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Report "Giustizia"  14-17 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Giudice costituzionale alla media "Jona" su legalità e diritti ( da "Stampa, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LA LEZIONE DI FERNANDA CONTRI Giudice costituzionale alla media "Jona" su legalità e diritti Ex ministro, prima donna giudice della Corte Costituzionale, Fernanda Contri ha parlato di «Educazione alla legalità» agli studenti di terza della media «Jona». nell'ambito del Progetto «Educazione alla legalità».

cinque pubblici ministeri per le procure sarde ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, due magistrati a Nuoro e uno a Lanusei Cinque pubblici ministeri per le procure sarde NUORO. Cinque pubblici ministeri per la Sardegna: lo ha deciso il Consiglio superiore della magistratura con un provvedimento che aiuterà a colmare le gravissime lacune degli organici delle Procure della repubblica.

Un modo per aiutare? Comprare bomboniere ( da "Arena, L'" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ANNO dopo nasce la Csm 94, coop di tipo B (orientata all'inserimento lavorativo), che trova sede in via della Fontana. Il Ceod, in convenzione con l'Ulss 20, nasce nel 1995 e da allora continua a crescere, anche con attività di accompagnamento e trasporto, includendo anche alcuni assistiti della comunità per disabili di Corte Scolette,

Beve soda caustica Grave a Frosinone il procuratore capo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Auguri di pronta guarigione sono stati espressi dal Csm al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura.

giustizia, non c'è stato particolare attivismo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nulla neanche in tema di riforma della composizione e del ruolo del Csm, nonostante le critiche spesso aspre che l'attuale maggioranza ha espresso nei confronti di quest'organo. La portata limitata di quanto fatto sinora rende molto difficile valutare gli effetti delle politiche giudiziarie del governo Berlusconi.

Battisti, slitta ancora l'audizione di Lollo ( da "Tempo, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha presentato ricorso di fronte al Supremo tribunale federale (Stf), la Corte costituzionale brasiliana. La data del pronunciamento dell'Stf, che si riunisce in seduta pubblica due giorni a settimana, non è stata ancora fissata: la sentenza sul caso Battisti potrebbe essere emessa alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo.

confronto a scampia sulla salute mentale - salvatore di fede ed emilio lupo ( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: coloro che tutti i giorni nei Csm, e in particolare nei centri diurni, come nelle cooperative sociali, investono nel futuro possibile di persone in difficoltà. Perché siano reperite presto tutte le risorse umane ed economiche necessarie a promuovere politiche di inclusione sociale e così sconfiggere tutte le voglie autoritarie che attraversano il Paese e che mirano periodicamente,

Al via il processo MultipurposeAuthority e Messina parti civili ( da "Secolo XIX, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex vicepresidente del Csm) si è costituita contro tutti gli imputati, mentre Messina solo contro Novi e il suo ex consulente Sergio Maria Carbone. Durante l'udienza, l'avvocato Cesare Manzitti, difensore di Novi, ha sollevato un'eccezione sull'ammissibilità della costituzione dell'Autorità portuale.

vendola: barricate contro il nucleare - paolo russo ( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Contro questa decisione del governo ricorreremo alla Corte costituzionale», ha annunciato Vendola, scagliandosi contro il declassamento delle regioni, previsto nel ddl votato in Senato. Le giunte locali potranno solo esprimere un parere consultivo e non vincolante sulle centrali: «Altro che federalismo - ha accusato Vendola - le regioni sono ridotte al rango di buca per le lettere.

diritti, il rovescio della giustizia - massimo calandri ( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è perseguendo questo obiettivo che due anni fa Livio Pepino - membro del Csm e presidente dell´Associazione Studi Giuridici Giuseppe Borré - ha cominciato a tracciare le linee di questo progetto. Parole di Giustizia è la prima edizione di una rassegna nazionale sulla democrazia, sulla giustizia, sulla libertà. Sui diritti.

regioni e comuni in rivolta contro il nuovo nucleare "non vogliamo le centrali" - luca iezzi ( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mercedes Bresso annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale, il pugliese Nicola Vendola rilancia: «Dovranno venire con i carri armati per imporre le centrali atomiche». «Sono contrario ai depositi di scorie nucleari in Sardegna» dichiara l´assessore regionale all´Ambiente della Regione, Emilio Simeone, mentre il Pdl isolano, esclude la possibilità di centrali.

Brescia procura disagiata Ora scattano gli incentivi ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incentivi SI CERCANO CINQUE MAGISTRATI BRESCIA IL PLENUM del Csm ha deliberato ieri mattina, all'unanimità, la pubblicazione del bando per 76 posti vacanti, in 41 sedi di procure disagiate, dove si rilevano significative carenze d'organico. Tra queste, anche Brescia che proprio nei giorni scorsi era stata inserito nell'elenco inviato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

DIP. AMBIENTE: LE MANI DEL GOVERNO SUL PETROLIO LUCANO ( da "marketpress.info" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dal ricorso alla Corte Costituzionale ad un?autonoma legge regionale sia sulla Valutazione di impatto ambientale che sulle procedure autorizzatorie in materia di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi. Insomma, riappropriandosi del governo del territorio e del controllo delle attività che su esso si svolgono,

Il pirata Sarkozy ( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: francese ha dato il via libero definitivo al provvedimento che ora dovrà superare solo lo scoglio della Corte Costituzionale. Ma il pervicace presidente francese ha davvero vinto la personale guerra contro i pirati online? O la sua è una «vittoria di Pirro», utile solo ad accontentare le major dell'intrattenimento, ma del tutto inefficace per arginare il fenomeno della pirateria?

Toscana controcorrente Cure mediche ai clandestini ( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte Costituzionale. Confermiamo il voto contrario, che ripeteremo in aula, e siamo dell'idea che, nonostante le modifiche, frutto di un lavoro anche abile, non cambiano i fondamenti della legge, a nostro parere molto discutibili». Soddisfatti, e convinti a difendere la legge fino in fondo, Luca Ciabatti di Rifondazione comunista e Alessia Petraglia di Sinistra Democratica.

Vendola: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Losappio che annuncia che la Puglia arriverà a rivolgersi alla Corte costituzionale per fermare il nucleare, anche il governatore attacca la possibilità di costruire centrali nei dintorni di Ostuni come era stato ventilato. «La Puglia è pronta non ad accogliere il nucleare ma a costruire una ribellione popolare nei confronti di una ipotesi che è semplicemente offensiva e demenziale »

Nucleare, la Regione insorge Vendola: ribellione popolare ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pronto un ricorso alla Corte Costituzionale Losappio: legge ad hoc. Amati (Anci): «E Ostuni si mobiliti» BARI La Puglia si prepara alla battaglia contro il nucleare. Nichi Vendola invoca «una ribellione popolare». L'assessore Michele Losappio preannuncia «un ricorso alla Corte costituzionale e una legge ad hoc ».

Inchiesta sui rifiuti, tensione in Procura sullo stralcio del capo della Protezione civile ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Perché tra i due è nato un caso ora all'esame della prima commissione del Csm dopo la lettera inviata da De Chiara in cui sostiene che la decisione di Lepore di stralciare da una delle principali inchieste sui rifiuti le posizioni del sottosegretario Guido Bertolaso e del prefetto Alessandro Pansa fu presa per non ostacolare l'azione del governo.

Soda caustica al bar Grave il procuratore di Frosinone ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al magistrato hanno inviato gli auguri di pronta guarigione il Csm, a cominciare dal vicepresidente Nicola Mancino, e il senatore Mauro Cutrufo, vicesindaco di Roma. La Gerunda, nata 68 anni fa in Liguria, sposata con un collega in pensione, Mario Licata, due figli e un nipote, è procuratore di Frosinone da cinque anni.

Sciopero anti-Mancino al Csm ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm ROMA Linea dura del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino sul rinnovo del contratto dei dipendenti di Palazzo dei Marescialli per il quale gli stessi hanno proclamato lo sciopero. Lo scontro riguarda la richiesta degli aumenti di stipendio che Mancino giudica irrealistica e di molto superiore ai parametri retributivi previsti per gli altri comparti

PERCHÉ LA PROCURA È UN CASO NAZIONALE ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sostituti si sono rivolti prima al Consiglio giudiziario e poi al Csm, che ha dato loro ragione ritenendo che la decisione di Lepore non costituisse un semplice stralcio, bensì una revoca non motivata dell'indagine. Letti così i fatti, dunque, non ci troveremmo altro che di fronte a una questione di natura prettamente tecnica, ad una normale e fisiologica dialettica interna a un ufficio.

Legge 40: Serve un comitato scientifico slegato dalla politica ( da "Unita, L'" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Secondo il costituzionalista Stefano Rodotà, tuttavia, non è detto che sia la strada migliore: «Non è il momento di costituire organi di controllo sulla fecondazione assistita, quando la Corte Costituzionale, con la sua ultima sentenza, ha già fissato chiaramente i punti chiave della questione».

Il processo verso il rinvio ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, potrebbe svolgersi davanti ad un altro collegio della stessa sezione oppure essere spostato davanti ad un'altra sezione. Gli avvocati stanno lavorando alla lista testi, che dovranno comunque presentare entro lunedì. I pm di udienza dovrebbero essere gli stessi che hanno condotto le indagini e che poi al momento della richiesta di rinvio a giudizio hanno avuto un clamoroso scontro

Così i titolari: In queste ore, l'unico interesse della famiglia Dolcemascolo è... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm ha fatto gli auguri di «pronta guarigione» al procuratore di Frosinone. Li ha espressi il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli, Nicola Mancino, a nome dell'Interno Consiglio aprendo il plenum ieri pomeriggio. Auguri di pronta guarigione sono arrivati anche da Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla Giustizia.

FROSINONE - Va al bar, chiede un bicchiere d'acqua, ma beve soda caustica. Ora Margheri... ( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quando fu designata dal Csm. Negli anni '90, è stata sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma con delega sui procedimenti che riguardano il Tribunale dei minori. Ha cominciato la sua carriera a Torino, per poi passare alla Procura della Capitale, prima presso il Tribunale e poi alla Corte d'Appello.

Giudizio per conflitto di attribuzione tra Enti. Costituzione e intervento nel giudizio in via principale - Costituzione della Regione resistente oltre il termine applicabile ratio ( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale 16 marzo 1956 e s.m. (testo anteriore a quello adottato dalla Corte con deliberazione 7 ottobre 2008), art. 27, terzo [rectius, quarto] comma. Regione Sardegna - Legge statutaria sottoposta ..........

DDL sicurezza: passa la linea dura del Governo. Ecco il testo completo ( da "Blogosfere" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esclusi quelli destinati ad affluire nel Fondo unico giustizia, di cui all'articolo 61, comma 23, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, l'autorità giudiziaria nomina un amministratore giudiziario scelto nell'Albo di cui all'articolo 2-sexies, comma 3, della legge 31 maggio 1965, n.

Beve soda invece di acqua Grave giudice a Frosinone ( da "Giornale di Brescia" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Auguri di pronta guarigione sono stati espressi al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente del Csm Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura.

Affari: "Ci vorrà l'esercito"">Nucleare, Vendola ad Affari: "Ci vorrà l'esercito" ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla Corte Costituzionale. "Perché è un abbaglio dal punto di vista economico, una distrazione di risorse dal lato energetico e una tragedia per l'ambiente". La soluzione? "Investire nelle rinnovabili e sull'efficienza energetica". L'INTERVISTA E' arrivato il primo via libera del Senato al ritorno del nucleare in Italia.

L'eugenetica introdotta pian piano senza che il Paese se ne accorga ( da "Avvenire" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: EUGENIA ROCCELLA Q uando è stata resa nota la sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 per la procreazione assistita, non ci sono state reazioni indignate e allarmi eccessivi. Le modifiche al testo sono apparse molto contenute, e non hanno alterato nella sostanza l'impianto della legge. Non è stato toccato il divieto di crioconservazione e di eliminazione degli embrioni,

Frosinone Dopo aver preso un cappuccino ha chiesto un bicchiere d'acqua e le è stata servit... ( da "Gazzettino, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Auguri di pronta guarigione sono stati espressi dal Csm al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura.

ANNA VILLANI ANGRI. UNA BUONA NOTIZIA PER GLI AMANTI DEI RIMBORSI ECONOMICI. A BREVE CI SARà... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: recente sentenza della Corte Costituzionale. La richiesta era stata avanzata negli ultimi mesi anche dal disciolto comitato Cossap. Ma ora è davvero ufficiale. Pertanto «L'utente che ha corrisposto al comune l'importo dell'intera tariffa ha diritto ad ottenere il rimborso della quota relativa al servizio di depurazione, dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione,

BRASILIA. LA PREVISTA AUDIZIONE DI ACHILLE LOLLO DI FRONTE ALLA COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI DEL ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha presentato ricorso di fronte al Supremo tribunale federale (Stf), la Corte costituzionale brasiliana. La data del pronunciamento dell'Stf, che si riunisce in seduta pubblica due giorni a settimana, non è stata comunque ancora fissata, ma secondo alcune fonti la sentenza sul caso Battisti potrebbe essere emessa alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo.

GIUSEPPE CRIMALDI L'APPUNTAMENTO è FISSATO PER OGGI POMERIGGIO. ALLE 15,30, IN PROCURA,... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il procuratore aggiunto De Chiara in una lettera inviata al Csm sosteneva che il procuratore Lepore aveva chiesto lo stralcio delle posizioni di Pansa e Bertolaso dall'inchiesta sui rifiuti per non danneggiare il governo. Il clima di attesa per questa riunione ieri si percepiva appena, a Palazzo di Giustizia.

Ribera, Giuseppe Di Giorgifa il di condanne ( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che il ministro ha fatto al Csm, così come da lui stesso annunciato in occasione della recente visita a Sciacca. Alfano si era impegnato ad intervenire per la copertura dei due posti mancanti ed è stato di parola. Il Csm dovrà ora approvare in plenum il bando di pubblicazione di questi posti, cosa che dovrebbe accadere già questa settimana.

Concorsi per le Procure disagiate ( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: bando pubblicato dal csm Concorsi per le Procure disagiate Una donna di 50 anni, Loredana Giordano (nella foto), casalinga, di San Cataldo, si è data fuoco ieri mattina nel sottoscala di casa, nel quartiere Santa Germana. La donna è morta a causa delle gravissime ustioni provocate dalle fiamme.

I fondi europei non arriveranno alle mafie ( da "Gazzetta di Reggio" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: se il Csm si pronuncerà all'unanimità per la sua nomina. E' tutta una farsa, perché le dimissioni si danno al Csm e non alla stampa e se dovesse esserci un passo indietro, i reggiani dovrebbero pretendere delle spiegazioni». Da ultimo Sonia Alfano, ha lanciato un altro messaggio: «Giuseppe Tancrè - ha detto - dovrebbe essere conosciuto a Reggio.

Superstiti, rendita ai figli naturali ( da "Italia Oggi (Lavoro e Previdenza)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: agli orfani figli naturali riconosciuti o riconoscibili dal genitore deceduto a seguito di evento assicurato, deve essere riconosciuta una rendita ai superstiti nella misura del 40%. Lo precisa l'Inail nella circolare n. 24/2009 recependo i principi fissati dalla Corte costituzionale [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:

Matrimonio omosessuale negato dal costume e dalla Costituzione ( da "Italia Oggi" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IL PUNTO Matrimonio omosessuale negato dal costume e dalla Costituzione Il tribunale di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione circa la legittimità costituzionale delle norme che riservano a coniugi di sesso diverso il diritto di contrarre il matrimonio. Secondo i giudici i tempi sarebbero ormai maturi per aprire il negozio anche ad aspiranti dello stesso sesso.

Superstiti, rendita ai figli naturali ( da "Italia Oggi" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2009 recependo i principi fissati dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 86/2009, pubblica sulla G.U. n. 13/2009. La sentenza dopo aver dichiarato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 85 del T.u. Inail (dpr n. 1124/1965) nella parte in cui non prevede il diritto alla rendita a superstiti anche in favore del convivente more uxorio,

situazione preoccupante in procura ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: apposita commissione del Csm effettui rapidamente la nomina del nuovo capo della Procura, che dovrebbe essere imminente, così come - spiegano - il plenum del Csm dovrebbe ratificare la nomina di Vito Motta a presidente del tribunale. Da colmare, ricordano ancora gli avvocati del foro nuorese, ci sono anche alcune carenze nell'organico amministrativo,

procreazione, nessun limite per gli embrioni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenza della Corte Costituzionale che ha in parte bocciato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è da ieri in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Con un primo effetto immediato: si stabilisce che sia il medico a decidere circa il numero di embrioni da produrre e si prevede la possibilità di crioconservare gli embrioni che non verranno impiantati.

de lucia lascia palermo andrà alla dna di grasso ( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: memoria storica delle indagini sul racket, è stato nominato dal Csm sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia. Lunedì, de Lucia aveva firmato il fermo di 30 fra boss ed estorsori dei clan di Brancaccio e Porta Nuova. Proprio l´undici maggio, ma del 1991, il magistrato aveva iniziato il suo lavoro a Palermo dopo l´uditorato.

l'auspicio di napolitano "serenità in procura" ( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina I - Napoli DEL PORTO A PAGINA VII Colloquio del Capo dello Stato con Siniscalchi del Csm L´auspicio di Napolitano "Serenità in Procura" SEGUE A PAGINA VII

tensione in procura, quirinale in campo ( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: colloquio intercorso mercoledì sera allo stadio Olimpico di Roma fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il consigliere del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi. I due si sono incontrati a margine della finale di Coppa Italia alla presenza di altri due componenti dell´organo di autogoverno dei magistrati, Fabio Roia di Unicost e Cosimo Ferri di Magistratura indipendente.

procura antimafia, via libera del csm altri due napoletani alla corte di grasso ( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: via libera del Csm altri due napoletani alla corte di Grasso Dopo il pm di Calciopoli Filippo Beatrice, altri due magistrati napoletani sono stati nominati come sostituti della Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso. Si tratta di Giovanni Russo e Maria Vittoria De Simone, designati dal plenum del Csm nella seduta di ieri mattina.

contro l'arbitrio della giunta soru la consulta ha ristabilito il diritto ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che la Corte Costituzionale ha correttamente ritenuto ammissibile, ed in linea con sue precedenti pronunce. Sul punto, perciò non si può concordare con quanto sostenuto lunedì su questo giornale dai due costituzionalisti sassaresi, Chessa e Pinna, pur essendo sicuramente condivisibili le loro considerazioni sul merito,

Maxi prescrizioniper assicuropoli ( da "Secolo XIX, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: prescrizione era maturata dopo un ricorso alla Corte Costituzionale (poi rigettato) sollevato dagli avvocati difensori degli imputati al momento del cambio di collegio giudicante che era scattato nel corso del processo, relativamente all'illegittimità del passaggio del fascicolo processuale da un collegio all'altro e la necessità di ripetere il dibattimento di fronte ai nuovi giudici.

Affidamento, Statuto a copertura costituzionale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La sentenza del 13 maggio ripercorre quindi l'indirizzo di alcuni precedenti della Corte di cassazione, ma ha particolare importanza venendo a poca distanza da una sentenza della Corte costituazionale, la 58/2009, per la quale si rimanda al Sole 24 Ore del 28 febbraio, con la quale è stato affermato che non «hanno rango costituzionale –

Onorevole Caliendo, è stato mai in via Teulada a vedere il caos del Giudice ... ( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex membro del Csm, vice di Angelino Alfano, Ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Berlusconi, è l'uomo che potrebbe mettere fine all'inferno della sezione civile del Giudice di Pace di Roma. È un magistrato in aspettativa, Caliendo, e ieri la "pratica" via Teulada l'aveva in primo piano sulla scrivania.

Pedofilo fuori per decorrenza: il Csm archivia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ATTI AL PG Pedofilo fuori per decorrenza: il Csm archivia Il plenum del Csm ha archiviato all'unanimità la vicenda del pizzaiolo siciliano che, dopo aver violentato una bimba di 4 anni e già condannato per altri episodi di pedofilia, era stato scarcerato per decorrenza dei termini. Il plenum, trasmettendo gli atti al procuratore generale della Cassazione,

Pezza: ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il 20 marzo scorso scrive Orsini chiedevo alla Ciip di dar seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che dichiarava illegittimo' l'addebito del servizio depurazione delle acque in assenza di impianti di depurazione o quando questi siano temporaneamente inattivi'. Richiesta negata dalla Ciip. A Quintodecimo sono però in uso fosse Imhoff non assistite.

L'immigrazione clandestina reato Ecco come cambiano le regole ( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, pur non prevedendo pene di per sé severe, la nuova legge «fornisce gli strumenti giurisdizionali per allontanare dal territorio nazionale i clandestini », anche se restano alcuni dubbi interpretativi: «Chi entra con visto turistico e resta in Italia dopo la scadenza commette il reato di immigrazione clandestina o almeno nel primo periodo siamo di fronte a una

Referendum, la sfida leghista ( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dalla commissione di Vigilanza Rai protesta il presidente del Comitato promotore Giovanni Guzzetta conferma le norme che garantiscono ai partiti tutti gli spazi d'informazione rilevanti nel dibattito sul referendum. Si tratta di una decisione in frode alla Costituzione per la quale, come avevamo preannunciato, stiamo preparando un ricorso alla Corte Costituzionale». Paola Di Caro

Procura, Napolitano ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Napolitano «preoccupato» Siniscalchi (Csm): l'ho incontrato, spera che l'ufficio torni unito Un incontro «assolutamente informale» tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il consigliere del Csm Vincenzo Siniscalchi è avvenuto l'altra sera allo stadio Olimpico di Roma nell'intervallo della finale di Coppa Italia.

Tre magistrati in corsa, il Csm decide il 25 ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Appello Tre magistrati in corsa, il Csm decide il 25 Corte d'Appello --> Grazia Corradini potrebbe diventare primo presidente della Corte d'appello di Cagliari. Il giudice cagliaritano, attualmente presidente di sezione presso la Corte di Cassazione, è stato ascoltato dalla commissione del Csm che deve valutare le domande.

Napoli, i veleni della procura ( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avrebbe auspicato conversando con il penalista e consigliere laico del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi, secondo quanto lo stesso avvocato riferisce al Corriere del Mezzogiorno. Siniscalchi conosce bene la storia dello stralcio delle posizioni di Bertolaso e Pansa dall'inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo perché il Consiglio superiore se ne sta occupando da tempo.

Napolitano: la Procura recuperi serenità ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giorgio Napolitano del Csm presenti allo stadio ci siamo recati, nell'intervallo, a porgere il nostro doveroso saluto al Presidente della Repubblica, che è anche il Presidente del Csm. Mi sono intrattenuto per qualche attimo con lui, che mi ha manifestato la sua preoccupazione, dicendomi che è suo vivo desiderio che la Procura di Napoli recuperi quel clima di serenità e collaborazione.

Procurorul care turna discutiile din autogara ( da "Romania Libera" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: un comunicat de joi al Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Sesizarea CSM a fost facuta dupa ce, prin sentinta civila 2876, pronuntata de Tribunalul Bucuresti, ramasa irevocabila si publicata deja in Monitorul Oficial al Romaniei, s-a constatat calitatea de colaborator al Securitatii a procurorului Teodoru Bostan.

meglio dare il buon esempio - mario bertolissi ( da "Mattino di Padova, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Riferendosi ai magistrati, la Corte costituzionale, nell'ormai lontano 1963, ha affermato che «l'indipendenza della magistratura trova la prima e fondamentale garanzia nel senso del dovere dei magistrati e nella loro obbedienza alla legge morale» (sentenza n. 168 del 1963).

La "genovese" Anna Canepatra i procuratori antimafia ( da "Secolo XIX, Il" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anna Canepatra i procuratori antimafia le nomine del csm ROMA. C'è anche Anna Canepa, per vent'anni sostituto procuratore a Genova e ora applicata a Gela, tra i sei nuovi sostituti alla Procura nazionale antimafia nominati ieri dal Consiglio superiore della magistratura. «Sono molto contenta della nomina - ha detto Anna Canepa - Spero di riuscire a fare qualcosa qui,

Alassio: l'integrazione socio-sanitaria nell'area geriatrica ( da "Savona news" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 30: Un progetto di gruppo a cura del CSM di Albenga, Dr . sa Donatella Pecoraio, psicologa centro salute mentale Asl 2 savonese, D.ssa Letizia Nicolini, assistente sociale centro salute mentale Asl 2 savonese. Ore 17.00: Un progetto di ortoterapia con la scuola agraria e alberghiera in istituto, Prof.

Due posti da pm a concorso, restano i disagi ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: uffici giudiziari requirenti di primo grado indicati dalla terza commissione del Csm «attraverso una valutazione - sottolinea il ministro in una lettera al vice presidente del Csm Nicola Mancino - che ha tenuto conto del tasso medio di scopertura a livello nazionale, della percentuale di scopertura, delle pendenze e della specificità territoriale e criminale di alcune sedi del Sud».

Un procuror isi turna colegii ca intretin relatii sexuale cu elevi ( da "Romania Libera" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: un comunicat de joi al Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Sesizarea CSM a fost facuta dupa ce, prin sentinta civila 2876, pronuntata de Tribunalul Bucuresti, ramasa irevocabila si publicata deja in Monitorul Oficial al Romaniei, s-a constatat calitatea de colaborator al Securitatii a procurorului Teodoru Bostan.

, forse verso un chiarimento ( da "Avvenire" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Un diritto che la Corte costituzionale ha esteso anche al padre. Insomma, nel momento stesso in cui il bimbo nasce, i suoi geni- tori non si trovano più in condizione di clandestinità. In ogni caso, per dimostrare di non avere alcun intento discriminatorio, l'esecutivo ha accolto, riformulandolo ampiamente, un ordine del giorno in cui s'impegna ad applicare la norma contestata (

Roccella: i limiti della legge 40 sono invariati ci saranno nuove linee guida ma non subito ( da "Avvenire" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Infatti con la sentenza della Corte costituzionale, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 13 maggio, la legge «non è scalfita nel suo impianto sostanziale, ma è dato al medico un margine di autonomia rispetto alla valutazione clinica». Se, infatti, viene meno il limite della produzione di tre embrioni, tuttavia, ha chiarito il sottosegretario,

Dove trovare i candidati ( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sandra Amurri (giornalista), Dino Petralia (Csm) e Rino Germanà ( Questore di Forlì e Cesena). Sempre oggi, ore 17, ma a Porto Sant'Elpidio nei locali della Casa del Volontariato Giovanni Basso, presenterà i candidati elpidiensi: Antonesio Diomedi e Mauro Tosoni (La Destra); Michele Palermo e Luciano Ferrini (Mpa);

Il weekend si accende con la politica ( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dino Petralia (Csm) e Rino Germanà (Questore di Forlì e Cesena), "personalità che con il loro impegno salvaguardano le istituzioni e il senso di legalità di questo Paese. Proprio da qui vogliamo ripartire: dal rifiuto per qualsiasi forma di condizionamento richiamato in ogni incontro coi cittadini".

"Garofani d'altri tempi per Gatti" ( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, ma che arriva in un momento particolarmente triste per il Centro Calamandrei. "Sebbene il memorial voglia onorare la figura di Alessandro Galante Garrone - spiega il presidente del Calamandrei di Jesi Gian Franco Berti - il nostro pensiero sarà rivolto a Massimiliano Gatti,

Il Tribunale ha rischiato il collasso ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo scorso settembre il Csm aveva indicato nel dott. Aurelio Gatto il nuovo presidente del Tribunale di Bassano, inviando il dott. Giarrusso appunto in Trentino. Passati i tempi tecnici, l'avvicendamento si è ora completato. Ieri abbiamo raggiunto il magistrato al telefono.

Scalcia l'avversario e offende l'arbitro, 4 turni ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Gaetano), De Marchi, Gomiero (Csm Resana), Favaro (Badoere), Rossi (Paese), Manente (Campolongo), Kone (Fossalunga), Vettori (Gorghense), Bertagna De Marchi (Porto Mansuè), Dametto, Lorenzon (Pro Roncade), Carullo, Tonon (S. Vendemiano), Maso (Vazzolese). Inibizione fino la 26 maggio a Gava (dir.

Riese Vallà e Montello vanno allo spareggio ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Città di Asolo-CSM Resana 1-1, SP-Milan Guarda 3-1, Spineda-S. Floriano 1-3, Montello-S. Gaetano 1-0, Riese Vallà-Treville 7-4, Fossalunga-Virtus Csm Farra 2-0. Classifica: Riese Vallà e Montello 59, S. Floriano 58, Godigese 57, CSM Resana, SP 48, Spineda 44, Virtus Csm Farra 30, Città di Asolo 28, Bessica 26, San Gaetano 21,

Caponcello nominatoalla direzione nazionale antimafia ( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Caponcello nominato alla direzione nazionale antimafia Il plenum del Csm ha nominato il giudice del Tribunale di Catania Carlo Caponcello alla Direzione nazionale antimafia. Assieme a Caponcello, a collaborare con il procuratore nazionale Pietro Grasso, il Csm ha nominato Diana De Martino, sostituto della Procura di Roma;

Già condannatoviolentò una bimbail Csm archiviaAtti alla Cassazione ( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Già condannato violentò una bimba il Csm archivia Atti alla Cassazione Roma. Archiviazione con trasmissione degli atti al procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito. Il plenum del Csm ha chiuso così all'unanimità la vicenda del pizzaiolo dell'Agrigentino Vincenzo Iacono che un anno fa violentò una bambina di quattro anni e che,

Nuove iniziative dei volontari della Caritasa favore delle popolazioni colpite dal sisma ( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: autorevoli nomine del plenum del Csm che ha designato a maggioranza sei nuovi sostituti procuratori alla Direzione nazionale antimafia, mettano fine ad ogni inutile polemica di cui, francamente non abbiamo bisogno». Lo ha affermato il parlamentare nazionale del Pd, Giuseppe Berretta, che ha auspicato il «rafforzamento delle azioni investigative in Sicilia e soprattutto a Catania.

La Regionefesteggia63 anni ( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Commissario dello Stato è previsto dallo Statuto e non può essere cancellato se non con la procedura della riforma costituzionale. E, poi, perché ci paragoniamo alla altre regioni? Il commissario dello Stato è una garanzia, sta in mezzo tra la Regione e il governo centrale. I suoi ricorsi vanno direttamente alla Corte Costituzionale, mentre per le regioni ordinarie (art.

Il Csm archiviail caso Iaconoma bacchettai magistrati ( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm archivia il caso Iacono ma bacchetta i magistrati Francesco Di Mare Non ha chiamato emittenti televisive, giornalisti della carta stampata o altri media per «pupiarsi» come fanno tanti altri da queste parti. Dopo avere letto su questo giornale la vergognosa condizione in cui versava - fino a ieri mattina - la stele eretta in memoria del giudice Rosario Livatino,

Albenga: altri argomenti aggiunti al consiglio comunale ( da "Savona news" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: tesa a conoscere le implicazioni che deriveranno dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10.10.2008. § Mozione a firma del Consigliere Guarnieri tesa alla ricerca di soluzione per contrastare le problematiche occupazionali, economiche ed ambientali che da tempo interessano lo stabilimento farmaceutico Cav.

General Motors Says It's Closing 1,100 `Underperforming' Dealers in U.S. ( da "Bloomberg" del 15-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealers in some respect were a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume,

General Motors Is Said to Send Termination Notices to 1,100 U.S. Dealers ( da "Bloomberg" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealer consolidation is a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume,

Le nuove regole sui clandestini ( da "Corriere.it" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: to della Corte costituzionale, pur non preve­dendo pene di per sé severe, la nuova legge «fornisce gli strumenti giurisdizionali per al­lontanare dal territorio nazionale i clandesti­ni », anche se restano alcuni dubbi interpreta­tivi: «Chi entra con visto turistico e resta in Italia dopo la scadenza commette il reato di immigrazione clandestina o almeno nel pri­

Cappato: referendum, un "no" alla partitocrazia ( da "Libertà" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi lo strumento referendario appare svuotato del suo vero significato, la Corte Costituzionale negli anni ha inventato vari criteri per mandarlo al macero». Cappato ha espresso la contrarietà dei radicali alla riforma così come prevista dal referendum. «Siamo per un bipartitismo all'americana, dove al centro c'è la persona - ha spiegato -.

la procura - angelo peluso ( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: anni dalla propria nomina al vertice della Corte costituzionale sentì il bisogno di dimettersi credendo che gli fosse venuto meno "l´unanime consenso dei giudici", i quali non gradivano i suoi estenuanti ritmi di lavoro e i continui inviti a mantenere comportamenti di austerità estrema, come quando, da Capo dello Stato, affrontava i rigori dell´inverno con un "cappotto rivoltato"

GM in Bankruptcy Likely Would Speed Pace of Dealer Cuts to Match Chrysler ( da "Bloomberg" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealer consolidation is a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM's Letter GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume,

Intellettuali-Masaniello alla corte di Di Pietro ( da "Secolo XIX, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in difesa di una giustizia costituzionale superiore alle leggi ordinarie e interpretata non solo dagli organi deputati (la Corte Costituzionale, la Presidenza della Repubblica) ma anche dal preteso senso comune degli uomini retti e onesti. Così, se Giorgio Napolitano non respinge le leggi fatte da Silvio Berlusconi, se la Corte Costituzionale non le invalida,

Verso un nuovo capitalismo ( da "Nuova Ferrara, La" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le conclusioni saranno quindi affidate a Paolo Grossi, giudice della Corte Costituzionale. La riunione scientifica verterà sui seguenti temi: «Verso un nuovo Capitalismo? La proprietà collettiva: dalla marginalità, alla creazione e uso di un territorio. L'uomo, l'ambiente, l'economia, la socialità. Un falso dilemma».

Stampa, tv, politica e giustizia ( da "Articolo21.com" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, sentenza 21 luglio 1981, n. 148, n. 3 del «considerato in diritto». Come a tutti noto, «un sistema di garanzie efficace al fine di ostacolare concentrazioni monopolistiche od oligopolistiche», auspicato dalla Corte costituzionale, non è stato mai approvato dal legislatore né prima né dopo la fine del monopolio radiotelevisivo statale via etere su scala nazionale)

( da "Avvenire" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: comporterà «la possibilità di sollecitare l'intervento della Corte costituzionale», che non potrà esimersi dal prendere posizione. «Il federalismo fiscale ha aggiunto Luca Antonini, dell'Università i Padova è amico del principio di responsabilità e quindi della famiglia, ciò è affermato espressamente nei principi fondamentali ».

Federalismo e autogoverno responsabile L'approvazione del disegno di legge-delega sul fe... ( da "Gazzettino, Il" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale (si veda sent. n. 370/2003 Corte Cost.) per la realizzazione di una reale "autonomia finanziaria di entrata e di spesa" come afferma l'art. 119, 1° comma, Cost. In particolare, sono 4 i punti principali di questa grande rivoluzione copernicana attuata con il disegno di legge-delega sul federalismo fiscale:

Les réseaux du procureur ( da "Monde, Le" del 16-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM). Philippe Courroye n'a jamais affiché ce lien avec le président. Il ne le cache pas, cependant, même s'il assure voir peu le chef de l'Etat. Il sait bien qu'on le soupçonne depuis qu'il a classé, quelques semaines après l'élection présidentielle, l'affaire de l'appartement acheté par Cécilia et Nicolas Sarkozy sur l'

contesa sul contratto d'affitto tra marito e moglie separati ( da "Repubblica, La" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per la sentenza della Corte Costituzionale n. 404/1988, il suddetto diritto di successione nel contratto di locazione è stato esteso anche alla convivente more uxorio del conduttore, la quale rimanga nell´immobile con la loro prole naturale, anche qualora la convivenza sia iniziata durante la locazione e senza che il locatore ne avesse conoscenza.

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è materia per la Corte Costituzionale». ABBANDONATA dalle istituzioni che avevano promesso di intervenire, alla famiglia Squarise rimane il sostegno dei ragazzi di San Giorgio delle Pertiche che hanno costituito un'associazione, «Per Federica Onlus», proprio far fronte economicamente alla delicata vicenda, non solo per onorare la memoria della loro amica.

REFERENDUM: IL MIO VOTO È L'ASTENSIONE ( da "Unita, L'" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non solo nominare tutte le istituzioni (Capo dello Stato, Corte Costituzionale, Autorità Indipendenti) ma in alleanza con uno dei partiti minori raggiungere i 2/3 dei seggi e cambiare la Costituzione a proprio piacimento senza obbligo di referendum popolare. Occorre dunque che il referendum fallisca.

Quando tutti erano contro le scorie lucane ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ad essere censurata dalla Corte costituzionale. E con senso delle istituzioni aggiunse: «Se ogni Regione approvasse una legge del genere non si capisce quale potrebbe essere la soluzione al problema». La legge fu respinta, ma il consiglio votò all'unanimità un documento con cui si impegnava la giunta regionale a «richiedere con tutti i mezzi» il ritiro del decreto su Scanzano.

Abusi a Ischia, via alle demolizioni I sindaci: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: determinata dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha riaperto definitivamente la strada agli abattimenti. Da circa due mesi sono intercorse riunioni a Roma che però non hanno prodotto alcuna modifica legislativa. «Non vedo alternativa alle dimissioni ha detto il sindaco di Casamicciola Vincenzo D'Ambrosio questa iniziativa potrebbe essere un'azione deflagrante per attirare l'

Acque Vicentine chiude il bilancio Utili a 600mila euro ( da "Corriere del Veneto" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: effetto della sentenza della Corte Costituzionale a favore degli utenti non allacciati al depuratore che ha sottratto all'azienda non poche risorse. Durante la seduta di approvazione del documento finanziario è stato riconfermato alla guida del gruppo l'attuale presidente Giancarlo Corò che sarà affiancato dai consiglieri Flavio Marelli,

La fine dell'esodo ( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corriere della Sera sezione: Salute data: 17/05/2009 - pag: 45 Fecondazione assistita Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha ribaltato la legge La fine dell'esodo Non sarà più necessario farsi curare all'estero per tentare di avere un figlio sano di Franca Porciani Servizio alle pagine 48-49

Infertilità ( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ha determinato in questa complessa materia. Evidentemente basandosi su principi «forti», ma quali esattamente? «Il principio cardine cui si è ispirata la Corte è cha la tutela dell'embrione anziché assoluta (come previsto dalla legge 40, ndr), deve essere limitata dalla necessità di trovare un giusto bilanciamento con la tutela delle esigenze di procreazione

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: grazie alla Corte Costituzionale!), abbiamo dovuto ricorrere ad un centro estero. Siamo stati fortunati: dopo appena due tentativi (due viaggi molto costosi, economicamente e emotivamente, ma non ci lamentiamo visti i tanti amici che dopo tanti tentativi ancora non sono riusciti e tremano per la vita dei propri figli),

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la pronuncia della Corte costituzionale apre finalmente l'accesso alla diagnosi genetica pre-impianto su quella piccola vita potenziale conservata nell'azoto liquido. «Mi piacerebbe dare un fratellino a Sofia: ho trentanove anni, non c'è molto da aspettare. Comunque vada nel nostro caso, sono contenta del cambiamento in atto,>

Il caso Pamuk: ( da "Giornale.it, Il" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non può esserci giustizia senza libertà, per questo credo di dover parlare liberamente». In Turchia, però, di discorsi liberi e di responsabilità storiche non sembra che la corte costituzionale e gli ultranazionalisti sentano grandi esigenze. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

la laurea honoris causa a gheddafi non sarà il modo per sdoganare il colonnello in europa? ( da "Nuova Sardegna, La" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a iniziare da Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida (entrambi già presidenti della Corte costituzionale), Ugo De Siervo (ancora alla Corte), Franco Bassanini, Luigi Berlinguer, Tullio Treves, Domenico De Masi e altri meno noti ma altrettanto eminenti. E anche i precedenti laureati honoris causa, a iniziare dal presidente Cossiga.

e per recuperare il veicolo resta la strada dell'opposizione al decreto del giudice ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sperano in un mutamento della norma o in un eventuale intervento della Corte costituzionale in materia di confische. Da qualche parte, in Italia, c'è stato chi ha sollevato una questione di legittimità costituzionale, evidenziando una disparità di trattamento tra questo e altri reati più gravi». Intanto, però, l'attività giudiziaria deve continuare e, per quanto possibile,

BARBARA CIARCIA MONTEFALCIONE. IL COLLEGIO 19, QUELLO CHE HA COME COMUNE CAPOFILA MONTEFALCIONE, ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 17-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per un posto al parlamentino di piazza Libertà corre anche un nipote del vice presidente del CSM, Pasquale Anzalone, candidato con il Partito dei Pensionati. Nel paese che in passato ha registrato una considerevole emigrazione non poteva certo mancare un candidato scelto dal movimento degli Italiani nel Mondo, che fa capo a Sergio De Gregorio.

BIBBIA, COSTITUZIONE E SOFFERENZA UMANA VITTORIO SCUDERI - NAPOLI DUE LIBRI, MOLTE CONT... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-05-2009)
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Abstract: sia poi dovuta intervenire la Corte Costituzionale. Quanto è dovuto in nome della fede? Non mi sembra di vivere nel migliore dei mondi possibili. E ha ragione il Presidente Napolitano quando dice: «La Costituzione non è un residuato bellico». In seguito a una fantasiosa interpretazione c'è stata una disputa tra chi ha considerato «sostegno vitale» l'

CIRO CENATIEMPO ISCHIA. ABUSI EDILIZI, RUSPE E SANATORIE IMPOSSIBILI: I SINDACI SCENDONO IN CAMPO... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-05-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la recente decisione della Corte costituzionale che ha sancito l'inapplicabilità del condono-ter nelle aree sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici e, soprattutto, dopo l'avvio della campagna di abbattimenti da parte della Procura. La richiesta di deroga urgente alla normativa entrata in vigore nel 2003, per evitare «l'esclusione delle isole,


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Giudice costituzionale alla media "Jona" su legalità e diritti (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 14-05-2009)

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SCUOLA. LA LEZIONE DI FERNANDA CONTRI Giudice costituzionale alla media "Jona" su legalità e diritti Ex ministro, prima donna giudice della Corte Costituzionale, Fernanda Contri ha parlato di «Educazione alla legalità» agli studenti di terza della media «Jona». nell'ambito del Progetto «Educazione alla legalità». Nato come un'iniziativa di «Polizia di prossimità» da parte della Questura di Asti, il progetto si è proposto di tracciare alcune linee guida per i consueti incontri annuali tra gli studenti e la polizia astigiana. Tema di fondo degli incontri il concetto di legalità: negli incontri, i responsabili hanno parlato ai ragazzi del rispetto delle regole, dalla piccola comunità familiare fino all'intera società civile, come unica garanzia per l'esercizio dei propri diritti. A completare questo percorso gli studenti, grazie alla collaborazione tra Questura e Biblioteca Astense, hanno avuto la possibilità di ascoltare Fernanda Contri. Sempre alla scuola media «Jona», si è svolto, sabato, il consueto appuntamento del «Circolo dei Superlettori», nell'ambito del quale è stata organizzata la Giornata del libro. Nei giorni precedenti i ragazzi hanno portato a scuola i loro libri e li hanno messi a disposizione per un maxiscambio, ricevendo un buono per ogni libro regalato. Centinaia di testi sono poi stati esposti, e i ragazzi, passeggiando fra i tavoli, hanno potuto scegliere quelli che preferivano, «pagandoli» con i loro buoni. \

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cinque pubblici ministeri per le procure sarde (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Csm, due magistrati a Nuoro e uno a Lanusei Cinque pubblici ministeri per le procure sarde NUORO. Cinque pubblici ministeri per la Sardegna: lo ha deciso il Consiglio superiore della magistratura con un provvedimento che aiuterà a colmare le gravissime lacune degli organici delle Procure della repubblica. Due sono destinati a Nuoro, uno a Lanusei e uno ciascuno anche a Oristano e Tempio Pausania. I quattro uffici giudiziari sardi rientrano tra quelli individuati come sedi disagiate dal ministro della giustizia Angelino Alfano. A Nuoro così come in Ogliastra la situazione critica della giustizia è palese. In due territori dove c'è stata un'allarmante recrudescenza dei fenomeni criminosi, le Procure sono prossime al collasso. A Nuoro entro l'estate dovrebbero restare in servizio soltanto due sostituti procuratori sui sei previsti dall'organico, mentre a Lanusei su tre sostituti in organico ne è rimasto uno. Ma il problema diviene più drammatico perché i tempi per la loro sostituzione rischiano di essere piuttosto lunghi a causa di nuove norme dell'ordinamento giudiziario. Scelte legislative che stanno determinando una vera e propria situazione di emergenza negli uffici giudiziari e soprattutto nelle Procure di piccola e media dimensione, come Lanusei e Nuoro, dove spesso i posti vacanti sono stati coperti tramite i magistrati di prima nomina. Si stanno così manifestando vuoti drammatici negli organici, che rischiano di pregiudicare l'esercizio dell'azione penale e di rendere più lunghi i già intollerabili tempi del processo civile.

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Un modo per aiutare? Comprare bomboniere (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 14 Maggio 2009 PROVINCIA Pagina 23 Un modo per aiutare? Comprare bomboniere Trent'anni fa alcuni ragazzi e i familiari di qualche giovane disabile si associarono nel Centro sociale Monteforte, che nel 1983 divenne la cooperativa sociale Il Fiore. Nel 1979 quattro giovani disabili, seguiti da un operatore, aprirono un piccolo laboratorio per l'assembleaggio di materie plastiche. CON l'andar del tempo aumentò il lavoro, anche nella meccanica e nel giardinaggio. Nel 1983, con otto persone e due operatori, fu costituita la coop che tre anni più tardi traslocò da piazza Venturi a via Garibaldi. Vent'anni fa la coop accoglieva 15 persone con 8 operatori; fu acquistata una sede in via della Fontana. Altra promozione nel 1993, con la classificazione di cooperativa sociale di tipo A, orientata dunque ai servizi sociosanitari ed educativi. L'ANNO dopo nasce la Csm 94, coop di tipo B (orientata all'inserimento lavorativo), che trova sede in via della Fontana. Il Ceod, in convenzione con l'Ulss 20, nasce nel 1995 e da allora continua a crescere, anche con attività di accompagnamento e trasporto, includendo anche alcuni assistiti della comunità per disabili di Corte Scolette, gestita dalla fondazione don Mozzatti d'Aprili. Anche grazie a loro nascono le bomboniere etiche, scelte da sempre più coppie per le proprie nozze: per vederle e per saperne di più basta chiamare il numero 045.610.4755. P.D.C.  

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Beve soda caustica Grave a Frosinone il procuratore capo (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 109 Servita al posto dell'acqua al bar Beve soda caustica Grave a Frosinone il procuratore capo Servita al posto dell'acqua al bar --> FROSINONE Dopo aver preso un cappuccino ha chiesto un bicchiere d'acqua e le è stata servita per sbaglio della soda caustica in un bar di Frosinone dove ogni mattina fa colazione. È la brutta avventura capitata ieri al procuratore capo della Procura di Frosinone, Margherita Gerunda, 70 anni, ora ricoverata in gravi condizioni nel policlinico Gemelli di Roma. La donna, che si è sentita male con forti bruciori allo stomaco, avrebbe subito gravi danni all'esofago. Il contenuto della bottiglia dalla quale è stato versato il liquido bevuto dal magistrato, con tutta probabilità soda caustica, sarà ora esaminato dagli ispettori della Asl di Frosinone. I titolari del bar si sono chiusi nel silenzio, ma in una nota affidata al loro avvocato Nicola Ottaviani hanno espresso «profonda solidarietà personale ed umana» al magistrato sottolineando che «una combinazione di una serie di elementi imprevedibili ed assolutamente eccezionali ha generato un assurdo incidente che contrista e addolora». Auguri di pronta guarigione sono stati espressi dal Csm al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura. La sua prima destinazione è stata la Pretura penale di Torino dove è rimasta per due anni prima di approdare alla procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Nel 1970 è stata trasferita alla Procura di Roma dove ha lavorato per 20 anni. Negli anni '90 è stata sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma con delega sui procedimenti che riguardano il tribunale dei minori. Si è occupata, tra le altre cose, di omicidi, sequestri di persona, terrorismo, criminalità organizzata e spaccio internazionale di stupefacenti.

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giustizia, non c'è stato particolare attivismo (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 17 - Udine Giustizia, non c'è stato particolare attivismo Dibattito di CARLO GUARNIERI* In materia di giustizia, il primo anno del governo Berlusconi uscito dalle elezioni del 2008 non si è caratterizzato per particolare attivismo. Al di là delle dichiarazioni, i provvedimenti varati sono di portata abbastanza ridotta. Spicca ovviamente l'approvazione a tamburo battente - il Ddl varato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno 2008 viene definitivamente approvato il 23 luglio - del cosiddetto lodo Alfano, che sospende i procedimenti penali contro le alte cariche dello Stato e soprattutto nei confronti del premier. Per il resto, l'attività si è concentrata sulla sicurezza, in un settore di prevalente competenza del ministro dell'Interno, con il varo in aprile della legge numero 38/2009, che contiene svariate disposizioni destinate a rafforzare la repressione penale in questo settore. In Parlamento sono però in esame diversi provvedimenti. In campo penale va segnalato quello inteso a evitare la divulgazione abusiva di intercettazioni che, a detta dei critici, renderebbe troppo difficile per il magistrato poterle disporre, con ricadute negative per l'efficacia delle indagini. Del resto, il governo non ha fatto mistero di voler limitare la libertà d'azione di cui oggi dispone il pubblico ministero, anche riducendone l'influenza sulla polizia giudiziaria. Forse più impegnative sono le misure in discussione in campo civile. È in dirittura d'arrivo un provvedimento destinato, nelle intenzioni del governo, a ridurre i tempi della giustizia civile. Un risultato che sarebbe ottenuto con snellimenti procedurali, semplificazioni dei riti e soprattutto l'introduzione di un filtro per i ricorsi in Cassazione: il loro numero enorme è infatti una delle cause dei tempi lunghi della nostra giustizia. Dopo polemiche e decisioni contraddittorie, in Parlamento sembra essere emerso un consenso che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. Nonostante le aspettative e gli annunci, poco questo governo ha fatto, almeno finora, in tema di ordinamento giudiziario. Vi è stato solamente, la scorsa estate, un provvedimento che ha introdotto incentivi economici per i magistrati disponibili a trasferirsi negli uffici giudiziari meno graditi. Nulla, invece, in tema di separazione delle carriere, nonostante il premier avesse preannunziato la trasformazione dei nostri pubblici ministeri in "avvocati dell'accusa". Nulla neanche in tema di riforma della composizione e del ruolo del Csm, nonostante le critiche spesso aspre che l'attuale maggioranza ha espresso nei confronti di quest'organo. La portata limitata di quanto fatto sinora rende molto difficile valutare gli effetti delle politiche giudiziarie del governo Berlusconi. Dei provvedimenti approvati di recente o ancora in gestazione poco si può dire, almeno dal punto di vista delle conseguenze concrete: il discorso sull'immagine è, invece, un po' diverso. L'unico provvedimento veramente efficace è stato il lodo Alfano, che ha congelato i procedimenti penali contro il presidente del Consiglio, liberandolo dalle preoccupazioni che avevano "guastato" buona parte della sua precedente esperienza di governo. La patata bollente è stata ora scaricata sulla Corte costituzionale, chiamata a decidere della costituzionalità del lodo. È comunque probabile che, anche in caso di giudizio sfavorevole, la forte maggioranza parlamentare permetterà al governo di escogitare qualche altro strumento per bloccare od ostacolare i procedimenti contro il premier. Quanto all'altro provvedimento che il tempo permette di valutare - le misure per colmare i vuoti di organico nelle sedi disagiate -, non sembra aver prodotto gli effetti sperati, dato che di recente il governo ha presentato in Parlamento norme per rendere più facili i trasferimenti d'ufficio verso quelle sedi. Nella sostanza il governo ha seguìto una linea relativamente prudente: non ha affrontato il tema della riforma dell'ordinamento giudiziario (dopo la tanto contestata riforma varata, e poi corretta, nelle legislature precedenti) e, una volta portato a casa il lodo Alfano, ha lasciato che gli altri provvedimenti seguissero lentamente il corso parlamentare. Quindi, a eccezione del lodo, ha rinunciato alla politica dei "cento giorni", ad approfittare della netta vittoria elettorale, per far passare le misure più controverse (o più incisive). In realtà, il governo - e lo stesso ministro della Giustizia - sembra in questa fase aver investito soprattutto sul tema "sicurezza" e, in pratica, sull'inasprimento della repressione penale, come dimostra anche l'ulteriore provvedimento sulla "sicurezza pubblica" in corso di approvazione. È probabile che si tratti di un investimento redditizio in termini di consenso, almeno per un po'. A questo si è accompagnato un diverso stile ministeriale. Contrariamente al suo predecessore nei governi Berlusconi - Roberto Castelli -, il ministro Alfano tende a non alimentare polemiche con la magistratura, a smorzarle quando emergono e a evitare comunque forti contrapposizioni. Bisognerà vedere se questa tattica, più elastica di quelle sperimentate nel passato, gli permetterà di realizzare quello che appare il suo programma di fondo: un ridimensionamento, moderato ma non insignificante, dei poteri della nostra magistratura. *tratto da www.lavoce.info

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Battisti, slitta ancora l'audizione di Lollo (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa BrasileNuova pagina amara della vicenda Battisti, slitta ancora l'audizione di Lollo La prevista audizione di Achille Lollo di fronte alla Commissione per i diritti umani del Congresso brasiliano è slittata a data da destinarsi. Non è prevista per il momento una nuova seduta della Commissione per esaminare il caso di Cesare Battisti, l'ex membro dei Proletari armati per il Comunismo (Pac) condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi e al quale il Brasile ha concesso l'asilo politico. L'altroieri, la Commissione - che oltre a Lollo, condannato in Italia per il rogo di Primavalle del 1972 e riparato in Brasile dal 1987, aveva convocato anche il presidente dell'Ordine degli avvocati brasiliani, Luiz Flavio Borges D'Urso - aveva ascoltato solo il ministro della giustizia Tarso Genro, il quale ha difeso ancora una volta la sua decisione di concedere l'asilo politico a Battisti. Contro questa decisione, l'Italia - che ha richiesto l'estradizione di Battisti, recluso nel carcere di Papuda, nei pressi di Brasilia - ha presentato ricorso di fronte al Supremo tribunale federale (Stf), la Corte costituzionale brasiliana. La data del pronunciamento dell'Stf, che si riunisce in seduta pubblica due giorni a settimana, non è stata ancora fissata: la sentenza sul caso Battisti potrebbe essere emessa alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo. Un giudizio severo su Cesare Battisti arriva da Arrigo Cavallina, colui che lo istradò alla lotta armata (prima era un criminale comune) nei gruppi di fuoco di Prima Linea. Arrigo Cavallina e il latitante si conobbero nel carcere di Udine nel 1977: «Cesare Battisti? Un arrogante che lancia messaggi oscuri», afferma Cavallina che era leader dei Pac (Proletari Armati pwer il Comunismo), Battisti scontava una condanna per quattro rapine.

