|       Da REPORT del 13-5-2007IL MISTERO DEL FARAONEla puntata di
  oggi è tutta dedicata a Wind l’ultima azienda telefonica pubblica  venduta dall’Enel
  all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris   di Paolo Mondani
  In onda domenica 13 maggio 2007 alle 21.30
   MILENA
  GABANELLI IN STUDIOBuonasera la puntata di oggi è tutta dedicata a Wind l’ultima azienda
  telefonica pubblica venduta dall’Enel all’imprenditore egiziano Naguib
  Sawiris.
 
 AOLO MONDANI FUORI CAMPO
 La macchina magica che trasforma una telefonata in oro…si chiama gsm box,
  è un segreto ben custodito, nel mondo delle telecomunicazioni la
  conoscono tutti eppure non ne vogliono parlare. Se telefonate da casa verso
  un cellulare la vostra chiamata potrebbe passare per questa macchina. E
  quando accade, alle vostre spalle c’è chi ha fatto una fortuna.
 
 DIRIGENTE WIND
 Questa macchina trasforma la chiamata dal fisso verso il cellulare, che ha
  una tariffa molto alta, in una chiamata dal cellulare al cellulare che ha una
  tariffa assai più bassa. Al consumatore viene
  fatta pagare quella più alta, l’operatore telefonico paga quella
  più bassa. Il gsm box provoca un danno enorme anche alle indagini
  giudiziarie.
 
 GIOACCHINO GENGHI – Investigatore Procura Palermo
 Un killer che è venuto in trasferta, che in trasferta
  è andato in una determinata località per commettere un
  omicidio, ha ricevuto i vari ordini di questa missione di morte attraverso il
  proprio cellulare. Noi il cellulare eravamo riusciti ad individuarlo
  così come abbiamo anche individuato il killer, non siamo riusciti però ad individuare l’utenza dalla quale
  il mandante ha chiamato perché il chiamante ha utilizzato una scheda
  prepagata, la scheda prepagata è stata utilizzata con un telefono
  pubblico e il telefono pubblico ha utilizzato un sistema gsm box. Quindi non
  sappiamo da quale cabina, da quale utenza fissa, da quale apparato è
  partita la chiamata telefonica con la quale il mandante dell’omicidio, che
  certamente ha una responsabilità molto più
  grave nell’economia del delitto rispetto al killer che è stato
  identificato, ha avuto in quell’omicidio.
 
 DIRIGENTE WIND
 Il gsm box nasconde l’identità del chiamante, provoca perdite fiscali
  allo Stato, fa crollare gli utili di Tim,Vodafone e Wind. Eppure le grandi
  aziende telefoniche tollerano anzi, lo usano anche loro,e
  sa perché?
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 Il perché lo vedremo. Allora Il GSM box è una scatola che sta fra la
  telefonata che parte dal telefono fisso e il cellulare che stiamo chiamando.
  Questa scatola trasforma il segnale e quindi la tariffa, che da molto cara
  diventa molto economica, soprattutto per l’operatore che gestisce il traffico
  che sta in mezzo. Ma ci arriveremo. L’oggetto della nostra inchiesta è
  Wind, venduta due anni fa dall’Enel alla Weather Investment, una
  società che fa capo all’ imprenditore
  egiziano Naguib Sawiris. Siccome l’Enel è una partecipata del Tesoro
  pensiamo sia di interesse pubblico sapere come è stata venduta e a
  chi. Con Paolo Mondani cominciamo dal principio,
  cioè dall’Egitto, patria dell’imprenditore Sawiris e della sua
  società Orascom.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Gli antichi egizi non conoscevano la carrucola, il verricello e la puleggia.
  Da secoli ci si chiede come abbiano fatto a costruire le piramidi e siamo
  solo alle ipotesi. La sfinge domina la valle... con le piramidi è
  l’unica delle sette meraviglie dell’antichità’ arrivate fino a noi. Ma
  Plinio il Vecchio duemila anni fa le descrisse come
  una ostentazione inutile ed ottusa delle ricchezze dei re e scrive:
  giustamente il caso ha voluto che si dimenticassero i nomi degli artefici
  delle piramidi perchè grande fu la vanità dimostrata da quegli
  uomini. Ma almeno ci restano le piramidi, quelle del nuovo faraone d’Egitto,
  come viene soprannominato Naguib Sawiris, sono
  invece queste: due palazzi e un terzo in costruzione, sormontati da cupole
  dorate, coi vetri blu, ecco il reticolo delle sue società telefoniche:
  Iraqna in Iraq, Mobilink in Pakistan, Banglalink in Bangladesh, Telecel in
  Zimbabwe, Mobinil in Egitto, Djezzy in Algeria e Tunisiana in Tunisia.
 
 SAAD HAGRAS – Editorialista “El-Alam El-Yom”
 La famiglia Sawiris è una delle più importanti dell’Egitto ed
  è una delle più ricche del mondo. Il padre di Naguib, Onsi
  Sawiris, ha fatto fortuna durante il periodo di re Faruk.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Re Farouk scappa dall’Egitto nel 1952, con un panfilo pieno di lingotti
  d’oro, in Italia risiede a Capri, protagonista della dolce vita morirà
  a Roma durante una cena dopo la 24a portata. Con l’arrivo di Nasser la
  famiglia Sawiris si rifugia in Libia e torna in Egitto solo con la fine
  dell’esperienza socialista.
 
 SAAD HAGRAS – Editorialista “El-Alam El-Yom”
 Come ha fatto Sawiris a fare tutti questi soldi? Con
  la globalizzazione dei mercati. Non è strano che un arabo giunga tanto
  in alto, a meno che gli europei non trovino strano che un uomo del terzo
  mondo arrivi così lontano.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Sawiris si è fatto davvero tutto da sè? Proviamo a scoprirlo,
  ma è difficile muoversi. Il ministero dell’informazione ci dà
  il permesso di fare domande in giro solo per un giorno perché fino all’ultimo
  è mancato il nulla osta della polizia. Un fatto raro, ci dicono, e non
  riusciamo a capire perché sia capitato proprio a noi. Comunque, il ministero
  ci fa generosamente scortare da un accompagnatore di nome Osama.
 Entriamo in un negozio Mobinil, che è il nome della compagnia
  telefonica egiziana di Sawiris, ma nessuno può parlare con noi, ci
  consigliano di chiedere un permesso alla sede centrale, ma dicono anche che
  tanto non lo otterremo. Finalmente un rivenditore si dice disponibile,
  ma Osama gli chiarisce prima che lui è li per controllare che
  non si dicano cose negative del loro paese.
 
 RIVENDITORE
 Se Sawiris ha comprato Wind vuol dire che se lo può permettere e
  siccome è egiziano, io tifo per lui.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Ci liberiamo di Osama e andiamo al sindacato dei giornalisti dove si ritrova
  tutto il mondo dell’opposizione al presidente Hosni Mubarak, ci sono i
  religiosi, i riformisti, i socialisti, le donne. Ibrahim el Sahari è
  un giornalista molto conosciuto in Egitto.
 
 IBRAHIM EL SAHARI - Giornalista “El-Alam El-Yom”
 Sawiris ha comprato dallo stato la Mobinil a costi minori di quelli reali,
  poi lo stato ha chiesto ai vecchi azionisti, banche e assicurazioni, di
  vendere a Sawiris le loro partecipazioni a un prezzo stracciato. Dopodiché lo
  stato avrebbe dovuto favorire la costituzione di una terza società
  della telefonia, ma ha rimandato questa idea per più di sette anni,
  periodo in cui il duopolio Sawiris-Vodafone ha fatto ricchezze immense senza
  essere disturbato.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Il parlamentare egiziano Mohammed El-Badrashini ha reso noto che nel 1997,
  uno dei più importanti operatori di telecomunicazioni americani era
  concorrente di Sawiris nel rilevare l’azienda pubblica di telefonia egiziana.
  El-Badrashini spiega che l’offerta della compagnia americana e
  dell’imprenditore Bill Martin risultava di 664 milioni di
  dollari più alta rispetto all’offerta della Orascom di Sawiris.
  E nonostante questo l’appalto andò ad Orascom.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma Sawiris come ha fatto ad accaparrarsi le licenze della telefonia mobile in
  Iraq e Pakistan?
 
