CENACOLO DEI COGITANTI |
Ci sono tre modi di
comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ...
( da "Alto Adige" del
01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: mirato conflitto davanti alla Corte
costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota
variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma
anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di
successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,
SERIE D Pordenone -
Belluno (Ballini di Brescia) ( da "Corriere
delle Alpi" del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sp Calcio - Montegrappa (Zoia di
Treviso) Cisonese - Tegorzo Fiori Barp - Virtus Csm (Voltarel di Treviso)
Classifica: Montegrappa 43; Cisonese 42; Caerano 41; Bessica 37; Sp Calcio 33;
Virtus Csm 32; Tegorzo 30; Juventina 26; Maser 24; Agordina, Foen 22; Castion
Loria 21; Sernaglia 18; Altivolese 16; Fioribarp 14; Lentiai 13.
san giorgio, la minoranza
chiede impegni per la sospensione del pagamento delle bollette
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Tenuto conto della sentenza della
Corte Costituzionale del 10/10/2008, che nell'articolo 15 si limita a disporre
che la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce il servizio idrico
integrato, eliminando ogni riferimento a quei meccanismi coattivi di
riscossione dei tributi espressamente richiamati nella previdente normativa
della L.
tubone, in arrivo nuove
norme sui rimborsi ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che darebbe nuove interpretazioni
alla sentenza della Corte Costituzionale che cassava il pagamento dei canoni di
depurazione a fronte di un servizio non reso, con conseguente rimborso dei
pagamenti effettuati negli ultimi dieci anni. Cauta, Luisa De Marco, presidente
del Consorzio Depurazione Laguna Spa, che con i suoi 17 comuni soci, i 70 mila
utenti di cui 42 mila allacciati,
seconda farmacia, il
contenzioso ora approda al consiglio di stato
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: Rimanevano dei dubbi di
costituzionalità. I giudici del Tar s'erano rivolti alla Corte costituzionale:
acquisendone il parere, aveva respinto il ricorso di Collovini, considerando
legittimo il comportamento dell'ente nell'instaurare il nuovo servizio. Ora, il
ricorso in appello per rivedere quella decisione.
marino, lezione di
bioetica "destra incivile, la legge non passerà"
( da "Repubblica, La"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: non credo si arriverà al referendum
abrogativo, penso che la Corte Costituzionale interverrà ben prima». Vediamo i
singoli errori. «Io credo che testamento biologico significhi libertà di
scelta, di terapia. Se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non
può farlo quando non è più in grado, se lo ha chiesto prima?
NO ALLE LEGGI BAVAGLIO
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che confidiamo vengano cancellati
dalla Corte Costituzionale, né disegni di legge che ci auguriamo destinati alla
stessa sorte, ma affronti i problemi che restano ancora tutti aperti, compresi
i tagli e i vuoti di organico nei tribunali. Lasci perdere la separazione delle
carriere, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale e la riforma del
C.
reversibilità del
divorziato, ecco come dividerla fra la nuova compagna e la ex - felice
silvestri ( da "Tirreno,
Il" del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale, con la
sentenza ne. 419/1999, allo scopo di avviare ai possibili casi di iniquità, ha
conferito al giudice un ampio margine di discrezionalità stabilendo che la
pensione pari al 60% del trattamento percepito dal soggetto deceduto, venga
assegnato tenendo conto non solo della durata dei due matrimoni,
MARINO (PD): <OFFESA LA
LIBERTàDEI CITTADINI> ( da "Secolo
XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: trovato difficoltà già nella prima
commissione al Senato e prima di un possibile referendum sono certo che sarà
inevitabile l'intervento della Corte Costituzionale. Testamento biologico
significa libertà di scelta, di terapia, non obblighi - spiega Marino - se una
persona può scegliere quando è cosciente, perché non può farlo quando non è più
in grado di farlo se lo ha chiesto prima?
Consulta, per il
presidente meglio l'incarico triennale
( da "Riformista, Il"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: avessero concluso il mandato alla
Corte Costituzionale da "semplici" giudici. Non è così, e già al
momento dell'elezione, quando questa inesattezza fu espressa da altri
quotidiani, avevo avuto modo di precisarlo: la retribuzione del presidente
della Corte è identica a quella dei giudici, e su questa retribuzione vengono
calcolate sia la liquidazione (il trattamento di fine rapporto)
SI È TENUTA venerdì alle
ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la seconda ...
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sarà il professore Paolo Veronesi
(associato di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara) a svolgere una
lezione seminariale sul tema La Corte costituzionale come giudice dei diritti'.
L'incontro è riservato ai soli iscritti alla scuola.
Tassa di depurazione tolta
dalle bollette ( da "Giorno,
Il (Brianza)" del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ormai celebre sentenza della Corte
costituzionale, Amiacque srl, che gestisce gli acquedotti di questi tre Comuni
ha effettuato una serie di verifiche sul territorio. «Dalla quale - puntualizza
Amiacque - è emerso che nei Comuni (o in alcune zone di essi) di Ceriano
Laghetto, Cogliate, Lazzate, Misinto, la rete fognaria non è collegata alla
depurazione»
Le insidie stradali La
sentenza n. 1691 della Corte di Cassazione, pubblicata ne...
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: 156/1999 della Corte Costituzionale
che esonerava dalla responsabilità la Pubblica Amministrazione, soltanto se
"sul bene di sua proprietà non sia possibile (...), per l'elevata
estensione del territorio, un continuo controllo, idoneo ad impedire
l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti".
La Provincia perde il
primo round davanti al tribunale amministrativo regionale nel caso della
formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti insegnanti scolastici
( da "Adige, L'" del
01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale la norma che
inserisce in coda nelle graduatorie trentine i docenti provenienti da altra
provincia. «Basterebbe - si conclude - ascoltare e riflettere, e studiare un
po' più il diritto invece che eliminarlo dalle Scuole. Il Miur, ad esempio, è
ancora in tempo a fare un passo indietro e a consentire la mobilità
interprovinciale dei precari in tutto il territorio
Cossiga: la proposta del
Pdl non va, divide i cattolici ( da "Corriere
della Sera" del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: «è una questione di realismo nei
confronti di una magistratura che, dalla Corte di Cassazione alla Corte
Costituzionale, con arzigogoli giuridici ha mandato a morte una ragazza». E
allora, se si vuol fare una legge la si faccia, invita Cossiga, ma «breve», per
evitare equivoci nonché possibili forzature interpretative.
trasporto anziani, in un
anno 400 viaggi ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: con il Csm. L'esercizio trasporti
dell'Aifa ha registrato l'effettuazione di
La bugia di Dario:...
( da "Giornale.it, Il"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: a settembre intimidiva la Corte
Costituzionale, a ottobre attaccava leistituzioni, a novembre era «superficiale
e arrogante», a dicembre lavorava «contro gli italiani»; una settimana fa si
comportava come «un padrone» e aveva «concentrato il potere» su di sé,
l?altroieri bisognava difendere la democrazia da lui.
<Nel Pdl posizione
unitaria> ( da "Avvenire"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Inoltre si è detto «certo»
dell'intervento della Corte Costituzionale, «prima di un possibile referendum».
Ma nello stesso partito è scontro pesante tra i Radicali ed il capogruppo in
commissione Sanità del Senato, Dorina Bianchi. «Posizioni simili a quelle del
Mullah Omar», è andata all'attacco Emma Bonino.
Caso Eluana: Rodotà,
"siamo in piena restaurazione"
( da "Articolo21.com"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: e sentenze a partire da quella
della Corte Costituzionale che hanno sancito in modo cristallino il diritto
alla autodeterminazione della persona. "Ridurre questo diritto è
inammissibile", afferma Rodotà. "E questo che stiamo vivendo è un
clima da restaurazione". Ma dopo aver citato le leggi il giurista ne
prende le distanze affermando che su materie così delicate la stessa legge,
Tubone, rimborsi nulli o
limitati ( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: nel rispetto della sentenza della
Corte Costituzionale 335/2008, i gestori del servizio idrico integrato
provvedono alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita
all'esercizio del servizio di depurazione". Il nodo della questione è tuttavia
il seguente. Difatti, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o
questi siano temporaneamente inattivi,
Arriva a Mestre Gianfranco
Fini. Il presidente della Camera dei Deputati il prossimo 4 aprile mattin...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: approfondimento sui diritti umani
si è aperto un mese e mezzo fa con l'intervento di Giovanni Maria Flick, che
fino l'altro giorno ha presieduto la Corte costituzionale, il quale ha proposto
una lezione sulla dignità. Proseguirà con un terzo appuntamento, prima
dell'estate, sull'uguaglianza, con relatore ancora da definire. Alvise
Sperandio
Ponte Crepaldo, arriva la
farmacia ( da "Gazzettino,
Il (Venezia)" del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: Eraclea Dopo il via libera della
Corte Costituzionale, che ha rinviato al Tar la ratifica dell'istituzione della
farmacia, gli uffici comunali hanno completato l'iter burocratico per
l'apertura: sarà un farmacia comunale la cui gestione verrà assegnata con un
bando di gara. Sede della farmacia e locali sono già stati scelti.
Liventina attende la
capolista, cinque derby in Promozione
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: Fiori Barp-Virtsu CSM Farra:
Voltarel (Tv), La Sernaglia-Altivolese: Scepi (Tv), SP-Montegrappa: Zoia (Tv),
Maser-Castion: Carraretto (Tv), Bessica-Juventina, Cisonese-Piave Tegorzo.
Girone R. Francenigo-Sarmede: Bertin, Gaiarine-Piave: Fiorenza (Bs), Alpina-Vitt
sdangiacomo: Vendramin (Tv), Cadore-S.
"Battisti, la Corte
dirà sè all'estradizione dal Brasile, ma sarà condizionata"
( da "Giornale.it, Il"
del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (STF,
la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare
Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a
30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo
afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.
NICOLA SPOSATO SCAFATI. IL
TESTO IN APPROVAZIONE AL PARLAMENTO è DA CONTESTARE E COMUN...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: Daremo battaglia affinché il canone
di depurazione eliminato dalla Corte Costituzionale non rientri attraverso un
escamotage creato per favorire i gestori privati». Annuncia battaglia Michele
Raviotta presidente provinciale dell'Idv nonché responsabile del Co.tu.Cit di
Scafati dopo che notizie provenienti dal Parlamento sembrano indicare il
recepimento della recente sentenza n.
"Battisti, la Corte
dirà sì all'estradizione" ( da "Giornale.it,
Il" del 01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (STF,
la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare
Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a
30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo
afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.
Rai. Martedì assemblea dei
soci, ma manca ancora intesa sul nome del presidente
( da "Rai News 24" del
01-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dietro le spalle la tanto temuta
decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal
Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza
di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal
Tar. L'economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha
detto la corte,
GENCHI ACCUSA SERVIZI E
POLITICI: SONO COINVOLTI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO INTERVISTA-CHOC DI
GRILLO CHE ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI "SILENZIO MAFIOSO" DI
PIETRO ( da "Dagospia.com"
del 01-03-2009)
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Giustizia
Abstract: Come si fa a mettere il Csm contro
De Magistris? Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino. Adesso i Ros dicono
che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio
superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i
signori magistrati di cui abbiamo acquisito alcuni tabulati,
COMPRENSIBILE CHE NON NE
SIANO CONTENTE, LA QUESTIONE È COME REAGIRE A QUESTO DATO DI FATTO.
( da "Trentino" del
02-03-2009)
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Giustizia
Abstract: mirato conflitto davanti alla Corte
costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota
variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma
anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di
successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,
TERRORISMO: "Battisti
estradato" ( da "Italia
Estera Online" del 02-03-2009)
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Giustizia
Abstract: 1 FEB La Corte Costituzionale
brasiliana, il Supremo Tribunale Federale, quasi sicuramente darà il via libera
all'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla
conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo
previsto dalla costituzione brasiliana.
Caso Battisti: probabile
il sì brasiliano all'estradizione, ma a una condizione
( da "Corriere.it" del
02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Paulo, il Supremo tribunale
federale-Stf (la Corte costituzionale brasiliana) approverà il ricorso
dell'Italia e dirà sì all'estradizione di Battisti, condizionandola però alla
conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo
previsto dalla Costituzione brasiliana.
Il Brasile: estraderemo
Battisti ma l'Italia cancelli l'ergastolo
( da "Corriere delle Alpi"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (la
Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti,
condizionandola alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni, il
massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole
quotidiano brasiliano Estado de S.
Il presidente Napolitano
ha commesso un errore ( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: deputato all'Assemblea costituente,
giudice della Corte Costituzionale e annoverato fra i più autorevoli
costituzionalisti italiani, si legge: «Sotto l'aspetto formale si richiede che
i decreti-legge provengano da una deliberazione del consiglio dei ministri per
essere poi «emanati» dal presidente della repubblica (art.
perche' laico
( da "Nuova Sardegna, La"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ribadito dalla Corte Costituzionale
nel 1989, sia ben lontano dall'essere accettato, Stefano Rodotà - tra gli
autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e presidente del
comitato scientifico che li stabilisce e tutela - offre un'intensa riflessione
sulla laicità «non come polo oppositivo, ma come componente essenziale del
discorso pubblico in democrazia»
la difesa dei valori e
l'umanità dei medici ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Innumerevoli volte sono stati
denigrati la magistratura, il Parlamento, la Corte costituzionale, il
presidente della Repubblica, la Cassazione, sempre in nome del popolo italiano,
perché, avendo vinto le elezioni, i nostri governanti ritengono che a loro sia
lecito tutto. Ormai siamo passati dalla libertà alla latina
"licentia".
il brasile verso il sì
all'estradizione di battisti ( da "Tirreno,
Il" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: estradizione di Battisti La Corte
chiederà però all'Italia di commutare l'ergastolo in 30 anni di pena BRASILIA.
Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale) brasiliano approverà
l'estradizione in Italia di Cesare Battisti (nella foto), l'ex brigatista che
ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro della
giustizia Tarso Genro.
Annullabili cartelle
esattoriali non corrette prima di una data
( da "CittadinoLex" del
02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale 58/2009)
Legittimo non considerare valide le cartelle fiscali non compilate
correttamente prima del primo giugno 2008. Lo ha deciso la Corte costituzionale
con la sentenza 58 del 2009 depositata il 23 febbraio 2009. La Consulta ha
promosso così la norma del decreto-legge milleproroghe del 2008 che sanciva la
nullità delle cosiddette cartelle '
ROMA - Non c'è ancora l'intesa
sul nome del nuovo presidente del Consiglio di amminis...
( da "Messaggero, Il"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Intanto però è dietro le spalle la
tanto temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni,
indicato dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla
maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere
reintegrato dal Tar. L'Economia non aveva potere di revoca e andava sentita la
Vigilanza, ha detto la corte,
trasferimento medici, è
protesta ( da "Centro,
Il" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale perchè ne
accerti la legittimità, sospende di fatto tutte le scelte e le operatività legate
al Piano sanitario regionale». Il Comitato pro-ospedale di Tagliacozzo, di
intesa con le istituzioni locali e con le associazioni in difesa del malato,
chiedono quindi il rispetto dell'attuale normativa vigente in Abruzzo come già
fatto nel recente passato al ministro
Il Papa: Aiutate i
lavoratori No del premier alle proposte Pd
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sì condizionato del Brasile
all'estradizione di Battisti è quasi certo che la Corte costituzionale
brasiliana darà il via libera all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac
Cesare Battisti, purché l'Italia converta l'ergastolo nella pena di 30 anni, la
massima prevista in Brasile. Lo afferma il quotidiano «Estado de S.
Rai: per la Consulta aveva
ragione Petroni ( da "MilleCanali"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 2 Marzo 2009 Focus / FOCUS Rai: per
la Consulta aveva ragione Petroni La Corte Costituzionale ha alla fine deciso,
in un ?conflitto fra poteri dello Stato?, che l?allora ministro Padoa Schioppa
non poteva revocare il ?suo? Consigliere Rai Petroni senza consultare la
Vigilanza. Festa a metà per il Centro-Destra, alla vigilia delle nomine.
Battisti, <estradizione
condizionata> ( da "Arena.it,
L'" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex terrorista Cesare Battisti
BRASILIA Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale) approverà l'estradizione
in Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in
Brasile, condizionandola però alla commutazione dell'ergastolo in 30 anni di
detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana.
FISCO. Cartelle mute,
Federcontribuenti: sentenza Corte Cassazione viola statuto del contribuente
( da "HelpConsumatori"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Federcontribuenti: sentenza Corte
Cassazione viola statuto del contribuente 02/03/2009 - 11:57 Con la Sentenza n.
58 depositata recentemente la Corte Costituzionale modifica una sua precedente
pronuncia che prevedeva la nullità delle cartelle esattoriali prive dell'
indicazione del Responsabile del procedimento.
Legittimo il ritardo per
fissare i tetti di spesa ( da "Napoli.com"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 509 del 2000 della Corte
Costituzionale definisce ?nucleo irriducibile? del diritto alla salute. In
realtà la pronuncia del Consiglio rispecchia quanto già ampiamente sancito
nella nota Sentenza n. 4076 del 25.8.2008, dallo stesso emessa, in cui, oltre a
ritenere assolutamente legittima la retroattività del meccanismi della
regressione tariffaria,
Cesare Battisti: sì
all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena
( da "CronacaQui.it"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dal Brasile si chiede il
compromesso Cesare Battisti: sì all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena
BRASILE - La Corte Costituzionale brasiliana probabilmente concederà
l'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla
conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo
previsto dalla costituzione brasiliana.
"Sì
condizionato" del Brasile all'estradizione di Battisti
( da "Gazzettino, Il"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale di
Brasilia, approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, l'ex
brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro
della giustizia, Tarso Genro, condizionandola però alla commutazione della pena
all'ergastolo decisa dai tribunali italiani, in trenta anni di detenzione,
Incontro pubblico sulle
bollette dell'acqua ( da "Varesenews"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: amministrazione comunale con un
magistrato della corte dei conti per spiegare la situazione sugli impianti di
depurazione Incontro pubblico sulle bollette dell?acqua Una recente sentenza
della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legislazione statale
che prevedeva il pagamento della tariffa nel caso in cui il sistema di
depurazione non esista o non sia in funzione.
Camera/ Da inizio
legislatura 142 sedute,ok a 64. ( da "Virgilio
Notizie" del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Parlamento in seduta comune si è
riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è
stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). ATTIVITÀ DELLE
COMMISSIONI AL 27 FEBBRAIO 2009 Le sedute delle Commissioni sono state
complessivamente 2995, per un totale di 1779 ore e 1 minuto. In particolare, si
sono registrate 1.
Rimborsi tariffe per
servizio depurazione ACAM: le perplessità di Adiconsum
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale n. 335 del 10
ottobre 2008, i cui effetti Acam Acque sta valutando in collaborazione con
l'Autorità d'Ambito (AATO)". "Naturalmente prosegue il Responsabile
di Adiconsum non rientra tra i poteri e le facoltà di Acam Acque decidere
ovvero valutare quali siano gli effetti di una sentenza della Corte
Costituzionale ma semmai sarà ed è dovere della società rispettarne
Gentile direttore, il Riformista
del 27 febbraio scorso critica il <frenetico turn over> dei presidenti
della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato <per le casse dello Sta
( da "Riformista, Il"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dei presidenti della Corte Costituzionale,
lamenta il costo elevato «per le casse dello Stato» di questa cattiva
abitudine, ed esprime preoccupazione per «lo svilimento dell'istituzione»
derivante dalla «girandola dei presidenti» Gentile direttore, il Riformista del
27 febbraio scorso critica il «frenetico turn over» dei presidenti della Corte
Costituzionale,
Stazione unica appaltante:
Boemi assume l'incarico in Regione
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 02-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: autorizzazione al Csm, che l?ha
però negata. Boemi ha chiesto ed ottenuto da ieri, primo marzo, di andare in
pensione, assumendo così da oggi la guida della Stazione unica appaltante.
L?incarico di Boemi avrà la durata di tre anni. (02-03-09)
( da "Alto Adige" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Ci
sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si
percepisce come ... Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione
sgradevole e che si percepisce come ingiustizia. Uno è andare allo scontro e
alzare i toni. L'altra è negoziare cercando di salvare il salvabile, anche se
si dovrà fare qualche sacrificio che si ritiene ingiusto. Il terzo è riflettere
sui propri comportamenti e cercare di incidere sulle ragioni che hanno prodotto
l'ingiustizia. La prima reazione in questo momento sarebbe perdente. Una parte
della Svp potrebbe spingere per questa soluzione, guardando alla perdita di
consenso a destra, e rispolverare le vecchie parole d'ordine:
autodeterminazione e ricorso a Vienna. Ma in questo momento una prova di forza
la vedrebbe perdente (anche perché Trento non la potrebbe seguire), e
produrrebbe solo un grave deterioramento della situazione complessiva.
