Immagine che contiene libro, testo, schermata, interno

Descrizione generata automaticamentePRIVILEGIA NE IRROGANTO    di    Mauro Novelli

 

ELABORATI PRODOTTI DALLA I.A. GENERATIVA

 

“Più dei tanti che tumultuano, i tiranni temono i pochi che pensano”  (Platone)

 

Home / Mappa

Il PuntO

La PignattA

Il ConsigliO

La mia biblioteca

Riflessioni

Cronologica

Adusbef

Democrazia 2.0

 Ictus 

Saggezze

Statistiche del sito

Cenacolo dei Cogitanti

Per la Legalità ferocemente

Articoli e Documenti d’interesse

Acta Diurna Signanda Lapillo

Immagine che contiene testo, Carattere, Blu elettrico, Elementi grafici

Descrizione generata automaticamentePagine Libere

di                                   Federico   Novelli

 

 

 

 

 

Pongo gli stessi quesiti a cinque programmi di I. A. (CHAT GPT, DEEP SEEK, GEMINI, COPILOT, CLAUDE).

Riporto gli elaborati risultanti senza alcuna correzione o integrazione.

 

INDICE


Quesito n° 8  del 5-8-9 Giugno 2025.

Ipotesi antitruffa di Mauro Novelli I truffatori finanziari on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina? In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Sommario

 

Risponde Chat GPT  1

Risponde Gemini 1

Risponde DEEP SEEK  1

Risponde CLAUDE  1

Risponde Copilot 1

 


 

Quesito n° 8 I truffatori finanziari on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina? In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Risponde Chat GPT


 

ChatGPT    ha detto:

L’idea che proponi è molto interessante e tocca un tema centrale nella sicurezza digitale: la responsabilità degli intermediari tecnologici (operatori telefonici, fornitori di e-mail, ecc.) nel prevenire le truffe.

Punti di forza della proposta:

1.   Trasparenza sull'identità reale del mittente
Se nella prima riga di ogni messaggio (SMS o e-mail) comparissero informazioni autentiche e non modificabili sull’identità del mittente (es. nome, cognome, codice fiscale o azienda intestataria), il destinatario potrebbe immediatamente riconoscere un mittente fraudolento, anche se il messaggio imita quello di una banca o di un servizio pubblico.

2.   Riduzione dell’efficacia del spoofing
Oggi è troppo facile per i truffatori camuffare numeri di telefono (caller ID spoofing) e indirizzi e-mail (email spoofing). La tua proposta colpisce alla radice questo problema: rendere obbligatoria e visibile l’identità di chi ha attivato la SIM o creato l’account email, al di là dell’apparenza del mittente.

3.   Prevenzione anziché repressione
Oggi la lotta alle truffe è spesso reattiva (si agisce dopo il danno). Una misura del genere avrebbe effetto preventivo.


Criticità e ostacoli legali/tecnici:

1.   Privacy e protezione dei dati personali
Obbligare gli operatori a mostrare nome e dati di chi ha registrato un numero di telefono o un'email violerebbe, in molti casi, le norme sulla privacy (es. GDPR in Europa). Mostrare l’identità a chiunque riceva un messaggio è una forma di diffusione potenzialmente non autorizzata.

🧩 Possibile compromesso: mostrare almeno se il mittente è stato verificato da un ente terzo (es. operatore telefonico, provider email) senza esporre i dati sensibili.

2.   Difficoltà tecniche nei protocolli attuali
I protocolli di posta elettronica (SMTP) e telefonia tradizionale non prevedono un’identificazione autentica e sicura del mittente. Servirebbe una profonda riforma tecnica e normativa a livello internazionale.

3.   Rischio di falsi positivi o abusi
Non è escluso che i truffatori trovino il modo di registrare SIM o account email con nomi fasulli, magari rubando identità. L’obbligo di mostrare un nome non basta se non c’è un sistema di verifica forte.

