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di                                   Federico   Novelli

 

 

 

 

 

 

Pongo gli stessi quesiti a cinque programmi di I. A. (CHAT GPT, DEEP SEEK, COPILOT,  GEMINI, CLAUDE).

Riporto gli elaborati risultanti senza alcuna correzione o integrazione.

INDICE

 

 

 

 

13-5-2025  Quesito n° 5.

Quando Trump, a gennaio 2025, dopo la sua seconda elezione, informò il mondo della sua futura politica dei dazi, scrissi che a domarlo sarebbero stati i mercati finanziari internazionali e nazionali dei singoli paesi coinvolti.

Pensi che il mio giudizio abbia avuto o stia avendo corrispondenza nella realtà?                   


Sommario

 

1)          RISPONDE CHAT GPT  1

2)          RISPONDE GEMINI 1

3)          RISPONDE COPILOT  1

 

Deep Seek e Claude informano di non essere aggiornati

Torna all’indice degli Elaborati da I.A. Generativa

 

 

 


 

 

Quesito n° 5 Quando Trump, a gennaio 2025, dopo la sua seconda elezione, informò il mondo della sua futura politica dei dazi, scrissi che a domarlo sarebbero stati i mercati finanziari internazionali e nazionali dei singoli paesi coinvolti. Pensi che il mio giudizio abbia avuto o stia avendo corrispondenza nella realtà?                   

 

 

1) RISPONDE CHAT GPT

 

Effetti Economici e di Mercato della Politica dei Dazi di Trump 2025

Effetti iniziali della politica dei dazi di Trump (gennaio–maggio 2025)

Figura 1. Evoluzione storica della tariffa media sulle importazioni USA. Con il nuovo pacchetto annunciato a inizio aprile 2025, l’aliquota media effettiva salirebbe fino al 22% (arancione), dal 2,5% del 2024robeco.com, un livello inedito dai tempi della legge Smoot-Hawley del 1930. (Fonte: Robeco Refinitiv)

Contesto e misure tariffarie

Il governo Trump ha annunciato a inizio aprile 2025 un ampio pacchetto di dazi “reciproci” su importazioni estere (auto 25% inclusi) che farebbe salire l’aliquota media statunitense al 22%robeco.com. Si tratta del livello più alto registrato in quasi un secolo, con tariffe di base che saliranno molto oltre gli accordi precedenti (p. es. lo USMCA) e di cui ancora non si conoscono i dettagli operativi settorialirobeco.comrobeco.com. Le motivazioni dichiarate sono politiche (difesa del settore manifatturiero USA), ma l’annuncio ha sorpreso i mercati per l’ampiezza inaspettata del pacchetto tariffario.

Reazioni dei mercati finanziari

  • Volatilità e titoli azionari: l’annuncio del 2 aprile ha scatenato una forte ondata di vendite. Nei giorni successivi le borse globali sono crollate (ad es. l’S&P500 ha perso circa il 5% il 3 aprile 2025) mentre investitori e analisti temevano un rallentamento economicoxtb.com. I mercati sono passati in modalità “risk-off”: il dollaro si è indebolito e l’euro si è rafforzato, segno che gli operatori temono effetti recessivi sui consumatori USArobeco.com. Anche i rendimenti obbligazionari a lungo termine sono saliti (i Bund tedeschi +30 pb in aprile) sui timori di inflazione futura indotta dai dazirobeco.com.
  • Valute e obbligazioni: contrariamente al primo mandato Trump, in questa fase il dollaro USA si è mosso in ribasso rispetto alle principali valuterobeco.com. Ciò riflette la consapevolezza sui possibili effetti controproducenti dei dazi per l’economia americana (costi più alti per imprese e consumatori). Anche il mercato del credito ha subito tensioni: gli spread del credito si sono allargati negli USA e in Europa sulla scia del sell-off azionariorobeco.com.
  • Settori più colpiti: i timori si sono concentrati su settori fortemente esposti al commercio globale, come l’auto (già in crisi per le nuove tariffe) e alcuni beni di consumo importati. Ad esempio, fonti di mercato sottolineano che i prezzi delle auto e di mobili potrebbero salire già nelle prossime settimanem.economictimes.com. Di fronte alle pressioni, a fine aprile Trump ha concesso uno “sconto” ai produttori auto USA, introducendo crediti fiscali sul contenuto domestico dei veicoli (fino al 15%) per mitigare l’impatto sui costireuters.comreuters.com. Questo dimostra che le pressioni interne (industria, mercati) stanno costringendo l’amministrazione a modifiche parziali del piano tariffarioreuters.comreuters.com.
  • Confidenza e fiducia: il clima di incertezza ha già indebolito gli indicatori di fiducia. Secondo Reuters, il PIL USA del primo trimestre 2025 si è contratto dello 0,3% annuo per l’ondata di importazioni anticipatereuters.com. Il rapporto evidenzia che il rallentamento ha rinforzato il malumore degli americani: la fiducia dei consumatori è ai minimi da cinque anni e il sentiment delle imprese è “crollato” di recentereuters.com. L’incertezza sulle tariffe ha indotto anche le compagnie aeree a ritirare le previsioni 2025 per spese di viaggio, riflettendo prudenza sugli investimenti futurireuters.com.

