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La
PignattA n° 70 Banca
Network: nel comunicato dei Commissari una informazione falsa? Dal
2009 Bankitalia ne conosceva la fedina bancaria: né
informazioni, né provvedimenti risolutivi. Di
Mauro Novelli 10-6-2012 -
Aggiornamento del 15-6-2012 Il Sole 24 Ore15-6-2012.
Banca Network vicina al crac. Istruzioni per l'uso per i correntisti traditi.
di Vito
Lops
- Le dieci banche italiane a rischioCon la vicenda di Banca Network, siamo all’omertà:
una banca è in cattive acque, ma gli ultimi a conoscere la vera
situazione sono i correntisti. Infatti, le autorità monetarie di
controllo (Banca d’Italia, Consob) sembra
abbiano il compito di controllare che le informazioni non arrivino ai clienti
e quindi che questi non lascino la banca traballante per una più
tranquilla. Se fossimo in vena di celiare potremmo dire che i controllori, liberisti duri e puri,
rinnegano il principio fondamentale del liberismo: delle mie risorse
finanziarie dispongo io e le gestisco in modo da allocarle nel settore che
ritengo più funzionale ai miei obbiettivi. Lo hanno tradotto in
“delle tue risorse finanziarie dispongo io…..”. Ma l’omertà gode poi di ulteriori
elasticità collusive. Riportiamo il comunicato stampa che, il 31 maggio, i
Commissari straordinari di Banca Network hanno comunicato al mondo (http://www.bancanetwork.it/content/sospensione-dei-pagamenti),
senza preavvisare i correntisti, di aver deliberato – autorizzati da Bankitalia – il blocco per un mese del pagamento di
ogni passività, con la falsa rassicurazione che “La sospensione non comprende gli
strumenti finanziari della clientela.” COMUNICATO DEL 31 MAGGIO 2012 In data 31
maggio 2012 i Commissari straordinari di Banca Network Investimenti S.p.A.,
in amministrazione straordinaria (MI), con il parere favorevole del Comitato
di Sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d’Italia, hanno
deliberato la sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi
genere, ai sensi dell’art. 74 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385
(TUB), per il periodo di un mese. La sospensione
non comprende gli strumenti finanziari della clientela. La misura
si è resa necessaria per fronteggiare la situazione di
difficoltà della banca. Gli Organi
straordinari di Banca Network Investimenti S.p.A., intermediario aderente al
Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, stanno definendo un piano di
soluzione della crisi che, al fine di salvaguardare i diritti della
clientela, contempla l’intervento della Consultinvest
SIM e del gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna. Ci chiediamo: 1) Che cosa
intendono con “strumenti finanziari della clientela”
i Commissari straordinari, dott. Giuseppe Bonsignore e prof. avv. Raffaele Lener, ed il Comitato di
sorveglianza, prof. avv. Albina Candian, il prof.
avv. Marcello Clarich e il dott. Giuseppe Vidau, insediatisi nel novembre 2011? 2) Possiamo chiedere a
commissari e sorveglianti una specifica
definizione di “strumenti finanziari della clientela”?
Possiamo conoscere un elenco di quelli offerti dal Banca
Network? Come verranno trattati Pronto/Termine? 3)
Dal sito della Banca d’Italia
(www.bancaditalia.it):
“La Banca d’Italia è
un istituto di diritto pubblico. Persegue finalità d’interesse
generale nel settore monetario e finanziario [….] in attuazione del
principio della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (Art. 47
– La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme;
disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito) […]. Coerentemente con la natura pubblica delle funzioni svolte e
consapevole dell’importanza dei propri compiti e responsabilità,
l’Istituto cura la diffusione di dati e notizie con la massima
ampiezza informativa.” Bankitalia ha rispettato i compiti assegnati ad un istituto di diritto pubblico
in attuazione di un preciso e vincolante articolo della Costituzione? Ha curato
la massima diffusione di dati e notizie sulla vicenda? 4) Sempre dal sito della banca centrale (capitolo “Funzioni”)
leggiamo: Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue
la sana e prudente gestione degli intermediari, la stabilità
complessiva e l’efficienza del sistema finanziario, nonché
l’osservanza delle disposizioni che disciplinano la materia da parte
dei soggetti vigilati. Bankitalia ha perseguito la sana e prudente gestione di Banca Network, sotto osservazione dal 2009? 5)
Banca Network è figlia del gruppo Popolare Lodi di Gianpiero
Fiorani, è la vecchia Bipielle Net. Fin dal
2009, le ispezioni di Bankitalia avevano
evidenziato "carenze nell'organizzazione e nei controlli interni".
