CENACOLO  DEI  COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA

 

Report "crisi"   12-14 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

Il denaro costa caro anche per chi fa credito ( da "Stampa, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: «La crisi finanziaria sta condizionando il settore del credito a livello mondiale, ma la nostra banca sta superando questa prova. Oggi lo spread sui mutui erogati da Intesa Sanpaolo è più basso di quello applicato pochi anni fa. Non stiamo cercando di guadagnare di più.

"La crisi si attenua, la svolta è vicina" ( da "Stampa, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La febbre dei mercati finanziari è scesa «a un livello precedente al crac della Lehman Brothers» sostiene il presidente della Bce. Di questo si è parlato ieri a Basilea nella bimestrale riunione del Global Economy Meeting, l'ex G-10, di cui Trichet è presidente di turno.

Il mercato immobiliare nella crisi secondo la Banca Albertini Syz & Co ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontro affronterà le tematiche d'attualità del settore, puntando l'occhio sugli effetti della crisi finanziaria. Interverranno l'ad della banca Alberto Albertini, l'esperto finanziario nonché partner del Gruppo Angelo Drusiani, Silvia Ferrero, consigliere della sgr del Gruppo, e la direttrice della filiale di Bologna Ernestina Anceschi.

Ubi, il titolo sprofonda sull'S&P/Mib dopo trimestrale deludente ( da "Finanza e Mercati" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: L'utile normalizzato (ripulito dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) si è attestato invece a 98,6 milioni (-47,4%). Ieri, in sede di conference call, il consigliere delegato Victor Massiah ha aggiunto che «non ci sono stati significativi cambiamenti nel core tier 1», che a fine 2008 era del 7,09%.

DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo vivendo. Il fut... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: LA CRISI. E poi c'è il problema dei soldi. La crisi finanziaria sta creando, ovviamente, molte difficoltà a tutti i club. Ci sono sponsor in fuga e finanziatori che fanno passi indietro. In uno sport in cui già si fatica a far quadrare i bilanci, tutto questo può essere devastante.

cassa integrazione, più ore che nel 2007 ( da "Nuova Venezia, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: prima che si sentissero gli effetti della crisi finanziaria internazionale. Considerando i primi 4 mesi del 2009 la provincia in valore assoluto, e ancora di più in proporzione alla consistenza dell'apparato industriale e delle costruzioni, più colpita è Belluno che ha consumato poco meno di 2,9 milioni di ore di Cig.

puntiamo a far rinascere il gioco ( da "Tirreno, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il Pdl ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale "ad hoc" sulla crisi finanziaria della Fondazione Gioco del Ponte e sul progetto di Fondazione Monifestazioni Storiche, per stimolare una presa di posizione trasversale a favore del Gioco e per sollecitare una pausa di riflessione sul progetto di nuova Fondazione insistentemente portato avanti dalla Giunta.

Ripresa lontana ma la crisi rallenta ( da "Giorno, Il (Varese)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria, è stato registrato un incremento nel numero di ore autorizzate di Cassa integrazione ordinaria e nel primo trimestre del 2009 questa tendenza si è ulteriormente accentuata: sono state autorizzate 5.674 mila ore di Cassa Integrazione Ordinaria, in aumento rispetto al trimestre precedente e pari a circa quattro volte le ore autorizzate nei primi tre mesi del 2008.

Caro-casa, idee dalla Lega ( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in un periodo di grave crisi finanziaria. Considerando a fondo questi aspetti e prendendo esempio da altri Comuni vicini il gruppo consiliare Lega Nord pone all'attenzione del Consiglio comunale una idea che pur non toccando le casse del Comune potrebbe di molto facilitare chi ha intenzione di por mano alle proprie unità immobiliari».

L'equità muove la crescita ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Micossi I l vivace dibattito sulla crisi finanziaria, avviato sul Sole 24 Ore con lo stimolante articolo di Guido Tabellini, già mostra che gli economisti non hanno una diagnosi condivisa sulle cause, i rimedi e gli effetti sugli assetti del capitalismo. Provo a contribuire a questa discussione sottolineando quattro punti che potrebbero aiutare a far convergere le opinioni sui rimedi.

Impiegata una parte della garanzia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il fondo di stabilizzazione dei mercati finanziari Soffin. Lo riferisce il quotidiano economico-finanziario tedesco Handelsblatt, anticipando un servizio che sarà pubblicato oggi. La Soffin ha messo a disposizione delle banche fino a 400 miliardi di garanzie. Di questa somma, sono state assegnate finora soltanto 132,9 miliardi, ma solo due terzi sono stati utilizzati dalle banche,

Senza interessi privati il mondo resta fermo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Nuove regole Senza interessi privati il mondo resta fermo di Franco Debenedetti C i sono interessi all'origine di questa crisi finanziaria, di attori privati e di attori pubblici. Ci sono interessi nei rimedi che i governi stanno adottando per scongiurarne il ripetersi. Gli interessi possono contrapporsi o allearsi; ogni causa è essa stessa l'effetto diun'altra causa a monte;

ROMA Il peggio è passato, sul fronte della crescita economica siamo vicini al punto ... ( da "Messaggero, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e dai mercati finanziari arrivano segnali incoraggianti, «sembrano tornati alla situazione precedente al fallimento di Lehman Brothers». Parola di Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, e confermate dal fatto che i governatori delle banche centrali dei paesi forti e di quelli di nuova industrializzazione cominciano a porsi ora un problema diverso:

I governatori delle banche centrali della Bri registrano segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo shock del fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere ( da "Messaggero, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Martedì 12 Maggio 2009 Chiudi I governatori delle banche centrali della Bri registrano segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo shock del fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere archiviato

Indici giù, corre Lottomatica ( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa Indici giù, corre Lottomatica Bancari Banco Popolare sale ancora (+5,08%), Ubi Banca (-7,14%) maglia nera È iniziata all'insegna del ribasso la settimana a Piazza Affari, con l'S&P-Mib che ha ceduto l'1,51% e il Mibtel l'1,57%.

Vola Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri ( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Vola Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri (g.fer.) L'ex amministratore delegato Carlo Puri Negri ha dimezzato la propria partecipazione in Pirelli Real Estate, scendendo a poco più dell'1% del capitale.

Trichet vede i primi segni di ripresa ( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Sui mercati finanziari, invece, il miglioramento è sostanziale. La situazione sembra essere tornata, ha affermato Trichet, a prima del crac della Lehman. Di segno positivo sono anche le indicazioni che arrivano dall'Ocse. Secondo gli economisti dell'organismo che rappresenta i paesi maggiormente industrializzati,

Tapie: no all'Opa. Club Med va in altalena ( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Parigi Tapie: no all'Opa. Club Med va in altalena (g.fer.) Il finanziere Bernard Tapie continua a puntare sul Club Med, ma non lancerà un'Opa ostile, perché «si rifiuta di intraprendere un'azione conflittuale».

Chiude la società che combatte l'Aids ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca a Macchiareddu,

Chiude la società che combatte l'Aids. ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca nella zona industriale di Macchiareddu,

Bill Gates: la crisi? Il capitalismo diventerà più creativo ( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: E all'inizio del 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale, ha ribadito quel messaggio in una lettera aperta pubblicata dalla Gates Foundation. «La prima epistola di San Bill», ci ha scherzato sopra l'Economist. Mister Gates, crede che qualcosa sia cambiato da quando ha lanciato il suo 'manifesto politico'?

Banche poco elastiche con il credito ( da "Nuova Ferrara, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il problema si è acuito con la crisi dei mercati finanziari, oggi più le banche richiedono garanzie e più diventa importante il ruolo dei consorzi fidi». L'aiuto che gli imprenditori si aspettano ancora latita. «Le banche - dice Borsetti presidente Ascom Ferrara - dopo la crisi finanziaria, hanno stretto molto i cordoni.

Nissan, perdita netta esercizio 2008 pari a 233,71 mld di yen ( da "Finanza.com" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La recessione economica globale e la crisi finanziaria continuano, ma stiamo iniziando a vedere i primi segnali di miglioramento nell'accesso al credito, nell'impatto del pacchetto stimoli del Governo e nel graduale ritorno della fiducia dei consumatori?, osserva Carlos Ghosn, presidente e ceo di Nissan.

Costo del denaro, rincari record ( da "Denaro, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: apice della crisi finanziaria internazionale. E' oltre un anno, secondo Via Nazionale, che i tassi di interesse pagati in regione da imprese e famiglie aumentano. In particolare, i tassi applicati dalle banche per i prestiti da zero fino a 5 milioni di euro, fido accordato di solito alle Pmi, restano i più cari a livello nazionale.

trichet vede la svolta: "toccato il fondo" - elena polidori ( da "Repubblica, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: giuridiche per rendere i mercati finanziari più trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti - e non da oggi - è convinto che «tempi straordinari richiedono misure straordinarie» e che nel mondo c´è «un deficit» di principi e di etica che va colmato. Vorrebbe cominciare a porre mano ad un nuovo ordine mondiale che consenta di non ripetere gli errori commessi finora.

la malattia dell'europa - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: che ha grandi colpe nei ritardi con cui l´Europa ha reagito alla crisi? Bene anche che i singoli candidati (alle europee possiamo ancora sceglierli!) dicano ora se vogliono più o meno Europa nell´affrontare le sfide globali che ci stanno di fronte, dalla crisi finanziaria all´immigrazione. C´è un semplice modo per capire da che parte stanno.

Quando la religione viene sfigurata ( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma la decisione non può dirsi ancora definitiva perché Benedetto XVI ha voluto "ristrutturare" il paragrafo dedicato alla crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le economie mondiali. Sabato scorso, a Castelgandolfo, sono arrivati per un mini-summit i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della Cei; Camillo Ruini, suo predecessore; Angelo Scola, patriarca di Venezia;

Saras, pesa la riduzione della domanda di petrolio ( da "Soldionline" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: specie per i paesi più industrializzati, il management crede che l?impatto della crisi finanziaria sia già stato ampiamente scontato, “sia in termini di calo dei consumi che in termini di ridotti margini di raffinazione”. Saras aveva chiuso il 2008 con un utile di 327 milioni di euro. -->

Banche: ok a ricapitalizzazione Allied Irish ( da "Trend-online" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La Commissione europea ha approvato la sua ricapitalizzazione da parte del governo irlandese, un'operazione d'emergenza da 3,5 miliardi di euro. Bruxelles ha ritenuto che l'operazione rispetta le linee guida sugli aiuti di Stato messe a punto dalla stessa Commissione per fare fronte alle conseguenze della crisi finanziaria.

UN ANNO DI GOVERNO: SANITÀ ( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: intervento ex-post dello Stato in caso di crisi finanziaria. Ma la qualità delle amministrazioni migliora troppo lentamente e le aspettative di ripiano a favore delle Regioni ?canaglia? sono in qualche misura sostenute dallo stesso governo centrale. Da questo punto di vista, il commissariamento di se stessi, pur in presenza di un ?

UN ANNO DI GOVERNO: FISCO ( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: hanno poi particolarmente sofferto la caduta del prezzo del petrolio e la crisi finanziaria e, nel caso delle banche, sono anche stati oggetto di successivi interventi di sostegno. Col senno di poi, anche la detassazione degli straordinari, introdotta sull?onda del successo elettorale, si è presto rivelata anacronistica.

La presidente torna nella Marca il 6 giugno a Venegazzù ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Si legge nella presentazione - Una gravissima crisi finanziaria si è abbattuta sull'intero sistema bancario internazionale colpendo anche l'economia reale. Il sistema produttivo trevigiano si è dovuto misurare con un sensibile calo della domanda, con una restrizione del credito e con il mutamento delle attitudini d'acquisto dei consumatori.

UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI - PARTE I ( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: PENSIONI, di Agar Brugiavini PRIVATIZZAZIONI, di Carlo Scarpa SCUOLA, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli UNIVERSITÀ, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli MERCATI FINANZIARI, di Marco Onado GIUSTIZIA, di Carlo Guarnieri IMMIGRAZIONE, di Maurizio Ambrosini EDILIZIA ABITATIVA, di Raffaele Lungarella ...

L'Iran apre a Obama (anche per timore dei talebani). ( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,

Vittoria Ass.: raccolta complessiva in calo a 145 mln nel 1 trimestre ( da "Trend-online" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il risultato risente del perdurare della crisi finanziaria che ha ridotto i proventi patrimoniali. In particolare, nel segmento immobiliare il Gruppo ha registrato un allungamento dei tempi di vendita, pur vedendo confermata la validità dei listini proposti. Il trimestre conferma le previsioni sull?

Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova ( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,

Confartigianato ForlìCesena, insoluti alle imprese: un costo sociale oltre che economico ( da "Sestopotere.com" del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria, esiste il concreto rischio che le difficoltà economiche vissute dagli imprenditori finiscano con il travalicare nella sfera della cronaca, come è accaduto recentemente anche nel nostro territorio. Al di là della vicenda, della quale non entriamo nel merito, occorre la consapevolezza che i temi delle insolvenze nei pagamenti e della difficoltà per le imprese nell?

"Banchieri re Mida addio, è tempo di nuove regole" ( da "Stampa, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: rifiuto non retorico del protezionismo»; sulla disciplina del mercato, sul commercio, sulla finanza, su una tassazione equa, e anche per la tutela dell'ambiente. Sono regole che dovranno essere i governi a stabilire, perché «la crisi è stata arginata, nell'autunno scorso, quando sono intervenuti i governi, prima con il vertice europeo di Parigi poi con il G-

ECONOMIA, ( da "Stampa, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: prezzi immobiliari e finanziari. I mercati dei cambi, rimasti per ora più stabili del previsto, possono squilibrarsi improvvisamente, soprattutto se non si corregge bene il disavanzo strutturale della bilancia dei pagamenti statunitense. I cambi instabili creerebbero nuovi problemi al commercio e alla finanza nonché balzi nei prezzi delle importazioni di molti paesi e quindi dell'

De Poli: Non ho avuto lamentele dai docenti, pensiamo in grande ( da "Tribuna di Treviso, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Con la crisi finanziaria è diventata un macigno «Dicono che non paghiamo da due anni, ma non ho sentito professori o altri lamentarsi, fino adesso - continua il presidente della Fondazione trevigiana - è segno che i soldi si possono trovare. Risponderemo a Padova nei modi dovuti, se occorre muoverò i nostri avvocati,

Banca Sassari, i profitti toccano quota 2 milioni ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: raggiunto in un contesto di grave crisi finanziaria internazionale, che testimonia la bontà del lavoro svolto dalla struttura aziendale e la condivisione delle scelte strategiche effettuate dalla Banca di Sassari e dal gruppo bancario di appartenenza». LA RACCOLTA Il consuntivo al 31 marzo 2009 evidenzia una raccolta globale da clientela di 1.

Tirrenia, appello anche dall'Anci ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in crisi finanziaria per i ridotti trasferimenti statali - l'Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per l'impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro produttivo e sui livelli occupazionali. L'ipotesi di «frammentazioni della Tirrenia», con gravi ripercussioni sull'economia dei porti e dei Comuni nonché sull'

diecimila a far festa e i colli aspettano una tappa nel 2010 - stefano edel ( da "Mattino di Padova, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nel motorhome dell'Astana (sempre più in crisi finanziaria), Armenio Vettore, presidente dell'Ail di Padova, e i professori Modesto Carli e Luigi Zanesco, di Oncoematologia pediatrica, insieme a Maurizio Fondriest, l'ex campione del mondo che è riuscito a regalare, grazie proprio a Vettore, una sua bici al Papa.

forza lavoro al 25% ma sale la produzione ( da "Tirreno, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: era stata fermata dalla crisi finanziaria, che aveva bloccato gli investimenti, ma soprattutto dalla minore convenienza della ricerca di nuovi pozzi, rispetto alla riduzione del prezzo della benzina. Ora che il costo del barile sta tornando a crescere sembrerebbe ripresa anche l'attività di perforazione.

Risultati modesti per bonus e social card, pessimo il taglio Ici In rete la seconda puntata de Lavoce.info su un anno di governo Berlusconi. Sulle opere pubbliche 1,3 miliardi per ( da "Unita, L'" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mercati finanziari, giustizia, immigrazione, edilizia abitativa, l'analisi si è spostata su altri otto settori. Politiche per le famiglie Il governo ha sbandierato come grandi successi il bonus famiglia e la social card. Il primo prevede 200-1000 euro per chi ha un reddito annuo tra 15 mila e 22 mila euro,

La questione monetaria tra Stati Uniti e Cina ( da "Libertà" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: internazionale della Cina e della gravità della crisi finanziaria mondiale». La crisi finanziaria significa una notevole volatilità nel valore del dollaro e la possibilità che la moneta americana perda almeno in parte il suo status di moneta di riserva. Se ciò avviene le banche centrali che avranno ottenuto oro si troveranno in vantaggio rispetto a quelle che hanno snobbato il metallo giallo.

Bruseghin, gregario fedele con una passione: gli asinelli ( da "Libertà" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è in crisi finanziaria. Gli effetti della crisi globale hanno toccato anche le casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra di ciclismo. I corridori non ricevono lo stipendio e il ritardo nei pagamenti è destinato a proseguire.

Nelle valli olimpiche adesso il mattone ha ripreso a tirare ( da "Stampa, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei traballanti mercati finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse della clientela piemontese,

Il mattone olimpico torna a tirare ( da "Stampa, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sfiducia nei traballanti mercati finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel caro, vecchio mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse della tradizionale clientela piemontese,

D'Alema: ( da "Secolo XIX, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: segnato dalla grande crisi finanziaria, economica e sociale del mondo globale, dal declino dell'era neoconservatrice sino all'avvento di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti d'America. La crisi e le risposte che essa esige rappresentano una sfida decisiva per i democratici e per i riformisti, ma anche l'occasione di un grande cambiamento,

tremonti: "i banchieri hanno esagerato" - elena polidori ( da "Repubblica, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: no al protezionismo e ai superbonus dei manager; si al passaggio dalla cultura della creazione di valore per gli azionisti a quella degli stakeholders, cioè tutti i portatori di interessi nei riguardi dell´impresa, dipendenti compresi. Un aspetto, questo, che per l´ex ministro Enrico Letta, nel panel dei saggi,

L'eccessivo ottimismo dello stress test americano sulle banche ( da "Italia Oggi" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: analizzare il possibile andamento futuro della crisi finanziaria. Se si prende in considerazione lo scenario «more adverse», in quanto quello «base line» è veramente troppo ottimista, si hanno variabili così definite: il Pil diminuisce del 3,3% nel 2009 e aumenta dello 0,5% nel 2010, la disoccupazione è rispettivamente dell'8,8% e del 10,3% e i prezzi delle case scendono del 22%

Prepariamociallaripresa ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: SPECIALE MAGGIO MONUM data: 2009-05-13 - pag: 25 autore: Prepariamociallaripresa Andrea Cozzolino L a crisi finanziaria manifestatasia settembre 2008, nella prima metà del 2009 ha avuto pesanti ripercussioni sull'economia reale: aumento della disoccupazione, crollo della domanda interna, minore reddito per le famiglie, difficoltà per le imprese.

È ripartito il rally del petrolio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Si ricrea il legame tra il rialzo dei mercati finanziari e quello del greggio è ripartito il rally del petrolio La Cina spinge il Wti sopra i 60 dollari, ai massimi da novembre Riccardo Sorrentino Prima o poi la crisi finirà. Ma come? è una domanda che occorre porsi, il giorno in cui il petrolio sale oltre i 60 dollari, ai massimi da sei mesi.

Obama e il Gattopardo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: finanziario salvato getti le basi per un'altra crisi finanziaria, forse ancora peggiore, negli anni a venire. Garantire il salvataggio di un sistema finanziario sovraccarico ancora più di prima di istituti complessi e "too big to fail" è forse la risposta prudente a queste crisi, ma lascia lo Stato col compito ancora più oneroso di imporre una regolamentazione efficace in futuro.

Lapidario e laconico. Ma con il tono deciso, di quelli che non ammettono repliche. E' a... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Un po' meglio era andata con i grandi sponsor. Quest'anno forse, una giustificazione avrebbe potuto essere la crisi finanziaria globale, ma è evidente come il meccanismo di dare e avere nel processo di gestione del nuovo corso del Festival pare ancora ben lontano dall'essere rodato.

NONPROFIT: LE COOPERATIVE SOCIALI POSSONO AFFRONTARE LA CRISI CON OTTIMISMO LO AFFERMA IL 70% DEI COMMITTENTI DI IMPRESE E COMUNI ITALIANI ( da "marketpress.info" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Come, in questo contesto, la crisi finanziaria sta influenzando le loro attività? Ed in particolare, come le scelte delle imprese e dei comuni, principali fruitori dei servizi delle cooperative sociali, vengono modificate dalla difficile situazione economica? La ricerca ?

UniCredit e Ca' de Sass al test della prudenza ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: che finora ha dimostrato di reggere all'ondata della crisi finanziaria e poi economica partita a metà 2007. La scarsa presenza di asset tossici in portafoglio ha permesso di chiudere il 2008 senza danni di rilievo al conto economico (in parte anche grazie alle deroghe Ias sulla contabilizzazione dei titolia valore di mercato).

Chiusa l'era dei rischi finanziari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: inefficienza dei sistemi di vigilanza abbia contribuito all'aggravarsi della crisi finanziaria. Controlli a parte –rimarca Glaser –le assicurazioni d'ora in poi si terranno comunque lontane dall'assicurare rischi finanziari ed anche la cartolarizzazione dei rischi assicurativi, dopo la fase effervescente degli anni passati, attraversa ora una fase di stallo.

Caltagirone allarga il board ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria ed economica che, a partire dalla seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di consumo». Guardando il risultato della gestione finanziaria, inoltre, lo stesso è negativo per 30,3 milioni, così come la posizione finanziaria netta, in rosso di 22,6 milioni rispetto al valore negativo di 9 milioni di fine 2008.

Passata la grande paura, si ritorna in fabbrica ( da "Giorno, Il (Legnano)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: con la Cisl che paventava una crisi finanziaria così grave da mettere a repentaglio 1500 posti di lavoro (in tutto il gruppo) e la Cgil che smentiva: «Non ci risulta». Lunedì ai sindacati è stato dipinto un quadretto rassicurante. Sì, qualche commessa è stata sospesa o annullata, ma il portafoglio ordini è ancora consistente, si ingrosserà nei prossimi mesi,

Il dibattito online 1 Roberto 777 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: non c'è stato bisogno della crisi finanziaria per dover modificare le proprie abitudini di consumo: già da anni (metà anni 90) la situazione è pesante. Aggiungiamoci il dover costruire una pensione integrativa, ed è facile calcolare quanto rimanga della busta paga. 7 Gilberto 777 Sono convinto che la colpa sia dei politici.

Le mega-sale? Penalizzano il made in Italy ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: propone di applicare al cinema quanto previsto dall'Ue per la crisi finanziaria: sino a 200mila euro a impresa non scatta l'aiuto di Stato;tale importo,elevato a 500mila euro, diverrebbe il tetto al credito d'imposta di cui potrà godere ciascun soggetto interessato sino a quando non ci accorderà con l'Ue.

Incentivi ai risultati di lungo periodo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: della crisi.... La crisi ha aggravato le sperequazioni della distribuzione? è evidente che con la crisi finanziaria ed economica chi già si trovava in una situazione svantaggiata ha sofferto di più. La crisi ha un impatto sia sui Paesi più poveri sia sui Paesi in via di sviluppo: quelli che si sono puntualmente adeguati alle nostre indicazioni e che oggi hanno una buona fiscalità,

I PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEI DISCUTONO ASSIEME AI RESPONSABILI RELIGIOSI EUROPEI DEI CONTRIBUTI DI NATURA ETICA ALLA GOVERNANCE ECONOMICA IN EUROPA E NEL ( da "marketpress.info" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Crisi economica e finanziaria: contributi di natura etica a una governance economica europea e mondiale". Il presidente Barroso ha dichiarato: "Col progredire delle crisi finanziaria ed economica, diventa sempre più chiaro che è giunto il momento di riconciliare la governance economica con i nostri valori etici fondamentali,

ABRUZZO, COMMERCIO: CASTIGLIONE INCONTRA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA L'ASSESSORE, LEGGE QUADRO E PIU AUTONOMIA PER I COMMERCIANTI ( da "marketpress.info" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Sono tutti interventi - ha concluso Castiglione - che non danno un respiro finanziario ma che certamente consentono alle attività commerciali di autoregolamentarsi e di difendersi dall´aggressione della crisi finanziaria che riguarda la nostra regione ma anche il resto dell´Italia". . <<BACK

L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento della... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in un periodo in cui altrove le preoccupazioni per la crisi finanziaria ed economica paralizzano le iniziative di molti, imprese ed istituzioni pubbliche incluse, dobbiamo avere il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo puntando sul turismo e sulla promozione integrata del nostro territorio per aprirci nuove prospettive.

Imprese, le malattie del ricambio ( da "Nuova Ferrara, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita delle Pmi c'è anche il ricambio generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della Camera di commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale,

I manager pentiti: e Authority ( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria mondiale e dalla recessione che sta colpendo quasi tutti i paesi. Così (per dirla con Adam Smith) la «mano invisibile» del mercato che sa autoregolarsi, ormai piace sempre meno. Il 70% degli interpellati esprime il proprio «supporto» agli interventi dei governi nel settore bancario (e una percentuale appena inferiore vede con favore anche quelli in altri settori

Negli Usa si risparmia anche sulla morte ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Risparmi di questo tipo mettono però in crisi finanziaria i cimiteri, soprattutto quelli più lussuosi ma anche quelli «storici». «Perdiamo clienti tutti i giorni», si lamenta il direttore del Forest Lawn di Buffalo, nello Stato di New York. Per arrivare alla fine del mese gli imprenditori funebri devono dare fondo alla loro riserva di fantasia,

TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa ( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Francoforte TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa (g.fer.) Prospettive difficili per ThyssenKrupp, il colosso tedesco della siderurgia, i cui vertici ieri hanno ammesso che l'esercizio 2008-2009 chiuderà in rosso.

Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok ( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Milano Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok (g.fer.) Anche il lusso sente la crisi e Bulgari archivia il primo trimestre dell'anno con una perdita netta di 29,3 milioni di euro, che si confronta con un utile netto di 22,8 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente.

Indici fermi, brilla Telecom ( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Indici fermi, brilla Telecom Scambi sostenuti Ieri passate di mano azioni per oltre 4,4 miliardi. Balzo di Dmt Mentre i principali listini europei sono terminati in leggero ribasso, influenzati dall'avvio negativo di Wall Street,

Conti in rosso per le Pro loco ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Per tutte le Pro loco del Sulcis Iglesiente la crisi finanziaria non è più dietro l'angolo. «È una situazione con la quale stiamo convivendo da troppo tempo e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle nostre associazioni», ha sottolineato Gianfranco Dessì, presidente del Comitato provinciale Unpli, la sigla che raggruppa tutte le Pro loco d'Italia.

Una newCo per Plastal Spa ( da "Polimerica" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: garantirà la continuità operativa e il lavoro per i quasi 700 addetti coinvolti dalla crisi finanziaria che ha colpito il gruppo svedese. La proposta di concordato sarà sottoposta ai creditori il prossimo 15 giugno. Il principale creditore della società è la banca svedese Svenska Handelsbanken AB, nei cui confronti Plastal è debitrice per circa 47 milioni di euro;

Unicredit: l'utile netto è pari a 447 mln ( da "Trend-online" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ripresa del risultato netto della negoziazione impattato nel quarto trimestre 2008 dalla severa crisi finanziaria), che da un forte contenimento dei costi (i costi operativi scendono del 6,4% trim/trim a cambi e perimetro costanti). La solida performance del risultato di gestione riflette l?importanza per il gruppo della diversificazione, beneficiando sia della buona tenuta dell?

Ubi torna all'utile, ma sui tre mesi pesa l'effetto svalutazioni ( da "Finanza.com" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ripulito dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) di 98,6 milioni (-47,4%). Ubi banca non ha fatto richiesta di Tremonti bond. Per il rafforzamento patrimoniale farà ricorso all'emissione di warrant che dopo 2 anni permetteranno l'attribuzione di 1 azione ogni 20 warrant posseduti e poi l'emissione di obbligazioni convertibili per massimi 640 mln.

Caso Tirrenia, preoccupazione da parte dei comuni della Liguria e della Sardegna ( da "Sestopotere.com" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: in crisi finanziaria per i ridotti trasferimenti statali – le Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per l?impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro produttivo e sui livelli occupazionali. Anche le notizie riportate dalla stampa nazionale e locale rilevano come siano ipotizzabili frammentazioni della Tirrenia,

L'oro può brillare solo con le aggregazioni ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è stato quello relativo alla situazione di crisi del settore». Una crisi strutturale del settore che si accompagna ad una crisi finanziaria globale ha già messo in crisi molte aziende e le imprese che resistono chiedono aiuti e sostegni, a partire da un più stretto controllo delle merci perchè sia accertata la provenienza.

Gli hedge rialzano la testa ( da "Morningstar IT" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: E qual è stata la lezione della crisi finanziaria? A queste domande cercherà di rispondere il convegno "Hedge fund: nuove regole e prospettive", che si terrà il 22 maggio all'ITForum di Rimini, la fiera dell'investimento e del trading organizzata da Morningstar, Traderlink e Trading Library.

Udine A distanza di quattro giorni non è stata ancora metabolizzata la sconfitta di Lucca i... ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: rimanere tutte sino alla fine nonostante la seria crisi finanziaria in cui è incorsa la società a campionato in corso. «A gennaio la società è stata chiara. Chi voleva poteva andarsene; vi assicuro che c'era la fila da parte di altre squadre per più di una nostra giocatrice. Abbiamo scelto di rimanere tutti assieme e ci siamo compattati, dando vita ad un bellissimo girone di ritorno,

Venezia Si farà udienza anche di sabato pur di concludere il processo relativo al crac dell... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mediante operazioni di acquisizione di imprese in crisi finanziaria compiute anche avvalendosi di prestanome». Nel 2003 furono arrestate otto persone in relazione a reati commessi nella gestione di ditte di abbigliamento di mezza Italia: oltre a Cdc e Manifatture Venete, figurano la Juvenilia spa di Rovigo, le marchigiane Silver confezioni spa, Gmf spa,

Roma La Caltagirone Spa, a cui fanno capo le attività nei settori del cemento, dell'ed... ( da "Gazzettino, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Una contrazione avvenuta sulla scia della crisi finanziaria ed economica che, a partire dalla seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di consumo. Il risultato della gestione finanziaria è negativo per 30,3 milioni di euro (era negativo per 11 milioni di euro nel primo trimestre 2008).

L'Astana di Lance rischia la sospensione ( da "Gazzettino, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: oltre allo spagnolo Contador, è in crisi finanziaria ed attualmente partecipa al Giro d'Italia. Gli effetti della crisi globale hanno toccato in modo significativo anche le casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra.

Interpump: nel primo trimestre le vendite calano a 90 mln ( da "Trend-online" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: primo trimestre 2009 è stato caratterizzato dalla profonda crisi finanziaria iniziata nel 2008 che si è estesa anche all?economia reale e ha colpito tutti i settori produttivi e tutte le aree geografiche. Anche il Gruppo Interpump ha risentito di un calo di fatturato e di ordini, cui ha reagito con azioni tese al contenimento dei costi, del capitale circolante e degli investimenti.

L'economia fiorentina sotto la "scure" della recessione ( da "Sestopotere.com" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: urto generata dalla crisi finanziaria internazionale si è “abbattuta” anche sul sistema economico fiorentino, andando a determinarne un assetto strutturale recessivo con tutti i principali indicatori che hanno mostrato un segno negativo. Primo fra tutti il valore aggiunto, diminuito nel 2008 dello 0,8% in termini reali,

l'eurozonaattraegli scettici ( da "Sicilia, La" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: con la crisi finanziaria e la bancarotta temuta del sistema bancario, si registra la crescita della benevolenza fiduciosa verso l'Europa. Come cresce l'interesse verso l'area dell'euro - da gennaio vi è entrata la Slovacchia - in Paesi euroscettici come Regno Unito e Polonia nei quali si riconosce che "l'euro non è infallibile ma il suo relativo successo è diventato un'

Loiero: "10 milioni per il fondo di garanzia delle assunzioni nelle imprese" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: soprattutto a causa della crisi finanziaria che ha investito negli ultimi mesi l?Italia e il mondo. Abbiamo dovuto così inventarci uno strumento finanziario agile per venire incontro agli imprenditori calabresi?. Il rischio, alto, quello di perdere i fondi già automaticamente erogati dalla Regione e che devono essere impegnati entro il 30 giugno prossimo,

Web al collasso? Un kyklos ( da "Punto Informatico" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attuale crisi finanziaria. E questo sarebbe un disastro perché chi non ha avuto in passato il tempo per approfondire le moltissime dinamiche contro-intuitive esistenti in ogni ambito del sapere umano, quando è portato all'esasperazione tende a cercare di estendere nel modo più frettoloso possibile i propri metodi intuitivi - comunismo,

Il tonfo della Popolare ( da "Gazzetta di Reggio" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: quella che pareva delinearsi come una luna di miele tra investitori e mercato all'indomani della grande paura per la crisi finanziaria. Gli indici viaggiano con pesantissime perdite a causa di forti vendite su tutto il listino e tutti hanno risentito di una giornata particolarmente negativa. Anche la scuderia reggiana è travolta dalle prese di beneficio, in particolare alcuni bancari.

autoriduciano la produzione del pecorino - roberto morini ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: I dati della crisi sono sotto gli occhi di tutti: meno 14 per cento l'anno scorso «e un trend - dice Meloni - che indica una percentuale vicina al meno 30 per cento per quest'anno per quanto riguarda l'export del pecorino romano». è la crisi finanziaria ed economica americana, con il crollo dei consumi di un'area che assorbe oltre il 65 per cento dell'

Il 2009 sarà l'anno del capitale garantito ( da "Finanza e Mercati" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: indomani della crisi finanziaria che, in particolare dopo il crollo di Lehman Brothers, pesa sulle vendite di certificati e polizze index linked. Secondo le stime sull'anno in corso di Exane Derivatives, fatte sulla base dei dati raccolti il primo trimestre, il volume dei prodotti strutturati venduti in Italia crescerà del 18%,

Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. ( da "Tempo, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: stampa Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in «rosso» ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante 1,5 miliardi di euro di svalutazioni generate dalla crisi dei mercati.

crisi e investimenti, un incontro ( da "Tirreno, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Pagina 6 - Viareggio Crisi e investimenti, un incontro CAMAIORE. Come si è arrivati alla crisi finanziaria mondiale? Che momento della crisi si sta vivendo? E' possibile uscirne, e come? A queste domande si cercherà di rispondere nell'incontro organizzato questa sera, alle 21, nella sala Bianchi di via delle Muretta.

Piano anti-crisi destinato alle aziende ( da "Nazione, La (Umbria)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: per aiutare le imprese ternane alle prese con le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale, la giunta della Camera di Commercio ha varato specifiche iniziative. Un vero e proprio «pacchetto anti-crisi» del valore complessivo di 500mila euro, risorse che si aggiungono agli interventi d'ordinaria amministrazione e che vanno quindi a superare i due milioni di euro.

Affitti e inquilini morosi Boom di cause civili Sfratti, aumenti record ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: solo parte della crisi finanziaria attuale), e nel 98 per cento dei casi sono dovuti a morosità degli inquilini che, per reale impossibilità o meno, finiscono per non pagare l'affitto. IL COMUNE è già corso ai ripari pubblicando, con la collaborazione di 15 amministratori condominiali e della Circoscrizione 1, un vademecum' per rendere la vita di condominio più gestibile.

Usa, 1,3 milioni di pignoramenti ( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Scopo del progetto è quello di evitare agli istituti di credito di abbassare immediatamente il valore degli attivi, svalutati per effetto della crisi finanziaria perché ci sarebbe un effetto negativo sulla disponibilità delle banche di erogare credito alle imprese.

SE LA FERRARI NON FA NOTIZIA ( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sono i soldi e il protezionismo. Ferrari perde in tecnologia e professionalità? Avanti gli avvocati, e cambiare le leggi a proprio favore. Soluzione tipicamente italiana, alla berlusca. E poi, lo sapete o no che negli ultimi tre anni il personale della gestione sportiva ferrari è stato ridotto a meno della metà, per non parlare dei tagli enormi ai fornitori esterni,

Il complicato affare del Una trentina di circoli nell'Immobiliare ( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Unità e lo stato di gravissima crisi finanziaria delle casse del partito, obbligarono i tesorieri a usare la leva immobiliare per avere dalle banche i finanziamenti necessari alla sopravvivenza. Anche a Firenze alcune case del popolo furono usate per ottenere prestiti. Oggi ci sono 281 case del popolo e circoli a Firenze e nell'hinterland,

NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 7 NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de... NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 della Fondazione Manodori si è chiuso con un avanzo di circa 29,2 milioni di euro. La cifra, cospicua, ha permesso di rispettare gli obiettivi di erogazione che Palazzo del Monte si era dato per il 2008:

IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancar... ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria-bancar... IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancaria con il riferimento particolare alla vicenda Carisp. Gabriele Gatti non ha avuto timore nel ricordare come abbia avuto incontri con i vertici della Cassa e della Sopaf (una dei soci della Carisp dentro all'Holding Delta)

Chiuderemo gli impianti deboli ( da "Nuova Ferrara, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: oro crisi finanziaria alla fine Il 2009 sarà decisivo per la chimica ferrarese. Le ripercussioni delle vicende di Porto Marghera si faranno sentire in maniera più o meno decisiva anche sul petrolchimico, mentre ancora non si conoscono gli effetti della ristrutturazione avviata da LyondellBasell sugli impianti produttivi.

: casse risanate ( da "Giorno, Il (Milano)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: conto della crisi finanziaria che ha condotto l'economia mondiale ad una vera e propria recessione. Un bilancio di previsione ad impianto federalista. E in quest'ottica si è deciso di non aumentare assolutamente alcuna tariffa o retta per i servizi comunali, tagliando quelle spese improduttive e abbassando la quota di mutui accesi rispetto a quanto è accaduto nel recente passato.

Per i risparmiatori è il momento degli acquisti Gioielli o pietre sciolte e due anni di pazienza ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: apprezzamento annuo del diamante era del 7%, al netto del cambio in dollari, la valuta utilizzata per le transazioni. I colossi del settore però sono determinati a riportare il mercato ai livelli di prima della crisi finanziaria. Forse per questo, secondo il libro, è più che mai il momento di comprare. Stefania Tamburello

Btp e Cct, è caccia ai rendimenti Quota 3% con la scadenza giusta ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ultimo anno i mercati finanziari e le difficoltà di banche e istituzioni che sembravano solidissime, di affidabile è rimasto soltanto lo Stato. Così, le famiglie pagano con una minore remunerazione la garanzia di una maggiore tranquillità. Al di là di ogni altra considerazione contingente (la crisi, la scarsa liquidità del sistema,

A picco Banco Popolare e Fonsai ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari A picco Banco Popolare e Fonsai La frenata delle vendite al dettaglio negli Usa ma soprattutto una raffica di risultati trimestrali in prevalenza negativi hanno fatto virare al ribasso Piazza Affari che, dopo un avvio positivo,

Onado, i manager e le regole mai scritte ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dedicato alla crisi finanziaria e alle regole mai scritte. Perché topi nel formaggio? Nel volume ricco di citazioni da cinéphile l'ex commissario Consob sostiene che ai Ceo delle grandi banche del mondo è stato consentito di montare una finanza «sempre più grande, sempre più opaca, sempre più incontrollata» e si è rinunciato a formulare regole adeguate ai rischi delle nuove attività.

Campari, meno utili e meno debiti ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Milano Campari, meno utili e meno debiti (g.fer.) Nonostante risultati trimestrali tutto sommato soddisfacenti, Campari ha subìto ieri l'andamento negativo di Piazza Affari, chiudendo con un calo (-2,22%) che è comunque inferiore a quello degli indici.

Allianz, pesano gli oneri Dresdner ( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Francoforte Allianz, pesano gli oneri Dresdner (g.fer.) Scendono gli utili trimestrali e Allianz cade alla Borsa di Francoforte (-7,76% a 69,74 euro dopo una seduta tutta orientata al ribasso) influenzando l'intero comparto assicurativo in Europa.

NEW YORK - I consumatori americani non credono ancora alla fine della crisi: i dati della spesa ... ( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e i mercati finanziari non hanno potuto che prenderne nota con una giornata di vendite frettolose che ha spinto tutti gli indici in terreno negativo. A New York il Dow ha perso il 2,18%, mentre in Europa la Borsa di Francoforte ha registrato una caduta del 2,61%, quella di Parigi del 2,42, e quella di Londra ha lasciato sul terreno il 2,

Allianz svaluta gli asset: prudenza sui target 2009 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la società rimane solida nonostante crisi finanziaria e recessione economica: gli utili sono scesi del 36% a 1,42 miliardi di euro. Il dato è migliore di quello anticipato dallo stesso presidente di Allianz, Michael Diekmann, quando aveva parlato di profitti per 1,30 miliardi di euro in occasione dell'assemblea degli azionisti alla fine di aprile.

Mr. Greenspan, il mondo la ritiene colpevole... ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: eccessiva fiducia nei mercati finanziari, considerati liberalizzabili in toto come qualsiasi altro mercato. Quindi, fede incrollabile nella deregulation come ricetta per tutte le stagioni. Se alcuni premi Nobel dell'economia, che Greenspan nei mesi scorsi ha citato a propria difesa, sono stati i massimi teorici della razionalità dei mercati,

Geithner studia nuove regole per i derivati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria. L'amministrazione infatti chiederà al Congresso di approvare una legge che regolamenti questi "delicati" strumenti, definiti dal finanziere Warren Buffett «armi di distruzione di massa». In particolare, il segretario al Tesoro Timothy Geithner una lettera ai leader del Congresso chiede una rapida approvazione di misure volte a regolamentare gli strumenti derivati,

Sony chiude trim4 in perdita, vede un altro anno in rosso ( da "Reuters Italia" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: di lavoro e sta riducendo la sua rete di 57 stabilimenti produttivi del 10% per sopravvivere alla crisi finanziaria. Il gruppo, che compete con Samsung Electronics Co nel settore delle tv Lcd e con Canon in quello delle macchine fotografiche digitali, prevede una perdita operativa di 110 miliardi di yen (1,15 miliardi di dollari) per l'anno finanziario che chiude nel marzo 2010.

Arringa del Maestro: non sono un Mago ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: e non il protezionismo, è la base del grande successo che ha conosciuto il capitalismo nell'arco di molte generazioni. Le nuove sfide per la regolamentazione nascono dal fatto, recentemente dimostrato, che alcuni istituti di credito sono diventati too big to fail, troppo grandi per essere lasciati fallire, perché il loro fallimento metterebbe a rischio la tenuta del sistema.

LA NONNA di Mario Calabresi è nata due volte. Come l'America. Che cosa c'entrano ... ( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: le persone che hanno perso tutto, chi per la crisi finanziaria, chi per lo scoppio della bomba immobiliare, chi per la chiusura della fabbrica in cui lavorava, ma non si sono perse d'animo. E hanno ricominciato da capo, come accade non solo nelle canzoni di Bruce Springsteen ma anche nella realtà degli ordinary people.

A sinistra, la crisi finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di lavoro (f... ( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi A sinistra, la crisi finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di lavoro (foto Andy Rain)

Generali ritrova l'utile ma svaluta 1,5 miliardi ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante 1,5 miliardi di svalutazioni generate dalla crisi. I conti delle Generali, anche se in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008,

Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia ( da "Travel Trade Italia.com" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ma la crisi finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa 200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno Siti sponsorizzati

Fonsai, l'utile cala dell'84% Tod's: centrati gli obiettivi ( da "Stampa, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Risente ancora del perdurare della crisi finanziaria, che ha ridotto i proventi patrimoniali, il risultato di Vittoria Assicurazioni, che registra un utile netto di gruppo di 5,1 milioni contro gli 8,5 dell'analogo periodo del 2008 (-40,4%). La raccolta complessiva assicurativa ammonta a 145 milioni (-4,3%).

L'erede di Ghandi e la regina degli intoccabili la grande sfida per governare l'India ( da "Repubblica.it" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Protezionismo, dirigismo, statalismo non erano mai veramente passati di moda in India; ora godono un revival legato alla crisi del modello americano. Nessuno si illude che da queste elezioni venga una svolta. M. J. Akbar, celebre opinionista musulmano, mi dice che "le aspirazioni dei poveri crescono così velocemente che nessuna politica e nessun governo possono soddisfarle"

Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia ( da "TTG Italia Online" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 380 miliardi di dollari in ricavi (solo nel 2008) e garantendo 8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa 200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno

Benzina e gasolio, prezzi schizzati alle stelle ( da "Provincia Pavese, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Una delle poche cose positive della crisi finanziaria mondiale era stato aver soffiato sul fuoco degli aumenti folli del prezzo del greggio: e gli automobilisti e autotrasportatori erano tornati a respirare quando, in particolare a Voghera, due mesi fa, il gasolio era sceso sotto l'euro.

Bcc Aquara, 2008 in crescita ( da "Denaro, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: falconio guidoni Esercizio 2008 con il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara nell'anno dello scoppio della crisi finanziaria internazionale. L'istituto, che opera in provincia di Salerno, chiude il bilancio con un utile netto in progresso del 5,65 per cento a 2,2 milioni di euro e con un patrimonio in crescita di quasi il 16 per cento a 17 milioni.

CdC Ferrara: "Continuità competitiva d'impresa" ( da "Sestopotere.com" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita delle PMI c?è anche il ricambio generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della Camera di Commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale,

EUROPEI 2012. MEGLIO LA POLONIA, MA LA SITUAZIONE È ABBASTANZA SERIA. PLATINI PREOCCUPATO Allarme Ucraina: solo Kiev va benino, ma non per la finale ( da "Gazzettino, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: si è dotata in uno stadio avveniristico (l'Arena Donbass), ma presenta carenze nelle capacità di accoglienza e nei mezzi di trasporto, come pure sono giudicati eccessivi i prezzi degli alberghi della zona. Più in generale, l'Ucraina è duramente colpita dalla crisi finanziaria mondiale e scossa da crisi politiche a ripetizione.

Bond, opportunità o bolla? ( da "Morningstar IT" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Con la crisi finanziaria, infatti, è emerso che a molti investitori sono state proposte le prime, ma non sono stati sufficientemente spiegati i secondi. Per consultare l'intero programma dell'ITForum, clicca qui Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia.

( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Secondo il Prc, la vicenda dei parcheggi in project financing «dimostra ancor di più la grave commistione tra politica ed affari, che è tra le cause della pesante crisi finanziaria creata negli anni di disamministrazione del sindaco Scapagnini e del centrodestra».

Moglie e figlia del boss Nino Cavallopatteggiano e ritornano in libertà ( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: stretto dalla necessità - si rivolse ai Cavallo per risolvere la crisi finanziaria che stava attraversando. E la Ciaramella gli avrebbe offerto il suo "aiuto". A fronte di un debito di 62 mila e 500 euro, in sei anni ne avrebbe restituiti 285 mila. Il debito era lievitato a causa del 10 % di tasso mensile di interessi applicato.

Il valore del growth ( da "Morningstar IT" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: non erano ancora stati intaccati dallo scoppio della crisi finanziaria, era quasi scontato puntare su di una strategia growth piuttosto che sulla contrapposta strategia value. La pessima congiuntura mondiale ha portato molti investitori a prediligere esposizioni meno rischiose. Ma vediamo innanzitutto quali sono le differenze principali tra questi due approcci.

Unipol: il comparto bancario ritorna all'utile nel primo trimestre ( da "Trend-online" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In un contesto ancora profondamente e pesantemente segnato dalla crisi finanziaria e dalla recessione economica, il Gruppo UGF conferma tutta la propria forza sul mercato e le proprie potenzialità di crescita, insieme ad una strutturale solidità patrimoniale ed equilibrio finanziario? sottolinea l?Amministratore Delegato Carlo Salvatori, che aggiunge: ?

"La crisi finanziaria internazionale: cause e prospettive". Un incontro a Reggio ( da "Giornale di Calabria, Il" del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: LA CRISI FINANZIARIA INTERNAZIONALE : CAUSE E PROSPETTIVE?. L?attuale grave crisi economica internazionale nata in ambito finanziario-monetario è venuta a intersecarsi con altri aspetti di crisi a livello mondiale, provocando così pesanti ricadute specialmente per i paesi più poveri.


Articoli

Il denaro costa caro anche per chi fa credito (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il banchiere «Il denaro costa caro anche per chi fa credito» Dottor Ambrosone. Lei è responsabile prodotti di impiego della divisione privati di Intesa Sanpaolo. I mutui sono il suo mestiere. Oggi i tassi scendono, lo spread sale: le banche recuperano col secondo valore quanto perdono con il primo? «Non direi. Non bisogna identificare lo spread con il guadagno della banca. Quel valore contiene i costi operativi, la protezione del rischio e - soprattutto - i costi di raccolta del denaro. Che sono aumentati». Nonostante il calo dei tassi? «Il tasso è un valore di riferimento. Poi però il denaro bisogna trovarlo. Pensiamo alle obbligazioni: un anno fa le banche raccoglievano denaro con i bond pagando un interesse calcolato sommando all'Euribor pochissimi decimali di punto. Oggi paghiamo l'Euribor più diversi decimali. È una differenza consistente». Anche per le banche, insomma, non è facile raccogliere denaro. «La crisi finanziaria sta condizionando il settore del credito a livello mondiale, ma la nostra banca sta superando questa prova. Oggi lo spread sui mutui erogati da Intesa Sanpaolo è più basso di quello applicato pochi anni fa. Non stiamo cercando di guadagnare di più. Faccio un esempio pratico: per un mutuo da 100 mila euro, durata 20 anni, stipulato a ottobre 2008 il cliente pagava una rata di 715 euro. Oggi, con lo stesso contratto, 523 euro. Il calo dei tassi si vede». Quindi anche il mercato italiano, sul quale nessuno ha mai offerto mutui subprime, soffre per la crisi americana. «Il mercato è globale, la crisi anche. Cominciamo a registrare i primi segnali di un'inversione di tendenza». Ci sono meno richieste di mutuo? «Si, anche se il calo non è ancora preoccupante. Con questa congiuntura economica le famiglie rinviano gli investimenti importanti come la casa». E le sofferenze? Gli italiani pagano puntuali? «I segnali sono di una maggiore difficoltà delle famiglie, ma le sofferenze sono a un livello fisiologico. Nei nostri contratti, d'altro canto, c'è la possibilità di sospendere il pagamento delle rate fino a 3 volte - per un massimo di 18 mesi - nell'arco del contratto». E il timore che con il calo delle quotazioni immobiliari scenda il valore delle case su cui concedete il mutuo? «L'ipoteca è una garanzia fondamentale ma non concediamo mutui solo perché godono di questa garanzia. Forniamo consulenza: siamo una delle poche banche che ha ancora in catalogo finanziamenti fino al 100% del valore dell'immobile». \

Torna all'inizio


"La crisi si attenua, la svolta è vicina" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

A BASILEA IL G-10 DELLE BANCHE CENTRALI. IL PRESIDENTE DELLA BCE È OTTIMISTA: ALCUNI PAESI FORSE SONO GIÀ FUORI DALLA RECESSIONE "La crisi si attenua, la svolta è vicina" [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA L'economia del mondo è «intorno al punto di svolta» dice Jean-Claude Trichet, al termine di un consulto tra i maggiori banchieri centrali del mondo; «alcuni paesi forse l'hanno già passato», e si può trattare della Cina. Ma tra gli economisti va da sé che, passato il punto in cui la produzione smette di scendere e comincia a risalire, i posti di lavoro continuano a diminuire ancora per parecchi mesi. La febbre dei mercati finanziari è scesa «a un livello precedente al crac della Lehman Brothers» sostiene il presidente della Bce. Di questo si è parlato ieri a Basilea nella bimestrale riunione del Global Economy Meeting, l'ex G-10, di cui Trichet è presidente di turno. «Il punto di svolta potrebbe collocarsi nel terzo trimestre» si lascia sfuggire Martìn Redrado, governatore della Banca d'Argentina. Nel terzo trimestre 2009 potrebbero ritornare alla crescita gli Stati Uniti, prevede una maggioranza tra gli economisti di oltre Atlantico (con disoccupazione in aumento fino al primo trimestre 2010, però). Il vicegovernatore della Banca di Cina Su Ning dichiara che «le misure di stimolo del nostro governo hanno avuto un effetto migliore del previsto», cosicché la crescita del prodotto lordo «potrebbe superare il 7%». Tuttavia, ammonisce Trichet, «dobbiamo restare all'erta, perché ci stiamo inoltrando in acque inesplorate». «Siamo di fronte a sfide enormi e altre misure eccezionali potranno rivelarsi necessarie» continua Trichet. Ma non appena le cose volgeranno al meglio occorrerà stringere i freni: ovvero per le banche centrali rastrellare la liquidità creata, per i governi cominciare a ridurre i deficit pubblici. È questa la «exit strategy» di cui si è discusso a Basilea. La Banca centrale europea ne è più preoccupata di altri. I deficit pubblici immensi degli Usa (l'ultima previsione per il 2009 è 12,9% rispetto al prodotto lordo, peggio di quanto abbia fatto l'Italia negli anni '80) e della Gran Bretagna con la ripresa potrebbero spingere l'inflazione; anticipandolo i mercati potrebbero spingere al ribasso dollaro e sterlina. Altre monete potrebbero seguirli, a danno dell'euro. «Gli Usa sono pronti a sacrificare la loro moneta alla crescita, l'Europa no» commenta Bilal Hafeez, capo delle strategie valutarie alla Deutsche Bank, che non a caso prevede «nell'arco di due o tre mesi» un cambio euro-dollaro a 1,50. Per i paesi dell'euro diventerebbe più difficile esportare, con il rischio di essere esclusi dalla ripresa. Sempre che la ripresa duri; «Qualche segno buono c'è, ma le Borse sono già salite troppo» avverte Barry Knapp, economista della banca Barclays. Trovare la rotta giusta è difficile, tra pericoli anche opposti. In Europa i dati pessimi sulla produzione di marzo in Francia e in Italia contrastano con la valutazione dell'Ocse che questi due paesi comincino a mostrare, insieme con il Regno Unito, «segnali di pausa nel rallentamento dell'economia». Le cifre sono quelle del Cli, il superindice mensile con cui l'Ocse «tenta di cogliere i punti di svolta della congiuntura approssimativamente con sei mesi di anticipo» (insomma la svolta la dovremmo attendere per l'autunno).

Torna all'inizio


Il mercato immobiliare nella crisi secondo la Banca Albertini Syz & Co (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

IN BREVE pag. 15 Il mercato immobiliare nella crisi secondo la Banca Albertini Syz & Co IL WORKSHOP Alle 14,30, nella sede della Banca Albertini Syz & Co di piazza Calderini 3, workshop intitolato Outlook del mercato immobiliare'. L'incontro affronterà le tematiche d'attualità del settore, puntando l'occhio sugli effetti della crisi finanziaria. Interverranno l'ad della banca Alberto Albertini, l'esperto finanziario nonché partner del Gruppo Angelo Drusiani, Silvia Ferrero, consigliere della sgr del Gruppo, e la direttrice della filiale di Bologna Ernestina Anceschi.

Torna all'inizio


Ubi, il titolo sprofonda sull'S&P/Mib dopo trimestrale deludente (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Ubi, il titolo sprofonda sull'S&P/Mib dopo trimestrale deludente di Stefania Pescarmona del 12-05-2009 da Finanza&Mercati del 12-05-2009 [Nr. 91 pagina 2] In Borsa crolla del 7,14%. Alla fine di marzo le commissioni nette sono in calo del 22% Massiah: «Trend migliorerà nei prossimi mesi» I deludenti dati trimestrali hanno affossato Ubi Banca, che ieri si è classificata in fondo all'S&P/Mib, registrando un calo del 7,14%, a 10,66 euro. A fine marzo, l'utile netto contabile è stato di 24,3 milioni, in calo dell'88,9% rispetto ai 219,3 milioni del primo trimestre del 2008, seppure in recupero dalla perdita di 551 milioni del quarto trimestre 2008. Sul risultato ha influito negativamente la contabilizzazione di rettifiche su attività disponibili per la vendita per 75,4 milioni, correlate all'andamento dei prezzi azionari, che risultano però ora «totalmente riassorbite a seguito della ripresa delle quotazioni», si legge nel comunicato diffuso sabato 9 maggio dalla banca. L'utile normalizzato (ripulito dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) si è attestato invece a 98,6 milioni (-47,4%). Ieri, in sede di conference call, il consigliere delegato Victor Massiah ha aggiunto che «non ci sono stati significativi cambiamenti nel core tier 1», che a fine 2008 era del 7,09%. Massiah ha poi evidenziato che il management della banca è focalizzato su un piano «aggressivo», volto a ridurre il cost/income e a ottimizzare i costi di struttura e il posizionamento delle filiali sul territorio. «È possibile che qualche sportello sarà chiuso e che verrà trasferito da una banca del gruppo a un altra», ha aggiunto il manager, puntualizzando che l'impatto sui conti di queste azioni è atteso in parte nel secondo semestre, ma soprattutto nel prossimo anno. In merito alle prospettive sull'andamento delle commissioni nette per il resto del 2009 (dopo il crollo del 22,1% a 250,4 milioni nel primo trimestre), Massiah ha risposto: «È difficile fare previsioni, ma alla fine dell'anno il calo non sarà del 22%». Infine, su Arca, la Sgr di cui Ubi è azionista insieme a Bper, Banco Popolare e Pop Sondrio, il manager ha detto di «non avere visto molte novità, almeno per quanto ci riguarda. Ribadisco che siamo pronti a sederci al tavolo». Massiah ha così confermato la posizione già espressa lo scorso 25 marzo, negando tuttavia che ci siano stati cambiamenti significativi. Di recente Fabrizio Viola, ad della Bper, aveva spiegato di ritenere che «i tempi per una soluzione stiano diventando maturi». Sull'argomento, ieri, Massiah ha concluso dicendo: «Siamo pronti a risolvere il problema e sono sicuro che Viola lo sa. Credo che presto o tardi il problema sarà risolto».

Torna all'inizio


DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo vivendo. Il fut... (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

REGGIO SPORT pag. 11 DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo vivendo. Il fut... DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo vivendo. Il futuro prossimo venturo del basket è pieno di incognite. Di rebus da risolvere. Di ostacoli da superare. La prossima stagione sarà, per questo, particolarmente complicata. Soprattutto ora che la Pallacanestro Reggiana ha saputo che sul suo cammino, in LegaDue, potrebbe incrociare la Fortitudo Bologna. E, se così fosse, la stagione biancorossa diventerebbe subito in salita. Perché davanti ad un club tanto blasonato, e lo dimostra il torneo di Varese in questo campionato, sarebbe decisamente complicato pensare di puntare al primo posto. In più ci sono tante altre incognite che rischiano di condizionare il futuro biancorosso. Fermo restando che Reggio è una delle poche città e delle poche società in cui, in questo momento, esiste la certezza che si farà il campionato, possibilmente per puntare in alto. E con l'aria che tira, credeteci, non è roba da poco... AVVERSARIE. Ci sarà o non ci sarà? Questo sarà il primo nodo estivo da risolvere. Capire se la Fortitudo sarà ai nastri di partenza sarà fondamentale per costruire squadra e strategie. I bolognesi sono retrocessi perdendo a Teramo ma certi verdetti, per ora, sono scritti sulla sabbia considerando per di più che c'è ancora un reclamo proposto dalla stessa Fortitudo avverso il risultato della gara di Teramo. A Bologna, in ogni caso, c'è chi paventa che la Fortitudo possa addirittura scomparire e chi, al contrario, è convinto che in estate possa arrivare il ripescaggio in serie A. Un'ipotesi, quest'ultima, possibile considerando che diversi club sembrano non godere di piena salute. Ecco, perché, non è poi così certo che Reggio troverà la Fortitudo in LegaDue. E questa rischia di essere una sorta di spada di Damocle appesa su tutte le squadre del secondo campionato italiano. Eppoi ci sono i tanti dubbi e le molte voci che circolano sui diversi altri club. A Udine il patron Edi Snaidero ha messo in vendita la società e si parla di possibili trasferimenti a Trieste o Verona. A Livorno la situazione viene dipinta con toni drammatici. A Sassari si parla apertamente di chiusura della società. A Rimini si stanno cercando nuovi soci mentre a Pavia si sussurra di possibile fusione con Vigevano nel caso quest'ultimo club fosse promossa (ha conquistato la finale dei play-off dove sfiderà il Casalpusterlengo dei reggiani Picazio e Conte). Aggiungeteci che, come detto, anche in serie A due o tre club paiono in gravi difficoltà e capirete che comprendere quali saranno le 15 avversarie della Trenkwalder nelc ampionato che scatterà ad ottobre non è per niente semplice. LA CRISI. E poi c'è il problema dei soldi. La crisi finanziaria sta creando, ovviamente, molte difficoltà a tutti i club. Ci sono sponsor in fuga e finanziatori che fanno passi indietro. In uno sport in cui già si fatica a far quadrare i bilanci, tutto questo può essere devastante. La società reggiana ha iniziato a fare dei sondaggi per capire in quale tipo di contesto economico potrà muoversi nell'organizzare la prossima stagione. Al momento le risposte ricevute sono più che confortanti. Il budget, insomma, non dovrebbe scendere di molto rispetto al passato. Chiaro, però, che non ci si deve aspettare i fuochi d'artificio e le stelle filanti. Esiste insomma il rischio di dover fare qualche sacrificio. Si vedrà.