 IBRAHIM EL SAHARI - Giornalista “El-Alam El-Yom”
 Orascom ha potuto usufruire sin dal suo inizio di mutui dall’agenzia per lo
  sviluppo mondiale e dalla banca mondiale. Dal 1998
  Orascom partecipa con il 45 per cento alla società americana Contrack
  che in medio oriente gestisce solamente appalti del pentagono. Nel 2005 Orascom ha acquisito il 100 per cento di Contrack
  che nel frattempo è la società che costruisce le basi militari
  americane in Afghanistan e le nuove strade in Iraq. Con questi rapporti con
  il pentagono non era difficile prendersi le licenze della telefonia in Iraq e
  Pakistan.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 In una casa della periferia un ricercatore del Centro governativo di studi
  politici e strategici, che non vuole essere riconosciuto, ci mostra il
  rapporto del 2001.
 Dice: Orascom Telecom è stata coinvolta in uno dei più gravi
  casi che riguardano la borsa quando venne alla luce
  che l’azienda aveva falsificato banconote per finanziare un incremento di
  capitale. La famiglia Sawiris replicò ammettendo che le banconote erano false, ma accusò il contabile di Orascom di
  aver fatto tutto da solo. Il caso venne archiviato.
 Questa è l’azienda che nell’aprile del 2005 ha comprato Wind in
  Italia.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Sawiris è un personaggio collegato ad un mondo molto particolare, non
  è sconosciuto, è conosciuto alle cronache ed è collegato
  a molti personaggi anche conosciuti all’ufficio avrei detto in altri tempi.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 Le dichiarazioni che abbiamo sentito sono dei giornalisti che scrivono per
  uno dei più importanti quotidiani economici egiziani, manca la replica
  del signor Sawiris perché non ha accettato l’intervista. Dunque l’Enel ha
  deciso di vendere, la telefonia non è la sua attività primaria,
  prosciuga un sacco di risorse, quindi meglio liberarsene. L’8 ottobre 2004
  dirama questo comunicato: la notizia pubblicata oggi da un quotidiano in
  merito ad una offerta ad Enel da parte di un
  operatore egiziano per l’acquisto di Wind è destituita di fondamento.
  L’amministratore delegato Scaroni, qualche mese dopo cambia idea.
 
 REPERTORIO PAOLO SCARONI
 E’ bello competere lo si impara a scuola negli
  sport, si impara che si compete e se si vince è naturalmente
  bellissimo!
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Il passato non sempre è bellissimo. E allora parliamo del primo
  protagonista della vendita di Wind a Sawiris:
  l’allora amministratore delegato di Enel Paolo Scaroni.
 
 REPERTORIO PAOLO SCARONI
 Perché degli imprenditori come noi non li ha nessuno nel mondo.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Ha ragione, abbiamo il primato, e infatti Scaroni
  viene nominato nel 2002 dal governo Berlusconi proprio alla guida di Enel,
  l’azienda da cui 10 anni prima aveva comprato appalti a suon di mazzette, per
  cui era stato arrestato e aveva patteggiato una pena di 1 anno e 4 mesi di
  carcere.
 Un’azionista di Naguib Sawiris è il fondo palestinese della Vecchia
  Olp di Arafat che investì buona parte del denaro che mezzo mondo destinava
  al popolo palestinese su Orascom, attraverso il suo discusso responsabile
  Mohammed Rashid. Chi è quest’uomo?
 
 ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
 Non è una persona trasparente non è una persona pulita e infatti molti hanno chiesto di allontanarlo, quando si
  parlava della corruzione palestinese era indicato in modo particolare lui,
  c’è stata una commissione di inchiesta del primo parlamento
  palestinese dove risultava responsabile di molti affari non leciti.
 
 PAOLO MONDANI
 Quei soldi, quei 400 milioni di dollari che avete investito su Sawiris come
  fondo palestinese li avete ritirati o sono ancora là?
 
 ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
 Ma qui ci sono diverse versioni, alcuni dicono che sono stati ritirati in
  parte o tutto con un bel margine di guadagno anche, sembra che si sono
  raddoppiati in pochi anni. Altri dicono.. danno
  versioni diverse, che il fondo sì ha guadagnato l’investimento,
  però non tutti i soldi sono tornati alle casse dei palestinesi.
 
 PAOLO MONDANI
 E dove sono?
 
 ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
 Bisogna chiedere a Mohammed Rashid.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 C’è un secondo torbido azionista nella Orascom di Sawiris, si tratta
  dell’iracheno Nadmi Auchi, presidente della società lussemburghese
  General Mediterranean Holding, presente negli affari di mezzo mondo.
 
 PAOLO MONDANI
 Le ho portato un verbale di interrogatorio del 26 marzo 1993 dove lei
  interroga Chicchi Pacini Battaglia.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 E si parlava anche di questo Auchi, Auchi era un personaggio strano strano
  anche lui ed era un soggetto che prendeva soldi pure lui. Insomma, il
  concetto è questo, dimmi con chi vai e ti
  dirò che sei. Sawiris sta con Auchi, Auchi è quello che serve
  è di mestiere, lo dicono a verbale, è un personaggio che di
  mestiere fa l’intermediario tra governi mediorientali e grandi società
  internazionali, per fare in modo diciamo che diciamo così, vengano unte le ruote di questo governo per avere queste
  commesse.
 
 PAOLO MONDANI
 Lei sa chi è questo Auchi?
 
 ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
 E chi non lo sa, è un uomo di Saddam, un uomo del regime. Con una sede
  a Londra provvedeva a tutte le transizioni e le intermediazioni che erano
  necessarie per comprare le armi necessarie per la
  guerra dell’Iraq contro l’Iran. E come è noto quella guerra fu
  sostenuta da tutto il mondo dell’occidente.
 
 PAOLO MONDANI
 Che fine ha fatto Auchi?
 
 ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
 Dopo l’invasione da parte di Saddam al Kuwait ha trattenuto tutti i soldi e
  non obbediva più al regime di Saddam. Il regime si era vendicato
  uccidendo il suo fratello Ad Amman.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Ma il protagonista più chiacchierato è Alessandro Benedetti,
  presidente della società lussemburghese Weather Investment nella quale
  compare anche Naguib Sawiris, la Weather è la società che
  materialmente compra Wind nel 2005.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Alessandro Benedetti è personaggio conosciuto all’ufficio anch’egli
  proprio perché avrebbe distratto fondi da aziende.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Nel 1996 Alessandro Benedetti finisce in carcere con l’accusa di aver
  distratto una sessantina di miliardi di vecchie lire da una sua
  società. Era il cassiere estero del costruttore Salvatore Ligresti,
  ben noto alle cronache di tangentopoli.
 Tra i fondi spariti anche 800 milioni spesi per piacevoli incontri con
  accompagnatrici professioniste. All’inizio del 2007, Benedetti è ad un
  passo dalla sentenza sulla bancarotta. Ma il giudice milanese Ponti è
  costretta a chiudere il processo per scadenza dei termini di prescrizione.
 
 PAOLO MONDANI
 Qui c’è l’atto di costituzione della Weather Investment, lei
  denunciò esattamente qualcosa di particolare?
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Denunciai il fatto che operazioni di questo genere se vengono
  fatte con società off shore, dissi, magari che vengono dalle isole
  Cayman, vi rendete conto che c’è qualcosa che non va. Alle isole
  Cayman che gli importa di comprare Wind italiana.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Alla camera di commercio del Lussemburgo otteniamo le carte della
  società Weather Investment. E si scopre che in realtà le
  weather di Sawiris e Benedetti sono due. La prima è durata poco, ma
  è curioso che abbia avuto tra gli azionisti la Realest Sa,
  società che è entrata nella storia della Magiste International
  di Stefano Ricucci.
 La Weather seconda è quella che acquista Wind e di azionisti ne ha
  tre, la April Holding e la Os Holding nelle isole
  Cayman e la Cylo Investments alle isole vergini. Possibile che l’Enel non
  abbia trovato di meglio che vendere Wind a degli azionisti che si nascondono
  nei paradisi fiscali? E poi, l’Enel ci ha perso o ci ha guadagnato?
 
 SERGIO RIZZO – Giornalista “Corriere della Sera”
 Basta pensare che l’Enel ha investito in Wind qualche
  cosa come 17 miliardi e mezzo di euro, cioè parliamo della metà
  della prima manovra economica del governo Prodi. Quando poi ha venduto ha
  incassato 12 miliardi o poco più.
 
 FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
 Complessivamente sono stati 4 miliardi e mezzo persi nell’operazione Wind,
  cioè telecomunicazioni.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Quindi lei conferma, 4 miliardi e mezzo?
 
 FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
 4 miliardi e mezzo. Rispetto non solo al prezzo d’acquisto ma alle varie
  ricapitalizzazioni che sono state fatte e all’acquisto di Infostrada
  eccetera, facendo proprio il conto della spesa insomma no.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Se vogliamo proprio fare il conto della spesa, va detto che Enel vende Wind
  nel 2005 usando una società di diritto olandese: l’Enel Investment
  Holding. L’Enel è una società per azioni controllata dal
  Ministero del Tesoro, cioè lo stato: perché usa una scatoletta
  olandese chiaramente volta all’elusione fiscale? Mistero italiano. Ma
  fermiamoci ai 4,5 miliardi di euro persi con Wind, come li ha recuperati
  l’Enel?
 