Piuttosto conviene prepararsi a qualche singolo, mirato
conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota
variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma
anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di
successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,
perché stavolta dovrebbe essere diverso? Determinante in questo contesto sarà
anche la reazione dei partiti italiani. E' facile per il centrosinistra trovare
finalmente un obiettivo condiviso e accusare il governo di essere nemico
dell'autonomia, fingendo di dimenticare che l'irritazione contro le specialità
è uno dei pochi temi su cui a Roma c'è un consenso trasversale fondato
sull'ignoranza di entrambe le parti. Ma la sfida sarà soprattutto per il
centrodestra locale, che dovrà scegliere tra la fedeltà al partito nazionale e
quella al territorio. Come si comporteranno a Roma i parlamentari regionali del
Pdl? Si schiacceranno sulle posizioni del governo, di Galan e di Formigoni, o
interverranno per smussarle? Infine, ma non da ultimo, è essenziale anche
un'autocritica da parte delle due province rispetto alla strategia tenuta
finora. La rozzezza della visione romana dell'autonomia è data non solo dal
drammatico livello culturale della gran parte della classe politica: deriva anche
dal modo in cui la nostra specialità è stata gestita nei rapporti con Roma.
Finora si è privilegiata un'autonomia da retrobottega, di stampo storicamente
democristiano: fare senza farsi vedere, negoziare in gran segreto al riparo da
sguardi indiscreti. Una scelta che si è rivelata indubbiamente efficace per
molto tempo, ma ha steso un diffuso velo di ignoranza sulla questione, e oggi
rischia di non pagare più. Per "salvare" la specialità dal
semplicismo centralista occorre portare la questione alla luce del sole,
discuterne apertamente, convincere, spiegare, far capire. La specialità non può
più essere una questione meramente bilaterale tra le province autonome (peggio
se ciascuna per sé) e il governo. La mera trattativa politica, possibilmente
condotta in segreto, non basta più. Occorre diffondere la consapevolezza delle
ragioni giuridiche dell'autonomia speciale, che non sono solo l'ancoraggio
internazionale, l'autodeterminazione e gli altri istituti del secolo scorso, ma
sono - e fortemente - dentro la stessa costituzione italiana. Che è al momento
la più forte garanzia per la specialità. Non è più tempo in cui bastavano i
pochi voti della regione (o persino quelli della sola Svp) per far stare in
piedi il governo e ricattarlo. Oggi bisogna mettere in campo l'autonomia
strategica, non più solo quella tattica. Per farlo occorre mantenere la calma e
giocare le carte giuste al momento giusto. Francesco Palermo
( da "Corriere delle Alpi" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
SERIE
D Pordenone - Belluno (Ballini di Brescia) SERIE D Pordenone - Belluno (Ballini
di Brescia) Bolzano - San Donà (Bucchino di Torino) Virtus Vecomp - Chioggia
(Carrisi di Brindisi) Trento - Domegliara (Abagnara di Nocera Inferiore) Tamai
- Eurotezze 2-3 Montecchio - Sacilese (Minelli di Varese) Jesolo - Sagittaria
(D'Angelo di Ascoli) Montebelluna - Sanvitese (Caravita di Cosenza) Somma -
Quinto (Grega di Legnano) Classifica: Tezze 51; Sacilese 45; Quinto 41;
Domegliara 39; Tamai 38; Pordenone, Chioggia 36; V.Vecomp 29; Sanvitese,
Belluno, Sandonà 28; Trento 27; Monteb. 24; Sagittaria, Somma 22; Jesolo 21;
Bolzano 14. ECCELLENZA Liventina - Adriese (Botter di Venezia) Giorgione - Edo
Mestre (Marchetti di Vicenza) Cordignano - Marosticense (Alfarè di Mestre)
Liapiave - Miranese Romano - Ponzano (De Zuani di Mestre) Ardita - Rossano
(Zanolla di Belluno) Dolo Riviera - Union Csv (Antonello di Bassano) Feltrese -
Vedelago Classifica: Adriese 46; Romano, Edo Mestre 33; Liapiave 32; Ardita 29;
Feltrese 28; Miranese 26; Liventina, Cordignano 25; Giorgione 23; Dolo Riviera,
Vedelago, Ponzano 22; Rossano, Union Csv 21; Marosticense 20. PROMOZIONE
Istrana - Cappella (Callegaro di Padova) Portomansuè - Casier (Dall'Anese di
Conegliano) Vittorio Veneto - Cavarzano (Sartori di Padova) Gruaro - Ceggia
(Lionello di Este) Marenese - Opitergina (Campagnolo di Castelfranco) Cornuda -
Preganziol (Mel di Conegliano) Luparense - Villorba (Cernigliaro di Verona)
Fontanelle - Zero Branco (Scalcon di Vicenza) Classifica: Opitergina 47;
V.Veneto 44; Portomansuè 38; Luparenese, Cappella Maggiore 35; Cornuda 32;
Gruaro, Cavarzano 28; Istrana 27; Preganziol 25; Villorba 22; Marenese, Zero
Branco 20; Fontanelle 17; Casier 12; Ceggia 4. PRIMA CATEGORIA Sedico - Careni
(Bellato di Mestre) Orsago - Montello (Scalco di San Donà) Godega - Nervesa 2-0
Sanfiorese - Plavis (Gobbato di Portogruaro) Codognè - Ponte Piave (Rech di
Castelfranco) Alpago - San Giorgio (Tessaro di Castelfranco) Fregona - Ripa
Fenadora (Pasinetti di Venezia) Fulgor Trevignano - Ztll (Lena di Portogruaro)
Classifica: Ripa Fenadora 42; Carenipievigina, Codognè 33; Alpago, San Giorgio
32; Nervesa, Godega 30; Sedico 29; Sanfiorese 28; Montello 27; Fregona 26;
Orsago 25; Plavis 23; Fulgor T. 19; Ponte Piave 16; Ztll 15. SECONDA CATEGORIA
Q Sernaglia - Altivolese (Scepi di Treviso) Union Maser - Castion Loria
(Carraretto di Treviso) Agordina - Foen (Zummo di Treviso) Bessica - Juventina
Caerano - Lentiai (Reka di Treviso) Sp Calcio - Montegrappa
(Zoia di Treviso) Cisonese - Tegorzo Fiori Barp - Virtus Csm (Voltarel di
Treviso) Classifica: Montegrappa 43; Cisonese 42; Caerano 41; Bessica 37; Sp
Calcio 33; Virtus Csm 32; Tegorzo 30; Juventina 26; Maser 24; Agordina, Foen
22; Castion Loria 21; Sernaglia 18; Altivolese 16; Fioribarp 14; Lentiai 13.
SECONDA CATEGORIA R Sarmede - Francenigo (Bertin di Bassano) Cortina - Fulgor
Farra (Soster di Bassano) Gaiarine - Piave (Forenza di Bassano) Auronzo - Ponte
Alpi (Bordignon di Bassano) Cadore - San Michele Limana - Sois Santa Lucia -
Vazzolese Alpina - Vitt (Vendramin di Treviso) Classifica: Santa Lucia 46;
Vazzolese 41; Limana 39; Gaiarine 36; Ponte Alpi, Cadore 31; Cortina, Fulgor
Farra 27; Sarmede 26; Auronzo 25; Piave 22; Vittsangiacomo, Francenigo 21;
Alpina 18; Sois 13; San Michele 7. COPPA DELLE DOLOMITI San Vittore - Cornei
Castion - Amici Fortogna Alpes Cesio - Comelico Longarone - Arsiè SERIE C
FEMMINILE Alpago - Gazzera (Mezzarobba di Conegliano) Keralpen - Zenky Padova
(Andolfatto di Bassano) Classifica: Padova 50; Villanova 44; Vittorio Veneto
38; Lido Venezia 35; San Martino 34; Alpago 32; Keralpen Belluno 31; Fortitudo
Vr 21; Castagnaro, San Carlo 17; Gazzera 15; Due Monti 12; Musano, Salara 6.
SERIE D FEMMINILE Alpes Cesio - Favaro (Rubino di Belluno) Passarella - Dynamo
Vellai (Calderan di San Donà) Cadore - Treporti (Unterberger di Belluno)
Classifica: Padova (f.cl) 35; Vellai 32; Passarella 26; Favaro 25; Pedemontana
23; Spinea 19; Maser 17; Lughetto 15; Cadore 14; A.Cesio 6; Treporti 3. (rob)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
12 - Udine San Giorgio, la minoranza chiede impegni per la sospensione del
pagamento delle bollette SAN GIORGIO DI NOGARO. «Chiediamo al sindaco, Pietro
Del Frate, affinchè nella veste di membro dell'assemblea del Consorzio
Depurazione Laguna Spa., assuma le necessarie iniziative tese alla sospensione
temporanea dei ruoli coattivi inerenti le bollette 2000 - 2004, da parte del Tubone,
almeno fintantoché non ci sarà certezza del diritto sulla materia». Con un
ordine del giorno presentato nel consiglio comunale di giovedì, la minoranza
consigliare di San Giorgio (Lucio Cinti, Nicola Del Frate, Enzo Bertoldi,
Flavio D'Agostini, Mauro Tecovich e Rachele Di Luca), a chiesto un preciso
impegno del sindaco in merito alla sospensione temporanea dei ruoli coattivi
riguardanti le bollette dal 2000 al 2004, «in quanto - hanno affermato - la
situazione venutasi a creare a seguito del mancato pagamento delle bollette
relative a questi anni, da parte di alcuni utenti del servizio gestito dal
Consorzio di depurazione e considerato che tale ente, ai fini della riscossione
delle bollette ha, dopo le dovute procedure, applicato i ruoli coattivi che
comporterebbero anche il pignoramento dei beni degli interessati. Tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale del
10/10/2008, che nell'articolo 15 si limita a disporre che la tariffa è riscossa
dal soggetto che gestisce il servizio idrico integrato, eliminando ogni
riferimento a quei meccanismi coattivi di riscossione dei tributi espressamente
richiamati nella previdente normativa della L.319/76, sarebbe opportuno
provvedere a formali chiarimenti in materia visto che la vicenda riguarda circa
300 famiglie di San Giorgio e per un importo di circa 60 mila euro. A fronte di
ciò chiediamo l'impegno del sindaco quale membro dell'assemblea del Tubone, per
una sospensione temporanea dei ruoli coattivi». La discussione dell'odg., per
motivi burocratici è stata rinviata alla conferenza dei capigruppo. (f.a.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Cervignano.
La conversione in legge del decreto del governo del 30 dicembre potrebbe dare
interpretazioni diverse alla sentenza della Corte Tubone, in arrivo nuove norme
sui rimborsi Mercoledì si riunirà il consiglio di amministrazione per una prima
valutazione CERVIGNANO. Riesplode la polemica nella Bassa Friulana sui ricorsi
inerenti la riscossione retroattiva del pagamento del canone di depurazione,
dopo la conversione in Legge da parte del Governo del Decreto 208 approvato il
30 dicembre
( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
13 - Pordenone Seconda farmacia, il contenzioso ora approda al Consiglio di
Stato Vertenza legale a Chions. Sviluppi anche nel caso Atonna CHIONS. Sviluppi
in due vicende legali che coinvolgono il Comune di Chions. Si tratta di due
dispute distinte, che in comune hanno ora i ricorsi innanzi al Consiglio di
Stato: motivo per cui la giunta municipale ha dato il via libera a costituirsi
in giudizio. ATONNA. Il primo contenzioso (di vecchia data) è legato alla richiesta
di risarcimento avanzata dal dottor Giuseppe Atonna prima, e dei suoi eredi
successivamente. Questi ultimi hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato
per riformare una sentenza del Tar del 2007, «non essendo ancora soddisfatti -
si legge nella delibera di giunta che autorizza l'ente a far valere davanti al
Consiglio le sue ragioni - delle ingenti somme ricavate». In estrema sintesi,
il dottor Atonna richiedeva danni materiali e deontologici in quanto riteneva
essere stata lesa, dall'allora amministrazione comunale, la sua immagine di
medico. Negli anni, tra spese legali e rimborsi alla famiglia, il Comune ha
sborsato oltre 500 mila euro (uno «stillicidio di risorse della comunità», si
specifica nella delibera). COLLOVINI. L'altra sentenza del Tar impugnata
innanzia al Consiglio di Stato è quella relativa al ricorso, respinto nel 2008,
dal dottor Giulio Collovini, in merito all'istituzione di una nuova sede
farmaceutica nel territorio comunale. I giudici amministrativi avevano in
primis accettato, in sostanza, le osservazioni di Collovini, titolare
dell'unica farmacia del comune, che chiedeva di annullare le delibere di Comune
e Azienda sanitaria, autorizzanti una seconda farmacia e il diritto di
prelazione sulla stessa. In sostanza, i presupposti "topografici" non
c'erano per una nuova farmacia. Rimanevano dei dubbi di
costituzionalità. I giudici del Tar s'erano rivolti alla Corte costituzionale: acquisendone il parere,
aveva respinto il ricorso di Collovini, considerando legittimo il comportamento
dell'ente nell'instaurare il nuovo servizio. Ora, il ricorso in appello per
rivedere quella decisione. (a.s.)
( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
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VI - Genova L´intervista Il senatore pd elogia Genova: "La mia città è
un´oasi in un Paese allo sbando. La ricerca è stata azzerata" Marino,
lezione di bioetica "Destra incivile, la legge non passerà" "Mio
padre lavorava all´Ansaldo e qui ho imparato rigore e serietà" «La legge
sul testamento biologico proposta dal governo Berlusconi è scritta male, lede
le libertà dei cittadini ed è inapplicabile. Un solo esempio: i notai italiani
sono 4.729, dovrebbero eseguire ottantacinquemila atti gratuiti ciascuno, per
certificare le volontà dei singoli. Siamo certi che siano d´accordo?». Ignazio
Marino, chirurgo tra i più noti, professore al Jefferson Medical College di
Philadelphia, presidente della commissione parlamentare d´inchiesta sul
Servizio sanitario nazionale, senatore in costante ascesa nel Pd (la direttrice
dell´Unità Concita De Gregorio l´ha lanciato come uno dei possibili segretari
futuri del partito), è - in primo luogo - un genovese. «Vado molto orgoglioso
di queste mie radici. Mio papà lavorava all´Ansaldo, in questa città ho
imparato il rigore, la serietà, il senso del dovere». E anche un po´ di
umorismo: lo vedi da come sbertuccia le proposte del governo in tema di testamento
biologico. Senatore, bella soddisfazione questo ritorno da Figliol Prodigo.
«Io, con questa città, ho un rapporto strettissimo d´amore. E quando il Rettore
mi ha proposto di inaugurare l´anno accademico ho risposto positivamente, con
orgoglio. E´ il Paese, che mi lascia più perplesso: sogno un´Italia dove non si
dica "fare all´italiana". Da nessuna parte del mondo si dice così: ha
mai sentito "fare all´americana" o "fare all´egiziana"? No,
e il grave è che - se dici "fare all´italiana" - tutti sanno di cosa
si tratta». La legge sul testamento biologico, ad esempio. «La legge ha già
trovato difficoltà nella prima commissione al Senato, che è costituita da una
serie di fini giuristi: non credo si arriverà al referendum
abrogativo, penso che la Corte Costituzionale interverrà ben prima». Vediamo i
singoli errori. «Io credo che testamento biologico significhi libertà di
scelta, di terapia. Se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non
può farlo quando non è più in grado, se lo ha chiesto prima?». Parliamo
di casi concreti. «Me ne vengono in mente tre. Il primo è proprio genovese.
C´era questa signora Maria che non voleva farsi amputare la gamba. Con questa
legge della destra, si chiama l´Autorità Giudiziaria e, quando la signora è
incosciente, le si taglia la gamba. E´ giusto?». Ci dovrebbe essere un medico
apposta. «Le cito gli altri due casi. Curavo un ragazzo, Testimone di Geova.
Gli dico: o accetti il trapianto di fegato e le trasfusioni necessarie, o
muori. Lui mi risponde: se lei mi fa vivere fino a ottant´anni ma poi sarò
dannato eternamente perché la mia religione me lo dice esplicitamente, crede
che sia giusto? Ovviamente io non posso far mutare le convinzioni religiose di
una persona. L´altro esempio è opposto: c´era un medico devastato dal cancro.
Io, serenamente, gli spiego che operarlo sarebbe, per conto mio, accanimento
terapeutico. Lui mi risponde che il suo unico figlio si laureerà il prossimo
anno e che per lui non c´è felicità maggiore che assistere alla laurea. Bene, è
morto sei mesi dopo la cerimonia. Ed era felice. In entrambi i casi, da medico,
avrei agito in maniera opposta alla volontà del paziente». Cresce il numero di
italiani contrari ad una "decisione per legge". «Con Marcello Lippi e
Luciana Littizzetto abbiamo stilato un appello in questo senso. L´hanno
sottoscritto, finora, duecentomila persone. Qualcosa vorrà pur dire». Il
governo va avanti a testa bassa. «Questo governo di destra deve solo
vergognarsi. A Lisbona, nel 2001, l´Italia sia era impegnata ad investire il tre
per cento del Prodotto interno lordo in ricerca e sviluppo. Allora eravamo
all´1,1 per cento. Oggi, con i tagli di Berlusconi, siamo scesi allo 0,9. La
Francia l´ha appena raddoppiato, la Svezia è salita al 4,27. E non parliamo di
governi di sinistra». (r. n.)
( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
DALLA
PRIMA/LORENZONI NO ALLE LEGGI BAVAGLIO SEGUE DALLA PRIMA Articolo 104: «La
magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro
potere»... Articolo 109: «L'autorità giudiziaria dispone direttamente della
polizia giudiziaria. Articolo 112: «Il pubblico ministero ha l'obbligo di
esercitare l'azione penale». Il disegno di legge sulle intercettazioni, che il
governo si appresta a presentare, nei prossimi giorni, alla Camera dei Deputati
incrocia l'altro disegno di legge che riforma il processo penale e che il
governo considera «un'articolata riforma della giustizia, per rendere il
processo più giusto e veloce». Il combinato disposto dei due progetti si
delinea, invece, come un attacco alla libertà e al pluralismo delle
informazioni e svuota la funzione del pubblico ministero, violando platealmente
i dettami costituzionali soprarichiamati. Infatti, i limiti di tempo, con la
sola esclusione dei reati di mafia e terrorismo, imposti alle intercettazioni,
di fatto le rendono inutili, anche perché per poterle realizzare deve esserci
il presupposto «dei gravi indizi di colpevolezza» (finora bastavano gli indizi
di reato). E' chiaro che così viene totalmente vanificato questo formidabile
strumento di indagine. Diventerebbero impossibili le indagini contro ignoti,
cioè per la maggior parte delle violenze e degli abusi, pedofilia, spaccio di
droga e racket delle scommesse. Secondo questa proposta di legge, il pubblico
ministero dovrà essere non solo privato dell'arma delle intercettazioni ma deve
essere anche senza volto. Se apre bocca su un provvedimento in corso finisce
indagato e deve lasciare l'indagine. Ma soprattutto il pubblico ministero non
sarà più padrone dell'inchiesta perché un fascicolo non potrà più nascere sulla
base di un articolo di giornale, per una informazione assunta da lui o per una
sua intuizione, ma solo e quando la polizia giudiziaria acquisirà gli elementi
di reato. E se la polizia giudiziaria, che dipende da un ministro o da un
governo, risentisse degli umori del ministro di turno nel ricercare le notizie
di reato? Il sistema che maggiormente tutela i cittadini è quello in cui è
garantita l'indipendenza dei pubblici ministeri dal potere politico. Ecco
perché dare meno autonomia a loro, rispetto alla polizia giudiziaria, rischia
di incidere negativamente su questo sistema. Perchè è grazie all'autonomia del
pubblico ministero dal potere politico che si sono potute condurre le inchieste
su Tangentopoli e perseguire le collusioni criminali fra politica e
imprenditori e indagare sulle stragi mafiose. Ridurre il perimetro d'azione del
pubblico ministero soltanto alle notizie di reato portate dalla polizia
giudiziaria significa ingessare l'azione investigativa. Un'altra perla del
disegno di legge è quella che prevede che non potranno più piùessere utilizzate
come prova le sentenze passate in giudicato. Pertanto, la sentenza Mills,
quattro anni e sei mesi a questo legale di Berlusconi, perchè, corrotto dal
presidente del consiglio, lo ha favorito testimoniando il falso in alcuni processi
a suo carico, non potrà essere utilizzata contro il premier quando il lodo
Alfano cesserà, un giorno, i suoi effetti. Anche la stampa, infine, non potrà
più parlare delle indagini fino alla celebrazione dell'udienza preliminare.
