| HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli     Documento d’interesse   Inserito il 19-5-2007 | |||
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| La Repubblica 19-5-2007 DAL FALLIMENTO TREVITEX SPUNTA UN CODICE SALVA GRANDI BANCHE DI WALTER
  GALBIATI IL DOCUMENTO. Pubblicate le
  motivazioni della sentenza che ha condannato i Dalle Carbonare e 33 dirigenti
  del credito Dal fallimento Trevitex spunta un
  codice salva-grandi banche Accordi per garantire i maggiori istituti ed
  evitare abusi da parte dell'imprenditore  MILANO - Mors tua vita mea. Un
  motto latino che non ha molto di finanziario, ma che, stando alle accuse, ben
  si addice al comportamento delle banche nel fallimento Trevitex. E che viene
  teorizzato in un "codice di comportamento del sistema bancario",
  rimasto finora inedito e trovato durante una perquisizione nello studio di
  Angelo Casò, nominato ai tempi liquidatore
  della società e ora presidente del collegio sindacale di Mediobanca.
  La Trevitex, il secondo gruppo tessile italiano, fallì
  l'8 giugno 1995. Ma le banche, a conoscenza dello stato di dissesto almeno
  fin dal 1992, chiusero da subito i rubinetti del credito alla famiglia Dalle Carbonare, proprietaria della società. E,
  proprio sotto la regia di Mediobanca, si accordarono fra loro per subire i
  minor danni possibili a scapito degli altri creditori. A metterlo nero su
  bianco sono stati i giudici della seconda sezione penale di Milano che ieri
  hanno pubblicato le motivazioni relative alla sentenza di primo grado. Un
  giudizio che ha condannato non solo Sebastiano (sette anni e nove mesi),
  Pietro (cinque anni) e Diego (quattro anni) Dalle
  Carbonare, ma anche 33 banchieri di quattro istituti di credito. Tra questi,
  Antonio Nottola, condirettore della Banca di Roma, Alberto Cravero, direttore del Credito Italiano, Luigi Coccioli, presidente del Banco di Napoli, Giuliano
  Segre al vertice della Cassa di Risparmio di Venezia. Condannato a tre anni e mezzo per via di una
  perizia, giudicata falsa, e grazie alla quale vennero
  alterati i bilanci del gruppo anche Stefano Podestà, docente della
  Bocconi e nel 1994 ministro dell'Università. L'inchiesta curata dal pm Alfredo Robledo ipotizza per
  le banche il concorso in bancarotta e getta una luce oscura sul comportamento
  dei principali istituti di credito italiani. Nessuno escluso, perché le
  posizioni di altri 18 banchieri, rappresentanti del Banco Ambrosiano Veneto
  (Giovanni Bazoli), del SanPaolo di Torino (Luigi Maranzana) e del Monte dei Paschi di
  Siena (Carlo Zini) sono state stralciate a Vicenza.
  Il "codice di comportamento del sistema bancario", rinvenuto dalla
  Guardia di Finanza, porta un titolo incontrovertibile, "Crisi di
  impresa". E suggerisce il comportamento che, durante tutte le fasi di
  una crisi come appunto quella della Trevitex, dovrebbero
  tenere le banche. O meglio le grandi banche e non le piccole, perché le prime
  vengono spesso "danneggiate - si legge nel
  documento - dalle azioni di recupero crediti delle banche marginali". Un
  motivo questo che consiglia tra l'altro di escludere i piccoli istituti,
  anche attraverso una moral suasion dell'Abi, da operazioni di finanziamento
  molto redditizie come quelle in pool. L'accordo tra le banche dovrebbe non
  solo evitare "abusi da parte dell'imprenditore", ma anche la
  penalizzazione dei grandi gruppi "rispetto ad altri creditori non
  vincolati dal "codice"". I
  suggerimenti vanno dalla fase di conoscenza della crisi, che secondo il
  documento avviene, proprio come nel caso Trevitex,
  con il rientro dei crediti, fino all'attuazione del piano di intervento. Il
  codice prevede la costituzione di un Comitato Ristretto di banche (3 o 5
  istituti) che garantisca in modo equo gli interessi
  di tutti gli istituti e che soprattutto pieghi l'imprenditore in
  difficoltà al volere dei grandi istituti. Per essere salvato, se le
  banche lo richiedono, l'azionista deve "consentire il rinnovo degli
  organi amministrativi", "impegnarsi a consentire l'inserimento di managers qualificati proposti dalle banche" e
  "costituire in pegno a garanzia dei crediti del sistema bancario le
  azioni in suo possesso". Non andò molto diversamente la storia di
  Trevitex. Il 2 giugno 1992 la famiglia Dalle
  Carbonare fu invitata a rinnovare il cda e a farsi
  da parte. Giuseppe Maranghi, fratello di Vincenzo, venne indicato da Mediobanca come il manager qualificato
  per risolvere la crisi. E lo stesso Maranghi, il 2
  ottobre, invitò le banche a realizzare le garanzie in loro possesso. |