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confronto a scampia sulla salute mentale - salvatore di fede ed emilio lupo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina X - Napoli CONFRONTO A SCAMPIA SULLA SALUTE MENTALE SALVATORE DI FEDE ED EMILIO LUPO S e nel lontano 1978, sembrava impossibile, oggi a trentuno anni dalla promulgazione della legge 180, le conquiste di salute per le persone sofferenti di disagio mentale hanno la sostanza di una riforma che afferma, nelle pratiche dei servizi di salute mentale territoriali, il diritto alla cura, dei bisogni di salute nel rispetto della dignità della persona umana e delle sue necessità esistenziali e socio-relazionali. Ma di più, in questi lunghi anni di impegno, la riforma si è confermata la radice feconda di un mutamento epocale che ha contribuito a cambiare il modo di guardare alla malattia, nei suoi dispositivi mortificanti di cura, in psichiatria come in medicina. Questa rivoluzione scientifica presenta certo, oggi, alcuni blocchi nel suo sistema operativo, difficoltà e resistenze che vanno risolte e sciolte necessariamente: mancanza di personale, strutture insufficienti, inadeguate e mal dislocate, penuria cronica di risorse che pure le leggi regionali mettono a bilancio, prepotenza dell´industria farmaceutica e dei suoi interessi e che spesso finisce per costituire l´agenzia unica di formazione per i giovani psichiatri. Eppure nonostante questo difficile cammino le pratiche di salute mentale territoriali irrompono sulla scena e si affermano con autorevolezza laddove il servizio pubblico, attraverso i suoi operatori, riesce a incontrare amministratori pubblici e la cosiddetta società civile per sfondare, insieme, il muro dello stigma che per troppi anni ha pesato sulle spalle di tutti e, principalmente, su quelle degli utenti e dei loro familiari. In questo caso l´autorevolezza cui facevamo cenno veste i panni delle tante cose concrete fatte e delle tante da farsi. Oltre ogni autoreferenzialità, ma sporcandosi le mani, senza deleghe a terzi ma provando a rendere effettivi quelli che abbiamo individuato come i nuovi protagonisti: utenti, familiari e operatori. Risposte tangibili alla solitudine della malattia sono i gruppi-appartamento, le borse-lavoro, come il ricchissimo quotidiano promosso nei centri diurni dei servizi territoriali, dove molti operatori si impegnano a trasformare il disagio in risorsa collettiva. E proprio su questi temi Psichiatria democratica della Campania il 9 giugno alle 10 (a Scampia nei locali del centro di salute mentale) chiamerà a confronto una parte del pianeta Salute Mentale, per raccogliere testimonianze e richieste di coloro che tutti i giorni nei Csm, e in particolare nei centri diurni, come nelle cooperative sociali, investono nel futuro possibile di persone in difficoltà. Perché siano reperite presto tutte le risorse umane ed economiche necessarie a promuovere politiche di inclusione sociale e così sconfiggere tutte le voglie autoritarie che attraversano il Paese e che mirano periodicamente, come in un macabro rituale, a identificare la cura con la segregazione, la separazione e la custodia. Ma soprattutto ci sta a cuore ribadire, come Psichiatria democratica, che la difesa e lo sviluppo della legge di riforma non è un bene dei soli addetti ai lavori o comunque dei soli attori in campo. Essa è un patrimonio comune i cui confini vanno ben oltre lo specifico psichiatrico, perché gli spazi di libertà, di rispetto delle differenze e dei mille percorsi per uscire dal dolore, contenuti nel dispositivo legislativo sono un patrimonio dell´intera collettività, ritornare indietro pertanto costituirebbe una sconfitta per tutti. Dio salvi la 180! Gli autori sono rispettivamente componente del direttivo nazionale di Psichiatria democratica e segretario nazionale di Psichiatria democratica

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Al via il processo MultipurposeAuthority e Messina parti civili (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Al via il processo MultipurposeAuthority e Messina parti civili genova Terminata l'inchiesta sulle concessioni, ieri si è aperta l'udienza premiliminare di fronte al gip Califano 14/05/2009 GENOVA. L'Autorità Portuale di Genova e l'armatore Ignazio Messina si sono costituiti parti civili ieri mattina all'apertura dell'udienza preliminare del "processo Multipurpose", ovvero la maxi-inchiesta sulla spartizione delle banchine nel porto del capoluogo ligure che portò all'arresto dell'ex presidente dell'Authority Giovanni Novi e all'iscrizione sul registro degli indagati di alcuni fra i nomi più noti dello shipping genovese. In particolare, l'Autorità portuale (assistita da Carlo Federico Grosso, ex vicepresidente del Csm) si è costituita contro tutti gli imputati, mentre Messina solo contro Novi e il suo ex consulente Sergio Maria Carbone. Durante l'udienza, l'avvocato Cesare Manzitti, difensore di Novi, ha sollevato un'eccezione sull'ammissibilità della costituzione dell'Autorità portuale. Altra eccezione è stata sollevata dalla difesa di Paolo Marchelli (vicepresidente della Compagnia Unica dei portuali) sulla compatibilità del giudice. Nei giorni scorsi, infatti, il gip Maria Letizia Califano aveva pronunciato «non luogo a procedere» per la morte di Paride Batini, l'ex console dei camalli: secondo l'avvocato di Marchelli, in questo caso, il giudice sarebbe già entrata nel merito del giudizio. Il magistrato si è riservata di pronunciarsi sulle eccezioni e ha rinviato l'udienza al 21 maggio. L'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Enrico Zucca, Walter Cotugno e Mario Morisani, prese avvio nel 2007 dopo le denunce dell'armatore Messina, e si concretizzò nei provvedimenti più clamorosi a seguito d'una serie di intercettazioni telefoniche. Gli imputati, oltre a Novi, sono l'ex segretario generale dell'Autorità Alessandro Carena, l'allora dirigente e attuale presidente di Stazioni Marittime Filippo Schiaffino, l'ex consulente e docente universitario Sergio Maria Carbone, l'avvocato generale dello Stato Giuseppe Novaresi, il vice presidente della Culmv Walter Marchelli, l'imprenditore Aldo Spinelli e l'armatore Aldo Grimaldi. Le accuse mosse ai nove a vario titolo sono turbativa d'asta, concussione e truffa per il risarcimento da un milione e 700 mila euro riconosciuto dal comitato portuale alla Compagnia Unica. La concussione, in particolare, sarebbe quella messa in atto nei confronti degli armatori Messina ai tempi in cui si dovette "ridisegnare" la suddivisione del Multipurpose poiché, all'ultimo momento, l'armatore Aponte si tirò fuori dalla gara pubblica. A quel punto i moli furono spartiti senza gara e - a giudizio della Procura - Novi, Carena e Carbone esercitarono in vari modi pressioni sui Messina e su altri aspiranti "minori", affinché ridimensionassero le proprie pretese. 14/05/2009

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vendola: barricate contro il nucleare - paolo russo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Bari Vendola: barricate contro il nucleare No alla centrale a Ostuni. Il 19 primo voto in Consiglio regionale Energia e ambiente Il governatore annuncia battaglia a tutto campo: ricorso alla Consulta, vogliono ridurre le Regioni a mera buca delle lettere PAOLO RUSSO «Il nucleare potranno imporcelo solo con l´esercito. La ribellione della Puglia sarà rabbiosa e radicale». Nichi Vendola alza le barricate e si dichiara pronto a tutto per difendere la regione dal rischio atomico. Contro l´improvvisa accelerazione del governo Berlusconi, che - come anticipato ieri da Repubblica - ha inserito Ostuni tra i siti che dovranno ospitare le centrali atomiche nazionali, il governatore pugliese ha scelto di mettere da parte la diplomazia. «Siamo pronti a costruire una ribellione popolare nei confronti di una ipotesi che è semplicemente offensiva e demenziale». Ma quella annunciata dalla Puglia sarà una battaglia su tutti i fronti, anche quello legale: «Contro questa decisione del governo ricorreremo alla Corte costituzionale», ha annunciato Vendola, scagliandosi contro il declassamento delle regioni, previsto nel ddl votato in Senato. Le giunte locali potranno solo esprimere un parere consultivo e non vincolante sulle centrali: «Altro che federalismo - ha accusato Vendola - le regioni sono ridotte al rango di buca per le lettere. Questo governo avrà bisogno di un grado crescente di militarizzazione per poter saltare il confronto con le comunità locali». Ma non è solo una questione di metodo. Il no pugliese alla centrale nucleare di Ostuni è soprattutto una questione di principio: «La Puglia ha già dato - ha sottolineato il presidente della giunta - la sola centrale a carbone di Cerano comporta una percentuale impressionate di inquinamento ambientale con conseguenze molto serie per la salute dei cittadini. Non abbiamo bisogno di nuove centrali ma di uscire dal carbone». In tre anni, la Puglia ha conosciuto uno sviluppo impetuoso delle energie rinnovabili ed è diventata la prima produttrice italiana di eolico e di fotovoltaico. Ma, nonostante questo primato, l´85 per cento dell´energia prodotta, deriva ancora dagli insalubri combustibili fossili. Non solo nelle piazze e nelle aule dei tribunali. La battaglia pugliese contro la centrale atomica di Berlusconi si disputerà anche sul piano politico. Il vicepresidente Anci, Fabiano Amati, ha invitato le amministrazioni locali a esprimere la propria contrarietà alla centrale. Le prime scintille si avranno nel consiglio regionale del prossimo 19 maggio quando, su richiesta del Pd, approderà un ordine del giorno contro il nucleare. L´opposizione di centrodestra è in difficoltà su questo tema. La linea del Pdl è di difendere la scelta del governo ma, come per l´Ilva, non sarà semplice, per gli esponenti brindisini di centrodestra, votare a favore del nucleare con una centrale in arrivo sulla costa salentina.

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diritti, il rovescio della giustizia - massimo calandri (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XXII - Genova Diritti, il rovescio della giustizia Democrazia in crisi, alla Spezia una rassegna tra spettacoli e dibattiti Tra i partecipanti don Luigi Ciotti e Enrico Carofiglio, monsignor Bettazzi e Fernanda Contri MASSIMO CALANDRI «L´uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la tutela dei diritti di tutti sono il banco di prova delle democrazie contemporanee. è scritto nelle Costituzioni del Novecento, a cominciare da quella italiana. Ma spesso, troppo spesso, resta un obiettivo irrealizzato. Così la giustizia sembra talvolta ridursi, da orizzonte di vita decorosa per tutti, a insieme di procedure per risolvere controversie e conflitti. Per superare questa visione riduttiva occorre recuperare la consapevolezza del carattere etico e politico oltre (e prima) che tecnico sulla questione giustizia». è perseguendo questo obiettivo che due anni fa Livio Pepino - membro del Csm e presidente dell´Associazione Studi Giuridici Giuseppe Borré - ha cominciato a tracciare le linee di questo progetto. Parole di Giustizia è la prima edizione di una rassegna nazionale sulla democrazia, sulla giustizia, sulla libertà. Sui diritti. Dal 15 al 17 maggio e non a caso a La Spezia, la città di un grande e moderno giurista come è stato Giuseppe Borré. Dibattiti, lezioni magistrali, interviste, spettacoli, letture sul tema Nuovi diritti e diritti negati. Protagonisti studiosi, intellettuali, testimoni di questo tempo come i professori Nicola Colaianni e Luigi Ferrajoli, monsignor Luigi Bettazzi, che è presidente di Pax Christi Internazionale, e Gianrico Carofiglio, magistrato, senatore e romanziere. Ci saranno Elena Paciotti, parlamentare europeo tra gli estensori della Carta dei diritti dfondamentali dell´Unione Europea, il procuratore torinese Giancarlo Caselli, il professore Giulio Giorello e la genovese Fernanda Contri, prima donna giudice della Corte Costituzionale. Renzo Guolo, tra i maggiori esperti italiani di Islam, e l´ex ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, poi Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, ed Edmondo Bruti Liberati, procuratore aggiunto a Milano e già presidente dell´Anm. Giusto per citarne solo alcuni, così come vale la pena di ricordare che tra gli spettacoli in scena ci sarà anche quello della Compagnia della Fortezza di Volterra di Armando Punzo. Nell´organizzazione della rassegna c´è naturalmente il Comune di La Spezia, che insieme al patrocinio della regione Liguria ha potuto contare su di una serie di partner come le fondazioni Lelio e Sisti Basso, Verardi, la rivista Questione di Giustizia. Per il sindaco Massimo Federici, La Spezia con Parole di Giustizia «vuole dare un contributo alla riflessione sul grande tema della libertà nelle società moderne. Vuole parlare in primo luogo ai giovani, per favorire la crescita del livello di civiltà e del senso delle istituzioni nelle nostre comunità. Nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in apertura della Biennale della Democrazia di Torino, ha fatto un nuovo, alto richiamo all´esigenza di "suscitare la vicinanza e l´adesione, non passiva ma vigile e propulsiva, dei cittadini alle istituzioni democratiche, l´esigenza di evitare un fatale indebolimento di queste ultime per effetto di tendenze al distacco, alla sfiducia, all´indifferenza da parte dei cittadini´. Questa rassegna risponde proprio a questa esigenza: di giustizia, libertà, democrazia, diritti. Parleremo sul territorio, nelle piazze, nelle librerie, nelle scuole, nei luoghi di incontro». La Spezia si apre ai diritti, alla cultura. Il Centro Arte Moderna e Contemporanea, il Centro Allende, la Sala Dante e il Teatro Civico ospiteranno i diversi appuntamenti. è possibile vedere il fitto programma visitando il sito www.paroledigiustizia.spezianet.it

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regioni e comuni in rivolta contro il nuovo nucleare "non vogliamo le centrali" - luca iezzi (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 27 - Economia Protestano Puglia e Sardegna. Scajola, mano tesa ai governatori Regioni e comuni in rivolta contro il nuovo nucleare "Non vogliamo le centrali" LUCA IEZZI ROMA - Esplode il problema della localizzazione delle centrali nucleari. La legge per il ritorno dell´atomo continua a progredire in Senato: ieri è stato approvata l´istituzione della Agenzia nazionale per la sicurezza. Sarà un autorità indipendente per la regolamentazione tecnica, il controllo della sicurezza, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari, la protezione dalle radiazioni. L´Agenzia vigilerà su costruzione, esercizio, salvaguardia degli impianti. Tra sei mesi sapremo anche dove il governo vorrà realizzarle anche se le mappe su rischio sismico e di alluvioni, come quelle elaborate da Repubblica ieri, riducono ad una manciata le zone adatte. E le regioni già si ribellano all´impossibilità di intervenire nella scelta dei siti. Se il governatore del Piemonte, Mercedes Bresso annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale, il pugliese Nicola Vendola rilancia: «Dovranno venire con i carri armati per imporre le centrali atomiche». «Sono contrario ai depositi di scorie nucleari in Sardegna» dichiara l´assessore regionale all´Ambiente della Regione, Emilio Simeone, mentre il Pdl isolano, esclude la possibilità di centrali. Per il governatore Claudio Martini: «La risposta della Toscana è netta: no grazie, noi abbiamo già fatto un´altra scelta». Filiberto Zaratti, assessore all´ambiente del Lazio, respinge l´attenzione dell´industria nucleare per Montalto di Castro. Il Ministro degli dello sviluppo Economico Claudio Scajola rassicura: «I decreti sulla localizzazione degli impianti saranno adottati con il parere della Conferenza Stato-regioni, nel pieno rispetto di tutte le prerogative riconosciute a regioni ed enti». Il viceministro allo sviluppo economico, Adolfo Urso ha chiarito: «La mappa dei futuri siti risponderò a criteri strettamente tecnico-scientifici e non sarà una mappa politica. Le ipotesi che sono circolate di un elenco di siti sono false». Non basteranno sei mesi a ridurre i timori: «Non sarà con la forza che Berlusconi farà digerire agli italiani una scelta costosa e sbagliata. Oltre all´errore del perseguire con il nucleare è inaccettabile l´idea del governo di scorciatoie che passino per la militarizzazione delle aree» afferma il responsabile Ambiente del Pd Ermete Realacci. Mentre l´Anci, per bocca di Fabio Callori, sindaco di Caorso, ex sede di centrale, propone: «Si parta dalle regioni che hanno dato il loro assenso: la Lombardia, il Veneto e la Sicilia per esempio».

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Brescia procura disagiata Ora scattano gli incentivi (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BRESCIA pag. 7 Brescia procura disagiata Ora scattano gli incentivi SI CERCANO CINQUE MAGISTRATI BRESCIA IL PLENUM del Csm ha deliberato ieri mattina, all'unanimità, la pubblicazione del bando per 76 posti vacanti, in 41 sedi di procure disagiate, dove si rilevano significative carenze d'organico. Tra queste, anche Brescia che proprio nei giorni scorsi era stata inserito nell'elenco inviato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano. I magistrati interessati, che riceveranno un incentivo per andare a coprire i posti attualmente vacanti, dovranno presentare le loro domande entro il 25 maggio agli uffici di appartenenza, che dovranno girarle al Csm entro il 29. A Brescia il procuratore capo Nicola Pace (nella foto) ha espresso soddisfazione per la decisione del plenum, ma non ha mancato di evidenziare come dall'incentivazione prevista per le sedi disagiate, possa scaturire qualche problema. «È un ufficio - ha detto parlando della Procura della repubblica di Brescia - in grave sofferenza, che noi lottiamo per dotare come merita e devo dire che qualche successo s'intravede all'orizzonte. In effetti abbiamo la comunicazione di tre posti per l'applicazione extra distrettuale. Non solo, abbiamo poi la messa al bando di cinque posti di magistrati che devono venire qui a Brescia con incentivi economici. Noi contiamo sulla capacità attrattiva di questa disposizione ministeriale, anche se c'è qualche problema dovuto al fatto che ci saranno posizioni differenziate. Quindi ci sarà chi verrà a condizioni di privilegio, chi invece continuerà a tirare la carretta in condizioni di normalità. Ma quello che conta è che finalmente potremo uscire dalla ristrettezza numerica attuale, potremo tenere botta alle esigenze del territorio». Bisogna tenere presente, quando si valuta l'attività complessivamente svolta dalla Procura bresciana, che vi sono anche le competenze derivanti dall'essere sede della Direzione distrettuale antimafia. A questo bisogna aggiungere il notevole impegno richiesto dal processo per la strage di piazza della Loggia, dove due giorni alla settimana, è presente il pm Francesco Piantoni. M.P.

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DIP. AMBIENTE: LE MANI DEL GOVERNO SUL PETROLIO LUCANO (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 14 Maggio 2009 DIP. AMBIENTE: LE MANI DEL GOVERNO SUL PETROLIO LUCANO Potenza, 14 maggio 2009 - In relazione al disegno di legge approvato in Senato che modifica le norme per l’estrazione degli idrocarburi, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata fa presente quanto segue: Gli abitanti della Basilicata trattati allo stesso modo di paesi come la Nigeria, l’Angola o la Guinea Equatoriale: da oggi, per estrarre il petrolio dal sottosuolo nella nostra regione è sufficiente un accordo fra il Governo e le multinazionali, alle quali basterà andare a Roma e contrattare con il ministro Scajola. Alla Basilicata nessuno dovrà chiedere nulla o dare in cambio qualcosa: sono saltate le garanzie per la salvaguardia del territorio e quindi ogni possibilità per la Regione di negoziare benefici per il suo territorio e i suoi cittadini. Questo meccanismo perverso è il risultato di un’operazione in cui sono complici e conniventi il Governo di destra e le grandi multinazionali del petrolio: sono gli effetti del disegno di legge approvato oggi al Senato chiamato “Sviluppo e internazionalizzazione delle imprese”, sulla base del quale i permessi di ricerca e le concessioni per l´estrazione di idrocarburi possono essere rilasciati senza l´Intesa Stato-regione, bensì con un procedimento unico in capo all´Amministrazione dello Stato. Si torna indietro di dieci anni privando la Regione del suo potere di autodeterminazione e riducendola, appunto, a colonia. Come se non bastasse, la legge cambia anche le norme sulla Valutazione di impatto ambientale, che sarebbe richiesta soltanto per le attività di perforazione dei pozzi e sarebbe affidata ora all´Unmig (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia), un organismo statale periferico del Ministero per lo Sviluppo economico, neanche di quello dell’Ambiente. Speravamo che almeno in questa occasione il ministro Prestigiacomo difendesse le prerogative del suo dicastero senza farsi fagocitare, come accade anche per il nucleare, dal collega dell’Economia. In pratica, è stata messa a punto una joint venture in cui Governo e compagnie gestiscono un’iniziativa comune per poi dividerne gli utili. E non fa niente se per agevolare le imprese si impoverisce una regione. Sono anche questi, in fin dei conti, gli effetti del federalismo, per cui ciò che appartiene alla Lombardia (il gettito fiscale delle imprese, ad esempio) resta nelle casse di quella Regione, mentre ciò di cui dispone la Basilicata, gas, petrolio e risorse naturali, viene espropriato. Un colpo durissimo per la Basilicata che è di gran lunga la prima regione per produzione di petrolio in Italia, che contribuisce a circa il 90 per cento della produzione nazionale su terraferma e ad oltre il 76% dell’intera produzione italiana I rischi di questa decisione sono stati evidenziati da tempo, ricevendo anche il sostegno della Commissione Ambiente e Protezione civile delle Regioni che, il 29 ottobre scorso ha assunto una posizione chiara e univoca contro questo disegno di legge. Questo “federalismo all’incontrario” obbliga la Basilicata e i lucani a opporsi con ogni mezzo ad unna legge che li espropria delle loro risorse e del loro futuro. Nulla rimarrà intentato, dal ricorso alla Corte Costituzionale ad un’autonoma legge regionale sia sulla Valutazione di impatto ambientale che sulle procedure autorizzatorie in materia di ricerca, prospezione ed estrazione di idrocarburi. Insomma, riappropriandosi del governo del territorio e del controllo delle attività che su esso si svolgono, estrazioni incluse. L’auspicio è che vi sia un più ampio schieramento di forze e che anche gli esponenti del centrodestra lucano – che fino ad ora hanno finto di ignorare le gravi conseguenze della legge - possano riscoprire le ragioni del federalismo, schierandosi finalmente in difesa della Basilicata e dei cittadini lucani nella battaglia che vedrà la Regione impugnare questo provvedimento ingiusto e approvare in Consiglio norme che servano a tutelare le nostre risorse. . <<BACK

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Il pirata Sarkozy (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

INTERNET Il pirata Sarkozy Tre download e sei disconnesso. Perché la nuova legge del presidente francese sarà la sua vittoria di Pirro Nicola Bruno Vincere la battaglia e perdere la guerra. Sembra questo il destino del presidente francese Nicolas Sarkozy e della legge Hadopi («tre errori e sei disconnesso») per cui si è tanto battuto nell'ultimo anno. Dopo un iter travagliato e diverse bocciature politiche (sia in Francia che al parlamento europeo) ieri il Senato francese ha dato il via libero definitivo al provvedimento che ora dovrà superare solo lo scoglio della Corte Costituzionale. Ma il pervicace presidente francese ha davvero vinto la personale guerra contro i pirati online? O la sua è una «vittoria di Pirro», utile solo ad accontentare le major dell'intrattenimento, ma del tutto inefficace per arginare il fenomeno della pirateria? Digerita la sconfitta, diversi attivisti d'Oltralpe rilanciano la sfida, mettendo in luce come la dottrina Sarkozy sia arrivata troppo in ritardo rispetto alle abitudini degli utenti online (che nel frattempo sono molto cambiate), oltre ad essere già inefficace dal punto di vista tecnologico. Fatto sta - ribattono i più pessimisti - che da qui al 2011 (quando la legge diventerà effettiva) la Francia sarà il primo paese europeo ad applicare un regime di sorveglianza su tutte le attività online degli utenti: «Le conseguenze saranno potenzialmente liberticide», hanno denunciato ieri diversi deputati indipendenti. Il provvedimento prevede infatti che, dopo due avvertimenti formali, si possa disconnettere un utente scoperto a scaricare contenuti protetti da copyright. E' come se dopo aver ricevuto due multe perché si è senza biglietto sull'autobus, alla terza si ricevesse un diffida da parte del controllore con il divieto di utilizzare qualsiasi mezzo pubblico per un anno. Ma c'è di più: l'espulsione non riguarda solo il colpevole, ma chiunque condivida la connessione. Pensate ad un genitore estromesso dalla rete perché il figlio si ostina a scaricare videogiochi. O ad interi uffici tagliati fuori da internet per un anno perché un dipendente ha effettuato il download di un film. Il tutto - fatto ancora più grave - senza neanche passare per un giusto processo: a ordinare la disconnessione (e così privare di un diritto che il parlamento dell'Unione europea ha più volte ribadito come fondamentale) ci penserà un'autorità amministrativa (l'Hadopi, appunto) il cui presidente è nominato direttamente dal governo. Come se non bastasse saranno poi società private (finanziate dai detentori dei diritti, e quindi in odore di conflitto di interessi) a spiare sull'attività degli internauti francesi. Ma quali saranno le conseguenze pratiche per gli utenti? Almeno in un primo momento, i navigatori meno esperti subiranno «l'effetto-paura» e magari si affretteranno ad acquistare software di sicurezza a pagamento. Mentre quelli più esperti avranno già cambiato le proprie abitudini, senza rinunciare ad un accesso più libero alle risorse online. Se l'industria del software ha di che gioire per l'entrata in vigore di questo provvedimento, lo stesso non può dirsi per le major dell'intrattenimento che tante pressioni hanno fatto su Sarkozy. Sui blog già dilagano gli appelli ad azioni di protesta («Boicottiamo i cinema, i Cd e i Dvd per un anno», scrivono alcuni blogger; altri utenti di Twitter promettono incursioni al festival di Cannes appena iniziato), mentre c'è chi ha già messo online la lista con i deputati che hanno votato a favore, con l'avvertimento: «Ora sappiamo per chi votare alle prossime europee». E ancora: «Facciamogli vedere che siamo noi consumatori a dettare legge», reclama un internauta su Twitter, mentre altri se la prendono con Denis Oliviennes, ispiratore del progetto di legge. Si aggiunga a ciò che il processo in Svezia contro i fondatori del sito The Pirate Bay ha alzato i riflettori su un fenomeno che non è più di nicchia, ma ormai sensibilizza ampie fasce di cittadini. Secondo un sondaggio della London School of Economics diffuso ieri, alle prossime consultazioni europee il Partito dei Pirati svedese potrebbe portare a Bruxelles ben due rappresentanti, raccogliendo circa l'8,1% delle preferenze totali, grazie soprattutto al voto giovanile (oltre il 20%). Gli animatori del blog Linux Manua ieri hanno subito pubblicato un «piano di resistenza» con ben dieci antidoti alla legge Hadopi: si va dal «contestate tutto» per ingolfare la macchina burocratica, al ricorso sistematico allo streaming video e musicale (al posto del download), ma anche il più sicuro mascheramento dell'indirizzo Ip (in modo da non essere intercettati da chi sorveglia, un po' come fanno i dissedenti politici in Cina), fino alle scelte di voto consapevoli. Va al contrattacco anche il collettivo La Quadrature du Net, che parla di un provvedimento «già morto e sepolto» per ben quattro motivi: legale (è in contraddizione con quanto votato dal parlamento europeo), tecnico (già esistono diversi programmi per rendere anonima la connessione), giuridico (presto scoppierà un Hadopi-gate per le tante collusioni tra i membri del governo e l'industria dell'intrattenimento francese), mediatico (la propaganda anti-Hadopi ha compattato il fronte degli utenti). Ce n'è abbastanza perché alla fine la vittoria Sarkozy-Pirro si riveli solo un clamoroso autogol, sia nel merito (politico) che nel metodo (tecnologico). totem.to CHI APPLAUDE La legge francese suscita naturalmente grandi applausi in Italia. Le maggiori associazioni degli editori librari, musicali, dei produttori audiovisivi e dei discografici italiane scattano in piedi: «Siamo convinti che tale intervento risponda pienamente all'obiettivo di contrastare in radice l'assunto che tutto in rete deve essere solo gratis e liberamente accessibile», dice una lettera inviata al presidente Sarkozy e per conoscenza al presidente del Consiglio Berlusconi, siglata da Afi, Aie, Anem Fem, Fimi, Fpm, Pmi, Unemia, Univideo, Sistema Cultura Italia. «Riteniamo che lo sforzo fatto dal suo governo sia ancora più lodevole e apprezzabile perché si è mantenuta la centralità del diritto d'autore anche per l'ambito telematico - prosegue la lettera a Sarkozy - e non si è caduti nell'abbaglio, come avvenuto di recente al Parlamento europeo con il voto sul Telecom Package, di un difesa ideologica di presunte libertà digitali». «L'auspicio - conclude la lettera - è che questo provvedimento possa aprire la strada in Europa ad una politica che metta al centro i contenuti creativi contrastando la diffusione illecita di opere dell'ingegno che sta mettendo in ginocchio l'intera filiera della produzione. Ci auguriamo che anche il nostro paese, con il comitato contro la pirateria multimediale e altre iniziative normative dia seguito urgentemente all'attivazione di politiche pubbliche volte a tutelare il patrimonio artistico e culturale dell'Italia». Anche la Siaes, naturalmente, applaude.

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Toscana controcorrente Cure mediche ai clandestini (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 17 Toscana controcorrente Cure mediche ai clandestini EMIGRAZIONE: PRIMO SI' IN COMMISSIONE ALLA REGIONE FIRENZE ASSISTENZA SANITARIA e interventi urgenti anche ai clandestini. La Toscana, ancora una volta, va controcorrente. Mentre il governo respinge i barconi di chi tenta di sbarcare in Italia, la Commissione attività produttive del Consiglio regionale approva coi voti del centrosinistra (contrario il Pdl) una legge che andrà in aula il 19 maggio per il sì definitivo. Nel testo si legge: «Tutte le persone dimoranti nel territorio regionale, anche se prive di titolo di soggiorno, possono fruire degli interventi socio-assistenziali, urgenti e indifferibili, necessari a garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti a ogni persona dalla Costituzione e dalle norme internazionali». La proposta, ha spiegato il presidente della commissione, Vittorio Bugli (Pd), detta norme ispirate a principi di uguaglianza e pari opportunità per gli stranieri. Ma Alberto Magnolfi, capogruppo di Forza Italia-Pdl, si è scagliato contro: «Abbiamo espresso il nostro giudizio politico negativo. E siamo convinti che questa legge si scontri con sentenze della Corte Costituzionale. Confermiamo il voto contrario, che ripeteremo in aula, e siamo dell'idea che, nonostante le modifiche, frutto di un lavoro anche abile, non cambiano i fondamenti della legge, a nostro parere molto discutibili». Soddisfatti, e convinti a difendere la legge fino in fondo, Luca Ciabatti di Rifondazione comunista e Alessia Petraglia di Sinistra Democratica. Col plauso di Gianni Salvadori, assessore alle Politiche sociali: «Mi riconosco in pieno nel testo che traduce la proposta della giunta senza contraddizioni». E ora? E' probabile che il governo ricorra alla Corte Costituzionale. Ma la Regione dovrà difendersi anche da cittadini contrari alla legge. Che da ieri hanno cominciato a inviare e-mail di protesta. Sandro Bennucci

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Vendola: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 14/05/2009 - pag: 1 Spunta il nome di Ostuni per una centrale e scoppia la polemica Vendola: «Abbiamo già dato Mai il nucleare in Puglia» BARI Dopo l'affondo dell'assessore Losappio che annuncia che la Puglia arriverà a rivolgersi alla Corte costituzionale per fermare il nucleare, anche il governatore attacca la possibilità di costruire centrali nei dintorni di Ostuni come era stato ventilato. «La Puglia è pronta non ad accogliere il nucleare ma a costruire una ribellione popolare nei confronti di una ipotesi che è semplicemente offensiva e demenziale », ha detto Nichi Vendola. «Offensiva perché - ha detto Vendola - la Puglia ha già dato». ALLE PAGINE 2E3 Lampugnani, Strippoli

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Nucleare, la Regione insorge Vendola: ribellione popolare (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 14/05/2009 - pag: 2 Nucleare, la Regione insorge Vendola: ribellione popolare Piano del Governo, pronto un ricorso alla Corte Costituzionale Losappio: legge ad hoc. Amati (Anci): «E Ostuni si mobiliti» BARI La Puglia si prepara alla battaglia contro il nucleare. Nichi Vendola invoca «una ribellione popolare». L'assessore Michele Losappio preannuncia «un ricorso alla Corte costituzionale e una legge ad hoc ». Il Pd (con Antonio Maniglio e Fabiano Amati) arringa il consiglio regionale e i sindaci. Rimane isolato Rocco Palese (Pdl), unico a difendere le intenzioni del governo di tornare all'energia atomica. È la sintesi di una giornata segnata dal crepitio di molte e diverse prese posizione. L'innesco è arrivato dai giornali di ieri mattina: Repubblica riferisce del voto, al Senato, su tre articoli del disegno di legge su Sviluppo ed energia. Le norme delegano il governo a ripristinare la filiera del nucleare (bloccata dal referendum del 1987) e a decidere sulla localizzazione dei siti. All'esecutivo sono concessi sei mesi. Ma non si parte da zero. Qualcuno rispolvera lo studio messo a punto nei primi anni Settanta. Le zone poco sismiche e con abbondanza di acqua (fiumi o mare) sono le candidate per eccellenza. Dunque: una larga area della Sardegna, un pezzo di Piemonte, la Puglia meridionale, in particolare il territorio di Ostuni. Avetrana e Nardò hanno di recente ribadito il proprio netto no, dopo le poderose proteste negli anni Ottanta. È spuntato nei mesi scorsi anche il nome di Mola di Bari. «La Puglia - tuona Vendola - è pronta a costruire una ribellione popolare nei confronti di un'ipotesi offensiva e demenziale. La Puglia ha già dato. La centrale a carbone di Cerano comporta una percentuale impressionante di inquinamento ambientale, con conseguenze molto serie per la salute dei cittadini ». Ma non è tutto. Vendola allude, in chiave anti atomo, all'incremento vorticoso dell'energia da fonti rinnovabili, al futuro arrivo in Puglia di due gasdotti, al fatto che già oggi le centrali pugliesi forniscano al sistema nazionale l'88% dell'energia che producono. «Al territorio - aggiunge Losappio - restano i danni per la salute. In questo contesto, l'ipotesi di una centrale o di un sito di stoccaggio di scorie nucleari, è inaccettabile ». Che può fare la Puglia per opporsi? Due ipotesi: «Un ricorso alla Corte costituzionale, visto che l'energia è materia concorrente». Significa che governo e Regioni decidono assieme. Mentre le norme approvate dal Senato profilano la semplice audizione delle Regioni. La seconda potrebbe essere «una legge regionale con cui si dichiara la Puglia regione denuclearizzata ». L'effetto sarebbe indentico: il conflitto finirebbe davanti alla Consulta. «La destra - commenta Antonio Maniglio, capogruppo pd - pretende di commissariare le Regioni. Siamo al tragicomico. Qualche settimana fa si è votata la legge sul federalismo fiscale: per anni si è discusso su come spostare sul territorio le decisioni, e oggi, alla prima occasione, si torna alla centralizzazione di stampo sovietico». Maniglio ha chiesto al presidente dell'assemblea regionale, Piero Pepe, di portare all'esame della prossima seduta la discussione sulla mozione del centrosinistra contro il nucleare. L'assessore regionale Mimmo Lomelo è lapidario: «La Regione ha già detto 'no' al nucleare e 'sì' alle fonti rinnovabili». Il vice presidente dell'Anci, Fabiano Amati, ha già mobilitato i sindaci del brindisino e chiesto ai primi cittadini di Ostuni, Fasano, Cisternino e Carovigno una riunione congiunta dei rispettivi consigli comunali. Contro le centrali atomiche anche la Uil di Aldo Pugliese. Favorevole all'atomo è Rocco Palese (Fi). «Sono false - sottolinea - le notizie di chi continua a diffondere mappe e a sostenere che i siti siano stati individuati. Siamo anche noi ansiosi di discutere in consiglio regionale. Ma per sentire Losappio, Maniglio e compagni spiegare perché l'Europa e il mondo intero scelgono il nucleare sicuro», mentre l'Italia dovrebbe dire no «e continuare a far pagare bollette energetiche salatissime ». Francesco Strippoli

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Inchiesta sui rifiuti, tensione in Procura sullo stralcio del capo della Protezione civile (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 14/05/2009 - pag: 23 Nel capoluogo campano Inchiesta sui rifiuti, tensione in Procura sullo stralcio del capo della Protezione civile NAPOLI Oggi un incontro informale tra un gruppo di pm, nei prossimi giorni probabilmente un'assemblea e forse un documento che potrebbe schierare i sostituti napoletani con il procuratore aggiunto Aldo De Chiara o con il capo Giovandomenico Lepore. Perché tra i due è nato un caso ora all'esame della prima commissione del Csm dopo la lettera inviata da De Chiara in cui sostiene che la decisione di Lepore di stralciare da una delle principali inchieste sui rifiuti le posizioni del sottosegretario Guido Bertolaso e del prefetto Alessandro Pansa fu presa per non ostacolare l'azione del governo. Sulla questione Lepore è già intervenuto, sostenendo di aver deciso lo stralcio perché riteneva l'indagine «non sufficientemente approfondita e ponderata». In ogni caso, però, lo scontro ormai è aperto, e ora potrebbero schierarsi i pm. Anche se l'attesa principale resta per la decisione del Csm, che potrebbe arrivare al massimo lunedì prossimo. Non è escluso che prima di esprimersi la commissione ascolti De Chiara e i due pm titolari dell'inchiesta contestata, i sostituti Noviello e Sirleo. F.B.

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Soda caustica al bar Grave il procuratore di Frosinone (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 14/05/2009 - pag: 24 L'incidente Margherita Gerunda stava facendo colazione Soda caustica al bar Grave il procuratore di Frosinone Nell'acqua c'era detersivo. È in prognosi riservata ROMA Un mezzo sorso ed è stramazzata a terra. A Margherita Gerunda, procuratore di Frosinone, al posto dell'acqua hanno servito soda caustica. L'incidente è avvenuto nel bar-pasticceria dove ogni giorno il magistrato consuma il rito della colazione mattutina. Un rito che ieri è sfociato in tragedia: la Gerunda ha subìto gravissime lesioni alla bocca e all'esofago. Si salverà, ma per ora è in prognosi riservata e rischia di finire in sala operatoria. Tutto è successo in un attimo. Il procuratore prima ha ordinato cappuccino e cornetto, poi dell'acqua per prendere una pillola. Ma, appena ha iniziato a bere, ha avvertito un bruciore terribile fino alla bocca dello stomaco. «È caduta a terra priva di sensi racconta un cliente , aveva del sangue sulle labbra». Il «Dolcemascolo », non lontano dal tribunale, è precipitato nel caos. «La titolare prosegue il testimone ha subito capito che doveva essere accaduto qualcosa di molto grave. Ha messo un dito sul bicchiere e se lo è passato sulle labbra: è rimasta ustionata anche lei». La Gerunda è stata soccorsa e il suo autista l'ha trasportata all'Umberto I di Frosinone. Poco dopo, in eliambulanza, è stata trasferita a Roma, al Gemelli: rischia la perforazione dell'esofago. La procura ha aperto un'inchiesta per lesioni (che sarà trasmessa a Perugia) e ha inviato gli ispettori dell'Asl a controllare il bar: non sono emerse irregolarità. La Squadra mobile, interrogando i gestori (una coppia) e i quattro dipendenti, ha ricostruito l'incidente: una cameriera, nel ripulire la lavastoviglie, ha infilato i resti del detersivo in una bottiglia d'acqua minerale; qualcun altro (non è chiaro chi) l'ha presa e l'ha sistemata in frigorifero. «La combinazione di una serie di elementi imprevedibili ed eccezionali si legge in una nota che i proprietari hanno affidato all'avvocato Nicola Ottaviani ha generato un assurdo incidente, che addolora i titolari e i dipendenti. La famiglia esprime profonda solidarietà personale e umana per quanto è accaduto al procuratore». Disattenzioni simili, in passato, hanno avuto conseguenze drammatiche: nel 2003 la giornalista Rai Mariella Milani è rimasta tre settimane in ospedale e nel 2002, a Livorno, una donna è morta. Al magistrato hanno inviato gli auguri di pronta guarigione il Csm, a cominciare dal vicepresidente Nicola Mancino, e il senatore Mauro Cutrufo, vicesindaco di Roma. La Gerunda, nata 68 anni fa in Liguria, sposata con un collega in pensione, Mario Licata, due figli e un nipote, è procuratore di Frosinone da cinque anni. La carriera però l'ha iniziata a Torino, per poi approdare a Roma una trentina d'anni fa. Qui, agli sgoccioli degli anni '80, aprì un'inchiesta destinata a fare rumore: aveva scoperto che a Palazzo dei Marescialli i consiglieri mettevano il caffè in conto al Csm. Aver indagato sui colleghi costò la medaglia d'oro di fine carriera all'allora procuratore Achille Gallucci. Considerata una cattolica severa, vicina ad An, la Gerunda spuntò tra i possibili sfidanti di Francesco Rutelli nel '97. Lavinia Di Gianvito Capo dei pm Margherita Gerunda, procuratore di Frosinone da 5 anni

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Sciopero anti-Mancino al Csm (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 14/05/2009 - pag: 25 La protesta Sciopero anti-Mancino al Csm ROMA Linea dura del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino sul rinnovo del contratto dei dipendenti di Palazzo dei Marescialli per il quale gli stessi hanno proclamato lo sciopero. Lo scontro riguarda la richiesta degli aumenti di stipendio che Mancino giudica irrealistica e di molto superiore ai parametri retributivi previsti per gli altri comparti della amministrazione pubblica. «Il rinnovo del contratto ha ammonito Mancino sarà possibile solo sulla base di richieste realistiche. Le richieste del sindacato interno del personale del Csm sono state di molto superiori agli aumenti riconosciuti dal recente contratto nazionale degli statali. Le percentuali di aumento richieste non sono compatibili con la situazione finanziaria del Paese».

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PERCHÉ LA PROCURA È UN CASO NAZIONALE (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 14/05/2009 - pag: 1 LO SCONTRO TRA I PM DI NAPOLI PERCHÉ LA PROCURA È UN CASO NAZIONALE di GIANLUCA ABATE L a decisione del procuratore della Repubblica di Napoli di intervenire pubblicamente, attraverso una lettera inviata alla stampa, su un'indagine penale non ancora definita (quella che coinvolge il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il prefetto di Napoli Alessandro Pansa), merita una riflessione. E questa riflessione non può non partire dalla considerazione che l'iniziativa di Giovandomenico Lepore ha una valenza giudiziaria politica, anziché tecnica. La vicenda, così come s'è svolta, è storia nota: due pubblici ministeri (Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo) e il loro coordinatore (Aldo De Chiara) volevano applicare misure cautelari e/o chiedere il rinvio a giudizio di Bertolaso e Pansa, il capo dell'ufficio ha invece successivamente deciso di stralciare la posizione degli indagati per «ulteriori approfondimenti investigativi »; i sostituti si sono rivolti prima al Consiglio giudiziario e poi al Csm, che ha dato loro ragione ritenendo che la decisione di Lepore non costituisse un semplice stralcio, bensì una revoca non motivata dell'indagine. Letti così i fatti, dunque, non ci troveremmo altro che di fronte a una questione di natura prettamente tecnica, ad una normale e fisiologica dialettica interna a un ufficio. E allora perché il caso Napoli continua? Perché, tutto d'un tratto, una questione tecnica è diventata d'interesse nazionale per la magistratura? Comprenderlo, significa comprendere che la Procura di Napoli è il terreno dove si sta giocando una più ampia (e decisiva) partita. E quella partita è la discussione in atto al Csm sulla circolare per la riorganizzazione delle procure, documento che dovrà stabilire i poteri (e i doveri) dei capi degli uffici inquirenti. Perché sia comprensibile anche ai non addetti ai lavori, la questione di fondo si può riassumere così. C'è chi, da un lato, vuole un procuratore i cui poteri siano temperati dai sostituti, un po' come accadeva ai tempi in cui la discussione dell'organizzazione dell'ufficio doveva ricevere pareri, assensi, valutazioni. E chi, al contrario, ritiene che sia necessario disegnare la figura di un procuratore davvero capo, le cui decisioni organizzative siano «indiscutibili» all'interno dell'ufficio, ma rimesse alla valutazione delle varie articolazioni del Csm (disciplinare; prima, quinta e settima commissione referente) cui spetta il compito di tutelare autonomia e indipendenza dei singoli pm. Un'interpretazione, quest'ultima, che vede nella «compressione» del potere del capo dell'ufficio il rischio di «consegnare» il procuratore nelle mani dei suoi sostituti, e dunque delle correnti (i cui esponenti, di volta in volta, vengono eletti anche con i voti di quei sostituti). Un pericolo denunciato dallo stesso ex vicepresidente del Csm Giovanni Verde, che in un editoriale pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno ha rilevato come la situazione sia «destinata ad esplodere, se i singoli magistrati addetti alle procure rivendicano posizioni garantite, e soprattutto se non tollerano che l'esercizio dell'azione penale il quale implica delicatissimi e non facili problemi di scelta in ordine alle indagini che lo presuppongono trovi il suo punto di equilibrio nella valutazione di chi è responsabile dell'intero ufficio». CONTINUA A PAGINA 17

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Legge 40: Serve un comitato scientifico slegato dalla politica (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Legge 40: «Serve un comitato scientifico slegato dalla politica» Mondo scientifico, giuristi e politici a confronto sul futuro della Legge 40 all'indomani della sentenza della Corte costituzionale che ne ha dichiarato la parziale illegittimità. Il convegno, svoltosi ieri nella Sala delle Colonne di Palazzo Marini a Roma,è stato organizzato dalla Società italiana di fertilità e sterilità (Sifes). «Un nuovo patto di genitorialità tra la coppia e il medico che esegue il trattamento di cura dell'infertilita. È questo quello che si deve costruire partendo proprio dalle indicazioni contenute nella sentenza della Consulta: un patto basato su una assunzione di responsabilità del medico e sulla sua autonomia nell'applicazione delle evidenze scientifiche e delle buone pratiche mediche», ha proposto di Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Fondazione Hera di Catania. «La sentenza della Corte produce una nuova norma - ha spiegato Marilisa D'Amico, costituzionalista e membro del collegio di difesa dei pazienti davanti alla Consulta - una norma immediatamente applicabile che consentirà di produrre il numero di embrioni necessario alla paziente e di crioconservare quelli eventualmente non impiantati». La proposta uscita dal confronto di ieri è quella di creare un soggetto completamente autonomo rispetto alla politica, un comitato scientifico, a cui dovrebbero partecipare anche rappresentanti dei pazienti, che indichi ai centri le evidenze scientifiche e che validi le buone pratiche mediche. Secondo il costituzionalista Stefano Rodotà, tuttavia, non è detto che sia la strada migliore: «Non è il momento di costituire organi di controllo sulla fecondazione assistita, quando la Corte Costituzionale, con la sua ultima sentenza, ha già fissato chiaramente i punti chiave della questione». Soprattutto perché «in Italia le autorità di controllo non possono vantare l'apertura di quelle che esistono, ad esempio, in Gran Bretagna. Anzi, spesso sono ideologizzate».

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Il processo verso il rinvio (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 14/05/2009 - pag: 2 Catenacci dal pm Il processo «Rompiballe» verso il rinvio NAPOLI Processo «Rompiballe », si va verso il rinvio. Quasi certamente non comincerà il 26 maggio prossimo il dibattimento che vede imputate 25 persone, tra cui Marta Di Gennaro, ex vice di Bertolaso quando questi era commissario straordinario, per aver smaltito spazzatura «tal quale» come se invece fosse stata trattata. Il processo si sarebbe dovuto svolgere davanti alla V sezione del Tribunale, collegio B. Ma il collegio B è esaurito: due giudici su tre sono stati trasferiti e non sono ancora stati rimpiazzati; il terzo componente, Maria Antonia Napolitano Tafuri, dovrà astenersi per incompatibilità: è infatti l'ex moglie di Giovanni Corona, il pm ex consulente del Commissariato straordinario che da pochi giorni è stato reimmesso in ruolo e destinato nuovamente alla Procura di Napoli. Corona è indagato nell'ambito dello «stralcio Pansa Bertolaso »: il fascicolo finirà per competenza alla Procura di Roma. Il presidente del Tribunale, Carlo Alemi, sottolinea che è allo studio una soluzione: «Voglio che il collegio sia stabile e segua il processo dall'inizio alla fine. Nei prossimi giorni valuterò le varie possibilità ». Il processo, molto delicato visti gli strascichi che ancora ci sono davanti al Csm, potrebbe svolgersi davanti ad un altro collegio della stessa sezione oppure essere spostato davanti ad un'altra sezione. Gli avvocati stanno lavorando alla lista testi, che dovranno comunque presentare entro lunedì. I pm di udienza dovrebbero essere gli stessi che hanno condotto le indagini e che poi al momento della richiesta di rinvio a giudizio hanno avuto un clamoroso scontro con il procuratore Lepore: Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Anche loro lavorano sulla lista testi, con tutte le difficoltà che derivano dal non conoscere gli atti compiuti nel corso dell'inchiesta stralcio. Martedì, intanto, al pm Maurizio De Marco, cui Lepore aveva delegato il fascicolo Pansa Bertolaso, si è presentato il prefetto Corrado Catenacci, accompagnato dal suo difensore, avvocato Ettore Stravino. Per un'ora e mezzo Catenacci, che fu commissario straordinario dal febbraio 2004 all'ottobre 2006, ha risposto alle domande del magistrato, cercando di chiarire il suo ruolo nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti. Titti Beneduce

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Così i titolari: In queste ore, l'unico interesse della famiglia Dolcemascolo è... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi Così i titolari: «In queste ore, l'unico interesse della famiglia Dolcemascolo è quello di esprimere la profonda solidarietà, personale ed umana, per quanto accaduto alla dottoressa Margherita Gerunda. La combinazione di una serie di elementi imprevedibili ed assolutamente eccezionali ha generato un assurdo incidente, che contrista e addolora i titolari e il personale dipendente dell'azienda commerciale». La vicenda ha avuto un'eco nazionale: Anche il Csm ha fatto gli auguri di «pronta guarigione» al procuratore di Frosinone. Li ha espressi il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli, Nicola Mancino, a nome dell'Interno Consiglio aprendo il plenum ieri pomeriggio. Auguri di pronta guarigione sono arrivati anche da Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla Giustizia. Anche il sindaco del capoluogo, Michele Marini, ha voluto far sentire la sua vicinanza alla dottoressa. «Esprimo la più grande solidarietà mia e di tutta l'Amministrazione Comunale al Procuratore Capo della Repubblica. Con la speranza che possa recuperare al più presto le proprie condizioni di salute superando il grave incidente che l'ha colpita, l'intera Città le augura un pronto ritorno all'incarico e alle attività che hanno permesso a tutti di apprezzarne le doti umane e professionali». Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons, che in una nota spiega: «E' dal 2002 che il Codacons, inascoltato, denuncia il problema e casi verificatasi in vari bar e ristoranti, avendo individuato, con una sua inchiesta, le ragioni di questi "incidenti", che incidenti non sono». Il Codacons spiega di aver anche presentato una denuncia ai Nas nel 2003 sottolineando che «nei bar e nei ristoranti, che comprano detersivi in quantità industriale all'ingrosso e, quindi, in contenitori grandi, travasano, per comodità, queste pericolose sostanze detergenti e disinfettanti in normali bottiglie d'acqua. Questo perché, essendo piccole, sono più comode e pratiche per un uso quotidiano rispetto al recipiente originale che può contenere anche decine di Kg o litri di prodotto».

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FROSINONE - Va al bar, chiede un bicchiere d'acqua, ma beve soda caustica. Ora Margheri... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi di STEFANO DE ANGELIS FROSINONE - Va al bar, chiede un bicchiere d'acqua, ma beve soda caustica. Ora Margherita Gerunda, procuratore capo di Frosinone, nota come "magistrato di ferro" e in passato titolare di delicate inchieste capitoline, è ricoverata in gravi condizioni al policlinico Gemelli di Roma: è in prognosi riservata. Ieri di primo mattino era andata al bar "Dolcemascolo", nella parte bassa della città, per fare colazione: cornetto e cappuccino, come fa spesso prima di iniziare la sua giornata. Poi c'era quella pasticca da mandare giù e per aiutarsi ha bevuto dal bicchiere nel quale, però, sulla base degli accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile, per errore era stata versata soda caustica, sostanza corrosiva di Ph basico. «Era leggermente diluita, anche se aveva conservato un Ph alto», spiegano dall'Arpa, che si è occupata delle analisi. Le è stata servita, per sbaglio, al posto dell'acqua che aveva richiesto. «Una disattenzione degli addetti del locale», ricostruisce la polizia. Quel liquido tossico le ha causato serie ustioni al palato, alla faringe e all'esofago. La procura di Frosinone ha aperto un'inchiesta: l'ipotesi di reato è di lesioni colpose, per ora contro ignoti. Il fascicolo, per competenza, passerà presto alla Procura di Perugia. «Un incredibile incidente, nulla di più, non vi è alcuna altra pista investigativa», ha spiegato il sostituto procuratore Adolfo Coletta, titolare del fascicolo. Secondo la ricostruzione della polizia, quel liquido era contenuto in una bottiglia di plastica (acquisita dagli investigatori), già aperta, presa da un frigorifero dove era stata posata per errore da qualcuno che pensava fosse acqua. I titolari dell'esercizio commerciale, scossi, l'hanno definito «un assurdo incidente, che addolora». Gerunda è un magistrato molto noto, anche nella Capitale: settantenne, ligure di nascita, è procuratore capo di Frosinone dal 23 marzo del 2004, quando fu designata dal Csm. Negli anni '90, è stata sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma con delega sui procedimenti che riguardano il Tribunale dei minori. Ha cominciato la sua carriera a Torino, per poi passare alla Procura della Capitale, prima presso il Tribunale e poi alla Corte d'Appello. Si è occupata, tra le altre cose, di terrorismo, criminalità organizzata e spaccio internazionale di stupefacenti. E' stata anche consulente della commissione Telekom Serbia. Non solo: nel 1983, insieme al pm Sica, la Gerunda interrogò Alì Agca, autore dell'attentato a Papa Giovanni Paolo II, in relazione alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ieri, dopo l'accaduto, autorità civili e militari di Frosinone hanno espresso sentimenti di stima e vicinanza al Procuratore. Auguri di pronta guarigione sono arrivati anche dal Csm, a esprimerli a nome di tutti i consiglieri il vice presidente Nicola Mancino aprendo la riunione pomeridiana del plenum, e dal sottosegretario alla Giustizia, Elisabetta Alberti Casellati, che parla di «incredibile incidente». Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons con una nota: «È dal 2002 che il Codacons, inascoltato, denuncia il problema e i casi verificatisi in vari bar e ristoranti, avendo individuato, con una sua inchiesta, le ragioni di questi "incidenti", che incidenti non sono».

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Giudizio per conflitto di attribuzione tra Enti. Costituzione e intervento nel giudizio in via principale - Costituzione della Regione resistente oltre il termine applicabile ratio (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

N. 149 SENTENZA Giudizio per conflitto di attribuzione tra Enti. Costituzione e intervento nel giudizio in via principale - Costituzione della Regione resistente oltre il termine applicabile ratione temporis - Inammissibilita'. - Atto di promulgazione della legge statutaria della Regione Sardegna 10 luglio 2008, n. 1. - Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale 16 marzo 1956 e s.m. (testo anteriore a quello adottato dalla Corte con deliberazione 7 ottobre 2008), art. 27, terzo [rectius, quarto] comma. Regione Sardegna - Legge statutaria sottoposta ..........

