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Un economista «si vergogna» di aver lavorato per
l’FMI
Peter Doyle se ne è andato dopo 20 anni, con una durissima lettera di dimissioni in cui se la prende con la dirigenza e con Lagarde21 luglio 2012 Peter Doyle, un economista che ha lavorato per vent’anni
al Fondo Monetario Internazionale (FMI), si è dimesso con una lettera (vai) in cui ha detto di
“vergognarsi di aver lavorato per l’FMI”. Secondo Doyle il Fondo ha fallito perché ha tardato a
comunicare i primi segni della crisi dell’Euro. La
“criticità” dei “lunghi processi decisionali
europei” era stata compresa molto in anticipo, scrive Doyle, ma successivamente mai comunicata. Dopo alcuni
ringraziamenti, la lettera apre la parte in cui spiega le motivazioni del
proprio gesto in modo molto duro: Dopo
vent’anni di servizio, mi vergogno di aver avuto qualsiasi rapporto con
il Fondo. Questo non solo per l’incompetenza che è stata
parzialmente raccontata dal rapporto dell’OIA sulla crisi globale e dal
rapporto del TSR sul monitoraggio prima della crisi dell’euro. Ancora
di più, mi vergogno perché le difficoltà sostanziali in
queste crisi, come in altre, sono state individuate ben in anticipo, Doyle è
stato consigliere del Dipartimento europeo del Fondo, quello che si sta
occupando dei piani di salvataggio di Grecia, Portogallo e Irlanda. Le sue
dimissioni risalgono a un mese fa, ma le sue motivazioni e la sua dura
critica all’intera struttura sono state rese pubbliche solo ieri, dopo
che la CNN è entrata in possesso della lettera (datata 18 giugno).
Secondo quanto ha
scritto il Wall
Street Journal, Doyle è stato
capo divisione nell’organizzazione finanziaria, responsabile per i
paesi non in stato di crisi, ma ha cambiato mansione dopo la nomina di un
nuovo direttore della sezione europea, che ha ristrutturato il dipartimento.
Il WSJ aggiunge che oggi Doyle è ancora un
consulente del Fondo, che dovrebbe lasciare ufficialmente il prossimo
autunno. Il Fondo
Monetario Internazionale è una delle grandi organizzazioni
internazionali che furono create nel 1944 con il trattato di Bretton Woods (un accordo per mettere ordine nell’economia
e nella finanza mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale). Lo scopo
dell’FMI era, ed è tutt’ora, quello di intervenire
finanziando i paesi con difficoltà di bilancio (come Grecia, Irlanda e
Portogallo). L’altra grande organizzazione creata fu la Banca Mondiale
che invece si occupava di finanziare investimenti nei paesi in via di
sviluppo. Il denaro
che usano queste due organizzazioni viene versato dai vari stati. Come in una
società per azioni, chi versa di più ha più
“voti” quando si deve nominare la dirigenza. Attualmente gli
stati dell’Europa occidentale e gli Stati Uniti detengono il controllo
di entrambe le organizzazioni. Tradizionalmente il direttore dell’FMI
è europeo mentre quello della Banca Mondiale è statunitense. Su questo
aspetto si concentrano le critiche più dure di Doyle.
Negli ultimi dieci anni, scrive, le nomine dei direttori del fondo sono state
“disastrose”. Questo a causa della bilateralità (cioé l’accordo Usa-Europa) che esclude tutti
gli altri paesi. Anche l’attuale direttrice, Christine Lagarde, scrive Doyle senza
nominarla, è “contaminata”, perché “né
il suo sesso, né la sua integrità, né il suo
slancio” possono cambiare la “fondamentale illegittimità
della sua nomina”, cioè il fatto che sia stata nominata da Stati
Uniti ed Europa senza consultare gli altri paesi. foto: Alex Wong/Getty Images Testo
della lettera di Doyle
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