Risposte dei principali paesi e regioni

  • Messico e Nord America: il Messico ha reagito ordinando un “piano B” di contromisure, incluse tariffe di ritorsione (dazi tra il 5% e il 20%) su beni USA come carne suina, formaggi, prodotti agricoli e acciaioreuters.com. Secondo stime del governo messicano, un dazio USA universale al 25% potrebbe far crollare le esportazioni messicane del 12% e ridurre il PIL del 4% nel 2025reuters.com. Anche il Canada ha annunciato tariffe del 25% su 30,7 miliardi CAD di import americane (caffè, agrumi, motocicli, etc.) come “risposta simmetrica”reuters.com. Il Premier canadese Trudeau ha avvertito che il conflitto tariffario danneggerà innanzitutto i consumatori statunitensi, e si è riservato di imporre ulteriori dazi (su veicoli, acciaio, carne) se le tariffe USA rimarranno dopo il termine di avvertimento (21 giorni)reuters.comreuters.com. Complessivamente, il NAFTA (USMCA) è sotto pressione, ma conversazioni diplomatiche (es. a metà aprile) hanno limitato in parte l’escalation: il governo USA ha concordato una tregua di 90 giorni sulle nuove tariffe (eccetto quelle antidumping) per dare tempo ai negoziati con Messico e Canadareuters.com.
  • Cina: la risposta cinese è stata immediata e severa. Pechino ha introdotto contromisure tariffarie aggiuntive (10-15%) su una vasta gamma di beni USA (dall’alimentare ai chimici) e restrizioni all’export di tecnologie sensibili verso aziende americanereuters.com. Anche la Cina ha presentato reclami alla WTO. Tuttavia, a metà maggio le due parti hanno raggiunto un accordo provvisorio a Ginevra, riducendo (temporaneamente per 90 giorni) i dazi aggiuntivi su entrambi i lati (ora circa 30% USA e 10% Cina)bbc.combbc.com. L’annuncio del compromesso ha scatenato un rimbalzo sui mercati: l’indice S&P500 è balzato oltre il 3,2% (Nasdaq +4,3%) nella seduta del 12 maggiobbc.com, riallineandosi ai livelli di inizio anno. L’ammorbidimento della guerra commerciale USA-Cina ha inoltre consentito di riavviare il flusso delle merci: subito dopo l’accordo, il numero di navi in arrivo dagli USA ai porti cinesi e viceversa ha ripreso a salire dopo un netto calo nei giorni precedentibbc.com. Tuttavia, gli effetti negativi erano già visibili: porti USA segnalarono un forte calo dei container in arrivo dalla Cina, mentre fabbriche cinesi riducevano la produzione e tagliavano personale per la contrazione degli ordinibbc.comtraxtech.com.
  • Unione Europea: Bruxelles ha risposto presentando un pacchetto di contromisure senza precedenti. L’UE ha stimato di coprire fino a 95 miliardi di euro di import USA con potenziali dazi (sugli aeromobili, auto, alcolici, macchinari, etc.) se i negoziati con Washington non risolveranno la disputareuters.com. Gli Stati membri sono stati invitati a consultarsi fino al 10 giugno sulle merci da colpire. Al contempo, l’UE ha ribadito la volontà di evitare una guerra commerciale aperta: la Presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato l’impegno per negoziati «leali e vantaggiosi per entrambi» pur preparandosi a ogni evenienzareuters.com. In aprile l’UE aveva già approvato dazi di rappresaglia su 21 miliardi di euro di prodotti USA (metalli, cereali, abbigliamento), sospesi però dopo la pausa annunciata da Trumpreuters.com. Ad oggi, il 70% delle esportazioni europee verso gli USA sono soggette a tariffe (inclusi acciaio e auto) e questo valore potrebbe salire al 97% con futuri provvedimenti americanireuters.com. Il clima di tensione ha portato i governi europei a sollecitare unità: Francia, Germania e altri hanno invitato l’UE a coordinarsi per proteggere le imprese UE senza rinunciare al dialogo (come ha ribadito Macron)reuters.com.
  • Altri partner: Trump ha sfruttato l’occasione per annunciare un accordo commerciale con il Regno Unito, esentando di fatto il mercato UK dai nuovi dazi globali statunitensireuters.com. Nel resto del mondo, le principali economie (Giappone, Corea, Australia, ecc.) hanno espresso criticità e accettato negoziati bilaterali o misure di tutela limitate, preferendo evitare ritorsioni generalizzate. In particolare, l’UE e le istituzioni internazionali – anche economiche – hanno avvertito che i dazi statunitensi peggioreranno i problemi globali di inflazione e crescita, invitando a soluzioni coordinatereuters.comreuters.com.