[MN: i truffatori possono anche registrare Sim e e-mail con nomi fasulli, ma non ppotranno mai registrare account col nome di una banca o di altri enti istituzionali]


⚖️ Si può fare causa agli operatori?

Attualmente, non è facile portare avanti un’azione legale contro operatori telefonici o provider e-mail per non aver impedito le truffe, perché:

  • Non sono considerati responsabili per l’uso improprio dei loro servizi, a meno che non vi sia dolo o negligenza grave.

[MN: Infatti, occorre far leva sulla negligenza grave]

  • La legge tutela il principio di "neutralità tecnologica": gli operatori non sono tenuti a controllare i contenuti o l’identità degli utenti in tempo reale.

Tuttavia, una proposta normativa in questa direzione avrebbe senso, specie se presentata come emendamento a leggi esistenti sulla cybersicurezza o sulla protezione del consumatore.


🔧 Idee pratiche da sviluppare:

  • Sistema obbligatorio di etichettatura autenticata dei mittenti, come il protocollo DMARC per le email, esteso anche agli SMS e messaggistica.
  • Registro centralizzato dei mittenti certificati per SMS/email (come succede già con le email PEC).
  • Interfacce utente che evidenziano se il messaggio proviene da un mittente verificato o meno, sul modello del "bollino blu" nei social.

In sintesi

Hai centrato un punto chiave: l’opacità dell’identità del mittente è il grande alleato delle truffe online. Agire in modo strutturale su questo fronte, con modifiche normative e tecniche, è teoricamente possibile ma richiede:

  • Volontà politica internazionale
  • Revisione delle normative sulla privacy
  • Coordinamento tra fornitori di servizi digitali

Se vuoi, posso aiutarti a scrivere una proposta normativa o tecnica strutturata da pubblicare o presentare come suggerimento alle istituzioni competenti. Vuoi provare?

 


 

Quesito n° 8. I truffatori finanziari on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina? In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Risponde Gemini

 

La Lotta alle Truffe Finanziarie Online: Responsabilità e Soluzioni

Capisco perfettamente la sua frustrazione e il suo desiderio di trovare soluzioni concrete contro le truffe finanziarie online. L'idea di responsabilizzare i gestori di telefonia e i fornitori di servizi email, imponendo loro di visualizzare in modo trasparente i dati del mittente, è molto interessante e merita di essere analizzata.

Le Difficoltà Attuali e il "Camuffamento"

Ha ragione, i truffatori sfruttano abilmente la facilità con cui possono "camuffare" numeri di telefono, indirizzi email e siti web. Questo rende estremamente difficile per il cittadino comune distinguere una comunicazione legittima da un tentativo di frode. Il phishing, lo smishing (phishing via SMS) e il vishing (phishing telefonico) si basano proprio su questa capacità di impersonare banche, istituzioni o aziende conosciute.

L'Idea di un'Azione Legale e le Sue Implicazioni

L'ipotesi di un'azione legale contro i gestori di telefonia e i fornitori di servizi email per la mancata adozione di sistemi anti-truffa è suggestiva. Tuttavia, si scontrerebbe con diverse complessità:

  • Difficoltà Tecniche e Privacy: Implementare sistemi che garantiscano l'identificazione certa del mittente in ogni messaggio o chiamata, visualizzando dati personali come nome e numero di chi ha attivato la SIM o l'account email, solleverebbe enormi questioni legate alla privacy. Le normative sulla protezione dei dati, come il GDPR in Europa, sono molto stringenti e limitano la possibilità di rendere pubblici dati personali senza un valido motivo e un consenso esplicito.
  • Anonimato Legittimo: Esistono situazioni in cui l'anonimato del mittente è legittimo e necessario (es. segnalazioni, giornalismo investigativo, protezione di fonti). Un'obbligo di identificazione totale potrebbe compromettere questi principi.
  • Applicazione Globale: Internet e i servizi di comunicazione sono globali. Anche se l'Italia o l'Europa imponessero tali obblighi, i truffatori potrebbero operare da paesi dove queste regole non esistono, rendendo l'efficacia limitata.
  • Complessità di Implementazione: I sistemi attuali di telefonia e email sono complessi e ramificati. Modificarli per inserire una "riga intoccabile" con i dati del mittente richiederebbe investimenti ingenti e tempi lunghi.