Torna all'inizio


cassa integrazione, più ore che nel 2007 (sezione: crisi)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Cisl Veneto. L'unica provincia in controtendenza è Venezia. Franca Porto confermata segretario regionale Cassa integrazione, più ore che nel 2007 La somma delle autorizzazioni da gennaio ad aprile parla di oltre 5,5 milioni VENEZIA. Il ricorso alla cassa integrazione - ordinaria, straordinaria e speciale edilizia - ha raggiunto numeri record in Veneto. Con oltre 5 milioni e mezzo di ore autorizzate il mese di aprile infatti batte, alla grande, tutti mesi dall'anno 2000 ad oggi. I numeri di aprile confermano, inoltre, la tendenza in atto da gennaio di quest'anno di una progressiva estensione del ricorso a tutte le forme della cassa integrazione guadagni: rispetto al precedente mese di marzo l'incremento è infatti ancora del 64%. Il cumulo delle ore di Cig autorizzate da gennaio ad aprile ha superato abbondantemente poi il totale delle ore usate in tutto il 2007 e, se non c'è una completa inversione di tendenza, alla fine di maggio si saranno consumate più ore che in tutto il 2005 ma anche 2006 come pure delle ore dei primi 10 mesi del 2008, prima che si sentissero gli effetti della crisi finanziaria internazionale. Considerando i primi 4 mesi del 2009 la provincia in valore assoluto, e ancora di più in proporzione alla consistenza dell'apparato industriale e delle costruzioni, più colpita è Belluno che ha consumato poco meno di 2,9 milioni di ore di Cig. A seguire Vicenza con oltre 2,6 milioni di ore, Treviso con 2,2 milioni e Padova con 2,1 milioni di ore. L'unico segnale di riduzione della Cig viene da Venezia con -110mila ore. «è una ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la crisi non è per niente finita - commenta Franca Porto, confermata ieri mattina nella carica di segretario generale della Cisl del Veneto - e che chi mette al centro dell'azione politica e amministrativa altri temi sbaglia e di molto. Aggiungo che i dati dei fermi lavoro nelle aziende artigiane che si aggiungono a quelli della Cig, sono altrettanto pesanti: oltre 14 mila lavoratori sospesi, in media dalla 4 alle 8 settimane, il cui salario è sostituito da un sussidio Inps pari al 60% della remunerazione. Anche se non si conoscono le ore effettivamente consumate possiamo stimare che sono state perse, nell'artigianato veneto, oltre 3,3 milioni di ore di lavoro». Che non si possano tirare i remi in barca ma che anzi, serva remare tutti e nella stessa direzione per contrastare gli effetti della crisi sul lavoro lo ribadisce il segretario Cisl Giulio Fortuni. «Stiamo lavorando per inserire tra i lavoratori coperti dagli ammortizzatori anche i lavoranti a domicilio, dimenticati dalle norme nazionale anticrisi del governo. Parliamo di decine di migliaia nel solo settore tessile».

Torna all'inizio


puntiamo a far rinascere il gioco (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 4 - Pisa Puntiamo a far rinascere il Gioco Le ventilate (e poi rientrate) dimissioni di Nicola Piegaia dalla guida della Fondazione Gioco del Ponte sono il chiaro ed ennesimo segnale della crisi che sta attanagliando la massima manifestazione cittadina. Piegaia sostanzialmente si dichiara impotente a gestire la manifestazione per la mancanza da parte del Comune del supporto organizzativo e soprattutto della somma di € 100.000 per ripianare, a norma di Statuto, i disavanzi dell'ente del 2007 e del 2008. Questo impedisce alla Fondazione di pagare i suoi i debiti e di trovare un solo fornitore ancora disponibile a darle credito. Il Comune si dimostra così irresponsabile perché a neanche due mesi dal Gioco non ha ancora messo in grado la macchina organizzativa di partire. Non si sono ancora svolte le visite mediche dei combattenti e senza idoneità fisica certificata un combattente non può certo salire sul carrello. Basterà il ritiro delle dimissioni di Piegaia a garantire lo svolgimento del Gioco a giugno? Il Pdl già da marzo ha focalizzato l'attenzione sul Gioco con un'interpellanza in attesa ancora di risposta e la Seconda Commissione di Controllo e Garanzia (quella sugli Enti Derivati) ha svolto ben due audizioni di Piegaia, che ha dato un quadro desolante sull'impegno del Comune di Pisa. C'è da domandarsi se per caso esista una volontà politica di uccidere lentamente la manifestazione. L'intera vicenda a prima vista sembrerebbe dare ragione al partito della Fondazione Omnibus, la panacea di tutti i mali. Ma la questione non è il tipo di Fondazione, quanto quella relativa all'incapacità del Comune di mantenere i suoi impegni. è per questo che, intensificandosi in questi giorni il malessere negli ambienti del Gioco del Ponte, il Pdl ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale "ad hoc" sulla crisi finanziaria della Fondazione Gioco del Ponte e sul progetto di Fondazione Monifestazioni Storiche, per stimolare una presa di posizione trasversale a favore del Gioco e per sollecitare una pausa di riflessione sul progetto di nuova Fondazione insistentemente portato avanti dalla Giunta. Noi siamo convinti che all'interno della struttura comunale esistano risorse umane in grado di gestire professionalmente ed efficientemente le manifestazioni storiche. Riccardo Buscemi Massimo Balzi Giovanni Garzella Antonio Maffi Diego Petrucci consiglieri comunali Pdl

Torna all'inizio


Ripresa lontana ma la crisi rallenta (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Varese)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

VARESE pag. 5 Ripresa lontana ma la crisi rallenta Il sondaggio dell'Unione industriali VARESE «I SEGNALI CHE arrivano dal territorio sono ancora negativi, ma il deterioramento economico appare in rallentamento». Lo dice l'ultima indagine dell'Unione Industriali della Provincia. «L'economia varesina ha per tradizione un elevato grado di apertura verso i mercati esteri e attualmente sta soffrendo per la frenata mondiale, ma questa apertura internazionale potrà dare al Varesotto una marcia in più per uscire più velocemente dalla crisi rispetto ad altri territori». LE IMPRESE stanno mettendo in atto un processo di ridefinizione organizzativa dei mercati e dei prodotti. Nel breve termine tuttavia devono fare i conti con il peggioramento congiunturale, anche se non manca qualche segnale di evoluzione registrato nelle ultime settimane. Sotto il profilo delle aspettative a breve invece comincia a registrarsi un'attenuazione del deterioramento della produzione: nelle previsioni produttive per il prossimo trimestre cresce il numero di coloro che si attendono una stabilizzazione dei livelli produttivi: il 38% degli imprenditori intervistati (contro il 15% della scorsa rilevazione) si attende una situazione di continuità rispetto all'attuale, mentre il 54% continua a prevede un peggioramento (contro il 77% del precedente trimestre). Sotto il profilo occupazionale c'è un progressivo deterioramento. La crisi economica e la frenata degli ordinativi degli scorsi mesi hanno portato a una drastica riduzione dei carichi di lavoro per molte imprese che, per far fronte alla congiuntura economica sfavorevole, hanno dovuto far ricorso alla Cassa Integrazione guadagni ordinaria. Dal mese di settembre 2008, ovvero dallo scoppio della crisi finanziaria, è stato registrato un incremento nel numero di ore autorizzate di Cassa integrazione ordinaria e nel primo trimestre del 2009 questa tendenza si è ulteriormente accentuata: sono state autorizzate 5.674 mila ore di Cassa Integrazione Ordinaria, in aumento rispetto al trimestre precedente e pari a circa quattro volte le ore autorizzate nei primi tre mesi del 2008. LO SCORSO ANNO le esportazioni provinciali sono rimaste quindi pressoché invariate rispetto all'anno precedente (+0,5%) e hanno raggiunto 9.254 milioni di euro, rappresentando il 2,5% delle esportazioni italiane. La dinamica delle importazioni, invece, è stata negativa (-5% rispetto al 2007) e l'import varesino è ammontato a 5.741 milioni di euro. R.V. Image: 20090512/foto/1760.jpg

Torna all'inizio


Caro-casa, idee dalla Lega (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

TIRANO pag. 5 Caro-casa, idee dalla Lega Il capogruppo Reghenzani: «Dilazioniamo gli oneri» TEGLIO di LUCA PELIZZI TEGLIO I TEMPI per investire come si sa non sono dei migliori, la crisi ha fermato tutti i comparti dell'economia, compreso quello dell'edilizia che per la provincia di Sondrio ha sempre avuto un ruolo centrale. I giovani e le nuove famiglie sono poi quelli che risentono maggiormente di questa situazione. Per porre in parte rimedio a questo stato di cose il gruppo consiliare della Lega Nord di Teglio ha promosso un ordine del giorno che offra la possibilità al cittadino di rateizzare gli oneri di urbanizzazione e il costo di costruzione degli edifici, come è consentito dalla normativa. «La nostra idea ha chiarito Pietro Reghenzani capogruppo della Lega è quella di avvantaggiare e incentivare il cittadino, in un periodo di grave crisi finanziaria. Considerando a fondo questi aspetti e prendendo esempio da altri Comuni vicini il gruppo consiliare Lega Nord pone all'attenzione del Consiglio comunale una idea che pur non toccando le casse del Comune potrebbe di molto facilitare chi ha intenzione di por mano alle proprie unità immobiliari». «Crediamo, infatti - ha continuato - che il contributo commisurato al costo di costruzione e agli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria previsto dovrà essere corrisposto con le seguenti modalità e garanzie: una prima rata pari al 50% dovrà essere versata contestualmente alla presentazione a questo Comune della prescritta "comunicazione di inizio lavori", che dovrà pervenire al Comune entro un anno dalla data di rilascio del permesso di costruire (DIA). La seconda rata, sempre cioè il restante 50% assieme alla presentazione della "comunicazione di ultimazione lavori", dovrà pervenire al Comune entro tre anni dalla "comunicazione di inizio lavori". Ovviamente prima del rilascio del titolo edilizia dovrà essere presentata al Comune un'apposita garanzia fidejussoria inerente alla corresponsione a questo Ente del succitato contributo, commisurato al costo di costruzione ed agli oneri di urbanizzazione». Una sicura novità per Teglio, un modo per dare una mano ai cittadini ma anche alle aziende edili senza pesare sulle cassa comunali. «Ora che anche il municipio ha potestà impositiva ha commentato Reghenzani è giusto che faccia di tutto per aiutare i suoi cittadini anche dal punto di viste finanziario, attraverso questo tipo di agevolazioni che, in fondo, sono un semplice credito che il Comune apre garantito nel modo che ho sopra spiegato». Della stessa opinione il consigliere Andrea Vir cha ha sostenuto caldamente la mozione presentata e sottoscritta da tutti ci componenti del gruppo Lega Nord. «Sono d'accordo con quanto detto dal mio collega ha dichiarato se la maggioranza vorrà adottare questo provvedimento non farà altro che dare una mano a molti tellini». Ora si attende il gruppo Grolli. Image: 20090512/foto/6122.jpg

Torna all'inizio


L'equità muove la crescita (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 2 autore: Cause ed effetti L'equità muove la crescita Investire nelle nuove tecnologie per aumentare i redditi da lavoro di Stefano Micossi I l vivace dibattito sulla crisi finanziaria, avviato sul Sole 24 Ore con lo stimolante articolo di Guido Tabellini, già mostra che gli economisti non hanno una diagnosi condivisa sulle cause, i rimedi e gli effetti sugli assetti del capitalismo. Provo a contribuire a questa discussione sottolineando quattro punti che potrebbero aiutare a far convergere le opinioni sui rimedi. e Come ha documentato Robert Shiller, una bolla finanziaria si caratterizza per un'anomala convergenza delle opinioni e delle aspettative degli investitori e degli intermediari finanziari sull'andamento dei prezzi delle attività patrimoniali: non solo diminuisce la percezione del rischio, ma viene meno la normale differenza di opinioni che, quando i prezzi salgono, induce alcuni a comperare e altri a vendere. Questo fenomeno non è spiegabile senza un intervento esogeno che ancori le opinioni e le attese dei privati:quest'àncora sono le politiche economiche. In effetti, negli anni precedenti le bolle speculative di fine secolo scorso a Wall Street si era consolidata l'opinione secondo cui la Federal Reserve americana e il Tesoro sarebbero intervenuti per salvare i finanzieri dai loro errori, da un lato inflazionando la moneta ( la Greenspan put),dall'altro evitando il fallimento delle banche troppo esposte. Non a caso i ministri del Tesoro provenivano sempre dai ranghi di Wall Street. r L'instabilità sistemica non nasce dal fatto che un intermediario o un fondo possa non rimborsare i denari ricevuti dagli investitori, infliggendo loro delle perdite. Nasce quando su tali passività vi è una garanzia esplicita o implicita di restituzione a vista senza perdite che è appunto la caratteristica dei depositi bancari. Le banche sono sottoposte a vincoli prudenziali proprio perché, accettando passività garantite, li impieghino a scadenza più lunga con oculatezza; a garanzia dei depositanti, devono tenere adeguati cuscinetti di capitale, cui ricorrere per soddisfare le richieste di rimborso dei depositanti. Ma invece di selezionare buoni impieghi, le banche si sono messe a giocare alla roulette, scommettendo sull'aumento dei prezzi delle azioni e delle case, oppure prestando in misura imprudente a privati che scommettevano allo stesso modo senza margini adeguati di capitale. Non può stupire che, appena i prezzi azionari e delle case hanno accennato a flettere, i depositanti si sono spaventati e hanno cercato di ritirare i propri depositi, avviando la crisi bancaria. Le banche sono state obbligate a liquidare gli investimenti in attività patrimoniali, accelerandone la caduta dei prezzi e aggravando ulteriormente la crisi bancaria. L'assunzione di rischi sproporzionati da parte delle banche non è stata la conseguenza dell'innovazione finanziaria - che era solo il modo per nascondere l'esposizione,fingendo di averla trasferita altrove. L'assunzione di rischi sproporzionati è stata resa possibile dalla decisione delle autorità di sorveglianza di liberare le banche dai requisiti di capitale, comeè avvenuto a Wall Street; o di fingere di non vedere che le banche stavano accumulando rischi insostenibili in rapporto al capitale, come è avvenuto in Europa- grazie ai rating compiacenti che cancellavano i rischi, ai credit default swap che fingevano di assicurarli, e ai requisiti di capitale di Basilea, che prendevano per buoni quei rating e quelle assicurazioni. Dunque, se vogliamo evitare che il disastro si ripeta, oltre a non creare troppa moneta e a non garantire i banchieri contro le perdite, dobbiamo irrigidire severamente i requisiti di capitale delle banche, e sorvegliarle strettamente perché non si giochino i denari dei depositanti alla roulette del mercato dei capitali. Tagliare le gambe agli hedge fund o ai fondi di private equity non aiuterebbe, anzi renderebbe i mercati meno liquidi e flessibili. Neanche i centri finanziari off-shore hanno grandi colpe:ma le autorità fiscali di Francia e Germania, e quelle italiane a ruota, hanno pensato che questa sia la buona occasione per ridurre la mobilità dei capitali e la concorrenza fiscale, puntando a creare più spazio per mantenere elevata la spesa pubblica e le tasse. Ottima intenzione: purché tutti sappiano qual è il gioco. t Ora che le Borse risalgono, possiamo sperare che le economie ripartano e tutto ritorni come prima? Ci sono due problemi. Nella pancia del sistema bancario internazionale, anche in Europa, ci sono ancora enormi perdite sommerse. Fintanto che queste perdite non emergeranno e saranno coperte con adeguate iniezioni di capitale, il credito all'economia non potrà ripartire. Più importante, la grande crescita degli anni 90 era drogata dal debito insostenibile delle famiglie, Stati Uniti in testa; mentre la crescita fisiologica dei consumi era depressa dalla stagnazione dei redditi da lavoro dipendente in tutto il mondo avanzato, a causa della concorrenza dei prodotti a basso costo dei paesi emergenti, come ricordava Fitoussi nel suo intervento su questo giornale sabato scorso. Ora non potremo più contare sul sostegno dei debiti, anzi aumenterà la propensione al risparmio. Non è chiaro, perciò, da dove possa venire la domanda aggregata per trainare la crescita nel mondo avanzato. Per questo motivo, molti economisti ritengono che servano grandi programmi d'investimento pubblico, per l'ambiente,le infrastrutture,l'educazione o simili. Obama lo sta già facendo, l'Europa molto meno. u Ultimo aspetto: la crisi ci lascia una seria questione di legittimazione pubblica dell'economia di mercato. Un'economia di mercato si basa sull'accettazione del profitto come equa ricompensa del rischio assunto dal capitalista, motivata dal fatto che la creazione di ricchezza beneficia la società intera. Ma negli ultimi anni abbiamo assistito a profitti sempre più elevati di un numero sempre più ristretto di persone,soprattutto nella finanza,mentre il tenore di vita di larghi strati della popolazione nel mondo avanzato ristagnava o peggiorava. Senza dubbio, tornerà forte la domanda di redistribuzione a favore dei redditi da lavoro; ma solo l'investimento in capitale umano e in nuove tecnologie può garantire più spazio per l'aumento dei redditi da lavoro nei paesi avanzati anche in un ambiente economico flessibile e globalizzato. Come si voleva fare in Europa con l'Agenda di Lisbona: ma poi non lo abbiamo fatto, e abbiamo dovuto comprimere i salari per sopravvivere. Il rischio è che se non lo facciamo, col tempo aumentino le pulsionia chiudere le nostre economie. Se la domanda e l'occupazione non ripartono, se le condizioni di vita della maggioranza della popolazione nei paesi avanzati non riprendono a migliorare, possono ripetersi le dinamiche distruttive di ottant'anni fa: il nazionalismo, il protezionismo, le guerre, commerciali e non solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA SPEREQUAZIONI Giusto remunerare il capitale per i rischi assunti, ma negli anni scorsi abbiamo assistito a profitti sempre più elevati di un numero ristretto di persone RICORSI STORICI Se le condizioni di vita della maggioranza della popolazione non migliorano, possono tornare gli incubi del '29: protezionismo, nazionalismo e guerre

Torna all'inizio


Impiegata una parte della garanzia (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 3 autore: IN GERMANIA Impiegata una parte della garanzia Le banche tedesche sono lontane dall'aver esaurito la garanzia di liquidità pubblica assicurata dal Governo attraverso il fondo di stabilizzazione dei mercati finanziari Soffin. Lo riferisce il quotidiano economico-finanziario tedesco Handelsblatt, anticipando un servizio che sarà pubblicato oggi. La Soffin ha messo a disposizione delle banche fino a 400 miliardi di garanzie. Di questa somma, sono state assegnate finora soltanto 132,9 miliardi, ma solo due terzi sono stati utilizzati dalle banche, afferma il giornale, citando ambienti finanziari.

Torna all'inizio


Senza interessi privati il mondo resta fermo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 2 autore: Nuove regole Senza interessi privati il mondo resta fermo di Franco Debenedetti C i sono interessi all'origine di questa crisi finanziaria, di attori privati e di attori pubblici. Ci sono interessi nei rimedi che i governi stanno adottando per scongiurarne il ripetersi. Gli interessi possono contrapporsi o allearsi; ogni causa è essa stessa l'effetto diun'altra causa a monte;cause ed effetti possono scambiarsi i ruoli. è una meccanica complessa. Tuttavia un'analisi critica del gioco degli interessi è un utile esercizio per comprendere fatti, cause e rimedi. Bonus. Allo scoppio della crisi la causa prima è stata additata nell'interesse dei top manager per i loro bonus milionari. Se le banche hanno assunto alla leggera rischi eccessivi, se hanno adottato strategie che hanno provocato la crisi così si argomenta- è perché i bonus hanno suscitano l'interesse a perseguirle. I bonus sono una soluzione al problema di agenzia, sono pensati per allineare gli interessi di manager e azionisti. Così è stato. Bisogna quindi spiegare com'è potuto avvenire che tutti, manager e azionisti, fossero allineati nel pensare di poter violare la relazione per cui maggiore utile è associato a maggiore rischio, e ciò non solo una volta, ma per un periodo indefinitamente lungo. Bisogna spiegare le condizioni per cui queste aspettative di profitto apparissero non irrazionali. Chi le ha prodotte, e mosso da quale interesse? Deregulation. Nel 1997-98 il Gramm Leach Bliley Act revoca la netta separazione giuridica fra banche commerciali e banche d'investimento, e il divieto a uno stesso soggetto di svolgere entrambe le attività. Per alcuni, questa è la prova della subordinazione dell'amministrazione di Clinton-Rubin all'interesse di Wall Street. Si può però sostenere esattamente il contrario, e additare l'interesse di chi, prima di loro, aveva mantenuto così a lungo una separazione disfunzionale allo sviluppo dell'industria finanziaria, consentendo alle banche d'investimento di crescere, mantenendosi separate dalle banche ordinarie e di focalizzarsi sulla creazione e vendita di prodotti cartolarizzati. Rating. Con la deregulation diventa necessario disporre di valutazioni dei prodotti finanziari, basate su dati raccolti sistematicamente e valutati con metodologie standard. Se le agenzie di rating devono fornire al mercato questa sorta di bene pubblico, l'amministrazione si sente in dovere d'isolarle dalla pressione concorrenziale costituendole in oligopolio, e di garantirne la libertà, schermandole da azioni legali in caso d'errori, e perciò estendendo alle loro valutazioni il privilegio del Primo Emendamento, che tutela la libertà di espressione. è colpa delle amministrazioni non aver previsto i conflitti d'interesse che sarebbero nati quando le "tre sorelle" hanno preso a fornire retribuite consulenze agli emittenti perché i prodotti potessero avere il rating necessario per essere acquistati da investitori istituzionali? Politica,comitato d'affari della borghesia: nella crisi riecheggia l'antica accusa. In effetti, dall'allineamento degli interessi di manager e azionisti, alla deregulation, alle società di rating, tutto conduce agli interventi dell'autorità politica. Ma la direzione del rapporto causale non è evidente, e può cambiare nel tempo: chi ha la lungimiranza di prevedere che una legge fatta per manifestare la riconoscenza del paese ai veterani di guerra, consentendo loro di comprarsi una casa a condizioni di favore, può, anni dopo, consentire alle banche di arricchirsi cartolarizzandone i mutui? La classe politica ha anch'essa una propria agenda: al primo posto c'è l'interesse a conquistare e mantenere il potere. è evidente l'interesse a questa "bolla ideologica" che produceva un'inaudita crescita del Pil e del gettito fiscale, trainata dal credito. Quanto questo interesse ha influenzato la regolazione? "Lezione" è rendersi conto degli interessi alla base di molti dei rimedi proposti. La crisi è la grande occasione con cui i governi - quelli europei in prima fila cercano di riprendersi spazio. Con il pretesto di mettere regole al mercato, si arrogano maggiori poteri nell'allocazione delle risorse, dilatano l'area dell'economia intermediata dallo Stato. Con il pretesto di promuovere una maggiore eguaglianza, invece di aumentare quantità e varietà delle opportunità, riducono gli incentivi del mercato a produrlee le possibilità per i cittadini di coglierle. La persecuzione contro gli hedge fund, che non hanno provocato rischi sistemici, e che non sono costati soldi agli Stati, serve gli interessi delle banche che così mettono le briglie ad aggressivi concorrenti. La lotta ai paradisi fiscali serve gli interessi delle finanze dei paesi indebitati, che così eliminano la concorrenza di sistemi tributari meno oppressivi. Ogni intervento per imporre l'"ordine" del regolatore all'"anarchia" del mercato favorisce alcuni interessi a danno di altri, pone le condizioni per la sua cattura. Inesorabilmente, gli atti di governo sono soggetti alla nemesi delle conseguenze inintenzionali. La regolazione non riuscirà mai ad es-sere proattiva, il legislatore sarà sempre scavalcato da chi cerca di arbitrare tra varie regolamentazioni. Incomincerà un'altra corsa a trovare, nella legislazione, modi per ridurre il costo delle regole. Gli interessi creeranno le occasioni della prossima crescita: e metteranno le basi per la prossima crisi. www.francodebenedetti.it © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CIRCOLO VIRTUOSO (E VIZIOSO) La regolazione sarà sempre scavalcata da chi cercherà di ridurre il costo delle norme: per creare le occasioni della crescita e della crisi

Torna all'inizio


ROMA Il peggio è passato, sul fronte della crescita economica siamo vicini al punto ... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 12 Maggio 2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Il peggio è passato, sul fronte della crescita economica «siamo vicini al punto di inversione del ciclo», e dai mercati finanziari arrivano segnali incoraggianti, «sembrano tornati alla situazione precedente al fallimento di Lehman Brothers». Parola di Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, e confermate dal fatto che i governatori delle banche centrali dei paesi forti e di quelli di nuova industrializzazione cominciano a porsi ora un problema diverso: come ritirare il mare di liquidità immesso nel sistema per fronteggiare la crisi, che rischia di far esplodere l'inflazione nella fase di ripresa economica. Trichet ha guidato il Global Economy Meeting che si è riunito ieri nella sede della Bri a Basilea. E ha tenuto una conferenza stampa come portavoce di questo ampio consesso. «La crisi economica globale ha toccato il fondo», ha detto con un ottimismo che da tempo non sentivamo. Certo, «siamo ancora in acque agitate», e «bisogna restare assolutamente vigili», ma è un fatto che «vediamo in alcuni casi già una ripresa, mentre in altri vediamo che continua la flessione del Pil, ma ad un ritmo più lento». Anche Miguel Fernandez Ordonez, governatore della banca di Spagna, ha parlato di «buone notizie che stanno emergendo dal mondo», soprattutto dagli indicatori soft, cioè quelli non quantitativi. Si riferisce agli indici di fiducia dei consumatori, a quelli sulle aspettative delle piccole e media imprese, che indicano un cambiamento di clima, quanto mai importante per rilanciare la domanda interna dei vari paesi e rimettere in moto la macchina produttiva mondiale. Secondo Ordonez «ci sono segnali che il peggio abbia avuto luogo nel primo trimestre». Per ora il cambiamento si vede soprattutto nei mercati finanziari e monetari, «in sostanziale miglioramento rispetto a metà settembre del 2008», ha detto Trichet. Il fallimento del colosso bancario Usa Lehman Brother, nell'autunno scorso, ha creato il panico, e in un colpo ha trasformato in vera e propria crisi quelle turbolenze che i mercati vivevano dall'estate del 2007. Il timore di altri fallimenti hanno paralizzato i circuiti di finanziamento tra banche. Le banche centrali sono subito intervenute immettendo liquidità sui mercati in quantità e con modalità senza precedenti. Le aste per quantitativi illimitati a tassi bassissimi hanno consentito alle banche di far fronte alle loro necessità di finanziamento, in modo che non facessero mancare a imprese e famiglie le risorse necessarie. Con l'ultimo taglio dei tassi del 7 maggio la Bce rifinanzia "a manetta" il sistema creditizio al tasso dell'1%. Ma ora che la situazione si sta normalizzando bisogna preparare «una exit strategy per uscire dall'eccesso di liquidità immesso nel sistema dai governi e dalle autorità monetarie per contrastare la crisi», ha detto Trichet. Questa necessità, è stata condivisa da tutti i banchieri centrali. La messa a punto di una exit strategy «è stata al centro delle discussioni di oggi». Perchè troppa abbondanza di moneta, con le economie in ripresa, rischia di far esplodere l'inflazione. Invece «dobbiamo essere certi di poter garantire la stabilità dei prezzi nel medio e nel lungo termine». Insomma, lo scenario è cambiato, si comincia a pensare al dopo.

Torna all'inizio


I governatori delle banche centrali della Bri registrano segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo shock del fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 12 Maggio 2009 Chiudi I governatori delle banche centrali della Bri registrano segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo shock del fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere archiviato

Torna all'inizio


Indici giù, corre Lottomatica (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa Indici giù, corre Lottomatica Bancari Banco Popolare sale ancora (+5,08%), Ubi Banca (-7,14%) maglia nera È iniziata all'insegna del ribasso la settimana a Piazza Affari, con l'S&P-Mib che ha ceduto l'1,51% e il Mibtel l'1,57%. Miglior titolo, nell'ambito dei 40 più capitalizzati, si è confermato il Banco Popolare, il cui prezzo di riferimento ha guadagnato un ulteriore 5,08%. Ottima anche la performance di Telecom Italia, in tensione per l'intera seduta ma con una chiusura a 0,963 euro (+2,45%), dopo le voci (smentite) sulla possibile fusione con la spagnola Telefonica. Bene Lottomatica (+3,62%) grazie al giudizio positivo di Goldman Sachs, che ha ritoccato al rialzo il target-price, da 18,5 a 20 euro. Rimbalzo, inoltre, per Snam Rete Gas (+2,54%), unico segno positivo di un comparto petrolifero complessivamente in calo. Ben più numerosi i valori dell'S&P-Mib che hanno chiuso in rosso. A cominciare da Ubi Banca (-7,14%) che nel corso del fine settimana ha comunicato i dati trimestrali, con utili per 98,6 milioni di euro, in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Negativa anche StMicroelectronics (-5,06%) dopo un report di Ubs che ha tagliato il giudizio sul titolo, da neutral a sell (vendere), con un target-price di 4,4 euro. Ribassi superiori a quattro punti percentuali, inoltre, per Bulgari (-4,28%), Finmeccanica (-4,85%), Impregilo (-4%) e Pirelli (-4,41%). Male anche Fiat (-3,72%) che si sta riposizionando dopo il rally delle ultime settimane. Fuori dall'S& P-Mib, infine, forti progressi nel comparto immobiliare, con Risanamento e Pirelli Real Estate in crescita di oltre il 22%. di Giacomo Ferrari

Torna all'inizio


Vola Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Vola Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri (g.fer.) L'ex amministratore delegato Carlo Puri Negri ha dimezzato la propria partecipazione in Pirelli Real Estate, scendendo a poco più dell'1% del capitale. Le vendite, stando alla comunicazione alla Consob, sono avvenute tra il 4 e l'8 maggio. E ieri, chiuso il «rubinetto », come si dice in gergo borsistico, il titolo ha virato verso l'alto. Sostenute anche da una giornata positiva per l'intero comparto immobiliare, le azioni Pirelli Re hanno chiuso con un prezzo di riferimento di 5,35 euro, il 22,57% in più rispetto a venerdì scorso. Oltre 49,4 milioni i pezzi scambiati nel corso della seduta. Giulio Malfatto ad di Pirelli Re

Torna all'inizio


Trichet vede i primi segni di ripresa (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia data: 12/05/2009 - pag: 30 Oltre la recessione L'indice anticipatore dell'Ocse: dati incoraggianti per Roma, Parigi, Pechino e Londra Trichet vede i primi segni di ripresa In Italia produzione industriale ai minimi dal '91. Entrate fiscali giù del 4,6% ROMA In Italia, la produzione industriale crolla ai livelli del 1991 ma le prospettive, perlomeno quelle della crisi a livello globale, migliorano. L'economia mondiale «è arrivata ad un punto di svolta», ha infatti detto ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet che ha sciolto così le riserve sull'evoluzione della crisi sbilanciandosi sull'ottimismo seppure prudente. La situazione ha spiegato Trichet al termine della riunione del G10 dei governatori delle banche centrali a Basilea, non è però uniforme: alcuni paesi segnalano la diminuzione del ribasso del Pil, altri invece sono già al di là e registrano «un recupero». Sui mercati finanziari, invece, il miglioramento è sostanziale. La situazione sembra essere tornata, ha affermato Trichet, a prima del crac della Lehman. Di segno positivo sono anche le indicazioni che arrivano dall'Ocse. Secondo gli economisti dell'organismo che rappresenta i paesi maggiormente industrializzati, in Italia, Francia, Gran Bretagna e Cina la caduta del Pil si sta fermando anche se i segnali sono ancora deboli. Diversamente non sembra migliorare il tasso di disoccupazione, che a fine marzo ha raggiunto nell'area Ocse il 7,6% e nella zona euro l'8,9%. In Italia però le notizie fornite dall'Istat non sono buone. La produzione industriale, sulla base dell'indice destagionalizzato, ha fatto registrare in marzo una caduta del 23,8% su base annua (18,2% senza contare i giorni effettivamente lavorati), il dato peggiore da gennaio 1991. Anche la variazione mensile è negativa - ed è l'undicesimo calo consecutivo - per il 4,6%. Tra i settori in tendenza negativa spicca quello dell'auto che registra una flessione annua destagionalizzata del 35,1% (il dato grezzo segnala un meno 28%). La produzione industriale dei primi tre mesi del 2009 segnala così una diminuzione del 40,7% rispetto all'ultimo trimestre del 2008. La crisi continua a pesare poi sulle entrate tributarie che nel primo trimestre 2009 hanno registrato un calo del 4,6% rispetto ai primi 3 mesi del 2008 (il calo era del 6,7% nei primi due mesi), pari a 4 miliardi in meno, che però si riducono a 1,5 miliardi, dice il Tesoro, se il confronto viene fatto su dati omogenei. In controtendenza i giochi, in particolare le slot machine, che hanno segnato un aumento degli incassi del 31,7%. Jean-Claude Trichet Stefania Tamburello

Torna all'inizio


Tapie: no all'Opa. Club Med va in altalena (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Parigi Tapie: no all'Opa. Club Med va in altalena (g.fer.) Il finanziere Bernard Tapie continua a puntare sul Club Med, ma non lancerà un'Opa ostile, perché «si rifiuta di intraprendere un'azione conflittuale». Lo ha dichiarato lui stesso in una intervista apparsa ieri sul quotidiano Les Echos, nella quale ha confermato di essersi già incontrato con il numero uno della società Henri Giscard d'Estaing. Contrastata la reazione in Borsa. In apertura di seduta, ieri a Parigi, il titolo è salito fino a quota 11,89 euro. Poi ha perso terreno e, dopo alti e bassi, è terminato a 11,30 euro, l'8,87% in meno rispetto alla quotazione di venerdì scorso. Bernard Tapie punta al Club Med

Torna all'inizio


Chiude la società che combatte l'Aids (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Provincia di Cagliari Pagina 1027 Macchiareddu. Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv Chiude la società che combatte l'Aids Macchiareddu.. Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca a Macchiareddu, cancellati da una crisi internazionale che non ha risparmiato neanche società dalle solide basi finanziarie. Non c'è ancora l'ufficialità, ma conta poco: i diciotto dipendenti della “Idenix Sarl”, multinazionale che combatte alcuni dei virus più pericolosi, dovranno fare velocemente fagotto e liberare scrivanie e armadietti occupati fin dal 1999. Licenziati a causa di una difficile situazione economica che ha tagliato le gambe alla loro società: queste le motivazioni all'origine della chiusura. GLI STUDI Nessuno si aspettava questa conclusione, anche perché la decisione arriva neanche tre mesi dopo un grosso successo internazionale: la Idenix, società biofarmaceutica statunitense, lo scorso febbraio ha testato e venduto a un gruppo mondiale una molecola che si spera efficace contro l'Hiv. Scoperta che potrebbe fruttare - in caso di successo finale - circa 460 milioni di euro e che però evidentemente non è servita a salvare i posti di lavoro in Sardegna, dove due chimici e sedici biologi studiano da anni come debellare il virus dell'Aids e quello dell'Epatite C. LA SOCIETÀ In Francia si trova la sezione chimica dell'azienda, che nell'area industriale di Macchiareddu ha creato invece la sezione di biologia. Il gruppo ha sede negli Stati Uniti, a Boston, dove saranno trasferite le ricerche che fino a qualche settimana fa avevano luogo nell'hinterland cagliaritano. Il gruppo di lavoro (sedici persone su diciotto sono sarde) testava l'efficacia di determinate molecole che, una volta superata quella che viene definita “la fase zero”, intraprendevano un percorso al termine del quale il medicinale finiva sui banchi delle farmacie e veniva utilizzato negli ospedali. LE TRATTATIVE In Francia, dove la legge prevede che i sindacati possano ricorrere contro i licenziamenti collettivi, le consultazioni con i rappresentati dei lavoratori terminano oggi: poi partiranno le trattative coi sindacati italiani. L'azienda ha promesso una buona uscita per tutti i dipendenti, ma ancora non se ne conosce l'entità. Inoltre, per il tipo di contratto sottoscritto (quello riguardante il terziario), non è previsto il ricorso alla mobilità: si può sperare di averla in deroga per concessione dell'assessorato regionale del Lavoro. Un passo fondamentale e necessario: alcuni dipendenti sono sposati e hanno figli a carico. ANDREA MANUNZA

Torna all'inizio


Chiude la società che combatte l'Aids. (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Provincia di Cagliari Pagina 1057 Macchiareddu. Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv Chiude la società che combatte l'Aids Macchiareddu.. Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca nella zona industriale di Macchiareddu, cancellati da una crisi internazionale che non ha risparmiato neanche società dalle solide basi finanziarie. Non c'è ancora l'ufficialità, ma conta poco: i diciotto dipendenti della “Idenix Sarl”, multinazionale che combatte alcuni dei virus più pericolosi, dovranno fare velocemente fagotto e liberare scrivanie e armadietti occupati fin dal 1999. Licenziati a causa di una difficile situazione economica che ha tagliato le gambe alla loro società: queste le motivazioni all'origine della chiusura. GLI STUDI Nessuno si aspettava questa conclusione, anche perché la decisione arriva neanche tre mesi dopo un grosso successo internazionale: la Idenix, società biofarmaceutica statunitense, lo scorso febbraio ha testato e venduto a un gruppo di caratura mondiale una molecola che si spera efficace contro l'Hiv. Scoperta che potrebbe fruttare - in caso di successo finale - circa 460 milioni di euro e che però evidentemente non è servita a salvare i posti di lavoro in Sardegna, dove due chimici e sedici biologi studiano da anni come debellare il virus dell'Aids e quello dell'Epatite C. LA SOCIETÀ In Francia si trova la sezione chimica dell'azienda, che nell'area industriale di Macchiareddu ha creato invece la sezione di biologia. Il gruppo ha sede negli Stati Uniti, a Boston, dove saranno trasferite le ricerche che fino a qualche settimana fa avevano luogo nell'hinterland cagliaritano. Il gruppo di lavoro (sedici persone su diciotto sono sarde) testava l'efficacia di determinate molecole che, una volta superata quella che viene definita “la fase zero”, intraprendevano un percorso al termine del quale il medicinale finiva sui banchi delle farmacie e veniva utilizzato negli ospedali. LE TRATTATIVE In Francia, dove la legge prevede che i sindacati possano ricorrere contro i licenziamenti collettivi, le consultazioni con i rappresentati dei lavoratori terminano oggi: poi partiranno le trattative coi sindacati italiani. L'azienda pare aver promesso una buona uscita per tutti i dipendenti (lo stipendio lordo più basso si aggira sui 1.600 euro), ma ancora non se ne conosce l'entità. Inoltre, per il tipo di contratto sottoscritto (quello riguardante il terziario), non è previsto il ricorso alla mobilità: si può sperare di averla in deroga per concessione dell'assessorato regionale del Lavoro. Un passo fondamentale e necessario: alcuni dipendenti sono sposati e hanno figli a carico. ANDREA MANUNZA

Torna all'inizio


Bill Gates: la crisi? Il capitalismo diventerà più creativo (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia data: 12/05/2009 - pag: 35 L'intervista Il fondatore di Microsoft: l'Italia può fare di più. Colpisce il dinamismo della Fiat su scala mondiale Bill Gates: la crisi? Il capitalismo diventerà più creativo Energia e ambiente test di un nuovo modello di sviluppo ROMA Ha solo qualche ruga in più. Per il resto è il solito Bill Gates, con l'abito a quadretti d'un grigio indefinibile, i mocassini italiani di pelle intrecciata, negli occhi la stessa curiosità di quand'era ragazzino. Ma dai vecchi tempi di Microsoft molto è cambiato. Un anno fa, poco prima di lasciare tutti gli incarichi operativi nel gruppo per dedicarsi a tempo pieno all'organizzazione filantropica che porta il suo nome e quello della moglie Melinda, ha sorpreso la platea di banchieri e imprenditori del World Economic Forum di Davos parlando della necessità di una riforma profonda del capitalismo globalizzato, in modo che i benefici ricevuti dai due terzi della popolazione mondiale vengano estesi anche all'ultimo terzo, a quei 2 miliardi di persone finora escluse. «Capitalismo creativo», lo ha chiamato. E all'inizio del 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale, ha ribadito quel messaggio in una lettera aperta pubblicata dalla Gates Foundation. «La prima epistola di San Bill», ci ha scherzato sopra l'Economist. Mister Gates, crede che qualcosa sia cambiato da quando ha lanciato il suo 'manifesto politico'? «Assolutamente sì. Molte grandi aziende multinazionali stanno lavorando oggi con la fondazione Gates su progetti specifici in Paesi meno sviluppati, mettendoci denaro, competenze, prodotti. Parlo di imprese alimentari come Nestlé o Unilever, che stanno sviluppando nuovi prodotti basati su materie prime locali e metodi innovativi di distribuirli. Ma parlo anche di imprese di telecomunicazioni mobili, di chimica, farmaceutica, biotecnologie, il cui contributo è decisivo per le popolazioni di aree dove sono estremamente diffuse malattie recenti come l'Aids o antiche come malaria, poliomelite, dissenteria». E i governi? Dove sono finite le promesse dei leader del G8 e G20? «Per certi aspetti i programmi economici di aiuto allo sviluppo stanno portando a notevoli risultati, come nel caso della lotta alle malattie o nell'aumento della produzione agricola. Ci sono governi di paesi come Germania e Gran Bretagna che hanno sensibilmente aumentato il loro impegno verso il mondo più povero. Ci sono poi nazioni che hanno una lunga tradizione di grande generosità, dalla Norvegia alla Svezia. dall'Olanda alla Danimarca. Ma ci sono purtroppo anche paesi da biasimare. Mi dispiace dire che il comportamento dell'Italia è molto deludente». Si riferisce alla Finanziaria che indica una riduzione degli aiuti allo sviluppo ad appena lo 0,1% del prodotto interno lordo? «Si tratta di un taglio della metà rispetto al livello precedente, che già era esiguo. Spero che qualcosa cambi». In questi giorni ha incontrato il ministro Giulio Tremonti: gliene ha parlato? «Mi rendo conto delle difficoltà di bilancio dovute alla crisi mondiale. E so che il ministro Tremonti è molto sensibile ai problemi delle aree del mondo meno sviluppate. Ha già dimostrato il suo impegno, per esempio, nei progetti per i vaccini anti malaria. Gli ho detto che non è giusto tagliare i fondi. Spero ci ripensi». Qualche settimana fa lei ha dichiarato che gli effetti dell'attuale crisi si faranno sentire ancora per anni. Ma, una volta superata, pensa che tutto tornerà come prima? Stesso modello di capitalismo, stesso livello di consumi, stessi squilibri economici e finanziari? «Questa fase di difficoltà può rappresentare in realtà un'occasione di ripensamento. Per le persone è il loro stile di vita. E per i governi, che dovrebbero orientarsi verso politiche più efficaci e sostenibili, per esempio in tema energetico». Le tecnologie avranno sempre un ruolo trainante? «Lo hanno sempre avuto. Da qui in avanti, basta pensare per esempio che cosa potrà rappresentare Internet per l'educazione scolastica. O a che cosa ci potremo permettere quando, fra una decina d'anni, saranno i robot a svolgere i nostri lavori di casa». Negli Usa, ma anche in Europa, si discute sul ruolo e sui compensi di top manager che in certi casi hanno portato le aziende al disastro. «C'è senza dubbio bisogno di modifiche nella governance delle imprese. Questo vale soprattutto per gli Stati Uniti, meno per l'Europa. Le remunerazioni dovrebbero essere legate più a risultati di lungo corso che non a performance a breve». Solo pochi mesi fa nessuno avrebbe immaginato che l'italiana Fiat potesse lanciare operazioni come quelle con Chrysler in America e Opel. Questa crisi cambierà l'intera mappa dell' industria mondiale? «Non sono certo un analista del settore, ma il dinamismo mostrato da Fiat su scala mondiale mi ha davvero impressionato. Ma altri elementi porteranno ancora maggiori cambiamenti, anche se ci vorrà più tempo. Penso a motori a minor consumo energetico, a tecnologie per auto a impatto ambientale zero». Il suo amico Warren Buffett ha osservato che la filantropia è «un gioco molto più difficile che non fare soldi con un'azienda». «Warren è un tale genio che non mi permetterei mai di essere in disaccordo con lui. La differenza è che quando gestisci un'azienda capisci subito cosa stai facendo di giusto o sbagliato dalla risposta dei consumatori. Il lavoro in una fondazione produce invece risultati in tempi più lunghi. Ed è difficile capire prima di allora se si sta andando nella giusta direzione». Lotta alla povertà e alle malattie nel mondo meno sviluppato, miglioramento dell'istruzione scolastica di base negli Usa: quest'anno la Gates Foundation investirà 3,6 miliardi di dollari, con progetti sempre più ambiziosi. Troppo? «Lavoriamo in una serie di Paesi con malattie molto diffuse fra la popolazione. Altri in cui diamo incentivi in campo educativo. Qualche programma ha funzionato bene, altri meno. Il punto è capire perché e correggere il tiro per evitare sprechi». Mister Gates, lei si è posto l'obiettivo di sradicare la poliomielite nel mondo, di dimezzare le morti per malaria entro il 2015, di dimezzare complessivamente entro il 2020 il numero di bambini che muoiono per le malattie più diffuse nei Paesi poveri, portandoli a non più di 5 milioni l'anno. Mete raggiungibili? «Per la polio, siamo sulla buona strada per eliminarla. Certo, ci sono Paesi come India, Nigeria, Pakistan, Afghanistan dove la sfida è particolarmente difficile. Ma, con la collaborazione fra governi e la Fondazione, resto fiducioso». Hi tech e sviluppo Il fondatore di Microsoft Bill Gates e la moglie Melinda. La fondazione filantropica che porta il loro nome investirà quest'anno 3,6 miliardi di dollari (Foto AP/Rick Rycroft) Giancarlo Radice

Torna all'inizio


Banche poco elastiche con il credito (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Le associazioni di categoria: la richiesta di sempre maggiori garanzie penalizza in questo periodo l'80% delle ditte «Banche poco elastiche con il credito» Molte le difficoltà delle piccole aziende nel reperire finanziamenti Dopo il tracollo finanziario, l'accesso al credito già difficile per le piccole realtà imprenditoriali e cooperative, è diventato ancor più insormontabile. Da un lato ci sono le banche, che erogano finanziamenti solo in presenza di forti garanzie, dall'altro gli imprenditori che si trovano di fronte ad un muro. «Le banche - commenta Vincenzo Sette direttore Confcooperative Ferrara - applicano in modo scrupoloso l'accordo di Basilea 2 e richiedono garanzie su garanzie». «Per le cooperative - prosegue Sette - l'accesso al credito è difficilissimo, perchè si tratta di realtà a scarsa capitalizzazione. Il problema si è acuito con la crisi dei mercati finanziari, oggi più le banche richiedono garanzie e più diventa importante il ruolo dei consorzi fidi». L'aiuto che gli imprenditori si aspettano ancora latita. «Le banche - dice Borsetti presidente Ascom Ferrara - dopo la crisi finanziaria, hanno stretto molto i cordoni. Le domande di accesso al credito continuano ad aumentare e noi abbiamo elevato la garanzia attraverso il nostro Consorzio di garanzia aumentando così la credibilità nei confronti delle banche. Controlliamo le pratiche una ad una prima di presentarle all'istituto di credito e le seguiamo dall'inizio alla fine del processo. Il dato positivo è che rispetto ad inizio anno, grazie a un accordo che abbiamo sottoscritto con le banche locali, si sono ridotti i tempi di risposta che vanno oggi dai venti ai 25 giorni». Se i Confidi non avessero aumentato le garanzie, le piccole imprese non riuscirebbero più ad accedere in alcun modo al credito. «Basti pensare - prosegue Alessandro Osti, Confesercenti - che se fino a non molto tempo fa la garanzia fideiussoria richiesta ai confidi era pari al 20, 30%, oggi è salita al 50%. Se non ci fossero i Confidi, le aziende non contrarrebbero più finanziamenti, fidi, mutui. I tempi si sono allungati, dopo la crisi dei mercati finanziari; ora le banche vagliano molto più attentamente le pratiche. Noi cerchiamo di lavorare su accordi per contenere i costi, perchè nonostante i tassi di interesse siano contenuti, gli spread sono davvero molto elevati». Le domande di accesso al credito continuano ad aumentare, segno che le aziende si trovano in grande difficoltà. «Sulla base dei dati in nostro possesso - commenta Corradino Merli direttore Cna Ferrara - il 70 per cento delle domande mira a soddisfare esigenze di liquidità delle aziende, solo il 30 per cento quelle relative agli investimenti. Le imprese artigiane chiedono una riduzione dei costi e dei tempi di decisione. Le aziende artigiane vorrebbero essere accompagnate nella crescita, con il supporto delle banche ed anche se il peggio sembra passato, segnali concreti di ripresa ancora non se ne vedono». E come la vedono le banche? «Siamo la banca del territorio - conclude Alfredo Santini presidente della Cassa di Risparmio di Ferrara - e la nostra missione, è aiutare le aziende che si trovano in difficoltà. Ovviamente si deve trattare di aziende sane, gestite da persone serie. Da quando la crisi si è riversata sulle imprese, i nostri dirigenti non mancano ad una riunione delle associazioni, perchè il nostro obiettivo è dare una mano a tutti». Silvia Siano

Torna all'inizio


Nissan, perdita netta esercizio 2008 pari a 233,71 mld di yen (sezione: crisi)

( da "Finanza.com" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Nissan, perdita netta esercizio 2008 pari a 233,71 mld di yen (12 Maggio 2009 - 09:05) MILANO (Finanza.com) - La crisi economica globale si fa sentire sui conti di Nissan Motor. Il terzo maggiore costruttore di auto in Giappone ha archiviato l'esercizio 2008 con una perdita netta di 233,71 miliardi di yen. I vertici di Nissan stimano per l'esercizio fiscale 2009 una perdita di circa 170 miliardi di yen. “La recessione economica globale e la crisi finanziaria continuano, ma stiamo iniziando a vedere i primi segnali di miglioramento nell'accesso al credito, nell'impatto del pacchetto stimoli del Governo e nel graduale ritorno della fiducia dei consumatori”, osserva Carlos Ghosn, presidente e ceo di Nissan. “Rimaniamo tuttavia cauti sullo scenario economico e concentrati sulla ripresa della compagnia”. (Daniela La Cava - Riproduzione riservata)

Torna all'inizio


Costo del denaro, rincari record (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Campania pubblica amministrazione Costo del denaro, rincari record Banca d'Italia: Prestiti, in Campania i tassi più elevati fino a 5 milioni € Costo del denaro: rincari record in Campania. Lo si legge nell'ultimo Bollettino statistico della Banca d'Italia, che contiene i dati a tutto dicembre 2008, all'apice della crisi finanziaria internazionale. E' oltre un anno, secondo Via Nazionale, che i tassi di interesse pagati in regione da imprese e famiglie aumentano. In particolare, i tassi applicati dalle banche per i prestiti da zero fino a 5 milioni di euro, fido accordato di solito alle Pmi, restano i più cari a livello nazionale. sergio governale I tassi di interesse pagati in Campania sono più cari di circa due punti percentuali rispetto alla media nazionale. Lo si legge nell'ultimo Bollettino statistico della Banca d'Italia relativo ai dati di fine 2008, all'apice della crisi finanziaria internazionale. Il costo del denaro, che registra un aumento costante nel corso dei quattro trimestri dell'anno scorso, è il più elevato per tutte le classi di fido fino a 5 milioni di euro, quelle di solito accordate alle Pmi. Vediamo qualche esempio. Nella fascia di prestiti da 125mila a 250mila euro in regione si paga un tasso del 13,79 per cento, contro una media nazionale dell'11,61 per cento. In Campania nella stessa classe di fido si pagano 5,5 punti percentuali in più rispetto al Trentino Alto Adige, dove il denaro costa l'8,3 per cento. Il Trentino è la regione più virtuosa d'Italia. In Calabria, seconda regione più cara a livello domestico, lo stesso tasso d'interesse è al 13,15 per cento. A fine 2008 la crescita degli impieghi in Campania subisce una battuta d'arresto, come anticipato nei giorni scorsi dal Denaro. Lo stock è di poco superiore a quello di fine 2007, pari a 31,2 miliardi di euro. del 12-05-2009 num.

Torna all'inizio


trichet vede la svolta: "toccato il fondo" - elena polidori (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 12 - Economia Per il presidente Bce "il peggio è alle spalle". Anche per l´Ocse in Italia e Francia indicatori al rialzo: "Il calo si è arrestato" Trichet vede la svolta: "Toccato il fondo" Oggi il "manifesto" di Tremonti sulla trasparenza dei mercati La caduta del Pil è in frenata, sostiene l´Eurotower, ma l´incertezza rimane ancora alta A definire il "legal standard" hanno partecipato giuristi e economisti italiani e stranieri ELENA POLIDORI ROMA - La recessione si allenta; tenui segnali in rosa compaiono all´orizzonte della crisi. Il primo arriva da Jean Claude Trichet, presidente della Bce secondo cui «ci avviciniamo ad un punto di svolta» perché si sta osservando «una frenata della caduta del Pil». Pur rimanendo ancora «molta incertezza», il banchiere assicura che la crisi «ha toccato il fondo» ed è ormai in procinto di «girare l´angolo». Il secondo, più tecnico, viene dall´Ocse: in alcuni paesi e in modo particolare in Italia, Francia, Gran Bretagna, stanno emergendo «segnali di una pausa nel rallentamento dell´economia». Sono «deboli», ma ci sono e il «superindice» di marzo lo conferma. Ecco, è in questo contesto che il ministro dell´economia, Giulio Tremonti, proporrà oggi in vista del prossimo G8 dell´Aquila, l´istituzione di un «legal standard» o «global standard». Ovvero di un set di misure condivise non solo economiche ma anche etico-giuridiche per rendere i mercati finanziari più trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti - e non da oggi - è convinto che «tempi straordinari richiedono misure straordinarie» e che nel mondo c´è «un deficit» di principi e di etica che va colmato. Vorrebbe cominciare a porre mano ad un nuovo ordine mondiale che consenta di non ripetere gli errori commessi finora. «E´ doveroso», sostiene. Dall´incontro a porte chiuse con esperti italiani e stranieri, che è iniziato ieri con una cena al Tesoro e proseguirà oggi a Villa Madama, si dovrebbero capire meglio i contorni di questa iniziativa, simile nelle sue grandi linee ad una proposta tedesca («Global financial charter», secondo la formula cugina del Cancelliere Angela Merkel), studiata insieme all´Ocse e già abbozzata nel G8 finanziario dello scorso febbraio, a Roma. Dovrebbe anche chiarirsi se e chi vigilerà sul rispetto di questa specie di costituzione sovranazionale che riguarda la finanza ma ha anche a che fare, secondo indiscrezioni, con la proprietà, l´integrità, la trasparenza delle attività economico-finanziarie e, non ultimo, con i comportamenti degli intermediari. Al dunque si tratta di scrivere quella che il ministro chiama una «carta» o un «manifesto» del diritto futuro, su cui lavora da settimane insieme ad un gruppo di «saggi». Tra questi, presenti a Villa Madama, Enrico Letta, Guido Rossi, Gustavo Visentini, Giulio Napolitano, il Nobel Muskin, il consigliere economico di Obama, Gary Hart. Nei mesi scorsi si è discusso se affidare i controlli sul global standard ad una nuova Autorithy, sul modello del Wto, allo stesso Ocse, alla Bce o anche al Financial Stability Board guidato dal governatore Mario Draghi. Angel Gurria, responsabile dell´Ocse, pure presente al meeting, è convinto che alcune linee-guida già vi sono - per esempio sulla condotta delle multinazionali, contro la corruzione o il riciclaggio - ma bisogna mettere in fila questi strumenti, garantire un sostegno politico davanti all´opinione pubblica e lavorare su un meccanismo rafforzato di monitoraggio. Sarà lui a mediare e a fare la sintesi tra le diverse idee: è previsto un «paper», tanto più atteso ora che arrivano i primi segnali in rosa sulla crisi, da Trichet e dal superindice Ocse sceso a marzo dello 0,1% per l´intera area, ma cresciuto dello 0,2 per Eurolandia. Per l´Italia, l´indicatore è passato da 96,6 di febbraio a 97,4. In Francia da 96,8 a 97,9 e in Gran Bretagna da 96,3 a 96,6.

Torna all'inizio


la malattia dell'europa - (segue dalla prima pagina) (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 31 - Commenti LA MALATTIA DELL´EUROPA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Dalle risposte europee alla crisi dipende l´entità della riduzione nel reddito medio degli italiani (mille euro a testa in meno, prendendo per buone le ultime previsioni del governo), quanti posti di lavoro verranno distrutti nei prossimi mesi, la solidità delle nostre banche e di molte nostre imprese. Paradossalmente una crisi nata oltre atlantico oggi sta investendo con maggiore intensità il nostro Continente che l´economia statunitense. La produzione industriale è sin qui calata di un terzo in più in Europa che negli Stati Uniti e le previsioni per il prodotto interno lordo (pil) dell´area dell´Euro per il 2009 convergono nell´indicare un calo superiore al 4 per cento mentre il pil degli Stati Uniti dovrebbe scendere meno del 3 per cento. La disoccupazione europea è in forte crescita in tutti i paesi in cui ci si dispone di dati aggiornati (purtroppo in Italia dovremo aspettare un altro mese e mezzo prima di sapere com´è andato il mercato del lavoro all´inizio del 2009!). E´ addirittura raddoppiata (passando dal 9 al 17 per cento della forza lavoro, con punte del 35% per i giovani) nei paesi, come la Spagna, dove c´è un forte dualismo fra contratti a tempo indeterminato e contratti flessibili. Niente di comparabile sta avvenendo oltre atlantico. Le banche europee sono state in questi mesi ritenute dai mercati a maggiore rischio di insolvenza di quelle degli Stati Uniti, almeno a giudicare dal divario fra i tassi di interesse dei titoli di stato e quelli delle obbligazioni bancarie, nettamente più alto nell´area Euro che negli Stati Uniti. Le stime del Fondo Monetario Internazionale ci dicono anche che le banche europee, soprattutto quelle tedesche, sono destinate a subire perdite più rilevanti di quelle statunitensi e, quel che è peggio, hanno appena iniziato a riconoscere le loro perdite, mentre oltre atlantico sarebbero già a metà del guado. La ragione per cui l´Europa sta subendo in modo così drammatico una crisi importata, la ragione per cui sta facendo addirittura peggio che nell´epicentro, che negli Stati Uniti, è che non è riuscita a dare risposte a una scala adeguata. Una crisi globale richiedeva un coordinamento a livello europeo, mentre si è reagito in ordine sparso, ciascuno per conto proprio. I pacchetti di stimolo fiscale dell´Europa sono la metà di quelli degli Stati Uniti, non solo per il contributo zero del nostro paese, ma anche perché il mancato coordinamento tra i membri dell´Unione non ha spinto chi poteva dare di più, come la Germania, a dare effettivamente di più. Le banche europee sono ritenute maggiormente a rischio perché, in caso di crisi di insolvenza, in molti casi per orchestrare un salvataggio non basterebbero le risorse dei singoli paesi e non c´è a tutt´oggi un organismo a livello europeo in grado di fronteggiare una crisi bancaria transnazionale. Sono ritenute a rischio anche perché l´Europa non ha saputo reagire alla crisi che veniva dall´Est, da paesi come l´Ungheria e la Lettonia, definendo per tempo un percorso di ingresso dei nuovi paesi nell´area dell´Euro. Il fatto che la crisi europea sia dovuta a un difetto di integrazione lo si vede proprio dal grande successo dell´Euro nell´ultimo anno. Non solo i nuovi Stati Membri, ma anche paesi come la Danimarca, la Svezia e lo stesso Regno Unito pensano seriamente ad entrare nell´Euro, percepito come uno scudo di fronte alla crisi dai cittadini europei, in passato così poco teneri nei confronti della moneta unica. E l´attenzione con cui oggi i cinesi guardano alla valuta con cui compriamo il pane tutti i giorni dimostra che l´Euro può addirittura ambire a soppiantare il dollaro come valuta del mondo dopo la crisi. Come ricordava recentemente Pietro Garibaldi sulla Stampa basterebbe che i cinesi cominciassero a sostituire dollari con euro nelle loro massicce riserve in valuta estera. Ammontano a più del 40 per cento del reddito di tutti i cinesi! Per tutti questi motivi non possiamo più permetterci di dare un assegno in bianco, un lauto stipendio nell´attesa di un nuovo incarico in Italia, a coloro che eleggeremo fra un mese al Parlamento europeo. Vogliamo ora sapere cosa faranno col nostro voto. Bene che tutti i partiti si pronuncino riguardo al futuro Presidente della Commissione Europea: sono favorevoli o contrari a riconfermare Barroso, che ha grandi colpe nei ritardi con cui l´Europa ha reagito alla crisi? Bene anche che i singoli candidati (alle europee possiamo ancora sceglierli!) dicano ora se vogliono più o meno Europa nell´affrontare le sfide globali che ci stanno di fronte, dalla crisi finanziaria all´immigrazione. C´è un semplice modo per capire da che parte stanno. Ci dicano se sono favorevoli o contrari a contrastare, con l´aiuto dell´Europa, l´immigrazione clandestina e a concedere la cittadinanza italiana a chi nasce e vive in Italia anziché offrirla solo a chi ha avuto nonni italiani e magari non ha mai messo piede nel nostro paese. Serve a capire in quale identità si riconoscono: italiani che partecipano alla costruzione europea o italiani che si riconoscono solo nel loro legame di sangue con le generazioni che li hanno preceduti. è una scelta fondamentale per chi ambisce a rappresentarci nel parlamento più multietnico del mondo.

