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  PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro
  Novelli     Documentazione   Inserito il 3-7-2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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 SEMPLIFICAZIONE DEI PROSPETTI
  INFORMATIVI DEI FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO CONSIDERAZIONI IN RISPOSTA AL
  QUESTIONARIO CESR Di Mauro Novelli  Segretario Adusbef   Roma,
  17-5-2007  INDICE INFORMAZIONI,
  CONTENUTI, PAROLE CHIAVE, GRAFICA, LINGUAGGIO A) Il PROSPETTO DEVE PREVEDERE : B) IL PROSPETTO NON
  DEVE PREVEDERE : PREMESSA Coloro che collocano prodotti finanziari, di
  investimento, di gestione presso i risparmiatori, commettono generalmente
  l’errore (definiamolo così) di puntare sulle caratteristiche del
  servizio (magari con minuziose esposizioni illustrative) e trascurano
  l’obbiettivo fondamentale: quei prodotti devono (dovrebbero) permettere al
  cittadino che investe il raggiungimento dei suoi obbiettivi finanziari ed
  economici.  E’ pertanto prioritario che l’analisi degli
  strumenti terapeutici sia preceduta da una accurata “diagnosi” attraverso una
  attenta e professionale consulenza per individuare non solo le
  “caratteristiche socio-finanziarie” del risparmiatore (capacità di
  reddito e di risparmio, propensione al rischio, investimenti pregressi,
  proprietà immobiliari ecc.), ma (e direi soprattutto) per definire gli
  impegni di spesa già decisi e che lo vedranno coinvolto nel breve,
  medio e lungo periodo.   Questa esplicitazione delle spese programmate –
  quasi sempre trascurata - è di fondamentale importanza, visto che  ci stiamo occupando di prodotti finanziari
  che tendono a “maturare”, cioè a dar frutti, dopo qualche anno dalla
  loro attivazione (dai tre ai dieci, in funzione dell’andamento dei mercati).  Poiché l’atteggiamento “classico” del promotore
  finanziario o del borsinista è quello di acquisire fin da subito il
  risparmio del cliente, l’individuazione di spese future consistenti e
  programmate è vista dai collocatori come un impaccio per la
  conclusione del contratto. In fase precontrattuale, si tende pertanto a
  trascurare quel dato e, di conseguenza, a non evidenziare le caratteristiche
  temporali di maturazione del prodotto che si sta proponendo. Tale atteggiamento va fortemente represso perché
  potrebbe dar luogo a danni finanziari seri e dolorosi. E’ pertanto
  fondamentale rendere edotto il risparmiatore che se le soluzioni che gli si
  stanno proponendo non tengono conto degli impegni già programmati,
  rischia di compromettere i suoi patrimoni. Lo stesso atteggiamento mirante a chiudere in prima
  visita, comporta la forzatura psicologica del futuro cliente, la tendenza ad
  enfatizzare gli elementi di immediata comprensione (rendimenti  anche futuri) e a sottacere quelle
  caratteristiche che potrebbero “far riflettere” il cliente ed indurlo a non
  firmare subito. E’ quanto mai opportuno quindi inserire meccanismi
  in grado di evitare gli inconvenienti appena richiamati e di imporre
  l’obbligatorietà di conclusione del conferimento nel corso di almeno
  due visite a distanza di almeno una settimana. E’ necessario, in altri termini che la filosofia
  ispiratrice del prospetto abbandoni le concezioni di marketing rivolto al
  prodotto (superato dalla metà degli anni ’80 dalle aziende più
  accorte) per approdare al marketing rivolto al cliente. SUGGERIMENTO
  INIZIALE
 INFORMAZIONI, CONTENUTI, PAROLE CHIAVE, GRAFICA, LINGUAGGIOIl risparmiatore deve sapere che “Il miglior
  investimento in assoluto consiste nell’acquisire informazioni – per quanto
  possibile e utile – sulle caratteristiche del mercato che lo sta coinvolgendo
  e nel quale spenderà i suoi soldi, dei prodotti in esso offerti che
  forse acquisterà e che condizioneranno le sue finanze per molti anni”.  Il prospetto
  migliore, più semplice e chiaro a poco varrà se il futuro
  sottoscrittore non si sentirà motivato a leggerlo; se non ne
  avvertirà l’utilità di acquisirne i concetti; se verrà
  convinto (magari dallo stesso promotore) 
  che leggerlo è “palloso”, non serve a nulla e che “fa meglio a
  fidarsi”. Insomma, il prospetto deve suggerire al sottoscrittore che non si
  tratta di semplici descrizioni informative, ma che, oltre a ciò, ha
  l’obbiettivo di far emergere e rimarcare i diritti ed i doveri che
  dalla sottoscrizione del contratto deriveranno alle due parti in causa. Occorre quindi superare la concezione,
  intellettualmente un po’ pigra, che vuole il “prospetto semplificato” come
  meramente “meno voluminoso” rispetto ad un prospetto non semplificato.