Alternative e Azioni Possibili

Pur riconoscendo la validità della sua intuizione, è più probabile che la soluzione risieda in un approccio multilivello che coinvolga diversi attori e strategie:

1.   Maggiore Collaborazione tra Fornitori di Servizi e Autorità:

o    Condivisione di Informazioni: È fondamentale che i gestori e i provider collaborino più strettamente con le forze dell'ordine e le banche per segnalare e bloccare rapidamente i numeri e gli indirizzi IP utilizzati per scopi fraudolenti.

o    Tecnologie Anti-Spam e Anti-Phishing Avanzate: Continuare a investire in algoritmi e filtri sempre più sofisticati per identificare e bloccare automaticamente tentativi di truffa.

2.   Educazione e Consapevolezza degli Utenti:

o    Campagne di Sensibilizzazione: È cruciale informare costantemente i cittadini sui rischi delle truffe online e su come riconoscerle. Le banche, le associazioni dei consumatori e le forze dell'ordine dovrebbero intensificare queste campagne.

o    Regole d'Oro: Insegnare agli utenti a non cliccare su link sospetti, non scaricare allegati da mittenti sconosciuti, non fornire mai dati personali o bancari al telefono o via email, e verificare sempre l'autenticità delle richieste.

3.   Responsabilità dei Soggetti Colpiti (Banche e Istituzioni):

o    Sistemi di Autenticazione Robusti: Le banche e gli altri enti che gestiscono dati sensibili devono implementare sistemi di autenticazione a più fattori (es. OTP, biometria) per rendere più difficile l'accesso fraudolento ai conti.

o    Monitoraggio Transazioni Anomale: Potenziare i sistemi di monitoraggio delle transazioni per identificare e bloccare operazioni sospette.

4.   Inasprimento delle Normative e delle Sanzioni:

o    Legislazione Specifica: Aggiornare le leggi per rendere più efficace la lotta alle truffe online e prevedere sanzioni più severe per i responsabili.

o    Cooperazione Internazionale: Data la natura transnazionale delle truffe, è essenziale una maggiore cooperazione tra le autorità giudiziarie di diversi paesi.

La sua idea di maggiore trasparenza sui dati del mittente è un punto di partenza interessante, ma l'applicazione pratica e le implicazioni sulla privacy e la libertà di espressione la rendono complessa da realizzare nella sua forma attuale. Le soluzioni più efficaci sembrano risiedere in un mix di tecnologia, educazione e collaborazione tra tutti gli attori coinvolti.

Cosa ne pensa di un approccio più incentrato sulla prevenzione e sulla capacità di riconoscimento delle truffe da parte degli utenti, affiancato a un rafforzamento delle misure di sicurezza da parte dei fornitori di servizi?

 


 

Quesito n° 8. I truffatori finanziarie on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina?

In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Risponde DEEP SEEK

 

 La tua domanda solleva un problema molto attuale e complesso: la responsabilità dei gestori di telefonia e dei provider di servizi email nella lotta contro le truffe finanziarie online. Ecco una panoramica delle possibili vie legali e delle sfide connesse:

1. Responsabilità dei Gestori di Servizi di Comunicazione

  • Obblighi di vigilanza: In molti paesi, i provider di telecomunicazioni e servizi email non sono considerati direttamente responsabili dei contenuti trasmessi (simile alla "neutralità" dei carrier), a meno che non siano complici attivi delle frodi. Tuttavia, potrebbero esserci obblighi crescenti di cooperazione con le autorità.
  • Regolamentazione esistente: In Europa, il Regolamento GDPR e la direttiva NIS2 impongono misure di sicurezza, ma non attribuiscono una responsabilità diretta per frodi di terzi. In Italia, l'AGCOM e il Codice delle Comunicazioni Elettroniche regolano il settore, ma senza un obbligo specifico di filtraggio preventivo.