Torna all'inizio


Quando la religione viene sfigurata (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

"La religione viene sfigurata quando viene costretta a servire l'ignoranza e il pregiudizio, il disprezzo, la violenza e l'abuso. Qui non vediamo soltanto la perversione della religione, ma anche la corruzione della libertà umana, il restringersi e l'onnubilarsi della mente". Lo ha detto stamattina il Papa prima di benedire la prima pietra al sito dell'Università cattolica del patriarcato latino di Amman. Scritto in Varie Commenti ( 57 ) » (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 Parto per la Terra Santa con il Papa Cari amici, tra qualche ora parto con Benedetto XVI per la Terra Santa. E' un viaggio importante, delicato, affascinante. Il Papa esprimerà la sua vicinanza ai cristiani che vivono notevoli difficoltà, parlerà di pace e di riconciliazione. Il Giornale seguirà il viaggio con vari reportage, e una speciale sezione è già attiva anche sul sito della nostra testata. Cercherò di aggiornarvi anche via Internet, nella sezione online, oltre che dalle pagine del quotidiano. Scritto in Varie Commenti ( 44 ) » (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 Ranjith, la nomina può attendere La malattia, già ben superata, del cardinale Canizares, Prefetto della Congregazione del Culto divino, ha fatto rimandare la pubblicazione della nomina ad arcivescovo di Colombo - da tempo già decisa - del Segretario della stessa Congregazione, l'arcivescovo cingalese Malcom Ranjith Patabendige Don. C'è chi parla di giorni o settimane, chi addirittura di qualche mese. Di certo sulla nomina del nuovo Segretario è in atto un braccio di ferro, dato il ruolo chiave che quel dicastero ha nel portare avanti la riconciliazione sul "campo di battaglia" della liturgia e nel cercare di attuare quella "riforma della riforma" auspicata ormai diversi anni fa dall'allora cardinale Joseph Ratzinger. Canizares, l'ex arcivescovo di Toledo soprannominato "il piccolo Ratzinger", vorrebbe che Ranjith rimanesse ancora a Roma. E nel caso probabile che non riesca a trattenerlo, vorrebbe come numero due un collaboratore che prosegua sulla stessa linea. L'unica certezza è che sarà un anglofono. Ma al momento è inutile fare nomi (che pure ci sono), perché la situazione è in continua evoluzione. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) » (4 votes, average: 4 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04May 09 "Angeli e demoni", il Vaticano non vuol fare pubblicità Il regista di "Angeli e demoni", Ron Howard (indimenticabile Richie Cunningham del telefilm "Happy Days"), ci ha tentato per settimane: voleva un commento del Vaticano al suo nuovo film. Cercava una dichiarazione contraria, un bell'attacco mediatico. Insomma qualcosa che gli permettesse di replicare il successo ottenuto tre anni fa con il "Codice Da Vinci". Ma questa volta - almeno per il momento, l'esperienza insegna che non bisogna mai dire mai - il Vaticano sembra più attento e più accorto a non contribuire, suo malgrado, a far da cassa di risonanza al kolossal. Va detto che "Angeli e demoni" non attacca la fede cristiana come il "Codice Da Vinci", e dunque certe reazioni di autorevoli cardinali e prelati del 2006, oggi sarebbero oltremodo fuori luogo. Questo è l'articolo che pubblico sul Giornale di oggi: il direttore dell'"Osservatore Romano", Gian Maria Vian, sceglie l'arma dell'ironia e dice che commenterà il film solo se la produzione garantirà 1000 abbonamenti al quotidiano vaticano per dieci anni, da distribuire ad attori e registi di Hollywood, mentre padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, non commenta e non se ne interessa. Ma rivela che stava per finire tra le comparse del film quando hanno girato alcune scene in via della Conciliazione. Scritto in Varie Commenti ( 75 ) » (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr 09 Liturgia, Ranjith va a Colombo. La salute di Canizares Ormai è deciso e la pubblicazione della nomina potrebbe essere resa nota già nei prossimi giorni: monsignor Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, attuale segretario della Congregazione del culto divino, lascia una seconda volta la Curia romana per tornare oin Sri Lanka. Sarà nominato arcivescovo di Colombo, e non si esclude, per lui, la berretta cardinalizia in un prossimo concistoro. Vescovo ausiliare di Colombo nel 1991, nel novembre 1995 gli venne assegnata la diocesi cingalese di Ratnapura. Sei anni dopo, nell'ottobre 2001, Papa Wojtyla lo nominò segretario aggiunto della Congregazione di Propaganda Fide, guidata dal cardinale Crescenzio Sepe. I due non andarono molto d'accordo, e così, a sorpresa, nell'aprile 2004 Ranjith - che non apparteneva al servizio diplomatico della Santa Sede - fu nominato nunzio apostolico in Indonesia e Timor Est. Il prelato, ben conosciuto dall'allora cardinale Ratzinger, considerò l'allontanamento un'ingiusta punizione. Nessuno si sorprese, dunque, che Benedetto XVI, pochi mesi dopo l'elezione, nel dicembre 2005, lo richiamasse a Roma come segretario del Culto divino. Tutti pensavano che, al momento della pensione per l'allora Prefetto, il cardinale nigeriano Francis Arinze, sarebbe toccato al suo vice di prenderne il posto. Considerato dagli avversari troppo vicino ai tradizionalisti e ai lefebvriani, a causa anche di qualche intervista improvvida dai toni poco misurati, Ranjith ha visto prima sfumare la possibilità della successione ad Arinze (anche se il nome dell'attuale Prefetto, il pororato spagnolo Antonio Canizares Llovera, era tra quelli suggeriti da lui), e ora viene allontanato per la seconda volta dalla Curia romana. La sua presenza in prima linea sulla frontiera asiatica sarà importante, perché lì si gioca una sfida decisiva per la Chiesa. Ma è difficile non considerare la nomina un promoveatur ut amoveatur. Si conferma così quello della liturgia come un ambito delicatissimo, teatro di "battaglie" tra impostazioni diverse. Ed è significativo che Papa Ratzinger abbia deciso di affidare il dialogo con i lefebvriani non alla Congregazione del Culto, ma a quella per la Dottrina della Fede. Dal fine della scorsa settimana, il cardinale Canizares è ricoverato al Policlinico Gemelli per una tromboflebite (ne ha dato notizia il quotidiano spagnolo ABC). Lo stress delle ultime settimane, legato alla designazione del successore di Ranjith, ne ha aggravato le conseguenze. Il porporato, che si sta riprendendo bene, dovrà rimanere in ospedale per due settimane e dunque - se la nomina a Colombo di Ranjith sarà resa nota già sabato - difficilmente sarà contestualmente annunciato anche il suo successore, sul cui nome nei sacri palazzi si è giocata una non facile partita. Sarà, con tutta probabilità, un vescovo anglofono. Si tratta di una nomina delicatissima e ben ponderata: il nuovo segretario avrà infatti un ruolo chiave per poter contribuire a pacificare finalmente il "campo di battaglia" liturgico, attuando al contempo con moderazione, a piccoli passi, ma con determinazione, quella "riforma della riforma" liturgica tanto auspicata da Benedetto XVI: senza inutili nostalgie per il passato né sterili formalismi, guardando al futuro nel solco tracciato dal Concilio Vaticano II e al tempo stesso correggendo con pazienza storture e abusi liturgici. Negli ultimi anni i segretari del Culto si sono avvicendati con una frequenza che non ha precedenti negli altri dicasteri curiali. In molti si augurano che questa volta la scelta sia ben ponderata e l'eletto abbia davanti a sé un tempo sufficiente per ambientarsi e collaborare efficacemente con il Prefetto Canizares e con il Papa. Scritto in Varie Commenti ( 85 ) » (8 votes, average: 3.88 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 26Apr 09 Se il Papa brinda alla coscienza prima che alla sua autorità Esce martedì in libreria il volume Elogio della coscienza. La verità interroga il cuore (Edizioni Cantagalli, pp. 176, euro 13,50), che raccoglie alcuni importanti testi di Joseph Ratzinger. Quello che gli dà il titolo, è una conferenza tenuta dal futuro Pontefice nel 1990 e riguarda il concetto moderno di coscienza in rapporto a ciò che sulla coscienza insegna e crede la Chiesa. Il Papa aveva fatto propria la celebre frase del cardinale John Henry Newman (nell'immagine): «Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo - cosa che non è molto indicato fare - allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa». Spiegandola nel suo significato più profondo e mostrando come il Papa «non può imporre ai fedeli cattolici dei comandamenti, solo perché egli lo vuole o perché lo ritiene utile. Una simile concezione moderna e volontaristica dell'autorità può soltanto deformare l'autentico significato teologico del papato». La «voce della verità», dice Benedetto XVI, non è qualcosa di imposto dal di fuori, «il senso del bene è stato impresso in noi», come dichiara sant'Agostino. «A partire da ciò siamo ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la coscienza e solo dopo per il Papa». Quest'ultimo, infatti, non impone dall'esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende, insegnando e predicando ciò che corrisponde a quella scintilla di Dio che è stata impressa nel cuore umano. Scritto in Varie Commenti ( 112 ) » (10 votes, average: 4.2 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 Summit sull'enciciclica sociale. Esce (forse) a fine giugno La data prevista per l'uscita della nuova enciclica sociale è stata stabilita per fine giugno, ma la decisione non può dirsi ancora definitiva perché Benedetto XVI ha voluto "ristrutturare" il paragrafo dedicato alla crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le economie mondiali. Sabato scorso, a Castelgandolfo, sono arrivati per un mini-summit i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della Cei; Camillo Ruini, suo predecessore; Angelo Scola, patriarca di Venezia; Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna. Sono porporati particolarmente legati a Ratzinger. Bagnasco, come presidente della Cei, è impegnato nell'azione in favore delle famiglie colpite dalla crisi (con un fondo di solidarietà), Ruini è consigliere stimato e ascoltato, Scola si è occupato di etica e impresa, Schoenborn è stato allievo del Papa. Questo è l'articolo che pubblico oggi sul Giornale. Proprio ieri, all'udienza generale, parlando della figura del santo monaco Ambrogio Autperto, Benedetto XVI ha accennato alla crisi, che, ha spiegato, è stata causata dalla "cupidigia". Scritto in Varie Commenti ( 52 ) » (7 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 Il Vaticano contro le dichiarazioni di Ahmadinejad La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato stamane una dichiarazione di padre Federico Lombardi che, riproponendo le parole pronunciate domenica da Benedetto XVI, critica - pur senza nominarlo direttamente - il presidente iraniano, che ieri ha ripetuto a Ginevra le sue affermazioni che negano a Israele la legittimità ad esistere: "La Santa Sede deplora l'utilizzazione di questo forum dell'ONU per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato. Ciò non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile. Si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l'intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene, ecc. in ogni parte del mondo". Com'è noto diversi Paesi occidentali, tra i quali Gli Stati Uniti, la Germania e l'Italia, hanno disertato la conferenza di Ginevra sul razzismo per i contenuti antisemiti del documento preparatorio, che è stato però corretto: i contenuti antisemiti sono stati espunti, e c'è un'esplicita menzione di memoria dell'Olocausto. Ferma restando la libertà dei Paesi che hanno deciso di non partecipare, ho trovato davvero ingenerose le critiche rivolte al Vaticano per aver deciso comunque di essere presente. In particolare quelle del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che ha tentato di creare l'ennesimo motivo del contendere mediatico con il Papa proprio alla vigilia dell'importante viaggio in Terrasanta (Giordania, Israele e Territori sottoposti all'Autorità Palestinese). E' stata fatta troppa confusione: una cosa sono le esternazioni di Ahmadinejad, che nega a Israele il diritto ad esistere, un'altra è la conferenza di Ginevra contro il razzimo e la bozza di documento che, ripetiamo, non contiene nella versione corretta alcuna affermazione antisemita. Certo, le inaccettabili "sparate" del presidente iraniano rischiano di compromettere irrimediabilmente l'esito dei lavori. Ma non è detta l'ultima parola. Aggiungo queste parole di Sergio Romano, pubblicate sul "Corriere" di oggi: "Avremmo dovuto andare a Ginevra per affermare le nostre verità, rintuzzare le faziose parole di Ahmadinejad, separare i faziosi dai ragionevoli (esistono anche quelli), comprendere le ragioni degli altri, lasciare agli atti della Conferenza programmi e concetti a cui avremmo potuto fare riferimento in altri momenti e circostanze. La Santa Sede lo ha fatto e ci ha dato, in questo caso, una lezione di laico buon senso". Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (13 votes, average: 4.31 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 18Apr 09 Il vescovo polacco Zimowski nuovo ministro della salute La Segreteria di Stato ha replicato ieri con una nota alla protesta ufficiale presentata dal governo belga in seguito a una mozione votata dalla Camera dei rappresentanti di Bruxelles, che aveva definito "inaccettabili" le frasi del Pontefice sul preservativo e la lotta all'Aids. Le critiche del Belgio sono state rispedita al mittente. La Segreteria di Stato ricorda che il Pontefice «ha dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte nell'umanizzazione della sessualità e, dall'altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche l'impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed educativa la battaglia contro l'Aids non sarà vinta». Nell'articolo che pubblico oggi sul Giornale, aggiungo che è attesa nelle prossime ore - forse già a mezzogiorno di oggi - la nomina del nuovo ministro della sanità del Vaticano: si tratta del sessantenne arcicescovo di Radom (Polonia), Zygmunt Zimowski, che dal 1983 al 2002 ha lavorato alla Congregazione per la dottrina della fede ed è dunque ben conosciuto da Papa Ratzinger. Con il suo arrivo a Roma i capi dicastero curiali di origine polacca diventeranno tre (oltre a lui, ci sono i cardinali Zenon Grocholewski all'Educazione cattolica, e Stanislaw Rylko al Pontificio consiglio per i laici). Scritto in Varie Commenti ( 33 ) » (13 votes, average: 3.92 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Enciclica sociale, i tempi si allungano (a causa della crisi) Quando sarà pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI? Il progetto iniziale prevedeva che uscisse l'anno scorso, le prime anticipazioni - a partire dal titolo, "Caritas in veritate" - risalgono infatti ai primi mesi del 2008. Doveva essere pubblicata nel quarantesimo anniversario dell'enciclica "Populorum progressio" di Paolo VI (marzo 1968), poi il cardinale Segretario di Stato disse che sarebbe slittata probabilmente a ridosso dell'estate. Poi si parlò di dicembre. A fine anno il testo sembrava pronto, dopo l'ingresso nel gruppo di lavoro del neo-arcivescovo di Monaco di Baviera, monsignor Marx. La crisi finanziaria aveva provocato un ulteriore ritardo, ma nelle prime settimane del 2009 si dava per certo che l'enciclica sarebbe uscita con data 19 marzo - festa di San Giuseppe - e resa nota prima di Pasqua. Si è poi detto che sarebbe slittata a maggio (firmata il 1 maggio). Ora anche l'ipotesi di quella data sembra definitivamente tramontare e nei sacri palazzi è opinione diffusa che l'enciclica sociale possa vedere la luce a ridosso dell'estate, se tutto va bene. Quali sono le cause del ritardo? Fonti autorevoli confermano al Giornale che il problema sarebbe stato rappresentato proprio dalla parte aggiunta al testo, e riferita alla crisi economica mondiale. La stesura fin qui approntata, infatti, non avrebbe incontrato il gradimento del Pontefice che, ovviamente, per passaggi "tecnici" di documenti così importanti, è solito affidarsi agli esperti, ma che non rinuncia poi a intervenire, a chiedere modifiche e aggiustamenti. "Caritas in veritate" risulta dunque essere, fino a questo momento, il testo più travagliato del pontificato di Benedetto XVI, che oggi festeggia l'ottantaduesimo compleanno e si accinge a ricordare il quarto anniversario dell'elezione. Anche oggi il Papa ha festeggiato (poco) e lavorato (molto): l'attenzione sua e dei collaboratori più stretti è tutta rivolta in questo momento al prossimo viaggio in Terrasanta (Giordania, Israele, Territori sottoposti all'Autorità Palestinese). Tra le nomine curiali attese nelle prossime settimane c'è quella del nuovo "ministro della Sanità", in sostituzione del dimissionario cardinale Barragàn; quella del nuovo presidente del Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace, in sostituzione del cardinale Martino - che però resterà al suo posto fino alla pubblicazione dell'enciclica sociale, prima di essere sostituito, sembra, da un prelato africano. Per quanto riguarda la Segreteria di Stato, invece, non ci dovrebbero essere sorprese ai livelli altissimi (voci di una promozione del Sostituto Filoni a un ufficio cardinalizio sembrano prive di fondamento), mentre è più probabile che non tardino molto ad arrivare le promozioni a nunzio dei numeri tre Caccia (assessore) e Parolin (sottosegretario ai rapporti con gli Stati). Concluso il lavoro per l'enciclica, dovrebbe lasciare la Segreteria di Stato anche l'arcivescovo Sardi, che coordina il gruppo di scrittori incaricato di collaborare con il Papa per la stesura dei discorsi e che dovrebbe ricevere un incarico presso l'Ordine di Malta. Scritto in Varie Commenti ( 93 ) » (19 votes, average: 3.58 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Andrea Tornielli, il vaticanista del Giornale, classe 1964, laurea in storia della lingua greca. Sono sposato e ho tre figli. Vivo tra Roma e Milano Tutti gli articoli di Andrea Tornielli su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (351) Ultime discussioni marina: Vero,non tutti gli ebrei del mondo sono sionisti,però sono i sionisti che hanno in mano le redini e il... Franco: quella di Gladiator è un'analisi lucida e argomentata. il resto è ideologismo e malafede Franco: Marina non sarei tanto d'accordo, i sionisti sono nazionalisti (nel contesto sano di nazione)poi si... Marina: http://www.ariannaeditrice.it/ articolo.php?id_articolo=4576 Marina: Nuovo ordine mondiale " ogni cultura deve essere sostituita con la "cultura" sionista, che è fatta... Gli articoli più inviati Il voto "veltroniano" di Maria: lettera blasfema di don Farinella - 13 Emails Messe show, facciamo un catalogo? - 10 Emails Accordo tra S.Sede e lefebvriani, conto alla rovescia - 9 Emails Nasce a Roma la prima parrocchia personale in rito antico - 8 Emails Caso Williamson, Benedetto XVI scrive ai vescovi - 8 Emails Amato ai santi e il gesuita spagnolo Ladaria al Sant'Uffizio - 7 Emails Neocatecumenali, il Papa ha approvato gli statuti - 6 Emails Neocatecumenali, faranno la comunione in piedi - 6 Emails La battaglia finale - 5 Emails Dopo la messa tridentina, in Cattolica cambiano l'altare - 5 Emails Ultime news Berlusconi: "Maroni esegue gli accordi Barconi? Gente reclutata da criminali"Lecce, crollato tetto travolti tre operai: due sono già in salvoIl Papa a Gerusalemme: "I cristiani contribuiscono a creare un clima di pace"Estradato il boia nazista: Demjanjuk a processoBari, presi leader di al Qaeda: Parigi nel mirinoNapoli, violenti scontri fra ambulanti abusivi e la polizia municipaleYoani: "Minà sta in vetrina Noi invece moriamo di fame"Svolta a Teheran: "Usa non ostili" Scarcerata la giornalista americanaIl salario di chi conta: ma come guadagnano poco i Grandi...Il Giro fa finta di andare anche in montagna Blog Amici Dio: pace o dominio Il blog di Accattoli Il blog di Francesco Agnoli il blog di Fratel Ettore Il blog di Giacomo Galeazzi il blog di Jesùs Bastante Il blog di Magister il blog di Marcello Foa Il blog di Marco Tosatti Il blog di Matteo L. Napolitano Il blog di Phil Pullella Il blog di Raffaella il blog di Riccardo Bonacina Il blog di Rodari il blog di Stefano Tramezzani Blogroll Il sito di Radio Maria Siti Utili Avvenire Fides Il sito di Radio Maria Il sito sul cardinale Siri Korazym La Santa Sede Sito web ilGiornale.it Sussidiario.net May 2009 M T W T F S S « Apr 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post May 2009 (4) April 2009 (12) March 2009 (15) February 2009 (13) January 2009 (14) December 2008 (13) November 2008 (13) October 2008 (18) September 2008 (14) August 2008 (8) July 2008 (17) June 2008 (17) May 2008 (19) April 2008 (16) March 2008 (15) February 2008 (15) January 2008 (14) December 2007 (13) November 2007 (18) October 2007 (16) September 2007 (18) August 2007 (19) July 2007 (30) Trackback recenti den Fall Williamson exsultet.net: Papstbrief als Reaktion blogring.org: Blogring per andrea... phalaris: sul Filioque, ma sui dogmi la sostanza cambia ben poco?? Grazie. Corrado: Mi scuso per la .http://blog.ilgiornale. it/tornielli/2008/07/02/roma-e -fraternita-san-pio-x-il-dialo go-va-avanti/Read "How can I tell the difference from phalaris grass that has DMT in it?" at Home & Garden The Daily P.E.E.P.: Antonio Cardinal Cañizares Llovera Abiura: Comment on Thornborn, un Dan Brown cattolico? by Rovere I più votati Violenze e minacce, dobbiamo vigilare - 107 Votes La comunione nella mano, la fine dell'inginocchiatoio - 57 Votes Milano e il motu proprio, la colpa è della stampa - 54 Votes La preoccupazione dei vescovi per il regime di Chavez - 51 Votes In difesa del cardinale Tettamanzi - 48 Votes Se lo storico replica: "Lei non sa chi sono io!" - 48 Votes Il Papa non andrà alla Sapienza - 42 Votes Ancora sugli statuti del Cammino, approvati dalla Chiesa - 40 Votes Il parroco trevigiano trasforma l'oratorio in moschea - 39 Votes Ebrei salvati da Pio XII: Bruno Ascoli, guardia palatina - 39 Votes Recent Posts Quando la religione viene sfigurata Parto per la Terra Santa con il Papa Ranjith, la nomina può attendere "Angeli e demoni", il Vaticano non vuol fare pubblicità Liturgia, Ranjith va a Colombo. La salute di Canizares Se il Papa brinda alla coscienza prima che alla sua autorità Summit sull'enciciclica sociale. Esce (forse) a fine giugno Il Vaticano contro le dichiarazioni di Ahmadinejad Il vescovo polacco Zimowski nuovo ministro della salute Enciclica sociale, i tempi si allungano (a causa della crisi) Pagine About Disclaimer I miei libri Pio XII. Un uomo sul trono di Pietro Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Saras, pesa la riduzione della domanda di petrolio (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Saras, pesa la riduzione della domanda di petrolio L'andamento del prezzo del petrolio ha penalizzato anche i conti di Saras, che nel primo trimestre del 2009 ha evidenziato un calo di tutti i principali aggregati economico finanziari. Ma anche una riduzione dell'indebitamento. Le tags: saras Quotazioni: SARAS Commenta l'articolo Mauro Introzzi martedì, 12 maggio 2009 - 10:10 L’andamento del prezzo del petrolio ha penalizzato anche i conti di Saras, che nel primo trimestre del 2009 ha evidenziato un calo di tutti i principali aggregati economico finanziari. Ma anche una riduzione dell’indebitamento. Il gruppo, secondo quanto evidenziato dagli stessi vertici, è stato penalizzato da un periodo in cui “è proseguita la riduzione della domanda di prodotti petroliferi, iniziata nella seconda metà dello scorso anno, come conseguenza della recessione economica”. Saras ne ha così approfittato per effettuare un ciclo di manutenzione programmata, che ha interessato alcuni impianti “con un inevitabile impatto sui risultati”. Tra i segmenti più penalizzati quello del marketing, che ha registrato una performance deludente a causa della contrazione dei margini e dei volumi di vendita. Bene, invece, la produzione di energia eolica. In questo scenario i ricavi sono arrivati a 1,23 miliardi di euro, in calo del 40% rispetto ai 2,05 dello stesso trimestre del 2008. Una flessione imputabile principalmente alla contrazione dei prezzi dei prodotti petroliferi. Il margine operativo lordo comparable è sceso del 38% a 91,1 milioni di euro, mentre il reddito operativo comparable è peggiorato del 58% a 46,5 milioni di euro. Calo ancora più marcato per l'utile netto adjusted, arretrato del 66% a 25,3 milioni di euro. Migliora invece la posizione finanziaria netta, passata da un rosso di 333 milioni della fine del 2008 a uno di 223 milioni, con un miglioramento di 110 milioni grazie “ai significativi flussi di cassa della gestione operativa”. Il cash flow, nel quarter, è stato di 170 milioni di euro, dai 163 milioni dello stesso periodo del 2008. Gli investimenti, infine, si sono attestati a 60,5 milioni di euro, in linea con il piano di investimenti della società. I vertici hanno fornito alcune indicazioni sul futuro. In “un contesto macroeconomico che resta difficile”, specie per i paesi più industrializzati, il management crede che l’impatto della crisi finanziaria sia già stato ampiamente scontato, “sia in termini di calo dei consumi che in termini di ridotti margini di raffinazione”. Saras aveva chiuso il 2008 con un utile di 327 milioni di euro. -->

Torna all'inizio


Banche: ok a ricapitalizzazione Allied Irish (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Banche: ok a ricapitalizzazione Allied Irish ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 12.05.2009 12:46 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - BRUXELLES, 12 MAG - Luce verde di Bruxelles al salvataggio della banca Allied Irish. La Commissione europea ha approvato la sua ricapitalizzazione da parte del governo irlandese, un'operazione d'emergenza da 3,5 miliardi di euro. Bruxelles ha ritenuto che l'operazione rispetta le linee guida sugli aiuti di Stato messe a punto dalla stessa Commissione per fare fronte alle conseguenze della crisi finanziaria.

Torna all'inizio


UN ANNO DI GOVERNO: SANITÀ (sezione: crisi)

( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

>UN ANNO DI GOVERNO: SANITÀ di Nerina Dirindin e Gilberto Turati 12.05.2009   I PROVVEDIMENTI Le politiche sanitarie che hanno caratterizzato il primo anno di governo possono essere riassunte intorno a tre grandi temi: le risorse da destinare al sistema, la gestione delle situazioni di dissesto finanziario, la ri-definizione delle politiche per la salute all’interno del sistema di welfare. Per quanto riguarda il primo tema, quello delle risorse, la definizione del Patto per la salute con il precedente governo (e, soprattutto, la definizione di piani di rientro per le Regioni in difficoltà che attribuivano chiare responsabilità agli amministratori regionali) aveva contribuito a stabilizzare la spesa. Con il nuovo governo questa politica di “concertazione istituzionale” viene in qualche modo abbandonata, nel segno di un rigore forse più enunciato che perseguito. Il Dl 112/08 con il quale si è anticipata la Finanziaria chiede infatti al Servizio sanitario nazionale sforzi di razionalizzazione non indifferenti, soprattutto nel biennio 2010-2011. Per il 2009, con il Dl 154/08 si sono trovati un po’ di soldi in più rispetto alle prime proposte attraverso l’utilizzo del Fondo per le aree sottosviluppate, ma ciò non muta l’intonazione generale della politica del governo votata al contenimento della spesa. I suggerimenti alle Regioni, resi espliciti in occasione delle discussioni sul nuovo Patto, sono i soliti: riduzione degli standard di posti letto, riduzione delle spese per il personale, introduzione di forme di compartecipazione alla spesa. Anche le risorse in conto capitale, sia quelle per l’edilizia ospedaliera sia quelle riservate al Mezzogiorno nell’ambito del Quadro strategico nazionale, si azzerano o procedono con tempi molto lunghi. Per quanto riguarda il secondo tema, la gestione dei dissesti finanziari, concentrati in poche realtà regionali, in particolare Lazio, Campania e Sicilia, le decisioni del governo rispetto alle ipotesi iniziali di commissariamento si sono rivelate molto più accomodanti: si è scelta la strada di affidare ai governatori la possibilità di essere “commissari” di se stessi. Si è anche agitato lo spettro del “fallimento politico”, cioè la possibilità di tornare alle urne in caso di dissesto; ma non si è mai passati dalle parole ai fatti. Infine, per quanto riguarda il terzo tema, già a partire dalla scomparsa del ministero per la Salute, si è voluta tracciare una rotta di lungo periodo per ri-definire le politiche per la salute nell’ambito del Welfare. Il tema è stato affrontato attraverso il Libro verde prima e il recentissimo Libro bianco poi. La tendenza individuata è una ancora più marcata de-ospedalizzazione, un miglioramento dei servizi territoriali, una più forte integrazione con le politiche assistenziali, la massima attenzione all’efficienza nell’impiego delle risorse. Un concetto, questo, ribadito anche dal richiamo ai costi standard nel Dl sul federalismo appena approvato. Principi in gran parte condivisibili, ma rispetto ai quali il governo non ha ancora prodotto risultati apprezzabili. GLI EFFETTI Riusciranno le Regioni, in particolare quelle in grave disavanzo, a rispettare i vincoli finanziari imposti dal governo centrale? Le prospettive non sono confortanti. La storia insegna che il governo della spesa dipende sia dalla qualità delle amministrazioni regionali sia dalle aspettative delle stesse circa l’intervento ex-post dello Stato in caso di crisi finanziaria. Ma la qualità delle amministrazioni migliora troppo lentamente e le aspettative di ripiano a favore delle Regioni “canaglia” sono in qualche misura sostenute dallo stesso governo centrale. Da questo punto di vista, il commissariamento di se stessi, pur in presenza di un “affiancamento” da parte del governo centrale, non va nella direzione giusta: è lo spettro della perdita di sovranità la “punizione” che potrebbe fornire gli incentivi giusti per una buona gestione. E perdita di sovranità vuol dire “restituzione” della stessa al governo centrale, e adozione da parte di quest’ultimo di quei provvedimenti, impopolari, che le Regioni non sono in grado di adottare. La ri-definizione delle politiche per la salute nell’ambito generale del Welfare appare una buona idea, che potenzialmente potrebbe portare a un ripensamento dell’intera struttura dell’intervento pubblico in campo sociale. Che non vuol dire però tagliare i posti letto, ma pensare a un nuovo Stato sociale che riesca finalmente a garantire a tutti i cittadini l’eguaglianza delle opportunità, la traduzione “tecnica” dei livelli essenziali delle prestazioni prevista dalla Costituzione. OCCASIONI MANCATE Da un governo che può contare su una larga maggioranza ci si sarebbe potuti aspettare meno incertezze, anche perché alcuni elementi di contesto richiedono e addirittura favoriscono azioni energiche. L’accorpamento in un unico ministero di Sanità e Politiche sociali avrebbe (almeno) potuto favorire il rilancio delle politiche per la non autosufficienza, per le quali l’integrazione fra sociale e sanitario è fondamentale. Al contrario, l’Italia continua a restare agli ultimi posti in Europa per l’assistenza agli anziani, puntando esclusivamente sulle pensioni. L’impegno sulla non autosufficienza avrebbe potuto essere inserito in quel ridisegno delle politiche sociali di cui il Paese ha da tempo bisogno, a maggior ragione in tempo di crisi. E le esperienze delle Regioni più avanzate indicano ormai in modo chiaro come procedere. Un altro aspetto completamente trascurato è quello dell’appropriatezza: esiste ormai ampia evidenza che una maggiore attenzione all’appropriatezza e alla sobrietà d’esercizio produce effetti positivi sulla qualità dei servizi e sulle dimensioni della spesa. Un governo che fa della lotta agli sprechi la propria bandiera deve promuovere il buon uso dei servizi sanitari (a partire dal pronto soccorso), dei farmaci (in particolare dei generici), degli esami di laboratorio (procedendo nelle politiche già avviate dal precedente governo di accentramento dei laboratori e nella diffusione dei punti prelievo), della diagnostica per immagini (razionalizzando l’offerta), nella revisione di alcune tariffe, e così via. Sul fronte degli investimenti, il governo è ancora in tempo per non perdere l’occasione per metter mano al problema della sicurezza delle strutture sanitarie, soprattutto nelle Regioni più arretrate. I piani di rientro non possono limitarsi alla gestione corrente; investimenti sbagliati o fondi inutilizzati devono far scattare interventi sostitutivi, per evitare che l’incapacità delle amministrazioni regionali si scarichi sulla testa dei cittadini.

Torna all'inizio


UN ANNO DI GOVERNO: FISCO (sezione: crisi)

( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

>UN ANNO DI GOVERNO: FISCO di Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra 12.05.2009   I PROVVEDIMENTI Dal suo insediamento a oggi il governo è intervenuto massicciamente in campo fiscale; A questo attivisimo non si è accompagnata una diminuzione della pressione fiscale. Dopo l’abolizione dell’Ici- prima casa e la detassazione di straordinari e premi di produzione, allo scopo di dare seguito alle promesse elettorali di riduzione delle imposte, il governo ha introdotto nuove forme di prelievo (la cosiddetta “Robin tax”) per esigenze di gettito - il finanziamento della “manovra triennale”. È stata poi la volta delle misure “anticrisi”, del novembre 2008 e del gennaio 2009, con una molteplicità di interventi in campo fiscale, di vario segno: entrambi i decreti sono infatti a saldo pressoché nullo e le minori entrate e maggiori spese previste sono finanziate in larghissima parte con aumenti di imposte. E di varia natura: a volte nuovi, a volte riedizioni del passato, temporanei o permanenti, rivolti a diversi soggetti (famiglie o imprese) e con obiettivi diversi. Si possono citare, in un elenco certo non esaustivo: la deduzione del 10 per cento dell’Irap dall’imponibile Ires e Irpef: uno sgravio fiscale, a carattere permanente, rivolto prevalentemente alle imprese, attuato allo scopo principale di prevenire o ritardare un intervento sanzionatorio da parte della Corte costituzionale in materia;la detrazione del 20 per cento dall’Irpef per l’acquisto di alcuni beni durevoli, come frigoriferi, mobili e computer: un incentivo fiscale temporaneo, che ha affiancato i bonus per l’acquisto di autovetture, allo scopo di aiutare i settori economici maggiormente in crisi;il concordato preventivo per i distretti: una riedizione, con qualche modifica, di un incentivo già tentato, ma senza concreta attuazione, dal passato governo di centrodestragli incentivi fiscali alle riorganizzazioni aziendali, come le fusioni e scissioni: riedizione, con modifiche, di un incentivo di carattere temporaneo alle imprese;le imposte sostitutive connesse a riallineamenti contabili da parte delle società e delle imprese: un aumento di prelievo di natura “volontaria”, che consentirà alle aziende, pagando di più oggi, di pagare meno in futuro, con simmetrici effetti sul bilancio dello Stato;la “porno tax”: riedizione di un tentativo, in passato abortito, di prelevare imposte più elevate sui redditi generati da vendita di materiale pornografico, esteso ora anche a chi guadagna abusando della credulità popolare tramite trasmissioni televisive o numeri telefonici a pagamento. Infine, alcuni provvedimenti si sono resi necessari per fronteggiare l’emergenza del terremoto in Abruzzo. Per non “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, come hanno ripetutamente rassicurato Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, si è fatto ricorso, dal lato delle entrate, a imposte sui giochi, da cui ci si attende un ammontare complessivamente pari a 1,5 miliardi fra il 2009 e il 2011, in grado di fornire, da solo, quasi il 75 per cento della copertura delle spese previste per il medesimo triennio. Si tratta di imposte a carattere regressivo e “sugli stupidi”, come ebbe occasione di definirle Einuadi, proprio perché basate su aspettative irrazionali, dal punto di vista probabilistico, di vincita. Tra gli interventi fiscali del governo andrebbero poi sottolineati i nuovi orientamenti nel campo delle azioni di contrasto all’evasione: hanno smantellato un insieme di importanti provvedimenti di prevenzione messi a punto dal governo precedente a favore di riedizioni aggiornate del redditometro e di altre forme di accertamento sintetico. Hanno anche ampiamente rivisto, riducendole, le sanzioni in caso di mancato o ritardato pagamento delle imposte. GLI EFFETTI Èdifficile, se non impossibile, valutare gli effetti economici sui comportamenti dei contribuenti e  gli effetti distributivi di questa miriade di difformi interventi. Nell’insieme, l’impressione è negativa, non solo perché si aumenta la pressione fiscale complessiva nonostante la congiuntura economica sfavorevole, ma soprattutto perché gli interventi non sembrano “mirati” e adeguati neppure dal punto di vista micro o settoriale, né per affrontare la crisi, né per migliorare la struttura e razionalità del nostro sistema tributario. L’abolizione Ici prima casa, oltre ad avere effetti redistributivi negativi, pone problemi all’attuazione di un federalismo responsabile, che come è noto dalla letteratura e dalle esperienze internazionali ha come cardine proprio l’imposta immobiliare, anche sulla prima casa. La “Robin tax” non esprime un sistema organico e coerente di tassazione degli extraprofitti come era la Dit, con lo scopo di detassare il rendimento normale, in caso di finanziamento con capitale proprio, ma è una sorta di tassazione arbitraria di alcuni settori produttivi dove si “riteneva” più facile poter prelevare gettito: l’imperfetto è doveroso, perché questi settori - petrolifero, bancario e assicurativo - hanno poi particolarmente sofferto la caduta del prezzo del petrolio e la crisi finanziaria e, nel caso delle banche, sono anche stati oggetto di successivi interventi di sostegno. Col senno di poi, anche la detassazione degli straordinari, introdotta sull’onda del successo elettorale, si è presto rivelata anacronistica. Detassazione degli straordinari e dei premi di produzione (quest’ultima ancora in vigore) aprono inoltre un vulnus nella struttura dell’Irpef alterandone equità ed efficienza, in quanto tassano in modo agevolato un particolare segmento della sua base imponibile - il reddito complessivo del contribuente - e si prestano ad abusi. Il più recente intervento sull’Irap, un intervento di struttura, è quantitativamente ben poco rilevante ed è impensabile attribuire a esso effetti economici di rilievo, ad esempio sulla riduzione del costo del lavoro. Gli incentivi all’acquisto di beni durevoli presentano alcune complessità di attuazione e, se si esclude un qualche effetto sul mercato dell’auto, è difficile ritenere che abbiano un impatto di rilevo sulla domanda. Si potrebbe continuare, ma nel complesso si tratta comunque di interventi frammentari, mai ispirati a un disegno o a un percorso coerente di riforma, per lo più rivolti a rispondere a specifiche esigenze, a volte confidando sul solo effetto annuncio. Continuano poi a riemergere incentivi che da temporanei tendono nel tempo a diventare permanenti e a cui se ne affiancano di nuovi, che pur nascendo temporanei, rischieranno a loro volta, con modifiche e interruzioni, di divenire permanenti. Nonostante ciò, non ne vengono a posteriori mai monitorati o resi noti i relativi effetti, e la loro importanza, rispetto ai costi che comportano in termini di mancato gettito. Il fisco, intanto, si riempie di eccezioni, diventa meno comprensibile e certo per il contribuente e perde le sue caratteristiche originarie di equità ed efficienza.  Non è questo il fisco che servirebbe in periodi di crisi.

Torna all'inizio


La presidente torna nella Marca il 6 giugno a Venegazzù (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

La presidente torna nella Marca il 6 giugno a Venegazzù Martedì 12 Maggio 2009, Imprese che guardano avanti. È su questo tema che sabato 6 giugno (in coincidenza con le elezioni), a Villa Loredan Gasparini di Venegazzù di Volpago del Montello, sede di Veneto Banca, si terrà l'assemblea generale di Unindustria Treviso, un appuntamento che è divenuto punto di riferimento per cogliere i progetti e le aspettative degli imprenditori del Nord Est e insieme un'occasione di riflessione su sviluppo e competitività del Paese. «A partire dal settembre 2008 cittadini, imprese e operatori di tutto il mondo hanno assistito a un repentino cambiamento dello scenario - Si legge nella presentazione - Una gravissima crisi finanziaria si è abbattuta sull'intero sistema bancario internazionale colpendo anche l'economia reale. Il sistema produttivo trevigiano si è dovuto misurare con un sensibile calo della domanda, con una restrizione del credito e con il mutamento delle attitudini d'acquisto dei consumatori. L'industria locale è, ancora una volta, impegnata in una flessibile e intelligente strategia d'adattamento fondata sulla ferma volontà di guardare avanti. Gli imprenditori agiscono, giorno dopo giorno, interrogandosi, nello stesso tempo, su ciò che li attende. L'assemblea 2009 di Unindustria Treviso è l'occasione per un approfondito confronto sui grandi quesiti del momento. Quanto durerà ancora la crisi? Quali mutamenti duraturi ci si deve attendere nella finanza, nei mercati e nell'agire dei consumatori? Quali le strategie del sistema bancario europeo per sostenere le imprese e avviare la ripresa? Quale ruolo giocheranno Stati Uniti e Cina nel "dopo crisi"? Gli interrogativi sono quelli maggiormente oggi nelle discussioni sul futuro dell'economia e Unindustria vuole offrire un suo contributo al dibattito con gli interventi qualificati all'assemblea. I lavori si articolano in una parte interna, con adempimenti statutari, ed in una parte pubblica, con inizio alle 11, che fa riferimento al tema conduttore dell'assemblea. Presentato dalla giornalista Maria Pia Zorzi, l'incontro vedrà la relazione del presidente Alessandro Vardanega, al primo anno del suo mandato. La successiva tavola rotonda sarà coordinata da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc. Parteciperanno l'economista Andrea Boltho, il noto guru che proprio a Treviso, nel 2008, seppe azzeccare il corso valutario euro-dollaro, Francesco Garzarelli, managing director Goldman Sachs, Federico Rampini, editorialista de La Repubblica esperto di Cina e Usa, Dario Scannapieco, vice presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei). Le conclusioni sono affidate a Emma Marcegaglia, che dopo un anno torna a Treviso e torna proprio a villa Gasparini Loredan. Un luogo di cui serberà un buon ricordo, dato che si trattava della sua prima da presidente della organizzazione imprenditoriale. I lavori assembleari saranno ripresi da Class Cnbc e trasmessi in differita su Sky. B.S.

Torna all'inizio


UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI - PARTE I (sezione: crisi)

( da "Lavoce.info" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

>UN ANNO DI GOVERNO BERLUSCONI - PARTE I di La redazione 08.05.2009 Come già abbiamo fatto per l'esecutivo guidato da Prodi, tracciamo un bilancio di quanto ha fatto o non ha fatto il Governo Berlusconi nel suo primo anno di vita. Una prima serie di schede, ciascuna dedicata a un tema, cercando di mettere in luce, in forma sintetica, i provvedimenti, i loro effetti nel tempo e le occasioni mancate. Nei prossimi giorni nuove schede per fornire un panorama quanto più completo su tutte le materie dell'azione di governo. PENSIONI, di Agar Brugiavini PRIVATIZZAZIONI, di Carlo Scarpa SCUOLA, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli UNIVERSITÀ, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli MERCATI FINANZIARI, di Marco Onado GIUSTIZIA, di Carlo Guarnieri IMMIGRAZIONE, di Maurizio Ambrosini EDILIZIA ABITATIVA, di Raffaele Lungarella ...

Torna all'inizio


L'Iran apre a Obama (anche per timore dei talebani). (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

In questo articolo analizzo la notizia della liberazione della giornalista iraniano-americana, Roxana Saberi, condannata qualche settimana fa per spionaggio. La mia tesi è che Teheran abbia usato questa vicenda per mettere alla prova Obama, che, come noto, vuole la pace ad ogni costo e ha teso la mano all'Iran, rinunciando persino a pretendere la sospensione del programma nucleare in coincidenza con l'avvio di un negoziato. Ma per cento giorni Ahmadinejahd ha risposto con apparente disprezzo. Ed è in questo ambito che ha deciso di strumentalizzare il caso della Saberi. Condannare per spionaggio una cittadina americana significa provocare una crisi diplomatica; eppure Washington tiene il tono della polemica basso. Non solo. Quando gli israeliani fanno filtrare indiscrezioni su un possibile raid contro le installazioni nucleari, Washington risponde pubblicamente e a voce alta. Con un altolà. Il messaggio è chiaro: noi vogliamo la pace al punto da tenere a freno Gerusalemme, voi iraniani cosa intendete fare? La risposta è giunta ieri, con la liberazione della giornalista, e rappresenta un primo segnale di disponibilità da parte di Teheran, con un retroscena legato alla situazione in Pakistan. Gli iraniani sono fondamentalisti sciiti, i talebani fondamentalisti sunniti. E si odiano tra loro. L'avanzata verso Islamabad rende plausibile uno scenario inverosimile fino a poco tempo fa: quello dell'espansionismo talebano nella regione; che spaventa l'Iran. Improvvisamente l'America appare un po' meno satanica agli ayatollah, anche perché in gioco c'è anche il controllo dell'arsenale nucleare pakistano. Che cosa accadrebbe se cadesse in mano ai talebani? E in presenza di un nemico comune è più facile scordare le inimicizie del passato. Da qui alcune domande: Obama fa bene a fidarsi degli iraniani? E che cosa farà Israele? Rispetterà la volontà della Casa Bianca o seguirà i propri istinti bombardando i siti nucleari anche a costo di rovinare i rapporti con Washington? Scritto in iran, scenari, geostrategia, sicurezza, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10May 09 Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova Il Wall Street Journal in questo articolo conferma l'inattendibilità dello stress-test. I parametri adottati da Fed e Tesoro erano molto accomodanti appure hanno prodotto inizialmente risultati sconfortanti. Ad esempio Citigroup avrebbe dovuto ricapitalizzare per 35 miliardi, non per 5,5; Bank ofAmerica per 50 non per 33,9, e così via. Non appena conosciuti i risultati, le banche hanno esercitato pressioni furiose su Geithner (il loro uomo) e il capo della Fed Bernanke e miracolosamente sono riusciti a convincerli ad ammorbidire il rapporto. Tutto questo mentre gli spin doctor preparavano sapientemente i media e ovviamente la Borsa, passando dritte rassicuranti. Tra l'altro: il Financial Times ha scoperto una clausola, ovviamente segreta, secondo cui se fra tre mesi i mercati saranno migliorati, le banche saranno esonerate dall'obbligo di aumentare il capitale. Dunque saranno libere di speculare di nuovo senza coperture adeguate. Una manipolazione e un inganno: sì, c'è proprio da festeggiare. Scritto in crisi, capitalismo, comunicazione, borsa, casta, banchieri, banche, spin, economia, democrazia, società, era obama, manipolazione, notizie nascoste Commenti ( 20 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 E la sinistra continua a non capire. Sono in Turchia per un viaggio di studio organizzato dalla delegazione ad Ankara della Commissione europea e riservato a un ristretto pool di giornalisti europei. Uno dei ricercatori incontrati oggi, Can Paker, ha fornito una spiegazione originale del successo del partito islamico moderato Akp. A suo giudizio il premier Erdogan vince perchè è l'unico a rappresentare gli interessi della nascente classe media, che si sviluppa grazie alle riforme e al libero mercato. L'Islam, secondo Paker, sarebbe un elemento secondario. Il Partito kemalista di opposizione continua a declinare, non perchè la società rifiuta il secolarismo, ma perchè quel partito rappresenta la vecchia classe media, basata sull'establishmenti burocratico-militare, che tende a ridursi. Secondo me il quadro è più complesso, ma il metodo di analisi di Paker è comunque interessante e in sintesi può essere riassunto così: i partiti si affermano non tanto per la loro ideologia, quanto per la loro capacità di rispecchiare le convinzioni e le aspirazioni di una classe sociale. Applicando questo metodo all'Italia si capiscono le ragioni del successo e del fallimento di molti partiti. Vediamo: - Il Pdl e Berlusconi sono sempre più popolari perchè rappresentano la piccola e la media borghesia, sia dei grandi sia nei piccoli centri, che oggi è maggioritaria nel Paese. E non basta il clamore per il divorzio da Veronica per cambiare il giudizio sul leader, perchè nelle società moderne - dopo la vicenda Clinton - la valutazione della moralità privata è sempre meno importante politicamente. - La Lega Nord riflette la paura, il disagio, l'attaccamento identitario di ampie zone del nord, soprattutto in Provincia. E' vista come il baluardo contro l'immigrazione clandestina e la vicenda della nave respinta farà salire i consensi. - L'Udc interpreta un certo mondo cattolico, comunque borghese, che, come accadeva ai tempi della Dc, è molto sensibile al messaggio della Chiesa e predilige una certa sobrietà; dunque non si riconosce in Berlusconi. I problemi sorgono a sinistra. Perchè il Pd non sfonda? Perchè rappresenta gran parte del mondo della scuola, una parte dei funzionari pubblici, il mondo intellettuale e perchè anzichè una a due identità: quella post comunista e quella cristianosociale. Troppo poco per vincere. E la mia impressione è che l'ultimo governo Prodi abbia contribuito a recidere il legame con la piccola e media borghesia produttiva, che non si fida più della sinistra. E non basta cambiare leader : finchè le facce continuano a essere quelle note (Veltroni, Franceschini.), gli elettori volteranno le spalle al Pd. o meglio: il partito è destintato a galleggiare attorno al 20%. E oltre il Pd? La galassia comunista ha perso il contatto sia con la base operaia che con i residenti delle periferie delle città, dove almeno il 50% degli elettori vota Lega. I Verdi vengono associati a personaggi come Pecoraro Scanio e dunque non hanno chance. I progressisti sono così rigidi da non capire che le battaglie in difesa degli immigrati clandestini e dei rom (vedi polemiche sul pacchetto sicurezza e sui barconi rispediti a Tripoli) non fanno altro che rendere ancora più profonda la diffidenza della piccola e della media borghesia nei loro confronti. Insomma, fanno il gioco del centrodestra. O no? Scritto in pdl, crisi, politica, lega, criminalità, clandestini, partito democratico, progressisti, Italia, immigrazione, democrazia, sindacati, sicurezza, società, turchia Commenti ( 59 ) » (3 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05May 09 Una crisi a "L" con la gobba? Continuo a credere che il recente rialzo di Borsa non sia l'inizio di una fase di crescita; bensì la conseguenza delle manovre messe in atto lo scorso mese (vedi il post del 14 aprile). Tuttavia non posso non chiedermi - come, immagino, molti di voi - se non sia io a sbagliarmi; ma più leggo articoli e più non riesco a capire le ragioni dell'ottimismo, che a tratti sfocia nell'euforia. Su dieci notizie otto sono pesantemente negative. Ci dicono che il sistema bancario è sulla via del risanamento, ma si dimentica di dire che l'evaporazione (apparente) dei debiti è dovuta solo alle nuove, truffaldine regole contabili, che permettono alle banche di valutare a proprio piacimento - anzichè a valori di mercato - gli asset tossici. I numeri indicano una realtà diversa: i debiti tossici ammonterebbero a oltre 4mila miliardi di dollari, di cui circa duemila solo negli Stati Uniti, dove sono già fallite 32 banche di piccole e medie dimensioni. E lo stress test, i cui risultati sono attesi a ore, dovrebbe indicare, nonostante sia scarsamente attendibile perchè falsato all'origine, che almeno dieci banche vanno ricapitalizzate. La situazione reale pertanto è molto peggiore. Ogni settimana la Federal Reserve annuncia l'acquisto di Buoni del Tesoro per centinaia di miliardi di dollari, segno che la domanda è insufficiente a coprire l'offerta, e ciò conferma che i cinesi stanno riducendo i propri investimenti in valuta Usa. E con quali soldi li paga la Fed? Con i propri ovvero stampando moneta: ma la storia insegna che un'economia in queste condizioni è tutt'altro che sana e prima o poi il conto va pagato. Inoltre: le previsioni per il 2009 indicano un crollo del Pil (in Europa di circa il 4%, molto peggio del previsto) e per il 2010 una crescita del 0,10% (molto inferiore rispetto a quella preventivata); e cifre analoghe sono annunciate per gli Stati Uniti. Sono pronto a ricredermi e chiedo ai lettori di questo blog: c'è qualcuno che sa dirmi dove sono i segnali di ripresa di cui tutti parlano? Analizzando i dati ho l'impressione che lo scenario più probabile sia quello di una L con la gobba ovvero caduta verticale, economia piatta con un breve periodo di crescita azionaria provocato non da uno sviluppo reale (e sano), dati reali ma da aspettative irrealistiche (alimentate ad arte), che si esaurirà riportando il barometro della crescita attorno allo zero. Sbaglio? Ditemi di sì, vi prego.. Scritto in capitalismo, crisi, comunicazione, borsa, banche, spin, cina, economia, era obama, manipolazione, gli usa e il mondo Commenti ( 93 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03May 09 Le creme anticellulite? Inutili (ma nessuno lo dice) Questo è un tipico esempio di notizia nascosa. L'Aduc ovvero l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori ha diffuso un comunicato stampa, in cui riprende i risultati di un'indagine dalla fondazione tedesca Warentest, su un tema in apparenza frivolo: quello delle creme, degli oli e dei vibratori anticellulite. Ebbene, gli esperti tedeschi hanno testato otto prodotti cosmetici e due apparecchi. Risultato? "Hanno ottenuto tutti un voto "insufficiente". Dopo quattro settimane di prova fra 300 donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento visibile, ne' le creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma". La Warentest è la maggiore associazione di consumatori tedesca e si suoi studi vengono ripresi soventi dai media tedeschi, anche dalle tv. In Italia, invece, nessuno ha ripreso la nota dell'Aduc, benchè tv e settimanali femminili dedichino molto spazio al benessere e all'estetica personale. Ma una notizia del genere è troppo controcorrente, smentisce tutto quel che gli espert ripetono da anni e potrebbe irritare alcuni inserzionisti pubblicitari. E allora meglio sorvolare, tacendo un'altra notizia importante. L'Aduc tra l'altro scrive: "Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la cellulite: la crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e caffeina, associate a furosemide) che verrebbero fatti passare al di la' dell'epidermide attraverso il freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo di 3-8 sedute. La furosemide e' un farmaco contro l'edema e puo' avere controindicazioni quali l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione della secrezione renale) iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante sapere se queste controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una domanda che rivolgiamo al ministero della Salute". Una domanda doverosa, come doverosa dovrebbe essere un'informazione autenticamente al servizio del cittadino, anche su argomenti come questi. In Germania i giornalisti riescono, almeno in parte, a sottrarsi ai condizionamenti dell'industria della cosmetica. In Italia i giornalisti dovrebbero trovare un coraggio analogo, sempre che il pubblico lo richieda e li sostenga. Temo infatti che la sensibilità dei consumatori italiani sia diversa, più frivola. E che, in fondo, alla verità preferiscano l'illusione in nome del look, dell'apparire . Sbaglio? Scritto in crisi, blog, comunicazione, salute, spin, manipolazione, Italia, notizie nascoste, società, giornalismo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr 09 Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Il mondo continua a lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma c'è qualcuno che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei banchieri Usa che, come spiego in questo articolo nel 2009 si appresta ad incassare stipendi e bonus strepitosi, quasi allo stesso livello del fantastico (per loro) 2007: nei primi tre mesi dell'anno le sei principali banche americane hanno accantonato la bellezza di 36 miliardi di dollari per il prorio management. Chi lavora nel dipartimento trading e investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad esempio, assapora già, per l'anno in corso, un reddito medio pro capite di 509mila dollari, mentre nell'ultima annata senza eccessi, il 2006, era stato di 345mila dollari. Intanto, però, le banche continuano a licenziare e a delocalizzare gli impieghi più modesti in India e nelle Filippine. E' il loro modo di ringraziare il contribuente americano. Intanto, grazie al New York Times, sappiamo con certezza che l'uomo scelto da Obama per risanare l'economia statunitense, il ministro del Tesoro Timothy Geithner quando era alla guida della Federal Reserve aveva rapporti scandalosamente stretti con i banchieri (per i dettagli leggere qui). Insomma, era e resta il loro uomo. Intanto i banchieri festeggiano anche in Gran Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il numero uno di Societé Générale Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va con una pensione da 730 mila euro. E tutto torna come prima: la casta dei banchieri continua a comandare. Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, notizie nascoste, globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 53 ) » (10 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non mi piace scrivere più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non posso esimermi dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati dall'influenza suina sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò nonostante la California proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi straordinari per 1,5 miliardi di dollari e, come previsto, spuntano casi inquietanti in tutta Europa. Un panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis ci fa sapere che entro due mesi sarà pronto il vaccino e gli infettologi raccomandano "farmaci specifici per il trattamento-prevenzione dell'influenza umana da virus suino come l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile Tamiflu della Roche, già prescritto contro l'aviaria) e lo Zanimivir" (fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi dal Giornale a firma di Manila Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin questo. AGGIORNAMENTO: In questo articolo spiego come si costruisce ad arte il panico globale e paragono l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa di ieri di Obama rafforza i miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando dell'influenza suina e la prima domanda è stata su questo tema. Ieri è stato annunciato il crollo del 6% del Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti i risultati dello stress-test sulle banche, eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste, globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 80 ) » (10 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina. Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo . Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto, secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 58 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti ( 102 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (16) banchieri (1) blog (3) borsa (2) capitalismo (18) casta (1) cina (22) clandestini (1) comunicazione (10) criminalità (1) crisi (28) democrazia (66) economia (39) era obama (26) europa (15) francia (26) geostrategia (1) germania (6) giornalismo (56) giustizia (3) gli usa e il mondo (74) globalizzazione (53) immigrazione (42) influenza suina (2) iran (1) islam (20) israele (3) Italia (159) lega (2) manipolazione (15) medio oriente (14) notizie nascoste (55) partito democratico (6) pdl (5) politica (5) presidenziali usa (23) progressisti (4) psicosi (2) referendum (1) russia (14) salute (1) scenari (1) sicurezza (3) sindacati (2) società (36) spin (14) svizzera (5) turchia (13) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails Influenza suina, una psicosi molto sospetta... - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Ultime discussioni Alberto: ultimo tentativo, da un diverso pc: Il mio timore e'anche fondato sul fatto che mi aspetto a breve (... Alberto: Scusate dei pasticci, sto non sto usando il mio pc: Il mio timore e'anche fondato sul fatto che mi... Alberto: ( Alberto: Davide, la sua analisi mi sembra azzeccata (non sono esperto di indici etc); mi permetto solo di dissentire... Guido Gavelli: Tutto dipende da cosa faranno Iran e Siria nei confronti di Israele: includo ovviamente Hamas e gli... Ultime news Onu all'Italia: "Riammettere i respinti" Berlusconi: "Maroni esegue gli accordi"Ferrari contro Mosley: "No al Mondiale 2010 se non cambia regole"Il petrolio adesso vola: superati i 60 dollari Pieno da 7 euro in piùFmi: "Grave recessione in Europa fino al 2010" Bot: rendite sotto l'1%Bari, presi leader di al Qaeda: Parigi nel mirinoEstradato il boia nazista: Demjanjuk a processoNello Swat 1,3 milioni di rifugiatiLecce, arrestati 16 poliziotti L'accusa: soldi da aziendeMoratti: "Il mercato? Ibra resta così non cercheremo molto..."Il Giro fa finta di andare anche in montagna Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it May 2009 M T W T F S S « Apr 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post May 2009 (5) April 2009 (15) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts L'Iran apre a Obama (anche per timore dei talebani) Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova E la sinistra continua a non capire. Una crisi a "L" con la gobba? Le creme anticellulite? Inutili (ma nessuno lo dice) Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Influenza suina, una psicosi molto sospetta. La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Vittoria Ass.: raccolta complessiva in calo a 145 mln nel 1 trimestre (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Vittoria Ass.: raccolta complessiva in calo a 145 mln nel 1° trimestre NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 12.05.2009 17:45 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria Assicurazioni riunitosi oggi a Milano per esaminare i risultati del 1° trimestre 2009, ha approvato la relazione trimestrale consolidata. Il consuntivo del primo trimestre del 2009 presenta un utile netto di Gruppo pari a 5,1 milioni di euro contro 8,5 milioni di euro dell’analogo periodo dell’anno 2008 (-40,4%). Il risultato risente del perdurare della crisi finanziaria che ha ridotto i proventi patrimoniali. In particolare, nel segmento immobiliare il Gruppo ha registrato un allungamento dei tempi di vendita, pur vedendo confermata la validità dei listini proposti. Il trimestre conferma le previsioni sull’andamento tecnico del segmento assicurativo (combined ratio1 del 97,3% al 31 marzo 2009) e il programmato sviluppo della rete di vendita, che porterà un progressivo incremento di premi nel breve/medio periodo. La raccolta complessiva assicurativa al 31 marzo 2009 ammonta a 145,0 milioni di euro (-4,3% rispetto alla raccolta del corrispondente periodo dell’esercizio precedente pari a 151.5 milioni di euro) e si riferisce per 143,7 milioni di euro a premi assicurativi e per 1,3 milioni di euro a contratti di investimento Unit Linked e al Fondo Pensione Aperto Vittoria Formula Lavoro. I premi del lavoro diretto dei Rami Vita, che non comprendono i contratti considerati come strumenti finanziari, ammontano a 22,2 milioni di euro, in calo del 29,7% rispetto a quelli dell’analogo periodo dell'esercizio precedente prevalentemente per effetto della riduzione dei premi provenienti dal canale finanziario. I premi del lavoro diretto dei Rami Danni ammontano a 121,3 milioni di euro con un incremento del 1,8%. I premi dei Rami Auto ammontano a 87,5 milioni di euro in incremento del 2,3%. I premi degli Altri Rami Danni ammontano a 33,8 milioni di euro, in crescita del 0,6%. segue pagina >>

