CENACOLO
DEI COGITANTI |
Il denaro costa caro anche
per chi fa credito ( da "Stampa,
La" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: «La crisi finanziaria sta
condizionando il settore del credito a livello mondiale, ma la nostra banca sta
superando questa prova. Oggi lo spread sui mutui erogati da Intesa Sanpaolo è
più basso di quello applicato pochi anni fa. Non stiamo cercando di guadagnare
di più.
"La crisi si attenua,
la svolta è vicina" ( da "Stampa,
La" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La febbre dei mercati finanziari è
scesa «a un livello precedente al crac della Lehman Brothers» sostiene il
presidente della Bce. Di questo si è parlato ieri a Basilea nella bimestrale
riunione del Global Economy Meeting, l'ex G-10, di cui Trichet è presidente di
turno.
Il mercato immobiliare
nella crisi secondo la Banca Albertini Syz & Co
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontro affronterà le tematiche
d'attualità del settore, puntando l'occhio sugli effetti della crisi
finanziaria. Interverranno l'ad della banca Alberto Albertini, l'esperto
finanziario nonché partner del Gruppo Angelo Drusiani, Silvia Ferrero, consigliere
della sgr del Gruppo, e la direttrice della filiale di Bologna Ernestina
Anceschi.
Ubi, il titolo sprofonda
sull'S&P/Mib dopo trimestrale deludente
( da "Finanza e Mercati"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: L'utile normalizzato (ripulito
dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) si è attestato invece
a 98,6 milioni (-47,4%). Ieri, in sede di conference call, il consigliere
delegato Victor Massiah ha aggiunto che «non ci sono stati significativi
cambiamenti nel core tier 1», che a fine 2008 era del 7,09%.
DUE O TRE problemini. O,
forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo vivendo. Il fut...
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: LA CRISI. E poi c'è il problema dei
soldi. La crisi finanziaria sta creando, ovviamente, molte difficoltà a tutti i
club. Ci sono sponsor in fuga e finanziatori che fanno passi indietro. In uno
sport in cui già si fatica a far quadrare i bilanci, tutto questo può essere
devastante.
cassa integrazione, più
ore che nel 2007 ( da "Nuova
Venezia, La" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: prima che si sentissero gli effetti
della crisi finanziaria internazionale. Considerando i primi 4 mesi del 2009 la
provincia in valore assoluto, e ancora di più in proporzione alla consistenza
dell'apparato industriale e delle costruzioni, più colpita è Belluno che ha
consumato poco meno di 2,9 milioni di ore di Cig.
puntiamo a far rinascere
il gioco ( da "Tirreno,
Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il Pdl ha richiesto la convocazione
di un consiglio comunale "ad hoc" sulla crisi finanziaria della
Fondazione Gioco del Ponte e sul progetto di Fondazione Monifestazioni
Storiche, per stimolare una presa di posizione trasversale a favore del Gioco e
per sollecitare una pausa di riflessione sul progetto di nuova Fondazione
insistentemente portato avanti dalla Giunta.
Ripresa lontana ma la
crisi rallenta ( da "Giorno,
Il (Varese)" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria, è stato
registrato un incremento nel numero di ore autorizzate di Cassa integrazione
ordinaria e nel primo trimestre del 2009 questa tendenza si è ulteriormente
accentuata: sono state autorizzate 5.674 mila ore di Cassa Integrazione
Ordinaria, in aumento rispetto al trimestre precedente e pari a circa quattro
volte le ore autorizzate nei primi tre mesi del 2008.
Caro-casa, idee dalla Lega
( da "Giorno, Il (Sondrio)"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un periodo di grave crisi
finanziaria. Considerando a fondo questi aspetti e prendendo esempio da altri
Comuni vicini il gruppo consiliare Lega Nord pone all'attenzione del Consiglio
comunale una idea che pur non toccando le casse del Comune potrebbe di molto
facilitare chi ha intenzione di por mano alle proprie unità immobiliari».
L'equità muove la crescita
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Micossi I l vivace dibattito sulla
crisi finanziaria, avviato sul Sole 24 Ore con lo stimolante articolo di Guido
Tabellini, già mostra che gli economisti non hanno una diagnosi condivisa sulle
cause, i rimedi e gli effetti sugli assetti del capitalismo. Provo a
contribuire a questa discussione sottolineando quattro punti che potrebbero
aiutare a far convergere le opinioni sui rimedi.
Impiegata una parte della
garanzia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il fondo di stabilizzazione dei
mercati finanziari Soffin. Lo riferisce il quotidiano economico-finanziario
tedesco Handelsblatt, anticipando un servizio che sarà pubblicato oggi. La
Soffin ha messo a disposizione delle banche fino a 400 miliardi di garanzie. Di
questa somma, sono state assegnate finora soltanto 132,9 miliardi, ma solo due
terzi sono stati utilizzati dalle banche,
Senza interessi privati il
mondo resta fermo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Nuove regole Senza interessi
privati il mondo resta fermo di Franco Debenedetti C i sono interessi
all'origine di questa crisi finanziaria, di attori privati e di attori
pubblici. Ci sono interessi nei rimedi che i governi stanno adottando per
scongiurarne il ripetersi. Gli interessi possono contrapporsi o allearsi; ogni
causa è essa stessa l'effetto diun'altra causa a monte;
ROMA Il peggio è passato,
sul fronte della crescita economica siamo vicini al punto ...
( da "Messaggero, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e dai mercati finanziari arrivano
segnali incoraggianti, «sembrano tornati alla situazione precedente al
fallimento di Lehman Brothers». Parola di Jean-Claude Trichet, presidente della
Bce, e confermate dal fatto che i governatori delle banche centrali dei paesi
forti e di quelli di nuova industrializzazione cominciano a porsi ora un
problema diverso:
I governatori delle banche
centrali della Bri registrano segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo
shock del fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere
( da "Messaggero, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Martedì 12 Maggio 2009 Chiudi I
governatori delle banche centrali della Bri registrano segni di miglioramento
nei mercati finanziari: lo shock del fallimento di Lehman Brothers di metà
settembre sta per essere archiviato
Indici giù, corre
Lottomatica ( da "Corriere
della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa
Indici giù, corre Lottomatica Bancari Banco Popolare sale ancora (+5,08%), Ubi
Banca (-7,14%) maglia nera È iniziata all'insegna del ribasso la settimana a
Piazza Affari, con l'S&P-Mib che ha ceduto l'1,51% e il Mibtel l'1,57%.
Vola Pirelli Re dopo le
vendite di Puri Negri ( da "Corriere
della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Vola
Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri (g.fer.) L'ex amministratore delegato
Carlo Puri Negri ha dimezzato la propria partecipazione in Pirelli Real Estate,
scendendo a poco più dell'1% del capitale.
Trichet vede i primi segni
di ripresa ( da "Corriere
della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Sui mercati finanziari, invece, il
miglioramento è sostanziale. La situazione sembra essere tornata, ha affermato
Trichet, a prima del crac della Lehman. Di segno positivo sono anche le
indicazioni che arrivano dall'Ocse. Secondo gli economisti dell'organismo che
rappresenta i paesi maggiormente industrializzati,
Tapie: no all'Opa. Club
Med va in altalena ( da "Corriere
della Sera" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia
Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il caso a Parigi Tapie: no
all'Opa. Club Med va in altalena (g.fer.) Il finanziere Bernard Tapie continua
a puntare sul Club Med, ma non lancerà un'Opa ostile, perché «si rifiuta di
intraprendere un'azione conflittuale».
Chiude la società che
combatte l'Aids ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in crisi finanziaria, licenzia
diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto
dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso
sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di
lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca a
Macchiareddu,
Chiude la società che
combatte l'Aids. ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in crisi finanziaria, licenzia
diciotto dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto
dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i lavoratori posso
sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità. Dieci anni di
lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova di zecca nella
zona industriale di Macchiareddu,
Bill Gates: la crisi? Il
capitalismo diventerà più creativo
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E all'inizio del 2009, nel pieno della
crisi finanziaria globale, ha ribadito quel messaggio in una lettera aperta
pubblicata dalla Gates Foundation. «La prima epistola di San Bill», ci ha
scherzato sopra l'Economist. Mister Gates, crede che qualcosa sia cambiato da
quando ha lanciato il suo 'manifesto politico'?
Banche poco elastiche con
il credito ( da "Nuova
Ferrara, La" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il problema si è acuito con la
crisi dei mercati finanziari, oggi più le banche richiedono garanzie e più
diventa importante il ruolo dei consorzi fidi». L'aiuto che gli imprenditori si
aspettano ancora latita. «Le banche - dice Borsetti presidente Ascom Ferrara -
dopo la crisi finanziaria, hanno stretto molto i cordoni.
Nissan, perdita netta
esercizio 2008 pari a 233,71 mld di yen
( da "Finanza.com" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La recessione economica globale e
la crisi finanziaria continuano, ma stiamo iniziando a vedere i primi segnali
di miglioramento nell'accesso al credito, nell'impatto del pacchetto stimoli
del Governo e nel graduale ritorno della fiducia dei consumatori?, osserva
Carlos Ghosn, presidente e ceo di Nissan.
Costo del denaro, rincari
record ( da "Denaro,
Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apice della crisi finanziaria
internazionale. E' oltre un anno, secondo Via Nazionale, che i tassi di interesse
pagati in regione da imprese e famiglie aumentano. In particolare, i tassi
applicati dalle banche per i prestiti da zero fino a 5 milioni di euro, fido
accordato di solito alle Pmi, restano i più cari a livello nazionale.
trichet vede la svolta:
"toccato il fondo" - elena polidori
( da "Repubblica, La"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giuridiche per rendere i mercati
finanziari più trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti - e non da oggi
- è convinto che «tempi straordinari richiedono misure straordinarie» e che nel
mondo c´è «un deficit» di principi e di etica che va colmato. Vorrebbe
cominciare a porre mano ad un nuovo ordine mondiale che consenta di non
ripetere gli errori commessi finora.
la malattia dell'europa -
(segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che ha grandi colpe nei ritardi con
cui l´Europa ha reagito alla crisi? Bene anche che i singoli candidati (alle
europee possiamo ancora sceglierli!) dicano ora se vogliono più o meno Europa
nell´affrontare le sfide globali che ci stanno di fronte, dalla crisi
finanziaria all´immigrazione. C´è un semplice modo per capire da che parte
stanno.
Quando la religione viene
sfigurata ( da "Giornale.it,
Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma la decisione non può dirsi
ancora definitiva perché Benedetto XVI ha voluto "ristrutturare" il
paragrafo dedicato alla crisi finanziaria che ha messo in ginocchio le economie
mondiali. Sabato scorso, a Castelgandolfo, sono arrivati per un mini-summit i cardinali
Angelo Bagnasco, presidente della Cei; Camillo Ruini, suo predecessore; Angelo
Scola, patriarca di Venezia;
Saras, pesa la riduzione
della domanda di petrolio ( da "Soldionline"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: specie per i paesi più
industrializzati, il management crede che l?impatto della crisi finanziaria sia
già stato ampiamente scontato, “sia in termini di calo dei consumi che in
termini di ridotti margini di raffinazione”. Saras aveva chiuso il 2008 con un
utile di 327 milioni di euro. -->
Banche: ok a
ricapitalizzazione Allied Irish ( da "Trend-online"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La Commissione europea ha approvato
la sua ricapitalizzazione da parte del governo irlandese, un'operazione
d'emergenza da 3,5 miliardi di euro. Bruxelles ha ritenuto che l'operazione
rispetta le linee guida sugli aiuti di Stato messe a punto dalla stessa
Commissione per fare fronte alle conseguenze della crisi finanziaria.
UN ANNO DI GOVERNO: SANITÀ
( da "Lavoce.info" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: intervento ex-post dello Stato in
caso di crisi finanziaria. Ma la qualità delle amministrazioni migliora troppo
lentamente e le aspettative di ripiano a favore delle Regioni ?canaglia? sono
in qualche misura sostenute dallo stesso governo centrale. Da questo punto di
vista, il commissariamento di se stessi, pur in presenza di un ?
UN ANNO DI GOVERNO: FISCO
( da "Lavoce.info" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: hanno poi particolarmente sofferto
la caduta del prezzo del petrolio e la crisi finanziaria e, nel caso delle
banche, sono anche stati oggetto di successivi interventi di sostegno. Col
senno di poi, anche la detassazione degli straordinari, introdotta sull?onda
del successo elettorale, si è presto rivelata anacronistica.
La presidente torna nella
Marca il 6 giugno a Venegazzù ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Si legge nella presentazione - Una
gravissima crisi finanziaria si è abbattuta sull'intero sistema bancario
internazionale colpendo anche l'economia reale. Il sistema produttivo
trevigiano si è dovuto misurare con un sensibile calo della domanda, con una
restrizione del credito e con il mutamento delle attitudini d'acquisto dei consumatori.
UN ANNO DI GOVERNO
BERLUSCONI - PARTE I ( da "Lavoce.info"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: PENSIONI, di Agar Brugiavini
PRIVATIZZAZIONI, di Carlo Scarpa SCUOLA, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli
UNIVERSITÀ, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli MERCATI FINANZIARI, di Marco
Onado GIUSTIZIA, di Carlo Guarnieri IMMIGRAZIONE, di Maurizio Ambrosini
EDILIZIA ABITATIVA, di Raffaele Lungarella ...
L'Iran apre a Obama (anche
per timore dei talebani). ( da "Giornale.it,
Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: eppure su 13 domande neanche una
era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall
Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President:
l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata
scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, notizie nascoste,
Vittoria Ass.: raccolta
complessiva in calo a 145 mln nel 1 trimestre
( da "Trend-online" del
12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il risultato risente del perdurare
della crisi finanziaria che ha ridotto i proventi patrimoniali. In particolare,
nel segmento immobiliare il Gruppo ha registrato un allungamento dei tempi di
vendita, pur vedendo confermata la validità dei listini proposti. Il trimestre
conferma le previsioni sull?
Stress-test truccato dalla
Fed e da Geithner, ecco la prova ( da "Giornale.it,
Il" del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: eppure su 13 domande neanche una
era riferita alla crisi finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall
Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President:
l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata
scappare. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, notizie nascoste,
Confartigianato
ForlìCesena, insoluti alle imprese: un costo sociale oltre che economico
( da "Sestopotere.com"
del 12-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria, esiste il
concreto rischio che le difficoltà economiche vissute dagli imprenditori
finiscano con il travalicare nella sfera della cronaca, come è accaduto
recentemente anche nel nostro territorio. Al di là della vicenda, della quale non
entriamo nel merito, occorre la consapevolezza che i temi delle insolvenze nei
pagamenti e della difficoltà per le imprese nell?
"Banchieri re Mida
addio, è tempo di nuove regole"
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rifiuto non retorico del
protezionismo»; sulla disciplina del mercato, sul commercio, sulla finanza, su
una tassazione equa, e anche per la tutela dell'ambiente. Sono regole che
dovranno essere i governi a stabilire, perché «la crisi è stata arginata,
nell'autunno scorso, quando sono intervenuti i governi, prima con il vertice
europeo di Parigi poi con il G-
ECONOMIA,
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: prezzi immobiliari e finanziari. I
mercati dei cambi, rimasti per ora più stabili del previsto, possono
squilibrarsi improvvisamente, soprattutto se non si corregge bene il disavanzo
strutturale della bilancia dei pagamenti statunitense. I cambi instabili
creerebbero nuovi problemi al commercio e alla finanza nonché balzi nei prezzi
delle importazioni di molti paesi e quindi dell'
De Poli: Non ho avuto
lamentele dai docenti, pensiamo in grande
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi finanziaria è
diventata un macigno «Dicono che non paghiamo da due anni, ma non ho sentito
professori o altri lamentarsi, fino adesso - continua il presidente della
Fondazione trevigiana - è segno che i soldi si possono trovare. Risponderemo a
Padova nei modi dovuti, se occorre muoverò i nostri avvocati,
Banca Sassari, i profitti
toccano quota 2 milioni ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: raggiunto in un contesto di grave
crisi finanziaria internazionale, che testimonia la bontà del lavoro svolto
dalla struttura aziendale e la condivisione delle scelte strategiche effettuate
dalla Banca di Sassari e dal gruppo bancario di appartenenza». LA RACCOLTA Il
consuntivo al 31 marzo 2009 evidenzia una raccolta globale da clientela di 1.
Tirrenia, appello anche
dall'Anci ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in crisi finanziaria per i ridotti
trasferimenti statali - l'Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte
preoccupazione per l'impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro
produttivo e sui livelli occupazionali. L'ipotesi di «frammentazioni della
Tirrenia», con gravi ripercussioni sull'economia dei porti e dei Comuni nonché
sull'
diecimila a far festa e i
colli aspettano una tappa nel 2010 - stefano edel
( da "Mattino di Padova, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nel motorhome dell'Astana (sempre
più in crisi finanziaria), Armenio Vettore, presidente dell'Ail di Padova, e i
professori Modesto Carli e Luigi Zanesco, di Oncoematologia pediatrica, insieme
a Maurizio Fondriest, l'ex campione del mondo che è riuscito a regalare, grazie
proprio a Vettore, una sua bici al Papa.
forza lavoro al 25% ma
sale la produzione ( da "Tirreno,
Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: era stata fermata dalla crisi
finanziaria, che aveva bloccato gli investimenti, ma soprattutto dalla minore
convenienza della ricerca di nuovi pozzi, rispetto alla riduzione del prezzo
della benzina. Ora che il costo del barile sta tornando a crescere sembrerebbe
ripresa anche l'attività di perforazione.
Risultati modesti per
bonus e social card, pessimo il taglio Ici In rete la seconda puntata de
Lavoce.info su un anno di governo Berlusconi. Sulle opere pubbliche 1,3
miliardi per ( da "Unita,
L'" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati finanziari, giustizia,
immigrazione, edilizia abitativa, l'analisi si è spostata su altri otto
settori. Politiche per le famiglie Il governo ha sbandierato come grandi
successi il bonus famiglia e la social card. Il primo prevede 200-1000 euro per
chi ha un reddito annuo tra 15 mila e 22 mila euro,
La questione monetaria tra
Stati Uniti e Cina ( da "Libertà"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: internazionale della Cina e della
gravità della crisi finanziaria mondiale». La crisi finanziaria significa una
notevole volatilità nel valore del dollaro e la possibilità che la moneta
americana perda almeno in parte il suo status di moneta di riserva. Se ciò
avviene le banche centrali che avranno ottenuto oro si troveranno in vantaggio
rispetto a quelle che hanno snobbato il metallo giallo.
Bruseghin, gregario fedele
con una passione: gli asinelli ( da "Libertà"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è in crisi finanziaria. Gli effetti
della crisi globale hanno toccato anche le casse della Samruk-Kazyna, la
società governativa del Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea
Air-Astana, finanzia l'omonima squadra di ciclismo. I corridori non ricevono lo
stipendio e il ritardo nei pagamenti è destinato a proseguire.
Nelle valli olimpiche
adesso il mattone ha ripreso a tirare
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei
traballanti mercati finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre
più dalle Borse e a rifugiarsi nel mattone. Ed è proprio questa tendenza a
sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa.
Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare
l'interesse della clientela piemontese,
Il mattone olimpico torna
a tirare ( da "Stampa,
La" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sfiducia nei traballanti mercati
finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a
rifugiarsi nel caro, vecchio mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere
il mercato immobiliare delle località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo
un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse
della tradizionale clientela piemontese,
D'Alema:
Argomenti:
Crisi
Abstract: segnato dalla grande crisi
finanziaria, economica e sociale del mondo globale, dal declino dell'era
neoconservatrice sino all'avvento di Barack Obama alla presidenza degli Stati
Uniti d'America. La crisi e le risposte che essa esige rappresentano una sfida
decisiva per i democratici e per i riformisti, ma anche l'occasione di un
grande cambiamento,
tremonti: "i
banchieri hanno esagerato" - elena polidori
( da "Repubblica, La"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: no al protezionismo e ai superbonus
dei manager; si al passaggio dalla cultura della creazione di valore per gli
azionisti a quella degli stakeholders, cioè tutti i portatori di interessi nei
riguardi dell´impresa, dipendenti compresi. Un aspetto, questo, che per l´ex
ministro Enrico Letta, nel panel dei saggi,
L'eccessivo ottimismo
dello stress test americano sulle banche
( da "Italia Oggi" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: analizzare il possibile andamento
futuro della crisi finanziaria. Se si prende in considerazione lo scenario
«more adverse», in quanto quello «base line» è veramente troppo ottimista, si
hanno variabili così definite: il Pil diminuisce del 3,3% nel 2009 e aumenta
dello 0,5% nel 2010, la disoccupazione è rispettivamente dell'8,8% e del 10,3%
e i prezzi delle case scendono del 22%
Prepariamociallaripresa
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: SPECIALE MAGGIO MONUM data:
2009-05-13 - pag: 25 autore: Prepariamociallaripresa Andrea Cozzolino L a crisi
finanziaria manifestatasia settembre 2008, nella prima metà del
È ripartito il rally del
petrolio ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Si ricrea il legame tra il rialzo
dei mercati finanziari e quello del greggio è ripartito il rally del petrolio
La Cina spinge il Wti sopra i 60 dollari, ai massimi da novembre Riccardo
Sorrentino Prima o poi la crisi finirà. Ma come? è una domanda che occorre
porsi, il giorno in cui il petrolio sale oltre i 60 dollari, ai massimi da sei
mesi.
Obama e il Gattopardo
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: finanziario salvato getti le basi
per un'altra crisi finanziaria, forse ancora peggiore, negli anni a venire.
Garantire il salvataggio di un sistema finanziario sovraccarico ancora più di
prima di istituti complessi e "too big to fail" è forse la risposta
prudente a queste crisi, ma lascia lo Stato col compito ancora più oneroso di
imporre una regolamentazione efficace in futuro.
Lapidario e laconico. Ma
con il tono deciso, di quelli che non ammettono repliche. E' a...
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Un po' meglio era andata con i
grandi sponsor. Quest'anno forse, una giustificazione avrebbe potuto essere la
crisi finanziaria globale, ma è evidente come il meccanismo di dare e avere nel
processo di gestione del nuovo corso del Festival pare ancora ben lontano
dall'essere rodato.
NONPROFIT: LE COOPERATIVE
SOCIALI POSSONO AFFRONTARE LA CRISI CON OTTIMISMO LO AFFERMA IL 70% DEI
COMMITTENTI DI IMPRESE E COMUNI ITALIANI
( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Come, in questo contesto, la crisi
finanziaria sta influenzando le loro attività? Ed in particolare, come le
scelte delle imprese e dei comuni, principali fruitori dei servizi delle
cooperative sociali, vengono modificate dalla difficile situazione economica?
La ricerca ?
UniCredit e Ca' de Sass al
test della prudenza ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che finora ha dimostrato di reggere
all'ondata della crisi finanziaria e poi economica partita a metà 2007. La
scarsa presenza di asset tossici in portafoglio ha permesso di chiudere il 2008
senza danni di rilievo al conto economico (in parte anche grazie alle deroghe
Ias sulla contabilizzazione dei titolia valore di mercato).
Chiusa l'era dei rischi
finanziari ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: inefficienza dei sistemi di
vigilanza abbia contribuito all'aggravarsi della crisi finanziaria. Controlli a
parte –rimarca Glaser –le assicurazioni d'ora in poi si terranno comunque
lontane dall'assicurare rischi finanziari ed anche la cartolarizzazione dei
rischi assicurativi, dopo la fase effervescente degli anni passati, attraversa
ora una fase di stallo.
Caltagirone allarga il
board ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria ed economica che,
a partire dalla seconda metà del
Passata la grande paura,
si ritorna in fabbrica ( da "Giorno,
Il (Legnano)" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: con la Cisl che paventava una crisi
finanziaria così grave da mettere a repentaglio 1500 posti di lavoro (in tutto
il gruppo) e la Cgil che smentiva: «Non ci risulta». Lunedì ai sindacati è
stato dipinto un quadretto rassicurante. Sì, qualche commessa è stata sospesa o
annullata, ma il portafoglio ordini è ancora consistente, si ingrosserà nei
prossimi mesi,
Il dibattito online 1
Roberto 777 ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: non c'è stato bisogno della crisi
finanziaria per dover modificare le proprie abitudini di consumo: già da anni
(metà anni 90) la situazione è pesante. Aggiungiamoci il dover costruire una
pensione integrativa, ed è facile calcolare quanto rimanga della busta paga. 7
Gilberto 777 Sono convinto che la colpa sia dei politici.
Le mega-sale? Penalizzano
il made in Italy ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: propone di applicare al cinema
quanto previsto dall'Ue per la crisi finanziaria: sino a 200mila euro a impresa
non scatta l'aiuto di Stato;tale importo,elevato a 500mila euro, diverrebbe il
tetto al credito d'imposta di cui potrà godere ciascun soggetto interessato
sino a quando non ci accorderà con l'Ue.
Incentivi ai risultati di
lungo periodo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: della crisi.... La crisi ha
aggravato le sperequazioni della distribuzione? è evidente che con la crisi
finanziaria ed economica chi già si trovava in una situazione svantaggiata ha
sofferto di più. La crisi ha un impatto sia sui Paesi più poveri sia sui Paesi
in via di sviluppo: quelli che si sono puntualmente adeguati alle nostre
indicazioni e che oggi hanno una buona fiscalità,
I PRESIDENTI DELLA
COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEI DISCUTONO ASSIEME AI RESPONSABILI RELIGIOSI
EUROPEI DEI CONTRIBUTI DI NATURA ETICA ALLA GOVERNANCE ECONOMICA IN EUROPA E
NEL ( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Crisi economica e finanziaria:
contributi di natura etica a una governance economica europea e mondiale".
Il presidente Barroso ha dichiarato: "Col progredire delle crisi
finanziaria ed economica, diventa sempre più chiaro che è giunto il momento di
riconciliare la governance economica con i nostri valori etici fondamentali,
ABRUZZO, COMMERCIO:
CASTIGLIONE INCONTRA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA L'ASSESSORE, LEGGE QUADRO E PIU
AUTONOMIA PER I COMMERCIANTI ( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Sono tutti interventi - ha concluso
Castiglione - che non danno un respiro finanziario ma che certamente consentono
alle attività commerciali di autoregolamentarsi e di difendersi
dall´aggressione della crisi finanziaria che riguarda la nostra regione ma
anche il resto dell´Italia". . <<BACK
L OTTA alla sosta
selveggia, valorizzazione della città, miglioramento della...
( da "Nazione, La (Arezzo)"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in un periodo in cui altrove le
preoccupazioni per la crisi finanziaria ed economica paralizzano le iniziative
di molti, imprese ed istituzioni pubbliche incluse, dobbiamo avere il coraggio
di gettare il cuore oltre l'ostacolo puntando sul turismo e sulla promozione
integrata del nostro territorio per aprirci nuove prospettive.
Imprese, le malattie del
ricambio ( da "Nuova
Ferrara, La" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria che ha chiuso i
rubinetti del credito. A complicare la vita delle Pmi c'è anche il ricambio
generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella
nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della
Camera di commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di
imprese a causa della mancata successione generazionale,
I manager pentiti:
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria mondiale e dalla
recessione che sta colpendo quasi tutti i paesi. Così (per dirla con Adam
Smith) la «mano invisibile» del mercato che sa autoregolarsi, ormai piace
sempre meno. Il 70% degli interpellati esprime il proprio «supporto» agli
interventi dei governi nel settore bancario (e una percentuale appena inferiore
vede con favore anche quelli in altri settori
Negli Usa si risparmia
anche sulla morte ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Risparmi di questo tipo mettono
però in crisi finanziaria i cimiteri, soprattutto quelli più lussuosi ma anche
quelli «storici». «Perdiamo clienti tutti i giorni», si lamenta il direttore
del Forest Lawn di Buffalo, nello Stato di New York. Per arrivare alla fine del
mese gli imprenditori funebri devono dare fondo alla loro riserva di fantasia,
TyssenKrupp vede il rosso
e cade in Borsa ( da "Corriere
della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Francoforte
TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa (g.fer.) Prospettive difficili per
ThyssenKrupp, il colosso tedesco della siderurgia, i cui vertici ieri hanno ammesso
che l'esercizio 2008-2009 chiuderà in rosso.
Bulgari: trimestre in
perdita, aprile ok ( da "Corriere
della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
13/05/2009 - pag: 31 Il caso a Milano Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok
(g.fer.) Anche il lusso sente la crisi e Bulgari archivia il primo trimestre
dell'anno con una perdita netta di 29,3 milioni di euro, che si confronta con
un utile netto di 22,8 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente.
Indici fermi, brilla
Telecom ( da "Corriere
della Sera" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
13/05/2009 - pag: 31 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Indici fermi,
brilla Telecom Scambi sostenuti Ieri passate di mano azioni per oltre 4,4
miliardi. Balzo di Dmt Mentre i principali listini europei sono terminati in
leggero ribasso, influenzati dall'avvio negativo di Wall Street,
Conti in rosso per le Pro
loco ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Per tutte le Pro loco del Sulcis
Iglesiente la crisi finanziaria non è più dietro l'angolo. «È una situazione
con la quale stiamo convivendo da troppo tempo e che sta mettendo a rischio la
sopravvivenza delle nostre associazioni», ha sottolineato Gianfranco Dessì,
presidente del Comitato provinciale Unpli, la sigla che raggruppa tutte le Pro
loco d'Italia.
Una newCo per Plastal Spa
( da "Polimerica" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: garantirà la continuità operativa e
il lavoro per i quasi 700 addetti coinvolti dalla crisi finanziaria che ha
colpito il gruppo svedese. La proposta di concordato sarà sottoposta ai
creditori il prossimo 15 giugno. Il principale creditore della società è la
banca svedese Svenska Handelsbanken AB, nei cui confronti Plastal è debitrice
per circa 47 milioni di euro;
Unicredit: l'utile netto è
pari a 447 mln ( da "Trend-online"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ripresa del risultato netto della
negoziazione impattato nel quarto trimestre 2008 dalla severa crisi
finanziaria), che da un forte contenimento dei costi (i costi operativi
scendono del 6,4% trim/trim a cambi e perimetro costanti). La solida
performance del risultato di gestione riflette l?importanza per il gruppo della
diversificazione, beneficiando sia della buona tenuta dell?
Ubi torna all'utile, ma
sui tre mesi pesa l'effetto svalutazioni
( da "Finanza.com" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ripulito dagli impatti straordinari
legati alla crisi finanziaria) di 98,6 milioni (-47,4%). Ubi banca non ha fatto
richiesta di Tremonti bond. Per il rafforzamento patrimoniale farà ricorso
all'emissione di warrant che dopo 2 anni permetteranno l'attribuzione di 1
azione ogni 20 warrant posseduti e poi l'emissione di obbligazioni convertibili
per massimi 640 mln.
Caso Tirrenia,
preoccupazione da parte dei comuni della Liguria e della Sardegna
( da "Sestopotere.com"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: in crisi finanziaria per i ridotti
trasferimenti statali – le Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte
preoccupazione per l?impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro
produttivo e sui livelli occupazionali. Anche le notizie riportate dalla stampa
nazionale e locale rilevano come siano ipotizzabili frammentazioni della
Tirrenia,
L'oro può brillare solo
con le aggregazioni ( da "Giornale
di Vicenza.it, Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è stato quello relativo alla
situazione di crisi del settore». Una crisi strutturale del settore che si
accompagna ad una crisi finanziaria globale ha già messo in crisi molte aziende
e le imprese che resistono chiedono aiuti e sostegni, a partire da un più
stretto controllo delle merci perchè sia accertata la provenienza.
Gli hedge rialzano la
testa ( da "Morningstar
IT" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: E qual è stata la lezione della
crisi finanziaria? A queste domande cercherà di rispondere il convegno
"Hedge fund: nuove regole e prospettive", che si terrà il 22 maggio
all'ITForum di Rimini, la fiera dell'investimento e del trading organizzata da
Morningstar, Traderlink e Trading Library.
Udine A distanza di
quattro giorni non è stata ancora metabolizzata la sconfitta di Lucca i...
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: rimanere tutte sino alla fine
nonostante la seria crisi finanziaria in cui è incorsa la società a campionato
in corso. «A gennaio la società è stata chiara. Chi voleva poteva andarsene; vi
assicuro che c'era la fila da parte di altre squadre per più di una nostra giocatrice.
Abbiamo scelto di rimanere tutti assieme e ci siamo compattati, dando vita ad
un bellissimo girone di ritorno,
Venezia Si farà udienza
anche di sabato pur di concludere il processo relativo al crac dell...
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mediante operazioni di acquisizione
di imprese in crisi finanziaria compiute anche avvalendosi di prestanome». Nel
2003 furono arrestate otto persone in relazione a reati commessi nella gestione
di ditte di abbigliamento di mezza Italia: oltre a Cdc e Manifatture Venete,
figurano la Juvenilia spa di Rovigo, le marchigiane Silver confezioni spa, Gmf
spa,
Roma La Caltagirone Spa, a
cui fanno capo le attività nei settori del cemento, dell'ed...
( da "Gazzettino, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una contrazione avvenuta sulla scia
della crisi finanziaria ed economica che, a partire dalla seconda metà del
L'Astana di Lance rischia
la sospensione ( da "Gazzettino,
Il" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: oltre allo spagnolo Contador, è in
crisi finanziaria ed attualmente partecipa al Giro d'Italia. Gli effetti della
crisi globale hanno toccato in modo significativo anche le casse della
Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che, attraverso la
compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra.
Interpump: nel primo
trimestre le vendite calano a 90 mln
( da "Trend-online" del
13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: primo trimestre 2009 è stato
caratterizzato dalla profonda crisi finanziaria iniziata nel 2008 che si è
estesa anche all?economia reale e ha colpito tutti i settori produttivi e tutte
le aree geografiche. Anche il Gruppo Interpump ha risentito di un calo di
fatturato e di ordini, cui ha reagito con azioni tese al contenimento dei
costi, del capitale circolante e degli investimenti.
L'economia fiorentina
sotto la "scure" della recessione
( da "Sestopotere.com"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: urto generata dalla crisi
finanziaria internazionale si è “abbattuta” anche sul sistema economico
fiorentino, andando a determinarne un assetto strutturale recessivo con tutti i
principali indicatori che hanno mostrato un segno negativo. Primo fra tutti il
valore aggiunto, diminuito nel 2008 dello 0,8% in termini reali,
l'eurozonaattraegli
scettici ( da "Sicilia,
La" del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: con la crisi finanziaria e la
bancarotta temuta del sistema bancario, si registra la crescita della
benevolenza fiduciosa verso l'Europa. Come cresce l'interesse verso l'area
dell'euro - da gennaio vi è entrata la Slovacchia - in Paesi euroscettici come Regno
Unito e Polonia nei quali si riconosce che "l'euro non è infallibile ma il
suo relativo successo è diventato un'
Loiero: "10 milioni
per il fondo di garanzia delle assunzioni nelle imprese"
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: soprattutto a causa della crisi
finanziaria che ha investito negli ultimi mesi l?Italia e il mondo. Abbiamo
dovuto così inventarci uno strumento finanziario agile per venire incontro agli
imprenditori calabresi?. Il rischio, alto, quello di perdere i fondi già
automaticamente erogati dalla Regione e che devono essere impegnati entro il 30
giugno prossimo,
Web al collasso? Un kyklos
( da "Punto Informatico"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attuale crisi finanziaria. E questo
sarebbe un disastro perché chi non ha avuto in passato il tempo per
approfondire le moltissime dinamiche contro-intuitive esistenti in ogni ambito
del sapere umano, quando è portato all'esasperazione tende a cercare di
estendere nel modo più frettoloso possibile i propri metodi intuitivi -
comunismo,
Il tonfo della Popolare
( da "Gazzetta di Reggio"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: quella che pareva delinearsi come
una luna di miele tra investitori e mercato all'indomani della grande paura per
la crisi finanziaria. Gli indici viaggiano con pesantissime perdite a causa di
forti vendite su tutto il listino e tutti hanno risentito di una giornata
particolarmente negativa. Anche la scuderia reggiana è travolta dalle prese di
beneficio, in particolare alcuni bancari.
autoriduciano la
produzione del pecorino - roberto morini
( da "Nuova Sardegna, La"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I dati della crisi sono sotto gli
occhi di tutti: meno 14 per cento l'anno scorso «e un trend - dice Meloni - che
indica una percentuale vicina al meno 30 per cento per quest'anno per quanto
riguarda l'export del pecorino romano». è la crisi finanziaria ed economica
americana, con il crollo dei consumi di un'area che assorbe oltre il 65 per
cento dell'
Il 2009 sarà l'anno del
capitale garantito ( da "Finanza
e Mercati" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: indomani della crisi finanziaria
che, in particolare dopo il crollo di Lehman Brothers, pesa sulle vendite di
certificati e polizze index linked. Secondo le stime sull'anno in corso di
Exane Derivatives, fatte sulla base dei dati raccolti il primo trimestre, il volume
dei prodotti strutturati venduti in Italia crescerà del 18%,
Le Generali riagguantano
l'utile dopo un trimestre in
Argomenti:
Crisi
Abstract: stampa Le Generali riagguantano
l'utile dopo un trimestre in «rosso» ma la crisi finanziaria continua a tenere
sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della compagnia
triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante 1,5
miliardi di euro di svalutazioni generate dalla crisi dei mercati.
crisi e investimenti, un
incontro ( da "Tirreno,
Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Pagina 6 - Viareggio Crisi e
investimenti, un incontro CAMAIORE. Come si è arrivati alla crisi finanziaria
mondiale? Che momento della crisi si sta vivendo? E' possibile uscirne, e come?
A queste domande si cercherà di rispondere nell'incontro organizzato questa
sera, alle 21, nella sala Bianchi di via delle Muretta.
Piano anti-crisi destinato
alle aziende ( da "Nazione,
La (Umbria)" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per aiutare le imprese ternane alle
prese con le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale, la
giunta della Camera di Commercio ha varato specifiche iniziative. Un vero e
proprio «pacchetto anti-crisi» del valore complessivo di 500mila euro, risorse
che si aggiungono agli interventi d'ordinaria amministrazione e che vanno quindi
a superare i due milioni di euro.
Affitti e inquilini morosi
Boom di cause civili Sfratti, aumenti record
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: solo parte della crisi finanziaria
attuale), e nel 98 per cento dei casi sono dovuti a morosità degli inquilini
che, per reale impossibilità o meno, finiscono per non pagare l'affitto. IL
COMUNE è già corso ai ripari pubblicando, con la collaborazione di 15
amministratori condominiali e della Circoscrizione 1, un vademecum' per rendere
la vita di condominio più gestibile.
Usa, 1,3 milioni di
pignoramenti ( da "Manifesto,
Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Scopo del progetto è quello di
evitare agli istituti di credito di abbassare immediatamente il valore degli
attivi, svalutati per effetto della crisi finanziaria perché ci sarebbe un
effetto negativo sulla disponibilità delle banche di erogare credito alle imprese.
SE LA FERRARI NON FA
NOTIZIA ( da "Manifesto,
Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sono i soldi e il protezionismo.
Ferrari perde in tecnologia e professionalità? Avanti gli avvocati, e cambiare
le leggi a proprio favore. Soluzione tipicamente italiana, alla berlusca. E
poi, lo sapete o no che negli ultimi tre anni il personale della gestione
sportiva ferrari è stato ridotto a meno della metà, per non parlare dei tagli
enormi ai fornitori esterni,
Il complicato affare del
Argomenti:
Crisi
Abstract: Unità e lo stato di gravissima
crisi finanziaria delle casse del partito, obbligarono i tesorieri a usare la
leva immobiliare per avere dalle banche i finanziamenti necessari alla
sopravvivenza. Anche a Firenze alcune case del popolo furono usate per ottenere
prestiti. Oggi ci sono 281 case del popolo e circoli a Firenze e
nell'hinterland,
NONOSTANTE LA CRISI
finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de...
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 7 NONOSTANTE LA CRISI finanziaria
internazionale, il bilancio 2008 de... NONOSTANTE LA CRISI finanziaria
internazionale, il bilancio 2008 della Fondazione Manodori si è chiuso con un
avanzo di circa 29,2 milioni di euro. La cifra, cospicua, ha permesso di rispettare
gli obiettivi di erogazione che Palazzo del Monte si era dato per il 2008:
IL GOVERNO ieri è tornato
prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancar...
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria-bancar... IL
GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancaria con
il riferimento particolare alla vicenda Carisp. Gabriele Gatti non ha avuto
timore nel ricordare come abbia avuto incontri con i vertici della Cassa e
della Sopaf (una dei soci della Carisp dentro all'Holding Delta)
Chiuderemo gli impianti
deboli ( da "Nuova
Ferrara, La" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: oro crisi finanziaria alla fine Il
2009 sarà decisivo per la chimica ferrarese. Le ripercussioni delle vicende di
Porto Marghera si faranno sentire in maniera più o meno decisiva anche sul
petrolchimico, mentre ancora non si conoscono gli effetti della
ristrutturazione avviata da LyondellBasell sugli impianti produttivi.
Argomenti:
Crisi
Abstract: conto della crisi finanziaria che
ha condotto l'economia mondiale ad una vera e propria recessione. Un bilancio
di previsione ad impianto federalista. E in quest'ottica si è deciso di non
aumentare assolutamente alcuna tariffa o retta per i servizi comunali,
tagliando quelle spese improduttive e abbassando la quota di mutui accesi
rispetto a quanto è accaduto nel recente passato.
Per i risparmiatori è il
momento degli acquisti Gioielli o pietre sciolte e due anni di pazienza
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: apprezzamento annuo del diamante
era del 7%, al netto del cambio in dollari, la valuta utilizzata per le
transazioni. I colossi del settore però sono determinati a riportare il mercato
ai livelli di prima della crisi finanziaria. Forse per questo, secondo il
libro, è più che mai il momento di comprare. Stefania Tamburello
Btp e Cct, è caccia ai
rendimenti Quota 3% con la scadenza giusta
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ultimo anno i mercati finanziari e
le difficoltà di banche e istituzioni che sembravano solidissime, di affidabile
è rimasto soltanto lo Stato. Così, le famiglie pagano con una minore
remunerazione la garanzia di una maggiore tranquillità. Al di là di ogni altra
considerazione contingente (la crisi, la scarsa liquidità del sistema,
A picco Banco Popolare e
Fonsai ( da "Corriere
della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Economia Mercati Finanziari data:
14/05/2009 - pag: 43 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari A picco Banco
Popolare e Fonsai La frenata delle vendite al dettaglio negli Usa ma
soprattutto una raffica di risultati trimestrali in prevalenza negativi hanno
fatto virare al ribasso Piazza Affari che, dopo un avvio positivo,
Onado, i manager e le
regole mai scritte ( da "Corriere
della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dedicato alla crisi finanziaria e
alle regole mai scritte. Perché topi nel formaggio? Nel volume ricco di
citazioni da cinéphile l'ex commissario Consob sostiene che ai Ceo delle grandi
banche del mondo è stato consentito di montare una finanza «sempre più grande,
sempre più opaca, sempre più incontrollata» e si è rinunciato a formulare
regole adeguate ai rischi delle nuove attività.
Campari, meno utili e meno
debiti ( da "Corriere
della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Milano
Campari, meno utili e meno debiti (g.fer.) Nonostante risultati trimestrali
tutto sommato soddisfacenti, Campari ha subìto ieri l'andamento negativo di
Piazza Affari, chiudendo con un calo (-2,22%) che è comunque inferiore a quello
degli indici.
Allianz, pesano gli oneri
Dresdner ( da "Corriere
della Sera" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera sezione:
Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il caso a Francoforte
Allianz, pesano gli oneri Dresdner (g.fer.) Scendono gli utili trimestrali e
Allianz cade alla Borsa di Francoforte (-7,76% a 69,74 euro dopo una seduta
tutta orientata al ribasso) influenzando l'intero comparto assicurativo in
Europa.
NEW YORK - I consumatori
americani non credono ancora alla fine della crisi: i dati della spesa ...
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e i mercati finanziari non hanno
potuto che prenderne nota con una giornata di vendite frettolose che ha spinto
tutti gli indici in terreno negativo. A New York il Dow ha perso il 2,18%,
mentre in Europa la Borsa di Francoforte ha registrato una caduta del 2,61%,
quella di Parigi del 2,42, e quella di Londra ha lasciato sul terreno il 2,
Allianz svaluta gli asset:
prudenza sui target 2009 ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la società rimane solida nonostante
crisi finanziaria e recessione economica: gli utili sono scesi del 36% a 1,42
miliardi di euro. Il dato è migliore di quello anticipato dallo stesso
presidente di Allianz, Michael Diekmann, quando aveva parlato di profitti per
1,30 miliardi di euro in occasione dell'assemblea degli azionisti alla fine di
aprile.
Mr. Greenspan, il mondo la
ritiene colpevole... ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: eccessiva fiducia nei mercati
finanziari, considerati liberalizzabili in toto come qualsiasi altro mercato.
Quindi, fede incrollabile nella deregulation come ricetta per tutte le
stagioni. Se alcuni premi Nobel dell'economia, che Greenspan nei mesi scorsi ha
citato a propria difesa, sono stati i massimi teorici della razionalità dei
mercati,
Geithner studia nuove
regole per i derivati ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria.
L'amministrazione infatti chiederà al Congresso di approvare una legge che
regolamenti questi "delicati" strumenti, definiti dal finanziere
Warren Buffett «armi di distruzione di massa». In particolare, il segretario al
Tesoro Timothy Geithner una lettera ai leader del Congresso chiede una rapida
approvazione di misure volte a regolamentare gli strumenti derivati,
Sony chiude trim4 in
perdita, vede un altro anno in rosso
( da "Reuters Italia"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: di lavoro e sta riducendo la sua
rete di 57 stabilimenti produttivi del 10% per sopravvivere alla crisi
finanziaria. Il gruppo, che compete con Samsung Electronics Co nel settore
delle tv Lcd e con Canon in quello delle macchine fotografiche digitali, prevede
una perdita operativa di 110 miliardi di yen (1,15 miliardi di dollari) per
l'anno finanziario che chiude nel marzo 2010.
Arringa del Maestro: non
sono un Mago ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: e non il protezionismo, è la base
del grande successo che ha conosciuto il capitalismo nell'arco di molte
generazioni. Le nuove sfide per la regolamentazione nascono dal fatto,
recentemente dimostrato, che alcuni istituti di credito sono diventati too big
to fail, troppo grandi per essere lasciati fallire, perché il loro fallimento
metterebbe a rischio la tenuta del sistema.
LA NONNA di Mario
Calabresi è nata due volte. Come l'America. Che cosa c'entrano ...
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: le persone che hanno perso tutto,
chi per la crisi finanziaria, chi per lo scoppio della bomba immobiliare, chi
per la chiusura della fabbrica in cui lavorava, ma non si sono perse d'animo. E
hanno ricominciato da capo, come accade non solo nelle canzoni di Bruce
Springsteen ma anche nella realtà degli ordinary people.
A sinistra, la crisi
finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di lavoro (f...
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Giovedì 14 Maggio 2009 Chiudi A
sinistra, la crisi finanziaria ha significato per molti la perdita del posto di
lavoro (foto Andy Rain)
Generali ritrova l'utile
ma svaluta 1,5 miliardi ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma la crisi finanziaria continua a
tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della
compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti,
nonostante 1,5 miliardi di svalutazioni generate dalla crisi. I conti delle
Generali, anche se in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008,
Offensiva Usa per
contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia
( da "Travel Trade Italia.com"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ma la crisi finanziaria
internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa 200mila posti
di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il Dipartimento del
Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno Siti sponsorizzati
Fonsai, l'utile cala
dell'84% Tod's: centrati gli obiettivi
( da "Stampa, La" del
14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Risente ancora del perdurare della
crisi finanziaria, che ha ridotto i proventi patrimoniali, il risultato di
Vittoria Assicurazioni, che registra un utile netto di gruppo di 5,1 milioni
contro gli 8,5 dell'analogo periodo del 2008 (-40,4%). La raccolta complessiva
assicurativa ammonta a 145 milioni (-4,3%).
L'erede di Ghandi e la
regina degli intoccabili la grande sfida per governare l'India
( da "Repubblica.it"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Protezionismo, dirigismo,
statalismo non erano mai veramente passati di moda in India; ora godono un
revival legato alla crisi del modello americano. Nessuno si illude che da
queste elezioni venga una svolta. M. J. Akbar, celebre opinionista musulmano,
mi dice che "le aspirazioni dei poveri crescono così velocemente che
nessuna politica e nessun governo possono soddisfarle"
Offensiva Usa per
contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia
( da "TTG Italia Online"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 380 miliardi di dollari in ricavi
(solo nel 2008) e garantendo 8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi
finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa
200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il
Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno
Benzina e gasolio, prezzi
schizzati alle stelle ( da "Provincia
Pavese, La" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Una delle poche cose positive della
crisi finanziaria mondiale era stato aver soffiato sul fuoco degli aumenti
folli del prezzo del greggio: e gli automobilisti e autotrasportatori erano
tornati a respirare quando, in particolare a Voghera, due mesi fa, il gasolio
era sceso sotto l'euro.
Bcc Aquara, 2008 in
crescita ( da "Denaro,
Il" del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: falconio guidoni Esercizio 2008 con
il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara nell'anno dello
scoppio della crisi finanziaria internazionale. L'istituto, che opera in
provincia di Salerno, chiude il bilancio con un utile netto in progresso del
5,65 per cento a 2,2 milioni di euro e con un patrimonio in crescita di quasi
il 16 per cento a 17 milioni.
CdC Ferrara:
"Continuità competitiva d'impresa"
( da "Sestopotere.com"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria che ha chiuso i
rubinetti del credito. A complicare la vita delle PMI c?è anche il ricambio
generazionale, tra le cause più frequenti di mortalità delle imprese nella
nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni della
Camera di Commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della cessazione di
imprese a causa della mancata successione generazionale,
EUROPEI 2012. MEGLIO LA
POLONIA, MA LA SITUAZIONE È ABBASTANZA SERIA. PLATINI PREOCCUPATO Allarme
Ucraina: solo Kiev va benino, ma non per la finale
( da "Gazzettino, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: si è dotata in uno stadio
avveniristico (l'Arena Donbass), ma presenta carenze nelle capacità di
accoglienza e nei mezzi di trasporto, come pure sono giudicati eccessivi i
prezzi degli alberghi della zona. Più in generale, l'Ucraina è duramente
colpita dalla crisi finanziaria mondiale e scossa da crisi politiche a
ripetizione.
Bond, opportunità o bolla?
( da "Morningstar IT"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Con la crisi finanziaria, infatti,
è emerso che a molti investitori sono state proposte le prime, ma non sono
stati sufficientemente spiegati i secondi. Per consultare l'intero programma
dell'ITForum, clicca qui Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia.
Argomenti:
Crisi
Abstract: Secondo il Prc, la vicenda dei
parcheggi in project financing «dimostra ancor di più la grave commistione tra
politica ed affari, che è tra le cause della pesante crisi finanziaria creata
negli anni di disamministrazione del sindaco Scapagnini e del centrodestra».
Moglie e figlia del boss
Nino Cavallopatteggiano e ritornano in libertà
( da "Sicilia, La" del
14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: stretto dalla necessità - si
rivolse ai Cavallo per risolvere la crisi finanziaria che stava attraversando.
E la Ciaramella gli avrebbe offerto il suo "aiuto". A fronte di un
debito di 62 mila e 500 euro, in sei anni ne avrebbe restituiti 285 mila. Il
debito era lievitato a causa del 10 % di tasso mensile di interessi applicato.
Il valore del growth
( da "Morningstar IT"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: non erano ancora stati intaccati
dallo scoppio della crisi finanziaria, era quasi scontato puntare su di una
strategia growth piuttosto che sulla contrapposta strategia value. La pessima
congiuntura mondiale ha portato molti investitori a prediligere esposizioni
meno rischiose. Ma vediamo innanzitutto quali sono le differenze principali tra
questi due approcci.
Unipol: il comparto
bancario ritorna all'utile nel primo trimestre
( da "Trend-online" del
14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In un contesto ancora profondamente
e pesantemente segnato dalla crisi finanziaria e dalla recessione economica, il
Gruppo UGF conferma tutta la propria forza sul mercato e le proprie
potenzialità di crescita, insieme ad una strutturale solidità patrimoniale ed
equilibrio finanziario? sottolinea l?Amministratore Delegato Carlo Salvatori,
che aggiunge: ?
"La crisi finanziaria
internazionale: cause e prospettive". Un incontro a Reggio
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: LA CRISI FINANZIARIA INTERNAZIONALE
: CAUSE E PROSPETTIVE?. L?attuale grave crisi economica internazionale nata in
ambito finanziario-monetario è venuta a intersecarsi con altri aspetti di crisi
a livello mondiale, provocando così pesanti ricadute specialmente per i paesi
più poveri.
( da "Stampa, La" del
12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il banchiere «Il
denaro costa caro anche per chi fa credito» Dottor Ambrosone. Lei è
responsabile prodotti di impiego della divisione privati di Intesa Sanpaolo. I
mutui sono il suo mestiere. Oggi i tassi scendono, lo spread sale: le banche
recuperano col secondo valore quanto perdono con il primo? «Non direi. Non
bisogna identificare lo spread con il guadagno della banca. Quel valore
contiene i costi operativi, la protezione del rischio e - soprattutto - i costi
di raccolta del denaro. Che sono aumentati». Nonostante il calo dei tassi? «Il
tasso è un valore di riferimento. Poi però il denaro bisogna trovarlo. Pensiamo
alle obbligazioni: un anno fa le banche raccoglievano denaro con i bond pagando
un interesse calcolato sommando all'Euribor pochissimi decimali di punto. Oggi
paghiamo l'Euribor più diversi decimali. È una differenza consistente». Anche
per le banche, insomma, non è facile raccogliere denaro. «La
crisi finanziaria sta
condizionando il settore del credito a livello mondiale, ma la nostra banca sta
superando questa prova. Oggi lo spread sui mutui erogati da Intesa Sanpaolo è
più basso di quello applicato pochi anni fa. Non stiamo cercando di guadagnare
di più. Faccio un esempio pratico: per un mutuo da 100 mila euro, durata
20 anni, stipulato a ottobre 2008 il cliente pagava una rata di 715 euro. Oggi,
con lo stesso contratto, 523 euro. Il calo dei tassi si vede». Quindi anche il
mercato italiano, sul quale nessuno ha mai offerto mutui subprime, soffre per
la crisi americana. «Il mercato è globale, la crisi anche. Cominciamo a registrare i primi segnali di
un'inversione di tendenza». Ci sono meno richieste di mutuo? «Si, anche se il
calo non è ancora preoccupante. Con questa congiuntura economica le famiglie
rinviano gli investimenti importanti come la casa». E le sofferenze? Gli
italiani pagano puntuali? «I segnali sono di una maggiore difficoltà delle
famiglie, ma le sofferenze sono a un livello fisiologico. Nei nostri contratti,
d'altro canto, c'è la possibilità di sospendere il pagamento delle rate fino a
3 volte - per un massimo di 18 mesi - nell'arco del contratto». E il timore che
con il calo delle quotazioni immobiliari scenda il valore delle case su cui
concedete il mutuo? «L'ipoteca è una garanzia fondamentale ma non concediamo
mutui solo perché godono di questa garanzia. Forniamo consulenza: siamo una
delle poche banche che ha ancora in catalogo finanziamenti fino al 100% del
valore dell'immobile». \
( da "Stampa, La" del
12-05-2009)
Argomenti: Crisi
A BASILEA IL G-10
DELLE BANCHE CENTRALI. IL PRESIDENTE DELLA BCE È OTTIMISTA: ALCUNI PAESI FORSE
SONO GIÀ FUORI DALLA RECESSIONE "La crisi si attenua, la svolta è
vicina" [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA L'economia del mondo è «intorno al punto
di svolta» dice Jean-Claude Trichet, al termine di un consulto tra i maggiori
banchieri centrali del mondo; «alcuni paesi forse l'hanno già passato», e si
può trattare della Cina. Ma tra gli economisti va da sé che, passato il punto
in cui la produzione smette di scendere e comincia a risalire, i posti di
lavoro continuano a diminuire ancora per parecchi mesi. La
febbre dei mercati finanziari è scesa «a un livello precedente al crac della Lehman Brothers»
sostiene il presidente della Bce. Di questo si è parlato ieri a Basilea nella
bimestrale riunione del Global Economy Meeting, l'ex G-10, di cui Trichet è
presidente di turno. «Il punto di svolta potrebbe collocarsi nel terzo
trimestre» si lascia sfuggire Martìn Redrado, governatore della Banca
d'Argentina. Nel terzo trimestre 2009 potrebbero ritornare alla crescita gli
Stati Uniti, prevede una maggioranza tra gli economisti di oltre Atlantico (con
disoccupazione in aumento fino al primo trimestre 2010, però). Il
vicegovernatore della Banca di Cina Su Ning dichiara che «le misure di stimolo
del nostro governo hanno avuto un effetto migliore del previsto», cosicché la
crescita del prodotto lordo «potrebbe superare il 7%». Tuttavia, ammonisce
Trichet, «dobbiamo restare all'erta, perché ci stiamo inoltrando in acque
inesplorate». «Siamo di fronte a sfide enormi e altre misure eccezionali
potranno rivelarsi necessarie» continua Trichet. Ma non appena le cose
volgeranno al meglio occorrerà stringere i freni: ovvero per le banche centrali
rastrellare la liquidità creata, per i governi cominciare a ridurre i deficit
pubblici. È questa la «exit strategy» di cui si è discusso a Basilea. La Banca
centrale europea ne è più preoccupata di altri. I deficit pubblici immensi
degli Usa (l'ultima previsione per il 2009 è 12,9% rispetto al prodotto lordo,
peggio di quanto abbia fatto l'Italia negli anni '80) e della Gran Bretagna con
la ripresa potrebbero spingere l'inflazione; anticipandolo i mercati
potrebbero spingere al ribasso dollaro e sterlina. Altre monete potrebbero
seguirli, a danno dell'euro. «Gli Usa sono pronti a sacrificare la loro moneta
alla crescita, l'Europa no» commenta Bilal Hafeez, capo delle strategie
valutarie alla Deutsche Bank, che non a caso prevede «nell'arco di due o tre
mesi» un cambio euro-dollaro a 1,50. Per i paesi dell'euro diventerebbe più
difficile esportare, con il rischio di essere esclusi dalla ripresa. Sempre che
la ripresa duri; «Qualche segno buono c'è, ma le Borse sono già salite troppo»
avverte Barry Knapp, economista della banca Barclays. Trovare la rotta giusta è
difficile, tra pericoli anche opposti. In Europa i dati pessimi sulla
produzione di marzo in Francia e in Italia contrastano con la valutazione
dell'Ocse che questi due paesi comincino a mostrare, insieme con il Regno
Unito, «segnali di pausa nel rallentamento dell'economia». Le cifre sono quelle
del Cli, il superindice mensile con cui l'Ocse «tenta di cogliere i punti di
svolta della congiuntura approssimativamente con sei mesi di anticipo» (insomma
la svolta la dovremmo attendere per l'autunno).
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
IN BREVE pag. 15 Il
mercato immobiliare nella crisi secondo la Banca
Albertini Syz & Co IL WORKSHOP Alle 14,30, nella sede della Banca Albertini
Syz & Co di piazza Calderini 3, workshop intitolato Outlook del mercato
immobiliare'. L'incontro affronterà le tematiche
d'attualità del settore, puntando l'occhio sugli effetti della crisi finanziaria. Interverranno l'ad
della banca Alberto Albertini, l'esperto finanziario nonché partner del Gruppo
Angelo Drusiani, Silvia Ferrero, consigliere della sgr del Gruppo, e la
direttrice della filiale di Bologna Ernestina Anceschi.
( da "Finanza e Mercati"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Ubi, il titolo
sprofonda sull'S&P/Mib dopo trimestrale deludente di Stefania Pescarmona
del 12-05-2009 da Finanza&Mercati del 12-05-2009 [Nr. 91 pagina 2] In Borsa
crolla del 7,14%. Alla fine di marzo le commissioni nette sono in calo del 22%
Massiah: «Trend migliorerà nei prossimi mesi» I deludenti dati trimestrali
hanno affossato Ubi Banca, che ieri si è classificata in fondo all'S&P/Mib,
registrando un calo del 7,14%, a 10,66 euro. A fine marzo, l'utile netto
contabile è stato di 24,3 milioni, in calo dell'88,9% rispetto ai 219,3 milioni
del primo trimestre del 2008, seppure in recupero dalla perdita di 551 milioni
del quarto trimestre 2008. Sul risultato ha influito negativamente la
contabilizzazione di rettifiche su attività disponibili per la vendita per 75,4
milioni, correlate all'andamento dei prezzi azionari, che risultano però ora
«totalmente riassorbite a seguito della ripresa delle quotazioni», si legge nel
comunicato diffuso sabato 9 maggio dalla banca. L'utile
normalizzato (ripulito dagli impatti straordinari legati alla crisi finanziaria) si è attestato invece
a 98,6 milioni (-47,4%). Ieri, in sede di conference call, il consigliere
delegato Victor Massiah ha aggiunto che «non ci sono stati significativi
cambiamenti nel core tier 1», che a fine 2008 era del 7,09%. Massiah ha
poi evidenziato che il management della banca è focalizzato su un piano
«aggressivo», volto a ridurre il cost/income e a ottimizzare i costi di
struttura e il posizionamento delle filiali sul territorio. «È possibile che
qualche sportello sarà chiuso e che verrà trasferito da una banca del gruppo a
un altra», ha aggiunto il manager, puntualizzando che l'impatto sui conti di
queste azioni è atteso in parte nel secondo semestre, ma soprattutto nel
prossimo anno. In merito alle prospettive sull'andamento delle commissioni
nette per il resto del 2009 (dopo il crollo del 22,1% a 250,4 milioni nel primo
trimestre), Massiah ha risposto: «È difficile fare previsioni, ma alla fine
dell'anno il calo non sarà del 22%». Infine, su Arca, la Sgr di cui Ubi è
azionista insieme a Bper, Banco Popolare e Pop Sondrio, il manager ha detto di
«non avere visto molte novità, almeno per quanto ci riguarda. Ribadisco che
siamo pronti a sederci al tavolo». Massiah ha così confermato la posizione già
espressa lo scorso 25 marzo, negando tuttavia che ci siano stati cambiamenti
significativi. Di recente Fabrizio Viola, ad della Bper, aveva spiegato di
ritenere che «i tempi per una soluzione stiano diventando maturi».