Nessuno saprà niente, per anni. Ciò che è segreto deve rimanere tale. Come se
non fosse stata proprio la puntualità di certe inchieste giornalistiche a far
emergere tante verità e scandali. Se la legge che il governo si appresta a far
varare fosse stata in vigore in questi anni, sarebbe calato il silenzio su
scandali come i crack Parmalat, Cirio, Enimont ecc. Non si sarebbe saputo
niente sulle nefandezze e sulle morti nella clinica Santa Rita. Senza il lavoro
dei cronisti non si sarebbe scoperto il sistema di calciopoli. E potremmo
proseguire. Brutta immagine del Paese? Forse, ma non da nascondere, da
affrontare! Estendendo la segretezza a tutta la fase delle indagini preliminari
si viola, innanzitutto, l'interesse dei cittadini ad essere informati. Il black
out dell'informazione viola un diritto costituzionale,
riconosciuto anche da una sentenza della Giustizia Europea. Per tutto questo,
in un appello congiunto al Capo dello Stato, la Fnsi e la Fieg ribadiscono: «Se
il disegno di legge sulle intercettazioni venisse approvato, si tornerebbe al
codice Rocco del 1930 e verrebbero violati il diritto di informare e quello di
essere informati e, con essi, la Costituzione che li tutela». Infine, vorrei
ricordare al ministro Alfano che l'Articolo 110 della nostra Costituzione,
recita: «Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura,
spettano al Ministro della giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei
servizi relativi alla giustizia». E' doveroso ricordare che i veri mali della
nostra giustizia sono la lentezza dei processi e la certezza della pena, che
sembrano scomparsi dal dibattito e comunque non vengono affrontati dal disegno
di legge in questione. Dal Ministro della giustizia i cittadini attendono
provvedimenti che si concentrino su quella che è la vera emergenza: il
funzionamento del servizio. Ministro, non perda tempo, per compiacere al suo
presidente del Consiglio, a confezionare lodi Alfano, che
confidiamo vengano cancellati dalla Corte Costituzionale, né disegni di legge
che ci auguriamo destinati alla stessa sorte, ma affronti i problemi che
restano ancora tutti aperti, compresi i tagli e i vuoti di organico nei
tribunali. Lasci perdere la separazione delle carriere, l'abolizione
dell'obbligatorietà dell'azione penale e la riforma del C.S.M. anche se
stanno tanto a cuore al centrodestra. Tenga presente che ci sono ancora tanti
italiani disposti ad impegnarsi per salvaguardare i diritti di libertà che la
Costituzione sancisce e tutela. Umberto Lorenzoni Presidente Provinciale
A.N.P.I.
( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
13 - Livorno Reversibilità del divorziato, ecco come dividerla fra la nuova
compagna e la ex Più spazi per il giudice per decidere in che modo dividere
l'assegno fra il coniuge attuale e quello precedente FELICE SILVESTRI LIVORNO.
La signora Laura B., casalinga, è separata legalmente dal coniuge dal '96 e
percepisce mensilmente l'assegno alimentare. Il proprio marito da circa 5 anni
convive con un'altra donna, anch'essa separata. L'uomo ha recentemente
dichiarato di voler chiedere il divorzio per normalizzare con la sua nuova
compagna la situazione familiare. Qualora ciò dovesse accedere, la lettrice
chiede di essere aggiornata sulla sua posizione per quanto concerte il diritto
alla pensione di reversibilità, in caso di decesso dell'ex coniuge, pensionato
Inps, rispetto allo stato di separazione. Questa la nostra informativa. In caso
di separazione, il diritto alla pensione di reversibilità pari al 60% del
trattamento pensionistico percepito dal coniuge deceduto. Sussiste in caso di
separazione consensuale, senza colpa, o per colpa con erogazione dell'assegno
alimentare. In caso di divorzio, la legge n. 263 del 28 dicembre 2005, di
interpretazione autentica della legge n. 898/1970 intesa a garantire un
orientamento uniforme da parte della magistratura, ha confermato che il diritto
alla pensione di reversibilità all'ex coniuge compete solo in presenza
dell'assegno divorzile. Ne consegue che le domande di pensione presentate dai
coniugi divorziati, per essere accolti, dovranno essere corredati dalla
sentenza del tribunale attestante la titolarità dell'assegno divorzile. Nel
caso in cui alla morte del pensionato siano presenti due coniugi (quello
divorziato con l'assegno divorzile e quello del secondo matrimonio), la legge
riconosce ad entrambi il diritto alla pensione ma rispetto alla legge n.
898/1970 secondo cui l'assegno deve essere ripartito in base alla durata legale
dei due matrimoni; la Corte Costituzionale, con la sentenza
ne. 419/1999, allo scopo di avviare ai possibili casi di iniquità, ha conferito
al giudice un ampio margine di discrezionalità stabilendo che la pensione pari
al 60% del trattamento percepito dal soggetto deceduto, venga assegnato tenendo
conto non solo della durata dei due matrimoni, ma anche delle condizioni
economiche dei due coniugi superstiti. Anche i divorziati e separati, al pari
degli altri coniugi titolari pensione di reversibilità, soggiacciano alla
normativa relativa al divieto di cumulo, introdotta con la legge n. 335/1995
(riforma Dini), secondo cui, in presenza di un certo reddito il trattamento
pensionistico subisce una decurtazione nella seguente misura: * 25% se il
reddito personale annua, oltre alla pensione, supera tre volte il trattamento
minimo; * 40% se il reddito personale annuo, oltre alla pensione, supera
quattro volte il trattamento minimo; * 50% se il reddito personale annuo, oltre
alla pensione, supera cinque volte il trattamento minimo. Da tener presente che
non costituisce reddito i trattamenti di fine rapporto e loro eventuali
anticipazioni; lasa di abitazione; le competenze arretrate soggette a
tassazione separata; la pensione stessa di reversibilità e qualunque altra
pensione di reversibilità di cui il soggetto risulti titolare. Se la pensione
di reversibilità è ripartita tra l'ex coniuge divorziato ed il coniuge
superstite, il divieto di cumulo si applica separatamente poiché le due quote
di pensione sono da considerarsi distinte l'una dall'altra. In conseguenza di
ciò può pertanto accordare che uno dei soggetti sia interessato alla
decurtazione della pensione, in quanto titolare di reddito personale che supera
i limiti sopra richiamati e l'altro, invece, no perché i suoi redditi non
superano i limiti di legge.
( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
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MARINO
(PD): «OFFESA LA LIBERTàDEI CITTADINI» LA CRITICA GENOVA. «La legge sul
testamento biologico proposta dal governo Berlusconi è scritta male, lede la
libertà dei cittadini ed è inapplicabile. Prevede che i notai prestino
gratuitamente la loro opera per raccogliere le volontà degli italiani, ma non è
stato nemmeno ascoltato l'ordine professionale prima di scriverla. E non so se
è possibile imporre a ogni notaio di f re nel corso della sua vita
professionale, mediamente, 85.000 atti gratuiti». Il professore di chirurgia e
senatore del Pd Ignazio Marino, a margine dell'inaugurazione dell'anno
accademico dell'Università di Genova torna a criticare la bozza della
maggioranza sul trattamento di fine vita. «La legge - sottolinea Marino - ha trovato difficoltà già nella prima commissione al Senato e prima
di un possibile referendum sono certo che sarà inevitabile l'intervento della
Corte Costituzionale. Testamento biologico significa libertà di scelta, di
terapia, non obblighi - spiega Marino - se una persona può scegliere quando è
cosciente, perché non può farlo quando non è più in grado di farlo se lo ha
chiesto prima?». «Io - conclude Marino - non sono per il fare
all'italiana, le soluzioni fuori dalle regole, come ad esempio portare i
pazienti terminali a casa. Ho deciso di fare politica proprio per mettere delle
regole 01/03/2009
( da "Riformista, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta,
per il presidente meglio l'incarico triennale segue dalla prima pagina La
critica fa supporre che la liquidazione e la pensione dell'ex presidente Flick,
e degli altri 15 ex presidenti suoi predecessori, siano maggiori rispetto al
trattamento che avrebbero ricevuto se avessero concluso il
mandato alla Corte Costituzionale da "semplici" giudici. Non è così,
e già al momento dell'elezione, quando questa inesattezza fu espressa da altri
quotidiani, avevo avuto modo di precisarlo: la retribuzione del presidente
della Corte è identica a quella dei giudici, e su questa retribuzione vengono
calcolate sia la liquidazione (il trattamento di fine rapporto) sia la
pensione (o la quota di pensione) maturata. Il presidente riceve altresì
un'indennità di rappresentanza, pari a un quinto della retribuzione, che si
esaurisce con il mandato e non è pensionabile, né incide sulla liquidazione.
Naturalmente si può anche discutere sull'opportunità e, tantoppiù, sulla
necessità di tale indennità (che ho ricevuto per tre mesi, per un totale di
10mila euro al netto delle ritenute fiscali); e infatti avevo immediatamente
espresso il desiderio di rinunciarvi. Ma poiché l'indennità è prevista dalla
legge, e appariva più complesso rifiutarla che riscuoterla, ho dato
disposizione di utilizzarla effettivamente per il pagamento di tutte le spese
di rappresentanza in occasione della pur breve presidenza, che altrimenti
avrebbero gravato sulle spese generali della Corte: per esempio il pranzo con i
25 ambasciatori dell'Unione europea, a simbolica chiusura del 60° anniversario
della Costituzione e quale auspicio per la prossima entrata in vigore del
Trattato di Lisbona. Una volta cessato il mandato, non vi è alcuna differenza
di trattamento tra gli ex giudici, che siano stati o meno presidenti. E tutti
usufruiscono dell'auto di servizio con autista. Benefit certamente discutibile,
ma che nulla ha a che fare con la presidenza e la sua durata. La seconda
questione è importante, e di rilievo istituzionale. La consuetudine (non priva
di eccezioni) di eleggere presidente il giudice più anziano in carica, quale
che sia il tempo residuo per il compimento dei nove anni, è normalmente
attribuita al carattere collegiale della Corte, nella quale il presidente non
ha alcuna prerogativa in più rispetto ai 14 colleghi, salvo il valore decisivo
del suo voto in caso di parità (circostanza oltretutto solo eventuale, perché
la Corte è composta da 15 giudici). Io preferirei che si tornasse alla regola
del mandato triennale del presidente, sia pure senza derogare alla durata
novennale della carica, come avevano previsto i Padri costituenti. Ne
guadagnerebbero il prestigio e la credibilità della Corte, organo di garanzia
citato da tutti ma spesso sconosciuto o confuso con un organo giurisdizionale.
E l'ho detto pubblicamente il 18 novembre scorso, al momento della mia
elezione: «Non ho mai nascosto di considerare saggia quella regola. Essa
tuttavia, per essere attuata, richiederebbe una riflessione, forse anche da
parte del legislatore, sulla durata minima della carica e sulle funzioni
presidenziali». Quando la Costituzione fu scritta, si immaginava un collegio in
cui tutti i 15 giudici sarebbero entrati in funzione contemporaneamente, quindi
era logico porsi il problema di una durata massima per il presidente (tre anni,
rinnovabili). Le vicende, personali e politiche, a cominciare dalle dimissioni
anticipate del primo presidente, Enrico De Nicola, fanno sì che la composizione
cambi gradualmente e continuamente (il che è una ricchezza per la funzionalità
e la continuità dell'organo). E pongono un problema allora imprevisto:
stabilire una durata minima, come pure era stato ipotizzato nella commissione
Bicamerale per le riforme costituzionali. Giovanni Maria Flick 01/03/2009
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROVIGO
pag. 4 SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la
seconda ... SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la
seconda lezione magistrale tenuta dalla professoressa Giuditta Brunelli (foto)
sul tema: L'altra faccia dell'uguaglianza. La lezione si inseriva nel progetto
Conosci la Costituzione' promosso dall' associazione polesana Viva la
Costituzione', dalla Provincia, dalla Accademia dei Concordi, con il sostegno
della Fondazione Cariparo e programmata dal dipartimento di Scienze Giuridiche
dell'Università di Ferrara. La relatrice ha messo in evidenza che da tempo
l'eguaglianza è declinata come criterio generale di ragionevolezza dell'ordinamento
giuridico: il legislatore è vincolato a trattare in modo eguale eguali
situazioni, in modo ragionevolmente diverso situazioni tra loro
differenti.Prossimo appuntamento: venerdì 6 marzo, ore 16, alla sede della
Facoltà di Giurisprudenza di viale Marconi. Sarà il
professore Paolo Veronesi (associato di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara) a svolgere una lezione seminariale
sul tema La Corte costituzionale come giudice dei diritti'. L'incontro è riservato ai soli
iscritti alla scuola.
( da "Giorno, Il (Brianza)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
LIMBIATE
LAZZATE pag. 14 Tassa di depurazione tolta dalle bollette Servizio inesistente.
Si paga il 30% in meno di GABRIELE BASSANI COGLIATE LA TARIFFA di depurazione
sparirà anche dalle bollette dell'acqua di Lazzate, Misinto e Cogliate, almeno
fino a quando questi tre Comuni non saranno collegati al depuratore di Pero.
Dopo l'ormai celebre sentenza della Corte costituzionale, Amiacque srl, che
gestisce gli acquedotti di questi tre Comuni ha effettuato una serie di
verifiche sul territorio. «Dalla quale - puntualizza Amiacque - è emerso che
nei Comuni (o in alcune zone di essi) di Ceriano Laghetto, Cogliate, Lazzate,
Misinto, la rete fognaria non è collegata alla depurazione». Di qui la
decisione di non applicare la tariffa. Quindi, già dalla prossima bolletta, che
riporterà i consumi dell'ultimo trimestre 2008, la tariffa di depurazione non
comparirà più e l'importo complessivo risulterà quindi ridotto di circa il 30%
rispetto a quanto pagato fino ad oggi. Se per il presente la situazione appare
chiara, lo stesso non si può dire per il passato e, soprattutto, per il futuro.
«Rispetto alle richieste di rimborso delle quote non dovute che gli utenti
hanno corrisposto per il servizio di depurazione - spiega la società - sono in
corso una serie di approfondimenti interpretativi su ulteriori aspetti
applicativi della decisione assunta dalla Corte Costituzionale». Quanto al
futuro, lo stesso presidente Tiziano Butturini spiega che «con la soluzione
provvisoria in fase di realizzazione a sud di Ceriano, nel giro di due mesi i
Comuni mancanti saranno collegati al collettore e quindi la tariffa potrà
essere applicata ai residenti». A CHI CONTESTA questa ipotesi evidenziando che
si tratta di una soluzione la cui efficacia è tutta da dimostrare, Butturini
replica: «si tratta di un progetto presentato da tecnici, le valutazioni
spettano a loro. Per noi è importante non scaricare più nel torrente». Ma è il
senatore leghista Cesarino Monti ad annunciare di volersi mettere di traverso:
«Forse ad Amiacque sfugge che l'altroieri è stato approvato in Parlamento un
decreto che parla chiaro, se i carrozzoni che gestiscono le reti pensano di
aggirarlo per poter continuare a fare cassa senza dare servizi adeguati, si
sbagliano di grosso».
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Domenica
01 Marzo 2009 Chiudi Le insidie stradali La sentenza n. 1691 della Corte di
Cassazione, pubblicata nel gennaio scorso, è stata emessa a favore di un
ciclomotorista che aveva chiesto il risarcimento dei danni al Comune di Roma
per essere scivolato, in città, su una macchia d'olio e finito all'ospedale.
Questo importante giudizio della Suprema Corte si inserisce, innovando, nella
corposa giurisprudenza riguardante le insidie stradali che, anni addietro,
applicava ai Comuni la responsabilità extracontrattuale prevista dall'art. 2043
del Codice civile. In tempo successivo l'orientamento è mutato ed ora, con la
sentenza in questione, il carattere della responsabilità viene ricondotto
chiaramente nell'art. 2051 del medesimo Codice (danno cagionato dalle cose che
si hanno in custodia). La differenza non è affatto di lana caprina. Nel suo
giudicato, la Cassazione è partita dalla pronuncia n.156/1999
della Corte Costituzionale che esonerava dalla responsabilità la Pubblica
Amministrazione, soltanto se "sul bene di sua proprietà non sia possibile
(...), per l'elevata estensione del territorio, un continuo controllo, idoneo
ad impedire l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti". Più
avanti e già nel 2006, per le strade comunali "inserite all'interno della
perimetrazione del centro urbano", ancora la Cassazione aveva fatto un
ulteriore passo avanti a favore del cittadino sinistrato. Ora, la presunzione è
diventata pressoché oggettiva. "Va affermato il principio - si legge nel
dispositivo della 1691 - che la presunzione di responsabilità per il danno cagionato
dalle cose che si hanno in custodia, stabilita dall'art. 2051 c.c., è
applicabile nei confronti dei Comuni, quali proprietari delle strade del
demanio comunale". D'altro canto, l'art.14 del Codice della strada assegna
all'Ente locale il compito di "provvedere alla manutenzione, gestione e
pulizia delle strade di sua competenza". Ordunque, tutto quanto premesso
in diritto, vista la precaria tenuta di alcune arterie urbane e suburbane di
Terni, considerato che non sono pochi i tratti interessati da buche, sconnessioni
e rattoppi fuori livello, se ne deduce la possibilità di adire le vie legali
contro in Comune per danni conseguenti a sinistri aventi causa in capitomboli
sull'asfalto. E, per estensione interpretativa, chissà che uguale
"chiamata in giudizio" non possa valere anche per gli incidenti
derivanti dalla estrema usura o cancellazione degli attraversamenti pedonali.
Comunque sia, gli "inquilini" del Palazzo (Spada) sono invitati a
stare in campana. Adriano Marinensi Terni Il diritto di voto La circolare n. 2
del 22 gennaio 2009 della Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del
ministero dell'Interno dà indicazioni sulla procedura di voto per l'elezione
dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia da parte dei cittadini
dell'Unione europea residenti in Italia. Con questa circolare si ricorda che
tutti i cittadini dei paesi membri dell'Unione europea che risiedono in Italia
potranno votare alle prossime elezioni europee se e solo se si registreranno
entro il 9 marzo presso gli uffici comunali competenti. Nella stessa circolare
si dice anche che i cittadini dell'Unione residente in Italia, compresi i
cittadini dei Paesi di recente adesione, per poter esercitare il diritto di
voto per i membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia devono presentare
al sindaco del comune di residenza domanda di iscrizione nell'apposita lista
aggiunta istituita presso lo stesso comune. Con riferimento ai Prefetti ed ad
altri soggetti nella circolare si rammenta di sensibilizzare "i sindaci
dei comuni delle rispettive province affinché promuovano ogni opportuna
attività, a livello locale, diretta a pubblicizzare al massimo la facoltà per i
cittadini comunitari di votare per i membri del Parlamento europeo spettanti
all'Italia". Anche in base a questi riferimenti, ma confidando in
particolare nella sua sensibilità di amministratore di Perugia, attento ai
diritti democratici dei cittadini e al ruolo internazionale che la nostra città
ha in Italia e in Europa, chiediamo al sindaco Renato Locchi di adoperarsi al
massimo - come già sta avvenendo nei siti internet del Comune - per dare piena
attuazione a questa disposizione, anche in riferimento alle prossime elezioni
amministrative, attraverso l'affissione di manifesti nelle vie della città a
cura del Comune per consentire ai cittadini comunitari di esercitare il proprio
diritto al voto. Andrea Maori Pierfrancesco Pellegrino Segreteria
dell'associazione radicaliperugia.org
( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Provincia perde il primo round davanti al tribunale amministrativo regionale
nel caso della formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti
insegnanti scolastici La Provincia perde il primo round davanti al tribunale
amministrativo regionale nel caso della formazione delle graduatorie per titoli
degli aspiranti insegnanti scolastici. Accogliendo la richiesta avanzata da
Francesca Tosone, iscritta all'ultimo anno dei corsi di specializzazione
all'insegnamento secondario (nella foto alcuni corsisti) che aveva presentato
ricorso contro il bando approvato dalla giunta Dellai, il Tar ha infatti
ordinato all'amministrazione di piazza Dante di inserirla con riserva nelle
graduatorie provinciali. «Il pregiudizio allegato dalla ricorrente - scrivono
infatti i giudici amministrativi - è grave e irreparabile, perché il bando in
controversia non le consente la presentazione della domanda di inserimento con
riserva nelle graduatorie provinciali in tempo utile per il prossimo anno
scolastico». Nonostante la Provincia abbia competenza primaria in materia di
scuola, in questo caso secondo il Tar si deve rispettare la normativa
nazionale, in particolare la legge 143 del
( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-01 num: - pag: 10
categoria: REDAZIONALE Il fronte dei «dissidenti» «Non se ne farà niente ma se
il ddl di Calabrò arriverà in Aula non lo voterò» Cossiga: la proposta del Pdl
non va, divide i cattolici ROMA — Scommette Francesco Cossiga: «Ci sono troppe
divisioni sia nella maggioranza che nell'opposizione. Credo proprio che alla
fine non se me farà un bel niente ». Ma avverte: «Non ho dubbi: se alla fine
dovesse arrivare al Senato quel testo io non lo voterei». In altre parole,
all'ex Presidente della Repubblica non piace affatto il testo sul testamento
biologico che porta la firma di Raffaele Calabrò. Cioè quello a cui fa
riferimento la coalizione di centrodestra. Non gli piace da cittadino italiano
e non gli piace da cattolico. L'ideale, spiega, sarebbe stato che il Parlamento
«non si occupasse per niente della "fine vita"», come ha invocato
Giuseppe Pisanu qualche giorno fa, lasciando quindi le cose così come stanno.