Torna all'inizio


Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

In questo articolo analizzo la notizia della liberazione della giornalista iraniano-americana, Roxana Saberi, condannata qualche settimana fa per spionaggio. La mia tesi è che Teheran abbia usato questa vicenda per mettere alla prova Obama, che, come noto, vuole la pace ad ogni costo e ha teso la mano all'Iran, rinunciando persino a pretendere la sospensione del programma nucleare in coincidenza con l'avvio di un negoziato. Ma per cento giorni Ahmadinejahd ha risposto con apparente disprezzo. Ed è in questo ambito che ha deciso di strumentalizzare il caso della Saberi. Condannare per spionaggio una cittadina americana significa provocare una crisi diplomatica; eppure Washington tiene il tono della polemica basso. Non solo. Quando gli israeliani fanno filtrare indiscrezioni su un possibile raid contro le installazioni nucleari, Washington risponde pubblicamente e a voce alta. Con un altolà. Il messaggio è chiaro: noi vogliamo la pace al punto da tenere a freno Gerusalemme, voi iraniani cosa intendete fare? La risposta è giunta ieri, con la liberazione della giornalista, e rappresenta un primo segnale di disponibilità da parte di Teheran, con un retroscena legato alla situazione in Pakistan. Gli iraniani sono fondamentalisti sciiti, i talebani fondamentalisti sunniti. E si odiano tra loro. L'avanzata verso Islamabad rende plausibile uno scenario inverosimile fino a poco tempo fa: quello dell'espansionismo talebano nella regione; che spaventa l'Iran. Improvvisamente l'America appare un po' meno satanica agli ayatollah, anche perché in gioco c'è anche il controllo dell'arsenale nucleare pakistano. Che cosa accadrebbe se cadesse in mano ai talebani? E in presenza di un nemico comune è più facile scordare le inimicizie del passato. Da qui alcune domande: Obama fa bene a fidarsi degli iraniani? E che cosa farà Israele? Rispetterà la volontà della Casa Bianca o seguirà i propri istinti bombardando i siti nucleari anche a costo di rovinare i rapporti con Washington? Scritto in iran, scenari, geostrategia, sicurezza, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10May 09 Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova Il Wall Street Journal in questo articolo conferma l'inattendibilità dello stress-test. I parametri adottati da Fed e Tesoro erano molto accomodanti appure hanno prodotto inizialmente risultati sconfortanti. Ad esempio Citigroup avrebbe dovuto ricapitalizzare per 35 miliardi, non per 5,5; Bank ofAmerica per 50 non per 33,9, e così via. Non appena conosciuti i risultati, le banche hanno esercitato pressioni furiose su Geithner (il loro uomo) e il capo della Fed Bernanke e miracolosamente sono riusciti a convincerli ad ammorbidire il rapporto. Tutto questo mentre gli spin doctor preparavano sapientemente i media e ovviamente la Borsa, passando dritte rassicuranti. Tra l'altro: il Financial Times ha scoperto una clausola, ovviamente segreta, secondo cui se fra tre mesi i mercati saranno migliorati, le banche saranno esonerate dall'obbligo di aumentare il capitale. Dunque saranno libere di speculare di nuovo senza coperture adeguate. Una manipolazione e un inganno: sì, c'è proprio da festeggiare. Scritto in crisi, capitalismo, comunicazione, borsa, casta, banchieri, banche, spin, economia, democrazia, società, era obama, manipolazione, notizie nascoste Commenti ( 24 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 E la sinistra continua a non capire. Sono in Turchia per un viaggio di studio organizzato dalla delegazione ad Ankara della Commissione europea e riservato a un ristretto pool di giornalisti europei. Uno dei ricercatori incontrati oggi, Can Paker, ha fornito una spiegazione originale del successo del partito islamico moderato Akp. A suo giudizio il premier Erdogan vince perchè è l'unico a rappresentare gli interessi della nascente classe media, che si sviluppa grazie alle riforme e al libero mercato. L'Islam, secondo Paker, sarebbe un elemento secondario. Il Partito kemalista di opposizione continua a declinare, non perchè la società rifiuta il secolarismo, ma perchè quel partito rappresenta la vecchia classe media, basata sull'establishmenti burocratico-militare, che tende a ridursi. Secondo me il quadro è più complesso, ma il metodo di analisi di Paker è comunque interessante e in sintesi può essere riassunto così: i partiti si affermano non tanto per la loro ideologia, quanto per la loro capacità di rispecchiare le convinzioni e le aspirazioni di una classe sociale. Applicando questo metodo all'Italia si capiscono le ragioni del successo e del fallimento di molti partiti. Vediamo: - Il Pdl e Berlusconi sono sempre più popolari perchè rappresentano la piccola e la media borghesia, sia dei grandi sia nei piccoli centri, che oggi è maggioritaria nel Paese. E non basta il clamore per il divorzio da Veronica per cambiare il giudizio sul leader, perchè nelle società moderne - dopo la vicenda Clinton - la valutazione della moralità privata è sempre meno importante politicamente. - La Lega Nord riflette la paura, il disagio, l'attaccamento identitario di ampie zone del nord, soprattutto in Provincia. E' vista come il baluardo contro l'immigrazione clandestina e la vicenda della nave respinta farà salire i consensi. - L'Udc interpreta un certo mondo cattolico, comunque borghese, che, come accadeva ai tempi della Dc, è molto sensibile al messaggio della Chiesa e predilige una certa sobrietà; dunque non si riconosce in Berlusconi. I problemi sorgono a sinistra. Perchè il Pd non sfonda? Perchè rappresenta gran parte del mondo della scuola, una parte dei funzionari pubblici, il mondo intellettuale e perchè anzichè una a due identità: quella post comunista e quella cristianosociale. Troppo poco per vincere. E la mia impressione è che l'ultimo governo Prodi abbia contribuito a recidere il legame con la piccola e media borghesia produttiva, che non si fida più della sinistra. E non basta cambiare leader : finchè le facce continuano a essere quelle note (Veltroni, Franceschini.), gli elettori volteranno le spalle al Pd. o meglio: il partito è destintato a galleggiare attorno al 20%. E oltre il Pd? La galassia comunista ha perso il contatto sia con la base operaia che con i residenti delle periferie delle città, dove almeno il 50% degli elettori vota Lega. I Verdi vengono associati a personaggi come Pecoraro Scanio e dunque non hanno chance. I progressisti sono così rigidi da non capire che le battaglie in difesa degli immigrati clandestini e dei rom (vedi polemiche sul pacchetto sicurezza e sui barconi rispediti a Tripoli) non fanno altro che rendere ancora più profonda la diffidenza della piccola e della media borghesia nei loro confronti. Insomma, fanno il gioco del centrodestra. O no? Scritto in pdl, crisi, politica, lega, criminalità, clandestini, partito democratico, progressisti, Italia, immigrazione, democrazia, sindacati, sicurezza, società, turchia Commenti ( 59 ) » (3 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05May 09 Una crisi a "L" con la gobba? Continuo a credere che il recente rialzo di Borsa non sia l'inizio di una fase di crescita; bensì la conseguenza delle manovre messe in atto lo scorso mese (vedi il post del 14 aprile). Tuttavia non posso non chiedermi - come, immagino, molti di voi - se non sia io a sbagliarmi; ma più leggo articoli e più non riesco a capire le ragioni dell'ottimismo, che a tratti sfocia nell'euforia. Su dieci notizie otto sono pesantemente negative. Ci dicono che il sistema bancario è sulla via del risanamento, ma si dimentica di dire che l'evaporazione (apparente) dei debiti è dovuta solo alle nuove, truffaldine regole contabili, che permettono alle banche di valutare a proprio piacimento - anzichè a valori di mercato - gli asset tossici. I numeri indicano una realtà diversa: i debiti tossici ammonterebbero a oltre 4mila miliardi di dollari, di cui circa duemila solo negli Stati Uniti, dove sono già fallite 32 banche di piccole e medie dimensioni. E lo stress test, i cui risultati sono attesi a ore, dovrebbe indicare, nonostante sia scarsamente attendibile perchè falsato all'origine, che almeno dieci banche vanno ricapitalizzate. La situazione reale pertanto è molto peggiore. Ogni settimana la Federal Reserve annuncia l'acquisto di Buoni del Tesoro per centinaia di miliardi di dollari, segno che la domanda è insufficiente a coprire l'offerta, e ciò conferma che i cinesi stanno riducendo i propri investimenti in valuta Usa. E con quali soldi li paga la Fed? Con i propri ovvero stampando moneta: ma la storia insegna che un'economia in queste condizioni è tutt'altro che sana e prima o poi il conto va pagato. Inoltre: le previsioni per il 2009 indicano un crollo del Pil (in Europa di circa il 4%, molto peggio del previsto) e per il 2010 una crescita del 0,10% (molto inferiore rispetto a quella preventivata); e cifre analoghe sono annunciate per gli Stati Uniti. Sono pronto a ricredermi e chiedo ai lettori di questo blog: c'è qualcuno che sa dirmi dove sono i segnali di ripresa di cui tutti parlano? Analizzando i dati ho l'impressione che lo scenario più probabile sia quello di una L con la gobba ovvero caduta verticale, economia piatta con un breve periodo di crescita azionaria provocato non da uno sviluppo reale (e sano), dati reali ma da aspettative irrealistiche (alimentate ad arte), che si esaurirà riportando il barometro della crescita attorno allo zero. Sbaglio? Ditemi di sì, vi prego.. Scritto in capitalismo, crisi, comunicazione, borsa, banche, spin, cina, economia, era obama, manipolazione, gli usa e il mondo Commenti ( 93 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03May 09 Le creme anticellulite? Inutili (ma nessuno lo dice) Questo è un tipico esempio di notizia nascosa. L'Aduc ovvero l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori ha diffuso un comunicato stampa, in cui riprende i risultati di un'indagine dalla fondazione tedesca Warentest, su un tema in apparenza frivolo: quello delle creme, degli oli e dei vibratori anticellulite. Ebbene, gli esperti tedeschi hanno testato otto prodotti cosmetici e due apparecchi. Risultato? "Hanno ottenuto tutti un voto "insufficiente". Dopo quattro settimane di prova fra 300 donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento visibile, ne' le creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma". La Warentest è la maggiore associazione di consumatori tedesca e si suoi studi vengono ripresi soventi dai media tedeschi, anche dalle tv. In Italia, invece, nessuno ha ripreso la nota dell'Aduc, benchè tv e settimanali femminili dedichino molto spazio al benessere e all'estetica personale. Ma una notizia del genere è troppo controcorrente, smentisce tutto quel che gli espert ripetono da anni e potrebbe irritare alcuni inserzionisti pubblicitari. E allora meglio sorvolare, tacendo un'altra notizia importante. L'Aduc tra l'altro scrive: "Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la cellulite: la crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e caffeina, associate a furosemide) che verrebbero fatti passare al di la' dell'epidermide attraverso il freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo di 3-8 sedute. La furosemide e' un farmaco contro l'edema e puo' avere controindicazioni quali l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione della secrezione renale) iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante sapere se queste controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una domanda che rivolgiamo al ministero della Salute". Una domanda doverosa, come doverosa dovrebbe essere un'informazione autenticamente al servizio del cittadino, anche su argomenti come questi. In Germania i giornalisti riescono, almeno in parte, a sottrarsi ai condizionamenti dell'industria della cosmetica. In Italia i giornalisti dovrebbero trovare un coraggio analogo, sempre che il pubblico lo richieda e li sostenga. Temo infatti che la sensibilità dei consumatori italiani sia diversa, più frivola. E che, in fondo, alla verità preferiscano l'illusione in nome del look, dell'apparire . Sbaglio? Scritto in crisi, blog, comunicazione, salute, spin, manipolazione, Italia, notizie nascoste, società, giornalismo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr 09 Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Il mondo continua a lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma c'è qualcuno che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei banchieri Usa che, come spiego in questo articolo nel 2009 si appresta ad incassare stipendi e bonus strepitosi, quasi allo stesso livello del fantastico (per loro) 2007: nei primi tre mesi dell'anno le sei principali banche americane hanno accantonato la bellezza di 36 miliardi di dollari per il prorio management. Chi lavora nel dipartimento trading e investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad esempio, assapora già, per l'anno in corso, un reddito medio pro capite di 509mila dollari, mentre nell'ultima annata senza eccessi, il 2006, era stato di 345mila dollari. Intanto, però, le banche continuano a licenziare e a delocalizzare gli impieghi più modesti in India e nelle Filippine. E' il loro modo di ringraziare il contribuente americano. Intanto, grazie al New York Times, sappiamo con certezza che l'uomo scelto da Obama per risanare l'economia statunitense, il ministro del Tesoro Timothy Geithner quando era alla guida della Federal Reserve aveva rapporti scandalosamente stretti con i banchieri (per i dettagli leggere qui). Insomma, era e resta il loro uomo. Intanto i banchieri festeggiano anche in Gran Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il numero uno di Societé Générale Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va con una pensione da 730 mila euro. E tutto torna come prima: la casta dei banchieri continua a comandare. Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, notizie nascoste, globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 53 ) » (10 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non mi piace scrivere più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non posso esimermi dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati dall'influenza suina sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò nonostante la California proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi straordinari per 1,5 miliardi di dollari e, come previsto, spuntano casi inquietanti in tutta Europa. Un panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis ci fa sapere che entro due mesi sarà pronto il vaccino e gli infettologi raccomandano "farmaci specifici per il trattamento-prevenzione dell'influenza umana da virus suino come l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile Tamiflu della Roche, già prescritto contro l'aviaria) e lo Zanimivir" (fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi dal Giornale a firma di Manila Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin questo. AGGIORNAMENTO: In questo articolo spiego come si costruisce ad arte il panico globale e paragono l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa di ieri di Obama rafforza i miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando dell'influenza suina e la prima domanda è stata su questo tema. Ieri è stato annunciato il crollo del 6% del Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti i risultati dello stress-test sulle banche, eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste, globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 80 ) » (10 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina. Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo . Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto, secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 58 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti ( 102 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (16) banchieri (1) blog (3) borsa (2) capitalismo (18) casta (1) cina (22) clandestini (1) comunicazione (10) criminalità (1) crisi (28) democrazia (66) economia (39) era obama (26) europa (15) francia (26) geostrategia (1) germania (6) giornalismo (56) giustizia (3) gli usa e il mondo (74) globalizzazione (53) immigrazione (42) influenza suina (2) iran (1) islam (20) israele (3) Italia (159) lega (2) manipolazione (15) medio oriente (14) notizie nascoste (55) partito democratico (6) pdl (5) politica (5) presidenziali usa (23) progressisti (4) psicosi (2) referendum (1) russia (14) salute (1) scenari (1) sicurezza (3) sindacati (2) società (36) spin (14) svizzera (5) turchia (13) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails Influenza suina, una psicosi molto sospetta... - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Ultime discussioni DamyEku: Salve tutti! non può essere ke è stato l'occidente ad aprire all'Iran? nel senso ke... Francesco_P: Che l'Iran abbia sfruttato la vicenda della Saberi per giocare con l'amministrazione USA... colzani: Buonasera Se posso permettermi di riformulare la domanda, stimato Foa: faranno bene gli iraniani a fidarsi... Davide K: Ragazzi, è tutto vero, e concordo. Però mi chiedo: come mai, se le nostre economie sono messe... Alberto: Si, lo trovo curioso ma potrei leggere una contrazione futura europea più intensa in ragione del fatto... Ultime news Onu all'Italia: "Riammettere i respinti" Berlusconi: "Maroni esegue gli accordi"Ferrari contro Mosley: "No al Mondiale 2010 se non cambia regole"Il petrolio adesso vola: superati i 60 dollari Pieno da 7 euro in piùDi Luca: "E' per l'Abruzzo" Trionfo alla prima salita Armstrong perde già 15"Bari, presi leader di al Qaeda: Parigi nel mirinoEstradato il boia nazista: Demjanjuk a processoSwat: 1,3 milioni di rifugiatiLecce, arrestati 16 poliziotti L'accusa: soldi da aziendeMoratti: "Il mercato? Ibra resta così non cercheremo molto..."Ryanair, spot-burla Col premier 5 ragazze Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it May 2009 M T W T F S S « Apr 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post May 2009 (5) April 2009 (15) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts L'Iran apre a Obama (anche per timore dei talebani) Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova E la sinistra continua a non capire. Una crisi a "L" con la gobba? Le creme anticellulite? Inutili (ma nessuno lo dice) Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Influenza suina, una psicosi molto sospetta. La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Confartigianato ForlìCesena, insoluti alle imprese: un costo sociale oltre che economico (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 12-05-2009)

Argomenti: Crisi

Confartigianato ForlìCesena, insoluti alle imprese: un costo sociale oltre che economico (12/5/2009 17:58) | (Sesto Potere) - Forlì - 12 maggio 2009 - In tempo di crisi finanziaria, esiste il concreto rischio che le difficoltà economiche vissute dagli imprenditori finiscano con il travalicare nella sfera della cronaca, come è accaduto recentemente anche nel nostro territorio. Al di là della vicenda, della quale non entriamo nel merito, occorre la consapevolezza che i temi delle insolvenze nei pagamenti e della difficoltà per le imprese nell’ottenere la riscossione del dovuto hanno risvolti non solo di carattere economico, ma anche sociale. Federimpresa Confartigianato ForlìCesena è da tempo impegnata a sollecitare la Pubblica Amministrazione affinché ci sia il rispetto degli impegni contrattuali, i cui ritardi, soprattutto in questa fase di stretta creditizia, mettono in grande difficoltà le imprese. Nel nostro Paese i tempi medi di pagamento da parte della PA, che nel 2008 arrivavano a 135 giorni, oggi si attestano sui 200 giorni, contro i 65 della media europea. Questo differenza di giorni di attesa costa alle imprese italiane 1.670 milioni all’anno di maggior oneri finanziari, rispetto ai competitor europei. Le piccole imprese rischiano una crisi di liquidità, che può portare al licenziamento dei collaboratori o, addirittura, alla chiusura dell’attività con gravi ripercussioni per l’intero sistema produttivo. Sebbene da più parti si evidenzi il ruolo chiave della piccola impresa, che con la sua capacità di flessibilità sta reagendo alla congiuntura meglio della grande industria, ciò che pare ancora lacunoso, è il sistema di tutele per le numerose imprese sane, che rispettano le normative e agiscono nel pieno rispetto dell’etica, ma che sono totalmente disarmate nei confronti di chi non rispetta i termini di pagamento. La lentezza della giustizia nel decidere una causa civile o nello sbrogliare un fallimento costa alle aziende italiane oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro l'anno, mentre la durata media di una causa civile tra primo e secondo grado, stimata in 4 anni, 7 mesi e 25 giorni, colloca il nostro paese al 169° posto (su 181 stati), nella classifica della Banca Mondiale sulla durata media della procedura per far rispettare un contratto. Una situazione insostenibile che Confartigianato sottoporrà nuovamente all’attenzione dei candidati alle prossime elezioni amministrative, nel corso degli incontri predisposti nei prossimi giorni nei comuni della provincia.

Torna all'inizio


"Banchieri re Mida addio, è tempo di nuove regole" (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Retroscena Confermate le previsioni più pessimiste I RISULTATI DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL GLOBAL STANDARD "L'Ue? Deve trovare una maggiore integrazione" "Banchieri re Mida addio, è tempo di nuove regole" Fmi: la crisi in Europa sino a metà del 2010 ROMA La cosa più urgente da fare in Europa è una «pulizia di primavera» nelle banche, che le liberi dalle perdite nascoste. Questo è l'invito del Fondo monetario, rivolto (senza dirlo) soprattutto alla Germania (mentre il sistema bancario italiano «è stato colpito meno di altri» si precisa a margine). «I poteri pubblici devono sottomettere le banche a stress test regolari per costringerli a riconoscere le loro perdite e, se è il caso, procedere a ricapitalizzazioni» dice Marek Belka, l'ex premier polacco che ora dirige il dipartimento Europa del Fmi. Nel Rapporto regionale sull'Europa, presentato ieri a Parigi, il Fmi conferma le sue previsioni già note, che pongono la ripresa economica solo al 2010; non dà importanza alla svolta che per alcuni paesi segnalerebbe il superindice dell'Ocse. La recessione è «profonda», si ripete, e la ripresa sarà «graduale» anche perché difficilmente potrà appoggiarsi sull'export. Anzi, per avviare un recupero dell'economia in Europa saranno indispensabili «nuovi interventi, specie nel settore finanziario» Le stime fatte del Fondo tre settimane fa sulle possibili perdite delle banche europee, contestate dalla Banca centrale europea e dal governo francese perché troppo alte, non vengono ripetute; nel caso della Germania tuttavia conteggi preoccupanti sono uscite di recente dall'interno stesso del paese. Specie i vaghi segni positivi delle ultime settimane si rivelassero infondati, il Fmi sostiene che la Bce ha ancora «un poco di spazio» per abbassare il suo tasso guida, attualmente all'1%. Non si esclude che possano rivelarsi necessari nuovi interventi di spesa da parte dei governi (specie quello tedesco, pare di capire anche qui tra le righe) che si consiglia di concentrare su «infrastrutture e trasferimenti mirati». Degli interventi anticrisi decisi fin qui, quelli italiani si confermano i più deboli (0,3% del Pil nel biennio, contro 1,5% della Francia, 3,6% della Germania, 2,6% della Spagna); ma erano numeri già noti. Un consiglio più volte ripetuto è che per uscire dalla crisi ci vuole «più Europa»: le misure di rilancio dell'economia sono più efficaci se coordinate tra i paesi e simultanee (si otterrebbe di più appesantendo meno i bilanci); le misure di risanamento della finanza devono essere omogenee per evitare che i banchieri multinazionali approfittino degli Stati più generosi. «L'Europa - segnala Belka - è il mercato economicamente più integrato fra le economie del mondo, ma le decisioni politiche sulla crisi sono ancora prese a livello nazionale». In primo luogo, per evitare nuovi guai sarà opportuno arrivare un coordinamento europeo della vigilanza bancaria, come suggerito dal rapporto de Larosière; ma in prospettiva occorrerebbe spingersi oltre (come chiede la Bce) verso una vera e propria integrazione. \ [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Sarà un processo lungo, stabilire le nuove regole per l'economia globale. Ma Giulio Tremonti, benché veda finita la fase «apocalittica» della crisi, non teme che allontanatisi dall'orlo del baratro la spinta ad innovare si affievolisca: «di sicuro le cose non potranno ritornare come prima»; «non si può entrare nel nuovo secolo con gli strumenti del vecchio secolo». Occorre mettersi d'accordo su che cosa è giusto e su che cosa non è giusto, legittimo e illegittimo. La conferenza internazionale di esperti voluta dal ministro dell'Economia, e organizzata insieme con l'Aspen Institute, che si è chiusa ieri a Villa Madama, è stata un brainstorming dove si sono confrontate idee un po' su tutto. Il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli ne trarrà materia per un rapporto da presentare al G8 dell'Aquila. Saranno forse dodici punti, anticipa Tremonti, senza però rivelare quali. Di sicuro nel «Global standard» cercato da Tremonti ci saranno norme su «trasparenza, paradisi fiscali, corporate governance, rifiuto non retorico del protezionismo»; sulla disciplina del mercato, sul commercio, sulla finanza, su una tassazione equa, e anche per la tutela dell'ambiente. Sono regole che dovranno essere i governi a stabilire, perché «la crisi è stata arginata, nell'autunno scorso, quando sono intervenuti i governi, prima con il vertice europeo di Parigi poi con il G-20» insiste il ministro. Molto del materiale lo sta fornendo l'Ocse, il cui segretario generale, il messicano Angel Gurrìa, era presente. Tutto è fluido, tanto che le sedi in cui procedere non sono ancora stabilite. Tremonti riconosce che ormai il G-20, più che il G-8 ora presieduto dall'Italia, rappresenta il terreno principale di confronto; ma il G-20 ha a sua volta dei limiti, non c'è la Spagna, del Medio Oriente solo l'Arabia Saudita. Trattandosi di regole che tutti gli Stati dovranno applicare, non sarebbe meglio coinvolgere l'Onu, come ha proposto la Germania? «Vedremo». La chiarezza c'è sugli errori da non ripetere. La finanza senza regole ha sbagliato. Tremonti paragona i grandi banchieri a Re Mida, che nella leggenda morì di fame, perché il dono di trasformare in oro tutto quello che toccava si estendeva anche al cibo. Così i titoli cartacei che Wall Street si illudeva di trasformare in moneta sonante sono diventati «tossici» per le banche stesse che li detenevano. Mentre creava ricchezza a gran velocità, la globalizzazione, rileva Gurrìa, accresceva anche le disuguaglianze sociali; le forze dell'economia sono state piegate a servire «i profitti dei prossimi tre mesi» e i guadagni di pochi manager e azionisti. Se all'origine del mondo moderno c'è la triade francese di libertà, uguaglianza e fratellanza, negli ultimi anni, azzarda Tremonti, di triade ne prevaleva un'altra, che in francese fa ugualmente rima, «compétitivité, monnaie, marché», ossia competitività, denaro, mercato. Essendo questi i discorsi, è logico che non si siano create contrapposizioni politiche tra gli esperti invitati al convegno. Al tavolo della conferenza stampa finale, Tremonti ha voluto vicino a sé Enrico Letta del Pd, il giurista Guido Rossi notoriamente schierato a sinistra, l'ex senatore Usa e candidato presidenziale mancato del Partito democratico Gary Hart; c'era poi il giurista e magistrato americano Guido Calabresi, figlio di antifascisti italiani emigrati nel 1939. Una delle ragioni per cui discutere di nuovi ordinamenti mondiali è oggi possibile, sottolinea appunto Guido Calabresi, è che con l'amministrazione Obama «è finito l'eccezionalismo americano», ossia la dottrina secondo cui gli Usa non devono piegarsi a regole condivise. Enrico Letta individua un paio di punti: nel diritto aziendale, regole per far sì che siano considerati anche interessi più vasti («stakeholders») oltre a quelli degli azionisti («sharehorlders»); nel commercio, evitare la «corsa al ribasso» di una concorrenza sfranta che danneggia i diritti umani o l'ambiente.

Torna all'inizio


ECONOMIA, (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Franco Bruni ECONOMIA, NON BASTANO LE ASPIRINE Anche il presidente della Bce lo ha riconosciuto: non mancano segni che la crisi sta smettendo di peggiorare. Interrompere la discesa può essere la prima mossa per cominciare a risalire. La speranza che l'economia mondiale entri in una fase migliore non va sottovalutata. Ma è prematuro parlare di «ripresa» e pericoloso coltivare illusioni, precipitarsi a mettere fra parentesi quanto è successo, sostituire la retorica della fine del mondo con quella del «tutto come prima». Il miglioramento di alcuni indicatori è il risultato dell'eccezionale iniezione di moneta e spesa pubblica con le quali quasi tutte le principali economie hanno reagito alla crisi. Le medicine sono state date in dosi forti. Ma in parte si tratta di farmaci che calmano i sintomi della malattia, incoraggiano il paziente ma non curano il morbo. Servono a guadagnar tempo perché le vere cure vengano decise e abbiano effetto. Le vere cure sono le riforme economico-finanziarie per governare meglio la globalizzazione ed evitare che il mondo cresca in modo disordinato, squilibrato, pompato, e poi si ammali seriamente, come è successo. L'ideazione e l'implementazione delle misure necessarie procedono ancora lentamente. Per ora prevalgono gli antidolorifici. Le iniezioni di moneta e spesa pubblica possono inoltre avere effetti collaterali indesiderabili. Il principale è l'inflazione. Quando c'è troppa moneta in giro basta un piccolo cerino per incendiare i prezzi. Il fuoco può accendersi anche «da solo», se si accendono le aspettative di inflazione. Può accenderlo il prezzo delle materie prime o le tensioni su mercati del lavoro che non vengono abbastanza riformati prima della ripresa. O le rigidità e i colli di bottiglia di un'economia internazionale da riorganizzare, o la scarsità di alcuni servizi, compresi quelli pubblici, e di alcuni beni strumentali indispensabili a una ripresa equilibrata. L'eccesso di moneta e di spesa può anche tornare a gonfiare bolle speculative dei prezzi immobiliari e finanziari. I mercati dei cambi, rimasti per ora più stabili del previsto, possono squilibrarsi improvvisamente, soprattutto se non si corregge bene il disavanzo strutturale della bilancia dei pagamenti statunitense. I cambi instabili creerebbero nuovi problemi al commercio e alla finanza nonché balzi nei prezzi delle importazioni di molti paesi e quindi dell'inflazione. Poiché l'inflazione riduce il valore reale del debito pubblico, il fatto che questo sia stato accresciuto dappertutto dagli interventi anticrisi è un incentivo per i governi ad accettarla. Ai primi seri segni di ripresa dell'inflazione è probabile che alcune autorità monetarie, soprattutto in Europa, rispondano tornando ad alzare i tassi di interesse. Questa reazione potrebbe innescare un nuovo ciclo di pessimismo e fermare ogni segno di miglioramento ciclico. Assisteremmo allora all'aborto di una ripresa troppo precoce e troppo in anticipo sulle riforme e gli aggiustamenti strutturali necessari. Per correggere gli squilibri che hanno portato alla crisi servono riforme radicali e meditate. Serve quindi tempo. Quando si arresta il crollo ci vuole un periodo abbastanza lungo di bassa crescita e laboriosa riorganizzazione. Va ridotto il grado medio di indebitamento degli operatori economici privati e pubblici, compreso il sistema bancario. Nei prossimi trimestri, fra banche e governi, la pressione per il rifinanziamento dei debiti in scadenza sarà fortissima. È una pressione che può tornare a disturbare i mercati finanziari e che domanderà che proseguano le iniezioni di moneta e i tassi di interesse quasi a zero, alimento per le aspettative di inflazione. È una crisi «da troppo debito» ed è stata gestita, per ora, ridimensionando poco i debiti e, in qualche caso, aumentandoli molto. Non si risolverà fino a quando la riorganizzazione internazionale delle spese, delle produzioni, della formazione di risparmio, e un'ingente accumulo di nuovi capitali di rischio, non avranno ridotto l'indebitamento passato e la propensione e crearne di nuovo. Dobbiamo dunque insistere e darci tutti da fare per approfittare dell'effetto degli antidolorifici riducendone la somministrazione e accelerando molto le riforme, le vere medicine. Al di là dei dettagli, tutte le riforme importanti richiedono di spostare l'enfasi dall'interesse e dalla sovranità nazionali all'interesse globale e al rafforzamento di organismi sovrannazionali. Altrimenti non si possono riformare le politiche macroeconomiche, le regole della finanza e del commercio né si può riequilibrare la distribuzione globale del reddito, delle spese e delle produzioni. Perciò, guardando ai prossimi mesi, i veri indicatori di ripresa saranno i successi, nei quali molto dobbiamo sperare, dei programmi dei G20 e del G8 nonché degli sforzi per far riprendere il cammino verso l'unione economica e politica dell'Europa, anche in seguito alle prossime elezioni e al rinnovo degli organi comunitari. franco.bruni@unibocconi.it

Torna all'inizio


De Poli: Non ho avuto lamentele dai docenti, pensiamo in grande (sezione: crisi)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

De Poli: «Non ho avuto lamentele dai docenti, pensiamo in grande» «Noi pensiamo in grande, alla cittadella universitaria di Preganziol». Dino De Poli ferma subito il cronista, anche se forse vorrebbe aggiungere un de minimis non curat»: in cuor suo starà imprecando su quella firma leggera con l'ateneo patavino che impegnava Fondazione a versare stipendi a 50 fra docenti e ricercatori per 99 anni, a oltre 2 milioni l'anno. Con la crisi finanziaria è diventata un macigno «Dicono che non paghiamo da due anni, ma non ho sentito professori o altri lamentarsi, fino adesso - continua il presidente della Fondazione trevigiana - è segno che i soldi si possono trovare. Risponderemo a Padova nei modi dovuti, se occorre muoverò i nostri avvocati, e non escludo di convocare il consiglio». La strategia di De Poli pare chiara: attendere il nuovo rettore. Ma se sarà Zaccaria? (a.p.)

Torna all'inizio


Banca Sassari, i profitti toccano quota 2 milioni (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Economia Pagina 211 credito Banca Sassari, i profitti toccano quota 2 milioni Credito --> Gli azionisti della Banca di Sassari danno l'ok al bilancio dell'istituto al 31 marzo 2009. Il primo trimestre del 2009 consolida la tendenza positiva che la banca ha in atto fin dal bilancio 2004, evidenziando un utile di periodo pari a 2,07 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai 2,11 milioni di euro dell'analogo periodo dello scorso anno: «Un risultato significativo», commenta in una nota l'istituto, «raggiunto in un contesto di grave crisi finanziaria internazionale, che testimonia la bontà del lavoro svolto dalla struttura aziendale e la condivisione delle scelte strategiche effettuate dalla Banca di Sassari e dal gruppo bancario di appartenenza». LA RACCOLTA Il consuntivo al 31 marzo 2009 evidenzia una raccolta globale da clientela di 1.699,5 milioni di euro contro i 1.667,9 del marzo 2008, pari a un +1,89%: si è assistito a un riposizionamento dei risparmi della clientela che ha spostato risorse dal comparto della raccolta indiretta a quello della raccolta diretta (che cresce per 118,5 milioni di euro, pari al +9,76%). I CREDITI Gli impieghi alla clientela si attestano a 1.206,5 milioni di euro, in crescita (+182,1 milioni, pari a +17,78%) rispetto al dato dello stesso periodo del 2008 pari a 1.024,4 milioni di euro. Il consistente ridimensionamento del livello dei tassi di interesse, diretta conseguenza delle manovre della Banca centrale europea adottate a contrasto della crisi, spiegano la contrazione del margine di interesse, passato dai 14,4 milioni di euro del 2008 ai 12,7 del 2009, mentre il margine di intermediazione complessivo rimane stabile passando dai 20,8 milioni di euro dell'anno precedente agli attuali 20,2.

Torna all'inizio


Tirrenia, appello anche dall'Anci (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Economia Pagina 212 Tirrenia, appello anche dall'Anci --> In vista delle riunioni previste nei prossimi giorni tra governo, regioni e sindacati per discutere le prospettive di vendita della Tirrenia - in crisi finanziaria per i ridotti trasferimenti statali - l'Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per l'impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro produttivo e sui livelli occupazionali. L'ipotesi di «frammentazioni della Tirrenia», con gravi ripercussioni sull'economia dei porti e dei Comuni nonché sull'occupazione, spinge i presidenti Marta Vincenzi e Salvatore Cherchi ad auspicare che «le procedure di cessione siano ispirate dalla necessità di realizzare un piano industriale del settore dei traghetti e non si limitino ad azioni, per quanto imposte dalle normative europee, che vedano prevalere il solo aspetto finanziario». I sindaci di Genova, Porto Torres e Olbia in collaborazione con l'Anci, stanno lavorando a iniziative comuni.

Torna all'inizio


diecimila a far festa e i colli aspettano una tappa nel 2010 - stefano edel (sezione: crisi)

( da "Mattino di Padova, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

I 196 corridori del Giro lasciano Prato della Valle tra due ali di folla per la 4ª tappa Diecimila a far festa E i Colli aspettano una tappa nel 2010 ARMSTRONG. E' il più applaudito Incontro con Vettore (Ail) e i medici Carli e Zanesco STEFANO EDEL PADOVA. C'è poco da fare, quando l'evento conta e coinvolge un'intera città e parte della sua provincia, i padovani rispondono alla grande: cinquemila almeno in Prato della Valle, altrettanti lungo la passerella in centro storico, da via Umberto I sino a piazzale Mazzini, per poi superare cavalcavia Borgomagno e snodarsi lungo le strade di periferia dell'Arcella, arrivando al chilometro 0, il punto di partenza della quarta tappa, in via Sacro Cuore. Lo sport, in questo caso il ciclismo, chiama a raccolta un popolo semplice ma appassionato, entusiasta, festoso. Sì, perchè c'è voglia di far festa a questo Giro del Centenario, che per la settima volta fissa a Padova, e nella piazza più grande d'Europa, baciata dal sole e avvolta da un caldo umido già estivo, il classico cerimoniale pre-gara. Piace a tutti, il Giro, e non solo perchè è gratis. E piace molto alle donne, stipate come sardine dietro le transenne, protette solo dai cappellini regalati dall'organizzazione, in mezzo a tutti quei maschi vocianti, che la sanno lunga su questo e quel corridore, su telai e rapporti, su tubolari e forcelle, e che scrutano con curiosità i due presentatori, Salvo Aiello e Barbara Pedrotti, mentre snocciolano, uno dopo l'altro, i nomi dei 196 corridori chiamati a firmare il foglio di partenza (dalle 11.35 in poi). Sui Colli nel 2010? A proposito di attese, sveliamo il retroscena: Davide Faggion, presidente della Ciclisti Padovani, organizzatrice del Giro del Veneto e arrivata, come la corsa rosa, ai 100 anni dalla nascita, si incontra di buon'ora con Angelo Zomegnan, il direttore del Giro d'Italia, formulandogli una proposta ufficiale per l'edizione 2010: «Insieme al sindaco di Galzignano Riccardo Roman, al vice-presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio e al presidente della Federciclismo veneta Bruno Capuzzo - racconta - l'ho invitato a valutare l'ipotesi di disputare l'anno prossimo una tappa interamente sui Colli Euganei: una sorta di circuito lungo il percorso del nostro Parco, da ripetere più volte, con partenza da Este e arrivo ad Abano. La capacità alberghiera del bacino termale è in grado di assicurare ospitalità a tutta la carovana. Sarebbe il modo migliore per celebrare il secolo della Padovani». Il fatto è che anche il primo cittadino di Vicenza, Achille Variati, avanza analoga richiesta per avere i girini sotto la Madonna di Monte Berico. Progetti presi seriamente in considerazione dal patron, che ha già garantito a Mestre la sede di partenza di una tappa, per cui, chissà, se son rose... Tutti pazzi per Lance. Mentre Stefania, una delle (belle) ragazze del villaggio rosa, continua a distribuire gadget, cappellini e magliette alla gente che aumenta di minuto in minuto, la sfilata dei protagonisti comincia. La vogliamo stilare un'ideale hit parade dei campioni più amati? Nessun dubbio, è Armstrong, il texano dagli occhi di ghiaccio (e con un testicolo in meno, per aver combattuto, e vinto, la battaglia più dura, contro un tumore agli organi genitali), a finire in cima al podio. Si presenta per ultimo - lo fa sempre, da quando il Giro è cominciato, sottolineano i giudici, un po' spazientiti per le sue licenze - saluta e con il pennarello appone il suo prezioso autografo sulla lavagna trasparente. «Fa molto caldo, non sono ancora pronto per le montagne» confida a chi lo intervista, quasi presagendo quanto avverrà negli ultimi chilometri prima di San Martino di Castrozza, quando Di Luca & C. lo staccheranno. Pochi minuti prima del bagno di folla incontra, nel motorhome dell'Astana (sempre più in crisi finanziaria), Armenio Vettore, presidente dell'Ail di Padova, e i professori Modesto Carli e Luigi Zanesco, di Oncoematologia pediatrica, insieme a Maurizio Fondriest, l'ex campione del mondo che è riuscito a regalare, grazie proprio a Vettore, una sua bici al Papa. Per i bambini in cura nel reparto dell'Ospedale patavino sarebbe bellissimo ricevere la visita dell'americano. Lance non promette nulla, ma ci pensano Fondriest e Faustino Coppi, il figlio cinquantenne del grande Fausto, a rassicurare i medici: «Noi verremo presto». Cunego il più sexy. La classifica dei più amati, dunque. Applausi e cori per Petacchi (maglia rosa per un giorno), poi per Pozzato, Simoni, Bruseghin, Sastre, Di Luca, Basso e Cunego. A proposito del veronese, un mini-sondaggio condotto tra il gentil sesso lo indica come «il più sexy» della carovana. Che abbia la faccia del bravo ragazzo nessuno ne dubita, ma quanto a fisico non sembrerebbe proprio essere stato scolpito da madre natura come un diòscuro. Mah, de gustibus - dicevano i latini - non est disputandum, i gusti non si discutono.

Torna all'inizio


forza lavoro al 25% ma sale la produzione (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Spiragli alla Smith Forza lavoro al 25% ma sale la produzione SALINE DI VOLTERRA. Un incontro dall'assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, ma soprattutto un incremento, seppur lieve, nelle prospettive di lavoro per il prossimo mese di giugno. Alla Smith International prosegue la cassa integrazione, negli ultimi mesi gli impianti e la forza lavoro, consistente in 230 persone, sono stati sfruttati al 25%, ma conforta il fatto che nelle ultime settimane gli scalpelli commissionati siano di medio-grandi dimensioni e che per il mese di giugno si salirà a una quota di circa il 35% per quanto riguarda il lavoro rispetto alla messa a regime. Gli scalpelli per la perforazione del suolo in funzione dell'estrazione del petrolio hanno un calibro che va da 6 a 34 pollici. Il fatto che se ne stiano realizzando di medio-grandi dimensioni significa che serviranno alla ricerca di nuovi pozzi. E se questa tendenza dovesse essere confermata vorrebbe dire che il mercato, pur lentamente, si starebbe comunque rimettendo in moto. Del resto, l'attività della Smith, una multinazionale nel ramo del petrolio con sede in Texas, era stata fermata dalla crisi finanziaria, che aveva bloccato gli investimenti, ma soprattutto dalla minore convenienza della ricerca di nuovi pozzi, rispetto alla riduzione del prezzo della benzina. Ora che il costo del barile sta tornando a crescere sembrerebbe ripresa anche l'attività di perforazione. E aziende come la Smith non avranno che da guadagnare, in termini di mantenimento dei livelli occupazionali, da un nuovo scenario attorno al prezzo della benzina. «La situazione è questa - dicono i sindacati - ma gli eventuali sviluppi si vedranno solo tra un po' di tempo. A noi non resta che aspettare». Sindacati che, lo scorso 6 maggio, si sono incontrati con funzionari dell'assessore Simoncini, presentando i casi delle aziende più importanti della Valdicecina: Smith, ma anche Atisale e Altair. A.Q.

Torna all'inizio


Risultati modesti per bonus e social card, pessimo il taglio Ici In rete la seconda puntata de Lavoce.info su un anno di governo Berlusconi. Sulle opere pubbliche 1,3 miliardi per (sezione: crisi)

( da "Unita, L'" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Risultati modesti per «bonus» e social card, pessimo il taglio Ici In rete la seconda puntata de «Lavoce.info» su un anno di governo Berlusconi. Sulle opere pubbliche 1,3 miliardi per il Ponte sullo Stretto, mentre arrivano briciole all'edilizia scolastica SIMONE COLLINI Passato un anno dal suo insediamento, Berlusconi ha fatto i complimenti ai suoi ministri, gli economisti della Voce.info hanno fatto un bilancio di quanto realizzato. Dopo aver analizzato le leggi approvate in materia di pensioni, privatizzazioni, scuola, università, mercati finanziari, giustizia, immigrazione, edilizia abitativa, l'analisi si è spostata su altri otto settori. Politiche per le famiglie Il governo ha sbandierato come grandi successi il bonus famiglia e la social card. Il primo prevede 200-1000 euro per chi ha un reddito annuo tra 15 mila e 22 mila euro, single esclusi. La social card è di un euro e 33 centesimi al giorno. Gli effetti? Spiega Daniela Del Boca, Professore di Economia Politica all'Università di Torino: «Il carattere una tantum del primo e l'esiguità degli importi della seconda fanno presupporre che gli effetti saranno modesti». Federalismo È stata abolita l'Ici sull'abitazione principale, una tassa che riguarda i Comuni: «La cancellazione dell'imposta contrasta con il principio dell'autonomia tributaria sancito dalla Costituzione», scrivono Maria Flavia Ambrosiano e Massimo Bordignon, della Cattolica. Inoltre, nell'ambito della manovra sulle spese per il prossimo biennio «il contributo più rilevante al risanamento è stato richiesto agli enti locali». Fisco Meno tasse per tutti? Il governo ha introdotto nuove forme di prelievo, a cominciare dalla "Robin tax" e dalle misure "anticrisi" del novembre e del gennaio scorsi, più altre amenità tipo la "pornotax". In compenso sono stati smantellati i provvedimenti introdotti dal governo Prodi per contrastare l'evasione fiscale e sono state ridotte le sanzioni in caso di mancato o ritardato pagamento delle imposte. Informazione «Totale assenza di interventi complessivi», scrive Michele Polo (Bocconi), ma è stato abolito il regime di Iva agevolata al 10% per gli abbonamenti alle tv a pagamento. La Finanziaria non contiene nessuna misura a sostegno della carta stampata, settore colpito da una crisi riguardante vendite e pubblicità e che se attraversa una strutturale difficoltà, «difficilmente potrà svolgere il ruolo istituzionale di watchdog verso i poteri pubblici». Infrastrutture Grandi opere? Tanti annunci e fondi che sono semplicemente spostati di qua e di là, con i tempi di realizzazione che inevitabilmente si allungano. Scrive Andrea Boitani (Cattolica): «1,3 miliardi sono destinati al ponte sullo Stretto, mentre si ammette che l'opera non potrà essere avviata prima di 12-18 mesi. Le risorse destinate all'edilizia scolastica - che negli ultimi anni non solo ha mostrato le crepe ma ha fatto dei morti - sono briciole». Lavoro Pietro Garibaldi (Economia politica a Torino) ricorda la detassazione degli straordinari adottata per qualche mese, «una misura durata troppo poco per avere effetti significativi»: «Una indagine di Banca d'Italia segnalava il rischio di riduzioni nelle assunzioni proprio mentre esplodeva la crisi». Sanità Cancellato il ministero della Salute. Il governo Prodi aveva stabilizzato la spesa, quello Berlusconi ha abbandonato questa politica di «concertazione istituzionale nel segno di un rigore forse più enunciato che perseguito». Pubblica amministrazione Il cosiddetto decreto Brunetta prevede un sistema di valutazione della produttività dei dipendenti. Scrive Carlo Dell'Aringa (Economia politica alla Cattolica) che è meglio valutare le strutture che i singoli, mentre il decreto «sembra troppo concentrato sul differenziare i compensi tra i singoli dipendenti, per colpire i "fannulloni" e premiare i meritevoli». Il dossier

Torna all'inizio


La questione monetaria tra Stati Uniti e Cina (sezione: crisi)

( da "Libertà" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

La questione monetaria tra Stati Uniti e Cina Mentre la Cina ha annunciato in questi giorni di aver aumentato le sue riserve auree dal 2003 ad oggi da 600 a 1054 tonnellate per una percentuale pari all'1,6% delle sue riserve internazionali collocandosi al 5° posto nel mondo come detentore di oro e precedendo adesso la Svizzera, il Giappone, l'Olanda e la Russia. La Cina, in particolare, si offrirebbe per acquistare in blocco tutto l'oro che il FMI venderà, al fine di non influire troppo sul prezzo, cosa che avverrebbe se comprasse direttamente sul mercato. Se ne riparlerà al prossimo incontro del Fondo Monetario Internazionale a Washington in giugno, ma è probabile che già dietro le quinte fervano i negoziati. Il punto è sempre lo stesso. Gli Stati Uniti posseggono l'incredibile e singolare privilegio di emettere la stessa moneta nella quale sono indebitati. Ed è questo privilegio che oggi più di ieri viene messo in discussione. Fino a poco tempo fa, infatti, le autorità monetarie di qualunque Paese si astenevano dall'attaccare il dollaro come moneta di riserva poiché un attacco di questo genere sarebbe stato considerato un grave atto di ostilità nei confronti degli Stati Uniti. E' anzi probabile che siano state proprio alcune dichiarazioni di Saddam Hussein miranti a sostituire il dollaro come moneta di riserva con altre monete a contribuire alla decisione americana di invadere l'Iraq. La faccia feroce che gli Stati Uniti hanno fatto nei confronti dei vari Paesi che proponevano la fine del dollar standard non sembra gli Stati Uniti se la possano permettere nei confronti della Cina. Quest'ultima, da un lato, sta incrementando le sue riserve auree (anche se percentualmente le medesime rappresentano una porzione minima delle attività sull'estero della banca centrale cinese che ammontano a quasi duemila miliardi di dollari), dall'altro, insiste nell'affermare la necessità di sostituire il dollaro come moneta di riserva internazionale con un paniere costituito dalle principali monete, tra cui ovviamente l'euro, lo yen, la sterlina e lo stesso yuan cinese. Se gli Stati Uniti non dovessero accettare, almeno in linea di principio, questa sostituzione la Cina continuerebbe ad accumulare riserve auree. Il Segretario generale della China Gold Association ha detto: «Qui non stiamo parlando di alcune centinaia o di mille tonnellate, ma della necessità che le riserve cinesi arrivino ad almeno 5000 tonnellate e ciò a causa dello status di potenza internazionale della Cina e della gravità della crisi finanziaria mondiale». La crisi finanziaria significa una notevole volatilità nel valore del dollaro e la possibilità che la moneta americana perda almeno in parte il suo status di moneta di riserva. Se ciò avviene le banche centrali che avranno ottenuto oro si troveranno in vantaggio rispetto a quelle che hanno snobbato il metallo giallo. La Banca Centrale Europea ha emesso una raccomandazione alle banche centrali nazionali di mantenere al meno il 15% delle loro riserve in oro. Poiché per le nazioni asiatiche questa percentuale è molto più bassa è facile prevedere un aumento degli acquisti di oro da parte dei Paesi orientali. Come si vede, è in questo modo un po' informale che si sta realizzando una sorta di Bretton Woods 2. Francesco Arcucci 13/05/2009

Torna all'inizio


Bruseghin, gregario fedele con una passione: gli asinelli (sezione: crisi)

( da "Libertà" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Bruseghin, gregario fedele con una passione: gli asinelli «Sesso + prosecco = Bruseghin». La scritta, enorme, su uno dei tanti striscioni che incitano l'enfant - si fa per dire - du pays, ti sbatte in faccia con tutta la sua simpatia strampalata pochi chilometri prima dell'arrivo. E la bici? La bici, per Marzio Bruseghin, è una compagna d'infanzia, uno strumento di lavoro e una passione. Lo sarà anche quando lui non correrà più, e potrà fare il mestiere che gli piace di più, quello che da anni immagina di fare in pace, sopra la collina della Piadera, sopra Vittorio Veneto: il contadino. Marzio Bruseghin, per i cinquecento e più iscritti al suo fan club, è «Bruss dei muss». E si è ricamato molto (e lui ci ha marciato di gusto, Bertoldo con le pedivelle) sulla sua passione per allevare i muss, ovvero gli asini. Oltre ad allevare gli asinelli, ai quali dà i nomi degli amici, dei colleghi e persino di una telecronista della Rai, Bruseghin, con i soldini (bei soldini, perché di gregari così non ne trovi) presi in bicicletta ha messo in piedi un vigneto di prosecco curatissimo e che produce bene. E un piccolo uliveto dal quale trarre buon olio. I suoi tifosi sono un fenomeno unico: girano con in testa un cerchietto fermacapelli da cui spuntano due orecchie in pelouche. Modificabili, perché dentro hanno del fil di ferro. Quello che non si sa (o pochi sanno) è che per realizzare quelle orecchione lavora un piccolo staff di familiari, tra i quali figura anche Alessia, l'eterna morosa del Bruseghin. Trancia il filo di ferro, imbottisci, cuci, aggancia, rifinisci. E le orecchie d'asino, che un tempo a scuola venivano messe agli scarsi, diventano un emblema, un piccolo monumento al tifo ciclistico. Non ci sono precedenti di questo tipo, nello sport delle due ruote. E quel lavorio a costruire orecchie è diventato frenetico lo scorso anno, dopo che il gregarione Bruseghin, ritrovatosi capitano della Lampre, s'è classificato terzo al Giro. A dimostrazione del fatto che un corridore completo e forte non necessariamente deve fare il capitano a vita. E che un gregario non è sempre un portaborracce. «Io resto un gregario: se fai il capitano e ti va male, nessuno ti rivuole come gregario. Un buon gregario invece lo vogliono in molti». Chissà se ci crede davvero: lo sapremo alla fine del Giro. Capitan Cunego è avvisato. Niente stipendi:l'Astana rischia lo stop L'Astana rischia la sospensione, se non pagherà le spettanze dovute ai propri tesserati entro il 31 maggio. La minaccia sarebbe arrivata direttamente dall'Uci. La squadra kazaka, della quale fanno parte big come gli statunitensi Lance Armstrong e Levi Leipheimer, oltre allo spagnolo Alberto Contador, è in crisi finanziaria. Gli effetti della crisi globale hanno toccato anche le casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra di ciclismo. I corridori non ricevono lo stipendio e il ritardo nei pagamenti è destinato a proseguire. La crisi non ha coinvolto Armstrong che ha accettato di correre senza compenso. L'Uci ha fatto capire che la squadra potrebbe essere espulsa dal Giro qualora non rispettasse il regolamento, che prevede bilanci in attivo da parte di tutti i team in gara. Antonio Frigo 13/05/2009

Torna all'inizio


Nelle valli olimpiche adesso il mattone ha ripreso a tirare (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

DA SESTRIERE A CESANA E BARDONECCHIA Nelle valli olimpiche adesso il mattone ha ripreso a tirare [FIRMA]FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei traballanti mercati finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse della clientela piemontese, lombarda e ligure. Da Sestriere e Bardonecchia (che guidano la classifica delle quotazioni con 4-7 mila euro al metro quadro per le nuove costruzioni) a Pragelato, Oulx e Salbertrand c'è grande fermento nelle compravendite. «Dopo il rallentamento del mercato tra metà 2008 e inizio 2009, oggi abbiamo parecchie richieste» conferma Nives Coletto, responsabile dell'agenzia Gabetti di Bardonecchia e delle altre filiali del gruppo in Alta Valle. «In due settimane abbiamo venduto cinque appartamenti», sottolinea Fiorella Zonato, titolare dell'immobiliare Grand Hoche di Beaulard. Il buon andamento del settore è confermato dal fiorire di agenzie in tutte le località olimpiche: almeno una decina per Comune. E registrano, mediamente, 15-25 compravendite l'anno ciascuna. Più complessa l'analisi dei prezzi, che seguono il rapporto tra domanda e offerta, di paese in paese. Sestriere e Bardonecchia, dove si è costruito poco rispetto alle richieste del mercato, tengono i prezzi (alti) del 2006-2007. Stesso discorso a Sauze d'Oulx, dove c'è poca disponibilità rispetto alla domanda: valori stabili a 4.000-4.500 euro al metro quadro per il nuovo o il ristrutturato in stile. Ben diversi i casi di Oulx e Sansicario, che negli ultimi tempi hanno saturato il mercato, e registrano una lieve flessione dei prezzi. Che, almeno nel caso di Oulx, ha favorito lo sviluppo demografico. Stesso discorso a Salbertrand dove le abitazioni costano dai 2 mila ai 3.200 euro al metro quadro. «Di recente, molti piccoli alloggi di Bardonecchia degli anni '60-'70 sono stati scambiati con case nuove nei Comuni dove le case costano meno». E la cosiddetta «bolla speculativa» delle Olimpiadi? Non è esplosa. I prezzi, saliti anche del 20-25 per cento alla vigilia dei Giochi, si sono livellati verso il basso nel 2007-2008, ma del 2-4 per cento appena.

Torna all'inizio


Il mattone olimpico torna a tirare (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

ALTA VALSUSALA RIPRESA NEGLI ULTIMI MESI DOPO UN 2008 NERO E CON LE CONTRATTAZIONI QUASI FERME IL CASO Il mattone olimpico torna a tirare Nel nostro Comune i vecchi immobili da ristrutturare han mercato perché sono in stabili belli Prezzi in calo a Oulx e Sansicario, dove il mercato è saturo di nuove costruzioni Beaulard e Cesana in ripresa C'è una forte ripresa al punto che in due settimane abbiamo venduto cinque appartamenti Roberto Serra Fiorella Zonato [FIRMA]FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei traballanti mercati finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel caro, vecchio mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse della tradizionale clientela piemontese, lombarda e ligure. Il tutto, a fronte di una sostanziale tenuta dei prezzi. Da Sestriere e Bardonecchia (che guidano la classifica delle quotazioni con 4-7 mila euro al metro quadro per le nuove costruzioni) a Pragelato, Oulx e Salbertrand, che offrono oggi le migliori occasioni per chi compra, c'è grande fermento nelle compravendite. «Dopo il rallentamento del mercato tra metà 2008 e inizio 2009, oggi abbiamo parecchie richieste» conferma Nives Coletto, responsabile dell'agenzia Gabetti di Bardonecchia e delle altre filiali del gruppo in Alta Valle. «C'è una forte ripresa: in due settimane abbiamo venduto ben cinque appartamenti», sottolinea Fiorella Zonato, titolare dell'immobiliare Grand Hoche di Beaulard. Il buon andamento del settore è confermato dal fiorire di agenzie in tutte le località olimpiche: almeno una decina per Comune. E registrano, mediamente, 15-25 compravendite l'anno ciascuna. Più complessa l'analisi dei prezzi, che seguono il rapporto tra domanda e offerta, di paese in paese. Sestriere e Bardonecchia, dove si è costruito poco rispetto alle richieste del mercato, tengono i prezzi (alti) del 2006-2007. Stesso discorso a Sauze d'Oulx, dove c'è poca disponibilità rispetto alla domanda: valori stabili a 4.000-4.500 euro al metro quadro per il nuovo o il ristrutturato in stile. Ben diversi i casi di Oulx e Sansicario, che negli ultimi tempi hanno saturato il mercato a forza di nuove edificazioni, e registrano una lieve flessione dei prezzi. Che, almeno nel caso di Oulx, ha favorito lo sviluppo demografico. Il paese al centro ha visto, infatti, crescere la popolazione dai 2656 abitanti censiti nel 2001 a 3170 di oggi: quasi il doppio dei 1755 residenti del 1970. Stesso discorso a Salbertrand dove le nuove abitazioni costano dai 2 mila ai 3.200 euro al metro quadro. «È il mercato delle seconde case a spingere le compravendite di prime abitazioni» spiegano gli addetti ai lavori. «Di recente, molti piccoli alloggi di Bardonecchia degli anni '60-'70 sono stati scambiati con case nuove, magari villette, nei Comuni dove gli immobili costano meno». E la cosiddetta «bolla speculativa» delle Olimpiadi? Non è esplosa. I prezzi, saliti anche del 20-25 per cento alla vigilia dei Giochi, si sono livellati verso il basso nel 2007-2008, ma del 2-4 per cento appena. «Molti si aspettavano che le quotazioni sarebbero crollate: per questo hanno rimandato gli acquisti a dopo il 2006 - sottolinea la responsabile Gabetti di via Medail -. Il crollo, però, non c'è stato, perché la richiesta è ancora maggiore dell'offerta. E chi vende (e non vuol cedere sul prezzo) decide il valore di mercato, e lo tiene alto». Beaulard e Cesana rappresentano realtà in cui il prezzo è cresciuto senza fenomeni speculativi di rilievo, lasciando immaginare buoni investimenti a chi deve comprare casa. Da 3-4 anni Beaulard è in ripresa, perché tanti abitanti di Bardonecchia e Oulx hanno deciso di trasferirsi nella frazione a metà strada tra la Vialattea e la Perla delle Alpi. «Vanno per la maggiore i bi e trilocali, da 90 ai 160 mila euro - spiega Fiorella Zonato, dell'unica agenzia immobiliare -. Con la stessa cifra, a Bardonecchia, si compra un monolocale, o due stanze da ristrutturare». Cesana è, invece, l'unica località olimpica in cui il vecchio da ristrutturare ha mercato: «Perché non sono alloggi in brutti condomini anni '70 e '80, era della grande speculazione - rivela il sindaco Roberto Serra - La posizione fa il resto».

Torna all'inizio


D'Alema: (sezione: crisi)

( da "Secolo XIX, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

D'Alema: «Il Pd ricominci dalla vittoria di Barack Obama» l'ultimo libro dell'ex ministro degli esteri Dopo la sconfitta di Veltroni, una riflessione sul futuro del partito e la sua collocazione «nel mondo nuovo» 13/05/2009 Roma. Ricominciamo da Barack Obama, parola di Massimo D'Alema. «Da una riflessione sul mondo nuovo che sta nascendo, sul posto che vi avranno l'Europa e l'Italia, sulle ragioni della crisi del capitalismo globale selvaggio, che è una crisi politica e culturale prima che economica»: da qui Massimo D'Alema, ex presidente del Consiglio (il primo e unico ex Pci), ex ministro degli Esteri, propone «di partire per individuare l'orizzonte strategico, i valori costitutivi, le ragioni del Partito Democratico» del futuro. Azzarda D'Alema e lo scrive nel suo ultimo libro, "Il mondo nuovo. Riflessioni per il Partito democratico" (edito dalla sua Fondazione ItalianiEuropei), quasi un manifesto politico, con dentro la raccolta dei suoi interventi. Il canovaccio dalemiano, nell'era di Dario Franceschini e dopo lo shock della sconfitta veltroniana per il centrosinistra, è chiaro, provare a ripartire dal mondo per vincere in Italia. «Una valutazione dello straordinario mutamento in atto nello scenario internazionale - si legge nella presentazione del volume - segnato dalla grande crisi finanziaria, economica e sociale del mondo globale, dal declino dell'era neoconservatrice sino all'avvento di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti d'America. La crisi e le risposte che essa esige rappresentano una sfida decisiva per i democratici e per i riformisti, ma anche l'occasione di un grande cambiamento, l'opportunità per attuare riforme coraggiose, tanto più necessarie in un Paese come l'Italia, da troppi anni bloccato, incapace di crescere al livello degli altri partner europei, di sprigionare pienamente e liberare le sue potenzialità e le sue energie». È la riedizione, tredici anni e due sconfitte politiche dopo (nel 2001 e nel 2008), di quel suo libro degli anni Novanta, "Un Paese normale. La sinistra e il futuro dell'Italia". L'orizzonte, in fin dei conti, per il centrosinistra non cambia. «Una grande prospettiva di cambiamento, un progetto di riforma per l'Italia da costruire intorno alle idee forza della democrazia, dell'eguaglianza e dell'innovazione servirà a parlare alle nuove generazioni. E servirà anche a dare respiro al progetto del Partito Democratico, al quale questo libro vuole offrire un contributo in termini di cultura politica, sviluppando una riflessione sui caratteri e sui limiti del bipolarismo italiano, sulla necessità di una visione dell'evoluzione democratica del Paese che sia effettivamente alternativa al plebiscitarismo e alla semplificazione personalistica del confronto politico». Massimiliano Lenzi 13/05/2009

Torna all'inizio


tremonti: "i banchieri hanno esagerato" - elena polidori (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 26 - Economia Il ministro presenta i 12 punti che costituiranno gli standard di controllo della finanza globale Tremonti: "I banchieri hanno esagerato" ELENA POLIDORI ROMA - Un «global standard» in 12 punti per iniziare a scrivere il nuovo ordine mondiale. Un set di regole e principi, economici ma anche etico-giuridici, per rendere i mercati più trasparenti e ripristinare la fiducia. Giulio Tremonti fa l´annuncio e spiega che presenterà il suo progetto al G8. Dice: «Negli ultimi tempi banchieri e finanzieri hanno esagerato e lo hanno fatto perché non c´erano regole». Si sono comportati «come Re Mida» che trasformava in oro tutto quello che toccava, «compreso il cibo e per questo è morto». Il mito «si è ripetuto». Il ministro dell´Economia riunisce a Villa Madama un gruppo di saggi - economisti, giuristi, Nobel - chiamati a discutere questi paletti, in parte già individuati insieme all´Ocse. Un lavoro che procede in parallelo con quello, analogo, del cancelliere tedesco Angela Merkel e con un ruolo rilevante dell´Ocse. Tremonti è convinto che «non si può entrare nel nuovo secolo con le regole del vecchio», specie se queste hanno portato alla recessione: «E´ superata la fase dell´Apocalisse ma la crisi continua», ripete. E´ deciso a rivendicare il primato della politica nella gestione dei problemi economici poiché «l´ombra lunga della crisi è stata allontanata quando sono scesi in campo i governi». Perciò, via al global stardard. La discussione è «appena avviata». Ma si sa che ruota intorno ad alcuni capisaldi: più trasparenza ed etica nel business; lotta al riciglaggio, all´evasione fiscale, al dumping sociale e ambientale; più forza alle istituzioni multilaterali; no al protezionismo e ai superbonus dei manager; si al passaggio dalla cultura della creazione di valore per gli azionisti a quella degli stakeholders, cioè tutti i portatori di interessi nei riguardi dell´impresa, dipendenti compresi. Un aspetto, questo, che per l´ex ministro Enrico Letta, nel panel dei saggi, rappresenta «una vera e propria rivoluzione». Tremonti riconosce che il nuovo assetto non può essere deciso «da un gruppo di intellettuali» o da un solo governo ma dovrà essere condiviso. «Servono standard accettati da tutti e capaci di arginare la crisi del sistema», argomenta l´ex presidente Consob, Guido Rossi, pure a Villa Madama. Il piano, con tanto di sanzioni per gli inadempienti, andrà anche al G20.