Impatti su inflazione, crescita, occupazione e fiducia

  • Inflazione: l’insieme dei dazi USA spinge leggermente i prezzi al consumo. Secondo stime di economisti, a aprile 2025 l’inflazione americana (CPI) è salita dell’0,3% su base mensile (2,4% su base annua)m.economictimes.com, recuperando parte del calo di marzo. Gli analisti prevedono che i costi aggiuntivi per mobili, abbigliamento e automobili inizieranno a traslarsi gradualmente sui prezzi al dettaglio nelle prossime mensilitàm.economictimes.com. Tuttavia, l’impatto immediato è stato moderato: molte merci erano già in transito (esenti da dazio) e le imprese stanno testando fin dove passare i costi ai consumatori senza ridurre la domandam.economictimes.com. La Federal Reserve si trova così di fronte a un dilemma: mentre l’economia si raffredda, le pressioni inflazionistiche possono rialzarsi, complicando il quadro monetario futurom.economictimes.com.
  • Crescita: i dazi hanno già ridotto la crescita economica nel breve termine. Il PIL USA del primo trimestre 2025 è cresciuto solo dello 0,3% annuo (contro +2,4% del Q4 2024)reuters.com, colpito da un’ondata record di importazioni (aziende e consumatori hanno “anticipato” gli acquisti a prima dell’entrata in vigore dei dazi). Anche in altri paesi la crescita rischia di rallentare: Moody’s e il Fondo Monetario Internazionale mettono in guardia su un minor export globale e sulla contrazione del commercio mondiale, che potrebbe trascinare Europa e Asia verso una stagnazione prolungatareuters.comreuters.com. Secondo Robeco, senza una rapida risoluzione del conflitto commerciale ci si avvicina a scenari di “stagflazione”, con crescita fiacca e inflazione elevatarobeco.com.
  • Occupazione: gli effetti sui posti di lavoro sono finora contenuti dalla resilienza del mercato del lavoro USA, ma con segnali di debolezza. L’occupazione statunitense ad aprile è aumentata (+130.000 nuovi occupati) meno che a marzo (+228.000)reuters.com, come previsto dagli economisti. Secondo Reuters, la politica di dazi “aggressiva” ha aumentato l’incertezza, inducendo le imprese a rallentare le assunzioni e temporeggiare sugli investimentireuters.com. Se l’economia dovesse entrare in recessione nei prossimi mesi, il tasso di disoccupazione rischia di salire.
  • Fiducia di consumatori e imprese: l’incertezza tariffaria si riflette nel clima di fiducia. Sondaggi recenti indicano che i consumatori americani sono meno ottimisti sul futuro e le imprese posticipano decisioni di spesa. Ad esempio, le associazioni di retailers USA hanno dichiarato che il mancato inserimento di ordini di fine anno (addobbi natalizi, abbigliamento stagionale) porterà a un forte calo delle importazioni nella seconda metà 2025reuters.comreuters.com. Questi fattori hanno già messo pressione sui mercati finanziari: come osserva Robeco, dopo l’annuncio dei dazi i mercati dovranno “rivedere al ribasso” la cosiddetta “Trump put” (l’aspettativa di sostegno continuo da parte dell’amministrazione), e i rischi di inflazione crescente stanno rapidamente scostando lo scenario da un atterraggio morbido verso uno più “pericoloso”robeco.com. In definitiva, la “Giornata della Liberazione” di Trump (2 aprile) “non rappresenta certo un’occasione di festa per economisti e mercati”: il piano tariffario non ha fornito la chiarezza attesa e ha semmai alimentato ulteriori dubbirobeco.com.