  Parimenti va superata la concezione in base alla quale la “trasparenza”
  è funzione diretta del numero di pagine fornite al futuro cliente.  La semplicità, la trasparenza e la
  capacità di sintesi sono caratteristiche “professionali” che non tutti
  gli operatori vogliono (o possono) mettere in campo.  Dobbiamo infatti chiarire che può definirsi
  semplificato quel prospetto i cui contenuti siano appetibili, leggibili,
  accessibili e facilmente compresi dall’investitore non acculturato in materia
  di investimenti, ma motivato ad acquisir i rudimenti di un prodotto che gli
  toccherà direttamente il portafogli, che gli “mette le mani in tasca”.
  Mentre non è semplificato quel prospetto (anche se strizzato in un
  numero minore di pagine) i cui contenuti siano resi graficamente scostanti,
  intellettualmente non accessibili per chi non è in possesso dei codici
  linguistici; con informazioni non essenziali, inutili o nascoste da titoli di
  paragrafo fuorvianti; per il quale lo stesso promotore mostra insofferenza. Il problema della leggibilità dei prospetti
  deriva da un atteggiamento difensivo ed elusivo tipico delle società
  che offrono servizi finanziari. Secondo tale concezione (a mio avviso
  ingiustificata),  se il documento
  contenesse tutte le informazioni, le caratteristiche di mercato e di
  prodotto, le raccomandazioni, le accortezze (che suggeriamo in seguito), pochi
  sarebbero i “pezzi” venduti. Delle due l’una: o i servizi sono di cattiva
  qualità e si cerca di non renderli trasparenti, o sono validi ed
  allora il marketing di offerta (così come è oggi) è
  gestito da incompetenti. Nel primo caso, dovrebbe essere il mercato ad
  emarginare prodotti scadenti; nel secondo, lo stesso mercato dovrebbe
  eliminare responsabili di marketing non all’altezza.  Ma tale setacciatura è propria di un
  mercato sano, permeato da principi di concorrenza; se non viene operata, vuol
  dire che quel mercato non è sano e ne vanno ripensate le regole. Pertanto, una società che crede nei propri
  servizi dovrebbe avere tutto l’interesse a mettere in grado il cliente di
  conoscerne minuziosamente le caratteristiche, di usarlo al meglio, di
  fornirne un prospetto “utile”. Grafica: Al di là dei contenuti, corpo e
  caratteri devono essere di dimensioni adeguate (anche all’invecchiamento
  della popolazione). I grafici inseriti nel documento non devono essere a
  “torta” ma a “colonne” o “lineari”. Linguaggio: non deve prevedere termini per addetti
  ai lavori in altre lingue. Meglio volgerli con una frase, se in italiano non
  esiste un termine equivalente.[1] La difficoltà per gli estensori deriva da un
  loro approccio mentale errato, poiché, invece di assumere un atteggiamento
  empatico nei confronti del lettore/sottoscrittore, si limitano a stilare
  semplici descrizioni asettiche di cose che a loro avviso dovranno essere lette
  solo da chi quelle cose già conosce: per gli altri, coloro che non
  sono in possesso dei codici di decrittazione, è inutile leggerle . Nei
  testi in circolazione, non si avverte l’impegno di chi cerca di sollecitare
  leve emozionali che conducano il lettore a comprendere il coinvolgimento, in
  termini di diritti e di doveri, che verrà generato dalla firma di un
  contratto. Sono quei testi qualificati – tra gli addetti ai lavori –  con la battuta: “scritti da avvocati per
  aspiranti avvocati” In altri termini, possiamo dire che il linguaggio
  adottato risulterà tanto più corretto quanto più
  sarà in grado di soddisfare la esigenza di comprensione indotta  dalla curiosità sollecitata dai contenuti. | 
| 1)
    La pagina stilata 
    dall’Autorità | 1) Vedi Suggerimento
    iniziale | 
| 2)
    Un indice/sommario “ragionato” ed un glossario. | 2) L’ indice/sommario
    ragionato deve descrivere sinteticamente i contenuti del paragrafo e non
    semplicemente riportarne il titolo. Deve essere orientato a chiarire al
    cliente le azioni che sta compiendo e non essere rivolto al prodotto.  Non è rilevante la
    sua dimensione. Il glossario dovrà
    riportare la spiegazione dei  termini