Torna all'inizio


L'eccessivo ottimismo dello stress test americano sulle banche (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 13/05/2009 - pag: 7 autore: Mario Lettieri, sottosegretario all'Economia nel governo Prodi Paolo Raimondi, economista l'analisi L'eccessivo ottimismo dello stress test americano sulle banche Quasi tutti i media hanno riportato che la simulazione di crisi fatta sulle 19 più grandi banche americane, che si pensava fossero a rischio di bancarotta, avrebbe dato dei risultati inaspettatamente rassicuranti: 9 di loro starebbero bene e per le restanti dieci basterebbero 75 miliardi di dollari di capitale fresco, che naturalmente il governo e i cittadini americani metterebbero a loro disposizione tramite il Programma di Assistenza per il Capitale del Tesoro, per affrontare eventuali future turbolenze. Se fosse veramente così, si potrebbe dire che l'emergenza finanziaria è finita, ma la realtà sembra essere un po' differente. Si ricordi che gli autori della simulazione di controllo, la Federal Reserve, l'Office of the comptroller of the currency e la Federal deposit insurance corporation (l'importante Fdic che garantisce i depositi sui conti bancari) nei mesi passati non erano stati capaci di prevedere la più grave crisi bancaria della storia. Il test consiste in una simulazione al computer con modelli econometrici per saggiare la tenuta delle grandi banche in situazioni di aggravamento delle crisi economica. Di fatto i dati di ogni banca vengono inseriti in un programma che simula delle situazioni alternative attraverso l'introduzione di variabili economiche matematiche. I dati vengono poi analizzati per definire gli interventi e le soluzioni a eventuali mancanze e difficoltà di gestione. È un esercizio che può essere di grande aiuto se fatto bene.Lo stress test è stato fatto su due scenari economici, uno cosiddetto «base line» che segue le previsioni correnti generalmente accettate e un secondo «more adverse» che prende in considerazione una «flessione economica più profonda e prolungata» per il 2009 e il 2010. Le variabili economiche fondamentali usate sono gli andamenti del Pil, del tasso di disoccupazione e dei prezzi medi delle case. Sono variabili utili ma assolutamente insufficienti per analizzare il possibile andamento futuro della crisi finanziaria. Se si prende in considerazione lo scenario «more adverse», in quanto quello «base line» è veramente troppo ottimista, si hanno variabili così definite: il Pil diminuisce del 3,3% nel 2009 e aumenta dello 0,5% nel 2010, la disoccupazione è rispettivamente dell'8,8% e del 10,3% e i prezzi delle case scendono del 22% e l'anno prossimo solamente del 7%. Nonostante il resoconto dica che sono state prese in considerazioni tendenze che sono peggiori di quelle che si è avuto nei momenti più bui della crisi degli anni Trenta, purtroppo a noi pare che gli esperti controllori siano stati ancora una volta troppo benevoli. Infatti i dati ufficiali più recenti danno una contrazione del Pil americano su base annuale del 6,1% per il primo trimestre 2009 e un tasso di disoccupazione ad aprile dell'8,9%. L'indice di riferimento per i prezzi delle case, il cosiddetto indice Case-Shiller per le 10 maggiori aree metropolitane, segna a febbraio un calo annuale del 18,6%. In ogni modo, sulla base del secondo scenario, la Fed stima che per i due anni 2009 e 2010 le 19 banche dovranno far fronte a una perdita di 600 miliardi di dollari (che salgono a 950 se si calcolano le perdite a partire dall'esplosione della crisi nel 2007). Di questi, 455 miliardi sarebbero perdite nel portafoglio-prestiti in ipoteche e crediti al consumo, ciò significa che il 9,1% dell'intero pacchetto crediti sarebbe inesigibile. Inoltre le simulazioni hanno quasi completamente ignorato l'enorme bolla speculativa dei derivati Otc (Over the counter) negoziati fuori dei mercati regolamentati e mantenuti fuori bilancio. Un risultato dello stress test «more adverse» indica in circa 100 miliardi di dollari eventuali perdite di controparte per contratti Otc. Ma la carenza più grave del modello Fed applicato nella simulazione di crisi la fa rilevare indirettamente la nostra Banca d'Italia. Infatti un recente studio di Antonella Foglia sui metodi degli stress test afferma che «la simulazione di stress test fornisce informazioni su perdite potenziali provocate da shocks di carattere eccezionale ma plausibile, aiutando così gli esperti a valutare la vulnerabilità del sistema». È proprio quello che la simulazione di crisi con le banche americane non ha fatto: non ha condotto una simulazione in situazione di shock, bensì solo di un andamento negativo, ma non di un evento eccezionale. Se uno stress test, simile a quello realizzato nei giorni passati, fosse stato fatto prima del crollo dei mutui sub prime, non avrebbe dato alcun avviso di un crollo imminente, ma solamente una serie di vaghe preoccupazioni e forse qualche invito a fare maggior attenzione, ma niente più. Per queste ragioni dobbiamo purtroppo dire che il test è stato una vera occasione mancata. Perciò suscitano preoccupazione le recenti dichiarazioni del segretario del Tesoro americano Timothy Geithner, riportate anche su La Repubblica dell'8 maggio, che starebbero dando luogo ad un ottimismo, anche con riverberi in Italia, che potrebbe rivelarsi infondato.

Torna all'inizio


Prepariamociallaripresa (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Sud sezione: SYSTEM (SPECIALE MAGGIO MONUM data: 2009-05-13 - pag: 25 autore: Prepariamociallaripresa Andrea Cozzolino L a crisi finanziaria manifestatasia settembre 2008, nella prima metà del 2009 ha avuto pesanti ripercussioni sull'economia reale: aumento della disoccupazione, crollo della domanda interna, minore reddito per le famiglie, difficoltà per le imprese. A febbraio abbiamo stanziato 2,5 miliardi per sostenere la domanda, gli investimenti correnti e la spesa sociale. Negli ultimi mesi, abbiamo lavorato intensamente anche per proiettare l'economia regionale oltre la crisi. Complessivamente, abbiamo messoa disposizione oltre 650 milioni di investimenti per lo sviluppo e l'occupazione riformando la tipologia e gli strumenti normativi di settore, a partire dagli incentivi, ridotti da 44 a 5 e semplificati nelle procedure di attuazione. Grazie ai nuovi incentivi, abbiamo finanziato, con 24 milioni, i progetti di ristrutturazione del debito per oltre 230 piccole e medie imprese e, con un ulteriore stanziamento di 60 milioni, estenderemo questa misura ad almeno altre 750 pmi; abbiamo, poi, finanziato investimenti per 45 milioni, finalizzati all'innovazione e allo sviluppo per ulteriori 140 imprese; stiamo valutando 88 richieste di contratti di programma, che cominceremo a finanziare nei prossimi giorni per una quota complessiva pari a 455 milioni. Questo incentivo, nei prossimi 12-24 mesi, consentirà a circa 550 imprese di assumere oltre 6.600 nuovi lavoratori e sviluppare 2 miliardi di investimenti. Infine, nelle prossime settimane pubblicheremo due bandi sul credito d'imposta per gli investimenti e per l'occupazione. Per ciascuno di questi metteremo a disposizione circa 60 milioni. La Campania è l'unica Regione d'Italia a reintrodurre il credito d'imposta, dopo che il Governo nazionale l'ha progressivamente abolito a partire dal 2002. Il credito d'imposta, come hanno dimostrato i risultati positivi della seconda metà degli anni '90, è uno strumento fondamentale a sostegno dell'occupazione e della crescita nel Mezzogiorno. E lo sarà maggiormente quando arriverà la ripresa. Noi stiamo lavorando concretamente per farci trovare pronti a quest'appuntamento.è importante che su questo fronte ognuno faccia la propria parte: Regioni, imprese, sindacati, enti locali, Governo nazionale, debbono lavorare assieme per aiutare il Mezzogiorno a riprendere il cammino della crescita con una strategia che rimetta al centro l'occupazione e le giovani generazioni. ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE Regione Campania

Torna all'inizio


È ripartito il rally del petrolio (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-13 - pag: 7 autore: La risalita delle commodities. Si ricrea il legame tra il rialzo dei mercati finanziari e quello del greggio è ripartito il rally del petrolio La Cina spinge il Wti sopra i 60 dollari, ai massimi da novembre Riccardo Sorrentino Prima o poi la crisi finirà. Ma come? è una domanda che occorre porsi, il giorno in cui il petrolio sale oltre i 60 dollari, ai massimi da sei mesi. Quali scenari si aprono se, in quello che sembra il momento di una timidissima svolta, alcuni mercati si infiammano di nuovo? La cronaca della seduta di ieri racconta di un contratto giugno che al New York Mercantile Exchange si è portato a 60,08 dol-lari, il massimo dall'11 novembre, prima di scivolare intorno a quota 59 sulla scia del calo delle borse. Il rialzo da inizio dell'anno, scattato anche a causa dei tagli dell'offerta dell'Opec, è ora del 34 per cento. La giornata di ieri è però sembrata un flash-back. Un ritorno a qualche mese fa, quando i mercati delle materie prime salivano rapidamente per motivi non chiarissimi: la domanda dei Paesi emergenti, dicevano alcuni; la pressione della liquidità in cerca delle ultime occasioni di guadagno, secondo altri. Ieri le due ipotesi sono state riproposte insieme. Perché il rally è partito dalla pubblicazione dei dati sull'import cinese di petrolio di aprile: il mese scorso gli acquisti sono saliti del 14% con consegne che hanno raggiunto i 16,17 milioni di tonnellate, 3,9 milioni di barili al giorno. C'è quindi un fatto:la maggiore domanda del secondo consumatore mondiale di energia (che però vede le esportazioni in continuo calo). E c'è un'aspettativa: la scommessa su un rialzo generato dalle prospettive della ripresa economica.Un'attesa,questa,rinforzata dai dati sul deficit commerciale americano, che a marzo è tornato a crescere dopo otto mesi di contrazione anche a causa delle maggiori importazioni, in valore e in volume, di greggio. Il problema ora è lo stesso di qualche mese fa: c'è, ed è individuabile, un nesso tra questi prezzi e la domanda di greggio? La risposta è quasi impossibile, dal momento che gli economisti discutono ancora sull'interpretazione del boom del petrolio, salito a 147 dollari a luglio 2008 e poi calato bruscamente, proprio come accade nelle bolle, con il peggioramento della crisi. A dicembre era a 32 dollari. Anche il recente recupero del greggio è avvenuto in circostanze che possono far pensare a un fenomeno tutto interno ai mercati finanziari. Si è creata una forte e inconsueta correlazione tra borse e petrolio, che sono salite insieme (si veda il grafico). Un gioco che si è ripetuto anche ieri, coinvolgendo come sempre, ma allo specchio, anche il dollaro, sceso fino a quota 1,3706 per un euro, ai minimi dal 23 marzo. L'elevatissimo livello delle scorte - ai massimi da 19 anni negli Usa, a causa di una domanda ancora debole- avrebbe però consigliato un andamento meno brillante per Wti e Brent. Al punto che nei giorni scorsi diversi analisti hanno immaginato che, entro l'estate, azioni e greggio dovrebbero prendere direzioni diverse. Se questo non dovesse avvenire, allora nascerebbe un dubbio forte, che aleggia da tempo: che direzione sta prendendo l'enorme liquidità immessa in circolazione da Governi e Banche centrali? Tra investimenti reali ridottissimi - in molti paesi erano insufficienti, come diceva Ben Bernanke nel 2005, anche in tempi felici- non c'è il rischio che essa gonfi i prezzi, iniziando dalle quotazioni finanziarie? I (pochi) economisti liberisti di scuola austriaca, ipersensibili al tema, già parlano della mini-bolla di Obama, e questo, dopo i crolli dei mesi scorsi, appare un po' azzardato. Il pericolo però c'è, soprattutto per le materie prime, e non può essere ignorato. I mercati delle commodities - spiegava una ricerca della defunta Lehman un anno fasono piccoli e illiquidi e hanno "fondamentali" che cambiano lentamente, a differenza delle borse animate da aziende dinamiche. Basta un po' di liquidità in più, allora, per scatenare forti rialzi, tali da frenare anche riprese più robuste. è uno scenario preoccupante. riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com MINIBOLLA DI OBAMA? Per alcuni economisti il rimbalzo delle quotazioni è l'effetto della gigantesca iniezione di liquidità guidata da Fed e Tesoro Usa

Torna all'inizio


Obama e il Gattopardo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-13 - pag: 10 autore: DALLA PRIMA Obama e il Gattopardo Dunque gli organismi di regolamentazione americani sono sensibilmente più consapevoli dei rischi rispetto all'Fmi, anche se meno di Roubini. Queste perdite vengono confrontate con gli utili previsti (sottratti i dividendi) in questi anni, più un accantonamento per le perdite del 2011. Qui i regolatori stimano gli utili a 363 miliardi di dollari, contro i 210 ipotizzati da Fmi e Roubini. Ciò significa che la riduzione di capitale è stimata in 172 miliardi di dollari dai regolatori, 111 miliardi dall'Fmi e 601 miliardi da Roubini. Ma tenendo conto della raccolta di capitali prevista e degli utili in eccedenza nel primo trimestre del 2009, la riduzione finale di capitale è di solo 62 miliardi di dollari per i regola-tori, di appena un miliardo per l'Fmi, ma addirittura di 491 miliardi per Roubini. Ci sono due dati importanti in questa analisi: le possibili perdite e la tendenza al rialzo degli utili. Ma c'è un dato finale altrettanto importante: di quanto capitale ha bisogno una banca? La risposta è: quanto è lungo un pezzo di spago? Poiché molte di queste banche sono giudicate "too big to fail", troppo grandi per essere lasciate fallire, sono i contribuenti ad accollarsi il rischio di ultima istanza. I requisiti di capitale dipendono in parte da quanto il governo vuole cautelarsi da possibili perdite, e in parte da quanto i possessori di titoli vogliono essere garantiti dalla possibilità che il governo possa rifiutare di intervenire in soccorso. Alla fine del 2008, il rapporto fra capitale proprio complessivo e attività bancarie negli Usa era del 3,7%. Senza la garanzia esplicita e implicita offerta dallo Stato sicuramente sarebbe stato più alto. Come fa notare l'Fmi, a metà degli anni Novanta, prima del boom della leva finanziaria, il rapporto era del 6%. Nel XIX secolo, prima delle garanzie sui depositi, era ancora più alto. Le conclusioni sono tre: primo, la stima del governo è più prudente di quella dell'Fmi rispetto alle perdite, anche se molto meno di quella di Roubini; secondo, gran parte del capitale da raccogliere verrà dagli utili di un sistema bancario capace di prendere soldi in prestito alle condizioni favorevoli offerte dalla Banca centrale, e poi di prestare ai suoi clienti a prezzi più alti; e terzo, gli obiettivi di rapporto di capitale- Tier 1 risk-weighted capital del 6% delle attività e Tier 1 common equity capital del 4%- non sono particolarmente onerosi. Questo studio ha un obiettivo conservatore: fare in modo che il sistema bancario esistente e le attività esistenti possano credibilmente, anche se non con certezza, sopravvivere al probabile cannoneggiamento. Questo è stato fatto sufficientemente bene da soddisfare i mercati. Ma queste banche non saranno in grado di espandere significativamente il loro stato patrimoniale nel prossimo futuro. Il grande interrogativo è: fino a che punto questo studio contribuirà a far ripartire l'economia? Le banche commerciali forniscono solo un quarto del credito del settore finanziario negli Stati Uniti, mentre a metà degli anni 90 questa percentuale sfiorava il 40%. Il resto viene in gran parte da varie forme di cartolarizzazione. Se e fino a quando il mercato di questo secondo tipo di prodotti non riaprirà i battenti a tutti gli effetti, il credito per il settore privato probabilmente rimarrà " strozzato". In che misura tale strozzatura risulterà vincolante dipenderà dalla disponibilità di prestatori fortemente esposti a prestare soldi, specialmente quando i beni offerti a garanzia del prestito hanno perso valore. Ecco perché sarà il colossale piano di rilancio dell'economia - l'elemento meno conservatore del pacchetto economico - a portare la ripresa. Oltre che il meno conservatore, il piano di rilancio è anche il meno inquietante per gli interessi di lobby potenti, in particolare nel mondo della finanza. Approcci più radicali (ad esempio abbandonare all'insolvenza un maggior numero di banche) avrebbero accresciuto l'incertezza sul breve periodo e in questo modo avrebbero compromesso il ritorno alla stabilità a cui punta Obama. Ma qui il presidente deve valutare un pericolo più a lungo termine: la possibilità che il sistema finanziario salvato getti le basi per un'altra crisi finanziaria, forse ancora peggiore, negli anni a venire. Garantire il salvataggio di un sistema finanziario sovraccarico ancora più di prima di istituti complessi e "too big to fail" è forse la risposta prudente a queste crisi, ma lascia lo Stato col compito ancora più oneroso di imporre una regolamentazione efficace in futuro. Purtroppo, l'esperienza insegna che la regolamentazione di sistemi finanziari generosamente garantiti è molto poco efficace. L'interesse personale di operatori riccamente remunerati non fa fatica a vanificare i vincoli imposti da regolatori molto meno remunerati e quasi certamente meno abili. Più va avanti la crisi, più diventa evidente che gli incentivi presenti nel sistema finanziario erano (e sono) drammaticamente distorti. Io simpatizzo con l'approccio conservatore alle crisi, ma non se questo approccio lascerà al suo posto quella moltitudine di incentivi perversi all'origine di queste crisi. In fin dei conti, vi sarà un unico grande test: gli istituti "too big to fail" saranno numerosi come sono oggi? E se sì, come saranno controllati? Se continueranno a non esserci risposte chiare, serviranno altri cambiamenti ancora. Martin Wolf © Financial Times

Torna all'inizio


Lapidario e laconico. Ma con il tono deciso, di quelli che non ammettono repliche. E' a... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009 Chiudi di ANTONELLA MANNI Lapidario e laconico. Ma con il tono deciso, di quelli che non ammettono repliche. E' arrivato ieri l'annuncio che, ad appena un mese e mezzo dall'inizio della manifestazione, «il comitato di gestione della Fondazione Festival dei Due Mondi ha ritenuto doveroso revocare la convenzione a suo tempo sottoscritta con la società Mediavip». Per la verità la notizia che ci fossero problemi tra la società di ricerca di sponsor e la Fondazione Festival era nell'aria da tempo. E la faccenda inoltre ha il sapore del "déjà vu", dell'esperienza già vissuta insomma, visto che si ripropone quanto già successo con la Etheria consulting, la società di marketing e sponsoring estromessa alla vigilia dell'edizione di Spoleto 51. Allora fu lo stesso presidente di Mediavip, Michele Costantino, ad affermare che dai contatti avuti con alcuni sponsor nazionali non si era avuta traccia del lavoro svolto dalla precedente società la quale, a differenza della Mediavip, non aveva sottoscritto alcuna convenzione. Subito era arrivata però la replica di Raffaella Gabetta, titolare di Etheria che intanto si era premunita depositando al tribunale di Spoleto una causa civile e chiedendo un risarcimento di un milione di euro. Prossima, in giugno, è fissata un'udienza per quel procedimento. E non è difficile immaginare che a breve arriverà una contromossa anche da Mediavip tanto più che, dalla sua, quest'ultima ha una convenzione firmata da entrambe le parti. Anche se le fonti ufficiali non ne fanno menzione, almeno per il momento, sul motivo della rottura con la società milanese è certo che sul tema centrale del reperimento degli sponsor, la Fondazione Festival sembra incappare nelle maggiori difficoltà. I soldi, in sostanza, soprattutto quelli di provenienza privata, paiono non trovare i giusti canali di accesso alle casse del Festival. E il rapporto tra chi è deputato a trovarli e chi ne ha un bisogno estremo per vivere, diventa un rapporto che si avvelena giorno dopo giorno. Ci aveva provato Etheria ed è stata liquidata. E' stata sostituita con la Mediavip ma nemmeno questa è durata. Di certo, l'amministratore delegato di Mediavip Michele Costantino, lo scorso anno si era giustificato per aver apportato alla manifestazione una cifra più esigua delle aspettative dicendo di aver cominciato a lavorare per il Festival solo dal mese di marzo. Qualche polemica era poi sorta con i commercianti e gli industriali locali ai quali la società aveva richiesto di contribuire ottenendo in cambio un diffuso malcontento. Un po' meglio era andata con i grandi sponsor. Quest'anno forse, una giustificazione avrebbe potuto essere la crisi finanziaria globale, ma è evidente come il meccanismo di dare e avere nel processo di gestione del nuovo corso del Festival pare ancora ben lontano dall'essere rodato.

Torna all'inizio


NONPROFIT: LE COOPERATIVE SOCIALI POSSONO AFFRONTARE LA CRISI CON OTTIMISMO LO AFFERMA IL 70% DEI COMMITTENTI DI IMPRESE E COMUNI ITALIANI (sezione: crisi)

( da "marketpress.info" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009 NONPROFIT: LE COOPERATIVE SOCIALI POSSONO AFFRONTARE LA CRISI CON OTTIMISMO LO AFFERMA IL 70% DEI COMMITTENTI DI IMPRESE E COMUNI ITALIANI Milano, 13 maggio 2009 Sempre di più in momento di crisi come quella che sta colpendo l’economia mondiale la richiesta di coesione sociale aumenta. Il Nonprofit ed in particolare il mondo delle cooperative sociali, sono sempre state attive nel nostro Paese per rispondere a queste necessità. Come, in questo contesto, la crisi finanziaria sta influenzando le loro attività? Ed in particolare, come le scelte delle imprese e dei comuni, principali fruitori dei servizi delle cooperative sociali, vengono modificate dalla difficile situazione economica? La ricerca “La cooperazione sociale vista da Imprese e Comuni” condotta su un campione di 70 realtà del mondo for-profit e della Pubblica Amministrazione del nostro Paese - presentata oggi da Fondazione Sodalitas - offre alcune risposte a queste domande. Il mondo delle Imprese e quello della Pubblica Amministrazione valutano che la crisi finanziaria non influenzerà in maniera significativa le scelte riguardanti le commesse/convenzioni verso le cooperative sociali: il 70% degli intervistati ha dichiarato le scelte di spesa rimarranno invariate nel prossimo futuro, indipendentemente dagli effetti della crisi. Non solo: per il 12% delle imprese gli effetti della crisi impatteranno sulle commesse in maniera positiva, mentre per i Comuni il dato è ancora più ottimistico attestandosi al 21%. Inoltre sempre di più i clienti delle cooperative sociali differenziano le tipologie di servizi richiesti: il 50% degli intervistati infatti ha affermato che usufruiscono di servizi diversi dai quelli tradizionalmente offerti dalle cooperative, quali pulizie e attività ecologiche, tipografie, pulizia del verde, ristorazione e servizi informatici. Questo dato è indicativo di una crescita delle competenze offerte da un mondo che sempre di più può essere utile al mondo della Pubblica Amministrazione e dell’Impresa per esternalizzare parte dei propri servizi e ricoprire un ruolo importante dal punto di vista occupazionale: oggi, le cooperative sociali, solo in Lombardia occupano oltre 56. 000 persone in oltre 1. 500 cooperative e sul territorio nazionale sono oltre 7. 000 le realtà attive con oltre 280. 000 lavoratori. . <<BACK

Torna all'inizio


UniCredit e Ca' de Sass al test della prudenza (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 41 autore: Conti in arrivo: attesa la crescita di accantonamenti e rettifiche UniCredit e Ca' de Sass al test della prudenza Alessandro Graziani MILANO Nei prossimi tre giorni tutte le banche quotate italiane approveranno i conti del primo trimestre. è il primo vero test del 2009 sullo stato di salute del sistema bancario, che finora ha dimostrato di reggere all'ondata della crisi finanziaria e poi economica partita a metà 2007. La scarsa presenza di asset tossici in portafoglio ha permesso di chiudere il 2008 senza danni di rilievo al conto economico (in parte anche grazie alle deroghe Ias sulla contabilizzazione dei titolia valore di mercato). Ma ora che la crisi, da finanziaria è diventata soprattutto economica, l'attenzione del mercato è concentrata sullo stato di salute dei crediti delle banche. Il peso delle rettifiche e degli accantonamenti, destinato a crescere in modo sensibile rispetto al primo trimestre del 2008, andrà a comprimere notevolmente gli utili del primo trimestre. E tutti i principali gruppi, da UniCredit a Intesa Sanpaolo a Mps, sembrano decidere a improntare a criteri di prudenza il rendiconto trimestrale. In qualche caso, sostengono gli analisti, addirittura anticipando svalutazioni future. Il grosso dei default aziendali, e quindi delle definitive perdite su crediti, non è ancora arrivato. C'è sempre uno sfasamento temporale tra l'avvio della recessione e la crisi finale delle aziende in difficoltà. Il peggio, da questo punto di vista, potrebbe arrivare dopo l'estate. Ecco perchè tutti si aspettano che gli accantonamenti su crediti saranno già elevate a partire dal primo trimestre. Secondo un report diffuso ieri da Keefe, Bruyette & Woods, nel caso di UniCredit le rettifiche su crediti nel primo trimestre del 2009 saliranno a 1,656 miliardi. Un dato che si confronta con gli 1,328 del quarto trimestre del 2008 (+25%) e con i 664 milioni del primo trimestre del 2008 (+ 149%). Analoga tendenza per Intesa Sanpaolo che, sempre secondo gli analisti di Kbw, avrà svalutazioni e rettifiche su crediti pari a 843 milioni nel primo trimestre del 2009 (-16% rispetto ai 999 dell'ultimo quarto del 2008, +170% rispetto ai primi tre mesi dell'anno scorso). Più contenuta sarebbe invece la crescita degli accantonamenti su crediti al Monte Paschi di Siena. L'attesa è di 288 milioni di loan provisions (-32% rispetto al trimestre precedente, +38% rispetto ai primi tre mesi del 2008). Ogni banca procederà alle proprie valutazioni, sulla base dei sistemi di rating interni su cui però non c'è visibilità del mercato e dunque restano riservati. Ma sembra esserci poco spazio per valutazioni ottimistiche, visto che proprio sull'area crediti le maggiori banche sono state oggetto di un accurata ispezione della Vigilanza della Banca d'Italia. La conseguenza è che gli utili dei principali istituti di credito italiani scenderanno in modo sensibile: il consenso degli analisti stima un utile netto tra i 400 e i 450 milioni di euro sia per Intesa Sanpaolo che per UniCredit, mentre per Mps l'attesa è di 100 milioni di netto (che diventano circa 230 considerando la plusvalenza sulla cessione dell'asset management). Se proiettato sui trimestri successivi, il risultato del primo quarto del 2009 porterebbe a un dimezzamento dell'utile d'esercizio rispetto al 2008. Ma ogni previsione sulle tendenze future è ancora incerta. Se gli accantonamenti su crediti paiono destinati a restare su livelli elevati, bisognerà vedere in che misura miglioreranno margine d'interesse e profitti finanziari. Questi ultimi, già nel primo trimestre, dovrebbero aver portato saldi positivi. Ma il grosso dei ricavi, considerato che le commissioni continuano a soffrire, potrà arrivare dall'attività tipica della banca: raccolta e impiego del denaro. Lo spread sui tassi ufficiali è ai minimi e in teoria penalizza le banche. Ma le aziende continuano a denunciare l'applicazione di spread eccessivi. Teoricamente, in presenza di margini bassi, aumentare i volumi di credito è l'unico modo perchè le banche guadagnino di più. Ma i crediti erogati oggi, ribattono i banchieri, possono diventare in pochi mesi oggetto di perdite e accantonamenti. è su questo stretto sentiero che nei prossimi mesi dovranno camminare le banche. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


Chiusa l'era dei rischi finanziari (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 42 autore: Assicurazioni. Dan Glaser, Ceo di Marsh: dopo quanto è successo le compagnie saranno più prudenti «Chiusa l'era dei rischi finanziari» Il manager: sul caso Aig vigilanza inefficiente - Le nuove strategie Riccardo Sabbatini Le compagnie voltano le spalle ai rischi finanziari. «Dopo quanto è accaduto non credo vi saranno molti assicuratori che in futuro intenderanno battere quel business». Dan Glaser è presidente e Ceo di Marsh, uno dei maggiori gruppi mondiali di brokeraggio assicurativo. Dopo la crisi attraversata nel 2004 per le inchieste del procuratore Eliot Spitzer a New York, chiuse con una transazione da 850 milioni di dollari, la società ha appena archiviato un trimestre con guadagni operativi di 331 milioni rispetto alla perdita di 88 milioni del corrispondente periodo del 2008 (-1820 su base annuale). Glaser, alla guida da fine 2007, si dichiara «molto soddisfatto» per i risultati ottenuti ed ottimista sull'aumento della profittabilità per l'intero esercizio. Il manager della Marsh ha un passato imprenditoriale ad Aig e svela un fatto inedito sull'ex gigante mondiale delle assicurazioni. Chi vigilava sull'attività in Cds (le assicurazioni sul rischio di default) del gruppo, responsabili del suo dissesto, non era l'authority della Gran Bretagna dove quell'attività veniva svolta. E neppure quello Usa, cioè del Paese che sta pagando a caro prezzo il costo del salvataggio. Ma l'autorità di vigilanza francese poiché la società europea di Aig aveva la sua sede sociale proprio a Parigi. Una conferma in più di come l'inefficienza dei sistemi di vigilanza abbia contribuito all'aggravarsi della crisi finanziaria. Controlli a parte –rimarca Glaser –le assicurazioni d'ora in poi si terranno comunque lontane dall'assicurare rischi finanziari ed anche la cartolarizzazione dei rischi assicurativi, dopo la fase effervescente degli anni passati, attraversa ora una fase di stallo. Il ritorno alla profittabilità di Marsh è stato tutto costruito sull'attività assicurativa vera e propria (+27% dei guadagni operativi a 297 milioni) mentre invece l'attività di consulenza (ricavi in diminuzione del 16% a 1,1 miliardo) risentono del negativo trend dell'economia. «La crisi la sentiamo, è chiaro, ma soffriamo meno di altri. Anche in momenti come questi le aziende devono proteggere la propria attività con coperture assicurative ». C'è, piuttosto, da segnalare che il recupero di redditività è avvenuto – sottolinea ancora Glaser – tagliando i costi e migliorando l'efficienza piuttosto che prendendo vantaggio da un'inversione del ciclo assicurativo. Anche a causa della crisi, il mercato rimane soft cioè caratterizzato da tariffe basse con l'eccezione delle polizze sulla responsabilità civile dei manager (D&O) e delle coperture catastrofali. I dati del gruppo si rispecchiano anche nelle attività italiane alla cui guida è stato recentemente chiamato Flavio Piccolomini ( ex-Willis). La società, che già serve molte grandi aziende, intende radicarsi maggiormente nelle piccole e medie imprese «Proprio tendendo conto delle difficoltà attuali- spiega Piccolomini – stiamo proponendo un servizio di consulenza alle aziende che, aiutandole nel censire i propri rischi operativi, le consenta di risparmiare nelle coperture assicurative». I maggiori cambiamenti, comunque, sono attesi con l'entratain vigore della nuova disciplina sulla class action. «Per il momento non rileviamo un particolare aumento delle richieste di assicurazione ma tutto sta per cambiare. Quando la nuova legge entrerà in vigore le aziende si troveranno a fronteggiare rischi potenziali ampi e non quantificabili. Finora era molto costoso per un singolo intraprendere una causa legale contro una società ma la class action abbassa la soglia d'ingresso e le società dovranno prenderne atto». Al di là della crescita organica Marsh è pronto a cogliere nuove possibilità di acquisizione nella penisola. «Il mercato del brokeraggio assicurativo è ancora molto frammentato, i maggiori gruppi internazionali (Marsh, Aon, Willis ) detengono nel complesso una quota del 40%, c'è dunque ancora spazio per crescere. Alcuni nostri competitor che hanno finanziato a debito le proprie acquisizioni possono avere maggiori difficoltà, ma non è questo il nostro caso». © RIPRODUZIONE RISERVATA IL TURNAROUND Il colosso del brokeraggio ha chiuso la trimestrale con guadagni operativi di 331 milioni: l'anno scorso la perdita era di 88 milioni Presidente e Ceo. Dan Glaser, numero uno del gruppo Marsh

Torna all'inizio


Caltagirone allarga il board (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 45 autore: Holding. La Spa chiude il trimestre in rosso per 32,7 milioni Caltagirone allarga il board MILANO La crisi finanziaria ed economica pesa sui conti di Caltagirone Spa e Caltagirone Editore. La holding del gruppo, Caltagirone spa, ha segnato una perdita ante imposte di 32,7 milioni rispetto a un saldo positivo di 17,6 milioni del primo trimestre dello scorso anno. I ricavi si sono invece attestati a 306,1 milioni rispetto ai 374 milioni di un anno prima, mentre il margine operativo lordo è stato di 21,4 milioni contro i 50,5 milioni del primo trimestre del 2008. La flessione del giro d'affari – sottolinea il gruppo in una nota – si spiega con la «crisi finanziaria ed economica che, a partire dalla seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di consumo». Guardando il risultato della gestione finanziaria, inoltre, lo stesso è negativo per 30,3 milioni, così come la posizione finanziaria netta, in rosso di 22,6 milioni rispetto al valore negativo di 9 milioni di fine 2008. Per Caltagitore Editore, invece, il primo trimestre dell'anno si chiude con una perdita consolidata di 14,1 milioni, con ricavi in calo del 20,9% a 60 milioni, e con un margine operativo lordo negativo per 1,9 milioni (10,96 milioni nel trimestre 2008). Tutto questo, però, a fronte di una posizione finanziaria netta positiva per 234,4 milioni, ma in contrazione rispetto ai 262,6 milioni di fine 2008, «per effetto di investimenti in azioni di società quotate». I dati dei primi tre mesi 2009, sottolinea la nota, sono stati influenzati dalla riduzione della raccolta pubblicitaria: tra gennaio e marzo i ricavi pubblicitari sono diminuiti del 28,6% passando a 36 milioni dai 50,4 milioni del corrispondente periodo 2008. Il cda – che ha convocato l'assemblea straordinaria per il 23 giugno per portare il numero massimo dei membri da 9 a 15 – ha confermato Francesco Gaetano Caltagirone presidente della società nonché Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone vice presidenti. Ieri in Borsa il titolo Caltagirone editore ha chiuso a +0,56% e la Caltagirone spa in progresso dell'1,08 per cento. Mar. Man. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


Passata la grande paura, si ritorna in fabbrica (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Legnano)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

PRIMO PIANO pag. 2 Passata la grande paura, si ritorna in fabbrica Dall'edilizia le notizie migliori. Ma anche meccanica e tessile intravvedono la fine della recessione ALTO MILANESE TIMIDI SEGNI DI RIPRESA. E LE AZIENDE RICHIAMANO I LAVORATORI IN CIG di MASSIMO DEGLI ESPOSTI LEGNANO «Ci sono aziende, nel legnanese, che stanno richiamando al lavoro gli operai in cassa integrazione; io per primo». Chi nel bicchiere della recessione vuol vedere il mezzo pieno è servito dalle parole di Corrado Bertelli, presidente della Confindustria Alto Milanese e titolare della Bmp, 140 addetti, specializzata negli estrusi in plastica per edilizia. «Da metà aprile spiega abbiamo registrato una decisa ripresa degli ordinativi nell'edilizia; così abbiamo finito per utilizzare solo in minima parte le 13 settimane di cassa integrazione ordinaria già autorizzate. Ma nelle prime due settimane di maggio non faremo nemmeno un giorno». A GIUDIZIO di Bertelli anche i dati generali sulla cassa integrazione sono distorti. «Tutte le aziende l'hanno chiesta, preparandosi al peggio. In realtà è stata utilizzata per circa il 20%, quindi l'aumento dall'anno scorso non è stato del 537%, come indicano le cifre ufficiali, ma di circa il 100%. Vedrà che nella prossima rilevazione sarà quello, più o meno, il dato effettivo». Insomma, il fondo è già stato toccato, e ora non resta che attendere la risalita. Che secondo Bertelli non tarderà molto a giudicare dai prezzi delle materie prime che stanno già risalendo. Chi nel bicchiere vuol vedere la metà vuota, invece, può partire dalla Franco Tosi, la più importante e conosciuta azienda legnanese, che martedì ha chiesto una proroga della cassa integrazione ordinaria per altre 13 settimane. Restano a casa, così, 150 dipendenti su meno di mille «per assorbire gli effetti dell'annullamento di una commessa in Sudan» ha spiegato ai sindacati l'azienda che da circa un anno è passata sotto il controllo del gruppo indiano Gammon. Propio sulla situazione della Tosi si era consumato un piccolo giallo, con la Cisl che paventava una crisi finanziaria così grave da mettere a repentaglio 1500 posti di lavoro (in tutto il gruppo) e la Cgil che smentiva: «Non ci risulta». Lunedì ai sindacati è stato dipinto un quadretto rassicurante. Sì, qualche commessa è stata sospesa o annullata, ma il portafoglio ordini è ancora consistente, si ingrosserà nei prossimi mesi, e questa sarà l'ultima proroga. «SPERIAMIO sia così commenta Primo Minelli, segretario generale della Cgil . In questo momento di problemi ne abbiamo già abbastanza e non so per quanto ancora potremo tamponare la situazione con gli ammortizzatori sociali». E il collega della Cisl Giuseppe Oliva ribadisce il concetto, in più con questi numeri. «Nell'Alto Milanese abbiamo 8.000 lavoratori in cassa integrazione ordinaria, a cui vanno aggiunti quelli delle microaziende in cassa integrazione in deroga che sono diverse centinaia. Altri 2.000 sono in cassa integrazione straordinaria e 836 in mobilità: per la maggioranza di questi ci sono poche speranze di rientrare al lavoro: le loro aziende sono già avviate alla chiusura, o già chiuse». Vedi i 200 della storica Manifattura di Legnano, che ha cessato l'attività alla fine dell'anno scorso, oppure i 90 della tintoria Cromos,o i 300 della Mivar. Insomma, quanto morde la recessione mondiale fra le oltre 3.500 imprese, l'88% con meno di 20 dipendenti, ammassate nei 22 comuni del Nordovest milanese? IN PASSATO capitale italiana del tessile e gioiello della meccanica tra i più fiorenti del Paese, l'area ha già vissuto la sua grande crisi negli anni 80, col tracollo del tessile e l'agonia di Franco Tosi, Ansaldo, Abb dopo lo stop al nucleare. Finendo così nell'«obiettivo 2» dell'Unione europea come area in declino industriale. «Ora abbiamo diversificato i settori e per fortuna non tutto va male contemporaneamente dice Edmiro Toniolo, che rappresenta i 2000 associati a Confartigianato l'edilizia dà qualche segnale di ripresa, anche perchè le amministrazioni locali si sono svegliate e hanno sbloccato qualche opera pubblica. Il calzaturiero di nicchia sta reggendo, qualche azienda elettromeccanica non ha nemmeno risentito della crisi». A FINE ANNO, concordano Toniolo e Bertelli, il calo medio dei fatturati sarà attorno al 20%, ma questa è la media fra chi grosso modo conferma i dati dell'anno scorso e chi ha perso il 40% e oltre. «Qualcuno di questi ultimi dice Toniolo finirà per chiudere: ci sarà una selezione severa che spazzerà via il 5-6% delle imprese»

Torna all'inizio


Il dibattito online 1 Roberto 777 (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-13 - pag: 2 autore: Il dibattito online 1 Roberto 777 Lezioni per il futuro? Ma quante ce ne sono state di lezioni nel passato che non sono servite a nulla? Non ci sarà mai un futuro uguale al passato! 2 Daniele 777Da questa crisi non si vedono cambiamenti strutturali sul modello economico liberista che si è imposto negli ultimi vent'anni. E soprattutto non hanno pagato i pochi manager e banchieri responsabili del disastro, ma i soliti molti lavoratori con la perdita del posto in nome del "sacrificio collettivo". Ne usciremo aspettando la prossima bolla e la prossima crisi, speriamo almeno che sia quella ecologica, così faremo qualcosa di utile per l'ambiente! 3 Cosimo 777 La crisi si è fatta selettiva, non tutte le aziende non tutti i mercati, c'è chi ha segnali di ripresa, c'è chi non ce la farà e nel corso dell'anno dovrà chiudere. Il segnale disperante è che mentre gli Usa si riposizionano cedendo asset industriali ormai maturi e non più decisivi (auto) l'Italia si interessa alle Noemi e alle veline. In effetti l'esito della crisi è ancora di là da venire, quali saranno gli asset industriali importanti in futuro ancora non è ben percepibile. 4 Massimo 777 Chi disse «Il futuro non è più come quello di una volta»? 5 Rotafix 777 In miniera tutti i politici e gli economisti che ci hanno ammorbato per anni con il mantra dello sviluppo e della crescita. Ridimensionare il consumo di territorio, risorse e ambiente. Basta con la produzione di utili oggetti inutili che sempre meno persone possono permettersi. 6 Maurizio 777 Per chi svolge lavoro dipendente a bassa dinamica d'innalzamento, ha figli e non dispone di patrimoni, ha un mutuo da pagare e paga regolarmente "tutte" le tasse, non c'è stato bisogno della crisi finanziaria per dover modificare le proprie abitudini di consumo: già da anni (metà anni 90) la situazione è pesante. Aggiungiamoci il dover costruire una pensione integrativa, ed è facile calcolare quanto rimanga della busta paga. 7 Gilberto 777 Sono convinto che la colpa sia dei politici. Si sta instaurando nel mondo una monarchia politica repubblicana dove solo per volonta divina i nostri politici si danno il cambio. Credevano di avere un miliardo di cinesi come nuovi consumatori, purtroppo sono rimasti un miliardo di schiavi che producono a costi bassi. 8 Marco 777 Se questa crisi finisce ora, l'unico risultato è che a breve ne avremo un'altra peggiore, infatti le distorsioni dei mercati sono ben lungi dall'essere state corrette e prima o poi riesploderanno. Inoltre nessuno degli attori che hanno messo in campo queste distorsioni è stato veramente punitoo espulso dal mercato e ciò significa che prima o poi ci riproverà. 9 Luigi 777 Finita la caduta bisognerà rimuovere le cause strutturali che l'hanno determinata (sbilancio commerciale Usa e "drogaggio" finanziario). Questo vuol dire compartecipazione alle spese militari che attualmente sono tutte a carico degli Usa con le conseguenze del caso. è finito insomma il dominio mondiale Usa, successivo alla Seconda guerra mondiale. Si ricomincia dagli anni 30. Per fortuna che c'è una Europa diversa. 10 Rosella 777 La crisi, secondo me, è stata creata ad arte, così i ricchissimi diventano superricchissimi (non a caso, infatti, la statistica ci dice che i Suv sono in notevole aumento!) e la media borghesia sta per fare la fame. Dovremmo, veramente, fare lo sciopero di tutto per un bel po' di tempo... soprattutto non acquistare più benzina. 11 Libero 42 777 Le liberalizzazioni sono una necessaria e doverosa boccata d'ossigeno sottola coperta della crisi. Tardano un poco ad arrivare (e chissà poi perché e senza polemica) invero, ma arriveranno. Il mercato poi farà la sua parte e una spirale virtuosa se ben gestita e verificata in itinere farà il resto. 12 Libero 777 La paura e l'incertezza non devono avere la meglio sul coraggio e la ragione: essere pessimistao catastrofici è un lusso e una pazzia che ci si deve poter permettere. Benvenuti (me compreso) nella realtà. 13 Paolo 777 Commento a Modiano. La spiegazione dell'accaduto non sta nel corso base di Macroeconomia della Bocconi ma, direi, in un corso un pochino più avanzato, in cui si studiano le bolle speculative nei mercati finanziari (nel nostro caso nel mercato immobiliare). Qesti fenomeni, infatti, sono perfettamente compatibili con il comportamento razionale degli operatori economici, anzi, ne sono endemici! 14 Sergio 777 Il potere economico (poche persone nel mondo) comanda e fa le regole utilizzando alla bisogna la fede, la democrazia, la dittatura. Noi comuni mortali siamo pedine "gestite". 15 Raffaele 777 Se considero che l'origine della crisi è dovuta agli investimenti a rischio. Mi consola l'idea che, per quanto coinvolga tutti inevitabilmente, punisca ancor più quanti, disponendo di risorse economiche maggiori, con gli investimenti a rischio pagheranno molto di più. 16 Adriano 777 Se la politica non modificherà la mentalità da troppo liberista a liberialsociale tutto tornerà come prima, non i consumi. 17 Massimo C. 777 Glistessielementi che hanno creato la crisi sono quelli che ora ci dicono cosa e come cambierà il mondo (cambiare tutto per non cambiare nulla). 18 Nino 777 Ridistribuire la ricchezza per me significa determinare un rapporto egualitario, e non equo, tra i fattori della produzione: Capitale e Lavoro, 50% l'uno, 50% l'altro. Pensateci bene, questa è la soluzione, altrimenti si ritornerà al passato. Ma cos'è questa crisi... Dal web parola ai lettori ONLINE Lo speciale I lettori trovano sul sito del Sole 24 Ore tutte le «Lezioni per il futuro» di studiosi, politici ed economisti pubblicate sul Sole 24 Ore La discussione Tutti voi potrete dialogare, esprimere le vostre opinioni e i commenti sugli articoli in un forum ad hoc www.ilsole24ore.com DI CHI è LA COLPA? «Anche il futuro non è più quello di una volta»: tra rabbia e ironia il desiderio di indicare i responsabili e pensare alle vie d'uscita L'analisi di Guido Tabellini e i contributi sulla crisi sono al centro di un dibattito online sul sito del Sole 24 Ore. Pubblichiamo una selezione dei contributi.

Torna all'inizio


Le mega-sale? Penalizzano il made in Italy (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: CINEMA data: 2009-05-13 - pag: 32 autore: Mercato. Produttori in difficoltà «Le mega-sale? Penalizzano il made in Italy» Marco Mele Negli ultimi mesi diverse nuvole si sono addensate sul cinema italiano. Maggio ha fatto intravedere un po' di sole. Partiamo dalle belle notizie: Giulio Tremonti, ministro dell'Economia, ha firmato i decreti attuativi per rendere operativo – retroattivamente, per i film "girati" dal 30 giugno 2008 –il credito d'imposta "interno", di cui usufruiranno solo gli operatori del settore. L'altra buona notizia giunge dal Quirinale: alla presenza del capo dello Stato e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, si è impegnato a far approvare un «provvedimento di reintegro» parziale del Fondo unico per lo spettacolo (Fus). Vi sarà un "tetto" per i voraci Enti Lirici e una quota destinata al cinema (gli operatori attendono 30 milioni). Al Quirinale non è stato detto: le risorse arriveranno dalla porno-tax. Gli squarci di sole finiscono qui. Le nuvole cominciano dal credito d'imposta: si era raggiunto un accordo con la Ue, il 17 marzo scorso, che l'Europa ha rimesso in discussione. Si tratta del credito che riguarda le imprese esterne al settore e gli investimenti dell'esercizio per digitalizzare le sale.L'Italia,allora, propone di applicare al cinema quanto previsto dall'Ue per la crisi finanziaria: sino a 200mila euro a impresa non scatta l'aiuto di Stato;tale importo,elevato a 500mila euro, diverrebbe il tetto al credito d'imposta di cui potrà godere ciascun soggetto interessato sino a quando non ci accorderà con l'Ue. Quanto al finanziamento pubblico, la situazione è drammatica, senza reintegro del Fus. A fronte di 75 progetti per altrettanti film, in cassa vi sono 9-10 milioni di euro rispetto ai 49 del 2008. Il direttore generale per il cinema, Gaetano Blandini si rifiuta di convocare le commissioni che assegnano tali fondi, senza avere a disposizione risorse sufficienti. Il pubblico, intanto, penalizza i film italiani. Nei primi quattro mesi dell'anno gli incassi totali sono calati del 2,7% ma la quota dei film nazionali è scesa al 28,5% rispetto al 34,18% del 2008. «Il numero degli schermi – sottolinea Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya e dei produttori italiani – è salito dai 900 di fine anni 90 ai 3.200-3.300 attuali. La crescita del pubblico non è stata proporzionale. I multiplex hanno avuto un effetto sostitutivo, non aggiuntivo, rispetto alle sale cittadine. Il loro pubblico è più giovane e più maschile: questo ci penalizza. è, inoltre, più sensibile alle offerte sul Web, spesso illegali. I film italiani di questa stagione hanno tutti, più o meno, incassi inferiori di un terzo rispetto alle previsioni». Occorre riqualificare le sale urbane con la digitalizzazione, «anche creando sale a prezzo maggiorato ma con mag-giori comfort, come a Londra».Il cinema in 3D darà, nel tempo, ulteriore vantaggi ai film americani. Le tv restano un problema per il cinema. La riforma della legge 122 non ha decreti attuativi, Sky dice di non essere più monopoli-sta, Mediaset Premium di essere una start-up, la Rai s'impegna per la sua quota d'investimenti, poi non manda in onda i film. © RIPRODUZIONE RISERVATA SULLA RAMPA DI LANCIO Il ministro Bondi ha promesso il reintegro del Fondo unico per lo spettacolo: 30 milioni attesi per il cinema

Torna all'inizio


Incentivi ai risultati di lungo periodo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-13 - pag: 3 autore: INTERVISTA AngelGurrìa SegretariogeneraleOcse «Incentivi ai risultati di lungo periodo» ROMA. Sognare qualche volta si può. Anzi si deve, perché serve immaginazione per costruire un mondoa prova di crisi. Ne è convinto il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurrìa, che ieri era al seminario di villa Madama. Può dirci su quali terreni dovrà svilupparsi lo standard globale al quale state lavorando? «Le basi di questo lavoro, fortemente voluto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, un lavoro che muove da un'impostazione etica oltre che istituzionale, poggiano su strumenti che già sono stati identificati. Tanto l'Ocse quanto l'Onu hanno già sviluppato strategie contro la corruzione o contro l'evasione fiscale. Il ministro Tremonti ha espresso una forte volontà d'impegno nella lotta contro i paradisi fiscali: oggi è divenuta intollerabile per ragioni etiche e per ragioni economiche la mancanza di scambio di informazioni in campo tributario. Inoltre, abbiamo elaborato dei principi internazionali per la corporate governance, nei quali si presuppone che le remunerazioni e i sistemi di incentivi si debbano allineare con gli interessi di lungo termine dell'azienda e dei suoi azionisti. E tra gli obblighi c'è anche la trasparenza. Altri contributi puntano ad ottenere risultati economici più equi. La questione dell'equità fra paesi e anche al loro interno si poneva già prima della crisi.... La crisi ha aggravato le sperequazioni della distribuzione? è evidente che con la crisi finanziaria ed economica chi già si trovava in una situazione svantaggiata ha sofferto di più. La crisi ha un impatto sia sui Paesi più poveri sia sui Paesi in via di sviluppo: quelli che si sono puntualmente adeguati alle nostre indicazioni e che oggi hanno una buona fiscalità, una corretta politica del cambio e così via. Eppure, anche questi paesi sono stati colpiti duramente dalla crisi e anche da loro la borsa e il cambio hanno visto dimezzato il loro valore. Come dicevo, c'è già stato uno scavo e un approfondimento in tutti questi campi. Però la situazione non è soddisfacente perchè in rapporto a questi contenuti manca la cornice, manca un grande quadro ideale che li contenga e li rilanci. Vede questi, che sono valori costruiti dalla società occidentale negli ultimi duecent'anni in epoca recente sono state messe da parte, perché è prevalsa la logica della massimizzazione del valore nel breve, brevissimo termine. In altre parole si è pensato unicamente al profitto e ai guadagni dei prossimi tre mesi da parte del tal amministratore della tal società . Singolare la composizione del seminario di Roma nel quale accanto a giuristi ed economisti si sono trovati filosofi teologi e politici... Di solito ci riuniamo tra manager. Questo, invece, è stato un forum di orientamento per chi è chiamato a pensare, a immaginare di creare una società migliore. Ma la capacità di sognare o di immaginare un mondo nuovo è parte del nostro dovere. Alla fine, spetterà ai politici dire attraverso quali percorsi si dovrà passare. C'è chi dice puntiamo sull'Ocse o sul Fondo monetario o sull'Onu:questa scelta è ovviamente il frutto di una responsabilità politica. Come farete a far accogliere il global standard oltre i confini del G-8, anche dai paesi che si affacciano sulla scena del potere internazionale e che fanno parte del "G+"? Abbiamo una buona idea e sappiamo che per ora è difficile farla accettare. Però le iniziative di successo partono sempre da un singolo individuo o da un singolo gruppo. Così quella che all'inizio era solo una buona idea, una volta ben articolata, confezionata, e venduta,a a buon fine. Essenziale è anche il timing. Proprio da questo punto di vista, la crisi come occasione, vale la pena tentare, tenendo conto che su questo terreno tra Italia e Germania c'è collaborazione e convergenza nel modo di sentire. R. Boc. «Corruzione, evasione, corporate governance e trasparenza: best practices già definite» AP/LAPRESSE Angel Gurrìa

Torna all'inizio


I PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEI DISCUTONO ASSIEME AI RESPONSABILI RELIGIOSI EUROPEI DEI CONTRIBUTI DI NATURA ETICA ALLA GOVERNANCE ECONOMICA IN EUROPA E NEL (sezione: crisi)

( da "marketpress.info" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009 I PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEI DISCUTONO ASSIEME AI RESPONSABILI RELIGIOSI EUROPEI DEI CONTRIBUTI DI NATURA ETICA ALLA GOVERNANCE ECONOMICA IN EUROPA E NEL MONDO Bruxelles, 13 maggio 2009 - Una ventina di alti rappresentanti in Europa del cristianesimo, del giudaismo e dell´Islam si sono incontrati, l’ 11 maggio, nella sede della Commissione europea – su invito del suo presidente, José Manuel Barroso – per un dialogo informale con l´Unione europea. La riunione era copresieduta dal presidente della Commissione Barroso e dal presidente del Parlamento europeo, Hans-gert Pöttering. L´incontro di quest´anno verteva su una delle massime sfide in Europa e nel mondo: la crisi economica e finanziaria, nonché i contributi di natura etica alla governance economica a livello europeo e mondiale. Si trattava della quinta riunione annuale dei capi di due istituzioni dell´Unione con responsabili religiosi. L´iniziativa era stata varata dal presidente Barroso nel 2005. Quest´anno, le discussioni vertevano sul tema "Crisi economica e finanziaria: contributi di natura etica a una governance economica europea e mondiale". Il presidente Barroso ha dichiarato: "Col progredire delle crisi finanziaria ed economica, diventa sempre più chiaro che è giunto il momento di riconciliare la governance economica con i nostri valori etici fondamentali, sui quali il progetto europeo si è andato costruendo da oltre 50 anni. La Commissione ha assunto al riguardo iniziative di rilievo, sopratutto in materia di regolamentazione del mercato finanziario, nell´intento di incentivare il senso di responsabilità e la sostenibilità nelle nostre economie. "I cittadini dell´Unione europea stanno attraversando tempi estremamente difficili sotto il profilo economico" – ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo Hans-gert Pöttering. "È in periodi come questo che il sistema di valori su cui l´intera comunità di popoli europei e il principio di solidarietà sotteso all´Unione hanno bisogno di essere messi in evidenza. Le soluzioni comuni che stiamo cercando devono radicarsi nella dignità degli uomini e garantire che si tenga conto di tutti gli strati della società. Il contributo delle religioni e delle chiese da questo punto di vista è essenziale. Molto spesso esse si impegnano fattivamente a favore delle persone più vulnerabili nelle nostre società. " I partecipanti all´incontro hanno esortato l´Unione europea, attraverso le sue iniziative, a coordinare, incentivare e orientare l´azione volta a rafforzare la regolamentazione finanziaria, a imprimere nuovo slancio all´economia e a operare a favore dell´occupazione in Europa e nel resto del mondo. Essi hanno sottolineato altresì l´esigenza di garantire che la giustizia sociale costituisca una delle massime priorità in sede di elaborazione delle politiche, e hanno inoltre rammentato che nel momento in cui disoccupazione e povertà continuano a crescere a livelli molto preoccupanti le nostre società dovrebbero riuscire a operare congiuntamente per sviluppare e varare provvedimenti concreti, atti a contenere gli effetti della crisi sui cittadini. Da ultimo tutti hanno ribadito il loro impegno per contribuire a una riattivazione del senso di solidarietà fra europei di ogni fede e di ogni convincimento, nonché per esortare gli operatori finanziari ed economici a un comportamento più etico. . <<BACK

Torna all'inizio


ABRUZZO, COMMERCIO: CASTIGLIONE INCONTRA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA L'ASSESSORE, LEGGE QUADRO E PIU AUTONOMIA PER I COMMERCIANTI (sezione: crisi)

( da "marketpress.info" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009 ABRUZZO, COMMERCIO: CASTIGLIONE INCONTRA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA L´ASSESSORE, LEGGE QUADRO E PIU AUTONOMIA PER I COMMERCIANTI Pescara, 13 maggio 2009 - Revisione della Legge 11 sul Commercio e consentire una maggiore autoregolamentazione ai commercianti abruzzesi. Sono le intenzioni emerse durante l´incontro che il vicepresidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, ha tenuto questa mattina, nella sede della Giunta regionale, a Pescara, con le Associazioni di categoria. Un Tavolo tecnico che ha avuto lo scopo di raccogliere le richieste dei commercianti e di mettere a punto un piano di riassetto del settore. "Il summit di oggi fa parte degli incontri che periodicamente svolgiamo con le associazioni di categoria - ha spiegato il vicepresidente Castiglione - e questa mattina è stata la volta di affrontare le questioni riguardanti il mondo del commercio. Uno degli obiettivi principali - ha precisato - è quello di rivedere la Legge 11, in modo che diventi una legge quadro dell´intero settore. E´ necessario riordinare questa importante normativa, suddividendola in modo ben organizzato per ambiti. Stiamo lavorando, inoltre - ha anticipato Castiglione - per predisporre una serie di interventi da attuare nell´arco di poco tempo: riguarderanno misure di sostegno per le autorizzazioni , per chi volesse, ad esempio iniziare o riavviare un´attività commerciale, anche per per le zone industriali dove non è possibile, ma anche le aperture domenicali e nuovi insediamenti della media e grande distribuzione, facendo salve ,comunque, le procedure già avviate". Le richieste dei commercianti sono varie: dal blocco momentaneo di un anno o due della media e grande distribuzione, ad una maggiore autonomia in merito alle aperture domenicali. "Sia in vista del periodo estivo - ha ripreso il Vicepresidente - ma anche come strumento per far fronte al periodo di crisi economica, al quale si lega un´altra frequente richiesta, quella cioè di poter effettuare vendite promozionali non solo a fine stagione ma anche durante l´intero anno per andare incontro alle necessità che di volta in volta si dovessero presentare. Sono tutti interventi - ha concluso Castiglione - che non danno un respiro finanziario ma che certamente consentono alle attività commerciali di autoregolamentarsi e di difendersi dall´aggressione della crisi finanziaria che riguarda la nostra regione ma anche il resto dell´Italia". . <<BACK

Torna all'inizio


L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento della... (sezione: crisi)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

CRONACA AREZZO pag. 5 L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento della... L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento della viabilità, rilancio del capoluogo sul mercato turistico con un marchio territoriale che fotografi al meglio le sue caratteristiche. Soprattutto, un impegno aggiuntivo per commercializzare pacchetti turistici declinati in chiave emozionale, capaci di proporre una nuova immagine del capoluogo come luogo di «esperienze di vita insieme gratificanti, formative e divertenti». È questa la proposta, che parte dal nuovo presidente dell'area aretina di Confcommercio, Valentino Caldiero e dai due vice presidenti Renato Salvetti e Francesco Veraldi, che si avvarranno di un consiglio direttivo composto da 28 membri. «Sicurezza e viabilità insiste Caldiero sono i temi su cui dobbiamo soffermarc. Alcune aree della città continuano a soffrire, nelle ore notturne e serali, per atti di vandalismo. Occorre combattere il degrado migliorando arredo urbano e illuminazione, valorizzare la città come luogo di vita e scambi sociali». «LA PAROLA d'ordine è lotta alla sosta selvaggia e la creazione di nuove strutture nell'immadiata prossimità del centro. La città deve essere più bella per accogliere i turisti». «Questo è il momento di osare dichiarato il direttore Franco Marinoni (foto a fianco) in un periodo in cui altrove le preoccupazioni per la crisi finanziaria ed economica paralizzano le iniziative di molti, imprese ed istituzioni pubbliche incluse, dobbiamo avere il coraggio di gettare il cuore oltre l'ostacolo puntando sul turismo e sulla promozione integrata del nostro territorio per aprirci nuove prospettive. Poiché il profilo del turista medio sta cambiando profondamente, è bene orientare la nostra offerta a questo «turista del futuro». Un turista che non si accontenta più del «mordi e fuggi» e si è stancato di essere un consumatore onnivoro di cose da fare e luoghi da vedere. Piuttosto, è interessato alla relazione con il territorio, vuole fermarsi, capire, provare emozioni». Basta dunque con le iniziative di stretto respiro, con i calendari di eventi che si sovrappongono, con la mancanza di dialogo tra enti, associazioni, imprese. La Confcommercio vuol rilanciare Arezzo sul mercato turistico attraverso un marchio territoriale che definisca le sue peculiarità. «Dobbiamo subito imporci alcuni miglioramenti operativi: innanzitutto dobbiamo imparare a comunicare le nostre peculiarità, spingere l'acceleratore sul coordinamento di tutti gli attori coinvolti nel turismo e, ancora, concordare una programmazione di medio e lungo termine di eventi e prodotti». La nuova organizzazione di Confcommercio, incentrata sul capoluogo, si aggiunge alle altre dieci che fanno leva su zone territoriali. «La nuova delegazione nasce con l'intento di portare alla luce e risolvere i problemi del terziario nel capoluogo, certamente diversi di quelli della provincia. «Problemi che poi, tra sicurezza, viabilità, parcheggi ed altro ancora, sono gli stessi dell'intera cittadinanza». Piero Scortecci

Torna all'inizio


Imprese, le malattie del ricambio (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Dalla Camera di commercio 100 mila euro per favorire l'affiancamento Imprese, le «malattie» del ricambio Spesso l'anziano titolare non trova un giovane che lo rimpiazzi L'11% delle aziende ferraresi ha come titolari persone con oltre 70 anni Le piccole e medie imprese ferraresi non devono fare i conti solo con l'alta pressione fiscale, la concorrenza cinese e l'onda lunga della crisi finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita delle Pmi c'è anche il ricambio generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della Camera di commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale, ed è particolarmente attuale e rilevante nel nostro territorio, dove molte imprese stanno affrontando o dovranno affrontare nel breve periodo il problema della continuità generazionale. A Ferrara infatti, al 31 marzo 2009, erano 2.583 gli imprenditori con i capelli bianchi (l'11,1% ha più di 70 anni) totale), 586 dei quali erano donne. Si tratta di un fenomeno in costante crescita (+ 3,7%): nello stesso periodo del 2004, infatti, i nonni imprenditori in provincia di Ferrara erano 2.492, di cui 496 donne. E sono soprattutto le imprenditrici, che costituiscono poco meno di un quarto di questo universo di imprese gestite da over 70, a registrare, negli ultimi cinque anni, l'incremento più rilevante (+18,1%). Questo il quadro che emerge da un'elaborazione dell'Osservatorio dell'economia della Camera di commercio sui dati del Registro delle imprese al primo trimestre 2009 e 2004. Ma quali i problemi più rilevanti che le imprese ferraresi si trovano ad affrontare? L'indagine della Camera di Commercio parla chiaro: la scarsa disponibilità alla delega da parte dell'imprenditore «uscente»; la complessità nel processo di trasferimento delle competenze (di mestiere ma anche professionali e manageriali, a seconda dell'attività) e delle reti di relazioni, che in genere richiede un lungo periodo di affiancamento; la condivisione della visione strategica tra vecchie e nuove generazioni; la disponibilità di risorse finanziarie; la burocrazia; l'assenza di pianificazione. Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Camera di commercio (100.000 euro) per le imprese che si apprestano ad affrontare il passaggio critico del ricambio generazionale potranno essere spese proprio per azioni di affiancamento nei confronti del sistema bancario, di consulenza specialistica e di assistenza diretta per valorizzare la propensione all'innovazione ed il patrimonio di conoscenze già acquisite dall'impresa. L'esortazione della Camera di Commercio è chiara: «Basta parlare di ricambio generazionale ma, piuttosto, di continuità competitiva d'impresa». Come attendersi infatti - fanno sapere dall'ente camerale - un entusiasmo ad affrontare il tema trasmissione d'impresa, se tuttora fonti autorevoli lo definiscono «trapasso generazionale»? Anche altre espressioni (lo stesso «ricambio generazionale») non inducono certo al pensare positivo. «Le parole sono pietre, e l'evocazione della morte (trapasso) o dell'accantonamento (ricambio) costituiscono - ribadiscono dall'ente - forti deterrenti a un approccio psicologico costruttivo da parte di coloro - gli imprenditori senior - che detengono il potere. Accade così che gli imprenditori non segnalino questo problema fra quelli che sentono più acuti, mentre invece lo hanno semplicemente rimosso, e gli operatori sottovalutano il rischio strisciante, a loro volta rimandando un problema spinoso a trattarsi. Ignorare questi aspetti è un boomerang: proprio uno psicologo, Daniel Kahneman, si è visto attribuire nel 2002 il premio Nobel per aver messo a fuoco l'influenza dei fattori psicologici nei processi decisionali, in particolare nella presa di rischio. «Incominciare allora a parlare di continuità competitiva non si rivela una scelta nominalistica, ma sostanziale. Essa codifica a un tempo l'obiettivo futuro - la continuità dell'impresa - e la corretta mira a un'autonomia vitale sul mercato».