Commenti di analisti e prospettive

Gli osservatori economici concordano che i prossimi mesi saranno determinanti per la direzione finale della guerra commerciale. Molte banche d’affari e think-tank prevedono ora tassi di crescita USA più bassi per il 2025, con un «rischio stagflazionistico» crescenterobeco.comreuters.com. Ad esempio, una simulazione della Fed di New York indica che senza contromisure i dazi potrebbero ridurre il PIL USA di oltre l’1% già nel medio periodo, invertendo i guadagni di reddito del primo mandato Trump. Gli analisti di mercato ricordano inoltre che tariffe elevate erodono i margini aziendali e spingono l’inflazione al consumo: già a marzo esperti previdero che i prezzi al consumo avrebbero iniziato a risalire a causa delle nuove tasse sull’importm.economictimes.comm.economictimes.com. Anche istituzioni internazionali come l’FMI e l’OCSE hanno avvertito che le politiche protezionistiche statunitensi rischiano di aggravare l’inflazione globale e rallentare ulteriormente la crescita mondiale. Nel complesso, la crescente pressione dei mercati – evidenziata dalla volatilità azionaria e dalla frenata degli scambi internazionali – e le ritorsioni economiche dei partner stanno costringendo l’amministrazione USA a valutare correzioni (come la pausa a 90 giorni dei dazi reciproci) e a cercare negoziati mirati. Ciò fa pensare che la politica dei dazi, seppur al momento mantenuta, dovrà verosimilmente confrontarsi con crescenti richieste di moderazione o modifica, proprio dalla comunità finanziaria e dai governi esteri più colpitireuters.comreuters.com.

Fonti: Analisi basata su notizie e report finanziari aggiornati (Reuters, Bloomberg/AP, riviste economiche, istituzioni finanziarie)robeco.comreuters.comm.economictimes.comreuters.comreuters.combbc.com, che includono dati su mercati, inflazione e commenti degli analisti.

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Fonti

 

 


 

Quesito n° 5 Quando Trump, a gennaio 2025, dopo la sua seconda elezione, informò il mondo della sua futura politica dei dazi, scrissi che a domarlo sarebbero stati i mercati finanziari internazionali e nazionali dei singoli paesi coinvolti. Pensi che il mio giudizio abbia avuto o stia avendo corrispondenza nella realtà?                   

 

2) RISPONDE GEMINI

 

Analisi previsioni politiche dazi Trump

Esporta in Documenti

L'Influenza dei Mercati Finanziari e dei Sistemi Economici sulla Politica Daziaria di Trump nel 2025

A seguito della sua rielezione nel 2024, Donald Trump annunciò nel gennaio 2025 le sue future politiche in materia di dazi doganali, suscitando immediate reazioni a livello globale. In quel contesto, fu espressa la previsione che i mercati finanziari e i sistemi economici dei paesi coinvolti avrebbero agito da freno sulle ambizioni protezionistiche del presidente. Il presente rapporto si propone di analizzare se tale previsione si sia rivelata accurata, esaminando l'evoluzione delle politiche tariffarie implementate, le reazioni dei mercati finanziari e delle economie a livello mondiale, e la misura in cui tali reazioni abbiano portato a modifiche o all'abbandono delle politiche iniziali.

Nel gennaio del 2025, l'amministrazione Trump, forte della vittoria elettorale , diede il via a una serie di iniziative in materia di commercio internazionale. Il memorandum presidenziale del 20 gennaio 2025, intitolato "America First Trade Policy" , delineava le priorità immediate dell'amministrazione in questo settore, preannunciando un approccio più aggressivo e protezionistico. Già il 21 gennaio, il presidente Trump manifestò l'intenzione di imporre entro il 1° febbraio 2025 dazi del 10% sulle merci provenienti dalla Cina e del 25% su quelle importate da Messico e Canada. Queste prime mosse, giustificate con la necessità di affrontare l'immigrazione clandestina e il traffico di droga , segnarono l'inizio di un periodo di intensa attività in materia di politica commerciale.  

Nei mesi successivi, la politica daziaria di Trump si evolse rapidamente, con l'introduzione di tariffe su una vasta gamma di prodotti e paesi. Oltre ai dazi iniziali su Cina, Messico e Canada, vennero annunciate tariffe "reciproche" volte a rispondere alle barriere commerciali imposte da altri paesi. L'idea di fondo era quella di aumentare i dazi statunitensi per eguagliare le aliquote fiscali che altri paesi applicavano alle importazioni americane. Questa strategia, definita in alcuni documenti come "Fair and Reciprocal Plan" , mirava a creare un sistema commerciale più equo, secondo la visione dell'amministrazione Trump.  

Parallelamente, vennero introdotte tariffe su settori specifici, come l'acciaio e l'alluminio (con un'aliquota del 25%) e le automobili e i componenti automobilistici. Queste misure, giustificate con motivazioni di sicurezza nazionale e con l'obiettivo di sostenere la produzione interna , ebbero un impatto significativo sulle catene di approvvigionamento globali e sulle industrie coinvolte. Le aliquote tariffarie proposte variavano notevolmente a seconda del paese e del prodotto, con alcune nazioni che si trovarono a fronteggiare dazi potenzialmente molto elevati. La complessità e la rapidità con cui queste politiche venivano annunciate e, talvolta, modificate, crearono un clima di incertezza per le imprese e i mercati a livello globale.  

