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  NE IRROGANTO    di Mauro Novelli     Documento d’interesse   Inserito
  il  9-2-2007 | |||
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| Indagine di Antitrust
  sui costi dei servizi bancari.  Brani scelti La spesa per
  il c/c Con riguardo
  agli aspetti quantitativi di offerta, dalle informazioni raccolte corso
  dell’indagine è emerso che la spesa totale annua per il c/c, calcolata
  come la somma delle spese di tenuta conto ed il valore delle commissioni relative
  al numero ed alla tipologia di servizi utilizzati da un ipotetico correntista
  per ogni specifico profilo è inferiore a 100 euro per solo due profili
  di correntista, compresa tra 100 e 150 euro per altri due profili e superiore
  150 euro per i rimanenti  A tale
  riguardo, le analisi condotte indicano che la quantità di informazioni relative
  alle condizioni economiche del c/c fornite alla clientela tramite il relativo
  foglio informativo appare tale da non agevolare una concreta valutazione
  del servizio richiesto e una sua comparazione tra i diversi fornitori.
  Il 66,6% dei fogli informativi non indica le condizioni riguardanti i bonifici, il
  31,9% le condizioni del bancomat (quota annua e spese di emissione),
  il 67,8% dei fogli non riporta le spese del prelievo da ATM di banche
  diverse da quella di appartenenza, il 57% non indica le condizioni relative
  alla carta di credito, il 46,3% non riporta le condizioni relative alla gestione/emissione
  degli assegni, il 32,4% quelle circa le condizioni della domiciliazione
  o pagamento delle utenze. L’indagine
  ha confermato la presenza di numerosi ostacoli alla mobilità della clientela
  dei servizi bancari in Italia. Una primo esempio comprende i costi di chiusura di
  alcuni servizi bancari e/o finanziari, come ad esempio il c/c, il conto titoli
  e il mutuo. Le spese di chiusura del c/c possono arrivare fino a 150 euro e
  quelle di trasferimento titoli a 80 euro a codice titolo. Occorre precisare che tali
  evidenze emergono da dati rilevati al 31 marzo  dell’entrata
  in vigore della L. 4 agosto 2006 n. 248 (legge di conversione del cd. Decreto
  Bersani), alcune banche, ma non tutte, hanno azzerato le spese di chiusura di
  alcuni servizi. Oltre ai
  costi monetari di uscita dal c/c e/o dai servizi ad esso collegati, un ulteriore
  ostacolo alla mobilità dei consumatori è rappresentato da una tempistica
  piuttosto lunga e/o incerta che il cambiamento della banca comporta per
  il cliente/correntista. Esistono poi
  vincoli alla mobilità della clientela connessi alla presenza di legami tra
  più servizi di natura bancaria e/o finanziaria. Dall’analisi emerge che, in caso
  di chiusura del c/c, tutte le banche richiedono la cessazione del servizio di
  domiciliazione automatica delle utenze, la restituzione della carta Bancomat e
  della carta di credito. L’indagine,
  infine, ha dato modo di rilevare il ricorso piuttosto diffuso a pratiche di
  tying. Con tale denominazione, come noto, ci si riferisce a pratiche commerciali
  che prevedono che la vendita di un prodotto (prodotto legante) sia
  condizionata alla vendita di un altro prodotto (prodotto legato), senza che sia
  possibile acquistare il prodotto richiesto separatamente. Le forme di
  tying incidono indubbiamente sull’assetto dei mercati e sulla pressione competitiva
  che in essi può esercitarsi in vari modi potendo diventare un
  reale ostacolo alla concorrenza e quindi causa di uno scarso o assente
  confronto competitivo. In primo
  luogo, il tying rende più difficile la scelta ottimale per il
  consumatore nella misura
  in cui l’offerta abbinata non rende agevole, o rende impossibile, una puntuale
  analisi dei prezzi connessi ai singoli servizi, ciascuno dei quali teoricamente
  oggetto di offerte separabili da parte di più operatori. In secondo
  luogo, tali pratiche possono essere una causa, come sopra già accennato,
  della riduzione della mobilità. In terzo
  luogo, la presenza diffusa di tali pratiche può scoraggiare l’entrata
  di altre
  imprese nel mercato, specialmente quelle che offrono soltanto il prodotto legante o quello
  legato. A tale
  riguardo, i risultati dell’indagine indicano che più del 64% delle
  banche incluse nel
  campione, che rappresentano il 59% dei correntisti, richiede che la prestazione
  di servizi di compravendita/gestione titoli avvenga in presenza di c/c;