 SERGIO RIZZO – Giornalista “Corriere della Sera”
 Siccome l’Enel è una azienda che produce e
  vende elettricità, e si da il caso che questa elettricità
  purtroppo sia anche la più cara d’Europa, è del tutto evidente
  che sono state le bollette elettriche la fonte con cui questi soldi sono
  stati in qualche modo coperti.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Coprono il buco con le bollette che gli italiani pagano, ma nemmeno un
  imprenditore italiano ci prova a comprare Wind? Forse solo Romiti all’inizio?
 
 FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
 Sì ma Romiti in realtà si presentava per a
  sua volta presentare Orascom e cioè Sawiris insomma, quindi, poi in
  definitiva, quando abbiamo visto che l’operazione consisteva nella
  presentazione di Sawiris allora abbiamo preferito trattare direttamente con
  Sawiris.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 Allora nel ‘97 quando Enel fonda Wind, la mano pubblica torna a comprare in
  un settore che aveva privatizzato e spende circa 17 miliardi di euro. Siccome
  però bisogna investire troppo, 8 anni dopo pensa di disfarsene e vende
  Wind a circa 12 miliardi di euro. La perdita è di più di 4
  miliardi di euro. Quello che colpisce è il
  fatto che il Tesoro, che ha funzione di controllo sul pagamento delle tasse di tutti noi, permette a una sua controllata di eluderle.
 Ma all’imprenditore egiziano come si è arrivati?
 
 Allora siamo ad aprile 2005 e il consiglio
  d’amministrazione dell’Enel scaduto da alcuni mesi decide di vendere Wind.
  Siccome l’Enel è una società privata, anche se controllata dal
  tesoro, la legge consente di non fare gara pubblica, tutto
  però si dovrebbe svolgere secondo criteri di trasparenza e
  lealtà. Bene, a contendersi Wind arriva il fondo americano Blackstone
  e l’egiziana Orascom. L’intermediario è Benedetti. La politica che di
  solito interviene anche quando non dovrebbe, in questo caso, almeno
  ufficialmente, sembra essersene disinteressata. Abbiamo incontrato alcuni
  protagonisti che ci hanno chiesto l’anonimato e ci hanno raccontato la loro
  versione dei fatti su una vendita che proprio trasparente non è stata.
  Precisiamo, che le affermazioni sono fornite sulla base di fatti che
  conoscono. In particolare quello che noi chiameremo
  il numero uno, all’epoca dei fatti aveva un ruolo di primissimo piano.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Incontriamo quello che chiameremo il numero uno. Un uomo che dovrebbe
  conoscere come sono andati i fatti. Perché lui c’era.
 
 PAOLO MONDANI
 Le offerte finali delle due cordate Blackstone e Sawiris, sono rispettivamente
  di 12 e 80 miliardi di euro Blackstone.
 
 NUMERO UNO
 E 11 e 7 miliardi Sawiris.
 
 PAOLO MONDANI
 Quindi vince Blackstone? Lei conferma?
 
 NUMERO UNO
 Si.
 
 PAOLO MONDANI
 Dall’alta dirigenza Enel, come lei mi ha detto,parte
  una telefonata a Sawiris e Benedetti per fargli fare una nuova una nuova
  offerta, che arriva a 12,132 miliardi. Hanno chiesto anche a Blackstone di
  fare una nuova offerta?
 
 NUMERO UNO
 No.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Scusi ma Blackstone non si arrabbiò?
 
 NUMERO UNO
 Si, ma che potevano fare.
 
 PAOLO MONDANI
 Che cosa ha saputo da Alessandro Benedetti della vendita di Wind?
 
 IMPRENDITORE
 C’è un’offerta che viene fatta all’ultimo momento, viene corretta
  all’ultimo momento e che risulta vincente anche con un azzardo. Pochi minuti prima di presentare l’offerta, la modifica
  sul computer.
 
 PAOLO MONDANI
 Perché aveva saputo che Blackstone l’aveva più alta?
 
 IMPRENDITORE
 Perché aveva saputo che, immaginava che Blackstone avesse potuto avere
  informazioni a sua volta sulla loro offerta, e quindi la corregge ma non ha
  delega da parte delle banche per correggerla fino a quel punto. Quindi forza
  la mano alle banche con un paio di telefonate e aumenta molto l’offerta.
 
 PAOLO MONDANI
 A proposito della gara dottor Benedetti, ma è vero che lei ce l’ha fatta per il rotto della cuffia, con un colpo a
  sorpresa, e che Blackstone fino all’ultimo era un po’ in vantaggio e poi lei
  ci è riuscito, insomma in qualche modo?
 
 ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
 Diciamo che la differenza era estremamente modesta, mi pare che la differenza
  sia stata di 150-200 milioni, una cosa del genere, vabbè che son pochi
  soldi tutto sommato.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Quindi, dice Benedetti, Sawiris batte gli americani di Blackstone per 150-200
  milioni, cioè per un soffio viste le cifre in ballo, e perché sembra
  che conoscesse l’offerta dell’avversario. In quei momenti c’è sempre
  una segretaria presente.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma a lei risultava preoccupato Benedetti perché vincessero
  gli altri?
 
 SEGRETARIA
 Gli ultimi due giorni? Dalla mattina alle sette attaccavamo fino all’una di
  notte. Hanno riscritto tutto quanto.
 
 PAOLO MONDANI
 Le dico, lui ad un certo punto viene a conoscere sottobanco la proposta degli
  altri, di Blackstone, secondo lei?
 
 SEGRETARIA
 Sì, è stata l’Enel a dirglielo. Io so che sono stati avvertiti
  dall’Enel, dal momento della telefonata, gente che stava col sedere al sole
  è dovuta tornare, hanno dovuto rifare tutto, non hanno dormito.
 
 PAOLO MONDANI
 Hanno rifatto la proposta?
 
 SEGRETARIA
 C’è gente che non è andata nemmeno a casa…e hanno rifatto
  tutto.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma voi di blackstone non eravate arrabbiati per come
  è andata la gara?
 
 AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
 Al momento gli avrei messo una bomba, ma non c’erano regole, quindi era uno
  strano meccanismo italico, l’Enel società quotata si è avvalsa
  della licenza di massimizzare i suoi interessi senza trasparenza verso i
  compratori.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Quel pomeriggio di aprile all’Enel non ci fu una gara. Questo il punto.
  L’enel aprì con blackstone e Sawiris due trattative private. Non fu
  una competizione vera, non ci fu un bando di gara né criteri precisi e
  vincolanti. Resta da chiedersi, Naguib Sawiris come ha pagato Wind?
 
 AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
 Sawiris non aveva capitale, lui si è ipotecato l’azienda che aveva.
 
 PAOLO MONDANI
 Per avere il prestito delle banche?
 
 AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
 Si. Invece i nostri clienti, i soldi che mettevano almeno per il capitale ce
  li avevano. Le banche ci stupirono, le loro banche,
  le banche di Sawiris.
 
 PAOLO MONDANI
 E come mai le banche glieli hanno dati quei soldi?
 
 AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
 E che ne so!
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Sappiamo che Wind costa a Sawiris 12,132 miliardi di euro. 11,8 miliardi
  glieli presta un gruppo di banche. I rimanenti 332 milioni vengono
  raccolti da Sawiris tramite un fondo iracheno composto da 22 soci arabi tra
  cui lui stesso. 332 diviso 22 fa 15. Insomma, su 12,132 miliardi, Sawiris di
  suo ci mette 15 milioni?
 
 NUMERO UNO
 Meno, meno.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma meno quanto?
 
 NUMERO UNO
 Secondo me lui ha tirato fuori 2 o 3 milioni di euro perché da buon
  negoziatore. E’ vero che 332 diviso 22 fa quindici, però il business
  l’ha portato lui e quindi si deve far riconoscere un vantaggio su questo.
 
 PAOLO MONDANI
 Insomma questo fatto che i capitalisti senza capitali, comprano tutto a
  debito facendosi prestare i soldi dalle banche, le piace o no?
 
 FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
 No non mi piace perché scarica praticamente sul mercato e quindi sui
  risparmiatori l’operazione, ecco perché. Normalmente poi abbiamo visto anche
  in operazioni delicate
 che le banche hanno saputo scaricare poi sui risparmiatori il rischio
  industriale.
 