L'annuncio e la successiva implementazione delle politiche tariffarie di Trump scatenarono immediate reazioni da parte dei mercati finanziari globali. In generale, la risposta iniziale fu caratterizzata da un aumento della volatilità e da una tendenza al ribasso degli indici azionari, in particolare negli Stati Uniti. Gli investitori percepirono i dazi come un rischio per la crescita economica futura e per la redditività delle imprese, soprattutto quelle con una forte esposizione al commercio internazionale. L'indice S&P 500, ad esempio, subì significative flessioni in seguito agli annunci tariffari di inizio aprile.  

Tuttavia, le reazioni non furono uniformi a livello globale. Curiosamente, alcuni mercati, come quelli dell'Unione Europea, della Cina e dell'America Latina, registrarono un andamento in controtendenza, con indici azionari in rialzo. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito a diversi fattori, tra cui un indebolimento del dollaro statunitense e aspettative di maggiori spese per la difesa in Europa. L'incertezza generata dalle politiche commerciali statunitensi portò anche a una perdita di status di "bene rifugio" per il dollaro.  

Anche il mercato obbligazionario reagì alle politiche tariffarie. Si osservò un aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato statunitensi , suggerendo una preoccupazione per la sostenibilità del debito pubblico e per il potenziale impatto dei dazi sui flussi finanziari globali. L'indice di volatilità VIX raggiunse livelli elevati nel marzo 2025 , segnalando una crescente ansia tra gli investitori riguardo alle prospettive economiche. In sintesi, la reazione iniziale dei mercati finanziari fu prevalentemente negativa, con un aumento della volatilità e segnali di preoccupazione per le implicazioni economiche delle politiche tariffarie di Trump.  

Le politiche tariffarie implementate dall'amministrazione Trump nel 2025 ebbero un impatto significativo sull'economia statunitense. Numerose analisi condotte da istituzioni economiche indipendenti, come il Yale Budget Lab e il Wharton Budget Model, concordarono nel prevedere effetti negativi sulla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e un aumento dei prezzi al consumo. Si stimò che le tariffe avrebbero comportato una perdita di potere d'acquisto per le famiglie americane e una riduzione dei salari reali. Alcuni analisti ipotizzarono persino la possibilità di una recessione tecnica negli Stati Uniti a causa della forte incertezza generata dalle politiche commerciali.  

Inizialmente, si osservò un effetto inatteso sul fronte dell'inflazione. Nonostante i dazi siano generalmente associati a un aumento dei prezzi, nel breve termine si registrò un temporaneo rallentamento dell'inflazione, probabilmente dovuto a una diminuzione della domanda aggregata causata dall'incertezza economica. Tuttavia, la maggior parte degli economisti concordava sul fatto che nel medio e lungo termine i dazi avrebbero esercitato una pressione al rialzo sui prezzi, a causa dell'aumento dei costi delle importazioni. L'incertezza politica e l'imprevedibilità delle decisioni tariffarie crearono un clima sfavorevole agli investimenti delle imprese , con diverse aziende che rividero al ribasso le proprie previsioni finanziarie per l'anno. In definitiva, le politiche tariffarie di Trump nel 2025 ebbero un impatto negativo sull'economia statunitense, sebbene la portata e la tempistica precisa di tali effetti rimanessero oggetto di dibattito.  

Le politiche tariffarie statunitensi del 2025 non ebbero un impatto isolato, ma si estesero rapidamente ai principali partner commerciali degli Stati Uniti, scatenando reazioni a catena e potenziali danni alle economie globali. La Cina, uno dei principali obiettivi delle tariffe di Trump, rispose con misure di ritorsione, imponendo dazi sulle merci americane. Questa escalation della guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali generò ulteriori incertezze e timori di un rallentamento della crescita globale.  

Anche il Canada e il Messico, partner commerciali di lunga data degli Stati Uniti, furono colpiti dalle tariffe imposte dall'amministrazione Trump, motivate da preoccupazioni relative all'immigrazione e al traffico di droga. Entrambi i paesi reagirono annunciando o implementando contromisure tariffarie sulle importazioni provenienti dagli Stati Uniti. Il Canada, in particolare, sembrava essere particolarmente vulnerabile all'impatto negativo delle tariffe statunitensi, data la sua forte dipendenza commerciale dagli Stati Uniti.  

L'Unione Europea non rimase immune alle politiche protezionistiche di Trump. Sebbene inizialmente esentata da alcune delle tariffe più elevate, l'UE si trovò a fronteggiare la minaccia di dazi sulle importazioni di acciaio, alluminio e automobili. In risposta, l'UE preparò e, in alcuni casi, implementò misure di ritorsione contro i prodotti americani, pur mantenendo aperta la strada al dialogo e alla ricerca di soluzioni negoziate. L'approccio dell'UE fu caratterizzato da una combinazione di fermezza nella difesa dei propri interessi commerciali e dalla volontà di evitare un'escalation della guerra commerciale.  

