|     Il Sole 24 Ore 29-11-2007 Mutui, Euribor impazzito. Al 4,8% il tasso a
  un mese di Alberto Annicchiarico       Speciale
  mutui
  / Dall'Euribor alla scelta del contratto
       
 Improvvisa impennata per l'Euribor, il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie tra le
  principali banche europee usato come indicatore per il costo del denaro a
  breve termine, quindi tasso base per i mutui. Fissato dalla
  European Banking Federation (la federazione delle banche continentali), l'Euribor a un mese base 365 è passato in sole 24
  ore dal 4,227% a 4,876 per cento.
 Si tratta di un balzo all'apparenza anomalo, che contrasta con l'andamento
  definito per durate differenti, da quello a tre mesi (passato da 4,809% a
  4,842%) a quello a un anno (da 4,718% a 4,753%).
 
 Possibili spiegazioni? Dietro un simile movimento, ha spiegato a Il Sole 24 Ore Radiocor un
  operatore di una primaria banca italiana, «c'è chiaramente la
  particolare stagione che stiamo vivendo e, soprattutto, il fatto che le
  banche stanno intensificando gli sforzi per assicurarsi la liquidità
  per chiudere il 2007 con i conti in ordine». Insomma, banali, e in qualche
  modo attese, scadenze tecniche di fine anno che hanno
  spostato le tensioni sull'Euribor a un mese,
  rimasto finora parzialmente immune. «Piano piano -
  spiega un altro operatore - avvicinandosi alla fine
  dell'anno tutte le scadenze dell'Euribor,
  comprese quelle a tre, due e una settimana si allineeranno ai valori
  aggiornati».
 
 Da Londra un esperto in forze a una primaria banca
  americana commenta: «L'impennata è improvvisa, ma assolutamente non
  anonima, completamente in linea con l'aspettativa
  del mercato: l'aumento del tasso Euribor è
  l'evidente conseguenza del credit crunch. Infine,
  il fixing sul mese Euribor oggi tratta sulla fine
  dell'anno, cioè va dal 3 dicembre al 3
  gennaio, includendo, quindi, il "turn" di fine anno, che tratta a
  livelli, solo fino a pochi mesi fa, impensabili».
 
 In ogni caso il salto impressione e per vederne uno analogo bisogna andare
  indietro nel tempo alla crisi agostana dei subprime,
  quando comunque la risalita improvvisa non era andata oltre lo 0,5% e aveva
  interessato uniformemente i valori del tasso interbancario. L'impennata
  rischia di avere effetti molto pesanti su milioni di sottoscrittori di mutui casa a tasso variabile: la rata viene agganciata
  dalle banche proprio al dato dell'Euribor a tre
  mesi e a un mese base 365 rilevato all'ultimo giorno lavorativo del mese
  precedente e al primo del nuovo mese.
 
 Verrebbe da chiedersi: che la fiammata di fine mese non sia solo un caso?
  Secondo le banche , come abbiamo detto, l'evoluzione
  era ampiamente attesa. Non si può non rilevare, però, che
  secondo Mutuionline su 36 banche che offrono
  prodotti a tasso variabile, 23 (il 64%) lo agganciano all'Euribor
  a un mese, 12 (33%) a 3 mesi e una (3%) a 6 mesi. Impossibile prevedere cosa succederà venerdì e
  lunedì, i giorni che contano davvero per definire i nuovi tassi sui
  mutui a tasso variabile. Il timore dei risparmiatori, evidentemente,
  è che l'impennata, se non rientrerà a brevissimo
  (ma la cosa appare improbabile, viste le spiegazioni date dagli
  esperti), possa riflettersi in maniera consistente sulle rate.
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