 PAOLO MONDANI
 Come comitato privatizzazioni, avete dato il vostro parere consultivo nel
  2005 sulla privatizzazione di Wind?
 
 RICCARDO GALLO – Comitato privatizzazioni Ministero del Tesoro
 Non è stato chiesto al comitato di svolgere il ruolo di consulenza
  globale e garanzia, ma cosi come non è stato
  chiesto per società di diritto privato che operano sul mercato.
 
 PAOLO MONDANI
 Insomma il Ministero del Tesoro impedisce al comitato privatizzazioni di
  occuparsi della vendita di Wind. D’accordo che Enel è una
  società privata, ma il suo maggiorista è pur sempre il
  Ministero del Tesoro. E il Tesoro non si preoccupa di cosa fa una
  società di cui ha la quota più importante?
 
 RICCARDO GALLO – Comitato privatizzazioni Ministero del Tesoro
 Beh io capisco la sua osservazione. La sua osservazione sottolinea il fatto
  che il processo di privatizzazione di Enel, Eni eccetera è un po’ in
  mezzo al guado.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 A proposito di privatizzazioni in mezzo al guado e poco trasparenti chiediamo
  lumi all’ex Ministro del Tesoro Siniscalco che però
  non parla. Proviamo allora con un altro ministro che all’epoca era schierato
  con la cordata perdente, quella di Blackstone.
 
 AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
 Pronto?
 
 PAOLO MONDANI
 Onorevole Tremonti buongiorno, sono Paolo Mondani un
  giornalista di Rai Tre la posso disturbare?
 
 AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
 Mi dica.
 
 PAOLO MONDANI
 Vorrei la sua testimonianza sulla privatizzazione di Wind. Sui giornali
  dell’epoca lei sembrava contrario a vendere a Sawiris.
 
 AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
 Guarda assolutamente no perché io ero…in quel periodo non ero membro del
  governo. E quindi non ho ragione, titolo e dintorni per esternare o
  dichiarare su attività che comunque han fatto capo al governo.
 
 PAOLO MONDANI
 Non era vice Presidente del Consiglio?
 
 AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
 Nel 2005 io ero fuori da tutto.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Ma come, l’Onorevole Tremonti venne nominato vicepresidente del Consiglio il
  23 aprile 2005, proprio poco prima della decisione del consiglio di
  amministrazione Enel di vendere Wind a Sawiris e non solo, il Sole 24 ore in
  quei giorni scrisse che lo studio Tremonti si stava occupando di curare gli
  interessi della cordata Blackstone. Come dire, Tremonti era uomo informato
  dei fatti.
 
 PAOLO MONDANI
 Ministro Di Pietro quando Wind viene venduta da Enel a
  Sawiris, lei la prima contestazione che fa è quella famosa dei 400
  milioni dei costi di transazione.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Perché io nell’altro mestiere che ho fatto quel che adesso pudicamente vengono
  chiamati costi di transazione, li chiamavo “mazzette”.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Questo il documento riservato tra le tre banche che decidono il prestito a
  Sawiris, due le voci per i costi di transazione: 209 più 191… uguale
  400 milioni.
 Nell’unica intervista rilasciata al Sole 24 ore da
  Alessandro Benedetti, proprio lui corregge la cifra e parla di 414
  milioni di euro. In dettaglio: 317 alle banche e 97 per consulenze varie.
 
 PAOLO MONDANI
 Lei mi ha detto che 300 di quei 400 milioni andarono alle banche.
 
 NUMERO UNO
 Si.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma cosa fecero in concreto le banche?
 
 NUMERO UNO
 Si fecero pagare per l’impegno a finanziare Sawiris, più
  l’organizzazione dell’intera operazione, fanno appunto questi 300 milioni.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma 300 milioni non sono troppi secondo lei?
 
 NUMERO UNO
 Erano il doppio di una normale transazione.
 
 PAOLO MONDANI
 Le commissioni di transazione ammontano a 400 milioni di euro.
 
 IMPRENDITORE
 Sono state valutate da tutti come più che doppie rispetto a una
  normale transazione di questo tipo.
 
 PAOLO MONDANI
 Quanto di questi 400 milioni di transazioni si è preso Benedetti? Lei
  lo ha saputo?
 
 IMPRENDITORE
 Si è parlato di 67 milioni, si è parlato di 90 milioni, si
  è anche parlato spesso di come questi soldi siano stati poi utilizzati
  per varie consulenza allatere, nel senso che
  Alessandro ha sempre sostenuto: siete tutti convinti che io sia ricco, questa
  non è la verità. Io ho dovuto appoggiarmi a tante altre
  strutture a tante altre persone che evidentemente ho dovuto pagare.
 
 PAOLO MONDANI
 Sono tangenti?
 
 IMPRENDITORE
 Chiamavano consulenze nel periodo di tangentopoli, venivano
  chiamate consulenze no?
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Piazza Santi Apostoli a Roma. In un appartamento di palazzo
  Odescalchi, dove ha sede la Managest, una società che fa riferimento
  ad Alessandro Benedetti, si sono svolti tutti gli incontri chiave per la
  vendita di Wind. Benedetti non lavora più qui.
  In via Margutta c’è l’antiquario Antonio
  Lestingi amministratore della Managest. Lestingi non sa dove sia Benedetti.
  L’antiquario Lestingi è tra l’altro un nome noto alla Procura della
  repubblica.
 
 PAOLO MONDANI
 Ho letto che lei ha avuto una vicenda giudiziaria con tal Matilde Ciarlante.
 
 ANTONIO LESTINGI – Amministratore della Managest
 Era un assegno, io detti in pagamento per una barca dove risultava che questo
  assegno proveniva da un traffico di malavitosi eccetera. Cioè io ho
  preso da un recupero crediti netta di 100 milioni, non mi ricordo quant’era,
  cioè un assegno di 7 milioni che era di un personaggio della camorra.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 In via della Cordonata c’è un’altra sede di Benedetti.
 
 PAOLO MONDANI
 Questo è l’ufficio del Dottor Benedetti?
 
 DONNA
 Il dottor Benedetti, siamo appoggiati qui si, però non c’è.
 
 PAOLO MONDANI
 Dottor Benedetti?
 
 AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
 Hello.
 
 PAOLO MONDANI
 Questi 414 milioni di transazioni, ma non è che è stato
  necessario arrivare a pagare consulenza ad un network extra finanziario per
  fare un operazione cosi grande?
 
 AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
 Perché sarebbe dovuto scusi? Sono state fatte inchieste, scusi su questa
  cosa! Sono state fatte inchieste fino all’ultimo centesimo, sono fondi che
  sono dati per finanziare dei costi precisi che sono stimati e preventivati
  prima dell’operazione.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Il dettaglio di queste operazioni accertate e rendicontate a noi non è
  accessibile, il numero uno ce la spiega cosi.
 
 PAOLO MONDANI
 Lei mi disse che circa 96 milioni andarono ad
  Alessandro Benedetti?
 
 NUMERO UNO
 E’ cosi!
 
 PAOLO MONDANI
 O meglio con Sawiris avevano pattuito che se li prendesse lui?
 
 NUMERO UNO
 Esattamente, è per quello che riguarda Benedetti, io dico, per una
  roba cosi grande uno di solo che cosa fa? Si prende un’agenzia di pubbliche
  relazioni, fa un po’ di pranzi con i giornalisti, queste cose qui. E diciamo
  mi voglio rovinare sono 5 milioni di euro, 10 milioni di euro.
 
 PAOLO MONDANI
 Si ma non 96 milioni?
 
 NUMERO UNO
 Assolutamente non 96!
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Io non so se quelle 400 milioni sul piano tecnico-giuridico possono chiamarsi
  transazioni o “mazzette”, ci saranno le fatture. Una volta si usava tutto in
  nero, adesso si fattura pure quindi, si chiama transazione per l’amore di
  Dio. Il problema è un altro. Quell’operazione è un’operazione sostanzialmente poco trasparente, quindi a
  livello politico c’è o non c’è coinvolgimento? O c’è, o
  sono stati raggirati, ma ci vuole un inchiesta per
  scoprirlo. Certo che i politici che vengono
  raggirati sarebbe una versione molto nuova.
 
 PAOLO MONDANI
 Dottor Benedetti, quali politici avete incontrato lei e Sawiris prima di
  comprare Wind?
 
 AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
 Incontrammo tutti i rappresentanti del Governo, come anche i rappresentanti
  dell’opposizione.
 
 PAOLO MONDANI
 Mi vuol fare qualche nome?
 
 AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
 Fassino non ricordo che Sawiris vide Fassino, so che lo vide inizialmente il
  dottor Romiti, mi ricordo ci fu incontro col dottor Letta, col dottor
  Bersani, quando all’epoca erano all’opposizione.
 
