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Report "Giustizia"  1-2 marzo 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ... ( da "Alto Adige" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mirato conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,

SERIE D Pordenone - Belluno (Ballini di Brescia) ( da "Corriere delle Alpi" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sp Calcio - Montegrappa (Zoia di Treviso) Cisonese - Tegorzo Fiori Barp - Virtus Csm (Voltarel di Treviso) Classifica: Montegrappa 43; Cisonese 42; Caerano 41; Bessica 37; Sp Calcio 33; Virtus Csm 32; Tegorzo 30; Juventina 26; Maser 24; Agordina, Foen 22; Castion Loria 21; Sernaglia 18; Altivolese 16; Fioribarp 14; Lentiai 13.

san giorgio, la minoranza chiede impegni per la sospensione del pagamento delle bollette ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale del 10/10/2008, che nell'articolo 15 si limita a disporre che la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce il servizio idrico integrato, eliminando ogni riferimento a quei meccanismi coattivi di riscossione dei tributi espressamente richiamati nella previdente normativa della L.

tubone, in arrivo nuove norme sui rimborsi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che darebbe nuove interpretazioni alla sentenza della Corte Costituzionale che cassava il pagamento dei canoni di depurazione a fronte di un servizio non reso, con conseguente rimborso dei pagamenti effettuati negli ultimi dieci anni. Cauta, Luisa De Marco, presidente del Consorzio Depurazione Laguna Spa, che con i suoi 17 comuni soci, i 70 mila utenti di cui 42 mila allacciati,

seconda farmacia, il contenzioso ora approda al consiglio di stato ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rimanevano dei dubbi di costituzionalità. I giudici del Tar s'erano rivolti alla Corte costituzionale: acquisendone il parere, aveva respinto il ricorso di Collovini, considerando legittimo il comportamento dell'ente nell'instaurare il nuovo servizio. Ora, il ricorso in appello per rivedere quella decisione.

marino, lezione di bioetica "destra incivile, la legge non passerà" ( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non credo si arriverà al referendum abrogativo, penso che la Corte Costituzionale interverrà ben prima». Vediamo i singoli errori. «Io credo che testamento biologico significhi libertà di scelta, di terapia. Se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non può farlo quando non è più in grado, se lo ha chiesto prima?

NO ALLE LEGGI BAVAGLIO ( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che confidiamo vengano cancellati dalla Corte Costituzionale, né disegni di legge che ci auguriamo destinati alla stessa sorte, ma affronti i problemi che restano ancora tutti aperti, compresi i tagli e i vuoti di organico nei tribunali. Lasci perdere la separazione delle carriere, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale e la riforma del C.

reversibilità del divorziato, ecco come dividerla fra la nuova compagna e la ex - felice silvestri ( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale, con la sentenza ne. 419/1999, allo scopo di avviare ai possibili casi di iniquità, ha conferito al giudice un ampio margine di discrezionalità stabilendo che la pensione pari al 60% del trattamento percepito dal soggetto deceduto, venga assegnato tenendo conto non solo della durata dei due matrimoni,

MARINO (PD): <OFFESA LA LIBERTàDEI CITTADINI> ( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: trovato difficoltà già nella prima commissione al Senato e prima di un possibile referendum sono certo che sarà inevitabile l'intervento della Corte Costituzionale. Testamento biologico significa libertà di scelta, di terapia, non obblighi - spiega Marino - se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non può farlo quando non è più in grado di farlo se lo ha chiesto prima?

Consulta, per il presidente meglio l'incarico triennale ( da "Riformista, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avessero concluso il mandato alla Corte Costituzionale da "semplici" giudici. Non è così, e già al momento dell'elezione, quando questa inesattezza fu espressa da altri quotidiani, avevo avuto modo di precisarlo: la retribuzione del presidente della Corte è identica a quella dei giudici, e su questa retribuzione vengono calcolate sia la liquidazione (il trattamento di fine rapporto)

SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la seconda ... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sarà il professore Paolo Veronesi (associato di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara) a svolgere una lezione seminariale sul tema La Corte costituzionale come giudice dei diritti'. L'incontro è riservato ai soli iscritti alla scuola.

Tassa di depurazione tolta dalle bollette ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ormai celebre sentenza della Corte costituzionale, Amiacque srl, che gestisce gli acquedotti di questi tre Comuni ha effettuato una serie di verifiche sul territorio. «Dalla quale - puntualizza Amiacque - è emerso che nei Comuni (o in alcune zone di essi) di Ceriano Laghetto, Cogliate, Lazzate, Misinto, la rete fognaria non è collegata alla depurazione»

Le insidie stradali La sentenza n. 1691 della Corte di Cassazione, pubblicata ne... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 156/1999 della Corte Costituzionale che esonerava dalla responsabilità la Pubblica Amministrazione, soltanto se "sul bene di sua proprietà non sia possibile (...), per l'elevata estensione del territorio, un continuo controllo, idoneo ad impedire l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti".

La Provincia perde il primo round davanti al tribunale amministrativo regionale nel caso della formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti insegnanti scolastici ( da "Adige, L'" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale la norma che inserisce in coda nelle graduatorie trentine i docenti provenienti da altra provincia. «Basterebbe - si conclude - ascoltare e riflettere, e studiare un po' più il diritto invece che eliminarlo dalle Scuole. Il Miur, ad esempio, è ancora in tempo a fare un passo indietro e a consentire la mobilità interprovinciale dei precari in tutto il territorio

Cossiga: la proposta del Pdl non va, divide i cattolici ( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «è una questione di realismo nei confronti di una magistratura che, dalla Corte di Cassazione alla Corte Costituzionale, con arzigogoli giuridici ha mandato a morte una ragazza». E allora, se si vuol fare una legge la si faccia, invita Cossiga, ma «breve», per evitare equivoci nonché possibili forzature interpretative.

trasporto anziani, in un anno 400 viaggi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con il Csm. L'esercizio trasporti dell'Aifa ha registrato l'effettuazione di 6.500 chilometri, con un monte orario di 1.350 ore. Sono dati che la dicono lunga sulla crescente richiesta di questo prezioso servizio da parte degli anziani del territorio e che l'Aifa, forte dei propri volontari assolve a supporto dell'attività socio-

La bugia di Dario:... ( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a settembre intimidiva la Corte Costituzionale, a ottobre attaccava leistituzioni, a novembre era «superficiale e arrogante», a dicembre lavorava «contro gli italiani»; una settimana fa si comportava come «un padrone» e aveva «concentrato il potere» su di sé, l?altroieri bisognava difendere la democrazia da lui.

<Nel Pdl posizione unitaria> ( da "Avvenire" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Inoltre si è detto «certo» dell'intervento della Corte Costituzionale, «prima di un possibile referendum». Ma nello stesso partito è scontro pesante tra i Radicali ed il capogruppo in commissione Sanità del Senato, Dorina Bianchi. «Posizioni simili a quelle del Mullah Omar», è andata all'attacco Emma Bonino.

Caso Eluana: Rodotà, "siamo in piena restaurazione" ( da "Articolo21.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e sentenze a partire da quella della Corte Costituzionale che hanno sancito in modo cristallino il diritto alla autodeterminazione della persona. "Ridurre questo diritto è inammissibile", afferma Rodotà. "E questo che stiamo vivendo è un clima da restaurazione". Ma dopo aver citato le leggi il giurista ne prende le distanze affermando che su materie così delicate la stessa legge,

Tubone, rimborsi nulli o limitati ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale 335/2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione". Il nodo della questione è tuttavia il seguente. Difatti, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi,

Arriva a Mestre Gianfranco Fini. Il presidente della Camera dei Deputati il prossimo 4 aprile mattin... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: approfondimento sui diritti umani si è aperto un mese e mezzo fa con l'intervento di Giovanni Maria Flick, che fino l'altro giorno ha presieduto la Corte costituzionale, il quale ha proposto una lezione sulla dignità. Proseguirà con un terzo appuntamento, prima dell'estate, sull'uguaglianza, con relatore ancora da definire. Alvise Sperandio

Ponte Crepaldo, arriva la farmacia ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Eraclea Dopo il via libera della Corte Costituzionale, che ha rinviato al Tar la ratifica dell'istituzione della farmacia, gli uffici comunali hanno completato l'iter burocratico per l'apertura: sarà un farmacia comunale la cui gestione verrà assegnata con un bando di gara. Sede della farmacia e locali sono già stati scelti.

Liventina attende la capolista, cinque derby in Promozione ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Fiori Barp-Virtsu CSM Farra: Voltarel (Tv), La Sernaglia-Altivolese: Scepi (Tv), SP-Montegrappa: Zoia (Tv), Maser-Castion: Carraretto (Tv), Bessica-Juventina, Cisonese-Piave Tegorzo. Girone R. Francenigo-Sarmede: Bertin, Gaiarine-Piave: Fiorenza (Bs), Alpina-Vitt sdangiacomo: Vendramin (Tv), Cadore-S.

"Battisti, la Corte dirà sè all'estradizione dal Brasile, ma sarà condizionata" ( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.

NICOLA SPOSATO SCAFATI. IL TESTO IN APPROVAZIONE AL PARLAMENTO è DA CONTESTARE E COMUN... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Daremo battaglia affinché il canone di depurazione eliminato dalla Corte Costituzionale non rientri attraverso un escamotage creato per favorire i gestori privati». Annuncia battaglia Michele Raviotta presidente provinciale dell'Idv nonché responsabile del Co.tu.Cit di Scafati dopo che notizie provenienti dal Parlamento sembrano indicare il recepimento della recente sentenza n.

"Battisti, la Corte dirà sì all'estradizione" ( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.

Rai. Martedì assemblea dei soci, ma manca ancora intesa sul nome del presidente ( da "Rai News 24" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dietro le spalle la tanto temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal Tar. L'economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha detto la corte,

GENCHI ACCUSA SERVIZI E POLITICI: SONO COINVOLTI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO INTERVISTA-CHOC DI GRILLO CHE ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI "SILENZIO MAFIOSO" DI PIETRO ( da "Dagospia.com" del 01-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris? Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino. Adesso i Ros dicono che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui abbiamo acquisito alcuni tabulati,

COMPRENSIBILE CHE NON NE SIANO CONTENTE, LA QUESTIONE È COME REAGIRE A QUESTO DATO DI FATTO. ( da "Trentino" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mirato conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma,

TERRORISMO: "Battisti estradato" ( da "Italia Estera Online" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 1 FEB La Corte Costituzionale brasiliana, il Supremo Tribunale Federale, quasi sicuramente darà il via libera all'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione brasiliana.

Caso Battisti: probabile il sì brasiliano all'estradizione, ma a una condizione ( da "Corriere.it" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Paulo, il Supremo tribunale federale-Stf (la Corte costituzionale brasiliana) approverà il ricorso dell'Italia e dirà sì all'estradizione di Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana.

Il Brasile: estraderemo Battisti ma l'Italia cancelli l'ergastolo ( da "Corriere delle Alpi" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.

Il presidente Napolitano ha commesso un errore ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: deputato all'Assemblea costituente, giudice della Corte Costituzionale e annoverato fra i più autorevoli costituzionalisti italiani, si legge: «Sotto l'aspetto formale si richiede che i decreti-legge provengano da una deliberazione del consiglio dei ministri per essere poi «emanati» dal presidente della repubblica (art.

perche' laico ( da "Nuova Sardegna, La" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ribadito dalla Corte Costituzionale nel 1989, sia ben lontano dall'essere accettato, Stefano Rodotà - tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e presidente del comitato scientifico che li stabilisce e tutela - offre un'intensa riflessione sulla laicità «non come polo oppositivo, ma come componente essenziale del discorso pubblico in democrazia»

la difesa dei valori e l'umanità dei medici ( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Innumerevoli volte sono stati denigrati la magistratura, il Parlamento, la Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, la Cassazione, sempre in nome del popolo italiano, perché, avendo vinto le elezioni, i nostri governanti ritengono che a loro sia lecito tutto. Ormai siamo passati dalla libertà alla latina "licentia".

il brasile verso il sì all'estradizione di battisti ( da "Tirreno, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: estradizione di Battisti La Corte chiederà però all'Italia di commutare l'ergastolo in 30 anni di pena BRASILIA. Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale) brasiliano approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti (nella foto), l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro della giustizia Tarso Genro.

Annullabili cartelle esattoriali non corrette prima di una data ( da "CittadinoLex" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale 58/2009) Legittimo non considerare valide le cartelle fiscali non compilate correttamente prima del primo giugno 2008. Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza 58 del 2009 depositata il 23 febbraio 2009. La Consulta ha promosso così la norma del decreto-legge milleproroghe del 2008 che sanciva la nullità delle cosiddette cartelle '

ROMA - Non c'è ancora l'intesa sul nome del nuovo presidente del Consiglio di amminis... ( da "Messaggero, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Intanto però è dietro le spalle la tanto temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal Tar. L'Economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha detto la corte,

trasferimento medici, è protesta ( da "Centro, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale perchè ne accerti la legittimità, sospende di fatto tutte le scelte e le operatività legate al Piano sanitario regionale». Il Comitato pro-ospedale di Tagliacozzo, di intesa con le istituzioni locali e con le associazioni in difesa del malato, chiedono quindi il rispetto dell'attuale normativa vigente in Abruzzo come già fatto nel recente passato al ministro

Il Papa: Aiutate i lavoratori No del premier alle proposte Pd ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sì condizionato del Brasile all'estradizione di Battisti è quasi certo che la Corte costituzionale brasiliana darà il via libera all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac Cesare Battisti, purché l'Italia converta l'ergastolo nella pena di 30 anni, la massima prevista in Brasile. Lo afferma il quotidiano «Estado de S.

Rai: per la Consulta aveva ragione Petroni ( da "MilleCanali" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2 Marzo 2009 Focus / FOCUS Rai: per la Consulta aveva ragione Petroni La Corte Costituzionale ha alla fine deciso, in un ?conflitto fra poteri dello Stato?, che l?allora ministro Padoa Schioppa non poteva revocare il ?suo? Consigliere Rai Petroni senza consultare la Vigilanza. Festa a metà per il Centro-Destra, alla vigilia delle nomine.

Battisti, <estradizione condizionata> ( da "Arena.it, L'" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex terrorista Cesare Battisti BRASILIA Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale) approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile, condizionandola però alla commutazione dell'ergastolo in 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana.

FISCO. Cartelle mute, Federcontribuenti: sentenza Corte Cassazione viola statuto del contribuente ( da "HelpConsumatori" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Federcontribuenti: sentenza Corte Cassazione viola statuto del contribuente 02/03/2009 - 11:57 Con la Sentenza n. 58 depositata recentemente la Corte Costituzionale modifica una sua precedente pronuncia che prevedeva la nullità delle cartelle esattoriali prive dell' indicazione del Responsabile del procedimento.

Legittimo il ritardo per fissare i tetti di spesa ( da "Napoli.com" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 509 del 2000 della Corte Costituzionale definisce ?nucleo irriducibile? del diritto alla salute. In realtà la pronuncia del Consiglio rispecchia quanto già ampiamente sancito nella nota Sentenza n. 4076 del 25.8.2008, dallo stesso emessa, in cui, oltre a ritenere assolutamente legittima la retroattività del meccanismi della regressione tariffaria,

Cesare Battisti: sì all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena ( da "CronacaQui.it" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dal Brasile si chiede il compromesso Cesare Battisti: sì all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena BRASILE - La Corte Costituzionale brasiliana probabilmente concederà l'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione brasiliana.

"Sì condizionato" del Brasile all'estradizione di Battisti ( da "Gazzettino, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale di Brasilia, approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro della giustizia, Tarso Genro, condizionandola però alla commutazione della pena all'ergastolo decisa dai tribunali italiani, in trenta anni di detenzione,

Incontro pubblico sulle bollette dell'acqua ( da "Varesenews" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: amministrazione comunale con un magistrato della corte dei conti per spiegare la situazione sugli impianti di depurazione Incontro pubblico sulle bollette dell?acqua Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legislazione statale che prevedeva il pagamento della tariffa nel caso in cui il sistema di depurazione non esista o non sia in funzione.

Camera/ Da inizio legislatura 142 sedute,ok a 64. ( da "Virgilio Notizie" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI AL 27 FEBBRAIO 2009 Le sedute delle Commissioni sono state complessivamente 2995, per un totale di 1779 ore e 1 minuto. In particolare, si sono registrate 1.

Rimborsi tariffe per servizio depurazione ACAM: le perplessità di Adiconsum ( da "Cittàdellaspezia.com" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale n. 335 del 10 ottobre 2008, i cui effetti Acam Acque sta valutando in collaborazione con l'Autorità d'Ambito (AATO)". "Naturalmente prosegue il Responsabile di Adiconsum non rientra tra i poteri e le facoltà di Acam Acque decidere ovvero valutare quali siano gli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale ma semmai sarà ed è dovere della società rispettarne

Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il <frenetico turn over> dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato <per le casse dello Sta ( da "Riformista, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato «per le casse dello Stato» di questa cattiva abitudine, ed esprime preoccupazione per «lo svilimento dell'istituzione» derivante dalla «girandola dei presidenti» Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il «frenetico turn over» dei presidenti della Corte Costituzionale,

Stazione unica appaltante: Boemi assume l'incarico in Regione ( da "Giornale di Calabria, Il" del 02-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: autorizzazione al Csm, che l?ha però negata. Boemi ha chiesto ed ottenuto da ieri, primo marzo, di andare in pensione, assumendo così da oggi la guida della Stazione unica appaltante. L?incarico di Boemi avrà la durata di tre anni. (02-03-09)


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Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ... (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ... Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ingiustizia. Uno è andare allo scontro e alzare i toni. L'altra è negoziare cercando di salvare il salvabile, anche se si dovrà fare qualche sacrificio che si ritiene ingiusto. Il terzo è riflettere sui propri comportamenti e cercare di incidere sulle ragioni che hanno prodotto l'ingiustizia. La prima reazione in questo momento sarebbe perdente. Una parte della Svp potrebbe spingere per questa soluzione, guardando alla perdita di consenso a destra, e rispolverare le vecchie parole d'ordine: autodeterminazione e ricorso a Vienna. Ma in questo momento una prova di forza la vedrebbe perdente (anche perché Trento non la potrebbe seguire), e produrrebbe solo un grave deterioramento della situazione complessiva. Piuttosto conviene prepararsi a qualche singolo, mirato conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma, perché stavolta dovrebbe essere diverso? Determinante in questo contesto sarà anche la reazione dei partiti italiani. E' facile per il centrosinistra trovare finalmente un obiettivo condiviso e accusare il governo di essere nemico dell'autonomia, fingendo di dimenticare che l'irritazione contro le specialità è uno dei pochi temi su cui a Roma c'è un consenso trasversale fondato sull'ignoranza di entrambe le parti. Ma la sfida sarà soprattutto per il centrodestra locale, che dovrà scegliere tra la fedeltà al partito nazionale e quella al territorio. Come si comporteranno a Roma i parlamentari regionali del Pdl? Si schiacceranno sulle posizioni del governo, di Galan e di Formigoni, o interverranno per smussarle? Infine, ma non da ultimo, è essenziale anche un'autocritica da parte delle due province rispetto alla strategia tenuta finora. La rozzezza della visione romana dell'autonomia è data non solo dal drammatico livello culturale della gran parte della classe politica: deriva anche dal modo in cui la nostra specialità è stata gestita nei rapporti con Roma. Finora si è privilegiata un'autonomia da retrobottega, di stampo storicamente democristiano: fare senza farsi vedere, negoziare in gran segreto al riparo da sguardi indiscreti. Una scelta che si è rivelata indubbiamente efficace per molto tempo, ma ha steso un diffuso velo di ignoranza sulla questione, e oggi rischia di non pagare più. Per "salvare" la specialità dal semplicismo centralista occorre portare la questione alla luce del sole, discuterne apertamente, convincere, spiegare, far capire. La specialità non può più essere una questione meramente bilaterale tra le province autonome (peggio se ciascuna per sé) e il governo. La mera trattativa politica, possibilmente condotta in segreto, non basta più. Occorre diffondere la consapevolezza delle ragioni giuridiche dell'autonomia speciale, che non sono solo l'ancoraggio internazionale, l'autodeterminazione e gli altri istituti del secolo scorso, ma sono - e fortemente - dentro la stessa costituzione italiana. Che è al momento la più forte garanzia per la specialità. Non è più tempo in cui bastavano i pochi voti della regione (o persino quelli della sola Svp) per far stare in piedi il governo e ricattarlo. Oggi bisogna mettere in campo l'autonomia strategica, non più solo quella tattica. Per farlo occorre mantenere la calma e giocare le carte giuste al momento giusto. Francesco Palermo

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SERIE D Pordenone - Belluno (Ballini di Brescia) (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

