| Il Sole 24 Ore  5-10-2007 Sentenze, ritmi di lavoro e
  indipendenza: arriva la pagella per i magistratidi
  Giovanni Negri   Le verifiche
  I parametri per le verifiche
     I giudici finiscono sotto esame. Parola di Csm. Ma
  soprattutto di ordinamento giudiziario. Un denso plenum del Csm, svoltosi
  ieri, ha dato il via libera a tre circolari con le quali il Consiglio
  affronta e scioglie alcuni dei nodi della riforma in vigore da agosto.
  «Nonostante le innegabili difficoltà di gestione, abbiamo accettato la
  sfida venuta dal Parlamento; vogliamo attuare la riforma il più
  rapidamente possibile» hanno spiegato in una conferenza stampa i presidenti
  delle Commissioni che hanno messo a punto le indicazioni.Uno dei principali punti da affrontare era costituito dalla definizione dei
  nuovi parametri di valutazione della professionalità dei magistrati.
  Uno degli aspetti qualificanti dell'ordinamento targato centrosinistra
  è rappresentato infatti dalla sostituzione
  del meccanismo dei concorsi, voluto dall'allora ministro della Giustizia del
  Governo Berlusconi Roberto Castelli e fortemente contestato dalla
  magistratura ma anche dallo stesso Csm, con un sistema di verifiche
  periodiche.
 Ogni 4 anni, per i primi 28 anni di carriera, il
  magistrato, sia esso giudice o pubblico ministero, dovrà affrontare un
  esame davanti al Consiglio superiore. Esame che potrà concludersi in
  tre differenti maniere: esito positivo e il magistrato avrà il
  lasciapassare per la progressione in carriera con conseguente aumento dello
  stipendio; valutazione non positiva, ma ancora
  interlocutoria, con apertura a stretto giro di posta di un nuovo esame da
  compiere entro un anno (ma già la prima valutazione non positiva potrebbe
  dare luogo, a discrezione del Csm, a quell'incompatibilità funzionale
  che giustifica anche un trasferimento del magistrato interessato); esito
  negativo. Alla seconda valutazione negativa il magistrato sarà
  costretto, senza nessuna discrezionalità, a lasciare la toga. Il nuovo
  meccanismo dovrebbe poi contribuire a evitare uno dei punti critici segnalati
  dal recente Libro verde sulla giustizia per cui allo stipendio non
  corrispondono sempre le funzioni effettivamente esercitate.
 Ma in base a quali indici fornire una valutazione dell'attività dei
  magistrati? Tacciati a torto o a ragione di scarsa produttività,
  sempre nel vortice delle polemiche (si pensi alla concessione delle misure
  alternative alla detenzione per l'ex brigatista Piancone)
  per il merito di alcune decisioni, i magistrati hanno bisogno di un recupero
  di credibilità che passa anche per più rigorose valutazioni di
  professionalità, eliminando i sospetti che gli avanzamenti in carriera
  avvengano solo per anzianità e poco per merito. «Effettivamente
  si tratta di un cambiamento importante – sottolinea Alfredo Viola (Unicost) –. Per la prima volta, nella valutazione, si
  farà riferimento a indici di produttività, a parametri di
  efficienza, prenderemo in considerazione come Csm non solo dati autoreferenziali,
  visto che potremo utilizzare nelle valutazioni anche dati del ministero della
  Giustizia, con particolare riferimento agli esiti delle ispezioni, e dei
  consigli degli ordini».
 La circolare così individua parametri come l'indipendenza, la
  capacità, la laboriosità, l'impegno e la diligenza. E per
  ciascun parametro vengono identificati specifici indici. Cruciale, per
  esempio, quello sulla laboriosità. Che, nell'impossibilità di
  definire standard quantitativi validi per tutto i distretti di Corte d'appello,
  punta sulla media della produttività dell'ufficio in cui il magistrato
  opera nell'arco degli ultimi due anni. Ma, per la prima volta, sarà
  dato rilievo all'esito dei provvedimenti pronunciati, per esempio, in materia
  di misure cautelari o al rispetto dei termini per il deposito delle
  decisioni.
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