Torna all'inizio


I manager pentiti: e Authority (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia data: 13/05/2009 - pag: 25 Sondaggio «The Economist» I manager pentiti: «paletti» e Authority MILANO Meglio che le banche siano iper-regolate piuttosto che libere di imbottirsi di titoli ad alto rischio e di muoversi seguendo la caccia al profitto dei loro leader. Anche se tutto questo dovesse comportare una minor crescita economica. A sostenerlo è il 65% dei manager di aziende globali. Ma non è questo l'unico dato sorprendente che esce dalla ricerca realizzata dall'Economist Business Unit, cioè il centro studi del settimanale britannico, interpellando fra febbraio e marzo scorsi 418 top executives di altrettante imprese multinazionali. Quella che esce dall'indagine è la «fotografia» di una business community profondamente scossa dalla crisi finanziaria mondiale e dalla recessione che sta colpendo quasi tutti i paesi. Così (per dirla con Adam Smith) la «mano invisibile» del mercato che sa autoregolarsi, ormai piace sempre meno. Il 70% degli interpellati esprime il proprio «supporto» agli interventi dei governi nel settore bancario (e una percentuale appena inferiore vede con favore anche quelli in altri settori industriali in crisi) anche se questo significa iniezioni di denaro pubblico, controlli più severi e persino nazionalizzazioni. Non a caso, per sintetizzare l'umore generale, la ricerca dell'Economist si apre con una ormai celebre frase di Warren Buffett: «I derivati sono l'equivalente finanziario delle armi di distruzione di massa». Quel che è certo è che la crisi ha «cambiato fondamentalmente» il capitalismo (lo dice il 60% degli intervistati) e che il «nuovo ordine economico» sancirà la fine del laissez faire che da oltre 20 anni scandisce il rapporto fra governi e mercato. Di più: la maggioranza dei manager è convinta che, da qui in avanti, a influire di più sulle strategie delle proprie aziende saranno i regolatori, governi come autority di controllo (il 64% vede infatti in aumento il loro potere d'influenza), seguiti dai consumatori (57%) e dai creditori (49%). Il «peso» degli azionisti è visto in crescita solo dal 46% degli intervistati. Giancarlo Radice

Torna all'inizio


Negli Usa si risparmia anche sulla morte (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

DAL MONDO 13-05-2009 Reportage Tempo di crisi Uno sceriffo del Michigan: «I senza casa cercano la prigione per avere un tetto e mangiare» Negli Usa si risparmia anche sulla morte Alberto Pasolini Zanelli «V i divertite a comprare gioielli? Bene, aspettate a provare a venderli». è l'introduzione a una proposta strillata su un quarto di pagina della Washington Post. Viene da un gioielliere e si rivolge, con fin troppa evidenza, ai cittadini cui la recessione ha rubato anche l'ultimo dollaro di carta. è il momento di porre mano all'oro. C'è chi è pronto a comprarvi braccialetti, orecchini, anelli, monete e «l'oro dei denti». Chi se ne vuole liberare si presenti in cinque hotel della capitale Usa e glieli valuteranno molto generosamente. Al punto che già portare la pagina che contiene lo spot viene ricompensato con 25 dollari (naturalmente se e dopo che è stata compiuta la transazione). Patetico? Drammatico? Esagerato? Comunque uno dei più pittoreschi fra gli aspetti della recessione. Dei più estremi, anche, rivelatore non di come le cose realmente vadano in questo momento (il governo vede una prima «luce in fondo al tunnel» ma intanto in aprile i disoccupati sono cresciuti di un altro mezzo milione) ma di come sentono coloro che sono più in basso nella scala sociale, più vulnerabili e più allarmati. è una sorta di «sottoletteratura » dell'emergenza, che oltre che negli annunci si spande, ad esempio, nella pagina dei comics. Sotto una striscia con Charlie Brown e Snoopy, ecco quella di Blondie, la casalinga che al ritorno dal lavoro il marito abbraccia e bacia ed esultante annuncia che quello è «un giorno da festeggiare». E allo sguardo interrogativo di lei egli risponde: «Certamente! Oggi non mi hanno licenziato». Nella pagina delle lettere del New York Times c'è la risposta di una lettrice al savio consiglio di Obama a proposito dell'epidemia influenzale: se vi sentite male state a casa. «Io vado in ufficio, altrimenti perdo il lavoro ». Nelle pagine «serie» che parlano di economia torna l'allarme per le carte di credito, con multe drasticamente aumentate per chi paga in ritardo. Da Toledo, in Ohio, l'intervista con un dirigente d'azienda che cinque mesi fa è stato licenziato e adesso è tornato al lavoro, senza paga. E l'allarme espresso dallo sceriffo della Wayne County, nel Michigan: «La sicurezza pubblica è messa in pericolo dal numero crescente di cittadini senza casa che violano la legge apposta per farsi arrestare e trovare un tetto e dei pasti caldi in prigione. Stanno attenti precisa lo sceriffo a non commettere reati gravi. Spesso si limitano, ad esempio, a urinare in pubblico». Insomma ci si arrangia come si può, risparmiando sulla vita, ma anche sulla morte. Stanno crollando le «vendite» dei funerali di lusso, quelli che costano dai tremila dollari in su, con la musica, una bella bara, l'opera dell'imbalsamatore, i riti nella cappella. Una recente vedova è stata salvata dalla completa rovina da un impresario di pompe funebri che le ha proposto un mini budget di millecento dollari. Le lacrime del lutto si sono così fuse con quelle del sollievo: «Così potrò pagare altre due rate del mutuo ». Risparmi di questo tipo mettono però in crisi finanziaria i cimiteri, soprattutto quelli più lussuosi ma anche quelli «storici». «Perdiamo clienti tutti i giorni», si lamenta il direttore del Forest Lawn di Buffalo, nello Stato di New York. Per arrivare alla fine del mese gli imprenditori funebri devono dare fondo alla loro riserva di fantasia, che è notevole. Lanciando, per esempio, il «turismo cimiteriale». A Oakwood si può ammirare quest'estate una specie di torneo medioevale, cavalieri con armatura che si sfidano negli interstizi fra le tombe. Armature lucenti, atmosfera festosa. «Vogliamo dice il manager che alla gente venga voglia di passare qui l'eternità». Altri si rivolgono semplicemente al turismo: una domenica pomeriggio in una necropoli, accompagnati da un'orchestra jazz (naturalmente accade in California), ma anche conferenze sugli uccelli migratori condotte dalla Audubon Society in Massachussetts. A Philadelphia, addirittura, hanno servito, nel camposanto di Laurel Hill, un pranzo di gala con maggiordomi, nove portate, champagne e un'orchestra che suonava Il Bel Danubio Blu. Con una buona scusa, perché il party era per celebrare l'anniversario dell'af- fondamento del Titanic, dove notoriamente i violinisti eroici quel valzer suonarono fino al momento di finire in bocca ai pesci. A Green-Wood è stata esaminata, ma alla fine scartata, l'idea di proiettare in un telone fra le tombe dei film dell'orrore. è stata organizzata invece, a Troy, una raccolta di fondi tramite la vendita di calendari con donne nude. L'ultima scoperta sono i cani. Per una serata storica in cui esemplari di razza compiono défilé fra le lapidi. Nessuna di queste iniziative, è meglio avvertire, viene da Las Vegas, il cui contributo al folklore triste della recessione è una pagina a pagamento sui quotidiani nazionali con la richiesta di tornare a spendere nel gioco d'azzardo «anche in un momento come questo» e avvertendo che a Las Vegas ci si diverte tanto ma si lavora, anche.

Torna all'inizio


TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Francoforte TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa (g.fer.) Prospettive difficili per ThyssenKrupp, il colosso tedesco della siderurgia, i cui vertici ieri hanno ammesso che l'esercizio 2008-2009 chiuderà in rosso. Il gruppo in effetti ha registrato un crollo degli ordini del 46% e, nel secondo trimestre dell'esercizio, una perdita netta di 362 milioni di euro contro un utile di 502 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente. «I fondamentali dell'economia si legge in una nota della società si sono deteriorati molto più bruscamente di quanto ci si potesse aspettare». In Borsa il titolo ha ceduto ieri il 6,43%, chiudendo a quota 16,30 euro. Ekkehard Schulz presidente ThyssenKrupp

Torna all'inizio


Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Milano Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok (g.fer.) Anche il lusso sente la crisi e Bulgari archivia il primo trimestre dell'anno con una perdita netta di 29,3 milioni di euro, che si confronta con un utile netto di 22,8 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente. Il fatturato è sceso a 178,1 milioni (-23,1%) ma, secondo l'amministratore delegato Francesco Trapani, «nel mese di aprile il gruppo ha registrato un chiaro segnale di miglioramento nelle vendite dei negozi a gestione diretta». In Borsa il titolo ha ceduto ieri il 2,35%, chiudendo con un prezzo di riferimento di 4,15 euro e con 2,6 milioni di pezzi scambiati nel corso della seduta. Francesco Trapani ad di Bulgari

Torna all'inizio


Indici fermi, brilla Telecom (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Indici fermi, brilla Telecom Scambi sostenuti Ieri passate di mano azioni per oltre 4,4 miliardi. Balzo di Dmt Mentre i principali listini europei sono terminati in leggero ribasso, influenzati dall'avvio negativo di Wall Street, quello italiano ha ripreso la strada del rialzo dopo la pausa di lunedì. L'indice S&P-Mib è migliorato infatti dello 0,68% e ancora meglio (+0,88%) ha fatto il Mibtel. Nonostante la limitata presenza degli investitori istituzionali, inoltre, continuano a mantenersi sostenuti gli scambi (il controvalore complessivo ha superato ieri i 4,4 miliardi di euro). A guidare i rialzi, nell'ambito dei 40 valori più capitalizzati, è stata Telecom Italia (+4,67%), ritornata sopra quota 1 euro. Oltre alla conferma ufficiale della messa in vendita di una quota minoritaria in Sparkle, a spingere il titolo è stata l'ipotesi di fusione con Telefonica, sulla quale il mercato punta nonostante le smentite. Gli altri rialzi riguardano titoli che erano stati penalizzati nelle precedenti sedute. Fra questi, Mondadori (+3,89%), nonostante le non buone prospettive della raccolta pubblicitaria. Bene anche Saipem (+3,5%), il titolo petrolifero che si è avvantaggiato di più dalla ripresa del prezzo del greggio (la controllante Eni è cresciuta soltanto del 2,37%). Anche Campari ha prontamente recuperato quanto aveva perso la vigilia, chiudendo con un prezzo di riferimento in miglioramento del 3,25%. Sopra i tre punti percentuali, inoltre, il balzo di Fiat (+3,05%), mentre proseguono le trattative per Opel. Per quanto riguarda, infine, i principali ribassi dell'S&P-Mib, spiccano Banco Popolare e Ubi Banca, in calo rispettivamente del 6,84% e del 3,10%. Fiammata infine per Dmt (+28,53%) sulla scia di conti positivi.

Torna all'inizio


Conti in rosso per le Pro loco (sezione: crisi)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Carbonia Pagina 2019 I responsabili delle associazioni del Sulcis si incontreranno sabato Conti in rosso per le Pro loco I responsabili delle associazioni del Sulcis si incontreranno sabato --> C'è chi non ha neppure un euro per saldare il cachet di artisti e pagare i conti dei fornitori e chi, per farlo, ha già intaccato le ultime risorse rimaste e rischia di tenere sportelli informativi chiusi e dover dire addio alla programmazione degli spettacoli estivi. Per tutte le Pro loco del Sulcis Iglesiente la crisi finanziaria non è più dietro l'angolo. «È una situazione con la quale stiamo convivendo da troppo tempo e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle nostre associazioni», ha sottolineato Gianfranco Dessì, presidente del Comitato provinciale Unpli, la sigla che raggruppa tutte le Pro loco d'Italia. Conti in rosso e ritardi nell'erogazione dei finanziamenti che, sabato 16 maggio, alle 18.30, nella sala convegni S'Ulivariu di Gonnesa, saranno al centro dell'assemblea degli stati generali delle 23 Pro loco della Provincia di Carbonia Iglesias. Per l'occasione, infatti, tutti i presidenti delle associazioni turistiche si daranno appuntamento per «analizzare la difficile situazione finanziaria delle Pro loco del territorio, molte delle quali - ha spiegato Dessì - rischiano di non poter fare le manifestazioni in programma e dare supporto ai turisti che, puntualmente, si rivolgono alle nostre associazioni». Al centro della discussione, il saldo dei contributi finanziari per l'anno 2007 che le Pro loco non hanno ancora incassato. Fondi che, come già previsto, saranno utilizzati per saldare i conti con artisti e fornitori. «Si tratta di contributi che la Regione, già da tempo, e con le relative ripartizioni per ogni Pro loco - ha concluso il presidente provinciale Unpli - ha trasferito alla Provincia e che invece non abbiamo ancora ricevuto». MAURIZIO LOCCI

Torna all'inizio


Una newCo per Plastal Spa (sezione: crisi)

( da "Polimerica" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Una newCo per Plastal Spa Scritto dalla redazione [calato] 13 maggio 2009 @ 08:37:39 CEST La società di Oderzo ammessa al concordato preventivo. La decisione passa ai creditori. Il 24 aprile scorso il Tribunale di Treviso ha ammesso Plastal Spa alle procedure di concordato preventivo, che prevedono la costituzione di una nuova società, "Nuova Plastal", alla quale verranno trasferiti tutti gli assets; la 'newCo' garantirà la continuità operativa e il lavoro per i quasi 700 addetti coinvolti dalla crisi finanziaria che ha colpito il gruppo svedese. La proposta di concordato sarà sottoposta ai creditori il prossimo 15 giugno. Il principale creditore della società è la banca svedese Svenska Handelsbanken AB, nei cui confronti Plastal è debitrice per circa 47 milioni di euro; il pagamento avverrebbe in questo caso con azioni della nuova società, una volta pagati tutti i debiti. La banca svedese diverrebbe così la principale azionista della società italiana specializzata nella produzione di componenti auto in plastica. Ai creditori chirografari, esposti per circa 43 milioni di euro, verrebbe riconosciuto il 60% della somma, da liquidarsi in tre tranche tra il 31 ottobre di quest'anno e il 30 settembre 2010. Infine, il credito della capogruppo Plastal Group AB (44 milioni di euro) verrebbe coperto per il solo 5%, una volta soddisfatti gli altri creditori.

Torna all'inizio


Unicredit: l'utile netto è pari a 447 mln (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Unicredit: l'utile netto è pari a 447 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 13.05.2009 08:44 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2009, che evidenziano un utile netto di €447 milioni, in decremento rispetto a €505 milioni del quarto trimestre 2008 principalmente per effetto del venire meno di imposte positive non ricorrenti. A livello ante imposte infatti l’utile si è attestato a €922 milioni, in crescita di oltre €1 miliardo trim/trim. Il risultato di gestione raggiunge nel primo trimestre 2009 €2.740 milioni, superiore rispetto a €2.311 milioni nel primo trimestre 2008 e a €1.903 milioni nel quarto trimestre 2008. L’andamento rispetto al trimestre precedente è stato determinato sia da maggiori ricavi (grazie anche alla ripresa del risultato netto della negoziazione impattato nel quarto trimestre 2008 dalla severa crisi finanziaria), che da un forte contenimento dei costi (i costi operativi scendono del 6,4% trim/trim a cambi e perimetro costanti). La solida performance del risultato di gestione riflette l’importanza per il gruppo della diversificazione, beneficiando sia della buona tenuta dell’attività di banca commerciale che della ripresa, rispetto ai trimestri precedenti, della Divisione Markets & Investment Banking (MIB). In particolare l’attività di banca commerciale mostra una sostanziale tenuta del risultato di gestione (-0,4% trim/trim), mentre MIB recupera dopo un quarto trimestre 2008 colpito dall’eccezionale turbolenza dei mercati, registrando un risultato di gestione positivo di €367 milioni nel primo trimestre 2009, in netto miglioramento rispetto a €-690 milioni nel primo trimestre 2008 e a -€953 milioni nel quarto trimestre del 2008. Gli altri proventi netti sono pari a €105 milioni rispetto a €134 milioni nel primo trimestre del 2008 e a -€11 milioni nel quarto trimestre del 2008. I costi operativi ammontano a €3.822 milioni, segue pagina >>

Torna all'inizio


Ubi torna all'utile, ma sui tre mesi pesa l'effetto svalutazioni (sezione: crisi)

( da "Finanza.com" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Ubi torna all'utile, ma sui tre mesi pesa l'effetto svalutazioni (11 Maggio 2009 - 08:14) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: Primi 3 mesi del 2009 in utile per Ubi Banca dopo il rosso fatto registrare nell'ultimo quarter del 2008. La quarta banca italiana per numero di sportelli ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto contabile di 24,3 milioni (-88,9% rispetto ai 219,3 milioni del primo trimestre del 2008) e con un utile netto normalizzato (ripulito dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) di 98,6 milioni (-47,4%). Ubi banca non ha fatto richiesta di Tremonti bond. Per il rafforzamento patrimoniale farà ricorso all'emissione di warrant che dopo 2 anni permetteranno l'attribuzione di 1 azione ogni 20 warrant posseduti e poi l'emissione di obbligazioni convertibili per massimi 640 mln. (Riproduzione riservata)

Torna all'inizio


Caso Tirrenia, preoccupazione da parte dei comuni della Liguria e della Sardegna (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Caso Tirrenia, preoccupazione da parte dei comuni della Liguria e della Sardegna (13/5/2009 10:01) | (Sesto Potere) - Genova - 13 maggio 2009 - In vista delle riunioni previste nei prossimi giorni tra Governo, Regioni e Organizzazioni Sindacali, per discutere le prospettive di vendita della società Tirrenia - in crisi finanziaria per i ridotti trasferimenti statali – le Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per l’impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro produttivo e sui livelli occupazionali. Anche le notizie riportate dalla stampa nazionale e locale rilevano come siano ipotizzabili frammentazioni della Tirrenia, con gravi ripercussioni sull’economia dei porti e dei Comuni nonché sull’occupazione. In particolare, Anci Liguria ed Anci Sardegna auspicano che le procedure di cessione siano ispirate dalla necessità di realizzare un piano industriale del settore dei traghetti e non si limitino ad azioni, per quanto imposte dalle normative europee, che vedano prevalere il solo aspetto finanziario. E’ quindi indispensabile tutelare l’operazione da iniziative speculative e traguardare il mantenimento dell’unitarietà della struttura, della quantità dei servizi svolti e dei livelli occupazionali. L’Anci auspica un’azione coordinata tra le Regioni Liguria e Sardegna e un’iniziativa unitaria tra i Comuni interessati dai servizi, oggi resi dalla società Tirrenia. I Sindaci di Genova, di Porto Torres e di Olbia in collaborazione con Anci Liguria ed Anci Sardegna stanno approfondendo la cooperazione tesa ad iniziative comuni da proporre al Governo, al fine di preservare il livello dei servizi e l’integrità della società Tirrenia.

Torna all'inizio


L'oro può brillare solo con le aggregazioni (sezione: crisi)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

CATEGORIE. Il distretto orafo insedia i comitati di indirizzo e tecnico Il rappresentante Riva: «Il tema che tiene banco resta quello relativo alla grave crisi di settore» 13/05/2009 rss e-mail print Il distretto cerca di far tornare a splendere l'oro vicentino VICENZA Nel corso di un incontro del distretto orafo-argentiero è stato insediato il comitato di indirizzo, coordinato da Florio Dal Zovo e il comitato tecnico, composto dai funzionari delle categorie economiche. È stata colta anche l'occasione per estendere la presenza ai due comitati da parte di enti e altri organismi che hanno sottoscritto il rinnovo del patto di distretto per il periodo 2009-2012, fra cui la Camera di commercio, la Fiera, la Cgil e l'Uil. Numerosi i temi oggetto di discussione, dall'esame delle nuove adesioni al patto sottoscritte il 30 aprile alla convocazione di imprese per la presentazione del progetto di Assicor "Gioiello italiano", dall'ipotesi di costituzione di un Superdistretto della produzione orafa del Made in Italy ai rapporti con la Regione per l'azione "Abbasso i dazi" e per il rinnovo del patto di distretto, dall'evolversi del progetto Tendenze con gli appuntamenti previsti per il 18 e il 26 maggio al progetto regionale Challenge, dai progetti interregionali che hanno visto il distretto impegnato a Firenze con buyer e media provenienti dagli Usa e il prossimo 12 giugno a Vicenza con 2 ricerche dell'Ice sui mercati russi e coreani per finire con il progetto anticrisi di economia integrata di Maria Loretta De Toni. «Ma il tema che ha tenuto banco - ha dichiarato il rappresentante del distretto Vladimiro Riva - è stato quello relativo alla situazione di crisi del settore». Una crisi strutturale del settore che si accompagna ad una crisi finanziaria globale ha già messo in crisi molte aziende e le imprese che resistono chiedono aiuti e sostegni, a partire da un più stretto controllo delle merci perchè sia accertata la provenienza. Occorre una maggiore promozione e una stabilità del costo del metallo, aumentato considerevolmente negli ultimi periodi e continuamente sottoposto a fluttuazioni, con conseguente forte riduzione delle vendite, sia in Italia che all'estero. È emerso che c'è una forte attesa per il progetto McKinsey proposto dal presidente della Camera di commercio di Vicenza, Vittorio Mincato, in particolare per quanto saprà indicare a livello di aggregazioni e di finanziamento, oltre che di governance. Un rilievo negativo è stato posto sia sulla mancata azione di comunicazione che sulla scarsa lungimiranza da parte di alcuni istituti di credito, con ricadute pesantemente negative sulle imprese e sull'occupazione. Il distretto alla fine ha convenuto di richiedere un incontro a breve a Comune di Vicenza, Provincia e Camera di commercio e un altro al Prefetto per i rapporti con le banche, nella convinzione che il settore orafo sia in grado di poter contare su un know how di alto livello e su di una elevata professionalità delle maestranze.

Torna all'inizio


Gli hedge rialzano la testa (sezione: crisi)

( da "Morningstar IT" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Le nuvole si stanno allontanando dall'industria degli hedge fund, dopo la tempesta che si è abbattuta negli ultimi mesi. Secondo le statistiche di Mondo Hedge, i fondi di fondi alternativi italiani hanno avuto un andamento positivo nel primo trimestre e sovraperformato i mercati azionari, obbligazionari e delle materie prime. Ma quali sono le linee di evoluzione future? E qual è stata la lezione della crisi finanziaria? A queste domande cercherà di rispondere il convegno "Hedge fund: nuove regole e prospettive", che si terrà il 22 maggio all'ITForum di Rimini, la fiera dell'investimento e del trading organizzata da Morningstar, Traderlink e Trading Library. Per Stefano Gaspari, amministratore delegato di Mondo Hedge e relatore al convegno, il mercato italiano subirà un processo di consolidamento a livello di player e di offerta, con il lancio di fondi di fondi specializzati su particolari aree geografiche o strategie e di prodotti a liquidità settimanale che utilizzano managed account (portafogli di investimento personalizzati). Non sono previsti, invece, grandi cambiamenti legati alla nuova direttiva europea sugli Alternative investment fund manager, in quanto l'industria italiana già adempie a gran parte degli obblighi imposti (registrazione, capitale minimo, presenza della banca depositaria, ecc.). Il tema della trasparenza degli hedge fund rimane, comunque, di grande attualità dopo la maxi-truffa di Madoff, che ha fatto emergere problemi esistenti da tempo nell'industria mondiale degli alternativi. Ma le frodi finanziarie possono toccare tutti i tipi di investimento. Come difendersi? Il CFA Institute, la più importante associazione internazionale di analisti finanziari, ha redatto alcune linee guida per non cadere nella trappola, che saranno presentati all'ITForum d Rimini da Barbara Valbuzzi, CFA, presidente dell'Italian CFA Society. Per consultare l'intero programma dell'ITForum, clicca qui Sara Silano è Caporedattore di Morningstar in Italia.
Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi Eurizon EasyFund Equity North America Epsilon QValue Epsilon QEquity Carige Azionario Internazionale Articoli correlati Etf, asset strategici in tempi di crisi Consumi made in Cina Per una finanza non dopata Link Correlati

Torna all'inizio


Udine A distanza di quattro giorni non è stata ancora metabolizzata la sconfitta di Lucca i... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009, Udine A distanza di quattro giorni non è stata ancora metabolizzata la sconfitta di Lucca in casa Sporting, musi lunghi tra le giocatrici e pochissima voglia di parlare. Non è stata tanto la sconfitta in sè che in casa della Ducato, dodicesima vittoria casalinga di fila, ci poteva stare tutta; ma il modo in cui è avvenuta. Sul +14 al 30' e un avversario in completa balia di Striulli e compagne, il sogno di approdare alla finalissima sembrava materializzarsi. Invece è seguito quel "maledetto" ultimo quarto, iniziato con il quinto fallo di Vanin e un parziale di 28-7 che ha travolto la squadra udinese. Inutile ricordare che lo Sporting, migliore difesa del girone in regular-season, non aveva mai subito 28 punti in un quarto. Luccicano ancora gli occhi a coach Larry Abignente: «È inutile negare che abbiamo perso una grandissima occasione. Purtroppo 10 minuti di follia hanno rovinato tutto. Trascinata dal proprio pubblico caldissimo, Lucca ha aumentato la propria intensità difensiva mettendoci in grossa difficoltà. Determinante è stata l'uscita per falli di Francesca Vanin, senza poi dimenticare che negli ultimissimi minuti sono uscite pure Filippi e Carù. Abbiamo finito in campo in pratica con il quintetto della nostra under 19 più Quaino». - Alla vigilia del match avevi proclamato che comunque sarebbe andata, sarebbe stato un successo. «Resto di questa idea e ringrazio tutte le ragazze, che sono stato orgoglioso di allenare. Non dimentico che senza gli infortuni a Scanzani e Vanin e le vicissitudini varie che hanno caratterizzato la nostra stagione, avremmo potuto occupare almeno un gradino più alto del podio al termine della regular-season. Ciò ci avrebbe permesso di disputare l'eventuale "bella" di semifinale in casa: se gara 3 si fosse giocata a Udine adesso saremmo qui a festeggiare». - Ragazze che hanno voluto rimanere tutte sino alla fine nonostante la seria crisi finanziaria in cui è incorsa la società a campionato in corso. «A gennaio la società è stata chiara. Chi voleva poteva andarsene; vi assicuro che c'era la fila da parte di altre squadre per più di una nostra giocatrice. Abbiamo scelto di rimanere tutti assieme e ci siamo compattati, dando vita ad un bellissimo girone di ritorno, così come ad un ottimo play-off». IL FUTURO. Mentre la formazione under 19 dal 25 maggio si giocherà ad Udine la possibilità di conquistare il tricolore, la crisi societaria è tuttora in atto e per il momento non paiono esserci molti sbocchi. Richiestissime, anche da club di serie A1, Filippi, Carù e Striulli: difficilmente rimarranno ad Udine soprattutto se, come appare, si dovrà inevitabilmente optare, sempre se la società sia comunque in grado di sostenere i costi di una serie A, per l'allestimento di un gruppo composto quasi integralmente dalle ragazze del vivaio. Alcuni "rumors" riportano anche la possibilità di una sorta di scambio di diritti con la "cugina" Robur Palmanova, che quest'anno ha giocato la B di Eccellenza Giovanni Boldarino

Torna all'inizio


Venezia Si farà udienza anche di sabato pur di concludere il processo relativo al crac dell... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009, Venezia Si farà udienza anche di sabato pur di concludere il processo relativo al crac delle società Cdc e Manifatture Venete di Eraclea. Lo ha deciso il presidente del collegio giudicante, la dottoressa Savino Caruso, che, a modifica di una precedente decisione, in base alla quale aveva rinviato il processo al prossimo 28 settembre, ha citato imputati e parte civile per il prossimo 23 maggio. I sindacati dei lavoratori, infatti, hanno precisato che non esiste alcun accordo sindacale che impedisce la celebrazione delle udienze nelle giornate di sabato, al contrario di quanto era stato comunicato nella scorsa udienza, il 3 maggio. E, a conclusione di un incontro con il presidente del Tribunale, Attilio Passannante, hanno ribadito che anche il processo per la bancarotta Cdc e Manifatture Venete si può fare. Il presidente Caruso ha fissato anche la data di una seconda udienza, lunedì 8 giugno, nel corso della quale potrà proseguire la complessa istruttoria dibattimentale. Il Tribunale cercherà di concludere il processo prima dell'estate, per evitare di dover ricominciare tutto daccapo a causa dell'imminente trasferimento di un giudice del collegio, la dottoressa Alessandra Cardarelli, che passerà al Tribunale civile. Il presidente Passannante sta valutando, in ogni caso, la possibilità di un'applicazione temporanea per consentire alla dottoressa Cardarelli di concludere il dibattimento. Il processo, che ha avuto un iter particolarmente tormentato, riguarda una presunta associazione per delinquere finalizzata alla commissione di «una serie indeterminata di delitti di bancarotta fraudolenta per distrazione, mediante operazioni di acquisizione di imprese in crisi finanziaria compiute anche avvalendosi di prestanome». Nel 2003 furono arrestate otto persone in relazione a reati commessi nella gestione di ditte di abbigliamento di mezza Italia: oltre a Cdc e Manifatture Venete, figurano la Juvenilia spa di Rovigo, le marchigiane Silver confezioni spa, Gmf spa, Kara srl, e la piemontese Carlo spa. Per due anni non fu possibile iniziarlo in quanto fu impossibile possibile trovare tre giudici che non avessero motivi di incompatibilità (tutti si erano già occupati del caso in qualità di gip o in sede di riesame). Finalmente il dibattimento si aprì ma, nella primavera del 2008, si rese necessaria una sospensione di sei mesi perché uno dei giudici fu applicato in Corte d'Appello. Nel frattempo si avvicina la prescrizione dei reati: gli episodi finiti sotto accusa, infatti, risalgono al periodo compreso tra il 2000 e il 2002 e il processo ha già subito numerosi rinvii. L'avvocato Giorgio Bortolotto, legale di parte civile per il curatore fallimentare della Cdc rivendica un danno stimato in 7 milioni di euro. Gianluca Amadori

Torna all'inizio


Roma La Caltagirone Spa, a cui fanno capo le attività nei settori del cemento, dell'ed... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Mercoledì 13 Maggio 2009, Roma La Caltagirone Spa, a cui fanno capo le attività nei settori del cemento, dell'editoria, dei grandi lavori e finanziario ha chiuso i primi tre mesi del 2009 con i ricavi a 306,1 milioni di euro rispetto ai 374 milioni di euro del primo trimestre del 2008 e con il margine operativo lordo a 21,4 milioni di euro contro i 50,5 milioni di euro del primo trimestre 2008. Il decremento dei ricavi è dovuto alla riduzione dei fatturati delle società che operano nel comparto del cemento e nel settore editoriale. Una contrazione avvenuta sulla scia della crisi finanziaria ed economica che, a partire dalla seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di consumo. Il risultato della gestione finanziaria è negativo per 30,3 milioni di euro (era negativo per 11 milioni di euro nel primo trimestre 2008). L'utile ante imposte è negativo per 32,7 milioni di euro rispetto a un saldo positivo di 17,6 milioni di euro del primo trimestre 2008. Quanto alla Caltagirone Editore, che possiede anche Il Gazzettino, i risultati del primo trimestre 2009 evidenziano ricavi pari a 60 milioni di euro contro i 75,8 milioni di euro dello stesso periodo del 2008 in particolare a causa della riduzione della raccolta pubblicitaria.

Torna all'inizio


L'Astana di Lance rischia la sospensione (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

L'Astana di Lance rischia la sospensione Mercoledì 13 Maggio 2009, L'Astana rischia la sospensione se non pagherà le spettanze dovute ai propri tesserati entro il 31 maggio. La minaccia sarebbe arrivata direttamente dall'Uci, l'Unione ciclistica internazionale. La squadra kazaka, della quale fanno parte big come gli statunitensi Lance Armstrong e Levi Leipheimer, oltre allo spagnolo Contador, è in crisi finanziaria ed attualmente partecipa al Giro d'Italia. Gli effetti della crisi globale hanno toccato in modo significativo anche le casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra. Attualmente i corridori non ricevono lo stipendio ed il ritardo nei pagamenti dei salari appare destinato a proseguire. La crisi non ha coinvolto Armstrong che, pur di tornare all'agonismo, ha accettato di correre senza percepire compensi. L'Uci ha fatto intendere che la squadra potrebbe venire espulsa dal Giro qualora non rispettasse il regolamento, che prevede bilanci in attivo da parte di tutti i team in gara.

Torna all'inizio


Interpump: nel primo trimestre le vendite calano a 90 mln (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Interpump: nel primo trimestre le vendite calano a 90 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 13.05.2009 13:38 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Interpump Group ha approvato il Resoconto Intermedio di gestione al 31 marzo 2009. Il primo trimestre 2009 è stato caratterizzato dalla profonda crisi finanziaria iniziata nel 2008 che si è estesa anche all’economia reale e ha colpito tutti i settori produttivi e tutte le aree geografiche. Anche il Gruppo Interpump ha risentito di un calo di fatturato e di ordini, cui ha reagito con azioni tese al contenimento dei costi, del capitale circolante e degli investimenti. Tali misure hanno cominciato a manifestare i loro effetti nel primo trimestre ma potranno dare risultati più evidenti nel prosieguo dell’esercizio. Accanto a considerazioni legate alla congiuntura economica, nel confronto con l’analogo esercizio precedente occorre anche considerare che il primo trimestre 2008 era stato particolarmente positivo ed era stato il secondo miglior trimestre della storia del Gruppo. Le vendite nette del primo trimestre 2009 sono state pari a 90,8 milioni di euro (112,9 milioni di euro nell’analogo periodo del 2008, -19,6%). A parità di area di consolidamento il calo è stato del 29,0%. Pur nel contesto di una forte flessione del mercato, Il Gruppo Interpump ha saputo mantenere comunque una buona redditività, come dimostra l’EBITDA che è pari al 13,5% delle vendite. Ciò è stato reso possibile sia grazie alle posizioni di leadership mondiali nei vari settori di attività, sia tramite una riduzione dei costi a tutti i livelli. L’EBITDA (margine operativo lordo) è stato pari a 12,3 milioni di euro (13,5% delle vendite), a fronte dei 23,3 milioni di euro del primo trimestre 2008 che rappresentava il 20,7% delle vendite (-47,4% e -53,7% a parità di area di consolidamento). L’EBIT (risultato operativo) è stato pari a 8,4 milioni di euro (9,2% delle vendite) a fronte dei 20,8 milioni di euro del segue pagina >>

Torna all'inizio


L'economia fiorentina sotto la "scure" della recessione (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

L’economia fiorentina sotto la “scure” della recessione (13/5/2009 13:08) | (Sesto Potere) - Firenze - 13 maggio 2009 -L’onda d’urto generata dalla crisi finanziaria internazionale si è “abbattuta” anche sul sistema economico fiorentino, andando a determinarne un assetto strutturale recessivo con tutti i principali indicatori che hanno mostrato un segno negativo. Primo fra tutti il valore aggiunto, diminuito nel 2008 dello 0,8% in termini reali, dato “lievemente” migliore rispetto al valore corrispondente a livello nazionale (-1%). La diminuzione del valore aggiunto è sostanzialmente ascrivibile alla forte contrazione della domanda estera, con una pesante caduta delle esportazioni, a valori costanti, pari a -6,5%. E’ opportuno ricordare che nel biennio precedente la crescita era stata trainata proprio dalla componente estera della domanda aggregata. La contestuale diminuzione delle importazioni (-13,5%) rende meno pesante il contributo alla dinamica del prodotto derivante dall’export netto. In calo anche gli investimenti fissi lordi (-1,2%), ad un ritmo però più contenuto rispetto alle esportazioni, rispecchiando, oltre a fattori congiunturali, anche la generale caduta del clima di fiducia in ambito locale. I consumi interni diminuiscono ad un tasso minore rispetto alle altre componenti della domanda, caratterizzandosi per un -1%. Per quanto riguarda i macrosettori di attività, il valore aggiunto aumenta, anche se di poco, nell’agricoltura (+0,4%), ristagna nei servizi (-0,02%), regredisce in misura marcata nell’industria in senso stretto (-3,6% ) e con maggior moderazione nelle costruzioni (-0,7%). L’andamento settoriale Manifatturiero - Nel 2008 la produzione industriale si è contratta del 3,8%, con una dinamica negativa particolarmente accentuata nell’ultimo trimestre dell’anno (-9,7%), con riflessi nettamente sfavorevoli sul valore aggiunto provinciale. Questo andamento rappresenta il peggior risultato dell’ultimo decennio, che ha eroso i “guadagni” accumulati dal settore nel biennio 2006-2007. Considerando anche gli altri indicatori, si rileva un contestuale calo del fatturato del -2,6% ed un arretramento della domanda interna del 5,2% e di quella estera del -3,2%. La variazione media annua della produzione industriale per la nostra provincia, pur negativa, è risultata comunque meno marcata rispetto al corrispondente dato regionale (-4,2%), ma lievemente superiore al dato rilevato in ambito nazionale da ISTAT, corretto per i giorni lavorativi (-3,3%). Considerando i comparti di attività, sono rilevabili perdite diffuse in pressoché tutti i settori industriali, ai quali si è progressivamente esteso nel corso dei quattro trimestri l’andamento ciclico nettamente sfavorevole. La contrazione del comparto della meccanica (-0,8%) è particolarmente significativa se si considera che nel 2007 il comparto aveva fatto da traino con un incremento della produzione del +8,4%. Il comparto della metallurgia e quello dell’elettronica si caratterizzano per una marcata contrazione della produzione, rispettivamente del -6,5% e del -5,9%. Occorre segnalare in questo contesto la “moderata” espansione del comparto alimentare (+1,2%). Artigianato - La contrazione del fatturato del settore artigianale, pari al -7,1%, interessa tutti i rami di attività, dalla produzione ai servizi. In ambito sub-provinciale è l’area dell’Empolese-Valdelsa a registrare una battuta d’arresto tra le più pesanti, con tassi di variazione negativi, superiori a quelli registrati mediamente a livello provinciale. Spiccata la criticità anche per i distretti di Castelfiorentino ed Empoli. Commercio - Il fatturato del settore risulta in contrazione del -2,2%: al proprio interno risulta in difficoltà soprattutto il comparto dei beni non alimentari (-4,6%), mentre tiene quello dei beni alimentari (+1,1%). Con riferimento al tipo di esercizio, diminuisce il fatturato degli esercizi della piccola distribuzione (-6,2%) e della media distribuzione (-6,4%), mentre non manifesta segni di sofferenza la grande distribuzione, il cui valore del fatturato si avvicina a quello dell’anno scorso (+1,7% nel 2008, rispetto al +2,2% nel 2007). Agricoltura - I dati di produzione resi disponibili dalla Regione Toscana non evidenziano un andamento uniforme rispetto ai principali gruppi di coltivazioni presi in esame; in crescita la produzione cerealicola (+4,9% rispetto al 2007) e la produzione vinicola (+5,6%), in controtendenza rispetto all’arretramento del 2007. Si rilevano cedimenti per le leguminose da granella (gruppo che comprende – tra le altre – ceci, lenticchie, fave, fagioli e piselli secchi) e gli ortaggi in piena area. Dai dati resi disponibili dal Servizio Agricoltura della Camera di Commercio di Firenze emerge, invece, per il 2008 una contrazione dei volumi di vino certificati ai fini dell’ottenimento della DOCG del -13,4%; per l’olio, sempre dai dati inerenti le quantità certificate dalla Camera di Commercio ai fini dell’ottenimento della DOP Chianti Classico e Colline di Firenze , si rileva un incremento dei volumi di olio certificati del 38%. L’ export agro alimentare, che nel 2007 aveva fatto segnare una diminuzione del -19,7%, nel 2008 ha registrato una crescita del +2,5%, quale risultante del contributo ampiamente positivo generato dagli oli (+11%) e degli altri prodotti alimentari (+12,8%) e della contrazione dell’export delle bevande (nella nostra provincia essenzialmente il vino) del -4,5%, che segna unulteriore peggioramento del trend già negativo segnato nel 2007 (-1,5%). Turismo - Secondo i dati dell’indagine congiunturale trimestrale sulle PMI del turismo del Centro Studi di Unioncamere Italiana, il settore turistico ha subito a livello nazionale un ripiegamento tendenziale del -5,6%. I dati provvisori sul movimento turistico (arrivi e presenze) in provincia di Firenze, relativi al primo semestre 2008, evidenziano – rispetto al primo semestre 2007 – un calo generale degli arrivi pari al -4,4%; gli arrivi della componente straniera si riducono del -5,1%. Dalle presenze complessive rilevate nei due periodi emerge, comunque, una lieve crescita (+0,8% in generale, +1,4% per la componente straniera) con una permanenza media di 2,9 giorni. In diminuzione il numero di arrivi e presenze nel settore alberghiero (-6,3 e -5,5%), a vantaggio del comparto extra-alberghiero, che registra un incremento su arrivi e presenze del +3,5% e del +13,7%. I dati messi a disposizione dalla Soprintendenza al Polo museale della provincia di Firenze evidenziano un forte calo dei visitatori (-7,2% su base annua), confermando così un trend negativo che si era già manifestato a metà anno, quando il saggio di variazione si era attestato al -6,5%. Gli Uffizi vedono un calo di circa 80.000 unità (da 1.615.939 a 1.553.951); di tutto rilievo anche il ridimensionamento subito dal Giardino di Boboli e dal Museo degli Argenti (-15,7%, per una perdita di circa 120.000 unità). I visitatori della Galleria dell’Accademia passano da 1.286.000 a poco più di 1.234.000. Le dinamiche import-export Il tasso di crescita annuale delle esportazioni, espresse a valori correnti, è risultato negativo, scontando un decremento dell’1,9%; in netto peggioramento rispetto al buon andamento registrato nel 2007 (+11,3%) e anche rispetto alla variazione rilevata in ambito nazionale, che risulta comunque in forte rallentamento (da +9,9% a +0,3%). Il trend recessivo internazionale la moderazione dei consumi interni hanno posto un freno alla crescita dei flussi di merci provenienti dall’estero, come si desume dalla pesante diminuzione delle importazioni (-7,5%). Le difficoltà nelle esportazioni del nostro sistema economico non possono essere interamente attribuite alla crisi finanziaria, ma anche ad una perdita di competitività, che si correla ad una dinamica lenta della produttività del lavoro, che sospinge verso l’alto i costi relativi per unità di prodotto, con una emersione di criticità settoriali in quasi tutti i comparti; su tale flessione pesa in termini non secondari anche la recessione tedesca e il rallentamento del ritmo di crescita dei paesi emergenti. I dati sulle esportazioni evidenziano che i peggiori risultati provengono dai mercati tradizionali di riferimento per le nostre esportazioni, come il Nord America (-6,3%, in cui pesano gli Stati Uniti con un -8,4%, l’Unione Europea a 27 paesi (-6,8%) e il Medio Oriente (-17,4%). Positivo invece l’apporto dei paesi extraeuropei, anche se le percentuali di incremento risultano in decelerazione (da +10,7% a +4,9%), con particolare riferimento ai mercati dell’Europa Centro Orientale, che risultano in tenuta, e della Svizzera (+10,6%). Negativo il dato dell’export verso la Russia, che passa da +37% del 2007 a -9% del 2008. In ambito UE si è registrato un trend decisamente negativo dei flussi di beni esportati: Francia (da +12,8% a -1,6%), Germania (da -1,5% a -6,3%), Regno Unito (da +12,2% a -21,8%) e Spagna (da +18,5% a -10,8%). Per i mercati extraeuropei, risultano in forte contrazione le esportazioni verso per l’area medio-orientale (da +89,3% nel 2007 a -17,4% nel 2008), valore compensato da un netto miglioramento dei flussi verso l’Asia Orientale (da -22,6% a +17,6%) e, anche se in forte decelerazione, verso l’Asia Centrale, (da +81,6% nel 2007 a +11,8% nel 2008) e verso l’America Centro Meridionale (da +23,9% a +7%). Il mercato del lavoro Il mercato del lavoro provinciale, in base alla rilevazione ISTAT sulle forze di lavoro, nel 2008 ha fatto registrare una crescita dell’occupazione residente del 2,7%, attestandosi ad un valore di poco superiore a circa 438mila occupati e con una creazione netta di circa 12mila posti di lavoro. Si tratta di un risultato migliore di quanto rilevato per la Toscana (+1,8%) e per l’Italia (+0,8%). Tuttavia sarebbe affrettato concludere che l’attuale fase recessiva non influirà sui livelli occupazionali: l’effetto è quasi sempre ritardato e occorrerà attendere i dati relativi ai primi due trimestri del 2009, che dovrebbero contabilizzare i contratti precari non rinnovati dopo la scadenza a fine anno e tener conto anche dell’adeguamento successivo al calo di attività che interessa il sistema imprenditoriale. Il tasso di occupazione cresce di 1,4 punti percentuali rispetto al 2007, raggiungendo un valore del 69%, dopo che l’anno precedente era rimasto pressoché stazionario (67,6%); aumenta comunque anche il tasso di disoccupazione, che torna al livello del 2006, passando dal 3,5% al 4,4%, pur rimando sempre inferiore alla media regionale (5%) e nazionale (6,7%). I principali contributi positivi alla crescita della base occupazionale sono ascrivibili alla componente femminile (+4,4%), al lavoro dipendente (+4,5%) e in termini settoriali all’industria in senso stretto (+3,3%) e al terziario (+2,3%). Prospettive e previsioni Riguardo al prossimo biennio 2009-2010, le previsioni indicano che il sistema economico fiorentino, in linea con l’andamento nazionale e regionale, dovrebbe subire un proseguimento della fase recessiva nel 2009, con un deciso peggioramento che dovrebbe tendere ad attenuarsi nel 2010. Le proiezioni elaborate da Prometeia, adeguate alle traiettorie generali tracciate in ambito internazionale e nazionale, hanno portato ad una revisione della stima dellandamento del sistema economico provinciale in netto peggioramento, con un valore del valore aggiunto che passa da un -0,8% nel 2008 a un -4,4% nel 2009 e a un -0,2% nel 2010. Considerando le componenti della domanda interna, si verificherà un forte indebolimento dell’attività di investimento che diminuirà del 4,1%, la quale avvertirà soprattutto gli effetti di una progressiva contrazione del grado di utilizzo della capacità produttiva, delle restrizioni delle condizioni di accesso al credito (con maggiori difficoltà per il finanziamento dei progetti d’investimento) e della forte riduzione del portafoglio ordini. I consumi interni continueranno a ridursi ad un ritmo maggiore e pari a -2,1% (-1% nel 2008), collocandosi su valori stagnanti nel 2010 (-0,1%). Le prospettive economiche incerte determinerebbero un atteggiamento precauzionale nei consumatori, nonostante un certo sostegno al potere d’acquisto determinato dal calo dell’inflazione. Riguardo alla domanda estera occorre considerare che la contrazione dei mercati di sbocco tradizionali (Europa e Stati Uniti) e il crollo del commercio internazionale preconizzato dal FMI (-11%) dovrebbero riverberarsi sulle esportazioni determinandone una ulteriore diminuzione (-11,3%).

Torna all'inizio


l'eurozonaattraegli scettici (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Verso il voto l'eurozona attrae gli scettici Citando una scrittrice portoghese, Augustina Bessa Luis, qualche tempo fa il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha detto - ricordando il cinquantenario della prima seduta dell'Assemblea di Strasburgo - che "a 15 anni si ha un futuro, a 25 un problema, a 40 l'esperienza ma prima dei 50 non si ha una storia". All'inizio quell'Assemblea era di nomina nazionale (1958), divenendo Parlamento eletto dal popolo solo nel 1979 e la sua vicenda, nel corso di questo trentennio, tutt'altro che storicamente consolidata, è parte di un processo tuttavia in corso, che investe gli assetti istituzionali comunitari, l'integrazione monetaria, le dinamiche geopolitiche. L'osservazione coglie lo stato dell'Unione nell'approssimarsi delle prossime elezioni europee. La settimana scorsa, il senato della Repubblica Ceca ha approvato il trattato di Lisbona, ma il presidente Vaclav Klaus, noto per la sua posizione euroscettica, ha dichiarato che non ne firmerà la ratifica in attesa del giudizio di costituzionalità della Corte Suprema oltre che dell'esito della seconda consultazione referendaria che si svolgerà in Irlanda dove quel Trattato, nel giugno dell'anno scorso, è stato bocciato. Spera di trovarvi ancora una sponda. Ma a Dublino adesso, con la crisi finanziaria e la bancarotta temuta del sistema bancario, si registra la crescita della benevolenza fiduciosa verso l'Europa. Come cresce l'interesse verso l'area dell'euro - da gennaio vi è entrata la Slovacchia - in Paesi euroscettici come Regno Unito e Polonia nei quali si riconosce che "l'euro non è infallibile ma il suo relativo successo è diventato un'evidenza, paragonato - non solo allo zloty polacco che perde valore - ma financo alla sterlina che, in svalutazione libera, sembra sempre di più una vacca sacra" piuttosto che strumento di difesa del potere d'acquisto. Ed altri Paesi come Danimarca, Svezia, Islanda hanno avviato un dibattito sulla convenienza del loro ingresso nell'Eurozona. Vi sono attratti anche i Paesi dell'Europa centro-orientale come Ungheria, Romania, Bulgaria, ma allo stato per loro la porta resta chiusa - per decisione dell'Eurogruppo e della Banca Centrale Europea - a causa degli effetti della crisi economica che li allontana sempre di più dalle virtuose compatibilità di Maastricht. Non meno rilevanti gli aspetti politici. Nel profondo nord-est europeo, il confine geografico con la Russia rafforza la volontà di segnare una distanza politica netta - "ad est la Russia fa paura", si pensi alla crisi georgiana - saldando gli interessi geopolitici ostili a Mosca di paesi come la Finlandia e quelli del Baltico. Tale ostilità - rinnovata nella metafora della lotta dei "tre moschettieri baltici" contro "il soldato russo di Tallin" (la cui statua è stata rimossa dalla piazza estone) - ha favorito il superamento della vocazione isolazionista nordica e l'adesione all'integrazione europea, seppure dentro un europeismo che guarda più a Washington che non a Bruxelles. Anche nei paesi dell'Europa mediterranea si coglie l'incompiutezza dell'integrazione continentale: si pensi alla singolarità di Cipro, oggetto del contenzioso che oppone la Grecia (nell'Unione dal 1981) alla Turchia (che si prepara ad entrarvi). Si pensi, ancora, all'anomalia italiana - fra l'euroscetticismo dell'est ex-comunista ed il monoculturalismo di marca austro-elvetica - testimoniata da ultimo dalla competizione con Malta sul respingimento di migranti e di profughi. Giuseppe Grasso Leanza

Torna all'inizio


Loiero: "10 milioni per il fondo di garanzia delle assunzioni nelle imprese" (sezione: crisi)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 13-05-2009)

Argomenti: Crisi

Loiero: “10 milioni per il fondo di garanzia delle assunzioni nelle imprese” CATANZARO. Fare in modo che le imprese possano accedere più facilmente al credito presso le banche, rimuovendo tutti gli ostacoli che si frappongono. È con questo obiettivo che la Regione Calabria, come annuncia il presidente Agazio Loiero, ha istituito un Fondo di garanzia presso la Banca Carime per un ammontare di 10 milioni di euro. Tutte le imprese che nei mesi scorsi hanno già beneficiato degli incentivi della Regione per procedere a nuove assunzioni mediante bandi finanziati dalla Comunità Europea, ma che incontrano difficoltà a ottenere fideiussioni da parte delle banche e delle compagnie assicurative, troveranno nel fondo Carime, opportunamente predisposto dalla Regione un valido e sicuro sostegno alle loro difficoltà. “E una specie di “salvagente” - ha detto Loiero - che sosterrà le imprese per la copertura delle previste fideiussioni”. Ammonta, infatti, a oltre 79 milioni di euro la somma del contributo dato alle aziende dalla Regione, dipartimento 10 Lavoro e Formazione, attraverso incentivi per ampliare l’occupazione, con bandi scaduti nel dicembre scorso. “Ma quando le stesse imprese beneficiarie - ha detto l’assessore Mario Maiolo - hanno chiesto fideiussioni a banche e assicurazioni non sempre hanno ottenuto le fideiussioni, soprattutto a causa della crisi finanziaria che ha investito negli ultimi mesi l’Italia e il mondo. Abbiamo dovuto così inventarci uno strumento finanziario agile per venire incontro agli imprenditori calabresi”. Il rischio, alto, quello di perdere i fondi già automaticamente erogati dalla Regione e che devono essere impegnati entro il 30 giugno prossimo, data ultima di ammissibilità delle spese del Por Calabria 2000 - 2006, potrà essere scongiurato proprio dal fondo Carime. Il Fondo Carime - è scritto in una nota - è un nuovo tassello che viene a inserirsi in una politica avviata dalla giunta Loiero volta a accompagnare passo dopo passo le imprese calabresi verso la crescita e un’occupazione sempre più significativa al proprio interno. Sono 765 le aziende che ne hanno beneficiato di questi incentivi, e tra queste 557 sono piccole e medie. Sul piano occupazione è stato un successo: “I dati, aggiornati allo scorso 6 maggio - prosegue Loiero - contano 6.196 nuovi assunti grazie con gli incentivi regionali, con contratto a tempo indeterminato e non inferiore a tre anni, di cui oltre 4.700 in piccole e medie imprese, proprio quelle che più di tutte hanno bisogno del contributo regionale per crescere e diventare sempre più floride e competitive. Il contributo che la Regione ha offerto alle imprese è pari al 50% del costo salariale annuo del neoassunto, elevabile al 60% nel caso di lavoratori diversamente abili al quale si aggiunge un ulteriore incentivo di massimo 2 mila euro per realizzare percorsi formativi in azienda”. (13-05-09)

Torna all'inizio


Web al collasso? Un kyklos (sezione: crisi)