Sull'argomento, ieri, Massiah ha concluso dicendo: «Siamo pronti a risolvere il
problema e sono sicuro che Viola lo sa. Credo che presto o tardi il problema
sarà risolto».
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
REGGIO SPORT pag. 11
DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo, come sempre, solo
vivendo. Il fut... DUE O TRE problemini. O, forse, problemoni. Lo scopriremo,
come sempre, solo vivendo. Il futuro prossimo venturo del basket è pieno di
incognite. Di rebus da risolvere. Di ostacoli da superare. La prossima stagione
sarà, per questo, particolarmente complicata. Soprattutto ora che la
Pallacanestro Reggiana ha saputo che sul suo cammino, in LegaDue, potrebbe
incrociare la Fortitudo Bologna. E, se così fosse, la stagione biancorossa
diventerebbe subito in salita. Perché davanti ad un club tanto blasonato, e lo
dimostra il torneo di Varese in questo campionato, sarebbe decisamente
complicato pensare di puntare al primo posto. In più ci sono tante altre
incognite che rischiano di condizionare il futuro biancorosso. Fermo restando
che Reggio è una delle poche città e delle poche società in cui, in questo
momento, esiste la certezza che si farà il campionato, possibilmente per
puntare in alto. E con l'aria che tira, credeteci, non è roba da poco...
AVVERSARIE. Ci sarà o non ci sarà? Questo sarà il primo nodo estivo da
risolvere. Capire se la Fortitudo sarà ai nastri di partenza sarà fondamentale
per costruire squadra e strategie. I bolognesi sono retrocessi perdendo a
Teramo ma certi verdetti, per ora, sono scritti sulla sabbia considerando per
di più che c'è ancora un reclamo proposto dalla stessa Fortitudo avverso il
risultato della gara di Teramo. A Bologna, in ogni caso, c'è chi paventa che la
Fortitudo possa addirittura scomparire e chi, al contrario, è convinto che in
estate possa arrivare il ripescaggio in serie A. Un'ipotesi, quest'ultima,
possibile considerando che diversi club sembrano non godere di piena salute.
Ecco, perché, non è poi così certo che Reggio troverà la Fortitudo in LegaDue.
E questa rischia di essere una sorta di spada di Damocle appesa su tutte le
squadre del secondo campionato italiano. Eppoi ci sono i tanti dubbi e le molte
voci che circolano sui diversi altri club. A Udine il patron Edi Snaidero ha
messo in vendita la società e si parla di possibili trasferimenti a Trieste o
Verona. A Livorno la situazione viene dipinta con toni drammatici. A Sassari si
parla apertamente di chiusura della società. A Rimini si stanno cercando nuovi
soci mentre a Pavia si sussurra di possibile fusione con Vigevano nel caso
quest'ultimo club fosse promossa (ha conquistato la finale dei play-off dove
sfiderà il Casalpusterlengo dei reggiani Picazio e Conte). Aggiungeteci che,
come detto, anche in serie A due o tre club paiono in gravi difficoltà e
capirete che comprendere quali saranno le 15 avversarie della Trenkwalder nelc
ampionato che scatterà ad ottobre non è per niente semplice. LA CRISI. E poi c'è il problema dei soldi. La crisi finanziaria sta creando,
ovviamente, molte difficoltà a tutti i club. Ci sono sponsor in fuga e
finanziatori che fanno passi indietro. In uno sport in cui già si fatica a far
quadrare i bilanci, tutto questo può essere devastante. La società
reggiana ha iniziato a fare dei sondaggi per capire in quale tipo di contesto
economico potrà muoversi nell'organizzare la prossima stagione. Al momento le
risposte ricevute sono più che confortanti. Il budget, insomma, non dovrebbe
scendere di molto rispetto al passato. Chiaro, però, che non ci si deve
aspettare i fuochi d'artificio e le stelle filanti. Esiste insomma il rischio
di dover fare qualche sacrificio. Si vedrà.
( da "Nuova Venezia, La"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Cisl Veneto. L'unica
provincia in controtendenza è Venezia. Franca Porto confermata segretario
regionale Cassa integrazione, più ore che nel 2007 La somma delle
autorizzazioni da gennaio ad aprile parla di oltre 5,5 milioni VENEZIA. Il
ricorso alla cassa integrazione - ordinaria, straordinaria e speciale edilizia
- ha raggiunto numeri record in Veneto. Con oltre 5 milioni e mezzo di ore
autorizzate il mese di aprile infatti batte, alla grande, tutti mesi dall'anno
2000 ad oggi. I numeri di aprile confermano, inoltre, la tendenza in atto da
gennaio di quest'anno di una progressiva estensione del ricorso a tutte le
forme della cassa integrazione guadagni: rispetto al precedente mese di marzo
l'incremento è infatti ancora del 64%. Il cumulo delle ore di Cig autorizzate
da gennaio ad aprile ha superato abbondantemente poi il totale delle ore usate
in tutto il 2007 e, se non c'è una completa inversione di tendenza, alla fine
di maggio si saranno consumate più ore che in tutto il 2005 ma anche 2006 come
pure delle ore dei primi 10 mesi del 2008, prima che si
sentissero gli effetti della crisi finanziaria internazionale. Considerando i primi 4 mesi del 2009 la
provincia in valore assoluto, e ancora di più in proporzione alla consistenza
dell'apparato industriale e delle costruzioni, più colpita è Belluno che ha
consumato poco meno di 2,9 milioni di ore di Cig. A seguire Vicenza con
oltre 2,6 milioni di ore, Treviso con 2,2 milioni e Padova con 2,1 milioni di
ore. L'unico segnale di riduzione della Cig viene da Venezia con -110mila ore.
«è una ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la crisi non è per niente finita - commenta Franca Porto,
confermata ieri mattina nella carica di segretario generale della Cisl del
Veneto - e che chi mette al centro dell'azione politica e amministrativa altri
temi sbaglia e di molto. Aggiungo che i dati dei fermi lavoro nelle aziende
artigiane che si aggiungono a quelli della Cig, sono altrettanto pesanti: oltre
14 mila lavoratori sospesi, in media dalla 4 alle 8 settimane, il cui salario è
sostituito da un sussidio Inps pari al 60% della remunerazione. Anche se non si
conoscono le ore effettivamente consumate possiamo stimare che sono state
perse, nell'artigianato veneto, oltre 3,3 milioni di ore di lavoro». Che non si
possano tirare i remi in barca ma che anzi, serva remare tutti e nella stessa
direzione per contrastare gli effetti della crisi sul
lavoro lo ribadisce il segretario Cisl Giulio Fortuni. «Stiamo lavorando per
inserire tra i lavoratori coperti dagli ammortizzatori anche i lavoranti a
domicilio, dimenticati dalle norme nazionale anticrisi
del governo. Parliamo di decine di migliaia nel solo settore tessile».
( da "Tirreno, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 4 - Pisa
Puntiamo a far rinascere il Gioco Le ventilate (e poi rientrate) dimissioni di
Nicola Piegaia dalla guida della Fondazione Gioco del Ponte sono il chiaro ed
ennesimo segnale della crisi che sta attanagliando la
massima manifestazione cittadina. Piegaia sostanzialmente si dichiara impotente
a gestire la manifestazione per la mancanza da parte del Comune del supporto
organizzativo e soprattutto della somma di € 100.000 per ripianare, a norma di
Statuto, i disavanzi dell'ente del 2007 e del 2008. Questo impedisce alla
Fondazione di pagare i suoi i debiti e di trovare un solo fornitore ancora
disponibile a darle credito. Il Comune si dimostra così irresponsabile perché a
neanche due mesi dal Gioco non ha ancora messo in grado la macchina organizzativa
di partire. Non si sono ancora svolte le visite mediche dei combattenti e senza
idoneità fisica certificata un combattente non può certo salire sul carrello.
Basterà il ritiro delle dimissioni di Piegaia a garantire lo svolgimento del
Gioco a giugno? Il Pdl già da marzo ha focalizzato l'attenzione sul Gioco con
un'interpellanza in attesa ancora di risposta e la Seconda Commissione di
Controllo e Garanzia (quella sugli Enti Derivati) ha svolto ben due audizioni
di Piegaia, che ha dato un quadro desolante sull'impegno del Comune di Pisa.
C'è da domandarsi se per caso esista una volontà politica di uccidere
lentamente la manifestazione. L'intera vicenda a prima vista sembrerebbe dare
ragione al partito della Fondazione Omnibus, la panacea di tutti i mali. Ma la
questione non è il tipo di Fondazione, quanto quella relativa all'incapacità
del Comune di mantenere i suoi impegni. è per questo che, intensificandosi in
questi giorni il malessere negli ambienti del Gioco del Ponte, il Pdl ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale
"ad hoc" sulla crisi finanziaria della Fondazione Gioco del Ponte e sul progetto di Fondazione
Monifestazioni Storiche, per stimolare una presa di posizione trasversale a
favore del Gioco e per sollecitare una pausa di riflessione sul progetto di
nuova Fondazione insistentemente portato avanti dalla Giunta. Noi siamo
convinti che all'interno della struttura comunale esistano risorse umane in
grado di gestire professionalmente ed efficientemente le manifestazioni
storiche. Riccardo Buscemi Massimo Balzi Giovanni Garzella Antonio Maffi Diego
Petrucci consiglieri comunali Pdl
( da "Giorno, Il (Varese)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
VARESE pag. 5
Ripresa lontana ma la crisi rallenta Il sondaggio
dell'Unione industriali VARESE «I SEGNALI CHE arrivano dal territorio sono
ancora negativi, ma il deterioramento economico appare in rallentamento». Lo
dice l'ultima indagine dell'Unione Industriali della Provincia. «L'economia
varesina ha per tradizione un elevato grado di apertura verso i mercati esteri
e attualmente sta soffrendo per la frenata mondiale, ma questa apertura
internazionale potrà dare al Varesotto una marcia in più per uscire più
velocemente dalla crisi rispetto ad altri territori».
LE IMPRESE stanno mettendo in atto un processo di ridefinizione organizzativa
dei mercati e dei prodotti. Nel breve termine tuttavia devono fare i conti con
il peggioramento congiunturale, anche se non manca qualche segnale di
evoluzione registrato nelle ultime settimane. Sotto il profilo delle
aspettative a breve invece comincia a registrarsi un'attenuazione del
deterioramento della produzione: nelle previsioni produttive per il prossimo
trimestre cresce il numero di coloro che si attendono una stabilizzazione dei
livelli produttivi: il 38% degli imprenditori intervistati (contro il 15% della
scorsa rilevazione) si attende una situazione di continuità rispetto
all'attuale, mentre il 54% continua a prevede un peggioramento (contro il 77%
del precedente trimestre). Sotto il profilo occupazionale c'è un progressivo
deterioramento. La crisi economica e la frenata degli
ordinativi degli scorsi mesi hanno portato a una drastica riduzione dei carichi
di lavoro per molte imprese che, per far fronte alla congiuntura economica
sfavorevole, hanno dovuto far ricorso alla Cassa Integrazione guadagni
ordinaria. Dal mese di settembre 2008, ovvero dallo scoppio della crisi finanziaria, è stato registrato un
incremento nel numero di ore autorizzate di Cassa integrazione ordinaria e nel
primo trimestre del 2009 questa tendenza si è ulteriormente accentuata: sono
state autorizzate 5.674 mila ore di Cassa Integrazione Ordinaria, in aumento
rispetto al trimestre precedente e pari a circa quattro volte le ore autorizzate
nei primi tre mesi del 2008. LO SCORSO ANNO le esportazioni provinciali
sono rimaste quindi pressoché invariate rispetto all'anno precedente (+0,5%) e
hanno raggiunto 9.254 milioni di euro, rappresentando il 2,5% delle
esportazioni italiane. La dinamica delle importazioni, invece, è stata negativa
(-5% rispetto al 2007) e l'import varesino è ammontato a 5.741 milioni di euro.
R.V. Image: 20090512/foto/1760.jpg
( da "Giorno, Il (Sondrio)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
TIRANO pag. 5
Caro-casa, idee dalla Lega Il capogruppo Reghenzani: «Dilazioniamo gli oneri»
TEGLIO di LUCA PELIZZI TEGLIO I TEMPI per investire come si sa non sono dei migliori,
la crisi ha fermato tutti i comparti dell'economia,
compreso quello dell'edilizia che per la provincia di Sondrio ha sempre avuto
un ruolo centrale. I giovani e le nuove famiglie sono poi quelli che risentono
maggiormente di questa situazione. Per porre in parte rimedio a questo stato di
cose il gruppo consiliare della Lega Nord di Teglio ha promosso un ordine del
giorno che offra la possibilità al cittadino di rateizzare gli oneri di
urbanizzazione e il costo di costruzione degli edifici, come è consentito dalla
normativa. «La nostra idea ha chiarito Pietro Reghenzani capogruppo della Lega
è quella di avvantaggiare e incentivare il cittadino, in un
periodo di grave crisi finanziaria. Considerando a fondo questi aspetti e prendendo esempio da
altri Comuni vicini il gruppo consiliare Lega Nord pone all'attenzione del
Consiglio comunale una idea che pur non toccando le casse del Comune potrebbe
di molto facilitare chi ha intenzione di por mano alle proprie unità
immobiliari». «Crediamo, infatti - ha continuato - che il contributo
commisurato al costo di costruzione e agli oneri di urbanizzazione primaria e
secondaria previsto dovrà essere corrisposto con le seguenti modalità e
garanzie: una prima rata pari al 50% dovrà essere versata contestualmente alla
presentazione a questo Comune della prescritta "comunicazione di inizio
lavori", che dovrà pervenire al Comune entro un anno dalla data di
rilascio del permesso di costruire (DIA). La seconda rata, sempre cioè il
restante 50% assieme alla presentazione della "comunicazione di
ultimazione lavori", dovrà pervenire al Comune entro tre anni dalla
"comunicazione di inizio lavori". Ovviamente prima del rilascio del
titolo edilizia dovrà essere presentata al Comune un'apposita garanzia
fidejussoria inerente alla corresponsione a questo Ente del succitato
contributo, commisurato al costo di costruzione ed agli oneri di
urbanizzazione». Una sicura novità per Teglio, un modo per dare una mano ai cittadini
ma anche alle aziende edili senza pesare sulle cassa comunali. «Ora che anche
il municipio ha potestà impositiva ha commentato Reghenzani è giusto che faccia
di tutto per aiutare i suoi cittadini anche dal punto di viste finanziario,
attraverso questo tipo di agevolazioni che, in fondo, sono un semplice credito
che il Comune apre garantito nel modo che ho sopra spiegato». Della stessa
opinione il consigliere Andrea Vir cha ha sostenuto caldamente la mozione
presentata e sottoscritta da tutti ci componenti del gruppo Lega Nord. «Sono
d'accordo con quanto detto dal mio collega ha dichiarato se la maggioranza
vorrà adottare questo provvedimento non farà altro che dare una mano a molti
tellini». Ora si attende il gruppo Grolli. Image: 20090512/foto/6122.jpg
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 2 autore: Cause ed effetti
L'equità muove la crescita Investire nelle nuove tecnologie per aumentare i
redditi da lavoro di Stefano Micossi I l vivace dibattito
sulla crisi finanziaria,
avviato sul Sole 24 Ore con lo stimolante articolo di Guido Tabellini, già
mostra che gli economisti non hanno una diagnosi condivisa sulle cause, i
rimedi e gli effetti sugli assetti del capitalismo. Provo a contribuire a
questa discussione sottolineando quattro punti che potrebbero aiutare a far
convergere le opinioni sui rimedi. e Come ha documentato Robert Shiller,
una bolla finanziaria si caratterizza per un'anomala
convergenza delle opinioni e delle aspettative degli investitori e degli
intermediari finanziari sull'andamento dei prezzi delle attività patrimoniali:
non solo diminuisce la percezione del rischio, ma viene meno la normale
differenza di opinioni che, quando i prezzi salgono, induce alcuni a comperare
e altri a vendere. Questo fenomeno non è spiegabile senza un intervento esogeno
che ancori le opinioni e le attese dei privati:quest'àncora sono le politiche
economiche. In effetti, negli anni precedenti le bolle speculative di fine
secolo scorso a Wall Street si era consolidata l'opinione secondo cui la
Federal Reserve americana e il Tesoro sarebbero intervenuti per salvare i finanzieri
dai loro errori, da un lato inflazionando la moneta ( la Greenspan
put),dall'altro evitando il fallimento delle banche troppo esposte. Non a caso
i ministri del Tesoro provenivano sempre dai ranghi di Wall Street. r
L'instabilità sistemica non nasce dal fatto che un intermediario o un fondo
possa non rimborsare i denari ricevuti dagli investitori, infliggendo loro
delle perdite. Nasce quando su tali passività vi è una garanzia esplicita o
implicita di restituzione a vista senza perdite che è appunto la caratteristica
dei depositi bancari. Le banche sono sottoposte a vincoli prudenziali proprio
perché, accettando passività garantite, li impieghino a scadenza più lunga con
oculatezza; a garanzia dei depositanti, devono tenere adeguati cuscinetti di
capitale, cui ricorrere per soddisfare le richieste di rimborso dei
depositanti. Ma invece di selezionare buoni impieghi, le banche si sono messe a
giocare alla roulette, scommettendo sull'aumento dei prezzi delle azioni e
delle case, oppure prestando in misura imprudente a privati che scommettevano
allo stesso modo senza margini adeguati di capitale. Non può stupire che,
appena i prezzi azionari e delle case hanno accennato a flettere, i depositanti
si sono spaventati e hanno cercato di ritirare i propri depositi, avviando la crisi bancaria. Le banche sono state obbligate a liquidare
gli investimenti in attività patrimoniali, accelerandone la caduta dei prezzi e
aggravando ulteriormente la crisi bancaria.
L'assunzione di rischi sproporzionati da parte delle banche non è stata la
conseguenza dell'innovazione finanziaria - che era
solo il modo per nascondere l'esposizione,fingendo di averla trasferita
altrove. L'assunzione di rischi sproporzionati è stata resa possibile dalla
decisione delle autorità di sorveglianza di liberare le banche dai requisiti di
capitale, comeè avvenuto a Wall Street; o di fingere di non vedere che le
banche stavano accumulando rischi insostenibili in rapporto al capitale, come è
avvenuto in Europa- grazie ai rating compiacenti che cancellavano i rischi, ai
credit default swap che fingevano di assicurarli, e ai requisiti di capitale di
Basilea, che prendevano per buoni quei rating e quelle assicurazioni. Dunque,
se vogliamo evitare che il disastro si ripeta, oltre a non creare troppa moneta
e a non garantire i banchieri contro le perdite, dobbiamo irrigidire
severamente i requisiti di capitale delle banche, e sorvegliarle strettamente
perché non si giochino i denari dei depositanti alla roulette del mercato dei
capitali. Tagliare le gambe agli hedge fund o ai fondi di private equity non
aiuterebbe, anzi renderebbe i mercati meno liquidi e flessibili. Neanche i
centri finanziari off-shore hanno grandi colpe:ma le autorità fiscali di
Francia e Germania, e quelle italiane a ruota, hanno pensato che questa sia la
buona occasione per ridurre la mobilità dei capitali e la concorrenza fiscale,
puntando a creare più spazio per mantenere elevata la spesa pubblica e le
tasse. Ottima intenzione: purché tutti sappiano qual è il gioco. t Ora che le
Borse risalgono, possiamo sperare che le economie ripartano e tutto ritorni
come prima? Ci sono due problemi. Nella pancia del sistema bancario
internazionale, anche in Europa, ci sono ancora enormi perdite sommerse.
Fintanto che queste perdite non emergeranno e saranno coperte con adeguate
iniezioni di capitale, il credito all'economia non potrà ripartire. Più
importante, la grande crescita degli anni 90 era drogata dal debito
insostenibile delle famiglie, Stati Uniti in testa; mentre la crescita
fisiologica dei consumi era depressa dalla stagnazione dei redditi da lavoro
dipendente in tutto il mondo avanzato, a causa della concorrenza dei prodotti a
basso costo dei paesi emergenti, come ricordava Fitoussi nel suo intervento su
questo giornale sabato scorso. Ora non potremo più contare sul sostegno dei
debiti, anzi aumenterà la propensione al risparmio. Non è chiaro, perciò, da
dove possa venire la domanda aggregata per trainare la crescita nel mondo
avanzato. Per questo motivo, molti economisti ritengono che servano grandi
programmi d'investimento pubblico, per l'ambiente,le
infrastrutture,l'educazione o simili. Obama lo sta già facendo, l'Europa molto
meno. u Ultimo aspetto: la crisi ci lascia una seria
questione di legittimazione pubblica dell'economia di mercato. Un'economia di
mercato si basa sull'accettazione del profitto come equa ricompensa del rischio
assunto dal capitalista, motivata dal fatto che la creazione di ricchezza
beneficia la società intera. Ma negli ultimi anni abbiamo assistito a profitti
sempre più elevati di un numero sempre più ristretto di persone,soprattutto
nella finanza,mentre il tenore di vita di larghi strati della popolazione nel
mondo avanzato ristagnava o peggiorava. Senza dubbio, tornerà forte la domanda
di redistribuzione a favore dei redditi da lavoro; ma solo l'investimento in
capitale umano e in nuove tecnologie può garantire più spazio per l'aumento dei
redditi da lavoro nei paesi avanzati anche in un ambiente economico flessibile
e globalizzato. Come si voleva fare in Europa con l'Agenda di Lisbona: ma poi
non lo abbiamo fatto, e abbiamo dovuto comprimere i salari per sopravvivere. Il
rischio è che se non lo facciamo, col tempo aumentino le pulsionia chiudere le nostre
economie. Se la domanda e l'occupazione non ripartono, se le condizioni di vita
della maggioranza della popolazione nei paesi avanzati non riprendono a
migliorare, possono ripetersi le dinamiche distruttive di ottant'anni fa: il
nazionalismo, il protezionismo, le guerre, commerciali
e non solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA SPEREQUAZIONI Giusto remunerare il
capitale per i rischi assunti, ma negli anni scorsi abbiamo assistito a
profitti sempre più elevati di un numero ristretto di persone RICORSI STORICI Se
le condizioni di vita della maggioranza della popolazione non migliorano,
possono tornare gli incubi del '29: protezionismo,
nazionalismo e guerre
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 3 autore: IN GERMANIA Impiegata
una parte della garanzia Le banche tedesche sono lontane dall'aver esaurito la
garanzia di liquidità pubblica assicurata dal Governo attraverso il fondo di stabilizzazione dei mercati
finanziari Soffin. Lo riferisce il quotidiano
economico-finanziario
tedesco Handelsblatt, anticipando un servizio che sarà pubblicato oggi. La
Soffin ha messo a disposizione delle banche fino a 400 miliardi di garanzie. Di
questa somma, sono state assegnate finora soltanto 132,9 miliardi, ma solo due
terzi sono stati utilizzati dalle banche, afferma il giornale, citando
ambienti finanziari.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-12 - pag: 2 autore: Nuove
regole Senza interessi privati il mondo resta fermo di Franco Debenedetti C i
sono interessi all'origine di questa crisi finanziaria, di attori privati e di attori pubblici. Ci sono interessi nei
rimedi che i governi stanno adottando per scongiurarne il ripetersi. Gli
interessi possono contrapporsi o allearsi; ogni causa è essa stessa l'effetto
diun'altra causa a monte;cause ed effetti possono scambiarsi i ruoli. è
una meccanica complessa. Tuttavia un'analisi critica del gioco degli interessi
è un utile esercizio per comprendere fatti, cause e rimedi. Bonus. Allo scoppio
della crisi la causa prima è stata additata
nell'interesse dei top manager per i loro bonus milionari. Se le banche hanno
assunto alla leggera rischi eccessivi, se hanno adottato strategie che hanno
provocato la crisi così si argomenta- è perché i bonus
hanno suscitano l'interesse a perseguirle. I bonus sono una soluzione al
problema di agenzia, sono pensati per allineare gli interessi di manager e
azionisti. Così è stato. Bisogna quindi spiegare com'è potuto avvenire che
tutti, manager e azionisti, fossero allineati nel pensare di poter violare la
relazione per cui maggiore utile è associato a maggiore rischio, e ciò non solo
una volta, ma per un periodo indefinitamente lungo. Bisogna spiegare le
condizioni per cui queste aspettative di profitto apparissero non irrazionali.
Chi le ha prodotte, e mosso da quale interesse? Deregulation. Nel 1997-98 il
Gramm Leach Bliley Act revoca la netta separazione giuridica fra banche
commerciali e banche d'investimento, e il divieto a uno stesso soggetto di
svolgere entrambe le attività. Per alcuni, questa è la prova della
subordinazione dell'amministrazione di Clinton-Rubin all'interesse di Wall
Street. Si può però sostenere esattamente il contrario, e additare l'interesse
di chi, prima di loro, aveva mantenuto così a lungo una separazione disfunzionale
allo sviluppo dell'industria finanziaria, consentendo
alle banche d'investimento di crescere, mantenendosi separate dalle banche
ordinarie e di focalizzarsi sulla creazione e vendita di prodotti
cartolarizzati. Rating. Con la deregulation diventa necessario disporre di
valutazioni dei prodotti finanziari, basate su dati raccolti sistematicamente e
valutati con metodologie standard. Se le agenzie di rating devono fornire al
mercato questa sorta di bene pubblico, l'amministrazione si sente in dovere
d'isolarle dalla pressione concorrenziale costituendole in oligopolio, e di
garantirne la libertà, schermandole da azioni legali in caso d'errori, e perciò
estendendo alle loro valutazioni il privilegio del Primo Emendamento, che
tutela la libertà di espressione. è colpa delle amministrazioni non aver
previsto i conflitti d'interesse che sarebbero nati quando le "tre
sorelle" hanno preso a fornire retribuite consulenze agli emittenti perché
i prodotti potessero avere il rating necessario per essere acquistati da investitori
istituzionali? Politica,comitato d'affari della borghesia: nella crisi riecheggia l'antica accusa. In effetti,
dall'allineamento degli interessi di manager e azionisti, alla deregulation,
alle società di rating, tutto conduce agli interventi dell'autorità politica.
Ma la direzione del rapporto causale non è evidente, e può cambiare nel tempo:
chi ha la lungimiranza di prevedere che una legge fatta per manifestare la
riconoscenza del paese ai veterani di guerra, consentendo loro di comprarsi una
casa a condizioni di favore, può, anni dopo, consentire alle banche di
arricchirsi cartolarizzandone i mutui? La classe politica ha anch'essa una
propria agenda: al primo posto c'è l'interesse a conquistare e mantenere il
potere. è evidente l'interesse a questa "bolla ideologica" che
produceva un'inaudita crescita del Pil e del gettito fiscale, trainata dal
credito. Quanto questo interesse ha influenzato la regolazione?
"Lezione" è rendersi conto degli interessi alla base di molti dei rimedi
proposti. La crisi è la grande occasione con cui i
governi - quelli europei in prima fila cercano di riprendersi spazio. Con il
pretesto di mettere regole al mercato, si arrogano maggiori poteri
nell'allocazione delle risorse, dilatano l'area dell'economia intermediata dallo
Stato. Con il pretesto di promuovere una maggiore eguaglianza, invece di
aumentare quantità e varietà delle opportunità, riducono gli incentivi del
mercato a produrlee le possibilità per i cittadini di coglierle. La
persecuzione contro gli hedge fund, che non hanno provocato rischi sistemici, e
che non sono costati soldi agli Stati, serve gli interessi delle banche che
così mettono le briglie ad aggressivi concorrenti. La lotta ai paradisi fiscali
serve gli interessi delle finanze dei paesi indebitati, che così eliminano la
concorrenza di sistemi tributari meno oppressivi. Ogni intervento per imporre
l'"ordine" del regolatore all'"anarchia" del mercato
favorisce alcuni interessi a danno di altri, pone le condizioni per la sua
cattura. Inesorabilmente, gli atti di governo sono soggetti alla nemesi delle
conseguenze inintenzionali. La regolazione non riuscirà mai ad es-sere
proattiva, il legislatore sarà sempre scavalcato da chi cerca di arbitrare tra
varie regolamentazioni. Incomincerà un'altra corsa a trovare, nella
legislazione, modi per ridurre il costo delle regole. Gli interessi creeranno
le occasioni della prossima crescita: e metteranno le basi per la prossima crisi. www.francodebenedetti.it © RIPRODUZIONE RISERVATA IL
CIRCOLO VIRTUOSO (E VIZIOSO) La regolazione sarà sempre scavalcata da chi
cercherà di ridurre il costo delle norme: per creare le occasioni della
crescita e della crisi
( da "Messaggero, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Martedì 12 Maggio
2009 Chiudi di ROSSELLA LAMA ROMA Il peggio è passato, sul fronte della
crescita economica «siamo vicini al punto di inversione del ciclo», e dai mercati finanziari arrivano segnali incoraggianti, «sembrano tornati alla
situazione precedente al fallimento di Lehman Brothers». Parola di Jean-Claude
Trichet, presidente della Bce, e confermate dal fatto che i governatori delle
banche centrali dei paesi forti e di quelli di nuova industrializzazione
cominciano a porsi ora un problema diverso: come ritirare il mare di
liquidità immesso nel sistema per fronteggiare la crisi, che rischia di far
esplodere l'inflazione nella fase di ripresa economica. Trichet ha guidato il
Global Economy Meeting che si è riunito ieri nella sede della Bri a Basilea. E
ha tenuto una conferenza stampa come portavoce di questo ampio consesso. «La
crisi economica globale ha toccato il fondo», ha detto con un ottimismo che da
tempo non sentivamo. Certo, «siamo ancora in acque agitate», e «bisogna restare
assolutamente vigili», ma è un fatto che «vediamo in alcuni casi già una
ripresa, mentre in altri vediamo che continua la flessione del Pil, ma ad un
ritmo più lento». Anche Miguel Fernandez Ordonez, governatore della banca di
Spagna, ha parlato di «buone notizie che stanno emergendo dal mondo»,
soprattutto dagli indicatori soft, cioè quelli non quantitativi. Si riferisce
agli indici di fiducia dei consumatori, a quelli sulle aspettative delle
piccole e media imprese, che indicano un cambiamento di clima, quanto mai
importante per rilanciare la domanda interna dei vari paesi e rimettere in moto
la macchina produttiva mondiale. Secondo Ordonez «ci sono segnali che il peggio
abbia avuto luogo nel primo trimestre». Per ora il cambiamento si vede
soprattutto nei mercati finanziari e monetari, «in
sostanziale miglioramento rispetto a metà settembre del 2008», ha detto
Trichet. Il fallimento del colosso bancario Usa Lehman Brother, nell'autunno
scorso, ha creato il panico, e in un colpo ha trasformato in vera e propria
crisi quelle turbolenze che i mercati vivevano
dall'estate del 2007. Il timore di altri fallimenti hanno paralizzato i
circuiti di finanziamento tra banche. Le banche centrali sono subito intervenute
immettendo liquidità sui mercati in quantità e con
modalità senza precedenti. Le aste per quantitativi illimitati a tassi
bassissimi hanno consentito alle banche di far fronte alle loro necessità di
finanziamento, in modo che non facessero mancare a imprese e famiglie le
risorse necessarie. Con l'ultimo taglio dei tassi del 7 maggio la Bce
rifinanzia "a manetta" il sistema creditizio al tasso dell'1%. Ma ora
che la situazione si sta normalizzando bisogna preparare «una exit strategy per
uscire dall'eccesso di liquidità immesso nel sistema dai governi e dalle
autorità monetarie per contrastare la crisi», ha detto Trichet. Questa
necessità, è stata condivisa da tutti i banchieri centrali. La messa a punto di
una exit strategy «è stata al centro delle discussioni di oggi». Perchè troppa
abbondanza di moneta, con le economie in ripresa, rischia di far esplodere
l'inflazione. Invece «dobbiamo essere certi di poter garantire la stabilità dei
prezzi nel medio e nel lungo termine». Insomma, lo scenario è cambiato, si
comincia a pensare al dopo.
( da "Messaggero, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Martedì
12 Maggio 2009 Chiudi I governatori delle banche centrali della Bri registrano
segni di miglioramento nei mercati finanziari: lo shock del
fallimento di Lehman Brothers di metà settembre sta per essere archiviato
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 La
Giornata in Borsa Indici giù, corre Lottomatica Bancari Banco Popolare sale
ancora (+5,08%), Ubi Banca (-7,14%) maglia nera È iniziata all'insegna del
ribasso la settimana a Piazza Affari, con l'S&P-Mib che ha ceduto l'1,51% e
il Mibtel l'1,57%.
Miglior titolo, nell'ambito dei 40 più capitalizzati, si è confermato il Banco
Popolare, il cui prezzo di riferimento ha guadagnato un ulteriore 5,08%. Ottima
anche la performance di Telecom Italia, in tensione per l'intera seduta ma con
una chiusura a 0,963 euro (+2,45%), dopo le voci (smentite) sulla possibile
fusione con la spagnola Telefonica. Bene Lottomatica (+3,62%) grazie al
giudizio positivo di Goldman Sachs, che ha ritoccato al rialzo il target-price,
da
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il
caso a Milano Vola Pirelli Re dopo le vendite di Puri Negri (g.fer.) L'ex
amministratore delegato Carlo Puri Negri ha dimezzato la propria partecipazione
in Pirelli Real Estate, scendendo a poco più dell'1% del capitale. Le vendite, stando alla
comunicazione alla Consob, sono avvenute tra il 4 e l'8 maggio. E ieri, chiuso
il «rubinetto », come si dice in gergo borsistico, il titolo ha virato verso
l'alto. Sostenute anche da una giornata positiva per l'intero comparto
immobiliare, le azioni Pirelli Re hanno chiuso con un prezzo di riferimento di
5,35 euro, il 22,57% in più rispetto a venerdì scorso. Oltre 49,4 milioni i
pezzi scambiati nel corso della seduta. Giulio Malfatto ad di Pirelli Re
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 12/05/2009 - pag: 30 Oltre la recessione L'indice
anticipatore dell'Ocse: dati incoraggianti per Roma, Parigi, Pechino e Londra
Trichet vede i primi segni di ripresa In Italia produzione industriale ai
minimi dal '91. Entrate fiscali giù del 4,6% ROMA In Italia, la produzione
industriale crolla ai livelli del 1991 ma le prospettive, perlomeno quelle
della crisi a livello globale, migliorano. L'economia mondiale «è arrivata ad
un punto di svolta», ha infatti detto ieri il presidente della Bce, Jean-Claude
Trichet che ha sciolto così le riserve sull'evoluzione della crisi
sbilanciandosi sull'ottimismo seppure prudente. La situazione ha spiegato
Trichet al termine della riunione del G10 dei governatori delle banche centrali
a Basilea, non è però uniforme: alcuni paesi segnalano la diminuzione del
ribasso del Pil, altri invece sono già al di là e registrano «un recupero». Sui mercati finanziari, invece, il miglioramento è sostanziale. La situazione sembra
essere tornata, ha affermato Trichet, a prima del crac della Lehman. Di segno
positivo sono anche le indicazioni che arrivano dall'Ocse. Secondo gli
economisti dell'organismo che rappresenta i paesi maggiormente
industrializzati, in Italia, Francia, Gran Bretagna e Cina la caduta del
Pil si sta fermando anche se i segnali sono ancora deboli. Diversamente non
sembra migliorare il tasso di disoccupazione, che a fine marzo ha raggiunto
nell'area Ocse il 7,6% e nella zona euro l'8,9%. In Italia però le notizie
fornite dall'Istat non sono buone. La produzione industriale, sulla base
dell'indice destagionalizzato, ha fatto registrare in marzo una caduta del
23,8% su base annua (18,2% senza contare i giorni effettivamente lavorati), il
dato peggiore da gennaio 1991. Anche la variazione mensile è negativa - ed è
l'undicesimo calo consecutivo - per il 4,6%. Tra i settori in tendenza negativa
spicca quello dell'auto che registra una flessione annua destagionalizzata del
35,1% (il dato grezzo segnala un meno 28%). La produzione industriale dei primi
tre mesi del 2009 segnala così una diminuzione del 40,7% rispetto all'ultimo
trimestre del 2008. La crisi continua a pesare poi sulle entrate tributarie che
nel primo trimestre 2009 hanno registrato un calo del 4,6% rispetto ai primi 3
mesi del 2008 (il calo era del 6,7% nei primi due mesi), pari a 4 miliardi in
meno, che però si riducono a 1,5 miliardi, dice il Tesoro, se il confronto
viene fatto su dati omogenei. In controtendenza i giochi, in particolare le
slot machine, che hanno segnato un aumento degli incassi del 31,7%. Jean-Claude
Trichet Stefania Tamburello
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 12/05/2009 - pag: 37 Il
caso a Parigi Tapie: no all'Opa. Club Med va in altalena (g.fer.) Il finanziere
Bernard Tapie continua a puntare sul Club Med, ma non lancerà un'Opa ostile,
perché «si rifiuta di intraprendere un'azione conflittuale». Lo ha dichiarato lui stesso in una
intervista apparsa ieri sul quotidiano Les Echos, nella quale ha confermato di
essersi già incontrato con il numero uno della società Henri Giscard d'Estaing.
Contrastata la reazione in Borsa. In apertura di seduta, ieri a Parigi, il
titolo è salito fino a quota 11,89 euro. Poi ha perso terreno e, dopo alti e
bassi, è terminato a 11,30 euro, l'8,87% in meno rispetto alla quotazione di
venerdì scorso. Bernard Tapie punta al Club Med
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Provincia di
Cagliari Pagina 1027 Macchiareddu. Biologi e chimici sardi testavano molecole
contro l'Epatite C e l'Hiv Chiude la società che combatte l'Aids Macchiareddu..
Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv La
Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto
dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria,
licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i
lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità.
Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova
di zecca a Macchiareddu, cancellati da una crisi internazionale
che non ha risparmiato neanche società dalle solide basi finanziarie. Non c'è
ancora l'ufficialità, ma conta poco: i diciotto dipendenti della Idenix
Sarl, multinazionale che combatte alcuni dei virus più pericolosi,
dovranno fare velocemente fagotto e liberare scrivanie e armadietti occupati
fin dal 1999. Licenziati a causa di una difficile situazione economica che ha
tagliato le gambe alla
loro società: queste le motivazioni all'origine della chiusura. GLI STUDI
Nessuno si aspettava questa conclusione, anche perché la decisione arriva
neanche tre mesi dopo un grosso successo internazionale: la Idenix, società
biofarmaceutica statunitense, lo scorso febbraio ha testato e venduto a un
gruppo mondiale una molecola che si spera efficace contro l'Hiv. Scoperta che
potrebbe fruttare - in caso di successo finale - circa 460 milioni di euro e
che però evidentemente non è servita a salvare i posti di lavoro in Sardegna,
dove due chimici e sedici biologi studiano da anni come debellare il virus
dell'Aids e quello dell'Epatite C. LA SOCIETÀ In Francia si trova la sezione
chimica dell'azienda, che nell'area industriale di Macchiareddu ha creato
invece la sezione di biologia. Il gruppo ha sede negli Stati Uniti, a Boston,
dove saranno trasferite le ricerche che fino a qualche settimana fa avevano
luogo nell'hinterland cagliaritano. Il gruppo di lavoro (sedici persone su
diciotto sono sarde) testava l'efficacia di determinate molecole che, una volta
superata quella che viene definita la fase zero,
intraprendevano un percorso al termine del quale il medicinale finiva sui
banchi delle farmacie e veniva utilizzato negli ospedali. LE TRATTATIVE In Francia, dove la legge prevede che i
sindacati possano ricorrere contro i licenziamenti collettivi, le consultazioni
con i rappresentati dei lavoratori terminano oggi: poi partiranno le trattative
coi sindacati italiani. L'azienda ha promesso una buona uscita per tutti i
dipendenti, ma ancora non se ne conosce l'entità. Inoltre, per il tipo di
contratto sottoscritto (quello riguardante il terziario), non è previsto il
ricorso alla mobilità: si può sperare di averla in deroga per concessione
dell'assessorato regionale del Lavoro. Un passo fondamentale e necessario:
alcuni dipendenti sono sposati e hanno figli a carico. ANDREA MANUNZA
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Provincia di
Cagliari Pagina 1057 Macchiareddu. Biologi e chimici sardi testavano molecole
contro l'Epatite C e l'Hiv Chiude la società che combatte l'Aids Macchiareddu..
Biologi e chimici sardi testavano molecole contro l'Epatite C e l'Hiv La
Idenix, in crisi finanziaria, licenzia diciotto
dipendenti --> La Idenix, in crisi finanziaria,
licenzia diciotto dipendenti Questa settimana cominceranno le trattative: i
lavoratori posso sperare in una buonuscita e chiedono alla Regione la mobilità.
Dieci anni di lavoro, prima nei locali dell'Università e poi in una sede nuova
di zecca nella zona industriale di Macchiareddu, cancellati da una crisi internazionale che non ha risparmiato neanche società
dalle solide basi finanziarie. Non c'è ancora l'ufficialità, ma conta poco: i
diciotto dipendenti della Idenix Sarl, multinazionale che
combatte alcuni dei virus
più pericolosi, dovranno fare velocemente fagotto e liberare scrivanie e
armadietti occupati fin dal 1999. Licenziati a causa di una difficile
situazione economica che ha tagliato le gambe alla loro società: queste le
motivazioni all'origine della chiusura. GLI STUDI Nessuno si aspettava questa
conclusione, anche perché la decisione arriva neanche tre mesi dopo un grosso
successo internazionale: la Idenix, società biofarmaceutica statunitense, lo
scorso febbraio ha testato e venduto a un gruppo di caratura mondiale una
molecola che si spera efficace contro l'Hiv. Scoperta che potrebbe fruttare -
in caso di successo finale - circa 460 milioni di euro e che però evidentemente
non è servita a salvare i posti di lavoro in Sardegna, dove due chimici e
sedici biologi studiano da anni come debellare il virus dell'Aids e quello
dell'Epatite C. LA SOCIETÀ In Francia si trova la sezione chimica dell'azienda,
che nell'area industriale di Macchiareddu ha creato invece la sezione di
biologia. Il gruppo ha sede negli Stati Uniti, a Boston, dove saranno trasferite
le ricerche che fino a qualche settimana fa avevano luogo nell'hinterland
cagliaritano. Il gruppo di lavoro (sedici persone su diciotto sono sarde)
testava l'efficacia di determinate molecole che, una volta superata quella che
viene definita la fase zero, intraprendevano un percorso al
termine del quale il medicinale finiva sui banchi delle farmacie e veniva
utilizzato negli ospedali. LE TRATTATIVE In Francia, dove la legge prevede che
i sindacati possano ricorrere contro i licenziamenti collettivi, le consultazioni con i rappresentati
dei lavoratori terminano oggi: poi partiranno le trattative coi sindacati
italiani. L'azienda pare aver promesso una buona uscita per tutti i dipendenti
(lo stipendio lordo più basso si aggira sui 1.600 euro), ma ancora non se ne
conosce l'entità. Inoltre, per il tipo di contratto sottoscritto (quello
riguardante il terziario), non è previsto il ricorso alla mobilità: si può
sperare di averla in deroga per concessione dell'assessorato regionale del
Lavoro. Un passo fondamentale e necessario: alcuni dipendenti sono sposati e
hanno figli a carico. ANDREA MANUNZA
( da "Corriere della Sera"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 12/05/2009 - pag:
( da "Nuova Ferrara, La"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Le associazioni di
categoria: la richiesta di sempre maggiori garanzie penalizza in questo periodo
l'80% delle ditte «Banche poco elastiche con il credito» Molte le difficoltà
delle piccole aziende nel reperire finanziamenti Dopo il tracollo finanziario,
l'accesso al credito già difficile per le piccole realtà imprenditoriali e
cooperative, è diventato ancor più insormontabile. Da un lato ci sono le
banche, che erogano finanziamenti solo in presenza di forti garanzie,
dall'altro gli imprenditori che si trovano di fronte ad un muro. «Le banche -
commenta Vincenzo Sette direttore Confcooperative Ferrara - applicano in modo
scrupoloso l'accordo di Basilea 2 e richiedono garanzie su garanzie». «Per le
cooperative - prosegue Sette - l'accesso al credito è difficilissimo, perchè si
tratta di realtà a scarsa capitalizzazione. Il problema si
è acuito con la crisi dei
mercati finanziari, oggi più le banche richiedono garanzie e più diventa
importante il ruolo dei consorzi fidi». L'aiuto che gli imprenditori si
aspettano ancora latita. «Le banche - dice Borsetti presidente Ascom Ferrara -
dopo la crisi finanziaria,
hanno stretto molto i cordoni. Le domande di accesso al credito
continuano ad aumentare e noi abbiamo elevato la garanzia attraverso il nostro
Consorzio di garanzia aumentando così la credibilità nei confronti delle
banche. Controlliamo le pratiche una ad una prima di presentarle all'istituto
di credito e le seguiamo dall'inizio alla fine del processo. Il dato positivo è
che rispetto ad inizio anno, grazie a un accordo che abbiamo sottoscritto con
le banche locali, si sono ridotti i tempi di risposta che vanno oggi dai venti
ai 25 giorni». Se i Confidi non avessero aumentato le garanzie, le piccole
imprese non riuscirebbero più ad accedere in alcun modo al credito. «Basti
pensare - prosegue Alessandro Osti, Confesercenti - che se fino a non molto
tempo fa la garanzia fideiussoria richiesta ai confidi era pari al 20, 30%,
oggi è salita al 50%. Se non ci fossero i Confidi, le aziende non
contrarrebbero più finanziamenti, fidi, mutui. I tempi si sono allungati, dopo
la crisi dei mercati finanziari; ora le banche
vagliano molto più attentamente le pratiche. Noi cerchiamo di lavorare su
accordi per contenere i costi, perchè nonostante i tassi di interesse siano
contenuti, gli spread sono davvero molto elevati». Le domande di accesso al
credito continuano ad aumentare, segno che le aziende si trovano in grande
difficoltà. «Sulla base dei dati in nostro possesso - commenta Corradino Merli
direttore Cna Ferrara - il 70 per cento delle domande mira a soddisfare
esigenze di liquidità delle aziende, solo il 30 per cento quelle relative agli
investimenti. Le imprese artigiane chiedono una riduzione dei costi e dei tempi
di decisione. Le aziende artigiane vorrebbero essere accompagnate nella
crescita, con il supporto delle banche ed anche se il peggio sembra passato,
segnali concreti di ripresa ancora non se ne vedono». E come la vedono le
banche? «Siamo la banca del territorio - conclude Alfredo Santini presidente
della Cassa di Risparmio di Ferrara - e la nostra missione, è aiutare le
aziende che si trovano in difficoltà. Ovviamente si deve trattare di aziende
sane, gestite da persone serie. Da quando la crisi si
è riversata sulle imprese, i nostri dirigenti non mancano ad una riunione delle
associazioni, perchè il nostro obiettivo è dare una mano a tutti». Silvia Siano
( da "Finanza.com"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Nissan, perdita
netta esercizio 2008 pari a 233,71 mld di yen (12 Maggio 2009 - 09:05) MILANO
(Finanza.com) - La crisi economica globale si fa
sentire sui conti di Nissan Motor. Il terzo maggiore costruttore di auto in
Giappone ha archiviato l'esercizio 2008 con una perdita netta di 233,71
miliardi di yen. I vertici di Nissan stimano per l'esercizio fiscale 2009 una
perdita di circa 170 miliardi di yen. La recessione economica
globale e la crisi finanziaria continuano, ma stiamo iniziando a vedere i
primi segnali di miglioramento nell'accesso al credito, nell'impatto del
pacchetto stimoli del Governo e nel graduale ritorno della fiducia dei
consumatori, osserva Carlos Ghosn, presidente e ceo di Nissan.
Rimaniamo tuttavia cauti sullo scenario economico e concentrati sulla ripresa della
compagnia. (Daniela La Cava - Riproduzione riservata)
( da "Denaro, Il" del
12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Campania pubblica
amministrazione Costo del denaro, rincari record Banca d'Italia: Prestiti, in
Campania i tassi più elevati fino a 5 milioni ⬠Costo del
denaro: rincari record in Campania. Lo si legge nell'ultimo Bollettino statistico della Banca d'Italia, che
contiene i dati a tutto dicembre 2008, all'apice della crisi finanziaria internazionale. E'
oltre un anno, secondo Via Nazionale, che i tassi di interesse pagati in
regione da imprese e famiglie aumentano. In particolare, i tassi applicati
dalle banche per i prestiti da zero fino a 5 milioni di euro, fido accordato di
solito alle Pmi, restano i più cari a livello nazionale. sergio
governale I tassi di interesse pagati in Campania sono più cari di circa due
punti percentuali rispetto alla media nazionale. Lo si legge nell'ultimo
Bollettino statistico della Banca d'Italia relativo ai dati di fine 2008,
all'apice della crisi finanziaria internazionale. Il
costo del denaro, che registra un aumento costante nel corso dei quattro
trimestri dell'anno scorso, è il più elevato per tutte le classi di fido fino a
5 milioni di euro, quelle di solito accordate alle Pmi. Vediamo qualche
esempio. Nella fascia di prestiti da 125mila a 250mila euro in regione si paga
un tasso del 13,79 per cento, contro una media nazionale dell'11,61 per cento.
In Campania nella stessa classe di fido si pagano 5,5 punti percentuali in più
rispetto al Trentino Alto Adige, dove il denaro costa l'8,3 per cento. Il
Trentino è la regione più virtuosa d'Italia. In Calabria, seconda regione più
cara a livello domestico, lo stesso tasso d'interesse è al 13,15 per cento. A fine
2008 la crescita degli impieghi in Campania subisce una battuta d'arresto, come
anticipato nei giorni scorsi dal Denaro. Lo stock è di poco superiore a quello
di fine 2007, pari a 31,2 miliardi di euro. del 12-05-2009 num.
( da "Repubblica, La"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 12 - Economia
Per il presidente Bce "il peggio è alle spalle". Anche per l´Ocse in
Italia e Francia indicatori al rialzo: "Il calo si è arrestato"
Trichet vede la svolta: "Toccato il fondo" Oggi il
"manifesto" di Tremonti sulla trasparenza dei mercati
La caduta del Pil è in frenata, sostiene l´Eurotower, ma l´incertezza rimane
ancora alta A definire il "legal standard" hanno partecipato giuristi
e economisti italiani e stranieri ELENA POLIDORI ROMA - La recessione si
allenta; tenui segnali in rosa compaiono all´orizzonte della crisi. Il primo
arriva da Jean Claude Trichet, presidente della Bce secondo cui «ci avviciniamo
ad un punto di svolta» perché si sta osservando «una frenata della caduta del
Pil». Pur rimanendo ancora «molta incertezza», il banchiere assicura che la
crisi «ha toccato il fondo» ed è ormai in procinto di «girare l´angolo». Il
secondo, più tecnico, viene dall´Ocse: in alcuni paesi e in modo particolare in
Italia, Francia, Gran Bretagna, stanno emergendo «segnali di una pausa nel
rallentamento dell´economia». Sono «deboli», ma ci sono e il «superindice» di marzo
lo conferma. Ecco, è in questo contesto che il ministro dell´economia, Giulio
Tremonti, proporrà oggi in vista del prossimo G8 dell´Aquila, l´istituzione di
un «legal standard» o «global standard». Ovvero di un set di misure condivise
non solo economiche ma anche etico-giuridiche per rendere i
mercati finanziari più
trasparenti e ripristinare la fiducia. Tremonti - e non da oggi - è convinto
che «tempi straordinari richiedono misure straordinarie» e che nel mondo c´è
«un deficit» di principi e di etica che va colmato. Vorrebbe cominciare a porre
mano ad un nuovo ordine mondiale che consenta di non ripetere gli errori
commessi finora. «E´ doveroso», sostiene. Dall´incontro a porte chiuse
con esperti italiani e stranieri, che è iniziato ieri con una cena al Tesoro e
proseguirà oggi a Villa Madama, si dovrebbero capire meglio i contorni di
questa iniziativa, simile nelle sue grandi linee ad una proposta tedesca
(«Global financial charter», secondo la formula cugina del Cancelliere Angela
Merkel), studiata insieme all´Ocse e già abbozzata nel G8 finanziario
dello scorso febbraio, a Roma. Dovrebbe anche chiarirsi se e chi vigilerà sul
rispetto di questa specie di costituzione sovranazionale che riguarda la
finanza ma ha anche a che fare, secondo indiscrezioni, con la proprietà,
l´integrità, la trasparenza delle attività economico-finanziarie
e, non ultimo, con i comportamenti degli intermediari. Al dunque si tratta di
scrivere quella che il ministro chiama una «carta» o un «manifesto» del diritto
futuro, su cui lavora da settimane insieme ad un gruppo di «saggi». Tra questi,
presenti a Villa Madama, Enrico Letta, Guido Rossi, Gustavo Visentini, Giulio
Napolitano, il Nobel Muskin, il consigliere economico di Obama, Gary Hart. Nei
mesi scorsi si è discusso se affidare i controlli sul global standard ad una
nuova Autorithy, sul modello del Wto, allo stesso Ocse, alla Bce o anche al
Financial Stability Board guidato dal governatore Mario Draghi. Angel Gurria,
responsabile dell´Ocse, pure presente al meeting, è convinto che alcune
linee-guida già vi sono - per esempio sulla condotta delle multinazionali,
contro la corruzione o il riciclaggio - ma bisogna mettere in fila questi
strumenti, garantire un sostegno politico davanti all´opinione pubblica e
lavorare su un meccanismo rafforzato di monitoraggio. Sarà lui a mediare e a
fare la sintesi tra le diverse idee: è previsto un «paper», tanto più atteso
ora che arrivano i primi segnali in rosa sulla crisi, da Trichet e dal
superindice Ocse sceso a marzo dello 0,1% per l´intera area, ma cresciuto dello
0,2 per Eurolandia. Per l´Italia, l´indicatore è passato da 96,6 di febbraio a
97,4. In Francia da
( da "Repubblica, La"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 31 - Commenti
LA MALATTIA DELL´EUROPA (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Giornale.it, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
"La religione
viene sfigurata quando viene costretta a servire l'ignoranza e il pregiudizio,
il disprezzo, la violenza e l'abuso. Qui non vediamo soltanto la perversione
della religione, ma anche la corruzione della libertà umana, il restringersi e
l'onnubilarsi della mente". Lo ha detto stamattina il Papa prima di
benedire la prima pietra al sito dell'Università cattolica del patriarcato
latino di Amman. Scritto in Varie Commenti ( 57 ) » (2 votes, average: 5 out of
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Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 Parto per la Terra Santa con
il Papa Cari amici, tra qualche ora parto con Benedetto XVI per la Terra Santa.
E' un viaggio importante, delicato, affascinante. Il Papa esprimerà la sua
vicinanza ai cristiani che vivono notevoli difficoltà, parlerà di pace e di
riconciliazione. Il Giornale seguirà il viaggio con vari reportage, e una
speciale sezione è già attiva anche sul sito della nostra testata. Cercherò di
aggiornarvi anche via Internet, nella sezione online, oltre che dalle pagine
del quotidiano. Scritto in Varie Commenti ( 44 ) » (2 votes, average: 5 out of
5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 Ranjith, la nomina può
attendere La malattia, già ben superata, del cardinale Canizares, Prefetto
della Congregazione del Culto divino, ha fatto rimandare la pubblicazione della
nomina ad arcivescovo di Colombo - da tempo già decisa - del Segretario della
stessa Congregazione, l'arcivescovo cingalese Malcom Ranjith Patabendige Don.
C'è chi parla di giorni o settimane, chi addirittura di qualche mese. Di certo
sulla nomina del nuovo Segretario è in atto un braccio di ferro, dato il ruolo
chiave che quel dicastero ha nel portare avanti la riconciliazione sul
"campo di battaglia" della liturgia e nel cercare di attuare quella
"riforma della riforma" auspicata ormai diversi anni fa dall'allora
cardinale Joseph Ratzinger. Canizares, l'ex arcivescovo di Toledo
soprannominato "il piccolo Ratzinger", vorrebbe che Ranjith rimanesse
ancora a Roma. E nel caso probabile che non riesca a trattenerlo, vorrebbe come
numero due un collaboratore che prosegua sulla stessa linea. L'unica certezza è
che sarà un anglofono. Ma al momento è inutile fare nomi (che pure ci sono),
perché la situazione è in continua evoluzione. Scritto in Varie Commenti ( 7 )
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04May 09
"Angeli e demoni", il Vaticano non vuol fare pubblicità Il regista di
"Angeli e demoni", Ron Howard (indimenticabile Richie Cunningham del
telefilm "Happy Days"), ci ha tentato per settimane: voleva un
commento del Vaticano al suo nuovo film. Cercava una dichiarazione contraria,
un bell'attacco mediatico. Insomma qualcosa che gli permettesse di replicare il
successo ottenuto tre anni fa con il "Codice Da Vinci". Ma questa
volta - almeno per il momento, l'esperienza insegna che non bisogna mai dire
mai - il Vaticano sembra più attento e più accorto a non contribuire, suo
malgrado, a far da cassa di risonanza al kolossal. Va detto che "Angeli e
demoni" non attacca la fede cristiana come il "Codice Da Vinci",
e dunque certe reazioni di autorevoli cardinali e prelati del 2006, oggi
sarebbero oltremodo fuori luogo. Questo è l'articolo che pubblico sul Giornale
di oggi: il direttore dell'"Osservatore Romano", Gian Maria Vian,
sceglie l'arma dell'ironia e dice che commenterà il film solo se la produzione
garantirà 1000 abbonamenti al quotidiano vaticano per dieci anni, da
distribuire ad attori e registi di Hollywood, mentre padre Federico Lombardi,
direttore della Sala Stampa della Santa Sede, non commenta e non se ne
interessa. Ma rivela che stava per finire tra le comparse del film quando hanno
girato alcune scene in via della Conciliazione. Scritto in Varie Commenti ( 75
) » (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea Tornielli ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr
09 Liturgia, Ranjith va a Colombo. La salute di Canizares Ormai è deciso e la
pubblicazione della nomina potrebbe essere resa nota già nei prossimi giorni:
monsignor Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, attuale segretario della
Congregazione del culto divino, lascia una seconda volta la Curia romana per
tornare oin Sri Lanka. Sarà nominato arcivescovo di Colombo, e non si esclude,
per lui, la berretta cardinalizia in un prossimo concistoro. Vescovo ausiliare
di Colombo nel 1991, nel novembre 1995 gli venne assegnata la diocesi cingalese
di Ratnapura. Sei anni dopo, nell'ottobre 2001, Papa Wojtyla lo nominò
segretario aggiunto della Congregazione di Propaganda Fide, guidata dal cardinale
Crescenzio Sepe. I due non andarono molto d'accordo, e così, a sorpresa,
nell'aprile 2004 Ranjith - che non apparteneva al servizio diplomatico della
Santa Sede - fu nominato nunzio apostolico in Indonesia e Timor Est. Il
prelato, ben conosciuto dall'allora cardinale Ratzinger, considerò
l'allontanamento un'ingiusta punizione. Nessuno si sorprese, dunque, che
Benedetto XVI, pochi mesi dopo l'elezione, nel dicembre 2005, lo richiamasse a
Roma come segretario del Culto divino. Tutti pensavano che, al momento della
pensione per l'allora Prefetto, il cardinale nigeriano Francis Arinze, sarebbe
toccato al suo vice di prenderne il posto. Considerato dagli avversari troppo
vicino ai tradizionalisti e ai lefebvriani, a causa anche di qualche intervista
improvvida dai toni poco misurati, Ranjith ha visto prima sfumare la
possibilità della successione ad Arinze (anche se il nome dell'attuale
Prefetto, il pororato spagnolo Antonio Canizares Llovera, era tra quelli
suggeriti da lui), e ora viene allontanato per la seconda volta dalla Curia
romana. La sua presenza in prima linea sulla frontiera asiatica sarà
importante, perché lì si gioca una sfida decisiva per la Chiesa. Ma è difficile
non considerare la nomina un promoveatur ut amoveatur. Si conferma così quello
della liturgia come un ambito delicatissimo, teatro di "battaglie"
tra impostazioni diverse. Ed è significativo che Papa Ratzinger abbia deciso di
affidare il dialogo con i lefebvriani non alla Congregazione del Culto, ma a
quella per la Dottrina della Fede. Dal fine della scorsa settimana, il
cardinale Canizares è ricoverato al Policlinico Gemelli per una tromboflebite
(ne ha dato notizia il quotidiano spagnolo ABC). Lo stress delle ultime
settimane, legato alla designazione del successore di Ranjith, ne ha aggravato
le conseguenze. Il porporato, che si sta riprendendo bene, dovrà rimanere in
ospedale per due settimane e dunque - se la nomina a Colombo di Ranjith sarà
resa nota già sabato - difficilmente sarà contestualmente annunciato anche il
suo successore, sul cui nome nei sacri palazzi si è giocata una non facile
partita. Sarà, con tutta probabilità, un vescovo anglofono. Si tratta di una
nomina delicatissima e ben ponderata: il nuovo segretario avrà infatti un ruolo
chiave per poter contribuire a pacificare finalmente il "campo di
battaglia" liturgico, attuando al contempo con moderazione, a piccoli
passi, ma con determinazione, quella "riforma della riforma"
liturgica tanto auspicata da Benedetto XVI: senza inutili nostalgie per il passato
né sterili formalismi, guardando al futuro nel solco tracciato dal Concilio
Vaticano II e al tempo stesso correggendo con pazienza storture e abusi
liturgici. Negli ultimi anni i segretari del Culto si sono avvicendati con una
frequenza che non ha precedenti negli altri dicasteri curiali. In molti si
augurano che questa volta la scelta sia ben ponderata e l'eletto abbia davanti
a sé un tempo sufficiente per ambientarsi e collaborare efficacemente con il
Prefetto Canizares e con il Papa. Scritto in Varie Commenti ( 85 ) » (8 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 26Apr 09 Se il Papa
brinda alla coscienza prima che alla sua autorità Esce martedì in libreria il
volume Elogio della coscienza. La verità interroga il cuore (Edizioni
Cantagalli, pp. 176, euro 13,50), che raccoglie alcuni importanti testi di
Joseph Ratzinger. Quello che gli dà il titolo, è una conferenza tenuta dal
futuro Pontefice nel 1990 e riguarda il concetto moderno di coscienza in
rapporto a ciò che sulla coscienza insegna e crede la Chiesa. Il Papa aveva
fatto propria la celebre frase del cardinale John Henry Newman (nell'immagine):
«Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo -
cosa che non è molto indicato fare - allora io brinderei per il Papa. Ma prima
per la coscienza e poi per il Papa». Spiegandola nel suo significato più
profondo e mostrando come il Papa «non può imporre ai fedeli cattolici dei
comandamenti, solo perché egli lo vuole o perché lo ritiene utile. Una simile
concezione moderna e volontaristica dell'autorità può soltanto deformare
l'autentico significato teologico del papato». La «voce della verità», dice
Benedetto XVI, non è qualcosa di imposto dal di fuori, «il senso del bene è
stato impresso in noi», come dichiara sant'Agostino. «A partire da ciò siamo
ora in grado di comprendere correttamente il brindisi di Newman prima per la
coscienza e solo dopo per il Papa». Quest'ultimo, infatti, non impone dall'esterno,
ma sviluppa la memoria cristiana e la difende, insegnando e predicando ciò che
corrisponde a quella scintilla di Dio che è stata impressa nel cuore umano.