Nonostante la forte retorica protezionistica e l'implementazione di tariffe su vasta scala, l'amministrazione Trump mostrò segni di cedimento di fronte alle reazioni negative dei mercati finanziari e alle preoccupazioni per le conseguenze economiche delle sue politiche. Già nell'aprile del 2025, a seguito di significative turbolenze sui mercati finanziari, il presidente Trump annunciò una sospensione di 90 giorni delle tariffe "reciproche" più elevate che erano state precedentemente annunciate per la maggior parte dei paesi, ad eccezione della Cina. Lo stesso Trump riconobbe che le turbolenze sui mercati stavano generando "apprensione".  

Un segnale ancora più significativo dell'influenza dei mercati e delle dinamiche economiche fu l'accordo raggiunto nel maggio 2025 tra Stati Uniti e Cina per ridurre temporaneamente i dazi doganali per un periodo di 90 giorni. Questo accordo, che prevedeva una riduzione significativa delle aliquote tariffarie precedentemente imposte da entrambe le parti, giunse dopo un periodo di intensa escalation della guerra commerciale e di forte volatilità sui mercati finanziari globali. L'annuncio dell'accordo fu accolto positivamente dai mercati, con un immediato rimbalzo degli indici azionari.  

Questi episodi suggeriscono che, sebbene l'amministrazione Trump fosse determinata a perseguire una politica commerciale protezionistica, le forti reazioni negative da parte dei mercati finanziari e le crescenti preoccupazioni per l'impatto economico delle tariffe agirono da freno, portando a una parziale inversione di rotta o, quantomeno, a una temporanea sospensione delle misure più aggressive. Anche la firma di un accordo commerciale con il Regno Unito, che prevedeva riduzioni tariffarie , indicava una certa flessibilità da parte dell'amministrazione Trump nel perseguire i propri obiettivi commerciali.  

Per fornire una visione chiara della sequenza degli eventi, la seguente tabella riassume la cronologia degli annunci tariffari chiave, delle reazioni del mercato e degli aggiustamenti politici nel periodo considerato:

 

Data

Evento

Reazione del Mercato

Aggiustamento Politico

Gennaio 2025

Trump annuncia la "America First Trade Policy" e l'intenzione di imporre dazi su Cina, Messico e Canada entro il 1° febbraio.

Incertezza iniziale.

Annuncio delle intenzioni tariffarie.

Febbraio 2025

Implementazione dei dazi su Cina (10%), Messico e Canada (25%).

Volatilità moderata.

Implementazione dei dazi.

Marzo 2025

Annuncio di tariffe "reciproche" globali e tariffe su acciaio, alluminio e automobili.

Aumento della volatilità, timori di recessione.

Annuncio di ulteriori misure tariffarie.

2 Aprile 2025

Annuncio di tariffe "reciproche" più elevate su paesi con ampi surplus commerciali con gli Stati Uniti.

Forte calo dei mercati azionari globali.

Annuncio di tariffe "reciproche" elevate.

9 Aprile 2025

Implementazione delle tariffe "reciproche" elevate.

Ulteriore calo dei mercati azionari.

Implementazione delle tariffe elevate.

9 Aprile 2025

Annuncio di una sospensione di 90 giorni delle tariffe "reciproche" più elevate per la maggior parte dei paesi (esclusa la Cina).

Forte ripresa dei mercati azionari.

Sospensione temporanea delle tariffe elevate (eccetto Cina).

Maggio 2025

Annuncio di un accordo tra Stati Uniti e Cina per ridurre temporaneamente i dazi per 90 giorni.

Ulteriore ripresa dei mercati azionari.

Riduzione temporanea dei dazi USA-Cina.

Maggio 2025

Annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito con riduzioni tariffarie.

Reazione positiva, sebbene più contenuta rispetto all'accordo con la Cina.

Accordo commerciale USA-Regno Unito con riduzioni tariffarie.

 

In conclusione, l'analisi degli eventi del 2025 suggerisce che la previsione iniziale, secondo cui i mercati finanziari e i sistemi economici avrebbero agito da freno sulla politica daziaria di Donald Trump, si è rivelata parzialmente corretta. Sebbene l'amministrazione Trump abbia inizialmente implementato tariffe su vasta scala e con aliquote elevate, la forte reazione negativa da parte dei mercati finanziari globali e le crescenti preoccupazioni per l'impatto economico di tali misure hanno indubbiamente giocato un ruolo nel moderare l'approccio protezionistico.

