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  Secolo XIX web del 30-8-2007   Slot, il banco perde  La Corte dei Conti
  contesta un danno erariale che vale tre-quattro manovre finanziarie    MARCO MENDUNIFERRUCCIO SANSA
   dalla prima pagina«Per il 2006, secondo i dati dei Monopoli, a fronte di un volume di affari
  (ovvero la "raccolta di gioco") pari a circa 15,4 miliardi di euro
  (di cui la quasi totalità derivante da apparecchi con vincite di
  denaro) vi è stato un gettito fiscale pari a 2 miliardi e 72 milioni
  di euro con circa 200mila apparecchi attivati», scrive il rapporto della
  commissione d'inchiesta. E aggiunge: «L'effettiva raccolta di gioco sarebbe
  stata di molto superiore alla cifra citata. Secondo stime della Finanza, la predetta raccolta di gioco
  ammonterebbe a 43,5 miliardi di euro». Insomma, i due terzi del gioco
  sarebbero in nero. Due macchinette su tre non sarebbero collegate alla rete.
  Quindi il 70 per cento del "preu" - il
  prelievo fiscale su ogni singola giocata che dovrebbe finire nella casse dei Monopoli, e quindi dello Stato - è
  stato evaso.
 «Abbiamo calcolato - raccontano gli investigatori - che tra imposte non
  pagate e multe non riscosse lo Stato ha perso circa
  98 miliardi di euro». L'equivalente di tre Finanziarie che invece di andare
  allo Stato è rimasto nelle tasche di alcune concessionarie. E non
  basta, perché secondo gli uomini della Finanza e alcuni componenti della
  commissione d'inchiesta «in alcune delle società in questione
  siederebbero uomini vicini a Cosa Nostra, in particolare al clan di Nitto Santapaola». Altre invece
  sarebbero guidate da persone vicine a esponenti di primissimo piano di
  partiti politici (soprattutto Alleanza Nazionale).
 Così l'indagine della Corte dei Conti sfocia in quello che sarebbe il
  più clamoroso caso di evasione fiscale della storia della
  Repubblica. Non solo. «Nel corso delle indagini sono sorti alcuni
  interrogativi su specifici comportamenti tenuti dai Monopoli in particolari occasioni», è scritto nel rapporto
  della commissione che da settimane è sulla scrivania del vice-ministro
  dell'Economia, Vincenzo Visco. Una critica pesante
  nei confronti dei Monopoli che non si sarebbero accorti di un'evasione di
  dimensioni colossali o che non avrebbero richiesto alle società
  concessionarie il pagamento delle somme dovute. «Zero. I Monopoli dello Stato
  non hanno fatto pagare un centesimo di sanzione alle società
  concessionarie che non avevano versato miliardi di euro di imposte»,
  raccontano gli investigatori.
 Dal ministero e dai Monopoli non è finora arrivato nessun commento.
 Ieri ecco la notizia del «danno erariale» a sei zeri che la Corte dei Conti
  ha richiesto alle concessionarie. In particolare emergono le cifre indicate
  nella notifica di Lottomatica e Snai.
  E immediatamente le quotazioni in borsa delle due società precipitano.
  Lottomatica lascia sul campo il 4,02 per cento,
  mentre il titolo Snai perde addirittura l'11,27 per
  cento e viene sospeso per eccesso di ribasso. I
  volumi di scambi sono altissimi, con 4,18 milioni di pezzi passati di mano da
  una media giornaliera di 640.000. Alla fine Snai
  decide di diffondere un comunicato in cui afferma di aver ricevuto una
  notifica dalla Procura regionale della Corte dei conti del
  Lazio che la invita a presentare le sue deduzioni su un'ipotesi di danno
  erariale nel settore «new slot» valutato intorno ai 4,8 miliardi di euro. Snai sottolinea che «da tali procedure non potranno
  emergere responsabilità di sorta a suo carico nè
  derivarle conseguenze negative di carattere patrimoniale».
 Ma il caso slot-machine è soltanto
  all'inizio e nelle prossime settimane potrebbe riservare clamorose sorprese.
  La Procura di Roma - che ha ricevuto gli atti dal pm
  di Potenza, John Henry Woodcock - ha intenzione di sentire i vertici dei
  Monopoli. Il magistrato Giancarlo Amato vuole ricostruire il meccanismo che
  ha portato ad attribuire le concessioni alle società che gestiscono le
  slot-machine. Non solo: si sta cercando di capire
  se vi siano state degli illeciti nei controlli compiuti dai Monopoli.
  Un'ipotesi che troverebbe conferma nel rapporto della Commissione
  d'inchiesta: non risulta, si dice nel documento, che siano stati compiuti
  controlli sui precedenti penali delle
  concessionarie. Non solo: alcuni degli ispettori incaricati dei controlli
  risultavano indagati proprio per presunti episodi di corruzione.
 La Procura di Roma, però, vuole anche capire chi ci sia
  davvero dietro le società che gestivano il "tesoro" delle slot-machine. Alcune società, fa notare un membro
  della commissione d'inchiesta, hanno spostato la sede all'estero nonostante
  siano titolari di concessioni con lo Stato italiano.
 Non solo. Secondo gli investigatori, il mondo del gioco d'azzardo legale
  sarebbe diventato un fondamentale strumento di finanziamento dei partiti di entrambi gli schieramenti.
 
 
 
 29/06/2007
 La Commissione d'inchiesta presieduta dal sottosegretario Alfiero Grandi e
  composta, tra gli altri, dal generale della Finanza Castore Palmerini produce un rapporto che finisce sul tavolo del
  vice-ministro, Vincenzo Visco. Si parla di imposte
  non riscosse e di multe non pagate per quasi cento miliardi di euro. La
  commissione accusa pesantamente i Monopoli dello
  Stato.
 
 
 29/06/2007
 SCOPPIA
 IL GRANDE SCANDALO
 
 
 29/06/2007
 L'INCHIESTA DELLA
 CORTE DEI CONTI
 La Finanza e la Corte dei Conti avviano un'indagine sul mondo delle slot-machine: all'appello mancano 98 miliardi di euro.
  Anche la commissione d'inchiesta presieduta dal sottosegretario Grandi giunge
  alle stesse conclusioni.
 
 
 29/06/2007
 L'INCHIESTA DEL SECOLO XIX
 Viene pubblicato il rapporto della commissione
  Grandi. Scoppia lo scandalo delle imposte che non sarebbero
  state pagate e delle multe non riscosse. L'evasione più
  consistente della storia della Repubblica
 
 
 29/06/2007
 IL CROLLO IN BORSA
 La Procura della Corte dei Conti notifica a dieci società
  concessionarie un provvedimento per il «danno erariale» subìto
  dallo Stato. Snai e Lottomatica
  - che sarebbero debitrici di circa 4 miliardi ciascuna
  - crollano in Borsa.
 
 
 
 
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