  più del 42% delle banche richiede che venga aperto un conto per la concessione
  di un mutuo e più del 90% subordina il rilascio di una carta di credito
  all’accensione di un c/c. Alcune
  indicazioni per un incremento delle dinamiche concorrenziali nel mercato dei
  servizi bancari per i consumatori finali Dall’
  indagine svolta emerge che il mercato dei servizi bancari si caratterizza per
  l’esistenza di un deficit informativo a sfavore della clientela, di numerosi ostacoli
  alla mobilità di quest’ultima, di un frequente ricorso a forme leganti più
  servizi. Tali fattori possono contribuire a spiegare perché le condizioni di offerta dei
  servizi bancari sono più onerose in Italia che in altri paesi europei. Se gli
  ostacoli sopra evidenziati vengono correttamente analizzati in un contesto
  caratterizzato da scarsi incentivi da parte delle banche a porre in essere
  condotte competitive aggressive, appaiono auspicabili alcuni cambiamenti
  che inneschino una nuova dinamica nel rapporto tra la banca e il cliente;
  essi devono mirare in particolare a rendere più mobile la domanda, non solo e
  non tanto con l’indicazione di una generica necessità di maggiore informazione
  e trasparenza, quanto con il suggerimento concreto di nuove e più
  mirate modalità di comunicazione a vantaggio dei correntisti; inoltre, poiché la
  mobilità non può realizzarsi se non in contesti che, oltre
  all’incentivo ad informare
  efficacemente da parte dell’offerta ed alla capacità di effettuare scelte
  “ottimali” da parte della domanda, rendono effettivamente possibile il cambiamento
  di fornitore e/o del prodotto/servizio, appare necessaria l’introduzione
  di sistemi più flessibili, rapidi e non onerosi per il trasferimento del conto ad
  altra banca che consentano il superamento di ogni ostacolo alla mobilità
  della domanda. In tal
  senso, l’Autorità, a conclusione della propria analisi, ha ritenuto
  (cfr. cap. 5) che
  alcune condizioni minime per un incremento della pressione della domanda, e
  per questa via di un maggiore sviluppo delle dinamiche concorrenziali
  nel mercato dei servizi bancari ai consumatori finali, possano essere
  ritrovate nella definizione di una serie di elementi, quali quelli sinteticamente
  indicati di seguito: a. Maggiore
  trasparenza e altre misure che agevolano la comparazione dei c/c −
  Redazione di fogli informativi sintetici che consentano al correntista l’immediata
  fruibilità delle informazioni relative ai parametri di scelta essenziali,
  quali la tipologia di servizi offerti e indicazione unitaria del loro costo
  complessivo, che aggreghi cioè tutte le diverse voci di costo in un unico
  valore. −
  Garanzia di stabilità, almeno per un arco temporale minimo, delle voci di costo di
  tenuta e movimentazione del c/c. −
  Sviluppo di fonti informative, indipendenti dal sistema bancario, per la comparazione
  da parte dei consumatori dei costi dei conti correnti appropriati
  per il proprio profilo di consumo (motori di ricerca). b. Elementi
  che riducono gli ostacoli alla mobilità della clientela −
  Informazione annuale sintetica al correntista della spesa effettivamente sostenuta
  per la tenuta del conto, e indicazione della sua variazione rispetto
  all’anno precedente. − Nel
  caso di esercizio dello ius variandi: indicazione dell’impatto complessivo
  delle condizione variate sulla spesa annuale; previsioni 9 specifiche
  per l’effettività del diritto di recesso senza costi monetari anche per i
  servizi connessi al c/c. −
  Individuazione di modalità atte a mantenere in vita i servizi connessi
  al c/c per il
  tempo necessario a completare il trasferimento, al fine di evitare
  duplicazioni di costo per il correntista. Definizione
  di una durata temporale massima per l’esecuzione delle operazioni
  di trasferimento del c/c. −
  Eliminazione di tutti i vincoli, contrattuali o di fatto, non necessari tra c/c e altri
  servizi, quali, ad esempio, finanziamenti, risparmio, titoli, polizze. −
  Sviluppo di meccanismi che consentano la portabilità del conto corrente. 127. Come si
  può vedere la spesa per il c/c in Italia è superiore a quella
  di tutti gli altri
  paesi considerati per qualsiasi metodologia considerata (Cfr. Figura 3.7).
  Considerando i valori medi delle varie stime disponibili per gli altri paesi,
  l’Italia rimane il Paese con la spesa di c/c più elevata presentando differenze
  di costo con gli altri paesi che vanno dal 14% (Germania) all’83% (Olanda). 128.