( da "Punto Informatico" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Roma - Caro PI, è un po' che non ci sentiamo e ho pensato quindi che potrei scusarmi per questi 2 anni di silenzio formale commentando il tuo recente articolo che pone dubbi amletici sulla qualità sociotecnoeconomica del web, e quello che quasi quasi ne decreta prematuramente la morte. A scanso di equivoci ti dico subito come la penso: il web è uno strumento informatico, come tale non è né Buono né Cattivo, come tale ha bisogno di ricchezza materiale per essere inventato, stipendiato, sfruttato a dovere, e come tale avrà vita finché ce ne sarà bisogno, e tecnologicamente ce ne sarà bisogno finché esisteranno i computer in mano a noi Mario Rossi; o giù di lì: conosci un modo più semplice, più economico, e più comodo, per implementare un ipertesto? Quindi preoccuparsi per il web è un pochino eccessivo; una questione economica, ecologica ed emotiva, piuttosto che squisitamente logica. Tuttavia il web dipende e dalla salute delle tecnologie sottostanti il web, e dal motore economico che sostiene tutto il baraccone tecnologico sottostante il web, e quindi dalla cultura di chi utilizza quella bellissima macchina di cui il web è solo una delle chiavi che ci sono state consegnate in mano dai grandi hacker. Non penso nulla di così eccentrico insomma. La parte importante mi sembrano piuttosto delle osservazioni interdisciplinari utili a notificare questioni fisiologicamente distanti dalla routine degli addetti ai lavori, ma che viste tutte insieme vanno effettivamente a concretizzare dei possibili rischi che incombono non tanto sul web, non tanto su Internet, quanto sulle conquiste della nostra amata civiltà occidentale. E quindi prima di tutto su Internet intesa come strumento primo di studio, coordinamento, produzione di consenso per intersezione, e relax. Facciamo dunque un rapido passo indietro. I greci percepivano il tempo come kyklos... un ciclo. Ok, troppo mistico. Ritento. Fin dal VI secolo a.c. gli antichi percepivano anche lo spazio come kyklos... o meglio, tondo. Ok, troppo indietro. Tralasciamo qualche secolo di misticismo e tirannia, saltando direttamente alla Rivoluzione Industriale. Gli economisti austriaci del secolo scorso concepivano l'economia come kyklos... un ciclo. Ok, troppo complicato. Sintetizzo e attualizzo. L'informazione per sua natura può essere vista come un indicatore naturale del benessere di una società. Senza dilungarmi in spiegazioni complesse: siamo ciò che mangiamo, mangiamo le risorse naturali che riusciamo a trasformare, la produzione dipende dalle logiche economiche, l'economia dipende da quelle informatiche, da cui a sua volta dipende la civiltà di un popolo. Spero tu - amico maturo fatto di bit&bytes - sia d'accordo senza necessità di dilungarci oltre su questo punto. Bene, come hai già notato da te sia Microsoft che Google hanno collezionato i loro primi trimestri negativi dopo rispettivamente 22 e 11 anni di gloria. E così come oggi accade al Sistema Operativo, e al Web, era già toccato all'Hardware - ricordiamo IBM e Apple - negli anni '90, ma anche a Enron e WorldCom nei primi anni del millennio. E, per la natura stessa del sistema socio-economico in uso, in genere basta osservare l'andamento dei leader di mercato per avere un'idea sia di come se la passa tutto il settore, sia di come si evolveranno le cose. In questo senso però voglio specificare ancora una volta - e non è mai abbastanza - che non faccio previsioni: qualunque previsione, anche quella ottenuta con il modello più complesso, calcolato con il supercalcolatore più potente sulla base di dati più affidabile e vasta, può in linea teorica essere probabile solo al 99%. Qualunque previsione cioè è sempre sbagliata: basta infatti che una sola farfalla, in un punto qualsiasi del globo, sia schiacciata da un solo uomo temporaneamente sbadato, per falsare completamente qualsiasi previsione. Come facciamo dunque a sapere se quei dati sono l'inizio di una discesa, o una semplice incertezza per certi versi addirittura fisiologica? è qui che subentra l'esperienza: a distanza di anni dai giri di boa dei rispettivi leader di allora l'hardware non è più una miniera d'oro, la connettività non è più una miniera d'oro, il software non è più una miniera d'oro: è lecito dunque pensare che in tempi record il web farà antrettanto. E non solo il web. Se c'è qualcosa che in effetti rischia il collasso è la civiltà occidentale, ma *il web e Internet tutta ne sarebbe solo la prima grande vittima in quanto così come è concepito oggi è per lo più un costo che qualunque contadino, allevatore, operaio non ha motivo alcuno di sostenere*. Perché dovrebbero pagare la stozza ai tanti giovani manager che sfruttano i più ingenui giovani ingegneri per produrre i 10000 e più progetti SaaS prodotti in questi anni di Era Google? Se uno di noi iperconnessi si dotasse di un'ottica antropologica nell'osservare la loro vita, la loro routine, scoprirebbe piuttosto facilmente che tutti coloro che producono la sola ricchezza esistente - quella materiale, il resto è "solo" evoluzione - non hanno voglia di sfasciarsi la testa con le nostre elucubrazioni che tutto fanno tranne produrre qualcosa di utile, ma soprattutto meno gli vengono pagati i loro prodotti dalla Grande Distribuzione Organizzata, meno tempo materiale hanno - anche volendo - di dedicarcisi. O meglio: sanno di avere bisogno del medico e poco altro; percepiscono che tanti altri studiosi - matematici, biologi, ingegneri, assistenti sociali - sono utili; percepiscono anche che il prete può tornare utile per lo meno lì dove perfino la scienza non può fornire soluzioni concrete - grossomodo ovunque sia necessario includere le previsioni e la morte - ma della politica e del marketing, al di là della sfera strettamente locale, che cioè li riguarda da vicino, non ne hanno bisogno. è l'unico modo per spiegare perché anche lì dove l'ADSL c'è, circa il 50% delle famiglie si ostina a non volersi collegare. Storia che si è ripetuta anche con il Wimax - spacciato da tanti come soluzione per il digital divide - che in casa AriaDSL, nel primissimo periodo di attività, ha venduto si più contratti del previsto, ma solo dentro Perugia città, non in campagna dove non c'era cioè l'ADSL. E l'ICT è un settore fatto in buona parte di marketing e politica globali, anche se non in senso tradizionale. Per lo meno oggi è fatto di questo e di Bravi Informatici, che però sono inquadrati come operai; il nostro tenore di vita è infatti sceso notevolmente, esattamente come gli stipendi degli operai sono scesi costantemente dal dopoguerra ad oggi. E sempre in favore di professioni più leggere e farfallone: manager, pubbliche relazioni, politica. Dov'è dunque l'unico rischio che stiamo correndo? Che quel 50% circa di italiani che non sono connessi, a cui si aggiunge un altro 30% che è connesso ma si limita ad uso ludico di Internet - i digital divisi culturali - si stanchino dei costi che sostengono per mantenere tutto il carrozzone ICT. Uno cioè - tra le altre cose - dei principali volani dell'attuale crisi finanziaria. E questo sarebbe un disastro perché chi non ha avuto in passato il tempo per approfondire le moltissime dinamiche contro-intuitive esistenti in ogni ambito del sapere umano, quando è portato all'esasperazione tende a cercare di estendere nel modo più frettoloso possibile i propri metodi intuitivi - comunismo, fascismo, misticismo - oltre la dimensione locale, generando così decenni e a volte secoli di barbarie perché quei metodi non tengono conto delle reali possibilità - questioni largamente contro-intuitive - dell'informazione. è per questo ad esempio che i greci sapevano già ciò che l'occidente ha poi invece freudianamente dimenticato per secoli. Il rischio è cioè quello di una graduale involuzione culturale in parte già iniziata con poco meno di un secolo di cultura del broadcasting, dell'immagine rivelata, del rifiuto di tutto ciò che è diverso e alieno. Come Internet, nell'ottica dei nostri (nda: io ho un calcolatore quantistico classe 1978) genitori. Ma anche nell'ottica di tutti quei manager 1.0, 2.0, 3.0, 4.0 etc. che in buona fede o meno, al grido di "Tengo Famiglia", si ostinano a perpetrare la tragedia umana senza però curarsi di quel poco di convivenza necessaria a trasformare la tragedia in un'avventura. Insomma caro PI, non c'è da preoccuparsi se qualche migliaio di giovanottoni cresciutelli, utilitaristi figli dell'industrialismo, perdono il loro inutile gingillo imprenditoriale 2.0 sotto i colpi della scure della creative destruction. Quello era già calcolato dalle entità che li finanziavano, e troveranno certamente lavoro in qualche call center o in qualche piantagione di pomodori, vigneti, uliveti, anche questo già calcolato da qualche ingegnere gestionale. Quando a marzo 2007 riportavo la mia esperienza condita dalle parole di un analista che ne ha ancora di più, molti tuoi lettori più presi dall'hype 2.0 avranno certamente pensato che sono un pessimista depresso. Spero però che al giorno d'oggi abbiano capito perché all'epoca ero addirittura giulivo nel dichiarare sulle tue pagine: "ogni volta che dico niente a chi mi chiede cosa faccio nella vita, mi sento un fortunato". Valeva la pena comprimere i propri tempi per cavalcare quella bolla? Valeva la pena, caro il mio bel giovane di belle speranze, pensare arbeit macht frei come da primo articolo della nostra beneamata Costituzione? Insomma, a morire non è mai lo strumento tecnico. Al massimo sono i giovani che, vuoi perché più manipolabili da un qualsiasi datore di lavoro, vuoi perché più condizionabili con una qualsivoglia ideologia economica, nell'accordarsi a quello o quell'altro potente consumano la propria vita come candele accese da tutte e due le estremità. Fortunatamente ce ne sono altri che lavorano bene: attualmente ne conto 1 a Milano, 1 a Ravenna, e altri che ci stanno pensando. è perfino possibile che anche io per fine anno tornerò a far compagnia ai lavoratori; in fin dei conti non sono così vecchio, mi annoio un po', e oramai anche le prime donne del 2.0 dovrebbero essersi finalmente stancate di girare in kyklos. Vediamo cosa accadrà col 3.0. Michele Favara Pedarsi Gli altri scenari di MFP sono disponibili a questo indirizzo

Torna all'inizio


Il tonfo della Popolare (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Reggio" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il tonfo della Popolare Piazza Affari affoga sotto una tremenda ondata di realizzi che interrompono bruscamente quella che pareva delinearsi come una luna di miele tra investitori e mercato all'indomani della grande paura per la crisi finanziaria. Gli indici viaggiano con pesantissime perdite a causa di forti vendite su tutto il listino e tutti hanno risentito di una giornata particolarmente negativa. Anche la scuderia reggiana è travolta dalle prese di beneficio, in particolare alcuni bancari. In effetti è il Banco Popolare che prende la sberla più forte cedendo addirittura il 13% dopo un ultimo scambio a 5.86 euro, contro gli oltre 7 della seduta precedente, tra vorticosi scambi ed un po' di panico. Giù a piombo anche Credito Emiliano che arretra del 10% mentre gli analisti identificano nella fine delle trimestrali il pretesto per questa sciacquata. Male anche MontePaschi che archivia il mercoledì nero con un -7%, perde due punti percentuali anche la Popolare dell'Emilia. Interamente sott'acqua anche il settore degli industriali, unica solitaria eccezione il +5.26% messo a segno da Arkimedica che riesce a ottenere un risultato in controtendenza. A cura di Luca Caffarri

Torna all'inizio


autoriduciano la produzione del pecorino - roberto morini (sezione: crisi)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 9 - Sardegna «Autoriduciano la produzione del pecorino» Gli industriali caseari: questo è il primo passo, ora devono muoversi anche gli altri ROBERTO MORINI SASSARI. «Il primo passo l'abbiamo fatto riducendo la produzione del pecorino romano del 5 per cento. Gli altri passi dobbiamo farli con gli allevatori e con la Regione». è chiaro Toto Meloni, presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano, l'associazione degli industriali caseari sardi e delle cooperative: «C'è un calo dei consumi, bisogna ridurre la quantità e migliorare la qualità». I dati della crisi sono sotto gli occhi di tutti: meno 14 per cento l'anno scorso «e un trend - dice Meloni - che indica una percentuale vicina al meno 30 per cento per quest'anno per quanto riguarda l'export del pecorino romano». è la crisi finanziaria ed economica americana, con il crollo dei consumi di un'area che assorbe oltre il 65 per cento dell'intera produzione, a dare i tempi della necessità di cambiare. Di questo si è discusso ieri nell'assemblea annuale del consorzio. Un dato a cui si aggiunge un probabile aumento della produzione di latte legato alla stagione anomala che abbiamo vissuto fino a pochi giorni fa. «Ci autoriduciamo la produzione - spiega ancora Meloni - investiamo i nostri soldi per una campagna di promozione negli Usa, investiamo sulla qualità del latte e su ricerca e innovazione nei mezzi di produzione: ora la Regione deve far fede agli impegni presi in passato». E oltre alla Regione gli industriali caseari chiedono anche agli allevatori di condividere lo sforzo per arrivare, con un salto nella qualità del prodotto in tutta la filiera, dall'allevamento al formaggio che arriva sul mercato, «a mantenere per gli allevatori lo stesso valore compèlessivo del prodotto, del latte fornito, nonostante la riduzione della quantità». è l'intero settore, con l'intervento del potere politico, che deve quindi attrezzarsi per affrontare un esubero della quantità di latte prodotta che, secondo Meloni, potrebbe raggiungere i 40 milioni di litri. Un problema non facile e che deve essere affrontato in tempi brevi. «Con la giunta regionale nella sua massima espressione», precisa Meloni. Insomma: l'assessore Andrea Prato, recentemente messo in minoranza in consiglio regionale, va bene ma non basta. Ci vuole un impegno diretto del governatore. Prato, comunque, il problema lo ha ben chiaro. Lo ha spiegato ieri nel corso in una audizione davanti alla quinta commissione del consiglio regionale. «Le eccedenze determinate dal prodotto invenduto sono alte - ha detto - mentre arriva sul mercato la nuova produzione». Che fare? «Un primo intervento di sostegno - ha risposto Prato - è quello di dare agli indigenti 8 milioni e mezzo di pecorino romano. Ma ciò che resta ha una stima ben superiore, attorno ai 50 milioni». Prato non ha indicato le risposte immediate a questo problema - anche se è consapevole dell'urgenza di far cassa per gli industriali - se non indicando campagne di promozione e di educazione e la necessità della conversione della produzione dal pecorino romano a «prodotti di più facile consumo come il pecorino sardo». E impegnando la Regione a «considerare l'agricoltura e in particolare la zootecnia non solo un comparto economico di particolare videnza, ma anche un valore sociale».

Torna all'inizio


Il 2009 sarà l'anno del capitale garantito (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il 2009 sarà l'anno del capitale garantito da Finanza&Mercati del 14-05-2009 Il 2009 sarà l'anno dei prodotti strutturati a capitale garantito. Complice la crescente diffidenza degli investitori all'indomani della crisi finanziaria che, in particolare dopo il crollo di Lehman Brothers, pesa sulle vendite di certificati e polizze index linked. Secondo le stime sull'anno in corso di Exane Derivatives, fatte sulla base dei dati raccolti il primo trimestre, il volume dei prodotti strutturati venduti in Italia crescerà del 18%, passando da 44 a 52 miliardi di euro. In crescita, del 6%, il numero delle emissioni, che passerano da 1.600 a 1.700. A spingere in su il mercato saranno, in particolare, i prodotti a capitale garantito come le obbligazioni strutturate e i fondi a formula (ovvero fondi in cui l'investitore è proprietario dell'attivo e in caso di fallimento della società di gestione può recuperare il capitale). Quanto alle prime, calerà il numero delle emissioni (pari a 280, dalle 410 del 2009) ma cresceranno i volumi (pari a 45,5 miliardi, dai 33 miliardi del 2008), segno di un flight to quality verso gli emittenti considerati più sicuri. Per i fondi a formula, le stime sul 2009 indicano un raddoppio del numero delle emissioni (a 20, dalle 10 del 2008), e dei volumi (dagli 800.000 del 2008 euro a 1,5 miliardi di euro nel 2009). Le note dolenti arrivano dai certificati e dalle polizze assicurative index linked: nel 2009 crescerà il numero dei certificati emessi (a 1250, dai 920 dello scorso anno), ma diminuiranno i volumi (a 3 miliardi, dai 4,2 dello scorso anno), segno che per convincere l'investitore scettico, banche e Sim emetterano un maggior numero di prodotti, diversificando la propria offerta, a cui però non seguirà un'adeguata risposta del pubblico. Quanto alle index linked, il calo riguarda sia il numero (da 260 a 150) e dei volumi (da 6 a 2 miliardi di euro).

Torna all'inizio


Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. (sezione: crisi)

( da "Tempo, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

stampa Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in «rosso» ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante 1,5 miliardi di euro di svalutazioni generate dalla crisi dei mercati. I conti delle Generali, anche se in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008, hanno comunque mostrato decisi segnali di ripresa rispetto all'ultimo trimestre dell'anno, chiuso con una maxiperdita di 809 milioni. Se l'utile ha sofferto la crisi finanziaria, a livello di fatturato le Generali hanno tenuto: la raccolta premi complessiva è stata di 18,5 miliardi di euro (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2008, saldo di una sensibile crescita nel settore danni (+3,4% a 6,6 miliardi) e di una lieve flessione del settore vita (-1,4% a 11,9 miliardi). Proprio sul fronte vita, il direttore generale e finanziario Raffaele Agrusti ha parlato di «segnali positivi» ad aprile a conferma del «trend di crescita registrato nei mesi di febbraio e marzo». Per quanto riguarda il settore Rc auto Agrusti ha annunciato un aumento medio dei premi del 4% («pensiamo che la guerra tariffaria sia finita») con effetti «che si manifesteranno nell'ultimo trimestre dell'anno».

Torna all'inizio


crisi e investimenti, un incontro (sezione: crisi)

( da "Tirreno, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 6 - Viareggio Crisi e investimenti, un incontro CAMAIORE. Come si è arrivati alla crisi finanziaria mondiale? Che momento della crisi si sta vivendo? E' possibile uscirne, e come? A queste domande si cercherà di rispondere nell'incontro organizzato questa sera, alle 21, nella sala Bianchi di via delle Muretta. Un'iniziativa promossa dalla Banca Network Investimenti, settore internet della Banca Popolare e della Cassa di Risparmio di Lucca. Titolo della serata sarà "E ora cosa?". L'ingresso è aperto a tutti; il relatore principale sarà Roberto Masieri del gruppo bancario. Tra gli organizzatori anche Sergio Mottola. «L'intento è quello di fornire una corretta informazione ed una corretta valutazione della crisi in atto. Noi forniremo - dice - un'analisi strategica della situazione e presenteremo delle possibili vie di uscita». La serata di Camaiore non è una novità per la BNI, che ha già organizzato convegni simili in altre 7-8 località toscane. Sull'iniziativa c'è anche il patrocinio del Comune di Camaiore. Un aspetto che lascia perplesso il Pd. In particolare il consigliere Simone Leo: «Per quale motivo - chiede - il Comune concede il patrocinio ad un'iniziativa organizzata da una banca privata? Quale sarebbe il beneficio per la collettività? Sarà solo una banca che viene ad offrire le sue prestazioni finanziarie». A rispondere è lo stesso Mottola. «Saranno toccati temi e presentate soluzioni di carattere generale. Non offriremo alcun servizio. Anche perché non sarebbe possibile, avendo davanti una platea disomogenea. Se qualcuno fosse interessato alle nostre offerte dovrà contattarci successivamente, non in quella sede».

Torna all'inizio


Piano anti-crisi destinato alle aziende (sezione: crisi)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

CRONACA TERNI pag. 22 Piano anti-crisi destinato alle aziende Stanziati cinquecentomila euro: fondo speciale assegnato a Confidi CAMERA DI COMMERCIO MISURE STRAORDINARIE PER SUPERARE LE DIFFICOLTA' TERNI «IN UN MOMENTO di problemi acuti, servono interventi straordinari», così per aiutare le imprese ternane alle prese con le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale, la giunta della Camera di Commercio ha varato specifiche iniziative. Un vero e proprio «pacchetto anti-crisi» del valore complessivo di 500mila euro, risorse che si aggiungono agli interventi d'ordinaria amministrazione e che vanno quindi a superare i due milioni di euro. Il primo elemento del «pacchetto» è relativo all'ulteriore rafforzamento, con 120mila euro, delle risorse destinate ai Confidi provinciali per facilitare l'accesso al credito delle imprese. «Innalzando la quota delle nostre risorse destinate ai Confidi sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Mario Ruozi Berretta arriveremo nel corso dell'anno a incrementare in misura considerevole il loro fondo a garanzia dei rischi. Questo intervento straordinario da solo permetterà alle imprese ternane di generare, grazie all'effetto moltiplicatorio delle garanzie, investimenti per oltre nove milioni di euro. Un circuito virtuoso innescato attraverso i Confidi provinciali, che hanno i requisiti per ottenere i contributi della Camera di Commercio». Il secondo elemento di sostegno introdotto dall'associazione si pone l'obiettivo di realizzare iniziative di natura strutturale, ossia volte a migliorare i livelli di competitività delle imprese stesse. Per questo è stato deciso un rafforzamento, con 380mila euro, dei contributi mirati destinati alle aziende e finalizzati ad iniziative che andranno meglio specificate in apposito tavolo di lavoro con le diverse associazioni di categoria. «SI TRATTERÀ in linea di massima di contributi a bando spiega Ruozi Berretta per il finanziamento in conto capitale ad imprese che facciano investimenti in interventi particolari quali la sicurezza e l'immagine aziendale, l'uso di nuove tecnologie produttive, l'internazionalizzazione, l' adozione di sistemi di qualità dei processi e dei prodotti». Terza linea d'intervento è quella di garantire tempi di pagamento certi ai fornitori, proprio perchè uno dei principali elementi di criticità delle commesse alle imprese da parte della pubblica amministrazione è relativo ai pagamenti particolarmente dilatati. «La Camera di Commercio di Terni aderisce spiega ancora il presidente all'iniziativa nazionale promossa da Unioncamere di assicurare, salvo casi eccezionali, il pagamento dei propri fornitori entro trenta giorni dal ricevimento della fattura. Per contrastare gli effetti di questa grave crisi economica le Camere di commercio di sono mosse su tutto il territorio nazionale con iniziative di carattere straordinario per aiutare le imprese locali alle prese con le difficoltà generate dalla crisi internazionale. In oltre l'80% degli enti camerali sono state varate iniziative in più ambiti». Image: 20090514/foto/8531.jpg

Torna all'inizio


Affitti e inquilini morosi Boom di cause civili Sfratti, aumenti record (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

MODENA PRIMO PIANO pag. 2 Affitti e inquilini morosi Boom di cause civili Sfratti, aumenti record I proprietari: «Ma noi paghiamo le tasse» di PAOLO GRILLI CRISI economica, ma anche di valori. Nei condomini di Modena, negli ultimi mesi, è in atto una inesorabile e dolorosa disgregazione che racconta molto dei nostri tempi. E gli sfratti, il cui numero si è impennato negli ultimi mesi, rappresentano l'indice di una convivenza che si fa sempre più difficile sotto lo stesso tetto. Sono 980 quelli effettuati nel 2008 (comprendendo, quindi, solo parte della crisi finanziaria attuale), e nel 98 per cento dei casi sono dovuti a morosità degli inquilini che, per reale impossibilità o meno, finiscono per non pagare l'affitto. IL COMUNE è già corso ai ripari pubblicando, con la collaborazione di 15 amministratori condominiali e della Circoscrizione 1, un vademecum' per rendere la vita di condominio più gestibile. Si chiama Dal condominio alla città' e indirizza i cittadini alle migliori scelte in materia di utenze e gestione dei rifiuti, spiegando poi in quali casi richiedere l'intervento delle forze dell'ordine, rivolgersi al giudice di pace per avviare un contenzioso o al Punto d'accordo' del Comune per trovare una mediazione attraverso il dialogo e il confronto. Non è casuale che il libretto di quaranta pagine sia stato tradotto in inglese, francese e romeno. Il 60 per cento degli sfratti per morosità colpisce nel Modenese cittadini stranieri, in particolar modo quelli magrebini. «CONFERMO, solo negli ultimi tre mesi gli sfratti sono aumentati del 20 per cento dice Arrigo Guiglia, vice-presidente di Confedilizia Modena ma non ne farei un discorso di nazionalità. Piuttosto, vorrei sottolineare il rapporto carente che c'è tra proprietari e inquilini. Bisognerebbe che le parti si incontrassero per snellire le procedure in caso di morosità. Faccio presente che molti proprietari sono costretti a pagare le tasse sugli immobili affittati anche per un anno, prima che lo sfratto divenga esecutivo. E a queste si sommano le spese legali. Come risolvere queste problematiche? Una tassazione inferiore sugli immobili affittati aiuterebbe proprietari e inquilini. Oggi supera il 50 per cento». MOLTI intestatari degli immobili, negli ultimi tempi, assistono alla fuga degli inquilini che non pagano. La beffa che si somma al danno. «Noi puntiamo a riavvicinare due parti che paiono sempre più distanti dice Nadia Bonettini, amministratrice di condominio che ha partecipato alla stesura del libretto anti-conflitti distribuito in città . Non neghiamo che all'origine di molti contrasti ci siano gravi problemi economici, ma bisogna incentivare la collaborazione, la comprensione tra condòmini. Oggi c'è nervosismo, pochissima disponibilità a incontrare le esigenze di chi vive accanto a noi e una capacità quasi nulla di ammettere le proprie colpe. E i problemi emergono già, molto evidenti, nella gestione delle spese condominiali. Dal canto nostro, come amministratori, sappiamo di poter attirarci critiche per il nostro compito che è comunque necessario e molto complesso». Image: 20090514/foto/7506.jpg

Torna all'inizio


Usa, 1,3 milioni di pignoramenti (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

DIARIO DELLA CRISI Usa, 1,3 milioni di pignoramenti Galapagos Foreclosures: «April was a shocker», era il titolo di apertura della Cnn di ieri. Ma la notizia dei pignoramenti non sembra «aver colpito» Timothy Geithner, il segretario Usa al tesoro che vede segnali positivi nel settore immobiliare e addirittura una ripresa graduale. Eppure la notizia sui pignoramenti lascia poco spazio alla speranza: in aprile è stato segnato un nuovo record,: un proprietario di casa su 347 ha ricevuto lo scorso mese l'avviso che le banche stanno per sfilargli la casa o già gli è stata tolta. E dall'inizio della crisi nell'agosto 2007 sono già 1,3 milioni i cittadini Usa che hanno perso la casa. A fine 2009 potrebbero diventare 3,4 milioni, soprattutto se la disoccupazione seguiterà ad aumentare. Ma le brutte notizie non si fermano ai pignoramenti: le richieste settimanali di mutui negli Usa crollano trainate da una discesa delle domande di rifinanziamento, che rappresentano oltre il 70% del totale delle richieste. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste negli ultimi sette giorni sono scese dell'8,6%, mentre i rifinanziamento sono arretrati dell'11,2%. Sheila Bair, presidente della Federal Deposit Insurance ha dichiarato - in contrasto con Geithner - che per una ripresa del settore immobiliare bisognerà aspettare almeno due anni. Altra pessima notizia negli Usa è arrivata dalle vendite al dettaglio e dai prezzi all'import. Le prime sono scese in aprile dello 0,4% mensile, mentre su base annua la caduta è del 10,1%. E sono state riviste (al ribasso) anche le variazioni di febbraio (-1,2%) e marzo (-1,3%). In dodici mesi le vendite di carburanti sono crollate del 36,4%, mentre le vendite di veicoli sono arretrate del 20,7%. Per quanto riguarda i prezzi all'import, in aprile sono saliti dell'1,6%, mentre su base annuale si registra una caduta record del 16,3%. I prezzi all'import dei prodotti petroliferi hanno, invece, registrato un progresso del 15,4%, salendo per il terzo mese consecutivo e mettendo a segno maggiore rialzo dal marzo 2002. Su base annua, però, sono diminuiti del 49,8%. La crisi in Giappone assume la forma di una vistosa caduta in marzo (-48,8%) su base annua del surplus della partite correnti a causa del forte decremento delle esportazioni (-46,5%). Dalla Cina, invece, arriva una notizia per loro terribile: in aprile la produzione industriale è aumentata solo del 7,3%. Nel primo trimestre dell'anno la crescita è stata pari al 5,1% annuo (+16,4% del primo trimestre 2008) e del 5,5% nei primo quattro mesi. un po' meglio vanno, invece, le vendite al dettaglio salite sempre in aprile del 14,8%. Nei primi quattro mesi del 2009, tuttavia, l'incremento è stato del 15% contro il 21,6% del 2008. Secondo Eurostat la produzione industriale della Ue in marzo è diminuita ulteriormente del 2,0%, ma il ritmo di decrescita è più lento rispetto a quello dei mesi scorsi. In Italia a marzo la produzione è scesa del -4,6% rispetto a febbraio e del 23,8% rispetto a marzo 2008. Eppure c'è che seguita a ripetere che l'Italia va meglio degli altri paesi. Infine la Germania: il governo ha approvato un progetto di legge che permetterà di creare le cosiddette «bad banks» in cui far confluire gli asset tossici degli istituti. Scopo del progetto è quello di evitare agli istituti di credito di abbassare immediatamente il valore degli attivi, svalutati per effetto della crisi finanziaria perché ci sarebbe un effetto negativo sulla disponibilità delle banche di erogare credito alle imprese.

Torna all'inizio


SE LA FERRARI NON FA NOTIZIA (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

global news SE LA FERRARI NON FA NOTIZIA a cura Francesco Paternò Sarà pur vero che la Formula 1 senza la Ferrari è come Parigi senza la Tour Eiffel, nota Michele Serra sulla Repubblica, ma la vera notizia è un'altra. Il minacciato ritiro della Rossa dal campionato automobilistico mondiale non ha fatto notizia. O quasi. Intendiamoci: titoli e righe stanno ovunque, ma in piccolo, senza commenti e con molti se e molti ma. Sulla home page dei siti di Quattroruote e di Autosprint, i due periodici di riferimento per questo mondo, non c'è traccia di dibattito. Insomma, sembra proprio una non-notizia, che parlando di Ferrari è forse un segno dei tempi. Un motivo in più per andare a vedere l'effetto che fa. * * * Il più curioso è il Wall Street Journal Europe, che mette la news tra le brevi della sezione Global Business. Il problema è che la mette sotto il titolo: Fiat Spa. Siccome la Ferrari è roba di Sergio Marchionne, non merita un titolo a sé. Quale miglior commento? Il Financial Times fa uno sforzo in più, perché infila la notizia in prima pagina, rimandando però a un trafiletto di pagina 14. «Strada alternativa», dice il titolo, spiegando che il minacciato ritiro dal campionato Fia è causato principalmente dal tetto di spesa di 40 milioni di sterline che la Federazione vuole imporre a ogni squadra. Un tetto? Apriti cielo. Come dice Flavio Briatore, greve quanto efficace capo della Renault, mica la Formula 1 «è roba per poveri». Il quotidiano sportivo spagnolo Marca specifica: «La Ferrari minaccia di lasciare la F1 se non le lasceranno spendere quello che vuole». * * * Cercando qua e là, fa impressione il quotidiano spagnolo El Pais che affida il guanto di sfida di Maranello a un colonnino di pagina 60, «La Ferrari minaccia di andarsene dalla F1», mentre il britannico Guardian a pagina 31 fa scrivere un pezzettino a un sospetto Hamilton (Maurice, il collega ci perdoni la facile battuta sull'omonimia del pilota rivale di Maranello). L'aria che tira la spiega con un bel titolo il quotidiano francese L'Equipe: «Il Grande Bluff». Chi ci crede che la Ferrari va davvero via, come potrebbe la Tour Eiffel muoversi da sola e lasciare Parigi senza? Repubblica.it gira il tutto a un blog, dove riceve - e finalmente! - circa 300 commenti in 24 ore. Con una rapida occhiata, si capisce che la maggior parte dei lettori sta dalla parte di Luca Cordero di Montezemolo, contro il duo Max Mosley e Bernie Ecclestone. Ma su Internet non è come sui giornali, mica c'è la linea da salvaguardare. Così il dibattito va su tutto ma proprio tutto, in particolare sui soldi e sui diritti tv, che sono poi il vero autoscontro. Tant'è che alle 11:58 di ieri, un tipo che si firma maicolnait la mette giù dura: «Ah ah ah perché la formula 1 è mai stato uno sport? Ma che chiudano tutto e vadano al parco la domenica». Sfruguliante a ore 09:00 quello che firma freccia verde: «Frottole, l'unico interesse delle alte sfere Ferrari (e politicanti italici che le ruotano attorno) sono i soldi e il protezionismo. Ferrari perde in tecnologia e professionalità? Avanti gli avvocati, e cambiare le leggi a proprio favore. Soluzione tipicamente italiana, alla berlusca. E poi, lo sapete o no che negli ultimi tre anni il personale della gestione sportiva ferrari è stato ridotto a meno della metà, per non parlare dei tagli enormi ai fornitori esterni, compresi quelli della gestione industriale? E bilancio in calo continuo. Come si fa ricerca in queste condizioni?». Sul sito Ferrari.it, Montezemolo per non sbagliarsi abbraccia tutti: «Grazie per il vostro sostegno».

Torna all'inizio


Il complicato affare del Una trentina di circoli nell'Immobiliare (sezione: crisi)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

PRIMO PIANO FIRENZE pag. 5 Il complicato affare del «mattone rosso» Una trentina di circoli nell'Immobiliare LA STORIA DEI PASSAGGI DI PROPRIETA' E DELLE SOCIETA' NON È FACILE ricostruire dettagliatamente i «rogiti» e i passaggi immobiliari della galassia delle case del popolo e circoli fiorentini. Troppi cambiamenti societari, troppe trasformazioni di partito e frammentazioni di quello che fino al 1991 era il «monolite» Pci e poi si è atomizzato in una serie di sigle, di rotture e metamorfosi, che inevitabilmente hanno avuto ripercussioni anche sul fronte del mattone. Ogni casa del popolo fa storia a sè, ovviamente anche a Firenze. La maggior parte ha proprietari gli stessi soci, che a volte si riuniscono in associazioni o cooperative. Altre volte, almeno in passato, hanno affidato la proprietà ad altri soggetti, sempre interni al partito. Compagni fidatissimi a cui affidare, tramite rapporto fiduciario, un bene immobile di valore. Molto cambiò nel 1995. I debiti miliardari de L'Unità e lo stato di gravissima crisi finanziaria delle casse del partito, obbligarono i tesorieri a usare la leva immobiliare per avere dalle banche i finanziamenti necessari alla sopravvivenza. Anche a Firenze alcune case del popolo furono usate per ottenere prestiti. Oggi ci sono 281 case del popolo e circoli a Firenze e nell'hinterland, più 68 nel Valdarno fiorentino e oltre ottanta nell'empolese. Più o meno una trentina di immobili sono passati sotto la Società Italiana Terreni e Fabbricati, ovvero l'Immobiliare della Quercia di Firenze, con tanto di sottoscrizione di quote e di azioni da parte di iscritti e militanti. Un valore imobiliare che potrebbe aggirarsi dai 7 ai 15 milioni di euro, a seconda di come si considerano i vari «cespiti». Nella testa degli ideatori del dossier «mattone rosso» c'era una blindatura delle proprietà delle case del popolo, basata però sull'affidabilità dei vari responsabili e prestanome. Ma c'è una crepa in ogni cosa, perfino nelle solidissime mura dei circoli Ds.

Torna all'inizio


NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de... (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

REGGIO pag. 7 NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de... NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 della Fondazione Manodori si è chiuso con un avanzo di circa 29,2 milioni di euro. La cifra, cospicua, ha permesso di rispettare gli obiettivi di erogazione che Palazzo del Monte si era dato per il 2008: 9,6 milioni di euro a disposizione del territorio reggiano per sostenere progetti ed iniziative di enti pubblici, istituzioni culturali e religiose, strutture sanitarie, associazioni, cooperative sociali, oltre allo 0,8 per la Fondazione per il Sud e 0,8 per il Fondo per il Volontariato della Regione Emilia Romagna. LA FONDAZIONE ha accantonato 7,3 milioni dell'avanzo per conservare la propria solidità, mentre 1,5 milioni sono stati messi a a riserva per l'integrità dello stesso patrimonio e 5,8 per la riserva obbligatoria. Incrementato di 2,5 milioni di euro il fondo di stabilizzazione erogazioni, che consente di continuare ad erogare contributi anche in momenti di difficoltà finanziaria. Novità anche sul fronte immobiliare: 7 milioni sono stati destinati al fondo per l'acquisto e il restauro di Palazzo da Mosto e Palazzo ex Ancelle. Sul fronte delle partecipazioni, la Manodori è uscita della Banca popolare di Intra (valore 426mila euro), ha 118 milioni investiti in Unicredit (pari allo 0.9% del capitale), 10 milioni in Enia, quasi 6 in Enel. LE PARTECIPAZIONI non quotate sono nella Cassa depositi e prestiti (valore 5 milioni), Par.Co. (1,3 milioni), Development Capital (poli liquidato), Studio Alfa (poi controllata da Greenvision Ambiente, 598mila euro), Reggio Emilia Innovazione (33 mila euro), Centro ricerche produzioni animali (valore a bilancio 1 euro), Reggio Children (197mila euro), Ifoa (1 euro), Fondazione per il Sud (1 milione 154mila euro), Fondazione Dopo di noi Onlus (50mila). Sei milioni e ottocentomila euro provengono invece da altri titoli l'immobiliare Real Emerging, Torre Re Fund 1 e Innogest Capital con un guadagno pari al 243%.

Torna all'inizio


IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancar... (sezione: crisi)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

VETRINA SAN MARINO pag. 19 IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancar... IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancaria con il riferimento particolare alla vicenda Carisp. Gabriele Gatti non ha avuto timore nel ricordare come abbia avuto incontri con i vertici della Cassa e della Sopaf (una dei soci della Carisp dentro all'Holding Delta). "E' in corso una lite giudiziaria, mio compito è trovare il modo di far dialogare le parti. Non ho mai ingerito nella vicenda anche se devo ammettere che ho simpatie per il nostro maggiore istituto bancario". Motivo di questa precisazione i sospetti mossi da alcuni membri dell'opposizione di aver interferito nella triste vicenda di questi giorni. Da qui tornare alle meniopolazioni di Report e del suo servizio su Rai3 il passo è stato breve: "Sono stato certamente ingenuo". Storia già nota, questa; ma allora quali novità dall'incontro (l'ennesimo in due giorni) con i media locali? Ecco la prima: " Il governo è e sarà fortemente impegnato su tre versanti: ricostruire l'immagine reale e positiva del Paese; proseguire sulla strada della trasparenza e della conclusione degli accordi con l'Italia; restare vicino al sistema bancario, e in particolare, in questo momento, alla Cassa di Risparmio". Lo ha dichiarato sottolineando i passaggi Gabriele Gatti con al suo fianco metà esecutivo (Valeria Ciavatta, Marco Arzilli, Antonella Mularoni e Fabio Berardi). Il segretario esteri Antonella Mularoni si è anche impegnata a cercare, prima dell'inizio delle vacanze estive, l'accordo valutario e risolvere le doppie imposizioni; problemi che le ultime vicende hanno fatto passare in seconda linea: « Il sottosegretario per gli Esteri italiano Alfredo Mantica, incontrato a Madrid - ha spiegato la Mularoni - mi ha garantito la massima disponibilità per trovare assieme delle soluzioni". Anche Sinistra Unita di Sinistra Unita. ha esaminato il difficile momento: «Ritieniamo che l'atteggiamento responsabile non sia quello di mettere la testa sotto la sabbia e negare i problemi del nostro Stato; non è quello di inveire contro le procure o contro Report, non è quello di scaricare i vertici Carisp e nemmeno quello di dare vuote solidarietà al sistema senza agire per risolvere le cause che hanno portato a questa situazione». Image: 20090514/foto/11378.jpg

Torna all'inizio


Chiuderemo gli impianti deboli (sezione: crisi)

( da "Nuova Ferrara, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Sullo sfondo i problemi di Porto Marghera e il costo-paese «Chiuderemo gli impianti deboli» Covezzi (LyondellBasell): sull'Italia decisioni entro quest'anno Il centro Natta di Ferrara resta una miniera d'oro crisi finanziaria alla fine Il 2009 sarà decisivo per la chimica ferrarese. Le ripercussioni delle vicende di Porto Marghera si faranno sentire in maniera più o meno decisiva anche sul petrolchimico, mentre ancora non si conoscono gli effetti della ristrutturazione avviata da LyondellBasell sugli impianti produttivi. Un campanello di allarme su entrambi i fronti lo suona il numero uno del colosso americano in Italia, Massimo Covezzi, che però ricorda anche come la ricerca resti un punto di forza non ridimensionabile per Ferrara. Covezzi ha affidato ad un'intervista sul portale Polimerica il compito di fare chiarezza sulle notizie circolate nei giorni scorsi anche al petrolchimico, che davano in pericolo anche gli impianti produttivi di catalloy e XXIVº. Il passaggio chiave su questo punto, che discende dalle necessità a livello mondiale di tagliare circa 5.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti chiudendo una ventina d'impianti, è questo: «La crisi ha creato sovracapacità. Occorre quindi fermare gli impianto obsoleti e meno produttivi, in altre parole i più "deboli". Sono già state individuate alcune unità di questo tipo, tra cui un cracker in Nordamerica (Chocolate Bayou, Texas) e un impianto Ldpe in Francia (Fos-sur-Mer). Stiamo ancora valutando quali altri impianti fermare». Si può escludere la chiusura d'impianti produttivi in Italia? «Non posso escludere chiusure in Italia, come in qualsiasi altro Paese dove la società è presente. La decisione - risponde Covezzi - su quali impianti fermare sarà presa nel corso di quest'anno». E' il prezzo pr l'uscita veloce del gruppo dal Chapter 11, cioè la procedura di fallimento pilotato attraverso la quale è stato ottenuto un mega-finanziamento di 8 miliardi di dollari: l'obiettivo è uscirne entro l'anno, ma «per ristrutturazione degli asset e il controllo dei costi ci vorrà più tempo». Il manager, che è senior vice president di LyondellBasell, riconosce che a livello di mercato «il trend discendente sembra essersi fermato, in Italia come nel resto dell'Europa»: la situazione resta «critica» nel comparto dell'automotive, sul quale lavora il nostro catalloy. La vera polizza vita per lo stabilimento non sono tanto gli impianti produttivi quanto il centro ricerche Natta, «il 40% del polipropilene mondiale utilizza tecnologie e catalizzatori sviluppati e realizzati a Ferrara», ricorda Covezzi, e le attività italiane del gruppo «hanno potuto beneficiare del fatto che oltre il 50% dell'Ebtda (l'utile lordo, ndr) è legato alla ricerca, alla vendita dei catalizzatori e al licensing di tecnologie». Di recente è stato possibile, tra l'altro, risparmiare il 15-18% della plastica impiegata nelle condotte idriche, grazie alle nostre tecnologie. Covezzi parla anche dell'altro fronte "caldo" della chimica, i problemi di Porto Marghera che rischiano di bloccare la fornitura anche di propilene a LyondellBasell. «Esiste una forte interconnessione tra gli impianti di Ferrara e il petrolchimico di Porto Marghera per quanto concerne la fornitura di materie prime - sottolinea il manager - Certo è che la struttura dei costi non premia l'Italia: le materie prime costano di più, l'energia è più cara del 30-35% rispetto a Francia o Germania, e per alcuni siti anche muovere le merci è più oneroso, con un divario che può toccare 35-40 euro a tonnellata, che in molti casi rappresenta il margine di guadagno per prodotti commodities. Nel complesso siamo meno competitivi proprio nei "fondamentali"». Una sottolineatura da non trascurare. (s.c.)

Torna all'inizio


: casse risanate (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

CORSICO ROZZANO pag. 27 «Meno sprechi meno tasse»: casse risanate PIEVE COMUNE PIEVE EMANUELE A GIUGNO la Giunta guidata dal sindaco Rocco Pinto compie due anni, periodo durante il quale sono state risanate le casse. Infatti sono stati approvati il bilancio di previsione 2009 e quello consuntivo 2008. L'amministrazione lancia il motto "meno sprechi e meno tasse". Quest'anno, nel predisporre il documento contabile, si è dovuto tener conto della crisi finanziaria che ha condotto l'economia mondiale ad una vera e propria recessione. Un bilancio di previsione ad impianto federalista. E in quest'ottica si è deciso di non aumentare assolutamente alcuna tariffa o retta per i servizi comunali, tagliando quelle spese improduttive e abbassando la quota di mutui accesi rispetto a quanto è accaduto nel recente passato. «Nonostante le difficoltà in cui versa l'ente - dice l'assessore al Bilancio Antonio Cerminara - si è conseguito il migliore risultato degli ultimi anni». Mas. Sag.

Torna all'inizio


Per i risparmiatori è il momento degli acquisti Gioielli o pietre sciolte e due anni di pazienza (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Focus Vuota data: 14/05/2009 - pag: 9 I consigli degli esperti Per i risparmiatori è il momento degli acquisti Gioielli o pietre sciolte e due anni di pazienza Un diamante è per sempre. Lo slogan della De Beers, colosso mondiale del settore delle gemme, viene sempre in mente quando si parla di tali pietre. Forse per questo comunemente si pensa che comprare diamanti sia un acquisto definitivo e non invece una proficua forma d'investimento a medio termine. Certo, non per tutti. Il budget di partenza è significativo, maggiore di un investimento in Borsa anche se minore di quello necessario per acquistare un box auto in una grande città. La relativa popolarità di questa forma d'investimento è addebitabile anche alla scarsa conoscenza delle regole di funzionamento del settore, assai complesso. Eppure qualcosa sta cambiando: il clamoroso fallimento delle speculazioni finanziarie in tutto il mondo sta spingendo molti risparmiatori a riconsiderare i «beni-rifugio». Come appunto oro e diamanti. Ne sanno qualcosa i diamantaires (intermediari) che, in questi mesi, hanno visto con sorpresa crollare le vendite all'ingrosso e aumentare le richieste per investimento. Proprio ai meccanismi che dominano il mercato di queste gemme è dedicato il libro «Investire in diamanti» (Franco Angeli editore) di Antonella Baccaro e Fabio Cascapera, intermediario del settore, componente delle Borse di Anversa e Singapore. La prima regola per chi vuole comprare un diamante, è chiedersi il perché: investire in questo settore richiede una grande passione per le pietre visto che per disinvestire ci vuole tempo e molto del vantaggio sta nel godere dell'acquisto fatto. Comprare un gioiello già pronto o pietre sciolte da montare dipenderà solo dai gusti personali. Non si può prescindere in ogni caso dal budget a disposizione: su Internet è possibile trovare offerte di investimento in diamanti a partire da 4-5 mila euro. Il sistema di solito è questo: ci si rivolge a una società specializzata, che raccoglie somme e investe in un acquisto che nessuno dei singoli partecipanti potrebbe permettersi. Alla fine ci si ritroverà tra i fruitori dell'acquisto senza però poterne seguire personalmente tutte le fasi. Per essere veramente protagonisti dell'operazione bisogna avere a disposizione perlomeno 50 mila euro. A questo punto il passo successivo è la scelta del gioielliere di fiducia cui affidarsi. Il mercato è strutturato in diversi passaggi: i primi tre, produttore, tagliatore, grossista, prevedono ricarichi contenuti, intorno al 5-10%. Il gioielliere invece ha ricarichi sempre a due cifre perché immobilizza il capitale più a lungo. Per essere in linea con gli «studi di settore», il fisco ritiene che il commerciante debba avere un ricarico intorno al 65%. Quanto ai tempi del disinvestimento non sono brevi: minimo due anni. Prima della crisi, che ha depresso il mercato, l'apprezzamento annuo del diamante era del 7%, al netto del cambio in dollari, la valuta utilizzata per le transazioni. I colossi del settore però sono determinati a riportare il mercato ai livelli di prima della crisi finanziaria. Forse per questo, secondo il libro, è più che mai il momento di comprare. Stefania Tamburello

Torna all'inizio


Btp e Cct, è caccia ai rendimenti Quota 3% con la scadenza giusta (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 14/05/2009 - pag: 5 Il dossier Dopo il calo dei Bot ai minimi storici Btp e Cct, è caccia ai rendimenti Quota 3% con la scadenza giusta Julius Baer: è il momento di puntare sui titoli legati all'inflazione MILANO I Bot, l'approdo più sicuro in assoluto per i risparmi degli italiani, hanno ormai un rendimento vicino allo zero. Stando ai risultati dell'asta di martedì scorso, per esempio, quelli a scadenza annuale rendono lo 0,96% al netto delle tasse, ma ancora meno se si tiene conto delle commissioni bancarie. Secondo la rilevazione dell'Assiom, l'associazione che riunisce gli operatori sui mercati dei capitali, applicando le tariffe massime si può scendere allo 0,69%. Per i trimestrali addirittura allo 0,36%. Insomma, se per il Tesoro questo trend può essere un vantaggio, perché diminuisce il costo del debito pubblico, per chi investe in titoli di Stato la convenienza è al minimo. «Siamo arrivati a livelli non più comprimibili», osserva Vittorio Gaudio, responsabile Asset management di Banca Mediolanum. D'altra parte, aggiunge, «non c'è nulla di anomalo, se si pensa che l'Euribor (il tasso interbancario, ndr) è oggi all'1,28% e che lo stesso tasso di riferimento della Bce ha toccato il livello minimo dell'1%». Sì, ma allora conviene ancora puntare su Bot, Cct e Btp? Come si può ottenere una remunerazione maggiore senza uscire dall'ambito dei titoli pubblici? I risparmiatori ormai l'hanno capito: più cresce il rendimento, più sale il rischio. Un meccanismo che vale per ogni tipo di investimento. Se, dunque, si cerca la sicurezza massima bisogna accontentarsi di poco. Dopo le turbolenze che hanno interessato nell'ultimo anno i mercati finanziari e le difficoltà di banche e istituzioni che sembravano solidissime, di affidabile è rimasto soltanto lo Stato. Così, le famiglie pagano con una minore remunerazione la garanzia di una maggiore tranquillità. Al di là di ogni altra considerazione contingente (la crisi, la scarsa liquidità del sistema, la stretta al credito), gli italiani mantengono una delle più alte propensioni al risparmio del mondo. E chi è riuscito a salvare, in tutto o in parte, un po' di liquidità, ora va giustamente alla ricerca del modo migliore in cui impiegarla. È il caso, dunque, di accontentarsi dell'ormai minimo rendimento dei Bot? Oppure c'è qualche altra strada, sempre nell'ambito dei titoli pubblici, un po' più conveniente? «La cultura del risparmiatore italiano è sostanzialmente orientata al breve periodo», osserva Massimo De Palma, responsabile Asset Management di Julius Baer Sgr. Ed è proprio questo il limite principale alla possibilità di guadagnare di più. Basta, infatti, rivolgersi a titoli di durata più lunga per trovare rendimenti più interessanti. Il Btp con scadenza 1 marzo 2012, per esempio, rende il 2,35% lordo e il 2,08% al netto delle tasse (a questo risultato si arriva combinando la cedola facciale, pari al 3% lordo, con la quotazione attuale sul mercato secondario, che supera il valore nominale). Se, poi, si vuole andare su scadenze ancora più lunghe, la remunerazione crescerà in proporzione. Il Btp che sarà rimborsato nell'agosto del 2015, cioè fra poco più di sei anni, oggi rende per esempio il 3,38% (che scende però al 2,98% al netto del Fisco). Ma vale la pena impegnarsi per un tempo così lungo? Secondo gli esperti, non appena l'economia accennerà a riprendersi ripartirà anche l'inflazione. E di conseguenza tutto il sistema dei tassi si adeguerà. Perciò, in previsione di un rialzo che potrebbe attuarsi fra uno o due anni, il consiglio è quello di puntare su titoli a tasso variabile. «Nel breve periodo è il parere di De Palma il problema dell'inflazione non si pone. Guardando più avanti, tuttavia, è possibile che la tendenza si manifesti. Per questo è certamente conveniente mettere in portafoglio titoli con una cedola indicizzata, meglio se il meccanismo di adeguamento non è troppo lungo. E con una durata non eccessiva: penso, per esempio, al 2014 come limite massimo». I titoli dello Stato italiano con queste caratteristiche, però, sono i Cct (Certificati di credito del Tesoro), le cui cedole vengono aggiornate ogni sei mesi. In una fase di rialzo dei tassi d'interesse, che potrebbe avvenire con una forte accelerazione, il semestre potrebbe essere un periodo troppo lungo. Giacomo Ferrari gferrari@corriere.it

Torna all'inizio


A picco Banco Popolare e Fonsai (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari A picco Banco Popolare e Fonsai La frenata delle vendite al dettaglio negli Usa ma soprattutto una raffica di risultati trimestrali in prevalenza negativi hanno fatto virare al ribasso Piazza Affari che, dopo un avvio positivo, ha invertito la rotta finendo per chiudere con l'indice S&P-Mib in calo del 4,70% e il Mibtel giù del 3,91%, con volumi sempre consistenti (il controvalore degli scambi è salito ieri a oltre 4,6 miliardi di euro). Questa volta la Borsa italiana è stata la peggiore in Europa, dove i principali listini hanno ceduto in media poco più del 2%. Bancari e assicurativi hanno trascinato al ribasso soprattutto l'S&P-Mib, l'indice dei titoli principali. E Banco Popolare e Fondiaria- Sai sono stati i valori più colpiti. Entrambi hanno registrato flessioni a due cifre (rispettivamente -13,42% e -10,94%). Ma i due comparti presentano una lunga serie di segni fortemente negativi. Banca Popolare Milano, per esempio, ha ceduto il 9,09%, seguita da Intesa-Sanpaolo (-8,24%), Unicredit (-7,66%) e Ubi Banca (-7,6%). Tra gli assicurativi il risultato peggiore è stato quello di Unipol (-7,15%), mentre hanno limitato i danni Generali (-4,55%) e Alleanza (-5,68%). Se, poi, dai titoli finanziari si passa a quelli industriali, i cali più significativi all' interno del paniere dei titoli primari sono stati quelli di Pirelli (-7,49%) e Prysmian (-7,17%), mentre i due titoli del cemento hanno perso anch'essi oltre sette punti percentuali (il 7,17% Buzzi-Unicem e il 7,18% Italcementi). Pochissimi, infine, i valori in controtendenza. A cominciare da Terna, che ha messo a segno il rialzo maggiore (+1,42%), mentre A2A è cresciuta dell'1,03%. Brilla Terna Dal ribasso generale si salva Terna: +1,42%, maglia rosa dell'S&P-Mib

Torna all'inizio


Onado, i manager e le regole mai scritte (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia data: 14/05/2009 - pag: 39 Le conversazioni Onado, i manager e le regole mai scritte (d.d.v.) «I banchieri non sono gli untori del secolo, ma al massimo topi nel formaggio, come avrebbe detto Sylos Labini». Si apre con un omaggio all'indimenticato economista romano il libro («I nodi al pettine», Laterza editore) che il professor Marco Onado ha dedicato alla crisi finanziaria e alle regole mai scritte. Perché topi nel formaggio? Nel volume ricco di citazioni da cinéphile l'ex commissario Consob sostiene che ai Ceo delle grandi banche del mondo è stato consentito di montare una finanza «sempre più grande, sempre più opaca, sempre più incontrollata» e si è rinunciato a formulare regole adeguate ai rischi delle nuove attività. Sbaglia, dunque, chi pensa che la Crisi sia stata originata da un processo di deregulation in senso stretto, in realtà le regole per la nuova turbo-finanza non sono state mai scritte per la pavidità dei vigilanti troppo preoccupati di ledere gli interessi dei loro vigilati. Proprio Onado sarà protagonista della Conversazione di questa sera all'università Bocconi di Milano e avrà come discussant il banchiere Roberto Mazzotta.

Torna all'inizio


Campari, meno utili e meno debiti (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Milano Campari, meno utili e meno debiti (g.fer.) Nonostante risultati trimestrali tutto sommato soddisfacenti, Campari ha subìto ieri l'andamento negativo di Piazza Affari, chiudendo con un calo (-2,22%) che è comunque inferiore a quello degli indici. La società, uno dei leader mondiale nei superalcolici, ha registrato nei primi tre mesi dell'anno vendite pari a 190,1 milioni, in calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2008, e con un utile del gruppo prima delle imposte a 38,4 milioni (-4,1%). In miglioramento la posizione finanziaria: il debito finanziario netto ha registrato infatti una diminuzione di 23,9 milioni di euro. Luca Garavoglia presidente Campari

Torna all'inizio


Allianz, pesano gli oneri Dresdner (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Francoforte Allianz, pesano gli oneri Dresdner (g.fer.) Scendono gli utili trimestrali e Allianz cade alla Borsa di Francoforte (-7,76% a 69,74 euro dopo una seduta tutta orientata al ribasso) influenzando l'intero comparto assicurativo in Europa. Il colosso tedesco ha registrato nel periodo un profitto di soli 29 milioni di euro, rispetto agli 1,15 miliardi dello stesso periodo 2008. Sui conti hanno pesato, per un onere di 400 milioni, i conti della sua ex controllata Dresdner Bank (ceduta nel frattempo a Commerzbank). La compagnia in una nota segnala i «primi segni di ripresa nel business vita », con un utile operativo di 402 milioni. Michael Diekmann, ceo di Allianz

Torna all'inizio


NEW YORK - I consumatori americani non credono ancora alla fine della crisi: i dati della spesa ... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi di FLAVIO POMPETTI NEW YORK - I consumatori americani non credono ancora alla fine della crisi: i dati della spesa del mese di aprile (-0,4/) mostrano un paese ancora piegato su se stesso a leccarsi le ferite e incapace di riprendere la corsa della crescita. Gli analisti che aspettavano una lettura più o meno piatta per il mese dopo il brusco calo di marzo (-1,3%) sono rimasti delusi, e i mercati finanziari non hanno potuto che prenderne nota con una giornata di vendite frettolose che ha spinto tutti gli indici in terreno negativo. A New York il Dow ha perso il 2,18%, mentre in Europa la Borsa di Francoforte ha registrato una caduta del 2,61%, quella di Parigi del 2,42, e quella di Londra ha lasciato sul terreno il 2,13%. A Milano le prime notizie in arrivo sui bilanci del comparto bancario e assicurativo hanno spinto ancora più in basso (-3,91%) il Mibtel, a dispetto di risultati non troppo lontani dalle aspettative della vigilia. Nelle trattative ha pesato anche il rapporto della Banca d'Italia sull'andamento della finanza pubblica nel quale si legge che il debito pubblico nel mese di marzo è stato di 1.741,275 miliardi di euro, quasi 34 miliardi in più del record precedente stabilito lo scorso febbraio. Il calo delle vendite al dettaglio in Usa è un dato preoccupante perché 2/3 del Pil americano dipende dalla capacità di spesa dei consumatori. Ieri le analisi sullo stato di crisi in cui versano il fondo di assistenza sanitaria per gli anziani e la cassa pensioni, hanno sollevato perplessità sulla tenuta delle obbligazioni emesse dal Tesoro di Washington, e a Wall Street si parlava di un prossimo, possibile declassamento del debito che da 92 anni gode un rating di tripla A. La Borsa di New York era anche attraversata dal timore che l'amministrazione Obama stia per intervenire con misure limitative sulla struttura dei compensi del management finanziario, sia per le banche che hanno accettato prestiti governativi, che per quelle che finora non ne hanno avuto bisogno.

Torna all'inizio


Allianz svaluta gli asset: prudenza sui target 2009 (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-14 - pag: 42 autore: Effetto Dresdner sull'utile che cala del 98% in linea con le attese Allianz svaluta gli asset: prudenza sui target 2009 Beda Romano FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente Allianz ha chiuso il primo trimestre in linea con le attese, ma registrando un netto ridimensionamento rispetto all'anno scorso. Il primo gruppo di assicurazione europeo ha messo a segno profitti netti per appena 29 milioni di euro, in calo del 98% annuo. Almeno in parte il dato è da imputare ancora una volta a Dresdner Bank. La società bavarese ha venduto la banca alla Commerzbank in gennaio, ma prima della vendita l'istituto di credito ha imposto un ultimo onere pari a 395 milioni di euro. Altri 752 milioni di euro sono stati perduti sui mercati in particolare azionari. Il titolo Allianz ha chiuso ieri in ribasso alla Borsa di Francoforte, del 7,76% a 69,74 euro. Sul fronte operativo, la società rimane solida nonostante crisi finanziaria e recessione economica: gli utili sono scesi del 36% a 1,42 miliardi di euro. Il dato è migliore di quello anticipato dallo stesso presidente di Allianz, Michael Diekmann, quando aveva parlato di profitti per 1,30 miliardi di euro in occasione dell'assemblea degli azionisti alla fine di aprile. Parlando ieri agli analisti di borsa, il direttore finanziario Helmut Perlet ha spiegato che la società potrebbe essere costretta a nuove svalutazioni per 300-400 milioni di euro nel secondo trimestre «se i mercati si stabilizzano ai livelli attuali». Le azioni pesano attualmente per l'8% negli investimenti totali della società assicurativa. Sempre tra aprile e giugno, Allianz incasserà un capital gain di 700 milioni di euro dalla parziale vendita della banca cinese Industrial & Commercial Bank of China. Intanto, le polizze vita e sanitarie hanno registrato un primo segnale di ripresa nel primo trimestre, in linea con un'economia in via di progressiva stabilizzazione. Ieri Perlet ha assicurato che il gruppo assicurativo sta affrontando con decisione la crisi finanziaria e che la società è abbastanza solida da incassare senza troppi problemi un altro eventuale calo dei mercati azionari del 30%: «Siamo ben capitalizzati, il nostro portafoglio investimenti è di alta qualità e liquido, la nostra redditività operativa si sta dimostrando solida». A proposito di Commerzbank, di cui Allianz dopo la vendita di Dresdner Bank è azionista, il governo tedesco ha affermato di considerare la banca «fondamentalmente sana». Il commento è avvenuto al Bundestag durante un'audizione parlamentare. L'istituto di credito francofortese ha ricevuto aiuti statali per un totale di 18,2 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA ORIZZONTE INCERTO Le prospettive dell'esercizio restano condizionate dalle incognite sulla ripresa, ma al momento non sono segnalati nodi patrimoniali Trimestre difficile. Michael Diekmann, amministratore delegato del gruppo Allianz REUTERS

Torna all'inizio


Mr. Greenspan, il mondo la ritiene colpevole... (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 2 autore: Mr. Greenspan, il mondo la ritiene colpevole... di Mario Margiocco Q uando l'errore è ampiamente condiviso, il processo ai "colpevoli" diventa facilmente ambiguo. Ma non c'è dubbio che Alan Greenspan, in qualsiasi ricostruzione del fatidico shock 2007-09 dei mercati finanziari, ha un ruolo centrale. E non come eroe. Luigi Zingales, nell'articolo pubblicato ieri nella serie «Lezioni per il futuro», ricordava le responsabilità dell'ex governatore della Federal Reserve, citando uno dei più ricorrenti rimproveri che gli vengono rivolti: l'aver mantenuto il costo del denaro troppo basso, troppo a lungo, innescando così e alimentando la bolla immobiliare, l'indebitamento eccessivo da consumi e la spirale dei debiti a breve delle banche. A Greenspan sono stati mossi anche numerosi altri rimproveri, sintetizzabili in uno: eccessiva fiducia nei mercati finanziari, considerati liberalizzabili in toto come qualsiasi altro mercato. Quindi, fede incrollabile nella deregulation come ricetta per tutte le stagioni. Se alcuni premi Nobel dell'economia, che Greenspan nei mesi scorsi ha citato a propria difesa, sono stati i massimi teorici della razionalità dei mercati, l'ex presidente Fed ne è stato il principale practitioner, con alcuni altri nomi noti che validamente gli hanno fatto da "spalla". E, se si tiene conto che "Il Maestro", come veniva soprannominato con solennità, guidò la Banca centrale americana da metà '87 all'inizio del 2006, si capisce come venga considerato spesso "il primo della lista". Fra le tante date simbolo per l'inizio della deregulation, e che oscillano dall'ultimo Carter alla firma nel novembre 1999 del «Financial services modernization act » con un Bill Clinton raggiante attorniato da parlamentari plaudenti, la più significativa è quella del 3 giugno 1987, quando la Casa Bianca, un po' a sorpresa, annunciò che Paul Volcker, il grande condottiero e vincitore della lotta all'inflazione, lasciava dopo otto anni la Fed e Greenspan sarebbe stato il successore. Tutti sapevano a Washington che la lotta era sulla deregulation. Più dello stesso Reagan, la volevano i reaganiani. Volcker la guardava con diffidenza e aveva frenato, a volte vincendo, a volte perdendo all'interno della Fed. E "Il Maestro", si sapeva, l'avrebbe entusiasticamente abbracciata. Da quel giorno fu un crescendo, con Greenspan sempre al centro. Ignorò i segnali di rischio sull'eccesso di debito del sistema. Non fece nulla per i mutui subprime, sui quali già nel 2000 Ned Gramlich, consigliere Fed, gli chiedeva pressantemente d'intervenire. E si batté duramente per impedire qualsiasi seria sorveglianza sul mercato dei derivati. Salvo poi ammettere davanti a una Commissione della Camera il 23 ottobre 2008, quando la grande crisi era ormai esplosa, di «aver trovato una falla» nella propria teoria dei mercati autoregolati. «In altre parole lei ha scoperto che la sua visione del mondo, la sua ideologia, non era giusta, non funzionava», gli obiettò un deputato. «Certamente, precisamente», rispose. Era la fine di un mondo. E la fine della lunga battaglia fatta dall'ala reaganiana del partito repubblicano, e con gli anni 90 anche da mezzo partito democratico, per smontare le regole finanziarie del New Deal. Il cerchio ormai si è chiuso. Ma non è giusto isolare Greenspan come unico colpevole. Per anni ai vertici del G-7, ricorda chi c'era, la ricetta dell'ex presidente Fed fu sempre: «Deregulate!», e nessuno mai seriamente osò contrastarla. E nel '99 la copertina di Time Magazine immortalava il trio della nuova economia e della nuova finanza: al centro Greenspan, ai suoi fianchi Robert Rubin e Lawrence Summers,ministri di Clinton prima l'unoe poi l'altro.Rubin è oggi un personaggio po-tente, benché nell'ombra e nonostante i guai della sua Citigroup, con la Casa Bianca di Barack Obama. Non è certo popolare, come in genere i banchieri, ma il Presidente stesso lo ha citato recentemente con molto rispetto. A sua volta Summers è lo stratega-principe di Obama. Greenspan risponde alle accuse che lo riguardano nell'articolo che pubblichiamo in questa pagina, ricordando che non fu il solo a sbagliare. Ma perché solo lui dovrebbe difendersi? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna all'inizio


Geithner studia nuove regole per i derivati (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 3 autore: LA PROPOSTA Geithner studia nuove regole per i derivati L'amministrazione Obama vuole un'authority per supervisionare il complesso settore dei prodotti derivati, considerati da molti una delle principali cause dell'attuale crisi finanziaria. L'amministrazione infatti chiederà al Congresso di approvare una legge che regolamenti questi "delicati" strumenti, definiti dal finanziere Warren Buffett «armi di distruzione di massa». In particolare, il segretario al Tesoro Timothy Geithner una lettera ai leader del Congresso chiede una rapida approvazione di misure volte a regolamentare gli strumenti derivati, tra cui anche i credit default swaps, che dovrebbero essere scambiati in Borsa e quindi soggetti a severe normative. Il ruolo del regulator potrebbe spettare alla Sec o alla Cftc.

