst Koehler.La nuova battuta d'arresto sulla via dell'integrazione europea ha creato grande imbarazzo a Berlino, perchè rischia di dare nuovo fiato agli antieuropeisti. Un sondaggio, pubblicato ieri, rivelava che il 74 percento dei tedeschi desidera una consultazione popolare sul Trattato di Lisbona come quella che si è svolta in Irlanda.

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Rep. ceca/ Nuovo ricorso anti Lisbona nonostante sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il verdetto emesso oggi dalla Corte costituzionale tedesca sul Trattato Ue di Lisbona non cambia la decisione del gruppo di senatori cechi, esponenti del partito Democratico civico (Ods), di ricorrere anch'essi contro il Trattato davanti all'Ustavni soud, l'Alta corte della Repubblica ceca. A precisarlo sono stati oggi i senatori Jiri Oberfalzer a Jiri Pospisil, leader della fronda Ods anti Lisbona all'interno della Camera alta della Repubblica ceca. Secondo la sentenza tedesca, il Trattato non è in contrasto con la Costituzione della Germania, ma prima di procedere alla ratifica è necessaria l'emanazione da parte del Parlamento tedesco di una legge nazionale che tuteli i poteri e le competenze dello stesso Bundestag rispetto alle autorità europee. "La Costituzione tedesca è differente da quella ceca, e quindi questa sentenza di oggi non fa cambiare il nostro proposito di presentare un ricorso contro il Trattato di Lisbona davanti ai nostri giudici costituzionali" ha dichiarato Oberfalzer, il quale ha sottolineato come il giudizio emesso lo scorso anno dall'Alta corte ceca si riferiva solo ad alcune parti del Trattato mentre il prossimo ricorso comprenderà un'analisi integrale della conformità del Trattato alla Ustava, Costituzione ceca. I senatori Oberfalzer i Pospisil credono che il loro ricorso sarà pronto entro i primi giorni del mese di agosto. Per essere regolare, il ricorso dovrà essere firmato da 17 senatori. Con ogni probabilità basteranno le firme dei soli esponenti anti Lisbona, ma in ogni caso, fra i rappresentanti degli altri partiti, almeno altri tre hanno assicurato il loro sostegno. Il presidente euroscettico Vaclav Klaus, la cui mancata firma continua a bloccare la ratifica del Trattato di Lisbona espressa dal Parlamento ceco, oggi si è limitato a far sapere di avere preso atto della sentenza tedesca, senzaulteriori commenti.

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"NAPOLITANO, NON PUÒ ESSERCI TREGUA QUEI DUE GIUDICI VANNO PUNITI" (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

"Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" -->Videoforum con Antonio Di Pietro, leader Idv: appello a Napolitano dopo la cena con Berlusconi e Alfano dei due membri della Corte Costituzionale "Napolitano, non può esserci tregua quei due giudici vanno puniti" di EDOARDO BUFFONI (16:45 30/06/2009)

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CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La Giunta regionale della Calabria, che si e' riunita sotto la presidenza di Agazio Loiero, su proposta dello stesso presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli artt.1 e 2 (commi 1, 2, 3, 6) e 5 e 6 della legge regionale 11/2009 concernente il ''ripiano del disavanzo di esercizio per l'anno 2008 e l'accordo con lo Stato per il rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale''.