SERIE D Pordenone - Belluno (Ballini di Brescia) SERIE D Pordenone - Belluno (Ballini di Brescia) Bolzano - San Donà (Bucchino di Torino) Virtus Vecomp - Chioggia (Carrisi di Brindisi) Trento - Domegliara (Abagnara di Nocera Inferiore) Tamai - Eurotezze 2-3 Montecchio - Sacilese (Minelli di Varese) Jesolo - Sagittaria (D'Angelo di Ascoli) Montebelluna - Sanvitese (Caravita di Cosenza) Somma - Quinto (Grega di Legnano) Classifica: Tezze 51; Sacilese 45; Quinto 41; Domegliara 39; Tamai 38; Pordenone, Chioggia 36; V.Vecomp 29; Sanvitese, Belluno, Sandonà 28; Trento 27; Monteb. 24; Sagittaria, Somma 22; Jesolo 21; Bolzano 14. ECCELLENZA Liventina - Adriese (Botter di Venezia) Giorgione - Edo Mestre (Marchetti di Vicenza) Cordignano - Marosticense (Alfarè di Mestre) Liapiave - Miranese Romano - Ponzano (De Zuani di Mestre) Ardita - Rossano (Zanolla di Belluno) Dolo Riviera - Union Csv (Antonello di Bassano) Feltrese - Vedelago Classifica: Adriese 46; Romano, Edo Mestre 33; Liapiave 32; Ardita 29; Feltrese 28; Miranese 26; Liventina, Cordignano 25; Giorgione 23; Dolo Riviera, Vedelago, Ponzano 22; Rossano, Union Csv 21; Marosticense 20. PROMOZIONE Istrana - Cappella (Callegaro di Padova) Portomansuè - Casier (Dall'Anese di Conegliano) Vittorio Veneto - Cavarzano (Sartori di Padova) Gruaro - Ceggia (Lionello di Este) Marenese - Opitergina (Campagnolo di Castelfranco) Cornuda - Preganziol (Mel di Conegliano) Luparense - Villorba (Cernigliaro di Verona) Fontanelle - Zero Branco (Scalcon di Vicenza) Classifica: Opitergina 47; V.Veneto 44; Portomansuè 38; Luparenese, Cappella Maggiore 35; Cornuda 32; Gruaro, Cavarzano 28; Istrana 27; Preganziol 25; Villorba 22; Marenese, Zero Branco 20; Fontanelle 17; Casier 12; Ceggia 4. PRIMA CATEGORIA Sedico - Careni (Bellato di Mestre) Orsago - Montello (Scalco di San Donà) Godega - Nervesa 2-0 Sanfiorese - Plavis (Gobbato di Portogruaro) Codognè - Ponte Piave (Rech di Castelfranco) Alpago - San Giorgio (Tessaro di Castelfranco) Fregona - Ripa Fenadora (Pasinetti di Venezia) Fulgor Trevignano - Ztll (Lena di Portogruaro) Classifica: Ripa Fenadora 42; Carenipievigina, Codognè 33; Alpago, San Giorgio 32; Nervesa, Godega 30; Sedico 29; Sanfiorese 28; Montello 27; Fregona 26; Orsago 25; Plavis 23; Fulgor T. 19; Ponte Piave 16; Ztll 15. SECONDA CATEGORIA Q Sernaglia - Altivolese (Scepi di Treviso) Union Maser - Castion Loria (Carraretto di Treviso) Agordina - Foen (Zummo di Treviso) Bessica - Juventina Caerano - Lentiai (Reka di Treviso) Sp Calcio - Montegrappa (Zoia di Treviso) Cisonese - Tegorzo Fiori Barp - Virtus Csm (Voltarel di Treviso) Classifica: Montegrappa 43; Cisonese 42; Caerano 41; Bessica 37; Sp Calcio 33; Virtus Csm 32; Tegorzo 30; Juventina 26; Maser 24; Agordina, Foen 22; Castion Loria 21; Sernaglia 18; Altivolese 16; Fioribarp 14; Lentiai 13. SECONDA CATEGORIA R Sarmede - Francenigo (Bertin di Bassano) Cortina - Fulgor Farra (Soster di Bassano) Gaiarine - Piave (Forenza di Bassano) Auronzo - Ponte Alpi (Bordignon di Bassano) Cadore - San Michele Limana - Sois Santa Lucia - Vazzolese Alpina - Vitt (Vendramin di Treviso) Classifica: Santa Lucia 46; Vazzolese 41; Limana 39; Gaiarine 36; Ponte Alpi, Cadore 31; Cortina, Fulgor Farra 27; Sarmede 26; Auronzo 25; Piave 22; Vittsangiacomo, Francenigo 21; Alpina 18; Sois 13; San Michele 7. COPPA DELLE DOLOMITI San Vittore - Cornei Castion - Amici Fortogna Alpes Cesio - Comelico Longarone - Arsiè SERIE C FEMMINILE Alpago - Gazzera (Mezzarobba di Conegliano) Keralpen - Zenky Padova (Andolfatto di Bassano) Classifica: Padova 50; Villanova 44; Vittorio Veneto 38; Lido Venezia 35; San Martino 34; Alpago 32; Keralpen Belluno 31; Fortitudo Vr 21; Castagnaro, San Carlo 17; Gazzera 15; Due Monti 12; Musano, Salara 6. SERIE D FEMMINILE Alpes Cesio - Favaro (Rubino di Belluno) Passarella - Dynamo Vellai (Calderan di San Donà) Cadore - Treporti (Unterberger di Belluno) Classifica: Padova (f.cl) 35; Vellai 32; Passarella 26; Favaro 25; Pedemontana 23; Spinea 19; Maser 17; Lughetto 15; Cadore 14; A.Cesio 6; Treporti 3. (rob)

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san giorgio, la minoranza chiede impegni per la sospensione del pagamento delle bollette (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Udine San Giorgio, la minoranza chiede impegni per la sospensione del pagamento delle bollette SAN GIORGIO DI NOGARO. «Chiediamo al sindaco, Pietro Del Frate, affinchè nella veste di membro dell'assemblea del Consorzio Depurazione Laguna Spa., assuma le necessarie iniziative tese alla sospensione temporanea dei ruoli coattivi inerenti le bollette 2000 - 2004, da parte del Tubone, almeno fintantoché non ci sarà certezza del diritto sulla materia». Con un ordine del giorno presentato nel consiglio comunale di giovedì, la minoranza consigliare di San Giorgio (Lucio Cinti, Nicola Del Frate, Enzo Bertoldi, Flavio D'Agostini, Mauro Tecovich e Rachele Di Luca), a chiesto un preciso impegno del sindaco in merito alla sospensione temporanea dei ruoli coattivi riguardanti le bollette dal 2000 al 2004, «in quanto - hanno affermato - la situazione venutasi a creare a seguito del mancato pagamento delle bollette relative a questi anni, da parte di alcuni utenti del servizio gestito dal Consorzio di depurazione e considerato che tale ente, ai fini della riscossione delle bollette ha, dopo le dovute procedure, applicato i ruoli coattivi che comporterebbero anche il pignoramento dei beni degli interessati. Tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale del 10/10/2008, che nell'articolo 15 si limita a disporre che la tariffa è riscossa dal soggetto che gestisce il servizio idrico integrato, eliminando ogni riferimento a quei meccanismi coattivi di riscossione dei tributi espressamente richiamati nella previdente normativa della L.319/76, sarebbe opportuno provvedere a formali chiarimenti in materia visto che la vicenda riguarda circa 300 famiglie di San Giorgio e per un importo di circa 60 mila euro. A fronte di ciò chiediamo l'impegno del sindaco quale membro dell'assemblea del Tubone, per una sospensione temporanea dei ruoli coattivi». La discussione dell'odg., per motivi burocratici è stata rinviata alla conferenza dei capigruppo. (f.a.)

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tubone, in arrivo nuove norme sui rimborsi (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Cervignano. La conversione in legge del decreto del governo del 30 dicembre potrebbe dare interpretazioni diverse alla sentenza della Corte Tubone, in arrivo nuove norme sui rimborsi Mercoledì si riunirà il consiglio di amministrazione per una prima valutazione CERVIGNANO. Riesplode la polemica nella Bassa Friulana sui ricorsi inerenti la riscossione retroattiva del pagamento del canone di depurazione, dopo la conversione in Legge da parte del Governo del Decreto 208 approvato il 30 dicembre 2008 in materia ambientale e risorse idriche, che darebbe nuove interpretazioni alla sentenza della Corte Costituzionale che cassava il pagamento dei canoni di depurazione a fronte di un servizio non reso, con conseguente rimborso dei pagamenti effettuati negli ultimi dieci anni. Cauta, Luisa De Marco, presidente del Consorzio Depurazione Laguna Spa, che con i suoi 17 comuni soci, i 70 mila utenti di cui 42 mila allacciati, dovrebbe restituire ai cittadini 1,2 milioni di euro di rimborsi, che ribadisce come «nessuna decisione o valutazione verrà fatta prima della riunione di mercoledì del consiglio di amministrazione dove, assieme ai legali, valuteremo il testo di legge che, ricordiamolo, riguarda tutta l'Italia e quindi dovrà essere anche analizzato dall'Autorità d'Ambito (Ato). Solo dopo questa disamina decideremo in merito». Ma i comitati per i ricorsi attaccano «innanzitutto- dice, Paolo De Toni, portavoce dei comitati-, in una situazione come questa , vanno fatte necessariamente alcune considerazioni di carattere politico generale. Il compiacimento per la nuova legge era già stato anticipato da Mauro Travanut nel consiglio comunale di Cervignano di venerdì 20 febbraio: ora, anche Paviotti si compiacerà per una legge chiaramente anticostituzionale che danneggia i cittadini. Una legge che se avesse seguito un iter normale non sarebbe certamente uscita in questo modo. Infatti la stessa VIII Commissione della Camera, anche su indicazione della Commissione Affari Costituzionali, aveva emendato in più parti il testo approvato al Senato e anche in modo sostanziale nella parte che riguarda il tema che ci sta a cuore. Alla fine però- continua- è stata imposta la logica di un'urgenza, per cui gli emendamenti di ogni genere sono stati annullati perché il termine per l'approvazione definitiva era il 1° marzo». «Nonostante questo non crediamo che il Tubone abbia grandi margini di manovra poiché questa legge comunque male si adatta alla situazione della Bassa in cui c'è un sistema fognario incompleto e al quale, per negligenza del Tubone stesso, solo pochissimi sono allacciati. Vedremo coma la presidente De Marco, intenderà muoversi nei prossimi giorni, per quanto ci riguarda abbiamo già pronta la nostra controffensiva che non esclude esposti alla Magistratura sulle inadempienze dei comuni gestori ed eventualmente dell'Ato». Francesca Artico

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seconda farmacia, il contenzioso ora approda al consiglio di stato (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 13 - Pordenone Seconda farmacia, il contenzioso ora approda al Consiglio di Stato Vertenza legale a Chions. Sviluppi anche nel caso Atonna CHIONS. Sviluppi in due vicende legali che coinvolgono il Comune di Chions. Si tratta di due dispute distinte, che in comune hanno ora i ricorsi innanzi al Consiglio di Stato: motivo per cui la giunta municipale ha dato il via libera a costituirsi in giudizio. ATONNA. Il primo contenzioso (di vecchia data) è legato alla richiesta di risarcimento avanzata dal dottor Giuseppe Atonna prima, e dei suoi eredi successivamente. Questi ultimi hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per riformare una sentenza del Tar del 2007, «non essendo ancora soddisfatti - si legge nella delibera di giunta che autorizza l'ente a far valere davanti al Consiglio le sue ragioni - delle ingenti somme ricavate». In estrema sintesi, il dottor Atonna richiedeva danni materiali e deontologici in quanto riteneva essere stata lesa, dall'allora amministrazione comunale, la sua immagine di medico. Negli anni, tra spese legali e rimborsi alla famiglia, il Comune ha sborsato oltre 500 mila euro (uno «stillicidio di risorse della comunità», si specifica nella delibera). COLLOVINI. L'altra sentenza del Tar impugnata innanzia al Consiglio di Stato è quella relativa al ricorso, respinto nel 2008, dal dottor Giulio Collovini, in merito all'istituzione di una nuova sede farmaceutica nel territorio comunale. I giudici amministrativi avevano in primis accettato, in sostanza, le osservazioni di Collovini, titolare dell'unica farmacia del comune, che chiedeva di annullare le delibere di Comune e Azienda sanitaria, autorizzanti una seconda farmacia e il diritto di prelazione sulla stessa. In sostanza, i presupposti "topografici" non c'erano per una nuova farmacia. Rimanevano dei dubbi di costituzionalità. I giudici del Tar s'erano rivolti alla Corte costituzionale: acquisendone il parere, aveva respinto il ricorso di Collovini, considerando legittimo il comportamento dell'ente nell'instaurare il nuovo servizio. Ora, il ricorso in appello per rivedere quella decisione. (a.s.)

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marino, lezione di bioetica "destra incivile, la legge non passerà" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VI - Genova L´intervista Il senatore pd elogia Genova: "La mia città è un´oasi in un Paese allo sbando. La ricerca è stata azzerata" Marino, lezione di bioetica "Destra incivile, la legge non passerà" "Mio padre lavorava all´Ansaldo e qui ho imparato rigore e serietà" «La legge sul testamento biologico proposta dal governo Berlusconi è scritta male, lede le libertà dei cittadini ed è inapplicabile. Un solo esempio: i notai italiani sono 4.729, dovrebbero eseguire ottantacinquemila atti gratuiti ciascuno, per certificare le volontà dei singoli. Siamo certi che siano d´accordo?». Ignazio Marino, chirurgo tra i più noti, professore al Jefferson Medical College di Philadelphia, presidente della commissione parlamentare d´inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, senatore in costante ascesa nel Pd (la direttrice dell´Unità Concita De Gregorio l´ha lanciato come uno dei possibili segretari futuri del partito), è - in primo luogo - un genovese. «Vado molto orgoglioso di queste mie radici. Mio papà lavorava all´Ansaldo, in questa città ho imparato il rigore, la serietà, il senso del dovere». E anche un po´ di umorismo: lo vedi da come sbertuccia le proposte del governo in tema di testamento biologico. Senatore, bella soddisfazione questo ritorno da Figliol Prodigo. «Io, con questa città, ho un rapporto strettissimo d´amore. E quando il Rettore mi ha proposto di inaugurare l´anno accademico ho risposto positivamente, con orgoglio. E´ il Paese, che mi lascia più perplesso: sogno un´Italia dove non si dica "fare all´italiana". Da nessuna parte del mondo si dice così: ha mai sentito "fare all´americana" o "fare all´egiziana"? No, e il grave è che - se dici "fare all´italiana" - tutti sanno di cosa si tratta». La legge sul testamento biologico, ad esempio. «La legge ha già trovato difficoltà nella prima commissione al Senato, che è costituita da una serie di fini giuristi: non credo si arriverà al referendum abrogativo, penso che la Corte Costituzionale interverrà ben prima». Vediamo i singoli errori. «Io credo che testamento biologico significhi libertà di scelta, di terapia. Se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non può farlo quando non è più in grado, se lo ha chiesto prima?». Parliamo di casi concreti. «Me ne vengono in mente tre. Il primo è proprio genovese. C´era questa signora Maria che non voleva farsi amputare la gamba. Con questa legge della destra, si chiama l´Autorità Giudiziaria e, quando la signora è incosciente, le si taglia la gamba. E´ giusto?». Ci dovrebbe essere un medico apposta. «Le cito gli altri due casi. Curavo un ragazzo, Testimone di Geova. Gli dico: o accetti il trapianto di fegato e le trasfusioni necessarie, o muori. Lui mi risponde: se lei mi fa vivere fino a ottant´anni ma poi sarò dannato eternamente perché la mia religione me lo dice esplicitamente, crede che sia giusto? Ovviamente io non posso far mutare le convinzioni religiose di una persona. L´altro esempio è opposto: c´era un medico devastato dal cancro. Io, serenamente, gli spiego che operarlo sarebbe, per conto mio, accanimento terapeutico. Lui mi risponde che il suo unico figlio si laureerà il prossimo anno e che per lui non c´è felicità maggiore che assistere alla laurea. Bene, è morto sei mesi dopo la cerimonia. Ed era felice. In entrambi i casi, da medico, avrei agito in maniera opposta alla volontà del paziente». Cresce il numero di italiani contrari ad una "decisione per legge". «Con Marcello Lippi e Luciana Littizzetto abbiamo stilato un appello in questo senso. L´hanno sottoscritto, finora, duecentomila persone. Qualcosa vorrà pur dire». Il governo va avanti a testa bassa. «Questo governo di destra deve solo vergognarsi. A Lisbona, nel 2001, l´Italia sia era impegnata ad investire il tre per cento del Prodotto interno lordo in ricerca e sviluppo. Allora eravamo all´1,1 per cento. Oggi, con i tagli di Berlusconi, siamo scesi allo 0,9. La Francia l´ha appena raddoppiato, la Svezia è salita al 4,27. E non parliamo di governi di sinistra». (r. n.)

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NO ALLE LEGGI BAVAGLIO (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

DALLA PRIMA/LORENZONI NO ALLE LEGGI BAVAGLIO SEGUE DALLA PRIMA Articolo 104: «La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere»... Articolo 109: «L'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. Articolo 112: «Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale». Il disegno di legge sulle intercettazioni, che il governo si appresta a presentare, nei prossimi giorni, alla Camera dei Deputati incrocia l'altro disegno di legge che riforma il processo penale e che il governo considera «un'articolata riforma della giustizia, per rendere il processo più giusto e veloce». Il combinato disposto dei due progetti si delinea, invece, come un attacco alla libertà e al pluralismo delle informazioni e svuota la funzione del pubblico ministero, violando platealmente i dettami costituzionali soprarichiamati. Infatti, i limiti di tempo, con la sola esclusione dei reati di mafia e terrorismo, imposti alle intercettazioni, di fatto le rendono inutili, anche perché per poterle realizzare deve esserci il presupposto «dei gravi indizi di colpevolezza» (finora bastavano gli indizi di reato). E' chiaro che così viene totalmente vanificato questo formidabile strumento di indagine. Diventerebbero impossibili le indagini contro ignoti, cioè per la maggior parte delle violenze e degli abusi, pedofilia, spaccio di droga e racket delle scommesse. Secondo questa proposta di legge, il pubblico ministero dovrà essere non solo privato dell'arma delle intercettazioni ma deve essere anche senza volto. Se apre bocca su un provvedimento in corso finisce indagato e deve lasciare l'indagine. Ma soprattutto il pubblico ministero non sarà più padrone dell'inchiesta perché un fascicolo non potrà più nascere sulla base di un articolo di giornale, per una informazione assunta da lui o per una sua intuizione, ma solo e quando la polizia giudiziaria acquisirà gli elementi di reato. E se la polizia giudiziaria, che dipende da un ministro o da un governo, risentisse degli umori del ministro di turno nel ricercare le notizie di reato? Il sistema che maggiormente tutela i cittadini è quello in cui è garantita l'indipendenza dei pubblici ministeri dal potere politico. Ecco perché dare meno autonomia a loro, rispetto alla polizia giudiziaria, rischia di incidere negativamente su questo sistema. Perchè è grazie all'autonomia del pubblico ministero dal potere politico che si sono potute condurre le inchieste su Tangentopoli e perseguire le collusioni criminali fra politica e imprenditori e indagare sulle stragi mafiose. Ridurre il perimetro d'azione del pubblico ministero soltanto alle notizie di reato portate dalla polizia giudiziaria significa ingessare l'azione investigativa. Un'altra perla del disegno di legge è quella che prevede che non potranno più piùessere utilizzate come prova le sentenze passate in giudicato. Pertanto, la sentenza Mills, quattro anni e sei mesi a questo legale di Berlusconi, perchè, corrotto dal presidente del consiglio, lo ha favorito testimoniando il falso in alcuni processi a suo carico, non potrà essere utilizzata contro il premier quando il lodo Alfano cesserà, un giorno, i suoi effetti. Anche la stampa, infine, non potrà più parlare delle indagini fino alla celebrazione dell'udienza preliminare. Nessuno saprà niente, per anni. Ciò che è segreto deve rimanere tale. Come se non fosse stata proprio la puntualità di certe inchieste giornalistiche a far emergere tante verità e scandali. Se la legge che il governo si appresta a far varare fosse stata in vigore in questi anni, sarebbe calato il silenzio su scandali come i crack Parmalat, Cirio, Enimont ecc. Non si sarebbe saputo niente sulle nefandezze e sulle morti nella clinica Santa Rita. Senza il lavoro dei cronisti non si sarebbe scoperto il sistema di calciopoli. E potremmo proseguire. Brutta immagine del Paese? Forse, ma non da nascondere, da affrontare! Estendendo la segretezza a tutta la fase delle indagini preliminari si viola, innanzitutto, l'interesse dei cittadini ad essere informati. Il black out dell'informazione viola un diritto costituzionale, riconosciuto anche da una sentenza della Giustizia Europea. Per tutto questo, in un appello congiunto al Capo dello Stato, la Fnsi e la Fieg ribadiscono: «Se il disegno di legge sulle intercettazioni venisse approvato, si tornerebbe al codice Rocco del 1930 e verrebbero violati il diritto di informare e quello di essere informati e, con essi, la Costituzione che li tutela». Infine, vorrei ricordare al ministro Alfano che l'Articolo 110 della nostra Costituzione, recita: «Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al Ministro della giustizia l'organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia». E' doveroso ricordare che i veri mali della nostra giustizia sono la lentezza dei processi e la certezza della pena, che sembrano scomparsi dal dibattito e comunque non vengono affrontati dal disegno di legge in questione. Dal Ministro della giustizia i cittadini attendono provvedimenti che si concentrino su quella che è la vera emergenza: il funzionamento del servizio. Ministro, non perda tempo, per compiacere al suo presidente del Consiglio, a confezionare lodi Alfano, che confidiamo vengano cancellati dalla Corte Costituzionale, né disegni di legge che ci auguriamo destinati alla stessa sorte, ma affronti i problemi che restano ancora tutti aperti, compresi i tagli e i vuoti di organico nei tribunali. Lasci perdere la separazione delle carriere, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale e la riforma del C.S.M. anche se stanno tanto a cuore al centrodestra. Tenga presente che ci sono ancora tanti italiani disposti ad impegnarsi per salvaguardare i diritti di libertà che la Costituzione sancisce e tutela. Umberto Lorenzoni Presidente Provinciale A.N.P.I.