2. Azioni Legali Possibili

  • Class action contro i provider: Potrebbe essere teorizzabile un'azione collettiva (se consentita dal sistema giuridico) per negligenza, sostenendo che i provider non hanno implementato tecnologie anti-spoofing disponibili (es. DKIM/SPF per emailSTIR/SHAKEN per chiamate VoIP). Tuttavia, dimostrare il nesso causale tra la negligenza e il danno subito è difficile.
  • Richiesta di risarcimento: Un singolo utente potrebbe citare il provider per non aver bloccato una truffa, ma i termini di servizio (ToS) di solito escludono questa responsabilità. Alcuni casi potrebbero prosperare se si dimostra che il provider era a conoscenza di attività illecite specifiche e non ha agito (art. 14 del Codice Privacy).

3. Sfere Pratiche

  • Tecnologia e costi: Implementare sistemi anti-frode avanzati (es. autenticazione rigorosa dei numeri telefonici) ha costi elevati e potrebbe richiedere interventi normativi. Alcuni Paesi (es. USA con la FCC) stanno introducendo obblighi per i carrier.
  • Ruolo delle autorità: In Italia, la Polizia Postale e la Banca d'Italia emettono allerte, ma la prevenzione attiva richiederebbe una collaborazione obbligatoria tra provider e istituzioni (oggi spesso volontaria).

4. Prospettive Future

  • Normative in evoluzione: L'UE sta lavorando a regole più stringenti con il Digital Services Act (DSA) e la Direttiva sulle frodi finanziarie, che potrebbero introdurre obblighi di due diligence per i provider.
  • Autoregolamentazione: Alcuni operatori (es. Google per Gmail, TIM per le chiamate) stanno adottando filtri proattivi, ma in modo non uniforme.

Conclusione

Un'azione legale contro i provider è teoricamente possibile, ma con alte probabilità di successo solo se si dimostra:

  • Una violazione specifica di obblighi di legge (es. mancato blocco di numeri già segnalati).
  • Un danno diretto causato da negligenza accertata.
    La strada più efficace rimane la pressione politica per obblighi normativi chiari, unita a campagne di educazione finanziaria per gli utenti.

Se vuoi approfondire un caso concreto o valutare un'azione collettiva, consiglio di consultare un avvocato specializzato in diritto digitale o un'associazione di consumatori

 

La tua proposta è interessante e potrebbe effettivamente rappresentare un passo avanti nella lotta alle truffe online, ma presenta sia vantaggi che sfide pratiche e giuridiche. Ecco un’analisi dettagliata:

 

Vantaggi della tua idea

1.   Trasparenza immediata

o    Mostrare il nome reale e il numero/documento di chi ha attivato la SIM o l’account email permetterebbe al destinatario di verificare subito l’affidabilità del mittente.

o    Ad esempio, se una banca ti chiama, vedresti non solo il numero, ma anche "Intesa Sanpaolo S.p.A. – SIM registrata a nome di XYZ". Una truffa con spoofing diventerebbe più evidente.

2.   Riduzione dello spoofing

o    Oggi i truffatori clonano numeri ufficiali (es. quello della tua banca) o usano email falsificate. Se il sistema mostrasse obbligatoriamente i dati del proprietario reale della SIM/account, sarebbe più difficile nascondersi.

3.   Maggiore responsabilizzazione degli operatori

o    I gestori di telefonia e email (TIM, Vodafone, Google, Microsoft, ecc.) sarebbero costretti a verificare meglio l’identità di chi acquista una SIM o apre un account.