Però, a differenza dell'altro ex democristiano sardo, ritiene che, dopo il caso
di Eluana, di fronte a quelle che giudica «invadenze di campo della
giurisdizione nella legislazione, si rendeva necessario un intervento». Perché
è decisamente contrario alla sentenza della Corte di Cassazione che ha offerto
a Beppino Englaro la possibilità di interrompere la nutrizione e l'idratazione
della figlia Eluana. Fare una legge è quindi d'obbligo. Ma perché, si chiede,
redigere un testo che rischia di creare «inutili guerre di religione»? Il
riferimento è alla frattura che si è creata non solo fra cattolici e laici, ma
anche fra cattolici di entrambi gli schieramenti. Fino alla lettera dei 53
parlamentari «pro life» alla quale ha aderito egli stesso insieme ad esponenti
del Pdl come Alfredo Mantovano. Il relatore del testo in discussione in
Parlamento l'ha bollata come espressione di una «corsa » a chi fa di più il
cattolico. La risposta di Cossiga è severa. Dice che «non si tratta affatto di
concorrenza tra cattolici, anche perché tra i firmatari » del manifesto critico
nei confronti del testo Calabrò, «c'è un amico ebreo, deputato del Pdl, che
crede nei valori ». Cioè Alessandro Ruben. E continua: «è
una questione di realismo nei confronti di una magistratura che, dalla Corte di
Cassazione alla Corte Costituzionale, con arzigogoli giuridici ha mandato a
morte una ragazza». E allora, se si vuol fare una legge la si faccia, invita
Cossiga, ma «breve», per evitare equivoci nonché possibili forzature
interpretative. E, soprattutto, «guerre di religione ». Una mini-legge
che stabilisca alcune, precise, strettoie: «l'alimentazione e l'idratazione non
costituiscono accanimento terapeutico», «si lasci al medico curante di
giudicare se un supporto farmacologico e meccanico costituisca o meno, ad un
certo punto della cura, un accanimento terapeutico», comunicandolo «per
iscritto ai familiari o al tutore», e «si riservi al giudice il giudizio su ricorsi
presentati contro la decisione del medico di interrompere le cure». Ma,
soprattutto, «non si preveda alcun testamento biologico», nè dichiarazione
anticipata, che possa fungere da anticamera dell'eutanasia. Roberto Zuccolini
( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Codroipo.
Il resoconto dell'attività 2008 dell'associazione Aifa. All'opera ci sono 12
autisti volontari con due mezzi Trasporto anziani, in un anno 400 viaggi
CODROIPO. Aumentano i servizi dell'Aifa di Codroipo. L'associazione ha reso
noto in questi giorni i dati sui trasporti effettuati nel
( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
52 del 2009-03-01 pagina 0 La bugia di Dario: "Anti-Cavaliere io?" di
Paola Setti Franceschini: "Non so cosa sia l?antiberlusconismo". Ma
dal voto non ha mai smesso di offendere il premier "Vecchio",
"autoritario", "contro l?Italia". Per fortuna aveva
dichiarato: "Basta fondare alleanze contro di lui". Il cattolico
Rutelli esce dall'ombra e gioca fare l'ex a casa dei radicali Dev?esser perché
«non so cosa sia l?antiberlusconismo», che Dario Franceschini dà del dittatore
a Silvio Berlusconi e nello stesso minuto nega di volerlo fare. Dev?esser così,
sennò vacci a capire. Ieri il neo eletto segretario del Pd è riuscito in un
esercizio che nemmeno la Metamorfosi di Kafka. Le agenzie hanno battuto le sue
dichiarazioni a distanza di pochi secondi nello stesso minuto. Ore 14.14:
«Elezioni: Franceschini, in gioco futuro democrazia». E poi subito dopo, sempre
ore 14.14: «Pd: Franceschini, non so cosa sia l?antiberlusconismo». Del resto lo
ha detto lui stesso, son due giorni che lo ripete Franceschini, da Varese a
Bari in una corsa contro il tempo verso le elezioni amministrative ed europee
di giugno: «Gli errori di Veltroni sono anche i miei errori, me ne prendo tutta
la responsabilità». Ecco, e allora avanti tutta, ma come prima. Il suo
predecessore alla guida del Pd neppure lo nominava mai, Berlusconi, in campagna
elettorale, perché - avvertiva ogni due per tre anche a costo di suscitare
malumori e fischi dei suoi in piazza -, «è finita l?epoca delle alleanze in
funzione anti-avversario». Come finì si sa, la non belligeranza durò lo spazio
di pochi giorni dopo il voto, il tempo di giustificare la creazione del governo
ombra con un «lo variamo perché faremo un?opposizione costruttiva e non fatta
di soli no» ed ecco Veltroni alzare il tiro sempre di più, potenza della
necessità di non farsi superare a sinistra da Antonio Di Pietro e di tentare,
invano, di dare un?identità a un Pd prigioniero di lotte intestine. Ecco. Solo
che Franceschini è più veltroniano di Veltroni. «Io non so cosa sia
l?antiberlusconismo, è il governo che sceglie la politica dell?annuncio e anche
quando si è riformisti o moderati la voce va alzataquando va alzata», ha detto
ieri nella seconda tappa del suo tour nel Paese. Già. Solo che poi vai a
rileggere le sue dichiarazioni dell?ultimo anno e scopri che Franceschini il
«moderato » con gli attacchi al premier si cimenta da mesi, e con notevole
sforzo di fantasia. A marzo Berlusconi era un «aggressore» cui serviva «una camomilla»,
ad aprile era «vecchio per guidare il Paese» oltreché bugiardo; a settembre
intimidiva la Corte Costituzionale, a ottobre attaccava leistituzioni, a
novembre era «superficiale e arrogante», a dicembre lavorava «contro gli
italiani»; una settimana fa si comportava come «un padrone» e aveva
«concentrato il potere» su di sé, l?altroieri bisognava difendere la democrazia
da lui. Una pausa - capello scolpito, occhialino tondo e aria dimessa -
Franceschini se l?era presa nel maggio 2008: Veltroni aveva appena ucciso
l?Unione, la sinistra radicale era appena stata sbattuta fuori dal parlamento e
lui supportò il segretario annunciando grave: «Mai più alleanze
anti-Berlusconi. Indietro non si torna, d?ora in poi solo alleanze costruite
sulla base di convergenze programmatiche». Vagli a credere col senno di poi,
visto che nella stessa dichiarazione l?attuale leader del Pd che ha sostituito
Veltroni senza primarie infilò l?auspicio di «anticipare il congresso previsto
entro il 2009 con le primarie», aggiungendo che «però la leadership di Walter
non è in discussione». Così, passata l?estate, Franceschini ricominciò con
l?attacco a ritmo quotidiano. 28 settembre, polemica sul lodo Alfano: «Siamo di
fronte a untentativo gravissimo di Berlusconi di intimidire la Corte
Costituzionale». Stesso giorno, altro tema: «Mi sembra che Berlusconi sia
sempre più nervoso. Evidentemente i trattamenti rilassanti di Messegué non sono
bastati». 3 ottobre, caos sulla decretazione d?urgenza: «Quello di Berlusconi è
un imbroglio, scambia la giusta voglia degli italiani per le decisioni con uno
stravolgimento del regime democratico». 25 ottobre, il giorno della
manifestazione del Pd al Circo Massimo: «Berlusconi è patetico e impaurito». 14
novembre, delirio sul caso Villari: «Berlusconi è un misto di arroganza e
superficialità. Un uomo che non conosce l?abc di una democrazia parlamentare ».
24 novembre: «Berlusconi sembra che viva tutto come un fastidioso ingombro alla
sua luminosa azione di governo». 6 dicembre: «Berlusconi è l?ultimo al mondo
che può parlare di questione morale. Provi a ripetere la stessa frase davanti
allo specchio e vedrà che non ci riuscirà neppure lui per la vergogna ». 10
dicembre: «Berlusconi è l?unico capo di governo al mondo che non accetta,
nemmeno psicologicamente, l?idea che esista l?opposizione e passa le giornate a
insultarla». 1 dicembre :«Berlusconi minaccia di cambiare la Costituzione da
solo, è contro gli italiani».12dicembre: «Berlusconi si comporta non come chi è
chiamato a governare, ma come chi comanda. Però la democrazia italiana è più
forte di Berlusconi». Nell?ultima settimana, quella che lo ha incoronato leader
Pd, deve aver cambiato idea: «Berlusconi ha in mente una forma moderna di
autoritarismo» ha detto il 21 febbraio, «vuole un Paese in cui il potere viene
sempre più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona» ha rincarato
il 22, quindi «bisogna alzare la voce in difesa della democrazia» ha avvertito
negli ultimi due giorni. Epperò: mai stato antiberlusconiano in vita mia. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Avvenire" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA
01-03-2009 «Nel Pdl posizione unitaria» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI L o
slittamento dell'arrivo in aula del Senato del disegno di legge sul fine vita,
non sarà «un differimento alle calende greche». Lo ha assicurato il presidente
del Senato, Renato Schifani, che venerdì aveva anticipato un possibile rinvio.
«I tempi non sono maturi per portare in aula il testo sul testamento biologico
il 5 marzo, come avevamo fissato», ha detto la seconda carica della Repubblica,
a margine della conferenza nazionale 'Le città della cultura', a Torino. «Non
sta a me stabilire le date ha precisato ne parleremo martedì prossimo nella
conferenza dei capigruppo ». Alla domanda se ciò significasse un rinvio a dopo
le europee, Schifani ha risposto negando decisamente: «Niente affatto, se occorrerà
qualche altra settimana la daremo, ma il nostro punto di riferimento non è
certo la scadenza delle elezioni europee. Non ci sarà un differimento alle
calende greche». «Qualche giorno in più è pensabile se il confronto è
costruttivo e si rinuncia ad ogni forma di ostruzionismo», ha concordato il
ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, assicurando che nel Pdl «c'è una
posizione largamente unitaria» sul fine vita». Nel suo partito, ha spiegato il
ministro, «c'è una larghissima convergenza circa il valore della vita, con
alcune eccezioni di segno diverso. Nel Pd mi pare ci sia una situazione
opposta». Per il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, è «un
segno di saggezza, e non esprime un'intenzione a rinviare a tempo indeterminato
», l'indicazione sui tempi di lavoro data da Schifani. Per Cicchitto è
«auspicabile, come ha rilevato il ministro Bondi,» che si arrivi a realizzare
delle intese, ad esempio con alcune delle proposte avanzate da Francesco
Rutelli. Il ddl del relatore Raffaele Calabrò, ha affermato il capogruppo del
Pdl, «non può essere riportato indietro a soluzioni che di fatto vanificano
ogni possibilità concreta di testamento biologico, anche al netto
dell'esclusione della disidratazione e dell'arresto dell'alimentazione ».
«Credo che non si debba perdere tempo ha osservato il leader dell'Udc, Pier
Ferdinando Casini Se si tratta di aspettare quindici giorni va bene, ma non può
essere un rinvio sine die». L'ex presidente della Camera ha ricordato i motivi
per cui è necessaria l'approvazione di una norma con sollecitudine: «Abbiamo
aspettato tanti anni per fare una legge. Si è determinato un far west. I
giudici sono intervenuti a spiegare quale doveva essere l'applicazione della
legge, il che è stato improprio». Per il ministro dell'Attuazione del programma
e leader della Dca, Gianfranco Rotondi «gli estremismi di una parte e
dell'altra frenano il confronto », per questo ha auspicato «una discussione più
serena sui temi etici e, nel particolare, sul testamento biologico, come ha
indicato il presidente Schifani». «Per il punto al quale sono arrivate le cose,
la vicenda Englaro non deve avere un epilogo giudiziario e addirittura penale,
ma legislativo, parlamentare», ha osservato Francesco Giro, sottosegretario ai
Beni culturali. Dalle fila del Pd Ignazio Marino è tornato a criticare la
proposta Calabrò: «È scritta male, lede la libertà dei cittadini ed è
inapplicabile». Inoltre si è detto «certo» dell'intervento
della Corte Costituzionale, «prima di un possibile referendum». Ma nello stesso
partito è scontro pesante tra i Radicali ed il capogruppo in commissione Sanità
del Senato, Dorina Bianchi. «Posizioni simili a quelle del Mullah Omar», è
andata all'attacco Emma Bonino. «Talebani laici», ha replicato la
Bianchi. Sacconi: larga convergenza sul valore della vita. Se il confronto è
costruttivo, l'attesa è accettabile Casini: nessun rinvio sine die Pd, scontro
tra Bianchi e Bonino
( da "Articolo21.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Caso
Eluana: Rodotà, "siamo in piena restaurazione" di Stefano Corradino
"Abbiamo bisogno di nuovi anticorpi democratici". Così il giurista
Stefano Rodotà ha concluso il suo intervento nell'iniziativa promossa ieri ad
Orvieto da Articolo21 per presentare il suo libro "Perchè laico?"
(Laterza). Una discussione partecipata e animata sui temi della libertà di
coscienza, dei diritti civili, della giustizia e dell'informazione. Rodotà
chiarisce subito cosa intende per "laicità", che non significa
"laicismo" ma semplicemente la divisione tra il ruolo dello Stato e
quello della Chiesa, precetto per altro scritto nello stesso Vangelo. Non a
caso Rodotà ha scelto in questi ultimi giorni di presentare il suo libro
affiancato da alcune figure del mondo politico cattolico (Guido Bodrato e Rosy
Bindi). "Non dobbiamo commettere l'errore di mettere sullo stesso piano le
gerarchie ecclesiastiche e i credenti attivi dal punto di vista sociale e
culturale che hanno posizioni estremamente avanzate". "In un articolo
recente di un mensile di oltre 20 pagine - ricorda Rodotà - la sintesi della
riflessione è che "Riconoscere le coppie di fatto contribuisce al bene comune”.
Sapete chi lo ha scritto? Non l'Arcigay ma la rivista "Aggiornamenti
sociali" che fa capo ai gesuiti..." E così, Rodotà, stimolato dalle
puntuali domande della coordinatrice del dibattito Fabiola di Loreto ripercorre
con attenzione varie fasi della storia politica italiana mettendo in luce
figure che da De Gasperi a Moro, da Scalfaro a Rosy Bindi, pur profondamente
cattoliche, hanno sempre saputo tenere distinti i piani, criticando le
reciproche interferenze. “Solo rimuovendo fondamentalismi e arretratezze è
possibile ritrovare la via di un dialogo”. Ovviamente la discussione sulla
questione della laicità non poteva non comprendere una riflessione sul caso
Englaro arrivata all'assurdità dell'apertura di un fascicolo di indagine per
"omicidio volontario" a carico del padre di Eluana. Rodotà è
indignato e sconfortato, per l'atteggiamento delle alte gerarchie
ecclesiastiche ma anche per quello del mondo politico e dell'informazione.
"Non mi piace fare riferimento ai sondaggi ma se il 75% degli italiani
ritiene che a decidere sulla vita devono essere le persone e le loro famiglie,
non la Chiesa, non le maggioranze di governo vorrà pure dire qualcosa.
Purtroppo la pressione delle gerarchie ecclesiastiche e' molto forte perché
agisce in presa diretta sui partiti". Rodotà cita leggi e sentenze a partire da quella della Corte Costituzionale che
hanno sancito in modo cristallino il diritto alla autodeterminazione della
persona. "Ridurre questo diritto è inammissibile", afferma Rodotà.
"E questo che stiamo vivendo è un clima da restaurazione". Ma dopo
aver citato le leggi il giurista ne prende le distanze affermando che su
materie così delicate la stessa legge, la stessa politica si dovrebbero
fermare e restare in silenzio nel rispetto della sofferenza umana di un padre.
Un "eroe civile" lo ha definito Rodotà. Accusato di non aver gestito
la vicenda "all'italiana"... Il giurista sottolinea un punto
importante quando, nel corso dell'assemblea affronta il rapporto tra
l'informazione e questa vicenda. "Il padre di Eluana - afferma Rodotà - ha
scelto di mostrare alla stampa e alla tv solo le foto della figlia quando era
ancora sorridente e in buona salute. Avrebbe potuto mostrare le foto in cui lei
era arrivata a pesare 26 chili, praticamente una larva umana, e condizionare
così il giudizio della gente. Non lo ha fatto e senza clamori ha continuato a
combattere la sua battaglia individuale e collettiva per il riconoscimento di
un diritto inalienabile". Qualcuno dalla platea ricorda che Berlusconi era
arrivato perfino ad ipotizzare che Eluana, in quelle condizioni, avrebbe potuto
mettere al mondo dei figli. Rodotà su quell'affermazione non intende neanche
pronunciarsi. "Orrore" si limita a commentare a bassa voce
proseguendo la sua riflessione...
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tubone,
rimborsi nulli o limitati È l'impostazione più probabile dopo la conversione in
legge del decreto governativo Domenica 1 Marzo 2009, Bassa Friulana Bollette
del Tubone, rimborsi nulli o limitati se l'ente ha investito in maniera
congrua. È questa l'impostazione al momento più probabile alla luce della conversione
in legge del decreto 208 del 30 dicembre scorso in materia di risorse idriche.
La situazione diverrà più chiara nei prossimi giorni, ma il dettato
dell'articolo approvato due giorni fa sottolinea come "gli oneri relativi
alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli
impianti di depurazione, nonché quelli relativi ai connessi investimenti, come
espressamente individuati e programmati dai piani d'ambito, costituiscono una
componente vincolata della tariffa del servizio idrico integrato che concorre
alla determinazione del corrispettivo dovuto dall'utente: detta componente e`
pertanto dovuta al gestore dall'utenza". A questa prima disposizione, che
ribadisce nella sostanza la componente della tariffa legata agli investimenti
da parte dell'ente, in questo caso il Tubone, si aggiunge l'articolo seguente,
secondo cui "nel rispetto della sentenza della Corte
Costituzionale 335/2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono
alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del
servizio di depurazione". Il nodo della questione è tuttavia il seguente.
Difatti, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano
temporaneamente inattivi, dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri
derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento
avviate. In sintesi, il Tubone si porrebbe al riparo dai rimborsi, se venisse
confermato quanto affermato più volte, ad esempio, dal sindaco di Cervignano
Paviotti: "I soldi versati dai cittadini per il pagamento delle bollette
del Tubone sono stati interamente spesi per realizzare la rete fognaria".
I Comuni che invece hanno accantonato questa liquidità in fondi vincolati non
avrebbero invece alternative al rimborso. "Ho sempre ribadito come non
fosse giusto far passare per locale un tema nazionale" ha commentato ieri
Paviotti, in attesa di approfondire maggiormente la questione. "In questi
mesi ho richiesto di attendere fino a quando venisse legiferato su questo tema.
Le persone che hanno addossato le colpe su di me, se fossero corrette
dovrebbero ora attaccare il governo nazionale". Resta critico
l'ambientalista sangiorgino Paolo De Toni: «il Tubone dovrà prima dimostrare
che i soldi sono stati spesi nella maniera congrua e nel rispetto dei piani di
ambito. La legge appena approvata è anticostituzionale
e ripropone le stesse cose della legge Galli». Infine, una considerazione sulle
nuove bollette previste dall'Ato: «è scandalosa la quota fissa di 12 euro per
le fontane e i pozzi artesiani, in quanto non corrisponde ad alcun servizio da
parte dell'ente». Simone Bearzot
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Domenica
1 Marzo 2009, Arriva a Mestre Gianfranco Fini. Il presidente della Camera dei
Deputati il prossimo 4 aprile mattina interverrà al Centro culturale Santa
Maria delle Grazie, in via Poerio, per parlare di sicurezza, invitato dalla
Fondazione del Duomo guidata da Paolo Costa. La conferma è arrivata negli
ultimi giorni quando il titolare dello scranno più alto di Montecitorio ha
aderito alla richiesta di tenere una relazione nel corso della seconda
conferenza del ciclo d'incontri sui diritti umani, intitolato "La
metropoli dei diritti". La presenza di Fini, leader di Alleanza nazionale,
quieta le proteste del centrodestra che aveva accusato di partigianeria il
nuovo organismo presieduto dall'ex sindaco. Era stato Renato Boraso, in
particolare, a criticare il fatto che nel Consiglio direttivo della Fondazione
del Duomo ci fossero persone tutte riconducibili al centrosinistra (Tiziana
Agostani, Ugo Campagner, Gianni Caprioglio, Enrico Mingardi) e lo stesso anche
per primi i relatori annunciati tra cui sono già contemplati i due ex premier
Romano Prodi e Giuliano Amato. «L'invito al presidente della Camera non è una
risposta alle proteste anche perché, a nostro parere, non c'era motivo di
polemizzare - spiega il segretario generale Giulio Giuliani -. Al tempo in cui
avevamo resa pubblica la disponibilità di Prodi e Amato la richiesta a Fini era
già stata inoltrata ma non c'era ancora l'adesione per cui non sarebbe stato
corretto anticiparlo, facendone il nome. Ribadiamo che il nostro obiettivo è
aiutare la città a crescere culturalmente al di là di quelle che sono le
appartenenze politiche dei soggetti che partecipano agli incontri; vogliamo
coinvolgere persone competenti e titolate a dibattere aiutando il confronto».