Scritto in Varie Commenti ( 112 ) » (10 votes, average: 4.2 out of 5) Loading
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Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 Summit sull'enciciclica sociale. Esce
(forse) a fine giugno La data prevista per l'uscita della nuova enciclica
sociale è stata stabilita per fine giugno, ma la decisione
non può dirsi ancora definitiva perché Benedetto XVI ha voluto
"ristrutturare" il paragrafo dedicato alla crisi
finanziaria che ha messo in ginocchio le economie
mondiali. Sabato scorso, a Castelgandolfo, sono arrivati per un mini-summit i
cardinali Angelo Bagnasco, presidente della Cei; Camillo Ruini, suo
predecessore; Angelo Scola, patriarca di Venezia; Christoph Schoenborn,
arcivescovo di Vienna. Sono porporati particolarmente legati a Ratzinger.
Bagnasco, come presidente della Cei, è impegnato nell'azione in favore delle
famiglie colpite dalla crisi (con un fondo di
solidarietà), Ruini è consigliere stimato e ascoltato, Scola si è occupato di
etica e impresa, Schoenborn è stato allievo del Papa. Questo è l'articolo che
pubblico oggi sul Giornale. Proprio ieri, all'udienza generale, parlando della
figura del santo monaco Ambrogio Autperto, Benedetto XVI ha accennato alla crisi, che, ha spiegato, è stata causata dalla
"cupidigia". Scritto in Varie Commenti ( 52 ) » (7 votes, average: 5
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 Il Vaticano contro le
dichiarazioni di Ahmadinejad La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato
stamane una dichiarazione di padre Federico Lombardi che, riproponendo le
parole pronunciate domenica da Benedetto XVI, critica - pur senza nominarlo
direttamente - il presidente iraniano, che ieri ha ripetuto a Ginevra le sue
affermazioni che negano a Israele la legittimità ad esistere: "La Santa
Sede deplora l'utilizzazione di questo forum dell'ONU per assumere posizioni
politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato. Ciò non contribuisce
al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile. Si tratta, invece, di
valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea
di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace
contro il razzismo e l'intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne,
afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene, ecc. in ogni parte del
mondo". Com'è noto diversi Paesi occidentali, tra i quali Gli Stati Uniti,
la Germania e l'Italia, hanno disertato la conferenza di Ginevra sul razzismo
per i contenuti antisemiti del documento preparatorio, che è stato però
corretto: i contenuti antisemiti sono stati espunti, e c'è un'esplicita
menzione di memoria dell'Olocausto. Ferma restando la libertà dei Paesi che
hanno deciso di non partecipare, ho trovato davvero ingenerose le critiche
rivolte al Vaticano per aver deciso comunque di essere presente. In particolare
quelle del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che ha tentato di creare l'ennesimo
motivo del contendere mediatico con il Papa proprio alla vigilia
dell'importante viaggio in Terrasanta (Giordania, Israele e Territori
sottoposti all'Autorità Palestinese). E' stata fatta troppa confusione: una
cosa sono le esternazioni di Ahmadinejad, che nega a Israele il diritto ad
esistere, un'altra è la conferenza di Ginevra contro il razzimo e la bozza di
documento che, ripetiamo, non contiene nella versione corretta alcuna
affermazione antisemita. Certo, le inaccettabili "sparate" del
presidente iraniano rischiano di compromettere irrimediabilmente l'esito dei
lavori. Ma non è detta l'ultima parola. Aggiungo queste parole di Sergio
Romano, pubblicate sul "Corriere" di oggi: "Avremmo dovuto
andare a Ginevra per affermare le nostre verità, rintuzzare le faziose parole
di Ahmadinejad, separare i faziosi dai ragionevoli (esistono anche quelli),
comprendere le ragioni degli altri, lasciare agli atti della Conferenza
programmi e concetti a cui avremmo potuto fare riferimento in altri momenti e
circostanze. La Santa Sede lo ha fatto e ci ha dato, in questo caso, una
lezione di laico buon senso". Scritto in Varie Commenti ( 43 ) » (13
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Il vescovo polacco Zimowski nuovo ministro della salute La Segreteria di Stato
ha replicato ieri con una nota alla protesta ufficiale presentata dal governo
belga in seguito a una mozione votata dalla Camera dei rappresentanti di
Bruxelles, che aveva definito "inaccettabili" le frasi del Pontefice
sul preservativo e la lotta all'Aids. Le critiche del Belgio sono state
rispedita al mittente. La Segreteria di Stato ricorda che il Pontefice «ha
dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte
nell'umanizzazione della sessualità e, dall'altra, in una autentica amicizia e
disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche
l'impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed
educativa la battaglia contro l'Aids non sarà vinta». Nell'articolo che
pubblico oggi sul Giornale, aggiungo che è attesa nelle prossime ore - forse
già a mezzogiorno di oggi - la nomina del nuovo ministro della sanità del
Vaticano: si tratta del sessantenne arcicescovo di Radom (Polonia), Zygmunt
Zimowski, che dal 1983 al 2002 ha lavorato alla Congregazione per la dottrina
della fede ed è dunque ben conosciuto da Papa Ratzinger. Con il suo arrivo a
Roma i capi dicastero curiali di origine polacca diventeranno tre (oltre a lui,
ci sono i cardinali Zenon Grocholewski all'Educazione cattolica, e Stanislaw
Rylko al Pontificio consiglio per i laici). Scritto in Varie Commenti ( 33 ) »
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr
09 Enciclica sociale, i tempi si allungano (a causa della crisi)
Quando sarà pubblicata la terza enciclica di Benedetto XVI? Il progetto
iniziale prevedeva che uscisse l'anno scorso, le prime anticipazioni - a
partire dal titolo, "Caritas in veritate" - risalgono infatti ai
primi mesi del 2008. Doveva essere pubblicata nel quarantesimo anniversario
dell'enciclica "Populorum progressio" di Paolo VI (marzo 1968), poi
il cardinale Segretario di Stato disse che sarebbe slittata probabilmente a
ridosso dell'estate. Poi si parlò di dicembre. A fine anno il testo sembrava
pronto, dopo l'ingresso nel gruppo di lavoro del neo-arcivescovo di Monaco di
Baviera, monsignor Marx. La crisi finanziaria aveva
provocato un ulteriore ritardo, ma nelle prime settimane del 2009 si dava per
certo che l'enciclica sarebbe uscita con data 19 marzo - festa di San Giuseppe
- e resa nota prima di Pasqua. Si è poi detto che sarebbe slittata a maggio
(firmata il 1 maggio). Ora anche l'ipotesi di quella data sembra
definitivamente tramontare e nei sacri palazzi è opinione diffusa che
l'enciclica sociale possa vedere la luce a ridosso dell'estate, se tutto va
bene. Quali sono le cause del ritardo? Fonti autorevoli confermano al Giornale
che il problema sarebbe stato rappresentato proprio dalla parte aggiunta al
testo, e riferita alla crisi economica mondiale. La
stesura fin qui approntata, infatti, non avrebbe incontrato il gradimento del
Pontefice che, ovviamente, per passaggi "tecnici" di documenti così
importanti, è solito affidarsi agli esperti, ma che non rinuncia poi a
intervenire, a chiedere modifiche e aggiustamenti. "Caritas in
veritate" risulta dunque essere, fino a questo momento, il testo più
travagliato del pontificato di Benedetto XVI, che oggi festeggia
l'ottantaduesimo compleanno e si accinge a ricordare il quarto anniversario
dell'elezione. Anche oggi il Papa ha festeggiato (poco) e lavorato (molto):
l'attenzione sua e dei collaboratori più stretti è tutta rivolta in questo
momento al prossimo viaggio in Terrasanta (Giordania, Israele, Territori
sottoposti all'Autorità Palestinese). Tra le nomine curiali attese nelle
prossime settimane c'è quella del nuovo "ministro della Sanità", in
sostituzione del dimissionario cardinale Barragàn; quella del nuovo presidente
del Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace, in sostituzione del
cardinale Martino - che però resterà al suo posto fino alla pubblicazione
dell'enciclica sociale, prima di essere sostituito, sembra, da un prelato
africano. Per quanto riguarda la Segreteria di Stato, invece, non ci dovrebbero
essere sorprese ai livelli altissimi (voci di una promozione del Sostituto
Filoni a un ufficio cardinalizio sembrano prive di fondamento), mentre è più
probabile che non tardino molto ad arrivare le promozioni a nunzio dei numeri
tre Caccia (assessore) e Parolin (sottosegretario ai rapporti con gli Stati).
Concluso il lavoro per l'enciclica, dovrebbe lasciare la Segreteria di Stato anche
l'arcivescovo Sardi, che coordina il gruppo di scrittori incaricato di
collaborare con il Papa per la stesura dei discorsi e che dovrebbe ricevere un
incarico presso l'Ordine di Malta. Scritto in Varie Commenti ( 93 ) » (19
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Corrado: Mi scuso per la .http://blog.ilgiornale.
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( da "Soldionline"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Saras, pesa la
riduzione della domanda di petrolio L'andamento del prezzo del petrolio ha
penalizzato anche i conti di Saras, che nel primo trimestre del 2009 ha
evidenziato un calo di tutti i principali aggregati economico finanziari. Ma
anche una riduzione dell'indebitamento. Le tags: saras Quotazioni: SARAS
Commenta l'articolo Mauro Introzzi martedì, 12 maggio 2009 - 10:10 Landamento
del prezzo del petrolio ha penalizzato anche i conti di Saras, che nel primo
trimestre del 2009 ha evidenziato un calo di tutti i principali aggregati economico finanziari. Ma
anche una riduzione dellindebitamento. Il gruppo, secondo quanto
evidenziato dagli stessi vertici, è stato penalizzato da un periodo in cui “è
proseguita la riduzione della domanda di prodotti petroliferi, iniziata nella seconda metà dello
scorso anno, come conseguenza della recessione economica”. Saras ne ha così
approfittato per effettuare un ciclo di manutenzione programmata, che ha
interessato alcuni impianti “con un inevitabile impatto sui risultati”. Tra i
segmenti più penalizzati quello del marketing, che ha registrato una
performance deludente a causa della contrazione dei margini e dei volumi di
vendita. Bene, invece, la produzione di energia eolica. In questo scenario i
ricavi sono arrivati a 1,23 miliardi di euro, in calo del 40% rispetto ai 2,05
dello stesso trimestre del 2008. Una flessione imputabile principalmente alla
contrazione dei prezzi dei prodotti petroliferi. Il margine operativo lordo
comparable è sceso del 38% a 91,1 milioni di euro, mentre il reddito operativo
comparable è peggiorato del 58% a 46,5 milioni di euro. Calo ancora più marcato
per l'utile netto adjusted, arretrato del 66% a 25,3 milioni di euro. Migliora
invece la posizione finanziaria netta, passata da un
rosso di 333 milioni della fine del 2008 a uno di 223 milioni, con un
miglioramento di 110 milioni grazie “ai significativi flussi di cassa della
gestione operativa”. Il cash flow, nel quarter, è stato di 170 milioni di euro,
dai 163 milioni dello stesso periodo del 2008. Gli investimenti, infine, si
sono attestati a 60,5 milioni di euro, in linea con il piano di investimenti
della società. I vertici hanno fornito alcune indicazioni sul futuro. In “un
contesto macroeconomico che resta difficile”, specie per i paesi più industrializzati,
il management crede che limpatto della crisi finanziaria sia già
stato ampiamente scontato, “sia in termini di calo dei consumi che in termini
di ridotti margini di raffinazione”. Saras aveva chiuso il 2008 con un utile di
327 milioni di euro. -->
( da "Trend-online"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Banche: ok a
ricapitalizzazione Allied Irish ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna
di Ansa , 12.05.2009 12:46 Scopri le migliori azioni per fare trading questa
settimana!! (ANSA) - BRUXELLES, 12 MAG - Luce verde di Bruxelles al salvataggio
della banca Allied Irish. La Commissione europea ha
approvato la sua ricapitalizzazione da parte del governo irlandese,
un'operazione d'emergenza da 3,5 miliardi di euro. Bruxelles ha ritenuto che
l'operazione rispetta le linee guida sugli aiuti di Stato messe a punto dalla
stessa Commissione per fare fronte alle conseguenze della crisi finanziaria.
( da "Lavoce.info"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
>UN ANNO DI
GOVERNO: SANITÀ di Nerina Dirindin e Gilberto Turati 12.05.2009 I
PROVVEDIMENTI Le politiche sanitarie che hanno caratterizzato il primo anno di
governo possono essere riassunte intorno a tre grandi temi: le risorse da
destinare al sistema, la gestione delle situazioni di dissesto finanziario, la
ri-definizione delle politiche per la salute allinterno del
sistema di welfare. Per quanto riguarda il primo tema, quello delle risorse, la
definizione del Patto per la salute con il precedente governo (e, soprattutto, la
definizione di piani di rientro per le Regioni in difficoltà che attribuivano
chiare responsabilità agli amministratori regionali) aveva contribuito a
stabilizzare la spesa. Con il nuovo governo questa politica di concertazione
istituzionale
viene in qualche modo abbandonata, nel segno di un rigore forse più enunciato
che perseguito. Il Dl 112/08 con il quale si è anticipata la Finanziaria chiede
infatti al Servizio sanitario nazionale sforzi di razionalizzazione non
indifferenti,
soprattutto nel biennio 2010-2011. Per il 2009, con il Dl 154/08 si sono
trovati un po di soldi in più rispetto alle prime
proposte attraverso lutilizzo del Fondo per le aree sottosviluppate, ma
ciò non muta lintonazione generale della politica del governo votata al contenimento della
spesa. I suggerimenti alle Regioni, resi espliciti in occasione delle
discussioni sul nuovo Patto, sono i soliti: riduzione degli standard di posti
letto, riduzione delle spese per il personale, introduzione di forme di compartecipazione
alla spesa. Anche le risorse in conto capitale, sia quelle per ledilizia
ospedaliera sia quelle riservate al Mezzogiorno nellambito del Quadro
strategico nazionale, si azzerano o procedono con tempi molto lunghi. Per
quanto riguarda il secondo
tema, la gestione dei dissesti finanziari, concentrati in poche realtà
regionali, in particolare Lazio, Campania e Sicilia, le decisioni del governo
rispetto alle ipotesi iniziali di commissariamento si sono rivelate molto più
accomodanti: si è scelta la strada di affidare ai governatori la possibilità di
essere commissari di se stessi. Si è anche agitato lo spettro del
fallimento politico, cioè la possibilità di tornare alle urne in
caso di dissesto; ma non si è mai passati dalle parole ai fatti. Infine, per quanto riguarda il
terzo tema, già a partire dalla scomparsa del ministero per la Salute, si è
voluta tracciare una rotta di lungo periodo per ri-definire le politiche per la
salute nellambito del Welfare. Il tema è stato affrontato attraverso il Libro verde prima e il
recentissimo Libro bianco poi. La tendenza individuata è una ancora più marcata
de-ospedalizzazione, un miglioramento dei servizi territoriali, una più forte
integrazione con le politiche assistenziali, la massima attenzione allefficienza
nellimpiego delle risorse. Un concetto, questo, ribadito anche dal
richiamo ai costi standard nel Dl sul federalismo appena approvato. Principi in
gran parte condivisibili, ma rispetto ai quali il governo non ha ancora
prodotto risultati apprezzabili.
GLI EFFETTI Riusciranno le Regioni, in particolare quelle in grave disavanzo, a
rispettare i vincoli finanziari imposti dal governo centrale? Le prospettive
non sono confortanti. La storia insegna che il governo della spesa dipende sia
dalla qualità delle amministrazioni regionali sia dalle aspettative delle
stesse circa lintervento ex-post dello Stato in caso di crisi
finanziaria. Ma la qualità delle amministrazioni migliora troppo
lentamente e le aspettative di ripiano a favore delle Regioni canaglia
sono in qualche misura sostenute dallo stesso governo centrale. Da questo punto
di vista, il commissariamento di se stessi, pur in presenza di un
affiancamento da parte del governo centrale, non va nella direzione
giusta: è lo spettro della perdita di sovranità la punizione che potrebbe
fornire gli incentivi giusti per una buona gestione. E perdita di sovranità
vuol dire restituzione della stessa al governo centrale, e adozione
da parte di questultimo di quei provvedimenti, impopolari, che le Regioni non sono in grado di
adottare. La ri-definizione delle politiche per la salute nellambito
generale del Welfare appare una buona idea, che potenzialmente potrebbe portare
a un ripensamento dellintera struttura dellintervento pubblico in
campo sociale. Che non
vuol dire però tagliare i posti letto, ma pensare a un nuovo Stato sociale che
riesca finalmente a garantire a tutti i cittadini leguaglianza
delle opportunità, la traduzione tecnica dei livelli essenziali
delle prestazioni prevista dalla Costituzione. OCCASIONI MANCATE Da un governo che può contare su una
larga maggioranza ci si sarebbe potuti aspettare meno incertezze, anche perché
alcuni elementi di contesto richiedono e addirittura favoriscono azioni
energiche. Laccorpamento in un unico ministero di Sanità e Politiche sociali avrebbe
(almeno) potuto favorire il rilancio delle politiche per la non
autosufficienza, per le quali lintegrazione fra sociale e
sanitario è fondamentale. Al contrario, lItalia continua a restare agli
ultimi posti in Europa
per lassistenza agli anziani, puntando esclusivamente sulle pensioni.
Limpegno sulla non autosufficienza avrebbe potuto essere inserito in quel
ridisegno delle politiche sociali di cui il Paese ha da tempo bisogno, a
maggior ragione in tempo
di crisi. E le esperienze delle Regioni più avanzate
indicano ormai in modo chiaro come procedere. Un altro aspetto completamente
trascurato è quello dellappropriatezza: esiste ormai ampia evidenza
che una maggiore
attenzione allappropriatezza e alla sobrietà desercizio
produce effetti positivi sulla qualità dei servizi e sulle dimensioni della
spesa. Un governo che fa della lotta agli sprechi la propria bandiera deve
promuovere il buon uso dei servizi sanitari (a partire dal pronto soccorso),
dei farmaci (in
particolare dei generici), degli esami di laboratorio (procedendo nelle
politiche già avviate dal precedente governo di accentramento dei laboratori e
nella diffusione dei punti prelievo), della diagnostica per immagini
(razionalizzando lofferta), nella revisione di alcune tariffe, e così via. Sul
fronte degli investimenti, il governo è ancora in tempo per non perdere loccasione
per metter mano al problema della sicurezza delle strutture sanitarie,
soprattutto nelle Regioni più arretrate. I piani di rientro non possono limitarsi alla gestione
corrente; investimenti sbagliati o fondi inutilizzati devono far scattare
interventi sostitutivi, per evitare che lincapacità delle
amministrazioni regionali si scarichi sulla testa dei cittadini.
( da "Lavoce.info"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
>UN ANNO DI
GOVERNO: FISCO di Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra 12.05.2009 I
PROVVEDIMENTI Dal suo insediamento a oggi il governo è intervenuto
massicciamente in campo fiscale; A questo attivisimo non si è accompagnata una
diminuzione della pressione fiscale. Dopo labolizione
dellIci- prima casa e la detassazione di straordinari e premi di
produzione, allo scopo di dare seguito alle promesse elettorali di riduzione
delle imposte, il governo ha introdotto nuove forme di prelievo (la cosiddetta
Robin tax)
per esigenze di gettito - il finanziamento della manovra triennale.
È stata poi la volta delle misure anticrisi,
del novembre 2008 e del gennaio 2009, con una molteplicità di interventi in
campo fiscale, di vario segno: entrambi i decreti sono infatti a saldo pressoché nullo e
le minori entrate e maggiori spese previste sono finanziate in larghissima
parte con aumenti di imposte. E di varia natura: a volte nuovi, a volte
riedizioni del passato, temporanei o permanenti, rivolti a diversi soggetti
(famiglie o imprese) e con obiettivi diversi. Si possono citare, in un elenco
certo non esaustivo: la deduzione del 10 per cento dellIrap
dallimponibile Ires e Irpef: uno sgravio fiscale, a carattere permanente,
rivolto prevalentemente alle imprese, attuato allo scopo principale di prevenire o ritardare un
intervento sanzionatorio da parte della Corte costituzionale in materia;la
detrazione del 20 per cento dallIrpef per lacquisto di alcuni
beni durevoli, come frigoriferi, mobili e computer: un incentivo fiscale temporaneo, che ha
affiancato i bonus per lacquisto di autovetture, allo scopo di
aiutare i settori economici maggiormente in crisi;il concordato preventivo
per i distretti: una riedizione, con qualche modifica, di un incentivo già
tentato, ma senza concreta attuazione, dal passato governo di centrodestragli
incentivi fiscali alle riorganizzazioni aziendali, come le fusioni e scissioni:
riedizione, con modifiche, di un incentivo di carattere temporaneo alle
imprese;le imposte sostitutive connesse a riallineamenti contabili da parte
delle società e delle imprese: un aumento di prelievo di natura volontaria,
che consentirà alle aziende, pagando di più oggi, di pagare meno in futuro, con
simmetrici effetti sul bilancio dello Stato;la porno tax: riedizione di un tentativo, in
passato abortito, di prelevare imposte più elevate sui redditi generati da
vendita di materiale pornografico, esteso ora anche a chi guadagna abusando
della credulità popolare tramite trasmissioni televisive o numeri telefonici a
pagamento. Infine, alcuni provvedimenti si sono resi necessari per fronteggiare
lemergenza del terremoto in Abruzzo. Per non mettere le
mani nelle tasche dei cittadini, come hanno ripetutamente rassicurato
Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, si è fatto ricorso, dal lato delle entrate, a imposte sui
giochi, da cui ci si attende un ammontare complessivamente pari a 1,5 miliardi
fra il 2009 e il 2011, in grado di fornire, da solo, quasi il 75 per cento
della copertura delle spese previste per il medesimo triennio. Si tratta di
imposte a carattere regressivo e sugli stupidi,
come ebbe occasione di definirle Einuadi, proprio perché basate su aspettative
irrazionali, dal punto di vista probabilistico, di vincita. Tra gli interventi
fiscali del governo andrebbero
poi sottolineati i nuovi orientamenti nel campo delle azioni di contrasto allevasione:
hanno smantellato un insieme di importanti provvedimenti di prevenzione messi a
punto dal governo precedente a favore di riedizioni aggiornate del redditometro e di altre forme di accertamento
sintetico. Hanno anche ampiamente rivisto, riducendole, le sanzioni in caso di
mancato o ritardato pagamento delle imposte. GLI EFFETTI Èdifficile, se non
impossibile, valutare gli effetti economici sui comportamenti dei contribuenti
e gli effetti distributivi di questa miriade di difformi interventi. Nellinsieme,
limpressione è negativa, non solo perché si aumenta la pressione fiscale
complessiva nonostante la congiuntura economica sfavorevole, ma soprattutto
perché gli interventi
non sembrano mirati e adeguati neppure dal punto
di vista micro o settoriale, né per affrontare la crisi, né per migliorare
la struttura e razionalità del nostro sistema tributario. Labolizione
Ici prima casa, oltre ad avere effetti redistributivi negativi, pone problemi allattuazione
di un federalismo responsabile, che come è noto dalla letteratura e dalle
esperienze internazionali ha come cardine proprio limposta immobiliare,
anche sulla prima casa. La Robin tax non esprime un sistema organico e coerente di tassazione
degli extraprofitti come era la Dit, con lo scopo di detassare il rendimento
normale, in caso di finanziamento con capitale proprio, ma è una sorta di
tassazione arbitraria di alcuni settori produttivi dove si riteneva
più facile poter
prelevare gettito: limperfetto è doveroso, perché questi
settori - petrolifero, bancario e assicurativo - hanno poi particolarmente
sofferto la caduta del prezzo del petrolio e la crisi finanziaria e, nel
caso delle banche, sono anche stati oggetto di successivi interventi di
sostegno. Col senno di poi, anche la detassazione degli straordinari,
introdotta sullonda del successo elettorale, si è presto
rivelata anacronistica. Detassazione degli straordinari e dei premi di
produzione (questultima
ancora in vigore) aprono inoltre un vulnus nella struttura dellIrpef
alterandone equità ed efficienza, in quanto tassano in modo agevolato un
particolare segmento della sua base imponibile - il reddito complessivo del
contribuente - e si prestano ad abusi. Il più recente intervento sullIrap, un
intervento di struttura, è quantitativamente ben poco rilevante ed è
impensabile attribuire a esso effetti economici di rilievo, ad esempio sulla
riduzione del costo del lavoro. Gli incentivi allacquisto di beni durevoli presentano alcune
complessità di attuazione e, se si esclude un qualche effetto sul mercato dellauto,
è difficile ritenere che abbiano un impatto di rilevo sulla domanda. Si
potrebbe continuare, ma nel complesso si tratta comunque di interventi frammentari, mai ispirati a un
disegno o a un percorso coerente di riforma, per lo più rivolti a rispondere a
specifiche esigenze, a volte confidando sul solo effetto annuncio. Continuano
poi a riemergere incentivi che da temporanei tendono nel tempo a diventare
permanenti e a cui se ne affiancano di nuovi, che pur nascendo temporanei,
rischieranno a loro volta, con modifiche e interruzioni, di divenire
permanenti. Nonostante ciò, non ne vengono a posteriori mai monitorati o resi
noti i relativi effetti, e la loro importanza, rispetto ai costi che comportano
in termini di mancato gettito. Il fisco, intanto, si riempie di eccezioni,
diventa meno comprensibile e certo per il contribuente e perde le sue
caratteristiche originarie di equità ed efficienza. Non è questo il fisco
che servirebbe in periodi di crisi.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
La presidente torna
nella Marca il 6 giugno a Venegazzù Martedì 12 Maggio 2009, Imprese che
guardano avanti. È su questo tema che sabato 6 giugno (in coincidenza con le
elezioni), a Villa Loredan Gasparini di Venegazzù di Volpago del Montello, sede
di Veneto Banca, si terrà l'assemblea generale di Unindustria Treviso, un
appuntamento che è divenuto punto di riferimento per cogliere i progetti e le
aspettative degli imprenditori del Nord Est e insieme un'occasione di
riflessione su sviluppo e competitività del Paese. «A partire dal settembre
2008 cittadini, imprese e operatori di tutto il mondo hanno assistito a un
repentino cambiamento dello scenario - Si legge nella
presentazione - Una gravissima crisi finanziaria si è abbattuta sull'intero sistema bancario internazionale
colpendo anche l'economia reale. Il sistema produttivo trevigiano si è dovuto
misurare con un sensibile calo della domanda, con una restrizione del credito e
con il mutamento delle attitudini d'acquisto dei consumatori.
L'industria locale è, ancora una volta, impegnata in una flessibile e
intelligente strategia d'adattamento fondata sulla ferma volontà di guardare
avanti. Gli imprenditori agiscono, giorno dopo giorno, interrogandosi, nello
stesso tempo, su ciò che li attende. L'assemblea 2009 di Unindustria Treviso è
l'occasione per un approfondito confronto sui grandi quesiti del momento.
Quanto durerà ancora la crisi? Quali mutamenti
duraturi ci si deve attendere nella finanza, nei mercati e nell'agire dei
consumatori? Quali le strategie del sistema bancario europeo per sostenere le
imprese e avviare la ripresa? Quale ruolo giocheranno Stati Uniti e Cina nel
"dopo crisi"? Gli interrogativi sono quelli
maggiormente oggi nelle discussioni sul futuro dell'economia e Unindustria
vuole offrire un suo contributo al dibattito con gli interventi qualificati
all'assemblea. I lavori si articolano in una parte interna, con adempimenti
statutari, ed in una parte pubblica, con inizio alle 11, che fa riferimento al
tema conduttore dell'assemblea. Presentato dalla giornalista Maria Pia Zorzi,
l'incontro vedrà la relazione del presidente Alessandro Vardanega, al primo
anno del suo mandato. La successiva tavola rotonda sarà coordinata da Andrea
Cabrini, direttore di Class Cnbc. Parteciperanno l'economista Andrea Boltho, il
noto guru che proprio a Treviso, nel 2008, seppe azzeccare il corso valutario
euro-dollaro, Francesco Garzarelli, managing director Goldman Sachs, Federico
Rampini, editorialista de La Repubblica esperto di Cina e Usa, Dario
Scannapieco, vice presidente della Banca europea per gli investimenti (Bei). Le
conclusioni sono affidate a Emma Marcegaglia, che dopo un anno torna a Treviso
e torna proprio a villa Gasparini Loredan. Un luogo di cui serberà un buon
ricordo, dato che si trattava della sua prima da presidente della
organizzazione imprenditoriale. I lavori assembleari saranno ripresi da Class
Cnbc e trasmessi in differita su Sky. B.S.
( da "Lavoce.info"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
>UN ANNO DI
GOVERNO BERLUSCONI - PARTE I di La redazione 08.05.2009 Come già abbiamo fatto
per l'esecutivo guidato da Prodi, tracciamo un bilancio di quanto ha fatto o
non ha fatto il Governo Berlusconi nel suo primo anno di vita. Una prima serie
di schede, ciascuna dedicata a un tema, cercando di mettere in luce, in forma
sintetica, i provvedimenti, i loro effetti nel tempo e le occasioni mancate.
Nei prossimi giorni nuove schede per fornire un panorama quanto più completo su
tutte le materie dell'azione di governo. PENSIONI, di Agar
Brugiavini PRIVATIZZAZIONI, di Carlo Scarpa SCUOLA, di Daniele Checchi e Tullio
Jappelli UNIVERSITÀ, di Daniele Checchi e Tullio Jappelli MERCATI FINANZIARI,
di Marco Onado GIUSTIZIA, di Carlo Guarnieri IMMIGRAZIONE, di Maurizio
Ambrosini EDILIZIA ABITATIVA, di Raffaele Lungarella ...
( da "Giornale.it, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
In questo articolo
analizzo la notizia della liberazione della giornalista iraniano-americana,
Roxana Saberi, condannata qualche settimana fa per spionaggio. La mia tesi è
che Teheran abbia usato questa vicenda per mettere alla prova Obama, che, come
noto, vuole la pace ad ogni costo e ha teso la mano all'Iran, rinunciando
persino a pretendere la sospensione del programma nucleare in coincidenza con
l'avvio di un negoziato. Ma per cento giorni Ahmadinejahd ha risposto con
apparente disprezzo. Ed è in questo ambito che ha deciso di strumentalizzare il
caso della Saberi. Condannare per spionaggio una cittadina americana significa
provocare una crisi diplomatica; eppure Washington
tiene il tono della polemica basso. Non solo. Quando gli israeliani fanno
filtrare indiscrezioni su un possibile raid contro le installazioni nucleari,
Washington risponde pubblicamente e a voce alta. Con un altolà. Il messaggio è
chiaro: noi vogliamo la pace al punto da tenere a freno Gerusalemme, voi
iraniani cosa intendete fare? La risposta è giunta ieri, con la liberazione
della giornalista, e rappresenta un primo segnale di disponibilità da parte di
Teheran, con un retroscena legato alla situazione in Pakistan. Gli iraniani
sono fondamentalisti sciiti, i talebani fondamentalisti sunniti. E si odiano
tra loro. L'avanzata verso Islamabad rende plausibile uno scenario inverosimile
fino a poco tempo fa: quello dell'espansionismo talebano nella regione; che
spaventa l'Iran. Improvvisamente l'America appare un po' meno satanica agli
ayatollah, anche perché in gioco c'è anche il controllo dell'arsenale nucleare
pakistano. Che cosa accadrebbe se cadesse in mano ai talebani? E in presenza di
un nemico comune è più facile scordare le inimicizie del passato. Da qui alcune
domande: Obama fa bene a fidarsi degli iraniani? E che cosa farà Israele?
Rispetterà la volontà della Casa Bianca o seguirà i propri istinti bombardando
i siti nucleari anche a costo di rovinare i rapporti con Washington? Scritto in
iran, scenari, geostrategia, sicurezza, era obama, medio oriente, israele, gli
usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10May
09 Stress-test truccato dalla Fed e da Geithner, ecco la prova Il Wall Street
Journal in questo articolo conferma l'inattendibilità dello stress-test. I
parametri adottati da Fed e Tesoro erano molto accomodanti appure hanno prodotto
inizialmente risultati sconfortanti. Ad esempio Citigroup avrebbe dovuto
ricapitalizzare per 35 miliardi, non per 5,5; Bank ofAmerica per 50 non per
33,9, e così via. Non appena conosciuti i risultati, le banche hanno esercitato
pressioni furiose su Geithner (il loro uomo) e il capo della Fed Bernanke e
miracolosamente sono riusciti a convincerli ad ammorbidire il rapporto. Tutto
questo mentre gli spin doctor preparavano sapientemente i media e ovviamente la
Borsa, passando dritte rassicuranti. Tra l'altro: il Financial Times ha
scoperto una clausola, ovviamente segreta, secondo cui se fra tre mesi i
mercati saranno migliorati, le banche saranno esonerate dall'obbligo di
aumentare il capitale. Dunque saranno libere di speculare di nuovo senza coperture
adeguate. Una manipolazione e un inganno: sì, c'è proprio da festeggiare.
Scritto in crisi, capitalismo, comunicazione, borsa,
casta, banchieri, banche, spin, economia, democrazia, società, era obama,
manipolazione, notizie nascoste Commenti ( 20 ) » (6 voti, il voto medio è: 5
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07May 09 E la
sinistra continua a non capire. Sono in Turchia per un viaggio di studio
organizzato dalla delegazione ad Ankara della Commissione europea e riservato a
un ristretto pool di giornalisti europei. Uno dei ricercatori incontrati oggi,
Can Paker, ha fornito una spiegazione originale del successo del partito
islamico moderato Akp. A suo giudizio il premier Erdogan vince perchè è l'unico
a rappresentare gli interessi della nascente classe media, che si sviluppa
grazie alle riforme e al libero mercato. L'Islam, secondo Paker, sarebbe un
elemento secondario. Il Partito kemalista di opposizione continua a declinare,
non perchè la società rifiuta il secolarismo, ma perchè quel partito
rappresenta la vecchia classe media, basata sull'establishmenti
burocratico-militare, che tende a ridursi. Secondo me il quadro è più
complesso, ma il metodo di analisi di Paker è comunque interessante e in
sintesi può essere riassunto così: i partiti si affermano non tanto per la loro
ideologia, quanto per la loro capacità di rispecchiare le convinzioni e le
aspirazioni di una classe sociale. Applicando questo metodo all'Italia si
capiscono le ragioni del successo e del fallimento di molti partiti. Vediamo: -
Il Pdl e Berlusconi sono sempre più popolari perchè rappresentano la piccola e
la media borghesia, sia dei grandi sia nei piccoli centri, che oggi è
maggioritaria nel Paese. E non basta il clamore per il divorzio da Veronica per
cambiare il giudizio sul leader, perchè nelle società moderne - dopo la vicenda
Clinton - la valutazione della moralità privata è sempre meno importante
politicamente. - La Lega Nord riflette la paura, il disagio, l'attaccamento
identitario di ampie zone del nord, soprattutto in Provincia. E' vista come il
baluardo contro l'immigrazione clandestina e la vicenda della nave respinta
farà salire i consensi. - L'Udc interpreta un certo mondo cattolico, comunque
borghese, che, come accadeva ai tempi della Dc, è molto sensibile al messaggio
della Chiesa e predilige una certa sobrietà; dunque non si riconosce in
Berlusconi. I problemi sorgono a sinistra. Perchè il Pd non sfonda? Perchè
rappresenta gran parte del mondo della scuola, una parte dei funzionari
pubblici, il mondo intellettuale e perchè anzichè una a due identità: quella
post comunista e quella cristianosociale. Troppo poco per vincere. E la mia
impressione è che l'ultimo governo Prodi abbia contribuito a recidere il legame
con la piccola e media borghesia produttiva, che non si fida più della
sinistra. E non basta cambiare leader : finchè le facce continuano a essere
quelle note (Veltroni, Franceschini.), gli elettori volteranno le spalle al Pd.
o meglio: il partito è destintato a galleggiare attorno al 20%. E oltre il Pd?
La galassia comunista ha perso il contatto sia con la base operaia che con i
residenti delle periferie delle città, dove almeno il 50% degli elettori vota
Lega. I Verdi vengono associati a personaggi come Pecoraro Scanio e dunque non
hanno chance. I progressisti sono così rigidi da non capire che le battaglie in
difesa degli immigrati clandestini e dei rom (vedi polemiche sul pacchetto
sicurezza e sui barconi rispediti a Tripoli) non fanno altro che rendere ancora
più profonda la diffidenza della piccola e della media borghesia nei loro
confronti. Insomma, fanno il gioco del centrodestra. O no? Scritto in pdl, crisi, politica, lega, criminalità, clandestini, partito
democratico, progressisti, Italia, immigrazione, democrazia, sindacati,
sicurezza, società, turchia Commenti ( 59 ) » (3 voti, il voto medio è: 4.67 su
un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05May 09 Una crisi a "L" con la gobba? Continuo a credere che
il recente rialzo di Borsa non sia l'inizio di una fase di crescita; bensì la
conseguenza delle manovre messe in atto lo scorso mese (vedi il post del 14
aprile). Tuttavia non posso non chiedermi - come, immagino, molti di voi - se
non sia io a sbagliarmi; ma più leggo articoli e più non riesco a capire le
ragioni dell'ottimismo, che a tratti sfocia nell'euforia. Su dieci notizie otto
sono pesantemente negative. Ci dicono che il sistema bancario è sulla via del
risanamento, ma si dimentica di dire che l'evaporazione (apparente) dei debiti
è dovuta solo alle nuove, truffaldine regole contabili, che permettono alle
banche di valutare a proprio piacimento - anzichè a valori di mercato - gli
asset tossici. I numeri indicano una realtà diversa: i debiti tossici
ammonterebbero a oltre 4mila miliardi di dollari, di cui circa duemila solo
negli Stati Uniti, dove sono già fallite 32 banche di piccole e medie
dimensioni. E lo stress test, i cui risultati sono attesi a ore, dovrebbe
indicare, nonostante sia scarsamente attendibile perchè falsato all'origine,
che almeno dieci banche vanno ricapitalizzate. La situazione reale pertanto è
molto peggiore. Ogni settimana la Federal Reserve annuncia l'acquisto di Buoni
del Tesoro per centinaia di miliardi di dollari, segno che la domanda è
insufficiente a coprire l'offerta, e ciò conferma che i cinesi stanno riducendo
i propri investimenti in valuta Usa. E con quali soldi li paga la Fed? Con i
propri ovvero stampando moneta: ma la storia insegna che un'economia in queste
condizioni è tutt'altro che sana e prima o poi il conto va pagato. Inoltre: le
previsioni per il 2009 indicano un crollo del Pil (in Europa di circa il 4%,
molto peggio del previsto) e per il 2010 una crescita del 0,10% (molto
inferiore rispetto a quella preventivata); e cifre analoghe sono annunciate per
gli Stati Uniti. Sono pronto a ricredermi e chiedo ai lettori di questo blog:
c'è qualcuno che sa dirmi dove sono i segnali di ripresa di cui tutti parlano?
Analizzando i dati ho l'impressione che lo scenario più probabile sia quello di
una L con la gobba ovvero caduta verticale, economia piatta con un breve
periodo di crescita azionaria provocato non da uno sviluppo reale (e sano), dati
reali ma da aspettative irrealistiche (alimentate ad arte), che si esaurirà
riportando il barometro della crescita attorno allo zero. Sbaglio? Ditemi di
sì, vi prego.. Scritto in capitalismo, crisi,
comunicazione, borsa, banche, spin, cina, economia, era obama, manipolazione,
gli usa e il mondo Commenti ( 93 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
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Commenti Invia questo articolo a un amico 03May 09 Le creme anticellulite? Inutili
(ma nessuno lo dice) Questo è un tipico esempio di notizia nascosa. L'Aduc
ovvero l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori ha diffuso un
comunicato stampa, in cui riprende i risultati di un'indagine dalla fondazione
tedesca Warentest, su un tema in apparenza frivolo: quello delle creme, degli
oli e dei vibratori anticellulite. Ebbene, gli esperti tedeschi hanno testato
otto prodotti cosmetici e due apparecchi. Risultato? "Hanno ottenuto tutti
un voto "insufficiente". Dopo quattro settimane di prova fra 300
donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento visibile, ne' le
creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma". La Warentest è
la maggiore associazione di consumatori tedesca e si suoi studi vengono ripresi
soventi dai media tedeschi, anche dalle tv. In Italia, invece, nessuno ha
ripreso la nota dell'Aduc, benchè tv e settimanali femminili dedichino molto
spazio al benessere e all'estetica personale. Ma una notizia del genere è
troppo controcorrente, smentisce tutto quel che gli espert ripetono da anni e
potrebbe irritare alcuni inserzionisti pubblicitari. E allora meglio sorvolare,
tacendo un'altra notizia importante. L'Aduc tra l'altro scrive:
"Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la cellulite: la
crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e caffeina, associate a
furosemide) che verrebbero fatti passare al di la' dell'epidermide attraverso
il freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo di 3-8 sedute. La
furosemide e' un farmaco contro l'edema e puo' avere controindicazioni quali
l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione della secrezione renale)
iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante sapere se queste
controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una domanda che
rivolgiamo al ministero della Salute". Una domanda doverosa, come doverosa
dovrebbe essere un'informazione autenticamente al servizio del cittadino, anche
su argomenti come questi. In Germania i giornalisti riescono, almeno in parte, a
sottrarsi ai condizionamenti dell'industria della cosmetica. In Italia i
giornalisti dovrebbero trovare un coraggio analogo, sempre che il pubblico lo
richieda e li sostenga. Temo infatti che la sensibilità dei consumatori
italiani sia diversa, più frivola. E che, in fondo, alla verità preferiscano
l'illusione in nome del look, dell'apparire . Sbaglio? Scritto in crisi, blog, comunicazione, salute, spin, manipolazione,
Italia, notizie nascoste, società, giornalismo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr
09 Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Il mondo continua a
lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma c'è qualcuno
che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei banchieri Usa
che, come spiego in questo articolo nel 2009 si appresta ad incassare stipendi
e bonus strepitosi, quasi allo stesso livello del fantastico (per loro) 2007:
nei primi tre mesi dell'anno le sei principali banche americane hanno
accantonato la bellezza di 36 miliardi di dollari per il prorio management. Chi
lavora nel dipartimento trading e investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad esempio,
assapora già, per l'anno in corso, un reddito medio pro capite di 509mila
dollari, mentre nell'ultima annata senza eccessi, il 2006, era stato di 345mila
dollari. Intanto, però, le banche continuano a licenziare e a delocalizzare gli
impieghi più modesti in India e nelle Filippine. E' il loro modo di ringraziare
il contribuente americano. Intanto, grazie al New York Times, sappiamo con
certezza che l'uomo scelto da Obama per risanare l'economia statunitense, il
ministro del Tesoro Timothy Geithner quando era alla guida della Federal
Reserve aveva rapporti scandalosamente stretti con i banchieri (per i dettagli
leggere qui). Insomma, era e resta il loro uomo. Intanto i banchieri
festeggiano anche in Gran Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il numero
uno di Societé Générale Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va con una
pensione da 730 mila euro. E tutto torna come prima: la casta dei banchieri
continua a comandare. Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, notizie nascoste,
globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 53 ) » (10
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Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non mi piace scrivere
più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non posso esimermi
dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati dall'influenza suina
sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò nonostante la California
proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi straordinari per 1,5 miliardi
di dollari e, come previsto, spuntano casi inquietanti in tutta Europa. Un
panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis ci fa sapere che entro due mesi
sarà pronto il vaccino e gli infettologi raccomandano "farmaci specifici
per il trattamento-prevenzione dell'influenza umana da virus suino come
l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile Tamiflu della Roche, già prescritto contro
l'aviaria) e lo Zanimivir" (fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi
dal Giornale a firma di Manila Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin
questo. AGGIORNAMENTO: In questo articolo spiego come si costruisce ad arte il
panico globale e paragono l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa
di ieri di Obama rafforza i miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando
dell'influenza suina e la prima domanda è stata su questo tema. Ieri è stato
annunciato il crollo del 6% del Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti
i risultati dello stress-test sulle banche, eppure su 13
domande neanche una era riferita alla crisi
finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e
Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President:
l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata
scappare. Scritto in crisi,
comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,
globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 80 ) » (10
voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato
dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa
situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria
influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi commerciali
e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina. Concede prestiti
non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello di sviluppo
alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo . Il tutto
con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di reagire.
Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto, secondo
l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 58 ) » (8 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in
Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la
notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario.
Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su
improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza?
E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che
l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob,
avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di
decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto
il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine
animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma
l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini
sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a
quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto
il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste
dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel
2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di
riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia;
per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di
Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il
mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da
copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per
arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse
per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico
di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà
della crisi economica. Scritto in crisi,
comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione,
economia, società, notizie nascoste Commenti ( 102 ) » (8 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa
Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune
notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto
emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama
gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente
(ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il
costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei
mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della
società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i
rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita,
ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack
Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di
Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il
presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro
Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi
difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative
per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha
autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare
le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno
parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi
rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro
americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili
ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano
tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica
a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve.
AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services
Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche
americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono
aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti.
Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama,
cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (7 voti, il voto medio è:
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sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli.
Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su
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- 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora
come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il
Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la
tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio
controcorrente che fa riflettere - 3 Emails Influenza suina, una psicosi molto
sospetta... - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2
Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2
Emails Ultime discussioni Alberto: ultimo tentativo, da un diverso pc: Il mio
timore e'anche fondato sul fatto che mi aspetto a breve (... Alberto: Scusate
dei pasticci, sto non sto usando il mio pc: Il mio timore e'anche fondato sul
fatto che mi... Alberto: ( Alberto: Davide, la sua analisi mi sembra azzeccata
(non sono esperto di indici etc); mi permetto solo di dissentire... Guido
Gavelli: Tutto dipende da cosa faranno Iran e Siria nei confronti di Israele:
includo ovviamente Hamas e gli... Ultime news Onu all'Italia: "Riammettere
i respinti" Berlusconi: "Maroni esegue gli accordi"Ferrari
contro Mosley: "No al Mondiale 2010 se non cambia regole"Il petrolio
adesso vola: superati i 60 dollari Pieno da 7 euro in piùFmi: "Grave
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( da "Trend-online"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Vittoria Ass.:
raccolta complessiva in calo a 145 mln nel 1° trimestre NOTIZIE, clicca qui per
leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 12.05.2009 17:45 Scopri le
migliori azioni per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di
Amministrazione della Vittoria Assicurazioni riunitosi oggi a Milano per
esaminare i risultati del 1° trimestre 2009, ha approvato la relazione
trimestrale consolidata. Il consuntivo del primo trimestre del 2009 presenta un
utile netto di Gruppo pari a 5,1 milioni di euro contro 8,5 milioni di euro
dellanalogo periodo dellanno 2008 (-40,4%). Il risultato
risente del perdurare della crisi finanziaria che ha ridotto i proventi
patrimoniali. In particolare, nel segmento immobiliare il Gruppo ha registrato
un allungamento dei tempi di vendita, pur vedendo confermata la validità dei
listini proposti. Il trimestre conferma le previsioni sullandamento
tecnico del segmento assicurativo (combined ratio1 del 97,3% al 31 marzo 2009)
e il programmato sviluppo della rete di vendita, che porterà un progressivo incremento di
premi nel breve/medio periodo. La raccolta complessiva assicurativa al 31 marzo
2009 ammonta a 145,0 milioni di euro (-4,3% rispetto alla raccolta del
corrispondente periodo dellesercizio precedente pari a 151.5
milioni di euro) e si
riferisce per 143,7 milioni di euro a premi assicurativi e per 1,3 milioni di
euro a contratti di investimento Unit Linked e al Fondo Pensione Aperto
Vittoria Formula Lavoro. I premi del lavoro diretto dei Rami Vita, che non
comprendono i contratti considerati come strumenti finanziari, ammontano a 22,2
milioni di euro, in calo del 29,7% rispetto a quelli dellanalogo
periodo dell'esercizio precedente prevalentemente per effetto della riduzione
dei premi provenienti dal canale finanziario. I premi del lavoro diretto dei Rami Danni ammontano a
121,3 milioni di euro con un incremento del 1,8%. I premi dei Rami Auto
ammontano a 87,5 milioni di euro in incremento del 2,3%. I premi degli Altri
Rami Danni ammontano a 33,8 milioni di euro, in crescita del 0,6%. segue pagina
>>
( da "Giornale.it, Il"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
In questo articolo
analizzo la notizia della liberazione della giornalista iraniano-americana,
Roxana Saberi, condannata qualche settimana fa per spionaggio. La mia tesi è
che Teheran abbia usato questa vicenda per mettere alla prova Obama, che, come
noto, vuole la pace ad ogni costo e ha teso la mano all'Iran, rinunciando
persino a pretendere la sospensione del programma nucleare in coincidenza con
l'avvio di un negoziato. Ma per cento giorni Ahmadinejahd ha risposto con
apparente disprezzo. Ed è in questo ambito che ha deciso di strumentalizzare il
caso della Saberi. Condannare per spionaggio una cittadina americana significa
provocare una crisi diplomatica; eppure Washington
tiene il tono della polemica basso. Non solo. Quando gli israeliani fanno
filtrare indiscrezioni su un possibile raid contro le installazioni nucleari,
Washington risponde pubblicamente e a voce alta. Con un altolà. Il messaggio è
chiaro: noi vogliamo la pace al punto da tenere a freno Gerusalemme, voi
iraniani cosa intendete fare? La risposta è giunta ieri, con la liberazione
della giornalista, e rappresenta un primo segnale di disponibilità da parte di
Teheran, con un retroscena legato alla situazione in Pakistan. Gli iraniani
sono fondamentalisti sciiti, i talebani fondamentalisti sunniti. E si odiano
tra loro. L'avanzata verso Islamabad rende plausibile uno scenario inverosimile
fino a poco tempo fa: quello dell'espansionismo talebano nella regione; che
spaventa l'Iran. Improvvisamente l'America appare un po' meno satanica agli ayatollah,
anche perché in gioco c'è anche il controllo dell'arsenale nucleare pakistano.
Che cosa accadrebbe se cadesse in mano ai talebani? E in presenza di un nemico
comune è più facile scordare le inimicizie del passato. Da qui alcune domande:
Obama fa bene a fidarsi degli iraniani? E che cosa farà Israele? Rispetterà la
volontà della Casa Bianca o seguirà i propri istinti bombardando i siti
nucleari anche a costo di rovinare i rapporti con Washington? Scritto in iran,
scenari, geostrategia, sicurezza, era obama, medio oriente, israele, gli usa e
il mondo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 10May 09 Stress-test truccato dalla Fed e da
Geithner, ecco la prova Il Wall Street Journal in questo articolo conferma
l'inattendibilità dello stress-test. I parametri adottati da Fed e Tesoro erano
molto accomodanti appure hanno prodotto inizialmente risultati sconfortanti. Ad
esempio Citigroup avrebbe dovuto ricapitalizzare per 35 miliardi, non per 5,5;
Bank ofAmerica per 50 non per 33,9, e così via. Non appena conosciuti i
risultati, le banche hanno esercitato pressioni furiose su Geithner (il loro
uomo) e il capo della Fed Bernanke e miracolosamente sono riusciti a
convincerli ad ammorbidire il rapporto. Tutto questo mentre gli spin doctor
preparavano sapientemente i media e ovviamente la Borsa, passando dritte
rassicuranti. Tra l'altro: il Financial Times ha scoperto una clausola, ovviamente
segreta, secondo cui se fra tre mesi i mercati saranno migliorati, le banche
saranno esonerate dall'obbligo di aumentare il capitale. Dunque saranno libere
di speculare di nuovo senza coperture adeguate. Una manipolazione e un inganno:
sì, c'è proprio da festeggiare. Scritto in crisi,
capitalismo, comunicazione, borsa, casta, banchieri, banche, spin, economia,
democrazia, società, era obama, manipolazione, notizie nascoste Commenti ( 24 )
» (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 07May 09 E la sinistra continua a non capire. Sono in Turchia per un
viaggio di studio organizzato dalla delegazione ad Ankara della Commissione
europea e riservato a un ristretto pool di giornalisti europei. Uno dei
ricercatori incontrati oggi, Can Paker, ha fornito una spiegazione originale
del successo del partito islamico moderato Akp. A suo giudizio il premier
Erdogan vince perchè è l'unico a rappresentare gli interessi della nascente
classe media, che si sviluppa grazie alle riforme e al libero mercato. L'Islam,
secondo Paker, sarebbe un elemento secondario. Il Partito kemalista di
opposizione continua a declinare, non perchè la società rifiuta il secolarismo,
ma perchè quel partito rappresenta la vecchia classe media, basata
sull'establishmenti burocratico-militare, che tende a ridursi. Secondo me il
quadro è più complesso, ma il metodo di analisi di Paker è comunque
interessante e in sintesi può essere riassunto così: i partiti si affermano non
tanto per la loro ideologia, quanto per la loro capacità di rispecchiare le
convinzioni e le aspirazioni di una classe sociale. Applicando questo metodo
all'Italia si capiscono le ragioni del successo e del fallimento di molti
partiti. Vediamo: - Il Pdl e Berlusconi sono sempre più popolari perchè
rappresentano la piccola e la media borghesia, sia dei grandi sia nei piccoli
centri, che oggi è maggioritaria nel Paese. E non basta il clamore per il
divorzio da Veronica per cambiare il giudizio sul leader, perchè nelle società
moderne - dopo la vicenda Clinton - la valutazione della moralità privata è
sempre meno importante politicamente. - La Lega Nord riflette la paura, il
disagio, l'attaccamento identitario di ampie zone del nord, soprattutto in
Provincia. E' vista come il baluardo contro l'immigrazione clandestina e la
vicenda della nave respinta farà salire i consensi. - L'Udc interpreta un certo
mondo cattolico, comunque borghese, che, come accadeva ai tempi della Dc, è
molto sensibile al messaggio della Chiesa e predilige una certa sobrietà;
dunque non si riconosce in Berlusconi. I problemi sorgono a sinistra. Perchè il
Pd non sfonda? Perchè rappresenta gran parte del mondo della scuola, una parte
dei funzionari pubblici, il mondo intellettuale e perchè anzichè una a due
identità: quella post comunista e quella cristianosociale. Troppo poco per
vincere. E la mia impressione è che l'ultimo governo Prodi abbia contribuito a
recidere il legame con la piccola e media borghesia produttiva, che non si fida
più della sinistra. E non basta cambiare leader : finchè le facce continuano a
essere quelle note (Veltroni, Franceschini.), gli elettori volteranno le spalle
al Pd. o meglio: il partito è destintato a galleggiare attorno al 20%. E oltre
il Pd? La galassia comunista ha perso il contatto sia con la base operaia che
con i residenti delle periferie delle città, dove almeno il 50% degli elettori
vota Lega. I Verdi vengono associati a personaggi come Pecoraro Scanio e dunque
non hanno chance. I progressisti sono così rigidi da non capire che le
battaglie in difesa degli immigrati clandestini e dei rom (vedi polemiche sul
pacchetto sicurezza e sui barconi rispediti a Tripoli) non fanno altro che
rendere ancora più profonda la diffidenza della piccola e della media borghesia
nei loro confronti. Insomma, fanno il gioco del centrodestra. O no? Scritto in
pdl, crisi, politica, lega, criminalità, clandestini,
partito democratico, progressisti, Italia, immigrazione, democrazia, sindacati,
sicurezza, società, turchia Commenti ( 59 ) » (3 voti, il voto medio è: 4.67 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05May 09 Una crisi a "L" con la gobba? Continuo a credere che
il recente rialzo di Borsa non sia l'inizio di una fase di crescita; bensì la
conseguenza delle manovre messe in atto lo scorso mese (vedi il post del 14
aprile). Tuttavia non posso non chiedermi - come, immagino, molti di voi - se non
sia io a sbagliarmi; ma più leggo articoli e più non riesco a capire le ragioni
dell'ottimismo, che a tratti sfocia nell'euforia. Su dieci notizie otto sono
pesantemente negative. Ci dicono che il sistema bancario è sulla via del
risanamento, ma si dimentica di dire che l'evaporazione (apparente) dei debiti
è dovuta solo alle nuove, truffaldine regole contabili, che permettono alle
banche di valutare a proprio piacimento - anzichè a valori di mercato - gli
asset tossici. I numeri indicano una realtà diversa: i debiti tossici
ammonterebbero a oltre 4mila miliardi di dollari, di cui circa duemila solo
negli Stati Uniti, dove sono già fallite 32 banche di piccole e medie
dimensioni. E lo stress test, i cui risultati sono attesi a ore, dovrebbe
indicare, nonostante sia scarsamente attendibile perchè falsato all'origine,
che almeno dieci banche vanno ricapitalizzate. La situazione reale pertanto è
molto peggiore. Ogni settimana la Federal Reserve annuncia l'acquisto di Buoni
del Tesoro per centinaia di miliardi di dollari, segno che la domanda è
insufficiente a coprire l'offerta, e ciò conferma che i cinesi stanno riducendo
i propri investimenti in valuta Usa. E con quali soldi li paga la Fed? Con i
propri ovvero stampando moneta: ma la storia insegna che un'economia in queste
condizioni è tutt'altro che sana e prima o poi il conto va pagato. Inoltre: le
previsioni per il 2009 indicano un crollo del Pil (in Europa di circa il 4%,
molto peggio del previsto) e per il 2010 una crescita del 0,10% (molto
inferiore rispetto a quella preventivata); e cifre analoghe sono annunciate per
gli Stati Uniti. Sono pronto a ricredermi e chiedo ai lettori di questo blog:
c'è qualcuno che sa dirmi dove sono i segnali di ripresa di cui tutti parlano?
Analizzando i dati ho l'impressione che lo scenario più probabile sia quello di
una L con la gobba ovvero caduta verticale, economia piatta con un breve
periodo di crescita azionaria provocato non da uno sviluppo reale (e sano),
dati reali ma da aspettative irrealistiche (alimentate ad arte), che si
esaurirà riportando il barometro della crescita attorno allo zero. Sbaglio?
Ditemi di sì, vi prego.. Scritto in capitalismo, crisi,
comunicazione, borsa, banche, spin, cina, economia, era obama, manipolazione,
gli usa e il mondo Commenti ( 93 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
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Commenti Invia questo articolo a un amico 03May 09 Le creme anticellulite?
Inutili (ma nessuno lo dice) Questo è un tipico esempio di notizia nascosa.
L'Aduc ovvero l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori ha
diffuso un comunicato stampa, in cui riprende i risultati di un'indagine dalla
fondazione tedesca Warentest, su un tema in apparenza frivolo: quello delle
creme, degli oli e dei vibratori anticellulite. Ebbene, gli esperti tedeschi
hanno testato otto prodotti cosmetici e due apparecchi. Risultato? "Hanno
ottenuto tutti un voto "insufficiente". Dopo quattro settimane di
prova fra 300 donne, nessuno di questi ha potuto dimostrare un miglioramento
visibile, ne' le creme ne' i vibratori. Promesse non rispettate, insomma".