    e, se nell’uso, la dizione inglese di quelli codificati dagli addetti ai
    lavori, pur se non usati nel documento. | 
| 3)
    La presentazione dell’offerente | 3) Gestore, Sim, OICR,
    Banca, Banca depositaria, società di revisione ecc. Può prevedere dati
    quantitativi e graduatorie di comparto. E’ opportuno indicare i
    riferimenti del sito Internet le cui pagine potranno fornire ulteriori
    informazioni. | 
| 4)
    La descrizione del mercato mobiliare e dei rischi per “chi compra”.  | 4) Ad integrazione della
    pagina iniziale stilata dall’Autorità di controllo, occorre fornire
    la chiara indicazione della variabilità delle quotazioni di tutti i
    titoli mobiliari, pur se con andamenti diversamente accentuati (azioni,
    obbligazioni, titoli di stato a tasso fisso e a tasso variabile ecc.). | 
| 5)
    La descrizione del prodotto e delle sue caratteristiche funzionali (titoli
    contenuti, politiche di investimento).  | 5) Si metta in evidenza
    che il vantaggio di detenere quote di fondo consiste nella
    possibilità di “approfittare” di operatori ed analisti che “stanno
    quotidianamente sul mercato” per professione e non perché i rendimenti
    spuntati nel passato possono essere riproponibili in futuro (di questo,
    dovrebbe essere fatto divieto assoluto). Si chiarisca che potranno
    occorrere anni prima di avere quotazioni superiori a quelle d’acquisto,
    tali da permettere il recupero delle spese d’ingresso e la remunerazione
    dell’investimento. Per quanto riguarda le
    politiche di investimento da parte del gestore, queste  possono trovare posto nel prospetto, ma
    oltre all’enunciazione delle “buone intenzioni di comportamento corretto e
    professionale”  non vedo a che cosa
    possano servire. Su questo campo
    potrebbero essere coinvolti i principi enunciati nella MIFID | 
| 6)
    Benchmark. Andamento storico del rendimento del fondo. Andamento storico
    della media del comparto di riferimento. | 6) L’andamento storico
    del rendimento del prodotto può essere riportato, purché
    accompagnato dall’andamento storico della media del comparto di riferimento
    in cui il tipo di fondo è classificato, col quale deve essere
    graficamente comparabile.  Tali informazioni
    permettono al risparmiatore di valutare la valentia del gestore rispetto
    alla media dei concorrenti. In assenza dei dati
    precedenti , risulta poco interessante per l’investitore la comparazione
    col benchmerk. | 
| 7)
    Le modalità di conferimento. | 7) Si chiarisca subito
    che, per legge, il capitale non può essere conferito in contanti e
    che gli assegni consegnati al promotore devono essere intestati alla
    società di gestione e devo essere Non Trasferibili. | 
| 8)
    Termini di ripensamento. | 8) Si riportino i termini
    di legge per il ripensamento.  Si indichino con
    chiarezza le procedure e le formalità (riferimenti, indirizzi ecc.)
    da seguire per eliminare gli effetti della firma del contratto. Si chiariscano
    modalità, formalità e tempi di rimborso per ripensamento
    della somma conferita inizialmente. Si suggerisce
    l’inserimento nel frontespizio di fac simile di lettera di annullamento del
    contratto per ripensamento. (1° fac simile da inserire nel prospetto) | 
| 9)
    Tempistica  dell’ investimento. | 9) Si chiarisca che
    l’investimento avverrà solo il giorno successivo alla scadenza del
    periodo di carenza generato dai giorni di ripensamento.  Si indichi (con esempio)
    il giorno preciso in cui si investirà. Si chiarisca che le
    quotazioni giornaliere riportate dai quotidiani non si riferiscono alla
    valorizzazione del giorno stesso. | 
|  10) I documenti che  – concluso il contratto –  verranno inviati dal gestore. | 10) E’ importante che il
    sottoscrittore abbia contezza del tipo di documenti che riceverà dal
    gestore una volta effettuato l’investimento (contabile di acquisto col
    numero delle quote, rendiconti annuali ecc.).  | 
|  11) I costi di sottoscrizione e/o di
    uscita. I costi di gestione periodicamente addebitati. I costi di switch.