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reversibilità del divorziato, ecco come dividerla fra la nuova compagna e la ex - felice silvestri (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 13 - Livorno Reversibilità del divorziato, ecco come dividerla fra la nuova compagna e la ex Più spazi per il giudice per decidere in che modo dividere l'assegno fra il coniuge attuale e quello precedente FELICE SILVESTRI LIVORNO. La signora Laura B., casalinga, è separata legalmente dal coniuge dal '96 e percepisce mensilmente l'assegno alimentare. Il proprio marito da circa 5 anni convive con un'altra donna, anch'essa separata. L'uomo ha recentemente dichiarato di voler chiedere il divorzio per normalizzare con la sua nuova compagna la situazione familiare. Qualora ciò dovesse accedere, la lettrice chiede di essere aggiornata sulla sua posizione per quanto concerte il diritto alla pensione di reversibilità, in caso di decesso dell'ex coniuge, pensionato Inps, rispetto allo stato di separazione. Questa la nostra informativa. In caso di separazione, il diritto alla pensione di reversibilità pari al 60% del trattamento pensionistico percepito dal coniuge deceduto. Sussiste in caso di separazione consensuale, senza colpa, o per colpa con erogazione dell'assegno alimentare. In caso di divorzio, la legge n. 263 del 28 dicembre 2005, di interpretazione autentica della legge n. 898/1970 intesa a garantire un orientamento uniforme da parte della magistratura, ha confermato che il diritto alla pensione di reversibilità all'ex coniuge compete solo in presenza dell'assegno divorzile. Ne consegue che le domande di pensione presentate dai coniugi divorziati, per essere accolti, dovranno essere corredati dalla sentenza del tribunale attestante la titolarità dell'assegno divorzile. Nel caso in cui alla morte del pensionato siano presenti due coniugi (quello divorziato con l'assegno divorzile e quello del secondo matrimonio), la legge riconosce ad entrambi il diritto alla pensione ma rispetto alla legge n. 898/1970 secondo cui l'assegno deve essere ripartito in base alla durata legale dei due matrimoni; la Corte Costituzionale, con la sentenza ne. 419/1999, allo scopo di avviare ai possibili casi di iniquità, ha conferito al giudice un ampio margine di discrezionalità stabilendo che la pensione pari al 60% del trattamento percepito dal soggetto deceduto, venga assegnato tenendo conto non solo della durata dei due matrimoni, ma anche delle condizioni economiche dei due coniugi superstiti. Anche i divorziati e separati, al pari degli altri coniugi titolari pensione di reversibilità, soggiacciano alla normativa relativa al divieto di cumulo, introdotta con la legge n. 335/1995 (riforma Dini), secondo cui, in presenza di un certo reddito il trattamento pensionistico subisce una decurtazione nella seguente misura: * 25% se il reddito personale annua, oltre alla pensione, supera tre volte il trattamento minimo; * 40% se il reddito personale annuo, oltre alla pensione, supera quattro volte il trattamento minimo; * 50% se il reddito personale annuo, oltre alla pensione, supera cinque volte il trattamento minimo. Da tener presente che non costituisce reddito i trattamenti di fine rapporto e loro eventuali anticipazioni; lasa di abitazione; le competenze arretrate soggette a tassazione separata; la pensione stessa di reversibilità e qualunque altra pensione di reversibilità di cui il soggetto risulti titolare. Se la pensione di reversibilità è ripartita tra l'ex coniuge divorziato ed il coniuge superstite, il divieto di cumulo si applica separatamente poiché le due quote di pensione sono da considerarsi distinte l'una dall'altra. In conseguenza di ciò può pertanto accordare che uno dei soggetti sia interessato alla decurtazione della pensione, in quanto titolare di reddito personale che supera i limiti sopra richiamati e l'altro, invece, no perché i suoi redditi non superano i limiti di legge.

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MARINO (PD): <OFFESA LA LIBERTàDEI CITTADINI> (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

MARINO (PD): «OFFESA LA LIBERTàDEI CITTADINI» LA CRITICA GENOVA. «La legge sul testamento biologico proposta dal governo Berlusconi è scritta male, lede la libertà dei cittadini ed è inapplicabile. Prevede che i notai prestino gratuitamente la loro opera per raccogliere le volontà degli italiani, ma non è stato nemmeno ascoltato l'ordine professionale prima di scriverla. E non so se è possibile imporre a ogni notaio di f re nel corso della sua vita professionale, mediamente, 85.000 atti gratuiti». Il professore di chirurgia e senatore del Pd Ignazio Marino, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Genova torna a criticare la bozza della maggioranza sul trattamento di fine vita. «La legge - sottolinea Marino - ha trovato difficoltà già nella prima commissione al Senato e prima di un possibile referendum sono certo che sarà inevitabile l'intervento della Corte Costituzionale. Testamento biologico significa libertà di scelta, di terapia, non obblighi - spiega Marino - se una persona può scegliere quando è cosciente, perché non può farlo quando non è più in grado di farlo se lo ha chiesto prima?». «Io - conclude Marino - non sono per il fare all'italiana, le soluzioni fuori dalle regole, come ad esempio portare i pazienti terminali a casa. Ho deciso di fare politica proprio per mettere delle regole 01/03/2009

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Consulta, per il presidente meglio l'incarico triennale (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta, per il presidente meglio l'incarico triennale segue dalla prima pagina La critica fa supporre che la liquidazione e la pensione dell'ex presidente Flick, e degli altri 15 ex presidenti suoi predecessori, siano maggiori rispetto al trattamento che avrebbero ricevuto se avessero concluso il mandato alla Corte Costituzionale da "semplici" giudici. Non è così, e già al momento dell'elezione, quando questa inesattezza fu espressa da altri quotidiani, avevo avuto modo di precisarlo: la retribuzione del presidente della Corte è identica a quella dei giudici, e su questa retribuzione vengono calcolate sia la liquidazione (il trattamento di fine rapporto) sia la pensione (o la quota di pensione) maturata. Il presidente riceve altresì un'indennità di rappresentanza, pari a un quinto della retribuzione, che si esaurisce con il mandato e non è pensionabile, né incide sulla liquidazione. Naturalmente si può anche discutere sull'opportunità e, tantoppiù, sulla necessità di tale indennità (che ho ricevuto per tre mesi, per un totale di 10mila euro al netto delle ritenute fiscali); e infatti avevo immediatamente espresso il desiderio di rinunciarvi. Ma poiché l'indennità è prevista dalla legge, e appariva più complesso rifiutarla che riscuoterla, ho dato disposizione di utilizzarla effettivamente per il pagamento di tutte le spese di rappresentanza in occasione della pur breve presidenza, che altrimenti avrebbero gravato sulle spese generali della Corte: per esempio il pranzo con i 25 ambasciatori dell'Unione europea, a simbolica chiusura del 60° anniversario della Costituzione e quale auspicio per la prossima entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Una volta cessato il mandato, non vi è alcuna differenza di trattamento tra gli ex giudici, che siano stati o meno presidenti. E tutti usufruiscono dell'auto di servizio con autista. Benefit certamente discutibile, ma che nulla ha a che fare con la presidenza e la sua durata. La seconda questione è importante, e di rilievo istituzionale. La consuetudine (non priva di eccezioni) di eleggere presidente il giudice più anziano in carica, quale che sia il tempo residuo per il compimento dei nove anni, è normalmente attribuita al carattere collegiale della Corte, nella quale il presidente non ha alcuna prerogativa in più rispetto ai 14 colleghi, salvo il valore decisivo del suo voto in caso di parità (circostanza oltretutto solo eventuale, perché la Corte è composta da 15 giudici). Io preferirei che si tornasse alla regola del mandato triennale del presidente, sia pure senza derogare alla durata novennale della carica, come avevano previsto i Padri costituenti. Ne guadagnerebbero il prestigio e la credibilità della Corte, organo di garanzia citato da tutti ma spesso sconosciuto o confuso con un organo giurisdizionale. E l'ho detto pubblicamente il 18 novembre scorso, al momento della mia elezione: «Non ho mai nascosto di considerare saggia quella regola. Essa tuttavia, per essere attuata, richiederebbe una riflessione, forse anche da parte del legislatore, sulla durata minima della carica e sulle funzioni presidenziali». Quando la Costituzione fu scritta, si immaginava un collegio in cui tutti i 15 giudici sarebbero entrati in funzione contemporaneamente, quindi era logico porsi il problema di una durata massima per il presidente (tre anni, rinnovabili). Le vicende, personali e politiche, a cominciare dalle dimissioni anticipate del primo presidente, Enrico De Nicola, fanno sì che la composizione cambi gradualmente e continuamente (il che è una ricchezza per la funzionalità e la continuità dell'organo). E pongono un problema allora imprevisto: stabilire una durata minima, come pure era stato ipotizzato nella commissione Bicamerale per le riforme costituzionali. Giovanni Maria Flick 01/03/2009

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SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la seconda ... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROVIGO pag. 4 SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la seconda ... SI È TENUTA venerdì alle ore 17.45, alla Gran Guardia di Rovigo, la seconda lezione magistrale tenuta dalla professoressa Giuditta Brunelli (foto) sul tema: L'altra faccia dell'uguaglianza. La lezione si inseriva nel progetto Conosci la Costituzione' promosso dall' associazione polesana Viva la Costituzione', dalla Provincia, dalla Accademia dei Concordi, con il sostegno della Fondazione Cariparo e programmata dal dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Ferrara. La relatrice ha messo in evidenza che da tempo l'eguaglianza è declinata come criterio generale di ragionevolezza dell'ordinamento giuridico: il legislatore è vincolato a trattare in modo eguale eguali situazioni, in modo ragionevolmente diverso situazioni tra loro differenti.Prossimo appuntamento: venerdì 6 marzo, ore 16, alla sede della Facoltà di Giurisprudenza di viale Marconi. Sarà il professore Paolo Veronesi (associato di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara) a svolgere una lezione seminariale sul tema La Corte costituzionale come giudice dei diritti'. L'incontro è riservato ai soli iscritti alla scuola.

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Tassa di depurazione tolta dalle bollette (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

LIMBIATE LAZZATE pag. 14 Tassa di depurazione tolta dalle bollette Servizio inesistente. Si paga il 30% in meno di GABRIELE BASSANI COGLIATE LA TARIFFA di depurazione sparirà anche dalle bollette dell'acqua di Lazzate, Misinto e Cogliate, almeno fino a quando questi tre Comuni non saranno collegati al depuratore di Pero. Dopo l'ormai celebre sentenza della Corte costituzionale, Amiacque srl, che gestisce gli acquedotti di questi tre Comuni ha effettuato una serie di verifiche sul territorio. «Dalla quale - puntualizza Amiacque - è emerso che nei Comuni (o in alcune zone di essi) di Ceriano Laghetto, Cogliate, Lazzate, Misinto, la rete fognaria non è collegata alla depurazione». Di qui la decisione di non applicare la tariffa. Quindi, già dalla prossima bolletta, che riporterà i consumi dell'ultimo trimestre 2008, la tariffa di depurazione non comparirà più e l'importo complessivo risulterà quindi ridotto di circa il 30% rispetto a quanto pagato fino ad oggi. Se per il presente la situazione appare chiara, lo stesso non si può dire per il passato e, soprattutto, per il futuro. «Rispetto alle richieste di rimborso delle quote non dovute che gli utenti hanno corrisposto per il servizio di depurazione - spiega la società - sono in corso una serie di approfondimenti interpretativi su ulteriori aspetti applicativi della decisione assunta dalla Corte Costituzionale». Quanto al futuro, lo stesso presidente Tiziano Butturini spiega che «con la soluzione provvisoria in fase di realizzazione a sud di Ceriano, nel giro di due mesi i Comuni mancanti saranno collegati al collettore e quindi la tariffa potrà essere applicata ai residenti». A CHI CONTESTA questa ipotesi evidenziando che si tratta di una soluzione la cui efficacia è tutta da dimostrare, Butturini replica: «si tratta di un progetto presentato da tecnici, le valutazioni spettano a loro. Per noi è importante non scaricare più nel torrente». Ma è il senatore leghista Cesarino Monti ad annunciare di volersi mettere di traverso: «Forse ad Amiacque sfugge che l'altroieri è stato approvato in Parlamento un decreto che parla chiaro, se i carrozzoni che gestiscono le reti pensano di aggirarlo per poter continuare a fare cassa senza dare servizi adeguati, si sbagliano di grosso».

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Le insidie stradali La sentenza n. 1691 della Corte di Cassazione, pubblicata ne... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Domenica 01 Marzo 2009 Chiudi Le insidie stradali La sentenza n. 1691 della Corte di Cassazione, pubblicata nel gennaio scorso, è stata emessa a favore di un ciclomotorista che aveva chiesto il risarcimento dei danni al Comune di Roma per essere scivolato, in città, su una macchia d'olio e finito all'ospedale. Questo importante giudizio della Suprema Corte si inserisce, innovando, nella corposa giurisprudenza riguardante le insidie stradali che, anni addietro, applicava ai Comuni la responsabilità extracontrattuale prevista dall'art. 2043 del Codice civile. In tempo successivo l'orientamento è mutato ed ora, con la sentenza in questione, il carattere della responsabilità viene ricondotto chiaramente nell'art. 2051 del medesimo Codice (danno cagionato dalle cose che si hanno in custodia). La differenza non è affatto di lana caprina. Nel suo giudicato, la Cassazione è partita dalla pronuncia n.156/1999 della Corte Costituzionale che esonerava dalla responsabilità la Pubblica Amministrazione, soltanto se "sul bene di sua proprietà non sia possibile (...), per l'elevata estensione del territorio, un continuo controllo, idoneo ad impedire l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti". Più avanti e già nel 2006, per le strade comunali "inserite all'interno della perimetrazione del centro urbano", ancora la Cassazione aveva fatto un ulteriore passo avanti a favore del cittadino sinistrato. Ora, la presunzione è diventata pressoché oggettiva. "Va affermato il principio - si legge nel dispositivo della 1691 - che la presunzione di responsabilità per il danno cagionato dalle cose che si hanno in custodia, stabilita dall'art. 2051 c.c., è applicabile nei confronti dei Comuni, quali proprietari delle strade del demanio comunale". D'altro canto, l'art.14 del Codice della strada assegna all'Ente locale il compito di "provvedere alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade di sua competenza". Ordunque, tutto quanto premesso in diritto, vista la precaria tenuta di alcune arterie urbane e suburbane di Terni, considerato che non sono pochi i tratti interessati da buche, sconnessioni e rattoppi fuori livello, se ne deduce la possibilità di adire le vie legali contro in Comune per danni conseguenti a sinistri aventi causa in capitomboli sull'asfalto. E, per estensione interpretativa, chissà che uguale "chiamata in giudizio" non possa valere anche per gli incidenti derivanti dalla estrema usura o cancellazione degli attraversamenti pedonali. Comunque sia, gli "inquilini" del Palazzo (Spada) sono invitati a stare in campana. Adriano Marinensi Terni Il diritto di voto La circolare n. 2 del 22 gennaio 2009 della Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del ministero dell'Interno dà indicazioni sulla procedura di voto per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia da parte dei cittadini dell'Unione europea residenti in Italia. Con questa circolare si ricorda che tutti i cittadini dei paesi membri dell'Unione europea che risiedono in Italia potranno votare alle prossime elezioni europee se e solo se si registreranno entro il 9 marzo presso gli uffici comunali competenti. Nella stessa circolare si dice anche che i cittadini dell'Unione residente in Italia, compresi i cittadini dei Paesi di recente adesione, per poter esercitare il diritto di voto per i membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia devono presentare al sindaco del comune di residenza domanda di iscrizione nell'apposita lista aggiunta istituita presso lo stesso comune. Con riferimento ai Prefetti ed ad altri soggetti nella circolare si rammenta di sensibilizzare "i sindaci dei comuni delle rispettive province affinché promuovano ogni opportuna attività, a livello locale, diretta a pubblicizzare al massimo la facoltà per i cittadini comunitari di votare per i membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia". Anche in base a questi riferimenti, ma confidando in particolare nella sua sensibilità di amministratore di Perugia, attento ai diritti democratici dei cittadini e al ruolo internazionale che la nostra città ha in Italia e in Europa, chiediamo al sindaco Renato Locchi di adoperarsi al massimo - come già sta avvenendo nei siti internet del Comune - per dare piena attuazione a questa disposizione, anche in riferimento alle prossime elezioni amministrative, attraverso l'affissione di manifesti nelle vie della città a cura del Comune per consentire ai cittadini comunitari di esercitare il proprio diritto al voto. Andrea Maori Pierfrancesco Pellegrino Segreteria dell'associazione radicaliperugia.org

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La Provincia perde il primo round davanti al tribunale amministrativo regionale nel caso della formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti insegnanti scolastici (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La Provincia perde il primo round davanti al tribunale amministrativo regionale nel caso della formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti insegnanti scolastici La Provincia perde il primo round davanti al tribunale amministrativo regionale nel caso della formazione delle graduatorie per titoli degli aspiranti insegnanti scolastici. Accogliendo la richiesta avanzata da Francesca Tosone, iscritta all'ultimo anno dei corsi di specializzazione all'insegnamento secondario (nella foto alcuni corsisti) che aveva presentato ricorso contro il bando approvato dalla giunta Dellai, il Tar ha infatti ordinato all'amministrazione di piazza Dante di inserirla con riserva nelle graduatorie provinciali. «Il pregiudizio allegato dalla ricorrente - scrivono infatti i giudici amministrativi - è grave e irreparabile, perché il bando in controversia non le consente la presentazione della domanda di inserimento con riserva nelle graduatorie provinciali in tempo utile per il prossimo anno scolastico». Nonostante la Provincia abbia competenza primaria in materia di scuola, in questo caso secondo il Tar si deve rispettare la normativa nazionale, in particolare la legge 143 del 2004. In essa si prescrive che «a decorrere dall'anno scolastico 2005-2006, gli iscritti all'ultimo anno dei corsi di specializzazione all'insegnamento secondario e i laureandi nella sessione estiva dei corsi di laurea in scienze della formazione primaria possono presentare domanda di inclusione con riserva nelle graduatorie permanenti». «Tale disposizione - si legge nell'ordinanza - sembra recepita dalla Provincia autonoma di Trento, pur competente in via primaria in questa materia, allorquando ha stipulato in data 1.3.2005 il protocollo d'intesa con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il quale prevede che sono "fatti salvi i titoli e i requisiti d'accesso validi sul territorio nazionale"». Esulta l'Anief (Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione): «I giudici - si rileva in una nota - hanno sposato pienamente l'impianto accusatorio dei nostri legali», che sono gli avvocati Walter Miceli, Fabio Ganci e Cristiana Pinamonti. Verrà trattato invece il 23 aprile il ricorso con cui si chiederà di rimettere alla Corte costituzionale la norma che inserisce in coda nelle graduatorie trentine i docenti provenienti da altra provincia. «Basterebbe - si conclude - ascoltare e riflettere, e studiare un po' più il diritto invece che eliminarlo dalle Scuole. Il Miur, ad esempio, è ancora in tempo a fare un passo indietro e a consentire la mobilità interprovinciale dei precari in tutto il territorio nazionale e non soltanto a Trento». 01/03/2009

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Cossiga: la proposta del Pdl non va, divide i cattolici (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-01 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Il fronte dei «dissidenti» «Non se ne farà niente ma se il ddl di Calabrò arriverà in Aula non lo voterò» Cossiga: la proposta del Pdl non va, divide i cattolici ROMA — Scommette Francesco Cossiga: «Ci sono troppe divisioni sia nella maggioranza che nell'opposizione. Credo proprio che alla fine non se me farà un bel niente ». Ma avverte: «Non ho dubbi: se alla fine dovesse arrivare al Senato quel testo io non lo voterei». In altre parole, all'ex Presidente della Repubblica non piace affatto il testo sul testamento biologico che porta la firma di Raffaele Calabrò. Cioè quello a cui fa riferimento la coalizione di centrodestra. Non gli piace da cittadino italiano e non gli piace da cattolico. L'ideale, spiega, sarebbe stato che il Parlamento «non si occupasse per niente della "fine vita"», come ha invocato Giuseppe Pisanu qualche giorno fa, lasciando quindi le cose così come stanno. Però, a differenza dell'altro ex democristiano sardo, ritiene che, dopo il caso di Eluana, di fronte a quelle che giudica «invadenze di campo della giurisdizione nella legislazione, si rendeva necessario un intervento». Perché è decisamente contrario alla sentenza della Corte di Cassazione che ha offerto a Beppino Englaro la possibilità di interrompere la nutrizione e l'idratazione della figlia Eluana. Fare una legge è quindi d'obbligo. Ma perché, si chiede, redigere un testo che rischia di creare «inutili guerre di religione»? Il riferimento è alla frattura che si è creata non solo fra cattolici e laici, ma anche fra cattolici di entrambi gli schieramenti. Fino alla lettera dei 53 parlamentari «pro life» alla quale ha aderito egli stesso insieme ad esponenti del Pdl come Alfredo Mantovano. Il relatore del testo in discussione in Parlamento l'ha bollata come espressione di una «corsa » a chi fa di più il cattolico. La risposta di Cossiga è severa. Dice che «non si tratta affatto di concorrenza tra cattolici, anche perché tra i firmatari » del manifesto critico nei confronti del testo Calabrò, «c'è un amico ebreo, deputato del Pdl, che crede nei valori ». Cioè Alessandro Ruben. E continua: «è una questione di realismo nei confronti di una magistratura che, dalla Corte di Cassazione alla Corte Costituzionale, con arzigogoli giuridici ha mandato a morte una ragazza». E allora, se si vuol fare una legge la si faccia, invita Cossiga, ma «breve», per evitare equivoci nonché possibili forzature interpretative. E, soprattutto, «guerre di religione ». Una mini-legge che stabilisca alcune, precise, strettoie: «l'alimentazione e l'idratazione non costituiscono accanimento terapeutico», «si lasci al medico curante di giudicare se un supporto farmacologico e meccanico costituisca o meno, ad un certo punto della cura, un accanimento terapeutico», comunicandolo «per iscritto ai familiari o al tutore», e «si riservi al giudice il giudizio su ricorsi presentati contro la decisione del medico di interrompere le cure». Ma, soprattutto, «non si preveda alcun testamento biologico», nè dichiarazione anticipata, che possa fungere da anticamera dell'eutanasia. Roberto Zuccolini