La Warentest è la maggiore associazione di consumatori tedesca e si suoi studi
vengono ripresi soventi dai media tedeschi, anche dalle tv. In Italia, invece,
nessuno ha ripreso la nota dell'Aduc, benchè tv e settimanali femminili
dedichino molto spazio al benessere e all'estetica personale. Ma una notizia
del genere è troppo controcorrente, smentisce tutto quel che gli espert
ripetono da anni e potrebbe irritare alcuni inserzionisti pubblicitari. E
allora meglio sorvolare, tacendo un'altra notizia importante. L'Aduc tra
l'altro scrive: "Recentemente e' stata lanciato un nuovo metodo contro la
cellulite: la crioelettroforesi, con principi medicamentosi (limogene e
caffeina, associate a furosemide) che verrebbero fatti passare al di la'
dell'epidermide attraverso il freddo. I costi? 150 euro a seduta, per un ciclo
di 3-8 sedute. La furosemide e' un farmaco contro l'edema e puo' avere
controindicazioni quali l'ipersensibilita' al prodotto, l'anuria (soppressione
della secrezione renale) iposodiemia e/o ipopotassiemia. Sarebbe interessante
sapere se queste controindicazioni sono valide per la crioelettroforesi. E' una
domanda che rivolgiamo al ministero della Salute". Una domanda doverosa,
come doverosa dovrebbe essere un'informazione autenticamente al servizio del
cittadino, anche su argomenti come questi. In Germania i giornalisti riescono,
almeno in parte, a sottrarsi ai condizionamenti dell'industria della cosmetica.
In Italia i giornalisti dovrebbero trovare un coraggio analogo, sempre che il
pubblico lo richieda e li sostenga. Temo infatti che la sensibilità dei
consumatori italiani sia diversa, più frivola. E che, in fondo, alla verità
preferiscano l'illusione in nome del look, dell'apparire . Sbaglio? Scritto in crisi, blog, comunicazione, salute, spin, manipolazione,
Italia, notizie nascoste, società, giornalismo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il
voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Apr
09 Stipendi record, la casta dei banchieri Usa vince ancora Il mondo continua a
lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma c'è qualcuno
che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei banchieri Usa
che, come spiego in questo articolo nel 2009 si appresta ad incassare stipendi
e bonus strepitosi, quasi allo stesso livello del fantastico (per loro) 2007:
nei primi tre mesi dell'anno le sei principali banche americane hanno
accantonato la bellezza di 36 miliardi di dollari per il prorio management. Chi
lavora nel dipartimento trading e investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad
esempio, assapora già, per l'anno in corso, un reddito medio pro capite di
509mila dollari, mentre nell'ultima annata senza eccessi, il 2006, era stato di
345mila dollari. Intanto, però, le banche continuano a licenziare e a
delocalizzare gli impieghi più modesti in India e nelle Filippine. E' il loro
modo di ringraziare il contribuente americano. Intanto, grazie al New York
Times, sappiamo con certezza che l'uomo scelto da Obama per risanare l'economia
statunitense, il ministro del Tesoro Timothy Geithner quando era alla guida
della Federal Reserve aveva rapporti scandalosamente stretti con i banchieri
(per i dettagli leggere qui). Insomma, era e resta il loro uomo. Intanto i
banchieri festeggiano anche in Gran Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il
numero uno di Societé Générale Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va
con una pensione da 730 mila euro. E tutto torna come prima: la casta dei
banchieri continua a comandare. Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, notizie nascoste,
globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 53 ) » (10
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28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non mi piace scrivere
più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non posso esimermi
dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati dall'influenza suina
sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò nonostante la California
proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi straordinari per 1,5 miliardi
di dollari e, come previsto, spuntano casi inquietanti in tutta Europa. Un
panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis ci fa sapere che entro due mesi
sarà pronto il vaccino e gli infettologi raccomandano "farmaci specifici
per il trattamento-prevenzione dell'influenza umana da virus suino come
l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile Tamiflu della Roche, già prescritto contro
l'aviaria) e lo Zanimivir" (fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi
dal Giornale a firma di Manila Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin
questo. AGGIORNAMENTO: In questo articolo spiego come si costruisce ad arte il
panico globale e paragono l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa di
ieri di Obama rafforza i miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando
dell'influenza suina e la prima domanda è stata su questo tema. Ieri è stato
annunciato il crollo del 6% del Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti
i risultati dello stress-test sulle banche, eppure su 13
domande neanche una era riferita alla crisi
finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e
Wall Street può salire del 2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President:
l'influenza suina era un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata
scappare. Scritto in crisi,
comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,
globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 80 ) » (10
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27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato
dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa
situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria
influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi commerciali
e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina. Concede prestiti
non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello di sviluppo
alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo . Il tutto
con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di reagire.
Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto, secondo
l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 58 ) » (8 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in
Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la
notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario.
Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su
improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza?
E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che
l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob,
avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di
decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto
il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine
animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma
l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini
sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a
quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto
il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste
dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel
2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di
riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia;
per la gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di
Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il
mondo parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da
copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per
arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse
per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico
di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà
della crisi economica. Scritto in crisi,
comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione,
economia, società, notizie nascoste Commenti ( 102 ) » (8 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa
Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune
notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto
emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama
gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente
(ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il
costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei
mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della
società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i
rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita,
ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack
Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di
Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il
presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro
Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi
difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative
per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha
autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare
le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno
parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi
rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro
americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili
ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano
tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica
a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve.
AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial Services
Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche
americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono
aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti.
Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama,
cina, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (7 voti, il voto medio è:
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sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli.
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( da "Sestopotere.com"
del 12-05-2009)
Argomenti: Crisi
Confartigianato
ForlìCesena, insoluti alle imprese: un costo sociale oltre che economico
(12/5/2009 17:58) | (Sesto Potere) - Forlì - 12 maggio 2009 - In tempo di crisi finanziaria, esiste il concreto rischio che le
difficoltà economiche vissute dagli imprenditori finiscano con il travalicare
nella sfera della cronaca, come è accaduto recentemente anche nel nostro
territorio. Al di là della vicenda, della quale non entriamo nel merito,
occorre la consapevolezza che i temi delle insolvenze nei pagamenti e della
difficoltà per le imprese nellottenere la riscossione del dovuto
hanno risvolti non solo di carattere economico, ma anche sociale. Federimpresa
Confartigianato ForlìCesena è da tempo impegnata a sollecitare la Pubblica
Amministrazione affinché ci sia il rispetto degli impegni contrattuali, i cui ritardi, soprattutto in
questa fase di stretta creditizia, mettono in grande difficoltà le imprese. Nel
nostro Paese i tempi medi di pagamento da parte della PA, che nel 2008
arrivavano a 135 giorni, oggi si attestano sui 200 giorni, contro i 65 della
media europea. Questo differenza di giorni di attesa costa alle imprese
italiane 1.670 milioni allanno di maggior oneri finanziari, rispetto
ai competitor europei. Le piccole imprese rischiano una crisi di
liquidità, che può portare al licenziamento dei collaboratori o, addirittura,
alla chiusura dellattività con gravi ripercussioni per
lintero sistema produttivo. Sebbene da più parti si evidenzi il ruolo
chiave della piccola impresa, che con la sua capacità di flessibilità sta reagendo alla
congiuntura meglio della grande industria, ciò che pare ancora lacunoso, è il
sistema di tutele per le numerose imprese sane, che rispettano le normative e
agiscono nel pieno rispetto delletica, ma che sono totalmente
disarmate nei
confronti di chi non rispetta i termini di pagamento. La lentezza della
giustizia nel decidere una causa civile o nello sbrogliare un fallimento costa
alle aziende italiane oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro l'anno, mentre la
durata media di una causa civile tra primo e secondo grado, stimata in 4 anni,
7 mesi e 25 giorni, colloca il nostro paese al 169° posto (su 181 stati), nella
classifica della Banca Mondiale sulla durata media della procedura per far
rispettare un contratto. Una situazione insostenibile che Confartigianato
sottoporrà nuovamente allattenzione dei candidati alle prossime
elezioni amministrative, nel corso degli incontri predisposti nei prossimi
giorni nei comuni della provincia.
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Retroscena
Confermate le previsioni più pessimiste I RISULTATI DELLA CONFERENZA
INTERNAZIONALE SUL GLOBAL STANDARD "L'Ue? Deve trovare una maggiore
integrazione" "Banchieri re Mida addio, è tempo di nuove regole"
Fmi: la crisi in Europa sino a metà del 2010 ROMA La cosa più urgente da fare
in Europa è una «pulizia di primavera» nelle banche, che le liberi dalle perdite
nascoste. Questo è l'invito del Fondo monetario, rivolto (senza dirlo)
soprattutto alla Germania (mentre il sistema bancario italiano «è stato colpito
meno di altri» si precisa a margine). «I poteri pubblici devono sottomettere le
banche a stress test regolari per costringerli a riconoscere le loro perdite e,
se è il caso, procedere a ricapitalizzazioni» dice Marek Belka, l'ex premier
polacco che ora dirige il dipartimento Europa del Fmi. Nel Rapporto regionale
sull'Europa, presentato ieri a Parigi, il Fmi conferma le sue previsioni già
note, che pongono la ripresa economica solo al 2010; non dà importanza alla
svolta che per alcuni paesi segnalerebbe il superindice dell'Ocse. La
recessione è «profonda», si ripete, e la ripresa sarà «graduale» anche perché
difficilmente potrà appoggiarsi sull'export. Anzi, per avviare un recupero
dell'economia in Europa saranno indispensabili «nuovi interventi, specie nel
settore finanziario» Le stime fatte del Fondo tre settimane fa sulle possibili
perdite delle banche europee, contestate dalla Banca centrale europea e dal
governo francese perché troppo alte, non vengono ripetute; nel caso della
Germania tuttavia conteggi preoccupanti sono uscite di recente dall'interno
stesso del paese. Specie i vaghi segni positivi delle ultime settimane si
rivelassero infondati, il Fmi sostiene che la Bce ha ancora «un poco di spazio»
per abbassare il suo tasso guida, attualmente all'1%. Non si esclude che
possano rivelarsi necessari nuovi interventi di spesa da parte dei governi (specie
quello tedesco, pare di capire anche qui tra le righe) che si consiglia di
concentrare su «infrastrutture e trasferimenti mirati». Degli interventi
anticrisi decisi fin qui, quelli italiani si confermano i più deboli (0,3% del
Pil nel biennio, contro 1,5% della Francia, 3,6% della Germania, 2,6% della
Spagna); ma erano numeri già noti. Un consiglio più volte ripetuto è che per
uscire dalla crisi ci vuole «più Europa»: le misure di rilancio dell'economia
sono più efficaci se coordinate tra i paesi e simultanee (si otterrebbe di più
appesantendo meno i bilanci); le misure di risanamento della finanza devono
essere omogenee per evitare che i banchieri multinazionali approfittino degli
Stati più generosi. «L'Europa - segnala Belka - è il mercato economicamente più
integrato fra le economie del mondo, ma le decisioni politiche sulla crisi sono
ancora prese a livello nazionale». In primo luogo, per evitare nuovi guai sarà
opportuno arrivare un coordinamento europeo della vigilanza bancaria, come
suggerito dal rapporto de Larosière; ma in prospettiva occorrerebbe spingersi
oltre (come chiede la Bce) verso una vera e propria integrazione. \
[FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Sarà un processo lungo, stabilire le nuove regole per
l'economia globale. Ma Giulio Tremonti, benché veda finita la fase
«apocalittica» della crisi, non teme che allontanatisi dall'orlo del baratro la
spinta ad innovare si affievolisca: «di sicuro le cose non potranno ritornare
come prima»; «non si può entrare nel nuovo secolo con gli strumenti del vecchio
secolo». Occorre mettersi d'accordo su che cosa è giusto e su che cosa non è
giusto, legittimo e illegittimo. La conferenza internazionale di esperti voluta
dal ministro dell'Economia, e organizzata insieme con l'Aspen Institute, che si
è chiusa ieri a Villa Madama, è stata un brainstorming dove si sono confrontate
idee un po' su tutto. Il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli ne
trarrà materia per un rapporto da presentare al G8 dell'Aquila. Saranno forse
dodici punti, anticipa Tremonti, senza però rivelare quali. Di sicuro nel
«Global standard» cercato da Tremonti ci saranno norme su «trasparenza,
paradisi fiscali, corporate governance, rifiuto non
retorico del protezionismo»;
sulla disciplina del mercato, sul commercio, sulla finanza, su una tassazione
equa, e anche per la tutela dell'ambiente. Sono regole che dovranno essere i
governi a stabilire, perché «la crisi è stata arginata, nell'autunno scorso,
quando sono intervenuti i governi, prima con il vertice europeo di Parigi poi
con il G-20» insiste il ministro. Molto del materiale lo sta fornendo
l'Ocse, il cui segretario generale, il messicano Angel Gurrìa, era presente.
Tutto è fluido, tanto che le sedi in cui procedere non sono ancora stabilite.
Tremonti riconosce che ormai il G-20, più che il G-8 ora presieduto
dall'Italia, rappresenta il terreno principale di confronto; ma il G-20 ha a
sua volta dei limiti, non c'è la Spagna, del Medio Oriente solo l'Arabia
Saudita. Trattandosi di regole che tutti gli Stati dovranno applicare, non
sarebbe meglio coinvolgere l'Onu, come ha proposto la Germania? «Vedremo». La
chiarezza c'è sugli errori da non ripetere. La finanza senza regole ha
sbagliato. Tremonti paragona i grandi banchieri a Re Mida, che nella leggenda
morì di fame, perché il dono di trasformare in oro tutto quello che toccava si
estendeva anche al cibo. Così i titoli cartacei che Wall Street si illudeva di
trasformare in moneta sonante sono diventati «tossici» per le banche stesse che
li detenevano. Mentre creava ricchezza a gran velocità, la globalizzazione,
rileva Gurrìa, accresceva anche le disuguaglianze sociali; le forze
dell'economia sono state piegate a servire «i profitti dei prossimi tre mesi» e
i guadagni di pochi manager e azionisti. Se all'origine del mondo moderno c'è
la triade francese di libertà, uguaglianza e fratellanza, negli ultimi anni,
azzarda Tremonti, di triade ne prevaleva un'altra, che in francese fa
ugualmente rima, «compétitivité, monnaie, marché», ossia competitività, denaro,
mercato. Essendo questi i discorsi, è logico che non si siano create
contrapposizioni politiche tra gli esperti invitati al convegno. Al tavolo
della conferenza stampa finale, Tremonti ha voluto vicino a sé Enrico Letta del
Pd, il giurista Guido Rossi notoriamente schierato a sinistra, l'ex senatore
Usa e candidato presidenziale mancato del Partito democratico Gary Hart; c'era
poi il giurista e magistrato americano Guido Calabresi, figlio di antifascisti
italiani emigrati nel 1939. Una delle ragioni per cui discutere di nuovi
ordinamenti mondiali è oggi possibile, sottolinea appunto Guido Calabresi, è
che con l'amministrazione Obama «è finito l'eccezionalismo americano», ossia la
dottrina secondo cui gli Usa non devono piegarsi a regole condivise. Enrico
Letta individua un paio di punti: nel diritto aziendale, regole per far sì che
siano considerati anche interessi più vasti («stakeholders») oltre a quelli
degli azionisti («sharehorlders»); nel commercio, evitare la «corsa al ribasso»
di una concorrenza sfranta che danneggia i diritti umani o l'ambiente.
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Franco Bruni
ECONOMIA, NON BASTANO LE ASPIRINE Anche il presidente della Bce lo ha
riconosciuto: non mancano segni che la crisi sta smettendo di peggiorare.
Interrompere la discesa può essere la prima mossa per cominciare a risalire. La
speranza che l'economia mondiale entri in una fase migliore non va
sottovalutata. Ma è prematuro parlare di «ripresa» e pericoloso coltivare
illusioni, precipitarsi a mettere fra parentesi quanto è successo, sostituire
la retorica della fine del mondo con quella del «tutto come prima». Il
miglioramento di alcuni indicatori è il risultato dell'eccezionale iniezione di
moneta e spesa pubblica con le quali quasi tutte le principali economie hanno
reagito alla crisi. Le medicine sono state date in dosi forti. Ma in parte si
tratta di farmaci che calmano i sintomi della malattia, incoraggiano il
paziente ma non curano il morbo. Servono a guadagnar tempo perché le vere cure
vengano decise e abbiano effetto. Le vere cure sono le riforme economico-finanziarie per governare meglio la globalizzazione ed
evitare che il mondo cresca in modo disordinato, squilibrato, pompato, e poi si
ammali seriamente, come è successo. L'ideazione e l'implementazione delle
misure necessarie procedono ancora lentamente. Per ora prevalgono gli
antidolorifici. Le iniezioni di moneta e spesa pubblica possono inoltre avere
effetti collaterali indesiderabili. Il principale è l'inflazione. Quando c'è
troppa moneta in giro basta un piccolo cerino per incendiare i prezzi. Il fuoco
può accendersi anche «da solo», se si accendono le aspettative di inflazione.
Può accenderlo il prezzo delle materie prime o le tensioni su mercati del lavoro che non vengono abbastanza riformati
prima della ripresa. O le rigidità e i colli di bottiglia di un'economia
internazionale da riorganizzare, o la scarsità di alcuni servizi, compresi
quelli pubblici, e di alcuni beni strumentali indispensabili a una ripresa
equilibrata. L'eccesso di moneta e di spesa può anche tornare a gonfiare bolle
speculative dei prezzi immobiliari e finanziari. I mercati dei cambi, rimasti per ora più stabili del previsto, possono
squilibrarsi improvvisamente, soprattutto se non si corregge bene il disavanzo
strutturale della bilancia dei pagamenti statunitense. I cambi instabili
creerebbero nuovi problemi al commercio e alla finanza nonché balzi nei prezzi
delle importazioni di molti paesi e quindi dell'inflazione. Poiché
l'inflazione riduce il valore reale del debito pubblico, il fatto che questo
sia stato accresciuto dappertutto dagli interventi anticrisi è un incentivo per
i governi ad accettarla. Ai primi seri segni di ripresa dell'inflazione è
probabile che alcune autorità monetarie, soprattutto in Europa, rispondano
tornando ad alzare i tassi di interesse. Questa reazione potrebbe innescare un
nuovo ciclo di pessimismo e fermare ogni segno di miglioramento ciclico.
Assisteremmo allora all'aborto di una ripresa troppo precoce e troppo in
anticipo sulle riforme e gli aggiustamenti strutturali necessari. Per
correggere gli squilibri che hanno portato alla crisi servono riforme radicali
e meditate. Serve quindi tempo. Quando si arresta il crollo ci vuole un periodo
abbastanza lungo di bassa crescita e laboriosa riorganizzazione. Va ridotto il
grado medio di indebitamento degli operatori economici privati e pubblici,
compreso il sistema bancario. Nei prossimi trimestri, fra banche e governi, la
pressione per il rifinanziamento dei debiti in scadenza sarà fortissima. È una
pressione che può tornare a disturbare i mercati finanziari
e che domanderà che proseguano le iniezioni di moneta e i tassi di interesse
quasi a zero, alimento per le aspettative di inflazione. È una crisi «da troppo
debito» ed è stata gestita, per ora, ridimensionando poco i debiti e, in
qualche caso, aumentandoli molto. Non si risolverà fino a quando la
riorganizzazione internazionale delle spese, delle produzioni, della formazione
di risparmio, e un'ingente accumulo di nuovi capitali di rischio, non avranno
ridotto l'indebitamento passato e la propensione e crearne di nuovo. Dobbiamo
dunque insistere e darci tutti da fare per approfittare dell'effetto degli
antidolorifici riducendone la somministrazione e accelerando molto le riforme,
le vere medicine. Al di là dei dettagli, tutte le riforme importanti richiedono
di spostare l'enfasi dall'interesse e dalla sovranità nazionali all'interesse
globale e al rafforzamento di organismi sovrannazionali. Altrimenti non si
possono riformare le politiche macroeconomiche, le regole della finanza e del
commercio né si può riequilibrare la distribuzione globale del reddito, delle
spese e delle produzioni. Perciò, guardando ai prossimi mesi, i veri indicatori
di ripresa saranno i successi, nei quali molto dobbiamo sperare, dei programmi
dei G20 e del G8 nonché degli sforzi per far riprendere il cammino verso l'unione
economica e politica dell'Europa, anche in seguito alle prossime elezioni e al
rinnovo degli organi comunitari. franco.bruni@unibocconi.it
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
De Poli: «Non ho
avuto lamentele dai docenti, pensiamo in grande» «Noi pensiamo in grande, alla
cittadella universitaria di Preganziol». Dino De Poli ferma subito il cronista,
anche se forse vorrebbe aggiungere un de minimis non curat»: in cuor suo starà
imprecando su quella firma leggera con l'ateneo patavino che impegnava
Fondazione a versare stipendi a 50 fra docenti e ricercatori per 99 anni, a oltre
2 milioni l'anno. Con la crisi
finanziaria è diventata un macigno «Dicono che non
paghiamo da due anni, ma non ho sentito professori o altri lamentarsi, fino
adesso - continua il presidente della Fondazione trevigiana - è segno che i
soldi si possono trovare. Risponderemo a Padova nei modi dovuti, se occorre
muoverò i nostri avvocati, e non escludo di convocare il consiglio». La
strategia di De Poli pare chiara: attendere il nuovo rettore. Ma se sarà
Zaccaria? (a.p.)
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Economia Pagina 211
credito Banca Sassari, i profitti toccano quota 2 milioni Credito --> Gli
azionisti della Banca di Sassari danno l'ok al bilancio dell'istituto al 31
marzo 2009. Il primo trimestre del 2009 consolida la tendenza positiva che la
banca ha in atto fin dal bilancio 2004, evidenziando un utile di periodo pari a
2,07 milioni di euro, sostanzialmente in linea rispetto ai 2,11 milioni di euro
dell'analogo periodo dello scorso anno: «Un risultato significativo», commenta
in una nota l'istituto, «raggiunto in un contesto di grave crisi finanziaria internazionale, che
testimonia la bontà del lavoro svolto dalla struttura aziendale e la
condivisione delle scelte strategiche effettuate dalla Banca di Sassari e dal
gruppo bancario di appartenenza». LA RACCOLTA Il consuntivo al 31 marzo 2009
evidenzia una raccolta globale da clientela di 1.699,5 milioni di euro
contro i 1.667,9 del marzo 2008, pari a un +1,89%: si è assistito a un
riposizionamento dei risparmi della clientela che ha spostato risorse dal comparto
della raccolta indiretta a quello della raccolta diretta (che cresce per 118,5
milioni di euro, pari al +9,76%). I CREDITI Gli impieghi alla clientela si
attestano a 1.206,5 milioni di euro, in crescita (+182,1 milioni, pari a
+17,78%) rispetto al dato dello stesso periodo del 2008 pari a 1.024,4 milioni
di euro. Il consistente ridimensionamento del livello dei tassi di interesse,
diretta conseguenza delle manovre della Banca centrale europea adottate a
contrasto della crisi, spiegano la contrazione del
margine di interesse, passato dai 14,4 milioni di euro del 2008 ai 12,7 del
2009, mentre il margine di intermediazione complessivo rimane stabile passando
dai 20,8 milioni di euro dell'anno precedente agli attuali 20,2.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Economia Pagina 212
Tirrenia, appello anche dall'Anci --> In vista delle riunioni previste nei
prossimi giorni tra governo, regioni e sindacati per discutere le prospettive
di vendita della Tirrenia - in crisi
finanziaria per i ridotti trasferimenti statali -
l'Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per
l'impatto di tale iniziativa sui servizi, sul futuro produttivo e sui livelli
occupazionali. L'ipotesi di «frammentazioni della Tirrenia», con gravi
ripercussioni sull'economia dei porti e dei Comuni nonché sull'occupazione,
spinge i presidenti Marta Vincenzi e Salvatore Cherchi ad auspicare che «le
procedure di cessione siano ispirate dalla necessità di realizzare un piano
industriale del settore dei traghetti e non si limitino ad azioni, per quanto
imposte dalle normative europee, che vedano prevalere il solo aspetto
finanziario». I sindaci di Genova, Porto Torres e Olbia in collaborazione con
l'Anci, stanno lavorando a iniziative comuni.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
I 196 corridori del
Giro lasciano Prato della Valle tra due ali di folla per la 4ª tappa Diecimila
a far festa E i Colli aspettano una tappa nel 2010 ARMSTRONG. E' il più
applaudito Incontro con Vettore (Ail) e i medici Carli e Zanesco STEFANO EDEL
PADOVA. C'è poco da fare, quando l'evento conta e coinvolge un'intera città e
parte della sua provincia, i padovani rispondono alla grande: cinquemila almeno
in Prato della Valle, altrettanti lungo la passerella in centro storico, da via
Umberto I sino a piazzale Mazzini, per poi superare cavalcavia Borgomagno e
snodarsi lungo le strade di periferia dell'Arcella, arrivando al chilometro 0,
il punto di partenza della quarta tappa, in via Sacro Cuore. Lo sport, in
questo caso il ciclismo, chiama a raccolta un popolo semplice ma appassionato,
entusiasta, festoso. Sì, perchè c'è voglia di far festa a questo Giro del Centenario,
che per la settima volta fissa a Padova, e nella piazza più grande d'Europa,
baciata dal sole e avvolta da un caldo umido già estivo, il classico
cerimoniale pre-gara. Piace a tutti, il Giro, e non solo perchè è gratis. E
piace molto alle donne, stipate come sardine dietro le transenne, protette solo
dai cappellini regalati dall'organizzazione, in mezzo a tutti quei maschi
vocianti, che la sanno lunga su questo e quel corridore, su telai e rapporti,
su tubolari e forcelle, e che scrutano con curiosità i due presentatori, Salvo
Aiello e Barbara Pedrotti, mentre snocciolano, uno dopo l'altro, i nomi dei 196
corridori chiamati a firmare il foglio di partenza (dalle 11.35 in poi). Sui
Colli nel 2010? A proposito di attese, sveliamo il retroscena: Davide Faggion,
presidente della Ciclisti Padovani, organizzatrice del Giro del Veneto e
arrivata, come la corsa rosa, ai 100 anni dalla nascita, si incontra di
buon'ora con Angelo Zomegnan, il direttore del Giro d'Italia, formulandogli una
proposta ufficiale per l'edizione 2010: «Insieme al sindaco di Galzignano
Riccardo Roman, al vice-presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio e
al presidente della Federciclismo veneta Bruno Capuzzo - racconta - l'ho
invitato a valutare l'ipotesi di disputare l'anno prossimo una tappa
interamente sui Colli Euganei: una sorta di circuito lungo il percorso del
nostro Parco, da ripetere più volte, con partenza da Este e arrivo ad Abano. La
capacità alberghiera del bacino termale è in grado di assicurare ospitalità a
tutta la carovana. Sarebbe il modo migliore per celebrare il secolo della
Padovani». Il fatto è che anche il primo cittadino di Vicenza, Achille Variati,
avanza analoga richiesta per avere i girini sotto la Madonna di Monte Berico.
Progetti presi seriamente in considerazione dal patron, che ha già garantito a
Mestre la sede di partenza di una tappa, per cui, chissà, se son rose... Tutti
pazzi per Lance. Mentre Stefania, una delle (belle) ragazze del villaggio rosa,
continua a distribuire gadget, cappellini e magliette alla gente che aumenta di
minuto in minuto, la sfilata dei protagonisti comincia. La vogliamo stilare
un'ideale hit parade dei campioni più amati? Nessun dubbio, è Armstrong, il
texano dagli occhi di ghiaccio (e con un testicolo in meno, per aver combattuto,
e vinto, la battaglia più dura, contro un tumore agli organi genitali), a
finire in cima al podio. Si presenta per ultimo - lo fa sempre, da quando il
Giro è cominciato, sottolineano i giudici, un po' spazientiti per le sue
licenze - saluta e con il pennarello appone il suo prezioso autografo sulla
lavagna trasparente. «Fa molto caldo, non sono ancora pronto per le montagne»
confida a chi lo intervista, quasi presagendo quanto avverrà negli ultimi
chilometri prima di San Martino di Castrozza, quando Di Luca & C. lo
staccheranno. Pochi minuti prima del bagno di folla incontra, nel motorhome dell'Astana (sempre più in crisi finanziaria), Armenio Vettore,
presidente dell'Ail di Padova, e i professori Modesto Carli e Luigi Zanesco, di
Oncoematologia pediatrica, insieme a Maurizio Fondriest, l'ex campione del
mondo che è riuscito a regalare, grazie proprio a Vettore, una sua bici al
Papa. Per i bambini in cura nel reparto dell'Ospedale patavino sarebbe
bellissimo ricevere la visita dell'americano. Lance non promette nulla, ma ci
pensano Fondriest e Faustino Coppi, il figlio cinquantenne del grande Fausto, a
rassicurare i medici: «Noi verremo presto». Cunego il più sexy. La classifica
dei più amati, dunque. Applausi e cori per Petacchi (maglia rosa per un
giorno), poi per Pozzato, Simoni, Bruseghin, Sastre, Di Luca, Basso e Cunego. A
proposito del veronese, un mini-sondaggio condotto tra il gentil sesso lo
indica come «il più sexy» della carovana. Che abbia la faccia del bravo ragazzo
nessuno ne dubita, ma quanto a fisico non sembrerebbe proprio essere stato
scolpito da madre natura come un diòscuro. Mah, de gustibus - dicevano i latini
- non est disputandum, i gusti non si discutono.
( da "Tirreno, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Spiragli alla Smith
Forza lavoro al 25% ma sale la produzione SALINE DI VOLTERRA. Un incontro
dall'assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, ma soprattutto un
incremento, seppur lieve, nelle prospettive di lavoro per il prossimo mese di
giugno. Alla Smith International prosegue la cassa integrazione, negli ultimi
mesi gli impianti e la forza lavoro, consistente in 230 persone, sono stati
sfruttati al 25%, ma conforta il fatto che nelle ultime settimane gli scalpelli
commissionati siano di medio-grandi dimensioni e che per il mese di giugno si
salirà a una quota di circa il 35% per quanto riguarda il lavoro rispetto alla
messa a regime. Gli scalpelli per la perforazione del suolo in funzione
dell'estrazione del petrolio hanno un calibro che va da 6 a 34 pollici. Il
fatto che se ne stiano realizzando di medio-grandi dimensioni significa che
serviranno alla ricerca di nuovi pozzi. E se questa tendenza dovesse essere
confermata vorrebbe dire che il mercato, pur lentamente, si starebbe comunque
rimettendo in moto. Del resto, l'attività della Smith, una multinazionale nel
ramo del petrolio con sede in Texas, era stata fermata
dalla crisi finanziaria,
che aveva bloccato gli investimenti, ma soprattutto dalla minore convenienza
della ricerca di nuovi pozzi, rispetto alla riduzione del prezzo della benzina.
Ora che il costo del barile sta tornando a crescere sembrerebbe ripresa anche
l'attività di perforazione. E aziende come la Smith non avranno che da
guadagnare, in termini di mantenimento dei livelli occupazionali, da un nuovo
scenario attorno al prezzo della benzina. «La situazione è questa - dicono i
sindacati - ma gli eventuali sviluppi si vedranno solo tra un po' di tempo. A
noi non resta che aspettare». Sindacati che, lo scorso 6 maggio, si sono incontrati
con funzionari dell'assessore Simoncini, presentando i casi delle aziende più
importanti della Valdicecina: Smith, ma anche Atisale e Altair. A.Q.
( da "Unita, L'" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Risultati modesti
per «bonus» e social card, pessimo il taglio Ici In rete la seconda puntata de
«Lavoce.info» su un anno di governo Berlusconi. Sulle opere pubbliche 1,3
miliardi per il Ponte sullo Stretto, mentre arrivano briciole all'edilizia
scolastica SIMONE COLLINI Passato un anno dal suo insediamento, Berlusconi ha
fatto i complimenti ai suoi ministri, gli economisti della Voce.info hanno
fatto un bilancio di quanto realizzato. Dopo aver analizzato le leggi approvate
in materia di pensioni, privatizzazioni, scuola, università, mercati
finanziari, giustizia, immigrazione, edilizia
abitativa, l'analisi si è spostata su altri otto settori. Politiche per le
famiglie Il governo ha sbandierato come grandi successi il bonus famiglia e la
social card. Il primo prevede 200-1000 euro per chi ha un reddito annuo tra 15
mila e 22 mila euro, single esclusi. La social card è di un euro e 33
centesimi al giorno. Gli effetti? Spiega Daniela Del Boca, Professore di
Economia Politica all'Università di Torino: «Il carattere una tantum del primo
e l'esiguità degli importi della seconda fanno presupporre che gli effetti
saranno modesti». Federalismo È stata abolita l'Ici sull'abitazione principale,
una tassa che riguarda i Comuni: «La cancellazione dell'imposta contrasta con
il principio dell'autonomia tributaria sancito dalla Costituzione», scrivono
Maria Flavia Ambrosiano e Massimo Bordignon, della Cattolica. Inoltre,
nell'ambito della manovra sulle spese per il prossimo biennio «il contributo
più rilevante al risanamento è stato richiesto agli enti locali». Fisco Meno
tasse per tutti? Il governo ha introdotto nuove forme di prelievo, a cominciare
dalla "Robin tax" e dalle misure "anticrisi" del novembre e
del gennaio scorsi, più altre amenità tipo la "pornotax". In compenso
sono stati smantellati i provvedimenti introdotti dal governo Prodi per
contrastare l'evasione fiscale e sono state ridotte le sanzioni in caso di
mancato o ritardato pagamento delle imposte. Informazione «Totale assenza di
interventi complessivi», scrive Michele Polo (Bocconi), ma è stato abolito il
regime di Iva agevolata al 10% per gli abbonamenti alle tv a pagamento. La
Finanziaria non contiene nessuna misura a sostegno della carta stampata,
settore colpito da una crisi riguardante vendite e pubblicità e che se
attraversa una strutturale difficoltà, «difficilmente potrà svolgere il ruolo
istituzionale di watchdog verso i poteri pubblici». Infrastrutture Grandi
opere? Tanti annunci e fondi che sono semplicemente spostati di qua e di là,
con i tempi di realizzazione che inevitabilmente si allungano. Scrive Andrea
Boitani (Cattolica): «1,3 miliardi sono destinati al ponte sullo Stretto,
mentre si ammette che l'opera non potrà essere avviata prima di 12-18 mesi. Le
risorse destinate all'edilizia scolastica - che negli ultimi anni non solo ha
mostrato le crepe ma ha fatto dei morti - sono briciole». Lavoro Pietro
Garibaldi (Economia politica a Torino) ricorda la detassazione degli
straordinari adottata per qualche mese, «una misura durata troppo poco per
avere effetti significativi»: «Una indagine di Banca d'Italia segnalava il
rischio di riduzioni nelle assunzioni proprio mentre esplodeva la crisi».
Sanità Cancellato il ministero della Salute. Il governo Prodi aveva
stabilizzato la spesa, quello Berlusconi ha abbandonato questa politica di
«concertazione istituzionale nel segno di un rigore forse più enunciato che
perseguito». Pubblica amministrazione Il cosiddetto decreto Brunetta prevede un
sistema di valutazione della produttività dei dipendenti. Scrive Carlo
Dell'Aringa (Economia politica alla Cattolica) che è meglio valutare le
strutture che i singoli, mentre il decreto «sembra troppo concentrato sul
differenziare i compensi tra i singoli dipendenti, per colpire i
"fannulloni" e premiare i meritevoli». Il dossier
( da "Libertà" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
La questione
monetaria tra Stati Uniti e Cina Mentre la Cina ha annunciato in questi giorni
di aver aumentato le sue riserve auree dal 2003 ad oggi da 600 a 1054
tonnellate per una percentuale pari all'1,6% delle sue riserve internazionali
collocandosi al 5° posto nel mondo come detentore di oro e precedendo adesso la
Svizzera, il Giappone, l'Olanda e la Russia. La Cina, in particolare, si
offrirebbe per acquistare in blocco tutto l'oro che il FMI venderà, al fine di
non influire troppo sul prezzo, cosa che avverrebbe se comprasse direttamente
sul mercato. Se ne riparlerà al prossimo incontro del Fondo Monetario
Internazionale a Washington in giugno, ma è probabile che già dietro le quinte
fervano i negoziati. Il punto è sempre lo stesso. Gli Stati Uniti posseggono
l'incredibile e singolare privilegio di emettere la stessa moneta nella quale
sono indebitati. Ed è questo privilegio che oggi più di ieri viene messo in
discussione. Fino a poco tempo fa, infatti, le autorità monetarie di qualunque
Paese si astenevano dall'attaccare il dollaro come moneta di riserva poiché un
attacco di questo genere sarebbe stato considerato un grave atto di ostilità
nei confronti degli Stati Uniti. E' anzi probabile che siano state proprio
alcune dichiarazioni di Saddam Hussein miranti a sostituire il dollaro come
moneta di riserva con altre monete a contribuire alla decisione americana di
invadere l'Iraq. La faccia feroce che gli Stati Uniti hanno fatto nei confronti
dei vari Paesi che proponevano la fine del dollar standard non sembra gli Stati
Uniti se la possano permettere nei confronti della Cina. Quest'ultima, da un
lato, sta incrementando le sue riserve auree (anche se percentualmente le
medesime rappresentano una porzione minima delle attività sull'estero della
banca centrale cinese che ammontano a quasi duemila miliardi di dollari),
dall'altro, insiste nell'affermare la necessità di sostituire il dollaro come
moneta di riserva internazionale con un paniere costituito dalle principali
monete, tra cui ovviamente l'euro, lo yen, la sterlina e lo stesso yuan cinese.
Se gli Stati Uniti non dovessero accettare, almeno in linea di principio,
questa sostituzione la Cina continuerebbe ad accumulare riserve auree. Il
Segretario generale della China Gold Association ha detto: «Qui non stiamo
parlando di alcune centinaia o di mille tonnellate, ma della necessità che le
riserve cinesi arrivino ad almeno 5000 tonnellate e ciò a causa dello status di
potenza internazionale della Cina e della gravità della crisi finanziaria mondiale». La crisi finanziaria significa una notevole
volatilità nel valore del dollaro e la possibilità che la moneta americana
perda almeno in parte il suo status di moneta di riserva. Se ciò avviene le
banche centrali che avranno ottenuto oro si troveranno in vantaggio rispetto a
quelle che hanno snobbato il metallo giallo. La Banca Centrale Europea
ha emesso una raccomandazione alle banche centrali nazionali di mantenere al
meno il 15% delle loro riserve in oro. Poiché per le nazioni asiatiche questa
percentuale è molto più bassa è facile prevedere un aumento degli acquisti di
oro da parte dei Paesi orientali. Come si vede, è in questo modo un po'
informale che si sta realizzando una sorta di Bretton Woods 2. Francesco
Arcucci 13/05/2009
( da "Libertà" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Bruseghin, gregario
fedele con una passione: gli asinelli «Sesso + prosecco = Bruseghin». La
scritta, enorme, su uno dei tanti striscioni che incitano l'enfant - si fa per
dire - du pays, ti sbatte in faccia con tutta la sua simpatia strampalata pochi
chilometri prima dell'arrivo. E la bici? La bici, per Marzio Bruseghin, è una
compagna d'infanzia, uno strumento di lavoro e una passione. Lo sarà anche
quando lui non correrà più, e potrà fare il mestiere che gli piace di più,
quello che da anni immagina di fare in pace, sopra la collina della Piadera,
sopra Vittorio Veneto: il contadino. Marzio Bruseghin, per i cinquecento e più
iscritti al suo fan club, è «Bruss dei muss». E si è ricamato molto (e lui ci
ha marciato di gusto, Bertoldo con le pedivelle) sulla sua passione per
allevare i muss, ovvero gli asini. Oltre ad allevare gli asinelli, ai quali dà
i nomi degli amici, dei colleghi e persino di una telecronista della Rai,
Bruseghin, con i soldini (bei soldini, perché di gregari così non ne trovi)
presi in bicicletta ha messo in piedi un vigneto di prosecco curatissimo e che
produce bene. E un piccolo uliveto dal quale trarre buon olio. I suoi tifosi
sono un fenomeno unico: girano con in testa un cerchietto fermacapelli da cui
spuntano due orecchie in pelouche. Modificabili, perché dentro hanno del fil di
ferro. Quello che non si sa (o pochi sanno) è che per realizzare quelle
orecchione lavora un piccolo staff di familiari, tra i quali figura anche
Alessia, l'eterna morosa del Bruseghin. Trancia il filo di ferro, imbottisci,
cuci, aggancia, rifinisci. E le orecchie d'asino, che un tempo a scuola
venivano messe agli scarsi, diventano un emblema, un piccolo monumento al tifo
ciclistico. Non ci sono precedenti di questo tipo, nello sport delle due ruote.
E quel lavorio a costruire orecchie è diventato frenetico lo scorso anno, dopo
che il gregarione Bruseghin, ritrovatosi capitano della Lampre, s'è
classificato terzo al Giro. A dimostrazione del fatto che un corridore completo
e forte non necessariamente deve fare il capitano a vita. E che un gregario non
è sempre un portaborracce. «Io resto un gregario: se fai il capitano e ti va
male, nessuno ti rivuole come gregario. Un buon gregario invece lo vogliono in
molti». Chissà se ci crede davvero: lo sapremo alla fine del Giro. Capitan
Cunego è avvisato. Niente stipendi:l'Astana rischia lo stop L'Astana rischia la
sospensione, se non pagherà le spettanze dovute ai propri tesserati entro il 31
maggio. La minaccia sarebbe arrivata direttamente dall'Uci. La squadra kazaka,
della quale fanno parte big come gli statunitensi Lance Armstrong e Levi
Leipheimer, oltre allo spagnolo Alberto Contador, è in crisi finanziaria. Gli effetti della crisi globale hanno toccato anche le
casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del Kazakhistan che,
attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima squadra di
ciclismo. I corridori non ricevono lo stipendio e il ritardo nei pagamenti è
destinato a proseguire. La crisi non ha
coinvolto Armstrong che ha accettato di correre senza compenso. L'Uci ha fatto
capire che la squadra potrebbe essere espulsa dal Giro qualora non rispettasse
il regolamento, che prevede bilanci in attivo da parte di tutti i team in gara.
Antonio Frigo 13/05/2009
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
DA SESTRIERE A
CESANA E BARDONECCHIA Nelle valli olimpiche adesso il mattone ha ripreso a
tirare [FIRMA]FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei traballanti
mercati finanziari sta
spingendo gli investitori a fuggire sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel
mattone. Ed è proprio questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle
località turistiche dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni
nel 2008 (-1,4%), tornano a registrare l'interesse della clientela piemontese,
lombarda e ligure. Da Sestriere e Bardonecchia (che guidano la classifica delle
quotazioni con 4-7 mila euro al metro quadro per le nuove costruzioni) a
Pragelato, Oulx e Salbertrand c'è grande fermento nelle compravendite. «Dopo il
rallentamento del mercato tra metà 2008 e inizio 2009, oggi abbiamo parecchie
richieste» conferma Nives Coletto, responsabile dell'agenzia Gabetti di
Bardonecchia e delle altre filiali del gruppo in Alta Valle. «In due settimane
abbiamo venduto cinque appartamenti», sottolinea Fiorella Zonato, titolare
dell'immobiliare Grand Hoche di Beaulard. Il buon andamento del settore è
confermato dal fiorire di agenzie in tutte le località olimpiche: almeno una
decina per Comune. E registrano, mediamente, 15-25 compravendite l'anno
ciascuna. Più complessa l'analisi dei prezzi, che seguono il rapporto tra
domanda e offerta, di paese in paese. Sestriere e Bardonecchia, dove si è
costruito poco rispetto alle richieste del mercato, tengono i prezzi (alti) del
2006-2007. Stesso discorso a Sauze d'Oulx, dove c'è poca disponibilità rispetto
alla domanda: valori stabili a 4.000-4.500 euro al metro quadro per il nuovo o
il ristrutturato in stile. Ben diversi i casi di Oulx e Sansicario, che negli
ultimi tempi hanno saturato il mercato, e registrano una lieve flessione dei
prezzi. Che, almeno nel caso di Oulx, ha favorito lo sviluppo demografico.
Stesso discorso a Salbertrand dove le abitazioni costano dai 2 mila ai 3.200
euro al metro quadro. «Di recente, molti piccoli alloggi di Bardonecchia degli
anni '60-'70 sono stati scambiati con case nuove nei Comuni dove le case
costano meno». E la cosiddetta «bolla speculativa» delle Olimpiadi? Non è
esplosa. I prezzi, saliti anche del 20-25 per cento alla vigilia dei Giochi, si
sono livellati verso il basso nel 2007-2008, ma del 2-4 per cento appena.
( da "Stampa, La" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
ALTA VALSUSALA
RIPRESA NEGLI ULTIMI MESI DOPO UN 2008 NERO E CON LE CONTRATTAZIONI QUASI FERME
IL CASO Il mattone olimpico torna a tirare Nel nostro Comune i vecchi immobili
da ristrutturare han mercato perché sono in stabili belli Prezzi in calo a Oulx
e Sansicario, dove il mercato è saturo di nuove costruzioni Beaulard e Cesana
in ripresa C'è una forte ripresa al punto che in due settimane abbiamo venduto
cinque appartamenti Roberto Serra Fiorella Zonato [FIRMA]FRANCESCO FALCONE La sfiducia nei traballanti mercati
finanziari sta spingendo gli investitori a fuggire
sempre più dalle Borse e a rifugiarsi nel caro, vecchio mattone. Ed è proprio
questa tendenza a sostenere il mercato immobiliare delle località turistiche
dell'Alta Val Susa. Che, dopo un calo delle contrattazioni nel 2008 (-1,4%),
tornano a registrare l'interesse della tradizionale clientela piemontese,
lombarda e ligure. Il tutto, a fronte di una sostanziale tenuta dei prezzi. Da
Sestriere e Bardonecchia (che guidano la classifica delle quotazioni con 4-7
mila euro al metro quadro per le nuove costruzioni) a Pragelato, Oulx e
Salbertrand, che offrono oggi le migliori occasioni per chi compra, c'è grande
fermento nelle compravendite. «Dopo il rallentamento del mercato tra metà 2008
e inizio 2009, oggi abbiamo parecchie richieste» conferma Nives Coletto,
responsabile dell'agenzia Gabetti di Bardonecchia e delle altre filiali del
gruppo in Alta Valle. «C'è una forte ripresa: in due settimane abbiamo venduto
ben cinque appartamenti», sottolinea Fiorella Zonato, titolare dell'immobiliare
Grand Hoche di Beaulard. Il buon andamento del settore è confermato dal fiorire
di agenzie in tutte le località olimpiche: almeno una decina per Comune. E
registrano, mediamente, 15-25 compravendite l'anno ciascuna. Più complessa
l'analisi dei prezzi, che seguono il rapporto tra domanda e offerta, di paese
in paese. Sestriere e Bardonecchia, dove si è costruito poco rispetto alle
richieste del mercato, tengono i prezzi (alti) del 2006-2007. Stesso discorso a
Sauze d'Oulx, dove c'è poca disponibilità rispetto alla domanda: valori stabili
a 4.000-4.500 euro al metro quadro per il nuovo o il ristrutturato in stile.
Ben diversi i casi di Oulx e Sansicario, che negli ultimi tempi hanno saturato
il mercato a forza di nuove edificazioni, e registrano una lieve flessione dei
prezzi. Che, almeno nel caso di Oulx, ha favorito lo sviluppo demografico. Il
paese al centro ha visto, infatti, crescere la popolazione dai 2656 abitanti
censiti nel 2001 a 3170 di oggi: quasi il doppio dei 1755 residenti del 1970.
Stesso discorso a Salbertrand dove le nuove abitazioni costano dai 2 mila ai
3.200 euro al metro quadro. «È il mercato delle seconde case a spingere le
compravendite di prime abitazioni» spiegano gli addetti ai lavori. «Di recente,
molti piccoli alloggi di Bardonecchia degli anni '60-'70 sono stati scambiati
con case nuove, magari villette, nei Comuni dove gli immobili costano meno». E
la cosiddetta «bolla speculativa» delle Olimpiadi? Non è esplosa. I prezzi,
saliti anche del 20-25 per cento alla vigilia dei Giochi, si sono livellati
verso il basso nel 2007-2008, ma del 2-4 per cento appena. «Molti si
aspettavano che le quotazioni sarebbero crollate: per questo hanno rimandato
gli acquisti a dopo il 2006 - sottolinea la responsabile Gabetti di via Medail
-. Il crollo, però, non c'è stato, perché la richiesta è ancora maggiore
dell'offerta. E chi vende (e non vuol cedere sul prezzo) decide il valore di
mercato, e lo tiene alto». Beaulard e Cesana rappresentano realtà in cui il
prezzo è cresciuto senza fenomeni speculativi di rilievo, lasciando immaginare
buoni investimenti a chi deve comprare casa. Da 3-4 anni Beaulard è in ripresa,
perché tanti abitanti di Bardonecchia e Oulx hanno deciso di trasferirsi nella frazione
a metà strada tra la Vialattea e la Perla delle Alpi. «Vanno per la maggiore i
bi e trilocali, da 90 ai 160 mila euro - spiega Fiorella Zonato, dell'unica
agenzia immobiliare -. Con la stessa cifra, a Bardonecchia, si compra un
monolocale, o due stanze da ristrutturare». Cesana è, invece, l'unica località
olimpica in cui il vecchio da ristrutturare ha mercato: «Perché non sono
alloggi in brutti condomini anni '70 e '80, era della grande speculazione -
rivela il sindaco Roberto Serra - La posizione fa il resto».
( da "Secolo XIX, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
D'Alema: «Il Pd
ricominci dalla vittoria di Barack Obama» l'ultimo libro dell'ex ministro degli
esteri Dopo la sconfitta di Veltroni, una riflessione sul futuro del partito e
la sua collocazione «nel mondo nuovo» 13/05/2009 Roma. Ricominciamo da Barack Obama,
parola di Massimo D'Alema. «Da una riflessione sul mondo nuovo che sta
nascendo, sul posto che vi avranno l'Europa e l'Italia, sulle ragioni della crisi del capitalismo globale selvaggio, che è una crisi politica e culturale prima che economica»: da qui
Massimo D'Alema, ex presidente del Consiglio (il primo e unico ex Pci), ex
ministro degli Esteri, propone «di partire per individuare l'orizzonte
strategico, i valori costitutivi, le ragioni del Partito Democratico» del
futuro. Azzarda D'Alema e lo scrive nel suo ultimo libro, "Il mondo nuovo.
Riflessioni per il Partito democratico" (edito dalla sua Fondazione
ItalianiEuropei), quasi un manifesto politico, con dentro la raccolta dei suoi
interventi. Il canovaccio dalemiano, nell'era di Dario Franceschini e dopo lo
shock della sconfitta veltroniana per il centrosinistra, è chiaro, provare a
ripartire dal mondo per vincere in Italia. «Una valutazione dello straordinario
mutamento in atto nello scenario internazionale - si legge nella presentazione
del volume - segnato dalla grande crisi
finanziaria, economica e sociale del mondo globale,
dal declino dell'era neoconservatrice sino all'avvento di Barack Obama alla
presidenza degli Stati Uniti d'America. La crisi e le risposte che essa esige rappresentano una sfida decisiva
per i democratici e per i riformisti, ma anche l'occasione di un grande
cambiamento, l'opportunità per attuare riforme coraggiose, tanto più
necessarie in un Paese come l'Italia, da troppi anni bloccato, incapace di
crescere al livello degli altri partner europei, di sprigionare pienamente e
liberare le sue potenzialità e le sue energie». È la riedizione, tredici anni e
due sconfitte politiche dopo (nel 2001 e nel 2008), di quel suo libro degli
anni Novanta, "Un Paese normale. La sinistra e il futuro
dell'Italia". L'orizzonte, in fin dei conti, per il centrosinistra non
cambia. «Una grande prospettiva di cambiamento, un progetto di riforma per
l'Italia da costruire intorno alle idee forza della democrazia,
dell'eguaglianza e dell'innovazione servirà a parlare alle nuove generazioni. E
servirà anche a dare respiro al progetto del Partito Democratico, al quale
questo libro vuole offrire un contributo in termini di cultura politica,
sviluppando una riflessione sui caratteri e sui limiti del bipolarismo
italiano, sulla necessità di una visione dell'evoluzione democratica del Paese
che sia effettivamente alternativa al plebiscitarismo e alla semplificazione
personalistica del confronto politico». Massimiliano Lenzi 13/05/2009
( da "Repubblica, La"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 26 - Economia
Il ministro presenta i 12 punti che costituiranno gli standard di controllo
della finanza globale Tremonti: "I banchieri hanno esagerato" ELENA
POLIDORI ROMA - Un «global standard» in 12 punti per iniziare a scrivere il nuovo
ordine mondiale. Un set di regole e principi, economici ma anche
etico-giuridici, per rendere i mercati più trasparenti e ripristinare la
fiducia. Giulio Tremonti fa l´annuncio e spiega che presenterà il suo progetto
al G8. Dice: «Negli ultimi tempi banchieri e finanzieri hanno esagerato e lo
hanno fatto perché non c´erano regole». Si sono comportati «come Re Mida» che
trasformava in oro tutto quello che toccava, «compreso il cibo e per questo è
morto». Il mito «si è ripetuto». Il ministro dell´Economia riunisce a Villa
Madama un gruppo di saggi - economisti, giuristi, Nobel - chiamati a discutere
questi paletti, in parte già individuati insieme all´Ocse. Un lavoro che
procede in parallelo con quello, analogo, del cancelliere tedesco Angela Merkel
e con un ruolo rilevante dell´Ocse. Tremonti è convinto che «non si può entrare
nel nuovo secolo con le regole del vecchio», specie se queste hanno portato
alla recessione: «E´ superata la fase dell´Apocalisse ma la crisi continua»,
ripete. E´ deciso a rivendicare il primato della politica nella gestione dei
problemi economici poiché «l´ombra lunga della crisi è stata allontanata quando
sono scesi in campo i governi». Perciò, via al global stardard. La discussione
è «appena avviata». Ma si sa che ruota intorno ad alcuni capisaldi: più
trasparenza ed etica nel business; lotta al riciglaggio, all´evasione fiscale,
al dumping sociale e ambientale; più forza alle istituzioni multilaterali; no al protezionismo e ai superbonus dei manager; si al passaggio dalla cultura della
creazione di valore per gli azionisti a quella degli stakeholders, cioè tutti i
portatori di interessi nei riguardi dell´impresa, dipendenti compresi. Un
aspetto, questo, che per l´ex ministro Enrico Letta, nel panel dei saggi,
rappresenta «una vera e propria rivoluzione». Tremonti riconosce che il nuovo
assetto non può essere deciso «da un gruppo di intellettuali» o da un solo
governo ma dovrà essere condiviso. «Servono standard accettati da tutti e
capaci di arginare la crisi del sistema», argomenta l´ex presidente Consob,
Guido Rossi, pure a Villa Madama. Il piano, con tanto di sanzioni per gli
inadempienti, andrà anche al G20.
( da "Italia Oggi"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi sezione:
Primo Piano data: 13/05/2009 - pag: 7 autore: Mario Lettieri, sottosegretario
all'Economia nel governo Prodi Paolo Raimondi, economista l'analisi L'eccessivo
ottimismo dello stress test americano sulle banche Quasi tutti i media hanno riportato
che la simulazione di crisi fatta sulle 19 più grandi
banche americane, che si pensava fossero a rischio di bancarotta, avrebbe dato
dei risultati inaspettatamente rassicuranti: 9 di loro starebbero bene e per le
restanti dieci basterebbero 75 miliardi di dollari di capitale fresco, che
naturalmente il governo e i cittadini americani metterebbero a loro
disposizione tramite il Programma di Assistenza per il Capitale del Tesoro, per
affrontare eventuali future turbolenze. Se fosse veramente così, si potrebbe
dire che l'emergenza finanziaria è finita, ma la
realtà sembra essere un po' differente. Si ricordi che gli autori della
simulazione di controllo, la Federal Reserve, l'Office of the comptroller of
the currency e la Federal deposit insurance corporation (l'importante Fdic che
garantisce i depositi sui conti bancari) nei mesi passati non erano stati
capaci di prevedere la più grave crisi bancaria della
storia. Il test consiste in una simulazione al computer con modelli
econometrici per saggiare la tenuta delle grandi banche in situazioni di
aggravamento delle crisi economica. Di fatto i dati di
ogni banca vengono inseriti in un programma che simula delle situazioni
alternative attraverso l'introduzione di variabili economiche matematiche. I
dati vengono poi analizzati per definire gli interventi e le soluzioni a
eventuali mancanze e difficoltà di gestione. È un esercizio che può essere di grande
aiuto se fatto bene.Lo stress test è stato fatto su due scenari economici, uno
cosiddetto «base line» che segue le previsioni correnti generalmente accettate
e un secondo «more adverse» che prende in considerazione una «flessione
economica più profonda e prolungata» per il 2009 e il 2010. Le variabili
economiche fondamentali usate sono gli andamenti del Pil, del tasso di
disoccupazione e dei prezzi medi delle case. Sono variabili utili ma
assolutamente insufficienti per analizzare il possibile
andamento futuro della crisi finanziaria. Se si prende in considerazione lo scenario «more adverse», in
quanto quello «base line» è veramente troppo ottimista, si hanno variabili così
definite: il Pil diminuisce del 3,3% nel 2009 e aumenta dello 0,5% nel 2010, la
disoccupazione è rispettivamente dell'8,8% e del 10,3% e i prezzi delle case
scendono del 22% e l'anno prossimo solamente del 7%. Nonostante il
resoconto dica che sono state prese in considerazioni tendenze che sono
peggiori di quelle che si è avuto nei momenti più bui della crisi
degli anni Trenta, purtroppo a noi pare che gli esperti controllori siano stati
ancora una volta troppo benevoli. Infatti i dati ufficiali più recenti danno
una contrazione del Pil americano su base annuale del 6,1% per il primo trimestre
2009 e un tasso di disoccupazione ad aprile dell'8,9%. L'indice di riferimento
per i prezzi delle case, il cosiddetto indice Case-Shiller per le 10 maggiori
aree metropolitane, segna a febbraio un calo annuale del 18,6%. In ogni modo,
sulla base del secondo scenario, la Fed stima che per i due anni 2009 e 2010 le
19 banche dovranno far fronte a una perdita di 600 miliardi di dollari (che
salgono a 950 se si calcolano le perdite a partire dall'esplosione della crisi nel 2007). Di questi, 455 miliardi sarebbero perdite
nel portafoglio-prestiti in ipoteche e crediti al consumo, ciò significa che il
9,1% dell'intero pacchetto crediti sarebbe inesigibile. Inoltre le simulazioni
hanno quasi completamente ignorato l'enorme bolla speculativa dei derivati Otc
(Over the counter) negoziati fuori dei mercati regolamentati e mantenuti fuori
bilancio. Un risultato dello stress test «more adverse» indica in circa 100
miliardi di dollari eventuali perdite di controparte per contratti Otc. Ma la
carenza più grave del modello Fed applicato nella simulazione di crisi la fa rilevare indirettamente la nostra Banca
d'Italia. Infatti un recente studio di Antonella Foglia sui metodi degli stress
test afferma che «la simulazione di stress test fornisce informazioni su perdite
potenziali provocate da shocks di carattere eccezionale ma plausibile, aiutando
così gli esperti a valutare la vulnerabilità del sistema». È proprio quello che
la simulazione di crisi con le banche americane non ha
fatto: non ha condotto una simulazione in situazione di shock, bensì solo di un
andamento negativo, ma non di un evento eccezionale. Se uno stress test, simile
a quello realizzato nei giorni passati, fosse stato fatto prima del crollo dei
mutui sub prime, non avrebbe dato alcun avviso di un crollo imminente, ma
solamente una serie di vaghe preoccupazioni e forse qualche invito a fare
maggior attenzione, ma niente più. Per queste ragioni dobbiamo purtroppo dire
che il test è stato una vera occasione mancata. Perciò suscitano preoccupazione
le recenti dichiarazioni del segretario del Tesoro americano Timothy Geithner,
riportate anche su La Repubblica dell'8 maggio, che starebbero dando luogo ad
un ottimismo, anche con riverberi in Italia, che potrebbe rivelarsi infondato.
