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  Riformista 27-3-2007   Caro
  Sposetti, il Pd
  aumenterà le cordate di potere  di Emanuele Macaluso   Arturo Parisi ha fotografato bene il clima che caratterizza i congressi dei
  Ds e della Margherita: «un Pd che nasce segnato
  dalla convenienza e non dalla convinzione rischia di diventare l’ennesimo
  vecchio partito». Ma è proprio la «convenienza» la molla che spinge
  gran parte del personale politico dei due partiti. Il leader per cui il Pd veniva
  confezionato, Prodi, non ha un ruolo di guida e sembra un naufrago in cerca
  di un relitto cui aggrapparsi. E il percorso per arrivare al Pd (si veda quel che succede nella Margherita) anziché
  facilitare ha reso ancora più procelloso il suo viaggio governativo.
 Ho fatto questa premessa per dare un quadro di riferimento a un importante
  articolo sull’Unità del tesoriere dei Ds a proposito del finanziamento dei partiti e più in generale
  della politica. Ugo Sposetti affronta un tema
  centrale nella attuale situazione italiana dato che richiama temi scottanti
  come il costo della politica, la formazione dei gruppi dirigenti dei partiti
  e i caratteri di ciò che si chiama democrazia interna ai partiti.
  Sposetti prende spunto da un articolo scritto da uno dei leader della
  Margherita, Luigi Castagnetti, apparso sul
  Riformista, a commento della presentazione di un disegno di
  legge volto a dare personalità giuridica ai partiti. Proposta
  giustamente sostenuta anche dallo stesso Sposetti.
  Il quale polemizza con chi da tempo muove attacchi devastanti contro i
  partiti favorendo le corporazioni, i poteri forti, i padroni del vapore alla
  Berlusconi. Il quale con il suo ruolo pubblico (Forza Italia) e privato
  (Mediaset) può fare lievitare i suoi utili e impiegarli in parte anche
  per finanziare i partiti e la politica. Di qui l’esigenza fortemente
  sottolineata da Sposetti di sostenere il
  finanziamento pubblico per dare a tutti i cittadini, anche a chi non ha
  risorse, l’opportunità di partecipare all’agone politico. Giusto. Ma
  poi lo stesso Sposetti scrive: «negare o fornire in
  maniera inadeguata risorse alla politica (come nel caso italiano) significa
  colpire al cuore la democrazia».
 Le cose stanno proprio così? In Italia non si finanzia adeguatamente
  la politica? I dirigenti Ds e della Margherita che progettano il Pd ancora una volta perdono l’occasione per compiere
  un’analisi veritiera sul costo della politica, sulle forme che ha assunto e
  sulle distorsioni che ha introdotto nella formazione dei gruppi dirigenti e
  nella vita democratica interna ed esterna alle forze politiche. I congressi
  dei loro partiti ne sono una testimonianza. So bene che ci sono militanti
  sinceramente convinti che l’approdo della vicenda politica sia il Pd. A mio avviso sbagliano ma
  almeno si battono per una prospettiva in cui credono. Quanti sono invece i
  “quadri” che pensano che il Pd è solo la
  continuazione di un certo modo di fare politica? Questi “quadri” non sono
  funzionari di partito (categoria in estinzione) ma consiglieri
  circoscrizionali, comunali, provinciali, regionali, assessori, sindaci,
  dirigenti di aziende pubbliche e semi-pubbliche,
  sottosegretari, tutti con i loro consulenti, assistenti, addetti
  stampa ed ad altre faccende. Tutti retribuiti dalla mano pubblica e in gran
  parte affiliati a cordate che fanno riferimento a quei capi cordata che ormai
  condizionano la vita dei partiti. Questo costoso sistema di finanziamento
  della politica andrebbe rivisto per dare invece un finanziamento pubblico
  visibile e riscontrabile ai partiti. Temo invece, caro Sposetti,
  che con il Pd aumenteranno le cordate e le cose
  peggioreranno.
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