«Evidentemente le nostre legittime prese di posizione hanno destato una
pressione psicologica che è servita per comprendere l'errore e per rimediarlo -
replica Boraso - Che sia stato invitata la terza carica dello Stato è un fatto
molto positivo soprattutto perché verrà a parlare di un argomento, la
sicurezza, che mai come adesso è attuale. Certamente a Fini presenteremo un
dossier completo su ciò che sta avvenendo circa il nuovo villaggio Sinti di via
Vallenari perché anche lui possa farsene un'idea precisa». L'approfondimento sui diritti umani si è aperto un mese e mezzo fa
con l'intervento di Giovanni Maria Flick, che fino l'altro giorno ha presieduto
la Corte costituzionale, il
quale ha proposto una lezione sulla dignità. Proseguirà con un terzo
appuntamento, prima dell'estate, sull'uguaglianza, con relatore ancora da
definire. Alvise Sperandio
( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Ponte
Crepaldo, arriva la farmacia Domenica 1 Marzo 2009, Eraclea
Dopo il via libera della Corte Costituzionale, che ha rinviato al Tar la
ratifica dell'istituzione della farmacia, gli uffici comunali hanno completato
l'iter burocratico per l'apertura: sarà un farmacia comunale la cui gestione
verrà assegnata con un bando di gara. Sede della farmacia e locali sono già
stati scelti. «Già domani mattina - assicura il sindaco di Eraclea
Graziano Teso -, se nel frattempo arrivasse l'atteso definitivo via libera del
Tar, come Amministrazione comunale saremmo in grado di convocare la giunta
comunale per indire la gara. Sarà un farmacia all'avanguardia, dotata di spazi
e servizi secondo le più attuali esigenze sanitarie. C'è voluto del tempo, ma
alla fine siamo riusciti a spuntarla». Sono infatti quasi tre lustri che a
Eraclea si sta combattendo per dotare di una farmacia Ponte Crepaldo, una
realtà di 4mila abitanti, distante quattro chilometri dalla più vicina farmacia
del capoluogo essendo collegata dalla trafficatissima provinciale jesolana:
tutti d'accordo, dalle forze politiche a quelle sociali, (il parroco, don Piero
Lucchetta, aveva addirittura minacciato la disobbedienza civile), all'Asl che
si era espressa favorevolmente. Per consentirne l'apertura la Regione aveva
fatto una legge che è stata contestata dai farmacisti, gli unici ad essere
contrari, e che hanno ingaggiato una lotta fatta di continui ricorsi al Tar. Da
ultimo, hanno contestato alla Regione la legittimità di legiferare in materia.
Ed era stato proprio il Tar Veneto a sollevare la questione di costituzionalità
della legge regionale 29 del 2003 che aveva istituito la farmacia in deroga
alla legge ordinaria basata su criteri demografici. Dopo la pronuncia
sfavorevole della Suprema Corte avverso i farmacisti il Tar deve quindi dare
ora solo il via libero definitivo. Maurizio Marcon
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Liventina
attende la capolista, cinque derby in Promozione Domenica 1 Marzo 2009, Treviso
(m.m.) Sesta di ritorno (21. turno) per i campionati dilettanti in campo oggi
alle 15. ECCELLENZA - È la giornata priva di derby di Marca e gli occhi sono
puntati a Motta di Livenza dove al Samassa ospite della Liventina Gorghense
scende l'Adriese. Fra le mura di casa l'Ardita Moriago con il Rossano, il
Cordignano con la Marosticense, il Giorgione con l'Edo Mestre, il Lia Piave con
la Miranese. In trasferta l'Union CSV sul campo del Dolo Riviera Brenta, il
Ponzano a Mussolente con il Romano e il Vedelago a Feltre. PROMOZIONE - Cinque
invece in Promozione i derby trevigiani con la capolista Opitergina che scende
a Mareno per affrontare La Marenese, quindi Porto Mansuè-Casier Dosson, Cornuda
Crocetta-Preganziol, Istrana-Cappella Maggiore, scontro salvezza fra Fontanelle
e Zero Branco, quindi il Vittorio Veneto ospita il Cavarzano, mentre il
Villorba, che ha cambiato allenatore, gioca a S. Martino di Lupari. PRIMA
CATEGORIA - Programma e arbitri. Girone F. Spineda-Concordia Fonte: Prandi
(Tv), Caltana-Castagnole: Graziano (Pd), Noale-Riese Vallà: Bozzolan (Ro),
Campodarsego-S. Floriano: Camparenut (Po), Real Martellago-Ospedaletto:
Andriolo (Vi). Girone G. Europeo Cessalto-Caorle: Niero (Es), Muranese-Pro
Roncade: Toninello (Es), Pro Mogliano-Nettuno Lido Venezia: Polin (Es),
Silea-Musile: Allegro (Pd). Girone H. Codognè-Ponte di Piave: Rech (Cf),
Fregona-Ripa: Pasinetti (Ve), Fulgor Trevignano-Ztll: Lena (Po), Orsago-Montello:
Scalco (Sd), Sanfiorese-Plavis: Gobbato (Po), Sedico-Eclisse Careni Pievigina:
Bellato (Me). SECONDA - Girone F. Giovanile Ezzelina-Juventina Laghi: Di
Filippo (Tv). Girone O. Cavallino-Salgareda: Shaia (Tv), Vigor-Gorghense:
Bergamo (Sd). Girone P. Aurora Treviso Due-Campigo: Dazzi (Bl),
Casale-Monastier: Cargnel (Bl), Salvatronda-Salvarosa: Daulle (Bl), Olmi
Callalta-S. Elena: Barracano (Tv), Marcon-Cendon: Schuster (Tv), Cipriano
Catron-Treville: Colombin (Bs), Fossalunga-Godigese: Baggio (Bs), Paese-Mignagola:
Ferraro (Bs). Girone Q. Caerano-Lentiai: Reka (Tv), Fiori
Barp-Virtsu CSM Farra:
Voltarel (Tv), La Sernaglia-Altivolese: Scepi (Tv), SP-Montegrappa: Zoia (Tv),
Maser-Castion: Carraretto (Tv), Bessica-Juventina, Cisonese-Piave Tegorzo.
Girone R. Francenigo-Sarmede: Bertin, Gaiarine-Piave: Fiorenza (Bs),
Alpina-Vitt sdangiacomo: Vendramin (Tv), Cadore-S. Michele Cerfim, S.
Lucia Mille-Vazzolese. TERZA - Girone A. Cima Piave-Suseganese: Menegaldo (Tv),
Lovispresiano-Boccadistrada: Di Tomaso (Tv), Pro Refrontolo-Barbisano:
Spigariol (Tv), S. Giustina-Follinese: Trentin (Tv), Breda-Basalghelle: Bardin,
Parè-Tarzo Revine Lago, Campolongo-Vallata: Minato (Cf), Feletto-Ardita Pero:
Piccolo (Cf). Girone B. Fanzolo-Rovere: Moretti (Tv), Fontane-Postioma: Moretto
(Tv), Volpago-Padernello: Borgo (Tv), Badoere-Vidor: Duzel (Cf), CSM Resana-S. Gaetano: Lorenzin (Cf), Milan Guarda-S.
Antonino: Marterlozzo (Cf), S. Giuseppe-Vedelaghese: Bosa (Cf),
Valdosport-Pederobba. Gir. Basso Piave. Evolution Team-Villanova: Balsarin
(Sd), Sangioregese-Zensonese: Barosco (Sd), rip. Biancade. Gir. Bassano. Union
Borso-Vill. S. Lazzaro: Frivoli (Vi) Cusinati-Eagles Pedemontana: Burtini (Sc).
FEMMINILE - Serie B: Barcon-Bressanone (Gallo, Bl): Serie C: Musano-Union
Villanova (Pezzaniti, Me), Salara-Vittorio Veneto (Neri, Vi). Serie D:
Lughetto-Pedemontana, Maser-Real Spinea.
( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
52 del 2009-03-01 pagina 0 "Battisti, la Corte dirà sè all'estradizione
dal Brasile, ma sarà condizionata" di Redazione Il Supremo Tribunal
Federal approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla
conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo
previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano
brasiliano Estado de S.Paulo Brasilia - Il Supremo Tribunal
Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di
Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna
dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione
brasiliana. Lo afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo.
Il quotidiano fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti che si
conclude con la quasi certezza che il STF considererà illegale l'asilo politico
concesso all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal
ministro della Giustizia Tarso Genro e approverà di conseguenza l'estradizione
verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il
presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro,
o invece segua di buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome
dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
NICOLA
SPOSATO Scafati. «Il testo in approvazione al Parlamento è da contestare e
comunque se approvato non sarà retroattivo. Daremo
battaglia affinché il canone di depurazione eliminato dalla Corte
Costituzionale non rientri attraverso un escamotage creato per favorire i
gestori privati». Annuncia battaglia Michele Raviotta presidente provinciale
dell'Idv nonché responsabile del Co.tu.Cit di Scafati dopo che notizie
provenienti dal Parlamento sembrano indicare il recepimento della recente
sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale in tema di abolizione
dei canoni di depurazione riformulando però il concetto di canone. Un tributo
che annualmente frutta circa 350 milioni di euro. Raviotta annuncia battaglia
mobilitando lo stesso onorevole Antonio Di Pietro e usando tutti i mezzi della
comunicazione, anche Facebook. E si dice disposto a pubblicare «i nomi dei
parlamentari di tutti gli schieramenti che voteranno a favore del ripristino
silenzioso del canone di depurazione». Le voci del ripristino del tributo
nascono dalla lettura del testo del disegno di legge n. 1306 dello scorso
dicembre 2008 recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di
protezione dell'ambiente. Nel testo il relatore Antonio D'Ali' (Pdl) ha
riformulato il concetto di depurazione ricomprendendo «i costi di apprestamento
delle infrastrutture necessarie a rendere il servizio, quindi la progettualità
e gli investimenti relativi agli impianti di depurazione». Nella voce «canone
di depurazione» viene anche compresa la quota relativa alla «progettazione,
realizzazione e completamento degli impianti di depurazione oltre al servizio,
vero e proprio, di depurazione delle acque». Se gli Ambiti di Pertinenza
dimostreranno, entro il termine di 120 giorni, di aver fatto investimenti pari
alle somme dovute ai cittadini, questi non avranno diritto ai rimborsi. Il
Parlamento ha anche stabilito che i rimborsi, se ci saranno, potranno partire
solo dal prossimo 1 ottobre con forme di rateizzazione fino 5 anni.
( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n.
52 del 2009-03-01 pagina 0 "Battisti, la Corte dirà sì
all'estradizione" di Redazione Il Supremo Tribunal Federal approverà
l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della
condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla
Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado
de S.Paulo Brasilia - Il Supremo Tribunal Federal (STF, la
Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti,
condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni
di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma
oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo. Il quotidiano
fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti che si conclude con la
quasi certezza che il STF considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex
terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della
Giustizia Tarso Genro e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia.
Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano
Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di
buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni
rapporti tra Italia e Brasile. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano
( da "Rai News 24" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma
| 1 marzo 2009 Rai. Martedì assemblea dei soci, ma manca ancora intesa sul nome
del presidente L'ingresso della Direzione Generale Rai Per martedi' alle 12 e'
convocata l'assemblea dei soci Rai con all'ordine del giorno la nomina dei
nuovi vertici. Sarebbe l'occasione per il Ministero dell'Economia di comunicare
i nomi dell'ottavo consigliere e del presidente. In entrambe i casi si
tratterebbe di una conferma, dicono le indiscrezioni, per Angelo Maria Petroni
in Cda e Claudio Petruccioli alla presidenza per un altro triennio. Proprio
oggi pero' il neo segretario del Pd Franceschini, parlando a 'Che tempo che
fa', ha affermato che non c'e' un'intesa sul nome del presidente. Franceschini
ha spiegato che "Sarebbe sbagliato" a fare un nome fosse un
responsabile di partito: "c'e' un percorso che prevede che sia votato dai
due terzi della commissione di vigilanza e questo richiede inevitabilmente che
sia una personalita' che vada bene a maggioranza e a opposizione".
L'assemblea era gia' stata convocata per martedi' scorso ma e' stata aperta e
aggiornata di sette giorni per aspettare ancora i tempi della politica, segnati
questa volta dalle dimissioni di Walter Veltroni. Franceschini, essendosi
appena insediato, voleva avere il tempo di riflettere sulla proposta anche se
si dice che da una riunione con i componenti della Vigilanza in quota Pd, che
del resto il neo segretario aveva gia' sentito piu' volte in questi giorni,
sarebbe uscita appunto l'ipotesi di portare come prima richiesta quella della
conferma di Petruccioli. Ed e' probabile che la proposta sia accettata dalla
maggioranza, altrimenti si dovrebbe andare alla verifica di altre ipotesi. Se
si parla ancora di Pierluigi Celli, di Andrea Manzella e Sergio Mattarella, e'
piu' probabile che dal cilindro possa uscire un nome del tutto nuovo. Rimangono
invece stabili le quotazioni di Mauro Masi come direttore generale, che
potrebbe pero' non essere piu' affiancato come si diceva, da due vicedirettori
generali per i quali si facevano i nomi di Antonio Marano e Guido Paglia. I
direttori di Raidue e della comunicazioni potrebbero rimanere al loro posto nel
prossimo giro di nomine. Ma che sia o meno indicato il nome del presidente
martedi', i tempi potrebbero slittare ancora perche' la prossima settimana la
Commissione di Vigilanza, che deve ratificare poi la nomina del presidente con
voto bipartisan a due terzi, e' probabile che non possa riunirsi. Questo per la
contestuale sospensione dei lavori della Camera che dal 9 vedra' introdotto il
nuovo sistema di votazione anti-pianisti. La commissione presieduta da Sergio
Zavoli, nonostante l'indicazione dell'Ufficio di presidenza, non e' stata
ancora convocata nemmeno per l'audizione dei vertici attuali sulle risorse
pubblicitarie. Intanto pero' e' dietro le spalle la tanto
temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato
dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla
maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere
reintegrato dal Tar. L'economia non aveva potere di revoca e andava sentita la
Vigilanza, ha detto la corte, cosa che rafforza i poteri della commissione che ha gia'
nominato i suoi sette consiglieri che rimangono in attesa di insediarsi al
settimo piano di Viale Mazzini.
( da "Dagospia.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia
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| Segnala articolo --> GENCHI ACCUSA SERVIZI E POLITICI: SONO COINVOLTI
NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO - INTERVISTA-CHOC DI GRILLO CHE ACCUSA I
MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI ?SILENZIO MAFIOSO? - DI PIETRO: ?O GENCHI O MOLTI
ILLUSTRI PERSONAGGI, MA QUALCUNO DEVE FINIRE IN GALERA? - 1 - QUESTA È
UN'INTERVISTA CHE NON SI PUÒ COMMENTARE. Beppe Grillo (www.beppegrillo.it)
Intervista a Gioacchino Genchi: "Io svolgo l'attività di consulente
tecnico per conto dell'autorità giudiziaria da oltre vent'anni, lavoro nato
quasi per caso quando con l'avvento del nuovo codice di procedura penale è
stata inserita questa figura, come da articoli 359 e 360 che danno al Pubblico
Ministero la possibilità di avvalersi di tecnici con qualunque professionalità
allorquando devono compiere delle attività importanti. Gioacchino Genchi Mi
spiace che Martelli se lo sia dimenticato, Cossiga me lo abbia ricordato,
proprio il nuovo codice di procedura penale che ha promulgato il presidente
Cossiga inserisce questa figura che è una figura moderna. Che è nelle
giurisdizioni più civili ed avanzate, mentre prima il Pubblico Ministero era
limitato, e doveva per accertamenti particolari avvalersi solo della Polizia
giudiziaria, il nuovo codice ha previsto queste figure. Per cui per
l'accertamento della verità, nel processo penale, accertamento della verità
significa anche a favore dell'indagato o dell'imputato, il Pubblico Ministero
non ha limiti nella scelta delle professionalità di cui si deve avvalere. Io ho
fatto questa attività all'interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Abbiamo svolto importanti attività con Arnaldo La Barbera, con Giovanni Falcone
poi sulle stragi. Quando si è reso necessario realizzare un contributo esterno
per il Pubblico Ministero, contenuto forse scevro da influenze del potere esecutivo,
mi riferisco a indagini su colletti bianchi, magistrati, su eccellenti
personalità della politica, il Pubblico Ministero ha preferito evitare che
organi della politica e del potere esecutivo potessero incidere in quelle che
erano le scelte della pubblica amministrazione presso la quale i vari soggetti
operavano. Nel fare questo ho fatto una scelta deontologica, cioè di rinunciare
alla carriera, allo stipendio, per dedicare tutto il mio lavoro al servizio
della magistratura. Questa scelta, anziché essere apprezzata è stata utilizzata
dai miei detrattori che fino a ieri mi hanno attaccato in parlamento, al
contrario. Giovanni Falcone Il ministro Brunetta non poteva non riferire che la
concessione dell'aspettativa non retribuita che io avevo chiesto era
perfettamente regolare, è stata vagliati da vari organi dello Stato, dal
Ministero dell'Interno, dal Ministero della Funzione pubblica e dalla
presidenza del Consiglio dei Ministri di Berlusconi, la stessa che mi ha
attaccato in maniera così violenta e così assurda dicendo le fandonie che hanno
fatto ridere gli italiani perché tutto questo can can che si muove nei miei
confronti, questo pericolo nazionale, cioè una persona che da vent'anni lavora
con i giudici e i Pubblici Ministeri nei processi di mafia, di stragi, di
omicidi, di mafia e politica più importanti che si sono celebrati in Italia,
rappresenta un pericolo. Forse per loro! Per tutti quelli che mi hanno
attaccato perché poi la cosa simpatica (è chiaro che ora sto zitto, non posso
parlare sono legato al segreto) ma mi scompiscio dalle risate perché tutti i
signori giornalisti che mi hanno attaccato, da Farina a Luca Fazzo a Lionello
Mancini del Sole 24 ore, al giornalista della Stampa Ruotolo, sono i soggetti
protagonisti delle vicende di cui mi stavo occupando. Questo è l'assurdo! Gli
stessi politici che mi stanno attaccando, sono gli stessi protagonisti di cui
mi stavo occupando. Da Rutelli a Martelli, Martelli conosciuto ai tempi di
Falcone. Parliamo di persone che comunque sono entrate nell'ottica della mia
attività. Martelli nei computer di Falcone quando furono manomessi, Rutelli
perché è amico di Saladino usciva dalle intercettazioni di Saladino, Mastella
per le evidenze che tutti sappiamo e così via, poi dirò quelli che hanno
parlato alla Camera al question time, quel giornalista che gli ha fatto il
comunicato, cose da ridere! Tra l'altro questi non hanno nemmeno la decenza di
far apparire un'altra persona. Il giudice Paolo Borsellino No, compaiono loro
in prima persona! Sapendo che loro entravano a pieno titolo nell'indagine.
Questo è assurdo. Io continuo a ridere perché il popolo italiano che vede
questo grande intercettatore, che avrebbe intercettato tutti gli italiani, ma
che cosa andavo ad intercettare agli italiani? Per farmi sentire dire che non
riescono ad arrivare alla fine del mese? Per sentir dire che i figli hanno
perso il posto di lavoro o che sono disoccupati? Che c'è una crisi economica?
Ma perché mai dovrei andare ad intercettare gli italiani? Ma quali sono questi
italiani che hanno paura di Gioacchino Genchi? attentato via d'amelio Quelli
che hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza sporca,
e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno attaccato. E
con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti che io avevo su di
loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero accorto, perché devo essere
sincero, probabilmente io avevo sottovalutato il ruolo di Rutelli
nell'inchiesta Why not. Rutelli ha dimostrato probabilmente di avere il carbone
bagnato e per questo si è comportato come si è comportato. Quando ci sarà la
resa della verità chiariremo quali erano i rapporti di Rutelli con Saladino,
quali erano i rapporti del senatore Mastella, il ruolo di suo figlio, chi
utilizzava i telefoni della Camera dei Deputati... chiariremo tutto! Dalla
prima all'ultima cosa. Questa è un'ulteriore scusa perché loro dovevano abolire
le intercettazioni, dovevano togliere ai magistrati la possibilità di svolgere
delle intercettazioni considerati i risultati che c'erano stati, Vallettopoli,
Saccà, la Rai eccetera, la procura di Roma immediatamente senza problemi però
apre il procedimento nei confronti del dottor Genchi su cui non ha nessuna
competenza a indagare, perché la procura di Roma c'entra come i cavoli a
merenda. Antonio Saladino C'entra perché l'ex procuratore generale di Catanzaro
ormai fortunatamente ex, ha utilizzato questi tabulati come la foglia di fico
per coprire tutte le sue malefatte e poi le ha utilizzate come paracadute per
non utilizzarle a Catanzaro, dove probabilmente il nuovo procuratore generale
avrebbe immediatamente mandato a Salerno. Perché in quei tabulati c'è la prova
della loro responsabilità penale. Non della mia. Quindi, non li manda a Salerno
che era competente, non li manda al procuratore della Repubblica di Catanzaro
che avrebbe potuto conoscere quei tabulati e quello che c'era, non li manda al
procuratore della Repubblica di Palermo dove io ho svolto tutta la mia attività
ma li manda a Roma che non c'entra niente. Quindi si va a paracadutare questi
tabulati sbagliando l'atterraggio perché in una procura che non ci azzecca
nulla. Perché tra l'altro in quei tabulati c'erano delle inquisizioni che
riguardavano magistrati della procura della Repubblica di Roma! Su cui stavamo indagando.