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trasporto anziani, in un anno 400 viaggi (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Codroipo. Il resoconto dell'attività 2008 dell'associazione Aifa. All'opera ci sono 12 autisti volontari con due mezzi Trasporto anziani, in un anno 400 viaggi CODROIPO. Aumentano i servizi dell'Aifa di Codroipo. L'associazione ha reso noto in questi giorni i dati sui trasporti effettuati nel 2008 a vantaggio degli anziani del territorio per farli accedere in luoghi diversi per cicli di terapie, per visite specialistiche, oppure per accompagnarli a prendere contatto con altre associazioni: nei 12 mesi del 2008 i 12 autisti volontari, con i due mezzi messi a disposizione dell'associazione, hanno effettuato 400 viaggi per un totale di 21.600 chilometri, per un impegno complessivo di 4.500 ore. I volontari hanno accompagnato persone anziane all'Asl di Codroipo, all'Ospedale di Udine, al Gervasutta, al policlinico città di Udine, all'Asp Daniele Moro di Codroipo, ma anche alle Terme di Bibione per un ciclo di terapie. In questo settore gli autisti di turno hanno effettuato percorsi per 9.300 chilometri con un impegno di 1.300 ore; gli anziani hanno , quindi, potuto usufruire dei trasporti per effettuare visite specialistiche all'Asl di Codroipo, agli ospedali civili di Udine, San Daniele, San Vito al Tagliamento, Pordenone, Aviano. Per questi viaggi gli autisti sono stati occupati per 1.850 ore e hanno percorso 5.800 chilometri. Per assicurare i necessari contatti con altre Associazioni e in particolare con gli Uffici dei servizi sociali, con il Csm. L'esercizio trasporti dell'Aifa ha registrato l'effettuazione di 6.500 chilometri, con un monte orario di 1.350 ore. Sono dati che la dicono lunga sulla crescente richiesta di questo prezioso servizio da parte degli anziani del territorio e che l'Aifa, forte dei propri volontari assolve a supporto dell'attività socio-assistenziale del Comune. Va aggiunto che l'Aifa di Codroipo, forte di 160 iscritti, s'interessa di diverse altre iniziative sul territorio. Promuove e organizza corsi di attività motoria a prezzi contenuti attualmente frequentati da 270 persone, ma gestisce anche per il comprensorio il servizio di Telesoccorso a favore di una cinquantina di anziani soli. L'associazione si occupa inoltre di un centro di aggregazione dove gli anziani si riuniscono per conversare, leggere, effettuare giochi e passatempi diversi. L'associazione ha pure concesso uno spazio settimanale a una ventina di "badanti", da loro autogestito, per uno scambio reciproco delle proprie esperienze e per mettere a fuoco le problematiche legate al loro lavoro. Renzo Calligaris

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La bugia di Dario:... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 52 del 2009-03-01 pagina 0 La bugia di Dario: "Anti-Cavaliere io?" di Paola Setti Franceschini: "Non so cosa sia l?antiberlusconismo". Ma dal voto non ha mai smesso di offendere il premier "Vecchio", "autoritario", "contro l?Italia". Per fortuna aveva dichiarato: "Basta fondare alleanze contro di lui". Il cattolico Rutelli esce dall'ombra e gioca fare l'ex a casa dei radicali Dev?esser perché «non so cosa sia l?antiberlusconismo», che Dario Franceschini dà del dittatore a Silvio Berlusconi e nello stesso minuto nega di volerlo fare. Dev?esser così, sennò vacci a capire. Ieri il neo eletto segretario del Pd è riuscito in un esercizio che nemmeno la Metamorfosi di Kafka. Le agenzie hanno battuto le sue dichiarazioni a distanza di pochi secondi nello stesso minuto. Ore 14.14: «Elezioni: Franceschini, in gioco futuro democrazia». E poi subito dopo, sempre ore 14.14: «Pd: Franceschini, non so cosa sia l?antiberlusconismo». Del resto lo ha detto lui stesso, son due giorni che lo ripete Franceschini, da Varese a Bari in una corsa contro il tempo verso le elezioni amministrative ed europee di giugno: «Gli errori di Veltroni sono anche i miei errori, me ne prendo tutta la responsabilità». Ecco, e allora avanti tutta, ma come prima. Il suo predecessore alla guida del Pd neppure lo nominava mai, Berlusconi, in campagna elettorale, perché - avvertiva ogni due per tre anche a costo di suscitare malumori e fischi dei suoi in piazza -, «è finita l?epoca delle alleanze in funzione anti-avversario». Come finì si sa, la non belligeranza durò lo spazio di pochi giorni dopo il voto, il tempo di giustificare la creazione del governo ombra con un «lo variamo perché faremo un?opposizione costruttiva e non fatta di soli no» ed ecco Veltroni alzare il tiro sempre di più, potenza della necessità di non farsi superare a sinistra da Antonio Di Pietro e di tentare, invano, di dare un?identità a un Pd prigioniero di lotte intestine. Ecco. Solo che Franceschini è più veltroniano di Veltroni. «Io non so cosa sia l?antiberlusconismo, è il governo che sceglie la politica dell?annuncio e anche quando si è riformisti o moderati la voce va alzataquando va alzata», ha detto ieri nella seconda tappa del suo tour nel Paese. Già. Solo che poi vai a rileggere le sue dichiarazioni dell?ultimo anno e scopri che Franceschini il «moderato » con gli attacchi al premier si cimenta da mesi, e con notevole sforzo di fantasia. A marzo Berlusconi era un «aggressore» cui serviva «una camomilla», ad aprile era «vecchio per guidare il Paese» oltreché bugiardo; a settembre intimidiva la Corte Costituzionale, a ottobre attaccava leistituzioni, a novembre era «superficiale e arrogante», a dicembre lavorava «contro gli italiani»; una settimana fa si comportava come «un padrone» e aveva «concentrato il potere» su di sé, l?altroieri bisognava difendere la democrazia da lui. Una pausa - capello scolpito, occhialino tondo e aria dimessa - Franceschini se l?era presa nel maggio 2008: Veltroni aveva appena ucciso l?Unione, la sinistra radicale era appena stata sbattuta fuori dal parlamento e lui supportò il segretario annunciando grave: «Mai più alleanze anti-Berlusconi. Indietro non si torna, d?ora in poi solo alleanze costruite sulla base di convergenze programmatiche». Vagli a credere col senno di poi, visto che nella stessa dichiarazione l?attuale leader del Pd che ha sostituito Veltroni senza primarie infilò l?auspicio di «anticipare il congresso previsto entro il 2009 con le primarie», aggiungendo che «però la leadership di Walter non è in discussione». Così, passata l?estate, Franceschini ricominciò con l?attacco a ritmo quotidiano. 28 settembre, polemica sul lodo Alfano: «Siamo di fronte a untentativo gravissimo di Berlusconi di intimidire la Corte Costituzionale». Stesso giorno, altro tema: «Mi sembra che Berlusconi sia sempre più nervoso. Evidentemente i trattamenti rilassanti di Messegué non sono bastati». 3 ottobre, caos sulla decretazione d?urgenza: «Quello di Berlusconi è un imbroglio, scambia la giusta voglia degli italiani per le decisioni con uno stravolgimento del regime democratico». 25 ottobre, il giorno della manifestazione del Pd al Circo Massimo: «Berlusconi è patetico e impaurito». 14 novembre, delirio sul caso Villari: «Berlusconi è un misto di arroganza e superficialità. Un uomo che non conosce l?abc di una democrazia parlamentare ». 24 novembre: «Berlusconi sembra che viva tutto come un fastidioso ingombro alla sua luminosa azione di governo». 6 dicembre: «Berlusconi è l?ultimo al mondo che può parlare di questione morale. Provi a ripetere la stessa frase davanti allo specchio e vedrà che non ci riuscirà neppure lui per la vergogna ». 10 dicembre: «Berlusconi è l?unico capo di governo al mondo che non accetta, nemmeno psicologicamente, l?idea che esista l?opposizione e passa le giornate a insultarla». 1 dicembre :«Berlusconi minaccia di cambiare la Costituzione da solo, è contro gli italiani».12dicembre: «Berlusconi si comporta non come chi è chiamato a governare, ma come chi comanda. Però la democrazia italiana è più forte di Berlusconi». Nell?ultima settimana, quella che lo ha incoronato leader Pd, deve aver cambiato idea: «Berlusconi ha in mente una forma moderna di autoritarismo» ha detto il 21 febbraio, «vuole un Paese in cui il potere viene sempre più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona» ha rincarato il 22, quindi «bisogna alzare la voce in difesa della democrazia» ha avvertito negli ultimi due giorni. Epperò: mai stato antiberlusconiano in vita mia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<Nel Pdl posizione unitaria> (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 01-03-2009 «Nel Pdl posizione unitaria» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI L o slittamento dell'arrivo in aula del Senato del disegno di legge sul fine vita, non sarà «un differimento alle calende greche». Lo ha assicurato il presidente del Senato, Renato Schifani, che venerdì aveva anticipato un possibile rinvio. «I tempi non sono maturi per portare in aula il testo sul testamento biologico il 5 marzo, come avevamo fissato», ha detto la seconda carica della Repubblica, a margine della conferenza nazionale 'Le città della cultura', a Torino. «Non sta a me stabilire le date ha precisato ne parleremo martedì prossimo nella conferenza dei capigruppo ». Alla domanda se ciò significasse un rinvio a dopo le europee, Schifani ha risposto negando decisamente: «Niente affatto, se occorrerà qualche altra settimana la daremo, ma il nostro punto di riferimento non è certo la scadenza delle elezioni europee. Non ci sarà un differimento alle calende greche». «Qualche giorno in più è pensabile se il confronto è costruttivo e si rinuncia ad ogni forma di ostruzionismo», ha concordato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, assicurando che nel Pdl «c'è una posizione largamente unitaria» sul fine vita». Nel suo partito, ha spiegato il ministro, «c'è una larghissima convergenza circa il valore della vita, con alcune eccezioni di segno diverso. Nel Pd mi pare ci sia una situazione opposta». Per il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto, è «un segno di saggezza, e non esprime un'intenzione a rinviare a tempo indeterminato », l'indicazione sui tempi di lavoro data da Schifani. Per Cicchitto è «auspicabile, come ha rilevato il ministro Bondi,» che si arrivi a realizzare delle intese, ad esempio con alcune delle proposte avanzate da Francesco Rutelli. Il ddl del relatore Raffaele Calabrò, ha affermato il capogruppo del Pdl, «non può essere riportato indietro a soluzioni che di fatto vanificano ogni possibilità concreta di testamento biologico, anche al netto dell'esclusione della disidratazione e dell'arresto dell'alimentazione ». «Credo che non si debba perdere tempo ha osservato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini Se si tratta di aspettare quindici giorni va bene, ma non può essere un rinvio sine die». L'ex presidente della Camera ha ricordato i motivi per cui è necessaria l'approvazione di una norma con sollecitudine: «Abbiamo aspettato tanti anni per fare una legge. Si è determinato un far west. I giudici sono intervenuti a spiegare quale doveva essere l'applicazione della legge, il che è stato improprio». Per il ministro dell'Attuazione del programma e leader della Dca, Gianfranco Rotondi «gli estremismi di una parte e dell'altra frenano il confronto », per questo ha auspicato «una discussione più serena sui temi etici e, nel particolare, sul testamento biologico, come ha indicato il presidente Schifani». «Per il punto al quale sono arrivate le cose, la vicenda Englaro non deve avere un epilogo giudiziario e addirittura penale, ma legislativo, parlamentare», ha osservato Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali. Dalle fila del Pd Ignazio Marino è tornato a criticare la proposta Calabrò: «È scritta male, lede la libertà dei cittadini ed è inapplicabile». Inoltre si è detto «certo» dell'intervento della Corte Costituzionale, «prima di un possibile referendum». Ma nello stesso partito è scontro pesante tra i Radicali ed il capogruppo in commissione Sanità del Senato, Dorina Bianchi. «Posizioni simili a quelle del Mullah Omar», è andata all'attacco Emma Bonino. «Talebani laici», ha replicato la Bianchi. Sacconi: larga convergenza sul valore della vita. Se il confronto è costruttivo, l'attesa è accettabile Casini: nessun rinvio sine die Pd, scontro tra Bianchi e Bonino

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Caso Eluana: Rodotà, "siamo in piena restaurazione" (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Caso Eluana: Rodotà, "siamo in piena restaurazione" di Stefano Corradino "Abbiamo bisogno di nuovi anticorpi democratici". Così il giurista Stefano Rodotà ha concluso il suo intervento nell'iniziativa promossa ieri ad Orvieto da Articolo21 per presentare il suo libro "Perchè laico?" (Laterza). Una discussione partecipata e animata sui temi della libertà di coscienza, dei diritti civili, della giustizia e dell'informazione. Rodotà chiarisce subito cosa intende per "laicità", che non significa "laicismo" ma semplicemente la divisione tra il ruolo dello Stato e quello della Chiesa, precetto per altro scritto nello stesso Vangelo. Non a caso Rodotà ha scelto in questi ultimi giorni di presentare il suo libro affiancato da alcune figure del mondo politico cattolico (Guido Bodrato e Rosy Bindi). "Non dobbiamo commettere l'errore di mettere sullo stesso piano le gerarchie ecclesiastiche e i credenti attivi dal punto di vista sociale e culturale che hanno posizioni estremamente avanzate". "In un articolo recente di un mensile di oltre 20 pagine - ricorda Rodotà - la sintesi della riflessione è che "Riconoscere le coppie di fatto contribuisce al bene comune”. Sapete chi lo ha scritto? Non l'Arcigay ma la rivista "Aggiornamenti sociali" che fa capo ai gesuiti..." E così, Rodotà, stimolato dalle puntuali domande della coordinatrice del dibattito Fabiola di Loreto ripercorre con attenzione varie fasi della storia politica italiana mettendo in luce figure che da De Gasperi a Moro, da Scalfaro a Rosy Bindi, pur profondamente cattoliche, hanno sempre saputo tenere distinti i piani, criticando le reciproche interferenze. “Solo rimuovendo fondamentalismi e arretratezze è possibile ritrovare la via di un dialogo”. Ovviamente la discussione sulla questione della laicità non poteva non comprendere una riflessione sul caso Englaro arrivata all'assurdità dell'apertura di un fascicolo di indagine per "omicidio volontario" a carico del padre di Eluana. Rodotà è indignato e sconfortato, per l'atteggiamento delle alte gerarchie ecclesiastiche ma anche per quello del mondo politico e dell'informazione. "Non mi piace fare riferimento ai sondaggi ma se il 75% degli italiani ritiene che a decidere sulla vita devono essere le persone e le loro famiglie, non la Chiesa, non le maggioranze di governo vorrà pure dire qualcosa. Purtroppo la pressione delle gerarchie ecclesiastiche e' molto forte perché agisce in presa diretta sui partiti". Rodotà cita leggi e sentenze a partire da quella della Corte Costituzionale che hanno sancito in modo cristallino il diritto alla autodeterminazione della persona. "Ridurre questo diritto è inammissibile", afferma Rodotà. "E questo che stiamo vivendo è un clima da restaurazione". Ma dopo aver citato le leggi il giurista ne prende le distanze affermando che su materie così delicate la stessa legge, la stessa politica si dovrebbero fermare e restare in silenzio nel rispetto della sofferenza umana di un padre. Un "eroe civile" lo ha definito Rodotà. Accusato di non aver gestito la vicenda "all'italiana"... Il giurista sottolinea un punto importante quando, nel corso dell'assemblea affronta il rapporto tra l'informazione e questa vicenda. "Il padre di Eluana - afferma Rodotà - ha scelto di mostrare alla stampa e alla tv solo le foto della figlia quando era ancora sorridente e in buona salute. Avrebbe potuto mostrare le foto in cui lei era arrivata a pesare 26 chili, praticamente una larva umana, e condizionare così il giudizio della gente. Non lo ha fatto e senza clamori ha continuato a combattere la sua battaglia individuale e collettiva per il riconoscimento di un diritto inalienabile". Qualcuno dalla platea ricorda che Berlusconi era arrivato perfino ad ipotizzare che Eluana, in quelle condizioni, avrebbe potuto mettere al mondo dei figli. Rodotà su quell'affermazione non intende neanche pronunciarsi. "Orrore" si limita a commentare a bassa voce proseguendo la sua riflessione...

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Tubone, rimborsi nulli o limitati (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Tubone, rimborsi nulli o limitati È l'impostazione più probabile dopo la conversione in legge del decreto governativo Domenica 1 Marzo 2009, Bassa Friulana Bollette del Tubone, rimborsi nulli o limitati se l'ente ha investito in maniera congrua. È questa l'impostazione al momento più probabile alla luce della conversione in legge del decreto 208 del 30 dicembre scorso in materia di risorse idriche. La situazione diverrà più chiara nei prossimi giorni, ma il dettato dell'articolo approvato due giorni fa sottolinea come "gli oneri relativi alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione, nonché quelli relativi ai connessi investimenti, come espressamente individuati e programmati dai piani d'ambito, costituiscono una componente vincolata della tariffa del servizio idrico integrato che concorre alla determinazione del corrispettivo dovuto dall'utente: detta componente e` pertanto dovuta al gestore dall'utenza". A questa prima disposizione, che ribadisce nella sostanza la componente della tariffa legata agli investimenti da parte dell'ente, in questo caso il Tubone, si aggiunge l'articolo seguente, secondo cui "nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale 335/2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione". Il nodo della questione è tuttavia il seguente. Difatti, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate. In sintesi, il Tubone si porrebbe al riparo dai rimborsi, se venisse confermato quanto affermato più volte, ad esempio, dal sindaco di Cervignano Paviotti: "I soldi versati dai cittadini per il pagamento delle bollette del Tubone sono stati interamente spesi per realizzare la rete fognaria". I Comuni che invece hanno accantonato questa liquidità in fondi vincolati non avrebbero invece alternative al rimborso. "Ho sempre ribadito come non fosse giusto far passare per locale un tema nazionale" ha commentato ieri Paviotti, in attesa di approfondire maggiormente la questione. "In questi mesi ho richiesto di attendere fino a quando venisse legiferato su questo tema. Le persone che hanno addossato le colpe su di me, se fossero corrette dovrebbero ora attaccare il governo nazionale". Resta critico l'ambientalista sangiorgino Paolo De Toni: «il Tubone dovrà prima dimostrare che i soldi sono stati spesi nella maniera congrua e nel rispetto dei piani di ambito. La legge appena approvata è anticostituzionale e ripropone le stesse cose della legge Galli». Infine, una considerazione sulle nuove bollette previste dall'Ato: «è scandalosa la quota fissa di 12 euro per le fontane e i pozzi artesiani, in quanto non corrisponde ad alcun servizio da parte dell'ente». Simone Bearzot

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Arriva a Mestre Gianfranco Fini. Il presidente della Camera dei Deputati il prossimo 4 aprile mattin... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Domenica 1 Marzo 2009, Arriva a Mestre Gianfranco Fini. Il presidente della Camera dei Deputati il prossimo 4 aprile mattina interverrà al Centro culturale Santa Maria delle Grazie, in via Poerio, per parlare di sicurezza, invitato dalla Fondazione del Duomo guidata da Paolo Costa. La conferma è arrivata negli ultimi giorni quando il titolare dello scranno più alto di Montecitorio ha aderito alla richiesta di tenere una relazione nel corso della seconda conferenza del ciclo d'incontri sui diritti umani, intitolato "La metropoli dei diritti". La presenza di Fini, leader di Alleanza nazionale, quieta le proteste del centrodestra che aveva accusato di partigianeria il nuovo organismo presieduto dall'ex sindaco. Era stato Renato Boraso, in particolare, a criticare il fatto che nel Consiglio direttivo della Fondazione del Duomo ci fossero persone tutte riconducibili al centrosinistra (Tiziana Agostani, Ugo Campagner, Gianni Caprioglio, Enrico Mingardi) e lo stesso anche per primi i relatori annunciati tra cui sono già contemplati i due ex premier Romano Prodi e Giuliano Amato. «L'invito al presidente della Camera non è una risposta alle proteste anche perché, a nostro parere, non c'era motivo di polemizzare - spiega il segretario generale Giulio Giuliani -. Al tempo in cui avevamo resa pubblica la disponibilità di Prodi e Amato la richiesta a Fini era già stata inoltrata ma non c'era ancora l'adesione per cui non sarebbe stato corretto anticiparlo, facendone il nome. Ribadiamo che il nostro obiettivo è aiutare la città a crescere culturalmente al di là di quelle che sono le appartenenze politiche dei soggetti che partecipano agli incontri; vogliamo coinvolgere persone competenti e titolate a dibattere aiutando il confronto». «Evidentemente le nostre legittime prese di posizione hanno destato una pressione psicologica che è servita per comprendere l'errore e per rimediarlo - replica Boraso - Che sia stato invitata la terza carica dello Stato è un fatto molto positivo soprattutto perché verrà a parlare di un argomento, la sicurezza, che mai come adesso è attuale. Certamente a Fini presenteremo un dossier completo su ciò che sta avvenendo circa il nuovo villaggio Sinti di via Vallenari perché anche lui possa farsene un'idea precisa». L'approfondimento sui diritti umani si è aperto un mese e mezzo fa con l'intervento di Giovanni Maria Flick, che fino l'altro giorno ha presieduto la Corte costituzionale, il quale ha proposto una lezione sulla dignità. Proseguirà con un terzo appuntamento, prima dell'estate, sull'uguaglianza, con relatore ancora da definire. Alvise Sperandio