 PAOLO MONDANI
 Voi del gruppo Blackstone invece sapete che attività di lobby hanno
  fatto Sawiris e Benedetti?
 
 AL TELEFONO
 Il giro delle tre Chiese.
 
 PAOLO MONDANI
 Quindi si andava da Gianni Letta per la parte del Governo?
 
 AL TELEFONO
 Si, poi si fa un salto al Tesoro, una toccata e fuga al Ministero delle Poste
  e delle Telecomunicazioni, che ci voleva essendo licenziataria. Andavamo
  dentro e vedevamo quelli che uscivano, cioè si faceva il giro uguale.
 
 PAOLO MONDANI
 Quindi andavate da Siniscalco, da Gasparri?
 
 AL TELEFONO
 Ma si i nostri andavano tipo cosi, vacanze romane. E
  guardavano a quell’altro e dicevano poveraccio. E invece ha vinto.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Come ha vinto Sawiris? Chi lo ha sostenuto? Lo chiediamo al numero uno.
 
 NUMERO UNO
 Il driver principale della decisione su Wind è che il governo voleva
  far cassa e i due attori Scaroni e Conti volevano attraverso questo
  riconoscimento al governo guadagnare crediti per la loro promozione, Scaroni
  all’Eni e Conti promosso amministratore delegato a Enel.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Dopo la vendita di Wind Paolo Scaroni diventa amministratore delegato dell’Eni mentre Fulvio Conti da direttore finanziario passa
  amministratore delegato dell’Eni.
 
 PAOLO MONDANI
 Lei mi disse anche che Sawiris non incontrò Berlusconi, ma Gianni
  Letta e Bruno Ermolli che è amico e collaboratore di Berlusconi.
 
 NUMERO UNO
 Lei sa che Ermolli è il cacciatore di teste per Berlusconi, è
  Ermolli ad aver suggerito a Berlusconi l’operazione Scaroni-Conti.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Bruno Ermolli è presidente della società di consulenze private
  Sinergetica ed è consigliere di Mediaset.
 
 NUMERO UNO
 Benedetti era il terminale di Sawiris, spregiudicato, si faceva i c…. suoi, ma era fondamentalmente il terminale di Sawiris. Dal
  lato sistema, per cosi dire, i facilitatori sono stati fondamentalmente
  Ermolli e Bisignani.
 
 PAOLO MONDANI
 Ermolli e Luigi Bisignani?
 
 NUMERO UNO
 Certo.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Luigi Bisignani è più noto per la sua antica appartenenza alla
  P2 e per essere stato arrestato e condannato per la maxitangente Enimont.
  Oggi si occupa di grandi affari e guida la Ilte, la
  società che stampa le pagine gialle.
 A un dirigente Wind, a conoscenza di tutti i fatti che stiamo narrando e che
  vuole l’anonimato chiediamo: Luigi Bisignani ha avuto un ruolo nella vendita
  dell’azienda a Sawiris?
 
 DIRIGENTE WIND
 In Wind va di moda dire, sono un amico di Luigi, è lo
  sparti acque tra quelli che contano e quelli che non contano. E’ lo
  sponsor dell’ex amministratore delegato Pompei, dell’attuale amministratore Paolo D’alpino, del Direttore finanziario
  Gubitosi, del responsabile della sicurezza Cirafici e di tanti altri.
 
 PAOLO MONDANI
 Qualcuno potrebbe osservare che lei ha ragione, ma a livello internazionale
  se vuoi fare affari devi ungere le ruote comunque di Governi, funzionari,
  cosi funziona.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Mi permetta non è cosi. Andate a vedere se gli Americani li vendono
  questi servizi, i loro, andate a domandare agli
  americani, ai francesi, agli spagnoli, agli inglesi se vendono le loro
  aziende con cui gestiscono i telefoni e le informazioni dei propri organi di
  polizia. Andate a vedere se li vendono voi ai medio
  orientali strani, strani.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 I protagonisti della vendita sono Scaroni e Conti, i facilitatori invece,
  secondo la nostra fonte, che avendo avuto un ruolo di primo piano non
  possiamo ignorare, sarebbero stati il dirigente della Ilte Bisignani e Bruno
  Ermolli, presidente di una società di consulenza. Interpellati da noi
  per conoscere la loro versione non accettano l’intervista, ma ci chiedono di
  dare conto di quanto segue. Bruno Ermolli scrive: Sawiris è un caro amico ma nella faccenda non ho avuto nessun ruolo.
  Bisignani: non mi sono mai occupato della vicenda e non ho mai incontrato
  nemmeno per caso Sawiris.
 L’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti invece ci scrive: è
  già stata data ampia e completa informativa agli azionisti, al
  mercato, alle istituzioni. Null’altro da aggiungere. Le informative
  però non spiegano perché si è preferito vendere ad un soggetto
  più piccolo della cosa che comprava e che ha dato la società in
  pegno perché non aveva soldi. Quello che sappiamo è che i costi per le
  transazioni sono stati di 414 milioni di euro. Una cifra piuttosto alta, che
  includono anche 97 milioni di euro in costi e consulenze. Anche questa una
  cifra molto significativa. Ma sono andati a chi e per cosa? Benedetti ce lo spiega: “le confermo che i 97 milioni di euro sono
  stati spesi per attività di advisory, consulenze, costi vari. Tenga
  conto che le persone coinvolte nell’operazione per mesi sono state oltre 250.
  250 persone coinvolte nell’operazione. Tutte di altissimo profilo
  professionale. Sono necessariamente costretto a non fornire il dettaglio dei
  compensi per beneficiario, poiché, quale amministratore di Weather ho
  stipulato gli stessi contratti che prevedono un obbligo di riservatezza”.
 Ora se l’operazione è così trasparente perché non si conoscono
  i beneficiari di questi compensi? Chi lo sa, magari un giorno questi nomi
  salteranno fuori. Intanto noi andiamo avanti. Abbiamo sentito il ministro Di
  Pietro che ha detto: andate a vedere se in Francia, in Spagna, in Inghilterra
  o negli Stati Uniti vendono i servizi che gestiscono le informazioni, le
  telefonate dei loro organi di polizia ai mediorientali strani, strani. Noi
  non pensiamo che i mediorientali siano strani strani,
  però è vero che Wind ha gestito il contratto Consip ovvero
  tutta la fornitura di cellulari alla pubblica amministrazione.
 
 DONNA
 Noi sappiamo che abbiamo questo appalto Consip e per noi questo è un
  fiore all’occhiello e ha una gestione a se particolare, delicata, perché a me
  era capitato anche di prendere in cuffia delle chiamate di
  ammiragli.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma voi siete in grado di vedere i tabulati ovviamente?
 
 DONNA1
 Noi siamo in grado di vedere i tabulati, sia oscurati, sia in chiaro.
 
 PAOLO MONDANI
 Dati dei Carabinieri, dati della Polizia, dati della Direzione Investigativa
  Anti Mafia.
 
 DONNA1
 Sì, assolutamente sì. Certo noi abbiamo la possibilità
  di vedere il dettaglio del traffico in chiaro di tutte le forze dell’ordine.
  Per cui cosa succede, nel momento in cui io do la gestione di tutte le
  telefonate dall’amministrazione pubblica in out sourcing, la gestione delle
  pratiche in out sourcing potenzialmente più persone, più
  società private hanno a disposizione questi dati.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Questi sono i dipendenti del call center di Sesto San Giovanni che Wind vuole
  esternalizzare, eppure la sicurezza dei dati sensibili è un problema
  delicato per Wind visto che gestisce il contratto Consip. Cioè il
  contratto che dota tutta la pubblica amministrazione italiana dei cellulari
  di Wind. Ministeri, comuni, regioni, Carabinieri, Polizia, Guardia di
  Finanza, che usano solo i cellulari di WIND. Con la chiusura del call center
  di Sesto San Giovanni dove finiranno tutti questi dati sensibili?
 
 UOMO
 Passiamo da Wind che è un’azienda che ha svariati miliardi come
  capitale sociale, a una s.r.l. che è una piccola scatoletta di Omnia
  Network che si chiama Omnia Service che ha un capitale
  sociale di 10 mila e 200 euro.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Omnia network è fatta di tante scatolette tutte lussemburghesi.
 
 ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
 Il Lussemburgo è al primo posto nella classifica di transparence
  international come il paese più promo, più retto, più
  corretto, dove non c’è assolutamente corruzione. Chissà
  però tutti, italiani, tedeschi, medio orientali,
  tutti vanno a fare le società lì. La verità è che
  basta fare una legge in cui si dice che quel che è reato non è reato. E quindi si è corretti.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Questi sono gli azionisti di Omnia Network. La OKW e
  una società di diritto lussemburghese, la Technology 13, la Knightly,
  la Technology 22, la Plot e la Lestia sono lussemburghesi ma con azionisti
  nelle isole vergini britanniche, la Lavender gli azionisti li ha invece alle
  isole Seychelles. Come si spiega questo amore per il sole dei tropici?
  Facile. Omnia Network sta andando in borsa, quindi venderà azioni,
  farà meritate plusvalenze e non pagherà le tasse. A questo
  servono i paradisi fiscali.
 Per i lavoratori invece comincia un periodo infernale.
 
 PAOLO MONDANI
 Quando Enel ha venduto Wind a Sawiris che cosa avete pensato allora?
 
 DONNA
 Per esempio io sono tornata da una maternità e ho saputo che ero
  diventata egiziana, ero personalmente contenta, perché ho studiato tanti anni
  l’arabo e dico e vai finalmente lo utilizzo, e invece poi troviamo questa
  bella sorpresa.
 
 UOMO
 Come han fatto coi lavoratori di Telecom che al momento in cui Colaninno
  è entrato aveva 120 mila addetti, adesso ne ha 68 mila. I lavoratori
  sono un costo per le aziende e più ne butti fuori più riesci a
  pagare i debiti.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 In poco tempo da Wind sono usciti circa 700 dipendenti, tra cui i 275
  esternalizzati di Sesto San Giovanni. Nel 2005 alla domanda se avrebbe
  licenziato Sawiris aveva risposto cosi’:
 
 NAGUIB SAWIRIS – Presidente Wind
 No, non credo perché noi puntiamo a espanderci, certamente faremo qualche
  innesto di persone di nostra fiducia. Wind ha 9000 dipendenti e 5 o 10 in più non
  faranno differenza.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 I ragazzi di Sesto San Giovanni vanno a Roma a manifestare. Avevano un
  contratto a tempo indeterminato e con l’esternalizzazione non sanno che fine
  faranno.
 Arriva il ministro del lavoro Cesare Damiano, i ragazzi gli chiedono di
  modificare la legge che permette a quelli come Sawiris di fare licenziamenti
  mascherati chiamandoli cessioni di ramo d’impresa.
 
 CESARE DAMIANO - Ministro del lavoro
 La bonifica delle legge sarà, uno degli
  argomenti che intendiamo affrontare al tavolo della concertazione quando si
  parlerà di revisione delle normative del mercato del lavoro, degli
  ammortizzatori sociali. Del resto questo il Governo lo ha già
  annunciato.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 L’applauso è incerto, ma tutti ancora ci credono, sono convinti di
  farcela perché sanno che il ministro li
  aiuterà.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 Nel frattempo il contratto per la fornitura dei telefoni cellulari alla
  pubblica amministrazione è stato vinto per i prossimi due anni da Tim
  e il call center di Sesto San Giovanni è passato a Omnia Service.
  Quindi Wind ha perso il contratto Consip. Poi si sono persi anche i costi di
  ricarica, tempi duri per la telefonia. Se poi consideriamo il fatto che noi
  siamo uno dei paesi che applica la tariffa più alta per le chiamate da
  fisso a mobile, come fanno quegli operatori, che propongono un pò di
  concorrenza, a guadagnarci qualcosina? E torniamo là da dove eravamo partiti: dalla scatola magica.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Questa è la gsm box, la macchina magica che trasforma una telefonata
  in oro...è il segreto di pulcinella, tutti la conoscono nel mondo
  della telefonia, ma nessuno ne vuole parlare. La scopriamo perché 120
  rivenditori di Wind organizzati nel consorzio Piave, due anni fa vengono disdettati dall’azienda nonostante i loro buoni
  risultati. Loro denunciano il fatto ai magistrati di Roma e Milano e a noi
  spiegano perché sono finiti sulla strada.
 
 GIUSEPPE BURGANI – Consorzio Piave
 Loro avevano paura che scoprissimo l’esistenza di un meccanismo truffaldino
  nel quale per prima cosa c’è Wind che produce Sim Card con
  gratuità. Una parte sostanziale di queste sim che vengono
  messe sul mercato vengono comprate da soggetti terzi che sono delle
  società che attraverso l’utilizzo di un sofisticato sistema di
  macchinette che si chiamano gsm box gateway, nella quale si introducono fino
  a 30 di queste sim card, riescono a trasformare questo traffico gratuito,
  contenuto nelle sim, in traffico fatto pagare al cliente finale che utilizza
  la chiamata da casa.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Una delle società che fa uso massiccio del gsm box è Tele 2,
  vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi della macchina magica.
 
 DIRIGENTE WIND
 La società Tele 2 opera nella telefonia fissa, ma Wind sa di un’altra
  attività di Tele 2, che acquista o fa acquistare migliaia di sim dalla
  rete di distribuzione di Wind. Le inserisce nei gsm box e trasforma
  così la chiamata da fisso a mobile in chiamata
  mobile-mobile che Tele 2 paga assai meno. In Italia la
  tariffa fisso-mobile, quella di chi chiama da casa un cellulare
  è una delle più alte d’Europa. Il guadagno di Tele 2 sta
  proprio nel far pagare al cliente la tariffa più alta, mentre Tele 2
  pagherà all’operatore quella più
  bassa.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 In condizioni normali la telefonata che parte da un telefono di casa,
  transita per un ponte telefonico e arriva sul cellulare. Quando la telefonata
  di casa verso un cellulare viene fatta transitare
  per il gsm box, la chiamata si trasforma, come se a parlare fossero due
  cellulari. Così anche la tariffa si trasforma. Chi chiama da casa paga
  la carissima tariffa fisso-mobile, ma il rivenditore no, paga quella
  più economica mobile-mobile.
 
 PAOLO MONDANI
 Il rivenditore quanto ci specula?
 
 DIRIGENTE WIND
 L’80% circa, capisce ora qual è il margine di guadagno, se poi nei gsm
  box ci vanno a finire le sim con traffico gratuito il rivenditore non paga
  niente e quindi a Wind non andrà nulla del costo di quella chiamata.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma chi fa il giochino di inserire le sim con la
  gratuità nelle gsm box evita anche di pagare qualcosa al fisco?
 
 DIRIGENTE WIND
 Certo, generando una minore entrata per Wind, si genera minore gettito d’Iva
  per il fisco, quindi un danno per l’azienda e per lo Stato. Se io applico
  l’Iva su una telefonata mobile-mobile, pago di meno rispetto all’Iva che
  pagherei su una telefonata fisso-mobile. Qui sta
  l’imbroglio.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 L’imbroglio non riguarda solo il fisco, perché l’uso del gsm box ha
  danneggiato le indagini telefoniche di molte inchieste giudiziarie italiane.
 
 GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
 L’aspetto più importante che almeno rileviamo nelle indagini
  giudiziarie più importanti, è la perdita d’identità del
  chiamante. Cioè attraverso questo resealing, attraverso questa carambola su questo apparecchio gsm box, si perde
  totalmente l’identità di chi sta telefonando. Il danno e il problema
  alle indagini,non è solo nelle
  intercettazioni in cui si vede un apparecchio anonimo che sta chiamando e non
  si sa mai da dove quella chiamata è venuta e chi sta telefonando, ma
  è anche nell’analisi dei tabulati. Nella ricostruzione di alcuni
  omicidi, di alcune vicende di gravissima rilevanza criminale, noi ci troviamo
  ad avere individuato il cellulare che ha ricevuto la chiamata, ci troviamo ad
  individuare il soggetto che è stato destinatario, ad esempio,
  dell’ordine di uccide, di una missione omicidiaria,
  poi probabilmente la chiamata è venuta da una cabina telefonica, da un
  utenza fissa o da un altro cellulare che sia interconnesso alla rete
  attraverso un sistema di carte prepagate che confluiscono poi in questi gsm
  box attraverso una delle tante compagnie che per realizzare profitto e quindi
  per ridurre i costi si avvalgono di questo sistema e perdiamo inesorabilmente
  l’identità del chiamante.
 
 DIRIGENTE WIND
 La perdita d’identità di chi chiama è una violazione, le
  aziende che usano il gsm box non vogliono ammetterlo, ma sono violati gli
  accordi di interconnessione e il codice delle comunicazione elettroniche che
  impongono la trasparenza e la tracciabilità della chiamata. Poi sul
  contratto di ogni sim c’è scritto bello chiaro che deve essere usata
  solo dentro un cellulare, e quindi non dentro un gsm box.
 