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DDL sicurezza: passa la linea dura del Governo. Ecco il testo completo (sezione: Giustizia)

( da "Blogosfere" del 14-05-2009)

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Mag 0914 DDL sicurezza: passa la linea dura del Governo. Ecco il testo completo Pubblicato da don Paolo Padrini alle 08:18 in E' passata la linea dura del Governo Maroni-Berlusconi...pardon...del governo Berlusconi. Si parla ovviamente (anche perchè in questi giorni l'argomento non può che essere qusto) del DDl sulla sicurezza, ed - ovviamente - dei maxiemendamenti allegati allo stesso. Visto che non ci piace parlare per "sentito dire", vi proponiamo il testo completo dei tre maxiemendamenti, approvati ieri. Buona lettura. Ddl Camera 2180 -A - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica - Emendamenti del governo 1.1000, 2.1000 E 3.1000 - 1. 1000.Governo. Sostituire l'articolo 1 con il seguente: Art. 1. 1. La disposizione di cui all'articolo 61, numero 11-bis), del codice penale si intende riferita ai cittadini di Paesi non appartenenti all'Unione europea e agli apolidi. 2. All'articolo 235 del codice penale, il secondo comma è abrogato. 3. Il secondo periodo del primo comma dell'articolo 312 del codice penale è soppresso. 4. Dopo l'articolo 183 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, sono inseriti i seguenti: «Art. 183-bis. - (Esecuzione della misura di sicurezza dell'espulsione del cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione europea e dell'apolide). - 1. L'espulsione del cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione europea e dell'apolide dal territorio dello Stato è eseguita dal questore secondo le modalità di cui all'articolo 13, comma 4, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. Art. 183-ter. - (Esecuzione della misura di sicurezza dell'allontanamento del cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea). - 1. L'allontanamento del cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea è disposto in conformità ai criteri e con le modalità fissati dall'articolo 20 del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30». 5. All'articolo 416, sesto comma, del codice penale, le parole: «600, 601 e 602» sono sostituite dalle seguenti: «600, 601 e 602, nonché all'articolo 12, comma 3-bis, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,». 6. All'articolo 376, primo comma, del codice penale, dopo le parole: «e 373» sono inserite le seguenti: «, nonché dall'articolo 378». 7. All'articolo 61 del codice penale, il numero 5) è sostituito dal seguente: «5) l'avere profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all'età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa;». 8. All'articolo 342 del codice penale è premesso il seguente: «Art. 341-bis. - (Oltraggio a pubblico ufficiale). - Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l'onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d'ufficio ed a causa o nell'esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione fino a tre anni. La pena è aumentata se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato. Se la verità del fatto è provata o se per esso l'ufficiale a cui il fatto è attribuito è condannato dopo l'attribuzione del fatto medesimo, l'autore dell'offesa non è punibile. Ove l'imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell'ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto». 9. Nel libro II, titolo III, capo III, del codice penale, dopo l'articolo 393 è aggiunto il seguente: «Art. 393-bis. - (Causa di non punibilità). - Non si applicano le disposizioni degli articoli 336, 337, 338, 339, 341-bis, 342 e 343 quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio ovvero il pubblico impiegato abbia dato causa al fatto preveduto negli stessi articoli, eccedendo con atti arbitrari i limiti delle sue attribuzioni». 10. L'articolo 4 del decreto legislativo luogotenenziale 14 settembre 1944, n. 288, è abrogato. 11. L'articolo 5 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, è sostituito dal seguente: «Art. 5. - 1. Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano può acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se residente all'estero, qualora, al momento dell'adozione del decreto di cui all'articolo 7, comma 1, non sia intervenuto lo scioglimento, l'annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio e non sussista la separazione personale dei coniugi. 2. I termini di cui al comma 1 sono ridotti della metà in presenza di figli nati o adottati dai coniugi». 12. Dopo l'articolo 9 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, è inserito il seguente: «Art. 9-bis. - 1. Ai fini dell'elezione, acquisto, riacquisto, rinuncia o concessione della cittadinanza, all'istanza o dichiarazione dell'interessato deve essere comunque allegata la certificazione comprovante il possesso dei requisiti richiesti per legge. 1-bis. Le istanze o dichiarazioni di elezione, acquisto, riacquisto, rinuncia o concessione della cittadinanza sono soggette al pagamento di un contributo di importo pari a 200 euro. 1-ter. Il gettito derivante dal contributo di cui al comma 1-bis è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato allo stato di previsione del Ministero dell'interno che lo destina, per la metà, al finanziamento di progetti del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione diretti alla collaborazione internazionale e alla cooperazione ed assistenza ai Paesi terzi in materia di immigrazione anche attraverso la partecipazione a programmi finanziati dall'Unione europea e, per l'altra metà, alla copertura degli oneri connessi alle attività istruttorie inerenti ai procedimenti di competenza del medesimo Dipartimento in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza». 13. All'articolo 35 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 5 è sostituito dal seguente: «5. Entro cinque giorni dal deposito del ricorso, il tribunale, con decreto apposto in calce allo stesso, fissa l'udienza in camera di consiglio. Il ricorso e il decreto di fissazione dell'udienza sono notificati all'interessato e al Ministero dell'interno, presso la Commissione nazionale ovvero presso la competente Commissione territoriale, e sono comunicati al pubblico ministero»; b) i commi 9, 10 e 11 sono sostituiti dai seguenti: «9. Il Ministero dell'interno, limitatamente al giudizio di primo grado, può stare in giudizio avvalendosi direttamente di un rappresentante designato dalla Commissione nazionale o territoriale che ha adottato l'atto impugnato. La Commissione interessata può in ogni caso depositare alla prima udienza utile tutti gli atti e la documentazione che ritiene necessari ai fini dell'istruttoria. Si applica, in quanto compatibile, l'articolo 417-bis, secondo comma, del codice di procedura civile. 10. Il tribunale, sentite le parti e assunti tutti i mezzi di prova necessari, entro tre mesi dalla presentazione del ricorso decide con sentenza con cui rigetta il ricorso ovvero riconosce al ricorrente lo status di rifugiato o di persona cui è accordata la protezione sussidiaria; la sentenza è notificata al ricorrente e al Ministero dell'interno, presso la Commissione nazionale ovvero presso la competente Commissione territoriale, ed è comunicata al pubblico ministero. 11. Avverso la sentenza pronunciata ai sensi del comma 10 il ricorrente, il Ministero dell'interno e il pubblico ministero possono proporre reclamo alla corte d'appello, con ricorso da depositare presso la cancelleria della corte d'appello, a pena di decadenza, entro dieci giorni dalla notificazione o comunicazione della sentenza»; c) il comma 14 è sostituito dal seguente: «14. Avverso la sentenza pronunciata dalla corte d'appello può essere proposto ricorso per cassazione. Il ricorso deve essere proposto, a pena di decadenza, entro trenta giorni dalla notificazione della sentenza. Esso è notificato alle parti assieme al decreto di fissazione dell'udienza in camera di consiglio, a cura della cancelleria. La Corte di cassazione si pronuncia in camera di consiglio ai sensi dell'articolo 375 del codice di procedura civile». 14. All'articolo 12 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni, il primo periodo del comma 5-bis è sostituito dal seguente: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni». 15. All'articolo 116, primo comma, del codice civile, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano». 16. Al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo l'articolo 10 è inserito il seguente: «Art. 10-bis. - (Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato). - 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del presente testo unico nonché di quelle di cui all'articolo 1 della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito con l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Al reato di cui al presente comma non si applica l'articolo 162 del codice penale. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano allo straniero destinatario del provvedimento di respingimento ai sensi dell'articolo 10, comma 1. 3. Al procedimento penale per il reato di cui al comma 1 si applicano le disposizioni di cui agli articoli 20-bis, 20-ter e 32-bis del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274. 4. Ai fini dell'esecuzione dell'espulsione dello straniero denunciato ai sensi del comma 1 non è richiesto il rilascio del nulla osta di cui all'articolo 13, comma 3, da parte dell'autorità giudiziaria competente all'accertamento del medesimo reato. Il questore comunica l'avvenuta esecuzione dell'espulsione ovvero del respingimento di cui all'articolo 10, comma 2, all'autorità giudiziaria competente all'accertamento del reato. 5. Il giudice, acquisita la notizia dell'esecuzione dell'espulsione o del respingimento ai sensi dell'articolo 10, comma 2, pronuncia sentenza di non luogo a procedere. Se lo straniero rientra illegalmente nel territorio dello Stato prima del termine previsto dall'articolo 13, comma 14, si applica l'articolo 345 del codice di procedura penale. 6. Nel caso di presentazione di una domanda di protezione internazionale di cui al decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, il procedimento è sospeso. Acquisita la comunicazione del riconoscimento della protezione internazionale di cui al decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251, ovvero del rilascio del permesso di soggiorno nelle ipotesi di cui all'articolo 5, comma 6, del presente testo unico, il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere»; b) all'articolo 16, comma 1, le parole: «né le cause ostative» sono sostituite dalle seguenti: «ovvero nel pronunciare sentenza di condanna per il reato di cui all'articolo 10-bis, qualora non ricorrano le cause ostative». 17. Al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 4, comma 2, dopo la lettera s) è aggiunta la seguente: «s-bis) articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286»; b) dopo l'articolo 20 sono inseriti i seguenti: «Art. 20-bis. - (Presentazione immediata a giudizio dell'imputato in casi particolari). - 1. Per i reati procedibili d'ufficio, in caso di flagranza di reato ovvero quando la prova è evidente, la polizia giudiziaria chiede al pubblico ministero l'autorizzazione a presentare immediatamente l'imputato a giudizio dinanzi al giudice di pace. 2. La richiesta di cui al comma 1, depositata presso la segreteria del pubblico ministero, contiene: a) le generalità dell'imputato e del suo difensore, ove nominato; b) l'indicazione delle persone offese dal reato; c) la descrizione, in forma chiara e precisa, del fatto che si addebita all'imputato, con l'indicazione degli articoli di legge che si assumono violati; d) l'indicazione delle fonti di prova a sostegno della richiesta, nonché le generalità dei testimoni e dei consulenti tecnici, con espressa indicazione delle circostanze su cui deve vertere l'esame; e) la richiesta di fissazione dell'udienza per procedere nei confronti delle persone citate a giudizio. 3. Salvo che ritenga di richiedere l'archiviazione, il pubblico ministero autorizza la presentazione immediata nei quindici giorni successivi, indicando la data e l'ora del giudizio dinanzi al giudice di pace e nominando un difensore d'ufficio all'imputato che ne è privo. Se non ritiene sussistere i presupposti per la presentazione immediata o se ritiene la richiesta manifestamente infondata ovvero presentata dinanzi ad un giudice di pace incompetente per territorio, il pubblico ministero provvede ai sensi dell'articolo 25, comma 2. 4. L'ufficiale giudiziario notifica senza ritardo all'imputato e al suo difensore copia della richiesta di cui al comma 2 e dell'autorizzazione del pubblico ministero contenente: a) l'avviso all'imputato che se non compare sarà giudicato in contumacia; b) l'avviso all'imputato che ha diritto di nominare un difensore di fiducia e che in mancanza sarà assistito da difensore di ufficio; c) l'avviso che il fascicolo relativo alle indagini è depositato presso la segreteria del pubblico ministero e che le parti e i loro difensori hanno facoltà di prenderne visione e di estrarne copia. 5. Si applica l'articolo 20, comma 5. Art. 20-ter. - (Citazione contestuale dell'imputato in udienza in casi particolari). - 1. Nei casi previsti dall'articolo 20-bis, comma 1, quando ricorrono gravi e comprovate ragioni di urgenza che non consentono di attendere la fissazione dell'udienza ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, ovvero se l'imputato si trova a qualsiasi titolo sottoposto a misure di limitazione o privazione della libertà personale, la polizia giudiziaria formula altresì richiesta di citazione contestuale per l'udienza. 2. Se ritiene sussistere i presupposti di cui al comma 1, il pubblico ministero rinvia l'imputato direttamente dinanzi al giudice di pace con citazione per l'udienza contestuale all'autorizzazione di cui all'articolo 20-bis, comma 3, primo periodo; altrimenti provvede ai sensi del comma 3, secondo periodo, del medesimo articolo. 3. Quando il pubblico ministero dispone la citazione ai sensi del comma 2, la polizia giudiziaria conduce l'imputato che si trova a qualsiasi titolo sottoposto a misure di limitazione o privazione della libertà personale direttamente dinanzi al giudice di pace per la trattazione del procedimento, salvo che egli espressamente rinunzi a partecipare all'udienza. Se l'imputato non si trova sottoposto a misure di limitazione o privazione della libertà personale, la polizia giudiziaria notifica immediatamente allo stesso la richiesta di cui al comma 1 e il provvedimento del pubblico ministero. Copia della richiesta e del provvedimento del pubblico ministero sono altresì comunicati immediatamente al difensore»; c) dopo l'articolo 32 è inserito il seguente: «Art. 32-bis. - (Svolgimento del giudizio a presentazione immediata). - 1. Nel corso del giudizio a presentazione immediata di cui agli articoli 20-bis e 20-ter si osservano le disposizioni dell'articolo 32. 2. La persona offesa e i testimoni possono essere citati anche oralmente dall'ufficiale giudiziario nel corso del giudizio a presentazione immediata di cui all'articolo 20-bis. Nel corso del giudizio a citazione contestuale di cui all'articolo 20-ter la persona offesa e i testimoni possono essere citati anche oralmente dall'ufficiale giudiziario ovvero dalla polizia giudiziaria. 3. Il pubblico ministero, l'imputato e la parte civile presentano direttamente a dibattimento i propri testimoni e consulenti tecnici. 4. Il pubblico ministero dà lettura dell'imputazione. 5. L'imputato è avvisato della facoltà di chiedere un termine a difesa non superiore a sette giorni. Quando l'imputato si avvale di tale facoltà, il dibattimento è sospeso fino all'udienza immediatamente successiva alla scadenza del termine. Nel caso previsto dall'articolo 20-ter, il termine non può essere superiore a quarantotto ore»; d) nel titolo II, dopo l'articolo 62 è inserito il seguente: «Art. 62-bis. - (Espulsione a titolo di sanzione sostitutiva). - 1. Nei casi stabiliti dalla legge, il giudice di pace applica la misura sostitutiva di cui all'articolo 16 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286». 18. All'articolo 1 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, dopo il primo comma è inserito il seguente: «L'iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica possono dar luogo alla verifica, da parte dei competenti uffici comunali, delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza, ai sensi delle vigenti norme sanitarie». 19. All'articolo 29, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, la lettera a) è sostituita dalla seguente: «a) di un alloggio conforme ai requisiti igienico-sanitari, nonché di idoneità abitativa, accertati dai competenti uffici comunali. Nel caso di un figlio di età inferiore agli anni quattordici al seguito di uno dei genitori, è sufficiente il consenso del titolare dell'alloggio nel quale il minore effettivamente dimorerà». 20. Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell'incasso e trasferimento di fondi (money transfer) acquisiscono e conservano per dieci anni copia del titolo di soggiorno se il soggetto che ordina l'operazione è un cittadino extracomunitario. Il documento è conservato con le modalità previste con decreto del Ministro dell'interno emanato ai sensi dell'articolo 7, comma 4, del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155. In mancanza del titolo gli agenti effettuano, entro dodici ore, apposita segnalazione all'autorità locale di pubblica sicurezza, trasmettendo i dati identificativi del soggetto. Il mancato rispetto di tale disposizione è sanzionato con la cancellazione dall'elenco degli agenti in attività finanziaria ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 25 settembre 1999, n. 374. 21. Le disposizioni di cui al comma 20 hanno efficacia decorsi trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. 22. Al citato testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 4, comma 3: 1) nel terzo periodo, dopo le parole: «o che risulti condannato, anche» sono inserite le seguenti: «con sentenza non definitiva, compresa quella adottata»; 2) dopo il terzo periodo è inserito il seguente: «Impedisce l'ingresso dello straniero in Italia anche la condanna, con sentenza irrevocabile, per uno dei reati previsti dalle disposizioni del titolo III, capo III, sezione II, della legge 22 aprile 1941, n. 633, relativi alla tutela del diritto di autore, e degli articoli 473 e 474 del codice penale»; b) all'articolo 5, dopo il comma 2-bis è inserito il seguente: «2-ter. La richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno è sottoposta al versamento di un contributo, il cui importo è fissato fra un minimo di 80 e un massimo di 200 euro con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno, che stabilisce altresì le modalità del versamento nonché le modalità di attuazione della disposizione di cui all'articolo 14-bis, comma 2. Non è richiesto il versamento del contributo per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno per asilo, per richiesta di asilo, per protezione sussidiaria, per motivi umanitari»; b-bis) all'articolo 5, il primo periodo del comma 4 è sostituito dal seguente: «Il rinnovo del permesso di soggiorno è richiesto dallo straniero al questore della provincia in cui dimora, almeno sessanta giorni prima della scadenza ed è sottoposto alla verifica delle condizioni previste per il rilascio e delle diverse condizioni previste dal presente testo unico»; c) all'articolo 5, comma 5-bis, le parole: «per i reati previsti dall'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale,» sono sostituite dalle seguenti: «per i reati previsti dagli articoli 380, commi 1 e 2, e 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale,»; d) all'articolo 5, dopo il comma 5-bis è inserito il seguente: «5-ter. Il permesso di soggiorno è rifiutato o revocato quando si accerti la violazione del divieto di cui all'articolo 29, comma 1-ter»; e) all'articolo 5, comma 8-bis, dopo le parole: «ovvero contraffà o altera documenti al fine di determinare il rilascio di un visto di ingresso o di reingresso, di un permesso di soggiorno, di un contratto di soggiorno o di una carta di soggiorno» sono inserite le seguenti: «oppure utilizza uno di tali documenti contraffatti o alterati»; f) all'articolo 6, comma 2, le parole: «e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi» sono sostituite dalle seguenti: «, per quelli inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui all'articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie»; g) all'articolo 6, il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. Lo straniero che, a richiesta degli ufficiali e agenti di pubblica sicurezza, non ottempera, senza giustificato motivo, all'ordine di esibizione del passaporto o di altro documento di identificazione e del permesso di soggiorno o di altro documento attestante la regolare presenza nel territorio dello Stato è punito con l'arresto fino ad un anno e con l'ammenda fino ad euro 2.000»; h) all'articolo 9, dopo il comma 2 è inserito il seguente: «2-bis. Il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è subordinato al superamento, da parte del richiedente, di un test di conoscenza della lingua italiana, le cui modalità di svolgimento sono determinate con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca»; h-bis) all'articolo 14, comma 5, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Trascorso tale termine, in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del Paese terzo interessato o di ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dei Paesi terzi, il questore può chiedere al giudice di pace la proroga del trattenimento per un periodo ulteriore di sessanta giorni. Qualora non sia possibile procedere all'espulsione in quanto, nonostante sia stato compiuto ogni ragionevole sforzo, persistono le condizioni di cui al periodo precedente, il questore può chiedere al giudice un'ulteriore proroga di sessanta giorni. Il periodo massimo complessivo di trattenimento non può essere superiore a centottanta giorni. Il questore, in ogni caso, può eseguire l'espulsione ed il respingimento anche prima della scadenza del termine prorogato, dandone comunicazione senza ritardo al giudice di pace»; i) all'articolo 14, i commi 5-bis, 5-ter, 5-quater e 5-quinquies sono sostituiti dai seguenti: «5-bis. Quando non sia stato possibile trattenere lo straniero presso un centro di identificazione ed espulsione, ovvero la permanenza in tale struttura non abbia consentito l'esecuzione con l'accompagnamento alla frontiera dell'espulsione o del respingimento, il questore ordina allo straniero di lasciare il territorio dello Stato entro il termine di cinque giorni. L'ordine è dato con provvedimento scritto, recante l'indicazione delle conseguenze sanzionatorie della permanenza illegale, anche reiterata, nel territorio dello Stato. L'ordine del questore può essere accompagnato dalla consegna all'interessato della documentazione necessaria per raggiungere gli uffici della rappresentanza diplomatica del suo Paese in Italia, anche se onoraria, nonché per rientrare nello Stato di appartenenza ovvero, quando ciò non sia possibile, nello Stato di provenienza. 5-ter. Lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato, in violazione dell'ordine impartito dal questore ai sensi del comma 5-bis, è punito con la reclusione da uno a quattro anni se l'espulsione o il respingimento sono stati disposti per ingresso illegale nel territorio nazionale ai sensi dell'articolo 13, comma 2, lettere a) e c), ovvero per non aver richiesto il permesso di soggiorno o non aver dichiarato la propria presenza nel territorio dello Stato nel termine prescritto in assenza di cause di forza maggiore, ovvero per essere stato il permesso revocato o annullato. Si applica la pena della reclusione da sei mesi ad un anno se l'espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di sessanta giorni e non ne è stato richiesto il rinnovo, ovvero se la richiesta del titolo di soggiorno è stata rifiutata, ovvero se lo straniero si è trattenuto nel territorio dello Stato in violazione dell'articolo 1, comma 3, della legge 28 maggio 2007, n. 68. In ogni caso, salvo che lo straniero si trovi in stato di detenzione in carcere, si procede all'adozione di un nuovo provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica per violazione all'ordine di allontanamento adottato dal questore ai sensi del comma 5-bis. Qualora non sia possibile procedere all'accompagnamento alla frontiera, si applicano le disposizioni di cui ai commi 1 e 5-bis del presente articolo nonché, ricorrendone i presupposti, quelle di cui all'articolo 13, comma 3. 5-quater. Lo straniero destinatario del provvedimento di espulsione di cui al comma 5-ter e di un nuovo ordine di allontanamento di cui al comma 5-bis, che continua a permanere illegalmente nel territorio dello Stato, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Si applicano, in ogni caso, le disposizioni di cui al comma 5-ter, terzo e ultimo periodo. 5-quinquies. Per i reati previsti ai commi 5-ter, primo periodo, e 5-quater si procede con rito direttissimo ed è obbligatorio l'arresto dell'autore del fatto»; l) dopo l'articolo 14 è inserito il seguente: «Art. 14-bis. - (Fondo rimpatri). - 1. è istituito, presso il Ministero dell'interno, un Fondo rimpatri finalizzato a finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine ovvero di provenienza. 2. Nel Fondo di cui al comma 1 confluiscono la metà del gettito conseguito attraverso la riscossione del contributo di cui all'articolo 5, comma 2-ter, nonché i contributi eventualmente disposti dall'Unione europea per le finalità del Fondo medesimo. La quota residua del gettito del contributo di cui all'articolo 5, comma 2-ter, è assegnata allo stato di previsione del Ministero dell'interno, per gli oneri connessi alle attività istruttorie inerenti al rilascio e al rinnovo del permesso di soggiorno»; m) all'articolo 16, comma 1, dopo le parole: «né le cause ostative indicate nell'articolo 14, comma 1, del presente testo unico,» sono inserite le seguenti: «che impediscono l'esecuzione immediata dell'espulsione con accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica,»; m-bis) all'articolo 19, comma 2, lettera c), le parole: «entro il quarto grado» sono sostituite dalle seguenti: «entro il secondo grado»; n) all'articolo 22, dopo il comma 11 è inserito il seguente: «11-bis. Lo straniero che ha conseguito in Italia il dottorato o il master universitario di secondo livello, alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi di studio, può essere iscritto nell'elenco anagrafico previsto dall'articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2000, n. 442, per un periodo non superiore a dodici mesi, ovvero, in presenza dei requisiti previsti dal presente testo unico, può chiedere la conversione in permesso di soggiorno per motivi di lavoro»; o) all'articolo 27, dopo il comma 1-bis sono inseriti i seguenti: «1-ter. Il nulla osta al lavoro per gli stranieri indicati al comma 1, lettere a), c) e g), è sostituito da una comunicazione da parte del datore di lavoro della proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato, previsto dall'articolo 5-bis. La comunicazione è presentata con modalità informatiche allo sportello unico per l'immigrazione della prefettura-ufficio territoriale del Governo. Lo sportello unico trasmette la comunicazione al questore per la verifica della insussistenza di motivi ostativi all'ingresso dello straniero ai sensi dell'articolo 31, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e, ove nulla osti da parte del questore, la invia, con le medesime modalità informatiche, alla rappresentanza diplomatica o consolare per il rilascio del visto di ingresso. Entro otto giorni dall'ingresso in Italia lo straniero si reca presso lo sportello unico per l'immigrazione, unitamente al datore di lavoro, per la sottoscrizione del contratto di soggiorno e per la richiesta del permesso di soggiorno. 1-quater. Le disposizioni di cui al comma 1-ter si applicano ai datori di lavoro che hanno sottoscritto con il Ministero dell'interno, sentito il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, un apposito protocollo di intesa, con cui i medesimi datori di lavoro garantiscono la capacità economica richiesta e l'osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro di categoria»; p) all'articolo 29, dopo il comma 1-bis è inserito il seguente: «1-ter. Non è consentito il ricongiungimento dei familiari di cui alle lettere a) e d) del comma 1, quando il familiare di cui si chiede il ricongiungimento è coniugato con un cittadino straniero regolarmente soggiornante con altro coniuge nel territorio nazionale»; q) all'articolo 29, il comma 5 è sostituito dal seguente: «5. Salvo quanto disposto dall'articolo 4, comma 6, è consentito l'ingresso per ricongiungimento al figlio minore, già regolarmente soggiornante in Italia con l'altro genitore, del genitore naturale che dimostri il possesso dei requisiti di disponibilità di alloggio e di reddito di cui al comma 3. Ai fini della sussistenza di tali requisiti si tiene conto del possesso di tali requisiti da parte dell'altro genitore»; r) all'articolo 29, il comma 8 è sostituito dal seguente: «8. Il nulla osta al ricongiungimento familiare è rilasciato entro centottanta giorni dalla richiesta»; s) all'articolo 32: 1) al comma 1, le parole: «e ai minori comunque affidati» sono sostituite dalle seguenti: «e, fermo restando quanto previsto dal comma 1-bis, ai minori che sono stati affidati»; 2) al comma 1-bis, dopo le parole: «ai minori stranieri non accompagnati» sono inserite le seguenti: «, affidati ai sensi dell'articolo 2 della legge 4 maggio 1983, n. 184, ovvero sottoposti a tutela,». 23. Le disposizioni di cui alla lettera h-bis) del comma 1 si applicano ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea anche se già trattenuti nei centri di identificazione e espulsione alla data di entrata in vigore della presente legge. 24. Dall'attuazione delle disposizioni di cui alla lettera o) del comma 1 non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Le amministrazioni interessate provvedono alle attività ivi previste con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. 25. Dopo l'articolo 4 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, è inserito il seguente: «Art. 4-bis. - (Accordo di integrazione). - 1. Ai fini di cui al presente testo unico, si intende con integrazione quel processo finalizzato a promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione italiana, con il reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società. 2. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente articolo, con regolamento, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sono stabiliti i criteri e le modalità per la sottoscrizione, da parte dello straniero, contestualmente alla presentazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno ai sensi dell'articolo 5, di un Accordo di integrazione, articolato per crediti, con l'impegno a sottoscrivere specifici obiettivi di integrazione, da conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno. La stipula dell'Accordo di integrazione rappresenta condizione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno. La perdita integrale dei crediti determina la revoca del permesso di soggiorno e l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, eseguita dal questore secondo le modalità di cui all'articolo 13, comma 4, ad eccezione dello straniero titolare di permesso di soggiorno per asilo, per richiesta di asilo, per protezione sussidiaria, per motivi umanitari, per motivi familiari, di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, di carta di soggiorno per familiare straniero di cittadino dell'Unione europea, nonché dello straniero titolare di altro permesso di soggiorno che ha esercitato il diritto al ricongiungimento familiare. 3. All'attuazione del presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». 26. All'articolo 12 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona»; b) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona nel caso in cui: a) il fatto riguarda l'ingresso o la permanenza illegale nel territorio dello Stato di cinque o più persone; b) la persona trasportata è stata esposta a pericolo per la sua vita o per la sua incolumità per procurarne l'ingresso o la permanenza illegale; c) la persona trasportata è stata sottoposta a trattamento inumano o degradante per procurarne l'ingresso o la permanenza illegale; d) il fatto è commesso da tre o più persone in concorso tra loro o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente ottenuti; e) gli autori del fatto hanno la disponibilità di armi o materie esplodenti»; c) il comma 3-bis è sostituito dal seguente: «3-bis. Se i fatti di cui al comma 3 sono commessi ricorrendo due o più delle ipotesi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del medesimo comma, la pena ivi prevista è aumentata»; d) il comma 3-ter è sostituito dal seguente: «3-ter. La pena detentiva è aumentata da un terzo alla metà e si applica la multa di 25.000 euro per ogni persona se i fatti di cui ai commi 1 e 3: a) sono commessi al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o comunque allo sfruttamento sessuale o lavorativo ovvero riguardano l'ingresso di minori da impiegare in attività illecite al fine di favorirne lo sfruttamento; b) sono commessi al fine di trarne profitto, anche indiretto»; e) il comma 4 è sostituito dal seguente: «4. Nei casi previsti dai commi 1 e 3 è obbligatorio l'arresto in flagranza»; f) dopo il comma 4 sono inseriti i seguenti: «4-bis. Quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati previsti dal comma 3, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari. 4-ter. Nei casi previsti dai commi 1 e 3 è sempre disposta la confisca del mezzo di trasporto utilizzato per commettere il reato, anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti». 27. All'articolo 407, comma 2, lettera a), numero 7-bis), del codice di procedura penale, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché dei delitti previsti dall'articolo 12, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni». 28. All'articolo 11, comma 1, lettera c), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223, le parole: «trascorso un anno dalla scadenza del permesso di soggiorno» sono sostituite dalle seguenti: «trascorsi sei mesi dalla scadenza del permesso di soggiorno». 29. Nei limiti delle risorse assegnate per le finalità di cui all'articolo 45 del testo unico sull'immigrazione di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, nell'ambito delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328, le disposizioni relative al rimpatrio assistito di cui all'articolo 33, comma 2-bis, del citato testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, si applicano ai minori cittadini dell'Unione europea non accompagnati presenti nel territorio dello Stato che esercitano la prostituzione, quando sia necessario nell'interesse del minore stesso, secondo quanto previsto dalla Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176. 30. Agli oneri recati dal comma 16, valutati in euro 25.298.325 per l'anno 2009 e in euro 33.731.100 a decorrere dall'anno 2010, e dal comma 22, lettera h-bis) valutati in euro 35.000.000 per l'anno 2009, in euro 87.064.000 per l'anno 2010, in euro 51.467.950 per l'anno 2011 e in euro 55.057.200 a decorrere dall'anno 2012, di cui euro 35.000.000 per l'anno 2009, euro 83.000.000 per l'anno 2010 ed euro 21.050.000 per l'anno 2011 destinati alla costruzione e ristrutturazione dei centri di identificazione ed espulsione, si provvede: a) quanto a 48.401.000 euro per l'anno 2009, 64.796.000 euro per l'anno 2010 e 52.912.000 euro a decorrere dall'anno 2011, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando gli accantonamenti di cui alla tabella 1; b) quanto a euro 3.580.000 per l'anno 2010, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando gli accantonamenti di cui alla tabella 2; c) quanto a euro 11.897.325 per l'anno 2009, euro 21.419.100 per l'anno 2010, euro 32.287.050 per l'anno 2011 ed euro 35.876.300 a decorrere dall'anno 2012, mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307; d) quanto a euro 31.000.000 per l'anno 2010, mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 4, del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, come integrata dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. 31. Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede al monitoraggio degli oneri di cui ai commi 16 e 22, anche ai fini dell'adozione di provvedimenti correttivi di cui all'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. Gli eventuali decreti emanati ai sensi dell'articolo 7, secondo comma, numero 2), della citata legge n. 468 del 1978, prima della data di entrata in vigore dei provvedimenti di cui al presente comma, sono tempestivamente trasmessi alle Camere, corredati da apposite relazioni illustrative. 32. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. Conseguentemente sopprimere gli articoli 4, 5, 5-bis, 6, 21, 22, 42, 43, 45, 47, 48, 49, 51, 53 e 66. 2. 1000.Governo. Sostituire l'articolo 2 con il seguente: Art. 2. 1. All'articolo 117, comma 2-bis, del codice di procedura penale, dopo le parole: «notizie di reato» sono inserite le seguenti: «, ai registri di cui all'articolo 34 della legge 19 marzo 1990, n. 55,». 2. Al decreto legislativo 8 agosto 1994, n. 490, recante disposizioni attuative della legge 17 gennaio 1994, n. 47, in materia di comunicazioni e certificazioni previste dalla normativa antimafia, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nel titolo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché disposizioni concernenti i poteri del prefetto in materia di contrasto alla criminalità organizzata»; b) dopo l'articolo 5 è inserito il seguente: «Art. 5-bis. - (Poteri di accesso e accertamento del prefetto). - 1. Per l'espletamento delle funzioni volte a prevenire infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti, il prefetto può disporre accessi ed accertamenti nei cantieri delle imprese interessate all'esecuzione di lavori pubblici, avvalendosi, a tal fine, dei gruppi interforze di cui all'articolo 5, comma 3, del decreto del Ministro dell'interno 14 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 54 del 5 marzo 2004. 2. Con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono definite, nel quadro delle norme previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1998, n. 252, le modalità di rilascio delle comunicazioni e delle informazioni riguardanti gli accessi e gli accertamenti effettuati presso i cantieri di cui al comma 1». 3. Al quarto comma dell'articolo 1 del decreto-legge 6 giugno 1982, n. 629, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 ottobre 1982, n. 726, le parole: «banche, istituti di credito pubblici e privati, società fiduciarie e presso ogni altro istituto o società che esercita la raccolta del risparmio o l'intermediazione finanziaria» sono sostituite dalle seguenti: «e i soggetti di cui al capo III del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231». 4. All'articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «ovvero del delitto di cui all'articolo 12-quinquies, comma 1, del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356». 5. Il titolo della legge 31 maggio 1965, n. 575, è sostituito dal seguente: «Disposizioni contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso, anche straniere». 6. Alla legge 31 maggio 1965, n. 575, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 2, comma 2, le parole: «con la notificazione della proposta» sono soppresse; b) all'articolo 2-bis: 1) al comma 1, dopo le parole: «Il procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «di cui all'articolo 2, comma 1»; 2) al comma 4, dopo le parole: «il procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «, il direttore della Direzione investigativa antimafia»; 3) al comma 6, dopo le parole: «Il procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «, il direttore della Direzione investigativa antimafia»; c) all'articolo 2-ter, commi secondo, sesto e settimo, dopo le parole: «del procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «di cui all'articolo 2, comma 1»; d) all'articolo 3-bis, settimo comma, dopo le parole: «su richiesta del procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «di cui all'articolo 2, comma 1»; e) all'articolo 10-quater, secondo comma, dopo le parole: «su richiesta del procuratore della Repubblica» sono inserite le seguenti: «di cui all'articolo 2, comma 1». 7. All'articolo 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 2-ter è sostituito dal seguente: «2-ter. Nel caso previsto dal comma 2, quando non è possibile procedere alla confisca del denaro, dei beni e delle altre utilità di cui al comma 1, il giudice ordina la confisca di altre somme di denaro, di beni e altre utilità per un valore equivalente, delle quali il reo ha la disponibilità, anche per interposta persona»; b) al comma 4-bis, le parole: «dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni» sono sostituite dalle seguenti: «dagli articoli 2-quater, 2-sexies, 2-septies, 2-octies, 2-nonies, 2-decies, 2-undecies e 2-duodecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni». 8. Al comma 1 dell'articolo 34 della legge 19 marzo 1990, n. 55, nel primo periodo, dopo le parole: «appositi registri» sono inserite le seguenti: «, anche informatici,» e dopo il primo periodo sono inseriti i seguenti: «Nei registri viene curata l'immediata annotazione nominativa delle persone fisiche e giuridiche nei cui confronti sono disposti gli accertamenti personali o patrimoniali da parte dei soggetti titolari del potere di proposta. Il questore territorialmente competente e il direttore della Direzione investigativa antimafia provvedono a dare immediata comunicazione alla procura della Repubblica competente per territorio della proposta di misura personale e patrimoniale da presentare al tribunale competente». 9. Alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, sono apportate le seguenti modificazioni: a) l'articolo 104 è sostituito dal seguente: «Art. 104. - (Esecuzione del sequestro preventivo). - 1. Il sequestro preventivo è eseguito: a) sui mobili e sui crediti, secondo le forme prescritte dal codice di procedura civile per il pignoramento presso il debitore o presso il terzo in quanto applicabili; b) sugli immobili o mobili registrati, con la trascrizione del provvedimento presso i competenti uffici; c) sui beni aziendali organizzati per l'esercizio di un'impresa, oltre che con le modalità previste per i singoli beni sequestrati, con l'immissione in possesso dell'amministratore, con l'iscrizione del provvedimento nel registro delle imprese presso il quale è iscritta l'impresa; d) sulle azioni e sulle quote sociali, con l'annotazione nei libri sociali e con l'iscrizione nel registro delle imprese; e) sugli strumenti finanziari dematerializzati, ivi compresi i titoli del debito pubblico, con la registrazione nell'apposito conto tenuto dall'intermediario ai sensi dell'articolo 34 del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213. Si applica l'articolo 10, comma 3, del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170. 2. Si applica altresì la disposizione dell'articolo 92»; b) nel capo VII, dopo l'articolo 104 è inserito il seguente: «Art. 104-bis. - (Amministrazione dei beni sottoposti a sequestro preventivo). - 1. Nel caso in cui il sequestro preventivo abbia per oggetto aziende, società ovvero beni di cui sia necessario assicurare l'amministrazione, esclusi quelli destinati ad affluire nel Fondo unico giustizia, di cui all'articolo 61, comma 23, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, l'autorità giudiziaria nomina un amministratore giudiziario scelto nell'Albo di cui all'articolo 2-sexies, comma 3, della legge 31 maggio 1965, n. 575. Con decreto motivato dell'autorità giudiziaria la custodia dei beni suddetti può tuttavia essere affidata a soggetti diversi da quelli indicati al periodo precedente». 10. L'articolo 2-quater della legge 31 maggio 1965, n. 575 è sostituito dal seguente: «Art. 2-quater. - 1. Il sequestro disposto ai sensi degli articoli seguenti è eseguito con le modalità previste dall'articolo 104 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, per il sequestro preventivo». 11. All'articolo 2-sexies della legge 31 maggio 1965, n. 575, dopo il comma 4 sono aggiunti i seguenti: «4-bis. Nel caso in cui il sequestro abbia ad oggetto aziende, il tribunale nomina un amministratore giudiziario scelto nella sezione di esperti in gestione aziendale dell'Albo nazionale degli amministratori giudiziari. Egli deve presentare al tribunale, entro sei mesi dalla nomina, una relazione particolareggiata sullo stato e sulla consistenza dei beni aziendali sequestrati, nonché sullo stato dell'attività aziendale. Il tribunale, sentiti l'amministratore giudiziario e il pubblico ministero, ove rilevi concrete prospettive di prosecuzione dell'impresa, approva il programma con decreto motivato e impartisce le direttive di gestione dell'impresa. 4-ter. Il tribunale autorizza l'amministratore giudiziario al compimento degli atti di ordinaria amministrazione funzionali all'attività economica dell'azienda. Il giudice delegato, tenuto conto dell'attività economica svolta dall'azienda, della forza lavoro da essa occupata, della sua capacità produttiva e del suo mercato di riferimento, può indicare il limite di valore entro il quale gli atti si ritengono di ordinaria amministrazione. 4-quater. Si osservano per la gestione dell'azienda le disposizioni di cui all'articolo 2-octies, in quanto applicabili. 4-quinquies. Le procedure esecutive, gli atti di pignoramento e i provvedimenti cautelari in corso da parte di Equitalia S.p.A. o di altri concessionari di riscossione pubblica sono sospesi nelle ipotesi di sequestro di aziende o società disposto ai sensi della presente legge con nomina di un amministratore giudiziario. è conseguentemente sospesa la decorrenza dei relativi termini di prescrizione. 4-sexies. Nelle ipotesi di confisca dei beni, aziende o società sequestrati i crediti erariali si estinguono per confusione ai sensi dell'articolo 1253 del codice civile». 12. All'articolo 2-sexies, comma 3, della legge 31 maggio 1965, n. 575, le parole: «negli albi degli avvocati, dei procuratori legali, dei dottori commercialisti e dei ragionieri del distretto nonché tra persone che, pur non munite delle suddette qualifiche professionali, abbiano comprovata competenza nell'amministrazione di beni del genere di quelli sequestrati» sono sostituite dalle seguenti: «nell'Albo nazionale degli amministratori giudiziari». 13. L'Albo di cui all'articolo 2-sexies, comma 3, della legge 31 maggio 1965, n. 575, articolato in una sezione ordinaria ed una sezione di esperti in gestione aziendale, come modificato dal comma 12 del presente articolo, tenuto presso il Ministero della giustizia, è istituito, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, con decreto legislativo da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri dell'interno, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. Con il decreto legislativo sono definiti: a) i titoli che costituiscono requisiti necessari per l'iscrizione all'Albo; b) l'ambito delle attività oggetto della professione; b-bis) i requisiti e il possesso della pregressa esperienza professionale per l'iscrizione nella sezione di esperti in gestione aziendale; c) le norme transitorie che disciplinano l'inserimento nell'Albo degli attuali iscritti nell'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e nell'albo degli avvocati, ovvero di coloro che, pur non muniti delle suddette qualifiche professionali, abbiano comprovata competenza nell'amministrazione di beni del genere di quelli sequestrati; d) i criteri di liquidazione dei compensi professionali degli amministratori giudiziari, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, tenuto conto anche della natura dei beni, del valore commerciale del patrimonio da amministrare, dell'impegno richiesto per la gestione dell'attività, delle tariffe professionali o locali e degli usi. 14. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 13 è trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione del medesimo schema di decreto. Decorso il termine senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza il decreto legislativo può essere comunque adottato. 15. Con decreto del Ministro della giustizia, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 13, sono stabilite le modalità di tenuta e pubblicazione dell'Albo nazionale degli amministratori giudiziari, nonché i rapporti con le autorità giudiziarie che procedono alla nomina. 16. All'articolo 2-octies, comma 1, della legge 31 maggio 1965, n. 575, dopo le parole: «a qualunque titolo» sono aggiunte le seguenti: «ovvero sequestrate o comunque nella disponibilità del procedimento». 17. Al comma 1 dell'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «La presente disposizione non si applica alle aziende o società per le quali sia stato disposto il sequestro o la confisca ai sensi dell'articolo 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575». 18. All'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, dopo il comma 3 è inserito il seguente: «3-bis. I beni mobili iscritti in pubblici registri, le navi, le imbarcazioni, i natanti e gli aeromobili sequestrati sono affidati dall'autorità giudiziaria in custodia giudiziale agli organi di polizia, anche per le esigenze di polizia giudiziaria, i quali ne facciano richiesta per l'impiego in attività di polizia, ovvero possono essere affidati ad altri organi dello Stato o ad altri enti pubblici non economici, per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale. Se è stato nominato l'amministratore giudiziario di cui all'articolo 2-sexies, l'affidamento non può essere disposto senza il previo parere favorevole di quest'ultimo». 19. All'articolo 38 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, dopo la lettera m-bis) è aggiunta la seguente: «m-ter) di cui alla precedente lettera b) che, anche in assenza nei loro confronti di un procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione o di una causa ostativa ivi previste, pur essendo stati vittime dei reati previsti e puniti dagli articoli 317 e 629 del codice penale aggravati ai sensi dell'articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, non risultino aver denunciato i fatti all'autorità giudiziaria, salvo che ricorrano i casi previsti dall'articolo 4, primo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689. La circostanza di cui al primo periodo deve emergere dagli indizi a base della richiesta di rinvio a giudizio formulata nei confronti dell'imputato nei tre anni antecedenti alla pubblicazione del bando e deve essere comunicata, unitamente alle generalità del soggetto che ha omesso la predetta denuncia, dal procuratore della Repubblica procedente alla Autorità di cui all'articolo 6, la quale cura la pubblicazione della comunicazione sul sito dell'Osservatorio»; b) dopo il comma 1 è inserito il seguente: «1-bis. I casi di esclusione previsti dal presente articolo non si applicano alle aziende o società sottoposte a sequestro o confisca ai sensi dell'articolo 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, o della legge 31 maggio 1965, n. 575, ed affidate ad un custode o amministratore giudiziario o finanziario». 20. L'articolo 2-decies della legge 31 maggio 1965, n. 575, è sostituito dal seguente: «Art. 2-decies. - 1. Ferma la competenza dell'Agenzia del demanio per la gestione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali di cui agli articoli 2-nonies e 2-undecies della presente legge e 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356, la destinazione dei beni immobili e dei beni aziendali è effettuata con provvedimento del prefetto dell'ufficio territoriale di Governo ove si trovano i beni o ha sede l'azienda, su proposta non vincolante del dirigente regionale dell'Agenzia del demanio, sulla base della stima del valore risultante dagli atti giudiziari, salvo che sia ritenuta necessaria dal prefetto una nuova stima, sentite le amministrazioni di cui all'articolo 2-undecies della presente legge interessate, eventualmente in sede di conferenza di servizi, nonché i soggetti di cui è devoluta la gestione dei beni. 2. Il prefetto procede d'iniziativa se la proposta di cui al comma 1 non è formulata dall'Agenzia del demanio entro novanta giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al comma i dell'articolo 2-nonies. 3. Il provvedimento del prefetto è emanato entro novanta giorni dalla proposta di cui al comma 1 o dal decorso del termine di cui al comma 2, prorogabili di ulteriori novanta giorni in caso di operazioni particolarmente complesse. Anche prima dell'emanazione del provvedimento di destinazione, per la tutela dei beni confiscati si applica il secondo comma dell'articolo 823 del codice civile». 21. All'articolo 2-quinquies, comma 1, lettera a), del decreto-legge 2 ottobre 2008, n. 151, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 2008, n. 186, le parole: «affine o convivente» sono sostituite dalle seguenti: «convivente, parente o affine entro il quarto grado». 22. All'articolo 10, comma 1, lettera c), numero 2), del decreto legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, dopo la parola: «disgiuntamente» sono inserite le seguenti: «e, per le misure di prevenzione patrimoniali, indipendentemente dalla pericolosità sociale del soggetto proposto per la loro applicazione al momento della richiesta della misura di prevenzione». 23. Al comma 1, alinea, dell'articolo 4 della legge 22 dicembre 1999, n. 512, le parole: «e gli enti» sono soppresse e la parola: «costituiti» è sostituita dalla seguente: «costituite». Dopo il medesimo comma 1, è inserito il seguente: «1-bis. Gli enti costituiti parte civile nelle forme previste dal codice di procedura penale hanno diritto di accesso al Fondo, entro i limiti delle disponibilità finanziarie annuali dello stesso, limitatamente al rimborso delle spese processuali». 24. Al comma 2 dell'articolo 4 della legge 22 dicembre 1999, n. 512, le parole: «e gli enti» sono soppresse e la parola: «costituiti» è sostituita dalla seguente: «costituite». Dopo il medesimo comma 2, è inserito il seguente: «2-bis. Gli enti costituiti in un giudizio civile, nelle forme previste dal codice di procedura civile, hanno diritto di accesso al Fondo, entro i limiti delle disponibilità finanziarie annuali dello stesso, limitatamente al rimborso delle spese processuali». 25. All'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, le parole: «il Ministro di grazia e giustizia» sono sostituite dalle seguenti: «il Ministro della giustizia»; b) al comma 2, primo periodo, dopo la parola: «4-bis» sono inserite le seguenti: «o comunque per un delitto che sia stato commesso avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso»; c) al comma 2, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In caso di unificazione di pene concorrenti o di concorrenza di più titoli di custodia cautelare, la sospensione può essere disposta anche quando sia stata espiata la parte di pena o di misura cautelare relativa ai delitti indicati nell'articolo 4-bis»; d) il comma 2-bis è sostituito dal seguente: «2-bis. Il provvedimento emesso ai sensi del comma 2 è adottato con decreto motivato del Ministro della giustizia, anche su richiesta del Ministro dell'interno, sentito l'ufficio del pubblico ministero che procede alle indagini preliminari ovvero quello presso il giudice procedente e acquisita ogni altra necessaria informazione presso la Direzione nazionale antimafia, gli organi di polizia centrali e quelli specializzati nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata, terroristica o eversiva, nell'ambito delle rispettive competenze. Il provvedimento medesimo ha durata pari a quattro anni ed è prorogabile nelle stesse forme per successivi periodi, ciascuno pari a due anni. La proroga è disposta quando risulta che la capacità di mantenere collegamenti con l'associazione criminale, terroristica o eversiva non è venuta meno, tenuto conto anche del profilo criminale e della posizione rivestita dal soggetto in seno all'associazione, della perdurante operatività del sodalizio criminale, della sopravvenienza di nuove incriminazioni non precedentemente valutate, degli esiti del trattamento penitenziario e del tenore di vita dei familiari del sottoposto. Il mero decorso del tempo non costituisce, di per sé, elemento sufficiente per escludere la capacità di mantenere i collegamenti con l'associazione o dimostrare il venir meno dell'operatività della stessa»; e) il comma 2-ter è abrogato; f) al comma 2-quater: 1) nell'alinea, al primo periodo è premesso il seguente: «I detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all'interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all'interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell'istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria» e nel primo periodo le parole: «può comportare» sono sostituite dalla seguente: «prevede»; 2) nella lettera b): 2.1) nel primo periodo, le parole: «in un numero non inferiore a uno e non superiore a due» sono sostituite dalle seguenti: «nel numero di uno»; 2.2) nel terzo periodo, le parole: «I colloqui possono essere» sono sostituite dalle seguenti: «I colloqui vengono» e alle parole: «può essere autorizzato» sono premesse le seguenti: «solo per coloro che non effettuano colloqui»; 2.3) dopo il terzo periodo è inserito il seguente: «I colloqui sono comunque videoregistrati»; 2.4) nell'ultimo periodo, dopo le parole: «non si applicano ai colloqui con i difensori» sono aggiunte le seguenti: «con i quali potrà effettuarsi, fino ad un massimo di tre volte alla settimana, una telefonata o un colloquio della stessa durata di quelli previsti con i familiari»; 3) nella lettera f), le parole: «cinque persone» sono sostituite dalle seguenti: «quattro persone», le parole: «quattro ore» sono sostituite dalle seguenti: «due ore» ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Saranno inoltre adottate tutte le necessarie misure di sicurezza, anche attraverso accorgimenti di natura logistica sui locali di detenzione, volte a garantire che sia assicurata la assoluta impossibilità di comunicare tra detenuti appartenenti a diversi gruppi di socialità, scambiare oggetti e cuocere cibi»; g) il comma 2-quinquies è sostituito dal seguente: «2-quinquies. Il detenuto o l'internato nei confronti del quale è stata disposta o prorogata l'applicazione del regime di cui al comma 2, ovvero il difensore, possono proporre reclamo avverso il procedimento applicativo. Il reclamo è presentato nel termine di venti giorni dalla comunicazione del provvedimento e su di esso è competente a decidere il tribunale di sorveglianza di Roma. Il reclamo non sospende l'esecuzione del provvedimento»; h) il comma 2-sexies è sostituito dal seguente: «2-sexies. Il tribunale, entro dieci giorni dal ricevimento del reclamo di cui al comma 2-quinquies, decide in camera di consiglio, nelle forme previste dagli articoli 666 e 678 del codice di procedura penale, sulla sussistenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento. All'udienza le funzioni di pubblico ministero possono essere altresì svolte da un rappresentante dell'ufficio del procuratore della Repubblica di cui al comma 2-bis o del procuratore nazionale antimafia. Il procuratore nazionale antimafia, il procuratore di cui al comma 2-bis, il procuratore generale presso la corte d'appello, il detenuto, l'internato o il difensore possono proporre, entro dieci giorni dalla sua comunicazione, ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del tribunale per violazione di legge. Il ricorso non sospende l'esecuzione del provvedimento ed è trasmesso senza ritardo alla Corte di cassazione. Se il reclamo viene accolto, il ministro della giustizia, ove intenda disporre un nuovo provvedimento ai sensi del comma 2, deve, tenendo conto della decisione del tribunale di sorveglianza, evidenziare elementi nuovi o non valutati in sede di reclamo»; i) dopo il comma 2-sexies è aggiunto il seguente: «2-septies. Per la partecipazione del detenuto o dell'internato all'udienza si applicano le disposizioni di cui all'articolo 146-bis delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271». 26. Nel libro II, titolo III, capo II, del codice penale, dopo l'articolo 391 è inserito il seguente: «Art. 391-bis. - (Agevolazione ai detenuti e internati sottoposti a particolari restrizioni delle regole di trattamento e degli istituti previsti dall'ordinamento penitenziario). - Chiunque consente a un detenuto, sottoposto alle restrizioni di cui all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, di comunicare con altri in elusione delle prescrizioni all'uopo imposte è punito con la reclusione da uno a quattro anni. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, da un incaricato di pubblico servizio ovvero da un soggetto che esercita la professione forense si applica la pena della reclusione da due a cinque anni». 27. Alla legge 26 luglio 1975, n. 354, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 4-bis sono apportate le seguenti modificazioni: 1) al comma 1, le parole: «, qualora ricorra anche la condizione di cui al comma 1-quater del presente articolo,» sono soppresse; 2) al comma 1-quater, le parole: «, qualora ricorra anche la condizione di cui al medesimo comma 1,» sono soppresse. b) agli articoli 21, comma 1, 30-ter, comma 4, lettera c), 50, comma 2, 50-bis, comma 1, 58-ter, comma 1 e 58-quater, comma 5, le parole: «dei delitti indicati nel comma 1» sono sostituite dalle seguenti «dei delitti indicati nei commi 1, 1-ter e 1-quater». 28. All'articolo 2, comma 1, del decreto- legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, le parole: «per i delitti indicati nel comma 1» sono sostituite dalle seguenti «per i delitti indicati nei commi 1, 1-ter e 1-quater». 29. Dopo l'articolo 24-bis del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, è inserito il seguente: «Art. 24-ter. - (Delitti di criminalità organizzata). - 1. In relazione alla commissione di taluno dei delitti di cui agli articoli 416, sesto comma, 416-bis, 416-ter e 630 del codice penale, ai delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo 416-bis ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo, nonché ai delitti previsti dall'articolo 74 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, si applica la sanzione pecuniaria da quattrocento a mille quote. 2. In relazione alla commissione di taluno dei delitti di cui all'articolo 416 del codice penale, ad esclusione del sesto comma, ovvero di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), numero 5), del codice di procedura penale, si applica la sanzione pecuniaria da trecento a ottocento quote. 3. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati nei commi 1 e 2, si applicano le sanzioni interdittive previste dall'articolo 9, comma 2, per una durata non inferiore ad un anno. 4. Se l'ente o una sua unità organizzativa viene stabilmente utilizzato allo scopo unico o prevalente di consentire o agevolare la commissione dei reati indicati nei commi 1 e 2, si applica la sanzione dell'interdizione definitiva dall'esercizio dell'attività ai sensi dell'articolo 16, comma 3». 30. L'articolo 143 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è sostituito dal seguente: «Art. 143. - (Scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare. Responsabilità dei dirigenti e dipendenti). - 1. Fuori dai casi previsti dall'articolo 141, i consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati a norma dell'articolo 59, comma 7, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori di cui all'articolo 77, comma 2, ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l'imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica. 2. Al fine di verificare la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 anche con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti ed ai dipendenti dell'ente locale, il prefetto competente per territorio dispone ogni opportuno accertamento, di norma promuovendo l'accesso presso l'ente interessato. In tal caso, il prefetto nomina una commissione d'indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, attraverso la quale esercita i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del Ministro dell'interno ai sensi dell'articolo 2, comma 2-quater, del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 1991, n. 410. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione termina gli accertamenti e rassegna al prefetto le proprie conclusioni. 3. Entro il termine di quarantacinque giorni dal deposito delle conclusioni della commissione d'indagine, ovvero quando abbia comunque diversamente acquisito gli elementi di cui al comma 1 ovvero in ordine alla sussistenza di forme di condizionamento degli organi amministrativi ed elettivi, il prefetto, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica competente per territorio, invia al Ministro dell'interno una relazione nella quale si dà conto della eventuale sussistenza degli elementi di cui al comma 1 anche con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti e ai dipendenti dell'ente locale. Nella relazione sono, altresì, indicati gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica. Nei casi in cui per i fatti oggetto degli accertamenti di cui al presente articolo o per eventi connessi sia pendente procedimento penale, il prefetto può richiedere preventivamente informazioni al procuratore della Repubblica competente, il quale, in deroga all'articolo 329 del codice di procedura penale, comunica tutte le informazioni che non ritiene debbano rimanere segrete per le esigenze del procedimento. 4. Lo scioglimento di cui al comma 1 è disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione di cui al comma 3, ed è immediatamente trasmesso alle Camere. Nella proposta di scioglimento sono indicati in modo analitico le anomalie riscontrate ed i provvedimenti necessari per rimuovere tempestivamente gli effetti più gravi e pregiudizievoli per l'interesse pubblico; la proposta indica, altresì, gli amministratori ritenuti responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento. Lo scioglimento del consiglio comunale o provinciale comporta la cessazione dalla carica di consigliere, di sindaco, di presidente della provincia, di componente delle rispettive giunte e di ogni altro incarico comunque connesso alle cariche ricoperte, anche se diversamente disposto dalle leggi vigenti in materia di ordinamento e funzionamento degli organi predetti. 5. Anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento, qualora la relazione prefettizia rilevi la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti o ai dipendenti a qualunque titolo dell'ente locale, con decreto del Ministro dell'interno, su proposta del prefetto, è adottato ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell'ente, ivi inclusa la sospensione dall'impiego del dipendente, ovvero la sua destinazione ad altro ufficio o altra mansione con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell'autorità competente. 6. A decorrere dalla data di pubblicazione del decreto di scioglimento sono risolti di diritto gli incarichi di cui all'articolo 110, nonché gli incarichi di revisore dei conti e i rapporti di consulenza e di collaborazione coordinata e continuativa che non siano stati rinnovati dalla commissione straordinaria di cui all'articolo 144 entro quarantacinque giorni dal suo insediamento. 7. Nel caso in cui non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l'adozione di altri provvedimenti di cui al comma 5, il Ministro dell'interno, entro tre mesi dalla trasmissione della relazione di cui al comma 3, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento in cui dà conto degli esiti dell'attività di accertamento. Le modalità di pubblicazione dei provvedimenti emessi in caso di insussistenza dei presupposti per la proposta di scioglimento sono disciplinate dal Ministro dell'interno con proprio decreto. 8. Se dalla relazione prefettizia emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti tra singoli amministratori e la criminalità organizzata di tipo mafioso, il Ministro dell'interno trasmette la relazione di cui al comma 3 all'autorità giudiziaria competente per territorio, ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione previste nei confronti dei soggetti di cui all'articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575. 9. Il decreto di scioglimento è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Al decreto sono allegate la proposta del Ministro dell'interno e la relazione del prefetto, salvo che il Consiglio dei ministri disponga di mantenere la riservatezza su parti della proposta o della relazione nei casi in cui lo ritenga strettamente necessario. 10. Il decreto di scioglimento conserva i suoi effetti per un periodo da dodici mesi a diciotto mesi prorogabili fino ad un massimo di ventiquattro mesi in casi eccezionali, dandone comunicazione alle Commissioni parlamentari competenti, al fine di assicurare il regolare funzionamento dei servizi affidati alle amministrazioni, nel rispetto dei princìpi di imparzialità e di buon andamento dell'azione amministrativa. Le elezioni degli organi sciolti ai sensi del presente articolo si svolgono in occasione del turno annuale ordinario di cui all'articolo 1 della legge 7 giugno 1991, n. 182, e successive modificazioni. Nel caso in cui la scadenza della durata dello scioglimento cada nel secondo semestre dell'anno, le elezioni si svolgono in un turno straordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre. La data delle elezioni è fissata ai sensi dell'articolo 3 della citata legge n. 182 del 1991, e successive modificazioni. L'eventuale provvedimento di proroga della durata dello scioglimento è adottato non oltre il cinquantesimo giorno antecedente alla data di scadenza della durata dello scioglimento stesso, osservando le procedure e le modalità stabilite nel comma 4. 11. Fatta salva ogni altra misura interdittiva ed accessoria eventualmente prevista, gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento di cui al presente articolo non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l'ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo. Ai fini della dichiarazione d'incandidabilità il Ministro dell'interno invia senza ritardo la proposta di scioglimento di cui al comma 4 al tribunale competente per territorio, che valuta la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento agli amministratori indicati nella proposta stessa. Si applicano, in quanto compatibili, le procedure di cui al libro IV, titolo II, capo VI, del codice di procedura civile. 12. Quando ricorrono motivi di urgente necessità, il prefetto, in attesa del decreto di scioglimento, sospende gli organi dalla carica ricoperta, nonché da ogni altro incarico ad essa connesso, assicurando la provvisoria amministrazione dell'ente mediante invio di commissari. La sospensione non può eccedere la durata di sessanta giorni e il termine del decreto di cui al comma 10 decorre dalla data del provvedimento di sospensione. 13. Si fa luogo comunque allo scioglimento degli organi, a norma del presente articolo, quando sussistono le condizioni indicate nel comma 1, ancorché ricorrano le situazioni previste dall'articolo 141». Conseguentemente sopprimere gli articoli 2, 23, 24, 25, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 36-bis, 37, 39, 40, 41, 59 e 62. 3. 1000.Governo. Sostituire l'articolo 3 con il seguente: Art. 3. 1. All'articolo 36 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. Quando i reati di cui all'articolo 527 del codice penale, i delitti non colposi di cui ai titoli XII e XIII del libro II del codice penale, nonché i reati di cui alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, sono commessi in danno di persona portatrice di minorazione fisica, psichica o sensoriale, la pena è aumentata da un terzo alla metà». 2. All'articolo 635 del codice penale, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al secondo comma, numero 3), dopo le parole: «centri storici» sono inserite le seguenti: «ovvero su immobili i cui lavori di costruzione, di ristrutturazione, di recupero o di risanamento sono in corso o risultano ultimati»; b) dopo il secondo comma è aggiunto il seguente: «Per i reati di cui al secondo comma, la sospensione condizionale della pena è subordinata all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice nella sentenza di condanna». 3. All'articolo 639 del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo comma, le parole: «o immobili» sono soppresse; b) il secondo comma è sostituito dal seguente: «Se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro»; c) dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti: «Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro. Nei casi previsti dal secondo comma si procede d'ufficio». 4. Chiunque vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di diciotto anni è punito con la sanzione amministrativa fino a 1.000 euro. 5. All'articolo 4, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, dopo la parola: «639» sono inserite le seguenti: «, primo comma,». 6. Le sanzioni amministrative previste dai regolamenti ed ordinanze comunali per chiunque insozzi le pubbliche vie non possono essere inferiori all'importo di euro 500. 7. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 134 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è autorizzato l'impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento o di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, anche a tutela dell'incolumità dei presenti. L'espletamento di tali servizi non comporta l'attribuzione di pubbliche qualifiche. è vietato l'uso di armi, di oggetti atti ad offendere e di qualunque strumento di coazione fisica. 8. Il personale addetto ai servizi di cui al comma 7 è iscritto in apposito elenco, tenuto anche in forma telematica dal prefetto competente per territorio. All'istituzione e alla tenuta dell'elenco di cui al presente comma si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato. 9. Con decreto del Ministro dell'interno, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i requisiti per l'iscrizione nell'elenco di cui al comma 8, le modalità per la selezione e la formazione del personale, gli ambiti applicativi e il relativo impiego. Gli oneri derivanti dall'attività di cui al presente comma sono posti a carico dei soggetti che si avvalgono degli addetti ai servizi di controllo di cui al comma 7. 10. Il prefetto dispone la cancellazione dall'elenco degli addetti che non risultano più in possesso dei prescritti requisiti, ovvero di quelli che espletano il servizio in contrasto con le norme del presente articolo e con quanto stabilito dal decreto di cui al comma 9. Il prefetto comunica l'avvenuta cancellazione all'addetto interessato, disponendo al contempo il divieto di impiego nei confronti di chi si avvale dei suoi servizi. 11. I soggetti che intendono avvalersi degli addetti ai servizi di controllo devono individuarli tra, gli iscritti nell'elenco di cui al comma 8, dandone preventiva comunicazione al prefetto. 12. Coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, già svolgono i servizi di controllo delle attività di intrattenimento o di spettacolo di cui al comma 7 sono iscritti nell'elenco di cui al comma 8 qualora risultano in possesso dei requisiti prescritti dal decreto di cui al comma 9. 13. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque svolge i servizi di cui al comma 7 in difformità a quanto previsto dai commi 7, 8, 9, 10, 11 e 12 e dal decreto di cui al comma 9 è punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 5.000. Alla stessa sanzione soggiace chiunque impiega per le attività di cui al comma 7 soggetti diversi da quelli iscritti nell'elenco tenuto dal prefetto od omette la preventiva comunicazione di cui al comma 11. 14. Nel titolo II, capo I, del nuovo codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, di seguito denominato: «decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285», dopo l'articolo 34 è inserito il seguente: «Art. 34-bis. - (Decoro delle strade). - 1. Chiunque insozza le pubbliche strade gettando rifiuti od oggetti dai veicoli in movimento o in sosta è punito con la sanzione amministrativa da euro 500 a euro 1.000». 15. All'articolo 112 del codice penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo comma, numero 4), dopo le parole: «avvalso degli stessi» sono inserite le seguenti: «o con gli stessi ha partecipato»; b) al secondo comma, dopo le parole: «si è avvalso di persona non imputabile o non punibile, a cagione di una condizione o qualità personale,» sono inserite le seguenti: «o con la stessa ha partecipato»; c) al terzo comma, dopo le parole: «Se chi ha determinato altri a commettere il reato o si è avvalso di altri» sono inserite le seguenti: «o con questi ha partecipato». 16. Fatti salvi i provvedimenti dell'autorità per motivi di ordine pubblico, nei casi di indebita occupazione di suolo pubblico previsti dall'articolo 633 del codice penale e dall'articolo 20 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, il sindaco, per le strade urbane, e il prefetto, per quelle extraurbane o, quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica, per ogni luogo, possono ordinare l'immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell'esercizio fino al pieno adempimento dell'ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni. 17. Le disposizioni di cui al comma 16 si applicano anche nel caso in cui l'esercente ometta di adempiere agli obblighi inerenti alla pulizia e al decoro degli spazi pubblici antistanti l'esercizio. 18. Se si tratta di occupazione a fine di commercio, copia del relativo verbale di accertamento è trasmessa, a cura dell'ufficio accertatore, al comando della Guardia di finanza competente per territorio, ai sensi dell'articolo 36, ultimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. 19. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo l'articolo 600-septies è inserito il seguente: «Art. 600-octies. - (Impiego di minori nell'accattonaggio). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque si avvale per mendicare di una persona minore degli anni quattordici o, comunque, non imputabile, ovvero permette che tale persona, ove sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, mendichi, o che altri se ne avvalga per mendicare, è punito con la reclusione fino a tre anni»; b) dopo l'articolo 602 è inserito il seguente: «Art. 602-bis. - (Pene accessorie). - La condanna per i reati di cui agli articoli 583-bis, 600, 601, 602, 609-bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies comporta, qualora i fatti previsti dai citati articoli siano commessi dal genitore o dal tutore, rispettivamente: 1) la decadenza dall'esercizio della potestà del genitore; 2) l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente all'amministrazione di sostegno, alla tutela e alla cura»; c) all'articolo 609-decies, primo comma, dopo la parola: «600-quinquies,» è inserita la seguente: «600-octies,»; d) l'articolo 671 è abrogato. 20. All'articolo 61 del codice penale, dopo il numero 11-bis) è aggiunto il seguente: «11-ter) l'aver commesso un delitto contro la persona ai danni di un soggetto minore all'interno o nelle adiacenze di istituti di istruzione o di formazione». 21. L'articolo 388 del codice penale è sostituito dal seguente: «Art. 388. - (Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice). - Chiunque, per sottrarsi all'adempimento degli obblighi nascenti da un provvedimento dell'autorità giudiziaria, o dei quali è in corso l'accertamento dinanzi l'autorità giudiziaria stessa, compie, sui propri o sugli altrui beni, atti simulati o fraudolenti, o commette allo stesso scopo altri fatti fraudolenti, è punito, qualora non ottemperi alla ingiunzione di eseguire il provvedimento, con la reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032. La stessa pena si applica a chi elude l'esecuzione di un provvedimento del giudice civile, ovvero amministrativo o contabile, che concerna l'affidamento di minori o di altre persone incapaci, ovvero prescriva misure cautelari a difesa della proprietà, del possesso o del credito. Chiunque sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo è punito con la reclusione fino a un anno e con la multa fino a euro 309. Si applicano la reclusione da due mesi a due anni e la multa da euro 30 a euro 309 se il fatto è commesso dal proprietario su una cosa affidata alla sua custodia e la reclusione da quattro mesi a tre anni e la multa da euro 51 a euro 516 se il fatto è commesso dal custode al solo scopo di favorire il proprietario della cosa. Il custode di una cosa sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo che indebitamente rifiuta, omette o ritarda un atto dell'ufficio è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 516. La pena di cui al quinto comma si applica al debitore o all'amministratore, direttore generale o liquidatore della società debitrice che, invitato dall'ufficiale giudiziario a indicare le cose o i crediti pignorabili, omette di rispondere nel termine di quindici giorni o effettua una falsa dichiarazione. Il colpevole è punito a querela della persona offesa». 22. All'articolo 527 del codice penale, dopo il primo comma è inserito il seguente: «La pena è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso all'interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano». 23. All'articolo 609-ter, primo comma, del codice penale, dopo il numero 5) è aggiunto il seguente: «5-bis) all'interno o nelle immediate vicinanze di istituto d'istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa». 24. All'articolo 614, primo comma, del codice penale, le parole: «fino a tre anni» sono sostituite dalle seguenti: «da sei mesi a tre anni». 25. Al codice di procedura penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 380, comma 2, la lettera e) è sostituita dalla seguente: «e) delitto di furto quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'articolo 4 della legge 8 agosto 1977, n. 533, o taluna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 625, primo comma, numeri 2), prima ipotesi, 3) e 5), del codice penale, salvo che ricorra, in questi ultimi casi, la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale»; b) all'articolo 381, comma 2, dopo la lettera f) è inserita la seguente: «f-bis) violazione di domicilio prevista dall'articolo 614, primo e secondo comma, del codice penale». 26. All'articolo 625, primo comma, del codice penale, dopo il numero 8) sono aggiunti i seguenti: «8-bis) se il fatto è commesso all'interno di mezzi di pubblico trasporto; «8-ter) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell'atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro». 27. All'articolo 628, terzo comma, del codice penale, dopo il numero 3) sono apportate le seguenti modificazioni: a) al terzo comma, dopo il numero 3) sono aggiunti i seguenti: «3-bis) se il fatto è commesso nei luoghi di cui all'articolo 624-bis; 3-ter) se il fatto è commesso all'interno di mezzi di pubblico trasporto; 3-quater) se il fatto è commesso nei confronti di persona che si trovi nell'atto di fruire ovvero che abbia appena fruito dei servizi di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro». b) dopo il terzo comma è aggiunto il seguente: «Le circostanze attenuanti, diverse da quella prevista dall'articolo 98, concorrenti con le aggravanti di cui al terzo comma, numeri 3), 3)-bis, 3)-ter e 3)-quater, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alle predette aggravanti». 28. All'articolo 640, secondo comma, del codice penale, dopo il numero 2) è aggiunto il seguente: «2-bis) se il fatto è commesso in presenza della circostanza di cui all'articolo 61, numero 5)». 29. Al codice penale sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 605, dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti: «Se il fatto di cui al primo comma è commesso in danno di un minore, si applica la pena della reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso in presenza di taluna delle circostanze di cui al secondo comma, ovvero in danno di minore di anni quattordici o se il minore sequestrato è condotto o trattenuto all'estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni. Se il colpevole cagiona la morte del minore sequestrato si applica la pena dell'ergastolo. Le pene previste dal terzo comma sono altresì diminuite fino alla metà nei confronti dell'imputato che si adopera concretamente: 1) affinché il minore riacquisti la propria libertà; 2) per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, aiutando concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti, e per l'individuazione o la cattura di uno o più autori di reati; 3) per evitare la commissione di ulteriori fatti di sequestro di minore»; b) nel libro II, titolo XI, capo IV, dopo l'articolo 574 è inserito il seguente: «Art. 574-bis. - (Sottrazione e trattenimento di minore all'estero). - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque sottrae un minore al genitore esercente la potestà dei genitori o al tutore, conducendolo o trattenendolo all'estero contro la volontà del medesimo genitore o tutore, impedendo in tutto o in parte allo stesso l'esercizio della potestà genitoriale, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. Se il fatto di cui al primo comma è commesso nei confronti di un minore che abbia compiuto gli anni quattordici e con il suo consenso, si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni. Se i fatti di cui al primo e secondo comma sono commessi da un genitore in danno del figlio minore, la condanna comporta la sospensione dall'esercizio della potestà dei genitori». 30. All'articolo 4 della legge 2 ottobre 1967, n. 895, il secondo comma è sostituito dal seguente: «Salvo che il porto d'arma costituisca elemento costitutivo o circostanza aggravante specifica per il reato commesso, la pena prevista dal primo comma è aumentata da un terzo alla metà: a) quando il fatto è commesso da persone travisate o da più persone riunite; b) quando il fatto è commesso nei luoghi di cui all'articolo 61, numero 11-ter), del codice penale; c) quando il fatto è commesso nelle immediate vicinanze di istituti di credito, uffici postali o sportelli automatici adibiti al prelievo di denaro, parchi e giardini pubblici o aperti al pubblico, stazioni ferroviarie, anche metropolitane, e luoghi destinati alla sosta o alla fermata di mezzi di pubblico trasporto». 31. All'articolo 4 della legge 18 aprile 1975, n. 110, il sesto comma è sostituito dal seguente: «La pena prevista dal terzo comma è raddoppiata quando ricorre una delle circostanze previste dall'articolo 4, secondo comma, della legge 2 ottobre 1967, n. 895, salvo che l'uso costituisca elemento costitutivo o circostanza aggravante specifica per il reato commesso». 32. Il Ministro dell'interno, con regolamento da emanare nel termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, definisce le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa, di cui all'articolo 2, terzo comma, della legge 18 aprile 1975, n. 110, che nebulizzano un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum, e che non abbiano l'attitudine a recare offesa alla persona. 33. All'articolo 4 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, al quarto comma, dopo le parole: «sottrarsi ai controlli di polizia,» sono inserite le seguenti: «armi a modesta capacità offensiva, riproduzioni di armi di qualsiasi tipo, compresi i giocattoli riproducenti armi, altre armi o strumenti, in libera vendita, in grado di nebulizzare liquidi o miscele irritanti non idonei ad arrecare offesa alle persone, prodotti pirotecnici di qualsiasi tipo, nonché sostanze infiammabili e altri mezzi comunque idonei a provocare lo sprigionarsi delle fiamme,». 34. Quando si procede per un delitto consumato o tentato con finalità di terrorismo anche internazionale ovvero per un reato aggravato ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 15 dicembre 1979, n. 625, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1980, n. 15, e successive modificazioni, e sussistono concreti e specifici elementi che consentano di ritenere che l'attività di organizzazioni, di associazioni, movimenti o gruppi favorisca la commissione dei medesimi reati, può essere disposta cautelativamente, ai sensi dell'articolo 3 della legge 25 gennaio 1982, n. 17, la sospensione di ogni attività associativa. La richiesta è presentata al giudice competente per il giudizio in ordine ai predetti reati, il quale decide entro dieci giorni. Avverso il provvedimento è ammesso ricorso ai sensi del quinto comma del medesimo articolo 3 della legge n. 17 del 1982. Il ricorso non sospende l'esecuzione del provvedimento impugnato. 35. Il provvedimento di cui al comma 34 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma. 36. Quando con sentenza irrevocabile sia accertato che l'attività di organizzazioni, di associazioni, movimenti o gruppi abbia favorito la commissione di taluno dei reati di cui al comma 34, il Ministro dell'interno ordina con decreto lo scioglimento dell'organizzazione, associazione, movimento o gruppo e dispone la confisca dei beni, ove non sia già disposta in sentenza. 37. Al decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 6 è aggiunto, in fine, il seguente comma: «7-bis. Alla UIF e al personale addetto si applica l'articolo 24, comma 6-bis, della legge 28 dicembre 2005, n. 262»; b) all'articolo 48, il comma 1 è sostituito dal seguente: «1. L'avvenuta archiviazione della segnalazione è comunicata dalla UIF al segnalante direttamente, ovvero tramite gli ordini professionali di cui all'articolo 43, comma 2»; c) all'articolo 56, comma 1, dopo le parole: «ai sensi degli articoli 7, comma 2,» sono inserite le seguenti: «37, commi 7 e 8,»; d) all'articolo 56, il comma 2 è sostituito dal seguente: «2. L'autorità di vigilanza di settore dei soggetti indicati dall'articolo 11, commi 1, lettera m), e 3, lettere c) e d), attiva i procedimenti di cancellazione dai relativi elenchi per gravi violazioni degli obblighi imposti dal presente decreto». 38. Il terzo comma dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, è sostituito dal seguente: «Ai fini dell'obbligo di cui al primo comma, la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel comune dove ha stabilito il proprio domicilio. La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all'ufficio di anagrafe gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l'effettiva sussistenza del domicilio. In mancanza del domicilio, si considera residente nel comune di nascita». 39. Dopo il terzo comma dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, è inserito il seguente: «è comunque istituito, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, presso il Ministero dell'interno un apposito registro nazionale delle persone che non hanno fissa dimora. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabilite le modalità di funzionamento del registro attraverso l'utilizzo del sistema INA-SAIA». 40. I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale. 41. Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, dei requisiti necessari previsti dal decreto di cui al comma 43. Il prefetto provvede, altresì, al loro periodico monitoraggio, informando dei risultati il comitato. 42. Tra le associazioni iscritte nell'elenco di cui al comma 41 i sindaci si avvalgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell'ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato. Le associazioni diverse da queste ultime sono iscritte negli elenchi solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica. 43. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinati gli ambiti operativi delle disposizioni di cui ai commi 40 e 41, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e sono disciplinate le modalità di tenuta dei relativi elenchi. 44. All'istituzione e alla tenuta dell'elenco di cui al comma 41 si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato. 45. All'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il secondo periodo è inserito il seguente: «Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata». 46. All'articolo 187, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Si applicano le disposizioni dell'articolo 186, comma 2, lettera c), terzo, sesto e settimo periodo, nonché quelle di cui al comma 2-quinquies del medesimo articolo 186». 47. Dopo il comma 4 dell'articolo 193 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è aggiunto il seguente: «4-bis. Salvo che debba essere disposta confisca ai sensi dell'articolo 240 del codice penale, è sempre disposta la confisca amministrativa del veicolo intestato al conducente sprovvisto di copertura assicurativa quando sia fatto circolare con documenti assicurativi falsi o contraffatti. Nei confronti di colui che abbia falsificato o contraffatto i documenti assicurativi di cui al precedente periodo è sempre disposta la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per un anno. Si applicano le disposizioni dell'articolo 213 del presente codice». 48. Nel titolo VI, capo I, sezione II, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo l'articolo 219 è inserito il seguente: «Art. 219-bis. - (Ritiro, sospensione o revoca del certificato di idoneità alla guida). - 1. Nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, è disposta la sanzione amministrativa accessoria del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida e la violazione da cui discende è commessa da un conducente munito di certificato di idoneità alla guida di cui all'articolo 116, commi 1-bis e 1-ter, le sanzioni amministrative accessorie si applicano al certificato di idoneità alla guida secondo le procedure degli articoli 216, 218 e 219. In caso di circolazione durante il periodo di applicazione delle sanzioni accessorie si applicano le sanzioni amministrative di cui agli stessi articoli. Si applicano, altresì, le disposizioni dell'articolo 126-bis. 2. Se il conducente è persona munita di patente di guida, nell'ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative accessorie del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida. In tali casi si applicano, altresì, le disposizioni dell'articolo 126-bis. 3. Quando il conducente è minorenne si applicano le disposizioni dell'articolo 128, commi 1-ter e 2». 49. All'articolo 116, comma 1-quater, secondo periodo, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni le parole: «Fino alla data di applicazione delle disposizioni attuative della direttiva 2006/126/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, concernente la patente di guida (Rifusione)» sono sostituite dalle seguenti: «Fino alla data del 30 settembre 2009». 50. All'articolo 75, comma 1, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nell'alinea, dopo le parole: «non superiore a un anno,» sono inserite le seguenti: «salvo quanto previsto dalla lettera a),»; b) la lettera a) è sostituita dalla seguente: «a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;». 51. All'articolo 75-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, alinea, le parole: «, per la durata massima di due anni,» sono soppresse; b) dopo il comma 1 è inserito il seguente: «1-bis. La durata massima delle misure di cui al comma 1 è fissata in due anni per quelle indicate nelle lettere a), b), c), d) ed e) e in quattro anni per quella indicata nella lettera f)». 52. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni: a) l'articolo 120 è sostituito dal seguente: «Art. 120. - (Requisiti morali per ottenere il rilascio dei titoli abilitativi di cui all'articolo 116). - 1. Non possono conseguire la patente di guida, il certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e il certificato di idoneità alla guida di ciclomotori i delinquenti abituali, professionali o per tendenza e coloro che sono o sono stati sottoposti a misure di sicurezza personali o alle misure di prevenzione previste dalla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, ad eccezione di quella di cui all'articolo 2, e dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, le persone condannate per i reati di cui agli articoli 73 e 74 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, fatti salvi gli effetti di provvedimenti riabilitativi, nonché i soggetti destinatari del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del medesimo testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990. 2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 75, comma 1, lettera a), del citato testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, se le condizioni soggettive indicate al comma 1 del presente articolo intervengono in data successiva al rilascio, il prefetto provvede alla revoca della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori. La revoca non può essere disposta se sono trascorsi più di tre anni dalla data di applicazione delle misure di prevenzione, o di quella del passaggio in giudicato della sentenza di condanna per i reati indicati dal medesimo comma 1. 3. La persona destinataria del provvedimento di revoca di cui al comma 2 non può conseguire una nuova patente di guida prima che siano trascorsi almeno tre anni. 4. Avverso i provvedimenti di diniego di cui al comma 1 e i provvedimenti di cui al comma 2 è ammesso il ricorso al Ministro dell'interno il quale decide, entro sessanta giorni, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. 5. Con decreto del Ministro dell'interno e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono stabilite le modalità necessarie per l'adeguamento del collegamento telematico tra il sistema informativo del Dipartimento per i trasporti terrestri e il trasporto intermodale e quello del Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, in modo da consentire la trasmissione delle informazioni necessarie ad impedire il rilascio dei titoli abilitativi di cui al comma 1 e l'acquisizione dei dati relativi alla revoca dei suddetti titoli intervenuta ai sensi del comma 2. 6. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque, in violazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 3, provvede al rilascio dei titoli abilitativi di cui all'articolo 116 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 3.000»; b) al comma 2-bis dell'articolo 117, è aggiunto il seguente periodo: «Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 120 del presente codice, alle persone destinatarie del divieto di cui all'articolo 75, comma 1, lettera a), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, il divieto di cui al presente comma ha effetto per i primi tre anni dal rilascio della patente di guida». 53. Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al comma 5 dell'articolo 120 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come sostituito dal comma 1, lettera a), del presente articolo, da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, continuano ad applicarsi le modalità di interscambio informativo previste dal comma 2 dell'articolo 120 del medesimo decreto legislativo, nel testo vigente anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge. 54. All'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 2 è abrogato; b) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. Le risorse del Fondo di cui al comma 1 sono utilizzate per l'acquisto di materiali, attrezzature e mezzi per le attività di contrasto dell'incidentalità notturna svolte dalle Forze di polizia di cui all'articolo 12, comma 1, lettere a), b), c), d) e f-bis), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, per campagne di sensibilizzazione e di formazione degli utenti della strada e per il finanziamento di analisi cliniche, di ricerca e sperimentazione nel settore di contrasto della guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti»; c) il comma 4 è abrogato. 55. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 186: 1) dopo il comma 2-quinquies sono inseriti i seguenti: «2-sexies. L'ammenda prevista dal comma 2 è aumentata da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7. 2-septies. Le circostanze attenuanti concorrenti con l'aggravante di cui al comma 2-sexies non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa. Le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alla predetta aggravante. 2-octies. Una quota pari al venti per cento dell'ammenda irrogata con la sentenza di condanna che ha ritenuto sussistente l'aggravante di cui al comma 2-sexies è destinata ad alimentare il Fondo contro l'incidentalità notturna di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, e successive modificazioni»; b) all'articolo 187: 1) dopo il comma 1-ter è inserito il seguente: «1-quater. L'ammenda prevista dal comma 1 è aumentata da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 186, commi 2-septies e 2-octies»; c) all'articolo 195, dopo il comma 2 è inserito il seguente: «2-bis. Le sanzioni amministrative pecuniarie previste dagli articoli 141, 142, 145, 146, 149, 154, 174, 176, commi 19 e 20, e 178 sono aumentate di un terzo quando la violazione è commessa dopo le ore 22 e prima delle ore 7; tale incremento della sanzione quando la violazione è accertata da uno dei soggetti di cui all'articolo 208, comma 1, primo periodo, è destinato ad alimentare il Fondo di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, e successive modificazioni»; d) all'articolo 208, dopo il comma 2 è inserito il seguente: «2-bis. Gli incrementi delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all'articolo 195, comma 2-bis, sono versati in un apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato, di nuova istituzione, per essere riassegnati al Fondo contro l'incidentalità notturna di cui all'articolo 6-bis del decreto-legge 3 agosto 2007, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 ottobre 2007, n. 160, con provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze adottato sulla base delle rilevazioni trimestrali del Ministero dell'interno. Tali rilevazioni sono effettuate con le modalità fissate con decreto del Ministero dell'interno, di concerto con i Ministeri dell'economia e delle finanze, della giustizia e delle infrastrutture e dei trasporti. Con lo stesso decreto sono stabilite le modalità di trasferimento della percentuale di ammenda di cui agli articoli 186, comma 2-octies, e 187, comma 1-quater, destinata al Fondo». 56. All'articolo 600-sexies del codice penale, dopo il quarto comma è inserito il seguente: «Nei casi previsti dagli articoli 600, 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies, 600-sexies, 600-septies, 600-octies, 601, 602 e 416, sesto comma, le pene sono diminuite fino alla metà nei confronti dell'imputato che si adopera per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori aiutando concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella raccolta di elementi di prova decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione e la cattura di uno o più autori dei reati ovvero per la sottrazione di risorse rilevanti alla consumazione dei delitti». 57. Al comma 2, lettera a), dell'articolo 208 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, le parole: «e della Guardia di finanza» sono sostituite dalle seguenti: «, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato». 58. Al comma 3 dell'articolo 393 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, le parole: «e della Guardia di Finanza» sono sostituite dalle seguenti: «, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato». 59. Il primo comma dell'articolo 585 del codice penale è sostituito dal seguente: «Nei casi previsti dagli articoli 582, 583, 583-bis e 584, la pena è aumentata da un terzo alla metà, se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 576, ed è aumentata fino a un terzo, se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 577, ovvero se il fatto è commesso con armi o con sostanze corrosive, ovvero da persona travisata o da più persone riunite». 60. All'articolo 24 del codice penale: al primo comma, le parole: «non inferiore a euro 5» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 50» e le parole: «né superiore a euro 5.164» sono sostituite dalle seguenti: «né superiore a euro 50.000»; al secondo comma, le parole: «da euro 5 a euro 2.065» sono sostituite dalle seguenti: «da euro 50 a euro 25.000». 61. All'articolo 26 del codice penale, le parole: «non inferiore a euro 2» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 20» e le parole: «né superiore a euro 1.032» sono sostituite dalle seguenti: «né superiore a euro 10.000». 62. All'articolo 135 del codice penale, le parole: «calcolando euro 38, o frazione di euro 38» sono sostituite dalle seguenti: «calcolando euro 250, o frazione di euro 250». 63. All'articolo 10, primo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, le parole: «non inferiore a lire dodicimila» sono sostituite dalle seguenti: «non inferiore a euro 10» e le parole: «non superiore a lire venti milioni» sono sostituite dalle seguenti: «non superiore a euro 15.000». 64. All'articolo 114, secondo comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, le parole: «a lire quattromila» e «a lire diecimila» sono sostituite dalle seguenti: «a euro 20» e «a euro 50». 65. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi diretti a rivalutare l'ammontare delle multe, delle ammende e delle sanzioni amministrative originariamente previste come sanzioni penali, attualmente vigenti. Fermi restando i limiti minimi e massimi delle multe e delle ammende previsti dal codice penale, nonché quelli previsti per le sanzioni amministrative dall'articolo 10 della legge 24 novembre 1981, n. 689, la rivalutazione delle sanzioni pecuniarie è stabilita nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi: a) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore anteriormente al 24 novembre 1981, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 6 e non superiore a 10; b) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 24 novembre 1981 e prima del 31 dicembre 1986, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 3 e non superiore a 6; c) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1986 e prima del 31 dicembre 1991, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 2 e non superiore a 3; d) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1991 e prima del 31 dicembre 1996, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 1,50 e non superiore a 2; e) le pene pecuniarie, il cui attuale ammontare sia stato stabilito con una disposizione entrata in vigore successivamente al 31 dicembre 1996 e prima del 31 dicembre 2001, ad eccezione delle leggi in materia di imposte dirette e di tasse ed imposte indirette sugli affari, sono moltiplicate, tenuto conto della serie storica degli indici di aumento dei prezzi al consumo, per un coefficiente non inferiore a 1,30 e non superiore a 1,50. 66. Il Governo predispone gli schemi dei decreti legislativi di cui al comma 65 entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e li trasmette alle competenti Commissioni parlamentari che esprimono il loro parere entro i sessanta giorni successivi. Conseguentemente sopprimere gli articoli 7; 8; 9, 9-bis, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 27, 38, 44, 50, 52, 54, 54-bis, 55, 56, 57, 58, 63, 64, 65.