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Ponte Crepaldo, arriva la farmacia (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Ponte Crepaldo, arriva la farmacia Domenica 1 Marzo 2009, Eraclea Dopo il via libera della Corte Costituzionale, che ha rinviato al Tar la ratifica dell'istituzione della farmacia, gli uffici comunali hanno completato l'iter burocratico per l'apertura: sarà un farmacia comunale la cui gestione verrà assegnata con un bando di gara. Sede della farmacia e locali sono già stati scelti. «Già domani mattina - assicura il sindaco di Eraclea Graziano Teso -, se nel frattempo arrivasse l'atteso definitivo via libera del Tar, come Amministrazione comunale saremmo in grado di convocare la giunta comunale per indire la gara. Sarà un farmacia all'avanguardia, dotata di spazi e servizi secondo le più attuali esigenze sanitarie. C'è voluto del tempo, ma alla fine siamo riusciti a spuntarla». Sono infatti quasi tre lustri che a Eraclea si sta combattendo per dotare di una farmacia Ponte Crepaldo, una realtà di 4mila abitanti, distante quattro chilometri dalla più vicina farmacia del capoluogo essendo collegata dalla trafficatissima provinciale jesolana: tutti d'accordo, dalle forze politiche a quelle sociali, (il parroco, don Piero Lucchetta, aveva addirittura minacciato la disobbedienza civile), all'Asl che si era espressa favorevolmente. Per consentirne l'apertura la Regione aveva fatto una legge che è stata contestata dai farmacisti, gli unici ad essere contrari, e che hanno ingaggiato una lotta fatta di continui ricorsi al Tar. Da ultimo, hanno contestato alla Regione la legittimità di legiferare in materia. Ed era stato proprio il Tar Veneto a sollevare la questione di costituzionalità della legge regionale 29 del 2003 che aveva istituito la farmacia in deroga alla legge ordinaria basata su criteri demografici. Dopo la pronuncia sfavorevole della Suprema Corte avverso i farmacisti il Tar deve quindi dare ora solo il via libero definitivo. Maurizio Marcon

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Liventina attende la capolista, cinque derby in Promozione (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Liventina attende la capolista, cinque derby in Promozione Domenica 1 Marzo 2009, Treviso (m.m.) Sesta di ritorno (21. turno) per i campionati dilettanti in campo oggi alle 15. ECCELLENZA - È la giornata priva di derby di Marca e gli occhi sono puntati a Motta di Livenza dove al Samassa ospite della Liventina Gorghense scende l'Adriese. Fra le mura di casa l'Ardita Moriago con il Rossano, il Cordignano con la Marosticense, il Giorgione con l'Edo Mestre, il Lia Piave con la Miranese. In trasferta l'Union CSV sul campo del Dolo Riviera Brenta, il Ponzano a Mussolente con il Romano e il Vedelago a Feltre. PROMOZIONE - Cinque invece in Promozione i derby trevigiani con la capolista Opitergina che scende a Mareno per affrontare La Marenese, quindi Porto Mansuè-Casier Dosson, Cornuda Crocetta-Preganziol, Istrana-Cappella Maggiore, scontro salvezza fra Fontanelle e Zero Branco, quindi il Vittorio Veneto ospita il Cavarzano, mentre il Villorba, che ha cambiato allenatore, gioca a S. Martino di Lupari. PRIMA CATEGORIA - Programma e arbitri. Girone F. Spineda-Concordia Fonte: Prandi (Tv), Caltana-Castagnole: Graziano (Pd), Noale-Riese Vallà: Bozzolan (Ro), Campodarsego-S. Floriano: Camparenut (Po), Real Martellago-Ospedaletto: Andriolo (Vi). Girone G. Europeo Cessalto-Caorle: Niero (Es), Muranese-Pro Roncade: Toninello (Es), Pro Mogliano-Nettuno Lido Venezia: Polin (Es), Silea-Musile: Allegro (Pd). Girone H. Codognè-Ponte di Piave: Rech (Cf), Fregona-Ripa: Pasinetti (Ve), Fulgor Trevignano-Ztll: Lena (Po), Orsago-Montello: Scalco (Sd), Sanfiorese-Plavis: Gobbato (Po), Sedico-Eclisse Careni Pievigina: Bellato (Me). SECONDA - Girone F. Giovanile Ezzelina-Juventina Laghi: Di Filippo (Tv). Girone O. Cavallino-Salgareda: Shaia (Tv), Vigor-Gorghense: Bergamo (Sd). Girone P. Aurora Treviso Due-Campigo: Dazzi (Bl), Casale-Monastier: Cargnel (Bl), Salvatronda-Salvarosa: Daulle (Bl), Olmi Callalta-S. Elena: Barracano (Tv), Marcon-Cendon: Schuster (Tv), Cipriano Catron-Treville: Colombin (Bs), Fossalunga-Godigese: Baggio (Bs), Paese-Mignagola: Ferraro (Bs). Girone Q. Caerano-Lentiai: Reka (Tv), Fiori Barp-Virtsu CSM Farra: Voltarel (Tv), La Sernaglia-Altivolese: Scepi (Tv), SP-Montegrappa: Zoia (Tv), Maser-Castion: Carraretto (Tv), Bessica-Juventina, Cisonese-Piave Tegorzo. Girone R. Francenigo-Sarmede: Bertin, Gaiarine-Piave: Fiorenza (Bs), Alpina-Vitt sdangiacomo: Vendramin (Tv), Cadore-S. Michele Cerfim, S. Lucia Mille-Vazzolese. TERZA - Girone A. Cima Piave-Suseganese: Menegaldo (Tv), Lovispresiano-Boccadistrada: Di Tomaso (Tv), Pro Refrontolo-Barbisano: Spigariol (Tv), S. Giustina-Follinese: Trentin (Tv), Breda-Basalghelle: Bardin, Parè-Tarzo Revine Lago, Campolongo-Vallata: Minato (Cf), Feletto-Ardita Pero: Piccolo (Cf). Girone B. Fanzolo-Rovere: Moretti (Tv), Fontane-Postioma: Moretto (Tv), Volpago-Padernello: Borgo (Tv), Badoere-Vidor: Duzel (Cf), CSM Resana-S. Gaetano: Lorenzin (Cf), Milan Guarda-S. Antonino: Marterlozzo (Cf), S. Giuseppe-Vedelaghese: Bosa (Cf), Valdosport-Pederobba. Gir. Basso Piave. Evolution Team-Villanova: Balsarin (Sd), Sangioregese-Zensonese: Barosco (Sd), rip. Biancade. Gir. Bassano. Union Borso-Vill. S. Lazzaro: Frivoli (Vi) Cusinati-Eagles Pedemontana: Burtini (Sc). FEMMINILE - Serie B: Barcon-Bressanone (Gallo, Bl): Serie C: Musano-Union Villanova (Pezzaniti, Me), Salara-Vittorio Veneto (Neri, Vi). Serie D: Lughetto-Pedemontana, Maser-Real Spinea.

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"Battisti, la Corte dirà sè all'estradizione dal Brasile, ma sarà condizionata" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 52 del 2009-03-01 pagina 0 "Battisti, la Corte dirà sè all'estradizione dal Brasile, ma sarà condizionata" di Redazione Il Supremo Tribunal Federal approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo Brasilia - Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo. Il quotidiano fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti che si conclude con la quasi certezza che il STF considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia Tarso Genro e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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NICOLA SPOSATO SCAFATI. IL TESTO IN APPROVAZIONE AL PARLAMENTO è DA CONTESTARE E COMUN... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

NICOLA SPOSATO Scafati. «Il testo in approvazione al Parlamento è da contestare e comunque se approvato non sarà retroattivo. Daremo battaglia affinché il canone di depurazione eliminato dalla Corte Costituzionale non rientri attraverso un escamotage creato per favorire i gestori privati». Annuncia battaglia Michele Raviotta presidente provinciale dell'Idv nonché responsabile del Co.tu.Cit di Scafati dopo che notizie provenienti dal Parlamento sembrano indicare il recepimento della recente sentenza n. 335/2008 della Corte Costituzionale in tema di abolizione dei canoni di depurazione riformulando però il concetto di canone. Un tributo che annualmente frutta circa 350 milioni di euro. Raviotta annuncia battaglia mobilitando lo stesso onorevole Antonio Di Pietro e usando tutti i mezzi della comunicazione, anche Facebook. E si dice disposto a pubblicare «i nomi dei parlamentari di tutti gli schieramenti che voteranno a favore del ripristino silenzioso del canone di depurazione». Le voci del ripristino del tributo nascono dalla lettura del testo del disegno di legge n. 1306 dello scorso dicembre 2008 recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente. Nel testo il relatore Antonio D'Ali' (Pdl) ha riformulato il concetto di depurazione ricomprendendo «i costi di apprestamento delle infrastrutture necessarie a rendere il servizio, quindi la progettualità e gli investimenti relativi agli impianti di depurazione». Nella voce «canone di depurazione» viene anche compresa la quota relativa alla «progettazione, realizzazione e completamento degli impianti di depurazione oltre al servizio, vero e proprio, di depurazione delle acque». Se gli Ambiti di Pertinenza dimostreranno, entro il termine di 120 giorni, di aver fatto investimenti pari alle somme dovute ai cittadini, questi non avranno diritto ai rimborsi. Il Parlamento ha anche stabilito che i rimborsi, se ci saranno, potranno partire solo dal prossimo 1 ottobre con forme di rateizzazione fino 5 anni.

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"Battisti, la Corte dirà sì all'estradizione" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 52 del 2009-03-01 pagina 0 "Battisti, la Corte dirà sì all'estradizione" di Redazione Il Supremo Tribunal Federal approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo Brasilia - Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma oggi l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo. Il quotidiano fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti che si conclude con la quasi certezza che il STF considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia Tarso Genro e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Rai. Martedì assemblea dei soci, ma manca ancora intesa sul nome del presidente (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 1 marzo 2009 Rai. Martedì assemblea dei soci, ma manca ancora intesa sul nome del presidente L'ingresso della Direzione Generale Rai Per martedi' alle 12 e' convocata l'assemblea dei soci Rai con all'ordine del giorno la nomina dei nuovi vertici. Sarebbe l'occasione per il Ministero dell'Economia di comunicare i nomi dell'ottavo consigliere e del presidente. In entrambe i casi si tratterebbe di una conferma, dicono le indiscrezioni, per Angelo Maria Petroni in Cda e Claudio Petruccioli alla presidenza per un altro triennio. Proprio oggi pero' il neo segretario del Pd Franceschini, parlando a 'Che tempo che fa', ha affermato che non c'e' un'intesa sul nome del presidente. Franceschini ha spiegato che "Sarebbe sbagliato" a fare un nome fosse un responsabile di partito: "c'e' un percorso che prevede che sia votato dai due terzi della commissione di vigilanza e questo richiede inevitabilmente che sia una personalita' che vada bene a maggioranza e a opposizione". L'assemblea era gia' stata convocata per martedi' scorso ma e' stata aperta e aggiornata di sette giorni per aspettare ancora i tempi della politica, segnati questa volta dalle dimissioni di Walter Veltroni. Franceschini, essendosi appena insediato, voleva avere il tempo di riflettere sulla proposta anche se si dice che da una riunione con i componenti della Vigilanza in quota Pd, che del resto il neo segretario aveva gia' sentito piu' volte in questi giorni, sarebbe uscita appunto l'ipotesi di portare come prima richiesta quella della conferma di Petruccioli. Ed e' probabile che la proposta sia accettata dalla maggioranza, altrimenti si dovrebbe andare alla verifica di altre ipotesi. Se si parla ancora di Pierluigi Celli, di Andrea Manzella e Sergio Mattarella, e' piu' probabile che dal cilindro possa uscire un nome del tutto nuovo. Rimangono invece stabili le quotazioni di Mauro Masi come direttore generale, che potrebbe pero' non essere piu' affiancato come si diceva, da due vicedirettori generali per i quali si facevano i nomi di Antonio Marano e Guido Paglia. I direttori di Raidue e della comunicazioni potrebbero rimanere al loro posto nel prossimo giro di nomine. Ma che sia o meno indicato il nome del presidente martedi', i tempi potrebbero slittare ancora perche' la prossima settimana la Commissione di Vigilanza, che deve ratificare poi la nomina del presidente con voto bipartisan a due terzi, e' probabile che non possa riunirsi. Questo per la contestuale sospensione dei lavori della Camera che dal 9 vedra' introdotto il nuovo sistema di votazione anti-pianisti. La commissione presieduta da Sergio Zavoli, nonostante l'indicazione dell'Ufficio di presidenza, non e' stata ancora convocata nemmeno per l'audizione dei vertici attuali sulle risorse pubblicitarie. Intanto pero' e' dietro le spalle la tanto temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal Tar. L'economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha detto la corte, cosa che rafforza i poteri della commissione che ha gia' nominato i suoi sette consiglieri che rimangono in attesa di insediarsi al settimo piano di Viale Mazzini.

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GENCHI ACCUSA SERVIZI E POLITICI: SONO COINVOLTI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO INTERVISTA-CHOC DI GRILLO CHE ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI "SILENZIO MAFIOSO" DI PIETRO (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 01-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> GENCHI ACCUSA SERVIZI E POLITICI: SONO COINVOLTI NELLA MORTE DI FALCONE E BORSELLINO - INTERVISTA-CHOC DI GRILLO CHE ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI ?SILENZIO MAFIOSO? - DI PIETRO: ?O GENCHI O MOLTI ILLUSTRI PERSONAGGI, MA QUALCUNO DEVE FINIRE IN GALERA? - 1 - QUESTA È UN'INTERVISTA CHE NON SI PUÒ COMMENTARE. Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) Intervista a Gioacchino Genchi: "Io svolgo l'attività di consulente tecnico per conto dell'autorità giudiziaria da oltre vent'anni, lavoro nato quasi per caso quando con l'avvento del nuovo codice di procedura penale è stata inserita questa figura, come da articoli 359 e 360 che danno al Pubblico Ministero la possibilità di avvalersi di tecnici con qualunque professionalità allorquando devono compiere delle attività importanti. Gioacchino Genchi Mi spiace che Martelli se lo sia dimenticato, Cossiga me lo abbia ricordato, proprio il nuovo codice di procedura penale che ha promulgato il presidente Cossiga inserisce questa figura che è una figura moderna. Che è nelle giurisdizioni più civili ed avanzate, mentre prima il Pubblico Ministero era limitato, e doveva per accertamenti particolari avvalersi solo della Polizia giudiziaria, il nuovo codice ha previsto queste figure. Per cui per l'accertamento della verità, nel processo penale, accertamento della verità significa anche a favore dell'indagato o dell'imputato, il Pubblico Ministero non ha limiti nella scelta delle professionalità di cui si deve avvalere. Io ho fatto questa attività all'interno del Dipartimento della Pubblica sicurezza. Abbiamo svolto importanti attività con Arnaldo La Barbera, con Giovanni Falcone poi sulle stragi. Quando si è reso necessario realizzare un contributo esterno per il Pubblico Ministero, contenuto forse scevro da influenze del potere esecutivo, mi riferisco a indagini su colletti bianchi, magistrati, su eccellenti personalità della politica, il Pubblico Ministero ha preferito evitare che organi della politica e del potere esecutivo potessero incidere in quelle che erano le scelte della pubblica amministrazione presso la quale i vari soggetti operavano. Nel fare questo ho fatto una scelta deontologica, cioè di rinunciare alla carriera, allo stipendio, per dedicare tutto il mio lavoro al servizio della magistratura. Questa scelta, anziché essere apprezzata è stata utilizzata dai miei detrattori che fino a ieri mi hanno attaccato in parlamento, al contrario. Giovanni Falcone Il ministro Brunetta non poteva non riferire che la concessione dell'aspettativa non retribuita che io avevo chiesto era perfettamente regolare, è stata vagliati da vari organi dello Stato, dal Ministero dell'Interno, dal Ministero della Funzione pubblica e dalla presidenza del Consiglio dei Ministri di Berlusconi, la stessa che mi ha attaccato in maniera così violenta e così assurda dicendo le fandonie che hanno fatto ridere gli italiani perché tutto questo can can che si muove nei miei confronti, questo pericolo nazionale, cioè una persona che da vent'anni lavora con i giudici e i Pubblici Ministeri nei processi di mafia, di stragi, di omicidi, di mafia e politica più importanti che si sono celebrati in Italia, rappresenta un pericolo. Forse per loro! Per tutti quelli che mi hanno attaccato perché poi la cosa simpatica (è chiaro che ora sto zitto, non posso parlare sono legato al segreto) ma mi scompiscio dalle risate perché tutti i signori giornalisti che mi hanno attaccato, da Farina a Luca Fazzo a Lionello Mancini del Sole 24 ore, al giornalista della Stampa Ruotolo, sono i soggetti protagonisti delle vicende di cui mi stavo occupando. Questo è l'assurdo! Gli stessi politici che mi stanno attaccando, sono gli stessi protagonisti di cui mi stavo occupando. Da Rutelli a Martelli, Martelli conosciuto ai tempi di Falcone. Parliamo di persone che comunque sono entrate nell'ottica della mia attività. Martelli nei computer di Falcone quando furono manomessi, Rutelli perché è amico di Saladino usciva dalle intercettazioni di Saladino, Mastella per le evidenze che tutti sappiamo e così via, poi dirò quelli che hanno parlato alla Camera al question time, quel giornalista che gli ha fatto il comunicato, cose da ridere! Tra l'altro questi non hanno nemmeno la decenza di far apparire un'altra persona. Il giudice Paolo Borsellino No, compaiono loro in prima persona! Sapendo che loro entravano a pieno titolo nell'indagine. Questo è assurdo. Io continuo a ridere perché il popolo italiano che vede questo grande intercettatore, che avrebbe intercettato tutti gli italiani, ma che cosa andavo ad intercettare agli italiani? Per farmi sentire dire che non riescono ad arrivare alla fine del mese? Per sentir dire che i figli hanno perso il posto di lavoro o che sono disoccupati? Che c'è una crisi economica? Ma perché mai dovrei andare ad intercettare gli italiani? Ma quali sono questi italiani che hanno paura di Gioacchino Genchi? attentato via d'amelio Quelli che hanno paura di Gioacchino Genchi sono quelli che hanno la coscienza sporca, e quelli che hanno la coscienza sporca sono quelli che mi hanno attaccato. E con questo attacco hanno dimostrato di valere i sospetti che io avevo su di loro. Anzi, più di quelli di cui io stesso mi ero accorto, perché devo essere sincero, probabilmente io avevo sottovalutato il ruolo di Rutelli nell'inchiesta Why not. Rutelli ha dimostrato probabilmente di avere il carbone bagnato e per questo si è comportato come si è comportato. Quando ci sarà la resa della verità chiariremo quali erano i rapporti di Rutelli con Saladino, quali erano i rapporti del senatore Mastella, il ruolo di suo figlio, chi utilizzava i telefoni della Camera dei Deputati... chiariremo tutto! Dalla prima all'ultima cosa. Questa è un'ulteriore scusa perché loro dovevano abolire le intercettazioni, dovevano togliere ai magistrati la possibilità di svolgere delle intercettazioni considerati i risultati che c'erano stati, Vallettopoli, Saccà, la Rai eccetera, la procura di Roma immediatamente senza problemi però apre il procedimento nei confronti del dottor Genchi su cui non ha nessuna competenza a indagare, perché la procura di Roma c'entra come i cavoli a merenda. Antonio Saladino C'entra perché l'ex procuratore generale di Catanzaro ormai fortunatamente ex, ha utilizzato questi tabulati come la foglia di fico per coprire tutte le sue malefatte e poi le ha utilizzate come paracadute per non utilizzarle a Catanzaro, dove probabilmente il nuovo procuratore generale avrebbe immediatamente mandato a Salerno. Perché in quei tabulati c'è la prova della loro responsabilità penale. Non della mia. Quindi, non li manda a Salerno che era competente, non li manda al procuratore della Repubblica di Catanzaro che avrebbe potuto conoscere quei tabulati e quello che c'era, non li manda al procuratore della Repubblica di Palermo dove io ho svolto tutta la mia attività ma li manda a Roma che non c'entra niente. Quindi si va a paracadutare questi tabulati sbagliando l'atterraggio perché in una procura che non ci azzecca nulla. Perché tra l'altro in quei tabulati c'erano delle inquisizioni che riguardavano magistrati della procura della Repubblica di Roma! Su cui stavamo indagando. Ora la procura di Roma indaga su di me e sui magistrati della procura della Repubblica di Roma. Si è ripetuto lo scenario che accadde tra Salerno e Catanzaro e si è ripetuto lo scenario che era già accaduto tra Milano e Brescia all'epoca delle indagini su Di Pietro. Con la sola differenza che all'epoca si chiamava Gico l'organo che fece quelle attività, adesso si chiamano Ros, ma sostanzialmente non è cambiato nulla. demagistris In ultima analisi dico che io sono comunque fiducioso nella giustizia. Hanno cercato di mettermi tutti contro, hanno cercato di dire ad esempio, nel momento in cui c'era un rapporto di collaborazione con la procura di Milano anche fra De Magistris e la procura di Milano, un'amicizia personale fra De Magistris e Spataro, che siano stati acquisiti i tabulati di Spataro. Assurdo! Non è mai esistita un'ipotesi del genere. Nemmeno per idea! Come si fa a togliere a De Magistris l'appoggio della magistratura associata? Diciamo che ha preso i tabulati di Spataro. Come si fa a mettere il Csm contro De Magistris? Diciamo che ha preso i tabulati di Mancino. Adesso i Ros dicono che nei tabulati che io ho preso ci sono, non so quante utenze del Consiglio superiore della magistratura. Non abbiamo acquisito tabulati del Csm, sono i signori magistrati di cui abbiamo acquisito alcuni tabulati, quelli sì, tra cui alcuni della procura nazionale antimafia ben precisi, due, solo due, che hanno contatti col Csm. Ha inquisito il Quirinale! Ma quando mai? Se però qualcuno del Quirinale ha chiamato o è stato chiamato dai soggetti di cui ci siamo occupati validamente, bisogna vedere chi dal Quirinale chi ha avuto contatti con queste persone, ma io non ho acquisito i tabulati del Quirinale. A parte che se fosse stato fatto sarebbe stata attività assolutamente legittima perché, sia chiaro, le indagini in Italia non si possono fare soltanto nei confronti dei tossici e magari che siano pure extracomunitari, oppure quelli che sbarcano a Lampedusa nei confronti dei quali è possibile fare di tutto, compresa la creazione dei lager. La legge è uguale per tutti. Tutti siamo sottoposti alla legge! Perché sia chiaro. Questo lo devono capire. Nel momento in cui a questi signori li si osa sfiorare solo da lontano, con la punta di una piuma, questi signori si ribellano e distruggono le persone che hanno solo il coraggio di fare il proprio lavoro. Armando Spataro Gli italiani questo l'hanno capito. E hanno capito che questo dottor Genchi di cui hanno detto tutte le cose peggiori di questo mondo... e io adesso pubblicherò tutti i miei lavori, dal primo sino all'ultimo pubblicherò tutte le sentenze della Corte di Cassazione, delle Corti d'Appello, delle Corti di Assise, dei tribunali che hanno inflitto centinaia e centinaia di anni di carcere col mio lavoro. Ma le sentenze di cui io sono più orgoglioso non sono le sentenze di condanna, ma sono le sentenze di assoluzione! Sono quelle persone ingiustamente accusate anche per lavori fatti dal Ros che sono state assolte grazie al mio lavoro e che rischiavano l'ergastolo! E che erano in carcere. Persone che erano in carcere perché avevano pure sbagliato l'intestatario di una scheda telefonica. E adesso questi signori vengono ad accusare me di avere fatto lo stesso lavoro che loro... ma non esiste completamente! Tutte queste fandonie e la serie di stupidaggini che sono state perpetrate addirittura in un organismo che è il Copasir! Che si deve occupare dei servizi di vigilanza sulla sicurezza, non sui consulenti e sui magistrati che svolgono la loro attività sui servizi di sicurezza! Noi abbiamo trovato delle collusioni di appartenenti ai servizi di sicurezza, con delle imprese che lavorano per i servizi di sicurezza, che lavorano nel campo delle intercettazioni, che costruiscono caserme con appalti dati a trattativa privata per milioni di euro, noi stavamo lavorando su quello! Stavamo lavorando su quello e ci hanno bloccato perché avevano le mani in pasta tutti loro! Questa è la verità. Questa è la verità e adesso mi hanno pure dato l'opportunità di dirla perché essendo indagato io non sono più legato al segreto perché mi devo difendere! Mi devo difendere con una procura che non ci azzecca nulla con la competenza, la procura di Roma, mi difenderò alla procura di Roma. Però sicuramente la verità verrà a galla! E non ci vogliono né archivi né dati perché sono tre o quattro cose molto semplici. Le intercettazioni di Saladino utili saranno una decina, quando fu intercettato prima che De Magistris iniziasse le indagini, ma sono chiarissime! E l'attacco che viene fatto nei miei confronti parte esattamente dagli stessi soggetti che io avevo identificato la sera del diciannove luglio del 1992 dopo la strage di via D'Amelio, mentre vedevo ancora il cadavere di Paolo Borsellino che bruciava e la povera Emanuela Loi che cadeva a pezzi dalle mura di via D'Amelio numero diciannove dov'è scoppiata la bomba, le stesse persone, gli stessi soggetti, la stessa vicenda che io trovai allora la trovo adesso! Ancora nessuno ha detto che io sono folle. Anzi, sarò pericoloso, terribile ma che sono folle non l'ha detto nessuno. Bene allora quello che io dico non è la parola di un folle perché io dimostrerò tutte queste cose. E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata." 2 - GRILLO ACCUSA I MIELI, I RIOTTA, I MAURO DI "SILENZIO MAFIOSO" (www.beppegrillo.it) Ieri il blog ha pubblicato un'intervista a Gioacchino Genchi che accusa servizi segreti e politici di essere coinvolti nella morte di Falcone e Borsellino. Genchi non è uno qualunque. E' l'uomo che secondo lo psiconano ha intercettato 350.000 italiani. La più grande spia della Storia dopo Mata Hari. Genchi in action Sapevo che le reazioni alle parole di Genchi, le più pesanti che io abbia mai sentito contro quello che ci ostiniamo a chiamare e pensare Stato, potevano essere solo due. Farlo passare per mitomane o il silenzio assoluto, mafioso di tutti i giornali e i canali televisivi. L'omertà ha prevalso. Nessuno ha visto e sentito. Non Mieli, non Riotta, non Mauro. Il video di Genchi è il più visto su YouTube nelle ultime ventiquattro ore, ma nessun media nazionale ne ha riportato il contenuto. Un paradosso dell'informazione. Se chiudono la Rete, su questo Paese caleranno le tenebre. La Cupola dei Giornalisti è più forte, più coesa di Cosa Nostra. Genchi ha detto la verità, la controprova è che Genchi per i media non esiste, che i mandanti degli omicidi di Falcone e Borsellino non possono essere neppure nominati. Genchi ha detto: "E questa è l'occasione perché ci sia una resa dei conti in Italia. A cominciare dalle stragi di via D'Amelio alla strage di Capaci. Perché queste collusioni fra apparati dello Stato servizi segreti, gente del malaffare e gente della politica, è bene che gli italiani comincino a sapere cosa è stata." Genchi era presente in via D'Amelio, ha visto il corpo carbonizzato di Borsellino, ha seguito le indagini sul segnale che ha innescato la bomba, non parla per sentito dire. Borsellino era minacciato, ogni domenica si recava da sua madre, ma lo Stato non riuscì neppure a isolare l'area di parcheggio di fronte al palazzo con una transenna. Genchi non è l'unico a indicare nella strage di via D'Amelio la nascita della Seconda Repubblica. Gianni Riotta Antonio Ingroia, pm di Palermo: "La verità va cercata a ogni costo, io penso che la cosiddetta Seconda Repubblica ha i suoi pilastri nel sangue versato da tanti uomini dello Stato, magistrati e poliziotti" (*). Dalla sentenza della corte d'Assise di Caltanisetta del processo Borsellino ter: "Proprio per agevolare la creazione di nuovi contatti politici occorreva eliminare chi, come Borsellino, avrebbe scoraggiato qualsiasi tentativo di approccio con Cosa Nostra e di arretramento nell'attività di contrasto alla mafia, levandosi a denunciare, anche pubblicamente, dall'alto del suo prestigio professionale e dalla nobiltà del suo impegno civico, ogni cedimento dello Stato o di sue componenti politiche" (*). Se l'informazione non esiste, facciamoci noi informazione. Ci vuole un nuovo CLN. Un Comitato di Liberazione Nazionale dell'informazione. Riportate sul vostro blog il testo dell'intervista di Genchi, traducetelo in tutte le lingue e inviatelo ai blog esteri che conoscete. Linkate il video da Youtube. Create i vostri video con le vostre analisi e conclusioni. Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. (*) Testi tratti dal libro: "L'agenda rossa di Paolo Borsellino" di Lo Bianco/Rizza. 3 - DAL BLOG DI ANTONIO DI PIETRO: WWW.ANTONIODIPIETRO.IT CHIAREZZA SU GIOACCHINO GENCHI Oggi, dopo aver letto i giornali, le agenzie e visto qualche Tg, finalmente mi sono seduto dietro una tastiera per informarmi veramente con la Rete. Ho visitato qualche blog, quello di Beppe Grillo incluso. L'articolo di ieri era dedicato ad un'intervista a Giocchino Genchi. Oggi, nel suo blog, Grillo torna sull'argomento e accusa i media di "silenzio mafioso". Concordo. I cittadini non sapranno, ad eccezione di quelli che l'informazione se la vanno a cercare piuttosto che farsela somministrare dai professionisti del torpore mediatico. Le dichiarazioni contenute in questo video sono pesanti. Delle due l'una, o Gioacchino Genchi deve rispondere della gravità delle sue parole o le porte del carcere si devono aprire a molti illustri personaggi. Conosco Genchi, è una persona onesta. La prossima settimana presenterò un'interrogazione parlamentare al governo per chiedere venga fatta chiarezza su quanto dichiarato in questi quattordici minuti di intervista. [01-03-2009]