  Infatti, a fronte di una spesa di c/c stimata per l’Italia nella presente indagine
  pari, in media di sistema, a circa 182 euro, la spesa massima non sembra
  superare i 34 euro in Olanda, 63 euro in Belgio, 64 euro nel Regno Unito, 99
  euro in Francia e i 108 euro in Spagna. La comparazione con le stime per la
  Germania è più incerta in quanto quest’ultime presentano un notevole
  grado di variabilità28. Contenuti
  essenziali: La spesa per
  il c/c in Italia è superiore a quella di tutti gli altri paesi
  considerati qualunque
  sia la fonte considerata. La differenza di costo con gli altri paesi oscilla
  tra il 14%
  (Germania) e l’83% (Olanda). Ciò
  è indicativo di una oggettiva debolezza del processo competitivo nel
  mercato dei servizi
  bancari in Italia. Contenuti
  essenziali: Le analisi
  condotte indicano che la quantità di informazioni relative alle
  condizioni economiche
  del c/c fornite alla clientela tramite il foglio informativo del c/c appare
  tale da non
  agevolare una concreta valutazione del servizio richiesto e una sua
  comparazione tra i diversi
  fornitori. Il 66,6% dei
  fogli informativi non indica le condizioni riguardanti i bonifici, il 31,9%
  le condizioni
  del bancomat (quota annua e spese di emissione), il 67,8% dei fogli non riporta le
  spese del prelievo da ATM di banche diverse da quella di appartenenza, il 57% non
  indica le condizioni relative alla carta di credito, il 46,3% non riporta le condizioni
  relative alla gestione/emissione degli assegni, il 32,4% quelle circa le condizioni
  della domiciliazione o pagamento delle utenze. Non risulta cioè un documento di
  sintesi contenente le frequenti voci di spesa per i servizi tipicamente utilizzati
  per la movimentazione (incassi e pagamenti) del c/c. Viceversa,
  la prassi di redigere un foglio informativo per ogni servizio acquistato e di fare rinvio
  alle voci di spesa contenute in diversi fogli, può avere l’effetto di
  fornire al cliente
  un’eccessiva quantità di dati, e non di dare una informazione completa
  realmente utilizzable,
  che può risultare di scarsa utilità al fine di scegliere il
  prodotto più conveniente.
  A ciò si aggiunga che spesso i fogli informativi sono redatti in
  linguaggio tecnico/formale,
  che può risultare di non agevole comprensione per la clientela ordinaria. Infine, non
  è immediato comprendere i prezzi di alcuni servizi in quanto essi
  vengono spesso
  scomposti in più parti; il che non consente di risalire agevolmente
  alla spesa complessiva
  che il correntista deve sostenere per fruire del servizio richiesto. Un esempio
  eclatante è la voce “spesa per scrittura”, la quale è tipicamente
  separata dalla commissione
  per i singoli servizi ma di fatto deve essere sommata a quest’ultima per ottenere il
  costo complessivo del servizio. Esistono
  pertanto margini di miglioramento piuttosto ampi nella quantità e
  qualità di informazione
  fornita alla clientela, soprattutto nella fase precontrattuale. Contenuti
  essenziali: L’indagine
  ha dato modo di rilevare la presenza di numerosi ostacoli alla
  mobilità della clientela
  nel settore bancario. Essi rientrano tendenzialmente in tre categorie. La prima
  categoria comprende i costi di chiusura di alcuni servizi bancari e/o
  finanziari, come ad
  esempio il c/c, il conto titoli e il mutuo. Le spese di chiusura del c/c
  possono arrivare
  fino a 150 euro e quelle di trasferimento titoli a 80 euro a codice titolo. A seguito
  dell’entrata in vigore della L. 4 agosto 2006 n. 248 (legge di conversione
  del cd. Decreto
  Bersani), alcune banche, ma non tutte, hanno azzerato le spese di chiusura di alcuni
  servizi. Oltre ai
  costi monetari di uscita dal c/c e/o dai servizi ad esso collegati, un
  ulteriore ostacolo
  alla mobilità dei consumatori è rappresentato da una tempistica
  piuttosto lunga e/o incerta
  che il cambiamento della banca comporta per il cliente/correntista. La seconda
  categoria di ostacoli alla mobilità della clientela comprende vincoli
  connessi alla
  presenza di legami tra più servizi di natura bancaria e/o finanziaria.