    Incentivi. | 11) Il sottoscrittore
    vuole conoscere quanto gli costerà l’operazione e non “gli oneri
    direttamente a carico del sottoscrittore dei fondi”. Vuole conoscere a
    quanto ammonta la commissione periodica da riconoscere al gestore (anche se
    percepita decurtando il patrimonio, con azione formalmente indolore perché
    non esplicitata) e non i “diritti fissi” o “gli oneri a carico dei fondi”,
    come se fosse il gestore a pagare.  Il riconoscimento di
    incentivi deve prevedere anche il riconoscimento di disincentivi da recuperare
    sulla commissione di gestione annua. Se tale simmetria non è
    riconosciuta, il prospetto deve farne menzione. | 
| 12)
    La tassazione cui è soggetto il  
    fondo. | 12) Si chiarisca
    l’entità della tassazione e il fatto che la valorizzazione
    quotidiana è già al netto del tributo. | 
|  13) Le modalità di disinvestimento. Tempistica
    del disinvestimento | 13) E’ pleonastico
    informare il sottoscrittore della possibilità disinvestimento totale
    o parziale. E’ invece fondamentale
    fornire il fac simile della lettera da inviare, e i riferimenti per
    utilizzare strumenti diversi dalla raccomandata. Insomma, il sottoscrittore
    deve essere autonomo in questa azione fondamentale. (2° fac simile da
    inserire nel prospetto). Infatti, troppi risparmiatori ritengono che per
    disinvestire occorra passare per il promotore o recarsi in banca.  Poiché il gestore deve
    disinvestire il giorno successivo alla ricezione dell’ordine, se tale
    ordine  è consegnato  allo sportello, è necessario che
    l’impiegato  dia notizia certa al
    cliente del giorno in cui il gestore riceverà l’ordine stesso. Occorre altresì
    informare il cliente che potrà verificare la quotazione del giorno
    di liquidazione avvisando che non è quella riportata dai quotidiani
    quello stesso giorno. | 
| 14)
    Riferimenti del gestore, del promotore, delle Autorità di controllo. | 15) Il sottoscrittore
    deve essere autonomo sui riferimenti di tutto coloro che, nella vicenda,
    possono essere suoi interlocutori. Deve essergli evitata la via crucis
    della ricerca di un telefono o di un fax, di un riferimento. Indirizzi, telefoni, fax,
    e-mail, nominativi di persone incaricate e ruoli devono trovare spazio
    nelle pagine del prospetto.    | 
| 15)
    NO ad Appendici o ad altri Allegati in quanto giustificativi e suppletivi
    della incapacità di sintesi, e della volontà di chiarezza e
    trasparenza. | 16) Prevedere Allegati o
    Appendici equivale: - a qualificare come
    secondarie le informazioni in essi contenute, - a considerarle
    sovrabbondanti  per il
    sottoscrittore, - a ritenere il
    sottoscrittore non interessato o culturalmente non all’altezza. Se il collocatore ritiene
    opportuno riportare, in una pubblicazione a parte, valutazioni,
    comparazioni, informazioni  che
    ritiene di interesse, può sempre farne omaggio al futuro cliente. | 
| 16)
    NO al profilo di rischio “oggettivo” se non chiarendo che deve essere  “armonizzato” con la posizione
    finanziaria personale di ciascun sottoscrittore. | 17) La rischiosità
    di un fondo  è solo in parte
    funzione diretta della qualità dei titoli in portafoglio e della
    politica di gestione.  Va infatti adeguata al
    complesso di esigenze/obbiettivi/spese programmate
    dell’investitore. La trattazione di questo
    argomento non è possibile in poche righe.[2] | 
[1]  Non
deve prevedere neanche termini in latino, scambiati e pronunciati all’inglese da
chi, per sua disgrazia, il latino non ha 
potuto studiare: “specìmen” pronunciato “spèsimen”; “plus”
pronunciato “plas”; “junior” pronunciato “gianior”; “senior” pronunciato
“sinior”.
[2] Esempio classico : se fra un anno devo destinare i miei risparmi all’acquisto di una casa, in periodi di tassi crescenti è rischioso anche comprare BTP, cioè titoli a tasso fisso. All’opposto, se posso dimenticarmi di quei risparmi per 20 anni (trascuriamo gli imprevisti) probabilmente anche l’acquisto di azioni non risulterà particolarmente rischioso: in venti anni incapperò certamente in un periodo di borsa taurina rispetto alle quotazioni spuntate all’atto dell’acquisto.