 PAOLO MONDANI
 Ma come fanno Tele 2 e altre società a rastrellare sul
  mercato tutte le sim necessarie per essere messe nei gsm box?
 
 DIRIGENTE WIND
 Le spiego subito che le sim non possono essere anonime, proprio in ossequio
  al decreto Pisano del 2005 che impone ad a ogni sim un nome e un cognome. Per
  aggirare questa normativa, chi ha bisogno di grandi quantità di sim
  ricorre a nomi di fantasia o a nomi di deceduti oppure con la
  complicità di rivenditori intestano le sim a persone vive, ma inconsapevoli.
 
 GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
 Noi abbiamo dimostrazioni tangibili che i criminali e i terroristi le schede
  telefoniche continuano ad averle, continuano a ricaricarle senza presentare
  nessun documento, e quando lo presentano il documento è falso o dell’extra
  comunitario di turno a cui poi risultano attivate centinaia di schede
  telefoniche.
 
 PAOLO MONDANI
 Cioè è possibile fare risultare in qualche modo altre
  identità, è possibile che aziende telefoniche?
 
 GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
 Ma se questo è possibile per i criminali, figuriamoci per le stesse
  aziende telefoniche che tutto sommato fra di loro fanno quello che vogliono.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Insomma, il gsm box impedisce le indagini giudiziarie ma siccome procura
  grandi guadagni e grandi vantaggi fiscali a molte aziende telefoniche poco
  importa.
 L’amministratore delegato di Tele 2 non nasconde di usare il gsm box, anzi.
  Ha una sua giustificazione.
 
 ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
 In estrema sintesi, sono un sistema per trovare, cercare di ridurre i prezzi
  di terminazione, delle tariffe, delle chiamate a mobile. Non esiste
  un’alternativa di acquisto, se non questi gsm box, per poter ridurre questi
  prezzi.
 
 PAOLO MONDANI
 Dottor Filippetti, voi fate pagare all’utente, al consumatore, una
  telefonata fisso-mobile che costa abbastanza in Italia, forse uno dei
  più alti prezzi d’Europa, ma voi la pagate, quella medesima
  telefonata, per via dell’uso del gsm box, come fosse mobile-mobile,
  cioè assai meno. Non c’è un mezzo imbroglio da questo punto di
  vista?
 
 ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
 Se questo non fosse successo fino ad oggi, le telefonate
  fisso-mobile, costerebbero molto di più. E glielo dico come
  capo di un’azienda che è stata sempre in prima linea a ridurre i
  prezzi delle telefonate fisso-mobile. Oggi tutto il mercato delle telefonate
  fisso a mobile, ma anche il mercato della telefonia mobile, che per altro ha
  avuto dinamiche diverse, è un mercato fondamentalmente ingessato.
 
 PAOLO MONDANI
 Insomma voi dite sostanzialmente che avete dovuto usarli per forza questi gsm
  box, che per abbassare le tariffe era necessario farlo?
 
 ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
 Era l’unico modo per trovare all’ingrosso prezzi differenti da quelli
  esistenti, aumentati a fronte della posizione che noi abbiamo, che sono
  prezzi che nascono da una dominanza collettiva.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Ma Tele 2 fa di piu’, denuncia all’autorità
  antitrust Wind, Vodafone e Tim perché violerebbero le norme della concorrenza
  e manterrebbero una posizione di dominanza collettiva, che cosa significa?
 
 ROBERTO SOMMELLA – Autorità Antitrust
 Significa che, tre operatori di mercato, con una forza di mercato rilevante,
  possono essere nelle condizioni di tracciare una politica concordata di
  prezzo sul mercato dato.
 Questa possibilità è una possibilità
  quasi tacita rispetto all’intesa quella vera e propria che noi abbiamo potuto
  verificare in altri settori penso ad esempio alle assicurazioni.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Non solo. Nel documento riservato dell’antitrust sul caso leggiamo che l’uso
  del gsm box era pienamente tollerato da Wind, Vodafone e Tim. Ci perdono
  eppure tollerano. Wind, in questo documento interno, stima il danno causato
  dal gsm box in 324 milioni di euro l’anno. Hanno provato a bloccare questo
  disastro?
 
 DIRIGENTE WIND
 Già nella seconda metà del 2005 Wind
  aveva individuato tutta una serie di piccole aziende che compravano grandi
  quantità di sim sul mercato per fare soldi coi gsm box. Alcune di
  queste società erano riconducibili ad aree
  affaristico politiche, ma Wind ha iniziato a combattere questa pratica
  solo di recente, e non sempre, le ripeto, non sempre lo fa.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Non sempre lo fa. Indovinate invece chi ha fatto soldi con il gsm box e il
  traffico telefonico di Wind? Lui, ancora lui…… Alessandro
  Benedetti. Il socio di Sawiris.
 
 DIRIGENTE WIND
 Alessandro Benedetti realizza affari con Wind attraverso la
  società Managest, che guarda caso è la stessa che si occupa,
  con la società Weather dell’acquisto di Wind. Managest distribuiva
  ricariche di traffico telefonico, poi ha acquistato 5.000 sim che vennero bloccate dall’anti frode di Wind, perché erano
  finite nei gsm box di Tele 2.
   A quel
  punto Benedetti capisce di aver esagerato e cambia nome alla
  società che Managest si chiamerà Arama.
 
 IMPRENDITORE
 Managest compra traffico telefonico da Wind ad un prezzo interessante,
  decisamente, tale per cui in alcune circostanze è più
  competitiva di Wind sul mercato, il che è un’anomalia. Evidentemente
  quando il cliente è più competitivo del fornitore, e
  generalmente questo è anomalo sul mercato, e poi il periodo di
  pagamento che è superiore a quello che viene
  concesso agli altri fra virgolette clienti di Wind sullo stesso settore.
 
 PAOLO MONDANI
 Ci sono altre società di Benedetti o a cui Benedetti è molto
  vicino, che lavorano con Wind?
 
 IMPRENDITORE
 Certamente c’è una società che opera accanto a Tele 2, che
  evidentemente ha una tecnologia ormai nota.
 
 PAOLO MONDANI
 La gsm box?
 
 IMPRENDITORE
 Le gsm box si può avere un notevole risparmio.
 
 PAOLO MONDANI
 Come si chiama questa società?
 
 IMPRENDITORE
 C-cube.
 
 PAOLO MONDANI
 Durante quegli anni lei aveva una azienda, una aziendina che faceva reselling
  di traffico telefonico con Wind se non sbaglio?
 
 ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
 Una società con Tele 2.
 
 PAOLO MONDANI
 A lei lavorava con Tele 2?
 
 ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
 Certo, sono in consiglio d’amministrazione per cui non è che
  c’è niente di…ci sto da 7 anni…6 anni, 7 anni.
 
 PAOLO MONDANI
 E in quale sede?
 
 ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
 In Lussemburgo.
 
 PAOLO MONDANI
 Dove li tiene Benedetti i suoi soldi?
 
 IMPRENDITORE
 Credo ci sia qualche azienda in qualche paradiso fiscale, può togliere
  il credo, c’è sicuramente, e ci sono rapporti con Israele che sono
  consolidati.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Talmente consolidati da avere relazioni con l'azienda Imi, l’industria
  militare israeliana, come ci ha spiegato un alto dirigente di Wind. La Imi produce armi per Israele, Stati Uniti e le forze
  della Nato. Ma torniamo alle aziende che usano il gsm box, chi sono gli
  uomini di Wind che hanno tollerato e in quali casi?
 
 DIRIGENTE WIND
 I manager di primo piani di Wind conoscono
  perfettamente i danni procurati dai gsm box, ma il punto di svolta in
  negativo è dato dall’arrivo di Fabrizio Bona alla direzione
  commerciale. Lui è legato da grandi amicizie a società milanesi
  come la Oregon la Stock house, ma anche ad altre
  società, che hanno gestito migliaia di sim che poi l’antifrode di Wind
  ha intercettato nei gsm box.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 L’onorevole Maurizio Ronconi dell’Udc ha presentato alcune interrogazioni
  parlamentari nelle quali si parla degli interessi particolari del direttore
  commerciale di Wind Fabrizio Bona. Ma non ha mai ottenuto risposta.
 
 MAURIZIO RONCONI – Deputato Udc
 Dico che reiterato, un reiterato silenzio rispetto a reiterate richieste di
  chiarimento, desta sospetto, non c’è dubbio, c’è una
  volontà di non rispondere, c’era nel passato Governo
  ma secondo me permane anche in questo Governo che non vuole rispondere
  tramite la Presidenza della Camera.
 