La vigilanza di Banca d'Italia aveva sanzionato amministratori e collegio
sindacale. All’epoca, presidente era Angelo Testori, amministratore
delegato Maurizio Cozzolini (condanna a sei mesi,
con patteggiamento, per la vicenda della Bipop). Da www.finanzainchiaro.it su Banca Network leggiamo: “ […] un modello di business fondato su una rete di promotori al posto delle tradizionali filiali. Solo che i costi dell'esercito di venditori si sono rivelati insostenibili. Peggio: la banca ha dovuto far fronte a una miriade di vertenze legali avviate in parte da promotori, in parte da clienti insoddisfatti”. Con questa fedina genetica, rilevata, ben conosciuta ed accetta da Bankitalia, perché la nostra alta autorità monetaria di controllo, sebbene obbligata dall’art. 47 della Costituzione, non è stata in grado di prevenire i danni per i cittadini e di bloccare le azioni fuori norma che oggi stanno portando al fallimento la banca? 6) Perché Bankitalia ha atteso che la trappola si chiudesse sui patrimoni di (circa 30.000) cittadini? Ci sono stati clienti, più cittadini di altri, che sono stati “ispirati” da provvidenziale illuminazione ed hanno abbandonato la nave per tempo? 7) Si rende conto Bankitalia di che cosa vuol dire per i cittadini, col settore bancario sull’orlo di una crisi di fiducia, dare inizio oggi alle danze alle crisi bancarie col tonfo di una azienda partecipata da “primarie” istituzioni finanziarie? I cittadini clienti bancari hanno il diritto di sapere se ci sono altre aziende in situazioni critiche. Ogni forma di omertà aggraverà la situazione. 8) Fin dal 2009, Consob ha denunce di clienti circa comportamenti scorretti e truffaldini di promotori operanti per la banca. Possibile che non si sia posto in essere un robusto presidio di controllo delle attività e dei modi di agire della banca? 9) Circa i comportamenti di Consob, scriveva Riccardo Sabbatini il 4 maggio 2010 sul Sole 24 Ore: “In sostanza non sarebbe stato rispettato uno dei caposaldi della direttiva Mifid sui servizi d'investimento che impone agli intermediari di «servire al meglio gli interessi dei clienti». Come aveva fatto in precedenza sugli stessi temi nei confronti della Banca Popolare di Milano, di Banca Generali e Banca Network, la Consob non ha avviato un iter sanzionatorio ma ha preferito utilizzare gli strumenti di vigilanza preventiva previsti da Testo unico della Finanza che gli consentono di convocare gli organi amministrativi delle società per modifica pratiche considerate pregiudizievoli per gli investitori. La novità sta, piuttosto, nella scelta di indicare i nomi degli istituti oggetto dell'iniziativa. In precedenza la Consob aveva preferito invece mantenere coperta l'identità delle società oggetto delle sue reprimende (peraltro successivamente "scoperte" dalla stampa) per evitare una sorta di sanzione reputazionale.” Perché in piena crisi finanziaria del pianeta, la Consob, pur obbligata dall’art. 47 della Costituzione, non se la sente di proteggere i patrimoni dei cittadini e preferisce evitare alle aziende bancarie scorrette una “sanzione reputazionale?