La sospensione temporanea delle tariffe "reciproche" più elevate e la successiva riduzione dei dazi tra Stati Uniti e Cina rappresentano chiari esempi di come le pressioni economiche e di mercato abbiano influenzato le decisioni politiche. Tuttavia, è importante sottolineare che questa moderazione non ha significato un completo abbandono della politica tariffaria. Il mantenimento di un dazio di base del 10% sulla maggior parte delle importazioni e delle tariffe del 25% su acciaio, alluminio e automobili indica che l'amministrazione Trump ha continuato a perseguire i propri obiettivi di protezione dell'industria nazionale e di riduzione del deficit commerciale.

In definitiva, l'esperienza del 2025 dimostra la complessa interazione tra le agende politiche, le realtà economiche e le reazioni dei mercati finanziari nella definizione della politica commerciale internazionale. Sebbene i mercati e le economie abbiano esercitato una notevole influenza nel temperare le misure più estreme, la direzione a lungo termine della politica commerciale statunitense e le sue implicazioni per l'economia globale rimangono soggette a incertezza. La natura temporanea di alcuni degli aggiustamenti suggerisce che le tensioni commerciali potrebbero riemergere in futuro, rendendo necessario un continuo monitoraggio e analisi degli sviluppi.

 

Fonti usate nel report

cfr.org

The 2024 Election by the Numbers | Council on Foreign Relations

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apps.npr.org

Live: Presidential Election Results 2024 : NPR

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2024 United States elections - Wikipedia

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en.wikipedia.org

2024 United States presidential election - Wikipedia

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2024 | The American Presidency Project

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2024 Electoral College Results - National Archives

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apnews.com

2024 Presidential Election Results | AP News

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m.youtube.com

US election: Donald Trump declares victory | BBC News - YouTube

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youtube.com

Trump wins 2024 presidential election, CBS News projects | full coverage - YouTube

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fec.gov

Official 2024 Presidential General Election Results - FEC

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en.wikipedia.org

Tariffs in the second Trump administration - Wikipedia

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hklaw.com

President Donald Trump issued a presidential memorandum on Jan ...

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apnews.com

What's next with Trump's trade war truce with China - AP News

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hklaw.com

President Trump Announces 10 Percent Global Tariff, 11 Percent to 50 Percent Reciprocal Tariffs | Insights | Holland & Knight

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budgetlab.yale.edu

Where We Stand: The Fiscal, Economic, and Distributional Effects of All U.S. Tariffs Enacted in 2025 Through April 2 - Yale Budget Lab

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pbs.org

A timeline of Trump's tariff actions so far | PBS News

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Regulating Imports with a Reciprocal Tariff to Rectify Trade Practices that Contribute to Large and Persistent Annual United States Goods Trade Deficits - The White House

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Trump 2.0 tariff tracker | Trade Compliance Resource Hub

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whitehouse.gov

America First Trade Policy – The White House

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piie.com

Trump's trade war timeline 2.0: An up-to-date guide | PIIE

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budgetmodel.wharton.upenn.edu

The Economic Effects of President Trump's Tariffs - Penn Wharton Budget Model

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whitehouse.gov

Fact Sheet: President Donald J. Trump Imposes Tariffs on Imports from Canada, Mexico and China - The White House

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apnews.com

US stocks sink again as more companies detail damage they're taking because of Trump's trade war - AP News

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Trump, Carney faceoff in Oval Office leaves gaping differences on tariffs, 51st state - AP News

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Why trade tensions are a 'storm cloud' over financial markets | World Economic Forum

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Tariff uncertainty: Impacts on markets and portfolios - BlackRock

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Economist assesses tariff impacts on stock market, trade | UCR News | UC Riverside

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Trade War Views: Implications for the Economic Outlook and Business Operating Environment - ICG

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State of U.S. Tariffs: May 12, 2025 | The Budget Lab at Yale

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As US and China begin trade talks in Geneva, Trump's tariff hammer looks less mighty than he claims - AP News

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2025 United States trade war with Canada and Mexico - Wikipedia

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Taking Trump's Tariffs Seriously: The Fiscal and Economic Impact for NYC :Office of the New York City Comptroller Brad Lander

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Canada's response to U.S. tariffs on Canadian goods

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Trump's tariff rage and its unforeseen dimensions on the global financial markets

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Canada announces new countermeasures in response to tariffs from the United States of America

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Tariffs Against Canada and Mexico Enter Into Force March 4, 2025 | SmarTrade

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GREAT DEAL FOR AMERICA: President Trump's “Breakthrough” Trade Deal

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Trump's 25% tariffs on Canada and Mexico will be a blow to all 3 economies

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The EU's Latest Response to Trump II Tariffs

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The economic impact of Trump's tariffs on Europe: an initial assessment - Bruegel

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EU Response to Trump's Tariffs: Between Retaliation and Negotiation

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2025 United States tariffs against the European Union - Wikipedia

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The European Union should form an international open trade coalition in response to Trump's tariffs - Bruegel