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COMPRENSIBILE CHE NON NE SIANO CONTENTE, LA QUESTIONE È COME REAGIRE A QUESTO DATO DI FATTO. (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

COMPRENSIBILE CHE NON NE SIANO CONTENTE, LA QUESTIONE è COME REAGIRE A QUESTO DATO DI FATTO. comprensibile che non ne siano contente, la questione è come reagire a questo dato di fatto. Ci sono tre modi di comportarsi di fronte ad una situazione sgradevole e che si percepisce come ingiustizia. Uno è andare allo scontro e alzare i toni. L'altra è negoziare cercando di salvare il salvabile, anche se si dovrà fare qualche sacrificio che si ritiene ingiusto. Il terzo è riflettere sui propri comportamenti e cercare di incidere sulle ragioni che hanno prodotto l'ingiustizia. La prima reazione in questo momento sarebbe perdente. Una parte della Svp potrebbe spingere per questa soluzione, guardando alla perdita di consenso a destra, e rispolverare le vecchie parole d'ordine: autodeterminazione e ricorso a Vienna. Ma in questo momento una prova di forza la vedrebbe perdente (anche perché Trento non la potrebbe seguire), e produrrebbe solo un grave deterioramento della situazione complessiva. Piuttosto conviene prepararsi a qualche singolo, mirato conflitto davanti alla Corte costituzionale davanti ad attacchi che dovessero andare oltre la quota variabile, perché lì lo statuto è blindato. La strategia giusta, per la Svp ma anche per Trento, è mantenere la calma e restare fedeli alla propria storia di successo: finora la SVP è sempre uscita vincente dai negoziati con Roma, perché stavolta dovrebbe essere diverso? Determinante in questo contesto sarà anche la reazione dei partiti italiani. E' facile per il centrosinistra trovare finalmente un obiettivo condiviso e accusare il governo di essere nemico dell'autonomia, fingendo di dimenticare che l'irritazione contro le specialità è uno dei pochi temi su cui a Roma c'è un consenso trasversale fondato sull'ignoranza di entrambe le parti. Ma la sfida sarà soprattutto per il centrodestra locale, che dovrà scegliere tra la fedeltà al partito nazionale e quella al territorio. Come si comporteranno a Roma i parlamentari regionali del Pdl? Si schiacceranno sulle posizioni del governo, di Galan e di Formigoni, o interverranno per smussarle? Infine, ma non da ultimo, è essenziale anche un'autocritica da parte delle due province rispetto alla strategia tenuta finora. La rozzezza della visione romana dell'autonomia è data non solo dal drammatico livello culturale della gran parte della classe politica: deriva anche dal modo in cui la nostra specialità è stata gestita nei rapporti con Roma. Finora si è privilegiata un'autonomia da retrobottega, di stampo storicamente democristiano: fare senza farsi vedere, negoziare in gran segreto al riparo da sguardi indiscreti. Una scelta che si è rivelata indubbiamente efficace per molto tempo, ma ha steso un diffuso velo di ignoranza sulla questione, e oggi rischia di non pagare più. Per "salvare" la specialità dal semplicismo centralista occorre portare la questione alla luce del sole, discuterne apertamente, convincere, spiegare, far capire. La specialità non può più essere una questione meramente bilaterale tra le province autonome (peggio se ciascuna per sé) e il governo. La mera trattativa politica, possibilmente condotta in segreto, non basta più. Occorre diffondere la consapevolezza delle ragioni giuridiche dell'autonomia speciale, che non sono solo l'ancoraggio internazionale, l'autodeterminazione e gli altri istituti del secolo scorso, ma sono - e fortemente - dentro la stessa costituzione italiana. Che è al momento la più forte garanzia per la specialità. Non è più tempo in cui bastavano i pochi voti della regione (o persino quelli della sola Svp) per far stare in piedi il governo e ricattarlo. Oggi bisogna mettere in campo l'autonomia strategica, non più solo quella tattica. Per farlo occorre mantenere la calma e giocare le carte giuste al momento giusto. Francesco Palermo

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TERRORISMO: "Battisti estradato" (sezione: Giustizia)

( da "Italia Estera Online" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

01 mar 2009 TERRORISMO: "Battisti estradato" Il Supremo Tribunal Federal approverebbe l'estradizione dell'ex terrorista condizionandola però alla conversione della condanna a 30 anni. di Attilio Pisani SAN PAULO DO BRASIL, 1 FEB La Corte Costituzionale brasiliana, il Supremo Tribunale Federale, quasi sicuramente darà il via libera all'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione brasiliana. L'ipotesi emerge da un'analisi del caso sull'ex terrorista pubblicato dal quotidiano brasiliano "Estado de S. Paulo". Il quotidiano brasiliano, nell'edizione domenicale, fa un'ampia analisi del caso dell'ex terrorista Battisti e dei precedenti. La conclusione è la quasi certezza che il tribunale supremo considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. L'ex leader dei Pac Cesare Battisti, 54 anni, evaso da un carcere italiano nel 1980 e rifugiatosi in Francia 17 anni fa si era dato alla latitanza il 22 agosto 2004 per sfuggire a un'estradizione che vedeva sempre più vicina. Per tre anni, sulle sue tracce sono stati gli agenti francesi ed i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, che erano riusciti a localizzarlo in Sud America prima che facesse nuovamente perdere le proprie tracce. L'arresto a Rio de Janeiro Nel marzo di due anni fu catturato in un chiosco di Copacabana dagli investigatori brasiliani, dagli agenti francesi dell'Interpol e dai poliziotti italiani dell'Antiterrorismo, presenti in Brasile da un mese. Secondo quanto riferirono fonti giudiziarie francesi, aveva trovato rifugio a Rio de Janeiro. A Parigi l'ex leader dei Pac, grazie alla 'dottrina Mitterand', si era rifatto una vita: abbandonata la lotta armata, si era dato alla scrittura, diventando un giallista di fama e pubblicando opere in cui proponeva alcune analisi sull'esperienza dell'antagonismo radicale, tra cui 'L'orma rossa', edito da Einaudi. Poi, però, quando l'aria era cominciata a farsi più pesante, Battisti aveva deciso di fuggire. A cambiare le carte in tavola era stato il parere favorevole all'estradizione dato dalla Corte d'appello di Parigi il 30 giugno del 2004. Poco dopo il presidente francese Jacques Chirac aveva fatto sapere che avrebbe dato il via libera all'estradizione nel caso in cui il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Battisti fosse stato respinto. ''La dichiarazione di Jacques Chirac, due giorni dopo la decisione della Corte d'appello, è riuscita a togliermi ogni speranza'', aveva detto l'ex leader dei Pac nella lettera inviata agli avvocati Irene Terrel e Jean-Jacques de Felice per spiegare le ragioni della sua fuga. ''Di fronte al baratro, cosa mi resta?'', aveva scritto. ''Soltanto i miei figli e la sottile possibilità, un giorno forse, di potermi spiegare sulle mie responsabilità politiche e di tornare infine su quel passato che l'Italia vorrebbe, mi pare, seppellire per sempre, al prezzo di una contraffazione storica''. ''Non lascerò la Francia, non saprei farlo, è il mio paese e non ne vedo altri nel mio futuro'', aveva scritto Battisti, aggiungendo: ''Continuerò a battermi affinché sia resa giustizia all'uomo e alla storia''. Con la prigione a vita, trent'anni dopo i fatti, ''sarebbe la famiglia, i figli, altre vite a pagare'', aveva spiegato, sottolineando: ''Non posso correre questo rischio, non rivedere più i miei figli, il paese dove sono nati, l'idea mi risulta insopportabile''. Pochi mesi dopo, il 23 ottobre 2004 il primo ministro francese, Jean Pierre Raffarin, aveva firmato il decreto di estradizione che costringeva l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo a scontare la propria pena in Italia. Contro il decreto nel novembre 2004 i legali di Battisti avevano presentato invano ricorso al Consiglio di Stato, che aveva al contrario convalidato il decreto nel marzo 2005. Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si era sempre detto innocente. Arrivato in Francia nel 1990 dopo alcuni anni trascorsi in Messico si era appellato alla dichiarazione del presidente della Repubblica FranÇois Mitterand, che nel 1985 aveva promesso asilo agli ex militanti della lotta armata che avessero rinunciato alla violenza. In Italia l'ex leader dei Pac era stato condannato a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del '78, e quello dell'agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell'uccisione del macellaio Lino Sabbadin, avvenuta a Mestre il 16 febbraio del '79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell'uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del '79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. L'idea alla base di quel biennio di sangue, secondo quanto si appurò in seguito, era quella di colpire, oltre ad esponenti delle forze dell'ordine, i commercianti che si erano difesi durante i cosiddetti 'espropri proletari'. Proprio per questo nel mirino dei Pac finirono il macellaio di Venezia Sabbadin e il gioielliere di Milano Torregiani. In quest'ultimo caso, poi all'omicidio, si aggiunse un ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere, Adriano, venne colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse, e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. Attilio Pisani / Italia Estera 29 gen 2009 TERRORISMO: Battisti, faccia tosta

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Caso Battisti: probabile il sì brasiliano all'estradizione, ma a una condizione (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Secondo il quotidiano O Estado de S.Paulo Caso Battisti: probabile il sì brasiliano all'estradizione, ma a una condizione La condanna all'ergastolo dovrà essere ridotta a 30 anni di detenzione. Ma l'ultima parola spetta a Lula SAN PAOLO - Il Brasile probabilmente estraderà in Italia il terrorista Cesare Battisti, ma a una condizione. Secondo il quotidiano O Estato de S.Paulo, il Supremo tribunale federale-Stf (la Corte costituzionale brasiliana) approverà il ricorso dell'Italia e dirà sì all'estradizione di Battisti, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. ULTIMA PAROLA A LULA - Il quotidiano brasiliano fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti, concludendo con la quasi certezza che l'Stf considererà illegale l'asilo politico concesso al terrorista dei Proletari armati per il comunismo dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, e approverà quindi l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua le decisioni della corte suprema, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. Lo scorso 19 febbraio Battisti aveva inviato tramite i suoi avvocati una lettera in cui chiedeva «all'Italia cristiana» di perdonarlo. stampa |

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Il Brasile: estraderemo Battisti ma l'Italia cancelli l'ergastolo (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Brasile: estraderemo Battisti ma l'Italia cancelli l'ergastolo BRASILIA. Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale brasiliana) approverà l'estradizione di Cesare Battisti, condizionandola alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo afferma l'autorevole quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo che fa un'ampia analisi del caso Battisti e conclude con la quasi certezza che il Stf considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Pac dal ministro della Giustizia Tarso Genro e approverà l'estradizione. Ma, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula potrebbe intervenire dando politico al suo ministro, ma è più facile che segua le decisioni del potere giudiziario.