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Sud sezione: SYSTEM
(SPECIALE MAGGIO MONUM data: 2009-05-13 - pag: 25 autore:
Prepariamociallaripresa Andrea Cozzolino L a crisi
finanziaria manifestatasia settembre 2008, nella
prima metà del 2009 ha avuto pesanti ripercussioni sull'economia reale: aumento
della disoccupazione, crollo della domanda interna, minore reddito per le
famiglie, difficoltà per le imprese. A febbraio abbiamo stanziato 2,5
miliardi per sostenere la domanda, gli investimenti correnti e la spesa
sociale. Negli ultimi mesi, abbiamo lavorato intensamente anche per proiettare
l'economia regionale oltre la crisi. Complessivamente,
abbiamo messoa disposizione oltre 650 milioni di investimenti per lo sviluppo e
l'occupazione riformando la tipologia e gli strumenti normativi di settore, a
partire dagli incentivi, ridotti da 44 a 5 e semplificati nelle procedure di
attuazione. Grazie ai nuovi incentivi, abbiamo finanziato, con 24 milioni, i
progetti di ristrutturazione del debito per oltre 230 piccole e medie imprese
e, con un ulteriore stanziamento di 60 milioni, estenderemo questa misura ad
almeno altre 750 pmi; abbiamo, poi, finanziato investimenti per 45 milioni,
finalizzati all'innovazione e allo sviluppo per ulteriori 140 imprese; stiamo
valutando 88 richieste di contratti di programma, che cominceremo a finanziare
nei prossimi giorni per una quota complessiva pari a 455 milioni. Questo
incentivo, nei prossimi 12-24 mesi, consentirà a circa 550 imprese di assumere
oltre 6.600 nuovi lavoratori e sviluppare 2 miliardi di investimenti. Infine,
nelle prossime settimane pubblicheremo due bandi sul credito d'imposta per gli
investimenti e per l'occupazione. Per ciascuno di questi metteremo a
disposizione circa 60 milioni. La Campania è l'unica Regione d'Italia a
reintrodurre il credito d'imposta, dopo che il Governo nazionale l'ha
progressivamente abolito a partire dal 2002. Il credito d'imposta, come hanno
dimostrato i risultati positivi della seconda metà degli anni '90, è uno
strumento fondamentale a sostegno dell'occupazione e della crescita nel
Mezzogiorno. E lo sarà maggiormente quando arriverà la ripresa. Noi stiamo
lavorando concretamente per farci trovare pronti a quest'appuntamento.è
importante che su questo fronte ognuno faccia la propria parte: Regioni,
imprese, sindacati, enti locali, Governo nazionale, debbono lavorare assieme
per aiutare il Mezzogiorno a riprendere il cammino della crescita con una
strategia che rimetta al centro l'occupazione e le giovani generazioni.
ASSESSORE ATTIVITà PRODUTTIVE Regione Campania
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-05-13 - pag: 7 autore: La risalita delle commodities.
Si ricrea il legame tra il rialzo dei mercati finanziari e quello del greggio
è ripartito il rally del petrolio La Cina spinge il Wti sopra i 60 dollari, ai
massimi da novembre Riccardo Sorrentino Prima o poi la crisi finirà. Ma come? è
una domanda che occorre porsi, il giorno in cui il petrolio sale oltre i 60
dollari, ai massimi da sei mesi. Quali scenari si aprono se, in quello
che sembra il momento di una timidissima svolta, alcuni mercati
si infiammano di nuovo? La cronaca della seduta di ieri racconta di un
contratto giugno che al New York Mercantile Exchange si è portato a 60,08
dol-lari, il massimo dall'11 novembre, prima di scivolare intorno a quota 59
sulla scia del calo delle borse. Il rialzo da inizio dell'anno, scattato anche
a causa dei tagli dell'offerta dell'Opec, è ora del 34 per cento. La giornata
di ieri è però sembrata un flash-back. Un ritorno a qualche mese fa, quando i mercati delle materie prime salivano rapidamente per motivi
non chiarissimi: la domanda dei Paesi emergenti, dicevano alcuni; la pressione
della liquidità in cerca delle ultime occasioni di guadagno, secondo altri.
Ieri le due ipotesi sono state riproposte insieme. Perché il rally è partito
dalla pubblicazione dei dati sull'import cinese di petrolio di aprile: il mese
scorso gli acquisti sono saliti del 14% con consegne che hanno raggiunto i
16,17 milioni di tonnellate, 3,9 milioni di barili al giorno. C'è quindi un
fatto:la maggiore domanda del secondo consumatore mondiale di energia (che però
vede le esportazioni in continuo calo). E c'è un'aspettativa: la scommessa su
un rialzo generato dalle prospettive della ripresa
economica.Un'attesa,questa,rinforzata dai dati sul deficit commerciale
americano, che a marzo è tornato a crescere dopo otto mesi di contrazione anche
a causa delle maggiori importazioni, in valore e in volume, di greggio. Il
problema ora è lo stesso di qualche mese fa: c'è, ed è individuabile, un nesso
tra questi prezzi e la domanda di greggio? La risposta è quasi impossibile, dal
momento che gli economisti discutono ancora sull'interpretazione del boom del
petrolio, salito a 147 dollari a luglio 2008 e poi calato bruscamente, proprio
come accade nelle bolle, con il peggioramento della crisi. A dicembre era a 32
dollari. Anche il recente recupero del greggio è avvenuto in circostanze che
possono far pensare a un fenomeno tutto interno ai mercati
finanziari. Si è creata una forte e inconsueta correlazione tra borse e
petrolio, che sono salite insieme (si veda il grafico). Un gioco che si è
ripetuto anche ieri, coinvolgendo come sempre, ma allo specchio, anche il
dollaro, sceso fino a quota 1,3706 per un euro, ai minimi dal 23 marzo.
L'elevatissimo livello delle scorte - ai massimi da 19 anni negli Usa, a causa
di una domanda ancora debole- avrebbe però consigliato un andamento meno
brillante per Wti e Brent. Al punto che nei giorni scorsi diversi analisti
hanno immaginato che, entro l'estate, azioni e greggio dovrebbero prendere
direzioni diverse. Se questo non dovesse avvenire, allora nascerebbe un dubbio
forte, che aleggia da tempo: che direzione sta prendendo l'enorme liquidità
immessa in circolazione da Governi e Banche centrali? Tra investimenti reali
ridottissimi - in molti paesi erano insufficienti, come diceva Ben Bernanke nel
2005, anche in tempi felici- non c'è il rischio che essa gonfi i prezzi,
iniziando dalle quotazioni finanziarie? I (pochi)
economisti liberisti di scuola austriaca, ipersensibili al tema, già parlano
della mini-bolla di Obama, e questo, dopo i crolli dei mesi scorsi, appare un
po' azzardato. Il pericolo però c'è, soprattutto per le materie prime, e non
può essere ignorato. I mercati delle commodities -
spiegava una ricerca della defunta Lehman un anno fasono piccoli e illiquidi e
hanno "fondamentali" che cambiano lentamente, a differenza delle
borse animate da aziende dinamiche. Basta un po' di liquidità in più, allora,
per scatenare forti rialzi, tali da frenare anche riprese più robuste. è uno
scenario preoccupante. riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com MINIBOLLA DI OBAMA?
Per alcuni economisti il rimbalzo delle quotazioni è l'effetto della gigantesca
iniezione di liquidità guidata da Fed e Tesoro Usa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-05-13 - pag: 10 autore: DALLA PRIMA Obama e il
Gattopardo Dunque gli organismi di regolamentazione americani sono sensibilmente
più consapevoli dei rischi rispetto all'Fmi, anche se meno di Roubini. Queste
perdite vengono confrontate con gli utili previsti (sottratti i dividendi) in
questi anni, più un accantonamento per le perdite del 2011. Qui i regolatori
stimano gli utili a 363 miliardi di dollari, contro i 210 ipotizzati da Fmi e
Roubini. Ciò significa che la riduzione di capitale è stimata in 172 miliardi
di dollari dai regolatori, 111 miliardi dall'Fmi e 601 miliardi da Roubini. Ma
tenendo conto della raccolta di capitali prevista e degli utili in eccedenza
nel primo trimestre del 2009, la riduzione finale di capitale è di solo 62
miliardi di dollari per i regola-tori, di appena un miliardo per l'Fmi, ma
addirittura di 491 miliardi per Roubini. Ci sono due dati importanti in questa
analisi: le possibili perdite e la tendenza al rialzo degli utili. Ma c'è un
dato finale altrettanto importante: di quanto capitale ha bisogno una banca? La
risposta è: quanto è lungo un pezzo di spago? Poiché molte di queste banche
sono giudicate "too big to fail", troppo grandi per essere lasciate
fallire, sono i contribuenti ad accollarsi il rischio di ultima istanza. I
requisiti di capitale dipendono in parte da quanto il governo vuole cautelarsi
da possibili perdite, e in parte da quanto i possessori di titoli vogliono
essere garantiti dalla possibilità che il governo possa rifiutare di
intervenire in soccorso. Alla fine del 2008, il rapporto fra capitale proprio
complessivo e attività bancarie negli Usa era del 3,7%. Senza la garanzia esplicita
e implicita offerta dallo Stato sicuramente sarebbe stato più alto. Come fa
notare l'Fmi, a metà degli anni Novanta, prima del boom della leva finanziaria, il rapporto era del 6%. Nel XIX secolo, prima
delle garanzie sui depositi, era ancora più alto. Le conclusioni sono tre:
primo, la stima del governo è più prudente di quella dell'Fmi rispetto alle
perdite, anche se molto meno di quella di Roubini; secondo, gran parte del
capitale da raccogliere verrà dagli utili di un sistema bancario capace di prendere
soldi in prestito alle condizioni favorevoli offerte dalla Banca centrale, e
poi di prestare ai suoi clienti a prezzi più alti; e terzo, gli obiettivi di
rapporto di capitale- Tier 1 risk-weighted capital del 6% delle attività e Tier
1 common equity capital del 4%- non sono particolarmente onerosi. Questo studio
ha un obiettivo conservatore: fare in modo che il sistema bancario esistente e
le attività esistenti possano credibilmente, anche se non con certezza,
sopravvivere al probabile cannoneggiamento. Questo è stato fatto
sufficientemente bene da soddisfare i mercati. Ma queste banche non saranno in
grado di espandere significativamente il loro stato patrimoniale nel prossimo
futuro. Il grande interrogativo è: fino a che punto questo studio contribuirà a
far ripartire l'economia? Le banche commerciali forniscono solo un quarto del
credito del settore finanziario negli Stati Uniti, mentre a metà degli anni 90
questa percentuale sfiorava il 40%. Il resto viene in gran parte da varie forme
di cartolarizzazione. Se e fino a quando il mercato di questo secondo tipo di
prodotti non riaprirà i battenti a tutti gli effetti, il credito per il settore
privato probabilmente rimarrà " strozzato". In che misura tale
strozzatura risulterà vincolante dipenderà dalla disponibilità di prestatori
fortemente esposti a prestare soldi, specialmente quando i beni offerti a
garanzia del prestito hanno perso valore. Ecco perché sarà il colossale piano
di rilancio dell'economia - l'elemento meno conservatore del pacchetto economico
- a portare la ripresa. Oltre che il meno conservatore, il piano di rilancio è
anche il meno inquietante per gli interessi di lobby potenti, in particolare
nel mondo della finanza. Approcci più radicali (ad esempio abbandonare
all'insolvenza un maggior numero di banche) avrebbero accresciuto l'incertezza
sul breve periodo e in questo modo avrebbero compromesso il ritorno alla
stabilità a cui punta Obama. Ma qui il presidente deve valutare un pericolo più
a lungo termine: la possibilità che il sistema finanziario
salvato getti le basi per un'altra crisi finanziaria, forse ancora peggiore, negli anni a venire. Garantire il
salvataggio di un sistema finanziario sovraccarico ancora più di prima di
istituti complessi e "too big to fail" è forse la risposta prudente a
queste crisi, ma lascia lo
Stato col compito ancora più oneroso di imporre una regolamentazione efficace
in futuro. Purtroppo, l'esperienza insegna che la regolamentazione di
sistemi finanziari generosamente garantiti è molto poco efficace. L'interesse
personale di operatori riccamente remunerati non fa fatica a vanificare i
vincoli imposti da regolatori molto meno remunerati e quasi certamente meno
abili. Più va avanti la crisi, più diventa evidente
che gli incentivi presenti nel sistema finanziario erano (e sono)
drammaticamente distorti. Io simpatizzo con l'approccio conservatore alle crisi, ma non se questo approccio lascerà al suo posto
quella moltitudine di incentivi perversi all'origine di queste crisi. In fin dei conti, vi sarà un unico grande test: gli
istituti "too big to fail" saranno numerosi come sono oggi? E se sì,
come saranno controllati? Se continueranno a non esserci risposte chiare,
serviranno altri cambiamenti ancora. Martin Wolf © Financial Times
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009 Chiudi di ANTONELLA MANNI Lapidario e laconico. Ma con il tono deciso, di
quelli che non ammettono repliche. E' arrivato ieri l'annuncio che, ad appena
un mese e mezzo dall'inizio della manifestazione, «il comitato di gestione della
Fondazione Festival dei Due Mondi ha ritenuto doveroso revocare la convenzione
a suo tempo sottoscritta con la società Mediavip». Per la verità la notizia che
ci fossero problemi tra la società di ricerca di sponsor e la Fondazione
Festival era nell'aria da tempo. E la faccenda inoltre ha il sapore del
"déjà vu", dell'esperienza già vissuta insomma, visto che si
ripropone quanto già successo con la Etheria consulting, la società di
marketing e sponsoring estromessa alla vigilia dell'edizione di Spoleto 51.
Allora fu lo stesso presidente di Mediavip, Michele Costantino, ad affermare
che dai contatti avuti con alcuni sponsor nazionali non si era avuta traccia
del lavoro svolto dalla precedente società la quale, a differenza della
Mediavip, non aveva sottoscritto alcuna convenzione. Subito era arrivata però
la replica di Raffaella Gabetta, titolare di Etheria che intanto si era
premunita depositando al tribunale di Spoleto una causa civile e chiedendo un
risarcimento di un milione di euro. Prossima, in giugno, è fissata un'udienza
per quel procedimento. E non è difficile immaginare che a breve arriverà una
contromossa anche da Mediavip tanto più che, dalla sua, quest'ultima ha una
convenzione firmata da entrambe le parti. Anche se le fonti ufficiali non ne fanno
menzione, almeno per il momento, sul motivo della rottura con la società
milanese è certo che sul tema centrale del reperimento degli sponsor, la
Fondazione Festival sembra incappare nelle maggiori difficoltà. I soldi, in
sostanza, soprattutto quelli di provenienza privata, paiono non trovare i
giusti canali di accesso alle casse del Festival. E il rapporto tra chi è
deputato a trovarli e chi ne ha un bisogno estremo per vivere, diventa un
rapporto che si avvelena giorno dopo giorno. Ci aveva provato Etheria ed è
stata liquidata. E' stata sostituita con la Mediavip ma nemmeno questa è
durata. Di certo, l'amministratore delegato di Mediavip Michele Costantino, lo
scorso anno si era giustificato per aver apportato alla manifestazione una
cifra più esigua delle aspettative dicendo di aver cominciato a lavorare per il
Festival solo dal mese di marzo. Qualche polemica era poi sorta con i
commercianti e gli industriali locali ai quali la società aveva richiesto di
contribuire ottenendo in cambio un diffuso malcontento. Un
po' meglio era andata con i grandi sponsor. Quest'anno forse, una
giustificazione avrebbe potuto essere la crisi
finanziaria globale, ma è evidente come il
meccanismo di dare e avere nel processo di gestione del nuovo corso del
Festival pare ancora ben lontano dall'essere rodato.
( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009 NONPROFIT: LE COOPERATIVE SOCIALI POSSONO AFFRONTARE LA CRISI CON
OTTIMISMO LO AFFERMA IL 70% DEI COMMITTENTI DI IMPRESE E COMUNI ITALIANI
Milano, 13 maggio 2009 Sempre di più in momento di crisi
come quella che sta colpendo leconomia mondiale la richiesta di
coesione sociale aumenta. Il Nonprofit ed in particolare il mondo delle
cooperative sociali, sono sempre state attive nel nostro Paese per rispondere a
queste necessità.
Come, in questo contesto, la crisi finanziaria sta
influenzando le loro attività? Ed in particolare, come le scelte delle imprese
e dei comuni, principali fruitori dei servizi delle cooperative sociali,
vengono modificate dalla difficile situazione economica? La ricerca La
cooperazione sociale vista da Imprese e Comuni condotta su un campione di
70 realtà del mondo for-profit e della Pubblica Amministrazione del nostro
Paese - presentata oggi da Fondazione Sodalitas - offre alcune risposte a queste domande. Il mondo delle
Imprese e quello della Pubblica Amministrazione valutano che la crisi finanziaria non influenzerà in maniera significativa
le scelte riguardanti le commesse/convenzioni verso le cooperative sociali: il
70% degli intervistati ha dichiarato le scelte di spesa rimarranno invariate
nel prossimo futuro, indipendentemente dagli effetti della crisi.
Non solo: per il 12% delle imprese gli effetti della crisi
impatteranno sulle commesse in maniera positiva, mentre per i Comuni il dato è
ancora più ottimistico attestandosi al 21%. Inoltre sempre di più i clienti
delle cooperative sociali differenziano le tipologie di servizi richiesti: il
50% degli intervistati infatti ha affermato che usufruiscono di servizi diversi
dai quelli tradizionalmente offerti dalle cooperative, quali pulizie e attività
ecologiche, tipografie, pulizia del verde, ristorazione e servizi informatici.
Questo dato è indicativo di una crescita delle competenze offerte da un mondo
che sempre di più può essere utile al mondo della Pubblica Amministrazione e
dellImpresa per esternalizzare parte dei propri servizi e ricoprire
un ruolo importante dal punto di vista occupazionale: oggi, le cooperative
sociali, solo in Lombardia occupano oltre 56. 000 persone in oltre 1. 500 cooperative e sul territorio
nazionale sono oltre 7. 000 le realtà attive con oltre 280. 000 lavoratori. .
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 41 autore: Conti in arrivo:
attesa la crescita di accantonamenti e rettifiche UniCredit e Ca' de Sass al
test della prudenza Alessandro Graziani MILANO Nei prossimi tre giorni tutte le
banche quotate italiane approveranno i conti del primo trimestre. è il primo
vero test del 2009 sullo stato di salute del sistema bancario, che finora ha dimostrato di reggere all'ondata della crisi finanziaria e poi economica
partita a metà 2007. La scarsa presenza di asset tossici in portafoglio ha
permesso di chiudere il 2008 senza danni di rilievo al conto economico (in
parte anche grazie alle deroghe Ias sulla contabilizzazione dei titolia valore
di mercato). Ma ora che la crisi, da finanziaria è diventata soprattutto economica, l'attenzione
del mercato è concentrata sullo stato di salute dei crediti delle banche. Il
peso delle rettifiche e degli accantonamenti, destinato a crescere in modo
sensibile rispetto al primo trimestre del 2008, andrà a comprimere notevolmente
gli utili del primo trimestre. E tutti i principali gruppi, da UniCredit a
Intesa Sanpaolo a Mps, sembrano decidere a improntare a criteri di prudenza il
rendiconto trimestrale. In qualche caso, sostengono gli analisti, addirittura
anticipando svalutazioni future. Il grosso dei default aziendali, e quindi
delle definitive perdite su crediti, non è ancora arrivato. C'è sempre uno
sfasamento temporale tra l'avvio della recessione e la crisi
finale delle aziende in difficoltà. Il peggio, da questo punto di vista,
potrebbe arrivare dopo l'estate. Ecco perchè tutti si aspettano che gli
accantonamenti su crediti saranno già elevate a partire dal primo trimestre.
Secondo un report diffuso ieri da Keefe, Bruyette & Woods, nel caso di
UniCredit le rettifiche su crediti nel primo trimestre del 2009 saliranno a
1,656 miliardi. Un dato che si confronta con gli 1,328 del quarto trimestre del
2008 (+25%) e con i 664 milioni del primo trimestre del 2008 (+ 149%). Analoga
tendenza per Intesa Sanpaolo che, sempre secondo gli analisti di Kbw, avrà
svalutazioni e rettifiche su crediti pari a 843 milioni nel primo trimestre del
2009 (-16% rispetto ai 999 dell'ultimo quarto del 2008, +170% rispetto ai primi
tre mesi dell'anno scorso). Più contenuta sarebbe invece la crescita degli
accantonamenti su crediti al Monte Paschi di Siena. L'attesa è di 288 milioni
di loan provisions (-32% rispetto al trimestre precedente, +38% rispetto ai
primi tre mesi del 2008). Ogni banca procederà alle proprie valutazioni, sulla
base dei sistemi di rating interni su cui però non c'è visibilità del mercato e
dunque restano riservati. Ma sembra esserci poco spazio per valutazioni
ottimistiche, visto che proprio sull'area crediti le maggiori banche sono state
oggetto di un accurata ispezione della Vigilanza della Banca d'Italia. La
conseguenza è che gli utili dei principali istituti di credito italiani
scenderanno in modo sensibile: il consenso degli analisti stima un utile netto
tra i 400 e i 450 milioni di euro sia per Intesa Sanpaolo che per UniCredit,
mentre per Mps l'attesa è di 100 milioni di netto (che diventano circa 230
considerando la plusvalenza sulla cessione dell'asset management). Se
proiettato sui trimestri successivi, il risultato del primo quarto del 2009
porterebbe a un dimezzamento dell'utile d'esercizio rispetto al 2008. Ma ogni
previsione sulle tendenze future è ancora incerta. Se gli accantonamenti su
crediti paiono destinati a restare su livelli elevati, bisognerà vedere in che
misura miglioreranno margine d'interesse e profitti finanziari. Questi ultimi,
già nel primo trimestre, dovrebbero aver portato saldi positivi. Ma il grosso
dei ricavi, considerato che le commissioni continuano a soffrire, potrà
arrivare dall'attività tipica della banca: raccolta e impiego del denaro. Lo
spread sui tassi ufficiali è ai minimi e in teoria penalizza le banche. Ma le
aziende continuano a denunciare l'applicazione di spread eccessivi.
Teoricamente, in presenza di margini bassi, aumentare i volumi di credito è
l'unico modo perchè le banche guadagnino di più. Ma i crediti erogati oggi,
ribattono i banchieri, possono diventare in pochi mesi oggetto di perdite e
accantonamenti. è su questo stretto sentiero che nei prossimi mesi dovranno
camminare le banche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 42 autore: Assicurazioni.
Dan Glaser, Ceo di Marsh: dopo quanto è successo le compagnie saranno più
prudenti «Chiusa l'era dei rischi finanziari» Il manager: sul caso Aig
vigilanza inefficiente - Le nuove strategie Riccardo Sabbatini Le compagnie
voltano le spalle ai rischi finanziari. «Dopo quanto è accaduto non credo vi
saranno molti assicuratori che in futuro intenderanno battere quel business».
Dan Glaser è presidente e Ceo di Marsh, uno dei maggiori gruppi mondiali di
brokeraggio assicurativo. Dopo la crisi attraversata
nel 2004 per le inchieste del procuratore Eliot Spitzer a New York, chiuse con
una transazione da 850 milioni di dollari, la società ha appena archiviato un
trimestre con guadagni operativi di 331 milioni rispetto alla perdita di 88
milioni del corrispondente periodo del 2008 (-1820 su base annuale). Glaser,
alla guida da fine 2007, si dichiara «molto soddisfatto» per i risultati
ottenuti ed ottimista sull'aumento della profittabilità per l'intero esercizio.
Il manager della Marsh ha un passato imprenditoriale ad Aig e svela un fatto
inedito sull'ex gigante mondiale delle assicurazioni. Chi vigilava
sull'attività in Cds (le assicurazioni sul rischio di default) del gruppo, responsabili
del suo dissesto, non era l'authority della Gran Bretagna dove quell'attività
veniva svolta. E neppure quello Usa, cioè del Paese che sta pagando a caro
prezzo il costo del salvataggio. Ma l'autorità di vigilanza francese poiché la
società europea di Aig aveva la sua sede sociale proprio a Parigi. Una conferma
in più di come l'inefficienza dei sistemi di vigilanza abbia contribuito
all'aggravarsi della crisi finanziaria. Controlli a
parte –rimarca Glaser –le assicurazioni d'ora in poi si terranno comunque
lontane dall'assicurare rischi finanziari ed anche la cartolarizzazione dei
rischi assicurativi, dopo la fase effervescente degli anni passati, attraversa
ora una fase di stallo. Il ritorno alla profittabilità di Marsh è stato tutto
costruito sull'attività assicurativa vera e propria (+27% dei guadagni
operativi a 297 milioni) mentre invece l'attività di consulenza (ricavi in
diminuzione del 16% a 1,1 miliardo) risentono del negativo trend dell'economia.
«La crisi la sentiamo, è chiaro, ma soffriamo meno di
altri. Anche in momenti come questi le aziende devono proteggere la propria
attività con coperture assicurative ». C'è, piuttosto, da segnalare che il
recupero di redditività è avvenuto – sottolinea ancora Glaser – tagliando i
costi e migliorando l'efficienza piuttosto che prendendo vantaggio da
un'inversione del ciclo assicurativo. Anche a causa della crisi,
il mercato rimane soft cioè caratterizzato da tariffe basse con l'eccezione
delle polizze sulla responsabilità civile dei manager (D&O) e delle
coperture catastrofali. I dati del gruppo si rispecchiano anche nelle attività
italiane alla cui guida è stato recentemente chiamato Flavio Piccolomini (
ex-Willis). La società, che già serve molte grandi aziende, intende radicarsi
maggiormente nelle piccole e medie imprese «Proprio tendendo conto delle
difficoltà attuali- spiega Piccolomini – stiamo proponendo un servizio di
consulenza alle aziende che, aiutandole nel censire i propri rischi operativi,
le consenta di risparmiare nelle coperture assicurative». I maggiori
cambiamenti, comunque, sono attesi con l'entratain vigore della nuova
disciplina sulla class action. «Per il momento non rileviamo un particolare
aumento delle richieste di assicurazione ma tutto sta per cambiare. Quando la
nuova legge entrerà in vigore le aziende si troveranno a fronteggiare rischi
potenziali ampi e non quantificabili. Finora era molto costoso per un singolo
intraprendere una causa legale contro una società ma la class action abbassa la
soglia d'ingresso e le società dovranno prenderne atto». Al di là della
crescita organica Marsh è pronto a cogliere nuove possibilità di acquisizione
nella penisola. «Il mercato del brokeraggio assicurativo è ancora molto
frammentato, i maggiori gruppi internazionali (Marsh, Aon, Willis ) detengono
nel complesso una quota del 40%, c'è dunque ancora spazio per crescere. Alcuni
nostri competitor che hanno finanziato a debito le proprie acquisizioni possono
avere maggiori difficoltà, ma non è questo il nostro caso». © RIPRODUZIONE
RISERVATA IL TURNAROUND Il colosso del brokeraggio ha chiuso la trimestrale con
guadagni operativi di 331 milioni: l'anno scorso la perdita era di 88 milioni
Presidente e Ceo. Dan Glaser, numero uno del gruppo Marsh
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-13 - pag: 45 autore: Holding. La Spa
chiude il trimestre in rosso per 32,7 milioni Caltagirone allarga il board
MILANO La crisi finanziaria ed economica pesa sui
conti di Caltagirone Spa e Caltagirone Editore. La holding del gruppo,
Caltagirone spa, ha segnato una perdita ante imposte di 32,7 milioni rispetto a
un saldo positivo di 17,6 milioni del primo trimestre dello scorso anno. I
ricavi si sono invece attestati a 306,1 milioni rispetto ai 374 milioni di un
anno prima, mentre il margine operativo lordo è stato di 21,4 milioni contro i
50,5 milioni del primo trimestre del 2008. La flessione del giro d'affari –
sottolinea il gruppo in una nota – si spiega con la «crisi
finanziaria ed economica che, a partire dalla
seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di
consumo». Guardando il risultato della gestione finanziaria, inoltre, lo stesso è negativo per 30,3 milioni, così come la
posizione finanziaria
netta, in rosso di 22,6 milioni rispetto al valore negativo di 9 milioni di
fine 2008. Per Caltagitore Editore, invece, il primo trimestre dell'anno
si chiude con una perdita consolidata di 14,1 milioni, con ricavi in calo del
20,9% a 60 milioni, e con un margine operativo lordo negativo per 1,9 milioni
(10,96 milioni nel trimestre 2008). Tutto questo, però, a fronte di una
posizione finanziaria netta positiva per 234,4
milioni, ma in contrazione rispetto ai 262,6 milioni di fine 2008, «per effetto
di investimenti in azioni di società quotate». I dati dei primi tre mesi 2009,
sottolinea la nota, sono stati influenzati dalla riduzione della raccolta
pubblicitaria: tra gennaio e marzo i ricavi pubblicitari sono diminuiti del
28,6% passando a 36 milioni dai 50,4 milioni del corrispondente periodo 2008.
Il cda – che ha convocato l'assemblea straordinaria per il 23 giugno per
portare il numero massimo dei membri da 9 a 15 – ha confermato Francesco
Gaetano Caltagirone presidente della società nonché Gaetano Caltagirone e
Azzurra Caltagirone vice presidenti. Ieri in Borsa il titolo Caltagirone editore
ha chiuso a +0,56% e la Caltagirone spa in progresso dell'1,08 per cento. Mar.
Man. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Giorno, Il (Legnano)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
PRIMO PIANO pag. 2
Passata la grande paura, si ritorna in fabbrica Dall'edilizia le notizie
migliori. Ma anche meccanica e tessile intravvedono la fine della recessione
ALTO MILANESE TIMIDI SEGNI DI RIPRESA. E LE AZIENDE RICHIAMANO I LAVORATORI IN
CIG di MASSIMO DEGLI ESPOSTI LEGNANO «Ci sono aziende, nel legnanese, che
stanno richiamando al lavoro gli operai in cassa integrazione; io per primo».
Chi nel bicchiere della recessione vuol vedere il mezzo pieno è servito dalle
parole di Corrado Bertelli, presidente della Confindustria Alto Milanese e
titolare della Bmp, 140 addetti, specializzata negli estrusi in plastica per
edilizia. «Da metà aprile spiega abbiamo registrato una decisa ripresa degli ordinativi
nell'edilizia; così abbiamo finito per utilizzare solo in minima parte le 13
settimane di cassa integrazione ordinaria già autorizzate. Ma nelle prime due
settimane di maggio non faremo nemmeno un giorno». A GIUDIZIO di Bertelli anche
i dati generali sulla cassa integrazione sono distorti. «Tutte le aziende
l'hanno chiesta, preparandosi al peggio. In realtà è stata utilizzata per circa
il 20%, quindi l'aumento dall'anno scorso non è stato del 537%, come indicano
le cifre ufficiali, ma di circa il 100%. Vedrà che nella prossima rilevazione
sarà quello, più o meno, il dato effettivo». Insomma, il fondo è già stato
toccato, e ora non resta che attendere la risalita. Che secondo Bertelli non
tarderà molto a giudicare dai prezzi delle materie prime che stanno già
risalendo. Chi nel bicchiere vuol vedere la metà vuota, invece, può partire
dalla Franco Tosi, la più importante e conosciuta azienda legnanese, che
martedì ha chiesto una proroga della cassa integrazione ordinaria per altre 13
settimane. Restano a casa, così, 150 dipendenti su meno di mille «per assorbire
gli effetti dell'annullamento di una commessa in Sudan» ha spiegato ai
sindacati l'azienda che da circa un anno è passata sotto il controllo del
gruppo indiano Gammon. Propio sulla situazione della Tosi si era consumato un
piccolo giallo, con la Cisl che paventava una crisi finanziaria così grave da mettere
a repentaglio 1500 posti di lavoro (in tutto il gruppo) e la Cgil che smentiva:
«Non ci risulta». Lunedì ai sindacati è stato dipinto un quadretto
rassicurante. Sì, qualche commessa è stata sospesa o annullata, ma il
portafoglio ordini è ancora consistente, si ingrosserà nei prossimi mesi,
e questa sarà l'ultima proroga. «SPERIAMIO sia così commenta Primo Minelli,
segretario generale della Cgil . In questo momento di problemi ne abbiamo già
abbastanza e non so per quanto ancora potremo tamponare la situazione con gli
ammortizzatori sociali». E il collega della Cisl Giuseppe Oliva ribadisce il
concetto, in più con questi numeri. «Nell'Alto Milanese abbiamo 8.000
lavoratori in cassa integrazione ordinaria, a cui vanno aggiunti quelli delle
microaziende in cassa integrazione in deroga che sono diverse centinaia. Altri
2.000 sono in cassa integrazione straordinaria e 836 in mobilità: per la
maggioranza di questi ci sono poche speranze di rientrare al lavoro: le loro
aziende sono già avviate alla chiusura, o già chiuse». Vedi i 200 della storica
Manifattura di Legnano, che ha cessato l'attività alla fine dell'anno scorso,
oppure i 90 della tintoria Cromos,o i 300 della Mivar. Insomma, quanto morde la
recessione mondiale fra le oltre 3.500 imprese, l'88% con meno di 20
dipendenti, ammassate nei 22 comuni del Nordovest milanese? IN PASSATO capitale
italiana del tessile e gioiello della meccanica tra i più fiorenti del Paese,
l'area ha già vissuto la sua grande crisi negli anni
80, col tracollo del tessile e l'agonia di Franco Tosi, Ansaldo, Abb dopo lo
stop al nucleare. Finendo così nell'«obiettivo 2» dell'Unione europea come area
in declino industriale. «Ora abbiamo diversificato i settori e per fortuna non
tutto va male contemporaneamente dice Edmiro Toniolo, che rappresenta i 2000
associati a Confartigianato l'edilizia dà qualche segnale di ripresa, anche
perchè le amministrazioni locali si sono svegliate e hanno sbloccato qualche
opera pubblica. Il calzaturiero di nicchia sta reggendo, qualche azienda
elettromeccanica non ha nemmeno risentito della crisi».
A FINE ANNO, concordano Toniolo e Bertelli, il calo medio dei fatturati sarà
attorno al 20%, ma questa è la media fra chi grosso modo conferma i dati
dell'anno scorso e chi ha perso il 40% e oltre. «Qualcuno di questi ultimi dice
Toniolo finirà per chiudere: ci sarà una selezione severa che spazzerà via il
5-6% delle imprese»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-13 - pag: 2 autore: Il dibattito online 1
Roberto 777 Lezioni per il futuro? Ma quante ce ne sono state di lezioni nel
passato che non sono servite a nulla? Non ci sarà mai un futuro uguale al
passato! 2 Daniele 777Da questa crisi non si vedono
cambiamenti strutturali sul modello economico liberista che si è imposto negli
ultimi vent'anni. E soprattutto non hanno pagato i pochi manager e banchieri
responsabili del disastro, ma i soliti molti lavoratori con la perdita del
posto in nome del "sacrificio collettivo". Ne usciremo aspettando la
prossima bolla e la prossima crisi, speriamo almeno
che sia quella ecologica, così faremo qualcosa di utile per l'ambiente! 3
Cosimo 777 La crisi si è fatta selettiva, non tutte le
aziende non tutti i mercati, c'è chi ha segnali di
ripresa, c'è chi non ce la farà e nel corso dell'anno dovrà chiudere. Il
segnale disperante è che mentre gli Usa si riposizionano cedendo asset
industriali ormai maturi e non più decisivi (auto) l'Italia si interessa alle
Noemi e alle veline. In effetti l'esito della crisi è
ancora di là da venire, quali saranno gli asset industriali importanti in
futuro ancora non è ben percepibile. 4 Massimo 777 Chi disse «Il futuro non è
più come quello di una volta»? 5 Rotafix 777 In miniera tutti i politici e gli
economisti che ci hanno ammorbato per anni con il mantra dello sviluppo e della
crescita. Ridimensionare il consumo di territorio, risorse e ambiente. Basta
con la produzione di utili oggetti inutili che sempre meno persone possono
permettersi. 6 Maurizio 777 Per chi svolge lavoro dipendente a bassa dinamica
d'innalzamento, ha figli e non dispone di patrimoni, ha un mutuo da pagare e
paga regolarmente "tutte" le tasse, non c'è stato
bisogno della crisi finanziaria per dover modificare le proprie abitudini di consumo: già da
anni (metà anni 90) la situazione è pesante. Aggiungiamoci il dover costruire
una pensione integrativa, ed è facile calcolare quanto rimanga della busta
paga. 7 Gilberto 777 Sono convinto che la colpa sia dei politici. Si sta
instaurando nel mondo una monarchia politica repubblicana dove solo per volonta
divina i nostri politici si danno il cambio. Credevano di avere un miliardo di
cinesi come nuovi consumatori, purtroppo sono rimasti un miliardo di schiavi
che producono a costi bassi. 8 Marco 777 Se questa crisi
finisce ora, l'unico risultato è che a breve ne avremo un'altra peggiore,
infatti le distorsioni dei mercati sono ben lungi
dall'essere state corrette e prima o poi riesploderanno. Inoltre nessuno degli
attori che hanno messo in campo queste distorsioni è stato veramente punitoo
espulso dal mercato e ciò significa che prima o poi ci riproverà. 9 Luigi 777
Finita la caduta bisognerà rimuovere le cause strutturali che l'hanno
determinata (sbilancio commerciale Usa e "drogaggio" finanziario). Questo vuol dire compartecipazione alle spese
militari che attualmente sono tutte a carico degli Usa con le conseguenze del
caso. è finito insomma il dominio mondiale Usa, successivo alla Seconda guerra
mondiale. Si ricomincia dagli anni 30. Per fortuna che c'è una Europa diversa.
10 Rosella 777 La crisi, secondo me, è stata creata ad
arte, così i ricchissimi diventano superricchissimi (non a caso, infatti, la
statistica ci dice che i Suv sono in notevole aumento!) e la media borghesia
sta per fare la fame. Dovremmo, veramente, fare lo sciopero di tutto per un bel
po' di tempo... soprattutto non acquistare più benzina. 11 Libero 42 777 Le
liberalizzazioni sono una necessaria e doverosa boccata d'ossigeno sottola
coperta della crisi. Tardano un poco ad arrivare (e
chissà poi perché e senza polemica) invero, ma arriveranno. Il mercato poi farà
la sua parte e una spirale virtuosa se ben gestita e verificata in itinere farà
il resto. 12 Libero 777 La paura e l'incertezza non devono avere la meglio sul
coraggio e la ragione: essere pessimistao catastrofici è un lusso e una pazzia
che ci si deve poter permettere. Benvenuti (me compreso) nella realtà. 13 Paolo
777 Commento a Modiano. La spiegazione dell'accaduto non sta nel corso base di
Macroeconomia della Bocconi ma, direi, in un corso un pochino più avanzato, in
cui si studiano le bolle speculative nei mercati finanziari
(nel nostro caso nel mercato immobiliare). Qesti fenomeni, infatti, sono
perfettamente compatibili con il comportamento razionale degli operatori
economici, anzi, ne sono endemici! 14 Sergio 777 Il potere economico (poche
persone nel mondo) comanda e fa le regole utilizzando alla bisogna la fede, la
democrazia, la dittatura. Noi comuni mortali siamo pedine "gestite".
15 Raffaele 777 Se considero che l'origine della crisi
è dovuta agli investimenti a rischio. Mi consola l'idea che, per quanto
coinvolga tutti inevitabilmente, punisca ancor più quanti, disponendo di
risorse economiche maggiori, con gli investimenti a rischio pagheranno molto di
più. 16 Adriano 777 Se la politica non modificherà la mentalità da troppo
liberista a liberialsociale tutto tornerà come prima, non i consumi. 17 Massimo
C. 777 Glistessielementi che hanno creato la crisi
sono quelli che ora ci dicono cosa e come cambierà il mondo (cambiare tutto per
non cambiare nulla). 18 Nino 777 Ridistribuire la ricchezza per me significa
determinare un rapporto egualitario, e non equo, tra i fattori della
produzione: Capitale e Lavoro, 50% l'uno, 50% l'altro. Pensateci bene, questa è
la soluzione, altrimenti si ritornerà al passato. Ma cos'è questa crisi... Dal web parola ai lettori ONLINE Lo speciale I
lettori trovano sul sito del Sole 24 Ore tutte le «Lezioni per il futuro» di
studiosi, politici ed economisti pubblicate sul Sole 24 Ore La discussione
Tutti voi potrete dialogare, esprimere le vostre opinioni e i commenti sugli
articoli in un forum ad hoc www.ilsole24ore.com DI CHI è LA COLPA? «Anche il
futuro non è più quello di una volta»: tra rabbia e ironia il desiderio di
indicare i responsabili e pensare alle vie d'uscita L'analisi di Guido
Tabellini e i contributi sulla crisi sono al centro di
un dibattito online sul sito del Sole 24 Ore. Pubblichiamo una selezione dei
contributi.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: CINEMA data: 2009-05-13 - pag: 32 autore: Mercato. Produttori in
difficoltà «Le mega-sale? Penalizzano il made in Italy» Marco Mele Negli ultimi
mesi diverse nuvole si sono addensate sul cinema italiano. Maggio ha fatto
intravedere un po' di sole. Partiamo dalle belle notizie: Giulio Tremonti,
ministro dell'Economia, ha firmato i decreti attuativi per rendere operativo –
retroattivamente, per i film "girati" dal 30 giugno 2008 –il credito
d'imposta "interno", di cui usufruiranno solo gli operatori del
settore. L'altra buona notizia giunge dal Quirinale: alla presenza del capo
dello Stato e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta,
il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, si è impegnato a far approvare un
«provvedimento di reintegro» parziale del Fondo unico per lo spettacolo (Fus).
Vi sarà un "tetto" per i voraci Enti Lirici e una quota destinata al
cinema (gli operatori attendono 30 milioni). Al Quirinale non è stato detto: le
risorse arriveranno dalla porno-tax. Gli squarci di sole finiscono qui. Le
nuvole cominciano dal credito d'imposta: si era raggiunto un accordo con la Ue,
il 17 marzo scorso, che l'Europa ha rimesso in discussione. Si tratta del
credito che riguarda le imprese esterne al settore e gli investimenti
dell'esercizio per digitalizzare le sale.L'Italia,allora, propone
di applicare al cinema quanto previsto dall'Ue per la crisi
finanziaria: sino a 200mila euro a impresa non
scatta l'aiuto di Stato;tale importo,elevato a 500mila euro, diverrebbe il
tetto al credito d'imposta di cui potrà godere ciascun soggetto interessato
sino a quando non ci accorderà con l'Ue. Quanto al finanziamento
pubblico, la situazione è drammatica, senza reintegro del Fus. A fronte di 75
progetti per altrettanti film, in cassa vi sono 9-10 milioni di euro rispetto
ai 49 del 2008. Il direttore generale per il cinema, Gaetano Blandini si
rifiuta di convocare le commissioni che assegnano tali fondi, senza avere a
disposizione risorse sufficienti. Il pubblico, intanto, penalizza i film
italiani. Nei primi quattro mesi dell'anno gli incassi totali sono calati del
2,7% ma la quota dei film nazionali è scesa al 28,5% rispetto al 34,18% del
2008. «Il numero degli schermi – sottolinea Riccardo Tozzi, presidente di
Cattleya e dei produttori italiani – è salito dai 900 di fine anni 90 ai
3.200-3.300 attuali. La crescita del pubblico non è stata proporzionale. I
multiplex hanno avuto un effetto sostitutivo, non aggiuntivo, rispetto alle
sale cittadine. Il loro pubblico è più giovane e più maschile: questo ci
penalizza. è, inoltre, più sensibile alle offerte sul Web, spesso illegali. I
film italiani di questa stagione hanno tutti, più o meno, incassi inferiori di
un terzo rispetto alle previsioni». Occorre riqualificare le sale urbane con la
digitalizzazione, «anche creando sale a prezzo maggiorato ma con mag-giori
comfort, come a Londra».Il cinema in 3D darà, nel tempo, ulteriore vantaggi ai
film americani. Le tv restano un problema per il cinema. La riforma della legge
122 non ha decreti attuativi, Sky dice di non essere più monopoli-sta, Mediaset
Premium di essere una start-up, la Rai s'impegna per la sua quota
d'investimenti, poi non manda in onda i film. © RIPRODUZIONE RISERVATA SULLA
RAMPA DI LANCIO Il ministro Bondi ha promesso il reintegro del Fondo unico per
lo spettacolo: 30 milioni attesi per il cinema
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-13 - pag: 3 autore: INTERVISTA AngelGurrìa
SegretariogeneraleOcse «Incentivi ai risultati di lungo periodo» ROMA. Sognare
qualche volta si può. Anzi si deve, perché serve immaginazione per costruire un
mondoa prova di crisi. Ne è convinto il segretario
generale dell'Ocse, Angel Gurrìa, che ieri era al seminario di villa Madama.
Può dirci su quali terreni dovrà svilupparsi lo standard globale al quale state
lavorando? «Le basi di questo lavoro, fortemente voluto dal ministro
dell'Economia Giulio Tremonti, un lavoro che muove da un'impostazione etica
oltre che istituzionale, poggiano su strumenti che già sono stati identificati.
Tanto l'Ocse quanto l'Onu hanno già sviluppato strategie contro la corruzione o
contro l'evasione fiscale. Il ministro Tremonti ha espresso una forte volontà
d'impegno nella lotta contro i paradisi fiscali: oggi è divenuta intollerabile
per ragioni etiche e per ragioni economiche la mancanza di scambio di
informazioni in campo tributario. Inoltre, abbiamo elaborato dei principi
internazionali per la corporate governance, nei quali si presuppone che le
remunerazioni e i sistemi di incentivi si debbano allineare con gli interessi
di lungo termine dell'azienda e dei suoi azionisti. E tra gli obblighi c'è
anche la trasparenza. Altri contributi puntano ad ottenere risultati economici
più equi. La questione dell'equità fra paesi e anche al loro interno si poneva
già prima della crisi.... La crisi
ha aggravato le sperequazioni della distribuzione? è evidente che con la crisi finanziaria ed economica chi già
si trovava in una situazione svantaggiata ha sofferto di più. La crisi ha un impatto sia sui Paesi più
poveri sia sui Paesi in via di sviluppo: quelli che si sono puntualmente
adeguati alle nostre indicazioni e che oggi hanno una buona fiscalità,
una corretta politica del cambio e così via. Eppure, anche questi paesi sono
stati colpiti duramente dalla crisi e anche da loro la
borsa e il cambio hanno visto dimezzato il loro valore. Come dicevo, c'è già
stato uno scavo e un approfondimento in tutti questi campi. Però la situazione
non è soddisfacente perchè in rapporto a questi contenuti manca la cornice,
manca un grande quadro ideale che li contenga e li rilanci. Vede questi, che
sono valori costruiti dalla società occidentale negli ultimi duecent'anni in
epoca recente sono state messe da parte, perché è prevalsa la logica della
massimizzazione del valore nel breve, brevissimo termine. In altre parole si è
pensato unicamente al profitto e ai guadagni dei prossimi tre mesi da parte del
tal amministratore della tal società . Singolare la composizione del seminario
di Roma nel quale accanto a giuristi ed economisti si sono trovati filosofi
teologi e politici... Di solito ci riuniamo tra manager. Questo, invece, è
stato un forum di orientamento per chi è chiamato a pensare, a immaginare di
creare una società migliore. Ma la capacità di sognare o di immaginare un mondo
nuovo è parte del nostro dovere. Alla fine, spetterà ai politici dire
attraverso quali percorsi si dovrà passare. C'è chi dice puntiamo sull'Ocse o
sul Fondo monetario o sull'Onu:questa scelta è ovviamente il frutto di una
responsabilità politica. Come farete a far accogliere il global standard oltre
i confini del G-8, anche dai paesi che si affacciano sulla scena del potere
internazionale e che fanno parte del "G+"? Abbiamo una buona idea e
sappiamo che per ora è difficile farla accettare. Però le iniziative di
successo partono sempre da un singolo individuo o da un singolo gruppo. Così
quella che all'inizio era solo una buona idea, una volta ben articolata,
confezionata, e venduta,a a buon fine. Essenziale è anche il timing. Proprio da
questo punto di vista, la crisi come occasione, vale
la pena tentare, tenendo conto che su questo terreno tra Italia e Germania c'è
collaborazione e convergenza nel modo di sentire. R. Boc. «Corruzione,
evasione, corporate governance e trasparenza: best practices già definite»
AP/LAPRESSE Angel Gurrìa
( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009 I PRESIDENTI DELLA COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEI DISCUTONO ASSIEME
AI RESPONSABILI RELIGIOSI EUROPEI DEI CONTRIBUTI DI NATURA ETICA ALLA
GOVERNANCE ECONOMICA IN EUROPA E NEL MONDO Bruxelles, 13 maggio 2009 - Una
ventina di alti rappresentanti in Europa del cristianesimo, del giudaismo e
dell´Islam si sono incontrati, l 11 maggio, nella sede della
Commissione europea su invito del suo presidente, José Manuel Barroso per un dialogo
informale con l´Unione europea. La riunione era copresieduta dal presidente
della Commissione Barroso e dal presidente del Parlamento europeo, Hans-gert
Pöttering. L´incontro di quest´anno verteva su una delle massime sfide in Europa
e nel mondo: la crisi economica e finanziaria,
nonché i contributi di natura etica alla governance economica a livello europeo
e mondiale. Si trattava della quinta riunione annuale dei capi di due
istituzioni dell´Unione con responsabili religiosi. L´iniziativa era stata
varata dal presidente Barroso nel 2005. Quest´anno, le discussioni vertevano
sul tema "Crisi economica e finanziaria: contributi di natura etica a una governance economica europea e
mondiale". Il presidente Barroso ha dichiarato: "Col progredire delle
crisi finanziaria ed
economica, diventa sempre più chiaro che è giunto il momento di riconciliare la
governance economica con i nostri valori etici fondamentali, sui quali
il progetto europeo si è andato costruendo da oltre 50 anni. La Commissione ha
assunto al riguardo iniziative di rilievo, sopratutto in materia di
regolamentazione del mercato finanziario, nell´intento di incentivare il senso
di responsabilità e la sostenibilità nelle nostre economie. "I cittadini
dell´Unione europea stanno attraversando tempi estremamente difficili sotto il
profilo economico" ha sottolineato il presidente del
Parlamento europeo Hans-gert Pöttering. "È in periodi come questo che il
sistema di valori su cui l´intera comunità di popoli europei e il principio di
solidarietà sotteso all´Unione hanno bisogno di essere messi in evidenza. Le soluzioni comuni che
stiamo cercando devono radicarsi nella dignità degli uomini e garantire che si
tenga conto di tutti gli strati della società. Il contributo delle religioni e
delle chiese da questo punto di vista è essenziale. Molto spesso esse si
impegnano fattivamente a favore delle persone più vulnerabili nelle nostre
società. " I partecipanti all´incontro hanno esortato l´Unione europea,
attraverso le sue iniziative, a coordinare, incentivare e orientare l´azione
volta a rafforzare la regolamentazione finanziaria, a
imprimere nuovo slancio all´economia e a operare a favore dell´occupazione in
Europa e nel resto del mondo. Essi hanno sottolineato altresì l´esigenza di
garantire che la giustizia sociale costituisca una delle massime priorità in
sede di elaborazione delle politiche, e hanno inoltre rammentato che nel
momento in cui disoccupazione e povertà continuano a crescere a livelli molto
preoccupanti le nostre società dovrebbero riuscire a operare congiuntamente per
sviluppare e varare provvedimenti concreti, atti a contenere gli effetti della crisi sui cittadini. Da ultimo tutti hanno ribadito il loro
impegno per contribuire a una riattivazione del senso di solidarietà fra
europei di ogni fede e di ogni convincimento, nonché per esortare gli operatori
finanziari ed economici a un comportamento più etico. . <<BACK
( da "marketpress.info"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009 ABRUZZO, COMMERCIO: CASTIGLIONE INCONTRA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
L´ASSESSORE, LEGGE QUADRO E PIU AUTONOMIA PER I COMMERCIANTI Pescara, 13 maggio
2009 - Revisione della Legge 11 sul Commercio e consentire una maggiore
autoregolamentazione ai commercianti abruzzesi. Sono le intenzioni emerse
durante l´incontro che il vicepresidente ed assessore allo Sviluppo Economico,
Alfredo Castiglione, ha tenuto questa mattina, nella sede della Giunta
regionale, a Pescara, con le Associazioni di categoria. Un Tavolo tecnico che
ha avuto lo scopo di raccogliere le richieste dei commercianti e di mettere a
punto un piano di riassetto del settore. "Il summit di oggi fa parte degli
incontri che periodicamente svolgiamo con le associazioni di categoria - ha
spiegato il vicepresidente Castiglione - e questa mattina è stata la volta di
affrontare le questioni riguardanti il mondo del commercio. Uno degli obiettivi
principali - ha precisato - è quello di rivedere la Legge 11, in modo che
diventi una legge quadro dell´intero settore. E´ necessario riordinare questa
importante normativa, suddividendola in modo ben organizzato per ambiti. Stiamo
lavorando, inoltre - ha anticipato Castiglione - per predisporre una serie di
interventi da attuare nell´arco di poco tempo: riguarderanno misure di sostegno
per le autorizzazioni , per chi volesse, ad esempio iniziare o riavviare
un´attività commerciale, anche per per le zone industriali dove non è
possibile, ma anche le aperture domenicali e nuovi insediamenti della media e
grande distribuzione, facendo salve ,comunque, le procedure già avviate".
Le richieste dei commercianti sono varie: dal blocco momentaneo di un anno o
due della media e grande distribuzione, ad una maggiore autonomia in merito
alle aperture domenicali. "Sia in vista del periodo estivo - ha ripreso il
Vicepresidente - ma anche come strumento per far fronte al periodo di crisi economica, al quale si lega un´altra frequente
richiesta, quella cioè di poter effettuare vendite promozionali non solo a fine
stagione ma anche durante l´intero anno per andare incontro alle necessità che
di volta in volta si dovessero presentare. Sono tutti interventi - ha concluso
Castiglione - che non danno un respiro finanziario ma che certamente consentono
alle attività commerciali di autoregolamentarsi e di difendersi
dall´aggressione della crisi finanziaria che riguarda
la nostra regione ma anche il resto dell´Italia". . <<BACK
( da "Nazione, La (Arezzo)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA AREZZO pag.
5 L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento
della... L OTTA alla sosta selveggia, valorizzazione della città, miglioramento
della viabilità, rilancio del capoluogo sul mercato turistico con un marchio
territoriale che fotografi al meglio le sue caratteristiche. Soprattutto, un
impegno aggiuntivo per commercializzare pacchetti turistici declinati in chiave
emozionale, capaci di proporre una nuova immagine del capoluogo come luogo di
«esperienze di vita insieme gratificanti, formative e divertenti». È questa la
proposta, che parte dal nuovo presidente dell'area aretina di Confcommercio,
Valentino Caldiero e dai due vice presidenti Renato Salvetti e Francesco
Veraldi, che si avvarranno di un consiglio direttivo composto da 28 membri.
«Sicurezza e viabilità insiste Caldiero sono i temi su cui dobbiamo soffermarc.
Alcune aree della città continuano a soffrire, nelle ore notturne e serali, per
atti di vandalismo. Occorre combattere il degrado migliorando arredo urbano e
illuminazione, valorizzare la città come luogo di vita e scambi sociali». «LA
PAROLA d'ordine è lotta alla sosta selvaggia e la creazione di nuove strutture
nell'immadiata prossimità del centro. La città deve essere più bella per
accogliere i turisti». «Questo è il momento di osare dichiarato il direttore
Franco Marinoni (foto a fianco) in un periodo in cui
altrove le preoccupazioni per la crisi finanziaria ed economica paralizzano le iniziative di molti, imprese ed
istituzioni pubbliche incluse, dobbiamo avere il coraggio di gettare il cuore
oltre l'ostacolo puntando sul turismo e sulla promozione integrata del nostro territorio
per aprirci nuove prospettive. Poiché il profilo del turista medio sta
cambiando profondamente, è bene orientare la nostra offerta a questo «turista
del futuro». Un turista che non si accontenta più del «mordi e fuggi» e si è
stancato di essere un consumatore onnivoro di cose da fare e luoghi da vedere.
Piuttosto, è interessato alla relazione con il territorio, vuole fermarsi,
capire, provare emozioni». Basta dunque con le iniziative di stretto respiro,
con i calendari di eventi che si sovrappongono, con la mancanza di dialogo tra
enti, associazioni, imprese. La Confcommercio vuol rilanciare Arezzo sul
mercato turistico attraverso un marchio territoriale che definisca le sue
peculiarità. «Dobbiamo subito imporci alcuni miglioramenti operativi: innanzitutto
dobbiamo imparare a comunicare le nostre peculiarità, spingere l'acceleratore
sul coordinamento di tutti gli attori coinvolti nel turismo e, ancora,
concordare una programmazione di medio e lungo termine di eventi e prodotti».
La nuova organizzazione di Confcommercio, incentrata sul capoluogo, si aggiunge
alle altre dieci che fanno leva su zone territoriali. «La nuova delegazione
nasce con l'intento di portare alla luce e risolvere i problemi del terziario
nel capoluogo, certamente diversi di quelli della provincia. «Problemi che poi,
tra sicurezza, viabilità, parcheggi ed altro ancora, sono gli stessi
dell'intera cittadinanza». Piero Scortecci
( da "Nuova Ferrara, La"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Dalla Camera di
commercio 100 mila euro per favorire l'affiancamento Imprese, le «malattie» del
ricambio Spesso l'anziano titolare non trova un giovane che lo rimpiazzi L'11%
delle aziende ferraresi ha come titolari persone con oltre 70 anni Le piccole e
medie imprese ferraresi non devono fare i conti solo con l'alta pressione
fiscale, la concorrenza cinese e l'onda lunga della crisi
finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A
complicare la vita delle Pmi c'è anche il ricambio generazionale, tra le cause
più frequenti di mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è
da tempo al centro delle attenzioni della Camera di commercio, sensibile all'impatto
sull'occupazione della cessazione di imprese a causa della mancata successione
generazionale, ed è particolarmente attuale e rilevante nel nostro
territorio, dove molte imprese stanno affrontando o dovranno affrontare nel
breve periodo il problema della continuità generazionale. A Ferrara infatti, al
31 marzo 2009, erano 2.583 gli imprenditori con i capelli bianchi (l'11,1% ha
più di 70 anni) totale), 586 dei quali erano donne. Si tratta di un fenomeno in
costante crescita (+ 3,7%): nello stesso periodo del 2004, infatti, i nonni
imprenditori in provincia di Ferrara erano 2.492, di cui 496 donne. E sono
soprattutto le imprenditrici, che costituiscono poco meno di un quarto di
questo universo di imprese gestite da over 70, a registrare, negli ultimi
cinque anni, l'incremento più rilevante (+18,1%). Questo il quadro che emerge
da un'elaborazione dell'Osservatorio dell'economia della Camera di commercio
sui dati del Registro delle imprese al primo trimestre 2009 e 2004. Ma quali i
problemi più rilevanti che le imprese ferraresi si trovano ad affrontare?
L'indagine della Camera di Commercio parla chiaro: la scarsa disponibilità alla
delega da parte dell'imprenditore «uscente»; la complessità nel processo di
trasferimento delle competenze (di mestiere ma anche professionali e
manageriali, a seconda dell'attività) e delle reti di relazioni, che in genere
richiede un lungo periodo di affiancamento; la condivisione della visione
strategica tra vecchie e nuove generazioni; la disponibilità di risorse finanziarie;
la burocrazia; l'assenza di pianificazione. Le risorse finanziarie messe a
disposizione dalla Camera di commercio (100.000 euro) per le imprese che si
apprestano ad affrontare il passaggio critico del ricambio generazionale
potranno essere spese proprio per azioni di affiancamento nei confronti del
sistema bancario, di consulenza specialistica e di assistenza diretta per
valorizzare la propensione all'innovazione ed il patrimonio di conoscenze già
acquisite dall'impresa. L'esortazione della Camera di Commercio è chiara:
«Basta parlare di ricambio generazionale ma, piuttosto, di continuità
competitiva d'impresa». Come attendersi infatti - fanno sapere dall'ente
camerale - un entusiasmo ad affrontare il tema trasmissione d'impresa, se
tuttora fonti autorevoli lo definiscono «trapasso generazionale»? Anche altre
espressioni (lo stesso «ricambio generazionale») non inducono certo al pensare
positivo. «Le parole sono pietre, e l'evocazione della morte (trapasso) o
dell'accantonamento (ricambio) costituiscono - ribadiscono dall'ente - forti
deterrenti a un approccio psicologico costruttivo da parte di coloro - gli
imprenditori senior - che detengono il potere. Accade così che gli imprenditori
non segnalino questo problema fra quelli che sentono più acuti, mentre invece
lo hanno semplicemente rimosso, e gli operatori sottovalutano il rischio
strisciante, a loro volta rimandando un problema spinoso a trattarsi. Ignorare
questi aspetti è un boomerang: proprio uno psicologo, Daniel Kahneman, si è
visto attribuire nel 2002 il premio Nobel per aver messo a fuoco l'influenza
dei fattori psicologici nei processi decisionali, in particolare nella presa di
rischio. «Incominciare allora a parlare di continuità competitiva non si rivela
una scelta nominalistica, ma sostanziale. Essa codifica a un tempo l'obiettivo
futuro - la continuità dell'impresa - e la corretta mira a un'autonomia vitale
sul mercato».
