|   Da
  alguer.it del 6-10-2007   Sassari. Una truffa da trentasei milioni
  di euro     Conclusa l’operazione “Golden Jail”. Con un’indagine nei
  confronti di una nota azienda sassarese, aggiudicataria di numerosi appalti
  pubblici nazionali e regionali, è stata scoperta una maxi truffa ai
  danni di due istituti di credito ed una maxi evasione fiscale. Due persone
  sono state denunciate per truffa, falso e frode fiscale   SASSARI – Conclusa l’operazione “Golden Jail”, scattata a Marzo
  ad opera dei finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Sassari.
  L’obbiettivo delle indagini era un’azienda sassarese operante nel settore
  delle installazioni di impianti elettrici e di sicurezza di edifici pubblici.
  Infatti, come  accertato a seguito dell’attività
  investigativa, l’azienda è risultata aver ottenuto decine di appalti,
  sia da parte del Ministero della Giustizia (dieci gare aggiudicate) che dal
  Ministero delle Infrastrutture (due gare vinte), nonché da parte di numerosi
  enti locali, quali la Provincia e il Comune di Sassari, il Comune di Tissi, e
  l’Università di Sassari. L’indagine trae origine da una denunzia
  presentata dagli amministratori di un istituto di credito, che hanno
  segnalato l’esistenza, sul conto corrente dell’azienda, una notevole
  passività, tale da richiedere approfonditi accertamenti da parte della
  Procura di Sassari. In particolare, nella denuncia era evidenziato che la
  società in questione, vincitrice di due appalti, indetti dal Ministero
  della Giustizia dell’importo di oltre tremilioni e mezzo di euro, per la
  ristrutturazione di alcuni carceri ubicati a Roma ed a Spoleto, aveva
  richiesto, ed indebitamente ottenuto dall’istituto di credito, l’importo di
  circa cinquemilioni di euro, attraverso il sistema dello “sconto delle
  fatture” ovvero attraverso la cessione del credito vantato nei confronti del
  Ministero della Giustizia. Il meccanismo truffaldino si era verificato a dire
  dell’istituto, proprio nella non restituzione da parte del Ministero del
  valore anticipato dalla banca alla azienda. Ma ciò non era stato
  possibile in quanto la richiesta di liquidità della predetta azienda era
  superiore al credito per circa un milione e mezzo di euro rispetto al
  corrispettivo pattuito nel capitolato del contratto pubblico. Da qui era
  scattata la denuncia perché l’ammanco di cassa non era stato coperto. E
  proprio nei primi mesi della primavera che le Fiamme Gialle turritane, al
  fine di riscontrare tali accuse, attivavano una serie di perquisizioni nelle
  sedi della società, sia Roma che Sassari, nonché presso la faraonica
  abitazione del procuratore speciale della Società, sequestrando
  quintali di documentazione contabile ed extracontabile, nonché diversi
  computer. Grande sorpresa per gli investigatori quando trovavano negli uffici
  della società, addirittura timbri e carta intestata falsa dei vari
  enti ministeriali ed enti locali con i quali la stessa aveva avuto rapporti
  commerciali. A tale evento si deve aggiungere il ritrovamento di decine di
  carte intestate di società commerciali fornitrici della citata
  società. Come accertato nel corso della verifica fiscale, la maggior
  parte di queste sono risultate estranee ai fatti, ma inconsapevolmente
  utilizzate per la produzione di fatture per operazioni inesistenti. Infatti
  l’esistenza materiale di tali oggetti, degna della più famosa banda di
  falsari, testimoniava in modo evidentissimo l’ipotesi che molti documenti
  presentati alla banca in argomento (liberatorie, Sal, corrispondenza con il
  Ministero, fatture false e documenti tutti muniti di timbri ufficiali,
  riprodotti in copia), fossero strumentali per porre in essere non solo la
  truffa ai danni degli istituti di credito, ma anche per la realizzazione
  della frode fiscale. Da una successiva e minuziosa opera di ricerca delle
  prove, attraverso l’acquisizione di prove testimoniali e riscontri oggettivi
  sulla documentazione sequestrata (raffronto del documento originale
  depositato presso l’ente pubblico con quello prodotto e consegnato
  all’istituto di credito), si potevano fornire preziosi elementi
  all’Autorità Giudiziaria. In merito a questa vicenda il Pm ha
  già provveduto a richiedere il rinvio a giudizio dell’amministratore e
  del procuratore della società. Ma l’attività degli inquirenti
  non si esauriva qui, infatti le Fiamme Gialle, “sentendo odore di evasione
  fiscale”, decidevano di proseguire l’indagine anche attivando la procedura
  degli accertamenti bancari e della verifica fiscale, analizzando gli anni
  d’imposta dal 2000 al 2006. La complessa e articolata analisi dei conti
  correnti e della contabilità della società, durata alcuni mesi,
  permetteva: di constatare l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti
  per un ammontare di oltre diecimilioni di euro; di accertare elementi
  positivi di reddito non dichiarati per dodicimilioni seicentosessantamila
  euro, di costi indeducibili per diecimilioni di euro, di Iva non dichiarata
  ed indebitamente detratta per tremilioni di euro, mancati versamenti Irpef ed
  Inps per oltre un milione di euro, trattenuti ai dipendenti; di rilevare un
  mancato versamento dell’Irap per centottantunomila ottocentocinquantanove
  euro. Per meglio capire la situazione, va precisato che l’emissione di
  fatture false per ottenere le indebite anticipazioni dalle banche, generano
  ricavi da parte della società, sui quali potenzialmente dovranno
  essere pagate le imposte. Per abbattere tale base imponibile, gli
  amministratori hanno utilizzato fatture per operazioni inesistenti degli
  ignari fornitori e note di credito false così da neutralizzare gli
  effetti fiscali e di conseguenza le imposte da pagare. Gli amministratori
  sono stati quindi denunciati a piede libero per truffa, contraffazione dei sigilli
  di Stato, contraffazione di atti pubblici e falsità materiale,
  emissione ed utilizzo di Foi. Gli appalti oggetto d’indagine hanno
  interessato i seguenti enti pubblici: Amministrazione Provinciale di Sassari,
  Comune di Sassari, Direzione Casa Circondariale di Sassari, Direzione Casa
  Circondariale di Alghero; Università degli Studi di Sassari; Direzione
  Casa di Reclusione di Mamone, Direzione Casa Circondariale di Badu e Carros,
  Direzione Casa di Reclusione di Isili, Centro Giustizia Minorile per la Sardegna,
  Direzione Casa Circondariale di Buoncammino, Ministero della Giustizia,
  Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Modena, Ministero della
  Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Ferrara,
  Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Comune di Tissi, Ministero
  della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Parma,
  Istituto Nazionale Previdenza Sociale.               |