Ora la procura di Roma indaga su di me e sui magistrati della procura della
Repubblica di Roma. Si è ripetuto lo scenario che accadde tra Salerno e
Catanzaro e si è ripetuto lo scenario che era già accaduto tra Milano e Brescia
all'epoca delle indagini su Di Pietro. Con la sola differenza che all'epoca si
chiamava Gico l'organo che fece quelle attività, adesso si chiamano Ros, ma
sostanzialmente non è cambiato nulla. demagistris In ultima analisi dico che io
sono comunque fiducioso nella giustizia. Hanno cercato di mettermi tutti
contro, hanno cercato di dire ad esempio, nel momento in cui c'era un rapporto
di collaborazione con la procura di Milano anche fra De Magistris e la procura
di Milano, un'amicizia personale fra De Magistris e Spataro, che siano stati
acquisiti i tabulati di Spataro. Assurdo! Non è mai esistita un'ipotesi del
genere. Nemmeno per idea! Come si fa a togliere a De Magistris l'appoggio della
magistratura associata? Diciamo che ha preso i tabulati di Spataro. Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris? Diciamo che ha
preso i tabulati di Mancino. Adesso i Ros dicono che nei tabulati che io ho
preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio superiore della magistratura.
Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui
abbiamo acquisito alcuni tabulati, quelli sì, tra cui alcuni della
procura nazionale antimafia ben precisi, due, solo due, che hanno contatti col
Csm. Ha inquisito il Quirinale! Ma quando mai? Se però qualcuno del Quirinale
ha chiamato o è stato chiamato dai soggetti di cui ci siamo occupati
validamente, bisogna vedere chi dal Quirinale chi ha avuto contatti con queste
persone, ma io non ho acquisito i tabulati del Quirinale. A parte che se fosse
stato fatto sarebbe stata attività assolutamente legittima perché, sia chiaro,
le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e
magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa
nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione dei
lager. La legge è uguale per tutti. Tutti siamo sottoposti alla legge! Perché
sia chiaro. Questo lo devono capire. Nel momento in cui a questi signori li si
osa sfiorare solo da lontano, con la punta di una piuma, questi signori si
ribellano e distruggono le persone che hanno solo il coraggio di fare il
proprio lavoro. Armando Spataro Gli italiani questo l'hanno capito. E hanno
capito che questo dottor Genchi di cui hanno detto tutte le cose peggiori di
questo mondo... e io adesso pubblicherò tutti i miei lavori, dal primo sino
all'ultimo pubblicherò tutte le sentenze della Corte di Cassazione, delle Corti
d'Appello, delle Corti di Assise, dei tribunali che hanno inflitto centinaia e
centinaia di anni di carcere col mio lavoro. Ma le sentenze di cui io sono più
orgoglioso non sono le sentenze di condanna, ma sono le sentenze di
assoluzione! Sono quelle persone ingiustamente accusate anche per lavori fatti
dal Ros che sono state assolte grazie al mio lavoro e che rischiavano
l'ergastolo! E che erano in carcere. Persone che erano in carcere perché
avevano pure sbagliato l'intestatario di una scheda telefonica. E adesso questi
signori vengono ad accusare me di avere fatto lo stesso lavoro che loro... ma
non esiste completamente! Tutte queste fandonie e la serie di stupidaggini che
sono state perpetrate addirittura in un organismo che è il Copasir! Che si deve
occupare dei servizi di vigilanza sulla sicurezza, non sui consulenti e sui
magistrati che svolgono la loro attività sui servizi di sicurezza! Noi abbiamo
trovato delle collusioni di appartenenti ai servizi di sicurezza, con delle
imprese che lavorano per i servizi di sicurezza, che lavorano nel campo delle
intercettazioni, che costruiscono caserme con appalti dati a trattativa privata
per milioni di euro, noi stavamo lavorando su quello! Stavamo lavorando su
quello e ci hanno bloccato perché avevano le mani in pasta tutti loro! Questa è
la verità. Questa è la verità e adesso mi hanno pure dato l'opportunità di
dirla perché essendo indagato io non sono più legato al segreto perché mi devo
difendere! Mi devo difendere con una procura che non ci azzecca nulla con la
competenza, la procura di Roma, mi difenderò alla procura di Roma. Però
sicuramente la verità verrà a galla! E non ci vogliono né archivi né dati
perché sono tre o quattro cose molto semplici. Le intercettazioni di Saladino
utili saranno una decina, quando fu intercettato prima che De Magistris
iniziasse le indagini, ma sono chiarissime! E l'attacco che viene fatto nei
miei confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo
identificato la sera del diciannove luglio del 1992 dopo la strage di via
D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo Borsellino che bruciava e
la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi dalle mura di via D'Amelio numero
diciannove dov'è scoppiata la bomba, le stesse persone, gli stessi soggetti, la
stessa vicenda che io trovai allora la trovo adesso! Ancora nessuno ha detto
che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso, terribile ma che sono folle non l'ha
detto nessuno. Bene allora quello che io dico non è la parola di un folle
perché io dimostrerò tutte queste cose. E questa è l'occasione perché ci sia
una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla
strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi
segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani
comincino a sapere cosa è stata." 2 - GRILLO ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I
MAURO DI "SILENZIO MAFIOSO" (www.beppegrillo.it) Ieri il blog ha
pubblicato un'intervista a Gioacchino Genchi che accusa servizi segreti e
politici di essere coinvolti nella morte di Falcone e Borsellino. Genchi non è
uno qualunque. E' l'uomo che secondo lo psiconano ha intercettato 350.000
italiani. La più grande spia della Storia dopo Mata Hari. Genchi in action
Sapevo che le reazioni alle parole di Genchi, le più pesanti che io abbia mai
sentito contro quello che ci ostiniamo a chiamare e pensare Stato, potevano
essere solo due. Farlo passare per mitomane o il silenzio assoluto, mafioso di
tutti i giornali e i canali televisivi. L'omertà ha prevalso. Nessuno ha visto
e sentito. Non Mieli, non Riotta, non Mauro. Il video di Genchi è il più visto
su YouTube nelle ultime ventiquattro ore, ma nessun media nazionale ne ha
riportato il contenuto. Un paradosso dell'informazione. Se chiudono la Rete, su
questo Paese caleranno le tenebre. La Cupola dei Giornalisti è più forte, più
coesa di Cosa Nostra. Genchi ha detto la verità, la controprova è che Genchi
per i media non esiste, che i mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino
non possono essere neppure nominati. Genchi ha detto: "E questa è
l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle
stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra
apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della
politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata." Genchi
era presente in via D'Amelio, ha visto il corpo carbonizzato di Borsellino, ha seguito
le indagini sul segnale che ha innescato la bomba, non parla per sentito dire.
Borsellino era minacciato, ogni domenica si recava da sua madre, ma lo Stato
non riuscì neppure a isolare l'area di parcheggio di fronte al palazzo con una
transenna. Genchi non è l'unico a indicare nella strage di via D'Amelio la
nascita della Seconda Repubblica. Gianni Riotta Antonio Ingroia, pm di Palermo:
"La verità va cercata a ogni costo, io penso che la cosiddetta Seconda
Repubblica ha i suoi pilastri nel sangue versato da tanti uomini dello Stato,
magistrati e poliziotti" (*). Dalla sentenza della corte d'Assise di
Caltanisetta del processo Borsellino ter: "Proprio per agevolare la
creazione di nuovi contatti politici occorreva eliminare chi, come Borsellino, avrebbe
scoraggiato qualsiasi tentativo di approccio con Cosa Nostra e di arretramento
nell'attività di contrasto alla mafia, levandosi a denunciare, anche
pubblicamente, dall'alto del suo prestigio professionale e dalla nobiltà del
suo impegno civico, ogni cedimento dello Stato o di sue componenti
politiche" (*). Se l'informazione non esiste, facciamoci noi informazione.
Ci vuole un nuovo CLN. Un Comitato di Liberazione Nazionale dell'informazione.
Riportate sul vostro blog il testo dell'intervista di Genchi, traducetelo in
tutte le lingue e inviatelo ai blog esteri che conoscete. Linkate il video da
Youtube. Create i vostri video con le vostre analisi e conclusioni. Loro non
molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (*) Testi tratti dal libro:
"L'agenda rossa di Paolo Borsellino" di Lo Bianco/Rizza. 3 - DAL BLOG
DI ANTONIO DI PIETRO: WWW.ANTONIODIPIETRO.IT
( da "Trentino" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
COMPRENSIBILE
CHE NON NE SIANO CONTENTE, LA QUESTIONE è COME REAGIRE A QUESTO DATO DI FATTO.
comprensibile che non ne siano contente, la questione è come reagire a questo
dato di fatto. Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione
sgradevole e che si percepisce come ingiustizia. Uno è andare allo scontro e
alzare i toni. L'altra è negoziare cercando di salvare il salvabile, anche se
si dovrà fare qualche sacrificio che si ritiene ingiusto. Il terzo è riflettere
sui propri comportamenti e cercare di incidere sulle ragioni che hanno prodotto
l'ingiustizia. La prima reazione in questo momento sarebbe perdente. Una parte
della Svp potrebbe spingere per questa soluzione, guardando alla perdita di
consenso a destra, e rispolverare le vecchie parole d'ordine:
autodeterminazione e ricorso a Vienna. Ma in questo momento una prova di forza
la vedrebbe perdente (anche perché Trento non la potrebbe seguire), e
produrrebbe solo un grave deterioramento della situazione complessiva.
Piuttosto conviene prepararsi a qualche singolo, mirato
conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota
variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma
anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di
successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,
perché stavolta dovrebbe essere diverso? Determinante in questo contesto sarà
anche la reazione dei partiti italiani. E' facile per il centrosinistra trovare
finalmente un obiettivo condiviso e accusare il governo di essere nemico
dell'autonomia, fingendo di dimenticare che l'irritazione contro le specialità
è uno dei pochi temi su cui a Roma c'è un consenso trasversale fondato
sull'ignoranza di entrambe le parti. Ma la sfida sarà soprattutto per il
centrodestra locale, che dovrà scegliere tra la fedeltà al partito nazionale e
quella al territorio. Come si comporteranno a Roma i parlamentari regionali del
Pdl? Si schiacceranno sulle posizioni del governo, di Galan e di Formigoni, o
interverranno per smussarle? Infine, ma non da ultimo, è essenziale anche
un'autocritica da parte delle due province rispetto alla strategia tenuta
finora. La rozzezza della visione romana dell'autonomia è data non solo dal
drammatico livello culturale della gran parte della classe politica: deriva
anche dal modo in cui la nostra specialità è stata gestita nei rapporti con
Roma. Finora si è privilegiata un'autonomia da retrobottega, di stampo
storicamente democristiano: fare senza farsi vedere, negoziare in gran segreto
al riparo da sguardi indiscreti. Una scelta che si è rivelata indubbiamente
efficace per molto tempo, ma ha steso un diffuso velo di ignoranza sulla
questione, e oggi rischia di non pagare più. Per "salvare" la
specialità dal semplicismo centralista occorre portare la questione alla luce
del sole, discuterne apertamente, convincere, spiegare, far capire. La
specialità non può più essere una questione meramente bilaterale tra le
province autonome (peggio se ciascuna per sé) e il governo. La mera trattativa
politica, possibilmente condotta in segreto, non basta più. Occorre diffondere
la consapevolezza delle ragioni giuridiche dell'autonomia speciale, che non
sono solo l'ancoraggio internazionale, l'autodeterminazione e gli altri
istituti del secolo scorso, ma sono - e fortemente - dentro la stessa
costituzione italiana. Che è al momento la più forte garanzia per la
specialità. Non è più tempo in cui bastavano i pochi voti della regione (o
persino quelli della sola Svp) per far stare in piedi il governo e ricattarlo.
Oggi bisogna mettere in campo l'autonomia strategica, non più solo quella
tattica. Per farlo occorre mantenere la calma e giocare le carte giuste al
momento giusto. Francesco Palermo
( da "Italia Estera Online" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
01
mar 2009 TERRORISMO: "Battisti estradato" Il Supremo Tribunal Federal
approverebbe l'estradizione dell'ex terrorista condizionandola però alla
conversione della condanna a 30 anni. di Attilio Pisani SAN PAULO DO BRASIL, 1 FEB La Corte Costituzionale brasiliana, il Supremo Tribunale
Federale, quasi sicuramente darà il via libera all'estradizione di Cesare
Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna
dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione brasiliana.
L'ipotesi emerge da un'analisi del caso sull'ex terrorista pubblicato dal
quotidiano brasiliano "Estado de S. Paulo". Il quotidiano brasiliano,
nell'edizione domenicale, fa un'ampia analisi del caso dell'ex terrorista
Battisti e dei precedenti. La conclusione è la quasi certezza che il tribunale
supremo considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei
Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia, Tarso
Genro, e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando
la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga
per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le
decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e
Brasile. L'ex leader dei Pac Cesare Battisti, 54 anni, evaso da un carcere
italiano nel 1980 e rifugiatosi in Francia 17 anni fa si era dato alla
latitanza il 22 agosto 2004 per sfuggire a un'estradizione che vedeva sempre
più vicina. Per tre anni, sulle sue tracce sono stati gli agenti francesi ed i
carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, che erano riusciti a
localizzarlo in Sud America prima che facesse nuovamente perdere le proprie
tracce. L'arresto a Rio de Janeiro Nel marzo di due anni fu catturato in un
chiosco di Copacabana dagli investigatori brasiliani, dagli agenti francesi
dell'Interpol e dai poliziotti italiani dell'Antiterrorismo, presenti in
Brasile da un mese. Secondo quanto riferirono fonti giudiziarie francesi, aveva
trovato rifugio a Rio de Janeiro. A Parigi l'ex leader dei Pac, grazie alla
'dottrina Mitterand', si era rifatto una vita: abbandonata la lotta armata, si
era dato alla scrittura, diventando un giallista di fama e pubblicando opere in
cui proponeva alcune analisi sull'esperienza dell'antagonismo radicale, tra cui
'L'orma rossa', edito da Einaudi. Poi, però, quando l'aria era cominciata a
farsi più pesante, Battisti aveva deciso di fuggire. A cambiare le carte in
tavola era stato il parere favorevole all'estradizione dato dalla Corte
d'appello di Parigi il 30 giugno del 2004. Poco dopo il presidente francese
Jacques Chirac aveva fatto sapere che avrebbe dato il via libera
all'estradizione nel caso in cui il ricorso in Cassazione presentato dai legali
di Battisti fosse stato respinto. ''La dichiarazione di Jacques Chirac, due
giorni dopo la decisione della Corte d'appello, è riuscita a togliermi ogni
speranza'', aveva detto l'ex leader dei Pac nella lettera inviata agli avvocati
Irene Terrel e Jean-Jacques de Felice per spiegare le ragioni della sua fuga.
''Di fronte al baratro, cosa mi resta?'', aveva scritto. ''Soltanto i miei
figli e la sottile possibilità, un giorno forse, di potermi spiegare sulle mie
responsabilità politiche e di tornare infine su quel passato che l'Italia
vorrebbe, mi pare, seppellire per sempre, al prezzo di una contraffazione
storica''. ''Non lascerò la Francia, non saprei farlo, è il mio paese e non ne
vedo altri nel mio futuro'', aveva scritto Battisti, aggiungendo: ''Continuerò
a battermi affinché sia resa giustizia all'uomo e alla storia''. Con la
prigione a vita, trent'anni dopo i fatti, ''sarebbe la famiglia, i figli, altre
vite a pagare'', aveva spiegato, sottolineando: ''Non posso correre questo
rischio, non rivedere più i miei figli, il paese dove sono nati, l'idea mi
risulta insopportabile''. Pochi mesi dopo, il 23 ottobre 2004 il primo ministro
francese, Jean Pierre Raffarin, aveva firmato il decreto di estradizione che
costringeva l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo a scontare la
propria pena in Italia. Contro il decreto nel novembre 2004 i legali di
Battisti avevano presentato invano ricorso al Consiglio di Stato, che aveva al
contrario convalidato il decreto nel marzo 2005. Pur riconoscendo di aver fatto
parte dei Pac, Battisti si era sempre detto innocente. Arrivato in Francia nel
1990 dopo alcuni anni trascorsi in Messico si era appellato alla dichiarazione
del presidente della Repubblica FranÇois Mitterand, che nel 1985 aveva promesso
asilo agli ex militanti della lotta armata che avessero rinunciato alla
violenza. In Italia l'ex leader dei Pac era stato condannato a due ergastoli
per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro,
avvenuto a Udine il 6 giugno del '78, e quello dell'agente Andrea Campagna,
avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente.
Nell'uccisione del macellaio Lino Sabbadin, avvenuta a Mestre il 16 febbraio
del '79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e,
nel caso dell'uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano
il 16 febbraio del '79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore.
L'idea alla base di quel biennio di sangue, secondo quanto si appurò in
seguito, era quella di colpire, oltre ad esponenti delle forze dell'ordine, i
commercianti che si erano difesi durante i cosiddetti 'espropri proletari'.
Proprio per questo nel mirino dei Pac finirono il macellaio di Venezia Sabbadin
e il gioielliere di Milano Torregiani. In quest'ultimo caso, poi all'omicidio,
si aggiunse un ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del
gioielliere, Adriano, venne colpito da una pallottola sfuggita al padre prima
che questi cadesse, e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. Attilio
Pisani / Italia Estera 29 gen 2009 TERRORISMO: Battisti, faccia tosta
( da "Corriere.it" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Secondo
il quotidiano O Estado de S.Paulo Caso Battisti: probabile il sì brasiliano
all'estradizione, ma a una condizione La condanna all'ergastolo dovrà essere
ridotta a 30 anni di detenzione. Ma l'ultima parola spetta a Lula SAN PAOLO -
Il Brasile probabilmente estraderà in Italia il terrorista Cesare Battisti, ma
a una condizione. Secondo il quotidiano O Estato de S.Paulo,
il Supremo tribunale federale-Stf (la Corte costituzionale brasiliana) approverà il ricorso dell'Italia e dirà sì
all'estradizione di Battisti, condizionandola però alla conversione della
condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla
Costituzione brasiliana. ULTIMA PAROLA A LULA - Il quotidiano brasiliano
fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti, concludendo con la
quasi certezza che l'Stf considererà illegale l'asilo politico concesso al
terrorista dei Proletari armati per il comunismo dal ministro della Giustizia,
Tarso Genro, e approverà quindi l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando
la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga
per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua le decisioni della corte suprema, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e
Brasile. Lo scorso 19 febbraio Battisti aveva inviato tramite i suoi avvocati
una lettera in cui chiedeva «all'Italia cristiana» di perdonarlo. stampa |
( da "Corriere delle Alpi" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Brasile: estraderemo Battisti ma l'Italia cancelli l'ergastolo BRASILIA. Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale brasiliana)
approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola alla conversione
della condanna dall'ergastolo a 30 anni, il massimo previsto dalla Costituzione
brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo
che fa un'ampia analisi del caso Battisti e conclude con la quasi certezza che
il Stf considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Pac
dal ministro della Giustizia Tarso Genro e approverà l'estradizione. Ma, in
ultima istanza, il presidente brasiliano Lula potrebbe intervenire dando
politico al suo ministro, ma è più facile che segua le decisioni del potere
giudiziario.
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
presidente Napolitano ha commesso un errore Gli articoli della Costituzione,
dal 114 al 132, fanno parte del Titolo V e normano le regioni, le province e i
comuni. Tali articoli sono stati modificati con apposita la legge
Costituzionale da un governo di centrosinistra. Trovo curioso per non dire
contraddittorio che la stessa sinistra che ha modificato più di quindici
articoli della Costituzione manifesti oggi in difesa della sua intangibilità. A
meno che il signor Ghiradi non pensi che, tra le tante verità che detiene la
sinistra, vi sia anche quella di essere l'unica a poterla modificare. Ricordo
molto bene i messaggi che il presidente Pertini, ma non solo lui, secondo
quanto prevede l'articolo 87 Titolo II, ha inviato alle Camere. Ricordo a
Ghirardi che per questi messaggi corre il «dovere di correttezza del presidente
di dare notizia preventiva al governo del contenuto che delle dichiarazioni che
ha in animo di fare». Cosa diversa dai messaggi motivati che accompagnano il
rinvio alla camere di una legge per chiederne una nuova deliberazione (art. 74
comma 1); se le camere approvano nuovamente la legge anche nello stesso testo,
la legge deve essere promulgata come atto dovuto (comma 2). Ricordo a Ghirardi
che il presidente non ha alcuna responsabilità degli atti compiuti
nell'esercizio della sue funzioni (art. 90 comma 1) e, per quelli che hanno
valore legislativo, devono essere controfirmati anche dal presidente del
Consiglio dei Ministri (art. 89 comma2) che ne assume tutta la responsabilità.
Tutto ciò è completamente diverso dall'iniziativa presa dal presidente
Napolitano nei confronti del Governo mentre era in corso il Consiglio dei
Ministri per discutere la possibilità di emanare un decreto d'urgenza. Per
quanto riguarda la decretazione d'urgenza, segnalo a Ghirardi che a pagina 633
del secondo tomo di «Istituzioni di Diritto Pubblico» di Costantino Mortati, deputato all'Assemblea costituente, giudice della Corte
Costituzionale e annoverato fra i più autorevoli costituzionalisti italiani, si
legge: «Sotto l'aspetto formale si richiede che i decreti-legge provengano da
una deliberazione del consiglio dei ministri per essere poi «emanati» dal
presidente della repubblica (art. 87, 5? comma). E' superfluo mettere in
rilievo il carattere di controllo solo formale rivestito dall'intervento del
presidente, trattandosi di atti di competenza governativa. Il carattere
dell'urgenza inerente al provvedimento non consente l'esercizio del potere di
rinvio da parte del presidente». Metto a disposizione di Ghirardi sia il primo
che il secondo tomo del testo citato per consentirgli eventuali approfondimenti
che gli potranno evitare ulteriori superficiali letture della Costituzione.