( da "Corriere della Sera"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 13/05/2009 - pag: 25 Sondaggio «The Economist» I
manager pentiti: «paletti» e Authority MILANO Meglio che le banche siano
iper-regolate piuttosto che libere di imbottirsi di titoli ad alto rischio e di
muoversi seguendo la caccia al profitto dei loro leader. Anche se tutto questo
dovesse comportare una minor crescita economica. A sostenerlo è il 65% dei
manager di aziende globali. Ma non è questo l'unico dato sorprendente che esce
dalla ricerca realizzata dall'Economist Business Unit, cioè il centro studi del
settimanale britannico, interpellando fra febbraio e marzo scorsi 418 top
executives di altrettante imprese multinazionali. Quella che esce dall'indagine
è la «fotografia» di una business community profondamente scossa dalla crisi finanziaria mondiale e dalla
recessione che sta colpendo quasi tutti i paesi. Così (per dirla con Adam
Smith) la «mano invisibile» del mercato che sa autoregolarsi, ormai piace
sempre meno. Il 70% degli interpellati esprime il proprio «supporto» agli
interventi dei governi nel settore bancario (e una percentuale appena inferiore
vede con favore anche quelli in altri settori industriali in crisi) anche se questo significa iniezioni di denaro
pubblico, controlli più severi e persino nazionalizzazioni. Non a caso, per sintetizzare
l'umore generale, la ricerca dell'Economist si apre con una ormai celebre frase
di Warren Buffett: «I derivati sono l'equivalente finanziario delle armi di
distruzione di massa». Quel che è certo è che la crisi
ha «cambiato fondamentalmente» il capitalismo (lo dice il 60% degli
intervistati) e che il «nuovo ordine economico» sancirà la fine del laissez
faire che da oltre 20 anni scandisce il rapporto fra governi e mercato. Di più:
la maggioranza dei manager è convinta che, da qui in avanti, a influire di più
sulle strategie delle proprie aziende saranno i regolatori, governi come
autority di controllo (il 64% vede infatti in aumento il loro potere
d'influenza), seguiti dai consumatori (57%) e dai creditori (49%). Il «peso»
degli azionisti è visto in crescita solo dal 46% degli intervistati. Giancarlo
Radice
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
DAL MONDO 13-05-2009
Reportage Tempo di crisi Uno sceriffo del Michigan: «I
senza casa cercano la prigione per avere un tetto e mangiare» Negli Usa si
risparmia anche sulla morte Alberto Pasolini Zanelli «V i divertite a comprare
gioielli? Bene, aspettate a provare a venderli». è l'introduzione a una
proposta strillata su un quarto di pagina della Washington Post. Viene da un
gioielliere e si rivolge, con fin troppa evidenza, ai cittadini cui la
recessione ha rubato anche l'ultimo dollaro di carta. è il momento di porre
mano all'oro. C'è chi è pronto a comprarvi braccialetti, orecchini, anelli,
monete e «l'oro dei denti». Chi se ne vuole liberare si presenti in cinque
hotel della capitale Usa e glieli valuteranno molto generosamente. Al punto che
già portare la pagina che contiene lo spot viene ricompensato con 25 dollari
(naturalmente se e dopo che è stata compiuta la transazione). Patetico?
Drammatico? Esagerato? Comunque uno dei più pittoreschi fra gli aspetti della
recessione. Dei più estremi, anche, rivelatore non di come le cose realmente
vadano in questo momento (il governo vede una prima «luce in fondo al tunnel»
ma intanto in aprile i disoccupati sono cresciuti di un altro mezzo milione) ma
di come sentono coloro che sono più in basso nella scala sociale, più
vulnerabili e più allarmati. è una sorta di «sottoletteratura » dell'emergenza,
che oltre che negli annunci si spande, ad esempio, nella pagina dei comics.
Sotto una striscia con Charlie Brown e Snoopy, ecco quella di Blondie, la
casalinga che al ritorno dal lavoro il marito abbraccia e bacia ed esultante
annuncia che quello è «un giorno da festeggiare». E allo sguardo interrogativo
di lei egli risponde: «Certamente! Oggi non mi hanno licenziato». Nella pagina
delle lettere del New York Times c'è la risposta di una lettrice al savio
consiglio di Obama a proposito dell'epidemia influenzale: se vi sentite male
state a casa. «Io vado in ufficio, altrimenti perdo il lavoro ». Nelle pagine
«serie» che parlano di economia torna l'allarme per le carte di credito, con
multe drasticamente aumentate per chi paga in ritardo. Da Toledo, in Ohio,
l'intervista con un dirigente d'azienda che cinque mesi fa è stato licenziato e
adesso è tornato al lavoro, senza paga. E l'allarme espresso dallo sceriffo
della Wayne County, nel Michigan: «La sicurezza pubblica è messa in pericolo
dal numero crescente di cittadini senza casa che violano la legge apposta per
farsi arrestare e trovare un tetto e dei pasti caldi in prigione. Stanno
attenti precisa lo sceriffo a non commettere reati gravi. Spesso si limitano,
ad esempio, a urinare in pubblico». Insomma ci si arrangia come si può,
risparmiando sulla vita, ma anche sulla morte. Stanno crollando le «vendite»
dei funerali di lusso, quelli che costano dai tremila dollari in su, con la
musica, una bella bara, l'opera dell'imbalsamatore, i riti nella cappella. Una
recente vedova è stata salvata dalla completa rovina da un impresario di pompe
funebri che le ha proposto un mini budget di millecento dollari. Le lacrime del
lutto si sono così fuse con quelle del sollievo: «Così potrò pagare altre due
rate del mutuo ». Risparmi di questo tipo mettono però in crisi finanziaria i cimiteri,
soprattutto quelli più lussuosi ma anche quelli «storici». «Perdiamo clienti
tutti i giorni», si lamenta il direttore del Forest Lawn di Buffalo, nello
Stato di New York. Per arrivare alla fine del mese gli imprenditori funebri
devono dare fondo alla loro riserva di fantasia, che è notevole.
Lanciando, per esempio, il «turismo cimiteriale». A Oakwood si può ammirare
quest'estate una specie di torneo medioevale, cavalieri con armatura che si
sfidano negli interstizi fra le tombe. Armature lucenti, atmosfera festosa.
«Vogliamo dice il manager che alla gente venga voglia di passare qui
l'eternità». Altri si rivolgono semplicemente al turismo: una domenica
pomeriggio in una necropoli, accompagnati da un'orchestra jazz (naturalmente
accade in California), ma anche conferenze sugli uccelli migratori condotte
dalla Audubon Society in Massachussetts. A Philadelphia, addirittura, hanno
servito, nel camposanto di Laurel Hill, un pranzo di gala con maggiordomi, nove
portate, champagne e un'orchestra che suonava Il Bel Danubio Blu. Con una buona
scusa, perché il party era per celebrare l'anniversario dell'af- fondamento del
Titanic, dove notoriamente i violinisti eroici quel valzer suonarono fino al
momento di finire in bocca ai pesci. A Green-Wood è stata esaminata, ma alla
fine scartata, l'idea di proiettare in un telone fra le tombe dei film
dell'orrore. è stata organizzata invece, a Troy, una raccolta di fondi tramite
la vendita di calendari con donne nude. L'ultima scoperta sono i cani. Per una
serata storica in cui esemplari di razza compiono défilé fra le lapidi. Nessuna
di queste iniziative, è meglio avvertire, viene da Las Vegas, il cui contributo
al folklore triste della recessione è una pagina a pagamento sui quotidiani
nazionali con la richiesta di tornare a spendere nel gioco d'azzardo «anche in
un momento come questo» e avvertendo che a Las Vegas ci si diverte tanto ma si
lavora, anche.
( da "Corriere della Sera"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 - pag: 31 Il
caso a Francoforte TyssenKrupp vede il rosso e cade in Borsa (g.fer.)
Prospettive difficili per ThyssenKrupp, il colosso tedesco della siderurgia, i
cui vertici ieri hanno ammesso che l'esercizio 2008-2009 chiuderà in rosso. Il gruppo in effetti ha registrato
un crollo degli ordini del 46% e, nel secondo trimestre dell'esercizio, una
perdita netta di 362 milioni di euro contro un utile di 502 milioni nello
stesso periodo dell'anno precedente. «I fondamentali dell'economia si legge in
una nota della società si sono deteriorati molto più bruscamente di quanto ci
si potesse aspettare». In Borsa il titolo ha ceduto ieri il 6,43%, chiudendo a
quota 16,30 euro. Ekkehard Schulz presidente ThyssenKrupp
( da "Corriere della Sera"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 -
pag: 31 Il caso a Milano Bulgari: trimestre in perdita, aprile ok (g.fer.)
Anche il lusso sente la crisi e Bulgari archivia il primo trimestre dell'anno
con una perdita netta di 29,3 milioni di euro, che si confronta con un utile
netto di 22,8 milioni nello stesso periodo dell'anno precedente. Il
fatturato è sceso a 178,1 milioni (-23,1%) ma, secondo l'amministratore
delegato Francesco Trapani, «nel mese di aprile il gruppo ha registrato un
chiaro segnale di miglioramento nelle vendite dei negozi a gestione diretta».
In Borsa il titolo ha ceduto ieri il 2,35%, chiudendo con un prezzo di
riferimento di 4,15 euro e con 2,6 milioni di pezzi scambiati nel corso della
seduta. Francesco Trapani ad di Bulgari
( da "Corriere della Sera"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 13/05/2009 -
pag: 31 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari Indici fermi, brilla Telecom
Scambi sostenuti Ieri passate di mano azioni per oltre 4,4 miliardi. Balzo di
Dmt Mentre i principali listini europei sono terminati in leggero ribasso,
influenzati dall'avvio negativo di Wall Street, quello italiano ha
ripreso la strada del rialzo dopo la pausa di lunedì. L'indice S&P-Mib è
migliorato infatti dello 0,68% e ancora meglio (+0,88%) ha fatto il Mibtel.
Nonostante la limitata presenza degli investitori istituzionali, inoltre,
continuano a mantenersi sostenuti gli scambi (il controvalore complessivo ha
superato ieri i 4,4 miliardi di euro). A guidare i rialzi, nell'ambito dei 40
valori più capitalizzati, è stata Telecom Italia (+4,67%), ritornata sopra
quota 1 euro. Oltre alla conferma ufficiale della messa in vendita di una quota
minoritaria in Sparkle, a spingere il titolo è stata l'ipotesi di fusione con
Telefonica, sulla quale il mercato punta nonostante le smentite. Gli altri
rialzi riguardano titoli che erano stati penalizzati nelle precedenti sedute.
Fra questi, Mondadori (+3,89%), nonostante le non buone prospettive della
raccolta pubblicitaria. Bene anche Saipem (+3,5%), il titolo petrolifero che si
è avvantaggiato di più dalla ripresa del prezzo del greggio (la controllante
Eni è cresciuta soltanto del 2,37%). Anche Campari ha prontamente recuperato
quanto aveva perso la vigilia, chiudendo con un prezzo di riferimento in
miglioramento del 3,25%. Sopra i tre punti percentuali, inoltre, il balzo di
Fiat (+3,05%), mentre proseguono le trattative per Opel. Per quanto riguarda,
infine, i principali ribassi dell'S&P-Mib, spiccano Banco Popolare e Ubi
Banca, in calo rispettivamente del 6,84% e del 3,10%. Fiammata infine per Dmt
(+28,53%) sulla scia di conti positivi.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Carbonia Pagina 2019
I responsabili delle associazioni del Sulcis si incontreranno sabato Conti in
rosso per le Pro loco I responsabili delle associazioni del Sulcis si
incontreranno sabato --> C'è chi non ha neppure un euro per saldare il
cachet di artisti e pagare i conti dei fornitori e chi, per farlo, ha già
intaccato le ultime risorse rimaste e rischia di tenere sportelli informativi
chiusi e dover dire addio alla programmazione degli spettacoli estivi. Per tutte le Pro loco del Sulcis Iglesiente la crisi finanziaria non è più dietro
l'angolo. «È una situazione con la quale stiamo convivendo da troppo tempo e
che sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle nostre associazioni», ha
sottolineato Gianfranco Dessì, presidente del Comitato provinciale Unpli, la
sigla che raggruppa tutte le Pro loco d'Italia. Conti in rosso e ritardi
nell'erogazione dei finanziamenti che, sabato 16 maggio, alle 18.30, nella sala
convegni S'Ulivariu di Gonnesa, saranno al centro dell'assemblea degli stati
generali delle 23 Pro loco della Provincia di Carbonia Iglesias. Per
l'occasione, infatti, tutti i presidenti delle associazioni turistiche si
daranno appuntamento per «analizzare la difficile situazione finanziaria
delle Pro loco del territorio, molte delle quali - ha spiegato Dessì - rischiano
di non poter fare le manifestazioni in programma e dare supporto ai turisti
che, puntualmente, si rivolgono alle nostre associazioni». Al centro della
discussione, il saldo dei contributi finanziari per l'anno 2007 che le Pro loco
non hanno ancora incassato. Fondi che, come già previsto, saranno utilizzati
per saldare i conti con artisti e fornitori. «Si tratta di contributi che la
Regione, già da tempo, e con le relative ripartizioni per ogni Pro loco - ha
concluso il presidente provinciale Unpli - ha trasferito alla Provincia e che
invece non abbiamo ancora ricevuto». MAURIZIO LOCCI
( da "Polimerica" del
13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Una newCo per
Plastal Spa Scritto dalla redazione [calato] 13 maggio 2009 @ 08:37:39 CEST La
società di Oderzo ammessa al concordato preventivo. La decisione passa ai
creditori. Il 24 aprile scorso il Tribunale di Treviso ha ammesso Plastal Spa
alle procedure di concordato preventivo, che prevedono la costituzione di una
nuova società, "Nuova Plastal", alla quale verranno trasferiti tutti
gli assets; la 'newCo' garantirà la continuità operativa e
il lavoro per i quasi 700 addetti coinvolti dalla crisi
finanziaria che ha colpito il gruppo svedese. La
proposta di concordato sarà sottoposta ai creditori il prossimo 15 giugno. Il
principale creditore della società è la banca svedese Svenska Handelsbanken AB,
nei cui confronti Plastal è debitrice per circa 47 milioni di euro; il
pagamento avverrebbe in questo caso con azioni della nuova società, una volta
pagati tutti i debiti. La banca svedese diverrebbe così la principale azionista
della società italiana specializzata nella produzione di componenti auto in
plastica. Ai creditori chirografari, esposti per circa 43 milioni di euro,
verrebbe riconosciuto il 60% della somma, da liquidarsi in tre tranche tra il
31 ottobre di quest'anno e il 30 settembre 2010. Infine, il credito della
capogruppo Plastal Group AB (44 milioni di euro) verrebbe coperto per il solo
5%, una volta soddisfatti gli altri creditori.
( da "Trend-online"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Unicredit: l'utile
netto è pari a 447 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo
Molinengo , 13.05.2009 08:44 Scopri le migliori azioni per fare trading questa
settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i
risultati consolidati del primo trimestre 2009, che evidenziano un utile netto
di 447 milioni, in decremento rispetto a 505 milioni del
quarto trimestre 2008 principalmente per effetto del venire meno di imposte
positive non ricorrenti. A livello ante imposte infatti lutile si è attestato a
922 milioni, in crescita di oltre 1 miliardo trim/trim. Il
risultato di gestione raggiunge nel primo trimestre 2009 2.740 milioni,
superiore rispetto a 2.311 milioni nel primo trimestre 2008 e a 1.903 milioni nel quarto trimestre 2008.
Landamento rispetto al trimestre precedente è stato determinato
sia da maggiori ricavi (grazie anche alla ripresa del risultato netto della
negoziazione impattato nel quarto trimestre 2008 dalla severa crisi
finanziaria), che da un forte contenimento dei costi (i costi operativi
scendono del 6,4% trim/trim a cambi e perimetro costanti). La solida
performance del risultato di gestione riflette limportanza per il
gruppo della diversificazione, beneficiando sia della buona tenuta dellattività
di banca commerciale che della ripresa, rispetto ai trimestri precedenti, della
Divisione Markets
& Investment Banking (MIB). In particolare lattività di banca
commerciale mostra una sostanziale tenuta del risultato di gestione (-0,4% trim/trim), mentre MIB recupera
dopo un quarto trimestre 2008 colpito dalleccezionale turbolenza
dei mercati, registrando un risultato di gestione positivo di 367 milioni
nel primo trimestre 2009, in netto miglioramento rispetto a -690 milioni
nel primo trimestre
2008 e a -953 milioni nel quarto trimestre del 2008. Gli altri proventi
netti sono pari a 105 milioni rispetto a 134 milioni nel primo
trimestre del 2008 e a -11 milioni nel quarto trimestre del 2008. I costi
operativi ammontano a 3.822 milioni, segue pagina >>
( da "Finanza.com"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Ubi torna all'utile,
ma sui tre mesi pesa l'effetto svalutazioni (11 Maggio 2009 - 08:14) MILANO
(Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: Primi 3 mesi del 2009 in utile per Ubi Banca
dopo il rosso fatto registrare nell'ultimo quarter del 2008. La quarta banca italiana
per numero di sportelli ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile
netto contabile di 24,3 milioni (-88,9% rispetto ai 219,3 milioni del primo
trimestre del 2008) e con un utile netto normalizzato (ripulito
dagli impatti straordinari legati alla crisi
finanziaria) di 98,6 milioni (-47,4%). Ubi banca non
ha fatto richiesta di Tremonti bond. Per il rafforzamento patrimoniale farà
ricorso all'emissione di warrant che dopo 2 anni permetteranno l'attribuzione
di 1 azione ogni 20 warrant posseduti e poi l'emissione di obbligazioni
convertibili per massimi 640 mln. (Riproduzione riservata)
( da "Sestopotere.com"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Caso Tirrenia,
preoccupazione da parte dei comuni della Liguria e della Sardegna (13/5/2009
10:01) | (Sesto Potere) - Genova - 13 maggio 2009 - In vista delle riunioni
previste nei prossimi giorni tra Governo, Regioni e Organizzazioni Sindacali,
per discutere le prospettive di vendita della società Tirrenia - in crisi finanziaria per i ridotti trasferimenti statali – le
Anci della Liguria e della Sardegna esprimono forte preoccupazione per limpatto
di tale iniziativa sui
servizi, sul futuro produttivo e sui livelli occupazionali. Anche le notizie
riportate dalla stampa nazionale e locale rilevano come siano ipotizzabili
frammentazioni della Tirrenia, con gravi ripercussioni sulleconomia
dei porti e dei Comuni nonché sulloccupazione. In particolare, Anci Liguria
ed Anci Sardegna auspicano che le procedure di cessione siano ispirate dalla
necessità di realizzare un piano industriale del settore dei traghetti e non si
limitino ad azioni, per quanto imposte dalle normative europee, che vedano prevalere il solo aspetto
finanziario. E quindi indispensabile tutelare
loperazione da iniziative speculative e traguardare il mantenimento
dellunitarietà della struttura, della quantità dei servizi svolti e dei
livelli occupazionali.
LAnci auspica unazione coordinata tra le Regioni Liguria e
Sardegna e uniniziativa unitaria tra i Comuni interessati dai servizi,
oggi resi dalla società Tirrenia. I Sindaci di Genova, di Porto Torres e di
Olbia in collaborazione con Anci Liguria ed Anci Sardegna stanno approfondendo la cooperazione
tesa ad iniziative comuni da proporre al Governo, al fine di preservare il
livello dei servizi e lintegrità della società Tirrenia.
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
CATEGORIE. Il
distretto orafo insedia i comitati di indirizzo e tecnico Il rappresentante
Riva: «Il tema che tiene banco resta quello relativo alla grave crisi di settore» 13/05/2009 rss e-mail print Il distretto
cerca di far tornare a splendere l'oro vicentino VICENZA Nel corso di un
incontro del distretto orafo-argentiero è stato insediato il comitato di
indirizzo, coordinato da Florio Dal Zovo e il comitato tecnico, composto dai
funzionari delle categorie economiche. È stata colta anche l'occasione per estendere
la presenza ai due comitati da parte di enti e altri organismi che hanno
sottoscritto il rinnovo del patto di distretto per il periodo 2009-2012, fra
cui la Camera di commercio, la Fiera, la Cgil e l'Uil. Numerosi i temi oggetto
di discussione, dall'esame delle nuove adesioni al patto sottoscritte il 30
aprile alla convocazione di imprese per la presentazione del progetto di
Assicor "Gioiello italiano", dall'ipotesi di costituzione di un
Superdistretto della produzione orafa del Made in Italy ai rapporti con la
Regione per l'azione "Abbasso i dazi" e per il rinnovo del patto di
distretto, dall'evolversi del progetto Tendenze con gli appuntamenti previsti
per il 18 e il 26 maggio al progetto regionale Challenge, dai progetti
interregionali che hanno visto il distretto impegnato a Firenze con buyer e
media provenienti dagli Usa e il prossimo 12 giugno a Vicenza con 2 ricerche
dell'Ice sui mercati russi e coreani per finire con il progetto anticrisi di economia integrata di Maria Loretta De Toni. «Ma il
tema che ha tenuto banco - ha dichiarato il rappresentante del distretto
Vladimiro Riva - è stato quello relativo alla situazione di
crisi del settore». Una crisi strutturale del settore che si
accompagna ad una crisi finanziaria globale ha già messo in crisi molte aziende e le imprese che resistono chiedono aiuti e
sostegni, a partire da un più stretto controllo delle merci perchè sia
accertata la provenienza. Occorre una maggiore promozione e una
stabilità del costo del metallo, aumentato considerevolmente negli ultimi
periodi e continuamente sottoposto a fluttuazioni, con conseguente forte
riduzione delle vendite, sia in Italia che all'estero. È emerso che c'è una
forte attesa per il progetto McKinsey proposto dal presidente della Camera di
commercio di Vicenza, Vittorio Mincato, in particolare per quanto saprà
indicare a livello di aggregazioni e di finanziamento, oltre che di governance.
Un rilievo negativo è stato posto sia sulla mancata azione di comunicazione che
sulla scarsa lungimiranza da parte di alcuni istituti di credito, con ricadute
pesantemente negative sulle imprese e sull'occupazione. Il distretto alla fine
ha convenuto di richiedere un incontro a breve a Comune di Vicenza, Provincia e
Camera di commercio e un altro al Prefetto per i rapporti con le banche, nella
convinzione che il settore orafo sia in grado di poter contare su un know how
di alto livello e su di una elevata professionalità delle maestranze.
( da "Morningstar IT"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Le nuvole si stanno
allontanando dall'industria degli hedge fund, dopo la tempesta che si è
abbattuta negli ultimi mesi. Secondo le statistiche di Mondo Hedge, i fondi di
fondi alternativi italiani hanno avuto un andamento positivo nel primo
trimestre e sovraperformato i mercati azionari, obbligazionari e delle materie
prime. Ma quali sono le linee di evoluzione future? E qual
è stata la lezione della crisi finanziaria? A queste domande cercherà di rispondere il convegno "Hedge
fund: nuove regole e prospettive", che si terrà il 22 maggio all'ITForum
di Rimini, la fiera dell'investimento e del trading organizzata da Morningstar,
Traderlink e Trading Library. Per Stefano Gaspari, amministratore
delegato di Mondo Hedge e relatore al convegno, il mercato italiano subirà un
processo di consolidamento a livello di player e di offerta, con il lancio di
fondi di fondi specializzati su particolari aree geografiche o strategie e di
prodotti a liquidità settimanale che utilizzano managed account (portafogli di
investimento personalizzati). Non sono previsti, invece, grandi cambiamenti
legati alla nuova direttiva europea sugli Alternative investment fund manager,
in quanto l'industria italiana già adempie a gran parte degli obblighi imposti
(registrazione, capitale minimo, presenza della banca depositaria, ecc.). Il
tema della trasparenza degli hedge fund rimane, comunque, di grande attualità
dopo la maxi-truffa di Madoff, che ha fatto emergere problemi esistenti da
tempo nell'industria mondiale degli alternativi. Ma le frodi finanziarie
possono toccare tutti i tipi di investimento. Come difendersi? Il CFA
Institute, la più importante associazione internazionale di analisti finanziari,
ha redatto alcune linee guida per non cadere nella trappola, che saranno
presentati all'ITForum d Rimini da Barbara Valbuzzi, CFA, presidente
dell'Italian CFA Society. Per consultare l'intero programma dell'ITForum,
clicca qui Sara Silano è Caporedattore di Morningstar in Italia.
Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di
consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare
un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca
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( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009, Udine A distanza di quattro giorni non è stata ancora metabolizzata la
sconfitta di Lucca in casa Sporting, musi lunghi tra le giocatrici e pochissima
voglia di parlare. Non è stata tanto la sconfitta in sè che in casa della Ducato,
dodicesima vittoria casalinga di fila, ci poteva stare tutta; ma il modo in cui
è avvenuta. Sul +14 al 30' e un avversario in completa balia di Striulli e
compagne, il sogno di approdare alla finalissima sembrava materializzarsi.
Invece è seguito quel "maledetto" ultimo quarto, iniziato con il
quinto fallo di Vanin e un parziale di 28-7 che ha travolto la squadra udinese.
Inutile ricordare che lo Sporting, migliore difesa del girone in
regular-season, non aveva mai subito 28 punti in un quarto. Luccicano ancora
gli occhi a coach Larry Abignente: «È inutile negare che abbiamo perso una
grandissima occasione. Purtroppo 10 minuti di follia hanno rovinato tutto.
Trascinata dal proprio pubblico caldissimo, Lucca ha aumentato la propria
intensità difensiva mettendoci in grossa difficoltà. Determinante è stata
l'uscita per falli di Francesca Vanin, senza poi dimenticare che negli
ultimissimi minuti sono uscite pure Filippi e Carù. Abbiamo finito in campo in
pratica con il quintetto della nostra under 19 più Quaino». - Alla vigilia del
match avevi proclamato che comunque sarebbe andata, sarebbe stato un successo.
«Resto di questa idea e ringrazio tutte le ragazze, che sono stato orgoglioso
di allenare. Non dimentico che senza gli infortuni a Scanzani e Vanin e le vicissitudini
varie che hanno caratterizzato la nostra stagione, avremmo potuto occupare
almeno un gradino più alto del podio al termine della regular-season. Ciò ci
avrebbe permesso di disputare l'eventuale "bella" di semifinale in
casa: se gara 3 si fosse giocata a Udine adesso saremmo qui a festeggiare». -
Ragazze che hanno voluto rimanere tutte sino alla fine
nonostante la seria crisi finanziaria in cui è incorsa la società a campionato in corso. «A gennaio la
società è stata chiara. Chi voleva poteva andarsene; vi assicuro che c'era la
fila da parte di altre squadre per più di una nostra giocatrice. Abbiamo scelto
di rimanere tutti assieme e ci siamo compattati, dando vita ad un bellissimo
girone di ritorno, così come ad un ottimo play-off». IL FUTURO. Mentre
la formazione under 19 dal 25 maggio si giocherà ad Udine la possibilità di
conquistare il tricolore, la crisi societaria è
tuttora in atto e per il momento non paiono esserci molti sbocchi.
Richiestissime, anche da club di serie A1, Filippi, Carù e Striulli:
difficilmente rimarranno ad Udine soprattutto se, come appare, si dovrà
inevitabilmente optare, sempre se la società sia comunque in grado di sostenere
i costi di una serie A, per l'allestimento di un gruppo composto quasi
integralmente dalle ragazze del vivaio. Alcuni "rumors" riportano
anche la possibilità di una sorta di scambio di diritti con la
"cugina" Robur Palmanova, che quest'anno ha giocato la B di
Eccellenza Giovanni Boldarino
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009, Venezia Si farà udienza anche di sabato pur di concludere il processo
relativo al crac delle società Cdc e Manifatture Venete di Eraclea. Lo ha
deciso il presidente del collegio giudicante, la dottoressa Savino Caruso, che,
a modifica di una precedente decisione, in base alla quale aveva rinviato il
processo al prossimo 28 settembre, ha citato imputati e parte civile per il
prossimo 23 maggio. I sindacati dei lavoratori, infatti, hanno precisato che
non esiste alcun accordo sindacale che impedisce la celebrazione delle udienze
nelle giornate di sabato, al contrario di quanto era stato comunicato nella
scorsa udienza, il 3 maggio. E, a conclusione di un incontro con il presidente
del Tribunale, Attilio Passannante, hanno ribadito che anche il processo per la
bancarotta Cdc e Manifatture Venete si può fare. Il presidente Caruso ha
fissato anche la data di una seconda udienza, lunedì 8 giugno, nel corso della
quale potrà proseguire la complessa istruttoria dibattimentale. Il Tribunale
cercherà di concludere il processo prima dell'estate, per evitare di dover
ricominciare tutto daccapo a causa dell'imminente trasferimento di un giudice
del collegio, la dottoressa Alessandra Cardarelli, che passerà al Tribunale
civile. Il presidente Passannante sta valutando, in ogni caso, la possibilità
di un'applicazione temporanea per consentire alla dottoressa Cardarelli di
concludere il dibattimento. Il processo, che ha avuto un iter particolarmente
tormentato, riguarda una presunta associazione per delinquere finalizzata alla
commissione di «una serie indeterminata di delitti di bancarotta fraudolenta
per distrazione, mediante operazioni di acquisizione di
imprese in crisi finanziaria compiute anche avvalendosi di prestanome». Nel 2003 furono
arrestate otto persone in relazione a reati commessi nella gestione di ditte di
abbigliamento di mezza Italia: oltre a Cdc e Manifatture Venete, figurano la
Juvenilia spa di Rovigo, le marchigiane Silver confezioni spa, Gmf spa,
Kara srl, e la piemontese Carlo spa. Per due anni non fu possibile iniziarlo in
quanto fu impossibile possibile trovare tre giudici che non avessero motivi di
incompatibilità (tutti si erano già occupati del caso in qualità di gip o in
sede di riesame). Finalmente il dibattimento si aprì ma, nella primavera del
2008, si rese necessaria una sospensione di sei mesi perché uno dei giudici fu
applicato in Corte d'Appello. Nel frattempo si avvicina la prescrizione dei
reati: gli episodi finiti sotto accusa, infatti, risalgono al periodo compreso
tra il 2000 e il 2002 e il processo ha già subito numerosi rinvii. L'avvocato
Giorgio Bortolotto, legale di parte civile per il curatore fallimentare della
Cdc rivendica un danno stimato in 7 milioni di euro. Gianluca Amadori
( da "Gazzettino, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Mercoledì 13 Maggio
2009, Roma La Caltagirone Spa, a cui fanno capo le attività nei settori del
cemento, dell'editoria, dei grandi lavori e finanziario ha chiuso i primi tre
mesi del 2009 con i ricavi a 306,1 milioni di euro rispetto ai 374 milioni di
euro del primo trimestre del 2008 e con il margine operativo lordo a 21,4
milioni di euro contro i 50,5 milioni di euro del primo trimestre 2008. Il
decremento dei ricavi è dovuto alla riduzione dei fatturati delle società che
operano nel comparto del cemento e nel settore editoriale. Una
contrazione avvenuta sulla scia della crisi
finanziaria ed economica che, a partire dalla
seconda metà del 2008, ha prodotto effetti negativi in tutti i settori di
consumo. Il risultato della gestione finanziaria è negativo per 30,3 milioni di euro (era negativo per 11 milioni
di euro nel primo trimestre 2008). L'utile ante imposte è negativo per
32,7 milioni di euro rispetto a un saldo positivo di 17,6 milioni di euro del
primo trimestre 2008. Quanto alla Caltagirone Editore, che possiede anche Il
Gazzettino, i risultati del primo trimestre 2009 evidenziano ricavi pari a 60
milioni di euro contro i 75,8 milioni di euro dello stesso periodo del 2008 in
particolare a causa della riduzione della raccolta pubblicitaria.
( da "Gazzettino, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
L'Astana di Lance
rischia la sospensione Mercoledì 13 Maggio 2009, L'Astana rischia la
sospensione se non pagherà le spettanze dovute ai propri tesserati entro il 31
maggio. La minaccia sarebbe arrivata direttamente dall'Uci, l'Unione ciclistica
internazionale. La squadra kazaka, della quale fanno parte big come gli
statunitensi Lance Armstrong e Levi Leipheimer, oltre allo
spagnolo Contador, è in crisi finanziaria ed attualmente partecipa al Giro d'Italia. Gli effetti della crisi globale hanno toccato in modo
significativo anche le casse della Samruk-Kazyna, la società governativa del
Kazakhistan che, attraverso la compagnia aerea Air-Astana, finanzia l'omonima
squadra. Attualmente i corridori non ricevono lo stipendio ed il ritardo
nei pagamenti dei salari appare destinato a proseguire. La crisi
non ha coinvolto Armstrong che, pur di tornare all'agonismo, ha accettato di
correre senza percepire compensi. L'Uci ha fatto intendere che la squadra
potrebbe venire espulsa dal Giro qualora non rispettasse il regolamento, che
prevede bilanci in attivo da parte di tutti i team in gara.
( da "Trend-online"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Interpump: nel primo
trimestre le vendite calano a 90 mln NOTIZIE, clicca qui per leggere la
rassegna di Pierpaolo Molinengo , 13.05.2009 13:38 Scopri le migliori azioni
per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di
Interpump Group ha approvato il Resoconto Intermedio di gestione al 31 marzo
2009. Il primo trimestre 2009 è stato caratterizzato dalla profonda crisi finanziaria iniziata nel 2008 che si è estesa anche
alleconomia reale e ha colpito tutti i settori produttivi e tutte le aree
geografiche. Anche il Gruppo Interpump ha risentito di un calo di fatturato e
di ordini, cui ha reagito con azioni tese al contenimento dei costi, del
capitale circolante e degli investimenti. Tali misure hanno cominciato a manifestare
i loro effetti nel primo trimestre ma potranno dare risultati più evidenti nel
prosieguo dellesercizio. Accanto a considerazioni legate
alla congiuntura economica, nel confronto con lanalogo esercizio
precedente occorre anche considerare che il primo trimestre 2008 era stato particolarmente positivo
ed era stato il secondo miglior trimestre della storia del Gruppo. Le vendite
nette del primo trimestre 2009 sono state pari a 90,8 milioni di euro (112,9
milioni di euro nellanalogo periodo del 2008, -19,6%). A parità di area di
consolidamento il calo è stato del 29,0%. Pur nel contesto di una forte
flessione del mercato, Il Gruppo Interpump ha saputo mantenere comunque una
buona redditività, come dimostra lEBITDA che è pari al
13,5% delle vendite. Ciò
è stato reso possibile sia grazie alle posizioni di leadership mondiali nei
vari settori di attività, sia tramite una riduzione dei costi a tutti i
livelli. LEBITDA (margine operativo lordo) è stato pari a 12,3 milioni di
euro (13,5% delle vendite), a fronte dei 23,3 milioni di euro del primo trimestre 2008 che
rappresentava il 20,7% delle vendite (-47,4% e -53,7% a parità di area di
consolidamento). LEBIT (risultato operativo) è stato pari a
8,4 milioni di euro (9,2% delle vendite) a fronte dei 20,8 milioni di euro del segue pagina
>>
( da "Sestopotere.com"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Leconomia
fiorentina sotto la scure della recessione (13/5/2009 13:08) |
(Sesto Potere) - Firenze - 13 maggio 2009 -Londa durto generata
dalla crisi finanziaria internazionale si è “abbattuta” anche sul
sistema economico fiorentino, andando a determinarne un assetto strutturale
recessivo con tutti i principali indicatori che hanno mostrato un segno
negativo. Primo fra tutti il valore aggiunto, diminuito nel 2008 dello 0,8% in
termini reali, dato “lievemente” migliore rispetto al valore corrispondente a
livello nazionale (-1%). La diminuzione del valore aggiunto è sostanzialmente
ascrivibile alla forte contrazione della domanda estera, con una pesante caduta
delle esportazioni, a valori costanti, pari a -6,5%. E
opportuno ricordare che nel biennio precedente la crescita era stata trainata proprio dalla
componente estera della domanda aggregata. La contestuale diminuzione delle
importazioni (-13,5%) rende meno pesante il contributo alla dinamica del
prodotto derivante dallexport netto. In calo anche gli investimenti fissi lordi (-1,2%),
ad un ritmo però più contenuto rispetto alle esportazioni, rispecchiando, oltre
a fattori congiunturali, anche la generale caduta del clima di fiducia in
ambito locale. I consumi interni diminuiscono ad un tasso minore rispetto alle
altre componenti della domanda, caratterizzandosi per un -1%. Per quanto
riguarda i macrosettori di attività, il valore aggiunto aumenta, anche se di
poco, nellagricoltura (+0,4%), ristagna nei servizi (-0,02%), regredisce
in misura marcata nellindustria
in senso stretto (-3,6% ) e con maggior moderazione nelle costruzioni (-0,7%).
Landamento settoriale Manifatturiero - Nel 2008 la produzione industriale
si è contratta del 3,8%, con una dinamica negativa particolarmente accentuata nellultimo
trimestre dellanno
(-9,7%), con riflessi nettamente sfavorevoli sul valore aggiunto provinciale.
Questo andamento rappresenta il peggior risultato dellultimo decennio,
che ha eroso i “guadagni” accumulati dal settore nel biennio 2006-2007.
Considerando anche gli
altri indicatori, si rileva un contestuale calo del fatturato del -2,6% ed un
arretramento della domanda interna del 5,2% e di quella estera del -3,2%. La
variazione media annua della produzione industriale per la nostra provincia,
pur negativa, è risultata comunque meno marcata rispetto al corrispondente dato
regionale (-4,2%), ma lievemente superiore al dato rilevato in ambito nazionale
da ISTAT, corretto per i giorni lavorativi (-3,3%). Considerando i comparti di
attività, sono rilevabili perdite diffuse in pressoché tutti i settori
industriali, ai quali si è progressivamente esteso nel corso dei quattro
trimestri landamento ciclico nettamente sfavorevole. La contrazione del
comparto della meccanica (-0,8%) è particolarmente significativa se si considera che nel 2007 il comparto
aveva fatto da traino con un incremento della produzione del +8,4%. Il comparto
della metallurgia e quello dellelettronica si caratterizzano per
una marcata contrazione della produzione, rispettivamente del -6,5% e del -5,9%. Occorre segnalare in questo
contesto la “moderata” espansione del comparto alimentare (+1,2%). Artigianato
- La contrazione del fatturato del settore artigianale, pari al -7,1%,
interessa tutti i rami di attività, dalla produzione ai servizi. In ambito
sub-provinciale è larea dellEmpolese-Valdelsa a
registrare una battuta darresto tra le più pesanti, con tassi di
variazione negativi, superiori a quelli registrati mediamente a livello
provinciale. Spiccata la criticità anche per i distretti di Castelfiorentino ed Empoli. Commercio -
Il fatturato del settore risulta in contrazione del -2,2%: al proprio interno
risulta in difficoltà soprattutto il comparto dei beni non alimentari (-4,6%),
mentre tiene quello dei beni alimentari (+1,1%). Con riferimento al tipo di
esercizio, diminuisce il fatturato degli esercizi della piccola distribuzione
(-6,2%) e della media distribuzione (-6,4%), mentre non manifesta segni di
sofferenza la grande distribuzione, il cui valore del fatturato si avvicina a
quello dellanno
scorso (+1,7% nel 2008, rispetto al +2,2% nel 2007). Agricoltura - I dati di
produzione resi disponibili dalla Regione Toscana non evidenziano un andamento
uniforme rispetto ai principali gruppi di coltivazioni presi in esame; in
crescita la produzione cerealicola (+4,9% rispetto al 2007) e la produzione
vinicola (+5,6%), in controtendenza rispetto allarretramento del
2007. Si rilevano cedimenti per le leguminose da granella (gruppo che comprende
– tra le altre – ceci, lenticchie, fave, fagioli e piselli secchi) e gli ortaggi in piena
area. Dai dati resi disponibili dal Servizio Agricoltura della Camera di
Commercio di Firenze emerge, invece, per il 2008 una contrazione dei volumi di
vino certificati ai fini dellottenimento della DOCG del -13,4%;
per lolio, sempre dai dati inerenti le quantità certificate dalla Camera
di Commercio ai fini dellottenimento della DOP Chianti Classico e Colline
di Firenze , si rileva un incremento dei volumi di olio certificati del 38%.
L export agro alimentare, che nel 2007 aveva fatto segnare una diminuzione del -19,7%, nel
2008 ha registrato una crescita del +2,5%, quale risultante del contributo
ampiamente positivo generato dagli oli (+11%) e degli altri prodotti alimentari
(+12,8%) e della contrazione dellexport delle bevande (nella nostra provincia
essenzialmente il vino) del -4,5%, che segna unulteriore peggioramento del trend
già negativo segnato nel 2007 (-1,5%). Turismo - Secondo i dati dellindagine
congiunturale trimestrale sulle PMI del turismo del Centro Studi di Unioncamere Italiana, il
settore turistico ha subito a livello nazionale un ripiegamento tendenziale del
-5,6%. I dati provvisori sul movimento turistico (arrivi e presenze) in
provincia di Firenze, relativi al primo semestre 2008, evidenziano – rispetto
al primo semestre 2007 – un calo generale degli arrivi pari al -4,4%; gli
arrivi della componente straniera si riducono del -5,1%. Dalle presenze
complessive rilevate nei due periodi emerge, comunque, una lieve crescita
(+0,8% in generale, +1,4% per la componente straniera) con una permanenza media
di 2,9 giorni. In diminuzione il numero di arrivi e presenze nel settore
alberghiero (-6,3 e -5,5%), a vantaggio del comparto extra-alberghiero, che
registra un incremento su arrivi e presenze del +3,5% e del +13,7%. I dati
messi a disposizione dalla Soprintendenza al Polo museale della provincia di
Firenze evidenziano un forte calo dei visitatori (-7,2% su base annua),
confermando così un trend negativo che si era già manifestato a metà anno,
quando il saggio di variazione si era attestato al -6,5%. Gli Uffizi vedono un
calo di circa 80.000 unità (da 1.615.939 a 1.553.951); di tutto rilievo anche
il ridimensionamento subito dal Giardino di Boboli e dal Museo degli Argenti
(-15,7%, per una perdita di circa 120.000 unità). I visitatori della Galleria
dellAccademia passano da 1.286.000 a poco più di 1.234.000. Le
dinamiche import-export Il tasso di crescita annuale delle esportazioni,
espresse a valori correnti, è risultato negativo, scontando un decremento dell1,9%; in netto
peggioramento rispetto al buon andamento registrato nel 2007 (+11,3%) e anche
rispetto alla variazione rilevata in ambito nazionale, che risulta comunque in
forte rallentamento (da +9,9% a +0,3%). Il trend recessivo internazionale la
moderazione dei
consumi interni hanno posto un freno alla crescita dei flussi di merci
provenienti dallestero, come si desume dalla pesante
diminuzione delle importazioni (-7,5%). Le difficoltà nelle esportazioni del
nostro sistema economico non possono essere interamente attribuite alla crisi
finanziaria, ma anche ad una perdita di competitività, che si correla ad
una dinamica lenta della produttività del lavoro, che sospinge verso lalto
i costi relativi per unità di prodotto, con una emersione di criticità settoriali in quasi tutti i
comparti; su tale flessione pesa in termini non secondari anche la recessione
tedesca e il rallentamento del ritmo di crescita dei paesi emergenti. I dati
sulle esportazioni evidenziano che i peggiori risultati provengono dai mercati
tradizionali di riferimento per le nostre esportazioni, come il Nord America
(-6,3%, in cui pesano gli Stati Uniti con un -8,4%, lUnione
Europea a 27 paesi (-6,8%) e il Medio Oriente (-17,4%). Positivo invece
lapporto dei paesi extraeuropei, anche se le percentuali di incremento risultano in
decelerazione (da +10,7% a +4,9%), con particolare riferimento ai mercati dellEuropa
Centro Orientale, che risultano in tenuta, e della Svizzera (+10,6%). Negativo
il dato dellexport verso la Russia, che passa da +37% del 2007 a -9% del 2008. In
ambito UE si è registrato un trend decisamente negativo dei flussi di beni
esportati: Francia (da +12,8% a -1,6%), Germania (da -1,5% a -6,3%), Regno
Unito (da +12,2% a -21,8%) e Spagna (da +18,5% a -10,8%). Per i mercati
extraeuropei, risultano in forte contrazione le esportazioni verso per larea
medio-orientale (da +89,3% nel 2007 a -17,4% nel 2008), valore compensato da un
netto miglioramento dei flussi verso lAsia Orientale (da -22,6% a +17,6%)
e, anche se in forte decelerazione,
verso lAsia Centrale, (da +81,6% nel 2007 a +11,8% nel 2008) e verso
lAmerica Centro Meridionale (da +23,9% a +7%). Il mercato del lavoro Il
mercato del lavoro provinciale, in base alla rilevazione ISTAT sulle forze di
lavoro, nel 2008 ha fatto
registrare una crescita delloccupazione residente del 2,7%,
attestandosi ad un valore di poco superiore a circa 438mila occupati e con una
creazione netta di circa 12mila posti di lavoro. Si tratta di un risultato
migliore di quanto rilevato per la Toscana (+1,8%) e per lItalia (+0,8%).
Tuttavia sarebbe affrettato concludere che lattuale fase recessiva non
influirà sui livelli occupazionali: leffetto è quasi sempre ritardato e
occorrerà attendere i dati relativi ai primi due trimestri del 2009, che dovrebbero contabilizzare i
contratti precari non rinnovati dopo la scadenza a fine anno e tener conto
anche delladeguamento successivo al calo di attività che interessa il
sistema imprenditoriale. Il tasso di occupazione cresce di 1,4 punti
percentuali rispetto
al 2007, raggiungendo un valore del 69%, dopo che lanno
precedente era rimasto pressoché stazionario (67,6%); aumenta comunque anche il
tasso di disoccupazione, che torna al livello del 2006, passando dal 3,5% al
4,4%, pur rimando sempre inferiore alla media regionale (5%) e nazionale (6,7%). I principali
contributi positivi alla crescita della base occupazionale sono ascrivibili
alla componente femminile (+4,4%), al lavoro dipendente (+4,5%) e in termini
settoriali allindustria in senso stretto (+3,3%) e al terziario (+2,3%).
Prospettive e previsioni Riguardo al prossimo biennio 2009-2010, le previsioni
indicano che il sistema economico fiorentino, in linea con landamento
nazionale e regionale, dovrebbe subire un proseguimento della fase recessiva nel 2009, con un deciso
peggioramento che dovrebbe tendere ad attenuarsi nel 2010. Le proiezioni
elaborate da Prometeia, adeguate alle traiettorie generali tracciate in ambito
internazionale e nazionale, hanno portato ad una revisione della stima dellandamento del sistema economico
provinciale in netto peggioramento, con un valore del valore aggiunto che passa
da un -0,8% nel 2008 a un -4,4% nel 2009 e a un -0,2% nel 2010. Considerando le
componenti della domanda interna, si verificherà un forte indebolimento dellattività
di investimento che diminuirà del 4,1%, la quale avvertirà soprattutto gli
effetti di una progressiva contrazione del grado di utilizzo della capacità
produttiva, delle restrizioni delle condizioni di accesso al credito (con
maggiori difficoltà
per il finanziamento dei progetti dinvestimento) e della
forte riduzione del portafoglio ordini. I consumi interni continueranno a
ridursi ad un ritmo maggiore e pari a -2,1% (-1% nel 2008), collocandosi su
valori stagnanti nel 2010 (-0,1%). Le prospettive economiche incerte determinerebbero un
atteggiamento precauzionale nei consumatori, nonostante un certo sostegno al
potere dacquisto determinato dal calo dellinflazione. Riguardo
alla domanda estera occorre considerare che la contrazione dei mercati di sbocco tradizionali
(Europa e Stati Uniti) e il crollo del commercio internazionale preconizzato
dal FMI (-11%) dovrebbero riverberarsi sulle esportazioni determinandone una
ulteriore diminuzione (-11,3%).
( da "Sicilia, La"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Verso il voto
l'eurozona attrae gli scettici Citando una scrittrice portoghese, Augustina
Bessa Luis, qualche tempo fa il presidente della Commissione Europea José
Manuel Barroso ha detto - ricordando il cinquantenario della prima seduta
dell'Assemblea di Strasburgo - che "a 15 anni si ha un futuro, a 25 un
problema, a 40 l'esperienza ma prima dei 50 non si ha una storia".
All'inizio quell'Assemblea era di nomina nazionale (1958), divenendo Parlamento
eletto dal popolo solo nel 1979 e la sua vicenda, nel corso di questo
trentennio, tutt'altro che storicamente consolidata, è parte di un processo
tuttavia in corso, che investe gli assetti istituzionali comunitari,
l'integrazione monetaria, le dinamiche geopolitiche. L'osservazione coglie lo
stato dell'Unione nell'approssimarsi delle prossime elezioni europee. La
settimana scorsa, il senato della Repubblica Ceca ha approvato il trattato di
Lisbona, ma il presidente Vaclav Klaus, noto per la sua posizione euroscettica,
ha dichiarato che non ne firmerà la ratifica in attesa del giudizio di
costituzionalità della Corte Suprema oltre che dell'esito della seconda
consultazione referendaria che si svolgerà in Irlanda dove quel Trattato, nel
giugno dell'anno scorso, è stato bocciato. Spera di trovarvi ancora una sponda.
Ma a Dublino adesso, con la crisi
finanziaria e la bancarotta temuta del sistema
bancario, si registra la crescita della benevolenza fiduciosa verso l'Europa.
Come cresce l'interesse verso l'area dell'euro - da gennaio vi è entrata la
Slovacchia - in Paesi euroscettici come Regno Unito e Polonia nei quali si
riconosce che "l'euro non è infallibile ma il suo relativo successo è
diventato un'evidenza, paragonato - non solo allo zloty polacco che
perde valore - ma financo alla sterlina che, in svalutazione libera, sembra
sempre di più una vacca sacra" piuttosto che strumento di difesa del
potere d'acquisto. Ed altri Paesi come Danimarca, Svezia, Islanda hanno avviato
un dibattito sulla convenienza del loro ingresso nell'Eurozona. Vi sono
attratti anche i Paesi dell'Europa centro-orientale come Ungheria, Romania,
Bulgaria, ma allo stato per loro la porta resta chiusa - per decisione
dell'Eurogruppo e della Banca Centrale Europea - a causa degli effetti della crisi economica che li allontana sempre di più dalle virtuose
compatibilità di Maastricht. Non meno rilevanti gli aspetti politici. Nel
profondo nord-est europeo, il confine geografico con la Russia rafforza la
volontà di segnare una distanza politica netta - "ad est la Russia fa
paura", si pensi alla crisi georgiana - saldando
gli interessi geopolitici ostili a Mosca di paesi come la Finlandia e quelli
del Baltico. Tale ostilità - rinnovata nella metafora della lotta dei "tre
moschettieri baltici" contro "il soldato russo di Tallin" (la cui
statua è stata rimossa dalla piazza estone) - ha favorito il superamento della
vocazione isolazionista nordica e l'adesione all'integrazione europea, seppure
dentro un europeismo che guarda più a Washington che non a Bruxelles. Anche nei
paesi dell'Europa mediterranea si coglie l'incompiutezza dell'integrazione
continentale: si pensi alla singolarità di Cipro, oggetto del contenzioso che
oppone la Grecia (nell'Unione dal 1981) alla Turchia (che si prepara ad
entrarvi). Si pensi, ancora, all'anomalia italiana - fra l'euroscetticismo
dell'est ex-comunista ed il monoculturalismo di marca austro-elvetica -
testimoniata da ultimo dalla competizione con Malta sul respingimento di
migranti e di profughi. Giuseppe Grasso Leanza
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 13-05-2009)
Argomenti: Crisi
Loiero: 10
milioni per il fondo di garanzia delle assunzioni nelle imprese CATANZARO. Fare in modo che le
imprese possano accedere più facilmente al credito presso le banche, rimuovendo
tutti gli ostacoli che si frappongono. È con questo obiettivo che la Regione
Calabria, come annuncia il presidente Agazio Loiero, ha istituito un Fondo di
garanzia presso la Banca Carime per un ammontare di 10 milioni di euro. Tutte
le imprese che nei mesi scorsi hanno già beneficiato degli incentivi della
Regione per procedere a nuove assunzioni mediante bandi finanziati dalla
Comunità Europea, ma che incontrano difficoltà a ottenere fideiussioni da parte
delle banche e delle compagnie assicurative, troveranno nel fondo Carime,
opportunamente predisposto dalla Regione un valido e sicuro sostegno alle loro
difficoltà. E una specie di salvagente - ha detto Loiero - che sosterrà le
imprese per la copertura delle previste fideiussioni.
Ammonta, infatti, a oltre 79 milioni di euro la somma del contributo dato alle
aziende dalla Regione, dipartimento 10 Lavoro e Formazione, attraverso
incentivi per ampliare
loccupazione, con bandi scaduti nel dicembre scorso. Ma
quando le stesse imprese beneficiarie - ha detto lassessore Mario Maiolo
- hanno chiesto fideiussioni a banche e assicurazioni non sempre hanno ottenuto
le fideiussioni, soprattutto a causa della crisi finanziaria che ha
investito negli ultimi mesi lItalia e il mondo. Abbiamo dovuto
così inventarci uno strumento finanziario agile per venire incontro agli
imprenditori calabresi. Il rischio, alto, quello di perdere i fondi già
automaticamente erogati dalla Regione e che devono essere impegnati entro il 30 giugno prossimo,
data ultima di ammissibilità delle spese del Por Calabria 2000 - 2006, potrà
essere scongiurato proprio dal fondo Carime. Il Fondo Carime - è scritto in una
nota - è un nuovo tassello che viene a inserirsi in una politica avviata dalla
giunta Loiero volta a accompagnare passo dopo passo le imprese calabresi verso
la crescita e unoccupazione sempre più significativa al
proprio interno. Sono 765 le aziende che ne hanno beneficiato di questi
incentivi, e tra
queste 557 sono piccole e medie. Sul piano occupazione è stato un successo: I
dati, aggiornati allo scorso 6 maggio - prosegue Loiero - contano 6.196 nuovi
assunti grazie con gli incentivi regionali, con contratto a tempo indeterminato
e non inferiore a tre
anni, di cui oltre 4.700 in piccole e medie imprese, proprio quelle che più di
tutte hanno bisogno del contributo regionale per crescere e diventare sempre
più floride e competitive. Il contributo che la Regione ha offerto alle imprese
è pari al 50% del costo salariale annuo del neoassunto, elevabile al 60% nel
caso di lavoratori diversamente abili al quale si aggiunge un ulteriore
incentivo di massimo 2 mila euro per realizzare percorsi formativi in azienda.
(13-05-09)
( da "Punto Informatico"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Roma - Caro PI, è un
po' che non ci sentiamo e ho pensato quindi che potrei scusarmi per questi 2
anni di silenzio formale commentando il tuo recente articolo che pone dubbi
amletici sulla qualità sociotecnoeconomica del web, e quello che quasi quasi ne
decreta prematuramente la morte. A scanso di equivoci ti dico subito come la
penso: il web è uno strumento informatico, come tale non è né Buono né Cattivo,
come tale ha bisogno di ricchezza materiale per essere inventato, stipendiato,
sfruttato a dovere, e come tale avrà vita finché ce ne sarà bisogno, e
tecnologicamente ce ne sarà bisogno finché esisteranno i computer in mano a noi
Mario Rossi; o giù di lì: conosci un modo più semplice, più economico, e più
comodo, per implementare un ipertesto? Quindi preoccuparsi per il web è un
pochino eccessivo; una questione economica, ecologica ed emotiva, piuttosto che
squisitamente logica. Tuttavia il web dipende e dalla salute delle tecnologie
sottostanti il web, e dal motore economico che sostiene tutto il baraccone
tecnologico sottostante il web, e quindi dalla cultura di chi utilizza quella
bellissima macchina di cui il web è solo una delle chiavi che ci sono state
consegnate in mano dai grandi hacker. Non penso nulla di così eccentrico
insomma. La parte importante mi sembrano piuttosto delle osservazioni
interdisciplinari utili a notificare questioni fisiologicamente distanti dalla
routine degli addetti ai lavori, ma che viste tutte insieme vanno
effettivamente a concretizzare dei possibili rischi che incombono non tanto sul
web, non tanto su Internet, quanto sulle conquiste della nostra amata civiltà
occidentale. E quindi prima di tutto su Internet intesa come strumento primo di
studio, coordinamento, produzione di consenso per intersezione, e relax.
Facciamo dunque un rapido passo indietro. I greci percepivano il tempo come
kyklos... un ciclo. Ok, troppo mistico. Ritento. Fin dal VI secolo a.c. gli
antichi percepivano anche lo spazio come kyklos... o meglio, tondo. Ok, troppo
indietro. Tralasciamo qualche secolo di misticismo e tirannia, saltando
direttamente alla Rivoluzione Industriale. Gli economisti austriaci del secolo
scorso concepivano l'economia come kyklos... un ciclo. Ok, troppo complicato.
Sintetizzo e attualizzo. L'informazione per sua natura può essere vista come un
indicatore naturale del benessere di una società. Senza dilungarmi in
spiegazioni complesse: siamo ciò che mangiamo, mangiamo le risorse naturali che
riusciamo a trasformare, la produzione dipende dalle logiche economiche,
l'economia dipende da quelle informatiche, da cui a sua volta dipende la
civiltà di un popolo. Spero tu - amico maturo fatto di bit&bytes - sia
d'accordo senza necessità di dilungarci oltre su questo punto. Bene, come hai
già notato da te sia Microsoft che Google hanno collezionato i loro primi
trimestri negativi dopo rispettivamente 22 e 11 anni di gloria. E così come oggi
accade al Sistema Operativo, e al Web, era già toccato all'Hardware -
ricordiamo IBM e Apple - negli anni '90, ma anche a Enron e WorldCom nei primi
anni del millennio. E, per la natura stessa del sistema socio-economico in uso,
in genere basta osservare l'andamento dei leader di mercato per avere un'idea
sia di come se la passa tutto il settore, sia di come si evolveranno le cose.
In questo senso però voglio specificare ancora una volta - e non è mai
abbastanza - che non faccio previsioni: qualunque previsione, anche quella
ottenuta con il modello più complesso, calcolato con il supercalcolatore più
potente sulla base di dati più affidabile e vasta, può in linea teorica essere
probabile solo al 99%. Qualunque previsione cioè è sempre sbagliata: basta
infatti che una sola farfalla, in un punto qualsiasi del globo, sia schiacciata
da un solo uomo temporaneamente sbadato, per falsare completamente qualsiasi
previsione. Come facciamo dunque a sapere se quei dati sono l'inizio di una
discesa, o una semplice incertezza per certi versi addirittura fisiologica? è
qui che subentra l'esperienza: a distanza di anni dai giri di boa dei
rispettivi leader di allora l'hardware non è più una miniera d'oro, la
connettività non è più una miniera d'oro, il software non è più una miniera
d'oro: è lecito dunque pensare che in tempi record il web farà antrettanto. E
non solo il web. Se c'è qualcosa che in effetti rischia il collasso è la
civiltà occidentale, ma *il web e Internet tutta ne sarebbe solo la prima
grande vittima in quanto così come è concepito oggi è per lo più un costo che
qualunque contadino, allevatore, operaio non ha motivo alcuno di sostenere*.
Perché dovrebbero pagare la stozza ai tanti giovani manager che sfruttano i più
ingenui giovani ingegneri per produrre i 10000 e più progetti SaaS prodotti in
questi anni di Era Google? Se uno di noi iperconnessi si dotasse di un'ottica
antropologica nell'osservare la loro vita, la loro routine, scoprirebbe
piuttosto facilmente che tutti coloro che producono la sola ricchezza esistente
- quella materiale, il resto è "solo" evoluzione - non hanno voglia
di sfasciarsi la testa con le nostre elucubrazioni che tutto fanno tranne
produrre qualcosa di utile, ma soprattutto meno gli vengono pagati i loro
prodotti dalla Grande Distribuzione Organizzata, meno tempo materiale hanno -
anche volendo - di dedicarcisi. O meglio: sanno di avere bisogno del medico e
poco altro; percepiscono che tanti altri studiosi - matematici, biologi,
ingegneri, assistenti sociali - sono utili; percepiscono anche che il prete può
tornare utile per lo meno lì dove perfino la scienza non può fornire soluzioni
concrete - grossomodo ovunque sia necessario includere le previsioni e la morte
- ma della politica e del marketing, al di là della sfera strettamente locale,
che cioè li riguarda da vicino, non ne hanno bisogno. è l'unico modo per
spiegare perché anche lì dove l'ADSL c'è, circa il 50% delle famiglie si ostina
a non volersi collegare. Storia che si è ripetuta anche con il Wimax -
spacciato da tanti come soluzione per il digital divide - che in casa AriaDSL,
nel primissimo periodo di attività, ha venduto si più contratti del previsto,
ma solo dentro Perugia città, non in campagna dove non c'era cioè l'ADSL. E
l'ICT è un settore fatto in buona parte di marketing e politica globali, anche
se non in senso tradizionale. Per lo meno oggi è fatto di questo e di Bravi
Informatici, che però sono inquadrati come operai; il nostro tenore di vita è
infatti sceso notevolmente, esattamente come gli stipendi degli operai sono
scesi costantemente dal dopoguerra ad oggi. E sempre in favore di professioni
più leggere e farfallone: manager, pubbliche relazioni, politica. Dov'è dunque
l'unico rischio che stiamo correndo? Che quel 50% circa di italiani che non
sono connessi, a cui si aggiunge un altro 30% che è connesso ma si limita ad
uso ludico di Internet - i digital divisi culturali - si stanchino dei costi
che sostengono per mantenere tutto il carrozzone ICT. Uno cioè - tra le altre
cose - dei principali volani dell'attuale crisi finanziaria. E questo sarebbe un
disastro perché chi non ha avuto in passato il tempo per approfondire le
moltissime dinamiche contro-intuitive esistenti in ogni ambito del sapere
umano, quando è portato all'esasperazione tende a cercare di estendere nel modo
più frettoloso possibile i propri metodi intuitivi - comunismo,
fascismo, misticismo - oltre la dimensione locale, generando così decenni e a
volte secoli di barbarie perché quei metodi non tengono conto delle reali
possibilità - questioni largamente contro-intuitive - dell'informazione. è per
questo ad esempio che i greci sapevano già ciò che l'occidente ha poi invece
freudianamente dimenticato per secoli. Il rischio è cioè quello di una graduale
involuzione culturale in parte già iniziata con poco meno di un secolo di
cultura del broadcasting, dell'immagine rivelata, del rifiuto di tutto ciò che
è diverso e alieno. Come Internet, nell'ottica dei nostri (nda: io ho un
calcolatore quantistico classe 1978) genitori. Ma anche nell'ottica di tutti
quei manager 1.0, 2.0, 3.0, 4.0 etc. che in buona fede o meno, al grido di
"Tengo Famiglia", si ostinano a perpetrare la tragedia umana senza
però curarsi di quel poco di convivenza necessaria a trasformare la tragedia in
un'avventura. Insomma caro PI, non c'è da preoccuparsi se qualche migliaio di
giovanottoni cresciutelli, utilitaristi figli dell'industrialismo, perdono il
loro inutile gingillo imprenditoriale 2.0 sotto i colpi della scure della
creative destruction. Quello era già calcolato dalle entità che li finanziavano,
e troveranno certamente lavoro in qualche call center o in qualche piantagione
di pomodori, vigneti, uliveti, anche questo già calcolato da qualche ingegnere
gestionale. Quando a marzo 2007 riportavo la mia esperienza condita dalle
parole di un analista che ne ha ancora di più, molti tuoi lettori più presi
dall'hype 2.0 avranno certamente pensato che sono un pessimista depresso. Spero
però che al giorno d'oggi abbiano capito perché all'epoca ero addirittura
giulivo nel dichiarare sulle tue pagine: "ogni volta che dico niente a chi
mi chiede cosa faccio nella vita, mi sento un fortunato". Valeva la pena
comprimere i propri tempi per cavalcare quella bolla? Valeva la pena, caro il
mio bel giovane di belle speranze, pensare arbeit macht frei come da primo
articolo della nostra beneamata Costituzione? Insomma, a morire non è mai lo
strumento tecnico. Al massimo sono i giovani che, vuoi perché più manipolabili
da un qualsiasi datore di lavoro, vuoi perché più condizionabili con una
qualsivoglia ideologia economica, nell'accordarsi a quello o quell'altro
potente consumano la propria vita come candele accese da tutte e due le
estremità. Fortunatamente ce ne sono altri che lavorano bene: attualmente ne
conto 1 a Milano, 1 a Ravenna, e altri che ci stanno pensando. è perfino
possibile che anche io per fine anno tornerò a far compagnia ai lavoratori; in
fin dei conti non sono così vecchio, mi annoio un po', e oramai anche le prime
donne del 2.0 dovrebbero essersi finalmente stancate di girare in kyklos. Vediamo
cosa accadrà col 3.0. Michele Favara Pedarsi Gli altri scenari di MFP sono
disponibili a questo indirizzo
( da "Gazzetta di Reggio"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il tonfo della
Popolare Piazza Affari affoga sotto una tremenda ondata di realizzi che
interrompono bruscamente quella che pareva delinearsi come
una luna di miele tra investitori e mercato all'indomani della grande paura per
la crisi finanziaria. Gli
indici viaggiano con pesantissime perdite a causa di forti vendite su tutto il
listino e tutti hanno risentito di una giornata particolarmente negativa. Anche
la scuderia reggiana è travolta dalle prese di beneficio, in particolare alcuni
bancari. In effetti è il Banco Popolare che prende la sberla più forte
cedendo addirittura il 13% dopo un ultimo scambio a 5.86 euro, contro gli oltre
7 della seduta precedente, tra vorticosi scambi ed un po' di panico. Giù a
piombo anche Credito Emiliano che arretra del 10% mentre gli analisti
identificano nella fine delle trimestrali il pretesto per questa sciacquata.