Problemi e sfide

1.   Privacy vs. Sicurezza

o    Mostrare pubblicamente il nome di chi ha attivato una SIM o un account potrebbe violare il GDPR (in Europa) o altre leggi sulla privacy.

[Osservazione di MN alla precedente osservazione: se un utente mi chiama al telefono o mi manda un messaggio  e il sistema mi informa dei suoi riferimenti non vuol dire “mostrare pubblicamente il nome di chi ha attivato il servizio. Anzi è un mio diritto sapere chi mi contatta.]

 

o    Soluzione possibile: Mostrare solo un identificativo verificato (es. "Azienda certificata") anziché i dati personali, oppure consentire la visualizzazione completa solo per enti autorizzati (banche, PA).

2.   Frode nei dati di registrazione

o    In molti Paesi (soprattutto extra-UE) le SIM si comprano con documenti falsi. Se il sistema mostrasse "Mario Rossi" ma il documento fosse falso, la truffa persisterebbe.

o    [Osservazione di MN: Ma non potrà mai contattarmi come se fosse la banca o altra azienda}

 

o    Soluzione: Obbligare i gestori a verifiche biometriche (es. riconoscimento facciale) per l’attivazione.

3.   Tecnologia e standardizzazione

o    Molte email usano servizi esteri (Gmail, Yahoo) che potrebbero non adeguarsi a leggi italiane/europee.

o    Per le chiamate, servirebbe un protocollo globale (come STIR/SHAKEN negli USA) per autenticare i numeri.

4.   Resistenza delle aziende

o    I provider potrebbero opporsi per i costi aggiuntivi (verifiche identità, aggiornamenti software).

o    Alcuni servizi (es. email temporanee o VoIP) si basano proprio sull’anonimato.


Esempi già esistenti

  • Per le chiamate: In alcuni Paesi (come gli USA con il FCC STIR/SHAKEN), i gestori devono autenticare i numeri per bloccare lo spoofing.
  • Per le email: Alcuni provider (es. Gmail) mostrano un marchio di verifica accanto a mittenti certificati (B2C).

Come realizzarla?

1.   Modifica legislativa

o    L’UE o l’Italia potrebbero introdurre una direttiva che obblighi:

§  Le compagnie telefoniche a mostrare il nome del titolare della SIM in chiamata/SMS.

§  I provider email a indicare "Account registrato a nome di XYZ" nell’intestazione.

2.   Collaborazione con le aziende

o    Incentivi fiscali per chi adotta sistemi di autenticazione forte (es. SPF/DKIM per email, STIR/SHAKEN per telefonia).

3.   Sanzioni per i provider inadempienti

o    Multe se non verificano l’identità di chi acquista SIM o apre account.


Conclusione

La tua idea è valida e tecnicamente fattibile, ma richiederebbe:
 Una legge ad hoc (per superare privacy e resistenze aziendali).
 Tecnologie di autenticazione obbligatorie (biometria, crittografia).
 Cooperazione internazionale (per evitare che i truffatori usino servizi esteri).

Se applicata bene, potrebbe ridurre drasticamente le truffe, ma servirà una battaglia politica e tecnologica per realizzarla.

PS: Se vuoi portare avanti questa proposta, potresti contattare un’associazione di consumatori o un parlamentare sensibile al tema (es. membri della Commissione Trasporti o AGCOM).

 


 

Quesito n° 8  I truffatori finanziari on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina? In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Risponde CLAUDE

La tua proposta ha una logica interessante e affronta un problema reale e crescente. L'idea di identificazione obbligatoria del mittente reale potrebbe effettivamente ridurre molte truffe basate sul "social engineering" e sull'impersonificazione.