Ecco i poderosi ed esperti soci di Banca Network, come
“descritti” sul sito http://www.bancanetwork.it, che hanno a loro insaputa tanto ben
curato i capitali investiti e la correttezza operativa della loro
proprietà: AVIVA
Il Gruppo Aviva, presente
da oltre 300 anni nel panorama assicurativo mondiale, è il 5°
gruppo assicurativo al mondo per diffusione e volume di business con una
presenza significativa in oltre 28 paesi. Con i suoi 46.000 dipendenti
è al servizio di 53 milioni di clienti nel mondo. In Italia, opera dal 1921, grazie a 11 compagnie di assicurazioni che
si occupano di protezione, risparmio e previdenza e può contare su
circa 550 dipendenti. Il Gruppo Aviva si colloca al 6° posto nel
mercato assicurativo italiano delle polizze vita e previdenziali. BANCO POPOLARE
Banco Popolare
Società Cooperativa, nato Il 1° Luglio 2007 a seguito della
fusione tra il Banco Popolare di Verona e Novara e la Banca Popolare Italiana, è tra i primi cinque gruppi
bancari nazionali, primo in assoluto tra le popolari, con oltre tre milioni
di clienti, e circa 2200 filiali dislocate in tutto il territorio
nazionale. Il Banco Popolare si presenta al mercato come banca simbolo della
realtà cooperativa che, da
quasi 150 anni, ha saputo crescere con costanza, mostrandosi pronta alle
nuove sfide senza perdere la forte connotazione territoriale e la propria
identità. GRUPPO DE AGOSTINI
Gruppo finanziario, a capitale familiare, presente in più di 50
Paesi e operativa nei settori delle attività editoriali da oltre cento
anni, della produzione, distribuzione e diffusione di contenuti per la
televisione, cinema e altri media, dei giochi e dei servizi, nonché
degli investimenti in partecipazioni e
in fondi di Private Equity. SOPAF
Società di
investimenti indipendente, quotata dal 1984, che investe con approccio multistrategy, ispirandosi al modello di business delle investment company anglosassoni. Attraverso strategie alternative e innovative Sopaf
utilizza risorse proprie e di terzi, avendo come obiettivo un ritorno sul
capitale investito superiore alla media del mercato. L'attività di
investimento di Sopaf è caratterizzata
principalmente dalla ricerca di opportunità di nicchia ad elevato
potenziale di crescita, dall'accesso ad un vasto network di relazioni sia
nazionali che internazionali e dalla presenza di profili professionali in
grado di strutturare gli investimenti in modo innovativo ed efficiente. Aggiornamento del 15-6-2012 - Il Sole 24 Ore15-6-2012-
Banca Network vicina al crac. Istruzioni per
l'uso per i correntisti traditi
- di Vito LopsMigliaia di clienti
al varco, con i conti bloccati e l'impossibilità di utiilzzare
le proprie somme. È la situazione in cui si trovano in questo momento gli
oltre 28mila clienti di Banca network investimenti (Bni)
dopo la delibera della Banca d'Italia del 31 maggio (elenco delle altre banche italiane a rischio). Tra i clienti vi sono anche molti
dei 69 dipendenti che, in caso di liquidazione dell'istituto, rischiano il
posto di lavoro. Una «misura
si è resa necessaria per fronteggiare la situazione di
difficoltà della banca» secondo quanto ha comunicato l'istituto
di palazzo Koch che a novembre ha posto in amministrazione straordinaria la Banca nata da Bipielle
Net, una costola della Banca popolare di Lodi di Giampiero Fioriani. La banca, come
tutte quelle operanti in Italia, è obbligata ad aderire al Fondo interbancario di tutela dei depositi che
garantisce la restituzione delle disponibilità in conto corrente
(liquidità, depositi vincolati, assegni circolari e certificati di
depositi nominativi) fino a 100mila euro (la garanzia è per
depositante e per banca, indipendentemente dal numero di conti aperti presso
uno stesso istituto). Su questo non ci
piove. Gli oltre 28mila clienti di Banca Network potranno usufruire
eventualmente di questa garanzia. Ma come funziona? E, intanto, chi li ripaga
dei danni maturati dal momentaneo congelamento dei conti? La garanzia
fino a 100mila euro In precedenza
invece il limite era di 3 mesi ma - secondo quanto comunica una fonte al Sole
24 Ore - gli slittamenti fino a 6-9 mesi sono stati frequenti. Strumenti
rimborsabili
Forme di
investimento come obbligazioni aziendali, azioni, titoli di Stato, pronti
contro termine non rientrano nelle garanzie del fondo ma restano di
proprietà del cliente in quanto sono solo custoditi dalla banca
insolvente (all'interno del conto titoli). E l'oro? È
escluso in quanto è un deposito fisico, non di denaro. Il Fondo
Interbancario - come si apprende dal sito del fondo - protegge solo i depositi in
denaro. In ogni caso non è necessario proteggere i depositi in oro.
Infatti se una banca fallisce, l'oro come tutto ciò che è stato
fisicamente depositato (beni di valore - securities)
va restituito al legittimo proprietario perché non fa parte
dell'attivo di una banca fallita. In altre parole, questi beni non fanno
parte del processo di liquidazione, perché vengono direttamente
riconsegnati al proprietario. Il danno del
momentaneo congelamento Scenari che si
aprono Banca d'Italia
sotto accusa
- Le dieci banche italiane a rischio |
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