  Dall’analisi emerge che,
  in caso di chiusura del c/c, tutte le banche richiedono la cessazione del servizio di
  domiciliazione automatica delle utenze, la restituzione della carta Bancomat e della
  carta di credito. Ciò può essere fonte di numerose
  difficoltà per il correntista, disincentivandolo
  a cambiare banca. A ciò si aggiunga che il 63,6% delle banche non consente il
  mantenimento del risparmio amministrato presso la banca, più del 18%
  non consente di
  mantenere il mutuo (che deve essere rimborsato pagando una penale), il 21% i
  prestiti personali e più del 4% la polizza vita. L’effetto di legami
  tra prodotti è quello di
  aumentare enormemente i costi di uscita. La terza
  categoria attiene al grado di trasparenza del mercato, il quale è
  stato analizzato in
  precedenza. 244. Appare
  evidente che i costi di uscita diventano più rilevanti in ragione dei vincoli
  contrattuali e/o di fatto che comportano, in caso di chiusura del c/c, l’estinzione
  anche di altri servizi in essere presso la banca. c/c e del
  trasferimento ad un’altra banca di un ipotetico numero (da  azioni
  ordinarie sull’Italia (cd. codice titolo). I risultati mostrano che le spese (complessive)
  di chiusura sono generalmente non trascurabili e possono raggiungere
  anche valori particolarmente elevati (Cfr. Tabella 4.5). Ad esempio, il
  costo di chiusura del c/c e del trasferimento di cinque codici titoli può
  costare fino a 452 euro. Tali valori stimati sono assolutamente verosimili rispetto a
  quelli riportati nelle numerose denunce pervenute dai consumatori. Contenuti
  essenziali: L’indagine
  ha dato modo di rilevare il ricorso piuttosto diffuso a pratiche di tying.
  Con tale
  denominazione si fa riferimento a pratiche commerciali che prevedono la
  vendita di un prodotto
  (prodotto legante) condizionata alla vendita di un altro prodotto (prodotto legato),
  senza che sia possibile acquistare il prodotto richiesto separatamente. Le forme di
  tying incidono indubbiamente sull’assetto dei mercati e sulla pressione competitiva
  che in essi può esercitarsi in vari modi potendo diventare un reale
  ostacolo alla
  concorrenza e quindi causa di uno scarso o assente confronto competitivo. In primo
  luogo, il tying rende più difficile la trasparenza per il consumatore
  nella misura in cui
  l’offerta abbinata non rende agevole, o rende impossibile, una puntuale
  analisi dei prezzi
  connessi ai singoli servizi, ciascuno dei quali teoricamente oggetto di
  offerte separabili
  da parte di più operatori. In secondo
  luogo, tali pratiche possono essere una causa, come sopra già
  accennato, dell’aumento
  degli switching costs. In terzo
  luogo, la presenza diffusa di tali pratiche può scoraggiare l’entrata
  di altre imprese nel
  mercato, specialmente quelle che offrono soltanto il prodotto legante o quello
  legato. I risultati
  dell’indagine indicano che più del 64% delle banche incluse nel
  campione, che rappresentano
  il 59% dei correntisti, richiede che la prestazione di servizi di compravendita/gestione
  titoli avvenga in presenza di c/c; più del 42% richiede che venga aperto
  un conto per la concessione di un mutuo e più del 90% delle banche richiede il
  conto per il rilascio di una carta di credito. 106 289.