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Beve soda invece di acqua Grave giudice a Frosinone (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 14/05/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Beve soda invece di acqua Grave giudice a Frosinone ROMADopo aver preso un cappuccino ha chiesto un bicchiere d'acqua e le è stata servita per sbaglio della soda caustica in un bar di Frosinone dove ogni mattina fa colazione. È la brutta avventura capitata ieri mattina al procuratore capo della Procura di Frosinone, Margherita Gerunda, 70 anni, ora ricoverata in gravi condizioni nel policlinico Gemelli di Roma. La donna, che si è sentita male con forti bruciori allo stomaco, avrebbe subìto gravi danni all'esofago. Il contenuto della bottiglia dalla quale è stato versato il liquido bevuto dal magistrato, con tutta probabilità soda caustica, sarà ora esaminato dagli ispettori della Asl di Frosinone. I titolari del bar si sono chiusi nel silenzio, ma in una nota affidata al loro avvocato Nicola Ottaviani hanno espresso «profonda solidarietà personale ed umana» al magistrato sottolineando che «una combinazione di una serie di elementi imprevedibili ed assolutamente eccezionali ha generato un assurdo incidente che rattrista e addolora». Auguri di pronta guarigione sono stati espressi al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente del Csm Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura. La sua prima destinazione è stata la Pretura penale di Torino dove è rimasta per due anni prima di approdare alla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Nel 1970 è stata trasferita alla Procura di Roma dove ha lavorato per 20 anni. Negli anni '90 è stata sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma con delega sui procedimenti che riguardano il tribunale dei minori. Si è occupata di omicidi, sequestri di persona, terrorismo, criminalità organizzata e spaccio internazionale di stupefacenti. È stata, inoltre, consulente di commissioni bicamerali parlamentari, come quella per Telekom Serbia e docente all'Accademia superiore del Ministero dell'interno, alla Scuola superiore della Pa e alla Scuola allievi Carabinieri. Preoccupazione è stata espressa dal Codacons che spiega di aver più volte denunciato il problema dal 2002 per casi verificatasi in vari bar e ristoranti.

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Affari: "Ci vorrà l'esercito"">Nucleare, Vendola ad Affari: "Ci vorrà l'esercito" (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Economia Nucleare/ Vendola ad Affari: in Puglia dovranno mandare l'esercito Giovedí 14.05.2009 10:56 Un no secco. E anche un po' ironico, com'è nello stile del Governatore della Puglia, Nichi Vendola, che ad Affaritaliani.it assicura che si opporrà con ogni mezzo alla costruzione delle centrali nucleari nella sua Regione. Ricorrendo, come prima cosa, alla Corte Costituzionale. "Perché è un abbaglio dal punto di vista economico, una distrazione di risorse dal lato energetico e una tragedia per l'ambiente". La soluzione? "Investire nelle rinnovabili e sull'efficienza energetica". L'INTERVISTA E' arrivato il primo via libera del Senato al ritorno del nucleare in Italia. Quattro centrali dovrebbero essere costruite entro i prossimi 6-8 anni. E tra i siti di cui si parla c'è anche Ostuni, in Puglia. Ma per le Regioni è previsto solo un parere consultivo. Che cosa ne pensa? "Le questioni sono due: una di metodo e una di merito. Quanto al metodo, tutta la strabiliante retorica sulla rivoluzione federalista convive qui con una evidente restaurazione centralistica. Le Regioni prima avevano il potere di dare l'intesa al governo e ora vengono ora ridotte al rango di buca delle lettere. Vengono, cioè, soltanto ascoltate, dando per inteso che il loro parere non abbia un peso effettivo. Credo che il modello di sviluppo che pensa questo governo abbia bisogno di un grado crescente di militarizzazione per poter saltare il confronto con le comunità locali". E per quanto riguarda il merito? Cosa pensa del nucleare nella sua Regione? "Vorrei avere un po' i dettagli per sapere se stanno pensando alla Costa Merlata o all'ampliamento di qualche trullo, oppure al nucleare di masseria o, ancora, al barocco atomico... Credo che dovranno ingegnarsi molto a immaginare le forme di occupazione militare del territorio, perché la ribellione della Puglia sarà rabbiosa e radicale". Un no senza se e senza ma, insomma. "La nostra Regione offre al sistema Paese tanta energia. E paghiamo già un prezzo molto alto per questa nostra generosità. I polmoni del Salento sono già gonfi di polveri sottili e di ogni sorta di veleno, a causa per esempio della centrale Enel di Cerano a Brindisi. Noi siamo diventati i leader italiani della produzione di energia eolica e di energia solare e per quanto ci riguarda il tema non è certo l'entrata repentina nel nucleare, ma è la progressiva uscita dal carbone". Quindi consiglierebbe al governo di investire sulle rinnovabili piuttosto che sull'atomo. "Certo. E vorrei sapere perché il governo mi ha tolto i finanziamenti al solare termodinamico sotto la direzione di Carlo Rubbia, perché mi ha tolto i finanziamenti all'idrogeno verde e perché ha questo atteggiamento di ostilità nei confronti di quelle fonti di energia che sicuramente rappresentano il futuro". Però da sole le rinnovabili non basterebbero a soddisfare il fabbisogno energetico del nostro Paese. "Dobbiamo immaginare un ciclo complesso dell'energia che è fatto di efficienza energetica (e su questo argomento non mi pare che ci sia una consapevolezza da parte del governo della necessità di investire). Dobbiamo immaginare una riconversione urbanistica ed edilizia che sappia inglobare i valori dell'efficienza energetica. Dobbiamo investire molto di più su tutte le fonti di energia alternativa. Credo che il nucleare rappresenti dal punto di vista economico un abbaglio clamoroso, collocato in un tempo indefinito, dal punto di vista energetico una distrazione di risorse e dal punto di vista ambientale una tragedia per un Paese che ha già così grande scarsità di territorio e che ha i problemi di dissesto idrogeologico e di sismicità che sono noti". Che cosa farà adesso? "Naturalmente ricorrerò alla Corte Costituzionale contro questa normativa del governo. E apriremo le danze..." tags: nichi vendola nucleare centrali nucleari energie rinnovabili

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L'eugenetica introdotta pian piano senza che il Paese se ne accorga (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA 14-05-2009 BISOGNA SEGUIRE IL VARCO APERTO DALLE ULTIME MOTIVAZIONI DELLA CONSULTA L'eugenetica introdotta pian piano senza che il Paese se ne accorga EUGENIA ROCCELLA Q uando è stata resa nota la sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 per la procreazione assistita, non ci sono state reazioni indignate e allarmi eccessivi. Le modifiche al testo sono apparse molto contenute, e non hanno alterato nella sostanza l'impianto della legge. Non è stato toccato il divieto di crioconservazione e di eliminazione degli embrioni, il divieto di selezionarli a scopo eugenetico, e l'obbligo di produrne solo il numero "strettamente necessario". Si tratta, dunque, soltanto di attribuire al medico una maggiore responsabilità e autonomia, in sintesi di richiamare a una "non vincolatività" della legge nei confronti di una valutazione clinica: lo stesso principio contenuto nel disegno di legge sulle dichiarazioni di fine vita approvato al Senato. Le motivazioni della sentenza, pubblicate pochi giorni fa, sono invece più preoccupanti. Si parla, per esempio, di "deroghe" al divieto di crioconservazione, ma nel testo della legge non ce n'è traccia. Una legge non può prevedere deroghe implicite e vaghe, ma solo esplicite e ben definite, e la Consulta, se avesse voluto inserire qualche precisa eccezione, avrebbe avuto tutto il potere di farlo. Nelle stesse motivazioni la salute della donna è il criterio con cui misurare l'appropriatezza delle pratiche, ma poi si sostiene la necessità di "bilanciare" la tutela dell'embrione con "la tutela delle esigenze di procreazione"; senza considerare che questo, oltre a non essere previsto in nessuna parte della legge, può costituire un rischio per quella salute femminile che si vorrebbe proteggere. Se si accettasse il principio, infatti, si potrebbero attuare stimolazioni ovariche pesanti e rischiose, come si fa in altri paesi; mentre con la legge 40 le sindromi da iperstimolazione ovarica (il pericolo più grave e comune per le donne che si sottopongono a Pma) in Italia sono crollate. La sensazione è che la Consulta sia intervenuta sulla legge in modo misurato, ma abbia poi affidato alle motivazioni un'interpretazione sufficientemente ambigua da aprire la strada ad altri interventi della magistratura, e magari fornire a qualche centro di Pma l'alibi per avviare pratiche fuori dalla legge. Basta verificare i dati dell'Istituto superiore di sanità, e paragonarli a quelli di altri paesi, per accorgersi che non solo la legge 40 funziona, ma protegge la donna e l'embrione, evitando il commercio di ovociti, le stimolazioni ormonali selvagge, la crioconservazione massiccia di embrioni, pratiche odiose come la riduzione fetale. Ma questo non convincerà mai chi vuole cambiarla, magari smontandola a colpi di interventi della magistratura. La prospettiva a cui si mira è l'eugenetica, la selezione degli embrioni per arrivare a una procreazione sottratta il più possibile alla sua naturalità e ricreata in laboratorio. Il primo obiettivo è la diagnosi preimpianto, con cui si scartano gli embrioni "difettati", come fossero un semplice prodotto di fabbrica riuscito male. È iniziata oggi la discussione tecnica su una raccomandazione europea sulle malattie rare, le quali, proprio per la scarsità di pazienti in un singolo paese, hanno bisogno di superare un approccio esclusivamente nazionale. Nel testo si parla di terapie, farmaci orfani, diagnosi tempestive e consulenze genetiche, insomma di cure. Ma il 13 aprile il Parlamento europeo ha votato un emendamento (che i ministri europei possono non accogliere nella raccomandazione) che invita alla "selezione degli embrioni sani" come forma di prevenzione. Una precedente versione dell'emendamento, ancora più esplicita, indicava nella selezione embrionale il metodo per "eradicare" le malattie rare. Non la cura, dunque, ma l'eliminazione del malato, tanto più facile. L'idea che ispira i detrattori della legge 40 è questa: la possibilità di introdurre l'eugenetica, non più con l'autoritarismo statale ma grazie alla scelta individuale, accuratamente orientata dal marketing del figlio perfetto. Le coppie, soprattutto le mamme, sono soggetti sensibili alle pressioni esterne quando è in gioco la salute del bimbo che deve nascere, e si fa presto a trasformare l'informazione sanitaria in pubblicità ingannevole o quantomeno non obiettiva. La nostra legge è costruita per dare anche alle coppie infertili la possibilità di procreare, attraverso un aiuto medico, non per selezionare i bambini in base a criteri scientificamente discutibili. Se vogliamo introdurre l'eugenetica in Italia, apriamo un vero dibattito: la cosa peggiore sarebbe se entrasse di soppiatto, camuffata da libera scelta, da tecnologia avanzata, attraverso le sentenze di qualche tribunale amministrativo, ignorando la volontà popolare espressa dal Parlamento e da un voto referendario. La cosa peggiore sarebbe se nemmeno ce ne accorgessimo, evitando di discuterne e confrontarci apertamente.

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Frosinone Dopo aver preso un cappuccino ha chiesto un bicchiere d'acqua e le è stata servit... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 14 Maggio 2009, Frosinone Dopo aver preso un cappuccino ha chiesto un bicchiere d'acqua e le è stata servita per sbaglio della soda caustica in un bar di Frosinone dove ogni mattina fa colazione. È la brutta avventura capitata al procuratore capo della Procura di Frosinone, Margherita Gerunda, 70 anni, ora ricoverata in gravi condizioni nel policlinico Gemelli di Roma. La donna, che si è sentita male con forti bruciori allo stomaco, avrebbe subito gravi danni all'esofago. Il contenuto della bottiglia dalla quale è stato versato il liquido bevuto dal magistrato, con tutta probabilità soda caustica, sarà ora esaminato dagli ispettori della Asl di Frosinone. Secondo un testimone il Procuratore dopo aver bevuto è stramazzata a terra perdendo sangue dalla bocca. Subito soccorsa è stata portata in ospedale dove è ricoverata nel reparto di Rianimazione. Non sarebbe in pericolo di vita, ma potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per far fronte alla lesione dell'esofago. I titolari del bar si sono chiusi nel silenzio, ma in una nota affidata al loro avvocato Nicola Ottaviani hanno espresso «profonda solidarietà personale ed umana» al magistrato sottolineando che «una combinazione di una serie di elementi imprevedibili ed assolutamente eccezionali ha generato un assurdo incidente che contristaa e addolora». Auguri di pronta guarigione sono stati espressi dal Csm al procuratore di Frosinone da parte del vice presidente Nicola Mancino, aprendo la riunione pomeridiana del plenum. Gerunda, ligure di nascita, è procuratore capo della Procura della Repubblica di Frosinone dal 23 marzo del 2004. Laureatasi a Genova nel 1963, due anni dopo ha fatto il suo ingresso in magistratura. La sua prima destinazione è stata la Pretura penale di Torino dove è rimasta per due anni prima di approdare alla procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Nel 1970 è stata trasferita alla Procura di Roma dove ha lavorato per 20 anni. Negli anni '90 è stata sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma con delega sui procedimenti che riguardano il tribunale dei minori. Si è occupata, tra le altre cose, di omicidi, sequestri di persona, terrorismo, criminalità organizzata e spaccio internazionale di stupefacenti. È stata, inoltre, consulente di commissioni bicamerali parlamentari, come quella per Telekom Serbia e docente all'Accademia superiore del Ministero dell'Interno, alla Scuola superiore della Pubblica Amministrazione e alla Scuola allievi Carabinieri. Non è la prima volta che nel Lazio si verificano casi di intossicazione da parte di persone che hanno bevuto una sostanza tossica scambiata per acqua minerale. Il 18 maggio del 2003 Mariella Milani, giornalista del Tg2, rimase ustionata all'apparato digerente dopo avere bevuto un sorso di soda caustica, che le era stata servita, come acqua, in un ristorante a Fregene.

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ANNA VILLANI ANGRI. UNA BUONA NOTIZIA PER GLI AMANTI DEI RIMBORSI ECONOMICI. A BREVE CI SARà... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ANNA VILLANI Angri. Una buona notizia per gli amanti dei rimborsi economici. A breve ci sarà quello relativo alla quota della tariffa di depurazione. Lo dispone il commissario straordinario al comune Bruno Pezzuto, ai sensi di una recente sentenza della Corte Costituzionale. La richiesta era stata avanzata negli ultimi mesi anche dal disciolto comitato Cossap. Ma ora è davvero ufficiale. Pertanto «L'utente che ha corrisposto al comune l'importo dell'intera tariffa ha diritto ad ottenere il rimborso della quota relativa al servizio di depurazione, dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate, previa domanda di rimborso da proporre in bollo». La procedura di rimborso ai cittadini angresi è stata messa in moto dal commissario, che farà predisporre degli appositi moduli da compilare per l'istanza di rimborso. Si consiglia perciò di visitare il sito del comune di Angri su cui sarà pubblicata copia della domanda, che sarà possibile ritirare anche presso l'ufficio Urp. «L'amministrazione comunale - spiega il prefetto Pezzuto - effettuerà a decorrere dal primo ottobre 2009 il rimborso, dopo avere verificato la legittimità della richiesta, appurando la corrispondenza tra "ricevuta di versamento" allegata dall'utente alla domanda di rimborso e l'avvenuta corrispondente riscossione da parte dell'ente». Si precisa nella disposizione commissariale che al momento «non è possibile procedere al rimborso». Il dettato costituzionale dello scorso anno aveva annullato la precedente normativa dell'94 secondo cui il canone andava versato «anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». Secondo dei calcoli approssimativi nelle tasche dei cittadini andrebbe circa un milione di euro.

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BRASILIA. LA PREVISTA AUDIZIONE DI ACHILLE LOLLO DI FRONTE ALLA COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI DEL ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Brasilia. La prevista audizione di Achille Lollo di fronte alla Commissione per i diritti umani del Congresso brasiliano è slittata a data da destinarsi. Dopo quella «saltata», non è del resto per il momento prevista una nuova seduta della Commissione per esaminare il caso Cesare Battisti (nella foto). Achille Lollo, rifugiato in Brasile dal 1987, condannato per la strage del rogo di Primavalle dove morirono i figli del segretario della sezione Msi di Primavalle ed ex membro di Potere Operaio, fa ora il giornalista e avrebbe dovuto parlare «in difesa» dell'amico Battisti. Di certo così slittano i tempi per decidere l'eventuale estradizione di Battisti, ex membro dei Proletari armati per il Comunismo (Pac) condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi e al quale il Brasile ha concesso l'asilo politico. Mercoledì scorso, la Commissione - che oltre a Lollo, aveva convocato anche il presidente degli avvocati brasiliani, Luiz Flavio Borges D'Urso - aveva ascoltato solo il ministro della giustizia Tarso Genro, il quale ha difeso ancora una volta la decisione di concedere l'asilo politico a Battisti. Contro questa decisione, l'Italia - che ha richiesto l'estradizione di Battisti, attualmente recluso nel carcere di Papuda - ha presentato ricorso di fronte al Supremo tribunale federale (Stf), la Corte costituzionale brasiliana. La data del pronunciamento dell'Stf, che si riunisce in seduta pubblica due giorni a settimana, non è stata comunque ancora fissata, ma secondo alcune fonti la sentenza sul caso Battisti potrebbe essere emessa alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo.

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GIUSEPPE CRIMALDI L'APPUNTAMENTO è FISSATO PER OGGI POMERIGGIO. ALLE 15,30, IN PROCURA,... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Nord))

Argomenti: Giustizia

GIUSEPPE CRIMALDI L'appuntamento è fissato per oggi pomeriggio. Alle 15,30, in Procura, si riuniscono gli oltre cento sostituti dell'ufficio inquirente diretto da Giovandomenico Lepore. Oggetto della convocazione: valutare l'opportunità di convocare un'assemblea per discutere il nuovo «caso Napoli», finito peraltro davanti alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. Un caso che nasce alla luce dello scontro tra il procuratore Giovandomenico Lepore e il suo aggiunto, Aldo De Chiara, coordinatore della sezione Ecologia, la stessa della quale fanno parte i due pm titolari del processo sull'emergenza rifiuti in Campania, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Lo scontro verte sulla gestione di un fascicolo delicato: quello relativo allo stralcio che vedeva coinvolti i vertici della Protezione civile, oltre a due ex commissari all'emergenza rifiuti in Campania, nell'ambito del procedimento sulla gestione delle ecoballe. Il procuratore aggiunto De Chiara in una lettera inviata al Csm sosteneva che il procuratore Lepore aveva chiesto lo stralcio delle posizioni di Pansa e Bertolaso dall'inchiesta sui rifiuti per non danneggiare il governo. Il clima di attesa per questa riunione ieri si percepiva appena, a Palazzo di Giustizia. Diversamente in procura, dove l'argomento ha - com'è logico - continuato a tenere banco tra i sostituti. Un fatto è certo: se di nuovo «caso Napoli» si tratta, non si può però certo parlare di tensioni e fratture che rievocano anni e situazioni passate. Il presunto scontro tra il procuratore Lepore e il suo aggiunto, insomma, viene discusso e analizzato con molta serenità. Sergio Amato, uno dei sostituti della Dda, è tra i magistrati che si dicono favorevoli all'assemblea. «Io spero si faccia - spiega - perché è sempre preferibile parlarsi guardandosi negli occhi perché ognuno sappia quello che pensa l'altro». Aggiunge Amato: «Semmai resto sorpreso dal fatto che la discussione in generale sia scivolata sui tempi e sui modi della lettera De Chiara, piuttosto che sul suo contenuto». Non è detto che l'assemblea si farà. Tutto è rinviato a oggi pomeriggio. E dunque bisognerà attendere la giornata di oggi per capire quale sia la linea di maggioranza dei pubblici ministeri napoletani. Nelle prossime ore potrebbe giungere da Roma anche la decisione cui è giunta la prima commissione del Csm, chiamata a esprimersi sulla tutela ai magistrati di Procura di Napoli.

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Ribera, Giuseppe Di Giorgifa il di condanne (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Ribera, Giuseppe Di Giorgi fa il «pieno» di condanne La Procura di Sciacca è stata inserita nell'elenco delle sedi disagiate che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano ha indicato al Consiglio superiore della magistratura. Si tratta degli uffici che hanno problemi di organico e che necessitano di un intervento urgente per la copertura dei posti vacanti. Una sorta di "raccomandazione" che il ministro ha fatto al Csm, così come da lui stesso annunciato in occasione della recente visita a Sciacca. Alfano si era impegnato ad intervenire per la copertura dei due posti mancanti ed è stato di parola. Il Csm dovrà ora approvare in plenum il bando di pubblicazione di questi posti, cosa che dovrebbe accadere già questa settimana. I magistrati interessati dovranno dare la propria disponibilità per 5 sedi entro il 25 maggio. Uno dei componenti del Csm, l'ex capo della Procura saccense, Bernardo Petralia ha assicurato il suo personale interessamento per fornire alla struttura giudiziaria saccense i magistrati necessari per proseguire senza disagi l'attività e garantire un adeguato supporto nell'espletamento dell'attività d'indagine e nella celebrazione dei numerosi processi in itinere. In Italia, sono 41 le Procure con personale ridotto e in Sicilia spiccano i quattro posti vacanti a Gela e Trapani. Tre sostituti in meno ad Enna e Termini Imerese, meno due ad Agrigento, Patti, Ragusa e Barcellona. Purtroppo, da diverso tempo si registra la persistente difficoltà di copertura degli organici di numerose sedi giudiziarie ubicate prevalentemente nelle regioni con più alto tasso di criminalità organizzata. Secondo le associazioni di magistrati, l'emergenza deriva dalla scelta politica, inserita nell'ordinamento giudiziario, di vietare l'assegnazione di magistrati di prima nomina alle procure della Repubblica. Ora il governo ritiene di poter favorire la copertura delle sedi meno ambite affidandosi alla previsione di incentivi economici e di carriera ai trasferimenti. Presto, se ci saranno richieste, gli uffici giudiziari di Sciacca avranno due sostituti in più in Procura, in sostituzione del posto vacante di Salvatore Vella, da quasi un anno a Palermo e di un sostituto oggi in maternità. Era stato il capo dell'ufficio, Vincenzo Pantaleo, a esporre la situazione di disagio in occasione della visita saccense del Guardasigilli. Il ministro Alfano ha quindi mantenuto la parola e ora si attende che l'iter possa proseguire con le istanze di disponibilità a trasferirsi nelle sedi disagiate, augurandosi che le domande con destinazione Sciacca ci siano. Giuseppe Recca

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Concorsi per le Procure disagiate (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Giustizia

bando pubblicato dal csm Concorsi per le Procure disagiate Una donna di 50 anni, Loredana Giordano (nella foto), casalinga, di San Cataldo, si è data fuoco ieri mattina nel sottoscala di casa, nel quartiere Santa Germana. La donna è morta a causa delle gravissime ustioni provocate dalle fiamme. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri, la donna si è cosparsa di alcol e quindi ha appiccato il fuoco. Il corpo semicarbonizzato è stato rinvenuto da un familiare. (SERVIZIO A PAGINA 37)

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I fondi europei non arriveranno alle mafie (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«I fondi europei non arriveranno alle mafie» Sonia Alfano, Clementina Forleo e Salvatore Borsellino in prima linea per l'Idv Toccante l'intervento del fratello del magistrato ucciso in un attentato In ritardo e senza Antonio di Pietro, ma i circa 300 grillini reggiani che hanno atteso l'arrivo dei candidati alle europee di Italia dei Valori Sonia Alfano e il giornalista Carlo Vulpio, accompagnati da candidato ed ex magistrato Clementina Forleo e da Salvatore Borsellino, (fratello del magistrato ucciso dalla mafia Paolo), hanno resistito fino in fondo, a mezzanotte abbondantemente suonata. E proprio un lungo applauso, che è sembrato un abbraccio, ha salutato l'intervento conclusivo di Borsellino. L'emozione ha toccato il suo punto più alto quando Borsellino ha detto con voce rotta dal dolore: «Mio fratello non è un eroe, è un martire. Non deve essere vendicato, ma in Italia deve essere fatta giustizia. La mia voce non continuerà ancora per molto, portate avanti voi la fiaccola». All'hotel Classic si è parlato poco di Europa e di programmi con solo un breve accenno di Sonia Alfano al suo impegno a Strasburgo per controllare che i fondi europei non arrivino alla mafia e quelli per la Protezione civile (alla luce di quanto avviene in Abruzzo) e per l'introduzione di una normativa sui fenomeni mafiosi in tutti i paesi dell'Ue. Un'assenza, quella del leader di Italia dei Valori, (spiegata con gli esami clinici a cui si è sottoposto ieri, ndr) alla quale si è aggiunta quella dei vertici reggiani del partito. Una scelta, facilmente spiegabile. Sonia Alfano è candidata come indipendente al pari dell'ex magistrato De Magistris nelle liste di Di Pietro, ma alle amministrative resta una «grillina» ed appoggia la lista civica Reggio a Cinque Stelle del candidato sindaco Matteo Olivieri, alternativa a Graziano Delrio mentre l'Idv sostiene quest'ultimo. L'Idv reggiana ripaga con la stessa moneta Sonia Alfano. «Sosteniamo, con l'impegno di raccogliere in provincia 10mila preferenze Luigi de Magistris», ci ha detto ieri Marco Fantini. Ma prima di arrivare ai programmi non poteva mancare, nel discorso fiume di Sonia Alfano, un passaggio sulle dimissioni di Italo Materia. «Ho assistito a lacrime e piagnistei - ha affermato - ed ho messo nel conto che potrebbe ripensarci, se il Csm si pronuncerà all'unanimità per la sua nomina. E' tutta una farsa, perché le dimissioni si danno al Csm e non alla stampa e se dovesse esserci un passo indietro, i reggiani dovrebbero pretendere delle spiegazioni». Da ultimo Sonia Alfano, ha lanciato un altro messaggio: «Giuseppe Tancrè - ha detto - dovrebbe essere conosciuto a Reggio. E' colpevole di aver venduto alle cosche armi che hanno ucciso», ed ha chiuso sottolineando come i giornali in Sicilia la definiscano una «castiga magistrati», non solo per la vicenda di Italo Materia, ma anche per la sua battaglia contro il magistrato Olindo Canali, (il pm nel processo dell'assassinio di suo padre) e del quale ha chiesto l'espulsione dalla magistratura. Roberto Fontanili

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Superstiti, rendita ai figli naturali (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi (Lavoro e Previdenza)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi Numero 114  pag. 31 del 15/5/2009 | Indietro Superstiti, rendita ai figli naturali LAVORO E PREVIDENZA Di Carla De Lellis L'Istituto recepisce i principi della Consulta Dal 2 aprile, agli orfani figli naturali riconosciuti o riconoscibili dal genitore deceduto a seguito di evento assicurato, deve essere riconosciuta una rendita ai superstiti nella misura del 40%. Lo precisa l'Inail nella circolare n. 24/2009 recependo i principi fissati dalla Corte costituzionale [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 4      

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Matrimonio omosessuale negato dal costume e dalla Costituzione (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 15/05/2009 - pag: 2 autore: di Ennio Fortuna IL PUNTO Matrimonio omosessuale negato dal costume e dalla Costituzione Il tribunale di Venezia ha rimesso alla Corte costituzionale la questione circa la legittimità costituzionale delle norme che riservano a coniugi di sesso diverso il diritto di contrarre il matrimonio. Secondo i giudici i tempi sarebbero ormai maturi per aprire il negozio anche ad aspiranti dello stesso sesso. Deporrebbero nel senso indicato alcune esperienze straniere nonché il progressivo cambiamento dei costumi. Sono persuaso che i giudici sbagliano e che in ogni caso la vera questione non sia tanto l'apertura del matrimonio a coniugi dello stesso sesso quanto la condanna a morte dell'istituto. Anche il tribunale riconosce che oggi il matrimonio è assolutamente interdetto a coniugi dello stesso sesso e che anzi, se fosse celebrato per errore, questo sarebbe tecnicamente inesistente. Oggi però non sarebbero più i tempi di tale concezione tradizionale: la stessa Corte altre volte sotto la spinta dei costumi in evoluzione avrebbe cambiato idea, accettando soluzioni innovative, prima decisamente bocciate. In realtà, non è solo il codice a imporre la diversità sessuale. A ben riflettere la stessa conclusione si ricava direttamente dalla Costituzione. Se così non fosse la Carta non avrebbe avvertito il bisogno di imporre l'uguaglianza giuridica e sociale tra i coniugi. Inoltre, nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo (proprio quelli a cui si richiama il tribunale) si trova scritto a chiare lettere che solo l'uomo e la donna in età consentita possono sposarsi. Ancora va detto che in occasione della riforma del diritto di famiglia fu proposta una definizione del matrimonio secondo cui l'istituto consisterebbe nella manifestazione della volontà legalmente espressa di un uomo e di una donna di prendersi reciprocamente in marito e moglie. La proposta non passò ma solo perché ritenuta incompleta. Del resto, anche oggi la stragrande maggioranza dei cittadini italiani si sposa con il rito canonico-concordatario laddove il presupposto è ancora di più la diversità di sesso e che attribuisce decisiva importanza al bene della prole: insomma, anche il costume boccia sonoramente la tesi dei giudici veneziani. Si può ancora aggiungere che la maggioranza osteggia decisamente anche iniziative diverse volte a dare riconoscimento a unioni omosessuali che però nulla hanno a che vedere con il matrimonio quale lo intendono la legge e la tradizione, segno che il costume è ancora ben lontano dallo stadio indicato. Dovesse passare la tesi del tribunale la conseguenza non sarebbe l'apertura dell'istituto a coniugi dello stesso sesso, ma la fine del matrimonio come la nostra tradizione lo concepisce e definisce da sempre.