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Il presidente Napolitano ha commesso un errore (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente Napolitano ha commesso un errore Gli articoli della Costituzione, dal 114 al 132, fanno parte del Titolo V e normano le regioni, le province e i comuni. Tali articoli sono stati modificati con apposita la legge Costituzionale da un governo di centrosinistra. Trovo curioso per non dire contraddittorio che la stessa sinistra che ha modificato più di quindici articoli della Costituzione manifesti oggi in difesa della sua intangibilità. A meno che il signor Ghiradi non pensi che, tra le tante verità che detiene la sinistra, vi sia anche quella di essere l'unica a poterla modificare. Ricordo molto bene i messaggi che il presidente Pertini, ma non solo lui, secondo quanto prevede l'articolo 87 Titolo II, ha inviato alle Camere. Ricordo a Ghirardi che per questi messaggi corre il «dovere di correttezza del presidente di dare notizia preventiva al governo del contenuto che delle dichiarazioni che ha in animo di fare». Cosa diversa dai messaggi motivati che accompagnano il rinvio alla camere di una legge per chiederne una nuova deliberazione (art. 74 comma 1); se le camere approvano nuovamente la legge anche nello stesso testo, la legge deve essere promulgata come atto dovuto (comma 2). Ricordo a Ghirardi che il presidente non ha alcuna responsabilità degli atti compiuti nell'esercizio della sue funzioni (art. 90 comma 1) e, per quelli che hanno valore legislativo, devono essere controfirmati anche dal presidente del Consiglio dei Ministri (art. 89 comma2) che ne assume tutta la responsabilità. Tutto ciò è completamente diverso dall'iniziativa presa dal presidente Napolitano nei confronti del Governo mentre era in corso il Consiglio dei Ministri per discutere la possibilità di emanare un decreto d'urgenza. Per quanto riguarda la decretazione d'urgenza, segnalo a Ghirardi che a pagina 633 del secondo tomo di «Istituzioni di Diritto Pubblico» di Costantino Mortati, deputato all'Assemblea costituente, giudice della Corte Costituzionale e annoverato fra i più autorevoli costituzionalisti italiani, si legge: «Sotto l'aspetto formale si richiede che i decreti-legge provengano da una deliberazione del consiglio dei ministri per essere poi «emanati» dal presidente della repubblica (art. 87, 5? comma). E' superfluo mettere in rilievo il carattere di controllo solo formale rivestito dall'intervento del presidente, trattandosi di atti di competenza governativa. Il carattere dell'urgenza inerente al provvedimento non consente l'esercizio del potere di rinvio da parte del presidente». Metto a disposizione di Ghirardi sia il primo che il secondo tomo del testo citato per consentirgli eventuali approfondimenti che gli potranno evitare ulteriori superficiali letture della Costituzione. Ripeto ancora, quello del presidente Napolitano è stato un atto grave, non previsto dalla nostra Costituzione, senza precedenti! Nessuna spallata al Colle però ma un preciso rispetto ed una puntuale lettura, senza se e senza ma come afferma l'onorevole Carra, della Carta Costituzionale che troppo spesso viene strumentalizzata dalla sinistra dimostrando di non conoscerla a sufficienza. Tommaso Pivetti Rinascita Socialdemocratica

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perche' laico (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 23 - Cultura e Spettacoli PERCHE' LAICO PERCHE' LAICO di STEFANO RODOTA' Procreazione assistita, testamento biologico, obiezione di coscienza, unioni di fatto, diritti degli omosessuali, limiti etici e giuridici della ricerca scientifica, presenza della religione nella sfera pubblica: sono questi i principali temi di confronto (ma forse la parola scontro sarebbe più adatta) tra laici e cattolici italiani. Partendo dall'analisi della realtà nazionale, che mostra come «il principio supremo della laicità dello Stato», ribadito dalla Corte Costituzionale nel 1989, sia ben lontano dall'essere accettato, Stefano Rodotà - tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e presidente del comitato scientifico che li stabilisce e tutela - offre un'intensa riflessione sulla laicità «non come polo oppositivo, ma come componente essenziale del discorso pubblico in democrazia». Alessandro Marongiu Laterza, 194 pagine, 15 euro

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la difesa dei valori e l'umanità dei medici (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 15 - Pordenone La difesa dei valori e l'umanità dei medici In primo piano Da 15 anni la nostra classe dirigente ci ha abituato a calpestare i valori tradizionali e i sani princìpi con cui siamo stati educati. Innumerevoli volte sono stati denigrati la magistratura, il Parlamento, la Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, la Cassazione, sempre in nome del popolo italiano, perché, avendo vinto le elezioni, i nostri governanti ritengono che a loro sia lecito tutto. Ormai siamo passati dalla libertà alla latina "licentia". Ogni giorno che passa non ci sono limiti al loro potere. Se c'è qualche legge che ostacola il loro agire, è semplice, si cambia la legge. Si sa che la democrazia si basa sulla separazione dei tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e giudiziario. Ma, siccome si ha la maggioranza, in nome del popolo italiano, ecco che il potere esecutivo pretende di fare le leggi, alla faccia della Costituzione; non lo può fare, e allora via con i decreti legge, non più considerati una necessità e urgenza, ma una norma. Il Parlamento ormai non è più, di fatto, un organo legislativo, ma un insieme di "soldatini" che dicono sempre «obbedisco». Non sono stati scelti dal popolo italiano, ma nominati. Se solo si ha l'ardire di opporsi si è tacciati di comunisti, qualunquisti, mestatori eccetera. Ormai la verità non ha più luogo, tutto si basa sulla falsità e sulla menzogna, e sempre in nome del popolo italiano. Siamo arrivati all'eccesso che una sentenza della Corte di cassazione è considerata un reato, per cui colui che la vuol far rispettare diventa un indagato e può essere perseguibile (vedi caso Eluana). Ormai tutto si è capovolto: non è più reato commettere un crimine, ma diventa reato denunciarlo. Vent'anni fa il popolo italiano, con un referendum, si era espresso contro il nucleare, invece colui che ha sempre sulla bocca il popolo italiano ha aperto al nucleare, senza minimamente pensare che per lo meno sarebbe stata necessaria un consultazione, per conoscere il parere della "gente", prima di decidere; ma si sa che chi ha il potere è "onnisciente", perché è stato eletto dal popolo e ha la maggioranza. Se questi sono gli esempi, c'è poco da lamentarsi se in Italia ci sono delinquenza, corruzione, violenza e nefandezze varie; le nuove generazione sono aperte agli insegnamenti che vengono dall'alto e si sentono quindi in diritto di fare quello che vogliono, alla faccia dei valori e dei princìpi tradizionali. Giorgio Marici San Vito al Tagliamento Si è tanto parlato e scritto sul caso Englaro e si continua ancora e così io aggiungo la mia. Io sono per l'eutanasia. Quanti medici già la praticano? Nessuno ne parla! Riporto un caso personale, non immaginato, ma reale: mio cognato aveva il cancro ai polmoni e da due anni ricadeva sempre più spesso in orribili sofferenze. Era stato ricoverato in ospedale per l'ennesima volta. Noi familiari eravamo ad assisterlo. Lui continuava stremato a lamentarsi penosamente. Arrivò un'infermiera e gli fece un'iniezione e subito si calmò, ma dopo una decina di minuti spirò. Noi tutti capimmo che a decidere della sua fine fu quell'iniezione, ma tutti noi non denunciammo il caso, anzi condividemmo tale decisione, perché almeno lui terminò quella brutta sofferenza e quell'orrendo calvario. Un fatto del genere non sarà certamente il solo e in questi casi io dico grazie all'umanità dei medici. Questa è pura eutanasia, cioè la sorella morte serena e dignitosa. Quando non ci sono più speranze e rimane solo un futuro di sofferenza questa liberazione va fatta. Nel caso di Eluana io sto col padre, bisogna viverle quelle esperienze per giudicare. Visitate gli ospedali e in particolare certi reparti! E poi questa legge assurda che proibisce la pubblicazione delle foto reali di questa creatura significa proprio togliersi dalla realtà vera. E non facciamo anche qui una questione politica e religiosa, ma ognuno scelga la sua di umanità, solo che anziché interromperle gli alimenti io sarei stato d'accordo per quella santa iniezione. Valutate anche ciò che ha detto il Dalai Lama. I giornali hanno fatto un solo trafiletto. Lui disse che non essendo alcun recupero mentale da loro non fanno questi stupidi accanimenti, ma seguono la natura. Questo governo non farà nulla per l'eutanasia, ma mi auguro che qualcuno proponga un referendum per introdurla anche in questo Paese. Sarebbe un vero segnale di civiltà e di realistica umanità. Rosolino Peressini Udine

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il brasile verso il sì all'estradizione di battisti (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Attualità Il Brasile verso il sì all'estradizione di Battisti La Corte chiederà però all'Italia di commutare l'ergastolo in 30 anni di pena BRASILIA. Il Supremo Tribunal Federal (STF, la Corte Costituzionale) brasiliano approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti (nella foto), l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro della giustizia Tarso Genro. L'estradizione viene però condizionata alla commutazione della pena all'ergastolo, decisa dai tribunali italiani, in 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo scrive il quotidiano, solitamente bene informato, "Estado de S.Paulo" che esamina i vari aspetti e i precedenti che il Tribunale prenderà in considerazione nel corso del dibattito sul caso Battisti che ha aperto dopo il ricorso presentato dall'Italia contro la decisione del ministro della giustizia. Il dibattito potrebbe durare varie sessioni ma non dovrebbe estendersi oltre marzo. Per prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale dovrà valutare se la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia Tarso Genro interrompe l'iter di estradizione, come avvenne nel 2007 nel caso del sacerdote colombiano Oliverio Medina, legato alle Farc - il quale però non aveva nessun processo a carico in patria, il che già esclude l'analogia con Battisti. Molto più confacente, scrive il giornale, il parallelo con un altro italiano, Luciano Pessina, ex brigatista rosso, scoperto a Rio de Janeiro nel 1996 ed estradato l'anno dopo dal Brasile in Italia pur non avendo a suo carico nemmeno un omicidio. La concessione dell'asilo politico, ricorda l'Estado de S.Paulo, interrompe «la richiesta di estradizione e non l'iter di estradizione», una differenza semantica che potrebbe fornire ai membri del STF l'appiglio giuridico per sovvertire la decisione di Genro. I quali potrebbero però anche sancire l'illegalità della misura, contrapponendogli la piena legalità delle sentenze emesse in Italia (vari membri del STF ritengono «un insulto alla giustizia italiana» l'argomento di Genro sull'invalidità dei tribunali italiani che hanno giudicato Battisti), una decisione che prenderebbe aspetti anche politici, di piena contrapposizione del potere giuridico a quello esecutivo. Per ultima sarebbe giudicata la validità della richiesta di estradizione, che a questo punto non dovrebbe essere messa in questione. Resterebbe solo la richiesta di adeguamento della condanna di Battisti, visto che l'ergastolo non è previsto dalla legislazione brasiliana. Il Supremo Tribunal dovrebbe quindi condizionare la consegna dell'ex terrorista all'Italia alla conversione della pena a 30 anni, il massimo per la Costituzione brasiliana.

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Annullabili cartelle esattoriali non corrette prima di una data (sezione: Giustizia)

( da "CittadinoLex" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Fisco | Testo Dichiarata legittima la norma prevista dal decreto-legge milleproroghe del 2008 Annullabili cartelle esattoriali non corrette prima di una data (Corte costituzionale 58/2009) Legittimo non considerare valide le cartelle fiscali non compilate correttamente prima del primo giugno 2008. Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza 58 del 2009 depositata il 23 febbraio 2009. La Consulta ha promosso così la norma del decreto-legge milleproroghe del 2008 che sanciva la nullità delle cosiddette cartelle 'mute' (quelle nelle quali non è indicato il responsabile del procedimento), ma solo a partire dal primo giugno 2008. Sostanzialmente con la legge, approvata nel febbraio del 2008, si consideravano valide le cartelle fiscali non compilate correttamente prima di quella data (appunto il primo giugno dello stesso anno). La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata da alcune Commissioni tributarie e da un Giudice di pace. Alcuni giudici tributari avevano sollevato la questione facendo riferimento all'articolo 97 della Costituzione sul buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione. Per esempio la Commissione Tributaria provinciale di Isernia aveva affermato di escludere che il legislatore possa imporre il rispetto di principi costituzionali solo a partire da una certa data aveva comunque evidenziato il contrasto tra la disposizione (cartelle mute illegittime ma solo a partire da una certa data) con alcuni principi dello Statuto del contribuente. A questi rilievi aveva risposto l'Avvocatura dello Stato, in difesa dell'Erario, sottolineando che la mancata indicazione del responsabile del procedimento è "una mera irregolarità insuscettibile di determinare l'invalidità dell'atto". Con argomentazioni simili si erano rivolti alla Consulta anche il Giudice di pace di Genova e la Commissione provinciale tributaria di Lucca. Oltre al 97, erano stati sollevati dubbi sulla costituzionalità della norma del milleproroghe, in riferimento a vari articoli della Costituzione. I giudici della Consulta, nella sentenza depositata venerdì scorso, afferma che la previsione che gli atti dell'amministrazione finanziaria e dei concessionari della riscossione debbano tassativamente indicare il responsabile del procedimento è volta ad assicurare la trasparenza amministrativa, l'informazione del cittadino e il suo diritto di difesa ma lo Statuto del Contribuente, fa notare la Consulta, "a differenza di quanto fa per altre disposizioni, non commina la nullità per la violazione della disposizione indicata e neanche la nullità, in mancanza di un'espressa previsione normativa, può dedursi dai principi dell'articolo 97 della Costituzione". (02 marzo 2009)

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ROMA - Non c'è ancora l'intesa sul nome del nuovo presidente del Consiglio di amminis... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 02 Marzo 2009 Chiudi ROMA - Non c'è ancora l'intesa sul nome del nuovo presidente del Consiglio di amministrazione della Rai. La conferma arriva dal segretario del Pd Dario Franceschini, ospite ieri di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", e la notizia certifica lo stallo della trattativa tra maggioranza e opposizione e il conseguente probabile slittamento dei passaggi istituzionali che servono a chiudere la partita. Per domani alle 12 è convocata l'assemblea dei soci Rai con all'ordine del giorno la nomina dei nuovi vertici. Sarebbe l'occasione per il ministero dell'Economia di comunicare i nomi dell'ottavo consigliere (sette sono già stati nominati) e del presidente. In entrambi i casi si tratterebbe di una conferma, dicono le indiscrezioni, per Angelo Maria Petroni in Cda e Claudio Petruccioli (sul quale però il ministro Giulio Tremonti sembra molto perplesso) alla presidenza per un altro triennio. L'assemblea era già stata convocata per martedì scorso, ma è stata aggiornata di sette giorni per aspettare ancora i tempi della politica, segnati questa volta dalle dimissioni di Walter Veltroni. Franceschini, essendosi appena insediato alla guida del Pd, voleva avere il tempo per riflettere sulla proposta, anche se si dice che da una riunione con i componenti della Vigilanza in quota Pd sarebbe uscita appunto l'ipotesi di portare come prima richiesta quella della conferma di Petruccioli. Ed è probabile che la proposta sia accettata dalla maggioranza, altrimenti si dovrebbe andare alla verifica di altre ipotesi: se si parla ancora di Pietro Calabrese, Pierluigi Celli, di Andrea Manzella e Sergio Mattarella, è più probabile che dal cilindro possa uscire una carta del tutto nuova. Per la direzione generale, l'unico nome certo è Mauro Masi, anche se Silvio Berlusconi e Gianni Letta non hanno ancora individuato il suo successore a Palazzo Chigi. Il nuovo direttore generale potrebbe però non essere più affiancato, come si diceva, da due vicedirettori, per i quali si facevano i nomi di Antonio Marano e Guido Paglia. I direttori di Raidue e della comunicazione Rai potrebbero rimanere al loro posto nel prossimo giro di nomine. Ma che sia o meno indicato il nome del presidente martedì, i tempi potrebbero slittare ancora perché la prossima settimana la Commissione di Vigilanza, che deve ratificare poi la nomina del presidente col voto bipartisan dei due terzi, è probabile che non possa riunirsi. Questo per la contestuale sospensione dei lavori della Camera che dal 9 introduce il nuovo sistema di votazione anti pianisti. La commissione presieduta da Sergio Zavoli, nonostante l'indicazione dell'Ufficio di presidenza, non è stata ancora convocata nemmeno per l'audizione dei vertici attuali sulle risorse pubblicitarie. Intanto però è dietro le spalle la tanto temuta decisione della Corte Costituzionale sul consigliere Petroni, indicato dal Tesoro ai tempi della maggioranza di centrodestra e revocato dalla maggioranza di centrosinistra nella legislatura successiva, per poi essere reintegrato dal Tar. L'Economia non aveva potere di revoca e andava sentita la Vigilanza, ha detto la corte, cosa che rafforza i poteri della Commissione che ha già nominato i suoi sette consiglieri: i quali rimangono in attesa di insediarsi al settimo piano di Viale Mazzini.

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trasferimento medici, è protesta (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Tagliacozzo, il comitato pro-ospedale: no al ridimensionamento dei servizi Trasferimento medici, è protesta TAGLIACOZZO. Nonostante le rassicurazioni fatte dall'assessore regionale alla Sanità sul futuro dell'ospedale di Tagliacozzo, a soli tre giorni dalla visita di Lanfranco Venturoni, il comitato cittadino pro-ospedale è costretto ad affilare nuovamente le armi contro la Asl Avezzano-Sulmona. A far scattare la scintilla questa volta è un ordine di servizio che dispone l'assegnazione di alcuni medici ortopedici del presidio "Umberto I" di Tagliacozzo all'ospedale di Avezzano. «Qualsiasi decisione e/o atto amministrativo di ridimensionamento di personale o di servizi a danno dell'ospedale di Tagliacozzo sarebbe viziata da eccesso di potere», scrive Rita Tabacco, portavoce del comitato per la difesa dell'Umberto I. «Infatti l'ordinanza del Tar Abruzzo che invia il Piano sanitario regionale alla Corte Costituzionale perchè ne accerti la legittimità, sospende di fatto tutte le scelte e le operatività legate al Piano sanitario regionale». Il Comitato pro-ospedale di Tagliacozzo, di intesa con le istituzioni locali e con le associazioni in difesa del malato, chiedono quindi il rispetto dell'attuale normativa vigente in Abruzzo come già fatto nel recente passato al ministro della Sanità quando nel novembre 2008, in piena campagna elettorale per le regionali, venne in Marsica a rassicurare i cittadini sul potenziamento degli ospedali di montagna. «La popolazione di Tagliacozzo e delle sue frazioni che da oltre 15 anni lavorano per difendere la sanità pubblica nella nostra città, sede di turismo e centro di raccordo con tra le popolazioni abruzzesi, romane, reatine e di altre province, sempre d'intesa con le istituzioni, organizzerà forme di protesta legittime per difendere l'Umberto I da qualsiasi tentativo di depauperamento».

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Il Papa: Aiutate i lavoratori No del premier alle proposte Pd (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: PRIMA data: 2009-03-02 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Il Papa: «Aiutate i lavoratori» No del premier alle proposte Pd Un appello a politici e imprenditori affinché difendano i lavoratori e le loro famiglie, vittime della disoccupazione. A lanciarlo è stato durante l'Angelusil Papa Benedetto XVI,che ha citatoin particolare gli operai della Fiat di Pomigliano d'Arco ( presenti in delegazione a Piazza San Pietro), del Sulcis e di Prato. Il premier Silvio Berlusconi ha invece bocciato la proposta sui sussidi di disoccupazione lanciata dal Pd: «è insostenibile». u pagina7 Paesi baschi, nazionalisti moderati in vantaggio I nazionalisti moderati sono in testa nelle elezioni per il Parlamento dei Paesi Baschi. Il Pnv del premier uscente Juan Josè Ibarretxe otterrebbe fra 30 e 32 seggi su 75, più dei socialisti (26-28) e del Partido Popular ( 9-10). In Galizia il risultato è invece molto incerto. Sì condizionato del Brasile all'estradizione di Battisti è quasi certo che la Corte costituzionale brasiliana darà il via libera all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac Cesare Battisti, purché l'Italia converta l'ergastolo nella pena di 30 anni, la massima prevista in Brasile. Lo afferma il quotidiano «Estado de S. Paulo». Esplode palazzina nel Mugello, tre morti Una donna albanese di 37 anni e i suoi due figli di 14 e 13 anni sono morti ieri mattina a causa di un'esplosione avvenuta in una palazzina a Barberino del Mugello ( Firenze). Ferito in modo grave un vicino, 38 anni, italiano. Tra le possibili cause, una fuga di gas. Franceschini: guai se alle europee vince il Cavaliere «Se Berlusconi fosse il vincitore delle Europee quello che avverrebbe il giorno dopo può preoccupare tutti ». Lo ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini. Sul nome del nuovo presidente della Rai «manca ancora l'intesa». u pagina 6 con Il Punto di Stefano Folli Latte inquinato, Nestlé condannata al risarcimento Il giudice di pace di Giarre (Catania) ha condannato Nestlé Italiae Tetrapack international al pagamento dei danni, patrimoniali e non, ai genitori che avevano utilizzato latte Nidina che conteneva tracce di Itx, inchiostro utilizzato negli imballaggi.

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Rai: per la Consulta aveva ragione Petroni (sezione: Giustizia)

( da "MilleCanali" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

2 Marzo 2009 Focus / FOCUS Rai: per la Consulta aveva ragione Petroni La Corte Costituzionale ha alla fine deciso, in un ?conflitto fra poteri dello Stato?, che l?allora ministro Padoa Schioppa non poteva revocare il ?suo? Consigliere Rai Petroni senza consultare la Vigilanza. Festa a metà per il Centro-Destra, alla vigilia delle nomine. «Non spettava al Governo decidere la revoca del consigliere di amministrazione Angelo Maria Petroni. La Corte Costituzionale dà ragione alla commissione di Vigilanza, che aveva sollevato un conflitto di attribuzione nei confronti del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e del premier Romano Prodi in merito alla revoca del rappresentante del Tesoro in Cda. La Bicamerale di San Macuto, stabilisce la Consulta, avrebbe dovuto deliberare in merito. Una decisione che, per qualcuno, potrebbe anche avere effetti sulle questioni di stretta attualità politica, come la nomina, attesa a giorni, del rappresentante dell'azionista nel nuovo consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. ?Oggi - ha affermato Paolo Romani, sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle Comunicazioni - sono definitivamente sfumate le ipotesi di riscrittura della legge Gasparri e la sentenza della Consulta ha riconosciuto la giustezza del ricorso presentato dalla Commissione di Vigilanza contro la revoca del Consigliere della Rai Petroni con una sentenza che riafferma la centralità del Parlamento. Gli alti giudici hanno riconosciuto l'immediata applicazione del comma 8 dell'art 49 del testo unico, confermando che nomina e revoca possono avere ambiti e procedure diverse?. La vicenda Petroni si apre l'11 maggio 2007, quando il cdm sotto la guida di Prodi approva la richiesta di revoca dell'allora titolare dell'Economia. Il 7 giugno il Tar approva la richiesta di sospensiva della procedura di revoca avanzata da Petroni. Nonostante ciò, il 10 settembre, Petroni viene rimosso e sostituito, al settimo piano di Viale Mazzini, da Fabiano Fabiani. Il 16 novembre il Tar accoglie il ricorso di Petroni contro la sua sostituzione: sei giorni dopo il Governo chiede la sospensione della sentenza. Una richiesta bocciata il 4 dicembre dal Consiglio di Stato, che reintegra Petroni nel Cda. Nel frattempo, il 26 settembre del 2007, la commissione di Vigilanza aveva sollevato un conflitto d'attribuzione, giudicato ammissibile il 27 febbraio del 2008. Ieri la pronuncia finale che, più che nel merito del caso (di fatto chiuso: Petroni siede ancora nel Cda) potrebbe avere effetti anche sulle prossime nomine. La questione è verificare se la sentenza odierna, oltre che a stabilire criteri per la revoca del rappresentante del Tesoro, ne stabilisce anche quelli di nomina: può, a questo punto, l'azionista nominare il suo fiduciario senza la preventiva deliberazione della Vigilanza, come prevede la legge Gasparri? Non ha dubbi l'ex ministro Paolo Gentiloni, che si è chiesto ?come farà il governo a nominare il proprio rappresentante nel nuovo Cda Rai. Sembra infatti impossibile - ha osservato - che il potere esclusivo del governo, negato sulla revoca, possa sopravvivere per la nomina del consigliere?. Secondo il capogruppo del Pd, Fabrizio Morri, il pronunciamento della Corte conferma che è necessaria una modifica della legge Gasparri. E anche l'ex presidente della Vigilanza, Mario Landolfi, promotore del conflitto ha ammesso: ?Se la sentenza è 'manipolativa' allora si può ipotizzare che non potendo il Tesoro revocare, non può nemmeno nominare in autonomia. Ci sarebbe quindi un vuoto legislativo e la necessità di modificare la Gasparri in quel punto?. Il senatore Alessio Butti, capogruppo Pdl in Commissione di Vigilanza Rai, ha commentato che, anche se a distanza di qualche mese, ?le valutazioni espresse a suo tempo dal centro-destra trovano conferma nel pronunciamento della Corte Costituzionale che ha accolto il ricorso presentato a suo tempo dalla Commissione di Vigilanza Rai. Nulla da aggiungere rispetto a quanto già detto sulla figuraccia rimediata dall'allora ministro Padoa Schioppa e quindi da Prodi. Questo significa anche riconoscere la validità del ruolo della Commissione di Vigilanza e soprattutto le sue competenze e la sua utilità. Ora, in presenza di una vittoria così schiacciante, non è tempo di polemizzare ulteriormente e quindi attendiamo dal centro-sinistra valide indicazioni per procedere con il completamento del Cda Rai?. Il costituzionalista del Pd Stefano Ceccanti, pur sottolineando la necessità di una modifica della legge Gasparri, ha osservato che non c'è automatismo tra potere di nomina e quello di revoca: ?Quando una legge stabilisce il potere di nomina, non sempre implicitamente stabilisce quello di revoca. Ad esempio, nonostante la Costituzione preveda l'esclusivo potere di nomina dei ministri da parte del presidente del Consiglio, la dottrina ritiene che non esista un potere di revoca. È analogo a quanto avvenuto oggi?. La Consulta, insomma, si è pronunciata sul potere di revoca e non su quello di nomina espressamente previsto dalla legge. Che, dunque, non verrebbe messo in discussione. Intanto, già martedì il Tesoro potrebbe nominare il suo rappresentante in Cda (dovrebbe rimanere Petroni): per quel giorno è convocata, infatti, l'Assemblea degli azionisti dell'azienda per gli adempimenti previsti con la nomina del Cda. In altre parole: ratifica dei sette consiglieri eletti dalla Vigilanza, nomina del rappresentante del Tesoro e indicazione del presidente. Su quest'ultima, spinosa questione, sono stati avviati i contatti tra maggioranza e opposizione. Ieri mattina, i commissari del Pd sono stati informati dello stato delle trattative: le ipotesi, spiegano i partecipanti alla riunione, ?sono tutte ancora sul tavolo?. Il nodo da sciogliere, in primo luogo, è se spingere per una riconferma di Claudio Petruccioli o puntare su un nome nuovo. Solo dopo aver sondato Palazzo Chigi sulle possibilità di prorogare l'attuale presidente, Dario Franceschini passerà a indicare un nome, o più probabilmente, i nomi alternativi. Non è detto comunque che entro lunedì si riesca a trovare la squadra. Tra le ipotesi illustrate, infatti, anche quella di un ulteriore rinvio: sarebbe l'extrema ratio, ma l'Assemblea degli azionisti di martedì potrebbe decidere di formalizzare solo le nomine dei sette consiglieri votati dalla Vigilanza, e lasciare in stand by la pratica della presidenza. Che sarebbe occupata 'ad interim', come già accaduto più volte nella storia dell'azienda, dal consigliere anziano, in questo caso Guglielmo Rositani».

