|     La Stampa 5-4-2008 Il rettore: si
  parla solo di Bari ma succede in ogni Università. "Sesso
  e tangenti? Così fan tutti" In Italia ci
  sono università con bilanci in rosso, con decine di docenti processati
  per concorsi truccati, con rettori condannati. Eppure si parla solo di
  Bari. Perché?».Giuseppe SalvaggiuloRettore Corrado Petrocelli, come perché… Esami e
  lauree in vendita, richieste sessuali a studentesse. Non voci,
  atti giudiziari.
 «Perché noi denunciamo, collaboriamo con gli
  investigatori, interveniamo. Abbiamo introdotto un codice etico, un delegato
  alla trasparenza e un garante degli studenti. Gli altri non so… Tutti i
  nostri atti sono su Internet: quanti si comportano così? Non voglio la
  medaglia, ma io posso dire che l'ho fatto».
 
 Però ci sono anche le inchieste, gli arresti,
  le tangenti, le camicette sbottonate.
 «Ieri (mercoledì, ndr) c'è stata
  un’operazione mediatico-scenografica. Mi hanno telefonato alle 7,30 gli
  impiegati: “Qui ci sono i carabinieri con i mitra”. Non pretendevo un clima
  natalizio, ma nemmeno un blitz da criminalità organizzata. Sono
  indignato».
 
 Ma come, invece di indignarsi per gli esami comprati, per la corruzione…
  «Non nego nulla del fatto in sé, ma contestualizzo.
  Di questa storia si sapeva tutto, gli arresti erano attesi. L’inchiesta
  è vecchia di tre anni e partì dal preside, dunque dall’interno
  dell’università. In due ore ho sospeso i dipendenti coinvolti. Ci sono
  stati casi analoghi in altre università ma chissà perché non
  hanno meritato lo stesso clamore».
 
 A chi si riferisce? «Non parlo degli altri.
  Ma da qualche tempo mi faccio preparare una rassegna stampa con i giornali
  locali di tutta Italia. Casomai a qualcuno venisse in mente di fare battute...».
 
 Tipo: «Arriva il rettore dell'università degli scandali». Capita?
 «Mai successo. Sa, io mordo… Anzi sono arrivate
  molte telefonate di solidarietà dai colleghi».
 
 Che ne pensa degli studenti che vanno i Romania a
  fare gli esami più difficili?
 «Da che mondo è mondo ci sono escamotage
  migratori. Accadeva anche ai miei tempi. Vuol dire che i nostri esami sono
  difficili: lo considero un complimento».
 
 Ma qui accade per non essere costretti a pagare.
 «Allora parliamo della famosa società civile.
  La cosa più aberrante è che una famiglia sia disposta a pagare.
  Mio padre mi avrebbe cacciato di casa, se glielo avessi chiesto».
 
 Studenti e assistenti raccontano che Esamopoli non
  è solo a Economia. La corruzione è diffusa, i bidelli adescano
  i ragazzi. Oggi, non tre anni fa.
 «Non mi risulta, ma non lo posso escludere. Ci
  sono isole di malcostume e corruzione, accade dovunque, ma
  l’università è in gran parte sana».
 
 A girare per le facoltà, viene qualche dubbio.
 «Parlano gli atti, c’è un nuovo corso. Ho
  sospeso un dipendente condannato per peculato. Non ho letto di cose analoghe
  in altre università. Certo, non basta un codice etico a rendere tutti
  irreprensibili. Ma abbiamo reso la vita più difficile ai delinquenti».
 
 Lei è rettore da novembre 2006. Da allora è un susseguirsi
  di scandali.
 «Una volta mi piacerebbe pagare per una colpa mia,
  non per cose vecchie. Ho rinunciato agli inviti all’estero, sto qui in
  ufficio dal mattino alle 8 alle 9 di sera. Non esco nemmeno a pranzo e ho
  anche ripreso a fumare».
 
 Che effetto le fa la definizione di università più marcia
  d’Italia?
 «Nessuno si azzardi a dirlo. Come si permette?».
 
 Nemmeno un anno fa i test d’ingresso truccati a medicina e odontoiatria.
 «Eravamo vittime: la truffa avveniva con
  microspie nascoste nei capelli. Siamo stati intransigenti e abbiamo
  scoperchiato una pentola che bolliva in tutta Italia. Anzi, continua a
  bollire. In quei giorni, sono arrivate duemila lettere con segnalazioni da
  tutta Italia: compiti copiati, tracce nascoste nelle giacche. Possibile che
  sia tutto inventato? Io l’anno scorso ho saltato le vacanze per passare tutto
  agosto qui a fare il piantone ai test».
 
 Quest’anno ha già prenotato le ferie?
 «Ho detto: se non cambiano le regole, i plichi con i test li custodiscano i
  carabinieri».
 
 La Procura indaga anche sui concorsi a medicina.
 «I 4/5 dei commissari sono membri esterni. Ammesso
  che i concorsi siano truccati, dovremmo incriminare l’80% delle
  università italiane».
 
 Riemerge il malcostume del ricatto sessuale. Le specializzande raccontano
  di palpeggiamenti, primari che allungano le mani anche in sala operatoria.
  Chi non accetta è emarginata, non lavora, non va ai convegni.
 Allarga le braccia. «Mi hanno operato due volte, non mi sono accorto di
  nulla».
 
 Magari era sotto anestesia.
 «In effetti…».
 
  
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