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Superstiti, rendita ai figli naturali (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Lavoro e Previdenza data: 15/05/2009 - pag: 31 autore: di Carla De Lellis L'Istituto recepisce i principi della Consulta Superstiti, rendita ai figli naturali Dal 2 aprile, agli orfani figli naturali riconosciuti o riconoscibili dal genitore deceduto a seguito di evento assicurato, deve essere riconosciuta una rendita ai superstiti nella misura del 40%. Lo precisa l'Inail nella circolare n. 24/2009 recependo i principi fissati dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 86/2009, pubblica sulla G.U. n. 13/2009. La sentenza dopo aver dichiarato manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 85 del T.u. Inail (dpr n. 1124/1965) nella parte in cui non prevede il diritto alla rendita a superstiti anche in favore del convivente more uxorio, ha stabilito l'illegittimità dello stesso articolo 85 «nella parte i cui, nel disporre che, nel caso di infortunio mortale dell'assicurato, agli orfani di entrambi i genitori spetta il 40 per cento della rendita, esclude che essa spetti nella stessa misura anche all'organo di un solo genitore naturale». Al riguardo l'Inail spiega che, a partire dal 2 aprile 2009, giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in gu, agli organi figli naturali riconosciuti o riconoscibili dal genitore deceduto a seguito di evento assicurato, deve essere riconosciuta una rendita ai superstiti (misura del 40%). Gli effetti della sentenza, aggiunge l'Inail, si producono anche sulle fattispecie sorte prima di tale data ma che, alla stessa data, siano ancora da considerarsi giuridicamente esistenti perché, ad esempio, in corso di istruttorio o per le quali siano in atto controversie amministrative o giudiziarie o, comunque, non prescritte o decise con sentenza passata in giudicato. L'Inail, ancora, spiega che nei casi definiti prima del 2 aprile per i quali sia stata riconosciuta una rendita nella misura del 20%, questa va elevata al 40%. I ratei di rendita già erogati ai componenti la famiglia legittima fino a tutto il mese di aprile 2009 non dovranno essere chiesti in restituzione e dovranno essere proporzionalmente ridotti a far data dal primo rateo di rendita corrisposto dopo la data del 2 aprile 2009 (quindi dal rateo di maggio). Pertanto, conclude l'Inail, nei casi per i quali il diritto alla rendita si superstiti è riconosciuto sia ai componenti la famiglia legittima sia ai suoi figli naturali, in attesa delle necessarie modifiche procedurali, per i ratei già elaborati sulla base della preesistente normativa, l'istituto provvederà con apposita comunicazione a informare che i ratei da corrispondersi a partire dal mese di maggio saranno erogati in misura provvisoria, salvo successivo ricalcolo.

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situazione preoccupante in procura (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

GLI AVVOCATI NUORESI «Situazione preoccupante in Procura» L'Ordine sollecita l'immediata copertura dei posti vuoti nell'organico NUORO. Gli avvocati del foro nuorese sollevano ancora una volta il caso delle gravissime lacune negli organici che azzoppano l'attività degli uffici giudiziari nuoresi. L'assemblea degli avvocati, che si è riunita l'altro ieri, ha dato mandato al presidente Priamo Siotto e al consiglio dell'Ordine di attuare tutte le iniziative necessarie per superare, in particolare, la situazione della Procura della Repubblica, dove - spiega il documento approvato alla fine dell'assemblea - «su sei magistrati in organico ne risultano attualmente in servizio solo due, considerato il prossimo trasferimento del sostituto procuratore Daniele Rosa». E dove lo scoperto di organico è pari al 67 per cento, uno dei più alti d'Italia. Gli avvocati considerano decisivo l'inserimento della procura barbaricina tra le sedi disagiate, fatto che, grazie agli incentivi economici e di carriera, dovrebbe invogliare i magistrati a chiedere di essere trasferiti a Nuoro. Il primo passo è stato fatto l'altro ieri dal Consiglio superiore della magistratura che, dopo la decisione del ministero sulle sedi disagiate, ha messo a bando cinque posti per la Sardegna, due dei quali riservati a Nuoro (e uno a Lanusei). Nel giro di un mese, si saprà se ci saranno magistrati disposti a reintegrare gli organici del pubblico ministero a Nuoro. Gli avvocati nuoresi si augurano che l'apposita commissione del Csm effettui rapidamente la nomina del nuovo capo della Procura, che dovrebbe essere imminente, così come - spiegano - il plenum del Csm dovrebbe ratificare la nomina di Vito Motta a presidente del tribunale. Da colmare, ricordano ancora gli avvocati del foro nuorese, ci sono anche alcune carenze nell'organico amministrativo, «in seno al quale non risulta essere stato nominato il cancelliere dirigente». Se lo stato di semi paralisi della Procura della Repubblica preoccupa gli avvocati, al contrario li rasserena la situazione della magistratura giudicante. Il presidente Priamo Siotto spiega che l'assemblea del Foro nuorese esprime «un giudizio sostanzialmente positivo per quanto concerne la situazione dell'organico del tribunale, considerato l'arrivo, previsto per il primo settembre prossimo, di quattro uditori che verranno assegnati al settore civile e dei due presidenti di sezione: La Rocca è destinato a quella civile, mentre Pintori andrà a dirigere quella penale».

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procreazione, nessun limite per gli embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Antinori contro Roccella: denuncia e sciopero della fame Procreazione, nessun limite per gli embrioni In vigore la legge ROMA. La sentenza della Corte Costituzionale che ha in parte bocciato la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è da ieri in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Con un primo effetto immediato: si stabilisce che sia il medico a decidere circa il numero di embrioni da produrre e si prevede la possibilità di crioconservare gli embrioni che non verranno impiantati. Un «cambiamento di rotta», affermano le associazioni di pazienti infertili, che è «fondamentale»: prima, infatti, la legge prevedeva il limite di tre embrioni da produrre ed impiantare contemporaneamente, mentre la crionservazione era possibile solo in casi eccezionali e precisi. La sentenza che cancella in parte la legge è dunque in vigore da poche ore, e i centri di fecondazione assistita le hanno già dato applicazione: nel centro Demetra di Firenze, a esempio, ieri si è proceduto all'inseminazione di 6 ovociti di una donna infertile e si procederà in seguito all'impianto di quelli che saranno ritenuti necessari. Ben diverse le parole del sottosegretario Roccella: «Sicuramente ci saranno nuove linee guida per la legge 40 - ha detto - ma va precisato che i limiti della legge sono chiari e restano invariati». Se, infatti, viene meno il limite della produzione di tre embrioni, tuttavia, ha sottolineato, «si dice che devono essere prodotti gli embrioni strettamente necessari. Quindi, anche la possibilità di crionconservare gli embrioni si configura comunque come un'eccezione, come era d'altronde previsto in precedenza». Quanto alla diagnosi preimpianto, ha aggiunto, «resta vietata a fini di eugenetica». Una lettura di segno opposto quella data invece dall'avvocato Filomena Gallo, presidente di un'associazione di pazienti e vicesegretario dell'Associazione Coscioni. Da parte sua il ginecologo Severino Antinori ha annunciato uno sciopero della fame a oltranza «fino alle dimissioni del sottosegretario. Le sue affermazioni sulla legge 40 sono false e tendenti a creare allarme». Per questo, ha reso noto Antinori, «presenteremo querela alla Procura di Roma ».

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de lucia lascia palermo andrà alla dna di grasso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Palermo La nomina De Lucia lascia Palermo andrà alla Dna di Grasso Maurizio de Lucia, sostituto procuratore della Dda di Palermo, memoria storica delle indagini sul racket, è stato nominato dal Csm sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia. Lunedì, de Lucia aveva firmato il fermo di 30 fra boss ed estorsori dei clan di Brancaccio e Porta Nuova. Proprio l´undici maggio, ma del 1991, il magistrato aveva iniziato il suo lavoro a Palermo dopo l´uditorato.

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l'auspicio di napolitano "serenità in procura" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Napoli DEL PORTO A PAGINA VII Colloquio del Capo dello Stato con Siniscalchi del Csm L´auspicio di Napolitano "Serenità in Procura" SEGUE A PAGINA VII

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tensione in procura, quirinale in campo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VII - Napoli Tensione in Procura, Quirinale in campo Siniscalchi: "Ho parlato con Napolitano, auspica unità e serenità" I sostituti chiederanno a Lepore un´assemblea sullo stralcio-rifiuti Il Quirinale segue con occhio attento, e forse anche con un pizzico di preoccupazione, quanto sta accadendo all´interno della Procura di Napoli, agitata dagli ultimi sviluppi del caso aperto dieci mesi fa con lo stralcio delle posizioni dei prefetti Guido Bertolaso e Alessandro Pansa dall´elenco degli imputati dell´inchiesta rifiuti. Lo conferma il colloquio intercorso mercoledì sera allo stadio Olimpico di Roma fra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il consigliere del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi. I due si sono incontrati a margine della finale di Coppa Italia alla presenza di altri due componenti dell´organo di autogoverno dei magistrati, Fabio Roia di Unicost e Cosimo Ferri di Magistratura indipendente. Poi Napolitano, che il 12 e 13 giugno sarà in città per il G8 dei Capi di Stato, si è brevemente intrattenuto con Siniscalchi. «Il presidente - racconta il consigliere "togato" di centrosinistra - si è mostrato come sempre attento e sensibile alle questioni che riguardano Napoli. E ha auspicato il massimo di serenità e di unità per questa importantissima Procura italiana». Un messaggio che si inserisce nel solco indicato dal Capo dello Stato (che è anche presidente del Csm) con la scelta di presiedere personalmente la seduta del plenum che avrà all´ordine del giorno l´organizzazione delle procure e i poteri dei procuratori. Ieri intanto i pm hanno deciso di avviare la raccolta di firme per chiedere al procuratore Giandomenico Lepore la convocazione di un´assemblea. I sostituti vogliono riunirsi per discutere dei nodi di una vicenda in parte risolta dal Csm (che aveva considerato lo stralcio una "revoca implicita", come evidenziato dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, contrari alla scelta, e aveva riaffermato la compattezza dell´ufficio inquirente) e poi riaperta dalla lettera con la quale il procuratore aggiunto Aldo De Chiara aveva integrato il contenuto della sua audizione. Aveva scritto, il coordinatore del pool Ecologia, che la decisione di Lepore era stata motivata con l´esigenza di «non deteriorare i rapporti istituzionali fra governo e magistratura napoletana». Il procuratore ha sempre ribadito di aver agito innanzitutto per garantire la difesa anche agli indagati non raggiunti da ordinanza cautelare, senza però negare di aver preso in considerazione anche le possibili conseguenze esterne di un´inchiesta «in quel momento ancora incompleta». (d. d. p.)

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procura antimafia, via libera del csm altri due napoletani alla corte di grasso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VII - Napoli Le nomine Procura antimafia, via libera del Csm altri due napoletani alla corte di Grasso Dopo il pm di Calciopoli Filippo Beatrice, altri due magistrati napoletani sono stati nominati come sostituti della Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso. Si tratta di Giovanni Russo e Maria Vittoria De Simone, designati dal plenum del Csm nella seduta di ieri mattina. Russo, attualmente consulente della commissione parlamentare Antimafia, è stato a lungo pm presso la Procura di Napoli dove si è occupato di indagini sui clan camorristici della provincia di Napoli e dell´Avellinese, indagando anche sulla faida infinita fra i clan Cava e Graziano. De Simone, attualmente all´ufficio gip, ha fatto parte del pool anticamorra di Napoli, dove ha condotto indagini sui clan dei Quartieri Spagnoli, e anche della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bologna, dove si è occupata anche di terrorismo di matrice fondamentalista islamica. I due magistrati raggiungeranno nell´ufficio di via Giulia a Roma, oltre a Filippo Beatrice, anche l´ex componente del Csm Leonida Primicerio, a lungo pm a Salerno.

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contro l'arbitrio della giunta soru la consulta ha ristabilito il diritto (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

di Benedetto Ballero Contro l'arbitrio della giunta Soru la Consulta ha ristabilito il diritto Essendo stata bocciata dalla consultazione referendaria, la legge era semplicemente inesistente In un precedente intervento sulla «Nuova» avevo osservato che sarebbe stato «vano sperare di poter promulgare la legge statutaria, essendo certo che essa è stata già definitivamente bocciata dalla consultazione elettorale». Il voto favorevole del corpo elettorale, infatti, ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto della Sardegna costituisce, per dirla con Mortati, un elemento essenziale per il perfezionarsi dell'atto legislativo. «In mancanza di ciò non vi è legge», si concludeva in quella occasione. Nonostante tutto, però, il Presidente Soru, compiendo una grave violazione dello Statuto, ha egualmente promulgato, come legge statutaria, il testo da lui voluto, che pur non era diventato legge, forse nella consapevolezza, o comunque nell'auspicio, che le regole costituzionali non rendessero possibile un tempestivo controllo su un tale atto di arroganza. Ed in effetti il ripristino delle regole è stato possibile solo grazie all'innovativa strada del conflitto di attribuzioni, contro l'atto di promulgazione, che la Corte Costituzionale ha correttamente ritenuto ammissibile, ed in linea con sue precedenti pronunce. Sul punto, perciò non si può concordare con quanto sostenuto lunedì su questo giornale dai due costituzionalisti sassaresi, Chessa e Pinna, pur essendo sicuramente condivisibili le loro considerazioni sul merito, dato che l'alternativa ipotesi procedurale da loro prospettata, ossia di una impugnazione in via diretta della legge, non era certamente più praticabile, essendo la stessa proponibile solo entro i trenta giorni dalla prima pubblicazione notiziale della «Statutaria» che era avvenuta molti mesi prima quando era stato richiesto il referendum. La Corte Costituzionale, nel merito, ha ora puntualmente ricordato che la «legge statutaria sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi» e che questa condizione «con tutta evidenza, non si è avuta nel caso di cui al presente giudizio». Essa, quindi, non ne ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, ma ha semplicemente detto che non è mai esistita una legge statutaria, avendo il Presidente Soru dato «efficacia ad una legge statutaria il cui procedimento di approvazione non era giunto a compimento». Si è creata, perciò, una situazione non molto diversa da quella del tutto ipotetica di una promulgazione come legge nazionale di un atto votato solo da una delle due Camere, o da quella del decreto legge non convertito, senza alcuna regolamentazione degli effetti pregressi. I sardi perciò hanno dovuto rispettare ed applicare, come loro legge fondamentale, un atto che legge non è, e che legge non è mai stata. Si sono svolte elezioni secondo regole (a cominciare dallo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale) che giuridicamente non sono mai esistite. Sulla base di tale cosiddetta legge statutaria (inesistente) si sono escluse candidature, si sono avallate, provvisoriamente, elezioni di consiglieri regionali altrimenti ineleggibili, si sono determinate decadenze (insussistenti) di consiglieri regionali diventati assessori. Si è creato sul piano istituzionale un caos raramente visto in precedenza, tanto che non si ha memoria di leggi dichiarate «inesistenti». I termini del problema, apprezzabili anche da un medio studente di leggi, erano del resto così chiari che appare gravemente colpevole anche la condotta delle forze politiche di maggioranza che hanno rinunciato ad imporre il rispetto dello Statuto speciale. A conferma di ciò basta ricordare che la Corte ha adottato una decisione che, sul merito, è di appena trentaquattro righe. Sul punto perciò eravamo stati facili profeti nel ricordare ripetutamente, pur in presenza di compiacenti ed acritici avalli alla volontà del Presidente, che, una volta indetto il referendum, il testo della «Statutaria" doveva essere necessariamente approvato dalla «maggioranza dei voti validi» e che quindi, fosse o meno applicabile il quorum (inesistente) e fosse o meno valido il referendum, visto il risultato della prevalenza dei NO, quel testo non era comunque promulgabile come legge statutaria. Ora la Corte ha ribadito che «nella disposizione statutaria ci si riferisce solo ad un dato oggettivo, costituito dalla prevalenza, fra i voti validamente espressi nel referendum, di quelli di approvazione, rispetto a quelli contrari: è palese che tale condizione non è stata soddisfatta, né alla luce dell'esito della consultazione, ove i voti contrari hanno prevalso, né, a maggior ragione, se si dovesse considerare invalido il procedimento referendario, e inidoneo come tale ad esprimere una valida maggioranza favorevole». La cosiddetta legge statutaria, perciò, non è mai stata legge regionale. Ed ora perciò tutti i vari profili, validità della consultazione elettorale, casi di ineleggibilità, composizione della Giunta e numero di donne, decadenza dei consiglieri divenuti assessori, consiglieri che non sono potuti divenire assessori, e così via dovranno essere valutati senza più alcun riferimento ad una legge inesistente, mai esistita.

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Maxi prescrizioniper assicuropoli (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Maxi prescrizioniper assicuropoli il precedente L'ULTIMA costola di Assicuropoli, il maxi processo sul malcostume dei falsi incidenti stradali confezionati per raggirare le compagnie assicuratrici, originato dall'inchiesta del sostituto procuratore Francesco Pinto, era andata in scena in tribunale a Genova a metà dicembre. A distanza di anni, per effetto della nuova legge sulla prescrizione dei reati, tutte le imputazioni per truffa e falso, che vedevano sotto accusa a vario titolo gli ultimi sette imputati (medici ospedalieri, un vigile e alcuni faccendieri), erano state cancellate dal giudice della terza sezione penale. Prescrizione per la truffa e il falso in atto pubblico e assoluzione piena per il peculato. Il pubblico ministero aveva considerato come appropriazione indebita del pubblico ufficiale l'utilizzo dei foglietti della Asl da compilare per i presunti falsi. Il giudice aveva assolto da questa accusa gli imputati. Per i falsi e le truffe la prescrizione era maturata dopo un ricorso alla Corte Costituzionale (poi rigettato) sollevato dagli avvocati difensori degli imputati al momento del cambio di collegio giudicante che era scattato nel corso del processo, relativamente all'illegittimità del passaggio del fascicolo processuale da un collegio all'altro e la necessità di ripetere il dibattimento di fronte ai nuovi giudici. 15/05/2009

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Affidamento, Statuto a copertura costituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-05-15 - pag: 27 autore: Diritto tributario. La Cassazione non segue la Consulta Affidamento, Statuto a copertura costituzionale Antonio Criscione ROMA Il principio di affidamento del contribuente esprime regole di rango costituzionale e si applica a tutte le norme dell'ordinamento tributario, anche precedenti allo Statuto del contribuente che lo ha sancito in modo esplicito. La Cassazione, con la sentenza 10982/2009 depositata il 13 maggio scorso, rilancia in termini forti lo Statuto del contribuente (articolo 10 della legge 212/2000), riprendendo esplicitamente il contenuto di alcune pronunce degli anni scorsi (sentenze 21513/2006 e 17156/2002). Secondo la Cassazione il principio dell'affidamento del cittadino è reso esplitico in materia tributaria dall'articolo 10 dello Statuto, ma trova origine negli articoli 3, 23, 53 e 97 della Costituzione. Il principio di affidamento, ricorda la sentenza: «è immanente in tutti i rapporti di diritto pubblico e costituisce uno dei fondamenti dello stato di diritto nelle sue differenti articolazioni, limitandone l'attività legislativa e amministrativa ».L'articolo 10, spiega la Cassazione, esprime «principi generali, anche di rango costituzionale immanenti nel diritto e nell'ordinamento tributario, anche prima della legge». In virtù di questa previsione l'affidamento è invocabile anche per leggi entrate in vigore prima dello Statuto del contribuente. La stessa sentenza ricorda che c'è però una differenza di "peso" tra le diverse regole dello Statuto del contribuente. E così se alcune sue previsioni hanno carattere innovativo e quindi "valgono" le altre norme ordinarie, non così per il principio dell'affidamento. La sentenza del 13 maggio ripercorre quindi l'indirizzo di alcuni precedenti della Corte di cassazione, ma ha particolare importanza venendo a poca distanza da una sentenza della Corte costituazionale, la 58/2009, per la quale si rimanda al Sole 24 Ore del 28 febbraio, con la quale è stato affermato che non «hanno rango costituzionale – neppure come norme interposte – le previsioni della legge 212/2000». Peraltro in questo senso andava già una serie di precedenti della stessa Corte costituzionale. La sentenza della Consulta argomenta in ordine all'applicazione di una norma che probabilmente anche il giudice di legittimità avrebbe potuto inquadrare come un caso di norma innovativa (e quindi priva di portata "costituzionale"). Resta però una distanza tra le due Corti sul valore delle regole della legge 212/2000, con il giudice di legittimità volto a riconoscere nello Statuto – o almeno in alcuni dei suoi principi – un criterio interpretativo dell'ordinamento e il giudice delle leggi che invece limita la portata della legge del 2000. Il caso a cui viene applicata la regola dell'affidamento riguarda un accertamento integrativo rispetto a un periodo d'imposta definito con adesione del contribuente all'accertamento del Fisco. La Cassazione, con la sentenza 16843/2008, aveva già fissato il principio dell'irretroattivitàdell'articolo 2 del decreto legislativo 218/1997, con il quale è stata ammessa la possibilità dell'accertamento integrativo, anche nel caso dell'adesione del contribuente e anche se sono previste soglie perché la regola scatti. La norma prevedeva l'applicabilità della norma al passato, per i casi "definibili" con l'articolo 3 del decreto legge 564/1994. La Cassazione interpreta la norma come valida per i casi in cui le regole precedenti fossero state applicabili, ma non realmente applicate. © RIPRODUZIONE RISERVATA SENZA RIPENSAMENTI Per i giudici di legittimità non è ammesso l'accertamento integrativo con retroattività

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Onorevole Caliendo, è stato mai in via Teulada a vedere il caos del Giudice ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 15-05-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Civitavecchia))

Argomenti: Giustizia

Venerdì 15 Maggio 2009 Chiudi di LUCA LIPPERA Onorevole Caliendo, è stato mai in via Teulada a vedere il caos del Giudice di Pace? «Le dirò... Ho avuto molti contatti». Ma c'è mai stato di persona? «In verità no. Ma ho capito che la situazione è grave». Il senatore Giacomo Caliendo, 66 anni, del Pdl, ex membro del Csm, vice di Angelino Alfano, Ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Berlusconi, è l'uomo che potrebbe mettere fine all'inferno della sezione civile del Giudice di Pace di Roma. È un magistrato in aspettativa, Caliendo, e ieri la "pratica" via Teulada l'aveva in primo piano sulla scrivania. Preoccupato? «Un po'. Le parole del presidente del Tribunale di Roma, Paolo De Fiore, mi hanno colpito: questa storia dei sacchi pieni di migliaia di ricorsi arretrati. Bisogna trovare una soluzione». Lo sa cosa dicono gli impiegati, i dirigenti, gli avvocati e i cittadini in via Teulada? «Cosa?». Che al ministero non vi siete resi conto della gravità della situazione: «Questo assolutamente no! C'è la assoluta percezione di una forte serie di disfunzioni. Una soluzione la troveremo. Bisogna assolutamente garantire che il servizio venga assicurato, a tutti, in modo dignitoso». E da dove si comincia? «Proprio dopo aver letto i vostri articoli e la denuncia di De Fiore (sul Messaggero di ieri, ndr), ho telefonato al capo della organizzazione giudiziaria del ministero, Birritteri. Il quale mi dice che c'è, sì, un problema di personale, ma che le unità mancanti sarebbero cinque». Cinque? Le pratiche sono passate dalle 50 mila del 1996 alle 216 mila dell'anno scorso. «Beh, la pianta organica è del 2005. Tre persone in più stanno per arrivare. Due dobbiamo ancora individuarle. C'è una sofferenza di organico che riguarda tutti i ministeri. Non solo il Giudice di Pace di Roma». Ma in via Teulada la situazione è vicina allo sbando. «Ed è per questo che voglio sentire tutti quanti per trovare una soluzione. La settimana prossima organizzerò un incontro: presidente del Tribunale, presidente della Corte d'Appello, coordinatore del Giudice di Pace. Tutti. Dobbiamo studiare qualcosa, una via d'uscita». Idee? «Bisogna verificare dove si annidano le disfunzioni e perché. Forse una soluzione può arrivare dalla informatizzazione di alcune procedure. Penso, ad esempio, a quella del rilascio delle copie delle sentenze». È possibile che ci siano anche negligenze organizzative? «Mah, anche questo va visto. Ma è una verifica che va fatta sul posto. Se necessario, ordineremo un'ispezione ministeriale». Onorevole, in via Teulada la aspettano: sperano che lei veda e possa riferire. «Se serve andrò. Una soluzione, in un modo o nell'altra, vogliamo trovarla».

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Pedofilo fuori per decorrenza: il Csm archivia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-15 - pag: 39 autore: ATTI AL PG Pedofilo fuori per decorrenza: il Csm archivia Il plenum del Csm ha archiviato all'unanimità la vicenda del pizzaiolo siciliano che, dopo aver violentato una bimba di 4 anni e già condannato per altri episodi di pedofilia, era stato scarcerato per decorrenza dei termini. Il plenum, trasmettendo gli atti al procuratore generale della Cassazione, ha però sottolineato che «in vicende come quelle di particolare delicatezza per la caratteristica del reato» deve essere compiuto «ogni sforzo anche organizzativo per definire in termini il più rapidi possibili il procedimento ». Gli ulteriori approfondimenti sul caso, comunque, ricadono nella competenza del Pg della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare sui magistrati.

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Pezza: (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ASCOLI PROVINCIA pag. 9 Pezza: «Scuola e illuminazione sono i nostri punti cardine» CASTORANO IL SINDACO PRESENTA LA SUA LISTA «UNITA' E PARTECIPAZIONE» ACQUASANTA «LA TARIFFA di depurazione delle acque reflue non deve essere pagata se il servizio non viene svolto. Comune e Ciip devono restituire i soldi ai cittadini». Emidio Orsini, abitante di Quintodecimo di Acquasanta e presidente del Movimento Elia, torna all'attacco dell'ex Consorzio idrico e dell'Amministrazione comunale rei, a suo dire, di aver incassato somme in maniera illegittima'. «Il 20 marzo scorso scrive Orsini chiedevo alla Ciip di dar seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che dichiarava illegittimo' l'addebito del servizio depurazione delle acque in assenza di impianti di depurazione o quando questi siano temporaneamente inattivi'. Richiesta negata dalla Ciip. A Quintodecimo sono però in uso fosse Imhoff non assistite. La stessa Ciip ha confermato la loro presenza, tacendo però sul fatto che sono prive di controlli e svuotamenti. Nessuno a Quintodecimo rammenta interventi di Comune o Ciip (gestore dal 2004) nei decenni scorsi. Si è avuto un solo intervento su due fosse il 3 aprile scorso, dopo la mia lettera. Per giunta, funzionari Ciip hanno dichiarato di essere a conoscenza solo di due delle cinque Fosse Imhoff di Quintodecimo. Nulla ha fatto sulla fossa in località Forcella, dichiarata inaccessibile!'. Tali Imhoff' depurano? Scopo primario della mia azione è ottenere controllo e svuotamento programmato e periodico di tutte le fosse per la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Contestualmente chiedo il rimborso di quanto pagato per la depurazione almeno negli ultimi dieci anni e di cessare l'addebito dal 2009». n.t. Image: 20090515/foto/657.jpg

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L'immigrazione clandestina reato Ecco come cambiano le regole (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 15/05/2009 - pag: 5 L'immigrazione clandestina reato Ecco come cambiano le regole ROMA L'immigrazione clandestina che diventa reato, un giro di vite sulle procedure per ottenere la cittadinanza italiana e il permesso di soggiorno, pene più severe per gli scafisti e carcere anche per chi affitta gli appartamenti agli irregolari. Ancora, norme più dure per i mafiosi, ma pure per i writers che imbrattano i muri. E in strada scenderanno le «ronde» composte di volontari: non avranno armi, ma potranno segnalare situazioni di disagio e di allarme alle forze dell'ordine. Sono questi alcuni dei contenuti del discusso ddl sulla sicurezza approvato dalla Camera. Il testo passerà adesso al Senato per il via libera definitivo «entro maggio», come auspicato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Ecco che cosa prevede la legge. Che cosa rischiano i clandestini? Chi entra o soggiorna in maniera illegale nel territorio dello Stato commette il reato di immigrazione clandestina, punito con un'ammenda da 5 a 10 mila euro. Non è previsto l'arresto, ma i clandestini sono sottoposti a processo immediato davanti al giudice di pace con espulsione per direttissima. Le pene detentive sono invece previste, con modalità diverse a seconda dei casi, per chi si rifiuta di esibire i documenti (1 anno) e per chi non ottempera alle ordinanze dell'autorità giudiziaria e del tribunale (fino a 4 anni). Perché è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina? L'introduzione del reato di immigrazione clandestina rende più facile l'espulsione. Come spiega Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte costituzionale, pur non prevedendo pene di per sé severe, la nuova legge «fornisce gli strumenti giurisdizionali per allontanare dal territorio nazionale i clandestini », anche se restano alcuni dubbi interpretativi: «Chi entra con visto turistico e resta in Italia dopo la scadenza commette il reato di immigrazione clandestina o almeno nel primo periodo siamo di fronte a una mera irregolarità? ». Secondo Giuseppe De Vergottini, costituzionalista dell'università di Bologna, pur essendo ancora prematuro un giudizio compiuto su un provvedimento così complesso, «rientra nella discrezionalità del legislatore regolamentare l'ingresso degli immigrati e le limitazioni in sé non violano il diritto internazionale, se sono garantiti il diritto d'asilo e gli obblighi di assistenza umanitaria». Dove vengono portati i clandestini? Con la nuova legge i Centri di permanenza temporanea (Cpt) vengono trasformati in Centri di identificazione ed espulsione. Ed è qui che vengono portati i clandestini. Il tempo massimo di permanenza passa da due a sei mesi. Il prolungamento del periodo, secondo gli autori del testo, è necessario per garantire l'espletamento delle procedure per l'espulsione (o per il rilascio del permesso di soggiorno qualora ce ne siano gli estremi). I clandestini possono accedere a servizi e uffici pubblici? È questo uno degli aspetti più controversi della normativa. Con l'istituzione del reato di immigrazione clandestina, chi svolge la funzione di pubblico ufficiale ha l'obbligo di denuncia dei clandestini. Dopo un vivace dibattito politico, però, sono stati esentati dall'obbligo di denuncia i medici, i presidi e i dirigenti scolastici, per permettere anche ai clandestini malati di curarsi e ai figli di immigrati irregolari di accedere all'istruzione. Ma c'è un problema interpretativo: chi è esentato? Solo i medici e i presidi o anche tutto il personale di strutture sanitarie e scolastiche? I clandestini possono registrare all'anagrafe i figli appena nati? Secondo la nuova legge il permesso di soggiorno è obbligatorio per qualsiasi atto che l'immigrato dove compiere, compresi «quelli inerenti agli atti di stato civile». Applicando questa parte della norma, quindi, la registrazione all'anagrafe non sarebbe possibile, senza il permesso di soggiorno, e i bambini appena nati - ha denunciato il centrosinistra - non potendo essere riconosciuti diventerebbero adottabili. Il ministro Maroni ha però definito «una panzana» questa interpretazione, perché la legge Bossi-Fini prevede un permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi per le donne incinte, a prescindere dal possesso degli altri requisiti. Secondo Cesare Mirabelli, però, la norma presenta dei profili di possibile incostituzionalità, perché «rappresenta una compressione dei diritti della persona: una donna incinta, sapendo di poter essere cacciata sei mesi dopo, è condizionata nell'esercizio del diritto inalienabile del riconoscimento del proprio figlio». Inoltre, anche l'obbligo di possesso del permesso di soggiorno «per il matrimonio - aggiunge il presidente emerito della Consulta - rappresenta una limitazione forse eccessiva, anche perché per evitare i matrimoni di comodo è stato prolungato il tempo necessario per ottenere la cittadinanza dopo il matrimonio con un cittadino italiano: non bastano più sei mesi, servono due anni». Permesso di soggiorno e cittadinanza saranno a pagamento? Chi ha i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno dovrà comunque pagare: 200 euro nel primo caso, fra gli 80 e i 200 euro nel secondo caso. Anche per queste norme, secondo Giuseppe De Vergottini, «il legislatore ha esercitato la propria discrezionalità». I soldi confluiranno in un fondo legato alle politiche per l'immigrazione. Ci sono misure contro i «favoreggiatori»? Sì. Chi favorisce l'ingresso dei clandestini, scafisti ma non solo, rischia fino a 15 anni di carcere, oltre all'ammenda fino a 15 mila euro. E chi affitta appartamenti agli irregolari «per trarne ingiusto profitto» rischia fino a 3 anni di carcere. La nuova legge autorizza le «ronde» per la sicurezza? Nella versione finale del testo si parla di associazioni «di volontari per la sicurezza», delle quali potranno usufruire i sindaci per incrementare la vigilanza sul territorio. Il ministero dell'Interno dovrà regolamentare queste associazioni, attribuendone funzione e competenze. I gruppi dovranno essere composte perlopiù da ex appartenenti alle forze di polizia, ma i volontari non potranno girare armati. E le associazioni non potranno ricevere contribuiti economici pubblici o privati. «Se non si usurpano le funzioni degli organi di polizia e se l'attività di queste associazioni sarà svolta sotto il controllo delle autorità preposte, non c'è nulla di incostituzionale», sottolinea Giuseppe De Vergottini. Il ddl introduce norme contro la mafia? Sì. Prima di tutto, il carcere duro per i reati di mafia è rinnovato non più ogni 2 anni, ma ogni 4. Inoltre saranno realizzati appositi istituti di pena in generale su isole o comunque in luoghi isolati. Tutti i colloqui familiari saranno registrati. E saranno ammessi al massimo tre incontri settimanali con gli avvocati. Sempre per contrastare le cosche e la criminalità organizzata, è prevista l'esclusione dalle gare d'appalto pubblico per le imprese che abbiamo omesso denunce di racket, pizzo, estorsione, etc. Inoltre nei casi di infiltrazione mafiosa, lo scioglimento dei Comuni riguarderà anche gli organi amministrativi e tecnici e non solo quelli politici. I prefetti potranno accedere in funzione anti-mafia nei cantieri. La legge inasprisce le pene per i «writers»? Sì. Carcere fino a 3 mesi per chi imbratta cose di interesse artistico o storico, pena che raddoppia per chi sporca immobili o mezzi di trasporto pubblici. Punito con ammenda fino a 1000 euro chi vende a minorenni bombolette spray di vernice non biodegradabile. Paolo Foschi

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Referendum, la sfida leghista (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Politica data: 15/05/2009 - pag: 18 Il nodo Tra i Democratici crescono i dubbi sull'appoggio alla consultazione Referendum, la sfida leghista «Il premier sbaglia se guida il sì» Ma Bocchino replica a Calderoli: potete entrare nel Pdl ROMA Roberto Calderoli lo dice senza peli sulla lingua: se Silvio Berlusconi ha davvero intenzione di sostenere il referendum e di «guidare il fronte del sì», allora «è matto». E questo non perché la legge che verrebbe fuori da una vittoria alla consultazione elettorale (il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla lista, e non più alla coalizione, che ha ottenuto più voti) non sia per lui favorevole: lo è, certamente. Ma con il referendum ci sarebbero «le elezioni anticipate», e dunque si perderebbe la possibilità di fare qualcosa di «buono» con questo governo. D'altra parte, è noto come la Lega sia contrarissima al referendum, che invece vede il Pdl interessato. Lo fa capire Italo Bocchino, che ha già la soluzione pronta in caso di vittoria del sì: «Il Carroccio si troverebbe davanti a un bivio: o diventare ancora più identitario e regionale, con il rischio di trovarsi perennemente all'opposizione, oppure confluire con un patto federativo nel Pdl». E però, non sembra che il rischio sia davvero alle porte. Per almeno due motivi. Il primo, è che il Pdl non si muove compatto come una falange: il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto dice di essere «personalmente » contrario a una legge elettorale che non sia frutto del lavoro parlamentare ma di un «taglia e cuci» referendario, e spiega che, pur essendoci posizioni diverse nel partito, alla fine «ognuno si comporterà come vuole, non sarà prevista una linea vincolante ». C'è poi un altro elemento che fa dubitare del successo del referendum ed è l'atteggiamento del Pd. Il partito di Franceschini, dopo i dubbi iniziali, si è schierato per il sì, ma adesso affiorano tanti distinguo. Goffredo Bettini dice molto chiaramente che di votare no non se la sente, ma se dovesse seguire «il cuore » allora non andrebbe a votare, e se il referendum non passasse «non sarebbe una catastrofe». E se Stefano Ceccanti bacchetta i dubbiosi lodando la «linea ferma» di Franceschini, Pierluigi Castagnetti però spiega che se il centrodestra non garantisse un accordo per fare una nuova legge qualora vincesse il sì allora la posizione del Pd «cambierebbe». Se davvero è così, è ben difficile che il Pd si schieri compatto a favore del quesito. Perché sia il ministro Gianfranco Rotondi che Cicchitto sono chiari: «Se passa il referendum, la legge con cui si voterà sarà quella, non staremo certo a cambiarla». Intanto, la commissione di Vigilanza Rai ha approvato il regolamento per la comunicazione politica sul referendum del 21 e 22 giugno. Scontentando i promotori del quesito: «Il regolamento approvato oggi dalla commissione di Vigilanza Rai protesta il presidente del Comitato promotore Giovanni Guzzetta conferma le norme che garantiscono ai partiti tutti gli spazi d'informazione rilevanti nel dibattito sul referendum. Si tratta di una decisione in frode alla Costituzione per la quale, come avevamo preannunciato, stiamo preparando un ricorso alla Corte Costituzionale». Paola Di Caro

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Procura, Napolitano (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 15/05/2009 - pag: 1 Colloquio allo stadio Olimpico nell'intervallo di Lazio-Sampdoria. Rifiuti, i pm chiedono l'assemblea Procura, Napolitano «preoccupato» Siniscalchi (Csm): l'ho incontrato, spera che l'ufficio torni unito Un incontro «assolutamente informale» tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il consigliere del Csm Vincenzo Siniscalchi è avvenuto l'altra sera allo stadio Olimpico di Roma nell'intervallo della finale di Coppa Italia. E, nel corso di quel brevissimo scambio di battute, il Capo dello Stato ha parlato del caso Napoli. Racconta Siniscalchi: «Mi ha manifestato la sua preoccupazione, dicendomi che è suo vivo desiderio che la Procura di Napoli recuperi quel clima di serenità e collaborazione. Io l'ho rassicurato dicendo che tutto sembra essere rientrato, ma lui ritiene che sia necessario fare qualcosa in più». Ieri intanto 15 pm hanno deciso di chiedere un'assemblea al procuratore. A PAGINA 3 Abate

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Tre magistrati in corsa, il Csm decide il 25 (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca di Cagliari Pagina 1021 Corte d'Appello Tre magistrati in corsa, il Csm decide il 25 Corte d'Appello --> Grazia Corradini potrebbe diventare primo presidente della Corte d'appello di Cagliari. Il giudice cagliaritano, attualmente presidente di sezione presso la Corte di Cassazione, è stato ascoltato dalla commissione del Csm che deve valutare le domande. La Corradini, che nella sua lunga carriera è stata anche presidente del Tribunale per i minori di Cagliari, è in corsa per ricoprire il posto lasciato vacante da Vincenzo Oliveri insieme a Salvatore Scaduti, presidente di sezione presso la Corte d'appello di Palermo, noto alle cronache per aver presieduto il Tribunale che ha processato Giulio Andreotti, e il giudice triestino Arrigo de Pauli. La commissione del Csm deciderà il 25 maggio, quando si conoscerà anche il nome del nuovo Procuratore di Nuoro.

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Napoli, i veleni della procura (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 15/05/2009 - pag: 25 Il caso rifiuti La polemica dopo lo stralcio di Bertolaso dall'inchiesta. I pm chiedono di convocare un'assemblea Napoli, i veleni della procura Scontro tra il capo Lepore e il vice De Chiara. Napolitano e la richiesta di «serenità» NAPOLI L'aria di tempesta si è attenuata appena nella torre tutta vetri e marmi del Centro Direzionale dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica, e dove da giorni si è consumata la spaccatura tra il capo, Giovandomenico Lepore, e uno dei suoi aggiunti, Aldo De Chiara, sulla decisione di Lepore di stralciare da una importante inchiesta sulla gestione dell'emergenza rifiuti le posizioni del sottosegretario Guido Bertolaso e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa. L'ultima mossa l'hanno fatta i sostituti al termine di una riunione convocata ieri proprio per affrontare la situazione dell'ufficio. Avevano di fronte due strade, i pm: autoconvocare una assemblea e proporre un documento che inevitabilmente avrebbe schierato una maggioranza in favore di uno dei due procuratori, o rivolgersi a Lepore e chiedere che fosse lui a convocare l'assemblea, coinvolgendolo quindi sin dal primo passaggio e dando così un segnale distensivo. Hanno scelto la seconda via, con l'obiettivo di riportare al confronto procuratore capo e procuratore aggiunto senza ricorrere a documenti e al rischio di pericolose spaccature. Potrebbe essere un passo in avanti verso quel «recupero di serenità» che il presidente Napolitano avrebbe auspicato conversando con il penalista e consigliere laico del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi, secondo quanto lo stesso avvocato riferisce al Corriere del Mezzogiorno. Siniscalchi conosce bene la storia dello stralcio delle posizioni di Bertolaso e Pansa dall'inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo perché il Consiglio superiore se ne sta occupando da tempo. E si deve proprio a un suo emendamento se la recente determinazione del plenum - secondo cui la decisione del procuratore fu in realtà una revoca che nei fatti impedì a Noviello e Sirleo di indagare - non ha portato a conseguenze per la carriera di Lepore, in quanto la delibera non è stata inserita nel suo fascicolo personale. Ma il caso è stato riaperto dopo una lettera inviata da De Chiara come integrazione a una sua precedente deposizione. Il procuratore aggiunto sostiene che nel corso di una riunione del 24 luglio dello scorso anno, Lepore gli spiegò che lo stralcio aveva anche lo scopo di non ostacolare o turbare l'azione del governo. Una polemica nata con una lettera e andata avanti con lo stesso strumento. Dopo De Chiara è Lepore a mettere nero su bianco la sua posizione: «Come in ogni valutazione che comporti rilevanti implicazioni sull'esercizio di pubbliche funzioni, ho soppesato limiti e conseguenze che un'iniziativa giudiziaria, a mio giudizio in quel momento ancora incompleta, avrebbe potuto riflettere sull'emergenza rifiuti », scrive. E poi: «Considero ancor oggi la decisione da me adottata rispettosa delle norme vigenti e coerente con l'imprescindibile dovere di accertare i fatti». Ora l'assemblea chiesta dai pm potrebbe rimettere Lepore e De Chiara faccia a faccia, «per discutere con tutti noi della situazione dell'ufficio», dice uno dei promotori dell'iniziativa. In attesa, comunque, di ciò che sul caso Napoli deciderà - presto, forse prestissimo - la prima commissione del Csm. Spaccatura Il capo della procura di Napoli Giandomenico Lepore ( Ap/Laporta). A destra, il sostituto Aldo De Chiara Fulvio Bufi

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Napolitano: la Procura recuperi serenità (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 15/05/2009 - pag: 3 Napolitano: la Procura recuperi serenità Incontro tra il Capo dello Stato e Siniscalchi. I pm: «Assemblea sul caso rifiuti» NAPOLI L'incontro è di natura del tutto «informale». Avviene allo stadio Olimpico di Roma, nell'intervallo della finale di Coppa Italia tra Lazio e Sampdoria. Ed è in quel momento, quando le squadre sono negli spogliatoi, che i componenti del Consiglio superiore della magistratura Vincenzo Siniscalchi, Fabio Roia e Cosimo Ferri vanno a salutare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, presidente del Csm. Siniscalchi, avvocato napoletano e consigliere «laico» in quota Pd, si intrattiene per qualche istante in più, il tempo di scambiare «due battute » con il Presidente della Repubblica. Ed è a lui che il primo magistrato d'Italia manifesta «preoccupazione » per un ufficio che, auspica, ritrovi al più presto «serenità». Quell'ufficio è la Procura di Napoli. E quelle poche frasi pronunciate da Giorgio Napolitano denotano una «altissima sensibilità» alla questione. La preoccupazione del Capo dello Stato la racconta direttamente lo stesso Vincenzo Siniscalchi, rispondendo a una domanda: è stato visto a colloquio con il Capo dello Stato, non è che per caso visti i tempi s'è parlato anche della vicenda di Napoli finita all'attenzione del Csm? La risposta è «sì». Ma con una precisazione: e cioè che, nel corso dei pochissimi minuti in cui Giorgio Napolitano ha esternato le sue brevi considerazioni, s'è discusso della situazione generale, non di fatti specifici. Ciò premesso, ecco come Vincenzo Siniscalchi racconta il dialogo: «Si è trattato di un colloquio informale. Io ed altri consiglieri Capo dello Stato Giorgio Napolitano del Csm presenti allo stadio ci siamo recati, nell'intervallo, a porgere il nostro doveroso saluto al Presidente della Repubblica, che è anche il Presidente del Csm. Mi sono intrattenuto per qualche attimo con lui, che mi ha manifestato la sua preoccupazione, dicendomi che è suo vivo desiderio che la Procura di Napoli recuperi quel clima di serenità e collaborazione. Io l'ho rassicurato, dicendogli che quell'unità d'intenti risulta essere stata già recuperata, come emerso dalle dichiarazioni rese nel corso delle audizioni al Csm. Il Presidente della Repubblica, da parte sua, ritiene che sia comunque necessario fare qualcosa in più». L'attenzione di Giorgio Napolitano viene letta con «assoluto favore» da Vincenzo Siniscalchi, che con il Capo dello Stato coltiva da anni un ottimo rapporto. «La sua posizione sul tema di Napoli è importantissima, denota una grandissima sensibilità verso il corretto andamento del lavoro di un ufficio requirente così delicato e impegnato quotidianamente nel contrasto a ogni forma di illegalità». Terranno conto anche di questo i componenti della prima commissione del Csm, quella nella quale è in discussione la pratica che riguarda sia la tutela dei pm titolari dell'inchiesta che le tensioni in Procura, alla luce dello strappo tra Aldo De Chiara (il vice del procuratore che ha segnalato che tra le ragioni addotte dal capo dei pm per stralciare dall'inchiesta sui rifiuti le posizioni di Guido Bertolaso e Alessandro Pansa c'era anche quella di non compromettere i rapporti con il Governo) e Giovandomenico Lepore, che a quella rivelazione ha risposto con una lettera alla stampa in cui definisce «incompleta e poco ponderata» quell'inchiesta. Ieri, su questo tema, riunione di una quindicina di pm e decisione di chiedere un'assemblea al procuratore della Repubblica. Oggi via alla raccolta delle firme. Gianluca Abate

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Procurorul care turna discutiile din autogara (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Procurorul care turna discutiile din autogara Vineri, 15 Mai 2009 Teodoru Bostan, procuror in cadrul Parchetului Buhusi, va fi cercetat penal pentru ca a declarat in fals ca nu a colaborat cu Securitatea, dupa ce CNSAS a decis contrariul in iunie 2008. Bostan raporta la Securitate pana si comentariile unor persoane pe care nu le cunostea, din "autogara, restaurant sau de pe strada", care criticau Partidul Comunist si familia Ceausescu, conform documentelor CNSAS. Din actele analizate reiese ca actualul procuror a fost recrutat ca informator pentru a da detalii despre profesorii si elevii din Scoala Profesionala de Textile din Buhusi, potrivit Mediafax. Bostan a avut numele conspirativ de "Radu Mihai" si a dat informatii din mediul scolar in perioada 1976-1977, el fiind pedagog la respectiva unitate scolara. Intre 1977 si 1978 a fost trecut in categoria rezidentilor (cei care coordonau mai multi colaboratori, n.r.) deoarece, prin functia de la Grupul Scolar Profesional Buhusi, cea de pedagog, tinea legatura cu elevii din caminul scolar. Printre informatiile furnizate de acesta, conform documentelor aflate la CNSAS, se aflau si "observatii" despre "unele persoane" pe care nu le-a putut identifica si care, in anumite imprejurari - "in autogara, restaurant, sau pe strada fac comentarii negative pe marginea hotararilor partidului si statului nostru si, in mod explicit, pe tema hotararii de infiintare a impozitului pe salariu, unii folosind expresii de genul “cu o mana ne da si cu alta ne ia”. Dupa anul 1978, Bostan a devenit informator al postului de Militie din Blagesti, rolul sau fiind, conform acelorasi documente, de a informa despre cadrele didactice si elevii din scoala generala de acolo. In noua calitate, Bostan relata ca "eleva B. L. a primit si a adus la scoala o vedere care era semnata la expeditor de o persoana cu nume strain". Despre un coleg de-al sau, Bostan le-a spus ofiterilor carora le furniza informatii ca este "afemeiat" si ca "intretine relatii cu elevii din camin", dar si alte chestiuni ce tin de viata privata a unor alti colegi profesori. "Consiliul Superior al Magistraturii a transmis organelor de urmarire penala documentele necesare in vederea efectuarii de cercetari penale sub aspectul savarsirii infractiunii de fals in declaratii de catre Bostan Teodoru, procuror in cadrul Parchetului de pe langa Judecatoria Buhusi", se arata intr-un comunicat de joi al Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Sesizarea CSM a fost facuta dupa ce, prin sentinta civila 2876, pronuntata de Tribunalul Bucuresti, ramasa irevocabila si publicata deja in Monitorul Oficial al Romaniei, s-a constatat calitatea de colaborator al Securitatii a procurorului Teodoru Bostan. Legislatia prevede ca "judecatorii, procurorii, magistratii-asistenti, personalul de specialitate juridica asimilat magistratilor si personalul auxiliar de specialitate sunt obligati sa faca o declaratie autentica, pe propria raspundere, potrivit legii penale, privind apartenenta sau neapartenenta ca agent sau colaborator al organelor de securitate, ca politie politica". In declaratia autentica data pe proprie raspundere, Bostan a mentionat faptul ca nu a fost agent sau colaborator al organelor de Securitate si nu a facut politie politica. Din aceeasi categorie: Informaticienii din Lotul Olimpic viseaza la un job in strainatate (VIDEO)Mai putine eliberari din inchisoare pe caz de boalaScandal intre suporterii echipelor CFR Cluj si FC Timisoara (VIDEO) Voteaza

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meglio dare il buon esempio - mario bertolissi (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

UNIVERSITà Meglio dare il buon esempio MARIO BERTOLISSI L'Università di Padova ha un codice etico. Lo ha approvato il senato accademico mercoledì. Qualcuno ha ricordato che è il primo nella storia dell'ateneo fondato nel 1222. Orgoglioso, compiaciuto oppure scettico? Preferisco ragionare, sulla scorta della mia esperienza, che è stata duplice. Sottoposto a giudizio, a mia volta ho giudicato. Per questo, dico brevemente ciò che penso, utilizzando la forza espressiva e dimostrativa di due «modi di dire», che tutti conoscono. Innanzitutto. «Carta canta e villan dorme». Tra i tanti significati, ha anche quello di identificare nella sostanza delle cose ciò che conta. Ciò che conta, per chi deve progredire nella carriera universitaria, sono la qualità e la quantità degli studi. Il loro carattere innovativo, che si dovrebbe propriamente intendere, forse, come apporto che ha soprattutto indagato terreni inesplorati, e non invece ripercorso vanamente strade già battute a lungo. Comunque sia, ho appreso che la distinzione più appropriata è la seguente: vi sono studiosi seri e studiosi non seri. Ogni tanto - ogni tanto, però - il buon Dio regala un genio. A questo punto, per regolarsi, serve un codice etico? Confesso che non ne ho mai sentito il bisogno, e ciò sulla base di un convincimento che rendo trasparente così. Ho imparato - leggendo uno splendido volume di Giuseppe Maranini - che sono di gran lunga preferibili i sistemi che si regolano sulla base di norme consuetudinarie, rispetto a quelli che si danno leggi e codici. Insomma, quel che conta è il costume. Ho imparato, inoltre, quale è la vera garanzia dell'imparzialità nel giudicare, perché di questo si tratta quando si parla di «Parentopoli». Riferendosi ai magistrati, la Corte costituzionale, nell'ormai lontano 1963, ha affermato che «l'indipendenza della magistratura trova la prima e fondamentale garanzia nel senso del dovere dei magistrati e nella loro obbedienza alla legge morale» (sentenza n. 168 del 1963). Qui c'è la eco di un insegnamento immenso. C'è una concezione dell'uomo e del suo agire che riprende, senza ricordarne il nome, Kant e la sua legge universale del diritto: «Agisci esternamente in modo che il libero uso del tuo arbitrio possa accordarsi colla libertà di ogni altro secondo una legge universale», che è «giusta». In secondo luogo. «Fatta la legge, trovato l'inganno». Significa che non sono le parole scritte a vincolare. Anzi! Tutti sanno che la disposizione che prescrive va interpretata. Che va applicata al caso, il quale, a sua volta, è come ciascuno lo vede. E ciascuno lo vede come può, attraverso i suoi pregiudizi, le sue passioni, la sua concezione del mondo. La sua etica o non-etica, lo spirito di calcolo oppure il distacco sereno di chi si preoccupa di essere un uomo giusto. Nel suo piccolo, s'intende, senza temere ricatti o condizionamenti. Comunque disposto a pagare gli uni e gli altri. L'obiettività è impossibile, mi diceva il professor Livio Paladin. Ma bisogna cercare almeno di spersonalizzarsi. Questi problemi li vivo così. Non mi propongo come un esempio, se non altro perché non lo sono. Ma ho sempre vissuto il momento del giudizio e quello, conseguente, della scelta con l'intensità e la preoccupazione di chi sa di poter sbagliare e non è disposto a perdonarsi un'ingiustizia destinata a gravare sulla vita altrui. Anche per sempre.