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Battisti, <estradizione condizionata> (sezione: Giustizia)

( da "Arena.it, L'" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Battisti, «estradizione condizionata» TERRORISMO. Il Supremo tribunale federale del Brasile dovrebbe approvare la richiesta dell'Italia ma solo se l'ergastolo verrà convertito in 30 anni di carcere Secondo un quotidiano, per i giudici l'asilo politico non interrompe l'iter Decisione entro marzo 02/03/2009 rss e-mail print L'ex terrorista Cesare Battisti BRASILIA Il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale) approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile, condizionandola però alla commutazione dell'ergastolo in 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo scrive il quotidiano, solitamente bene informato, «Estado de S. Paulo» che esamina i vari aspetti e i precedenti che il Stf prenderà in considerazione, per rispondere al ricorso presentato dall'Italia contro la decisione del ministro della giustizia. Il dibattito potrebbe durare varie sessioni ma non dovrebbe estendersi oltre marzo. Per prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale dovrà valutare se la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia Tarso Genro interrompe l'iter di estradizione, come avvenne nel 2007 nel caso del sacerdote colombiano Oliverio Medina, legato alle Farc, il quale però non aveva nessun processo a carico in patria. Molto più confacente, scrive il giornale, il parallelo con un altro italiano, Luciano Pessina, ex brigatista rosso, scoperto a Rio de Janeiro nel 1996 e poi estradato l'anno dopo dal Brasile in Italia pur non avendo a suo carico nemmeno un omicidio, al contrario di Battisti. La concessione dell'asilo politico, ricorda l'«Estado de S. Paulo», interrompe «la richiesta di estradizione e non l'iter di estradizione», una differenza semantica che potrebbe fornire ai membri del Stf l'appiglio giuridico per sovvertire la decisione di Genro. I quali potrebbero anche sancire l'illegalità della misura, contrapponendogli la piena legalità delle sentenze emesse in Italia (vari membri del Stf ritengono «un insulto alla giustizia italiana» l'argomento di Genro sull'invalidità dei tribunali italiani che hanno giudicato Battisti), una decisione che prenderebbe aspetti anche politici, di piena contrapposizione del potere giuridico a quello esecutivo. Per ultima sarebbe giudicata la validità della richiesta di estradizione, che a questo punto, non dovrebbe essere messa in questione. Resterebbe solo la richiesta di adeguamento della condanna di Battisti, visto che l'ergastolo non è previsto dalla legislazione brasiliana.

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FISCO. Cartelle mute, Federcontribuenti: sentenza Corte Cassazione viola statuto del contribuente (sezione: Giustizia)

( da "HelpConsumatori" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

News FISCO. Cartelle mute, Federcontribuenti: sentenza Corte Cassazione viola statuto del contribuente 02/03/2009 - 11:57 Con la Sentenza n. 58 depositata recentemente la Corte Costituzionale modifica una sua precedente pronuncia che prevedeva la nullità delle cartelle esattoriali prive dell' indicazione del Responsabile del procedimento. Così facendo la Corte Costituzionale sana le illegittimità degli esattori, emanando nei fatti un condono e una sanatoria, a danno del diritto dei contribuenti. La denuncia giunge dal Presidente della Federcontribuenti Carmelo Finocchiaro che aggiunge. "Dobbiamo prendere atto che la Suprema Corte, rendendo legittima la scelta di prevedere la nullità della cartella in caso di omessa specifica del responsabile del procedimento ( solo con riferimento ai ruoli consegnati dal 1 Giugno 2008), sancisce la legittimità da parte degli organi dello Stato, di poter violare lo Statuto del Contribuente. La beffa che subiscono milioni di italiani, dimostra che esiste nel nostro Paese un' assoluta mancanza di garanzia e certezza delle norme per i contribuenti. Fin quando non verrà approvata una legge che riconoscerà lo Statuto del Contribuente "Legge di rango costituzionale", si potrà solamente vivere in uno stato di quotidiana incertezza". 2009 - redattore: VC

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Legittimo il ritardo per fissare i tetti di spesa (sezione: Giustizia)

( da "Napoli.com" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

2/3/2009 Legittimo il ritardo per fissare i tetti di spesa di Antonio Salvatore Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), con la Sentenza n. 5375, è tornato sulla tardività nella fissazione dei limiti di spesa sanitari da parte degli enti competenti e, al riguardo, ha ribadito il seguente principio: la retroattività degli atti con i quali l?Azienda Sanitaria Locale stabilisce il tetto di spesa, per le prestazioni erogate nel corso dell?anno dalle singole strutture sanitarie private, con relativa fissazione di meccanismi di decremento tariffario per le prestazioni erogate in eccedenza, oltre a garantire il nucleo irriducibile del diritto alla salute, non impedisce agli interessati di disporre di un punto di riferimento per lo svolgimento della loro attività. I giudici, rifacendosi alla decisione n. 8/06 dell?Adunanza Plenaria del medesimo Consiglio di Stato, hanno ritenuto che non si possa sostenere che la retroattività di un atto, con il quale sono stati fissati i tetti di spesa, impedisca alle strutture sanitarie private ? Centri Erogatori ? di disporre di un qualunque punto di riferimento regolatore per lo svolgimento della loro attività. In un sistema in cui è fisiologica la sopravvenienza dell?atto determinativo della spesa solo in epoca successiva all?inizio della erogazione del servizio, le Strutture Sanitarie Accreditate potranno orientarsi ? sino a quando non sarà adottato il provvedimento che fissa i volumi e i correlati limiti di spesa ? dei corrispondenti valori afferenti l?esercizio precedente, opportunamente rimodulati in ragione degli interventi che le eventuali norme finanziarie abbiano previsto per la spesa sanitaria. Il Collegio giudicante, invero, ha ritenuto che tale linea interpretativa consente di garantire il conseguimento dell?obiettivo di carattere primario e fondamentale del settore sanitario: la garanzia che la Sentenza n. 509 del 2000 della Corte Costituzionale definisce ?nucleo irriducibile? del diritto alla salute. In realtà la pronuncia del Consiglio rispecchia quanto già ampiamente sancito nella nota Sentenza n. 4076 del 25.8.2008, dallo stesso emessa, in cui, oltre a ritenere assolutamente legittima la retroattività del meccanismi della regressione tariffaria, ha, tra l?altro, previsto: a)  la piena legittimità dell?istituto della regressione tariffaria per le prestazioni sanitarie che eccedono il tetto massimo, costituendo, tale meccanismo, espressione del potere autoritativo delle Regioni; b) la piena legittimità della classificazione delle strutture erogatrici in distinte categorie, di modo da procedere alla remunerazione delle loro prestazioni con diversi tariffari in ragione della loro complessità organizzativa; c) la piena legittimità della tardività della determinazione dei tetti di spesa; d) la piena legittimità di abbattere i margini di utile delle strutture con il solo limite del totale azzeramento; e) di escludere che esista un principio vincolante di trattamento pubblico ? privato.    

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Cesare Battisti: sì all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena (sezione: Giustizia)

( da "CronacaQui.it" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Dal Brasile si chiede il compromesso Cesare Battisti: sì all'estradizione, ma solo con lo sconto di pena BRASILE - La Corte Costituzionale brasiliana probabilmente concederà l'estradizione di Cesare Battisti in Italia, condizionandola però alla conversione della condanna dall'ergastolo a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla costituzione brasiliana. L'ipotesi emerge da un'analisi del caso sull'ex terrorista pubblicato dal quotidiano brasiliano "Estado de S. Paulo". Il quotidiano brasiliano, nell'edizione domenicale, fa un'ampia analisi del caso Battisti e dei precedenti. La conclusione è la quasi certezza che il tribunale supremo considererà illegale l'asilo politico concesso all'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) dal ministro della Giustizia, Tarso Genro, e approverà di conseguenza l'estradizione verso l'Italia. Ferma restando la possibilità che, in ultima istanza, il presidente brasiliano Lula intervenga per dare appoggio politico al suo ministro, o invece segua di buon grado le decisioni del potere giudiziario, anche in nome dei buoni rapporti tra Italia e Brasile. 02/03/2009

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"Sì condizionato" del Brasile all'estradizione di Battisti (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

"Sì condizionato" del Brasile all'estradizione di Battisti Lunedì 2 Marzo 2009, Brasilia Secondo la stampa brasiliana, il Supremo Tribunal Federal, la Corte Costituzionale di Brasilia, approverà l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, l'ex brigatista che ha ottenuto asilo politico in Brasile per decisione del ministro della giustizia, Tarso Genro, condizionandola però alla commutazione della pena all'ergastolo decisa dai tribunali italiani, in trenta anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana. Lo scrive il quotidiano "Estado de S. Paulo", che esamina i vari aspetti e i precedenti che il Supremo Tribunale prenderà in considerazione nel dibattito - le conclusioni sono attese entro questo mese di marzo - sul caso Battisti, e in particolare sul ricorso presentato dall'Italia contro la decisione del ministro della Giustizia. Per prima cosa, afferma il quotidiano, il tribunale dovrà valutare se la concessione dell'asilo politico interrompe l'iter di estradizione come avvenne nel 2007 nel caso del sacerdote colombiano, Oliverio Medina, legato alla guerriglia Farc il quale però non aveva alcun processo a carico in patria, il che già esclude l'analogia con Battisti. Molto più confacente, scrive il giornale, il parallelo con un altro italiano, Luciano Pessina, un ex brigatista rosso scoperto a Rio de Janeiro nel '96. A carico di Pessina non c'era, però, nemmeno un omicidio al contrario di Battisti, e così il Supremo Tribunale riconobbe il movente politico nelle accuse di insurrezione armata negando nel gennaio 1997 la sua estradizione in Italia. Su Battisti pesa invece la possibile interpretazione di terrorismo nelle azioni che ne hanno determinato la condanna. La concessione dell'asilo politico, ricorda l'Estado de S.Paulo, interrompe «la richiesta di estradizione e non l'iter di estradizione»: una differenza semantica che potrebbe fornire ai membri del Supremo Tribunale l'appiglio giuridico per sovvertire la decisione del ministro Tarso Genro. Per ultima, sarebbe giudicata la validità della richiesta di estradizione che a questo punto, viste le considerazioni precedenti, non dovrebbe essere messa in questione. Resterebbe solo la richiesta di adeguamento della condanna di Battisti, visto che l'ergastolo non è previsto dalla legislazione brasiliana. Il Supremo Tribunal brasiliano dovrebbe quindi condizionare la consegna dell'ex terrorista all'Italia a una conversione della pena a 30 anni di detenzione, il massimo previsto dalla Costituzione brasiliana.

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Incontro pubblico sulle bollette dell'acqua (sezione: Giustizia)

( da "Varesenews" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Vedano Olona - Appuntamento martedì 2 marzo voluto dall?amministrazione comunale con un magistrato della corte dei conti per spiegare la situazione sugli impianti di depurazione Incontro pubblico sulle bollette dell?acqua Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legislazione statale che prevedeva il pagamento della tariffa nel caso in cui il sistema di depurazione non esista o non sia in funzione. Gli effetti di tale sentenza sono ora oggetto di pronunce a livello giurisprudenziale e legislativo. Per fare il punto sulla situazione il Comune di Vedano Olona promuove un incontro pubblico rivolto a tutti i cittadini che si terrà martedì 3 marzo 2009 ore 21.00, a Villa Aliverti, Piazza S. Rocco 20. Interverrà: Giancarlo Penco, Magistrato della Corte dei Conti Sezione Lombardia. Lunedi 2 Marzo 2009

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Camera/ Da inizio legislatura 142 sedute,ok a 64. (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 2 mar. (Apcom) - Per quanto riguarda le mozioni e le risoluzioni in Assemblea, i dati sono i seguenti: sono state presentate 124 mozioni (di cui 79 concluse, pari ad una percentuale del 63,71%) e 16 risoluzioni, tutte concluse. Si sono svolte 15 informative urgenti e 2 comunicazioni del Governo all'Assemblea. Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI AL 27 FEBBRAIO 2009 Le sedute delle Commissioni sono state complessivamente 2995, per un totale di 1779 ore e 1 minuto. In particolare, si sono registrate 1.318 ore e 35 minuti per sedute in sedi formali e 460 e 26 minuti per sedute tenute per lo svolgimento di altre attività (audizioni informali, Comitati ristretti, Comitati dei nove, Uffici di Presidenza, incontri informali). Per quanto riguarda l'attività legislativa, sono stati licenziati 68 progetti di legge in sede referente, sono stati approvati 3 progetti di legge in sede legislativa e sono stati espressi 607 pareri in sede consultiva. Non sono stati esaminati progetti di legge in sede redigente. Per quanto concerne l'attività di sindacato ispettivo, le interrogazioni presentate sono 1.086, quelle concluse 613 (di cui 200 a risposta immediata). Le risoluzioni presentate sono state 162 e 93 quelle concluse. Si sono registrati 133 pareri e rilievi su atti del Governo, di cui 53 su schemi di decreti legislativi, 18 su schemi di regolamento, 32 su proposte di nomina, 30 su altri atti. Infine, si sono svolte 104 sedute per audizioni ex articolo 143 del regolamento e 195 audizioni informali in Commissione. Sono state deliberate 24 indagini conoscitive ex articoli 144 e 79 regolamento, di cui 1 conclusa. (segue)

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Rimborsi tariffe per servizio depurazione ACAM: le perplessità di Adiconsum (sezione: Giustizia)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Rimborsi tariffe per servizio depurazione ACAM: le perplessità di Adiconsum "Appare decisamente singolare- esordisce Franco Lorusso Responsabile Territoriale Adiconsum della Spezia- la comunicazione al cliente che Acam Acque inserisce nelle fatture emesse nel primo periodo del 2009 con riguardo ai consumi rilevati dal 30.09.2008 al 31.12.2008, comunicazione per cui "la quota di tariffa del servizio di depurazione è applicata con riserva di conguaglio in relazione alla pronuncia della Corte Costituzionale n. 335 del 10 ottobre 2008, i cui effetti Acam Acque sta valutando in collaborazione con l'Autorità d'Ambito (AATO)". "Naturalmente prosegue il Responsabile di Adiconsum non rientra tra i poteri e le facoltà di Acam Acque decidere ovvero valutare quali siano gli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale ma semmai sarà ed è dovere della società rispettarne gli esiti applicativi". "La portata precettiva della sentenza n.335/2008 prosegue l'Avv.to Filippi legale di Adiconsum appare assolutamente chiara nelle motivazioni e nelle conclusioni. La Corte è stata investita della questione di legittimità costituzionale relativamente all'art. 14, comma 1 della legge 5 gennaio 1994 n.36 nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi. Uno dei punti centrali della questione è il presupposto interpretativo da cui muove il Giudice rimettente che è quello per cui nel sistema delineato dalla legge n.36 del 1994 la tariffa del servizio idrico integrato, articolato in tutte le sue componenti, e, quindi, anche quella relativa al servizio di depurazione ha natura di corrispettivo di prestazioni contrattuali e non di tributo. La Corte ritenendo meritevole di accoglimento questo presupposto conclude per la declaratoria di illegittimità costituzionale sia dell'art. 14, comma 1 sia dell'art.155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152 nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi". Da queste premesse - precisa il Responsabile di Adiconsum Franco Lorusso- la minima condotta esigibile da parte di Acam Acque sarebbe quella di identificare esattamente e pubblicamente quali siano gli utenti che hanno sostenuto l'esborso non dovuto anche al fine di evitare richieste di rimborso "a pioggia" casuali ed indiscriminate. Basterebbe un'indicazione delle vie, dei condomini, o delle aree non coperte dal servizio di depurazione. Ci parrebbe un atto dovuto; decisamente meno fattiva, speriamo non solo "dilatoria", la comunicazione al cliente a cui si è fatto riferimento abbinata peraltro alla permanenza in fattura della voce "depurazione". In sostanza la posizione di Adiconsum non può che apparire allo stato fortemente critica rispetto alla linea adottata da Acam ed è una posizione a cui non ha mancato di aderire l'Adoc anche in ragione dell'impegno a suo tempo preso da Acam Acque nei confronti delle associazioni dei consumatori per cui la società avrebbe dovuto "pubblicare" le utenze non coperte dal servizio di depurazione e dunque consentire di identificare gli aventi diritto al rimborso. La mancanza di chiarezza sul punto rischia di agevolare iniziative "di massa" ( del tipo "nel dubbio...chiedo il rimborso") che oltre ad essere facilmente strumentalizzabili anche a fini demagogici andrebbero ad "intasare" gli uffici di competenza dell'Azienda impegnando energie diversamente utilizzabili vieppiù in un momento come quello attuale.

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Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il <frenetico turn over> dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato <per le casse dello Sta (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il «frenetico turn over» dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato «per le casse dello Stato» di questa cattiva abitudine, ed esprime preoccupazione per «lo svilimento dell'istituzione» derivante dalla «girandola dei presidenti» Gentile direttore, il Riformista del 27 febbraio scorso critica il «frenetico turn over» dei presidenti della Corte Costituzionale, lamenta il costo elevato «per le casse dello Stato» di questa cattiva abitudine, ed esprime preoccupazione per «lo svilimento dell'istituzione» derivante dalla «girandola dei presidenti». Il breve commento pone due questioni, una inesatta, l'altra importante. Cominciamo dalla prima. Non ho difficoltà a riconoscere che il trattamento e gli eventuali benefici corrisposti alle ex cariche della Repubblica (della Corte Costituzionale e non solo) pongono una questione seria che è giusto affrontare, sia sul piano normativo sia sui mezzi di informazione, tanto più in tempi di crisi economica. I miei interlocutori sanno che da tempo segnalo la questione, non solo all'interno della Corte della quale sono onorato di aver fatto parte fino ai giorni scorsi. segue a pagina 6 01/03/2009

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Stazione unica appaltante: Boemi assume l'incarico in Regione (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 02-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Stazione unica appaltante: Boemi assume l?incarico in Regione CATANZARO. L?ex procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria Salvatore Boemi si è insediato alla guida, come commissario, della Stazione unica appaltante della Regione Calabria. L?organismo, il primo di questo tipo istituito da una Regione, ha il compito di indire e monitorare le gare d?appalto bandite dell?ente regionale per un importo superiore a 150 mila euro. La nomina di Boemi a Commissario era stata decisa dalla Giunta regionale della Calabria, su proposta del presidente, Agazio Loiero, nello scorso mese di ottobre. L?ex magistrato, per assumere l?incarico, aveva chiesto l?autorizzazione al Csm, che l?ha però negata. Boemi ha chiesto ed ottenuto da ieri, primo marzo, di andare in pensione, assumendo così da oggi la guida della Stazione unica appaltante. L?incarico di Boemi avrà la durata di tre anni. (02-03-09)

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