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Crisi/ D'Alema chiama a raccolta banchieri ed economisti -2- (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Nel dibattito sono entrati anche i temi relativi alle regole, al ruolo degli organi sovranazionali e da ultimo, ma non per importanza, del mutato rapporto tra politica e banche. Usciti dalla fase del panico, secondo Padoa Schioppa, ora occorre pianificare le riforme del sistema finanziario prima che la crisi sia finita, e l'agenda "è enorme". "Va tenuto presente - ha osservato l'ex ministro dell'Economia - che la gran parte della crisi non è sorta per una malattia nuova. Le malattie sono vecchie e con una normale profilassi sarebbero state evitabili. Siccome la diagnosi è stata fatta da chi non seguiva la profilassi c'è la tendenza a dire che le regole non sono sufficienti: le regole italiane se applicate con rigore avrebbero evitato fino all'80% di quello che è successo". Flick ha rilevato una enfatizzazione del carico sociale che viene scaricato sull'impresa banca. "Temo che possa esserci un coinvolgimento delle banche nelle innumerevoli crisi che si verificheranno tra le imprese e negli strascichi giudiziari che queste crisi avranno", ha detto. L'ex presidente della Corte Costituzionale è preoccupato anche dal fatto che i rapporti di prossimità tra banche e clienti debbano passare attraverso un istituto di tipo pubblicistico come i Prefetti. Infine, Flick ha segnalato "contraddizioni" nel diritto penale dell'economia italiano rispetto all'Unione Europea e ha ricordato come prima il nostro sistema fosse più focalizzato sul valore della trasparenza mentre "oggi c'è un ritorno indietro: un esempio lampante è la materia del falso in bilancio". Tutti d'accordo nel riconoscere che la vittima sacrificale della crisi finanziaria sono state le famiglie. Per D'Alema hanno giocato il ruolo di "formidabili ammortizzatori sociali", contribuendo a ridurre l'impatto della crisi stessa sulle banche domestiche, assumendosi rischi impropri e pagandone il prezzo. Ora, è l'opinione condivisa emersa dal convegno, le banche devono recuperare la loro funzione propria, a sostegno dello sviluppo dell'economia reale, pur non riducendo l'attenzione sulla qualità del credito. "Il tempo in cui le banche hanno fondamentalmente commerciato rischi è un'epoca che forse bisogna lasciarsi alle nostre spalle", ha rilevato D'Alema. E Abete ha difeso il sistema dalle critiche di chi accusa le banche di una stretta creditizia verso le imprese. "In un momento in cui il Pil si riduce il credito alle imprese è comunque in crescita, anche se meno del passato. Questo dicono i numeri e i numeri sono difficilmente contestabili", ha sostenuto il presidente della Bnl. Un altro nodo rilevante è il tema dei rapporti tra politica e banche, ridisegnato sotto la spinta della crisi, che preoccupa Tabacci. "Io che sono sempre stato un detrattore, oggi forse spezzerei una lancia a favore delle banche", ha detto Tabacci, che in una pausa dei lavori ha stretto la mano al suo 'nemico' Geronzi. "Mi pare - ha proseguito - ci sia un riappropriarsi da parte della politica della dimensione di potere anche rispetto al sistema bancario, come se le banche fossero chiamate a fare qualcosa di politico per interposta persona". Per questo Tabacci si spiega la prudenza finora mostrata dalle banche nel ricorso ai Tremonti-bond. "Tabacci - ha replicato D'Alema - teme il rischio, dopo qualche periodo in cui la politica ha contato poco, di una rivincita dirigista" ma "io non temo che adesso improvvisamente i politici detteranno le regole ai banchieri, è più una sensazione che un pericolo strutturale. Però io non credo che questo sia il tema di fondo, il tema di fondo è quale contributo può dare il sistema bancario, finanziario in una strategia di rilancio dell'economia italiana, al di là di questa crisi". Accenni anche al rapporto politica-Banca d'Italia. "I contrasti tra Draghi e tremonti non sono derubricabili a rapporti personali", è l'opinione di Tabacci, che ha apprezzato il riconoscimento riportato dalla stampa nei confronti dell'operato del governatore nel suo ruolo di presidente del Financial Stability Board e per quello del direttore generale del Tesoro. "Se c'è spazio per un protagonismo internazionale dell'Italia, passa attraverso queste figure". Un'allusione all'importante ruolo ricoperto da Draghi è giunta anche da D'Alema, che si è riferito al governatore parlando di personaggi "'officials' piuttosto che politici" inseriti nelle organizzazioni internazionali. L'auspicio di D'Alema a conclusione del seminario è che il confronto di oggi immetta qualche proposta nel circolo di un dibattito pubblico "oggi di un'impressionante povertà". Il presidente della Fondazione Italianieuropei non nasconde il successo dell'iniziativa odierna, ma si schermisce da chi gli fa notare che quando si muove D'Alema accadono le cose, mentre il Pd difficilmente attira consensi. "La nostra nostra fondazione è un'istituzione molto seria. Qui non c'era D'Alema, c'era Nardozzi, c'era Padoa Schioppa, la qualità dei relatori era assolutamente primaria. Non è che vengono per D'Alema - ha fatto notare riferendosi ai banchieri - e la fase precongressuale del Pd non c'entra proprio nulla. Quando noi abbiamo programmato questo convegno non c'era nessun congresso, nessun candidato. Spero che il Pd si metta in grado di raccogliere e valutare in modo sereno e senza sospetti questo contributo".

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CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CALABRIA/SANITA': GIUNTA CONTRO IMPUGNAZIONE LEGGE GOVERNO -->La Giunta regionale della Calabria, che si e' riunita sotto la presidenza di Agazio Loiero, su proposta dello stesso presidente, ha deciso di costituirsi nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale, promosso dal Consiglio dei Ministri, per la declaratoria di illegittimita' costituzionale degli.

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