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La "genovese" Anna Canepatra i procuratori antimafia (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La "genovese" Anna Canepatra i procuratori antimafia le nomine del csm ROMA. C'è anche Anna Canepa, per vent'anni sostituto procuratore a Genova e ora applicata a Gela, tra i sei nuovi sostituti alla Procura nazionale antimafia nominati ieri dal Consiglio superiore della magistratura. «Sono molto contenta della nomina - ha detto Anna Canepa - Spero di riuscire a fare qualcosa qui, come a Genova». La nomina della Canepa, magistrato che nel 1989 irruppe sulla scena delle indagini antimafia a Genova e in Liguria, può avere un significato particolare: «La mafia è un problema diffuso - dice Canepa - È giusto che se ne occupino anche i magistrati che hanno lavorato nel nord Italia e non soltanto al sud». A Genova l'attenzione dev'essere sempre desta: «La mafia c'è stata. Lo dimostrano le sentenze passate in giudicato, anche in tempi recenti - conclude - Non bastano le sentenze per dire che sia eliminata. Sul problema ci dev'essere ancora molta attenzione». Assieme alla Canepa sono stati nominati il giudice Carlo Caponcello (tribunale di Catania), Diana De Martino (sostituto alla procura di Roma), Maria Vittoria de Simone (tribunale di Napoli), Giovanni Russo (ex consulente dell'Antimafia) e Maurizio De Lucia (sostituto procuratore a Palermo). 15/05/2009

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Alassio: l'integrazione socio-sanitaria nell'area geriatrica (sezione: Giustizia)

( da "Savona news" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Alassio: l’integrazione socio-sanitaria nell’area geriatrica L’Istituto Alberghiero di Alassio ha pensato di unirsi all’iniziativa socio-sanitaria promossa dalla casa di riposo “Domenico Trincheri” di Albenga, partecipando ad una giornata di studi dedicata all’area geriatrica.Gli studenti delle classi partecipanti otterranno, alla fine del convegno, un compenso chiamato “credito”. Il progetto di ortoterapia dell’Istituto Alberghiero “Giancardi-Galilei-Aicardi” di Alassio è iniziato nel corso dell’anno scolastico 2007-2008 ed è proseguito nell’anno scolastico in corso. Si tratta di un progetto che prevede l’inserimento, grazie all’accompagnamento dei docenti e degli educatori, di allievi disabili all’interno della struttura per anziani “Trincheri” di Albenga, dove, attraverso la gestione di un nosocomio, si promuove la relazione fra giovani ed anziani. Il progetto è realizzabile, grazie alla disponibilità del Trincheri a sostegno dell’Istituto Agrario e Alberghiero; di “Floras Lamberti BIG MAC”; “Turco Silvestro Terriccio”, Azienda Agricola “Costa Verde”; Ortofrutticola di Alberga; C.I.A Collegio degli Agrotecnici diplomati e laureati di Savona; Centro Seia; Ufficio scolastico provinciale di Savona; GLIP, Centro di documentazione e formazione sull’handicap “Sergio Neri” di Savona. Il progetto ha consentito agli ospiti della casa di riposo di usufruire di questa nuova opportunità terapeutica derivata dalla “Horticultural Therapy” della tradizione anglosassone. La gestione del progetto di ortoterapia è affidata agli allievi Mirone Simone e Gabriele Siri, che, proprio grazie all’Istituto Trincheri, possono svolgere un importante esperienza formativa di alternanza scuola-lavoro. ”Una grande esperienza che sta facendo maturare i nostri allievi e che è di grande utilità per gli anziani”: questa, in estrema sintesi, secondo il parere del preside Renzo Rossi, la descrizione delle importanti iniziative che l’Istituto Scolastico Secondario Superiore  Ingauno (Giancardi- Galilei- Aicardi) sta applicando presso la casa di riposo di Albenga. E in effetti l’esperienza del confronto con la sofferenza e il disagio può contribuire a far riflettere sul valore della vita e della solidarietà, promuovendo la cultura e lo sviluppo dei giovani e una coscienza sociale. Era proprio questo l’intento dei progetti rivolti agli studenti dell’ Istituto Secondario Superiore di Alassio che riunisce fra loro la Scuola Alberghiera di Alassio con due istituti di Albenga: l’Itis di Campochiesa e l’Agrario di Vadino, che hanno dato vita ad una interessante serie di iniziative presso la residenza per anziani “Domenico Trincheri”. L’iniziativa, che fa parte del piano dell’offerta formativa dell’ istituto scolastico, è stata realizzata in accordo con l’ASL2 savonese, e l’Associazione Volontari Ospedalieri di Albenga. I ragazzi hanno realizzato due progetti: quello di ortoterapia che è stato portato avanti in particolare dagli allievi dell’Agrario e quello di Sala, Ricevimento e Servizi che è stato seguito dai ragazzi dell’alberghiero. Gli studenti hanno maturato un’ importante esperienza di vita, oltre che di lavoro:“I ragazzi”, dice il dirigente scolastico Renzo Rossi, “stanno realizzando un’ importante esperienza di tirocinio e di volontariato, impegnandosi a collaborare alla realizzazione e alla cura di un orto ubicato nel giardino  interno al Trincheri  e del funzionamento di una parte dei servizi delle sale mensa e ristorante”. Lo scorso anno, il progetto ha anche previsto attività di accoglienza, ricevimento, cucina, lavanderia e segreteria. L’iniziativa, promossa da alcuni docenti, ha trovato il più ampio sostegno nei due presidi che si sono avvicendati negli ultimi anni scolastici alla guida dell’Istituto: i Dirigenti Gian Maria Zavattaro e Renzo Rossi. Le esperienze maturate attraverso questi progetti verranno raccontate e presentate in occasione di un convegno che si terrà proprio al Trincheri il 16 maggio prossimo.                                                                      Al progetto hanno collaborato, oltre alle classi IIIA Sar, IVA Tur, IV Oit-Ric  IV Sar dell’Alberghiero, le terze e le quarte dell’Agrario, ed, in particolare, gli allievi Simone Mirone, Manuel Selvaggio, Davide Consavella, Valentina Raimondo, Gabriele Siri, Francesco Aonzo e Luca Basso, con la sovrintendenza della Direttrice, la Dottoressa Laura Milardi, dei tutori aziendali e dei Docenti Nello Simoncini, Franco Laureri, Roberto Luciano e Claudio Almanzi. Molto proficua è stata la collaborazione non solo con il personale del Trincheri, ma anche con gli altri volontari impegnati presso il centro degli anziani ingauno, in particolare con i volontari dell’Avo. Giovedì 19 marzo 2009, nel salone al piano terra dell’Istituto “Trincheri”, si terrà una festa di compleanno di alcune persone che sarà allietata dall’esibizione della ballerina brasiliana di samba Jara. Inoltre sabato 16 maggio 2009 si terrà un convegno all’Auditorium San Carlo di Albenga e all’Istituto Domenico Trincheri dal titolo: “L’integrazione socio-sanitaria nell’area geriatrica”. Programma del convegno: “L’integrazione socio-sanitaria nell’area geriatrica”, Albenga. Sabato 16 Maggio 2009 Promotori dell’evento: -Casa di Riposo “Istituto Domenico Trincheri” / Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (APSP) della città di Albenga; - ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani), sede regionale per la Liguria. Organizzazione: - Dott. Andrea Scaffidi pedagogista Presidente ANPE Liguria - Dott. Gabriele Olivieri, pedagogista animatore; - D.ssa Natasha Cola pedagogista Ricercatrice a.c. presso il DIF (Dipartimento di filosofia) università di Genova PROGRAMMA E ORARI: Mattino h. 08,30 13,30: Auditorium San Carlo-Palazzo Oddo, via Roma, Albenga (SV). Ore 8.30: accoglienza e registrazione dei partecipanti. A cura degli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Giancardi-Galilei-Aicardi” di Alassio (SV). Ore 9.00: saluto delle Autorità ed introduzione ai lavori, Avv. Antonello Tabbò - Sindaco del Comune di Albenga. Prof. Antonio Olivieri, Presidente Istituto Domenico Trincheri. Dott. Andrea Scaffidi, Presidente ANPE Liguria. Ore 9.15: Imparare invecchiando. Prof. Roberto Franchini, docente di Pedagogia Speciale, Facoltà di Scienze della formazione, Università Cattolica di Brescia. Ore 9.45: La formazione continua per tutta la vita. Prof. Giovanni Ricci, docente di Pedagogia Speciale, Facoltà di Scienze della formazione, Università di Genova. Ore 10.15: La neuropsicologia del Sistema Attentivo Supervisore nell’anziano. Prof. Francesco Benso, docente di Psicobiologia e Psicologia dell’attenzione, Facoltà di Scienze della formazione, Università di Genova. Ore 10.45: coffee break offerto dalla ditta D.A.S.  S.N.C. di Savona, gestori Vending Machines, Beverage, acqua minerale. Servizio a cura degli studenti dell’ Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Giancardi- Galilei- Aicardi” di Alassio (SV). Ore 11.00: Bioetica ed anziani: un approccio interdisciplinare. Prof.sa Luisella Battaglia, docente di Bioetica e Filosofia morale, Facoltà di Scienze della formazione, Università di Genova, membro del comitato Nazionale del CNB. Ore 11.30: La persona anziana nella casa di riposo. D.ssa Laura Miliardi, medico chirurgo e direttore sanitario, Istituto Domenico Trincheri. Ore 12.00: La logopedia in età senile. D.ssa Antonella Panero, logopedista Asl savonese 2. Ore 12.30: La terapia riabilitativa di gruppo come supporto psicomotorio per l’anziano. Dott. Ferruccio Scrufari, coordinatore fisioterapista, Istituto Domenico Trincheri. Ore 13.00: Lo screening neuropsicologico e la demenza senile, Dott. Roberto Bigotti, psicologo ed esperto di neuropsicologia. Ore 13.30: Pranzo a buffet offerto dall’Istituto Domenico Trincheri di Albenga (SV), Viale Liguria 14. Servizio a cura degli studenti dell’ Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Giancardi- Galilei- Aicardi” di Alassio (SV). Pomeriggio: h. 14,30 – 18,00: Salone al piano terra dell’Istituto Domenico Trincheri, progetti e percorsi di esperienza. Ore 14.30: L’animazione geriatria e pedagogica, Dott. Gabriele Olivieri, animatore geriatrico Istituto Domenico Trincheri, pedagogista dell’Associazione Nazionale Pedagogista Italiana ANPE. Ore 15.00: La scuola materna in istituto, D.ssa Michela Masini,  pedagogista e educatrice Scuola Materna Nostra Signora del Suffragio, Albenga. Ore 15.30: Il liceo a scuola dai nonni, Prof.sa Marisa Ravera, docente del Liceo classico-scientifico Giordano Bruno di Albenga. Ore 16.00: L’inserimento di borse lavoro diversamente abili all’Istituto Domenico Trincheri, Dott.sa  Patrizia Stalla, pedagogista Asl 2 savonese. Ore 16.30: Un progetto di gruppo a cura del CSM di Albenga, Dr . sa Donatella Pecoraio, psicologa centro salute mentale Asl 2 savonese, D.ssa Letizia Nicolini, assistente sociale centro salute mentale Asl 2 savonese. Ore 17.00: Un progetto di ortoterapia con la scuola agraria e alberghiera in istituto, Prof.ri Franco Laureri, Claudio Almanzi, docenti Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Giancardi- Galilei- Aicardi” di Alassio (SV). Ore 17.30: Esperienze psicomotorie delle case di riposo dell’ambito genovese, Prof. sa Cristina Barbera,docente di Scienze Motorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Genova e presidente dell’Associazione Anziani Oggi. Ore 18: conclusioni e chiusura dei lavori.

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Due posti da pm a concorso, restano i disagi (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuoro e Provincia Pagina 5017 Procura Due posti da pm a concorso, restano i disagi Procura --> Nei prossimi mesi due nuovi pm potrebbero arrivare a Nuoro, colmando così almeno in parte i buchi in organico attuali, con tre sostituti su sei già trasferiti e uno che farà le valigie a fine estate. Il ministro della giustizia Angelino Alfano ha infatti inserito la Procura di Nuoro nell'elenco di quelle cosiddette «disagiate», con l'effetto che i magistrati che andranno a lavorarci godranno di incentivi economici. Il Guardasigilli le ha scelte tra 54 uffici giudiziari requirenti di primo grado indicati dalla terza commissione del Csm «attraverso una valutazione - sottolinea il ministro in una lettera al vice presidente del Csm Nicola Mancino - che ha tenuto conto del tasso medio di scopertura a livello nazionale, della percentuale di scopertura, delle pendenze e della specificità territoriale e criminale di alcune sedi del Sud». In tutto i posti da coprire sono 76 e già nelle prossime ore - ma tutto potrebbe saltare a causa di uno sciopero del personale di Palazzo dei marescialli - il plenum dovrebbe metterli a concorso. Entro il 25 maggio (prorogabili sino al 29 se le domande saranno inoltrare per via gerarchica) i magistrati interessati potranno dare la loro disponibilità al massimo per 5 sedi, disponibilità che non potrà essere revocata. I posti vacanti alla procura di Nuoro erano già stati messi a concorso nei mesi scorsi, ma nessun magistrato aveva fatto richiesta. Ora si spera che con gli incentivi la musica cambi. Inoltre si attende la nomina del nuovo procuratore capo e la rettifica da parte del Csm dell'incarico di presidente del Tribunale a Vito Morra. Tutte situazioni in merito alle quali l'assemblea degli avvocati del 9 maggio ha sollecitato soluzioni rapide.

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Un procuror isi turna colegii ca intretin relatii sexuale cu elevi (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Un procuror isi turna colegii ca intretin relatii sexuale cu elevi Vineri, 15 Mai 2009 Teodoru Bostan, procuror in cadrul Parchetului Buhusi, va fi cercetat penal pentru ca a declarat in fals ca nu a colaborat cu Securitatea, dupa ce CNSAS a decis contrariul in iunie 2008. Bostan raporta la Securitate pana si comentariile unor persoane pe care nu le cunostea, din "autogara, restaurant sau de pe strada", care criticau Partidul Comunist si familia Ceausescu, conform documentelor CNSAS. Din actele analizate reiese ca actualul procuror a fost recrutat ca informator pentru a da detalii despre profesorii si elevii din Scoala Profesionala de Textile din Buhusi, potrivit Mediafax. Bostan a avut numele conspirativ de "Radu Mihai" si a dat informatii din mediul scolar in perioada 1976-1977, el fiind pedagog la respectiva unitate scolara. Intre 1977 si 1978 a fost trecut in categoria rezidentilor (cei care coordonau mai multi colaboratori, n.r.) deoarece, prin functia de la Grupul Scolar Profesional Buhusi, cea de pedagog, tinea legatura cu elevii din caminul scolar. Printre informatiile furnizate de acesta, conform documentelor aflate la CNSAS, se aflau si "observatii" despre "unele persoane" pe care nu le-a putut identifica si care, in anumite imprejurari - "in autogara, restaurant, sau pe strada fac comentarii negative pe marginea hotararilor partidului si statului nostru si, in mod explicit, pe tema hotararii de infiintare a impozitului pe salariu, unii folosind expresii de genul “cu o mana ne da si cu alta ne ia”. Dupa anul 1978, Bostan a devenit informator al postului de Militie din Blagesti, rolul sau fiind, conform acelorasi documente, de a informa despre cadrele didactice si elevii din scoala generala de acolo. In noua calitate, Bostan relata ca "eleva B. L. a primit si a adus la scoala o vedere care era semnata la expeditor de o persoana cu nume strain". Despre un coleg de-al sau, Bostan le-a spus ofiterilor carora le furniza informatii ca este "afemeiat" si ca "intretine relatii cu elevii din camin", dar si alte chestiuni ce tin de viata privata a unor alti colegi profesori. "Consiliul Superior al Magistraturii a transmis organelor de urmarire penala documentele necesare in vederea efectuarii de cercetari penale sub aspectul savarsirii infractiunii de fals in declaratii de catre Bostan Teodoru, procuror in cadrul Parchetului de pe langa Judecatoria Buhusi", se arata intr-un comunicat de joi al Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Sesizarea CSM a fost facuta dupa ce, prin sentinta civila 2876, pronuntata de Tribunalul Bucuresti, ramasa irevocabila si publicata deja in Monitorul Oficial al Romaniei, s-a constatat calitatea de colaborator al Securitatii a procurorului Teodoru Bostan. Legislatia prevede ca "judecatorii, procurorii, magistratii-asistenti, personalul de specialitate juridica asimilat magistratilor si personalul auxiliar de specialitate sunt obligati sa faca o declaratie autentica, pe propria raspundere, potrivit legii penale, privind apartenenta sau neapartenenta ca agent sau colaborator al organelor de securitate, ca politie politica". In declaratia autentica data pe proprie raspundere, Bostan a mentionat faptul ca nu a fost agent sau colaborator al organelor de Securitate si nu a facut politie politica. Din aceeasi categorie: Vom circula pe autostrada Bucuresti-Ploiesti din iulie 2010Profesorii, in greva maineVoiculescu: Paraschiva mi-a cerut imprumut 40.000 euro, inainte de schimbarea declaratiei Voteaza

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, forse verso un chiarimento (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 15-05-2009 «Bambini invisibili», forse verso un chiarimento il caso Un ordine del giorno del Pd viene recepito parzialmente dal governo L'opposizione: non basta, i rischi restano Sull'ipotesi che scatti la dichiarazione di adottabilità, l'esecutivo rassicura DA ROMA DANILO PAOLINI I l governo recepisce parzialmente un ordine del giorno del Partito democratico sui cosiddetti «bambini invisibili » e ipotizza «eventuali circolari interpretative » per precisare che a nessuna madre immigrata, ancorché in Italia irregolarmente, potranno essere tolti i figli. Per il ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega) e per il sottosegretario Alfredo Mantovano (Pdl), in realtà il problema non esiste, perché alla donna extracomunitaria che partorisce nel nostro Paese è già riconosciuto «un permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi». Un diritto che la Corte costituzionale ha esteso anche al padre. Insomma, nel momento stesso in cui il bimbo nasce, i suoi geni- tori non si trovano più in condizione di clandestinità. In ogni caso, per dimostrare di non avere alcun intento discriminatorio, l'esecutivo ha accolto, riformulandolo ampiamente, un ordine del giorno in cui s'impegna ad applicare la norma contestata (quella che richiede all'extracomunitario la presentazione del permesso di soggiorno per l'accesso agli atti di stato civile) «nel senso che essa non fa alcun riferimento alla dichiarazione di nascita del figlio o al riconoscimento dello stesso ». Caso chiarito e chiuso, dunque? «Assolutamente no», dice Cinzia Capano, la deputata del Pd che ha sollevato la questione: «Non bastano un ordine del giorno e una circolare dichiara anche se sono molto importanti perché, in caso di controversie, dimostrano qual è la volontà del legislatore. Noi chiediamo che al Senato la norma venga modificata, in modo da rendere esplicito e inequivocabile che essa non riguarda la registrazione dei bambini all'anagrafe». La questione è delicatissima, insiste la parlamentare, perché senza un'espressa previsione normativa «basterebbe che un solo funzionario dello stato civile sbagliasse» per «strappare un bimbo alla propria mamma», in quanto «la dichiarazione di adottabilità scatterebbe automaticamente ». Se a Palazzo Madama il governo non eliminerà «qualsiasi ambiguità», secondo Capano, «si dimostrerebbe non coerente » con quanto si è impegnato a fare ieri. Nel frattempo, assicura, «il Pd vigilerà che gli uffici di stato civile siano avvisati attraverso circolari dell'interpretazione del governo». Per il ministro Maroni, tuttavia, nel testo non ci sono ambiguità e «chi dice che quei bambini saranno immediatamente adottabili fa propaganda oscena». Tecnicamente, argomenta Mantovano, il ddl sicurezza «a fronte dell'introduzione del reato di ingresso clandestino, prevede una serie di esimenti»: il reato non sussiste, per esempio, quando c'è il respingimento dell'immigrato, quando questi presenti richiesta di asilo e, appunto, nel caso delle partorienti. Non è necessario esplicitare alcunché osserva il sottosegretario perché è già specificato che l'esclusione del clandestino dagli atti di stato civile riguarda solo i provvedimenti chiesti «in proprio favore », mentre il riconoscimento di un figlio «è in favore del neonato». Del resto, conclude Mantovano, «quando ci siamo trovati di fronte a interpretazioni controverse, come quelle sui cosiddetti 'medicispia' e 'presidi-spia', abbiamo ritirato le norme. Ma non è questo il caso».

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Roccella: i limiti della legge 40 sono invariati ci saranno nuove linee guida ma non subito (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 15-05-2009 Roccella: i limiti della legge 40 sono invariati ci saranno nuove linee guida ma non subito DA ROMA P er la legge 40 sulla procrezione medicalmente assistita «sicuramente ci saranno nuove linee guida», ma non immediatamente. Ad annunciarlo è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, rimarcando che i limiti del provvedimento «sono chiari e restano invariati». Infatti con la sentenza della Corte costituzionale, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 13 maggio, la legge «non è scalfita nel suo impianto sostanziale, ma è dato al medico un margine di autonomia rispetto alla valutazione clinica». Se, infatti, viene meno il limite della produzione di tre embrioni, tuttavia, ha chiarito il sottosegretario, si dice che devono essere prodotti quelli «strettamente necessari». Quindi «anche la possibilità di crionconservare gli embrioni si configura comunque come un'eccezione, come era d'altronde previsto anche in precedenza. Quanto alla diagnosi preimpianto, resta vietata a fini di eugenetica». In ogni caso «crioconservare gli embrioni è una cattiva pratica clinica, perchè vuol dire che non si sono valutate bene tutte le condizioni». Insomma, ha affermato la Roccella, il testo «ha in realtà subito piccole modifiche» ed i limiti sono chiari e restano invariati come il fatto che alla P- ma possono accedere solo le coppie infertili. Le nuove linee guida non saranno un percorso immediato, «poiché non si tratta solo di fare chiarezza sull'interpretazione della legge ha spiegato ma di applicare il decreto 191 di recepimento di una direttiva europea in materia». Sulla base della direttiva «i centri Pma vengono equiparati alle biobanche», con la necessità di ridefinirne i requisiti sulla base di «tracciabilità, qualità e sicurezza». Eugenia Roccella

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Dove trovare i candidati (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Dove trovare i candidati Stasera ore 21 all'auditorium San Martino Fabrizio Cesetti incontra l'ex direttore de L'Unità, Antonio Padellaro, che presenta il suo libro "Io gioco pulito". Presenti Maria Cuffaro (giornalista Tg3) , Sandra Amurri (giornalista), Dino Petralia (Csm) e Rino Germanà ( Questore di Forlì e Cesena). Sempre oggi, ore 17, ma a Porto Sant'Elpidio nei locali della Casa del Volontariato Giovanni Basso, presenterà i candidati elpidiensi: Antonesio Diomedi e Mauro Tosoni (La Destra); Michele Palermo e Luciano Ferrini (Mpa); Enrica Ciarrocchi , Giovanni Galeota e Angelina Caputo (Forza Fermano)

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Il weekend si accende con la politica (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

I civici per il sindaco di Fermo a Vittorio Traini "Basta falsi allarmismi parli di programmi se ne ha" Il weekend si accende con la politica Cesetti nel segno di giustizia e legalità. Basso pensa agli "ultimi", Di Ruscio allo sviluppo e domenica c'è Vendola Più che aria di voto di europee qua, nella terra della ritrovata autonomia amministrativa, tira aria di provinciali. Scendono dunque in campo i big e la caratteristica è che il tutto assume sempre di più una chiara valenza locale. Per la Sinistra e libertà arriva addirittura Nichi Vendola, uno degli artefici di questa svolta nazionale. Al fianco di Cesetti l'ex segretario di Rifondazione comunista domenica mattina alle ore 10.30 inizierà il suo tour fermano: toccherà Porto San Giorgio e poi Montegranaro (...a buon intenditor poche parole). Cesetti "gioca pulito" Sempre riflettori nazionali per Cesetti, oggi per la presentazione del libro "Io gioco pulito" di Antonio Padellaro, ex direttore de L'Unità. "Voglio sottolineare la straordinaria importanza di questa serata - spiega - organizzata dalla mia amica Sandra Amurri". Presenti la giornalista del Tg3 Maria Cuffaro, Dino Petralia (Csm) e Rino Germanà (Questore di Forlì e Cesena), "personalità che con il loro impegno salvaguardano le istituzioni e il senso di legalità di questo Paese. Proprio da qui vogliamo ripartire: dal rifiuto per qualsiasi forma di condizionamento richiamato in ogni incontro coi cittadini". Per il centrodestra c'è in serbo invece l'arrivo di un pezzo da novanta del Governo Berlusconi, il ministro Matteoli che inaugurerà la nuova variante del Ferro. E per un ministro che arriva c'è quello di un sottosegretario che salta, quello ieri di Roberto Menia (Ambiente) che, per motivi istituzionali ha dovuto saltare la visita di ieri. Il caso "Asite" Proprio il sottosegretario all'Ambiente ieri doveva essere presente nel fermano per una visita al centro trattamento rifiuti dell'Asite, là dove alcuni giorni fa si è verificata la tragica morte sul lavoro dell'operaio Sauro Vecchi. Una scelta che la Cgil aveva già giudicato inopportuna e alla quale oggi replica il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio. "E' bene precisare che, la visita al Centro per il trattamento dei rifiuti in località San Biagio aveva un particolare significato e cioè quello di fornire un appoggio e mostrare vicinanza per il tragico lutto accaduto pochi giorni fa. Nel corso dell'incontro erano previsti anche un minuto di silenzio ed una preghiera alla presenza di un sacerdote in ricordo del dipendente recentemente scomparso. E' il caso sempre di valutare con lucidità ed obiettività i fatti evitando inutili ed inopportuni attacchi". Il sindaco di ferro Tosi Il sindaco di Verona, nonché uno dei massimi esponenti del partito leghista si è intrattenuto per un aperitivo con gli amici di sempre Paolo Oliboni e Andrea Montelpare, poi via all' auditorium San Martino al fianco di Di Ruscio dove c'era pura Enrico Bracalente (Nero Giardini). E quando si parla di provincia di Fermo Di Ruscio non poteva ricordare che un posto speciale c'è l'ha la Lega Nord. Leghisti impegnati anche su battaglie di fuoco come il no alla centrale a biomasse e alla Ned Silicon a Campiglione. Lo scontro in famiglia Ancora scontro tra civici, ancora scontro tra chi si è schierato con Di Ruscio e chi con Basso. Oggi a Traini risponde il gruppo consiliare "Con-Fermo Di Ruscio": "E' passato poco più di un anno dalla lettera con la quale il nostro gruppo ha allontanato il consigliere Vittorio Traini per atteggiamenti non corretti verso il gruppo stesso, e se è ancora in consiglio Comunale è perché tecnicamente non può essere in altro maniera, rimanendo pur sempre una voce isolata. E' vero che è stato votato dai cittadini ma per far cosa? I bilanci non li ha votati, alle dichiarazioni del sindaco sulla Ceramica Lauretana non risponde ricordiamo che ci sono altri casi analoghi in Italia di sindaci e contemporaneamente Presidenti di Provincia, quindi consigliamo di non creare un falso allarmismo e di impostare la campagna elettorale sui propri programmi ammesso che ne abbiano". Basso parte dal sociale Presentazione dei candidati preceduta da un incontro con le associazioni del volontariato a Porto Sant'Elpidio per Gianni Basso. "Il mio tour elettorale, parte da qui - dice il sindaco di Montegranaro - da coloro che soffrono per l'emarginazione, la povertà, l'abbandono. Nessun disegno di società provinciale può essere tracciato, se alla base non vi è giustizia sociale, lotta alle vecchie e nuove povertà". ROBERTO ROTILI,

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"Garofani d'altri tempi per Gatti" (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Berti: "Il pensiero sarà rivolto a Massimiliano il presidente più longevo della nostra associazione" "Garofani d'altri tempi per Gatti" Conto alla rovescia per l'iniziativa a cui parteciperà anche Ciampi e Zagrebelsky Conto alla rovescia per il maxi evento organizzato dal Centro studi "Calamandrei" per ricordare il centenario della nascita del suo presidente onorario: il "Memorial Alessandro Galante Garrone", in programma il 23 maggio. Una giornata complessa, in cui tre eventi di altissimo spessore, sottolineeranno gli aspetti fondamentali della vita dello studioso: la laicità, la legge e la storia. Tre anime che saranno sviscerate attraverso la lectio magistralis delle 10,30 al Teatro Pergolesi, la tavola rotonda delle 17 alla Fondazione Colocci e lo spettacolo delle 21,30 al Teatro Pergolesi. Un evento che porterà a Jesi l'ex capo di Stato Carlo Azeglio Ciampi e l'ex presidente della corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, ma che arriva in un momento particolarmente triste per il Centro Calamandrei. "Sebbene il memorial voglia onorare la figura di Alessandro Galante Garrone - spiega il presidente del Calamandrei di Jesi Gian Franco Berti - il nostro pensiero sarà rivolto a Massimiliano Gatti, il presidente più longevo del Centro studi (ha ricoperto l'incarico dal 1997 al 2003) e scomparso qualche giorno fa. "Garofani rossi per Massimiliano", ecco il nostro ricordo. Cambiamo idealmente il titolo dello spettacolo in scena sabato sera ("Il funerale di Neruda - Garofani rossi per Pablo") anche memori della sua storia politica nel socialismo". Un maxi evento che è accompagnato da qualche nota stonante? "Mi delude che siano tutti concentrati sulla presenza di Ciampi e Zagrebelsky a Jesi, mentre invece lo straordinario è proprio il fatto che questi due grandissimi personaggi abbiano accettato di ricevere il Premio Calamandrei di Jesi". E' soddisfatto di aver condensato tre eventi di così alto livello in un'unica giornata? "Sinceramente si tratta di nomi altisonanti, ma il massimo sarebbe avere anche Alberto Sinigaglia, il più longevo giornalista politico nella storia della stampa. Ripuliva i testi di Garrone, Primo Levi, Carlo Arturo Iemolo e Norberto Bobbio trasformandoli in articoli. Storicamente è l'uomo più vicino al vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno, ucciso dalle Brigate rosse mentre aspettava proprio Sinigaglia in redazione, oltre l'orario di lavoro. E sarebbe un onore se fosse nostra ospite anche la vedova di Alessandro Galante Garrone, Maria Teresa Peretti Griva, presidente onoraria del Comitato dei garanti del Calamandrei e figlia del magistrato che attraverso l'applicazione inflessibile della norma fermò i soprusi e la protervia del regime ". La punta di diamante del Memorial? "Di certo lo spettacolo teatrale di Luis Sepulveda (per cui sono ancora disponibili i biglietti, ricordiamo, contattando la Biglietteria del Pergolesi al numero 0731-206888 da martedì a sabato, con orario 9,30-12,30 e 17-19,30". TALITA FREZZI ,

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Il Tribunale ha rischiato il collasso (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Il Tribunale ha rischiato il collasso» Il magistrato ha dovuto affrontare gravi carenze di uomini e di mezzi: «È stata dura, ma il peggio è passato» Venerdì 15 Maggio 2009, Bassano É stata un po' la fine di un'epoca, ma, a parte gli addetti ai lavori, pochi se ne sono accorti. Da alcuni giorni, in sordina, il dott. Sabino Giarrusso ha lasciato il nostro Tribunale ed è andato a dirigere quello di Trento. Il Consiglio superiore della magistratura lo aveva designato alla presidenza del nostro Palazzo di giustizia nel giugno del 1999. Nei 13 anni precedenti era stato pretore dirigente. Il dott. Giarrusso, è nato a Teano (Ce) nel 1944. Si è laureato giovanissimo, nel '66, all'Università di Napoli; nel '69 è entrato in magistratura; nell'86 è diventato come detto pretore dirigente ai piedi del Grappa, dopo aver esercitato a Padova e Cittadella. Negli ultimi tempi, in via Marinali, si è occupato soprattutto di separazioni, minori, tutela degli incapaci e dei disabili. Ma soprattutto si è battuto per la per la realizzazione della 'Cittadella della giustizia'. Non si contano le sue relazioni alla Procura generale di Venezia, i suoi viaggi al Ministero di grazia e giustizia e i suoi appelli alle forze politiche ed economiche per impetrare il mantenimento degli uffici giudiziari bassanesi ed anzi il loro potenziamento. Alla fine l'ha avuta vinta: Roma ha stanziato 13 miliardi di lire, palazzo Cerato è stato restaurato ed è diventato prestigiosa sede della Procura della Repubblica, una quindicina di mesi fa sono iniziati i lavori dell'ultima tranche di quello che sarà il nuovo polo, nello spazio una volta occupato dal carcere della Madonnetta. Nel corso del 2008 il dott. Giarrusso (come anche il precedente capo della Procura, dott. Milanese) è stato coinvolto nel vasto movimento di toghe determinato dalla riforma dei quadri apicali della magistratura, che ha fissato a 8 anni il tetto massimo di permanenza alla guida dei principali uffici. Lo scorso settembre il Csm aveva indicato nel dott. Aurelio Gatto il nuovo presidente del Tribunale di Bassano, inviando il dott. Giarrusso appunto in Trentino. Passati i tempi tecnici, l'avvicendamento si è ora completato. Ieri abbiamo raggiunto il magistrato al telefono. Dottor Giarrusso, con quale stato d'animo ha lasciato il Tribunale della nostra città? «Con dispiacere, lo ammetto: ci ho lavorato per oltre due decenni, ho maturato legami professionali e personali profondi, la mia famiglia è fondamentalmente 'bassanese'. È stato un periodo intenso, impossibile ricordare tutti i volti e tutte le vicende. Mi limito a sottolineare il grande lavoro sviluppato in questi ultimi anni nella tutela dei minori, degli interdetti, dei disabili; desidero ringraziare i funzionari e gli esperti dell'Ulss, del Comune e degli altri enti che hanno operato con noi in questo delicato settore». Un'altra sua grande battaglia è stata la "Cittadella della giustizia". «È stata un'avventura lunga e faticosa, ma che andava assolutamente portata avanti. Ho fatto in tempo a vederne realizzata la prima tappa e ne sono felice. Curiosamente anche qui sta per prendere il via una ristrutturazione simile: verrà costruita una nuova prigione fuori dal centro e nello spazio che si libererà verrà innalzato un moderno padiglione». A Trento come si trova? «Bene. È un'area abbastanza omogenea a quella di Bassano e i contatti sono fitti. Proprio in questi giorni è uscito uno studio che incorona questo ufficio come il più efficiente e veloce d'Italia. Certo, qui ci sono grandi mezzi». Una situazione ben diversa da quella di Bassano dove in alcune fasi, tra carenza di giudici, pensionamento di cancellieri e penosa mancanza di attrezzature, si è rischiato il collasso. «È vero, abbiamo vissuto momenti difficilissimi, ma in qualche modo abbiamo tirato avanti. Di recente sono arrivati nuovi, giovani magistrati e valenti impiegati; credo che il peggio sia passato». In via Marinali ci si è un po' sorpresi del suo commiato, senza un saluto ufficiale, senza un gesto di calore. «Non è stata freddezza o, peggio, ingratitudine, ma discrezione. Non ho inteso disturbare il lavoro dei colleghi e in particolare del nuovo presidente. Molti, in realtà, li porto nel cuore». Bruno Cera

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Scalcia l'avversario e offende l'arbitro, 4 turni (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Scalcia l'avversario e offende l'arbitro, 4 turni Venerdì 15 Maggio 2009, Treviso (m.m.) Queste le delibere del giudice sportivo della delegazione Figc di Treviso, Leo Robazza. TERZA CATEGORIA - Quattro gare: Enrico Trentin (Milan Guarda) per calcio ad un avversario e scurrili espressioni verso l'arbitro. Due gare: Salvador (Feletto), Una: Altinier (Ardita Pero), Cesero (Milan Guarda), Gheller (Volpago), Gallonetto (Barbisano). Del. Basso Piave: Due gare a Marian, Beye (Zensonese), Zennaro (Biancade), una a Marcuccio (Zensonese), ammenda 60 euro alla Zensonese per insulti all'arbitro. JUNIORES - Due gare: Vinciguerra (Badoere), Una: Bruschetta, Iannizzotto, Pegoraro (Godigese), Longato, Scapin (S. Floriano), Possamai (Feletto), Gava (Godega), Giordano (Orsago), Citron (S. Vendemiano), Caeran (S. Gaetano), De Marchi, Gomiero (Csm Resana), Favaro (Badoere), Rossi (Paese), Manente (Campolongo), Kone (Fossalunga), Vettori (Gorghense), Bertagna De Marchi (Porto Mansuè), Dametto, Lorenzon (Pro Roncade), Carullo, Tonon (S. Vendemiano), Maso (Vazzolese). Inibizione fino la 26 maggio a Gava (dir. Godega). Del. Bassano: Tre gare a Rossetto (Pedemontana). ALLIEVI - Una gara: Baccega, De Bortoli, Polesso, Vidotto (Opitergina). CALCIO a 5 - In serie D una gara a Storto (Monticano).

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Riese Vallà e Montello vanno allo spareggio (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Riese Vallà e Montello vanno allo spareggio Moriago all'Èlite e in coppa Venerdì 15 Maggio 2009, Treviso (m.mir.) Si sono conclusi i campionati Juniores regionali e provinciali. JUNIORES REGIONALI Vittoria del Moriago che accede al campionato Èlite e alla coppa Veneto. Ai play out Ezzelina, Opitergina, caerano, Villorba. Risultati del 30° turno e classifiche finali. GIRONE C - Risultati: Nove-Azz. Sandrigo 1-4, S. Giorgio-Belvedere 1-0, Stabila Isola-Thiene 2-1, Caldogno-Camisano 3-4, S. Vittore-Feltrese 1-2, Costabissara-Giov. Ezzelina 0-4, Cassola S. Marco-Luparense 3-2, Pove-Rossano 0-8. Classifica: Feltrese 74, Camisano 66, S. Giorgio Bosco 60, Luparense 55, Cassola S. Marco 52, Caldogno 44, S. Vittore 42, Rossano 40, Stabila Isola, NOve 39, Thiene 37, Azz. Sandrigo 36, Belvedere 34, Giovanile Ezzelina 31, Costabissara 15, Pove 9. GIRONE E - Risultati: Bibione-Marghera 9-0, Gazzera-Spinea 2-3, Edo Mestre-Noale 0-1, Pramaggiore-Casier Dosson 1-3, Muranese-Cavallino 2-3, Ceggia-Miranese 3-1, Salese-Musile 1-3, Preganziol-Real S. Marco 3-5. Classifica: Spinea 71, Noale 60, Gazzera 58, Muranese 51, Miranese 50, Casier Dosson 49, Pramaggiore 46, Edo Mestre 43, Real S. Marco 42, Preganziol 39, Musile, Bibione 36, Cavallino 35, Lib. Ceggia 26, Salese 24, Marghera 9. GIRONE F - Risultati: Olmi Callalta-Alpago 1-2, Ponzano-Moriago 0-4, Aurora Treviso Due-Caerano 3-0, Castagnole-Careni Pievigina 3-3, Istrana-Fulgor Trevignano 0-6, Fontanelle-Nervesa 2-2, Union CSV-Ponte nelle Alpi 3-2, Opitergina-Villorba 2-2. Classifica: Ardita Moriago 79, Ponte nelle Alpi 63, Ponzano 58, Careni Pievigina 48, Fulgor Trevignano 47, Fontanelle 42, Nervesa, Union CSV 41, Aurora Treviso Due 40, Olmi Callalta, Castagnole 39, Caerano 38, Villorba, Alpago 34, Opitergina 22, Istrana 11. COPPA VENETO - Partecipano l'Ardita Moriago e la Liventina Gorghense (vincitrice campionato Èlite). Sabato 16 alle 17: Ardita Moriago-Feltrese, rip. Liventina Gorghense, 2° turno il 20, il 3° turno il 23. PLAY OUT - Sabato 23: Giov. Ezzelina-Belvedere, Opitergina-Caerano, Alpago-Villorba. JUNIORES PROVINCIALI Spareggio fra Riese Vallà e Montello (girone C); La Marenese e Pro Mogliano hanno vinto gli altri due gironi. Ecco i risultati e le classifiche finali. GIRONE A - Risultati: Orsago-Feletto 2-1, Campolongo-Francenigo 3-1, Codognè-La Marenese 0-3, Cappella Maggiore-Parè 1-2, Godega-Porto Mansuè 1-1, Gorghense-S. Vendemiano 6-1, Vazzolese-Sanfiorese 5-1. Classifica:La Marenese 53, Gorghense 52, Vazzolese 51, Porto Mansuè 47, Campolongo, Sanfiorese 45, Codognè 42, Orsago 39, Feletto 34, Godega 29, Francenigo 27, Parè 21, S. Vendemiano 14, Cappella Maggiore 12. GIRONE B - Risultati: Casale-Fontane 3-0, Giavera-Padernello 0-1, Paese-Pro Mogliano 2-5, Badoere-Pro Roncade 2-4, Cima Piave-S. Antonino 5-0, S. Lucia Mille-Salgareda 1-3, Zero Branco-Silea 2-1. Classifica: Pro Mogliano 69, Salgareda 52, S. Lucia Mille 49, Pro Roncade 46, Casale 43, Zero Branco 42, Padernello 38, Paese 34, Silea 29, Cima Piave 28, Badoere, Fontane 23, S. Antonino 19, Giavera 10 (Salgareda pen. 1 punto). GIRONE C - Risultati: Godigese-Bessica 6-0, Città di Asolo-CSM Resana 1-1, SP-Milan Guarda 3-1, Spineda-S. Floriano 1-3, Montello-S. Gaetano 1-0, Riese Vallà-Treville 7-4, Fossalunga-Virtus Csm Farra 2-0. Classifica: Riese Vallà e Montello 59, S. Floriano 58, Godigese 57, CSM Resana, SP 48, Spineda 44, Virtus Csm Farra 30, Città di Asolo 28, Bessica 26, San Gaetano 21, Fossalunga 20, Milan Guarda 14, Treville 13. SPAREGGIO - Riese Vallà e Montello disputano lo spareggio sabato 16 alle 16,30 sul neutro di Fossalunga. Chi vince accede alle finali. FINALI - Sabato 23 maggio, sul neutro di Castagnole di Paese, si disputa il triangolare per l'assegnazione del titolo di campione provinciale Juniores fra le vincitrici i 3 giorni. Si inizia alle 17 con La Marenese-vincente spareggio Riese Vallà/Montello, quindi prima la perdente e poi la vincente affronta la Pro Mogliano.

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Caponcello nominatoalla direzione nazionale antimafia (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Caponcello nominato alla direzione nazionale antimafia Il plenum del Csm ha nominato il giudice del Tribunale di Catania Carlo Caponcello alla Direzione nazionale antimafia. Assieme a Caponcello, a collaborare con il procuratore nazionale Pietro Grasso, il Csm ha nominato Diana De Martino, sostituto della Procura di Roma; Maria Vittoria de Simone, giudice presso il Tribunale di Napoli; Anna Canepa sostituto procuratore a Genova e attualmente applicata a Gela; Giovanni Russo, ex consulente dell'Antimafia e Maurizio De Lucia, sostituto procuratore a Palermo. La nomina dei sei magistrati è avvenuta a maggioranza, con 14 voti a favore. Il via libera ai giudici che andranno a lavorare con Pietro Grasso è stato dato dai togati di Unicost, dai laici dei due schieramenti, dal vicepresidente Nicola Mancino e dai vertici della Cassazione, il Pg e il primo presidente. Il relatore della proposta di nomina di Carlo Caponcello, il togato di Unicost Roberto Carrelli Palombi, nel ricostruire la carriera del magistrato catanese ha voluto ricordare il suo lavoro alla Procura di Marsala, quando a dirigere l'Ufficio c'era Paolo Borsellino e l'elogio che rivolse all'allora suo sostituto per l'indagine sull'omicidio del sindaco di Castelvetrano. La nomina di Caponcello alla Direzione nazionale antimafia ha ampiamente superato le riserve espresse dal sindaco di Gela, Crocetta. Il giudice catanese dopo la decisione del plenum del Csm ha detto: «Apprendo con compiacimento che il Consiglio superiore della magistratura ha operato in piena libertà e senza alcun condizionamento, e ciò mi ripaga dell'amarezza e del dolore che gratuitamente, e con singolare tempismo, mi è stato inferto». Soddisfazione per la nomina anche negli ambienti del Tribunale di Catania che nei giorni scorsi avevano espresso solidarietà e apprezzamento dei confronti del giudice Carlo Caponcello con un comunicato dell'Associazione nazionale magistrati, sezione di Catania. L'on. Dino Fiorenza, vicepresidente della commissione antimafia dell'Ars, ha espresso compiacimento per la designazione di Caponcello aggiungendo «I fatti prevalgono sulle parole in libertà».

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Già condannatoviolentò una bimbail Csm archiviaAtti alla Cassazione (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Già condannato violentò una bimba il Csm archivia Atti alla Cassazione Roma. Archiviazione con trasmissione degli atti al procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito. Il plenum del Csm ha chiuso così all'unanimità la vicenda del pizzaiolo dell'Agrigentino Vincenzo Iacono che un anno fa violentò una bambina di quattro anni e che, nonostante fosse già stato condannato per altri episodi di pedofilia, era stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, dopo indagini durate più di due anni e un'udienza preliminare che si era protratta per circa 10 mesi. Ma nello stesso tempo ha lanciato un monito ai magistrati: «In vicende come quelle di particolare delicatezza per la caratteristica del reato» deve essere compiuto «ogni sforzo anche organizzativo per definire in termini il più rapidi possibili il procedimento». Il plenum ha fatto proprie le conclusioni della Prima Commissione, il cui unico strumento di intervento è rappresentato dal trasferimento d'ufficio dei magistrati per incompatibilità con le loro funzioni o con la sede giudiziaria in cui operano. Ma in questo caso «quasi tutti» i magistrati che si occupati del caso «non sono più in servizio negli uffici giudiziari di Agrigento» e dunque «non vi sono provvedimenti della Prima Commissione da adottare». Palazzo dei Marescialli ha ritenuto però necessari approfondimenti, visti i tempi troppo lunghi che hanno caratterizzato il processo a carico di Iacono; verifiche che ricadono nella competenza del Pg della Cassazione titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, a cui ha perciò deciso di inviare gli atti: a lui toccherà stabilire «se oltre a eventuali responsabilità personali per ritardi ingiustificati dei singoli magistrati interessati vi sia stato anche un deficit organizzativo degli uffici, in particolare della Procura e della sezione gip-gup del Tribunale di Agrigento, che non abbia consentito ai magistrati di operare in tempi ragionevoli a fronte del grave allarme sociale che la vicenda ha suscitato». Non si tratta di una lavata di mani: tant'è che la delibera approvata impegna la Settima Commissione del Csm a valutare se i futuri progetti organizzativi della Procura e del Tribunale di Agrigento siano idonei a garantire il principio costituzionale della «ragionevole durata dei processi».

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Nuove iniziative dei volontari della Caritasa favore delle popolazioni colpite dal sisma (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuove iniziative dei volontari della Caritas a favore delle popolazioni colpite dal sisma ordini di esecuzione Chiesero il pizzo alle assicurazioni Due ordini di esecuzione sono stati notificati nella giornata di mercoledì da parte di agenti della squadra mobile ad altrettanti soggetti condannati per il reato di estorsione in concorso e altro ancora. A finire in manette sono stati il trentottenne Rosario Foti, che deve espiare sei anni e un mese di reclusione, nonché il sessantaduenne Giuseppe Gioè, che deve espiare sei mesi. I fatti contestati risalgono a circa undici anni fa, quando il Gip del Tribunale di Catania emise ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di numerose persone, tra cui i due soggetti in questione, responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni aggravate ai danni di numerose compagnie assicurative, truffe e falso in scrittura privata. Alla base di tutto, finti incidenti che determinavano risarcimenti fra il milione e i cinque milioni delle vecchie lire. Sulle pratiche di rimborso era scritto: "Trattasi di persone malavitose". beretta e le nomine dna «Basta polemiche, ora si lavori» «Le autorevoli nomine del plenum del Csm che ha designato a maggioranza sei nuovi sostituti procuratori alla Direzione nazionale antimafia, mettano fine ad ogni inutile polemica di cui, francamente non abbiamo bisogno». Lo ha affermato il parlamentare nazionale del Pd, Giuseppe Berretta, che ha auspicato il «rafforzamento delle azioni investigative in Sicilia e soprattutto a Catania. E' di questo, invece, che abbiamo grande bisogno». escalation di violenza Bianco: «Chi amministra non vede» «Quattro omicidi in poco più di un mese. A Catania la criminalità ha rialzato la cresta e i killer sembrano essere tornati a sparare con facilità». Lo afferma il senatore Enzo Bianco, il quale ha sottolineato che «chi governa la città e la regione non sembra accorgersi di cosa stia accadendo realmente. E' evidente che alcuni equilibri si sono rotti, col rischio che si stia per consumare una nuova guerra di mafia. La città sta vivendo un periodo buio, l'allarme sull'escalation della criminalità organizzata è sempre più concreto. Faccio un appello alle forze dell'ordine, alle istituzioni e alla Magistratura a prendere con la massima celerità le necessarie contromisure per arginare questa impennata di violenza ed evitare che dopo sia troppo tardi».

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La Regionefesteggia63 anni (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

celebrazioni La Regione festeggia 63 anni Giovanni Ciancimino Oggi ricorre il 63° anniversario della Regione Siciliana. Con un giusto parziale ritorno al passato. Fino agli anni Sessanta era una giornata di festa: chiusi gli uffici e le scuole; il parco d'Orleans aperto alle massime autorità militari, politiche, civili e religiose. Il presidente della Regione, a mezzogiorno esatto inviata il messaggio ai siciliani. L'ultima cerimonia che, al di là della vacanza, lasciò il segno, fu quella del 15 maggio 1966: quel giorno, in due distinte cerimonia a Palermo e a Catania, il presidente della Regione pro tempore, Francesco Coniglio, pose la prima pietra per l'avvio dei lavori dell'autostrada che avrebbe congiunto di due maggiori capoluoghi siciliani. Poi, lentamente, all'anniversario della Regione si tolse ogni significato rendendolo del tutto scialbo. Finché si è arrivati alla semplice trasmissione di un freddo messaggio ai siciliani. Oggi, il presidente Lombardo darà ben altra consistenza all'anniversario della Regione. Tornerà a riaprire di giardini del parco d'Orleans alle autorità in clima di festa. Farà il punto sulla attività di governo. Rievocherà lo Statuto speciale. Ma è tutto? No. É auspicabile che sia solo l'inizio di una rinata stagione autonomistica. E che finalmente si possa dare il via ad una autentica cultura autonomistica fin dalle scuole. E che si parta dall'Ars. Da tempo abbiamo notato che i figli d'Ercole, che pure giurano fedeltà allo Statuto, non lo conoscono. Quanto è stato detto in questi giorni, in seguito all'impugnativa di una parte della finanziaria, è la conferma che a partire dal vertice dell'Ars (ha il compito istituzionale anche di rispettare e farlo rispettare) lo Statuto ormai viene considerato un pleonastico e arcaico strumento da mettere in soffitta. Sono state dette le più sconcertanti scempiaggine: «si tolga il commissario dello Stato»; «altre regioni non l'hanno perché questa bardatura dovrebbe sopportarla la Sicilia?». E via bestemmiando. Evidentemente, dimostrando di non avere cultura autonomistica. Il Commissario dello Stato è previsto dallo Statuto e non può essere cancellato se non con la procedura della riforma costituzionale. E, poi, perché ci paragoniamo alla altre regioni? Il commissario dello Stato è una garanzia, sta in mezzo tra la Regione e il governo centrale. I suoi ricorsi vanno direttamente alla Corte Costituzionale, mentre per le regioni ordinarie (art.127) il governo centrale ha il controllo diretto: «Quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale». Peraltro, si dovrebbe sapere che in sede di Consulta regionale, nel 1946, si stabilì la creazione di organi giurisdizionali e di controllo per la Regione Siciliana, tra questi anche il Commissariato dello Stato, per sancire il principio della parità di rapporti tra la Regione-Stato e il governo centrale. Si vuole rinunciare a queste prerogative? Ed allora, se realmente si vuole lanciare un nuova grande stagione autonomista non è male che i figli d'Ercole dedichino qualche ora del loro tempo libero alla biblioteca dell'Ars. Li troveranno tutti gli atti della Consulta e potranno capire il significato di ogni articolo dello Statuto. Compreso quello che prevede la figura del Commissario dello Stato. Ma saprebbero anche e capirebbero il perché sia stato stabilito di chiamarla Regione Siciliana e non Regione Sicilia come ormai fanno molti deputati mostrando ignoranza, provincialismo e complesso di inferiorità rispetto alle regione ordinarie.

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Il Csm archiviail caso Iaconoma bacchettai magistrati (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Csm archivia il caso Iacono ma bacchetta i magistrati Francesco Di Mare Non ha chiamato emittenti televisive, giornalisti della carta stampata o altri media per «pupiarsi» come fanno tanti altri da queste parti. Dopo avere letto su questo giornale la vergognosa condizione in cui versava - fino a ieri mattina - la stele eretta in memoria del giudice Rosario Livatino, Giuseppe Farraguto, dipendente della società Agriscia specializzata nella distribuzione dei quotidiani ha afferrato il proprio decespugliatore e si è diretto in contrada Gasena. Lui, stanco di rimanere impotente dinanzi all'inerzia delle istituzioni che dovrebbero tenere in condizioni decorose il sito in cui venne ammazzato il giudice ragazzino, ha messo in moto l'aggeggio, iniziando a bonificare il sito. Erbacce, piante selvatiche, spazzatura in vegetazione spontanea da troppo tempo. Uno scandalo che ogni giorno, da mesi, viene visto da migliaia di persone in transito con vari mezzi, da questo tratto della statale 640. Senza aspettare che solo alla vigilia del ventesimo anniversario dell'uccisione del giudice canicattinese qualcuno dei «potenti» si decidesse a far ripulire la zona, per la cerimonia commemorativa, Farraguto ha sottratto tempo ai propri cari, andando a rendere giustizia, al luogo in cui perì un martire della giustizia. Allo sbigottito cronista casualmente di passaggio, il protagonista di questo edificante episodio sottolinea: «Non potevo rimanere fermo dopo avere appreso questo scandaloso episodio. Penso che ognuno di noi debba agire nel rispetto delle istituzioni, soprattutto nel ricordo di chi ha pagato con la vita il proprio lavoro». Il tutto - è d'obbligo sottolinearlo ancora - effettuato senza alcuna richiesta di cassa di risonanza mediatica, fatta prima di iniziare a decespugliare la zona intorno alla stele. Un merito nel merito, un esempio che tutti dovrebbero seguire.

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Albenga: altri argomenti aggiunti al consiglio comunale (sezione: Giustizia)

( da "Savona news" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Albenga: altri argomenti aggiunti al consiglio comunale Mercoledì 20 maggio 2009, in sessione ordinaria ed in seduta pubblica di prima convocazione, sono aggiunti nuovi argomenti: § Interrogazione, a firma del Consigliere Barbero, in merito all’esposizione di bandiere in via Enrico d’Aste. § Richiesta di intitolazione di una strada ad Enzo Tortora (Su richiesta da parte dei Consiglieri Barbero, Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck, Vannucci, Zunino e Distilo). § Mozione, a firma dei Consiglieri Guarnieri, Savorè, Distilo, Schneck, Barbero, Geddo e Vannucci, intesa ad approfondire le problematiche conseguenti l’immissione nella rete del civico acquedotto di acqua emunta dai pozzi di Regione Negiaire. § Mozione, a firma dei Consiglieri Guarnieri, Savorè, Vannucci, Distilo e Schneck, intesa a conoscere lo stato di fatto del progetto di spostamento a monte della tratta ferroviaria Finale Ligure – Andora. § Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere Vannucci, tesa a conoscere la volontà o meno all’incremento dei posteggi a pagamento. § Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere Vannucci, tesa a conoscere di tempi di realizzazione di campetto in terra battuta, nel compendio della zona sportiva di Viale Olimpia. § Richiesta di intitolazione di una strada agli “Azzurri d’Italia” (Su richiesta da parte dei Consiglieri Zunino, Barbero, Geddo, Vannucci e Distilo). § Mozione, a firma dei Consiglieri Guarnieri, Savorè, Barbero, Geddo e Schneck intesa ad approfondire le problematiche di ordine pubblico nelle adiacenze dell’ex zona ospedaliera ed in altre parti del territorio comunale. § Stato economico finanziario della società “Isola Gallinara” – Provvedimenti conseguenti. – (Su richiesta da parte dei Consiglieri Barbero, Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck, Vannucci, Distilo e Zunino). § Stato economico finanziario della società “Palazzo Oddo” – Provvedimenti conseguenti. – (Su richiesta da parte dei Consiglieri Barbero, Geddo, Guarnieri, Savorè, Schneck, Vannucci, Distilo e Zunino). § Ordine del giorno in materia di tutela delle risorse idriche. – (Su richiesta da parte del Consigliere Tonarelli). § Interrogazione/interpellanza, a firma del Consigliere Vannucci, tesa a conoscere le iniziative poste in essere per fronteggiare la prevista cessazione di attività della discarica rifiuti solidi urbani di Magliolo. § Interrogazione, a firma del Consigliere Vannucci, tesa a conoscere le implicazioni che deriveranno dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 335 del 10.10.2008. § Mozione a firma del Consigliere Guarnieri tesa alla ricerca di soluzione per contrastare le problematiche occupazionali, economiche ed ambientali che da tempo interessano lo stabilimento farmaceutico Cav. G. Testa. § Destino e prospettive per squadra agonistica di pallanuoto – Interrogazione a firma dei Consiglieri Barbero, Geddo, Distilo, Pollio, Vannucci, Schneck, Zunino, Guarnieri e Savorè. § Attivazione di corsi per la formazione di tecnici manutentori aeronautici presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale – Interpellanza a firma dei Consiglieri Zunino, Barbero, Distilo, Geddo, Pollio e Vannucci. § Trasferimento degli uffici del “S.E.R.T.” dall’attuale sede di Via Vecchia Morella – Su richiesta da parte dei Consiglieri Guarnieri, Savorè, Barbero, Distilo, Schneck, Geddo, Pollio e Vannucci). § Interrogazione a firma del Consigliere Barbero tesa a conoscere l’offerta di servizi resa dall’Asilo Nido Comunale “Roberto di Ferro”. § Approvazione ordine del giorno a sostegno dell’attività della sede staccata del Tribunale. § Approvazione ordine del giorno a sostegno della operatività della Clinica San Michele. § Attività di manutenzione del patrimonio arboreo posto in fregio al Viale Italia. (Su richiesta da parte dei Consiglieri Guarnieri e Savorè). § Richiesta di rivisitazione del sistema di raccolta delle aree ecologiche. (Su richiesta da parte dei Consiglieri Guarnieri e Savorè). § Pianificazione ed utilizzo delle risorse di organico operanti presso il Comando Polizia Municipale. (Su richiesta da parte dei Consiglieri Guarnieri e Savorè). § Mozione tesa alla revoca della delega relativa al turismo ed alle manifestazioni turistiche, in capo all’Assessore Verrazzani. (Su richiesta da parte dei Consiglieri Guarnieri e Savorè). § Ordine del giorno teso a considerare l’opportunità di accorpare Referendum popolare con le consultazioni elettorali per prossimo giugno 2009. – (Su richiesta da parte del Consigliere Rovere). § Ratifica, ai sensi dell'art. 175 - comma 4° - del D. lgs 18.08.2000 n. 267 della deliberazione della Giunta Comunale n. 154 del 12.05.2009 avente ad oggetto: "Variazione al bilancio di previsione 2009." § Programma unitario di valorizzazione (P.U.V.) dei beni compresi in Liguria nel territorio del Comune di Albenga – Approvazione documento di indirizzo per la fattibilità degli interventi. § Atto di indirizzo per realizzazione di un programma di edilizia sociale e residenziale in regione Rapalline mediante alienazione, sub conditione, con permuta e conguaglio in denaro di proprietà comunali e proprietà ARTE. § Approvazione regolamento per la disciplina della videosorveglianza. § Approvazione modifiche al Regolamento di Polizia Urbana. § UNIAGRA s.c.r.l. – Ripiano perdite esercizi pregressi ed anno 2008. § Società Aeroporto di Villanova d’Albenga spa – Approvazione aumento di capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’art. 2441 – comma 5 – del Codice Civile, a favore di soggetto privato, con conseguente modifica dell’Art. 6 dello Statuto sociale – Modifica agli Artt. 2, 5, 13, 14, 15, 17, 18, 19 e 22 dello Statuto ed introduzione dell’Art. 29 allo Statuto stesso. § Strumento Urbanistico Attuativo di iniziativa privata ricadente in Ambito Urbanistico C7 – Zona Urbanistica CR2 – del vigente P.R.G., presentato in data 28.07.2008 dalla Sig.ra MAGLIO Ivana ed adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 26.02.2009 – Presa d’atto mancata presentazione di osservazioni e/o opposizioni.