Ripeto ancora, quello del presidente Napolitano è stato un atto grave, non
previsto dalla nostra Costituzione, senza precedenti! Nessuna spallata al Colle
però ma un preciso rispetto ed una puntuale lettura, senza se e senza ma come
afferma l'onorevole Carra, della Carta Costituzionale che troppo spesso viene
strumentalizzata dalla sinistra dimostrando di non conoscerla a sufficienza.
Tommaso Pivetti Rinascita Socialdemocratica
( da "Nuova Sardegna, La" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
23 - Cultura e Spettacoli PERCHE' LAICO PERCHE' LAICO di STEFANO RODOTA'
Procreazione assistita, testamento biologico, obiezione di coscienza, unioni di
fatto, diritti degli omosessuali, limiti etici e giuridici della ricerca
scientifica, presenza della religione nella sfera pubblica: sono questi i
principali temi di confronto (ma forse la parola scontro sarebbe più adatta)
tra laici e cattolici italiani. Partendo dall'analisi della realtà nazionale,
che mostra come «il principio supremo della laicità dello Stato», ribadito dalla Corte Costituzionale nel 1989, sia ben lontano
dall'essere accettato, Stefano Rodotà - tra gli autori della Carta dei Diritti
Fondamentali dell'Unione Europea e presidente del comitato scientifico che li
stabilisce e tutela - offre un'intensa riflessione sulla laicità «non come polo
oppositivo, ma come componente essenziale del discorso pubblico in democrazia».
Alessandro Marongiu Laterza, 194 pagine, 15 euro
( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
15 - Pordenone La difesa dei valori e l'umanità dei medici In primo piano Da 15
anni la nostra classe dirigente ci ha abituato a calpestare i valori
tradizionali e i sani princìpi con cui siamo stati educati. Innumerevoli volte sono stati denigrati la magistratura, il
Parlamento, la Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, la Cassazione, sempre in nome
del popolo italiano, perché, avendo vinto le elezioni, i nostri governanti
ritengono che a loro sia lecito tutto. Ormai siamo passati dalla libertà alla
latina "licentia". Ogni giorno che passa non ci sono limiti al
loro potere. Se c'è qualche legge che ostacola il loro agire, è semplice, si
cambia la legge. Si sa che la democrazia si basa sulla separazione dei tre
poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma, siccome si ha la
maggioranza, in nome del popolo italiano, ecco che il potere esecutivo pretende
di fare le leggi, alla faccia della Costituzione; non lo può fare, e allora via
con i decreti legge, non più considerati una necessità e urgenza, ma una norma.
Il Parlamento ormai non è più, di fatto, un organo legislativo, ma un insieme
di "soldatini" che dicono sempre «obbedisco». Non sono stati scelti
dal popolo italiano, ma nominati. Se solo si ha l'ardire di opporsi si è
tacciati di comunisti, qualunquisti, mestatori eccetera. Ormai la verità non ha
più luogo, tutto si basa sulla falsità e sulla menzogna, e sempre in nome del
popolo italiano. Siamo arrivati all'eccesso che una sentenza della Corte di
cassazione è considerata un reato, per cui colui che la vuol far rispettare diventa
un indagato e può essere perseguibile (vedi caso Eluana). Ormai tutto si è
capovolto: non è più reato commettere un crimine, ma diventa reato denunciarlo.
Vent'anni fa il popolo italiano, con un referendum, si era espresso contro il
nucleare, invece colui che ha sempre sulla bocca il popolo italiano ha aperto
al nucleare, senza minimamente pensare che per lo meno sarebbe stata necessaria
un consultazione, per conoscere il parere della "gente", prima di
decidere; ma si sa che chi ha il potere è "onnisciente", perché è
stato eletto dal popolo e ha la maggioranza. Se questi sono gli esempi, c'è
poco da lamentarsi se in Italia ci sono delinquenza, corruzione, violenza e
nefandezze varie; le nuove generazione sono aperte agli insegnamenti che vengono
dall'alto e si sentono quindi in diritto di fare quello che vogliono, alla
faccia dei valori e dei princìpi tradizionali. Giorgio Marici San Vito al
Tagliamento Si è tanto parlato e scritto sul caso Englaro e si continua ancora
e così io aggiungo la mia. Io sono per l'eutanasia. Quanti medici già la
praticano? Nessuno ne parla! Riporto un caso personale, non immaginato, ma
reale: mio cognato aveva il cancro ai polmoni e da due anni ricadeva sempre più
spesso in orribili sofferenze. Era stato ricoverato in ospedale per l'ennesima
volta. Noi familiari eravamo ad assisterlo. Lui continuava stremato a
lamentarsi penosamente. Arrivò un'infermiera e gli fece un'iniezione e subito
si calmò, ma dopo una decina di minuti spirò. Noi tutti capimmo che a decidere
della sua fine fu quell'iniezione, ma tutti noi non denunciammo il caso, anzi
condividemmo tale decisione, perché almeno lui terminò quella brutta sofferenza
e quell'orrendo calvario. Un fatto del genere non sarà certamente il solo e in
questi casi io dico grazie all'umanità dei medici. Questa è pura eutanasia,
cioè la sorella morte serena e dignitosa. Quando non ci sono più speranze e
rimane solo un futuro di sofferenza questa liberazione va fatta. Nel caso di
Eluana io sto col padre, bisogna viverle quelle esperienze per giudicare.
Visitate gli ospedali e in particolare certi reparti! E poi questa legge
assurda che proibisce la pubblicazione delle foto reali di questa creatura
significa proprio togliersi dalla realtà vera. E non facciamo anche qui una
questione politica e religiosa, ma ognuno scelga la sua di umanità, solo che
anziché interromperle gli alimenti io sarei stato d'accordo per quella santa
iniezione. Valutate anche ciò che ha detto il Dalai Lama. I giornali hanno
fatto un solo trafiletto. Lui disse che non essendo alcun recupero mentale da
loro non fanno questi stupidi accanimenti, ma seguono la natura. Questo governo
non farà nulla per l'eutanasia, ma mi auguro che qualcuno proponga un
referendum per introdurla anche in questo Paese. Sarebbe un vero segnale di
civiltà e di realistica umanità. Rosolino Peressini Udine
( da "Tirreno, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
7 - Attualità Il Brasile verso il sì all'estradizione di
Battisti La Corte chiederà però all'Italia di commutare l'ergastolo in 30 anni
di pena BRASILIA. Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale)
brasiliano approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti (nella foto),
l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del
ministro della giustizia Tarso Genro. L'estradizione viene però
condizionata alla commutazione della pena all'ergastolo, decisa dai tribunali
italiani, in 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione
brasiliana. Lo scrive il quotidiano, solitamente bene informato, "Estado
de S.Paulo" che esamina i vari aspetti e i precedenti che il Tribunale
prenderà in considerazione nel corso del dibattito sul caso Battisti che ha
aperto dopo il ricorso presentato dall'Italia contro la decisione del ministro
della giustizia. Il dibattito potrebbe durare varie sessioni ma non dovrebbe
estendersi oltre marzo. Per prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale
dovrà valutare se la concessione dell'asilo politico da parte del ministro
della Giustizia Tarso Genro interrompe l'iter di estradizione, come avvenne nel
2007 nel caso del sacerdote colombiano Oliverio Medina, legato alle Farc - il
quale però non aveva nessun processo a carico in patria, il che già esclude
l'analogia con Battisti. Molto più confacente, scrive il giornale, il parallelo
con un altro italiano, Luciano Pessina, ex brigatista rosso, scoperto a Rio de
Janeiro nel 1996 ed estradato l'anno dopo dal Brasile in Italia pur non avendo
a suo carico nemmeno un omicidio. La concessione dell'asilo politico, ricorda
l'Estado de S.Paulo, interrompe «la richiesta di estradizione e non l'iter di
estradizione», una differenza semantica che potrebbe fornire ai membri del STF
l'appiglio giuridico per sovvertire la decisione di Genro. I quali potrebbero
però anche sancire l'illegalità della misura, contrapponendogli la piena
legalità delle sentenze emesse in Italia (vari membri del STF ritengono «un
insulto alla giustizia italiana» l'argomento di Genro sull'invalidità dei
tribunali italiani che hanno giudicato Battisti), una decisione che prenderebbe
aspetti anche politici, di piena contrapposizione del potere giuridico a quello
esecutivo. Per ultima sarebbe giudicata la validità della richiesta di
estradizione, che a questo punto non dovrebbe essere messa in questione.
Resterebbe solo la richiesta di adeguamento della condanna di Battisti, visto
che l'ergastolo non è previsto dalla legislazione brasiliana. Il Supremo
Tribunal dovrebbe quindi condizionare la consegna dell'ex terrorista all'Italia
alla conversione della pena a 30 anni, il massimo per la Costituzione
brasiliana.
( da "CittadinoLex" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sei
in: Prima Pagina | Fisco | Testo Dichiarata legittima la norma prevista dal
decreto-legge milleproroghe del 2008 Annullabili cartelle esattoriali non
corrette prima di una data (Corte costituzionale 58/2009) Legittimo non considerare valide le cartelle fiscali
non compilate correttamente prima del primo giugno 2008. Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza 58 del
2009 depositata il 23 febbraio 2009. La Consulta ha promosso così la norma del
decreto-legge milleproroghe del 2008 che sanciva la nullità delle cosiddette
cartelle 'mute' (quelle nelle quali non è indicato il responsabile del
procedimento), ma solo a partire dal primo giugno 2008. Sostanzialmente con la
legge, approvata nel febbraio del 2008, si consideravano valide le cartelle
fiscali non compilate correttamente prima di quella data (appunto il primo
giugno dello stesso anno). La questione di legittimità costituzionale
era stata sollevata da alcune Commissioni tributarie e da un Giudice di pace.
Alcuni giudici tributari avevano sollevato la questione facendo riferimento
all'articolo 97 della Costituzione sul buon andamento e imparzialità della
pubblica amministrazione. Per esempio la Commissione Tributaria provinciale di
Isernia aveva affermato di escludere che il legislatore possa imporre il
rispetto di principi costituzionali solo a partire da una certa data aveva
comunque evidenziato il contrasto tra la disposizione (cartelle mute
illegittime ma solo a partire da una certa data) con alcuni principi dello
Statuto del contribuente. A questi rilievi aveva risposto l'Avvocatura dello
Stato, in difesa dell'Erario, sottolineando che la mancata indicazione del
responsabile del procedimento è "una mera irregolarità insuscettibile di
determinare l'invalidità dell'atto". Con argomentazioni simili si erano
rivolti alla Consulta anche il Giudice di pace di Genova e la Commissione
provinciale tributaria di Lucca. Oltre al 97, erano stati sollevati dubbi sulla
costituzionalità della norma del milleproroghe, in riferimento a vari articoli
della Costituzione. I giudici della Consulta, nella sentenza depositata venerdì
scorso, afferma che la previsione che gli atti dell'amministrazione finanziaria
e dei concessionari della riscossione debbano tassativamente indicare il
responsabile del procedimento è volta ad assicurare la trasparenza
amministrativa, l'informazione del cittadino e il suo diritto di difesa ma lo
Statuto del Contribuente, fa notare la Consulta, "a differenza di quanto
fa per altre disposizioni, non commina la nullità per la violazione della
disposizione indicata e neanche la nullità, in mancanza di un'espressa
previsione normativa, può dedursi dai principi dell'articolo 97 della
Costituzione". (02 marzo 2009)
( da "Messaggero, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Lunedì
02 Marzo 2009 Chiudi ROMA - Non c'è ancora l'intesa sul nome del nuovo
presidente del Consiglio di amministrazione della Rai. La conferma arriva dal
segretario del Pd Dario Franceschini, ospite ieri di Fabio Fazio a "Che
tempo che fa", e la notizia certifica lo stallo della trattativa tra
maggioranza e opposizione e il conseguente probabile slittamento dei passaggi
istituzionali che servono a chiudere la partita. Per domani alle 12 è convocata
l'assemblea dei soci Rai con all'ordine del giorno la nomina dei nuovi vertici.
Sarebbe l'occasione per il ministero dell'Economia di comunicare i nomi
dell'ottavo consigliere (sette sono già stati nominati) e del presidente. In
entrambi i casi si tratterebbe di una conferma, dicono le indiscrezioni, per
Angelo Maria Petroni in Cda e Claudio Petruccioli (sul quale però il ministro
Giulio Tremonti sembra molto perplesso) alla presidenza per un altro triennio.
L'assemblea era già stata convocata per martedì scorso, ma è stata aggiornata
di sette giorni per aspettare ancora i tempi della politica, segnati questa
volta dalle dimissioni di Walter Veltroni. Franceschini, essendosi appena
insediato alla guida del Pd, voleva avere il tempo per riflettere sulla
proposta, anche se si dice che da una riunione con i componenti della Vigilanza
in quota Pd sarebbe uscita appunto l'ipotesi di portare come prima richiesta
quella della conferma di Petruccioli. Ed è probabile che la proposta sia
accettata dalla maggioranza, altrimenti si dovrebbe andare alla verifica di
altre ipotesi: se si parla ancora di Pietro Calabrese, Pierluigi Celli, di
Andrea Manzella e Sergio Mattarella, è più probabile che dal cilindro possa
uscire una carta del tutto nuova. Per la direzione generale, l'unico nome certo
è Mauro Masi, anche se Silvio Berlusconi e Gianni Letta non hanno ancora
individuato il suo successore a Palazzo Chigi. Il nuovo direttore generale
potrebbe però non essere più affiancato, come si diceva, da due vicedirettori,
per i quali si facevano i nomi di Antonio Marano e Guido Paglia. I direttori di
Raidue e della comunicazione Rai potrebbero rimanere al loro posto nel prossimo
giro di nomine. Ma che sia o meno indicato il nome del presidente martedì, i
tempi potrebbero slittare ancora perché la prossima settimana la Commissione di
Vigilanza, che deve ratificare poi la nomina del presidente col voto bipartisan
dei due terzi, è probabile che non possa riunirsi. Questo per la contestuale
sospensione dei lavori della Camera che dal 9 introduce il nuovo sistema di
votazione anti pianisti. La commissione presieduta da Sergio Zavoli, nonostante
l'indicazione dell'Ufficio di presidenza, non è stata ancora convocata nemmeno
per l'audizione dei vertici attuali sulle risorse pubblicitarie. Intanto però è dietro le spalle la tanto temuta decisione della
Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal Tesoro ai tempi
della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza di
centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal
Tar. L'Economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha
detto la corte, cosa
che rafforza i poteri della Commissione che ha già nominato i suoi sette
consiglieri: i quali rimangono in attesa di insediarsi al settimo piano di Viale
Mazzini.
( da "Centro, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tagliacozzo,
il comitato pro-ospedale: no al ridimensionamento dei servizi Trasferimento
medici, è protesta TAGLIACOZZO. Nonostante le rassicurazioni fatte
dall'assessore regionale alla Sanità sul futuro dell'ospedale di Tagliacozzo, a
soli tre giorni dalla visita di Lanfranco Venturoni, il comitato cittadino pro-ospedale
è costretto ad affilare nuovamente le armi contro la Asl Avezzano-Sulmona. A
far scattare la scintilla questa volta è un ordine di servizio che dispone
l'assegnazione di alcuni medici ortopedici del presidio "Umberto I"
di Tagliacozzo all'ospedale di Avezzano. «Qualsiasi decisione e/o atto
amministrativo di ridimensionamento di personale o di servizi a danno
dell'ospedale di Tagliacozzo sarebbe viziata da eccesso di potere», scrive Rita
Tabacco, portavoce del comitato per la difesa dell'Umberto I. «Infatti
l'ordinanza del Tar Abruzzo che invia il Piano sanitario regionale alla Corte Costituzionale perchè ne accerti la legittimità, sospende
di fatto tutte le scelte e le operatività legate al Piano sanitario regionale».
Il Comitato pro-ospedale di Tagliacozzo, di intesa con le istituzioni locali e
con le associazioni in difesa del malato, chiedono quindi il rispetto
dell'attuale normativa vigente in Abruzzo come già fatto nel recente passato al
ministro della Sanità quando nel novembre
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA data: 2009-03-02 - pag: 1 autore: ...
PANORAMA ... Il Papa: «Aiutate i lavoratori» No del premier alle proposte Pd Un
appello a politici e imprenditori affinché difendano i lavoratori e le loro
famiglie, vittime della disoccupazione. A lanciarlo è stato durante l'Angelusil
Papa Benedetto XVI,che ha citatoin particolare gli operai della Fiat di
Pomigliano d'Arco ( presenti in delegazione a Piazza San Pietro), del Sulcis e
di Prato. Il premier Silvio Berlusconi ha invece bocciato la proposta sui
sussidi di disoccupazione lanciata dal Pd: «è insostenibile». u pagina7 Paesi
baschi, nazionalisti moderati in vantaggio I nazionalisti moderati sono in
testa nelle elezioni per il Parlamento dei Paesi Baschi. Il Pnv del premier
uscente Juan Josè Ibarretxe otterrebbe fra 30 e 32 seggi su 75, più dei
socialisti (26-28) e del Partido Popular ( 9-10). In Galizia il risultato è
invece molto incerto. Sì condizionato del Brasile
all'estradizione di Battisti è quasi certo che la Corte costituzionale brasiliana darà il via
libera all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac Cesare Battisti, purché
l'Italia converta l'ergastolo nella pena di 30 anni, la massima prevista in
Brasile. Lo afferma il quotidiano «Estado de S. Paulo». Esplode palazzina
nel Mugello, tre morti Una donna albanese di 37 anni e i suoi due figli di 14 e
13 anni sono morti ieri mattina a causa di un'esplosione avvenuta in una
palazzina a Barberino del Mugello ( Firenze). Ferito in modo grave un vicino,
38 anni, italiano. Tra le possibili cause, una fuga di gas. Franceschini: guai
se alle europee vince il Cavaliere «Se Berlusconi fosse il vincitore delle
Europee quello che avverrebbe il giorno dopo può preoccupare tutti ». Lo ha
detto il segretario del Pd Dario Franceschini. Sul nome del nuovo presidente
della Rai «manca ancora l'intesa». u pagina 6 con Il Punto di Stefano Folli
Latte inquinato, Nestlé condannata al risarcimento Il giudice di pace di Giarre
(Catania) ha condannato Nestlé Italiae Tetrapack international al pagamento dei
danni, patrimoniali e non, ai genitori che avevano utilizzato latte Nidina che
conteneva tracce di Itx, inchiostro utilizzato negli imballaggi.