I vantaggi del sistema che proponi:

  • Renderebbe immediatamente visibile l'identità del mittente reale
  • Scoraggerebbe molti truffatori che si basano sull'anonimato
  • Darebbe ai destinatari strumenti per verificare immediatamente l'autenticità
  • Potrebbe creare una responsabilizzazione dei gestori di servizi

Tuttavia, ci sono alcune sfide tecniche e legali:

1.   Privacy: molti utenti legittimi potrebbero voler mantenere un certo livello di privacy nelle comunicazioni

2.   Costi implementativi: richiederebbe investimenti significativi da parte degli operatori

3.   Complessità tecnica: i sistemi di spoofing sono spesso sofisticati e potrebbero adattarsi

4.   Giurisdizione: i truffatori operano spesso da paesi con legislazioni diverse

L'approccio legale che suggerisci potrebbe essere efficace se accompagnato da:

  • Standard internazionali coordinati
  • Sanzioni significative per gli operatori inadempienti
  • Sistemi di verifica dell'identità più robusti all'attivazione di servizi
  • Educazione degli utenti sui segnali di allerta

Alcuni paesi stanno già sperimentando sistemi di autenticazione delle chiamate (come STIR/SHAKEN negli USA). La tua proposta potrebbe rappresentare un'evoluzione naturale di questi sistemi.

 


 

Quesito n° 8 I truffatori finanziari on line approfittano della possibilità di camuffare numeri di telefono, messaggi e-mail e siti con molta facilità per ingannare il correntista che è preso di mira Si potrebbe pensare ad una azione legale contro i gestori di telefonia e di sistemi di invio di e-mail perché non adottano sistemi capaci di opporsi all'azione truffaldina? In pratica. Ad esempio se fosse fatto obbligo al sistema di telefonia di mettere sulla prima riga (intoccabile) della schermata 'informativa del destinatario i riferimenti (nome e numero di telefono) di chi ha attivato la sim utilizzata o, parallelamente, sulla prima (intoccabile) del messaggio e-mail ricevuto dal destinatario i riferimenti di chi ha acceso l'account di posta elettronica, molte truffe potrebbero essere evitate perché il destinatario sa anzitutto chi è il vero mittente. Che ne dici?

 

Risponde Copilot

 

Hai centrato un problema cruciale: il camuffamento dei numeri di telefono e degli indirizzi e-mail è una delle armi principali dei truffatori online. La tua idea di rendere obbligatoria l'identificazione chiara e immutabile del mittente potrebbe effettivamente ridurre molte frodi, poiché darebbe al destinatario un’informazione immediata sull’origine del messaggio.

Dal punto di vista legale, intraprendere un'azione contro i gestori di telefonia e i provider e-mail potrebbe essere complesso. Solitamente, questi operatori forniscono infrastrutture, ma non sono direttamente responsabili dell'uso illecito che ne viene fatto. Tuttavia, esistono già regolamenti che impongono misure di sicurezza, come l'autenticazione a due fattori e il blocco di numeri sospetti. Rendere obbligatoria un’ulteriore identificazione trasparente potrebbe richiedere normative specifiche, che dipenderebbero dalla volontà dei legislatori e dalla collaborazione dei gestori.

Un’altra difficoltà tecnica riguarda la privacy: obbligare ogni e-mail o chiamata a riportare informazioni sul vero proprietario potrebbe sollevare questioni delicate in termini di protezione dei dati personali.

Un'alternativa potrebbe essere incentivare l’uso di protocolli più sicuri, come la verifica automatica dei mittenti e l’obbligo di firme digitali per le comunicazioni elettroniche. Inoltre, educare gli utenti a riconoscere le frodi e migliorare i sistemi di segnalazione potrebbe essere un passo efficace e rapido verso la riduzione del problema.

Hai mai avuto esperienze dirette con questo tipo di truffe? Sarebbe interessante sapere cosa ti ha spinto a riflettere su questa possibile soluzione.

Le leggi attuali sulla sicurezza online.