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General Motors Says It's Closing 1,100 `Underperforming' Dealers in U.S. (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 15-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Katie Merx May 15 (Bloomberg) -- General Motors Corp., facing a probable bankruptcy filing by June 1, is telling 1,100 "underperforming" U.S. dealers they will be terminated as the automaker starts shrinking its retail network. Most of the closings will occur by October 2010, and none are happening now, Detroit-based GM said today. The targeted outlets will have until the end of the month to appeal the decisions, GM said, without specifying the stores on the list. The shutdowns are the biggest U.S. automaker's first step toward paring domestic dealers to a range of 3,600 to 4,000 from 5,969 by the end of 2010. With fewer retailers, the survivors may each be able to sell more cars at higher prices, boosting profit. "It's a cruel day, but it's one of the casualties of the situation," said Mike Robinet, a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealers in some respect were a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume, customer feedback, capitalization, profitability and pairings with competing brands. The notices went to "1,100 underperforming and very small sales-volume U.S. dealers," GM said in a statement. No Surprise' "It's not something we do without a lot of consideration," Mark LaNeve, GM's North American sales chief, said on a conference call. "The dealers receiving these letters, unless they haven't been paying attention at all, it should be no surprise at all to them." Today's moves are in addition to the approximately 470 dealers being shed as GM disposes of its Hummer, Saturn and Saab brands and drops Pontiac. GM has said it expects some dealers to leave voluntarily. GM plans to focus on its remaining Chevrolet, Cadillac, Buick and GMC brand dealerships in the future. "It's quite an emotional day," said Wyman Williams, 61, who was waiting to learn whether his Williams Motors in Commerce, Texas, was being targeted. "We've been here 40 years, and what happens today is really important." He said he filed for Chapter 11 protection on April 1 for his Chevrolet-Pontiac-Buick store. "It was a necessity, but it worked out as a defensive move," Williams said. "There's a judge between GM and me." GM fell 7 cents, or 6.1 percent, to $1.08 at 1:57 p.m. in New York Stock Exchange composite trading. The shares have tumbled 95 percent in the past year. Chrysler's Cuts GM's news delivered a second blow to U.S. auto dealers in as many days, after Chrysler LLC said yesterday it would shut 789 U.S. outlets as it reorganizes in bankruptcy court. President Barack Obama's autos task force said that GM's cutbacks, like those announced by Chrysler, were made by auto executives and not the government. "The entire GM and Chrysler dealer networks could have been lost" without the administration's backing for the companies, the panel said in a statement released by the Treasury Department in Washington. GM has received $15.4 billion in emergency loans, while Chrysler received $4 billion before its April 30 bankruptcy filing. AutoNation Inc., the largest U.S. auto retailer, said it was told by GM that six of its dealerships had been identified for potential closing. Any costs associated with the shutdowns won't be material, said the Fort Lauderdale, Florida-based company, which operates 289 dealer franchises. Before Bankruptcy In contrast to Chrysler, which waited until it filed bankruptcy to cancel dealerships, GM is taking steps to reduce its retail network now, saying it still hopes to avoid having to restructure in court. Still, Chief Executive Officer Fritz Henderson said yesterday that bankruptcy is "probable" as GM works to shave operating costs and shrink debt and union-retiree obligations by $44 billion. LaNeve said GM's dealer consolidation won't affect whether the automaker files for court protection, adding that the company needs to reduce its retail outlets in or out of bankruptcy. GM's 8.375 percent bonds due in July 2033 rose 0.4 cent to 4.9 cents on the dollar, according to Trace, the bond-pricing service of the Financial Industry Regulatory Authority. The yield was 162 percent. The notes traded at 74.4 cents on the dollar a year ago. To contact the reporters on this story: Doron Levin in Southfield, Michigan, at dlevin5@bloomberg.net; Katie Merx in Southfield, Michigan, at kmerx@bloomberg.net Last Updated: May 15, 2009 13:59 EDT

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General Motors Is Said to Send Termination Notices to 1,100 U.S. Dealers (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Katie Merx and Mike Ramsey May 15 (Bloomberg) -- General Motors Corp., facing a probable bankruptcy filing by June 1, is telling 1,100 "underperforming" U.S. dealers they will be terminated as the automaker starts shrinking its retail network. Most of the closings will occur by October 2010, and none are happening now, Detroit-based GM said today. The targeted outlets will have until the end of the month to appeal the decisions, GM said, without specifying the stores on the list. The shutdowns are the biggest U.S. automaker's first step to pare domestic dealers to a range of 3,600 to 4,000 from 5,969 by the end of 2010. With fewer retailers, the survivors may each be able to sell more cars at higher prices, boosting profit. "It's a cruel day, but it's one of the casualties of the situation," said Mike Robinet, a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealer consolidation is a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume, customer feedback, capitalization, profitability and pairings with competing brands. The notices went to "1,100 underperforming and very small sales-volume U.S. dealers," GM said in a statement. No Surprise' "It's not something we do without a lot of consideration," Mark LaNeve, GM's North American sales chief, said on a conference call. "The dealers receiving these letters, unless they haven't been paying attention at all, it should be no surprise at all to them." Those dealers included R.L. Reising Sales Inc. in the Chicago suburb of Beecher, Illinois, which has sold GM vehicles since 1929 and learned today by letter that its Chevrolet franchise agreement won't be renewed. "It's like someone rips your guts out," said Joseph Reising, 49, the dealership's vice president. The business was founded by his grandfather and employs 15 full-time workers. "It leaves a big hole." Today's moves are in addition to the approximately 470 dealers being shed as GM disposes of its Hummer, Saturn and Saab brands and drops Pontiac. GM has said it expects some dealers to leave voluntarily. GM plans to focus on its remaining Chevrolet, Cadillac, Buick and GMC brand dealerships in the future. GM fell 6 cents, or 5.2 percent, to $1.09 at 4:01 p.m. in New York Stock Exchange composite trading. The shares have tumbled 95 percent in the past year. Chrysler's Cuts GM's news delivered a second blow to U.S. auto dealers in as many days, after Chrysler LLC said yesterday it would shut 789 U.S. outlets as it reorganizes in bankruptcy court. President Barack Obama's autos task force said that GM's cutbacks, like those announced by Chrysler, were made by auto executives and not the government. "The entire GM and Chrysler dealer networks could have been lost" without the administration's backing for the companies, the panel said in a statement released by the Treasury Department in Washington. GM has received $15.4 billion in emergency loans, while Chrysler received $4 billion before its April 30 bankruptcy filing. In contrast to Chrysler, which waited until it filed bankruptcy to cancel dealerships, GM is taking steps to reduce its retail network now, saying it still hopes to avoid having to restructure in court. Probable' Bankruptcy Still, Chief Executive Officer Fritz Henderson said yesterday that bankruptcy is "probable" as GM works to shave operating costs and shrink debt and union-retiree obligations by $44 billion. LaNeve said GM's dealer consolidation won't affect whether the automaker files for court protection, adding that the company needs to reduce its retail outlets in or out of bankruptcy. GM's 8.375 percent bonds due in July 2033 rose 0.4 cent to 4.9 cents on the dollar, according to Trace, the bond-pricing service of the Financial Industry Regulatory Authority. The yield was 162 percent. The notes traded at 74.4 cents on the dollar a year ago. With GM refraining from releasing a closings list, the names of the affected dealers surfaced more slowly than those on Chrysler's roster, which were disclosed yesterday in a U.S. Bankruptcy Court filing. No Big Deal' Kenneth Keeton, owner of Keeton Motor Co. in Fordyce, Arkansas, said he received a letter from GM yesterday informing him GM would let his Buick-Pontiac-GM franchise agreement lapse in 2010. "It ain't no big deal to me," said Keeton, whose 42-year- old store is among four dealerships, including another GM outlet, in a town of about 5,000 people. "The last 10 years, it's cost me more to do business with them than it's worth." Keeton, who said his dealership employs about 10 people, said he plans to stay in business selling used cars and offering service and towing. AutoNation Inc., the largest U.S. auto retailer, said it was told by GM that six of its dealerships had been identified for potential closing. Any costs associated with the shutdowns won't be material, said the Fort Lauderdale, Florida-based company, which operates 289 dealer franchises. Asbury Automotive Group Inc. said two of its stores in Kissimmee, Florida, were among the GM outlets on the closings list. Together with a Chrysler dealership being shut down, the Asbury outlets generated about $105 million in 2008, or about 2 percent of the Duluth, Georgia-based company's total. Coggin Chevrolet and Coggin Pontiac/Buick/GMC had no comment, according to people who answered phone calls at the dealerships and wouldn't give their names. Asbury said on its Web site that it has 86 stores. A Sonic Automotive Inc. spokesman, Raymond Valentine, said four of the retailer's GM stores were on the list. The Charlotte, North Carolina-based company has 159 franchises, according to its Web site. To contact the reporters on this story: Katie Merx in Southfield, Michigan, at kmerx@bloomberg.net; Mike Ramsey in Southfield, Michigan, at mramsey6@bloomberg.net Last Updated: May 15, 2009 17:55 EDT

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Le nuove regole sui clandestini (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

alcuni dei contenuti del ddl sulla sicurezza approvato alla camera Le nuove regole sui clandestini L'immigrazione clandestina diventa reato. Giro di vite sulle procedure per ottenere la cittadinanza italiana ROMA L'immigrazione clandestina che diventa reato, un giro di vite sulle procedure per ottenere la cittadinanza italiana e il per­messo di soggiorno, pene più severe per gli scafisti e carcere anche per chi affitta gli appar­tamenti agli irregolari. Ancora, norme più du­re per i mafiosi, ma pure per i writers che im­brattano i muri. E in strada scenderanno le «ronde» composte di volontari: non avranno armi, ma potranno segnalare situazioni di di­sagio e di allarme alle forze dell'ordine. Sono questi alcuni dei contenuti del discusso ddl sulla sicurezza approvato dalla Camera. Il te­sto passerà adesso al Senato per il via libera definitivo «entro maggio», come auspicato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Ec­co che cosa prevede la legge. Che cosa rischiano i clandestini? Chi entra o soggiorna in maniera illegale nel territorio dello Stato commette il reato di immigrazione clandestina, punito con un'am­menda da 5 a 10 mila euro. Non è previsto l'ar­resto, ma i clandestini sono sottoposti a pro­cesso immediato davanti al giudice di pace con espulsione per direttissima. Le pene de­tentive sono invece previste, con modalità di­verse a seconda dei casi, per chi si rifiuta di esibire i documenti (1 anno) e per chi non ot­tempera alle ordinanze dell'autorità giudizia­ria e del tribunale (fino a 4 anni). Perché è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina? L'introduzione del reato di immigrazione clandestina rende più facile l'espulsione. Co­me spiega Cesare Mirabelli, presidente emeri­to della Corte costituzionale, pur non preve­dendo pene di per sé severe, la nuova legge «fornisce gli strumenti giurisdizionali per al­lontanare dal territorio nazionale i clandesti­ni », anche se restano alcuni dubbi interpreta­tivi: «Chi entra con visto turistico e resta in Italia dopo la scadenza commette il reato di immigrazione clandestina o almeno nel pri­mo periodo siamo di fronte a una mera irrego­larità? ». Secondo Giuseppe De Vergottini, co­stituzionalista dell'università di Bologna, pur essendo ancora prematuro un giudizio com­piuto su un provvedimento così complesso, «rientra nella discrezionalità del legislatore re­golamentare l'ingresso degli immigrati e le li­mitazioni in sé non violano il diritto interna­zionale, se sono garantiti il diritto d'asilo e gli obblighi di assistenza umanitaria». Dove vengono portati i clandestini? Con la nuova legge i Centri di permanenza temporanea (Cpt) vengono trasformati in Centri di identificazione ed espulsione. Ed è qui che vengono portati i clandestini. Il tem­po massimo di permanenza passa da due a sei mesi. Il prolungamento del periodo, secondo gli autori del testo, è necessario per garantire l'espletamento delle procedure per l'espulsio­ne (o per il rilascio del permesso di soggiorno qualora ce ne siano gli estremi). I clandestini possono accedere a servizi e uffici pubblici? È questo uno degli aspetti più controversi della normativa. Con l'istituzione del reato di immigrazione clandestina, chi svolge la fun­zione di pubblico ufficiale ha l'obbligo di de­nuncia dei clandestini. Dopo un vivace dibatti­to politico, però, sono stati esentati dall'obbli­go di denuncia i medici, i presidi e i dirigenti scolastici, per permettere anche ai clandestini malati di curarsi e ai figli di immigrati irrego­lari di accedere all'istruzione. Ma c'è un pro­blema interpretativo: chi è esentato? Solo i medici e i presidi o anche tutto il personale di strutture sanitarie e scolastiche? I clandestini possono registrare all'anagrafe i figli appena nati? Secondo la nuova legge il permesso di sog­giorno è obbligatorio per qualsiasi atto che l'immigrato dove compiere, compresi «quelli inerenti agli atti di stato civile». Applicando questa parte della norma, quindi, la registra­zione all'anagrafe non sarebbe possibile, sen­za il permesso di soggiorno, e i bambini appe­na nati - ha denunciato il centrosinistra - non potendo essere riconosciuti diventerebbero adottabili. Il ministro Maroni ha però definito «una panzana» questa interpretazione, per­ché la legge Bossi-Fini prevede un permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi per le donne incinte, a prescindere dal possesso de­gli altri requisiti. Secondo Cesare Mirabelli, però, la norma presenta dei profili di possibi­le incostituzionalità, perché «rappresenta una compressione dei diritti della persona: una donna incinta, sapendo di poter essere caccia­ta sei mesi dopo, è condizionata nell'esercizio del diritto inalienabile del riconoscimento del proprio figlio». Inoltre, anche l'obbligo di pos­sesso del permesso di soggiorno «per il matri­monio - aggiunge il presidente emerito della Consulta - rappresenta una limitazione forse eccessiva, anche perché per evitare i matrimo­ni di comodo è stato prolungato il tempo ne­cessario per ottenere la cittadinanza dopo il matrimonio con un cittadino italiano: non ba­stano più sei mesi, servono due anni». Permesso di soggiorno e cittadinanza saranno a pagamento? Chi ha i requisiti per ottenere la cittadinan­za italiana o il permesso di soggiorno dovrà comunque pagare: 200 euro nel primo caso, fra gli 80 e i 200 euro nel secondo caso. Anche per queste norme, secondo Giuseppe De Ver­gottini, «il legislatore ha esercitato la propria discrezionalità». I soldi confluiranno in un fondo legato alle politiche per l'immigrazio­ne. Ci sono misure contro i «favoreggiatori»? Sì. Chi favorisce l'ingresso dei clandestini, scafisti ma non solo, rischia fino a 15 anni di carcere, oltre all'ammenda fino a 15 mila eu­ro. E chi affitta appartamenti agli irregolari «per trarne ingiusto profitto» rischia fino a 3 anni di carcere. La nuova legge autorizza le «ronde» per la sicurezza? Nella versione finale del testo si parla di as­sociazioni «di volontari per la sicurezza», del­le quali potranno usufruire i sindaci per incre­mentare la vigilanza sul territorio. Il ministe­ro dell'Interno dovrà regolamentare queste as­sociazioni, attribuendone funzione e compe­tenze. I gruppi dovranno essere composte per­lopiù da ex appartenenti alle forze di polizia, ma i volontari non potranno girare armati. E le associazioni non potranno ricevere contri­buiti economici pubblici o privati. «Se non si usurpano le funzioni degli organi di polizia e se l'attività di queste associazioni sarà svolta sotto il controllo delle autorità preposte, non c'è nulla di incostituzionale», sottolinea Giu­seppe De Vergottini. Il ddl introduce norme contro la mafia? Sì. Prima di tutto, il carcere duro per i reati di mafia è rinnovato non più ogni 2 anni, ma ogni 4. Inoltre saranno realizzati appositi isti­tuti di pena in generale su isole o comunque in luoghi isolati. Tutti i colloqui familiari sa­ranno registrati. E saranno ammessi al massi­mo tre incontri settimanali con gli avvocati. Sempre per contrastare le cosche e la crimina­lità organizzata, è prevista l'esclusione dalle gare d'appalto pubblico per le imprese che ab­biamo omesso denunce di racket, pizzo, estor­sione, etc. Inoltre nei casi di infiltrazione ma­fiosa, lo scioglimento dei Comuni riguarderà anche gli organi amministrativi e tecnici e non solo quelli politici. I prefetti potranno ac­cedere in funzione anti-mafia nei cantieri. La legge inasprisce le pene per i «writers»? Sì. Carcere fino a 3 mesi per chi imbratta cose di interesse artistico o storico, pena che raddoppia per chi sporca immobili o mezzi di trasporto pubblici. Punito con ammenda fino a 1000 euro chi vende a minorenni bombolet­te spray di vernice non biodegradabile. Paolo Foschi stampa |

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Cappato: referendum, un "no" alla partitocrazia (sezione: Giustizia)

( da "Libertà" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cappato: referendum, un "no" alla partitocrazia Incontro piacentino con il deputato europeo per i radicali (Lista Emma Bonino) Una democrazia che non è vera democrazia se non rispetta la volontà del popolo. Il referendum, ormai svuotato del suo vero significato abrogativo di leggi non volute dagli elettori, ma a cui bisogna dire no per evitare il ritorno alla partitocrazia. Così ieri Marco Cappato, deputato europeo nelle fila dei radicali della Lista Emma Bonino, in un incontro alla casa editrice Vicolo del Pavone. Con lui anche i candidati alle elezioni provinciali Emilio Dadomo (Sinistra e Libertà) e Davide Allegri (Lega Nord). Ad unirli il no al referendum per la riforma della legge elettorale. «La democrazia oggi non è a rischio perché non c'è - ha detto -. Ha cominciato ad essere cancellata subito, appena è nata, quando si è scelto non di non abrogare tutte le leggi fasciste, anche il codice penale è rimasto di quella epoca. Inizialmente la costituzione prevedeva il bicameralismo, poi subito eliminato, il federalismo delle regioni e il referendum, poi non istituito e arrivato solo con Vaticano che chiedeva l'eliminazione della legge sul divorzio. Oggi lo strumento referendario appare svuotato del suo vero significato, la Corte Costituzionale negli anni ha inventato vari criteri per mandarlo al macero». Cappato ha espresso la contrarietà dei radicali alla riforma così come prevista dal referendum. «Siamo per un bipartitismo all'americana, dove al centro c'è la persona - ha spiegato -. Il problema è il regime dei partiti, la partitocrazia che non esprime la volontà degli elettori. Se passasse il referendum si darebbe alle segreterie di partito la facoltà di nominare gli eletti in parlamento. Quello che proponiamo noi, invece, è di mandare a casa il governo dei partiti». «La Sinistra e Libertà è per l'astensione - gli ha fatto eco Dadomo -. Il bipartitismo non fa parte della nostra identità. Io propendo di più per un sistema proporzionale alla tedesca con sbarramento, che permetta la pluralità di voci in parlamento. Non apprezzo neanche l'eccessiva personalizzazione delle candidature - ha precisato -. Sui media la visibilità è solo dei grandi partiti, i piccoli dialogano sul territorio direttamente con la gente». «Le persone hanno bisogno di sentire vicino a sé le persone che poi prendono le decisioni - ha continuato Allegri -. Anche noi siamo contrari al referendum, non è logico che il 60% dei seggi ha chi ha il 35-40% dei consensi. È la politica che deve assumersi la responsabilità di proporre un sistema che funzioni senza derogare il referendum. Nei partiti, subito dopo le elezioni emerge la frammentazione, il valore della persona è imprescindibile». Ilaria Molinari 16/05/2009

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la procura - angelo peluso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XII - Napoli LA PROCURA ANGELO PELUSO L a bagarre urlata sulle pagine dei quotidiani tra i vertici della Procura napoletana espone alla pubblica piazza una spaccatura interna che certamente non accresce il senso di fiducia dei cittadini nella già malandata amministrazione della Giustizia, sfiducia che si trasforma, sempre più frequentemente, in arroganti attacchi nei confronti dei rappresentanti dello Stato che operano per le strade: l´aggressione dei giorni scorsi a una pattuglia della polizia municipale in pieno centro né è l´amara dimostrazione. Il confronto tra le parti è sicuramente il metodo migliore per addivenire a decisioni giuste, ma ogni contraddittorio deve avere una propria sede naturale e legittima, evitando inutili e dannosi straripamenti che minano la compattezza dell´istituzione e la serenità d´animo che deve condurre alla soluzione del problema. Difficile pensare che la sede più appropriata a decidere sullo "scontro" sia la tanto invocata assemblea dei sostituti procuratori napoletani, chiamati a sostenere o a contrastare la scelta del vertice del proprio ufficio. Una simile iniziativa difficilmente terrà fede ai buoni propositi di pacatezza poiché non farà altro che generare, e amplificare, la formazione di due opposte fazioni che, qualunque sia l´esito finale, accentuerà la distanza dalle regole previste, nel nostro sistema processuale, per i casi di conflitto di competenza tra due uffici di Procura. A prescindere da tale esito, è di per sé già grave la pubblicizzazione di tale vicenda che denota scarso senso dello Stato da parte di chi, a vari livelli, lo rappresenta. Probabilmente l´essenza di quel sentimento, tanto vivo e rigoroso nelle orazioni ciceroniane, deve fare i conti con parametri di riferimento del tutto rivisitati, se è vero che per settimane l´argomento del giorno è stata la pubblica separazione coniugale del capo del governo. Tuttavia, senza con ciò voler giustificare i sempre più frequenti eccessi, l´uomo politico è geneticamente portato a stare "in vetrina", a cercare cioè nell´opinione pubblica una reazione - positiva o negativa - alle proprie iniziative. Diverso, invece, deve essere il contegno del magistrato, il cui sobrio rifuggire dalla passerella mediatica costituisce condizione di autorevolezza e credibilità, necessaria alla propria funzione. Tenendo a mente che "il benessere dello Stato è una legge suprema", resta la malinconia del ricordo di uomini del passato, come l´ex Presidente De Nicola, che a due anni dalla propria nomina al vertice della Corte costituzionale sentì il bisogno di dimettersi credendo che gli fosse venuto meno "l´unanime consenso dei giudici", i quali non gradivano i suoi estenuanti ritmi di lavoro e i continui inviti a mantenere comportamenti di austerità estrema, come quando, da Capo dello Stato, affrontava i rigori dell´inverno con un "cappotto rivoltato".

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GM in Bankruptcy Likely Would Speed Pace of Dealer Cuts to Match Chrysler (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Katie Merx and Mike Ramsey May 16 (Bloomberg) -- General Motors Corp.'s plan to slash its dealer network by the end of 2010 may accelerate, matching the pace set by Chrysler LLC, in a bankruptcy the biggest U.S. automaker says is probable. GM began telling 1,100 U.S. dealers yesterday their franchise agreements wouldn't be renewed, meaning they would stop selling cars in about a year. A day earlier, Chrysler informed 789 U.S. dealers they'd stop selling cars by June 9. A Chapter 11 filing would help GM shed franchise accords that would otherwise be binding. Using the courts to hasten dealer consolidation would help meet the goal of a "speedy" bankruptcy as outlined by Chief Executive Officer Fritz Henderson in a May 14 Bloomberg Television interview. "If GM files bankruptcy, the landscape will change to reflect what Chrysler is doing with its dealer body," said Billy Donley, a franchise and distribution attorney for Baker & Hostetler LLP in Houston. The shutdowns are GM's first step to pare domestic dealers to a range of 3,600 to 4,000 from 5,969 by the end of 2010. Having fewer retailers may allow the survivors to sell more cars at higher prices, boosting profit. "It's a cruel day, but it's one of the casualties of the situation," said Mike Robinet, a CSM Worldwide Inc. analyst in Northville, Michigan. "Dealer consolidation is a fairly substantial reason that Chrysler had to go into bankruptcy and a very good reason why GM will need to go in as well." GM's Letter GM told dealers in a letter the locations targeted for closing were measured by benchmarks including sales volume, customer feedback, capitalization, profitability and pairings with competing brands. The notices went to "1,100 underperforming and very small sales-volume U.S. dealers," GM said in a statement. "It's not something we do without a lot of consideration," Mark LaNeve, GM's North American sales chief, said on a conference call. "The dealers receiving these letters, unless they haven't been paying attention at all, it should be no surprise at all to them." LaNeve said GM would follow the same reduction plan whether the automaker restructures in or out of court. An "orderly" wind-down would help preserve the value of dealers' inventory, he said. Chrysler, racing to complete an alliance with Fiat SpA and form a new company that would exit bankruptcy in as little as two months, gave its dealers less than four weeks to wrap up operations and sell off their cars and spare parts. Susan Garontakos, a GM spokeswoman, said in an interview that she couldn't speculate on how a bankruptcy proceeding might alter the company's timetable. On the Table' "What's currently on the table would change if they go into bankruptcy," said Donley, the Baker & Hostetler attorney. "They may not let dealer agreements expire, they may just leave them in court." The dealers losing their franchise accords included R.L. Reising Sales Inc. in the Chicago suburb of Beecher, Illinois, which learned by letter that it will have to stop selling Chevrolets. "It's like someone rips your guts out," said Joseph Reising, 49, the dealership's vice president. Founded by his grandfather, the retailer has sold GM vehicles since 1929 and employs 15 full-time workers. "It leaves a big hole." GM Brands Yesterday's moves are in addition to about 470 dealers being shed as GM disposes of its Hummer, Saturn and Saab brands and drops Pontiac. GM has said it expects some dealers to leave voluntarily. GM plans to focus on its remaining Chevrolet, Cadillac, Buick and GMC brand dealerships in the future. GM fell 6 cents, or 5.2 percent, to $1.09 yesterday in New York Stock Exchange composite trading. The shares have tumbled 95 percent in the past year. In contrast to Chrysler, which waited until it filed bankruptcy to cancel dealerships, GM is moving to reduce its retail network now, saying it still hopes to avoid restructuring in court. Still, Henderson in the May 14 interview said that bankruptcy is "probable" as GM works to shave operating costs and shrink debt and union-retiree obligations by $44 billion. LaNeve said GM's dealer consolidation won't affect whether the automaker files for court protection, adding that the company needs to reduce its retail outlets in or out of bankruptcy. GM didn't make a list of dealers public, so the names surfaced more slowly than those on Chrysler's roster, which were disclosed in a U.S. Bankruptcy Court filing. No Big Deal' Kenneth Keeton, owner of Keeton Motor Co. in Fordyce, Arkansas, said he received a letter from GM yesterday informing him GM would let his Buick-Pontiac-GM franchise agreement lapse in 2010. "It ain't no big deal to me," said Keeton, whose 42-year- old store is among four dealerships, including another GM outlet, in a town of about 5,000 people. "The last 10 years, it's cost me more to do business with them than it's worth." Keeton, who said his dealership employs about 10 people, said he plans to stay in business selling used cars and offering service and towing. To contact the reporters on this story: Katie Merx in Southfield, Michigan, at kmerx@bloomberg.net; Mike Ramsey in Southfield, Michigan, at mramsey6@bloomberg.net Last Updated: May 16, 2009 00:01 EDT

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Intellettuali-Masaniello alla corte di Di Pietro (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Intellettuali-Masaniello alla corte di Di Pietro Dino Cofrancesco Sulla manifestazione romana, promossa dall'Italia dei valori, qualche mese fa sventolava uno striscione che recava la scritta: «Napolitano dorme, l'Italia insorge». «I cittadini - aveva tuonato Antonio Di Pietro - chiedono che si smetta di proporre leggi che violano la Costituzione», aggiungendo che «il silenzio uccide come la mafia». E rivolto al capo dello Stato aveva ammonito: «A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo?». È vero che di fronte alla reazione del Quirinale, Di Pietro si era affrettato a precisare che - denunciando «il silenzio che uccide » - non intendeva riferirsi al presidente della Repubblica, ma la pezza era stata peggiore del buco, come aveva commentato Piero Ostellino. Qualificare il movimento dipietrista come «un'opposizione moderata, aliena da ogni estremismo, e ferma» com'è stato fatto dagli intellettuali che hanno deciso, questa volta, di aderire all'Idv - con la candidatura o col semplice voto - può sembrare una infelice battuta di spirito. Se le parole significano qualcosa, infatti, sfido ogni persona ragionevole a definire moderato il discorso fatto da Di Pietro agli Italiani alla vigilia della ricordata manifestazione (lo si può ascoltare su YouTube). Forse per estraneità a « ogni estremismo» bisogna intendere che nell'ideologia del movimento non si propongono misure radicali, non si vogliono far piangere i ricchi, non si condannano a morte la società borghese e il sistema economico su cui si regge. Sul piano dei valori, quindi, la barra rimarrebbe al centro. Sennonché progetti e programmi sono davvero tutto, nella competizione dei partiti per il potere? E la sovversione non può tradursi nei toni incandescenti, nelle esasperazioni polemiche, negli allarmismi sociali, nelle chiamate a raccolta in difesa della legalità minacciata, nella pretesa assolutistica di eticizzare diritto e politica? Lo scienziato politico nordamericano Seymour M. Lipset definì il fascismo «estremismo di centro» e certo, se avesse sentito parlare l'uomo di Montenero, non avrebbe avuto difficoltà a riconoscerlo nella sua categoria. I comunisti degli anni '50 delegittimavano moralmente gli avversari democristiani in nome di una impegnativa visione del mondo che forse dovremo rimpiangere se non altro per la sua capacità di addestrare i cervelli al ragionamento, un ragionamento a senso unico ma pur sempre in grado di disciplinare le menti. I dipietristi attivano sentimenti di odio e di ripulsa nei confronti dei partiti di maggioranza, a volte richiamandosi a una legalità (per la verità, alquanto strabica), altre volte, in difesa di una giustizia costituzionale superiore alle leggi ordinarie e interpretata non solo dagli organi deputati (la Corte Costituzionale, la Presidenza della Repubblica) ma anche dal preteso senso comune degli uomini retti e onesti. Così, se Giorgio Napolitano non respinge le leggi fatte da Silvio Berlusconi, se la Corte Costituzionale non le invalida, l'Italia dei valori insorge e protesta, il suo popolo si mobilita, i suoi gazzettieri naturali - da Michele Santoro a Marco Travaglio - istruiscono i processi massmediatici. Tutto questo si può capire e, del resto, ogni forma di opposizione, in democrazia, è legittima purché si astenga dalla violenza. Si comprendono assai meno le ragioni del fascino esercitato dallo "stile politico radicale" su raffinati intellettuali come Claudio Magris, Giorgio Pressburger, Gianni Vattimo, Andrea Camilleri, forse Umberto Eco etc... Dai mentori della nazione ci si aspettava una vicinanza al riformismo problematico degli studiosi che spaccano il capello in quattro come Luca Ricolfi, di periodici come Il Riformista o Le Ragioni del Socialismo o Mondo Operaio che della non esaltante realtà dell'Italia contemporanea esaminano accuratamente, sine ira ac studio, sintomi e cause, mettendo in guardia dai facili rimedi e dalle guasconate populistiche, pur se mascherate da antipopulismo. E invece, a piacere non sono i pensosi discendenti di David Hume o di Alexis de Tocqueville ma le reincarnazioni di Tommaso d'Amalfi, al secolo Masaniello. Come si spiega questo innamoramento? A mio avviso, al fondo della cultura politica nazionale sta una concezione illiberale della democrazia che nella «peggiore forma di governo ad esclusione di tutte le altre» non vede la registrazione dei bisogni e dei codici morali diffusi nella società civile, ma lo strumento dell'elevazione morale e intellettuale delle masse, al fine di realizzare il "bene comune". Il relativismo dei valori che, secondo il grande giurista Hans Kelsen fonda lo Stato democratico, non è mai stato «preso sul serio» sicché, nella saggistica politica di destra e di sinistra, gli avversari appaiono regolarmente portatori di interessi (biechi, s'intende) mentre la propria parte diventa custode delle idealità più alte. In questione, ha dichiarato Claudo Magris, è il «declino della civiltà europea, piegata da una forza immane all'obbedienza e al culto del denaro». A Berlusconi, «una delle tante incarnazioni di una piega presa dalle civiltà europea», bisogna, pertanto, contrapporre una figura salvifica, possibilmente venuta non da una corrotta metropoli occidentale ma da un sano villaggio molisano. «Tonino mi ha chiamato», ha dichiarato commosso Andrea Camilleri. Il "tradimento dei chierici" continua. Dino Cofrancesco è docente di Storia del pensiero politico all'Università di Genova. 16/05/2009

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Verso un nuovo capitalismo (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Mesola. Incontro organizzato dal Consorzio Uomini di Massenzatica «Verso un nuovo capitalismo» MASSENZATICA. Presso la sala conferenze del castello di Mesola domani dalle 9 si svolgerà la prima riunione scientifica organizzata dal Consorzio Uomini di Massenzatica (Cum) sul tema «Verso un nuovo capitalismo? - La proprietà collettiva: dalla marginalità alla creazione ed uso di un territorio». Ne tratteranno il vice presidente della Partecipanza Agraria di Pieve di Cento Gianfranco Alberghini, il presidente della Partecipanza Agraria di Villafontana di Medicina in provincia di Bologna, Michele Filippini e quello del Cum Carlo Ragazzi. A seguire tavola rotonda con Pietro Nervi, docente di Economia della proprietà collettiva presso la Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Trento, Andrea Gandini docente di Economia presso l'Università degli Studi di Ferrara e l'avvocato Athena Lorizio esperta di Demanio Civico. Le conclusioni saranno quindi affidate a Paolo Grossi, giudice della Corte Costituzionale. La riunione scientifica verterà sui seguenti temi: «Verso un nuovo Capitalismo? La proprietà collettiva: dalla marginalità, alla creazione e uso di un territorio. L'uomo, l'ambiente, l'economia, la socialità. Un falso dilemma».

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Stampa, tv, politica e giustizia (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Stampa, tv, politica e giustizia di Alessandro Pace* Poiché le mie idee sul valore fondante dell’art. 21 Cost., come cortesemente sottolineato dall’on. Giulietti, sono abbastanza note e, del resto, non mi sembra che questo sia il luogo e il momento per un approccio teorico al problema, ho pensato di limitarmi a leggere alcuni brani, tratti da un intervento parlamentare, da testi legislativi, da una sentenza della Corte costituzionale e da osservazioni di tre autorevoli studiosi del passato e di lasciare a voi il compito di trarne le conclusioni alla luce dell’attuale contesto politico. I tre grandi studiosi di cui riporterò il pensiero sono Benjamin Constant, Albert Venn Dicey e Gaetano Arangio-Ruiz, tutti e tre assai noti - il primo anche al grande pubblico, per il suo famosissimo «Discorso sulla libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni» -, accomunati dalla circostanza di essere stati, tra l’altro, anche dei costituzionalisti. Lascio quindi a loro la parola. 1. I danni della censura: Benjamin Constant. «Tutti sanno che la stampa non è altro che la parola estesa ed amplificata (…) e che non è per il tornaconto degli scrittori che la libertà di stampa è necessaria. Essa è necessaria, come la parola, ai cittadini di tutte le classi…» per poter lamentare arbitri, spoliazioni, misure politiche deplorevoli, violazione della libertà di culto ecc. Con queste parole Benjamin Constant, intervenendo alla Chambre des raprésentants nella seduta del 13 febbraio 1827, intendeva sottolineare che se il legislatore, come proposto dal Governo, avesse reintrodotto la censura preventiva sulla stampa, ne sarebbe stata pregiudicata non solo questa, ma la stessa libertà di parola: anzi, sarebbe venuta meno, con libertà di stampa, la stessa garanzia delle altre libertà». (A.Pace – M. Manetti, Art. 21. La libertà di manifestazione del proprio pensiero, in Commentario della Costituzione a cura di G. Branca e A. Pizzorusso, Zanichelli – Foro Italiano, Bologna – Roma, 2006, p. 432). 2. La giustizia ideale: Albert Venn Dicey.«Quando parliamo di rule of law come una caratteristica del nostro paese, noi ci riferiamo, in secondo luogo, non solo al fatto che nessuno deve essere al di sopra della legge, ma anche - cosa ben differente - che qui ogni uomo, quale che sia il suo rango o la sua condizione, è soggetto al comune diritto del regno dinanzi alle comuni corti di giustizia. In Inghilterra l’idea dell’uguaglianza giuridica o dell’universale soggezione di tutte le classi ad una stessa legge applicata dalle comuni corti di giustizia, è stata portata ai suoi estremi. Da noi ogni pubblico funzionario - dal Primo Ministro fino all’ispettore di polizia e al funzionario delle imposte – è responsabile per ogni atto illegale come qualsiasi altro cittadino». (A.V. Dicey, Introduction to the Study of the Law of the Constitution, (I ed. 1885, VIII ed. 1915), MacMillan, London, 1962, p.193. Trad. it. di A. Pace). 3. Il difetto degli italiani: Gaetano Arangio-Ruiz.«E’ un difetto della razza latina il non trovar salute fuori di un uomo, ed appunto perciò è soggiaciuta a lungo a duro dispotismo. Il sistema parlamentare, come quello che contraddice alle forme di governo esclusive, è in antagonismo con la necessità di accentrar tutto in un uomo, che è idea per l’appunto esclusiva, basandosi invece quel sistema sulla utilità di tutti, necessità di nessuno. L’accusa quindi di “governo personale”, che l’opposizione muoveva al Crispi, non era infondata; il favore del paese e del parlamento per siffatto governo era indice delle tradizioni dispotiche italiane risorgenti dalle ime viscere sociali, non era caso, aberrazione momentanea, decadenza, era impulso che veniva dallo allargamento del voto. Un uomo non può imprimere il suo nome ad un periodo rilevante della storia costituzionale di un paese, senza che la opinione pubblica lo sorregga del suo più o meno valido appoggio». (G. Arangio-Ruiz, Storia costituzionale del Regno d’Italia 1848-1898, G. Civelli, Firenze, 1898, p. 449) 4. La stampa «più libera al mondo»: Benito Mussolini.«…Avendo così ridotto il numero delle testate a livello sia nazionale che locale, e avendo nel contempo perseguito con successo l’obiettivo di concentrare la proprietà delle stesse - anche con sostegni finanziari in via riservata (il che però non era una novità nella politica italiana, tale malvezzo risalendo a Depretis) -, il 10 ottobre 1928 Mussolini, presiedendo a Roma la riunione dei direttori dei settanta quotidiani del regime, trionfalmente poteva finalmente dichiarare: “…Questa importante riunione dei giornalisti del regime avviene soltanto alla fine dell’anno VI. Voi vi rendete conto che non poteva avvenire prima, perché solo dal gennaio 1925, e più specialmente in questi ultimi due anni, è stato affrontato e risolto quasi completamente il problema della stampa fascista. In un regime totalitario, come dev’essere necessariamente un regime sorto da una rivoluzione trionfante, la stampa è un elemento di questo regime, una forza al servizio di questo regime; in un regime unitario la stampa non può essere estranea a questa unità. Ecco perché tutta la stampa italiana è fascista e deve sentirsi fiera di militare compatta sotto le insegne del Littorio. Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto si ha immediatamente una bussola di orientamento per quanto concerne l’attività pratica del giornalismo fascista. Ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al regime si fa. Ne consegue che, sopra tutto e potrebbe dirsi esclusivamente in Italia, a differenza di altri paesi, il giornalismo, più che professione o mestiere, diventa missione di una importanza grande e delicata, poiché nell’età contemporanea, dopo la scuola che istruisce le generazioni che montano, è il giornalismo che circola tra le masse e vi svolge la sua opera d’informazione e di formazione (…). Le vecchie accuse sulla soffocazione della libertà di stampa, da parte della tirannia fascista, non hanno più credito alcuno. La stampa più libera al mondo è quella italiana”». (A. Pace - M. Manetti, Art. 21. La libertà di manifestazione del proprio pensiero, cit., p. 444. Il brano è tratto da B. Mussolini, Opera omnia a cura di E. e D. Susmel, vol. XXIII, La Fenice, Firenze, 1957, p. 231). 5. La «condizione di legittimità costituzionale» elusa dal legislatore televisivo: Corte costituzionale, sentenza n. 148 del 1981.Con ordinanza del 18 novembre 1980 il Pretore di Roma, nel giudizio promosso dalla Rai-Radiotelevisione italiana s.p.a. contro la Rizzoli Editore s.p.a. esercente senza concessione una rete televisiva su scala nazionale (la PIN), sollevava la questione di legittimità costituzionale delle norme allora vigenti che prevedevano il monopolio statale delle trasmissioni radiotelevisive via etere su scala nazionale, denunciandone tra l’altro l’irrazionalità alla luce della già accertata illegittimità costituzionale del monopolio radiotelevisivo via etere su scala locale (sentenza n. 202 del 1976). La Corte costituzionale così osservava sul punto: «Né potrebbe opporsi al riguardo l'apparente contraddittorietà derivante dalla esclusione dal monopolio statale delle trasmissioni locali in vista della natura di servizio pubblico essenziale attribuibile anche a queste ultime. Tale obbiezione, infatti, prescinde dalla considerazione di quelli che sono i dati caratteristici del mezzo di diffusione del pensiero in esame che, per la sua notoria capacità di immediata e capillare penetrazione nell'ambito sociale attraverso la diffusione nell'interno delle abitazioni e per la forza suggestiva della immagine unita alla parola, dispiega una peculiare capacità di persuasione e di incidenza sulla formazione dell'opinione pubblica nonché sugli indirizzi socio-culturali, di natura ben diversa da quella attribuibile alla stampa. L'emittenza privata può essere attualmente esercitata senza le conseguenze dannose di cui si è parlato solo in ambito locale per la oramai ivi acquisita pluralità di altre emittenti di diversi e contrastanti indirizzi, mentre largamente travalicherebbe questi limiti qualora si estendesse a tutto il territorio nazionale, ove i suoi effetti si moltiplicherebbero di intensità finendo con l'attribuire al soggetto privato, operante in regime di monopolio od oligopolio, una potenziale capacità di influenza incompatibile con le regole del sistema democratico. Capacità che si risolverebbe, oltre tutto, come del resto è già stato sopra ricordato, proprio nella violazione di quell'art. 21 della Costituzione che, invece, si invoca a sostegno della tesi favorevole all'abolizione del monopolio statale. Infatti, come è evidente, la delineata posizione di preminenza di un soggetto o di un gruppo privato non potrebbe non comprimere la libertà di manifestazione del pensiero di tutti quegli altri soggetti che, non trovandosi a disporre delle potenzialità economiche e tecniche del primo, finirebbero col vedere progressivamente ridotto l'ambito di esercizio delle loro libertà. Ciò vale ovviamente, allo stato attuale della legislazione, in base alla quale, per la permanente carenza di una normazione adeguata, restano appunto aperte le possibilità di oligopolio o monopolio sopra delineate. A diverse conclusioni potrebbe eventualmente giungersi ove il legislatore, affrontando in modo completo ed approfondito il problema della regolamentazione delle TV private, apprestasse un sistema di garanzie efficace al fine di ostacolare in modo effettivo il realizzarsi di concentrazioni monopolistiche od oligopolistiche non solo nell'ambito delle connessioni fra le varie emittenti, ma anche in quello dei collegamenti tra le imprese operanti nei vari settori dell'informazione incluse quelle pubblicitarie». (Corte costituzionale, sentenza 21 luglio 1981, n. 148, n. 3 del «considerato in diritto». Come a tutti noto, «un sistema di garanzie efficace al fine di ostacolare concentrazioni monopolistiche od oligopolistiche», auspicato dalla Corte costituzionale, non è stato mai approvato dal legislatore né prima né dopo la fine del monopolio radiotelevisivo statale via etere su scala nazionale). 6. L’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (cfr. il n. 2).Atto primo: il c.d. lodo Schifani. Art. 1 della legge 20 giugno 2003, n. 140: «1. Non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione, fino alla cessazione delle medesime: il Presidente della Repubblica, salvo quanto previsto dall'articolo 90 della Costituzione, il Presidente del Senato della Repubblica, il Presidente della Camera dei deputati, il Presidente del Consiglio dei ministri, salvo quanto previsto dall'articolo 96 della Costituzione, il Presidente della Corte costituzionale. 2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono sospesi, nei confronti dei soggetti di cui al comma 1 e salvo quanto previsto dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi penali in corso in ogni fase, stato o grado, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione, fino alla cessazione delle medesime. 3. Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti si applicano le disposizioni dell'articolo 159 del codice penale». (L’intero articolo è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo per contrasto con gli artt. 3 e 24 della Costituzione con sentenza 20 gennaio 2004 n. 24).Atto secondo: il c.d. lodo Alfano.Art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124:«1. Salvi i casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi penali nei confronti dei soggetti che rivestono la qualità di Presidente della Repubblica, di Presidente del Senato della Repubblica, di Presidente della Camera dei deputati e di Presidente del Consiglio dei ministri sono sospesi dalla data di assunzione e fino alla cessazione della carica o della funzione. La sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione.2. L’imputato o il suo difensore munito di procura speciale può rinunciare in ogni momento alla sospensione. 3. La sospensione non impedisce al giudice, ove ne ricorrano i presupposti, di provvedere, ai sensi degli articoli 392 e 467 del codice di procedura penale, per l’assunzione delle prove non rinviabili. 4. Si applicano le disposizioni dell’articolo 159 del codice penale. 5. La sospensione opera per l’intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura né si applica in caso di successiva investitura in altra delle cariche o delle funzioni. 6. Nel caso di sospensione, non si applica la disposizione dell’articolo 75, comma 3, del codice di procedura penale. Quando la parte civile trasferisce l’azione in sede civile, i termini per comparire, di cui all’articolo 163-bis del codice di procedura civile, sono ridotti alla metà, e il giudice fissa l’ordine di trattazione delle cause dando precedenza al processo relativo all’azione trasferita. 7. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado, alla data di entrata in vigore della presente legge. 8. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale». 7. La legalizzazione dell’occupazione di fatto delle radiofrequenze mediante il «generale assentimento» e la legittimazione dello status quo televisivo: la c.d. Legge Gasparri (cfr. il n. 5).Art. 23 comma 1 della legge 3 maggio 2004, n. 112: «1. Fino all'attuazione del piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive in tecnica digitale, i soggetti esercenti a qualunque titolo attività di radiodiffusione televisiva in ambito nazionale e locale in possesso dei requisiti previsti per ottenere l'autorizzazione per la sperimentazione delle trasmissioni in tecnica digitale terrestre, ai sensi dell'articolo 2-bis del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, possono effettuare, anche attraverso la ripetizione simultanea dei programmi già diffusi in tecnica analogica, le predette sperimentazioni fino alla completa conversione delle reti, nonché richiedere, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge e nei limiti e nei termini previsti dal regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale, di cui alla deliberazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni 15 novembre 2001, n. 435/01/CONS, pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2001, e successive modificazioni, le licenze e le autorizzazioni per avviare le trasmissioni in tecnica digitale terrestre». (Tale disposizione, ancorché ritenuta illegittima sotto il profilo comunitario dalla Corte di giustizia delle Comunità europee, sezione quarta, con sentenza del 31 gennaio 2008 nel procedimento C-380 del 2005 tra Centro Europa 7 e il Ministero delle Comunicazioni, viene tuttora ritenuta valida dal Governo e dalla pubblica amministrazione). Come promesso, lascio a voi il compito di trarre le conclusioni. Vi ringrazio. * Presidente Costituzionali italiani - Intervento all’assemblea dell’11 maggio 2009 dell’Associazione Articolo 21 sul tema «Il valore fondante dell’art. 21 della Costituzione italiana per una comunicazione libera e democratica». Al testo originario sono stati qui aggiunti i nn. 6 e 7. Le sottolineature sono mie.

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(sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 16-05-2009 il fatto In occasione della Giornata internazionale dedicata a genitori e figli, confronto tra esperti al Forum delle associazioni familiari LA DIFESA DEI VALORI Giacobbe: si garantisca la piena attuazione delle tutele previste dalla Costituzione Soave: rilanciare una fiscalità equa Antonini: sussidiarietà ora valorizzata «Federalismo fiscale a misura di famiglia» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI I l rapporto tra «famiglia e federalismo fiscale» diviene la nuova «sfida della sussidiarietà», come recitava ieri il titolo del convegno organizzato dal Forum in occasione della Giornata internazionale della famiglia. La legge delega sul federalismo fiscale adotta infatti tra i criteri di validità delle applicazioni «la piena attuazione» dei tre articoli della Costituzione che esprimono il favor familiae, la tutela della famiglia a tutti i livelli. «Particolare soddisfazione» per questo riferimento è stato espresso dal presidente del Forum delle Associazioni familiari, Giovanni Giacobbe, «perché sottolinea la unitarietà delle problematiche » della 'società naturale fondata sul matrimonio', compresa la necessità di sostegno economico. «Pressante vigilanza» delle associazioni, anche a livello locale, è stata assicurata dalla vicepresidente Paola Soave, che ha ribadito perciò la richiesta del Forum di essere finalmente «interlocutore», anche ai tavoli che decideranno i decreti attuativi del federalismo fiscale. Difatti, ha aggiunto, l'auspicio è che esso «sia un'occasione vera per insistere» affinché a livello nazionale si riconosca l'effettiva capacità contributiva dei genitori con figli. Citando il libro bianco del ministro Maurizio Sacconi, la Soave ha definito «questione di lesa libertà» il fatto che le donne non possano avere il numero dei figli che vorrebbero. E ancora nel Libro bianco è evidenziato che le politiche di Welfare devono favorire la famiglia, sostenere le giovani coppie, promuovere la maternità e la paternità, con una regolazione fiscale premiale e proporzionata alla composizione del nucleo. Affermazioni rassicuranti, ma ad esse «devono seguire i fatti». A questo riguardo non sono mancate delusioni, ma «il grande popolo » di 4 milioni di famiglie rappresentate dal Forum, preme affinché il federalismo fiscale sia uno strumento «che può permettere il rilancio di una fiscalità equa». Ma quanto tale normativa può attuare effettivamente il favor familiae contenuto nella nostra carta fondamentale rimasto disatteso per più di 60 anni? La risposta scientifica è venuta dalle relazioni di due costituzionalisti. Gli articoli 29, 30 e 31 sono stati sostanzialmente «dimenticati », ha spiegato Giulio M. Salerno dell'Università di Macerata, perché interpretati in senso «promozionale», ma senza un vero obbligo per il legislatore. Su di essi il Parlamento non era sindacabile. Si è sostenuto che la loro applicazione era ostacolata dal canone della «capacità contributiva» intesa individualmente senza tener conto dei carichi familiari e dal criterio della progressività. Quindi il fatto che una legge imponga finalmente, ha messo in evidenza il costituzionalista, che tutto il nuovo ordinamento del sistema dell'imposizione dovrà assicurare piena attuazione a quegli articoli, è «senz'altro un occasione storica ». Ciò dovrà avvenire a tutti i livelli: Stato, regioni, province, comuni, attraverso «strumenti idonei». «Occorrerà vigilare attentamente sull'intero, e molto articolato, procedimento di attuazione, affinché anche stavolta le promesse non rimangano soltanto sulla carta», ha osservato Salerno, sostenendo che il mancato rispetto nei decreti del governo e nelle leggi regionali, comporterà «la possibilità di sollecitare l'intervento della Corte costituzionale», che non potrà esimersi dal prendere posizione. «Il federalismo fiscale ha aggiunto Luca Antonini, dell'Università i Padova è amico del principio di responsabilità e quindi della famiglia, ciò è affermato espressamente nei principi fondamentali ». Secondo il costituzionalista il favor familiae e la valorizzazione delle sussidiarietà sono le coordinate fondamentali di questa legge, che consentirà ciò che è vietato oggi alle regioni, ad esempio il riconoscimento dei carichi familiari nell'addizionale Irpef. La cui quota ora dovrebbe crescere, con equivalente riduzione di quella nazionale. «Il principio di responsabilità introdurrà un circolo virtuoso» con bilanci trasparenti, «in modo che il cittadino possa decidere di conseguenza con il voto». In questa dinamica si inserirà anche un'imposizione fiscale maggiormente a misura di famiglia a livello regionale e locale, che diverrà un «esperimento pilota per il livello nazionale». A riguardo della solidarietà tra regioni, ha concluso Antonini, la legge estende i livelli essenziali, che nel progetto Prodi riguardavano solo sanità ed istruzione, ad assistenza sociale e trasporti. Ma a costo standard. Ieri sono stati anche consegnati dal Forum i due premi per tesi di laurea 'Elisa Santolini' con tema la famiglia.