  Più in dettaglio, l’Autorità ravvisa l’utilità dei
  seguenti cambiamenti: a] Maggiore
  trasparenza e altre misure che agevolano la comparazione dei c/c −
  Garantire al correntista una informazione completa e di immediata fruibilità
  mediante un indicatore di spesa complessiva, ad esempio, alla luce di
  ipotesi che ogni banca potrebbe formulare riguardo il numero ed il tipo di
  servizi richiesti dalle varie tipologie di correntista (indicatore sintetico di
  costo). Ciò consentirebbe una scelta più agevole e fondata sul reale
  uso del conto corrente e dovrebbe contenere il fenomeno contro
  intuitivo, emerso nella presente indagine, di una domanda spesso orientata verso
  conti a spesa elevata, compresa in offerte a pacchetto. Inoltre,
  sarebbe da incentivare la redazione di fogli informativi sintetici, contenenti
  le condizioni economiche di tutti i servizi tradizionalmente connessi al
  c/c, senza alcun rinvio ad altri fogli per servizi finalizzati alla
  movimentazione del conto. −
  Specificazione, nel foglio informativo, sopra indicato, del prezzo per ciascuno dei
  principali servizi in un’unica voce che aggrega tutti i possibili
  costi connessi a tale servizio (così evitando l’onere a carico del correntista
  di dover ricercare tutte le diverse spese e commissioni che sono
  imputabili al medesimo servizio); in tale direzione l’indicazione separata, ad
  esempio, della spesa per singola scrittura (non sempre specificata
  per le operazioni sulle quali grava in aggiunta alla singola commissione)
  è una politica talora ingiustificata e, comunque, non agevola la
  trasparenza a vantaggio dei consumatori. −
  Introduzione della garanzia della stabilità delle voci di costo di
  tenuta e movimentazione
  del c/c, almeno per un arco temporale minimo utile a consentire
  la scelta del conto. −
  Predisposizione di strumenti on line utili alla comparazione dei costi di c/c. In
  questo senso, sarebbe necessario lo sviluppo di uno o più motori di ricerca
  indipendenti dalle banche (e in concorrenza tra loro) che consentano
  il confronto tra conti diversi con aggregati di sintesi di semplice
  analisi (in funzione del tipo di correntista, del ricorso o meno a determinate
  modalità di uso del c/c, del ricorso a determinati servizi, ecc). Informazioni
  e altre misure che agevolano la mobilità della domanda durante il
  rapporto contrattuale −
  Agevolare la conoscenza dei costi effettivi di c/c attraverso, ad esempio, un’informazione
  annuale al singolo correntista della spesa complessiva di c/c e del
  numero e tipo di operazioni effettuate, così da agevolare l’individuazione,
  da parte del consumatore, del proprio profilo in termini di
  modalità di utilizzo del conto, nonché aumentare la sua capacità
  di comparazione della spesa del proprio c/c con la stessa tipologia di
  conto proposta da altre banche. −
  Agevolare la conoscenza dell’evoluzione nel tempo della spesa di c/c fornendo, ad
  esempio, ai consumatori una chiara informativa del cambiamento
  da un anno all’altro della spesa connessa al c/c e delle ragioni di
  tale cambiamento. −
  Specificare, nel caso siano intervenute modifiche contrattuali (esercizio dello ius
  variandi), il prevedibile impatto della modifica avvenuta sulla spesa di c/c
  annua. − Nel
  caso di variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali (cosiddetto
  ius variandi) assicurare “effettivamente” la possibilità al correntista
  di esercitare il diritto di recesso a costi nulli su tutti i servizi attivi
  presso la banca connessi al c/c. −
  Assicurare costi di trasferimento (economici, temporali e burocratici) del c/c da
  una banca all’altra, nulli o comunque ridotti a livelli minimi. In particolare,
  la garanzia che la chiusura del c/c non comporti costi di trasferimento
  relativi ad altri servizi in essere presso la banca appare indispensabile;
  inoltre, in presenza di sistemi completamente automatizzati
  e pressoché privi di costi per il trasferimento di un servizio
  (tipico è il caso dei titoli in gestione accentrata presso Monte Titoli) la
  banca dovrebbe informare puntualmente il cliente in caso di oneri
  aggiuntivi e tempi diversi da quelli che il sistema tecnicamente giustificherebbe. −
  Sviluppo di meccanismi che consentano la portabilità del conto corrente. Superamento
  dei legami tra c/c ed altri servizi bancari/finanziari − Al
  fine di minimizzare i costi connessi al trasferimento del c/c, auspicabile
  sarebbe la possibilità di consentire al correntista il mantenimento
  in vita di taluni servizi in essere presso la banca anche in assenza di
  un c/c (e.g. varie forme di finanziamento, di risparmio gestito e altri
  servizi). Se ciò non fosse tecnicamente possibile, sarebbe utile prevedere
  almeno una fase transitoria che, per il periodo di tempo necessario a
  completare il trasferimento, non comporti duplicazioni di costi o fasi
  in cui il correntista rimane privo del servizio (è il caso delle carte di
  credito o del telepass). −
  Garantire un arco temporale massimo per l’esecuzione delle operazioni di
  trasferimento del c/c, almeno per i servizi che tipicamente comportano
  tempi lunghi e/o incerti. A titolo esemplificativo, nel caso del servizio
  di domiciliazione utenze, sarebbe utile prevedere un sistema che agevoli
  il cambiamento di operatore presso cui risulta domiciliato il pagamento
  del servizio, anche mediante l’istituzione di meccanismi che automatizzino
  la comunicazione dei dati del nuovo conto e garantiscano il cambio di
  domiciliazione senza oneri. −
  Garantire l’eliminazione di tutti i vincoli, contrattuali o di fatto, non necessari
  tra c/c e altri servizi quali, ad esempio, finanziamenti, risparmio,
  titoli, e polizze. |