Le leggi sulla sicurezza online in Italia si sono evolute per affrontare le minacce digitali sempre più sofisticate. Ecco alcune delle normative più rilevanti:

  • Legge sulla cybersicurezza: Entrata in vigore nel luglio 2024, questa legge mira a rafforzare la sicurezza informatica nazionale, imponendo misure di protezione per le infrastrutture digitali critiche e aumentando le sanzioni per i reati informatici.
  • Decreto Sicurezza 2025: Convertito in legge, introduce disposizioni urgenti per la sicurezza pubblica, tra cui pene più severe per le truffe online e nuove regole per la protezione dei dati.
  • Normative sulla privacy e protezione dei dati: La legge italiana si coordina con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell'Unione Europea, imponendo obblighi stringenti per la gestione delle informazioni personali.
  • VPN e sicurezza online: Con l'aumento delle minacce informatiche legate all'intelligenza artificiale, le VPN sono sempre più utilizzate per proteggere la privacy e garantire connessioni sicure.

Come queste leggi influenzano le piccole imprese?

Le leggi sulla sicurezza online hanno un impatto significativo sulle piccole imprese italiane, soprattutto in termini di conformità e protezione dai rischi informatici. Secondo il Rapporto Cyber Index PMI, molte piccole e medie imprese (PMI) stanno cercando di migliorare la loro sicurezza digitale, ma il livello di consapevolezza è ancora insufficiente2.

Ecco alcuni effetti principali delle normative sulla cybersicurezza per le PMI:

  • Obblighi di conformità: Le nuove leggi, come il Cyber Resilience Act, impongono alle imprese di adottare misure di sicurezza più rigorose per proteggere i dati e le infrastrutture digitali.
  • Costi di adeguamento: Le PMI devono investire in strumenti di protezione, formazione del personale e aggiornamenti tecnologici per rispettare le normative.
  • Maggiore protezione dai cyber attacchi: Con l’aumento delle minacce informatiche, le leggi incentivano le imprese a rafforzare le proprie difese, riducendo il rischio di violazioni e perdite economiche.
  • Collaborazione con enti pubblici: L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sta promuovendo iniziative per aiutare le PMI a migliorare la loro sicurezza digitale attraverso programmi di sensibilizzazione e supporto tecnico.

Nonostante le sfide, queste normative possono rappresentare un'opportunità per le PMI, spingendole a investire nella sicurezza informatica e a migliorare la loro competitività nel mercato digitale. Ti interessa sapere quali strumenti possono aiutare le piccole imprese a rispettare queste leggi?

Modifica questa risposta

Quali sono i benefici a lungo termine della conformità alle normative?

La conformità alle normative sulla sicurezza online offre numerosi benefici a lungo termine per aziende e organizzazioni. Ecco alcuni dei principali vantaggi:

  • Maggiore protezione contro le minacce informatiche: Adottare misure di sicurezza conformi alle normative riduce il rischio di attacchi informatici e violazioni dei dati.
  • Miglioramento della reputazione aziendale: Le aziende che rispettano le normative dimostrano affidabilità e attenzione alla sicurezza, aumentando la fiducia dei clienti e dei partner commerciali.
  • Riduzione dei costi legati agli incidenti di sicurezza: Investire nella conformità può prevenire perdite finanziarie derivanti da attacchi informatici, multe per non conformità e danni alla reputazione.
  • Accesso a nuovi mercati e opportunità di business: La conformità alle normative europee, come la Direttiva NIS2, facilita l’espansione in mercati regolamentati e migliora la competitività.
  • Maggiore efficienza operativa: Implementare protocolli di sicurezza aiuta a ottimizzare i processi aziendali e a garantire la continuità operativa in caso di incidenti.

Questi benefici rendono la conformità non solo un obbligo legale, ma anche un investimento strategico per il futuro. Ti interessa approfondire un aspetto specifico?

 

Torna in alto