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Federalismo e autogoverno responsabile L'approvazione del disegno di legge-delega sul fe... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 16 Maggio 2009, Federalismo e autogoverno responsabile L'approvazione del disegno di legge-delega sul federalismo fiscale (deliberato dal Governo il 3 ottobre 2008) si configura come attuazione vera ed autentica della responsabilità delle Regioni e degli enti locali territoriali. Il nostro Paese, per anni, ha vissuto un'anomalia: si è orientato verso il federalismo, prima amministrativo con la riforma Bassanini del 1997 (l. n. 59/1997) e poi legislativo con la l. costituzionale n. 3/2001 di riforma del Titolo V della Costituzione la quale, agendo sulle funzioni legislative dello Stato e delle Regioni, ha cercato una sincronizzazione tra quest'ultime e quelle amministrative già decentrate con le Bassanini (c.d. global local), ma non ha mai realizzato il federalismo fiscale con la conseguenza di un impianto finanziario e tributario di Regioni ed enti locali caratterizzato da una finanza prevalentemente derivata ove le risorse venivano trasferite dal bilancio dello Stato che aveva, inoltre, il compito di dettare una disciplina uniforme dei diversi tributi. In altri termini, era lo Stato, in ultima istanza, a pagare, creando così una dissociazione tra potere di spesa, da un lato, e potere impositivo, dall'altro. Le premesse per una mancata "cultura dell'autogoverno responsabile", erano evidenti. Il merito del disegno di legge-delega, bipartisan (ed in attesa dei Decreti attuativi), è stato quello di dare una risposta concreta a quell'urgenza di federalismo fiscale di cui ha parlato, fin dal 2003, la Corte Costituzionale (si veda sent. n. 370/2003 Corte Cost.) per la realizzazione di una reale "autonomia finanziaria di entrata e di spesa" come afferma l'art. 119, 1° comma, Cost. In particolare, sono 4 i punti principali di questa grande rivoluzione copernicana attuata con il disegno di legge-delega sul federalismo fiscale: 1) passaggio dalla spesa storica al costo standard: 2) eliminazione dei trasferimenti statali; 3) compartecipazioni intelligenti in base al gettito riscosso sul territorio e non più in base al consumo Istat (la Regione sarà quindi coinvolta nella lotta all'evasione); 4) maggiore responsabilizzazione politica (se un Sindaco manda in dissesto un Comune, diventa ineleggibile). Se si vuole, però, conservare in capo alle Regioni quel ruolo di protagoniste nella ideazione e gestione delle politiche pubbliche che, con tutti i suoi difetti, il Titolo V uscito dalla riforma costituzionale del 2001, sembra indicare, accanto alla "via del federalismo fiscale inteso come partecipazione alla capacità fiscale del proprio territorio, deve essere percorsa anche la strada del coinvolgimento nelle decisioni che devono essere assunte a livello statale" (Cfr., G. Falcon, Che cosa attendersi e che cosa non attendersi dal federalismo fiscale, in Le Regioni, nn. 4-5/2008, p. 770), andando così ad incidere sulla forma di Governo del nostro ordinamento costituzionale. Daniele Trabucco Padova Per il Referendum vale una data esclusiva Nella polemica sull'accorpamento della votazione referendaria, curiosamente nessuno ha trattato il motivo fondamentale per cui è assolutamente opportuno che i diversi tipi di votazione rimangano separati. Ora, in circostanze normali, il cittadino che vuole astenersi si limita a non andare a votare; e se il quorum non si raggiunge la questione finisce lì. Se invece il referendum viene accorpato ad altre votazioni, chi vuole astenersi deve necessariamente rifiutare la scheda relativa al referendum, con conseguente piccolo imbarazzo e perdita di tempo perchè il rifiuto della scheda va registrato. "Ma io prendo la scheda" - pensa allora l'elettore - "e voto scheda bianca, che è la stessa cosa!". E qui succede il patatrac! Perchè la scheda bianca è un voto (e quindi contribuisce al raggiungimento del quorum), ma non è un voto "validamente espresso" (e quindi non viene conteggiato nè a favore nè contro!). Perciò, accorpando la votazione sul referendum alle altre, si corre il grosso rischio che il referendum sia valido perchè il quorum si raggiunge, e venga poi vinto da una super esigua minoranza perchè i pochi voti a favore supereranno i pochissimi voti contrari! Si supponga per esempio che, dei 40 milioni di elettori potenziali, solo 2 milioni siano a favore e 1 milione sia contrario, mentre la stragrande maggioranza è indifferente alla questione: in una normale votazione separata il quorum di 20 milioni+uno non sarebbe neanche lontanamente sfiorato. Invece, con almeno 30 milioni di cittadini alle urne per votare per altre elezioni, il quorum del referendum avrebbe buone probabilità di essere raggiunto con i voti di chi vota scheda bianca invece di astenersi. Dopodichè i circa 27 milioni di schede bianche non conterebbero assolutamente nulla, e il referendum verrebbe approvato con 2 milioni di voti contro 1 milione! In pratica il 5% dei potenziali votanti (2 milioni su 40) otterrebbe la vittoria in un referendum! E' logico e sensato tutto ciò? ing. Paolo Viel Padova Gli immigrati e la posizione della Chiesa Clero e Santa Sede si dicono contrari al respingimento dei clandestini quando si avvicinano alle nostre coste. Perché pensano che dovremmo lasciarli venire tutti qui? Pensano, forse, che sono tutte «pecorelle smarrite» da cercare di far entrare nel loro gregge? Come fa la sinistra? Quanti campi per immigrati ci sono nella Città del Vaticano a spese della Chiesa? Aldo Bortoluzzi Sedico (Bl) La mafia, ostacolo alla democrazia Scrivo questa lettera proprio oggi che la televisione sta trasmettendo il film «Squadra antimafia». Il film, secondo il mio modo di vedere, identifica nella mafia un vero e proprio ostacolo alla democrazia. Numerosi furono gli esponenti che, per sconfiggere la n'drangheta, la mafia e la camorra pagarono a caro prezzo la voglia di giustizia. Basti pensare al generale C.A. Dalla Chiesa, a don Giuseppe (Pino) Puglisi oltre ai giudici Falcone e Borsellino e a quanti, ancora oggi, pagano con la propria vita il desiderio di giustizia. Papa Giovanni Paolo II, in occasione del Santo Natale seppur provato dalla malattia, «tuonò» con forza intimando di fermare le pistole «di fronte al bambino». Mettere a nudo le grandi verità, seppur dolorose, potrà mettere uno «stop verso quanto mette a repentaglio la vita di quanti desiderano mobilitarsi alla ricerca della verità. Per stagnare questo pericolo, è bene che venga accantonato ogni sentimento di vendetta. ricatti che, per molto tempo, hanno macchiato di sangue il nostro Paese. Jgor Moretto Marghera

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Les réseaux du procureur (sezione: Giustizia)

( da "Monde, Le" del 16-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Les réseaux du procureur LE MONDE | 16.05.09 | 15h42 * Mis à jour le 16.05.09 | 15h42 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Nicolas Sarkozy avait préparé un bref discours qu'il a vite laissé de côté. "Monsieur le procureur, cher Philippe...", a lancé en souriant le chef de l'Etat. Il s'agissait de remettre, ce 24 avril, l'ordre national du mérite à Philippe Courroye, ancien juge d'instruction des grandes affaires politico-financières des vingt dernières années et désormais procureur de la République au tribunal de Nanterre, dans ce département des Hauts-de-Seine cher au président. Sur le même sujet Enquête Les réseaux du procureur Les faits Stéphane Richard autorisé à rejoindre France Télécom Portfolio Des proches de Sarkozy aux commandes Télézapping Pérol, "un discret qui fait du bruit" Blog Affaire Pérol : une déontologie à géométrie variable Blog Affaire Pérol (suite): entorses à la concurrence Edition abonnés Archive : Le directeur de cabinet de Christine Lagarde s'apprête à prendre la tête de France Télécom "Monsieur le procureur, cher Philippe..." Dans l'assistance, peu de visages connus. La famille du décoré, son épouse Ostiane et leurs quatre enfants, des proches venus de Lyon, quelques magistrats amis, les avocats Paul Lombard, Jean-Michel Darrois et Jean-Yves Leborgne. Nicolas Sarkozy, selon les témoins, venait de retracer le brillant parcours du magistrat. Il a ensuite parlé sans détour de leur relation. "On nous reproche de nous connaître, a souri le président. Mais cela ne l'a pas empêché de faire son métier ni moi le mien. Et si nous étions hostiles, serait-on plus indépendants ? L'indépendance, ce n'est pas l'hostilité. Ce n'est pas la haine." Parmi la petite assemblée réunie ce jour-là à l'Elysée, personne n'ignorait les relations amicales entre le procureur et le président. Dans le milieu de la magistrature, où les rivalités sont grandes et où personne ne croit jamais tout à fait à l'indépendance de son voisin, elles font jaser depuis déjà deux ans. Depuis, en somme, la nomination de Courroye comme procureur à Nanterre, l'une des juridictions les plus sensibles après Paris, quelques mois seulement avant l'élection présidentielle de 2007 et malgré l'avis négatif du Conseil supérieur de la magistrature (CSM). Philippe Courroye n'a jamais affiché ce lien avec le président. Il ne le cache pas, cependant, même s'il assure voir peu le chef de l'Etat. Il sait bien qu'on le soupçonne depuis qu'il a classé, quelques semaines après l'élection présidentielle, l'affaire de l'appartement acheté par Cécilia et Nicolas Sarkozy sur l'île de la Jatte. "Ce qui devait être fait en matière d'investigation a été effectué, assure-t-il, et il n'y avait évidemment aucune infraction pénale." Ni les milieux judiciaires ni ses amis n'ignorent cependant la curiosité du procureur pour les cercles du pouvoir. Depuis longtemps, et plus encore depuis qu'il a quitté Lyon pour Paris, le juge s'attache à les connaître, sinon à les pénétrer. Etudiant issu de la bourgeoisie lyonnaise, il avait passé le concours de l'ENA en même temps que celui de l'Ecole nationale de la magistrature. Juge d'instruction pendant vingt ans, il a vite jugé qu'il n'était pas inutile de comprendre les moeurs des milieux économiques et politiques, lui qui s'attaquait à la délinquance financière en col blanc et à son caractère "structuré, dénonçait-il, occulte, dissimulé et transnational". Depuis quelques années, on le croise donc dans ces dîners où se côtoient Claude Bébéar, Jean-Charles Naouri, François Pinault ou Alain Minc, tout cet establishment si français à distance duquel se tient souvent la magistrature. L'ambition du magistrat n'est sans doute pas étrangère à cette démarche. "Mais pourquoi ferait-il comme ces juges qui refusent de fréquenter la société civile, ne la connaissent pas et se targuent pourtant de la juger ?", remarque son ami Jean-Michel Darrois, l'un des plus puissants avocats d'affaires de Paris. Aucun de ses proches n'a donc été surpris en apprenant dans Le Canard enchaîné qu'il avait réuni chez lui, autour d'un déjeuner en janvier, le PDG du groupe Casino, Jean-Charles Naouri, l'avocat Paul Lombard et le commissaire Patrick Hefner, patron des affaires économiques et financières à la Préfecture de police de Paris. "Je ne m'explique pas que cela ait fait tant de bruit", s'étonne Me Lombard. Philippe Courroye, lui, s'insurge que la juge Xavière Simeoni ait pu, après la lecture de l'hebdomadaire et sans même l'appeler, dessaisir Hefner de son enquête. Alors même, jure-t-il, qu'il ne fut pas question, lors de ce déjeuner, du conflit qui oppose Naouri à la famille Baud, un de ses actionnaires minoritaires, sur lequel Hefner enquête justement. "Je parle avec tout le monde, et je n'ai pas à recevoir de leçons d'indépendance de ceux qui n'ont jamais sorti la moindre affaire sensible", s'agace le procureur. Certains de ses proches ont pu pourtant s'inquiéter de ce qu'ils appellent entre eux ses "mondanités". L'été 2008, un an après qu'un juge de Nanterre eut entendu Jacques Chirac dans le cadre de l'affaire des emplois fictifs du RPR, Philippe et Ostiane Courroye ont dîné avec l'ancien président et son épouse Bernadette dans la maison de François et Maryvonne Pinault à la Chapelle Sainte-Anne, dans la baie de Saint-Tropez. C'était la première fois, assure le procureur. En 2004, ses adversaires le tenaient pourtant pour un affidé de Jacques Chirac après qu'il eut classé, pour prescription, l'affaire des "frais de bouche" qui pesait alors sur le couple présidentiel. Philippe Courroye a l'orgueil de penser que sa réputation de magistrat tenace et la complexité des affaires qu'il a eues à traiter dans le passé plaident en faveur de son intégrité. N'a-t-il pas à son actif de juge la plus impressionnante liste d'élus, de conseillers politiques et d'hommes d'affaires pris dans le filet implacable de ses instructions ? C'est même d'abord cela qui a impressionné Nicolas Sarkozy, lorsqu'ils se sont rencontrés pour la première fois, en 2000, lors d'un dîner chez des amis. Le magistrat, esprit érudit, intelligence rapide et réputation d'incorruptible, venait de rejoindre le pôle financier du tribunal de grande instance de Paris. Le maire de Neuilly brûlait de connaître celui qui avait fait "tomber" son ami Alain Carignon, mis en examen pour abus de bien social en 1994 et obligé de démissionner du gouvernement Balladur. "Un type d'une dureté insensée", avait confié Carignon. "Sarkozy n'aime rien tant qu'utiliser les meilleurs, assure aujourd'hui un proche du président. Il a vite vu qu'il avait là un juge rigoureux et ambitieux." 1 | 2 | suivant Raphaëlle Bacqué Article paru dans l'édition du 17.05.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois

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contesa sul contratto d'affitto tra marito e moglie separati (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XIII - Bologna Il proprietario di casa e una donna che rivendica il diritto alla successione Contesa sul contratto d´affitto tra marito e moglie separati Alcuni anni fa ho concesso in locazione un appartamento di mia proprietà ad una coppia di coniugi, intestando il contratto solamente al marito. Scaduto il contratto ho ottenuto dal Tribunale la convalida di sfratto per finita locazione. Dopo pochi mesi dalla convalida i due coniugi sono addivenuti alla separazione personale. Attualmente la moglie pretenderebbe di succedere al marito nel rapporto di locazione, avendo ottenuto dal giudice, in separazione giudiziale, l´assegnazione della casa coniugale. La moglie del mio ex conduttore ha tale diritto?. Risponde: Avv. DEBORA LOLLI - Presidente APPC di Bologna L´ordinamento riconosce alla "casa familiare" importanza, nonché una specifica funzione, considerandola il centro della vita domestica, degli affetti, degli interessi della famiglia. Il codice civile impone ai coniugi l´obbligo di coabitazione (art. 143), nonché l´obbligo di fissazione della residenza della famiglia nello stesso immobile (art. 144), inoltre, stabilisce la sospensione del diritto all´assistenza morale e materiale per il coniuge che si allontani dalla residenza familiare senza giusta causa (art. 146), infine, riserva al coniuge superstite i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, se di proprietà del defunto (art. 540). E´ altresì disciplinato il caso della successione dei coniugi nel contratto di locazione stipulato da uno solo di essi. Infatti, l´art. 6 legge n. 392/1978, dispone che in caso di morte del conduttore, gli succedono nel contratto il coniuge, gli eredi ed i parenti ed affini con lui conviventi. Lo scopo dell´articolo è garantire un´abitazione, nel caso di decesso del conduttore, ai membri della famiglia conviventi con esso. L´articolo stabilisce che in caso di separazione giudiziale, di scioglimento del matrimonio e di cessazione degli effetti civili, l´altro coniuge succede al conduttore originario nel contratto di locazione, qualora il diritto di abitare nella casa familiare gli sia stato attribuito dal giudice. Infine, in caso di separazione consensuale l´altro coniuge succede al conduttore se tra i due viene convenuto in tal senso. Si aggiunga che, per la sentenza della Corte Costituzionale n. 404/1988, il suddetto diritto di successione nel contratto di locazione è stato esteso anche alla convivente more uxorio del conduttore, la quale rimanga nell´immobile con la loro prole naturale, anche qualora la convivenza sia iniziata durante la locazione e senza che il locatore ne avesse conoscenza. Ebbene, la Corte di Cassazione (sentenza n. 1952/2009), respingendo il ricorso del coniuge del conduttore che rivendicava il diritto di succedere nel contratto di locazione, in quanto separata dal marito, erroneamente considerato deceduto, ed assegnataria della casa familiare, ha affermato che «non ricorrono gli estremi per la successione nel contratto di locazione - per l´art. 6, legge n. 392/1978- del coniuge assegnatario della casa familiare non titolare del rapporto locativo qualora il provvedimento di omologazione della separazione personale sia successivo alla cessazione de iure del medesimo contratto di locazione, in quanto, in tal caso al coniuge non assegnatario fa capo solo una situazione di occupazione de facto dell´immobile già condotto in locazione». In virtù di tale pronuncia, in caso di decesso del conduttore, il diritto di successione stabilito ex lege dall´art. 6 L. n. 392/1978, spetta al coniuge non intestatario del contratto di locazione solo qualora tale contratto sia in corso tra le parti de iure alla data del decesso. Stessa cosa può dirsi nel caso da Lei prospettato, posto che il provvedimento di omologazione della separazione giudiziale personale tra i coniugi, con assegnazione della casa coniugale alla moglie del conduttore, è intervenuto successivamente rispetto alla fine del contratto di locazione stipulato con il marito, per la quale ha ottenuto la convalida dello sfratto per finita locazione.

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(sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 8 «Dallo Stato solo promesse per Federica stuprata e uccisa» Padova, protesta la famiglia della ragazza massacrata in Spagna di LORENZO SANI SAN GIORGIO (Padova) IL MINISTRO della Giustizia Angelino Alfano era uscito allo scoperto quando il nostro giornale pubblicò la paradossale vicenda che aveva colpito la famiglia di Federica Squarise, storia rilanciata poi dalle televisioni: dopo aver perso una figlia di 23 anni nel modo più atroce Federica fu violentata e uccisa lo scorso giugno a Lloret de Mar da un balordo uruguaiano soprannominato El Gordo rischia di finire sul lastrico per pagare le spese legali. Il processo si terrà infatti in Spagna, a Girona. Le spese, come capita in tali circostanze, sono ingenti. Il fondo di solidarietà di 20 milioni previsto dall'ultima Finanziaria del Governo Prodi, che avrebbe potuto garantire un sostegno economico a casi come questo (una cittadina italiana che subisce violenza sessuale all'estero), fu cancellato per recuperare risorse da destinare al taglio dell'Ici. Si era venuta a creare una situazione paradossale, un dramma nel dramma. «Ci faremo carico del problema», dichiarò pubblicamente il ministro sabato 21 febbraio, «in sede di conversione del decreto legge, proporremo l'ampliamento del gratuito patrocinio anche per i reati commessi ai danni di cittadini italiani all'estero». Due mesi più tardi di quell'emendamento promesso ai microfoni e alle agenzie di stampa dal titolare del dicastero non c'è traccia. Le belle parole che fruttarono ad Alfano il plauso dell'opinione pubblica, titoloni sui quotidiani e nei tg sono rimaste lettera morta. Promesse al vento. «Preferisco non commentare», ha detto il papà di Federica, Ruggero, operaio in pensione di San Giorgio delle Pertiche, comune alle porte di Padova. L'amarezza è enorme e infierisce su una famiglia già devastata dal dolore. LO SCORSO febbraio Ruggero Squarise aveva accolto con commozione l'intervento di Alfano: «Era l'unica cosa giusta da fare disse dopo il danno non poteva esserci anche la beffa. Noi avremmo continuato comunque a pagare, anche a costo di dissanguarci economicamente, perché vogliamo che all'assassino di nostra figlia venga inflitto il massimo della pena». E adesso? «La legge ormai è passata e non è più emendabile», osserva Agnese Usai, legale della famiglia. «Io ero pronta a chiedere il gratuito patrocinio in Italia e lo Stato italiano avrebbe pagato anche le spese in Spagna, che non comprendono solo l'onorario dell'avvocato spagnolo che segue il processo. Il gratuito patrocinio non ha effetti retroattivi: lo Stato ti paga le spese quando tu chiedi di essere ammesso, quindi più trascorrono i mesi più le spese a carico della famiglia aumentano». DIFFICILE vedere oggi una via d'uscita. «Bisognerebbe fare una legge ad hoc», commenta l'avvocato Usai. «Fra l'altro mi pare che si crei una disparità tra gli italiani che subiscono questo tipo di violenze in Italia (e possono accedere al gratuito patrocinio) e quelli che le subiscono all'estero. A secondo del luogo in cui si trova la persona abusata (e in questo caso, purtroppo anche uccisa) viene aiutata o meno: si tratta di una discrepanza di trattamento assurda, a mio modesto parere c'è materia per la Corte Costituzionale». ABBANDONATA dalle istituzioni che avevano promesso di intervenire, alla famiglia Squarise rimane il sostegno dei ragazzi di San Giorgio delle Pertiche che hanno costituito un'associazione, «Per Federica Onlus», proprio far fronte economicamente alla delicata vicenda, non solo per onorare la memoria della loro amica. Il prossimo 4 luglio hanno promosso un concerto dei Tiromancino, il gruppo preferito di Federica. Ma in questa triste storia, ironia della sorte, i tiri mancini si sprecano.

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REFERENDUM: IL MIO VOTO È L'ASTENSIONE (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

REFERENDUM: IL MIO VOTO È L'ASTENSIONE IL FANTASMA DEL PORCELLUM Tra quanti due anni fa firmarono per il referendum, solo una esigua minoranza si poneva l'obiettivo del "bipartitismo". La stragrande maggioranza voleva infatti solo obbligare il Parlamento a modificare l'orrido Porcellum. Due anni dopo esso è ancora in vita: legittimo dunque, per quanti firmarono per cambiarlo, astenersi da un voto che oltre tutto lo peggiorerebbe. Il "sì" infatti: 1) non abroga l'attuale legge né obbliga ad apportare alcun cambiamento al testo. I quesiti referendari lasciano infatti pienamente applicabile la "porcata" di Calderoli. Affermare come fa Segni che questa verrebbe modificata dopo il referendum è una truffa: lo dimostra l'esperienza del 1993, quando proprio Segni rifiutò di battersi per il doppio turno perché il testo uscito dal voto popolare non poteva essere modificato. E lo conferma Berlusconi quando afferma che sarebbe sadomasochistico non avvalersi di una legge a lui conveniente; 2) mantiene tutti i difetti del Porcellum, in primo luogo le liste bloccate che trasformando il Parlamento in un'assemblea di nominati lo priva di qualsiasi reale potere ed espropriando i cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti vanifica il concetto stesso di rappresentanza politica (col paradosso che la rinuncia al diritto di scelta sarebbe legittimata dal voto popolare); 3) non modifica il sistema dei partiti: IdV, UdC, e Lega superando il 5% continuerebbero ad esistere, ed i partiti minori risorgerebbero come correnti all'interno di Pd e PdL, costretti dal premio di maggioranza ad ospitare ogni più piccolo gruppo. Il turno unico del Mattarellum produsse la frammentazione ( sbaglia dunque Ceccanti a riproporlo); la vittoria del "sì" la reintrodurrebbe, aprendo la via al più bieco correntismo e alla balcanizzazione dei grandi partiti, favorendo così la deriva verso il cesarismo di leadership mediatiche. La vittoria del referendum non rimarrebbe tuttavia senza conseguenze. Essa produrrebbe infatti un unico ma gravissimo effetto: la fine di una democrazia fondata su l'equilibrio fra poteri. Il partito vincitore, forte del 55% dei seggi, oltre ad essere padrone assoluto del Parlamento potrebbe infatti, non solo nominare tutte le istituzioni (Capo dello Stato, Corte Costituzionale, Autorità Indipendenti) ma in alleanza con uno dei partiti minori raggiungere i 2/3 dei seggi e cambiare la Costituzione a proprio piacimento senza obbligo di referendum popolare. Occorre dunque che il referendum fallisca. Votare "no" o scheda bianca, favorendo il raggiungimento del quorum, equivale a votare "sì". Occorre perciò non andare ai seggi, o ­ andandovi per i ballottaggi ­ rifiutare le schede del referendum, comportamento più che legittimo dato che il dovere civico di votare vale per le elezioni politiche e non per i referendum abrogativi dove la Costituzione, imponendo un quorum, giustifica l'astensione. Solo l'astensione salverà la Repubblica.

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Quando tutti erano contro le scorie lucane (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 17/05/2009 - pag: 3 Il centrodestra Quando tutti erano contro le scorie lucane BARI Il centrosinistra pugliese è da sempre contrario all'atomo. Il centrodestra ha mutato la propria sensibilità sul tema. Una prova? Si può andare con la memoria all'autunno 2003, quando Scanzano Jonico (Matera) viene individuata dal governo Berlusconi quale sito unico per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari. La scelta viene revocata dopo qualche settimana a seguito della sollevazione della popolazione e delle istituzioni locali (la Basilicata era guidata come oggi dal centrosinistra). Ma alla decisione del governo contribuì la solidarietà che i lucani ricevettero dalle Regioni vicine, compresa la Puglia governata dal centrodestra. Il governatore dell'epoca Raffaele Fitto scrisse che quella indicazione presentava «aspetti poco comprensibili ». Quali? Gli effetti su un'area «dalla fortissima vocazione turistica» e «il rilievo che ha assunto l'economia agricola». Anche l'allora assessore all'Agricoltura, Nino Marmo, invitò a solidarizzare con le popolazioni della Basilicata e si schierò «a difesa delle produzioni agricole di qualità». Il centrosinistra fece di più: presentò un progetto di legge, simile a quello approvato dall'assemblea lucana, con il quale si proclamava la Puglia territorio denuclearizzato e si vietava «il transito e la presenza di materiali nucleari non prodotti in Puglia e non riservati a necessità sanitarie». In commissione la legge fu approvata con l'astensione benevola della maggioranza di centrodestra. L'allora assessore all'Ambiente, l'attuale senatore Michele Saccomanno, sostenne: «Sui principi siamo d'accordo, ma certe materie sono sottratte alla competenza regionale». È il ragionamento che Fitto utilizzò in Aula per far bocciare la legge: si presta, si disse, ad essere censurata dalla Corte costituzionale. E con senso delle istituzioni aggiunse: «Se ogni Regione approvasse una legge del genere non si capisce quale potrebbe essere la soluzione al problema». La legge fu respinta, ma il consiglio votò all'unanimità un documento con cui si impegnava la giunta regionale a «richiedere con tutti i mezzi» il ritiro del decreto su Scanzano. Fitto criticò con parole aspre il provvedimento del governo («scelta scellerata») e parlò di «metodologia scorretta». L'allora governatore criticò con severità l'assenza di concertazione con la conferenza Stato-Regioni. Sul punto è rimasto coerente: qualche giorno fa, da ministro, ha dichiarato che ogni decisione del governo sulle centrali nucleari «non sarà unilaterale, ma concertata ». Conclusa la legislatura, il centrodestra muta sensibilità sul nucleare. Saccomanno, a marzo 2006, non boccia il Piano energetico regionale di Vendola. Ma aggiunge: «Non prevede un'ipotesi di studio sul nucleare». Fitto, nel 2008, giudica un errore aver detto no al nucleare «venti anni fa». Francesco Strippoli Raffaele Fitto Michele Saccomanno

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Abusi a Ischia, via alle demolizioni I sindaci: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 17/05/2009 - pag: 5 Abusi a Ischia, via alle demolizioni I sindaci: «Ci dimettiamo per protesta» Il primo cittadino di Procida: vogliamo il condono sulle isole ISCHIA È terminata, in località Terone, nel Comune di Barano d'Ischia, la prima demolizione posta in essere dalla Procura della Repubblica di Napoli, in esecuzione di una sentenza passata in giudicato, che prevedeva la demolizione delle opere realizzate abusivamente. Il primo di circa seicento casi in calendario sull'isola verde. A rallentarla gli interventi del legale del proprietario dell'immobile, secondo cui non venivano rispettate le norme di sicurezza nel cantiere. Per questo la ditta esecutrice ha cinturato l'intero immobile da demolire - una sopraelevazione in cemento e mattoni, di 80 mq - con un'impalcatura, demolendo poi l'immobile pezzo per pezzo. L'immobile era stato costruito nel 1998, e non ha beneficiato del condono edilizio in quanto sull'isola d'Ischia (area sotto vincolo ambientale e paesaggistico) non ha efficacia il terzo condono edilizio. E adesso c'è il rischio concreto che la stagione turistica sull'isola verde possa essere caratterizzata da una serie di abbattimenti che provocherebbero notevoli danni di immagine in un periodo già non dei più floridi sotto l'aspetto turistico. Di qui la clamorosa protesta dei sindaci isolani: un'azione di forza congiunta da parte dei sei sindaci dell'isola d'Ischia e quello di Procida che annunciano un'iniziativa clamorosa: domani si dimetteranno per richiamare l'attenzione del Governo cui è stata chiesta una modifica legislativa affinché il terzo condono edilizio abbia efficacia sulle isole del Golfo di Napoli. È quanto in un summit venerdì sera al Comune di Casamicciola cui hanno partecipato i sette primi cittadini. Una decisione determinata dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha riaperto definitivamente la strada agli abattimenti. Da circa due mesi sono intercorse riunioni a Roma che però non hanno prodotto alcuna modifica legislativa. «Non vedo alternativa alle dimissioni ha detto il sindaco di Casamicciola Vincenzo D'Ambrosio questa iniziativa potrebbe essere un'azione deflagrante per attirare l'attenzione del Governo sul problema». Il sindaco di Barano, Paolino Buono, nel confermare la notizia ha spiegato: «Siamo molto preoccupati e disponibili a fare qualunque cosa per ottenere il risultato: ottenere l'applicazione del terzo condono». Gaetano Ferrandino

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Acque Vicentine chiude il bilancio Utili a 600mila euro (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Veneto sezione: VICENZA data: 17/05/2009 - pag: 8 Società Acque Vicentine chiude il bilancio Utili a 600mila euro VICENZA - Approvato il bilancio 2008 di Acque Vicentine. Nonostante il calo dei ricavi e l'aumento dei costi, la società di San Biagio ha chiuso i conti dell'anno passato con un utile netto superiore ai 600 mila euro. Per quanto riguarda il valore della produzione la cifra si è attestata a 28,7 milioni di euro, inferiore dello 0,5% rispetto all'anno precedente, nonostante l'incremento tariffario del servizio idrico integrato. Il motivo di ciò è da imputare alla diminuzione dei ricavi per la continua contrazione dei consumi e, soprattutto, per l'effetto della sentenza della Corte Costituzionale a favore degli utenti non allacciati al depuratore che ha sottratto all'azienda non poche risorse. Durante la seduta di approvazione del documento finanziario è stato riconfermato alla guida del gruppo l'attuale presidente Giancarlo Corò che sarà affiancato dai consiglieri Flavio Marelli, imprenditore nel campo assicurativo e da Giorgio Poncato, già direttore provinciale dell'Arpav. Per quanto riguarda invece la composizione della compagine sociale, si è registrato un ulteriore acquisto di quote azionarie da parte dei comuni soci con alcuni, come Sandrigo, Gambugliano e Altavilla che hanno già acquistato il 100% delle quote messe a loro disposizione da parte del comune capoluogo, azionista di maggioranza. Nel 2008 sono stati investiti complessivamente a 14,5 milioni di euro, realizzando 11,4 chilometri di condotte di acquedotto, 21,5 di condotte di fognature. T.Q. Positivo Conti buoni per l'azienda

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La fine dell'esodo (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Salute data: 17/05/2009 - pag: 45 Fecondazione assistita Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha ribaltato la legge La fine dell'esodo Non sarà più necessario farsi curare all'estero per tentare di avere un figlio sano di Franca Porciani Servizio alle pagine 48-49

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Infertilità (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Salute data: 17/05/2009 - pag: 48 Infertilità Ora la cura è libera La Consulta ha ribaltato la legge 40: quali regole per fecondazione assistita e diagnosi preimpianto? Basta con gli «emigranti per un figlio», i «paradisi della provetta» e quant'altro il linguaggio giornalistico si è inventato in questi cinque anni per descrivere il disagio delle coppie infertili in cerca del bebè altrove. Una recentissima sentenza della Corte costituzionale ha ribaltato gran parte dei divieti della legge 40 sulla fecondazione assistita (no alla creazione di più di tre embrioni, no al congelamento, no alle indagini genetiche sull'embrione), riallineando l'Italia alla maggior parte degli paesi europei. I punti chiave del cambiamento sono la possibilità di fecondare tutti gli embrioni che si ritiene necessario, di trasferirne in utero quanti sembra utile per ottenere la gravidanza e di congelare gli altri per eventuali successivi tentativi. Ma si apre anche la strada alla diagnosi preimpianto (per farlo sono necessari diversi embrioni) in caso di malattie genetiche, messa all'indice dalla legislazione varata cinque anni fa. Uno scenario nuovo che dovrebbe arrestare la fuga all'estero delle coppie con problemi di fertilità e permettere ai centri che operano nell'ambito della fecondazione assistita di lavorare con una certa tranquillità. Ma non era di tranquillità l'atteggiamento prevalente fra gli specialisti riuniti a Roma pochi giorni fa; sembravano, piuttosto, preoccupati di capire meglio che cosa diventa lecito e cosa è ragionevole aspettarsi nel prossimo futuro. Lo hanno fatto con giuristi esperti in materia in un convegno organizzato dalla Società italiana di fertilità e sterilità a Palazzo Marini. La libertà ritrovata fa paura ha detto qualcuno , cosa comprensibile visto il ribaltamento che la sentenza della Corte costituzionale ha determinato in questa complessa materia. Evidentemente basandosi su principi «forti», ma quali esattamente? «Il principio cardine cui si è ispirata la Corte è cha la tutela dell'embrione anziché assoluta (come previsto dalla legge 40, ndr), deve essere limitata dalla necessità di trovare un giusto bilanciamento con la tutela delle esigenze di procreazione ha spiegato Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale all'università Statale di Milano . In sostanza si 'affievolisce' la tutela dell'embrione per assicurare possibilità concrete di gravidanza. La Corte ha quindi stabilito che una coppia ha diritto al trattamento più adatto nel suo singolo caso, concordato con il medico che si assume pienamente la responsabilità della strategia scelta. Va comunque precisato che la decisione della Corte è una sentenza 'manipolativa' che riscrive la legge per renderla compatibile con la Costituzione; ha, perciò, un valore inconfutabile. Non troveranno spazio perciò ipotesi come quelle ventilate dal Movimento per la Vita, che alla sentenza vuole contrapporre la 'tutela giuridica dell'embrione' ». «Il legislatore di fatto aveva considerato la donna come mero strumento di procreazione e aveva annullato completamente la figura del medico e la sostanza dell'atto terapeutico: ora gli ridà autonomia e libertà di offrire alla coppia il trattamento che ritiene più idoneo precisa l'avvocato fiorentino Maria Paola Costantini . Che cosa succederà adesso? Il ministero dovrà stilare nuove linee guida che armonizzino il testo della legge 40 con la presa di posizione della Corte costituzionale». E la diagnosi preimpianto? Già una serie di pronunciamenti del Tribunale di Cagliari e del Tar del Lazio, in seguito a richieste di diagnosi genetiche pre-impianto per gravi malattie ereditarie, aveva aperto la strada alla sua fattibilità in Italia. «Ora, con questa sentenza, la Corte ha dichiarato illegittime le limitazioni al numero di di embrioni producibili e alla crioconservazione, rendendola finalmente praticabile ». precisa Marilisa D'Amico. In sostanza non ci sono più limiti agli esami per conoscere lo stato di salute dell'embrione e, una volta effettuata la diagnosi genetica prima dell'impianto, è possibile congelare gli embrioni malati trasferendo in utero soltanto quelli sani o, al massimo, portatori sani della malattia (per lo più si tratta di talassemia e di fibrosi cistica). Si tratta in conclusione di una piccola rivoluzione che riporta sulla scena il medico come figura «forte» delle scelte di cura e enfatizza il patto terapeutico fra lui e le pazienti. «Paradossalmente, da domani per noi medici il lavoro diventa più difficile; utilizzare tre ovociti e trasferire gli embrioni formati è sicuramente più semplice che capire le reali necessità caso per caso afferma Andrea Borini, direttore scientifico del centro Tecnobios di Bologna . Non è possibile ipotizzare il numero 'giusto' di embrioni che bisogna creare. Si dovrà tornare ad utilizzare una serie di parametri, quale l'età della donna e i tentativi infruttuosi precedenti. Spero, però, che non si arrivi al paradosso opposto, che le coppie infertili considerino più attraenti i centri che utilizzeranno molti ovociti». Come dire: dopo i danni della carestia, il rischio è che si punti un po' troppo sull'abbondanza. Vedremo.. Franca Porciani

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(sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Salute data: 17/05/2009 - pag: 49 La testimonianza «All'estero abbiamo selezionato la vita che può salvarne un'altra» Viviamo a Roma e nostra figlia di quattro anni è ammalata di anemia di Fanconi, malattia progressivamente degenerativa, causa di gravi emorragie, anche fatali, e di tumori. Viviamo in uno stato di disperazione continua, il resto della vita non esiste più (o meglio, non esisteva, visto quello che ci sta succedendo!). L'unica soluzione è quella del trapianto, o di midollo o di cellule del cordone ombelicale da un soggetto compatibile. Per il trapianto di midollo è necessario trovare un donatore compatibile e questo non è facile, anche se si è in lista di attesa; e comunque le possibilità di riuscita di questo intervento non sono tanto buone quanto quelle di trapianto da una persona consanguinea. L'ideale è fare il trapianto dal cordone di un fratellino sano. È per questo che, forti anche del nostro desiderio di avere un secondo bambino, abbiamo intrapreso la strada della fecondazione assistita con diagnosi preimpianto sull'embrione e tipizzazione HLA (per identificare l'embrione sano e compatibile). Naturalmente, visti i divieti italiani (vediamo con soddisfazione che qualcosa sta cambiando, grazie alla Corte Costituzionale!), abbiamo dovuto ricorrere ad un centro estero. Siamo stati fortunati: dopo appena due tentativi (due viaggi molto costosi, economicamente e emotivamente, ma non ci lamentiamo visti i tanti amici che dopo tanti tentativi ancora non sono riusciti e tremano per la vita dei propri figli), un embrione non affetto dalla malattia e compatibile ha attecchito e adesso siamo al quinto mese di gravidanza. Questo secondo figlio è per noi, credenti, una doppia benedizione: per la sua stessa vita e per il fatto che la sua vita significherà anche la vita di sua sorella. (testimonianza raccolta grazie all'associazione Sos infertilità Onlus)>Torna all'inizio


(sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Salute data: 17/05/2009 - pag: 49 La storia Una svolta nella vicenda della coppia portatrice di talassemia, che fu costretta a concepire la figlia in Turchia «Sofia potrà avere un fratellino in Italia» A Cagliari un suo embrione congelato; potrà sapere se è malato oppure no La piccola Sofia ha un anno e mezzo e potrebbe avere presto un fratellino se quell'embrione congelato custodito all'ospedale microcitemico di Cagliari, sarà sano. Per Simona e Gianni Serri, la pronuncia della Corte costituzionale apre finalmente l'accesso alla diagnosi genetica pre-impianto su quella piccola vita potenziale conservata nell'azoto liquido. «Mi piacerebbe dare un fratellino a Sofia: ho trentanove anni, non c'è molto da aspettare. Comunque vada nel nostro caso, sono contenta del cambiamento in atto, so che calvario è stata la legge 40 per coppie come noi, portatori di malattie gravi » commenta a caldo la sentenza della Corte Simona, raggiunta telefonicamente nella sua casa di Cagliari. Per Simona e Gianni di un vero calvario si è trattato: entrambi portatori sani di talassemia, quindi con un rischio del 25 per cento di mettere al mondo un bimbo malato (si tratta di una grave anemia, arginabile con le trasfusioni e con lunghe infusioni di un farmaco che toglie l'eccesso di ferro) nel 2005 avevano tentato di avere un figlio con la fecondazione assistita, accettando di non sapere se l'embrione era malato. «Mi sono affidata alla sorte, convinta che sarebbe stato 'azzeccato' quello sano racconta Simona . Invece, la villocentesi (un esame che si fa sulla placenta in via di sviluppo e che permette di prelevare cellule fetali) ha appurato che era talassemico. Pensare al futuro di questo figlio destinato a passare da una trasfusione all'altra, da una terapia alla successiva, mi faceva stare malissimo. D'accordo con mio marito, ho scelto di interrompere la gravidanza, ma è stata un'esperienza dolorosa». Poi un altro tentativo di fecondazione assistita, nello stesso centro, con il rifiuto di Simona a ricevere in utero un embrione alla cieca, senza sapere se era sano o meno. L'embrione è stato congelato. Ma grazie alla generosità di altri genitori, la coppia ha potuto soddisfare il suo sogno ad Istanbul, con la diagnosi preimpianto che ha permesso la nascita di Sofia. Ora a Cagliari c'è quell'embrione congelato che aspetta. Il film Cameron Diaz in «My Sister's Keeper» in uscita negli Usa F. P.

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Il caso Pamuk: (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 118 del 2009-05-17 pagina 23 Il caso Pamuk: «Non mi preoccupa se la Turchia vuol processarmi ancora» di Matteo Sacchi «Non penso che si tratti di una cosa davvero importante, mi pare se ne stia esagerando la portata: non c'è ancora nulla di ufficiale: da quel che ho capito, potrei avere un nuovo processo, ma non è una cosa certa e comunque non mi preoccupa». Così il Premio Nobel turco Orhan Pamuk, che si trova alla Fiera del Libro di Torino, ha commentato la notizia di ieri secondo cui la Yargitay (la Corte di cassazione della Turchia) ha stabilito che dovrà essere riprocessato per una sua dichiarazione risalente al 2005. Intervistato da una rivista Svizzera mise il dito in una delle vicende nazionali più oscure: «Noi turchi abbiamo ucciso 30.000 curdi ed un milione di armeni e nessuno, tranne me, in Turchia osa parlarne». La Procura generale di Istanbul trascinò Pamuk alla sbarra sulla base del controverso articolo 301 del Codice penale che punisce chi offende la «turchità». A quella denuncia se ne aggiunsero altre sei, tra cui quelle avanzate dall'Associazione di sostegno e solidarietà alle madri dei martiri (i militari uccisi negli attacchi del Pkk) e dall'avvocato nazionalista Kemal Kerinsiz. Lo scrittore venne però assolto in primo grado nel giugno 2006. Il tribunale infatti dichiarò che le affermazioni di Pamuk non erano lesive della dignità di tutto il popolo turco. La Cassazione però è di parere opposto. E per Pamuk, costretto già a girare sotto scorta per le minacce subite, si potrebbe riaprire con gravi conseguenze economiche. Lo scrittore sempre dalla Fiera ha chiosato amaramente: «Mi aspettavo un incontro letterario, ma poi ci sono altri aspetti che si intromettono. La verità è che la vera punizione che ho avuto dal mio governo è quella di ritrovarmi costretto nelle pagine di cronaca politica. Sfortunatamente nel mio paese la giustizia si sta caricando di problemi politici e non fa bene a un'istituzione che è alle fondamenta della democrazia di un paese. Non può esserci giustizia senza libertà, per questo credo di dover parlare liberamente». In Turchia, però, di discorsi liberi e di responsabilità storiche non sembra che la corte costituzionale e gli ultranazionalisti sentano grandi esigenze. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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la laurea honoris causa a gheddafi non sarà il modo per sdoganare il colonnello in europa? (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 31 - Sassari La laurea honoris causa a Gheddafi non sarà il modo per sdoganare il Colonnello in Europa? La Nuova ha scritto che la decisione della facoltà di Giurisprudenza di conferire la Laurea honoris causa al colonnello Gheddafi (ricordate Lockerbie?) per meriti acquisiti nel campo dei diritti umani dovrà ottenere l'approvazione del Senato accademico prima e del Ministro poi. Mi sbaglierò, ma l'esperienza maturata nell'università per mezzo secolo mi indurrebbe a credere che le cose siano andate diversamente. E cioè probabile che sia stato il ministro, su sollecitazione del Presidente del consiglio, che ha necessità di "sdoganare" (come si dice) Gheddafi in Europa per molteplici ragioni politiche, a iniziare dal "contenimento" della pressione dei disperati extracomunitari, a chiedere al Rettore di farsi carico del problema. Nel qual caso, le due approvazioni, del Senato accademico e del ministro (che sarebbe il proponente) sarebbero scontate, proprio perché la vicenda si sarebbe svolta in termini inversi rispetto a quelli normali riferiti da la Nuova. L'iniziativa non sarebbe sassarese ma romana. Né più né meno di come avviene quando il Presidente incontra qualcuno bisognoso o ambizioso e meritevole e lo segnala ai suoi collaboratori nelle varie aziende che possiede. O come avviene quando eguale segnalazione fa alla Rai o per alcune delicate nomine, anche di ministri, il che però è meno scontato e più preoccupante. Sarà forse il frutto della mentalità manageriale. Possiamo pensare che l'Università si debba tenere fuori da questo andazzo? Si parla di grossi benefici offerti in cambio all'università. In tempi grami come questi chi si sente di rifiutarli? Però... mi domando: che credibilità avrebbe la riforma universitaria patrocinata da un ministro che facesse queste cose? Personalmente sarei per... resistere, resistere, resistere. Ma non mi resta che sperare che, al seguito del G8, l'iniziativa venga trasferita all'Aquila. Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i miei colleghi di Giurisprudenza che in una felice congiuntura hanno insegnato assieme a Sassari, a iniziare da Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida (entrambi già presidenti della Corte costituzionale), Ugo De Siervo (ancora alla Corte), Franco Bassanini, Luigi Berlinguer, Tullio Treves, Domenico De Masi e altri meno noti ma altrettanto eminenti. E anche i precedenti laureati honoris causa, a iniziare dal presidente Cossiga. E, non ultimi, i sassaresi. Alberto Azzena

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e per recuperare il veicolo resta la strada dell'opposizione al decreto del giudice (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Udine E per recuperare il veicolo resta la strada dell'opposizione al decreto del giudice Le nuove regole Per sperare di tornare in possesso della propria auto, l'unica strada è quella dell'opposizione al decreto penale del giudice. E a provarci, con quello che oggigiorno costa la vita, sono tutti o quasi. La conferma arriva dagli stessi magistrati: negli ultimi mesi, spiegano, la produzione giudiziaria di contenziosi è cresciuta in misura esponenziale. Si resiste, confidando nella conclusione favorevole del procedimento a proprio carico, ma anche, visto come funzionano le cose in Italia, in un improvviso cambiamento delle leggi. «Molti - fanno sapere dall'Ufficio dei giudici per le indagini preliminari - fanno opposizione per prendere tempo: sperano in un mutamento della norma o in un eventuale intervento della Corte costituzionale in materia di confische. Da qualche parte, in Italia, c'è stato chi ha sollevato una questione di legittimità costituzionale, evidenziando una disparità di trattamento tra questo e altri reati più gravi». Intanto, però, l'attività giudiziaria deve continuare e, per quanto possibile, con ritmi sempre più accelerati. Per non intasare uffici e depositi auto. «Siamo passati da un estremo all'altro - osservano i giudici udinesi -. Se, fino a qualche mese fa, chi veniva pizzicato al volante con un tasso alcolico superiore al consentito se la cavava con una multa calcolata fra i 300 e i 500 euro, peraltro spesso neppure pagati, adesso l'impatto sociale è devastante: la perdita dell'auto, una multa salatissima, la sospensione della patente da uno a due anni, le spese di custodia e, naturalmente, anche quelle legali». Nè è ancora del tutto chiaro se la legge che impone la confisca dell'auto vada applicata anche a denunce precedenti alla sua entrata in vigore. «La confisca - spiegano dall'Ufficio Gip-Gup - è una misura di sicurezza e, in quanto tale, può avere effetto retroattivo». Se così fosse, il numero delle pratiche crescerebbe a dismisura, specie considerando la maggiore ricorrenza di casi di guida in stato di ebbrezza nei mesi estivi.

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BARBARA CIARCIA MONTEFALCIONE. IL COLLEGIO 19, QUELLO CHE HA COME COMUNE CAPOFILA MONTEFALCIONE, ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 17-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Avellino))

Argomenti: Giustizia

BARBARA CIARCIA Montefalcione. Il collegio 19, quello che ha come comune capofila Montefalcione, conta circa novemila elettori. Il comprensorio, abbastanza vasto, è tanto ambito quanto blindato. La dispersione di voti che si registra altrove qui, al contrario, diventa concentrazione. E infatti, l'ultima volta, cinque anni fa, il collegio ha mostrato una compattezza incredibile eleggendo un candidato, comunque forte, l'ex sindaco di Montefalcione e fedelissimo del presidente Nicola Mancino, il defunto Emilio Ruggiero, divenuto poi assessore provinciale. La prematura scomparsa di Ruggiero ha colpito al cuore la comunità locale e la segreteria provinciale del Pd che alla fine, anche dietro autorevoli suggerimenti, ha optato per la candidatura del fratello, Felice. Sarà infatti lui ad ereditare quel posto lasciato vuoto troppo presto da un rappresentante giovane e promettente della classe politica irpina. Con Montefalcione, che vanta il maggior numero di candidati in entrambi gli schieramenti, sono stati accorpati Lapio, Chiusano san Domenico, Candida, Parolise e Manocalzati. A Felice Ruggiero, candidato prediletto del centrosinistra, il centrodestra ha risposto con la candidatura di un amministratore di lungo corso, il noto dentista Pasquale Tirone, originario di Montefalcione, considerato tra i favoriti. Per un posto al parlamentino di piazza Libertà corre anche un nipote del vice presidente del CSM, Pasquale Anzalone, candidato con il Partito dei Pensionati. Nel paese che in passato ha registrato una considerevole emigrazione non poteva certo mancare un candidato scelto dal movimento degli Italiani nel Mondo, che fa capo a Sergio De Gregorio. Si tratta di Nunzio Iantosca. I Verdi di Gianluca Festa hanno puntato invece su Antonio Pepe, mentre l'Udeur su Alessandro Picillo e Sinistra Democratica sulla dinamica Rita Labruna. L'AdC di Pionati è rappresentata da Carmine De Angelis di Chiusano san Domenico. La lista «Merito e Libertà», collegata a Sibilia, punta al sorpasso con Rinaldo Trodella, pediatra di Lapio. L'UdC, infine, ha schierato Felice Baldassarre, omonimo del consigliere comunale e nipote dell'oncologo Belli.

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BIBBIA, COSTITUZIONE E SOFFERENZA UMANA VITTORIO SCUDERI - NAPOLI DUE LIBRI, MOLTE CONT... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Bibbia, Costituzione e sofferenza umana Vittorio Scuderi - NAPOLI Due libri, molte contestazioni e fantasiose interpretazioni in nome della fede. Il primo è la Bibbia che suggerisce un sistema tolemaico. La verità è l'esatto contrario ed è il sistema copernicano. E tutti ricordano - in nome della fede - cosa successe a Galileo. L'altro libro è la nostra Costituzione. Le leggi dovrebbero essere in linea col dettato della Costituzione. Abbiamo già visto come per certe «fantasiose interpretazioni» suggerite in nome della fede, sia poi dovuta intervenire la Corte Costituzionale. Quanto è dovuto in nome della fede? Non mi sembra di vivere nel migliore dei mondi possibili. E ha ragione il Presidente Napolitano quando dice: «La Costituzione non è un residuato bellico». In seguito a una fantasiosa interpretazione c'è stata una disputa tra chi ha considerato «sostegno vitale» l'idratazione e l'alimentazione, contro chi le ha considerate da sempre «atti medici» e quindi terapie, disputa che si è voluto risolverla nelle aule della politica, a colpi di voti, senza cercare una risposta scientifica che fosse accreditata dalla scienza medica. Oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito e ci informa che idratazione e alimentazione artificiale sono trattamenti sanitari a tutti gli effetti. La nostra Costituzione, articolo 32, ci accredita un diritto: nessuno può essere sottoposto a cure sanitarie contro la sua volontà. Ed un eventuale obbligo a trattamento sanitario che dovesse derivare da una legge «non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». «Posso simpatizzare con qualsiasi cosa, tranne che con la sofferenza», scriveva Oscar Wilde. Oggi lo ripete, con dolore, Paolo Ravasin. Ieri lo ha detto Piergiorgio Welby. E la storia continua. Oculistica al Policlinico i tempi per le visite Alfonso D'Errico - NAPOLI Sono un anziano di 86 anni affetto da degenerazione maculare essudativa, bilaterale. Sono in cura presso l'ambulatorio della retina del Il Policlinico, Clinica Oculistica. Ogni volta che venivo invitato a fare l'iniezione intraoculare, mi veniva fissata al momento, la data, per effettuare il controllo a distanza di 15 giorni dalla cura (a base di uno specifico collirio). Dopo il primo controllo, veniva fissato poi, un ulteriore controllo. Da un po' di tempo tutto è cambiato. Dobbiamo prenotare al Cup e ogni prenotazione avviene dopo 2 mesi, ovviamente a danno dell'ammalato. Le iniezioni, infatti, vanno eseguite con una certa frequenza in base alle necessità. Come si spiegano questi tempi così lunghi, giacché non sono previsti dal protocollo? Baronissi vorrebbe politici nuovi Carmine Pastore - Baronissi (SA) Il 6 e 7 giugno prossimi i cittadini di Baronissi, a pochi mesi di distanza dalle scorse elezioni, torneranno nuovamente alle urne, per eleggere i loro rappresentanti. Dopo la sfiducia presentata dagli stessi consiglieri di maggioranza nei confronti del sindaco, il medesimo, ha dovuto lasciare, anticipatamente, lo scranno di primo cittadino. Dal mese di febbraio, ultimo scorso, il Comune di Baronissi è governato, per la sola ordinaria amministrazione, dal commissario straordinario Prefettizio. Dopo la presentazione delle liste per l'elezione del nuovo primo cittadino e dei nuovi consiglieri comunali, risalta il particolare che gli uomini al vaglio degli elettori sono quasi sempre gli stessi. Sarebbe stato opportuno che i candidati non fossero i soliti noti, ma appartenenti ad una classe politica diversa. Il mio portafoglio trovato da Gaetano Carmine Attanasio - NAPOLI Gaetano lavora al bar Tarantino in via Del Carretto a Napoli. Gaetano ha trovato sulla sedia di un tavolino del bar il mio portafoglio. Gaetano me lo ha conservato ed io, dopo aver bloccato due carte di credito, sono tornato al Bar e l'ho riavuto. Dentro c'erano 130 euro, carte di credito ed i miei documenti personali. Grazie Gaetano, da oggi il bar Tarantino ha un nuovo cliente. Carceri da ampliare ma chi pagherà? Vito Parcher - CHIUSA (BZ) Si sta per affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri italiane e si pensa di risolverlo costruendo nuovi padiglioni e ricorrendo a strutture galleggianti, il tutto per una spesa di un miliardo e mezzo di euro, per le sole opere edili. A questi necessariamente dovranno essere aggiunti i costi per il potenziamento del personale in forza alla polizia penitenziaria. Più celle significa più uomini che necessiteranno di regolare stipendio. La popolazione che affolla le nostre celle è composta da una parte non trascurabile di detenuti stranieri. Al nord sono addirittura la maggioranza. Questo governo che fa accordi con tutti, Gheddafi compreso, e stringe le mani di capi di governo e monarchi di tutti i paesi dai quali provengono questi immigrati, sarebbe ora che al prossimo incontro o summit internazionale iniziasse a battere cassa. Vista la composizione internazionale della popolazione carceraria i costi per la costruzione di queste prigioni non possono più pesare interamente sulle tasche del solito contribuente italiano. Una piccola partecipazione alle spese gentilmente offerta da chi ci manda gli immigranti che delinquono non sarebbe per nulla offensiva. Anzi. Passo carrabile mai rispettato Antonio Malescia - NAPOLI Sono un disabile e davanti al mio palazzo, dove esiste un regolare passo carrabile, sostano quasi sempre automobili in una, due o anche tre file. La cosa non è per me senza problemi perchè, dovendo essere accompagnato, molto spesso non posso passare tra le vetture che ingombrano il passo carrabile. Questo naturalmente limita fortemente la mia libertà di movimento e di accesso (a piedi) al mio domicilio. Perciò telefono quasi quotidianamente ai vigili urbani per fare in modo che un servizio (quello del passo carrabile) che io come condomino pago, venga garantito. Il mio quasi quotidiano ricorso telefonico ai vigili ha però risultati molto scarsi. Gli interventi, infatti, sono effettuati col contagocce (diciamo una volta su venti) e quando succede, raramente le auto vengono multate. Ho assistito talvolta anche a siparietti molto... per così dire partenopei, in cui i vigili di un carro attrezzi miracolosamente intervenuti sul posto, alla vista delle macchine che occupavano il passo carrabile, urlassero: «Di chi è questa macchina?» e che qualcuno, sempre sollecito in questi casi, andasse a chiamarne il proprietario per provvedere all'emergenza. Quest'ultimo, una volta giunto affannosamente, veniva invitato dai vigili a spostare la sua vettura (senza alcuna multa ovviamente), cosa che faceva subito, salvo poi ritornare nello stesso posto dopo la partenza del carro attrezzi. Tra le ormai mille risposte ricevute nel corso delle mie telefonate ai vigili, ce ne sono davvero di curiose, del tipo: «Guardi che siamo in numero insufficiente» o «lei è sempre quello di quel passo carrabile». Insomma, bisogna davvero essere sognatori, ingenui o ostinati per affidarsi, come faccio io, alle istituzioni. Il cittadino, diciamo così comune, quello che si rassegna e dice «che vulite fà, simm'a Napule...» finirà sempre, pur essendo chiaramente e teoricamente nel torto, per avere ragione nei fatti. E così il «sistema» non morirà mai. Test d'italiano per immigrati Ermanno Trovato - NAPOLI Un cittadino egiziano che si è presentato di fronte ad un sindaco leghista per leggere il giuramento alla Costituzione non è stato capace di leggere quelle quattro righe in lingua italiana e il cattivo razzista e xenofobo lo ha cacciato via invitandolo a ripresentarsi quando sarà in grado di leggere qualcosa in lingua italiana. I test di lingua e di conoscenza degli usi, costumi, cultura e storia locali fanno parte delle regole che molti stati europei e non europei richiedono per dare il permesso di soggiorno. Mi pare il minimo che si possa richiedere per garantire che l'immigrato sia in grado di vivere in Italia. Qui siamo addirittura in una situazione che ha del patetico, nella quale non si richiede la conoscenza delle leggi italiane (nessuno le sa, nessuno le può conoscere tutte anche le l'ignoranza non è ammessa) qui si richiede di leggere la frase di rito. Poche parole che chiunque interessato seriamente ad integrarsi e non solo ad avere la cittadinanza potrebbe imparare a memoria. Non si tratta più di ignoranza ma di categorico rifiuto ad assimilare il minimo indispensabile del paese ospitante che serve per una vera integrazione. Non è chiedendo e ottenendo una cittadinanza che si realizza l'integrazione, ci va qualcosa in più e quel qualcosa molti immigrati non sono disposti a concerderlo neppure in minima parte. La ex moglie di Gigi D'Alessio Elvira Pierri - NAPOLI In una trasmissione televisiva è apparsa la ex moglie di Gigi D'Alessio, che con grande pacatezza ha parlato della separazione dal cantante e della sua storia con la Tatangelo. Alla domanda rivoltale dalla conduttrice, se stia vivendo con sofferenza tale evento, la giovane signora ha detto che la sua giornata inizia dando uno sguardo e una carezza a tanti bambini di Forcella, che vivono un'infanzia disagiata, aiutandoli per quel che può, perchè lei ama la sua gente, vive in simbiosi con essa e uno sguardo felice di un bimbo la ripaga di tutto, come fosse un raggio di sole. Devo confessare che le parole di questa donna mi hanno regalato un'emozione e una sincera ammirazione per la sua bella persona. Un esempio positivo in mezzo allo squallore che spesso circonda il mondo dello spettacolo

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CIRO CENATIEMPO ISCHIA. ABUSI EDILIZI, RUSPE E SANATORIE IMPOSSIBILI: I SINDACI SCENDONO IN CAMPO... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-05-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Circondario Nord)) (Mattino, Il (City))

Argomenti: Giustizia

CIRO CENATIEMPO Ischia. Abusi edilizi, ruspe e sanatorie impossibili: i sindaci scendono in campo. «Se il governo non vara la modifica legislativa che rende possibile l'applicazione del terzo condono edilizio nelle isole del golfo di Napoli, domani rassegneremo le dimissioni dal nostro incarico». È questo l'aut-aut con il quale si è concluso un vertice tenutosi nel municipio di Casamicciola, e che apre un conflitto tra le amministrazioni locali e l'esecutivo nazionale. I sindaci annunciano quindi che si dimetteranno per ottenere l'attenzione del presidente del consiglio dei ministri su una questione che è diventata ormai cruciale, dopo la recente decisione della Corte costituzionale che ha sancito l'inapplicabilità del condono-ter nelle aree sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici e, soprattutto, dopo l'avvio della campagna di abbattimenti da parte della Procura. La richiesta di deroga urgente alla normativa entrata in vigore nel 2003, per evitare «l'esclusione delle isole, in considerazione della loro importanza storico-paesaggistica», si accompagna a una scelta politica forte, e senza precedenti, che sta comunque sollevando un vespaio di polemiche. Se da una parte, infatti, per il sindaco di Casamicciola Vincenzo D'Ambrosio, che in questa fase non vede «alternative», è necessario in tempi rapidissimi «catturare la massima visibilità» possibile sulla questione «con un'azione deflagrante», dall'altra gli ambientalisti si scagliano contro. Alla notizia che domani i sindaci, al termine di un nuovo summit, potrebbero consegnare la fascia tricolore, il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo risponde con sarcasmo. «I sindaci dovrebbero dimettersi - fa rilevare Buonomo in un comunicato - per sostenere le battaglie di legalità, non viceversa. È un ennesimo segnale negativo che diamo al Paese - ha aggiunto - e li invitiamo a recedere da tale intenzione. Se poi lo faranno, li invitiamo anche a confermarle, le dimissioni». Lo scontro era annunciato da tempo, ma era partito in sordina. Quindici giorni fa il consigliere di minoranza del Comune di Ischia, Davide Conte, aveva rivolto un appello sul Web, esortando gli internauti a inviare una valanga di lettere a Silvio Berlusconi «contro gli abbattimenti delle prime case, oltre seicento, i cui proprietari hanno presentato regolare istanza di condono-ter». Sarebbe compromesso «il diritto alla casa per centinaia di famiglie», per Conte e gli esponenti politici isolani, ma per la magistratura, la prospettiva è ben diversa. Come si è detto, nei giorni scorsi, la Consulta aveva chiarito il nodo interpretativo sollevato in via incidentale per 140 casi di abusi edilizi da abbattere, dal giudice della sezione distaccata di Ischia del tribunale di Napoli, Angelo Di Salvo, bocciandolo per «la manifesta inammissibilità della questione di legittimità». È stato un passo in avanti decisivo a favore della linea sostenuta dal capo del pool antiabusivismo della Procura, Aldo De Chiara e dal pm Antonio D'Alessio, che ha fatto scatenare, però, la rivolta dei sindaci.

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