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Commission responds to unjustified US steel and aluminium tariffs with countermeasures

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EU | United States to impose President Trump's Reciprocal Tariffs on goods originating from the European Union - EY Tax News

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Fact Sheet: President Donald J. Trump Secures a Historic Trade Win for the United States

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Amendment to Reciprocal Tariffs and Updated Duties as Applied to Low-Value Imports from the People's Republic of China - The White House

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China and US agree to ease tariffs for 90 days as trade war talks extended - Al Jazeera

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What's Happening With Trump Tariffs? New Rates and Trade Talks - Kiplinger

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Experts react: The US and China just agreed to dramatically reduce tariffs on each other, for now. What's next? - Atlantic Council

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Have Donald Trump's tariffs tamed inflations? Here's what the latest CPI report reveals

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Where things stand for Trump in global tariff battle | The Associated Press

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With Tariff Retreat, Trump Cedes Leverage to China - Time

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Why Trump's tariff chaos sparked stock market meltdown and recession fears - Al Jazeera

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Stock market highlights: S&P 500 soars 9.5% after Trump limits some tariffs - AP News

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Fact Sheet: President Donald J. Trump Declares National Emergency to Increase our Competitive Edge, Protect our Sovereignty, and Strengthen our National and Economic Security - The White House

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Fact Sheet: President Donald J. Trump Adjusts Imports of Automobiles and Automobile Parts into the United States – ] - The White House

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What Will Trump's Tariffs Do for U.S. Consumers, Workers, and Businesses?

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The Impact of Trump's Tariffs: A Comprehensive Analysis - CLA (CliftonLarsonAllen)

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U.S. tariffs: What's the impact on global trade and the economy? - J.P. Morgan

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chathamhouse.org

Trump's tariff policy undermines his own agenda and the foundations of US economic power

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Fonti lette ma non usate nel report:

 

 


 

Quesito n° 5 Quando Trump, a gennaio 2025, dopo la sua seconda elezione, informò il mondo della sua futura politica dei dazi, scrissi che a domarlo sarebbero stati i mercati finanziari internazionali e nazionali dei singoli paesi coinvolti. Pensi che il mio giudizio abbia avuto o stia avendo corrispondenza nella realtà?                   

 

 

3)   RISPONDE COPILOT

 

La tua osservazione è particolarmente acuta e stimolante. L’idea che, nonostante una leadership audace e decisa, possano essere gli stessi meccanismi di mercato a imporre limiti e a correggere eccessi, è un tema che ha radici profonde nella storia economica. I mercati reagiscono istantaneamente a segnali di incertezza e disordine. Quando vengono introdotte politiche protezionistiche o dazi elevati, queste reazioni si manifestano con rapide oscillazioni nei prezzi, spostamenti di capitali e una generale volatilità che, a lungo andare, costringe persino i leader meno flessibili a riconsiderare le proprie scelte.

Il concetto che “a domarlo sarebbero stati i mercati” significa proprio questo: indipendentemente dalle politiche che un leader possa voler imporre, le forze economiche — attraverso l’effetto delle reazioni degli investitori, la mobilità dei capitali e i meccanismi dell’offerta e della domanda — possono limitare l’impatto di scelte troppo arbitrarie o eccessivamente nazionalistiche. La storia offre numerosi esempi, come durante certi periodi di protezionismo aggressivo, in cui i mercati hanno messo in moto forze autoregolamentanti che, ripercuotendosi sui conti economici e sulla fiducia degli investitori, hanno portato a una revisione delle politiche adottate.

È importante però considerare che i mercati, pur essendo autoregolatori su molti fronti, non sempre agiscono con la tempestività necessaria per annullare gli effetti di decisioni politiche particolarmente aggravanti nel breve termine. Gli effetti correttivi possono emergere più lentamente e, in alcuni casi, causare instabilità prima di ristabilirsi un equilibrio duraturo. In questo senso, la dinamica tra politica e mercato è delicata e bilanciata, richiedendo un approccio ponderato per evitare conseguenze economiche troppo pesanti.

Detto ciò, questo scenario apre ulteriori spunti di riflessione: quali modelli o episodi storici pensi possano essere i più significativi per capire come i mercati possano “domare” un leader che impone politiche aggressive? Ad esempio, la guerra commerciale con la Cina ha mostrato come certe misure protezionistiche abbiano innescato reazioni a catena, spingendo le parti coinvolte verso negoziati e compromessi. Sarebbe interessante approfondire questi paralleli e verificare se, in un ipotetico contesto futuro, i meccanismi di mercato possano davvero limitare l’impatto di politiche tariffarie eccessive.

Quale scenario ritieni più probabile o quali elementi credi potrebbero rafforzare ulteriormente la tesi che i mercati siano un controllo naturale sulle decisioni politiche troppo estreme?