Male anche MontePaschi che archivia il mercoledì nero con un -7%, perde due
punti percentuali anche la Popolare dell'Emilia. Interamente sott'acqua anche
il settore degli industriali, unica solitaria eccezione il +5.26% messo a segno
da Arkimedica che riesce a ottenere un risultato in controtendenza. A cura di
Luca Caffarri
( da "Nuova Sardegna, La"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina 9 - Sardegna
«Autoriduciano la produzione del pecorino» Gli industriali caseari: questo è il
primo passo, ora devono muoversi anche gli altri ROBERTO MORINI SASSARI. «Il
primo passo l'abbiamo fatto riducendo la produzione del pecorino romano del 5
per cento. Gli altri passi dobbiamo farli con gli allevatori e con la Regione».
è chiaro Toto Meloni, presidente del Consorzio per la tutela del pecorino
romano, l'associazione degli industriali caseari sardi e delle cooperative:
«C'è un calo dei consumi, bisogna ridurre la quantità e migliorare la qualità».
I dati della crisi sono sotto gli occhi di tutti: meno 14 per cento l'anno scorso
«e un trend - dice Meloni - che indica una percentuale vicina al meno 30 per
cento per quest'anno per quanto riguarda l'export del pecorino romano». è la crisi finanziaria ed economica americana,
con il crollo dei consumi di un'area che assorbe oltre il 65 per cento dell'intera
produzione, a dare i tempi della necessità di cambiare. Di questo si è discusso
ieri nell'assemblea annuale del consorzio. Un dato a cui si aggiunge un
probabile aumento della produzione di latte legato alla stagione anomala che
abbiamo vissuto fino a pochi giorni fa. «Ci autoriduciamo la produzione -
spiega ancora Meloni - investiamo i nostri soldi per una campagna di promozione
negli Usa, investiamo sulla qualità del latte e su ricerca e innovazione nei
mezzi di produzione: ora la Regione deve far fede agli impegni presi in
passato». E oltre alla Regione gli industriali caseari chiedono anche agli
allevatori di condividere lo sforzo per arrivare, con un salto nella qualità
del prodotto in tutta la filiera, dall'allevamento al formaggio che arriva sul
mercato, «a mantenere per gli allevatori lo stesso valore compèlessivo del
prodotto, del latte fornito, nonostante la riduzione della quantità». è
l'intero settore, con l'intervento del potere politico, che deve quindi
attrezzarsi per affrontare un esubero della quantità di latte prodotta che,
secondo Meloni, potrebbe raggiungere i 40 milioni di litri. Un problema non
facile e che deve essere affrontato in tempi brevi. «Con la giunta regionale
nella sua massima espressione», precisa Meloni. Insomma: l'assessore Andrea
Prato, recentemente messo in minoranza in consiglio regionale, va bene ma non
basta. Ci vuole un impegno diretto del governatore. Prato, comunque, il
problema lo ha ben chiaro. Lo ha spiegato ieri nel corso in una audizione
davanti alla quinta commissione del consiglio regionale. «Le eccedenze
determinate dal prodotto invenduto sono alte - ha detto - mentre arriva sul
mercato la nuova produzione». Che fare? «Un primo intervento di sostegno - ha
risposto Prato - è quello di dare agli indigenti 8 milioni e mezzo di pecorino
romano. Ma ciò che resta ha una stima ben superiore, attorno ai 50 milioni».
Prato non ha indicato le risposte immediate a questo problema - anche se è
consapevole dell'urgenza di far cassa per gli industriali - se non indicando
campagne di promozione e di educazione e la necessità della conversione della
produzione dal pecorino romano a «prodotti di più facile consumo come il
pecorino sardo». E impegnando la Regione a «considerare l'agricoltura e in
particolare la zootecnia non solo un comparto economico di particolare videnza,
ma anche un valore sociale».
( da "Finanza e Mercati"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il 2009 sarà l'anno
del capitale garantito da Finanza&Mercati del 14-05-2009 Il 2009 sarà
l'anno dei prodotti strutturati a capitale garantito. Complice la crescente
diffidenza degli investitori all'indomani della crisi finanziaria che, in particolare
dopo il crollo di Lehman Brothers, pesa sulle vendite di certificati e polizze
index linked. Secondo le stime sull'anno in corso di Exane Derivatives, fatte
sulla base dei dati raccolti il primo trimestre, il volume dei prodotti
strutturati venduti in Italia crescerà del 18%, passando da 44 a 52
miliardi di euro. In crescita, del 6%, il numero delle emissioni, che passerano
da 1.600 a 1.700. A spingere in su il mercato saranno, in particolare, i
prodotti a capitale garantito come le obbligazioni strutturate e i fondi a
formula (ovvero fondi in cui l'investitore è proprietario dell'attivo e in caso
di fallimento della società di gestione può recuperare il capitale). Quanto
alle prime, calerà il numero delle emissioni (pari a 280, dalle 410 del 2009)
ma cresceranno i volumi (pari a 45,5 miliardi, dai 33 miliardi del 2008), segno
di un flight to quality verso gli emittenti considerati più sicuri. Per i fondi
a formula, le stime sul 2009 indicano un raddoppio del numero delle emissioni
(a 20, dalle 10 del 2008), e dei volumi (dagli 800.000 del 2008 euro a 1,5
miliardi di euro nel 2009). Le note dolenti arrivano dai certificati e dalle
polizze assicurative index linked: nel 2009 crescerà il numero dei certificati
emessi (a 1250, dai 920 dello scorso anno), ma diminuiranno i volumi (a 3
miliardi, dai 4,2 dello scorso anno), segno che per convincere l'investitore
scettico, banche e Sim emetterano un maggior numero di prodotti, diversificando
la propria offerta, a cui però non seguirà un'adeguata risposta del pubblico.
Quanto alle index linked, il calo riguarda sia il numero (da 260 a 150) e dei
volumi (da 6 a 2 miliardi di euro).
( da "Tempo, Il" del
14-05-2009)
Argomenti: Crisi
stampa
Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in «rosso» ma la crisi finanziaria continua a
tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre mesi del 2009 della
compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8 milioni di profitti, nonostante
1,5 miliardi di euro di svalutazioni generate dalla crisi dei mercati. I conti delle Generali, anche se
in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008, hanno comunque
mostrato decisi segnali di ripresa rispetto all'ultimo trimestre dell'anno,
chiuso con una maxiperdita di 809 milioni. Se l'utile ha sofferto la crisi finanziaria, a livello di fatturato le Generali hanno
tenuto: la raccolta premi complessiva è stata di 18,5 miliardi di euro (+0,3%)
rispetto allo stesso periodo del 2008, saldo di una sensibile crescita nel
settore danni (+3,4% a 6,6 miliardi) e di una lieve flessione del settore vita
(-1,4% a 11,9 miliardi). Proprio sul fronte vita, il direttore generale e
finanziario Raffaele Agrusti ha parlato di «segnali positivi» ad aprile a
conferma del «trend di crescita registrato nei mesi di febbraio e marzo». Per
quanto riguarda il settore Rc auto Agrusti ha annunciato un aumento medio dei
premi del 4% («pensiamo che la guerra tariffaria sia finita») con effetti «che
si manifesteranno nell'ultimo trimestre dell'anno».
( da "Tirreno, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina
6 - Viareggio Crisi e investimenti, un incontro CAMAIORE. Come si è arrivati
alla crisi finanziaria mondiale? Che momento della crisi si sta
vivendo? E' possibile uscirne, e come? A queste domande si cercherà di
rispondere nell'incontro organizzato questa sera, alle 21, nella sala Bianchi
di via delle Muretta. Un'iniziativa promossa dalla Banca Network Investimenti, settore
internet della Banca Popolare e della Cassa di Risparmio di Lucca. Titolo della
serata sarà "E ora cosa?". L'ingresso è aperto a tutti; il relatore
principale sarà Roberto Masieri del gruppo bancario. Tra gli organizzatori
anche Sergio Mottola. «L'intento è quello di fornire una corretta informazione
ed una corretta valutazione della crisi in atto. Noi
forniremo - dice - un'analisi strategica della situazione e presenteremo delle
possibili vie di uscita». La serata di Camaiore non è una novità per la BNI,
che ha già organizzato convegni simili in altre 7-8 località toscane.
Sull'iniziativa c'è anche il patrocinio del Comune di Camaiore. Un aspetto che
lascia perplesso il Pd. In particolare il consigliere Simone Leo: «Per quale
motivo - chiede - il Comune concede il patrocinio ad un'iniziativa organizzata
da una banca privata? Quale sarebbe il beneficio per la collettività? Sarà solo
una banca che viene ad offrire le sue prestazioni finanziarie». A rispondere è
lo stesso Mottola. «Saranno toccati temi e presentate soluzioni di carattere
generale. Non offriremo alcun servizio. Anche perché non sarebbe possibile,
avendo davanti una platea disomogenea. Se qualcuno fosse interessato alle
nostre offerte dovrà contattarci successivamente, non in quella sede».
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
CRONACA TERNI pag.
22 Piano anti-crisi destinato alle aziende Stanziati
cinquecentomila euro: fondo speciale assegnato a Confidi CAMERA DI COMMERCIO
MISURE STRAORDINARIE PER SUPERARE LE DIFFICOLTA' TERNI «IN UN MOMENTO di
problemi acuti, servono interventi straordinari», così per
aiutare le imprese ternane alle prese con le difficoltà generate dalla crisi finanziaria internazionale, la
giunta della Camera di Commercio ha varato specifiche iniziative. Un vero e
proprio «pacchetto anti-crisi» del valore complessivo di 500mila euro, risorse che si aggiungono
agli interventi d'ordinaria amministrazione e che vanno quindi a superare i due
milioni di euro. Il primo elemento del «pacchetto» è relativo
all'ulteriore rafforzamento, con 120mila euro, delle risorse destinate ai
Confidi provinciali per facilitare l'accesso al credito delle imprese.
«Innalzando la quota delle nostre risorse destinate ai Confidi sottolinea il
presidente della Camera di Commercio, Mario Ruozi Berretta arriveremo nel corso
dell'anno a incrementare in misura considerevole il loro fondo a garanzia dei
rischi. Questo intervento straordinario da solo permetterà alle imprese ternane
di generare, grazie all'effetto moltiplicatorio delle garanzie, investimenti
per oltre nove milioni di euro. Un circuito virtuoso innescato attraverso i Confidi
provinciali, che hanno i requisiti per ottenere i contributi della Camera di
Commercio». Il secondo elemento di sostegno introdotto dall'associazione si
pone l'obiettivo di realizzare iniziative di natura strutturale, ossia volte a
migliorare i livelli di competitività delle imprese stesse. Per questo è stato
deciso un rafforzamento, con 380mila euro, dei contributi mirati destinati alle
aziende e finalizzati ad iniziative che andranno meglio specificate in apposito
tavolo di lavoro con le diverse associazioni di categoria. «SI TRATTERÀ in
linea di massima di contributi a bando spiega Ruozi Berretta per il
finanziamento in conto capitale ad imprese che facciano investimenti in
interventi particolari quali la sicurezza e l'immagine aziendale, l'uso di nuove
tecnologie produttive, l'internazionalizzazione, l' adozione di sistemi di
qualità dei processi e dei prodotti». Terza linea d'intervento è quella di
garantire tempi di pagamento certi ai fornitori, proprio perchè uno dei
principali elementi di criticità delle commesse alle imprese da parte della
pubblica amministrazione è relativo ai pagamenti particolarmente dilatati. «La
Camera di Commercio di Terni aderisce spiega ancora il presidente
all'iniziativa nazionale promossa da Unioncamere di assicurare, salvo casi
eccezionali, il pagamento dei propri fornitori entro trenta giorni dal
ricevimento della fattura. Per contrastare gli effetti di questa grave crisi economica le Camere di commercio di sono mosse su
tutto il territorio nazionale con iniziative di carattere straordinario per
aiutare le imprese locali alle prese con le difficoltà generate dalla crisi internazionale. In oltre l'80% degli enti camerali
sono state varate iniziative in più ambiti». Image: 20090514/foto/8531.jpg
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
MODENA PRIMO PIANO
pag. 2 Affitti e inquilini morosi Boom di cause civili Sfratti, aumenti record
I proprietari: «Ma noi paghiamo le tasse» di PAOLO GRILLI CRISI economica, ma
anche di valori. Nei condomini di Modena, negli ultimi mesi, è in atto una
inesorabile e dolorosa disgregazione che racconta molto dei nostri tempi. E gli
sfratti, il cui numero si è impennato negli ultimi mesi, rappresentano l'indice
di una convivenza che si fa sempre più difficile sotto lo stesso tetto. Sono
980 quelli effettuati nel 2008 (comprendendo, quindi, solo
parte della crisi finanziaria attuale), e nel 98 per cento dei casi sono dovuti a morosità
degli inquilini che, per reale impossibilità o meno, finiscono per non pagare
l'affitto. IL COMUNE è già corso ai ripari pubblicando, con la collaborazione
di 15 amministratori condominiali e della Circoscrizione 1, un vademecum' per
rendere la vita di condominio più gestibile. Si chiama Dal condominio
alla città' e indirizza i cittadini alle migliori scelte in materia di utenze e
gestione dei rifiuti, spiegando poi in quali casi richiedere l'intervento delle
forze dell'ordine, rivolgersi al giudice di pace per avviare un contenzioso o
al Punto d'accordo' del Comune per trovare una mediazione attraverso il dialogo
e il confronto. Non è casuale che il libretto di quaranta pagine sia stato
tradotto in inglese, francese e romeno. Il 60 per cento degli sfratti per
morosità colpisce nel Modenese cittadini stranieri, in particolar modo quelli
magrebini. «CONFERMO, solo negli ultimi tre mesi gli sfratti sono aumentati del
20 per cento dice Arrigo Guiglia, vice-presidente di Confedilizia Modena ma non
ne farei un discorso di nazionalità. Piuttosto, vorrei sottolineare il rapporto
carente che c'è tra proprietari e inquilini. Bisognerebbe che le parti si
incontrassero per snellire le procedure in caso di morosità. Faccio presente
che molti proprietari sono costretti a pagare le tasse sugli immobili affittati
anche per un anno, prima che lo sfratto divenga esecutivo. E a queste si
sommano le spese legali. Come risolvere queste problematiche? Una tassazione
inferiore sugli immobili affittati aiuterebbe proprietari e inquilini. Oggi
supera il 50 per cento». MOLTI intestatari degli immobili, negli ultimi tempi,
assistono alla fuga degli inquilini che non pagano. La beffa che si somma al
danno. «Noi puntiamo a riavvicinare due parti che paiono sempre più distanti
dice Nadia Bonettini, amministratrice di condominio che ha partecipato alla
stesura del libretto anti-conflitti distribuito in città . Non neghiamo che
all'origine di molti contrasti ci siano gravi problemi economici, ma bisogna
incentivare la collaborazione, la comprensione tra condòmini. Oggi c'è
nervosismo, pochissima disponibilità a incontrare le esigenze di chi vive
accanto a noi e una capacità quasi nulla di ammettere le proprie colpe. E i
problemi emergono già, molto evidenti, nella gestione delle spese condominiali.
Dal canto nostro, come amministratori, sappiamo di poter attirarci critiche per
il nostro compito che è comunque necessario e molto complesso». Image:
20090514/foto/7506.jpg
( da "Manifesto, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
DIARIO DELLA CRISI
Usa, 1,3 milioni di pignoramenti Galapagos Foreclosures: «April was a shocker»,
era il titolo di apertura della Cnn di ieri. Ma la notizia dei pignoramenti non
sembra «aver colpito» Timothy Geithner, il segretario Usa al tesoro che vede
segnali positivi nel settore immobiliare e addirittura una ripresa graduale.
Eppure la notizia sui pignoramenti lascia poco spazio alla speranza: in aprile
è stato segnato un nuovo record,: un proprietario di casa su 347 ha ricevuto lo
scorso mese l'avviso che le banche stanno per sfilargli la casa o già gli è
stata tolta. E dall'inizio della crisi nell'agosto
2007 sono già 1,3 milioni i cittadini Usa che hanno perso la casa. A fine 2009
potrebbero diventare 3,4 milioni, soprattutto se la disoccupazione seguiterà ad
aumentare. Ma le brutte notizie non si fermano ai pignoramenti: le richieste
settimanali di mutui negli Usa crollano trainate da una discesa delle domande
di rifinanziamento, che rappresentano oltre il 70% del totale delle richieste.
Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste negli ultimi sette giorni
sono scese dell'8,6%, mentre i rifinanziamento sono arretrati dell'11,2%.
Sheila Bair, presidente della Federal Deposit Insurance ha dichiarato - in
contrasto con Geithner - che per una ripresa del settore immobiliare bisognerà
aspettare almeno due anni. Altra pessima notizia negli Usa è arrivata dalle
vendite al dettaglio e dai prezzi all'import. Le prime sono scese in aprile
dello 0,4% mensile, mentre su base annua la caduta è del 10,1%. E sono state
riviste (al ribasso) anche le variazioni di febbraio (-1,2%) e marzo (-1,3%).
In dodici mesi le vendite di carburanti sono crollate del 36,4%, mentre le
vendite di veicoli sono arretrate del 20,7%. Per quanto riguarda i prezzi
all'import, in aprile sono saliti dell'1,6%, mentre su base annuale si registra
una caduta record del 16,3%. I prezzi all'import dei prodotti petroliferi
hanno, invece, registrato un progresso del 15,4%, salendo per il terzo mese
consecutivo e mettendo a segno maggiore rialzo dal marzo 2002. Su base annua,
però, sono diminuiti del 49,8%. La crisi in Giappone
assume la forma di una vistosa caduta in marzo (-48,8%) su base annua del
surplus della partite correnti a causa del forte decremento delle esportazioni
(-46,5%). Dalla Cina, invece, arriva una notizia per loro terribile: in aprile
la produzione industriale è aumentata solo del 7,3%. Nel primo trimestre
dell'anno la crescita è stata pari al 5,1% annuo (+16,4% del primo trimestre
2008) e del 5,5% nei primo quattro mesi. un po' meglio vanno, invece, le
vendite al dettaglio salite sempre in aprile del 14,8%. Nei primi quattro mesi
del 2009, tuttavia, l'incremento è stato del 15% contro il 21,6% del 2008.
Secondo Eurostat la produzione industriale della Ue in marzo è diminuita
ulteriormente del 2,0%, ma il ritmo di decrescita è più lento rispetto a quello
dei mesi scorsi. In Italia a marzo la produzione è scesa del -4,6% rispetto a
febbraio e del 23,8% rispetto a marzo 2008. Eppure c'è che seguita a ripetere
che l'Italia va meglio degli altri paesi. Infine la Germania: il governo ha
approvato un progetto di legge che permetterà di creare le cosiddette «bad
banks» in cui far confluire gli asset tossici degli istituti. Scopo del progetto è quello di evitare agli istituti di credito
di abbassare immediatamente il valore degli attivi, svalutati per effetto della
crisi finanziaria perché ci
sarebbe un effetto negativo sulla disponibilità delle banche di erogare credito
alle imprese.
( da "Manifesto, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
global news SE LA
FERRARI NON FA NOTIZIA a cura Francesco Paternò Sarà pur vero che la Formula 1
senza la Ferrari è come Parigi senza la Tour Eiffel, nota Michele Serra sulla
Repubblica, ma la vera notizia è un'altra. Il minacciato ritiro della Rossa dal
campionato automobilistico mondiale non ha fatto notizia. O quasi.
Intendiamoci: titoli e righe stanno ovunque, ma in piccolo, senza commenti e
con molti se e molti ma. Sulla home page dei siti di Quattroruote e di
Autosprint, i due periodici di riferimento per questo mondo, non c'è traccia di
dibattito. Insomma, sembra proprio una non-notizia, che parlando di Ferrari è
forse un segno dei tempi. Un motivo in più per andare a vedere l'effetto che
fa. * * * Il più curioso è il Wall Street Journal Europe, che mette la news tra
le brevi della sezione Global Business. Il problema è che la mette sotto il
titolo: Fiat Spa. Siccome la Ferrari è roba di Sergio Marchionne, non merita un
titolo a sé. Quale miglior commento? Il Financial Times fa uno sforzo in più,
perché infila la notizia in prima pagina, rimandando però a un trafiletto di
pagina 14. «Strada alternativa», dice il titolo, spiegando che il minacciato
ritiro dal campionato Fia è causato principalmente dal tetto di spesa di 40
milioni di sterline che la Federazione vuole imporre a ogni squadra. Un tetto?
Apriti cielo. Come dice Flavio Briatore, greve quanto efficace capo della
Renault, mica la Formula 1 «è roba per poveri». Il quotidiano sportivo spagnolo
Marca specifica: «La Ferrari minaccia di lasciare la F1 se non le lasceranno
spendere quello che vuole». * * * Cercando qua e là, fa impressione il
quotidiano spagnolo El Pais che affida il guanto di sfida di Maranello a un
colonnino di pagina 60, «La Ferrari minaccia di andarsene dalla F1», mentre il
britannico Guardian a pagina 31 fa scrivere un pezzettino a un sospetto
Hamilton (Maurice, il collega ci perdoni la facile battuta sull'omonimia del
pilota rivale di Maranello). L'aria che tira la spiega con un bel titolo il
quotidiano francese L'Equipe: «Il Grande Bluff». Chi ci crede che la Ferrari va
davvero via, come potrebbe la Tour Eiffel muoversi da sola e lasciare Parigi
senza? Repubblica.it gira il tutto a un blog, dove riceve - e finalmente! -
circa 300 commenti in 24 ore. Con una rapida occhiata, si capisce che la
maggior parte dei lettori sta dalla parte di Luca Cordero di Montezemolo,
contro il duo Max Mosley e Bernie Ecclestone. Ma su Internet non è come sui
giornali, mica c'è la linea da salvaguardare. Così il dibattito va su tutto ma
proprio tutto, in particolare sui soldi e sui diritti tv, che sono poi il vero
autoscontro. Tant'è che alle 11:58 di ieri, un tipo che si firma maicolnait la
mette giù dura: «Ah ah ah perché la formula 1 è mai stato uno sport? Ma che
chiudano tutto e vadano al parco la domenica». Sfruguliante a ore 09:00 quello
che firma freccia verde: «Frottole, l'unico interesse delle alte sfere Ferrari
(e politicanti italici che le ruotano attorno) sono i soldi
e il protezionismo. Ferrari
perde in tecnologia e professionalità? Avanti gli avvocati, e cambiare le leggi
a proprio favore. Soluzione tipicamente italiana, alla berlusca. E poi, lo
sapete o no che negli ultimi tre anni il personale della gestione sportiva
ferrari è stato ridotto a meno della metà, per non parlare dei tagli enormi ai
fornitori esterni, compresi quelli della gestione industriale? E
bilancio in calo continuo. Come si fa ricerca in queste condizioni?». Sul sito
Ferrari.it, Montezemolo per non sbagliarsi abbraccia tutti: «Grazie per il
vostro sostegno».
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
PRIMO PIANO FIRENZE
pag. 5 Il complicato affare del «mattone rosso» Una trentina di circoli
nell'Immobiliare LA STORIA DEI PASSAGGI DI PROPRIETA' E DELLE SOCIETA' NON È
FACILE ricostruire dettagliatamente i «rogiti» e i passaggi immobiliari della
galassia delle case del popolo e circoli fiorentini. Troppi cambiamenti
societari, troppe trasformazioni di partito e frammentazioni di quello che fino
al 1991 era il «monolite» Pci e poi si è atomizzato in una serie di sigle, di
rotture e metamorfosi, che inevitabilmente hanno avuto ripercussioni anche sul
fronte del mattone. Ogni casa del popolo fa storia a sè, ovviamente anche a
Firenze. La maggior parte ha proprietari gli stessi soci, che a volte si
riuniscono in associazioni o cooperative. Altre volte, almeno in passato, hanno
affidato la proprietà ad altri soggetti, sempre interni al partito. Compagni
fidatissimi a cui affidare, tramite rapporto fiduciario, un bene immobile di
valore. Molto cambiò nel 1995. I debiti miliardari de L'Unità
e lo stato di gravissima crisi finanziaria delle casse del partito, obbligarono i tesorieri a usare la leva
immobiliare per avere dalle banche i finanziamenti necessari alla
sopravvivenza. Anche a Firenze alcune case del popolo furono usate per ottenere
prestiti. Oggi ci sono 281 case del popolo e circoli a Firenze e
nell'hinterland, più 68 nel Valdarno fiorentino e oltre ottanta
nell'empolese. Più o meno una trentina di immobili sono passati sotto la
Società Italiana Terreni e Fabbricati, ovvero l'Immobiliare della Quercia di Firenze,
con tanto di sottoscrizione di quote e di azioni da parte di iscritti e
militanti. Un valore imobiliare che potrebbe aggirarsi dai 7 ai 15 milioni di
euro, a seconda di come si considerano i vari «cespiti». Nella testa degli
ideatori del dossier «mattone rosso» c'era una blindatura delle proprietà delle
case del popolo, basata però sull'affidabilità dei vari responsabili e
prestanome. Ma c'è una crepa in ogni cosa, perfino nelle solidissime mura dei
circoli Ds.
( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
REGGIO pag. 7 NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio 2008 de... NONOSTANTE LA CRISI finanziaria internazionale, il bilancio
2008 della Fondazione Manodori si è chiuso con un avanzo di circa 29,2 milioni
di euro. La cifra, cospicua, ha permesso di rispettare gli obiettivi di
erogazione che Palazzo del Monte si era dato per il 2008: 9,6 milioni di
euro a disposizione del territorio reggiano per sostenere progetti ed
iniziative di enti pubblici, istituzioni culturali e religiose, strutture
sanitarie, associazioni, cooperative sociali, oltre allo 0,8 per la Fondazione
per il Sud e 0,8 per il Fondo per il Volontariato della Regione Emilia Romagna.
LA FONDAZIONE ha accantonato 7,3 milioni dell'avanzo per conservare la propria
solidità, mentre 1,5 milioni sono stati messi a a riserva per l'integrità dello
stesso patrimonio e 5,8 per la riserva obbligatoria. Incrementato di 2,5
milioni di euro il fondo di stabilizzazione erogazioni, che consente di
continuare ad erogare contributi anche in momenti di difficoltà finanziaria. Novità anche sul fronte immobiliare: 7 milioni
sono stati destinati al fondo per l'acquisto e il restauro di Palazzo da Mosto
e Palazzo ex Ancelle. Sul fronte delle partecipazioni, la Manodori è uscita
della Banca popolare di Intra (valore 426mila euro), ha 118 milioni investiti
in Unicredit (pari allo 0.9% del capitale), 10 milioni in Enia, quasi 6 in
Enel. LE PARTECIPAZIONI non quotate sono nella Cassa depositi e prestiti
(valore 5 milioni), Par.Co. (1,3 milioni), Development Capital (poli
liquidato), Studio Alfa (poi controllata da Greenvision Ambiente, 598mila
euro), Reggio Emilia Innovazione (33 mila euro), Centro ricerche produzioni
animali (valore a bilancio 1 euro), Reggio Children (197mila euro), Ifoa (1
euro), Fondazione per il Sud (1 milione 154mila euro), Fondazione Dopo di noi
Onlus (50mila). Sei milioni e ottocentomila euro provengono invece da altri
titoli l'immobiliare Real Emerging, Torre Re Fund 1 e Innogest Capital con un
guadagno pari al 243%.
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
VETRINA SAN MARINO
pag. 19 IL GOVERNO ieri è tornato prepotentemente sul tema: crisi
finanziaria-bancar... IL GOVERNO ieri è tornato
prepotentemente sul tema: crisi finanziaria-bancaria con il riferimento particolare alla vicenda Carisp.
Gabriele Gatti non ha avuto timore nel ricordare come abbia avuto incontri con
i vertici della Cassa e della Sopaf (una dei soci della Carisp dentro
all'Holding Delta). "E' in corso una lite giudiziaria, mio compito
è trovare il modo di far dialogare le parti. Non ho mai ingerito nella vicenda
anche se devo ammettere che ho simpatie per il nostro maggiore istituto
bancario". Motivo di questa precisazione i sospetti mossi da alcuni membri
dell'opposizione di aver interferito nella triste vicenda di questi giorni. Da
qui tornare alle meniopolazioni di Report e del suo servizio su Rai3 il passo è
stato breve: "Sono stato certamente ingenuo". Storia già nota,
questa; ma allora quali novità dall'incontro (l'ennesimo in due giorni) con i
media locali? Ecco la prima: " Il governo è e sarà fortemente impegnato su
tre versanti: ricostruire l'immagine reale e positiva del Paese; proseguire
sulla strada della trasparenza e della conclusione degli accordi con l'Italia;
restare vicino al sistema bancario, e in particolare, in questo momento, alla
Cassa di Risparmio". Lo ha dichiarato sottolineando i passaggi Gabriele
Gatti con al suo fianco metà esecutivo (Valeria Ciavatta, Marco Arzilli,
Antonella Mularoni e Fabio Berardi). Il segretario esteri Antonella Mularoni si
è anche impegnata a cercare, prima dell'inizio delle vacanze estive, l'accordo valutario
e risolvere le doppie imposizioni; problemi che le ultime vicende hanno fatto
passare in seconda linea: « Il sottosegretario per gli Esteri italiano Alfredo
Mantica, incontrato a Madrid - ha spiegato la Mularoni - mi ha garantito la
massima disponibilità per trovare assieme delle soluzioni". Anche Sinistra
Unita di Sinistra Unita. ha esaminato il difficile momento: «Ritieniamo che
l'atteggiamento responsabile non sia quello di mettere la testa sotto la sabbia
e negare i problemi del nostro Stato; non è quello di inveire contro le procure
o contro Report, non è quello di scaricare i vertici Carisp e nemmeno quello di
dare vuote solidarietà al sistema senza agire per risolvere le cause che hanno
portato a questa situazione». Image: 20090514/foto/11378.jpg
( da "Nuova Ferrara, La"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Sullo sfondo i
problemi di Porto Marghera e il costo-paese «Chiuderemo gli impianti deboli»
Covezzi (LyondellBasell): sull'Italia decisioni entro quest'anno Il centro
Natta di Ferrara resta una miniera d'oro crisi finanziaria alla fine Il 2009 sarà
decisivo per la chimica ferrarese. Le ripercussioni delle vicende di Porto
Marghera si faranno sentire in maniera più o meno decisiva anche sul
petrolchimico, mentre ancora non si conoscono gli effetti della
ristrutturazione avviata da LyondellBasell sugli impianti produttivi. Un
campanello di allarme su entrambi i fronti lo suona il numero uno del colosso
americano in Italia, Massimo Covezzi, che però ricorda anche come la ricerca
resti un punto di forza non ridimensionabile per Ferrara. Covezzi ha affidato
ad un'intervista sul portale Polimerica il compito di fare chiarezza sulle
notizie circolate nei giorni scorsi anche al petrolchimico, che davano in
pericolo anche gli impianti produttivi di catalloy e XXIVº. Il passaggio chiave
su questo punto, che discende dalle necessità a livello mondiale di tagliare
circa 5.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti chiudendo una ventina
d'impianti, è questo: «La crisi ha creato
sovracapacità. Occorre quindi fermare gli impianto obsoleti e meno produttivi,
in altre parole i più "deboli". Sono già state individuate alcune
unità di questo tipo, tra cui un cracker in Nordamerica (Chocolate Bayou,
Texas) e un impianto Ldpe in Francia (Fos-sur-Mer). Stiamo ancora valutando
quali altri impianti fermare». Si può escludere la chiusura d'impianti
produttivi in Italia? «Non posso escludere chiusure in Italia, come in
qualsiasi altro Paese dove la società è presente. La decisione - risponde
Covezzi - su quali impianti fermare sarà presa nel corso di quest'anno». E' il
prezzo pr l'uscita veloce del gruppo dal Chapter 11, cioè la procedura di
fallimento pilotato attraverso la quale è stato ottenuto un mega-finanziamento
di 8 miliardi di dollari: l'obiettivo è uscirne entro l'anno, ma «per
ristrutturazione degli asset e il controllo dei costi ci vorrà più tempo». Il
manager, che è senior vice president di LyondellBasell, riconosce che a livello
di mercato «il trend discendente sembra essersi fermato, in Italia come nel
resto dell'Europa»: la situazione resta «critica» nel comparto dell'automotive,
sul quale lavora il nostro catalloy. La vera polizza vita per lo stabilimento
non sono tanto gli impianti produttivi quanto il centro ricerche Natta, «il 40%
del polipropilene mondiale utilizza tecnologie e catalizzatori sviluppati e
realizzati a Ferrara», ricorda Covezzi, e le attività italiane del gruppo
«hanno potuto beneficiare del fatto che oltre il 50% dell'Ebtda (l'utile lordo,
ndr) è legato alla ricerca, alla vendita dei catalizzatori e al licensing di
tecnologie». Di recente è stato possibile, tra l'altro, risparmiare il 15-18%
della plastica impiegata nelle condotte idriche, grazie alle nostre tecnologie.
Covezzi parla anche dell'altro fronte "caldo" della chimica, i
problemi di Porto Marghera che rischiano di bloccare la fornitura anche di
propilene a LyondellBasell. «Esiste una forte interconnessione tra gli impianti
di Ferrara e il petrolchimico di Porto Marghera per quanto concerne la
fornitura di materie prime - sottolinea il manager - Certo è che la struttura
dei costi non premia l'Italia: le materie prime costano di più, l'energia è più
cara del 30-35% rispetto a Francia o Germania, e per alcuni siti anche muovere
le merci è più oneroso, con un divario che può toccare 35-40 euro a tonnellata,
che in molti casi rappresenta il margine di guadagno per prodotti commodities.
Nel complesso siamo meno competitivi proprio nei "fondamentali"». Una
sottolineatura da non trascurare. (s.c.)
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
CORSICO ROZZANO pag.
27 «Meno sprechi meno tasse»: casse risanate PIEVE COMUNE PIEVE EMANUELE A
GIUGNO la Giunta guidata dal sindaco Rocco Pinto compie due anni, periodo
durante il quale sono state risanate le casse. Infatti sono stati approvati il
bilancio di previsione 2009 e quello consuntivo 2008. L'amministrazione lancia
il motto "meno sprechi e meno tasse". Quest'anno, nel predisporre il
documento contabile, si è dovuto tener conto della crisi finanziaria che ha condotto
l'economia mondiale ad una vera e propria recessione. Un bilancio di previsione
ad impianto federalista. E in quest'ottica si è deciso di non aumentare
assolutamente alcuna tariffa o retta per i servizi comunali, tagliando quelle
spese improduttive e abbassando la quota di mutui accesi rispetto a quanto è
accaduto nel recente passato. «Nonostante le difficoltà in cui versa
l'ente - dice l'assessore al Bilancio Antonio Cerminara - si è conseguito il
migliore risultato degli ultimi anni». Mas. Sag.
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Focus Vuota data: 14/05/2009 - pag: 9 I consigli degli esperti Per i
risparmiatori è il momento degli acquisti Gioielli o pietre sciolte e due anni
di pazienza Un diamante è per sempre. Lo slogan della De Beers, colosso
mondiale del settore delle gemme, viene sempre in mente quando si parla di tali
pietre. Forse per questo comunemente si pensa che comprare diamanti sia un
acquisto definitivo e non invece una proficua forma d'investimento a medio
termine. Certo, non per tutti. Il budget di partenza è significativo, maggiore
di un investimento in Borsa anche se minore di quello necessario per acquistare
un box auto in una grande città. La relativa popolarità di questa forma
d'investimento è addebitabile anche alla scarsa conoscenza delle regole di
funzionamento del settore, assai complesso. Eppure qualcosa sta cambiando: il
clamoroso fallimento delle speculazioni finanziarie in tutto il mondo sta
spingendo molti risparmiatori a riconsiderare i «beni-rifugio». Come appunto
oro e diamanti. Ne sanno qualcosa i diamantaires (intermediari) che, in questi
mesi, hanno visto con sorpresa crollare le vendite all'ingrosso e aumentare le
richieste per investimento. Proprio ai meccanismi che dominano il mercato di
queste gemme è dedicato il libro «Investire in diamanti» (Franco Angeli
editore) di Antonella Baccaro e Fabio Cascapera, intermediario del settore,
componente delle Borse di Anversa e Singapore. La prima regola per chi vuole
comprare un diamante, è chiedersi il perché: investire in questo settore
richiede una grande passione per le pietre visto che per disinvestire ci vuole
tempo e molto del vantaggio sta nel godere dell'acquisto fatto. Comprare un
gioiello già pronto o pietre sciolte da montare dipenderà solo dai gusti personali.
Non si può prescindere in ogni caso dal budget a disposizione: su Internet è
possibile trovare offerte di investimento in diamanti a partire da 4-5 mila
euro. Il sistema di solito è questo: ci si rivolge a una società specializzata,
che raccoglie somme e investe in un acquisto che nessuno dei singoli
partecipanti potrebbe permettersi. Alla fine ci si ritroverà tra i fruitori
dell'acquisto senza però poterne seguire personalmente tutte le fasi. Per
essere veramente protagonisti dell'operazione bisogna avere a disposizione
perlomeno 50 mila euro. A questo punto il passo successivo è la scelta del
gioielliere di fiducia cui affidarsi. Il mercato è strutturato in diversi
passaggi: i primi tre, produttore, tagliatore, grossista, prevedono ricarichi
contenuti, intorno al 5-10%. Il gioielliere invece ha ricarichi sempre a due
cifre perché immobilizza il capitale più a lungo. Per essere in linea con gli
«studi di settore», il fisco ritiene che il commerciante debba avere un
ricarico intorno al 65%. Quanto ai tempi del disinvestimento non sono brevi:
minimo due anni. Prima della crisi, che ha depresso il
mercato, l'apprezzamento annuo del diamante era del 7%, al
netto del cambio in dollari, la valuta utilizzata per le transazioni. I colossi
del settore però sono determinati a riportare il mercato ai livelli di prima
della crisi finanziaria.
Forse per questo, secondo il libro, è più che mai il momento di comprare.
Stefania Tamburello
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 14/05/2009 - pag: 5 Il dossier Dopo il calo dei Bot
ai minimi storici Btp e Cct, è caccia ai rendimenti Quota 3% con la scadenza
giusta Julius Baer: è il momento di puntare sui titoli legati all'inflazione
MILANO I Bot, l'approdo più sicuro in assoluto per i risparmi degli italiani,
hanno ormai un rendimento vicino allo zero. Stando ai risultati dell'asta di
martedì scorso, per esempio, quelli a scadenza annuale rendono lo 0,96% al netto
delle tasse, ma ancora meno se si tiene conto delle commissioni bancarie.
Secondo la rilevazione dell'Assiom, l'associazione che riunisce gli operatori
sui mercati dei capitali, applicando le tariffe
massime si può scendere allo 0,69%. Per i trimestrali addirittura allo 0,36%.
Insomma, se per il Tesoro questo trend può essere un vantaggio, perché
diminuisce il costo del debito pubblico, per chi investe in titoli di Stato la
convenienza è al minimo. «Siamo arrivati a livelli non più comprimibili», osserva
Vittorio Gaudio, responsabile Asset management di Banca Mediolanum. D'altra
parte, aggiunge, «non c'è nulla di anomalo, se si pensa che l'Euribor (il tasso
interbancario, ndr) è oggi all'1,28% e che lo stesso tasso di riferimento della
Bce ha toccato il livello minimo dell'1%». Sì, ma allora conviene ancora
puntare su Bot, Cct e Btp? Come si può ottenere una remunerazione maggiore
senza uscire dall'ambito dei titoli pubblici? I risparmiatori ormai l'hanno
capito: più cresce il rendimento, più sale il rischio. Un meccanismo che vale
per ogni tipo di investimento. Se, dunque, si cerca la sicurezza massima
bisogna accontentarsi di poco. Dopo le turbolenze che hanno interessato nell'ultimo anno i mercati finanziari e le difficoltà di banche e istituzioni che sembravano
solidissime, di affidabile è rimasto soltanto lo Stato. Così, le famiglie
pagano con una minore remunerazione la garanzia di una maggiore tranquillità.
Al di là di ogni altra considerazione contingente (la crisi, la scarsa
liquidità del sistema, la stretta al credito), gli italiani mantengono
una delle più alte propensioni al risparmio del mondo. E chi è riuscito a
salvare, in tutto o in parte, un po' di liquidità, ora va giustamente alla
ricerca del modo migliore in cui impiegarla. È il caso, dunque, di
accontentarsi dell'ormai minimo rendimento dei Bot? Oppure c'è qualche altra
strada, sempre nell'ambito dei titoli pubblici, un po' più conveniente? «La
cultura del risparmiatore italiano è sostanzialmente orientata al breve
periodo», osserva Massimo De Palma, responsabile Asset Management di Julius
Baer Sgr. Ed è proprio questo il limite principale alla possibilità di
guadagnare di più. Basta, infatti, rivolgersi a titoli di durata più lunga per
trovare rendimenti più interessanti. Il Btp con scadenza 1 marzo 2012, per
esempio, rende il 2,35% lordo e il 2,08% al netto delle tasse (a questo
risultato si arriva combinando la cedola facciale, pari al 3% lordo, con la
quotazione attuale sul mercato secondario, che supera il valore nominale). Se,
poi, si vuole andare su scadenze ancora più lunghe, la remunerazione crescerà
in proporzione. Il Btp che sarà rimborsato nell'agosto del 2015, cioè fra poco
più di sei anni, oggi rende per esempio il 3,38% (che scende però al 2,98% al
netto del Fisco). Ma vale la pena impegnarsi per un tempo così lungo? Secondo
gli esperti, non appena l'economia accennerà a riprendersi ripartirà anche
l'inflazione. E di conseguenza tutto il sistema dei tassi si adeguerà. Perciò,
in previsione di un rialzo che potrebbe attuarsi fra uno o due anni, il
consiglio è quello di puntare su titoli a tasso variabile. «Nel breve periodo è
il parere di De Palma il problema dell'inflazione non si pone. Guardando più
avanti, tuttavia, è possibile che la tendenza si manifesti. Per questo è certamente
conveniente mettere in portafoglio titoli con una cedola indicizzata, meglio se
il meccanismo di adeguamento non è troppo lungo. E con una durata non
eccessiva: penso, per esempio, al 2014 come limite massimo». I titoli dello
Stato italiano con queste caratteristiche, però, sono i Cct (Certificati di
credito del Tesoro), le cui cedole vengono aggiornate ogni sei mesi. In una
fase di rialzo dei tassi d'interesse, che potrebbe avvenire con una forte
accelerazione, il semestre potrebbe essere un periodo troppo lungo. Giacomo
Ferrari gferrari@corriere.it
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 -
pag: 43 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari A picco Banco Popolare e Fonsai
La frenata delle vendite al dettaglio negli Usa ma soprattutto una raffica di
risultati trimestrali in prevalenza negativi hanno fatto virare al ribasso
Piazza Affari che, dopo un avvio positivo, ha invertito la rotta finendo
per chiudere con l'indice S&P-Mib in calo del 4,70% e il Mibtel giù del
3,91%, con volumi sempre consistenti (il controvalore degli scambi è salito
ieri a oltre 4,6 miliardi di euro). Questa volta la Borsa italiana è stata la
peggiore in Europa, dove i principali listini hanno ceduto in media poco più
del 2%. Bancari e assicurativi hanno trascinato al ribasso soprattutto
l'S&P-Mib, l'indice dei titoli principali. E Banco Popolare e Fondiaria-
Sai sono stati i valori più colpiti. Entrambi hanno registrato flessioni a due
cifre (rispettivamente -13,42% e -10,94%). Ma i due comparti presentano una
lunga serie di segni fortemente negativi. Banca Popolare Milano, per esempio,
ha ceduto il 9,09%, seguita da Intesa-Sanpaolo (-8,24%), Unicredit (-7,66%) e
Ubi Banca (-7,6%). Tra gli assicurativi il risultato peggiore è stato quello di
Unipol (-7,15%), mentre hanno limitato i danni Generali (-4,55%) e Alleanza
(-5,68%). Se, poi, dai titoli finanziari si passa a
quelli industriali, i cali più significativi all' interno del paniere dei
titoli primari sono stati quelli di Pirelli (-7,49%) e Prysmian (-7,17%),
mentre i due titoli del cemento hanno perso anch'essi oltre sette punti
percentuali (il 7,17% Buzzi-Unicem e il 7,18% Italcementi). Pochissimi, infine,
i valori in controtendenza. A cominciare da Terna, che ha messo a segno il
rialzo maggiore (+1,42%), mentre A2A è cresciuta dell'1,03%. Brilla Terna Dal
ribasso generale si salva Terna: +1,42%, maglia rosa dell'S&P-Mib
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 14/05/2009 - pag: 39 Le conversazioni Onado, i manager
e le regole mai scritte (d.d.v.) «I banchieri non sono gli untori del secolo,
ma al massimo topi nel formaggio, come avrebbe detto Sylos Labini». Si apre con
un omaggio all'indimenticato economista romano il libro («I nodi al pettine»,
Laterza editore) che il professor Marco Onado ha dedicato
alla crisi finanziaria e
alle regole mai scritte. Perché topi nel formaggio? Nel volume ricco di
citazioni da cinéphile l'ex commissario Consob sostiene che ai Ceo delle grandi
banche del mondo è stato consentito di montare una finanza «sempre più grande,
sempre più opaca, sempre più incontrollata» e si è rinunciato a formulare
regole adeguate ai rischi delle nuove attività. Sbaglia, dunque, chi
pensa che la Crisi sia stata originata da un processo di deregulation in senso
stretto, in realtà le regole per la nuova turbo-finanza non sono state mai
scritte per la pavidità dei vigilanti troppo preoccupati di ledere gli
interessi dei loro vigilati. Proprio Onado sarà protagonista della
Conversazione di questa sera all'università Bocconi di Milano e avrà come
discussant il banchiere Roberto Mazzotta.
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il
caso a Milano Campari, meno utili e meno debiti (g.fer.) Nonostante risultati
trimestrali tutto sommato soddisfacenti, Campari ha subìto ieri l'andamento
negativo di Piazza Affari, chiudendo con un calo (-2,22%) che è comunque
inferiore a quello degli indici. La società, uno dei leader mondiale nei superalcolici, ha
registrato nei primi tre mesi dell'anno vendite pari a 190,1 milioni, in calo
dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2008, e con un utile del gruppo
prima delle imposte a 38,4 milioni (-4,1%). In miglioramento la posizione finanziaria: il debito finanziario
netto ha registrato infatti una diminuzione di 23,9 milioni di euro. Luca
Garavoglia presidente Campari
( da "Corriere della Sera"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 14/05/2009 - pag: 43 Il
caso a Francoforte Allianz, pesano gli oneri Dresdner (g.fer.) Scendono gli
utili trimestrali e Allianz cade alla Borsa di Francoforte (-7,76% a 69,74 euro
dopo una seduta tutta orientata al ribasso) influenzando l'intero comparto
assicurativo in Europa. Il colosso tedesco ha registrato nel periodo un profitto di soli 29
milioni di euro, rispetto agli 1,15 miliardi dello stesso periodo 2008. Sui
conti hanno pesato, per un onere di 400 milioni, i conti della sua ex
controllata Dresdner Bank (ceduta nel frattempo a Commerzbank). La compagnia in
una nota segnala i «primi segni di ripresa nel business vita », con un utile
operativo di 402 milioni. Michael Diekmann, ceo di Allianz
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Giovedì 14 Maggio
2009 Chiudi di FLAVIO POMPETTI NEW YORK - I consumatori americani non credono
ancora alla fine della crisi: i dati della spesa del mese di aprile (-0,4/)
mostrano un paese ancora piegato su se stesso a leccarsi le ferite e incapace
di riprendere la corsa della crescita. Gli analisti che aspettavano una lettura
più o meno piatta per il mese dopo il brusco calo di marzo (-1,3%) sono rimasti
delusi, e i mercati finanziari non hanno potuto che prenderne nota con una giornata di vendite
frettolose che ha spinto tutti gli indici in terreno negativo. A New York il
Dow ha perso il 2,18%, mentre in Europa la Borsa di Francoforte ha registrato
una caduta del 2,61%, quella di Parigi del 2,42, e quella di Londra ha lasciato
sul terreno il 2,13%. A Milano le prime notizie in arrivo sui bilanci
del comparto bancario e assicurativo hanno spinto ancora più in basso (-3,91%)
il Mibtel, a dispetto di risultati non troppo lontani dalle aspettative della
vigilia. Nelle trattative ha pesato anche il rapporto della Banca d'Italia
sull'andamento della finanza pubblica nel quale si legge che il debito pubblico
nel mese di marzo è stato di 1.741,275 miliardi di euro, quasi 34 miliardi in
più del record precedente stabilito lo scorso febbraio. Il calo delle vendite
al dettaglio in Usa è un dato preoccupante perché 2/3 del Pil americano dipende
dalla capacità di spesa dei consumatori. Ieri le analisi sullo stato di crisi
in cui versano il fondo di assistenza sanitaria per gli anziani e la cassa
pensioni, hanno sollevato perplessità sulla tenuta delle obbligazioni emesse
dal Tesoro di Washington, e a Wall Street si parlava di un prossimo, possibile
declassamento del debito che da 92 anni gode un rating di tripla A. La Borsa di
New York era anche attraversata dal timore che l'amministrazione Obama stia per
intervenire con misure limitative sulla struttura dei compensi del management finanziario, sia per le banche che hanno accettato prestiti
governativi, che per quelle che finora non ne hanno avuto bisogno.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-05-14 - pag: 42 autore: Effetto Dresdner
sull'utile che cala del 98% in linea con le attese Allianz svaluta gli asset:
prudenza sui target 2009 Beda Romano FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente
Allianz ha chiuso il primo trimestre in linea con le attese, ma registrando un
netto ridimensionamento rispetto all'anno scorso. Il primo gruppo di
assicurazione europeo ha messo a segno profitti netti per appena 29 milioni di
euro, in calo del 98% annuo. Almeno in parte il dato è da imputare ancora una
volta a Dresdner Bank. La società bavarese ha venduto la banca alla Commerzbank
in gennaio, ma prima della vendita l'istituto di credito ha imposto un ultimo
onere pari a 395 milioni di euro. Altri 752 milioni di euro sono stati perduti
sui mercati in particolare azionari. Il titolo Allianz ha chiuso ieri in
ribasso alla Borsa di Francoforte, del 7,76% a 69,74 euro. Sul fronte
operativo, la società rimane solida nonostante crisi finanziaria e recessione
economica: gli utili sono scesi del 36% a 1,42 miliardi di euro. Il dato è
migliore di quello anticipato dallo stesso presidente di Allianz, Michael
Diekmann, quando aveva parlato di profitti per 1,30 miliardi di euro in
occasione dell'assemblea degli azionisti alla fine di aprile. Parlando
ieri agli analisti di borsa, il direttore finanziario Helmut Perlet ha spiegato
che la società potrebbe essere costretta a nuove svalutazioni per 300-400
milioni di euro nel secondo trimestre «se i mercati si stabilizzano ai livelli attuali».
Le azioni pesano attualmente per l'8% negli investimenti totali della società
assicurativa. Sempre tra aprile e giugno, Allianz incasserà un capital gain di
700 milioni di euro dalla parziale vendita della banca cinese Industrial &
Commercial Bank of China. Intanto, le polizze vita e sanitarie hanno registrato
un primo segnale di ripresa nel primo trimestre, in linea con un'economia in
via di progressiva stabilizzazione. Ieri Perlet ha assicurato che il gruppo
assicurativo sta affrontando con decisione la crisi
finanziaria e che la società è abbastanza solida da incassare senza
troppi problemi un altro eventuale calo dei mercati azionari del 30%: «Siamo
ben capitalizzati, il nostro portafoglio investimenti è di alta qualità e
liquido, la nostra redditività operativa si sta dimostrando solida». A
proposito di Commerzbank, di cui Allianz dopo la vendita di Dresdner Bank è
azionista, il governo tedesco ha affermato di considerare la banca
«fondamentalmente sana». Il commento è avvenuto al Bundestag durante
un'audizione parlamentare. L'istituto di credito francofortese ha ricevuto
aiuti statali per un totale di 18,2 miliardi di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ORIZZONTE INCERTO Le prospettive dell'esercizio restano condizionate dalle
incognite sulla ripresa, ma al momento non sono segnalati nodi patrimoniali
Trimestre difficile. Michael Diekmann, amministratore delegato del gruppo
Allianz REUTERS
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 2 autore: Mr. Greenspan, il mondo
la ritiene colpevole... di Mario Margiocco Q uando l'errore è ampiamente
condiviso, il processo ai "colpevoli" diventa facilmente ambiguo. Ma
non c'è dubbio che Alan Greenspan, in qualsiasi ricostruzione del fatidico
shock 2007-09 dei mercati finanziari, ha un ruolo
centrale. E non come eroe. Luigi Zingales, nell'articolo pubblicato ieri nella
serie «Lezioni per il futuro», ricordava le responsabilità dell'ex governatore
della Federal Reserve, citando uno dei più ricorrenti rimproveri che gli
vengono rivolti: l'aver mantenuto il costo del denaro troppo basso, troppo a
lungo, innescando così e alimentando la bolla immobiliare, l'indebitamento
eccessivo da consumi e la spirale dei debiti a breve delle banche. A Greenspan
sono stati mossi anche numerosi altri rimproveri, sintetizzabili in uno: eccessiva fiducia nei mercati finanziari, considerati liberalizzabili in toto come qualsiasi altro
mercato. Quindi, fede incrollabile nella deregulation come ricetta per tutte le
stagioni. Se alcuni premi Nobel dell'economia, che Greenspan nei mesi scorsi ha
citato a propria difesa, sono stati i massimi teorici della razionalità dei mercati, l'ex presidente Fed ne è
stato il principale practitioner, con alcuni altri nomi noti che validamente
gli hanno fatto da "spalla". E, se si tiene conto che "Il
Maestro", come veniva soprannominato con solennità, guidò la Banca
centrale americana da metà '87 all'inizio del 2006, si capisce come venga
considerato spesso "il primo della lista". Fra le tante date simbolo
per l'inizio della deregulation, e che oscillano dall'ultimo Carter alla firma
nel novembre 1999 del «Financial services modernization act » con un Bill
Clinton raggiante attorniato da parlamentari plaudenti, la più significativa è
quella del 3 giugno 1987, quando la Casa Bianca, un po' a sorpresa, annunciò
che Paul Volcker, il grande condottiero e vincitore della lotta all'inflazione,
lasciava dopo otto anni la Fed e Greenspan sarebbe stato il successore. Tutti
sapevano a Washington che la lotta era sulla deregulation. Più dello stesso
Reagan, la volevano i reaganiani. Volcker la guardava con diffidenza e aveva
frenato, a volte vincendo, a volte perdendo all'interno della Fed. E "Il
Maestro", si sapeva, l'avrebbe entusiasticamente abbracciata. Da quel
giorno fu un crescendo, con Greenspan sempre al centro. Ignorò i segnali di
rischio sull'eccesso di debito del sistema. Non fece nulla per i mutui
subprime, sui quali già nel 2000 Ned Gramlich, consigliere Fed, gli chiedeva
pressantemente d'intervenire. E si batté duramente per impedire qualsiasi seria
sorveglianza sul mercato dei derivati. Salvo poi ammettere davanti a una
Commissione della Camera il 23 ottobre 2008, quando la grande crisi era ormai
esplosa, di «aver trovato una falla» nella propria teoria dei mercati autoregolati. «In altre parole lei ha scoperto che
la sua visione del mondo, la sua ideologia, non era giusta, non funzionava»,
gli obiettò un deputato. «Certamente, precisamente», rispose. Era la fine di un
mondo. E la fine della lunga battaglia fatta dall'ala reaganiana del partito
repubblicano, e con gli anni 90 anche da mezzo partito democratico, per
smontare le regole finanziarie del New Deal. Il
cerchio ormai si è chiuso. Ma non è giusto isolare Greenspan come unico
colpevole. Per anni ai vertici del G-7, ricorda chi c'era, la ricetta dell'ex
presidente Fed fu sempre: «Deregulate!», e nessuno mai seriamente osò
contrastarla. E nel '99 la copertina di Time Magazine immortalava il trio della
nuova economia e della nuova finanza: al centro Greenspan, ai suoi fianchi
Robert Rubin e Lawrence Summers,ministri di Clinton prima l'unoe poi l'altro.Rubin
è oggi un personaggio po-tente, benché nell'ombra e nonostante i guai della sua
Citigroup, con la Casa Bianca di Barack Obama. Non è certo popolare, come in
genere i banchieri, ma il Presidente stesso lo ha citato recentemente con molto
rispetto. A sua volta Summers è lo stratega-principe di Obama. Greenspan
risponde alle accuse che lo riguardano nell'articolo che pubblichiamo in questa
pagina, ricordando che non fu il solo a sbagliare. Ma perché solo lui dovrebbe
difendersi? © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 3 autore: LA PROPOSTA Geithner
studia nuove regole per i derivati L'amministrazione Obama vuole un'authority
per supervisionare il complesso settore dei prodotti derivati, considerati da
molti una delle principali cause dell'attuale crisi
finanziaria. L'amministrazione infatti chiederà al
Congresso di approvare una legge che regolamenti questi "delicati"
strumenti, definiti dal finanziere Warren Buffett «armi di distruzione di
massa». In particolare, il segretario al Tesoro Timothy Geithner una lettera ai
leader del Congresso chiede una rapida approvazione di misure volte a
regolamentare gli strumenti derivati, tra cui anche i credit default
swaps, che dovrebbero essere scambiati in Borsa e quindi soggetti a severe
normative. Il ruolo del regulator potrebbe spettare alla Sec o alla Cftc.
( da "Reuters Italia"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
TOKYO (Reuters) -
Sony ha chiuso l'anno fiscale con un secondo trimestre consecutivo in perdita,
per effetto di uno yen forte, vendite in calo e costi di ristrutturazione. Per
l'anno a venire, Sony prevede una perdita annuale più contenuta del previsto. I
produttori di elettronica da consumo in tutto il mondo hanno subito l'impatto
negativo della crisi economica sulla domanda di Tv e
cellulari. Vendite in calo anche per la joint Sony-Ericsson per i cellulari,
mentre i costi per tagliare i posti di lavoro e chiudere impianti hanno pesato
sulla compagnia, che sfida Panasonic per il titolo di maggiore produttore
mondiale di elettronica da consumo. Sony, che produce la PlayStation e macchine
fotografiche digitali Cyber-shot, ha avviato tagli per 16.000 posti di lavoro e sta riducendo la sua rete di 57 stabilimenti
produttivi del 10% per sopravvivere alla crisi
finanziaria. Il gruppo, che compete con Samsung
Electronics Co nel settore delle tv Lcd e con Canon in quello delle macchine
fotografiche digitali, prevede una perdita operativa di 110 miliardi di yen
(1,15 miliardi di dollari) per l'anno finanziario che chiude nel marzo 2010.
