| La Stampa31-5-2007Quello scudo stellareche spacca in due il Continente
  La Russia si considera il vero bersaglio. Polonia e
  Repubblica Ceca aprono le porte agli Usa. E l’Europa? FERNANDO NAVARRO SORDO da CAFE BABEL   Il 10 maggio Stati Uniti e
  Repubblica Ceca hanno iniziato le trattative per installare sul suolo ceco i
  radar come primo passo per lo scudo antimissile che gli americani vogliono
  impiantare in Europa, assieme all’indipendenza del Kosovo:
  due progetti che certo non fanno piacere alla Russia. «L’obiettivo principale
  dello scudo americano è il nostro Paese» afferma il Capo di Stato
  Maggiore delle Forze Armate russe Yuri Baluyevski. Il 15 maggio la segretaria di Stato americana
  Condoleezza Rice è
  stata a Mosca per assicurare a Putin che
  l’obiettivo è invece proteggere l’Europa da possibili attacchi
  iraniani.
 Europa
  divisa
 Il presidente del Consiglio degli Affari Esteri dell’Ue, Franz Josef
  Jung, propone di estendere lo scudo «nel sud
  dell’Europa perché il pericolo non è l’Iran, ma il terrorismo»
  islamico molto attivo nel Maghreb. Timore condiviso
  da Daniel Keohane, ricercatore irlandese
  dell’Istituto europeo per gli studi sulla sicurezza:«Non
  c'è solo l'evidente minaccia del Medio Oriente, da dove potrebbero
  partire, per esempio, eventuali attacchi aerei suicidi. Esistono altri
  territori vicini e potenzialmente pericolosi come l’Algeria, anche se questo
  non significa che gli algerini che vivono in Europa sono pericolosi».
  L’Europa è padrona della sua sicurezza aerea di fronte alla
  possibilità di attacchi sul suo territorio? Javier
  Solana, responsabile della Politica europea per la
  sicurezza e la difesa, sostiene che «le istituzioni comunitarie devono
  trattare con trasparenza l’affare dello scudo antimissile». Alcuni Paesi,
  infatti; potrebbero sentirsi discriminati sia per non essere protetti dallo
  scudo, sia per non essere inclusi nel Sistema nazionale di difesa antimissile
  degli Stati Uniti.
 
 Aumentano
  le competenze della Nato
 A partire dagli attentati dell’11 settembre, Stati Uniti e Nato hanno
  moltiplicato i loro contingenti militari in Medio Oriente per la lotta contro
  il terrorismo internazionale, preoccupando Russia e Cina. La
  Nato, sotto la cui responsabilità cadrebbero i 10 missili
  intercettatori e il radar che diventerà operativo dopo il 2012 -
  potrebbe essere superata da organizzazioni di difesa sovranazionale
  concorrenti. «Per combattere contro il terrorismo e risolvere crisi
  regionali» – per dirla con le parole del comandante russo Vladimir Moltenskoi – da agosto del 2005 e per la prima volta
  nella storia, Cina e Russia hanno cominciato a fare esercitazioni militari
  congiunte. Si tratta di consultazioni politico-militari
  e manovre di terra, mare e aria con l’Organizzazione di cooperazione di Shangai (Ocs). Nata nel 1996,
  questa organizzazione raggruppa Russia, Cina, Kazakistan,
  Kirgikistan, Uzbekistan e
  Tagikistan, più quattro osservatori (India,
  Iran, Pakistan e Mongolia). Sebbene non ci sia l’intenzione ufficiale di
  trasformarla in un blocco militare, i piani di ritiro di Stati Uniti e Nato
  dall'Iraq e dall'Afghanistan rimettono in discussion
  il principio di non intervento. Se le truppe occidentali si ritirano,
  infatti, l’Ocs avrà probabilmente sempre
  più influenza nei conflitti asiatici. Supponendo che l’Iran decida di
  aderire all’Ocs e di beneficiare della sua
  protezione, non è da escludere che gli occidentali potrebbero subire
  degli attacchi da Teheran.
 
 Secondo il ricercatore Keohane «dato che non
  sappiamo cosa succederà in Iraq, Afghanistan
  o Iran nei prossimi dieci anni, bisogna considerare tutte le
  possibilità: lo scudo antimissile può essere un mezzo di
  dissuasione». «Il dibattito – aggiunge – non è tecnico, dato che
  l’utilità dello scudo è certa, bensì politico, poiché
  infastidisce la Russia. Russia e Cina devono cooperare su molti aspetti
  economici con l’Occidente (il 55% delle esportazioni russe sono dirette all'Ue) e l’India è molto indipendente. Sarà
  difficile che trovino un accordo su un'organizzazione militare».
 
 L'Ue territorio statunitense?
 In questa situazione, l’Unione Europea non appare un attore rilevante e
  indipendente. In un rapporto pubblicato recentemente dal Ministero della
  Difesa spagnolo si legge che "l'Unione Europea non convincerà
  mai gli Stati Uniti a considerarla un socio politico di prima grandezza se
  non perseguirà una politica comunitaria di sicurezza e difesa".
  La peculiarità dell'Europa è quella di limitarsi alle missioni
  di pace e per Keohane «il suo ruolo come attore
  globale non è credibile. In caso di guerra l’appoggio degli Stati
  Uniti sarebbe indispensabile poiché le truppe
  europee non hanno accordi su aspetti basilari come la logistica e il
  trasporto». Per il ricercatore lo scandalo dei voli della Cia ha evidenziato
  «una falla nella comunicazione e un errore da risanare affinchè
  possa continuare la cooperazione tra Europa e Stati Uniti». E l'Unione
  Europea non sia stata ancora invitata a una serie di incontri che Stati Uniti
  e Russia stanno organizzando per settembre per accordarsi sullo scudo
  antimissile. Solo un caso?
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