Torna all'inizio


Sony chiude trim4 in perdita, vede un altro anno in rosso (sezione: crisi)

( da "Reuters Italia" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

TOKYO (Reuters) - Sony ha chiuso l'anno fiscale con un secondo trimestre consecutivo in perdita, per effetto di uno yen forte, vendite in calo e costi di ristrutturazione. Per l'anno a venire, Sony prevede una perdita annuale più contenuta del previsto. I produttori di elettronica da consumo in tutto il mondo hanno subito l'impatto negativo della crisi economica sulla domanda di Tv e cellulari. Vendite in calo anche per la joint Sony-Ericsson per i cellulari, mentre i costi per tagliare i posti di lavoro e chiudere impianti hanno pesato sulla compagnia, che sfida Panasonic per il titolo di maggiore produttore mondiale di elettronica da consumo. Sony, che produce la PlayStation e macchine fotografiche digitali Cyber-shot, ha avviato tagli per 16.000 posti di lavoro e sta riducendo la sua rete di 57 stabilimenti produttivi del 10% per sopravvivere alla crisi finanziaria. Il gruppo, che compete con Samsung Electronics Co nel settore delle tv Lcd e con Canon in quello delle macchine fotografiche digitali, prevede una perdita operativa di 110 miliardi di yen (1,15 miliardi di dollari) per l'anno finanziario che chiude nel marzo 2010. Una stima inferiore alla perdita di 227,78 miliardi di yen di un anno prima e inferiore alle stime di 20 analisti interpellati da Thomson Reuters di una perdita per 132,9 miliardi di yen. La perdita operativa di Sony è stata pari a 294,31 miliardi di yen nel periodo gennaio-marzo, in forte peggioramento dall'utile di 6,18 miliardi di yen un anno fa. Le vendite sono scese del 22% a 1.524 miliardi di yen. Le azioni di Sony hanno chiuso in ribasso del 6,8% a 2.400 yen prima dell'annuncio dei risultati, sottoperformando l'indice delle macchine elettroniche di Tokyo, che ha perso il 4,1%.

Torna all'inizio


Arringa del Maestro: non sono un Mago (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 2 autore: Arringa del Maestro: non sono un Mago L'ex governatore Fed: «Rischio sottovalutato ma le bolle non sono controllabili» di Alan Greenspan L e straordinarie analisi di gestione del rischio originate dagli scritti di Henry Markowitz, dell'Università di Chicago, negli anni 50, hanno prodotto idee e intuizioni all'origine di numerosi premi Nobel per l'economia. Sono state abbracciate non soltanto da larga parte del mondo accademico, ma anche dalla gran parte dei professionisti della finanza e degli organismi di regolamentazione di tutto il mondo. Nell'agosto 2007, però, la struttura della gestione del rischio ha scricchiolato. Tutta quella sofisticata scienza matematica e informatica sostanzialmente poggiava su una premessa,e cioè che l'interesseegoistico illuminato di proprietari e direttori degli istituti di credito li avrebbe indotti a mantenere scorte cuscinetto sufficienti a cautelarsi dal rischio d'insolvenza, monitorando attivamente le posizioni di capitale e di rischio delle loro società. Per generazioni questa premessa è apparsa incontestabile, ma nell'estate del 2007 è venuta meno. Anche con il venir meno dell'autoregolamentazione il sistema finanziario sarebbe riuscito a tenere se il secondo argine contro le crisi, il nostro sistema di regolamentazione, avesse funzionato efficacemente. Ma sotto la pressione della crisi ha ceduto anch'esso. La lezione importante è che gli organismi di regolamentazione non sono in grado di prevedere, del tutto o con precisione, se, ad esempio, i mutui subprime diventeranno tossici, o se una certa tranche di Cdo ( collateralised debt obligations) andrà in default, o anche se il sistema finanziario si pianterà. Una fetta importante di queste previsioni difficili invariabilmente si rivelerà sbagliata. Quello che possono fare la supervisione e i controlli, secondo la mia esperienza, è fissare e far rispettare requisiti patrimoniali e di garanzie, oltre a una serie di altre regole che sono preventive e non legate unicamente a previsioni di un futuro incerto. La regolamentazione dovrebbe accrescere l'efficacia dei mercati e della concorrenza, non ostacolarla. La concorrenza, e non il protezionismo, è la base del grande successo che ha conosciuto il capitalismo nell'arco di molte generazioni. Le nuove sfide per la regolamentazione nascono dal fatto, recentemente dimostrato, che alcuni istituti di credito sono diventati too big to fail, troppo grandi per essere lasciati fallire, perché il loro fallimento metterebbe a rischio la tenuta del sistema. Tale status garantisce loro uno speciale vantaggio competitivo, dagli effetti fortemente distorsivi per il mercato, riguardo al valore delle azioni e obbligazioni da loro emesse. La soluzione sono requisiti patrimoniali graduati per scoraggiarli dall'ingrandirsi troppo e compensare il loro vantaggio competitivo. In ogni caso, non c'è necessità di affrettarci a introdurre riforme. I mercati privati per il momento stanno imponendo restrizioni molto più efficaci di quelle che riuscirebbe a imporre un qualunque pacchetto di proposte normative. Il capitalismo liberista è emerso dalla battaglia delle idee come il mezzo più efficace per ottimizzare il benessere materiale, ma il suo percorso è periodicamente tormentato da bolle speculative e rari ma devastanti tracolli economici che producono miseria diffusa. Le condizioni per l'insorgere delle bolle apparentemente sono: periodi prolungati di prosperità, un'inflazione sotto controllo e tassi d'interesse a lungo termine bassi. Le bolle che nascono dall'euforia non si sviluppano in economie inefficienti o tormentate dall'inflazione. Non ricordo di nessuna bolla speculativa nell'ex Unione Sovietica. La storia dimostra anche che la sottovalutazione del rischio - il tratto distintivo delle bolle - può persistere per anni. Nel 1996 temevo l'" esuberanza irrazionale", ma la bolla di internet continuò a gonfiarsi per altri quattro anni. E in una riunione del Comitato per le operazioni di mercato aperto, nel 2002, sostenevo che «è difficile non giungere alla conclusione che lo straordinario boom dell'immobiliare a cui stiamo assistendo finanziato da un fortissimo incremento dei mutui, non potrà andare avantia tempo indefinito». La bolla immobiliare ha continuato a gonfiarsi fino al 2006. Non è quasi mai difficile individuare una situazione di sottovalutazione del rischio. I credit spreads sono indicatori affidabili. Ma prevedere l'insorgere di una crisi è qualcosa che appare al di là delle nostre capacità di previsione. Le crisi finanziarie sono definite da una discontinuità marcata nei prezzi delle attività. Ma perché ciò si verifichi occorre che la stragrande maggioranza degli operatori di mercato non abbia avuto sentore dell'avvicinarsi della crisi. Perché in caso contrario sarebbe stata scongiurata dall'arbitraggio finanziario. All'inizio di questo decennio, ad esempio, quasi tutti si aspettavano che la prossima crisi sarebbe stata innescata dal grande e persistente deficit delle partite correnti Usa, che avrebbe accelerato il collasso del dollaro. Invece è stata l'eccessiva cartolarizzazione dei mutui subprime americani, inaspettatamente, a dare il via all'attuale crisi di solvibilità. Quando da un contesto economico eccezionalmente positivo emerge una bolla, una propensione innata della natura umana incoraggia una febbre speculativa che si autoalimenta, cercando nuove aree inesplorate e ad alta leva finanziaria. I titoli garantiti da ipoteca sono stati spezzettati in obbligazioni Cdo, e poi in obbligazioni Cdo al quadrato.La febbre speculativa crea nuove autostrade per l'eccesso, fino a quando il castello di carte crolla. Che cos'è che alla fine ne provoca la caduta? La realtà. Un evento sconvolge i mercati quando contraddice il senso comune sul presunto funzionamento del mondo della finanza. L'incertezza conduce a un drammatico disimpegno da parte della comunità finanziaria, che quasi immancabilmente comporta vendite e, di conseguenza, prezzi più bassi per prodotti e attività. Possiamo spiegare con modelli economici la fase dell'euforiae la fase della paura del ciclo del business: hanno parametri piuttosto diversi. Ma non siamo mai riusciti a trovare modelli economici efficaci per illustrare la transizione dall'euforia alla paura. Non dico che le Banche centrali non siano in grado di disinnescare una bolla. Ma la mia esperienza è che, a meno che la politica monetaria non schiacci l'attività economica e, per esempio, assorba il grosso dell'incremento dei profitti o delle rendite, le misure per far sgonfiare le bolle sul nascere sono destinate a fallire. Non so di nessun caso in cui una politica monetaria graduale sia riuscita a disinnescare una bolla. Rimettere in piedi il sistema bancario americano è un requisito chiave per un riequilibrio globale. L'acquisto da parte del Tesoro Usa di 250 miliardi di dollari (185 miliardi di euro) di azioni privilegiate di banche commerciali americane nell'ambito del programma di salvataggio delle attività in crisi (conseguente alla dichiarazione d'insolvenza della Lehman Brothers) è stato oggettivamente efficace nel ridurre il rischio d'insolvenza delle banche Usa. Ma, a partire da metà gennaio, senza ulteriori investimenti da parte del Tesoro, i progressi si sono bloccati. Per ripristinare il credito da parte delle banche servirà un'ingentissima infusione di capitali da fonti pubbliche o private. L'analisi degli stati patrimoniali consolidati delle banche statunitensi suggerisce una perdita potenziale di almeno 1.000 miliardi di dollari (735 miliardi di euro) rispetto al valore da libro storico (12mila miliardi di dollari, 8.800 miliardi di euro) degli asset delle banche commerciali Usa. Alla fine del 2008 erano stati cancellati circa 500 miliardi di dollari (365 miliardi di euro), con altrettanti ancora da riconoscere. Ma coprire questi ultimi 500 miliardi non basterà a incoraggiare la normale attività di prestito se chi investe nelle passività delle banche esigerà, come sospetto, altri 3-4 punti percentuali d'"imbottitura" nel rapporto tra capitale proprio e attività. A quanto sembra, quindi, servono 850 miliardi di dollari (625 miliardi di euro) e più. Una parte viene fornita dall'incremento del cash flow delle banche. Un'inversione di rotta dei prezzi delle azioni a livello mondiale potrebbe garantire una fetta ancora maggiore. Ma rimane comunque un grosso buco da riempire, probabilmente con finanziamenti del Tesoro. è troppo presto per valutare le più recenti iniziative (Public- Private Investment Program) del Tesoro Usa, ma la speranza è che riescano a rimuovere gran parte del pesante fardello d'attività non liquide in mano alle banche. L'autore è l'ex presidente della Federal Reserve: il testo è stato pubblicato dal Financial Times nell'ambito di un dibattito sul futuro del capitalismo (Traduzione di Fabio Galimberti) « CAPITALISMO LIBERISTA Non c'è necessità di affrettarci a introdurre riforme, i mercati sono più efficaci di ogni legge « STRATEGIE Le misure per far sgonfiare le speculazioni sul nascere sono destinate a fallire Ex capo della Fed. Alan Greenspan, 83 anni, ha guidato la Federal Reserve per cinque mandati consecutivi. è stato il governatore Fed più longevo della storia REUTERS

Torna all'inizio


LA NONNA di Mario Calabresi è nata due volte. Come l'America. Che cosa c'entrano ... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi di MARIO AJELLO LA NONNA di Mario Calabresi è nata due volte. Come l'America. Che cosa c'entrano l'una con l'altra? Condividono, anche se forse non si conoscono, la voglia di battersi, la tenacia del non mollare mai. Nonna Maria Tessa, oggi novantaquattrenne, quando nacque era praticamente morta, ma lottò - con l'aiuto di un medico amorevole - per rivivere e ce la fece. Può farlo anche una nazione? Calabresi non generalizza mai. Va a scovare, uno per uno, girando in lungo e in largo l'America dove è stato corrispondente di Repubblica prima di diventare direttore della Stampa, le persone che hanno perso tutto, chi per la crisi finanziaria, chi per lo scoppio della bomba immobiliare, chi per la chiusura della fabbrica in cui lavorava, ma non si sono perse d'animo. E hanno ricominciato da capo, come accade non solo nelle canzoni di Bruce Springsteen ma anche nella realtà degli ordinary people. Gente che ha coniugato, non politicamente ma personalmente, i concetti obamaniani di hope e di change e s'è rimessa in gioco. Perché La fortuna non esiste (questo il titolo del libro edito da Mondadori, 156 pagine, 16,50 euro), e viceversa la cultura del nuovo inizio e della seconda possibilità è a portata di mano. Per chi ha il coraggio di afferrarla. Questa filosofia di vita, d'avventura e di conquista Calabresi l'aveva letta nei libri e sapeva benissimo quanto faccia parte da secoli della retorica sul "sogno americano". Ora la va a rintracciare e a toccare con mano - col suo registratore, col suo taccuino - nel ventre delle città degli Stati Uniti che non si rassegnano al declino, alla ruggine della deindustrializzazione, all'abbandono di sé e delle persone che vi abitano. Come nel caso di Braddock, pochi chilometri da Pittsburgh, un paesaggio umano e urbano desertificato, che però grazie a un sindaco e a una bibliotecaria ritrova la forza per reagire allo "tsunami sociale" che l'ha colpito. Poi l'autore, in un altro angolo del grande Paese capace di ricominciare da zero e di inventarsi una seconda chance, va a trovare la soldatessa Tammy Duckworth, che vive in carrozzina perché un razzo iracheno le ha segato le gambe e le ha messo quasi fuori uso un braccio. Invece di sentirsi morta, Tammy si diverte a volare su piccoli aerei, s'è presentata e si ripresenterà alle elezioni per il Senato con i Democratici, ha un'esistenza pienissima e «siccome non sono morta, adesso ho la libertà di fare tutto quello che voglio»: così racconta a Calabresi. Il quale, da giornalista anti-retorico, ha una scrittura asciutta e la sua partecipazione emotiva è talmente autentica da non avere bisogno di essere esibita.E allora, c'è chi aiuta se stesso, chi aiuta gli altri, chi era operaio alla General Motors e diventa poliziotto, chi non è più niente e allora ricomincia ad andare a scuola, chi aveva una casa e non l'ha più ma anche dormendo in una macchina ferma a Santa Barbara (California) si può progettare la propria ripartenza, chi si pensava immortale dentro i grattacieli di Wall Street e invece deve lasciarli perché quel mondo ha fatto crack e non restano che gli scatoloni da portare via. Scatoloni che contengono, però, anche un barlume di futuro, un seme di ricominciamento, una strada percorribile con occhi nuovi. Ci sono vite che contengono vite successive. Come le cinque vite di Joseph Cao. La sua prima esistenza dura solo otto anni, e finisce quando la mamma lo abbandona all'aeroporto di Saigon. La seconda vita è quando pensa di diventare gesuita. La terza è quando si trasferisce a New Orleans, per cercarsi una moglie e costruirsi un futuro come avvocato. La quarta si apre mentre si compra un camper da una monaca buddhista, tre settimane dopo che l'uragano Katrina ha spazzato via la vita precedente. La quinta comincia il 6 dicembre 2008: Cao è il primo vietnamita a diventare deputato al Congresso degli Stati Uniti. Mentre JaWad, ora ventiquattrenne, era un bambino afghano e poliomielitico, completamente analfabeta fino a 13 anni, che per amore di una cartella e di una scatola di matite colorate riuscì a convincere un medico a farlo studiare. Adesso JaWad, che non s'è rassegnato a vivere la vita che gli è toccata in sorte, è plurilaureato, parla quattro lingue e scrive relazioni per il presidente Obama. Ma questa è l'America, bellezza, e noi siamo italiani e non possiamo farci niente? No, quella di Calabresi è una pudicissima dichiarazione d'amore per gli States, ma anche una sommessa lezione d'educazione civica, senza confini.

Torna all'inizio


A sinistra, la crisi finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di lavoro (f... (sezione: crisi)

( da "Messaggero, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi A sinistra, la crisi finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di lavoro (foto Andy Rain)

Torna all'inizio


Generali ritrova l'utile ma svaluta 1,5 miliardi (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

ECONOMIA 14-05-2009 TRIMESTRALE/2 CALO DELL'88% SUL 2008 Generali ritrova l'utile ma svaluta 1,5 miliardi MILANO II Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in «rosso » ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante 1,5 miliardi di svalutazioni generate dalla crisi. I conti delle Generali, anche se in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008, hanno comunque mostrato decisi segnali di ripresa rispetto all'ultimo trimestre dell'anno, chiuso con una maxiperdita di 809 milioni. E di «risultati in progresso » ottenuti «in un trimestre segnato dai pieni effetti del peggioramento della recessione mondiale» ha parlato anche il presidente Antoine Bernheim. I 104 milioni di utile, di poco sopra le attese, non sono però stati in grado di mettere in salvo il Leone dalla giornata nera vissuta da tutto il comparto assicurativo europeo (l'indice Dj Stoxx ha ceduto il 6,8%). Anche se in Borsa ha fatto un po' meglio di altri gruppi alla prova dei conti, come Allianz (-7,7%), Trieste ha comunque chiuso con un calo del 4,55% a 16,16 euro. Se l'utile ha sofferto la crisi finanziaria, a livello di fatturato le Generali hanno tenuto: la raccolta premi complessiva è stata di 18,5 miliardi di euro (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2008, saldo di una sensibile crescita nel settore danni (+3,4% a 6,6 miliardi) e di una lieve flessione del settore vita (-1,4% a 11,9 miliardi).

Torna all'inizio


Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia (sezione: crisi)

( da "Travel Trade Italia.com" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

14/05/2009 09.16 Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia Gli Stati Uniti temono che Italia e Francia facciano incetta di turisti e sono pronti a un'offensiva pubblicitaria per attrarre visitatori. A segnalare il disagio degli Usa nei confronti delle bellezze della Vecchia Europa è stato il senatore democratico Byron Dorgan, autore di un disegno di legge per creare un campagna nazionale coordinata capace di portare nel Paese turisti di tutto il mondo. Un'iniziativa paraltro mirata a rilanciare l'economia americana in un momento difficile. "Gli altri Paesi dicono 'Venite a Roma, venite a vedere le bellezze dell'Italia! Visitate Parigi! Venite a Londra!' - ha affermato Dorgan -. Sono impegnati in modo dinamico perché hanno capito che il turismo è' un enorme generatore di lavoro". Secondo i dati diffusi dalle aziende turistiche, i visitatori, durante un viaggio negli Stati Uniti, spendono in media 4 mila dollari a persona, generando un giro d'affari da 1.380 miliardi di dollari in ricavi (solo nel 2008) e garantendo 8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa 200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno Siti sponsorizzati

Torna all'inizio


Fonsai, l'utile cala dell'84% Tod's: centrati gli obiettivi (sezione: crisi)

( da "Stampa, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

I CONTI DEI PRIMI TRE MESI DEL 2009 Fonsai, l'utile cala dell'84% Tod's: centrati gli obiettivi TORINO Nell'attesa di una ripresa, le aziende tirano le somme del primo trimestre. Fondiaria Sai chiude con un utile netto consolidato che è sceso del 79,8% a 31,2 milioni di euro, mentre l'utile di pertinenza del gruppo è di 21 milioni (-84%). Cala anche la raccolta premi, a 2,5 miliardi (-14,8%). Conferma gli obiettivi, invece, Diego Della Valle per Tod's: il gruppo ha registrato ricavi consolidati per 201,3 milioni, in crescita del 5,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, e il risultato operativo è migliorato di 1,8 punti percentuali a 37,9 milioni. Risente ancora del perdurare della crisi finanziaria, che ha ridotto i proventi patrimoniali, il risultato di Vittoria Assicurazioni, che registra un utile netto di gruppo di 5,1 milioni contro gli 8,5 dell'analogo periodo del 2008 (-40,4%). La raccolta complessiva assicurativa ammonta a 145 milioni (-4,3%). Nello stesso settore, Cattolica Assicurazioni registra un utile netto consolidato di 13 milioni, in linea con lo stesso periodo del 2008, e un utile netto di gruppo a 12 milioni (10 milioni al 31 marzo 2008). La raccolta complessiva è di 966 milioni, in riduzione del 7,9%. Per Mediolanum l'utile netto è di 17 milioni, in calo del 46%. Le masse amministrate si sono attestate a 29,5 miliardi, praticamente invariate rispetto a fine 2008, grazie a una raccolta netta positiva per 522 milioni. La raccolta netta di Banca Mediolanum, invece, è stata di 483 milioni, di cui 334 di risparmio gestito (+54%). Nel mese di aprile record storico di raccolta netta a circa 500 milioni. Crescono i ricavi e il margine operativo lordo di Autogrill: +11,5% a 1,216 miliardi e +24,6% a 92,9 milioni. Il risultato operativo sale a 23,8 milioni (+9,5%), ma acquisizioni e tasse, evidenzia una nota, pesano sul risultato netto. Il periodo si chiude con una perdita quadruplicata, rispetto allo stesso trimestre del 2008, da 4 a 16,8 milioni. Astaldi chiude con una crescita dell'utile del 18,3% a 12,1 milioni e un aumento dei ricavi del 28,8% a 430,4 milioni. Il margine operativo lordo è salito del 24,2% a 46,1 milioni, mentre il portafoglio ordini a fine marzo è di 8,4 miliardi, di cui 6,3 relative al settore costruzioni. Buzzi Unicem ha registrato una perdita netta di 40,4 milioni nella prima parte dell'anno rispetto ai 73,4 milioni dello scorso anno. Giù del 22% il fatturato, mentre il margine operativo ha fatto segnare un -74,1%. Utile netto in crescita del 43% a 29,6 milioni di euro e un portafoglio complessivo di gruppo a 19 miliardi: questi i conti di Impregilo, che ha generato ricavi totali per 724,6 milioni (+24,6%) e acquisizioni di lavori per 3,1 miliardi.\

Torna all'inizio


L'erede di Ghandi e la regina degli intoccabili la grande sfida per governare l'India (sezione: crisi)

( da "Repubblica.it" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

NEW DELHI - La vendicatrice degli oppressi contro il principe ereditario: è una sfida epica quella che offre il grande cinema della democrazia indiana. Le più lunghe elezioni del mondo, in corso da tre settimane con 714 milioni di votanti, 828.000 seggi e 300 partiti in lizza, si sono concluse ieri e sabato sapremo i risultati finali. E' uno spettacolo grandioso e inquietante: il suffragio universale sperimentato in un subcontinente con un miliardo e cento milioni di abitanti, dozzine di etnie, trenta lingue e sei religioni; una superpotenza economica con immense sacche di miseria, dove imperversa il terrorismo di matrice islamica sostenuto dai servizi segreti pachistani, e in vaste regioni è radicata una implacabile guerriglia maoista. Duello virtuale. E' una democrazia vitale e allo stesso tempo corrotta, inquinata dal populismo, frammentata dai regionalismi. Un duello virtuale oppone Mayawati, la leader della casta più umile (i dalit o "intoccabili"), a Rahul Gandhi. Lei è una donna di 53 anni cresciuta con otto fratelli in una squallida baraccopoli di Delhi, temprata dalla miseria, dalle umiliazioni e dal disprezzo delle caste superiori verso la sua gente. Lui ha 38 anni - un bambino per la gerontocrazia politica indiana - ed è una specie di giovane Kennedy o Bush all'ennesima potenza. E' il rampollo della dinastia repubblicana più longeva del mondo, che da quattro generazioni domina l'India. "E' una stirpe che considera il partito di governo (il Congresso) alla stregua di un suo latifondo familare", mi dice il sociologo Dipankar Gupta. I primi exit poll ieri davano in vantaggio il partito di Gandhi. Ma se il margine di vittoria fosse troppo esile, la "regina degli intoccabili" potrebbe svolgere un ruolo chiave nei negoziati per formare la coalizione di governo. OAS_RICH('Middle'); "Obama indiana". La Mayawati usa un solo nome come spesso si usa nelle caste inferiori. E' stata definita "una Obama indiana". Di certo è una outsider che ha dovuto superare ostacoli spaventosi. I suoi nonni vivevano in una sorta di apartheid, confinati ai margini del loro villaggio: nell'India rurale ancora oggi si riserva agli intoccabili la pulizia delle latrine, gli è vietato l'ingresso nei templi; un ragazzo Dalit che osi corteggiare una giovane di casta superiore può morire linciato. La mamma di Mayawati era analfabeta. Suo padre trovò un modesto impiego statale solo grazie al sistema delle quote, una specie di "affirmative action" che riserva alle caste inferiori una percentuale delle assunzioni pubbliche. Eppure lei è riuscita a dare la scalata al potere politico nell'Uttar Pradesh, uno Stato di 190 milioni di abitanti (se fosse indipendente sarebbe la sesta nazione del mondo), che l'ha rieletta primo ministro per quattro volte consecutive. L'Uttar Pradesh, ai confini di Delhi nell'India settentrionale, era il feudo elettorale della dinastia Gandhi, una roccaforte del partito del Congresso. Poi fu il teatro dell'ascesa della forza rivale, il partito nazionalista Bjp. E' in quel laboratorio politico che Mayawati è riuscita a emarginare i due partiti maggiori. Ha organizzato gli intoccabili e tutte le caste inferiori - che insieme rappresentano il 60% della popolazione indiana - nel suo Bsp. E in questa elezione ha fatto il salto su scala nazionale. Il Bsp ha formato la Terza Forza, che in caso di equilibrio tra i partiti maggiori può essere l'ago della bilancia tra il Congresso e i nazionalisti. Se il suo consenso dovesse rivelarsi determinante per formare la futura coalizione di governo, la Mayawati sarà corteggiata da tutti. "Sarebbe un simbolo straordinario - dice il suo biografo, lo storico Ajoy Bose - un'ascesa entusiasmante per tutti i dalit". Attenzione ai paragoni con Obama. La Mayawati è un personaggio molto ambiguo. "Affascinante e ripugnante", la definisce Gupta. La carriera politica le ha consentito di accumulare un patrimonio personale di 12 milioni di dollari e 72 case, più una collezione di diamanti che sfoggia senza imbarazzo nelle cerimonie ufficiali. Al suo partito si attribuiscono metodi mafiosi, la raccolta di fondi attraverso violenze e intimidazioni; uno dei suoi leader è un gangster in carcere per omicidio (ma la percentuale di criminali nel Parlamento di New Delhi è equamente ripartita fra tutti i partiti). Per cementare la sua base di consenso la Mayawati ha usato il clientelismo più sfrenato, con le assunzioni in massa di "intoccabili" nel pubblico impiego. Le opere pubbliche, la costruzione di strade e allacciamenti elettrici in 11.000 villaggi, sono state mirate per favorire le circoscrizioni elettorali fedeli e penalizzare le altre. Nonostante questo non sembra che la condizione delle caste inferiori nell'Uttar Pradesh sia migliorata rispetto al resto dell'India: il 45% dei dalit nei villaggi rurali continua a vivere sotto la soglia della povertà. Eppure la popolarità della Mayawati finora ha resistito. Perfino la sua ricchezza personale le giova. I dalit ne sono fieri, proiettano su di lei i propri sogni di riscatto economico. L'India delle élite urbane storce il naso di fronte a questo fenomeno che stigmatizza come "la politica della fedeltà castale". In realtà spesso è un comportamento più moderno e laico di quanto appaia: è un voto d'interessi e di scambio. Discendente di Nehru. Rahul Gandhi è la nuova star a cui l'establishment affida le speranze di riconferma della maggioranza di governo uscente. La politica indiana è ricca di queste ironie. Il rampollo che impugna la bandiera del "rinnovamento" è bisnipote di Nehru (leader dell'indipendenza, premier dal 1947), nipote di Indira Gandhi che governò negli anni Sessanta e Settanta, figlio del premier Rajiv Gandhi. La vedova di quest'ultimo, l'italiana Sonia Gandhi, tentò a lungo di tenere lontano il figlio dalla politica per proteggerlo dalla maledizione familiare: sia Indira che Rajiv morirono vittime di attentati terroristici, nel 1984 e nel 1991. Ma il senso del destino e della missione dinastica è stato più forte. La stessa Sonia è diventata presidente del Congresso, leader indiscussa di un partito che d'istinto cerca in questa famiglia i suoi padroni. Per il principino è iniziato il lungo addestramento alla successione. A suo modo anche lui ha dovuto superare degli handicap. Educato a Cambridge, nei primi comizi aveva perfino l'accento straniero. I mass media gli preferivano la sorella Priyanka, più astuta e con un carisma che ricorda la nonna Indira. Ma il Congresso si è messo disciplinatamente al servizio dell'erede maschio, ed è iniziata la "costruzione" della sua popolarità. Largo ai giovani. Lo slogan di Rahul - largo ai giovani - non è originale e tuttavia risponde a un bisogno reale. L'India è la superpotenza più giovane del pianeta: il 70% della sua popolazione ha meno di 40 anni. Eppure il suo premier uscente, Manmohan Singh, è un 76enne. Lo sfidante del partito nazionalista Bjp, L. K. Advani, ha 81 anni. Solo un decimo dei deputati ha meno di 40 anni. Con Rahul Gandhi si affaccia alla politica una nuova generazione che impone il suo stile e i suoi modi di comunicare: dilagano i comizi su YouTube, gli sms diventano il veicolo per diffondere attacchi agli avversari, pubblicizzare gli scandali. Perfino le suonerie dei telefonini sono messe al servizio della propaganda elettorale. L'incognita Bjp. In mezzo alla recessione globale, e mentre è fresco il ricordo della strage terroristica di Mumbai, i nazionalisti del Bjp hanno reclutato tra i loro candidati perfino un illustre transfuga della dinastia Gandhi, il 29enne Feroze Varun, cugino di primo grado di Rahul. Non è rassicurante questo partito d'ispirazione religiosa. L'uomo nuovo che avanza dentro il Bjp, Narendra Modi, è stato definito da Sonia Gandhi "un mercante di morte". Come premier dello Stato del Gujarat, ha sulla coscienza duemila morti: tanti furono i musulmani trucidati nelle violenze di massa scatenate nel 2002 dagli integralisti indù, nell'indifferenza delle autorità locali o addirittura con l'aiuto della polizia del Gujarat. Anche le comunità cristiane hanno subìto fiammate d'intolleranza brutale. Oggi la convivenza tra la maggioranza indù e la grossa minoranza musulmana (oltre 150 milioni) non è così tesa. L'attacco a Mumbai non ha suscitato appelli per rappresaglie indiscriminate: le radici di quel commando terroristico in Pakistan hanno deviato la tensione in politica estera. Cresce però un "leghismo" socio-economico che il Bjp ha cercato di intercettare. Nello Stato attorno a Mumbai, il Maharashtra, miete consensi la campagna contro gli immigrati di altre regioni che fanno concorrenza alla popolazione locale sul mercato del lavoro. La crisi e i comunisti. Chi rischia di pagare di più le tensioni economiche sono i comunisti, tradizionalmente forti nel Bengala occidentale. La sinistra è segnata dal "trauma della Nano". Il governo rosso di Calcutta appoggiò la costruzione degli stabilimenti del gruppo Tata per l'utilitaria più economica del mondo, suscitando aspre reazioni tra i contadini espropriati dei loro terreni. Quella guerra fra poveri - gli interessi della classe operaia contro l'India dei villaggi agricoli - ha lasciato un bilancio di morti e feriti, che pesa su questa votazione. I comunisti sono forse l'ultimo partito ideologico. Tra gli altri è difficile trovare autentiche differenze di valori: perfino il Bjp quando governò fino al 2004 mise la sordina al revanscismo indù. Di programmi si è discusso poco o niente in queste elezioni. La recessione globale spinge a una generica rivalutazione delle politiche economiche dell'epoca Nehru-Gandhi. Protezionismo, dirigismo, statalismo non erano mai veramente passati di moda in India; ora godono un revival legato alla crisi del modello americano. Nessuno si illude che da queste elezioni venga una svolta. M. J. Akbar, celebre opinionista musulmano, mi dice che "le aspirazioni dei poveri crescono così velocemente che nessuna politica e nessun governo possono soddisfarle". Anche Harish Kare, che dirige il quotidiano The Hindu, ha una visione disincantata di quel che la politica può fare: "La vera funzione del voto per noi è la catarsi. E' il momento in cui la democrazia ci unisce davvero perché rappresenta tutte le nostre diversità. La politica delle identità in India è molto più importante dell'arte di governare". (14 maggio 2009

Torna all'inizio


Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia (sezione: crisi)

( da "TTG Italia Online" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

14/05/2009 09.16 Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia Gli Stati Uniti temono che Italia e Francia facciano incetta di turisti e sono pronti a un'offensiva pubblicitaria per attrarre visitatori. A segnalare il disagio degli Usa nei confronti delle bellezze della Vecchia Europa è stato il senatore democratico Byron Dorgan, autore di un disegno di legge per creare un campagna nazionale coordinata capace di portare nel Paese turisti di tutto il mondo. Un'iniziativa paraltro mirata a rilanciare l'economia americana in un momento difficile. "Gli altri Paesi dicono 'Venite a Roma, venite a vedere le bellezze dell'Italia! Visitate Parigi! Venite a Londra!' - ha affermato Dorgan -. Sono impegnati in modo dinamico perché hanno capito che il turismo è' un enorme generatore di lavoro". Secondo i dati diffusi dalle aziende turistiche, i visitatori, durante un viaggio negli Stati Uniti, spendono in media 4 mila dollari a persona, generando un giro d'affari da 1.380 miliardi di dollari in ricavi (solo nel 2008) e garantendo 8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa 200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno

Torna all'inizio


Benzina e gasolio, prezzi schizzati alle stelle (sezione: crisi)

( da "Provincia Pavese, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Benzina e gasolio, prezzi schizzati alle stelle I consumatori: «Nella nostra provincia solo a Voghera costi secondo il mercato» PAVIA. In questi giorni tornano i record nelle stazioni di servizio. Una delle poche cose positive della crisi finanziaria mondiale era stato aver soffiato sul fuoco degli aumenti folli del prezzo del greggio: e gli automobilisti e autotrasportatori erano tornati a respirare quando, in particolare a Voghera, due mesi fa, il gasolio era sceso sotto l'euro. Ora torna il panico da distributore, con i prezzi di benzina e diesel che, a fronte della lenta discesa, sono scattati al rialzo alle prime avvisaglie di crescite del barile. Il prezzo consigliato della benzina è 1,259 euro al litro (Api, Ip e Total; 1,258 per Agip e Tamoil), mentre quello del gasolio è tornato sopra quota 1,1 euro al litro (Agip, Api, Ip, Q8 e Tamoil). E nei distributori pavesi? All'Agip di viale della Libertà la verde si paga 1,270 euro al litro, a Voghera in via Vittorio Emanuele (Agip) invece si toccano 1,272 euro. Ma non ci sono solo eccezioni negative: Gazzaniga in piazzale Quarleri a Voghera non ha sentito gli aumenti, e vende la senza piombo a 1,177 euro al litro e il diesel a 1,035 euro al litro, contro gli 1,117 e 1,114 euro (rispettivamente Agip e Esso) di viale della Libertà a Pavia. Per il diesel si è dunque tornati ai prezzi di metà dicembre 2008, mentre la benzina non vedeva quota 1,260 dalla fine di ottobre, quando il petrolio era quotato poco sotto i 65 dollari. Peccato che oggi il prezzo del petrolio sia intorno ai 60 dollari al barile. «Nella nostra provincia l'unica zona dove si praticano i prezzi in sintonia con le variazioni del prezzo del petrolio è quella di Voghera - denuncia Mario Spadini di Federconsumatori - alcuni distributori di Vigevano si collocano nel mezzo e il carburante a Pavia costa in media 15 centesimi in più che nelle altre zone e rispetto alla media Europea». Perché? «E' il costo della mancata razionalizzazione della rete. Ci sono troppe stazioni di servizio, la grande distribuzione non ha mai avuto la possibilità di gestire pompe proprie e c'è gli impianti mantengono intere famiglie. Inoltre i piccoli distributori i mettono d'accordo tra loro», afferma Spadini. Cesare Germani di Adiconsum (l'associazione dei consumatori che fa capo alla Cisl) allarga il discorso alla politica nazionale: «Noi avevamo proposto un adeguamento quasi automatico del prezzo della benzina a quello del greggio, ma i distributori non hanno accettato la proposta e avevamo per lo meno ottenuto uno sconto di 0,25 centesimi al litro». Sulla questione delle due velocità del prezzo dei carburanti, che sale in fretta e difficilmente scende, «il governo dovrebbe prendere una posizione». Inoltre è necessario un ripensamento sulla rete dei distributori: «Occorre che siano meno numerosi e più grandi - ribadisce Germani -, possibilmente sull'esempio di quelli europei che forniscono altri servizi, dalla ristorazione all'assistenza». Per fare cassa anche senza toccare i prezzi dei carburanti. Anna Ghezzi

Torna all'inizio


Bcc Aquara, 2008 in crescita (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Salerno credito Bcc Aquara, 2008 in crescita Aumentano utile, impieghi e patrimonio. Nuova filiale a Capaccio La Banca di credito cooperativo di Aquara archivia il 2008 con un bilancio in crescita. Aumentano utile, raccolta, impieghi e patrimonio. Sale anche il numero di soci e dipendenti. E' quanto comunica il direttore generale Antonio Marino, spiegando che sabato 16 si terrà in seconda convocazione l'assemblea dei soci per l'approvazione dei conti. Il responsabile rivela che l'istituto ha appena ricevuto dalla Banca d'Italia l'autorizzazione ad aprire una nuova filiale a Capaccio-Capo di Fiume, che porterà a otto gli sportelli complessivi nell'area di riferimento. Marino annuncia anche il finanziamento del Master di primo livello sul turismo, in collaborazione con l'Università europea e la Fondazione Giambattista Vico. falconio guidoni Esercizio 2008 con il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara nell'anno dello scoppio della crisi finanziaria internazionale. L'istituto, che opera in provincia di Salerno, chiude il bilancio con un utile netto in progresso del 5,65 per cento a 2,2 milioni di euro e con un patrimonio in crescita di quasi il 16 per cento a 17 milioni. Salgono anche raccolta diretta (che raggiunge i 160 milioni) e impieghi (che sfiorano i 100 milioni) rispettivamente dell'8,2 e del 2,5 per cento. La compagine sociale al 31 dicembre 2008 è composta da 966 soci con un incremento di 42 unità (più 4,5 per cento) rispetto al precedente anno; il numero dei dipendenti è composto da 34 unità con un incremento di quasi il 10 per cento. A rivelare i risultati è il direttore generale dell'istituto Antonio Marino, annunciando che sabato 16 si terrà, in seconda convocazione, l'assemblea dei soci per l'approvazione dei conti. Di recente, la Bcc di Aquara ha anche ottenuto dalla Banca d'Italia l'autorizzazione a svolgere l'attività bancaria nella nuova filiale di Capaccio-Capo di Fiume, che consentirà l'accesso rapido ai servizi finanziari anche per alcune contrade periferiche di Roccadaspide e di Capaccio. Ma i numeri non dicono tutto della banca di credito cooperativo. L'istituto, spiega Marino, continua a proporre con successo un "altro modo di fare banca", un modo più tradizionale, in un ottica di sicurezza e prudenza, che ha per scopi, il "bene comune", che sostiene l'economia reale e gli imprenditori capaci e meritevoli. E proprio in quest'ottica sono state istituite alcune iniziative che possono essere realmente d'aiuto a industriali, artigiani e famiglie. Vediamo alcuni esempi. Innanzitutto i finanziamenti dedicati a incentivare gli investimenti. Si tratta di prestiti a tassi agevolati con garanzia dei consorzi fidi. Poi i mutui per impianti fotovoltaici allo scopo di garantire risparmio energetico e sviluppare forme di energia alternativa. Inoltre la stipula di una convenzione con la Regione Campania per consentire condizioni agevolate agli agricoltori nell'ambito del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Infine, l'elaborazione di un pacchetto dedicato alle aziende agricole al fine di favorire lo sviluppo rurale ed evitare l'abbandono delle campagne salernitane. E poi c'è da evidenziare lo stretto legame della banca di credito cooperativo con il territorio, che si mette in luce soprattutto attraverso gli interventi a sostegno di iniziative culturali, sportive, sanitarie e sociali. Soltanto nel 2008 sono stati stanziati contributi e sponsorizzazioni per circa 400mila euro. Come ogni anno la Bcc di Aquara, presieduta da Luigi Scorziello, si occupa anche dei giovani nella consapevolezza che si tratta della classe dirigente del futuro e rappresenta il Paese che vogliamo costruire, prosegue Marino. "Segnaliamo in particolare - annuncia il direttore generale - il finanziamento del Master di primo livello sul turismo che si svolgerà a Capaccio in collaborazione con l'Università Europea e la Fondazione Giambattista Vico, l'assunzione di giovani laureati mediante l'appoggio a una azienda esterna e secondo criteri rigidamente meritocratici e l'incoraggiamento agli studenti meritevoli attraverso le consuete borse di studio". Il bilancio in pillole Dati Valore Var. % sul 2007 Raccolta diretta 160 mln € +8,20% Impieghi 99 mln € +2,49% Patrimonio 17 mln € +15,65% Utile netto 2,2 mln € +5,65% Soci 966 +4,55% Dipendenti 34 +9,68% Sportelli 7 +16,67% Bilancio 2008 tutto con il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara, che archivia lo scorso esercizio con un utile netto di 2,2 milioni del 14-05-2009 num.

Torna all'inizio


CdC Ferrara: "Continuità competitiva d'impresa" (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

CdC Ferrara: "Continuità competitiva d’impresa" (14/5/2009 10:09) | (Sesto Potere) - Ferrara - 14 maggio 2009 - Minacciate dal ricambio generazionale. Le piccole e medie imprese ferraresi non devono fare i conti solo con l’alta pressione fiscale, la concorrenza cinese e l’onda lunga della crisi finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita delle PMI c’è anche il ricambio generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della Camera di Commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale, ed è particolarmente attuale e rilevante nel nostro territorio, dove molte imprese stanno affrontando o dovranno affrontare nel breve periodo il problema della continuità generazionale. A Ferrara infatti, al 31 marzo 2009, erano 2.583 gli imprenditori con i capelli bianchi (l’11,1% del totale), 586 dei quali erano donne. Un fenomeno in costante crescita (+ 3,7%): nello stesso periodo del 2004, infatti, i nonni imprenditori in provincia di Ferrara erano 2.492, di cui 496 donne. E sono soprattutto le imprenditrici, che costituiscono poco meno di un quarto di questo universo di imprese gestite da over 70, a registrare, negli ultimi cinque anni, l’incremento più rilevante (+18,1%). Questo il quadro che emerge da un’elaborazione dell’Osservatorio dell’economia dell’Ente di Largo Castello sui dati del Registro delle imprese al primo trimestre 2009 e 2004. Ma quali i problemi più rilevanti che le imprese ferraresi si trovano ad affrontare? L’indagine della Camera di Commercio parla chiaro: la scarsa disponibilità alla delega da parte dell'imprenditore "uscente"; la complessità nel processo di trasferimento delle competenze (di mestiere e/o professionali e/o manageriali, a seconda dell'attività) e delle reti di relazioni, che in genere richiede un lungo periodo di affiancamento; la condivisione della visione strategica tra vecchie e nuove generazioni; la disponibilità di risorse finanziarie; la burocrazia; l’assenza di pianificazione. E le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Camera di Commercio (100.000 euro) per le imprese ferraresi che si apprestano ad affrontare il passaggio critico del ricambio generazionale potranno essere spese proprio per azioni di affiancamento nei confronti del sistema bancario, di consulenza specialistica e di assistenza diretta per valorizzare la propensione all'innovazione ed il patrimonio di conoscenze già acquisite dall’impresa. L’esortazione della Camera di Commercio: “Basta parlare di ricambio generazionale ma, piuttosto, di continuità competitiva d’impresa”. Come attendersi infatti - fanno sapere dall’Ente camerale - un entusiasmo ad affrontare il tema trasmissione d'impresa, se tuttora fonti autorevoli lo definiscono "trapasso generazionale"? Anche altre espressioni (lo stesso "ricambio generazionale") non inducono certo al pensare positivo. Le parole sono pietre, e l'evocazione della morte (trapasso) o dell'accantonamento (ricambio) costituiscono forti deterrenti a un approccio psicologico costruttivo da parte di coloro - gli imprenditori senior - che detengono il potere. Accade così che gli imprenditori non segnalino questo problema fra quelli che sentono vivi, mentre invece lo hanno semplicemente rimosso, e gli operatori sottovalutano il rischio strisciante, a loro volta rimandando un problema spinoso a trattarsi. Ignorare questi aspetti è un boomerang: proprio uno psicologo, Daniel Kahneman, si è visto attribuire nel 2002 il premio Nobel per aver messo a fuoco l'influenza dei fattori psicologici nei processi decisionali, in particolare nella presa di rischio. Incominciare allora a parlare di continuità competitiva non si rivela una scelta nominalistica, ma sostanziale. Essa codifica a un tempo l'obiettivo futuro - la continuità dell'impresa - e la corretta mira a un'autonomia vitale sul mercato.

Torna all'inizio


EUROPEI 2012. MEGLIO LA POLONIA, MA LA SITUAZIONE È ABBASTANZA SERIA. PLATINI PREOCCUPATO Allarme Ucraina: solo Kiev va benino, ma non per la finale (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

EUROPEI 2012. MEGLIO LA POLONIA, MA LA SITUAZIONE È ABBASTANZA SERIA. PLATINI PREOCCUPATO Allarme Ucraina: solo Kiev va benino, ma non per la finale Giovedì 14 Maggio 2009, Bucarest Va sempre peggio per gli europei del 2012. Nella riunione del Comitato esecutivo Uefa, riunito a Bucarest, in Romania, l'allarme è praticamente scattato, dopo l'annuncio di ieri della prime scelte. Non c'è molto da stare allegri. Sono stati individuati quattro siti in Polonia (la capitale Varsavia, poi Poznan, Wroclaw e Danzica) e solo uno in Ucraina, la capitale Kiev. Per quanto riguarda il Paese co-organizzatore, l'Ucraina, l'Uefa ha concesso una proroga su altri tre siti (Lviv, Donetsk e Karkov) che soddisfano i criteri. La capitale Kiev è, al momento attuale, l'unica città ucraina giudicata conforme, ma solo per ospitare partite dal primo turno alla semifinale. «La finale sarà giocata a Kiev solo se entro il 30 novembre saranno soddisfatte specifiche condizioni riguardo allo stadio, alle infrastutture aeroportuali, al trasporto regionale e all' accoglienza», ha precisato Platini (nella foto). Il presidente Uefa non si era mai pronunciato sulla scelta dei siti. Ma le sue dichiarazioni, durante le visite in loco il mese scorso, erano state molto più entusiastiche in Polonia che in Ucraina. Gli esperti che si occupano degli aspetti tecnico-logistici sono in effetti complessivamente soddisfatti del piano di lavoro polacco ma molto preoccupati, per la situazione nella Repubblica ex sovietica. Donetsk, ad esempio, si è dotata in uno stadio avveniristico (l'Arena Donbass), ma presenta carenze nelle capacità di accoglienza e nei mezzi di trasporto, come pure sono giudicati eccessivi i prezzi degli alberghi della zona. Più in generale, l'Ucraina è duramente colpita dalla crisi finanziaria mondiale e scossa da crisi politiche a ripetizione.

Torna all'inizio


Bond, opportunità o bolla? (sezione: crisi)

( da "Morningstar IT" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Meglio saperne di più, prima di liberarsi del salvagente dei bond. Le obbligazioni nel 2008 sono state uno dei pochi asset che è riuscito a tenersi a galla durante la tempesta dei mercati. Mentre l'indice azionario Msci World (calcolato in euro) ha perso più del 39%, il Citi dedicato al debito è riuscito a salire di oltre il 16,5%. Tanto che alcuni operatori hanno iniziato a paventare il rischio di una bolla speculativa in arrivo sui bond. Sono paure giustificate? Oppure le obbligazioni sono ancora un'opportunità di investimento? E se sì, quali sono quelle da scegliere e quelle da cui è meglio difendersi? A queste e ad altre domande sul mondo dei bond sarà data risposta durante il convegno "Il futuro dell'investimento nei mercati obbligazionari: opportunità o bolla?", che si terrà il 21 maggio all'ITForum di Rimini, la fiera dell'investimento e del trading organizzata da Morningstar, Traderlink e Trading Library. Per Alessandro Aspesi, country manager di Threadneedle in Italia e relatore a Rimini, per quanto riguarda i government non ci troviamo di fronte a una bolla. La discesa del tasso di inflazione e l'aumento della capacità di risparmio nelle economie sviluppate dovrebbero favorire un abbassamento e non un innalzamento dei rendimenti. Il quadro è più incerto, invece, per il mercato corporate, dove molti titoli incorporano già nei prezzi il difficile scenario economico. In questo caso, aggiunge Aspesi, è necessario capire bene fin dove si spingeranno i programmi dei governi per garantire i titoli e la liquidità. Alla luce di questo è meglio aumentare l'esposizione ai bond societari in maniera metodica e con un chiaro focus sul rischio emittente, dal momento che il tasso di bancarotta aziendale potrebbe aumentare. Il convegno si concentrerà anche sull'investimento in obbligazioni strutturate e sui profili di rischio nell'investimento in bond. Due argomenti che viaggiano a braccetto. Con la crisi finanziaria, infatti, è emerso che a molti investitori sono state proposte le prime, ma non sono stati sufficientemente spiegati i secondi. Per consultare l'intero programma dell'ITForum, clicca qui Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi Eurizon EasyFund Equity North America Epsilon QValue Epsilon QEquity Carige Azionario Internazionale Articoli correlati Gli hedge rialzano la testa Finanza sostenibile per ricostruire... Link Correlati

Torna all'inizio


(sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

il prc dopo la decisione del gup «Il rinvio a giudizio per i parcheggi una vittoria di migliaia di cittadini» «Il rinvio a giudizio dei protagonisti dell'"affaire" parcheggi fa giustizia delle tante proteste dei cittadini, protagonisti di diversi esposti sottoscritti da migliaia di catanesi». Lo affermano in una nota il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Pierpaolo Montalto, e il responsabile politiche comunali Marcello Failla, all'indomani della decisione del Gup che ha disposto il rinvio a giudizio per otto imputati, fra ex amministratori, funzionari e imprenditori, accusati di abuso d'ufficio aggravato e continuato in concorso. «In questo appalto - affermano i due esponenti del Prc - l'amministrazione comunale ha agito nella più totale violazione delle norme: le buste sarebbero state aperte anticipatamente e illegittimamente per favorire alcune imprese, i punteggi sarebbero stati attribuiti in modo discrezionale ed immotivato, mentre i progetti sono stati successivamente modificate con semplici scritture private, regalando agli imprenditori migliaia di metri quadri di superficie per negozi. Attendiamo quindi l'esito del processo, valutando positivamente l'operato della magistratura che ha così accolto le ragioni dei tanti cittadini dei comitati sorti spontaneamente contro la realizzazione dei parcheggi sotterranei». Secondo il Prc, la vicenda dei parcheggi in project financing «dimostra ancor di più la grave commistione tra politica ed affari, che è tra le cause della pesante crisi finanziaria creata negli anni di disamministrazione del sindaco Scapagnini e del centrodestra».

Torna all'inizio


Moglie e figlia del boss Nino Cavallopatteggiano e ritornano in libertà (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Moglie e figlia del boss Nino Cavallo patteggiano e ritornano in libertà Patteggiano la pena e tornano libere la moglie e la figlia del boss Nino Cavallo, incriminate lo scorso ottobre per usura con l'inchiesta "Pro domo sua" e raggiunte - tre mesi più tardi - da un altro provvedimento con il quale si videro contestare l'aggravante mafioso. Giuseppa Ciaramella e la figlia Lorena Cavallo (difese dagli avv. Carmelo Tuccio, Deana Scarpulla e Diego Perricone) ieri hanno patteggiato la condanna a 2 anni ciascuno beneficiando della sospensione condizionale della pena. Perciò ieri stesso sono tornate in libertà. L'udienza per il patteggiamento si è celebrata davanti al Gup Lauricella che, se da un lato ha ratificato il patteggiamento delle due donne, dall'altro ha rigettato la richiesta di patteggiamento degli altri due incriminati con la stessa inchiesta. Sono Giuseppe Cavallo, figlio del boss Nino, e Leonardo Caruso, quest'ultimo fidanzato di Lorena Cavallo. I due - che oltre al reato di usura con l'aggravante mafioso, si sono visti contestare anche le lesioni - avevano chiesto di patteggiare la pena a 2 anni ciascuno, senza condizionale. Istanza alla quale la Procura distrettuale aveva espresso parere favorevole. La famigliola di "cravattari" fu smascherata ad ottobre dagli agenti del Commissariato di Ps e da quelli della Mobile di Caltanissetta al culmine di un'indagine che si avvalse delle ammissioni della presunta parte offesa, un imprenditore edile di 28 anni che per 6 anni era stato "spremuto " dalla "spa dello strozzo". Era il 2002 quando l'imprenditore - stretto dalla necessità - si rivolse ai Cavallo per risolvere la crisi finanziaria che stava attraversando. E la Ciaramella gli avrebbe offerto il suo "aiuto". A fronte di un debito di 62 mila e 500 euro, in sei anni ne avrebbe restituiti 285 mila. Il debito era lievitato a causa del 10 % di tasso mensile di interessi applicato. Per i debiti accumulati, la vittima si sarebbe rivolto a Caruso dal quale avrebbe ricevuto un prestito di 10 mila euro. Ma quando lo scorso ottobre fu pestato perchè da lui il gruppo pretendeva altri 26 mila euro per interessi non pagati, la polizia accelerò le indagini ed arrestò gli strozzini. D.V.

Torna all'inizio


Il valore del growth (sezione: crisi)

( da "Morningstar IT" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Le fasi dei mercati, oltre che dalle aspettative dei rendimenti, vengono influenzate anche dai differenti approcci d'investimento. Fino a 4-5 anni fa, quando l'ottimismo e la convinzione in una "crescita infinita" non erano ancora stati intaccati dallo scoppio della crisi finanziaria, era quasi scontato puntare su di una strategia growth piuttosto che sulla contrapposta strategia value. La pessima congiuntura mondiale ha portato molti investitori a prediligere esposizioni meno rischiose. Ma vediamo innanzitutto quali sono le differenze principali tra questi due approcci. La strategia growth si contrappone alla strategia value. La prima cerca di selezionare titoli con forti potenziali di crescita (possibilmente già in atto, quindi non va in cerca scommesse), attribuisce un'importanza relativa al prezzo attuale, cerca una redditività molto alta e non necessariamente si cura dell'indebitamento (sintomo di forti investimenti), dei margini già alti e della capitalizzazione. Inoltre, predilige aziende che non distribuiscano dividendi o, se proprio lo devono fare, che abbiano una payout ratio (cioè la porzione percentuale dell'utile netto destinato ad essere distribuito agli azionisti) molto bassa. Al contraio, la strategia value cerca di selezionare le aziende già affermate nel loro settore di appartenenza, in genere large cap, molto solide finanziariamente (basso indebitamento e alta redditività) e ad un prezzo spesso "sottovalutato" dal mercato; dalle quali ci si aspetta un crescita moderata, ma costante, del fatturato, degli utili e dei flussi di cassa e di conseguenza del prezzo. In generale, si può affermare che gli investitori che prediligono incrementi in conto capitale dovrebbero indirizzarsi verso titoli growth a fronte di una rischiosità superiore, mentre coloro che richiedono un'elevata distribuzione di dividendi dovrebbero indirizzarsi verso azioni value. La ragione principale che sta alla base dello stile growth è molto semplice, dice Michel Wetser, Portfolio specialist growth di Ing IM Italia. Questa via garantisce migliori rendimenti nel tempo, pur presentando un grado di rischio superiore agli investimenti value. L'evidenza sembra dargli ragione. Confrontando le performance degli indici Msci World Growth e Msci World Value notiamo come, da inizio anno, il primo abbia guadagnato il 3,1%, mentre il secondo abbia perso quasi un punto percentuale (elaborazione Morningstar Direct, al 13 maggio in dollari). Se confrontiamo i rendimenti a 3 anni annualizzati, incontriamo in entrambi i casi delle perdite, ma l'indice growth è sceso meno (-9,6% contro il -11,8% dell'indice value). Certo è che l'investitore oggi si trova confuso e non è sempre facile capire quali siano i rischi e le opportunità dello scenario attuale. Il rischio principale è che la situazione economica peggiori, spiega Wetser, mentre è molto difficile dire cosa accadrà nel futuro. Bisogna aspettare due o tre anni, in modo che la situazione si stabilizzi. In ogni caso, consiglia, è meglio non puntare sul market timing, ma invece pianificare un piano di accumulo di capitale, così da entrare sul mercato un passo alla volta. La composizione di un portafoglio diversificato di stile growth passa dall'individuazione dei c.d. growth drivers, quali l'innovazione dell'industria, il comportamento dei consumatori o i cambiamenti sociali e politici, per poi focalizzarsi su una attenta stock selection, che si basa su diversi fattori come la qualità del management, la posizione competitiva, la qualità del prodotto o servizio offerto e la capacità di innovare. Attualmente il gestore, che non si basa quindi su di una diversificazione geografica o settoriale, ma sull'analisi della singola azienda, trova più interessante l'esposizione verso i mercati emergenti, in particolar modo asiatici. Il Vecchio continente, in un ottica growth, risulta invece meno attrattivo, principalmente a causa degli alti costi lavorativi. Valerio Baselli è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi Morningstar Awards: vota la società... Morningstar awards: scegli i fondi... Morningstar Awards: scegli i fondi... Promotori, kamikaze o imprenditori? Articoli correlati Link Correlati

Torna all'inizio


Unipol: il comparto bancario ritorna all'utile nel primo trimestre (sezione: crisi)

( da "Trend-online" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

Unipol: il comparto bancario ritorna all'utile nel primo trimestre NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 14.05.2009 17:44 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Unipol Gruppo Finanziario, riunitosi in data odierna, ha approvato il rendiconto intermedio di gestione al 31 marzo 2009. Il trimestre si chiude con un utile netto consolidato di Gruppo pari a 41 milioni di euro ed è caratterizzato da un soddisfacente incremento della raccolta diretta rispetto ai primi tre mesi del 2008, grazie soprattutto al contributo del settore Vita (+160,3%), da un leggero decremento del settore Danni (-1,2%) mentre il comparto bancario segna un ritorno all’utile, dopo le importanti rettifiche su crediti dubbi effettuate nel 2008. Rispetto all’ultimo trimestre del 2008, più omogeneo in termini di quadro economico generale, il Gruppo UGF evidenzia un netto miglioramento dei risultati. “In un contesto ancora profondamente e pesantemente segnato dalla crisi finanziaria e dalla recessione economica, il Gruppo UGF conferma tutta la propria forza sul mercato e le proprie potenzialità di crescita, insieme ad una strutturale solidità patrimoniale ed equilibrio finanziario” sottolinea l’Amministratore Delegato Carlo Salvatori, che aggiunge: “Il risultato economico positivo del primo trimestre, soprattutto se confrontato con l’ultima parte del 2008, costituisce un segnale positivo che rafforza la validità delle scelte che il Gruppo ha compiuto e sta compiendo per affrontare la difficile situazione dei mercati e determinare le condizioni per conseguire migliori performance nel 2009”. Nel comparto assicurativo la raccolta diretta complessiva ammonta a 2.683 milioni di euro (+60% sullo stesso periodo dello scorso anno). Si distinguono per volume di crescita i rami Vita, con una raccolta diretta pari a 1.661 milioni di euro (+160,3%), grazie al contributo sia di BNL Vita, che realizza premi per 1.152 milioni di euro (+645%), sia di UGF Assicurazioni, che consegue una segue pagina >>

Torna all'inizio


"La crisi finanziaria internazionale: cause e prospettive". Un incontro a Reggio (sezione: crisi)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 14-05-2009)

Argomenti: Crisi

“La crisi finanziaria internazionale: cause e prospettive”. Un incontro a Reggio REGGIO CALABRIA. Su iniziativa congiunta della Cattedra di Economia dell’Università per Stranieri “D. Alighieri” e dell’Assessorato al Bilancio della Provincia, domani alle ore 10,30 nella Sala Biblioteca del Palazzo della Provincia, il Ch.mo prof. Giovanni Palmerio dell’Università LUMSA di Roma terrà una pubblica conferenza su : “LA CRISI FINANZIARIA INTERNAZIONALE : CAUSE E PROSPETTIVE”. L’attuale grave crisi economica internazionale nata in ambito finanziario-monetario è venuta a intersecarsi con altri aspetti di crisi a livello mondiale, provocando così pesanti ricadute specialmente per i paesi più poveri. La sfida che si apre, dunque, è duplice: da un lato è quella di imboccare con decisione il lungo percorso della riformulazione delle regole di funzionamento del sistema finanziario internazionale, così come si è iniziato a fare nei più recenti vertici economici. Dall’altro, quella di mirare al coordinamento delle politiche economiche, soprattutto per quanto riguarda la lotta alla povertà e lo sviluppo. Dopo l’economicismo degli anni novanta, si apre, anche a motivo della crisi in atto , un tempo di ripensamento morale sugli strumenti, le regole e le finalità dell’economia internazionale. Su questi aspetti e su quelli di più immediata ricaduta per l’economia locale, discuteranno, tra gli altri, l’Assessore al Bilancio dr. Francesco Surace e il prof. Antonino Gatto, cui è affidata la conclusione dei lavori. (14-05-09)

Torna all'inizio