Una stima inferiore alla perdita di 227,78 miliardi di yen di un anno prima e
inferiore alle stime di 20 analisti interpellati da Thomson Reuters di una
perdita per 132,9 miliardi di yen. La perdita operativa di Sony è stata pari a 294,31
miliardi di yen nel periodo gennaio-marzo, in forte peggioramento dall'utile di
6,18 miliardi di yen un anno fa. Le vendite sono scese del 22% a 1.524 miliardi
di yen. Le azioni di Sony hanno chiuso in ribasso del 6,8% a 2.400 yen prima
dell'annuncio dei risultati, sottoperformando l'indice delle macchine
elettroniche di Tokyo, che ha perso il 4,1%.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-14 - pag: 2 autore: Arringa del Maestro: non
sono un Mago L'ex governatore Fed: «Rischio sottovalutato ma le bolle non sono
controllabili» di Alan Greenspan L e straordinarie analisi di gestione del
rischio originate dagli scritti di Henry Markowitz, dell'Università di Chicago,
negli anni 50, hanno prodotto idee e intuizioni all'origine di numerosi premi
Nobel per l'economia. Sono state abbracciate non soltanto da larga parte del
mondo accademico, ma anche dalla gran parte dei professionisti della finanza e
degli organismi di regolamentazione di tutto il mondo. Nell'agosto 2007, però,
la struttura della gestione del rischio ha scricchiolato. Tutta quella
sofisticata scienza matematica e informatica sostanzialmente poggiava su una
premessa,e cioè che l'interesseegoistico illuminato di proprietari e direttori
degli istituti di credito li avrebbe indotti a mantenere scorte cuscinetto
sufficienti a cautelarsi dal rischio d'insolvenza, monitorando attivamente le
posizioni di capitale e di rischio delle loro società. Per generazioni questa
premessa è apparsa incontestabile, ma nell'estate del 2007 è venuta meno. Anche
con il venir meno dell'autoregolamentazione il sistema finanziario sarebbe
riuscito a tenere se il secondo argine contro le crisi, il nostro sistema di
regolamentazione, avesse funzionato efficacemente. Ma sotto la pressione della
crisi ha ceduto anch'esso. La lezione importante è che gli organismi di
regolamentazione non sono in grado di prevedere, del tutto o con precisione,
se, ad esempio, i mutui subprime diventeranno tossici, o se una certa tranche
di Cdo ( collateralised debt obligations) andrà in default, o anche se il
sistema finanziario si pianterà. Una fetta importante di queste previsioni
difficili invariabilmente si rivelerà sbagliata. Quello che possono fare la
supervisione e i controlli, secondo la mia esperienza, è fissare e far
rispettare requisiti patrimoniali e di garanzie, oltre a una serie di altre regole
che sono preventive e non legate unicamente a previsioni di un futuro incerto.
La regolamentazione dovrebbe accrescere l'efficacia dei mercati e della
concorrenza, non ostacolarla. La concorrenza, e non il protezionismo, è la base del grande
successo che ha conosciuto il capitalismo nell'arco di molte generazioni. Le
nuove sfide per la regolamentazione nascono dal fatto, recentemente dimostrato,
che alcuni istituti di credito sono diventati too big to fail, troppo grandi
per essere lasciati fallire, perché il loro fallimento metterebbe a rischio la
tenuta del sistema. Tale status garantisce loro uno speciale vantaggio
competitivo, dagli effetti fortemente distorsivi per il mercato, riguardo al
valore delle azioni e obbligazioni da loro emesse. La soluzione sono requisiti
patrimoniali graduati per scoraggiarli dall'ingrandirsi troppo e compensare il
loro vantaggio competitivo. In ogni caso, non c'è necessità di affrettarci a
introdurre riforme. I mercati privati per il momento stanno imponendo
restrizioni molto più efficaci di quelle che riuscirebbe a imporre un qualunque
pacchetto di proposte normative. Il capitalismo liberista è emerso dalla
battaglia delle idee come il mezzo più efficace per ottimizzare il benessere
materiale, ma il suo percorso è periodicamente tormentato da bolle speculative
e rari ma devastanti tracolli economici che producono miseria diffusa. Le
condizioni per l'insorgere delle bolle apparentemente sono: periodi prolungati
di prosperità, un'inflazione sotto controllo e tassi d'interesse a lungo
termine bassi. Le bolle che nascono dall'euforia non si sviluppano in economie
inefficienti o tormentate dall'inflazione. Non ricordo di nessuna bolla
speculativa nell'ex Unione Sovietica. La storia dimostra anche che la
sottovalutazione del rischio - il tratto distintivo delle bolle - può
persistere per anni. Nel 1996 temevo l'" esuberanza irrazionale", ma
la bolla di internet continuò a gonfiarsi per altri quattro anni. E in una
riunione del Comitato per le operazioni di mercato aperto, nel 2002, sostenevo
che «è difficile non giungere alla conclusione che lo straordinario boom
dell'immobiliare a cui stiamo assistendo finanziato da un fortissimo incremento
dei mutui, non potrà andare avantia tempo indefinito». La bolla immobiliare ha
continuato a gonfiarsi fino al 2006. Non è quasi mai difficile individuare una
situazione di sottovalutazione del rischio. I credit spreads sono indicatori
affidabili. Ma prevedere l'insorgere di una crisi è qualcosa che appare al di
là delle nostre capacità di previsione. Le crisi finanziarie sono definite da
una discontinuità marcata nei prezzi delle attività. Ma perché ciò si verifichi
occorre che la stragrande maggioranza degli operatori di mercato non abbia
avuto sentore dell'avvicinarsi della crisi. Perché in caso contrario sarebbe
stata scongiurata dall'arbitraggio finanziario. All'inizio di questo decennio,
ad esempio, quasi tutti si aspettavano che la prossima crisi sarebbe stata
innescata dal grande e persistente deficit delle partite correnti Usa, che avrebbe
accelerato il collasso del dollaro. Invece è stata l'eccessiva
cartolarizzazione dei mutui subprime americani, inaspettatamente, a dare il via
all'attuale crisi di solvibilità. Quando da un contesto economico
eccezionalmente positivo emerge una bolla, una propensione innata della natura
umana incoraggia una febbre speculativa che si autoalimenta, cercando nuove
aree inesplorate e ad alta leva finanziaria. I titoli garantiti da ipoteca sono
stati spezzettati in obbligazioni Cdo, e poi in obbligazioni Cdo al quadrato.La
febbre speculativa crea nuove autostrade per l'eccesso, fino a quando il
castello di carte crolla. Che cos'è che alla fine ne provoca la caduta? La
realtà. Un evento sconvolge i mercati quando contraddice il senso comune sul
presunto funzionamento del mondo della finanza. L'incertezza conduce a un
drammatico disimpegno da parte della comunità finanziaria, che quasi
immancabilmente comporta vendite e, di conseguenza, prezzi più bassi per
prodotti e attività. Possiamo spiegare con modelli economici la fase
dell'euforiae la fase della paura del ciclo del business: hanno parametri
piuttosto diversi. Ma non siamo mai riusciti a trovare modelli economici
efficaci per illustrare la transizione dall'euforia alla paura. Non dico che le
Banche centrali non siano in grado di disinnescare una bolla. Ma la mia
esperienza è che, a meno che la politica monetaria non schiacci l'attività
economica e, per esempio, assorba il grosso dell'incremento dei profitti o
delle rendite, le misure per far sgonfiare le bolle sul nascere sono destinate
a fallire. Non so di nessun caso in cui una politica monetaria graduale sia
riuscita a disinnescare una bolla. Rimettere in piedi il sistema bancario
americano è un requisito chiave per un riequilibrio globale. L'acquisto da parte
del Tesoro Usa di 250 miliardi di dollari (185 miliardi di euro) di azioni
privilegiate di banche commerciali americane nell'ambito del programma di
salvataggio delle attività in crisi (conseguente alla dichiarazione
d'insolvenza della Lehman Brothers) è stato oggettivamente efficace nel ridurre
il rischio d'insolvenza delle banche Usa. Ma, a partire da metà gennaio, senza
ulteriori investimenti da parte del Tesoro, i progressi si sono bloccati. Per
ripristinare il credito da parte delle banche servirà un'ingentissima infusione
di capitali da fonti pubbliche o private. L'analisi degli stati patrimoniali
consolidati delle banche statunitensi suggerisce una perdita potenziale di
almeno 1.000 miliardi di dollari (735 miliardi di euro) rispetto al valore da libro
storico (12mila miliardi di dollari, 8.800 miliardi di euro) degli asset delle
banche commerciali Usa. Alla fine del 2008 erano stati cancellati circa 500
miliardi di dollari (365 miliardi di euro), con altrettanti ancora da
riconoscere. Ma coprire questi ultimi 500 miliardi non basterà a incoraggiare
la normale attività di prestito se chi investe nelle passività delle banche
esigerà, come sospetto, altri 3-4 punti percentuali d'"imbottitura"
nel rapporto tra capitale proprio e attività. A quanto sembra, quindi, servono
850 miliardi di dollari (625 miliardi di euro) e più. Una parte viene fornita
dall'incremento del cash flow delle banche. Un'inversione di rotta dei prezzi
delle azioni a livello mondiale potrebbe garantire una fetta ancora maggiore. Ma
rimane comunque un grosso buco da riempire, probabilmente con finanziamenti del
Tesoro. è troppo presto per valutare le più recenti iniziative (Public- Private
Investment Program) del Tesoro Usa, ma la speranza è che riescano a rimuovere
gran parte del pesante fardello d'attività non liquide in mano alle banche.
L'autore è l'ex presidente della Federal Reserve: il testo è stato pubblicato
dal Financial Times nell'ambito di un dibattito sul futuro del capitalismo
(Traduzione di Fabio Galimberti) « CAPITALISMO LIBERISTA Non c'è necessità di
affrettarci a introdurre riforme, i mercati sono più efficaci di ogni legge «
STRATEGIE Le misure per far sgonfiare le speculazioni sul nascere sono
destinate a fallire Ex capo della Fed. Alan Greenspan, 83 anni, ha guidato la
Federal Reserve per cinque mandati consecutivi. è stato il governatore Fed più
longevo della storia REUTERS
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Giovedì 14 Maggio
2009 Chiudi di MARIO AJELLO LA NONNA di Mario Calabresi è nata due volte. Come
l'America. Che cosa c'entrano l'una con l'altra? Condividono, anche se forse
non si conoscono, la voglia di battersi, la tenacia del non mollare mai. Nonna
Maria Tessa, oggi novantaquattrenne, quando nacque era praticamente morta, ma
lottò - con l'aiuto di un medico amorevole - per rivivere e ce la fece. Può
farlo anche una nazione? Calabresi non generalizza mai. Va a scovare, uno per
uno, girando in lungo e in largo l'America dove è stato corrispondente di
Repubblica prima di diventare direttore della Stampa, le
persone che hanno perso tutto, chi per la crisi
finanziaria, chi per lo scoppio della bomba
immobiliare, chi per la chiusura della fabbrica in cui lavorava, ma non si sono
perse d'animo. E hanno ricominciato da capo, come accade non solo nelle canzoni
di Bruce Springsteen ma anche nella realtà degli ordinary people. Gente
che ha coniugato, non politicamente ma personalmente, i concetti obamaniani di
hope e di change e s'è rimessa in gioco. Perché La fortuna non esiste (questo
il titolo del libro edito da Mondadori, 156 pagine, 16,50 euro), e viceversa la
cultura del nuovo inizio e della seconda possibilità è a portata di mano. Per
chi ha il coraggio di afferrarla. Questa filosofia di vita, d'avventura e di
conquista Calabresi l'aveva letta nei libri e sapeva benissimo quanto faccia
parte da secoli della retorica sul "sogno americano". Ora la va a
rintracciare e a toccare con mano - col suo registratore, col suo taccuino -
nel ventre delle città degli Stati Uniti che non si rassegnano al declino, alla
ruggine della deindustrializzazione, all'abbandono di sé e delle persone che vi
abitano. Come nel caso di Braddock, pochi chilometri da Pittsburgh, un
paesaggio umano e urbano desertificato, che però grazie a un sindaco e a una
bibliotecaria ritrova la forza per reagire allo "tsunami sociale" che
l'ha colpito. Poi l'autore, in un altro angolo del grande Paese capace di
ricominciare da zero e di inventarsi una seconda chance, va a trovare la
soldatessa Tammy Duckworth, che vive in carrozzina perché un razzo iracheno le
ha segato le gambe e le ha messo quasi fuori uso un braccio. Invece di sentirsi
morta, Tammy si diverte a volare su piccoli aerei, s'è presentata e si
ripresenterà alle elezioni per il Senato con i Democratici, ha un'esistenza
pienissima e «siccome non sono morta, adesso ho la libertà di fare tutto quello
che voglio»: così racconta a Calabresi. Il quale, da giornalista anti-retorico,
ha una scrittura asciutta e la sua partecipazione emotiva è talmente autentica
da non avere bisogno di essere esibita.E allora, c'è chi aiuta se stesso, chi
aiuta gli altri, chi era operaio alla General Motors e diventa poliziotto, chi
non è più niente e allora ricomincia ad andare a scuola, chi aveva una casa e
non l'ha più ma anche dormendo in una macchina ferma a Santa Barbara
(California) si può progettare la propria ripartenza, chi si pensava immortale
dentro i grattacieli di Wall Street e invece deve lasciarli perché quel mondo
ha fatto crack e non restano che gli scatoloni da portare via. Scatoloni che
contengono, però, anche un barlume di futuro, un seme di ricominciamento, una
strada percorribile con occhi nuovi. Ci sono vite che contengono vite
successive. Come le cinque vite di Joseph Cao. La sua prima esistenza dura solo
otto anni, e finisce quando la mamma lo abbandona all'aeroporto di Saigon. La
seconda vita è quando pensa di diventare gesuita. La terza è quando si
trasferisce a New Orleans, per cercarsi una moglie e costruirsi un futuro come
avvocato. La quarta si apre mentre si compra un camper da una monaca buddhista,
tre settimane dopo che l'uragano Katrina ha spazzato via la vita precedente. La
quinta comincia il 6 dicembre 2008: Cao è il primo vietnamita a diventare
deputato al Congresso degli Stati Uniti. Mentre JaWad, ora ventiquattrenne, era
un bambino afghano e poliomielitico, completamente analfabeta fino a 13 anni,
che per amore di una cartella e di una scatola di matite colorate riuscì a
convincere un medico a farlo studiare. Adesso JaWad, che non s'è rassegnato a
vivere la vita che gli è toccata in sorte, è plurilaureato, parla quattro
lingue e scrive relazioni per il presidente Obama. Ma questa è l'America,
bellezza, e noi siamo italiani e non possiamo farci niente? No, quella di
Calabresi è una pudicissima dichiarazione d'amore per gli States, ma anche una
sommessa lezione d'educazione civica, senza confini.
( da "Messaggero, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Giovedì
14 Maggio 2009 Chiudi A sinistra, la crisi finanziaria ha significato
per molti la perdita del posto di lavoro (foto Andy Rain)
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 14-05-2009)
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ECONOMIA 14-05-2009
TRIMESTRALE/2 CALO DELL'88% SUL 2008 Generali ritrova l'utile ma svaluta 1,5
miliardi MILANO II Le Generali riagguantano l'utile dopo un trimestre in «rosso
» ma la crisi finanziaria continua a tenere sotto pressione i conti del Leone. I primi tre
mesi del 2009 della compagnia triestina si sono infatti chiusi con 103,8
milioni di profitti, nonostante 1,5 miliardi di svalutazioni generate dalla crisi. I conti delle Generali, anche se
in calo dell'88,6% rispetto al primo trimestre del 2008, hanno comunque
mostrato decisi segnali di ripresa rispetto all'ultimo trimestre dell'anno,
chiuso con una maxiperdita di 809 milioni. E di «risultati in progresso » ottenuti
«in un trimestre segnato dai pieni effetti del peggioramento della recessione
mondiale» ha parlato anche il presidente Antoine Bernheim. I 104 milioni di
utile, di poco sopra le attese, non sono però stati in grado di mettere in
salvo il Leone dalla giornata nera vissuta da tutto il comparto assicurativo
europeo (l'indice Dj Stoxx ha ceduto il 6,8%). Anche se in Borsa ha fatto un
po' meglio di altri gruppi alla prova dei conti, come Allianz (-7,7%), Trieste
ha comunque chiuso con un calo del 4,55% a 16,16 euro. Se l'utile ha sofferto
la crisi finanziaria, a livello di fatturato le
Generali hanno tenuto: la raccolta premi complessiva è stata di 18,5 miliardi
di euro (+0,3%) rispetto allo stesso periodo del 2008, saldo di una sensibile
crescita nel settore danni (+3,4% a 6,6 miliardi) e di una lieve flessione del
settore vita (-1,4% a 11,9 miliardi).
( da "Travel Trade Italia.com"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
14/05/2009 09.16
Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia Gli Stati
Uniti temono che Italia e Francia facciano incetta di turisti e sono pronti a
un'offensiva pubblicitaria per attrarre visitatori. A segnalare il disagio
degli Usa nei confronti delle bellezze della Vecchia Europa è stato il senatore
democratico Byron Dorgan, autore di un disegno di legge per creare un campagna
nazionale coordinata capace di portare nel Paese turisti di tutto il mondo.
Un'iniziativa paraltro mirata a rilanciare l'economia americana in un momento
difficile. "Gli altri Paesi dicono 'Venite a Roma, venite a vedere le
bellezze dell'Italia! Visitate Parigi! Venite a Londra!' - ha affermato Dorgan
-. Sono impegnati in modo dinamico perché hanno capito che il turismo è' un
enorme generatore di lavoro". Secondo i dati diffusi dalle aziende
turistiche, i visitatori, durante un viaggio negli Stati Uniti, spendono in
media 4 mila dollari a persona, generando un giro d'affari da 1.380 miliardi di
dollari in ricavi (solo nel 2008) e garantendo 8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi finanziaria internazionale ha duramente colpito il turismo negli Usa: circa
200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi nel 2008 e, secondo il
Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno quest'anno Siti
sponsorizzati
( da "Stampa, La" del
14-05-2009)
Argomenti: Crisi
I CONTI DEI PRIMI
TRE MESI DEL 2009 Fonsai, l'utile cala dell'84% Tod's: centrati gli obiettivi
TORINO Nell'attesa di una ripresa, le aziende tirano le somme del primo
trimestre. Fondiaria Sai chiude con un utile netto consolidato che è sceso del
79,8% a 31,2 milioni di euro, mentre l'utile di pertinenza del gruppo è di 21
milioni (-84%). Cala anche la raccolta premi, a 2,5 miliardi (-14,8%). Conferma
gli obiettivi, invece, Diego Della Valle per Tod's: il gruppo ha registrato
ricavi consolidati per 201,3 milioni, in crescita del 5,4% rispetto allo stesso
periodo di un anno fa, e il risultato operativo è migliorato di 1,8 punti
percentuali a 37,9 milioni. Risente ancora del perdurare
della crisi finanziaria,
che ha ridotto i proventi patrimoniali, il risultato di Vittoria Assicurazioni,
che registra un utile netto di gruppo di 5,1 milioni contro gli 8,5
dell'analogo periodo del 2008 (-40,4%). La raccolta complessiva assicurativa
ammonta a 145 milioni (-4,3%). Nello stesso settore, Cattolica
Assicurazioni registra un utile netto consolidato di 13 milioni, in linea con
lo stesso periodo del 2008, e un utile netto di gruppo a 12 milioni (10 milioni
al 31 marzo 2008). La raccolta complessiva è di 966 milioni, in riduzione del
7,9%. Per Mediolanum l'utile netto è di 17 milioni, in calo del 46%. Le masse
amministrate si sono attestate a 29,5 miliardi, praticamente invariate rispetto
a fine 2008, grazie a una raccolta netta positiva per 522 milioni. La raccolta
netta di Banca Mediolanum, invece, è stata di 483 milioni, di cui 334 di
risparmio gestito (+54%). Nel mese di aprile record storico di raccolta netta a
circa 500 milioni. Crescono i ricavi e il margine operativo lordo di Autogrill:
+11,5% a 1,216 miliardi e +24,6% a 92,9 milioni. Il risultato operativo sale a 23,8
milioni (+9,5%), ma acquisizioni e tasse, evidenzia una nota, pesano sul
risultato netto. Il periodo si chiude con una perdita quadruplicata, rispetto
allo stesso trimestre del 2008, da 4 a 16,8 milioni. Astaldi chiude con una
crescita dell'utile del 18,3% a 12,1 milioni e un aumento dei ricavi del 28,8%
a 430,4 milioni. Il margine operativo lordo è salito del 24,2% a 46,1 milioni,
mentre il portafoglio ordini a fine marzo è di 8,4 miliardi, di cui 6,3
relative al settore costruzioni. Buzzi Unicem ha registrato una perdita netta
di 40,4 milioni nella prima parte dell'anno rispetto ai 73,4 milioni dello
scorso anno. Giù del 22% il fatturato, mentre il margine operativo ha fatto
segnare un -74,1%. Utile netto in crescita del 43% a 29,6 milioni di euro e un portafoglio
complessivo di gruppo a 19 miliardi: questi i conti di Impregilo, che ha
generato ricavi totali per 724,6 milioni (+24,6%) e acquisizioni di lavori per
3,1 miliardi.\
( da "Repubblica.it"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
NEW DELHI - La
vendicatrice degli oppressi contro il principe ereditario: è una sfida epica
quella che offre il grande cinema della democrazia indiana. Le più lunghe
elezioni del mondo, in corso da tre settimane con 714 milioni di votanti,
828.000 seggi e 300 partiti in lizza, si sono concluse ieri e sabato sapremo i
risultati finali. E' uno spettacolo grandioso e inquietante: il suffragio
universale sperimentato in un subcontinente con un miliardo e cento milioni di
abitanti, dozzine di etnie, trenta lingue e sei religioni; una superpotenza
economica con immense sacche di miseria, dove imperversa il terrorismo di
matrice islamica sostenuto dai servizi segreti pachistani, e in vaste regioni è
radicata una implacabile guerriglia maoista. Duello virtuale. E' una democrazia
vitale e allo stesso tempo corrotta, inquinata dal populismo, frammentata dai
regionalismi. Un duello virtuale oppone Mayawati, la leader della casta più
umile (i dalit o "intoccabili"), a Rahul Gandhi. Lei è una donna di
53 anni cresciuta con otto fratelli in una squallida baraccopoli di Delhi,
temprata dalla miseria, dalle umiliazioni e dal disprezzo delle caste superiori
verso la sua gente. Lui ha 38 anni - un bambino per la gerontocrazia politica
indiana - ed è una specie di giovane Kennedy o Bush all'ennesima potenza. E' il
rampollo della dinastia repubblicana più longeva del mondo, che da quattro
generazioni domina l'India. "E' una stirpe che considera il partito di
governo (il Congresso) alla stregua di un suo latifondo familare", mi dice
il sociologo Dipankar Gupta. I primi exit poll ieri davano in vantaggio il
partito di Gandhi. Ma se il margine di vittoria fosse troppo esile, la
"regina degli intoccabili" potrebbe svolgere un ruolo chiave nei
negoziati per formare la coalizione di governo. OAS_RICH('Middle'); "Obama
indiana". La Mayawati usa un solo nome come spesso si usa nelle caste inferiori.
E' stata definita "una Obama indiana". Di certo è una outsider che ha
dovuto superare ostacoli spaventosi. I suoi nonni vivevano in una sorta di
apartheid, confinati ai margini del loro villaggio: nell'India rurale ancora
oggi si riserva agli intoccabili la pulizia delle latrine, gli è vietato
l'ingresso nei templi; un ragazzo Dalit che osi corteggiare una giovane di
casta superiore può morire linciato. La mamma di Mayawati era analfabeta. Suo
padre trovò un modesto impiego statale solo grazie al sistema delle quote, una
specie di "affirmative action" che riserva alle caste inferiori una
percentuale delle assunzioni pubbliche. Eppure lei è riuscita a dare la scalata
al potere politico nell'Uttar Pradesh, uno Stato di 190 milioni di abitanti (se
fosse indipendente sarebbe la sesta nazione del mondo), che l'ha rieletta primo
ministro per quattro volte consecutive. L'Uttar Pradesh, ai confini di Delhi
nell'India settentrionale, era il feudo elettorale della dinastia Gandhi, una
roccaforte del partito del Congresso. Poi fu il teatro dell'ascesa della forza
rivale, il partito nazionalista Bjp. E' in quel laboratorio politico che
Mayawati è riuscita a emarginare i due partiti maggiori. Ha organizzato gli
intoccabili e tutte le caste inferiori - che insieme rappresentano il 60% della
popolazione indiana - nel suo Bsp. E in questa elezione ha fatto il salto su
scala nazionale. Il Bsp ha formato la Terza Forza, che in caso di equilibrio
tra i partiti maggiori può essere l'ago della bilancia tra il Congresso e i
nazionalisti. Se il suo consenso dovesse rivelarsi determinante per formare la
futura coalizione di governo, la Mayawati sarà corteggiata da tutti.
"Sarebbe un simbolo straordinario - dice il suo biografo, lo storico Ajoy
Bose - un'ascesa entusiasmante per tutti i dalit". Attenzione ai paragoni
con Obama. La Mayawati è un personaggio molto ambiguo. "Affascinante e
ripugnante", la definisce Gupta. La carriera politica le ha consentito di
accumulare un patrimonio personale di 12 milioni di dollari e 72 case, più una
collezione di diamanti che sfoggia senza imbarazzo nelle cerimonie ufficiali.
Al suo partito si attribuiscono metodi mafiosi, la raccolta di fondi attraverso
violenze e intimidazioni; uno dei suoi leader è un gangster in carcere per
omicidio (ma la percentuale di criminali nel Parlamento di New Delhi è
equamente ripartita fra tutti i partiti). Per cementare la sua base di consenso
la Mayawati ha usato il clientelismo più sfrenato, con le assunzioni in massa
di "intoccabili" nel pubblico impiego. Le opere pubbliche, la
costruzione di strade e allacciamenti elettrici in 11.000 villaggi, sono state
mirate per favorire le circoscrizioni elettorali fedeli e penalizzare le altre.
Nonostante questo non sembra che la condizione delle caste inferiori nell'Uttar
Pradesh sia migliorata rispetto al resto dell'India: il 45% dei dalit nei
villaggi rurali continua a vivere sotto la soglia della povertà. Eppure la
popolarità della Mayawati finora ha resistito. Perfino la sua ricchezza
personale le giova. I dalit ne sono fieri, proiettano su di lei i propri sogni
di riscatto economico. L'India delle élite urbane storce il naso di fronte a
questo fenomeno che stigmatizza come "la politica della fedeltà
castale". In realtà spesso è un comportamento più moderno e laico di
quanto appaia: è un voto d'interessi e di scambio. Discendente di Nehru. Rahul
Gandhi è la nuova star a cui l'establishment affida le speranze di riconferma
della maggioranza di governo uscente. La politica indiana è ricca di queste
ironie. Il rampollo che impugna la bandiera del "rinnovamento" è
bisnipote di Nehru (leader dell'indipendenza, premier dal 1947), nipote di
Indira Gandhi che governò negli anni Sessanta e Settanta, figlio del premier
Rajiv Gandhi. La vedova di quest'ultimo, l'italiana Sonia Gandhi, tentò a lungo
di tenere lontano il figlio dalla politica per proteggerlo dalla maledizione
familiare: sia Indira che Rajiv morirono vittime di attentati terroristici, nel
1984 e nel 1991. Ma il senso del destino e della missione dinastica è stato più
forte. La stessa Sonia è diventata presidente del Congresso, leader indiscussa
di un partito che d'istinto cerca in questa famiglia i suoi padroni. Per il
principino è iniziato il lungo addestramento alla successione. A suo modo anche
lui ha dovuto superare degli handicap. Educato a Cambridge, nei primi comizi
aveva perfino l'accento straniero. I mass media gli preferivano la sorella
Priyanka, più astuta e con un carisma che ricorda la nonna Indira. Ma il
Congresso si è messo disciplinatamente al servizio dell'erede maschio, ed è
iniziata la "costruzione" della sua popolarità. Largo ai giovani. Lo
slogan di Rahul - largo ai giovani - non è originale e tuttavia risponde a un
bisogno reale. L'India è la superpotenza più giovane del pianeta: il 70% della
sua popolazione ha meno di 40 anni. Eppure il suo premier uscente, Manmohan
Singh, è un 76enne. Lo sfidante del partito nazionalista Bjp, L. K. Advani, ha
81 anni. Solo un decimo dei deputati ha meno di 40 anni. Con Rahul Gandhi si
affaccia alla politica una nuova generazione che impone il suo stile e i suoi
modi di comunicare: dilagano i comizi su YouTube, gli sms diventano il veicolo
per diffondere attacchi agli avversari, pubblicizzare gli scandali. Perfino le
suonerie dei telefonini sono messe al servizio della propaganda elettorale.
L'incognita Bjp. In mezzo alla recessione globale, e mentre è fresco il ricordo
della strage terroristica di Mumbai, i nazionalisti del Bjp hanno reclutato tra
i loro candidati perfino un illustre transfuga della dinastia Gandhi, il 29enne
Feroze Varun, cugino di primo grado di Rahul. Non è rassicurante questo partito
d'ispirazione religiosa. L'uomo nuovo che avanza dentro il Bjp, Narendra Modi,
è stato definito da Sonia Gandhi "un mercante di morte". Come premier
dello Stato del Gujarat, ha sulla coscienza duemila morti: tanti furono i
musulmani trucidati nelle violenze di massa scatenate nel 2002 dagli
integralisti indù, nell'indifferenza delle autorità locali o addirittura con
l'aiuto della polizia del Gujarat. Anche le comunità cristiane hanno subìto
fiammate d'intolleranza brutale. Oggi la convivenza tra la maggioranza indù e
la grossa minoranza musulmana (oltre 150 milioni) non è così tesa. L'attacco a
Mumbai non ha suscitato appelli per rappresaglie indiscriminate: le radici di
quel commando terroristico in Pakistan hanno deviato la tensione in politica
estera. Cresce però un "leghismo" socio-economico che il Bjp ha
cercato di intercettare. Nello Stato attorno a Mumbai, il Maharashtra, miete
consensi la campagna contro gli immigrati di altre regioni che fanno
concorrenza alla popolazione locale sul mercato del lavoro. La crisi e i
comunisti. Chi rischia di pagare di più le tensioni economiche sono i
comunisti, tradizionalmente forti nel Bengala occidentale. La sinistra è segnata
dal "trauma della Nano". Il governo rosso di Calcutta appoggiò la
costruzione degli stabilimenti del gruppo Tata per l'utilitaria più economica
del mondo, suscitando aspre reazioni tra i contadini espropriati dei loro
terreni. Quella guerra fra poveri - gli interessi della classe operaia contro
l'India dei villaggi agricoli - ha lasciato un bilancio di morti e feriti, che
pesa su questa votazione. I comunisti sono forse l'ultimo partito ideologico.
Tra gli altri è difficile trovare autentiche differenze di valori: perfino il
Bjp quando governò fino al 2004 mise la sordina al revanscismo indù. Di
programmi si è discusso poco o niente in queste elezioni. La recessione globale
spinge a una generica rivalutazione delle politiche economiche dell'epoca Nehru-Gandhi.
Protezionismo, dirigismo, statalismo non erano mai
veramente passati di moda in India; ora godono un revival legato alla crisi del
modello americano. Nessuno si illude che da queste elezioni venga una svolta.
M. J. Akbar, celebre opinionista musulmano, mi dice che "le aspirazioni
dei poveri crescono così velocemente che nessuna politica e nessun governo
possono soddisfarle". Anche Harish Kare, che dirige il quotidiano
The Hindu, ha una visione disincantata di quel che la politica può fare:
"La vera funzione del voto per noi è la catarsi. E' il momento in cui la
democrazia ci unisce davvero perché rappresenta tutte le nostre diversità. La
politica delle identità in India è molto più importante dell'arte di
governare". (14 maggio 2009
( da "TTG Italia Online"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
14/05/2009 09.16
Offensiva Usa per contrastare il dominio turistico d'Italia e Francia Gli Stati
Uniti temono che Italia e Francia facciano incetta di turisti e sono pronti a
un'offensiva pubblicitaria per attrarre visitatori. A segnalare il disagio degli
Usa nei confronti delle bellezze della Vecchia Europa è stato il senatore
democratico Byron Dorgan, autore di un disegno di legge per creare un campagna
nazionale coordinata capace di portare nel Paese turisti di tutto il mondo.
Un'iniziativa paraltro mirata a rilanciare l'economia americana in un momento
difficile. "Gli altri Paesi dicono 'Venite a Roma, venite a vedere le
bellezze dell'Italia! Visitate Parigi! Venite a Londra!' - ha affermato Dorgan
-. Sono impegnati in modo dinamico perché hanno capito che il turismo è' un
enorme generatore di lavoro". Secondo i dati diffusi dalle aziende
turistiche, i visitatori, durante un viaggio negli Stati Uniti, spendono in
media 4 mila dollari a persona, generando un giro d'affari da 1.380 miliardi di dollari in ricavi (solo nel 2008) e garantendo
8,6 milioni di posti di lavoro. Ma la crisi
finanziaria internazionale ha duramente colpito il
turismo negli Usa: circa 200mila posti di lavoro nell'attività sono scomparsi
nel 2008 e, secondo il Dipartimento del Commercio, altri 24 mila svaniranno
quest'anno
( da "Provincia Pavese, La"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Benzina e gasolio,
prezzi schizzati alle stelle I consumatori: «Nella nostra provincia solo a
Voghera costi secondo il mercato» PAVIA. In questi giorni tornano i record
nelle stazioni di servizio. Una delle poche cose positive
della crisi finanziaria
mondiale era stato aver soffiato sul fuoco degli aumenti folli del prezzo del
greggio: e gli automobilisti e autotrasportatori erano tornati a respirare
quando, in particolare a Voghera, due mesi fa, il gasolio era sceso sotto
l'euro. Ora torna il panico da distributore, con i prezzi di benzina e
diesel che, a fronte della lenta discesa, sono scattati al rialzo alle prime
avvisaglie di crescite del barile. Il prezzo consigliato della benzina è 1,259
euro al litro (Api, Ip e Total; 1,258 per Agip e Tamoil), mentre quello del
gasolio è tornato sopra quota 1,1 euro al litro (Agip, Api, Ip, Q8 e Tamoil). E
nei distributori pavesi? All'Agip di viale della Libertà la verde si paga 1,270
euro al litro, a Voghera in via Vittorio Emanuele (Agip) invece si toccano
1,272 euro. Ma non ci sono solo eccezioni negative: Gazzaniga in piazzale
Quarleri a Voghera non ha sentito gli aumenti, e vende la senza piombo a 1,177
euro al litro e il diesel a 1,035 euro al litro, contro gli 1,117 e 1,114 euro
(rispettivamente Agip e Esso) di viale della Libertà a Pavia. Per il diesel si
è dunque tornati ai prezzi di metà dicembre 2008, mentre la benzina non vedeva
quota 1,260 dalla fine di ottobre, quando il petrolio era quotato poco sotto i
65 dollari. Peccato che oggi il prezzo del petrolio sia intorno ai 60 dollari
al barile. «Nella nostra provincia l'unica zona dove si praticano i prezzi in
sintonia con le variazioni del prezzo del petrolio è quella di Voghera -
denuncia Mario Spadini di Federconsumatori - alcuni distributori di Vigevano si
collocano nel mezzo e il carburante a Pavia costa in media 15 centesimi in più
che nelle altre zone e rispetto alla media Europea». Perché? «E' il costo della
mancata razionalizzazione della rete. Ci sono troppe stazioni di servizio, la
grande distribuzione non ha mai avuto la possibilità di gestire pompe proprie e
c'è gli impianti mantengono intere famiglie. Inoltre i piccoli distributori i
mettono d'accordo tra loro», afferma Spadini. Cesare Germani di Adiconsum
(l'associazione dei consumatori che fa capo alla Cisl) allarga il discorso alla
politica nazionale: «Noi avevamo proposto un adeguamento quasi automatico del
prezzo della benzina a quello del greggio, ma i distributori non hanno
accettato la proposta e avevamo per lo meno ottenuto uno sconto di 0,25
centesimi al litro». Sulla questione delle due velocità del prezzo dei
carburanti, che sale in fretta e difficilmente scende, «il governo dovrebbe
prendere una posizione». Inoltre è necessario un ripensamento sulla rete dei
distributori: «Occorre che siano meno numerosi e più grandi - ribadisce Germani
-, possibilmente sull'esempio di quelli europei che forniscono altri servizi,
dalla ristorazione all'assistenza». Per fare cassa anche senza toccare i prezzi
dei carburanti. Anna Ghezzi
( da "Denaro, Il" del
14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Salerno credito Bcc
Aquara, 2008 in crescita Aumentano utile, impieghi e patrimonio. Nuova filiale
a Capaccio La Banca di credito cooperativo di Aquara archivia il 2008 con un
bilancio in crescita. Aumentano utile, raccolta, impieghi e patrimonio. Sale
anche il numero di soci e dipendenti. E' quanto comunica il direttore generale
Antonio Marino, spiegando che sabato 16 si terrà in seconda convocazione
l'assemblea dei soci per l'approvazione dei conti. Il responsabile rivela che
l'istituto ha appena ricevuto dalla Banca d'Italia l'autorizzazione ad aprire
una nuova filiale a Capaccio-Capo di Fiume, che porterà a otto gli sportelli
complessivi nell'area di riferimento. Marino annuncia anche il finanziamento
del Master di primo livello sul turismo, in collaborazione con l'Università
europea e la Fondazione Giambattista Vico. falconio guidoni
Esercizio 2008 con il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara
nell'anno dello scoppio della crisi finanziaria internazionale. L'istituto, che opera in provincia di Salerno,
chiude il bilancio con un utile netto in progresso del 5,65 per cento a 2,2
milioni di euro e con un patrimonio in crescita di quasi il 16 per cento a 17
milioni. Salgono anche raccolta diretta (che raggiunge i 160 milioni) e
impieghi (che sfiorano i 100 milioni) rispettivamente dell'8,2 e del 2,5 per
cento. La compagine sociale al 31 dicembre 2008 è composta da 966 soci con un
incremento di 42 unità (più 4,5 per cento) rispetto al precedente anno; il
numero dei dipendenti è composto da 34 unità con un incremento di quasi il 10
per cento. A rivelare i risultati è il direttore generale dell'istituto Antonio
Marino, annunciando che sabato 16 si terrà, in seconda convocazione,
l'assemblea dei soci per l'approvazione dei conti. Di recente, la Bcc di Aquara
ha anche ottenuto dalla Banca d'Italia l'autorizzazione a svolgere l'attività
bancaria nella nuova filiale di Capaccio-Capo di Fiume, che consentirà
l'accesso rapido ai servizi finanziari anche per alcune contrade periferiche di
Roccadaspide e di Capaccio. Ma i numeri non dicono tutto della banca di credito
cooperativo. L'istituto, spiega Marino, continua a proporre con successo un
"altro modo di fare banca", un modo più tradizionale, in un ottica di
sicurezza e prudenza, che ha per scopi, il "bene comune", che
sostiene l'economia reale e gli imprenditori capaci e meritevoli. E proprio in
quest'ottica sono state istituite alcune iniziative che possono essere
realmente d'aiuto a industriali, artigiani e famiglie. Vediamo alcuni esempi.
Innanzitutto i finanziamenti dedicati a incentivare gli investimenti. Si tratta
di prestiti a tassi agevolati con garanzia dei consorzi fidi. Poi i mutui per
impianti fotovoltaici allo scopo di garantire risparmio energetico e sviluppare
forme di energia alternativa. Inoltre la stipula di una convenzione con la
Regione Campania per consentire condizioni agevolate agli agricoltori
nell'ambito del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Infine, l'elaborazione di
un pacchetto dedicato alle aziende agricole al fine di favorire lo sviluppo
rurale ed evitare l'abbandono delle campagne salernitane. E poi c'è da
evidenziare lo stretto legame della banca di credito cooperativo con il
territorio, che si mette in luce soprattutto attraverso gli interventi a
sostegno di iniziative culturali, sportive, sanitarie e sociali. Soltanto nel
2008 sono stati stanziati contributi e sponsorizzazioni per circa 400mila euro.
Come ogni anno la Bcc di Aquara, presieduta da Luigi Scorziello, si occupa
anche dei giovani nella consapevolezza che si tratta della classe dirigente del
futuro e rappresenta il Paese che vogliamo costruire, prosegue Marino. "Segnaliamo
in particolare - annuncia il direttore generale - il finanziamento del Master
di primo livello sul turismo che si svolgerà a Capaccio in collaborazione con
l'Università Europea e la Fondazione Giambattista Vico, l'assunzione di giovani
laureati mediante l'appoggio a una azienda esterna e secondo criteri
rigidamente meritocratici e l'incoraggiamento agli studenti meritevoli
attraverso le consuete borse di studio". Il bilancio in pillole Dati
Valore Var. % sul 2007 Raccolta diretta 160 mln ⬠+8,20% Impieghi 99 mln â¬
+2,49% Patrimonio 17 mln ⬠+15,65% Utile netto 2,2 mln ⬠+5,65%
Soci 966 +4,55% Dipendenti 34 +9,68% Sportelli 7 +16,67% Bilancio 2008 tutto
con il segno più per la Banca di credito cooperativo di Aquara, che archivia lo
scorso esercizio con
un utile netto di 2,2 milioni del 14-05-2009 num.
( da "Sestopotere.com"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
CdC Ferrara:
"Continuità competitiva dimpresa" (14/5/2009 10:09) |
(Sesto Potere) - Ferrara - 14 maggio 2009 - Minacciate dal ricambio
generazionale. Le piccole e medie imprese ferraresi non devono fare i conti
solo con lalta pressione fiscale, la concorrenza cinese e londa lunga della crisi
finanziaria che ha chiuso i rubinetti del credito. A complicare la vita
delle PMI cè anche il ricambio generazionale, tra le cause più frequenti di
mortalità delle imprese nella nostra provincia. L'argomento è da tempo al centro delle attenzioni
della Camera di Commercio, sensibile all'impatto sull'occupazione della
cessazione di imprese a causa della mancata successione generazionale, ed è
particolarmente attuale e rilevante nel nostro territorio, dove molte imprese
stanno affrontando o dovranno affrontare nel breve periodo il problema della
continuità generazionale. A Ferrara infatti, al 31 marzo 2009, erano 2.583 gli
imprenditori con i capelli bianchi (l11,1% del totale), 586
dei quali erano donne. Un fenomeno in costante crescita (+ 3,7%): nello stesso periodo del
2004, infatti, i nonni imprenditori in provincia di Ferrara erano 2.492, di cui
496 donne. E sono soprattutto le imprenditrici, che costituiscono poco meno di
un quarto di questo universo di imprese gestite da over 70, a registrare, negli
ultimi cinque anni, lincremento più rilevante (+18,1%). Questo
il quadro che emerge da unelaborazione dellOsservatorio
delleconomia dellEnte di Largo Castello sui dati del Registro delle
imprese al primo trimestre 2009 e 2004. Ma quali i problemi più rilevanti che le imprese
ferraresi si trovano ad affrontare? Lindagine della Camera
di Commercio parla chiaro: la scarsa disponibilità alla delega da parte
dell'imprenditore "uscente"; la complessità nel processo di trasferimento delle competenze (di
mestiere e/o professionali e/o manageriali, a seconda dell'attività) e delle
reti di relazioni, che in genere richiede un lungo periodo di affiancamento; la
condivisione della visione strategica tra vecchie e nuove generazioni; la
disponibilità di risorse finanziarie; la burocrazia; lassenza
di pianificazione. E le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Camera
di Commercio (100.000 euro) per le imprese ferraresi che si apprestano ad
affrontare il passaggio critico del ricambio generazionale potranno essere spese proprio
per azioni di affiancamento nei confronti del sistema bancario, di consulenza
specialistica e di assistenza diretta per valorizzare la propensione
all'innovazione ed il patrimonio di conoscenze già acquisite dallimpresa.
Lesortazione della Camera di Commercio: “Basta parlare di ricambio
generazionale ma, piuttosto, di continuità competitiva dimpresa”. Come
attendersi infatti - fanno sapere dallEnte camerale - un entusiasmo ad
affrontare il tema trasmissione
d'impresa, se tuttora fonti autorevoli lo definiscono "trapasso
generazionale"? Anche altre espressioni (lo stesso "ricambio
generazionale") non inducono certo al pensare positivo. Le parole sono
pietre, e l'evocazione della morte (trapasso) o dell'accantonamento (ricambio)
costituiscono forti deterrenti a un approccio psicologico costruttivo da parte
di coloro - gli imprenditori senior - che detengono il potere. Accade così che
gli imprenditori non segnalino questo problema fra quelli che sentono vivi,
mentre invece lo hanno semplicemente rimosso, e gli operatori sottovalutano il
rischio strisciante, a loro volta rimandando un problema spinoso a trattarsi.
Ignorare questi aspetti è un boomerang: proprio uno psicologo, Daniel Kahneman,
si è visto attribuire nel 2002 il premio Nobel per aver messo a fuoco
l'influenza dei fattori psicologici nei processi decisionali, in particolare
nella presa di rischio. Incominciare allora a parlare di continuità competitiva
non si rivela una scelta nominalistica, ma sostanziale. Essa codifica a un
tempo l'obiettivo futuro - la continuità dell'impresa - e la corretta mira a
un'autonomia vitale sul mercato.
( da "Gazzettino, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
EUROPEI 2012. MEGLIO
LA POLONIA, MA LA SITUAZIONE È ABBASTANZA SERIA. PLATINI PREOCCUPATO Allarme
Ucraina: solo Kiev va benino, ma non per la finale Giovedì 14 Maggio 2009,
Bucarest Va sempre peggio per gli europei del 2012. Nella riunione del Comitato
esecutivo Uefa, riunito a Bucarest, in Romania, l'allarme è praticamente scattato,
dopo l'annuncio di ieri della prime scelte. Non c'è molto da stare allegri.
Sono stati individuati quattro siti in Polonia (la capitale Varsavia, poi
Poznan, Wroclaw e Danzica) e solo uno in Ucraina, la capitale Kiev. Per quanto
riguarda il Paese co-organizzatore, l'Ucraina, l'Uefa ha concesso una proroga
su altri tre siti (Lviv, Donetsk e Karkov) che soddisfano i criteri. La
capitale Kiev è, al momento attuale, l'unica città ucraina giudicata conforme,
ma solo per ospitare partite dal primo turno alla semifinale. «La finale sarà
giocata a Kiev solo se entro il 30 novembre saranno soddisfatte specifiche
condizioni riguardo allo stadio, alle infrastutture aeroportuali, al trasporto
regionale e all' accoglienza», ha precisato Platini (nella foto). Il presidente
Uefa non si era mai pronunciato sulla scelta dei siti. Ma le sue dichiarazioni,
durante le visite in loco il mese scorso, erano state molto più entusiastiche
in Polonia che in Ucraina. Gli esperti che si occupano degli aspetti
tecnico-logistici sono in effetti complessivamente soddisfatti del piano di
lavoro polacco ma molto preoccupati, per la situazione nella Repubblica ex
sovietica. Donetsk, ad esempio, si è dotata in uno stadio
avveniristico (l'Arena Donbass), ma presenta carenze nelle capacità di
accoglienza e nei mezzi di trasporto, come pure sono giudicati eccessivi i
prezzi degli alberghi della zona. Più in generale, l'Ucraina è duramente
colpita dalla crisi finanziaria mondiale e scossa da crisi politiche a ripetizione.
( da "Morningstar IT"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Meglio saperne di
più, prima di liberarsi del salvagente dei bond. Le obbligazioni nel 2008 sono
state uno dei pochi asset che è riuscito a tenersi a galla durante la tempesta
dei mercati. Mentre l'indice azionario Msci World (calcolato in euro) ha perso
più del 39%, il Citi dedicato al debito è riuscito a salire di oltre il 16,5%.
Tanto che alcuni operatori hanno iniziato a paventare il rischio di una bolla
speculativa in arrivo sui bond. Sono paure giustificate? Oppure le obbligazioni
sono ancora un'opportunità di investimento? E se sì, quali sono quelle da
scegliere e quelle da cui è meglio difendersi? A queste e ad altre domande sul
mondo dei bond sarà data risposta durante il convegno "Il futuro
dell'investimento nei mercati obbligazionari: opportunità o bolla?", che
si terrà il 21 maggio all'ITForum di Rimini, la fiera dell'investimento e del
trading organizzata da Morningstar, Traderlink e Trading Library. Per
Alessandro Aspesi, country manager di Threadneedle in Italia e relatore a
Rimini, per quanto riguarda i government non ci troviamo di fronte a una bolla.
La discesa del tasso di inflazione e l'aumento della capacità di risparmio
nelle economie sviluppate dovrebbero favorire un abbassamento e non un
innalzamento dei rendimenti. Il quadro è più incerto, invece, per il mercato
corporate, dove molti titoli incorporano già nei prezzi il difficile scenario
economico. In questo caso, aggiunge Aspesi, è necessario capire bene fin dove
si spingeranno i programmi dei governi per garantire i titoli e la liquidità.
Alla luce di questo è meglio aumentare l'esposizione ai bond societari in
maniera metodica e con un chiaro focus sul rischio emittente, dal momento che
il tasso di bancarotta aziendale potrebbe aumentare. Il convegno si concentrerà
anche sull'investimento in obbligazioni strutturate e sui profili di rischio
nell'investimento in bond. Due argomenti che viaggiano a braccetto. Con la crisi finanziaria, infatti, è emerso che a molti investitori sono state proposte
le prime, ma non sono stati sufficientemente spiegati i secondi. Per consultare
l'intero programma dell'ITForum, clicca qui Marco Caprotti è Redattore di
Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non
forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su
specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi
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( da "Sicilia, La"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
il prc dopo la
decisione del gup «Il rinvio a giudizio per i parcheggi una vittoria di
migliaia di cittadini» «Il rinvio a giudizio dei protagonisti
dell'"affaire" parcheggi fa giustizia delle tante proteste dei
cittadini, protagonisti di diversi esposti sottoscritti da migliaia di
catanesi». Lo affermano in una nota il segretario provinciale di Rifondazione
Comunista, Pierpaolo Montalto, e il responsabile politiche comunali Marcello
Failla, all'indomani della decisione del Gup che ha disposto il rinvio a giudizio
per otto imputati, fra ex amministratori, funzionari e imprenditori, accusati
di abuso d'ufficio aggravato e continuato in concorso. «In questo appalto -
affermano i due esponenti del Prc - l'amministrazione comunale ha agito nella
più totale violazione delle norme: le buste sarebbero state aperte
anticipatamente e illegittimamente per favorire alcune imprese, i punteggi
sarebbero stati attribuiti in modo discrezionale ed immotivato, mentre i
progetti sono stati successivamente modificate con semplici scritture private,
regalando agli imprenditori migliaia di metri quadri di superficie per negozi.
Attendiamo quindi l'esito del processo, valutando positivamente l'operato della
magistratura che ha così accolto le ragioni dei tanti cittadini dei comitati
sorti spontaneamente contro la realizzazione dei parcheggi sotterranei». Secondo il Prc, la vicenda dei parcheggi in project financing
«dimostra ancor di più la grave commistione tra politica ed affari, che è tra
le cause della pesante crisi finanziaria creata negli anni di disamministrazione del sindaco Scapagnini e
del centrodestra».
( da "Sicilia, La"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Moglie e figlia del
boss Nino Cavallo patteggiano e ritornano in libertà Patteggiano la pena e
tornano libere la moglie e la figlia del boss Nino Cavallo, incriminate lo
scorso ottobre per usura con l'inchiesta "Pro domo sua" e raggiunte -
tre mesi più tardi - da un altro provvedimento con il quale si videro
contestare l'aggravante mafioso. Giuseppa Ciaramella e la figlia Lorena Cavallo
(difese dagli avv. Carmelo Tuccio, Deana Scarpulla e Diego Perricone) ieri hanno
patteggiato la condanna a 2 anni ciascuno beneficiando della sospensione
condizionale della pena. Perciò ieri stesso sono tornate in libertà. L'udienza
per il patteggiamento si è celebrata davanti al Gup Lauricella che, se da un
lato ha ratificato il patteggiamento delle due donne, dall'altro ha rigettato
la richiesta di patteggiamento degli altri due incriminati con la stessa
inchiesta. Sono Giuseppe Cavallo, figlio del boss Nino, e Leonardo Caruso,
quest'ultimo fidanzato di Lorena Cavallo. I due - che oltre al reato di usura
con l'aggravante mafioso, si sono visti contestare anche le lesioni - avevano
chiesto di patteggiare la pena a 2 anni ciascuno, senza condizionale. Istanza
alla quale la Procura distrettuale aveva espresso parere favorevole. La famigliola
di "cravattari" fu smascherata ad ottobre dagli agenti del
Commissariato di Ps e da quelli della Mobile di Caltanissetta al culmine di
un'indagine che si avvalse delle ammissioni della presunta parte offesa, un
imprenditore edile di 28 anni che per 6 anni era stato "spremuto "
dalla "spa dello strozzo". Era il 2002 quando l'imprenditore - stretto dalla necessità - si rivolse ai Cavallo per risolvere la crisi finanziaria che stava
attraversando. E la Ciaramella gli avrebbe offerto il suo "aiuto". A
fronte di un debito di 62 mila e 500 euro, in sei anni ne avrebbe restituiti
285 mila. Il debito era lievitato a causa del 10 % di tasso mensile di
interessi applicato. Per i debiti accumulati, la vittima si sarebbe
rivolto a Caruso dal quale avrebbe ricevuto un prestito di 10 mila euro. Ma
quando lo scorso ottobre fu pestato perchè da lui il gruppo pretendeva altri 26
mila euro per interessi non pagati, la polizia accelerò le indagini ed arrestò
gli strozzini. D.V.
( da "Morningstar IT"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Le fasi dei mercati,
oltre che dalle aspettative dei rendimenti, vengono influenzate anche dai
differenti approcci d'investimento. Fino a 4-5 anni fa, quando l'ottimismo e la
convinzione in una "crescita infinita" non erano
ancora stati intaccati dallo scoppio della crisi
finanziaria, era quasi scontato puntare su di una
strategia growth piuttosto che sulla contrapposta strategia value. La pessima
congiuntura mondiale ha portato molti investitori a prediligere esposizioni
meno rischiose. Ma vediamo innanzitutto quali sono le differenze principali tra
questi due approcci. La strategia growth si contrappone alla strategia
value. La prima cerca di selezionare titoli con forti potenziali di crescita
(possibilmente già in atto, quindi non va in cerca scommesse), attribuisce
un'importanza relativa al prezzo attuale, cerca una redditività molto alta e
non necessariamente si cura dell'indebitamento (sintomo di forti investimenti),
dei margini già alti e della capitalizzazione. Inoltre, predilige aziende che
non distribuiscano dividendi o, se proprio lo devono fare, che abbiano una
payout ratio (cioè la porzione percentuale dell'utile netto destinato ad essere
distribuito agli azionisti) molto bassa. Al contraio, la strategia value cerca
di selezionare le aziende già affermate nel loro settore di appartenenza, in
genere large cap, molto solide finanziariamente (basso
indebitamento e alta redditività) e ad un prezzo spesso
"sottovalutato" dal mercato; dalle quali ci si aspetta un crescita
moderata, ma costante, del fatturato, degli utili e dei flussi di cassa e di
conseguenza del prezzo. In generale, si può affermare che gli investitori che
prediligono incrementi in conto capitale dovrebbero indirizzarsi verso titoli
growth a fronte di una rischiosità superiore, mentre coloro che richiedono
un'elevata distribuzione di dividendi dovrebbero indirizzarsi verso azioni
value. La ragione principale che sta alla base dello stile growth è molto
semplice, dice Michel Wetser, Portfolio specialist growth di Ing IM Italia.
Questa via garantisce migliori rendimenti nel tempo, pur presentando un grado
di rischio superiore agli investimenti value. L'evidenza sembra dargli ragione.
Confrontando le performance degli indici Msci World Growth e Msci World Value
notiamo come, da inizio anno, il primo abbia guadagnato il 3,1%, mentre il
secondo abbia perso quasi un punto percentuale (elaborazione Morningstar
Direct, al 13 maggio in dollari). Se confrontiamo i rendimenti a 3 anni
annualizzati, incontriamo in entrambi i casi delle perdite, ma l'indice growth
è sceso meno (-9,6% contro il -11,8% dell'indice value). Certo è che
l'investitore oggi si trova confuso e non è sempre facile capire quali siano i
rischi e le opportunità dello scenario attuale. Il rischio principale è che la
situazione economica peggiori, spiega Wetser, mentre è molto difficile dire
cosa accadrà nel futuro. Bisogna aspettare due o tre anni, in modo che la situazione
si stabilizzi. In ogni caso, consiglia, è meglio non puntare sul market timing,
ma invece pianificare un piano di accumulo di capitale, così da entrare sul
mercato un passo alla volta. La composizione di un portafoglio diversificato di
stile growth passa dall'individuazione dei c.d. growth drivers, quali
l'innovazione dell'industria, il comportamento dei consumatori o i cambiamenti
sociali e politici, per poi focalizzarsi su una attenta stock selection, che si
basa su diversi fattori come la qualità del management, la posizione
competitiva, la qualità del prodotto o servizio offerto e la capacità di
innovare. Attualmente il gestore, che non si basa quindi su di una
diversificazione geografica o settoriale, ma sull'analisi della singola
azienda, trova più interessante l'esposizione verso i mercati emergenti, in
particolar modo asiatici. Il Vecchio continente, in un ottica growth, risulta
invece meno attrattivo, principalmente a causa degli alti costi lavorativi.
Valerio Baselli è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e
i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti
in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore
cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi
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( da "Trend-online"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
Unipol: il comparto
bancario ritorna all'utile nel primo trimestre NOTIZIE, clicca qui per leggere
la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 14.05.2009 17:44 Scopri le migliori azioni
per fare trading questa settimana!! Il Consiglio di Amministrazione di Unipol
Gruppo Finanziario, riunitosi in data odierna, ha approvato il rendiconto
intermedio di gestione al 31 marzo 2009. Il trimestre si chiude con un utile
netto consolidato di Gruppo pari a 41 milioni di euro ed è caratterizzato da un
soddisfacente incremento della raccolta diretta rispetto ai primi tre mesi del
2008, grazie soprattutto al contributo del settore Vita (+160,3%), da un
leggero decremento del settore Danni (-1,2%) mentre il comparto bancario segna
un ritorno allutile, dopo le importanti rettifiche su crediti dubbi effettuate nel
2008. Rispetto allultimo trimestre del 2008, più omogeneo in
termini di quadro economico generale, il Gruppo UGF evidenzia un netto
miglioramento dei risultati. In un contesto ancora profondamente e
pesantemente segnato
dalla crisi finanziaria e dalla recessione economica,
il Gruppo UGF conferma tutta la propria forza sul mercato e le proprie
potenzialità di crescita, insieme ad una strutturale solidità patrimoniale ed
equilibrio finanziario sottolinea lAmministratore Delegato Carlo Salvatori, che
aggiunge: Il risultato economico positivo del primo trimestre, soprattutto
se confrontato con lultima parte del 2008, costituisce un segnale
positivo che rafforza la validità delle scelte che il Gruppo ha compiuto e sta
compiendo per
affrontare la difficile situazione dei mercati e determinare le condizioni per
conseguire migliori performance nel 2009. Nel comparto
assicurativo la raccolta diretta complessiva ammonta a 2.683 milioni di euro
(+60% sullo stesso periodo dello scorso anno). Si distinguono per volume di crescita i rami
Vita, con una raccolta diretta pari a 1.661 milioni di euro (+160,3%), grazie
al contributo sia di BNL Vita, che realizza premi per 1.152 milioni di euro
(+645%), sia di UGF Assicurazioni, che consegue una segue pagina >>
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 14-05-2009)
Argomenti: Crisi
La crisi finanziaria internazionale: cause e prospettive.
Un incontro a Reggio REGGIO CALABRIA. Su iniziativa congiunta della Cattedra di
Economia dellUniversità per Stranieri D. Alighieri e
dellAssessorato al Bilancio della Provincia, domani alle ore 10,30 nella Sala Biblioteca
del Palazzo della Provincia, il Ch.mo prof. Giovanni Palmerio dellUniversità
LUMSA di Roma terrà una pubblica conferenza su : LA CRISI FINANZIARIA
INTERNAZIONALE : CAUSE E PROSPETTIVE. Lattuale grave crisi
economica internazionale nata in ambito finanziario-monetario è venuta a
intersecarsi con altri aspetti di crisi a livello
mondiale, provocando così pesanti ricadute specialmente per i paesi più poveri.
La sfida che si apre, dunque, è duplice: da un lato è quella di imboccare con
decisione il lungo percorso della riformulazione delle regole di funzionamento
del sistema finanziario internazionale, così come si è iniziato a fare nei più
recenti vertici economici. Dallaltro, quella di mirare al
coordinamento delle politiche
economiche, soprattutto per quanto riguarda la lotta alla povertà e lo
sviluppo. Dopo leconomicismo degli anni novanta, si apre,
anche a motivo della crisi in atto , un tempo di ripensamento morale sugli
strumenti, le regole e le finalità delleconomia internazionale. Su questi
aspetti e su quelli di più immediata ricaduta per leconomia
locale, discuteranno, tra gli altri, lAssessore al Bilancio dr. Francesco
Surace e il prof. Antonino Gatto, cui è affidata la conclusione dei lavori.
(14-05-09)