( da "MilleCanali" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
2
Marzo 2009 Focus / FOCUS Rai: per la Consulta aveva ragione Petroni La Corte
Costituzionale ha alla fine deciso, in un ?conflitto fra poteri dello Stato?,
che l?allora ministro Padoa Schioppa non poteva revocare il ?suo? Consigliere
Rai Petroni senza consultare la Vigilanza. Festa a metà per il Centro-Destra,
alla vigilia delle nomine. «Non spettava al Governo decidere la revoca del
consigliere di amministrazione Angelo Maria Petroni. La Corte Costituzionale dà
ragione alla commissione di Vigilanza, che aveva sollevato un conflitto di
attribuzione nei confronti del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e
del premier Romano Prodi in merito alla revoca del rappresentante del Tesoro in
Cda. La Bicamerale di San Macuto, stabilisce la Consulta, avrebbe dovuto
deliberare in merito. Una decisione che, per qualcuno, potrebbe anche avere
effetti sulle questioni di stretta attualità politica, come la nomina, attesa a
giorni, del rappresentante dell'azionista nel nuovo consiglio di
amministrazione di Viale Mazzini. ?Oggi - ha affermato Paolo Romani,
sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle Comunicazioni - sono
definitivamente sfumate le ipotesi di riscrittura della legge Gasparri e la
sentenza della Consulta ha riconosciuto la giustezza del ricorso presentato
dalla Commissione di Vigilanza contro la revoca del Consigliere della Rai
Petroni con una sentenza che riafferma la centralità del Parlamento. Gli alti
giudici hanno riconosciuto l'immediata applicazione del comma 8 dell'art 49 del
testo unico, confermando che nomina e revoca possono avere ambiti e procedure
diverse?. La vicenda Petroni si apre l'11 maggio 2007, quando il cdm sotto la
guida di Prodi approva la richiesta di revoca dell'allora titolare
dell'Economia. Il 7 giugno il Tar approva la richiesta di sospensiva della
procedura di revoca avanzata da Petroni. Nonostante ciò, il 10 settembre,
Petroni viene rimosso e sostituito, al settimo piano di Viale Mazzini, da
Fabiano Fabiani. Il 16 novembre il Tar accoglie il ricorso di Petroni contro la
sua sostituzione: sei giorni dopo il Governo chiede la sospensione della
sentenza. Una richiesta bocciata il 4 dicembre dal Consiglio di Stato, che
reintegra Petroni nel Cda. Nel frattempo, il 26 settembre del 2007, la
commissione di Vigilanza aveva sollevato un conflitto d'attribuzione, giudicato
ammissibile il 27 febbraio del 2008. Ieri la pronuncia finale che, più che nel
merito del caso (di fatto chiuso: Petroni siede ancora nel Cda) potrebbe avere
effetti anche sulle prossime nomine. La questione è verificare se la sentenza
odierna, oltre che a stabilire criteri per la revoca del rappresentante del
Tesoro, ne stabilisce anche quelli di nomina: può, a questo punto, l'azionista
nominare il suo fiduciario senza la preventiva deliberazione della Vigilanza,
come prevede la legge Gasparri? Non ha dubbi l'ex ministro Paolo Gentiloni, che
si è chiesto ?come farà il governo a nominare il proprio rappresentante nel nuovo
Cda Rai. Sembra infatti impossibile - ha osservato - che il potere esclusivo
del governo, negato sulla revoca, possa sopravvivere per la nomina del
consigliere?. Secondo il capogruppo del Pd, Fabrizio Morri, il pronunciamento
della Corte conferma che è necessaria una modifica della legge Gasparri. E
anche l'ex presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, promotore del conflitto
ha ammesso: ?Se la sentenza è 'manipolativa' allora si può ipotizzare che non
potendo il Tesoro revocare, non può nemmeno nominare in autonomia. Ci sarebbe
quindi un vuoto legislativo e la necessità di modificare la Gasparri in quel
punto?. Il senatore Alessio Butti, capogruppo Pdl in Commissione di Vigilanza
Rai, ha commentato che, anche se a distanza di qualche mese, ?le valutazioni
espresse a suo tempo dal centro-destra trovano conferma nel pronunciamento
della Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso presentato a suo tempo
dalla Commissione di Vigilanza Rai. Nulla da aggiungere rispetto a quanto già
detto sulla figuraccia rimediata dall'allora ministro Padoa Schioppa e quindi
da Prodi. Questo significa anche riconoscere la validità del ruolo della
Commissione di Vigilanza e soprattutto le sue competenze e la sua utilità. Ora,
in presenza di una vittoria così schiacciante, non è tempo di polemizzare
ulteriormente e quindi attendiamo dal centro-sinistra valide indicazioni per
procedere con il completamento del Cda Rai?. Il costituzionalista del Pd
Stefano Ceccanti, pur sottolineando la necessità di una modifica della legge Gasparri,
ha osservato che non c'è automatismo tra potere di nomina e quello di revoca:
?Quando una legge stabilisce il potere di nomina, non sempre implicitamente
stabilisce quello di revoca. Ad esempio, nonostante la Costituzione preveda
l'esclusivo potere di nomina dei ministri da parte del presidente del
Consiglio, la dottrina ritiene che non esista un potere di revoca. È analogo a
quanto avvenuto oggi?. La Consulta, insomma, si è pronunciata sul potere di
revoca e non su quello di nomina espressamente previsto dalla legge. Che,
dunque, non verrebbe messo in discussione. Intanto, già martedì il Tesoro
potrebbe nominare il suo rappresentante in Cda (dovrebbe rimanere Petroni): per
quel giorno è convocata, infatti, l'Assemblea degli azionisti dell'azienda per
gli adempimenti previsti con la nomina del Cda. In altre parole: ratifica dei
sette consiglieri eletti dalla Vigilanza, nomina del rappresentante del Tesoro
e indicazione del presidente. Su quest'ultima, spinosa questione, sono stati
avviati i contatti tra maggioranza e opposizione. Ieri mattina, i commissari
del Pd sono stati informati dello stato delle trattative: le ipotesi, spiegano
i partecipanti alla riunione, ?sono tutte ancora sul tavolo?. Il nodo da
sciogliere, in primo luogo, è se spingere per una riconferma di Claudio
Petruccioli o puntare su un nome nuovo. Solo dopo aver sondato Palazzo Chigi
sulle possibilità di prorogare l'attuale presidente, Dario Franceschini passerà
a indicare un nome, o più probabilmente, i nomi alternativi. Non è detto comunque
che entro lunedì si riesca a trovare la squadra. Tra le ipotesi illustrate,
infatti, anche quella di un ulteriore rinvio: sarebbe l'extrema ratio, ma
l'Assemblea degli azionisti di martedì potrebbe decidere di formalizzare solo
le nomine dei sette consiglieri votati dalla Vigilanza, e lasciare in stand by
la pratica della presidenza. Che sarebbe occupata 'ad interim', come già
accaduto più volte nella storia dell'azienda, dal consigliere anziano, in
questo caso Guglielmo Rositani».
( da "Arena.it, L'" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Battisti,
«estradizione condizionata» TERRORISMO. Il Supremo tribunale federale del
Brasile dovrebbe approvare la richiesta dell'Italia ma solo se l'ergastolo
verrà convertito in 30 anni di carcere Secondo un quotidiano, per i giudici
l'asilo politico non interrompe l'iter Decisione entro marzo 02/03/2009 rss
e-mail print L'ex terrorista Cesare Battisti BRASILIA Il
Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale) approverà l'estradizione in
Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in
Brasile, condizionandola però alla commutazione dell'ergastolo in 30 anni di
detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo scrive
il quotidiano, solitamente bene informato, «Estado de S. Paulo» che esamina i
vari aspetti e i precedenti che il Stf prenderà in considerazione, per
rispondere al ricorso presentato dall'Italia contro la decisione del ministro
della giustizia. Il dibattito potrebbe durare varie sessioni ma non dovrebbe
estendersi oltre marzo. Per prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale
dovrà valutare se la concessione dell'asilo politico da parte del ministro
della Giustizia Tarso Genro interrompe l'iter di estradizione, come avvenne nel
2007 nel caso del sacerdote colombiano Oliverio Medina, legato alle Farc, il
quale però non aveva nessun processo a carico in patria. Molto più confacente,
scrive il giornale, il parallelo con un altro italiano, Luciano Pessina, ex
brigatista rosso, scoperto a Rio de Janeiro nel 1996 e poi estradato l'anno
dopo dal Brasile in Italia pur non avendo a suo carico nemmeno un omicidio, al
contrario di Battisti. La concessione dell'asilo politico, ricorda l'«Estado de
S. Paulo», interrompe «la richiesta di estradizione e non l'iter di
estradizione», una differenza semantica che potrebbe fornire ai membri del Stf
l'appiglio giuridico per sovvertire la decisione di Genro. I quali potrebbero
anche sancire l'illegalità della misura, contrapponendogli la piena legalità
delle sentenze emesse in Italia (vari membri del Stf ritengono «un insulto alla
giustizia italiana» l'argomento di Genro sull'invalidità dei tribunali italiani
che hanno giudicato Battisti), una decisione che prenderebbe aspetti anche
politici, di piena contrapposizione del potere giuridico a quello esecutivo.
Per ultima sarebbe giudicata la validità della richiesta di estradizione, che a
questo punto, non dovrebbe essere messa in questione. Resterebbe solo la
richiesta di adeguamento della condanna di Battisti, visto che l'ergastolo non
è previsto dalla legislazione brasiliana.
( da "HelpConsumatori" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
News
FISCO. Cartelle mute, Federcontribuenti: sentenza Corte
Cassazione viola statuto del contribuente 02/03/2009 - 11:57 Con la Sentenza n.
58 depositata recentemente la Corte Costituzionale modifica una sua precedente
pronuncia che prevedeva la nullità delle cartelle esattoriali prive dell'
indicazione del Responsabile del procedimento. Così facendo la Corte
Costituzionale sana le illegittimità degli esattori, emanando nei fatti un
condono e una sanatoria, a danno del diritto dei contribuenti. La denuncia
giunge dal Presidente della Federcontribuenti Carmelo Finocchiaro che aggiunge.
"Dobbiamo prendere atto che la Suprema Corte, rendendo legittima la scelta
di prevedere la nullità della cartella in caso di omessa specifica del
responsabile del procedimento ( solo con riferimento ai ruoli consegnati dal 1
Giugno 2008), sancisce la legittimità da parte degli organi dello Stato, di
poter violare lo Statuto del Contribuente. La beffa che subiscono milioni di
italiani, dimostra che esiste nel nostro Paese un' assoluta mancanza di
garanzia e certezza delle norme per i contribuenti. Fin quando non verrà
approvata una legge che riconoscerà lo Statuto del Contribuente "Legge di
rango costituzionale", si potrà solamente vivere
in uno stato di quotidiana incertezza". 2009 - redattore: VC
( da "Napoli.com" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
2/3/2009
Legittimo il ritardo per fissare i tetti di spesa di Antonio Salvatore Il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), con la Sentenza n.
5375, è tornato sulla tardività nella fissazione dei limiti di spesa sanitari
da parte degli enti competenti e, al riguardo, ha ribadito il seguente
principio: la retroattività degli atti con i quali l?Azienda Sanitaria Locale
stabilisce il tetto di spesa, per le prestazioni erogate nel corso dell?anno
dalle singole strutture sanitarie private, con relativa fissazione di
meccanismi di decremento tariffario per le prestazioni erogate in eccedenza,
oltre a garantire il nucleo irriducibile del diritto alla salute, non impedisce
agli interessati di disporre di un punto di riferimento per lo svolgimento
della loro attività. I giudici, rifacendosi alla decisione n. 8/06
dell?Adunanza Plenaria del medesimo Consiglio di Stato, hanno ritenuto che non
si possa sostenere che la retroattività di un atto, con il quale sono stati
fissati i tetti di spesa, impedisca alle strutture sanitarie private ? Centri
Erogatori ? di disporre di un qualunque punto di riferimento regolatore per lo
svolgimento della loro attività. In un sistema in cui è fisiologica la
sopravvenienza dell?atto determinativo della spesa solo in epoca successiva
all?inizio della erogazione del servizio, le Strutture Sanitarie Accreditate
potranno orientarsi ? sino a quando non sarà adottato il provvedimento che
fissa i volumi e i correlati limiti di spesa ? dei corrispondenti valori
afferenti l?esercizio precedente, opportunamente rimodulati in ragione degli
interventi che le eventuali norme finanziarie abbiano previsto per la spesa
sanitaria. Il Collegio giudicante, invero, ha ritenuto che tale linea
interpretativa consente di garantire il conseguimento dell?obiettivo di
carattere primario e fondamentale del settore sanitario: la garanzia che la
Sentenza n. 509 del 2000 della Corte Costituzionale definisce ?nucleo
irriducibile? del diritto alla salute. In realtà la pronuncia del Consiglio
rispecchia quanto già ampiamente sancito nella nota Sentenza n. 4076 del
25.8.2008, dallo stesso emessa, in cui, oltre a ritenere assolutamente
legittima la retroattività del meccanismi della regressione tariffaria, ha, tra
l?altro, previsto: a) la piena legittimità dell?istituto della
regressione tariffaria per le prestazioni sanitarie che eccedono il tetto
massimo, costituendo, tale meccanismo, espressione del potere autoritativo
delle Regioni; b) la piena legittimità della classificazione delle strutture
erogatrici in distinte categorie, di modo da procedere alla remunerazione delle
loro prestazioni con diversi tariffari in ragione della loro complessità
organizzativa; c) la piena legittimità della tardività della determinazione dei
tetti di spesa; d) la piena legittimità di abbattere i margini di utile delle
strutture con il solo limite del totale azzeramento; e) di escludere che esista
un principio vincolante di trattamento pubblico ?
privato.
( da "CronacaQui.it" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Dal Brasile si chiede il compromesso Cesare Battisti: sì
all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena BRASILE - La Corte
Costituzionale brasiliana probabilmente concederà l'estradizione di Cesare
Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna
dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione
brasiliana.
L'ipotesi emerge da un'analisi del caso sull'ex terrorista pubblicato dal
quotidiano brasiliano "Estado de S. Paulo". Il quotidiano brasiliano,
nell'edizione domenicale, fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei
precedenti. La conclusione è la quasi certezza che il tribunale supremo
considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Proletari
armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, e
approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la
possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga
per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le
decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e
Brasile. 02/03/2009
( da "Gazzettino, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
"Sì
condizionato" del Brasile all'estradizione di Battisti Lunedì 2 Marzo
2009, Brasilia Secondo la stampa brasiliana, il Supremo Tribunal Federal, la Corte Costituzionale di Brasilia, approverà l'estradizione in
Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in
Brasile per decisione del ministro della giustizia, Tarso Genro,
condizionandola però alla commutazione della pena all'ergastolo decisa dai
tribunali italiani, in trenta anni di detenzione, il massimo previsto
dalla Costituzione brasiliana. Lo scrive il quotidiano "Estado de S.
Paulo", che esamina i vari aspetti e i precedenti che il Supremo Tribunale
prenderà in considerazione nel dibattito - le conclusioni sono attese entro
questo mese di marzo - sul caso Battisti, e in particolare sul ricorso
presentato dall'Italia contro la decisione del ministro della Giustizia. Per
prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale dovrà valutare se la
concessione dell'asilo politico interrompe l'iter di estradizione come avvenne
nel 2007 nel caso del sacerdote colombiano, Oliverio Medina, legato alla
guerriglia Farc il quale però non aveva alcun processo a carico in patria, il
che già esclude l'analogia con Battisti. Molto più confacente, scrive il
giornale, il parallelo con un altro italiano, Luciano Pessina, un ex brigatista
rosso scoperto a Rio de Janeiro nel '
( da "Varesenews" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Vedano
Olona - Appuntamento martedì 2 marzo voluto dall?amministrazione comunale con
un magistrato della corte dei conti per spiegare la
situazione sugli impianti di depurazione Incontro pubblico sulle bollette
dell?acqua Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato
illegittima la legislazione statale che prevedeva il pagamento della tariffa nel
caso in cui il sistema di depurazione non esista o non sia in funzione. Gli
effetti di tale sentenza sono ora oggetto di pronunce a livello
giurisprudenziale e legislativo. Per fare il punto sulla situazione il Comune
di Vedano Olona promuove un incontro pubblico rivolto a tutti i cittadini che
si terrà martedì 3 marzo 2009 ore 21.00, a Villa Aliverti, Piazza S. Rocco 20.
Interverrà: Giancarlo Penco, Magistrato della Corte dei Conti Sezione
Lombardia. Lunedi 2 Marzo 2009
( da "Virgilio Notizie" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
2 mar. (Apcom) - Per quanto riguarda le mozioni e le risoluzioni in Assemblea,
i dati sono i seguenti: sono state presentate 124 mozioni (di cui 79 concluse,
pari ad una percentuale del 63,71%) e 16 risoluzioni, tutte concluse. Si sono
svolte 15 informative urgenti e 2 comunicazioni del Governo all'Assemblea.
Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte
per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo).
ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI AL 27 FEBBRAIO 2009 Le sedute delle Commissioni sono
state complessivamente 2995, per un totale di 1779 ore e 1 minuto. In
particolare, si sono registrate 1.318 ore e 35 minuti per sedute in sedi
formali e 460 e 26 minuti per sedute tenute per lo svolgimento di altre
attività (audizioni informali, Comitati ristretti, Comitati dei nove, Uffici di
Presidenza, incontri informali). Per quanto riguarda l'attività legislativa,
sono stati licenziati 68 progetti di legge in sede referente, sono stati approvati
3 progetti di legge in sede legislativa e sono stati espressi 607 pareri in
sede consultiva. Non sono stati esaminati progetti di legge in sede redigente.
Per quanto concerne l'attività di sindacato ispettivo, le interrogazioni
presentate sono 1.086, quelle concluse 613 (di cui
( da "Cittàdellaspezia.com" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Rimborsi
tariffe per servizio depurazione ACAM: le perplessità di Adiconsum "Appare
decisamente singolare- esordisce Franco Lorusso Responsabile Territoriale
Adiconsum della Spezia- la comunicazione al cliente che Acam Acque inserisce
nelle fatture emesse nel primo periodo del 2009 con riguardo ai consumi
rilevati dal 30.09.2008 al 31.12.2008, comunicazione per cui "la quota di
tariffa del servizio di depurazione è applicata con riserva di conguaglio in
relazione alla pronuncia della Corte Costituzionale n. 335
del 10 ottobre 2008, i cui effetti Acam Acque sta valutando in collaborazione
con l'Autorità d'Ambito (AATO)". "Naturalmente prosegue il
Responsabile di Adiconsum non rientra tra i poteri e le facoltà di Acam Acque
decidere ovvero valutare quali siano gli effetti di una sentenza della Corte
Costituzionale ma semmai sarà ed è dovere della società rispettarne gli
esiti applicativi". "La portata precettiva della sentenza n.335/2008
prosegue l'Avv.to Filippi legale di Adiconsum appare assolutamente chiara nelle
motivazioni e nelle conclusioni. La Corte è stata investita della questione di
legittimità costituzionale relativamente all'art. 14,
comma 1 della legge 5 gennaio 1994 n.36 nella parte in cui prevede che la quota
di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta
dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti
centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi. Uno dei
punti centrali della questione è il presupposto interpretativo da cui muove il
Giudice rimettente che è quello per cui nel sistema delineato dalla legge n.36
del 1994 la tariffa del servizio idrico integrato, articolato in tutte le sue
componenti, e, quindi, anche quella relativa al servizio di depurazione ha
natura di corrispettivo di prestazioni contrattuali e non di tributo. La Corte
ritenendo meritevole di accoglimento questo presupposto conclude per la
declaratoria di illegittimità costituzionale sia
dell'art. 14, comma 1 sia dell'art.155, comma 1, primo periodo, del decreto
legislativo 3 aprile 2006 n.152 nella parte in cui prevede che la quota di
tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel
caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente
inattivi". Da queste premesse - precisa il Responsabile di Adiconsum
Franco Lorusso- la minima condotta esigibile da parte di Acam Acque sarebbe
quella di identificare esattamente e pubblicamente quali siano gli utenti che
hanno sostenuto l'esborso non dovuto anche al fine di evitare richieste di
rimborso "a pioggia" casuali ed indiscriminate. Basterebbe
un'indicazione delle vie, dei condomini, o delle aree non coperte dal servizio
di depurazione. Ci parrebbe un atto dovuto; decisamente meno fattiva, speriamo
non solo "dilatoria", la comunicazione al cliente a cui si è fatto
riferimento abbinata peraltro alla permanenza in fattura della voce
"depurazione". In sostanza la posizione di Adiconsum non può che
apparire allo stato fortemente critica rispetto alla linea adottata da Acam ed
è una posizione a cui non ha mancato di aderire l'Adoc anche in ragione
dell'impegno a suo tempo preso da Acam Acque nei confronti delle associazioni
dei consumatori per cui la società avrebbe dovuto "pubblicare" le
utenze non coperte dal servizio di depurazione e dunque consentire di
identificare gli aventi diritto al rimborso. La mancanza di chiarezza sul punto
rischia di agevolare iniziative "di massa" ( del tipo "nel
dubbio...chiedo il rimborso") che oltre ad essere facilmente
strumentalizzabili anche a fini demagogici andrebbero ad "intasare"
gli uffici di competenza dell'Azienda impegnando energie diversamente
utilizzabili vieppiù in un momento come quello attuale.
( da "Riformista, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Gentile
direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il «frenetico turn
over» dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il
costo elevato «per le casse dello Stato» di questa cattiva abitudine, ed
esprime preoccupazione per «lo svilimento dell'istituzione» derivante dalla
«girandola dei presidenti» Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio
scorso critica il «frenetico turn over» dei presidenti della Corte
Costituzionale, lamenta il costo elevato «per le casse dello Stato» di
questa cattiva abitudine, ed esprime preoccupazione per «lo svilimento
dell'istituzione» derivante dalla «girandola dei presidenti». Il breve commento
pone due questioni, una inesatta, l'altra importante. Cominciamo dalla prima.
Non ho difficoltà a riconoscere che il trattamento e gli eventuali benefici
corrisposti alle ex cariche della Repubblica (della Corte Costituzionale e non
solo) pongono una questione seria che è giusto affrontare, sia sul piano
normativo sia sui mezzi di informazione, tanto più in tempi di crisi economica.
I miei interlocutori sanno che da tempo segnalo la questione, non solo
all'interno della Corte della quale sono onorato di aver fatto parte fino ai
giorni scorsi. segue a pagina 6 01/03/2009
( da "Giornale di Calabria, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Stazione
unica appaltante: Boemi assume l?incarico in Regione CATANZARO. L?ex
procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria Salvatore
Boemi si è insediato alla guida, come commissario, della Stazione unica
appaltante della Regione Calabria. L?organismo, il primo di questo tipo
istituito da una Regione, ha il compito di indire e monitorare le gare
d?appalto bandite dell?ente regionale per un importo superiore a 150 mila euro.
La nomina di Boemi a Commissario era stata decisa dalla Giunta regionale della
Calabria, su proposta del presidente, Agazio Loiero, nello scorso mese di
ottobre. L?ex magistrato, per assumere l?incarico, aveva chiesto l?autorizzazione
al Csm, che l?ha però negata. Boemi ha chiesto ed ottenuto da ieri, primo
marzo, di andare in pensione, assumendo così da oggi la guida della Stazione
unica appaltante. L?incarico di Boemi avrà la durata di tre anni. (02-03-09)