 DIRIGENTE WIND
 Tra le società implicate il nome che più conta è quello
  della Spal di Correggio, l’azienda che gestisce 2.000 punti vendita di Wind.
  Nella seconda metà del 2006, il reparto anti frode di Wind ha
  intercettato decine di migliaia di sim mensili, che la Spal faceva fruttare
  nei gsm box di Tele 2. Sa il dottor Bona è buon amico del Direttore
  Commerciale della Spal.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Nella nota interna di un dirigente di Wind risulta effettivamente che la
  più importante rete di vendita dell’azienda rappresentata dalla
  società Spal, ha attivato oltre 20 mila sim finite nei gsm box.
 
 DIRIGENTE WIND
 Veniamo alle aree affaristico politiche, penso al
  dott. Vincenzo Franzè di Alleanza Nazionale che ha rastrellato per
  l’Italia migliaia di sim finite poi nei gsm box. Franzè ha sempre
  dichiarato di acquistare queste sim per associazioni che fanno riferimento a
  Massimo Condemi già capo di Gabinetto dell’ex Ministro Gasparri.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Scrive di suo pugno un dirigente Wind: acquistati stock di 10 mila sim da
  Omissis di Condemi, sono state inserite nelle gsm box e non sono state
  disattivate malgrado monitoraggio. Oggi Massimo Condemi è un dirigente
  pubblico mentre il suo ex Ministro Maurizio Gasparri
  è parlamentare e direttore dell’azienda di telecomunicazioni Telit,
  presieduta da manager israeliani e che in Italia fa affari con Sawiris.
 Chiediamo al dottor Condemi se è vero che da capo di Gabinetto del
  Ministro Gasparri ha sostenuto alcune aziende.
 
 MASSIMO CONDEMI – Ex Capo di Gabinetto ministro Gasparri
 E’ chiaro che quando tu sei all’interno di un sistema di potere, è
  normale che alcune aziende, alcune persone, i padri di alcuni figli, voglio
  dire si avvicinino per, come dire, porre all’attenzione del potente di turno,
  come dire, il loro caso. L’istanza viene portata a
  conoscenza della Wind piuttosto che di un’altra azienda dopo di che è
  l’azienda che fa la valutazione in piena libertà.
 
 PAOLO MONDANI
 Che però lei si faccia da tramite con l’azienda è meno normale
  o invece è normale?
 
 MASSIMO CONDEMI – Ex Capo di Gabinetto ministro Gasparri
 Bah vede se noi vogliamo fare della, non è un’offesa nei suoi
  confronti, della facile ipocrisia, possiamo certamente dire quello che lei
  dice. In un sistema italiano lei sa che il presupposto stesso con il quale il
  cittadino vota il politico, è quello poi di poter, come dire, accedere
  alle stanze del potere per poter poi segnalare i propri casi.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 La politica insegna al cittadino votami così poi puoi venire da me a
  chiedermi il favore. Così funziona. Comunque il direttore della
  telefonia mobile di Wind, dott. Bona da noi interpellato ci ha risposto che
  è all’estero, ma che comunque l’attività di reselling è
  da sempre considerata illecita. Precisiamo che chi chiama da fisso non
  è truffato, lui paga la sua bolletta e buonanotte, magari ci risparmia
  pure, l’operatore finale forse non incassa quel che dovrebbe, chi sta in
  mezzo fa affari. Sulla vicenda indaga, sta indagando
  la magistratura. Il Procuratore nazionale antimafia ha posto il problema del
  gsm box, perché nasconde l’identità del chiamante e rende difficili le
  indagini. Il ministero dell’interno ha invitato il ministero
  delle comunicazioni a intervenire presso tutti gli operatori per
  regolamentare l’uso.
 
 Allora stavamo parlando di Wind, venduta dall’Enel nel 2005 all’imprenditore
  egiziano Sawiris. All’epoca in una comunicazione Enel scriveva: il
  coordinamento tra le due società svilupperà una massa critica
  tale da favorire notevoli risparmi, in particolare negli acquisti, per
  esempio dei telefoni portatili, e negli investimenti tecnici. Sono passati
  due anni e le due società non hanno
  più nulla da spartire. Se sono stati favoriti i risparmi non lo
  sappiamo, quello che sappiamo è che Wind in
  Italia non compra granché perché Sawiris fa principalmente spesa al Cairo.
 
 PAOLO MONDANI
 E’ vero che l’Italia ci perde anche per via del fatto che tutte le forniture,
  gli appalti Wind ora sono fatte su misura per le imprese vicine a Sawiris o
  della sua famiglia?
 
 NUMERO UNO
 Sì, la principale è Alcatel. Adesso i rapporti con l’Alcatel
  sono tutti centralizzati al Cairo per cui il
  discorso che fa Sawiris è: “Io ti do le forniture in Italia a fronte
  del fatto che ti mi compri una licenza in India”, faccio per dire.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 Un'altra fonte diretta conferma quel che dice il numero uno e aggiunge altri
  particolari.
 
 UOMO ANONIMO
 Wind compra anche della consulenza, che è ridicola, da Orascom.
 
 PAOLO MONDANI
 Quindi Wind dà soldi alle imprese di Sawiris tramite anche le
  consulenze insomma?
 
 UOMO ANONIMO
 Certo.
 
 PAOLO MONDANI
 Consulenze che lei pensa siano gonfiate?
 
 UOMO ANONIMO
 Sicuramente sì. Loro vengono con 10-15 persone, 10- 15 persone
  fatturano 10-20 milioni all’anno di consulenza che
  è oggettivamente sproporzionato.
 
 NAGUIB SAWIRIS – Presidente Wind
 Non dobbiamo mai dimenticare che i nostri affari sono legati al valore del
  nostro titolo. Se io voglio creare valore in Italia, vado in Italia, se lo
  voglio fare in Grecia, vado in Grecia. L’Italia è
  stata una scelta più facile: ho visto l’azienda, ho visto il
  management e mi sono detto: se loro fanno questi numeri con questo tipo di
  management figurarsi cosa potrei fare io.
 
 PAOLO MONDANI
 Non valevate granché secondo lui?
 
 LAURA ROVIZZI – Ex manager Wind
 Beh io dire che questo tipo di opinioni sono senza dubbio…vanno lasciate ad
  un livello personale. Io preferisco parlare dei numeri, e quindi un gruppo di
  management che in sette anni crea un’azienda delle dimensioni di Wind e
  quindi ricordo la tredicesima azienda del nostro paese, e che qualcuno ha
  deciso di pagare quasi 12 miliardi di euro, beh è un management che a
  qualcosa sarà pur valso.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 A metà aprile Wind rende noti i suoi conti. È in attivo di 23
  milioni e i ricavi dalla telefonia mobile aumentano. Ma c’è un ma. Gli
  investimenti sono crollati. I ricavi dalla telefonia fissa sono scesi e sono
  aumentati gli interessi passivi sui debiti. A cosa dobbiamo allora il
  miracolo dell’attivo? Al fatto che i costi di ammortamento nel 2006 sono
  diminuiti perché vengono spalmati su più anni
  contabili. Una magia che fa apparire in attivo chi in realtà è
  in rosso.
 Osama ci dice che Naguib Sawiris paga la polizia sotto il suo palazzo dorato
  per evitare grattacapi come i giornalisti, allora andiamo a far domande in
  una sede Orascom di periferia.
 
 PAOLO MONDANI
 Cosa pensa di Sawiris?
 
 DONNA 1
 Lui è molto bravo e sa gestire molto bene gli affari.
 
 DONNA 2
 La gente lo ama qua.
 
 UOMO
 Sono rimasto colpito da una frase che Sawiris mi disse personalmente: quando
  una moneta cade per terra capisco dal rumore come farla fruttare, io non
  conosco la sconfitta.
 
 RAGAZZA 1
 Lavoriamo al call center e quando viene a trovarci siamo tutti contenti!
 
 RAGAZZA 2
 È bravo, famoso, ricco. È un esempio per me.
 
 PAOLO MONDANI
 Esiste un sindacato interno dei lavoratori?
 
 RAGAZZA 2
 La società ci garantisce l’assicurazione medica, il sindacato non
  c’è qua.
 
 PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
 La vigilanza si arrabbia. Minacciano di sequestrarci la telecamera e comunque
  da ora impediranno ai dipendenti di parlare con noi.
 Nel frattempo, i ragazzi di Sesto San Giovanni non ce l’hanno
  fatta. Si erano fidati delle parole del ministro Damiano, ma sono stati tutti
  esternalizzati. Da marzo non sono più in Wind.
 
 MILENA GABANELLI IN STUDIO
 Chi lo sa, magari si inverte la rotta degli scafisti da Sesto San Giovanni al
  Cairo, visto che là i dipendenti di Sawiris sembrano più
  felici.
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